La donna dal velo nero

di Chanilsaya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Faithless-Senza destino ***
Capitolo 2: *** Coffin-Un'altra tomba ***



Capitolo 1
*** Faithless-Senza destino ***


NOTA DELL'AUTRICE: Questa è la mia prima song-fic in assoluto, per cui vi prego, abbiate pietà di me. Questo capitolo prende ispirazione dalla canzone Faithless dei Black Veil Brides, ma narra le vicende di un personaggio invetato che ne passerà di tutti i colori. Spero possa piacervi, e alla prossima!

 

Behold the new hate with all the same lost values

Forsake what lives deeper

In death we're all believers

 

La guerra iniziò, nessuno di noi sa bene quando, né per quale vero motivo. Tutti però sapevamo che non si sarebbe fermata per molto, molto tempo.

Mi ritrovavo da sola, nel mezzo di quella che una volta era stata la nostra città, e stavo guardando il tramonto. Attraverso tutte le polveri che si alzavano a causa del vento, e le macerie di quelli che una volta erano i giganteschi palazzi in cui tutti noi vivevamo, anche il sole aveva un’effetto particolarmente innaturale, quasi come la mia figura che si aggirava da sola per quelle desolate vie.

Dopo qualche minuto il sole era ormai scomparso oltre l’orizzonte, e pensai che probabilmente sarebbe stato meglio tornare dai miei compagni, prima che qualche guardia rossa mi trovasse in giro dopo il coprifuoco.

Mi alzai dal pezzo di cemento armato sul quale ero seduta, e con molta calma iniziai a dirigermi verso la vecchia panetteria, che da qualche anno a questa parte era diventata il nostro campo base. Camminando per le buie vie dell’ormai distrutta città mi resi conto che l’ambiente era insolitamente tranquillo. Solitamente a quell’ora si sentivano in lontananza gli scoppi delle armi delle guardie rosse che tentavano di placare gli animi dei ribelli con la violenza, senza ovviamente rendersi conto che tutto ciò non servisse a nulla se non ad aumentare ancora di più la sete di violenza di quelli che, recuperato tutto il loro coraggio, andavano a combattere per ciò in cui credevano.

Tra di loro c’era anche mio fratello, ma non ho mai saputo se egli sia sopravvissuto ai numerosissimi attacchi delle guardie rosse.

Poco importava in realtà, lui mi aveva abbandonata a me stessa, in una città in via di distruzione, tempestata dalla guerra e dalla violenza, solo per andare a combattere una guerra che neanche era la sua.

Quella notte però non si sentivano colpi di nessun tipo, si sentiva solo il placido silenzio di una città distrutta. Poi arrivarono le sirene.

Raise up your sirens

Break through the silence

We are united in the search for something more

 

Quel suono mi trapanò le orecchie e mi fece accaponare la pelle. Le mia gambe senza che io neanche me ne rendessi veramente conto presero a correre all’impazzata nella direzione di quella che era oramai diventata la mia casa, la mia famiglia: i pacifici. Erano loro infatti che avevano trasformato la vecchia panetteria nel nostro rifugio, facendola diventare una casa aperta a chiunque non volesse combattere le guerra da nessuna delle fazioni, e sopratutto erano loro che avevano preso me come loro figlia, proteggendomi da tutto il male che governava il mondo in cui ero nata, e che aveva preso con la forza la vita di coloro che erano i miei genitori.

Corsi, corsi come non avevo mai fatto fino a quel momento, ma alla curva appena prima della panetteria un fragoroso botto mi sbatté a terra. Il dolore che provai in quel momento non era solo quello fisico causato dalla caduta e dal forte rumore, ma era anche un dolore immateriale, causato dalla certezza che quella volta avrei davvero perso tutto ciò che ero riuscita ad avere dalla mia miserabile vita.

Con non poca fatica mi rialzai, gli occhi lasciavano colare le lacrime, nonostante io cercassi costantemente di trattenerle, e con passo zoppicante feci quei pochi metri che mi separavano da quella che una volta era la mia casa. Ciò che vidi mi fece crollare in ginocchio per la disperazione; la panetteria era stata bombardata senza alcuna pietà, e ora non ne rimaneva che qualche maceria sparsa qua e la. Nessuno era sopravvissuto, ed io ero di nuovo sola, sola e senza destino.

 

Even when I fall down to my knees

I never say a prayer I don't believe

And I don't wanna look up to the Son

But I will never be the faithless one

 

 

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Capitolo 2
*** Coffin-Un'altra tomba ***


 

Take your crosses

I'll live without them

Standing wet in holy rain.

 

La pioggia cadeva scrosciante quella sera, pareva che pure Dio mi avesse abbandonata al mio futuro senza futuro. Il padre terminò la predica, e così anche il funerale cessò. Solo il regolare scoccare delle campane, e l’incessante scrosciare della pioggia accompagnarono la mia lugubre passeggiata fino alla tomba comune dove avevano seppellito quel che restava della mia “famiglia”. Mi fermai davanti alla grande lapide di marmo sulla quale avevano inciso da poco i loro nomi. Li lessi veolcemente, non me la sentivo di controllarli ossessivamente, mi bastava sapere che avessero almeno avuto una degna sepoltura.

Volsi lo sguardo alla croce posizionata appena sopra alla punta del campanile, e pensai che la religione e Dio non erano altro che una grandiosa fregatura.

Voltai le spalle alla tomba, e mi diressi verso il vecchio e arrugginito cancello che separava la terra santa, intoccata dalla guerra tra ribelli e quello che noi chiamavamo il clero, da quella che era invece le terra di noi peccatori.

Da quello che avevo potuto capire, la guerra che affligeva il nostro paese da così lungo tempo, altro non era che guerra tra religiosi e non credenti, ed io, così come tanta altra gente, me ne ero ritrovata in mezzo senza avere nessuna particolare colpa, se non quella di essere figlia del capo dei ribelli.

Mi domandai come, quel tanto adorato Dio di cui tutti raccontavano, così buono e pieno di pietà, potesse mai permettere che il mondo potesse andare avanti in quella maniera.

Camminando nel oscuro boschetto che separava la città, o meglio, quel che rimaneva della città, dal cimitero, mi imbattei in una vecchia croce di legno mezza marcia. Mi fermai un breve attimo, giusto per capire cosa ci facesse li un oggetto simile. Sulla croce erano state incise alcune parole in latino “Anima que peccaverit, ipsa morietur”  L’anima che pecca, morirà lessi mentalmente. Che stronzata, a me pareva piuttosto che fossero le anime innocenti che avevano perso la vita la sera scorsa, non le anime peccatrici. Presi la croce e con un gesto secco la spezzai in due pezzi, per poi lanciarli nel bosco.

 

I tried to save you

But let you drink the pain

A final song now we both know.

 

Nonostante avessi cercato per tutto quel tempo di trattenere le lacrime, ora esse non riuscivano più a rimanere rinchiuse dentro i miei occhi, e presero ad uscire come un fiume in piena. Corsi di nuovo, giù per la collina, saltando via le rocce umide e scivolose  e cercando di evitare le radici degli alberi più possenti. Nonostante avessi prestato il massimo dell’attenzione, il mio piede finì comunque per incastrarsi in una radice, facendomi cadere rovinosamente sul terriccio fradicio.

Le lacrime stavano ancora scendendo, nonostante io non riuscissi ancora a capirne il vero motivo. Volevo solo qualcuno accanto a me in quel momento, qualcuno come Thomas o come il vecchio Paul...Al solo pensiero le lacrime presero a scendere ancora più copiose, annebbiandomi la vista. Provai a strofinarmi gli occhi, ma non servì a nulla, ero ormai in preda alla peggiore disperazione. Rimasi lì, accasciata a terra per parecchio tempo, a piangere da sola, poi mi balenò in testa un’idea: era vero, ero sola, ma questo poteva giocare a mio favore. Non avevo più nulla da perdere a quel punto, Dio si era già preso la vita dei miei genitori, e la vita di coloro che erano divenuti la mia famiglia. L’unica cosa che mi rimaneva era la vita, e piuttosto che sprecarla l’avrei usata per vendicare coloro che amavo.

con una spinta decisa mi rimisi in piedi, ero fradicia, con il volto ancora rigato dalle lacrime, ma decisa a vendicarmi per tutto. Decisa a far vedere cosa è il vero inferno a coloro che provano a combatterlo.

So I'm not givin' up

Won't let you suffocate me

You find your hell is home.

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