I quarant'anni di Betty di Butterfly8 (/viewuser.php?uid=785655)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La grande paura – Prologo ***
Capitolo 2: *** Betty ***
Capitolo 3: *** Armando ***
Capitolo 4: *** Betty ***
Capitolo 5: *** Armando ***
Capitolo 6: *** Betty ***
Capitolo 7: *** Armando ***
Capitolo 8: *** Betty ***
Capitolo 9: *** Armando ***
Capitolo 10: *** Betty ***
Capitolo 11: *** Armando ***
Capitolo 12: *** Betty ***
Capitolo 13: *** Armando ***
Capitolo 14: *** Betty ***
Capitolo 15: *** Armando ***
Capitolo 16: *** Betty ***
Capitolo 17: *** Armando ***
Capitolo 18: *** Betty ***
Capitolo 19: *** Armando ***
Capitolo 20: *** Betty ***
Capitolo 21: *** Armando ***
Capitolo 22: *** Betty ***
Capitolo 23: *** Armando ***
Capitolo 24: *** Betty ***
Capitolo 25: *** Armando ***
Capitolo 26: *** Parte II - Daniele ***
Capitolo 27: *** Betty ***
Capitolo 28: *** Armando ***
Capitolo 29: *** Daniele ***
Capitolo 30: *** Betty ***
Capitolo 31: *** Armando ***
Capitolo 32: *** Daniele ***
Capitolo 33: *** Betty ***
Capitolo 34: *** Armando ***
Capitolo 35: *** Daniele ***
Capitolo 36: *** Betty ***
Capitolo 37: *** Armando ***
Capitolo 38: *** Betty ***
Capitolo 39: *** Armando ***
Capitolo 40: *** Daniele ***
Capitolo 41: *** Betty ***
Capitolo 42: *** Armando ***
Capitolo 43: *** Betty ***
Capitolo 44: *** Armando ***
Capitolo 45: *** Betty ***
Capitolo 46: *** Armando ***
Capitolo 47: *** Betty ***
Capitolo 48: *** Armando ***
Capitolo 49: *** Betty ***
Capitolo 50: *** Armando ***
Capitolo 51: *** Betty ***
Capitolo 52: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** La grande paura – Prologo ***
Nei dodici anni trascorsi, avevano vissuto tanti momenti difficili, ma mai come quello che avevano dovuto affrontare di recente. La possibilità che Betty potesse morire non aveva mai sfiorato nessuno di loro e il fatto che essa si manifestasse così prepotentemente aveva lasciato tutti con il fiato spezzato in gola. Per fortuna, si era trattato solo di una grande, grandissima paura.
La sera in cui il piccolo Roberto aveva fatto i capricci fino al punto di lasciare sparse per la casa tutte le sue costruzioni, fino al punto di fare scivolare Betty a terra su un fianco, le aveva salvato la vita. Dopo era piena zeppa di lividi, ma così aveva potuto scoprire una pallina nel seno… All’iniziale terrore erano seguite visite specialistiche e la diagnosi. Era stata fortunata, un tumore preso molto molto in tempo. Armando era stato categorico, avrebbe dovuto curarsi negli Stati Uniti. Avrebbe dovuto sottoporsi ad un intervento per asportare il nodulo, fare altri esami, aspettare gli esiti e vedere cosa fare.
Betty ricordava quei giorni come molto confusi. L’unica cosa di cui aveva percezione netta era la presenza di Armando, sempre vicina a lei, e di Roberto e Margherita. Per evitare che i bambini potessero capire che qualcosa non andava, avevano deciso che Hermes e Giulia sarebbero rimasti con loro a Bogotà, mentre Roberto e Margherita sarebbero andati con Armando e Betty a New York. Per Giulia non era stato facile accettare di stare lontano da sua figlia in un momento tanto difficile e l’aveva affidata a Margherita con le lacrime agli occhi.
“Signora Margherita, lo so che Betty non è la donna che lei aveva scelto per suo figlio, so che in questi anni l’ha prima sopportata e poi accettata forse a malincuore ma se ha imparato a conoscerla sa che mia figlia ha agito come ha agito solo per amore. Ora vive un momento molto duro, la prego di starle vicino come una madre, visto che io non posso. Metta da parte definitivamente la sua diffidenza.”
“Giulia” aveva risposto Margherita “ è vero che io all’inizio non vedevo affatto bene la storia tra i nostri figli. Però col tempo mi sono ricreduta … ho visto con i miei occhi che Betty ha fatto e fa felice mio figlio. Non conta quello che pensavo io … mio figlio la ama e non è necessario che lei mi faccia alcuna raccomandazione. Betty fa parte della mia famiglia ormai da tempo, è la madre dei miei nipoti, non ho nessuna intenzione di lasciarla sola.”
Così erano partiti per New York. Armando faceva di tutto per tranquillizzare Betty, dicendo che le prospettive erano buone, che sarebbe guarita senza problemi, ma Betty in cuor suo sapeva che lui era terrorizzato quanto lei. Dei suoi tre giorni di ricovero, ricordava nettamente di averlo sempre a fianco. Aveva fatto un po’ di casino quando gli avevano detto che non sarebbe potuto restare accanto a lei, ma risolto quel disguido aveva passato tutto il tempo con lei, la sera prima dell’intervento aveva dormito con lei, il giorno dell’operazione l’aveva fatta riposare e poi la sera era tornato lì. Non l’aveva lasciata un attimo. Lo stesso Margherita … era stata una presenza più discreta di Armando ma non l’aveva lasciata sola … aveva passato molto tempo in stanza con lei ad accarezzarla e tranquillizzarla, quando Armando non c’era e poteva dare sfogo alla sua paura.
Quindici giorni dopo, quando erano ritornati per gli esiti delle analisi, Betty e Armando avevano pianto insieme allo scoprire che tutto era andato bene e che fortunatamente non erano necessarie altre cure. Betty avrebbe solo dovuto controllarsi ciclicamente ma i medici erano piuttosto ottimisti perché erano intervenuti piuttosto in tempo e perché dalle analisi genetiche era emerso che Betty non aveva il gene della recidiva. Potevano insomma tirare un sospiro di sollievo. E tornare alla loro vita.
Tre mesi dopo… |
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Capitolo 2 *** Betty ***
In Ecomoda i problemi non
mancano mai, infatti
siamo totalmente in ritardo con la preparazione dei corsi di formazione
dei
personal shopper, stylist e consulenti di immagine. Sto aspettando che
Hugo
Lombardi mi presenti il suo amico Stefan Castro. Secondo lui, Stefan
è IL
personal shopper, LO stylist, IL consulente di immagine. Abbiamo
bisogno di
fare questi corsi, dobbiamo formare il personale.
“Posso” chiede Armando
entrando dal mio vecchio ufficio.
“Certo” dico
andandogli incontro e abbracciandolo. Abbiamo passato un momento
difficilissimo. La mia malattia per quanto lieve ci ha devastati. Ho
pensato di
dover morire. Di dover lasciare Armando e i miei figli. E
più tutti mi dicevano
che sarebbe andato tutto bene, più mi convincevo che dovevo
essere pronta ad
affrontare tutte le possibilità. Quella di lasciare i miei
cari, i miei
meravigliosi figli, questo folle marito, è stata terribile.
Sono stata
fortunata.
Come se mi leggesse
nel pensiero, solleva il mio volto e mi asciuga una lacrima.
“Amore è passato” mi
dice. “Ora stai bene”.
“Lo so, ma non riesco
a fare a meno di pensarci”
“Non farlo, pensa a
Mario Calderon!”mi dice, lo sanno tutti che benché
lavori qui non l’ho ancora
perdonato per quello che mi ha fatto dodici anni fa! Anche se ormai lo
tollero,
perché lavora con il Fashion Group e perché
è amico di Armando.
“Neanche pensare a lui
è sufficiente, poi con il fatto che è venuto a
New York e ti sia rimasto
accanto mentre mi operavano e poi sia ripartito per non farsi vedere,
inizio a
non avercela più con lui” sbotto.
“Cosa sentono le mie
orecchie!”
“Ma non pensare che
l’abbia perdonato! Diciamo che sto solo cominciando a
pensarci”
“Era ora!” mi dice mio
marito facendomi il solletico.
In quel momento,
bussano alla porta e si affaccia Hugo Lombardi che entra con il suo
amico.
“Beatriz, Armando, vi
presento Stefan Castro, personal shopper, stilyst e consulente
d’immagine”
“Signor Castro,
piacere di conoscerla, sono Beatriz Pinzon Mendoza, presidente di
Ecomoda e
questo è mio marito Armando Mendoza,
vicepresidente” dico stringendogli la
mano. Lo stesso fa Armando!
“La conosco di fama
signora Mendoza” dice Stefan “ a quanto pare lei
è una delle migliori manager
del paese. Ho sentito parlare di lei ad un evento umanitario
organizzato da
Adriana Arboleda”
Voglio uccidere questo
tizio, stava pensando Armando.
“Grazie, molto
gentile, in realtà sono solo una persona che prende molto
sul serio il suo
lavoro. Prego si accomodi, le posso offrire qualcosa da bere?”
“ Si grazie,
accetterei molto volentieri un caffè”
Mio marito non ha
ancora proferito parola, il che mi sembra molto strano … fa
una faccia
pensierosa mentre entra Annamaria con del caffè per tutti. Ho la sensazione che non
gli sia simpatico,
mentre invece a me ha fatto una buona impressione.
“Allora Stefan, la
prima persona che ha bisogno dei tuoi consigli è il qui
presente Armando
Mendoza che sebbene un tempo era considerato un sex symbol di recente
non sa
affatto vestirsi…”
“Hugo….” dice Armando
“ io non ho bisogno di uno stilyst …. Ma forse tu
hai bisogno di cercarti un
nuovo lavoro?”
“Signor Mendoza, non
si preoccupi” risponde Stefan “ conosco Hugo da
molto tempo e so come è fatto….
Fa saltare i nervi a molti ….”
“ A me in particolare …!”
“Comunque” mi
intrometto io “siamo qui per parlare di lavoro …
Hugo ci ha detto che lei è il
guru del settore qui in Colombia, come saprà Ecomoda ha
già da diversi anni un
servizio di personal shopper, stilyst e consulenti di immagine,
tuttavia non
siamo soddisfatti di come l’agenzia di cui ci serviamo ha
preparato il
personale e vorremmo cambiare … All’inizio Hugo
non era favorevole, ma poi si è
convinto e ci ha fatto il suo nome.”
“ Si, mi ha più o meno
raccontato che ormai da dodici anni fornite questi servizi
…. Hugo grazie di
considerarmi un GURU. Se non ho capito male si tratterebbe di fare dei
corsi di
aggiornamento al vostro personale su scala nazionale.”
“Abbiamo cinquecento
punti vendita tra nazionali e internazionali, nostri e in
franchising”
interviene Armando “dobbiamo fare riferimento ad ovunque ci
sia il nome
Ecomoda. In ogni negozio Ecomoda c’è un personal
shopper. In questi anni
nonostante le difficoltà abbiamo cercato di tenere i nostri
standard più alti
possibili. Lei sa che collaboriamo con il Fashion Group, una
multinazionale del
settore orami da un decennio e questo ci ha permesso di espanderci ma
senza
esagerazioni. Ormai il marchio Ecomoda è un marchio di
classe, di stile per
tutte le fasce della popolazione e dobbiamo continuare a garantire i
nostri
standard per non perdere mercato”.
“Quindi cosa
proponete?”chiede Stefan Castro
“Noi abbiamo bisogno
di organizzare come dice lei dei corsi di aggiornamento per i nostri
dipendenti
e di questo dovrebbe occuparsene lei, e strutturare il corso come
meglio crede”
aggiungo io
“Inoltre” aggiunge
Hugo “potresti dare dei consigli ai nostri dirigenti su come
vestirsi …. Perché
qui l’arte, l’estetica non sanno cosa
sia!”
“Devo pensarci” dice
Stefan “non è un fattore economico solamente
… certo una
mia collaborazione con Ecomoda e con Hugo
Lombardi sarebbe un gran colpo per me … il punto
è che io seguo anche diverse
star e alcuni stilisti…. Quindi questo per me non potrebbe
essere un impegno
esclusivo.”
“Mi sembra chiaro che
lei si riferisce al suo lavoro in alcuni grandi magazzini”
intervengo io “mi
sono informata. Lei lavora per i maggiori grandi magazzini di moda
della
Colombia, tuttavia qui, come lei ha appena detto si stratta di
collaborare con
una delle più grandi case di moda della Colombia”
“Dica pure la più
grande”
“Appunto” continuo
“con uno stilista di grido come il signor Lombardi, con un
marchio di fama
mondiale”.
“Va bene” conclude
Stefan “Accetto. È una sfida troppo interessante
per me perché io ci rinunci!
Organizzerò questi corsi di aggiornamento con la mia agenzia
e se voi siete
d’accordo vorrei fare alcune dimostrazioni pratiche
personalmente in un punto
vendita di vostra scelta”
“Braaavo Stefan”
aggiunge Hugo “vieni, vieni nel mio atelie r… ti
faccio vedere i bozzetti della
nuova collezione!”
“Un momento” li
interrompe Armando “sarebbe meglio se venisse Nicolas Mora
per discutere del
fattore costi, non vi sembra?”
Ci spostiamo nella
sala riunioni.
Un’ora dopo, al
momento di uscire Stefan mi saluta con un baciamano, stringe le mani a
tutti e
va via con Hugo.
“Quel tipo” dice
Nicolas Mora “ci costerà un bel
po’… centomilioni di pesos non sono una cifra
da poco per un corso di aggiornamento”
“Ma sarà come avere
una Mercedes!” aggiungo io
“Ok, Betty, come vuoi!
Vado a pranzo! A dopo” Nicolas saluta ed esce.
Seguo Armando
nel suo
studio. Si siede sul divano.
“Armando” inizio io
“perché ho l’impressione che Stefan
Castro non ti piaccia?”
“Abbiamo chiesto se è
gay? Non voglio trovarmi un’altra pazza isterica come Hugo
tra i piedi”
“Armando” vado a
sedermi accanto a lui, “come ti ho detto ho preso delle
informazioni, non è
gay, è etero. Trentotto anni, titolare della
Look’s Agency, dieci dipendenti,
stilyst di grido, un giovane imprenditore che si sta facendo strada nel
mondo
della moda colombiana”
“Accidenti Betty, data
di nascita? Codice fiscale? Redditi? Quante informazioni hai
raccolto?”
“Quelle necessarie”
“E’ sposato?”
“No, perché questa
domanda Armando?” chiedo io
“Ecco perché non mi
piace, l’ho percepito a pelle! L’hai
colpito!”dice seccato lui
“Ma cosa stai dicendo
tesoro? Che ti prende?” lo abbraccio “Io non ho
colpito nessuno … al massimo
avrà pensato che posso essere una delle sue potenziali
clienti ah ah ah” lo
bacio.
Quando smettiamo di
baciarci lui mi dice “ Non scherzare Betty, io certe cose le
capisco, le sento
a pelle e quel tizio non mi piace. Farà bene a starti
lontano”
“Come se io potessi
tradirti ….”
“Senti … io sto appena
adesso iniziando ad accettare la storia di Michel
…”
“Armando …. Sono
passati dodici anni …. ti ho già raccontato mille
volte che non è successo
niente tra me e Michel!” lo accarezzo sulla nuca
“sei davveropazzo” lo bacio
di nuovo.
“Non posso pensare di
perderti, non saprei come vivere senza te e i bambini”
“Non mi perderai,
perché non ti lascerò mai per un altro e lo sai,
per questo puoi fidarti di me…
per il resto…”
Mi abbraccia forte
“Per il resto stai bene…. E starai bene! Betty
basta paura! Dobbiamo tornare a
vivere!”
In quel momento suona
il suo telefono, risponde.
“Sandra, dimmi”
“Dottore c’è il suo
amico Manuel Pereira che la aspetta per il pranzo”
“Oddio è vero l’avevo
completamente dimenticato!”chiude la telefonata e si rivolge
a me “Devo andare
a pranzo con Manuel Pereira, è un mio vecchio compagno di
università! Non lo
vedo da almeno quindici anni! Tu cosa fai per pranzo?”
“Pranzo qui con le
ragazze, ma poi esco prima perché devo andare a comprare
delle scarpe con Camila
…!”
“Non vuoi portarti il
tuo amico personal shopper ?” mi provoca dandomi un bacio
“Potrei pensarci!”
ribatto io e faccio finta di pensarci
“ Senti Mostro ….
Provaci.. poi vediamo” ed esce.
Mi dirigo in
Presidenza e vengo subito raggiunta dalle ragazze con il pranzo.
Annamaria
inizia subito
l’interrogatorio.
“Betty,chi era quel
fusto con Hugo? Quanti anni ha? Lavorerà qui?”
Sarà un pranzo
difficile!
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Capitolo 3 *** Armando ***
“Cosa
hai detto Manuel?”quasi
mi strozzo per la sorpresa. Siamo a pranzo da Le Noir. Non vedo Manuel
da
quindici anni ma mai e poi mai avrei pensato di ricevere una simile
proposta.
“Hai sentito benissimo
invece” mi risponde lui “come ti ho già
detto abbiamo fondato questa azienda
l’anno scorso, si chiama New Tech e abbiamo bisogno di un
manager rampante che
possa collocarla sul mercato e aprire nuove prospettive di
vendita”
“Ma perché io? Io mi
sono sempre e solo occupato di moda, cosa vuoi che ne sappia di nuove
tecnologie?”
“Tu sei la persona
giusta! Lo so per certo … Non ti sei stufato della moda? Per
carità sei un
manager di successo, nell’azienda fondata da tuo padre e
guidata da tua moglie!
Io ti propongo di essere tu l’artefice di questa azienda! Noi
abbiamo iniziato
quasi per scherzo, sviluppando applicazioni con dei giovani ingegneri
neolaureati, e adesso dobbiamo per forza strutturarci da un punto di
vista di
marketing. Le commissioni non ci mancano, ma dobbiamo affermarci. Tu
capisci
che siamo dei neonati… tutto il settore marketing,
prospettive di futuro etc…
nessuno di noi ci capisce qualcosa. Noi siamo ingegneri informatici, tu
sei un
ingegnere industriale. Sei quello che ci serve!”
“E non potete trovarne
un altro? Magari tra i neolaureati?”
“Armando ma cosa dici?
Come possiamo dare un incarico del genere ad un neolaureato?”
“Ma perché proprio io?
Non posso farlo”
“Ma perché no? Tu sei
abbastanza folle da poterlo fare! Non vuoi rimetterti in
gioco?”
Maledizione,
maledizione!
“Non devi rispondermi
subito. Pensaci. Inoltre se tu accetti diventeresti il Presidente, ma
più che
un presidente saresti un coordinatore, perché da noi al
momento la gerarchia
non ha molta importanza. E per quanto riguarda lo stipendio, di certo
non sarà
mai e poi mai alto come quello che percepisci adesso, ma potrebbe
sempre
aumentare grazie al tuo lavoro!”
“Insomma mi stai
chiedendo di accettare un lavoro dove l’unica cosa certa
è il rischio, anche il
rischio di fare la fame!”
“La fame no di certo,
ma se c’è qualcuno che può farlo, sei
tu. Hai le spalle coperte. Sei sempre un
azionista dell’azienda di tuo padre”
“Manu smettila di
chiamare così la mia azienda! È mia per
Dio… ci lavoro da più sedici anni!”
“Manu, mi chiamavi
così al tempo dell’università! Pensaci
Armando… potremmo diventare i nuovi Bill
Gates e Steve Jobs, abbiamo bisogno di te”.
Maledetto Manuel,
maledetto Manuel! Uscito dal ristorante decido di non tornare subito in
Ecomoda. Faccio una passeggiata vagando per un parco qualsiasi. In
tutta sincerità non
posso dire di non essere tentato dalla proposta di Manuel. Dovrei
parlarne con
Betty, ma c’è qualcosa che mi blocca! Non voglio
lasciarla sola in Ecomoda, non
posso lasciarle sulle spalle tutto il peso dell’azienda
benché ci sia Nicolas.
E Mario. Ma non posso farlo ora, si sta appena riprendendo dalla sua
malattia.
Eppure, deve essere
uno scherzo del destino, perché dentro di me, nonostante
siano passati più di
dieci anni, non mi sono perdonato per aver fatto quello che ho fatto
all’azienda, a Betty, a Marcela, anche se ho recuperato, il
senso di colpa per
aver fatto quello che ho fatto non mi abbandona. Non mi abbandona
neanche lo
sguardo di mio padre quando gli ho chiesto perdono. Non mi abbandona il
senso
di sfiducia che ha provato nei miei confronti quando ha deciso di
appoggiare Daniele
e non la mia proposta, non mi abbandona mai il ricordo della sua
paternale
quando mi ha lasciato la presidenza.
Eppure finora ho
sempre dominato questi pensieri. Li ho sempre tenuti dentro di me,
senza farmi
travolgere da essi, perché la cosa più importante
della mia vita è la mia
famiglia. Betty e i miei figli. È a lei che ho fatto
più male in assoluto e non
posso pensare di dirle… << Sai ti lascio da
sola, lascio l’Ecomoda per
cercare di risolvere i miei problemi interiori. Vado a lavorare con dei
miei
amici, in un settore di cui non so niente e guadagnerò due
pesos >>. Non
posso farle questo. Non me lo perdonerei mai. Lei adesso ha bisogno di
me. Devo
mettere da parte la mia vita, devo concentrarmi su di lei e sui
bambini.
Torno
all’Ecomoda. Sento
le ragazze della banda parlare di Stefan Castro
“E’ bellissimo
ragazze, dovreste vederlo, alto, con i capelli scuri e con due occhi
che più
verdi dei suoi non ne ho mai visti”. Mi ero dimenticato del
nuovo arrivo! Vedo
che Betty non è con la banda, quindi sarà nel suo
ufficio. Mi vede. Cerco di
non dare a vedere di essere abbastanza sconvolto.
“Armando sei tornato”
mi dice
“Si, sono qui”
rispondo
“Tutto bene? Sembri
strano”
“Si tutto ok, ho solo
bevuto un po’ a pranzo. Il mio amico Manuel mi ha detto che
è tornato da poco a
Bogotà e che adesso vivrà qui, quindi vuole
riprendere un po’ di contatti”. Più
o meno la verità.
“Che bello” mi dice
lei e si viene a sedere sulle mie ginocchia. “ Mentre eri a
pranzo fuori …
Gabriela ha mandato questo via mail”
“Cos’è?”
“Ancora non l’ho detto
a nessuno … ci hanno invitato a sfilare a New York per la
settimana della
moda!”
“ Amore ma è
fantastico!”
“Si, il problema è che
coincide con il Bogotà Fashion!”
“Ma cosa ce ne importa
…. New York, è una delle quattro settimane
più importati per la moda
internazionale!!”
“Lo so, Hugo sarà
elettrizzato! Non vedo l’ora di dirglielo. Però
noi manager, siamo stati
invitati ad una cena di gala dove interverrà anche la First
Lady. A quanto dice
Gabriela è fondamentale andarci perché saranno
presenti numerosi acquirenti
internazionali e molti politici che vogliono parlare di come
incentivare il
commercio con il Sud America”.
“Mi sembra un’ottima
occasione!”
“Mostro ma è tutto ok?
Dimmi la verità!”
No, non lo è, vorrei
urlare. Vorrei non essere mai andato a pranzo con Manuel! Ha aperto
vecchie
ferite. E come sempre ne sta facendo le spese lei.
“Si Mostro, non ti
preoccupare. Tutto bene! Vado a farmi un caffè e poi torno a
lavorare … fossi
in te andrei da Hugo a dirgli della novità”. La
bacio ed esc dal suo ufficio.
Sono nel mio
ufficio.
Mi siedo sul divano e mi verso un whisky. Non so perché ma
sono turbato. È come
se Manuel improvvisamente avesse tirato fuori tutto quello che io sento
dentro
rispetto a me stesso. Devo solo riportare tutto alla
normalità. Dimenticare di
avere avuto questa discussione. E devo farlo per Betty,
perché lei ha bisogno
di me qui. Ed io non posso nemmeno pensare di non lavorare
più con lei. Inoltre
se me ne andassi, deluderei ancora una volta mio padre. Quindi discorso
chiuso!
Però mai nessuno mi aveva proposto una cosa del genere!
Basta Armando!
Dopo aver bussato
entra Mario Calderon.
“Fratello, hai
iniziato di nuovo a bere? Che succede? Problemi con Betty?”
“No, sta tranquillo,
nessun problema. Ho fatto un pranzo pesante, ecco tutto”
“ Ah ok, dalla urla
della pazza di Hugo, mi è sembrato di capire che Ecomoda
sfilerà a New York
alla settimana della moda! Congratulazioni!”
“Si è vero! Ma le
congratulazioni perché le fai a me, dovresti farle Betty e a
Hugo… sono loro
che hanno raggiunto questo successo!”
“Armando cos’hai? Sei
sicuro che vada tutto bene?”
“Si si,tutto bene”
“Non si direbbe …
Senti, a proposito di novità, oggi ho visto circolare con
Hugo un tizio nuovo,
è un modello?”
“No, è il direttore
dell’agenzia che si occuperà di formare i personal
shopper! Un amico di Hugo.
Si chiama Stefan Castro!”
“Quelle della banda
non facevano altro che parlare di lui e di quanto fosse affascinante
…!”
“Quelle della banda ….
Cioè Sandra?” chiedo a Mario “come va
con lei … non ho ancora capito se stiate
assieme o no?”
“Non lo so nemmeno io …
alti e bassi”
“Alti e bassi sono le
tue avventure …”
“Io con lei sto bene
però …. Non sono sicuro di voler rinunciare alla
mia libertà”
“Comunque stai
tranquillo, quel tizio ha puntato Betty” dico con sicurezza
“Armando ma cosa dici?
Come ti viene in mente? Riconosco che i nostri rapporti non sono dei
migliori
ma metto la mano sul fuoco sulla fedeltà di
Betty”risponde lui
“Disse l’uomo che
voleva convincermi che lei avesse una storia con Nicolas Mora prima,
con Michel
dopo e che ha provato in tutti i modi a propinarmi relazioni con altre
donne!
Comunque non sto dicendo che a lei piaccia lui, ma che a lui piace lei!
Fidati.. un marito queste cose le sente!”
“Armando …. Smetti di
bere e mettiti al lavoro”.
Quando torno a casa,
trovo Camilla e Roberto che giocano sul tappeto del soggiorno, stanno
facendo
un puzzle, mentre Betty è in cucina. Mi avvicino e la
saluto. La vedo che sta
impastando qualcosa. Ha i capelli raccolti sulla nuca e il collo
scoperto. La
bacio.
“Armando…. Se non la
smetti ti ritroverai i capelli ricoperti di farina”
“Come mai in cucina
Mostro?”
“Stasera ho deciso di
mandare via tutti e di stare soli con i bambini … non lo
facciamo mai e non
voglio che pensino che non ci siamo mai per loro”
“Ma cosa dici amore?
Se Roberto passa praticamente tutte le notti con noi! Ma
così non può andare …
deve imparare a stare nel suo letto!”
“Ho fame” dice Camilla
dalla porta
“E’ quasi pronto” le
dice Betty
“ Forse se smettessi
di baciare papà faresti più in fretta!”
ribatte la mia piccolina
“ Cami!” la rimprovero
scherzosamente. Nel frattempo è arrivato Roberto.
“ Solo io posso
baciare la mamma!” abbraccia alle gambe Betty e la stringe.
“Io invece posso
baciarvi tutti” interviene Betty “ e posso anche
lasciarvi senza cena, quindi
tu Armando vai a cambiarti, poi prepari la tavola con Cami e tu Roberto
sistema
tutti i tuoi giochi”
“Agli ordini” rispondo
“ma siccome ho fame nel frattempo mi mangio
Camilla” prendo la mia bambina
sulle spalle e la faccio sorridere perché
lei sorride sempre quando gioco con lei.
Finalmente siamo tutti
a tavola … Betty ha preparato cotoletta di pollo e patatine
fritte, insalata,
budino.. insomma una tradizionale cena da bambini. Mentre guardo la mia
famiglia intorno alla tavola penso che è la cosa
più importante che ho e che
non devo perderla per niente al mondo. Se accettassi il lavoro che mi
propone
Manuel dovrei allontanarmi, magari lavorare di notte. Li trascurerei.
Adesso
sono sicuro. Rifiuterò il lavoro.
“… cosa dicevi
Roberto?” mi rivolgo a mio figlio, “ero
sovrappensiero”
“Io dormo con la mamma
questa notte” ripete mio figlio
“Allora anche io” dice
Cami
“Con
la mamma dormo solo io. Solo i papà dormono con
le mamme e i bambini nei loro letti” dico io deciso. Tanto lo
so che a metà
notte Roberto verrà in mezzo.
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Capitolo 4 *** Betty ***
Sto lavorando
quando
bussano alla mia porta.
“Avanti” dico
Entrano Hugo Lombardi
e Stefan Castro. Stefan lavora con noi da ormai due mesi. Il corso sta
per
finire. Le clienti del punto vendita dell’azienda lo adorano.
Praticamente ha
incrementato i nostri guadagni del trenta percento da solo.
“Cosa posso fare per
voi? Vi serve qualcosa?”
“Siamo noi che faremo
qualcosa per lei Beatriz …” dice Hugo
“E cosa?” chiedo
“Dunque” inizia Hugo
“ho saputo che dopo la sfilata a New York ci sarà
un evento molto importante
perché ci saranno molte persone in vista, politici e varie.
Di conseguenza …
lei come vuole andarci vestita?”
“Signor Hugo sta
scherzando?” gli chiedo
“Nient’affatto signor
Presidente” ribatte Hugo “finora ho lasciato che
andasse in giro un po’ come
volesse, però a New York non posso proprio farlo! Da lei
passerà l’immagine
dell’azienda e di conseguenza
anche la
mia. Qui entra in gioco Stefan, ho deciso che curerà il suo
look per la sfilata
di New York e per l’evento!”
“Cosaaa?? E perché
mai? Posso farla da sola!”
“Senta Beatriz, le
devo ricordare come’era quando è arrivata qui? Non
è sufficiente questo
cambiamento. Ormai sono anni che ha questo look e deve cambiarlo. Per
Dio,
sembra una suora”
“Hugo” cerca di
intervenire Stefan
“No Stefan” lo ferma
“ti ho raccontato e hai visto com’era quando
è arrivata qui, ora io mi sto
giocando tutto, dico tutto. Hugo Lombardi che sfila a New York. Me lo
deve … ha
capito Beatriz, sono anni che disegno per le sue amiche racchie
… me lo deve!!
Deve rifarsi il look. Deve lasciare che Stefan la aiuti”
“Chi le ha dato il
diritto di raccontare la mia vita al dottor Castro?”
“Quale diritto e
diritto, è un cosa che sanno tutti! Cosa le succede Betty?
Una volta mi ha
chiesto se per caso non ero in grado di disegnare per le donne comuni
… e io
l’ho fatto. Ora tocca a lei, si tolga definitivamente i panni
di brutto
anatroccolo e diventi un cigno. Questa versione intermedia non la
sopporto più.
Rovinerà la mia fama”
“Hugo ora basta stai
esagerando” interviene Stefan
“ sai bene
che ogni cambiamento deve essere interiore prima di tutto e se lei non
vuole,
non puoi costringerla!”
“Ma Stefan … non vedi come si trucca e si pettina?
Sai quanti anni ha? Quaranta
ma per come si combina sembra ne abbia sessanta. Solo tailleur, gonna e
pantaloni, camicia, e ricomincia. Non è una donna,
è un robot”
“Hugo smettila di
parlare come se lei non ci fosse”
“E sai che quando esce
col marito per qualche evento, non indossa mai un Lombardi? Non ha mai
voluto
indossare un abito disegnato da me! Sempre e solo Bettina Espitz
… Eppure sono
io lo stilista dell’Ecomoda … dovrebbe fare
pubblicità ai miei abiti!”
“Ora basta signor
Lombardi” intervengo io “ è vero che non
ho mai indossato un Lombardi, ma è
successo perché ho sempre pensato di non essere abbastanza
bella per i suoi
modelli come lei mi ha sempre accusato in questi anni, ma va bene,
visto che la
mette su questo piano accetto di collaborare con il Signor Castro, se
è
necessario per la salvezza della sua reputazione
internazionale!”
Oddio Armando si
infurierà come una belva.
“Signor Castro” mi
rivolgo a Stefan “sarò lieta di essere a sua
disposizione nei prossimi giorni
per questo nuovo look, adesso però per favore uscite
perché devo lavorare”
Mentre escono sento
Stefan che dice a Ugo di avere esagerato con me e poi non li sento
più. Non
posso crederci! Ho accettato d’impulso, ora devo cercare di
risolvere questo
problema il prima possibile.
Avevo pensato di
pranzare con le ragazze ma cambio idea e vado alla ricerca di Armando,
devo
comunicargli questa novità! Chissà come la
prenderà. Entro nel suo ufficio, sta
parlando al telefono. Quando chiude la telefonata gli chiedo di
abbracciarmi.
“Devo dirti qualcosa
che non ti piacerà!”
“Devo preoccuparmi?”
mi guarda negli occhi e capisco che si riferisce a qualcosa che
riguarda la mia
salute. “ No niente di grave, niente a che fare con la salute
…. È che devo
rifarmi il look. Me lo ha ordinato Hugo Lombardi!”
“Cooosaaa?”
“ Si è entrato nel mio
ufficio come una furia con Stefan Castro e ha detto che se non voglio
farlo
sfigurare a New York devo rifarmi il look.”
“Adesso vado a
licenziarlo”
“Lo sai che non puoi ….
andiamo a pranzo assieme e ti dico tutto”
Quando torniamo dal
pranzo Armando è furioso con Hugo. Per tutto quello che mi
ha detto e anche
perché dovrò stare a stretto contatto con Stefan
Castro. Armando si è convinto
che quest’uomo provi qualcosa per me ma non è
vero. Sono in difficoltà. Per me
non è mai stato facile parlare del mio aspetto fisico, anzi
al contrario.
Ricordo che quando ero a Cartagena ho dato molto da fare a Catalina per
cambiare il mio aspetto. Ero impaurita, sconvolta, distrutta da quello
che
Armando e Mario mi avevano fatto, soprattutto Armando e ricostruire la
mia
immagine è stato un modo per ricostruire me stessa.
Bussano alla
porta. È
Stefan Castro. Chiede se può entrare.
“Avanti signor
Castro.”
“Betty, mi scuso con
lei per Hugo”
“Non ce n’è bisogno!
Lo conosco ormai da tempo!”
“Si ma …. Vabbè … se
dobbiamo lavorare insieme non possiamo darci del tu?”
“ Hai ragione Stefan,
diamoci pure del tu!”
“Volevo dirti, che io
ti capisco. Capisco le tue perplessità sul fatto di cambiare
aspetto, ma
cambiare non è necessariamente un male”
“ Lo so. Hugo ti ha
già raccontato che hai davanti una racchia trasformata in
passabile …”
“Betty” mi interrompe
“prima di tutto non si affatto passabile. Tu sei bellissima
anche se ancora non
lo sai! Sai cosa ho pesato la prima volta che ti ho visto? Chiaramente
il mio è
un parere professionale. Ho pensato che sei una donna bellissima e
nascosta.
Tendi a celare la tua femminilità, dietro queste giacche
informi. Trasmetti
serietà professionale e rigidità, interiore.
Scommetto che hai avuto una
infanzia difficile a causa del tuo aspetto”
“Come fai a saperlo?”
“E’ il mio lavoro
bambina?”
“Bambina?”
“Ah ah ah ah… è il mio
modo di dire! Comunque sei convinta che nemmeno tuo marito pensi che tu
sia
bella”.
“Non ho mai detto
questo …. Di certo mio marito sa che non sono bella, lui si
è innamorato di me
quando ero bruttissima”.
“Betty tu non sei mai
stata brutta, al massimo malvestita. Esci di lì e fai un
giro su te stessa,
davanti a me” mi invita ad abbandonare la scrivania. Eseguo
gli ordini.
“Taglia quarantadue,
fisico asciutto dopo due gravidanze … invidiabile”
“Faccio regolarmente
palestra da sei anni. Io e Armando facciamo palestra e i bambini
piscina … è un
modo per stare assieme e per fargli fare sport!”
“Ottima idea”. Mi si
avvicina. “Posso chiederti di toglierti gli
occhiali?” Io ubbidisco e lui mi fa
sedere su una sedia. Mi prende i capelli sono sciolti e se li
attorciglia
intorno alle dita. “Non sei una liscia naturale
vero?” mi chiede.
“Effettivamente no, ma
non sono nemmeno riccia, sono mossa naturale e allora faccio il
trattamento
chimico per stirare i capelli”
“Sbagli… dovresti
lasciarli naturali. Infatti so già quale abito di Hugo
indosserai per l’evento
di New York.. e so anche come acconciarti i capelli”
Improvvisamente si
sente un rumore fortissimo nello stanzino che mette in comunicazione il
mio
studio e quello di Armando. Immagino che sia opera di Armando che mi
spia dal
suo ufficio. Ma faccio finta di niente per non imbarazzare Stefan.
“Sarà caduto qualche
fascicolo! Dopo lo prendo” dico.
“Bene… allora come
prima cosa penso che dovresti toglierti gli occhiali e indossare delle
lenti a
contatto, domani andiamo dall’ottico!”
“Ok!”
“Ora vado perché ho da
fare con Hugo, ci vediamo domani mattina! Farò emergere la
tua femminilità e la
tua sensualità. Ciao Betty!”
Non passano nemmeno
trenta secondi da quando Stefan è uscito che entra Armando!
Oddio è rosso come
un peperone e sta per esplodere.
“Amore respira
regolarmente … stai per esplodere!”
Mi fa sorridere.
Immagino che l’unica cosa che lo faccia sentire meglio adesso
sarebbe
preferibilmente prendere a pugni Stefan o devastare lo studio oppure
urlare
contro qualcuno. Lo guardo. Dio quanto lo amo! È sempre
più bello lui… anche se
è leggermente brizzolato non ha perso nemmeno un briciolo
del suo fascino.
Continua a non parlare. Allora so come distrarlo. Inizio a baciarlo.
All’inizio
lui rimane rigido ma poi mi stringe forte a se, quasi come a
stritolarmi e
ricambia con foga il mio bacio. Vorrei dirgli che per me non esiste un
luogo
più sicuro delle sue braccia ma non ne ho modo.
Avremmo bisogno di
stare un po’ da soli … ma per adesso non possiamo
perché siamo pieni di lavoro.
Quando smettiamo di baciarci mi dice:
“Sono geloso Betty, geloso. Non provavo più niente
di simile da quando ho
picchiato Nicolas sotto casa di Inesita”
“ Ma non devi. La tua
gelosia è immotivata” gli rispondo
“Lo so, ma sono geloso
lo stesso”
“Che ne dici se
andiamo a casa? È tardi per restare ancora qui!”
“Ok!”
Quando arriviamo a
casa troviamo i miei genitori e Marisa che si occupano dei bambini. Mia
mamma
non vuole che prendiamo una governante perché dice che
finchè c’è lei in casa,
nessuno prenderà il suo posto. Sono la sua unica figlia e la
mia famiglia è la
sua famiglia, quindi non cambia niente. Questa sera però
capisce che è il caso
di ritirarsi perché Armando è molto nervoso,
così lei e mio padre vanno via
presto.
Dopo aver cenato e
messo a letto i bambini, Armando mi segue in camera e mi dice:
“Vorrei che facessimo
una discussione molto seria sul tuo cambio di look, per me non
è necessario che
tu cambi look, io non penso né che tu sia brutta,
né che la tua immagine di
serietà sia una cattiva immagine, quindi per quanto mi
riguarda puoi benissimo
restare così”
“Davvero?”chiedo
“Si davvero Betty,
perché ti stupisci?”
“Non mi stupisco …
vorrei sapere cosa ne pensi veramente!”
“Secondo te cosa
dovrei pensare?”
“Non lo so … dimmelo
tu. Sai bene che questo è per me un argomento molto
doloroso”
“Perché ne stiamo
parlando?”si altera lui
“Perché tu ne vuoi
parlare … hai iniziato tu!”
“Bene, per me è
inaccettabile che questo Stefan qui, venga da te e ti dica che
farà emergere la
tua femminilità e la tua sensualità!”
“Tu sei un esperto,
anzi diciamo ERI un esperto al riguardo … dimmi secondo te
sono femminile e
sensuale?”
“Non posso credere che
tu mi stia facendo questa domanda!Dovresti conoscere la
risposta” ribatte lui
“E tu davvero pensi che io penso che tu sia brutta ma che per
qualche maledetto
motivo mi vai bene lo stesso?”
“Si” ammetto
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Capitolo 5 *** Armando ***
Voglio urlare,
ma poi
sveglierei i bambini. Io e Betty non abbiamo mai fatto una discussione
del
genere perché eravamo troppo impegnati a vivere per farla.
Però prima o poi
tutti i nodi vengono al pettine.
“Dici sul serio? Non
posso crederci! E sei consapevole del fatto che il maledetto motivo per
cui
andrebbe bene lo stesso è che ti amo” fa cenno con
le dita come di voler
virgolettare le parole.
“Si”
“Smettila di dire si”.
Sapevo che oggi non sarei dovuto entrare nello stanzino ed ascoltare
quello che
dicevano, avrei evitato questa discussione. Ma ci sono entrato per
cercare dei
documenti e poi li ho sentiti ridere.
“Armando …”
“Non lo dire, non lo
dire. Non so quante volte devo scusarmi per quello che ho fatto tredici
anni
fa, ma ora sono una persona diversa. Lo sono da dodici anni”
“Lo so amore mio lo
so, ma tu non capisci quello che ho sofferto io in tutta la mia
infanzia,
adolescenza, per essere come ero.”
“E quindi vuoi
cambiare look? Ma non lo hai già fatto?”
“Senti Armando” mi
dice lei “stai esagerando, si tratta comunque solo di una
serata”
“Ho i miei dubbi”
“Ma cosa non ti convince?
Tu pensi effettivamente che io sia brutta, prima non mi hai risposto
… e che
per questo gli altri non mi guardino … così tu
sei sicuro che mai ti tradirò!”
“Betty non dire queste
assurdità”ribatto io
“Non sono assurdità …
tu pensi questo”
“Ma no!”
“E invece si”
Non sopporto quando ci
azzecca a primo colpo. Di certo non è brutta ma non ha la
consapevolezza di non
esserlo. E’ una donna senza artifici. E questo mi fa stare
più tranquillo.
“ No. Io penso che tu
sia bellissima, femminile e sensuale, perché lo sei. Quel
cretino ha ragione.
Tu non ne sei consapevole e io penso che nel momento in cui lo capirai,
potresti vedere il mondo con occhi nuovi e renderti conto che hai un
idiota per
marito!”
“EH?”
“ Si è così. Quando
sei tornata da Cartagena più di una volta ho dovuto mettere
le mani alla gola
di Mario perché smettesse di fare apprezzamenti su di te,
prima di prenderlo a
pugni … “
“Non me l’avevi mai
detto!”
“E non avrei mai
dovuto farlo. Tu non sei brutta Betty. Il giorno in cui sei tornata in
azienda,
io non mi capacitavo di cosa ti fosse successo per cambiare
così e ricordo che
Mario mi chiese come mai non mi fossi accorto che eri così
bella, quando
eravamo stati assieme. E la risposta sai qual è?”
“No”
“ Ero troppo felice di
essere con te, di sentirmi felice, completo, appagato in pace, per
notare il
tuo peso..! Perché non lo capisci?”
Beatriz si avvicina a
me e mi abbraccia. Alza lo sguardo e mi dice:
“Non ho un idiota per
marito. Io ti amo davvero tantissimo, ma voglio farlo,
perché mi sento diversa.
Un’altra persona. Voglio provare. Si tratta solo di una sera
in fondo. ”
“Betty … va bene”
capitolo, “ma puoi essere sensuale e femminile solo per me.
Se quel Castro lì
si avvicina troppo lo faccio fuori. Quando è venuto Michel
la prima volta, mi
ha distrutto sentire le ragazze della banda, dire che lui aveva avuto
una parte
fondamentale nel tuo processo di cambiamento. L’idea che tu
potessi cambiare
per lui mi faceva impazzire. Avrebbe significato che nel tuo cuore non
c’era
più posto per me. ”
“Non sono cambiata per
Michel” mi risponde lei “ma per me stessa,
perché sono diventata più forte. E
adesso mi sento ferita, non da te, dal tumore, se cambio non significa
che
qualcuno prenderà il tuo posto nel mio cuore.
C’eri tu allora, ci sei tu
adesso. Tu e solo tu.” Inizio a baciarlo appassionatamente e
lui risponde
quando Roberto abbracciato al suo peluche entra in camera dicendo
“Mamma, posso
dormire con te e papà?”. I tentativi di
dissuaderlo sono del tutto inutili.
Quando dormirà nel suo letto questo bambino???
Nei giorni seguenti,
inizio a intravedere i cambiamenti di Betty. Non porta più
gli occhiali ma
questo non mi impressiona perché io l’ho vista
infinite volte senza occhiali.
Il suo trucco è più sfumato, le sue giacche
più corti e i capelli più mossi. Mi
ricorda molto quando è andata a cena con Daniele Valencia!
Meglio non
ricordarlo. Ma era davvero molto bella all’epoca. E Lo
è tuttora. Devo
ammettere che questo Stefan Castro sta facendo un ottimo lavoro.
Alla fine, i miei
genitori saranno a Miami per la settimana della moda e ci hanno
invitato a casa
loro a trascorrere lì una settimana per poi festeggiare il
settantesimo
compleanno di mio padre. Quindi non potremo esimerci
dall’essere presenti. Per
l’occasione pare che mia madre abbia seppellito
l’ascia di guerra con mia
sorella e suo marito e saranno entrambi presenti alla festa.
Effettivamente per
me e Betty è perfetto così perché
possiamo lasciare Camilla e Roberto ai miei,
arrivare a New York per la nostra sfilata e vari eventi e poi stare in
santa
pace per quattro giorni almeno. A New York ci aspetta Gabriela. Ha
già disposto
tutto.
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Capitolo 6 *** Betty ***
Finalmente si
avvicina il giorno della partenza per New
York.. prima scalo a Miami per noi e poi New York. Le ultime settimane
sono
state cariche di lavoro e di stress, così dopo la sfilata
resteremo una
settimana circa dai miei suoceri per celebrare anche il settantesimo
compleanno
di Roberto. Armando è stato esemplare. Ha assistito al mio
cambiamento di look
con grande sicurezza. Non ha dato a vedere che ne stesse soffrendo. Lo
amo
tantissimo. Domani sera vedremo definitivamente cosa hanno preparato
Stefan e
Hugo per me, perché neanche io lo so. Stefan dice che da
vero stilyst lui ha
scelto per me ed io dovrò solo indossare e lasciarmi
truccare e pettinare. Ha
curato anche il look di Armando, cosa che ha fatto imbestialire mio
marito, ma
ha dovuto cedere. Per lui ha preparato uno smoking molto bello e
moderno.
Adesso siamo
sull’aereo per New York. Abbiamo lasciato Cami e Roberto a
Miami. Stringo la
mano di Armando. Stiamo andando a New York e non per fare un controllo.
Se
penso ai giorni che abbiamo trascorso lì in attesa dei
risultati non posso che
amarlo ancora di più di quanto lo amo se possibile. Abbiamo
trascorso molto
tempo insieme, abbracciati sotto le coperte perché io avevo
dolore, poi a
piangere, poi un giorno mi ha chiesto se volevo uscire e mi ha portato
al
Central Park. Ci siamo seduti su una panchina e ci siamo riscaldati
sotto i
raggi di un pallido sole. Poi siamo andati a mangiare, abbiamo visitato
quasi
tutta la città, perché lui voleva impedirmi di
fare cattivi pensieri, chiusa in
albergo e poi mi ha portata da Tiffany e mi ha regalato un anello
bellissimo
che indosso solo in occasioni particolari. Domani sarà una
di quelle. Lo sento
sospirare e so che sta pensando anche lui a questo. Ma ha ragione lui.
Dobbiamo
andare avanti. Dobbiamo guardare avanti. Dobbiamo vivere.
Il Fashion Group ci ha
prenotato una fantastica suite al Ritz. Arriviamo alle dieci circa. Ci
aspetta
Gabriela. Lasciati i nostri nomi ed espletati tutte le carte siamo
liberi di
andare in camera. Siamo ancora nella hall quando una donna chiama
Armando.
“Armando Mendoza sei
proprio tu?” esclama questa donna “Non mi
riconosci, sono Tatiana Lorrio”.
Armando è in evidente imbarazzo. “Tatiana! Cosa ci
fai qui?”
“Come cosa ci faccio?
Lavoro per la settimana della moda! Da quando tempo non ci vediamo?
Almeno
tredici anni! … C’è anche Mario con te?
In che stanza sei? Potrei venire a
rinvangare il passato che te ne pare?” si avvicina a lui con
fare ammiccante.
Armando non sa che
dire di fronte a questo fiume di parole. Io non so se essere divertita
o
arrabbiarmi. Di certo non si aspettava di trovare una delle sue circa
seimila
ex. Una tra le tante avventure della sua vita prima di me. Una di
quelle tante
con cui tradiva Marcela Valencia. Si gira verso di me in cerca di aiuto
quando
ecco che arriva Adriana Arboleda e viene a salutarci.
“Betty, Armando …
siete arrivati! Come state?”
La bacio e le chiedo
come stia. Adriana è una delle mie più care
amiche adesso. Chiede a Tatiana se
mi conosce ma la poveretta dice di no. Adriana di corsa va via
Mi presento da sola.
“Sono Beatriz Pinzon Mendoza, la moglie di Armando e la
Presidente di Ecomoda”
con un tono che significa “Vuoi continuare a lavorare?
Aria”
“Armando” ribatte la
modella “non sapevo che ti fossi sposato, ma in effetti per
non avere più tue
notizie non poteva che essere avvenuta una catastrofe del
genere”
“Si”
intervengo io con un sorriso “sono io la
catastrofe che l’ha tolto dal mercato molti anni fa
… abbiamo anche due figli”
“Sentite” dice Armando
“possiamo raccontarci le nostre reciproche vite per pranzo
ok? Ora vorrei solo
farmi una doccia per riprendermi dal viaggio e mangiare
qualcosa”.
Arrivati
nella nostra
suite, Armando si toglie la giacca e fa una perquisizione.
“Via libera”
annuncia. “Nessuna delle mie ex è qui! Solo mia
moglie.”
"Sei fortunato! Se
qualcuna delle tue ex volesse vendicarsi di te non saprei come
proteggerti!”
“Senti dottoressa
Mostro, fino a che ora siamo liberi? A che ora arriva trucco e
parrucco?”
È il suo modo di
chiamare Hugo e Stefan. “ Fino alle 17.30,
perché?”
“La sfilata è domani
giusto? E Il famigerato cocktail stasera.”
“Si”
“Ma fino alle 17.30
non devi fare niente giusto?”
“No, della sfilata si
occupa Hugo. In teoria siamo liberi”
“Non solo in teoria,
anche in pratica. Quali sono i tuoi piani??”
“Nessun piano. E tu?”
“Intendo approfittare
del fatto che Roberto non c’è!”
“Roberto?” chiedo
dubbiosa
“ Si nostro figlio
Roberto non è qui” e con un cenno del capo indica
il lettone prima di baciarmi.
Non posso resistere e
lo assecondo.
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Capitolo 7 *** Armando ***
Non trascorrevo
delle
ore in pace da solo con mia moglie da almeno cinque mesi. Da solo, in
pace con
mia moglie, in un letto, senza pensieri.
Voglio dire, con tutto
lo stress di questo ultimo periodo non abbiamo avuto tempo di staccare
da tutto
e da tutti come stiamo facendo adesso, senza fretta, lavoro da
recuperare,
bambini che vogliono mamma e papà! Solo io e lei. Per sette
ore, negli ultimi
cinque mesi. Vorrei poter cancellare l’angoscia che abbiamo
vissuto, il dolore
che abbiamo provato, ma siamo andati avanti. Ed ora eccoci qui. Betty
si agita
tra le mie braccia e apre gli occhi. “Che ore
sono?” domanda.
“Presto” rispondo.
“Manca ancora mooolto tempo”
“Tanto non me lo
diresti vero?” scherza lei abbracciandomi più forte
“Se lo sai, perché me
lo chiedi? No ti lascerò andare con quelli
lì… al momento la tua femminilità e
la tua sensualità servono qui a me!” sorrido
“anzi a ben pensarci mostro, servono
a me e solo a me, sempre, non solo in questo momento”. Mi
volto verso di lei e
ricomincio a baciarla e ci copro con il lenzuolo.
Verso le quattro e
trenta siamo scesi al ristorante giusto per fare uno spuntino.. io
avevo una
fame da lupo, mentre Betty ha preso solo una macedonia di frutta. Siamo
seduti
a un tavolo. È
incredibile quanto sembri
più giovane con i suoi lunghissimi capelli mossi e senza gli
occhiali. La cosa
mi infastidisce, perché noto che alcuni uomini si girano ad
osservarla da
quando siamo entrati. Però voglio essere tranquillo,
rilassato. Non voglio
prendermela. Tra meno di un’ora inizierà un
pandemonio.
“A che pensi?” mi
chiede mia moglie
“ A te ovviamente”
rispondo
“ Ah si? E a qualcosa
in particolare?”
“Mi piacciono i tuoi
capelli mossi… ti stanno molto bene!”
“Davvero pensavi a
questo?”
“Si e no. Sono felice
di averti sequestrato questa mattina, di aver passato del tempo con te,
sono
curioso di vedere cosa ha pensato il genio del male per il tuo look e
mi
piacciono i tuoi capelli mossi. E tu a che pensi?”
“Io” si commuove Betty
“ ho pensato al fatto che ringrazio il cielo di essere stata
sequestrata da te.
Non te l’ho mai detto ma avevo il timore che tu dopo la mia
operazione potessi
essere, diciamo inibito, nei miei riguardi”
Mi innervosisco “Betty
è davvero offensivo che tu pensi questo di me!”
“Non ti arrabbiare” mi
chiede “ il fatto è che tu non sai che rapporto ho
io con il mio corpo e cosa
ha significato farmi operare al seno. Sono io che mi sento a disagio.
Forse
devo ammettere che tutta questa storia del nuovo look mi ha un
po’
scombussolato. In fondo non c’era niente che non andasse nel
mio vecchio look!”
“Ormai è troppo tardi”
dico e indico Hugo e Stefan che si avvicinano a noi con due
porta-abiti.
Fatti i convenevoli
del caso, Stefan Castro chiede a mia moglie chi le abbia lavato i
capelli.
“Nessuno, li ho lavati
sotto la doccia” risponde e si gira verso di me cercando di
non strozzarsi col
succo perché in realtà glieli ho lavati io. Sarei
curioso di sapere se abbia
qualcosa da ridire su come faccio lo shampoo!
“Bene, il parrucchiere
te li sistemerà di certo” aggiunge lui
… “Vogliamo andare in camera a
prepararci?”
Passo due ore di
inferno, in cui vengo praticamente cacciato dalla mia suite. Vedo
entrare e
uscire una processione di parrucchieri, truccatori,
camerieri… sembra di
assistere alla preparazione di Cenerentola per il ballo. Tranne che
Betty il
principe già l’ha trovato, sposato, fatto figli
eccetera eccetera. Ad un certo
punto vengo chiamato in causa. Devo prepararmi pure io. Indosso il mio
smoking.
Vorrei fare una scenata a Hugo, vorrei prendere a pugni Stefan per come
si sta
muovendo attorno a Betty, mentre invece chiamo mia madre per parlare
con i miei
figli. Magari
mi calmo.
Vengo spedito nella
hall dell’albergo, perché sono
d’impiccio e troppo agitato. Quando Betty sarà
pronta scenderà con l’ascensore.
E tutto per qualche copertina che possa rendere merito a Hugo Lombardi
e certo
anche all’Ecomoda, ma per queste pagliacciate ci sono le
modelle, non di certo
mia moglie.
All’improvviso, quando
siamo già in ritardo, la vedo arrivare e resto senza parole.
È davvero
bellissima. Non trovo le parole per descriverla. Indossa un abito nero
di pizzo
con lo scollo a barca che segue l’andamento naturale del
pizzo stesso, lungo
fino ai piedi dove va un po’ ad allargare. Le cade
perfettamente addosso, per
fortuna sotto il pizzo c’è la seta nera che le
copre il corpo ma non le braccia
che sono avvolte nel pizzo e basta. Hugo le chiede di girarsi ed
è allora che
vedo che la schiena come le braccia è coperta solo dal pizzo
in un effetto nude
look! Bevo un sorso di champagne. E i capelli? A ricci grandi,
morbidamente
raccolti in uno chignon basso. Non sembra nemmeno truccata, solo un
filo di
rossetto le risalta un po’ la pelle. Non mi sembra di vedere
mia moglie! Dov’è
Betty? Devo riconoscere che quando Castro intendeva far emergere
sensualità e
femminilità diceva letteralmente!
“Armando!” mi dice
Hugo “riprenditi! Si effettivamente fino ad oggi tua moglie
si era fatta
consigliare male per il suo look … ma guardala stasera
… è uno schianto!”
Hugo si rivolge a
Betty “ Mi raccomando signora Presidente, cerchi di non avere
incidenti su
quelle fantastiche scarpe, tacco dodici!”
“Betty” le dice quel
Castro “il modo migliore per essere naturali e non avere
problemi di alcun tipo
è ricordarsi che io ho solo tirato fuori quello che sei
dentro. Dentro di te
c’è questa Betty, che chiede solo di uscire fuori
… ed è arrivato il momento”.
Sono davvero senza
parole, quando saliamo in taxi per andare al Rockefeller Center dove
è prevista
questa cena, lei mi chiede cosa me ne pare.
“Non so cosa dire, sono così
sorpreso, sei davvero un’altra. Sei
bellissima”
“Grazie, anche io mi
sento un’altra stasera”.
Nella
sala dove si
svolge la nostra cena sono stati preparati tavoli per circa
centocinquanta
persone. Quando arriviamo, mi sento tutti gli occhi puntati addosso
come se
tutti guardassero Betty. Per mia fortuna, o sfortuna, veniamo raggiunti
da
Mario Calderon e Gabriela.
“Ciao Betty, Armando”
ci saluta Gabriela
“Mario cosa ci fai
qui?” chiedo
“Ciao Tigre, salve
Betty” dice lui “mi hanno chiamato dal Fashion
Group, devo essere presente e
poi domani ho una riunione con loro”.
“Bene ragazzi” ci
interrompe Gabriela “a questi eventi c’è
una sola regola, mai stare uniti,
quindi adesso mi fate il favore di separarvi.” Prende Betty
per mano “Tu Betty
vieni con me, devo presentarti il Presidente della Fashion&Moda
Corporation
e il responsabile del commercio per la Florida e quello dello Stato di
New
York”, la prende sottobraccio e si avviano.
“Devo bere qualcosa”
dico a Mario
“Tigre” mi dice “ti
ricordi che una volta hai definito tua moglie un
rettilineo?”. Vedo Mario
guardare Betty e voglio prenderlo a pugni. La metà delle
sciocchezze che ho
commesso sono per causa sua. E ora lui la sta guardando con gli occhi
spalancati. Come la guardammo quando tornò
all’Ecomoda. “Questa donna” continua
lui “ riesce sempre a sorprendermi …”
“Non una parola Mario,
non una parola” lo interrompo io
“ Sai bene che se non
sapessi che è tua moglie ci starei già provando
con lei!”
“Mario… vuoi che ti
spacchi la faccia?”
Dopo
tre ore sono
ancora qui che non vedo l’ora di andare via. Ho fatto del mio
meglio per non
sembrare scorbutico con tutti e ho cercato anche di non ubriacarmi. In
realtà
sono rimasto piacevolmente stupito dal notare che Betty era proprio a
suo agio
anche con il suo nuovo look. E’ radiosa. Chissà
perché mi ero convinto che
sarebbe stata molto più vanesia. Invece no. Betty
è Betty. L’ho sentita
discutere di economia con un politico di cui non ricordo il nome ed
è stato il
momento più sexy di tutta la mia serata. Lei non era affatto
d’accordo con
quello che stesse dicendo il tizio, e ribatteva con una sicurezza e una
compostezza, molto diverse da quelle che usa di solito con me quando
non siamo
d’accordo su strategie di vendita. Da un lato sono
immensamente orgoglioso di
lei, sono orgoglioso di mettere in chiaro agli uomini stasera presenti,
che
questa donna bellissima e intelligentissima è MIA moglie.
Dall’altro so che se non
voglio fare la figura del cretino, né farla fare a lei, devo
accettare che
tutti gli uomini presenti le ruotino intorno. Praticamente non le ho
staccato
gli occhi di dosso per tutta la sera … così come
hanno fatto anche altri due
tizi di cui non ricordo il nome.
Sono al bar, ho
chiesto un whisky quando vengo raggiunto da Mario
“Tigre, come va?” mi
chiede “stai sopravvivendo ad una cena lontano da
lei?”
“Calderon ….” dico con
uno sguardo infastidito …. “non mi
tormentare”
“Tua moglie ha
conquistato tutti!” ci giriamo a guardarla mentre parla con
un tale del Fashion
Group. Intercetta il mio sguardo e mi sorride per la millesima volta
nella
serata.
“Sai” continua
Mario “Anche
se l’artefice della vostra
storia sono io, non avrei mai pensato che ti avrei fatto sposare con una donna che
da autentico mostro
si è trasformata in un autentico … cigno! Che
fosse intelligente lo sapevamo
entrambi, ma guardala stasera, è completamente a suo agio,
non è inciampata
neanche una volta, ha sostenuto sempre discussioni intelligenti senza
mai
perdere terreno, è certamente una delle donne più
eleganti della serata ….
Dovrei aprire un’agenzia matrimoniale e tu dovresti
ringraziarmi!”
“ Calderon … ti
ricordi o no che Betty ti odia?”
“Suvvia non
esageriamo, prima mi odiava, ora mi tollera un minimo. Ciò
non cambia le cose!”
“Hai ragione” dico io
“grazie Mario per avermi costretto a usare Betty per tenermi
l’Ecomoda”brindo
contro il suo bicchiere.
“Senza di me Tigre” mi
ribatte lui “non avresti mai avuto il coraggio di avvicinarti
a lei. Non
avresti avuto Camila e Roberto, o almeno non li avresti avuti da lei.
Saresti
sposato con Marcela Valencia e saresti infelice e pieno di amanti ma
almeno i
tuoi genitori sarebbero contenti … e devo dire che anche a
me sarebbe piaciuta
l’idea di vederti pieno di amanti, almeno avrei avuto un
compagno di avventure …
invece ora sei monogamo e felice”
“ Per merito tuo” gli
ricordo “tutto per merito tuo. Calderon stai dicendo un sacco
di sciocchezze”.
Poso il bicchiere sul bancone e mi avvio verso di
Betty. Va bene stare in tavoli separati durante la cena, va bene fare
pubbliche
relazioni, ma quando è troppo è troppo. Mi
avvicino a Betty e le poggio
delicatamente una mano sulla schiena, lei si gira sorridendomi e mi
introduce
nel gruppo con il quale sta parlando.
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Capitolo 8 *** Betty ***
Finalmente vedo
Armando avvicinarsi. Quando mi tocca la schiena con la sua mano calda
sento un
brivido lungo la spina dorsale. Siamo stati separati praticamente tutta
la sera
anche se il suo sguardo non mi ha abbandonato mai. E’ stato
piacevole avere i
suoi occhi addosso come una carezza gentile. Ho conosciuto un sacco di
gente di
cui non ricordo il nome. Con
qualcuno ho
avuto delle discussioni di economia, ma l’unica persona con
cui volevo parlare
era lui e non ci sono ancora riuscita. So che è agitato.
L’ho visto bere un
paio di volte. Vorrei dirgli di stare tranquillo ma ancora non posso.
Mi
allontano con una scusa dal mio gruppo e lo trascino con me.
“Tra poco potremo
andare via” gli dico.
“Si, finalmente si” mi
risponde lui.
“Andiamo fuori? Su un
balcone?”
“Betty ma sei
impazzita??! È febbraio, siamo a New York,
congeleremo” si avvicina e mi fa una
carezza “Cosa succede Mostro?”
“Vorrei che mi
abbracciassi, ma qui è sconveniente” gli rispondo
“E chi l’ha detto?”
“Il galateo!”
Armando mi prende per
mano e mi porta verso la toilette. C’è un
po’ di fila. Si gira verso di me e mi
abbraccia.
“Qui non ci sono
problemi”mi dice mentre facciamo la fila abbracciati.
E’ così bello stare tra
le sue braccia, con la sua mano che vaga sulla mia schiena, con la mia
testa
appoggiata a lui. Non posso dirgli che questo è un abbraccio
di felicità. Che
sono felice di me stessa, del fatto che tutto è andato per
il meglio. Che non
ho fatto nessuna gaffe. Non ho messo in difficoltà nessuno.
Mai e poi mai nella
vita avrei pensato di vivere una serata così o di essere la
persona che sono
stasera. Per questo ho bisogno delle sue braccia. Di trovare rifugio in
lui,
anche se so che discuteremo. Però intanto è qui.
“Va tutto bene Betty”
mi dice come se mi leggesse nel pensiero “è andato
tutto bene!”
Quando stiamo per
andare via ci raggiunge Gabriela con un invito per domani sera.
“Ragazzi, questo è un
invito per la sfilata di Valentino e per il party che segue”
ci dice
Armando risponde
abbastanza infastidito “No, un altro party no”
“Armando non potete
rifiutare. Questo non è un party qualsiasi. È
Valentino, praticamente il dio
della moda internazionale. Durante la sfilata faranno un omaggio al
signor
Garavani che sarà presente con un alcuni dei più
bei modelli del suo rosso
valentino, e al party proprio in omaggio a questo tutte le donne
vestiranno con
un rosso valentino. Questo è un invito esclusivo…
quindi dovrete andarci. È
esteso anche a Hugo Lombardi”
“Ma domani c’è la
sfilata di Hugo” dico io “come facciamo,
sarà una giornata super stressante”
“Betty” mi dice
Gabriela “andrà tutto bene. Chiama Stefan castro e
chiedigli di procurarti un
abito rosso valentino e ci sarà Anna Wintour di Vogue
America”.
Ok! Adesso sono
terrorizzata.
Mentre
ero sul taxi ho
chiamato Stefan e gli ho detto che avrebbe dovuto procurarmi un vestito
rosso
valentino per il party. Improvvisamente sono stata colta da uno stato
di
agitazione incredibile. Anche se so che tutto è stato
preparato molto prima fin
nei minimi dettagli, mi sentirei molto più sicura se con noi
ci fosse Catalina.
Purtroppo sta curando il Bogotà Fashion e ci siamo dovuti
accontentare di uno
dei suoi collaboratori migliori. Lei se ne è privata per me
e per questo dovrei
ringraziarla, ma Gabriela mi ha messo in agitazione. Adesso non ho
tempo di
pensare ad altro. Domani mattina dovrò svegliarmi molto
presto per organizzare
il tutto. La nostra sfilata è alle tredici. Dovremo arrivare
molto presto al
Lincoln Center. Arriviamo in albergo
e
Armando cerca di calmare la mia agitazione.
“Betty dovresti stare
tranquilla, sai bene che è tutto organizzato nei minimi
dettagli. Sai bene che
prima di domani mattina non era possibile avere lo spazio disponibile.
Ma a
Bogotà abbiamo fatto tante di quelle prove, abbiamo
praticamente ricostruito la
sfilata che è impossibile che qualcosa vada storto!
Andrà tutto bene. Fidati.”
“Non riesco a stare
tranquilla” gli rispondo
“E invece dovresti…
andrà tutto bene”
“Meno male che Mario
Calderon è qui” sento la mia voce dire
“Coooosa?”mi chiede
mio marito
“Si … in effetti stavo
pensando che vorrei che riprendesse il suo ruolo di direttore
marketing”
“Tutto questo perché
dovremo andare al party di Valentino?”
“No certo che no!” gli
rispondo “ già da mesi Nicolas chiede un direttore
marketing perché dice non
possiamo fare tutto da soli ed in effetti ha ragione …
secondo te a chi dovrei
proporlo? E poi è anche un azionista
dell’Ecomoda.”
“Ma dovrebbe
licenziarsi dal Fashion”
“Sai bene che la sua è
una collaborazione, lunghissima e remuneratissima collaborazione
… non so come
ci sia riuscito in questi dieci anni ma è innegabile che
abbia svolto un buon
lavoro”
“Ok, domani mattina
gli parlo” mi interrompe Armando “ e gli dico che
per l’occasione deve
occuparsi degli acquirenti internazionali della sfilata, tanto conosce
la
maggior parte. Ormai con il Fashion ha le conoscenze giuste”
“Ne sarei molto
felice!”
“Va bene, adesso
mostro possiamo dormire?”
“Se riesco a togliermi
questo vestito senza dover chiamare Stefan si!”
“Ci penso io”mi dice
lui.
Qualche ora dopo
La
nostra sfilata sta
avendo un successo enorme. Tutto sta andando per il meglio. Aveva
ragione
Armando. Stamattina ci siamo svegliati molto presto, siamo arrivati al
Lincoln
Center e abbiamo sistemato tutto.
Un
Hugo isterico ha fatto le prove con le sue modelle e verso mezzogiorno
anche io
sono stata requisita per prepararmi. Indosso il vestito che hanno
preparato per
me, un Lombardi naturalmente, un tubino fasciante fino al ginocchio con
maniche
lunghe, color carta da zucchero. Molto semplice. Praticamente sono
totalmente
coperta, non ha nemmeno uno scollo se non quello del collo, ma la
particolarità
dell’abito sta nel fatto che in controluce brillano i micro
swarovski che ci
sono cuciti. Guardandolo attentamente mi rendo conto che è
un vestito stupendo.
Vengo raggiunta da
Armando. Sorride da orecchio a orecchio. Tutto sta andando per il
meglio, i
compratori sono entusiasti dei modelli di Hugo. Alla fine della sfilata
c’è un
piccolo evento organizzato da noi, soprattutto per permettere ai
compratori di
vedere a vicino i nostri modelli. Per la prima volta sfiliamo a New
York e
tutto sta andando bene! Stiamo ricevendo un sacco di complimenti e ci
stanno
facendo molte interviste. Soprattutto a Hugo, chiedono se è
l’erede di Oscar de
la Renta. È felicissimo!
“Alle sei vado alla
sfilata di Armani” mi dice Armando mentre sento
l’intervista di Hugo
“Che cosa?”
“Alle sei vado alla
sfilata di Armani, ho ottenuto un invito grazie a Kennet” mi
dice
“Armani? E da quando
ti interessa Armani?”
“Posso confessarti un
segreto? Io adoro le sue giacche, ne comprerei a
gogò… ma la pazza lì, se solo
facessi una cosa del genere e rinnegassi il suo genio artistico si
licenzierebbe su due piedi!”
Rido fortissimo, quasi
non riesco a trattenermi “ E perché non me lo
avevi mai detto? In effetti hai
ragione, le giacche di Armani sono assolutamente favolose”
“Betty … ho
l’occasione di andare a vedere una sfilata dal vivo
… non voglio perdermela”
“Ok! Io andrò in
albergo per prepararmi per la sfilata di stasera e il party,
farò tutto
correndo”
“Va bene … io devo
indossare un altro smoking vero?”
“Si, un Lombardi
naturalmente”.
La sfilata di
Valentino è una delle più belle che abbia mai
visto. Sebbene non sia più lui lo
stilista, nella sua maison non è mai venuto meno il suo
stile di classe,
inconfondibile. Resto totalmente affascinata quando per fare un omaggio
allo
stilista, presente alla sfilata, tutte le modelle sfilano con abiti
rosso
valentino. Io stessa ne indosso uno. Alla fine, quando Valentino
Garavani sale
sulla passerella e ringrazia tutti per l’affetto che
continuano a dimostrargli,
come per magia la sala si fa buia e quando si riaccendono le luci dopo trenta secondi, una
parte di essa è
trasformata in un buffet con tavoli e candele. Che il party abbia
inizio.
Questa sera, non sono
sicura di me come ieri sera. Questo è il mondo della moda,
ieri era quello del
mondo finanziario della moda. Io di moda non capisco niente. Sono una
manager.
Questo mi mette in agitazione.
Si avvicina a me Hugo
Lombardi “Beatriz, è bellissima in questo abito,
ancora una volta Stefan è
riuscito a fare un miracolo”
In effetti il mio
abito è bellissimo. Un rosso valentino di seta, scollato
fino a metà schiena,
lungo, impreziosito da tantissimi cristalli che lo rendono molto
pesante ma bellissimo.
Ho le braccia scoperte ma qui dentro fa così tanto caldo che
sembra estate. I
miei capelli sono di nuovo liscissimi. Degli strass di brillanti me li
alzano e
fermano ai lati mentre la parte centrale è un po’
gonfia e pettinata
all’indietro.
“Si in effetti questo
abito è bellissimo” gli rispondo “non so
come ringraziare Stefan per averlo
trovato con così poco tempo di preavviso”
“Stefan è il migliore,
gliel’avevo detto”.
La serata trascorre
veloce, nel migliore dei modi. Cerco di superare il mio imbarazzo,
ricevo molti
complimenti per la sfilata di Hugo, lo stesso Armando, lo stesso Hugo.
Ad un
certo punto Hugo riesce a conoscere e presentarci il grande stilista in
persona. È davvero una serata magnifica. Devo dire che tutta
la giornata è
stata magnifica. Quello che non mi aspetto al mio rientro in albergo
è di
trovare Stefan che mi sta aspettando. Dice che deve portare il mio
abito al
negozio da cui l’ha preso in prestito entro domani mattina.
Io a dire il vero
pensavo che l’avesse comprato! Ma no, è riuscito
ad averlo in prestito da un
negozio che si occupa di vestire le star di Hollywood di passaggio a
New York.
Vado nella mia suite a cambiarmi. Armando e Stefan mi seguono. Quando
siamo
dentro vado in bagno a cambiarmi, indosso un accappatoio e accompagno
Stefan e
il suo voluminoso pacco alla porta. Quando ci salutiamo, incredibilmente mi prende il mento tra le
dita, avvicina la
sua faccia alla mia e mi bacia sulle labbra, un bacio leggero, il tocco
di una
farfalla che si fa più insistente mi dice “Beatriz
tu sei bellissima,non
scordarlo mai” e
poi va via. Sono
sconvolta quando chiudo la porta, mi sto ancora toccando le labbra con
le dita
quando vedo Armando dietro di me, con la camicia fuori dai pantaloni,
il
farfallino dello smoking sciolto e un bicchiere di whisky in mano. Ha
visto
tutto.
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Capitolo 9 *** Armando ***
Da ieri sera
avrò
rivolto a Betty circa dieci parole. Non so come ho fatto a non litigare
con lei.
Ho visto tutto. Certo che ho visto tutto e so che lei non
c’entra. Quello
Stefan le ha messo gli occhi addosso la prima volta che l’ha
vista. Questo lo
sapevo. Ed ha avuto pure il coraggio di baciarla davanti a me. Ieri
sera Betty
non faceva che dirmi “Armando dobbiamo parlare” ma
io non l’ho ascoltata, ho
solo preso il mio cuscino e mi sono coricato sul divano. Ho acceso la
tv e ho
continuato a bere. Lei offesa si è chiusa in bagno.
L’ho sentita farsi la
doccia. Si è messa comoda sul letto e ha chiamato Nicolas,
incurante del fatto
che fosse praticamente notte fonda. Nicolas le ha risposto e sono stati
a parlare
al telefono per quasi mezzora. Chissà perché,
ormai non sono geloso di lui.
Anche se dovrei esserlo … di nuovo! A parte Hermes, a parte
nostro figlio
Roberto, a parte me che diciamo siamo di famiglia, Nicolas è
l’unico punto
fermo “esterno” di Betty. L’unico altro
uomo di cui si fida ad occhi chiusi. So
bene che lei lo considera un fratello, ma vederla chiudere la porta che
separava la stanza da letto con il soggiorno della suite mi ha fatto
imbestialire ancora di più. Ho pensato che avrebbe dovuto
parlare con me, non
con Nicolas, ma già sono io che non ho voluto.
Adesso siamo in
aereo,
stiamo per arrivare a Miami. Finalmente rivedrò i miei
figli. Ne ho sentito la
mancanza. Dovrei fare pace con Betty, ma non ci riesco.
Perché dovrei dirle che
quello che mi turba non è solo il fatto che un altro uomo
l’abbia baciata, o il
fatto che abbia cambiato look, anche se oggi è tornata ad
essere quella di
sempre, quanto il fatto che sono rimasto sconvolto dalla sua
capacità di essere
se stessa. Di essere forte, di sentirsi a suo agio. Di aver affrontato
il mondo
dorato di New York con una sicurezza che sono certo nemmeno lei pensava
di
avere. È come sei lei adesso sapesse chi è. Si
è di nuovo messa alla prova e ha
vinto. Mentre io, non so chi sono. Agli inizi del nostro matrimonio, in
azienda
quasi nessuno mi prendeva in considerazione. Betty era tutto.
All’epoca ero
convinto che dovessi espiare in qualche modo per il casino che avevo
fatto e
che avere lei accanto era la mia vittoria. Io la amo per davvero come
non ho
mai amato nessuna. Sono orgoglioso di lei e dei suoi successi, ma non
sono
orgoglioso di me. Però non posso dirle che da quando Manuel
mi ha fatto quella
proposta non riesco a pensare ad altro. Voglio andare a lavorare con
lui alla
New Tech. Voglio mettermi alla prova. Voglio farlo per me stesso.
“Ti
fidi di me?”mi
chiede Betty che è seduta a fianco a me interrompendo il
corso dei miei
pensieri.
“Certo” rispondo
“E allora dimmi cosa
c’è!” si agita lei “lo so che
sei arrabbiato per il bacio di Stefan, ma non è
stato niente”
“Non sarà stato niente
per te” rispondo io “ma per lui avrà di
certo significato qualcosa. Un uomo non
bacia una donna per niente.”
“Armando” controbatte
“ di solito trovo divertente la tua gelosia, la tua folle
idea che tutti gli uomini
debbano interessarsi a me, ma stai un po’ esagerando
adesso.”
“Io esagero?” sto per
far esplodere l’aereo “Un uomo ti bacia davanti a
me, ti dice che sei
bellissima e dovrei far finta di niente??! Betty sembri non conoscermi
affatto,
ringrazia che non l’abbia ucciso”
“Va bene” ammette lei
“la cosa ha sorpreso anche me. Non me l’aspettavo.
Ma non c’è niente di
trascendentale. Stefan si è sempre comportato in maniera
impeccabile con me,
non ha mai dato a vedere di essere interessato a me in una maniera
ambigua.
Quindi penso che possiamo derubricare il fatto a semplice bacio di
ringraziamento!”
“Betty” rispondo io
“sono davvero ammirato dal tuo tentativo di minimizzare la
cosa ma non è così,
sono un uomo, so come ragionano gli uomini e se l’avessi
dimenticato sono stato
un don Giovanni da strapazzo, potrei scrivere un manuale su come
intraprendere
un’opera di seduzione”.
“Se fossi in te non me
ne vanterei” mi dice lei
“Vuoi che inizi
a ricordarmi di tutte le volte che ho dovuto coprirti con
Marcela??”
“No, non è necessario.
Ma è proprio per questo che ti dico che quell’uomo
non si fermerà ad un
semplice bacio. Oddio di fermarsi si fermerà
perché altrimenti io lo uccido”
“Armando, secondo me
ti sbagli. E poi comunque, tu lavori con me, praticamente viviamo
appiccicati
ventiquattrore al giorno, potrai renderti conto da solo che io non sono
interessata a lui. E se io non sono interessata mi sembra difficile che
possa
esserci qualcosa tra di noi!”
“Betty, tu non sai
cosa è capace di fare un uomo per
ottenere quello che vuole”
“Armando” si gira
guardandomi molto seriamente “mi stai davvero dicendo che io
NON SO cosa è
capace di fare un uomo per ottenere quello che vuole??? Cosa devono
sentire le
mie orecchie!”
Ok, ok, è vero. Questa
è stata un’uscita molto infelice da parte mia.
Anche perché sono stato io in
prima persona a farle del male per evitare che scappasse con la mia
azienda.
“Hai ragione Mostro”
le dico “non posso affermare una cosa del genere proprio io,
con te. Ma è
diverso. Il mio era una piano diabolico. Totalmente sbagliato e io
l’ho sempre
saputo e ho sempre avuto scrupoli a metterlo in atto tranne che poi mi
sono
innamorato di te sul serio. Mentre quello a cui mi riferisco per quello
lì, è
il fatto di fare di tutto per conquistarti, per farti cedere, cadere in
tentazione.”
“Non puoi parlare
seriamente!” mi fa eco lei “ In poche parole mi
stai mettendo in guardia dal
fatto che Stefan tenterà di sedurmi con tutti i mezzi,
perché tu faresti così e
che i miei sentimenti non contano nulla. Cioè il fatto che
io sia sposata, che
abbia una famiglia sono dettagli. Il fatto che io ami te e che non
voglia
tradirti sono piccoli dettagli inutili che non mi impediranno di
soccombere al
suo fascino”
“Non ho detto questo”
“A me pare di si” mi
dice lei “Insomma tu non ti fidi di me. È come se
io ti sorprendessi a baciarti
con una qualsiasi modella e siccome lei vuole sedurti con tutte le sue
forze,
devo credere che tu ti lasci sedurre senza il minimo sforzo
perché per te il
nostro matrimonio, la nostra famiglia
non contano niente. In poche parole mi stai invitando a
credere che non
è vero che mi ami.”
Ecco, lo sapevo. Ho
fatto un casino. Non avremmo mai dovuto iniziare questa conversazione.
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Capitolo 10 *** Betty ***
“Ti
fidi di me?”
chiedo ad Armando mentre siamo in volo. Improvvisamente mi viene il
dubbio che
mio marito possa pensare che io vorrei avere una relazione con un altro
uomo.
Cioè con Stefan.
La sua reazione è
naturale. Anche io se avessi visto una modella che lo baciava mi sarei
arrabbiata. Però non fino al punto di evitare di parlarne o
di dormire sul
divano. Gli ho chiesto se si fidasse di me, perché volevo
rassicurarlo, ma non
avrei dovuto farlo perché ne è nata una
discussione che si è conclusa con lui
che mi diceva tra le righe di non fidarmi di lui. Ok, è una
considerazione un
po’ forzata, ma non avevo pensato così a questo
viaggio. Volevo tanto parlare
con lui del successo che abbiamo ottenuto a New York. Sapere cosa ne
pensava. E
invece, per uno stupido bacio, che per me non ha alcun significato mi
trovo
davanti ad un muro.
Non riesco a credere
che dopo tutto quello che abbiamo passato lui possa pensare che per me
stare
con lui o stare con un altro non faccia la minima differenza. Io amo
lui. So
che c’è qualcosa che non va ma non ho ancora
capito cosa lo tormenta.
Stiamo insieme da più di
tredici anni, abbiamo due figli bellissimi. Anche se ho sofferto
maledettamente
quando ho scoperto il suo gioco con Mario Calderon su di me, non ho mai
fatto
finta di non aver provato quel dolore. Non so se le cose sarebbero
potute
andare diversamente da come sono andate, se ci saremmo lo stesso messi
insieme,
sposati o se io sarei rimasta la racchia che ero, lui si sarebbe
sposato con
Marcela. Non lo saprò mai. Le cose sono andate
così. E nonostante ci siano
giorni in cui lo detesto profondamente, pochi per la verità,
amo ancora
quest’uomo. Lo amo proprio. In tutti questi anni lui ha fatto
un passo indietro
per me. Ha rinunciato alla presidenza per me. Certo abbiamo guidato
assieme
l’Ecomoda, ma se non ci fosse stato lui quando sono nati i
bambini non avrei
saputo come fare. E adesso pensa che vorrei avere una storia con un
altro uomo!
Questa cosa mi ferisce profondamente. Oggi lo detesto.
Quando
scendiamo
dall’aereo, prendiamo i bagagli e ci avviamo verso
l’uscita. Ci aspettano
Margherita e Roberto con i nostri figli che ci corrono incontro. Non
vedo l’ora
di abbracciare i miei bimbi. Stringo a me Camila che sta diventando
ogni giorno
più alta e Armando prende in braccio Roberto. In fin dei
conti non li vedo da
solo tre giorni ma per me sembra essere passata
un’eternità. Mio suocero mi
viene incontro e mi dice: “Betty, devi raccontarmi tutto per
filo e per segno”
Interviene
Armando con tono
sarcastico“Dai papà…
potevi venire se volevi vedere tutto per filo e per segno”
“Armando” dice
Margherita “cos’è questo tono petulante?
Non sai forse che Hugo ha fatto una
mailing list e ci ha aggiornato quasi in diretta live! Betty eri
bellissima.”
“ E vi ha mandato
anche a foto di Betty che si bacia con un altro?” bofonchia
sottovoce mio
marito, ma non abbastanza perché io non lo senta
“Hai detto qualcosa
Armando” chiede mio suocero
“Niente Roberto”
intervengo io “Armando oggi non è proprio in
giornata!”
Margherita e Roberto
si guardano molto perplessi l’uno con l’altro. Io
sto per scoppiare a piangere.
Sono stanca del viaggio, stanca delle liti con Armando. Sono io a dover
essere
offesa e invece lo è lui. Saliamo sul minivan e ci avviamo
verso casa. Provo a
rilassarmi guardando il panorama mentre stringo mio figlio a me e lo
tempesto
di baci. Nel frattempo guardo il mare … mi ha sempre
rilassato il mare. I miei
suoceri, grazi agli ottimi investimenti fatti a Londra sono riusciti a
comprare
una mega villa a Miami, anche se non eravamo molto d’accordo.
Ma loro hanno
insistito dicendo che quando in estate avremmo voluto un luogo per
trascorrere
le vacanze quello sarebbe stato perfetto, tranne che noi ci siamo
fermati
sempre pochi giorni e abbiamo preferito andare in giro per il mondo.
Comunque è
una bellissima villa sul mare con sedici camere da letto. Mio suocero
dice di
non avere esagerato, perché ognuno dei suoi figli ha bisogno
di una stanza,
ognuno dei suo nipoti ha bisogno di una stanza, e ha già
cinque nipoti, e gli
ospiti dove vuoi sistemarli?In albergo?
“Ragazzi” dice Roberto
“ volevo informarvi che a casa abbiamo già un
ospite”
“Ah si? E chi?” chiede
Armando
“Daniele Valencia”
dice tesa Margherita “E’ arrivato prima da Berlino,
a quanto pare la sua
compagna l’ha abbandonato. Per la precisione ha abbandonato
lui e il loro
figlio Giulio. Daniele è abbastanza sconvolto. Tutto questo
è avvenuto quattro
mesi fa. Dice che sta pensando di trasferirsi nuovamente a
Bogotà.”
Sconvolta da quella
rivelazione mi volto verso Armando e lui si volta verso di me con uno
sguardo
allarmato e indecifrabile.
“Ho fatto amicizia con
Giulio” dice mio figlio Roberto
“ha la
mia età … giochiamo insieme con le
macchinine”
“Bene tesoro” rispondo
io “mi fa molto piacere.” Non posso di certo dire a
mio figlio che io lo odio
Daniele Valencia per il semplice motivo che si è fatto burla
di me per un
intero anno per il mio aspetto e per il fatto che mi ha sempre
considerato
un’usurpatrice dell’azienda di famiglia e
perché una volta ha provato a sedurmi
invitandomi a cena con la scusa del lavoro.
“Non lo riconoscerete”
dice mia suocera “è cambiato in tutto,
dall’aspetto fisico al carattere”
“Dubito fortemente “
dice Armando “che un serpente come lui possa smettere di
esserlo così
all’improvviso.”
“Cosa significa essere
come un serpente?” chiede Roberto, mio figlio.
Ecco, Armando
ora
glielo spieghi tu, sibilo con gli occhi a mio marito!
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Capitolo 11 *** Armando ***
Daniele Valencia
è
proprio l’ultima persona che voglio vedere. Non appena
arriviamo a casa, me ne
vado nella nostra stanza, tanto ci riservano sempre quella,
l’abbiamo scelta
noi. E’ bella con vista sulla piscina. Molto ampia e
soleggiata, sebbene ormai
sia quasi sera. Mi sdraio sul letto con una gamba piegata e
l’altra appoggiata
sul ginocchio, le meni dietro la testa. Penso che devo trovare un modo
per
chiarirmi con Betty, non può pensare né che la
tradirei, né che per me non ha
valore la nostra famiglia, il nostro matrimonio …
“Papà”. I miei
pensieri vengono interrotti da mio figlio Roberto che entra in camera.
Mi vede
sul letto e si sdraia accanto a me assumendo la mia stessa identica
posizione.
“Dimmi cucciolo” gli
dico io sforzandomi di non ridere
“Volevo parlarti del
fatto di dormire nel lettone” mi dice “con la nonna
Margherita, abbiamo fatto
un patto, quando mi sveglio e ho paura resto nel mio letto e conto fino
a
dieci. Se non succede niente torno a dormire”
“E funziona?” gli
chiedo. Anche a me mia madre ha fatto fare questa cosa.
“Si per ora si, solo
una volta sono andato a dormire con la nonna da che sono qui”
In quel momento entra
Betty con una valigia e trovandoci nella stessa posizione scoppia a
ridere.
“Cosa state facendo?”
chiede
“Stavo dicendo a papà
che non dormirò più nel lettone con voi
… la nonna mi ha insegnato un modo”
risponde lui
“Bene” gli dice Betty
e gli fa una carezza sulla fronte.
“Si” continua Roberto
“resto nel mio letto perché sono forte come
papà io, e poi da stasera Giulio
dorme nella mia stanza”.
Guardo mio figlio e mi
emoziono. Ha già sei anni ed è praticamente la
mia fotocopia. E’ uguale a me in
tutto. Mi assomiglia fisicamente, ha il volto identico al mio e
purtroppo
sembra abbia ereditato anche il mio carattere.
“Si come papà” gli
dice Betty continuando a d accarezzarlo. Lui si alza, scende dal letto
e ci
dice “Ora vado a cercare Giulio e gli chiedo se vuole giocare
con me con le
macchinine” ed esce dalla stanza lasciandomi solo con Betty.
Devo
affrontarla. Mi
alzo dal letto e le vado incontro mentre lei disfa la valigia.
“Betty riguardo
a quello che ci siamo detti sull’aereo” comincio
“non intendevo dire che mi
tradiresti con il primo che passa né che io ti tradirei con
facilità. Io non
voglio affatto tradirti.”
“Anche perché se
capissi che il nostro matrimonio si è ridotto a questo
chiederei immediatamente
il divorzio” mi dice lei.
“Sono geloso da
morire” le dico “mettiti nei miei panni. Questo
tizio praticamente non ha fatto
che girarti intorno … ha iniziato a parlarti di
sensualità, di femminilità …
insomma sfido qualsiasi marito a non drizzare le antenne e non
l’ho neanche
preso a pugni! … devo difendere il mio territorio”
“Si” mi dice lei “
devi anche schierare l’esercito! Invece di preparare piani di
guerra, perché
non vieni qui e mi baci?” mi chiede. Io ubbidisco
immediatamente e vado a
baciarla. Un vero bacio però che le faccia dimenticare
quello lì. “Perdonami
mostro” le dico “è che spesso
penso che tu possa stancarti di me, guardarmi negli occhi e dirmi che
ha
trovato un altro che sia molto meglio i me”
“Armando” mi dice lei
“non capisco perché hai di questi pensieri.
È già la seconda volta che mi dici
questa cosa. Dimmi cosa c’è che ti tormenta
veramente”
“Non c’è niente che mi
tormenta” mento io “è solo che, la tua
malattia, il tuo nuovo look, mi hanno
fatto pensare che tu sei uno splendore e io invece mi sento una
schifezza, per
quello che ti ho fatto, per tutto quello che ho causato
all’Ecomoda”.
“Amore e tu questo lo
chiami niente? Perché non me l’hai
detto?” mi abbraccia lei
“Perché non volevo
rovinare la nostra sfilata di New York … e perché
un po’ mi vergogno ad
ammetterlo”
“Amore mio, senti” mi
dice lei con convinzione “tu hai chiesto perdono a me per
quanto è successo,
hai chiesto perdono a tuo padre, ma non hai perdonato te stesso. Ed
è quello
che invece dovresti fare. Come dici sempre tu, ormai sei un altro uomo.
E non
penso che lasciare che un errore del passato, ampiamente superato debba
ancora rovinarti
la vita. Per quanto mi riguarda io non ho nessuna intenzione di
cambiare
marito. Hai sbagliato è vero, ma ora siamo felici, abbiamo
una famiglia
meravigliosa, due figli stupendi e non lascerò che i tuoi
dubbi possano
distruggere tutto.”
“Betty” provo ad
interromperla
“No Armando devi
ascoltarmi” mi dice lei “sai chi vedo io ogni
mattina quando mi sveglio e ti
guardo? Vedo un uomo, il mio uomo, che ha avuto il coraggio di cambiare
la sua
vita e di non tornare mai indietro. Tu hai lasciato tutto per me e
secondo te
un uomo che non fosse stato un vero uomo forte, sarebbe stato in grado
di
farlo? Chi avrebbe potuto resistere alle battute stupide che si
facevano
all’Ecomoda sul fatto che fossi il mio schiavo e altro? Chi
può resistere a
Mario Calderon? Se tu non avessi fatto tutto questo io adesso non sarei
dove
sono”
“Non è vero Betty, io
posso anche aver rinunciato alla presidenza ma tu sei un vero genio
della
finanza. Il tuo successo è più che meritato. Lo
avresti ottenuto comunque”
“Può essere, ma al
momento di questa cosa ne sei convinto solo tu, perché vedi
in me un genio, una
donna praticamente infallibile. E inizio a credere che tu pensi di non
essere
abbastanza per me. Invece io ti amo così come sei. Se non
fossi così non
saresti tu! Quindi ti prego di perdonarti.”
La stringo a me fino a
stritolarla e ricomincio a baciarla. Dopo circa dieci minuti veniamo
interrotti
da mia madre.
“Ecco dove eravate
finiti” ci dice “bene, sono contenta che abbiate
fatto pace, ma adesso
cambiatevi che tra poco si cena”
“Ma come hai capito
che avevamo litigato?”chiedo io
“Armando” mi risponde
lei “sono tua madre, certe cose non
hanno bisogno di spiegazioni, le capisco al volo”
Preso da un impulso
improvviso la abbraccio forte e le do un bacio sulla fronte. Mia mamma
non è
affatto abituata a queste manifestazioni di affetto. “Grazie
mamma” le dico.
“E di cosa?”mi chiede
lei
“Di aver convinto tuo
nipote Roberto a restare nel suo letto!” le rispondo io
mentre Betty si asciuga
una lacrima e riprende a disfare i bagagli.
La
cena è in realtà un
barbecue in veranda. Quando arriviamo troviamo ad aspettarci mio padre,
mia
madre e Daniele Valencia. Non lo vedo da almeno otto anni, ci siamo
solo
sentiti in conferenza telefonica per le riunioni del direttivo, abbiamo
comunicato con e - mail e nient’altro.
Non so neanche come
salutarli. Quindi sia io che Betty ci limitiamo ad un saluto piuttosto
formale.
Avevano ragione i miei
genitori. È completamente cambiato. Non ha più
quei capelli appiccicati alla
testa che lo facevano sembrare un viscido. Ma ce li ha tagliati corti,
folti e
ha pure il pizzetto. Adesso si vede che sono biondi. Non riesco a
crederci … mi
sembra di avere davanti un altro uomo.
“Armando” mi dice “hai
finito di passarmi ai raggi x?”
“Scusami Daniele, ma
sei così cambiato che non ti avrei mai
riconosciuto”
Veniamo interrotti
dall’arrivo dei bambini. Camila è abbastanza
disinteressata ai due bambini e
continua a giocare con il suo videogioco mentre Roberto tiene per mano
Giulio e
me lo presenta.
“Papà ti presento il
mio amico Giulio” mi dice mio figlio, mi piego sulle
ginocchia per conoscerlo
“Piacere Giulio, io
sono il papà di Roberto, mi chiamo Armando e questa
è la mamma, Betty”.
“Piacere Armando e
signora Betty”. Ci stringe la mano come fosse un piccolo
ometto. È biondissimo
e ha due occhi che così azzurri non li ho mai visti. Parla
in spagnolo ma con
un accento tedesco. È davvero un bel bambino. Non mi spiego
come sia possibile
che è figlio di Daniele.
“Anche io non mi
spiego come è possibile che questo adorabile bambino sia tuo
figlio” mi sussurra
nelle orecchie Daniele riferendosi a Roberto.
E lui sarebbe quello
cambiato?
|
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Capitolo 12 *** Betty ***
Siamo tutti a cena in veranda.
Io e Armando
parliamo della sfilata di New York e del successo ottenuto
dall’Ecomoda. I
bambini stanno mangiando tranquillamente.
Ad un certo punto suona il telefono di Armando. Lui si alza e si
allontana per
rispondere ma prima mi dice “è Manuel
Pereira”.
“Voglio complimentarmi
con lei Beatriz” mi dice Daniele Valencia
“E per cosa?”
“ Per la splendida
riuscita della sfilata di New York, e per come ha guidato
l’Ecomoda in tutti
questi anni!”
“Si è vero” aggiunge
mio suocero
“ tu e Armando siete una
coppia eccezionale, intendo lavorativamente parlando. Io non avrei
saputo fare
di meglio”
“Roberto” lo blocca
Daniele “ vuoi dire che la dottoressa Pinzon e il suo amico
Nicolas Mora sono
una coppia eccezionale, se non fosse stato per loro,
l’Ecomoda sarebbe già
fallita, in mano ad Armando”
“Dottor Valencia, la
prego di smetterla immediatamente” lo interrompo
“in Ecomoda facciamo tutti
parte della stessa squadra e credo sia questo segreto del nostro
successo. La
smetta di denigrare Armando, soprattutto considerando che lavora come
un matto
per poterle passare il suo assegno mensile”.
“Non si agiti Beatriz,
in fondo io non ho mai avuto stima di Armando come imprenditore, ma ne
ho di
lei”
“Beh si sbaglia di
grosso se pensa che io resti qui in silenzio mentre lei continua ad
offendere
mio marito. Io non so nulla di lei. So solo che ogni mese ha ricevuto
il suo assegno.
Ma conosco l’abnegazione con la quale ogni giorno
è andato in azienda, le
difficoltà che abbiamo dovuto affrontare nei tanti momenti
di crisi, mentre lei
era in giro per il mondo, quindi non le permetto di sparare a zero su
di lui”
concludo io.
“Lo sa dottoressa
Pinzon, è ancora più bella quando si
agita”
“Daniele!” esclamano
all’unisono Roberto e Margherita
Proprio in quel
momento Armando ritorna a sedersi “Allora cosa mi sono
perso?”
“Niente di niente”
dico io
“Finiamo di cenare”
dice mia suocera.
“Daniele, dopo vorrei
parlare con te nel mio studio” dice Roberto. “Va
bene” gli risponde Valencia.
Provo a cambiare
argomento. “Amore, allora cosa voleva il tuo amico?”
“Voleva invitarci a
cena, ma non ci siamo, quindi abbiamo dovuto rimandare” mi
risponde “Si è
trasferito per lavoro a Bogotà dal Venezuela. Mamma,
dovresti ricordarti di
lui, era mio compagno all’università. Una volta
per le vacanze lo abbiamo
ospitato a casa nostra!”
“Si mi ricordo” dice
lei “All’epoca tu e Mario eravate separati
perché non frequentavate gli stessi
corsi mentre con lui si!”
“Si è proprio lui. Non
lo vedevo da tempo.” Si rivolge verso di me. “Vuole
presentarci la sua
famiglia. Non ci crederai ma ha una figlia della stessa età
di Cami e altre due
figlie femmine”
“Lo conoscerò
volentieri” gli rispondo e gli prendo la mano, lanciando un
freddissimo sguardo
a Daniele Valencia. Sguardo che purtroppo Armando intercetta.
Dopocena, dopo aver
messo a dormire i bambini, Armando mi chiede di fare una passeggiata
sulla
spiaggia da soli. Effettivamente non sono neanche le dieci. Mi avvolgo
in una
giacca di lana e lo seguo. So già di cosa vorrà
parlarmi.
“Allora” mi chiede
“cosa è successo con Daniele Valencia mentre ero
al telefono?”
“Niente di che … ha
fatto le solite stupide allusioni sul fatto che tu non servi a niente
in
azienda ma l’ho rimesso al suo posto”
Armando mi prende il
volto tra le mani e mi bacia in fronte. “Sei
bellissima” mi dice.
“ Allora Mostro mi hai
portato qui per sedurmi?” chiedo scherzosamente mentre gli
bacio il mento
“No Betty” mi dice lui
“anche se non sarebbe male come idea. Devo dirti una cosa.
Farti una
confessione”
“Devo preoccuparmi?”
Non so proprio cosa possa dirmi. Inizio a pensare le cose peggiori.
Tipo sta
male, ma come ho fatto a non accorgermene? Oppure ha
un’amante o ha avuto
un’amante. Ha un figlio con un’altra e
l’ha scoperto da poco.
“Tranquilla, non è
niente di catastrofico, almeno dipende dal punto di vista da cui lo
guardi.”
“Vuoi dirmi cosa
succede?” mi siedo sulla spiaggia
Lui si siede vicino a
me. “ Non sto male, non ti ho tradito e non ho scoperto di
avere un figlio con
un’altra”
“Come fai a … ?” E’
questo il problema con mio marito. Mi conosce abbastanza bene.
“Betty … siamo sposati
da dodici anni, a volte riesco a capirti al volo! Come so che prima
Daniele ci
stava provando … di nuovo”
Lo guardo! “Vuoi dirmi
quello che mi devi dire prima che ti anneghi?”
“Manuel Pereira, il
mio compagno di università … mi ha offerto un
lavoro” mi dice.
“Cooosaaa?” quasi
urlo. Io Armando l’ho immaginato sempre accanto a me
all’Ecomoda
“Si. Mi ha offerto un
lavoro. Ha un’azienda tecnologica. Un’azienda
veramente che non lo è ancora.
Per questo vuole me. Dice che ha bisogno di trasformare un garage dove
si
incontrano dieci ingegneri informatici che creano applicazioni e
software in
un’azienda competitiva sul mercato.”
“E vuole te?”
“Si”
“Ma tu cosa ne sai di
tecnologia?”
“Quello che gli ho
risposto io! Io gli ho detto che ne capisco solo di moda e lui mi ha
risposto
che posso imparare. Mi
ha detto <Per carità sei un
manager di successo,
nell’azienda fondata da tuo padre e guidata da tua moglie! Io
ti propongo di
essere tu l’artefice di questa azienda!>”
“Non posso crederci”
“Nemmeno io”
“E da quando lo sai?”
“Dal giorno in cui
sono andato a pranzo con lui”
“Perché non mi hai
detto niente?”
“Lì per lì ne ero
sconvolto. Non avevo mai pensato di andare via dall’Ecomoda
per un motivo
simile. L’unica volta che l’ho fatto è
stato quando tu non volevi saperne di me
e volevi andare con Michel. Avrei fatto di tutto per farti
restare.”
“E poi, dopo perché
non me l’hai detto?”
“Betty, te lo sto
dicendo adesso!” mi interrompe lui “cosa dovevo
fare? Nel mezzo della sfilata
di New York dovevo salire in passerella e dirti, Betty ho ricevuto una
proposta
di lavoro lontano dall’Ecomoda”.
“E vuoi accettarla?”
“Che cosa? No, ho già
rifiutato”
“Armando, guardami
negli occhi e dimmi cosa vuoi fare veramente”. Lui mi guarda
a mi dice “Voglio
restare all’Ecomoda con te”
“Non è vero, tu vuoi
andare a lavorare lì con il tuo amico”
“Io non voglio mettere
te in difficoltà. Tu sei la persona più
importante della mia vita. Non ti
abbandonerò mai in quella fossa di leoni. Quindi resto in
Ecomoda con te.” Mi
tira su e mi dice “andiamo a casa”
Non credo nemmeno per
un istante che lui voglia restare all’Ecomoda. Ma so che ci
sono equilibri che
non riguardano esclusivamente noi due, che lo costringono a restare
all’Ecomoda. Lo guardo ancora una volta. Il mio bellissimo
principe si sta di
nuovo sacrificando perché nessuno possa sconvolgere gli
equilibri raggiunti.
Quando ci corichiamo mi
rifugio tra le sue
braccia. Non c’è un altro posto dove voglio stare.
“Ti amo” gli dico
“Anche io” mi risponde
mentre mi asciuga una lacrima.
Mi sveglio nel cuore
della notte ma vedo che è quasi l’alba.
Armando non è nel letto accanto a me. Mi
sollevo per cercarlo e lo trovo
dietro il balcone con le veneziane semi abbassate. Gli vado vicino e lo
abbraccio.
“Cosa ci fai in
piedi?” gli chiedo
“Non riuscivo a
dormire” mi dice. Vorrei dirgli che capisco benissimo il suo
tormento ma non so
a cosa servirebbe. So che vuole lasciare l’Ecomoda, ma so
anche che sarebbe
troppo complicato per la sua famiglia che nessuno di loro sia presente
nel
consiglio direttivo, perché io sarò pure sua
moglie ma non sono una Mendoza,
non sono un’azionista e tutti loro sono troppo attaccati alla
loro azienda per
lasciarla “sola”. Se Armando andasse via io
probabilmente perderei la
presidenza. Questa cosa farebbe saltare tutti gli equilibri dentro
l’azienda.
Il problema è che qui
davanti a me, c’è questo uomo, che è
mio marito, che è diviso tra quello che
vorrebbe e quello che deve fare. E io non so come aiutarlo.
“Dai” gli dico
prendendolo per mano “torniamo a letto”
“Vai tu, io non riesco
a dormire”
“E chi sta dicendo che
dobbiamo dormire?” gli dico iniziando a baciarlo.
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Capitolo 13 *** Armando ***
Sposare Betty
è stata l’unica scelta veramente giusta della
mia vita. La amo così tanto che non vorrei mai farle del
male. A volte capita
che succeda ed in quei momenti vorrei sprofondare sottoterra. Purtroppo
non
riesco a evitarlo. So bene di averle dato un dispiacere ieri sera, ma
dovevo
dirle la verità. Non le ho detto tutta la verità
ma lei l’ha capita lo stesso.
Adesso devo solo trovare la forza di abituarmi alla rinuncia di questo
lavoro
che mi interessa. Stavo pensando a questo quando mi è venuta
vicino più o meno
all’alba. Perdermi in lei è l’unica cosa
che mi da pace. Non so perché ma è
sempre stato così, fin dalla prima volta che abbiamo fatto
l’amore, ho sentito che
diventare una sola cosa con lei dava un senso alla mia vita. Mi
placava. Come i
pezzi di un puzzle che vanno
miracolosamente a posto. Lei mi fa essere migliore, mi ha cambiato
così tanto
la vita, che quasi mi faccio pena da solo per come ero prima. Mio padre
direbbe
che dovevo crescere!
“Buongiorno” mi dice
Betty non appena si sveglia e mi da il consueto bacio di ogni mattina.
“Non
sopporto quando ti svegli prima di me e rimani lì a
guardarmi”
“Lo so” le dico “ma è
così bello guardarti mentre dormi, sembri Cami”
“Che ore sono?”
“Le nove!”
“Oddio, ma è
tardissimo”
“Perché?”chiedo “cosa
devi fare?”
“Devo controllare una
montagna di mail” mi risponde mentre io inizio a baciarla sul
collo
Come sempre, mio
figlio Roberto entra nella nostra camera incurante di bussare e si
porta dietro
pure Giulio.
“Roberto, quante volte
ti ho detto di bussare??” lo rimprovero, per fortuna io mi
sono rivestito
mentre Betty no. Mi alzo dal letto, prendo mio figlio e Giulio per mano
e li
porto fuori dalla nostra camera. “Allora” gli
chiedo “cosa c’è?”, nel
frattempo
sopraggiunge Daniele e Betty esce dalla camera con indosso il pigiama
corto e
una vestaglia corta.
“I bambini” mi dice
Daniele “vorrebbero andare a lezione di surf. Tuo padre ha
affittato un
istruttore tutto per loro, perché Giulio gli aveva detto che
voleva provare. E
ora anche tuo figlio vuole farlo. Per te va bene?”
Io voglio solo
prenderlo a pugni. Non lo sopporto. E dire che da giovani eravamo
abbastanza
amici. Ma se non smette di guardare le gambe di Betty si
ritroverà con la
faccia spaccata prima di mezzogiorno!
“Per me non ci sono
problemi” rispondo “immagino che mio padre si sia
rivolto a una di quelle
scuole di surf che ci sono qui vicino”
“Neanche per idea” mi
risponde Daniele “ha scelto LA scuola di surf, e questa cosa
gli costerà uno
sproposito”. Roberto tira per la mano Betty e gli dice
“mamma vieni a preparare
il mio zaino, io non so dove sono tutte le cose che mi
servono”. Betty va con i
bambini mentre Daniele scende a colazione. Io vado a cercare Cami. Mi
sembra
molto silenziosa la mia piccolina. Busso ed entro nella sua stanza. Lei
dorme
ancora beata e io la sveglio con un bacio.
“Papà” mi dice ancora
assonnata. Non c’è niente da fare è
proprio uguale a Betty
“Tesoro” le dico
“buongiorno. Perdonami se ti ho svegliato. Tuo fratello e
Giulio stanno per
andare a lezione di surf. Vuoi andare anche tu?” In quel
momento entra anche
Betty e mi dice “Abbiamo avuto la stessa idea!, allora
Cami” le chiede “vuoi
andare anche tu? Vuoi imparare a surfare? Con voi verrà la
nonna Margherita. Io
purtroppo non posso perché ho del lavoro da
sbrigare”
“Ok! Mi sembra
un’ottima idea” ci risponde lei e si alza per
prepararsi. La guardo, è una
Betty in miniatura e non riesco a pensare che tra poco dovrò
conoscere i suoi
fidanzatini.
“ A che pensi?” mi
chiede Betty
“Penso che a breve
dovrò iniziare a seminare terrore nella generazione maschile
mondiale dagli
unidici anni in su”
“Si proprio
incorreggibile”mi dice Betty
sorridendomi mentre prepara lo zaino di Cami.
“Intanto” dico io
“inizio con la mia generazione. Perché non vai a
vestirti? Non sopporto come
Daniele Valencia ti guarda le gambe” le dico baciandola
“Armando!” mi risponde
a tono “stai scherzando vero? Ti comunico che ho intenzione
di indossare
pantaloncini per tutto il resto della vacanza” e mi bacia
“Ehi voi due” ci
interrompe Cami “state sempre a baciarvi… io sono
pronta!”.
Scendiamo in sala da
pranzo per la colazione. Betty è davvero in pantaloncini,
ok, non molto corti,
ma nemmeno tanto lunghi. Non posso credere di dover fare questa
considerazione.
Questa cosa del look mi sta sfuggendo di mano, ma non sopporto come
Daniele la
guarda. Non sopporto Stefan e voglio lavorare con Manuel. Oddio questa
giornata
era iniziata molto bene ma sta peggiorando. Meglio che mi prenda un
caffè. Io e
Betty ci sediamo vicini. Con noi ci sono Daniele e mio padre che sta
leggendo
un quotidiano. Nessuno di noi sembra abbia voglia di fare
conversazione. Mia
moglie prende una tazza di caffè e delle fette biscottate
con la marmellata, io
dei biscotti.
Vorrei essere ovunque
ma non qui. Non con Daniele Valencia a condividere una scena di
intimità come
se fossimo una famiglia, quando invece è ovvio che ci
detestiamo profondamente.
“Betty” dice lui
Già il fatto che si rivolga
a lei mi fa imbestialire.
“Come ha fatto a stare
così tanto tempo con questo uomo qui? Che poi dire uomo
… è eccessivo!”
Mio padre alza lo
sguardo dal giornale “Daniele” gli dice
“ti pregherei di smetterla di essere
così scortese con Betty”
“Non preoccuparti
Roberto” dice lei “Non ho nessun problema a
rispondere. Io e Armando ci amiamo,
questo è un motivo sufficiente?”
“Non mi stupisco che
la madre di Giulio ti abbia abbandonato! Sei un essere senza
cuore!”gli dico
“Mendoza, tu non sai
di cosa stai parlando!”
“E pensi che mi
interessa?” ribatto “per quanto mi riguarda, puoi
fare quello che vuoi con la
tua vita, ma ti prego di non intrometterti nella nostra”
“Era solo per fare
quattro chiacchiere!” dice lui
“Allora per toglierle
ogni dubbio dottor Valencia, la informo che non ho dovuto affatto
resistere e
che questi sono stati gli anni più belli della mia
vita” risponde Betty
“Daniele, smettila ti
prego” dice mio padre “non voglio che niente
distrugga questa atmosfera serena”
“Si Roberto” dice lui
“Permettimi solo di fare un ultima domanda a Beatriz
… Come ha fatto a
perdonare Armando per quello che lui le ha fatto? Per lo scherzo
orchestrato
con Calderon, per il fatto di averla sedotta per tenersi
l’azienda?”
“Coooosa?” chiede mio
padre “Daniele cosa stai dicendo? Armando non ha mai fatto
niente di tutto
questo!”
Betty è completamente
fucsia in viso. Mio padre non sapeva niente di questa storia. Nessuno
gliel’aveva mai raccontata. Sta quasi per sentirsi male.
“Armando, Betty”
farfuglia “è vero quello che dice
Daniele?”
“Roberto” interviene
lui “non lo sapevi? Non te l’hanno detto? Se lo
avessi saputo non avrei mai e
poi mai tirato fuori questa storia?”
Io mi avvento su
Daniele ma Betty mi trattiene. “Armando” mi dice
mio padre “dimmi che non sei
stato capace di tanto, dimmi che non è vero. Non puoi aver
fatto una cosa del
genere, è mostruoso!”
“Non può negare
Roberto” continua Daniele “Dopo aver creato la
Terramoda, ha iniziato una
relazione con Beatriz mentre era ancora fidanzato con Marcela, per
tenersela
buona ed evitare che Nicolas Mora o chiunque altro potesse allontanarla
dall’Ecomoda, almeno finchè non avesse pagato
tutti i debiti. Mario Calderon
gli scriveva le istruzioni e lui eseguiva! Mi ha raccontato tutto
Marcela.
Immagino che sarà stato terribile far finta di innamorarsi
di Betty all’epoca
in cui era in condizioni disagiate dal punto di vista del
look”.
“Armando non può
essere vero” continua a dire mio padre “non puoi
avere fatto questo, parla dì
qualcosa”.
“E’ vero papà” dico
finalmente “ quello che dice Daniele è vero,
tranne che poi mi sono innamorato
veramente di Betty. Questa non è una bugia”.
“Non posso crederci”.
Mio padre si avvicina a me e mi da uno schiaffo in pieno viso
“questo avrei
dovuto dartelo tredici anni fa, quando ho scoperto che avevi perso
l’azienda,
ma ho deciso di perdonarti, perché sei mio figlio, ma questo
no, non merita
perdono. Non posso credere che tu sia stato capace di una bassezza
simile”.
“Roberto ora basta”
dice Betty “non parlate come se io non fossi presente. Se io
l’ho perdonato,
chi siete voi per giudicarlo? Ha sbagliato, ma io so che lui mi ama
sinceramente…”
“Betty” intervengo io
“qualsiasi cosa tu possa dire non convincerai mai mio padre.
Lui non ha mai
avuto la minima fiducia in me. Fa solo finta di averla.”
“Armando come puoi
dire questo?” mi chiede mio padre.
“Perché papà? Sto
forse mentendo? È vero che ho vissuto un’infanzia
dorata, ma tu con chi ti sei
schierato quando hai lasciato la presidenza?Con Daniele!”
“Sai bene che lui ha
diritto quanto te di stare lì!”
“Non sto parlando di
diritti, sto parlando del fatto che tu sei mio padre e che avresti
dovuto
appoggiare me incondizionatamente. Invece non solo non lo hai fatto, ma
mi hai
fatto una predica sul fatto di non dover sbagliare, perché i
miei errori mi
avrebbero perseguitato per tutta la vita. Si, papà mi
perseguitano giorno e
notte. Ogni giorno e ogni notte. Ti ho chiesto perdono e mi hai detto
‘non dire
quella parola’”
“Non attribuire a me i
tuoi errori” mi interrompe lui
“No, papà, non te li
attribuisco” continuo io “ma magari, se tu avessi
dimostrato di fidarti di me,
invece di farmi sentire come un’incapace dopo che avevo
lavorato anni al tuo
fianco, se avessi sentito che in qualche modo mi stavi appoggiando,
forse non
avrei fatto quel maledetto assurdo piano di incremento dei guadagni per
far
colpo su di te, per farti dire per una volta che per te, ero
più importante di
Daniele, ma ho sbagliato, ho sbagliato tutto. Papà se tu
preferisci Daniele
come figlio, va bene. Prenditelo. Non ho mai capito cosa abbia fatto di
sbagliato perché tu ti schierassi dalla sua parte e non
è nemmeno tuo figlio.
Ma se lo preferisci, disconoscimi. Non ti metterò
più in imbarazzo con i miei
errori. L’unico motivo per cui non mi pento di quello che ho
fatto è che ho
trovato Betty,che ha un cuore più grande di questa casa e mi
ha perdonato. E
con lei ho costruito la MIA famiglia. Daniele, io amo questa donna che
mi è
rimasta accanto nonostante le abbia fatto la cosa peggiore che potevo.
Ho
toccato il fondo e risalire mi è costato come non mai. Ma
lei è qui al mio
fianco. Da dodici anni. Tu puoi dire lo stesso??? Ricordati una cosa
Daniele,
la mia famiglia è la cosa più sacra che ho. Prova
a toccarla e io ti
distruggerò”.
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Capitolo 14 *** Betty ***
Non riesco a
credere
che Armando abbia detto tutto quello che ha detto. Questa settimana si
sta
rivelando molto più difficile del previsto! Meno male che
dovevo riposarmi e
riprendermi, mentre invece forse alla fine andrò in
psicanalisi. Quando Armando
è uscito dalla sala da pranzo, dopo aver litigato
furiosamente con suo padre,
volevo andare con lui, ma mi ha detto che voleva restare solo e allora
sono
andata nella nostra camera. Non posso credere che in questi tre giorni
abbia
scoperto un Armando
così tormentato e
diverso. Ricapitolando, sente di non essere abbastanza per me e teme
che io
posso tradirlo con qualcuno che pensa essere migliore di lui, non si
è
perdonato per quanto avvenuto tredici anni fa, vuole andare a lavorare
fuori
dall’Ecomoda, pensa che suo padre non lo ami! Che confusione!
Mi sento un po’
ferita dal fatto che lui in tutto questo tempo non mi abbia detto
niente ma un
po’ lo capisco. Per un tipo come lui è molto
difficile ammettere delle
debolezze e poi di certo voleva proteggermi. Non dimentico che una
notte,
quando sapevo di avere un cancro ma non sapevo quanto fosse grave, in
preda allo
sconforto gli ho detto che se fossi morta avrebbe dovuto andare avanti,
non
chiudersi, con il tempo avrebbe dovuto riaprirsi all’amore,
lui mi ha detto per
la seconda volta ‘la mia vita è nelle tue mani,
è la prima volta che dipendo da
qualcuno che amo’. Fino
ad oggi non
avevo capito quanto gli fosse costato ammettere di amarmi. Al punto di
abbassare con me e solo con me tutte le difese. D’altronde
quando ero a
Cartagena si è fatto picchiare quasi fino alla morte. Non
posso credere che
pensi che solo io lo amo, nonostante tutto. Devo andare a cercarlo.
“Betty” mi dice
Roberto “voglio parlarti”
“Va bene” dico a mio
suocero “però non voglio che Daniele sia
presente”
“ No, non c’è, andiamo
nel mio studio”
Scendiamo nel suo
studio
“Beatriz” inizia
“prima di tutto voglio chiederti scusa per quello che ha
fatto mio figlio”
“Roberto, scusami, ma
no. Non ti permetto di dire una cosa del genere. Io e Armando abbiamo
già
risolto e sviscerato questo problema. L’ho già
perdonato. Se non fosse stato
così non l’avrei sposato, né avrei
fatto due figli con lui”.
“Betty cara, lasciami
dire almeno che adesso capisco perché quando sei tornata
dall’Ecomoda non
volevi assumerne la presidenza”.
“Si, all’epoca ero
ancora molto arrabbiata, ma poi ho capito. Roberto, questa è
la MIA famiglia.
Con Armando ho passato gli anni più felici della mia vita e
spero che ce ne
siano ancora tanti. Davvero, è una cosa superata. Sai cosa
penso al riguardo?
Che sia stata solo una prova della vita, una prova piena di dolore, da
cui poi
cono nate le cose migliori della mia vita”.
“Betty, tu hai davvero
un cuore molto grande per dire una cosa del genere”.
“Sai Roberto, quando
Marcela ha scoperto la nostra relazione, perché
gliel’ho detto io, lei mi ha
detto che non ero poi una gran donna visto che ero l’amante
di Armando. E poi
ha detto lo stesso ad Armando. Io sono stata l’amante di
Armando. Anche io
avrei potuto tirarmi indietro. Certo potrei dire che ero ingenua, che
mi sono
fatta abbindolare. Ma la verità vera è che io
l’ho amato dal primo momento che
l’ho visto e tutto quello che ho fatto, sbagli compresi,
l’ho fatto per amore.
Ma per un amore vero. Infatti noi stiamo ancora insieme.
Questà è l’unica cosa
che conta adesso per me. Questo e Camila e Roberto”
“Mio figlio è stato
davvero fortunato ad incontrarti Betty. Non credo che avrebbe potuto
trovare
una donna che lo amasse come tu lo ami. Forse nemmeno Marcela. Ma dimmi
Betty,
perché mi ha detto tutte quelle cose? Davvero pensa che io
avrei preferito
Daniele come figlio?”
“Questa è stata la
prima volta che l’ho sentito dire una cosa del
genere”.
“Non posso credere che
pensi che non sono orgoglioso di lui”
“Io so una cosa sola,
lui non è orgoglioso di se stesso. Credo che voglia esserlo
perché tu possa
esserlo di lui. Ma io sono orgogliosa di lui. Non deve essere stato
facile
dirti quello che prova, sapendo di ferirti e davanti a Daniele. Daniele
non è
quello che sembra. Quanto a intrighi non è meno di Armando,
con la differenza
che Armando è un vero uomo, che ha imparato dai suoi errori
mentre lui no. Ora
Roberto scusami ma voglio andare a cercare Armando”.
Torno di corsa
in casa
e prendo il tablet. Devo trovare Armando prima di tutto e poi devo
controllare
le mie mail. Che mi piaccia o no sono ancora il presidente
dell’Ecomoda.
Vado in spiaggia e lo
vedo di ritorno da una passeggiata. Per la milionesima volta penso che
è
davvero bello. Indossa bermuda e camicia. Non riesco a credere che
dietro tanta
forza fisica si possa nascondere tanta fragilità. Ma so pure
che non è così
perché ci vuole coraggio anche a lottare con i propri
tormenti interiori.
Quando mi raggiunge mi
abbraccia fortissimo e mi dice “Perdonami, hai sposato
davvero un pazzo”.
“Armando” gli rispondo
“basta. Non devo perdonarti niente. Anzi sei tu che mi devi
perdonare. Per non
aver capito che in tutti questi anni ti stessi tormentando in questo
modo.”
“Non mi sono davvero
tormentato” mi risponde “sono stato impegnato a
vivere, sono stati anni
intensi. Diciamo che erano dei pensieri che avevo dentro e che le
circostanze
hanno fatto si che diventassero dei macigni”.
“Io credo che una
parte di te sia profondamente insoddisfatta. Non ha niente a che vedere
con me,
con la nostra famiglia, con quello che hai o non hai fatto.
È una parte che
riguarda solo te stesso e la tua realizzazione. Sai, io per esempio, ho
sempre
creduto, nel profondo, che avrei saputo dirigere un’azienda
ma, a parte te, chi
mi ha dato fiducia? La mia bruttezza è stata sempre un
limite, come se il
cervello potesse essere influenzato dall’aspetto fisico!
Così mi sono convinta
che avrei potuto ricoprire solo incarichi di scarsa importanza. Tutte
le
umiliazioni che ho subito non mi hanno fatto smettere i sognare. E
adesso molti
sogni si sono realizzati. I tuoi invece? A parte dirigere
l’Ecomoda? Secondo
me, tu non gli hai mai dato spazio. Ti sei incamminato lungo la via
tracciata
da tuo padre e tua madre e ora ti accorgi che non è questo
quello che vuoi. Ma
perché non me l’hai detto?”
“Betty” mi dice lui
“tu mi stupisci! Non avrei saputo trovare parole migliori per
dire quello che
provo. Non te l’ho detto perché non era chiaro
dentro di me. Sinceramente
vederti a New York è stato uno shock! Quando mi sono
fidanzato con Marcela
Valencia ero abbastanza innamorato di lei. Però era un amore
diverso,
disimpegnato. Quando sono morti i suoi genitori tutto è
cambiato. Io sapevo che
i miei genitori volevano che ci sposassimo perché lei era il
tipo giusto per
quello che io dovevo rappresentare. Io ero terrorizzato. In quei giorni
terribili all’Ecomoda, quando sono arrivati i miei genitori,
mentre io
impazzivo di gelosia perché credevo che tu e Nicolas aveste
una storia, e non
ridere” mi dice, voltandosi verso di me “mia madre,
è entrata nel mio studio e
mi ha detto che il fatto che mi sposavo e che l’Ecomoda
andasse bene
testimoniavano che avevo intrapreso la strada della
stabilità. Ed erano tutte
bugie! Soprattutto perché io sapevo che amavo te, ma tutto e
tutti mi dicevano
che dovevo mantenere le apparenze. Marcela era il tipo giusto. Tu no.
Ma io
amavo te. Quando ti
ho visto alla cena
New York mi è venuto un colpo al cuore. Perché
non ti riconoscevo più. Ho
pensato che il destino mi aveva messo accanto la persona giusta. Eri
splendida
amore mio. Nemmeno i miei genitori avrebbero potuto dire niente. E non
era solo
una questione di bellezza. Ma di sicurezza, di disinvoltura, di classe
e tu hai
fatto tutto da sola. Ti sei trasformata da sola. Non dire che quel
Stefan lì ha
avuto una parte. No! La tua è stata una trasformazione
interiore. Ad un certo
punto, mentre Mario faceva commenti sul tuo abbigliamento, ho pensato
che se ti
avessi incontrato ad un party tredici anni fa come eri sabato,
probabilmente
saresti stata una conquista come le altre, e ora sarei infelice e
sposato con
Marcela. Il punto è che mi sono sentito come se per me non
fosse cambiato
niente. Io, il solito combina guai e tu una dea.”
Mi asciugo le lacrime.
“Ma come fai a dire questo? Non ti rendi conto di quanto tu
sia diverso da
allora? E non conta solo il fatto che hai smesso di avere tante donne,
quanto
il fatto che hai maturato l’esperienza che puoi essere
migliore. Quanti anni
hai lavorato facendoti in quattro per la tua azienda? Ma questo era
solo per
espiare. Allora per prima cosa togliti dalla testa che tu non sia
abbastanza
per me, perché sei molto di più di abbastanza. E
poi smetti di credere che ti
lascerò per qualcun altro perché non penso che
avverrà. Invece per quanto
riguarda i problemi con tuo padre …”
“ I problemi con mio
padre riguardano il fatto che lui non ha stima di me”
“Ma come puoi dire una
cosa del genere?”
“E’ la verità. Per lui
che ci sia io alla guida dell’Ecomoda o ci sia Daniele non fa
nessuna
differenza. Per lui conta solo il fatto che da quando sono morti Giulio
e
Susanna, MariaBeatrice, Marcela e Daniele sono diventati i suoi figli.
Hai
visto che ha prenotato la scuola di surf per Giulio? Per lui non conta
che io e
Camila e solo io e Camila siamo i suoi figli”
“Armando, questo non è
vero. In questi anni tuo padre ci ha sempre appoggiato anche contro di
loro”
“Betty, ha appoggiato
te soprattutto, non me. Lui si fida di te, non di me”
“Secondo me sei
ingiusto con lui…. Immaginati se per esempio morisse Mario
Calderon …”
“Betty … “ mi guarda
con una faccia contrariata
“Fammi finire,
immaginati se morisse Mario Calderon, e immagina che lui abbia dei
figli
coetanei con i nostri … tu non ti sentiresti responsabile
per loro? Non li
accoglieresti nella tua famiglia”
Armando si siede sulla
spiaggia e io mi siedo accanto a lui. Il mare è stranamente
calmo.
“Si, li accoglierei e
penso anche tu. Ma non so se organizzerei il matrimonio tra i nostri
figli e
loro. Non so se potrei mai dire a Cami magari sai la proposta di Y mi
piace di
più della tua e voto per lei, perché sai,
è vero che tu sei mia figlia ma ho
deciso che anche Y è come se lo fosse. Cami è mia
figlia, non Y. Penso che
qualsiasi cosa faccia io non le volterò mai le spalle. Come
tuo padre fa con
te. Così voglio fare io!”
“Povera Cami!!”
“Non sto scherzando.
Tuo padre, non sa cosa è successo va bene, ma non ti ha mai
tolto la sua
fiducia e il suo appoggio. Ancora ricordo quando venne in Ecomoda. Io
volevo
solo che mi dicesse dove fossi e lui invece pretese di parlare con mio
padre e
gli disse che era molto deluso dal tuo comportamento ….
Però dopo ti ha
perdonato sinceramente. Non fa altro che essere molto orgoglioso di
te!”
“Lo so, lo so Armando”
Suona il mio telefono
… “Oddio”
dico “E’ Nicolas! Pronto
Nicolas? Si tutto bene, no, non ho ancora letto le mail. Si Armando
è qui,
nemmeno lui le ha lette. Va bene, va bene. Le leggiamo subito. Si si ti
faccio
sapere!” Chiudo la telefonata e apro il tablet.
“Armando, dobbiamo leggere le
mail!”
Spulcio le mie mail!Incredibile, una quantità di ordini,
complimenti,
congratulazioni. Acquirenti che vogliono incontrarci, altri che
vogliono aprire
altri negozi Ecomoda e poi … una mail di Stefan.
“Leggiamo questa” mi
dice Armando
“Sei sicuro?”
“Si”
“Sei davvero sicuro?”
“Si si, tanto già
stamattina il danno è fatto!”
Carissima
Beatriz
Volevo chiederti perdono per il mio gesto poco opportuno e
chiedere scusa anche a tuo marito che probabilmente non ha gradito il
mio
comportamento. A
mia discolpa posso
dirti che prima di ora non avevo mai lavorato per una
‘cliente’ che fosse così
inconsapevole della sua bellezza. Una bellezza che è ancora
più importane
perché viene dall’anima e non
dall’aspetto esteriore. Ti prego di credere che
non ci saranno altri gesti sconvenienti tra di noi, e che se vuoi, mi
farebbe
piacere continuare ad essere il tuo stylist perché sono
certo che questo
successo non è che all’inizio.
Ti
prego di due cose, la prima usa le lenti a contatto perché
il tuo volto è bellissimo, la seconda se proprio vuoi usare
gli occhiali cambia
montatura, te ne consiglierei una più sottile.
Spero di vederti presto a Bogotà. Invidio tantissimo tuo
marito perché ha avuto la fortuna di conoscerti molto prima
di me. Con stima
Stefan Castro
“Visto?” mi dice
Armando “questo tizio ha capito tutto. La tua bellezza viene
dall’anima”
“Armando dai” lo
interrompo “basta. Mi sembra impossibile che improvvisamente
io sia la donna
più bella della terra”
“Betty” mi bacia
dolcemente e mi sposta una ciocca di capelli dietro le orecchie
“ormai … per
non fare allungare la coda dei tuoi ammiratori …
dovrò chiuderti in casa!”
“ Ah ah ah, ma io non
mi riconosco in questa immagine” dico indicando al foto di
sabato alla cena
“però so cosa fare al riguardo. Tu va di uscire
con me? Tanto non penso che i
bambini tornino prima di pomeriggio e qui in casa non si respira una
bella
aria!”
“Ogni tuo desiderio è
un ordine”.
|
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Capitolo 15 *** Armando ***
Betty mi ha
trascinato
in giro per Miami. Non posso credere che lo abbia fatto realmente.
Abbiamo
mangiato fuori, solo io e lei. Non so da quanto tempo non ci
divertivamo così
tanto. Senza pensieri. Almeno ci ho provato. Devo dire che provare i
rollerblade alla mia età è stato molto azzardato,
ma abbiamo fatto qualche
passo e non siamo caduti! Ad un certo punto mi ha detto “Ecco
il motivo della
nostra uscita” e mi ha portato da un hairstylist che le ha
consigliato
Catalina, il migliore di Miami. Catalina da Bogotà, in mezzo
al Bogotà Fashion
ha trovato il tempo di consigliarle un parrucchiere! Catalina le vuole
molto
bene!
“Betty ma sei sicura
di voler fare questa cosa?” le chiedo.
“Si. Se deve essere un
nuovo look, che nuovo look sia. Ma tu sei sicuro che dopo non chiedi il
divorzio?”
“No, non penso, ma
voglio che tu sia certa di quello che fai!”
“Proceda” dice Betty
rivolta al parrucchiere. “Sai” dice a me
“quando ero a Cartagena e Catalina mi
ha portato nel salone di bellezza ero terrorizzata, ero un pulcino
bagnato. Se
ci penso mi faccio tenerezza da sola. Quando mi hanno tolto la mia
terribile
frangia, Catalina mi teneva la mano!”
“Vuoi che ti tenga la
mano?”
“Certo che no!, ma
quel giorno, dopo sono stata tutta la sera a toccarmi i capelli e
… ho
incontrato Franco De Vita!”
“Non mi dire … e poi…”
“Poi ….” continuo io
“Poi ho passeggiato in
spiaggia con Michel …”
“Ti prego amore mio,
oggi Michel no … tre sono troppi!!”
“Tre?” mi chiede
“Stefan, Daniele e
Michel!” le rispondo. Intanto hanno finito di farle lo
shampoo. La ragazza le
dice che il parrucchiere arriverà tra poco.
“Allora è proprio
convinta signora?”
“Si”
“Bene, allora
procedo”.
“Si”risponde Betty.
Non posso credere che
lo abbia fatto davvero! I bellissimi e lunghissimi capelli di Betty
sono stati
intrecciati e tagliati con un colpo secco. Dopo circa un quarto
d’ora, eccola
con il suo nuovo taglio! Uno sbarazzino caschetto corto che le sta
benissimo!
Le incornicia il viso, con un ciuffo laterale. Io non ne capisco
granchè ma
sento dire al parrucchiere che le ha fatto un trattamento che le
aumenta il
volume, che questo taglio va bene sia per i capelli lisci che ricci.
Insomma
quando usciamo da lì mia moglie è ancora
un’altra! Non finisce mai di stupirmi!
Mi ha praticamente
trascinato per negozi e quando siamo tornati a casa erano
già le cinque!
Quando siamo arrivati
i nostri figli erano già tornati! Sono stati subito
entusiasti del nuovo look
della mamma anche se Roberto all’inizio era un po’
sconcertato!
Mia madre è stata
informata della mega lite che ho avuto con mio padre, mentre Daniele ha
ritenuto più opportuno uscire di casa. Io non parlo con mio
padre da stamattina
e sinceramente non intendo parlargli. Così mi rifugio in
camera, mentre Betty
chiacchiera con Giulio, Roberto e Cami sulla lezione di surf!
Mia madre mi raggiunge
in camera.
“Mamma ti prego, non
iniziare, voglio restare solo!”
“Armando” mi dice lei
“sono tua madre, non posso credere che tu e tuo padre siate
arrivati a tanto!”
“Avresti dovuto dirgli
che razza di figlio ha, ma non importa, avrei
dovuto farlo io tanto tempo fa!”
“Non posso credere che
tu pensi che per lui Daniele sia più importante di
te”
“Mamma, non mi importa
più.”
“Ma come puoi dire una
cosa del genere? È tuo padre, ti ha dato la vita, darebbe la
vita per te”
“Lo so.”
“Armando perché sei
così duro con lui? Se hai pensato tutte queste cose in
questi anni, come hai
potuto tenerle per te?”
“Non lo so mamma, non
lo so. Adesso voglio solo essere lasciato in pace. Voglio stare con mia
moglie
e i miei figli.”
“E non vuoi parlare
con lui? Cosa vuoi fare per la sua festa? Andare via? Ti prego non
farlo. Lo
uccideresti. Domani arriva tua sorella con la sua famiglia”
“Non lo so mamma, devo
parlarne con Betty” che entra in camera giusto in quel
momento.
“Betty” le dice mia
madre “devo farti una confessione, così questa
storia sarà chiarità una volta e
per sempre”
“Mi sembra di essere
in un film dell’orrore” dico.
Mia madre fa finta di
non avermi sentito. “Tanti anni fa, quando tu sei tornata da
Cartagena e sei
diventata la Presidente dell’Ecomoda, quando Armando faceva
come un pazzo e ti
pedinava per dirti che ti amava e tu non gli credevi, io, Marcela e
Patrizia
abbiamo fatto un patto affinché nessuna di noi, che sapevamo
quello che era
successo in realtà tra di voi, ti dicesse niente riguardo al
fatto che Armando
ti amava davvero. Che si era fatto picchiare a morte, che era ogni sera
ubriaco
e che non voleva altra donna se non te”
Non riesco a credere a
quello che sento “Brava mamma, complimenti anche a
te!” dico. “Capisco Marcela
e quella stupida oca di Patrizia, ma tu sei mia madre!” le
urlo.
“Hai ragione Armando”
mi risponde “infatti, quando tu stavi per andare via sono
stata io a
costringere Marcela a dire la verità a Betty. Sapevo che lei
non ti avrebbe mai
perdonato e sapevo anche che tu la amavi.”
“Mamma sono davvero
sconcertato da quello che devono sentire le mie orecchie! La
verità è che tutti
non abbiamo fatto che ferire Betty, io più di tutti, ma
questa poi…. Vi siete
accordate per la mia infelicità! Sono stato lontano un mese,
abbiamo passato le
pene dell’inferno e tutto perché dovevo sposare la
tua amata Marcela”
“Hai ragione figlio
mio”mi dice lei “ho sbagliato. Ma ho rimediato,
quando ho capito che per me
contava solo la tua felicità, e non quello che io volevo per
te”
Betty è stata
silenziosa fino ad ora, seduta sul letto, si asciuga una lacrima
“Margherita” dice
verso mia madre “grazie di avermi detto la verità.
So che non sarò mai
abbastanza secondo voi per Armando…”
“Betty” la interrompo
“non dire mai più una cosa del genere davanti a
me! Mai più, hai capito?”
“Va bene Armando” mi
dice, poi torna a rivolgersi verso mia madre “So che se tu
non avessi parlato
con Marcela, probabilmente oggi non saremmo qui a discutere di questo,
ma
vorrei che accettaste che io lo amo Armando. Lo amo veramente e ho
fatto e
farei di tutto per non danneggiarlo in alcun modo!”
“Lo so figlia mia” le
dice mia madre ed esce dalla nostra camera con sguardo contrito.
Mi siedo sul letto e
mi prendo la testa tra le mani. “Voglio andare via da questa
casa” le dico
“Voglio tornare a casa nostra!”
“Amore” mi dice Betty
“devi accettare quel lavoro!!”
“Che cosa??”
“Si, chiama il tuo
amico e digli che accetti di lavorare con lui”
“Ma non posso!”
“Si che puoi, è quello
che vuoi”
“Ma sai bene che sei
io vado via, tutti gli equilibri all’Ecomoda salterebbero,
potresti perdere la
presidenza. Se i Valencia si mettono di traverso….”
“Armando non mi
importa. L’unica cosa che voglio è la tua
felicità. Tu non sei felice
all’Ecomoda. Ho visto i tuoi occhi entusiasmarsi quando
parlavi di questo nuovo
progetto. È il tuo progetto”
“Ma non posso lasciare
che tu ti scarifichi per me”
“E io non voglio che
tu ti sacrifichi per me, o per i tuoi genitori”
“Ma l’Ecomoda dovrebbe
essere l’eredità dei nostri figli!”
“Potrebbe esserlo
anche la New Tech!”
“Ma se perdessi la
presidenza cosa faresti?”
“Posso sempre trovare
un altro lavoro e poi c’è sempre la Terramoda,
potrei riprendere a giocare in
Borsa. Sono brava lo sai? Abbiamo fatto proprio bene a non liquidarla
io e
Nicolas”
“Betty, se io
accettassi di lavorare alla New Tech, lo stipendio iniziale sarebbe
praticamente ridicolo!, quindi è necessario che qualcuno di
noi due abbia il
modo di mantenere la nostra famiglia … se Daniele Valencia
va alla guida
dell’Ecomoda siamo fritti!”
“Armando, basta! Le
tue sono tutte scuse. Forse pensi di non essere in grado di guidare
questa
nuova azienda, hai paura di compiere errori? Non li farai,
andrà tutto bene!”
“Come fai a esserne
così sicura?”
“Lo sono! Però prima
di dare le dimissioni, devi darmi il tempo di organizzarmi
all’Ecomoda, c’è una
mole di lavoro da smaltire!”
“Betty” le dico “ti
amo”
“Armando” mi risponde
lei “la tua segretaria per questa nuova azienda, la scelgo
io!!!”
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Capitolo 16 *** Betty ***
È
stata una giornata
terribile. Non vedevo l’ora che finisse. Io e Armando abbiamo
deciso di
restare. Non voglio danneggiare mio suocero. È sempre il
nonno dei miei figli. A
questa festa parteciperà un sacco di gente, americana,
europea, colombiana.
Armando non vuole
parlare con lui ma sa che prima
o poi
dovrà farlo. Oggi mi sono divertita molto a stare in giro
con lui. Volevo
distrarlo da tutti i suoi pensieri e inoltre tagliarmi i capelli mi
è servito a
prendere coscienza che una nuova fase della mia vita si apre.
Quest’anno compio
quarant’anni ma fino ad ora non ho avuto modo di pensarci!
Armando lascerà
l’Ecomoda. Io riuscirò a rimanere
presidente? Chi lo sa …
e se mi
confermano, saprò guidare l’azienda senza di lui?
E come sarà non vederlo ogni
giorno in ufficio? Ci saranno tanti cambiamenti, ma per me è
più importante
vederlo felice.
“Betty” mi dice lui
sdraiandosi accanto a me “so che stai pensando al fatto che
non lavoreremo più
insieme … pensiamoci bene.”
“Tanto ormai è
deciso!”
“Amore mio se tu non
sei con me, io non accetterò mai quel lavoro, se non sei
dalla mia parte non
potrei farcela mai e poi mai”
“Io sono dalla tua
parte! E tu accetterai quel lavoro! Devi solo lasciarmi Mario
Calderon” dico
con una smorfia “ sempre che continui a essere il
presidente!”
“Sei terribile, hai
già ridefinito la pianta organizzativa??”mi
chiede.
“Assolutamente no. A
proposito di Mario Calderon, mi pare che tu stamattina abbia detto
qualcosa a
proposito di alcuni commenti che avrebbe fatto sui miei vestiti di New
York!!”
“E non sai quelli che
fa ogni volta che andiamo a giocare a tennis al club sulla tua tenuta
sportiva!”
“Non posso crederci!”
“Veramente ha iniziato
a farli tredici anni fa dopo la tua prima sfilata da Presidente
… continua a
rischiare che io lo uccida, imperterrito”
“E cosa dice?”
“Mostro, non te lo dirò
mai … ma sappi che almeno due volte gli ho messo le mani al
collo!!”
“Mostro, dimmelo!”
“NO”
“Se fa soffrire
Sandra, gliele metto io le mani al collo!”
Certo che questi
Mendoza hanno proprio tutti lo stesso vizio. Non amano bussare!
“Posso entrare o c’è
in scena uno spettacolo non adatto ai minori di diciotto
anni?” chiede una voce
squillante di donna!
Armando è di ritorno
dal bagno mentre io starei ancora dormendo … cioè
prima dormivo! Apro
lentamente un occhio.
“Non posso credere che
con questa bella giornata voi perdiate tempo a dormire! Nottata
impegnativa?!”
Armando prende un
cuscino e lo tira alla donna, ma chi è questa donna?
“Camila vai via!” le
dice lui ancora mezzo addormentato, sdraiandosi sul letto
Camila? Mia figlia?
Non è la sua voce! È Camila la sorella di
Armando!, mi sveglio immediatamente
mentre Camilla Apre le veneziane!
“Stai ferma!” sibila
Armando “voglio dormire”
Io corro ad
abbracciarla e lei nelle luce del giorno delle veneziane ormai aperte
mi guarda
e dice “Betty? Cosa hai fatto ai tuoi capelli?” e
mi stringe in un abbraccio … quando
nota il mio scarno pigiama mi dice “Noi
due dobbiamo proprio parlare” e mi tira fuori dalla camera!
Ammetto
che essere
svegliata alla sette di mattina in questo modo così
particolare non è proprio
il massimo ma io adoro Camila. In tutti questi anni abbiamo trascorso
molte
vacanze assieme, nei posti più strani della terra.
“Camila, aspetta, fammi
prendere la vestaglia!?”
“Perché quando vai al
mare, usi la vestaglia?!”
La guardo, sta
benissimo nel suo tubino color oro, fasciato di nero al centro e il suo
immancabile tacco quindici! I suoi capelli biondi sono sempre
pettinatissimi
pur essendo scompigliati.
“Camila, ma a te un
viaggio dalla Svizzera fa questo effetto? Io sarei morta! E tuo marito?
E i
tuoi figli? Le chiedo”
“Si stanno tutti
sistemando e riposando!, ma io volevo parlare con te e Armando! La
mamma mi ha
detto che c’è stato un uragano in casa e volevo
sapere per chi parteggiare!”
“Prima andiamo in
cucina per farmi un caffè! Anzi no, prima la
vestaglia!”
“Ma perché hai la fissazione della
vestaglia?”
“Perché c’è Daniele Valencia
in giro per casa!”
“Cosaaaaa???”
“Eh si!” Nemmeno lei è
entusiasta dell’idea dal momento che i miei suoceri avevano
progettato il loro
matrimonio prima di quello tra Armando e Marcela, matrimonio mandato a
monte da
Camila che si è innamorata persa di suo marito non appena
l’ha visto. Ma suo
marito faceva il cameriere cosa che ha fatto andare in bestia
Margherita.
Morale, Camila per sette anni ha mantenuto rapporti solo con Armando,
per
questo io ho avuto modo di frequentarla, ha avuto tre figli, Armando,
per tutti
Dodo così non ci confondiamo, Isabel detta Isa e Juan, nomi
scelti dalla
famiglia di Alberto il marito, visto che con la sua famiglia aveva
interrotto
ogni rapporto. Alberto nel frattempo da cameriere è
diventato un imprenditore
nel settore della ristorazione e con alcuni soci ha aperto ristoranti
in mezzo
mondo che non conoscono crisi! Io e Alberto siamo un po’
nella stessa
situazione. Siamo quelli che hanno scippato i fratelli Mendoza ai
Valencia,
tranne che tra di noi siamo sempre andati molto d’accordo. I
nostri figli si
adorano. Isa e Cami hanno la stessa età e soffrono per il
fatto di essere
lontane. Juan è poco più grande di Roberto e mia
cognata è un vulcano. L’unico
altro membro della famiglia che manca
è Mateo. Il cugino di Armando e Camila, figlio della sorella
di Margherita che
ha un anno in più di Armando. Lui, Armando e Mario erano
grandi amici da
piccoli. Poi Mateo si è trasferito in Polonia e sono rimasti
solo Mario e
Armando. Purtroppo.
Racconto per sommi
capi della discussione avvenuta tra Armando e loro padre.
“Un po’ diversa da
quello che mi aveva detto la mamma” dice Camila
“Si in effetti.”
Camila sa benissimo cosa è successo tra me e Armando
perché gliel’ho raccontato
io tanto tempo fa e si è arrabbiata così tanto
che ha provato a cambiare nome
al suo primogenito. Però con il tempo tutto è
rientrato.
“Non posso credere che
mio fratello abbia detto a mio padre ‘disconoscimi e
riconosci Daniele per
figlio’, l’ha copiato da me perché io ho
detto a mia madre ‘disconoscimi e
riconosci Marcela o Maria Beatrice per figlia’ quando non
voleva accettare che
mi sposassi con Alberto”
“Secondo me siete
entrambi esagerati con i vostri genitori! Tuo padre è stato
deluso ma in questi
anni non ci ha mai fatto mancare il suo appoggio e poi non voglio che
Daniele
lo manipoli”
“Questo è certo” mi
dice Camila “ma cosa vuole ottenere?”
“Non lo so, però ci
prova con me, fa battutine e mi lancia occhiate strane. Armando se ne
è accorto
e l’ha minacciato di morte. Inoltre è venuto qui
con suo figlio Giulio, dicendo
che la sua compagna l’ha abbandonato!”
“Ha un figlio?” quasi
si strozza Camila mentre beve il caffè
“Si non lo sapeva
nessuno!” le dico “è un bambino
adorabile che ha molto legato con Roberto”
“E immagino che i miei
lo trattino come un altro nipote!”
“Certo che si!”
“Ho capito! Insomma,
ci aspettano tre giorni di fuoco!”
“Ma questo non è
tutto, però se vorrà te ne parlerà
Armando! Di certo abbiamo bisogno del tuo
aiuto!”
|
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Capitolo 17 *** Armando ***
Tra le cose che
mi
devo ricordare di fare c’è strozzare mia sorella.
Mi ha svegliato e adesso io
non so come fare a riaddormentarmi. Ma è prestissimo. Riesco
a stare a letto
solo altri dieci minuti. Poi mi alzo. Vado a controllare i miei figli.
Dormono
tutti, ma Giulio non è in camera con Roberto. Forse
è in stanza con Daniele.
C’è un po’ di via vai, ma ecco che vedo
arrivare mio cognato e i miei nipoti.
Ogni volta che ci vediamo è una festa! Rimango con loro e li
aiuto a sistemarsi.
Io e Camila abbiamo deciso che avremmo chiamato i nostri figli con i
nostri
reciproci nomi e per uno scherzo del destino, lei ha avuto un maschio
per primo
e io una femmina. Così, mio nipote Armando viene chiamato
Dodo, ma quando lo
vedo, anche se ha solo tredici anni, mi viene subito in mente che
è il momento
di chiamarlo con il suo nome! È molto alto ed è
davvero bellissimo! Dopo
esserci salutati tutti, decido di andare a bere un caffè
… probabilmente mio
padre non è in giro a quest’ora e dovrei trovare
una strategia per evitarlo ma
un po’ mi vergogno alla mia età a fare queste
cose, un po’ non mi è ancora
passata.
Scendo in cucina e
trovo mia sorella Camila e Betty che trangugiano caffè e
chiacchierano! Insomma
sicuramente staranno parlando della mia lite con nostro padre. Mi verso
un po’
di caffè e dico a mia sorella “Camila non voglio
parlarne”
“Sai benissimo che
dovresti farlo, che senso ha rimandare, domani è il suo
compleanno, vuoi forse
rovinarglielo?”
“Non voglio rovinare
niente a nessuno, se avessi voluto farlo me ne sarei già
andato!”
In quel momento
entrano in cucina mia madre e mio padre, seguiti da Daniele.
“Giulio è in camera
con te?” gli chiedo “Da Roberto non
c’è”
“Si è in camera con
me!” mi risponde poi si rivolge verso Camila e le dice
“Camila sempre
bellissima vedo con piacere” e le fa il baciamano, scena che
mi fa ribrezzo.
Poi noto che guarda Betty con un sorriso di sottecchi e mi fa venire in
mente
che devo spaccargli la faccia.
“Ragazzi” dice mia
madre “avete già fatto il caffè ma la
servitù entra in orario dalle otto, mi
dispiace per voi”
“Margherita” dice
Betty “fare un caffè non è poi la fine
del mondo”
“Salve a tutti” dice
Alberto entrando in cucina. Betty si alza e va a salutarlo. Non posso
fare a
meno di notare che Daniele non riesce a toglierle gli occhi di dosso
“Betty” le dice “ecco
cosa c’è di nuovo, ha tagliato i capelli, non me
ne ero ancora accorto, ma
notavo qualcosa di diverso in lei, ma è ancora
più bella”
“Si e ti ricordo che
io sono sempre suo marito e ti ripeto che devi lasciarci fuori dai tuoi
intrighi”
“Sentite” ci dice
Camila “che ve ne pare se abbassiamo l’ascia di
guerra e verso le dieci andiamo
tutti in spiaggia?”
Io e Betty andiamo in
camera nostra, non sono nemmeno le otto, ma ia sorella è un
uragano, per lei
l’orario sempre stato un dettaglio. Non sono ancora pronto a
stare con mio
padre e fare come se niente fosse successo. Non sono pronto a sentire
quello
che ha da dire.
“Grazie per avermi
portata lontano da Daniele … non lo sopporto!” mi
dice Betty
“Nemmeno io,
sinceramente non vedo l’ora di tornare a casa nostra, solo
io, tu e i nostri
figli”
“E … i miei genitori!”
aggiunge lei
“Ma a loro ormai ci
sono abituato! Sono molto meno formali dei miei e molto più
divertenti …!”
“Lo pensi davvero?”
“Certo! Quando ero
giovane, mi piaceva essere un certo tipo di persona, frequentare un
certo tipo
di gente, ma poi ho capito che in realtà non mi importa
più di tanto. Voglio
stare con i miei amici, con le persone a cui voglio bene
…”
“E ai tuoi genitori
non vuoi bene?”
“Si, ma è diverso! Loro
non sono mai stati come i tuoi, al contrario sempre attenti a non
sbagliare
mai, a non dare un’immagine sbagliata, forse è per
questo che si sentono così
delusi da me!”
“Invece, secondo me”
mi dice lei “tu sei più simile a tuo padre di
quanto non pensi!”
“Betty” la fermo io
“perché stiamo facendo questi discorsi
noiosi?”
“Sentiamo … tu cosa
vorresti fare?” mi chiede
“Questo” le rispondo
mentre la bacio e le tolgo la vestaglia. “Armando”
mi interrompe lei “tra poco
si svegliano i bambini!”.
“Ok” le rispondo
mentre vado a chiudere a chiave la porta della nostra stanza,
così che nessuno
possa disturbarci.
“Armando”
mi dice
Betty “stiamo trascurando in maniera vergognosa il nostro
lavoro”. Sta
controllando le mail dal suo portatile, seduta sul letto e di nuovo in
pigiama.
“Questo sarebbe lo
scopo della vacanza” le dico io “posandole un bacio
sulle spalle. “Mi sembra
stranissimo non mangiarmi i tuoi capelli!”
Lei mi sorride. “Hai
chiamato il tuo amico per dirgli che accetti quel lavoro?”
“No!”
“E cosa aspetti a
farlo? Penso che dovresti parlare con tua sorella del fatto che vuoi
lasciare
l’azienda. Io sono certa che lei ti appoggerà. Ti
adora!!”
“Non l’ho ancora
chiamato perché voglio essere proprio sicuro di volerlo
fare. Mi sembra una
decisione affrettata dovuta alla lite con mio padre!”
“E invece la lite con
tuo padre, non è forse dipesa dal fatto che non vuoi
più lavorare all’Ecomoda?”
“Oddio, questo è un
modo di vedere le cose, ma non del tutto corretto. Io mi trovo bene
all’Ecomoda.
Conosco tutto perfettamente ed è una seconda famiglia per
me. Perché dovrei
lasciare?”
“Amore mio” mi dice
lei “se tu vuoi restare in Ecomoda non ci sarà una
persona più felice di me.
Però non voglio che tu lo faccia per me. Devi farlo per te
stesso. E io ti
conosco abbastanza bene da sapere che il nuovo lavoro ti affascina,
proprio
perché vuoi metterti alla prova, senza nessuno accanto,
senza eredità da
distruggere, nome da mantenere, ma solo un successo da creare. Io penso
che tu
voglia provare a te stesso che sei in grado di farlo.”
“Dio mio Betty” le
dico “praticamente ormai non potrei nasconderti nulla nemmeno
se lo volessi!”
“ Ti conosco Mostro,
meglio di quanto tu conosci te stesso!”
Betty continua a
guardare le mail. “Nicolas mi ha mandato le proiezioni delle
vendite, sono
ottime e chiede se sabato a pranzo possiamo incontrare nella nostra
boutique di
Miami un produttore cinematografico che vuole che vestiamo gli attori
per il
suo prossimo telefilm!”
“Woow! Sembra una
notizia fantastica!”
“Si decisamente” mi da
un bacio veloce e si alza. “Vado a prepararmi per andare in
spiaggia!
“Spero tanto che
Daniele non venga con noi!”
Non voglio stare con
Daniele, non voglio proprio vederlo. Ma le mie speranze sono vane,
perché non
appena esco dalla mia camera, è lì ad aspettarmi.
Sembra che mi voglia parlare,
mentre io al massimo gli spaccherei la faccia. Non riesco a credere che
tanto
tempo fa eravamo amici. Poi, forse in seguito al fatto che Camila lo ha
lasciato, lui ha interrotto i rapporti anche con me. Ma io cosa
c’entravo?
Camila è mia sorella, ho sempre voluto la sua
felicità e non potevo decidere
per lei. E soprattutto, lei non sembrava così tanto presa da
lui.
“Daniele” dico “cosa
c’è? Mi stavi aspettando? Devi farmi litigare con
qualcun altro??”
“No Armando” mi
risponde lui “ma vorrei comunque parlarti”.
“Va bene, andiamo in
veranda”.
Quando siamo lì, io mi
verso una tazza di caffè.
“Allora, cosa c’è?”
chiedo
“Devo parlarti di
Marcela” mi dice
“E perché ne devi
parlare con me? Io non ho più rapporti con lei praticamente
da dodici anni!”
“Lo so, ma domani
mattina verrà qui e sarà una sorpresa per
tutti!”
“ E qual è il
problema?”
“Il problema è che lei
ancora ti odia, ed è incinta!”
Non capisco perché mi
stia dicendo tutte queste cose.
“Daniele, non capisco
cosa c’entro io in tutto questo! Mi stai confondendo! Avevo
immaginato che
ancora mi odia, non si è mai più fatta
vedere.”
“Certo, dopo il modo
in cui ti sei comportato con lei come avrebbe dovuto reagire?”
“Ho sbagliato lo so.
Ma io non ero più innamorato di lei da molto tempo
… avrei dovuto dirglielo
prima ed evitare che i miei genitori mi facessero pressioni per farci
sposare!”
“E si risolve tutto
così? Voi Mendoza credete di poter cancellare con un colpo
di spugna il male
che fate!”
Ok. Non penso si
riferisca esclusivamente a me. Forse anche lui è ancora
arrabbiato con mia
sorella ma sono passati quattordici anni da quando si sono lasciati.
“No Daniele, io non
voglio cancellare niente. Non è mai stata mia intenzione
cancellare gli anni
che ho trascorso con lei, ma all’epoca ero una persona
diversa. Ora sono un
altro! Non potevo di certo costringermi ad amarla. L’avrei
resa ancora più
infelice e basta”
“Più infelice di com’è
adesso non credo possa esserlo”
“Ma perché? Continuo a
non capire!”
“Mi ha detto solo
‘finalmente pagherà per tutto il male che mi ha
fatto!’Cosa significa non lo
so. Ma ti sto avvertendo”
Cielo! Ci mancava
anche questa come se la mia vita non fosse abbastanza incasinata in
questo
momento! Per adesso però è meglio che vada in
spiaggia, altrimenti mia sorella
mi ammazza!
|
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Capitolo 18 *** Betty ***
Camila
è una vera
forza della natura. Mi
ha praticamente
costretto ad indossare un costume di paillettes dorate, intero ma che
sembra un
bikini, perché solo due strisce laterali lo uniscono. Dice
che per avere
quarant’anni e due figli ho un corpo stupendo e che devo
mostrarlo. Così
Armando muore di gelosia. Io ho provato a dirle che il problema non era
solo
Armando, ma anche il fatto che la piccola cicatrice che ho sul seno, mi
da
ancora fastidio. Ma lei niente, non si è fatta impietosire e
mi ha detto “ogni
cicatrice è una battaglia, devi essere orgogliosa di aver
vinto la tua
battaglia!” E poi, le inattese quanto persistenti attenzioni
di Daniele
Valencia mi infastidiscono! Comunque sia adesso siamo tutti qui, in
spiaggia.
Il fatto che la mega villa abbia un accesso sulla spiaggia è
favoloso perché
comunque potrò svignarmela e indossare qualcosa di meno
provocante.
Mi diverto tantissimo
a guardare Armando, Alberto e Dodo giocare con i più piccoli
in acqua. È un
susseguirsi di tuffi, spruzzi, gare, mentre io me ne sto un
po’ all’ombra
perché il sole proprio non mi attira. Le ragazze invece sono
tutte impegnate a
chiacchierare tra di loro. Camila, Roberto e Margherita sono coinvolti
in una
discussione animata se è meglio vivere in Svizzera o a
Londra.
Devo approfittare
della relativa serenità di questo momento per ricaricare le
energie …
“Mamma” mi dice mio
figlio arrivando accanto a me e bagnandomi tutta “sei
bellissima! Con questo
costume scintillante sembri una stella”
“Ha ragione Roberto”
mi dice Daniele Valencia, raggiungendoci!
“Dottor Valencia …”
comincio io
“Basta con questa
formalità” mi dice lui “Può
chiamarmi Daniele”
“Ma io non voglio
chiamarla Daniele”
“Ok, ok, non posso
darle torto Beatriz, non mi comporto sempre in maniera esemplare con
lei, ma
lei mi piace” mi confessa “mi tiene testa! Non
tutti sono in grado di farlo”
Mi alzo dalla mia
sdraio, prendo per mano mio figlio e gli dico “Per
così poco!” e poi “Vieni
Roberto, facciamoci una nuotata”.
Armando naturalmente
ha visto tutto dall’acqua. Si avvicina a me e mi chiede
“Cosa voleva?”
“Infastidirmi”rispondo
ma mio figlio che anche se ha sei anni è molto intelligente
e perspicace dice
subito a mio marito “Gli piace la mamma. Ha detto
“Lei mi piace”.
Dalla tempesta che
vedo nei suoi occhi capisco che vorrebbe andare a prenderlo a pugni.
Però lo
prendo per mano per fermarlo e gli dico “Vuole solo
infastidirci, non lo
capisci?”
In quel momento
veniamo raggiunti da Dodo che mi abbraccia “Zia sei
bellissima”
“E tu mi stai
completamente bagnando!”gli dico io abbracciandolo a mia
volta! Dodo è un
bellissimo ragazzino. Molto alto per la sua età con due
occhi verdi che
sembrano smeraldi! E inoltre io e lui andiamo molto d’accordo
perché abbiamo un
carattere simile, siamo molto introversi.
“Grazie comunque, tua
madre mi ha praticamente costretto ad indossare questo …
costume!”
“Devo fare quattro
chiacchiere con mia sorella” dice Armando con una smorfia
“Basta chiacchierare
tutti voi” ci dice Alberto da poco più in la
“qui c’è gente che vuole
divertirsi!”.
Così mi butto in
acqua. Da quando ho scoperto il mare sono anche diventata un pesce!
Nuoto,
nuoto e mi calmo.
Ad un certo punto
Margherita ci chiama tutti fuori dall’acqua perché
è pronto il pranzo … effettivamente
il tempo in spiaggia è volato, anche se sono stanchissima e
mi sembra di non
aver dormito affatto. Guardo Camila, lei è appena arrivata
dalla Svizzera con
un volo notturno, avrà dormito forse mezz’ora ed
in piena forma … ma come fa?
Mentre siamo a pranzo,
e io mi sono coperta con un copricostume di rete, veniamo interrotti da
alcuni
ospiti che iniziano ad arrivare. Maria Beatrice che io non ho mai
davvero
sopportato, è troppo oca per i miei gusti! E poi finalmente
arrivano Eleonora e
Mateo. Eleonora e la sorella di Margherita e Mateo suo figlio. Li ho
visti solo
una volta, cinque anni fa perché loro vivono in Polonia e
non abbiamo avuto
molte occasioni per frequentarci. Però il compleanno di
Roberto è sembrata una
buona occasione per fare una riunione di famiglia.
Armando è felicissimo
di rivedere suo cugino. Si sono un po’ persi di vista ma da
piccoli stavano
sempre assieme. E anche con Mario. Poi Mateo è partito e
sono rimasti solo
Armando e Mario.
Non so bene come
comportarmi in queste situazioni ma per fortuna Armando viene in mio
soccorso!
I suoi parenti sono così diversi dai miei!
“Betty” mi dice
Eleonora “Sei sempre più bella! Ho saputo che sei
stata male … dobbiamo fare
quattro chiacchiere! Che bella famiglia che hai!”. Veniamo
raggiunte da Camila
che mi toglie dall’imbarazzo e si introduce nella
discussione. Ad un certo
punto mi accorgo che mio figlio Roberto si è addormentato
sul tavolo,
certamente stanco dalla mattinata trascorsa in acqua. Armando fa per
prenderlo
ma io lo fermo “Rimani con Mateo, lo porto su io!”
Faccio le scale con il
mio bambino in braccio e arrivo nella sua camera, lo appoggio
delicatamente sul
letto e lo copro con un leggero lenzuolo. Mi chino a dargli un bacio
sulla
fronte quando una voce mi fa sobbalzare.
“Ecco il secondo
dormiglione” mi dice Daniele appoggiando Giulio sul letto
profondamente
addormentato anche lui. “ Si sono scatenati oggi in
acqua”
“Di certo non grazie a
lei” dico acida io
“No, non sono tipo da
spiaggia” mi risponde a tono “ma passo molto tempo
con mio figlio!”
“Non volevo dire che
non sia un buon padre, ma certo conoscendola qualche dubbio mi
viene!”
Esco dalla stanza dei
bambini per non svegliarli e lui mi segue, faccio per andare nella mia
stanza
ma lui mi prende delicatamente per un polso “E’
stata male Beatriz?”
“Non sono fatti suoi”
ribatto.
“No è vero. Ma
gliel’ho detto … mi piace!”
“Ma lei non piace a
me. Fa di tutto per farmi litigare con Armando. Ha fatto litigare
Armando e
Roberto, per cosa? Per il piacere di infierire?”
“Devo ammettere che
stuzzicare Armando è una delle cose più
divertenti che conosca. Ma in quel
caso, ero convinto che Roberto sapesse tutto. Di certo lei, poteva
scegliere un
uomo migliore di Armando Mendoza!”
“E chi sarebbe
quest’uomo? Lei? Ma mi faccia il piacere! Non ho dimenticato
i SUOI intrighi
per ottenere la presidenza! E nemmeno tutti gli insulti che mi ha
rivolto!”
“Lo so. Ma mi pare di
ricordare che lei mi abbia sempre messo al mio posto! Cosa che i ha
sempre
affascinato! Lo sa Betty, in fin dei conti lei non è affatto
diversa da come
immaginavo che fosse! Oddio, all’inizio non ho avuto modo di
apprezzare davvero
le sue qualità ma converrà con me che era un
po’ difficile farlo!”
“Di sicuro perché lei
non è il tipo che va oltre le apparenze” gli dico
“Ha ragione, ma poi,
dalla nostra cena in poi ho cambiato idea!”
“Davvero? Avrei
davvero dovuto darle uno schiaffo quella sera!” dico con
fermezza. Non so
perché sto facendo questa discussione con lui
“In effetti me lo
meritavo. Però dovevo provarci. In seguito comunque ho
capito che mi piaceva. È
una donna intelligente e …”
“ Diversa dalle oche
che frequenta lei?
“E … una madre
eccezionale. Molto diversa dalla madre di Giulio” mi risponde.
Ammetto che sono un
po’ curiosa di sapere qualcosa della madre di Giulio ma non
al punto di
diventare sua amica.
“Lo so … ho fatto una
scelta sbagliata!” mi dice lui “ma lei ormai non
era più disponibile!”
Questa volta,
incurante di tutte le conseguenze lo schiaffeggio. Proprio in quel
momento
arriva Camila nel corridoio – balaustra. Per
un attimo ho temuto che fosse Armando.
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Capitolo 19 *** Armando ***
Mi ha fatto
molto
piacere rivedere Mateo. Ci frequentiamo sempre troppo poco.
Però adesso devo
andare a parlare con Betty di quello che mi ha detto Daniele. Prima che
la casa
si popoli di un sacco di gente e diventi impossibile parlarle. Immagino
che sia
nella nostra camera perché non l’ho vista
più tornare giù. Quando arrivo in
camera la trovo abbracciata a mia sorella e che si asciuga una lacrima
dal
viso!
“Betty cosa succede?”
chiedo
Mi raccontano cosa è
successo ed io vado per aprire la porta per andare a prendere Daniele a
pugni,
ma Betty mi ferma
“Armando” mi dice “Non
voglio che tu lo faccia!”
“Betty” le dico io
“non possiamo andare avanti così … non
può credere che io gli permetta di
provarci ogni volta che ti vede!”
“Armando ragiona” mi
dice Camila “questa è una guerra di nervi, ancora
non so bene perché ma sta
facendo di tutto per provocarvi! Non credo sia davvero interessato a
te!”
“Secondo me lo è!”
ribatto io “Non fa altro che girarle intorno e poi oggi mi ha
fatto un discorso
strano su Marcela e sul fatto che vuole farmela pagare…
!”
“Cosa?” dice Betty
Gli racconto quello
che mi ha detto Daniele stamattina in veranda e poi mi rivolgo a mia
sorella
“Camila, se tu gli hai fatto qualcosa è arrivato
il momento di dircelo! Perché
è chiaro che lui vuole danneggiare me, attraverso Betty per
qualcosa che
riguarda te!”
“Me?” chiede mia
sorella “Ma cosa c’entro io!”
“Deve essere per forza
così! Daniele non era così quando eravamo giovani
lo sai! A me non ha
mai perdonato che quando tu lo
hai lasciato io non mi sia schierato dalla sua parte, ma dalla tua
… quando
stavo con Marcela, praticamente ci ostacolava in tutto e ha fatto una
guerra
all’Ecomoda facendoci saltare i nervi più di una
volta!”
“Armando non puoi
davvero credere che sia colpa mia …
io
non ho fatto niente di niente” mi dice mia sorella
“E’ vero l’ho lasciato per
Alberto. Forse lui era più coinvolto di me, ma non mi ha mai
detto di amarmi e
diamine va bene, ero in età da marito ma non
l’avrei sposato lo stesso.”
“Io penso sinceramente,
che questa gente sia cattiva
dentro” interviene Betty e si rivolge a mia sorella
“quando ho iniziato a
lavorare all’Ecomoda, Marcela mi trattava malissimo,
perché io coprivo le sue
scappatelle va bene, aveva ragione. E perché ero brutta. Non
mi considerava
affatto una persona. Però mai e poi mai mi sarei meritata
quell’astio, quel
rancore che mi ha sempre dimostrato. È vero che poi ha
rinunciato a lui e mi ha
detto la verità ma l’ha fatto solo
perché aveva capito di averlo perso. Perché
lui non era più interessato a lei. A quel punto che fossi io
o un’altra non
faceva differenza. Sembro cattiva a dire così
però mi ha fatto provare
l’inferno, a partire dal primo giorno in cui sono entrata in
azienda e
francamente non me lo meritavo,”
“Ma questo è successo
per colpa mia!” dico io “la verità
è che se non fossero morti Giulio e Susanna
la nostra storia non sarebbe mai arrivata ad un passo
dall’altare. Mi sono
comportato malissimo con lei. Ma anche le pressioni dei nostri genitori
hanno
influito …!”
Bussano alla porta.
“Avanti” dico io ed ecco apparire mio padre. Gli
volto le spalle e guardo fuori
dalla finestra.
“Armando” dice, poi si
guarda intorno, vede Camila e Betty con gli occhi arrossati e continua
“cosa
sta succedendo qui?” domanda
“Niente papà!” cerca
di minimizzare Camila
“Betty stai bene?
Perché piangi?” le chiede
“Tutto bene Roberto,
non preoccuparti” le risponde lei “sto benissimo
stai tanquillo”
Mio padre entra e
chiude la porta
“Ragazzi ditemi cosa
sta succedendo qui, questa è l’ultima volta che vi
permetto di nascondermi le
cose!”dice a tutti. “Ci sono problemi
all’Ecomoda?”
“No” dico io
“l’Ecomoda va benissimo!”
“Allora ditemi quello
che succede. Non uscirò da questa stanza fino a quando non
mi avrete detto la
verità!”
Betty gli racconta
quanto è successo con Daniele e di quello che Daniele mi ha
detto riguardo a
Marcela. Mio padre è abbastanza sconvolto. “ Non
posso crederci” dice.
Non posso fare a meno
di dire “Certo, se fossi stato io a compiere queste azioni ci
avresti creduto
immediatamente!”
“Armando” esclamano Betty e mia sorella
all’unisono. “Scusatemi” dico io
avviandomi verso la porta.
“Tu non esci da questa
stanza” mi ordina mio padre
“Non ho più dieci
anni, non puoi dirmi cosa fare” ribatto io
“Armando” mi dice con
un tono che non ammette repliche “non avrai più
dieci anni ma io sono pur
sempre tuo padre e mi starai a sentire!”
“Davvero? E perché
dovrei farlo? Per sentirti difendere Daniele? Vai da lui piuttosto.
È lui tuo
figlio” continuo io incapace di fermarmi.
“Armando stai davvero
esagerando” mi dice Betty.
“Ah si? E perché devo
stare qui a sentirlo difendere Daniele?” aggiungo io.
“Hai ragione figliolo”
mi dice lui. “Non so quando ho iniziato a farlo! Forse dalla
morte di Giulio. Mi
sembrava che avesse perso già tanto e sentivo di doverlo
sostenere.”
“Papà” interviene
Camila “scusa se mi intrometto, però un conto
è sostenerlo, un conto è
appoggiarlo a spada tratta. Non mi avete parlato per sette anni
perché ho
sposato Alberto. Perché nella vostra testa tu e la mamma
avete immaginato che
l’unica persona adatta a me fosse Daniele, e Armando per anni
è stato
sottoposto alla pressione di sposarsi con Marcela perché voi
volevate così!”
“Siete entrambi
genitori adesso” le risponde lui “nessuno ci
insegna ad essere genitori. Si
fanno degli errori!”
“Errori papà?” dico
io. “Errori? Lo sai che la mamma ha deliberatamente
orchestrato un piano per
non farmi stare con Betty? Per rovinarmi la vita? E tutto
perché dovevo sposare
Marcela!”
“Lo so, lo ha detto anche a me, ma poi ha
rimediato!” mi risponde
“Si ha rimediato” dice
Betty
“Non difenderla” le
dico
“Armando, tu stai
davvero esagerando!”mi dice lei, facendomi imbestialire.
“Sto esagerando?” urlo
io “Sei consapevole del fatto che magari nella loro mente, se
Daniele ti
conquista, io torno libero e potrò sposarmi con Marcela?
Come volevano loro!”
“Figliolo” interviene
mio padre “capisco il tuo rancore, ma questa è
davvero fantascienza! Tua madre
e io, abbiamo accolto Betty nella nostra famiglia da molto
tempo” si rivolge a
mia sorella “e anche Alberto”. Poi si rivolge a me
“Sono stato io a farti
credere di preferire Daniele e Marcela. E di questo ti chiedo scusa. Ti
chiedo
scusa anche di averti fatto sentire inadeguato. Ti chiedo scusa per non
aver
capito che avevi bisogno del mio appoggio ma in realtà io
non ho mai preferito
Daniele a te! Come potrei! TU sei mio figlio.”
“Sinceramente papà,
non ci credo” ribatto io “ Mi vengono in mente
tutte le volte che sei venuto in
Ecomoda. Avevi sempre dubbi. Per carità avevi pure ragione,
perché la
situazione era un disastro, ma tu mai, nemmeno una volta mi hai dato la
tua
fiducia incondizionata. Non so quante volte ti ho dovuto convincere che
ero in
grado di guidare l’azienda. In realtà tu non ti
sei mai fidato di me. Mi hai
sempre considerato come un figlio di papà con un ego
spropositato e non hai mai
capito che dietro il mio ego c’era la volontà di
non deluderti. Quanti rimorsi
mi sono fatto per aver combinato quel disastro. E quanti rimorsi per
non essere
il figlio perfetto che volevi!”
Mia sorella mi viene
vicino e mi abbraccia.
“Armando” dice lui “
non è vero”
“Papà non mentirmi
più. Certe cose si sentono. È vero, sono stato io
a sbagliare. Le ho prese io e
decisioni sbagliate. Ma su chi potevo contare? Solo su Betty e su
Mario! Se
fossi venuto da te mi avresti cacciato così come hai fatto
quando hai scoperto
tutto. Ho tradito i valori in cui credevi. Ma tu quando sei venuto da
me a
dirmi ‘anche se hai sbagliato, mi fido di te!?’ non
lo hai fatto MAI. E
Daniele, per quanto tempo ha continuato a dirti che ero
un’incapace? Se IO sono
tuo figlio, perché non ti sei schierato dalla mia parte
almeno una volta?”
|
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Capitolo 20 *** Betty ***
Assistere a
questa
discussione mi sta straziando. Ascoltare Armando che dice a suo padre
di essersi
sentito perennemente sotto esame e perennemente sconfitto a vantaggio
di
Daniele è più difficile di quello che pensavo.
E’ vero che Roberto ha
degli standard molto alti. E Armando non merita il disprezzo di
nessuno. In
questa casa tutti abbiamo sbagliato.
“Armando” gli dice
Roberto “come puoi dire che non ti ho dato fiducia? Chi ha
guidato l’azienda
fino ad ora?”
“Betty” risponde mio
marito
“Betty insieme a te”
ribatte Roberto. “Non penso che tu sia stato solo un
accessorio.”
Io non ce la faccio più
a sentire questa discussione, Mi sembra di essere solo
un’usurpatrice. La
presidenza doveva essere di Armando.
“Roberto” intervengo
io “penso che nessuno di voi abbia mai fatto conto di una
cosa. Io fino al
giorno della lite non immaginavo nemmeno che lui avesse questi problemi
con te.
Immaginavo che il suo comportamento fosse dovuto al fatto che non
voleva
deludervi, al non infangare il nome dei Mendoza, dei Valencia, e se io
mi sono
comportata come mi sono comportata è stato solo
perché ero stata ferita da lui.
Non è mai stata mia intenzione rubarvi l’azienda.
Questo già lo sai. Però io
c’ero quando abbiamo creato la Terramoda. E nessuno di voi ha
mai considerato
il fatto che senza la Terramoda adesso l’Ecomoda non
esisterebbe. E’ vero che
il suo piano economico era molto ambizioso, e stiamo discutendo sul
motivo per
cui l’ha presentato che a quanto pare non ha niente a che
vedere con
l’economia, come poteva sembrare all’epoca,
però chi ha pensato di creare la
Terramoda per non perdere l’Ecomoda? Chi ha lavorato dopo per
pagare tutti i
debiti?”
“Betty” mi dice
Roberto “capisco quello che vuoi dire”
“E voglio aggiungere
una cosa” dico “Quando ho scoperto che il suo
interesse verso di me era un modo
per tenersi l’azienda mi è crollato il mondo
addosso. Ma io l’ho sempre amato.
E se non l’avessi sentito parlare con Mario Calderon non
avrei detto la verità
nemmeno io. Sarebbe stato Daniele a dirla. Perché Daniele ha
sempre remato
contro l’Ecomoda. Tramite Patrizia Fernandez, tramite Olarte
e tramite altri
mille espedienti. Insomma qui abbiamo sbagliato tutti, chi un modo, chi
in un
altro. E’ profondamente ingiusto considerare che SOLO Armando
abbia sbagliato.
Mi è costato un dolore terribile perdonarlo, superare quello
che mi aveva
fatto. Però, come ti ho già detto, se io
l’ho fatto perché non puoi farlo tu?”
Vedo Camila asciugarsi
una lacrima.
“Betty”, mi dice
Roberto “scoprire che mio figlio si è comportato
in quel modo con te mi ha
devastato!”
“Papà” interviene
Armando “io non sono mai stato la macchina che pensate tu e
Daniele. Io sono
una persona. Non l’ho fatto senza farmi il minimo scrupolo
come pensa Daniele,
perché forse LUI farebbe così. Mi sono fatto un
sacco di problemi. Ed avevo
così paura di perdere tutto! Ma la verità
è che tutto può essere iniziato come
un tentativo disperato di non perdere l’azienda e in un
attimo si è trasformato
in qualcos’altro. A me non interessa quello che pensate voi.
Perché so quello
che ho passato io. Non ho mai davvero amato Marcela eppure stavo per
sposarmi
con lei per farvi felici! Se penso a quanto debole sono
stato!” Si volta verso
Camila “Cami, ti ho mai raccontato della mamma che veniva nel
mio ufficio per
convincermi che Betty mi aveva già dimenticato, che
probabilmente già aveva un
altro?” si rivolge a me con un sorriso “cosa vera
tra l’altro!” continua
“oppure di quando la mamma mandava Mario nel mio ufficio a
propormi uscite con
altre donne, affinchè io smettessi di pensare a Betty,
avessi una storia con
una qualsiasi per potermi poi sposare con Marcela?”. Si
rivolge a suo padre
“Perché questa era la mia vita! Per non parlare
del fatto che Marcela era un
incubo. Mi chiamava in continuazione, non mi dava un attimo di tregua!
Questo
non ti fa ribrezzo papà?”
“Si” gli risponde
Roberto “Ma ogni volta che vedevo Marcela, lei mi diceva che
andava tutto bene
tra di voi!”
“Certo” risponde lui
“per tantissimo tempo mi avete fatto sentire al guinzaglio.
Tutto per non
deludervi e nel frattempo soffocavo nella mia doppia vita”
“Perché non mi hai mai
detto tutto questo?” gli chiede Roberto
“Perché con voi io non
ho mai avuto la sensazione di poter essere me stesso senza essere
giudicato!”risponde “Mi ricordo che il giorno dopo
in cui stavo quasi per
ammazzare Nicolas Mora, e Betty mi ha dato uno schiaffo”
“Gli hai dato uno schiaffo?”
mi chiede Camila interrompendolo
“Si” confermo io
“Allora racconta”
continua Camila “sembra un film, mi sto
appassionando”
“Quando Marcela ha
visto che ero rosso in viso a causa dello schiaffo, mi ha fatto una
discussione
sul fatto che non sapevo più chi ero, cosa stavo facendo,
stavo recando un danno
alla mia immagine. Insomma tutta una serie di sciocchezze che non
avevano
senso. Io non sono così. Non mi interessa la mia immagine.
Io stavo soffrendo.
Avrei incendiato il mondo e lei mi ha messo il fondotinta
perché voi non vi
accorgeste di nulla. Davvero papà pensi che avrei potuto
parlare con voi?”
Mi alzo e vado ad
abbracciarlo “Per favore non tormentarti
più” gli dico. Lui mi stringe tra le
sue braccia e per me conta solo questo.
“Va bene” ci dice
Roberto “Basta così ragazzi. Quello che mi fa
più male di
questa storia è che ho scoperto di non
conoscere affatto mio figlio. Mi dispiace Armando. Mi dispiace di
averti fatto
credere che potevo amarti solo a determinate condizioni
perché non è affatto
così. Fatemi dire, che io sono molto orgoglioso di voi,
anche di te Camila,
delle persone che siete diventate a prescindere che io possa
c’entrarci
qualcosa. E tu Betty, ringrazio il cielo che tu sia capitata sulla
strada di
mio figlio”dopodiché esce.
“Vado anche io” dice
Camila “queste sedute di terapia familiare sono piuttosto
stressanti!”
Adesso che siamo soli
sollevo il volto e lo bacio. Stiamo abbracciati per dieci minuti a
curarci
reciprocamente le nostre ferite. “Ti amo” mi dice
“ti amo così tanto come non
ho mai amato nessuno.”
|
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Capitolo 21 *** Armando ***
Finalmente
è giunto il
giorno della festa. Questa mattina dovrebbe arrivare Marcela! Vedremo
cosa sarà
in grado di combinare contro di me come dice Daniele. Intanto, questa
mattina,
conoscerà i miei figli e la cosa non mi entusiasma molto
perché so che lei
avrebbe voluto essere la loro madre. Però intanto le cose
sono andate così.
“Papà vieni, corri” mi
dice mio figlio, mi prende per mano e mi porta nella sua stanza dove
c’è Giulio
che piange disperatamente.
“Cosa è successo
Roberto? Avete litigato?”gli chiedo mentre lo accarezzo sulla
testa. Il bambino
piange disperato …. E chiama sua mamma. “Roberto,
vai a cercare suo padre e
digli di venire qui”.
Nel frattempo, Betty
entra nella stanza, richiamata forse dall’agitazione. Si
siede sul letto del
bambino e anche lei lo accarezza “Giulio cosa
c’è? Ti senti male?”
“Vo…vo… voglio mia
…ma…mamma”
dice il bimbo singhiozzando.
Betty lo prende e se
lo mette sulle ginocchia, iniziando a cullarlo dolcemente. Arrivano
anche Camila
e mia madre. “Cosa succede?” chiede Camila
“Giulio ha una crisi
di pianto e vuole sua mamma” gli spiego
“Roberto ci ha fatto
prendere uno spavento terribile….” mi dice mia
mamma.
“Daniele dov’è?”
chiedo
“E’ uscito … è andato
a prendere Marcela … ma non dovrebbe tardare!”
“ E abbiamo idea di
chi sia la madre di questo povero bambino?”
Nel frattempo mio
figlio è tornato portandosi dietro mio padre. Vedendo che il
suo amico continua
a cerare sua madre, gli va vicino e gli dice “Giulio, non
piangere, anche se
tua mamma non c’è ti posso prestare un pochino la
mia …”, si rivolge a Betty e
gli dice “Mamma, puoi essere anche la sua mamma per finta ma
veramente? Tipo gli
dai il bacio della buonanotte, del buongiorno, lo aiuti a vestirsi
… queste
cose insomma!”
Betty guarda verso di
me sorridendomi con gli occhi e poi verso Roberto e gli dice
“Certo amore, sarò
la sua mamma per un pochino va bene?”. Il bambino intanto
inizia a calmarsi.
“Allora Betty ci pensi
tu?” le chiede mia mamma
“Si Margherita, andate
tranquilli, resto io con Giulio per un po’!”
“Io resto qui con te e
lui” dice Roberto
“No” gli dice Betty, “tu
vai a fare colazione con papà e niente capricci”
Prendo mio
figlio per
mano e lo faccio uscire con me dalla camera. Arriviamo in veranda e ci
sediamo
per fare colazione. Oggi è un giorno eccezionalmente caldo
per essere febbraio.
Ci accomodiamo al
tavolo, io prendo un caffè e del pane tostato, mentre
Roberto latte e cereali.
Ci raggiunge mio padre e si siede a leggere il giornale.
“Papà” inizia mio
figlio “ ma Giulio ce l’ha una mamma?” mi
chiede
“Certo” gli rispondo “altrimenti
come faceva a nascere?”
“E come si chiama?” mi
domanda
“Non lo so” rispondo
io “a te non l’ha detto?” gli chiedo
“No, io non gliel’ho
chiesto”mi risponde
“Si chiama Katarina”
interviene mio padre
“E tu la conosci?” gli
chiedo, “c’è un modo per
rintracciarla?”
“L’ho vista solo due
volte, quando sono venuti a trovarci a Londra, ma non so che fine abbia
fatto e
Daniele non me l’ha detto”
“Nonno, ma come fa
Giulio senza la sua mamma?”
“Roberto” dico io
rivolto a mio figlio “a volte i genitori litigano e
può succedere che i figli
vadano a volte in vacanzacon la mamma e altre volte con il
papà, come Giulio
adesso”
“Ma tu e la mamma
litigate, ma in vacanza andate insieme!” Mio figlio
è molto intelligente
“Certo” gli dico “perché
anche se litighiamo stiamo ancora insieme. Mentre a volte succede che
le mamme
e i papà vivono in case diverse e in quel caso fanno vacanze
separate”
“Ah, ho capito. Ma se
tu e la mamma vivete in case diverse allora significa che avete
litigato?”
Capisco che mio figlio
ha bisogno di essere rassicurato, è abbastanza confuso.
Allora lo faccio sedere
sulle mie gambe e cerco di rassicurarlo per quanto posso.
“Allora, intanto io e
la mamma viviamo nella stessa casa e andiamo molto d’accordo,
quindi non devi
preoccuparti per noi. Poi invece a volte capita che i genitori non
vadano molto
d’accordo e allora abitano in due case. Però
continuano sempre a volere bene ai
figli.”
“Ok” mi dice, “ho
capito. Però preferisco quando i genitori stanno assieme
come noi. Papà andiamo
sulla spiaggia?”
“Ma Roberto, non
abbiamo il costume…”
“Ma io voglio giocare
con questo” e mi fa vedere un frisbee.
“Non vuoi aspettare
Juan?” gli domando
“No, lui ancora non è
pronto. Daiiii” mi trascina per la mano e mi tira. Allora lo
prendo in braccio
come se avessi un sacco di patate e lo porto in spiaggia.
Dopo un’ora che
giochiamo, io dico a mio figlio di rientrare e di andare in cerca di
Juan. Io
dovrei chiamare Manuel per dirgli che il lavoro mi interessa. Nel
frattempo
arrivano Betty e Giulio con Camila, Alberto, Juan, Cami e Isa.
“Vi sembra questa l’ora
di fare colazione?” chiedo a tutti “Io ho
già fatto la mia ora di palestra
settimanale … siete pigri … pigri …
vero Roberto?” chiedo a mio figlio.
“Si papà… sono prigri”
dice lui facendo sorridere tutti. Giulio sembra essere finalmente
più calmo ma
non lascia la mano di Betty. Mi avvicino a lei e le do un bacio sulla
guancia.
Lei prepara la colazione per Giulio e poi scompiglia i capelli a nostro
figlio
che immediatamente va a sedersi con il suo amico. Roberto è
molto leale. Ha
preso questa dote da Betty. Lui sta sempre vicino ai suoi amici,
infatti molto
spesso li porta a casa nostra, per giocare insieme.
“Armando” mi dice mio
padre “vorrei parlarti”.
“Adesso?” chiedo io.
Noto che Betty mi guarda male. Io alzo le spalle.
“Va bene” dico alla fine,
tirando un sospiro e guardando Betty quasi di traverso. Mia sorella e
mio
cognato mi fanno un sorrisetto. Vedo che stanno per aggiungersi alla
tavola,
Mateo, mia zia, mia mamma E Maria Beatrice.
“Buongiorno” le dico “non
hai sentito che tuo nipote ha avuto una crisi di pianto?” le
chiedo acido, non
mi capacito di come possa essere così frivola
“Chi Giulio?” mi
chiede
“Quanti altri nipoti
hai?”
Corre da Giulio, ma
Giulio è vicino a Betty e si rifiuta di parlare con la zia.
Betty le dice
sottovoce che va tutto bene. Parleranno dopo.
Seguo mio padre nel
suo studio e penso che il momento del nostro chiarimento tanto atteso
è
arrivato.
“Figliolo”inizia “voglio
chiederti scusa per tutto quello che hai patito. Quello che mi fa
soffrire di
più, è il fatto che tu abbia pensato di non
trovare in me qualcuno che stesse
al tuo fianco , che pure sono tuo padre. Che ti ho dato la vita. Se tu
l’hai
pensato è evidente che ho sbagliato qualcosa, ma senza ombra
di dubbio tu non
mi hai mai dato l’opportunità di
scoprirlo”
“E cosa dovevo fare
papà?” ribatto io “tu sai come mi
sentivo io?, come mi sento tuttora? Mi sembra
di non avere una possibilità, dicasi una con te”
“Ma non è vero!” mi
dice lui. “Io sono molto orgoglioso di te. Quando ti guardo
con i tuoi figli,
con Roberto in particolare mi rendo conto che tu sei l’uomo
che ho sempre
desiderato che fossi ma dopo la nostra discussione ho capito che tu hai
fatto
tutto da solo. Io non c’entro poi molto”
“Papà” lo interrompo “No
fammi finire” mi dice “ti vedo, e vedo che
sei riuscito laddove io volevo che riuscissi. Hai una famigli
meravigliosa.
Guidi l’Ecomoda con Betty. Devo dire che non ero davvero
sicuro che ce l’avresti
fatta, ma ce l’hai fatta e non sai quanto questo mi riempie
di orgoglio. Ti
dico la verità. Anche se non dovrei dirlo perché
ti ferirò … sono stato
convinto per tanto tempo che avresti divorziato da Betty e che alla
fine
sarebbe stato Daniele, quello che si sarebbe sposato e avrebbe fatto
dei figli,
per mantenere intatto il nome dei Valencia e alla fine avrebbe guidato
l’Ecomoda.
Mentre io avrei tribolato. Invece è avvenuto il contrario e
io sono felice di
saperti felice. Hai raggiunto la tua stabilità”
“Papà, voglio lasciare
l’Ecomoda” gli dico tutto d’un fiato.
“Che coooosa??” mi
chiede lui “c’entra in qualche modo la discussione
che abbiamo avuto noi due?”
“Si e no” rispondo io “Alcune
settimane fa, il mio compagno di università mi ha contattato
per offrirmi un
lavoro nella sua neonata azienda di nuove tecnologie.
All’inizio ho rifiutato,
ma poi nel tempo ho capito che questo lavoro è quello che
voglio davvero fare.
Si tratta di gestire l’aspetto industriale di questa azienda
che ancora deve
proprio formarsi. Sono quindici ingegneri che lavorano in un garage e che devono
però localizzarsi per
davvero sul mercato. Hanno iniziato quasi per scherzo e adesso stanno
avendo un
grande successo. Inutile dirti che io non ne so niente di tecnologie ma
la
sfida mi affascina”
“Ti capisco” mi
risponde mio padre “anche io e Giulio abbiamo iniziato
così. E Betty cosa ne
pensa?”
“Betty” gli rispondo
“all’inizio
era turbata, ma vuole che io sia felice e quindi per lei va bene. Il
punto è
che se io lascio l’Ecomoda, lei potrebbe perdere la
presidenza. Non so come
potrebbero modificarsi gli equilibri”
“Per me, è indubbio
che Betty resterà il presidente. E penso che anche tu sei
d’accordo su questa
decisione” mi dice lui.
“Non so però cosa ne
penseranno i Valencia. Betty vuole proporre a Mario Calderon di tornare
ad
essere il direttore marketing in maniera da ammortizzare la mia
uscita”.“Tua moglie non
smette
mai di stupirmi!” mi dice mio padre “e anche tu mi
stai stupendo. Devo farti
una domanda. "Vuoi iniziare questa attività per dimostrare
qualcosa a me? Perché
se lo fai per questo non ce n’è davvero
bisogno”
“No papà” rispondo “lo
faccio per dimostrare qualcosa a me stesso. A me stesso e basta. Ti
prego
comprendilo”
“Ti capisco benissimo figlio
mio” mi dice
“e se è così non posso che
essere d’accordo con te e lasciami dire che sono molto
orgoglioso di te, perché
alla tua età sarebbe stato molto più facile
continuare con Ecomoda e non
accettare un cambiamento di questo tipo”
“Papà” gli dico io “
sono abbastanza tranquillo perché so che la tua
eredità è nelle salde mani di
Betty. Alla fine ho scelto bene anche da un punto di vista aziendale
no?”
“Si” mi risponde “ma soprattutto
perché sei felice con lei”
“Papà” gli dico io
andandogli incontro “puoi prendere in considerazione
l’idea di perdonarmi per
quello che ho fatto con l’Ecomoda e con Betty?”
Mio padre mi abbraccia
e mi dice “L’ho già fatto. Il tuo
tormento è stato sufficiente per farmi capire
che avevi capito, che avevi imparato dai tuoi errori”
Essere abbracciato da
mio padre mi fa tornare bambino. A quando mi consolava se cadevo dalla
bici, o
se sbagliavo un goal. “Papà” gli dico
staccandomi “Buon compleanno!”
“Grazie, essermi
chiarito con te è il miglior regalo che potessi
ricevere”.
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Capitolo 22 *** Betty ***
Insomma questo
soggiorno a Miami è tutto tranne che una
vacanza. Eravamo venuti qui per divertirci e rilassarci e invece il
tutto si
sta trasformando in un disastro. L’unica cosa veramente
positiva della
situazione è che sono riuscita a parlare a cuore aperto con
Armando. Sono molto
curiosa di sapere cosa si sia detto con suo padre mentre era chiuso nel
suo
studio. Purtroppo nel frattempo sono arrivati Daniele e Marcela. Io ho
dovuto
spiegare cosa è successo con Giulio che tra
l’altro si è rifiutato di lasciare
la mia mano. Quando finalmente Armando è uscito dallo studio
ho tirato un
sospiro di sollievo. Non ha urlato e non si è rotto nulla,
segno che deve
essersi riappacificato con suo padre. Il problema è stato
che non appena ha
aperto la porta si è trovato di fronte la vendicativa
Marcela, secondo Daniele,
abbastanza incinta, che l’ha guardato con uno sguardo
fulminante.
Giulio, ha
avuto una crisi di pianto perché suo padre gli aveva detto
che il giorno della
festa ci sarebbe stata sua madre a svegliarlo. Cosa che era palesemente
una
bugia. Si è convinto a lasciarmi andare solo quando Daniele
gli ha detto che
avrebbero telefonato alla madre, ma Giulio con l’ausilio di
mio figlio Roberto
ha deciso che sono la sua vice mamma per la vacanza, questo ha
implicato
finora, una maggiore vicinanza di Daniele e un odio ulteriore di
Marcela, visto
che sembra che neanche per suo nipote sia facile accettarla. Maria
Beatrice ha
risolto ogni problema pensando di andare in spiaggia con Camila e i
bambini.
Insomma dei miei propositi di dare un’occhiata alle mail, di
riposarmi un po’ di
più in vista della mega festa di stanotte non ne
realizzerò nessuno. Ecco che
mio suocero ci raggiunge e saluta calorosamente Marcela, evidentemente
sorpreso
del suo pancione.
Armando mi viene
vicino, mi bacia alla tempia e mi sussurra che ha fatto pace con il
padre. Ci
raggiunge anche Margherita.
“Allora ragazzi”
inizia Roberto “inutile dirvi che sono molto felice di avervi
tutti qui oggi.
Voglio che sia un giorno di festa per tutti. Mi rivolgo a voi quattro
in
particolare” dice indicando me, Armando, Marcela e Daniele
“so benissimo che ci
sono dei problemi irrisolti tra di voi, ma non voglio casini durante la
festa.
Ormai le cose sono andate come sono andate e noi dobbiamo andare
avanti. Non
voglio sentire parlare di vendette o altro, sono stato
chiaro?”
“Roberto stai
tranquillo” gli dice Marcela “non ho nessuna
intenzione di piantare alcun
casino. Ormai ho accettate che Armando abbia sposato Betty e come vedi
sono
piuttosto incinta.”
“Lo vedo, e mi fa
piacere” ribatte mio suocero “E tu Daniele,
smettila di dare contro ad Armando.
Un tempo eravate amici e vorrei che tornaste ad esserlo”
“Roberto” dice Daniele
“Puoi chiedermi tutto ma non che io dimentichi come si sia
comportato Armando
con mia sorella …”
“Daniele” interviene
Marcela “è una cosa che riguarda me, non te e io
non voglio fare niente al
riguardo per rovinare la festa di Roberto”.
Non so affatto se crederle. Non penso che sia sincera. Non
capisco perché Daniele abbia voluto metterci in guardia su
di lei se poi lei è
così tranquilla. Non riesco a credere che lei sia qui,
incinta non so di chi e che
si rivolga a me con sufficiente cortesia dopo che reciprocamente
abbiamo
passato le pene dell’inferno per Armando e alla fine lei ne
è uscita sconfitta.
Certo se lei non mi avesse parlato e se non avesse accettato che
l’aveva perso,
le cose sarebbero state diverse … ma non so se tutti noi
saremmo stati felici.
Io di mio sono
felice.
Mi raggiungono Cami e Isa. Le ragazze hanno bisogno di aiuto per i loro
vestiti
di stasera. Sono in un’età difficile, a
metà tra l’essere ancora delle bambine
e delle ragazze. Ma grazie a mia cognata gli abbiamo preparato un look
favoloso. Cami è praticamente la mia fotocopia, mentre Isa
è la fotocopia di
suo padre ma con i colori di Camila, più chiara. Sono due
ragazzine fenomenali.
Vado con loro in camera e le guardo mentre si provano i loro abiti,
decidendo
quale sia l’acconciatura migliore, quando sopraggiunge
Armando dicendo che deve
parlarmi.
Lo seguo nella nostra
stanza. Invece di parlare mi bacia non appena varchiamo la soglia.
“Che ti succede?” gli
chiedo “Vedere Marcela Valencia ti fa questo
effetto?”
“No” mi risponde “non
è Marcela Valencia, quanto il fatto che ho detto a mio padre
che voglio lasciare
l’Ecomoda e lui non si è opposto”
“Ma è meraviglioso!”
gli dico
“Si, lo è davvero,
soprattutto perchè mi ha detto che continuerà ad
appoggiare te come presidente”
“Davvero?”
“Si, non ha nessuna
intenzione di cambiare presidente. Te l’ho detto, lui si fida
ciecamente di te”
“E vi siete chiariti?”
“Si, lui mi ha chiesto
scusa e io gli ho chiesto perdono e poi ci siamo abbracciati”
Lo abbraccio anche io “Quindi
adesso ti perderò davvero … non lavoreremo
più insieme”
“Tu amore” mi dice lui
“non mi perderai mai” e ricomincia a baciarmi.
In quel momento
bussano alla porta ed entra Marcela con un pacco in mano che
è per me, in
effetti lo stavo aspettando. Me lo manda Stefan Castro.
Marcela capisce
immediatamente cosa stavamo facendo e va via subito, senza nemmeno il
tempo di
dirle grazie o di chiederle perché l’ha portato
lei il pacco.
“Qui dentro c’è il mio
vestito per stasera” dico ad Armando, “me lo
mandano Hugo e Stefan”
“E posso vederlo, o è
come l’abito da sposa?”
“No, puoi vederlo,
anche se non capisco perché” gli dico io
sorridendo.
Apro lo scatolo con
molta delicatezza e quello che vedo mi lascia senza fiato. Un favoloso
tubino
bianco di seta, senza bretelle, con una lavorazione di fiori neri sul
davanti realizzata
con pizzo e perline. È assolutamente favoloso. Nello scatolo
ci sono le scarpe
e un biglietto di Stefan. Armando lo prende e lo legge
Perché
tu possa trascorrere una favolosa serata con questo
abito, che sono certo esalterà la tua naturale bellezza.
Stefan
“Mostro,
vedi che ho
ragione a dire che ti viene dietro?”
“Armando, ma è uno
stilyst … è scritto nel suo contratto che dica
queste cose …”
“Certo, come no” mi
ribatte lui “ma tanto questa sera sono io che ti
lascerò senza fiato, perché ti
sto preparando una favolosa sorpresa.” Mi bacia ed esce
dicendo “Vado a cercare
Mateo, mi serve il suo aiuto”.
Ripongo l’abito nell’armadio
e anche io esco dalla stanza per raggiungere Camila, ma vengo bloccata
da
Daniele.
“La prego Beatriz, le
devo parlare” mi dice “le devo parlare di
Giulio”.
Non posso fare a meno
di assecondarlo. Allora decido che possiamo andare a parlare nello
studio di
Roberto, ma lui non vuole.
Quindi dove? Nella mia
camera, decido. La mia camera e … di Armando. Non voglio che
abbia modo di
provarci con me come fa sempre di recente.
Quando siamo dentro,
mi ringrazia per quello che ho fatto per Giulio stamattina e mi dice
che non
vuole gli altri ascoltino questa conversazione,
“La madre di Giulio si
chiama Katarina, e siamo stati insieme fino a sei mesi fa. Anche se le
sembrerà
strano ero davvero innamorato di lei, fino a quando non ha fatto quello
che ora
le racconterò. Ha abbandonato Giulio.” mi dice
“Vede Betty, Katarina, non può
essere qui perché è in prigione, in
Germania”.
Sono attonita. “Io non
sono mai stato uno stinco di santo senza ombra di dubbio ma non sarei
mai e poi
mai arrivata a tanto. Praticamente corrompendo dei funzionari di alcune
banche
private, lei e dei suoi colleghi hanno messo su un giro di investimenti
truffa.
Adesso sono stati scoperti e sono in galera tutti. Rischiano cinque
anni di
carcere. I suoi genitori la stanno aiutando, ma non hanno voluto
prendersi cura
di Giulio. Che è rimasto con me e solo con me. Io non so
come fare. Lui cerca
la madre, ma io non sono nelle condizioni di fargliela
incontrare”
“Daniele” gli dico io “dovrebbe
dirgli la verità”
“No, non voglio che si
rovini l’immagine che ha di sua madre. Lui la adora”
“Lui mi ha detto che
voi non vivete più insieme perché avete litigato
e lei è andata via di casa”.
“Si. Gli ho detto
così, perché non volevo che in alcun modo sapesse
che lei in realtà è stata
arrestata mentre lui dormiva”
Mi prende la mano “Betty,
mi creda, io non c’entro niente. Io ho sempre desiderato la
ricchezza, e ho
combattuto per ottenerla, ma non sono un delinquente.
Qui parliamo di una
truffa di venti milioni di euro”.
Ritiro gentilmente la
mano. “Senta Daniele”gli dico
“io non
posso fare a meno di raccontare questa storia ad Armando”
“La sua lealtà mi
affascina” mi risponde lui “Anche se lei non mi
crede, io la trovavo
affascinante già dalla prima volta che l’ho
invitata a cena. Io ammiro la sua
intelligenza. Donne belle ce ne sono a bizzeffe, ma donne belle e
intelligenti
molto poche. È un vero peccato che lei abbia deciso di stare
dalla parte di
Armando”
“Io non sto dalla parte
di Armando, io lo amo e l’ho sempre amato.”
“Ecco, lei almeno ha
falsificato il bilancio dell’Ecomoda per amore, mentre
Katarina è diventata una
truffatrice per interesse. Fregandosene di me e di nostro figlio. Ma
professa
di amarci. Betty, l’amore …. prima o poi passa e
non resta che raccogliere le
macerie”. Detto questo esce e mi lascia inebetita nella mia
stanza.
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Capitolo 23 *** Armando ***
Ad un certo
punto la casa ha iniziato a riempirsi. È arrivata
un sacco di gente per montare tutto per la festa di stasera. La band
per allietare
la serata è arrivata molto prima per fare le prove. Insomma
la casa non è più
nostra. Noi adulti ce ne siamo andati in spiaggia. Mia madre ci ha
letteralmente cacciati, perché aveva lei tutto sotto
controllo. Daniele e
Marcela non sono venuti con noi, mentre mia sorella era già
lì dalla mattina.
Lei ha deciso che questa sarebbe stata una vacanza e così ha
fatto. Betty mi ha
raggiunto, ma non aveva molta voglia di stare sotto il sole, quindi
consegnati
i bambini a Camila mi ha chiesto di fare una passeggiata. Era piuttosto
turbata. Così mi ha raccontato quanto le ha detto Daniele ed
entrambi siamo
rimasti piuttosto perplessi. Né io né lei siamo
stati in grado di sbrogliare la
matassa.
Siamo andati a
pranzo
in un’atmosfera quasi surreale. Siamo tutti a tavola e per
fortuna i bambini
rompono il silenzio imbarazzato. Vedo Camila guardarsi con Betty e poi
volgersi
verso Marcela. Daniele continua a guardare Betty in un modo che non mi
piace.
Mentre per fortuna Mateo ci racconta tranquillamente della sua vita da
manager
rampante in Polonia. Questa giornata si sta rivelando più
difficile del
previsto. Dopopranzo arriva il momento tanto temuto. Marcela si rivolge
a me mi
dice “Possiamo parlare?”
“Certo” le rispondo “dove
vuoi andare?” le chiedo
“Vorrei fare una
passeggiata” mi dice
Vedo che Betty mi
guarda incuriosita, ma fa finta di niente. Lei è impegnata
con Giulio, Roberto
e Juan che vogliono andare a fare un riposino tutti assieme.
Ci dirigiamo verso la
spiaggia. Improvvisamente mi viene in mente che potremmo sembrare
quello che
non siamo, cioè una coppia in attesa di un figlio. Forse
vuole illudersi di
questo.
“A quanto pare devo
ringraziarti, mia madre mi ha detto che alla fine ti ha costretto a
parlare con
Betty, tanto tempo fa e dirle la verità” le dico,
penso che sia meglio mettere
subito le carte in chiaro.
“Non mi sono
comportata proprio benissimo, ma nessuno si aspetta che una donna
innamorata
rinunci subito all’uomo che ama. Però quando ho
capito che tu non saresti
comunque tornato con me, non aveva senso per me vederti
infelice”
“Mi dispiace davvero
tanto per quello che sono stato in grado di farti, come ti ho
già detto allora”
“Per tutti questi
anni, mi sono sempre chiesta se avessi fatto la scelta giusta a farmi
da
parte. E lasciarti a lei. Ora so che l’ho fatta. Io non
capisco cosa tutti ci
troviate in lei, ma tutti la adorano. Camila non ha fatto che parlarmi
di
quanto sia praticamente perfetta”.
Io non so che dire,
mica può pensare che io le parli male di mia moglie no? Dopo
tutto quello che
abbiamo passato…
“Armando” mi dice “non
mi aspetto di certo che tu dica qualcosa al riguardo. Volevo solo farti
sapere
che ho superato il fatto che tu non mi amassi e che non potevo
costringerti a
farlo, anche se all’epoca mi sembrava di si.”
“Allora perché tuo
fratello Daniele mi ha messo sulla difensiva? Perché mi ha
detto che tu ti
saresti vendicata di noi?”
“Mio fratello è
davvero una porcheria … non è vero niente. Io gli
ho solo detto che non sapevo
come mi sarei sentita con voi intorno e che non sapevo come avrei
reagito. Ma
sto reagendo abbastanza bene no?”
“Si” le dico
“Ma non è stato
facile. Vedere la tua famiglia, dico te, lei e i vostri figli
è stata una
pugnalata al cuore, ma è innegabile che voi vi amiate. E sai
una cosa? Non mi
fa più male. Forse in tutto questo tempo ho davvero
accettato tutta la
situazione”
Io le prendo una mano “Mi
fa davvero piacere” le dico “perché
anche se l’ho fatto, io non avrei mai e poi
mai voluto rovinarti la vita”
“Lo so” mi risponde “ma
ormai è acqua passata. Io vorrei che noi provassimo ad
essere amici”
“Certo, e a proposito
di questo … posso chiederti il fortunato?” dico
indicando il suo pancione
“Un altro dei disastri
della mia vita”. Mi racconta di avere da sei anni una storia
con un uomo più
giovane di lei. Lei ne ha quarantadue e lui trentaquattro. Lui vorrebbe
rendere
la loro storia seria e ufficiale ma lei non vuole.
“E perché non vuoi?”
le chiedo
“Non lo so” mi
risponde “perché non l’ho mai presa come
una storia seria quanto piuttosto come
un passatempo”
“Non dipende da me
vero? L’ultima cosa che vorrei è averti fatto
diventare come me tanti anni fa!”
“Ai tuoi livelli è
impossibile. Ma forse un po’ si!”
“Hai paura che lui un
giorno ti lascerà come ho fatto io?”le chiedo a
bruciapelo
“Si, probabilmente si”
e aggiunge “ma sono anche sicura che ad un certo punto si
stancherà di me e del
fatto che abbiamo età diverse e che la vediamo in modo
diverso su molte cose”
“Ma tu sei sicura di
questo? Non è che hai solo paura? E adesso inoltre stai per
dargli un figlio …
come pensi di organizzarti?”
“Lo so, lui mi ha
chiesto di sposarlo, ma io non ho accettato, prima volevo venire qui,
non so mi
sembrava di dover mettere a posto le cose”
“Ehi Marce … non sono
tutti stronzi come me! Ha un nome questo tizio?”
“Si chiama Antonio, è
un architetto italo – americano”
“Secondo me dovresti
buttarti, te lo dice uno che per tutta la vita ha fatto quello che
volevano gli
altri e poi ad un certo punto ha iniziato a fare quello che voleva,
trovando un
po’ di pace. Scusami se ti parlo così”
“Non ti preoccupare,
capisco cosa vuoi dire e sono d’accordo con te”
Quando
torniamo verso
la villa, noto con piacere che Betty mi sta aspettando al varco. Le
sorrido a
trentadue denti e lei per tutta risposta mi da un pizzico. Mi trascina
nella
nostra camera e mi chiede cosa è successo tra me e Marcela.
Devo dire che
vederla infastidita e gelosa mi fa piacere. In fondo non posso essere
sempre io
quello che da di matto. Le racconto quanto mi ha detto Marcela e lei
tira un
sospiro di sollievo all’idea che non voglia vendicarsi.
Comunque anche lei concorda
con me che sembra tutto molto strano.
In effetti siamo stati
catapultati nelle vite dei fratelli Valencia controvoglia mentre noi
non
avremmo voluto che starcene in pace a riposarci e ricaricare le
batterie! In
casa inizia ad esserci una baraonda. Quindi io e Betty ce ne stiamo
abbracciati
nella nostra stanza e ci coccoliamo in santa pace.
“Alle sedici e trenta
arriva la tua sorpresa” le dico
“Non posso avere una
piccola anteprima?”
“No… altrimenti che
sorpresa sarebbe?” le dico e la bacio.
Bussano alla porta e
si apre. Entra nostra figlia. Ci guarda e chiede “Posso
mettermi tra di voi?”
Indossa ancora il suo
costume da bagno. Le faccio spazio tra me e Betty e le domando
“E’ successo
qualcosa?”. Betty si agita
“No, non è successo niente.
Non vedo l’ora di tornare a casa nostra.”
“Cami tutto bene?” le
chiede Betty
“Si mamma” le risponde
“voglio solo stare qui un po’ con voi”
“ E Isa?” le chiedo.
“Isa è ancora in
spiaggia ma a me non andava più di stare lì e
allora sono venuta qui dalla
mamma”
“Ma sei sicura che non
sia successo niente e che vada tutto bene?” le chiede Betty
“Si mamma, te lo giuro,
voglio stare un po’ con te e con papà”
La stringo forte a me,
e penso che qualunque sia il problema della mia piccola, Betty lo
scoprirà. Non
siamo stati con lei quasi per niente e Cami è molto
sensibile. Sono molto
orgoglioso di lei.
“Papi mi stai
strangolando” mi dice
“Ti voglio bene” le
dico io “ vedrai che oggi sorprenderò anche
te!”
Finalmente
circa alle
sedici e trenta la mia sorpresa arriva strombazzando
sull’auto di Mateo.
Mia figlia corre verso
la macchina e inizia a urlare
“Nonnaa, nonnooo, zio
Nicola! Siete qui?!”
Betty arriva di corsa
incredula. Si volta verso di me e mi dice “Non posso credere
che li hai fatti
venire!”
“Non sono stato io, li
ha invitati mio padre personalmente. Io ho solo organizzato il
viaggio”!
Betty va a salutare i
suoi genitori. E immediatamente suo padre le dice “Bettica
… cosa hai fatto ai
tuoi capelli? E cosa sono questi vestiti corti?”
“Hermes” lo interrompe
donna Giulia “siamo al mare, come dovrebbe
vestirsi?”
Vado anche io incontro
a loro per salutarli mentre Cami e Betty parlano con Nicolas. Presento
ai miei
suoceri mio cugino Mateo e li avviso che in casa
c’è molto trambusto.
“Proprio per questo”
dice mio suocero “Noi domani andiamo via! Siamo venuti
perché tuo padre si
sarebbe offeso ma non vogliamo incomodare nessuno”
“Ma no, don Hermes,
non si preoccupi!” gli rispondo “ Non disturbate
davvero nessuno!”
In quel momento
sopraggiunge Marcela. Mio suocero è stupito di vederla, la
saluta formalmente e
poi mi segue in casa.
“Armando … dov’è
Betty?” mi chiede “Giulio ha di nuovo una crisi di
pianto e vuole la sua vice
mamma! Io non riuscita a calmarlo”. Le indico Betty con
Nicolas e Cami.
“Quello è Nicolas
Mora???” mi chiede Marcela
“Si” le rispondo io “è
cambiato vero? È opera di Betty”. A vederlo adesso
non lo si riconosce affatto.
È sempre un po’ dalle idee strambe ma è
un mio grande amico ed è come uno zio
per i miei figli. Betty
l’ha convinto
prima di tutto ad operarsi di adenoidi, così la sua voce ha
perso quel suono
nasale terribile. Poi gli ha rifatto il look. Gli ha fatto crescere e
scompigliare i capelli, fatto togliere gli occhiali. È
proprio un altro. Ancora
non si è sposato ed ha un seguito di modelle allucinanti che
batte anche Mario
Calderon. Inoltre nel frattempo, si è affermato come
economista. Ha scritto
libri di economia che hanno avuto uno straordinario successo. Viaggia
spesso
per gli Stati Uniti, ma per fortuna non ha mai lasciato
l’incarico all’Ecomoda,
perché vuole bene a Betty e non la lascerebbe mai sola. Per
fortuna. Perché così
per me è più facile andare a lavorare da
un’altra parte.
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Capitolo 24 *** Betty ***
Armando mi ha
fatto
davvero una bella sorpresa nel far venire qui i miei genitori e
Nicolas. Certo
si sta rivelando una giornata lunghissima. Quasi infinita. Tra poco
inizia il
party e staranno per arrivare i primi invitati. Il giardino e la
piscina sono
stati preparati in maniera impeccabile. Ci sono dei tendoni che
contengono il
cibo e un sacco di tavoli sparsi ai quali ognuno può
sedersi. Non ci sono posti
assegnati, così come il menu è libero, a buffet.
La blues band che allieta la
serata è bravissima ed è previsto anche uno show
di giocolieri e artisti di
strada. Ho avuto appena il tempo di parlare con i miei genitori. Sono
piuttosto
frastornati ma felici. Mia figlia Camila è contentissima
dell’arrivo dei nonni.
Io sono praticamente pronta e vado a cercarla. Non ho avuto modo di
parlarle
dopo oggi pomeriggio. Giulio ha avuto un’altra crisi di
pianto. Daniele
Valencia dovrebbe capire che suo figlio deve sapere la
verità. Non può
continuare così, né tantomeno può
pensare che io possa davvero diventare sua
madre. Entro nella stanza di mia figlia e ci trovo anche mia cognata
che le sta
aiutando a vestire. Abbiamo preso per loro due dei vestiti molto chic e
giovanili.
Cami indossa un abito
corto nero, a palloncino, con un corpetto stretto senza maniche, e un
copri
spalle color turchese con delle ballerine nere, mentre Isa indossa un
abito lungo
rosa, un po’ stile impero, anche questo con un corpetto senza
maniche e con un
copri spalle nero.
Camila sta discutendo
con loro su come vogliono acconciati i capelli. Mia figlia decide di
farsi una
treccia, mentre Isa una morbida coda. Sono davvero bellissime. Sono
delle
dodicenni molto carine che non sembrano avere di più della
loro età.
Sono certa che quando
Armando la vedrà resterà stupito. Inoltre mio
padre avrà da ridire sulla
lunghezza della gonna.
“Camila, io inizio a
scendere” dico a mia cognata e porto mia figlia con me.
“Cami” le chiedo “cosa
è successo oggi pomeriggio per farti avere quella
reazione?”
“Ho sentito Marcela e
Maria Beatrice Valencia che dicevano che io sono brutta come lo eri tu
e che
nessuno mi vorrà mai bene. E Marcela diceva che se
sarò fortunata troverò
qualcuno che perda la testa come papà”
Abbraccio mia figlia.
Mia figlia non è affatto brutta. È molto diversa
da come ero io e adesso le
dovrei raccontare per come posso di quanto è stata difficile
la mia infanzia,
perché io si che ero brutta.
“Tesoro” le dico “ti
garantisco che non ce l’avevano con te”. Conosco
bene quel tipo di cattiveria
“Marcela è arrabbiata con me perché
voleva sposarsi con papà che invece ha
scelto me. E sua sorella la difende. Ma tu sei bellissima. Sei una
bellissima
ragazzina e non devi avere alcun dubbio su questo”.
Scendiamo
in giardino. Devo trovare mia
suocera che mi ha chiesto di stare a fianco a lei, per fare da
anfitrione agli
invitati. Scendo e trovo Armando, già in smoking. Gli
racconto brevemente
quello che mi ha raccontato Cami. Si infuria e mi dice che
parlerà con Marcela.
Devo staccarmi da lui perché stanno arrivando i primi
ospiti.
“Betty” mi chiama lui
“Si” gli dico
“Sei bellissima!”
Questa festa sta
riuscendo benissimo. È organizzata in maniera egregia. Gli invitati sono venuti
tutti, tra questi
anche Mario Calderon. I bambini si stanno divertendo. Io e Armando
chiacchieriamo un po’ con tutti come fanno Camila e suo
marito. Mio suocero è
davvero felice.
Si avvicina a me
Daniele Valencia “Beatriz, lei è davvero
bellissima questa sera”
“Grazie dottor
Valencia”gli rispondo
“Gliel’ho detto, può
chiamarmi Daniele” mi ribatte lui
“Le ho già detto che
non voglio!” gli dico
“Non è stanca di darmi
sempre contro?”
“E lei non è stanco di
provarci ogni volta che mi vede e di ricevere sempre picche?”
“E’ bello ricevere un
rifiuto da lei! A parte tutto voglio di nuovo ringraziarla per quanto
ha fatto
per mio figlio.”
“Non c’è bisogno che
mi ringrazi ancora!”
Per fortuna Nicolas
viene in mio soccorso. Oggi pomeriggio ho avuto cinque minuti per
metterlo al
corrente di quanto sta avvenendo.
“Dottor Mora” gli dice
Daniele “che piacere vederla, quasi non la
riconoscevo!”
“Il piacere è mio” gli
risponde sarcastico Nicolas
“Ha saputo qualcosa di
Patrizia Fernandez?” gli chiede Daniele
“Assolutamente no” gli
dice Nicolas “e perché dovrei? Dovrebbe essere lei
ad avere sue notizie, dopo
la vostra storia no?”
“Si ha ragione. Ma ho
resistito molto poco con lei…. Come avrei potuto fare
altrimenti … è davvero
un’oca!”
“Io non la vedo da
anni” gli risponde “e poi visto come ci siamo
lasciati dubito fortemente che
vorrebbe avere a che fare con me.”
“Non saprei!”
Arriva anche Camila,
che mi prende per mano e mi dice “Cosa ci fai qui? Devi fare
pubbliche relazioni
anche qui!”
“Grazie Camila” le
dico “mi hai salvata”.
C’è
un’atmosfera
meravigliosa e la band è bravissima. Ad un certo punto si
aprono le danze e
Camila invita i suoi genitori a ballare sulla loro canzone The way you look tonight cantata dalla
band. Armando mi raggiunge e
mi invita a ballare. Mentre balliamo vedo che Daniele non smette di
guardarmi.
Per tutta risposta io appoggio la testa sulla spalla di mio marito.
Spero tanto
che capisca che non voglio avere niente a che fare con lui.
Mio marito mi guarda
perplesso, ma io gli sorrido perché voglio che siamo felici
oggi. Voglio
godermi questo momento.
Dopo aver ballato con
lui ballo con mio padre, che è davvero elegantissimo e vedo
che mio marito sta
ballando con Cami. Sono davvero adorabili. Sono
felice oggi, mi sento il cuore
scoppiare di gioia in questo momento.
Al momento del taglio
della torta dei fuochi artificiali vengono sparati nel cielo. Mio
suocero fa un
breve discorso ringraziando tutti i presenti, dicendosi orgoglioso
della sua
famiglia e della sua azienda.
Io e Camila ci
asciughiamo qualche lacrima dagli occhi. Dopo esserci fatti tutti le
foto di
rito e la festa volge verso il termine, il dj mette musica dance,
così tutti i
giovani si scatenano e tra questi anche Armando, Mateo, Alberto e Mario
Calderon.
Vengo raggiunta da mio
figlio Roberto e da Giulio. Sono davvero bellissimi entrambi con i loro
mini
smoking, senza giacca, perché hanno giocato tutto il tempo.
“Bambini, vorrei
complimentarmi con voi, perché durante la cena siete stati
bravissimi!” gli
dico baciandoli sulla testa.
“Mamma sei
bellissima!” mi dice mio figlio abbracciandomi alle gambe
“Piano Giulio” gli
dico io, “mi fai cadere a terra!”. In effetti
stasera è sempre peggio. Ho delle
favolose Jimmy Choo tacco quindici. Stefan osa sempre di
più. Anche Giulio mi
abbraccia alle gambe e mi dice “Betty, sei bellissimissima,
più tardi, mi dai
il bacio della buonanotte?”
Si avvicina a me
Marcela Valencia. “ Betty” mi dice “la
trovo molto in forma!”
“La trovo bene anche
io!”le rispondo, ma sento che vorrei strozzarla per quanto
riguarda mia figlia
Camila.
Sembra leggermi nel
pensiero “Per quanto riguarda sua figlia, mia sorella non
voleva offenderla. Ho
parlato con Armando al riguardo.”
“Bè la bambina si è
sentita bruttissima. Devo ancora insegnarle a proteggersi dalla
cattiveria, ma
finora per fortuna non ha trovato gente che le facesse del male di
proposito”
le dico fredda
“La capisco Beatriz.
Mia sorella è molto frivola. Non si è resa conto
né che ci stesse sentendo né
che la stesse ferendo. Mi dispiace” mi dice
“Non si preoccupi” le
dico “Cami ha già superato tutto. Però
la prego in futuro di prendersela con me
e non con i miei figli!”
“Io non voglio
prendermela né con lei né con i suoi figli. Io ho
superato questa storia” fa il
gesto di indicarsi la pancia “ come vede sono andata
oltre!”
“Mi fa piacere
saperlo, e anche vedere che si appresta ad iniziare
l’avventura di essere
madre!”
“Sono piuttosto
terrorizzata … non avrei creduto che sarebbe avvenuto
così, ma la vita non va
mai nella direzione che vorremmo”
Sapevo che mi avrebbe
fatto qualche battutina, ma questo significa parlare chiaramente tra le
righe.
Insomma lei aveva pensato che Armando sarebbe stato il padre dei suoi
figli,
invece che dei miei.
“Non ce l’ho con lei
Betty” mi dice “se c’è una
cosa che ho capito è che non puoi costringere la
gente ad amarti, né puoi scegliere chi amare. E lei e
Armando vi amate. L’ho
sempre saputo e oggi ne ho avuto la conferma.”
“E non le dispiace?”
“Sinceramente un po’
si … Sta vivendo quella che doveva essere la mia vita. Ma
oggi ho capito che il
mio non è un rimpianto. È che oggi ho capito che
voglio proprio andare avanti
con la mia vita! … e sto per avere un bambino da un uomo che
… amo!”
Assume l’atteggiamento
di una persona che sembra rendersi conto in quel momento dei suoi
stessi
sentimenti. “Mi fa piacere sentirglielo dire. Ammetto che
credevo che avrebbe
fatto di tutto per farci separare. Per riprendersi Armando. Ma io non
sono
disposta a cederlo, né a lei né a
nessun’altra.”
“Stia tranquilla
Betty” mi risponde “Armando è tutto suo,
lo
sempre stato e sempre lo sarà. Ora mi
scusi” aggiunge “devo fare una
telefonata!”e va via. Per fortuna ha accettato che la sua
storia con mio marito
è proprio finita. Lo è da tempo, ma forse lei non
lo aveva realizzato
pienamente.
Vado verso
Nicolas, è davvero molto bello con il suo smoking. Lo
vedo parlare con i miei genitori. Anche mia madre è molto
elegante. Sono stati
leggermente in imbarazzo all’inizio della festa ma poi si
sono sciolti,
soprattutto perché la sorella di Margherita è
stata molto gentile con loro e
perché si sono occupati dei loro adorati nipoti, non
perdendoli un attimo
d’occhio.
“Nicolas” gli dico
“posso parlarti un attimo?”
“Certo” mi dice lui
“ai tuoi ordini”
Lo prendo a braccetto
e ci andiamo a sedere in un angolo del giardino dove possiamo parlare
in pace.
“Betty” mi dice lui,
“Cos’è questo, un complotto?”
“No, devo parlarti di
informazioni riservate.”
“E non pensi che se ci
vedono allontanarci assieme potrebbero pensare male?”mi chiede
“No, non penso. Sanno
benissimo tutti che per me sei come un fratello quindi non penseranno
male.
Volevo dirti che Armando …. Lascerà
l’Ecomoda?”
“Cooosaa?”
“E perché?”
“Ha ricevuto
un’offerta da un suo compagno
dell’Università per lavorare assieme a un nuovo
progetto di tecnologie. Il punto è che lui vuole andare e io
non posso
bloccarlo, né lo voglio, perché desidero che sia
felice.”
“Ma è assurdo!”
“Lo so, un po’ lo è ….
Ma tu non mi lascerai vero? Resterai a lavorare con me?”
“Certo Betty … a parte
tutto, il mio lavoro mi piace!”
“Il lavoro … o la
quantità industriale di modelle che ti girano
intorno???!”
“Ma tu non perderai la
Presidenza vero?” mi chiede
“Penso di no. Roberto
ha garantito ad Armando che mi avrebbe appoggiato nel proseguire con la
presidenza”
“Armando lascerà
l’Ecomoda” ripete Nicola
“Cosa? Ho sentito
bene?” chiede Daniele Valencia, venendoci incontro.
“ E voi cosa ci fate qui?
Così appartati?”
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Capitolo 25 *** Armando ***
Dopo il party io
e
Betty ci ritroviamo nella nostra camera. Sono furioso con
quell’idiota di
Daniele Valencia. L’idea che lui possa essere in qualche modo
infastidito dal
fatto che Betty stesse parlando lontano da tutti con Nicola mi fa
imbestialire.
“Armando ti prego
calmati” mi dice Betty “Ho sbagliato io a parlare
con Nicolas questa sera” si
giustifica lei “ma volevo prepararlo.”
“No Betty” le dico “tu
puoi parlare con Nicola, hai fatto bene a dirglielo. Saranno oberati di
lavoro
in questi giorni ed è giusto che si preparino in qualche
modo. Quello che è
insopportabile per me è che Daniele si comporti con te come
se fosse tuo
marito. Sono io tuo marito che diamine!”
“Armando, Daniele si
comporta così per farci innervosire, non so cosa vuole
ottenere!”
“Betty” quasi le urlo “Davvero
non immagini cosa vuole ottenere? Sta cercando in tutti i modi di
mettersi tra
di noi. Di farmi fare la figura dello stupido, di prendersi la mia vita
visto
che la sua fa così schifo”
“Bè non ci riuscirà!”
“Betty, suo figlio va
dicendo che sei la sua vice madre!!”
Vedo che si esaspera
pure lei e si siede sul nostro letto.
“Armando” mi dice “calmiamoci.
Stiamo litigando per Daniele Valencia e già la cosa mi
disturba. Inoltre
qualsiasi sia il piano di Daniele Valencia non otterrà
niente perché io amo te
e voglio stare con te. Certo, prima o poi doveva venire a sapere che tu
vuoi
lasciare l’Ecomoda … adesso non sappiamo cosa
vorrà fare”
Mi siedo sul letto
pure io e Betty viene ad appoggiarsi a me “ Sono certo che ci
metterà i bastoni
tra le ruote. Mi dispiace. Dovrei restare lì”
“No” mi risponde lei “devi
fare ciò che ti fa felice e se ti fa felice andare via, devi
farlo anche se mi
mancherai tantissimo”
Mi giro verso di lei e
le do un bacio sulla tempia. “Non lo sopporto, non lo
sopporto!”
“Nemmeno io!”mi dice
Betty “Ti prego basta, parlare di lui. Lo affronteremo
domani”
“Ti ricordi che domani
dobbiamo andare a pranzo con quel compratore canadese?”
“Si, non me lo
ricordare!! Per fortuna c’è anche Nicolas qui con
noi!”
Betty inizia a
togliersi il vestito che indossa aprendo la cerniera laterale
invisibile.
Improvvisamente non sono più arrabbiato con nessuno, vado
verso di lei, la
bacio e le chiedo se ha bisogno di aiuto con il suo abito.
“Sei proprio incorreggibile!”
mi dice “ma sono felice che ogni tanto mi degni della tua
totale attenzione!”
“Anche io Mostro ho da
fare delle lamentele a questo riguardo. Anche tu mi trascuri”
“Come potrò mai
riparare Dottor Mostro?” mi chiede e mi bacia
“Te la stai cavando
benissimo” le dico prima di farla stendere sul nostro letto.
Siamo a colazione. Il
party è
stato un super successo anche se
Daniele ha provato a rovinarlo.
Adesso è seduto qui
davanti a me, ma vorrei tanto spaccargli la faccia. Tutti sono stati
informati
della mia volontà di lasciare l’azienda.
“Armando” mi dice
Daniele “ho pensato una cosa. Visto che tu vuoi lasciare
l’Ecomoda, stavo
pensando di prendere il tuo posto nell’azienda!”
Non posso crederci!
Non posso crederci! Questo uomo vuole prendersi tutto quello che
è mio. Insomma
adesso è chiaro il suo obiettivo è Betty.
Probabilmente lo era fin dall’inizio,
fin da quando l’ha invitata a cena dopo il suo ritorno da
Cartagena.
Betty è allibita.
“E con quale
competenza verrebbe a lavorare in Ecomoda” gli chiede lei
“ dal momento che è
un funzionario pubblico!”
“Infatti Daniele”
aggiunge Marcela “tu cosa capisci di moda?”
“Io sono un azionista
dell’Ecomoda, uno degli azionisti maggioritari tra
l’altro, non potete
impedirmi di lavorare per la mia azienda se voglio”
“No” gli risponde
Betty “non possiamo impedirglielo ma non può
nemmeno venire a scaldare la sedia.
Avrei già pensato di reinserire Mario Calderon come
direttore marketing se
vorrà accettare!”
“Brava Betty” mi dice
Nicolas “sono mesi che te lo chiedo!”
“E se Armando va via,
chi lo sostituisce?” insiste Daniele “Posso
sostituirlo io! Non penso di non
esserne in grado!”
“Ma Daniele” gli
chiede Marcela “Vuoi tornare a vivere a Bogotà?
Non avevi detto che non saresti
mai tornato?”
“Le cosa cambiano
sorellina” le risponde “ e io, ho proprio bisogno
di cambiare aria, soprattutto
per Giulio!”
Non mi va di sentire i
commenti di tutti. Di mia sorella, dei mie suoceri, di Nicolas. Me ne
vado
nello studio di mio padre dove mi raggiunge poco dopo.
“Armando” mi dice “sai
benissimo che io non posso in alcun modo impedire a Daniele di entrare
o di
lavorare all’Ecomoda”.
“Lo so papà, lo so”
gli rispondo. “Adesso non vuole venderla l’Ecomoda!
Vuole solo rovinarmi la
vita!”
“Perché dici questo?”
“Papà, non hai visto
come guarda Betty, non hai visto come si comporta con lei??? Vuole solo
mettersi in mezzo per rovinarmi la vita! Non capisco cosa gli abbia
fatto per
meritare tutta questa acredine!”
“Daniele è solo geloso
di te! Sappi comunque che io ti sosterrò. Per quanto
riguarda Betty, dopo tutto
quello che ha fatto per te pensi che possa mai tradirti con
Daniele?”
“No, lo so questo” gli
dico “ma l’idea che lui possa insidiarla, possa
esserle vicino mentre io sono
lontano mi fa andare in fumo il cervello”.
Arriva Betty e
dice a
mio padre “Roberto ti prego lasciaci soli, devo parlare con
Armando”
“Betty cosa vuoi dirmi?”
le chiedo
“Armando” mi dice “questa
storia ci sta sfuggendo dalle mani. Io ti amo. Ti amo così
tanto che darei la
mia vita per te. E se dovrò lavorare con Daniele Valencia lo
farò volentieri, perché
almeno so che tu sarai felice. Però voglio essere molto
chiara su una cosa: mai
e poi mai dovrai pensare che io possa essere interessata a Daniele. Ti
prego di
fidarti di me.”
“Betty, tu vuoi che io
vada alla New Tech? Dimmelo sinceramente” le chiedo
“Ti dirò la verità” mi
risponde “una parte di me non vuole che tu vada via. Non so
come affronterò il
tutto. Ma una parte di me vuole provare a se stessa che posso farcela
anche
senza di te. In fondo in tutto questo tempo tu mi hai protetta. Sei
stato
sempre al mio fianco, in tutte le situazioni. E poi mica smettiamo di
essere
noi! Saremo lo stesso sposati e la nostra famiglia non
finirà perché tu lavori
da un’altra parte!”
“Betty … non so cosa
fare. L’idea di perderti mi fa tremare fin nel profondo delle
viscere. Io non
saprei più vivere senza di te e l’idea che quella
serpe possa mettersi tra di
noi mi fa imbestialire.”
“Ma lui potrà mettersi
tra di noi solo se noi glielo permettiamo e io non voglio!”mi
dice lei.
“Lo so, io mi fido
ciecamente di te. Ti amo tantissimo”le dico.
“E allora non agitarti
troppo” mi risponde “l’unica cosa che non
voglio è che un giorno tu possa
essere insoddisfatto di te stesso perché non hai avuto
fiducia in me!”
“Questo non avverrà
mai. Tu sei la persona più importante della mia vita.
Qualsiasi cosa faccio per
te ne vale la pena”
“ E ti ringrazio per
questo. Ma devi capire che io VOGLIO che tu faccia delle cose per te
stesso” mi
dice “non voglio che tu rinunci a qualcosa di importante per
causa mia e se tu
non credi che io possa sopportare e soccombere a Daniele Valencia,
significa
che non ti fidi di me! Io invece voglio che tu ti fidi di me”
“Mostro, se c’è una
persona al mondo della quale mi fido e mi sono sempre fidato sei
tu” le dico
“Molto bene” mi risponde
lei “Allora
voglio che tu ti senta
libero di fare quello che vuoi dal più profondo del tuo
cuore” mi dice.
Io la abbraccio e le
dico “Posso fare una cosa che voglio fare dal più
profondo del mio cuore?”, non
le do il tempo di rispondere e la bacio.
La faccio appoggiare
alla scrivania ma lei mi blocca e mi dice “Non siamo nel mio
studio all’Ecomoda
e non possiamo profanare lo studio di tuo padre!”
Dopo circa una mezz’ora
usciamo dallo studio. Vengo assalito dalle domande di mia madre e di
mio
suocero. Vedo che è arrivato anche Mario.
Chiedo di parlare con
lui e con Nicolas in privato. Rientro con loro nello studio di mio
padre.
“Allora amici miei”
dico “come avete ben capito lascerò
l’Ecomoda”. Spiego brevemente a Mario la
mia scelta e gli chiedo di riprendere il suo ruolo di direttore
marketing.
Stranamente accetta senza problemi, poi mi dice che il Fashion
l’ha chiamato
per dirgli che hanno deciso di ridimensionare il contratto con lui
perché hanno
preso un manager cinese che possa mantenere i rapporti con
l’oriente e dato che
lui non parla né il cinese, né il giapponese,
lavorerà per il Fashion molto
meno e dovrà occuparsi solo dei rapporti tra Fashion ed
Ecomoda.
“Bene” gli dico “mi fa
piacere, perché dal momento in cui me ne andrò e
se Daniele Valencia dovesse
venire a lavorare in Ecomoda, voi sarete le mie spie. Voi dovrete
controllarlo
per me. Dovrete controllare sia il suo lavoro, dovete accertarvi di
quello che
combina, perché io non mi fido di lui e temo che voglia far
fallire la mia
azienda e poi dovrete controllare quello che combina con Betty,
perché quello
lì vuole portarmela via!”
“Armando” mi dice
Nicolas “come puoi chiedermi questo? Come posso spiare Betty
che è come una
sorella per me?”
“Nicolas” gli dico “io
sono certo che quell’uomo farà di tutto per
portarmela via. Tu non vuoi che
Betty cada nel suo tranello no?”
“No certo che no, ma
dovresti fidarti di lei!” mi dice
“Io di lei mi fido
ciecamente, ma ….”
“…. È di lui che non
ti fidi!” conclude per me Mario “Puoi contare su di
me!” aggiunge.
“ E anche su di me”
aggiunge Nicola
“Se Daniele Valencia
pensa che io gli lasci mandare a puttane tutto quello che ho costruito,
se
pensa che gli lasci Betty si sbaglia di grosso” dico ai miei
amici.
Fine
prima
parte
La
prima parte è finita. Fatemi sapere cosa ne pensate. Nella
seconda ci saranno scintille
|
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Capitolo 26 *** Parte II - Daniele ***
Mi giro nel
letto e
trovo Betty accanto a me. La tentazione di svegliarla con un bacio
è molto
forte. Abbiamo trascorso una notte bellissima insieme. Decido di
svegliarla e
la bacio dolcemente la testa. Lei si volta verso di me e mi sorride
“Buongiorno”
mi dice. “Buongiorno” le rispondo.
La bacio sulle labbra.
“Non sei pentita per
questa notte?” le chiedo.
“No. Non lo sono
affatto”
“E lascerai Armando
come ti ho chiesto?”
“Devi darmi tempo,
come ti ho già detto ieri”
Non voglio sprecare
altro tempo a parlare con lei quindi riprendo a baciarla e lei mi
abbraccia e
risponde al mio bacio. “Voglio passare tutta la giornata a
letto con te” mi
dice
“Non chiedo di meglio”
le rispondo io e torno sotto le coperte con lei.
“Papàààààààà,
papààààààààà”
Qualcuno mi chiama e
mi sveglio di soprassalto. Vedo mio figlio che sale sul mio letto.
“Papà posso
dormire con te?”
“Giulio, cosa succede?”
gli chiedo. Guardo l’orologio, sono le quattro
“Voglio dormire con te”mi
dice lui
“Ok” gli dico io
aprendogli le coperte “vieni dentro”. Mio figlio si
mette sotto le coperte e
viene ad abbracciarmi. Si rannicchia contro di me e riprende a dormire.
Io invece resto
sveglio. Giulio ha interrotto il mio sogno. Sono turbato. Ormai sogno
Betty
quasi ogni notte. La desidero. Non so da dove vengano fuori questi
sentimenti
così improvvisamente.
Ormai lavoro in
Ecomoda con lei da due settimane. Armando se n’è
andato a lavorare alla New
Tech e io ho preso il suo posto. L’atmosfera non è
delle migliori. Ho combinato
troppi danni nel tempo perché tutti non mi guardino con
sospetto.
Sto vivendo un periodo
molto particolare della mia vita. Quando Betty e Armando si sono
sposati sono
rimasto qui a tentare di fare un po’ di casino ma non ci sono
riuscito. Ho
avuto una breve storia con Patrizia Fernandez, una storia di sesso che
non mi
ha lasciato niente. Poi sono andato via. Sono andato in Germania e per
tanto
tempo ho condotto una vita dissoluta. Poi ho incontrato Katarina e mi
sono innamorato
di lei. Gli ultimi sei anni sono stati molto pieni e intensi. La
nascita di
Giulio, la nostra vita insieme non è stata affatto male.
Ricordo che quando
Katarina mi ha detto di essere incinta non sono scappato, ero felice di
poter
costruire la mia famiglia. Quello che non mi aspettavo affatto era che
lei
avesse praticamente una doppia vita. Ci sono caduto con tutte le
scarpe. Purtroppo
ho abbassato la guardia e non avrei dovuto farlo.
Adesso sono nei
casini, perché lei è in galera in Germania. La
sua famiglia non ha voluto
prendersi cura di Giulio. Se mi avessero manifestato un qualsiasi tipo
di disponibilità
a farlo, sarei rimasto lì. Ma da solo no! Preferisco che mio
figlio cambi aria,
che stia lontano da questa storia terribile.
L’ho iscritto nella
stessa scuola di Giulio, con cui ha fatto sinceramente amicizia. E poi
Bogotà è
casa mia. Mia sorella Marcela ormai si è trasferita e Los
Angeles, e tra l’altro
tra un mese e mezzo partorirà. Qui ho due cose molto
importanti. La mia casa e
la mia azienda. E poi c’è Betty.
Non so dire perché ma
a me Betty piace veramente.
Ripenso a quando l’ho
vista addormentata nel suo studio mentre cercavo Armando.
Già allora ricordo
che provavo curiosità nei suoi riguardi. Ma era davvero
inguardabile all’epoca.
Non so quante volte l’abbia provocata. Ma lei mi ha sempre
rimesso al mio posto
guadagnando punti ai miei occhi. E poi abracadabra, torna ed
bellissima. La
sera che l’ho invitata a cena, anche se mi ha risposto picche
sono tornato a
casa molto soddisfatto. Purtroppo Betty non mi ha mai dato una
possibilità. Era
innamorata di Armando. E penso lo sia tuttora. Come io lo ero di
Camila, quando
ero molto giovane. Ma adesso non voglio rinunciare a lei. Mi piace. Mio
figlio
ha deciso che è la sua vice madre. So bene che
sarò considerato un cinico. Ma
lei mi piace. Anche io merito di essere felice e se per esserlo devo
portarla
via ad Armando, non mi farò un problema per questo.
In queste due
settimane di lavoro all’Ecomoda mi sono anche molto divertito
a vedere come
cerca di resistere ai miei approcci. Ripenso alla discussione che
abbiamo avuto
la scorsa settimana nel suo ufficio.
“Buongiorno Betty” le
ho detto entrando
“Buongiorno dottor
Valencia” mi ha riposto lei
“Betty, non pensa che
sia arrivato il momento di chiamarmi Daniele e non Dottor
Valencia?”
“Assolutamente no”
“Perché si ostina a
vedermi come un suo nemico? Non lo sono. E adesso lavoriamo
assieme!”
“Basta pensare a tutto
quello che ha combinato anni fa per farci le scarpe perché
la chiami Dottor
Valencia per sempre!” mi ha riposto
“Allora non è vero che
non porta rancore se ancora si ricorda di cose successe più
di tredici anni fa”
le ho detto
“Non porto rancore con
chi se lo merita” mi ha detto lei
“Ed io cosa ho fatto
di tanto terribile per meritarlo? Ammetto di averle detto cose poco
gradevoli…”
“Tipo cancellare dal
mio curriculum la mia esperienza con l’Ecomoda, oppure che
danneggio le retine
della gente…”
“Ha ragione. Le chiedo
scusa per quelle parole” le ho detto
“Delle sue scuse non
me ne faccio niente” mi ha risposto
“Deve riconoscere che
all’epoca non era uno schianto come adesso. Ed io avevo un
ego spropositato, lo
ammetto, ma la mia concorrenza con Armando mi aveva annebbiato la
mente”
“Quindi mi sta dicendo
che adesso non è più in concorrenza con Armando?
A vedere come si è comportato
a Miami non direi proprio!” mi ha detto
“Diciamo che col
passare del tempo ho capito che io e Armando non andremo mai
d’accordo. Poi si,
sono ancora in concorrenza con lui perché, voglio
lei!” le ho detto.
“Lei è completamente
folle se pensa che io possa lasciare Armando per iniziare una storia
con lei!
Io amo mio marito. Lei piuttosto non era quello che predicava di essere
innamorato della sua compagna? È bastato un errore di lei
perché lei scappasse
via con suo figlio! Questo non è un comportamento
responsabile e come se non
bastasse viene qui e inizia a voler distruggere il mio matrimonio! Lei
non è
affatto una brava persona dottor Valencia!”
“Si calmi Betty” le ho
detto “E’ un fiume in piena! Se sono qui
è perché voglio proteggere mio figlio
da uno scandalo terribile e poi siamo stati abbandonati da tutti.
Quanto a lei …
dovrei vergognarmi di dirle che mi piace??! Lei mi piace Betty.
E’ una donna
bellissima in tutti sensi” mi sono alzato e le sono andato
incontro.
“Se non si allontana
da me le darò uno schiaffo”
“Non credo che lo farà
di nuovo”le ho detto avvicinandomi.
Incredibilmente mi ha
dato un altro schiaffo.
“Dottor Valencia” mi
ha detto “lei lavora qui ed io non posso impedirglielo
perché è un azionista ma
la prego di mantenere le distanze con me. Intendo comunicare il meno
possibile
direttamente con lei, parlerò con la sua segretaria e con
lei direttamente solo
lo stretto necessario”
“E pensa che questo mi
fermerà?”
“Lei si fermerà, perché
altrimenti riceverà uno schiaffo al giorno e una denuncia
per stalking!”
“Betty” le ho detto “io
ottengo sempre quello che voglio e voglio lei” e sono uscito
dal suo ufficio.
Betty
mi ha
praticamente messo contro tutte quelle della banda. Anche Sandra, la
mia
segretaria è molto fredda con me, ma sa che potrei chiedere
di licenziarla e
quindi fa il suo lavoro al meglio. Poi ci sono Mario e Nicolas che non
lasciano
Betty sola nemmeno per un attimo. E mi controllano. Loro pensano che io
non me
ne sia accorto ma io l’ho capito lo stesso.
Gli unici con i quali
ho un buon rapporto sono Hugo Lombardi e Saul Gutierrez. Ma loro non mi
interessano più di tanto.
Sono stupito dal fatto
che Betty sembra avere un rapporto migliore con Mario Calderon che pure
dovrebbe odiare che con me.
La innervosisco e
questo significa che non le sono completamente indifferente. Ma devo
studiare
una strategia vincente se voglio che lasci Armando e il mio sogno
diventi
realtà.
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Capitolo 27 *** Betty ***
Mi stiracchio
nel mio
letto dove Armando sta ancora dormendo. Oggi è domenica e
per fortuna possiamo
dormire quanto vogliamo. Roberto e Margherita sono rimasti a
Bogotà così come
Camila, Alberto e i loro figli in questo mese. Nei fine settimana hanno
portato
i bambini a casa loro. Dicono che quando andranno a Londra non li
vedranno per
tanto tempo e non vogliono che i bambini si dimentichino dei loro nonni.
Questo fa si che io e
Armando siamo soli durante il week end anche se oggi andiamo a pranzo
da loro.
E verranno anche i miei genitori.
Armando lavora alla
New Tech solo da due settimane ma è davvero elettrizzato da
questo nuovo
lavoro. Sta lavorando come un matto ed è pieno di idee per i
suoi progetti, che
io non conosco perché non capisco nulla di quello che dice.
So solo che ieri,
anche se era sabato ha lavorato fino alle otto di sera, ma almeno era a
casa,
mentre io sono andata dal parrucchiere.
Guardo l’orologio.
Sono le sei e trenta, l’orario in cui mi alzo di solito, ma
oggi è troppo presto.
Provo a riaddormentarmi e non prendo sonno. Guardo mio marito dormire.
Quasi
quasi lo sveglio. In preda ad un impulso irrazionale lo bacio sulle
labbra, ma
lui dorme profondamente. Mi giro dall’altro lato ma lui mi
ferma con la mano e
mi dice con voce assonnata “Betty, non dormi?”
Mi volto verso di lui
“Non riesco a riprendere sonno” gli dico
“Scusami se ti ho svegliato!”
“Essere svegliato da
te è piacevolissimo” mi dice lui e mi attira sul
suo petto. Io mi appoggio a
lui. Poso la fronte sul suo torace e lui mi bacia la testa. Sollevo il
volto e
lo guardo. Lui mi da un bacio sulle labbra e mi chiede se
c’è qualcosa che non
va.
“No. È tutto a posto
dico io, è solo che non riesco a prendere sonno”.
Lui mi abbraccia
stretta e mi dice che va tutto bene. ‘No!, vorrei dirgli io
non va tutto bene!
Daniele Valencia vuole separarci. Vuole portarmi via da te’.
Ovviamente io non
ho detto niente di tutto questo ad Armando perché sono certa
che mio marito lo
ucciderebbe se sapesse e io non voglio vederlo in galera, ma la cosa mi
turba e
non poco. Chissà come mai Daniele ha deciso di venire a
rovinarmi la vita. Non
posso credere che io gli piaccia. Va bene, sono cambiata e adesso
sembro anche
carina, ma pensa davvero che io alla mia età lascio il mio
amato marito per
lui? Che possa distruggere la mia famiglia con leggerezza?
Mi rigiro tra le
braccia di Armando. So che è sveglio perché non
ha il respiro regolare di
quando dorme. Da parte mia sono sicura che voglio stare con lui. Lo
bacio di
nuovo, questa volta sulle spalle. Lui si alza a metà letto e
mi dice “Betty, mi
dici cosa sta succedendo? Perché questa
inquietudine?”
“Non lo so Mostro! Mi
sono svegliata al solito orario di sempre e non riesco a prendere
sonno. Ma tu
dormi!” gli dico “Sai cosa faccio? Mi alzo! Vado in
soggiorno”
“Ma non se ne parla
neanche. Tu rimani qui e mi dici cosa ti turba al punto di non
dormire!”
“Niente, davvero!”
ribatto io.
“Vieni qui” mi dice e
spalanca le braccia. Io mi ci rifugio. Mi bacia sulle labbra, dapprima
senza
foga. Poi vedendo che io rispondo al suo bacio inizia a baciarmi con
più
interesse. Io gli metto le mani sotto la giacca del pigiama e gliela
tolgo. A
quel punto è chiaro a entrambi che nessuno dei due
tornerà a dormire.
Mi risveglio dopo due
ore tra le braccia del mio amatissimo marito. Abbiamo fatto
l’amore ed è stato
bellissimo. Questo è l’unico uomo che io desidero
e con il quale voglio
trascorrere e condividere il resto della mia vita. Non voglio nemmeno
pensare a
Daniele. Lui potrà dire e fare quello che vuole, non mi
allontanerà da Armando.
Ho passato delle settimane molto stressanti. Armando che lascia
l’Ecomoda,
Daniele che arriva, Mario Calderon che ritorna. E’ naturale
che io sia un
minimo turbata.
Improvvisamente
mi
viene in mente qualcosa che mi lascia sconvolta. Balzo a sedere in
mezzo al
letto svegliando Armando che mi dice “Bettyyyy….
Voglio dormire!”
Mi alzo di corsa,
indosso la vestaglia e vado a prendere la mia agenda. Vado in salotto.
Non è
possibile! Ho saltato un ciclo e non me ne sono nemmeno accorta. Ho
quattro
settimane di ritardo! Faccio velocemente dei calcoli. Avrei dovuto
avere il
ciclo di ritorno da Miami ma non l’ho avuto ed è
passato già un mese da quando
siamo tornati. E se fossi incinta? Non devo agitarmi ma ….
Devo dirlo ad
Armando. Oggi è domenica. Devo trovare una farmacia aperta
per prendere un test
di gravidanza … non posso resistere fino a domani.
Torno in camera da mio
marito e lo sveglio … di nuovo!
“Armando” gli dico
“svegliati! Devo dirti una cosa!”
“Mostro, ma cosa
diamine ti sta succedendo questa mattina?”mi risponde
“Voglio dormire!”
“Ho saltato il ciclo”
gli dico “Ho un ritardo di quattro settimane”. Ecco
ora ho tutta la sua
attenzione!!
Ci
siamo alzati e
abbiamo fatto colazione. Siamo piuttosto frastornati dalla
possibilità che io
sia incinta.
"Se dovesse essere
così” gli chiedo “saresti felice di
avere un altro figlio? Non ne abbiamo mai
parlato di allargare ulteriormente la famiglia …”
“Tu cosa ne pensi?” mi
chiede lui
“Io…” gli dico “ne
sarei felice. Di certo questo è un momento molto incasinato
per avere un
bambino ma se ci fosse, ne sarei felicissima” affermo
sorridendo. “E tu?”
“Io” mi dice lui “ne
sono contentissimo Betty.” Si alza e viene ad abbracciarmi
stretta. “Come
potrei non volere nostro figlio? Cami e Roberto sono la mia vita, e
sono così
speciali perché sono figli tuoi!” mi dice.
“Ne sei sicuro?”
“Certo Betty. Se c’è
sarò felice di accoglierlo nella nostra famiglia! Ho sempre
amato le famiglie
numerose. Potremmo avere anche dieci figli!”
“Dieci figli???
Eventualmente gli altri sette li partorisci tu” gli sorrido.
Lui mi accarezza la
pancia e mi dice “Ci pensi, ci potrebbe essere nostro figlio
lì dentro! Bambino
ci sei?” chiede alla mia pancia
“Non penso che possa
sentirti!” gli rispondo “Prima di tutto devo fare
un test di gravidanza! Se i
miei calcoli sono gusti l’abbiamo concepito in
America”gli accarezzo il volto.
“Pensa che bello, se è
femmina potremmo chiamarla America!”
“E se fosse maschio?
Mi rifiuto di chiamarlo New York!!” gli dico ridendo e
baciandogli il mento.
In quel momento ci
chiamano dalla reception del nostro palazzo.
“Deve essere Mario
Calderon” mi dice Armando
“Mario Calderon?” gli
chiedo io “E come mai è qui?”
“Voleva parlarmi ieri,
ma io avevo da lavorare e dopo era troppo tardi. Allora gli ho detto di
passare
stamattina. Ti dispiace?”
“Armandooo! Lo sai che
non lo ammiro particolarmente e poi pensavo di stare un po’
sola con te!”
Betty risponde al
citofono e dice “Camila? Si la faccia salire!”
“Non è Calderon” gli
dico “è tua sorella Camila”.
Quando l’ascensore si
apre davanti a noi, ecco che arriva Camila in tutto il suo splendore.
Mia
cognata ha la capacità di essere perfetta in qualsiasi
situazione si trovi.
“Camila cosa ci fai
qui?” le chiede Armando “ Non ti
aspettavamo!”
“Certo che voi ragazzi
siete messi molto male! Cos’è
questo
abbigliamento?” ci dice guardandoci storto. “Betty,
non sono riuscita a
convertirti del tutto alla camicia da notte!”
“Camila” la interrompe
Armando “cosa c’è?”
“Ah si scusate!” ci
dice “sono venuta perché volevo parlare con Betty
prima del Consiglio
d’amministrazione di domani perché ho una proposta
da farle, ma non voglio
parlarne davanti ai nostri genitori!”
“Va bene Camila” le
dico “mi cambio e arrivo”
Nel frattempo suonano
di nuovo dalla reception. “Stavolta sarà
Calderon” dico ad Armando. In
effetti è
lui.
Quando entra in casa e
trova Camila ci dice subito “Buongiorno a tutti!”.
Io vado a cambiarmi e
rientro con indossa una tuta. Armando va a cambiarsi.
“Vi offro un caffè?”
gli chiedo. Accettano entrambi. Che domenica affollata. Armando ritorna
e dice
a Mario che io e Camila vogliamo parlare in santa pace e quindi loro si
faranno
un giro.
Quando i due escono io
e Camila siamo sole. “Cosa volevi dirmi?” le chiedo
La blocco. Voglio
parlare con qualcuno e Camila nel tempo è diventata una cara
amica per me. Anzi
forse è diventata la migliore amica che non ho mai avuto
anche se viviamo a
migliaia di chilometri di distanza.
“Forse sono incinta”
le dico “ e Daniele vuole distruggere il mio matrimonio con
Armando!”
“Calma calma Betty” mi
dice lei “una cosa alla volta! Cosa significa
‘forse sono incinta?’”
“Stamattina mi sono
resa conto che ho saltato il ciclo” le dico “avrei
dovuto averlo al ritorno da
Miami ma non l’ho avuto”
“Betty ma è
bellissimo” mi dice Camila venendo ad abbracciarmi.
“Non sei felice? Non vuoi
un altro bambino?”
“Se fosse vero, ne
sarei felicissima. Un altro figlio mio e di Armando è la
cosa che più
desidero!”
“E allora perché mi
sembri sconfortata?”
“Perché ho paura che sarà
un disastro! Armando non lavora più
all’Ecomoda….”
“Ma non è mica morto …
lavora solo da un’altra parte” mi interrompe
“Lo so! Sono stata io a
convincerlo a non rinunciare. Solo che all’epoca non sapevo
quali fossero le
reali intenzioni di Daniele Valencia!”
“E veniamo a questo
problema … Cosa ti ha detto Daniele?”
“Mi ha detto che gli
piaccio e che vuole portarmi via ad Armando perché lui
è innamorato di me”
“Non posso crederci!”
mi dice Camila
“Io non lo capisco
quest’uomo. Non so perché periodicamente ha
bisogno di provare a distruggere la
vita ad Armando. Non so nemmeno perché è nata
questa rivalità.”
“Forse è il caso che
ti racconti qualcosa che non sai della nostra storia di
famiglia.”
“Ok, grazie!”
“Come ben sai, mio
padre e Giulio Valencia erano migliori amici. Quando noi eravamo
ragazzi,
abbiamo passato molto tempo insieme. Inutile dire che i nostri genitori
avrebbero voluto che io e Daniele ci sposassimo e che lo stesso
facessero
Armando e Marcela, pensando così di salvaguardare la loro
eredità. Io di mio,
sono stata veramente innamorata di Daniele solo quando avevo
quattordici anni e
lui non mi filava di striscio. Ma io sono stata sempre molto esuberante
e non
mi sono mai posta il problema di vivere per lui. Quando siamo diventati
più
grandi, lui ha iniziato a prendere in considerazione seriamente che noi
potessimo metterci insieme. Devo dire però che quel Daniele
non era affatto
come quello di oggi. Non era per niente cinico. Era uno studente modello, simpatico,
cool, amava in
modo smisurato il cinema. Così
abbiamo
ripreso a frequentarci. Lui era molto preso da me. Io non quanto lui.
Nel
frattempo quando Armando aveva circa ventitré anni e stava
per tornare
dall’Università dall’America, Marcela ha
iniziato a corteggiarlo più
esplicitamente. Ma lui per tanto tempo non ne ha voluto sapere di lei.
Poi c’è
stato l’incidente aereo dei Valencia. Io penso che nel tempo,
quello che
Daniele non ha perdonato ad Armando è stato il fatto che
doveva esserci anche
lui con loro sull’aereo. Non dimenticherò mai quel
giorno. Armando stava per
iniziare a lavorare per l’Ecomoda con nostro padre. Si doveva
finire un
progetto importantissimo per prendere dei nuovi macchinari dalla
Germania. Purtroppo
Daniele che curava la parte legale non aveva finito il suo lavoro, ma
ad
Armando serviva, quindi l’ha costretto a finirla e a restare
in ufficio.
Tragicamente quel volo aereo ebbe un incidente nella quale morirono
tutti. Io
all’epoca stavo con Daniele e so benissimo che lui non si
è mai perdonato di
non essere lì con i suoi genitori. Da quel momento
è cambiato totalmente. Si è
ritrovato a capo della sua famiglia. Maria Beatrice è sempre
stata svampita e
Marcela era troppo giovane secondo lui, per cavarsela da sola. A quel
punto i
miei genitori decisero che si sarebbero fatti carico anche delle vite
dei
Valencia. Io sono convinta che Daniele con il tempo abbia scaricato su
Armando
il suo dolore. Lui lo odia perchè è
più facile odiare lui che accettare che
quella costrizione gli abbia salvato la vita. Come ti dicevo, dopo
Daniele è
cambiato. Di certo io non ho facilitato le cose. Perché
quando ho conosciuto
Alberto me ne sono perdutamente innamorata e non ci ho pensato due
volte se
lasciarlo o meno! Questo affronto mi è costato
l’ira di mia madre per anni.”
“E Armando?”le chiedo
“Quando morirono Giulio
e Susanna” mi dice lei “Armando aveva
una relazione giocosa con Marcela. Mio fratello non è mai
stato davvero
innamorato di lei. I nostri genitori gli imposero di non giocare con
lei e si
lasciarono anche se lei ha continuato a stargli dietro. Mio fratello
però non è
mai stato un rivoluzionario, almeno fino a quando non ha conosciuto te.
Così
sotto le pressioni di mia madre, e poi anche perché lei gli
piaceva si è
fidanzato con Marcela quando aveva ventisette anni. Il resto lo
sai!”
Ho le lacrime agli
occhi e allo stesso tempo mi viene da vomitare. Corro in bagno e vomito
tutto.
Camila mi segue e mi dice “Mi sa che c’è
un nuovo Mendoza in arrivo!”
“Ma prima di oggi non
ho avuto nausea…. Sarà la tensione!”
“Sarà mio nipote che
si manifesta!” mi dice lei e mi stringe sorridendo!
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Capitolo 28 *** Armando ***
Sono uscito con
Mario
da casa mia ma non riesco a trattenermi e quando siamo in ascensore gli
dico
“Forse Betty è incinta”
“Eh?” mi dice lui
“Forse Betty è
incinta, me l’ha detto stamattina, ma ancora non lo sa con
certezza!”
“Congratulazioni
Tigre! Mendoza colpisce ancora!”
“Calderon! Prima
aspettiamo di vedere se è vero … anzi troviamo
una farmacia aperta e compriamo
un test di gravidanza!”
“Come vuoi Armando!”
Guardo il mio amico.
Sa bene che Betty non lo sopporta particolarmente, anche se ha
accettato di
lavorare di nuovo con lui, i loro rapporti sono ancora molto formali.
Se lui mi
vuole parlare significa che deve dirmi qualcosa, forse qualcosa che
riguarda il
nostro patto.
“Allora Calderon, cosa
volevi dirmi?”
Siamo nella sua
macchina e stiamo andando a zonzo. “Prima di tutto fatti fare
le
congratulazioni!, poi vorrei parlarti di … Daniele
Valencia!”
“Lo sapevo, lo sapevo”
dico io arrabbiandomi. “Cosa è successo?”
Arriviamo a un bar e
ci prendiamo qualcosa da bere.
“Dunque mia cara
Tigre, la situazione è più complicata di quella
che pensavo … premetto che ho
scatenato contro Daniele Valencia tutta la banda delle racchie. Ho
chiesto a
Sandra di mettere all’erta anche le altre, così ho
sotto controllo la
situazione”
“Mario! Ma come ti è
venuta in mente una cosa del genere? Le amiche di Betty! Quanto pensi
ci
metterà lei a scoprire che ci sono dietro io? Le diranno
tutto!!”
“Tigre, non ti
preoccupare! Mi sono assicurato che Sandra non riveli nulla di tutto
questo e
ho scoperto delle cose molto interessanti. Berta è sempre in
azione! Insomma … Betty
lo evita il più possibile ma anche con
la banda è molto restia a parlare dei rapporti che ha con
lui. Ufficialmente
lei non lo sopporta.
“Ma non ufficialmente!
Lei non lo sopporta affatto!”
“Ma lui le va dietro!”
Inizio ad agitarmi
sulla sedia. “Cosa è successo?” gli
chiedo
“La settimana scorsa
lui è entrato nell’ufficio di Betty e Berta ha
pensato bene di origliare cosa
si dicevano!”
“Non mi piace questa storia Calderon!! Non mi piace spiare
Betty, così è come
se io non mi fidassi di lei!”
“Aspetta Tigre ...
abbiamo fatto bene a fare così! Insomma Berta ha sentito
Daniele dire a Betty
che lei gli piace! Che non si vergogna di ammettere che lei gli piace e
che
farà di tutto per portartela via! Le ha detto che
è una donna bellissima … in
tutti i sensi!”
Sento un terremoto
scatenarsi dentro di me! Voglio fare fuori Daniele Valencia.
“Lo sapevo, lo sapevo!
Fin dall’inizio il suo obiettivo è stato quello di
portarmela via! E Betty cosa
ha fatto??” gli chiedo.
“Betty, gli ha dato
uno schiaffo!” mi dice Mario sorridendo
“L’ha rimesso al suo posto!”
Il fatto che lei abbia
reagito in questo modo mi fa tirare un sospiro di sollievo. Ma Daniele
è una
serpe. Non posso abbassare la guardia.
“Ho sbagliato Mario! Non
avrei mai dovuto lasciare l’Ecomoda” gli dico
“No Tigre! È Daniele
Valencia che è una serpe!”
“Non posso credere che
stia facendo di tutto per portarmela via! Non posso stare fermo a non
fare
niente!”
“Anche se sembra
strano consigliato da me, Tigre non devi fare niente! Devi fidarti di
Betty! È stato
molto divertente sentire che lo aveva schiaffeggiato. Sandra
è la segretaria di
Daniele e quando lui l’ha chiamata dopo, lei ancora non
sapeva dello schiaffo,
era scuro in volto si
stava massaggiando
una guancia. Aveva finito il whisky e le ha chiesto di andare a
prenderne un’altra
bottiglia.” Mario ride come un pazzo! È capace di
divertirsi in una situazione
del genere!
“Calderon!” gli dico “non
c’è nulla da ridere! Quell’uomo vuole
distruggere la mia famiglia!”
“Ma Armando! Puoi
stare tranquillo. Ogni volta che lui ci prova Betty lo schiaffeggia, e
adesso
Betty è incinta di tuo figlio … come potrebbe
mettersi tra di voi?”
“Un attimo Mario …
cosa significa ogni volta?” gli chiedo
“Niente, a quanto so
io, lei lo avrebbe già schiaffeggiato una volta a Miami,
mentre lui ci provava
con lei.”
“A Miami? E perché io
non ne so nulla?!”
Squilla il mio
cellulare. E’ Betty. Mi dice che lei e Camila stanno andando
a casa dei miei
genitori. Devo tornare a casa a prendere la macchina perché
altrimenti restiamo
bloccati dai miei.
Finiamo di bere le
nostre ordinazioni e poi, io e Mario passiamo in farmacia. Mi
riaccompagna a
casa dove io prendo la mia macchina e mi dirigo dai miei genitori.
Quando
arrivo sono già
tutti lì. Ovviamente Daniele compreso. E
c’è anche Maria Beatrice! Betty è con
Isa e Cami. Quando arrivano in salotto, mia sorella Camila prende Betty
per un
braccio e la trascina nella sua stanza. Betty mi fa segno di seguirla.
Le
seguo.
Arrivati nella camera
di mia sorella, Camila esce dalla sua borsa due test di gravidanza!
Sorridendo,
prendo qualcosa dall’interno della mia giacca, altri due test!
“Ragazzi” ci dice
Betty “ma siete fuori! Quattro test??
Uno non bastava?!”
“Ma così è più
sicuro!”
diciamo all’unisono io e mia sorella. Ci guardiamo
sorridendo.“ Forza Betty, è
ora di sapere la verità, è quattro test sono
sempre meglio di uno!” le dico.
Betty va in bagno e fa
tutti i test. Nel frattempo io e Camila siamo seduti sul suo letto.
Arriva
Alberto “Tutto bene?” chiede “sotto hanno
iniziato a fare congetture sul perché
siete andati tutti via. Voleva venire Margherita, ma io ho detto che
era meglio
se fossi venuto io!”
“Hai fatto bene amore”
gli dice Camila
“Cosa sta succedendo?”
chiede lui. “Che significano questi?” chiede
indicando i quattro scatoli
“Non sono miei” dice
subito mia sorella “sono di Betty”
“Quanto manca?” chiedo
io “sto iniziando ad entrare in agitazione!”
“Armando” mi chiama
Betty, vado da lei “Non riesco a guardare … guarda
tu”
“Aspettate aspettate”
dice Camila prende me e Betty e ci fa sedere sul suo letto. Alberto si
è già
accomodato. “Guardo io per voi, se non vi da
fastidio!”
“No”le dice Betty “Ma
fa presto!”
Io le prendo la mano!
“ E allora signori e
signore … una lineetta negativo, due lineette
positivo!” dice Camila
“Lo sappiamo” la
interrompo io “… allora ci dici l’esito?
Mi stai facendo innervosire”
“Ok fratellone!
Pronti? Primo test …” gira la prima bacchetta
“Positivo!” e ci mostra le due
lineette! “Secondo test, positivo!
Terzo
test, positivo! Quarto test…. Positivo!!”
Io e Betty ci
guardiamo in faccia. Siamo frastornatissimi! Camila come una pazza si
tuffa su
di Betty e le urla “Avrai un altro bambino!”
Alberto fa il giro del
letto e viene ad abbracciarmi. Io non sto capendo più niente!
“Adesso vi lasciamo un
attimo soli” dice Alberto trascinando via Camila
“Così vi riprendete.
Tranquilli, le impedirò di dirlo a chiunque!”
Mia sorella è
completamente pazza. Quando escono prendo Betty tra le braccia e le
bacio la
fronte. La guardo
in volto e le asciugo
una lacrima. “Perché piangi?” le chiedo.
“Sono così felice” mi
risponde! “Certo saremo di nuovo incasinati con un neonato in
giro per casa e
sarà complicato ma … sono così
contenta!” Mi abbraccia.
Dopo quello che mi ha
detto Mario oggi, l’unica cosa che volevo sentire era che lei
è incinta, che
aspetta mio figlio. Che niente la distrarrà da noi e dalla
nostra famiglia. La
bacio e le dico che andrà tutto bene e poi
“scendiamo?”
“Mostro” mi chiede “tu
ne sei felice?”
“C’è bisogno di fare
queste domande??! Certo che lo sono! Un altro Mendoza nel mondo!
… Speriamo non
prenda da me!”
“Armando!” mi dice lei
facendo finta di pensarci un attimo “non è poi
così male se prende da te!” mi dice.
Ritorniamo
nel salotto
della villa dei miei genitori. Mio figlio Roberto quando mi vede mi
corre
incontro.
“Papàààà sei
arrivato” mi dice “devo farti vedere il palazzo che
abbiamo costruito io e Giulio”.
“Dopo tesoro dopo” gli
dice Camila portando un vassoio con dei calici e una bottiglia di
champagne “ora
dobbiamo festeggiare!”
“Ma festeggiare cosa?”
chiede Daniele
“Ma Camila!” le dice
Alberto guardandola di traverso. Intervengo io “Alberto, la
conosco da molto
prima di te. Chiedere a lei di tenere un segreto è come
chiedere a un pesce di
parlare. Praticamente impossibile!”
“Insomma, cosa sta
succedendo?” ci chiede mio padre. Io guardo Betty e lei china
il capo
“Succede che” inizia
lei “molto probabilmente…. “
“Aspettano un
bambinooooo” urla Camila stappando la bottiglia e iniziando a
versare il vino
nei calici.
“Camilaaa!” urliamo io
e Alberto verso di lei
“Ma è vero, e quando
lo hai scoperto?” le chiede mia madre.
“Poco fa abbiamo fatto
il test … ma in realtà solo stamattina mi
è venuto il dubbio che potessi essere
incinta. Quindi potrebbe ancora non essere così, devo prima
consultare il
medico”
“Betty” le dice Camila
“Hai fatto QUATTRO test, non è possibile che tu
non sia incinta!”
“Mamma” le dice nostro
figlio “avrò un fratellino?”
“Pare di si” le dice
lei e lo prende in braccio “lo vuoi un fratellino o una
sorellina?”
“Si, ma se arriva un
nuovo fratellino per me e Cami, sarà fratellino per finta
anche di Giulio?”
Mio figlio ha la
capacità si stupirmi! Nessuno di noi sa rispondere a quella
domanda, tranne che
io vorrei dirgli che mai, un figlio di Betty sarà fratello
per finta o per
davvero del figlio di Daniele Valencia!
Lo
guardo e vedo che lui a sua volta sta
guardando Betty. A stento mi trattengo dal dargli un pugno. Lo vedo
alzarsi e
dirigersi verso Betty. Anche io mi dirigo verso Betty, che sta parlando
con
Camila. “Congratulazioni” le dice “anche
a te Armando” dice a me.
"Grazie” gli dice
Betty
“Grazie” gli dico io e
vedendolo davanti a me stringo Betty al mio fianco e la bacio sulle
labbra.
Voglio che sappia che lei è mia e che mai e poi mai
lascerò che lui se la
prenda!! Sapendo
quello che so, so anche
che Betty ha bisogno che io stia al suo fianco, che non la lasci sola a
combattere
contro di lui. La stringo tra le mie braccia e le massaggio la schiena
con la
mano sinistra e nel frattempo guardo Daniele con uno sguardo
trionfante. Mio
padre ci raggiunge e prende per le mani Betty, la guarda e poi la
abbraccia.
“Che bella notizia
Betty” le dice “ sono così felice di
avere un altro nipote! Sei una benedizione
per mio figlio e per la nostra famiglia!”
Sento che lei lo
ringrazia, lo abbraccia e lo bacia “Spero tanto che sia
così, che il medico
confermi che sono incinta. Lo vedrò domani.”
“Ma domani abbiamo il
Consiglio d’amministrazione!” le dice Daniele
“Non si preoccupi
dottor Valencia” gli dice Betty
“arriverò in tempo per il Consiglio! Tu
vieni?”
mi chiede
“Al Consiglio?” le
chiedo “Certo” le rispondo alzando le spalle
“No al Consiglio!” mi
dice lei “dal medico Armando!” mi sorride.
“Certo che si! Ti
sembra che ti lascio andare da sola? Devo constatare con i miei occhi
che
questo piccolo Mendoza sia in viaggio per venire tra di noi!”
“Ti amo tanto” mi dice
Betty e incurante della gente che abbiamo intorno mi bacia sulla bocca.
Forza Daniele, penso
baciandola e guardando verso di lui, pensa in fretta, cosa puoi fare
per portarmela
via…?? Armando uno, Daniele zero!
|
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Capitolo 29 *** Daniele ***
Vorrei tanto
spaccare
la faccia ad Armando Mendoza e al suo sorrisetto di trionfo!
Dannazione, questa
proprio non ci voleva … ma d’altronde era anche
impensabile che vivessero in
castità.
No, no, no, questa
proprio non ci voleva.
“Daniele” mi dice
Camila avvicinandosi “possiamo parlare in privato?”
“E di cosa dovremmo
parlare?”
“Devo chiederti alcune
cose … Su, non posso credere che tu ce l’abbia
ancora con me al punto da non
volermi parlare … da solo!”
“Certo che no, anche
se non capisco cosa devi dirmi!”
Andiamo nello studio di
Roberto e vedo che Alberto, Betty e Armando ci guardano in modo strano.
Chissà
cosa deve dirmi Camila.
“Ora hai tutta la mia
attenzione” le dico
“Bene Daniele” mi dice
lei “allora iniziamo dalla fine … Cosa stai
combinando con Betty?”
“Niente, cosa devo combinare?”
“Daniele, non sono
stupida, ti conosco, so che ti sta passando qualcosa per la testa, vedo
come la
guardi e vi ho visto mentre ti schiaffeggiava a Miami!”
“Non sta succedendo
niente che … ti riguardi!”
“Betty, fa parte della
mia famiglia, è incinta, qualsiasi cosa le succede mi
riguarda eccome!”
“Camila, se volevi
chiedermi questo, possiamo pure tornare di là”,
faccio per andarmene ma lei mi
prende per un braccio e mi ferma.
La guardo, è ancora
bellissima. Un tempo avrei fatto qualsiasi cosa per lei, ma lei non
l’ha mai
saputo. E’ vero non ho mai avuto un carattere facile, ma lei
l’amavo davvero e
non gliel’ho mai detto. Ho iniziato ad odiarla quando mi ha
lasciato per
Alberto, ma alla fine ho scoperto che l’odio che provavo era
verso me stesso,
perché per tutto il tempo che siamo stati assieme non le ho
mai detto che
l’amavo alla follia. Credevo che facendolo, mi sarei mostrato
debole ma forse
se l’avessi fatto le cose sarebbero andate diversamente.
Quante donne ho avuto
dopo di lei, senza provare niente.
“Daniele” mi dice
“Betty mi ha detto che vuoi portarla via ad
Armando!”
“Si è così. E allora?”
le chiedo
“Allora Betty è
sposata con Armando! Hanno due figli e un terzo in arrivo. Vuoi
distruggerli? …
Mi sembra troppo anche per te!”
“Lei mi piace!” le
dico “Non ho anch’io il diritto di essere
felice?”
“Felice? Felice con
una donna sposata?” mi chiede. “Sembra che tu
dimentichi che lei AMA mio
fratello e che sta per dargli un altro figlio!”
“L’amore viene e va!”
“Ma come puoi
affermare una cosa del genere?”
“L’ho provato sulla
mia pelle! Ecco come posso farlo. Tu non mi hai forse lasciato per
Alberto?
Katarina non se n’è fregata altamente del suo
amore per me prima di finire in
carcere?”
Immagino che Betty o
Armando le abbiano raccontato questa storia.
“Allora è per questo
che lo fai? Perché io ti ho lasciato anni e anni
fa?” mi chiede
“No” la interrompo
“Cosa c’entri tu! Mi piace, penso che insieme
saremmo felici e mio figlio
l’adora!”
“Non posso credere a
quello che sento!” mi dice “Ti aspetti
così poco da una relazione? Lei non ti
ama Daniele, ama Armando!”
“Imparerà ad amarmi!”
insisto io.
“Daniele … non si può
imparare ad amare. O si ama o non si ama.”
“E’ questo che ti dici
per giustificare il tuo comportamento con me?”
“Cosa vuol dire
questo?” mi chiede
“Vuol dire che siete
tutti qui a dirmi cosa è giusto e cosa è
sbagliato. Tu, quando mi hai lasciato,
ti sei per caso posta il problema di quello che provavo io? Lo stesso
ha fatto
Katarina.”
“Non dirmi che
andandomene ho rovinato la storia d’amore della tua vita!! Tu
non hai mai detto
di amarmi. Stavamo insieme per fare felici i nostri
genitori!” mi urla
“Non è vero!” la
sovrasto io “io ti amavo! Ma a te questo non è mai
importato!”
“Ma cosa dici? Come
puoi pensare che non mi è mai importato?”
“Se ti fosse
importato, ci avresti messo più di cinque minuti per
decidere se andare via con
Alberto o restare con me!”
“E tu? Visto che mi
amavi, perché non hai mosso un dito? Perché mi
hai fatto andare via?”
“Non giochiamo Camila”
le dico “Tu non hai dato a nessuno la possibilità
di dirti qualsiasi cosa ...
parlavi solo con tuo fratello … che non ha fatto che
appoggiare
incondizionatamente le tue scelte!”
“Perché non mi hai mai
detto tutto questo?”
“Perché per me non ha
più importanza. Tu ora hai tirato fuori il
discorso”
“E quindi vuoi dirmi
che per colpa mia ti sei trasformato in un uomo freddo, cinico, duro al
punto
di rovinare una famiglia felice per un capriccio”.
“Betty non è affatto
un capriccio per me!”
“Per l’ennesima volta
Daniele, Betty è sposata!”
“Questo è un dettaglio
transitorio!”
“Non posso credere a
quello che sento e che vedo. Che fine ha fatto il Daniele che conoscevo
io? Quello
simpatico ma un po’ impacciato, quello che impazziva per il
cinema francese, il
figlio perfetto di cui Giulio Valencia era tanto orgoglioso? Sotto quanti strati di
polvere l’hai
nascosto?”
“Quel Daniele lì è
morto tanto tanto tempo fa! Quando tu te ne sei andata senza darmi la
possibilità di dirti qualsiasi cosa, quando sono morti i
miei genitori …”
“Daniele” mi dice “guardami
negli occhi e dimmi se tu odi Armando per il fatto che ti ha impedito
di prendere
l’aereo con i tuoi genitori … Ti ha salvato la
vita che diamine!”
“Mi ha distrutto la
vita vorrai dire!”le dico non negando quello che sta dicendo.
“Non è vero Daniele,
ti ha salvato la vita. Se non fosse stato così, tuo figlio
Giulio non sarebbe
nato. Tu non saresti un manager pubblico molto affermato. Non avresti
denaro e
prestigio. Lo sai bene!”
“Camila” le dico “perché
devo stare qui a sentirti quando tu sei stata una di quelle persone che
mi ha
distrutto la vita? Io non ho forse diritto di essere felice? Come hai
detto tu,
o si ama o non si ama e io amo Betty va bene?”
“E allora se la ami,
devi accettare che lei sia felice con Armando e con la sua
famiglia!”
“Questo è quello che
dici tu!”
“Daniele come puoi
dire di amarla e farle del male? Se la ami veramente devi lasciarla
andare!”
“NO! Camila, NO! Ho
lasciato andare te, me lo hai appena ricordato o rinfacciato, non
saprei. Tutto
perché non mi sono sperticato in dichiarazioni, anelli e
rose rosse. Tu non hai
mai capito quanto io fossi stato innamorato di te all’epoca.
Non farò lo stesso
errore con Betty!”
“Daniele … non
distruggere la famiglia di mio fratello. Soffrirai anche tu per questo
e lo sai…
non ne vale la pena” mi dice ed esce.
Camila
ha ancora,come
allora, il potere di farmi infuriare. È sempre stata
così maledettamente sicura
di cosa fosse giusto e di cosa non lo fosse! La odio. Mi ha distrutto
la vita.
Ho sempre saputo dei piani dei nostri genitori su di noi ma per molto
tempo ho
deciso di ignorarli. Volevo vivere la mia vita! Ma poi ad un certo
punto, una
sera, l’ho vista che usciva dalla finestra mentre i suoi
genitori credevano che
stesse dormendo e me ne sono innamorato alla follia. Stava andando ad
una festa
ma aveva litigato con Margherita. Non era certo
un’adolescente all’epoca ma non
voleva che sua madre le piantasse altri casini! Era una pazza e temo lo
sia ancora.
Così diversa da me. Io sono stato sempre un po’
orso, poco incline a
manifestare i miei sentimenti, ma lei l’amavo. Mi faceva
sentire migliore. C’è
voluto molto poco perché trovassi allettante
l’idea dei miei genitori. La trascinavo
al cinema con me è vero, e lei veniva solo perché
poi sapeva che l’avrei
accompagnata in uno di quei locali che le piacevano tanto pieni di
artisti e
musica dal vivo. E poi era uno schianto! Lo è ancora! Se ci penso oggi eravamo
davvero una terribile
accoppiata. Eppure non sono mai stato tanto felice. Poi una sera ad una
maledetta festa al club ecco arrivare questo tale, Alberto qualche
cosa. Un
cameriere bellissimo e squattrinato. Colombiano e senza un progetto per
il
futuro. Non ci ha messo niente a perdere la testa per lui e darmi il
ben
servito. E io all’epoca non ho fatto niente per fermarla. Non
sono Armando
Mendoza io, non avrei mai girato tutta la città per sapere
dove Betty fosse con
quel francese.
Per tanto tempo dopo
Camila non ho provato niente per nessuna donna,fino a quando non ho
visto
Betty. Certo all’inizio era orribile. Ma mi ha sempre
incuriosito e dopo
affascinato.
Quando
ho visto la sua foto della cena di New York
sulla mailing - list, ho pensato “Ecco è lei la
donna che voglio al mio fianco,
bellissima, di classe, intelligente, ironica e una madre praticamente
perfetta.
Tutto quello che ho sempre cercato in una donna” e ora Camila
dice che non
posso averla perché è sposata. Armando mi ha
preso tutto. Se mio padre non
fosse morto, le cose sarebbero andate sicuramente in maniera diversa.
Ma alla
fine di tutto Armando ha avuto la Presidenza, ha quasi distrutto
l’impresa e
nonostante ciò, tutti lì a sostenerlo. Mi sono
divertito a sentirlo lamentarsi del
fatto che suo padre preferisce me a lui! E’ il mio turno di
essere felice. Non
mi farò portare via Betty, come è avvenuto con
Camila. Questa volta il campo
libero non lo lascio a nessuno.
|
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Capitolo 30 *** Betty ***
Io e Armando
siamo in
presidenza e come al solito ci stiamo baciando appoggiati sulla mia
scrivania.
Penso che farlo mi manca tantissimo, anche se se
n’è andato solo da due
settimane. Il fatto di essere qui e tra le sue braccia mi sa di
normalità, ma
non glielo dirò mai perché non voglio che pensi
in alcun modo che non approvo
la sua scelta di cambiare lavoro, tanto più che ne
è elettrizzato.
“Oooooops, scusate” ci
dice Camila entrando nel mio ufficio
“Tu bussare no?” le
dice Armando contrariato.
“E a te non l’hanno
mai detto che l’ufficio è un luogo di lavoro e non
di sbaciucchiamenti???” gli
risponde lei.
Lui le fa una
linguaccia e le dice “E a te l’hanno mai detto che
sembri una bambina
petulante?”
Meglio che intervenga
prima che la discussione degeneri “E a voi l’hanno
detto che sembrate due
bambini di sei anni anche se ne avete più di quaranta
entrambi?”
“Betty”mi dice mia
cognata “sei uno schianto con questo vestito!”
“Ti piace?” le chiedo “Fa
parte della nuova linea di Hugo Lombardi. Praticamente lui e Stefan
Castro mi
hanno mandato in anteprima tutta la linea pret – à
– porter da indossare da qui
in avanti!”
“E’davvero molto
bello, che bei colori! Ma gliel’hai detto che sei
incinta?”
“E come avrei potuto?”
“Aspetta, aspetta” ci
dice Camila “ma voi oggi non dovevate andare dal medico? Ci
siete stati?
Scusatemi, sono un po’ confusa perché tra valigia,
partenza e consiglio d’amministrazione
non so cosa pensare prima!! Allora? Non tenetemi sulle
spine!”
Armando si alza dalla
sedia, prende una cartellina sulla mia scrivania e gliela mostra.
Dentro c’è l’ecografia
che ho fatto stamattina con l’esito. Camila lo legge ed
esulta.
“Evvaiiiii” mi
abbraccia strettissima “avrò un altro nipote!
Congratulazioni, congratulazioni,
congratulazioni!!” Si rivolge ad Armando “Ma tu
come fai ad essere così
tranquillo??”
“Sono adulto io” le
risponde lui “al contrario di te!”
Ovviamente Camila non
sa che non appena siamo usciti dal ginecologo mi ha preso in braccio e
mi ha
fatto girare intorno tre volte.
“Basta battibecchi voi
due” gli dico “mi sembra di dover sedare i litigi
di Cami e Roberto!”
“Betty perdonami se ti
chiedo ma non avrai problemi per via del tuo problemino di
salute?” mi dice.
“Pare di no, per
fortuna non ho dovuto fare nessun trattamento. Il medico dice che avrei
dovuto
aspettare almeno un paio di anni, ma è capitato”
Comunque è tutto a posto al
momento però potrei avere qualche problema per allattare il
bambino!”
“Sono così felice per
te” mi dice abbracciandomi di nuovo “E anche per te
fratellone” dice
rivolgendosi ad Armando e vedo che va a stringere in un abbraccio pure
lui, che
ricambia a sua volta stringendola per un tempo infinito e posandole un
bacio
sulla guancia “Sei la solita pazza” le dice lui “E tu il solito
monotono rompipalle” gli dice
lei.
Per fortuna in quel
momento bussa Mario Calderon, che entrando viene informato della
novità della
gravidanza e ci fa le congratulazioni. Dopo con Armando si sposta nella
sala
riunioni mentre io resto con Camila nel mio ufficio a scambiare quattro
chiacchiere.
Camila chiude la porta
di comunicazione con la sala riunioni del mio ufficio e dice loro
“Cose tra
donne”. Poi si rivolge verso di me e mi dice “Ieri
ho parlato con Daniele, ma
non è servito a niente. È davvero deciso a
portarti via ad Armando!”
“Non posso crederci”
le dico portandomi le mani alla testa “Ti ringrazio comunque
per averlo fatto!”
“Non so cosa posso
fare e non cosa darei per evitarti questi problemi, soprattutto nel tuo
stato!
Ma è stato irremovibile. Dice che anche lui ha il diritto di
essere felice!”
“E vuole rovinare la
mia vita per questo? Tanto io non glielo permetterò mai. Gli
darò tanti
schiaffi se necessario fino a quando si renderà conto che
è inutile che ci
provi con me !”
“Betty ti aspetta un
periodo difficile!”mi dice
“Ma non sono sola.
Armando è con me. E poi qui in azienda ho molti modi per non
aver a che fare
con Daniele. Pensa volendo posso pure lavorare da casa. Ho un terminale
pronto
all’uso collegato con tutta l’azienda.
L’ho fatto installare quando è nato
Roberto.”
In quel momento entra
Annamaria annunciando l’arrivo dei miei suoceri, di Daniele e
di Maria Betarice.
Il consiglio d’amministrazione può iniziare.
Siamo
tutti in sala
riunioni e subito mio suocero mi chiede della visita medica. Io
confermo che
sono incinta e tutti mi rinnovano le congratulazioni. Nicolas a cui non
avevo
fatto in tempo a dire nulla, viene ad abbracciarmi. Dopo cinque minuti
iniziamo. Analizziamo i dati delle vendite, il bilancio, i profitti,
insomma
passiamo un’ora e mezza molto noiosa. Adesso ci ha raggiunti
anche Hugo
Lombardi che si volge verso Camila e le dice “Marge
è la mia preferita, ma
anche tu sei uno schianto!”
“Hugo,
se io fossi
rimasta a vivere qui, noi due avremmo fatto follie!”
“Allora
meno male che
tu vivi in Svizzera!” dice Roberto a sua figlia!
“Allora puoi dirci qual è la
tua nuova proposta?”
“Certo
papà” dice
Camila. “Ecco, analizzando con Betty tutte le linee,
considerando che abbiamo
la fortuna di avere un socio come il Fashion Group, data la mia
esperienza
nella filiale Svizzera che gestisce anche i nostri punti in Europa,
credo che
sia arrivato il momento per Ecomoda di lanciare una linea per bambini!
Ecomoda
Kids” dice.
“Io sono d’accordo!”
aggiungo “è un buon piano di sviluppo, soprattutto
perchè diversifichiamo la
produzione dell’azienda.”
Passa un’altra ora di
discussioni infinite. Daniele dice che non c’è la
copertura economica. Hugo
dice che lui non può accollarsi anche una collezione per
bambini, quindi è il
caso di iniziare a cercare uno stilista che si occupi di questo ma che
sia al
suo livello perché lui non intende rovinare la sua fama per
dei mocciosi. Io e
Nicolas guardiamo i dati per la produzione di una linea baby. Armando
con Mario
parlano di tutto tranne che della linea. Lo capisco dalle rughe sulla
fronte di
mio marito. Noto che ogni tanto lancia un’occhiata di
traverso a Daniele. Che
sia in atto qualche manovra di cui non sono a conoscenza?? Insomma
conoscendo
la tendenza dei due alle macchinazioni non è affatto da
escludere! Infine
decidiamo di cercare uno stilista per la linea e provare a mettere in
produzione solo pochi pezzi di questa nuova linea e vedere come
reagisce il
mercato.
Quando finisce il
Consiglio d’amministrazione ci raggiunge Stefan Castro. Lo
presento a Camila,
non senza un momento di imbarazzo, perché oggi è
la prima volta che Armando lo
incontra dopo la storia del bacio a New York ed io penso che lui
potrebbe
prenderlo a pugni. Invece si limita ad una formale stretta di mano e
continua a
farfugliare qualcosa con Mario.
Alla fine siccome sia
Camila che i miei suoceri devono partire, andiamo tutti a casa di
Roberto e
Margherita, dove ci stanno aspettando anche i miei figli che non ne
hanno
voluto sapere di staccarsi dai loro cugini al punto di saltare anche la
scuola.
Devo trovare un attimo di tempo per preparare bene i miei figli
all’arrivo del
fratellino, anche se mancano ancora tanti mesi.
Armando si è
incaricato di portare tutti in aeroporto
mentre io torno a casa con i nostri figli. Il momento dei saluti
è molto
commovente. Tutti ci promettiamo di rivederci presto e di farci avere
notizie
delle nostre vite, vicine ma lontane.
“Betty” mi dice Camila
“di qualsiasi cosa tu abbia bisogno non esitare a chiamarmi e
fammi sapere come
sta il mio nipotino in viaggio!”
È difficile per noi
far staccare mia figlia Camila e Isabella, così come Juan e
Roberto, ma alla
fine loro partono e noi torniamo a casa nostra, dove ad attenderci ci
sono i
miei genitori.
Ieri quando abbiamo
festeggiato la notizia della gravidanza, loro non erano ancora
arrivati, ma
quando l’hanno saputo sono venuti ad abbracciarmi fortissimo
entrambi e a congratularsi
con noi.
Mentre sto sistemando
alcune cose nella mia stanza, entrano i miei figli e mi abbracciano. Mi
chiedono come stia. Sono fortunata, ho dei figli fantastici, belli,
tutto
merito di Armando, intelligenti, educati, sono quasi degli angeli. Gli
dico che
arriverà un nuovo membro della famiglia, tra un
po’ di mesi e che dobbiamo
accoglierlo al meglio.
Capisco che
questa spiegazione semplicistica va meglio per mio figlio Roberto,
mentre con
Camila è meglio che parli da sola. Ma la mia bambina sembra
felice di avere un
altro fratello. Forse
ha parlato sua zia
con lei! Non riesco a fare a meno di accarezzarli e li stringo forte a
me,
iniziando a piangere.
“Mamma perché piangi?”
mi chiede Roberto
“Perché sono felice di
avervi come figli” gli dico
“E non sei felice di
avere papà per marito?” mi chiede il mio piccolo
“Ma certo” rispondo “se
non avessi avuto vostro padre per marito voi non sareste
così speciali!”
Li bacio sulla testa
entrambi e vedo che i miei genitori ci stanno guardando
dall’ingresso della mia
camera da letto. Penso a Daniele Valencia e al fatto che lui voglia
distruggere
tutto questo. Non glielo permetterò mai. Non mi
porterà via la mia famiglia.
Arriva Armando,
ed è
in compagnia di Nicolas. La cosa mi stranisce.
“Nicolas cosa ci fai
qui?” gli chiedo
“Volevo parlare con te
della nuova stilista e ho pensato di fare un salto anche per salutare
questi mostriciattoli”
dice lui prendendosi addosso Roberto.
“Zio Nicolas, zio
Nicolas, mettimi giù, mettimi giù”gli
dice lui.
“Ciao zio Nicolas” gli
dice Camila “io vado in camera mia a studiare. Devo
recuperare un sacco di
lezioni.”
“Betty” ci interrompe
Armando “Io devo fare un salto alla New Tech ma non
perderò molto tempo.”
“Papàààà,
papàààà “ lo
chiama Roberto
“Cosa c’è cucciolo”
gli chiede.
“Lo sai che tra due
settimane c’è la mia recita scolastica? Io faccio
la parte principale. Tu
vieni? E tu zio Nicolas puoi venire?”
“Certo che vengo” gli
dice Armando “figurati se me la perdo!” gli da un
bacio e mi dice “Ci vediamo
dopo” e va via.
“Io ci sarò” gli dice
Nicolas.
Mia mamma prende
Roberto per mano e gli dice “Vieni Roberto, andiamo nella tua
stanza a giocare
con nonno Hermes, così la mamma e zio Nicolas possono
parlare tranquillamente di
lavoro” e vanno via pure loro.
Io e Nicolas ci
accomodiamo in salotto. Sono
in tenuta
sportiva, ma Nicolas è
come un fratello
per me e non me ne preoccupo, infatti anche lui si toglie la giacca e
la
cravatta e si arrotola le maniche della camicia.
“Betty” inizia “Ti
dirò la verità, non sono venuto per la nuova
stilista, ma perché non mi è
piaciuta l’atmosfera che c’era al Consiglio tra te
e Daniele Valencia, Armando
e Daniele Valencia, Mario Calderon e Daniele Valencia, insomma tra il
mondo e
Daniele Valencia. Se c’è qualcosa sotto non
è il caso che io lo sappia? E ora
sei pure incinta! A proposito congratulazioni!!!”
“Nicolas” gli dico “da
quanto tempo non parliamo io e te? Siediti che ho davvero molto da
raccontarti”
dico rivolgendomi al mio amico di sempre.
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Capitolo 31 *** Armando ***
Del mio nuovo
lavoro
mi piace la domenica come oggi. E a volte anche il sabato. La domenica
posso
stare con Betty! Non dovrei dire così visto che il lavoro in
se stesso mi piace
moltissimo ma ne ho davvero troppo. Ho dovuto lavorare anche nei fine
settimana
trascurando Betty e i ragazzi. I miei colleghi sono favolosi, ma
totalmente
strambi. Stanno tutto il tempo a trafficare su aggeggi minuscoli o a
lavorare
al pc. Non hanno la più pallida idea di cosa sia il mercato,
il marketing, il
posizionamento del mercato… sono cose astratte per loro.
Certo devo dire che ho
un computer velocissimo, mai avuto uno così veloce, e una
serie di nuovi
programmi da imparare, al cui cospetto l’Oracolo delle dee di
Mario sembra un
giochino per neonati.
A proposito di neonati
… sarò di nuovo padre. La cosa mi entusiasma
molto anche se dopo due figli so
già che sarà un casino!! Penso che dovremmo fare
santa mia suocera, perché
senza di lei non so come avremmo potuto fare con i nostri figli.
La scorsa settimana
Betty è venuta nel mio ufficio con nostro figlio Roberto,
che è stato
affascinato da un nuovo tipo di videogioco che stiamo producendo e
Patrick uno
dei miei colleghi gliel’ha fatto provare subito. Non voleva
più venire via e
mentre eravamo a cena ha detto tutto il tempo che da grande avrebbe
fatto
videogiochi come papà, mentre fino al mese scorso diceva che
avrebbe fatto
vestiti come papà!! Betty ha conosciuto tutti i miei
colleghi e finalmente
anche Manuel con il quale ci siamo accordati per organizzare una cena
per far
conoscere le nostre famiglie.
Adesso Betty sta
ancora dormendo. Io mi alzo e vado a controllare i bambini che sono
svegli.
Anche se dovrei smettere di considerare Cami una bambina
perché sta crescendo e
anche troppo in fretta. Insieme prepariamo la colazione per Betty e
gliela
portiamo a letto, dove lei sta ancora dormendo. Roberto sale sul letto
dalla
mia parte e va a svegliarla iniziando a toccarle il naso come fa
sempre. Betty
si sveglia e sorride nel trovarlo sul lettone, poi vede che ci siamo
tutti, si
alza e ci dice “Mi sono persa qualcosa?”
“No mamma” le dice Roberto
“volevamo farti una sorpresa!”
Abbiamo mangiato tutti
insieme e anche deciso di fare qualcosa tutti insieme come non succede
da
secoli. Da sempre, fin da quando Camila era piccola la domenica
è sempre stato
un giorno tutto nostro. Senza estranei attorno e sono pochissime le
volte che
questo non è avvenuto.
Oggi decidiamo di
andare al Lunapark e di mangiare fuori.
I bambini si divertono
moltissimo. Mentre siamo a pranzo e Roberto sta addentando un favoloso
cheeseburger
ci dice “Peccato che non ci sia Giulio! Non poteva venire con
noi?”
“Roberto” gli dico io “è
giusto che Giulio stia con suo padre almeno un giorno alla settimana
non pensi?”
Lui mi guarda, ci
pensa su e mi dice “ Si, ma perché non poteva
venire con noi?”
Quasi mi strozzo.
Avere Daniele Valencia tra i piedi è l’ultima cosa
che voglio!!
“Perché noi non siamo
per davvero la sua famiglia” gli dice Betty “Certo
sono nostri amici, ma io e
papà vogliamo stare con te e Camila, parlare con voi, sapere
se c’è qualcosa
che non va, solo tra di noi … hai capito?”
“Io si” dice Camila “Non
voglio più fare piscina! Voglio spostarmi a ginnastica
artistica. L’altra volta
mi hanno fatto provare e l’istruttrice mi ha detto che sono
molto portata!
Posso cambiare?”
“Io vorrei un cane”
dice Roberto.
Che bello immergermi
nei problemi dei miei figli!!!
Quando
rientriamo nel
tardo pomeriggio veniamo raggiunti da Nicolas che vuole parlare con
Betty ma
alla fine rimane con noi a cena. Passiamo una serata molto tranquilla e
lieta, ci
stupiamo nel vedere Betty che si riempie il piatto di patate a forno ma
lei ci dicembre”Cosa
avete da guardare ?? Non sono io … è il bambino
che ha fame!!”
“Certo, certo mostro”
le dico io, poi cambio argomento perché è molto
suscettibile e so che quando è
incinta basta una parola sbagliata per scatenare un pandemonio. Mi
rivolgo a
Nicolas
“Allora Nicolas,
possibile che tra tutte quelle modelle non ce ne sia una che ti piaccia
con cui
mettere su famiglia?”gli chiedo
“Armando” mi dice lui “sai
meglio di me che le modelle sono solo modelle!”
Quando finiamo di
cenare e Betty va a rimboccare le coperte ai nostri figli, io resto
solo con
lui e mentre ci
beviamo un whisky gli
chiedo se ha iniziato a capire la strategia di Daniele Valencia nei
confronti
di Betty. Lui mi dice di si, che è stata Betty a
raccontarglielo ma veniamo
sorpresi proprio da lei! Dannazione!
“Sono sicura che
saprai spiegarmi questa discussione su Daniele Valencia, su di me e
cosa c’entra
una strategia e perché al Consiglio di amministrazione tu e
Mario confabulavate
vero Armando?”
“Mostro non ti
arrabbiare!”
“Armando, te l’avevo
detto io che ci avrebbe scoperti! Ragazzi, vado a casa. Vi ringrazio
per la
cena! Betty noi ci vediamo domani mattina così parliamo con
questa Luz Costa”.
Accompagno Nicolas che prima di uscire mi dice “Buona
fortuna!”
Raggiungo Betty in
salotto e lei mi guarda come una professoressa che sta per mettere in
punizione
un alunno indisciplinato.
“Mostro” le dico “ tu
pensi che io potevo lasciare che Daniele venisse a lavorare in Ecomoda
a
insidiarti senza che schierassi la contraerei? Ho fatto un patto con
Mario e
Nicolas, non devono lasciarti troppo tempo sola con lui, devono
intervenire e
poi raccontarmi tutto!”
“Hai fatto installare
delle microspie nel mio ufficio? Penso che non ti verrebbe difficile
viste le
apparecchiature che usate alla New Tech!”
“Nooooo, non sono
arrivato a tanto” le dico guardandola con intenzione
“ma non sarebbe una
cattiva idea!”
“Questo significa che
non ti fidi di me!”
“No! Io mi fido di te
ma temo che Daniele possa giocarci qualche brutto scherzo …
anche dal punto di
vista aziendale! Io non ho ancora dimenticato che lui è
quello che vuole
vendere l’azienda. Non mi stupirei se la danneggiasse di
proposito. E poi vuole
te. Però Betty, perché non mi hai detto che
continua a provarci con te e che lo
hai schiaffeggiato?” le chiedo
“Perché non voglio che
ti rovini la vita per lui, né che tu possa avere qualche
reazione esagerata! Posso
tenerlo a bada da sola.”
Suona il suo
telefonino. È la mia segretaria. Si chiama Lorena. Devo
rispondere. Quando
chiudo la telefonata ritorno a parlare con Betty.
“Domani devo partire …
devo andare in Alaska con Manuel!” le dico
“Cosa?? E perché la
tua segretaria ti chiama alle dieci di sera? IO non lo
facevo!”mi dice
Mi metto a
ridere. Vado verso
di lei e la
abbraccio. “E’ un’emergenza. La New Tech
ha installato su alcune navi rompighiaccio
dei dispositivi che adesso non funzionano e vogliono rescindere il
contratto!
Che croce.”
“E quando torni? Ti
ricordi che venerdì c’è la recita
scolastica di Roberto. Se non ci sarai non te
lo perdonerà mai e nemmeno io. È la sua prima
recita, è il protagonista e ne è
così orgoglioso!!”
“Betty, non c’è
bisogno che me lo ricordi! Farò di tutto per tornare in
tempo!” La stringo a me
e la bacio! “Andiamo a salutarci?” le dico.
“E la tua valigia si
fa da sola? Tu lo sai che temperatura c’è in
Alaska??”
Dannazione,
dannazione. E’ già giovedì e io sono
ancora qui a Juneau. Ho promesso a Betty
di ritornare a Bogotà per la recita di Roberto ma qui i
problemi non finiscono
mai. Questa città è fatta di isolotti e ci si
può muovere da una parte all’altra
con le navi. Per raggiungerla abbiamo dovuto usare un idrovolante e per
risolvere
il guasto di questa nave Manuel ha dovuto trascorrere molto tempo sulla
nave
rompighiaccio. Praticamente siamo stati in teleconferenza con
Bogotà per quasi
tutto il tempo. Lui a risolvere il problema tecnico e io quello
economico, perché
volevano rescindere il contratto con noi, ma pare che non lo faranno.
Il
titolare di questa compagnia, Parker Jackson Ross, sembra molto
interessato
alla tecnologia e forse, mi è sembrato di capire, avrebbe
piacere a fare
qualche investimento alla New Tech. Abbiamo chiacchierato un
po’ e mi ha detto
che gli farebbe piacere venire in Colombia per vedere la New Tech.
Manuel mi ha
raccontato in volo che hanno preso questo lavoro quasi per scherzo
tramite un
suo amico che fa il biologo su una delle rompighiaccio della flotta e
presentando una richiesta economica bassissima rispetto agli altri si
sono
aggiudicati il contratto. Certo adesso è nato qualche
problema ma pare
risolvibile. Tranne che è giovedì e sono ancora
qui!
Il lunedì mattina,
quando ho detto a Roberto che dovevo partire mi ha guardato con degli
occhi
tristi che non riesco a dimenticare!
“Promettimi che torni
per la mia recita della scuola!” mi ha detto
“Te lo giuro” gli ho
detto.
Betty mi ha guardato malissimo
e mi ha detto poi “Non promettergli cose che forse non puoi
mantenere. Così lo
deludi il doppio e gli fai perdere la fiducia che ha in te!”
Mi sono leggermente
innervosito. Come se non stessi partendo per un viaggio di lavoro. In
realtà a
volte penso che lei anche se inconsciamente voglia farmi pagare la mia
assenza
in famiglia perché non lavoro più in Ecomoda.
“Lo giuro pure a te. Torno in
tempo!”
Ecco adesso devo
trovare il modo di tornare in tempo. Tecnicamente ho un volo per domani
mattina
all’alba. All’alba in Alaska, in piena mattinata
per la Colombia!!
È l’alba di venerdì e
io sto partendo adesso. Devo essere a Bogotà per le quattro
di pomeriggio.
Spero di farcela. Se tutto va bene riuscirò ad arrivare per
le quindici e
trenta in aeroporto.
Suona il mio telefono.
È Betty. Non so neanche che ora sia in Colombia.
“Sto partendo adesso
Betty qui è ancora notte. Farò di tutto per
esserci”
Non sopporto che io
debba sempre essere messo in discussione. Non sto tenendo conto del
fatto che
con il fuso orario praticamente stanotte non ho dormito, ma sono pure
tutti
perplessi sul fatto che io non arrivi in tempo. Penso che Daniele
Valencia non
veda l’ora di approfittare di un mio passo falso. Non gli
sarà sembrato vero
che io non ci fossi. Ma si sbaglia di grosso se pensa che gli lascio il
campo
libero.
Eccomi
sono qui, sono
alla scuola di Roberto. La sala adibita a teatro è stracolma
di gente. Il mio
telefonino è completamente scarico e non so come contattare
Betty. La sala è
già buia. Immagino che Roberto sia convinto che io non ci
sia ma non so come fare
per raggiungerlo. Dovrò aspettare la pausa. Ecco che la
recita inizia. Mio
figlio interpreta il Principe nella rivisitazione scolastica de
“Il principe e
il povero”. La recita inizia, è davvero bravissimo.
Quando c’è una piccola
pausa e si accendono le luci io cerco Betty. Finalmente a
metà sala la trovo
seduta con accanto i suoi genitori, Camila, Nicolas e Daniele Valencia.
Mi guarda, capisco che
è arrabbiata con me! “Armando, alla
buon’ ora! Il tuo cellulare? Ti avrò
lasciato tremila messaggi! Roberto voleva parlarti prima che iniziasse
la
recita”
“E’ scarico Betty” le
dico
“Sei arrivato adesso?”
mi chiede
“No, sono arrivato
proprio all’inizio della rappresentazione, ma era
già buio e non sono riuscito
a trovarvi” le dico.
Lei mi guarda come se
non credesse alle mie parole. “ Te lo giuro Betty! Vuoi che
ti ripeta le
battute o che ti descriva come sono vestiti i bambini?” le
dico
“Va bene, va bene. Ti
credo!”
“Posso andare da
Roberto?”
“No, ci hanno impedito
di raggiungerli nella pausa. Prima di iniziare ha avuto una crisi di
pianto perché
non c’eri, Nicolas e mio padre hanno provato a calmarlo senza
riuscirci ma non
ci crederai,l’ha fatto Daniele Valencia!”
Divento rosso in viso,
arrabbiandomi.
“Su” mi dice Betty “siediti
qui accanto a me! Così ti vede e ne sarà felice!
Almeno credo!”
Quando finisce la
rappresentazione vado a cercare mio figlio dietro le quinte. Quando mi
vede
avvicinarsi è arrabbiato con me. E’ naturale che
lo sia. Vedo che anche Daniele
si avvicina a lui e a suo figlio Giulio. “Siete stati
bravissimi ragazzi, ora
andate a cambiarvi e andiamo a mangiare pizza e patatine” poi
si rivolge verso
di me e mi dice “Armando, che piacere vederti, pensavamo
tutti che non ce l’avresti
fatta a raggiungerci!”mi sorride infidamente.
“E invece sono
qui! Non ti lascio il campo libero e se
tu provi a mettermi contro mio figlio te la faccio pagare”
gli dico prima che
Betty che si sta avvicinando possa sentire cosa sto dicendo.
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Capitolo 32 *** Daniele ***
Non avevo
considerato
quanto potesse essere stupido Armando Mendoza e fornirmi degli assist
per poter
portargli via Betty. Quell’idiota è andato in
Alaska ed è via da una settimana.
Ancora non è ritornato e tra poche ora
c’è la recita di Giulio e Roberto. Roberto
fa il protagonista! Ho sentito Betty che gli parlava al telefono e gli
chiedeva
di esserci per non deludere suo figlio.
Speriamo che non
arrivi in tempo!
Non che Betty in
questi giorni si sia comportata diversamente con me! Mi detesta come
sempre, ma
io so che è un detestare diverso dall’odio. La
faccio stare sempre sulle spine,lei
è sempre
sul chi va là in attesa della
mia prossima mossa. Ma io non sono l’essere crudele che tutti
pensano. Così ho
deciso di cambiare strategia. Ho parlato poche volte con lei
è sempre di lavoro
però sono entrato nel suo ufficio calmo, senza fare battute,
con un
atteggiamento professionale. Lei ha apprezzato. L’unico
momento di diciamo
difficoltà l’abbiamo avuto quando in una giornata
di ordinaria follia, oberati
di lavoro, Freddy si è rifiutato di andare in caffetteria
per lei a prenderle
una brioche al cioccolato perché non aveva finito di
smaltire la posta,
facendole saltare i nervi perché nessuno di noi poteva
muoversi!
Allora sono
intervenuto in maniera più decisa, tanto
all’Ecomoda mi temono tutti, basta che
faccia una delle mie battute cattive e scattano tutti
sull’attenti.
“Freddy se non va
prendere la brioche al cioccolato della dottoressa Pinzon
avrà molto tempo
libero in futuro, perché non solo la licenzio in tronco, ma
mi assicurerò anche
che nessuno le offra un lavoro. Intesi??”
“Si, esimio dottor
Valencia, provvedo subito a portare del cibo al figlio di Armando,
cioè voglio
dire dell’assente dottor Mendoza, che un tempo si preoccupava
personalmente di
queste cose” ed è andato in caffetteria.
Betty mi ha
ringraziato ma poi mi ha detto che anche volendo non avremmo mai e poi
mai
potuto licenziarlo per un motivo così futile!
“E’ il potere Betty,
non è importante quello che tu puoi realmente fare,
è importante quello che
sembra che puoi fare”.
“Io non la vedo
affatto così” mi ha detto “Noi qui siamo
una famiglia”
In quel momento è
tornato Freddy con una brioche, un caffè e un succo.
“Grazie Freddy” gli ha
detto lei.
“Betty, sono punti di
vista” le ho risposto “se non avessi fatto come ho
fatto, adesso lei non
starebbe mangiando la sua brioche!”
“Mi ha ricordato sua
sorella Marcela” mi ha detto “Aveva il suo stesso
atteggiamento ogni volta che
qualcuno non si piegava alla sua volontà. Non ricordo quante
volte ha
minacciato di licenziarmi e quante volte ci ha provato! Forse a voi
Valencia lo
scrivono nel dna” mi ha risposto lasciandomi abbastanza
interdetto. Ho lasciato
perdere l’argomento. Non ho voluto iniziare una discussione
che ci avrebbe di
fatto riportati al passato. Voglio andare avanti.
Ora siamo qui a
scuola, sono le tre e un quarto, Armando non è ancora
arrivato e Roberto piange
come un disperato. Non vuole andare a prepararsi, non vuole indossare
gli abiti
di scena e a nulla valgono le preghiere di Betty, di don Hermes o di
Nicolas.
Roberto non vuole
recitare, ma questo significa mandare a monte la recita
perché nessun altro sa
la parte. Betty è sfinita. Si vede ad occhio nudo. Da tre
giorni, mentre suo
marito è chissà dove, sta impazzendo tra lavoro e
Roberto perché il costume che
aveva preparato la scuola, quello del Principe si è perso,
non si sa dove,
quindi le maestre l’hanno chiamata e … bisognava
fare tutto da capo. Per
fortuna Betty ha avuto un lampo di genio e ha fatto fare il vestito a
Inesita
all’Ecomoda.
Questa cosa ha avuto i
suoi lati positivi, perché venendo i bambini in azienda
siamo stati tutti
assieme. E Betty stanca, sfinita per sedare i capricci di Roberto ha
accettato
anche che mangiassimo tutti assieme fuori come chiedevano i nostri
figli.
Mi avvicino
verso
Roberto e provo a parlargli.
“Roberto” gli dico “basta
piangere!”
“Voglio
papààààà”
dice
lui
E io voglio tua madre
penso tra me e me ma non posso certo dirlo ad alta voce.
“Roberto ti prego” gli
dice Betty, “vai a vestirti!”
“No” le dice lui. Mio
figlio lo tiene per mano e lo sostiene nella sua decisione. Se non
fosse una
situazione quasi tragica riderei a crepapelle nel vedere quanto si
spalleggiano
questi due.
“Roberto” gli dico di
nuovo “vieni qui. Io ti capisco benissimo. Vuoi tuo padre e
lui ora non c’è. Ma
sicuramente sta arrivando. Però tu sei il protagonista della
recita, se non sali
sul palco rovini la recita a tutti i bambini. Sai, essere grande a
volte
significa anche fare qualche cosa che non vogliamo perché
gli altri hanno
contato su di noi”
“Cosa significa
contare su di noi?”mi chiede Roberto
“Significa, che tu sei
il protagonista perché le maestre hanno pensato che nessuno
avrebbe potuto
farlo meglio di te e ti hanno scelto tra tutti i bambini. Ora tu non
puoi
deluderle perché tuo padre non c’è.
Anche se ora sei arrabbiato, devi parlarne
dopo con tuo padre, ma ora devi fare il tuo dovere” gli dico
accarezzandolo.
Lui mi abbraccia cosa
che lascia Betty di stucco e poi dice “Vado a vestirmi,
perché io sono un
bambino grande, ma con papà non parlo
più”.
Betty mi guarda e mi
ringrazia. Accompagna Roberto dietro le quinte a prepararsi e poi ci
raggiunge.
Ci accomodiamo nelle poltroncine.
“Grazie per le parole
che ha detto a Roberto, Daniele”
“Eh? Sbaglio o mi ha
chiamato Daniele! Ci voleva una crisi teatrale internazionale
perché questo
accadesse!” Lei mi sorride
“Non si preoccupi
Betty. Facciamo che siamo pari dopo l’aiuto che mi ha dato
con Giulio a Miami.
Ha visto come si spalleggiano quei due? Lo sa che Giulio vuole un cane?
Gli ho
chiesto da dove venisse quella richiesta e lui mi ha detto
semplicemente ‘l’abbiamo
deciso con Roberto’!”
“Si in effetti anche Roberto
ci ha chiesto un cane”.
Vedo che Nicolas Mora
si avvicina a noi. Lui e Calderon sono sempre tra i piedi quando io
sono con
lei. L’ho capito benissimo che è una strategia.
Nicolas però mi fa
abbastanza simpatia. Certo per un sacco di tempo l’ho
considerato uno sfigato
terribile. Se penso a come erano combinati tutti e due quando sono
arrivati all’Ecomoda,
mi sento male. Eppure, lei adesso è bellissima, è
tutto quello che io abbia mai
desiderato e lui è un economista di successo. Molte aziende
se lo
contenderebbero se solo lui si decidesse a lasciare la nostra azienda.
Ma lui
non la lascia Betty.
La recita sta per
iniziare e si abbassano le luci.
Alla
pausa, ecco che
ci viene incontro Armando. Evidentemente è riuscito a
tornare dall’Alaska.
Battibecca con Betty e
poi si siede accanto a lei!
Alla fine della recita
raggiungiamo i nostri figli e come diceva prima Roberto si è
rifiutato di
parlare con suo padre. Betty dice ad Armando che sono stato io a
convincerlo a
recitare. Infuriato Armando mi dice ‘se tu provi a mettermi contro mio figlio te
la faccio pagare’.
Arrivo a casa con mio
figlio dopo che abbiamo cenato tutti assieme fuori e trovo una lettera
di un
avvocato. Metto a dormire Giulio e la apro. E’
dell’avvocato di Katarina
“Gentile dott. Valencia,
allego alla
presente una lettera della sua ex compagna
Katarina Schmitt con la quale la prega di portare a Berlino suo figlio
Giulio
affinchè la signora possa rivedere il bambino. Cosa che non
avviene da oltre
cinque mesi. Qualora questo non avvenga, non avremo problemi ad adire
le vie
legali.
Cordialmente,
Avvocato
Ted Bauer”
Prendo
la lettera di
Katarina e sono indeciso se leggerla o meno. Non so se lei si meriti il
mio
tempo, ma è pur sempre la madre di mio figlio. Devo farlo
per Giulio.
“Daniele carissimo,
immagino che
leggere le mie parole ti darà molto fastidio ma
io non posso fare a meno di scriverti. Sono a casa agli arresti
domiciliari.
Non so da dove iniziare. Dove siete? Come state? Come sta il mio
bambino?
Non mi hai dato modo di spiegarti qualunque cosa. So che hai
dovuto affrontare momenti molto difficili, soprattutto con Giulio
perché i miei
genitori vi hanno abbandonato. Non avevo dubbi al riguardo. Con loro se
sbagli
anche solo una volta hai finito, ma non pensavo che avrebbero avuto il
coraggio
di scaricare anche il loro adorato nipote.
So che è successo un casino, che c’è
stato un terribile
scandalo mediatico, me l’ha detto l’avvocato, ma
adesso le cose si sono
piuttosto chiarite e ti stupirà sapere che le mie
responsabilità sono molto
meno di quelle che sembravano all’inizio. Non ho avuto modo
di parlarne con te,
ma Daniele, io non sono una delinquente.
Se da un lato capisco che tu abbia voluto proteggere Giulio
allontanandolo
da questo ambiente, non capisco perché tu non abbia mai
voluto contattarmi o sapere
che fine io avessi fatto. So già che ti ho ferito. E temo
che anche tu come i
miei non voglia più saperne di me. Avere questo dubbio mi
distrugge. Ma ti
conosco e so già che non potrò sperare nel tuo
perdono, anche se è quello che
più desidero.
Ti chiedo solo questo, anche se deciderai di non avere mai
più a che fare con me non togliermi nostro figlio.
E’ mio figlio, non posso
pensare di perderlo. Ti prego portalo da me. Voglio vederlo. Anche sei ti ho ferito, ti
prego, vieni a
Berlino con Giulio. Io sono qui a casa nostra. Non posso uscire. Sono
agli
arresti domiciliari. Ma dovrebbero revocarmeli presto. Questa
solitudine e
questo silenzio mi stanno distruggendo. Voglio parlarti, voglio
chiarire con
te. Mi manchi.
Se non mi farai avere tue notizie entro una settimana,
provvederò a dare mandato al mio avvocato
affinchè io possa vedere Giulio
tramite via legali. Ti prego non costringermi a farci questo.
Katarina”
Appallottolo la
lettera infuriato. Poi la stiro e la rileggo. Non posso credere a
quello che
leggo. Come può accusarmi di averla scaricata! Sono stato
lì quattro mesi prima
di decidere di partire. In una situazione insostenibile. Cronisti e
fotografi
dietro casa per giorni quando lei è stata arrestata. Tutti i
giorni sul
giornale di cronaca e nei telegiornali per settimane e settimane. A
scuola
Giulio era tempestato di domande. I bambini possono essere terribili.
Così ho
preso la decisione di andare via e di allontanare mio figlio da questa
assurda
situazione e non l’ho mai rimpianto.
Adesso vuole rivedere
Giulio?? Di sicuro io non ho nessuna intenzione di andare a Berlino.
Che metta
di mezzo gli avvocati! Avrà tante cose da spiegare al
giudice!
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Capitolo 33 *** Betty ***
Da quando
Armando è
partito ho trascorso una settimana terribile sul lavoro. Io e Nicola
abbiamo
incontrato questa Luz Costa che ci è sembrata la persona
giusta per diventare
la stilista della linea Kids. È molto carina anche nei modi
ed è di origine
italiane. Hugo Lombardi ha fatto tutta una serie di richieste alla
nuova
stilista, da far impallidire chiunque ma lei ha resistito con grande
stile alle
sue bizzarrie perché tra l’altro ha detto di
essere molto onorata di lavorare
con lui. Dopo questo Daniele e i suoi infiniti comportamenti. Il vestito e la recita di
Roberto, Armando che
non arrivava. Ma per fortuna è riuscito ad esserci. Roberto
non gli parla da
una settimana, cosa che lo fa soffrire terribilmente e anche noi
abbiamo
litigato abbastanza furiosamente dopo la recita.
Ammetto che ho
iniziato io, perché ero molto stanca ed ho alzato i toni.
Razionalmente so che
Armando ha fatto tutto quello che poteva per arrivare in tempo ed
è arrivato,
ma Roberto è piccolo e questo non lo capisce. Nel momento
peggiore della nostra
litigata Armando mi ha detto ‘Non
ce
la faccio più di essere messo in discussione da tutti.
Qualsiasi cosa io faccia
o decida è sbagliata. Ammettilo Betty, tu avresti voluto che
io restassi a
lavorare all’Ecomoda, così tutto sarebbe stato
più facile. Ma sei stata tu a
spingermi ad accettare quel lavoro’. Ne
è venuta fuori una ulteriore
discussione sul fatto che sembriamo incapaci di trovare un equilibrio
nella
nostra nuova vita. So bene che lui vuole lavorare alla New Tech! Che
questo lo
rende felice e io voglio che lui lo sia, ma mantenere tutti i birilli
in aria è
molto difficile e non è passato che un mese da quando le
nostre carriere si
sono separate.
Inoltre ho dovuto
dirgli che abbiamo cenato fuori con Daniele Valencia e suo figlio per
via del
vestito della recita. Cosa che lo ha fatto imbufalire ancora di
più. Gli
ho chiesto se
volesse che io in qualche modo allontanassi Giulio da Roberto, visto
che questi
bambini sembrano essere inseparabili. Ma lui mi ha detto di no.
È già sufficiente
la rabbia che nostro figlio ha verso di lui per la recita, senza
aggiungerne
altra negandogli di frequentare il suo amico.
Sono
in ufficio.
Entrano Hugo e Stefan Castro. Stefan collabora con noi come personal
shopper.
Una volta al mese viene in uno dei nostri punti vendita e consiglia le
nostre
clienti. Tutto questo perché non vuole perdere i contatti
con Hugo Lombardi e
con l’Ecomoda e con il mio cambio di look. Io sono molto
contenta della sua
presenza, perché ha incrementato i nostri affari del trenta
per cento nel giro
di pochi mesi. E’ una star per le nostre clienti.
Sono qui per chiedermi
di fare un servizio fotografico.
“Cosa?” gli dico
“Si” mi dice Hugo “Abbiamo
lanciato la collezione a New York e abbiamo avuto molto successo. Ora
per la
tendenza ‘vestiamo bene tutte le donne colombiane’,
molti dei nostri acquirenti
vogliono delle modelle che non siano modelle vere e proprie. Quindi io
ho
pensato e lei Betty!”
“Io? Ma io non sono
una modella e poi sono la Presidente!” dico
“Per questo sei
perfetta” mi dice Stefan “Si tratta solo di fare
delle foto, qui in Ecomoda,
nello showroom. Preparerà tutto l’agenzia e poi il
resto delle foto le faranno
le modelle professioniste”
“Ma non potete parlare
seriamente!”
“Si invece” mi dice
Stefan. Sei la persona giusta. Si tratta solo di fare qualche foto che
poi
andrà in qualche catalogo.
“Ma io sono anche
incinta e non so stare davanti la macchina fotografica! Quindi non se
ne parla!”
“Ma Betty” mi dice
Hugo “ci pensi! È vero che lei è
incinta ma nemmeno si nota e quanto alla
macchina fotografica, l’idea di normalità,
è quello che noi vogliamo. Si tratta
di fare solo qualche foto in fin dei conti”
“Pensaci Betty” mi
dice Stefan “non è affatto una cattiva idea. Tu
con la tua storia personale sei
la persona più adatta a trasmettere l’idea che
chiunque può aspirare ad abiti
di classe e di stile”
“Non lo so” gli dico “fatemici
pensare”.
Non oso immaginare
come Armando possa accettare una cosa del genere.
Mi sembra che stiano davvero esagerando.
Daniele bussa ed entra
nel mio ufficio. È molto buio in viso.
“Posso disturbarla
Betty?” mi dice “riguarda Giulio”
“Mi dica, è successo
qualcosa?”
Mi mostra la lettera
della sua ex compagna e mi chiede di leggerla. Mi dice che non sa che
fare e
che non sa con chi parlarne e che a volte essere soli come lo
è lui è un peso
insostenibile.
“Io credo che dovrebbe
andare in Germania!” gli dico, mi guarda di traverso “e non lo dico per
levarmela di torno Daniele.
È giusto che Katarina veda suo figlio e soprattutto
è giusto che Giulio sappia
che sua madre non l’ha dimenticato. Che pensa a lui. Gli
manca così tanto! Ci
pensi!” gli dico. Ormai mi sto abituando alla sua presenza.
Da quando ha deciso
di smettere di essere odioso e di provarci ogni attimo i nostri
rapporti sono
più distesi.
“Roberto ha deciso di
parlare ad Armando?” mi chiede
“No, ancora no” gli
rispondo. Strano come questa situazione ci abbia in qualche modo
avvicinati. Io
ho capito due cose. La prima che Daniele se solo volesse potrebbe
essere una
persona migliore, l’ho visto da come ha avuto la
capacità di trasmettere
sicurezza a mio figlio la sera della recita. La seconda cosa che ho
capito,
anche se non ce n’era effettivamente bisogno, è
che mio figlio Roberto è
testardo come suo padre. Quando si mette in testa una cosa non
c’è niente che
possa distoglierlo dal suo proposito.
“Hugo le ha fatto la
proposta?” mi chiede
“E lei come lo sa?”
“Me ne hanno parlato
prima di venire qui! Secondo me dovrebbe accettare. Sarebbe favolosa
nei panni
di modella. Ci pensi seriamente Betty”.
Mentre sta per uscire
entra Mario Calderon. Tempismo perfetto. Il piano di controllo di
Armando
funziona alla grande. Devo dire ad Annamaria di smettere di avvisare
Sandra o
Berta ogniqualvolta entra Daniele. Sandra avverte Mario, Berta avverte
Nicolas
e uno dei due, dipende da chi è libero si presenta da me con
improponibili
scusa di lavoro. Chiamo Armando e gli chiedo se è libero per
pranzo. Non
pranziamo assieme da secoli. Stranamente è libero. Ecco ora
devo trovare il
modo di dirgli della proposta per il servizio fotografico.
Andiamo
a pranzo in un
nuovo locale che ha aperto da poco. Si chiama Delizie Italiane e
naturalmente
si mangia italiano. Armando mi dice che il ristorante è uno
dei loro nuovi
clienti per i quali hanno sviluppato un’applicazione che
serve per prenotare un
tavolo dal telefonino, essere aggiornati sul menu in tempo reale, tempi
di
attesa e cose varie.
“Allora” mi dice lui “se
mi chiedi di pranzare assieme, devi dirmi qualcosa!”
“Perché non posso
voler pranzare con te solo per passare del tempo assieme? Non ci
vediamo quasi
mai!”
E’ vero, perché il
tempo che passiamo a casa insieme è molto poco rispetto a
prima.
“Betty” mi dice con un
tono…
“Non voglio litigare
Armando … non te lo sto dicendo per litigare … lo
dico come una constatazione.
A me piace passare del tempo con te e non mi piace che ci sia distanza
emotiva
tra di noi!”
“Ma non c’è distanza
emotiva tra di noi. Almeno non da parte mia” mi dice
“Né da parte mia” gli
dico io “Comunque è vero, ti devo
parlare” e gli dico del servizio fotografico.
La sua reazione mi
spiazza. Non è affatto favorevole. Assolutamente no! Che
foto sono? Dove andranno?
A che servono? Chi le fa?
Gli dico che neanche
io sono molto convinta di volerlo fare … anche
perché sono incinta. Però gli
dico che sia Stefan Castro che Hugo che Daniele mi hanno detto che
sarebbe una
operazione commerciale di successo.
“Betty, questa storia
del cambio di look l’ho accettata con sufficiente
nonchalance, ma penso che ti
stia sfuggendo di mano!” mi dice
“Non lo so, ma non
credo” gli dico “Armando, se tu guardi la cosa da
un punto di vista commerciale
e non come il mio marito geloso ti renderesti conto che dovrei
accettare. Anche
se io non so che tipo di foto verrebbero fuori visto che mi sento
rigida come
un palo” gli dico.
“Betty” mi risponde “se
tu vuoi farlo, fallo ma non credere che per me sia facile accettarlo.
Mi sembra
di essere sposato con un’altra persona”.
Adesso mi infurio sul
serio. “Tu sei sposato con un’altra persona? E io
allora cosa dovrei dire?”
“Cosa significa
questo?” mi chiede “Io sono sempre io.”
“Non è affatto vero! E
a questo punto sai che ti dico? Che accetto e faccio il
servizio!”
Oggi
è il giorno in
cui verranno scattate queste benedette foto. Sono tutti in
fibrillazione, me
compresa. Ma io lo sono di più, perché ho detto
ad Armando che volevo venisse
ma lui non è ancora arrivato e forse non
arriverà. In compenso Daniele Valencia
non mi lascia sola un attimo.
Io e Armando stiamo
vivendo uno strano periodo. Quando aspettavo Camila e Roberto
è stato tutto
molto più facile, tutto incanalato in una strada precisa e
ben definita. Adesso
mi sembra di essere in un mare in tempesta e di dover resistere come
posso.
Catalina Angel è qui e mi ha sottoposto ad una delle sue
sedute di relax, ma la
cosa non funziona molto. Hanno scelto di farmi indossare gli abiti sexy
e di
classe della collezione di Hugo e da circa mezz’ora il
fotografo mi dice che
dovrei trasmettere nelle foto la mia volontà di essere
seducente! Ma io non
voglio sedurre nessuno. Abbiamo fatto un sacco di pause
perché non riesco a
rilassarmi, sono tesa e nervosa e il fotografo con il suo assistente se
ne
accorgono e fanno di tutto per farmi stare calma. Hugo mi ha portato
anche tre
tazze di valeriana. Davanti a me sullo sfondo vedo solo Daniele
Valencia che mi
guarda con interesse ma io non riesco ad essere seducente con lui.
Improvvisamente mentre
faccio delle foto di prova seguendo le istruzioni del fotografo, vedo
arrivare
qualcuno. Lo riconosco dalla camminata. È Armando. Si
posiziona più o meno
dietro Daniele e allora tutto cambia. Adesso che lui è qui
so chi devo
conquistare. O riconquistare.
|
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Capitolo 34 *** Armando ***
Tre mesi
dopo…
“Cosa
hai detto Betty?
Puoi ripetere, mi sembra di non aver sentito bene” le dico
“Ho baciato Daniele
Valencia, tre volte!”
Avevo sentito bene. Io
e Betty siamo nel nostro salotto. Lei mi ha chiesto di parlare ma non
pensavo
minimamente che avrei ricevuto una simile notizia!!
“Puoi ripetere?”
continuo a dire “Anzi no!” la stoppo. E’
evidente che lei si aspetti da me una
qualsiasi reazione. Che dica qualcosa. Betty ha baciato Daniele
Valencia, mia
moglie ha baciato Daniele Valencia tre volte! Mi alzo e comincio a
passeggiare
per la stanza,stringendo la mia pallina antistress.
“Armando” cerca di
calmarmi lei, ma io sono tutto fuorchè calmo.
“Come hai potuto
farlo?” le urlo. Lo so che non devo urlare perché
sveglio i bambini ma mi ha
appena confessato un tradimento!
“Armando calmati!” mi
dice lei
“Beatriz, smettila di
dire di calmarmi. Come posso essere calmo dopo quello che mi hai appena
detto!”
sento la rabbia montarmi dentro. Voglio rompere qualcosa …
voglio rompere la
faccia a Daniele Valencia e poi … vorrei scuotere Betty fino
a quando non mi
dice che è uno scherzo ma non posso farlo. Primo
perché non è uno scherzo,
secondo perché è incinta di quasi cinque mesi e
farei del male a mio figlio.
Dei pensieri nefasti mi passano per la testa! E se il bambino non fosse
mio?
“Da quanto va avanti
questa storia?” le chiedo
“Non c’è nessuna
storia …”
“Non penserai che ti
creda….” le dico
“Questa è la verità.
Io non ho una storia con lui né con nessun altro. Ci siamo
solo baciati”
“Betty, non dire ‘solo’
come se non fosse niente!”
“Lo so che non è
niente. Proprio per questo te lo sto dicendo”
“Quando è successo e
dove?”
“In ufficio, la
settimana scorsa. Stavamo lavorando e poi lui si è
avvicinato e ha iniziato a
parlarmi dei suoi genitori perché era
l’anniversario del loro matrimonio e …”
“E … pensa di
distruggere il nostro matrimonio! Basta così. Non voglio
dettagli. Voglio
sapere come hai potuto lasciare che succedesse!!” le chiedo.
“Non lo so Armando.
Non lo so. E’ successo ma mi sono anche fermata in tempo
perché il bambino si è
mosso e mi ha riportato alla realtà!” mi dice,
cosa che mi fa infuriare ancora
di più.
“Meno male che ci ha
pensato mio figlio ad evitare l’irreparabile. Betty cosa ti
sta succedendo?”le
urlo
“Non lo so!”
“Smettila di dire non
lo so!Mi hai tradito con Daniele Valencia” continuo
“Come hai potuto?”
Mi rendo conto che
nemmeno lei sa cosa dire. Ma io sono furioso. “Se solo non
avessi lasciato
l’Ecomoda!” le dico. “Ti ho creduto
quando mi hai detto che potevo andare
serenamente, che non dovevo preoccuparmi della presenza di Daniele e
invece …..
facevo bene a seguire il mio istinto”
“Armando, io ero
sincera quando ti ho detto quelle cose e le penso tuttora. Ho fatto uno
sbaglio
madornale e te lo sto dicendo. Ti sto chiedendo scusa.”
“Betty non puoi
aspettarti da me che tu sganci una bomba di questo genere e io non
abbia la
benché minima reazione!”
“Non voglio dire
questo! Anche io sarei arrabbiata. Dico solo che dovresti apprezzare la
mia
sincerità!”
“Io non capisco come
sia stato possibile! Betty ti ho per caso trascurata, messa da parte?
E’ per il
bambino, non vuoi un altro bambino?” le chiedo
“Non dire mai più una
cosa del genere?! Il bambino non c’entra niente!”
“Allora non mi ami
più”
Lei non mi risponde.
Ma il suo silenzio vale più di mille parole.
“Se hai bisogno di
pensarci significa che non mi ami più Betty”
“Come puoi dire una
cosa del genere” mi risponde “Io ti amo, non posso
nemmeno pensare alla mia
vita senza di te. Ma sono confusa”
“Confusa? Questa è
bella. Riguardo a cosa saresti confusa?”
“Mettiti per un attimo
nei miei panni. Nella mia vita io non ho dovuto affrontare valanghe di
uomini
che ci provavano con me. Nessuno ha mai fatto caso a me. Sono sempre
passata
inosservata e adesso … dopo quel servizio fotografico
improvvisamente mi
ritrovo uomini che mi ammirano da tutte le parti … non so
come comportarmi.
Cioè so come comportarmi ma questa cosa mi confonde. Daniele
sta lì tutto il
tempo a dirmi quanto sono bella, quanto sono intelligente e che non ha
mai
capito perché io abbia preferito te a lui tanti anni fa
… mentre tu … sei
oberato di lavoro!”
“Betty, questo non ti
autorizza a baciarlo. Cito te stessa sull’aereo per New York <pensi
che i miei sentimenti non contano nulla. Cioè il fatto che
io sia sposata, che
abbia una famiglia sono dettagli. Il fatto che io ami te e che non
voglia
tradirti sono piccoli dettagli inutili che non mi impediranno di
soccombere al
suo fascino?>”
“Ma come puoi pensare
che io preferisca te a lui?” mi dice
“Ma come puoi pensare
che non lo pensi se vi siete baciati tre volte. Betty, tre! Se solo
penso che
quell’uomo ti ha messo le mani addosso mi viene voglia di
ucciderlo!!”
Mi verso il secondo
bicchiere di whisky.
“Armando, a parte dei
baci, non è successo mai niente tra di noi. Devi credermi.
Non ti tradirei
mai!!”
“Betty, pensi che tu
non mi abbia tradito?” mi volto verso di lei e la guardo
“lo hai fatto Betty,
lo hai fatto.” Vado a sedermi sul divano di fronte a lei.
È compita di fronte a
me, tiene lo sguardo basso e con una mano si accarezza la pancia. Anche
così è
bellissima. Non posso fare a meno di ammirarla. Anche se mi sta facendo
crollare il mondo addosso. Non pensavo che sarei stato in grado di
amare una
donna fino a questo punto.
“DIMMI per favore cosa
è accaduto tra di voi …”
“Non è successo niente
di niente, abbiamo avuto solo dei rapporti più amichevoli.
Sai bene che non era
possibile pensare di farsi la guerra per sempre.”
“Risparmiami per
favore la favoletta di quant’è buono Daniele
Valencia!”
“Sei tu che vuoi
sapere la verità! Era sconvolto per l’arrivo di
Katarina. Ed era triste perché pensava
ai suoi genitori, io avevo appena chiuso il telefono con te che mi
avevi detto
di non poter venire alla cena con gli investitori del Fashion. Ci siamo
messi a
parlare e poi lui mi ha baciata”
“Vai avanti” le dico
“Sei sicuro che vuoi
saperlo? Cinque minuti fa hai detto di no!”
“Si”
“Mi ha baciata e io l’ho
respinto la prima volta. Poi mi ha baciato di nuovo e di nuovo...mi
è sembrato così
strano. Diverso … non
ho avuto la forza
di sottrarmi… non sapevo quello che stavo facendo”
“Basta Betty! Basta”
la fermo. Mi sento morire. Forse è questo quello che si
prova quando si ha l’impressione
di perdere tutto.
Quello che mi ha detto
sul fatto che non ha esperienza in fatto di flirt mi fa riflettere su
una cosa
che voglio domandarle e di cui temo la risposta.
“Betty, voglio
chiederti una cosa e devi rispondermi sinceramente.”
“Dimmi” mi dice
“In tutti questi anni,
da quando ci conosciamo ad ora, hai mai desiderato un uomo che non sono
io?
Voglio dire, sappiamo benissimo che dopo quello sciagurato di Miguel,
io ho monopolizzato
la tua vita. Hai mai
rimpianto di esserti messa con me? Di non aver avuto altre storie prima
di
sposarti con me?”
“Armando” mi risponde
con foga “come puoi mai pensare una cosa del
genere?”
“Io non lo penso, te
lo sto chiedendo!”
“Bene, la risposta è
no! Credi forse che io potevo essere un tipo che avrebbe fatto sesso
con
chiunque per recuperare il tempo perso? Non mi conosci forse?”
“No! Betty, non ti
conosco. Mi stai dicendo che mi hai tradito per vedere cosa si prova a
baciare
uno che non è tuo marito! Cosa devo pensare? Forse per te
è noioso pensare di
baciare me e di fare l’amore solo con me per tutta la
vita!”
Betty si avvicina e mi
schiaffeggia! Questo è il colmo. Dovrei essere io quello
furioso e si arrabbia
lei!
“Armando” mi dice
seria “non accetto che tu dica queste cose. Mi offendi
profondamente. Molto di
più di quanto possa aver fatto io con te. Ti parlo a cuore
aperto di una cosa
che mi turba, che mi ha turbato, di un errore che ho fatto, uno e
sottolineo
UNO e tu mi chiedi se io abbia desiderato altri uomini mentre sono
sposata con
te. Bene la risposta è no! E non solo perché
nessuno mi abbia mai calcolato,
cosa di cui tu hai ammesso di essere felice, ma perché io
voglio stare con te.
Ho sposato te. Sono innamorata di te, non avevo bisogno di
‘provare’ come dici
tu altri uomini. Cosa avrei dovuto farne, un classifica? Meglio ancora
un
archivio???”
“Ma se baci Daniele
Valencia mi sembra palese che io non ti basto! O almeno non ti basto
più!”
“Ti ho già detto che è
stato un errore. E ti chiedo scusa!”
“E ti è piaciuto?”
“Non posso credere che
tu me lo stia chiedendo!”
“Voglio saperlo!”
“E perché? Qualunque
sia la mia risposta tu ne darai un’interpretazione
sbagliata!”
“Se non mi rispondi
allora la risposta è si, ti è
piaciuto!”
“Sinceramente pensavo
di provare qualcosa ma invece non ho provato niente”
“Una persona che non
prova niente, non si bacia altre due volte” le dico furioso
“Non l’ho baciato io,
ha iniziato lui e io non mi sono tirata indietro due volte
…” mi risponde
“Bene!” urlo “e allora
perché me lo hai detto?”
“Perché volevo essere
sincera! E perché io ti amo. Ti amo”
“Permettimi di
dubitarne … !”
“E’ così”
“Comunque vado a
dormire da Mario Calderon, non riesco a fare finta di niente, non posso
stare
in questa casa stasera.”
“Da Mario … ?”
“Betty, non ti
preoccupare, non ho intenzione di infrangere il sacro vincolo del
matrimonio io
…”
Detto questo preparo
la mia roba e vado via.
Sono a casa di
Mario.
Il mio amico si è stupito di vedermi arrivare. Era con
Sandra, la quale capendo
che tirava una brutta aria se n’è andata. Questo
mi assicura che tra poco tutta
la banda sarà informata del fatto che ho litigato con Betty
e lo saprà tutta Ecomoda.
“Betty mi ha tradito”
inizio non appena Sandra se ne va.
“Che cooosa?” mi dice.
Mario
“Si, ha baciato tre
volte Daniele Valencia e stasera me l’ha detto!”
“Tutto qui?” spalanca
gli occhi il mio amico
“Tutto qui? Come tutto
qui???” urlo io “Ha baciato Daniele
Valencia”
“Almeno non ci ha
fatto sesso” mi dice lui
“Si e lo sai perché
Mario? Perché ‘il
bambino si è mosso
facendomi tornare alla realtà’. Lei non
si sarebbe fermata, hai capito
Mario?”
“Calmiamoci amico” mi
dice “sediamoci e parliamone. Vado a prendere il
whisky”
Abbiamo
bevuto quasi
tutta la bottiglia ed io sono quasi ubriaco.
"Non posso credere che
tu le abbia chiesto se avesse voluto stare con un altro in questi
anni”mi dice
Mario
“Se tu fossi
innamorato di una donna come lo sono io di lei capiresti. Ma tu non
vuoi
crescere. Betty mi ha cambiato la vita. Io non posso vivere senza di
lei”
“Secondo me è l’alcool
che parla” dice Mario
“No, non è l’alcool, è
la verità. Non riesco a spiegare a nessuno cosa significa
per me stare con
lei.”
“E allora, perché non
prendi in considerazione l’idea di perdonarla?”
“Mario … mi ha
tradito. Mi sento tradito. Non riesco a passarci sopra”.
“Tigre … non posso
credere che Betty voglia lasciarti. E’ innamorata persa di
te. Ci sono stati
tanti cambiamenti in questo periodo ed ha sbagliato è
innegabile, ma sia io che
tu sappiamo che il tradimento è proprio un’altra
cosa.”
“No Mario, no. Se
avesse fatto sesso con un altro … avrei anche potuto
capirla. Ma baciare
Daniele Valencia no! Quell’uomo ha
sempre fatto di tutto per portarmela via.”
“Secondo me non sai
quello che dici. Tu non la perdoneresti nemmeno se facesse sesso con
uno
sconosciuto!”
Non posso dargli
torto. In effetti io non riesco a pensare a Betty lontano da me. Io non
so
stare senza di lei. La amo. L’idea che lei possa aver smesso
di amarmi mi fa
tremare i polsi.
“Inoltre pensa al
bambino che deve nascere … non puoi lasciarla
sola!”.
“Lo sapevo che c’era
qualcosa che non andava, fin dalla volta che Betty si è
svegliata di notte e
poi tu mi hai raccontato quello che è successo tra di loro.
Quando lei lo ha
schiaffeggiato”gli dico.
“Da quello che mi ha
detto Sandra, Daniele ha ricevuto un sacco di schiaffi reali e non da
Betty in
questi mesi”
“Di cui io non so
niente. E penso che lei non me lo dirà mai.
Perché, perché sta succedendo tutto
questo?”
“Io non la vedo così.
Nel tempo si cambia. Tu sei cambiato. Lei è cambiata,
altroché se è cambiata!
Devi accettarlo. Ma ti ama. Questo non è cambiato”
“Lei non lo sa se mi
ama ancora me l’ha quasi detto!”
“O te l’ha detto o non
te l’ha detto. E io non ci crederò mai che non ti
ama più. Sta aspettando tuo
figlio che diamine!”
“Ecco. Adesso sono
confuso anche io!”
“Sai bene che lei ti
ha perdonato ben di peggio di tre baci!” mi dice
“Questo cosa c’entra
adesso?”
“C’entra! Perché anche
se nessuno di noi se lo aspettava, lei ha sbagliato. Ma nessuno
è immune dal
commettere errori. E il suo errore non è così
grave! Senza contare che te lo ha
confessato spontaneamente”
“Spontaneamente o no,
io so solo che è successo quello che avrei voluto non
accadesse mai” gli dico.
|
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Capitolo 35 *** Daniele ***
Sono appena
entrato
nel mio studio quando qualcuno entra come una furia dietro di me, mi
tocca una
spalla con la mano e non appena mi giro mi da un pugno in piena faccia.
Armando
Mendoza. Non faccio nemmeno in tempo a reagire che me ne da un altro e
mi urla
“Devi lasciare in pace Betty? Hai capito? È mia
moglie”. Mi butto su di lui e
inizio a colpirlo anche io. Praticamente siamo nel mezzo di una zuffa.
Betty entra nel mio
studio e ci vede mentre ce le diamo di santa ragione e proprio in quel
momento
entrano Mario Calderon e Nicolas che ci dividono.
“Armando, smettila
immediatamente” gli urla Betty. Quando ci separiamo lei lo
prende per un
braccio e lo porta via seguita da Mario Calderon.
“Sta bene dottor
Valencia?” mi chiede Nicolas Mora, guardando il mio labbro
insanguinato e il
graffio sulla fronte.
“Si, tutto bene!” gli
dico “Ora vado a disinfettarmi se permette”.
Esco dal mio
ufficio e vado nel
bagno degli uomini. ‘Guarda come mi ha ridotto
quell’idiota’ penso mentre mi
guardo e mi rendo conto che avrò la faccia piena di lividi
per un paio di
giorni. Mi tampono con dell’acqua ossigenata il labbro
spaccato e il graffio.
Se Armando è venuto a
prendermi a pugni, evidentemente Betty deve avergli detto che ci siamo
baciati.
Perché l’ha fatto?? Non avrebbe dovuto, ma
immagino che lei non avrebbe potuto
nascondere niente ad Armando, perché nonostante tutto lo
ama. Anche se ci ha
messo una settimana a dirglielo.
Torno nel mio ufficio
e trovo Sandra che sta sistemando la stanza messa in disordine dalla
mia scazzottata
con Armando. Le chiedo di lasciarmi solo.
Ripenso a quanto
successo nello studio di Betty la scorsa settimana. In questi mesi io e
lei
siamo riusciti a costruire un rapporto quasi civile, anche se
è stata molto
dura, perché nessuno pensa che io sia una persona normale.
Per tutti io sono un
cinico arrivista, ho costruito questa immagine in anni e anni e adesso
è
difficile che me la scrolli di dosso con un’alzata di spalle.
Di certo, non ho rinunciato
a conquistare Betty, ma ho solo cambiato strategia, almeno ha smesso di
schiaffeggiarmi. Comunque quel giorno ero sconvolto perché
era l’anniversario
di matrimonio dei miei genitori. E tre giorni prima è
arrivata Katarina dalla
Germania.
Le avevo scritto per
dirle che non sarei andato in Germania con Giulio come mi chiedeva
nella
lettera, che mettesse di mezzo gli avvocati se voleva. Il bambino si
era appena
ambientato in Colombia e nella sua nuova scuola, non intendevo
sradicarlo di nuovo
da un ambiente che gli stava diventando familiare. Le ho scritto che
non appena
le fosse stato possibile, poteva venire lei a trovarlo qui,
perché non è mia
intenzione distruggere il loro rapporto.
Non pensavo che
accettasse la mia proposta, ma poi non mi ha fatto più
sapere niente, né io ho
chiesto. Cosa che ha fatto arrabbiare Betty, a cui raccontavo queste
cose.
Quello che non mi
aspettavo era che Katarina arrivasse senza avvisare. Ma invece
è stato così.
Trovarmela di davanti
è stato inaspettato e strano. Era molto più magra
di quanto già non fosse e si
vedeva lontano un miglio che era provata. L’ho fatta entrare
senza tante
parole, perché lei mi ha detto solo “Voglio vedere
Giulio”. Il bambino stava
dormendo e l’abbiamo svegliato. Non penso che
dimenticherò mai l’espressione di
mio figlio nel vederla. Ha fatto un sorriso e poi si è messo
a piangere e le ha
detto di andarsene. Le ha detto che non voleva parlarle
perché lei non c’era il
giorno del compleanno di Roberto come gli avevo detto io. Insomma
è stato
offeso per quasi mezz’ora, ma lei continuava ad abbracciarlo,
a parlargli e
alla fine lui si è sciolto in lacrime tra le sue braccia.
Li ho lasciati soli e
sono andato a bere un whisky. Nei giorni seguenti, Giulio non lasciava
mai
Katarina temendo che lei potesse sparire di nuovo e a nulla sono valse
le sue
rassicurazioni. Io e lei non abbiamo avuto modo di parlare bene, so
solo che è
stata completamente scagionata dopo lunghe e tediose indagini e che
aveva
potuto lasciare la Germania solo allora.
Dopodichè io le ho
chiesto se volesse restare a casa mia per Giulio e ho continuato la mia
vita
come prima. Ora lo so che tutti mi considerano un essere senza
sentimenti, ma
solo perché lo sembro non vuol dire che lo sia per davvero! Non mi sono mai
particolarmente interrogato su
cosa volessi dalla vita. Dalla morte dei miei genitori ho vissuto
giorno per
giorno. All’inizio pensavo che al mio fianco avrei avuto
Camila, ma poi è
andata come è andata. Delle storielle senza nessuna
importanza è inutile
parlarne. Non ho mai trovato una donna con la quale poter essere me
stesso prima
di Katarina. Forse perché essere lontano mi ha permesso di
mettere da parte
quello che rappresento qui e sono stato libero di essere come sono,
cosa che
qui non interessa a nessuno. Ed ecco che quando mi apro per la seconda
volta
con una donna mi casca il mondo addosso. Quando sono tornato qui, e ho
ritrovato Betty in quella forma smagliante, si è risvegliata
in me questa
attrazione sopita nei suoi confronti. Ricordo la volta che lei voleva
dimettersi e Armando voleva dimettersi e io volevo la presidenza,
quanto sono
stato odioso con lei e le ho detto qualcosa tipo che era dovuta
cambiare
tantissimo per poter avere Armando e l’azienda. Mentre lui mi
diceva che lei
sarebbe dovuta restare per sempre un’estranea per me, io
avrei voluto dirle che
mi piaceva, e mi piaceva per quello che era diventata, non
perché io volessi
giocare con l’azienda come pensavano tutti, ma
perché vedevo in lei tutte le
caratteristiche della donna che ho sempre voluto al mio fianco.
Purtroppo ancora
una volta Armando si è messo di mezzo. Per questo io adoro
stuzzicarlo e non
lasciarlo mai vivere in pace.
Il giorno in cui
ci
siamo baciati, sono entrato nell’ ufficio di Betty per
parlarle di lavoro, me
la sono vista di fronte, era uno schianto! Stava tornando da un
appuntamento di
lavoro fuori dall’Ecomoda. Indossava un vestito blu attillato
che le avvolgeva
dolcemente la pancia pronunciata. Aveva un paio di scarpe che come
minimo
avevano dieci centimetri di tacco. Avrei sfidato qualsiasi uomo a
restare
indifferente a quella visione.
“E’ bellissima Betty”
le ho detto entrando
“Daniele, per favore”
mi ha detto lei “la smetta immediatamente”
“Sto solo dicendo la
verità!”
“Beh, grazie! Ma ora
sono sfinita”
“Vorrei parlarle di
una cosa di lavoro, ma anche di una cosa personale”
“Basta lavoro per
adesso” mi ha detto lei “per oggi ne ho abbastanza,
la riunione con l’azienda
tessile è stata terribile, mi racconti quella
personale”
“Due giorni fa, è
arrivata Katarina dalla Germania”
le ho
detto e poi le ho raccontato come ci siamo accordati.
“E Giulio? Come l’ha
presa?”mi chiede
“Bene e male. All’inizio
non le ha voluto parlare un po’ come ha fatto Roberto con
Armando per la
recita, ma poi si è sciolto. Io non ho avuto ancora modo di
parlare con lei perché
Giulio non la lascia un attimo e perché non ho molta voglia
di stare a sentirla”
“E’ la madre di suo
figlio” mi ha detto “deve starla a sentire. Con lei
avrà a che fare per tutta
la sua vita, deve darle la possibilità di
spiegarsi.”
“Lo sa Betty” le ho
detto “di recente, da quando ho rivisto lei, mi domando in
continuazione che
cosa sto combinando della mia vita. Lei mi piace, e piacere
è un termine
inadatto per descrivere come mi fa sentire. Oggi, proprio oggi,
è l’anniversario
del matrimonio dei miei genitori. Quando penso a loro, adesso da
adulto, li
invidio. I miei genitori non erano affatto come Roberto e Margarita.
Anzi al
contrario. Litigavano tutti i giorni, tutti i giorni, ma ogni giorno
alla fine
della giornata avevano già fatto pace. Quello era il loro
modo di stare
assieme, litigavano ma si amavano tantissimo. Ora per quanto riguarda
me, anche
ammesso che io provassi amore per Katarina, o qualcosa di simile, ha
spazzato
via tutto nel momento in cui è stata arrestata. Penso che se
oggi mia madre e
mio padre fossero qui mi direbbero che l’unico tipo di donna
che avrebbero voluto
vedere al mio fianco è lei Betty”
“Non penso proprio che
andrebbe così. Penso piuttosto che i suoi genitori le
direbbero che al suo
fianco dovrebbe esserci una donna che lei ama sinceramente”
si è alzata e sono
andato verso di lei “E cosa le fa credere che io non la ami
sinceramente?” le
ho chiesto prima di baciarla sulle labbra. Subito lei mi ha respinto e
mi ha
detto “No, Daniele, si allontani” ma invece di
allontanarmi l’ho presa tra le
braccia e le ho detto “Invece sì” e
l’ho baciata di nuovo due volte. Lei non ha
avuto la forza di sottrarsi e anzi con mio grande stupore si
è lasciata andare.
Poi fermandosi improvvisamente si è toccata la pancia
perché il bambino ha iniziato
a scalciare “la prego Daniele, mi lasci sola”mi ha
detto. Capendo la confusione
che stava vivendo in quel momento sono andato via.
Qualcuno
entra nel mio
studio e mi distrae dai miei pensieri. È Katarina.
“Cosa ci fai qui?”le
chiedo
“Daniele cosa ti è
successo?”mi chiede lei a sua volta vedendo il mio labbro
spaccato “Con chi hai
fatto a pugni?”
“Niente di cui tu
debba preoccuparti” le dico “Giulio
dov’è?”
“L’ho portato alla
scuola estiva e per la prima volta mi ha fatto andare via”
“Capisco e allora tu
hai pensato di venire qui.”
“Si dobbiamo parlare!
Non lo pensi anche tu? Dobbiamo chiarire e decidere il da
farsi”
“Sentiamo tu cosa
proponi?” le dico. Non sopporto che lei venga qui a darmi
lezioni.
“Non propongo niente
Daniele. Prima di tutto, voglio dirti che sono contenta di come ti sei
occupato
di Giulio in questi modi, e poi voglio dirti che IO SONO INNOCENTE. So
che tu pensi
che io con il mio
comportamento abbia
rovinato tutto, ma io non ho avuto nessun comportamento sbagliato. Sono
stata
imbrogliata da un mio sottoposto. Lui era in combutta con quei
truffatori. Non
io. Hanno hackerato il mio computer e mezzo sistema della banca, ma io
non c’entro.
Non sono stata io. Io sono una vittima. C’è voluto
molto tempo per dimostrarlo
ma ce l’abbiamo fatta”
“E cosa vorresti che
facessi adesso?” le chiedo “Io so solo che per me
sono stati mesi d’inferno.
Prima in Germania con quello scandalo assurdo, tu in galera, Giulio che
chiedeva di sua madre, i tuoi genitori che ci hanno abbandonati
… Vuoi che
dimentichi tutto questo perché tu sei innocente?”
“Capisco che tu abbia
passato un periodo difficile, ma anche io non ho passato un bel
momento. Ero in
carcere che diamine! Lontana da te, lontana da mio figlio. Sono stata
lontana
da mio figlio per più di sei mesi!”
“E adesso cosa
vorresti fare?” le chiedo
“Vorrei provare a
recuperare la nostra famiglia” mi dice “Daniele,
non ti riconosco più, sei così
diverso qui. Cosa ne hai fatto del mio compagno sorridente e felice che
avevo
al mio fianco in Germania?”
“Tante cose sono
cambiate” le dico
“Cosa significa
questo?” mi chiede
“Significa che tante
cose sono cambiate!”ripeto
“Daniele, hai un’altra
donna?? Ti sei innamorato di un’altra?”
Questo è il guaio con
Katarina, non sono mai riuscito a nasconderle niente.
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Capitolo 36 *** Betty ***
Questa notte non
sono
riuscita a chiudere occhio. Per fortuna questa sera
i miei figli partono per Londra per le
vacanze con Roberto e Margherita. E ci vanno anche i miei genitori. I
miei
suoceri li hanno invitati e loro non hanno potuto rifiutare anche
perché i
bambini erano estasiati dall’idea di stare con tutti i nonni!
Certo, gliele
danno tutte vinte! Non penso comunque che i bambini
reggerebbero alla tensione di questi giorni.
Armando è andato via ieri sera e non è ancora
ritornato.
Non so cosa mi stia
succedendo. Perché ho lasciato che Daniele mi baciasse? E
perché l’ho detto ad
Armando?? Perché? Perché? Perché?
Come può essere che io
sia la stessa persona che appena cinque mesi fa ha detto ad Armando che
tra me
e Daniele non sarebbe successo niente e invece è successo
quello che è
successo? Non sono stata forse io a dirgli che volevo che si
realizzasse anche
se questo significava stare separati?
E perché sono stata io
a mandare all’aria tutto?
Non so dire bene cosa
provo nei confronti di Daniele. Sono attratta da lui. È come
una calamita che
mi attrae contro la mia stessa razionalità. Ma non ci sono
dubbi che io ami
Armando. Io lo amo. Anche se sembra un controsenso io lo amo ancora. Se
ripenso
al giorno in cui ho baciato Daniele mi do della stupida da sola. Ero
molto
arrabbiata perché non appena tornata in azienda dopo una
estenuante riunione per
i tessuti della linea Kids, Armando mi aveva detto che quella sera
stessa non
sarebbe stato alla cena con gli investitori del Fashion Group,
perché aveva del
lavoro da recuperare. Lo so che ha molto lavoro, però
pensavo che avrebbe
potuto liberarsi almeno per quella sera. Armando è sempre
stato un padre
favoloso, ma ormai mi sembra incapace di trascorrere più di
cinque minuti al
giorno con i nostri figli. Con me un po’ di più
perché dormiamo nello stesso
letto, ma solo per questo.
Quando arrivo in
Ecomoda
c’è una baraonda terribile e dei suoni di lotta
arrivano dall’ufficio di
Daniele. Mi ci dirigo e vedo Armando e Daniele che si stanno prendendo
a pugni
con Armando che dice a Daniele di lasciarmi stare. Per fortuna arrivano
Mario e
Nicolas che li separano. Prendo per un braccio Armando e lo porto nel
mio
studio. Mario ci segue.
“Mario per favore
lasciaci soli” gli dice Armando restando solo con me.
“Guarda come ti sei
ridotto” gli dico. Perde sangue dal naso, ha un taglio
sull’occhio destro e
vari lividi sulla faccia.
“Ti senti meglio
adesso?” gli chiedo andando a prendere la cassetta del pronto
soccorso dal
cassetto per medicarlo.
“Non del tutto, avrei
voluto continuare a prenderlo a pugni”mi dice.
Vado vero di lui con
del cotone imbevuto di acqua ossigenata e inizio a tamponare i suoi
tagli. Vedo
che si lamenta che brucia un pochino “Sembri
Roberto” gli dico.
“Senti Betty” mi dice
lui sottraendosi alle mie cure “non facciamo finta che questa
scazzottata con
Daniele non abbia un motivo più che valido. Io non ti ho
ancora perdonato,
quindi non fare come se nulla fosse successo e io sia improvvisamente
impazzito” mi dice
“Io non voglio fare
finta che niente sia successo. So bene che ho delle
responsabilità!”
“Appunto. Ma non
voglio parlarne adesso. Vado a casa, mi cambio e vado alla New
Tech.”
“Ok. Ricordati che
stasera i ragazzi partono per Londra con i miei genitori”
“Lo so. Non l’avevo
dimenticato! E ora dove sono?”
“Alla scuola estiva.
Mia madre ha già preparato i loro bagagli. Ora sta
preparando i suoi e di mio
padre quindi a casa nostra non ci sarà nessuno”
gli dico
“Già … casa nostra
…”
mi dice lui uscendo dall’ufficio e se ne va.
Dopo un paio di
minuti
entra Nicolas.
“Betty, cosa stai
combinando?” mi chiede
Nicolas è il mio più
caro amico. Gli racconto tutto ma proprio tutto. Quello che ho fatto, i
miei
dubbi, le mie paure. Lui non prende molto bene il fatto che io abbia
baciato
Daniele e si schiera totalmente dalla parte di Armando.
“Se fossi stato io al
posto di Armando, non so cosa avrei fatto” mi dice
“Nicolas, lo so che ho
sbagliato. Non c’è bisogno di infierire”
“Betty, non mi
preoccupa l’errore in sé, so già che te
ne assumi la responsabilità. Da quello
che mi dici, mi preoccupa che tu non sappia dare un taglio a questa
cosa con
Daniele.”
“Cosa significa
questo? Non c’è niente tra me e lui!”
dico con forza
“Davvero pensi che non
ci sia niente? Chi è che viene qui a riempirti di
attenzioni, a raccontarti la
sua vita, apparentemente senza fare nulla di male ma creando in
realtà un tipo
di complicità che non è semplice
amicizia!”
“Nicolas, non posso
credere che tu pensi questo di me? Quindi io starei tradendo
Armando?”
“Si e no. Se tu non
parli più con tuo marito, se trascorri più tempo
a condividere emozioni con
Daniele che con Armando allora sì, lo stai tradendo. Anche
se non fisicamente!”
mi dice
“Ma è Armando che non
c’è, che non ha tempo. Io non condivido emozioni
con Daniele. Almeno non le
mie. È lui che ha bisogno di avere un amico in questo
momento.”
“Se tu pensi che
Armando non abbia tempo per te, per la vostra famiglia allora devi
dirglielo.
Non devi fare finta di niente e scaricare la tua rabbia passando del
tempo con
Daniele Valencia. Forse non ti rendi conto che inconsciamente lo fai
per punire
tuo marito!”
“Nicolas, da quando
sei diventato un esperto di psicologia femminile??” gli chiedo
“Non sono un esperto
Betty. Mi sembra palese una cosa: non puoi averli tutti e due. Uno come
amato
marito e l’altro come corteggiatore tappabuchi quando tuo
marito non è
disponibile.”
“Nicolas” gli dico rossa
in viso “Non è affatto così”
“Invece si. A te piace
che Daniele ti corteggi, che ti metta al centro della sua vita. Ma devo
ricordarti che tuo marito quanto a follie per te ne ha fatte a
sufficienza?
Ricordatelo!” mi dice e va via.
Resto sola e rifletto
su quello che mi ha detto Nicolas. È vero. Non posso negare
che se prima mi
infastidiva ricevere le attenzioni di Daniele, col tempo mi ci sono
abituata.
Ma questo non significa che io abbia smesso di amare mio marito. Non
potrei
anche volendo. E’ vero che in questo ultimo periodo stiamo
vivendo un momento
difficile, ma non penso che la colpa sia esclusivamente di Daniele.
E’ anche
mia. Io sono cambiata. Stare male mi ha cambiata. Non avrei mai pensato
di fare
un servizio fotografico nella mia vita per esempio. Ma pensavo anche
che sarei
stata incapace di ‘tradire’ Armando con un altro
uomo! Anche se tre baci non so
se siano un tradimento vero e proprio.
Bussano
alla mia
porta. Oggi penso che non riuscirò a concludere niente. Dico
di entrare e vedo
una signora bionda che non mi pare di aver mai visto prima ma che al
contempo
ha un’aria familiare.
“Piacere sono Katarina
Schmitt” mi dice. Ora capisco tutto, è la mamma di
Giulio e lui se somiglia
come una goccia d’acqua, per questo mi sembra di conoscerla.
“Piacere” le dico
“Beatriz Pinzon Mendoza”.
“Credo che abbia
capito chi sono” mi dice
“Certo, è la mamma di
Giulio, la compagna di Daniele”
“Si sono io. Quanto al
fatto di essere la madre di Giulio lo sono, invece quanto a essere la
compagna
di Daniele, dipende da lei Beatriz. Lei vuole portarmi via Daniele
Valencia?”
“Cooosaaaa?” le dico.
La guardo attentamente. È davvero una bella donna, bionda,
alta, longilinea,
con gli occhi azzurri ma si vede che è provata.
“Le ripeto la domanda
… vuole portarmi via Daniele?” mi richiede
“Io non voglio portare
via niente a nessuno!” le dico leggermente alterata
“Come può notare” le mostro
il mio pancione “sono abbastanza impegnata!”
“Sarà pure impegnata,
ma questo non le ha impedito di baciare Daniele!” mi dice.
Che faccia tosta!
“Chi gliel’ha detto? Daniele?
E Daniele non le ha detto che mi da il tormento da cinque mesi,
affinché io
lasci mio marito per mettermi con lui? E che io non ho mai
accettato?”
“No. Non me l’ha
detto!”
“Ecco. Io non sono
l’amante di Daniele e non voglio portarlo via a nessuno. Si
da il caso che io
abbia un marito, due figli, uno in arrivo e che in un momento di
debolezza
abbia baciato Daniele. È vero, l’ho fatto ma
questo non significa che lascerò
mio marito e i miei figli per lui”.
“Senta Beatriz” mi
dice “mi fa piacere sentirle dire queste cose. Lei non mi
conosce. Io non la
conosco. La situazione è molto complicata. Io non sono
quello che lei pensa. So
che sa tutto, ma io sono innocente. Sono andata in galera da innocente
e grazie
al cielo ho potuto provarlo. Arrivo qui e trovo un Daniele totalmente
cambiato.
Diverso da quello che avevo conosciuto in Germania. Fa addirittura a
botte con
altri. Mi ha detto che è innamorato di lei, di una donna del
suo passato che è
prepotentemente tornata nella sua vita e che l’ha aiutato in
questo momento
difficile. Cosa devo pensare? Si metta nei miei panni.”
“Le ripeto Katarina,
che a parte questo momento di mia debolezza io e Daniele non abbiamo
insieme né
un passato, né un presente, né un futuro. Per
quanto mi riguarda può stare
tranquilla.”
“Invece non c’è da
stare tranquilli” mi dice “se è vero che
lo conosco, Daniele è davvero
innamorato di lei Beatriz”
“La cosa non mi
riguarda” le rispondo “io amo mio
marito”. Sostenere questa discussione con lei
è assurda anche per me stessa. Non posso professare amore
eterno a mio marito
dopo che ho baciato Daniele e i due si sono presi a pugni solo poche
ore fa.
“Spero che sia davvero
così” mi dice alzandosi e mentre va via aggiunge
“così avremmo tutti una
possibilità per essere felici”.
Oggi
è davvero una
giornata infernale. Dopo aver parlato con Armando, Nicolas e Katarina
mi metto
al lavoro. Per fortuna Daniele non si è fatto vedere. Forse
pensa che sia io a
dover andare da lui ma può stare certo che non lo
farò.
Sbrigo le pratiche più
urgenti e poi vado a casa perché devo accompagnare i miei
genitori e i miei
figli in aeroporto. Quando arrivo, li trovo già tutti pronti
ed Armando è già
arrivato.
Vedo mio padre
piuttosto contrariato all’idea di partire e di lasciarci
soli, perché Armando
gli ha detto che ha litigato con Daniele Valencia ma non ha ben
specificato il
motivo. Mia madre mi chiede di parlare un attimo ma io non le dico la
verità.
Le dico che hanno avuto contrasti relativi all’azienda.
Armando è molto freddo
con me e se ne accorgono tutti, però io cerco di non dare
peso alla cosa e gli
dico che dipende dal fatto che mi sono arrabbiata per via della lite
con
Daniele.
Andiamo tutti in
aeroporto. Al momento dei saluti mio figlio Roberto piange un pochino,
ma poi
mi bacia la pancia e si mette in fila al chek-in. Io bacio e abbraccio
Cami e
le dico che ci vedremo tutti i giorni su Skype. Bacio i miei genitori.
Un
attimo prima di imbarcarsi Roberto scappa dalle mani di mio padre e va
da
Armando.
“Papà” gli dice mentre
lo abbraccia “la mamma resta sola con te. Prenditi cura di
lei e di mio
fratello va bene?”
“Certo” gli dice lui
“Sono o non sono il capofamiglia?” lo bacia e gli
dice “ti voglio bene. Vai ora
perché perdi l’aereo e tuo nonno Roberto sarebbe
deluso di non vederti”.
I nostri cari partono
e io e lui adesso siamo SOLI.
“Io dormo da Calderon
anche stanotte” mi dice
“Armando, non possiamo
parlarne?”gli chiedo
“No. Tu prendi un taxi
per andare a casa no?” si avvia verso la sua auto e parte,
lasciandomi lì. Da
questo suo gesto capisco quanto io lo abbia deluso e quanto stia
soffrendo per
quanto ho fatto. Prima non avrebbe mai lasciato sua moglie incinta
sola, a
piedi in aeroporto. Prendo un taxi e mi faccio portare a casa. Il
tassista mi
chiede se vada tutto bene. Non mi sono accorta che sto piangendo da
quando sono
salita in macchina.
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Capitolo 37 *** Armando ***
So che non avrei
dovuto lasciare Betty da sola in aeroporto e in realtà non
l’ho fatto, ma
gliel’ho fatto
credere. Ho aspettato che
salisse su un taxi e mi sono assicurato che arrivasse a casa sana e
salva. L’ho
vista scendere e poi accendere la luce di casa nostra. Poi sono andato
via.
Non avrei dovuto
comportarmi come ho fatto, ma volevo che lei sapesse quanto mi ha
ferito. Che
sono davvero deluso dal suo comportamento.
Ora sono sdraiato nella
stanza degli ospiti di Mario che entra e mi dice subito
“Tigre, domani però
dormi a casa tua eh? Io mi devo vedere con Sandra!”
Lo guardo con gli
occhi storti. “ Va bene! Me ne andrò in
albergo” gli dico.
“No, no in albergo!
Devi andare a casa tua e parlare con Betty”
“E cosa dovrei dirle?
Sono arrabbiato e ferito, non ho nulla da dirle”
“Invece dovresti dirle
proprio questo!” mi dice
“E da quando tu sei un
fan di Betty?”gli chiedo
“ Da quando tu non la
capisci….!”
“Io non la capisco?
Mario ma cosa dici?”
“Senti Tigre, io passo
tutto il giorno in azienda con lei e molto spesso entro in contatto con
lei. Betty
è cambiata! Non è più il
mostriciattolo che prendevamo in giro. E non lo è
più
per davvero.”
“E questo cosa
significa? Non lo capisco”
“Ah Tigre! Devo
proprio spiegarti tutto!! Betty è una donna
adesso!”
“Perché prima che cos’era?”
“Certo lo era anche
prima da un punto di vista genetico. Ora è una donna nello
spirito. Come noi
non avremmo mai creduto che potesse diventare. Ha acquistato sicurezza,
quello
Stefan lì le ha dato un nuovo look, ma lei ha fatto emergere
una delicatezza, una
sensualità, una classe e uno stile che
nessun vestito avrebbe mai potuto darle se non fossero state sue
proprie doti.
Mi sembra assurdo che tu voglia negare l’evidenza! Proprio tu
che hai perso la
testa quando era bruttissima.”
“Cosa vuoi dire?” gli
chiedo.
“Tigre! Non posso
credere che tu non conosca le doti di tua moglie! Dopo tutto questo
tempo!
Voglio dire deve pur esserci qualcosa che ti ha colpito al punto di
farti
perdere la testa!”
“La sua lealtà” gli
dico “e la sua dolcezza e il suo gran cuore” gli
dico “forse hai ragione. Io
amo un’altra Betty. Forse quella che amo io non esiste
più!”
“Non è vero che non
esiste. È sempre lì. Non ti ha forse detto
dell’episodio con Daniele? Non è
lealtà questa?”, lo interrompo “questo
è tradimento” gli dico.
“Sappiamo benissimo
entrambi che lei non era tenuta a dirti niente e se avesse voluto te
l’avrebbe
nascosto! Invece te l’ha detto perché ha messo il
vostro rapporto al primo
posto, ammettendo di aver sbagliato e cercando una soluzione con
te.”
“Ma lei non avrebbe
dovuto baciare Daniele”
“E tu non avresti mai
dovuto metterti con Marcela”mi dice
“E questo cosa c’entra?”
“C’entra! Le persone
sbagliano. Fanno spesso quello che non vorrebbero. E’ Betty
è una persona come
tutti noi!”mi dice uscendo.
“Mario” lo chiamo e
lui rimette la testa dentro la stanza “Noti troppe cose di
mia moglie!” gli
dico.
“Sono un ottimo
osservatore io” mi risponde ed esce.
Rifletto su
quello che
mi ha appena detto Mario. E cioè che io non abbia veramente
accettato il cambiamento
di Betty. In effetti il mio amico mi conosce abbastanza bene e non
è andato molto
lontano dalla verità. Ripenso al giorno del servizio
fotografico. Lei era molto
tesa e nervosa sul set perché io non ero favorevole a che
lei facesse quelle
foto e col senno di poi non avevo torto. Io non volevo andarci. Ma poi
non ho
resistito. Non volevo lasciarla in balia di Daniele Valencia ed in
effetti
quando io sono arrivato nello showroom la situazione è
cambiata. Lei mi ha
visto e si è rilassata. E’ diventata
un’altra. Ha iniziato lanciarmi sguardi
divertiti e leggermente provocatori. Accanto a me c’era
Daniele Valencia che ad
un certo punto è andato via. Alla fine, le foto del servizio
sono venute
sensazionali e io ero totalmente eccitato. Non appena è
finito il servizio
siamo andati nel suo ufficio e ci siamo rimasti per mezz’ora.
Forse in quell’occasione
ho messo la prima barriera tra di noi perché
lì
ho iniziato a non riconoscerla. Non avrei mai pensato che Betty potesse
fare
una cosa del genere. Non perché non sia attraente, o
perché io non la desideri,
ma perché non avrei mai pensato che avrebbe fatto tutto
questo pubblicamente.
Da un lato ne sono stato affascinato, perché il suo gioco
era tutto rivolto a
me, perché lei è mia moglie, perché
vuole me, ma il modo in cui l’ha fatto mi
ha vagamente ricordato tutte le ragazzette che ho frequentato prima di
lei, che
mi hanno condizionato la vita prima che lei mi salvasse.
Probabilmente lei
stava soltanto divertendosi. E forse ha ragione Mario, ho frainteso le
sue
intenzioni. Ed è anche vero che non la riconosco
più. Questo mi ferisce. Non
riesco a capire come sia possibile che in un lasso così
breve di tempo lei sia
diventata un’altra. Se ripenso ai giorni che abbiamo
trascorso a New York
mentre stava male mi sembra di essere sposato con un’altra
donna.
Questa mattina sono
arrivato a casa mia molto presto. Ho passato una nottataccia, non
riuscivo a
dormire. Troppi pensieri affollavano la mia testa. L’idea di
incontrare Betty
non mi entusiasma particolarmente. Ma per metà questa
è una bugia. Voglio
vederla, voglio assicurarmi che stia bene. Vorrei tanto che tutta
questa storia
fosse solo un brutto incubo, vorrei abbracciarla e ricominciare come se
nulla
fosse successo ma purtroppo non lo è affatto.
Entro in casa, ma è
silenziosa. Sono solo le sette. Vado nelle nostra stanza e vedo che
Betty sta
ancora dormendo. Mi avvicino. La guardo dormire. Ho sempre amato farlo,
cosa
che lei detesta. Vedo che ha dei cerchi sotto gli occhi. Probabilmente
neanche
lei è riuscita a dormire granchè. Chiudo piano la
porta e la lascio riposare. Vado
a fare una doccia nella stanza degli ospiti che è sempre
pronta e mi chiedo il perché
di tutta questa sofferenza in questo momento della nostra vita che
dovrebbe
essere felice. Stiamo per avere un altro bambino e dovremmo essere in
fibrillazione
per questo avvenimento. Invece mi sembra che siamo incapaci di non
farci del
male.
“Armando” la sento
chiamare. “Si sono io” le
rispondo. Non voglio vederla, non sono ancora pronto. “Vado a
fare una doccia
nella stanza degli ospiti le dico”.
Mi chiudo in bagno e
mi infilo nella doccia. Non so dove troverò il coraggio di
dirle qualsiasi
cosa. Secondo Mario non dovrebbe essere difficile, mentre io non trovo
le
parole per dare voce alla mia sofferenza, soprattutto perché
è lei che l’ha
provocata. Ho paura di dire qualcosa che possa definitivamente
distruggere i
nostri rapporti. Sono ancora troppo arrabbiato.
Attraverso la casa in
accappatoio. Ovviamente i miei vestiti sono nella nostra camera. Oddio,
devo
decidere anche questa cosa. Per fortuna lei si è alzata,
è in cucina e mi urla “vuoi
un caffè?”
Dobbiamo proprio
smetterla di giocare al gatto col topo.
Mi vesto e vado verso
di lei. Sta preparando il tavolo della colazione come sempre per noi
due. Non
riesco a guardarla. Indossa uno dei suoi pigiami estivi, praticamente
è in
canotta e pantaloncini. È bellissima. E io non riesco a
resistere. Se fosse
tutto normale a quest’ora ci staremmo già
baciando. Ma non posso proprio farlo.
Ho il groppo in gola e mi sento straziato all’idea che lei
possa decidere di
andare a vivere con Daniele e distruggere la nostra famiglia.
“Armando” mi chiama “
vieni a sederti, dobbiamo parlare del bambino.”
Entro in sala da
pranzo e mi vado a sedere al tavolo. “Cosa devi dirmi del
bambino?”
“Ieri sera mi ha
chiamato il medico e mi ha chiesto se voglio fare
l’amniocentesi, ma io ho
detto di no. Non rifiuterei il bambino neanche se avesse qualche
malattia. Tu
sei d’accordo?”
“Certo che sono d’accordo.”
“Hanno detto che alla
mia età sarebbe consigliato farla, ma io non voglio farla.
Come ti ho già detto
non rifiuterei il bambino nemmeno se fosse malato”
“Va bene Betty. Va
bene anche a me.”
“Tra l’altro il
ginecologo ci ha sempre rassicurato che tutto è nella norma.
Voglio avere la
speranza che tutto vada bene. In questo momento non voglio avere
notizie
negative”.
“Vedrai che andrà
tutto bene le dico. Posso avere un caffè?” le
chiedo
Mentre mi versa il
caffè nella tazza mi dice “Devo dirti anche
un’altra cosa. Che non ti farà
piacere!”
Sento il sangue
gelarmi nelle vene. “Cosa?” chiedo.
“Ieri sera” mi dice “quando
sono tornata a casa mi ha chiamato Daniele
Valencia”
“Non voglio sapere se
vi telefonate Betty” la blocco.
“Armando” mi dice con veemenza
“Io non scambio telefonate con lui se non che per motivi di
lavoro!” aggiunge
“Bene” le dico “allora
perché dovrebbe interessarmi una telefonata di lavoro tra te
e lui?” le chiedo.
“Dobbiamo andare a
Lima, in Perù. Ha trovato dei fornitori di stoffe come le
voleva Luz, che ci
farebbero un buon prezzo e dobbiamo andare a vederle. Mancheremmo due
giorni.”
“Cosa significa
mancheremmo?” le chiedo.
“Significa che io e
Daniele dovremmo andare
due giorni a
Lima per decidere se concludere l’affare” mi dice.
“Che bello, avete
anche l’occasione di farvi una gita romantica!” le
dico.
“Armando dovresti
smettere di parlarmi come se io fossi l’amante di Daniele
perché non lo sono.
Noi non abbiamo una storia. Quanto è successo è
stato solo un errore!” mi dice.
“Io non riesco a
vederla così” le dico.
“Quando pensi che
potremmo parlare dell’accaduto?”
“Non ora di certo.
Nono sono pronto a discuterne”.
Lei va a sedersi nel
nostro salotto e io la seguo. Vorrei dirle qualcosa ma non so cosa.
“Dove hai dormito
stanotte?” mi chiede.
“Sono stupito che tu
possa chiedermi una cosa del genere!” le rispondo.
“Ho dormito da Mario e se non
mi credi puoi chiederlo a lui”
“Come se lui
eventualmente non ti coprirebbe!!” mi dice
“Cioè, fammi capire,
tu hai una tresca e io ti tradisco??” le urlo.
“Io non ho nessuna
tresca” mi dice “ e temo solo che in un momento di
sofferenza tu possa fare
qualche stupidaggine”
“E se la facessi Betty”
le chiedo con un sorriso beffardo “mi perdoneresti Betty, mi
giustificheresti?”
“Non lo so!” mi
risponde “Ma non voglio che tu la faccia, anche se so che ti
ho ferito
profondamente e che ti potrebbe sembrare un modo per
vendicarti.”
“Non sono io il
problema qui” le dico aggressivamente “e stanotte
ho dormito da Mario PER
DAVVERO!”
“Ok” mi dice “Ti
credo. Io parto alle dodici per Lima e tonerò dopodomani nel
pomeriggio.”
“Partirete vuoi dire!”
la correggo “Non dimenticare che Daniele viene con
te!”.
“Non stiamo andando in
gita Armando” mi ripete. “Stiamo partendo per
lavoro. Come abbiamo fatto io e tu
tante volte. Non vado esattamente a divertirmi. E se non te ne sei
accorto, io
sono incinta di cinque mesi, vorrei tanto poter fare a meno di questo
viaggio,
ma purtroppo non posso mandare Daniele da solo perché non ha
sufficiente esperienza.
Luz è impegnata con Hugo nella collezione
e mandare Nicolas o Gutierrez equivale a non andarci
affatto. Quindi
cosa devo fare?”
“Non puoi farti
mandare dei campioni?”
“Come dici tu, non
possiamo fidarci di Daniele. Sono dei suoi contatti, non so se siano
davvero
seri o meno, quindi vado per appurarmene.”
“Non credo che Daniele
ti farebbe uno sgarbo del genere visti i nuovi rapporti tra di
voi!” le dico.
“Non ci sono rapporti
tra di noi. Ad esclusione di quelli personali e di qualche discussione
su
Giulio. E lo sai pure tu. Perché in tutte le altre occasioni
eri presente!”mi dice.
“Va bene Betty, ora
devo andare al lavoro” le dico. “Fai buon viaggio.
Ci vediamo al tuo rientro!”
Non posso credere che
staranno due giorni insieme, nello stesso albergo, forse nella stessa
stanza e
io sarò qui! Come sopravvivrò all’idea
che sono insieme e che forse lei lo
vuole nella sua vita e nel suo letto???
Qualche
ora dopo…
Non
posso credere di
star facendo quello che sto facendo. Sono in aeroporto “Un
volo per Lima per
favore" chiedo alla receptionist. Non posso restare qui e non sapere
quello che
succede veramente tra i due.
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Capitolo 38 *** Betty ***
Sono
praticamente
distrutta dopo una intensa giornata di lavoro. Stanotte ho dormito
malissimo e
questa mattina la discussione con Armando mi ha lasciato
l’amaro in bocca. Lui
si è convinto che tra me e Daniele ci sia una storia.
Io e Daniele abbiamo
discusso perché non ho affatto apprezzato la discussione che
mi ha fatto
Katarina. Anche lei è convinta che tra di noi ci sia una
storia ma non è vero.
“Solo perché lei Betty
non vuole!” mi ha detto
“Solo perché io amo
mio marito” gli ho risposto. Abbiamo battibeccato un
po’ con lui che diceva che
non vedeva l’ora di baciarmi di nuovo e io che dicevo che
l’avrei schiaffeggiato
se solo ci riprovava.
Per fortuna mi ha
salvato il lavoro. Delle due aziende che dobbiamo incontrare la prima
è fatta. Il
primo incontro si è protratto a lungo. Non ci resta che
vedere l’altra domani
mattina e decidere. Abbiamo visto molti tessuti e mi sono sembrati
adatti. Ora
sono così stanca che vorrei solo cenare e andare a dormire.
“Betty sei tu?” mi
sento chiamare.
Mi giro e non posso
credere ai miei occhi. E’ Michel! Con una donna.
“Michel, non posso
credere che sia tu”
“Sono io invece. Cosa
ci fai qui? E Armando dov’è? Betty… ma
sei incinta!!”
“Michel, come sono
contenta di vederti!”
“Anche a me fa molto
piacere. Ti presento Clara, la mia fidanzata!”
“Piacere Clara, io
sono una vecchia amica di Michel!”
“Ti conosco di fama
Betty. Ogni tanto Michel parla di te!”mi dice lei
“Ma cosa fai qui? E i
tuoi capelli Betty? Ti trovo in splendida forma e così
cambiata! Che ne dici di
vederci a cena così parliamo?”
“Con vero piacere!”
Non
posso crederci!
Tra tutte le persone che immaginavo di trovare qui di certo non
c’era Michel.
Forse la sua fidanzata Clara è peruviana, oppure sta aprendo
dei ristoranti anche
qui!
Mi raggiunge Daniele.
“Chi sono quelle persone con cui parlava?” mi chiede
“Dei vecchi amici che
ho incontrato qui e che mi hanno invitato a cena.”
“E sono invitato pure
io?”
“Dipende. Se si
comporta bene potrei farla venire.”
“Betty, non pensi che
dovremmo darci del tu?”
“Assolutamente no,
Dottor Valencia!” e vado nella mia camera.
Mi immergo nella vasca
idromassaggio e mi godo un bagno rilassante. Mi accarezzo la pancia che
cresce
sempre di più e cerco di non pensare al fatto che vorrei che
Armando fosse qui
con me, ma non c’è! Parlo col mio bambino
accarezzandolo “Bambino, non sappiamo
se sei maschio o femmina. Non abbiamo voluto saperlo. Però
qualsiasi cosa tu
sia, ti prego, cerca di non prendere dal tuo papà quel
caratteraccio per cui
non si fa parlare, non si fa dire che io lo amo sempre tanto. Che ho
sbagliato
con Daniele. Invece puoi essere bello e appassionato come
lui.” Il bambino come
a rispondermi inizia a scalciare. Dopo circa quindici minuti mi avvolgo
nell’asciugamano e inizio a prepararmi per la cena.
Dopocena,
alla quale
ha partecipato anche Daniele, Michel mi chiede se mi va di fare quattro
chiacchiere sola con lui in giardino. Io accetto. È
un’ottima scusa per
sfuggire a Daniele e alle sue strane idee ed è proprio tanto
tempo che non
parlo con Michel anche se nel tempo abbiamo mantenuto i contatti.
Gli dico tutto, del
tumore, di New York, del cambio di look, del cambio di lavoro di
Armando e dei
problemi con lui. Del bambino, di Daniele.
“Insomma Betty” mi
dice “ Se proprio volevi tradire Armando potevi scegliere me
e non quel Daniele
lì … non mi ha fatto di certo una buona
impressione” mi dice.
“Lo so, non la fa a
nessuno!”
“Sei così cambiata,
quasi non ti riconoscevo!”
“Avevo bisogno di dare
un taglio al passato, ma non mi ha portato molta fortuna!”
gli dico
“Non dire così” mi
dice lui “Sei viva, stai bene e avrai un altro
bambino!”
“Si ma Armando …”
improvvisamente mi scendono delle lacrime sul viso. Michel mi abbraccia
e io do
sfogo a tutta la mia pena.
“Perdonami” gli dico “l’ultima
cosa che volevo era inzupparti di lacrime la camicia!”
“Ehi… a cosa servono
gli amici sennò!”
“Tu arrivi sempre al
momento giusto!”
“Così pare!” mi dice
“Però io ho rinunciato a te solo perché
sapevo che eri totalmente e
profondamente innamorata di Armando Mendoza, non per un Daniele
qualsiasi. Se
non c’è niente tra di voi devi combattere per
riaverlo!”
“Ma Armando non si fa
parlare. Lui è così! Spera che se non ne parli il
dolore prima o poi passi ma
invece non passa!” singhiozzo
“Su Betty calmati!” mi
dice lui accarezzandomi la schiena “questa angoscia non fa
bene al tuo
bambino!”
“Lo so! Questo bambino
nascerà già stressato!”
“Allora deve venire in
vacanza a Cartagena non appena nasce!” mi dice scherzando.
“Allora” gli chiedo
“parlami un po’ di te e di Clara”
“Clara è la mia
fidanzata da sei mesi e stiamo assieme da un anno. Ma le cose tra di
noi sono
molto serie.”
“Mi fa piacere! Sono
felice se ti fai una famiglia!”
“Non ti nascondo Betty
che dimenticarti è stato difficile, ma ci sono
riuscito.”
“Ti prego Michel, non
cominciare anche tu!”
“Non comincio ma è la
verità. Tu non ti rendi conto di quanto tu sia attraente e
bella”
“Armando dice la
stessa cosa. Cioè che non ho consapevolezza di attirare gli
uomini”
“E ha ragione!” mi
dice “Però tu puoi attirare tutti gli uomini del
mondo, tu ami solo lui! Io
l’ho vissuto sulla mia pelle e vedrai che anche se ora sei
confusa te ne
ricorderai presto!!”
“Lo so che amo solo
lui! Ma lui non mi crede. È convinto che io abbia una tresca
con Daniele. Ho
avuto solo un moment di debolezza te lo giuro!”
“Lo so Betty, io ti
credo. Ma io penso che tanto più grande è
l’amore che Armando prova per te,
tanto più grande è la sua delusione! Vedrai che
riuscirai a risolvere tutto!”
Incredibilmente io e Michel abbiamo le
camere
sullo stesso piano ma in due corridoi diversi. Quando usciamo
dall’ascensore e
mi volto verso il mio corridoio rimango impietrita.
Armando sta litigando
con Daniele Valencia! Vuole entrare nella sua camera mi pare di sentire
perché
vuole vedere con i suoi occhi che noi abbiamo una storia!
“Questo un
dejà-vu per me” mi sussurra Michel
all’orecchio.
“Armando” lo chiamo
“sono qui. Non sono nella stanza di Daniele.”
Lui si volta verso di
me e vede che c’è qualcuno accanto a me.
“Michel”
farfuglia “Cosa
ci fai tu qui?!”
“Ciao Armando” gli
dice lui “sono qui con la mia fidanzata. Domani te la
presento, penso che a
quest’ora dorma già. Io e Betty ci siamo
incontrati per caso e abbiamo fatto
una passeggiata in giardino!”
Lui non sa che dire.
Tipo scolaretto colto in flagrante.
“Sentite” intervengo
io “E’ il caso che andiamo tutti a dormire. Domani
mattina Armando conoscerà
Clara, facciamo colazione assieme” dico rivolgendomi a Michel.
“Ok! Betty a domani”
mi dice Michel mentre mi fa il baciamano, saluta Armando e Daniele e va
via.
Prendo Armando per un
braccio e lo porto nella mia camera che è poco
più in là di quella di Daniele.
“Peccato
che quel francese ci abbia rovinato la serata” dice Daniele
mentre passo
davanti la sua porta. Sento Armando reagire ma lo blocco prima che lo
prenda un’altra
volta a pugni.
“Tu ora vieni con me”gli
dico.
Quando siamo
nella mia
camera lui mi dice “Avete due camere vicine, bene!”
“Non ci ho nemmeno
fatto caso. Le camere le ha prenotate Sandra, sai bene come funziona. E
a te
chi ti ha dato il nome dell’albergo?”
“Nicolas” mi dice.
Faccio un respiro
profondo e mi siedo sul letto.
“Vado a farmi dare una
camera” mi dice lui. Se mi avesse dato un pugno in pieno viso
non avrei potuto
soffrire di più.
“No Armando” gli dico “tu
resti qui. Sei mio marito e non c’è nessun motivo
per cui tu debba avere un’altra
camera.”
“Non vorrei disturbare
l’idillio romantico con il tuo amante”mi dice in
tono sprezzante.
Io mi alzo e per la terza volta nella mia vita, lo schiaffeggio.
“Non ho un’amante. Te l’ho già
detto. Non sei forse venuto per appurare che io e Daniele avessimo una
storia?
Ebbene non ce l’abbiamo”gli dico.
“Solo perché c’è
Michel” mi dice “Guarda che combinazione, il tuo
vecchio spasimante interrompe
la serata romantica col tuo nuovo amante, mentre arriva tuo marito in
cerca di
conferme delle sue corna!”
“Sei uno stupido” gli
urlo quasi “Né Daniele, né Michel sono
i miei amanti. Chi pensi che io sia?”
gli chiedo tra le lacrime.
“Non lo so Betty” mi dice
“Non lo so più”
“Armando
perché fai così?” gli dico
prendendogli un braccio e posando la mia fronte sulla sua spalla.
“So di averti
ferito, ma ho fatto un errore. Io non voglio Daniele, voglio te. Solo
te. Perché
non mi credi!?”
Lo vedo che si
strofina gli occhi e la testa con una mano.
“Betty” mi dice “ non
chiudo occhio da due notti. Sono
venuto
qui aspettandomi non so cosa. Di trovarti con Daniele immagino, non
certo con
Michel”si versa un bicchiere di brandy e inizia a berlo.
“Ho incontrato Michel
per caso. È qui per affari. Domani conoscerai la sua
fidanzata. Mi ha detto
che una cosa molto
seria tra di loro!
Quanto a Daniele, abbiamo solo cenato assieme ma c’erano
anche Michel e Clara
con noi e poi non so cosa ha fatto. Io sono andata con Michel a fare
una
passeggiata in giardino.”
“Ma se io non fossi
qui, forse saresti con lui in camera adesso” mi dice quasi
implorandomi di
dirgli che non è così.
“No. Armando NO. Se
avessi voluto stare con lui, non sarei uscita con Michel. Avrei
inventato una
scusa e sarei da lui adesso. Ma io non lo voglio. Non lo voglio. Ti
devi fidare
di me” gli dico
“Non so se posso
farcela Betty”mi dice
“Lo sai che puoi
farlo. Nel profondo del tuo cuore, tu lo sai che io ti amo.”
“Facciamo una tregua
va bene?” mi dice. Va da una parte del letto e appoggia il
bicchiere sul
comodino. Si toglie la giacca e la cravatta. Anche io mi preparo per la
notte.
“Sono partito come un
pazzo, non ho nemmeno un ricambio e non ho portato il
pigiama” mi dice
“Per dormire con me
non ti serve di certo!” gli dico
Quando siamo nel
letto, dopo essere andati entrambi in bagno, c’è
un po’ di imbarazzo tra di
noi. Siamo coricati nello steso letto ma nemmeno ci sfioriamo.
È assurdo se
penso che solo tre sere fa ci saremmo abbracciati e ci saremmo
addormentati
così. Ma stasera no.
“Sono contenta che tu
sia qui” gli dico.
Il bambino inizia a
scalciare. Non gradisce molto che io mi sdrai. Non oso immaginare cosa
farà più
avanti nella gravidanza. Prendo la mano di Armando che tiene un braccio
sollevato sulla testa come a coprirsi gli occhi e la poso sulla mia
pancia “Senti
come scalcia” gli dico.
Il bambino continua a
muoversi e lui mi dice “Mi sembra che potrà fare
il calciatore da grande!”
Un’ansia improvvisa mi
assale. “Armando” gli dico “dimmi che
faremo di tutto per dargli una famiglia
unita”
“Betty, non mi
chiedere una cosa che non posso prometterti, adesso” mi dice
Mi giro dall’altra
parte e piango silenziosamente.
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Capitolo 39 *** Armando ***
Mi sveglio,
è
praticamente l’alba. Non riconosco subito il posto in cui
sono, ma poi vedo
Betty abbracciata a me e ricordo tutto. Dorme con la testa appoggiata
alla mia
spalla, come sempre.
Evidentemente nel
sonno ci siamo abbracciati senza accorgercene, perché noi
dormiamo sempre così.
Il suo abbraccio,
anche se sta dormendo, mi sembra giusto. Questo è il suo
posto. Accanto a me.
La guardo dormire serena e penso a quanto nonostante tutto io la ami.
Io la
amo. Non posso farci niente. Anche se lei smettesse di amarmi io
continuerei ad
amarla lo stesso. Con lei per la prima volta nella mia vita ho trovato
un po’ di
pace. Se anche dovessimo lasciarci ripenserei ai miei anni con lei come
ai più
sereni della mia vita. Le ho dato tutto me stesso, quello che sono, che
avevo e
anche quello che non sono e non avevo. Immaginavo che prima o poi non
le
sarebbe bastato. Me lo sentivo dentro.
Ma non avrei mai potuto credere che lei potesse prendersi una sbandata
per Daniele Valencia.
Già non sopporto l’idea
che lei possa amare
un altro, che poi
sia Daniele mi manda in bestia.
Forse è vero che io
non l’ho capita questa mia donna. Che io voglia che lei resti
quella di sempre.
La sento svegliarsi.
Mi guarda, anche lei stupita di essere abbracciata a me.
“Buongiorno”
mi dice
dandomi il consueto bacio di ogni mattina e abbracciandomi ancora
più forte. Restiamo
entrambi in silenzio ed è incredibile che nessuno di noi due
sappia cosa fare o
dire. È la prima volta che ci troviamo in una situazione del
genere e non
importa se siamo sposati da dodici anni, il ritorno alla
realtà ci ha ricordato
che adesso i nostri rapporti sono diversi. Ma lei continua a essere
abbracciata
a me. Non posso credere che il nostro grande amore possa essere finito.
Mi
sembra assurdo. Solo qualche mese fa insieme avremmo sconfitto il mondo
mentre
adesso il mondo ci è crollato addosso.
“Armando” mi chiama
“Si” le rispondo io
“Lo so che non mi crederai,
ma io ti amo” mi dice.
Sono incapace di
risponderle qualsiasi cosa. Lei alza gli occhi verso di me e io non riesco a trattenermi e la bacio
appassionatamente. Metto
tutti i miei sentimenti contrastati in questo bacio. Voglio punirla ma
anche
farle capire quanto io la desideri. Lei non si sottrae al mio assalto,
anzi al
contrario partecipa con foga sempre crescente e questo mi piace
così tanto che
non voglio altro che diventare una sola cosa con lei. Solo io e lei.
Solo io e
lei.
Siamo
a colazione con Michel
e la sua fidanzata Clara. E’ davvero una bella donna, alta,
mulatta con gli
occhi azzurri e i capelli ricci neri. È giamaicana e di
professione fa la chef.
Lavora con lui da tre anni ma solo da un anno il loro rapporto
è diventato
anche sentimentale.
“Allora” ci dice lei,
guardando Michel, “Non avrei mai pensato di conoscerti
così Betty” le dice “Michel
mi ha parlato di te come una donna molto importante della sua vita che
ha
conosciuto troppo tardi, quando già qualcuno le aveva rubato
il cuore. Immagino
sia stato tu Armando” dice rivolgendosi a me. Non avrei mai
immaginato che
uscisse fuori questo argomento così direttamente.
“E si” le rispondo “sono
stato io!”. Non posso credere che stiamo parlando di questa
storia. Sono
passati quasi quattordici anni da allora.
“Sai” continua lei
verso Betty “penso che Michel ci abbia impiegato del tempo a
riprendersi dalla
tua scelta. Io ho dovuto faticare non poco perché smettesse
di avere quell’aria
malinconica che hanno gli innamorati quando aspettano qualcuno che non
arriverà
mai!”
“Clara!” le dice lui,
ma lei ribatte “Mio caro, è la verità!
Non capisco cosa ci sia da negare!”
“Ha ragione” dice lui “E’
vero ha ragione lei. Ma ormai è tutto superato, davvero.
C’ho messo un po’ di
tempo ad accettarlo ma quando l’ho fatto sono riuscito a
ricostruire la mia
vita”
“Sono tanto felice per
voi” gli dice Betty “Io ti voglio molto bene e se
ti avessi incontrato prima probabilmente
avrebbe potuto esserci qualcosa tra noi ma il destino o chi per lui, ha
messo
Armando sulla mia strada e da quel momento nessun’altro ha
più avuto importanza
per me”.
“Che dichiarazione!”
dice Clara. Vorrei dirle che non è così. Che
tutti questi discorsi non servono
a niente perché lei ha baciato un altro. Daniele Valencia,
il peggiore degli
uomini sulla faccia della terra.
“Ragazzi,
scusatemi ma
adesso devo andare al lavoro, devo incontrare l’altra azienda
questa mattina ed
è piuttosto tardi. Vuoi venire con me?” mi chiede,
sottintendendo ‘ad assicurarti che
io non faccia niente con
Daniele?’
“No” le dico “Ti
aspetto qui. Cerco una connessione internet e lavoro anche io un
po’”
“Ok. Ci vediamo dopo
allora!”
“Va bene.”
Sorseggio il mio caffè
come se nulla fosse successo.
“Armando” mi dice
Michel “ti va se facciamo quattro passi?”
“Certo” gli dico. Non
ho un valido motivo per rifiutare.
“Allora
Michel cosa
devi dirmi?” gli chiedo mentre siamo in giardino.
“Non usare quel tono
aggressivo con me” mi dice lui “non ne hai bisogno.
Io non sono un tuo rivale.
Ormai non più”
“Scusa” gli dico “ma
sono molto molto teso. Sono certo che Betty ti abbia detto che tra di
noi le
cose non vanno molto bene ultimamente.”
“Si, me l’ha detto
ieri sera in effetti” mi dice “Non sai quanto io ti
abbia odiato in questi anni
!?”
“Ah si? Non l’ho mai
percepito!” ribatto sarcasticamente.
“Si. Quando sono
venuto a Bogotà la seconda volta, quando ho scoperto che tu
e Betty vi eravate
sposati ho capito che mi avevi definitivamente portato via la donna
della mia
vita e superarlo, come ha detto Clara, non è stato facile.
Anche se a quel
punto, a Bogotà, non potevo comportarmi come se ne fossi
ferito”mi dice.
“Non ce la faccio più”
gli dico “di sentir dire a te o a Daniele che vi ho portato
via la donna della
vostra vita. Non lo sopporto più. Ne parlate come se io non
avessi avuto il
vostro stesso diritto di starle accanto!” sbotto.
“Io ricordo solo che
quando Betty è arrivata a Cartagena era uno scricciolo di
donna impaurita dal
mondo con una grande fragilità interiore eguale alla sua
dolcezza e al suo
stupore. Era nascosta in quei vestiti informi, dietro quegli occhialoni
e
quella frangia orribile. Ricordo che la sera in cui l’ho
vista cambiata non
riusciva a smettere di toccarsi i capelli e mentre parlavamo sulla
spiaggia la
voglia di proteggerla è salita in me prepotentemente. Avevo
di fronte una donna
che si stava costruendo. Ma nonostante ne fossi affascinato, lei mi ha
sempre
detto che usciva da una situazione difficile che l’aveva
distrutta, che l’aveva
quasi ammazzata. Ora penso che tu c’entri qualcosa in questo,
ma non ho mai
saputo cosa tu avessi combinato perché sapevo che parlarne
per lei era
difficile e quando sono venuto a cercarla e tu ci perseguitavi giorno e
notte
non ho voluto chiederlo. Comunque, una sera a Cartagena, siamo andati
in un
party dove erano previsti dei fuochi artificiali. Lì
c’erano delle modelle che
lei non aveva il coraggio di affrontare ed infatti dopo averla salutata
le
hanno chiesto subito di Armando Mendoza, e di come fosse possibile che
lei
avesse lasciato l’azienda. Lei tremava. Io le davo il braccio
e lei nel
rispondere a quelle donne tremava, come se le stessero togliendole il
cuore dal
petto e quando le ho chiesto chi fosse Armando Mendoza, lei mi ha
risposto ‘Un
uomo del mio passato’. Non avevo mai visto una donna
terrorizzata dal suo
passato come lei. Quella sera ho provato a baciarla”
Cosa?? Betty mi aveva
più o meno raccontato questa storia ma devo dire che mi
aveva raccontato molto
meno di questo. Non posso credere che mia madre aveva ragione nel dire
che
sicuramente un altro era entrato nella sua vita.
“Io ho provato a
baciarla” continua Michel “ma lei si è
tirata indietro dicendomi che non era
pronta. Che se volevo potevamo essere amici ma nient’altro.
Pensa che lei è
sempre stata convinta che fosse stata Catalina a chiedermi di
corteggiarla,
come se lei non potesse esserlo per se stessa, per quello che era. Io
ne ero
totalmente affascinato”
“Non dirlo a me” gli
dico finalmente “Devo dire che Betty non mi aveva raccontato
così questa
storia.”
“Io non so cosa tu le
abbia fatto, ma di sicuro, per ridurla nello stato in cui era,
più di tre baci
dati in un momento di debolezza ad un altro. Se
c’è una cosa che ho imparato è
che al centro della sua vita ci sei tu. L’ho imparato sulla mia pelle. Quando
l’ho vista ieri sera, dopo
anni che non la vedevo, mi è sembrata un’altra.
Una donna bellissima e
realizzata, ma è sempre la stessa, perché ancora
una volta combatte con se
stessa e con Armando Mendoza, perché Armando Mendoza sia al
centro della sua
vita.”
“Michel” gli dico “vorrei
che smetteste di parlare di me come se io l’avessi resa
infelice in tutto
questo tempo, come il povero idiota che lei ha scelto. Io
l’ho amata e la amo
ancora!”
“Io Armando non ho
detto questo” mi risponde “forse sei tu che ti vedi
‘il povero idiota che lei
ha scelto’. Se tredici anni fa fosse venuta a Cartagena con
me, perché era
libera dall’amore che provava per te non ci sarebbe stato
nessun uomo più
felice di me. Lei però ha scelto te, perché ama
te. Il punto è che lei ti ama.
E che tu dovresti smettere di sentirti migliore o peggiore di qualsiasi
altro
uomo. Sbagliamo tutti, anche tu. Se lei ha baciato un altro, dovresti
anche
iniziare a pensare quali siano le tue responsabilità per il
suo comportamento. Metti
da parte il tuo orgoglio e cerca con lei una soluzione,
perché l’unica cosa che
so è che lei potrebbe sopravvivere senza di te ma non
vivrebbe più!”
“Non riesco a capire
come tu possa pensare una cosa del genere!” gli dico un
po’arrabbiato “Tutti
sembrate convinti del fatto che lei mi ami più della sua
stessa vita eppure è
stata lei a baciare un altro. È stata lei che ha deciso di
iniziare una specie
di affettuosa amicizia con Daniele senza che io ne sapessi niente. Lei
ha
deciso di cambiare look, di fare un servizio fotografico. È
lei che è diventata
un’altra … eppure chissà
perché la colpa è mia!”
“L’unica colpa che
avrai è quella di essere scappato se lascerai che lei si
senta colpevole di
voler essere diversa da quello che vuoi tu. Perché allora la
perderai e allora
smetterete di vivere perché non potrete stare insieme
né stare divisi. Pensaci”
mi dice e va via.
Sono
molto confuso, tutti si sentono in dovere di dirmi cosa sentire e cosa
provare.
Se ripenso a questa mattina non posso fare a meno di credere che lei
mi ami.
Ma fare l’amore non è servito a niente. Non mi
sento più sicuro per questo. E
ciò che mi disturba di più è che una
parte di me vorrebbe crederle, vorrebbe
superare questa storia e declassarla a un errore di Betty come sembra
essere,
ma una parte di me sembra non volerlo accettare e non si capacita di
come sia
stato possibile che lei facesse una cosa del genere. Temo che il suo
coinvolgimento con lui sia maggiore anche di quello che lei ammette a
se
stessa. Sono venuto qui in cerca di prove a sostegno della mia tesi.
Vorrei
tanto credere a quello che dice Michel ma sento che dentro di me
qualcosa si è
rotto, io non mi fido più di lei.
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Capitolo 40 *** Daniele ***
Il viaggio a
Lima si è
rivelato molto diverso da come l’avevo immaginato.
Perché di certo non avrei
mai pensato che Armando Mendoza piombasse qui.
I nostri rapporti sono
molto cambiati da quando lei gli ha detto che ci siamo baciati. Certo,
onestamente, se fossi stato nei suoi panni anche io non avrei reagito
bene. Il
punto è che non è la reazione di Armando che mi
interessa, quanto quella di
Betty.
Lei è assolutamente
distrutta dal fatto che lui abbia preso male la notizia. La reazione di
lui era
prevedibile per tutti, forse tranne che per lei. Probabilmente lei
pensava che
lui non avrebbe reagito così ma l’avrebbe
perdonata istantaneamente, mentre lui
ne sta facendo un’autentica tragedia.
Questa è una cosa
positiva affinchè io faccia la mia mossa. Infatti questo
viaggio cascava a fagiolo.
Durante il viaggio in
aereo, ho provato a stuzzicare un po’ Betty, ma lei mi ha
detto che avrei solo
dovuto provare a ribaciarla e mi avrebbe schiaffeggiato di nuovo.
Quello che mi piace di
lei è che sa essere mia amica e contemporaneamente riesce a
provocarmi,
facendomi sentire VIVO e compreso.
Mi ha detto che la
discussione con Katarina le ha lasciato l’amaro in bocca.
Perché lei non vuole
rovinare nessuna famiglia. Lei ama Armando e intende fare di tutto per
tornare
con lui. Ma io non
sono pronto a
rinunciare a lei, come lei pensa.
A Katarina ho
raccontato tutto. Lei ha detto di capirmi, ma non so se mi capisca per
davvero.
Non sono più il Daniele che ha conosciuto in Germania. E io
non riesco a
metabolizzare la storia del suo arresto. Mi sento incapace di
affrontare con
lei questo argomento, forse perché in realtà io
non l’ho mai amata davvero,
lei. Mi sono solo illuso. E di sciuro gliel’ho fatto credere.
Mi chiedo quali sono
le persone veramente importanti nella mia vita e la risposta che so
darmi è
Giulio e Betty. Non sono ancora pronto a rinunciare a lei. Armando
dovrà
vedersela con me.
La
riunione è andata
abbastanza bene. Quando siamo arrivati in albergo cercavo solo il modo
di far
cadere Betty in tentazione e farla venire nella mia stanza.
E invece, con una elevata
concentrazione di sfortuna su di me, ha incontrato questo tale Michel
Doinel,
che non so chi sia. A cena ho scoperto che era un amico che ha
conosciuto a
Cartagena, che tra di loro le cose stavano per diventare serie ma non
è
successo perché lei era innamorata di Armando. Poi ho
collegato che Marcela mi
aveva raccontato di un francese con cui Betty aveva intrapreso una
sorta di
relazione che aveva fatto impazzire Armando.
Sono rimasto sbalordito
dalla confidenza che c’era tra i due perché non mi
aspettavo che fossero amici
fino a questo punto. Dopocena lui le ha chiesto di fare una passeggiata
e lei
ha accettato senza esserne minimamente turbata. Certo, c’era
la fidanzata di
questo tizio, ma non è stato solo questo. Si vedeva
chiaramente che lui occupa
un posto importante nella vita di Betty e che lei lo rispetta. Questo
tizio ha
completamente rovinato i miei piani insomma. E in più
è arrivato Armando.
Ero proprio dietro la
mia porta a spiare quando tornava Betty, per fare la mia mossa, ma sul
più
bello è arrivato Armando. Betty non era nella sua stanza,
perché ovviamente era
in giro con questo Michel, ma lui non poteva saperlo e io mi sono
divertito a
farlo stare sulle spine dicendogli che non poteva entrare nella mia
stanza per
vedere se ci fosse Betty. La cosa bella è stata che lui era
sicuro che lei
fosse con me. Non pensavo che pensasse che i miei rapporti con sua
moglie si
fossero evoluti fino a questo punto. Anche se in effetti io lo vorrei,
eccome
se lo vorrei.
Poi è arrivata Betty,
con Michel. Armando si è dovuto mortificare tantissimo, ma
alla fine di tutto,
io sono andato a dormire da solo e lui con Betty.
Ora
siamo di ritorno
dal nostro incontro con la seconda azienda. Subito dopo pranzo
prenderemo il
volo per tornare a Bogotà. So che Armando la aspetta in
albergo.
“Betty” le chiedo “Armando
viene in aereo con noi? Non vorrei che l’aereo
esplodesse”
“Non so che biglietto
abbia per il ritorno, ma se necessario cambio io aereo,
perché non voglio di
certo tornare con lei Daniele se c’è
Armando”
“Com’è gentile
Beatriz, ma questo non cambia il fatto che noi due abbiamo un discorso
in
sospeso” le dico
“Noi non abbiamo
nessun discorso in sospeso!” mi ribatte con veemenza
“Se pensa che i nostri
baci siano stati qualcosa di diverso da un errore, si sbaglia di
grosso!”
“Sono ammirato dal suo
tentativo di negare la sua attrazione nei miei confronti ma non
può farlo, perché
anche lei la sente” le dico
“Lei Daniele è davvero
folle se pensa una cosa del genere!”mi dice
“E lei è folle a
pensare che non sia vero!”
Arriviamo nella hall
dell’albergo e vedo che Armando si sta avvicinando. Non posso
farmi sfuggire l’occasione
di fare la mia mossa. Senza neanche darle il tempo di accorgersene le
passo la
mano dietro la schiena, la avvicino a me e la bacio sulle labbra. Con
la coda
dell’occhio vedo che Armando è praticamente a tre
metri da noi e che ha visto
tutto.
Betty non ha il tempo
di riprendersi, quando si accorge che Armando ci sta guardando si
stacca immediatamente
da me, mi spinge indietro e quando vede che Armando sta andando via gli
corre
dietro.
Molto soddisfatto di
me stesso, vado in camera e poi a pranzo.
Non so cosa sia
successo tra di loro ma alla fine Betty, torna con me sul volo di
ritorno. Vedo
che ha pianto perché ha il volto arrossato. Mi dispiace per
lei, so che l’ho
messa in un casino ma prima si rende conto che deve lasciar andare
Armando,
prima potremo essere felici insieme.
Siamo tornati ieri dal
viaggio a Lima, e nonostante oggi la giornata in Ecomoda sia davvero
frenetica,
Betty non è venuta al lavoro. Sono un po’
preoccupata per lei, ma non oso
chiamarla. Allora vado a parlare con Nicolas Mora, lui saprà
dirmi di certo
qualcosa.
“Buongiorno dottor
Mora, volevo chiederle se per caso sa se Beatriz viene oggi al
lavoro.”
“No” mi dice lui “non
viene, mi ha delegato a svolgere il suo lavoro al suo posto e ad andare
a tutti
i suoi appuntamenti”
“Ma sta bene?” gli
chiedo
“Si! È solo un po’ stanca
per via del viaggio” mi dice.
Torno nel mio ufficio
e mi metto al lavoro.
Verso
l’ora di pranzo
vengo raggiunto da Katarina e Giulio. Mi chiedono se possiamo andare a
mangiare
fuori. Io non riesco a rifiutare nulla a mio figlio soprattutto se ha
quello
sguardo speranzoso. Vedo che la banda delle racchie sta confabulando.
Probabilmente
Betty ha già parlato con loro e mi stanno spiando, per
raccontarle quello che
faccio o non faccio.
Io e Katarina
cerchiamo di avere dei rapporti civili. Il pranzo passa tranquillo, mio
figlio
si diverte anche se è chiaro che io e lei non siamo
rilassati come eravamo
sempre.
Quando rientro in
ufficio, Katarina chiede a Giulio di aspettarla un attimo nel corridoi
dove ci
sono le sedie per la gente in attesa di essere ricevuta.
Entra nel mio ufficio
con me e mi chiede se va tutto bene.
“Daniele, questa
mattina non mi hai dato nemmeno il tempo di chiederti come era
andata.”
“E da quando ti
interessa come va il lavoro all’Ecomoda?” le dico
“ Sai bene che non mi
riferisco al lavoro all’Ecomoda e che ti sto chiedendo se
è successo qualcosa
tra te e Betty!”
“Non ti riguarda” le
dico
“Come fai a dire una
cosa del genere?” mi chiede “Mi riguarda
eccome”
“Non è successo quasi
niente, perché siamo stai raggiunti da suo marito!”
“E’ il quasi che mi
preoccupa. E tu non ti sei fatto il minimo scrupolo immagino. Non ti
interessa
se stai rovinando la sua famiglia e anche la nostra … ma chi
sei tu?” mi chiede
“Questo sono io. Sono
il vero me. Sono sempre stato così. Quando ero in Germania
ho pensato di poter
essere un uomo migliore di quello che ero ma a quanto pare non lo sono.
Lo sai,
mi sono reso conto di non averti mai amato veramente. Io voglio solo
Betty. È lei
la donna della mia vita. L’ho capito tropo tardi! Non avrei
mai dovuto
lasciarla nelle grinfie di Armando Mendoza”
Katarina si alza e mi
da uno schiaffo in pieno viso.
“Sei solo un verme” mi
dice “Mi fai schifo, sei un essere incapace di perdonare.
Stai rovinando la nostra
famiglia per una donna che non ti vuole. Me l’ha detto lei. E
inoltre tu non
ami nessuno. Ami solo te stesso! Altrimenti
qualunque fosse stata la situazione non mi avresti mai
abbandonata in
Germania da sola in galera, portandomi via mio figlio. Sono certa che
al primo
errore tu mollerai anche Betty. Perché non sai amare
nessuno. Solo te stesso,
mi fai pena e sono dispiaciuta che tu sia il padre di mio
figlio!”
Improvvisamente
sentiamo
una baraonda davanti il mio ufficio. Apro la porta e vedo Betty a terra
che si
sostiene la pancia mentre Giulio viene trattenuto da Nicolas.
"Cosa succede?” chiedo
allarmato. Vedo che Betty è a terra e sta sanguinando.
“Betty era appena
arrivata” mi racconta Annamaria e il bambino appena
l’ha vista ha iniziato a
prenderla a pugni sulla pancia! Poi lei cercava di difendersi ma lui
l’ha
spinta e lei ha sbattuto contro il mobile che le è caduto
addosso.
“ Il mio bambino” dice
Betty “il mio bambino”. Vedo che Mario Calderon la
sostiene. “Betty, stia
tranquilla, abbiamo chiamato l’ambulanza sta per
arrivare”.
“Giulio, perché lo hai
fatto?” gli chiedo. Lo vedo che è adombrato.
“perché lo hai fatto?” gli
richiedo.
“Mi ha detto che mi
odiava perché volevo distruggere la vostra famiglia,
perché volevo portarti via
da sua madre” dice Betty con una voce flebile.
“Giulio” lo accarezza
Katarina “hai sentito la mia discussione con
papà?” gli dice abbracciandolo.
“Io non voglio che tu
vai via, voglio che siamo una famiglia!” scoppia a piangere
mio figlio. “Voglio
una mamma e un papà veri pure io, come quelli di
Roberto!”
In
quel momento
arrivano i soccorritori che caricano Betty in ambulanza, mentre Mario
Calderon
chiama Armando.
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Capitolo 41 *** Betty ***
Sono in
ospedale, in
una stanza con Armando. Mi hanno fatto un sacco di controlli. Per
fortuna non
ho nulla di rotto, e il sangue che mi ha fatto terrorizzare pensando
che fosse
del bambino è un taglio che mi sono fatta sul bacino andando
a sbattere contro
il mobile. Ho un taglio di sei centimetri quasi sul coccige e mi hanno
dovuto
dare dei punti. Per fortuna il bambino sta bene. Ma sono qui in
ospedale sotto
osservazione per evitare che ci possano essere eventuali distacchi
della
placenta o rottura del sacco amniotico.
Fare l’ecografia è
stata una tortura. Non riesco a stare sdraiata supina perché
il taglio mi fa
malissimo. Il peso del bambino è praticamente tutto
lì. Però ho pianto di gioia
quando l’ecografista ci ha detto “La vostra bambina
sta bene, per il momento è
tutto a posto!”
“La nostra bambina?”
ho detto guardando Armando con le lacrime agli occhi.
“Non lo sapevate?” ha chiesto
il dottore “Scusaaate,
pensavo che lo
sapeste!”
“Non si preoccupi
dottore” gli dice Armando “l’importante
è che stia bene e che vada tutto bene!”
Entra il ginecologo dell’ospedale
e ci dice “Allora Betty, per fortuna sembra tutto ok, anche
dell’ecografia, ma
io per sicurezza vorrei che lei stanotte restasse qui in osservazione.
Domani
mattina se non ci sono novità potrà andare a
casa. Ma deve stare almeno una
settimana a riposo. Perché ha preso una bella botta, domani
avrà tutta la
schiena piena di lividi e sarà molto doloroso. Deve
riguardarsi, se vuole che
la sua bambina non abbia alcun problema!”
“Va bene dottore” dico
piangendo
“Non faccia così Betty”
mi consola il medico. “Sua figlia è ben protetta e
nel suo ventre e purtroppo
queste cose possono succedere”.
Sento Armando che si avvicina
e mi prende una mano. “Ora la faccio trasferire in una stanza
singola così può
riposare”.
Mi
trasferiscono in
una stanza singola e mi dicono che devo riposare. Però ci
sono i miei amici
fuori che sono molto preoccupati per me, se voglio posso farli entrare
un
attimo, ma poi devono andare via. Accetto e vedo che entrano tutte le
ragazze
della banda. Hanno le lacrime agli occhi. Sono tutte preoccupate per me
e per
il bambino. Mentre loro entrano vedo Armando uscire.
“Come stai Betty? Come
ti senti?” mi chiede Mariana
“Sono stata meglio” le
dico e inizio sommessamente a piangere. Le mie amiche sanno tutto
quello che è
successo tra me e Armando e Daniele.
“Perdonami Betty” mi
dice Annamaria “per non aver capito che il bambino si sarebbe
lanciato su di
te!”
“E come avresti potuto!”
le dico. “No stai tranquilla non ce l’ho affatto
con te!”
“Ragazze”dice Inesita “abbiamo
visto che sta bene, ora lasciamola riposare”. Mi salutano
tutte a turno e vanno
via. Dopo di loro entra Nicolas. Il mio amico di sempre. Il mio
più caro amico.
L’unico tra tutti che pensa ad abbracciarmi come
può e tra le quali braccia mi
sciolgo in un pianto a dirotto. Come sempre, quando qualcosa va male
nella mia
vita, lui è sempre il primo a correre. Per dodici anni
è stato il secondo, ma
dati i miei rapporti con Armando penso che ritroverà il suo
primato.
Dopo aver dato sfogo
alla mia tensione, il medico passa e chiede ad Armando e Nicola chi
vuole
restare. In ospedale permettono che solo uno di loro resti con me.
Naturalmente
con me rimane Armando.
Quando
rimaniamo soli,
mi portano qualcosa di leggero da mangiare e mi danno un calmante per
farmi
dormire e alleviare un po’ il dolore. Io vorrei parlare con
Armando, che si
siede sulla poltrona messa a disposi dizione dall’ospedale ma
non riesco a
dirgli niente.
Ripenso alla nostra
discussione di ieri sera a casa e di stamattina.
Non ho avuto più sue
notizie da quando ha visto Daniele che mi baciava in albergo. Daniele
questa me
la pagherà. L’ha fatto di proposito ed io come una
stupida solo in quel momento
mi sono resa conto per CHI sto rischiando di perdere la mia famiglia.
Daniele è
sempre Daniele. Ero così felice ieri mattina, quando mi sono
svegliata e
Armando era accanto a me e io ero abbracciata a lui come sempre.
È stato uno
dei più bei risvegli della mia vita. Per un attimo ho
creduto che tutto tra di
noi potesse aggiustarsi. Sono passati solo tre giorni da quando ho
detto ad
Armando la verità ma sembra essere trascorsa una settimana.
Quante emozioni in
così pochi giorni. Sentire che era me che voleva
è stato bellissimo. Io non ho
mai smesso di amarlo in tutto questo tempo, ma forse è il
caso che lo convinca
a parlare dei nostri problemi.
Di ritorno a casa, non
sapevo niente di lui, poi invece è passato da casa
perché aveva bisogno di
cambiarsi e abbiamo avuto la prima furiosa litigata.
“Armando non penserai
che io stessi baciando Daniele di proposito?” gli ho detto
“Io credo a quello che
vedo” mi ha detto “E non so chi stesse baciando
chi, ho visto solo che vi
stavate baciando, poche ore dopo che noi due abbiamo fatto
l’amore!” mi ha
detto furioso.
“Non ero io a baciarlo!”
gli ho detto “Lo sai che è stato Daniele a
baciarmi quando ha visto che ti
stavi avvicinando. Come fa sempre!”
“Non voglio saperne
più niente Betty!” mi ha detto “Qui
l’unica cosa che mi sembra palese è che tu
non puoi averci tutti e due!”
“Ma io voglio solo te,
non voglio lui” gli ho detto
“Non ne sono così
sicuro”mi ha risposto lui. “Non so neanche se tu ne
abbia la consapevolezza, tu
sei attratta da lui. Sei l’unica con cui è
riuscito a instaurare una specie di
rapporto di amicizia, o quello che è. Perché lui
ti piace! Non lo devi negare!”
Le sue parole mi hanno
lasciato perplessa e mi hanno fatto pensare a quello che mi aveva detto
Nicola
e cioè che mi piaceva l’idea di avere qualcuno che
mi lusingasse, che mi
corteggiasse e al tempo stesso di avere lui come marito.
“Forse hai ragione”
gli ho detto “E ti chiedo scusa per questo. È vero
sono stata attratta da
Daniele. Ma non per quello che credi tu. Non mi interessa dal punto di
vista
sessuale”
“Questo lo so” mi ha
detto lui arrabbiato “Se fosse stato così il
problema sarebbe stato molto meno
grave!”
“Armando” ho ribattuto
io “Come puoi dire una cosa del genere?”
“Qui” mi ha ribattuto
lui “non è importante cosa dico io, è
importante cosa dici tu, cosa provi tu. Perché
io non posso stare con una donna che si sente attratta da un uomo che
non sono
io.”
Ha preso alcuni
vestiti ed è andato via.
Non ho saputo più niente
di lui fino a stamattina. Nella notte non sono riuscita a chiudere
occhio perché
pensavo alle sue parole. Non riuscivo a smettere di pensare a lui che
diceva ‘non
posso stare con una donna che si sente attratta da un uomo che non sono
io’.
Non riesco a capire come sia possibile che nonostante io abbia
l’assoluta
certezza di amare Armando, sia stata attratta da Daniele.
Però dopo l’episodio
nella hall dell’albergo, tutto mi è tornato chiaro
nelle mente. Io voglio solo
Armando e quando è venuto a casa avrei voluto dirglielo.
Invece non me ne ha
quasi dato la possibilità. Innanzitutto è venuto
ad un orario in cui non
pensava di trovarmi, ma io ero troppo stanca per andare in ufficio,
quindi mi
sono alzata più tardi e ho lavorato da casa.
Quando è arrivato si è
fermato e mi ha detto quello che aveva deciso. Altrimenti probabilmente
mi
avrebbe lasciato un biglietto e fatto trovare l’armadio vuoto.
“Senti Betty” ha
iniziato “ho pensato che non ha senso che io stia qui. Non
riesco a stare in
casa con te e non posso fare così avanti e indietro. In
questi giorni ho
trascurato il mio lavoro in maniera vergognosa e i ragazzi non se lo
meritano,
quindi ho deciso di andare via da casa”.
Non mi ha dato il
tempo di rispondergli niente. L’ho visto solo prendere una
valigia e riempirla
alla rinfusa con i suoi vestiti.
E’ tornato in
soggiorno e mi ha detto “Forse è meglio che tu
richiami i tuoi genitori, così
non sei sola. Anche se per qualsiasi cosa tu abbia bisogno io ci sono.
Io vado
a stare a casa dei miei genitori.”
In quel momento
ho
realizzato che lo stavo perdendo per davvero o che l’avevo
perso. Non mi ha
dato la possibilità di dirgli niente. Di dirgli quanto
fossero tumultuosi i
miei pensieri. Semplicemente voleva andare via. È stato a
quel punto che ho
capito che se non volevo perderlo, se avessi voluto dare una chance al
nostro
rapporto avrei dovuto fermarlo.
Mi sono alzata dal
divano e sono andata verso l’ascensore. Mi ci sono piazzata
di davanti e con
voce molto ferma gli ho detto “Tu non vai da nessuna
parte”!
“Cooosaa?” mi ha detto
lui.
“Hai capito benissimo”
gli ho detto “Tu non vai da nessuna parte!”
“Vuoi impedirmelo?”mi
ha chiesto
“Si” gli ho risposto
“E cosa te ne da il
diritto?”
“Il diritto se non ce
l’ho me lo prendo!” gli ho detto
“Betty togliti da
davanti l’ascensore e fammi uscire!”
“No” gli ho risposto
“Ma non capisci che
non voglio stare con te? Perché devi
costringermi?” mi ha chiesto
“Perché tu non vuoi
veramente andare via. Tu mi ami e anche io!” gli ho risposto
“In questo momento
veramente ti odio!” mi ha detto
“Lo capisco. È
legittimo che tu possa provare questi sentimenti nei miei confronti, ma
non andrai
via da casa. Puoi odiarmi quanto vuoi, ma qui in casa nostra!”
“Betty, non voglio
starti vicino, non lo capisci?”
“Si lo capisco, questo
significa che dormiremo in camere separate, ma non ti lascio andare
via”
“Come puoi chiedermi
una cosa del genere?” mi chiesto ancora
“Noi siamo una coppia.
Io voglio che risolviamo insieme i nostri problemi. Non voglio Daniele,
non l’ho
mai voluto. Voglio solo te. Se tu ora esci da qui le nostre strade si
separeranno. Io mi arrabbierò, deciderò di non
parlarti e sarà più difficile
ricucire il nostro rapporto!”
“Ma non capisci che
per me tutte queste cose succederanno se resto qui?”
“Si può essere. Ma tu
mi hai giurato il giorno del matrimonio che saremmo stati insieme nella
buona e
nella cattiva sorte!” gli ho detto
“E tu hai giurato di
essermi sempre fedele!”ha ribattuto lui.
“Vedi …? Dobbiamo
risolvere i nostri problemi assieme. Non dobbiamo stare separati.
Dobbiamo
parlarne, ma insieme. Se tu ora te ne vai è come se mi
dicessi che il nostro
matrimonio non vale niente, qualsiasi sia l’errore che possa
aver fatto!”
“Betty io non mi fido
di te” mi dice sputando finalmente il rospo
“E allora quale
situazione migliore di quella di stare nella stessa casa per
controllarmi?” gli
ho detto. “Non ti fidi, ma ti puoi fidare. Te lo
dimostrerò. So già che devo riguadagnarmi
la tua fiducia. Ma solo insieme siamo forti. Solo insieme possiamo
superare
questo momento. Separati non siamo niente. Insieme possiamo essere
tutto. Lo
siamo stati e torneremo ad esserlo” gli ho detto.
Il mio discorso mi è
sembrato molto convincente. Mi sono allontanata
dall’ascensore ma lui è uscito
portandosi dietro la sua valigia. Ho avuto l’impressione di
aver perso tutto.
Sono rimasta inebetita. Dopo cinque minuti che lo guardavo fissa con le
lacrime
che mi scendevano copiose, si è riaperto ed Armando
è rientrato.
“Va bene resto” mi ha
detto “ma dormo nella stanza degli ospiti e anche se resto
sono molto
arrabbiato, deluso, ferito e non mi fido di te” ha aggiunto.
In quel momento
avrebbe potuto dire le cose peggiori ma io ero troppo felice di vederlo
tornare
“Va bene” gli ho detto sorridendo.
“Betty, non c’è niente
da ridere” mi ha detto lui arrabbiato. E poi ha aggiunto
“Ora vado al lavoro”
“Anche io penso di
andare in Ecomoda dopo pranzo!” gli ho risposto
“Va bene. Allora a
stasera” mi ha detto.
Sono
andata felice in
azienda. Pensando di starci poco e di tornare presto a casa
perché da questa
sera avrei potuto gettare le basi per recuperare il mio matrimonio. E
invece
sono qui in ospedale. Il mio bambino rischia ancora la vita e io sono
incapace
di spiegare ad Armando qualsiasi cosa.
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Capitolo 42 *** Armando ***
“Ti
rendi conto che
quella donna ci ha provato per tutta la cena??” mi urla Betty
non appena
entriamo a casa nostra.
Non l’ho mai
vista così furiosa, nemmeno quando ha scoperto
l’Oracolo delle dee o quando
abbiamo litigato per la storia successa con la banda di ladre donne.
Saranno gli ormoni
penso!
“Betty calmati” le
dico “potresti fare male alla bambina!”
“Se permetti lo decido
io” mi risponde lei.
Sono passate tre
settimane da quando è stata in ospedale. In tutto questo
tempo si è molto
cautelata e ha lavorato da casa. La prima settimana è stata
terribile perché
aveva la schiena piena di lividi, i punti sul coccige non le
permettevano di
trovare una posizione comoda ed era abbastanza intrattabile. Non
riusciva a
stare seduta, né sdraiata, né supina, stava bene
solo se si appoggiava su un
fianco o in piedi. Poi piano piano ha iniziato a guarire e quando
finalmente le
hanno tolto i punti le cose sono migliorate. Sta per finire il sesto
mese di
gravidanza e siamo andati al controllo tre giorni fa, per fortuna
è andato
tutto bene e la bambina non ha risentito del suo incidente.
“Armando” mi dice
“dimmi cosa c’è tra te e quella
donna!”
“Non c’è niente tra di
noi” le rispondo
“Davvero pensi che io
sia stupida?” mi dice
E’ successo che Parker
Jackson Ross, il magnate americano, è venuto in Colombia e
vuole visitare la
New Tech perché sarebbe interessato a fare degli
investimenti nell’azienda. A
quanto pare le modifiche che Manuel ha fatto sulle sue navi hanno non
solo
risolto il problema ma anche fatto un’ottima impressione al
proprietario della
compagnia.
Parker Jackson Ross mi
ha invitato a cena. Naturalmente io non potevo rifiutare visto che sono
il
Presiedente della New Tech, ma pensavo che ci sarei andato da solo.
Invece
Manuel mi ha chiamato per dire che ci sarebbe stata anche sua moglie,
quindi
per evitare di essere scortese sarei dovuto andare anche io con mia
moglie.
Mi è costato chiedere
a Betty di partecipare. Un po’ perché so che non
è ancora completamente
guarita, un po’ perché io non sono riuscito ad
essere presente quando me l’ha
chiesto lei e soprattutto perché non mi andava di dover fare
finta di essere la
coppia più felice del mondo quando è palese che
non lo siamo affatto.
E’ vero che non sono
andato via di casa ma praticamente viviamo come due coinquilini. Io
dormo nella
camera degli ospiti e ho spostato lì tutte le mie cose. Per
fortuna siamo
riusciti a trovare una governante a ore che si occupa della casa,
perché Betty
nelle sue condizioni non potrebbe.
A dire il vero Betty
ha provato tante volte a parlarmi ma io non ho mai voluto. Le ho detto
sempre
“No Betty, ancora no…”
Non so di quanto tempo
abbia bisogno per elaborare il tutto. Di certo di ritorno dal viaggio
da Lima,
ero furioso, volevo solo andare via di casa, il più
possibile lontano da lei.
Dopo quello che era successo tra di noi, vederla baciare Daniele
Valencia ha
aperto dentro di me una voragine che non si vuole richiudere.
Quando lei mi ha
impedito di lasciare la nostra casa, mentre io avevo già
fatto la valigia,
anche se ero arrabbiatissimo mi ha fatto felice. Vederla lottare per
me, per
noi, mi ha convinto a restare.
“Armando” mi richiama
alla realtà Betty
“Si, cosa c’è”. La
guardo. Quando le ho chiesto se venisse alla cena lei mi ha risposta di
si
senza pensarci più di tanto. Non potevo non farlo, da questo
incontro avrebbe
potuto dipendere il futuro della New Tech. Era ed è
bellissima nel suo vestito
color corallo. Non è per niente provocante, anzi al
contrario. L’unica cosa
scoperta sono le spalle e le gambe dal ginocchio in giù, ma
questo non ha
evitato che tutti gli uomini si voltassero a guardarla non appena siamo
entrati
e usciti dal ristorante. Mi sono accorto dopo, che con lei non
è mai una
questione di bellezza e basta, quanto piuttosto di fascino. Ha ragione
Mario
quando dice che stile e classe non dipendono dai vestiti che indossa ma
sono
sue proprie doti naturali.
“Dimmi quando vi siete
per davvero conosciuti tu e quella donna!” mi chiede
“Non penserai mica che io
creda alla storiella che vi siete conosciuti tanti anni fa,
all’università,
come hai detto a tavola. Potete darla a bere a Parker Jackson Ross non
a me!”
In effetti sono
rimasto di stucco quando l’ho vista e non pensavo che fosse
la moglie di Parker
Jackson Ross. Siamo
entrati nel
ristorante che loro ci stavano già aspettando al tavolo. Per
come si erano
seduti non ho potuto fare a meno di sedermi accanto a lei mentre Betty
si è
seduta accanto a lui, di fronte a me.
“Armando” mi permetta
se la chiamo così mi ha detto il magnate “Dove
nascondeva una moglie così
bella? Adesso capisco perché in Alaska ha fatto il diavolo a
quattro per
tornare in tempo a casa” ha aggiunto.
La sua battuta mi ha profondamente
infastidito. Ma di certo lui non sa quanto io sia suscettibile
all’argomento in
questo momento.
Poi lei mi ha visto e
mi ha detto “Armando non ti ricordi di me? Non posso credere
che tu mi abbia
dimenticato!”
“Vi presento mia moglie,
Faith Jackson Ross, ma a quanto pare voi già vi
conoscete” ha detto lui
rivolgendosi a me e Betty.
“Faith che sorpresa
trovarti qui” le ho detto abbracciandola. “Si in
effetti io e lei ci conosciamo
dai tempi dell’università, ma di sicuro allora non
era la signora
Parker Ross e
se non sbaglio studiavi arte vero?”
“Armando vuoi dirmi o
no la verità? Devo chiamare un investigatore
privato?” mi chiede Betty. Non so
come faccia ma lei ha sempre un sesto senso riguardo queste cose. Non
me ne fa
passare una.
“Abbiamo avuto una
relazione” le dico alla fine “Ai tempi
dell’università stavamo insieme va
bene?”
Mi torna in mente
Faith che dice a cena ‘All’inizio non volevo
partecipare a questa cena, le cene
di lavoro sono così noiose, ma poi ho sentito Armando
Mendoza, colombiano e ho
deciso che dovevo assicurarmi se fossi tu!’
“Coosaaaa?” dice
Betty, toccandosi la pancia e correndo in bagno a vomitare.
La seguo . “Ti senti
male?” le chiedo. Sta vomitando praticamente tutta la cena.
“No sto bene” mi dice
alla fine “ Voglio solo un po’
d’acqua”. Se ne va in camera nostra e si cambia.
Poi viene nella stanza degli ospiti con una tazza di camomilla in mano.
Si
siede sul letto dove io sono sdraiato e mi dice “Ora tu mi
racconti tutto dall’inizio”.
“Cosa c’è da
raccontare?”le dico
“Come cosa c’è da
raccontare? Non sopporto il tuo tono sbrigativo!”mi dice
“E” mi ferma mentre io
sto per dire qualcosa “non dire una cosa tipo, ‘con
tutte le donne che ho avuto
se dovessi raccontarti di tutte loro non usciremmo di casa per una
settimana’.
Da come lei ti ha guardato per tutta le cena, è ovvio che la
vostra non sia
stata una storiella qualsiasi. Armando quella donna ha cercato di
affascinarti
per tutta la sera!”conclude
“Betty” le dico io “ti
ho detto che abbiamo avuto una storia
all’università!”
Fa bene a non
credermi, mica le posso dire adesso che Faith è stata LA
storia che ogni
studente vorrebbe avere, tanto sesso selvaggio e risate, per un intero
anno,
prima che tornassi e iniziassi la mia storia con Marcela. Non posso
dirglielo perché
le sto praticamente facendo la morale da un mese per quanto ha
combinato con
Daniele. Ma è diverso mi dico. Io ero giovane e libero
allora. Lei era sposata,
guarda caso con me e incinta di mio figlio quando ha iniziato questa
specie di
flirt con lui.
“Se tu non vuoi
dirmelo, lo chiederò a lei!” mi dice
“Abbiamo avuto solo
una storia che non aveva molta importanza. È durata quasi un
anno. Poi io sono
tornato qui, ho iniziato a lavorare all’Ecomoda e ho iniziato
a frequentare
Marcela” le dico
“Da come ti guardava
lei non mi è sembrato che poteste aver avuto una storia
senza importanza. Di un
anno poi.”
“Eravamo ragazzi. Una
cosa conclusa almeno vent’anni fa”le dico
“Mi auguro che lo sia,
perché secondo me per lei non è affatto
così” mi dice
“Cosa te ne sembra
della proposta che mi ha fatto?” le chiedo. Questo
è il secondo grosso nodo da
sciogliere della serata. In effetti Parker Jackson Ross, a parte la
questione
di Faith è stato molto gentile con me. Mi ha detto di essere
rimasto impressionato
dalla mia bravura, che gli piace come lavoriamo alla New Tech e
vorrebbe
comprarla per inserirla nel suo impero. Però non
è questo il punto. Lo è il
fatto che mi ha detto ‘Se accetti, per te avrei in mente
qualcosa di diverso,
vorrei che diventassi il vice presiedente della mia compagnia navale.
Subito
dopo che tu sei partito dall’Alaska ho fatto delle ricerche
su di te e so che
sei un manager qualificato, hai lavorato nel mondo della moda per tanto
tempo,
oltre ad essere il figlio di Roberto Mendoza, una delle persone
più facoltose
della Colombia. So che tua moglie è il presidente
dell’azienda di moda creata
da tuo padre, che è a conduzione familiare ma con
l’offerta che ti faccio io,
entri nella stanza dei bottoni dell’economia
americana’.
Mi ha lasciato di
sasso. Poi ovviamente Faith ha detto ‘Pensaci Armando, mi
piacerebbe tanto
riallacciare i rapporti con te’.
“Me lo stai chiedendo
seriamente?” mi dice Betty
“Si!” le dico
“Bene, io non sono d’accordo.
Assolutamente. Dove dovresti trasferiti, in Alaska? E come faremmo con
l’Ecomoda?
È l’azienda di tuo padre. Se vado via pure io cosa
ne sarà dell’azienda? Sai bene
che Daniele la sventrerebbe in un secondo. Ma soprattutto, io non
voglio andare
a vivere in Alaska. Come facciamo con i bambini? Hanno la loro vita
qui.”
“Betty, le so tutte
queste cose!” le dico
“A meno che tu non
voglia riallacciare i rapporti con quella Faith lì, non vedo
come tu possa
accettare quel lavoro!”
“Ma cosa c’entra
Faith, Beatriz?” le dico arrabbiato
“C’entra quanto tu
vuoi che c’entri” mi dice.
“Bene, non c’entra
niente!” urlo “Non è solo una questione
sentimentale Betty, è anche che per una
volta mi fa piacere essere valutato per il mio lavoro, avere un
riconoscimento
per quello che sto facendo!”
“Non c’è bisogno di
urlare” mi dice lei. “Quanto al riconoscimento del
tuo lavoro, sei tu l’unico
che non crede nelle tua capacità!”
“EH?”
“Si Armando, è così.
Non te ne sei forse andato dall’Ecomoda per dimostrare a te
stesso che valevi
qualcosa?? Ebbene ora questa proposta ti dimostra che vali tantissimo.
In
cinque mesi sei riuscito a portare la New Tech nell’interesse
di un magnate
americano. E’ palese che tu sia un bravo manager, ma tu non
riesci ad
accettarlo. Devi sempre sfidare te stesso. Ma per essere migliore di
chi?? Con
chi stai gareggiando?” mi chiede “Penso che il
fatto di dimostrare a tuo padre
che hai un valore non c’entri più niente con tutto
questo” aggiunge ed esce
dalla mia camera.
Rifletto
sulle sue
parole. Faith non c’entrerebbe niente nella mia eventuale
scelta di trasferirmi
e di accettare quel lavoro. Non c’entra perché io
non ho mai smesso di amare
Betty. Non mi importa niente di nessun’altra donna.
In quel momento mi
arriva un messaggio sul cellulare. È di Faith.
‘Ho chiesto il tuo
numero a mio marito. Mi ha fatto tanto piacere rivederti. Cosa ne dici
se ci
rivediamo domani per un caffè? P.S. Carina tua moglie!’
Chiudo il telefono. Ci
mancava solo questa. Come se la situazione non fosse già
complicata di suo.
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Capitolo 43 *** Betty ***
Oggi
è uno dei giorni
più difficili della mia vita. Siamo qui seduti nel nostro
salotto e abbiamo
davanti Giulio e Katarina. Dopo il suo gesto nei miei confronti il
bambino è
andato da uno psicologo. Non aveva mai manifestato prima alcun tipo di
segno di
aggressività e non era il caso che prendessero sottogamba
quello che ha fatto a
me. Tutte queste cose le so perché me le ha dette Katarina,
la quale è stata
molto gentile con me. Mi ha chiamato spesso per sapere come stessi e
per dirmi
del bambino.
Mi ha chiesto se fossi
disponibile ad incontrare il bambino come voleva il medico
perché lui avrebbe
dovuto chiedermi scusa per capire a fondo quello che aveva fatto. E
doveva
esserci anche Armando.
Naturalmente Armando
non voleva esserci, se fosse stato per lui erano sufficienti due sberle
per
Daniele e una bella punizione per il bambino. E invece
venuto fuori, come era
prevedibile, che Giulio ha dell’aggressività
repressa. Che ha sofferto
moltissimo per la separazione dei genitori e che ha dato sfogo alla sua
rabbia
nel modo sbagliato.
Adesso è qui di fronte
a me, ma non dice niente. Io gli ho preparato una merenda, con la torta
al
cioccolato che gli piace tanto. Lo so perché quando
è venuto qui a casa mia a
giocare con Roberto ne hanno mangiato da soli quasi metà.
Adesso però tiene gli
occhi bassi.
“Forza” gli dice sua
madre “devo chiedere scusa a lei e ad Armando per quello che
hai fatto”.
Lui solleva gli occhi,
mi guarda e mi dice “Mi dispiace, non volevo fare male al tuo
bambino”.
Io non riesco ad
essere indifferente, in fondo è solo un bambino di sei anni
che sta pagando gli
errori dei suoi genitori. Lo prendo in braccio e me lo metto sulle
ginocchia.
Inizio a cullarlo un pochino e gli dico “Sai, nella mia
pancia c’è una bambina.
Per fortuna sta bene. Vuoi sentirla? Dammi la mano”. Gli
prendo la mano e me la
appoggio sul pancione. Ad un certo punto lui sente un piccolo colpo.
“Hai sentito?” gli
chiedo “Ti sta salutando!”
“Ma cosa fa?” mi
chiede lui incuriosito
“Non lo so, forse
scalcia oppure si stiracchia, oppure da pugni contro la mia
pancia”
“Quando esce dalla tuo
pancia?” mi chiede lui
“Tra due mesi circa”
gli rispondo “quando nasce puoi venire a vederla che e ne
pare?”
“Va bene”. Giulio
scoppia a piangere e nasconde il suo faccino nel mio collo.
“Scusami Betty” mi
dice tra le lacrime. Anche io piango. Sento la sua sofferenza
trapassarmi il
corpo. Anche Katarina si asciuga qualche lacrima e penso a quanto sia
idiota
Daniele Valencia che per un capriccio, per la sua incapacità
di perdonare sta
mandando all’aria la sua famiglia.
“Giulio” gli dico io “ascoltami.
Io non voglio portare via la tua mamma al tuo papà. Anzi al
contrario, vorrei
tanto che stiate sempre insieme. Spero che tu lo capisca” gli
dico
Katarina spinge Giulio
verso Armando e gli dice “ Su Giulio devi scusarti anche con
lui”.
Lui compito va verso
Armando e gli dice “Mi dispiace che ho fatto male a
Betty”.
Non so come reagirà
Armando. Non ho avuto modo di parlare con lui di niente di niente. Dal
ritorno
da Lima è chiuso come una fortezza. Ma prima o poi
troverò una crepa. Abbiamo
parlato solo di Faith e della proposta
di quel Ross.
“Ve bene Giulio,
accetto le tue scuse” gli dice “ma non farlo mai
più con nessuno. Ok?”
“Va bene” gli dice il
bambino e lo vedo scompigliargli i capelli. “Adesso la prendi
una fetta di
torta? Altrimenti poi la mangia tutta Betty e le fa male!”
“Ma quando torna
Roberto?” chiede Giulio ad Armando
“La prossima
settimana.” gli risponde lui.
“Quando torna,
possiamo andare al mare e fare i tuffi come quando eravamo al mare, e
lei aveva
il costume tutto scintillante?” gli chiede.
“Vedremo, vedremo”
risponde Armando.
Quando stanno
per
andare via, Katarina mi ringrazia e mi abbraccia. “Grazie per
tutto quello che
hai fatto per il mio bambino. Lui in realtà è
arrabbiato con me e con Daniele.
Soprattutto con me perché mio malgrado l’ho
abbandonato. Dal momento che Daniele
non è riuscito a parlarti, né a vederti, visto
che tu rifiuti di avere
qualsiasi contatto con lui, mi ha chiesto di darti questa”.
Tira fuori una
lettera dalla sua borsa e me la porge. Fa per andare via. Ma io la
fermo.
“Katarina” le dico “io
non ho mai voluto portarti via Daniele. Qualsiasi cosa mi passasse per
il
cervello quando l’ho baciato, adesso è
passata.”
“Lo so Betty” mi
risponde lei “i momenti di confusione capitano a tutti. Il
problema non sei tu.
È lui. È così freddo, non è
in grado di amare nessuno veramente. Lo psicologo
dice che una paura terribile di lasciarsi andare e di perdere poi le
persone
che ama. Come è successo con i suoi genitori. Ma questo non
spiega il suo voler
essere crudele.”
“Cosa farete adesso?”
le chiedo
“Non lo so. Mi hanno
offerto un lavoro
di consulenza. Penso
che lo accetterò. Nonostante tutto se non
voglio che mio figlio soffra per l’assenza del
padre dovrò avere a che
fare con lui!” mi dice e va via.
Armando ha assistito a
questo scambio di battute. Lo guardo fissare la lettera che
è nelle mie mani.
Prendo la lettera e ci
gioco un po’, non so che farne.
“Vuoi leggerla da
sola?” mi chiede mio marito
“No. Non so proprio se
voglio leggerla” gli rispondo.
Presa da un impulso
decido di leggerla. Mi siedo sul divano e la apro.
Lui non sa che fare.
Si mette con le braccia conserte in attesa di un mio qualsiasi gesto.
Scorro la
lettera e poi gliela passo.
“Sei davvero sicura
che vuoi che io la legga?”mi chiede
“Certo!”gli rispondo
Carissima
Beatriz,
purtroppo non ho avuto altri modi di comunicare con lei,
perché
si rifiuta di vedermi e ascoltarmi. Vorrei prima di tutto chiederle
scusa per
il comportamento di mio figlio. So che oggi pomeriggio verrà
a casa sua come
consigliato dallo psicologo. Spero tanto che riusciate a perdonarlo per
il suo
gesto e che non perda così l’amicizia di Roberto.
Penso che sarebbe bello se
nel mondo ci fossero altri due Roberto Mendoza e Giulio Valencia amici
per la
pelle. Potrebbero fare grandi cose insieme.
Lo psicologo che segue Giulio, ha richiesto la presenza anche
dei genitori e mi ha detto che è la mia freddezza che fa
soffrire mio figlio.
Di sicuro non era necessario che andassi da uno psicologo per sapere
che sono
un freddo, un cinico. Il medico dice che dietro il mio cinismo si
nasconde l’immensa
sofferenza mai elaborata dopo la morte dei miei genitori e che sto
trasferendo
su mio figlio la mia aggressività repressa. Per fortuna
Katarina sembra essere
in grado di tenere la barra dritta in questo mare in tempesta.
Le scrivo per dirle che mi è piaciuto essere suo amico, per
il poco tempo in cui il mio cinismo mi ha permesso di esserlo.
È il mio turno di chiederle scusa. Le chiedo scusa per
tutto.
Per tutte le parole che le ho detto nel tempo, per le azioni compiute e
per
tutto il male che le ho procurato. Le dico solo che lei per me non
è stata un
capriccio. I miei sentimenti per lei sono sempre stati autentici. Dalla
prima
volta che l’ho vista. Non so perché, ma
è così. Lei ha suscitato in me i
migliori sentimenti, ma io non sono riuscito a fare altrettanto con lei
e ho lottato contro
questo con tutte e mie
forze, ma inutilmente. È palese che lei ama e
amerà solo Armando Mendoza nella
sua vita e nessuno dei miei giochetti potrà mai cancellare
il suo amore. Inutile
farsi altre illusioni al riguardo. Spero tanto per la sua
felicità Betty, che
voi riusciate a recuperare il vostro matrimonio perché so
che lei non sarà mai
più felice altrimenti. Per una volta nella mia vita devo
provare a fare la cosa
giusta per qualcun altro. E quel qualcun altro è mio figlio.
Devo metterlo
davanti alle mie esigenze e ai miei desideri. Devo avere cura di lui,
perché non
voglio crescere un bambino problematico, ma un uomo.
Per fare questo ho bisogno di rimettere nei cardini la mia
vita, la mia famiglia. Quindi le comunico ufficialmente che da oggi i
nostri
rapporti torneranno ad essere squisitamente professionali. Non la
importunerò
più con le mie visite, né con le mie battute se
non è strettamente necessario.
Spero che stia bene e che si stia riprendendo giorno dopo
giorno. Soprattutto mi auguro che stia bene la sua bambina e che tutto
vada
bene fino alla fine.
Le auguro di ritrovare la felicità che io ho distrutto,
Daniele
Valencia
“Non
posso credere che
Daniele abbia trovato un cervello nella testa finalmente!” mi
dice Armando.
“Già” gli dico.
“Ti dispiace Betty?”
mi chiede
“Assolutamente no.”
“Nei sei sicura?” mi
chiede di nuovo.
“Ti dirò una cosa,
anche se tu non vuoi parlarne, adesso voglio parlarne io” gli
dico “ Non ho mai
provato una grande stima per Daniele Valencia in realtà.
Dalla prima volta che
l’ho visto. Non solo per tutto quello che mi diceva o per
quello che combinava.
Non mi ha mai affascinato per davvero, fino al momento in cui ho visto
che si
nascondeva dietro una maschera. Anche io sono stata mascherata per
tanti anni.
Non abbiamo tutti la fortuna di poter essere chi sentiamo di voler
essere. Come
mi ha detto una volta a Cartagena Cecilia Bolocco ‘stiamo nel
posto in cui
pensiamo di meritare di stare’. Quando tu hai lasciato
l’Ecomoda e io ho
iniziato a lavorare con lui, ho capito che forse
c’è un Daniele Valencia
migliore di quello che è adesso. Questo mi ha affascinato.
Il fatto che fossi
io a poterlo tirare fuori, che lo potessi cambiare. Tu non
c’eri mai.
Improvvisamente dopo anni in cui sei stato al mio fianco non
c’eri più. E non
solo fisicamente. La sera in cui ti ho detto di aver baciato Daniele tu
mi hai
chiesto “Ti ho forse trascurata Betty?”. La
risposta è sì. Si non perché sei
andato a lavorare da un’altra parte, ma perché hai
smesso di darmi qualcosa di
te, quella parte che mi faceva essere una donna migliore, che mi faceva
sentire
parte della nostra coppia. Io ti ho lasciato fare perché
pensavo che tu dovessi
provare a essere quello che vuoi essere e sentire di meritare di stare
dove
vuoi stare, ma ho iniziato ad avere dei dubbi su chi vuoi essere.
È qui che si
è insinuato Daniele Valencia. Lui cercava di migliorare e tu
peggioravi.”
“Betty” mi dice lui sconvolto
“io stavo solo lavorando!”
“Lo capisco il tuo
entusiasmo per il tuo nuovo lavoro. È tutto legittimo, tutto
giusto ma non ho
mai saputo cosa si provasse a stare lontani. Ora lo so. Non posso
biasimarti se
tu vuoi sperimentare nuove situazioni professionali, ma questo Armando
non mi
piace. Non mi è piaciuto sentire che improvvisamente non
facevi più parte delle
nostre vite. Davanti avevo un Daniele che pensavo stesse lottando per
capire
quello che tu già sapevi e tu ti stavi smarrendo!”
“Cosa vuoi dire Betty?”
mi chiede
“Voglio dire che ci
devi essere. Devi esserci nelle nostre vite perché noi
abbiamo scelto di
esserci insieme l’uno per l’altro e per i nostri
figli!”
“E tu credi che io non
lo sappia? E a proposito di questo, tu dove sei? Anche tu devi esserci,
non
dovevi farti affascinare da Daniele!” mi accusa
“So che ho sbagliato.
Ma sono umana anche io! Ho fatto solo un maledetto errore! E se sono
qui a
dirti queste cose, è perché io ti amo!
Perché io non ho mai smesso di amarti.
Io sono qui. Sono tornata. Sei tu che devi decidere dove vuoi
stare.”
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Capitolo 44 *** Armando ***
Sono furioso con
Betty
per quello che mi ha detto. Come può pensare che io non sia
presente nella
nostra famiglia e nella nostra coppia solo perché
è capitato che non potessi essere
presente a qualche evento? Ho sempre creduto nella nostra coppia, ho
sempre
creduto di poter contare su di lei sempre e comunque, mentre invece lei
adesso
mi dice che è lei a non aver potuto contare su di me. Che io
gareggio contro
chi? Per dimostrare qualcosa ma a chi?
Io non la vedo affatto
così. Mi sembra solo che in tutto questo tempo io abbia
provato ad essere solo
me stesso, con scarsi risultati perché alla fine sto
perdendo tutto quello che
conta di più per me, la mia famiglia. Non posso credere che
quello che per me
era solo desiderio di affermazione professionale oltre
l’Ecomoda per Betty
possa essere la mia volontà di disimpegnarmi. Non riesco a
capire come possa
pensare una cosa del genere.
Eppure lei sembrava l’unica che capisse all’inizio
quali fossero i miei
sentimenti al riguardo, al punto di spingermi ad accettare questo nuovo
lavoro.
Non so se essere
arrabbiato o lusingato. Da un lato a me fa piacere fare un buon lavoro,
un
lavoro che sia tutto mio checché ne dica lei, soprattutto se
non lo capisce, se
non capisce che mi serve per stare bene. Dall’altro sono
lusingato dalle sue parole
perché mi sta dicendo che lei vuole me nella sua vita, nella
nostra famiglia.
Ma il nuovo me non riesce più a nascondere le cose come ho
fatto fino a poco
tempo fa. E forse lei questo non riesce ad accettarlo. Come io non
riesco ad
accettare che lei sia un’altra rispetto alla donna che ho
sposato e di cui mi
sono innamorato. Il punto è che io continuo ad amarla.
Quando la guardo sento
dentro qualcosa che non so spiegare a parole, ma questo qualcosa mi fa
dire che
lei è mia e solo mia e che nessuno può portarmela
via anche quando la detesto
come adesso.
Allo stesso tempo ho
così paura di perderla. Paura che ad un certo punto lei si
stancherà di me. Non
capisco come abbiamo fatto ad arrivare a questo punto. Non lo so
proprio. Sto
provando tutto e il contrario di tutto.
Sono
in ufficio e
suona il mio telefono. E’ di nuovo Faith. Non ho ancora
risposto al suo
messaggio per prendere
insieme un caffè.
Adesso non ho nessuna scusa per non risponderle. Mi sto giostrando su
un equilibrio
molto precario. Non devo indispettirla. Non vorrei mai e poi mai che
per colpa
mia salti il possibile investimento di Parker nella New Tech.
“Pronto Faith!”
rispondo al telefono
“Armando!” mi dice lei
“finalmente mi rispondi! Cose ne dici se ci
vediamo?”
“Sono oberato di
lavoro” le dico
“Questa scusa è
vecchia come il mondo! Ci vediamo per pranzo e non puoi
rifiutare!”
Ecco. Il punto di non
ritorno. Cosa faccio adesso? Non posso non andare. Apparentemente non
ne ho motivo.
Sarebbe un pranzo tra due ex compagni di università. Il
secondo quest’anno. Il
primo, con Manuel, mi ha stravolto la vita, questo con lei …
non so cosa
potrebbe succedere se faccio solo un minimo passo falso.
Chiamo Betty. Meglio
mettersi al riparo PRIMA di qualsiasi possibile disastro. Lei
è tornata in
ufficio stamattina. Compongo il numero diretto.
“Si” mi risponde lei
“Betty” le dico “sono
io.”
“Ciao!” mi dice con un
tono amichevole. Di solito non la chiamo quasi mai … in
effetti quando è stata
l’ultima volta che l’ho chiamata dal lavoro? Forse
mai.
“Betty” comincio
tentennando “volevo dirti che …”
“Si dimmi”
“Mi vedrò a pranzo con
Faith. Lei mi ha invitato e non ho potuto rifiutarmi!”
“Certamente” mi dice
lei fredda “Non hai proprio potuto farne a meno! Va bene,
Armando, vai
tranquillo. Ci vediamo stasera, se torni a casa!” e chiude il
telefono.
Immaginavo che avrebbe
reagito così. Forse le farà bene stare un
po’ sulle spine, d’altronde gliel’ho
pure detto che esco con lei.
Io e Faith ci
siamo
dati appuntamento davanti alla New Tech. La guardo arrivare.
E’ sempre
bellissima. Ha i capelli nerissimi e due occhi verdi che sono
spettacolari.
“Finita l’analisi?” mi
chiede
“Si e sei sempre
bellissima!” le dico
“Grazie!”
“Prego!”
“Senti, sono sicura
che vuoi andare a chiuderti in un ristorante, voi uomini
d’affari siete tutti
così!”
“Davvero? Non saprei
le dico, quelli che frequento io si chiudono in un
ristorante!”
“Immaginavo. Invece io
pensavo di prendere un hot dog e di andare a sederci su qualche bel
prato che
te ne pare?”
“Mi sembra una buona
idea!” le dico
“Devi raccontarmi
vent’anni della tua vita e anche io!!”
Abbiamo
fatto davvero
così. Non posso credere che sto trangugiando birra e
mangiando un hot dog in un
parco come un ventenne qualsiasi!!
"Non facevo una cosa
del genere dai tempi dell’università” le
dico e non sto scherzando!
“Immaginavo anche
questo. Infatti come vedi io ho un abbigliamento abbastanza sportivo
proprio
per l’occasione!”
“Noto. Hai preparato
davvero tutto!”
“Certo! Allora inizia
a raccontarmi tutto quello che devo sapere di questi anni!”
“Proprio tutto no!” le
dico “altrimenti facciamo notte!”
“Ma è proprio quello
che voglio fare!” mi dice lei con un sorriso sornione. Faith
mi ha sempre
affascinato perché mi ricorda mia sorella Camila. Ha la sua
stessa ironia e la
sua stessa voglia di vivere.
“Ho fatto anche delle
cose di cui non vado affatto fiero. Ma quelle non posso raccontartele,
altrimenti tuo marito non vorrà più lavorare con
noi!”
“Come no! Sono
soprattutto quelle che voglio sapere. E poi mi interessa anche sapere
come hai
conosciuto tua moglie!. Mio marito è rimasto favorevolmente
colpito da lei. Al
punto che quando ha fatto indagini su di te, mi pare ovvio che io non
sapessi
che tu eri tu, altrimenti non gliele avrei mai fatte fare, gli avrei
detto tutto
io, comunque quando ha scoperto che lei è tua moglie, pare
sia una dei migliori
manager mondiali nel campo della finanza e dell’economia, ha
pensato che dopo
aver sistemato te, doveva trovare un lavoro anche per lei nel suo
impero
finanziario!”
“Si” le dico “Betty è
un genio della finanza. È un talento innato. Se ti racconto
la sua vera storia
non ci credi!”
“Forza Mendoza …
inizia a raccontare!”
Dopo
un’ora che le
racconto della mia vita mi fermo perché è troppo
tardi e devo rientrare nel mio
ufficio.
“Devo tornare a lavoro
Faith, non posso mica battere la fiacca!”
“Che peccato! Ti avrei
ascoltato per ore!”
“Sarà per un’altra
volta!”. Mi rimetto la giacca. “Nel fine settimana
tornano i miei figli, se
sarai ancora qui mi piacerebbe farteli conoscere! Sono molto
simpatici!”
“Con molto piacere!”
mi dice. “Mi ha fatto molto piacere ritrovarti. Anche io devo
raccontarti tante
cose, nemmeno la mia vita è stata abbastanza
semplice!”
“Mi dispiace! Forse è
colpa dell’università, ci siamo così
tanto divertiti lì che non ci rimane più
gioia per la nostra vita!” le dico
“Perché dici così?” mi
chiede “Mi stavi parlando di una vita felice mi
pare!”
“Si tutto sommato si!”
“Sai che non mi
ricordo per quale motivo abbiamo smesso di frequentarci?” mi
dice lei
provocatoriamente. Secondo me se lo ricorda benissimo invece, dal
momento che è
stata lei a non volermi più frequentare in favore di
…. “aspetta che adesso mi
ricordo anche il nome … Dorian Brown gloriosissima stella
della squadra di
basket!” le dico
“Questa storia mi ha
distrutto la vita! Mi dice” e si avvicina a me dire
pericolosamente. “non ho
mai più vissuto una storia libera, senza impegno e profonda
come quella con te.
Forse quello è stato il periodo più bello della
mia vita!”. È ormai arrivata
nella prossimità delle mie labbra e mi bacia senza che io
abbia la possibilità
di fare alcunché. Io non reagisco in alcun modo anzi provo
ad allontanarla.
“Sei proprio
innamorato di tua moglie!” mi dice
“Si” le rispondo “non
riesco a non esserlo!”
“Ma io non voglio
portarti via a lei, voglio solamente ricordare il passato!”
mi dice e mi bacia nuovamente.
Io non vorrei baciarla ma lei non molla la presa, mi ritrovo a
rispondere al
suo bacio senza neanche accorgermene.
Lo
sapevo che avrei
combinato un macello. Non dovevo andare a pranzo con Faith! Lo sapevo!
Ora come
faccio? Non posso dirlo a Betty.
Sto pensando a come
gestire questa situazione quando Mario Calderon entra nel mio studio
alla New
Tech. “E tu cosa ci fai qui?”gli chiedo
“Sono passato per
vedere come stai … ho immaginato che qualcosa bollisse in
pentola dal momento
che Betty è in Ecomoda e sbraita come una leonessachiusa in
gabbia. Ti fa
onore! Pensa che urla quasi come te” mi dice.
“Davvero?”
“SI. Devi aver
combinato qualcosa di veramente grave perché mi ha chiamato
nella sua stanza,
mi ha detto che visto che tutti gli esseri umani sbagliano anche io
posso
farlo. Quindi mettiamo definitivamente una pietra sopra alla storia del
diario,
ma se non gli dico tutto quello che so su una tale Faith Jackson Ross
che però
ai tempi dell’università non si chiamava di certo
così, rischio di essere
licenziato in tronco! Una scenata in pieno stile Armando Mendoza
insomma! Cosa
stai combinando Tigre? E cosa c’entra Faith Fox in questa
storia?”
“Tu cosa hai detto a
Betty?”gli chiedo
“Che Faith la conosco per
via dell’università che avevate una storia di
sesso a tutta birra e impegno
zero!”
“Hai detto così?
Letteralmente così??!” gli chiedo. Lo vedo annuire
“Marioooooo! Mi hai
praticamente rovinato la vita!”
“Ma io non sapevo che
lei non sapesse … !”
“E io ho
fatto ben di peggio! Ho baciato
Faith, oggi a pranzo!” gli dico “Betty era nervosa
perché l’ho chiamata per
dirle che sarei andato a pranzo con lei. Non voglio nasconderle nulla
però
forse avrei fatto meglio a farlo, almeno adesso potrei nasconderle
quello che è
successo”.
“ Tigre
non devi dirle niente. Negare, negare
e sempre negare” mi dice
“Ma come faccio a
negare se ne accorgerà da sola … tu non la
conosci come la conosco io!” gli
dico “Augurami buona fortuna piuttosto!!!”
Arrivo
a casa e trovo
Betty seduta sul divano che sta guardando delle fotografie sul suo
tablet. Me
le mostra. “Le ha mandate Cami” mi dice,
“sono molto carine, i nostri figli si
stanno divertendo un casino a Londra, anzi a quanto pare, hanno girato
mezza
Europa da Londra. Sono stati a Parigi, Madrid e in Liguria al
mare!”
“Si mio padre è sempre
stato bravo a organizzare viaggi. E c’è pure lo
zampino di mia sorella Camila
sicuramente!”
“Si lo credo anche io!”
mi dice “guarda le foto” mi porge
l’apparecchio. Sono davvero molto belle. Mio
figlio vestito da piccolo Lord è un bijou.
“Non vedo l’ora che
ritornino” dico “mi sono mancati
terribilmente”
“Anche a me, ma sono
felice che non abbiano vissuto questi mesi di stress qui con noi.
Sarebbe stato
impossibile evitarglielo e io non l’avrei
sopportato!” mi dice “Già la bambina
qui presente” dice toccandosi la pancia “se non
nascerà stressata sarà un
miracolo!”
“Non abbiamo deciso
che nome darle” le dico
“Mi sembra obbligato
scegliere tra Margherita e Giulia” mi dice “ma non
so scegliere, penso che
prima la vedrò in faccia e poi decideremo, che te ne
pare?”
“Mi sembra un’ottima
idea!” le dico e mi chino a baciarle la pancia che cresce
ogni giorno di più.
“Hai cenato?” le
chiedo. Sono molto
divertito all’idea di
vederla mentre cerca di dominarsi facendo finta di niente rispetto al
mio
pranzo con Faith, mentre io so che ha sbroccato di brutto al punto di
perdonare
Mario Calderon!
“No” mi risponde “tu
hai cenato?” mi chiede “sempre che tu abbia fame
dopo il pranzo di oggi
naturalmente!”
Eccola
pronta a colpire come una predatrice. “No, non
ho cenato. Ma ho un po’ fame perché oggi ho
mangiato solo un hot dog in un
parco!”
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Capitolo 45 *** Betty ***
“Cosa?”
gli chiedo. “E
siete andati in un parco?”
“Si” mi risponde
“Faith dice che noi uomini d’affari stiamo troppo
spesso chiusi nei ristoranti.
Un po’ di aria ci fa bene!”
“Faith dice?” dico a
mia volta “e che altro dice?”. Mi alzo dal divano e
gli vado vicino.
“Niente!” alzo le
spalle. “Mi ha detto che suo marito avrebbe piacere di averti
nel team dei
supermanager che lavorano nel suo impero!”
“Eh?” gli dico senza
capire.
“A quanto pare” mi
spiega “Jackson ha fatto fare delle indagini anche su di te e
ha deciso, se io
accetto il lavoro che mi offre, di trovare un impiego anche a
te”
“Io non intendo
lasciare l’Ecomoda.”mi dice “Come hai
detto tu è l’eredità dei nostri figli.
E
lo devo a tuo padre. Senza contare che senza l’Ecomoda non ti
avrei mai
incontrato e non avremmo messo al mondo tre splendidi figli”
“Questo non puoi
saperlo!”mi dice
“Quindi stai pensando
di accettare la proposta di Parker Jackson Ross. Vuoi che ci
trasferiamo in
Alaska?”
“No in Alaska,
eventualmente a Seattle” mi dice
“Quindi mi stai
dicendo che importa solo quello che vuoi tu! Improvvisamente la vita
dei nostri
dipendenti non ti interessa più. La vita di quelle stesse
persone per cui ci
siamo ammazzati in tutti questi anni. Ma chi sei? Non ti riconosco
più!” gli
dico.
In quel momento suona
il suo cellulare. È un messaggio lo riconosco dal suono
perché io ho lo stesso
telefono. Vedo che lo legge e sorride. “Chi è che
ti scrive?” gli chiedo
“Siamo arrivati a questo?”
mi chiede “Vuoi sapere chi mi scrive? Vuoi controllare il mio
telefono?”
“Forse non sarebbe una
cattiva idea!” gli dico
“Betty sei stata tu a
iniziare questa crisi tra di noi e adesso stai cercando con tutte le
tue forze
di darne la colpa a me!”
“Bravo! Davvero Bravo!
Lavatene le mani!” gli dico
“Ho baciato Faith oggi
a pranzo!” mi dice confessando.
“Che hai detto?”gli
chiedo
“Hai sentito
benissimo” mi ripete “ho baciato Faith oggi al
parco!”
“E ora che ti sei
vendicato ti senti meglio????” gli chiedo “questo
è davvero un colpo basso”
aggiungo “ma avrei dovuto immaginarlo che la signora non fosse
così
disinteressata”
“Non è niente di
quello che pensi tu!” mi interrompe “è
solo che stavamo parlando del passato e
ci siamo lasciati prendere la mano!” mi dice
“Allora devo pensare
che hai baciato anche Marcela Valencia a Miami oppure quella Tatiana
lì a New
York!”
“Non sai quello che
dici!” mi accusa “Non ho baciato nessuna di loro.
Sono tredici anni che bacio
solo te!”
“E pensi che io ci
creda!?” gli urlo. Lo so che è così in
realtà
“La sai bene che è
così!!” mi dice “Il gioco bacia un altro
l’hai iniziato tu!”
“Non posso credere che
stiamo ancora parlando di Daniele! Ti ho detto mille volte che
è stato un
errore, mentre tu la tua ex qui l’hai baciata di
proposito!” lo accuso io “Mi
hai deluso. Non è il comportamento di un uomo
responsabile!”
“E tu allora? Parliamo
di te. Io l’avrò fatto pure di proposito, ma tu
hai iniziato un flirt con
Daniele, e questo è più grave. Nemmeno io ti
riconosco più. E non ti riconosco
più da tanto tempo, da molto prima che Daniele Valencia
entrasse nelle nostre
vite!” mi urla
“E questo cosa
significa?” gli chiedo “Spiegami!”
“Nulla, non significa
nulla” mi dice, ma io gli prendo il volto tra le mani e gli
dico “Ora mi dici
cosa diamine significa, immediatamente!”
Vedo che non mi
risponde. “Non ce la faccio più con questo tuo
atteggiamento. Devi dirmi cosa
ti infastidisce. Da quando hai smesso di parlare con me?
Perché hai smesso di
parlare con me? Non capisci che questo ci divide?”
“Non mi piace la tua
immagine” dice finalmente. “Non mi piace quello che
ti fa sembrare. Non mi
piace quello che la tua nuova immagine ti fa sembrare, va
bene?”
“E me
lo dici ora?
Dopo tutto questo tempo? E soprattutto cosa sembro?”
“Il punto non è che
stai male, ma lo è il fatto che sembri una donna provocante,
sexy, che fa girare
gli uomini quando passa, che li attrae e questo non mi
piace!” mi dice
“Ma cosa dici?” gli
rispondo “Non è affatto vero! Queste cose le vedi
solo tu! Io non mi sento
affatto così. Non posso credere alle mie orecchie. Mi stai
dicendo che pensi
che io faccia la sexy con altri uomini, per provocarli?”
“No, non ho detto
questo!” mi risponde “Tu lo fai nonostante non te
ne accorga. E questo mi fa
imbestialire!” mi dice
“Ed io che pensavo che
in questa nuova versione non ti avrei più messo in
imbarazzo!!”
“Tu non mi metti in
imbarazzo!” mi dice
“Non è vero. E lo sai
anche tu. C’è stato un periodo in cui mi
nascondevi per quanto ero brutta!” gli
urlo
“Ma è passato Betty”
mi urla lui “E’ passato. E non da un anno, da
tredici anni.”
“In poche parole mi
stai chiedendo di tornare ad essere quella persona di tredici anni
fa!” gli
dico
“Cosa c’era che non
andasse in quella Betty lì?”
“C’era che no stavo
bene con me stessa. Io adesso mi sento bene e in pace con me stessa! E
poi io
sono sempre io. Non è affatto vero che attiro gli
uomini o baggianate
simili. A me queste cose non interessano affatto e tu dovresti
saperlo!”
“E il servizio
fotografico Betty? Lo sai cosa ho provato quando ti ho visto sul set?
Ho pensato che fossi
diventata una di quelle ragazze che frequentavo prima di te. Bellissime
e
frivole e stupide!”
Ogni sua parola mi
ferisce come un macigno. “Io mi stavo solo divertendo! Non
oso immaginare cosa
pensi di quello che è successo nel mio studio dopo! Pensi
che mi sia comportata
da puttanella non è vero? Come una Claudia Bosch qualsiasi
ammettilo!”
Armando mi viene
vicino e mi appoggia una mano sulla spalla “Betty, non ho
assolutamente detto
questo. Non è questo quello che penso!”
“Non mi interessa
quello che pensi. Dopo dodici anni di matrimonio arrivi a pensare
questo di
me!! Della madre dei tuoi figli.”
“Betty” mi dice .. ma
io non gli do la possibilità di parlare “Non sei
più prigioniero di questa casa
o mio. Puoi andartene se vuoi. Vai a Seattle con Faith o con chiunque
tu
voglia! Quando nascerà la bambina ti avvertirò. E
ora lasciami sola.”
Me ne vado nella
nostra stanza e mi sdraio sul letto. Adesso è veramente
finita. Non posso
credere che sia finita. Ma lui non è più sposato
con me. È sposato con una
che non è più me da tanto tempo e che non posso tornare ad
essere nemmeno per
lui.
Devo pensare ad una
strategia. Devo pensare ai miei figli. A questa piccolina che deve
ancora
nascere e ha già i genitori separati. Ed io che pensavo che
avrebbe potuto
portare un po’ di pace la sua nascita!
Devo dirlo a Cami e
Roberto. Dovrò spezzare il loro cuore ma non posso fare
altrimenti.
Ed io che pensavo che
il problema fosse la sua gelosia nei confronti di Daniele. Invece non
gli vado
proprio bene io.
Non capisco dove abbia
sbagliato. Non dovevo assecondare Stefan Castro forse. Ma il problema
è che io
non stavo recitando. Io mi sentivo così. Più
forte, più sicura. E devo esserlo
perché da domani dovrò crescere tre figli da
sola. Forse è il caso che lasci
l’Ecomoda. Non lo so.
Ripenso alla sera
della cena di Gala a New York quando mi ha detto che se mi avesse
incontrato in
quella circostanza per la prima volta sarei stata per lui solo una
delle tante.
Quindi Armando non sopporta
che io cammini sulle mie gambe. Ha bisogno di sapere che io ho bisogno
di lui.
Non capisco come faccia a non rendersi conto che io ho bisogno di lui
comunque.
Come l’aria per vivere. Perché nonostante tutto io
lo amo. Sento l’ascensore
chiudersi. Faccio un giro per la casa. Se n’è
andato via.
Non
so come abbia
potuto superare la notte scorsa. Ora sono in Ecomoda.
La prima persona che
ho chiamato stamattina è stata Nicolas e lo vedo entrare con
a seguito Mario
Calderon.
“Pensavo che la cera
di Armando dicesse tutto e invece la sua è anche
peggio!” mi dice.
“Grazie Mario” gli
dico “Armando è da lei?”chiedo
“Si!”mi risponde “è
venuto subito dopo essere andato via da casa vostra!”
“Betty” mi dice Nicola
“Non pensi che potreste superare la questione, parlandone
ancora?”
“No Nicola. Lui mi ha
detto che non gli piace quello che sono diventata, che gli ricordo le
donnette
che frequentava prima di conoscermi. Dovrei tornare a essere quella che
non
sono e questo significa uccidermi!”
“Betty” mi dice Mario
“Armando non sa quello che dice il più delle
volte. Sicuramente non intendeva
dire queste cose. Il vero problema è che lui non sa come
controllare le
emozioni che lei suscita negli altri uomini e vede pericoli
ovunque!”
“Se mi amasse non
dovrebbe avere di questi problemi!”
“Lei lo sa che la ama”
mi dice “Forza Betty è lapalissiano. Non mi ha
parlato per due anni e io sono
il suo migliore amico! Mi dispiace ma non le permetto di dire che lui
non la
ami, perché la ama.”
“Dottor Calderon, la
ringrazio per il suo incoraggiamento ma non serve a niente!”
“Betty” mi interrompe
“Armando non sa come comportarsi, non è mai stato
con una donna vera vera vera
prima di lei!”
“E Marcela Valencia
cos’era?” gli chiedo
“Armando teneva alla
sua macchina più che a lei e lo sa pure lei!” mi
dice
“Questo è vero!”
aggiunge Nicolas
“Basta” li interrompo
“qualsiasi cosa diciate non mi interessa, non
cambierà la
mia decisione e andate a prepararvi per la
riunione che c’è tra poco. La presentazione della
nuova collezione non aspetta!
Ci vediamo tra mezz’ora nella sala riunioni” gli
dico.
Loro
escono ed entra
Daniele Valencia. Oddio che giornata! È la prima volta che
lo vedo da quando
sono finita in ospedale.
“Stia tranquilla
Betty” mi dice “non sono qui per litigare. Volevo
darle questo.”
Mi da un foglio che
leggo velocemente con le sue dimissioni.
“Vuole andare via
Daniele?”
“Si” mi risponde “lo
devo fare per Giulio. Vuole tornare a vivere in Germania e lo psicologo
ci
consiglia di assecondare la sua richiesta affinché possa
elaborare la sua
rabbia”
“E la sua rabbia
Daniele?” gli chiedo, ma me ne pento subito. Poi ci penso e
in realtà non ho di
che pentirmene. È sempre stato Armando il motivo di frizione
tra di noi.
“Io e Armando ci siamo
lasciati” gli dico “ieri sera.”
“Per colpa mia Betty?”
mi chiede
“No Daniele, lei alla
fine non c’entra proprio niente. Era solo la punta
dell’iceberg. Però la
avverto, questo non significa che mi butterò tra le sue
braccia!! Perché io non
la amo.”
“Lo so Betty, né io lo
permetterei. Dopo aver visto mio figlio in preda alla furia quando
l’ha spinta,
tante cose sono cambiate in me. Mio figlio mi ha ricordato me alle
prese con
quella stessa sofferenza. Lui adesso viene prima di me. Comunque io ho
sempre
pensato che Armando Mendoza sia un’idiota. E quanto mi dice
me lo conferma
ancora una volta. Qualsiasi uomo sarebbe fiero di starle accanto. Di
avere
accanto una donna vera! Che ha il coraggio di mettersi in gioco e
di
cambiare in meglio. Betty, sappia che lei avrà per sempre la
mia ammirazione”
mi dice.
“E io le dico che non
voglio che Roberto e Giulio smettano di frequentarsi. Quindi
resterò in
contatto con Katarina. Se per lei va bene.”
Lui abbassa la testa
come per dire si e poi esce.
Ripenso alle sue
parole ‘Qualsiasi uomo sarebbe
fiero di
starle accanto. Di avere accanto una donna vera! Che ha il coraggio di mettersi in gioco e
di
cambiare in meglio.’
Qualsiasi uomo tranne
Armando Mendoza. Che è l’unico che voglio.
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Capitolo 46 *** Armando ***
Ho combinato un
autentico disastro. La situazione mi è completamente
sfuggita di mano. Non
intendevo dire a Betty quello che ho detto.
È vero che la sua nuova immagine mi turba ma
non penso nemmeno
lontanamente che lei sia una Claudia Bosch qualsiasi.
Ero felice, quando
sono arrivato a casa, perché sapevo da Mario che lei era
gelosa di Faith.
L’unica cosa che volevo dirle era che al parco sarei voluto
andare con lei.
Infatti mentre guardavo Faith pensavo, perché
non c’è Betty qui con me? Dovrebbe esserci Betty
qui con me!
Baciare Faith non ha
significato niente per me. L’ho fatto anche perché
volevo punire Betty, ma alla
fine il danno maggiore l’ho fatto a me stesso. Sapevo che non
avrei dovuto dire
quello che pensavo rispetto al suo cambio di immagine. Che avrebbe
creato tra
di noi una enorme frattura. Soprattutto perché Betty non
capisce il mio punto
di vista. Non era affatto brutta prima di questo cambio.
“Tigre” mi dice Mario
entrando nella mia stanza che è la camera degli ospiti della
sua casa “Certo
che ti sei abbonato a casa mia!”
“Ho combinato un
disastro Calderon!” gli dico e gli racconto la discussione
che ho avuto con
Betty.
“Tigre! Non posso
credere che tu abbia detto queste cose a Betty!!!”
“Invece l’ho fatto!”
“Devi esserti fumato
il cervello!” mi dice “Dico, ma l’hai
vista? Solo tu puoi pensare che lei
stesse meglio prima! Forse vuoi dire che prima tu stavi tranquillo
perché lei
non era così prepotentemente affascinante!”
“Calderon!” gli dico
“sono stupito del tuo sguardo sensibile sull’animo
di Betty. Non eri tu quello
che non la potevi soffrire!?”
“Questo era prima!
Prima che vedessi con i miei occhi che con lei hai trascorso gli anni
più
felici della tua vita e tu non puoi dimenticarlo!”mi dice
“Non lo dimentico!”
gli dico
“A me pare di si!” mi
dice “Anzi sono proprio convinto che il problema sia tu e non
lei!”
“Mario ma cosa dici?”
“Dico dico. A me
sembra che l’unico che non sappia più chi
è, sia tu!”
“Ma cosa dici? Perché lo
dici? Come puoi pensare una cosa del genere?”
“Ok! Te lo spiego!” mi
dice “ Tu da quando c’è stato il cambio
di look di Betty ti sei messo in
competizione con lei!”
“Cosa? Ma cosa dici
Mario non è affatto vero!”
“Invece sì! Tu sei
sempre stato un po’ in competizione con lei anche se sei
stato bravo a negarlo
per tutto questo tempo. Quando lei ha avuto il coraggio di cambiare, di
essere
quello che vuole essere tu hai fatto lo stesso. Perché avevi
tanti problemi
irrisolti. Ma qui il vero problema, secondo me, è che tu hai
bisogno di sentire
che lei ha bisogno di te e soprattutto che facendo così tu
senta di avere un
ruolo di guida, o di protezione, in cui lei comunque alla fine dipende
da te e
tu per questo ti senti migliore. Non
posso credere che tu sia arrivato alla tua età pensando di
valere così poco e
poi tutto in una volta di dimostrare a tutti e a lei quanto vali. Non
hai
considerato solo una cosa, che per fare questo stai distruggendo la tua
famiglia!”
“Ma tu non eri quello
frivolo?” gli chiedo
“Si” mi risponde “Ed è
anche divertente esserlo, ma questo non significa che io non guardi la
realtà
per quella che è!”
“La realtà ….
già!”
gli dico
“La realtà è che tutto
quello che stai provando è un dolore sprecato.
Perché hai dimenticato la cosa
più importante di tutte. Betty ti ama. Ha bisogno di te non
perché sei migliore
o peggiore di chiunque, ma perché ti ama. E lei ti accetta
come sei, mentre tu
non ne sei capace!”
“Questo non è vero”
gli dico “Non è affatto vero. Lei non mi accetta
per come sono. Io per esempio
vorrei accettare il lavoro di Parker Jackson Ross, ma lei non vuole
lasciare la
Colombia. Se mi amasse lo farebbe”
“E’ il tuo ego che
parla. Tu non vuoi per davvero andare in America, vuoi solo dimostrare
al
mondo, a te stesso e a LEI che sei così bravo da essere
stato scelto da una
compagnia americana multimilionaria! Il punto è che potresti
essere anche un
barbone e lei ti amerebbe lo stesso!”
“Mario stai dicendo un
cumulo di sciocchezze! Lasciami solo!”
Non posso
credere a
quello che mi ha detto Mario! Che sfacciataggine! Venire qui e farmi la
morale.
Come se io non amassi Betty e all’origine di tutto questo non
ci sia il mi
smisurato amore per lei. Come se lei potesse cambiare senza che io ne
sappia
niente, o io possa cambiare senza che tenga conto di quello che
significherebbe
per lei. Mi rendo conto di quello che sto dicendo. Io mi sento
cambiato, mi
sento cambiato perché non avrei mai pensato che Betty
potesse avere un flirt
con Daniele, ma so anche che tutto è successo
perché io ero impegnato nella mia
carriera e l’ho messa da parte. Mario ha ragione. Dannazione!
Dov’è la mia
pallina antistress? La esco dalla valigia e inizio a stringerla. Se
avessi
fatto caso al fatto che era con lei che stavo gareggiando, forse non
l’avrei
persa. Però è così difficile essere
sempre un passo dietro tua moglie. All’inizio
del nostro matrimonio questo era per me fonte di orgoglio. Nel tempo
però non
sono riuscito a considerarmi “il solito incapace”.
Lei è migliore di me. Punto.
Questo è un dato di fatto.
E’passato
un mese da
quando sono andato via di casa. Con Betty ho parlato solo lo stretto
necessario. Uno dei momenti peggiori della mia vita è stato
dover dire ai miei figli
che ci eravamo separati. Non gli abbiamo detto che era per sempre ma
solo un
periodo. Non so quanto ci abbiano creduto! Inutile dire che sono tutti
arrabbiati con me. Insomma la colpa di questa separazione è
per tutti mia e
solo mia. I miei suoceri mi farebbero fuori, i miei genitori sono molto
delusi
e io ci impiego poco a pensare mio padre che dice ‘Armando hai rovinato tutto come al
solito.’
Io e Betty ci siamo
visti solo tre volte, quando mi ha lasciato i bambini per il fine
settimana. A detta
di Cami, è molto
triste e sta sempre chiusa nella sua camera. Non riesco a sapere che
soffre e
non poter fare niente. Ma è lei che non vuole parlarmi. Io
ci ho provato in
molti modi ma è stato tutto inutile.
L’unica
mia amica, l’unica
decisa seriamente a stare dalla mia parte è stata Faith.
Anche se naturalmente
lei vive a Seattle. Ci siamo sentiti su Skype e via mail. Alla fine suo
marito
ha davvero fatto un investimento alla New Tech che ci ha permesso di
sviluppare
una nuova sezione che Manuel e i suoi ingegneri volevano con tutte le
loro
forze. La robotica. Adesso la New Tech è
un’azienda molto grossa, speriamo di
non aver fatto il pass più lungo della gamba
perché altrimenti non ci rimane
che vendere alla Jackson Ross Corporation.
Squilla il telefono. È
Nicolas! “Armando corri in ospedale, Betty sta
partorendo!” mi dice. Cosa?? Ma
come può essere, mancano ancora quattro settimane al parto.
Non posso crederci.
Mia figlia sta nascendo in anticipo! Corro come un pazzo e trovo tutti
davanti
la stanza di Betty. “Cosa succede?” chiedo
“Si è rotto il sacco
amniotico ma Betty non ha avuto contrazioni” mi dice Nicolas,
“il medico ci ha
detto così”
“Voglio entrare!” dico
e apro la porta. Vedo
che Betty ha delle
contrazioni. Le vado subito vicino
“Signor Mendoza” mi
dice il medico “sua figlia vuole nascere prima, è
il momento di andare in sala
parto”
Vedo che Betty è
agitata e mi chino su di lei per posarle un bacio sulla fronte
“Vedrai che
andrà tutto bene!”
La guardo e non
posso
credere che i nostri rapporti siano così cambiati. Io la amo
con tutto me
stesso. Non mi interessa cosa indossa e come si veste! Io la amo e
basta. Mi
rendo conto di quanto io sia stato imbecille. Non posso perderla.
È tutta la
mia vita. La vedo asciugarsi le lacrime. “Armando”
mi dice “se qualcosa dovesse
andare storto, voglio che salviate la bambina”. Me lo ha
detto anche quando
sono nati Camila e Roberto. “Lo sai anche tu che
andrà tutto bene!” le dico. Dopo
quattro ore di travaglio finalmente la bambina nasce. Immediatamente la
mettono
sul petto di Betty che la bacia sulla fronte. Io riesco anche a
tagliare il
cordone. Fuori ci sono tutti. Ma proprio tutti. La banda delle racchie,
Mario,
Nicolas, i miei genitori e quelli di Betty. La bambina per fortuna sta
bene e
non ha bisogno dell’incubatrice. Me la fanno prendere in
braccio dopo averla
lavata e profumata e io gliela faccio vedere a tutta la gente fuori.
“Sapete come
chiamarla?” ci chiede l’ostetrico.
“Allora come vuoi
chiamarla?”mi dice una Betty sfinita. “Margherita o
Giulia? Secondo me le sta
meglio Margherita!”.
Guardo la mia bambina.
Ha una montagna di capelli scuri. E le sue piccole labbra sembrano
petali di
rosa. Sta dormendo. Stringe le dita a pugnetto come fanno tutti i
neonati.
“Ti assomiglia sai?”
mi dice Betty
“Non voglio chiamarla né
Giulia né Margherita” le dico “Vorrei
chiamarla come te se per te non è un
problema, così che il tuo nome sia per sempre indissolubile
dal mio cognome”
“Vuoi chiamarla
Beatriz? Ma così ci confondiamo!!” mi dice.
“No. Vorrei che la
chiamassimo Aurora Beatriz Mendoza Pinzon. Cosa te ne pare?”
“Aurora” ripete lei
“Si. Aurora. Aurora
come un nuovo giorno che nasce” le dico e lei capisce che mi
riferisco a noi
due. Al fatto che nostra figlia possa essere una nuova
possibilità per noi e
per la nostra famiglia.
“Va bene allora.
Abbiamo deciso” dice al medico “La bambina si
chiama Aurora Mendoza”.
Non appena
trasferiscono Betty di nuovo nella sua stanza, immediatamente nostro
figlio
Roberto va a buttarsi tra le sue braccia. In questo ultimo periodo si
è
particolarmente legato a Betty, forse perché io non vivo
più con loro.
“Mamma” le dice “ma
sei sicura che è mia sorella? È proprio
brutta!”
“Hai ragione” gli
risponde Betty “lo è perché
è appena arrivata da un lungo viaggio ed è molto
stanca!”
“E tu non sei stanca
mamma?” le chiede Cami.
“Si un po’ lo sono!”gli
dice lei
“Forza ragazzi” dicono
i miei genitori “facciamo riposare Betty. Torniamo dopo a
vedere come sta e a
giocare con la sorellina!”
Mio padre va da Betty,
la bacia sulla fonte e le dice “Grazie per questa nuova
Mendoza!”
Quando tutti sono
andati via restiamo solo io e lei. Ma dovrò andare via anche
io perché Betty ha
bisogno di riposo. Ha ricevuto tanti punti interni e deve riposare. Mi
avvicino
a lei. “Sono felice” le dico “grazie per
nostra figlia.”
Lei non mi dice
niente. È evidente che non riesce a parlarmi. Da
più di un mese non riesce a
parlare con me che di cose che non hanno nessuna importanza, segno di
quanto io
l’abbia ferita dicendole che non mi piaceva più
quello che era. Come posso
essere stato così stupido?
“Armando” mi dice
mentre sto andando via “vai a casa dai nostri figli. Questa
sera io non ci sono
e non voglio che restino con i nonni. Tu sei il loro padre. Sei tu che
devi
rispondere alle loro domande”
"Va bene. Vado a casa”le
dico.
Effettivamente
i miei
figli mi tempestano di domande, su Aurora, su di me e Betty, quando
torno? Torno?
Vado nella nostra
stanza e vedo che Betty ha già fatto portare la culla,
sicuramente in previsione
della nascita. Lì hanno dormito già Camila e
Roberto. Sono stanco morto. Mi
avvicino al nostro letto . Mi ci sdraio e penso a tutte le volte in cui
abbiamo
fatto l’amore. E riso e pianto. Solo un anno fa, in questo
periodo abbiamo
scoperto che aveva un tumore e che potevo perderla. E quello non ci ha
separato. Un anno dopo abbiamo un’altra figlia e viviamo in
case separate. Non
pensavo che sarebbe potuto succedere.
“Papà” mi chiama Cami “posso
parlarti?”
“Certo!” le dico, “vieni
pure”.
“Lo so che sono
scorbutica quando vi vedo sempre appiccicati, ma quando farete pace tu
e la
mamma? Io voglio vedere i miei genitori di nuovo insieme!”mi
dice serissima. “Voglio
di nuovo la mia famiglia!”.
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Capitolo 47 *** Betty ***
Credo che Aurora
sia
la degna figlia di suo padre. Non fa che piangere e piangere e
piangere, fa
saltare i nervi a tutti fino a quando qualcuno non la prende in braccio
e se la
porta in giro. Tranne che poi quando c’è suo
padre, non piange mai. Non so se
il suo pianto irrefrenabile quando lui non c’è sia
un karma per me, per la
decisione che ho preso.
In tutto questo tempo,
a parte quello trascorso con Aurora e con Cami e Roberto non ho voluto
parlare
con Armando. Non penso serva a niente. Già da prima che
nascesse la bambina,
lui ha chiesto di parlarmi ma io sono ancora troppo ferita per tutto
quello che
mi ha detto.
Però è successo che in
queste vacanze di Natale è tornato a casa. Ma non tornato a
casa perché tutto è
tornato come prima, è tornato perché Camila e
Roberto me lo hanno chiesto, anzi
mi hanno pregato di farlo restare a casa perché loro
vorrebbero che tutto
tornasse come prima. Non me la sono sentita di dire di no, anche
perché lui,
quando se n’è andato di casa è andato a
vivere dai suoi genitori, che erano a
Londra. Però adesso, per queste vacanze sono ritornati con
Camila, Alberto e i
loro figli. Insomma, in quella casa non c’era più
spazio per Armando a meno che
non condividesse la stanza con qualcuno dei ragazzi.
Cosa che non ha voluto
fare. Ha detto che sarebbe andato in un residence. Camila mi ha
telefonato per
perorare la causa del fratello e mi ha detto di guardare anche il lato
positivo,
e cioè Aurora avrebbe smesso di piangere e per la settimana
che nessuno dei due
lavorava avrei potuto riposare mentre lui se la spupazzava da qualche
parte.
Così è tornato per la
felicità dei miei figli. La prima cosa che ho fatto quando
è entrato in casa è
stato depositargli la bambina tra le braccia. Piangeva da
mezz’ora. È bastato
fare questo e ha smesso. Credo che saranno anime gemelle per mia
sfortuna.
Invece tra di
noi non
è cambiato nulla. Ci parliamo il minimo indispensabile.
Anche se io vorrei
tanto parlargli. Ma sono così ferita che non riesco a dirgli
niente di niente. E
se prima era lui che non voleva parlare, adesso sono io che non riesco
a
esprimere i miei sentimenti. Ho passato tre mesi infernali. Prima che
la
bambina nascesse ho lavorato come una matta per preparare il lancio
della
collezione. E le
dimissioni di Daniele non
hanno di certo aiutato, facendo venire meno un membro importantissimo
dell’organico
aziendale. Poi con la nascita della bambina ho dovuto per forza restare
a casa,
ma solo per due settimane, perché Ecomoda non poteva restare
senza presidente e
senza vice presidente. Non potevo lasciare tutto nelle mani di Nicolas
e Mario.
Così ho iniziato a portare la bambina con me in azienda, ma
poi era troppo
complicato. Quindi ho iniziato ad usare il tiralatte e a lasciare la
bambina
con mia madre.
Se Armando avesse
lavorato all’Ecomoda avrei potuto prendermela con molta
più calma, come quando
sono nati Cami e Roberto. Ma sono troppo impegnata a dimostrargli che
non
intendo appoggiarmi su di lui come vorrebbe. Significherebbe mollare la
presa,
dargli ragione e io non voglio. Ma sono distrutta. Sono stanchissima.
Vorrei
dormire per i prossimi sei mesi, svegliarmi e ritrovare la mia famiglia
come
era prima.
L’unica cosa positiva
che successa
è che del tutto
inaspettatamente l’associazione donne colombiane ha deciso di
candidarmi al
premio internazionale Donna dell’Anno come Donna
dell’Anno per la sezione Imprenditrici.
Ricevere questo attestato
di stima mi ha risollevato il morale. Questa sera devo andare al gala
di
inaugurazione, dove verrà formalizzata la mia candidatura. E
Armando non sa
nulla di tutto questo!
Lui questa sera
resterà con i bambini qui a casa! Avrei tanto voluto parlare
con lui di questa
candidatura ma temo tantissimo che lui la prenda nuovamente come uno
smacco a
se stesso, iniziando a dire cose che pensa solo lui riguardo il mio
cambiamento.
Dovrò iniziare a non poter condividere con lui quanto
avviene nella mia vita, perché
a tutti gli effetti ormai siamo separati.
“E tu, cosa ci fai
qui?”sono all’ingresso del Club dove si
svolgerà la serata.
“E tu perché mi hai
detto ‘Esco con le ragazze’ se non è
affatto vero? Perché non mi hai detto
della candidatura al premio?” mi chiede Armando, vestito di
tutto punto
“Perché non ti
riguarda?” gli domando con tono sarcastico
“Sei ancora mia
moglie! Mi riguarda eccome!!” mi dice lui
“Dov’è Nicolas? Perché
non è qui?”
“Non verrà” mi dice
“gliel’ho
detto io di non venire!”
“E i bambini? Con chi
li hai lasciati?” gli domando
“Con Camila e Alberto.
Sono a casa nostra!”
Vorrei dirgli che il termine
casa nostra ha smesso di essere tale da tempo. Casa mia semmai.
“E perché sei qui?
Insomma cosa ti
interessa se mi
candidano o no? Questa candidatura tu non la approvi! Tu non approvi
niente
della me che sono adesso! Ricordi?”
“Betty! Non è affatto
così!E lo sai!”
“Non mi interessa
affrontare questo argomento adesso. Piuttosto chiamo Nicolas e gli dico
di
raggiungermi”
“Ci sono qui io, non
capisco che bisogno ci sia di far venire Nicolas! Io sono tuo marito!
Tu sei a
tutti gli effetti mia moglie. Se ti presenti con un uomo che non sono
io, in
una situazione del genere che figura ci facciamo? Dobbiamo proteggere
il nostro
nome e lo sai anche tu!”
“Questa è davvero la
più stupida delle scuse. Comunque devo chiamare Nicolas,
perché questa sera ci
sarà Mark Brown che vuole conoscerlo. Non so se ti ricordi
di lui, l’abbiamo
conosciuto a New York.”
“Certo che mi ricordo!
Non ti toglieva gli occhi di dosso!”mi risponde
“Mi ha contattato per
chiedermi di presentargli Nicolas. Sai che lavora la dipartimento del
commercio
della Florida. È interessato a conoscerlo.”
“Ah … ti ha
contattato! E quindi passerà tutta la serata a
corteggiarti!”
“Non essere stupido
Armando! Penso che sappia che io sarei venuta con te stasera. Vuole
parlare con
Nicolas. Con me ha solo rapporti cordiali. E non capisco
perché ti devo queste
spiegazioni!!”
“Vuoi chiamare Nicolas
per dirgli di venire? Bene fallo, ma io o entro con te, oppure mi
imbuco ed
entro lo stesso. Vuoi forse che ti spii da dietro qualche siepe per
tutta la
serata? Va bene lo stesso!!”
Ci penso un attimo. “Va
bene! Entriamo”. Chiedo allo steward di avvisarmi quando
Nicolas arriva.
Nonostante
tutto il
male che mi ha fatto, non riesco a non amarlo. Non posso proprio farci
niente.
E’ vero che non si può scegliere chi amare e io lo
amo. Nonostante tutto io lo
amo. E la verità è che dentro di me
l’ho già perdonato per quello che mi da
detto. Solo che ho paura che lui non accetterà mai il mio
cambiamento e io non
sarò in grado di tornare ad essere quella che ero prima. E
questo ci dividerà. Ho
una paura matta di perderlo. Se lui non troverà la forza di
andare avanti, di
accettarmi per quella che sono adesso non abbiamo speranze. Ma io lo
amerò per
sempre. Se non lo avessi amato non avrei mai e poi mai potuto
perdonarlo né quattordici
anni fa né adesso. Sono consapevole del fatto che lui mi ami
ma non so fino a
che punto sia in grado di accettare di vivere con la nuova me. Che poi
io sono
sempre io. Sono solo un po’ più sicura e ho
un’immagine diversa. Cammino sulle
mie gambe, ma questo non significa che non lo voglia al mio fianco.
Però non
riesco a parlargli. Ho paura di scoprire che lui sia così
cambiato da mettere
di nuovo al centro il suo orgoglio. Insomma che torni ad essere quello
che era
prima che ci incontrassimo, solo in una versione più matura.
So che sta combattendo
una dura battaglia con se stesso. Quando mi ha detto che sentiva di non
essere
abbastanza per me, forse avrei dovuto dargli retta di più.
Penso che tutti
questi riflettori su di me abbiano amplificato il suo senso di
inferiorità. Ma
poi perché? Perché non riesce a superare tutta la
sua inquietudine e
semplicemente essere felice?
Sapevo
che
circolassero dei pettegolezzi su di noi. Sul fatto di essere realmente
separati
o meno ma non pensavo che proprio tutti ne parlassero e che dal vederci
arrivare assieme dipendesse lo stato del nostro matrimonio. Molti si
sono
stupiti al nostro arrivo. Armando ha avuto ragione. Ma di certo non
potevo
immaginare che sarebbe successo quello che è avvenuto. Lui
praticamente mi è
stato appiccicato per tutta la serata, con discrezione, ma sempre al
mio
fianco. Questo ha già deposto a suo favore … . Ad
un certo punto verso la fine
del party, si è materializzata al nostro fianco Karina
Larsson! Ebbene a quanto
pare questa donna, ormai ex modella,voleva vendicarsi di Armando dalla
volta in
cui io non ero ancora stata assunta definitivamente in Ecomoda e lei
era una delle
tante con cui lui tradiva Marcela. Da quando lui ha minacciato di
stroncare la
sua carriera se non avesse smesso di tormentarlo. Finora incontrare
tutte le
modelle con cui ha avuto una storia non mi era sembrata una cosa di cui
avere
paura. Adesso è una blogger. La sua pagina è
anche abbastanza seguita. Se
nessuno prima di lei aveva avuto il coraggio di chiederci chiaramente
se
fossimo separati o meno, lei non si è fatta alcun problema,
forte della sua ‘confidenza’
con lui. Insomma ha iniziato a fare battute e chiedere se ci fossimo
per
davvero lasciati. In un modo molto insistente. Quasi senza darci tregua
e a
nulla sono serviti i tentativi di Armando di bloccarla. Insomma ha
cercato in
tutti i modi di farmi fare la figura della stupida, così da
vendicarsi di lui
tramite me. Però io non potevo permetterglielo. Ho lavorato
duramente in tutti
questi anni, non dico vincere ma mi merito di gareggiare lealmente per
vincere
e non posso accettare di partire già sconfitta
perché questa tale vuole solo
spettegolare. Alla trentesima volta in cui ha chiesto ad Armando se ci
fossimo
lasciati e i suoi ‘Non sono fatti che ti
riguardino’ non servivano a niente
sono intervenuta io. Davanti a lei, l’ho preso per la sua
elegantissima
cravatta di seta nera e l’ho baciato facendo girare tutti a
guardarci. Quello
che non avevo previsto era che lui mi abbracciasse e ricambiasse il mio
bacio.
Ecco adesso le cose sono ancora più complicate.
Siamo
tornati a casa
in un silenzio imbarazzato. Quando siamo entrati, Camila e Alberto
erano
appisolati sul nostro divano. Che teneri! Gentilmente li ho svegliati e
ringraziati
per essere rimasti con i bambini e poi sono andati via. Prima
però Camila ha
colto la palla al balzo e ha detto ad Armando “Spero che tu
non abbia combinato
qualcuno dei tuoi disastri!” ed è uscita.
Rifletto sul fatto che
tutti noi siamo soliti rivolgerci a lui dicendo “Speriamo che
tu non abbia
combinato qualcuno dei tuoi disastri”. Non ci avevo mai fatto
caso ma ci
spettiamo da lui sempre qualcosa di sbagliato. Oddio, mi sento
stanchissima. Non
posso pensarci adesso. Vado nella nostra camera e mi cambio.
È quasi l’una di
notte. Aurora dorme e se siamo fortunati non si sveglierà
che domani mattina
verso lei sei. Armando entra nella camera per guardare la bambina.
E’ assurdo
che nessuno dei due sappia cosa dire solo per il fatto di esserci
baciati, come
se non fossimo sposati da dodici anni, come se non avessimo vissuto
assieme. Se
solo facesse un passo verso di me! È vero che sono stata io
a non volergli
parlare, però anche sentire che lui mi voglia ancora
aiuterebbe. E invece suona
il suo cellulare. Ha ricevuto una mail credo.
“Chi ti manda una mail
a quest’ora?”non posso fare a meno di chiedergli
“Sarà una di quelle
mail di offerte promozionali” mi risponde
“E perché non
controlli?”gli dico
“Non è importante
adesso” mi dice
“Dammi il tuo
cellulare” gli chiedo
“Betty, cosa ti
prende?? Svegli la bambina!”
“Non sveglio la
bambina. Dammi il tuo cellulare” gli ripeto
“No” mi dice “non hai
nessun motivo di controllarlo”
“Allora fammelo vedere”.
Non gli do il tempo di rispondere. Gli prendo il telefono dalla tasca
prima che
possa farlo lui. Cerca di bloccarmi. Ma io mi allontano.
Scorro le mail e resto
impietrita. Ci sono circa duecento mail tra le sue e quelle di Faith
Jackson
Ross.
“Esci da questa
stanza!” gli dico “Immediatamente”.
|
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Capitolo 48 *** Armando ***
“No.”
“Si esci! Hai una
relazione con quella donna!” mi urla lei.
“No. Non puoi
accusarmi di una cosa del genere e poi neanche permettermi di
spiegarti. Quelle
mail non sono duecento e non sono la prova di nessuna
relazione” le dico.
“Non ti credo!” mi
dice “Hai baciato quella donna!” ritorce contro di
me
“Ma non ha significato
niente. Non so più come dirtelo” quasi urlo io.
“Usciamo da qui perché
svegliamo la bambina” mi dice Betty piuttosto turbata.
Andiamo a discutere nel
nostro salotto.
“Tieni, controlla pure
il mio tablet” le dico posandoglielo in mano.
“Parliamo solo delle nostre vite.
Della sua. Ha una tragica esperienza alle spalle. E di Parker e di te.
Come due
buoni amici.”
“Due buoni amici che
però si sono baciati … comunque non voglio
saperne niente”
“Come devo dirtelo che
quel bacio non ha significato niente?Davvero non vuoi saperne?
Perché mi hai preso
il telefonino dalla tasca allora?”
“Non posso credere a
quello che sento. Come fa a non significare niente un bacio?”
“Per te cosa ha
significato baciare Daniele?” le chiedo. Forse era meglio non
farlo ma visto
che stiamo giocando a carte scoperte … meglio chiarire. Non
so se voglio
sentire la risposta.
“Rispondimi
sinceramente” dico invece.
“Non penso che tu
voglia saperlo davvero. I problemi tra di noi non sono questi, dal
momento che
io non ho avuto una storia di un anno con Daniele fatta di …
come ha detto
Mario? Sesso a tutta birra e impegno zero!”
“Mario dice un cumulo
di sciocchezze! E poi sono passati vent’anni da quella
storia. Le nostre vite
sono andate avanti. E comunque non cambiare argomento. Dimmi cosa ha
significato per te baciare Daniele!”
“E da dove viene il
tuo improvviso interesse per l’argomento? Ho cercato di
spiegartelo molte volte
ma tu non hai mai voluto ascoltarmi!” mi dice.
“Non credi che sarebbe
ora di smettere di farsi la guerra e di capire se sia il caso di dare
davvero
una chance al nostro matrimonio?” le dico.
“Non posso credere che
tu stia dicendo sul serio?” mi dice. Questa cosa un
po’ mi ferisce.
“Prima di stasera non
avevo avuto la piena consapevolezza di cosa significasse lasciarti
andare.
Quando sei uscita di casa e io non sapevo dove stessi andando sono
stato colto
dal panico, dal terrore, come quello che ho provato quando tu eri a
Cartagena e
io non sapevo dove fossi. Al solo pensiero che un altro uomo possa
invitarti a
uscire, oppure possa prendere il mio posto, mi manca
l’aria.”
“Quindi?” mi dice
quasi con crudeltà
“Quindi Betty,
smettila immediatamente di parlarmi con quel tono di voce, come se
stessi
dicendo un cumulo di sciocchezze. Oppure per te il nostro matrimonio
è davvero
finito?”
Possibile che io non
abbia più nemmeno un Jolly da giocare con lei?
“Mi hai fatto molto
male Armando” mi dice
“E anche tu ne hai
fatto a me! Come nessuno aveva mai fatto!” aggiungo io
“Mi dispiace. Non sono
riuscita ad evitarlo. Ma tu, mi hai detto delle cose terribili. Non ti
fidi di
me. Io non ti piaccio più, hai baciato Faith per farmi un
dispetto … Non so se
riesco a superare tutto di nuovo!” mi urla quasi.
“Ma non è vero che non
mi fido di te Betty! Non puoi aver pensato che dicessi sul serio! Ero
arrabbiato e ferito. E in quei momenti si dicono un sacco di
stupidaggini.
L’unica verità è che io ti
amo!”
Lei si gira verso di
me e mi guarda di traverso. “Una volta mi amavi, quando ero
come volevi tu.
Adesso sei solo orgoglioso e non vuoi che io vada via perché
sei abituato alla
mia presenza … tu in realtà non mi stimi. Me lo
hai detto chiaramente. E come
puoi amare una persona che non stimi?” mi dice implacabile.
So di meritarmi la
durezza delle sue parole però al tempo stesso sono ingiuste
perché io la amo
veramente. È lei non può far finta che non sia
vero.
“Non è vero quello che
dici. Insomma è vero a metà. Tu pensi che io non
ti ami per davvero? Pensi che
alla prima vera divisione tra di noi io smetta di amarti,
così di punto in
bianco? … chi pensi che io sia? Tu sai benissimo che in
tutto questo tempo io
ti ho amato! E se pensi che non sia vero sei tu che non hai mai amato
me!!”
Oddio questa
discussione sta trascendendo in maniera fatale per la nostra storia.
“Come puoi credere che
io non ti ami?” le chiedo
La vedo turbata. La
guardo.
Quando l’ho scelta come mia moglie non pensavo che avremmo
mai avuto
una discussione simile. Ero sicuro che le fondamenta del nostro amore
fossero
solide avendo superato tutto quello che ci è successo.
Invece ora mi accorgo
che sono stato io a mettere a repentaglio queste fondamenta
perché … volevo
dimostrare a me stesso di potercela fare anche da solo, volevo
dimostrare a me
stesso e a lei che aveva fatto bene a scegliere me … come se
il successo
professionale potesse essere importante perché lei mi amasse!
Dalla sera in cui Mario
mi ha detto che mi sono messo in competizione con lei, non faccio che
pensare
alle sue parole! Dannazione, c’ha preso in pieno!
“Tu non sai quanto mi
è costato anni fa, accettare che tu mi amassi per davvero!
Ne ho dubitato per
tantissimo tempo. E il mio dubbio era lecito allora. Figurati adesso.
Tu sei
sicuro di amare me? E non l’idea che tu hai di me?”
mi chiede.
“Betty, queste sono
stupidaggini da romanzetti da quattro soldi! Con chi ho trascorso gli
ultimi
dieci anni della mia vita? Con te o con l’idea che ho di
te?” le chiedo “Che
diamine, abbiamo avuto tre figli, credi che se io non ti avessi amata sarebbe stato
possibile?”. Non
riesco più a sostenere questa conversazione. È
come se lei volesse a tutti i
costi dimostrare che non la amo. Un dubbio mi viene in mente. Che sia
lei a non
amarmi più?
“Betty, tu mi ami
ancora? Non so perché ma ho la sensazione che tu non voglia
salvare il nostro
matrimonio e la nostra famiglia.”
Mi guarda con le
lacrime agli occhi. Ho paura della risposta che mi darà. Se
dovesse dirmi di no
… io ne morirei.
Ho avuto un centinaio di avventure, qualche storia seria e per
nessuna ho mai provato quello che provo per lei e questo non riesco a
farlo cambiare.
Lei è per me come l’aria che respiro. Mi
è costato accettare che questo non
fosse cambiato. C’è stato un momento in cui ho
pensato che avremmo potuto
separare le nostre vite. Un periodo in cui ero deluso e arrabbiato per
la
storia con Daniele, per le mie responsabilità che non
vedevo! Ma poi è nata
Aurora. Mi si è gelato il sangue all’idea di non
poter stare più con Betty.
Solo che lei è stata irremovibile nel non parlarmi. Testarda
come solo lei sa
essere. Anche se la storia di Daniele non l’ho davvero
digerita. So che
dobbiamo risolvere un sacco di questioni ma prima di tutto dobbiamo
decidere di
restare insieme. E non capisco perché non mi risponda.
“Come hai fatto a
sapere del Premio?” mi chiede invece.
Qualche ora prima
“Armando,
io questa
sera dovrei uscire con le ragazze, quindi puoi restare con i
bambini?” mi
chiede Betty.
“E dove andate?” le ho
chiesto io.
“Non penso che ti
interessi!” mi ha risposto lei. Risposta che mi ha fatto
infuriare. “Devi solo
dirmi se resti con i bambini, altrimenti lo chiedo a mia
madre!”
“Ok, resto con i
bambini” ho capitolato.
Quando ha iniziato a
prepararsi ho notato che c’era qualcosa che non andava.
Troppo elegante per
uscire con la banda. Indossava un tubino di velluto nero, con le
maniche e una
scollatura a barca, leggermente sopra il ginocchio, scarpe con un tacco
vertiginoso, calze velate. ‘No e poi no. Non si sta
preparando per uscire con
la banda delle racchie. È troppo elegante. È
bellissima. È uno splendore’ ho
pensato. ‘E se invece uscisse con un uomo???’
La guardo e sento
che sto per esplodere di
gelosia. Dove sta andando? Con chi sta uscendo per davvero?
I rapporti tra di noi
sono freddi, quasi gelati direi, penso che tra di noi sono stati
così solo
un’altra volta, quando è tornata da Cartagena, se
non ho mollato all’epoca che
non eravamo sposati da dodici anni, né avevamo tre figli,
figurati se posso
mollare adesso. Lei è mia, solo mia. Se
c’è qualche sprovveduto che vuole
mettersi tra di noi lo faccio fuori.
Sono entrato nella
nostra stanza, dove lei stava indossando le scarpe dal tacco
vertiginoso. Io
avevo in braccio Aurora. “Non vuoi dirmi dove stai andando?
Non crederai che mi
beva la storia che esci con le ragazze? Sei troppo elegante per
un’uscita con
loro!” le ho detto.
“Cosa faccio, non ti
riguarda. Con chi esco non ti riguarda. La mia vita non ti
riguarda!” mi ha risposto
acidamente. Se solo sapesse quanto ho voglia di toglierle quel vestito
e
chiuderci nella nostra stanza non parlerebbe così.
“Sei la madre dei miei
figli! La tua vita mi riguarderà sempre!!” le ho
risposto. “Con chi esci?
Betty, lo sai che sono geloso!! Non puoi farmi una cosa del genere. Non
ci
siamo nemmeno lasciati!”
“Ti ho detto che non
ti riguarda” mi ha risposto indossando il soprabito. Ha dato
un bacio ad Aurora
che dormiva tra le mie braccia ed è andata a salutare Cami e
Roberto in
salotto.
“Mamma, ma sei
bellissima” le ha detto Roberto.
“Grazie amore mio.
Anche tu sei bellissimo” gli ha detto lei e poi ha aggiunto
“allora fate i
bravi con papà, non fatelo arrabbiare. Io torno
presto!” ed è uscita.
La sola idea di non
sapere dove stesse andando mi ha quasi ucciso. L’idea che
poteva avere una
relazione con un altro mi ha fatto drizzare i capelli sulla nuca. “Papà”
mi chiama Cami
“Si tesoro” le
rispondo.
“Senti, ti ricordi il
nostro patto?”
Il nostro patto.
Quello che abbiamo fatto la sera in cui è nata Aurora e lei
mi ha chiesto se
sarei tornato a casa. Quando mi ha detto che lei vuole la sua famiglia
unita.
Le ho spiegato che io e Betty avevamo litigato e che la colpa era anche
mia e
che la mamma era ancora così arrabbiata che non voleva fare
pace con me. Abbiamo
deciso, da padre a figlia, che avremmo fatto di tutto
affinchè io e Betty ci
riappacificassimo. Lei e Roberto sono stati fantastici. Lo so che non
bisogna
strumentalizzare i propri figli. Ma io non ho fatto così
… sono stati loro che
sono venuti da me e parlando abbiamo capito di avere un obiettivo
comune.
Ricostruire la nostra famiglia. Così loro hanno chiesto a
Betty che io tornassi
a casa per le vacanze natalizie.
“Certo” le ho detto.
“Ecco, guarda dov’è
andata la mamma!” mi ha porto un a busta in cui
c’è scritto Ill.ma
Beatriz Pinzon Mendoza e consorte. Ho tirato fuori
il cartoncino e
ho letto. Associazione donne colombiane, premio internazionale etc.
“Come hai fatto a prenderlo?” ho chiesto a mia
figlia.
“Sono tanti giorni che la mamma lo tiene nella borsa.
L’ho visto per
caso. Mi piaceva la busta dorata e allora l’ho letto. Tu
prima le hai chiesto
dove andava!” mi ha detto.
“Hai sentito!?” le ho chiesto. “Cami lo
sai che non si spia!”
“Tu e la mamma lo fate sempre” ha ribattuto lei con
un’alzata di
spalle. “Non è vero che usciva con le sue amiche.
Ci va con zio Nicolas” ha
continuato.
“E tu come lo sai?” le ho chiesto
“L’ho sentita che parlava al telefono.
Però sulla busta c’è scritto
consorte. Ho guardato sul dizionario, perché non volevo
farmi scoprire. Mi sa
che il consorte sei tu. Devi andare tu con la mamma” mi ha
detto.
“Ma io non ho figlia normale, ho una spia della CIA in
famiglia!” le ho
detto abbracciandola e coprendola di baci, fino a farla sorridere.
Abbiamo organizzato un piano perfetto. Lei ha chiamato mia sorella per
chiederle di venire qui a casa nostra. Io ho chiamato Nicolas
dicendogli di non
andare al Gala perché ci andavo io. Naturalmente lui mi ha
detto che non poteva
‘tradire’ Betty in questo modo. Allora io ho
minacciato di prenderlo nuovamente
a pugni e di usare tutta la mia influenza per lasciarlo senza lavoro e
senza
che nessuno lo assumesse mai più da nessuna parte. So essere
convincente quando
voglio. Lui mi ha risposto sorridendo che preferiva vedersela con
l’ira di
Betty che con la mia.
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Capitolo 49 *** Betty ***
“Come
hai fatto a
sapere del Premio?” gli chiedo di nuovo. So che lui vorrebbe
una risposta.
Vuole sapere se io voglio salvare il nostro matrimonio o no.
È la seconda volta
che mi parla a cuore aperto così. La prima è
stata quando ero con Michel e la
serata è finita con Ricardo Montaner che mi dedicava una
canzone.
Se ripenso al mio
atteggiamento di allora, penso che anche adesso dovrei rifiutarlo e
farlo
soffrire ancora un po’. Il problema è che io lo
amo. E se c’è una cosa che ho
capito, è che lo amo e basta. Nonostante i suoi errori e i
suoi tormenti
interiori che sono peggio dei suoi errori. Ma non so se anche lui mi
ama in
questo modo.
“Me l’ha detto Camila”
mi risponde
“Tua sorella? Ma se
non lo sapeva nessuno!”
“No, nostra figlia. Ha
sentito la discussione tra di noi, ha sentito che chiamavi Nicola, ti
ha preso
l’invito che avevi nella borsa e me l’ha fatto
vedere” le dico con un certo
compiacimento. “Non ti sei neanche accorta che
l’invito ce l’avevo io, tanto
eri impegnata a darmi contro!”
“Puoi biasimarmi?” gli
chiedo
“E tu, lo sai cosa ha
significato per me pensare che uscivi con un altro uomo?” mi
chiede
Sento che il vento sta
per abbandonare le mie vele!
“Non avrei mai e poi mai
potuto chiederti di venire con me” gli dico. “Non
sapevo come avresti potuto
reagire. Non vorrei pensassi che questa candidatura fosse uno smacco
per te”
gli dico con cautela.
“E perché mai dovrebbe
esserlo? Betty … sono amareggiato. A sentire te io sarei un
mostro. Che è
invidioso di te, del tuo successo. E questo che tu pensi che io sia? Un
così
piccolo uomo?” mi chiede.
So che devo
rispondergli. Perché se non lo faccio, lui poi
penserà che sia così. Ma non
trovo le parole.
“No. Non lo penso e
non ho mai pensato queste cose di te. Mai nella mia vita. Ma se tu ti
senti
così, finalmente puoi capire come mi sono sentita io, quando
tu mi hai detto
che non ti piace la mia immagine.”
“Betty …” mi
interrompe.
“No aspetta” lo blocco
“fammi finire. Io non ho mai pensato di essere quello che
appaio. Tra la mia
immagine e quello che sono non c’è affatto
differenza, quindi se tu mi dici che
non ti piace la mia immagine significa che non ti piaccio io. Mi hai
detto
delle cose terribili Armando” mi siedo sul divano e lui si
mette vicino a me.
“Lo so. Ma ho
attraversato un periodo molto difficile. Ho capito una cosa
fondamentale in
tutto questo anno. Io non posso stare senza di te. Anzi meglio io non
VOGLIO
stare senza di te. Ho capito anche che sono fatto male. Ho bisogno di
competere
con qualcuno per non sentirmi una nullità. Prima mio padre,
poi Daniele, poi
tu. Non posso dire che abbia davvero superato il tuo flirt con Daniele.
E per
quanto riguarda te, non ho mai pensato nemmeno per un attimo che non mi
piacessi. Ho avuto una gran paura che la donna che vedevo di fronte a
me, forte
di se stessa e delle sue capacità se ne andasse via da me.
Ma non ho tenuto
conto del fatto che tu mi ami e che non l’avresti mai fatto.
Perché mi ami.” mi
dice.
“E hai dovuto
distruggere il nostro matrimonio per capirlo?”
“Betty su questo
voglio essere chiaro. Hai iniziato tu con la storia con Daniele. Io non
avevo
la percezione che qualcosa non andasse. E se era così
… avresti dovuto
parlarmene”
“E quando? Se non
c’eri mai!” gli dico. “Comunque, cosa ti
ha fatto cambiare idea su di me? Così
dalla sera alla mattina?”
“Non ho cambiato idea
dalla sera alla mattina. Diciamo che è stato un percorso che
è iniziato al mio
ritorno da Lima. Ho avuto una lunga discussione con Michel
lì e lui mi ha detto
una cosa che mi ha fatto riflettere molto, che se non avessi accettato
il tuo
cambiamento, non solo ti avrei perso ma alla fine lo avrei anche
rimpianto. Ho
pensato molto alle sue parole, perché è stata la
stessa cosa che mi ha detto
Mario”
“E ora? Che cosa
significa accettare il mio cambiamento? Io non sono affatto cambiata.
Ho
tagliato i capelli. Per il resto sono sempre la stessa!”
“Non è vero. Ma non è
un male” mi dice lui. “Sei più sicura,
più forte. Affascini tutti con la tua
persona.”
“E questo ti disturba
ancora?”
“Tu mi ami ancora?” mi
chiede. Ho l’impressione che si stia giocando tutto quello
che ha.
“Temo di si” gli
rispondo con un sorriso.
“Perché temi?” mi
chiede.
“Perché amarti mi ha
fatto soffrire tanto. Mi ha procurato tanta gioia è vero ma
allo stesso tempo
ho sofferto troppo. E non voglio più farlo. So che tu non
puoi promettermi di
non farmi soffrire, perché è una cosa che nessuno
può promettere, ma se tu non
sei pronto a stare con me, con quella che sono, dimmelo
adesso” gli dico.
“Sono pronto” mi dice
“lo sono sempre stato!” mi risponde.
“E Faith?” gli chiedo.
Forse non dovrei ma fino a quando non lo faccio, non posso stare in
pace.
“Non c’è niente tra di
noi!” mi dice arrabbiandosi di nuovo. “Quante volte
devo dirtelo? Non c’è niente
di niente tra di noi. Ho rifiutato il lavoro che mi ha offerto suo
marito. I
ragazzi non hanno voluto vendere la New Tech e io non mi sento di
abbandonarli”
mi dice “e poi hai ragione tu … la mia vita
è qui!”
“Lo stai facendo per
fare felice me? Non è che poi te ne pentirai?”
“Perché fai così?
Perchè non ti bastano le risposte che ti do? Non
c’è dietro niente! Faith non è
che una vecchissima amica per me!”
“Sono stanca Armando!
Voglio andare a dormire. Tra quattro ore Aurora si sveglia e
vorrà mangiare.
Devo riposare. Di Faith e del bacio che non ha significato niente
parleremo
domani va bene?”
“Non ha significato
niente” mi ripete per l’ennesima volta.
Senza che io abbia il
tempo di rendermene conto, incolla le sue labbra alle mie e mi bacia
con una
passione che non gli sentivo da tempo. Stiamo fermi, impalati, nel
nostro
soggiorno per un’eternità a divorarci di
baci.
Quando ci stacchiamo mi dice “Ecco
Mostro, questo invece significa tutto!”
Non mi chiamava Mostro
da non so quanto tempo. Ho le lacrime agli occhi.
Almeno una cosa adesso
la so: proveremo a salvare il nostro matrimonio.
Hugo Lombardi non sta
più nella pelle da quando ha saputo che
concorrerò per il Premio Donna
dell’anno.
Entra nel mio ufficio
senza neanche bussare, io ho appena finito di allattare Aurora
perché devo
portarla dal pediatra e non mi andava di fare avanti e indietro.
Armando vuole
venire con noi, anche se non ce n’è bisogno
perché è una visita di routine.
“O mio Dio si copra
Beatriz!” mi dice Hugo “questa è una
latteria o una casa di moda?”
“Suvvia Hugo!” gli
dico “Non la faccia tanto lunga. Mica è una cosa
dell’altro mondo allattare la
propria figlia!” Mi sistemo la camicia. “Le
piacerebbe tenerla in braccio?
Potrebbe farle fare il ruttino e nel frattempo dirmi cosa la porta nel
mi
ufficio visto che non ci viene mai se non per proporre cose
folli”.
Gli deposito la
bambina tra le braccia, gli spiego come tenerla, gli metto un
fazzoletto sulla
spalla e lui inizia a spupazzarsela! Non c’è che
fare, Aurora è una vera rubacuori.
Non pensavo che questo sarebbe stato possibile, visti i nostri
rapporti.
“Allora Hugo mi dica.”
“Volevo sapere se sarò
io a disegnare il suo vestito per il Premio Donna dell’anno.
Perché ho in mente
un modello pazzesco! Sarò io vero Betty?” mi chiede
In quel momento entra
Armando e non appena vede Aurora in braccio ad Hugo gli urla
“Posa
immediatamente mia figlia. Non vorrei mai che diventi una isterica come
te.
“Non vedo perché
dovrebbe prendere da me se ha già un padre pazzo come
modello” ribatte Hugo e
gliela passa tra le braccia.
“Piccola mia” dice
Armando “vieni da me, non stare più con
Hugo!”. Poi viene da me e mi da un
bacio sulle labbra. I nostri rapporti sembrano lentamente migliorare.
Diciamo
che abbiamo vissuto due settimane di tregua anche se sono ben lontani
dall’essere normali. Non riusciamo a riprendere a comportarci
come prima. Siamo
guardinghi l’uno nei confronti dell’altro e non
abbiamo ancora fatto l’amore.
La cosa un po’ mi preoccupa conoscendolo.
“Allora Beatriz?”Hugo
mi richiama alla realtà!
“Si, il vestito!” gli
dico “Per me va bene che lo disegni lei Hugo, però
niente di eccentrico per
favore!”
“Quale vestito?”
chiede Armando.
“Quello per il Premio
Donna dell’anno” gli rispondo.
“Deve disegnartelo
lui?” mi dice Armando. Faccio un cenno affermativo con la
testa.
“Inutile che tu faccia
qualsiasi tipo di smorfia Armando!” ribatte Hugo
“Se non fosse stato per il mio
intuito non sarebbe mai uscita da quel limbo nel quale si era messa.
Grazie a
me si è trasformata quasi in una icona di stile!! Ma datemi
tempo e vedrete … La
farò finire su Vogue!”
Hugo non sa che questa
è proprio l’ultima cosa che deve dire.
“Le farò vedere il bozzetto Beatriz!” mi
dice Hugo prima di andare via.
“Non posso evitare che
sia lui lo stilista del mio abito. Sarebbe assurdo se fosse
così non credi?”
chiedo ad Armando.
“Certo!” mi risponde
“Ma non devi farti dei problemi per questo!!” mi
dice “A ma non da fastidio!”
“Devo dirti due cose.
E nessuna delle due potrebbe piacerti” gli dico.
“Allora prima la
peggiore di tutte” mi dice. So che se non avesse Aurora tra
le braccia, avrebbe
la sua inseparabile pallina.
Prima gli prendo
Aurora dalle braccia e visto che dorme la adagio nella sua carrozzina.
Poi lo
prendo per mano e lo faccio sedere su una delle poltroncine. Io mi
siedo di
fronte a lui.
“Ho parlato con
Daniele” gli dico.
“Ancora Betty?” mi
chiede con un tono di voce addolorato.
“No, non è niente di
quello che pensi tu. E’ vero che ho parlato con Daniele, ma
c’era anche
Katarina con lui. Insomma Giulio vuole parlare con Roberto. E gli ha
chiesto di
contattarci. Io ho detto che per me non c’era problema, ma
che avrei dovuto
parlarne con te prima. Tu cosa ne pensi?”
“Sai bene che se fosse
per me, non avrei alcun motivo per sentire Daniele Valencia!”
“Non stiamo parlando
di me Armando, stiamo parlando di Roberto. Katarina mi ha detto che
Giulio sta
meglio. E che ha manifestato il desiderio di parlare con nostro figlio.
Non
riesco a dimenticare che Giulio sia solo un bambino!”
“E io non riesco a
dimenticare che per poco non ammazzava Aurora!”
“Sei realmente
preoccupato o sei solo geloso di Daniele. Perché se la tua
è gelosia, si può
risolvere semplicemente. Metti tu in contatto i bambini. Non
è necessario che
ci sia io. Tra l’altro il contatto Skype che ho è
di Katarina, non di Daniele.”
“Va bene Mostro, va
bene” mi dice “facciamoli sentire.”
So che questa cosa gli
costa tantissimo.
“Qual è la seconda
cosa che dovevi dirmi?” mi chiede
“Stiamo cercando un
vicepresidente … sai bene che Daniele si è
dimesso, ed io non posso di certo
continuare da sola. Non voglio trascurare Aurora! Te lo devo chiedere.
Tu
vorresti di nuovo il tuo posto?” gli dico
“Cioè … mi stai
chiedendo di tornare a lavorare qui?”mi dice
“Si! Ma non come pensi
tu. Cioè non è mia intenzione pretenderlo o
metterti sotto pressione. Te lo
chiedo perché quando troveremo un vicepresidente, se tu per
caso poi volessi
tornare a lavorare qui, non saprei quale ruolo affidarti!”
gli spiego. Lo vedo
che ci pensa un po’.
“No” mi dice. “So che
dovrei rispondere che non vedo l’ora di tornare a lavorare
qui, e tutto torna
come prima, ma no. Io mi trovo bene alla New Tech e mi piace il lavoro
che sto
facendo lì. Quindi anche se poi non ci sarà posto
per me non importa.”
Mi avvicino e gli
passo delicatamente la mano sulla guancia. “Sei
sicuro?”
“Si” mi dice.
“Tua sorella Camila
sarà il nostro nuovo vicepresidente allora! Devo proporlo al
Direttivo certo,
ma non penso ci saranno problemi!”
“Coosaaaa??
Camila vicepresidente? Ma se vive
in Svizzera!”
“Vuole trasferirsi in
Colombia di nuovo. Il suo vice sarà il suo successore nella
sede di Zurigo.”
“E perché non me ne ha
parlato?”
“Perché è fatta così e
lo sai pure tu! Mi ha chiamato ieri. Alberto è
d’accordo con lei. Vuole aprire
uno dei suoi locali a Bogotà. Ha già trovato
contatti e tutto!”
“Non posso crederci …
mia sorella di nuovo tra i piedi!” mi dice con tono disperato
“La mia vita è
finita!”
Mi metto a ridere. So
che sta facendo la tragedia, ma in realtà è
felice.
“Ti dispiace che non
lavori qui definitivamente?” mi chiede
“Ho accettato che tu
lavorassi altrove. Se tu sei felice lo sono anche io. Lo dico davvero.
Mi sei
mancato tanto. Non solo perché non eri
nell’edificio ma perché non c’eri nelle
nostre vite. Non eri presente. E non è stato
bello!”
“Lo so” mi dice
“adesso capisco cosa vuoi dire. Non è stato
intenzionale da parte mia. Solo che
sono stato preso dalla smania del successo e basta e ho perso di vista
tutte le
altre cose!”
Si avvicina verso di
me e mi abbraccia. Mi da un bacio sulla tempia. Questo semplice gesto
sembra
mettere a posto le cose. E invece no!
“Betty” mi chiama
“Posso chiederti una cosa?”
“Certo, dimmi pure!”
gli dico.
“Perché
Daniele? Non hai ancora risposto alla mia
domanda. Cosa ha significato per te baciare Daniele?”
|
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Capitolo 50 *** Armando ***
La risposta a
questa
domanda è importante per me, perché devo sapere
se lei sia emotivamente andata
via dal nostro matrimonio. L’idea che lei possa aver trovato
Daniele
interessante mi ammazza. Quest’uomo vuole distruggere la mia
esistenza. Ci
prova ciclicamente e io mi sarei aspettato che mia moglie non lo
assecondasse
anzi al contrario lo respingesse.
“Daniele mi mette in
agitazione” mi dice Betty “ha il potere di mettermi
in soggezione. Da sempre.
Mi fa sentire inferiore. Ma al tempo stesso mi spinge a non mollare. A
non
dargliela mai vinta, a dare battaglia. Con lui è una
questione di stare sempre
un passo avanti per non cadere nelle sue grinfie. È faticoso
vivere così. Poi
lui ha iniziato a dirmi che il mio tenermi testa gli piaceva. E mi
parlava di
Giulio. Mi sono illusa che potesse esserci un Daniele migliore, ero
lusingata
dal fatto che potessi essere io a tirarlo fuori, come ti ho
già detto. Ma non
ho mai provato niente per lui. Al massimo umana vicinanza. Ci sono
stati giorni
in cui non sembrava più lui. Lavoravamo assieme ed ogni suo
sguardo era di
ammirazione. Mentre tu eri sempre lontano. Tu hai dato per scontato che
io ci
fossi ed hai pure ragione, perché se non ti puoi fidare
della tua propria moglie,
di chi fidarti?” aggiunge “Però tu hai
fatto un errore. Mi hai sopravvalutata.
Hai pensato che per me averti o non averti al mio fianco non faceva
alcuna
differenza. Io ero confusa, non sapevo cosa ci stava succedendo e non
riuscivo
a parlarti. Obiettivamente era molto difficile. Tu arrivavi a casa e
non passavi
del tempo nemmeno con i ragazzi. Stavi
con me solo perché dividevamo lo stesso letto”
“Sono stato uno
stupido” le dico. “Mi sono comportato come un
pazzo. Però voglio chiederti una
cosa e voglio che tu mi risponda sinceramente.”
“Dimmi.”
“Non ti senti lusingata
da me? Perché hai sentito la necessità di farti
lusingare da Daniele? Questo mi
ferisce. IO sono tuo marito. Non dovresti desiderare
l’ammirazione di altri
uomini se non la mia. Io non cerco l’approvazione di altre
donne!”
“Non ti arrabbiare per
quello che ti dirò” mi dice. “Ma io ho
sempre avuto la sensazione che per te
non era importante lusingarmi!”
“E questo cosa vuol
dire?” le chiedo.
“Quando sono entrata a
lavorare nella tua azienda, le ragazze della banda mi hanno redarguito
dall’ innamorarmi
di te come aveva fatto la tua precedente segretaria … ma
alla fine io l’ho
fatto lo stesso. Tu sei l’uomo al quale tutte le donne cadono
ai piedi. Io …
sono sempre stata la racchia di cui tu ti sei innamorato! Anche per te
è stato
così! E tu per tanto tempo hai continuato a vedere quella
Betty. Insomma io so
che tu mi ami. Lo so. Ma …”
“Ma?” le chiedo,
questa storia inizia a non piacermi.
“Ma non mi sono mai
sentita apprezzata da te come donna. Come moglie, come fidanzata, come
manager,
ma non come donna. Forse perché tu sei sempre stato un uomo
che è stato al
centro dell’attenzione, non in senso negativo, ma che
comunque non ha la
necessità di avere una donna donna al suo fianco!”
“E Daniele si?”
“Daniele, non ha
manifestato il benché minimo turbamento dal mio cambiamento,
anzi ne è rimasto
affascinato. E questo mi ha dato sicurezza. Tu, invece, hai subito
iniziato a
contestarmi dicendo che alla fine mi sarei allontanata da te”
mi dice.
“E non ho avuto forse
ragione?” le chiedo “E comunque non è
vero che non voglio una donna donna al
mio fianco, che non ti considero tale o che
per me sei solo mia moglie!!!”
“Non fraintendere
Armando” mi dice lei. “A me in un certo senso va
anche bene, perché niente è
più bello che poter essere autenticamente se stessi con la
persona che hai
scelto come compagno di vita. Quindi per me è stato ed
è altrettanto importante
poter essere quella che sono, una donna normale, con una vera passione
per i
pigiamoni e le cose semplici. Ma ho scoperto che mi piace anche il
pizzo. Mi piace
sentirmi più femminile. E tu, non so perché hai
paura di questo. Daniele invece
mi ha sostenuto in questo cambiamento anche se io volevo il tuo
consenso e non
il suo.”
“Quello che mi dici mi
lascia perplesso!” le dico “Penso che quando mi
sono innamorato di te, fossi
sdegnato di donne tutte pizzi e lustrini e quando tu
hai iniziato a cambiare ho avuto paura che
tu potessi diventare frivola alla stessa maniera in cui lo erano le
ragazze che
frequentavo. Ma non ho tenuto conto che tu non sei loro! Non lo sei mai
stata!
Però quanto al fatto che io non ti apprezzi come donna non
è affatto vero. Non
sono rincitrullito fino a questo punto.” La abbraccio.
“La prima volta che sono
stato orgoglioso della donna che sei, è stato alla tua prima
sfilata da
Presidente. Quando non volevi fare il discorso di presentazione della
sfilata.
Ricordi?” le chiedo. “Ero così
orgoglioso del fatto che ti facessi tutti quei
problemi. Perché la tua umiltà nel pensare che
non ne saresti stata capace,
anche se lo eri assolutamente, mi hanno fatto pensare che non avrei mai
potuto
amare una donna più di quanto amavo te in quel momento. Ti
giocavi il tutto per
tutto e quasi non credevi che ce l’avresti fatta. Avrei
voluto abbracciarti e
dirti che ero con te, con tutto me stesso!”
“Ma io lo sentivo il
tuo incoraggiamento” mi dice “L’ho
sentito per tutta la sfilata.”
“E poi, a New York? A
quel gala avrei voluto gridare a tutti quanto ero orgoglioso di te. Dio
mio,
eri bellissima. E io stavo impazzendo con tutti quegli uomini che ti
giravano
attorno!”
“Non potevi dirmele
prima queste cose??” mi dice provocatoriamente
“Dovevo baciare Daniele e
scatenare tutto questo putiferio?”
“Per favore non mi
ricordare che hai baciato Daniele!!” le dico io.
“Comunque, quando lui
mi ha baciato è stato strano. Non ho provato niente.
Chissà perché ho
immaginato di provare le stesse sensazioni che provo con te. Invece no.
Niente
di niente”
“Ma l’hai baciato due
volte” le dico.
“Non lo supererai mai
vero?” mi chiede “Si, è stata una cosa
irrazionale. Non provavo niente e volevo
accertarmi che fosse così! Ed è stato
così! Il fatto è che voglio baciare solo
te. Non so se al mondo ci sia qualcun altro capace di farmi sentire
come mi fai
sentire tu, ma non mi interessa trovarlo”
“Non devi neanche
cercarlo” le dico “Fino a quando ci sarò
io sul pianeta, non ti permetterò di
cercarlo” le dico e la bacio. La faccio sdraiare sulla
‘nostra’ scrivania.
“Mostro … dobbiamo
andare dal pediatra!” mi dice.
“Ho avuto tanta paura
Betty!” mi dice lui tirandomi su. “Ho avuto paura
che un altro uomo fosse
entrato nella tua vita e nel tuo cuore per prendere il mio posto. Ma
ora so che
non è così.”
“No amore mio. Il mio
cuore è sempre stato tutto tuo. Io voglio stare con te. Solo
con te. Voglio
vivere con te. Voglio che la mattina ti svegli per primo e resti
lì a guardarmi
mentre dormo, anche se lo detesto. Voglio che ti arrabbi se qualcuno mi
gira
intorno, voglio che continui ad essere il favoloso papà dei
nostri figli. Mio
marito. Il mio amico, il mio amante e il pazzo pazzo uomo della mia
vita” mi
dice.
Mi asciugo le lacrime e
la bacio. Mi sembra di essere finalmente tornato a casa.
Ho l’impressione che
un uragano abbia attraversato la mia vita e l’abbia
devastata. Avevo
l’impressione che fosse una devastazione fino alle
fondamenta, invece il danno
è stato più superficiale del previsto. Per
fortuna la mia famiglia è ancora in
piedi.
Ho passato un anno
terribile. Prima il pensiero di perdere Betty a causa della sua
malattia mi ha
tolto il sonno, poi a causa di Daniele o mia non saprei …
L’unica certezza che
ho adesso è che non voglio perderla e che non
lascerò che nessuno me la porti
via.
Quindici giorni
dopo …
Ho
dovuto faticare a
convincere Betty ad uscire con me questa sera! È incredibile
quanto sia
testarda. Le ho detto che volevo che trascorressimo un po’ di
tempo insieme,
fuori, a cena da qualche parte. Da soli. Lei non voleva uscire
perché preferiva
riposare a casa. Potevamo trascorrere del tempo a casa.
Benché la sua proposta
fosse molto interessante, ho insistito affinché uscissimo.
Quello che lei non
sa è che sta andando alla festa dei suoi
quarant’anni. Festa che avrei
organizzato sicuramente nel mese di ottobre se i rapporti tra di noi
all’epoca
fossero stati quelli di sempre o quelli di ora, che sono anche meglio
di quelli
di sempre e se non fosse nata Aurora proprio in quei giorni!
Mi hanno dato tutti
una mano nell’organizzare questa festa! Le ragazze della
banda hanno mantenuto
il segreto! Incredibile vero? Ugo, ha disegnato per
l’occasione un vestito
favoloso. Mi ha detto che potevo stare tranquillo perché le
sarebbe andato
benissimo, ormai lui conosce le sue misure alla perfezione! Ed in
effetti è
così.
Ho invitato tutti i
nostri amici, proprio tutti. La banda, Nicolas, Mario, Manuel, i nostri
genitori, mia sorella Camila e famiglia! Hugo! Ho invitato perfino quel
Stefan
là. E poi Adriana, Claudia Elena, Andrea, Michel e Clara.
Gli unici che non
sono inviati sono Daniele e famiglia. Questo sarebbe stato troppo anche
per me.
Comunque … Betty non
se lo aspetta minimamente. Ho prenotato il club. Sembra deserto in
effetti, ma
so che non è così. Ho anche preparato una
sorpresa per lei.
Arriviamo al club con
la mia macchina. Lei è bellissima, io sono molto elegante!
“Hai prenotato al
club?” mi chiede “ti sembra un posto dove possiamo
stare da soli?”
“Tranquilla Betty” le
dico. “Qui dobbiamo solo cenare. Dopo andiamo via!”
“Armando …. “ mi dice
lei con un tono un po’ indispettito.
“Da quando sei
diventata così pigra?” le dico io affettuosamente.
“Su andiamo”. Le apro la
portiera della macchina e la prendo per un braccio.
Quando arriviamo a
bordo piscina, lei si accorge che il club è vuoto.
C’è solo un tavolo
apparecchiato per due a lume di candela.
“Fammi capire Armando”
mi dice lei “hai affittato il club solo per noi due? Ma sei
completamente matto?”
All’improvviso, si
accedono tutte le luci e tutti vengono allo scoperto urlando SORPRESA!!
E ci riesco. A
sorprenderla! È completamente sorpresa. È
riuscito tutto benissimo!!
“Buon compleanno amore
mio!” le dico io baciandola sulla tempia.
“Buon compleanno? Ma
Armando il mio compleanno è stato ad ottobre!!”
“Si ma non abbiamo
potuto festeggiare sia perché .. insomma non era il momento,
e poi in quei
giorni è nata Aurora! Però non si può
non festeggiare il quarantesimo compleanno!!”
le dico
“Tu sei completamente
matto! Completamente matto!!” mi dice “ E io ti amo
tantissimo!!” e mi bacia.
Gli ospiti iniziano ad
avvicendarsi attorno a lei per farle gli auguri. E
poi arrivano i nostri figli con i nonni.
“Cami, ma sei
bellissima” le dice Betty.
Mia sorella Camila ha
pensato al vestiario di tutti. Aurora indossa un vestitino con annessa
gonnellina
a tutu.
“E’ vero” dico a Betty
“Non avrei dovuto lasciar fare a mia sorella, ma lei era
così felice di
partecipare!!”
“E’ tutto bellissimo
Armando” mi dice “anche questo orribile
tutu!”
La festa si sta
svolgendo regolarmente. La band sta allietando la nostra cena. I nostri
genitori sono felicissimi. Sono felici soprattutto perché ci
siamo
riappacificati. C’è stato un momento in cui
né i miei, né i suoi genitori
avevano più fiducia sul fatto che avremmo potuto recuperare
il nostro
matrimonio. Ho sentito una discussione tra i miei nei giorni di Natale.
Mia
madre diceva a mio padre che non sperava molto che saremmo riusciti a
risolvere
i nostri problemi. “Ma se si amano tantissimo” ha
risposto mio padre. E mia
madre ha ribattuto “Ma si sono fatti anche molto male, e a
volte l’amore non
basta!”. Per fortuna nel nostro caso, l’amore e
l’assoluta certezza di non volere
altri per noi è bastato. Vado verso Betty e la prendo per
mano. Guardo il
maestro della band e faccio un cenno con la testa!
“Cosa succede adesso?”
mi chiede Betty.
Il maestro della band prende
il microfono.
“Allora amici. Siamo
tutti qui per festeggiare il quarantesimo compleanno di Betty.
È vero è
avvenuto qualche mese fa, ma l’importante è
festeggiarlo. Il marito, che è l’organizzatore
di questa festa, ha voluto fare una favolosa sorpresa alla
moglie! E
allora, sorpresa ‘Esci fuori!’”.
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Capitolo 51 *** Betty ***
Non posso
crederci! Non
posso crederci! Non posso crederci.
Ricardo Montaner mi
sta cantando Tanti auguri a te! Armando è davvero folle!! Ed
io che non volevo
neanche uscire.
“Tanti auguri, Betty”
mi dice il famosissimo cantante. Dopo racconta brevemente della volta
in cui
Armando l’ha incontrato in un locale, mentre io ero con un
altro. A quel punto
Michel simpaticamente alza il braccio e dice “Ehi,
l’altro ero io!!” e tutti ridono.
Continua dicendo della richiesta di Armando di dedicarmi una canzone
per convincermi
che mi amava!
“E allora ancora oggi
ragazzi” ci chiama Ricardo “venite qui. Vi dedico
la stessa canzone di allora!
E di nuovo tanti auguri Betty!”
Mentre lui canta noi
balliamo! E nessuno balla accanto a noi. La pista è tutta
nostra. Alla fine
andiamo a salutarlo. Gli presentiamo i nostri figli. Lui ci dice
“Sono contento
di aver partecipato alla formazione della vostra famiglia, anche se
solo con
una canzone”. Poi ci saluta e va via.
“Sei un adorabile
pazzo” gli dico per la milionesima volta! E lo abbraccio!
La festa meravigliosa che
mi ha organizzato continua senza sosta. Un sacco di gente si avvicenda
per
farmi gli auguri. Non posso credere che Armando sia stato
così folle da
invitare tutti i nostri amici. C’è Hugo, e anche
Stefan!!
Si aprono le danze e
tutti si scatenano a ritmo di musica. Mio marito mi prende da parte.
“Ti è piaciuta la
sorpresa?” mi chiede.
“Sei folle! Sei
davvero folle. Ma ti amo lo stesso!” gli dico.
“Ecco, io avrei un’altra
sorpresa per te!” mi dice.
“Un’altra? Ma Armando …”
mi chiude le labbra con un dito e tira fuori dalla giacca un astuccio.
Me lo
porge. Tolgo il fiocco e lo apro … resto senza parole.
All’interno c’è un
collier, un bracciale e degli orecchini di rubini e diamanti che fanno
paio con
l’anello che mi ha precedentemente regalato.
“Armando ma sei ….”
“Folle lo so! Non
dirmelo più! Ma volevo stupirti. Questo non è
solo un regalo per il tuo
compleanno. È un regalo anche per la nascita di Aurora ed
è un regalo perché mi
andava di farlo!” mi dice.
Non so più cosa dire.
Lo cingo al collo e lo bacio. Non so in quale altro modo ringraziarlo
per tutto
questo.
“Grazie gli dico! Per
tutto. Ti amo tantissimo!” e lo bacio nuovamente.
“Ehi sono qui!!”. Cami
ci indica con un dito, poi si rivolge alla platea “Che vi
avevo detto? Sicuramente
erano a baciarsi da qualche parte!!” e fa ridere tutti. “Vi
stanno cercando”
ci dice “Tra poco ci saranno i fuochi artificiali!”
Non posso crederci!!
Anche i fuochi artificiali??!
“Armando …” inizio a
dirgli.
“Fermati!” mi dice lui
“I fuochi artificiali li ho voluti perché sono
geloso del fatto che sei andata
ad una festa con Michel dove c’erano i fuochi artificiali! Mi
hai mollato in
quell’occasione! Adesso devi riparare!!”
Inizio a ridere. Vedo
che si avvicinano a noi Michel, Adriana, Claudia Elena e Andrea.
Scherzando Michel
mi offre il braccio “Se ci sono fuochi
artificiali … è il mio turno di stare al tuo
fianco!”
“Nemmeno per idea” gli
risponde Armando! “E voi tre …” dice
indicando Adriana, Andrea e Claudia “come
avete potuto lasciarla nelle mani di questo francese qui??”
scatenando le
risate generali.
Quando inizia lo
spettacolo Armando mi abbraccia da dietro la schiena e io mi perdo tra
le sue
braccia pensando che è un momento perfetto.
Siamo a
Cartegena.
Sono passati due mesi dalla mia meravigliosa festa.
Non so come. ma devo
ringraziare il cielo per essere riuscita a salvare il mio matrimonio e
la mia
famiglia. Siamo stati davvero a un passo dalla rottura. Non sarei mai
stata in
grado di immaginare la mia vita senza Armando e i nostri figli. Adesso
siamo
qui, perché domani sapremo se ho vinto il Premio Donna
dell’Anno.
Siamo soli. I bambini
sono rimasti a Bogotà con i nonni.
Sono molto felice che
Camila abbia preso il posto di Daniele. Lavorare con mia cognata
è molto
divertente. Siamo un team praticamente perfetto. Lei si occupa di moda
con Hugo
e io della parte finanziaria. Finalmente posso dedicarmi al mio
settore. Certo
supervisionando tutto.
Ma lei e Hugo sono
anime gemelle.
Adesso sono qui con
mio marito. È la prima volta che veniamo a Cartagena. Prima
c’era sempre qualcosa
che gli impediva di venire qui con me. Penso fosse il fatto che si
sentiva ferito
dall’idea che io qui avevo trascorso una parte della mia vita
in cui lui c’era,
ma non in maniera positiva.
Siamo anche nello
stesso albergo in cui soggiornai all’epoca con Catalina.
Adesso siamo seduti
sulla spiaggia. E’ sera. Abbiamo appena finito di cenare.
Sembriamo due
vacanzieri. Domani sera inizierà il circo mediatico per il
premio e già oggi
pomeriggio ho dovuto rilasciare delle interviste per qualche tv, ma
forte del
fatto che la P.R. dell’evento è Catalina, posso
stare relativamente tranquilla
all’idea che fino a domani starò in pace.
“Lo sai che sei
bellissimo?” dico ad Armando, mentre guarda il
mare.
“Tu sei bellissima!”
mi dice lui. “Ed essendo qui, capisco molto meglio
perché questo posto e Michel
ti abbiano affascinata …”
“Il posto di più di
Michel … perché avevo qualcuno in testa, non so
se lo sai!” gli dico
scherzosamente. “Ti prego, non stare a rimuginare per i
prossimi dieci anni gli
avvenimenti dell’ultimo anno. Ti prego non farlo!”
e gli accarezzo la testa.
L’idea
che lui possa tormentarsi e rimuginare per quello che è
avvenuto,come ha fatto
per la storia di suo padre, mi distruggerebbe.
“Non lo sto facendo! Te
lo assicuro” mi dice “Stavo pensando che mi sembra
strano essere qui. Mi sembra
di essere nel tuo territorio. Cioè è come se io
prendessi il tuo spazio. Il tuo
rifugio.”
“Ma a me fa piacere
condividerlo con te.”
“Ne sei sicura?”
“Si!”
“Non ti da fastidio
avermi qui? In questo luogo?”
“Io non sono mai stata
qui senza di te in realtà! Ti pensavo giorno e notte! Non mi
hai mai
abbandonata un momento” gli dico.
“Io collego questo
luogo alla possibilità che ho avuto di perderti …
ma non voglio più farlo!”
“Infatti … adesso
siamo qui insieme. Non mi importa se la prima volta non eri fisicamente
qui con
me. L’importante è che tu ci sia
adesso!!” gli dico e lo bacio.
Lui risponde al mio
bacio. Anzi, mi stringe a sé e inizia a baciarmi come se non lo facesse
da
secoli. Mi fa sdraiare sulla sabbia. “ Non possiamo farlo
qui” gli dico quando
capisco quali siano le sue intenzioni.
“Ma non c’è nessuno!”
mi dice lui “E poi voglio creare nuovi ricordi. Quando pensi
a Cartagena, non
dovrai che pensare a questo momento”
“Armando sei …” gli
dico
“Folle, completamente folle!”
conclude lui prima di riprendere a baciarmi. Sembriamo due adolescenti
alla
nostra prima cotta. Ma per niente al mondo vorrei essere da qualche
altra
parte. Mi lascio completamente andare tra le sue braccia e sotto le sue
labbra.
“Fammi
capire” mi dice
Armando “questo sarebbe il tuo vestito?” chiede
mentre indossa il suo smoking.
“Si.”
Hugo Lombardi ha
disegnato per me un vestito veramente assurdo. Cioè
è bellissimo ma è assurdo.
Sembra che io sia nuda. Il colore della stoffa
è lo stesso della mia
pelle. Inoltre l’ha tempestato di rami di fiori di paillette
e perline neri nei
punti strategici. Sui fianchi, lungo le gambe, lungo il seno.
Così sembra
accentuare ancora di più l’effetto nude
– look, anche se devo dire non è niente
male.
“Lo sai che sembri
nuda?” mi chiede Armando
“Si … non ti piace?”
gli chiedo.
Nello scatolo c’è un
altro vestito. Il biglietto di Hugo dice
“Beatriz,
se il primo vestito le sembra troppo audace, allora
provi il secondo che è qualcosa di già visto e
molto banale. Glieli mando
entrambi perché non voglio sentire le urla di
quell’energumeno di suo marito.
Hugo.
P.S. Anche Stefan
è d’
accordo con me nel sostenere che debba indossare il primo.”
Provo il secondo
vestito … in effetti è un vestito nero con le
bretelline sottili, molto bello,
di un tessuto damascato, con uno scollo profondo sulle spalle.
“Allora?” chiedo ad
Armando “quale ti piace di più?”
“Sinceramente?
Questo! Ma non è adatto per l’occasione. Rimetti
l’altro.”
“Sei sicuro che non ti
da fastidio?”
“No Betty. Non è
necessario che mi chiedi il consenso per ogni folle vestito che Hugo
potrebbe
farti indossare da qui in avanti!”
“Sul serio?”
“Si.”
“Ma così catturerò
l’attenzione!!”
“La cattureresti
comunque!!” mi dice.
“Ok, mi cambio ed
andiamo.”
Il salone dove si
svolge la premiazione è molto grande, ed è pieno
di tavoli. Anche se la cena si
svolgerà subito dopo. E sarà molto informale.
Questo premio è di rilevanza internazionale,
ma ciò che mi emoziona è il fatto di partecipare.
Di essere stata scelta come
candidata, proprio in uno degli anni più terribili della mia
vita. Non è stato
il più terribile perché è nata Aurora
e perché alla fine, io e Armando siamo
riusciti a salvare la nostra famiglia. E a proteggere il nostro amore
da tutti
i nostri errori.
Abbiamo fatto tanti
errori, entrambi. Ma alla fine il nostro amore ha retto.
Al nostro arrivo
veniamo circondati, da Catalina e da alcuni membri della stampa
nazionale ed
internazionale. Questo premio è molto importante soprattutto
perché serve per
spingere le donne ad evolversi, ad emanciparsi, a non abbandonare gli
studi come
spesso avviene per sposarsi e mettere su famiglia rinunciando del tutto
alla
propria realizzazione.
Non so più quante
dichiarazioni rilascio per varie tv. Ma comunque alla fine, io e
Armando
riusciamo a sederci al nostro tavolo. Ed eccola che arriva! La
terribile
blogger Karina Larsson.
“Eccovi qui” ci dice “vi
ho attesi tutta la serata!”
“Davvero?” le chiede
Armando “E come mai?”
“Forse vuole
spettegolare ancora sul nostro matrimonio!” aggiungo io.
“Sai Armando, non
avrei mai pensato che avresti sposato questo tipo di donna?”
Lui la guarda di
traverso! “Ma si” continua imperterrita lei
“un tipo di donna che è così
rigida, inquadrata, monotona, che non sa apprezzare l’ebrezza
del brivido!”
Voglio ucciderla.
Continua a provarci con mio marito e davanti a me! Se ci avesse beccati
ieri
sera in spiaggia sarebbe rimasta shockata a vita.
Armando fa per dire
qualcosa. Ma io lo blocco.
“Senta signora Larsson”
le dico “adesso basta! Non ne posso più delle sue
sciocchezze. Non è di certo
colpa mia se Armando ha voluto interrompere la vostra relazione
clandestina! La
prego di cambiare strada quando ci vede!”
“Lo sa che posso
distruggerla col mio blog?” mi minaccia “Posso
distruggere tutte le collezioni
di Hugo Lombardi!!”
“Lo faccia” la provoco
io. “Lo faccia e le faccio vedere chi ha davanti! Pensa che
all’opinione
pubblica farebbe piacere sapere che lei ci diffama perché
mio marito non vuole
venire a letto con lei?”
“E chi le dice che non
l’abbia già fatto?”
“Karina, ma che
diamine dici?” interviene Armando.
“Certo, l’ha già fatto
con me! Non con lei! SE si azzarda a dire qualsiasi altra
falsità, la denuncio
per diffamazione e soprattutto le stronco la carriera. Mi metta alla
prova! Mi
metta alla prova!”
Spero di essere stata
convincente. “Armando stai pur certo che non finisce qui. Non
so quando ma mi
vendicherò!” ci dice Karina e va via.
“Mostro … mi dispiace
tanto! Non volevo che finisse così! Proprio questa sera
poi!”
“Ma non preoccuparti.
Mi diverto ad incontrare tutte le tue ex conquiste … questo
incontro mi ha
riscaldato!!!”
“Quando ti arrabbi,
sei terribilmente sexy” mi dice in un orecchio.
“Smettila, smettila
immediatamente” gli dico scoppiando a ridere. Vedo che Michel
e Clara ci stanno
venendo incontro e faccio loro segno di raggiungerci.
La
serata ha inizio.
Tra balli e spettacoli vari, hanno già premiato, spettacolo
e moda. Mancano
solo imprenditrici e scienza. Adesso è il momento della mia
sezione. Devo
scontrarmi con una imprenditrice del settore editoria, una del settore
cosmesi
e una del settore tecnologia.
“Comunque vada, per me
hai vinto tu! Hai vinto il premio Donna della mia vita!” mi
dice Armando e mi
bacia. Inizio ad essere nervosa. Armando mi prende la mano.
Il presentatore
annuncia le nostre candidature e infine è il momento di
vedere a chi la giuria,
che ci ha seguite in questi tre mesi deciderà di dare il
premio.
“Per
le sue incredibili doti umane e professionali, per la
sua bellezza esteriore ed interiore, per la sua capacità di
non mollare mai,
nemmeno nei momenti più difficili, per le sue innegabili
doti professionali, il
Premio Donna dell’Anno va a Beatriz Pinzon Solano in
Mendoza”
Non posso
crederci, ho
vinto, ho vinto io!!! Tutti stanno applaudendo. Armando mi bacia sulle
labbra.
Devo andare a ritirare il premio. Devo anche fare un discorso. Diciamo
che uno
piccolo piccolo l’ho preparato. Ma la cosa più
importante che ho vinto è che
mio marito è qui al mio fianco e che ci resterà
per sempre!
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Capitolo 52 *** Epilogo ***
Una tra le tante
interviste di Betty dopo aver vinto il
Premio Donna dell’Anno.
Giornalista : “Betty, la sua
storia ha dell’incredibile.
Lei per un lungo periodo della sua vita è stata una
brutta.”
Betty : “Si. È stato
così.
Sono stati degli anni terribilmente difficili. Sono cresciuta sola.
Essendo
anche io figlia unica. Per fortuna i miei genitori mi hanno sempre
circondata
del loro affetto. Però è stato molto difficile.
Venivo spesso derisa e presa in
giro per il mio aspetto esteriore. Ero impacciata. Adesso che sono
madre, cerco
di insegnare ai miei figli che una persona non si giudica mai dal suo
aspetto
esteriore. Mai da quello che appare e sempre per quello che
è.”
G.: “Secondo quanto
si racconta, per lungo tempo
il suo unico amico è stato il noto economista Nicolas Mora,
che lavora con lei
nell’ Ecomoda.”
B.: “Si, per tanto
tempo Nicolas è stato il mio unico amico.”
G.: “Non
c’è mai stata una relazione
sentimentale tra di voi?”
B.: “No. Io e Nicolas
siamo grandi amici. Siamo come fratelli. In genere i fratelli capitano,
invece
io l’ho scelto. Nicolas è uno dei migliori uomini
che ci siano in circolazione.
Mi è stato vicino in tutti i momenti della mia vita e io gli
voglio molto bene.”
G.: “Divagando un
attimo dal tema, può
confermare le voci per le quali il Dottor Mora avrebbe una relazione
con la
stilista Luz Costa che di recente è venuta a lavorare da
voi?”
B.: “No comment.”
G.: “Ok, torniamo a
lei Beatriz. Lei entra a
lavorare nell’Ecomoda come semplice segretaria di Presidenza,
poi diventa
assistente di Presidenza, quando era presidente suo marito Armando
Mendoza e
nove mesi dopo lei stessa diventa la Presidente.”
B.: “Eh si! Che dire
incontrare Armando Mendoza mi ha cambiato la
vita! A parte tutto, di quel periodo ricordo che ero
sicura di poter
fare un buon lavoro ma terrorizzata perché ero brutta e
nessuno mi assumeva. In
Ecomoda ho incontrato quelle che sono diventate le mie più
care amiche e che mi
hanno subito accettata per quella che ero.”
G.: “E cosa ci
può dire del suo cambiamento
anche d’immagine.”
B.: “In seguito ad un
periodo in cui sono stata a Cartagena, grazie all’aiuto di
una mia carissima
amica, ho cambiato la mia immagine. E’ stato un cambiamento
radicale ma lo
stavo pian piano maturando dentro di me. Come d’altronde
quello di questo
ultimo anno. Ogni persona cambia. Attraversa delle fasi nelle quali
cambia
radicalmente. Ed io sono cambiata, ma allo stesso tempo sono sempre
rimasta la
stessa.”
G.: “Veniamo adesso
ad Armando Mendoza. Betty,
lei sa di aver sposato lo scapolo più ambito di
Bogotà?”
B.: “Non lo dica a me!
Ancora oggi capita che qualcuna delle sue ex ci provi con lui sotto i
miei
occhi!! Ma è il prezzo da pagare per essere sposata con lui.
Lo conosce no? Mio
marito è un uomo affascinante. È anche naturale
che sia attorniato da donne che
ci provano. ”
G.: “E questo non la
infastidisce?”
B.: “Si all’inizio mi
infastidiva. Adesso mi diverte. Anche perché so che quello
ad esserne
infastidito adesso è proprio lui.”
G.: “Ed
è
così tranquilla? Non pensa che potrebbe scapparci una
storiella?
B.: “Sono così
tranquilla perché so che io e mio marito siamo
reciprocamente e totalmente
impegnati l’uno con l’altra.
G.: “Anni fa, si
diceva che quando è iniziata la
vostra storia, lui fosse ancora legato con Marcela Valencia.
È vero?”
B.: “Si, lo è. Ma la
loro era una storia conclusa da tempo. Solo che non avevano il coraggio
di
dirselo. Se vuole sapere se sono stata io il motivo della loro rottura
… ebbene
no, non sono stata io.”
G.: “Per
tanti anni, lei e suo marito avete lavorato gomito a gomito. Avete tre
figli.
Adesso lui ha lasciato l’Ecomoda. Si dice che in seguito a
questo avvenimento,
il vostro matrimonio sia entrato in crisi. Cosa può dirci al
riguardo?”
B.: “Lavorare per tanti
anni con mio marito, gomito a gomito, è stato bellissimo. E
difficile. Ma sono
stati anni bellissimi. Adesso le nostre strade professionali si sono
divise, perché
come dicevo prima, nel tempo si cambia. Si abbiamo attraversato un
periodo di assestamento
per adeguarci a questo nuovo equilibrio, ma se una crisi
c’è stata l’abbiamo
superata.”
G.: “Lei ha di
recente dichiarato di aver
accidentalmente scoperto di avere un tumore al seno e di essersi
sottoposta ad
un intervento per rimuoverlo.”
B. : “Si.
Accidentalmente mi sono accorta di avere una pallina nel seno. Sono
scivolata
su un giocattolo di mio figlio e così per curarmi dalla
caduta l’ho scoperto. Per
fortuna sono intervenuta in tempo e tutto si è risolto per il meglio. Colgo
l’occasione per dire a tutte le
donne di fare prevenzione. Perché la prevenzione salva la
vita!”
G.: “Non saranno
stati momenti facili”
B.: “No, non lo sono
stati affatto. Ma ho avuto la fortuna di essere circondata dai miei
familiari, da
mio marito, dai miei figli. Loro
mi
hanno dato la forza di superare tutto.
G.: “La crisi con
suo marito, è dipesa da
questo?”
B.: “Da questo e da
altro. Ma siamo stati così fortunati da superarla.
Perché ci amiamo, perché lui
è l’uomo della mia vita!”
G.: “Che
dichiarazione Beatriz!”
B.: “Mi scusi, ma lei è
sposata? Non ama suo marito? Io, il mio lo amo tantissimo! Ed
è l’uomo della
mia vita. Abbiamo avuto periodi belli e brutti. Attraversato tante
difficoltà.
Sul lavoro e tra di noi ma anche dai periodi brutti abbiamo imparato
qualcosa!”
G.: “E
cosa?”
B.: “Abbiamo imparato
ad amarci ancora di più, perché adesso siamo
davvero l’uno al fianco dell’altra.”
G.: “Parliamo un
po’ dei suoi figli. Lei Beatriz
è sposata da quasi tredici anni con Armando e avete tre
figli. Camila, Roberto
e Aurora. Cosa pensa di insegnargli della vita? Quali valori da
trasmettere?”
B.: I
miei figli sono meravigliosi. Lo so tutte le
mamme lo dicono. Ma non posso che dire questo! Sono educati, simpatici,
divertenti,
socievoli. La più piccola, non ha ancora cinque mesi e sta
scoprendo il mondo
che la circonda, mentre i più grandi
crescono, nel rispetto del prossimo e dei loro propri sogni.
G.:
L’ultima domanda Betty, lei
è la Donna dell’Anno.
C’è stato un momento in cui ha pensato di voler
mollare? Di mandare tutto a
gambe all’aria??
B.: “Si più di uno.
Penso sia normale e molto umano come atteggiamento. A volte mi
è anche sembrato
di averlo fatto. Ma la verità è che noi siamo chi
scegliamo di essere e alla
fine, io sono stata molto fortunata perché i miei sogni si
sono tutti realizzati.
Ho un lavoro fantastico e una famiglia fantastica. Sono stata fortunata.
G.: “Sente
di dover ringraziare qualcuno per questo?”
B.: “Il cielo, i miei
genitori, la mia tenacia e mio marito. Perché anche quando
avrebbe potuto andar
via è rimasto al mio fianco. Non ha mai mollato. E per
questo lo amo ancora di
più perché mi ha permesso di apprezzare quello
che abbiamo come coppia e come
famiglia e quello che siamo come singole persone.
FINE
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