One little thought a piece

di chitta97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Miyako Inoue ***
Capitolo 2: *** Ken Ichijouji ***
Capitolo 3: *** Iori Hida ***
Capitolo 4: *** Jyou Kido ***
Capitolo 5: *** Mimi Tachikawa ***



Capitolo 1
*** Miyako Inoue ***


One little thought apiece

 

Corrugò di nuovo le sopracciglia violacee con lo sguardo rivolto verso lo schermo del computer. E nonostante l'immagine davanti ai suoi occhi color cannella fosse un semplice videogioco che la divertiva non poco, la mente di Miyako Inoue era da tutt'altra parte, persa in pensieri tutt'altro che piacevoli. Di nuovo lo sguardo strafottente di quel maledetto Digimon kaiser sovrastava la sua memoria e non poteva far altro che imprecare ancora borbottando tra sé e sé.

 

Possibile che un ragazzino come lei, anzi, anche più piccolo probabilmente, potesse essere così malvagio?

Qualcosa non quadrava, non era normale!

Sospirò pesantemente allontanandosi, con l'ausilio delle braccia, dalla scrivania.

Frugò nella tasca e ne tirò fuori il suo digivice, fissandolo con occhi malinconici.

 

Eppure c'era qualcosa, un qualcosa che neanche lei riusciva bene a definire, ma che in un certo senso la incuriosiva in quel ragazzo.

Scosse la testa con più enfasi del dovuto facendo quasi cader gli occhiali.

 

Ma perché perdo tempo pensando a lui invece che a Ichijouji! Lui meriterebbe molto di più le mie attenzioni! E' bellissimo, oltre che un genio sia a scuola che nello sport e be, anche nell'informatica, devo ammetterlo...”

Quasi si costrinse a sovrapporre all'immagine dell'imperatore dei digimon quella del bambino portento e pressapoco distrattamente si accorse che i loro caratteri fisici non erano poi tanto diversi...Chissà che carattere aveva in realtà Ken Ichijouji? E il digimon Kaiser? Era davvero così cattivo come pareva o forse dietro quegli occhialoni e la frusta, si celava solo una persona con molti problemi alle spalle?

 

Non è da me essere così riflessiva, che mi prende?!”

Esclamò d'un tratto rendendosi conto che davvero i suoi pensieri diventano troppi e troppo complicati per i suoi gusti.

 

Tutto bene Yolei?”

Biascicò Poromon da dentro la sua personale cuccetta, socchiudendo appena i grandi occhi azzurro cielo.

Ah, sì sì, non preoccuparti, scusami se ti ho svegliato Poromon.”

Arrossì lei sfociando poi in una breve risata nervosa.

Il pulcino rosa emise un mugugno poco convinto, ma non tardò a riaddormentarsi.

 

Miyako decise di seguirlo nel mondo dei sogni, era già tardi e domani aveva scuola.

Sollevò il cuscino prendendo il pigiama; subito dopo esserselo infilato corse con le mani ai capelli violacei lisciandoseli continuamente.

Il suo inconscio così cercava di calmarla e in effetti un po' ci riuscì.

Finalmente si mise sotto le coperte e mise in atto gli ultimi abituali gesti, prima di sprofondare tra le braccia di Morfeo: si tolse gli occhiali, li appoggiò sul comodino ed infine spense la lucina.

 

Ma prima di celare le sue iridi calde sotto le palpebre, di nuovo vide le due immagini sovrapporsi mentre le gote le si imporporavano.

 

E chissà che cosa sarebbe successo se già avesse capito quanto il suo cervello avesse ragione a mettere a confronto quei “due ragazzi”.

Forse la confusione di emozioni dentro di lei si sarebbe almeno un po' attenuata, ma chissà se avrebbe compreso proprio tutto, se quel piccolo sentimento che era in procinto di sbocciare tra non molto tempo sarebbe poi appassito insieme alla delusione, oppure...oppure chi lo sa.

In fondo è inutile fare pronostici su cosa sarebbe potuto succede se, quando è già andato tutto per il meglio.

 

 

 

Note dell'autrice:

Questa è per te Padme Undomiel, con tanto affetto :3 Un POV Miyako Inoue, rigorosamente il tuo personaggio preferito (mi serviva tutta la lista perché ad ogni capitolo ci sarà un nuovo personaggio che dedicherò ogni volta ad una ragazza qua di efp e in caso di gusti uguali mi serviva tutta la lista XD), con lievi accenni Kenyako, a sua volta la tua coppia preferita XD Spero che questo pensierino ti piaccia, ho voluto provare a mettere qualcosa di KenxYolei, ma invece di quando lui è già buono (se così si può dire) di quando è ancora il Digimon Kaiser.

Concludo ringraziando chiunque vorrà leggere e in particolar modo recensire. Spero ci sarà qualcuno che mi seguirà fino alla fine di questa raccolta e...niente, un bacione a tutti :*

chitta97 <3

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Capitolo 2
*** Ken Ichijouji ***


Il vento gli scompigliò nuovamente i capelli color ebano provocando il gesto repentino della sua mano col fine di farli ritornare in ordine.

Era seduto sulle rive di un fiumicciatolo, l'erba umida gli aveva ormai infradiciato il retro dei pantaloni, ma a Ken Ichijouji sembrava non importare più di tanto.

 

Sembrava pensieroso, ma a dire il vero non pensava proprio a niente. Semplicemente stava fermo lì, a fissare davanti a se'. Rifletteva su tutto e su niente, su cose insignificanti intervallate spesso da sprazzi di brutti ricordi.

 

Si era appena unito al gruppo dei nuovi digiprescelti, dopo molto tentennamento, ma era quasi sicuro che, specialmente alcuni, non avevano del tutto cancellato dai loro cuori il suo passato da Digimon Kaiser...E come biasimarli d'altronde?

Lui non l'avrebbe mai fatto; da quando si era, possiamo dire, riconvertito al bene era diventato quasi masochista e il male che prima faceva agli altri sembrava che ora lo volesse ripetere su se stesso.

 

In particolare un'immagine continuava a tornargli alla mente, quegli occhi smeraldini così diffidenti.

Era chiaro che Iori Hida fosse uno dei più, se non quello, scettici sulla sua conversione e qualche sguardo, seppur antecedente, lo esprimeva chiaramente.

 

Ma lui che cosa poteva fare? Non lo sapeva, perché più che combattere ed aiutarli non trovava altri metodi per espiare i suoi peccati.

Sospirò pesantemente facendo, nel mentre, riaffiorare altri ricordi.

Anche quello della zuffa con Takeru...Era davvero così masochista dal pensare che sarebbe stato meglio l'avesse picchiato altre volte?

 

No.

No? Beh, un po' di umanità persisteva evidentemente.

O forse era anche merito di quei piccoli gesti di comprensione che aveva ricevuto...Da Daisuke per primo, ma anche da Miyako e poi in fondo un po' da tutti.

Sì, anche dal più piccolo e testardo.

 

Ed era strano come, invece di odiarlo perché era quello ancora un po' attaccato all'associazione “Digimon Kaiser” con la sua persona, lo comprendesse e capisse che gli assomigliava.

Già, gli assomigliava, proprio perché anche lui stesso non si era ancora perdonato gli errori commessi in passato esattamente come quel ragazzino; e lo trovava molto logico, molto più che il perdono così spontaneo del Motomiya.

 

Intendiamoci, non che per questo disprezzasse quello che ormai era diventato il suo migliore amico a tutti gli effetti, anzi, gli era eternamente grato però...comprendeva anche quanto i loro caratteri fossero diversi per non dire opposti. Sì, probabilmente quello con un carattere più compatibile al suo era proprio il piccolo castano, constatò ufficialmente tra se' e se' sorridendo un poco.

 

“Ahhh, va beh, è ora di ritornare a casa o la mamma si preoccuperà ancora.”

Disse a voce alta senza un apparente motivo dato che neanche Wormmon era lì con lui. Ultimamente teneva sempre di più a non procurare altre pene ai suoi genitori, soprattutto visto lo spavento che si erano presi quando era sparito così di colpo.

 

Come era cambiato...! E solo per quelle frasi di quei bambini, su per giù della sua età, che ora erano i suoi compagni di avventure.

 

“Grazie ragazzi” Sussurrò tra se' e se', come per un riflesso inconscio.

Quando si rese conto di aver effettivamente anche parlato piegò le labbra in una smorfia imbarazzata.

“Ho ancora qualche rimasuglio della pazzia da Imperatore evidentemente, parlo da solo” Constatò grattandosi la nuca con fare impacciato e arrossendo appena.

 

Poi decise di incamminarsi sul serio verso casa, aveva un bel pezzettino da fare a piedi e avrebbe scommesso che Wormmon non vedeva l'ora di rivederlo, d'altronde stare da solo e nascosto per tutto il tempo non era certo il suo passatempo preferito...!

 

 

 

Note dell'autrice:....

Eccomi tornata dopo un bel po' ^^' scusatemi, ma, come qualcuna di voi saprà già, a metà Agosto ho avuto qualche problemino di salute, che ora si è ormai da un po' risolto per fortuna :) Solo che l'inizio della scuola mi ha un po' sconvolto, no va beh, non esageriamo xD, solo che devo ancora abituarmi a questo ritmo e ai compiti, motivo per cui non ho potuto mettermi subito sotto....Quindi, scusatemi tanto, soprattutto KuromiAkira a cui è dedicata questa storiella interamente su Ken (che spero sia venuta qualcosa di perlomeno decente) e a tutte le altre ragazze che aspettano quella dedicata a loro ^^

Comunque un bacione enorme a tutti, chitta97 <3

 

 

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Capitolo 3
*** Iori Hida ***


Iori Hida

 

Gli occhi color smeraldo si riposarono nuovamente su quel foglio ancora incompleto. Un semplice test scolastico a scopo di indirizzare i ragazzi verso una particolare carriera lavorativa che il piccolo Hida non riusciva a completare.

 

Certo, avrebbe potuto pensarci più tardi dato che non aveva una scadenza ravvicinata quel compito, ma la verità è che era spaventato dal fatto che non sapesse che cosa volesse farne del suo futuro.

 

“Iori, la cena è pronta!” la voce della madre lo costrinse a mettere via quel foglio. Pertanto lo rimise ordinatamente dentro al cassetto della scrivania e si affrettò a tavola, conscio del fatto che non sarebbe stato molto educato far aspettare la sua piccola famiglia per mangiare.

 

Ma dopo una settimana ancora quel pezzo di carta rimaneva lì senza neppure una macchia d'inchiostro se non quelle usate per scrivere nome e cognome.

Esasperato allontanò la sedia dalla scrivania levando in alto lo sguardo.

 

“Ancora con quel test, Cody?” da un cestino di vimini fece capolino il piccolo digimon giallognolo, fido compagno del ragazzino.

Quest'ultimo, d'altro canto, si limitò ad annuire accennando un sorriso forzato.

 

“Perché non chiedi aiuto a qualcuno? Magari ad un altro digiprescelto...Loro l'avranno già fatto, no?”

“Upamon, sei un genio!” Irruppe allora l'erede della Sincerità (*) facendo quasi cadere la sedia per lo scatto fatto e correndo già fuori di casa verso una destinazione sconosciuta ancora al piccolo digimon.

 

“Aspettami Cody, vengo con te!” il mostricciattolo cercò quindi di raggiungerlo saltellando come una palla e ritrovandosi ben presto con il fiatone per la fatica.

Per questo quando gli pose una logica domanda si ritrovò a balbettare ansimando. “M-ma dove ...st-stiamo andan...do?”

“A casa di Jyou, lui sicuramente può aiutarmi.”

“E-e come mai proprio...proprio lui?”

“Lui è il più grande tra i digiprescelti di mia conoscenza e inoltre sono l'erede della sua digipietra, mi sembra la scelta più logica.”

Rispose risoluto il ragazzino continuando per la sua strada.

 

Ancora un poco e poi furono davanti a casa Kido. In un lampo tutta la sua sicurezza vacillò, sentendosi quasi uno stupido...Insomma, lui, proprio lui, sempre un bambino modello in tutto, ora andava a chiedere aiuto per una cosa così ridicola? Non era davvero in grado di decidere niente sul proprio futuro? Eppure perfino Daisuke c'era riuscito in brevissimo tempo, assolutamente certo di quello che sarebbe voluto diventare da grande.

 

“Non suoni il campanello?” Chiese con la solita vocina un poco stridula il mostro digitale.

Non rispose, ingoiò solo la propria saliva e avvicinò piano piano il dito in direzione del piccolo bottone; poi però il cancelletto si aprì prima che potesse fare alcunché e si ritrovò davanti proprio il maggiore della compagnia.

“Iori, vuoi entrare? Ti ho visto dalla finestra e ho pensato che fosse meglio fare gli onori di casa...Ho fatto male?”

 

“N-no no, anzi, grazie.” Imbarazzato si inchinò in un rispettoso saluto e seguì il padrone di casa con passo incerto.

 

In breve erano tutti, digimon compreso, davanti ad una tazza di tè bollente e qualche biscotto dal dolce aroma di zenzero.

“Allora, come mai volevi il mio aiuto?” Fece l'occhialuto posando la teiera ancora fumante.

 

“Ecco in realtà è una sciocchezza, probabilmente ti sto disturbando e basta...”

“Ma figurati, a me fa piacere se mi vieni a trovare ogni tanto. Dai, non farti problemi e dimmi pure qual è il problema.”

 

Sorrise affabile e l'Hida prese il coraggio a due mani, si schiarì la voce e provò a spiegare il motivo di quella visita inattesa.

 

“Vedi, come sai il prossimo anno dovrò cambiare scuola; certo, è solo la fine delle elementari però...però quando ci hanno consegnato per compito un test sul nostro futuro, su quello che noi vorremo e non vorremo fare...Mi sono accorto di non saper assolutamente rispondere. Certo, so quali cose mi piacciono di più e quali non sopporto. So che voglio continuare ad essere un digiprescelto, so che vorrei coltivare la mia passione per il kendo, però non so che lavoro vorrei fare, se mi piacerebbe avere una famiglia mia, non so niente! E non va bene, dovrei sapere qualcosa, d'altronde si tratta di me stesso, perfino Davis ha saputo rispondere immediatamente a queste domande!” Finì sconsolato il discorso il minore.

 

“Ma è la cosa più normale di questo mondo.” Disse semplicemente l'altro.

“Cosa?” Iori tirò su lo sguardo fino ad incontrare quello dell'amico e si stupì della sicurezza e della tranquillità che trasmettevano i suoi occhi cobalto.

 

“Ma sì, sei troppo giovane per poter sapere con certezza quello che vorrai diventare da grande. Certo, c'è chi ha già le idee chiare, o chi pensa di averle...In ogni caso non dovresti preoccupartene così tanto, devi solo seguire quello che desidereresti per essere più felice secondo il tuo modo di pensare attuale. Poi non deve essere una cosa definitiva e immutabile, si può cambiare idea in ogni momento, la vita è tua e cambia con te, non il contrario. Credimi io lo so bene....Non farti imporre dagli altri alcuna scelta, sei solo te che puoi decidere.”

 

Sorrise affabile dopo essersi sistemato un poco gli occhiali.

“Dici sul serio? Ma mi hanno sempre considerato tutti un ragazzino deciso e serio, si aspettano tutti che io abbia già un programma specifico su che cosa fare del mio futuro e se li deludessi, se...?”
 

“Ma se pensi solo a ciò che possano pensare gli altri di te o delle tue scelte finirai per fare della tua vita solo un riflesso della vita ideale di altre persone con il risultato che non sarai mai felice. E' presto per sapere che cosa realmente ed effettivamente si voglia fare, ma se hai qualche obbiettivo o qualche valore portalo avanti, dammi retta, non farti condizionare in alcun modo. Cody, ci sono persone che hanno fatto scelte che per tutti erano sbagliate, ma che poi si sono rivelate indispensabili e credimi, vivono molto meglio, di chi è andato avanti in base ad un programma di altri.”

 

“Davvero non sono un incapace allora?” Chiese insicuro, alzando appena un sopracciglio.

“Ma certo che no, stai tranquillo. Mio padre avrebbe voluto che tutti i suoi figli diventassero medici come lui eppure io e mio fratello non lo abbiamo fatto, ti sembriamo forse cattivi o, forse peggio, infelici?”

“Ma tu una scelta l'hai fatta...”

“Ma non alla tua età, neanch'io sapevo che fare in sesta, ci si arriva piano piano, mettendo inseme vari pezzi del puzzle di te stesso, solo così puoi capire veramente che cosa fa per te; quindi ora vai a casa, fai quel test senza impegno e non ci pensare più.”

Lo accompagnò alla porta facendogli un occhiolino di incoraggiamento al quale il più giovane sorrise più sereno. E con Upamon al seguito si avviò verso casa, decisamente con un passo più lento dell'arrivo.

 

 

 

 

“Fatto.” Sollevò il foglio alla luce dell'abatjour sulla sua scrivania. Ne era abbastanza soddisfatto, doveva ammetterlo. Voltò lo sguardo in direzione del proprio digimon che dormiva già, tranquillo, nella propria “cuccia”. Poi mise il tutto dentro la cartella per il giorno dopo, meglio andare a letto dopotutto.

 

 

[...]In conclusione non so ancora con certezza che cosa vorrò fare da grande della mia vita, ma un amico mi ha detto di scegliere ciò che più desidero. Ci ho pensato e so che nella vita voglio solo fare ciò che è giusto, come a suo tempo ha fatto mio padre.

 

 

 

(*) Ho lasciato la Sincerità come nella prima stagione perché personalmente non amo come nella seconda abbiano modificato i simboli delle nostre adorate digipietre...

 

Okay , eccomi tornata dopo secoli, scusatemi tanto per l'attesa, davvero ^^' Ma purtroppo ultimamente la voglia va a farsi friggere e la scuola non contribuisce granché...Spero però che questa one-shot vi piaccia, anche perché tratta di un personaggio secondo me un po' troppo trascurato e che invece ha anche lui il suo spessore; detto questo vi lascio dedicando questo capitolo a Viky_Fra (tesoro scusa se magari non è il tuo personaggio preferito, ma non avendo avuto la tua lista ho dovuto fare in questo modo), la mia quasi omonima, sperando di risentirci di più in questo anno nuovo :3

Un bacione a tutti e al solito, una recensione è sempre gradita, anche negativa (purché costruttiva ovviamente) :*

 

N.B. Non credo facciano davvero un test simile nel passaggio dalle elementari alle medie o comunque non ne sono a conoscenza però mi serviva un espediente e questo non mi dispiaceva...Spero che neanche a voi dispiaccia ^^'

 

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Capitolo 4
*** Jyou Kido ***


Jyou Kido

 

La guardava imbambolato, le fotocopie da consegnare ancora in mano, leggermente penzolanti per le braccia molli e pericolosamente tendenti al pavimento.

Certo, era piccola, lui era più grande di ben due anni che alle elementari sembravano secoli, però lei era così diversa da lui...Mimi Tachikawa era allegra, un po' smorfiosa e viziata, ma anche tanto dolce e ingenua, sicuramente più spavalda e imperativa di lui; eppure era da soli pochi mesi che era arrivata in quella scuola, Joe da due anni e ancora non sapeva bene come funzionava la fotocopiatrice...Forse era per questo che gli piaceva quella bambina, perché era così sicura eppure tanto fragile da piangere spesso per un semplice capriccio, audace ben più di quanto potesse essere lui, ma bisognosa di protezione e attenzione.

 

Un rumore piuttosto assordante di fogli che si sparpagliano a terra lo costrinse a riportare il suo sguardo sul mucchio di fotocopie inesorabilmente scivolate dalle sue mani, poco concentrare sul loro reale compito.

 

Si chinò immediatamente per raccoglierle e nel mentre gli occhiali non facevano che ricadergli sul naso, rendendolo così impacciato nell'alternarsi a sistemare ora le carte, ora le lenti.

Forse lei lo notò proprio per questo, perché così adorabilmente goffo anche solo nel nascondere quanto fosse maldestro.

 

“Posso darti una mano?”la zazzera di un insolito colore azzurrato si voltò rapidamente verso quella voce e istantaneamente i suoi occhi color ebano si incontrarono con quelli dalla dolcezza del miele della Tachikawa. Mimi, con i capelli sciolti color cannella ad incorniciarle il viso, già illuminato dal bel sorriso, si era semi-chinata per raggiungere l'altezza del senpai, ancora inginocchiato a terra a raccogliere ciò che aveva fatto cadere.

 

E mancò poco che facesse “cadere” anche il proprio sedere sul pavimento al sentire il respiro della bambina così vicino al suo.

“Allora? Posso?” Ripeté lei non ricevendo risposta.

 

“C-certo” Balbettò paonazzo l'occhialuto con lo sguardo incollato alla castana che ora si apprestava a raccogliere quanti più fogli possibili.

“Tu non li raccogli più?”

Domandò ancora la sua kohai, con un'espressione di pura ingenuità e d'altronde aveva chiesto una cosa più che giusta dato che lui si era fermato e continuava a fissarla, forse perché non credeva ai suoi occhi, al fatto che davvero quella bambina così graziosa fosse venuta in suo aiuto.

 

“Ecco io, h-hai rag-ragione...” Si limitò a biascicare per poi chinare la testa e riprendere il lavoro lasciato a metà.

 

Tempo qualche secondo ed avevano finito entrambi, perciò la piccola porse al compagno la parte che aveva raccolto con ancora quel bel sorriso stampato in volto.

 

“Grazie” Mormorò con poca convinzione Joe, rendendosi conto quanto ora lei fosse libera di andarsene.

“Che cosa fai ora?”

“Cosa?”

Forse la sorpresa gli aveva fatto dimenticare anche di balbettare

 

“Ora a ricreazione, cosa fai? Devi stare con dei tuoi amici oppure possiamo giocare insieme?” Spiegò pazientemente Mimi dondolandosi sulle scarpine rigorosamente rosa e luccicanti di brillantini e strass.

“Io non ho, cioè, va bene, sì.” Disse, ancora una volta facendo trapelare la sua confusione e imbranataggine.

“Fantastico, vieni ti presento alle mie amiche!”

Lo prese per mano con delicatezza, ma a lui passo lo stesso una scossa.

Perché così era entrato nella vita della Tachikawa. E non sapeva che sarebbe stato per molto più tempo di quello che credeva, non sapeva che avrebbero condiviso avventure amicizie, non sapeva che si sarebbe innamorato e poi, chissà...

 

 

 

Eccomi ritornata, al solito mi scuso per il ritardo, anche se comunque ormai avevo detto di non aspettarsi aggiornamenti regolari :) allora, questa volta la one-shot è molto più corta del solito , inoltre ho voluto trattare un argomento prima dell'avventura a Digiworld dei primi digiprescelti -come immagino e spero abbiate notato-, e tranquilli, tutte queste novità sono volute u.u

Il capitolo è dedicato a Joe (altro personaggio spesso trascurato) e mi è sembrata una cosa carina accennare alla sua cotta per Mimi di cui ci si può accorgere anche nel cartone. Non sono particolarmente per loro due, li trovo carini ma preferisco che Mimi stia con Izzy, anche se all'inizio era molto incerta su quale partner assegnarle...E, niente, dedico questo capitolo a LadyAngel scusandomi perché non è il suo digiprescelto preferito, ma purtroppo non ho potuto accontentare tutti. Spero che comunque la storiella ti piaccia, a te in particolare ma anche a tutti gli altri che leggeranno.

P.S. Ovviamente ogni tipo di recensione, purché non offensiva, è ben gradita ;)

 

Un bacione, chitta97 <3

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Mimi Tachikawa ***


Mimi Tachikawa

 

C’era un freddo terribile eppure erano fuori, al parco, in quello stesso parco ormai luogo di ritrovo dei digiprescelti, rievocatore di tanti ricordi.

Lui tremava visibilmente, lei, invece, esibiva solo un colorito leggermente più arrossato sulle gote mentre il suo respiro si addensava in candide nuvolette.

Forse perché era tremendamente concentrata su quella dannata sciarpa troppo lunga con cui si avviluppava di continuo.

 

“Non possiamo tornarcene a casa? Guarda, se vuoi ti preparo pure un thé o una cioccolata, basta che la finiamo di farci autolesionismo a stare qua fuori a congelare!”

 

“Non se ne parla Kou! Ho deciso che voglio fare questo selfie e lo faremo! E poi se andassimo a casa tu resteresti incollato davanti a quel tuo maledetto computer…”

 

“Uff…Dai, Mimi, ti prometto che starò con te e lascerò il mio laptop altrove, lo giuro!”

Scongiurò il rosso sfregando le braccia sul cappotto per cercare un po’ di tepore.

 

“Non insistere, lo sai che se mi metto in testa una cosa non riuscirai a farmi cambiare idea!”

Replicò la ragazza mentre veniva finalmente a capo del nodo che la sciarpa, a furia di intrecci, aveva formato.

Sapeva bene che questo avrebbe portato alla rassegnazione del fidanzato, perché era fatta così: testarda e irremovibile.

E se poi si trattava di una foto le cose si mettevano anche peggio.

 

“Almeno fatti aiutare…” Sospirò, allora, il digiprescelto mentre si avvicinava alla compagna. Accostò le mani a quelle di lei e non riuscì a nascondere troppo il rosso che ora compariva anche sul viso facendo pendant con i capelli.

 

L’altra sorrise al suo indirizzo con fare soddisfatto e appena un poco malizioso. “Arrosisci ancora?”

Le piaceva la timidezza che ancora provava per il loro rapporto, nonostante ormai fossero fidanzati da un po’. La inteneriva quel modo di fare impacciato che spesso assumeva Koushiro. Forse era una delle cose che più l’aveva colpita di lui.

 

Non era spaccone, come la maggior parte dei suoi pretendenti, non si atteggiava per destare il suo interesse e, pur amandola, restava trasparente nei suoi confronti. A volte persino troppo, tant’è che non erano rare le volte in cui gli aveva messo il broncio, troppo capricciosa per tralasciare il suo attaccamento –morboso a suo parere- per l’adorato laptop o per passare sopra a considerazioni sui suoi atteggiamenti a volte ancora un tantino infantili.

 

Le piaceva tutto questo, tutta questa sincerità e naturalezza che vigeva nella loro relazione.

 

“Beh, scusa tanto…”

Il borbottìo del prescelto della conoscenza la distolse dalle sue riflessioni per aprire il suo sguardo ad un solare sorriso, in perfetto contrasto con il tempo cupo e gelido.

 

“E ora che hai da sorridere così?” Domandò, palesemente perplesso.

“Niente, è che sei carino.” Fece scuotendo la testa con apparente noncuranza.

Come previsto, il colorito del ragazzo passò immediatamente ad un rosso scarlatto ridestando la sua ilarità.

Ma prima che l’altro potesse replicare alcunché, gridò, con estrema soddisfazione, un “Fatto!” accompagnato dall’aprirsi delle braccia in un ampio movimento che voleva srotolare la famosa sciarpa, ma che provocò anche una bella botta sul naso al povero Koushiro.

 

“Ops, scusami, non volevo.” Accorse subito mortificata, cercando di costare la mano di lui dal naso, per vedere i danni provocati.

Per fortuna solo un po’ di rossore che si confondeva piuttosto bene tra quello provocato dal gelo e quello dall’imbarazzo.

“A stare con te non so se finirò prima in psichiatria o al pronto soccorso…” Mugugnò in risposta con sguardo omicida.

 

“Sei il solito esagerato. E poi guarda, finalmente la sciarpa è a posto, possiamo farci il nostro selfie!”

“Evviva…” Replicò con finto entusiasmo mentre si massaggiava ancora il naso indolenzito.

“Dai vieni qua che ti devo mettere la sciarpa.” Cominciò con un tono più simile a quello della madre col figlio, che non della ragazza al proprio fidanzato.

“Ecco fatto!” Esclamò mentre si attardava a rimirare il suo capolavoro. Così, con il naso ancora arrossato al pari delle gote, l’espressione rassegnata e infagottato nella sciarpa, era davvero tenero.

La prescelta della purezza teneva ancora in mano la parte di tessuto che legava la sua parte di stola a quella di lui e, rendendosi conto di star arrossendo, sprofondò il volto nella calda lana attorno al suo collo.

 

“Ehi, siamo abbastanza sdolcinati da farti arrossire?...Comunque non credo riuscirai a darle anche forma di cuore, va bene lo stesso?”

Questa volta fu il turno della Tachikawa a rimanere spiazzata, muta perché probabilmente avrebbe balbettato. Così, per tutta risposta posizionò il telefono e iniziò il breve conto alla rovescia: “3…2…1…!”

 

Click.

 

Foto fatta. Si presero il tempo di guardarla sul cellulare di ultima generazione, mentre in realtà erano immersi in tutt’altri pensieri.

 

Perché probabilmente qualche anno fa nessuno avrebbe scommesso su di loro come coppia, perché erano così diversi eppure fatti l’uno per l’altra, perché si adoravano ma non perdevano occasione di bisticciare.

 

E chi avrebbe mai pensato che un genio del computer come lui si sarebbe accorto di una così superficiale come me? Ricordo ancora come ero arrabbiata sull’isola di File, quando prestava tutta la sua attenzione sul computer e non su di me. Era incredibile che qualcuno, per giunta un ragazzo, non mi considerasse per via di un misero aggeggio tecnologico…Forse è per questo che ho incominciato a notarlo. Perché era diverso. Era timido, intelligente e gentile eppure sincero. Anche quella volta alla fine mi ha salvato. E quante altre volte con la sua sola presenza mi ha dato coraggio e affetto?

 

“Grazie Izzy.”

E la risposta di lui le chiuse le labbra tra le sue.

 

 

 

*Spunta tremante munita di scudo e armatura per eventuali assalti/attentati* Sì, sono io, chitta97, che si fa viva dopo secoli per aggiornare la sua povera ff <3 Lo so, è decisamente troppo che non metto piede su efp in tutti i sensi, ma, a parte impegni vari, il punto stava nella mia non-voglia nel campo ff. Davvero, era un periodo in cui non avevo voglia né di recensire, né di scrivere quindi scusatemi tutti, chi mi seguiva e chi invece seguivo io. In ogni caso ci tengo a precisare che non ho mai pensato di abbandonare le mie ff o quelle altrui, quindi non spaventatevi se a volte piglio lunghi periodi di pausa, prima o poi ritornerò, sempre u.u

Ma parliamo del capitolo, intanto lo dedico a Kymyit –che spero si ricordi ancora di me XD- <3 Spero ti piaccia, anche se è da un po’ che non scrivo e quindi forse sono anche arruginita…Comunque, è un po’ diverso dagli altri, più shipposo e meno specifico sul personaggio principale, che in questo caso dovrebbe essere Mimi. Vorrei dire che era voluto, e in un certo senso lo è, ma in sostanza è che avevo voglia di  un po’ di Koumi xD Spero che la cosa non vi dispiaccia e che magari neanche questo capitolo in generale lo faccia…Auguri per una buona vigilia e già che ci siamo anche di Natale e Anno Nuovo <3

P.s. Alla fine Fallin ce l’ho fatta a scriverla *^* Anzi, ti ringrazio per il sostegno, non fosse stato per te non avrei certo ripreso in mano tutto la vigilia di Natale <3 Ti adoro <3

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