Because AU is the way

di Jordan Hemingway
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Buona Mietitura a tutti! ***
Capitolo 2: *** Giuro solennemente di non avere buone intenzioni (pt.1) ***
Capitolo 3: *** Io sono il numero Uno ***
Capitolo 4: *** Che la Pasta sia con voi! ***
Capitolo 5: *** Giuro solennemente di non avere buone intenzioni (pt.2) ***
Capitolo 6: *** Quidditch time! ***



Capitolo 1
*** Buona Mietitura a tutti! ***


#Hunger Games: Buona Mietitura a tutti!

La prima cosa che Ludwig ricordava di quell’edizione dei Giochi era il freddo glaciale del giorno della Mietitura, con tutto il Distretto Dodici intento a rabbrividire sotto il vento settentrionale mentre la banda cercava di suonare l’inno di Capitol City con scarso successo, tanto che il presentatore Francis aveva interrotto la performance dopo nemmeno un minuto.

“Sappiamo tutti come finisce, giusto?” Sorrise, pensando al vin brulè bollente che lo attendeva nella casa del governatore. “Ed ora, procediamo con l’estrazione!”

Per Ludwig quella sarebbe stata l’ultima Mietitura alla quale avrebbe partecipato, qualunque fosse stato il risultato: se non fosse stato estratto anche quell’anno avrebbe potuto finalmente diventare l’apprendista del fabbro, che assumeva solamente chi aveva ormai passato l’età della Mietitura.

Il presentatore Francis si sfregò le mani e si avvicinò all’ampolla.

“Vee, Lud-chan, secondo te offriranno della cioccolata calda alla fine della Mietitura quest’anno?”
L’interpellato chiuse gli occhi. Tra le centinaia di persone radunate nella piazza, come aveva fatto Feliciano a trovarlo?
“Resta in silenzio, non vedi che sta per essere estratto il primo nome?” Sussurrò Ludwig.

Francis aveva aperto il primo biglietto: “Tino Vainamoinen!” Esclamò, inciampando sul cognome.  La folla si aprì per mostrare un ragazzino biondo e tremante che non arrivava nemmeno alla spalla del presentatore.  “Ci sono volontari?”

“Ma io ho freddo, e voglio la cioccolata!” Feliciano si aggrappò al braccio di Ludwig e iniziò a strattonarlo: quest’ultimo alzò un braccio per afferrarlo come al solito per la collottola e staccarlo.

“Magnifico!” Il presentatore puntò il dito verso Ludwig. “Un volontario per il primo Tributo! Vieni avanti ragazzo, non avere timore!” E senza sapere come Ludwig si ritrovò sul palco accanto a Francis, che gli mollò una pacca sulla spalla e proseguì all’estrazione del secondo Tributo.

Il ragazzo cercò di fare mente locale: ormai non poteva tirarsi indietro (bastava vedere il sollievo sulla faccia di Tino, che si era attaccato in lacrime alla camicia di un tipo alto e altrettanto biondo e non sembrava volersene più staccare), per cui avrebbe dovuto partecipare ai Giochi. Salutò mentalmente la bottega del fabbro e la visione di un futuro stabile e tranquillo, e cercò di calcolare quante possibilità aveva di uscirne vivo, considerando le abilità medie degli scorsi Tributi dei vari Distretti.
Quasi nessuna, fu la conclusione logica. Fu come se dentro di lui si risvegliasse qualcosa: aveva sempre amato le sfide.

Da lassù poteva vedere sua madre che piangeva, sostenuta da suo padre, pallido come un morto; Elizaveta, sua cugina, lo guardava dalla piazza stringendo i pugni, con occhi asciutti ma con un’espressione che avrebbe ucciso un cadavere. Dopo aver vagato a lungo con lo sguardo riuscì a scorgere Feliciano, immobile nel punto dove lo aveva lasciato, tanto che sembrava non stesse nemmeno respirando.

Sarebbe tornato vivo, promise Ludwig a se stesso. Non poteva lasciare che Feliciano lo vedesse morire su quel maledetto schermo, senza sapere che…

“Ed ora il secondo estratto!” Annunciò Francis, pregustando il vin brulè. “E si tratta di…”

“Mi offro volontario!” Feliciano iniziò a saltellare su e giù agitando le braccia come un forsennato. “Voglio partecipare, voglio fare il Tributo!” E corse verso il palco, ignorando suo fratello Romano che cercava di placcarlo per impedirgli di compiere quella pazzia.

Francis si riprese immediatamente: “Ma è magnifico! Due volontari su due estrazioni! Il Distretto Dodici è un Distretto nobile e generoso.” E incredibilmente stupido.

Fu in quel momento che Ludwig prese una decisione che avrebbe cambiato non solo la sua vita ma anche il corso della storia: non importava il livello di addestramento dei Tributi degli altri Distretti, che tipo di scenario sarebbe stato scelto, le trappole che avrebbe trovato sul suo cammino.

Avrebbe salvato se stesso e Feliciano, a costo di dover infrangere le regole degli Hunger Games.



Note: A me le feste fanno male, perchè mi vengono queste idee assurde. Comunque, questa sarà una raccolta di One shot di varia lunghezza, ambientate in AU ogni volta diversi (tranne qualche eccezione, nel caso mi senta particolarmente ispirata). Se volete lasciarmi un parere, vi prego fatelo (e ditemi se vado OOC). Buone feste!!^^

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Capitolo 2
*** Giuro solennemente di non avere buone intenzioni (pt.1) ***


#Harry Potter: Giuro solennemente di non avere buone intenzioni (pt.1)


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“Ehi, Eliza, è vero che Gilbert Beilschmidt ha tipo un grifalco tatuato proprio sul…” Feliks non riuscì a completare la frase, perché la sua bocca venne velocemente riempita di pudding da Eduard e Toris.

“Non farci caso, questa notte è rimasto sveglio per scegliere il colore delle nuove divise da Quidditch.” Bofonchiò Eduard Von Bock, riprendendo a leggere la Gazzetta del Profeta. “Tra parentesi, Feliks, non provare più nemmeno a pensare al rosa, chiaro? Mi rifiuto di assomigliare ad un suino volante durante la prossima partita.”

Feliks ingoiò il pudding con abilità consumata e appoggiò una mano sotto il mento. “Il rosa è un colore assolutamente meraviglioso, e starà assolutamente bene anche a te. Piuttosto, Eliza.” Sogghignò. “Non hai risposto alla mia domanda.”

Eliza sorseggiò il suo caffè cercando di non cedere all’impulso di versarlo in testa all’amico: se il loro miglior Cercatore da generazioni fosse finito in infermeria per ustioni gravi il giorno prima della partita contro Slytherin, allora l’intero dormitorio Ravenclaw avrebbe probabilmente chiesto il suo sangue. Possibilmente accompagnato da lente torture. “Perché non lo domandi a lui, Feliks, se la cosa ti interessa tanto?”
“Lo sto domandando a te.”
“Non vedo perché dovrei conoscere certi dettagli.” Ribatté nervosa Eliza. La partita è domani, la partita è domani…

“Ma è assolutamente ovvio!” Il ragazzo la fissò con l’aria di un gatto che sta per mangiare un topo. “Perché dopo un’intera nottata chiusi assieme nel bagno dei Capiscuola dovreste tipo aver approfondito la vostra conoscenza, no?”

Sbam!
La padellata di uova strapazzate lo colpì proprio in testa. Mai sottovalutare l’istinto di una Battitrice, dopotutto.

“Feliks!” Si agitò Toris, cercando di rianimare l’amico. “Feliks, riesci a sentirmi?”
“Lukasiewicz!” Roderich Eldestain, capitano della squadra di Quidditch, abbassò gli occhiali sul naso e guardò il suo miglior giocatore. “Domani salirai sulla tua scopa, a prescindere dalla commozione cerebrale. Intesi?”
“Assolutamente, Roddy. Ehi, perché ci sono tipo tutti questi Boccini attorno alla mia testa?” Fu la consolante risposta.

“Coda di paglia.” Mormorò poi Feliks sorridendo, mentre Eliza si alzava con i resti della sua dignità e si avviava a lezione. “Queste uova sono tipo deliziose, Toris. Provane un po’ anche tu.” Concluse, impiastricciando la faccia dell’altro con la poltiglia giallastra.


Note: Buongiorno! Come dire, sento che questo AU mi sfuggirà dalle mani. L'idea era inizialmente di fare una PruxHung, ma dopo aver trovato l'immagine che vedete (spero) all'inizio, la cosa si è evoluta, e quindi ho diviso la storia in varie parti, che verranno inserite tra un AU e l'altro. Non sono pratica dei characters dei paesi Baltici e di Polonia, quindi vi prego di perdonare il possibile OOC, ma guardate la faccetta di Feliks. E di Toris. E di Eduard: che ad uno sguardo più attento si è rivelato essere Svezia e non Estonia. Ma vabbe', facciamo che stiano tutti e due a Ravenclaw, che ne dite? E comunque, come non scrivere qualcosa su di loro? ^^ Al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Io sono il numero Uno ***


#Divergent: Io sono il numero Uno.

“E adesso?” Domandò uno degli Abneganti, un ragazzo biondo e occhialuto, fissando l’abisso dall’alto del grattacielo in rovina.
Il rappresentante degli Intrepidi lo guardò con commiserazione. “Saltate.”

Tutto il gruppetto dei nuovi iniziati trattenne il respiro, in attesa di ulteriori spiegazioni.
“Ho detto: saltate.” Le folte sopracciglia dell’Intrepido si piegarono formando un angolo minaccioso.
“Ma… Ma c’è una rete laggiù, giusto?” Peter, il più piccolo degli iniziati, si agitò su una gamba. “Voglio dire, non c’è alcun rischio, vero?”
“Forse: o forse no.” Sogghignò l’Intrepido. “Dipende dalla traiettoria del tuo salto. Consideratela una prova di fede.” Si voltò verso il gruppo di ragazzi e ragazze provenienti dalle varie fazioni. “Allora, chi va per primo?”

Uno degli Eruditi, Feliks, fece un passo indietro. “Non è assolutamente giusto. Abbiamo scelto gli Intrepidi, perché dobbiamo tipo rischiare la vita per…” L’Intrepido lo interruppe prendendolo per il bavero della giacca. “Perché voi ci avete scelto, è vero, ma adesso siamo noi a dover scegliere voi. Ti butti tu per primo?”

“Vado io.” Una ragazza dai lunghi capelli castani si staccò dagli altri e si diresse verso l’orlo del baratro. L’Intrepido mollò Feliks, che fu svelto a defilarsi in mezzo al gruppo.
“Una Rigida.” Commentò sorpreso. “Il mondo è pieno di sorprese.”

La ragazza guardò il vuoto sotto di lei e si tolse la giacca grigia. Qualcuno tra gli iniziati fischiò. “Vai così Rigida.” Feliks si accorse della sbarra di ferro solo quando ormai questa lo aveva colpito proprio in mezzo alla fronte, e non ebbe tempo di riflettere sulla questione, dal momento che collassò a terra subito dopo.

“Che lancio eccezionale!” Si entusiasmò Alfred, l’Abnegante con gli occhiali. “Eliza, sei grande!”
“Non ho tutta la giornata.” Ricordò loro l’Intrepido.
Eliza ringraziò Alfred con lo sguardo, dopodiché piegò le ginocchia e saltò nel vuoto.


Dopotutto, una rete c’era.  Fu il primo pensiero razionale della ragazza, non appena atterrò sulle corde che avrebbero impedito agli iniziati di terminare sul nascere la loro carriera tra gli Intrepidi.

Il suo secondo pensiero fu una considerazione estetica: non aveva mai visto degli occhi come quelli che la stavano fissando dall’alto, e che spiccavano come pozze di sangue tra la frangia candida dell’Intrepido che le tendeva una mano al di là della rete.
“Stai bene?” Le chiese l’albino.

Riprendendosi, Eliza fece cenno di sì con la testa.
“Lo so, il magnifico me è una visione che fa perdere la testa a tutti. Perfino io non resisto a vedermi allo specchio.” Le lanciò un sorriso accecante. “Comunque togliti di lì, prima che atterri qualcun altro.” Eliza spinse via la mano pallida dell’Intrepido e mise i piedi a terra da sola.

L’albino sogghignò. “Qual è il tuo nome? Aspetta.” La fermò con un cenno, riflettendo attentamente. “Tu sei un’Abnegante, e tutti loro hanno nomi banali. Ti chiamerò Ermintrude, detta Trudy.” Decise l’Intrepido.
“Che razza di nome sarebbe?” Esplose Eliza. “Mi chiamo Elizaveta. Elizaveta. Hai capito?”
“Noioso, meglio Ermintrude.”
“Elizaveta. E chi saresti tu per distribuire nomi?”

L’altro le scoccò un altro sorriso, come se non avesse aspettato altro che quella domanda.
“Io sono il numero Uno!” Si presentò con un inchino. “Benvenuta tra gli Intrepidi, Ermintrude.”



Note: Hola! Non so bene come sia venuto questo AU: al di là del fatto che l'Intrepido Arthur all'inizio è uscito abbastanza OOC temo, ho qualche dubbio sulla cara Eliza. Ma volevo assolutamente scrivere di Gilbert che fa tipo l'idiota in momenti del genere (ok, da giorni sto usando le parole tipo e assolutamente in maniera spropositata: Feliks, esci dalla mia tastiera!ù.ù). Come sempre, se vi va lasciatemi pareri/suggerimenti/commenti etc... Al prossimo capitolo! ^^

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Capitolo 4
*** Che la Pasta sia con voi! ***


#Star Wars: Che la Pasta sia con voi!

C’era stato un tempo, in una galassia lontana lontana, in cui l’aspirazione più grande di Ludwig Skywalker era riuscire a migliorare i raccolti stagionali dei campi di dune di Tatooine, perennemente bisognosi dell’acqua che l’irrigatore scalcinato di suo zio distribuiva con parsimonia.

“Bastardo!” Fu pura casualità se i colpi di mitra di Lovino mancarono Antonio , stendendo invece i soldati imperiali che li inseguivano. “Stai lontano da me, pervertito!”
“Non è fantastico?” Sospirò Antonio, facendo esplodere la parete davanti a loro. “Non so se ucciderlo o innamorarmi di lui.”
“Io ti ammazzo!”

“Dobbiamo sbrigarci.” Su-chan 00, uno dei droidi che avevano guidato Ludwig in quell’avventura, squadrò gli umani dall’alto della sua considerevole statura. “Secondo i calcoli, la Morte Nera sarà operativa in cinque minuti e venti secondi.”
“Allora c’è il tempo per una pasta!” Gioì Feliciano Kenobi, lanciandosi dritto contro un nemico. Ludwig roteò la sua spada laser decapitando il soldato imperiale. “Maestro!” Sbraitò. “Non è il momento per cucinare!”
“Ma io ho fame!”

“Dobbiamo fermare la Morte Nera e salvare l’Alleanza Ribelle!”
“E sbarazzarci di questo bastardo!” Imprecò Lovino, impegnato a respingere l’avanguardia imperiale e le mani di Antonio.
Feliciano scosse la testa sotto il cappuccio. “Non si può combattere a stomaco vuoto: fidati della Pasta, Lud!”

In quel momento l’ultima parete cedette, e il gruppo si ritrovò nella sala comandi della Morte Nera.
“Finalmente ci incontriamo di nuovo, Feliciano.” Una figura alta e ammantata di nero si fece avanti, sguainando una spada laser dai bagliori di sangue.
“Vee!” Il maestro si nascose dietro l’ampia schiena di Ludwig. “Pensaci tu, Lud!” E cadde a terra addormentato.
“Come puoi dormire proprio adesso?” Lo scosse il suo allievo, ma senza risultato. Si ritrovò quindi a fronteggiare il suo avversario, che lo teneva sotto il tiro della sua spada.

“Ehi tu! Bastardo!” Antonio era stato colpito da una lastra staccatasi dalle macerie del muro. “Che cazzo fai? Non puoi morire ora!” Lovino iniziò a scavare per tirarlo fuori.
Te quiero” Sussurrò Antonio da sotto i calcinacci.
“Lo so!” Si infuriò l’altro, aumentando l’intensità degli sforzi.

Ludwig impugnò più saldamente la sua spada. “Non hai scampo: arrenditi.”
Il suo avversario assunse una posa statuaria. “Contro la mia miticità? Non scherzare, pivello: nessuno può battere il magnifico me!” E aggiunse sogghignando. “L’Alleanza Ribelle è ormai a portata di tiro. Non potete più fermarmi!”
Fidati della pasta, Lud! Ludwig si riscosse. “Tu hai tradito gli Jedi. Hai tradito il tuo Maestro.” Indicò Feliciano, che continuava a dormire.
“E allora? Tu non sai chi sono io.” Con un gesto fluido, il nemico si tolse il casco nero. “Lud, io sono tuo fratello. “ Ludwig rimase folgorato. “E sono ancora più figo in nero” Si pavoneggiò Gilbert.

Recuperando la parola, Ludwig si gettò contro il fratello. “Sei passato al Lato Oscuro!”
“Ha tradito la Pasta per il Riso!” Esclamò Feliciano, svegliatosi all’improvviso.
Tutti interruppero ciò che stavano facendo per fissare il Maestro.
“Mi stai dicendo.” Iniziò Ludwig. “Che stiamo combattendo per dei cereali?”
“Certo!” Risposero all’unisono Feliciano e Lovino.
“Dov’è il pulsante per far esplodere l’Alleanza?” Chiese Ludwig a Gilbert.
La luce sparì.

“Che cazzo sta succedendo? Ehi! Non toccarmi bastardo!”
“Ho disattivato l’astronave.” La voce di Su-chan 00 era fredda e metallica come sempre. “Siamo senza elettricità, riscaldamento e gravità.”
“Vee! Cuciniamo una pasta?”



Aloha! Buon anno a tutti! Questo AU mi ispirava da morire, ma non trovavo candidati per i droidi: ho ripiegato su Svezia, ma ovviamente è finito OOC. Scusatemi. E per il mio prossimo trucco.... Work in progress!^^ Grazie a chi legge, a chi recensisce e a chi segue! ^^

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Capitolo 5
*** Giuro solennemente di non avere buone intenzioni (pt.2) ***


Giuro solennemente di non avere buone intenzioni (pt.2)


hetalia slytherin



Elizaveta Hédervary lo aveva dichiarato subito dopo essersi messa in fila durante lo Smistamento, quattro anni prima: quel Cappello non aveva la testa a posto.
Il che, trattandosi di un cappello, era quantomeno preoccupante.

Altrimenti, come si sarebbero potuti spiegare certi voli pindarici con cui il Cappello Parlante aveva smistato un genio del calibro di Berwald Oxenstierna, tre volte campione del Campionato di Artimanzia, a Hufflepuff, lasciando a Ravenclaw un lavativo come Feliks Lukasiewicz, i cui voti rasentavano il disastro, e assegnando ai Gryffindor  Heracles “Bella Addormentata” Karpusi, motivo di sconforto per tutti i suoi compagni di Casa.

Non che Ludwig Beildschmidt fosse propenso a dare ragione a un Ravenclaw, ma in linea di massima concordava con Eliza: il Cappello Parlante stava perdendo colpi.

“Non è coerente.” La vice-capitano della squadra di Quidditch di Ravenclaw si stava infervorando.

Come fossero giunti a quell’argomento, dopo un’estenuante trattativa per l’utilizzo del campo da allenamento prima dell’imminente partita, Ludwig non lo avrebbe saputo ricordare.

“Voglio dire, uno Smistamento dovrebbe tenere conto del talento e delle doti degli alunni: in tre anni l’unico talento di Lukasiewicz è stato far esplodere quel calderone in faccia al professor Braginski rimanendo in vita.”

Il capitano degli Slytherin annuì, ricordando le scommesse che erano girate nei Dormitori sulla sopravvivenza di Feliks.

“Forse il Cappello riesce a vedere le qualità nascoste…” Era una difesa debole, e Ludwig lo sapeva.

Infatti Eliza sbuffò, roteando la sua scopa sopra la testa. “Qualità nascoste? Vorrei proprio capire quali doti nasconde “Bella Addormentata” Karpusi per essere stato assegnato ai Gryffindor.”

Ecco, il punto dolente. Non era un mistero che la Hédevary avesse disperatamente desiderato essere una Gryffindor.
Le padelle che aveva lanciato contro il Cappello Parlante nel giorno del suo Smistamento erano ormai parte della leggenda di Hogwarts.

“Gelosa dei Gryffindor, Liz?” Gilbert Beildschmidt comparve all’improvviso alle spalle del fratello, sogghignando. “Non preoccuparti, meine liebe: quest’anno la Coppa sarà nostra, e allora…” Le scoccò una delle occhiate infuocate che avevano lastricato i cortili della scuola con i corpi delle sue vittime svenute. “…E allora ti dedicherò la nostra vittoria.”

Il pugno di Eliza lo raggiunse proprio sotto l’occhio destro.

“Te lo puoi scordare. Quella coppa è nostra, Slytherin.”

“Kesesese, Liz.” Gilbert si massaggiò la guancia. “Non avete speranze: abbiamo il migliore portiere del Campionato, il qui presente Lud.” E dicendo questo assestò al fratello una pacca sulla spalla. “ Abbiamo Aaliyah e Natalia, due battitrici che non temono nemmeno i Dissennatori. Forse perché Natalia lo è per metà.” Sogghignò di nuovo. “Per non parlare dei cacciatori. E poi...” Gilbert fece un ampio inchino. “Ci sono io: sua magnificenza il Cercatore. Tu puoi chiamarmi Gil, meine liebe.”

“Ti chiamerò deficiente egomaniaco, può andare?”

Ludwig sospirò, e si diresse verso l’edificio principale, lasciandoli a battibeccare.

I pensieri tornarono al Cappello Parlante: forse, se al momento dello Smistamento avesse assegnato suo fratello ed Eliza a Gryffindor, come entrambi sognavano da bambini, quei due sarebbero stati più trattabili.
No, non era possibile.

Si fermò a davanti all’ingresso: ora sarebbe dovuto tornare nei sotterranei, in quel dormitorio cupo e umido. Ludwig non si era mai posto domande sul suo Smistamento, adeguandosi alla volontà del Cappello, ma negli ultimi tempi si ritrovava a riflettere su come sarebbe stato appartenere a una Casa diversa. In effetti, non gli sembrava di avere nulla del tipico Slytherin: non era un manipolatore come suo fratello, né subdolo come Aaliyah Adnan, né spaventoso come Natalia, la sorella del professor Braginski.

Forse per il Cappello era davvero giunto il momento di essere appeso a un chiodo.

In quel momento, qualcuno gli saltò sulla schiena.
“Vee! Allora Lud, quando abbiamo gli allenamenti?” Feliciano Vargas tornò a terra balzellando. “Natalia dice che parlerà lei con il capitano dei Ravenclaw, e faceva davvero paura mentre lo diceva.”

Ecco, il più grande dei misteri di Hogwarts non era l’esistenza della Stanza delle Necessità o della Mappa del Malandrino.

Il più grande mistero nell’universo era come potesse Feliciano Vargas, la cui famiglia era Hufflepuff da generazioni, essere stato smistato a Slytherin.

Si mormorava che suo nonno avesse avuto un infarto al ricevere la notizia.

Ignaro delle domande che passavano per la testa del compagno, Feliciano sorrise socchiudendo gli occhi.
“Vinceremo quest’anno, non è vero?”

E improvvisamente Ludwig capì qualcosa che Eliza, con tutta la sua logica Ravenclaw, non aveva ancora capito.

Dopotutto, Berwald Oxenstierna era praticamente inseparabile da Tino Vainamoinen, il ritratto del perfetto Hufflepuff. Lukasiewicz non sarebbe sopravvissuto al primo giorno a Hogwarts senza l’aiuto di Toris Laurinaitis. E “Bella Addormentata” Karpusi aveva una venerazione per i gatti pari solo a quella di Kiku Honda, il Gryffindor con cui aveva fondato il “Club del Gatto”.

I continui battibecchi di Eliza e Gilbert sarebbero stati meno entusiasmanti se i due fossero appartenuti alla stessa Casa.

Forse il Cappello teneva in considerazione fattori meno logici di quelli che pensava Eliza, ma non per questo meno valide.

E quale mago al mondo avrebbe potuto capire e prevedere le logiche del cuore?

“Vinceremo.” Sorrise Ludwig, alzando la testa contro il cielo di fine estate. 



(Angolino dell'autrice)
E salve anche qui, dopo lunghissimo tempo! Questa cosa era pronta da un po', ma nell'impossibilità di svilupparla meglio la pubblico così com'è (dura la real life), sperando non sia troppo OOC. Ovviamente, Feliks compare anche quando non dovrebbe comparire (Ravenclaw!hetalia mi sta togliendo il sonno, sappiatelo), e Feliciano sta a Slytherin per colpa dell'immagine a inizio storia. Svezia invece sta a Hufflepuff per colpa della mia miopia. Ah, dimenticavo: chi è Aaliyah Adnan? Sarebbe il nome sotto cui è conosciuta Fem!Turchia, secondo le ricerce sul web (cioè secondo l'unico post che ho trovato in proposito: se ne sapete di più, vi prego di rendermi partecipe, che l'idea di una Fem!Turchia mi ha preso troppo.) 
Ecco, ora il commento è più lungo della storia. Grazie a chi legge, a chi recensisce e a chi mette tra seguiti/preferiti/ricordati. Insomma, grazie a tutti e al prossimo capitolo! ^^

 

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Capitolo 6
*** Quidditch time! ***


Scritta per l’event del gruppo FB We are out for prompt, credit del prompt alla promptatrice (#APH, PruHun, HP!AU.
Gilbert scopre Elizabeta che si allena a Quidditch da sola.)
 
Eliza intercettò un nuovo bolide e lo scagliò contro uno dei manichini.
La giornata era ventosa, le nubi incombenti annunciavano tempesta e grandine, ma la Battitrice e Capitano in seconda dei Corvonero non aveva la minima intenzione di interrompere il suo allenamento, checché ne pensassero i suoi compagni di squadra.
“Sei tipo pazza.” Era stato il commento di Feliks, Cercatore, abbandonando il campo per le troppe raffiche di vento.
Un altro bolide venne colpito dalla furia di Eliza.
Pazza o meno, due giorni dopo si sarebbe tenuta la finale, e Elizaveta non avrebbe lasciato nulla di intentato per soffiare il trofeo dalle spire dei Serpeverde e del loro capitano.
Capitano che, stranamente, si trovava proprio in quel momento sugli spalti.
“Bel colpo.” Appoggiandosi alla balaustra, Gilbert sogghignò. “Ma non basterà a farvi vincere il Torneo.”
“Questo lo credi tu.” Eliza colpì di nuovo il manichino (che presentava un’inquietante somiglianza con Gilbert, notò quest’ultimo), staccandogli un braccio.
“Non avete speranze contro la nostra squadra.” Il sorriso di Gilbert si fece più ampio. “Vi faremo inginocchiare e implorare pietà.”
“Aspetta e spera, serpe.”
“Io non spero, so.” Ridacchiò l’altro. “Scommetto che vinceremo con duecento punti più il Boccino.”
Eliza si interruppe a mezz’aria e si voltò verso di lui. Ora il suo ghigno avrebbe potuto essere il gemello di quello del serpeverde. “E io scommetto che segneremo trecento punti più il Boccino. Se perderete, dovrete rasarvi a zero e fare il giro del campo in mutande.”
“Ci sto.” Con un luccichio sinistro negli occhi rossi, Gilbert tese la mano. “Ma se vinciamo, voi vi tufferete nel Lago Nero. Nudi.”
“Non ci sperare.” I due si diedero la mano facendo a gara a chi stringeva più forte, poi Eliza volò di nuovo in alto. “Prepara il rasoio.”
“E tu un asciugamano. Meglio ancora,” aggiunse l’altro, portandosi a distanza di sicurezza, “lascialo nei dormitori: verrò ad asciugarti personalmente.”
Il bolide si schiantò giusto pochi centimetri sopra la sua testa.

 
 N.d.A. Buonsalve, è una vita che non aggiorno!!! Ringrazio chi ha seguito/recensito/etc fin qui, spero di riuscire a portare avanti questa raccolta! Alla prossima!^^

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