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di sivybiersack
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** occhi di giaccio ***
Capitolo 2: *** sogni ***
Capitolo 3: *** cara notte, ***
Capitolo 4: *** singhiozzi ***



Capitolo 1
*** occhi di giaccio ***


Aprii gli occhi di scatto ,ansimando forte come se fossi riuscita a prendere aria solo in quel momento; ormai mi svegliavo così dai miei abituali incubi. Mike era girato dall’altra parte e dormiva profondamente, le notti in cui si svegliava e controllava come dormivo sono passati da un pezzo… adesso è un miracolo se mi chiede come sto. Mi stropiccio gli occhi, sono appena le 6 del mattino e io di tornare a dormire proprio non ne ho voglia. Mi alzai dal letto facendo attenzione a non svegliare Mike e andai sul balcone, da lì si godeva una bella vista su tutta la città e con il freddo sole di aprile ed i colori dell’alba sembrava proprio di essere in paradiso… presi la macchina fotografica mi accesi una sigaretta e scattai un paio di foto a quello spettacolo. È questo ciò che faccio nella vita, sono una fotografa da 4 anni e modella da 6. Mi chiamo Emily Spring, ho venti anni. Ho cominciato a lavorare quando avevo 14 anni per un’agenzia di modelle in Nevada dove il lavoro di mio padre aveva trascinato me, mia madre e i miei due fratelli. Il mio viso minuto, il corpo esile, gli occhi verdi e i capelli ricci di un marrone scurissimo mi aiutarono a guadagnare i soldi necessari per trasferirmi qui con il mio “ragazzo”  a 17 anni in questo appartamento. Mike lavora con me  come tecnico nello studio fotografico e modellistico della mia migliore amica Alicia, lei ha 1 anno più di me ed è stata la mia migliore amica anche prima del nostro trasferimento. Ha aspettato che tornassi a Los Angeles e mi ha aiutata a trovare lavoro assieme a lei e Mike in questa emergente agenzia che nel giro di 3 anni è diventato uno dei più prestigiosi d’America e presto chissà magari del mondo. Il mio compito è da fotografa quando serve e da modella il più delle volte. Ma oggi è tutto diverso. La rivista Alternative Press ha trovato il mio curriculum su internet e vuole che fotografi per la copertina del prossimo numero i Black Veil  Brides. Niente meno che la mia band preferita. Mi sembrava davvero un sogno. Ed ecco che il gran giorno era finalmente arrivato, mi accesi un’altra sigaretta mi preparai un caffè, niente cibo prima dei servizi questa è la regola. Guardandomi mi direste che digiunare non è proprio la cosa ideale da fare, sono alta 1,75 m e peso appena 47 kg. Non sono mai stata un’amante del cibo, lo ammetto. L’appuntamento è alle 8.30 e io sono già pronta alle 7.00. nel frattempo Mike si è alzato, trascinandosi fino al frigo per prendere una birra. Ha i capelli biondi tutti arruffati e gli occhi ormai più rossi che blu. Ormai non fa altro che star fuori fino a tardi, tornare a casa, bere birra, dormire, bere altra birra e lavorare. Da quando i suoi genitori sono morti non è più lui e io non so più come fare. – giorno Mike- -hai quel lavoro con la band vero? So che ci tieni e fidati ti adoreranno… in bocca al lupo E- però trovava sempre un pochino di tempo per me… anche quei dieci minuti la mattina o la buonanotte o un sorriso durante il lavoro… in quei momenti era il mio Mike, che forse ormai non era altro che un amico. –grazie M, ci vediamo a casa stasera- mi chiusi la porta alle spalle e scesi di corsa le scale, avevo indossato per l’occasione una gonna a vita alta, una loro maglietta che vi avevo infilato dentro, niente calze e le mie vagabond che mi accompagnavano ovunque. Presi la macchina e contrariamente a ciò che avevo pensato arrivai con 20 minuti di anticipo. Alicia mi aspettava all’ingresso, insieme entrammo nello studio… la band era in ritardo e così io e Al dopo aver sistemato le macchie fotografiche e preparato tutto uscimmo a fumare un’altra sigaretta. –Emily scordavo di dirti che il frontman Andy ci ha invitate ad una festa dopo gli scatti- -Al stai scherzando?! E me lo dici così?! Tu lo sai che è il mio idolo… se me l’avessi detto prima…- -Scusa tesoro me ne ero proprio scordata ahahah… hey guarda sono arrivati, meglio entrare- mi tremavano le gambe. Continuavo a pensare che dovevo stare seria ed essere professionale come con qualunque modello, ma il pensiero di averli tutti per me per ben 3 ora mi faceva impazzire. Mentre pulivo l’obbiettivo della macchina la porta si spalancò e per poco questo non mi cadde dalle mani, eccoli lì. Di fronte a me. Li squadrai con la bocca aperta, arrivata ad Andy lo guardai in volto. Lui si tolse gli occhiali da sole e con l’aria di chi è la perfezione e sa di esserlo mi sorrise. Divenni tutta rossa. Si presentarono uno alla volta Andy per ultimo – io sono Andy Biersack- mi ripresi dal suo sguardo e mi affrettai a rispondere – piacere ragazzi, sono Emily… la vostra fotografa e fra l’altro anche fan…- Andy sorrise ancora una volta e i nostri occhi si incrociarono ancora: i suoi occhi color del ghiaccio mi avevano stregato l’anima. I ragazzi si prepararono per le foto e ci ritrovammo sul set, feci un sospiro profondo e scattai la prima foto.

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Capitolo 2
*** sogni ***


Furono tre ore intense, inizialmente ero dannatamente rigida, non mi sentivo a mio agio, i ragazzi erano anche loro un poco impacciati, litigavano sulle posizioni e dove mettersi e io non avevo il coraggio di prendere il controllo della situazione e come al solito Alicia arrivò in mio soccorso: - ehm ragazzi io penso che prima dovreste fare degli scatti di prova un pochino più sciolti non credi Emily?- io annuii senza dire una parola –anche tu hai bisogno di rilassarti Emily non credi? Si sentono fino a qua i muscoli tesi!- Ash rispose con un sorrisetto malizioso. – sono completamente d’accordo- Andy aveva un’espressione sadica e divertita. – ehi aspettate..- Alicia aveva un’idea. Un brivido mi corse su tutta la colonna vertebrale.- e se voi 6 faceste degli scatti insieme, giusto per conoscervi un poco? Tanto di fotografe qui siamo in due no?- ero paralizzata. I ragazzi sembravano d’accordo, CC era carico da morire e non vedeva l’ora di divertirsi, Jinxx e Jake erano molto rigidi e un po’ a disagio mentre Ash e Andy esibivano se stessi con grande sicurezza. Passai la macchina fotografica ad Al e mi avvicinai ai ragazzi. – vediamola questa modella di cui tutti parlano…- Andy mi aveva sussurrato all’orecchio queste parole con voce di sfida. Voleva giocare? Non mi sarei per nulla al mondo tirata indietro. Improvvisamente tutta la sicurezza che avevo perduto riavvolse il mio corpo, furono i 30 minuti più divertenti della mia vita, i ragazzi mi prendevano in braccio, decidevamo le posizioni, ridendo e scherzando, con una complicità impressionante. Al fece per passarmi la macchina fotografica quando Andy mi prese per un braccio –Alicia… ti va di fare qualche scatto solo a me e lei?- ero nuovamente rossa… i ragazzi erano andati a prendersi da bere, in quello studio c’eravamo solo io, l’omo dagli occhi di ghiaccio e una macchina fotografica. Andy mi strinse a se e nel giro di pochi minuti ci divertimmo a muoverci sul set stuzzicandoci a vicenda. Mi facevo rincorrere, allontanandomi da lui per poi trovare le sue mani sui miei fianchi e il suo respiro sul mio collo... Improvvisamente CC urlò – ehy Andy non puoi sempre rubarti le più belle, sei assolutamente sleale con noi!- Andy rise e lasciò i miei fianchi per tornare dalla band, Al mi passò la macchina fotografica facendomi l’occhiolino ridacchiando sotto i baffi. Era ora di lavorare seriamente e dopo aver bevuto un bicchier d’acqua tornai dietro l’obbiettivo.  Il resto del tempo passato coi ragazzi fu assolutamente delizioso, finalmente con il rapporto creato riuscivo a lavorare al meglio. Anche loro erano più sciolti e divertiti, ne uscirono foto stupende proprio degne della nuova copertina della rivista di musica alternativa per eccellenza, Alternative Press. Dopo la fine del servizio uscimmo dallo studio a fumarci una sigaretta (si un’altra). Discutevo con Jake di un problema che in quei giorni stavo avendo con la mia chitarra quando la voce di Ash mi fece sobbalzare –Quindi te e Al stasera ci sarete vero? Io ci conto-  Al confermò ai ragazzi la nostra presenza e li salutammo prima che prendessero il loro furgone e si allontanassero. Come svoltarono seguendo la strada Al buttò la cicca di sigaretta a terra e prima di rientrare a sistemare lo studio disse – Stacci attenta, che non provi ad usarti come un’oggetto… non lo conosci ancora.- aveva ragione… sapevo tutto di Andy e nulla allo stesso tempo, non dovevo lasciarmi rimbambire dai suoi occhi, il suo sguardo, la sua voce, il suo modo di essere, il suo sorriso e il suo palese tentativo di provarci con me… ma già a pensarci mi girava la testa “ Emily… sei proprio nei casini” pensai tornando ad aiutare Al.
Tornai a casa dopo pranzo, questo era il giorno libero di Mike quindi lo trovai mentre smanettava all’ x box. Si i suoi 22 anni in questi momenti non li dimostrava proprio. – ciao E, com’è andate?- - bene! È stato fantastico abbiamo passato i pri- - wow fico!- non mi stava ascoltando, di nuovo. Avrei potuto dirgli di essere rimasta in cinta di Alicia e la sua risposta probabilmente sarebbe stata –uhm wow fighissimo!- per questo con lui ormai non sapevo più che fare, non riuscivo a spiegargli cosa stava diventando il nostro rapporto, per lui sarebbe stato orribile ed io odio far star male le persone. Ero consapevole che prima o poi quell’argomento sarebbe stato affrontavo ma continuavo a ritardare, aspettando forse che lui mi dicesse qualcosa o che si accorgesse da solo di ciò che anche un bambino  avrebbe notato: io e lui non ci amavamo più. Mi chiese se avessi mangiato e risposi fermamente di si (invece erano 4 giorni che andavo avanti a sigarette acqua e caffè con un mezzo biscotto ogni tanto) e lì finì la conversazione. Quella sera avrei avuto la festa con la band e alle 9 Alicia mi sarebbe venuta a prendere con la sua macchina. Preparai  la borsa i vestiti da mettere e mi stesi sul letto. Caddi in un sonno profondo e per la prima volta dopo mesi quello che sognai fu tutt’altro che un incubo, ma un concerto, il concerto dei bvb come un flashback sognai il mio primo concerto all’età di 15 anni quando la band ancora era agli inizi… mi svegliai verso le 7 con il sorriso sulle labbra. Mi sciacquai la faccia con l’acqua gelida e cominciai a vestirmi, misi un paio di jeans a vita alta, un paio di creepers nere, un top bianco con il logo degli anti flag e la giacca di pelle. Trucco leggero sugli occhi e di un rosso scuro ed opaco sulle labbra. Alle 8 Alicia mi citofonò e io scesi  montammo in macchina e ci avviammo verso questo locale con il cuore in gola per l’emozione, non immaginando minimamente in cosa si sarebbe potuta trasformare quella serata che si prospettava così perfetta…

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Capitolo 3
*** cara notte, ***


Davanti al locale i flash delle macchine fotografiche ci accecarono, i fan della band erano mantenuti a distanza dalle transenne e da poliziotti che richiamavano la calma con pochi risultati. Non mi era mai successa una cosa del genere, sapevo cosa voleva dire stare dietro quella transenna, vedere i tuoi idoli, i loro amici, i loro partner e sentirsi dannatamente inferiori –cos’ha lei che io non ho?- una domanda che molti si porgono prima di sprofondare in una spirale di odio e gelosia… io semplicemente fantasticavo, sognando il giorno in cui sarei stata lì. Ma mai avrei pensato sarebbe potuto accadere sul serio. Da adolescente sono sempre una un po’ fuori dagli schemi, dai gusti musicali, all’abbigliamento alla scelta delle persone con cui stare, data la mia tremenda sociopatia. Esatto, triste ma vero la mia non era semplice timidezza ,ma una vera e propria malattia. Passai 8 mesi della prima liceo in silenzio, rispondevo solo ai professori e dopo poco nessuno insistette più per farmi parlare. La mia migliore amica delle medie e forse anche l’unica oltre ad Alicia con cui potevo sentirmi solo tramite chiamata, soffriva di epilessia. Non era mai successo nulla di preoccupante in quegli anni di scuola, mai un attacco di grado alto, i medici erano ottimisti e dicevano che presto sarebbe guarita. In terza media pochi giorni prima della scuola litigammo, eravamo in cortile ed entrambe urlavamo come matte… non ricordo nemmeno più quale fosse la ragione… Lydia si accasciò a terra, le urlai di alzarsi, che ormai quegli stupidi giochetti per attirare l’attenzione non servivano più, dissi che la odiavo. E lei vomitò sangue. Era stata colpa mia, non avrei parlato più con nessuno al di fuori di Al. Nessuno doveva soffrire a causa mia.
Finalmente entrammo nel locale, luci basse musica rock ,post hardcore come piace a noi e un fortissimo odore di vodka e alcool. Jake mi fece cenno con la mano e con un gran sorriso ci invitò ad avvicinarci. Aveva con se la sua nuova ragazza e un cocktail dall’aria invitante, per lui si prospettava una bella serata. Jake ci indirizzò verso il resto della band, Ash accerchiato da bariste in minigonna e scollature esagerate era naturalmente già ubriaco fradicio. Biascicò un saluto e fece per invitarci a venire con lui in una delle sale secondarie quando CC ci salvò offrendoci di andare a prendere un drink. – grazie CC ci hai salvate dalle perverse fantasie di Ash- CC rise e dopo aver ordinato prese un tavolo dove ci sedemmo, i drink arrivarono e cominciammo a bere ridendo ad ogni battuta di CC. Tutto su di lui è vero, ogni parola che gli usciva  dalla bocca era dannatamente divertente, avrebbe fatto ridere anche mentre leggeva un elogio funebre. I muscoli delle sue braccia facevano impressione, lui non era massiccio di costituzioni ma quelle braccia sembravano non far parte dello stesso corpo e rendeva CC ancora più divertente. Intanto il volume della musica continuava ad aumentare e la pista da ballo cominciò a riempirsi. Al, che non reggeva molto l’alcool si buttò fra la gente a ballare con CC e io restai lì con un drink ghiacciato fra le mani e nessuno con cui parlare. Cercai con lo sguardo Andy, dopotutto lui ci aveva invitate e ancora non si era fatto vivo… aveva ragione Al, forse mi faccio troppe illusioni e troppo presto. Andy era vicino all’entrata circondato da un gruppo di ragazze che lo invitava a ballare e ci provava spudoratamente e lui lì ad annuire e sorridere, sospirando e guardandosi attorno ogni tanto, forse cercando una via di fuga. Speravo guardasse verso di me, cercavo in tutti i modi di mandargli segnali extrasensoriali, ma senza risultato. Lo fissavo e basta. Andy abbassò lo sguardo per qualche secondo e rimise il cellulare in tasca e nello stesso istante il mio cellulare annunciò l’arrivo di un messaggio:
-dove sei? Non ti ho ancora vista- era Andy
-prova a guardare l’ultimo tavola a destra in fondo-
Tirò fuori il cellulare e alzò lo sguardo su di me… sorrise e il mio cuore sobbalzò, poi riabbassò lo sguardo e mi arrivò un altro messaggio:
-10.30 sul retro del palco, dammi il tempo di liberarmi da queste-
Gli sorrisi e lui ricambiò. Erano le 10.00 e non riuscivo ancora a credere a come quella giornata potesse essere reale… e poi il mio idolo mi invita a vederci da soli. Sono pazza, di sicuro sono pazza. Andy finalmente sembrava essere sul punto di muoversi nonostante le insistenze da parte delle ragazze che lo strattonavano a loro come fosse un oggetto, erano le 10.45 il mio drink è finito e tutto potrebbe essere rovinato da quel gruppo di troiette. Istintivamente mi alzai dal tavolo e mi avvicinai a loro. Andy mi guardò con aria sorpresa, lo presi per mano e girandomi verso le ragazze dissi –scusate ma Andy al momento non ha tempo per le vostre stronzate, bene grazie prego ciao.- mi voltai e mentre Andy scoppiava a ridere correndo con me, quelle ragazze rimasero con la bocca aperta ed il desiderio di omicidio a mille. Andy non la smetteva più di ridere e nonostante i miei tentativi di farlo tacere la sua risata era così contagiosa che risi anche io. Dopo esserci calmati ci accendemmo una sigaretta. Il retro palco era un semplice corridoio ma durante l’esibizione non ci passava nessuno, eravamo solo io e lui. Parlammo del più e del meno uno affianco all’altra fra lavoro e vita privata, con lui mi sentivo stranamente tranquilla. Improvvisamente ricordai le parole di Al e domande mi inondarono la testa. Mi sto lasciando troppo andare? Potrebbe semplicemente usarmi o gli interesso davvero? Insomma lo conosco da un giorno e pretendo di piacergli? Mi sentii stupida, una delle tante, una facile, stavo sbagliando? Questo non lo sapevo. Ma già pochi istanti dopo la sua voce mi aveva fatto dimenticare tutto. Era giusto conoscerlo, era giusto parlargli, volevo farmi conoscere piano piano, lasciando mistero e desiderio di scoprire. Volevo diventare un chiodo nella testa di questo ragazzo, volevo essere amata e volevo fosse lui a farlo, perché da troppo tempo mi sento dannatamente sola anche con Mike affianco tutta la notte, lo spazio che divide i nostri corpi mi sembra un abisso senza fine che ogni giorno diventa più profondo, più infinito, più doloroso, perché dentro ci abbiamo buttato tutti quei sentimenti che una volta ci tenevano uniti come due calamite, ma adesso siamo ibernati nella freddezza con cui ci trattiamo, il distacco, le bugie… mi accesi un’altra sigaretta, chiusi gli occhi e aspirai. Quando gli riaprii Andy mi stava guardando con un mezzo sorriso e una dolcezza infinita negli occhi. –c che hai..?-
-nulla. sei solo bellissima-
Sorrise in modo provocante, si alzò in piedi e se ne andò ridacchiando, lasciandomi lì, con il cuore sul pinto di esplodere e un sorriso ebete sulla faccia.
Ero davvero convinta che quella sera di emozioni ce ne fossero state anche troppe ma quello che mi aspettava non aveva nulla a che fare con l’amore…

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Capitolo 4
*** singhiozzi ***


Cercai Andy nella sala ma senza grandi risultati, si voleva far desiderare? Ci stava riuscendo a pieno. Mi arrivò poco dopo un messaggio da lui
-trovami, fra 20 minuti prendo l’auro e vado a casa, se mi avrai trovata ti porterò con me-
All’una precisa se ne sarebbe andato… non ero sicura di volerlo seguire a casa sua, la cosa mi pareva un po’ affrettata. E poi c’era Mike. Per quanto il nostro rapporto fosse già finito non me la sentivo di tradire la sua fiducia. Nonostante tutto è stato il mio primo amore e non vorrei mai che tra noi si interrompessero i rapporti. Non ragionavo bene dopo il secondo drink, decisi di andare comunque a cercare Andy dato che Alicia si era volatilizzata lasciandomi un messaggio per incontrarci all’1 e 30 davanti all’auto, ma ad ogni mia chiamata rispondeva la segreteria telefonica. Nulla di nuovo era solito che Alicia ad ogni festa scomparisse per qualche ora con qualcuno a me sconosciuto per ripresentarsi ubriaca marcia e con un nuovo ragazzo. Esatto lei era quella intrepida fra noi due, io ho sempre preferito restare in disparte, ho sempre sofferto di attacchi di panico e a trovarmi in mezzo a gente nuova ansia. Lei invece no, ad ogni occasione riesce a divertirsi. Le mie uniche vere certezze sono la musica e la mia macchina fotografica, loro non mentono mai. Cominciai a cercare Andy, ma sembrava essersi volatilizzato, nessuno lo aveva visto e sentito e quando Jinxx provò a chiamarlo il cellulare pareva spento. Dove poteva essere? Cercai nelle cucine, nel guardaroba, nel back stage nelle salette private, ma non c’era. Dopo la rabbia venne lo sconforto, ordinai un altro drink e decisi di uscire dal locale, l’aria si era fatta pesante. Ebbi il tempo di accendermi una sigaretta che quel gruppetto di ragazzette che poche ore prima avevo liquidato mi accerchiava. Cercai di andarmene, ma una di loro mi prese per la maglietta strappandomela. Era la mia maglietta preferita, la mia prima maglietta degli Anti flag comprata da mio padre in Inghilterra per me. Non sapevo bene il motivo, ma adoravo il ricordo di quando me la diede, rimane tutt’ora uno dei pochi momenti belli passati con mio padre… mi arrivò un calcio sul polpaccio, probabilmente una aveva i tacci, perché lo sentì perforarmi quasi la pelle. Mi arrivò un pugno nello stomaco, non molto forte, ma l’alcool mi aveva intorpidita, non ero in grado di controbattere, mi presero la borsa e la buttarono a terra, il rumore orrendo di un oggetto importante che si infrange mi perforò le orecchie. Sbarrai gli occhi mi divincolai e mentre un pugno mi colpiva al labbro mi inginocchiai e aprii la borsa. L’obbiettivo da 200 dollari della mia adorata Canon era distrutta. In pezzi. Irreparabile. Le ragazze si diedero alla fuga ridendo. Io non ci vedevo dalle lacrime. Non sapevo nemmeno perché stavo piangendo… per la mia macchina fotografica… per non essermi saputa difendere da sola… perché ormai era l’1 e 15 e Andy doveva già essere per strada nel traffico, senza di me… o forse per il semplice fatto di sentirmi una completa idiota per aver pensato di fare una cosa del genere a mike, rimasi lì vicino al marciapiede col drink rovesciato a terra, la maglietta stracciata, il labbro e l’orgoglio sanguinanti e una Canon da ricomprare. Arrivò in quell’istante CC, mi scrollò , mi chiese cosa fosse successo e sembrava dannatamente spaventato.
-non ho… non ho nulla…-
Mi alzai e barcollando mi avviai verso il parcheggio delle auto, Alicia era lì che mi aspettava, quando mi vide in quelle condizioni cercò di farmi parlare, ma ero davvero distrutta. Mi accompagnò a casa e mi disse – domani ne parliamo ok?- feci un piccolo sorriso e corsi su per le scale, Mike era davanti alla tv, come al solito. Nemmeno ci salutammo, andai in bagno e cercai di struccarmi, con le lacrime che non la smettevano di rigarmi di nero le guance. Quanto mi sentii debole, impotente… mi misi sotto le coperte dopo essermi cambiata e cominciai a leggere. Leggevo da mesi lo stesso libro “interpretazione dei sogni” di Freud per dare un senso a tutti i miei dannati incubi, il libro diceva che gli incubi rispecchiano paure reali o inconsce dell’individuo. Ed era vero. Solo che dovevo finirla di sognare di parlare con Mike, perché più che una paura la mia stava diventando una paranoia, un senso di colpa lacerante ed ero arrabbiata con me stessa…  -cos’hai fatto al labbro?- Mike si sdraiò accanto a me-nulla- -sicura- annuii piano-dai puoi dirmi che è successo?-  -me lo dici tu che è successo fra noi?- Mike mi guardò per la prima volta dopo settimane, mi vedeva non guardava solo ma vedeva la mia espressione mentre gli urlavo contro quelle parole.  – non lo sai immagino. Non ti accorgi più di nulla ormai, quando esco, con chi esco, dove vado, quando torno. Non sei più il Mike di cui mi sono innamorata al liceo, non sei più tu! Non ti accorgi nemmeno se tremo la notte, se gli incubi mi tengono sveglia… non mi guardi più… non mi abbracci, non mi baci, solo qualche sorriso di cui io non riesco ad accontentarmi. Mi chiedo da settimane cosa ci sta succedendo e la risposta è solo una e per quanto sia dolorosa è dannatamente vera e se te lo dico adesso è perché poi non ci riuscirò più. Mike noi non ci amiamo più…- senza accorgermene avevo iniziato a piangere. Mike mi guardava smarrito. – io non lo so… magari è solo… possiamo rimediare…- ormai le lacrime non volevano fermarsi –Mike ormai è tardi per rimediare. Io… non credo che io e te potremmo stare più insieme…- mi fissò per un lungo istante che mi sembrò eterno, proprio come nei libri. –ok… posso accettarlo… cioè io, non voglio obbligarti… tu sei libera e sei fantastica e bellissima e perfetta e io ti amo… anche se non lo dimostro perché sono un idiota, anche se a volte dubito anche di me stesso. Se vuoi andare via fallo, ma…- mi prese a se e mi baciò. Erano mesi che non lo faceva ed io ero troppo triste per tirarmi indietro… facemmo l’amore per l’ultima volta. In silenzio, come per darci l’addio definitivo per non dimenticare che ci siamo amati sul serio. Una cosa Mike non la saprà mai, mentre lui pensava io fossi addormentata,  ero sveglia. E nel buio della stanza sentii i suoi soffocati singhiozzi. Stava piangendo, stavamo piangendo insieme, ma lui come al solito non se ne accorse.

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