Where do broken hearts go?

di SimpleButEffective1
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** It's a metaphor.... ***
Capitolo 2: *** One more night ... ***
Capitolo 3: *** It's a new start ... ***
Capitolo 4: *** Those blue eyes .... ***
Capitolo 5: *** And it was all yellow... ***



Capitolo 1
*** It's a metaphor.... ***


Seduta li su quella stupida panchina, in quello stupido giardino tutto della mia vita sembrava risultare estremamente insulso.

Era riuscito a rovinare tutto e come al solito l'unica che ne doveva pagare le conseguenze ero solo e soltanto io.

Riguardai quello stupido messaggio mandato ... per sbaglio diceva lui.

Stupido coglione.

Non volevo più avere niente a che fare con lui.

Bloccai il telefono e lo infilai in tasca, alzai il volto ed asciugai le guance inumidite dalle lacrime.

Non volevo nemmeno che i suoi amici mi vedessero conciata in questo modo.

Rovistai nelle varie tasche dello zaino fino a che non trovai un pacchetto di Camel, lo aprii e all' interno trovai una sola di quelle armi pronte a devastarti i polmoni, ma a me andava bene così, non tenevo affatto alla mia fottutissima salute, avevo cose più importanti a cui pensare.

Decisi perciò di utilizzarla lo stesso... in fondo bisognava festeggiare, ero riuscita a levarmi di torno un fottutissimo imbecille.

La infilai tra le labbra e la accesi dandole il potere di uccidermi ... lentamente.

Aspettai pochi secondi e poi incominciai ad aspirarne il contenuto .... stupida vita.

Mi alzai dalla panchina e la infilai di nuovo fra le labbra, presi lo zaino e lo misi in spalla, ripresi la sigaretta ed espirai il contunuto per l'ennesima volta incamminandomi verso casa.

Lanciai sguardi furtivi intorno a me ma tutto era silenzio, tutto era calma, nessuna persona per strada, nessun cane rabbioso, niente di niente.

Terminai anche l'ultima sigaretta di quel maledetto pacchetto e la gettai a terra schiacciandola con la suola della scarpa sentendola sfrigolare a contatto con la gomma mentre la schiacciavo contro l'asfalto inumidito dalla pioggia di poche ore prima.

Continuai a camminare stringendomi nel cappotto a causa del vento gelato che proveniva dai tanti vicoletti lungo la strada.

Svoltai a destra alla fine della via riconoscendo la terza delle tante villette a schiera situate lungo la strada.

Dopo pochi passi vidi mia madre fuori in giardino insieme a mia sorella Jane.

Mia madre con uno scatolone in mano stava salendo le scale della casa che si trovava di fianco alla nostra, mentre mia sorella aveva in mano una lampada di quelle piccole da mettere sul comodino accanto al letto.

Un ragazzo sulla ventina gliela stava porgendo e le stava dando credo delle informazioni, mentre mia sorella annuiva e gli sorrideva.

Lui le sorrise a sua volta e dopo averle fatto una carezza la indirizzò verso casa sua.

Si rialzò e con un movimento secco della testa spostò la sua frangia castana che prima gli copriva parte dell' occhio destro.

Nello stesso istante vidi mia madre scendere le scale e cercai di non farmi notare, o mi avrebbe fatto scaricare pacchi su pacchi e buste su buste e sinceramente avevo di meglio da fare...

-Dana!-

Come non detto.

Ritornai indietro sui miei passi ed entrai nel giardino dei presunti vicini.

-Ciao mamma...-

Salutai con un gesto veloce della mano.

-Vieni forza aiutiamoli a scaricare tutta questa roba-

-certo.-

Risposi fredda.

Mi avvicinai all'enorme Polo blu parcheggiata di fronte al garage dove fino a poco fa mia sorella se ne stava a parlare con quel ragazzo.

Mi avvicinai alla macchina con fare sospettoso vedendo il ragazzo castano praticamente infilato nell' enorme bagagliaio mentre stava risistemando I sedili abbassati dell' auto.

-Posso... aiutarti?-

Lo vidi voltarsi di scatto e squadrarmi dall' alto verso il basso con I suoi occhi acquamarina, come se un' entità aliena gli avesse chiesto di aiutarlo con la sua navicella spaziale in panne nel retro di casa sua.... decisamente troppo fantasy.

-Si ... ehm ... no! no.-

Disse cercando di contenersi, alzai gli occhi al cielo e ritornai in giardino mentre mia madre stava parlando con una signora, forse poco più giovane di lei dagli occhi dello stesso colore di quelli del ragazzo.

Jane che intanto la teneva per mano si voltò di scatto sentendo I miei passi dietro di lei.

-Sorellona!-

Disse correndo ad abbracciarmi, mi abbassai e ricombiai l'abbraccio spostandole I ricci color miele dalla spalla per poterci appoggiare il mento.

-Ciao...-

Sussurrai al suo orecchio.

-Hai ancora usato quelle cose nel pacchetto?-

Sussurrò riferendosi alle sigarette.

-Sh.. solo una ... si sente molto?-

Risposi pacata io.

Non avevo minimamente pensato alla puzza di quella roba rimasta ancora addosso a me, solo ora mi stavo rendendo conto che quel maledetto odore era rimasto sia sulla mia giacca che tra I miei capelli.

-Un po'-

Rispose lei.

-Mantieni il segreto d'accordo?-

Lei annuì così sospirai e mi rialzai prendendola per mano.

Raccolsi lo zaino rimasto a terra e poi mi incamminai verso mia madre e quella donna.

-Ah! Dana vieni qui voglio presentarti Johanna.

Mi incamminai verso le due donne e sorrisi alla donna rossiccia che mi offriva un dolce sorriso.

Ricambiai e le strinsi la mano.

-Johanna questa è mia figlia maggiore Dana, Dana lei è la nostra nuova vicina si chiama Johanna-

Ci presentò mia madre.

-Piacere Dana-

Esordii

-Piacere mio io sono Johanna!-

Rispose la donna con voce allegra e pacata.

-Ti presento anche mio figlio Louis ...-

Disse girandosi intorno poi richiamò il ragazzo che stava chiudendo la macchina.

-Louis!-

Il ragazzo si girò di scatto infilando le chiavi in tasca, e a testa bassa venne verso di noi spostando di nuovo la frangia troppo lunga.

Infilò la lingua tra le labbra inumidendole e si avvicinò a noi sorridendo.

Di sicuro non era riuscito ad incantarmi ne prima, ne ora.

Rimaneva il solito ed insulso ragazzo perfetto il classico tipo dei film insulsi per liceali dove mezza scuola sbava dietro a questa specie di mito vivente... patetico.

Certi tipi non mi incantavano affatto.

-Louis lei è Dana!-

Disse la donna con voce evidentemente eccitata.

-Piacere ... Louis-

Disse lui placidamente.

-Dana.-

Risposi fredda stringendogli la mano con fare disinteressato.

Lui sorrise mostrando due file di denti perfettamente bianchi.

Sforzai un sorriso alzando appena gli angoli delle labbra.

Era tutto così forzato ... una di quelle tipiche situazioni di circostanza in cui odiavo ritrovarmi.

-Bhe ... Grazie dell'aiuto Margot, allora ... il mio numero lo hai ed io ho il tuo. Per qualsiasi cosa chiamami!-

-Va bene! Anche tu conta pure su di me se hai bisogno di qualcosa!-

Dissero scambiandosi un abbraccio e un bacio sulla guancia

-Ciao! Ciao ragazze!-

Disse la donna

-Arrivederci signora!-

Risposi io per tutte e due

-Ciao Johanna!-

Scambiarono gli ultimi convenevoli e poi io, mia madre e mia sorella ce ne tornammo a casa.

Appena varcata la soglia di casa appoggiai a terra lo zaino e tolsi le scarpe ormai diventate fastidiose, feci per salire le scale per andarmene in camera ma la voce di mia madre mi fece tornare indietro

-Signorina!-

-si?-

-Vieni qui-

Disse secca.

L'ansia stava salendo sempre di più, pregai che non avesse scoperto il fatto che avessi fumato quella maledetta sigaretta.

-Che c'è?-

Dissi cercando di essere il più disinvolta possibile.

-Hai per caso ripreso a fumare?-

Beccata in pieno.

Il battito riprese più velocemente di prima.

-No-

Dissi cercando di mantenere la calma.

-Non mentirmi!-

Sbraitò.

Sussultai dopo che le sue urla arrivarono alle mie orecchie, morsi l'interno della mia guancia e spostai lo sguardo verso la figura minuta di mia sorella Jane che si stava nascondendo dietro lo stipite della porta del salotto.

-E anche se fosse?!?-

Sbraitai anche io

-Non puoi dirmi ciò che posso e non posso fare!-

-Certo che posso! Io sono tua madre!-

Urlò lei

-No che non lo sei! Non lo sei mai stata!-

-Abbiamo già parlato di questo! Il fatto che tu sia stata adottata non cambia il rapporto fra me e te! Tu devi obbedirmi in ogni caso! Hai capito?-

Sentii gli occhi incominciare ad inumidirsi e prudere... come poteva essere così crudele con me?

La odiavo già abbastanza e non volevo soffire per colpa sua.

Morsi ancora di più l'interno della guancia e cercai di ribattere alle sue parole anche se la giornata era già andata di merda e non volevo peggiorarla ulteriormente.

Richiusi la bocca ed abbassai lo sguardo cercando disperatamente di coprire le ennesime lacrime che scendevano lungo il viso.

La sorpassai e salii di corsa le scale incominciando a singhiozzare, aprii la porta e la richiusi a chiave dietro di me.

-Avrei preferito morire piuttosto che venire adottata da te ...-

Sussurrai tra I singhiozzi prima di lasciarmi cadere a terra in un pianto liberatorio.

 

*Spazio autrice*
Ciao a tutti scusate per la lunghissima assenza, so di aver fatto aspettare tantissimo per una recensione o qualcos'altro ... non volevo giuro ma non ho più avuto tempo di aggiornare o scrivere cose nuove, giuro che mi impegnerò di più.
Ad ogni modo spero che questo primo capitolo possa piacervi :)
PS: se non trovate più la storia su Zayn sul mio profilo c'è un perchè ... l'ho cancellata non mi convinceva scusatemi anche per questa ma davvero non mi piaceva più.
A presto,
SimpleButEffective1

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Capitolo 2
*** One more night ... ***


Mi risvegliai.

Il mio corpo intrecciato fra le lenzuola candide era ancora accaldato e sudaticcio.

Decisi di alzarmi, non potevo rimanere tutto il giorno a letto o quando mia madre sarebbe tornata a casa la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata venire in camera e fare mille domande, infine la conversazione sarebbe sicuramente terminata con urli ed insulti come accadeva di solito.

Recuperai il telefono rimasto nella tasca del mio giacchino nero e controllai l'ora.

Erano le undici e mezza di un' uggiosa Domenica di Settembre.

Mia madre era sicuramente all' ospedale, ricordai che oggi aveva il turno dalle nove di mattina alle tre di pomeriggio.

Di sicuro sarebbe passata da mia zia prima di tornare a casa, così prima delle sette di questa sera non sarebbe ritornata a casa.

Pertanto Jane probabilmente era da sua zia.

Bloccai il telefono e lo appoggiai sul letto, passai le mani fredde sulle palpebre strofinandomi gli occhi ancora arrossati dalla sera prima.

Mi avvicinai alla finestra, il ragazzo della casa accanto era in giardino, stava ... stava montando una specie di mini campo da calcio.

Rimasi a fissarlo da dietro quella maledetta finestra.

Lo guardai spostarsi per tutto il giradino spostando un cinesino di pochi centimetri, risistemando la rete e posizionando il pallone al centro del campo; anche se sembrava costantemente insoddisfatto e correggeva cose che probabilmente andavano già bene prima.

Lo guardai girare su stesso ammirando il suo lavoro.

Di scatto alzò il volto verso l'alto come se avesse sentito che I miei occhi lo stavano seguendo in ogni movimento.

Quello stramaledetto sorriso comparve di nuovo sul suo volto mostrando quelle file di denti perfettamente bianchi.

Mi tirai subito indietro scocciata e tirai le tende.

Mi ero fatta beccare come una stupida principiante.

Sbuffai e mi guardai intorno, quando il mio sguardo venne catturato dal display del telfono che incominciò ad illuminarsi, mi avvicinai al tavolo e vidi il nome di Tyler pervadere lo schermo.

Presi in mano quello stupido aggeggio contemplando il suo numero scritto sul display.

Era pazzesco il fatto che stessi ancora chiedendomi se avessi dovuto rispondere o meno.

In fondo lo odiavo no?

Sfiorai il tasto rosso.

Non era una scelta così ardua in fondo.

Dovevo solo premerlo e trascinarlo verso sinistra, quanto poteva essere difficile?

Dopo tutto il male che mi aveva fatto lo meritava.

E allora perchè non riuscivo a farlo?

Perchè non riuscivo a farla finita?

Perchè invece di schiacciare il rosso, schiacciai il verde?

Perchè ero così ostinata e cocciuta?

Perchè?

Morsi il labbro inferiore e risposi... scelta sbagliata.

-Pronto?-

Dissi cercando di sembrare il più glaciale possibile

-Dobbiamo parlare-

Il suo tono estremamente serio mi fece raggelare, deglutii e risposi

-Quando?-

-Ora. Scendi. Sono qui sotto.-

Disse chiudendo la chiamata in fretta e furia.

Deglutii di nuovo e praticamente terrorizzata mi voltai verso la finestra scostando di poco le tende.

Lo vidi.

Sempre accigliato.

I suoi capelli neri ricadevano lungo parte del suo volto, ed i suoi occhi verdi erano semichiusi mentre cercava di accendere la sigaretta che teneva stretta fra le labbra.

Deglutii di nuovo vedendolo appoggiarsi alla sua Audi TT nera mentre aspirava il contenuto di quella che probabilmente non era una semplice sigaretta.

Mi andai ad infilare qualcosa di pulito e pettinai I miei capelli, niente di più.

Uscii dalla mia camera e corsi giù per le scale, indossai le scarpe e la giacca uscendo di casa.

Mi incamminai verso di lui.

Più mi avvicinavo, più riuscivo a sentire un nodo formarsi alla bocca dello stomaco.

Si voltò di scatto e solo a quel punto mi diedi della cretina per non aver semplicemente ignorato quella stupida chiamata.

Vidi un sorrisetto subdolo formarsi ai lati delle sue labbra... che essere schifoso.

Mi avvicinai cercando in tutti I modi di mascherare la mia fottutissima ansia.

-Ciao piccola-

Sussurrò cercando di sfiorarmi il mento con le dita anche se glie lo impedii

-Non mi chiamare piccola ...-

Dissi in un sospiro.

Lo vidi ridacchiare ed abbassare la mano prendendo altri due tiri dalla presunta canna mentre io rimasi lì a fissarlo.

Sposstando I suoi maledetti occhi purtroppo se ne accorse. Maledizione.

-Vuoi?-

Disse offrendomi quella roba sbuffandone fuori il contenuto.

Scossi la testa.

-Ho smesso-

Dissi

-Oh certo. Dana Ray che rifiuta una canna! Come no.-

Rispose credendo di risultare simpatico

-Ho smesso molto tempo fa con questa roba-

-Molto tempo fa eri decisamente più interessante.-

Sentenziò lasciandomi spiazzata di fronte a quell' affermazione.

Inspirai l'aria fredda cercando di contenermi dal prenderlo a cazzotti in pieno viso. Per di più in strada, nel mio quartiere, dove tutti conoscevano tutti.

Sicuramente l'aveva fatto apposta.

Sapeva che se ci fossimo trovati in un luogo più appartato non avrei avuto nessun problema a puntargli una pistola alla testa.

Qui era praticamente al sicuro.

Verme.

- È per questo allora...-

-Che cosa dolcezza?-

Disse lui

-Che mi hai lasciato per una zoccola cosa secondo te?-

Sbraitai incominciando ad infastidirmi

-Eri solo del buon sesso ... tutto qui. Quando stavo con te mi divertivo a letto. Poi sei diventata insipida e piano piano sempre più insignificante.-

Sputò fuori senza il minimo ritegno tutte quelle parole.

Ero del buon sesso.

Insipida, Insignificante...

Nient'altro.

Certo. Solo del buon sesso.

“Buon sesso”

Quella frase continuava a rieccheggiare nella mia mente.

Morsi l'interno della mia guancia destra e trattenni tutta la mia rabbia.

-Solo del buon sesso eh?-

Dissi sfoggiando uno dei sorrisi più falsi nella storia dell' intera umanità.

Lui annuì.

-Esatto-

-Sparisci Oakins-

-In realtà ...-

-Ho detto sparisci-

Lo ascoltai sospirare.

Buttò a terra il mozzicone e fece il giro della macchina per arrivare dalla parte del guidatore.

-Non è finita qui Ray. Sappilo.-

Sputò facendomi irrigidire. Distolsi lo sguardo dal suo verde intenso puntandolo sul mozzicone gettato a terra poco prima.

La cenere ancora rossa lentamente divenne scura e nera.

Improvvisamente il motore della macchina venne acceso e riscaldato.

Lo ascoltai rombare nelle mie orecchie quasi con prepotenza, come se volesse entrarmi in testa e farmi impazzire.

Pochi secondi dopo il veicolo nero era già sparito dietro una delle tante viette.

Sospirai alla vista del mozzicone ora completamente inumidito dalla pioggia caduta sull' asfalto durante la notte.

Mi strinsi nella giacca e feci per tornare verso casa quando una voce .... la sua voce mi fece voltare di scatto.

-Chi era quello?-

Disse riferendosi evidentemente a Tyler

-Nessuno.-

Risposi io.

-Come nessuno? Si capiva benissimo dal modo in cui ti guardava che quello non era tuo amico.-

Non mi erano mai piaciuti gli impiccioni e questo Louis lo stava diventando.

Non sapeva niente ne di me ne della mia vita, come poteva pretendere che gli sputassi in faccia la verità su di lui?

La cosa mi stava davvero infastidendo.

-Senti Superman dei miei stivali, tu pensa a salvare qualche gattino in pericolo su qualche fottuto albero che alla mia vita ci penso io.-

Risposi secca ammutolendolo.

Rimasi a guardarlo mentre si mordicchiava il labbro inferiore.

Abbassai lo sguardo e me ne andai il più in fretta possibile per evitare qualsiasi altra domanda o un probabile insulto.

Ne avevo avuto abbastanza anche per oggi.

*Spazio autrice*
Buonasera a tutti! 
Troppo formale ahahahah 
Volevo innanzi tutto ringraziare elidirectioner2010 per la recensione che mi ha lasciato nel capitolo precedente, spero aumenteranno col tempo e con l'aumentare dei capitoli!
Grazie anche a tutti quelli che io chiamo i miei lettori silenziosi! ;)
Ad ogni modo! Sono riuscita ad aggiornare prima del previsto semplicemente perchè ho finito di studiare ad un' ora decente, ho fatto la doccia la piastra e adesso sono qui!
Suppongo che non vi interessi minimamente cosa faccio quindi perdonatemi il monologo!
Non so quando riuscirò ad aggiornare con il prossimo capitolo, spero presto!
Ultime due cose...
Un grazie speciale va alla mia pazza preferita che so che starà leggendo il capitolo perciò .. Grazie Benny!!!
Perchè mi sopporta e soprattutto legge tutti i miei schizzi mentali ahahahhah
Un altro grazie va ad un' altra mia amica ... Grazie Vale!!!
Dedico a lei questa storia che mi commenta sempre con tanto affetto!!!
Ultimissima cosa e poi me ne vado giuro!
Se vi va ... solo se vi va lasciatemi una recensioncina, mi farebbe davvero piacere.
Anche critiche basta che siano costruttive ahahahah ;)
(Perciò non un mi fai schifo, sei una bimbaminchia e cazzate varie lol)
Detto tutto questo vi saluto,
al prossimo capitolo bellezze! <3

-SimpleButEffective1-
PS: No The A Team di Ed no vi prego! Amo quella canzone? T_T A voi piace? Fatemi sapere anche questo se vi va! Ok ... ho capito evaporo ... sciau. ;)

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Capitolo 3
*** It's a new start ... ***


Entrai in casa sentendo piano piano il freddo abbandonarmi.

Me ne andai al piano superiore e mi infilai in bagno chiudendo a chiave la porta.

Anche se nessuno era in casa per me ormai era diventata un' abitudine chiuderla a chiave.

Azionai il getto di acqua calda che immerse la doccia in un dolce tepore.

Legai I capelli e mi svestii entrando in fretta dentro.

Lasciai che l'acqua calda mi riscaldasse ulteriormente, mi lavai con cura ed uscii avvolgendomi in un enorme asciugamano.

Slegai I capelli lasciando che ricadessero morbidi lungo le spalle.

Uscii dal bagno e me ne andai in camera scegliendo dei vestiti puliti da indossare.

Quando mi fui cambiata scesi e me ne andai in cucina, rovistai per un bel po' tra le varie pentole e pentolini prima di trovare quello per preparare il the, lo riempii d'acqua e lo misi sul fuoco.

Accesi i fornelli e recuperai una delle bustine di the nero dal pacchetto di fanco a me.

Improvvisamente sentii delle grasse risate provenire da fuori.

Presa dalla curiosità mi afacciai alla finestra scostandoleggermente le tendine bianche.

Vidi Louis accogliere calorosamente un gruppo di quattro ragazzi.

Tutti così dannatemente diversi nella fisionomia, nel vestire e nel modo di comportarsi ... eppure così amici.

Li invidiavo.

Tra donne non funzionava assolutamente così, se sei diversa da loro automaticamente diventi la sfigata e l'oggetto delle loro prese in giro.

Io lo sapevo. L'avevo sperimentato. A mie spese ovviamente.

Li salutò tutti molto calorosamente partendo da un ragazzo riccio e castano, il più alto del gruppo, ma anche il più giovane.

I suoi indomabili ricci erano trattenuti da una vistosa bandana rossa e blu, questo mi permise di notare I suoi meravigliosi occhi verde smeraldo.

La sua statura di certo non passava inosservata ... anche il suo gusto nel vestire poteva essere benissimo degno di nota per l' accozzaglia di forme e colori completamente differenti fra loro.

Non fosse stato per la sua aria perennemente annoiata, sarebbe potuto risultare anche vagamente attraente.

Passò poi ad un rgazzo moro, anche lui aveva una fascia nera che raccoglieva I capelli color carbone.

I suoi occhi scuri come la notte erano la cosa più attraente che avessi mai visto, il loro taglio ricordava molto quello degli occhi di una lince.

I suoi lineamenti magrolini e spigolosi facevano dedurre che mangiare non fosse una delle sue priorità.

Quel giorno indossava una camicia nera tre volte più grande di lui, una canottiera nera, dei jeans skinny neri ed anfibi logori ai piedi, adoravo il suo stile.

Inoltre la vernice blu sulle sue mani mi fece intuire che fosse una specie di artista, o magari uno street artist chi lo sa.

Mi sarebbe piaciuto poter osservare qualche suo lavoro sempre che le mie assurde teorie fossero esatte.

D'improvviso un ragazzo biondiccio sembrava quasi tinto saltò fra le braccia di Louis.

I due persero l'equilibrio già precedentemente precario e Louis finì con il sedere a terra emettendo un suono gutturale e poi un lamento mentre il biondino ancora steso su di lui stava ridendo sguaiatamente.

-Oh ... Niall spostati!-

Sbottò Louis spingendolo via.

Il ragazzo si alzò e gli offrì una mano per rialzarsi che lui accettò ben volentieri massaggiandosi poi una chiappa.

-Cos'è Lou? Hai paura di non riuscire più a concorrere con Beyoncè dopo questa rovinosa caduta?-

Esordì il riccio con voce roca.

-Oh fai silenzio Harold, Beyoncè può solo sognare gli ammortizzatori che possiedo io!-

Disse infastidito facendo scoppiare gli altri in una fragorosa risata.

Il riccio alzò le braccia al cielo mentre se la rideva sotto I baffi mentre un altro ragazzo ancora scosso da una lieve risata si avvicinò a Louis avvolgendolo in un gran abbraccio

-Ahahahah Ciao Lou!-

Disse così velocemente che feci una fatica pazzesca per stargli dietro.

Non parlava di certo come una persona normale.

A differenza degli altri però era di una normalità allucinante, sembrava appena tornato da un addestramento in marina, I suoi capelli tagliati corti e precisi, una barba curata ed un volto fresco e pulito, esattamente come dovrebbe presentarsi un militare.

Anche il modo di vestire ricordava molto lo stile che avevano I militari degli anni 80, giacche in pelle, magliette bianche e jeans infilati dentro a stivali enormi.

I suoi occhi color cioccolato però esprimevano un senso di felicità pura e di spensieratezza tipici di un bambino.

Carino, ma di sicuro non il mio tipo.

A dire la verità nessuno sarebbe mai stato il mio tipo.

Li lasciai scherzare richiudendo le tende e tornando in cucina, dove vidi l'acqua oramai calda essere pronta per essere inserita nella teiera.

Così spensi il fornello e inserii il filtro all' interno versando poi tutta l'acqua, sciacquai poi il pentolino e lo misi ad asciugare.

Aspettai pochi minuti prima che l'acqua si tingesse di un bel colore marroncino scuro.

Buttai il filtro e versai il the nella mia tazza osservando come liberasse intense nuvolette bianche di vapore.

Presi dei biscotti e la mia tazza avvicinandomi di nuovo alla finestra sentendo delle urla e degli schiamazzi, scostai di nuovo le tende questa volta aggrottando le sopracciglia.

Vidi I ragazzi di poco fa già sudici e sporchi di erba e terra che si stavano letterlmente accalcando per possedere uno stupido pallone da calcio.

Alzai gli occhi al cielo ... ahh uomini.

Non li avrei mai capiti.

Perchè spreacavano le loro giornate dietro ad uno stupido pallone?

In fondo era solo una stupida sfera che rotolava a terra, sinceramente non ci trovavo niente di divertente.

Richiusi le tende con uno scatto e me ne andai in soggiorno, appoggiai il the sul tavolino e mi avvicinai alla biblioteca in mogano di mia madre, l'unica parte della casa che adoravo.

Lessi in fretta I vari titoli di libri letti più e più volte fino alla nausea finchè non fermai il mio sguardo su quello che avevo in assoluto letto un miliardo di volte, che conoscevo a memoria e che più amavo.

Orgoglio e Pregiudizio, Jane Austen.

Amavo quel libro.

Lo presi fra le mani e lo aprii ricominciando a leggere dal segno lasciato nelle pagine lette nelle settimane precedenti.

Ciao ciao mondo.

**

Scorsero ore su ore, minuti su minuti e presto si fecero le sette.

La vibrazione del mio telefono mi fece sobbalzare, ricevetti un messaggio da parte di mia zia.

Mi ha chiesto tua madre se puoi venire tu a prendere Jane, lei farà tardi. Ti aspetto.”

Risposi digitando con due semplici mosse la risposta ed infilai le mie logore vans ed un giaccone.

Infilai le chiavi in tasca ed uscii di casa passando di fronte alla casa di Louis.

I suoi amici se ne erano andati chissà da quanto ed io non me ne ero nemmeno accorta.

La lettura mia assorbiva completamente, quando incominciavo qualcosa raramente riuscivo a lasciarlo in sospeso, di solito o lo lasciavo a metà oppure lo finivo.

Ogni volta che terminavo, un nuovo libro mi si presentava di fronte e allora una golosa attrazione mi incoraggiava ad estrarlo da quella libreria in mogano e sfogliarne le pagine anche solo per sentirne l'odore.

-Dove vai?-

Disse una voce interrompendo I miei pensieri.

Mi girai di scatto osservando la sua figura ora ripulita da tutto quel fango che appoggiata alla recinsione mi guardava curiosa con I suoi grandi occhi celesti.

-Non credo siano affari tuoi quello che faccio. Ne abbiamo già parlato mi pare-

Dissi ricominciando a camminare, lo sentii scavalcare la recinsione e rincorrermi

-Oh dai ... è solo una curiosità ... in fondo dovrai pur parlarmi un giorno-

-Magari .. un giorno .... lontano ... magari!-

Risposi infastidita.

-Senti. So di non esserti particolarmente simpatico. L'ho capito. Non ne capisco il motivo ma lo rispetto. Non posso di certo risultare simpatico a tutti. Però ... mi piacerebbe conoscerti meglio .. Dana vero?-

-Esatto.-

Risposi di scattò facendolo sorridere.

Stese un braccio e spalancò la mano.

-Che ne dici... ci stai?-

Lo guardai negli occhi.

In fondo potevo anche provare, non sembrava un completo pazzo, ma nemmeno un grande stronzo.

Titubante strinsi la sua mano provocandogli un altro enorme sorriso.

-Allora? Dove stai andando?-

-A prendere mia sorella-

I suoi occhi di illuminarono.

-Uhh!! Posso venire con te?-

Questa domanda mi lasciò senza parole, Tyler non aveva mai nemmeno voluto sapere come fosse fatta mia sorella.

Si ma lui è un grande stronzo Dana, tienilo sempre a mente.

Esatto, un grande stronzo.

Serrai la mascella solo ricordando di chi fino a pochi anni prima fossi stata perdutamente innamorata e a causa del quale avevo sofferto fin troppo.

Scrutai Louis che esitante stava ancora aspettando una mia risposta.

-Va bene-

Dissi.



*Spazio autrice*
Ehilà!!!
Come va?
Lo so sono stata assente per dei giorni perdonatemi ma mi è successo di tutto.
Innanzitutto la scuola non mi ha dato un attimo di respiro, inoltre mi sono lettereralmente quasi rotta un mignolo a ginnastica. Grazie a Dio ora sto molto meglio. :)
Ad ogni modo so che non ve ne può fregare di meno come si dice da me quindi, vi do già una brutta notizia.
Non so se la settimana prossima riuscirò ad aggiornare perchè sarò piena di interrogazioni, compiti e sarà anche il mio compleanno quindi ... eh eh .. non odiatemi.
Detto questo che il capitolo vi sia piaciuto. :)
Lasciate una recensioncina, mi farebbe molto piacere ;)
Alla prossima bellezze.
Grazie per leggere la mia storia e per chi la recensisce. <3
Un bacio,

-SimpleButEffective1-

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Capitolo 4
*** Those blue eyes .... ***


Camminammo per vari minuti nel più completo silenzio lungo quelle mille stradine buie e fredde.

Le mie mani si stavano gelando, così fui costretta ad affondarle nelle tasche.

Il mio povero naso anch''esso ormai completamente congelato era sicuramente diventato rosso, e certamente il vento gelido che si infiltrava dalle vie parlallele non mi aiutava affatto.

-Senti freddo?-

Chise Louis al mio fianco.

Lo guardai negli occhi, il loro blu magnetico ora era quasi diventato nero a causa della mancanza di luce.

-No ...-

Ridacchiò.

-Però stai tremando come una foglia-

-Non preoccuparti … davvero-

Ribattei.

Altri secondi di interminabile silenzio seguirono le mie parole prima che lui parlasse di nuovo

-Non ti arrendi mai vero?-

-Come scusa?-

-Sei troppo orgogliosa per chiedere aiuto, sei una ragazza ...-

-Testarda?-

Suggerii

-Forte.-

Disse lui lasciandomi leggermente sbalordita.

Nessuno mi aveva mai detto quelle cose, o forse ero solo io ad essere così fottutamente insicura tanto da pensare di essere sempre così debole in ogni situazione.

-Grazie.-

Dissi facendolo leggermente accigliare

-Per cosa?-

Chiese spostando il suo sguardo nel mio.

-Per quello che mi stai dicendo … nessuno me lo aveva mai detto prima.-

Lui sorrise.

Altri minuti di silenzio invasero quello spazio lasciato vuoto in attesa di una sua risposta.

-Prego-

Sorrisi guardandolo, lui ricambiò cortesemente.

A questo punto immaginavo che avrei dovuto incominciare una qualsiasi conversazione.

Si ma di cosa avremmo parlato?

Non ero mai stata un genio nel conversare con altre persone.

-Ahem … c-come mai tu e tua madre vi siete traferiti qui?-

-Ci piaceva il posto, avevamo bisogno di calma e serenità.-

Rispose pacato.

-Capisco ...-

La conversazione cessò di nuovo.

Ci fermammo di fronte alla luce rossa di un semaforo aspettando impazientemente che diventasse verde.

Pochi secondi dopo si colorò di un' intensa luce verde.

Riprendemmo a camminare prima più velocemente, poi una volta arrivati al marciapiede successivo continuammo con un' andatura regolare.

-Posso... posso farti una domanda?-

Disse la sua voce rompendo l'ennesimo silenzio creatosi fra di noi.

-Dimmi-

Risposi subito.

-Tua … sorella... e tua madre. Insomma, sono così diverse da te … hai preso tutto da vostro padre scommetto-

Sorrisi amaramente.

Io un vero padre non ce l'avevo mai avuto, così come una vera famiglia.

Inspirai l'aria gelata di quella strana Domenica.

-In realtà … ah lascia stare non dovrei nemmeno startele a raccontare certe cose-

Sbraitai

-Era solo per sapere non ho interessi precisi, sta tranquilla-

-Io sono tranquilla-

Ribattei

-Sai … non sembra-

Lo fulminai con lo sguardo intimandogli di tapparsi la bocca.

Stava tornando ad essere irritante con le sue mille domande e curiosità, anche se in fodo non potevo continuare ad essere così acida con le persone o sarei rimasta completamente sola.

Sospirai, sentivo che il nodo in gola si stava per formare, deglutii non so quante volte prima di buttare fuori quelle maledette parole tutte d'un fiato.

-Sono stata adottata-

Louis fermò I suoi passi di fianco a me, io feci lo stesso fermandoci entrambi in un grande spiazzo.

La sua figura di fronte alla mia venne illuminata dalla brillante luce dell' insegna led del locale alle sue spalle.

Spostai il mio sguardo nei suoi occhi, erano azzurri e limpidi come il cielo d'estate ma stavolta pieni di compassione.

Odiavo quando le persone mi guardavano in questo modo per il semplice fatto di essere stata adottata.

Fanculo, pensavo che almeno lui fosse diverso.

Ma alla fine cosa pensavo?

Era esattamente come tutti gli altri.

-Cos'hai da guardare?-

Scattai

-In fondo sono uguale a te anche se la mia vera madre è una zoccola ed il mio vero padre un ubriacone.

Ho il tuo stesso cervello, la stessa pelle, le stesse ossa, sono umana e ragiono esattamente come te, la mia vita fa solo un tantino più schifo della tua e con molta probabilità per il futuro ho ben due opzioni tra cui scegliere, diventare anche io una zoccola o ubriacermi nei bar ad ogni ora del giorno e della notte, perciò smettila di guardarmi con compassione per favore.-

Sbraitai.

I suoi occhi si indurirono, serrò la mascella e riprese a camminare.

Incominciai a camminare più velocemente per potergli stare dietro.

-Cos'è? Adesso fai anche l'offeso?-

Si fermò serrando I pugni.

Io lo raggiunsi giusto il tempo che servì per vederlo voltarsi

-Tu parli della tua vita come se tutto andasse di merda in realtà non ti accorgi che tua sorella ti vuole un bene dell' anima, che tua madre si preoccupa tanto per te e che nessuno ti tratta diversamente solo perchè sei stata adottata, è un' idea tua questa-

-Non venirmi a fare la morale quando non sai un cazzo della mia vita, odio le persone che lo fanno-

-Si vede da come ti guardavano ieri o da come tua sorella mi parlava di te.

Ha una specie di ammirazione per te, dice che tu sei la sua combattente perchè tu non piangi, non crolli mai, dice che un giorno vorrebbe essere come te.

Forse non ti rendi conto che dicendo queste cose finirai per convircetene e quando arrivarà il momento la deluderai crollando di fronte ai suoi occhi mentre in realtà dovrai rimanere forte nonostante tutto.

Tu sei il suo faro di speranza.

Non deluderla.-

Terminò.

Rimasi senza fiato, quelle parole erano così fottutamente vere che quasi mi tolsero completamente il respiro.

Ora la domanda più ovvia che mi venne in mente fu … come mai lui parlava in quel modo se fratelli o sorelle non ne aveva?

La risposta come la domanda sorse spontanea … lui era crollato di fronte a qualcuno che amava deludendolo.

In ogni caso non ebbi ne la forza mentale o fisica per reggere un' eventuale risposta a quella domanda che volevo porgergli.

Sorrisi.

Fu l'unica cosa che mi risultò più spontaneo fare.

Lui ricambiò questa volta con un mezzo sorriso evidentemente sorpreso anche lui dalle sue parole.

Il mio sguardo continuava a vagare nel celeste dei suoi occhi, mi sentivo quasi persa dentro a quel cielo infinito, era qualcosa di così rilassante e seducente poter solo per un attimo fissarsi in quegli occhi così pieni di purezza.

Distolsi lo sguardo o sarei completamente naufragata in quel blu cristallino.

Spostai il mio sguardo sull' asfalto grigio della strada, presi un respiro profondo e dissi

-Dobbiamo .. dobbiamo continuare è … tardi-

Con la coda dell' occhio lo vidi annuire flebilmente così continuai a camminare seguita dalla sua presenza costantemente al mio fianco.

I minuti seguenti furono completamente trascorsi nel più totale silenzio fino a che non mi fermai di fronte al portone di casa di mia zia.

-Tua zia vive qui?-

Chise lui smorzando il silenzio.

Mi limitai ad annuire poi mi avvicinai ai tanti campanelli affissi al muro di fianco al portone e suonai il terzo.

Aspettai pochi minuti prima che la voce acuta di mia zia arrivasse alle mie orecchie.

-Chi è?-

Chise quasi infastidita

-Zia … sono io Dana-

-Oh Dana! Ti stavamo aspettando, vieni sali-

Disse chiudendo la conversazione ed aprendo il portone.

Lo scostai di poco e lasciai che si aprisse, entrai all' interno del edificio e lasciai che Louis mi seguisse, chiamai l'ascendore ed aspettai con lui al mio fianco.

-Dici che starà dormendo?-

-é probabile, soprattutto a quest'ora-

Risposi

-Mh.-

Mugugnò lui in risposta.

L'ascensore arrivò pochi secondi dopo, aprii la porta di metallo ed entrai insieme a lui lasciando che si richiudesse alle mie spalle prima di schiacciare il numero 3.

Aspettammo che l'ascensore scattasse e si alzasse, l'aria era imbarazzante quasi pesante e qualche sguardo furtivo venne scambiato.

Quando si bloccò uscii di fretta trovando mia zia già sulla porta con Jane completamente infagottata fra le sue braccia che serenamente dormiva appoggiata alla sua spalla.

Sorrisi e mi avvicinai a lei prendendo in braccio Jane stringendola a me stando attenta a non svegliarla.

-Farò il più in fretta possibile per non farle prendere freddo.-

Mia zia mi sorrise passandomi una mano sulla guancia

-Stai attenta anche tu ok?-

Annuii, feci per voltarmi ma il suo tocco mi fermò così mi girai

-Oh .. ehm .. so che sembra indelicato chiedertelo ma … chi è quel bel ragazzo dietro di te?-

Mi voltai ed osservai Louis aspettarmi affiancato all' ascensore mentre fissava la punta delle sue scarpe.

-Oh si chiama Louis .. è … è un mio amico stavamo facendo una passeggiata e si è offerto di accompagnarmi-

-Oh ma che gentile. Ringrazialo tanto eh mi raccomando-

Si premurò mia zia

-Si zia tranquilla. Buonanotte.-

-Buonanotte cara.-

Le sorrisi prima che chiudesse completamente la porta dietro di lei.

Mi girai su me stessa accarezzando I capelli di Jane sentendo che si stava muovendo, la sentii muovere la testolina ed infilarla nell' incavo del mio collo prima di sospirare.

Sorrisi e mi avvicinai a Louis che mi sorrise a sua volta.

Chiamò in fretta l'ascensore e quando fummo dentro ed incominciammo a scendere avvertii tutto il peso di Jane fra le mie braccia e questo mi fece appoggiare la schiena contro la parete di metallo per reggermi.

-Devo tenerla io?-

Chiese Louis agitato.

-No tranquillo, ce la faccio-

Quando l'ascensore si fermò uscimmo e Louis aspettò che io uscii prima di chiudere la porta.

-Grazie...-

Dissi timida mentre uscii aspettando che aprisse il portone.

Lo ringraziai di nuovo ed uscii prontamente investita da un vento dannatamente freddo.

Aspettai che anche Louis fosse uscito e poi incominciai a camminare questa volta verso casa mia.

Il silenzio venne smorzato quando la testolina di mia sorella si sfregò sulla mia spalla e lei si svegliò.

-Ehi … bambolina … sono Dana … ti sto portando a casa dalla mamma ...-

La sua vocina roca rispose

-Dana...?-

Sfregò I suoi occhi e mettendo meglio a fuoco mi sorrise poi spostò lo sguardo su Louis

-Ciao Louis!-

Disse contenta

-Dana sei venuta qui con lui?-

Mi chiese.

Non feci in tempo a rispondere perchè Louis mi precedette.

-Oh no … l'ho voluta accompagnare io per poter fare da cocchiere a questa bellissima principessa-

Disse dandole accarezzandole una guancia scatenando una sua timida risata.

-Perciò … posso mia signora?-

Disse stendendo le braccia verso di lei, facendola annuire la prese saldamente fra le braccia e lui si accovacciò poco sotto la curva del suo collo addormentandosi in fretta.

Sorrisi loro e Louis ricambiò il mio sorriso, così mimai un 'Grazie' con le labbra ricevendo un movimento della sua testa come per dire … 'Non c'è di che .. sono contento di poterlo fare'.

Il tutto raccolto in un banale gesto, che forse tanto banale non era.



*Spazio autrice*
Buoooon pomeriggio a tutti/e,
Allora innanzi tutto amatemi perchè sono riuscita a pubblicare il capitolo! Ahahahah no scherzo!
Spero davvero che la storia piaccia a chi la sta leggendo ... e spero davvero che mi lascerete qualche recensioncina in più! ;)
Cooomunque ringrazio quelli che la stanno leggendo e chi recensisce sempre! ;) <3
Spero davvero che continuiate a seguirla, anche se non so davvero quando pubblicherò il prossimo capitolo.--

Un  bacione,
-SimpleButEffective1- 

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Capitolo 5
*** And it was all yellow... ***


Durante il tragitto del ritorno non scambiammo una sola parola, il silenzio era piombato tra di noi subito dopo che Jane aveva appoggiato la sua testolina sulla spalla di Louis.

Appena arrivati di fronte al portone di casa Louis mi sorrise

-Cavolo mi dispiace ..-

dissi

-Per cosa?-

Domandò

-Di averti fatto portare Jane per tutto questo tempo ...-

Risposi

-Scherzi? Mi fa piacere-

Sorrisi imbarazzata.

La sua gentilezza era spiazzante, sicuramente aveva le risorse giuste per lasciare a bocca aperta una ragazza.

Aprii il piccolo cancello del giardino e mi spostai lasciandolo passare, lui capì e si incamminò verso la porta.

Lo seguii e chiusi il cancello dietro di me.

Aprii la porta e lo lasciai entrare per primo, poi la richiusi.

-Vieni-

Dissi togliendomi la giacca, la lanciai sul divano insieme alle chiavi ed incominciai a salire le scale seguita da Louis.

Aprii la porta della cameretta di Jane e lasciai entrare Louis che si fermò dopo pochi passi guardandomi spiazzato

-Ehm ...-

balbettò

-Oh! Ehm … dai a me-

Scattai capendo cosa intendesse, gli sorrisi e strinsi Jane fra le braccia

-Cucciola ...-

Sussurrai scuotendola leggermente

-Ehi … sveglia-

Dissi vendendo che si stava svegliando

-Ehi..-

Ripetei non appena strizzò I suoi piccoli occhi

-togliamo la giacca?-

Chiesi piano, lei annuì.

Le sfilai il giubbino e lo appoggiai sulla seggiolina accanto a me.

-Vieni ci stendiamo un po'-

Jane annuì così la appoggiai sul letto, le sfilai le scarpe ed I vestiti mettendole il suo pigiama con I conigli, il suo preferito.

Le rimboccai le coperte mettendole accanto Bubu il suo orsetto di pezza verde, quando mi avvicinai per darle la buonanotte lei aprì nuovamente I suoi occhi

-Ringrazia Louis ...-

Susurrò con voce assonnata

-Lo farò ..-

Sussurrai anche io lasciandole un bacio fra I capelli morbidi.

Mi girai ed uscii dalla porta trovando Louis appoggiato alla parete, mi avvicinai e vedendomi sorrise, sorrisi anche io...

Questa sera era stato davvero gentile ed un semplice grazie non sarebbe bastato.

-Jane mi ha chiesto di … ringraziarti.. bhe ovviamente ti ringrazio anche io, non so se sarei mai riuscita a trasportarla per tutto questo tempo.. quindi ...si bhe … grazie-

Balbettai abbassando lo sguardo imbarazzata.

Aspettai ma non ricevetti risposta così alzai di nuovo lo sguardo, mi stava guardando con un sorrisetto sulle labbra.

-Che c'è?-

Ridacchiai pronunciando quelle parole provocando una risatina anche a lui

-No niente … sei carina quando ti imbarazzi, in un modo strano però ...-

-Cioè?-

Chiesi confusa non sapendo se dover prenderlo come un complimento oppure no.

-Cioè sembri imbarazzata ma allo stesso tempo distaccata, come se non volessi aprirti con gli altri... non so … sei strana Dana-

-Sempre meno di te che pretendi che il tuo culo sia più bello di quello di Beyoncè-

Mi laciai scappare, anche se mi coprii subito le labbra dopo averlo detto.

Il suo sguardo cambiò.

-E tu come fai a.... a saperlo?-

Chiese.

-Oh niente!-

Risposi incominciando a scendere le scale.

-No! Ora me lo dici!-

-Non ci penso nemmeno morta!-

Risposi con prepotenza, sfilai dal taschino il pacchetto di Camel che tenevo in casi di emergenza come questo, in cui non sai come scampartela e così cerchi in qualsiasi modo di cambiare discorso.

Aprii il finestrone che dava direttamente sul balcone e mi sedetti su di una sedia appoggiando un piede sulle sbarre di ferro del davanzale.

Afferrai una sigaretta fra le dita e la infilai fra le labbra, facendomi scudo con la mano la accesi e ne aspirai il contenuto, espirandolo subito dopo.

La infilai fra le dita ed abbandonata contro la sedia incominciai a fissare quel magnifico manto stellato.

Poco dopo venni raggiunta da Louis che mi sfilò la sigaretta di mano infilandosela fra le labbra

-EHI!-

-Questa roba uccide.-

Farfugliò.

-Non sapevo fumassi-

Dissi

-Se per questo nemmeno io sapevo che TU fumassi-

Rispose lui secco inspirando lentamente il contenuto della camel.

Con un sorrisino sulle labbra presi il pacchetto e ne tirai fuori un'altra, la infilai fra le labbra e la accesi sotto lo sguardo allibito di Louis.

Ridacchiai e subito dopo spostai la mano non appena lui provò ad impadronirsi della mia sigaretta.

-Eh no bello! Questa è mia!-

-Ti fa male!-

-Fa male a me quanto ne fa a te, perciò se tu lo fai anche io ho il sacrosanto diritto di farlo-

-Ma...-

-Oh taci Louis e lasciami godere I piccoli piaceri della vita ogni tanto no?-

Lui si ammutolì e mi fissò espellere il fumo denso dalle labbra per due o tre volte, fino a che non soffiò contro esso ed il fumo si espanse e sparì.

-Brutto stronzo!-

Ridacchiai mentre gli assestai un pugno contro la spalla, lui si massaggiò mentre aveva ancora il mozzicone di sigaretta fra le labbra.

Ne espirò il contenuto contro di me ed io mi alzai dalla sedia

-Brutto...cretino...-

Lo afferrai mentre lui cercava di sfuggirmi e lo bloccai contro il muro.

-Giuro che se domani puzzo di fumo vengo a cercarti e poi dovrai veramente stare attento a salvare le tue belle natiche.... Comprendi?-

Lui ridacchiò e poi annuì serio.

-Dico sul serio.-

Dissi il più seria possibile.

Lui smise di ridacchiare ed annuì di nuovo questa volta un velo di preoccupazione trapelò dalla sua espressione prima divertita.

-Bene-

Dissi lasciandolo e ritornando a finire la mia sigaretta seduta sulla mia sedia preferita.

Dei minuti di silenzio passarono tra di noi ed il tempo scorreva inesorabile, intanto lui si sedette di fianco a me ed incomiciò a fissare le stelle.

Quando finii la mia sigaretta lo sentii dire

-Ti sei mai chiesta … cosa ci sia al di là?-

Non distolsi lo sguardo dalle stelle e risposi

-Un milione di volte credo-

-Davvero?-

Annuii anche se non capii se lui mi avesse vista.

-E a che conclusione sei arrivata?-

-Che sia tutto una fottutissima cazzata, un'altra di quelle stupide paure che ci sono state imposte dalla Chiesa... l'inferno … percarità!! Tutti dobbiamo puntare al paradiso! Preferirei mille volte sprofondare agl' inferi piuttosto che perdonare … e vivere in pace... e pregare … e fare marmellate .. e tutto il resto insomma...-

Lo sentii ridere

-Perchè ridi?-

Chiesi

-Niente è che penso che tu abbia pienamente ragione, anche se … credo che al di là di questo ci possa essere solo un copia di quaggiù... magari anche più bella... una specie di “pianeta verde”-

-Il film?-

-Esatto... l'hai visto?-

-Si … anche se non credo che tra noi ci siamo quelle persone perfette provenienti da quel mondo perfetto, perchè se ci pensi … nessuno di noi lo è … cioè trovami una sola persona che non abbia difetti...-

-Megan Fox-

Rispose prontamente lui.

Risi.

-Oh andiamo … non dirai sul serio!-

Dissi guardandolo.

-Perchè? Megan Fox è una bellissima ragazza!-

Rispose guardandomi anche lui

-Oh ti prego! È tutta completamente rifatta! Dalla punta dei capelli fino a quella delle unghie-

-Non è vero!-

Brontolò lui.

-Oh si che lo è!-

-Tutta invidia ...-

Farfugliò.

Risi di nuovo.

-Per lei?!? No grazie.-

Il discorso cadde ed altri minuti di silenzio seguirono dopo la mia affermazione.

- Look at the stars
look how they shine for you
and everything you do
yeah they were all yellow...-

Sentii Louis canticchiare.

Spontaneamente continuai a canticchiare

-I came along
I wrote a song for you
and all the things you do
and it was called yellow
So then I took my turn
oh what a thing to have done
and it was all yellow... -

Mi voltai verso di Louis anche se trovai il suo sguardo già fisso su di me, rimanemmo così per minuti interminabili prima che entrambi scoppiassimo a ridere come dannati.

Quando entrambi ci calmammo lui disse che doveva andarsene e che era tardi, così lo ringraziai mille volte per l'aiuto e lo accompagnai alla porta

-Allora … buonanotte Dana... grazie … per la piacevole serata intendo-

Sorrisi e spostai una ciocca di capelli

-Buonanotte ...-

Risposi leggermente imbarazzata.

Lo vidi avviarsi e chiusi la porta alle mie spalle.

 

...Look at the stars
look how they shine for you
and all the things that you do...”

*Spazio autrice*
Ciao a tutte ...
so di essere stata assentissima ma sono stata molto impegnata con la scuola.... ho dovuto studiare un bel po'.
Mi scuso in ogni caso per la lunga assenza ma prometto di aggiornare un po' più spesso ora che ci sono le feste.
Spero che il capitolo vi piaccia, se volete lasciate una recensioncina :)
Ci sentiamo presto,
un bacio. <3

-SimpleButEfective1-

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