Emily Potter

di Felicity Weedon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontro ***
Capitolo 2: *** uguali ***
Capitolo 3: *** Un nuovo sguardo ***
Capitolo 4: *** Nuove Emozioni ***
Capitolo 5: *** Poca Fiducia ***
Capitolo 6: *** Mai stati così vicini ***
Capitolo 7: *** Una vita difficile. Scelte che cambiano il corso degli eventi ***
Capitolo 8: *** Oscuri Segreti ***



Capitolo 1
*** Incontro ***


INCONTRO.

Camminavo. Inconscia di quello che mi stava per succedere.
Era una notte buia. Solo il chiarore della luna donavaun pò di luce. Lo vidi. Li, seduto
sul bordo del marcia pede, con se aveva un grosso baule con uno stemma particolare.
mentre mi avvicinavo, la cicatrice sul mio polso destro cominciò a bruciare,
come non aveva mai fatto. Mi presi il braccio, cercando di far smettere quel dolore, che mammano avanzavo si faceva più forte.
Vidi che quel ragazzo si toccava con violenza la fronte, come se provasse male,
Alzò lo sguardo verso di me.
Scattò in piedi e dai pantaloni estrasse un bastoncino di legno, lo brandi come se quel pezzo di corteccia
potesse proteggerlo.

"Chi sei?" mi chiede, nella sua voce c'era rabbia e paura,

"Potrei porti la stessa domanda!" gli risposi,

"Se sei qui per uccidermi...provaci...ma devi stare attento!"

"Ucciderti?!? PROVARCI? Attento? Ma sei matto?!? Uno non ti voglio uccidere perchè non ti conosco e due non sono un ragazzo, ma una ragazza e quindi gradirei essere ritenuta tale!"

"Ah...scusa" mi dice in un sussurro,

"Ah scusa!! prima mi accusi di volerti uccidere, poi mi dai del ragazzo e mi rispondi con un semplice Ah...scusa??!"

"Non so che altro dirti!"

Il mio pensiero in quel momento era che stavamo litigando come due fratelli, ma lo scacciai subito perchè io non ho fratelli, a me noti, gli risposi "Va bhè, lasciamo stare...piuttosto qual'è il tuo nome?"

"Harry tu?"

"Emily"

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Capitolo 2
*** uguali ***


UGUALI

Il mio polso doleva ancora,me ne rendevo conto, faticavo molto era difficile non toccarlo bruciava tantissimo. Era come se qualcuno versasse continuamente del disinfettante su una ferita aperta.

Il ragazzo di fronte a me di nome Harry mi fissava il polso e contemporaneamente si toccava la fronte con insistenza.

“Perchè ti tocchi il polso?” mi chiese ad un tratto,

“perchè mi fa male, ti sembra strano?”

“No! Posso vedere?”

“Si certo, magari sai come farlo smettere...”.

Allungai il braccio verso Harry, lui delicatamente arrotolò la manica, in modo da poter vedere il mio braccio. Quando però vide la mia cicatrice la sua faccia cambiò espressione, dal preoccupato divenne spaventato ed incredulo, ma non lasciò il mio polso anzi, le sue dita si avvicinarono alla cicatrice e nel momento esatto in cui la sfiorarono, il dolore fu atroce ed io fui costretta a ritrarre il braccio, ma non ero l'unica a cui faceva male qualcosa, anche Harry si era ritratto a quel contatto ed aveva la mano premuta con forza sulla fronte e la sua espressione era dolorante quanto la mia.
Ci guardavamo, in silenzio, era starno, come se fossimo legati da qualcosa di più grande di noi, nessuno dei due osava parlare, era un silenzio complice.
Feci la prima mossa, mi avvicinai, lui non si spostò. Ero di fronte a lui, gli presi la mano che teneva sulla fronte, la tolsi, guardai quello che nascondeva, una cicatrice identica alla mia, una saetta.
Lui parlò e disse “perchè?”, io non sapevo cosa rispondergli, alzai le spalle, facendogli capire che non avevo una risposta, lui dalla tasca dei pantaloni estrasse quel bastonicino di legno di cui non capivo l'utilità, aveva visto qualcosa, ma non ebbe nemmeno il tempo di controllare a causa di un grosso autobus, che quasi lo investì e di cui io non avevo visto l'arrivo, era come se fosse comparso dal nulla.
Dal bus scese un ragazzo, alto e smilzo, vestito da bigliettaio, ci guardò poi disse “salite” e ci porse due biglietti per la corsa.  

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Capitolo 3
*** Un nuovo sguardo ***


UN NUOVO SGUARDO

Emily si svegliò, il sole oramai alto le aveva solleticato gli occhi costringendola ad alzarsi.

Si stropiccio gli occhi per farli abituare alla luce delle 8 di mattina, la domenica era abitudine per lei alzarsi abbastanza tardi, anche se i suoi amici e suo fratello le dicevano che era presto, ovvio loro si alzavano all'ora di pranzo, scese dal letto e prese la divisa accuratamente lanciata su di una sedia vicino al suo letto, la mise e scese per colazione.

La sala granda era vuota, come ogni domenica mattina, semplicemente perchè i ragazzi della scuola amavano alzarsi leggermente più tardi.

Camminò silenziosa fino al tavolo della sua casa, Grifondoro per precisare, si accomodò e cominciò la sua colazione, appena Emily si versò il latte la porta della sala grande venne spalancata in malo modo da uno studente di serpeverde che con aria molto scocciata, si trascinò al suo tavolo. Il serpeverde non era che Draco Malfoy, lo studente del sesto anno, con cui suo fratello Harry andava molto daccordo, solo se vivessero in un modo parallelo.

Emily non ci fece molto caso e continuo la sua santa colazione, finita quest'ultima si alzò per andarsene, ma fu fermata dalla voce arrogante quanto sensuale di Malfoy “ Potter!Siamo mattiniere?!”

“Malfoy...che sorpresa non ti avevo nemmeno visto! Si sono mattiniera e il mio nome è Emily Potter, quindi se desideri chiamarmi ti invito a non farlo, perchè non mi interessa colloquiare con uno come te...intesi?!”

“ Acide la mattina?! Potter non volevo chimarti, ma solo dirti che lo sfigato di tuo fratello, deve stare attento! Ci vediamo Mezzosangue!”

“A mai più Malfoy!” detto questo girò i tacchi e se ne andò.

Mentre percorreva i corridoi,che la separavano dall bibbioteca, le venne in mente il sogno della notte passata ed un enorme sorriso le comparve sulle sue labbra sottoli, le piaceva ricordare come aveva conosciuto Harry potter, non che suo fratello e colui che tutti chiamano “Il bambino che è soppravvisuto”, ma quello che tutti non sanno, almeno fino a tre anni fa è che Harry Potter avvesse una sorella.

Lei non ricordava molto di quella notte, ma sinceramente non le interessava, perchè da quando Voldemort era ricomparso aveva cercato di uccidere solo Harry e lei non era mai stata nemmeno considerata.

Entrò nella bibblioteca, respirava odore di libri vecchi ed impolverati, vagò unn poco alla ricerca di un'angolo riservato per concentrare i suoi penseri.

Si sedette lontano dagli studenti intenti a studiare, si prese un'angolo alla fine dell'enorme bibblioteca. Prese i compiti e volecemente li completò, poi dalla cartella tirò furi un quaderno, dalla copertina di quoio con un legaccio di stoffa color oro,Emily slegò il legaccio e aprì il quaderno, prese la penna di gufo ed la intinse nell'inchiostro magico, appoggio con delicatezza esperta la punta della piuma sulle pegine bianche del quandernetto, chiuse gli occhi un attimo per figurare il suo pensiero, lo disegnò, nel momento stesso in cui completò il disegno alzò gli occhi e pensò al perchè di tutto questo, al perchè della guerra con Voldemort ed al perchè volglia aver tutto il potere, al perchè consideri la razza dei purosangue superiori agli altri, abbassò lo sguardo sul disegno, aveva disegnato una fenice, non era ancora completa, mancava il colore, prese la bacchetta e pronucio l'incantesimo adatto per il suo scopo, la fenice da lei disegnata si colorò di rosso, arancione e giallo, era un disegno significativo per lei, senti dei passi vicino a lei, si voltò, incrociò l'azzurro di un paio di occhi tristi di una persona davvero arrogante, Malfoy, appena i loro occhi si incontrarono, lui si girò e se ne andò.

Emily rimase per un attimo spaesata da quel contatto indiretto, aveva visto qualcosa di strano nei suoi occhi, qualcosa che non credeva possibile, qualcosa di umano e sensibile, non era il solito sguardo con cui lui la guardava solitamente, era strano, bello in un certo senso, ma anche inquitante, non era il Malfoy che si presentava all'apparenza.

Chiuse il quanderno e rimise nella cartella gli oggetti che aveva utilizzato, mise in spalla la sua cartella ed uscì dalla bibblioteca, si era fatta ora di pranzo.

Imbocco il corridoi che portava nuovamente alla sala grande, spalancò le porte ed entrò, ora la sala non era vuota come alla mattina, anzia era gremita di gente, tutta sorridente e felice.

Emily camminò fino al suo tavolo, ma nel percoso si sentì osservata e cercò di trovare il volto di chi la stava guardando, lo trovò, i suoi occhi erano fissi su di lei e la scrutavano con timore di essere notati, azzurri come il mare, ci si poteva perdere, erano bellissimi, come il loro possessore Malfoy.

Malfoy la stava guardando, come qualche ora prima in bibblioteca. Emily ci fece poco caso e prosegui fino al tavolo. Si sedette e saluto i suoi amici e suo fratello - Ciao ragazzi!! Tutto bene?!-

-Certo!! Alla grande- rispose Harry – Bene, sono contenta!- disse Emily a suo fratello, poi prese a mangiare.

Finito il pranzo Emliy uscì dalla sala grande e si diresse nei suoi dormitori, arrivata davanti alla signora grassa disse la parola d'ordine -Fenice- e il quandro la lasciò entrare.

Nei dormitori femminili a quell' ora non c'era nessuno e quindi emily potè rilassarsi, tranqiulamente per mezz'ora, poi decise di cambiarsi, si tolse la divisa e, sta volta la ripiegò correttamente, e la ripose sulla sedia, prese un paio di jeans attillati, una maglietta e una felpa pesante, tutti vestiti abituè dei babbani, ma a lei non dispiacevano anzi le piacevano molto di più degli abiti magici.

Prese con se la cartella, con all'interno il suo quaderno “Jack” come lo chiamava lei ed uscì diretta nel giardino appena prima della foresta proibita, di cui pochi conoscevano l'esistenza, in cui si trovava una grande quercia bianca, sotto la quale Emily amava sedersi e dare sfogo ad ogni pensiero le veniva in mente.

ANGOLO PER ME:
ok sapete, questa storia non è ancora finita, in realtà volevo pubblicarla quando era completata, ma non ho resistito...
volevo aggiungere che nel prossimo capitolo, o quello dopo, non parlerò più di Emily in terza persona, bensì dal suo punto di vista...spero vi piaccia.   

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Capitolo 4
*** Nuove Emozioni ***


4.
Nuove Emozioni

Davanti a lui si ergeva la porta della stanza delle necessità, si guardò intorno, non vide nessuno, entrò.
Il grande Armadio nero ed impolverato sovrastava la sua figura.


Emily rifletteva sui problemi che in quel periodo affliggevano il mondo magico, ma un pensiero occupava la sua mente più degli altri: i Suoi occhi che la scrutavano, in quel modo così perso e triste. Odiava Malfoy, ma quel giorno era diverso, il suo sguardo più difficile da interpretare, non sembrava nemmeno suo, ma di una persona con un cuore caldo, e non freddo e duro come in realtà era quello del biondo.
L'aria fresca della primavera accarezzò il viso roseo di Emily,si insinuò nei suoi boccoli morbidi, scompigliandoli e rendendoli più selvaggi del previsto, e la sorpassò, lasciandola con i brividi ancora visibili sulla sua pelle.
Con mille pensieri per la testa Emily si addormentò, cullata dal soave suono degli uccelini magici, che stavano rannicchiati sulle grondaie del castello di Hogwarts.


Uscito dalla stanza delle necessità attraverò il corridoio percorso da ampie vetrate che consentivano un'ottima vista della foresta proibita e di quello che la precedeva, quindi di piante, piante, piante e una quercia bianca, di cui pochi conoscevano l'esistenza. Fu in quel momemnto che lui si accorse della sua presenza: Emily Potter era seduta sotto la sua Quercia, e ciò lo infastidì, in quanto odiava che gli altri deturpassero o toccasssero qulacosa che gli era estremamente caro. Sì, lui era così, Draco era una persona che aveva un cuore, mascherato da pietra, ma presente.
Sapeva amare, soffriva, odiava, era umano, come gli altri, anche se nessuno aveva mai potuto assaporare il suo lato più reale; tutti lo credevano crudele, sleale, vigliacco, insomma qualcuno da cui era meglio tenersi a distanza. Era figlio di un uomo potente e crudele, il peso di ciò che era costretto ad essere lo schiacciava.
Draco decise che doveva riprendersi la sua quercia. Corse giù dalle scale, uscì dal castello e camminò fino al luogo in cui metteva radici l'albero imponente. Si avvicinò con la sua solita aria arrogante ad Emily non si mosse, la cosa lo stupì visto che normalemente lo insultava quando si incrociavano per caso. Draco fece un'altro passo. Ancora nessuna reazione. Si chinò su di lei. Nulla. Con delicatezza le spostò i capelli dal viso è notò con stupore che si era addormentata. Malfoy allora si concesse il privilegio di osservarla con più attenzione, rispetto a tutte le volte che la guardava di nascosto, sembrava un angelo.

La testa leggermente inclinata in una posa innaturale era appoggiata alla corteccia della sua quercia bianca, i capelli ricci le ricadevano disodirnati sul viso leggermente colorito, la bocca sottile era semiaperta, le labbra rosse. Le sue mani magre si intrecciavano tra loro. Era bella. Lo aveva sempre pensato, ma non lo aveva mai ammesso, nè agli altri, nè a se stesso. Solo per orgoglio.


Nello stesso istante in cui Draco penso “solo per orgolgio” lei aprì gli occhi ed incontrò quelli mare di lui, rimase sorpresa della loro vicinanza.

Ci guardammo, poi lui rovinò quel silenzio “Ben svegliata, Mezzosangue”, “Non ho bisogno del tuo buongiorno Malfoy, vivo meglio senza! Ed ora allontanati da me!”, fece quello che gli dissi, forse perchè si era accorto di essermi eccessivamente vicino. È difficile far fare a Malfoy quello che si vuole.
Mi alzai, pronta per andarmene, ma lui mi bloccò “ Cosa ci fai sotto la mia Quercia?”
“Si da il caso che questa quercia non porti il tuo nome e secondo: io sono sempre venuta qui e non ho di certo bisogno di chiedere il tuo permesso!”
“Si da il caso che il mio nome ci sia scritto e questo ne fa una mia proprietà e di conseguenza ti proibisco di sederti sotto la mia quercia!”
“E dove, di grazia, è scritto il tuo nome?!”
“Proprio qui” e mi indicò due iniziali “DM”, che a quanto ricordavo erano sempre state lì, ma non avevo mai pensato che fossero le sue “Sono le tue iniziali?! Non ci credo...ho sempre pensato fosse qualche coppia in vena di smancerie ...incredibile"
“Ma scusa da quanto conosci questo luogo?!”
“Dal primo anno!”
“Pensa, anche io ho scoperto questo luogo il primo anno, e sempre in quel periodo ho inciso le lettere che vedi”
“Ecco perchè sono così sbiadite...comunque questo non è indice d'appartenenza”
“Dici?! È come una firma!”
“Tanto non caviamo una raspa se continuamo così, facciamo un accordo...”
“Che accordo?!”
“Che possimo utilizzarla entrambi?!”
“No!”
“Perchè?!”
“Perchè tu ci guadagni, mentre io no!”
“Ma scusa io non ti proibisco di venirci...”
“Vero, ma..” disse Draco guardando negli occhi Emily
“Ma?!”
“Ma è mia!”
“Come vuoi...io tanto ci vengo comunque!” prese la cartella che era ancora appoggiata alla pianta e se ne andò e lasciò Draco da solo, a pensare alla loro conversazione.

Angolo per me!!!!
Ciaooo a tutti! parto subito con le faccende noiose, allora questo è l'ultimo capitolo della storia!! no scherzo, ovviamente. :) Volevo dire che questo è davvero l'ultimo capitolo in cui si parlerà di Emily in terza persona. Dal prossimo capitolo in oltre l'impaginazione sarà migliore, ci sarà una testata, e per la prossiama pubblicazine spero di essere in grado di metterla ;);) Ora vi spiego un'altra cosa noiosa... i primi capitoli, sono scritti male, e credo che molti di voi non siano arrivati a questo capitolo proprio per questo motivo, ma nel caso siate riusciti a leggere fin qua, vi dico che non sono una scrittrice proffessionista, ho solo 16 anni, amo Harry Potter ed ho voluto scrivere questa mia versione, per scopo puramente personale, anche se mi farebbe molto piacere che vi entusiasmi come ha entusiasmato me, metre la scrivevo. Finalmente dopo 2 anni che era in fase di scrittura, l'ho completata, e dico anche che in questi anni, il mo modo di scrivere è cambiato, spero migliorato, ma soprattutto la protagonista è cresciuta con me. Quindi vi avverto che si noterà parecchio la differenza.
Infine un ringraziamento specialissmo va Camille Vanhorn, in quanto mi ha aiutato moltissimo con la correzzione dei capitoli. Vi invito quindi a fare un salto nel suo profilo  http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=263657
perchè è davvero una gardissima scrittrice!
P.s. Aggiornerò una sola volta a settimana, solitamente di SABATO
CIAO MIEI CARI LETTORI 
A SABATO

Giulia
 

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Capitolo 5
*** Poca Fiducia ***


POCA FIDUCIA.


Era difficile concentrarsi dopo la conversazione che avevo appena avuto con Malfoy.
Troppo strano, irreale. Era come se fossi stata fulminata, ridevo senza motivo, sembravo quasi innamorata, ma non lo ero, o forse si?! Bhe di certo non lo sapevo ancora con certezza.
Percorsi le scale a grandi falciate per raggiungere il mio dormitorio. Stavo cercando Harry, quando mi resi conto di non conoscerne il motivo. Avevo solo una brutta sensazione.
Vidi Hermione seduta sulla poltrona in velluto rosso, ricamata in oro, che leggeva. Mi avvicinai, lei non alzò nemmeno lo sguardo, ma con gentilezza mi disse che Harry era corso nel bagno degli uomini dopo aver vito Draco parlare con la sottoscritta.
Presa da un ansia terribile corsi a perdi fiato fino al bagno ed entrai molto spaventata. Trovai Harry vicino a Draco, disteso in una pozza di sangue ed acqua, respirava a scatti, faticosamente. 
Chiamai con un incantesimo il professor Piton, il quale arrivò subito ed appena ebbe presa visione di quello scenario, si accovaciò vicino al malridotto Malfoy e pronunciò i vari incantesimi di guarigione che fecero ritornare il suo sangue nelle vene e rimarginare la ferita; ci cacciò in tono severo e noi non replicammo.

Silenzio. Era l'unica cosa che ora esisteva tra me e mio fratello. Lo disprezzavo per quello che aveva fatto, ma non aprii bocca. Silenzio.

“Scusa” disse lui, con finto rammarico, l'unica cosa che mi permetteva di mantenere ancora la calma era il silenzio, cosa che lui aveva appena rotto con una menzogna. Non ressi e con un incantesimo lo schiantai contro il muro, perse i sensi e lo lasciai lì, da solo.
Tornai nella Sala Comune e con rabbia immonda trovai Hermione e le spiegai dove poteva trovare Harry e perché, lei ci si precipitò, io non mi disturbai ad accompagnarla. Non m'iportava la ramanzina che mi avrebbe fatto dopo, volevo solo vederlo soffrire, come lui aveva fatto con Draco.
Mi diressi nella mia stanza, la chiusi con l'incantesimo più potente che conoscevo, volevo rimanere sola e riflettere.
Mi buttai sul letto che prese la mia forma, fissai l'impalcatura a baldacchino del letto e mi circondai di quelle orribili tende di velluto rosso scuro, pensai.
Mentre pensavo Harry ed Hermione erano tornati, sentivo che stavano discutendo, ma non avevo voglia di ascoltare. Solo i passi pesanti di quell'idiota di mio fratello che si avvicinava alla porta dellla mia stanza mi spinsero a ritornare alla realtà, archiviare i miei pensieri e prepararmi ad agire.
Bussò. Non ricevette risposta. Bussò ancora, ma nulla.

-Emily apri la porta!- urlò e non gli risposi.

-EMILY SANTO CIELO!!- nulla da parte mia, non intendevo vedere la sua faccia, mi rifiutavo perfino di ricordarla.

-Guarda che la sfondo..a te la scelta-

Mi alzai, ma prima di aprire feci un incantesimo che avrebbe impedito a chiunque che non fosse me di entrare.
Harry aveva del ghiaccio magico nel punto in cui aveva sbattuto la testa, mi guardava,il suo sguardo era severo e fastidiosamente superiore, io facevo lo stesso, ma a differenza sua, non volevo essere superiore, ero indifferente.

-Ma cosa ti è preso?- mi chiese arrabbiato ma in toni dolci, proprio come si fa con i bambini che non capiscono la gravità delle loro azioni.

-Cosa intendi?- gli risposi,

-Lo sai benissimo!-

-Forse...ma anche tu sai benissimo cosa mi è preso!-

-No! Non lo so!-

-Bhè fatti due domande allora!-

-Ma tu non stai bene!-

-Senti a me non mi importa niente di Draco, ma tu non puoi andare in giro credendo di essere chissà chi e aggredire, per non dire ammazzare, le persone senza un motivo apparente! Sei come Voldemort...pieno di te, credi davvero di poter fare quello che vuoi!? Solo perchè ha parlato con me...ma dico stiamo scherzando?? Lui non è come gli altri!-

Gli dissi con tutta la rabbia che avevo,

-Emyli tu non lo conosci! Non sai di che pasta è fatto. È arrogante, vigliacco, spregevole proprio come il padre! E IO NON SONO PER NIENTE COME VOLDEMORT!! Sia chairo! non dire mai più una cosa simile!-

Mi rispose urlando. Capii di averlo davvero colpito nel profondo, lo avevo ferito e ne ero molto compiaciuta!

Richiusi la porta alle mie spalle e mi adagiai nuovamente sul letto di piume. Rimasi lì, immobile, per non so quanto. Sta di fatto che calata la sera, decisi che era meglio andare a mangiare nella Sala Grande con gli altri, tanto per mettere qualcosa sotto i denti, visto che non ci vedevo più dalla fame. I corridoi erano deserti, l'accogliente Sala Grande era gremita di gente intenta a chiaccherare amabilmente. Per arrivare, però, a destinazione, bisognava passare davanti l'infermeria. Da quella arrivavano gemiti di dolore, accostai l'orecchio. Madama Chips cercava di placare il dolore del ragazzo, ma con scarsi risultati, non avevo ancora capito di chi si trattasse, lo intuii solo quando la donna disse -La prego Malfoy, faccia un po' di silenzio, sto facendo del mio meglio-

-Lo so e la ringrazio,ma non riesco a non pensare al dolore-

Ero basita. Sopratutto per aver sentito l'arrogante Malfoy ringraziare, ma, aldilà di questo, provavo una sincera preoccupazione per lui.

Ero indecisa, non volevo disturbare, ma in un certo senso ritenevo fosse doveroso scusarsi, mi sentiva terribilmente in colpa, in fondo era per colpa mia se era ridotto in quel modo, ma avevo paura di fare un grande errore. Alla fine mi decisi. Piano, spinsi la grande porta che isolava l'infermeria dal corridoio, entrai, non mi avevano notata. Madama Chips era intenta a richiudere le molteplici ferite di Draco,il suo corpo ancora sanguinava e a quella vista non riuscii a trattenere quell'unica piccola lacrima. Me l'asciugai. Nemmeno lui mi aveva vista, stavo per andarmene, improvvisamente avevo cambiato idea, ma il professor Piton, che era appogiato alla porta da cui ero entrata e che ovviamente non avevo notato, mi disse sottovoce,facendomi sobbalzare.

-Signorina Potter, cosa la porta qui?-

-Nulla signore, mi scusi, me ne stavo andando, non volevo disturbare.-

-Senta Potter, io non sopporto suo fratello,ma questo già lo sa, ma tutto sommato lei mi va di gran lunga più a genio.Questo per dirle che credo di sapere il motivo per cui è qui.-

Il professore lanciò una rapida occhiata a Draco, io capii e arrosii leggermente.

-Bhe, vi lascio soli, Madama Chips dovrebbe aver terminato.-

Mi disse e chiamò la donna che lo raggiunse con un sorriso, mi lasciarono sola con lui.
Mi avvicinai al letto su cui Draco giaceva, aveva gli occhi chiusi, la fronte sudata e aggrottata a causa del dolore, i capelli scompigliati. Alla fioca luce della candela poteva certo essere scambiato per un angelo nero, bello, ma malvagio.
Si mosse, ma senza aprire gli occhi. Disse:

-Pofessore, che cos'ha detto Madama Chips?-

Non risposi, ma un sorriso comparve sulle mie labbra, pensai "Che stupido! Non si è accorto che non sono il professore."
Non ricevendo risposta, aprì gli occhi e si mise a fissarmi, feci lo stesso, in quei secondi di silenzio notai quanto i suoi occhi erano magnetici e sensuali, azzuro mare, limpidi, ma tristi.
Mi feci coraggio e parlai:

-Sono venuta a porti le mie scuse...-

-Per cosa?-

-Per quello che Harry ti ha fatto, sono venuta a scusarmi, perchè la colpa è mia...credo.-

-Ahaahahahah, Potter per favore...non è colpa tua...io e lui ci odiamo da sempre, era palese che un giorno si sarebbe arrivati a questo, lui ha avuto la meglio, ma non è colpa tua, non farne una questione personale. Tu non centri.-

-Sì che centro, non saresti qui se non avessimo parlato oggi...-

Dissi abbassando lo sguardo e distogliendolo dai suoi occhi che fino a quel momento mi avevano catturata.

-Era geloso che tu stessi parlando con il nemico?!-

-In un certo senso...- dissi sorridendo.

-Hahahah, povero Potter, mi dispiace per lui.-

-Immagino...bhe ora è meglio che vada...volevo solo dirtelo-

-Perché scappi, Emily?-

Il mio nome pronunciato con la sua voce suonava così maledettamente bene che non riuscii a rispondere subito alla domanda.

-È? Io non sto scappando, sto solo dicendo che forse è meglio che vada visto che tra poco l'ora di cena sarà passata.-

-Ah, giusto...è già così tardi?-

Disse diventando di colpo triste.

-Esattamente.-

-Bhe allora non voglio trattenerti altrimenti Potterino si preocccupa e magari mi da anche il colpo di grazia.-

-Concordo pieneamente! Rimettiti Malfoy.-

-Grazie per essere passata...-

Mi voltai e, in fretta, uscii dalla stanza. Il cuore aveva cominciato a battere forte aveva decisamente superato la soglia della normalità. Decisi che quella sera non avrei cenato.

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Capitolo 6
*** Mai stati così vicini ***




MAI STATI COS
Í VICINI
 
Dovevo rimanere da sola. Era una necessità. Non ero dell'umore per parlare, dovevo riflettere. Conoscevo un solo posto, in cui non sarei stata disturbata. La stanza delle Necessità. Salii le numerose rampe di scale, che mi separavano dalla mia meta, il corridoio che precedeva il muro d'entrata della stanza era tappezzato di finestre che davano sul retro del castello, fuori era buio pesto, solo la casottola di Hagrid dava vita a quel tetro paesaggio, rendendo il tutto meno inquietante.
Il settimo piano del castello, era il più desolato in tutti i sensi, le poche decorazioni che adornavano le pareti erano davvero inquietanti, quadri tetri e scorbutici, armature arrugginite dal tempo, che ad ogni movimento producevano cigolii striduli, sussurri lontani, dei tanti fantasmi che Hogwarts ospitava, percorsi correndo quel tunnel di finestre, mi fermai solo davanti al gigantesco muro in pietra che divideva il corridoio ,mi guardai intorno, nessuno. Pensai a quello di cui avevo bisogno, una sala in cui potevo trovare tutto. Dopo pochi secondi apparve il portone in legno decorato con ghirigori grigi. Entraii, quello che trovai non era certo quello che mi aspettavo. Montagne di oggetti di qualsiasi genere, accatastati, in bilico tra di loro, cominciai a girare, fermandomi ogni tanto attirata da alcuni oggetti, una volta per una scatolina nera decorata in oro, che nascondeva un piccolo orologio magico, in realtà non avevo idea di cosa facesse, ma mi piaceva e lo presi, un altra volta per un manico di scopa giallo, che però non funzionava e poi per armadio nero pece coperto per metà da un telo in velluto bordeaux, alto più o meno 2 metri, molto inquietante, il fatto che il telo non lo coprisse tutto era segno che qualcuno di recente lo aveva spostato ed utilizzato, in oltre la polvere era solo, sulla parte posteriore del mobile, segno ancora più evidente del fatto che qualcuno era stato lì, come me in questo momento.
La natura di quell'armadio mi era del tutto sconosciuta, ma sapevo che appena uscita di li la mia tappa sarebbe stata la biblioteca, l'armadio era triangolare,di legno scuro, gli intagli erano ben definiti, nonostante la sua visibile età, la maniglia era scura, come tutto il resto, ma di uno scuro lucido, quasi volesse risaltare. Non lo aprii, troppo sospetto. Decisi che era meglio uscire, avevo un lavoro da fare, scoprire l'entità dell'armadio. Uscita dalla stanza delle necessità, guardai l'orologio magico appeso all'interno della mia divisa scolastica, segnava le undici. Tardi, per una ragazzina del terzo anno, corsi a perdi fiato fino al dormitorio, vi entrai e silenziosamente raggiunsi la mia camera. Mi misi il pigiama e m'infilai sotto le calde coperte del mio letto. Il sonno però tardava ad arrivare, mentre i pensieri cominciavano ad affollare la mia mente stanca. Un pensiero più di tutti mi assillava, il motivo per cui mi ero arrabbiata tanto, per quello che Harry aveva fatto a Malfoy, si che a rigor di logica, non dovrebbe importarmi più di tanto, in fondo io dovrei stare dalla parte di Harry, ma nonostante tutto la cosa mi ha reso in qualche modo preoccupata per Draco, terrorizzata per la sua vita, come se me ne importasse qualcosa, o forse è così, forse m'importa di lui. Forse il problema però è proprio questo, nella mia testa è tutto un forse, ed io non riesco a decidere cosa fare. E se mi piacesse? Non credo la cosa possibile, io ho 15 anni, un'anno di differenza non è molto, certo, ma è come se a volte fossimo distanti anni luce l'uno dall'altra,questo è dovuto anche dal fatto che non lo conosco bene, nonostante, io lo abbia individuato subito.
Erano ore che fissavo a vuoto l'impalcatura di legno del mio letto, senza un motivo valido visto che la mia mente era occupata in pensieri, oramai visti e rivisti, volevo dormire, non potevo, così decisi che un incantesimo del sonno, avrebbe fatto proprio al caso mio, pronunciai le parole, nel giro di pochi minuti, le mie palpebre diventarono pesanti, fino al punto che mi addormentai.
Il mattino seguente le lezioni, mi costrinsero ad alzarmi, avevo gli occhi, la testa, le gambe, stanchi, avrei preferito di gran lunga rimanere a crogiolarmi nel mio caldo lettino. Ovviamente i doveri scolastici, dovevano essere soddisfatti al meglio, anche se a dirla tutta avevo bei voti in tutte le materie, quindi avrei anche potuto fare uno strappo alla regola, ma sulla base dei miei principi morali, era un affronto, quindi...mi preparai per andare a fare una colazione abbondante, visto che ieri non avevo toccato cibo.
Il tavolo dei Grifondoro era pressoché vuoto, non capivo il motivo, ma poco importava, avevo solo un obbiettivo: la colazione. Mi misi a sedere, riempii la mia tazza, di latte e cioccolato, presi due brioches vuote, una fetta di torta al cioccolato, 10 biscotti, cereali ed infine una tazzina di caffè. Si può benissimo dire, che non mi ero per nulla risparmiata. Finita la colazione più che abbondante, presi i libri e raggiunsi la prima lezione: pozioni; puntuale, presi posto, nei banche intermedi, aprii il libro ed aspettai l'arrivo dei miei compagni e quello del professore. Piano, piano la stanza si riempì, la lezione cominciò.
* * *
Finalmente l'ultima lezione del giorno terminò con il dolce suono della campanella, ci alzammo tutti e in massa prendemmo la direzione per la mensa.
Le voci di tutti gli studenti erano diffuse in tutta la Sala grande, davano un non so che di colorato e gioioso, Io Ascoltavo, questo brusio, incantata. Mi voltai nella direzione del tavolo dei Serpeverde, per vedere se Malfoy era tornato, ma lui non c'era, mi sentivo estremamente in colpa, frustrata per non essere stata capace a tenere testa a mio fratello, lui è una testa calda e si sa, non ragiona, agisce, ma anche se l'ha fatto per me, lui non può decidere al posto mio, io ho diritto di fare le mie scelte. Non mi ha aiutato quando avevo bisogno di lui, ed ora pretende di avere il controllo su di me, si sbaglia alla grande! Finii velocemente il mio pranzo, ma notai solo quando ero uscita dalla sale dell'assenza di Harry, Ron ed Hermione, non sapevo dove erano , ma poco importava. Decisi che avrei svolti i miei compiti, e qualche ricerca nella stanza delle necessità, volevo scoprire cosa nascondeva quell'armadio, ma prima dovevo munirmi di materiale, quindi avrei fatto meglio a fare un salto in biblioteca. Avevo un idea sui volumi che avrei dovuto prendere in prestito, ne presi circa una ventina e con un incantesimo, li feci fluttuare nell'aria e li trasportai fino alla stanza delle necessità. Raggiunta la mia destinazione, notai che era già occupata, ma poco importava, vi entrai lo stesso, era talmente grande che non ci saremmo mai incontrati. Non mi ricordavo bene dove si trovava l'armadio, ma gira e rigira alla fine lo trovai, ma non trovai solo l'oggetto del mio interesse, insieme ci trovai Malfoy. Mi dava le spalle, questo mi permise, di avere il tempo di nascondermi e guardarlo, prima che si girasse, scrutava la stanza come se avesse il timore di essere scoperto, ma non vedendo nessuno tornò al lavoro, prese una mela la mise nell'armadio e lo richiuse, un sibilo si senti, riapri l'armadio e la mela non c'era più, lo richiuse nuovamente, un altro sibilo, lo riapri ancora, la mela era ricomparsa, solo mangiata. Allibita guardavo la scena, e mi chiedevo com'era possibile, ma mentre mi concentravo ad essere allibita, la magia sui libri cessò e caddero, provocando un rumore a dir poco tremendo. Ovviamente dalla voce di Malfoy -chi è là'?!- , non risposi, cercai di andarmene il più silenziosamente possibile, non volevo, mi vedesse, troppo tardi, lanciò un incantesimo proprio alla catasta di oggetti che mi facevano da nascondiglio, inutile dire che feci appena in tempo a spostarmi prima che questi mi cadessero addosso. Rimasi immobile,mentre Draco metteva a fuoco la mia figura, confusa solo dalla polvere che aveva sollevato, aveva la bacchetta alzata, segno che avrebbe attaccato nel caso ce ne fosse stato bisogno, indossava un completo da uomo nero, che risaltava la sua carnagione chiara, i capelli biondi e i suoi meravigliosi occhi azzurri, mi guardava, con lo sguardo di chi è costretto a fare qualcosa, per salvarsi la pelle, le maniche del completo erano, arrotolate, lasciavano scoperti gli avambracci, non credevo ai miei occhi, il marchio nero era nitido, di un nero brillante sull'avambraccio di Draco. Il suo sguardo trasmetteva rabbia, vide che il mio sguardo era caduto sul suo braccio scoperto, in fretta si tirò giù le maniche, si avvicinò, non mi spostai, non avevo paura di lui. Era a pochi passi da me quando, udii la sua voce – Potter! Ficcanaso come tuo fratello!- sputò queste parole con una tale rabbia, che mi spaventai, ma non risposi al suo attacco come lui invece pensava – è vero! Hai ragione!non ero venuta per spiarti se pensi questo, sono capitata qui per un motivo diverso!-
-bugiarda!- mentre pronunciava queste parole dalla sua bacchetta si sprigionò una scia rossa che mi colpì dritta al petto, mi catapultò addosso ad una montagna di oggetti. Decisi di non reagire -Ah! Ma ti rendi conto in che guaio ti sei cacciato?!- sapeva che mi riferivo al simbolo marchiato a fuoco sul braccio, non voleva ascoltare, così tentò di colpirmi ancora, ma ero preparata – Protego!- urlai, rilanciai con -Exepelliarmus!-, ma nemmeno lui era uno sprovveduto, andammo avanti così per una decina di minuti, con colpi che andavano a segno ed altri no, fino a quando entrambi disarmati, non ci ritrovammo uno di fronte all'altra a pochi centimetri di distanza. Eravamo sporchi di polvere, un labbro sanguinante per me e un taglio sulla fronte per Draco erano segno che avevamo decisamente avuto uno scontro. Eravamo al buio perchè accidentalmente il lampadario era andato distrutto, l'unica luce proveniva dagli atri lampadari dell'infinita stanza. Nessuno dei due si muoveva, ci fissavamo in silenzio, rotto solo dai nostri respiri affannati, a causa della lotta. I capelli disordinati ed i vestiti strappati in qualche punto facevano una certa scena. Eravamo circa alti uguali, Draco mi superava solo di pochi centimetri. Quello che successe, fu così veloce che nemmeno me ne accorsi, la sua mano, si era avvicinata al mio viso, si posò delicatamente sulla mia guancia, il pollice passò sulle mie labbra i si fermò nel punto in cui il sangue continuava ad uscire, con un movimento lo levò. Non ero più consapevole delle mie azioni, per questo posai a mia volta la mia mano sulla sua che era ancora sulla mia guancia. Distolsi lo sguardo dai suoi occhi, per pensare. Quando posai di nuovo lo sguardo su di lui, non feci in tempo a dire – Draco mi dispia..- che lui tolse la mano dalla mia guancia e mi abbracciò. Rimasi un attimo ferma immobile, poi feci passare delicatamente le mie braccia intorno al suo torace e le unii, lo abbracciai a mia volta. Assaporai il suo profumo, lo sentii per la prima volta, il mio cuore batteva come non aveva mai fatto, era calmo,ma batteva di un energia nuova che nemmeno io so spiegare. Draco si abbandonò alle mie braccia, come se per la prima volta nella sua vita, ci fosse qualcuno li per lui.


Angolo delle tazze da thè:
*si inginocchia e chiede umilmente scusa*
Salve a tutti! Sono tornata dopo un lunghissimo periodo di fermo.
Il motivo di questo ritardo è...*rullo di tamburi* MI DIMENTICAVO DI AGGIORNARE!
VAI COSì!!! AHAHAHHAHA GIULIA SEI UN MITO! AHAHAHA!

OK, ORA BASTA! spero che questo sesto capitolo vi piaccia, lasciate una recensione se vi va ;)
ringrazio tutti quelli che la leggono, che la seguono, che la recensiscono ecc. 
al prossimo capitolo!
Giulia.

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Capitolo 7
*** Una vita difficile. Scelte che cambiano il corso degli eventi ***


 
UNA VITA DIFFICILE. SCELTE CHE CAMBIANO IL CORSO DEGLI EVENTI


Nessuno dei due se la sentiva di parlare. Preferivamo un muto conforto, l'uno nelle braccia dell'altro. Draco alzò la testa, prima abbandonata nell'incavo del mio collo, e disse:
-Basta farci la guerra, sono stanco di tutto questo, solo non posso tirarmi indietro.-
Gli risposi.
-Capisco che non puoi ribellarti, ma non stare con le mani in mano.-
-Emily, capisci che ne va della mia vita e quella della mia famiglia?-
-Sì, ma tutta la gente che ora vive nel terrore, tu stai contribuendo a seminare questa paura.-
-Ma non posso farci assolutamente nulla, non posso scegliere, anche se volessi.-
Quelle parole,“non posso sceglire” ,destarono in me un certo malumore, una sensazione strana, d'impotenza, non potevo aiutarlo...tutto ciò mi turbava. Nonostante io volessi farlo. Non mi capacitavo di quanto io fossi fragile accanto a lui, ma volevo essere forte, dargli questo piccolo aiuto.
-Ne hai parlato con tuo padre?-
Gli chiesi.
-Ahah! Potter ti pare che mio padre abbia il coraggio di ribellarsi a colui che teme di più?-
-I-io credo di no...-
Lasciai che le mie parole fluttuassero insieme ai nostri pensieri. L'abbraccio nel quale eravamo assorti si sciolse. Sapevo che se avesse potuto avrebbe continuato a tenermi stretta, ma preferii non concederglielo, non so perché, forse per non essere troppo...debole, non aveva bisogno di qualcuno su cui piangere, in fondo eravamo pur sempre "nemici".

Eravamo appoggiati al muro, uno accanto all'altro, in silenzio. Dopo il nostro breve dialogo pensavamo entrambi, volevo conoscerlo meglio.
-Perchè hai sempre l'aria di un' arrogante?-
Sapevo che la mia domanda era sciocca, ma per instaurare un rapporto dovevo pur cominciare da qualche parte.
-Potter, non mi sembrano domande appropriate...-
Lasciò la frase in sospeso, ma un ghigno divertito, tipico suo, gli era comparso sul viso.
-Era solo per conoscerti..tutto qui..-
-Davvero? Non credevo t'importasse poi molto di me...-
Disse tra lo stupito e il malizioso.
-Io non intendevo “conoscerti” in quel senso, ma conoscerti davvero!-
-Peccato...pensavo fossi come tutte...il mio fascino colpisce sempre.-
Disse sorridendo.
-Ora dimmi, ti sembro come le altre? Non cado nella tua trappola!-
-Sì, in effetti sei diversa. Ma alla fine tutte ci cadono, non so cosa faccio a voi femmine, ma è più forte di me. Anche tu farai la stessa fine.-
-Non ci giurerei.-
-Dici?-
Mentre pronunciava quell'ultima parola si era avvicinato a me, un po' troppo. Era davvero bello, solo che non avrei mai potuto averlo, troppo diversi, nemici.
***
Era davvero bella, non capivo come, ma avevo abbracciato Emily Potter. La cosa era davvero sconcertante. Io sono Draco Malfoy, ma avevo una strana sensazione nello stomaco, e la vicinanza a quella ragazza non aiutava a migliorare la situazione, il suo profumo mi dava alla testa.
-Dici?- Pronunciai questa parola e mi avvicinai pericolosamente a lei. Volevo farla cadere, così forse mi sarei sentito meno vulnerabile,ma, ad essere sincero, era lei che mi stava avvolgendo, mi uccideva, non mi ero mai sentito così, prima o poi avrei ceduto.
Ero a pochi centimetri dal suo viso, non staccavo gli occhi dalle sue labbra, invitanti, ma dovevo trattenermi, ne andava del mio orgoglio, poi con lei...no!
Mancava davvero poco al contatto delle nostre labbra...ma decisi che sarebbe stato meglio smettere di fare il cretino, non si meritava di essere trattata malamente come avevo sempre fatto con le altre. Lei era diversa. Questa volta davvero,mi allontanai da lei sennò l'avrei baciata sul serio.
Sentii il suo sospiro, non di sollievo, era il sospiro di chi aveva appena perso qualcosa, di chi era rimasto deluso.
***
Si era allontanato di colpo, il vuoto aveva colmato quello spazio tra di noi. Stavamo quasi per baciarci...no, impossibile voleva solo fare il Draco-sonounfigo-cadinenellamiatrappola-Malfoy. Mi dava sui nervi, non volevo cadere nella sua trappola, come tutte...desideravo qualcosa di più di un semplice flirt, non volevo essere la solita ragazzetta innamorata, desideravo qualcosa di più, ma non capivo cosa. Mi alzai con aria offesa, ma nemmeno io sapevo il perchè. Lui si era alzato con me, non gli dissi nemmeno “ciao”, me ne andai, ma lui fu molto più veloce di me. Mi afferrò il braccio, facendomi voltare di scatto, mi ritrovai ancora, a pochi centimetri da lui. Avvicinò le labbra al mio orecchio destro e sussurrò
-Potter, è meglio non dire a nessuno quanto è successo...-
Io, imbambolata, accennai un “si “ poco convinto con il movimento della testa, mi lasciò il braccio e se ne andò, rimasi lì a fissare il vuoto, come una statua. Quando fui di nuovo in grado di ragionare lucidamente, uscii dalla Stanza delle Necessità. Con calma, raggiunsi il mio dormitorio. Salii in camera mia e mi levai i vestiti sporchi, preparai l'acqua della doccia e mi buttai sotto il getto caldo. In pochi minuti ero come nuova, pulita ed in ordine, indossai un paio di jeans stretti e un maglione color panna, molto babbana nell'insieme, ma mi piaceva vestire in quel modo. Raccolsi i capelli in una treccia che poi posai sulla spalla destra.
Era ora di cena oramai. Mi avviai tranquillamente, entrai, raggiunsi il mio tavolo e mi sedetti vicino ad Hermione, feci un cenno di saluto ai miei compagni e cominciai a mangiare un piatto di pasta al pomodoro.
Harry mi salutò di sfuggita, ma prima di tornare a mangiare disse
-Dove sei stata? Non ti abbiamo più vista dopo pranzo...-
Lasciò la frase in sospeso, come se volesse dire “non avrai mica combinato qualcosa” , di rimando risposi
-Avevo da fare...tutto qui.-
-Capito, ma non avevi tempo nemmeno di avvisare tuo fratello?-
Mi disse accusatorio.
-Come se t'interessasse cosa faccio.-
Gli risposi sprezzante. Voglio bene a mio fratello, ma certe volte vorrei proprio non fossimo legati da un rapporto di parentela, vorrei fossimo degli sconosciuti, perchè quando 2 anni fa incontrai mio fratello per le viottole di Privet Drive avevo 13 anni, ero scappata dall'orfanotrofio in cui alloggiavo. Da un po' di tempo mi accadevano sempre più cose strane, la cicatrice sul mio polso bruciava ogni giorno di più, ma non ne capivo il motivo. Tutti mi consideravano pazza, così scappai, e la stessa notte lo conobbi. La cosa sconcertò entrambi, in quella notte cominciò tutto. Arrivammo ad Hogwarts due giorni prima dell'inizio delle lezioni, Silente ci convocò. Io non lo conoscevo, ma lui a quanto pare conosceva me. Si pensa che fosse l'unico insieme a Sirius a sapere di me: la sorellina di appena un anno non ancora registrata al ministero e che misteriosamente sparì. Ben 13 anni dopo ricomparve. Mi spiegarono tutto quello che sapevano, ero scioccata. Cominciai gli studi come una studentessa del primo anno, cosa che, data l'età, non ero. Ma visto che non avevo nessuna base fu deciso che sarei stata una novellina. La sera dello smistamento, quando il mio Nome fu pronunciato nella sale grande, cadde il silenzio, ogni persona aveva gli occhi puntati su di me; il cappello sentì il mio disagio e fece molto in fretta ma, a differenza di mio fratello, non ebbe dubbi sulla casa a cui sarei appartenuta. Grifondoro. Nessun applauso si udì dal tavolo della mia casa. I loro sguardi erano di disapprovazione, come se pensassero che di Potter ce ne fosse solo uno ed uno doveva essere. Fui accolta come un intrusa, ma nessuno sapeva ancora che io ero sua sorella, credevano che io avessi solo preso il cognome, insomma, che avessi imbrogliato, ma di preciso non capii mai il motivo dei loro sguardi così accusatori. Quello che percepivo era freddezza, e avevo la sensazione che le persone parevano volermi linciare da un momento all'altro. Quello fu il primo di una serie di giorni orribili, mio fratello ovviamente aveva altro da fare, che aiutarmi, non ci conoscevamo nemmeno, ma lui non venne mai a cercarmi. Mai una volta mi chiese di stare insieme per conoscerci. Lo feci io alla fine del primo anno, parlammo per ore della nostra vita, cominciai a pensare che avremmo avuto un bel rapporto, da fratello e sorella, come quelli che si vedono sempre e si scrivono. Non avessi ma pensato cosa più sbagliata. Per un'intera estate non ricevetti sue notizie. Ero ritornata all'orfanotrofio per le vacanze, non rispose mai alle mie lettere. In quell'estate mi documentai, studiai per arrivare preparata l'anno dopo. Imparai tutti gli incantesimi più difficili, anche quelli che riguardavano gli anni più avanzati, non volevo più rimanere sola, volevo farmi degli amici.
Insomma il primo anno passò in quel modo e quando ricominciò il secondo, grazie al torneo tre maghi riuscii ad instaurare un rapporto con mio fratello. Lo aiutavo a prepararsi alle prove. Quell'anno fu migliore, divenni amica di Hermione, Ron ed oltre a loro mi feci molti altri amici. Quell'anno tutti scoprirono che io ero la sorella di Harry, cominciarono a guardarmi in modo diverso, ma rimanevo comunque all'ombra di mio fratello. Non che m'importasse. Ora lo conoscevo e ci sostenevamo a vicenda. Era un sogno che si avverava.
Però a volete avrei preferito non fossimo fratelli, da parte sua nei primi anni non ricevetti attenzioni di nessun genere, come in realtà un fratello dovrebbe fare, io ero abituata fortunatamente, nell'orfanotrofio non venivo considerata molto, ma la cosa che più mi feriva non era essere disprezzata o isolata dagli altri, ma da Harry. Mi feriva la sua indifferenza.
Ora invece si comportava da bravo fratello, geloso e presente, ma io l'avrei definito più che altro assillante, forse perchè si era reso conto del suo comportamento nei primi anni, forse perchè da quando Voldemort era tornato sapeva che avrebbe potuto morire da un momento all'altro, forse per motivi che io non conoscevo, stava di fatto che il suo atteggiamento possessivo mi irritava e mi portava a pensare a queste brutte cose.

-Certo che mi interessa, Emily...-
Mi rispose sorpreso dalla mia affermazione.
-Beh, allora mettiamola in questo modo: è a me che non interessa dirti cosa faccio!-
La mia voce si era leggermente alzata, nella Sala Grande era calato il silenzio, e tutte le centinai di occhi presenti erano puntati su di me, mi alzai e, con portamento fiero, uscii dalla stanza, appena le porte si richiusero dietro di me, cominciai a correre, uscii dal castello, andai a rifugiarmi sotto la maestosa quercia.
Mi rintanai lì, sotto di essa, con le gambe al petto e le braccia che le circondavano, la solitudine mi faceva sentire al sicuro, l'unica cosa che mi dava conforto era l'albero, mi sentivo protetta. In lontananza, l'imponente figura del castello di Hogwarts, con le sue mille luci accese, davano un sfondo fiabesco a quella bizzarra scena, come se fossi rinchiusa in qualcosa di irreale, come se il fatto di essere una strega, in realtà, fosse un mondo creato da me e che, al mio risveglio, sarebbe scomparso, frutto solo della mia immaginazione. A volte ho pensato davvero di essere pazza, sinceramente non ho ancora accettato bene il fatto di essere qualcosa di sovrannaturale, come i babbani lo definirebbero, ma forse anche se fossi pazza, questa vita è sempre migliore di quella precedente. Il rumore di passi destò la mia attenzione. Qualcuno era venuto a cercarmi, ma chi? Chi conosceva oltre a me questo luogo? Non feci in tempo a rispondere alla mia domanda che la sua voce rimbombò nella mia testa come un'eco in montagna.
-Ancora qui..? Sotto la mia quercia?-
-In un certo senso è anche la mia...comunque sì.-
-Certo che io e te ci incontriamo spesso in questo periodo...-
Constatò a voce alta.
-In effetti... sarà destino.-
Risposi con un sorriso tirato mentre pensavo che forse era venuto a cercarmi, dopo aver assistito alla mia scenata.
-Sia chiaro che non sono venuto a cercati, ma è solo mia abitudine venire qui dopo aver cenato.-
(Ovviamente mi ero sbagliata. Beh, ma cosa mi aspettavo? Lui era Draco Malfoy.)

-Infatti non mi era passata nemmeno per la testa quest'idea.-
Bugia. Fortunatamente il mio interlocutore non se ne accorse.
-Cosa ti porta qui?-
-Non sono affari tuoi...-
-Immagino di no...allora non ti dispiacerà se me ne vado...-
Disse mentre si alzava, le parole mi uscirono da sole, senza un controllo reale del mio cervello, anche la mia mano agì automaticamente e lo afferrò finché era a portata.
-No! Non andartene...ti prego.-
Pronunciai queste parole con una sicurezza che mi stupii di me stessa, quanto lui si stupì di me, si girò e mi guardo con gli occhi stralunati
-Solo se ti va...non voglio rimanere sola.-
Dissi per rimediare alle mie azioni da sconsiderata.
-Rimango.-
Disse. Si rimise a sedere di fianco a me. Le nostre mani erano intrecciate, lo avevamo notato, ma nessuno dei due aveva sciolto il contatto, era caldo, ma freddo allo stesso tempo, triste, ma non osavo chiedere il perché. Rimanemmo in silenzio. Un'arietta gelida ci trapassò, un brivido mi percorse la schiena facendomi tremare,
-Hai freddo Potter?-
Disse.
-Un po'...Sì, sai, la freddezza della tua domanda mi ha fatto venire i brividi Malfoy. E' possibile essere chiamati per nome o...?-
Risposi. Mi guardò incredulo e, in parte divertito. Si tolse la giacca nera e con delicatezza la posò sulle mie spalle, indossava una camicia leggera.

-Grazie! Ma così ora tu avrai freddo...-
-Non è un problema.-
-Sì invece che è un problema, potresti ammalarti!-
Detto questo feci di nuovo una cosa che non era venuta da un accurato ragionamento bensì dall'istinto, mi alzai e mi sedetti tra le sue gambe, appoggiai la mia schiena contro il suo petto. Sentivo il suo cuore pulsare contro la mia schiena, il battito era irregolare, agitato, come se non si aspettasse questo mio gesto e in parte lo capivo. Inizialmente tenne le braccia appoggiate sulle sue ginocchia, poi in un movimento impercettibile, mi circondarono la vita.
-Sei calda-
-Tu, invece sei freddo.-
Dissi sorridendo.
-Ovvio, non posso certo essere come te.-
-Cosa intendi dire con questo?-
Dissi voltandomi a guardarlo. Non avevo calcolato la poca distanza che separava i nostri visi e per poco le nostre labbra non si toccarono.
-Intendo dire...che non sono un pappa molla come te.-
Disse soffiando sulle mie labbra, a mio avviso apposta.
-E quello che scappò perchè aveva paura della foresta proibita il primo anno....no...lui non è un pappa molla!-
Dissi a mia volta.
-E questa chi te l'ha raccontata?-
Disse con tono autoritario, ma ridendo sotto sotto
-Mio fratello! Quando me lo ha detto non riusciva a non ridere.-
Mi guardò storto, ma alla fine si mise a ridere. Mi stupì. Non lo avevo mai sentito ridere così di gusto, solitamente la sua risata era forzata o comunque non era dovuta a qualcosa di divertente, la sfruttava solo per essere malizioso o per denigrare, ora invece la sua risata era vera, pura e contagiosa perchè mi misi a ridere a mia volta.
Finito di ridere ci guardammo, gli scompigliai i capelli con una mano e dissi sorridendo
-Non sei poi così antipatico.-
Poi mi alzai, gli restituii la giacca e me ne andai salutandolo con un cenno. Lo vidi con la cosa dell'occhio scrutare nel buio la mia figura finché la visuale lo permetteva, lo lasciai lì.


Angolo delle tazze da thè:
Buonsalve a tutti!! oggi ero di buon umore e quindi ho deciso di pubblicare in anticipo il capitolo, così perchè mi andava! ahahahhhaha sono strana...
comunque spero che vi piaccia.
ringrazio tutti, chi legge e tace, chi commenta, che segue ecc.
un bacio!
a presto!!

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Capitolo 8
*** Oscuri Segreti ***




OSCURI SEGRETI...

 
Credevo di essermi persa in quei luoghi così tenebrosi, il pavimento era liscio ed accanto a me un uomo parlava. Io capivo. Eravamo in confidenza, mi voleva in qualche modo bene, ma temevo che il suo attaccamento nei miei confronti fosse possessivo, protettivo.
Entrammo in una stanza scura, il brusio che sentii appena entrata si zittì subito, a causa di chi mi accompagnava ed era al mio fianco in quel momento: si sedette a capotavola e mi fece segno di salire sul bracciolo della poltrona su cui era seduto. Vidi una ventina di persone. Alcune scure in viso, terrorizzate, altre invece erano divertite. Le osservavo come se già le conoscessi, i loro sguardi diretti verso di me, invece, erano inquieti. In fondo al tavolo una donna lievitava a mezz'aria accanto ad un losco individuo, tozzo e pelato con una mano diversa, di metallo. La donna sanguinava, era stata torturata.
Quell'omuncolo parlò, ma quella volta non capii, parlava una lingua diversa che veniva compresa da tutti a parte me.
Mi sentivo estranea al mio corpo, come se non mi appartenesse, come se non fossi io.
Il monologo terminò con un silenzio strano seguito da una frase che, invece, compresi.
-Nagini! La cena!-
Scattai verso di lei, non so per quale motivo, non mi controllavo. Mi avventai su quella donna con una tale furia che mi stupii di me, dilaniai,e straziai il suo corpo fluttuante fino a che morì.

Mi svegliai di colpo, sudata ed impaurita. Ricordavo ogni dettaglio, ogni sensazione che avevo provato mentre ero un serpente, il braccio destro di Voldemort.
Una cosa che non capii, che mi suonò strana, fu il motivo per cui durante il sogno non lo avevo riconosciuto, colui che non doveva essere nominato. Da sola, di certo, non lo avrei mai intuito. Dovevo parlarne con Harry.
Cambiai la maglietta del pigiama, mi misi una felpa e raggiunsi i dormitori maschili in cui Ron ed Harry alloggiavano. Vi entrai, dormivano. Mi avvicinai al letto di mio fratello. Con la mano lo scossi. Si svegliò allarmato ma si rilassò appena mi vide.
-Cosa fai qui, Emily?-
Disse con la voce impastata dal sonno.
-Ho bisogno di parlarti...ora.- Dissi.
-E' così urgente da dovermi svegliare nel bel mezzo della notte?-
-Sì.- Risposi sicura.
-Dammi 5 minuti...-
Uscii dalla stanza con il rumore del russare di Ron ancora nelle orecchie.

La Sala Comune era davvero bella alla luce del camino ancora acceso, le cui braci ardevano, il fuoco era ancora giovane, magico, disegnava ombre scure sulle pareti rosse della stanza. Qua e là scintilli dorati, illuminati dalla luce del fuoco, davano un tocco elegante a quell'immagine così irreale.
Mi sedetti sul comodo divanetto rosso cremisi, aspettando l'arrivo di Harry. Pochi minuti dopo vidi la sua ombra proiettata sulla parete davanti a me, scese le scale e mi raggiunse.
-Allora sorellina...cos'è successo?-
-Tu hai fatto qualche brutto sogno di recente?- gli chiesi, visibilmente tesa.
-Ehm...in realtà è un po' che non ne faccio, perché?-
-No, chiedevo.-
Gli risposi con poca convinzione. Avendo ricevuto tale risposta non ero più tanto sicura che raccontargli cosa avevo sognato fosse la cosa giusta. Era una sensazione, non una certezza, ancora una volta non capivo il perché ma percepivo che a parlargliene avrei peggiorato solo la situazione. Harry non mi rivelava mai i piani che aveva con Silente, quindi potevo benissimo tenerlo all'oscuro di questo. Avrei capito il significato di tutto, da sola.
-Come? Solo questo?? Volevi solo un'informazione? Mi hai svegliato nel bel mezzo della notte...per niente?! Cazzo, Emily!-
Sbottò arrabbiato.
-Sì.-
Dissi, prendendo al volo l'occasione per terminare la conversazione. Harry, nonostante avesse molto coraggio, il più delle volte era davvero ingenuo, si lasciava raggirare molto più facilmente di quanto avrebbe pensato.
-Io allora...torno a dormire!- disse e se ne andò.
Rimasi lì, a contemplare il fuoco per qualche istante, poi tornai nella mia camera. Presi la mappa del malandrino che mio fratello mi aveva gentilmente prestato, pronunciai la formula magica e sulla pergamena apparve tutto il perimetro ed ogni alunno del castello che stava girovagando in quel momento. Notai subito il nome di Draco che si aggirava per i corridoi solitario, volevo sapere cosa faceva. Presi la bacchetta ed uscii dalla sala comune diretta verso il punto in cui si trovava Malfoy. Mentre lo raggiungevo notai che si stava dirigendo in Biblioteca:“Draco Malfoy...in biblioteca..stano” pensai. Entrai a mia volta nella stanza; avevo già richiuso la mappa, dal momento che lo avevo raggiunto. Mi misi alla sua ricerca, tra tutti gli alti scaffali della Biblioteca non riuscivo a trovarlo quando, per sbaglio o per fortuna, non lo so, girando l'angolo tra uno scaffale e l'altro, ci scontrammo nel buoi totale.
- Ahia! Cazzo!- Esclamai.
-Emily?!- Domandò tra lo stupito e lo spaventato.
- Si?- risposi,
- Ma tu sei sempre in mezzo ai santi piedi di Salazar?- disse, con il suo solito fare arrogante,
- E se anche fosse? Voglio sapere cosa stai combinando...e non dirmi che non stai combinando nulla perchè so che non è così?-
- Non starmi trai piedi o te ne pentirai...- mi puntò addosso la bacchetta, stava sicuramente per scagliarmi contro un incantesimo, ma fui più veloce nel pronunciare con chiarezza le parole Prietrificum totalus e il povero Malfoy cadde rigido sul pavimento della stanza.
Mi accovacciai accanto a lui, lo guardai e gli sorrisi soddisfatta, gli spostai i capelli che gli erano andati disordinati sul viso e gli dissi – Visto cosa succede a minacciare una Grifondoro? Si rimane immobilizzati!- e me ne andai.
Gli avevo lanciato un incantesimo a tempo, si sarebbe sciolto a breve. Me ne tornai tranquillamente nel mio dormitorio, sorridendo.
***
Non capivo come avesse fatto ad essere più veloce di me nello scagliare l'incantesimo, io ero uno dei migliori al corso di difesa, non capivo.
Ero steso, completamente immobile sul pavimento della Biblioteca, prima di andarsene mi aveva scostato i capelli dal viso, aveva un tocco leggero e fine per una ragazza con l'animo di una guerriera.
***
La mattina seguente mi alzai. Le lezioni passarono velocemente e senza accorgermene era già ora di pranzo.
Harry non c'era. Insolito. Chiesi a Ron dove fosse e lui mi rispose – è andato con Silente a fare qualcosa, ma è rimasto molto sul vago...-
- ah capisco...- .
Oramai ero abituata a quel tipo di cose, mi tenevano sempre all'oscuro di tutto. Silente, ogni qual volta che succedeva qualcosa, avvertiva Harry, non me, nonostante fossimo fratelli. Ma non m'importava. Harry era il prescelto. Non io.
Era però sempre il medesimo discorso, venivo tagliata fuori dalla situazione, mi tenevano all'oscuro di tutto, come se non fossi in grado di gestire la situazione, ma non ero più una bambina, le cose le capivo, le percepivo, e soprattutto sapevo rielaborare i pensieri in modo autonomo. Sapevo affrontare i problemi, non li aggiravo. Ovviamente tutto questo era di poca rilevanza, non facevo parte del gioco, ero solo un'esterna, che non poteva prendere posizione, guardava e basta e se permesso ogni tanto veniva considerata, solo che io sapevo e avevo ipotesi che avrebbero potuto servire, se avessi avuto modo di esprimerle. Quel giorno sentivo che sarebbe successo qualcosa che avrebbe dato una svolta al tutto. Come se fosse l'inizio della fine.
Finii il mio pranzo in assoluto silenzio, ma prima che me ne andassi, Hermione mi fermò. -Sappiamo come ti senti, succede anche a noi. Ma capisci che è lui a dover fare la parte più difficile, noi possiamo solo aiutarlo. È questo il nostro compito, Emily.-
-Certo. Ma io sono sua sorella e molto probabilmente...no, fa niente.-
Quando Harry mi aveva raccontato del ritorno di Voldemort mi aveva descritto nei dettagli il momento in cui aveva ripreso forma: aveva usato un osso, il sangue di mio fratello e il sacrificio di un arto di un suo fedelissimo. La cosa che mi aveva lasciata perplessa era il fatto che avesse usato un osso. Così dal quel giorno avevo continuamente fatto ricerche che, alla fine, mi avevano condotto ad un' incantesimo, la creazione di un Horcrux. Solo che nei libri scolastici della biblioteca non avevo ancora trovato nulla di concreto se non qualche accenno. Era una magia oscura, un incantesimo di magia nera, in quei libri non avrei potuto trovare niente che mi spiegasse esattamente in cosa consistesse. In più, il sogno della notte precedente aveva dato sempre più significato alle mie ipotesi, ma dovevo ancora accertarle. Mi rimaneva un'unica possibilità: il reparto proibito. Ma per accedervi avevo bisogno dell'autorizzazione di un'insegnante. Mi diressi dalla professoressa McGranitt.
-Buongiorno professoressa.-
-Emily. Cosa la porta da me?-
-Avrei bisogno della sua autorizzazione per accedere al reparto proibito...-
-Per fare cosa, cara?-
-Una ricerca-
-Di che genere?-
-Su un incantesimo...-
-E sarebbe?-
-Ehmm...la creazione di un Horcrux!-
-Come ti è venuto in mente?! Lo sai, no, chi è stata l'unica persona a servirsi degli Horcrux?!-
- Ma professoressa! Ho bisogno di sapere, me lo spieghi lei, la prego...-
- No!-
-Farò a modo mio...- e mi congedai. Percorsi a perdi fiato i corridoi per arrivare alla Biblioteca. Vi entrai. Mi diressi a passo deciso verso la mia meta: il reparto proibito.
Nessuno nei dintorni. Cominciai a guardare sugli scaffali quando un libro attirò la mia attenzione, forse il caso aveva voluto che lo trovassi subito o semplicemente avevo avuto una fortuna sfacciata, fatto sta che era proprio quello che stavo cercando. Era un libricino di misure modeste, con sopra scritto in oro, dal colore sbiadito la parola Horcrux. Lo presi. Cominciai a leggere.
Ci misi poco a capire in cosa consisteva l'incantesimo. In poche parole: ti rendeva immortale. Per diventarlo però dovevi dividere la tua anima dal tuo corpo e rinchiuderla in un oggetto, in questo modo se venivi ucciso potevi ricorrere a tale oggetto per tornare in vita. Per dividere l'anima, però, era necessario commettere un omicidio. Lette quelle informazioni, piano piano tutti i pezzi si collegarono tra loro. Ogni volta che Harry aveva avuto a che fare con Voldemort, un oggetto faceva capolino, il diario, l'osso...avevano racchiusa l'anima di Lord Voldemort. Ecco qual era il segreto!Potevano essere distrutti solo con la spada di Grifondoro o il dente di Basilisco.
Capii anche la stranezza del fatto che io e Harry fossimo in contatto con la mente di Voldemort, ma a questo, non trovavo una spiegazione logica. Avevo un'ipotesi: e se anche noi fossimo Horcrux? Ma lì per lì non era verificabile. Volevo consultarmi con il professor Silente, me era come se ogni volta che volevo chiedergli udienza lui sparisse, come se non volesse concedermi chiarimenti.
Avevo trovato ciò che cercavo, ma quella volta non lo avrei detto a nessuno, solo in caso di necessità. Harry non era ancora tornato e cominciava a fare buio. Uscii dalla biblioteca e mi diressi a passo spedito verso la Sala Grande per la cena. Nel tragitto notai un'ombra, qualcuno che si muoveva di soppiatto, ma pensai fosse qualche studente che si imbrigliava nel losco traffico di Whisky Incendiario. Non immaginavo di certo niente di pericoloso. Percorsi alcuni corridoi, sempre i direzione Sala Grande, ma una sensazione di angoscia mi costrinse a cambiare direzione, infatti mi incamminai verso la Torre di Astronomia. Non so per quale motivo mi ci stavo recando ma l'istinto mi diceva di andarci. Passai davanti alla parete della stanza delle necessità, nulla di strano, ma sentivo che lì dentro stava accadendo qualcosa di cui non avrei dovuto impicciarmi, e fu quello che feci. La sorpassai diretta alla meta. Niente poteva distrarmi dal mio obiettivo, nemmeno quella terrificante sensazione.
Feci una piccola tappa al bagno delle ragazze e quando uscii una bacchetta nera e lucida era puntata alla mia gola, un braccio abbastanza muscoloso, ricoperto da una manica nera mi cingeva la vita, ero impotente.
-Non devi immischiarti in queste cose, Emily...- mi sussurrò all'orecchio. Capii immediatamente di chi era la voce .
- Malfoy, non sei nessuno per potermi dire cosa fare-
- No, davvero. Stavolta sono serio, non immischiarti, è qualcosa di pericoloso.-
- Cosa intendi?-
- Nulla, ma, ti prego, ascoltami...-
- Perchè dovrei? Ti importa di me? No! Quindi perchè?-
- Perchè...mi importa di te, Emily!- la sua bacchetta si abbassò, lasciando libero il mio collo, mentre il suo braccio cingeva ancora la mia vita, come se fosse l'ultima volta. Con uno strattone mi fece voltare verso di lui. Ci guardammo.


ANGOLO DELLE TAZZE DA THè:
Buon Natale a tutti!! Buon capodanno e tanti altri auguri che ora mi sfuggono.
sono tornata con un nuovo capitolo, la storia è agli sgoccioli...sta per finire tutto peccato che io non abbia, o meglio non sia riuscita ancora a completare l'ultimo capitolo perchè HO IL "BLOCCO DELLO SCRITTORE" ragazzi vi prego aiutatemi perchè non so davvero come finirla.
se avete qualche turcco, o tipo i rimedi della nonna mandatemi una mail al mio profilo efp.
grazie mille e buone feste!

 

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