Pixie Dust Never Lies

di ily95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ice [part 1] ***
Capitolo 2: *** Stubborn Love ***
Capitolo 3: *** The man who never lied ***
Capitolo 4: *** Ice [part 2] ***
Capitolo 5: *** Forgiven ***
Capitolo 6: *** A Song of Ice and Fire ***
Capitolo 7: *** Marry Me ***
Capitolo 8: *** Rumors ***
Capitolo 9: *** Lover's Eyes ***
Capitolo 10: *** Nottingham Hill ***



Capitolo 1
*** Ice [part 1] ***


❅ Ice [part 1] 

Put your open lips on mine and slowly let them shut
For they're designed to be together oh
With your body next to mine our hearts will beat as one
And we're set alight, we're afire love
 
Robin è consapevole di trovarsi in una situazione strana, compromettente e potenzialmente pericolosa. Eppure non riesce a trattenere un sorrisetto.
-Oh, ti stai divertendo un mondo, non è vero?- sibila contrariata Regina, le labbra a pochi centimetri da quelle dell'uomo.
-Dai, Regina, devi ammettere che è surreale.- si difende lui. -Insomma, che probabilità ci sono che una piscina si ghiacci improvvisamente bloccandoti nel ghiaccio?
-È tutta colpa tua.- replica la donna, cercando in qualche modo di muovere le braccia, ancorate intorno al busto di Robin, sotto la superficie ghiacciata. Niente da fare.
-Che fai?- chiede lui. Ha una mano libera, in quanto al momento dell'ibernazione essa si trovava sul viso di Regina, sopra il livello dell'acqua, mentre l'altra è bloccata sul fondoschiena della donna. Non che gli dispiaccia.
-Non ho intenzione di restare qui tutto il giorno. Inizio ad avere un certo freddo.- replica lei, mentre un brivido le solletica la pelle nuda.
-Se vuoi posso scaldarti io.- si offre l'uomo, sfoderando un sorriso malizioso e avvicinando il viso al suo.
-Non ci provare! Se tu non avessi interrotto la mia nuotata per... saltarmi addosso ora non ci troveremmo in questo guaio!- dice lei, cercando di allontanarsi il più possibile -E leva quella mano dal mio sedere!
-Nel caso non l'avessi notato non posso muovermi.- risponde lui. -Non puoi semplicemente evocare del fuoco e sciogliere il ghiaccio?
-Oh, che grande idea. Perché non mi è venuto in mente di usare la magia?- fa lei, ironica. -Secondo te non ci ho pensato? Le mie mani sono su di te, ladro. A meno che tu non voglia bruciare vivo, non mi sembra una grande soluzione.
Robin sospira, appoggiando la testa sulla spalla di lei e circondandole le spalle con il braccio libero, cercando di darle un po' di calore.
Regina chiude gli occhi, cercando di capire come siano arrivati a ciò. Robin sarebbe dovuto essere con sua moglie in quel momento. E invece era andato da lei per darle una spiegazione -che c'era da spiegare, poi? Lei non aveva voluto ascoltarlo e aveva continuato a nuotare tranquilla, ignorandolo. Lui si era tolto la maglietta e si era tuffato e si era avvicinato e, oh, era così bello e la guardava con quei suoi occhi azzurri... lei aveva ceduto.
 -Chiaramente questo ghiaccio è magico.- constata lui, dopo aver provato a spezzare la superficie ghiacciata con il pugno e il gomito. -Sembra indistruttibile.
-Quindi che facciamo?- domanda Regina, aggrottando le sopracciglia.
-Aspettiamo che qualcuno ci trovi?- azzarda Robin.
Regina sospira, cercando di non pensare al freddo che le attanaglia le gambe e la vita.
L'uomo inizia a posarle leggeri baci sul collo e sulle spalle nude, stringendola a sé.
-Robin... Forse è una specie di avvertimento da parte del destino. Io e te non siamo destinati a stare insieme.
Lo sguardo di lui cade inevitabilmente sul tatuaggio sul suo polso.
-Mi rifiuto di crederlo, Regina. Io e te siamo destinati, ma soprattutto io e te siamo. Lo so che anche tu provi la stessa cosa che provo io.
Regina gli rivolge uno sguardo colmo di dolore.
-Robin...
-Per favore.- sussurra lui, ugualmente addolorato, ma anche fiducioso. -Dai un'altra possibilità al nostro amore. Parlerò con Marian, risolverò la situazione... Ma non voglio perderti. Ti prego.
Regina apre la bocca per rispondere, ma tutto ciò che riesce a fare è battere i denti.
-Regina!- esclama allarmato lui, cercando di liberarsi dal ghiaccio.
Il freddo è entrato nelle ossa della donna, e lei capisce di non essere troppo distante dall'ipotermia.
-Sto bene... Per ora.- risponde, dopo un momento. -Dobbiamo liberarci da qui.
Robin annuisce e si guarda intorno, in cerca di qualcosa di utile per poter rompere il ghiaccio, con scarso successo.
La testa di Regina si riposa sulla spalla di lui e Robin la sente sorridere contro la sua pelle.
-Che c'è?
-Stavo solo pensando che ci sono modi peggiori di morire.- riflette lei.
-Peggiori che morire ibernati in una piscina per una qualche strana causa magica?- ironizza lui.
-Almeno sono tra le tue braccia.- risponde lei, pensando che diavolo, stanno per morire, tanto vale godersi quegli ultimi momenti.
Il viso di Robin si illumina, mentre si piega in avanti per baciarle le labbra.
Regina non si risparmia e mette tutto il suo amore in quel bacio, per fargli capire quello che non riesce a dire a parole, quello che spaventa entrambi.
La donna sente il suo cuore riscaldarsi e riempirsi di amore, mentre solleva una mano per circondargli il collo e...
Un momento! Solleva la mano!
Gli occhi scuri della donna si spalancano mentre si stacca dall'amato.
-Robin, guarda!- esclama lei, ignorando le sue proteste. -Il ghiaccio si sta sciogliendo!
L'uomo, sorpreso, inizia a muovere i fianchi, sentendo la morsa del ghiaccio allentarsi intorno a sé, e in un attimo è libero e sta aiutando Regina a mettersi in piedi sulla superficie, prima che si sciolga del tutto.
Lei ha la pelle d'oca e non vede l'ora di mettersi qualcosa sopra al costume.
Robin la prende per mano e raggiungono il bordo della piscina, rischiando più volte di cadere in acqua.
Lui raccatta la maglietta che si era tolto poco prima e gliela infila, per poi stringere la donna a sé.
-Andiamo dentro.- ordina lei, bisognosa di calore.
Sono entrambi ancora storditi dal freddo e increduli di ciò che il loro amore è riuscito a fare, ma per adesso non ci pensano.
Per adesso ci sono solo un camino acceso, asciugamani, vestiti asciutti e due tazze di cioccolata fumante.

 
 
❅   ❅   ❅


Disclaimer: i personaggi e l'opera non mi appartengono

Ciao a tutti! 
Seguo OUAT da un po', ma è con la terza stagione che sono entrata nel fandom vero e proprio. Shippo tutto lo shippabile (davvero, proprio tutto) ma questi due sono OTP. Li amo!
Sono voluta rimanere un po' sul vago con questo capitolo, ma spero si sia capito che è ambientato dopo il finale di stagione, dopo che è tornata Marian ed è arrivata Elsa (causa de congelamento).
E' la prima volta che mi cimento con una raccolta, ma spero che vi piaccia. Non so ancora quanti capitoli saranno esattamente, ma ne ho in mente almeno una decina... Se avete qualche prompt da sottopormi, fate pure! :)
Fatemi sapere come vi sembra!
La citazione iniziale proviene da Afire Love di Ed Sheeran
A presto,
ily

 
 

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Capitolo 2
*** Stubborn Love ***


» Stubborn Love «
So pay attention now
I'm standing on your porch screaming out
That I won't leave 'til you come downstairs
 
Henry chiude la porta e lo supera, scendendo gli scalini e rivolgendogli uno sguardo di compassione.
-Ciao, Robin.- lo saluta.
L'uomo alza la testa, che teneva tra le mani, e sorride al ragazzino.
-Forse dovresti andare a riposare.- gli suggerisce Henry. -Sta facendo buio e non credo che stasera mamma sia intenzionata a parlare con te.
Robin considera per un attimo l'idea di alzarsi, raccogliere quel che resta della sua dignità e andarsene, aspettare che sia lei a cercarlo. Ma no, non può darla finta a quella donna così testarda.
-Credo che resterò qui fuori dalla porta come un cane ancora per un po'.- risponde lui, cercando di sdrammatizzare. -Ho bisogno di parlare con lei.
Henry sembra capire e lo saluta, allontanandosi lungo la strada debolmente illuminata.
Robin sospira. Aspetterò ancora qualche minuto e poi me ne andrò, pensa.
 
Regina si sveglia con un terribile mal di testa post sbornia.
Non avrebbe dovuto scolarsi un'intera bottiglia di vino, la sera precedente. Ma al momento le era sembrata una buona soluzione. Qualunque cosa, pur di non pensare alla scena che si era svolta davanti ai suoi occhi: Robin, il suo Robin, riunito con la sua compianta e perfetta moglie. Giovane, bella, gentile e viva.
Così, una volta che Henry era tornato da Emma, Regina si era lasciata cadere sul divano, lo stesso dove lei e Robin avevano fatto l'amore solo poche ore prima, con nient'altro che una bottiglia e un cuore infranto.
Ora ne stava pagando le conseguenze.
Aveva chiuso la porta in faccia a Robin la sera prima, non voleva la sua compassione, non voleva sentirgli dire che si era... divertito con lei, ma che ora che era tornata la sua fantastica Marian, non avrebbe avuto piú bisogno di lei.
Una lacrima solitaria solca il viso di Regina. Nessuno ha veramente bisogno di lei, neanche le persone a cui tiene maggiormente.
Notando che l'aspirina non dà gli effetti sperati, la donna decide di uscire a ritirare la posta, almeno per prendere una boccata d'aria.
 
-Che diamine ci fai ancora qui?
Robin si riscuote dal sonno quando la superficie a cui era appoggiato viene meno e lui si ritrova disteso a pancia in su sul portico di Regina, con lei che lo guarda severamente dall'alto.
Non si era reso conto di essersi addormentato contro la sua porta e di aver passato lì tutta la notte. Si mette in piedi, i muscoli sono indolenziti, ma lui è abituato a dormire anche in luoghi più scomodi di quello.
Regina non ha una bella cera, ma il cuore di Robin manca comunque un battito trovandosela lì davanti.
Vorrebbe allungare le braccia e stringerla di nuovo a sé, affondare il viso nei suoi capelli neri e baciarla fino a non avere più fiato. Ma non può.
-Ti avevo detto che non me ne sarei andato finché non mi avessi ascoltato.
-Torna dalla tua famiglia.- ordina lei, scocciata, rientrando in casa e iniziando a chiudere la porta.
-Aspetta!- Robin si infila tra la porta e lo stipite, bloccandola con il suo corpo.
-Vattene da casa mia o chiamo lo sceriffo.- sibila lei, nascondendo il dolore dietro una maschera di crudeltà.
-Non fare così, Regina. Ti prego, ascoltami.
-Non c'è niente da dire.- risponde lei.
-E invece c'è, e molto!- replica lui. -Vuoi dirmi che dovremmo continuare la nostra vita come se non fosse successo nulla? Non possiamo far finta di niente... Quello che c'è tra di noi... è qualcosa di reale, di profondo. Non posso cancellarti così. Non posso smettere di pensare a te... di desiderare te.- dice lui, avvicinandosi a lei, con gli occhi carichi di emozione.
La donna rimane per un attimo interdetta.
-E tua moglie, la madre di tuo figlio?- chiede, la voce tremante. -Ho distrutto abbastanza famiglie, ho rovinato abbastanza vite. Voglio fare la cosa giusta, Robin. Non portarmi via anche questo.
L'uomo abbassa lo sguardo.
-Mi dispiace.- sussurra.
-Non devi.- risponde lei, il dolore che traspare dalla sua voce, sebbene si sforzi di sorridere. -Non è colpa tua. Sei un uomo d'onore.
-Fammi finire.- riprende lui, avvicinandosi ancora di più, tanto che lei è costretta ad indietreggiare, fino a ritrovarsi con la schiena contro il muro.
-Mi dispiace, ma non riesco a fare la cosa giusta. Non se ciò significa stare lontano da te.- la fissa intensamente, accarezzandole la guancia con il dorso della mano e asciugandole le lacrime. Lei pone la mano sopra la sua e chiude gli occhi, godendosi quel dolce contatto.
-Io sono follemente, completamente e irrimediabilmente innamorato di te, Regina Mills.- dichiara, mentre fa combaciare le loro labbra dolcemente.
È un bacio dolce e appassionato allo stesso tempo, un bacio disperato, quello di due anime gemelle che non riescono a trovarsi.
Quando si staccano, i respiri sono affannosi, le fronti si toccano, gli occhi sono chiusi e le mani cercano ancora l'altro.
Regina sorride tristemente.
-È un addio, Robin Hood.- sussurra.
-Non deve esserlo.- risponde lui, ma sa che è più complicato di così, sa che il loro amore è troppo speciale per poter filare liscio. E sa che lotterà per rendere felice quella donna ferita che possiede il suo cuore.
Sospirando, si allontana lentamente da lei e si dirige verso la porta.
Regina rimane ferma ad osservarlo.
-Robin!- lo chiama dopo che lui ha fatto qualche passo.
Lui si gira.
-Grazie.- dice lei, abbozzando un sorriso. Sente di doverlo ringraziare per amarla così tanto da passare una notte sul suo portico, da rischiare tutto per lei.
-È tutta una questione di tempismo.- commenta lui, regalandole uno dei suoi sorrisi tutto fossette.
E Regina inizia a pensare che forse, ma solo forse, il suo lieto fine è di un passo più vicino di quanto non fosse quella mattina.

 
*  *  *

Disclaimer: i personaggi e l'opera non mi appartengono

Eccomi di nuovo qui! Avevo già scritto qualche capitolo quindi ho potuto aggiornare abbastanza velocemente!
Questo capitolo è ambientato subito dopo la fine della 3x22: Regina è uscita sconvolta da Granny's e si è chiusa in casa, dove Henry è andato a confortarla. So che il finale è un po' dolceamaro, ma mi piacerebbe che nella quarta stagione ci fosse una scena del genere. E che ovviamente dopo Robin sistemi le cose e scelga la sua anima gemella!
La frase finale di Robin riprende quel "It's all about timing" da lui pronunciato nella 3x21, mentre sia il titolo del capitolo che la citazione iniziale provengono dalla canzone Stubborn Love dei The Lumineers.
Infine volevo ringraziare tutte le persone che hanno letto lo scorso capitolo: sarei ben felice di leggere vostri pareri e consigli!
Ci si vede al prossimo capitolo! :*
ily

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Capitolo 3
*** The man who never lied ***


→The man who never lied 

I was the man who never lied,
Never lied until today
But I just couldn't break your heart
Like you did mine yesterday
 
 Robin scivola nella tenda il più silenziosamente possibile.
-Dove sei stato?
La voce di Marian lo investe dalle tenebre.
-Sono andato a prendere una boccata d'aria.- mente lui, andando verso il suo sacco a pelo.
Passando, dà una carezza sulla testolina scura di Roland, addormentato. A Robin scappa un dolce sorriso, notando il peluche che suo figlio tiene stretto a sé: una scimmietta.
Marian rimane seduta ad osservarlo e, quando incrocia il suo sguardo, ha la conferma che qualcosa non vada.
-Che succede?- chiede Robin, preoccupandosi.
Si avvicina a lei e le scossa un bacio in fronte. -È tardi, meglio dormire.
La donna sospira, giocherellando con la fede al dito. Sente ancora sulle labbra il sapore salato delle lacrime versate prima quella sera, quando suo marito è uscito furtivamente dalla tenda, credendo di non essere notato.
-Sei stato da lei?- trova la forza di chiedere.
Robin deglutisce, mentre gli occhi si riempiono di dolore.
Lei sa. Sua moglie lo conosce bene, dopo tutti gli anni passati vivendo fianco a fianco, sa riconoscere ogni sua espressione.
E lui sa che non può mentirle.
-Sì.- confessa.
Nelle orecchie ha ancora il suono della voce di Regina, i suoi sospiri, il suo nome sulle labbra mentre raggiunge il piacere.
E si sente così colpevole ora mentre ascolta i singhiozzi sommessi di sua moglie.
-Marian...
-No.- lo interrompe lei. -Non devi.
Robin si siede accanto a lei e la stringe tra le braccia.
Le vuole bene e vederla soffrire per causa sua gli spezza il cuore.
-Io sono tuo marito, non ti abbandonerò.- le sussurra tra i capelli.
Marian si stacca per guardarlo in faccia.
-Davvero?- domanda, gli occhi scuri che luccicano di speranza.
Ed è in quel momento che Robin decide di mentirle. Di mentirle per la prima volta nella vita: -Vedrai che mi passerà.
Marian nel profondo sa che probabilmente non è così, che Robin è perso per sempre, ma decide di illudersi.
-Sì, sarà così.- ripete, cercando di convincersi. -Noi due superiamo sempre tutto insieme, giusto?- chiede, intrecciando le dita a quelle del marito.
Robin sente di stare per scoppiare a piangere. Si odia, perché sta facendo soffrire due donne che non lo meritano. Ma come può scegliere di spezzare il cuore ad una piuttosto che all'altra?
Deve solamente sperare che lo scotch che tiene insieme i pezzi dei loro cuori resista ancora un po'. O lui si troverà a dover raccogliere un sacco di frammenti appuntiti, ferendosi con ognuno di essi.
Sorride, perché non sa che altro fare.
Sorride, e mente ancora: -L'importante è che io, te e Roland siamo insieme. Questo è tutto ciò che conta.
Marian si avvicina e lo bacia sulle labbra, sempre con più passione, per cercare di recuperare un po' di quella forza di cui è stata svuotata.
Robin chiude gli occhi e le accarezza i capelli, avvolgendola tra le sue braccia.
E Marian non sa che suo marito sta pensando ad un'altra, non sa che le ha mentito, non sa che il suo cuore è perso per sempre. O forse lo sa, ma vorrebbe non saperlo. 

 
•  •  •
 
Disclaimer: i personaggi e l'opera non mi appartengono

Hola!
Che cos'è questo capitolo? Boh. L'idea mi è venuta ascoltando The Man who never lied dei Maroon 5 e mi sembrava carino vedere le cose dal punto di vista di Marian, nell'ipotesi che Robin inizi a tradirla con Regina. Quindi è uscita questa cosa.
So che non è propriamente Outlaw Queen ma, fidatevi, mi farò perdonare nei prossimi capitoli! :) 
Forse ho scelto una ship poco apprezzata dal fandom, ma mi demoralizzo un po' a vedere così poche recensioni (comunque grazie alle fantastiche persone che me le hanno lasciate): accetto anche pareri negativi, purchè costruttivi, e consigli, quindi fatevi sentire!
A presto,
ily

 

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Capitolo 4
*** Ice [part 2] ***


 Ice [part 2] 

'Cause you're a sky full of stars
I wanna die in your arms
'Cause you get lighter the more it gets dark
I'm gonna give you my heart
 
La palla di fuoco nella sua mano si spegne e Regina chiude gli occhi, aspettando il colpo che ne seguirà.
Ci impiega un secondo per registrare che il fascio di ghiaccio non l'ha colpita, che qualcosa si è interposto per salvarla. O, meglio, qualcuno.
Perché quando Regina riapre gli occhi vede davanti a sé, nella distesa di ghiaccio, una Regina delle Nevi impaurita e mortificata, e poco distante, una figura a terra, contratta da spasmi di dolore. 
-Robin!- lo riconosce, inginocchiandosi al suo fianco.
Lui geme, contorcendo i bei lineamenti in un'espressione di pura agonia.
Regina gli apre la giacca, per poter esaminare la ferita, ma lui le blocca la mano.
-Robin...- lo supplica lei, mentre i suoi occhi si riempiono di lacrime. -Perché l'hai fatto? Io non merito di essere salvata...
-Volevo proteggerti... Era questa... la mia missione.- bisbiglia tra i gemiti.
Certo. Lui non li aveva seguiti per salvare la città, ma solo per assicurarsi che lei non corresse pericoli. Tipico di lui, anche se aveva una moglie ed un figlio a cui badare.
-Forse posso salvarti... Fammi dare un'occhiata.- cerca di convincersi Regina.
-No... È... È il cuore. Mi ha ghiacciato il cuore. Non... Puoi... Fare niente.
Regina inizia a singhiozzare, vederlo così dolorante le spezza il cuore.
David ed Emma poco distante assistono silenziosamente alla scena, partecipi del dolore.
-Tu!- inveisce Regina contro Elsa. -Dimmi come faccio a salvarlo!
La ragazza sta piangendo anch'ella. -Mi dispiace!- singhiozza. -Ha ragione lui, non si può curare un cuore ghiacciato. Mi dispiace tanto, io non... Ho perso il controllo, non volevo ferire nessuno...
Regina torna a rivolgere le attenzioni all'uomo tra le sue braccia.
-Robin, ti prego, pensa a Roland...
Lui cerca di abbozzare un sorriso.
-Roland ha sua madre e tutti i Merry Men a prendersi cura di lui... Starà bene. E gli racconteranno che suo padre è morto per la cosa più importante... Il vero amore.
Regina ormai piange disperatamente.
-È tutta colpa mia, sta accadendo di nuovo...
Robin le posa una mano sulla guancia umida.
-Non è colpa tua. È stata una mia scelta, io non sarei potuto sopravvivere senza di te.
Regina fissa quei limpidi occhi azzurri finché non si chiudono e la bocca dell'uomo esala l'ultimo respiro.
-No!- grida disperata.
-Regina...- prova a calmarla Emma.
-No. No. No.
La donna stringe a sé il corpo ormai senza vita dell'amato, che sta diventando via via più freddo, per colpa del ghiaccio.
Il suo sguardo disperato si accende di determinazione. -No. Sono io che non posso sopravvivere senza di te. È già successo con Daniel, non permetterò che riaccada.- dice sicura. Poi si volta verso Emma. -Di' ad Henry che lo amo, ok? Che sono fiera di lui... Come spero lui lo sarà di me. Prendetevi cura di lui, siate felici.- comanda.
-Regina, non puoi pensare di...- cerca di fermarla David, ma la mano della donna è già affondata nel petto di Robin e ne ha estratto il cuore ghiacciato.
Regina chiude gli occhi e poi artiglia il suo stesso cuore e se lo toglie dal petto.
Lo osserva battere per qualche secondo. Ora ti renderai finalmente utile, pensa, ora batterai per qualcuno per cui ne valga la pena.
-È sempre stato tuo, Robin.- sussurra. -È giusto che appartenga a te.
E sa che una volta che il suo cuore sarà dentro di lui, lei non potrà sopravvivere. Ma non le potrebbe importare di meno, mentre lo posiziona nel petto dell’uomo e lo sente battere, infondendo vita ed energia.
Gli occhi azzurri di Robin si aprono, accesi di vita, e lei non può far a meno di sorridere, proprio mentre sente i suoi chiudersi e il suo corpo crollare a terra, come un guscio vuoto.
-Che hai fatto?- urla lui, prendendola tra le braccia.
-Si è sacrificata per te.- spiega Emma, non riuscendo a trattenere la commozione per quel gesto.
Robin inizia a piangere, scosso da violenti tremiti.
Regina è immobile, eterea e bellissima nel suo sonno eterno, sulle labbra ancora l'ombra di un sorriso.
-Ehi, guardate!- David indica ciò che Regina sta ancora stringendo in mano.
-È il mio cuore.- esclama Robin, togliendolo dalla sua stretta. -Il ghiaccio si sta sciogliendo!
-Solo un atto di Vero Amore può sciogliere un cuore ghiacciato.- interviene Elsa, sollevata. -Regina ha sacrificato la sua vita per te, donandoti il suo cuore e salvandoti! È un atto di Vero Amore!- esclama contenta.
Robin guarda il cuore, ormai del tutto normale.
-Emma?- si rivolge alla Salvatrice. -Puoi metterlo dentro di lei? Possiamo vivere con i cuori scambiati?- domanda speranzoso.
-Non lo so.- risponde sincera la bionda. -Ma possiamo tentare.
Si inginocchia vicino a loro, prende il cuore di Robin dalle sue mani e lo spinge dentro Regina.
Gli attimi che ne seguono sono pieni di tensione, ma finalmente la donna inala aria, e i suoi occhi si riaprono sul mondo.
Robin la stringe a sé e bacia ogni centimetro di pelle che trova.
-Sono viva.- osserva incredula lei. -Ed ho il tuo cuore.
Robin sorride, pieno di amore e di rinnovata speranza.
-Donna testarda, non potevi accettare il mio sacrificio e basta? Mai una volta che accetti di non avere l'ultima parola, eh?- la prende in giro.
Lei sorride a sua volta e riprende a baciarlo, sentendo i loro cuori battere più forti che mai.

 
♥  ♥  ♥
 
Disclaimer: i personaggi e l'opera non mi appartengono

Ebbene sì, sono già qui!
Questi 4 capitoli li avevo già finiti e quindi ho fatto in fretta a postarli... Ma per i seguenti mi sa che ci metterò un po' di più.
Allora, ho un po' di cose da dire su questo capitolo: innanzitutto si intitola Ice part 2 ma come avrete capito non c'entra con il primo capitolo, era solamente per far capire che era un'altra versione di quello che potrebbe succedere tra Robin e Regina quando si trovano a confrontarsi con Elsa e il suo potere. Questo personaggio l'ho appena accennato, cercando di essere più fedele possibile alla versione Disney visto che non so come la presenteranno in OUAT. Quindi ho immaginato che potesse essere contro i nostri eroi, ma non perchè è cattiva ma solo perchè non riesce ad esercitare controllo sui suoi poteri. Un'altra licenza poetica che mi sono presa è stata quella del cuore: ora, so bene che si può sopravvivere senza cuore (vedi Regina, Graham, Will ecc) ma ho pensato che quando esso viene usato per un'altra persona allora quella a cui apparteneva muore. Fatemela passare. 
La faccenda dell'atto del Vero Amore l'ho ripresa da Frozen, se l'avete visto capirete.
La citazione iniziale viene da A sky full of stars dei Coldplay.
Grazie a tutte le persone che mi seguono/recensiscono!
baci
ily

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Capitolo 5
*** Forgiven ***


~ Forgiven 
It’s alright, just wait and see
Your string of lights is still bright to me oh
Who you are is not where you’ve been
You’re still an innocent
 
Regina esce correndo dal bosco, districandosi tra il fitto fogliame. Si ritrova su un promontorio, uno strapiombo sopra il mare agitato, mentre le nuvole scure scendono sempre di più coprendo anche il più piccolo spiraglio di luce.
Si guarda intorno, chiedendosi dove siano finiti tutti.
Il vento le scompiglia sempre di più i capelli e il cuore inizia a batterle più forte, il respiro si fa più corto. Parecchi metri sotto di lei le onde nere si infrangono contro gli scogli con violenza.
-Regina...- un sussurro la fa voltare.
-Papà?- chiede lei, sorpresa di vedere una figura avanzare verso di lei, senza però riuscire a metterla completamente a fuoco.
L'uomo sorride, per poi lasciarsi cadere nel baratro.
-Padre!- urla lei, sporgendosi. Di lui non è rimasta traccia, inghiottito dalle onde.
Regina sente qualcosa scorrerle lungo le mani: le guarda ed esse sono rosse, cosparse di sangue. Reprime a stento l'istinto di urlare.
Ed ecco comparire migliaia e migliaia di persone, alcune più a fuoco, altre solo ombre dai contorni sfuocati. Regina riconosce Daniel, Graham e altre sue vittime, mentre queste si gettano dalla scogliera una dopo l'altra.
La donna le guarda impotente, sentendo le mani riempirsi sempre di più di sangue, finché il liquido cremisi le scivola lungo le braccia e le cade sulle gambe. Il sangue di migliaia di persone morte a causa sua.
Esse sussurrano il suo nome, le lanciano sguardi carichi di accusa e si buttano di schiena, lasciandola lì a fissare i loro volti sofferenti. Migliaia di corpi che cadono uno dopo l’altro, troppo lenti da dimenticare, troppo veloci da salvare.
L'ultima vittima si è buttata da qualche minuto quando Regina si rende conto di essere rannicchiata a terra a piangere e urlare, una pozza di sangue scuro tutta intorno a lei.
Il vento si è calmato e il promontorio è tornato desolato.
La donna si rimette in piedi barcollando un po'.
-È colpa mia. Perdonatemi.- sussurra alle onde.
E poi, ecco comparire suo figlio.
-Henry!- urla lei, correndogli incontro.
Ma lui non le rivolge nessun saluto, si limita a dirigersi anche lui verso il precipizio, come un automa.
Regina cerca di fermarlo in tutti i modi, ma è come paralizzata.
-Henry!- grida disperata.
Quando finalmente riesce a staccare i piedi dal terreno, si lancia in avanti verso di lui. Il ragazzino è ormai sull'orlo.
Regina allunga la mano verso Henry, ma le sue dita stringono solo aria: lei fa solo in tempo a fissarlo negli occhi un'ultima volta prima che sprofondi anche lui nell'abisso oscuro.
-Nooooooo!
 
Regina urla e piange e si dimena.
Robin si è svegliato da qualche minuto ormai e la sta stringendo tra le braccia, sussurrandole parole di conforto e depositandole leggeri baci sui capelli.
Finalmente la donna apre gli occhi, boccheggiando.
Si guarda intorno spaesata e si scruta le mani pulite mentre il respiro torna a farsi regolare.
-Regina...- la chiama Robin.
Lei si stringe a lui, affondando la testa nel suo petto.
-Era solo un sogno.- cerca di rassicurarla.
-No, non lo era.- risponde, ripensando ai volti di tutte quelle persone da lei uccise. –Ho fatto delle cose terribili, cose per cui non potrò mai essere perdonata.
Regina sospira, scrutando il volto preoccupato del suo fidanzato.
-Non mi merito di averti al mio fianco.
Robin scuote la testa, avvolgendola tra le braccia.
-Non sei più quella persona. Ciò che hai fatto non è ciò che sei ora.- le dice, guardandola teneramente negli occhi. –Sei già stata perdonata.
Regina rimane qualche istante stretta a lui, finché non ritrova la calma e la compostezza.
-Mi dispiace di averti svegliato.- si scusa, scostandosi dalla sua presa.
Si sta voltando dall’altra parte, quando Robin le afferra il braccio, riattirandola verso di sé.
-Ehi. Vuoi parlarne?- chiede dolcemente, scostandole una ciocca dalla fronte imperlata di sudore.
A Regina sfugge un sorriso e poi si sporge a baciare Robin.
Dopo un po’, l’uomo si allontana leggermente appoggiando la fronte alla sua.
-Lo sai che ci sarò sempre se avrai bisogno, vero?- le dice, accarezzandole la schiena.
Regina annuisce, sentendo le lacrime pungerle gli occhi.
-Lo pensi davvero?- domanda. –Che io sia ancora un’innocente, dopotutto?
-Ne sono convinto.- risponde sicuro lui, riprendendo a baciarla.
 
Potrò essere perdonata per tutto quello che ho fatto per arrivare fin qui?
Voglio esserlo.
Posso.
Ne sono convinta.

°  °  °

 
Disclaimer: i personaggi e l'opera non mi appartengono

Ehilà! 
Scusate l'attesa, ma vi giuro che non mi sono girata i pollici! Ho lavorato ad uno dei prossimi capitoli, che si è rivelato più insidioso del previsto (non voglio spoilerare, vi dico solo che è ispirato ad una nota serie TV).
Come vi è sembrato questo capitolo? E' ambientato durante un ipotetico happy ending per i nostri Outlaw Queen! La prima parte ovviamente è un sogno... Immagino che ora che Regina si è schierata con i buoni per lei non deve essere facile accettare tutto il male che ha fatto e perdonarsi... Ma per questo c'è il prode Robin! :)
Avete visto le foto dal set? ajsjdk Elsa è stupenda, già la amo. E i Captain Swan sono così teneriii (quanto è figo Colin con quei pantaloni? *q*) Speriamo che escano presto anche delle foto di Lana e Sean! Ma sto divagando ^^"
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo o anche di quelli precedenti, aspetto le vostre recensioni!
La citazione iniziale viene dalla canzone Innocent di Taylor Swift che trovo perfetta per Regina, mentre la citazione finale è tratta dal libro Allegiant di Veronica Roth (mi pareva ci stesse bene).
A presto
ily

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Capitolo 6
*** A Song of Ice and Fire ***


Note: AU ispirato alla serie TV Game of Thrones, OOC, evil!Regina
 

 
 
♦ A Song of Ice and Fire ♦
 
Be careful making wishes in the dark, dark
Can't be sure when they've hit their mark
And besides in the mean, mean time
I'm just dreaming of tearing you apart
 
 
I passi affrettati del servitore risuonano sul pavimento di pietra.
-Lady Stark!
Regina solleva gli occhi, rivolgendogli uno sguardo freddo.
-Che novità mi porti? Avete trovato la ragazza?- chiede ansiosamente.
-Non ancora, mia signora. Snow era molto scossa per la morte di suo padre ed è fuggita a nord dopo che avete tentato di assassinarla.
La donna sbuffa scocciata.
-Trovatela al più presto.- ordina.
-Mia signora, un affare più urgente richiede la vostra attenzione.
-E sarebbe?- domanda lei, sollevando un sopracciglio.
-I vostri nemici hanno appreso la notizia della morte di lord Stark e un grosso contingente sta marciando verso Grande Inverno.
-Cosa?- esclama allarmata lady Stark, alzandosi repentinamente rovesciando il calice di vino appoggiato davanti a lei. Fiamme rabbiose sembrano danzare nei suoi occhi di ossidiana. -Chi sono?
-I Lannister, mia signora.- risponde il servitore, indietreggiando impaurito.
Regina chiude gli occhi, cercando di calmarsi.
-Robin Lannister?- domanda.
L'uomo si limita ad annuire.
-Preparate i nostri uomini!- comanda. -Daremo a ser Lannister l'accoglienza che gli spetta.
 
Regina è in groppa al suo cavallo, regale e composta come sempre: ma dietro la sua facciata di impassibilità, un fuoco d'ira sta divampando dentro di lei, fino a consumarla.
È ferma, a capo di centinaia di uomini pronti ad eseguire i suoi ordini e a lanciarsi sul nemico.
-Stanno arrivando!- esclama la sentinella.
Le labbra di lady Stark si contraggono in un sorriso malvagio.
Ed ecco comparire all'orizzonte un esercito numeroso: sugli stendardi campeggia il leone dei Lannister.
-Tentiamo una negoziazione?- le domanda uno dei consiglieri.
-Perché no.- è la fredda risposta.
 
Lo sguardo di Regina vaga inquieto tra l'esercito nemico, arrestatosi a pochi metri di distanza. A capo di esso vi è lui, Robin Lannister, perfetto con la sua armatura splendente e il suo cavallo bianco.
Le fiamme dentro la donna sembrano levarsi più alte e più potenti alla vista dell'antico avversario.
Egli si toglie l'elmo, lasciando che il vento scompigli i suoi capelli biondi. Sul bel volto, un sorriso soddisfatto.
Regina non desidera nient'altro che lanciargli una palla di altofuoco addosso: lui cadrebbe da cavallo e, nella battaglia, lei gli si avvicinerebbe e gli pianterebbe una spada nel cuore, mentre i suoi occhi perdono ogni traccia di vita. E quell'odioso sorriso si cancellerebbe dal suo volto, tra gli spasmi dell'agonia.
Riesce ad immaginarsi la scena così perfettamente che sente quasi già il dolce sapore della vendetta e della vittoria sulle labbra.
-Milady.- comincia lui, interrompendo i suoi pensieri.
Il solo suono della sua voce le provoca un odio così intenso che le risulta difficile trovare la calma necessaria a trattenersi.
-Arrendetevi e rinunciate al vostro proposito di assedio.- ribatte lei, controllandosi. -Non vi verrà fatto alcun male... Non troppo, almeno.
Robin non sta più sorridendo e rivolge alla donna uno sguardo carico di tristezza e rimprovero.
Sospira, per poi distogliere gli occhi azzurri da lei.
-Mi rivolgo a voi, signori del Nord: unitevi alle mie schiere ed insieme conquisteremo Approdo del Re! La vostra signora ha ucciso lord Stark e si è posta al comando di Grande Inverno: ebbene, voi sapete che non sarà giusta e leale con il suo popolo come lo è stato suo marito. Siete sotto il giogo di una reggente sanguinaria ed incapace a governare. Giurate fedeltà a me e ribellatevi!- dichiara Robin.
-Come osi!- urla Regina, scagliando uno sguardo di fuoco verso le linee avversarie. -Come osi infangare il mio nome, qui nella mia casa? Questi signori erano fedeli a mio marito, Leopold Stark, ed ora lo sono a me. Non si uniranno al tuo folle progetto di conquista! Sei uno sciocco o un pazzo se credi di poter arrivare indisturbato ad Approdo del Re e spodestare Re George!
I due si guardano negli occhi per qualche lungo istante, sfidandosi.
-Lannister ha ragione.- dice qualcuno, tra le fila nordiche. -Lady Stark è sospettata di aver ucciso il nostro lord e di aver tentato di far toccare la stessa sorte a sua figlia. Perché dovremmo fidarci di lei e combattere al suo fianco?
-Perché dovremmo fidarci dei Lannister?- ribatte qualcun altro.
Regina si guarda intorno confusa, mentre le discussioni e le accuse serpeggiano tra i suoi alleati.
-Voi non potete disobbedirmi!- grida lei.
-Accettiamo la vostra proposta, Lannister.- dice uno dei maggiori vassalli. -Combatteremo al vostro fianco e vi aiuteremo a conquistare il trono di spade. Grande Inverno è vostra.
Regina si lancia al galoppo, cercando di ribellarsi invano, mentre centinaia di uomini provano a fermarla.
Una lama fredda le colpisce la spalla e le fa perdere l'equilibrio.
L'ultima cosa che sente è la voce di Robin che ordina che non le venga fatto del male e le catene che le si stringono intorno ai polsi.
 
-Ben svegliata, milady.
Regina si mette seduta, con parecchi sforzi. Le catene la tengono ancorata alla branda.
Robin la sta fissando divertito.
-Dove mi hai portato, bastardo?- sibila.
-Sei nella mia tenda... Sistemazione provvisoria, temo. A meno che tu non voglia considerare l'opzione di sistemarti qui stabilmente.- propone malizioso.
Regina stringe i denti, mentre l'uomo le si avvicina.
-Sei un maiale, Lannister. Preferirei morire piuttosto che…
-Una volta non la pensavi così, mia cara.- fa lui, prendendole gentilmente il mento tra le dita e costringendola a guardarlo. –O sbaglio?
La bocca della donna si fa secca, mentre cerca di reprimere tutte quelle sensazioni dentro di sé, tutto quel fuoco.
-Giuro su tutti gli dei che non c’è niente che mi procurerebbe più piacere che piantarti una spada nel petto.- dichiara lei, sputando le parole come frecce appuntite.
Robin sembra ferito, ma poi si ricompone. –Proprio niente, milady? Esistono attività più piacevoli dell’omicidio, non trovi?
Regina sbuffa contrariata, mentre la mano dell’uomo scende lenta sulla sua schiena, procurandole degli involontari brividi di piacere.
-Hai convinto i miei uomini a rivoltarsi contro di me!- dice lei.
-Sì.- ammette lui, perdendosi nello sguardo di fuoco della donna e avvicinando il suo volto.
-Hai invaso la mia casa!- continua.
-Sì.- lui si fa sempre più vicino.
-Mi hai accusata senza disporre di alcuna prova.- il suo tono pungente inizia a vacillare.
-Ma io so che sei stata tu.- risponde lui, soffiandole sulle labbra.
-Potrei uccidere anche te.- afferma la donna.
-Sono abbastanza certo che lo faresti alla prima occasione, sì.
Regina sospira.
-Eppure mi desideri ancora.- osserva.
-Non ho mai smesso.- ribatte lui, rapito.
L’aria è carica di tensione. Regina sente il fuoco divorarla dall’interno e si ritrova a sperare che Robin la prenda lì e la baci fino ad estinguere le fiamme. Ma sa che è un uomo troppo onorevole per approfittarsi di una donna legata ad un letto. Anche di una come lei.
-Io ti odio, Lannister.
-Non è vero.
E le sue labbra stanno quasi per toccare le sue, quando qualcuno irrompe nella tenda.
-Signore!
-Che succede?- domanda l’uomo.
-Elsa Targaryen, sir. E’ giunta voce che si stia dirigendo anche lei verso Approdo del Re.
-Vorrà dire che la incontreremo lì.
-Potrebbe venire qui a Grande Inverno. Combatte meglio con il freddo, sapete.
-Non scapperemo come dei codardi di fronte ad una Targaryen!- ribatte Robin. –Domani ci metteremo in marcia verso sud e, se dovessero raggiungerci, li affronteremo lungo il cammino.- ordina.
-Come comanda, mio signore.- risponde il servitore, uscendo.
Robin torna a concentrare la sua attenzione sulla prigioniera.
-Non permetterò che ti venga fatto del male.- dice, accarezzandole i capelli corvini.
-Cosa vuoi da me, Lannister?- domanda esasperata lei.
-Voglio che rinunci ai tuoi propositi di vendetta e di omicidio. Voglio che torni ad essere quella che eri prima di sposare lord Stark. Voglio un’altra occasione con te, Regina.
Lady Stark contrae la mascella e chiude i pugni.
-Sai che mia moglie è tragicamente morta tempo fa. Ed ora che hai tolto di scena anche tuo marito… Sposiamoci, Regina. Uniamo le nostre casate e conquistiamo il trono di spade insieme. Tu sarai la mia regina ed io ti amerò fino alla fine dei miei giorni.- propone, accucciandosi davanti a lei e prendendole le mani.
-Cosa ti fa pensare che potrei mai accettare?- chiede incredula lei.
-Perché tu ami me almeno quanto io amo te.- risponde lui, la più dolce delle espressioni sul suo viso che contrasta con il suo aspetto forte e sicuro. –Non hai mai amato Leopold Stark, è sempre stato solo un matrimonio di convenienza e non hai mai provato niente per lui. Te lo leggo in faccia.
-Sei uno sfrontato!- replica lei, scuotendo i polsi legati. –Non hai nessun diritto di insinuare queste cose. E mi pare di averti già detto che preferirei la morte!
Robin sospira ed estrae la spada dal fodero.
Il suo sguardo rimane incatenato a quello di lei anche mentre solleva l’arma.
A quel punto Regina chiude gli occhi, aspettandosi l’imminente fine.
La lama si abbassa rapida.

Quando la donna riapre gli occhi, scopre che le catene che la tenevano legata sono spezzate.
Non riesce a trattenere la sorpresa ed osserva confusa Robin.
Poi, in un attimo, si lancia su di lui, scaraventandolo a terra, e gli strappa la spada dalle mani.
Dopo qualche inutile resistenza, Robin si ritrova bloccato a terra dal corpo Regina a cavalcioni su di lui, la lama che gli preme contro la gola.
Il viso della donna si avvicina al suo, i denti digrignati e una luce vittoriosa negli occhi.
-Avresti dovuto uccidermi. Non lo vedi? L’amore è debolezza.- ringhia, premendo ancora di più la spada.
Robin dovrebbe essere spaventato, ma invece le sue labbra si piegano in un sorriso.
-Debolezza di chi?- domanda, avvicinando ulteriormente il volto a quello di lei.
-Di quello a cui sta per essere tagliata la gola.- replica tranquilla lady Stark.
-Avanti, che aspetti allora?- chiede altrettanto calmo, scostandole una ciocca nera a lato del viso.
L’espressione negli occhi sembra addolcirsi, le fiamme sembrano estinguersi per un attimo.
-Non mi credi capace di farlo?
-Al contrario, milady. Sono fermamente convinto che ne saresti capace. Sto semplicemente dicendo che non vuoi farlo.
Regina sospira e abbassa la lama, scostandosi.
-Un’alleanza potrebbe risultare favorevole per entrambi.- si giustifica, mentre l’altro si rimette in piedi.
Il suo sguardo è duro e non tradisce nessuna emozione, mentre osserva l’uomo. Nei suoi occhi non vi è più fuoco, ma solo il gelido ghiaccio del Nord.
Robin le sorride, per poi avvicinarsi improvvisamente.
-Un’alleanza con te è tutto ciò che desidero.- sussurra dolcemente, mentre preme le sue labbra su quelle di lei.
Regina si sente da principio oltraggiata, ma lascia che quel fuoco la consumi ancora mentre si divorano a vicenda, alimentandolo con la passione dei loro baci.
-E questo?- domanda lei col fiato corto, tenendosi ancora aggrappata all’uomo.
-Un ringraziamento per non avermi ucciso.- risponde lui semplicemente. –Un Lannister paga sempre i suoi debiti, mia regina.

 
♦  ♦  ♦
 
Disclaimer: i personaggi e l'opera non mi appartengono

Questo è il frutto di quei giorni in cui ero sparita!
Infatti nelle scorse settimane mi sono dedicata alla visione di tutte e quattro le stagioni di GoT e sono stata assorbita in questo mondo! 
Chiarisco che in questa storia Robin non è Jaime Lannister e Regina non è Catelyn (anche perchè ce la vedo più come una specie di Cersei), è come se fossero proprio personaggi a sè stanti, cioè come se al posto di venire dalla FTL venissero da Westeros. 
Poi Robin con i suoi capelli biondi, gli occhi azzurri e il tatuaggio del leone mi sapeva troppo di Lannister!
E non ho resistito alla tentazione di mettere Snow White come figlia illegittima di Leopold, visto che il nome Snow viene dato ai bastardi del nord. Sorry, Mary Margaret ^^"
Qui Regina è The Evil Queen, solo addolcita dalla passione verso Robin, con il quale ho ipotizzato una precedente relazione. Ok, lo so che è venuto fuori un casino però avevo questa idea nella mente da troppo per non realizzarla!
Quando ho iniziato questa raccolta avevo pianificato di fare capitoli di circa 900 parole e questo è il doppio hahah mi sono fatta un po' prendere la mano! E dire che non sono neanche una grande fan degli AU!
Gradirei davvero che voi esprimeste le vostre opinioni su questo o anche sui capitoli precedenti... giusto per sapere se le mie idee sono apprezzate e se continuare questa raccolta.
La citazione iniziale viene da My Songs Know What You Did In The Dark dei Fall Out Boy mentre il titolo del capitolo, l'ambientazione e le famiglie sono ispirate alle opere di George R. R. Martin, su cui si basa la serie tv.
A presto con un capitolo più ordinario!

ily

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Capitolo 7
*** Marry Me ***


∞ Marry Me 
Now that the weight has lifted
Love has surely shifted my way
Marry me
Today and every day
Marry me

 
La campanella sulla porta di Granny’s tintinna, annunciando l’ingresso di un visitatore.
Robin Hood entra guardandosi intorno, finché il suo sguardo non si posa sul tavolo a cui stanno pranzando Mary Margaret con il piccolo Neal ed Emma.
-Buongiorno Robin!- lo saluta Snow, allegra come sempre, mentre cerca di imboccare il bambino, che intanto lancia la sua pappa in giro per il tavolo.
-Buongiorno! Com’è diventato grande!- osserva Robin, dando una carezza sulla testolina di Neal.
-Tra meno di un mese sarà il suo compleanno! Quasi non riesco a crederci che sia passato già un anno.- esclama Snow, guardando suo figlio con gli occhi carichi di emozione.
Emma sorride, contenta che i suoi genitori possano godersi la crescita di questo bambino come non hanno avuto l’opportunità di fare con lei.
-Mi sembri agitato.- nota la mora, scrutando l’ex fuorilegge. –Qualcosa non va tra te e Regina?- domanda.
-No, è tutto a posto.- risponde lui, incapace di contenere un sorriso. –Anzi, direi che è più che a posto. E’ perfetto. Anche Marian e Roland si sono adattati alla nuova situazione senza troppe difficoltà.
-Qual è il problema dunque?- chiede Emma.
-Volevo chiederti se potessi tenere tu Henry stasera. Avevo in mente di organizzare qualcosa con Regina… sai, tra Roland e Henry, il suo lavoro e i vari problemi magici qui in città è da un po’ che non passiamo un po’ di tempo insieme.
-Mi sembra un’ottima idea, a Regina farà bene passare una serata tranquilla!- commenta Mary Margaret.
-Sì, non c’è problema!- acconsente Emma. –Anzi, è da un po’ che Killian ha in mente di portare me ed Henry a fare una gita in barca a vela… Magari questa potrebbe essere la serata giusta.
-Vi ringrazio.- risponde Robin, soddisfatto: il piano procede come previsto, fino ad ora.

Regina entra in casa sfinita, a causa del lavoro e per l’aver aiutato Mr Gold con un incantesimo che necessitava le forze magiche di entrambi.
E’ talmente esausta che nemmeno nota l’insolito silenzio che vi regna, niente suoni dei videogiochi di Henry, niente risatine di Roland o il rumore dei suoi piedini che corrono per tutta la casa.
Quindi, una volta appesa la giacca all’ingresso, rimane stupita di trovarsi davanti un Robin decisamente affascinante: a parte il sorriso radioso e gli occhi brillanti, è anche inaspettatamente elegante con una camicia bianca che gli mette in risalto i muscoli del petto e delle braccia così come il tatuaggio sul suo polso, a causa delle maniche arrotolate, dei pantaloni neri – il colore preferito di Regina- e delle scarpe molto chic. A completare il tutto un profumo di pulito e alcune ciocche bionde ancora bagnate che gli ricadono sulla fronte, in quella maniera che Regina deve far ricorso a tutto il suo autocontrollo per trattenersi dal passarci le dita attraverso.
-A cosa devo questa eleganza?- domanda. –Non che mi stia lamentando, ma c’è qualche anniversario di cui mi sono dimenticata?
Robin le si avvicina sorridente.
-Deve esserci per forza un’occasione per passare una serata romantica con la mia fidanzata?- chiede, tirandola a sé per un bacio.
Regina sorride involontariamente al suono di quella parola: ormai è passato quasi un anno dal loro primo bacio a Storybrooke e ancora non si è abituata all’idea.
-Dove sono i ragazzi?
-Roland è con sua madre e Henry passa la serata da Emma.
-Hai pensato proprio a tutto, vedo.- nota con ammirazione lei, osservando la tavola apparecchiata con tanto di candela accesa al centro.
Robin fa scivolare le mani sulle spalle della donna, iniziando a massaggiargliele.
-Ho pensato che avessi bisogno di una serata in pace, so quanto sei presa in questo periodo. Non vorrei che ti stancassi troppo.- spiega lui preoccupato.
-Ti ho già detto che ti amo?
-Non abbastanza.- scherza lui, chinandosi per un altro bacio. –Che ne dici, ceniamo?- propone, accompagnandola al tavolo.

-E’ squisito. Hai preparato tutto tu?
-Diciamo che ho avuto un piccolo aiuto. Ma è l’impegno che conta, no?
Regina sorride e non riesce a trattenersi dal pensare che è tutto perfetto. Ha una famiglia fantastica, che la ama nonostante le azioni terribili che ha compiuto in passato; gli abitanti di Storybrooke l’hanno accettata e nessuno la vede più come la Regina Cattiva, non dopo tutte i sacrifici che ha compiuto per salvarli.
I pericoli, le minacce e le difficoltà continuano ad esserci, ma ormai lei ha capito che possono superare tutto, insieme. Non potrebbe essere più felice. O forse sì?

I piatti sono ormai vuoti e la candela è quasi del tutto consumata, quando Robin prende un bel respiro e allunga la mano a stringere quella di Regina.
-Sono felice di avere questi momenti per noi due.- inizia. –Tra tanti pericoli e battaglie, mi piace riuscire a ritagliare questi attimi di normalità. Io ti amo, Regina. Ti ho amata dal primo momento che ti ho vista, due anni fa, nella Foresta Incantata. Amo ogni parte di te e amo la famiglia che stiamo costruendo. So che quest’anno non è stato facile tra Zelena, il ritorno di Marian, Elsa e tutto il resto. Ma ce l’abbiamo fatta. Siamo arrivati fin qui. So che non sarà mai semplice, ma noi siamo anime gemelle, l’hai detto tu stessa. Noi due siamo destinati, ma io ti scelgo. Voglio questo, voglio te, per sempre.
Regina aggrotta le sopracciglia, confusa, mentre l’uomo deglutisce e riprende fiato, estraendo con mani tremanti un cofanetto di velluto dalla tasca, mentre Regina spalanca gli occhi.
-Regina Mills, vorresti rendermi l’uomo più felice di ogni terra e concedermi l’onore di diventare mia moglie?- domanda finalmente con la voce carica di emozione, rivelando l’anello racchiuso nel cofanetto.
La donna rimane qualche istante come paralizzata, spostando lo sguardo da Robin all’anello.
Muove leggermente la testa e dischiude le labbra per pronunciare la risposta che Robin è così impaziente di ascoltare.
-No.

Il mondo sembra crollare addosso a Robin, mentre la delusione attraversa il suo sguardo.
L’espressione di Regina è di puro panico.
Robin rimane immobile, troppo incredulo per poter dire qualcosa o muoversi.
La donna trova la forza di scostare la sedie, alzarsi e scappare via, lasciando Robin con gusto amaro in bocca, un anello di diamanti e un cuore infranto.

Quando Robin è riuscito a superare la delusione e ha dato a Regina un po’ di tempo per riprendersi, la trova in giardino, seduta presso il suo albero di mele.
Lui le si siede accanto, mettendo un po’ di distanza tra loro, e rimane in silenzio ad ascoltare i loro respiri e i loro cuori che battono in sincrono.
-Mi dispiace. Non avevo intenzione di sconvolgerti.- si scusa lui.
Regina abbozza un mezzo sorriso. –Ci vuole ben altro per sconvolgermi.- ironizza e poi ritorna seria. –Sono io che mi devo scusare.- dice, girandosi verso di lui, il nero dei suoi occhi riflesso nell’azzurro di quelli di lui.
-Hai fatto tutto questo… e io rovino sempre tutto.
-Se non vuoi più stare con me io lo capisco…- inizia Robin, ma l’espressione di lei lo costringe a interrompersi.
-Che stai dicendo? Non voglio lasciarti. Io ti amo.- spiega lei e lui si rincuora sentendo queste parole.
Regina gli prende il viso tra le mani e lo guarda intensamente.
-Io voglio stare con te. E’ solo che… le mie esperienze con il matrimonio sono state piuttosto traumatiche.- chiude gli occhi, prendendo un respiro. –Daniel mi aveva proposto di sposarlo ed è morto prima che ne avessimo l’occasione. La vita matrimoniale con Leopold… non è stato un periodo molto felice per me. Non sono sicura di voler inoltrarmi di nuovo in tutto ciò.
-Ma quello era diverso, Regina! Tu e Leopold non eravate legati da nessun sentimento, quello che c’è tra noi due invece è profondo. E io non ti tratterei mai male, non farei niente che potrebbe causarti infelicità… E non mi succederebbe niente, non finché lottiamo fianco a fianco.- così dicendo gira leggermente la testa, per baciarle la mano che lei ha sul suo viso. –Ma va bene se non sei pronta. Sappi solo che se lo vorrai io sarò sempre qui, disposto a farti questa domanda ancora e ancora. Non smetterò mai di volerti. E non smetterò mai di desiderare un tuo sì.
Regina gli sorride, il panico che le attanagliava il cuore ormai scomparso.
-Non volevo dubitare di te… E’ solo che per me è difficile.
-Lo capisco, non preoccuparti.- risponde lui, spostandole una ciocca di capelli scuri dietro l’orecchio.
Le loro labbra si avvicinano fino ad incontrarsi dolcemente.
Regina si stacca leggermente da lui e lo fissa.
-Magari puoi provare a richiedermelo domani.- propone sorridendo.
E lui non può fare a meno di ricambiare il sorriso, mentre il cofanetto di velluto nella sua tasca viene premuto contro il suo cuore.

 
∞  ∞  ∞
 
Disclaimer: i personaggi e l'opera non mi appartengono

Ciao a tutti! Inizio col dire che questo capitolo non sarebbe dovuto essere qui.
Nel senso che ne avevo già iniziati tre o quattro (ma ho scoperto di non saper scrivere robe troppo fluffose senza bloccarmi hahah angst is the way) e avevo intenzione di pubblicare uno di quelli, una volta finito, ma BAM! stanotte non sono riuscita a dormire e ho avuto l'illuminazione per questa os e quindi stamattina ho cercato di mettere insieme i vari frammenti che mi ricordavo e metterla giù a parole. Quindi eccola qui. Come spero si sia capito questa è ambientata circa un anno dopo i fatti della 3B e le cose si sono risolte tra Regina e Robin. 
E io ho questa idea di Regina che freakka out (english is bettah) all'idea del matrimonio data la sua precedente esperienza. 
Sinceramente non sono esperta di tempi di divorzio, ma non penso che in un anno si possa già divorziare però nelle fanfiction tutto è possibile e quindi Robin è già divorziato. 
Vi sto abituando troppo bene con queste one shots così lunghe! Le prossime saranno più brevi ^^
La citazione iniziale è tratta dalla canzone Marry Me dei Train (che, nonostante adori questa band, non avevo mai sentito!)

Ora dovrei uscire quindi vi lascio. Vi ricordo che aspetto i vostri pareri! Grazie a tutti quelli che mi seguono, vi adoro :*
ily
PS Avete visto i video di Lana al SDCC che dice che l'amore tra Regina e Robin è scritto nelle stelle? *-* aksnfowegbwehrj i feels!

 

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Capitolo 8
*** Rumors ***


«Rumors»
You made my heart melt
yet I'm cold to the core

But rumor has it I'm the one
you're leaving her for

 
Regina è abituata ad essere al centro dell’attenzione. E’ abituata a ricevere occhiate cariche di odio, di rimprovero, di disprezzo.
Ma è la prima volta che sente di non meritarle. Certo, è pur sempre la Regina Cattiva ma negli ultimi tempi aveva dato prova di voler cambiare davvero.
Allora perché anche ora, mentre pranza tranquillamente con Henry da Granny’s, sente tutti gli sguardi su di sé?
Con la coda dell’occhio riesce scorgere Leroy al bancone che bisbiglia qualcosa a Granny e ad altri avventori e di tanto in tanto qualcuno lancia di soppiatto occhiatine malevole nella sua direzione.
Regina decide di non curarsi dell’opinione dei nani e di continuare a godersi il suo tempo con il figlio.
Quella di Henry è l’unica opinione che conta davvero. E finché continua a volerle bene, non importa quello che dicono gli altri.

Dopo una settimana di occhiate di disprezzo, commenti velenosi, persone che la evitano o si zittiscono improvvisamente quando arriva lei, Regina capisce di averne abbastanza. Vuole sapere che cosa sta succedendo. Immagina che qualcuno abbia scoperto un’altra delle tante terribili azioni da lei compiute in passato magari precedentemente passata sotto silenzio. Ma non dovrebbero sconvolgersi così tanto, lei non ha mai negato ciò che ha fatto e ora sta provando a cambiare davvero. Ad essere l’eroina, per una volta. Quindi che cosa sa la gente su di lei?
Qual è il gossip sulla bocca di tutti?

-E’ sempre stata cattiva e sempre lo sarà!- sta dicendo Marian, accerchiata da alcuni degli uomini di Robin e da altri clienti di Granny’s.
Lo sguardo di tutti i presenti schizza verso Regina, che ha appena varcato la soglia.
Lei rimane lì pietrificata, non capendo che stia succedendo.
Marian le lancia uno sguardo colmo di odio, ma i suoi occhi sono lucidi e arrossati dal pianto.
Proprio com’erano stati quelli di Regina dopo il ritorno della moglie di Robin, quella sera di più di un mese fa.
Una piccola figura le piomba davanti alle gambe, fissandola con grandi occhi scuri sotto una massa di ricci scompigliati: Roland.
-E’ vero che tu fai piangere la mia mamma?- chiede triste ed incredulo.
Regina lo fissa confusa.
-Io non ho fatto niente- mormora, più a se stessa che agli altri. –Non so neanche cosa stia succedendo.
Roland la guarda con i suoi occhioni sgranati, mentre lei si abbassa al suo livello
-Credimi, Roland, non è colpa mia.
Il bambino annuisce rincuorato e le butta le braccia al collo.
-Ti credo, R‘gina.
-Roland!- lo richiama severamente sua madre, distogliendo la sua attenzione da Regina, la quale si affretta ad uscire dal locale seguita da diversi sguardi sprezzanti.

E’ quasi giunta a casa, quando incontra Henry.
Notando la sua aria sconvolta, suo figlio le si avvicina e la abbraccia.
-Mamma, ma che sta succedendo in città? Perché dicono che sei una sfasciafamiglie?- domanda.
Regina sgrana gli occhi. Sfasciafamiglie! Le mancava giusto questo nuovo epiteto per migliorare la sua reputazione.
-Io non ho idea di cosa dicano in giro, Henry, ma credimi: io non ho fatto nulla di male. Te lo giuro, sono cambiata, lo sai. Non farei mai niente che possa deluderti.
-Lo so, mamma. Ti credo. Ma dobbiamo scoprire perché ce l’hanno ancora con te.
La donna annuisce vigorosamente. E’ intenzionata ad andare a fondo della faccenda, scoprire chi sta spargendo fango su di lei facendo preoccupare i suoi amati Henry e Roland.

Regina è in casa: ha deciso di tenere la mente occupata e non pensare al veleno che la gente sta sputando su di lei oltre quella porta.
Il campanello trilla deciso, mentre lei è occupata a preparare una torta per Henry, le mani momentaneamente immerse nella farina.
-Arrivo!- risponde, pulendosi alla bell’e meglio sul grembiule, immaginando che sia suo figlio.
Invece, sulla soglia si trova un imbarazzatissimo Robin Hood.
La sua espressione si indurisce all’istante: -Che ci fai tu qui?
-Sono a venuto a spiegarti tutto.- trova la forza di dire, alzando gli occhi ad incontrare i suoi.
-Non c’è niente da dire.- risponde secca lei e sta per sbattergli la porta in faccia, quando lui se ne esce con: -Non vuoi sapere perché tutti stanno parlando alle tue spalle?
Al che lei si blocca e gli fa un cenno veloce, facendolo entrare in casa.
-Di’ ciò che devi.- gli intima freddamente, incrociando le braccia al petto.
Robin si concede di guardare per un momento la donna davanti a lui, un’ombra di rimpianto sembra velare i suoi occhi azzurri. Poi prende un respiro e ammette: -E’ colpa mia.
-Che vuoi dire?- domanda lei.
-Ho lasciato Marian.- annuncia lui e Regina potrebbe giurare di aver sentito il proprio cuore mancare un battito. –Le cose tra di noi… Non erano come prima. E’… è cambiato tutto. Lei ha pensato che la stessi lasciando per te ed è andando in giro a dire maldicenze su di te. Mi dispiace così tanto, non ti meriti tutto questo.
Regina abbassa lo sguardo, tormentandosi le dita mentre la sua mente elabora la spiegazione. Ora tutto ha un senso. Un senso negativo, certo, ma almeno ora sa che un motivo per tutti quei pettegolezzi c’era.
Regina risolleva lo sguardo su Robin, che la sta osservando con aria dispiaciuta.
-Ed è vero?- domanda lei, arcuando un sopracciglio.
-No, Regina!- lui spalanca gli occhi e balza in avanti, afferrandole le braccia. -Non sei più quella persona, tu sei un’eroina ora! Non devi pensarlo neanche per un istante. Sei una persona meravigliosa e non…
Lei lo interrompe, sollevando una mano.
-Intendevo: è vero che la stai lasciando per me?
-Oh.- risponde imbarazzato lui, passandosi una mano tra i capelli. Poi sospira. –Avrei voluto fare le cose per bene, sai. Sistemare la situazione con Marian, farle capire che ormai tra me e lei non può funzionare… è come se ci fosse un abisso tra di noi e se n’è accorta anche lei. Solo che non vuole ammetterlo… Lei rimarrà sempre una parte importante della mia vita: il mio primo amore, la madre di mio figlio, la compagna di mille avventure… Ma io sono cambiato. Ho incontrato te, Regina.- azzarda un altro passo verso di lei e le prende le mani. –E non posso più vivere senza di te, non ne sono capace.
-Quindi è vero.- osserva lei, scrollando le mani di Robin dalle sue e cercando di ignorare le farfalle che le svolazzano nello stomaco dopo quella dichiarazione. –Sono una sfasciafamiglie.
-Io, Marian e Roland siamo ancora una famiglia. Ma nessuno può costringermi a stare con una donna se il mio cuore appartiene completamente ad un’altra.- il suo tono si fa dolce, quasi supplichevole. –Tu non hai sfasciato una famiglia, milady: hai rimesso insieme i pezzi di un uomo distrutto. Lasciami fare lo stesso per te.- sussurra, scostandole i capelli dalla guancia.
-Ma la gente…
-Lasciali parlare. Presto si renderanno conto di essere in errore, capiranno che persona fantastica sei realmente, proprio come l’ho capito io.
Regina si concede un sorriso e capisce che Robin ha ragione: le persone a cui tiene non dubitano di lei. Sanno che i suoi sentimenti sono sinceri.
E così, mentre tutti stanno aprendo la bocca per sparlare di lei, la sua, di bocca, si posa su quella di Robin, suggellando una promessa d’amore.

 
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Disclaimer: i personaggi e l'opera non mi appartengono

*riemerge dall'oscurità* Scusate il lungo silenzio stampa ma sono stata in montagna, dove non avevo il pc!
E domani parto ancora çç non potrò aggiornare per un po', ma la mia mente continuerà a lavorare :) ho già un paio di idee per le prossime os! In più, vi ricordo che se volete mandarmi un prompt per questa raccolta, sarò felice di lavorarci su e cercare di farne uscire qualcosa di carino!
Questo capitolo mi è stato ispirato dalla canzone Rumor has it di Adele. E poi diciamocelo, Leroy è la peggio gossippara di Storybrooke! Non avevo intenzione di fare Marian così stronza, però ho pensato che sfogarsi sia una reazione normale per una donna che è appena stata scaricata dal marito e può darsi che abbia esagerato un pochino nei riguardi di Regina (ricordiamo che per lei è ancora la Evil Queen, capacissima di andare a letto con i mariti delle altre). Sinceramente non sono molto soddisfatta del capitolo, specie del finale, ma avevo voglia di scrivere una cosa un po' angst. Mi rifarò con i prossimi capitoli!
Grazie di cuore a tutti coloro che leggono/recensiscono/aggiungono la storia ai preferiti/alle seguite/alle ricordate. 
Ci vediamo tra una settimana circa! Buone vacanze.
ily

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Capitolo 9
*** Lover's Eyes ***


Attenzione: OS ambientata dopo la 4x07, potrebbe contenere SPOILER
 
 Lover's eyes 

Lord forget all of my sins
Oh let me die where I lie
'Neath the curse of my lover's eyes

Regina ha ancora gli occhi chiusi, ma riesce a percepire chiaramente il suo sguardo su di sé.
E, anche se i suoi polpastrelli le stanno accarezzando leggeri i capelli e le stanno tracciando cerchi sulla schiena nuda, non è sicura di voler incontrare i suoi occhi, incerta su quello che vi troverebbe: rimorso? Conflitto? Preoccupazione? Delusione?
Il battito cardiaco accelerato di lui risuona nell’orecchio che Regina tiene appoggiato al suo petto e lei è convinta che anche il suo cuore stia battendo all’impazzata.
Le –poche- ore di sonno sono servite a farle recuperare le energie, ma non hanno placato il tumulto di emozioni che sente dentro di sé.
Le dita di Robin scivolano lievi sulla sua nuca, provocandole un brivido per tutta la schiena.
-Buongiorno, milady.- le sussurra lui, notando l’effetto che ha su di lei.
Regina si decide a sollevare lo sguardo e abbozza un sorriso.
Gli occhi azzurri di lui brillano di una luce diversa, gli angoli della bocca sono rivolti all’insù e sul suo viso fanno capolino quelle irresistibili fossette.
Lui la guarda come se fosse la cosa più bella che abbia mai visto… e riesce a farla sentire così. Non solo bella, ma anche… pura, buona.
Lei non deve essere neanche messa tanto bene, pensa, con il rossetto sbavato e i capelli arruffati. Ma lui sembra non farci caso.
E Regina non può far a meno che sentirsi invadere da un moto di profonda gratitudine.
Poi la realtà le si riversa addosso come un’onda e la preoccupazione si fa strada nei suoi occhi scuri.
-Come ti senti?- chiede cauta.
Lui torna a sorriderle. –In paradiso.- risponde.
-Quindi non ti stai pentendo di…- Regina abbassa lo sguardo sulle loro gambe intrecciate tra le lenzuola. –questo?
-Regina, ero serio. Sei tu quella che voglio. E vorrò te per tutti i giorni della mia vita.
-Anche a costo di rinunciare al tuo onore?
-Il mio onore mi impone di essere fedele al mio cuore.- risponde Robin, sporgendosi a baciarla.
E Regina riesce a crederci, riesce a sentire l’amore che lui prova, mentre i loro corpi si muovono in sincrono e lei gli si sposta in braccio, continuando a baciarlo.
Poi si stacca dalle sue labbra per guardarlo negli occhi, tenendo il suo volto tra le mani.
-Ti prometto che troveremo comunque un modo per salvare Marian. Non si merita questo.
Lui annuisce. –Lo troveremo insieme.
Lentamente, intreccia le dita alle sue. –Non devi più farlo da sola. D’ora in poi resterò al tuo fianco… Perché io conosco la tua anima e vedo di quali cose grandiose sei capace. E voglio essere qui a ricordatelo ogni giorno.- dichiara, portando la sua mano alle labbra e baciandone il dorso. –Voglio farti sentire amata.
Regina lo guarda con quell’espressione che rivolge solo a lui, piena di amore e di felicità.
Per una volta non sa cosa dire e dunque lascia che siano i baci a parlare per lei.
Poi un sorrisetto malizioso le arriccia le labbra. –Perciò resterai qui?- chiede, passando le mani sul suo petto e provocandogli un gemito di piacere.
-Decisamente.- risponde lui, accarezzandole le gambe e la schiena. Poi si guarda intorno, scrutando la stanza in penombra. –Beh, magari non proprio qui nella stanza segreta della tua cripta… Anche se la trovo molto confortevole.- dice ridendo.
E Regina non può che fare eco alla sua risata, trascinandolo con sé tra le lenzuola.

 
☩  ☩  ☩

Disclaimer: i personaggi e l'opera non mi appartengono altrimenti la scena della 4x07 non sarebbe finita lì

Mi dispiace davvero tanto di avervi abbandonato! Avevo messo le fanfiction un po' da parte, un po' perché con gli orari dell'università non ho mai tempo di mettermi a scrivere, un po' perché sono presa dal blog di recensioni telefilmiche di cui faccio parte e un po' perchè non avevo ispirazione. Mi scuso per il ritardo negli aggiornamenti.
Ma la 4x07 mi ha fatto tornare la voglia di scrivere!! Quanto ho sclerato! La mia OTP è bellissima <3 Questa os rappresenterebbe la mattina dopo ;) 
La canzone iniziale è "Lover's eyes" dei Mumford & Sons.
Ho molte altre idee per questa raccolta e quindi vi chiedo di avere pazienza... Non so quanto ci metteranno ad arrivare gli aggiornamenti, ma arriveranno! Specialmente se in OUAT ci saranno altre scene del genere!
Grazie a chi mi leggerà, un bacio
ily

 

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Capitolo 10
*** Nottingham Hill ***


♐ Nottingham Hill
She may be the face I can't forget
The trace of pleasure or regret
May be my treasure or the price I have to pay

 
Foresta di Sherwood, Nottingham
La notte è buia e senza luna. Le ombre proiettate dagli alberi sembrano protendersi come fantasmi scuri verso la foresta fitta ed intricata.
Un fuoco è la sola fonte di luce, le sue lingue fiammeggianti danzano nella notte rischiarando il volto dell’uomo proteso verso di esso.
E’ solo, tutti i suoi compagni stanno dormendo, e il sonno minaccia di cogliere anche lui, dopo una lunga giornata di saccheggi. Invece stringe l’arco ben saldo tra le mani forti e aguzza le orecchie in cerca di un eventuale suono che riveli presenze nemiche. Il suo sguardo è fisso sulle fiamme ardenti.
Una notte come tante altre passate nei boschi, a vegliare sui suoi uomini. Una notte ordinaria per Robin Hood, il Principe dei Ladri.
O almeno, lo sembrava, prima che dalla fitta oscurità della foresta emergesse lei.

All’inizio è solo una sagoma indistinta, un bagliore chiaro contro il buio della notte.
Le braccia dell’uomo agiscono da sole, impugnano saldo l’arco, incoccano una freccia.
-Chi va là?- chiede, non una punta di timore nella sua voce.
Un passo in avanti e il fuoco le illumina il viso: è una ragazza, giovane e bellissima.
Robin abbassa l’arco ancora prima di riflettere se possa costituire un pericolo.
E’ incantato dai suoi occhi neri, dai suoi zigomi alti, dalle sue labbra perfetto, dal modo in cui le fiamme gettano ombre sopra il suo viso…Non ha mai posato gli occhi su un creatura più incantevole.
-Non fatemi del male, vi prego.- geme lei e c’è una nota strana nella sua bella voce, come un qualcosa di spezzato, che al fuorilegge fa venire voglia di abbracciarla e proteggerla.
-Non temete, milady.- risponde invece, alzandosi e proferendosi in un inchino. –Vi siete perduta? Posso scortarvi a casa se necessitate.- si offre.
La giovane apre la bocca e la richiude, guarda verso il terreno.
Notando la sua esitazione, Robin propone: -O posso darvi un posto dove passare la notte. Non è il massimo della comodità, ma…
-Sarebbe perfetto!- lo interrompe lei. –Non posso proprio tornare a casa stanotte. Qualunque giaciglio sarete così gentile da procurarmi lo accetterò con riconoscenza.
Robin le sorride di rimando, scortandola verso la sua tenda.
Mentre camminano silenziosamente fianco a fianco, i suoi occhi si soffermano un po’ troppo a lungo su di lei e sorride imbarazzato quando la ragazza lo sorprende a fissarla. Lei sorride di rimando e Robin si rende conto che potrebbe rimanere a guardare quel sorriso per sempre senza mai stancarsi.
-Posso sapere il vostro nome, milady?- chiede garbatamente.
Lei esita ancora, distogliendo lo sguardo da quello di lui. –Non lo ritengo opportuno.- risponde dopo un po’. –E’ meglio… meglio che non veniate coinvolto.
Il ladro è incuriosito e preoccupato da quella risposta. Chi è quella bellissima fanciulla in realtà?
Un’assassina? Una fuggitiva? Una donna di malaffare? No, impossibile: il suo portamento è elegante, i suoi movimenti troppo aggraziati.
È qualcos’altro.
Robin vive nella foresta ed è abituato alla caccia. E lo sguardo che rabbuia lo splendido volto di questa ragazza l’ha già visto innumerevoli volte. Lo vede ogni volta che guarda negli occhi un animale braccato.
 
-Questa è la mia tenda, milady. Fate come se foste a casa vostra.- dice gentilmente l’uomo.
E qualcosa – forse il suo sguardo così limpido, o quel sorriso con le fossette o quel tono di voce dolce – sembra dirle che è sincero. Che vuole che lei sia felice.
Regina scuote impercettibilmente la testa. Non prendiamoci in giro.
Sospira, per poi entrare nella tenda seguita dal suo soccorritore.
Si guarda intorno: niente di lussuoso, c’era da aspettarselo, ma tutto sommato confortevole.
-Andrà benissimo. Vi ringrazio.- trova la forza di dire, ancora incerta se accettare l’aiuto di uno sconosciuto sia una buona idea.
Ma dopotutto qualunque posto sarebbe meglio dell’inferno da cui è fuggita.
L’uomo le fa un cenno con la testa, indugiando ancora un po’ su di lei. Poi si volta e fa per uscire.
-Aspettate.- lo richiama lei.
Lui la fissa con aria interrogativa.
-Dove dormirete voi?
Il fuorilegge ridacchia. –Non vi preoccupate, milady. Il mio posto è lì fuori, a vegliare sui miei uomini.- risponde lui con una punta di orgoglio.
Regina annuisce lentamente e si dirige verso l’ammasso di coperte che funge da giaciglio.
-Buona guardia, allora.- lo saluta.
L’uomo si congeda con un inchino.
 
I raggi del sole penetrano nella tenda, facendole aprire gli occhi.
Con sorpresa, si accorge di aver riposato sorprendentemente bene.
Stira le membra intorpidite e riemerge dalla tenda: tutto è diverso rispetto a quella notte.
Il campo si è animato: uomini di diverse età si affaccendano da ogni parte, chi allenandosi con la spada o altre armi, chi cucinando, chi bevendo, chi cantando qualche ballata popolare.
Un clima ben diverso da quello che accoglie i suoi aridi risvegli a palazzo.
-Buongiorno.
I suoi pensieri vengono interrotti da una voce dall’accento familiare.
La ragazza si volta per trovarsi davanti lui, l’uomo della sera prima.
Regina non riesce a trattenersi dal sorridergli.
-Dormito bene?- le domanda lui, porgendole una ciotola contenente un liquido caldo.
-Splendidamente. Grazie a voi.- risponde, il disagio della sera prima completamente dimenticato. –Chi sono queste persone?
-Loro sono la mia banda, la mia Allegra Brigata.
Il nome fa scattare qualcosa nella mente di Regina, qualcosa di cui Leopold e i suoi diplomatici parlano spesso.
-Aspetta…Allegra Brigata?- domanda, sollevando un sopracciglio. –Non sarete mica quel ladro, quel…
-Robin di Locksley, sì.- la interrompe lui. –Temo di aver scordato le mie buone maniere nella fretta del nostro incontro ieri e di non essermi presentato a dovere. Vi prego di perdonarmi.
Probabilmente si è cacciata in un bel guaio trovando rifugio in un covo di fuorilegge… Ma, osservando l’espressione gentile di Robin, Regina non riesce a provare timore o apprensione, come dovrebbe.
Finito di sorseggiare la zuppa, la ragazza si alza in piedi, lisciandosi il vestito.
-Beh, grazie dell’aiuto, Robin di Locksley, ma ora devo andare.
-Aspettate!- esclama lui allarmato, afferrandole il braccio e rizzandosi in piedi. –Siete certa di stare bene? Sembravate alquanto scossa ieri notte… è sicuro tornare a casa vostra?
Un velo di tristezza cala sopra i suoi occhi scuri, per poi essere spazzato via da un sorriso ironico.
-Certamente più sicuro che restare da sola in un accampamento di ladri in mezzo alla foresta.
-Ma non siete sola.- replica lui, scrutandola con i suoi occhi azzurri. –Io vi aiuterò. Qualunque cosa necessitiate…
-Avete già fatto molto per me.- lo interrompe Regina. –Per una sconosciuta. Non scomodatevi oltre.- continua, tornando a piantare lo sguardo verso il suolo.
La mano di Robin torna a fare presa sul suo braccio, avvicinando i loro corpi.
-Se qualcuno vi fa del male…- sussurra lui contro il suo viso, con un tono che fa perfettamente capire come mai sia tanto temuto nel regno.
La ragazza scuote la testa con vigore, sentendo un moto di riconoscenza per quel ladro.
-Non può ferirmi. Non fisicamente, almeno. Non si può esibire un trofeo ammaccato, no?- risponde lei, con ironica freddezza.
Le dita di Robin trovano la sua guancia, tracciano il suo zigomo, accarezzano le sue ciocche.
-Io non vi conosco, ma so che non meritate quello che state passando. Permettetemi di aiutarvi.- le sussurra dolcemente.
Regina abbozza un sorriso triste.
-Non c’è niente che possiate fare.- risponde, per poi protendersi verso di lui in un impeto di riconoscenza e posare delicatamente le labbra sulle sue.
Un bacio veloce e leggero come un battito d’ali.
Robin non ha neanche il tempo di realizzare quello che sta succedendo, che lei è già sparita tra gli alberi.
 
Misthaven, tre mesi dopo
-Cos’è tutto questo gran baccano, Little John?- domanda Robin, cercando di non farsi travolgere dalla folla.
-Non lo sai? E’ il compleanno del Re.- gli risponde l’amico. –Ci sarà un grande ballo stasera a palazzo, tutta la nobiltà sarà lì. Inoltre, è anche il primo ricevimento pubblico della nuova regina, tutti potranno ammirarla! Dicono che sia persino più bella della regina Eva e della piccola Biancaneve! Dicono che i suoi occhi siano più lucenti di diamanti, le sue labbra più rosse del corallo e le sue gambe… Oh, dicono che gli uomini ucciderebbero per avere anche solo l’occasione di sfiorarla.
Robin solleva le sopracciglia, guardando l’amico con un’espressione di scherno.
-Innamorato di un racconto da taverne!- commenta, sghignazzando. –Scommetto che se non fosse la regina, nessuno la descriverebbe così.
Little John scrolla le spalle. –Lo sai che l’oro rende tutto più lucente.- scherza, per poi farsi serio. –Dovremmo verificarlo di persona.
L’amico lo guarda stranito. –Che intendi?
-Andiamo, Robin! I nobili, l’aristocrazia, i sovrani dei regni vicini… saranno tutti lì stasera. Potremmo raccogliere un gran bel bottino!- propone entusiasmato.
-Rubare nel castello del re? E’ un bel rischio… ma si sa che Robin Hood e i suoi compagni hanno sprezzo del pericolo! Raduna una dozzina di uomini e mettiamo a punto un piano.
-Agli ordini.- risponde John, avviandosi per la strada brulicante di popolani. Poi si volta, continuando a camminare all’indietro. –Ma dì la verità, Robin: lo fai solo per poter dare una sbirciatina alla regina.- lo prende in giro, allargando le braccia pingui.
-Beccato.- scherza il fuorilegge, osservando l’amico venire inghiottito dalla folla.
 
Il castello è decorato sfarzosamente, il salone gremito di persone.
Gli uomini dell’Allegra Brigata scivolano come ombre tra i ricchi tessuti degli abiti degli invitati, le loro dita si chiudono sui gioielli, le loro tasche si fanno sempre più pesanti.
Robin osserva soddisfatto, infilandosi degli orecchini in tasca e agguantando un cosciotto di cinghiale con l’altra mano. Tutto questo lavoro gli fa venire fame, tanto vale approfittare di un così lauto banchetto.
Proprio mentre sta staccando il primo morso, la sua attenzione viene distolta dal re Leopold, che sta annunciando l’ingresso di sua moglie.
Il boccone gli si ferma in gola, la sua bocca si apre dalla sorpresa, mentre i suoi occhi si posano sulla regina. La ragazza che, da tre mesi a quella parte, occupa costantemente i suoi pensieri.

 
♐   ♐   ♐

Disclaimer: i personaggi e l'opera non mi appartengono

Ciao a tutti! Ho deciso di approfittare dello hiatus per portare a termine tutte le idee che avevo lasciato a metà! :)
L'idea per questa os mi è venuta da uno dei miei film preferiti (credo riusciate ad indovinare facilmente quale sia dal titolo del capitolo e dalla canzone iniziale) e ho pensato di creare questa specie di AU/What If in cui Regina ha incontrato Robin casualmente, in cerca di conforto dal suo matrimonio infelice. La vicenda di Tinkerbell potrebbe essere avvenuta come no, però Regina comunque non saprebbe che lui è l'uomo col tatuaggio. Comunque il periodo è più o meno quello, nei primi tempi del matrimonio tra Regina e Leopold, prima che Rumple la plagiasse del tutto.
Potrei anche scrivere un seguito prima o poi, se lo desidererete! Prima però porterò a termine le one shot che ho già progettato (sia AU che ipotetici svolgimenti della 4B che momenti fluffosi :3).

 Fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto e non abbandoniamo le speranze!

Se avete voglia leggete questa mia analisi del personaggio di Regina: http://direttatelefilm.blogspot.it/2014/12/conosciamoli-meglio-4-regina-mills-once.html

Faith, trust and pixie dust,
ily

 

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