BadMoon

di Ali9916
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***



Il mio cervello continuava a ripetermi di non fermarmi...di correre il più lontano possibile...perché quello che stava arrivando era terribile, pericoloso..me lo sentivo dentro...mi sentivo il pelo che si arruffava mentre correvo a cavallo del vento..mi sentivo pizzicare il muso..e quando succede significa che qualcosa di terribile sta per accadere. Le voci nella mia testa urlavano di scappare lontano..lontano da tutto...nella foresta e dopo quelle voci arriva sempre la solita sensazione ti benessere, come se fossi la persona più forte del mondo, come se potessi mutare forma..cosa che è vera, perché io sono speciale, sono nata la terza luna piena di ottobre, sono nata in un giorno di perfezione sotto la luce della mia luna, la mia dolce luna, perché io non sono una normale ragazza, il mio nome è Luna, come la signora che ogni notte veglia su di me da lassù, perché io sono un lupo mannaro. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Svegliata ormai dal suono della sveglia, mi alzai, andai in bagno, feci una doccia e come ogni mattina mangiai i miei deliziosi cornflakes con latte. Mia madre stava già uscendo per andare al lavoro, oggi era un giorno speciale. Era il mio primo giorno nella nuova scuola, nella nuova città "BadMoon" (si, la città si chiama "cattiva luna") il perché della scelta di trasferirci qui?! Beh semplice, circa 1 mese fa i miei vicini sostenevano di aver visto "una grossa palla di pelo" (nome dato dalla vicina-rognosa-Jefferson, chiamata così da me) entrare in casa nostra. Naturalmente quella "grossa palla di pelo" ero io dopo la mia passeggiata notturna. Ci siamo dovuti trasferire per questioni di sicurezza, perché i Jefferson stavano per scoprire la verità.  
Dopo aver finito di fare colazione mi alzai, presi la mia cartella e mi diressi verso la mia nuova scuola: la "BadMoon High School". Finalmente riuscì a trovare la mia classe, era all'ultimo piano. I banchi erano tutti occupati, tranne uno sul fondo, vicino a un ragazzo che avrei definito "figo" se non fosse per quelle occhiaie rosse che si ritrovava. Ma oltre a quello era molto carino, beh meglio che niente. Mi diressi nel fondo della classe e mi sedetti di fianco al mio nuovo compagno di banco e gli dissi un "ciao" di sfuggita, ma dovette avermi sentito perché mi rispose con un allegro "ciao". Incominciammo a parlare: 
"Sei nuova da queste parti?" 
"Si..ehm..mi sono appena trasferita" 
"Aah..capisco...comunque il mio nome è Clayton, ma puoi chiamarmi Clay. Se hai bisogno per qualunque cosa io ci sono" e mi fece un sorrisino ebete, uno di quelli che i maschi fanno per credersi fighi. Io risposi: 
"Oh grazie, ne terrò conto" 
Finalmente la campanella suonò e iniziarono le lezioni. Alla prima ora avevo matematica, una palla totale, la professoressa mi chiese pure di fare una presentazione, sì, perché io era "la ragazza nuova", io odio essere quella nuova. Ci dovrei essere abituata perché ho cambiato così tante volte città e scuola, ma non è colpa mia se sono curiosa!
La seconda e la terza ora la passai ascoltando qualcosina. Nell'ora dell'intervallo io e Clay andammo a prendere la merenda al primo piano. Dovevo ammettere che era proprio simpatico quel ragazzo! 
Un'ennesima campanella suonò la fine dell'intervallo e l'inizio dell'ultima ora.
La prof. di scienze aveva deciso di interrogare, per fortuna non sentii chiamare il mio nome, nè quello di Clay. Io e lui la passammo a disegnare e a scrivere cose inutili. Finalmente anche l'ultima ora se ne andò e Clay mi invitò a pranzo da lui, ma io mi inventai qualche scusa, perché oggi non avevo proprio voglio di andare da qualche  parte.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Tornai a casa, finalmente la scuola era finita. Posai la cartella e subito andai in cucina. Mia madre mi aveva lasciato da mangiare dei tramezzini al prosciutto, ma quel giorno non ne avevo proprio voglia, volevo carne, carne cruda. Guardai l'ora, erano le 2, pensai che a quest'ora tutti stessero ancora mangiando e quindi mi precipitai fuori. Ero proprio fortunata, perché il giardino di casa mia si affacciava sulla foresta, non ci pensai due volte e corsi sul retro, dove si estendeva il mio giardino, che per fortuna era coperto da alte siepi e nessun vicino poteva vedermi. 
Feci un balzo e subito sentii quel solito pizzicore che precede la trasformazione, in un millesimo di secondo, le mie braccia e i miei piedi si allungarono diventando delle zampe, la mia testa un muso, i miei capelli diventarono un manto nero, nero come la pece, i miei occhi marroni/verdi diventarono di ghiaccio. I miei sensi erano più sviluppati, mi sentivo un vero e proprio lupo. Quando atterrai diedi un occhiata al mio corpo, controllando se la trasformazione era andata a buon fine. Tutto a posto, ora ero normale. Normale per modo di dire, un lupo di 90 chili che si aggira per un giardino nella città, non è normale. 
Decisi di non perdere tempo con i miei blateramenti mentali e iniziai a camminare vigile verso la foresta. Mi fermai al confine della foresta, annusai l'aria, sapeva di boschi, di terra, di alberi, di libertà. Il mio istinto da lupo prese il sopravvento e mi lanciai nella foresta a tutta velocità.
Sentivo le foglie e la terra sotto le zampe, sentivo l'odore di pioggia e foglie che mi riempiva le narici, sentivo l'aria che mi accarezzava dolcemente il pelo. Corsi più veloce che potevo, stando sempre all'erta in caso di pericoli. 
A un certo punto sentii uno sparo, mi fermai di colpo, quasi inciampando in un ramo caduto a terra. Il pelo mi si rizzò e quando succede significa "pericolo". Incominciai ad annusare l'aria, sapeva di umani, questa parola mi suonava strana, perché anche io ero metà umana, ma quando mi trasformavo ero tutt'uno con il lupo. Camminai piano senza fare rumore e maledetti il fatto di avere il pelo nero che non si mimetizzava affatto con la foresta. Mi nascosi dietro un grande masso e riuscii a scorgerli. Umani. Avevano cacciato un cervo e ora lo stavano trascinando verso il loro pickup. A un tratto lo sentii, l'odore del sangue, mi riempiva le narici e quando sei un lupo è molto pericoloso. La mia parte umana urlava di non muovermi, mentre quella del lupo urlava di cacciare la preda e conquistare il bottino, non si riferiva al cervo, ma agli umani. Non resistetti e il mio istinto da lupo prese il sopravvento. Mi lanciai contro i cacciatori che alla mia vista si misero a correre. Grave errore. Quando sei rincorso da un predatore non devi mai correre. Ero così vicino a quell'umano che con un balzo potevo afferrarlo ucciderlo, ma decisi di giocare ancora un po' con lui.
Improvvisamente uno sparo colpì l'albero a pochi metri da me. Era stato l'altro cacciatore, me ne ero completamente dimenticata. 1ª regola nell'essere un lupo mannaro: quando si è rincorsi da più minacce, eliminare quelle più pericolose. Minacce=uomini, pericolose=armi. In sè gli umani non sono poi così pericolosi, anzi sembrano carini, ma questo lo dice la mia parte umana e quando sono un lupo non la ascolto quasi mai.
Ah, cavolo. 
Di colpo feci cambio di direzione lasciando andare l'uomo indifeso e lanciandomi contro quello armato che vedendomi iniziò a scappare e a correre. Corsi a tutta velocità e con un balzo lo stesi a terra. Mi buttai sopra di lui che mi guardò dritto negli occhi. Lessi paura, una paura folle. Ma poi mi ricordai, quello sguardo, quegli occhi, quei capelli. Era Clayton!

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Immediatamente capii, l'altro uomo doveva essere suo padre e insieme erano venuti a cacciare. Con un balzo mi scostai e iniziai a correre verso casa e non guardai neanche una volta indietro. Entrata nel mio giardino mi trasformai e mi diressi velocissima verso casa. 
Di una cosa ero dispiaciuta. Non avevo mangiato carne. 
Dopo quella corsa e alla vista di Clay la fame mi era passata e decisi di andare a farmi una doccia nella speranza che lavasse via il ricordo della paura folle e della curiosità che lessi nei suoi occhi.
Curiosità. Mi aspettavo che sarebbe svenuto dalla paura e invece nei suoi occhi c'era curiosità. Questi umani non li capisco proprio, mi misi a ridere, d'altronde anche io ero metà umana. Dopo la doccia mi misi addosso un paio di pantaloncini corti e una canottiera che mi aveva regalato mia nonna per il compleanno. Guardai l'ora, erano le 18 passate. Cosa? Ero stata nella foresta per 4 ore?? Mi fiondai in cucina per preparare la cena per i miei, quando ricevetti una chiamata. Era mia madre:
"Ciao 'ma"
"Ciao Luna, ascolta oggi io e tuo padre non ceniamo a casa. Dei nostri colleghi di lavoro ci hanno invitato a cena."
"Ok 'ma, buona cena"
"Ciao Luna e mi raccomando di non incendiare casa"
"Si mamma, va bene che sono un disastro a cucinare, ma abbi un po' di fiducia!" 
"Si amore, ora devo andare. Ci vediamo domani" 
"Ciao mamma" 
Perfetto, stasera ero sola e per fortuna che non avevo ancora cucinato, perché  stasera era la giornata delle schifezze!!
Presi la nutella e mi feci dei panini enormi, andai sul divano e decisi di guardare un po' cosa facevano in tv. Su un canale trasmettevano "Un lupo mannaro Americano a Londra" e decisi di guardarlo. Proprio non capisco chi ha inventato i soliti stereotipi sui lupi mannari, che se qualcuno spara un proiettile d'argento muoiono, che si posso trasformare solo quando c'è la luna piena. I lupi mannari si possono trasformare quando vogliono, non sono infatuati dalla luna piena, ma sono solo stati creati da essa. Non veniamo uccisi con una pallottola d'argento, veniamo solo feriti come ogni altro essere vivente, ma guariamo molto più fretta. Guardai l'ora ed era mezzanotte, stanca chiusi la tv e andai a dormire.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Fui svegliata dal suono stridulo della sveglia, mi alzai feci una doccia e la colazione, salutai i miei genitori e mi diressi a scuola.
Entrata nella mia classe vidi una folla attorno al banco mio e di Clay e a un tratto capii. Clay aveva raccontato a tutti quello che gli era successo nel bosco. Mi avvicinai cercando di sembrare il più normale possibile e lo salutai. 
"Ciao Clay" 
"Oh ciao Luna!" 
Guardai la sua mano destra, era bendato e si vedeva la benda sporca di sangue. Sembrando incredula e dispiaciuta per lui risposi:
"Oh Dio Clay, cosa ti è successo?"
"Oh non preoccuparti, non è niente"
"Sicuro? Cos'hai fatto?"
Gli chiesi nonostante conoscevo già la risposta.
"Ieri io e mio fratello siamo stati aggrediti" 
Fratello? Ha un fratello? L'altro cacciatore pensavo fosse suo padre, ecco perché correva così veloce, era suo fratello!
"Aggrediti? Ma dove? E soprattutto da chi?" 
"Nella foresta, ma non da qualcuno, da qualcosa! Credo fosse un lupo, qui a BadMoon ce ne sono tanti! Ma quel lupo non sembrava normale, era grosso almeno 4 volte un lupo comune e poi era bellissimo, aveva un manto nero lucente e degli occhi di ghiaccio! Però cazzo se ho avuto paura!!"
A sentire la descrizione del lupo arrossii, voglio dire, ero io quel lupo!
"Un lupo? Qui a BadMoon ci sono i lupi?" 
Chiesi cercando di essere normale e anche un po' impaurita.
"Si, ce ne sono molti. Ma tranquilla non se ne vedevano almeno da 20 anni!" 
"Ah capisco"
Il suono della campanella interruppe la nostra conversazione.
Passai le prime 3 ore ripensando alla giornata di ieri e chiedendomi se Clay aveva provato curiosità e ammirazione o se me lo ero immaginata solo io.
Arrivò l'intervallo e io e Clay andammo a comprarci un panino nel bar della scuola. Nel tragitto continuammo a parlare del suo "incidente". 
La scuola finì: 
"Ehi senti Luna, ma tu dove abiti?"
"Nel terzo quartiere, la penultima casa, quella che dà sulla foresta!" 
"Aaah si ho capito, anche io abito da quelle parti. Torniamo a casa insieme?"
"Si, certo"
Non potevo rifiutare, avevo già rifiutato il suo invito a pranzo, quindi lo accontentai.
Per il tragitto parlammo della scuola e dei nostri compagni di classe, chi fossero i più antipatici e chi i più simpatici, quando ricevetti una telefonata da mia madre: 
"Ciao 'ma"
"Ciao tesoro, come è andata scuola?"
"Tutto bene, ho preso 7.5 in scienze!"
"Brava la mia bambina, sei già a casa?"
"No mamma sto tornando..perché?"
"Perché io oggi a pranzo non ci sono..ho un sacco di lavoro da sbrigare e quindi mangio qui in ufficio! Se ti senti sola invita qualche tua compagna!" 
"Ok 'ma, ci vediamo stasera" 
"Ciao tesoro e fai la brava!"
"Si mamma"
E chiusi la telefonata, mi scappò un "perfetto" 
E subito Clay rispose:
"Cos'è successo?"
"No, niente era mia madre che ha detto che oggi me la devo sbrigare da sola, lei non c'è a casa" 
"Ah ho capito"
Ci fu un lungo silenzio che stava diventando imbarazzante, quando la voce di Clay risuonò:
"Ehi senti oggi i miei non ci sono, vuoi venire a mangiare da me?"
Non potevo rifiutare un altra volta, così risposi: 
"Si ok, tanto per domani non c'è niente da fare!" 
Arrivammo davanti a casa sua, era una villa molto bella e grande. Abitava 7 case prima della mia, quindi era abbastanza vicino. Entrammo e subito lasciammo le cartelle all'entrata. 
"Luna, se vuoi possiamo cucinare o se preferisci ci sono dei panini"
"I panini sono perfetti" dissi sorridendo.
"Ok bene, ehm questo è il salotto e di là c'è la cucina."
"Woow è proprio bella la tua casa"
"Oh..beh..grazie, ci abitiamo io mio fratello e mio padre..noi siamo cacciatori o meglio mio padre e mio fratello lo sono, io diciamo che sto imparando..vieni ti faccio vedere i nostri "trofei"
Lo seguii..entrammo in una sala ancora più grossa, sopra la porta c'era una targhetta con scritto "trofei". 
Quando vidi quelle cose che Clay e la sua famiglia chiamavano "trofei" ebbi un mancamento e caddi seduta a terra. Quelli non erano trofei, nella stanza non c'erano dei bellissimi trofei dorati. C'erano delle teste!! Delle teste di animali imbalsamati, divisi per categoria! E quando i miei occhi si posarono sulla categoria "Lupi" non resistetti e mi misi a piangere, come se fossi una bambina. Circa 25 teste di lupo di tutte le forme e colori erano appese al muro. I miei simili erano appesi al muro. Piansi. Clay mi si mise vicino e mi aiutò ad alzarmi, mi fece uscire da quella stanza degli orrori e sempre sorreggendomi mi portò sul divano. A quel punto sbottai in un fiume di lacrime e lui mi abbracciò consolandomi e dicendo cose carine. 
"Ehi, senti non preoccuparti, non è niente, non pensavo che ti avrebbero fatto impressione, scusa. Non lo sapevo" 
E mi abbracciò ancora più forte. 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


A quel punto mi sciolsi dal suo abbraccio, scattai in piedi, corsi a pendere la mia cartella e mi fiondai fuori casa sua. Clay sorpreso si alzò e cercò di bloccarmi, ma io fui più veloce. 
"Luna, dove stai andando? Scusa non volevo! Non lo sapevo! Mi dispiace! Ti prego resta qui!"
Non risposi.
Corsi il più velocemente possibile verso casa mia, arrivata, mi diressi nel giardino e lasciai lì la cartella, feci un balzo e mi trasformai, correndo verso la foresta, verso la libertà. 
Volevo correre il più lontano possibile finché le zampe non mi avrebbero fatto male, volevo dimenticare.
Ma non potevo, non potevo lasciare la mia famiglia. Rallentai il passo, ora stavo camminando, avevo deciso di non pensarci più e di esplorare un po' la foresta.
A un tratto sentii delle voci che provenivano da davanti a me, erano delle voci maschili. Incuriosita decisi di andare a vedere cosa stesse succedendo. C'erano 5 persone; 2 che avranno avuto 25 anni, mentre le altre 3 la mia età, 17 anni. 
Stavano parlando, non riuscivo a sentirli benissimo anche con il mio udito più sviluppato perché ero troppo lontano, sentivo parole che il vento mi portava:
"...lupi..."
"....non.....qui...."
"....BadMoon.....school...."
"...no....pericoloso...."
"....unica scelta...."
Decisi di avvicinarmi per sentire meglio, ma calpestai un ramo che si spezzò. 
I 5 uomini si girarono contemporaneamente e un dei 2 più vecchi urlò: "ECCONE UNO, PRENDETELO!" 
A quel punto successe il caos. 
Uno dei più vecchi dava ordini di qua e di là, gli uomini giovani presero le loro Hummer nere e incominciarono a seguirmi, io stavo scappando il più velocemente possibile. A un tratto uno dei più giovani mi sparò, ma la pallottola mi sfiorò la zampa anteriore sinistra e andò a conficcarsi nell'albero più vicino. Una fitta di dolore mi trapassò la zampa e del sangue cominciò a uscire, rivoli di sangue continuavano a uscire, strano perché la pallottola mi aveva solo sfiorato. Poi sentii un altro sparo, che per fortuna mi mancò. Il dolore era troppo forte e mi costrinse a rallentare e a zoppicare. Ma non mi potevo fermare, non potevo farmi catturare. Io rallentavo e loro mi stavano per raggiungere. Quando vidi la mia casa, il mio giardino.
Girai bruscamente a destra e fui felice che il tragitto dal confine alla mia casa era coperto da grossi massi, così mi potevo nascondere più facilmente. A quel punto iniziai a correre più velocemente che potevo e con un balzo entrai nel mio giardino, quando atterrai sulla zampa sinistra una fitta di dolore mi trapassò e mi fece trasformare in umana. Stavo urlando dal dolore, la ferita pulsava e il sangue continuava ad uscire velocemente. I rombi dei motori erano sempre più vicini, mi alzai ed entrai in casa. Corsi a chiudere tutte le porte a chiave e mi diressi in bagno a prendere la cassetta del pronto soccorso, per fortuna che nella mia vecchia scuola avevo fatto un corso, si chiamava "Come salvarsi la pelle in 3 mosse". 
Presi garze, disinfettante e una benda. 
Rovesciai il disinfettante sulla ferita che  bruciava da morire, ci premetti sopra le garze e arrotolai il polso con delle bende. Guardai l'ora, erano le 18.30, decisi di andare a controllare se quei 5 uomini se ne erano andati. Andai alla finestra di camera mia che era al primo piano e si affacciava sul giardino, perfetto, avevo una vista ottimale. Aprii uno spiraglio e con il mio super-udito riuscii a sentire cosa stavano dicendo:
"Come avete potuto lasciarlo andare?"
"Papà, aspetta l'abbiamo ferito! Guarda qua ci sono delle gocce di sangue"
"Jeremy non ti devi preoccupare Andrew ha una buona mira, anche io ho visto che l'ha ferito" 
"Andrew ha fatto un buon lavoro, ma non doveva solo ferirlo! Dovevamo catturarlo! Se non si è trasformato significa che non è uno dei nostri!" 
"Non dovevamo solo catturarlo, dovevamo ucciderlo!!" 
"Ehi Jer calmati"
"Lucas!! Non ti permettere di dirmi quello che devo fare!"
"Papà ascolta, l'abbiamo ferito, significa che possiamo rintracciarlo!" 
Avevo ascoltato troppo. Perfetto ora mi stavano cercando. "Non è uno dei nostri" Che cosa significava? 
Arrivarono i miei genitori e non avevo proprio voglia di sopportare una ramanzina e quindi decisi di tener nascosto loro la verità. Stanca saltai la cena e andai a dormire.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


иσтє ∂αℓℓ'αυтσяє:

Salve a tutti, mi chiamo Alice ed è la prima volta che scrivo una storia. 
Mi piacerebbe sapere il vostro parere così da poter migliorare le mie storie, accetto tutte le critiche perché penso che siano costruttive e che possano aiutare a migliorare. 
Detto questo, spero che questa storia vi piaccia!! E mi raccomando che la seguiate in tanti, farò uscire 1 capitolo al giorno e spero che le persone che hanno già recensito le mie storie continuino a farmi sapere il loro parere. Beh ora che ho preso un po' del vostro tempo a leggere questa nota, vi lascio, buona lettura!! E spero che i miei capitoli vi piacciano sempre di più! :) 
-A 

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Il solito "drriinn" della sveglia mi fece sobbalzare, per un secondo sembrava tutto normale, ma poi mi ricordai. Mi ricordai dei cacciatori, mi ricordai che mi stavano cercando, mi ricordai della ferita. Mi guardai il polso, le bende erano fradicie di sangue. Andai in bagno e ancora una volta rovesciai il disinfettante sopra e lo arrotolai con delle nuove bende. 
Scesi in cucina più presto del solito, per fortuna che i miei si alzavano più tardi così non dovevo parlare loro di quello successo. Mangiai i miei soliti latte e cornflakes, presi la cartella e mi incamminai. Arrivata a scuola, mi sedetti vicino a Clay e mormorai: 
"Ciao Clay"
"Ehi Luna"
"Scusa per ieri, ma non sopporto la vista di animali morti o imbalsamati..."
Mi inventai una scusa al momento. 
"Oh, ok...non ti preoccupare, scusa io, non lo sapevo" 
E così la prima ora iniziò. 

Sentii il loro odore prima ancora che entrassero, erano i 3 ragazzi che mi avevano cacciato. D'istinto mi venne in mente la ferita e subito nascosi il polso sotto il banco. La prof. di arte ce li presentò: 
"Ragazzi, questi sono Andrew, Lucas e Dax, si sono appena trasferiti dalla Transilvania" 
Tutti mormorammo in coro un "Benvenuti" compresa io, fino a quando non mi accorsi che il banco davanti al mio era libero e Andrew prese posto davanti a me. 
I 3 ragazzi non erano male, tutti e tre erano vestiti con jeans e giacca di pelle. 
Andrew era alto, con i capelli castano chiaro e gli occhi verdi.
Lucas era meno alto di Andrew e aveva i capelli e gli occhi neri.
Dax era tutto il contrario di Lucas, aveva capelli biondi e occhi azzurri. 
Dovevo ammettere che erano tutti e tre dei gran fighi! 
Appena si sedette Andrew mi mormorò un "Ciao", stavo per ricambiare, ma quel groppo in gola che mi si era formato alla loro vista, impedì la parola e tutto quello che riuscii a fare era un sorrisino ebete. Perfetto adesso agli occhi di Andrew sembravo una sfigata. Nelle altre 2 ore i tre ragazzi fecero un sacco di presentazioni raccontandoci la storia della loro vita. All'intervallo decisi di stare seduta nel mio banco, diciamo la verità, avevo paura che scoprissero la mia ferita e di conseguenza il fatto che ero un lupo mannaro. Stavo ancora pensando quando una voce interruppe i miei blateramenti mentali.
"Ehi ciao"
"Eh?"
Perfetto, ora sembravo oltre che sfigata anche ritardata.
"Ciao" 
"Oh..ehm..Andrew ciao, scusa ero immersa nei miei pensieri"
"L'ho notato ahahahah. Comunque volevo solo sapere il tuo nome"
"Oh, Luna, il mio nome è Luna" 
E di nuovo feci un sorrisino ebete.
"Bel nome"
"Grazie"
La nostra conversazione fu interrotta dal suono della campanella che segnava l'inizio dell'ultima ora.
Finalmente la scuola finì e per sicurezza dovetti aspettare che i 3 ragazzi uscissero. Mi precipitai fuori dalla classe e a testa bassa andai a sbattere contro Andrew e mi sfuggii un gridolino, perché il mio polso aveva sbattuto contro i suoi pettorali. Il sangue comincio a sgorgare dalla ferita .
"Oh Andrew scusa non ti avevo visto"
Nascosi il polso dietro la schiena.
"Non ti preoccupare..ma stai bene? Sei molto pallida."
"Sisi, tutto a posto...sono solo stanca, ieri non ho dormito tanto"
Mi accorsi che avevo sporcato di sangue la sua maglietta, Andrew seguì il mio sguardo, quando vide la macchia non si preoccupò della maglietta, ma bensì di me.
"Luna, questo è sangue..ti sei fatta male?"
"Oh no, non è niente, è solo che un paio di giorni fa mi sono tagliata con il coltello da cucina e sbattendo addosso a te deve essersi riaperta la ferita."
"Fammi controllare"
Il suo tono non pareva maniaco o possessivo, sembrava seriamente preoccupato per me. 
"NO!"
Il mio tono uscì un po' brusco e decisi di correre fuori da scuola verso casa, Clay quel giorno era uscito un ora prima e mi toccava fare la strada da sola.
Perfetto, ci mancava solo questa. 
Mi girai indietro e proprio come mi ero immaginata Andrew mi stava seguendo, io accelerai il passo e dopo un po' di minuti controllai se fosse ancora dietro di me, non c'era. A quel punto rallentai, girai la testa verso la foresta e pensai che oggi non potevo neanche correre libera, era troppo pericoloso. Andai a sbattere per la seconda volta. Alzai lo sguardo, era ancora Andrew. Questa volta non mi parlò, mi afferrò il polso sinistro, io cercai di divincolarmi, ma lui era molto più forte di me. Mi tolse le bende e guardò la ferita. 
"Luna, come hai detto che te la sei fatta questa ferita?"
"Io...ehm...mi...ehm....sono ferita con un coltello da cucina" 
"Non è possibile..."
Non aveva risposto alla scusa che gli avevo dato..brutto segno..stava ricollegando tutto. Il lupo..la pallottola...la mia zampa. 
Andrew sfiorò la ferita e io sobbalzai.
"Oh..scusa non volevo farti male, questa ferita è strana, non sembra di un coltello..e io me ne intendo di ferite"
A quel punto aveva guardato anche troppo. Tolsi in modo brusco il polso dalle sue mani e corsi più veloce del vento verso casa mia che si trovava per fortuna 2 case dal punto in cui io e lui ci trovavamo.
Andrew non fece in tempo a fermarmi, per fortuna ero stata più veloce e più agile di lui. Non si mise a inseguirmi, ma si limitò a guardarmi andare via. Fiiuu, l'avevo scampata per un pelo.


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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Entrai in casa di corsa e sbattei la porta, ero salva. Il polso mi pulsava, ciò significava che la ferita stava guarendo, noi lupi mannari guariamo molto più in fretta di qualsiasi altro essere vivente. Decisi di andare in bagno a controllare se non aveva fatto infezione e per fortuna di stava richiudendo. Mi tornò in mente l'incontro con Andrew, ora dovevo pensare anche a lui, oggi avevo rischiato di essere scoperta e forse Andrew sospetta già qualcosa. Decisi di non pensarci più ma di godermi il pomeriggio, non sapendo cosa fare mi diressi verso la foresta, ma questa volta non mi trasformai era troppo pericoloso, non potevo permettermi di essere scoperta. Ma quegli odori, la natura, la libertà, mi stavano chiamando. A quel punto pensai "che male c'è se faccio solo una passeggiatina? Solo 5 minuti!!". Feci un balzo che precedette il solito pizzicorio e quando atterrai ero un bellissimo lupo nero. Per prima cosa fiutai la foresta, bene, non c'era odore di umani. Questa volta il mio intento era di esplorarla senza cacciarmi nei guai, ma sfortunatamente sarebbe stata una vera sfida! 
Mentre trotterellavo ascoltavo i rumori della foresta, ascoltavo il ruscello che scorreva, gli uccellini che cantavano. L'odore di pioggia e di muschio mi riempiva le narici, continuavo a pensare alle storie tramandate di generazione in generazione, dove si raccontava della pace che esisteva tra le due specie, quella umana e quella dei licantropi. Un tempi vivevamo pacificamente, ma dal momento in cui gli uomini hanno iniziato ad approfittarsi delle nostre capacità, da quando uccidevano centinaia di lupi per scoprire il modo in cui riuscivamo a guarire molto rapidamente, i lupi si sono ribellati e da lì è scoppiata la Grande Guerra, lupi contro umani, noi avevamo un grosso vantaggio, eravamo molto più forti, più veloci, ma gli umani avevano le armi, con cui hanno ucciso migliaia di lupi. Da quel momento abbiamo iniziato a nasconderci, a controllare le nostre trasformazioni, a non lasciare tracce nel bosco e cosa più importante: ci siamo integrati con gli umani, nel loro mondo. 
Aumentai il passo, volevo correre, volevo scacciare tutti i pensieri che mi correvano per la testa. Iniziai a correre più veloce del vento, senza fermarmi. Sentivo i rami che mi sfioravano il pelo, l'aria che mi coccolava, il muschio sotto le zampe, mi sentivo proprio un predatore, volevo mangiare. E questa volta avrei mangiato a tutti i costi. Annusai l'aria e sentii una traccia di un'odore famigliare, era un cervo, a circa 500 metri da dove mi trovavo. Iniziai a camminare, seguendo la traccia e subito lo vidi. Era un cervo di circa 100 kg, avevo già l'acquolina in bocca. Mi fiondai su di lui e con un balzo riuscì a catturarlo, un colpo alla giugulare ed eccolo li, con gli occhi che mi guardavano senza vita. Lo assaporai, lo mangiai tutto, rimase soltanto la carcassa. Finalmente, era da troppo tempo che non ne mangiavo uno. Sazia camminai annusando la foresta, si stava facendo buio e decisi di ritornare a casa. Sulla strada la foresta mi stava avvisando, il muso iniziò a pizzicarmi e capii, capii che qualcosa di brutto stava per accadere. Mi fermai di colpo, i sensi erano all'erta, le orecchie guizzavano di qua e di là in cerca di qualche rumore improvviso. E lo vidi, non feci in tempo a scansarlo e un grosso lupo di circa 110 kg mi piombò addosso, rotolai sul fianco e mi rialzai velocemente, questa volta gli corsi in contro e gli azzannai un fianco, subito il grosso lupo dal manto marrone scuro, mi morse la schiena con così tanta forza che dovetti lasciare andare la presa. Mi divincolai, ma la sua presa era troppo forte. A un certo punto mi scagliò contro un albero, mi si annebbiò la vista, cercai di rimettermi in piedi, ma il dolore alla schiena era troppo forte, la testa mi pulsava, la sola cosa che potevo fare era ululare. Ululai con tutta la forza che mi rimaneva, era un ululato di dolore, di solito quello che i lupi fanno per chiedere aiuto. Non riuscivo ad alzarmi, il grosso lupo non mi dava tregua. Mi sferrò un colpo brutale che mi fece smettere di ululare, non ce la facevo più, il mio corpo era stremato, ero piena di morsi, di ferite e in più ero molto stanca, avevo pensato che sarei morta. Proprio in quel momento un rombo di un motore fece smettere il lupo marrone di colpirmi, un pickup si avvicinò a noi. 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


иσтє ∂αℓℓ'αυтσяє:
Cari miei lettori, questo capitolo è un po' più lungo degli altri, mi scuso in anticipo, quello che farò uscire domani sarà invece più corto di questo, scusate ancora. Spero che questa storia vi piaccia e vi stia appassionando, spero che lasciate una recensione e che mi dite il vostro parere cosicché io possa migliorare. Detto questo scusate ancora e buona lettura! :)
-A

Da quel pick-up scese Andrew, non potevo crederci, era proprio lui. Fu più veloce del lupo, prese una balestra dal retro della macchina, prese la mira e  scagliò una freccia che si andò a conficcare nella spalla del lupo che subito prese la rincorsa pronto per sferrare un attacco. Ma Andrew prese di nuovo la mira e lanciò un'altra freccia che si conficcò nel fianco. Il grosso lupo gemette e zoppicando corse via. A quel punto vidi Andrew che si stava dirigendo facendo molta attenzione verso di me. Il mio istinto da lupo mi fece ringhiare e Andrew spaventato fece un passo indietro. Cercai di alzarmi, ma una fitta di dolore si propagò per tutto il mio corpo. 
"Ehi ehi..calmati..se ti muovi è peggio, non ti preoccupare non ti voglio fare male, anzi voglio aiutarti!" 
La voce di Andrew era così dolce. A quel punto ero troppo indebolita e mi trasformai in umana, ( i lupi quando sono rilassati oppure troppo indeboliti si ritrasformano nella loro forma umana). 
La faccia di Andrew non era sconvolta, ma sembrava piuttosto che avesse confermato la sua tesi. Sapeva già che io ero in lupo mannaro. 
Decisi di parlargli, ma il dolore mi permise soltanto di bisbigliare.
"A-a-ndreeew" 
"Ehi, sono qui."
"Va...ttene"
"No, io non me ne vado, sto qui con te, non ti lascio sola"
Mi si avvicinò, cerco di prendermi in braccio, ma io urlai dal dolore e subito mi ripose dolcemente a terra.
"Luna, ti devi alzare, devo portarti in ospedale."
"N-n-n-o" 
"Luna, non sei in buone condizioni"
"All'ospedale no...esami...sangue" 
"Ok, non ti porto all'ospedale, ma da qui ce ne dobbiamo andare, mio padre e gli altri stanno arrivando, quando scopriranno che ormai sono in ricognizione da troppo tempo, ti porto a casa"
"No..ti...prego...genitori..."
"Va bene, allora per adesso ti sollevo e ti porto nel pick-up..poi vedremo cosa fare" 
Ad un certo punto sentimmo degli ululati, non era solo un lupo, da quello che sentii erano in 4...4 lupi mannari. Andrew mi sollevò e non potei fare a meno di urlare, il sangue sgorgava da tutto il mio corpo, una fitta tremenda mi fece perdere i sensi.


Mi risvegliai quando il pick-up sobbalzò di colpo, lanciai un gridolino di dolore.
"Ehi, Luna...ti sei svegliata finalmente"
Ero sdraiata nel sedile davanti, cercai di risollevarmi con tutta la mia forza, ma ero più debole del previsto e le ferite bruciavano tutte. Pensai che fosse strano, perché di solito i lupi guariscono in fretta..doveva esserci qualcosa che non andava.
Domandai ad Andrew: "Per quanto tempo sono svenuta?"
Lui guardò l'ora.
"Per circa....3 ore"
"3 ore?!"
"Si, non ti volevi proprio svegliare. Luna ero molto preoccupato per te, avevo paura che ti sarebbe successo qualcosa di grave che non mi sarei mai perdonato."
"Non ti preoccupare, sono molto più forte di quello che sembra"
"Questo l'ho notato. A proposito da quanto tempo sei un lupo mannaro?"
"Ehm..da quando sono nata"
"Luna...perché non me lo hai detto?"
"Scusa..ma non potevo rischiare..l'altra volta nel bosco ho sentito parlare te e i tuoi amici..i lupi non si fidano mai degli sconosciuti, si fidano soltanto della propria famiglia e gli sono molto fedeli."
"Capisco..Luna sei in grave pericolo, io e i miei eravamo venuti qui a BadMoon perché avevamo sentito parlare di avvistamenti di grossi lupi. Vogliono cacciarvi, scoprire il vostro segreto, vogliono diventare anche loro lupi mannari."
Quelle parole erano come un enorme sasso che mi schiacciava la pancia. "Cosa? Anche dopo la Grande Guerra, dove sono stati uccisi migliaia di uomini..si ostinano ancora?!"
Tra noi ci fu un silenzio di circa 5 minuti, quando finalmente parlai:
"Dove hai detto che stiamo andando?"
"Non l'ho detto."
"Beh..allora...mm...dove andiamo?"
"Ti sto portando in un luogo sicuro. Sulle montagne dell'Ovest, a Belfire, nella vecchia casa dei miei nonni."
Biascicai un "ok" e subito mi venne in mente una regola importante: quando un lupo è in pericolo, bisogna avvisare tutti i membri del branco.
Sapevo già cosa dovevo fare. Dovevo chiamare la mia famiglia. Dovevano andarsene da li.
Presi il cellulare di Andrew dopo averglielo chiesto e digitai il numero di mia madre, rispose al primo squillo.
"Mamma?"
"Luna? Luna?? Sei proprio tu?"
"Si mamma, sono io."
"Oooh tesoro...dove sei andata a finire? La mia bambina..ero così preoccupata per te!"
"Mamma non ti preoccupare sto bene, ho chiamato perché devo avvisarvi di una cosa..una cosa molto brutta."
"Oh tesoro..cosa è successo?"
"Dovete andarvene da BadMoon, è troppo pericoloso, ci stanno cercando..dei cacciatori, ci hanno scoperto...ritorneremo nel periodo della Grande Guerra se voi non ve ne andate di li, è molto pericoloso, scappate!"
"Oh Luna...io e tuo padre avevamo già fiutato qualcosa che non andava...facciamo subito le valigie..ma tu Luna, dove stai andando?"
"Mamma non ti preoccupare per me, io sarò al sicuro..te lo prometto"
"Va bene bambina mia, ci credo, mi fido di te. Sei proprio una brava alfa"
"Grazie mamma, ora devo andare, ci sentiamo presto!"
"Va bene tesoro, ciao! Sappi che la mamma ti vorrà sempre bene, qualunque cosa succeda"
"Anche io ti voglio bene mamma..e non succederà proprio niente! Ciao"
"Ciao tesoro!"
Interruppi la comunicazione.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Erano ormai più di 5 ore che eravamo in viaggio, le forze mi stavano abbandonando sempre di più..ma le montagne e la foresta che scorgevo dal finestrino mi facevano pensare che tra poco sarei stata libera e questo mi diede la forza necessaria per sopportare il resto del viaggio. Avrei potuto correre per tutte le montagne e per tutta la foresta, senza che ci fossero minacce. Sarei stata finalmente libera!

Finalmente il pick-up si fermò, davanti a una piccola casetta di legno nel bel mezzo della foresta. Andrew scese e fece il giro della macchina per aiutarmi a scendere, notai delle valigie del bagagliaio. 
"Ehi..Andrew..ehm...cosa sono quelle valigie?"
"Mentre tu eri svenuta sono andato a prendere dei vestiti, anche per te..mia cugina era venuta a stare da noi per un po' e aveva lasciato dei vestiti, dovrebbero andarti."
"Oh grazie" e gli sorrisi.
Entrammo in casa, Andrew mi portava in braccio e stremata appoggiai la mia testa sui suoi pettorali, pensai che fino a quel momento era la cosa più bella che mi fosse capitata, era muscoloso e forte, emanava un calore piacevole, avrei voluto per sempre stare nelle sue braccia. 
"Luna"
La sua voce interruppe i miei blateramenti mentali.
"Si?"
"Ora ti devo disinfettare le ferite...aspetta..ti sdraio sul letto."
Con molta cautela e dolcezza mi appoggiò sul letto morbido. Prese la valigetta del pronto soccorso e ne tirò fuori disinfettante, bende e garze.
Sempre con dolcezza mi strappò la maglietta ed esaminò le ferite.
"Mmm..questa si che è brutta"
"Cosa?"
"Oh niente..non preoccuparti..adesso ti disinfetto"
La ferita era un taglio spesso e profondo che partiva dalla spalla destra, percorreva tutta la pancia fino ad arrivare al fianco sinistro.
Prese del cotone che imbevve nel disinfettante e lo premette contro la ferita. D'altronde non faceva male...bruciava da morire!!
Il bruciore si propagò per tutto il corpo mandando fitte di dolore. Quando Andrew finì mi girai a pancia in giù, doveva disinfettarmi l'altra ferita sulla schiena. Quando mi voltai riuscì a vedere la faccia di Andrew, era sbalordito. 
"Cosa c'è?" Chiesi.
"Oh no, niente, è solo che questa ferita di suo non è molto brutta, ma sei piena di lividi."
I lividi si spiegavano, il grosso lupo mi aveva sbattuto contro un albero, era normale. E quindi non mi preoccupai più di tanto.
"Tranquillo, quelli passano..non lasciano il segno."
"Sei bella lo stesso."
E mi sorrise, fece un sorriso pieno di dolcezza e di amore. 
E fu in quel momento, che guardandolo negli occhi successe qualcosa, per un momento nei suoi occhi vidi riflessi i miei. E successe una cosa inspiegabile, il dolore che fino a poco prima provavo, sparì e al suo posto mi riempii di calore e amore, mentre Andrew si accasciò a terra. Io urlai:
"Oddio Andreew, tutto bene?"
"Si..no...non lo so...a un tratto provo qualcosa di strano...provo dolore...tanto dolore...non so perché..e pure io non sono ferit..."
Interruppe di parlare, ci guardammo negli occhi.
"Andrew quel dolore non è tuo, non sei tu che lo provi, quello è il mio dolore, è quello che provo io." 
Dallo sguardo sembrava che Andrew avesse capito. Tra di noi si era formato un'Imprinting

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Non ci potevo credere. Tra me è Andrew si era stabilito un Imprinting, proprio a me! Voglio dire, era una cosa molto bella..anzi...la sola idea mi rendeva molto felice, ma non potevo lo stesso crederci.
"Andrew...abbiamo un Imprinting"
"Lo so..ne ho sentito parlare..ma non ho ben capito come funziona."
"L'Imprinting si crea di solito tra un lupo maschio e un lupo femmina..generalmente si può creare anche tra un lupo e un umano..ma è molto raro. Si forma soltanto quando l'uomo rinuncia alla sua vita per condurne una nuova con il suo lupo..succede quando l'uomo e il lupo provano gli stessi sentimenti...quando sono innamorati. Il legame che unisce l'uomo e il lupo è molto più forte rispetto a quello che si forma tra lupo e lupo. Uno prova i sentimenti dell'altro, riesce a capire quando sei in pericolo, o quando sei felice." 
"Oh..si...ne avevo già sentito parlare." 
Non sapevo cosa dire..ero sbalordita ma allo stesso tempo molto felice. Andrew si rialzò da terra e si sdraiò sul letto accanto a me. 
"Luna, provi così tanto dolore?"
"Si..ma non è così tanto se non ci penso."
"Quelle ferite devono far tanto male"
"Ormai ci sono abituata..e noi lupi non sentiamo tanto il dolore..riusciamo a sopportarlo."
"Wow..certo che non mi dispiacerebbe essere un lupo ahahahaha"
Mi misi a ridere, cosa che mi provocò un'altra fitta di dolore. Ah cavolo..non si può stare neanche tranquilli. 
"Non ti preoccupare Luna..domani starai già meglio. Ora dormi pure, tra un po' ripasso a controllarti le bende."
Si alzò dal letto, mi raggiunse, mi arrotolò le coperte e mi diede un bacio sulla fronte. 
Certo che era proprio il ragazzo perfetto..con questo pensiero mi addormentai.

L'ambiente era strano, intorno a me c'era il buio più totale, non riuscivo a vedere bene. Era come se stessi fluttuando sopra la foresta.
A un tratto si fece tutti più chiaro e riuscì a scorgere 5 sagome in piedi nella foresta. Riconobbi subito le voci, 4 erano le voci dei cacciatori e della famiglia di Andrew e una era una voce famigliare, l'avevo già sentita molte volte.
Adesso non stavo più fluttuando, ma ero nella mia forma di lupo. Camminavo vicino alle sagome e le riconobbi subito, il mio sguardo si posò sulla 5 sagoma..e non ci potevo credere. Era Clayton!!
Solo che non sembrava lui...aveva un aspetto non molto curato, le occhiaie rosse sotto gli occhi erano aumentate, non sembrava il solito Clay di cui all'inizio dell'anno mi ero innamorata, sembrava uno sconosciuto. Gli occhi non erano più azzurro chiaro e limpido. Erano grigi, torbidi. Sembrava proprio un demone in tutte le forme. Anche la sua voce era strana, cattiva. Sbraitava di qua e di là.
"Come avete potuto farveli sfuggire! Vigliacchi!"
E tirò un schiaffo a quello che sembrava il padre di Andrew.
"Come avete fatto! Siete solo degli incapaci! Adesso anche Andrew non è più dei nostri!!"
"Capo, se mi posso permettere..noi non l'avevano previsto..non avevamo previsto che si innamorasse di una stupida ragazzina" 
L'aveva chiamato "capo" che Clayton fosse seriamente il loro capo? Era impossibile. 
A un tratto il sogno cambiò..le 5 sagome si girarono contemporaneamente verso di me, Clayton urlò "PRENDETELA!" 
Inizia a correre dalla parte opposta..correvo correvo e correvo..più veloce del vento. Una zampa scivolò e mi ritrovai dentro una pozzanghera, una pozzanghera di sangue, iniziai a sprofondare, sempre più giù, in un attimo avevo toccato il fondo, ero a corto di fiato, non riuscivo a respirare. 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


иσтє ∂αℓℓ'αυтσяє:

Mi scuso in anticipo se questo episodio è un po' più corto degli altri, ma in questo momento non ho molto tempo per scrivere, comunque per non farvi restare a bocca asciutta, o meglio senza farvi restare senza leggere niente  pubblico questo piccolo capitolo, prometto che gli altri saranno più lunghi!! Mi scuso ancora!
-A

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Mi svegliai di soprassalto e urlai dalla paura, il fiato mi mancava e facevo fatica a riprendere aria. 
Andrew spalancò la porta e si diresse verso di me, si guardò attorno, ma non c'era nessun pericolo.
"Andrew, stai tranquillo non sono in pericolo è stato solo un brutto sogno."
"Lo so..ma non sono lo stesso del tutto tranquillo, il tuo sogno, ho sentito quello che provavi. Mi hai fatto spaventare."
"Scusami..era un sogno strano..come se fosse stato una vera visione, ma non ne sono del tutto convinta, però ho avuto tanta paura."
A quel punto Andrew si diresse verso di me, si sedette sul letto e mi abbracciò, era un abbraccio caldo e pieno di amore. Mi sussurrò: 
"Non permetterò mai che qualcuno ti faccia del male, non lo permetterò..ora dormi..ci sono qua io con te."
Andrew si sdraiò e io mi appoggiai a lui. Tra le sue braccia mi sentivo protetta e al sicuro, anche se ero un lupo ed ero più forte di lui.
"Luna..non ti preoccupare..non ti succederà niente..ora dormi."
E mi diede un bacio sulla fronte.
Quella stessa notte non sognai più, ma dormii come un sasso.

Fui risvegliata dalla luce del sole che ormai risplendeva nella mia camera. Andrew non c'era più e questo mi fece sentire vulnerabile. 
A un tratto dal bagno sentii una voce urlare: "Stai tranquilla non me ne sono andato via, sto solo facendo una doccia..lo so che ti manco!" 
Mi venne da ridere e non riuscii a trattenermi, scoppiai in una risata forte. Andrew dovette avermi sentito, perché urlò: "cosa ridi? Guarda che quando esco lo voglio sapere!"
Non avevo nessuna intenzione di dirgli il motivo, non gli volevo proprio dire che era lui il motivo per cui stavo ridendo..non volevo dirgli che senza di lui non avrei saputo vivere.
Lo scroscio della doccia si fermò e dal bagno uscì Andrew, indossava solo un asciugamano per coprirsi ed era a petto nudo. Il mio sguardo di soffermò sui suoi pettorali scolpiti, erano proprio belli..e dovevo ammettere che a torso nudo era veramente sexy. 
Andrew dovette aver sentito i miei sentimenti e subito si mise in posa per mostrare i suoi muscoli e di nuovi risi come un ebete. 
"Ehi Luna..come vanno le tue ferite?"
"Molto meglio grazie. Ieri non ho avuto modo di ringraziarti..sei stato molto premuroso nei miei confronti, non tutti salverebbero un lupo mannaro dalle grinfie dei cacciatori...grazie mille."
"Non c'è di che..e poi  già da prima non mi piaceva uccidere..."

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Andrew si diresse verso di me per controllarmi le ferite..srotolò le bende dolcemente e guardò attentamente le ferite: 
"Wow..da un giorno con l'altro sono già guarite!"
"Pregio nell'essere lupo mannaro" dissi mentre risi, lui ricambiò la risata.
"Beh..non mi dispiacerebbe essere come te" 
"Cosa si mangia?"
"Oh giusto..sei..ehm..in grado di camminare?"
"Oh si..ora ci provo.."
Mi alzai piano piano..feci un passo..ma le gambe mi cedettero, sarei caduta di sedere se Andrew non si fosse precipitato verso di me e non mi avesse sorretto. 
Con il suo aiuto mi diressi verso le scale..e pian piano scesi. 
Arrivai fino in cucina e mi sedetti a tavola. 
"Cosa si mangia di buono?"
"Allora..per te ho preparato..beh..non ho proprio preparato...c'è..carne cruda"
"Veramente?"
"Si..beh..mentre dormivi sono andato a cacciare..e..un cervo è spuntato alle spalle...e io volevo portarti il pranzo."
"Non c'era bisogno che ti sprecassi per me..apprezzo molto il pensiero..ma per mangiare ho bisogno di trasformarmi..."
"Oh si..ho..ehm..pensato anche a quello..ti ho messo il cervo nel bosco..così ho pensato che ti sentissi più a tuo agio..."
"Insomma..il fidanzato perfetto, grazie Andrew..hai fatto molto per me..lo apprezzo tanto..grazie"
Mi alzai e gli diedi un bacino sulla guancia. 
Mi diressi verso il giardino..verso la foresta..verso la libertà. 
Feci un balzo e subito riconobbi il pizzicorio che precedette la trasformazione...ero felice...non mi interessava neanche se Andrew mi aveva visto trasformarmi. Finalmente..potevo essere un lupo, sentivo gli odori della foresta..odore di pioggia, di foglie, muschio e subito mi sentii a casa. Prima di mangiare volevo correre, volevo sentirmi libera.. Iniziai a correre più veloce del vento, che subito  mi salutò accarezzandomi il pelo.
Mentre correvo scrutavo l'ambiente a me sconosciuto, sullo sfondo, a Nord c'erano le montagne innevate, riuscivo a sentire l'odore di neve e la fresca brezza. La foresta si estendeva probabilmente per molti chilometri, doveva essere molto grande. Improvvisamente mi tornò il mente il cervo che Andrew aveva cacciato e mi mi misi ad annusare l'aria per ritrovare la traccia. Finalmente avrei mangiato qualcosa di veramente buono.

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Finito il pranzo decisi di passeggiare ancora un po' per la foresta, volevo esplorarla tutta. 
Ad un certo punto sentii dei rami scricchiolare dietro di me, mi girai di scatto e d'istinto mi precipitai nella direzione dove proveniva il rumore.
Con un balzo mi fiondai sulla minaccia atterrandola, era un umano, era Andrew. Incominciai a ringhiare:
"Luna? Calmati, sono io! Andrew!!"
Ringhiai più forte come per dirgli "Non lo fare mai più" ma mi accorsi che lui non poteva capirmi, così mi trasformai in umana. 
Mi trovavo sopra di lui, le mie braccia lo bloccavano al suolo, ero furiosa.
"Luna?" 
"Andrew! Non spuntarmi più alle spalle!! Avrei potuto ucciderti! Non sai che è pericoloso trovarti dietro a un lupo? Non provarci mai più!"
"Luna scusa, mi dispiace, scusami" 
A quel punto tra di noi scese il silenzio. Io ero ancora sopra di lui, ma in quel momento non mi interessava. Ci stavamo guardando negli occhi. Provavo gli stessi sentimenti che lui provava, sapevo che quello che stavo sentendo in questo momento non erano miei sentimenti. Andrew stava provando amore per me. 
Molto dolcemente si avvicinò a me, le nostre bocche si incrociarono e mi diede un bacio lungo e dolce. Non sembrava un bacio possessivo, era semplicemente dolce. 
A quel punto rotolammo sull'erba e adesso era lui ad essere sopra di me. Mi diede un altro bacio, più lungo, più dolce. Non so per quanto tempo restammo lì, sull'erba, abbracciati, era come se il tempo si fosse fermato. C'eravamo solo io e lui. La magia finì quando ci alzammo e ci dirigemmo verso casa, mano nella mano. 
Entrammo in casa:
"Andrew, vado a farmi una doccia, non aprire l'acqua!!" E mi misi a ridere.
"Si, vai tranquilla" e anche lui rise con me.
Salii al piano di sopra ed entrai nel bagno, mi svestii e prima di entrare nella doccia mi guardai. Le ferite erano sparite, rimaneva solo una linea rosea della ferita più profonda, ma anche quella sarebbe guarita in fretta. Pensai che ero stata fortunata che Andrew fosse venuto a salvarmi, a quest'ora potevo essere morta. 
Entrai nella doccia e aprii l'acqua, volevo che tutti i dolori, le preoccupazioni, il sangue incrostato e lo sporco scivolassero via nello scarico. 
Sentii la porta del bagno che si apriva e si richiudeva. Era entrato qualcuno. La porta del box doccia si aprì ed entrò Andrew, eravamo tutti e due nudi. Iniziò a baciarmi, prima con dolcezza e poi con passione. Mi baciò, con quella dolcezza che solo una persona di buon animo può farti provare. I miei sentimenti combaciavano con i suoi, mi sentivo le farfalle in pancia, quella magia che avevo provato nella foresta si ripresentò. Andrew inizio a massaggiarmi la schiena, dolcemente, proprio dove avevo la botta dello schianto provocato dal grosso lupo (giusto, il grosso lupo, me ne ero dimenticata, avrei dovuto fare delle ricerche a riguardo, ma non volevo rovinare la magia che tra di noi si era creata). Andrew si avvicinò sempre di più a me, finché non successe. In quel momento esplose tutta la passione, stavamo ansimando insieme, contemporaneamente. A un tratto uno strano disegno di linee intrecciate apparve nell'aria, era rosso, rosso come il sangue. Capii immediatamente cos'era successo. Andrew aveva stretto un legame di sangue con me, era diventato ufficialmente il mio guerriero. In quel momento ero felicissima, Andrew dovette aver provato la mia stessa felicità perché si mise a ridacchiare. Uscimmo dalla doccia e ci asciugammo, Andrew mi diede dei vestiti puliti e scese a preparare la cena. Mi diressi verso il letto e mi ci tuffai dentro, letteralmente. Ero felicissima. Era come se fossi stata in un film d'amore. Era tutto perfetto e io amavo Andrew come lui amava me. Ad un tratto il mio cellulare squillò e io risposi: 
"Pronto?"
"Luna?"
"Clay?"
"Oh, Luna! Come sono felice di sentirti! Non sai cosa è successo qua! Devi venire subito! Si tratta dei tuoi genitori! Non per allarmarti..ma sono in ospedale, l'altra notte hanno avuto un incidente! Devi correre!"
A quel punto le gambe mi cedettero e caddi di peso seduta sul letto. 
Andrew corse su per le scale, potevo sentire i suoi passi. I miei sentimenti dovevano averlo fatto preoccupare, provavo paura, tanta paura.
Dall'altro lato del telefono Clay mi continuava a parlare, a chiedere se andava tutto bene, ma non riuscivo neanche ad aprire bocca. A quel punto Andrew mi prese dolcemente la cornetta del telefono e si mise a parlare con Clay, si allontanò per non farmi ascoltare quello che diceva, ma sapevo che stava parlando di me. Iniziai a singhiozzare, "no, non ora, non possono stare qui a fare niente, devo reagire, LUNA REAGISCI! Non sei più un cucciolo! Sei un lupo, un lupo adulto! È il momento di fare qualcosa per i tuoi genitori! ALZATI!" Mi alzai di botto, smisi di piangere e mi diressi verso l'armadio, presi una borsa e misi dentro dei vestiti. 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


 Andrew mi stava osservando.
"Luna cosa stai facendo?"
"Preparo la borsa, io torno a BadMoon"
Non disse niente, si diresse verso la sua stanza e si preparò anche lui una borsa. 
Scesi le scale e mi diressi verso la porta, incontrai Andrew che mi aspettava sotto le scale con una borsa in mano.
"Andrew, tu non vieni con me."
"Cosa? Io non ti lascio andare da sola!"
"Ti prego, è una cosa che devo fare da sola, per favore, resta qui!"
"Luna, io sono il tuo guerriero, abbiamo un imprinting, non puoi dirmi di restare qui con le mani in mano a sperare che là dove sei tu andrà tutto bene, io vengo con te, dovessi morire."
"Va bene Andrew, ma sbrighiamoci!"
Mi diressi in fretta e furia verso la macchina, con Andrew alle mie spalle.
Salimmo a bordo e Andrew schiacciò a tavoletta l'acceleratore, stavamo tornando a BadMoon.

Dopo quasi 3 ore di macchina finalmente arrivammo davanti a casa mia.
"Andrew fammi entrare un attimo, prima devo prendere una cosa"
"Va bene, vengo con te."
"No, ehm..è una cosa, che devo fare da sola, una cosa beh, da lupo"
"Aaaah, oh si, ti aspetto qui"
E mi diede un dolce bacio sulle labbra.
Scesi dall'auto e mi diressi verso casa, stavo cercando le chiavi per aprire la porta, quando notai che la serratura era stata forzata, spinsi piano la porta che si aprì, non avevo dubbi, qualcuno era stato in casa mia, nel mio territorio.
Iniziai ad annusare l'aria, c'era odore di umani, non umani qualunque, ma cacciatori.
Una cosa che odio è quando dei cacciatori, invadono il mio territorio, una cosa è certa, questa non gliela farò  passare liscia.
Piano piano mi diressi in soggiorno, l'odore di cacciatori mi stava invadendo le narici e lì sembrava più forte. I miei sensi erano all'erta, ma la casa sembrava vuota. 
In meno di un secondo qualcuno si mise dietro di me, ma non fui abbastanza veloce da girarmi per bloccarlo, mi infilzò una siringa nel braccio, un liquido giallastro si insinuò nel mio sangue. Mi girai di botto e non potei credere ai miei occhi, era Clay, ma non sembrava lui, aveva gli occhi rossi come il sangue, il suo aspetto non era per niente curato, i capelli erano arruffati.
"Luna, bentornata a BadMoon"
"Clay?"
"Esatto, in persona" 
"Che cosa mi hai iniettato nel braccio?"
"Oh quella? Non è niente, lo scoprirai da sola quando sarà il momento"
"Clayton, non te lo ripeterò un'altra volta, non sfidarmi."
"Ah si? Non ti devo sfidare? Non mi fai per niente paura lupo."
A quel punto era troppo, mi sarei trasformata e l'avrei fatto parlare con la forza.
Cercai di sentire il solito pizzicorio che precede la trasformazione, ma questa volta non arrivò, pensai che fosse strano, un paio di secondi dopo in me si fece strada un bruciore, all'inizio era sopportabile, ma poi faceva sempre più male. Stavo iniziando a sudare freddo, riprovai a trasformarmi, ma senza successo, il bruciore era diventato sempre più intenso, tanto che mi accasciai a terra. Gocce di sudore mi cadevano piano dalla fronte, finivano sul collo. Non capivo che cosa mi stesse succedendo, non ero riuscita a trasformarmi, non mi era mai successo. Guardai in faccia Clayton che ora mi guardava dall'alto.
"C...c...clay, cos...s..a mi hai fat...t...t..o?" 
"Oh, niente non ti preoccupare, è solo una sostanza che impedisce la trasformazione, te l'avevo detto che non avrei avuto paura di te. Ora dormi bene piccolo lupo, il viaggio è lungo." 
A quel punto mi diede una botta sulla testa, e per l'ennesima volta svenii con il ricordo di Clayton.

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


иσтє ∂αℓℓ'αυтσяє:

Ragazzi mi dispiace tantissimo di aver pubblicato solo ora un altro capitolo, ma avevo salvato tutta la storia sulle note del cellulare e non so come mi si sono cancellate, ho dovuto riscrivere gli altri capitoli che avevo già fatto. Scusatemi ancora, spero non succederà più :)
-Aliz

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Mi svegliai di soprassalto, una luce accecante era posta sopra di me. Mi trovavo in una piccola stanza tutta bianca, mi misi seduta e alzai lo sguardo, c'erano quattro telecamere poste in ognuno dei quattro angoli della stanza. 
Ero seduta su un piccolo lettino appeso alla parete, uno di quelli che di solito sono presenti nelle prigioni.
Davanti a me c'era uno specchio dove la mia immagine si rifletteva, avevo una benda sulla testa a causa del colpo che Clay mi aveva dato.
Ora ricordavo, Clayton, il ragazzo di cui all'inizio dell'anno mi ero invaghita, mi aveva rapito e portato in una specie di prigione, ma io gliel'avrei fatta pagare, eccome, mi sarei vendicata a costo di morire, non l'avrebbe passata liscia.
Mi guardai allo specchio, la benda in un punto era sporca di sangue e pulsava. Con il mio udito da lupo cercavo di sentire delle voci, qualcuno parlava al di là dello specchio, avevo capito, quello non era un semplice specchio, era un vetro unidirezionale, loro potevano vedere me, ma io non potevo vedere loro.
Alla destra del vetro era posto un interfono, probabilmente serviva a comunicare con me.
Una voce maschile che proveniva dal vetro spiccò nel silenzio:
"Dottore si è svegliata"
"Ora provvedo subito, grazie George"
Sentii un lieve ronzio prima che l'interfono si accese e una voce incominciò a parlare:
"Signorina Luna, io sono il dottor Walter Elkann, studioso e ricercatore di creature mitologiche, mi scuso in anticipo per averla portata qua rapendola, ma era l'unico modo. Tra qualche instante la porteremo fuori di lì, una guardia entrerà e la sederà la prego di non muoversi o saremo costretti al peggio"
"Ah, così è questo che vogliono farmi. Vogliono studiarmi per scoprire da dove deriva la trasformazione, vogliono riuscire a controllarci, a tornare al periodo della Grande Guerra, ma non sarà così facile, non glielo permetterò" 
Pensai mentre tornavo a sedermi sul suo piccolo lettino, di una cosa ero sicura, dovevo inventarsi un piano di fuga il prima possibile. Chiusi gli occhi e iniziai a pensare concentrandomi a fare silenzio e a non ascoltare le voci, in pochi secondi un piano si fece strada nella mia testa, un'idea, magari avrebbe funzionato, magari no, ma valeva la pena di rischiare per non stare rinchiusi in quel posto, come una prigioniera, come una carcerata.
Si sentì di nuovo un ronzio e l'interfono si riaccese, di nuovo la voce di quel dottore.
"Luna adesso una guardia entrerà con il sedativo, ti prego di non fare passi falsi" 
Pronunciò il dottore poco prima di spegnere l'interfono. 
Si sentì il tintinnio di un chiavistello, un rumore di serrature attirò la mia attenzione, era giunto il momento di attuare il piano.
Per fortuna che alle medie avevo fatto un corso di recitazione, così la parte dello svenire mi risultò facile e speravo,
credibile. 
I miei sensi erano all'erta più che mai, grazie a loro riuscivo a capire tutti i movimenti anche se non riuscivo a vedere. 
L'interfono si accese:
"Signorina Luna? Si sente bene? La prego di non fare scherzi, l'ultima cosa che voglia è che lei non sia in buona salute"
Così volevano un lupo in forma e in buona salute per riuscire a esaminarlo bene, per fortuna, il mio piano stava riuscendo. Al dottor Elkann non risposi.
"Va bene Luna, adesso una guardia entrerà e la porterà in infermeria" 
La porta si aprì con un rumore metallico, una guardia si avvicinò a me e mi prese in braccio per poi portarmi fuori dalla stanza.
Speravo che fossimo al piano terra o almeno al primo, così la parte del saltare giù dalla finestra poteva risultare più facile.
 La guardia stava camminando, aprii leggermente gli occhi per confermare la mia teoria, per fortuna avevo ragione, intravidi degli alberi, perfetto ora dovevo attuare la seconda parte del piano. 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Richiusi gli occhi per non destare sospetti e aspettai il momento adatto.
La guardia stava svoltando verso l'interno della struttura e capii che la fuga doveva iniziare adesso.
Con un balzo mi fiondai giù dalle sue braccia, il solito pizzicorio che precedeva la trasformazione mi faceva sentire di nuovo a casa, sapevo che non mi avrebbe tradito, quando atterrai a terra non ero più una ragazza piccola e indifesa, ero un lupo di 90 kg, con un bellissimo manto nero come la pece e con degli occhi di ghiaccio. Incominciai a ringhiare contro il dottore che mi guardò, leggevo nei suoi occhi la paura, sentivo l'odore acre della paura che mi invadeva le narici, perfetto era quello che volevo.
Due guardie si precipitarono davanti al dottore e lo portarono in salvo, ora dovevo pensare a portare in salvo me stessa. Mi voltai verso il vetro e con un balzo lo ruppi in mille pezzi, atterrai su un prato verde e iniziai a correre più veloce del vento. Mi guardai intorno e vidi che davanti a me si estendeva un cancello dorato, circa una decina di guardie mi si pararono davanti puntandomi i loro fucili addosso. Mi bloccai di colpo, pensavano davvero che mi sarei arresa? Oh avevano fatto un grosso sbaglio! Eccome se l'avevano fatto! Non avrei mai permesso a nessuno di toccarmi o analizzarmi, a nessuno!! 
Iniziai a ringhiare contro le guardie, sentivo che la paura si stava impadronendo dei loro corpi, dei rumori di passi attirò la mia attenzione, piegai un orecchio indietro per sentire cosa fosse, ma senza staccare lo sguardo da quelle guardie, altre persone si stavano dirigendo verso di me, probabilmente erano una ventina e non ce l'avrei mai fatta a scappare con loro, era giunto il momento di agire.
Con un balzo mi fiondai su una guardia davanti al cancello e gli afferrai il braccio, senza però mandare i denti in profondità oppure l'avrei trasformato. Non volevo uccidere nessuno così mi limitai solo a morderlo, un rivolo di sangue mi si posò sulla lingua, era buonissimo, quello degli animali sì, era buono pure quello, ma quello umano era qualcosa di indescrivibile, ora stavo iniziando a diventare pericolosa, il mio istinto da lupo diceva di non scappare, diceva di affrontare tutte le guardie e di non lasciarne viva nemmeno una, ma la parte razionale e umana (in tutti e due i sensi) diceva che non potevo ucciderle, d'altronde anche io ero per metà come loro. 
Le guardie si tolsero dal cancello e io tolsi i miei canini dal braccio di quella povera persona, dovevo andarmene prima che l'istinto da lupo potesse prendere il sopravvento.
Mi diressi velocemente verso il cancello dorato e con un balzo e grazie al mio peso riuscii a piegare una parte del cancello quanto bastava a passarci. Prima di dirigermi verso il bosco che circondava tutta la proprietà  lessi su una targhetta in oro "W.E. University" la sigla doveva stare per "Walter Elkann" il dottore che voleva analizzarmi, dovevo tenere a mente di fare delle ricerche al riguardo.
A tutta velocità entrai nel bosco, nel mio habitat, dove mi sentivo in pace e mi sentivo tutt'uno con il lupo, l'odore del muschio e degli alberi mi invase le narici, finalmente ero libera.

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Ormai ero salva, ero riuscita a scappare da quella specie di laboratorio, ma adesso la parte più difficile era scoprire dove mi trovavo.
Iniziai a correre sempre più velocemente stando in all'erta se sentivo dei rumori che potevano condurmi alla civiltà. 
Mi fermai di colpo al sentore di un rombo di un motore, camminai pian piano verso quella direzione e finalmente dopo tanto tempo la vidi, una strada. Delle macchine sfrecciavano ogni tanto sull'asfalto, ero salva, se avrei seguito la strada sarei di sicuro arrivata in un centro cittadino. 
Iniziai a trotterellare nella direzione opposta a quella del sole che ormai stava tramontando. 
Camminavo e camminavo, anche se i lupi sono abituato a camminare le zampe iniziavano a farsi pesanti, in più avevo fame e sete. Non mangiavo da tanto e chissà per quanto tempo ero stata rinchiusa in quel centro di ricerca. Rientrai nel bosco stando attenta a non perdere la traccia della strada di cemento, era giunto il momento di mangiare e poi avrei fatto un sonnellino prima di ripartire all'alba.
Uno strano odore attirò la mia attenzione, curiosa iniziai a camminare piano con il muso basso, le orecchie guizzavano di qua e di là in cerca di qualche suono, niente.
L'odore di marcio si stava facendo sempre più vicino e iniziava a pungermi il naso, in un certo senso era nauseante. Svoltai dietro a un grande masso e non riuscii a credere ai miei occhi, un lupo era steso davanti a me, la sua testa si trovava a qualche metro di distanza dal corpo. Ero paralizzata, senza neanche accorgermene iniziai a guaire, mentre mi sdraiavo a terra. I guaiti si trasformarono in pianto, adesso ero nella mia forma umana, quando un lupo è stato ferito, oppure soffre troppo la sua debolezza costringe il lupo a trasformarsi in un umano. Iniziai a piangere, chi poteva aver fatto questo? Chi poteva aver ucciso questo povero lupo? 
Mi alzai titubante, non riuscivo a stare in piedi, un po' per la debolezza, un po' per la tristezza. Presi delle grosse foglie e le trascinai verso quel corpo ormai putrido. Lo ricoprii, anche se era un normalissimo lupo era degno di una sepoltura, d'altronde ero anche io per metà della sua stessa specie. Appoggiai quelle grosse foglie sopra il corpo e alcune sopra il muso, staccato dal resto del corpo. 
Dopo aver sistemato quel povero lupo mi incamminai il più lontano possibile, i morsi della fame erano spariti, ora tutto quello che volevo era dormire dimenticandomi di tutto quello che era successo in quel giorno. 
Mi adagiai contro un albero, le mie mani erano macchiate del sangue di quel povero lupo, una lacrima mi rigò il volto prima di adagiare la faccia sulla terra umida e crollare in un sonno profondo.

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


иσтє ∂αℓℓ'αυтσяє:

Ragazzi vi avviso che oggi partirò per la montagna e dato che là non ci sarà connessione non potrò postare gli altri episodi di "BadMoon" purtroppo starò via per un mese e tornerò solo a fine Agosto. Un grazie a tutti voi che per ora state accompagnando me, Luna, in questo viaggio. Vi ringrazio veramente siete fantastici e sono davvero felice che questa storia vi piaccia! Grazie di cuore! Detto questo oggi posterò l'ultimo capitolo, ma ricomincerò a postarli a settembre. Mi mancherete tutti e che dire buone vacanze e buona lettura!! :)
-Aliz

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Un ululato rimbombò nella foresta, mi svegliai di colpo, avevo foglie e terra sulla faccia, mi guardai le mani, erano ancora incrostate del sangue di quel povero lupo che avevo sepolto poche ore prima. 
Altri ululati, questi non erano lupi comuni, erano lupi mannari, ululati di lupi mannari. Probabilmente erano in 3. Mi alzai di scatto da terra feci un balzo e sentii il famigliare pizzicorio che precedette la trasformazione, atterrai in forma di lupo, ora mi sentivo a casa.
Iniziai ad annusare l'aria e la sentivo impregnata del loro odore, ogni licantropo riconosce anche da lontano un suo simile, grazie all'odore. Quelli della nostra specie non odorano come gli umani, ma odorano di animale selvatico, di lupo.
L'odore si faceva sempre più intenso e pungente, ora erano sempre più vicini, camminai lentamente mentre le orecchie guizzavano di qua e di là in cerca di un rumore. 
*CRACK*
Un ramo si spezzò alla mia destra e mi  trovai davanti un grosso lupo dal pelo marrone, gli occhi verdi. 
Iniziai a ringhiare e lui fece lo stesso, in un attimo altri due lupi spuntarono uno alle mie spalle, l'altro alla mia sinistra. Gli ultimi due erano più grossi, uno dal manto dorato e l'altro dal manto grigio con un orecchio nero. 
Ora ero accerchiata, mi continuavo a girare da una parte all'altra cercando di tenere sotto controllo i tre lupi.
Con un balzo il lupo dal manto marrone  mi saltò addosso cercando di addentarmi la giugulare, ma lo scansai. Nessuno poteva battermi nella lotta, ero stata addestrata fin da piccola al combattimento. Mi lanciai contro il lupo e gli morsicai un fianco per poi girarmi dalla parte degli altri due che non avevano fatto un passo. 
Ad un tratto sentii un dolore atroce provenirmi dalla zampa anteriore destra, come una scossa, stramazzai a terra ululando e guaendo, non ce la facevo più, il dolore era sempre più insopportabile tanto che mi costrinse a ritrasformarmi in un umana.
Le zampe diventarono mani, il muso una faccia, il pelo si trasformò in pelle.
Avevo la fronte sudata, il dolore si propagò per tutto il corpo, riuscì a vedere i tre licantropi che si trasformavano in umani, un ragazzo che avrà avuto la mia stessa età mi si avvicinò correndo e si inginocchiò di fianco al mio corpo debole. 
"Papà cosa facciamo?"
Chiese il ragazzo girandosi verso suo padre che fino a pochi secondi prima era il lupo grigio.
"Avanti tienile la testa!"
Sbraitò il padre avvicinandosi a noi.
Il ragazzo mi prese sotto la testa e la appoggiò sulle sue gambe dolcemente, lo guardai, se fossimo stati in una circostanza "normale" l'avrei definito carino, aveva i capelli marrone scuro e gli occhi verdi come il bosco in cui ci trovavamo, era molto bello e attraente.
Pochi secondi dopo aver sorriso mi si chiusero gli occhi e come se non fosse già successo altre volte, svenni, lì, nel bosco, mentre quel ragazzo mi sorreggeva.


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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Ɲσтє ∂αℓℓ'αυтσяє:

Sono tornataaa! Non vedevo l'ora di postarvi un altro episodio, beh, eccolo qui..che dire, da oggi continuerò a scrivere gli episodi di "BadMoon". Spero che continuerete a recensire! Buona lettura! :) 
-A


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Un odore acre di erbe mi fece risvegliare, aprii gli occhi, la mia vista all'inizio era sfuocata, ma pian piano riuscii a intravedere una figura seduta su una poltrona di fianco a me, era il ragazzo di prima, notai che stava dormendo, respirava profondamente, la testa appoggiata sullo schienale della poltrona. 
"Quando dorme è ancora più bello" 
Fu il pensiero che mi si materializzo in testa, subito dopo i sensi di colpa presero il sopravvento e pensai ad Andrew, chissà che cosa starà facendo adesso, mi mancavano i suoi abbracci, i suoi baci, il suo calore, la sua dolcezza, l'odore di casa, mi mancava lui. 
Ero sdraiata su un letto, il mio braccio destro era fasciato, mi tirai sù sui gomiti e iniziò a girarmi la testa. Mi misi seduta cercando di non far rumore, scesi dal letto che scricchiolò lievemente. Passo dopo passo mi incamminai verso l'uscita:
"Dovresti stare nel letto ragazzina" 
Mi girai di colpo, quel ragazzo era in piedi dietro di me, a pochi centimetri di distanza.
"Io ehm..veramente..voglio solo tornare a casa.."
Un velo di tristezza mi ricoprì il volto.
"Entro domani ti sarai già ripresa, ma per adesso è meglio che torni nel letto. I miei sono fuori a cacciare e sei sotto la mia responsabilità."
Pronunciò lui serio.
"Ah, io sarei sotto la tua responsabilità?! Se non l'avessi notato non sono una ragazzina, ho 17 anni"
Gli feci notare mentre incrociai le braccia al petto.
"Infatti"
Commentò lui.
"Ad ogni modo..piacere..io mi chiamo Lorcan." 
Continuò porgendomi la mano.
"Piacere mio, io sono Luna." 
Dissi mentre afferrai la sua mano per poi accorgermi delle bende. 
Ne srotolai una, il mio polso era circondato da una specie di bracciale nero, ma si intravedeva la pelle, che adesso era di un bluastro.
"C-che cos'è questo?"
Chiesi rivolgendomi a Lorcan.
"Credo proprio sia un bracciale elettrico, di quelli che mettono ai cani aggressivi. 
Se posso saperlo..come hai fatto ad averlo?"
Rimasi in silenzio per qualche secondo, per poi ricordarmi del dottor Walter Elkann e del suo "centro di ricerca".
"Sono stata catturata, mi hanno portato in una specie di "Università" credo proprio che questo braccialetto debbano avermelo messo loro.."
Pronunciai guardandolo mentre cercavo di toglierlo. Ad un tratto un'altra scossa si propagò per tutto il mio corpo, sarei caduta a terra con un tonfo se Lorcan non mi avesse sorretto e portato fino al letto.
"Credo proprio che sia fatto apposta cosicché io non possa togliermelo.."
Affermai.
"Lo credo anche io, adesso però dovresti riposare un po', a momenti i miei dovrebbero tornare dalla caccia e sarà ora di cena. Se hai bisogno io sono qui."
Pronunciò Lorcan mentre si sedette sulla poltrona.
"Grazie di tutto" 
Dissi, prima di sprofondare nel sonno.

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


Ɲσтє ∂αℓℓ'αυтσяє:

Prima di tutto volevo scusarmi con voi, caro lettori, per la mia prolungata assenza, purtroppo con l'inizio della scuola non ho molto tempo per scrivere gli episodi di "BadMoon", ma non vi lascerò di certo senza questa ff. Grazie a voi oggi uscirà il 20º episodio, ho deciso di continuarla ancora per molto! Ho riscontrato recensioni positive e questa storia ha appassionato molti di voi.
Vi ringrazio di cuore per accompagnare me e Luna in questo viaggio.
Purtroppo devo avvisarvi che gli episodi non usciranno uno a settimana, come avevo detto nel capitolo scorso, ma dovrò farli uscire un po' più a distanza nel tempo. Detto questo vi avviso che ho molte idee per la testa che spero vi piaceranno. Nel capitolo 21 si parlerà di Andrew, dato che alcuni di voi mi avevano chiesto che fine aveva fatto, non vi preoccupate che il caro Andrew tornerà presto in pista! :) 
Bene, dopo questo tema lunghissimo, vi lascio alla lettura di questo capitolo.
Spero che vi piaccia e spero che continuerete a seguire la ff. Baci a tuttii<3
~A

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L'odore del bacon abbrustolito mi riportò dal mondo dei sogni alla realtà, aprii gli occhi piano, guardai in basso, srotolai le bende, felice di vedere finalmente le mie ferite guarite, infatti adesso la pelle era del mio colore naturale, senza neanche un graffio. Girai la testa in direzione della poltrona dove il giorno prima Lorcan si era addormentato, adesso era vuota.
Probabilmente doveva essere andato dai suoi genitori. Scesi dal letto e mi incamminai verso il bagno stiracchiandomi e sbadigliando, nella speranza che non avessi un aspetto tanto brutto. 
Accesi la luce e davanti mi ritrovai un mostro.
Avevo i capelli arruffati con ancora qualche voglia incastrata dentro, delle enormi occhiaie nere erano spuntate sotto gli occhi e avevo addosso solo una maglietta larga, probabilmente doveva essere di Lorcan.
Mi diressi verso la doccia e notai dei vestiti piegati appoggiati su una mensola, un biglietto diceva "Buongiorno Luna, questi sono i tuoi vestiti, puliti e lavati.
~L" 
Aprii l'acqua e finalmente dopo tanto tempo, feci una bella doccia calda. 
Mi asciugai, presi i vestiti e mi cambiai.
Uscendo dal bagno mi diressi verso la cucina che si trovava al piano terra, scesi le scale e seguii l'odore del bacon. 
Quando entrai nella grossa sala da pranzo vidi tutta la famiglia Rockson che mi fissava.
"Buongiorno Luna"
Esordì la madre di Lorcan.
"Dormito bene?"
Chiese un attimo dopo.
"Oh si..ehm..volevo ringraziarvi tutti per l'ospitalità, non vorrei essere d'impiccio" 
Affermai abbassando la testa come un cucciolo ferito.
I genitori si guardarono per un attimo negli occhi, uno sguardo di intesa raggiunse gli occhi del padre di Lorcan.
"Oh ma Luna cosa dici? Ci fa piacere aiutare quelli della nostra razza"
Disse la madre sorridendo, probabilmente stavano nascondendo qualcosa, l'avevo notato più di una volta, il comportamento misterioso di Lorcan, lo sguardo di intesa dei genitori e il finto sorriso della madre.
Ma non ci diedi troppo peso.
"Avanti Luna vieni a sederti qua con noi" 
Disse il padre mentre mi incitava a raggiungerli, con un po' di esitazione lo raggiunsi, appena mi sedetti Lorcan si alzò in piedi, strisciando la sedia sul pavimento, gesto che fece piombare il silenzio.
"Io non ho fame, perdonatemi"
Affermò Lorcan alzandosi dalla sedia, venne verso la mia direzione, ci scambiammo un occhiata, non si fermò per dirmi qualcosa come mi aspettavo, si diresse verso camera sua.
"Non farci caso, oggi si è svegliato con la luna storta"
Disse la madre sorridendo verso la direzione di Lorcan.
"Piuttosto, mangia un po' di bacon, sarai affamata"
Continuò il padre.
"Oh..grazie" 
Ringraziai mentre prendevo del bacon e iniziavo a mangiarlo, c'era da dire che era davvero delizioso.
Finii di mangiare e poi mi alzai per dirigermi verso la stanza di Lorcan, volevo capire come mai prima si era alzato di scatto. 
Arrivai in cima alle scale, mi fermai prima della stanza in cui avevo dormito e bussai.
"Avanti"
La sua voce squillò dall'altra parte della porta.
Aprii la porta ed entrai.
"Luna cosa ci fai qui?"
"Volevo sapere come mai prima ti sei comportato in quel modo, voglio dire, i tuoi genitori mi sembrano davvero delle brave persone, non c'era bisogno di urlare"
"Se li conoscessi cambieresti idea di sicuro" 
Affermò lui deciso.
"Piuttosto Luna, forse è il caso che te ne vada. Ti sei ripresa no? Ora sei in forze, potresti anche tornare a casa"
Disse Lorcan, stranamente le sue parole non mi sembravano offensive, riuscivo ad intuire qualcosa, come un messaggio di avvertimento.
"Lorcan..mi devi dire qualcosa?"
Chiesi, avevo un brutto presentimento, forse non dovevo restare in questa casa, forse era giunto il momento di andare via e se ce ne fosse stato bisogno, sarei anche scappata.

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


Ɲσтє ∂αℓℓ'αυтσяє:

Ecco a voi il capitolo successivo di "BadMoon", spero che vi piaccia e spero che mi facciate sapere il vostro parere cosicché io possa migliorare, un grazie speciale a tutti quelli che recensiscono e grazie anche alle persone che leggono questa ff. 
Buona lettura :) 

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Lorcan mi guardò, i miei occhi si confondevano nei suoi, un ciuffo di capelli neri come la pece gli ricadde sul volto, si avvicinò a me senza distogliere il suo sguardo dal mio. Eravamo a pochi centimetri di distanza, potevo sentire il battito del suo cuore  calmo e regolare. A differenza sua, il mio sembrava in tempesta, batteva all'impazzata, Lorcan fece un altro passo nella mia direzione, si abbassò e mi baciò. Un bacio caldo, passionale, che durò abbastanza da farmi ricredere su ciò che avevo pensato, in realtà lui era un ragazzo dolce, ma non lo dava a vedere. Un bacio che per la sua durata mi fece dimenticare di Andrew, della sua mancanza, ma che invece mi fece concentrare di più su Lorcan. 
Con una mano mi prese dietro alla schiena e mi avvicinò ancora di più, adesso il mio battito era ancora più accelerato. 
Dei bisbigli di voce maschile mi riportarono alla realtà, malgrado non volessi, mi staccai da lui, dalle sue calde labbra. 
"Hai sentito anche tu?"
Chiesi mentre cercavo di sentire a chi appartenessero queste voci. 
"Mi dispiace Luna" 
Disse Lorcan mentre indietreggiava.
"Ti dispiace per cosa?"
Mi stava iniziando a preoccupare, quel bacio, quel suo comportamento, non riuscivo proprio a capire, finché non udii dei passi affrettati provenire dalle scale e poi la sentii, sentii quella voce e la riconobbi subito, era Clayton. Quel pazzo di Clayton che mi aveva catturata, il Clayton di cui io non avevo preso una cotta all'inizio della scuola. 
"Avanti! Sbrigatevi!"
Riuscii a scorgere qualche parola.
Una lacrima mi rigò il volto, scese piano, non potevo crederci, non volevo.
"Lorcan..perché? Perché mi hai fatto questo?"
La mia voce era un sussurro, piena di dolore, di tristezza. 
Quello che successe dopo lo vissi a rallentatore, come succede dei film.
Clay che entrava urlando, uomini che mi afferravano, mi toglievano finalmente il braccialetto elettrico, ma solo per ammanettarmi, Lorcan che mi guardava da un angolo della stanza, i suoi genitori che prendevano la loro ricompensa e infine, ancora Clayton, che mi si avvicinava con una di quelle siringhe contenenti il liquido giallastro con cui avevo già avuto esperienza. 
Non potevo lottare, non ero ancora del tutto in piena forza ed ero anche ferita emotivamente, ma non potevo nemmeno stare lì a guardare, la mia natura è combattiva, non potevo permettermi di venire catturata senza lottare. 
Mi asciugai le lacrime sulla spalla, vidi Clay che si avvicinò a me mormorando qualcosa che non riuscii a capire. Aveva ancora gli occhi arrossati, i capelli arruffati, non era il vero Clay, il mio amico, l'unico amico. 
"Clay..non farmi compiere delle zaino di cui potrei pentirmi"
Fu il mio lupo a parlare, quell'istinto che certe volte, quando sono più debole o più arrabbiata, prende il sopravvento, mi aiuta a combattere, a sopravvivere, a non sottomettermi.
"Guarda un po' chi si rivede e tu mi staresti minacciando?"
Domandò lui mentre una risata amara rimbombò nella stanza.
Guardai la guarda sulla mia destra, poi quella sulla sinistra, contai gli uomini dietro a Clayton, erano 5, muniti di teaser, probabilmente non sarei riuscita a scappare da lì, dovevo trovare un'altra soluzione, infine guardai Clayton. Un sorriso apparve sulle mie labbra, mentre per un momento un lampo di paura passò nel suo sguardo. 
Era giunto il momento della fuga, con o senza spargimenti di sangue. 

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Ɲσтє ∂αℓℓ'αυтσяє:

Ecco a voi il 22º capitolo della ff "BadMoon". Volevo augurarvi un felice Natale, spero che vi piaccia e spero anche che continuerete ad accompagnare me e Luna nel suo viaggio. Fino ad ora sono davvero felice che questa ff continui a piacervi, spero che sia così anche in futuro. Bando alle ciance e vi lascio alla lettura! Grazie di tutto e ancora Buone Feste! :) 
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*Tlack* 
Un rumore metallico, le manette che poco prima circondavano i miei polsi, si ruppero. 
La rabbia ribolliva dentro me, con un balzo mi trasformai e guardai dritto negli occhi di Clayton che aveva indietreggiato dietro ad alcune guardie. 
Perfetto, adesso era lui ad avere paura. 
Iniziai a ringhiare, la guardia che si era posta davanti a Clayton per proteggerlo mi si avvicinò, feci un balzo e lo afferrai alla giugulare uccidendolo sul colpo. Rivoli di sangue mi entrarono nella bocca fino ad andare nello stomaco, il sapore del sangue umano, era da un po' che non lo sentivo e mi piaceva, era un brutto segno. Scaraventai il corpo inerme della guardia dall'altra parte della grossa stanza. Adesso nessuno osava più avvicinarsi, guardai Clayton negli occhi, era completamente terrorizzato, per un momento guardai nei suoi occhi dove si riflettevano i miei, non erano più del solito azzurro ghiaccio, ma erano di un rosso scarlatto, che ricordava il sangue. Nei licantropi, quando il lupo prende il sopravvento, incitato dalla rabbia, dalla sofferenza, dal rimorso, dal desiderio di vendetta, gli occhi cambiano colore. Diventano rossi come il sangue e questo può essere pericoloso, perché si può rimanere intrappolati nella forma di lupo per sempre, oppure si diventa un Red Wolf, un Lupo Rosso, quei lupi che vivono nell'oscurità, nel buio e si nutrono di umani, sono quelli che provano gusto nell'uccidere le persone. 
Un ruggito provenì dalle mie spalle, mi voltai di scatto con ancora il sangue che colava dalla mia bocca e vidi Lorcan, trasformato anche lui in lupo che ringhiava contro i suoi genitori, anche loro trasformati. 
Guardai negli occhi Lorcan, cercando di comunicare con lui, i licantropi hanno anche la capacità di comunicare con il pensiero con altri licantropi, tranne i Red Wolf, che sono consumati dalla rabbia. 
Scossi la testa, ora sentivo che il colore dei miei occhi era di nuovo quello normale, il solito azzurro ghiaccio. 
"Lorcan ce ne dobbiamo andare" 
Mi rivolsi verso di lui.
"Andiamo Luna!"
Affermò lui mentre con un balzo ruppe i vetri della finestra e atterrò sull'erba, corsi verso di lui e feci lo stesso, l'erba attutì la mia caduta. 
Iniziammo a correre più veloce che potevamo, ci inoltrammo nel bel mezzo del bosco. 
Ormai stavamo correndo da un po', va bene che i lupi hanno resistenza, ma non così tanto, stavo iniziando ad essere stanca.
"Hei Lorcan fermiamoci un attimo!"
Mi rivolsi a lui sbuffando.
"Tutto bene Luna?" 
"Si tranquillo" 
Dissi mentre rallentavo per poi fermarmi.
Inspirai l'aria del bosco, l'odore del muschio, delle foglie, si sentivano gli uccellini cinguettare, finalmente ero libera, libera da tutti, avevo scampato alla cattura, mi sentivo a casa, tra la natura, nel mio habitat.
"Luna..senti..mi dispiace per prima..io non volevo, i miei genitori mi hanno obbligato"
La sua voce rimbombò nella mia testa, lo guardai e lui abbassò le orecchie.
"Perché non me lo hai detto?"
Chiesi, un po' arrabbiata, mentre un ringhio provenì dalla mia gola. 
Con un balzo atterrai sul fianco di Lorcan buttandolo a terra. 
Lo avevo immobilizzato, era a pancia in su, mentre io gli ringhiavo in faccia.
"Luna calmati! Ti prego! Mi dispiace veramente! I-io non volevo, i miei mi hanno obbligato, avevano detto che se io lo avrei riferito a te, ti avrebbero fatto del male.."
Quindi era per questo che non me lo aveva riferito? Mi sembrava abbastanza convincente, quindi decisi di credergli. Mi spostai da lui che subito si rimise in piedi guardandomi.
"Ok Lorcan, ti credo, lo hai fatto per proteggermi, ti capisco. Ma sappi una cosa, sono capace anche a difendermi da sola.."
Affermai convinta, anche se ero una ragazza-lupo, sapevo difendermi benissimo, ero pur sempre un'alfa e un giorno avrei dovuto difendere un branco intero. 
"Credo sia il momento di dormire.."
Disse Lorcan mentre si avvicinò a me, il sole stava calando e inoltre avevamo corso per molte ore.
"Hai ragione..dormi prima tu..farò io il primo turno di guardia"
Affermai mentre mi stavo già allontanando di qualche metro per perlustrare un po' la zona.
"Hei Luna..facciamo che inizio io? So che sei stanca..vai pure a dormire. Inizio io la guardia"
Rispose lui, stavo per ribattere, ma in fin dei conti, potevo anche lasciar stare, tanto per quel poco che lo conoscevo avevo già capito che tipo era, si sarebbe opposto alla mia decisone.  
"Va bene Lorcan, ma per qualunque cosa succeda, svegliami"
Dissi mentre mi incamminai verso un tronco di un albero abbastanza grosso e mi accovacciai ai suoi piedi, appoggiando la mia testa da lupo sulle zampe anteriori. 
Per un momento mi passò per la mente Andrew, chissà che cosa stava facendo, magari mi stava cercando o magari aveva perso tutte le speranze, ormai erano passate quasi due settimane dalla mia scomparsa da BadMoon, chissà i miei genitori, non avevo più avuto notizia di loro da quando avevo ricevuto la chiamata di Clay che diceva dell'incidente. Di sicuro il giorno dopo sarei tornata a BadMoon, sarei andata in cerca di Andrew e dei miei genitori, anche a costo di perdere la mia vita per loro. 



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