Sono come un ombra. Con il sole o con la pioggia, non ti lascio mai.

di Fifilla995
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Prologo.

Finito.
Tutto ormai si può considerare finito.
Voldemort avanza verso Hogwarts felice di esser riuscito ad uccidere Potter. La sua voce stridula si propaga in tutta la scuola e nessuno, NESSUNO, riesce a credere a quelle parole.
Tutti usciamo nel cortile della scuola e l'esercito di Voldemort è proprio lì, di fronte a noi. Lui sghignazza, mentre dietro di lui, Hagrid, distrutto dal dolore per la perdita, tiene tra le braccia il corpo di Harry.
-Qui, mettetelo qui di fronte a me.- le parole escono come un sibilo dalla sua bocca, ma sono ben udite da tutti ed Hagrid, controvoglia, esegue l'ordine.
Non riesco a sopportare di vedere tutto ciò. Quella che è stata la mia scuola, distrutta. I miei compagni, che ormai non si fidano più di me, messi in condizioni terribili.
Mi pizzicano leggermente gli occhi, che subito dopo diventano umidi. Alcuni mi notano e subito iniziano a guardarmi con disprezzo, ma li capisco, dal momento che mi credono una mangiamorte, ma ciò che non sanno è che io non diventerò mai una di loro. Se sto inscenando tutta questa cosa è solo per Draco, per stargli accanto, nella speranza di fargli il lavaggio del cervello e fargli capire qual è la cosa giusta da fare.
Non voglio commettere gli stessi errori di mia madre, Miranda Hollgan. Un nome che fa tremare anche i muri. Il nome di una donna che è nata come una coraggiosa e tenace Grifondoro ma che morì come una viscida serpeverde, al servizio di Voldemort, per colpa di mio padre, Valtor Fraylin. Altro nome che fa paura il suo. A causa di tutte le sue malefatte, di tutte le morti che ha causato, della sua malvagità, tutti avevano un gran rispetto per lui.
Mia madre e mio padre erano giovani, erano innamorati, un po' come me e Draco. Mia madre sapeva bene quel che faceva, nonostante tutto, ed aveva davanti due possibilità: Cadere insieme alla volontà di mio padre o portarlo dalla sua parte. Ma purtroppo per mia madre, scelse la via sbagliata, scegliendo la via dei mangiamorte e diventando una di essi. Una Grifondoro che ha infangato la sua casa.
Ed adesso, tra me e Draco sta accadendo la stessa identica cosa, e tutti sono convinti che io commetterò gli stessi errori. Solo che io ho preso un'altra decisione. Rimanere dalla parte del bene e trascinare Draco con me.
E mentre penso a tutte queste cose, mi riportano sulla terra le "risate" agghiaccianti di Voldemort. Continua a ridere ed a sghignazzare come se fosse già il padrone dell'intero pianeta. Inizia a parlare subito dopo. Invita le persone ad arrendersi ed ad unirsi a lui, per far parte del suo esercito ed allo stesso tempo, parole di sfida, parole per provocare tutti quelli che sono con Harry.
Neville avanza verso di lui, continuando a battersi per Harry e subendo così le peggiori torture da parte di Voldemort.
-No, Neville.- sussurro in modo da poter sentire solo io, poi si sente di nuovo la voce di Voldemort.
-Chi è costui? Chi si è offerto volontario per dimostrare che cosa accade a coloro che continuano a combattere quando la battaglia è perduta?- ed ancora continuava a torturarlo, dicendo che ci sarebbero state cose ben peggiori per chi non si fosse unito subito a lui.
Io afferro con una mano un braccio di Draco, mentre con l'altra tengo stretta la mia bacchetta, pronta ad attaccare subito.
Osservo bene la situazione per vedere se qualcuno di fosse davvero unito a lui, quando ad un tratto, il braccio di Draco sfugge alla mia presa e lui inizia a camminare nella sua direzione.
Solo in quel momento mi lascio prendere dal panico, dal nervosismo ed anche dalla rabbia, convinta che stavolta non lo avrebbe seguito, ma mi sbagliavo.
Il nervosismo sale quando sento gli occhi di tutti addosso, aspettando di vedere me che, come un cagnolino, lo seguo.
Sto fallendo nel mio intento e devo assolutamente fare qualcosa.
Stringo ancora più forte la bacchetta nella mano ed esco dalla folla.
-MA SI PUO' SAPERE COSA STAI FACENDO?- gli grido contro, mentre tutti quelli presenti, ragazzi e non, mi guarda sbalordita.
-PENSAVO AVESSI CAPITO, CHE AVRESTI FATTO LA SCELTA GIUSTA ALMENO STAVOLTA.- continuo a gridargli contro e per la prima volta in tutta la mia vita, gli punto contro la bacchetta, pronta a colpirlo da un momento all'altro. Per la prima volta. In quel momento, guardo lui e mi vi vengono, come un lampo, tutte le cose passate con lui e per lui in quella scuola:
  • "Quando, dopo aver compiuto gli undici anni, arriva la famosa lettera da Hogwarts. Ero così emozionata mentre la aprivo. Non vedevo l'ora di andare ad Hogwarts per imparare tutto ciò che c'era da sapere e diventare sempre più forte.
    Al contrario mio, l'unica emozione dipinta sul viso di Draco è l'arroganza ed il sentirsi sempre migliore di tutti e quella cosa mi infastidiva parecchio. Avevamo comprato tutto ciò che ci serviva per Hogwarts nelle settimane successive e fare compere era qualcosa di straordinario. In quelle settimane abbiamo comprato le nostre bacchette e quella è stata la parte più bella. La sua, biancospino e crine di unicorno, dieci pollici, sufficientemente flessibile. Mi ricordo della sua espressione da "Malfoy compiaciuto" e continuava a tenerla nelle mani, atteggiandosi come se fosse il ministro della magia. Poi quando arrivò il mio momento, non stavo più nella pelle. Ne provai alcune, ma con scarsi risultati, stavo anche rischiando di distruggere un negozio, quando poi al tocco di una bacchetta, che apparentemente sembrava come le altre, sentì un improvviso calore alle dita, come se la bacchetta e la mano esultassero per essersi ritrovate: Acero e piume di fenice, sette pollici, molto flessibile. Ricordo del nostro primo viaggio in treno insieme, diretti ad Hogwarts dove non c'erano ancora distinzioni di case. Draco non si faceva problemi a stare con me e parlavamo del più e del meno, anche se ogni tanto faceva lo spavaldo con qualche altro ragazzino. Quando rimanevamo solo noi due, parlavamo di cose più serie e tra i vari argomenti uscì quello delle case. La sua sicurezza nel finire tra i Serpeverde e la mia insicurezza nel non sapere in quale casa sarei finita, ma in cuor mio, speravo che fosse Serpeverde. Arrivati ad Hogwarts, arrivò anche il momento dello smistamento. Quando fu il turno di Draco, il cappello decretò Serpeverde senza nemmeno arrivargli in testa, quando fu il mio turno il cappello entrò in confusione.
    "Mmmh, scelta difficile, molto difficile, la tua testa dice Serpeverde e non le do torto, non è una cosa sbagliata, ma il tuo cuore dice altro, Grifondoro. Giusto perchè sei destinata a grandi cose, come qualcun'altro prima di te.. mmmh, difficile, ma ci sono. GRIFONDORO."Le parole di quel cappello sono ancora impresse nella mia mente. L'ho odiato per quella scelta, ma oggi, lo ringrazio, perchè se mi avrebbe messo tra i Serpeverde, mi sarei persa fin da subito insieme a Draco, così invece, c'è ancora speranza. Ricordo che dopo lo smistamento, guardai Draco che mi rivolse uno sguardo schifiato, mentre il tavolo dei Grifondoro, faceva festa. Cambiarono un po' di cose quel giorno, soprattutto quando lui era in compagnia dei suoi amici Serpeverde, ma è anche vero che quando aveva bisogno di me, mi cercava ed io ero sempre li per lui. Da quell'anno cominciai a preoccuparmi per lui. I suoi atteggiamenti, i suoi pensieri, i suoi discorsi.. tutti lo portavano verso una via che non era giusta e li ho capito qual'era uno dei compiti del mio essere una Grifondoro. Per esempio, sempre durante il primo anno, quando si era cacciato in un guaio e la McGranitt lo mise in punizione assieme ad Harry, affidandoli ad Hagrid nella foresta proibita. Mi arrabbiai da morire quando me lo disse ma più di fargli la ramanzina, non potevo. Durante la punizione non ero con lui, non fisicamente almeno perchè il mio patrono lo seguiva e, per quanto poteva essere strano che una ragazzina del primo anno sapesse evocare un patrono, beh, Lucius ci aveva preparato anche a quello. Una magnifica aquila reale volò dalla finestra della mia stanza fino a dove c'era lui e lei, lo guardava al posto mio, aiutandolo perfino a trovare la strada per ritornare al castello. Non ha mai saputo che dietro c'ero io e mentre lui si vantava di gesta eroiche inesistenti, io mi ero beccata una bella punizione da parte della McGranitt solo perchè Lavanda aveva fatto la spia. Una settimana insieme ad Hagrid a pulire il lago nero dalle erbacce. Poi, durante il secondo anno, ci fu l'episodio dell'infantile duello tra lui e Harry. Ero contrariata, gli avevo detto di non farlo, di stare al suo posto e di smetterla di fare lo spavaldo ma lui non mi ha ascoltato per niente e quando volò all'indietro per un attacco di Harry, oltre ad essere spaventata ero anche compiaciuta, così avrebbe imparato ad ascoltarmi. Lo stesso vale per il terzo, il quarto ed il quinto anno. Lui le combinava grosse ed io ero sempre pronta a difenderlo e ne pagavo le conseguenze. Poi il sesto anno cambiò tutto. Lui era stato scelto ed io non potevo impedirlo. Anzi, per poco non ci andavo di mezzo anche io. Nonostante tutto ho continuato a stargli accanto, ad essere la sua ombra e lui, dal canto suo era cambiato. Non era più il Draco che si credeva migliore di tutti, senza paura e sicuro di se.. Era un Draco spaventato, impotente e che diceva che io ero l'unico suo punto di riferimento. Cambiarono i nostri rapporti il sesto anno, migliorarono parecchio.
Mi tolgo dalla testa quelle immagini dolorose ed ormai lontane e torno a guardare Draco.
-PERCHE' LO STAI FACENDO?- dico in lacrime. Lui si gira a guardarmi e gli occhi gli diventano lucidi quando vede la bacchetta puntatagli contro.
-Non posso fare altrimenti.-
-Si che puoi, la guerra non è ancora vinta.- e detto questo guardo istintivamente il luogo dove Hagrid posò Harry meravigliandomi. Dove prima c'era Harry, adesso non c'è più nessuno. Cosa voleva dire questo?
-No, non posso, lo sai meglio di me il perchè.- e quando mi dice così, mi vengono in mente delle parole: "E' per la mia famiglia che sto facendo tutto questo", ed anche questo è vero. In quelle poche volte in cui restavamo soli, dopo la fuga dalla scuola per la morte di Silente, nella sua stanza, facevamo questo, ci confessavamo ed una sera, beh uscì fuori che se lui aveva preso questa strada è solo per colpa della famiglia, perchè loro lo volevano e perchè Voldemort glielo aveva ordinato.
-Ma non ha senso tutto questo Naminè.- dice Hermione.
-Io credevo.. Noi credevamo anzi..- continua, ma sono più veloce e la precedo.
-Che fossi dalla loro parte.. si, lo so.. ma no. Ho sempre sostenuto Potter, nonostante tutto. Mi sentivo come un'infiltrata e tutti si fidavano di me. Volevo proteggere Draco ed aiutare Potter allo stesso tempo e quando potevo, ci riuscivo.-
-Stai mentendo.-
urla un mangiamorte. Non so chi, non li conoscevo tutti. Draco di fronte a me rimane impietrito, sbalordito, come se tutto immaginasse tranne che questo.
-Mostralo, mostra il marchio, tu appartieni a noi.- continua lo stesso mangiamorte.
-No, io non apparterrò mai a voi..- e dico questo alzando la manica sinistra del maglioncino rosa ed il braccio è bianco, senza nulla. E' questo l'unico segreto che non ho mai detto a nessuno, nemmeno a Draco. Non volevo perdesse la fiducia in me ma a quanto pare è successo lo stesso. Sento gli occhi gelidi di Draco addosso, la sua faccia, schifiata mentre mi guarda mi rimarrà impressa per tutta la vita. Mi guarda come se lo avessi tradito, pugnalato al cuore. Gli ho solo nascosto la verità. Anche se questo, nascondersi la verità, è qualcosa di orribile per noi due, dal momento che ci siamo promessi di raccontarci sempre tutto.
Come mai Voldemort ancora non mi ha ucciso è un altro dei grandi misteri della vita. Ma dopo essermelo chiesta, lui stesso prende parola.
-Bene, bene.. una piccola traditrice.. dovrei ucciderti per questo, ma credo che non lo farò. Appartieni ad una delle famiglie più importanti, il tuo sangue è puro e sarebbe uno spreco. Ma non posso pensare a te ora, ho cose più importanti a cui pensare. Malfoy, portala via.-
Draco avanza verso i suoi genitori che, guardandomi minacciosi, mi fanno segno di seguirli. Sono un po' titubante, ma vado con loro, preparandomi al peggio.


Allora: Occhi a me.
Ho scritto questa nuova storia nella speranza che vi possa appassionare.
Ed per questa storia volevo ringraziare due ragazze particolari: Raya_Cap_Free
e Nothing_ perchè loro mi hanno fatto venire queste idee, mi hanno incoraggiato ed è venuta fuori questa cosa.
Scusate se sembra troppo noioso, ma era un po' difficile renderlo e perciò è venuto fuori scritto così, però sono accette le critiche, se qualcosa non va, basta dirlo, farmelo notare, che io la modifico SUBITO.
Beh, che altro, aspetto le vostre recensioni, così da capire se posso andare avanti o meno.
P.S per questo capitolo ho immischiato un po' di film ed un po' di libro, ho dovuto farlo perchè non si sarebbe vista la parte di Draco se no.
A presto <3
Fede.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1.

-Complimenti, Naminé. Tradire in questo modo la tua famiglia…non ti vergogni per quello che hai fatto?- urla Lucius mentre siamo tutti nel soggiorno di villa Malfoy.
Siamo qui da un'ora e la famiglia Malfoy è pronta a partire da un momento all'altro ma, questa volta, io non andrò con loro.

-Eri come una figlia per noi e io ti volevo bene come tale. Eri un gioiello e tu..- continua Lucius ma per la rabbia lascia la frase incompleta. Narcissa e Draco sono seduti sui divani di pelle del soggiorno, senza dire nemmeno una parola.

-Draco, vuoi dire tu qualcosa?-

-Perchè?- dice lui acido -Perchè lo hai fatto?- continua rivolgendosi a me.

-Per te- rispondo.

-Ah si? Per me? DAVVERO CREDEVI CHE IO VOLESSI QUESTO?- e mentre lo dice si alza dal divano e si avvicina a me, arrabbiato -TI HO DETTO COSE CHE NON HO MAI DETTO A NESSUNO. CREDEVO DI POTERMI FIDARE DI TE! CHE STESSI DALLA MIA PARTE! Eri come una sorella, l'unica amica, ma adesso basta!-

-Draco, ascoltami..- provo a dire mentre i miei occhi iniziano a pizzicare

-NO! Non voglio sapere più nulla- dice Draco e si allontana da me diretto al piano superiore ma io lo seguo. Lui deve ascoltarmi.
-Si ma…Fammi spiegare!- dico standogli dietro.

-Ho detto basta. E non mi seguire, non farlo più. Sono stanco anche di questo- risponde lui fermandosi per le scale. Io mi impongo in tutti i modi di non piangere, ma quando vedo Draco scendere nuovamente le scale senza nemmeno calcolarmi, mi lascio andare disperata.
Senza nemmeno un'ultima parola, sento il -Crack- della smaterializzazione. Sono rimasta sola.

“Non esiste cosa peggiore per un Malfoy, che tradire la propria famiglia”

Ho sentito pronunciare queste parole a Lucius durante il mio primo incontro con Voldemort, intorno all'immenso tavolo nero del soggiorno di questa casa. Almeno ora so che Draco non mi ha mai capito.
Diceva di me che era fortunato ad avermi come ombra, sempre pronta al suo ‘servizio’. Io, presa dalla sua dolcezza, ho dimenticato il particolare più importante: rimane un Malfoy. Questo ha un po' rovinato tutto.

Arrivata in camera sbatto la porta con violenza, come se qualcuno, nella villa ormai vuota, potesse sentirmi e capire il fatto che sono arrabbiata.

Ho sperato fino all'ultimo che un Malfoy preoccupato entrasse dalla porta per scusarsi di tutto ma, dopo un paio di minuti, quando mi rendo conto che quello che immagino non accadrà mai, urlo. Urlo come una disperata lasciando uscire tutta la rabbia. Mi sdraio nel letto e cinque minuti dopo mi addormento.
Poco dopo mi sveglio per colpa del mio gatto, Xion.

-Vox.- sussurro non appena prendo la mia bacchetta tra le mani. Una piccola sferetta azzurra passa dalla mia bacchetta alla gola di Xion e subito la voce calda e soffice del mio gatto, si propaga per tutta la stanza.
Ho scoperto questo incantesimo giusto qualche anno fa e lo uso in casi estremi, quando ho bisogno di parlare con qualcuno.

-Che farai ora?- dice Xion

-Non lo so. Penso che tornerò ad Hogwarts. Non so come ma voglio aiutare. E poi, il corpo di Harry è sparito…prima era proprio davanti a Voldemort e poi non c'era più. Deve voler dire qualcosa. Io devo tornare lì-

-Come la metti con Draco?-

-Tu lo vedi qui? No perché io non lo vedo. Pensavo che almeno lui prendesse le mie difese e invece mi ha aggredito e, senza aggiungere nulla se n’è andato. Io.. io credevo… Oh non lo so cosa credevo.. Mi ha lasciata sola- dico e nuove lacrime tornano a rigare il mio viso.

-Un Malfoy a tutti gli effetti.- continua Xion

-Avevi dubbi? Io ho tradito lui e tutto il resto della famiglia e loro, di conseguenza, si comportano come se non esistessi, solo come dei veri Malfoy fanno.- dico

-Non è troppo esagerato?.-

-Per un Malfoy? No. La prima volta che ho visto Voldemort, qui, in questa casa, dissero che non avrebbero più rivolto la parola ad una loro parente solo perché aveva scelto di sposarsi con un lupo mannaro. Quindi no, non è esagerato.- rispondo, e cade il silenzio.
-Parti adesso per Hogwarts?-

-Proprio così.-



DRACO’S POV.


“Quella piccola, stupida traditrice… ci ha fatto credere per tutto il tempo di stare dalla nostra parte e invece, tutto quello che scopriva lo usava a favore di quel Potter tradendo tutti... perfino me e la mia famiglia, che poi era anche la sua famiglia…” mentre do spazio a questi pensieri, torturo una pezza che ho tra le mani già combinata male di suo, fino a strapparla. Non riuscirò più a guardare Naminè in faccia. Non dopo questo…sempre che la riveda.

-Draco, perché non mangi nulla?-

-Non ne ho voglia.- rispondo acido. Come riescono loro a far finta di nulla?

-Lascialo stare, Narcissa. Evidentemente pensa ancora a quella traditrice-

Eccolo, mio padre apre bocca per qualsiasi cosa. Non rispondo nemmeno e salgo al piano superiore infilandomi nella prima stanza che trovo.
Dopo la smaterializzazione, ci siamo subito trovati davanti al cancello della casa di Bellatrix, un posto visto per la prima volta. Naminè non può seguirmi qui, per quanto ne so, è un posto sconosciuto anche a lei.
Una domanda mi ronza nella testa: Perchè?

Se davvero non voleva unirsi a noi perché il suo comportamento? Il suo promettere fedeltà? Perché mettersi contro i suoi amici? Perchè? E’ stata così convincente.Senza accorgermene inizio a lacrimare. Un Malfoy che piange come una femminuccia… questo rovina la mia immagine.

-Draco, scendi subito.- grida mio padre e non posso non ascoltarlo.

-Dimmi.-

-Non possiamo stare qui, dobbiamo andare via.-

-Perchè?-

-Dobbiamo andare via e basta.-

-Dove?-

-All'estero, dove non possono trovarci.-

-Ma perché nascondersi come conigli?-

-Basta con le domande.-
risponde secco Lucius e io non dico più nulla. E’ inutile continuare un dialogo così, non avrò le risposte che cerco.
Il mio pensiero si rivolge per un attimo a Naminè. Se la sarebbe cavata? Lo faccio sparire subito. Certo che se la sarebbe cavata, lei dopotutto appartiene ai buoni. E' sempre appartenuta a loro andando contro me.

Torno di sopra, in quella stanza dove mi ero precipitato con foga prima. E’ una stanza piccola e quadrata e l’unica luce proviene da una finestra rettangolare di fronte a me.
Vicino alla finestra c’è un letto a baldacchino dai colori verde-argento, i colori dei Serpeverde, ma è intatto, come se non venisse usato da parecchio. Il pavimento è in ossidiana mentre il muro è dipinto di nero con qualche disegno verde-argento fatto qua e là.
Noto alcune foto appese al muro e mi avvicino, preso dalla curiosità.

Le foto ritraggono, per la maggior parte, una ragazza che riconosco come la mia adorata zia Bellatrix. Tra quelle, una mi colpisce molto. Ritratte ci sono due ragazze, in un età che coincide con la fine della scuola e quelle due sono Bellatrix e mia madre.
“La stanza di Bellatrix.” sussurro poco dopo.


-Draco, aspettiamo te, muoviti!- urla sempre mio padre. Prima di scendere, cerco istintivamente la mia bacchetta per poi ricordarmi di “averla lasciata” nelle mani di Potter. Al posto della mia bacchetta trovo quella di mia madre.
Incavolato, scendo. I miei sono già pronti. Afferro le loro mani e via, ci smaterializziamo in un vicolo buio mai visto prima ma, appena usciamo, capisco subito il posto in cui ci troviamo: Russia.



NAMINE’ POV

Mi materializzo proprio nel cortile della scuola, dove però non c'è più nessuno. Presumo, dalle varie grida, che sono tutti all'interno della scuola, a combattere la loro ultima battaglia.
Nell'atrio della scuola non c'è persona che non combatte.

Ricordo che tutti si sono insediati nella Sala Grande e mentre mi dirigo lì, noto un Mangiamorte alle spalle di Luna, che troppo presa dalla battaglia con un altro di loro, non nota.

-Stupeficium.- urlo puntandogli la bacchetta e quello cade a terra, stordito. Luna e il Mangiamorte contro cui lotta, mi guardano.
-Naminè?-

-Non è il momento,Luna.. CRUCIO- un altro Mangiamorte cade a terra.
-Sappi solo che è un piacere rivederti.- sorrido e insieme andiamo nella Sala Grande, dove si sta svolgendo il duello tra Harry e Voldemort.

-Harry è vivo!- esclamo
-Già-

Parlano. Parlano di bacchette mentre girano in tondo. Inizio ad avere paura quando il nome di Draco spunta nella conversazione.
-Il proprietario della bacchetta era Draco Malfoy- dice Harry

-Allora finirò prima te e poi passerò a lui- ruggisce Voldemort. Io sbianco, ma resto convinta sul fatto che Harry lo sconfiggerà. Nel frattempo crucio un altro Mangiamorte che stava per attaccarci.

Gli altri, Ginny, George, Molly e Arthur incitano me e Luna ad avvicinarci e noi non ce lo facciamo ripetere.

Voldemort incrocia per un attimo il mio sguardo e si irrita ancora di più. Secondo lui, in questo momento, dovrei essere rinchiusa in qualche sotterraneo. Anche Harry incrocia il mio sguardo ma sorride e continua il discorso.

-Troppo tardi. L'ho già battuto io portandogli via questa...- dice agitando la bacchetta di biancospino tra le mani. In qualche modo quella bacchetta deve arrivare nelle mie mani.
Arrivate vicino la famiglia Weasley vedo Bellatrix morire sotto i miei occhi per mano di Molly. Guarda me poco prima di morire e grida “Sei solo una piccola traditrice”.
Quando abbasso lo sguardo, noto il corpo senza vita di Fred e per un attimo mi manca il respiro.
-CHI E' STATO?!- urlo.

-Bellatrix!.- risponde Ginny. Mi lascio prendere dalla rabbia. Fred e George erano per noi Grifondoro come una sorta di mascotte, quelli sempre pronti a rialzare il morale a tutti con le loro battute e con il loro fantastico senso dell'umorismo. Per un attimo non voglio crederci ma devo farmene una ragione. Probabilmente, se mi fossero rimaste ancora lacrime, avrei pianto.

Intanto il dialogo tra Harry e Voldemort continua. Harry ci rivolge per l'ultima volta lo sguardo ed è un attimo.Voldemort lo attacca con un Anatema che Uccide, ma ancora una volta accade qualcosa di straordinario. La bacchetta di Draco reagisce in maniera stupenda nelle mani di Harry e la maledizione senza perdono rimbalza contro lo stesso Signore Oscuro che muore davanti ai nostri occhi. Finalmente tutto è finito. Resto ferma accanto a Ginny e, quando Harry e il resto del gruppo si stringono in un abbraccio, mi sento strana. Inizia a mancarmi Draco. Comincio a camminare verso l'uscita di quella che una volta era la Sala Grande sentendomi un po' di troppo ma Luna mi si para davanti.

-Te ne vai? Di già?-

-No… in verità io.. sì, andavo via.-
Harry e gli altri a loro volta, mi guardano in modo strano.

-Ma sei appena arrivata.- continua Luna.

-Lo so però.. guardatevi.. siete così uniti tra di voi, tutti quanti... io sono di troppo. Ho commesso degli errori e non pretendo nulla, anzi…-

-Stai zitta.. Hai fatto più di quanto credi.. e poi, sei tornata.. Il resto non conta.- interviene Ginny.

-E poi sei sempre una Grifondoro. Una Grifondoro che ha avuto coraggio. Pensa, stare tutto il giorno al servizio di Voldemort e intanto, aiutarci come potevi.. Non tieni a mente questo?- continua Harry.
Sorrido. Avevo dimenticato quanto sono dolci e teneri tutti loro. Chiudiamo il discorso con un nuovo abbraccio collettivo.

-Ehm, Naminè… questa dovresti prenderla tu.- dice Harry porgendomi un oggettto.
-La…la bacchetta di Draco..- sussurro e nello stesso istante in cui la prendo in mano, un Mangiamorte varca la porta della Sala puntandoci contro la bacchetta, punta a me più che altro.
Luna sta per attaccare ma io sono più veloce.

-Crucio.- urlo ed il Mangiamorte vola all'indietro.

-Certo che non si arrendono mai eh?- dice Luna

-Devono farlo. Ora che Voldemort è morto, quelli che sono sopravvissuti scapperanno via se non vogliono finire ad Azkaban.- dico mentre guardo la bacchetta di Draco e nello stesso momento mi chiedo se i Malfoy sono fuggiti per non voler vivere più con me o perché non erano sicuri della vittoria di Voldemort.

-Lui dov'è?- chiede Harry riferendosi a Draco.

-Non lo so.. Sono andata via dalla scuola con loro e siamo andati alla villa. Hanno preso il mio atto come tradimento e si sono smaterializzati via. Draco non mi ha nemmeno fatto spiegare.. lui.. lui è scomparso..- dico lasciandomi andare, senza piangere. Non ne posso più di versare lacrime.

-Ma non importa, vuol dire che doveva finire così- continuo. Intanto ci raggiungono anche Ron e Hermione. Sono felicissima di vederli, li abbraccio e poi ritorniamo nella Stanza delle Necessità.
Siamo riuniti a cerchio a parlare del più e del meno, come succedeva una volta.
-Naminè, resti con noi?-

-Mi piacerebbe ma…no. Preferisco tornare a Villa Malfoy almeno fino a quando non mi sarò ripresa completamente da tutto ciò-

-Ti verremo a trovare allora.- parla Hermione
-Non dovreste ricostruire la scuola?-

-Ci penseranno i professori e il resto degli alunni maggiorenni.. E poi, non verremmo sempre, ogni tanto.-

-Continueremo il nostro ultimo anno?-


-Che domande…certo che sì. E' il più importante.- dice Neville.

-Non vedo l'ora. Ho proprio bisogno di dimenticare tutto ciò che è successo in questi ultimi due anni.-
-E' stato così terribile?.-
dice Luna

-No, terribile no, ma diciamo che abitare in una famiglia di Mangiamorte, fare finta di essere una di loro, stare sempre col fiato sul collo perché il tuo fidanzato ne combina sempre una nuova… beh, non è una gran cosa.-

-Siete stati insieme, alla fine, tu e Malfoy?.- dice Hermione.

-Si.. E' cominciato tutto dopo l'incidente nel bagno con Harry ed e' finito tutto oggi.- dico, poi cade il silenzio.
-Beh ragazzi, io vado... Ci vediamo presto, okay?- dico -Grazie di tutto.- continuo e poi, dopo aver incrociato i loro sguardi un’ultima volta, mi smaterializzo.

Arrivo proprio fuori il portone della villa e, quando entro, tutti i ricordi mi torturano. Mi abbandono per terra, con la schiena contro il portone e con le gambe tirate verso il petto. Sono distrutta.


Angolo me:
Buonasera passerotti.
Eccoci qui in questo primo capitolo.
Allora, prima di tutto voglio volgere i miei più sentiti ringraziamenti a Raya_Cap_Fee che ha avuto con me tanta pazienza, diventando la mia beta e mettendosi appresso a me, corregendo la storia.
Davvero, non avrei parole per ringraziarla, è speciale.
Per il resto, questo capitolo l'ho scritto in modo da prendere sia il punto di vista di Draco, che quello di Naminè. E' scorretto? O posso continuare?
Aspetto i vostri consigli e le vostre recensioni per sapere se vi piace.
Al prossimo capitolo belli <3
_Fede_

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2.

E' passato ormai un po' di tempo da quando Voldemort è morto, Harry ha vinto e Draco è andato via. Il mese di Giugno è appena iniziato e comincia a far caldo.
Dalla battaglia sono cambiate molte cose: Neville si è dichiarato a Luna e adesso stanno insieme, Ron ed Hermione si sono ufficialmente fidanzati e lo stesso hanno fatto Ginny e Harry, dopo il consenso di Ron ovviamente. I ragazzi, spesso, vengono a trovarmi al Malfoy Manor e stiamo insieme per giorni interi. Ogni tanto decidono anche di dormire qui anche se, alla fine, non si dorme per davvero. 
Hogwarts è stata ricostruita e adesso è pronta per riaccoglierci tutti per il nostro ultimo anno, a settembre.

L'unica cosa rimasta invariata è l'assenza di Draco. A quella non mi abituerò mai. 

Non è come lasciarsi tra fidanzati, oh no, è qualcosa di più. E’ come se fosse morto un fratello, quasi come George e Fred. Oh Fred. Mi manca troppo anche lui. 

Sono rinchiusa nella mia stanza quando, ad interrompere i miei pensieri, giunge il suono del campanello all’ingresso. Scendo ad aprire ma so già di chi si tratta.

-Non puoi dire di no, diglielo anche tu, Ginny.- dice Hermione entrando in casa, mentre io non capisco di cosa parla. 
-E' vero, ci sarà da divertirsi parecchio!- continua Ginny, sorridendo.
-Ragazze...- faccio per chiedere spiegazioni ma Hermione mi interrompe.
-Ho comprato questo vestito stupendo e non vedo l'ora di indossarlo!- dice mostrando un vestito color porpora che tiene tra le braccia. 

-Ragazze...- riprovo mentre chiudo il portone e mi volto a guardarle.

-Oh si, il porpora ti starà una meraviglia addosso!- 

-INSOMMA, VOLETE DIRMI DI CHE STATE PARLANDO?-
grido, almeno mi danno retta.

- Naminè, giusto, ci sei pure tu.- dice Ginny quasi sorpresa.

-Maddai, non mi dire.- borbotto alzando gli occhi al cielo

-Non fare la spiritosa e provati questo- dice Ginny passandomi un vestito lilla -Ho pensato che si abbinasse bene con il colore dei tuoi occhi che… perché adesso sono viola?- continua quasi spaventata.

-Volete dirmi di cosa state parlando?- evito la domanda. Nessuno, a parte Draco e i Malfoy, ha mai fatto caso al colore dei miei occhi che cambia, dal lilla al nero, a secondo del mio umore.
-Una festa- dice Hermione
-A casa mia- si intromette Ginny
-Stasera- continua Hermione
-E tu devi esserci!- esclamano poi all’unisono. 
-Una festa?-
-Si-
dice Ginny
-Alla Tana?-
-Esatto.-
-Non ne ho voglia-
dico mollandole di nuovo tra le braccia il vestito.
-Oh si che ne hai. E ora ti provi questo senza fiatare- interviene Hermione ripassandomi il vestito lilla.
Acconsento a provarlo solo perché Ginny ed Hermione mi guardano minacciose. Così, con un sospiro, salgo in bagno e mi spoglio.

Osservo bene il vestito ed è davvero carino, lo ammetto. E’ un modello a fascia, con un nastro di seta attorno alla vita che termina dietro con un bel fiocco. Il corpetto è stretto ed è di raso, mentre sotto la gonna si allarga ed è ricoperta da un velo sottile, sempre di raso. Lo indosso e devo dire che non mi sta male. Faccio un paio di giri per vedermi meglio allo specchio e, sentendomi un po' una principessa, raggiungo le ragazze nel soggiorno. 

-Oooooh- dicono all'unisono le ragazze -Sei un incanto!-

-Grazie, Herm- sono quasi imbarazzata.
-Ora metti queste- dice Ginny con in mano un paio di scarpe beige, altissime.
-Ma sono troppo alte, Ginny!- 
-Ho detto di mettertele, non discutere- 

Nessuno ha mai detto a quelle due di essere un po’ prepotenti? Faccio un sospiro e mi chino per indossare le scarpe.
-Una bambola, no, Herm?- 
Hermione acconsente alle parole della Weasley con un sorriso.

-Bene, Naminè, noi adesso andiamo. Abbiamo ancora troppe cose da fare. Verrà a prenderti Harry più tardi, okay? A dopo- dice Ginny e Hermione la segue e, ancora emozionate, escono dalla villa.

-Io non volevo nemmeno andarci...- sbuffo togliendomi le scarpe e sdraiandomi sul divano di pelle lì vicino. 
Il mio sguardo ricade su un piccolo oggettino magico, posto sul tavolino di vetro accanto a me. E’ una sorta di calendario.
Noto con dispiacere la data: 4 Giugno 1998. Domani, Draco compirà diciotto anni e io non sarò con lui, per la prima volta. 
-Chissà dove è finito- penso ad alta voce.
Mi alzo poi dal divano con l'intento di sistemare gli oggetti disseminati per la casa e metto anche un po' d'acqua a bollire per il tè. 
Non passa molto tempo e sento qualcuno materializzarsi nel soggiorno. Sobbalzo. Il cuore inizia a battermi all'impazzata e dalla cucina mi fiondo nel soggiorno.
-Draco?- dico subito, speranzosa. “E tornato!” penso e, con un sorriso che farebbe invidia al mondo intero, guardo la una figura maschile proprio davanti a me aspettandomi Draco. Il sorriso si smorza immediatamente.
-Ah. Harry, sei tu…scusami io... è che voi usate sempre la porta e allora...-
-Scusami tu, Naminè-
mormora Harry quasi dispiaciuto di avermi illuso.
-Posso offrirti del tè?- 
-Nah, non vale la pena che ti scomodi per me- 

Rido di gusto alla sua affermazione -Ho capito che tu eri il Prescelto e tutto quello che vuoi, ma ti sembro il tipo di ragazza che si scomoda per fare le cose agli altri? Non lo facevo nemmeno con Draco- dico continuando a ridere così come Harry.
-Un esempio?- chiede lui
-Esempio di cosa?-
-Di Draco che ti chiede qualcosa…-

-Mmmh…vedi quei due divani di pelle?-
-So di essere cieco, Naminè, ma non penso di aver raggiunto certi livelli da non vedere quei divani-

-Comunque…- lo interrompo -Erano le vacanze di Natale del terzo anno di scuola. Io ero seduta lì a leggere un libro quando arriva lui, ordinandomi di fargli del tè. Gli ho risposto che credevo fosse stupido ma non così tanto da non saper bollire un po' d'acqua- ridacchio -Vabbè, alla fine se lo è fatto da solo e l’ha portato anche a me e ci siamo a parlare del più e del meno...- sorrido a quel ricordo ormai lontano. 

Noi dovremmo stare ancora seduti su quel divano a scherzare, non separati come adesso.

-Sembra che parli di un altro Draco- commenta Harry
-Si. Sotto tutta quell'arroganza c'è una persona che nessuno immagina. Certo, è vero che quell'arroganza fa parte del suo essere e la usava anche con me. Abbiamo litigato un sacco per colpa delle nostre teste calde… Solo che, quando decideva di lasciare spazio alla dolcezza, allora era un altro Draco. Per farla breve, non quello che si aggirava per la scuola sentendosi superiore a tutti- faccio fatica a non piangere di nuovo. 
-Wow-
-Ma tu, Harry, perché sei qui così presto? Non dovevi venire tra un paio d'ore?-
-Stavo impazzendo con Ginny, perciò sono venuto prima.-

Accenno un sorriso – Capisco. Comunque vieni, non hai bisogno che ti mostri la cucina, tanto sai già dov'è.- prendo due tazze dalla dispensa, entrambe color panna e con sopra disegnato lo stemma verde-argento dei Serpeverde, e dopo aver versato il tè in entrambe, gliene porgo una.
-Perdonami per lo stemma- 
-Chissà che farebbe Lucius se sapesse che questa casa è diventata una dimora per noi Grifondoro...-
dice Harry, divertito.
-La brucierebbe, come minimo. Sarebbe un oltraggio per lui. Solo Serpeverdi in questa casa- rispondo per poi bere un po' di tè caldo.
-E tu?-

-Bella domanda. L'ha presa malissimo quando ha saputo che ero finita a Grifondoro, peggio di come l'ha presa Draco, ma nonostante tutto, si è contenuto. Credo provi per me un misto tra affetto e responsabilità. Conosco questa famiglia da quando avevo due anni. I miei genitori erano come loro, Mangiamorte, e passavano tanto tempo insieme. Quando avevo cinque anni mia madre morì e mio padre, quando avevo sette anni, mi lasciò qui con i Malfoy, in loro custodia, facendosi promettere che avrebbero avuto cura di me e poi sparì- continuo a bere il mio tè. Questo tipo di domande mi irritano parecchio. 

-E non hai saputo più nulla di lui?-
-E' ancora vivo, me lo sento.-
dico. Erano tutte cose che non volevo dire a nessuno che non fosse Draco ma adesso le cose sono cambiate parecchio, e io ho trovato degli ottimi amici anche in Harry e gli altri.
-Comunque, andiamo? Non vedo l'ora di divertirmi.- metto le tazze a lavare per poi dirigermi nel soggiorno. L'idea di mettermi quelle scarpe tanto alte non mi va a genio ma non ho altra scelta. 
Harry mi raggiunge subito e ci smaterializziamo.

Il posto in cui arriviamo è stranissimo, mai visto in vita mia. Scruto la casa da fuori ed è davvero strana. Ha con un cortile enorme, tutto addobbato per la festicciola che hanno organizzato. Grandi tavoli rosso-oro sono messi ai lati dei giardino con sopra ogni tipo di cosa da mangiare. Al centro ci sono diversi tavolini rotondi, anch'essi decorati coi colori rosso-oro, e delle sedie attorno.
Ginny è bellissima con i suoi capelli rossi e quel vestito cremisi che sembra sia stato cucito apposta per lei. Sposto il mio sguardo da lei ad Hermione, bella da far paura. I capelli mossi sono tutti raccolti da un lato e il vestito color porpora, lo stesso che ha fatto vedere oggi a casa mia, le sta d'incanto.
-Ciao ragazzi.- si avvicina George –Wow, Naminè, sembri una principessa stasera.- continua rimanendo a bocca aperta.
-Ero considerata la principessa delle serpi fino a poco tempo fa, se proprio vuoi saperlo.- tutti mi guardano male -Okay, forse questo non dovevo dirlo-. Draco veniva considerato come il principe delle serpi, tutto il resto, è venuto da sé.
-Che ne dite se andiamo a divertirci? Vogliamo vedere le ragazze divertirsi.- dice George indicando un punto in cui Neville e Luna stanno ballando e salvandomi in calcio d'angolo.
-Io non so ballare.- mento. Il mio lamentarmi mi fa sembrare quasi una bambina di due anni.
-E io che ci sto a fare qui? Dai, che poi abbiamo una proposta da farti.- dice George. Una proposta? A me? 
Ma il solo fatto di stare insieme a George a divertirmi come non facevo da tempo, mi fa dimenticare presto quello che mi ha appena detto. 

*****
-George, fermiamoci un po', ho sete…Sono ore che non ci diamo tregua.-
-Però ti stai divertendo, eh!.- 

Sorrido, come negare? Ammiro George, la sua forza nonostante la perdita di Fred. Ammiro la forza di tutti che, nonostante il dolore, vanno avanti. 
Insieme a George mi avvicino a Molly e Arthur, molto felici di vedermi, per prendere un bicchiere di Whisky Incendiario, giusto per andarci sul leggero. 
-Glielo avete detto?-

-No. Ancora no, aspettavamo te, papà.-
-Chiesto cosa?-
domando incuriosita. Il resto del gruppo di avvicina a noi e Hermione e Ginny sorridono emozionate.
-Abbiamo una proposta per te, Naminè, vieni, sediamoci dentro-

L'interno della casa è strano come tutto il resto. E’ un ambiente semplice, ma tanto accogliente. 
Ci accomodiamo attorno a un tavolino nel soggiorno che mi sembra microscopico, o forse, sono io ad essere abituata a luoghi più grandi. 
Prendo posto sul divano e il resto della famiglia prende posto in delle sedie, accanto a me.
-Sono iniziati i mesi estivi e come ben sai, tu sei tutta sola al Malfoy Manor..- inizia a parlare Arthur. 

-Beh, si..-
-Ecco, volevamo chiederti se ti andrebbe di passare questi mesi qui con noi.- 
-Cosa? Qui?-
sgrano gli occhi -Ma non creo disturbo? Cioè, già siete tanti, metteteci anche che la casa è piccola, siete sicuri?-
-Scusaci tanto se la principessina è abituata ai livelli alti…- 
-RON, QUESTA BATTUTA NON CI STAVA PROPRIO!-
ruggisco
-Lascialo perdere Ron, allora? Ci stai?.- interviene George
-Possiamo dire che ti stiamo obbligando.- prende parola Ginny.
-Credo di non poter proprio rifiutare allora. Solo… datemi tempo fino a domani, così da poter prendere tutto ciò che mi serve.-
-Perfetto, fantastico allora. Ora però, torniamo in cortile, la notte è lunga e noi siamo giovani.- conclude George tirandomi per un braccio fuori in cortile.
Continuo a divertirmi con tutti loro, felice per aver trovato persone speciali come loro, sempre di buonumore e con tanta voglia di ridere e scherzare. Nonostante tutto però, il mio pensiero fisso è sempre e solo Draco e al fatto che, mentre io mi diverto, non so dov'è, come sta, che fa…
Alle quattro di mattina decido di tornare al Malfoy Manor, quella casa fredda come il ghiaccio, vuota e senza amore. Appena arrivata, do da mangiare a Xion e poi, senza nemmeno spogliarmi, vado direttamente a letto.



Angolo me :D
Ecco il secondo capitolo ragazzi. Se non c'è scritto nulla di che è perchè è solo un capitolo di passaggio per non arrivare direttamente alla tragedia. Lo ammetto, è banale e mi dispiace per questo, però aspetto voi per sapere cosa ne pensate, se vi piace, se non mi devo ritirare direttamente. 
Beh, non ho molto da dire, apparte il fatto che ringrazio di nuovo Raya_Cap_Fee che si è presa la premura di rivedere tutto ogni volta, per togliere le imperfezioni :3 
Beh, allora, aspetto voi e le vostre recensioni. Ciau belli :3
_Fede_ 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. ***


Capitolo 3.


-Draco, smettila, questi giochetti mi irritano-
-Hai quasi tredici anni Naminè, non puoi incavolarti come se ne avessi ancora due. Non ti fa onore, lo sai?- sorride. Draco sorride sempre quando siamo solo noi due.

Certo, non si sbilancia mai troppo e lascia sempre che sia il suo lato da Serpeverde a regnare sulla situazione, ma sono felice, perché so che almeno io vedo qualcosa che non è il solito ghigno. E’ un sorriso di quelli veri che, per il solo fatto di essere raro, è ancora più bello.

-Non sono io quella che ti lancia sassolini solo per darti fastidio- ghigno – Quello sì che lo facevo quando avevo due anni-
-Metti a freno la lingua, Naminè-


Mi metto a sedere sull'erba accanto a lui e gli lancio un’occhiata. Draco ha lo sguardo rivolto verso il ruscello davanti a noi ma sembra perso nei suoi pensieri -Non mi lasciare mai, Naminè, okay?-

Sussulto, non mi aspettavo di sentire una cosa del genere da Draco.
-Sarò sempre al tuo fianco, Draco. Tu voltati e mi vedrai sempre lì-
-Promesso?-


-Fidati di me. Qualunque cosa accada io rimarrò con te-
Sto per lasciargli un bacio in guancia quando tutto assume dei contorni sfocati. Gli alberi, il prato, il ruscello e lo stesso Draco scompaiono lentamente lasciandomi sola.


Apro gli occhi e sono nella mia stanza. Da cinque mesi faccio sempre lo stesso incubo, sì, per me è un incubo perché quando mi risveglio Draco non c’è. Sono sola.

Chiudo nuovamente gli occhi con un sospiro. Draco e io ci eravamo detti quelle parole durante l'estate tra il secondo ed il terzo anno e adesso, quel ricordo lontano, mi tormenta.
All’improvviso sento dei passi percorrere il corridoio per poi fermarsi davanti alla porta della mia stanza. Non ho la forza di vedere chi è dal momento che sicuramente non è Draco.

-NAMINE', ALZATI SUBITO.-
E’ Harry.
Entra nella mia stanza e grida. Mi fa salire i nervi. Che cos’ha in testa?

-E' IMPORTANTE, NAMINE', TI DO CINQUE MINUTI-

-Harry, cosa vuoi? A casa tua non funzionano gli orologi? Vedi che ore sono?- borbotto infastidita coprendomi la testa con il lenzuolo. Una ragazza come me è abituata a stili di vita più comodi e a frequentare persone meno dementi.
Solo a quel punto Harry avanza verso di me e mi toglie di dosso quelle poche coperte che ho per poi aprire le finestre.
La luce invade tutta la stanza –Va bene, ho capito. Mi alzo- sbotto.

Mi metto a sedere in mezzo al letto. Sono ancora stordita dal modo brusco con il quale Harry mi ha svegliato e dall'aver dormito poco. Guardo l'orologio e sono solo le otto del mattino. Perché questa tortura? Lo disintegro. Harry dovrebbe stare a casa con Ginny.
Approfitto dell’uscita di Harry per sdraiarmi nuovamente. Sono esausta.
Harry però ritorna presto nella mia stanza e, vedendomi ancora a letto, mi afferra per un braccio e con foga inizia mi trascina per tutto il corridoio ignorando le mie protesta.

Che maniere.
-Harry? Si può sapere che ti prende? Perché tutta questa agitazione?- mi libero con uno strattone dalla sua presa e mi sistemo come posso il vestito lilla della festa alla Tana, la sera prima.
-LI HANNO TROVATI!- esclamaHarry.

Sento il sangue gelarsi nelle vene e per un attimo anche il mio cuore sembra essersi fermato al solo udire quelle parole.
-Hanno trovato i Malfoy- continua Harry e il mio cuore perde nuovamente un battito.

Sgrano gli occhi voltandomi verso Harry, incredula e spaventata. Ogni traccia di sonno è sparita nel nulla davanti al cognome “Malfoy”.
-Come scusa?-

-Li hanno portati al tribunale dei maghi. Stanno per essere processati. Appena l'ho saputo, mi sono offerto volontario per testimoniare almeno l'innocenza di Draco. Ho pensato che tu volessi venire con me...-
Una serie di pensieri, l’uno più terribile dell’altro, cominciano a invadermi la testa.
-Draco ha smesso di essere innocente quando, dopo la tua finta morte, ha scelto per l'ennesima volta Voldemort. Nessuno l’ha obbligato- mormoro in tono freddo.

-Sai meglio di me, Naminè, che in altre circostanze non lo avrebbe fatto. Non farti assalire dalla rabbia, non adesso-

Mi torna in mente il sogno, o meglio, il ricordo di quell’estate lontana. Gli ho promesso che qualsiasi cosa sarebbe successa, nonostante tutto, io sarei stata accanto a lui, dalla sua parte.
L'ho sempre fatto e mi sentirei uno schifo se non lo facessi anche questa volta dove lui ha davvero bisogno di me.
Salgo subito in camera e recupero la bacchetta di biancospino. La bacchetta di Draco. Non c’è tempo per cambiarsi per cui riango con il vestito lilla e mi limito ad infilarmi di nuovo le scarpe con il tacco abbandonate di fianco al letto.
Raggiungo di nuovo Harry al piano inferiore e mi avvio verso il portone -Okay, andiamo!-
-Naminè…-
-Si?-


-Che stai facendo? Possiamo benissimo smaterializzarci-

-Si… giusto.-

Mi avvicino a Harry e, afferrandogli un braccio, ci smaterializziamo all’istante.
___________________________________________________________________________________________

-Dove siamo?- chiedo guardandomi intorno, una città immensa mai vista-
-
Novosibirsk, Russia- risponde Harry accanto a me.
-Perché proprio la Russia?- domando confusa non appena, guardandomi intorno nuovamente in cerca di qualche spunto.

- Questo dovresti saperlo tu... Li hanno trovati qui, in un vecchio castello- borbotta Harry scrollando le spalle.

-Un vecchio castello eh? Ora che ci penso avevano un parente qui. Lucius l'ha nominato un paio di volte. Non ricordo nemmeno il nome e non so se sia vivo, ma era un Malfoy di certo- dico
Il mio livello di preoccupazione è ormai salito alle stelle. Non so più nemmeno che cosa pensare di quella situazione.
-Dove dobbiamo andare Harry?-

-L'edificio enorme alla nostra destra. Hanno bloccato le materializzazioni, sai, come Hogwarts, per evitare che i prigionieri scappino-
Inizio ad incamminarmi verso un grande cancello in ferro battuto che reca la scritta: Ingresso.

Harry però mi afferra per un braccio. -Dove stai andando?-

-Harry, mi hai portato qui per questo, no?- sbotto, arrabbiata.

-Non è ancora ora. Gli interrogatori sono appena iniziati. I primi sono Lucius e Narcissa.Draco è l'ultimo. Ovviamente se tu vuoi andare ora...loro erano pur sempre...- lo blocco all'istante. Le parole “ la tua famiglia” ormai non le sopporto più.

-Ti posso offrire qualcosa da bere?- continua Harry sorridendo e acconsento alla sua proposta solo perché sono le nove di mattina e mi sento stressata più che mai.
Entriamo in una piccola locanda lì vicino e ordiniamo qualcosa di forte, per svegliarci un po'. Bevendo, continuo a pensare a cosa farò appena sarò davanti a Draco dopo cinque mesi di lontananza assoluto.
Immagino già i suoi occhi farsi piccoli come fessure alla sola mia vista. E’ così che mi ha guardato l'ultima che l’ ho visto prima di sparire nel nulla. Sarà di certo ancora arrabbiato.
-Sei pensierosa, Naminè?-
-Ho un macello di cose in testa, Harry. Io credo che l'ultima cosa che Draco voglia sia il mio aiuto dopo quello che gli ho combinato. Eppure, sono qui-


-Beh, conta che dovevi farlo per forza.-

-Perchè per forza?-
lo guardo spostando lo sguardo dai suoi occhi verdi alla cicatrice e viceversa.

-Cercano anche te, per via di tutto quello che è successo con la questione del tuo fingerti una Mangiamorte-
Ghigno. Nella locanda entrano alcuni signori e li sento parlare quando si siedono al tavolo di fianco al nostro.
-Con Lucius e Narcissa sono stati rapidi visto che non hanno detto nemmeno una parola. Muti come tombe. Ora tocca al piccolo Malfoy- dice uno di loro.
Al solo sentire queste parole mi alzo dal tavolo dove sono seduta con Harry e velocemente mi avvio verso l'uscita, borbottando. -Piccolo. Un ragazzo di diciotto anni lo chiamano piccolo...-

Harry dietro di me ride di gusto, mentre l'ultima frase sento prima di lasciare la locanda è rivolta a me. -E' LEI! Quella che stava con i Malfoy. E' lei quella che tutti cercano!-


Draco’s Pov

Hanno appena finito di interrogare i miei genitori. Non hanno detto nulla per paura, e adesso, le stesse torture che hanno fatto a loro, toccano a me.

Se sono pronto? Sì.
Se sono spaventato? Sì.
Per l'ennesima volta in cinque mesi, mi giro credendo che accanto a me ci sia Naminè, ma poi rimango deluso perché lei non c'è e non ci sarà più.
Ricordo bene la volta in cui Naminè mi ha promesso di restare al mio fianco, di fidarmi di lei. Quando mi guardo intorno adesso però, non c’è nessuno.
Sono in una stanza spoglia di medie dimensioni.
Davanti a me c'è un tavolo rettangolare dietro il quale quattro persone mi guardano con aria minacciosa. Sento il cuore salirmi in gola. Guardo i miei genitori seduti con le spalle al muro alla mia destra. Mi fanno cenno di tacere e così faccio.

Una donna inizia a parlare. Non può avere più di cinquant'anni. E’ magra e il volto cosparso di rughe è incorniciato da capelli castano scuro che gli arrivano alle spalle Al posto degli occhi, ha due fessure nere -Signorino Malfoy, ci dica...-

-Sono innocente. Non ho fatto un bel niente.- dico acido

-Questo lo lasci decidere a noi. Ci dica...-

-Non dirò un bel niente-
mi sento avvampare, inizio ad avere caldo.

Dal corridoio giungono dei rumori, delle voci.
-Forse non hai capito che io sarei disposta ad andare in prigione al posto suo.-

-Cambi idea molto facilmente tu-

-Harry io… beh sì-

Quella voce che per cinque mesi ho solo sognato adesso è reale. Naminè.
Eppure, nonostante tutto, rivederla è l’ultima cosa che voglio, ora come ora. Non riesco a perdonarla. Non ci riuscirò mai.

-Credi che messo sotto tortura riusciremo a farti dire qualcosa, Signorino Malfoy?- dice sempre la stessa donna guardando i miei genitori per poi prendere la bacchetta in mano.

-Non parlerò lo stesso!- esclamo, rabbioso.

La donna è già pronta a scagliare chissà quale incantesimo e io chiudo gli occhi. Non è da Malfoy, ma lo faccio lo stesso.

-No! Expelliarmus.- grida qualcuno dietro di me e non è qualcuno qualsiasi. Apro gli occhi e noto il resto dei membri del tribunale con le bacchette alzate, pronti ad attaccare i nuovi arrivati.
-Riesci a controllarla bene, eh?- borbotta Harry.
Di che diavolo parla? Ma soprattutto, perché sono insieme?

Guardo Naminè. Indossa un vestito lilla splendido, che la rende ancora più bella. La guardo in viso, non sorride, anzi ha un espressione seria e i suoi occhi sono neri come la pece. Poche volte li ho visti così scuri.

-Tu! Tu sei la ragazza che stavamo cercando. Grazie per averla trovata, Harry.- ribatte nuovamente la donna.

-C'è un errore.- ruggisce Naminè -Io sono innocente e Harry è qui per confermarvelo.-

-Ah sì? Innocente? Tu stavi dalla parte di Voldemort.- continua la donna visibilmente irritata. Vedo che rimane sbigottita quando non vede, sull’avambraccio sinistro di Naminè, il Marchio Nero.

-Ho mentito per tutto il tempo. Non sono mai stata dalla sua parte- sentire di nuovo quelle parole è un altro colpo al cuore per me.

-Se sei innocente, come mai sei qui?- le chiede un uomo, con la bacchetta ancora in mano.

-Harry e io siamo qui per provare l'innocenza di Draco Malfoy.- sgrano gli occhi. Come? Credevo di essere stato chiaro quando le ho detto di non volerla più vedere.
-Io non ho bisogno di aiuto. Soprattutto del tuo!- ruggisco. E' più forte di me. Provo solo odio. Odio e dolore.

-Chiudi il becco, Malfoy, o ti carbonizzo.- Naminè mi rivolge un’occhiata velenosa, con quegli occhi più neri del solito che hanno la capacità di terrorizzarmi.
-Draco ha ucciso Silente- parla un altro uomo.

-No. Io ero nella torre con lui quella notte. Non è stato lui ma Severus. Severus Piton.- si intromette Harry. Cade il silenzio.

-Mettiamo il caso che sia vero… l'innocenza di Draco è comunque terminata quando, di sua spontanea volontà, ha scelto di seguire Voldemort.- continua a parlare la donna. Non le sfugge proprio nulla.
Naminè ride. Una risata falsa.

-Che ti dicevo, Harry?- dice. Continua a rigirarsi la bacchetta tra le mani, la mia bacchetta, ghignando. -Te lo dicevo io che la sua innocenza è finita. A questo punto, io non posso fare più niente- continua.

-Bene! Comunque non avresti avuto il coraggio di fare altro. Arrivi qui, senza che nessuno te l’abbia chiesto, ti batti per me, senza che te l'abbia chiesto e poi te ne vai.- rispondo acido a quelle provocazioni, carico di odio come non mai.

-Hai altro da aggiungere?- borbotta sempre la stessa donna rivolta a Naminè.

-Dategli un'altra possibilità. Mandate me ad Azkaban, al suo posto.- dice lei.
Non me lo sarei aspettato. Non dopo quanto le ho appena detto e che lei sembra aver ignorato.

-Non credevo che lo avresti detto sul serio. Comunque no. Questo no, Naminè. Signori, date un'ultima possibilità a Draco. E’ giovane- si intromette di nuovo Harry. Irritante.
-Nessuno qui ha chiesto il tuo parere, Potter.- borbotto.

Eppure non capisco. Nonostante i miei avvertimenti di non seguirmi più, di non farsi più vedere,nonostante tutto, lei è qui. Arrabbiata quanto me, magari per motivi diversi, ma è qui. E' venuta a salvarmi di nuovo.
E io, così carico di orgoglio e odio, invece di vedere il lato positivo vedo quello negativo. Ovvero una ragazzina che si intromette in cose che non la riguardano più.

-Signorino Malfoy, noi la lasciamo andare alla condizione che frequenti il suo ultimo anno ad Hogwarts, dove potremmo tenerla d'occhio.-

Guardo Naminè appoggiata con le spalle al muro che continua ancora a girarsi la mia bacchetta tra le mani. Come sia finita nelle sue mani non lo so -Allora, ci stai?- continua un altro signore rivolto nella mia direzione
-Va bene, tornerò in quella stupida scuola. Lasciatemi andare adesso.-

Acconsentono a lasciarmi andare dalla stanza, da quel luogo per poter tornare nel castello di quel vecchio prozio che, in questi cinque mesi, è diventato una seconda casa.

Rivolgo un ultimo sguardo anche ai miei genitori. Mia madre piange disperata, mio padre che non toglie per un loro istante gli occhi di dosso a Naminè, facendosi scuro in volto. Due tizi poi si avvicinano a loro ed afferrandoli con forza, li portano via dalla stanza, dritti ad Azkaban.
Mentre li portano via, entrambi mi rivolgono uno sguardo. Poi via, oltre la porta.

Se li avrei rivisti? Non lo so.

Naminè sta già per uscire dalla stanza quando, all’improvviso, si volta e mi guarda fisso negli occhi.
I suoi occhi ora non sono più neri ma sono viola scuro e mettono quasi in soggezione. Si avvicina a me –Questa è tua- dice porgendomi la mia bacchetta di biancospino. Al solo toccare quel legno, sento il calore invadermi le dita.
-Ad ogni modo, Draco, auguri.- dice con espressione indecifrabile e, seguita da Harry esce dalla stanza.
Aspetto una decida di minuti, poi esco anche io da quell'edificio e mi smaterializzo subito al castello. Completamente da solo.

Rivedere Naminè, dopo così tanto tempo è stato qualcosa di strano. E' ovvio che senza lei, alla mia vita manca qualcosa.
Manca quel pizzico di allegria che con il tempo mi ha fatto perdere la testa.

Mi chiudo in quella che è diventata la mia camera, sono distrutto moralmente e fisicamente. Mi sdraio sul letto stringendo al petto il cuscinoe cerco di soffocare il dolore trasformandolo in odio.
Mi manca Naminè con i suoi modi di fare e di essere. Col suo carattere un po' Grifondoro un po' Serpeverde. Mi mancano le nostre litigate per quanto potevano essere banali.
Ma ora non importa. Lei mi ha tradito, ha tradito la mia famiglia e non potrà più farne parte.


Angolo me :D
Allora, eccoci qui con il terzo capitolo di questa storia.
Beh, non so esattamente cosa dirvi, come vedete abbiamo di nuovo Draco e Naminè che si incontrano di nuovo in un contesto particolare e non vanno per niente d'amore e d'accordo, anzi.. Tutto il contrario.
Voglio ringraziare le uniche due persone (e non mi lamento perchè sono persone speciali) che recensiscono questa storia: Raya_Cap_Fee e Nothing_
E soprattutto Raya_Cap_Fee perchè si prende la briga (la ringrazierò in eterno per questo) di rivedere tutto ogni volta e sistemare le imperfezioni.
Cioè io la adoro. :3
Bene, aspetto i vostri pareri su questo capitolo, a presto.
_Fede_

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. ***


Capitolo 4.

Questa mattina i miei capelli emanano un piacevole profumo di pesca ma, visto tutto il macello che c’è in questa casa, non so quanto ancora possano durare. Li ho lavati da poco e ora ricadono tutti sulla spalla sinistra, mossi e neri come le ali di un corvo.
Ormai sono passati quasi due mesi da quando sono qui, a casa Weasley e, nonostante tutti siano molto gentili e affettuosi, per me è una tragedia. Ci sono io, con uno stile di vita alla Malfoy, sempre pronta a essere servita e riverita come da etichetta, e poi ci sono loro, i Weasley, gente semplice e dai modi un po’ da sempliciotti.
Due stili di vita che non sono per niente compatibili. 
Nonostante tutto, sto resistendo, anche se è più difficile del previsto. Forse ci riesco perché il bene che voglio a questa famiglia, è più grande di tutto il resto.

-Naminè, scendi?- mi chiede Ginny entrando nella sua vecchia stanza che, in questo periodo, è diventata mia. Lei si è spostata in camera di Ron con Hermione e Harry e Ron è finito nella camera di George. 
-Papà ha detto che dobbiamo occuparci delle galline. Sono uscite dal pollaio e stanno beccando per tutto il giardino. Dobbiamo rimetterle nel recinto, capisci?-
Vorrei tanto non aver capito.
Faccio una smorfia che è un misto l'ironica e l'incredula -Le galline?-
-Sì, sono di sotto. Non le sent...-
-Sì, purtroppo le sento-
dico strizzando gli occhi. Vorrei tanto sotterrarmi ma cerco di pensare positivo -Okay, scendo-.
Seguo Ginny di sotto, il salotto è vuoto e sono tutti indaffarati nelle varie faccende di casa. George è l’unico seduto al tavolo della cucina intento a fare colazione.
-Buongiorno, Naminè- 
-Weasley...-
rispondo al saluto di George con un cenno, non lo guardo nemmeno in faccia. 
Vado con Ginny in cortile e le galline, effettivamente, vagano libere senza una meta su e giù per il giardino. Mi massaggio la fronte, scoraggiata al solo pensiero di dover stare a contatto con quelle bestie. Non può farlo George?

-Allora, Naminè, è semplice. Devi avvicinarti a loro senza farle scappare e, se scappano, tu le insegui, le prendi e poi le metti lì- dice Ginny indicando un recinto poco più in là. 

-Devo mettermi addosso queste bestie?-
-Beh, hai altri modi?- 

Faccio per rispondere ma lei continua -Modi che non siano tragici-.

-Andiamo, prima finiamo e meglio è- sbotto.
Mentre inseguo le galline rimpiango la mia vecchia vita, quella dove non dovevo fare nulla di tutto ciò. A quest'ora, probabilmente, sarei stata al Malfoy Manor a fare colazione con Draco.
Questi esseri muniti di ali, ma che non sanno nemmeno volare, rendono tutto più difficile e sono più cocciute di me. Arrivi da un lato e loro scappano dall'altro e se fai qualche movimento brusco ti prendi pure una bella beccata. 
Come minimo, alla fine di questo lavoro, dovrò di nuovo scappare in bagno a farmi un'altra doccia.

-Ginny!- urlo dopo un'ora buona -Dimmi che abbiamo finito, per favore. Non ne posso più-

-Quella che ho appena rinchiuso era l'ultima, tranquilla. Sei libera adesso- sorride.
Ricambio quel sorriso e poi mi avvio verso la veranda della casa. Qui, stanca morta, mi abbandono su uno dei gradini. 

Non trascorrono nemmeno dieci minuti che sento dei passi dietro di me.

- Posso farti un po' di compagnia?-
-Prima o poi io riuscirò ad avere un po' di pace, George?-
scoppio a ridere subito dopo. -Vieni, puoi sederti. Questa è pur sempre casa tua-.

-Avrò anche diritto sulla casa ma non su di te. Non te lo dimenticare mai, okay?- risponde George accomonandosi al mio fianco. Guardiamo entrambi gli immensi campi di fronte a noi. Nervosamente, gioco con il cinturino di cuoio della maglia che ho legato attorno alla vita.

-Che hai, Naminè, non ti piace stare qui?- sussulto a queste parole e per un attimo guardo George prima di tornare a voltarmi verso i campi davanti alla Tana. Quante cose può far venire in mente una semplice frase.


*Flashback*

Sto mettendo tutta la mia roba nei bauli. Papà non fa altro che ripetermi che d’ora in poi la mia casa sarà un’altra. Sono mesi che si comporta in modo strano e poi oggi è entrato in camera dicendomi di fare i bagagli per trasferirmi. Perché solo io? E lui?
Per fortuna la mia “nuova casa” non è una casa di sconosciuti, si tratta dei Malfoy.
Non so il perché di tutto ciò, so solo che papà glielo ha chiesto e loro hanno accettato senza troppi problemi. Meno male, almeno lì c’è Draco. Per quanto possa essere un bambino arrogante e insopportabile è mio amico.

-Naminè, sei pronta?-
-Si, ho preso tutto-


-Bene, andiamo allora-. 

Fortunatamente casa nostra non dista molto da quella dei Malfoy.
Le nostre famiglie abitano in un quartiere molto importante e di classe.

-Sono sicuro che il piccolo Malfoy non vedrà l'ora di averti lì- dice mio papà.
-Così come non la vedo io- affermo annoiata.
-Dai, non credo sia davvero così pessimo come bambino-.
-Papà, tu dici così solo perché non lo conosci bene. Fidati, quando si mette di buona volontà riesce a diventare davvero arrogante ed insopportabile-
continuo a lamentarmi per la bambina che sono. Voglio bene a Draco ma due teste calde come noi, non possono andare sempre d'accordo.

-Riuscirai a sopportarlo, Naminè. Smettila di lamentarti adesso e ricordati sempre che sei una Fraylin, e noi Fraylin non ci lamentiamo ma affrontiamo tutto con eleganza, superiorità senza il bisogno di essere spavaldi o arroganti. Lascia che gli altri notino la tua superiorità, sarà lei a parlare per te-. 

Mi ripete sempre queste parole, per lui sono come un mantra.

Arriviamo poco dopo al Manor dei Malfoy e alla porta vengono ad accoglierci Lucius e Narcissa. Draco è seduto sul divano e lì rimane. Ghigna ed io a mia volta gli rivolgo uno sguardo velenoso. 
Lo raggiungo subito e lo costringo ad aiutarmi a portare le cose di sopra, nella mia nuova stanza. Draco acconsente ad aiutarmi solo dopo essersi fatto pregare per un po’.

Entriamo nella mia nuova camera e la scruto quasi con tristezza.
-Naminè, va tutto bene? Non sei felice di stare qui?- chiede sinceramente Draco.

-Sì, sono davvero contenta di essere qui-.


*Fine Flashback*

Quel ricordo così vicino, eppure così lontano, è venuto a galla dal nulla. Continuo a fissare un punto nel vuoto mentre George attende ancora una mia risposta.

-Sì, sono felice di essere qui, Draco- rispondo poi.
-Mi chiamo George-.
-E io che ho detto?-
-Mi hai appena chiamato Draco, non te ne sei resa conto?-
ribatte George accennando un sorriso gentile.

Mi passo una mano fra i capelli tenendo lo sguardo fisso a terra -No, non ci ho fatto proprio caso. Scusami, George-.

-E' questo il problema allora?-
Non rispondo e George sospira -Allora, che effetto ti ha fatto rivederlo dopo tanto tempo?- dice dopo un po'.

-Brutto. Un brutto effetto, George. I suoi occhi mi guardavano in modo così gelido…così...maligno. Non mi ha mai guardato così. Io speravo che fosse cambiato invece….invece non è cambiato nulla. Draco ha un ghiacciolo al posto del cuore- sospiro mentre asciugo una lacrima ribelle.

-Ti piacciono le avventure?- chiede George all’improvviso.

-Beh…sì, ma che c'entra questo con Malfoy?- domando sconcertata.

-Vieni con me-.

-Dove?-


- Andiamo a fare un giro intorno alla Tana- risponde guardando l'orizzonte di fronte a lui sorridendo. Si alza poi in piedi e mi prende per mano costringendomi a seguirlo. 


Vaghiamo per un bel po' nei dintorni, per la maggior parte ricoperti da campi di grano, fino ad arrivare vicino a un vecchio pozzo ancora pieno d'acqua. Ci appoggiamo contro la parete del pozzo, esausti ma felici, continuando a scambiarci sguardi complici.

-Ti posso raccontare una storia, Naminè?- inizia a parlare George guardando il cielo.
-Non sono un po' troppo grande per le storie?- gli rispondo scettica.
-Oh, sono sicuro che questa ti piacerà-
-Raccontamela allora-
acconsento freddamente.

-Il giorno del funerale di Fred, per quanto la cosa possa sembrare strana, Draco era presente. Stava in disparte e ben nascosto per non farsi vedere da nessuno e, a quanto pare, c'è riuscito-.

-NON E' VERO!-
-E' così. Lui era lì-

-E tu come lo sai?- ruggisco incredula.
-Perchè l'ho visto dopo, in ginocchio e in lacrime sulla tomba di Fred. Sembrava davvero molto dispiaciuto per quello che è accaduto e sembrava dispiaciuto anche per l'aver preso parte a tutto ciò-.

-Non può essere-.

-Perchè no?-.
-Perché, se fosse stato davvero così dispiaciuto come dici, non mi avrebbe mandato via. Anch’io l'ho combinata grossa eppure lui non mi ha perdonato- sbraito.

-Naminè, fidati.E’ la verità ma tu, ovviamente, sei libera di pensarla come vuoi-
Sento lo sguardo di George su di me mentre guardo a terra e strizzo gli occhi -Pensaci su, okay? Io torno a casa, prenditi tutto il tempo che vuoi. Nessuno verrà qui a disturbarti- dice George.
-E' un posto particolare questo?-.
-Oh sì. Fred ed io venivamo sempre qui quando volevamo pace-
risponde alzando gli occhi al cielo. Sgrano gli occhi.
-Prendi questo sentiero quando hai voglia di tornare tra di noi- dice George indicando un sentiero per poi avviarsi in quella direzione. 
Sospiro sommessamente e socchiudo gli occhi.
Non ho mai dubitato che Draco, quando vuole, possa essere capace di provare un amore immenso ma, se è davvero dispiaciuto come dice George, perché io sono l'unica di cui non sente la mancanza? Sono davvero così imperdonabile? O è lui che è diventato senza cuore? Forse….forse non ha più bisogno di me.

Una cosa però è certa: da oggi smetterò di versare lacrime per una persona che non vuole più sapere nulla di me. Per quanto sbagliato possa essere, tirerò fuori la Serpeverde che c'è in me per tutto ciò che riguarda lui: Draco Malfoy.



Draco’s Pov 

Il castello è immenso e, il solo fatto di essere solo, lo fa apparire ancora più immenso e angosciante. Vorrei che, almeno per un attimo, qualcuno si smaterializzasse proprio qui, di fronte a me, rompendo il silenzio nel castello e mettendo fine miei pensieri.
Qualche ragazza magari, dagli stravaganti occhi lilla e dalla risata fragorosa, capace di farmi accennare un sorriso anche quando tutto ciò che ho voglia di fare è disperarmi. 
Perchè deve essere tutto così difficile? L'assenza di Naminè si fa ogni giorno più pesante ma in me continua a crescere il rancore e l'odio. Com'è possibile? Non lo so ma accade. 
A un certo punto bussano al portone ed io, dalla mia camera, sconcertato come non mai, scendo nell’ampio atrio e apro.
Se fosse stata Naminè sarebbe entrata come una furia, senza nemmeno guardarmi in faccia, iniziando a rinfacciarmi quanto fossi stupido. Ma non è Namine. 
Studio la ragazza davanti a me. I lunghi capelli color oro le incorniciano un volto piccolo e pallido sul quale spiccano due occhi vispi e verdi. In viso, ha un'espressione che è un misto tra il maligno e il soddisfatto.
-Mi fai entrare o vuoi lasciarmi fuori tutto il giorno? Non è carino sai?- inizia lei inarcando appena le sopracciglia verso l’alto.
-Non sia mai. Accomodati per cortesia- rispondo con tono ironico. Già m'innervosisce. -Posso sapere chi sei?- domando poi senza levarle gli occhi di dosso. 

-Il mio nome è Astoria Greengrass e da oggi in poì starò qui con te col compito di tenerti sotto controllo-.

Mi sono appena liberato di una ragazza ed ecco che ne arriva un’altra con la pretesa, ancora una volta, di controllare ogni mia mossa. 
-Chi ti manda? Io non ho bisogno dell'aiuto di nessuno né tantomeno di essere tenuto sotto controllo. Ho diciotto anni, non tre- sbuffo, scocciato. 

-Lo sappiamo. Ma per evitare altri danni abbiamo pensato a questa come soluzione migliore-.

-Abbiamo pensato, chi?-. 
-La mia famiglia. E’ una delle più importanti di tutta l'Inghilterra. Strano che tu non ne abbia mai sentito parlare. Ma, giustamente tu sei un Malfoy, per voi esiste solo la vostra famiglia-
dice Astoria con una cena ironica nel tono. Si gira di spalle e inizia ad ammirare con aria di disgusto tutto ciò che la circonda. 
Se ci fosse stata Naminè l'avrebbe carbonizzata solo con lo sguardo.
La vorrei qui, ora come ora.

Mi dirigo verso le grandi scalinate per tornare in camera, seccato da morire, quando mi sento chiamare.
-Draco, non porti le mie valigie nella mia nuova stanza?-.
Per un attimo torno indietro nel tempo quando, quelle stesse parole sono state pronunciate da un'altra persona.


*Flashback*

-Sei arrivata finalmente. Ce ne hai messo di tempo. Stavi per caso cercando di renderti presentabile?- dico a Naminè che è proprio di fronte a me. Mi guarda minacciosa, gli occhi viola scuro che fanno gelare il sangue nelle vene.

-Abituati alla mia faccia, Draco. Perché, da oggi in poi, sarai costretto a vederla tutti i giorni-.

-Purtroppo lo so. Sto già iniziando a prepararmi mentalmente-.

-Aiutami immediatamente a portare le mie cose di sopra. ADESSO!-.


-Non puoi chiedermi questo, Naminè- sbuffo guardandola contrariato.
-Infatti, non te lo sto chiedendo. Te lo sto ordinando, Draco-.
-Ma..-
-Ho detto muoviti e non lamentarti troppo- 


*Fine Flashback.*

Mi aveva ordinato di aiutarla ed io non avevo potuto dirle di no. 
Ma Naminè è un caso diverso.
I suoi modi di fare sono completamente diversi. E' decisa e determinata ma, allo stesso tempo, superiore a tutto ciò che la circonda. E’ elegante in qualsiasi situazione, sempre pronta a guardare tutti dall'alto verso il basso solo per far capire chi comanda. Non l’ho mai vista essere spavalda, arrogante o vantarsi della sua posizione sociale. Lei diceva una cosa e quella era, sicura di ogni parola pronunciata. Parole affilate più una spada.

Astoria non ha niente a che vedere con Naminè. E' solo una piccola viziata che chiede già con la certezza di essere esaudita in tutto e che, quando non ha ciò che vuole, inizia a lamentarsi e a mostrare segni di arroganza.
Ne ho fin troppo di persone così.

-Draco? A che pensi? Ti ho dato un comando-

Mi volto per guardarla in faccia, sorride beffarda. Penso nuovamente a Naminè.
La immagino seduta su uno dei divani stile ‘800 in salotto accanto a Astoria, a leggere per l'ennesima volta “Animali fantastici dove trovarli”. 
Non sono mai stato sicuro che quel libro le piacesse davvero o lo leggesse soltanto perché glielo avevo regalato io nel Natale ’92, durante il secondo anno a Hogwarts. Accenno un sorriso senza nemmeno accorgermene.

-Te lo ripeto per l'ultima volta, Draco, dammi una mano- sbraita Astoria.
-Lascia tutto lì. Il maggiordomo poi farà quello che c'è da fare- ghigno e mi volto per raggiungere la mia stanza

-Ma questa casa non ha un maggiordomo!-
-Proprio per questo non capisco perché dovrei diventarlo io, Astoria!-
rispondo ironico. 

-MI AVEVANO AVVERTITO, I MIEI, CHE SEI UN RAGAZZO DIFFICILE E VIZIATO- urla lei dal fondo delle scale.

-NON E' UN PROBLEMA CHE MI RIGUARDA LO SAI,VERO? NESSUNO TI HA CHIESTO DI VENIRE- rispondo con una smorfia. Decido di chiudere qui questa discussione ridicola e torno a rifugiarmi nella mia stanza lasciando Astoria a se stessa.



Angolo me:
Ok, dopo tanto tempo, ecco a voi il 4° capitolo. Scusate il ritardo ma hanno aggiustato internet da noi e sono stata per svariati giorni senza, fino ad oggi e finalmente ho potuto aggiornare. 
Scusate se il capitolo è un po' così, ma dovevo comunque raccontare qualcosa di quest'estate, anche perchè c'è l'introduzione di un nuovo personaggio.
Dalla prossima volta saremo già ad Hogwarts, promesso :3 
Leggete il capitolo e ditemi che ne pensate, è molto importante per me, dopo tutto, siete voi che mi incoraggiate!
Se ci avete fatto caso, si nota il banner nella storia. Bene, volevo solo dirvi alcune cose riguardo i personaggi.
George: Lo conosciamo tutti.
Naminè: Interpretata da Megan Nicole, una ragazza che su Youtube fa cover bellissime ed ha una voce pazzesca. Sembra piccola, ma in realtà ha 19 anni. 
Draco: Lo conosciamo tutti.
Astoria: Interpretata da Gaia Weiss, chi ha visto il film "Bianca come il latte, rossa come il sangue" la conosce, interpreta il ruolo di Beatrice. Beh, so che nel film si vede un'Astoria completamente diversa da questa, ma io ho comunque voluto darle questa immagine perchè mi è sembrato meglio così.
Alexander: Interpretato da Mirko Trovato, attore che ha recitato nella fiction "Braccialetti Rossi" ed entrerà in scena un paio di capitoli più avanti, per questo non posso dirvi chi è, ma ha un ruolo fondamentale.

Per il resto, so che non sono solo questi i personaggi che si trovano, ma questi diciamo che hanno di più particolare rispetto a tutti gli altri (ho dovuto anche per una mancanza di spazio).

Detto questo, ringrazio nuovamente Raya_Cap_Fee che come sempre, rivede i miei capitoli con tanta pazienza. 
A presto e fatevi sentire :3
_Fede_

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Capitolo 6
*** Capitolo 5. ***


Capitolo 5.

1 Settembre - Stazione di King's Cross. 
Appoggiato ad una delle colonne, tengo lo sguardo fisso sui binari dove, di lì a poco, sarebbe partito quello stupido treno che mi avrebbe riportato in quella stupida scuola, per me, prototipo di prigione. Un'alternativa di Azkaban. 

-Queste stupide divise hanno sempre fatto schifo!- squittisce Astoria avvicinandosi a me mentre contempla con disgusto la divisa che indossa. 
-E' una divisa. Cosa pretendevi?-
-Un po' più di eleganza almeno-
sbuffa. 

Continuo a guardarmi intorno. La maggior parte degli studenti continua a lanciarmi occhiate curiose, sospettose, alcuni anche odiose e cariche di disprezzo. Gli unici a portare ancora un po'di rispetto, sono i miei compagni di casa. Ovviamente perché tra Serpeverde, ci si capisce. 

Tutto va per il meglio. Non si vedono rompiscatole in giro e, quel poco tempo che manca, trascorre tranquillo. Almeno fino a quando, alzando lo sguardo, non noto il lontananza un gruppo di ragazzi che si avvicina. 
Un gruppo comunemente conosciuto come “La feccia dell'umanità”. 
Sono tutti lì, in riga. Potter, i due Weasley, quella svampita della Lovegood e lo sfigato Paciock. Manca solo lei. 
Mi guardo intorno per cercare di intravederla ma la trovo. A un tratto però la sento:

-Ragazzi, volete fermarvi?- grida Naminè per farsi sentire dalla massa che avanza. Involontariamente alzo lo sguardo e lei è lì.

-Vi avevo detto di aspettarmi e invece voi siete già qui. Grazie tante eh…- continua a gridare infastidita.

-Naminè, ci hai messo un'eternità a prendere tutta la tua roba. Hai quasi svaligiato casa-
-Ho preso solo il necessario, caro Ron. Non si sa mai cosa può accadere. Andiamo, George, muoviti!-
continua facendosi largo nel gruppo e passando avanti con imponenza, seguita da George Weasley.

-Sì, però basta che non ti abitui a tutta questa comodità- sbotta George.
-Tesoro mio, io ci sono nata nella comodità, forse non ti è chiaro-.

E mentre parlano, si avvicinano sempre più a me e Astoria. 
Vorrei potere ridere della sua frase, ma non posso.
-Ma chi si crede di essere quella? Da come si atteggia sembra qualcuno di importante. E' evidente che ancora non mi conosce- si intromette Astoria. Mi irrigidisco.

-RAGAZZI!- urla a un tratto Neville. Tutti lo guardiamo.
-HO PERSO OSCAR, AIUTATEMI PER FAVORE!- grida disperato. Mi chiedo quanto ancora devo sopportare tutto questo. Che scene patetiche. 
Proprio in quel momento l’Espresso per Hogwarts fischia. 
Mi sposto da dove sono fregandomene di tutti e mi avvicino al ciglio del marciapiede.

-Neville, è inutile che ti disperi per uno stupido rospo. Ma poi, come fai a perderlo sempre?- sbotta Naminè. 
-Neville, stai tranquillo, il tuo rospo è qui- mi volto a guardare Ginny, quasi schifiato al notare che tiene quell'animale tra le mani come fosse un gatto.

-TENETE QUEL MOSTRO LONTANO DA ME- urla spaventata Naminè, indietreggiando ed arrivando vicina a me, così vicina che posso sentirla per un attimo di nuovo mia, senza nemmeno che le se ne accorga.

-Quale dei due, Naminè?- istiga Ron, facendo un cenno del capo per indicarmi. Lei si volta di scatto e mi guarda intensamente negli occhi che, dal lilla scuro, passano immediatamente ad una tonalità più chiara, per poi diventare subito viola. Chiude gli occhi istintivamente -Beh, entrambi- mormora per poi allontanarsi, irritata e chissà con quale pensiero nella testa. 

Scorgo Astoria allontanarsi da un gruppo e venire verso di me.

-Quella piccola... MA COME TI PERMETTI? TU, PICCOLA...- inizia a dire e avrebbe continuato se non le avessi tappato la bocca con una mano e con forza portata lontano da li. 

-Non fare mai più una cosa del genere, chiaro?- sbraito.
-Ma l'hai capito cosa ti ha detto?-
-Non importa questo. Non farlo mai più. Perchè se tu fai incavolare quella, non hai la minima idea di che cosa succede!- dico immaginando direttamente tutta la scena. 
Naminè che, incavolandosi, reagisce d'istinto facendo sicuramente molto male a qualcuno. Qualcuno come Astoria.
-Qualcosa mi dice che hai paura-.
-Lo dico per te ma se non mi vuoi ascoltare, fai pure come credi... Vedrai. Muoviti ora, il treno sta per partire- mollo la presa su di lei e mi allontano recuperando le mie cose. Prima di salire sul treno mi guardo brevemente in giro e un senso di gelosia mi assale. Naminè è calorosamente abbracciata a George.

Continuo a fissarli fino a quando lei, sentendosi probabilmente osservata, non si volta di scatto a guardarmi. Naminè mi guarda per un attimo poi, con aria maligna, sale sul treno lasciando George da solo. 

Salgo sul treno e prendo un posto a caso, vicino al finestrino, il posto più in disparte da tutti. Astoria si piazza subito accanto a me. Irritante. 

Il silenzio del momento è interrotto dall'arrivo di Blaise, che prende posto proprio di fronte a me. Inizia a tempestarmi di domande a non finire su di me, la mia famiglia, se è vero che sono confinati ad Azkaban, su Naminè e sul perché non fosse con me, su Astoria e sul perché avesse preso il posto di Naminè... La sua voce fastidiosa mi arriva fino al cervello, non lo sopporto più. Non sopporto le domande che mi fa, troppo personali, troppo irritanti ed alcune troppo dolorose. 
-Ma tu hai capito chi hanno eletto preside permanente?- dice Blaise poi, tra tutte le altre domande che mi fa.
-Sono stato in Russia, come vuoi che lo sappia?-
-Aberforth Silente!-
continua a dire Blaise, incredulo.
-COSA? Quello?- domando sbigottito. Con tutte le persone che ci sono a Hogwarts, perché proprio lui? Un allevatore di capre? 
-Proprio così-.
-Come è caduta in basso quella scuola. Far diventare preside uno che fino a qualche mese fa, allevava capre. Che squallore- sbraito. 
Astoria guarda Blaise dritto negli occhi, schifata forse quanto me. Continuo a fissarla per un paio di secondi. E' due anni più piccola di me. E' stata smistata a Serpeverde ma, prima di adesso, non le ho mai dato importanza, troppo circondato da Naminè, Blaise, Goyle, Tiger e Pansy per pensare anche a lei. Ecco perché non l'avevo riconosciuta appena si è smaterializzata al castello, quest'estate. 

Mi erano arrivate voci che lei, agli inizi del mio terzo anno, aveva una patetica cottarella per me, ma non le ho dato proprio conto. D'altronde, chi non aveva qualche cottarella per me a quei tempi? La stessa Naminè era in contraddizione con se stessa. Diceva di non provare nulla per me, ma allo stesso tempo era gelosa di tutte quelle che mi stavano addosso. Poi durante l'estate, era venuta alla luce anche la sua cottarella per me.


Namine's Pov.

-No, dico, ti rendi conto?- sbraito appena entrata in uno scompartimento a caso con Hermione, Ron e Harry. 

-Renderci conto di cosa esattamente?- parla Hermione
-QUELLA PICCOLA STUPIDA MI STAVA PER MINACCIARE. Ma ci rendiamo conto? Minacciare me? Ma chi si crede di essere!- sbraito nuovamente.
-Guarda il lato positivo, Malfoy se l'è portata via appena in tempo, no?- si intromette Ron.
-Perchè ha avuto buon senso, almeno in una cosa. Meno male che l'ha fatta sparire dalla mia vista perché, se no, si sarebbe fatta male. Molto male-
-E secondo te ne valeva la pena?- parla nuovamente Ron.
-Certo che ne valeva la pena. Nessuno mi deve mancare di rispetto, soprattutto quella li- dico. 

-Secondo me Naminè è solo gelosa- dice Harry. 
Alzo gli occhi al cielo. Come non esserlo? Draco è tutta la mia vita. L'ho anteposto alla mia famiglia, l'ho anteposto addirittura a me stessa... Vedere un'altra prendere il mio posto accanto a lui è un insulto bello e buono. Guardo torva Harry che subito distoglie lo sguardo per non incrociare i miei occhi di fuoco.

-Questo sarà l'anno più brutto e stressante di tutti- sbuffo.
-Pensa al fatto che è l'ultimo!- dice Hermione
-Per noi quattro sì ma non per Ginny. A proposito…dov'è Ginny?- chiedo accorgendomi solo adesso della tranquillità che c'è intorno a noi, dovuta alla mancanza di Ginny.

-Con Luna. Avevano cose da sbrigare, appena può ci raggiunge-, risponde Harry

-Comunque, mi mancherà questa scuola quindi, godiamoci quest’ultimo anno. Deve essere indimenticabile- puntualizzo.

-Tanto, a quanto ho capito, sarà comunque un anno indimenticabile per te-, puntualizza Harry a sua volta riferendosi al discorso di prima riguardante Draco e quella mocciosa che ha accanto.
Lo guardo innervosita per un paio di secondi poi torno a guardare fuori dal finestrino il meraviglioso panorama che, per ben otto anni, mi ha accompagnato in questo viaggio.

Mentre studio il libro delle fiabe di Beda il Bardo appartenente a Hermione, Luna spunta all'entrara del nostro scompartimento come dal nulla, facendo saltare in aria tutti. 

-Hermione, Ron e Naminè, dovete venire con me-, dice con l’espressione in viso tipica di chi ha sempre la testa fra le nuvole.
-Perchè?- chiede Ron
-Avete una riunione, voi prefetti, per discutere su chi diventerà caposcuola-. 
-E scusa, Luna, cosa c'entro io? Mica sono prefetto?-
, chiedo guardandola esterrefatta. Questa è fuori.

-La McGranitt non ti aveva mandato una lettera quest'estate?- continua Luna. E lei come lo sa? Confusa, prendo la lettera che si trova in mezzo al libro “Animali fantastici, dove trovarli” e la rileggo per essere sicura di non aver saltato nessun passaggio. 

Signorina Naminè.
A seguito di quanto accaduto in Russia, durante l'interrogatorio della famiglia Malfoy e a seguito dell'intervento tuo e di Harry in favore del signorino Draco Malfoy, gentilmente, ti chiedo di tenerlo sempre d'occhio per evitare che crei ulteriori danni alla scuola. 
Scriverò agli altri prefetti per informarli della situazione e loro decideranno cosa fare e come gestire la cosa.
Prof.ssa McGranitt


Rileggo l'ultima frase ad alta voce e noto Ron ed Hermione che si scambiano occhiatine complici.
-Scusate, voi sapevate tutta la storia di Malfoy?- dico
-Beh, la McGranitt ha scritto a tutti i prefetti, no?-, interviene Harry. 
Lo fulmino con lo sguardo.

-E che soluzione avete trovato? Se posso sapere...- chiedo acida.
-Rinuncio al mio incarico di prefetto e tu prenderai il mio posto- dice Hermione e io la guardo torva. La mia idea di essere l'ombra di Malfoy, si era fatta sempre più debole man mano che l'estate passava per poi sparire del tutto dopo la passeggiata nei campi inisieme a George.

Tutta questa cosa di mettermi nei guai per colpa sua e poi essere trattata come se nulla fosse, mi irrita. 
Può accadere a delle nullità ma non a me. Io sono una Fraylin, c'è differenza. Io non mi abbasso ai livelli di nessuno.
-Di chi è stata l'idea?- chiedo ormai al culmine del nervosismo. 
-Padma Patil e Robert Hillard- risponde Luna. 

Mi alzo dal mio posto e, nervosa, comincio a percorrere tutto il treno con l'intento di arrivare al vagone riservato ai Corvonero. Luna, Hermione e Ron mi seguono incuriositi e forse un po’ in ansia. 

Arriviamo poco dopo all'inizio di un altro vagone, quello riservato ai Serpeverde. 
Entro come una furia, senza nemmeno dare peso al fatto che sia quello dei Serpeverde. 

-NAMINE', SI PUO' SAPERE CHE VUOI FARE?- grida Hermione proprio dietro di me.
-Sedici anni, Hermione. Sedici anni di puro inferno. Adesso non ne posso proprio più. Mi rifiuto-, ruggisco continuando a tenere lo sguardo fisso di fronte a me.
-Ormai abbiamo deciso così e non sarai certo tu a farci cambiare idea-, continua Hermione.

-Non farmi abusare dei privilegi da Prefetto, perchè è una cosa che non voglio fare, Granger. Sono stanca di questa storia. Non sono una persona qualunque, non posso stare sempre dietro agli altri e risolvere i loro problemi-.

-La McGranitt ha detto...- prova a dire Hermione ma la interrompo prima che possa continuare la frase. -Non mi importa di quello che dice la McGranitt. Muoviti, Granger- ruggisco. 

Non so perché ma, più la rabbia sale, più il lato del mio carattere che rispecchia quello di Malfoy, riemerge. Senza volerlo inizio a comportarmi come lui. Anche con George a volte capita. Per questo lui ogni tanto mi chiamava “contessina Malfoy”, ed io mi irritavo ancora di più quando lo faceva.
Dopo un po', tutti alla Tana hanno iniziato a non farci più caso. Anzi, erano addirittura comprensivi.

-Vedrai che non ti lasceranno vincere questa volta, ormai abbiamo deciso-, dice Hermione fermandosi al centro del vagone. -E poi, smettila di parlare come Malfoy-, continua irritata e divertita allo stesso tempo.
Al solo sentire quella frase, mi irrito ancora di più e mi sbrigo a raggiungere il vagone riservato ai Corvonero, subito dopo questo.
-Naminè, se tu già arrivi così irritata, non voglio esserci quando ti spiegheremo cosa dovrai fare-, inizia a dire Robert.

-IO, DA BALIA A MALFOY, NON LA FACCIO- urlo. Tutti si voltano a guardarmi. 
-Appunto- conclude Padma.

***
Nel vagone dei Corvonero ormai si è creato il caos infernale. Ci hanno raggiunto anche i Prefetti appartenenti alla casa Serpeverde, ovvero Malfoy e Parkinson, e quelli appartenenti alla casaTassorosso, cioè Hannah Abbott e Gabriel Truman. Alla fine, chi urla a destra e chi a sinistra, non si capisce più nulla. 
-Allora abbiamo deciso, tra i prefetti, quelli che diventeranno caposcuola sono: Naminè, Hannah, Malfoy e io- conclude Robert buttando dei fogli che aveva in mano su un tavolino. 
Noto Draco irrigidirsi appena sente pronunciare il suo nome e posso pure capirlo.
-Tutto questo non ha senso-, borbotto infine, tenendo lo sguardo fisso a terra.
-Cosa non ha senso? Non ti conviene istigare o criticare, non vorrei ricordarti il perché stiamo facendo tutto questo macello- sbotta Hannah, irritata.
-Quand'è che i Tassorosso sono diventati così aggressivi? Eh?- rispondo acida, ghignando e continuando a guardare per terra.
-Smettila, Naminè, non farmi perdere la pazienza- 
-Chiudi il becco, feccia. Ricordati sempre con chi stai parlando. Chiaro?-
le rispondo guardandola dritta negli occhi. Lei continua a guardarmi con aria minacciosa ma sta ferma al suo posto, senza aggiungere altro.
-Quanto sei carina quando ti comporti come me-, si azzarda a dire Draco, non so con quale diritto, ne con quale coraggio.
-Chiudi il becco, Malfoy- lo guardo per qualche secondo. Ghigna soddisfatto. Gli rivolgo un'occhiata fulminante, per poi tornare a guardare a terra. 

-Quindi…-, inizia a parlare Robert lanciando sguardi ogni tanto sia a me, che ad Hannah e a Draco -I turni di veglia saranno così. Tu, Hannah, sarai con me e Naminè con Draco. Semplice, no?- 

-NON SE NE PARLA PROPRIO- sbotto subito scandendo bene una ad una le parole. Giusto per accentuare la mia disapprovazione a quello che Robert dice. Lui sbuffa, come se si aspettasse qualcosa del genere.
-Per favore, Naminè, non complicare le cose. E' la soluzione migliore per tutti questa- sbotta Robert. Certo, migliore per tutti ma non per me. 

Il dover stare ore e ore accanto a Draco, è una sofferenza bella e buona. 
Ma perché nessuno capisce? Prima di fuggire per Novosibirsk, Draco lo aveva detto. L'aveva detto che odiava questa cosa di stargli sempre addosso. Ancora mi ricordo la scena come se fosse successo ieri.

-Cosa ti succede, Naminè? Sembra quasi che tu abbia paura a stare con me- interviene Draco, sfacciato e ghignando, mentre mi guarda con quei suoi occhi azzurri, tanto belli quanto agghiaccianti. 

-Non è paura, Malfoy. E' solo che mi sono proprio stancata di stare appresso a te e alle tue malefatte-.
-Forse non lo sai, ma preferirei passare il resto della mia vita ad Azkaban piuttosto che passare una serata di veglia con te- ringhia alla fine Draco, continuando a guardarmi con quegli occhi così tanto profondi da leggermi perfino l'anima.

A quel punto non vedo più. La vista si è leggermente offuscata, forse per le lacrime che vogliono uscire ma che con forza trattego. Il cuore inizia a martellarmi nel petto e non ho la capacità di dire, ne di fare nulla. Abbandono il vagone prima che posso. 

Arrivo in quello dei Serpeverde, dove un sacco di sguardi confusi mi scrutano. Per un attimo mi appoggio con la schiena contro l'entrata di questo vagone, combattendo tra la rabbia e il pianto che mi stanno praticamente ammazzando. Non ci si abitua mai a certe cose, inutile provarci. Non si può rimanere indifferenti a tutto questo.

-Naminè, va tutto bene?-, mi chiede Blaise. Non rispondo ma lo fisso dritto negli occhi per una manciata di secondi poi, vado via verso il vagone riservato ai Grifondoro, alla ricerca del mio scompartimento, dovre posso stare in pace almeno per un po’.

Prima di uscire definitivamente dalla zona Seprvederde sento qualcuno mormorare -Questa è impazzita-
Non capisco chi è a dirlo e nemmeno mi interessa, in questo momento. L'unica cosa che voglio è stare sola. 

Noto subito, appena entro, che il mio posto è occupato da Neville e Luna che parlano teneramente abbracciati. Appena mi vedono cambiano espressione e diventano preoccupati.
-Naminè, tutto apposto?-, chiede Luna
-Sisi, tutto bene- mento
-Sei sicura?-
insiste Neville ed a quel punto, inizio a sentirmi peggio di prima fino a vedere tutto completamente sfocato e poi, buio.

***

Quando riprendo conoscenza, riconosco di essere nell'infermeria di Hogwarts. Mi fa male la testa, ma mi rendo subito conto di non essere sola. Hermione è proprio accanto a me. 
-Allora, dimmi cosa è successo- borbotto subito.
-Il troppo nervosismo ti ha fatto perdere i sensi così, adesso sei qui, in infermeria-
-Che mal di testa…-
mi lamento.
-A proposito, Madama Chips mi ha detto di darti questo. Lei non c'è perché è giù in Sala Grande- dice Hermione porgendomi un bicchiere.
-Cos'è?-
-Semplicissimo succo di zucca. Ti aiuterà a riprenderti-
.
Bevo il contenuto del bicchiere in un batter d'occhio e poi mi alzo dal letto per dirigermi di sotto, verso la Sala Grande. Malfoy stavolta me la paga.


-Naminè, ma dove stai andando?-
-Andiamo, Hermione, mica ti vuoi perdere tutto il bello-

Mi incammino a passo veloce verso la Sala Grande con Hermione alle calcagna che, nel frattempo fa di tutto per dissuadermi dall'idea di andare, credendomi ancora un po' debole.
Ma io, debole, non lo sono per niente. Incavolata a morte sì, ma debole no. Apprezzo comunque il fatto che Hermione si preoccupi per me. L'unica cosa di cui ho bisogno, ora come ora, sono delle persone amiche come lei, Ron, Harry, George, Ginny, Neville e Luna. 
Senza rendermene conto aumento il passo, fino ad arrivare alle porte della Sala Grande quasi correndo. 

All'entrata, tutti i ragazzini del primo anno, aspettano il segnale della McGranitt per poter entrare, ricordandomi me alla loro età. Il mio primo giorno.

-Hermione, ti ricordi? Sembra ieri e invece sono passati ben otto anni- dico divertita mentre il mucchio di ragazzini mi guarda in maniera strana. Ovvio, dopo la scenata di oggi sul treno…

-Non ti dico l'impressione che mi hai fatto tu la prima volta che ti ho vista- ride Hermione -Eri strana-, continua sempre ridendo
-Perché, scusa, adesso no?-, borbotto
-Una strana un po' cresciuta-, continua Hermione.

-Naminè, Hermione, siete qui. Va tutto bene? Tu, Naminè, stai bene?-.
-Sì, professoressa McGranitt, sto benissimo-
le rispondo rivolgendole un sorriso a trentadue denti.

-Molto bene allora, entra. Senza tutti e quattro i Caposcuola non si può iniziare-.

Detto fatto, entriamo nella Sala e mille occhi ci osservano. 
Continuo a camminare elegante e disinvolta verso Harry e gli altri.
-Naminè, ci fissano tutti- dice tremante Hermione
-Spalle dritte e mento in su. Lascia che notino la tua eleganza- mormoro e, detto questo, continuo a camminare come se fossi al centro dell'universo. 
-Ma poi, io non ti capisco, Naminè. Eri in un lettino in infermieria fino a poco fa. Come fai ad esserti ripresa così in fretta?-.
-Forza di volontà, mia cara e poi, non farti vedere mai debole dai tuoi nemici. Devi sempre mostrarti forte e con uno spirito combattivo. Come se nulla potesse distruggerti- le rispondo lanciando occhiate fugaci al tavolo dei Serpeverde. Tra i tanti, Blaise è l'unico che mi guarda compiaciuto, cosa che mi lascia alquanto perplessa. Astoria mi guarda con aria di sfida e Malfoy ha lo sguardo disperso nel vuoto. 

Raggiungo il mio posto, tra Neville e Ginny, e guardo con desiderio la montagna di cibo che mi sta davanti, ricordando a malapena di non poter toccare nulla fino alla fine dello Smistamento e al discorso del nostro nuovo preside, Aberforth Silente. La cosa mi indispone parecchio.

Si inizia quasi subito con la cerimonia di Smistamento e rimango sorpresa dal fatto che, molti ragazzi, vengono smistati in Corvonero, la casa degli intelligenti e dei saggi, anche se a guardarli bene in faccia, non hanno l'aria di persone tanto sagge. Grifondoro ottiene un bel gruppetto mentre le altre Case, Tassorosso e Serpeverde rimangno quasi all’asciutto. Alla fine dello Smistamento, il preside si sta preparando per il discorso di inizio anno scolastico.
Mentre continuo a guardare il cibo di fronte a me, un biglietto dalla forma di un uccellino, vola proprio davanti a me. Guardandomi intorno, noto Blaise che mi fissa, facendomi cenno di leggere il biglietto che riporta queste parole: “Hai visto chi hanno eletto preside?”. Gli lancio un occhiata furtiva, lo noto con un sorriso beffardo un faccia ed io, a mia volta, gliene dedico uno.
“Devo dire che la cosa mi indispone parecchio. Questa scuola è caduta davvero, davvero in basso.” scrivo la risposta proprio sotto la sua frase per poi, rimandargli il bigliettino allo stesso modo, piegarlo per fargli assumere una forma ad uccellino e soffiarlo via. La sua risposta arriva subito. “Sai chi ha detto la stessa identica cosa?” leggo la frase e gli rispondo anche parecchio irritata, “Malfoy”.

-Se Naminè e Blaise hanno finito con lo scambio di bigliettini, il preside vorrebbe iniziare il suo discorso-, ruggisce la McGranitt dalla sua postazione accanto al preside. -Molto bene-, continua poi.

-Miei cari ragazzi, è un piacere vedere che, nonostante tutto quello che è successo in questi ultimi anni, la scuola è così numerosa e volevo fare un applauso a tutti voi che avete dimostrato un grande coraggio. So che molti di voi non sono convinti nel vedere me come preside, ma vi prometto che acquisterò la vostra fiducia e vi guiderò in questo nuovo cammino nel migliore dei modi...- e continua a parlare ma smetto di ascoltarlo. 
Alla fine del discorso tutti ci buttiamo, affamati, sul cibo che abbiamo di fronte, mentre tra di noi, discutiamo su ciò che abbiamo fatto durante l'estate. 
Nonostante tutto quello che è successo, sono felice di essere ritornata ad Hogwarts, ormai è come una seconda casa per me. Sono felice di rivedere tutti i miei compagni di Casa che a loro volta sono felici di rivedere me. Dopo otto anni di conoscenza, vuoi o non vuoi, nasce una sorta di legame.
-Quando finite di mangiare, per favore, i Caposcuola di ogni Casa accompagnino gli studenti del primo anno nelle loro rispettive Case. Mi raccomando, pretendo da voi la massima serietà- dice la McGranitt. Lei sì che sarebbe stata perfetta come preside.
Alla fine del banchetto, raduno tutti i ragazzi del primo anno fuori dalla Sala Grande e mi incammino alla nostra Sala Comune.


Angolo Me:
Ecco a voi il primo giorno di scuola, nonchè primo incontro tra Naminè è Draco. Come è andata? Non tanto bene, eh? 
Purtroppo per ora le cose vanno così. Si risolveranno? Booooh.
Vi invito a recensire ed a scrivere quello che pensate.  
Poi volevo ringraziare, come sempre, Raya_Cap_Fee che ha tanta pazienza con me. Ma tanta, tanta eh? :3
Volevo anche invitarvi a passare da un'altra storia che sto scrivendo "Al chiaro di luna", sempre su Naminè è Draco, dove però non sono maghi ma lupi mannari. Ci tengo ai vostri pareri perchè tengo particolarmente a queste storie. 
E poi. AVVISO.

DOMANI PARTO E NON MI SARA' POSSIBILE SCRIVERE NE TANTOMENO AGGIORNARE FINO AL 28 DI APRILE, PERCIO' I CAPITOLI ARRIVERANNO TARDI. 
Detto questo, buonanotte e buona pasqua a tutti <3
_Fede_

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Capitolo 7
*** Capitolo 6. ***




Capitolo 6.

 

Sono passati solo due giorni dall'inizio del nostro ultimo anno a scuola. Solo due giorni eppure di già non vedo che sarebbe finito, così che la mia strada è quella di Draco di sarebbero divise per sempre.

Vederlo e dover fare come se non lo conoscessi, vederlo stare male e non poter fare niente mi fa stare male, anche se provo a fregarmene, non ci riesco, infondo non sarebbe normale se ci riuscissi, lui non è e non sarà mai una persona qualunque per me.
Anche se mi duole ammetterlo, lui sarà sempre l'unico pezzo che mi è rimasto della mia famiglia. Anche se famiglia non è. Ma fondamentalmente, come non si può chiamare famiglia delle persone che ti hanno voluto bene come un figlio ed accudito dall'età di 7 anni? Impossibile non farlo.

 

E' ancora l'alba, ma di rimettermi a dormire non ne ho proprio voglia.. tanti pensieri invadono la mia mente e mi impediscono di prendere sonno, così mi alzo e mi avvicino alla grande finestra della mia stanza e rimango a guardare fuori le prime luci del sole che schiariscono il cielo scuro.

 

Chissà cosa stesse facendo Malfoy. Mi costringevo a non pensarlo, ma poi, ogni mia preoccupazione va a lui.

 

Non so perchè, ma ho come il presentimento che giusto oggi qualcosa sarebbe andata storta.
Deve succedere qualcosa, ma non so cosa.. qualcosa di brutto mi suggerisce il mio sesto senso.


Qualcosa che sicuramente ha a che fare con l'ormai defunto signore Oscuro.
E' vero che la professoressa Mcgranitt mi ha assegnato un compito ben preciso, ovvero evitare che Malfoy combini qualche altro guaio, ma qualcosa non mi convince.
Il modo in cui mi guarda.. Come se non si fidasse, come se qualcosa gli sfuggisse.

 

Torno a pensare al mio ultimo dialogo col signore Oscuro.
Lui lo sapeva. Sapeva che in realtà non ho mai ricevuto nessun marchio nero..
Mi aveva anche giurato che avrebbe mantenuto il segreto se avessi lavorato per lui. Ho accettato, pensando a Draco e lui ha mantenuto la sua parola, ma perchè poi mentire? Come se non sapesse nulla? E anche se fosse, perchè non mi ha eliminato insieme a tutti quelli che gli sono rivoltati contro? Perchè mi ha lasciato andare sapendo che io lavoravo per lui e nel mentre aiutavo Harry? Sono domande che mi tormentano da sempre. Tutta questa storia non ha un senso logico.

 

Decido di infilare la mia divisa e di andare a fare un giro per il castello, giusto per cercare di rischiarire le idee.

Ormai il sole ha completamente illuminato il cielo e di li a poco, come minimo, tutti gli studenti Corvonero, sempre puntualissimi per qualsiasi cosa, si sarebbero diretti nella sala Grande per la colazione. Patetici.

Comunque mi rendo conto di non sapere dove andare, così, dopo un lampo di genio, mi dirigo al secondo piano, precisamente nell'ufficio riservato a noi prefetti e capiscuola.

L'ufficio è una minuscola aula ricavata da un vecchio ripostiglio per le scope, dove noi Prefetti e Capiscuola possiamo riunirci.

Di fronte alla porta vi è uno schedario che contiene le varie punizioni dei prefetti, che segue in ordine alfabetico tutti gli iscritti a scuola, divisi per anno. Su un tavolinetto vicino ad una finestra c'è l'agendina nera, apribile con una parola d'ordine, che varia di anno in anno. Al centro della stanza c'è un tavolo quadrato che viene occupato da due sedie per lato, uno per ogni casa. Su ogni sedia, c'è una placchetta dorata con inciso il nome del Prefetto e del Caposcuola.

Ci sono contenute anche le scorte di Wiskey Incendiario sottratte dalla ex-Caposcuola Corvonero durante il suo anno di servizio. Si tratta ovviamente di scorte sigillate. L'ingresso sta dietro una normalissima porta, la cui parola d'ordine, varia ogni anno.

Sinceramente, non so in questo preciso momento cosa ci avrei fatto in quella stanza, ma una cosa è certa, ogni posto è meglio del mio dormitorio.
Appena entro nella stanza, ciò che ho di fronte a me mi fa pentire per aver scelto di venirci.
Appoggiato con i pugni stretti sul tavolinetto, leggermente chinato sull'agendina nera, tremante, c'è Draco.
Per un attimo mi sono pentita di conoscerlo così tanto bene e ho immaginato le sue lacrime amare rigargli il viso. Per un attimo ho fatto mio il suo dolore, tanto da sentire una fitta al cuore.

Mi appoggio al bordo della porta e continuo a fissarlo, con il lieve desiderio di poterlo di nuovo sentire mio, di poter andare da lui e non farlo sentire così solo, ma alla fine mi costringo a tenere a bada le emozioni ed i desideri e decido di uscire senza fare il minimo rumore, o almeno, quella era l'idea, poi però nel chiudere la porta, un po' di rumore si è sentito e lui si volta e mi fissa con quegli occhi rossi per il troppo pianto.

Ci fissiamo a vicenda per una frazione di secondo. Lui è rigido in volto, ma sotto sotto so che è felice che a notarlo in questa stanza sono stata io e non qualcun altro. Io dal canto mio non accenno nessun sorriso, nessun segno di felicità, mi limito solo ad uscire dalla stanza più in fretta possibile, sperando in cuor mio che non si fosse messo in testa di seguirmi.
Effettivamente noto che lo stava facendo, ma che poi si ferma di botto non appena fuori dalla stanza.


Non so perchè ma inizio a correre e raggiungo la sala grande per la colazione, sconvolta.
Entro nella sala ed individuata Ginny, la raggiungo.

Subito dopo, camminando, silenzioso come un fantasma, mi si affianca Harry che non mi leva nemmeno per un attimo gli occhi di dosso.

 

-Harry. Cosa c'è? Dimmi- dico cercando di essere più normale possibile

-Va tutto bene?- mi chiede

-Si.. una meraviglia- gli rispondo acida

-Sei si...- inizia a dire ma lo interrompo in pieno

-Senti Harry, non te la prendere, non è giornata oggi, non ho voglia di parlare- e lo supero andandomi a sedere al mio solito posto tra Hermione e Ginny.

 

Istintivamente, dopo essermi seduta, do un'occhiata veloce all'entrata e giusto in quel momento sta entrando Draco seguito da Astoria. Il suo aspetto non è cambiato, sembra solo un po' più normale, ma sempre sofferente.

Sposto lo sguardo per non guardarlo e guardo Harry con sguardo omicida. Perchè giusto lui? Forse mi aspettavo che capisse qualcosa. Ed infatti così è stato.

 

Inizio a mangiare, con malavoglia, l'abbondante colazione che ci è magicamente apparsa davanti quando il verso di alcuni gufi ci avverte l'arrivo della posta.

 

Sto giusto per afferrare un altro dolce quando un grosso gufo mi si para davanti con una lettera stretta al becco.

 

-Il gufo di George!- urla Ron.

-Bene.. Se è il gufo di George perchè fissa me? Mi fa paura Ron, prenditelo- dico coprendomi gli occhi con le mani per non guardare il gufo che sembra avere un'aria un po' minacciosa.

 

-E' per te!- dice Ron lanciandomi una busta senza il minimo garbo. Lo avrei picchiato. La presenza nella sala di Hermione, Ginny ed Harry me lo impediva.

 

Prendo la busta poco convinta, la apro e per poco non sputo tutto il succo di mirtilli che sto bevendo.

Tramite quella lettera che ho tra le mani George mi sta chiaramente dicendo che gli manco e che se mai sarei ritornata alla tana non mi avrebbe mai lasciato andare più.

 

Tossisco incredula, attirando su di me l'attenzione delle persone più vicine, soprattutto molti Serpeverde, tra i tanti, Blaise.

 

-Perfetto, prima lo sgradevole incontro con Draco nell'ufficio dei prefetti, poi le confessioni di George, c'è per caso altro che può rendermi nervosa oggi?- dico alzandomi dal mio posto intenta a dirigermi fuori dalla sala Grande, quando qualcuno me lo impedisce.

 

-Signorina Naminè, hai per caso fretta di lasciarci?- dice la McGranitt alle mie spalle. Mi giro.

-No Proff, assolutamente..-

-Bene, perchè ho una comunicazione importante proprio per te- dice alzandosi. Una comunicazione? Seriamente? Apposta per me? Ci mancava solo questa.

Resto immobile nel punto in cui la McGranitt mi ha fatto fermare con gli occhi di tutti puntati addosso.
Posso anche riuscire a sentire lo stesso sguardo penetrante di Draco, anche se faceva di tutto per guardare altrove e non me.

 

-Non appena tutti avremo finito con la colazione, sei pregata di recarti nell'ufficio del preside per un richiamo speciale- dice con gli occhi sbarrati come due fessure.

-Richiamo? Ma se non ho fatto niente?- dico alterandomi.

-Questo lascialo decidere a noi- continua la McGranitt per tornare a sedersi tranquilla. Come se mi avesse proposto una gita al Luna Park.

Poi ripenso a tutto il discorso che ho fatto tra me e me stamattina. La McGranitt si fidava a tal punto di avermi dato in mano il “Caso Malfoy”, ma ancora qualcosa non la convinceva.

 

Istintivamente poggio per un attimo la mano destra sull'avambraccio sinistro, anche se fondamentalmente non ho nulla, portandolo al petto, sotto gli occhi di tutti.

Successivamente lascio cadere le braccia lungo i fianchi per dirigermi fuori dall'aula.

Nel farlo noto, con la coda dell'occhio, Astoria guardarmi con aria beffarda e con la bacchetta tra le mani. Non ho idea di ciò che vuole fare ma proprio nel momento in cui sta per lanciare qualcosa, quando Draco la blocca con una mossa sicura e decisa, guardandomi anche lui con gli occhi sbarrati.
Proprio così, non è questo il momento di scherzare.

Proprio sull'entrata della sala, davanti a me si “materializza” Hannah Abbott. Mi guarda con aria superiore, come se facendolo, mi incute timore. Ma sinceramente, a chi deve far spaventare? E' solo più ridicola.

 

-Non ti dimenticare del tuo turno di guardia con Malfoy stanotte- mi dice, ma con un tono di voce alto, in modo che tutti potessero sentire quello che ha detto.

-E siamo a quattro- dico a mia volta a me stessa uscendo, finalmente, dalla sala come una furia.

 

Per un attimo avrei tanto voluto trovare rifugio nella mia stanza, sola con me stessa, ma non posso, qualcuno vuole parlare con me.

Quindi mi dirigo direttamente fuori dall'ufficio del preside, aspettando la fine della colazione e quindi l'arrivo della professoressa McGranitt.

 

Non ne sono sicura, ma dopo circa dieci minuti buoni, si vedono arrivare la figura della McGranitt accompagnata da quella del preside.
Appena arrivati davanti alla statua dell'enorme aquila, l'unica cosa che rompe il silenzio è stata la voce del preside che pronuncia la parola d'ordine per accedere al suo ufficio.

 

-Zuccotti alla zucca- no ma davvero? Questa è davvero la parola d'ordine? Che patetica.
Poi ho iniziato a pensare alle parole d'ordine precedenti: Pallini acidi, Sorbetto al limone.. Alla fine questa è una parola d'ordine all'altezza delle altre.

 

Entriamo nell'ufficio di Silente, una stanza circolare che io ho visto poche volte durante al mia permanenza ad Hogwarts e la cosa non mi dispiace per niente.

 

-Ora, signorina, vogliamo che ci racconti per filo e per segno tutto quello che è successo la notte che Draco ha ricevuto il marchio nero, e vogliamo sapere cosa è successo anche a te- inizia a dire la McGranitt.
Lo sapevo. Prima o poi sarebbe successo. Però riportare a galla ricordi che cerco con tutte le mie forze di dimenticare non è bello.
Respiro.

 

-Quello che è successo precisamente, non lo so.. So solo che eravamo al Malfoy Manor. Draco era spaventato, agitato, camminava avanti ed indietro per un lungo corridoio e cercava da me un conforto, un aiuto. Lui non voleva, è stato obbligato a diventare un mangiamorte, ma non poteva tirarsi indietro, Voldemort lo aveva scelto per vendicarsi dell'errore del padre e lui non poteva dire no. Però non mi hanno fatto assistere. Quando tutto era pronto lo hanno fatto entrare nella sala dove c'erano Voldemort, la madre, Bellatrix e pochi altri di loro e mentre stavo per entrare con lui, uno dei mangiamorte li presenti mi ha preso di forza e mi ha portato fuori, impedendomi di assistere. Non so altro- dico cercando di evitare di riportare a galla le emozioni. La paura di Draco ed il modo in cui cercava un rifugio da me, un conforto.

 

-E di te che mi dici?- chiede nuovamente la Mcgranitt

 

-Draco era appena uscito dalla stanza toccandosi l'avambraccio sinitro e con un'espressione in faccia da far paura. Ci siamo scambiati uno sguardo velocissimo e poi lui ha continuato a camminare. Avrei voluto andargli incontro ma mi hanno impedito anche quello.
Sono stata portata a forza nella sala e quando sono entrata, Voldemort ha fatto uscire tutti. Siamo rimasti solo io e lui. Mi guardava e mi sorrideva malignamente. Ho avuto paura.
Ricordo che con uno scatto veloce, venne vicino a me afferrandomi il braccio sinistro pronto a lasciare il suo marchio quando qualcosa di nero apparve davanti a me. Lo pregava di lasciarmi andare e che avrebbe fatto tutto quello che voleva purché mi lasciasse andare. Voldemort dopo l'affermazione dell'ombra nera ha iniziato a ghignare ancora più malignamente e mi ha lasciato andare, facendomi promettere di mantenere questa cosa, un segreto. Ovviamente, per restare in vita, avrei comunque dovuto lavorare per lui e l'ho fatto. Poi sono uscita dalla stanza ed ho lasciato Voldemort e quella strana ombra nera a parlare. Non ho mai saputo chi è, ne che cosa si sono detti-

dico tutto d'un fiato.

 

-E poi?- continua la McGranitt

-E poi lo sapete. Tutti si sono convinti che anche io facevo parte del giro ed hanno iniziato ad evitarmi da tutto. Non me ne importava più di tanto, vuol dire che stavo facendo bene il mio lavoro. Non c'è molto da dire- continuo.

 

-Signorina Fraylin, vai. Puoi andare. Ma rammenta bene, noi vi teniamo d'occhio-

-Vi?-

-Certo, a te ed ad Malfoy. Per l'amor del cielo, noi ci fidiamo di te, per questo ti abbiamo affidato questo compito. Ma non vogliamo altre minacce in questa scuola e non vorrei che qualcuno si stesse usando di te a tua insaputa- dice la professoressa.

Saluto con un cenno del capo e di corsa esco da quell'ufficio, continuando a ripetermi nella testa tutte le parole della McGranitt.

Minacce? E perchè giusto io dovrei essere una minaccia? Solo perchè non ho un segno visibile sul braccio e riesco ad ingannare tutti per poi agire alla sprovvista?
Se ne sentono di sciocchezze in questa scuola, ma questa le batte tutte. Nella mia vita solo questo manca, ora come ora, il ritorno di un probabile signor Oscuro.

 

Passo l'intera giornata a pensare a questa ridicolaggine, fino a quando non arriviamo alla sera.

Avrei tanto voluto mettermi nel mio letto e dimenticare tutto ma purtroppo non posso, il mio turno di guardia con Malfoy ha inizio proprio tra dieci minuti.
Sono nel mio dormitorio, recupero la mia bacchetta e dopo esco dal mio dormitorio frustrata.
Questa sarebbe stata una lunga, lunghissima notte.
Mi dirigo, di nuovo, al secondo piano, all'ufficio dei prefetti, dove tutti i prefetti si danno appuntamento per iniziare il turno di guardia ed appena arrivo, lui e la, elegantemente appoggiato al muro con lo sguardo a terra.

 

Non appena mi vede, si mette in posizione eretta, con le mani infilate nella tasta del pantalone e non mi toglie per un attimo gli occhi di dosso.

Sorrido malignamente per poi voltarmi ed iniziare a camminare verso l'ingresso della scuola, luogo in cui le perlustrazioni hanno inizio.
 

Stiamo scendendo le scale proprio davanti all'ingresso, separati l'uno dall'altra con una distanza di almeno venti metri quando lui per primo rompe il silenzio.

 

-Ehi, fermati un attimo- dice con tono di comando. Mi irrigidisco, non pensavo mi avrebbe rivolto la parola. Mi giro e lo guardo negli occhi.

-Che cosa vi siete detti oggi con la professoressa ed il preside?- mi chiede dopo. Incuriosito? Preoccupato per me? Per egli stesso?

-Non sono affari che ti riguardano?- mento. Lo riguardavano in pieno ma come posso mai dirgli una cosa del genere? Non l'ho fatto quando potevo, farlo ora non ha proprio senso.

-Io lo voglio sapere- sbraita. Esco la mia bacchetta e gliela punto contro per la seconda volta in vita mia.

-Draco, ti avverto, stai fuori dalla mia vita se non vuoi finire male. Sei stato tu a dichiarare che le nostre strade dovevano dividersi.. Ebbene, iniziamo a farlo da ora, tu pensi alla tua vita ed io alla mia. Sei felice no? Il tuo sogno nel cassetto si è avverato- urlo con le lacrime agli occhi e per evitare di farmi notare, anche se penso lo abbia capito, vado via, lontano da lui, sperando che il turno sarebbe finito presto.

 

ANGOLO ME.
FINALMENTE E DICO FINALMENTE E' ARRIVATO IL SESTO CAPITOLO DELLA MIA STORIA.

Scusatemi se è un po' così ma avevo perso l'ispirazione ma adesso, menomale, mi è ritornata e prometto di non lasciare più, per nulla al mondo, questa storia.
Anche perchè qui finalmente si ha la mezza storia di Naminè, del perchè lei non ha il marchio.
Ma per svelare dubbi e misteri, continuate a leggere che tutto si farà più chiaro.
Ringrazio solo Raya_Cap_Fee che nonostante il tempo passato, non si è dimenticata di me.
A presto cipollini, promesso!
_Fede_

 

 

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