Tutte le mie prime volte

di Nazuhi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1- Il primo giorno ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2- Il primo amico ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3- Il primo sentimento ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4- Il primo duello ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5- La prima rinuncia ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6- La prima vera me ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7- La prima promessa ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8- I primi dissapori ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9- Il primo vero litigio ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10- I primi guai ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11- La prima punizione ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12- Il primo duello contro la scuola rivale ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13- I primi accordi svelati ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14- La prima rissa dell'anno ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15- La prima dimostrazione d'affetto ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16- Il primo duello per un'amica ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17- Il primo chiarimento ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18- La prima vecchia cicatrice ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19- La prima soluzione ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20- Le prime voci di corridoio ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21- I primi incidenti ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22- La prima scommessa ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23- La prima volta in serio pericolo ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24- La prima rivale ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25- La prima fusione ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26- La prima dichiarazione ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27- I primi problemi ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28- La prima oscurità ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29- Il primo ostacolo superato ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1- Il primo giorno ***


Capitolo 1- “Il primo giorno”

 

Una brezza leggera muoveva delicatamente le bandiere che si ergevano sul pennone. Il ponte era praticamente sgombro, ad eccezione di una decina di sdraio verde acqua, dal tessuto stinto per colpa dell'usura e per essere state esposte per troppo tempo al calore incessante del sole. Solo due gabbiani gironzolavano tra le gambe scrostate dalla salsedine, alla ricerca di qualche briciola di pane. Il cielo era limpido, senza nemmeno una nuvoletta, e si rifletteva nell'azzurro dell'oceano, che, di tanto in tanto, si increspava di bianco. L'acqua era talmente limpida e cristallina, che sarebbe stato difficile stabilire se fosse il cielo a riflettersi nel mare o viceversa. La nave a motore viaggiava veloce tra le onde, muovendosi leggermente su e giù e facendo scricchiolare le assi di legno dell’imbarcazione.
Sul ponte principale, oltre ai due gabbiani che adesso si stavano azzuffando per l'ultima briciola di pane, si trovava solo una ragazza, dai capelli castano scuro, lunghi fin sotto le scapole, lisci come la seta e un po’ spettinati dal vento. Per colpa del vento, delle ciocche le erano finite davanti agli occhi. La giovane sbuffò scocciata e, con un gesto della mano, rimise i capelli al loro posto. Poi si affacciò annoiata dalla balaustra, sperando di riuscire a vedere qualcosa. Rimase qualche minuto in punta di piedi, scrutando attentamente la distesa liquida sottostante, ma non vide niente.
"In fondo la nave sta viaggiando veloce... Anche se ho una buona vista, sarebbe praticamente impossibile riuscire a vedere qualcosa. E anche se ci fosse stato qualche animale, il rumore della nave lo avrebbe spaventato di sicuro." pensò la ragazza, allontanandosi delusa dal parapetto.
All'improvviso, un brusio metallico si diffuse su tutto il ponte. La giovane alzò lo sguardo verso la fonte di quel rumore fastidioso: un altoparlante che si trovava proprio sopra la sua testa. Dall'apparecchio risuonò una voce metallica.
-Siamo in arrivo all'isola dell'Accademia. L'approdo è previsto fra dieci minuti. I signori passeggeri sono pregati di raccogliere i propri effetti personali e di incamminarsi verso il gate principale per lo sbarco. Auguriamo a tutti una felice permanenza nell'Accademia del Duellante!
Così come era iniziato, il brusio finì. La ragazza si affacciò di nuovo al parapetto, questa volta voltandosi verso la prua.
Davanti alla nave, a circa sei o sette chilometri, si ergeva un'isola vulcanica. Si trovava nel bel mezzo del nulla ed essendo un’isola, la si poteva raggiungere solo in nave o in elicottero. Sembrava un paradiso tropicale, privo di qualsiasi segno di civilizzazione, tanto era verde e lussureggiante. La foresta circondava il cono del vulcano attivo, arrivando fin sotto le sue pendici. Gli edifici dell'istituto sorgevano proprio al centro dell’isola ed erano circondati dalla foresta, che arrivava quasi fin sulla spiaggia. Visti da lontano, sembravano dei piccoli funghi colorati, che spuntavano dal sottobosco. In corrispondenza delle strutture, spuntavano tre grosse cupole e altrettanti imponenti obelischi. Sul lato sinistro dell’isola si scorgeva un piccolo porto e una pista d'atterraggio per gli elicotteri e gli aeroplani. La ragazza si lasciò scappare un gridolino di meraviglia.
"È veramente un posto stupendo! Se l'isola è questa, allora non sarà poi malaccio frequentare questo posto..." pensò ritirandosi dalla balaustra del ponte. “Anche se sarebbe meglio se non ci fosse nessuno oltre a me…”
Rientrò dentro la nave giusto in tempo per raccogliere la sua borsa e dirigersi verso l'uscita, già gremita di ragazzi chiassosi ed entusiasti per la nuova vita che li aspettava.
Erano trascorsi diversi minuti, quando i passeggeri sentirono trafficare sul ponte principale e delle voci concitate che urlavano e imprecavano. Poi un rumore di corde tirate e di travi di acciaio lasciate cadere a terra con noncuranza ed, infine, il silenzio assoluto. Persino il motore della possente imbarcazione era stato spento. Dopo pochi secondi si aprì il portellone e un fascio di luce bianca e accecante invase l'interno. La giovane si coprì d'istinto i grandi occhi color ambra con la mano destra.
"Uffa! Oggi la luce del sole è proprio fastidiosa!" pensò leggermente irritata, schiudendo.
Quando i suoi occhi si furono abituati alla luce dell'esterno e quando riuscì a mettere piede fuori dal traghetto, rimase senza fiato alla vista dello spettacolo che si presentava ai suoi occhi. Si guardò stupita intorno. Vista da vicino, l’isola era ancora più bella! I suoi occhi si spostarono dal vulcano in lontananza, alla foresta che scorgeva appena sopra al promontorio, alla banchina del porticciolo, su cui si trovava il comitato di benvenuto.
"Quanta gente... Sarà il comitato di benvenuto? Immagino già che sarà una grossa scocciatura..." pensò la giovane, mentre squadrava le persone che si erano riunite sulla banchina del porto e  scendeva dalla nave, per mettersi in fila davanti alla commissione di benvenuto, insieme agli altri nuovi studenti..
Erano circa una ventina di persone, una parte vestite con delle divise blu, altri in verde scuro con tanto di baschi, altri ancora erano vestiti in giallo, mente al centro si trovava un uomo di mezza età, pelato, non molto alto e leggermente grassoccio, con una giacca rosso porpora lunga fino ai polpacci. Accanto all'uomo vestito di rosso, c'era una specie di essere umano, alto e allampanato, con i capelli biondi, raccolti in una goffa coda di cavallo. Aveva una strana espressione in volto, quasi raccapricciante, come se gli si fosse paralizzata la faccia mentre stava facendo le smorfie allo specchio.
"Sembra un brutto ritratto cubista… Spero che non sia un professore! Sarebbe impossibile prenderlo seriamente, con una faccia come quella... Poi, non capisco nemmeno se è un uomo o una donna. Qualsiasi cosa sia, fa quasi paura!" pensò la ragazza, osservando attentamente l'uomo biondo e  cercando di essere il più impassibile possibile. L'ultima cosa che voleva era farlo arrabbiare.
Non appena tutti i passeggeri furono scesi e si furono messi in fila sul molo, l'uomo grassoccio al centro si fece avanti, si schiarì la voce e iniziò quello che sembrava essere un lungo discorso e che, invece, fu molto breve e conciso.
-Benvenuti all'Accademia del Duellante! Il mio nome è Sheppard e sono il cancelliere di questa scuola. Per me é un onore potervi dare personalmente il benvenuto! Spero con tutto il cuore che trascorriate dei momenti piacevoli, senza però dimenticare lo studio e senza tralasciare la vostra preparazione. Spero che riusciate a farvi degli amici, perchè sono dell'idea che l'amicizia sia un bene prezioso e una cosa fondamentale nella crescita di un individuo. Come cancelliere di questa scuola, spero che riusciate ad imparare il modo giusto di vivere e che riusciate, con impegno e dedizione, a raggiungere gli obiettivi che vi siete prefissati. Vi ricordo che non è importante il talento o l'intelligenza, ma piuttosto l'impegno! Perciò impegnatevi sempre, in qualsiasi dormitorio siate stati divisi! Adesso, passo il testimone al vice-cancelliere, il dottor Crowler.
Dopo aver detto questo, l'uomo si voltò e si incamminò verso l'edificio principale. Al suo posto, l'uomo alto e biondo si chiarì la voce e, con un tono stridulo e dall'accento chiaramente straniero, strillò:
-Bene, lasciate che vi dica subito una cosa. Il cancelliere Sheppard è stato anche fin troppo tenero! Non crediate che sarà una passeggiata! Questa è una scuola d'élite, dove solo i migliori vengono ammessi. Ma state bene attenti, il fatto che voi siate qui non significa necessariamente che siate i migliori. Dovrete impegnarvi! E molto! Anche se alcuni di voi è perfettamente inutile che si impegnino. Mi riferisco a quegli sciocchi che sono stati messi nel dormitorio Slifer. È inammissibile che siano stati ammessi in questa scuola! Qualcuno mi può spiegare perché ci ostiniamo ad accettare anche elementi simili?!
-Suvvia, Crowler si calmi. Non c'è alcun motivo di dire certe cose ai nuovi studenti...- disse un uomo alto, con i capelli neri e un gatto grassoccio in braccio.
-E invece bisogna subito mettere bene in chiaro le cose!- rispose il vice-cancelliere voltandosi verso l'uomo. Poi, rivolgendosi di nuovo ai nuovi studenti, disse:
-Che sia chiaro, io detesto gli Slifer Rosso, perciò fate bene attenzione! E adesso, seguiteci fino all’edificio principale!
"Che bellezza! Il vice-cancelliere ha praticamente dichiarato guerra al dormitorio rosso e a chi ne fa parte. Oltretutto, sembra proprio il re della simpatia... Bé, sarà il caso di abituarcisi dato che sono anch'io una Slifer. Credo proprio che sarò tra i suoi studenti preferiti da tartassare durante le lezioni..." pensò la giovane con sarcasmo, mentre seguiva leggermente contrariata il gruppo di studenti e professori verso l'edificio principale.
Davanti all'ingresso c'era molta gente, tutti studenti del secondo e terzo anno, accorsi per vedere le nuove matricole. La giovane notò subito che la maggior parte di loro erano maschi. Le ragazze rappresentavano decisamente la minoranza degli studenti; erano una ventina solo tra le matricole. E forse raggiungevano le sessanta persone contando anche le studentesse più grandi.
"Meglio così... Non ho molta voglia di passare l'anno a litigare per delle sciocchezze! A proposito, chissà se c'è qualcuno che conosco..." si chiese, guardandosi un po' intorno. Così, a prima vista, non sembrava che ci fosse qualcuno della sua città, né tantomeno qualcuno che conosceva. La cosa non la sorprese particolarmente. Non aveva amici e la città da cui proveniva era molto grande. Le probabilità di conoscere qualcuno erano, perciò, molto scarse. Tirò un sospiro di sollievo.
“Menomale! Sarebbe stata una rottura se ci fosse stato qualcuno della mia città…”
La ragazza seguì la fila delle matricole fin dentro l'edificio e ritirò la divisa da una signora grassottella e bassa di statura, che, da dietro gli occhialini calati leggermente sul naso a patata, sorrideva imperturbata a chiunque si trovasse davanti.
"Questa sì che è una strana signora... Mi chiedo perché continui a sorridere come un’idiota…" pensò sorridendo meccanicamente alla donna. Per i suoi gusti erano stati anche fin troppo amichevoli. Non le piacevano tutte quelle smancerie e non vedeva l'ora di potersene restare da sola nella sua stanza. Odiava la compagnia delle altre persone e soprattutto odiava l'ipocrisia. Non sopportava quelle persone che si fingevano amici solo per il proprio tornaconto. Questo era uno dei motivi per cui non stringeva amicizia con nessuno.
Yomi, questo il suo nome, era sempre stata sola anche per sua scelta e la cosa non l'aveva mai turbata. Le piaceva rimanere sola, ed era certa che, finché doveva pensare solo a se stessa e ai propri interessi, niente le sarebbe andato storto. Il suo era un modo di pensare molto egoistico, ma era così che aveva deciso di vivere ed era sicura che così avrebbe sempre fatto.
"In fondo, a cosa servono gli amici? Se sono sola, posso fare ciò che voglio senza dover preoccuparmi di nessuno..." pensò incamminandosi da sola verso il dormitorio femminile."Però… Ho promesso a mio fratello che mi sarei fatta degli amici... Sembrava così preoccupato per me, che l'ho promesso senza nemmeno pensarci. Che rottura… Non posso deluderlo di nuovo…"
Era così assorta nei suoi pensieri, che non si era nemmeno accorta di essere finalmente arrivata al dormitorio femminile.
Si trattava di un edificio imponente, circondato su tre lati da una specie di fossato che lo isolava dal resto del complesso, per evitare che qualche impavido guardone potesse entrare e spiare. Il cancello in ferro battuto era aperto, per permettere alle nuove e vecchie studentesse di entrare nell'edificio.
Yomi varcò l'ingresso, attraversò velocemente il viale alberato ed entrò nel dormitorio femminile. Salì le scale in marmo e, seguendo le indicazioni sul foglietto di carta che le era stato consegnato con la divisa e i vari cartelli appesi ogni tanto alle pareti, raggiunse finalmente la sua nuova camera. Girò la chiave nella toppa ed aprì la porta, restando quasi senza fiato per la seconda volta in un giorno. Era una singola, grande quanto una doppia, se non di più, con tanto di bagno privato con doccia e un piccolo salottino con la televisione e il computer. Era molto spaziosa e profumata, la biancheria era stata appena cambiata ed era stata completamente tirata a lucido per l'arrivo della nuova inquilina. Sul letto rifatto c'era un foglio con il programma della serata: alle 8.30 cena-buffet di benvenuto nella sala da pranzo, con un breve discorso della professoressa responsabile e della rappresentante del dormitorio. Yomi storse il naso, leggermente contrariata. Non le piacevano i ricevimenti; c'era sempre troppa gente per i suoi gusti. Inoltre, aveva l'impressione che sarebbe stata una delle poche, se non l'unica ragazza, ad essere una Slifer. Ed aveva il presentimento che questa cosa non sarebbe passata inosservata.
-Forse non è stata una grande idea accettare questa condizione... Non che avessi altra scelta, però… Possibile che quell’idiota pensi sempre e solo a se stesso!-sospirò, buttandosi a peso morto sul letto.-Vabbè, meglio iniziare a prepararsi, visto che non ho molto tempo prima della cena.
La ragazza fece una doccia veloce e indossò la divisa del dormitorio: una mini-gonna rosso acceso e una giacca senza maniche bianca, con i bordi dello stesso colore della gonna. Le avevano dato anche le scarpe, un paio di stivaletti bassi con il tacco, sempre dello stesso colore della gonna.
Yomi si guardò al grande specchio che si trovava di fronte al letto, accanto alla scrivania, cercando di capire se quel colore le donava o meno. Arrivando al dormitorio aveva notato alcune ragazze più grandi; la loro uniforme era molto simile alla sua, soltanto blu. E, purtroppo, la divisa blu era decisamente più carina di quella rossa, sebbene il rosso fuoco rispecchiasse parte del suo carattere e della sua personalità.
“La preferivo blu… E’ decisamente più carina e sobria!”
Dopo essersi sistemata i lunghi capelli castani, uscì dalla stanza e, cercando di orientarsi nell'edificio, raggiunse la sala da pranzo.
All'ingresso della stanza, grossa quanto una decina o forse più camere da letto, era stato appeso un grosso striscione con scritto "Benvenute!" in bella grafia. Era stata addobbata tutta per la grande cena. Dal soffitto pendeva un grande lampadario di cristallo, in stile ottocentesco. Il corrimano delle scala in marmo, che portava al piano superiore, era decorato con arbusti di rose rosse, bianche e blu. Sulle scale, inoltre, era stato steso un lungo tappeto rosso, che proseguiva e attraversava tutta la stanza. Ai lati erano stati disposti dei lunghi tavoli, sui quali troneggiavano grossi vassoi con le pietanze più gustose e ricercate che Yomi avesse mai visto e che facevano invidia ai ristoranti più rinomati della sua città. Di tanto in tanto, tra i vassoi spuntavano dei lunghi vasi di cristallo trasparente, dai quali facevano capolino dei grossi mazzi di rose. Era tutto scintillante e sfarzoso, tanto che la ragazza rimase di nuovo senza fiato. Yomi non aveva mai visto niente di simile in tutta la sua vita e, a dirla tutta, si sentiva un po' a disagio.
“Di sicuro hanno buon gusto e sanno come comportarsi con le persone ricche e importanti… Una persona normale come me si sentirebbe fuori luogo.”
Nella sala si trovavano già una ventina di ragazze, tutte in uniforme blu, che parlottavano e ridevano tra loro. Probabilmente erano studentesse del secondo o, addirittura, del terzo anno.
La ragazza rimase ferma sulla porta per qualche secondo, ad osservarle, poi decise di mettersi in un angolo della sala e aspettare l'inizio della festa, senza dare troppo nell'occhio. Purtroppo, i suoi piani furono scombussolati proprio dalla sua divisa, decisamente appariscente e quasi fuori luogo. Infatti, come fece qualche passo all'interno della stanza, sentì gli sguardi delle altre ragazze puntati su di lei. Yomi fece finta di niente e continuò imperterrita nel suo piano originale. Passando a pochi metri di distanza da loro, le sentì bisbigliare e persino ridere.
-Ma dai... Allora, quello che ha detto Noriko è vero!
-Una studentessa del dormitorio Slifer... Mi chiedo cosa ci sia venuta a fare qui...
-Che vergogna! Se fossi in lei non mi farei vedere nemmeno in giro...
-Piuttosto, siamo noi a doverci vergognare! Pensate alla figura che facciamo nei confronti dei ragazzi! Siamo in minoranza, non possiamo permetterci di essere anche delle pessime duellanti!
-In effetti è vero... Il dormitorio femminile ci perderà la faccia, se questa qui rimane.
"Complimenti Yomi! Sei riuscita a farti odiare dopo nemmeno tre ore che sei arrivata. Credo che questo sia un record mondiale!" pensò con sarcasmo, cercando di ignorare i brusii, che di certo sarebbero aumentati, non appena fossero arrivate le altre studentesse del dormitorio.
"A questo punto, credo che sia stata una pessima idea venire qui... Mi sarei dovuta opporre a qualsiasi costo. Però, a pensarci bene, non avevo altre scelte. Gli ordini del signor “iosonoilpadronedelmondo” sono indiscutibili! Anche se mi fossi opposta, non sarebbe cambiato niente. Perlomeno, posso essere utile a mio fratello, quando entrerà anche lui in Accademia…"
La stanza si riempì molto velocemente. Le ragazze presenti erano circa una cinquantina, forse meno, tutte vestite con la divisa blu. Come Yomi si aspettava, i brusii non diminuirono, anzi si fecero più forti e con loro, aumentarono anche le risatine di scherno delle più giovani e gli sguardi gelidi delle ragazze del terzo anno. La giovane, suo malgrado, era al centro dell'attenzione generale.
I bisbiglii terminarono bruscamente non appena entrò una donna, di circa venticinque anni, con un abito rosa pastello e una giacca simile alla divisa femminile del dormitorio blu. Era la stessa donna che si trovava sulla banchina al suo arrivo qualche ora prima e Yomi ipotizzò che si trattasse della professoressa responsabile del dormitorio. E così, infatti, era.
-Bentornate e benvenute! Sono la professoressa Fonda Fontaine e sono la responsabile del dormitorio femminile e dell'infermeria. Se avete qualche problema, di qualsiasi genere, non esitate a parlarmene. Sono qui per aiutarvi in qualsiasi modo e per qualsiasi cosa. Inoltre, vorrei auguravi di trascorrere un felice anno, ricco di emozioni. Per le matricole, auguro di ambientarsi presto alla vita dell'Accademia e di fare nuove e preziose amicizie. Alle ragazze del terzo anno raccomando, invece, di studiare e di impegnarsi a fondo, visto che quest'anno vi diplomerete. Tuttavia, spero che trascorriate questo vostro ultimo anno in modo piacevole! A voi del secondo anno, auguro un periodo ricco di nuove esperienze. Mi raccomando, conto su di voi per prendervi cura delle ragazze più giovani. E non tralasciate lo studio, solo perché siete a metà strada! Ricordate di sostenervi sempre, perché l'amicizia è molto importante, anche per una duellante. E adesso, lascio brevemente la parola alla rappresentante.-disse la donna con un sorriso gioviale, lasciando il posto a una ragazza con gli occhiali e i capelli neri, corti fino alla nuca.
La studentessa, dopo essersi schiarita la voce, disse:
-Benvenute all'Accademia del Duellante! Spero che possiate trascorrere una bella esperienza in questi tre anni che passerete qui. Sappiate che come dormitorio femminile abbiamo il dover di dare sempre il massimo, sia nei duelli, sia nello studio. Noi ragazze siamo la minoranza in questo istituto ed è per questo che dobbiamo impegnarci tutte, per fare in modo che il buon nome del dormitorio femminile non ne risenta. Dobbiamo farci rispettare dai ragazzi e l'unico modo è diventare delle ottime duellanti. Sappiate che le fannullone non saranno tollerate. E spero che chi pensava di venire qui solo per perdere tempo, si ricreda!-la ragazza si voltò verso Yomi con uno sguardo freddo come il ghiaccio. La Slifer sentì un brivido percorrerle la schiena. Era chiaro che quel discorso era riferito soprattutto a lei. Era l'unica del dormitorio rosso. L'accoglienza di poco fa delle ragazze e le parole della rappresentante dimostravano che non era proprio la benvenuta in quel dormitorio.
Dopo aver detto ciò, la rappresentante fece cenno di dare inizio alla festa e le presenti si diressero verso i tavoli del buffet per cenare.
Nonostante la fredda accoglienza, la serata trascorse tranquilla. Verso le dieci la sala iniziò a svuotarsi. Le ragazze del primo anno, stanche per il lungo viaggio, si diressero nelle proprie stanze per riposare; quelle più grandi si diressero nella sala ricreativa per continuare a chiacchierare senza disturbare.
Yomi stava per lasciare la stanza, quando si sentì tirare ad un braccio. Si voltò parecchio irritata e si trovò faccia a faccia con la professoressa Fontaine.
-Professoressa!
-Yomi, posso parlarti un attimo?
La ragazza la guardò un po' confusa. Come faceva a sapere come si chiamava se si erano appena viste?
-Ok...
-Se hai qualche problema, sentiti libera di parlarmene. So che può essere difficile per te ambientarti qui, dato che sei una Slifer, e so che le ragazze possono essere terrificanti quando ci si mettono. Ma non devi arrenderti! Sono a tua disposizione per qualsiasi cosa. Soprattutto, considerando che il tuo è un caso un po' particolare.
-Lei è a conoscenza di quella cosa?
-Certo! Tutti i docenti sono stati informati della tua situazione, soprattutto io visto che fai parte di questo dormitorio.
-Non lo sapevo...
-Non ti devi preoccupare…
-In realtà, la cosa non mi preoccupa molto...
-Ah, giusto! Domani mattina, prima delle lezioni, dovresti presentarti nell'ufficio del cancelliere.
-Dal cancelliere? Perché?
-Non saprei. Mi ha solo detto di riferirtelo. Adesso è meglio se vai a riposarti... Deve essere stata una giornata faticosa!
-D'accordo... Allora, buonanotte professoressa.
-Buonanotte!-rispose la donna con un largo sorriso.
Yomi fece un breve inchino e uscì dalla sala da pranzo, dirigendosi verso la sua stanza. Entrando, però, trovò una brutta sorpresa ad aspettarla. La porta era stata aperta e la stanza era stata messa letteralmente sottosopra. La sua valigia era sfatta e le sue cose erano stese sul pavimento. Il suo deck era sparso per tutta la stanza e i suoi oggetti erano stati lanciati per terra. Il suo specchio era stato rotto e una delle sue magliette era stata addirittura tagliata con le forbici.
La ragazza sospirò annoiata. Era veramente una scocciatura; adesso doveva pure perdere tempo per rimettere tutto in ordine.
Raccattò velocemente i suoi vestiti e li mise alla rinfusa nell'armadio. Poi raccolse quelle poche cose che si era portata appresso e le appoggiò sulla scrivania. Raccolse anche i frammenti dello specchio e li gettò nel cestino, insieme a ciò che era rimasto integro dell'oggetto. Poi iniziò a raccogliere tutte le sue carte, controllando bene che non ne avessero persa o presa qualcuna. Le contò più volte, per essere sicura che ci fossero tutte. Poi, dopo averle rimesse nel porta-deck e aver controllato di aver sistemato tutto il disordine, si buttò sul letto, addormentandosi di colpo.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2- Il primo amico ***


Capitolo 2- “Il primo amico

  

Erano quasi le otto in punto e Yomi si trovava davanti all'ufficio del cancelliere.
-Cancelliere, sono Yomi Yuki. Posso entrare?-chiese la ragazza, bussando delicatamente alla porta.
-Ah, Yomi, prego entra pure!-le rispose Sheppard dall’interno della stanza.
La ragazza entrò nella stanza e si mise proprio di fronte all'uomo. Dentro non c'era nessuno oltre a loro due.
-Immagino che ti starai chiedendo il motivo per cui ti ho fatta venire... Innanzitutto volevo sapere come ti trovavi.
-Bene. E non c'è bisogno che si preoccupi...
-Immaginavo che avresti risposto una cosa del genere… Comunque, volevo chiedertelo lo stesso. Come ben sai, questa è una buona scuola, anzi la migliore di tutto il mondo, ma…
-“Ma”?
L’uomo si alzò dalla poltrona e si affacciò pensieroso alla finestra che aveva alle spalle. Poi, voltandosi verso la Slifer, continuò:
-Bè, credo che tu l'abbia già notato. Gli Slifer non sono molto ben visti, né dagli studenti, né da alcuni professori. Come Cancelliere ho sempre cercato di migliorare la situazione, abbassando il punteggio-soglia per l’accesso, ma credo di aver solo peggiorato la situazione. Ci sono molti studenti che prendono di mira alcuni ragazzi del dormitorio rosso e, talvolta, sono appoggiati anche dagli insegnanti.
-Con tutto il rispetto, Cancelliere, ma la cosa non mi interessa…
-Davvero? Bè, volevo solo metterti in guardia. Alcuni studenti non fanno tanta differenza tra ragazzi e ragazze. Potrebbero prenderti di mira anche se sei una ragazza, dato che sei una Slifer. Nel caso in cui accadesse, però, preferirei che non causassi troppi guai. Sai a cosa mi riferisco…
-Certo…
-Inoltre, cerca di non causare problemi, nemmeno alle altre ragazze più grandi. Il dormitorio femminile è sempre stato molto orgoglioso delle sue studentesse, tutte ottime duellanti, e adesso, per il fatto che è stata ammessa una Slifer, le ragazze del terzo anno potrebbero reagire male...
-Non si preoccupi, come le ho già detto, sono in grado di cavarmela.
-Non lo metto in dubbio, ma ti ripeto: vorrei che non creassi troppi problemi. Se tu dovessi cacciarti nei guai, nemmeno il proprietario potrebbe farti rimanere. Cerca di capire anche la nostra posizione. Dobbiamo essere imparziali nei confronti degli studenti. Non possiamo chiudere un occhio solo perché la tua situazione è diversa…
-Allora non avreste dovuto farmi entrare qui.-ribattè irritata la giovane.
-È stata una sua decisione, lo sai bene. Abbiamo dovuto fare uno strappo alle regole e dovremmo farlo anche in futuro, ma, dato che si tratta di una sua decisione, io non posso obiettare.
-Posso immaginare... È uno che ottiene sempre ciò che vuole.-commentò l’altra.
-Probabilmente… Però, dovresti provare ad essere un po’ più ottimista, vista la situazione in cui ti trovi. Dato che ormai sei qui, potresti provare ad impegnarti seriamente e a divertirti. In fondo, la vita in Accademia può anche essere divertente.
-…
-A proposito, mi ha appena comunicato che oggi verrà qui, ma non mi ha spiegato il motivo. Ha detto anche che con lui ci sarà il signor Pegasus.
-Viene qui? Insieme a Pegasus?-chiese sorpresa Yomi.
-Si, ma non so il perché... Comunque, Yomi, tornando al motivo per cui ti ho fatta venire, volevo dirti anche che ho comunicato la tua situazione a tutti i docenti. Per qualsiasi problema, puoi parlarne con me o con i professori. La signorina Fontaine, in particolar modo, si è resa disponibile per qualsiasi cosa. Se hai dei problemi, di qualsiasi genere, sentiti libera di parlarne. Per quanto riguarda la tua... ehm…“altra condizione”…dovrai sottoporti periodicamente ad alcuni esami del sangue. Non è niente di impegnativo e in questo modo possiamo tenere sottocontrollo la situazione. Sarebbe un problema, se ci sfuggisse di mano e tu fossi costretta a ritornare in ospedale… Fra qualche mese, dovrai fare un altro controllo. Ma quando sarà il momento, ci penserà la signorina Fontaine. Nel frattempo, i medici mi hanno detto che devi fare il minor numero possibile di sforzi, almeno finchè non ti sei ristabilita del tutto. Pensano che ci vorranno circa tre o quattro mesi, perciò per questo periodo sei esonerata dal fare educazione fisica. Ho già avvertito Fontaine, quindi non ti preoccupare. Bè, credo di averti detto tutto, quindi puoi benissimo andare in classe.
-Con permesso...-disse la ragazza. Dopo aver fatto un leggero inchino, uscì dalla porta, dirigendosi verso la sua classe.
"Quei due hanno davvero intenzione di venire qui?! Chissà cos’hanno in mente... Non è da loro comportarsi così, soprattutto se si considera il fatto che non si sopportano nemmeno... Basta vedere cos’è successo l'altra volta!"
Yomi era pensierosa. Non riusciva a capira cosa spingesse quei due individui a venire fin sull’isola dell’Accademia.
“Ho un brutto presentimento…”
La ragazza era così concentrata sui suoi pensieri, da non accorgersi cosa le stesse succedendo intorno.
-Ehi tu, Slifer!-esclamò, con tono di disprezzo, un ragazzo con la divisa blu alle sue spalle, afferrandola per un braccio.-Si può sapere dove hai la testa?! Avanti, chiedimi subito scusa!
La giovane si voltò verso l’altro, irritata per il modo in cui la stava trattando.
-Ma cosa stai dicendo?! Perchè mai dovrei farlo?!
-Mi hai urtato il braccio quando sei passata e mi hai fatto cadere le carte di mano. Erano carte molto rare e costose. Pretendo delle scuse o dovrai risarcirmi!-rispose l’altro indicando una decina di carte che si trovavano in terra. Insieme al ragazzo, c’erano altri tre Obelisk, che sghignazzavano tra loro, continuando a guardare dall’alto in basso la Slifer.
-Ma davvero? Peccato che la cosa non mi interessi... Io non ti ho nemmeno sfiorato e se hai le mani di burro non è certo colpa-
Il ragazzo la interruppe, afferrandola per il colletto della divisa, e avvicinò il suo viso a quello della giovane, con fare minaccioso. A quanto pare, non aveva gradito il sarcasmo della Slifer.
-Pensi di poter fare come ti pare solo perchè sei una ragazza! Vedi, a me non frega niente se sei una femmina o un maschio. Per me, sei solo una stupida Slifer, una stupida buona a nulla! La gente del tuo dormitorio non sarebbe nemmeno qui, se non fosse per Sheppard… Perciò abbassa la cresta, se non vuoi cacciarti nei guai! Potrei sfidarti a duello e umiliarti, ma dato che sono un gentiluomo, non mi va di prendermela con una ragazza per così poco. Se mi chiedi scusa, possiamo chiudere la faccenda qui. O, se preferisci, possiamo risolvere la questione in un altro modo...
L’Obelisk iniziò a sorridere beffardo. Yomi capì al volo a cosa alludesse e, per tutta risposta, diede un calcio nello stinco dell’altro, facendolo gemere e liberandosi dalla sua presa.
-Mettimi le mani addosso di nuovo e la prossima volta non te la caverai con un calcio negli stinchi! Hai capito, schifoso maniaco?!
Detto questo, la ragazza girò i tacchi e fece per continuare per la sua strada, come se l'incontro con il ragazzo non fosse mai successo, quando davanti a lei si pararono gli altri tre Obelisk. Erano grandi e grossi il doppio della ragazza e non sembrava che avessero digerito molto la reazione di Yomi.
-Vai da qualche parte Slifer?
-In effetti vorrei andare in classe, ma dei grossi scimmioni non mi fanno passare...-rispose pacata la matricola.
-Pensi davvero che ti lasceremo andare tanto facilmente?!
-Già! Hai colpito Hasegawa, perciò te la faremo pagare cara! Rimpiangerai il giorno in cui sei venuta in questa Accademia…
-Volete picchiarmi? Accomodatevi pure! Non ho alcuna intenzione di tirarmi indietro… Ma dovreste sapere che, in tal caso, verrete espulsi anche voi, oltre a me! Non so quanto vi convenga… Dubito fortemente che degli stupidi gorilla come voi riusciranno ad essere ammessi di nuovo! Anzi, a dire la verità, mi sto chiedendo come abbiate fatto! Scommetto che è stato paparino…
-Maledetta! Come ti permetti! Anche se sei una ragazza, sei solo una Slifer. Non pensare di farla franca dopo che ci hai offeso!
-Offeso?! State scherzando; io non ho offeso nessuno. Ho semplicemente detto le cose come stanno! Non ho molta voglia di discutere con voi, perciò fatemi passare!
-Quanta fretta che hai! Perché non resti un altro po’, così possiamo risolvere tranquillamente la questione. Magari in un luogo un po’ più appartato…-disse il primo studente che l’aveva aggredita, dopo essersi ripreso dal calcio della giovane.
-Povero scemo! Cosa ti fa credere che ti seguirò?!-rispose Yomi, voltandosi verso l’Obelisk.
-Forse non hai capito che io ottengo sempre quello che voglio. Ti sfido a duello! Se vinci ti lasciamo in pace, ma se perdi dovrai fare tutto ciò che voglio. Qualsiasi cosa e senza discutere! Allora, ci stai?-le propose l’altro.
-Neanche per sogno! Non ho tempo da perdere, sfidando un idiota a duello.-rispose Yomi, cercando di passare oltre al gruppo di Obelisk. Non ci riuscì. Il ragazzo che aveva proposto il duello la spinse per terra, senza troppi convenevoli.
-Che bastardi! Avete osato spingermi per terra… Adesso sono veramente arrabbiata…-mormorò la giovane, cercando di alzarsi.
Gli altri tre Obelisk la spinsero di nuovo in terra.
-Lasciatemi stare!-protestò la Slifer.
-Neanche per idea, bellezza!-rispose il ragazzo di prima, afferrandola per un polso.-Adesso dovrai-
-Ehi, voi! Si può sapere cosa state facendo?! Vi sembra il modo di trattare una ragazza?!-un altro giovane, questa volta con la divisa bianca, si fece strada tra il gruppo di Obelisk. Aveva i capelli lunghi fino alle spalle, di un colore strano, particolare, tendente a un verde smorto alla radice, ma che si accendeva verso le punte. Anche gli occhi erano particolari, viola scuro, come alcune varietà di quarzo. Il nuovo arrivato costrinse il ragazzo del duello a lasciare il polso di Yomi e, parandosi di fronte alla ragazza, esclamò, rivolto al gruppo di Obelisk:
-Non vi vergognate ad andare in giro ad attaccare briga con le matricole?! Soprattutto con una ragazza! Vi sembra il modo di trattare le donne?!
Gli Obelisk erano già pronti a ribattere e a prendersela anche con l’ultimo arrivato, quando un’altra voce proruppe nell’aria.
-Fujiwara ha ragione... Ragazzi, dovete sempre essere gentili con una signorina, anche se è del dormitorio rosso.
Era una voce calda e profonda; sembrava la voce di un angelo da quanto era soave.
-Makoto…-disse il primo ragazzo che aveva attaccato briga, abbassando gli occhi dispiaciuto, di fronte al padrone della voce misteriosa.
Un ragazzo, anch’esso con la divisa bianca, comparve alle spalle della ragazza. Aveva i capelli corti, mossi e scalati, biondi come l’oro. Gli occhi erano color ghiaccio e continuavano a fissare Yomi. Continuò a fare la predica ai quattro Obelisk e, poi, voltandosi verso la studentessa, sorrise, scusandosi per il modo in cui i suoi amici l’avevano trattata.
-Sono imperdonabili!-disse soavemente.
-Ma davvero?!-commentò sarcastica la Slifer.
-Però, signorina, la colpa è anche sua. Sono sicuro che non avevano alcuna intenzione di farle del male… Sono solo un po’ rozzi e impacciati con le ragazze, tutto qui!-continuò l’altro, continuando a sorridere.
-Certo, posso immaginare!
Il ragazzo di nome Makoto, poi, voltandosi verso l’altro giovane dalla divisa bianca, disse:
-Comunque, Fujiwara, non c’era assolutamente bisogno che tu intervenissi. Sono benissimo in grado di gestire i miei ragazzi…
-Se tu fossi davvero in grado di gestirli, allora non dovrebbero più prendersela con gli Slifer, no?-rispose il ragazzo dai capelli verdi.
-Non capisco a cosa tu ti stia riferendo…-commentò l’altro.
-Non fare finta di niente, Makoto!
-Scusami, ma non capisco davvero a cosa ti riferisci… -poi, rivolgendosi di nuovo verso Yomi, disse:
-Signorina, la prossima volta cerchi di stare più attenta a dove cammina…
-Ma vai al diavolo!-esclamò la Slifer, interrompendo le futili scuse dell’altro.
L’Obelisk sorrise di fronte alla reazione della giovane. Poi, si rivolse ai suoi compagni e disse:
-Avanti ragazzi, andiamocene!
Il gruppo di Obelisk girò i tacchi e se ne andò.
-Stai bene?
Il ragazzo dai capelli verdi, che era corso in suo aiuto, le tese la mano per aiutarla ad alzarsi. Yomi lo ignorò e si alzò da sola.
-Non c'era bisogno di intervenire. Me la sarei cavata anche da sola...
-Ne sei sicura? Queli erano in quattro... Ed erano grossi.
-Io sono molto più forte di quello che sembra.
-Se lo dici tu, ci credo… Comunque, sarei intervenuto lo stesso, anche se non eri nei guai. Non mi piace il modo in cui trattano gli Slifer. E soprattutto, non potevo restarmene a guardare mentre aggredivano una ragazza. A proposito, il mio nome è Yusuke Fujiwara, piacere di conoscerti!-disse il ragazzo, tendendogli di nuovo la mano.
-Tu non sei del primo anno, vero?-chiese Yomi, ignorando di nuovo la mano tesa.
-No, sono del secondo anno. Tu, invece, sei la matricola di cui parlano tutti!
-Cosa?!
-Sai, questa è la prima volta che una ragazza entra nel dormitorio Slifer. Le altre studentesse sono tutte delle Obelisk blu. Comunque, non è poi così male essere degli Slifer, se si esclude il fatto che vengono sempre presi di mira dai bulli e dal dottor Crowler. Però, sono molto uniti tra loro e questa è una bella cosa. Si supportano l'un l'altro, proprio perché vengono sempre presi di mira. Gli Obelisk, invece... Diciamo che è raro trovare dei veri amici tra gli Obelisk. Nella maggior parte dei casi, sono solo dei bulli, circondati da scimmioni sciocchi e incapaci, diventati Obelisk solo perché i genitori sono ricchi e influenti. Però non sono tutti così!
-...
-Comunque, sei sicura che vada tutto bene? Sei parecchio taciturna…
-Senti, grazie per prima ma non ce ne era assolutamente bisogno! Ed è meglio per te se non ti fai rivedere dalla sottoscritta!
Detto questo, Yomi accelerò il passo, lasciando indietro il ragazzo con la divisa bianca.
-Aspetta! Almeno dimmi come ti chiami!-le urlò da dietro il giovane.
Yomi lo ignorò. Non aveva voglia di parlare con qualcuno, tantomeno fare amicizia. Era già tanto averlo ringraziato.
“Accidenti, che rompiscatole… Non stava zitto un attimo… Sembrava una macchinetta!” pensò la ragazza irritata, mentre si dirigeva nella sua aula.
Come la giovane entrò in classe, si voltarono tutti a guardarla. Guardò l'orologio che aveva al polso. Non era in ritardo, quindi non capiva cosa avessero da guardare. Nonostante ciò, decise di ignorarli. Non le piaceva minimamente essere al centro dell'attenzione; le dava fastidio che la guardassero, ma se li ignorava, probabilmente avrebbero smesso. Come si mise a sedere in una delle ultime file, gli studenti che la stavano fissando, si voltarono immediatamente. Dopo pochi minuti suonò la campanella ed entrò il professore. Era l'uomo che, il giorno prima al molo, aveva in braccio un gatto. Ed anche questa volta era entrato portando in collo il grosso felino.
-Salve ragazzi! Sono il professor Banner e questo micione è Faraone. Dato che questa è la nostra prima lezione, mi limiterò a sottoporvi ad un piccolo test attitudinale. Chiaramente, il voto varrà ai fini didattici, quindi impegnatevi!-esclamò l’uomo con tutta l’allegria di questo mondo. Sembrava che l’idea di torturare gli studenti con un compito a sopresa lo divertisse molto.
Nell’aula si diffuse un brusio sommesso. Gli studenti più coraggiosi cercarono di protestare apertamente la decisione dell’insegnante. Secondo loro, non era giusto che facessero un compito, subito il primo giorno! Del resto, avevano già fatto il test per entrare in Accademia e non aveva senso ripeterlo.
-Avete perfettamente ragione, ma questo test è diverso.
-Ma professore..
-Niente ma! Il test si fa, punto e basta! Non voglio sentire lamentele! Ah, quasi dimenticavo, al termine delle lezioni dovete presentarvi tutti in aula magna. Oggi ci saranno degli ospiti importanti, perciò le lezioni dalla seconda ora in poi sono state sospese. Ed adesso distribuisco le fotocopie del test. Avete 45 minuti, cercate di non perdere tempo!
L'uomo estrasse un plico dalla borsa che aveva portato con sé e consegnò i fogli alla classe. Poi, scrisse sulla lavagna l'ora della consegna e si accomodò sulla sedia, tenendo il gatto sulle ginocchia.
Yomi lesse velocemente le domande. Erano in tutto venti, di difficoltà crescente, ma, tuttavia, molto semplici per lei. Decise comunque di prendersela comoda e, dopo circa un quarto d'ora, posò la penna sul banco, stiracchiandosi le braccia.
"Che test idiota! Non può aver pensato realmente di metterci in difficoltà con un test simile!" pensò la ragazza dopo aver posato la penna sul foglio. "Adesso che faccio? Se consegno, gli altri penseranno o che sono completamente stupida o che voglio vantarmi di essere più intelligente di loro. Forse, sarebbe meglio se aspettassi che abbia finito qualcun'altro..."
-Yomi, hai finito?-chiese una voce accanto a lei.
La ragazza saltò dalla sedia per lo spavento. Non si aspettava di trovare il volto del professore così vicino al suo. Era talmente sovrappensiero che non si era resa conto che Banner si era avvicinato.
-Bè...ecco...dovrei ricontrollarlo...
-Oh, non ce n'è motivo! Se hai finito, puoi benissimo consegnare. Un duellante deve essere sempre sicuro al 100% delle scelte che fa, giuste o sbagliate che siano. Non puoi permetterti di avere dubbi! Hai risposto a tutti i quesiti, perciò per me hai finito.
-Cosa?! No, aspetti... Non posso ricontrollarlo?-protestò la Slifer.
-Te lo ripeto: devi essere sempre certa di cosa fai o dici! Quindi, questo lo prendo io.-disse l’uomo, prendendo il foglio del test.-E dato che hai consegnato, sei libera di uscire.
Era successo tutto così velocemente che Yomi non ebbe nè il tempo, né il modo di ribattere. Il professore le aveva praticamente strappato il foglio di mano e l’aveva buttata fuori dall’aula.
-Non è un grosso problema dato che ho risposto giusto, ma non poteva lasciarmelo almeno per un po'? Almeno avrei evitato di attirare altra attenzione. Uffa, chissà cosa gli è preso...-disse la ragazza tra sé e sé, mentre camminava senza meta nel corridoio, ancora irritata per il comportamento dell’uomo.
"Adesso che faccio?! C'è ancora un sacco di tempo, prima della fine della lezione... Potrei andare sul tetto... Scommetto che non c'è nessuno!" pensò, imboccando il corridoio che portava alle scale che conducevano al tetto.
Non appena uscì all’aperto, fu inondata da un raggio di sole. La giornata era praticamente perfetta! Non c'era nemmeno una nuvola e una leggera brezza manteneva una temperatura gradevole. Respirò a pieni polmoni l'aria di mare e si stiracchiò un po'. Vedere il cielo la metteva sempre di buon umore, sia che ci fosse il sole, sia che fosse una brutta giornata. Le piaceva alzare gli occhi e perdersi un po' in quella distesa infinita.
Era così assorta nei suoi pensieri che, in un primo momento, non si era resa conto che non era sola. Dalla parte opposta del terrazzo c'era un ragazzo con la divisa bianca, voltato di schiena. Yomi era certa di averlo già visto da qualche parte e, dopo pochi secondi, finalmente lo riconobbe. Era lo stesso ragazzo che l'aveva aiutata poco prima con quei bulli.
“Come si chiama? Yusuke qualcosa... Yusuke Fujiwara, se non sbaglio…” riflettè la Slifer, continuando a fissarlo. Le sembrava che parlasse con qualcuno, sebbene sul tetto non ci fosse nessun'altro. Incuriosita dalla cosa, la Slifer decise di avvicinarsi ulteriormente.
-Secondo me ti sbagli... No, ti dico che è una brava ragazza... Forse è solo un po' cocciuta e scorbutica... Tu dici? Anche secondo me è un tipo interessante, peccato che non mi abbia detto nemmeno come si chiama... Ti stai preoccupando troppo, se avesse voluto picchiarmi l'avrebbe fatto. E poi, perché mai dovrebbe farlo?
Era ormai a meno di due metri da lui, quando questi si voltò di scatto, come se qualcuno lo avesse avvertito della presenza della giovane.
-Ehm... Ciao...-balbettò il ragazzo, rosso in volto per la vergogna.
-Sei un tipo davvero strano…-commentò la Slifer.
-Non è vero!
-Stavi parlando da solo…-sottolineò la ragazza.
-Ecco… In realtà… Non è una cosa facile da spiegare...
-Le persone normali potrebbero pensare che sei pazzo, sai?
-…
-Comunque la cosa non mi riguarda.
Detto questo la Slifer, si voltò per tornare di nuovo verso le scalette e rientrare nella struttura.
“Sarei rimasta un altro po', se non ci fosse stato questo tizio…” pensò, mentre ritornava sui suoi passi.
-Aspetta, non mi hai ancora detto come ti chiami.-la chiamò l’altro.
Yomi si fermò, incerta se rispondergli o meno.
-Se non mi dici il tuo nome, non so come chiamarti...
-Puoi non chiamarmi...
-Non sarebbe molto educato...
-Yomi Yuki...-rispose, infine.
-Yomi… E’ proprio un bel nome!-commentò l’altro ad alta voce.
La Slifer si era voltata di nuovo verso il ragazzo. Non sapeva come reagire o cosa rispondere.
-Ti ricordi come mi chiamo?-le chiese l’altro.
“Ovvio che me lo ricordo! Ho una buona memoria, sai!” pensò leggermente irritata la ragazza. Non sopportava quando le altre persone mettevano in discussione le sue capacità intellettive e la sua memoria sorprendente.
-Yusuke Fujiwara…
-Sei veramente incredibile!
“Perchè si esalta così tanto?! Si è presentato nemmeno 40 minuti fa…E' ovvio che mi ricordo il suo nome!”
-Comunque, chiamami pure Yusuke.-continuò l’altro.
-...
-Come mai non sei in aula?
-Non sono affarai tuoi.-rispose secca la giovane.
-Era solo per chiacchierare un po’… Mica ti mangio!-commentò divertito il ragazzo con i capelli verdi.
“E’ proprio insistente!” pensò la giovane. Poi, avvicinandosi un po’ all’Obelisk, disse:
-Banner ci ha fatto fare un test; io l'ho finito e mi ha praticamente buttato fuori dall'aula.
-Quell’uomo non cambierà mai! È il suo modo di dare il benvenuto alle matricole. Però, a parte questo, è un buon professore ed è sempre pronto ad ascoltare i problemi degli studenti. In classe nostra, invece, Crowler è entrato ed è uscito immediatamente, strillando che doveva prepararsi per l'arrivo di qualcuno e che non avrebbe fatto la lezione di oggi. Però, non ho ben capito chi deve arrivare. Deve essere di sicuro qualcuno molto importante, altrimenti non avrebbe mai saltato una lezione, nemmeno se dovesse finire il mondo. È un tipo insopportabile, specie per come tratta il dormitorio rosso, ma, in fondo, è comunque un buon professore. Basta non entrare nella sua lista nera! Sai, è l'elenco di tutti gli studenti che ha preso in antipatia. Sono quasi tutti Slifer. Però, tu sei una ragazza, perciò non dovrebbe prenderti di mira. Di solito, ha un debole per le ragazze. Però, non sopporta chi non sa duellare! È per questo che odia gli Slifer!
-Ad essre sincera, la cosa non mi interessa molto…-commentò Yomi.
-Cavoli, sei proprio imbassibile!-esclamò il ragazzo sorridendo.
“Che strano… Sorride, nonostante stia cercando di ignorarlo in tutti i modi...”
-A proposito, ti sei ambientata? Hai già fatto amicizia con qualcuno?-chiese l’altro, continuando a sorridere.
-Non sono affari tuoi!-rispose irritata la studentessa del dormitorio rosso.
-Era solo curiosità…
-Comunque non sono affari tuoi!
I due rimasero qualche minuto in silenzio.
-Tu…non hai ancora fatto amicizia con nessuno, giusto?-continuò l’altro, dopo un po’.
-Ti ripeto che non sono affari tuoi!
Yomi si stava arrabbiando. Non sopportava più l’insistenza dell’altro studente, soprattutto perché sapeva bene che il ragazzo aveva ragione.
-Ma fuori da qui ne hai, no?-insistette l’Obelisk.
-No! E non mi interessa averne. Adesso sparisci! Non ti sopporto più…-esclamò la giovane, sempre più furiosa.
-Scusa…
Il ragazzo, però, non si mosse. Rimase appoggiato alla ringhiera del tetto, continuando a guardare verso il basso. Yomi, invece, si era appoggiata a circa un metro da lui e continuava a guardare verso il cielo, lanciando ogni tanto qualche occhiata di sfuggita al giovane.
-Però gli amici sono importanti... Non hai paura di rimanere sola? Io, al tuo posto, sarei molto spaventato...-disse Yusuke dopo un po’.
“Perché insiste?! Gli ho già detto che non sono affari suoi!” pensò, sempre più irritata, la Slifer.
-Sai, per me gli amici sono molto importanti! Credo che sia per il fatto che ho perso entrambi i genitori quando ero molto piccolo... Da quel momento, ho paura di rimanere di nuovo solo e perciò, non faccio altro che cercare persone con cui stringere un legame forte e speciale. Sono così terrorizzato dal ritrovarmi di nuovo solo, che per me l’amicizia viene prima di qualsiasi altra cosa. Ed è per questo che non riesco a capire come tu faccia a vivere da sola…
-…
-Io non ho proprio speranze di diventare tuo amico?-chiese l’altro con un filo di voce.-Sento di poter stringere un legame molto forte con te! Ho la sensazione che il nostro incontro sia voluto dal destino. Inoltre, non ti credo quando dici che sei contenta di essere sola! E non posso accettare il fatto che tu ti stia isolando. E’ una cosa che non riesco ad accettare!
-Tu non sei normale...-commentò Yomi, voltandosi verso il ragazzo. Per qualche strano motivo, non era più tanto furiosa con l’Obelisk.
-Non mi interessa! Prima o poi riuscirò a farti cambiare idea! E diventeremo amici!
“Amici?! Perché uno come lui vorrebbe essere amico di una come me? No, è assurdo! Non posso cascarci ancora! Tutte le volte è sempre la stessa storia. Poi, non appena scoprono chi sono realmente, mi tradiscono. Sono tutti uguali e anche lui farà così! Mi tradirà… Come tutti gli altri.” pensò la studentessa.
-Mi dispiace, ma non voglio essere amica tua o di nessun altro...-disse Yomi.
Yusuke sorrise quasi divertito.
-Mi dispiace, ma non mollo!-rispose l’altro-Ah, credo che sia ora di andare... Fra poco dovrebbe suonare la prima campanella.-disse il ragazzo controllando l'ora sul suo orologio da polso e avviandosi verso le scale. Poi, si girò verso la ragazza, che era rimasta appoggiata al parapetto e urlò:
-Yomi sbrigati, altrimenti arriveremo in ritardo!
“Perché è così cocciuto?! Perché non capisce che non voglio essere sua amica?! Non voglio essere amica di nessuno! Anche se l’ho promesso a mio fratello… Non voglio provare di nuovo quella sensazione. Perciò… Ma perché insiste tanto?! Perché non mi manda a quel paese e se ne va come tutti gli altri?!” riflettè la ragazza, mentre scendeva le scale in compagnia del giovane Obelisk. Aveva provato a scollarselo di dosso in tutti i modi possibili, ma senza riuscirci.
Yusuke, intanto, continuava a parlare, certo che la ragazza lo stesse ascoltando.
"Non capisco… Perché non riesco a liberarmi di lui come faccio con tutti gli altri? E perché mi fa quasi piacere che sia con me? Forse è perché mi ha aiutata prima... Forse, inconsciamente, voglio ringraziarlo! O forse perchè è un po' come me... Però, non capisco come abbia fatto a finire in questa situazione, con questo tizio che non ha intenzione di lasciarmi stare... Chissà cosa mi sta succedendo... Forse sarei dovuta essere un po’ più cattiva. Magari se avessi detto qualcosa di veramente cattivo… Però non se lo sarebbe meritato, poverino! Eh? Perché mi sto dispiacendo per lui? Perché sto provando un sentimento simile per un perfetto sconosciuto? Accidenti, non ci capisco più nulla..."
-Yomi? Mi stavi ascoltando?
-No! E non mi interessa per niente! Senti, te lo ripeto per l'ultima volta, lasciami stare!
-Ma...-provò a ribattere l’Obelisk.
-Vattene!
Yusuke rimase immobile a guardarla perplesso. Non riusciva proprio a capire cosa le fosse preso all’improvviso.
“Ecco, speriamo che questa volta rinunci per davvero! Però… Non capisco perché mi dispiaccia averlo trattato in quel modo. Andiamo Yomi, non è colpa tua! E’ quel ragazzo che è troppo insistente! Non è colpa mia… Se l’è cercata!” pensò la ragazza, mentre accelerava il passo, lasciando indietro il giovane, che continuava a chiedersi cosa avesse detto di male alla Slifer.
Dopo qualche minuto, la ragazza si voltò per vedere se la stava ancora seguendo.
"Non c'è... A quanto pare ha rinunciato. Era ora che si arrendesse…"pensò Yomi, riprendendo a camminare."Però… Non capisco, perché ho una fitta al cuore? E perché continua a dispiacermi?!"

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Capitolo 3
*** Capitolo 3- Il primo sentimento ***


Capitolo 3- “Il primo sentimento

 

Yomi entrò in aula magna e si sedette in una delle ultime file. Mancavano ancora pochi minuti prima che iniziasse.
Dopo qualche minuto si guardò intorno. I posti accanto al suo erano ancora vuoti e sembrava che nessuno si volesse sedere.
"Devo avere un'espressione talmente terrificante da allontanare la gente..." pensò la ragazza, un po’ a malincuore. “Yusuke si sarebbe seduto senza pensarci due volte… E si sarebbe messo a chiacchierare come se nulla fosse, anche se non l’avrei ascoltato… Ma perché sto pensando a lui?”
-Yomi!
Qualcuno la stava chiamando da dietro. La Slifer si voltò leggermente irritata, ma non appena vide chi la stava chiamando la sua espressione cambiò leggermente. Un accenno di un sorriso comparve sul volto impassibile della ragazza, che non si rese nemmeno conto che aveva quasi sorriso.
Yusuke la stava salutando allegramente dalla porta. Insieme a lui c’erano altri due ragazzi, anche loro con la divisa bianca.
"Perché non si è arreso? Però è strano... Adesso che l'ho visto, mi sento sollevata, in un certo senso..."
La Slifer guardò per un attimo il giovane, poi si voltò di nuovo, facendo finta di ignorarlo, ma in fondo sollevata che non avesse rinunciato a diventare suo amico.
-Mi dispiace di averti lasciata sola...-disse Yusuke, non appena si fu avvicinato alla ragazza.
-Lascia perdere… E comunque sono io che me ne sono andata...-rispose la giovane, continuando a guardare fisso davanti a sè.
-Mi dispiace; avrei dovuto chiamarti e dirti di aspettarmi.
-Lascia perdere...
-Comunque, questi sono due miei cari amici che volevo presentarti... Ragazzi, lei è Yomi Yuki, la matricola di cui parlano tutti...-disse rivolgendosi ai due ragazzi che erano con lui.
-Piacere! Sono Atticus Rhodes. Sono sicuro che hai già sentito parlare di me...-disse il ragazzo con i capelli castani, lunghi fino alle spalle, afferrando energicamente entrambe le mani della Slifer.-Lo sai, sei davvero una bella ragazza! Credo che potrei innamorarmi di te!
-Eh?
-Atticus, per favore, la stai mettendo a disagio...-lo rimproverò Yusuke, leggermente in imbarazzo per il comportamento dell'amico.
-Dici? Allora cerca di perdonarmi, principessa...-disse il giovane, facendole l’occhiolino e continuando a tenerle le mani.
-Ma cosa…-disse Yomi, rossa in volto.
-Per me tutte le ragazze sono delle principesse...
-Oh, quindi tu saresti il tipico playboy che ci prova con tutte...-ribatté la Slifer, cercando di liberare le mani dalla stretta del ragazzo castano.
-Non è vero?! Sono solo gentile con tutte! E voi non ridete!-disse rivolto agli amici, che stavano ridacchiando di nascosto.
-Guarda che non ha tutti i torti... Dovesti prendere seriamente in considerazione il suo parere.-disse l'altro ragazzo.
-Zane!-sbottò leggermente irritato Atticus.
-Yomi, lui è Zane Truesdale. È un tipo un po' taciturno e scontroso. Ed è quasi sempre impassibile, tranne quando duella...-disse Yusuke, indicando il ragazzo.
Yomi lo osservò per qualche secondo. Aveva i capelli di un azzurro scuro, tendente al blu, opachi e lunghi fino alle spalle.
"Non sembra molto amichevole... Un po' come me... Sento che non andrò mai d’accordo con uno come lui. A dire la verità, non vedo perché dovrei andare d’accordo con loro. Io non voglio essere loro amica…Non posso e non voglio fidarmi! Però…se fossero diversi…"
-Ragazzi fate silenzio e accomodatevi!-strillò una voce acuta e dall'accento straniero. Crowler era in piedi sul piccolo palco dell'aula che cercava di mettere in riga gli studenti. Fra pochi minuti sarebbero entrati i misteriosi ospiti, di cui Yomi era già a conoscenza dell'identità.
La giovane si sedette immediatamente, seguita dai tre giovani. Zane si mise di fianco alla Slifer, senza dire una parola. Atticus si sedette di fianco a lui, mentre Yusuke si sistemò dall'altra parte, di fianco a Yomi.
-Sono proprio curioso di sapere di chi si tratta... Speriamo che sia un duellante famoso.-disse Zane quasi sottovoce.
Yomi si voltò per guardarlo. Sembrava emozionato, come un bambino di fronte alla sua prima carta di Duel Monster. Non appena il ragazzo si accorse di essere guardato, la Slifer si voltò di scatto verso il palco dell'aula.
Nel giro di pochi minuti nella sala scese il silenzio. Il cancelliere si avvicinò al palco e prese il microfono che gli porgeva il dottor Crowler.
-Un attimo di attenzione ragazzi! Oggi abbiamo due ospiti importanti, che sono sicuro conoscete tutti. Vi presento Maximillion Pegasus, proprietario della Industrial Illusion e Seto Kaiba, proprietario della Kaiba Corporation e di questa Accademia.
I due uomini salirono sul palco. In tutta l'aula si diffuse un brusio fastidioso. Erano tutti eccitati per quella visita inaspettata.
-Non ci posso credere! Quello è il secondo duellante più forte del mondo!
-È il rivale del "Re dei giochi"!
-Come mai il creatore di Duel Monster si trova qui?
-Magari hanno intenzione di sfidarsi! Oh, non vedo l'ora!
Yomi si guardò un po' intorno. L'eccitazione stava serpeggiando per tutta la sala.
"Probabilmente sono pochi quelli che hanno avuto l'occasione di conoscerli entrambi di persona... Pegasus si fa vedere più spesso in pubblico; Seto, invece, non è il tipo da palcoscenico. Ultimamente non si fa nemmeno inquadrare dai reporter." pensò Yomi.
-Seto Kaiba... Questa sì che è una sorpresa! Non mi aspettavo di vedere un duellante del suo calibro.-disse Yusuke.
-Non mi piace per niente che sia venuto qui...-sussurrò Yomi.
Zane si voltò a guardare la ragazza. Era leggermente sorpreso.
Intanto il fondatore del Duel Monster era salito sul palco e aveva preso il microfono dalle mani del cancelliere. Poi, dopo essersi schiarito la voce, annunciò:
-Salve giovani futuri duellanti! Il mio nome è Maximillion Pegasus. Ma questo lo sapete già. Non sapete, invece, il motivo per cui io e il giovane Seto ci troviamo qui oggi. La ragione è molto semplice: vogliamo regalarvi uno spettacolo indimenticabile! Abbiamo, infatti, deciso di organizzare un piccolo duello per celebrare l'inizio del nuovo anno scolastico. Ad essere sinceri, l'idea è stata del giovane Kaiba e devo ringraziarlo di cuore per avermi coinvolto in questo progetto. Quest'anno abbiamo deciso di farvi una piccola sorpresa. Ma passiamo subito al nodo della questione. Oggi, uno di voi avrà l'onore di poter affrontare uno dei migliori duellanti del mondo, Seto Kaiba!
Il brusio aumentò di intensità. Era il sogno di tutti gli studenti poter duellare contro una leggenda del calibro di Seto Kaiba.
-Adesso si ragiona! Era proprio quello che mi aspettavo!-disse Zane, entusiasta all'idea di poter duellare contro il presidente della Kaiba Corp.
-Mi dispiace per quel poveraccio che dovrà duellare...-sussurrò Yomi tra sé e sé.
Il ragazzo si voltò a guardarla di nuovo, un po' interdetto. Aveva sentito cosa aveva detto e non riusciva a credere alle sue orecchie.
-Non ti emoziona l'idea di poter duellare contro Seto Kaiba?-chiese Zane.
-No, per niente... Seto Kaiba è uno dei migliori duellanti del mondo. Non avrei un minimo di possibilità.
-Se non ci provi non puoi saperlo.-le rispose il ragazzo, impassibile.
-Se non ci provi, eh...-disse la Slifer soprappensiero.
Zane la guardò un po' stupito.
-Ragazzi, un po' di contegno! Il signor Pegasus deve finire di parlare.-disse Sheppard, cercando di riportare un po' l'ordine.
-Oh, non si preoccupi! Posso capirli... Questa è un'occasione più unica che rara!-lo rassicurò Pegasus.-Come ho già detto, uno di voi soltanto avrà l'onore di-
Il presidente della Industrial Illusion non riuscì a terminare la frase, perché l'altro ospite, visibilmente scocciato per tutto quel brusio e quei discorsi, gli strappò il microfono di mano.
-Fate silenzio! È inutile che vi agitiate, tanto ho già deciso chi sarà il mio sfidante. Yomi Yuki, sarai tu il mio avversario! Il duello si terrà tra un'ora nell'arena. Mi raccomando, vedi di esserci!-disse l'uomo, indicando la ragazza. Poi come se niente fosse, riconsegnò il microfono a Pegasus ed uscì dalla stanza.
Tutti gli studenti presenti si voltarono verso la giovane, increduli per ciò che avevano appena sentito. La ragazza divenne rossa in volto. Non sopportava gli sguardi di tutti fissi su di lei. Di nuovo il brusio aumentò. Non potevano credere che Seto Kaiba volesse duellare contro una Slifer.
-È assurdo! Perchè mai dovrebbe duellare contro una Slifer...
-Secondo me è raccomandata... Probabilmente i suoi genitori hanno degli affari con la Kaiba Corp e lui deve solo accontentare un suo capriccio.
-È uno scherzo! Non può aver detto seriamente.
Il brusio non accennava a diminuire.
-Complimenti!-disse Yusuke, dandogli una leggera pacca sulla spalla.
-Yomi ti invidio, sai? Vorrei tanto essere al tuo posto... Però sono anche contento che abbia scelto te e non uno di quegli Obelisk con la puzza sotto il naso, quindi sappi che farò il tifo. Oh, non vedo l'ora di vederti duellare! Scommetto che sarà un bel duello!
-Io non voglio duellare...
-Stai scherzando? Questa è un'occasione unica, non puoi buttarla!-disse Zane, leggermente contrariato.
-Non mi interessa! Non voglio, punto e basta.-ribattè Yomi, alzandosi dalla sedia.
-Ehi, cosa hai intenzione di fare?-chiese il ragazzo dai capelli blu.
-Parlare con Seto, ovviamente.-rispose la Slifer, mentre si avviava verso la porta.
Pegasus battè una mano sul microfono per richiamare l'attenzione degli studenti.
-Ah, quasi dimenticavo, giovane Yomi, ci sarebbero un paio di cose di cui dobbiamo parlare prima del duello, perciò, se non ti dispiace, dovresti venire nell'ufficio del cancelliere.-disse Pegasus. Poi riconsegnò il microfono e uscì anche lui dalla stanza, seguito da Sheppard.
"E adesso, cosa vogliono ancora?!" pensò la ragazza irritata.
Yomi uscì quasi di corsa dall'aula, seguita dai tre ragazzi. Raggiunse l'ufficio di Sheppard in un lampo e stava per entrare, quando Zane la afferrò per un polso per trattenerla. La ragazza si voltò incredula.
-Aspetta! Hai davvero intenzione di rinunciare al duello?-protestò Zane.
-Non ho scelta!
-Che significa?
-…
-Allora?!
-Quello che ho detto.
-Io non ti capisco! Se non ti piace duellare perché sei venuta in Accademia?
-Non è quello il problema!-sbottò la ragazza verso i tre giovani.
-E qual è?
-Io...non posso duellare! Mettiamola così.
-Cosa vuol dire?-chiese Atticus.
I tre Obelisk avevano uno sguardo interrogativo. Non riuscivano a capire cosa volesse dire la ragazza.
Yomi rimase qualche secondo in silenzio. Poi si liberò dalla presa del ragazzo e disse:
-Venite!
I tre ragazzi si guardarono. Non riuscivano proprio a capire dove volesse arrivare.
La ragazza entrò nell'ufficio, seguita dai giovani Obelisk. Dentro, ad aspettarla, c'erano cinque persone: il cancelliere, il vice-cancelliere, Pegasus, Seto Kaiba e un altro ragazzo, con i capelli neri e lunghi, di circa venti anni.
-Yomi! Ne è passato di tempo dall'ultima volta!-disse il ragazzo moro, andando incontro alla giovane, non appena questa entrò dalla porta.
-Mokuba... Non sapevo che ci fossi anche te...-rispose la Slifer, sorpresa.
-È ovvio! Non mi perderei per niente al mondo un altro duello tra te e mio fratello. Uhm, loro chi sarebbero?
-Amici... Cioè, conoscenti... Lasciamo perdere...-si affrettò a rispondere la ragazza. Incosciamente li aveva definiti amici e si era affrettata a correggersi, prima che i tre ragazzi si mettessero in testa idee strane.
-Uhm...ok...
-Piuttosto, si può sapere cosa ti salta in testa? Non puoi venire in Accademia e sfidarmi a duello di punto in bianco!-proruppe la ragazza al giovane miliardario.
-Non vedo dove sia il problema...-rispose pacato Seto.
-E invece c'è! Hai una vaga idea della posizione in cui mi hai messa?! Inizierebbero a circolare le voci peggiori sul mio conto, anche se vincessi. Con questa trovata geniale, mi stai davvero rovinando la vita qui in Accademia! Se proprio volevi sfidarmi potevi farmi chiamare. Perché sfidarmi qui e davanti a tutti?!
-Il problema sarebbe quello che penseranno gli altri?
-...
-Non credevo che fossi una persona tanto superficiale. Credo di averti sopravvalutata!
-Sarò anche superficiale come dici, ma perlomeno non sono una bastarda egoista come qualcun'altro qui dentro!!
-Cosa?! Come ti permetti?!
L'atmosfera si stava scaldando. Yomi non sopportava l'egoismo dell'uomo e non aveva nessuna intenzione di dargliela vinta di nuovo. Seto, da parte sua, non aveva alcuna intenzione di tornare sui suoi passi e annullare tutto.
-Yomi, suvvia, calmati!
Sheppard stava cercando di placare le acque tra i due sfidanti.
-No, non mi calmo! Questa volta hai davvero passato il limite! Prima mi costringi a entrare all'Accademia come Slifer, poi vieni qui e mi sfidi a duello davanti a tutti... Sei proprio un egoista!
-Che significa? Davvero sei dovuta entrare come Slifer?-chiese Atticus sorpreso, intromettendosi nella discussione.
Yomi lo ignorò.
-Rispondi...-insistette l’Obelisk.
-Lasciate perdere...-rispose la ragazza con un filo di voce.
-Siamo amici!
-No, non lo siamo! Non ho mai detto di essere vostra amica. Mi dispiace, ma avete frainteso.
-Non importa! Per noi sei un’amica e dobbiamo saperlo, altrimenti non sappiamo come comportarci...
-A questo posso rispondere io...-si intromise Pegasus.
-Pegasus, per favore! Non mi sembra il momento di perderci in chiacchiere...-protestò la ragazza.
-Perché no? Tanto ho deciso che il duello ci sarà e non torno indietro. Inoltre, non è carino tenere i tuoi amici all’oscuro di tutto. Prima o poi dovrai dirglielo, considerando che non puoi evitare di duellare per sempre.-disse il giovane Kaiba.
-Ti ripeto che non sono miei amici!
-Ne sei sicura? Allora perché te li sei portati dietro? Ammettilo che non ti sono del tutto indifferenti.
-Guarda che se non vuoi parlarne adesso, non importa. Però, prima o poi dovrai farlo, che ti piaccia o no!-disse Zane, guardando la giovane negli occhi.
-Zane ha perfettamente ragione! Possiamo anche aspettare...-Yusuke diede una leggera pacca sulla testa alla ragazza.-E qualsiasi cosa sia, l’accetteremo.
Yomi arrossì leggermente non appena sentì la mano del ragazzo appoggiarsi delicatamente sulla sua testa. Nonostante l’avesse conosciuto solo quella mattina, la giovane si stava rendendo conto di provare qualcosa per quel ragazzo. Non era una cotta, né tantomeno amore. Era qualcosa di diverso, di meno intenso, forse, ma di sicuro altrettanto solido. E la cosa più assurda era che non lo conosceva nemmeno.  Non sapeva niente di lui, ne conosceva a fatica il nome. Non sapeva qual era il suo cibo preferito, né quale fosse la materia che odiava. Non sapeva quasi niente di lui, ma ciononostante sentiva che era legata a lui, in qualche modo. Da quell’incidente con gli Obelisk non era più riuscita a toglierselo dalla mente e il solo vederlo, la faceva sentire un po’ meglio. Era la prima volta che Yomi era felice stando accanto ad un’altra persona, che non fosse suo fratello e, sebbene avesse cercato per tutto il tempo di negarlo, sapeva bene che ormai non avrebbe più fatto a meno della compagnia di quel ragazzo con i capelli verdi. E la cosa la terrorizzava. Aveva paura che una volta a conoscenza della sua situazione, Yusuke potesse voltarle le spalle e andarsene, come avevano fatto altri prima di lui. Ed era soprattutto questo il motivo per cui aveva cercato di allontanarlo. Ma non ci era riuscita. Quel ragazzo era convinto di poter essere suo amico e non le aveva dato pace. E adesso ci si mettevano anche gli altri due.
“Purtroppo Seto ha ragione… Mi sto affezionando e non voglio ammetterlo… E non capisco nemmeno come possa affezionarmi a un perfetto sconosciuto!”
-Comunque il motivo per cui ti ho sfidata è per testare questo...-si intromise Seto, mostrando ai presenti un braccialetto che teneva al sicuro in una ventiquattrore.-È un prototipo migliorato rispetto alla versione precedente. Con questo al polso non dovresti avere problemi. Ma va collaudato, quindi sono venuto per sfidarti. E questa volta vedi di impegnarti un po' di più. Sono stato chiaro?
L'uomo consegnò il bracciale alla ragazza.
-Aspetta! Io non ho mai detto che duellerò contro di te! E per testarlo non c'è bisogno di duellare in Accademia, davanti a tutti!-protestò Yomi.
-Invece sì! L'altra volta, se ti ricordi bene, hai mandato in tilt il sistema computerizzato della mia società e hai provocato un blackout in tutta la zona. Non posso rischiare che succeda ancora. Per questo sono venuto qui. E’ un’isola praticamente deserta, se si esclude l’Accademia ed è lontano dalle città. Inoltre se duelliamo davanti a tutti, gli altri studenti potrebbero anche riconoscere il tuo talento. Sarebbe stato peggio se avessimo duellato a porte chiuse. Comunque, è impossibile che tu vinca, per quanto tu sia brava. Io sono il secondo miglior duellante del mondo. Ricordatelo!-rispose l'uomo uscendo dalla porta. Mokuba lo seguì.
-Yomi, più tardi potresti parlarci a modo di questa storia?-chiese Atticus.
Yomi li osservò per qualche secondo. Erano tutti e tre preoccupati, ognuno a modo suo, e lei lo aveva capito benissimo. Nonostante tutto non riusciva ancora a fidarsi di se stessa, non a sufficienza da rivelargli "quella storia". Aveva paura della loro reazione e di essere ferita di nuovo.
-Non potete fare finta di niente?-disse la Slifer con un filo di voce senza guardare i tre giovani.
-Mi dispiace, ma non ci riesco...-rispose Atticus.
-Allora sforzati di più!
Detto questo, la ragazza uscì stizzita dall'ufficio del cancelliere, lasciando i tre ragazzi increduli.
-Chissà cosa le è preso...-si domandò Yusuke con un filo di voce.
-Forse ho detto qualcosa di male...
-No, non credo. Credo che sia lei il problema. Quella ragazza non riesce a fidarsi degli altri sopratutto perché non riesce a fidarsi di se stessa. È per questo che tende ad allontanare gli altri da sè.-si intromise Pegasus.-Comunque, adesso non dovete starci a pensare troppo! Fra poco inizierà il duello e sarebbe un vero peccato perdercelo!-disse l'uomo uscendo dalla porta.
I tre giovani rimasero qualche secondo immobili, pensierosi per ciò che aveva appena detto Pegasus. Poi, dopo aver salutato il cancelliere con un inchino, i tre uscirono dalla stanza, diretti all'arena dei duelli.
L’atmosfera nel gruppo di amici si era fatta pesante da quando la ragazza era uscita dall’ufficio di Sheppard. Nessuno aveva molta voglia di parlare e ciascuno era assorto nei propri pensieri.
-Povera Yomi…-sussurrò Yusuke, tra sé e sé.
Le dispiaceva che quella ragazza non si fidasse di se stessa abbastanza da stringere rapporti con le altre persone. Soprattutto considerando che anche lui da piccolo aveva paura di stare in mezzo alle persone. Inoltre, continuava a pensare alle sue parole, a quel “non sono miei amici” che aveva detto poc’anzi. In cuor suo sapeva che non era stata sincera, ma sentirselo dire con un tono serio, come quello che aveva usato lei, era diverso. Se ripensava a quella discussione sentiva ancora una leggera fitta allo stomaco. Perdipiù, continuava a non capire la Slifer fino in fondo, né tantomeno riusciva a immaginare cosa avesse passato di così terribile da farla diffidare degli altri.
“Per un attimo, quando ci ha chiesto di seguirla nell’ufficio, ho pensato che si fosse finalmente fidata di noi. Però…poi, quella discussione… Non capisco cosa le sia successo… E non capisco perché non si fidi degli altri…Inoltre quel braccialetto… A cosa può servire?”
-Tra poco inizia il duello. Sarà meglio sbrigarci o non troveremo posto...-disse Zane con un filo di voce, rivolgendosi agli altri due ragazzi.
-Già… Però potrebbe darle fastidio se facciamo il tifo per lei… In fondo ha detto che non ci considera amici.-aggiunse Yusuke, guardando fisso il pavimento.
-Ho l’impressione che ci detesti…-sussurrò Atticus.
-Adesso smettetela, tutti e due! Non ha mica detto che ci odia. Ha detto che non ci considera suoi amici. E allora? Dov’è il problema?-sbottò irritato Zane, alzando un po’ la voce.
-Bè…ecco…-provò a ribattere il dongiovanni.
-E’ normale che non si fidi di noi. Da quanto tempo ci conosce? Un’ora? Forse due? Non potete pretendere che si fidi subito e che ci racconti la sua vita e i suoi problemi. Non è come voi due, che fate amicizia con chiunque. Ci sono persone che hanno bisogno di tempo per fidarsi degli altri, specie se non hanno avuto fortuna in fatto di amicizie. Lei è una di quelle. Potrebbero volerci anche settimane o mesi. E’ riservata e forse ne ha passate tante. Non conosciamo la sua storia e non sappiamo cosa ha dovuto passare. Però una cosa è certa: ci ha permesso di ascoltare quella discussione, perciò non le siamo del tutto indifferenti. E di sicuro non ci odia! Ha detto che non ci considera amici, ma di sicuro siamo sulla buona strada nel diventarlo.
-Zane…
-Yusuke, non è da te arrenderti, no? Ci avevi detto che saresti diventato suo amico a qualsiasi costo. E scommetto che l’hai detto pure a lei.
-E’ vero…-Yusuke sorrise un po’ rincuorato.
-Atticus, non hai mica intenzione di lasciarti sfuggire una bella ragazza come lei? Pensaci bene, quante volte ti capiterà di trovare una particolare come lei?
-Se parli così sembro un maniaco… Adesso che ci penso, non sono riuscito nemmeno a farle uno striscione di incoraggiamento... Scommetto che le sarebbe piaciuto!
-Sai Atticus, non credo che sia il tipo da striscione... L’avresti messa di sicuro in imbarazzo...-disse Yusuke.
-Dici? Secondo me no!
-Comunque, è meglio se ci sbrighiamo, altrimenti non riusciremo a trovare un buon posto.
-Già, è vero…-rispose Atticus.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4- Il primo duello ***


Capitolo 4- “Il primo duello

 

Yomi entrò nell'arena, guardandosi intorno nervosamente. Era un ambiente molto grande, molto più grande dell'aula magna. Al centro si trovava un'arena per i duelli, una delle tante invenzioni della Kaiba Corporation, in grado di proiettare degli ologrammi molto realistici dei mostri di Duel Monster. L'arena dell'Accademia era tra le più avanzate tecnologicamente ed era stata progettata e sviluppata da Seto Kaiba in persona. Era l'orgoglio della scuola e per questo motivo veniva usata solo in alcune occasioni speciali. E questa era una di quelle. Gli spalti erano gremiti di studenti, che vociavano ancora infastiditi per l'annuncio di poc'anzi. Sulle tribune di fronte alla ragazza si erano seduti i professori, il cancelliere, Pegasus e Mokuba. Seto Kaiba, invece, si trovava già nell'arena e stava solo aspettando la Slifer.
Non appena la ragazza salì sul campo da gioco un brusio fastidioso si diffuse per tutta la stanza. Yomi si guardò intorno, leggermente a disagio. Sentiva chiaramente gli sguardi penetranti degli altri studenti puntati su di lei. Non le era mai piaciuto essere al centro dell’attenzione e in quel momento meno che mai.
-Sei in ritardo!
Il giovane miliardario era leggermente spazientito. Poi, accorgendosi che la Slifer non lo stava minimamente ascoltando, si spazientì del tutto.
-Yomi, vedi di svegliarti! Non ho tanto tempo da perdere e non voglio stare qui tutto il giorno. Prima iniziamo a duellare, prima si finisce.-disse l'uomo con il suo solito tono arrogante.
-Non se ne parla! Non voglio duellare contro di te.-disse la ragazza, distogliendo lo sguardo dalle tribune e volgendolo verso il miliardario.
-Sei proprio testarda. Bè, mettiamola così: se non duelli e mi sconfiggi, ti farò espellere dall'Accademia.
Il brusio aumentò.
-Cosa?!
-Hai sentito bene. Se non riesci a battermi, dovrai dire addio all'Accademia.
"Egoista! Prima mi costringi ad iscrivermi e poi mi minacci di buttarmi fuori..." pensò la ragazza, disgustata dal comportamento dell’uomo.
-Non dovresti essere contenta di avere l'occasione di andartene? Del resto, non ti piace stare qui, no? Oppure mi sbaglio? Dalla tua espressione si direbbe che non ti dispiaccia trovarti all'Accademia.
-Queste non sono cose che ti riguardano...
-Hai ragione. L'unica cosa che mi interessa è verificare se quel bracciale funziona o no, e chiaramente sconfiggerti. Se vuoi rimanere qui, non ti resta che darti da fare e vincere. Sempre che tu sia all’altezza…
-Non ti conviene sottovalutarmi... Se pensi che sarà una passeggiata come l’altra volta, ci rimarrai molto male! Non so se l’hai notato, ma non sono più la bambina di un tempo.
-Bene! Allora mostrami di cosa sei capace!
I due sfidanti inserirono il proprio deck nel dueling disk e li accesero. Nonostante il duello non fosse nemmeno iniziato, l’atmosfera si era già resa incandescente.
-Duelliamo!-dissero in coro i due sfidanti, pescando ciascuno cinque carte.
Il brusio sugli spalti aumentò notevolmente. Sebbene a quasi nessuno degli studenti avesse fatto piacere il fatto che il grande Seto Kaiba avesse deciso di duellare contro una Slifer, erano tutti impazienti di vedere all’opera il secondo duellante più forte del mondo.
-Dato che sono l'ospite speciale, inizio io!-disse l'uomo pescando la sua sesta carta.-Mi dispiace Yomi, ma sei già nei guai fino al collo! Evoco "Predatore Vorse" in posizione di attacco.
Il mostro che aveva evocato comparve in mezzo all’arena. Era un incrocio tra un essere umano e un demone, con un sorriso che sembrava più un ghigno compiaciuto, mentre nella mano destra reggeva una specie di ascia.
“Sembra quasi vero… Se non fossi cosciente del fatto che si tratta solo di una proiezione olografica, credo che scapperei a gambe levate. Quel sorriso ha un che di spaventoso…” pensò la giovane, guardando il mostro che era appena comparso davanti ai suoi occhi.
-Poi posiziono due carte coperte e ti passo la mano.-continuò l’uomo.
-Tocca a me... Pesco!
Yomi diede un'occhiata alla sua mano. Aveva tre mostri, uno di livello 7, uno di livello 3 e uno di livello 4, la magia "Corsa avventata" e la trappola "Forza riflessa". La carta che aveva pescato era, invece, "Spada rivelatrice".
"Allora... Ha messo in campo un mostro con 1900 punti di attacco e due carte coperte. Il suo mostro è abbastanza forte, perciò non credo che una di quelle carte coperte sia una carta equipaggiamento. Potrebbe essere una carta trappola. Purtroppo, in mano non ho niente con cui contrastarla. A questo punto, non posso fare altro che sfidare la sorte e sperare che non sia ciò che penso. Male che vada posso utilizzare "Spada rivelatrice" e mettermi al sicuro per un po’. Certo che la mia fortuna non si smentisce mai! In questo momento vorrei tanto avere la fortuna di mio fratello... Mi tornerebbe sicuramente utile!" pensò la ragazza, analizzando attentamente la situazione. Non aveva molta voglia di correre rischi inutili, ma sapeva bene che, se aveva davvero messo una carta trappola coperta, era meglio scoprirlo subito, magari utilizzando come esca un mostro che non fosse troppo forte.
-Evoco "Yukimura, samurai fedele"...
Il mostro, che comparve sul terreno, aveva le fattezze di un uomo ed indossava un’armatura giapponese rosso sangue. Nella mano destra aveva sguainata una katana, al collo portava una collana con sei anelli, mentre sull’elmo che portava in testa aveva inciso un sigillo che significava “fedeltà”. Non era minaccioso come “Predatore Vorse”, ma di sicuro non aveva lo stesso sorriso malvagio. Lo sguardo del mostro era fiero come quello di un nobile guerriero.
-Mi dispiace deluderti subito, ma attivo una delle mie due carte coperte, "Buco trappola". Mi dispiace, ma devi già salutare il tuo patetico mostro!
-Poco male Seto! Attivo l'effetto del mio mostro: quando viene distrutto e mandato al cimitero, posso evocare specialmente in posizione di attacco un mostro di livello 4 dal mio deck, purchè contenga nel nome la parola "samurai". E io scelgo "Gyozen, samurai arciere".
Un altro guerriero, questa volta con l’armatura blu scuro, comparve sulla parte di campo della Slifer. Questa volta il mostro non impugnava spade, ma teneva un lungo arco in entrambe le mani e aveva una faretra di frecce sulla schiena.
-Sinceramente mi aspettavo di meglio...-commentò, abbastanza deluso, l’uomo
-Aspetta e vedrai! Attivo l'effetto di Gyozen. Quando questa carta viene evocata, può infliggerti 500 punti di danno. Vai Gyozen, attacca i suoi Life Points!
Non appena la ragazza diede l’ordine, il mostro prese una freccia dalla faretra, la posizionò sull’arco e, dopo aver preso la mira, la scoccò dritta sull’avversario.
L'indicatore dei LP del giovane Kaiba scese a quota 3500.
-Posiziono una carta coperta e termino il mio turno...-disse la ragazza, passando il testimone all’uomo.
"Grazie alla mia carta trappola, "Forza riflessa", posso distruggere tutti i suoi mostri, non appena prova ad attaccarmi. Con questa dovrei essere al sicuro... Almeno spero..." pensò Yomi, guardando prima la carta che aveva appena posizionato e poi l’uomo che aveva di fronte. Sapeva bene che non doveva sottovalutarlo. Era un duellante astuto e capace ed era molto difficile prenderlo in contropiede. E la giovane sapeva bene che sarebbe stato difficile solo potergli dare del filo da torcere.
Sugli spalti, il brusio aumentò di nuovo di intensità. Nessuno avrebbe mai immaginato che la ragazza si sarebbe portata in vantaggio così in fretta. Anzi, nessuno si aspettava che avrebbe escogitato una contro-mossa, in così poco tempo, alla trappola del secondo duellante più forte del mondo.
-Niente male come mossa...-commentò Atticus.
-E’ ancora troppo presto per stabilire chi dei due possa vincere.-osservò Yusuke.
-Lo so anch'io questo! Ma non voglio assolutamente che perda. Dovreste fare un po' di tifo anche voi!-protestò il castano, guardando, torvo, i due amici.
-La mia era solo un'osservazione... E poi, non mi sembra che Seto Kaiba sia particolarmente sorpreso.
-Secondo me, Seto Kaiba si porterà in vantaggio nel prossimo turno...-commentò pacatamente Zane.
-Dici? Spero tanto di no...-sospirò il dongiovanni del gruppo.
L'uomo, intanto, aveva pescato la sua carta e stava apportando le ultime modifiche alla sua strategia.
-Sai, Yomi, non capisco perché, tra tutte le carte che possiedi, hai scelto un mostro debole come quello. Ha solo 1200 punti di attacco, non può resistere all'assalto del mio "Predatore Vorse".
-Lo so anche da me… Detto francamente, non credo che avrei potuto evocare un mostro più forte del tuo.
-Se pensi che sarò buono solo perché non hai mostri decenti nel tuo deck, ti sbagli di grosso! Non ho alcuna intenzione di renderti il gioco più facile.
-Non mi aspettavo di certo che tu lo facessi...-rispose la ragazza, trattenendo i suoi istinti omicidi. Il tono arrogante dell’altro le faceva letteralmente saltare i nervi. Soprattutto non sopportava il tono che aveva quando criticava le sue carte.
-Vediamo come rispondi a questo! Attivo l'altra carta coperta, la magia rapida "Tifone spaziale mistico", grazie alla quale posso distruggere la tua carta coperta.
-Maledizione...-disse la Slifer, quando vide la propria carta andare in frantumi.
“Sono stata troppo precipitosa! Dovevo aspettarmi una mossa del genere da uno come lui… Però, a dirla tutta, non pensavo che avesse già pescato quella carta. Oggi sono proprio sfortunata!”
-Ma guarda, era "Forza riflessa". Mi aspettavo che avessi giocato una trappola del genere. Adesso sei scoperta! Evoco Kaibaman ed attivo il suo effetto. Lo sacrifico per evocare, tramite evocazione speciale, il mostro più potente che vedrai in vita tua, "Drago bianco occhi blu"!
Il drago più forte e temuto di tutto Duel Monster fece la sua comparsa sull’arena. Era bellissimo, maestoso e terrificante allo stesso tempo, come solo un drago sapeva essere. Sebbene quella non fosse la prima volta che Yomi si trovava faccia a faccia con quel drago, era leggermente intimorita e non dai suoi punti di attacco. C’era qualcosa, in quella creatura, che metteva a disagio e incuteva timore in chiunque se lo ritrovasse davanti.
L'eccitazione sugli spalti aumentò di colpo. Era un'occasione più unica che rara poter vedere il leggendario "Drago bianco occhi blu" in azione.
-Accidenti, questa non ci voleva...-sussurrò la ragazza, mordendosi il labbro.
-Sorpresa? Scommetto che non ti aspettavi che lo evocassi così presto…
-In effetti, mi hai sorpreso…
-Mi dispiace deluderti, ma ho intenzione di evocarli tutti e tre. Vai "Predatore Vorse", attacca il suo mostro da quattro soldi!
Il mostro obbedì al comando e, con un colpo di ascia, distrusse l’ultima difesa della giovane.
I Life Points della ragazza scesero a quota 3300.
-Adesso si mette davvero male...-commentò Yusuke.
-Adesso è il tuo turno, "Drago bianco occhi blu". Attacca direttamente i suoi Life Points!
Il drago attaccò la ragazza con una sfera di luce bianca, lasciandogli solo 300 miseri Life Points.
-Termino il mio turno. Tocca a te!-disse l’uomo, accompagnando la frase con un cenno della mano.
"Dunque, dato che non ha carte coperte posso evocare e attaccare senza problemi, se solo avessi un mostro sufficientemente forte... Grazie a "Spada rivelatrice" sarò al sicuro per un po'... Ma in questi tre turni devo trovare un modo per ribaltare la situazione, altrimenti sono fregata."
-Pesco... Chiedo l'intervento di "Amaterasu, divinità regina dei cieli". Posso evocare, tramite evocazione speciale, questo mostro dalla mia mano, rimuovendo dal cimitero due mostri di livello 4 che contengano nel nome la parola "samurai". E guarda caso, ne ho giusto due. Compari e mostrati a noi, sovrana dei cieli!
Il mostro che comparve aveva le fattezze di una bellissima donna, con lunghi capelli biondo oro, lisci come la seta, una parte raccolti in piccole trecce che le cingevano il capo, l’altra parte sciolti, che le ricadevano sia dietro sia davanti al corpo. Portava un lungo kimono, rosso fuoco, che le lasciava intravedere i seni. Nella mano destra teneva un ventaglio, mentre nella sinistra uno specchio.
-I miei complimenti, davvero... Però, il tuo mostro ha 2500 punti di attacco e non sono sufficienti a distruggere il mio drago. Ci hai provato, ma quando toccherà a me, tu perderai.
-Non ne sarei tanto sicuro, se fossi in te! Attivo la carta magia "Corsa avventata", con la quale il mio mostro guadagna 700 punti di attacco fino alla fine del turno. Adesso è forte a sufficienza per distruggerlo! Avanti "Amaterasu", attacca il suo drago!
La donna alzò la mano nella quale teneva il ventaglio e materializzò una sfera di fuoco incandescente, che lanciò addosso al drago bianco, disintegrandolo all’istante.
-Non ci credo! Hai distrutto il mio "Drago bianco occhi blu"!-urlò Seto. Era furioso per quello che era appena successo. Non riusciva a digerire il fatto che il suo amato drago fosse stato distrutto da una carta così debole e di poco conto.
-Non è ancora finita! Attivo la carta magia "Spada rivelatrice". Grazie ad essa, per tre turni non potrai attaccarmi. Inoltre, posiziono un mostro coperto e concludo il mio turno.
Sugli spalti, l’eccitazione aumentò. Era incredibile che una Slifer fosse davvero riuscita a distruggere “Drago bianco occhi blu”, uno dei mostri più temuti di Duel Monster.
-Seto Kaiba è sempre in vantaggio, ma adesso ha 3300 Life Points e un mostro troppo debole. Scommetto che cercherà di evocare gli altri due draghi bianchi, ma con la carta magia di Yomi, anche se ci riuscisse, non potrebbe attaccare e lei avrebbe tre turni per trovare un modo per batterli. Direi che la situazione è in stallo. La vittoria di uno dei due dipende da cosa pescheranno in questi tre turni.-osservò Zane.
-Speriamo che riesca a vincere...
-Atticus, sei così preoccupato?-chiese Yusuke, guardando sorpreso l’amico.
-Mi sembra ovvio! Se perde, dovrà andarsene... E io non voglio che accada. Non ditemi che a voi non dispiacerebbe?-chiese il castano, rivolgendosi verso gli altri due Obelisk.
-Certo che ci dispiacerebbe… Ma secondo me stai un po’ esagerando. Anche se perdesse, non credo che la farà espellere…-rispose il ragazzo dai capelli blu, continuando a tenere gli occhi fissi sul duello.
-È il mio turno.-disse l'uomo, poi guardò la carta che aveva appena pescato. Un sorriso compiaciuto comparve sul volto del giovane.
-Perché sorridi? Aspetta... Non dirmi che...
-Ti avevo avvisato che li avrei evocati tutti e tre, no? Da adesso in poi, dovrai impegnarti sul serio se vuoi davvero rimanere in Accademia. Attivo la carta magia "Anfora dell'avidità", con la quale pesco altre due carte.
L’uomo diede una rapida occhiata alle carte che aveva pescato.
-Perfetto! Proprio quelle che mi servivano. Evoco "Signore di draghi" in posizione di attacco, poi attivo la carta magia "Flauto evoca-draghi", grazie alla quale posso evocare specialmente fino a due draghi dalla mia mano e io evoco gli altri due "Drago bianco occhi blu"!
"Non ci credo! Ha schierato ben quattro mostri in campo! E due di questi sono dei draghi bianchi occhi blu! Come diavolo faccio a sconfiggerli?! Solo per sconfiggerne uno ce ne vuole..." pensò la ragazza in preda alla paura. Era ben consapevole che in questo modo difficilmente avrebbe vinto. Fronteggiare due draghi bianchi era troppo per chiunque!
-Dato che non posso attaccare, per ora mi limiterò a passarti il testimone.
-È il mio turno. Pesco!-disse la Slifer, pescando una carta. Poi guardò le carte che aveva in mano e quella che aveva appena pescato, pensando ad un modo per uscire da quella situazione.
"Ho pescato "Tsukuyomi"... Per ora, però, non posso metterlo sul terreno. Devo sperare di riuscire a pescare quelle due carte prima che "Spada rivelatrice" perda il suo effetto. Inoltre, ho come la sensazione che tenterà di evocare “quel” mostro. Se lo fa sono fregata! Nessuno dei miei mostri può raggiungere i 4500 punti di attacco... Devo trovare un modo per distruggere almeno uno dei due draghi bianchi. Intanto, però, posso liberarmi di "Signore di draghi"..."
-"Amaterasu" attacca "Signore di draghi"!-ordinò la giovane al proprio mostro, che ripeté lo stesso attacco del turno precedente, distruggendo anche questa volta il mostro dell’avversario.
I Life Points dell’uomo scesero a 2000.
-Una mossa astuta...-commentò Zane.
-È ovvio... Era il mostro più debole sul terreno.
-Non è solo quello il motivo, Atticus. Si tratta dell'effetto di "Signore di draghi". Quando si trova scoperto sul terreno, tutti i mostri di tipo drago sono immuni agli effetti delle carte trappola, magia e dagli effetti degli altri mostri. Distruggerlo è stata una mossa davvero astuta... In questo modo i suoi draghi non sono più invulnerabili.
-Questo non lo sapevo... Però, non è niente male come duellante! È riuscita a distruggere il famoso "Drago bianco occhi blu" e ha messo alle strette uno dei migliori duellanti del mondo. Se anche dovesse perdere, dovrebbe ritenersi fortunata...
-Però se perde, dovrà andarsene.-gli ricordò Yusuke.
-Già! Me ne ero completamente dimenticato...-esclamò Atticus, mettendosi le mani in testa, con un gesto molto plateale.
-Atticus, non ti sembra di esagerare? Abbiamo conosciuto quella ragazza solo stamani e non sappiamo quasi nulla di lei... Come puoi esserti affezionato così, nel giro di poche ore? Solo perché è una ragazza carina? Posso capire Yusuke, dato che stamani l'ha salvata da quegli Obelisk, ma tu...
-Io non riesco ad essere impassibile come te di fronte ad una bella ragazza. E poi non si tratta solo del fatto che è bella; in quella ragazza c'è qualcosa che mi ha colpito subito... Non saprei dirti cosa, ma sento una specie di collegamento tra noi tre e Yomi. Chissà, magari è il filo rosso del destino!
-Atticus, quella leggenda riguarda due innamorati, non tre amici...-osservò Yusuke.
-Non è la stessa cosa? E’ pur sempre un legame forte, no?
-A volte non riesco proprio a capirti...-sospirò Zane, tornando a concentrarsi sul duello.
"Con questo mio ultimo attacco ho ridotto ulteriormente i suoi Life Points, anche se rimane comunque in vantaggio... Nel prossimo turno posso distruggere "Predatore Vorse" e ridurgli ulteriormente i Life Points. No, meglio non correre troppo. Aspettiamo di vedere che mossa farà..." pensò Yomi, compiaciuta.
-È il mio turno! Pesco!-esclamò il miliardario, pescando una nuova carta.
"Bene! Con questa carta potrò mettere in campo tutti e tre i miei draghi..." pensò dopo aver visto la carta che aveva appena pescato.
-Se fossi in te, Yomi, inizierei a preparare le valigie, perché, non appena svanirà l'effetto della tua carta magia, ridurrò i tuoi Life Points a zero! O forse preferisci arrenderti?
-Neanche per idea! Combatterò fino alla fine, e questa volta ti sconfiggerò! Stanne certo, Seto!
-Che belle parole! Vediamo se alle parole farai seguire i fatti. Attivo la carta magia "Mostro resuscitato", grazie alla quale posso riportare sul campo un mostro che si trova al cimitero. Indovina di chi si tratterà?
-"Drago bianco occhi blu"...
-Brava, hai indovinato! Avanti, ritorna, mio fedele drago!
Il mostro che Yomi era riuscita a distruggere qualche turno prima, ricomparve minaccioso sul terreno di gioco.
-Questa non ci voleva...-disse Yusuke.
-Povera Yomi...-soggiunse Atticus.
"Perfetto, la mia solita fortuna!" pensò sarcastica la ragazza.
-Concludo così il mio turno. Tocca a te!
-Pesco...
"Si sta mettendo veramente male e le carte che ho in mano non mi servono a molto... Inoltre, alla fine del suo prossimo turno, l'effetto della mia carta magia svanirà. Se non trovo un modo di batterlo al mio prossimo turno sono spacciata... Per ora non posso far altro che attaccare il suo “Predatore Vorse e sperare di riuscire a pescare “quella carta” al mio prossimo turno. Altrimenti dovrò dire realmente addio all’Accademia…"
-Attacco "Predatore Vorse" con "Amaterasu".-esclamò la giovane, distruggendo il mostro dell’avversario.
"Con questo i suoi Life Points sono scesi a quota 1400... Purtroppo, resto comunque in svantaggio."
-Adesso viene la parte difficile del duello...-commentò Zane.
-Forza Yomi! Ce la puoi fare!-urlò il dongiovanni del gruppo dagli spalti.
"Atticus... Ma che idiota! Deve per forza urlare in quel modo! Così mi mette in imbarazzo e non riesco a concentrarmi..." pensò la ragazza, voltandosi verso gli spalti.
-Vedo che i tuoi amici stanno facendo il tifo per te... Non sei contenta?-disse Seto Kaiba.
-Fatti gli affari tuoi...-rispose la giovane.
-Come vuoi...
"C'è qualcosa di strano nel suo atteggiamento... Non sembra molto preoccupato dell’andamento del duello. Deve essere molto sicuro di vincere… Poi ho la sensazione di aver dimenticato qualcosa... Adesso che ci penso, perché non ha spostato “Predatore Vorse” in posizione di difesa? Che strano! Avrebbe potuto farlo, ma non l'ha fatto. Che abbia qualcosa in mente?" pensò la ragazza, scrutando il volto dello sfidante. Poi disse:
-Termino qui il mio turno…
-Hai duellato davvero bene! Ma purtroppo per te, il duello finisce con la mia vittoria. Pesco!-esclamò Seto.
Sul volto dell'uomo comparve un ghigno di soddisfazione.
-Attivo la carta magia "Polimerizzazione", con la quale fondo i miei tre draghi bianchi, per creare un mostro ancora più forte. Compari "Drago finale occhi blu"!
Il mostro a tre teste, appena evocato, si ergeva minaccioso sul campo da gioco. Yomi, istintivamente, indietreggiò di un passo. Sebbene fosse consapevole del fatto che si trattasse solo di una mera illusione, faceva comunque una certa impressione trovarsi di fronte ad un mostro con 4500 punti di attacco, uno dei mostri più forti di Duel Monster.
-Ti passo la mano. E dato che sono trascorsi tre turni, la tua carta magia "Spada rivelatrice" perde il suo effetto. Al mio prossimo turno potrò attaccarti e tu perderai questo duello.
-Non è ancora finita... Finché avrò carte nel mio deck, posso ancora vincere! Il duello finisce solo quando i Life Points dell'avversario scendono a zero. Dovresti saperlo bene!
"Avanti deck, non mi abbandonare proprio adesso!"
-Pesco!-esclamò la Slifer.
-È inutile che ti impegni tanto; non puoi vincere!
-Lo vedremo... Attivo la carta magia "Anfora dell'avidità" e pesco altre due carte.- disse la ragazza.
"Non ci credo... Proprio queste carte..." pensò la giovane guardando le due carte che aveva appena pescato.
-Seto, adesso ti mostrerò i miei mostri più forti! Attivo la carta magia "Rito di purificazione degli dei". Posso attivare questa carta solo se sul mio terreno si trova un mostro di livello 7, che contenga nel nome la parola "divinità". Grazie a questa carta, posso evocare sul terreno, dalla mia mano, gli altri due mostri divinità di livello 7. In questo modo, posso chiedere l’intervento di "Tsukuyomi, divinità signore della notte" e di "Susanoo, divinità signore delle tempeste".
I due mostri appena evocati comparvero sull’arena. Avevano le sembianze di due uomini; uno indossava un’armatura nero pece, mentre “Susanoo” era a torso nudo e indossava solo degli hakama. “Tsukuyomi” impugnava nella mano destra un flauto di legno, mentre nella sinistra teneva un rosario. Dalla schiena, inoltre, gli spuntavano un paio di ali nere come la notte. L’altro mostro, invece, impugnava due katana e sulla fronte aveva un terzo occhio.
-Che razza di mostri sono? L'ultima volta non li avevi giocati...
-Ti avevo detto che non ero più quella di una volta, no? Anche il mio deck è cambiato. Non avresti dovuto sottovalutarmi! Questi sono i mostri più potenti che possiedo!
-Comunque non sono sufficienti! Il mio drago ha 4500 punti di attacco; "Amaterasu" ne ha 2500, "Tsukuyomi" ne ha 2800, mentre "Susanoo" ne ha 3000. Non puoi attaccarmi. Ti sei sforzata tanto, ma al mio prossimo turno metterò fine al duello!
-Questo è vero. Ma non ho intenzione di arrendermi! Posiziono una carta coperta e ti passo la mano.
-Siamo giunti al capolinea. Pesco! Avanti "Drago finale occhi blu" attacca "Susanoo"!-esclamò Seto.
-Sei stato troppo precipitoso! Attivo la mia carta trappola "Annulla attacco", grazie alla quale posso annullare l'attacco del tuo mostro.-disse la ragazza, bloccando l’attacco dell’avversario.
L’uomo si morse un labbro, in preda alla rabbia. Non le piaceva quando qualcuno mandava in fumo i suoi piani, soprattutto se si trovava ad un passo dalla vittoria.
-Posiziono una carta coperta e termino il mio turno. Hai solo rimandato la sconfitta di un turno. Ammettilo, non sai più che pesci prendere!-disse Seto, rivolgendosi alla Slifer.
-Lo vedremo! Tocca a me, pesco.
"Questa carta... Forse posso vincere! E comunque ormai non ho niente da perdere. Non posso rimandare ancora. Questo turno sarà decisivo." pensò Yomi, osservando il drago a tre teste che aveva di fronte.
-A questo punto, Seto, gioco il tutto per tutto! Attivo la carta magia "Spirito infuocato del bushi" e la equipaggio a "Susanoo". In questo modo, l’attacco del mio mostro viene raddoppiato fino alla fine del turno. Però ci sono due aspetti negativi che riguardano questa carta. Il primo è che gli altri mostri sul mio terreno non possono attaccare in questo turno. L'altro è che, alla fine del turno, mi verrà inflitto un danno pari all'attacco originale del mostro equipaggiato. Ma purtroppo per te, ti sconfiggerò prima. Adesso il mio mostro ha 6000 punti di attacco, più che sufficienti per distruggere il tuo "Drago finale occhi blu" e ridurre a zero i tuoi Life Points. Avanti "Susanoo", attacca il suo mostro!
Proprio nel momento in cui il mostro della ragazza stava per sferrare il suo attacco al drago finale dell'uomo, il braccialetto che aveva al polso iniziò a risplendere di una luce abbagliante. Nello stesso momento, le luci saltarono, insieme al sistema olografico dell'arena. Le lampade al neon scoppiarono per la troppa tensione. L'allarme antincendio scattò, risuonando in tutto l'edificio. Nell'aula, rimasta al buio, si diffuse subito il panico. Gli insegnanti cercarono invano di mantenere la calma tra gli studenti, i quali stavano cercando, in tutti i modi, di uscire dalla stanza, creando solo altra confusione. Ad un certo punto ci fu uno scoppio, seguito dal rumore di qualcosa che andava in frantumi. I tre Obelisk si diressero a tentoni verso l'arena, preoccupati per le condizioni della loro amica. In quel momento, una piccola luce illuminò l'arena. Erano Pegasus, Sheppard e Mokuba, che si erano muniti di una torcia elettrica.
-Seto! Stai bene?-chiese il giovane Kaiba, illuminando il volto del fratello. L’uomo era inginocchiato accanto alla ragazza, che si trovava stesa in terra e priva di sensi.
-Sì, non ti preoccupare... Piuttosto, bisogna portarla subito in infermeria.-disse il giovane miliardario, indicando la Slifer con un cenno del capo.
-In infermeria? Perché? Cos'è successo?-chiesero i tre Obelisk, che intanto erano riusciti a farsi strada tra la folla, fino all'arena. Non appena videro la giovane stesa per terra e priva di sensi si allarmarono subito.
-Yomi! Come stai? Rispondi!-la chiamò Atticus, preoccupato.
-Atticus...-sussurrò la Slifer con un filo di voce, mentre riprendeva lentamente i sensi.
-Stai bene?-chiese Yusuke.
La stanza era ancora al buio, come tutto l'edificio.
-Sì...credo...-rispose la ragazza, cercando di mettersi in piedi e finendo solo con il ricadere a terra, di nuovo priva di sensi.

***
Ndr:
Mi sento di dover scrivere due righe per spiegare alcune cose su questo capitolo e per evitare commenti di critica immotivata (che sia chiaro, accetto sempre di buon grado critiche costruttive sul mio modo di scrivere o su ciò che decido di scrivere...penso che siano molto utili alla mia crescita intellettuale e fa sempre bene confrontarsi con altre persone che pensano in modo diverso^^). Allora, prima di tutto spero di essere riuscita a descrivere in maniera abbastanza chiara il duello. So che probabilmente, per chi non conosce bene le regole o le carte di Yugioh, potrebbe essere stato difficile seguirlo e per questo motivo mi scuso. Purtroppo però, per motivi puramente stilistici, ho preferito non dilungarmi troppo sulla meccanica di gioco, evitando di spiegare per filo e per segno gli effetti delle carte (vedere i duelli nell'anime è diverso da leggerli in una storia e a dirla tutta descriverli senza far annoiare il lettore è un'impresa...). Inoltre, vorrei spendere qualche riga per parlare brevemente dei mostri usati dalla protagonista. Innanzitutto, non sono carte che realmente esistono nel gioco. Ho inventato un nuovo archetipo, quello del "samurai" per due motivi: per prima cosa, ho un debole per la mitologia giapponese e per la sua storia; secondo, ritenevo che un tipo "guerriero" rispecchiasse al meglio il carattere della protagonista. Non era mia intenzione copiare effetti e aspetto delle carte realmente esistenti (Gyozen ha un effetto molto simile a quello di "Arciere achacha" e guarda caso hanno entrambi l'aspetto di un arciere giapponese, ma mi sono resa conto di questa somiglianza solo dopo aver scritto il capitolo). Chi conosce bene il gioco di Yugioh potrebbe pensare che abbia preso spunto dall'archetipo bujin. No, non è così. Per puro caso, dopo aver scritto il capitolo mi sono accorta che ad alcuni mostri avevo dato lo stesso nome di alcune carte dell'archetipo bujin (vedi amaterasu, susanoo e tsukuyomi). Altra cosa che mi sento di dover dire: le carte che compongono il deck di Seto non sono tutte carte originali del suo deck (ad esempio Kaibaman, che comunque compare nella serie GX). Mi sono presa la libertà di rielaborare leggermente il suo deck e di inserire carte che facilitassero l'evocazione dei suoi draghi, perchè ritengo che siano i suoi mostri-simbolo, se così si può dire. Come ultima cosa, so bene che il duello che ho descritto è alquanto surreale, con varie botte di sedere all'ultimo minuto (nella realtà difficilmente può accadere di pescare proprio la carta che serve all'ultimo momento...), ma il bello della finzione è proprio questo!! Detto questo, spero che non arrivino commenti poco simpatici... Grazie a tutti quelli che continuano a leggere e a seguire, e spero che continuate a farlo anche in futuro...

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Capitolo 5
*** Capitolo 5- La prima rinuncia ***


Capitolo 5- "La prima rinuncia"

La prima cosa che Yomi vide quando si risvegliò fu il volto teso della signorina Fontaine, che la guardava da sopra il letto. Non riusciva a mettere bene a fuoco il resto; era tutto confuso e la testa continuava a girarle.
-Menomale, ti sei svegliata! Come ti senti?-chiese la donna sollevata, quando si accorse che la ragazza aveva ripreso i sensi.
La Slifer non rispose. Continuò a fissare il soffitto bianco, cercando di ricordare come fosse finita lì, stesa sul lettino dell’infermeria.
-Dato che sei sveglia, posso chiamare gli altri. Fin’ora non li ho fatti entrare, perché non volevo che disturbassero. Gli uomini, a volte, sanno essere molto rumorosi…
-Gli altri?-chiese la giovane con un filo di voce. La testa continuava a girarle e le sembrava che tutti i rumori fossero amplificati, persino quelli più tenui e delicati.
-Erano preoccupati e posso capirli benissimo… Dopo quello che ti è successo, è normale esserlo.
-Perché? Cos’è successo?
-Non ricordi proprio niente?
-No… Non ricordo niente… La testa mi gira da impazzire…
-Non ti preoccupare… Una leggera amnesia e i giramenti di testa sono normali. Fra qualche ora dovresti essere in grado di ricordare tutto. E una volta che ti sarà passato anche il mal di testa, potrai alzarti. Se fossi in te, però, resterei sdraiata per un po’. Non si può mai sapere…
-Quanto tempo sono rimasta sdraiata qui?-chiese la giovane ignorando i commenti della donna.
-Circa tre giorni…
-Tre giorni?!-esclamò l’altra, iniziando ad agitarsi. Non riusciva a capire cosa fosse successo, ma di certo non poteva permettersi di rimanere così tanto tempo a letto. Doveva parlare con Seto e poi… Doveva pure tranquillizzare i ragazzi.
“Di sicuro saranno preoccupati…”pensò d’istinto.
Cercò di mettersi a sedere sul letto, ma la professoressa, prontamente, la spinse giù sulla schiena, costringendola a sdraiarsi di nuovo.
-Non se ne parla! Non puoi ancora alzarti… Resta sdraiata!-ordinò perentoria la donna.
-Non posso…-protestò Yomi.
-Capisco che sei disorientata, ma resta giù. Almeno finchè la tua testa non sarà tornata a posto…-rispose la professoressa, avviandosi verso la porta della stanza.
“La mia testa sta benissimo! E’ inutile preoccuparsi…”pensò irritata la giovane, sfiorando con una mano le bende che le fasciavano il capo. Si voltò verso Fontaine, seguendo i suoi movimenti con la coda dell’occhio, finchè non uscì del tutto dal suo campo visivo e dalla stanza.
Una volta che la donna fu uscita, Yomi iniziò a studiare attentamente il proprio corpo, per vedere dove si fosse ferita e quanto potevano essere gravi le lesioni. Non sembrava avere ferite gravi e l’unica parte del corpo fasciata era la testa.
“Chissà cos’è successo…”pensò, sfiorando di nuovo la fasciatura.
Dopo pochi minuti, Fontaine rientrò nella stanza, in compagnia di alcune persone che la ragazza conosceva molto bene. Non appena li vide, la Slifer si mise a sedere sul letto, ignorando gli sguardi fulminanti della professoressa.
-Yomi, come stai?-chiese Yusuke preoccupato, avvicinandosi alla ragazza.
-Bene…-rispose la ferita, sorridendo leggermente.
-Che sollievo! Eravamo così preoccupati quando sei svenuta! Sono contento di vedere che stai bene…-disse Yusuke sorridendo sollevato.
-Sono svenuta?-Yomi sgranò i grandi occhi color ambra, sopresa.
-Stranamente è staltata la corrente in tutto l’edificio e tu…
-Stai dicendo che c’è stato un blackout?
-Sì…
-Dovevo immaginarmelo… E’ tutta colpa mia… Mi dispiace…-sussurrò la ragazza, abbassando lo sguardo.
-Perché dici così? Non è mica colpa tua…-Atticus stava provando a rassicurarla, quando fu interrotto.
-A dire la verità la colpa è proprio tua!-esclamò una voce alle spalle del gruppo.
Seto Kaiba, che era rimasto appoggiato alla porta della stanza, si era appena intromesso in quella conversazione che considerava a dir poco vomitevole. Odiava le dimostrazioni aperte di affetto e di amicizia; odiava anche chi ci credeva fermamente. In passato, aveva dovuto sopportare gli assurdi sproloqui di Tea, sua compagna di classe e, purtroppo, anche di avventure, e le sue idee strampalate sull’amicizia. Era riuscito a liberarsene con molta fatica e adesso, di certo, non voleva stare a sentire altre assurdità del genere. Inoltre, Yomi sapeva bene che la colpa era sua, quindi non aveva senso provare a illuderla; non ci avrebbe mai creduto!
-Giovane Seto, non ti sembra di essere un po’ troppo duro? Si è appena svegliata e la signorina Fontaine ha detto che ha ancora i ricordi molto confusi…-protestò leggermente Pegasus.
-Al diavolo! Ho detto le cose come stanno e lei lo sa meglio di chiunque altro! Non è la prima volta che succede…-poi, rivolto alla ragazza-Ad essere sincero, però, non immaginavo che avresti distrutto anche questo prototipo. A questo punto, credo di non poter fare proprio niente per aiutarti.
Detto questo, l’uomo fece per uscire dalla stanza, quando la Slifer gli chiese:
-Il duello… Come è finito?
-Non è finito. Hai mandato in tilt il sistema elettrico di tutta l’isola, proprio sul più bello. Comunque, se proprio vuoi sapere se avresti vinto o meno…Bè, mi dispiace, ma avresti perso. Hai riposto tutto in quell’attacco, ma purtroppo la tua stessa magia si sarebbe rivolta contro di te. Comunque non ha senso parlare di congetture. Se preferisci, vedila come un pareggio. Ma giusto perché tu lo sappia, avevo la trappola “Kunai con catena” coperta.
Detto questo, l’uomo avvertì i presenti che sarebbe andato nell’ufficio del cancelliere e uscì dalla porta. Dentro la stanza rimasero i tre Obelisk, Mokuba, Pegasus, il cancelliere e la signorina Fontaine.
-Sono davvero rimasta svenuta per tre giorni?-chiese Yomi, rivolta ai presenti.
-Sì… E ci hai fatto preoccupare tutti.-rispose Sheppard.
-E lui è rimasto qui per tutto questo tempo?
-Ti riferisci a mio fratello?
La ragazza fece un piccolo cenno d’assenso con la testa. Le girava ancora e non riusciva a muoversi come voleva. Inoltre, non sopportava l’idea di non riuscire a ricordare nulla.
-Ha detto che voleva essere lui a comunicarti che il prototipo non ha funzionato nemmeno questa volta e non aveva molto senso tornare a casa e ritornare qui una volta che ti saresti svegliata.-le rispose Mokuba.
-Avrà avuto cose più importanti da fare, immagino…
-Sì, certamente… Ma non credo che gli sia dispiaciuto rimanere qui tre giorni. Ad essere sinceri si è lamentato per quasi tutto il tempo. Non faceva altro che borbottare che te la stavi prendendo comoda, facendo aspettare tutti. Ma non credo che lo pensasse seriamente. Poi, gli studenti gli hanno dato la caccia per tutta l’isola. Volevano sfidarlo a duello, soprattutto dopo che avevano assistito al vostro scontro. Erano convinti che avrebbero potuto vincere facilmente, visto che tu eri riuscita a metterlo in difficoltà. Comunque, a parte questo piccolo inconveniente, non è stato del tutto tempo sprecato. Ha potuto gestire l’azienda anche da qui, grazie ai computer, e ha analizzato i dati del prototipo che hai quasi distrutto. Inoltre, dato che l’Accademia possiede alcuni nostri computer e altri prototipi a cui stiamo lavorando, ha colto l’occasione per sistemare un po’ le cose e verificare che i nostri esperimenti procedano correttamente e nei tempi. Lo sai, lui odia non poter tenere tutto sotto controllo…
Yomi non rispose. Continuava a guardare in basso, come se si sentisse in colpa per quello che era successo, sebbene continuasse a non ricordare nulla. Mokuba, vedendola, abbozzò un sorriso e cercò di confortarla.
-Sai, credo che in fondo sia davvero preoccupato per te e che si senta anche un po’ responsabile. Quando siamo partiti, era convinto che questa volta avrebbe funzionato. Invece… Inoltre, ti ha messa in pericolo…
-Cos’è successo?-chiese la ragazza.
-Ecco, il braccialetto che avevi al polso ha assorbito troppa energia e l’ha rilasciata all’improvviso. Quell’energia non è pericolosa se assorbita in piccole dosi, ma il prototipo doveva essere colmo e non potendo più assorbirla, è scoppiato, rilasciandola. La maggior parte l’ha assorbita il tuo corpo, mentre la poca che non hai assorbito ha provocato il blackout e ha fatto scoppiare l’impianto di illuminazione dell’arena. Quando ci siamo avvicinati per accertarci che tu e mio fratello stavate bene, sei svenuta e cadendo devi aver battuto la testa. Probabilmente l’amnesia è stata provocata dalla botta in testa…
-Capisco…-mormorò la Slifer con un filo di voce.
-Yomi, senti…
-No… Lascia perdere Mokuba… Non ce n’è bisogno… Davvero…
Yomi si coprì gli occhi con il dorso della mano. Le veniva da piangere e, per la seconda volta in vita sua, si stava chiedendo per quale motivo continuava a vivere.
“Perché continuo a vivere… Non ha senso… Perché esisto… Perché una come me esiste… Perché devo continuare a soffrire così…”
-Sono proprio un disastro…-sussurrò, poi, con la voce rotta dal pianto.
-Yomi mi dispiace…-sussurrò il ragazzo, appoggiando la sua mano su quella della ragazza. Sebbene fosse più grande di quella della Slifer, le dita erano sottili e affusolate, forse troppo per un ragazzo di vent’anni.
La giovane scosse impercettibilmente la testa, continuando a tenere la mano premuta sugli occhi. Non rispose. Probabilmente non era nemmeno in grado di farlo, senza mettersi a piangere come una fontana.
Mokuba rimase qualche secondo a guardarla, incerto su come comportarsi. Poi le accarezzò dolcemente la testa, sussurrandogli di non preoccuparsi, e, dopo aver salutato i presenti con un cenno della mano, uscì dalla stanza.
-Non è giusto…-sussurrò la ragazza, una volta che il giovane Kaiba fu uscito. Due lacrime calde rigarono il volto della Slifer, che cercò di nasconderle agli occhi dei presenti, voltandosi dall’altra parte.
-Yomi…-Yusuke le sfiorò delicatamente i capelli. Sentiva di dover fare qualcosa per consolarla, ma non sapeva bene come comportarsi. Non voleva ferire la ragazza; non aveva ancora capito cosa le fosse successo e aveva paura di scegliere le parole sbagliata. Era la prima volta che si trovava in una situazione simile e si sentiva del tutto impotente.
-Non è giusto… Perché è dovuto capitare proprio a me…Non è…giusto…-la ragazza stava cercando di sopprimere le lacrime con tutte le sue forze. Non voleva piangere di fronte ai ragazzi; non le era mai piaciuto piangere in pubblico. Non voleva che pensassero che fosse una ragazza debole e piagnucolona, che non faceva altro che lamentarsi.
“Non posso mettermi a piangere come una bambina delle elementari. Non posso… In fondo, sapevo che sarebbe finita di nuovo in questo modo. Non ho alcuna speranza… Non ce l’ho mai avuta…”pensò Yomi continuando a tenere premuta la mano sugli occhi, come a voler impedire alle lacrime di uscire.
-Ehi…-Atticus le mise una mano sulla spalla per consolarla.
-Sono senza speranze…
-Dai, non dire così…-disse il moro, contiuando a tenerle una mano sulla spalla.
-Invece è così!-ribattè la ragazza alzando un po’ la voce e voltandosi verso i tre giovani.-Voi non sapete niente. Non potete capire… Non potete nemmeno immaginare cosa ho dovuto passare… Io non voglio la pietà di nessuno, soprattutto se di persone ipocrite! Perciò smettete di provare a consolarmi! Non ne ho bisogno…
Poi scostò bruscamente la mano del moro dalla sua spalla. L’Obelisk fece per aprire bocca per ribattere, ma poi ci ripensò e stette zitto. Aveva notato che aveva i lucciconi agli occhi e che stava facendo un grande sforzo per trattenere le lacrime. Anche lui non sapeva bene come comportarsi di fronte alla ragazza. Guardò per un attimo Yusuke, in cerca di un qualche cenno da parte dell’amico, uno qualsiasi, che però non arrivò. Nemmeno il ragazzo dai capelli verdi sapeva cosa fare.
Per qualche minuto, nella stanza scese un silenzio imbarazzante.
“Adesso basta… Non ha più senso continuare così… Non c’è più niente che si possa fare. Se nemmeno Seto Kaiba ha trovato una soluzione, vuol dire che non esiste. Devo rassegnarmi e rinunciare per sempre ai duelli… Non posso fare più nulla, ormai…” pensò la giovane, guardando il polso, al quale, fino a poco tempo prima, si trovava il prototipo che avrebbe potuto salvarla. Poi, distogliendo lo sguardo dal suo polso e rivolgendosi ai tre Obelisk, disse:
-Andate via…
Zane la fissò con aria interrogativa per diversi secondi. Aveva notato una certa rassegnazione negli occhi della giovane e la cosa non gli piaceva molto. Gli era sembrata fin da subito una ragazza forte, che non si arrendeva facilmente, perciò non capiva il motivo di quella rassegnazione. E poi per quale motivo doveva mai rassegnarsi?
-D’accordo…-rispose alla fine il ragazzo taciturno, facendo segno agli altri due di seguirlo fuori dalla stanza.
Gli altri due ragazzi uscirono dall’infermeria, un po’ a malincuore. Non avevano molta voglia di lasciare Yomi da sola; volevano starle vicino e confortarla, sebbene lei non volesse. Avevano capito che se aveva reagito in quel modo era solo perché non voleva che la vedessero piangere. Oltretutto, sapevano bene che l’intuito e il buonsenso di Zane non sbagliavano mai: se il ragazzo riteneva che era meglio assecondarla, allora così avrebbero fatto.
-Sei sicura di stare bene?-le chiese Sheppard, non appena i tre giovani furono usciti.
-Sì, non si preoccupi…-rispose la ragazza, recuperando il proprio autocontrollo. Ormai le era passata la voglia di piangere. Sapeva che non avrebbe risolto nulla piangendo come una bambina ed era riuscita a impedire a quelle noiose lacrime di scendere.
“Non ha senso piangere… La cosa migliore è mettere fine a questa storia, una volta per tutte.”pensò la ragazza, tornando a guardarsi la mano.
-C’è qualcosa di cui vuoi parlarci, giovane Yomi?-chiese Pegasus con la sua solita calma.
Come sempre il suo istinto non lo aveva tradito. Sebbene ormai non possedesse più poteri magici e il suo occhio sinistro non contenesse più un oggetto del millennio, era ancora in grado di capire a grandi linee cosa pensassero le persone che aveva intorno, semplicemente osservando i loro gesti. In questo era sempre stato imbattibile; era un acuto osservatore e difficlmente gli sfuggiva qualcosa. Anche lui aveva notato l’espressione rassegnata della ragazza e il modo in cui continuava a guardarsi la mano. La sua espressione era del tutto assente, come se la sua anima non si trovasse più dentro al suo corpo.
-Voglio ritirarmi dall’Accademia…-rispose con voce monotona la Slifer, continuando a fissare il palmo della mano.
-Ne sei sicura?-chiese il cancelliere.
-Sì. Tanto ormai non ha più senso che stia qui…
-Ma i ragazzi…-si intromise la professoressa.
-Possono continuare a vivere anche senza di me…
-Non dire assurdità! Si sono affezionati a te; non puoi negarlo… Se te ne vai, ne soffriranno. Dovresti almeno parlarci… Non puoi tenerli all’oscuro di tutto!-insistette la donna.
-Non se ne parla. Non voglio che lo sappiano. Se me ne vado senza dire niente, soffriranno meno…-ribattè la giovane.
-Sì, ma…-provò a ribattere la donna. Non sapendo bene cosa dire, lasciò la frase a metà.
-Perché te ne vuoi andare?-chiese Pegasus, intromettendosi nel discorso.
-Se non posso duellare, non ha senso che resti qui. Seto ha detto che non può fare più nulla per me, perciò è inutile continuare ad illudersi ed insistere con questa storia.
-Ma i duelli sono la tua vita…-ribattè debolmente Sheppard.
-Troverò qualcos’altro da fare… Ci sono tanti lavori, non devo per forza diventare una professionista.-rispose Yomi, alzando finalmente lo sguardo dal suo palmo e sorridendo leggermente. Era un sorriso forzato e lo sapevano tutti i presenti.
-D’accordo… Se non vuoi rimanere, non posso costringerti. Dato che sembra che tu ti sia ripresa un po’, forse potrai partire oggi stesso insieme al signor Pegasus e ai signori Kaiba.-disse il cancelliere.
-Grazie…
-Però dovresti informare anche Yusuke, Atticus e Zane.
-Non ce n’è bisogno… Meno sanno, meglio è…per tutti…-rispose secca la ragazza all’uomo.
Sheppard diede un’occhiata severa alla giovane, poi scosse la testa in segno di disapprovazione e, seguito da Pegasus, uscì dall’infermeria.
Non appena furono usciti, l’uomo grassoccio sospirò rumorosamente, portandosi una mano sulla fronte.
-La vedo preoccupato, cancelliere?-disse il creatore di Duel Monster con la sua solita calma. Sheppard si voltò verso Pegasus, ma non rispose. La calma che il presidente della Industrial Illusion ostentava anche nei momenti di crisi, a volte, era persino irritante. E questa era una di quelle volte.
Il cancelliere, infatti, sapeva già per certo che Kaiba si sarebbe opposto alla decisione della ragazza e non sapeva come evitare uno scontro tra i due. Il presidente della Kaiba Corp voleva che la Slifer restasse in Accademia e avrebbe fatto di tutto per farle frequentare la sua scuola, anche costringerla, se necessario. Yomi, d’altro canto, non aveva voluto nemmeno entrarci.
“Chissà come mai il signor Kaiba ci tiene così tanto che Yomi frequenti l’Accademia… Che abbia visto un talento nascosto, di cui non mi sono ancora accorto? Comunque, sarebbe strano lo stesso… Non è certo una persona che fa qualcosa gratuitamente per gli altri. Deve avere in mente qualche altra cosa… E lo stesso discorso vale per Pegasus. Comunque sia, adesso sono nei guai. Il signor Kaiba non accetterà mai questa decisione. E non voglio che si mettano a litigare di nuovo…” L’uomo sapeva bene che sarebbe stata un’impresa quasi impossibile far desistere la giovane duellante. Yomi era molto testarda e cocciuta, e se si metteva in testa una cosa, poi era quasi impossibile farle cambiare idea. Soltanto Seto Kaiba era più testardo di lei; era lui che decideva quando, dove e cosa fare, senza mai interpellare nessuno, ignorando i sentimenti e i desideri delle altre persone.
Il cancelliere sospirò di nuovo, passandosi la mano sulla testa pelata. Aveva sempre più l’impressione di essere finito tra l’incudine e il martello e temeva che, alla fine, sarebbe stato lui a rimetterci.
“Speriamo solo che non si arrabbino con me... Sono solo un portavoce…”
L’uomo grassoccio era ancora immerso nei suoi pensieri, quando sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla, facendolo sussultare. L’uomo si voltò di scatto, con il cuore a mille per lo spavento.
-Zane?! Santo cielo ragazzo, mi hai spaventato…-esclamò Sheppard tenendosi il petto con la mano destra. Aveva ancora il fiatone per lo spavento. Era talmente sovrappensiero che non si era accorto della presenza del ragazzo.
-Posso parlarle un attimo?-chiese il giovane impassibile.
-D’accordo… Ma riguardo cosa?
Il giovane Obelisk esitò un attimo.
-Yomi…
Il cancelliere spalancò gli occhi, sopreso.
-Sono un po’ preoccupato…-continuò lo studente.
-A dire la verità, un discorso simile me l’aspettavo da Yusuke o da Atticus. Non da te… Come mai?-chiese Sheppard.
-Prima…ecco, mi sembra di aver notato qualcosa di diverso nel suo sguardo e ripensandoci dopo, credo di essermi fatto un’idea di cosa stia pensando in questo momento… E se ho ragione, devo trovare un modo per fermarla prima che sia troppo tardi…
-Pensi che sia una cosa grave?
L’Obelisk annuì deciso.
-Spero di sbagliarmi, ma ho l’impressione che abbia intenzione di rinunciare ai duelli. In tal caso, lei deve impedirglielo.
Pegasus rimase in silenzio, continuando ad osservare curioso il giovane attraverso il suo unico occhio ancora capace di vedere. Trovava quella situazione estremamente interessante. Le era sempre piaciuto osservare i giovani e il loro spirito mutare a seconda delle situazioni.
-D’accordo, ho capito. Ma è meglio se continuiamo questo discorso nel mio ufficio, in privato. Non vorrei che qualcun’altro sentisse… E poi, c’è qualcosa che dovresti sapere…-disse Sheppard dissimulando la sorpresa che l’affermazione dello studente aveva generato e accompagnando la frase con un gesto della mano. Poi, precedette il ragazzo dai capelli blu e il presidente della Industrial Illusion verso la presidenza.
Non appena entrarono nella stanza, Mokuba Kaiba, che si trovava già nell’ufficio insieme al fratello maggiore, si avvicinò al cancelliere, chiedendo di nuovo della ragazza.
-Allora, coma sta adesso? Si è un po’ calmata?
-Sì…
L’uomo si grattò la testa calva, leggermente imbarazzato.
-C’è dell’altro, vero?-insistette Seto, guardando l’uomo accigliato. Si era accorto che il cancelliere aveva omesso qualcosa di importante.
-Ecco… Ha detto che vuole ritirarsi.-pronunciò Sheppard tutto d’un fiato.
-Cosa?-Zane si voltò sorpreso verso il cancelliere.
-Le ho risposto che non potevo certo costringerla a rimanere e che, se le sue condizioni glielo permetteranno, potrebbe partire insieme a voi.-continuò l’uomo calvo.
-Non può farlo…-sussurrò Zane, continuando a guardare sorpreso il cancelliere.
-Se vuole andarsene, non vedo perché impedirglielo. In fondo, non ha senso che continui a rimanere qui, dato che non può duellare.-rispose Seto pacato.
Sheppard tirò istintivamente un sospiro di sollievo. Era andata meglio di quello che pensava.
“A quanto pare a Seto Kaiba non importa granchè che resti qui in Accademia. Meglio così! Per una volta, quei due sono d’accordo su qualcosa… Sembra un miracolo!”
-Ma perché? Che senso ha ritirarsi? Yomi ha talento; è un’ottima duellante. Perché andarsene?-chiese Zane, alzando un po’ la voce. Continuava a fissare incredulo Sheppard, come se fosse stato lui a prendere quella decisione.
-Perché non può assolutamente duellare. Non può e non vuole farlo.-rispose paziente Sheppard.
-Allora perché si è iscritta?-insistette il ragazzo con i capelli blu.
-A dire la verità, siamo stati noi a costringerla. Lei non voleva iscriversi, ma non avevamo molta scelta.-rispose Seto Kaiba al posto del cancelliere.
-Perché?-chiese l’Obelisk, voltandosi verso il presidente della Kaiba Corp.
-Purtroppo, Yomi ha un pessimo carattere. Volevamo evitare che facesse cose di cui poi si sarebbe pentita. E poi… Hai ragione, è un’ottima duellante e volevo che diventasse una professionista. Se una come lei si fosse diplomata nella mia Accademia, avrei avuto un sacco di pubblicità gratuita.-disse il giovane miliardario, sorridendo un po’ compiaciuto della sua idea geniale.
“Ecco spiegato perché ha insistito tanto. Pubblicità gratuita! In effetti, avrebbe giovato molto all’immagine dell’Accademia…”pensò il cancelliere.
-Non credo di capire quello che state dicendo. C’è qualcosa sul suo passato di cui non sono a conoscenza, vero? Ad esempio, il motivo per cui non può e non vuole duellare. Esattamente di cosa si tratta?-chiese Zane, continuando a fissare Seto Kaiba.
-Non penso sia una buona idea metterti al corrente. In realtà, non avresti dovuto sapere nemmeno della sua decisione di abbandonare la scuola. Se sapesse che ti ho messo al corrente, si arrabbierebbe sul serio. Però, ho voluto che tu ascoltassi questa discussione, perché so che sei un ragazzo intelligente e sinceramente spero che tu riesca a farle cambiare idea. A dirla tutta, vorrei che rimanesse qui…-si intromise Sheppard.
-Finchè non conosco la sua situazione, posso fare ben poco.-commentò sarcastico il giovane.
-Si, ma…-provò a ribattere l’uomo grassoccio, quando fu fermato da Pegasus, che con la mano gli fece cenno di lasciar perdere.
-Perché non raccontargli tutto? In fondo sono amici, no?-disse l’uomo dai capelli grigi.
-Yomi non vuole. Su questa cosa è stata molto chiara!-protestò il cancelliere.
-Suvvia, Sheppard, si tratta di una ragazzina! Non credo che ci sia qualcosa di male nel parlargliene. E nel caso in cui la giovane Yomi si arrabbiasse, potete dare tutta la colpa a me.-disse Pegasus, rivolgendosi a Sheppard. Poi, si voltò verso Zane e continuò:-È iniziato tutto circa otto anni fa. No, forse è in grado di fare cose del genere da sempre, ma se ne è resa conto solo in quel periodo. Comunque, a quel tempo venni a conoscenza di alcuni strani incidenti avvenuti durante un torneo regionale. Alcune persone, per l’esattezza 7, finirono in ospedale in stato di incoscienza e qualcuno di loro anche in condizioni abbastanza gravi. Fu un fatto molto eclatante, tanto che i giornali locali ne parlarono per diversi giorni. Inoltre, i medici non sapevano spiegare cosa fosse successo, né tantomeno avevano idea di come intervenire. In poche parole, brancolavano letteralmente nel buio. Chiaramente, come inventore del Duel Monster, venni informato subito dell'accaduto, dato che quegli incidenti si erano svolti durante uno dei miei tornei. Passai una settimana buona cercando di capire cosa potesse aver causato tutti quei feriti. Ci misi un po', ma poi scoprii che c'era una cosa che accomunava quegli incidenti: i duellanti erano tutti svenuti subito dopo essere stati sconfitti in duello da una bambina di sei anni. Feci qualche ricerca approfondita su quella bambina e scoprii che non era la prima volta che accadeva. Era già successo l’anno prima, sempre durante un torneo, questa volta provinciale, ma la cosa non aveva suscitato lo stesso scalpore, dato che quell’anno i feriti furono solo due. E questo era successo ad ogni singolo torneo a cui quella bambina aveva partecipato. Decisi che dovevo vederci chiaro; così feci visita a quella bambina, alla nostra Yomi appunto. Mi presentai a casa sua e, dopo aver parlato un po’ con lei e i suoi genitori, la sfidai a duello. Lei rifiutò subito, senza nemmeno rifletterci, dicendo che un signore della mia età avrebbe potuto anche morire. Provai a convincerla, rassicurandola che non era così facile sconfiggermi, ma non volle cambiare idea e mi mise all'uscio, senza tanti convenevoli. Così, chiesi ai miei uomini di tenerla d'occhio e il giorno dopo la seguii al negozio di giochi della sua città. Quando entrai nel negozio, vidi che stava discutendo animatamente con il proprietario. Mi avvicinai e chiesi il motivo di tutto quel trambusto. L'uomo mi rispose che la bambina stava cercando di impedirgli di gettare via una copia di Kuriboh, dicendo che avrebbe di certo ferito i sentimenti del mostro. Chiesi al proprietario perchè volesse buttare quella carta e la bambina mi rispose che voleva buttarla solo perchè non è un mostro molto forte e non riusciva a venderlo. Disse anche che Kuriboh stava soffrendo e che lei l’avrebbe anche comprata se avesse avuto soldi sufficienti. Le sue parole mi incuriosirono molto, così comprai quella carta e la sfidai a duello mettendola in palio. Le dissi che se riusciva a battermi gliel’avrei regalata, altrimenti l’avrei buttata via. Accettò subito. Fu in quel momento che capii che le stavano molto a cuore i sentimenti dei mostri di Duel Monster, sebbene non avessi ancora ben chiaro il motivo di tutto quell’attaccamento. Duellò molto bene, per essere una bambina di sei anni, ma fortunatamente per me, vinsi quel duello. Quella bambina, tuttavia, se da una parte non voleva che gettassi “Kuriboh”, dall’altra non sembrava nemmeno molto dispiaciuta del risultato; così le chiesi il motivo per cui sembrava essere sollevata dal fatto che non avesse vinto. Mi rispose che se avesse ridotto a zero i miei Life Points, mi sarebbe successo di sicuro qualcosa di brutto. Aggiunse anche che succedeva quasi tutte le volte che duellava e vinceva. Poi, mi implorò di non buttare via quella carta. La rassicurai, dicendole che gliel’avrei regalata comunque, insieme ad un set di carte che avevo appena finito di stampare, ma che non avrei mai distribuito perché, secondo i dipendenti che ci avevano lavorato sopra, erano maledette. In quel momento, ero abbastanza sicuro che quelle carte sarebbero state contente di stare insieme a lei.
-Aspetti un attimo…Com’è possibile che Yomi fosse la causa di quegli incidenti? Si tratta di un gioco, no?-lo interruppe Zane, leggermente irritato.
-Oh, la storia non è così semplice. Quando finirò di raccontartela, capirai. Comunque, non devi essere così sicuro che si tratti solo di un gioco…-rispose pacato l’uomo. Poi continuò il racconto:-Dicevo… Deciso ad andare fino in fondo a quella storia, le proposi un duello con il "Re dei giochi". Era un po' titubante all’inizio, ma alla fine accettò. Duellò contro di lui e, ovviamente, perse. Al termine del duello, chiesi al giovane Yugi cosa pensasse delle sue capacità. Ridendo, mi rispose che era la prima volta che incontrava un duellante in grado di comunicare con i mostri. Poi aggiunse che, per quanto riguardava l'altra sua capacità, probabilmente Yomi assorbiva involontariamente l'energia vitale delle persone contro cui duellava. Disse anche che, sebbene era palese che amasse i duelli più di chiunque altro, secondo lui avrebbe dovuto rinunciare per sempre a Duel Monster, per evitare di fare del male ad altre persone. A quel punto decisi di trovare una soluzione al suo problema e contattai la Kaiba Corporation, affinché progettassero un congegno che le impedisse di assorbire l'energia vitale degli altri. All'inizio, il giovane Kaiba non volle darmi retta, dicendo che erano solo un mucchio di assurdità e che non le interessava il parere del giovane Yugi, ma poi, non so perché, cambiò idea. Alla bambina, nel frattempo, le consigliai di evitare qualsiasi duello, se poteva, o comunque di evitare di vincerlo. Poi, circa due anni fa, il giovane Seto la contattò, dicendole che aveva ultimato il prototipo e che lei sarebbe dovuta andare alla sede della Kaiba Corp per testare la sua invenzione durante un duello. Le disse che quel congegno era il meglio che poteva fare e che, se non avesse funzionato, probabilmente avrebbe fatto meglio ad abituarsi all'idea che non avrebbe mai più duellato. Venni convocato anch’io, assieme alla giovane Yomi, alla Kaiba Corp per assistere al duello, dato che ero stato io a chiedere al giovane Seto di costruire il marchingegno. Purtroppo, fu un totale fallimento e la giovane Yomi ne uscì completamente distrutta a livello emotivo. Da quel giorno, sparì dalla circolazione e divenne impossibile rintracciarla, in qualsiasi modo. Provai più volte a chiamarla; le andai anche più volte a fare visita a casa, ma fu del tutto inutile. Era diventata praticamente irrintracciabile e nemmeno suo fratello sapeva dirmi dove fosse o cosa facesse. Mi disse, preoccupato, che stava fuori fino a tardi, anche oltre le due di notte, che a volte rientrava a casa ferita e di pessimo umore. Poi, un mese fa, venni a conoscenza di una brutta storia che la riguardava. Ne parlai subito con il giovane Seto e mi disse che l'unico modo per aiutarla era permetterle di duellare in un luogo controllato. Così, la iscrivemmo in questa accademia come Slifer, così da poterle permettere di duellare di tanto in tanto, ma controllando continuamente la sua situazione. E questo è il motivo per cui, nonostante le sue capacità, si trova nel dormitorio rosso. Lei ama davvero duellare. Credo che sia la cosa che ama di più in assoluto. È in grado di comunicare con gli spiriti dei mostri e parla con loro, come se fossero delle persone. Ascolta cosa dicono e rispetta i loro sentimenti. Si è sempre divertita a duellare, sia contro di me, sia contro Yugi Muto, che contro Seto Kaiba. Sono sicuro che per lei i duelli sono tutto. Quando ha capito che non avrebbe mai più duellato, la situazione è degenerata. E la cosa sta degenerando di nuovo, dato che il giovane Seto le ha detto chiaro e tondo che non potrà più duellare. Ho paura che possa succedere di nuovo la stessa cosa di quella volta.
-Quale cosa?-chiese Zane curioso.
-Mi dispiace, ma non posso raccontarti altro. Quello che è successo dopo è il motivo principale che ci ha spinto a costringerla ad iscriversi. Quella è una cosa che sta cercando di superare e per quanto tu sia affezionato a lei, potresti non capire… Non è una bella storia e non me la sento di raccontartela senza il suo permesso. Sono sicuro che quando si fiderà a sufficienza per parlartene, lo farà. Io non posso assolutamente dirtelo; ferirei i suoi sentimenti.
Detto questo, Pegasus si accomodò sul divano che si trovava nell’ufficio del cancelliere.
“Non ha molto senso come storia. Cosa significa che può vedere gli spiriti dei mostri di Duel Monster? Ma soprattutto, è davvero possibile? Dopotutto si tratta solo di un gioco. Come possono esistere gli spiriti delle carte! E poi, anche la storia dell’energia vitale è un po’ strana. Non vorrei che mi stessero prendendo in giro… Però, a pensarci bene, anche Yomi è un po’ strana. Forse la cosa migliore è parlare con lei…” Zane continuava a riflettere su quella storia. C’erano diversi aspetti che non quadravano e a cui era difficile credere, soprattutto per uno scettico come lui.
-A proposito, Zane, di cosa volevi parlarmi?-chiese il cancelliere, rompendo il fastidioso silenzio che intanto si era creato.
-Ormai non credo che abbia senso parlarne. Comunque, ero solo preoccupato che potesse fare qualche sciocchezza… Ma, a quanto pare, sono arrivato tardi.
Detto questo, l’Obelisk si diresse verso la porta dell’ufficio.
-Hai intenzione di convincerla a desistere?-chiese Mokuba speranzoso, guardando il ragazzo fisso negli occhi.
-Se non ci provassi, due certe persone di mia conoscenza potrebbero odiarmi a vita.-rispose il giovane. Poi, dopo aver salutato i presenti con un leggero inchino, uscì dalla stanza diretto verso l’infermeria.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6- La prima vera me ***


Capitolo 6- "La prima vera me"

Zane era appena uscito dalla stanza del cancelliere, quando sentì qualcuno tirarlo per la manica della giacca.
-Ehi! Aspetta!
Mokuba Kaiba era uscito subito dopo di lui e sembrava che volesse parlargli.
L’Obelisk lo guardò, leggermente sorpreso. Non si aspettava di essere fermato proprio dal fratello minore di Seto Kaiba. Il ventenne continuava a tenergli la manica della giacca e non sembrava avesse molta intenzione di lasciarla andare. Probabilmente non se ne era nemmeno reso conto.
-Cosa c’è?-chiese l’Obelisk con il solito tono distaccato, continuando a fissare la mano del giovane nella speranza che decidesse di mollare la presa.
-Vengo con te.-disse il ragazzo moro, lasciando finalmente la manica della divisa bianca.-Forse in due possiamo convincerla…-aggiunse poi.
Il giovane lo guardò sospettoso, senza rispondere. Non capiva tutto quell’attaccamento nei confronti della ragazza. Dopotutto, Seto Kaiba aveva la fama di essere uno che pensava solo agli affari della propria azienda; non era certo un tipo generoso e qualsiasi cosa facesse, era solo per ottenere un profitto personale. Era il tipico uomo d’affari, disposto persino a mettere sul lastrico migliaia di persone, se era per il bene della propria industria. Non era un uomo malvagio, semplicemente guardava sempre il lato economico e pratico di qualsiasi cosa. Suo fratello minore sembrava meno cinico e meno pratico. Sembrava un po’ diverso dal fratello e, probabilmente, nella conduzione dell’azienda non sarebbe stato all’altezza di Seto. Zane non lo conosceva personalmente, anzi non conosceva nessuno dei due fratelli Kaiba. Il maggiore, però, era molto più famoso del fratellino ed era comparso molte più volte in televisione e lo studente si era fatto un’idea abbastanza precisa di che tipo fosse. Mokuba, invece, compariva poco in pubblico; il più delle volte rimaneva nell’ombra del fratellone. Per questo motivo, il ragazzo non riusciva a capire che persona fosse. Soprattutto, non capiva che legame avesse con la studentessa.
“Seto Kaiba ha deciso di aiutarla per motivi economici, ma non capisco perché suo fratello sia così affezionato a lei. Quando siamo andati nell’ufficio del cancelliere, prima del duello, sembrava contento di vederla e anche prima, in infermeria, le ha afferrato la mano e le ha accarezzato i capelli, come se fosse un po’ più di un semplice conoscente. Mi chiedo che tipo di relazione abbiano… Forse sono fidanzati, anche se questa cosa mi sembra ancora più strana… Ma questo spiegherebbe perché i due Kaiba hanno tanto a cuore la situazione della ragazza. Se così fosse, non sarebbe solo un discorso puramente economico, ma anche Seto avrebbe dei buoni motivi per aiutarla. In fondo, si tratterebbe della ragazza di suo fratello… Anche una persona pratica come Seto Kaiba, non riuscirebbe a starsene con le mani in mano.”riflettè Zane, sempre più sospettoso e riprendendo a camminare in direzione dell’infermeria.
-Yomi è testarda. Sarà difficile farle cambiare idea… E a dirla tutta, non credo che tu possa farcela! E’ più facile che dia ascolto a me, che a te. Io ho molte più possibilità; la conosco da più tempo e so molte più cose sul suo conto. Inoltre, io sono molto importante per lei...
-Davvero? Del tipo?-chiese l’altro, fingendo noncuranza.
-Bè, noi due siamo fidanzati da circa quattr’anni.-rispose Mokuba, sorridendo vittorioso.
Zane si voltò di scatto verso il giovane Kaiba, fulminandolo con lo sguardo. Ma non appena notò l’espressione vittoriosa dell’altro, si rese subito conto di essere caduto dritto dritto nella trappola del moro. Aveva reagito d’istinto, senza riflettere, ed aveva abboccato, come un’idiota, all’esca del ventenne.
“Accidenti! Ci sono cascato come uno scemo!” pensò irritato il giovane del dormitorio blu.
-Sto scherzando! Non pensavo che mi avresti preso sul serio… E non pensavo che tu fossi così geloso!-esclamò l’altro, trattenendo a stento le risate. Zane gli lanciò un’occhiataccia.
-Hai frainteso! Non sono geloso…
-Come no!-rispose sarcastico il moro. Poi, stiracchiandosi le braccia, aggiunse:-Comunque, non ti preoccupare… Non credo che mi ritenga nemmeno un amico, perciò non sono di certo un rivale in amore! Da questo punto di vista, hai molte più possibilità di me… Anche se, a dirla tutta, mi sarebbe piaciuto poterti dire di essere veramente qualcuno di importante per lei.
-Ti ho già detto che hai frainteso…
-Guarda che non c’è niente di male ad ammettere che ti piace…
-Non mi piace! Non in quel senso, perlomeno…
-Ah sì? E in quale senso?
-Come amica…
-Sicuro?
-Certo… Mi piace, ma come amica!
-Mmh… Se lo dici tu…
L’Obelisk fece finta di ignorarlo. Non aveva ancora digerito lo scherzetto che gli aveva giocato poc’anzi.
-Ormai la conosco da dieci anni e ultimamente mi è sembrata molto giù di corda. Sta perdendo la fiducia nel prossimo e ormai ha pure smesso di sorridere. Dopo quello che le è successo, è comprensibile… Da piccola era una bambina molto allegra e solare e vorrei che tornasse almeno un po’ come era una volta… Sono sicuro che stare qui le farà bene; è per questo che voglio convincerla a restare in Accademia!-continuò Mokuba.
Per diversi minuti, i due rimasero entrambi in silenzio. Zane continuava a ripensare alla storia che gli aveva raccontato Pegasus. Per lui era strano ascoltare una cosa simile. Era la prima volta che sentiva parlare di spiriti di Duel Monster e assurdi poteri magici ed era molto difficile riuscire a crederci.
“Duel Monster è un gioco, no? Come possono esistere realmente gli spiriti dei mostri?! E’ semplicemente assurdo… Finchè non lo vedo di persona, non credo che riuscirò a crederci! Potrei sfidarla a duello! Non credo che accetterà, ma potrebbe essere una valida avversaria! Comunque, per ora devo trovare un modo per convincerla a rimanere; al resto ci penserò poi…” riflettè il giovane Obelisk, continuando a seguire il moro attraverso i corridoi dell’edificio principale.
-Tu pensi che ti ascolterà, vero?-chiese il moro, ad un certo punto.
-Non ho mai detto niente del genere…
-Ma hai affermato che le avresti fatto cambiare idea, perciò pensi che ti ascolterà.
-Quindi?
-Non riuscirai a convincerla…
-Cosa te lo fa credere?
-Bè, quella ragazza non è brava a rapportarsi con gli altri; è aggressiva, forse troppo, ed è anche molto egoista. Inoltre, non si fida di nessuno oltre a se stessa e non ascolta le opinioni degli altri. Fa sempre di testa sua, anche a costo di sbagliare. Che io sappia, l’unica persona a cui da retta è suo fratello… Non ti ascolterà mai! Anzi, probabilmente ti liquiderà in due parole!-rispose il moro.
-Come fai ad esserne tanto sicuro?-chiese irritato lo studente, fermandosi di colpo.
-Perché non si fida nemmeno di me. Ed io la conosco da molto più tempo di te.
-Allora come fai ad essere tanto sicuro di poterla convincere? Hai detto che tu ci puoi riuscire, ma hai anche affermato che l’unico a cui dia ascolto è suo fratello. E a meno che tu non sia suo fratello, hai le mie stesse possibilità di riuscirci!
-Ti sbagli! Io, a differenza di te, posso essere molto più persuasivo… Scommetto che sei un bravo ragazzo, uno di quelli che pensa che il fine non giustifica mai i mezzi e che il rispetto delle libertà altrui viene prima di ogni cosa…
-E se anche fosse? Non vedo cosa ci sia di male…
-Non lo stai negando, perciò credo di aver colto nel segno…
-Non capisco dove tu voglia arrivare…
-E’ semplice! E’ proprio per questa tua correttezza nei confronti delle altre persone che non riuscirai mai a convincerla! Finiresti con il rispettare la sua scelta, anche se sbagliata, e non riusciresti a convincerla a desistere. Accetteresti la sua decisione, perché in fondo è stata lei stessa a volerlo… Io, invece, sono diverso! Posso sempre ricattarla…
-Ricattarla? Ma non è-
-Stai per dire che non è corretto, vero?-disse Mokuba, interrompendo bruscamente l’altro.-Lo so anche io! Ma non sono un tipo che bada molto a ciò che è moralmente giusto o sbagliato… Se pensavi che fossi completamente diverso da mio fratello, ti sbagliavi di grosso. Posso non essere cinico come lui, ma non sono uno che va tanto per il sottile. Sono dell’idea che il fine giustifica i mezzi, almeno nella maggior parte dei casi. Perciò, se devo farla desistere dall’abbandonare l’Accademia, non mi faccio scrupoli nell’usare tutti i mezzi disponibili. Anche il ricatto!
-…
-Te l’ho detto che ho molte più possibilità di te!
-Non ce ne sarà bisogno… Riuscirò a convincerla senza che tu debba ricattarla!-esclamò Zane sempre più irritato per il comportamento subdolo dell’altro.
-D’accordo! Provaci pure, se vuoi… Ma se non sarai in grado di farlo, userò i miei metodi!
Detto questo, il fratello minore di Seto riprese a camminare in direzione dell’infermeria.
“E io che credevo che fosse diverso dal fratello…” pensò l’Obelisk, seguendo il ventenne.
Non appena i due giunsero davanti alla porta dell’infermeria, sentirono che c’era qualcosa che non quadrava. Da dentro provenivano delle grida e rumori di oggetti che cadevano in terra. I due ragazzi si guardarono preoccupati e aprirono di getto la porta, temendo che stesse succedendo qualcosa di grave. Quello che videro subito dopo li fece pentire di essersi preoccupati.
Atticus era seduto in terra, avvinghiato alle gambe della Slifer, e sembrava intenzionato a farla inciampare e cadere in terra. La ragazza, invece, era in piedi, al centro della stanza, e cercava in tutti i modi di scollarsi di dosso lo studente dongiovanni e, contemporaneamente, di non cadere. Yusuke stava tirando l’amico per un braccio, intimandogli di lasciare la presa, mentre la professoressa Fontaine era seduta sulla sua poltrona e cercava di far ragionare i tre. Erano talmente intenti a litigare che nessuno di loro si era accorto della presenza di Mokuba e Zane.
Yomi tirò un cuscino in faccia ad Atticus, urlandogli di lasciarla andare.
-Non ci penso nemmeno!-esclamò il giovane, senza nemmeno tentare di schivare il tiro micidiale della giovane e stringendo sempre di più la presa intorno alle cosce della Slifer, che barcollò pericolosamente.
-Lasciami subito, Atticus!-strillò l’altra, tirandogli di nuovo il cuscino in testa, con un colpo più deciso e potente del precedente.
L’Obelisk si lasciò sfuggire un leggero gemito di dolore.
-Se non mi lasci, ti faccio male sul serio!
-No!-rispose l’altro, ignorando le minacce.
-Ho detto lasciami!
-No!
-Atticus, lasciala!-esclamò Yusuke, tirando l’amico per un braccio.
-Ho detto di no!-gridò il castano, voltandosi verso il compagno.
-Ragazzi state esagerando.-si intromise Fontaine, cercando di calmare le acque.
-La colpa è sua! Gli dica di lasciarmi le gambe!-esclamò Yomi sempre più arrabbiata.
-La colpa è tua! Perché vuoi andartene?!-protestò il dongiovanni, voltandosi di nuovo verso la ragazza.
-Non sono affari tuoi! Se non mi lasci andare, ti picchio!-rispose la Slifer, minacciando il compagno con un vaso vuoto, che aveva preso dal comodino.
-Fai pure, tanto non mollo la presa!-la sfidò l’altro, stringendo sempre di più le braccia intorno alla giovane.
La ragazza fece per colpirlo con il vaso, ma poi si bloccò a pochi centimetri dalla testa del giovane e, sospirando, rimise l’arma impropria al suo posto.
-Non ti conviene sfidarmi, Atticus! Non sai di cosa posso essere capace!-esclamò poi, rivolta all’Obelisk.
-Lo stesso discorso vale per te!-le rispose il dongiovanni.-Potrei restare attaccato alle tue gambe per il resto dell’anno!-aggiunse dopo qualche secondo di silenzio.
-Non oserai…
-Oh, sì che oserò! Non sono certo il tipo che si vergogna! E poi, hai la pelle veramente liscia… Sembra di porcellana…-disse Atticus, sfiorando con un dito la pelle nuda della Slifer, la quale, dopo avergli dato del maniaco, gli tirò un’altra volta il cuscino in faccia.
-Era solo un complimento…-gemette l’altro per il dolore.
-Che razza di complimento sarebbe?!
-Un bel complimento!-ribattè l’Obelisk.
-Forse per un pervertito!
-Ancora con questa storia?! Come devo dirtelo che non sono un pervertito?!
-E io come devo dirti di lasciarmi andare?!-esclamò, sempre più irritata, la ragazza.
-La colpa è tua! Non dovresti nasconderci una cosa del genere! Cosa sarebbe successo se non venivamo a saperlo?! Non ci avresti detto nulla, vero?
-Smettetela, tutti e due! Non vi sopporto più!-urlò l’Obelisk con i capelli verdi, tirando un po’ più bruscamente l’amico, il quale perse l’equilibrio, cadendo di schiena sul pavimento e trascinando con sé anche la Slifer.
I due finirono lunghi distesi in terra, uno sopra l’altro. L’espressione di Yusuke andò dal dispiaciuto, all’imbarazzato, al terrorizzato, nel giro di una frazione di secondo. Il giovane Obelisk era certo che Yomi si sarebbe arrabbiata parecchio per quello che era appena successo ed era certo che non ci avrebbe pensato due volte prima di strozzarlo.
“Mi ucciderà! Me lo sento, mi ucciderà di sicuro! E’ troppo calma; non promette niente di buono! E’ sicuramente furiosa per averla fatta cascare sopra Atticus! Se qualcuno avesse assistito a questa scena… Mi ucciderà di sicuro! Ormai è finita per me!” pensò terrorizzato l’Obelisk dai capelli verdi, continuando a guardare i due ragazzi sdraiati uno sopra l’altro. Nella stanza era calato un silenzio molto innaturale ed il semplice fatto che la Slifer non avesse ancora detto nulla, faceva temere l’Obelisk per la sua stessa vita.
-Scusatemi! Giuro che non era assolutamente mia intenzione!-esclamò in fretta e furia Yusuke, sperando di riuscire a farsi perdonare, soprattutto dalla ragazza.
-Mi hai fatta cascare! Ti sembra il modo di trattare una ragazza?!-esclamò Yomi rossa in volto, rivolgendosi all’Obelisk che si trovava sotto di lei, mentre cercava di mettersi a sedere.-Se fosse entrato qualcuno, avrebbe di certo frainteso tutto! Lo sai che sembrava una cosa sconcia?!
-Guarda che non è colpa mia! E’ stato Yusuke a tirarmi…-protestò Atticus.
-Cosa c’entra Yusuke?! La colpa è tua, che non mi lasciavi andare! Se non ti attaccavi alle mie gambe, lui non ti avrebbe tirato per un braccio!
-Se tu non dicevi che volevi abbandonare l’Accademia, io non mi attaccavo alle tue gambe.
-State bene?-chiese lo studente con i capelli verdi, avvicinandosi ai due studenti. Si sentiva leggermente sollevato adesso che aveva appurato che Yomi non era furiosa con lui e che non avrebbe cercato di strozzarlo.
I due litiganti lo ignorarono, continuando a battibeccare per diversi minuti.
-Puoi alzarti?-chiese ad un certo punto il castano, interrompendo il litigio.
-Perché?-chiese l’altra sospettosa.
-Sei seduta proprio sul mio diaframma e non riesco più a respirare…-mormorò l’altro, sorridendo debolmente.
Yomi arrossì violentemente. Poi mormorò qualcosa di incomprensibile e si alzò da sopra il ragazzo. Era così presa dal litigio, che non si era nemmeno accorta di essere rimasta seduta sul torace dell’altro, per tutto il tempo.
-Grazie, così va meglio…-mormorò l’altro, respirando a pieni polmoni e mettendosi finalmente in piedi.-Comunque, non mi arrendo! Ti impedirò di uscire di qui a qualsiasi costo!
Detto questo, l’Obelisk si lanciò sulla ragazza, tentando di abbracciarla, ma inciampò in un cuscino che si trovava in terra e mancò la presa, finendo con l’affondare la testa nel seno della Slifer. Tutti i presenti gelarono all’istante e un silenzio di tomba scese nella stanza.
-Oh, accidenti!-esclamò la professoressa, arrossendo leggermente. Sebbene fosse una donna matura, era comunque in imbarazzo per la sua studentessa. E questo suo lato infantile la faceva sembrare più giovane di quanto non lo fosse di già.
Atticus riemerse dal petto della Slifer, ridendo come se niente fosse. Yomi, dal canto suo, era rossa come un pomodoro e aveva iniziato a balbettare parole incomprensibili e sconnesse tra loro. Era rimasta talmente scioccata che non riusciva nemmeno a reagire in alcun modo.
-Smettila! Sei imbarazzante!-esclamò Yusuke al posto della matricola, tirando un pugno in testa all’amico.
-Yusuke, mi hai fatto male…-piagnucolò l’altro, massaggiandosi il capo.
-Ben ti sta! Come ti è venuto in mente di fare una cosa del genere?! L’hai traumatizzata! Adesso non si riprenderà più!-esclamò l’altro, rosso per la vergogna.
-Esagerato! Volevo solo abbracciarla e non è colpa mia se sono inciampato!-commentò l’altro, continuando a massaggiarsi la testa.
-A volte mi vergogno di essere persino tuo amico!-esclamò Zane, rivolgendosi al dongiovanni. Fino a quel momento, sia lui che Mokuba erano rimasti in silenzio, sullo stipite della porta, così scioccati da ciò a cui stavano assistendo, da non riuscire nemmeno ad emettere un suono.
-Zane?! Quando sei arrivato?-chiese Yusuke, sorpreso di vedere l’amico.
-Una decina di minuti fa…-rispose l’altro, molto più sorpreso nel vedere che non si erano accorti della sua presenza.-Vi abbiamo sentito urlare e pensavamo che stesse succedendo qualcosa di grave. Ma quando siamo entrati abbiamo assistito ad una scena molto imbarazzante, direi. E dopo la situazione è anche peggiorata…-continuò, lanciando un’occhiataccia al castano del gruppo.
-Non guardare me! Non è colpa mia…-disse Atticus, continuando a massaggiarsi la testa.
-Eravate così impegnati a litigare, che non vi siete nemmeno accorti della nostra presenza…-disse l’altro, con una sottile punta di gelosia, ignorando le lamentele dell’amico. Non era riuscito a digerire il fatto che non si fossero accorti della sua presenza. Poi sospirò rumorosamente, passandosi una mano sulla fronte e mormorò:
-Lasciamo perdere… Piuttosto, si può sapere cos’è successo?
-La colpa è di Atticus!-esclamò Yomi, smettendo improvvisamente di balbettare parole sconnesse e puntando il dito sull’Obelisk, che si trovava ancora seduto in terra.
-Non è vero…
-Invece sì! Mi hai afferrato per le gambe…
-Volevo impedirti di ritirarti dall’Accademia!
-E ti sembra il modo di fare!-ribattè la giovane irritata.
-Non volevi ascoltarmi…-commentò Atticus.
I due iniziarono di nuovo a litigare, ignorando i presenti e i vani tentativi della signorina Fontaine di metterli d’accordo.
Zane sospirò scocciato, poi, voltandosi verso Yusuke, domandò:
-E’ per questo motivo che stanno litigando?
-Sì… E non credo che smetteranno tanto facilmente. Capisco cosa provi Atticus e anch’io voglio impedirle di ritirarsi, ma non credo che afferrarle le gambe e poi affondare la testa nel suo seno sia un ottimo modo per risolvere la situazione… Piuttosto, direi che è il modo migliore per peggiorarla.
-In effetti… E non credo che le faccia bene agitarsi tanto. Dopo la botta che ha preso dovrebbe starsene calma e riposare.-commentò l’altro Obelisk, continuando a guardare i due studenti che litigavano.
-Qualcuno dovrebbe intervenire…-disse Mokuba, rivolgendosi prima verso i due studenti e poi verso la professoressa.
-Non guardare me! Sono dieci minuti che cerco di farli ragionare…-rispose Yusuke, scrollando le spalle.
-Io non saprei davvero cosa fare per convincerli…-mormorò preoccupata la signorina Fontaine. Non voleva che Yomi si agitasse più del voluto e finisse con il sentirsi male di nuovo.
-Ho capito! Ci provo io…-rispose l’altro, cercando di ignorare gli sguardi supplichevoli di Mokuba. Poi si avvicinò ai due e, come se niente fosse, esclamò a voce alta:
-Siete insopportabili! Dateci un taglio! Non potete continuare a litigare come bambini dell’asilo! Comportatevi da persone civili e smettetela! Non voglio passare la giornata a sentirvi urlare per delle stupidaggini! Non potete risolvere la questione come tutte le altre persone e parlare?! Eh?!
I due smisero subito di battibeccare e si voltarono verso il compagno, sorpresi. Era raro che Zane alzasse la voce e quando lo faceva era perché si stava veramente arrabbiando.
-E’ riuscito a calmarli?-commentò, sorpreso, Mokuba.
-C’era da aspettarselo da Zane! Atticus lo rispetta molto e ha una fiducia quasi assoluta in lui… Se Zane alza la voce significa che ha passato il limite da un po’! E credo che abbia lo stesso effetto anche su Yomi!-disse Yusuke.
-Non si può certo dire che non abbia carisma… Riesce persino a farsi ascoltare da lei…-mormorò il moro. Non si aspettava che quella ragazza potesse calmarsi così facilmente.
Atticus e Yomi si scambiarono uno sguardo, incerti sul da farsi. Avevano decisamente esagerato e, per una volta, sarebbe stato meglio per tutti quanti mettere da parte l’orgoglio e le divergenze.
-Ok, smettiamo di litigare…-dissero i due in coro.
-Adesso, se siete così gentili da raccontarmi cosa è successo, ve ne sarei grato…-disse il giovane dai capelli blu, guardando prima la Slifer e poi l’amico castano.
-Yomi vuole ritirarsi dall’Accademia e non voleva che noi tre si venisse a sapere…-mormorò Atticus.
-E voi come lo avete saputo?-chiese l’altro Obelisk, guardando l’amico.
-Hanno origliato!-gli rispose la ragazza, stizzita.
-Non abbiamo origliato… Volevamo tenerti un po’ di compagnia; sembravi giù di corda e abbiamo pensato che ti avrebbe fatto piacere se stavamo un po’ con te.-disse Yusuke, rivolgendosi alla giovane. Poi, voltandosi verso Zane, continuò:-Siamo entrati proprio mentre diceva alla signorina Fontaine che voleva andarsene il prima possibile, senza dire niente a nessuno.
-A quel punto, mi sono arrabbiato e le ho chiesto il motivo, ma non mi ha risposto. Poi, si è alzata, dicendo che voleva andare a parlare con Sheppard…-continuò Atticus.
-E Atticus mi ha afferrata per le gambe, dicendo che non mi faceva andare da nessuna parte, finchè non gli spiegavo il motivo!-esclamò Yomi, irritata.
-E scommetto che non gliel’hai detto…-disse Zane.
-Mi sembra ovvio!-rispose l’altra.
-Me lo immaginavo… E’ per questo che stavate litigando?
-Sì…-risposero i due Obelisk all’amico.
-Bè, comunque, non c’è alcun motivo di litigare. Non vi preoccupate, Yomi non andrà da nessuna parte.-disse l’Obelisk, rivolgendosi a Yusuke e Atticus.
-Cosa?! Perché mai?!-esclamò sempre più irritata la Slifer.
-Perché non ne hai alcun motivo…-le rispose pacato il ragazzo dai capelli blu.
-Che ne sai tu?! Chi sei per decidere al posto mio?!
-Nessuno, ma Pegasus mi ha spiegato tutto…
-Pegasus?! Come si permette quel bastardo di raccontare certe cose in giro senza il mio permesso?!-esplose indignata la studentessa.
-E’ inutile che ti arrabbi con me…-commentò Zane, mantenendo la calma. Come sempre, la sua pazienza era quasi infinita.
-Cosa ti ha detto?-chiese curioso Atticus all’Obelisk, intromettendosi nella discussione tra la Slifer e l’amico.
-Fattelo raccontare da lei…-rispose secco l’altro, liquidando il dongiovanni in poche parole.
-Io non racconto proprio nulla!-esclamò la ragazza, incrociando le braccia con fare capriccioso.
-Siete proprio cattivi, tra tutti e due…-mormorò il castano, mettendo il broncio.
-Comunque sia, non c’è bisogno che tu te ne vada…-ribadì Zane, voltandosi di nuovo verso la Slifer.
-Perché?! Ormai non ha senso che resti qui!-esclamò Yomi.
-Non è vero…-disse l’Obelisk calmo.
-Invece sì! E’ una scuola in cui impari a duellare, ma io non posso duellare! Non ha senso che continui a frequentarla!
-Possiamo trovare una soluzione…-Zane stava cercando di far calmare la ragazza in tutti i modi possibili.
-Non c’è nessuna soluzione! Non l’ha trovata Seto e non la troverai di certo tu!
-Se lui non ce l’ha fatta, non significa che io non sia in grado di trovarla… Oppure pensi che sia troppo stupido per riuscirci?
-Non ho detto questo…-mormorò Yomi.
-Lo so bene. Ma hai detto che non esiste una soluzione, perché Seto Kaiba non è riuscito a trovarla. Io non metto in dubbio le sue capacità, ma il fatto che lui non ci sia riuscito, non significa che non esista! Tu ci hai provato?
La Slifer non rispose.
-Se non hai nemmeno provato, non puoi dire che non esista… Non ne hai il diritto!
-Zane, sei uno sciocco… Non esiste nessuna soluzione…-disse la giovane, lasciandosi cadere pesantemente sul lettino. L’Obelisk dai capelli blu le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla, per confortarla.
-Non puoi saperlo… E non puoi continuare a scappare…-le disse poi.
-Tu non puoi capire… Non sai cosa si prova a non poter fare una cosa che ami!
-Questo è vero…-ammise l’altro studente.
-Allora non hai il diritto di parlarmi in questo modo…
-Ti sbagli! Per me sei un’amica, perciò ho tutto il diritto di farti capire che stai facendo l’errore più grande della tua vita!
-Non dire assurdità! Io non sono tua amica!-esclamò la giovane.
-Per me lo sei… Esattamente come lo sei per Yusuke e Atticus…
La Slifer si voltò verso gli altri due studenti. Sapeva bene che anche loro la pensavano allo stesso modo; glielo poteva leggere in faccia.
-Siete tre idioti… Ecco perché non vi sopporto…-mormorò poi, abbassando lo sguardo.
-Cerca di capire! Nessuno di noi vuole che tu te ne vada…-esclamò Yusuke, avvicinandosi verso la studentessa del dormitorio rosso.
-Siete voi che non volete capire! Non posso restare qui! Non ho alternative…
-Non è vero! La verità è che stai scappando!-insinuò Zane.
-Io non sto scappando!
-Invece è proprio quello che stai facendo. Non affronti i problemi perché hai paura…
-Non è così!
-E allora com’è?-chiese l’altro, alzando un po’ il tono della voce.
Yomi rimase qualche secondo in silenzio, poi sussurrò:
-Voi non potete capire… Sapere che non potrò più duellare senza dover fare del male a qualcuno mi fa soffrire… Ma non posso duellare senza fare del male agli altri e io non voglio avere qualcuno sulla coscienza…
-E’ per questo che hai deciso di smettere di duellare? Per non fare del male a nessuno?-chiese il giovane dai capelli blu.
La ragazza annuì.
-Non voglio fare del male a nessuno. Perciò, ho pensato che finché sarò solo io a soffrire andrà bene… Se smetto di duellare farò del male solo a me stessa; alla fine ci rimetterò solo io… E a me sta bene anche così… E’ un dolore che potrei anche sopportare…-continuò poi.
-Non pensi che soffrirai di più in questo modo? Hai detto che ami duellare…-commentò l’altro.
-Soffrirò meno che rimanere qui e vedervi duellare felici! Non riesco a guardare gli altri duellare e sapere che io non potrò più farlo… Io sono gelosa di tutti voi, del fatto che potete duellare senza problemi, mentre a me non è permesso! Non è giusto! Non è giusto… Duellare è tutta la mia vita… Perché è dovuto capitare proprio a me?!
-Yomi…-mormorò Atticus.
-Non ho altra scelta che rinunciare per sempre ai duelli… E’ l’unica cosa che posso fare, perciò vi prego di non cercare di fermarmi. Per una volta nella mia vita, voglio essere io a prendere la decisione giusta…
-Mi dispiace, non possiamo. Questa non è la decisione giusta e tu lo sai meglio di noi!-esclamò Zane.
Yomi lo guardò stupita. Non era arrabbiata per la risposta del ragazzo, era semplicemente stupita. Non si aspettava che fosse una persona così decisa e testarda. Sembrava intenzionato a tutto pur di convincerla a desistere.
“Perché vuole così tanto che resti qui in Accademia? Non capisco perché insiste così tanto… In fondo, non mi conoscono nemmeno. E io non conosco loro… Come possono essersi affezionati a me, che ho cercato in tutti i modi di allontanarli?” pensò la giovane matricola, guardando l’altro negli occhi.
-Rispondi sinceramente: ti piace stare qui in Accademia?-le chiese il giovane Obelisk.
La Slifer rimase qualche secondo in silenzio, poi disse:
-Sì, credo di sì… In fondo è più divertente di quello che mi aspettavo…
Zane rimase qualche minuto in silenzio.
-Allora non hai alcun motivo di andartene... Se ti piace stare qui, dovresti essere un po’ più egoista e rimanere!-disse l’Obelisk.
-Come faccio… Non posso duellare e non posso sostenere alcun esame! Metterei in difficoltà tutti i professori e il cancelliere!
-Questi non sono problemi tuoi… E’ una cosa a cui devono pensare loro, non tu. Te l’ho già detto: per una volta dovresti essere un po’ più egoista e pensare di più a ciò che piace a te e non a cosa potrebbero pensare gli altri.-ripetè Zane.
-Non posso metterli in difficoltà… Non sarebbe giusto…
-Ti sbagli! Non ha senso che tu continui a sacrificarti per fare un favore agli altri. Devi imparare a volerti un po’ più di bene e pensare un po’ più a te stessa…
-…
-In fondo, non sei così egoista come dicono. Credo che le persone ti abbiano giudicata male… Anzi, per come la vedo io, pensi troppo agli altri e troppo poco a te stessa.
-Zane…
Yomi lo guardò sorpresa. Era la prima volta che qualcuno le diceva di volersi un po’ più di bene. Nemmeno suo fratello l’aveva mai fatto. Di solito le altre persone credevano che fosse un’egoista, che pensava solo a se stessa. E a dirla tutta, con il passare del tempo anche lei aveva finito con il crederlo. All’inizio era solo una maschera, una recita, che usava quando si trovava insieme agli altri.  Aveva iniziato a farlo poco dopo che si era resa conto dei suoi poteri. Lo faceva con chiunque, persino con suo fratello. Per lei era molto più facile comportarsi in quel modo e portarsi tutto dentro, invece che esternare i propri sentimenti e far preoccupare la sua famiglia e quelle poche persone che continuavano a volerle bene. Faceva finta di essere la ragazza fredda e insensibile che tutti credevano, per evitare di ferire gli altri e se stessa. Teneva gli altri a distanza, perché non voleva essere tradita di nuovo e non voleva soffrire come aveva sofferto in passato. Man mano che il tempo passava, aveva iniziato a credere che quella fosse la vera Yomi, che fosse il suo vero io. L’Obelisk dai capelli blu era stato il primo a dirle che non era così egoista come voleva far credere e la Slifer non si capacitava di come avesse fatto a capirlo. Per questo motivo ne era rimasta sorpresa. Non si aspettava che un perfetto sconosciuto riuscisse a scorgere la sua vera essenza, la Yomi che nemmeno lei conosceva, la vera lei che era rimasta nascosta in un angolino della sua coscienza per tutti quegli anni e che solo adesso stava iniziando a uscire allo scoperto. E a riportarla in superficie erano stati quei tre Obelisk dalla divisa bianca. Zane, Yusuke e Atticus riuscivano a capirla molto meglio di qualsiasi altra persona, molto meglio persino della sua stessa famiglia e di lei.
“Credo proprio che non riuscirò a nascondere loro più nulla… Se continuo a frequentarli chissà cosa riusciranno a tirare fuori! Però, non voglio ritornare ad essere sola… In fondo, stare con loro è divertente! E per la prima volta dopo tanti anni mi sento finalmente accettata da qualcuno… Non credevo di arrivare a pensare una cosa del genere, ma sono davvero felice di averli conosciuti!” pensò la ragazza, sorridendo realmente per la prima volta.


****

Ndr:
Ho cambiato leggermente i primi tre capitoli per adattarli meglio ai prossimi sviluppi... Perciò vi consiglio di rileggerli il prima possibile, per non rimanere un po' spaesati quando leggerete i prossimi capitoli^^ Grazie e scusate per il disturbo! (05/2014)

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Capitolo 7
*** Capitolo 7- La prima promessa ***


Capitolo 7- "La prima promessa"

Zane sorrise leggermente, sollevato. Si era accorto che Yomi aveva appena sorriso e aveva capito che era riuscito a convincerla a restare. Era contento di esserci riuscito senza ricorrere ai metodi subdoli dei due fratelli Kaiba. Adesso doveva solo spiegarle la sua idea e sperare che la convincesse del tutto.
-Se il motivo principale per cui volevi andartene era quello di non creare problemi a Sheppard, allora sei proprio una sciocca! Il cancelliere troverà di certo una soluzione, fidati! Lo conosco bene e posso assicurarti che è il primo a non volere che tu te ne vada. In fondo, è stato lui a chiedermi di convincerti a desistere, perciò non devi assolutamente pensare di mettere in difficoltà gli insegnanti rimanendo qui. Se invece hai paura della reazione degli altri studenti e hai paura di diventare una vittima di bullismo, non devi preoccuparti nemmeno di questo! Sei nostra amica, perciò ci penseremo noi a proteggerti! Se qualcuno vuole prendersela con te, dovrà prima fare i conti con noi…-il giovane continuò con la sua ramanzina, facendo finta di aver ignorato la reazione dell’altra.
-Con chi credi di parlare! Io so difendermi benissimo da sola…-esclamò la ragazza, facendo finta di essersi offesa.
-Non lo metto in dubbio…-le rispose l’Obelisk. Poi continuò:-Comunque, per il momento possiamo rimandare il problema. I primi esami ci saranno fra tre mesi; fino a quel momento puoi restare in Accademia e non creerai problemi a nessuno. In questo lasso di tempo, cercheremo una soluzione. Chiaramente, noi tre ti daremo una mano, insieme ai professori e al cancelliere. Il professor Banner è esperto nei giochi delle ombre e anche Yusuke si interessa di quelle cose…
-Quali cose? Di che si tratta esattamente?-chiese il ragazzo dai capelli verdi, visibilmente preoccupato. Non capiva a cosa si riferisse Zane, ma considerando che i suoi studi riguardavano il mondo delle ombre e la magia, la cosa non lo tranquillizzava affatto. Non sapeva quale fosse il problema della ragazza e tutta quella segretezza lo stava mettendo in ansia.
“Se ha citato me e Banner significa che è qualcosa che ha a che fare con l’occulto. E, a dirla tutta, non vorrei ho paura che sia qualcosa di pericoloso…” pensò Yusuke, continuando a guardare l’amico.
-Bè, ecco…-iniziò l’altro, quando fu interrotto da Yomi.
-Credo che sia più giusto che sia io a raccontare tutto…-disse la ragazza, guardando prima Zane, poi gli altri due Obelisk. Il giovane dai capelli blu fece un cenno con la testa, come a sottolineare che capiva perfettamente il suo punto di vista.
-Ne sei sicura?-chiese Mokuba, intromettendosi.
-Sì…
-Prima, però, dicevi che non volevi che qualcun altro sapesse di questa storia… Come mai hai cambiato idea? Non è da te…
-E’ inutile che cerchi di nasconderlo… Prima o poi lo scopriranno, tanto vale togliersi subito il dente! Inoltre, mi sono stufata di continuare a nascondermi e a scappare! Non ho più voglia di rimanere sola e, a questo punto, non credo nemmeno che sarò in grado di isolarmi come facevo prima… Pensavo che avvicinandomi agli altri, avrei finito con il ferirmi di nuovo; credevo che nessuno sarebbe mai stato in grado di capirmi e di accettarmi. Zane mi ha dimostrato che mi stavo sbagliando. Perciò, credo che sia giusto dirlo anche a Yusuke e Atticus… Dato che per loro sono un’amica…
-E pensi che ti accetteranno anche loro, solo perché l’ha fatto il loro amico? Non credi di essere un po’ troppo ottimista?! Le persone sono diverse e si comportano in modo diverso… Loro potrebbero anche pensare che tu sia un mostro e a quel punto pensi di riuscire a sopportare tutto questo un’altra volta? Se non sbaglio, ci sei già passata…-fece il moro.
La Slifer abbassò lo sguardo, senza ribattere. Le parole di Mokuba non facevano che renderla più diffidente, di quanto non lo fosse già. Non era ancora molto sicura di poter riferire tutto ai due ragazzi e, se aveva deciso che era giunto il momento di dire le cose come stavano, era stato solo grazie a Zane. L’aveva incoraggiata e le aveva dimostrato che le persone non erano tutte uguali e che c’erano anche persone di cui si poteva fidare. Ma adesso, Mokuba le aveva fatto vacillare quella piccola speranza che aveva e la studentessa del primo anno non sapeva più se era il caso di parlare o no. Non voleva soffrire come una volta, ma sapeva che non era nemmeno giusto tenere i due ragazzi all’oscuro della faccenda.
“In fondo, se vogliono essere miei amici non posso nascondere loro cose come queste, come i miei poteri…”
Yusuke e Atticus lanciarono uno sguardo fulminante al giovane Kaiba.
-Come puoi parlare in questo modo?! Oltretutto, in nostra presenza?! Non ci conosci nemmeno! E Yomi non è di certo un mostro! Non potremmo nemmeno pensarla una cosa simile!-protestò, molto irritato, il giovane dai capelli castani. Non sopportava le false accuse del ventenne. Non sapeva cosa volesse dire loro Yomi, ma qualsiasi cosa fosse di certo non avrebbe cambiato i suoi sentimenti verso la ragazza. Era sua amica e lo sarebbe rimasta.
-Tu non sai di cosa si tratta! Come fai ad esserne tanto sicuro?-commentò l’altro, impassibile.
-Lo so perché le voglio bene! Yomi è mia amica e lo resterebbe anche se mi confessasse un omicidio! La aiuterei a costituirsi, ma di certo non le volterei le spalle! Le starei accanto fino in fondo, perché è così che fa un vero amico!
-Le tue sono solo belle parole! Non puoi essere certo di come reagiresti in una certa situazione se non ti ci sei mai trovato…-ribattè Mokuba.
-Questo è vero… Ma allo stesso modo, nemmeno tu puoi essere certo che le volteremo le spalle! Non ci conosci e non puoi sapere come reagiremmo…-esclamò Yusuke, cercando di mantenere la calma.
-Voi non sapete che persona sia in realtà…-commentò il moro.
-Nemmeno tu! E non ti azzardare ad offenderla di nuovo!-fece il giovane dai capelli verdi.
Il fratello minore di Seto Kaiba fissò i tre ragazzi per diversi minuti, poi, sorridendo, si avvicinò alla giovane studentessa e, mettendole una mano sulla testa, disse, come se niente fosse:
-Dovresti essere contenta! Hai dei veri amici, che ti vogliono bene e si preoccupano per te… Sei fortunata ad aver incontrato persone simili, perciò cerca di non farteli scappare! E d’ora in avanti cerca di avere più fiducia in te stessa e negli altri… Mi raccomando!
Poi, si avviò alla porta, dicendo che lui, suo fratello Seto e Pegasus sarebbero partiti quello stesso pomeriggio. Detto questo, salutò i presenti con un cenno della mano ed uscì dalla stanza.
-Si può sapere cosa gli è preso all’improvviso?-chiese sospettoso il dongiovanni del gruppo, una volta che il moro fu uscito dalla porta.
-Credo che vi abbia appena messi alla prova…-rispose Zane, guardando l’amico.
-Dici?-chieseYusuke.
-Sì. Non ne capisco il motivo, ma l’ha fatto prima anche con me. Probabilmente non pensava realmente ciò che ha detto, ma voleva solo vedere la vostra reazione.
-Non capisco che motivo possa avere per fare una cosa del genere…-commentò l’Obelisk dai capelli verdi.
-Io, invece, credo di capirlo!-esclamò Atticus.
-Ah sì? E quale sarebbe?-domandò curioso l’amico.
-Ovviamente l’amore!
L’espressione di Yusuke divenne quasi disgustata. A volte, non riusciva a sopportare i vaneggiamenti dell’amico sulle questioni di cuore.
-Atticus, non dire idiozie… Cosa c’entra adesso?!-esclamò Yomi, leggermente irritata. Si sentiva sempre a disagio quando qualcuno parlava di quelle cose.
-Fidati! Non mi sbaglio mai! Mokuba Kaiba è sicuramente innamorato di te!-continuò il castano.
Yomi arrossì un po’, per l’imbarazzo.
-Che sciocchezza! Ha cinque anni più di me…
-Guarda che l’età non conta! L’amore è il sentimento più forte e più nobile che esista… E’ in grado di fare cose che nemmeno puoi immaginare! Quando due persone si amano, la differenza di età non conta nulla!
-Ok… Ma io non lo amo…-commentò la studentessa, sempre più imbarazzata.
-Ad esempio, potrebbe far sorridere persino il nostro Zane! Sono sicuro che una storia d’amore gli farebbe bene…-continuò l’altro, ignorando il commento dell’amica. Poi, voltandosi verso l’Obelisk dai capelli blu, disse:
-A proposito, se vuoi ti posso presentare qualche ragazza. Sei molto popolare, soprattutto tra quelle del secondo e del primo anno, dovresti dare loro qualche chance…
Zane, per tutta risposta, si voltò dall’altra parte, ignorandolo.
-L’unica cosa di cui sono innamorato sono i duelli… Non ho bisogno di innamorarmi di qualche ragazza! Le ragazze sono noiose…-commentò poi.
-Io sarei noiosa?-chiese stizzita la Slifer, mettendo il broncio.
-Non stavo mica parlando di te…-le rispose l’Obelisk, cercando di nascondere il suo imbarazzo. Non era molto bravo a trattare con il gentil sesso; il più delle volte veniva frainteso. E a dirla tutta, non le piacevano molto i modi di fare delle sue numerose ammiratrici. Erano appiccicose, frivole e superficiali ed era questo il motivo principale per cui l’Obelisk non era interessato alle ragazze.
Yusuke e Atticus si misero a ridere, di fronte alla scenetta dei due studenti.
-Sembrate proprio dei fidanzatini… Sicuro di essere innamorato solo dei duelli?-lo punzecchiò il castano, continuando a ridere.
-Atticus, dacci un taglio…-commentò l’altro, pacato come sempre.
-Che bello essere giovani!-commentò la signorina Fontaine, che era rimasta in silenzio fino a quel momento. Poi si alzò dalla sua poltrona e, rivolgendosi ai quattro studenti, disse:
-Ragazzi, devo andare un attimo dal cancelliere. Ce la fate a rimanere da soli per una decina di minuti senza litigare?
-Non si preoccupi… Dubito che litigheranno di nuovo…-le rispose Zane, con il solito tono distaccato, lanciando un’occhiata all’amico castano.
La donna sorrise divertita e poi uscì anch’essa dalla stanza, lasciando gli studenti da soli.
-Scherzi a parte… Di cosa volevi parlarci?-chiese Yusuke alla ragazza, non appena la donna fu uscita dall’infermeria.
-In sostanza, sono in grado di comunicare con gli spiriti dei mostri di Duel Monster…
-Davvero?-chiese l’altro sorpreso.
-Sì…
-Quindi sei come me…-mormorò il giovane, distogliendo lo sguardo dalla Slifer.
Yomi non rispose.
-Tu sapevi di me, vero?-chiese di nuovo il ragazzo.
-Sì…-ammise la studentessa.
-Scommetto che te ne sei accorta quel giorno, sulla terrazza… Sapevi che non stavo parlando da solo… Perché non me l’hai detto subito?-continuò Yusuke.
-Mi dispiace, ma ho pensato che fosse meglio non dire nulla…
-Di cosa state parlando?-si intromise Atticus. Non riusciva a seguire il discorso e la cosa lo metteva un po’ in agitazione. Non sopportava di non sapere cosa gli succedeva intorno.
I due ragazzi lo guardarono per qualche secondo, poi il giovane dai capelli verdi disse:
-Anch’io sono in grado di vedere gli spiriti dei mostri…
-Davvero?-chiese Zane, sorpreso. Non si aspettava che anche l’amico fosse in grado di fare le stesse cose che poteva fare Yomi.
Yusuke annuì. Poi, disse:
-E’ successo quando ero piccolo, subito dopo la morte dei miei genitori. Avevo così tanta paura di rimanere solo che Onesto è comparso accanto a me, dicendomi che mi sarebbe stato sempre accanto e che mi avrebbe protetto. Da quel momento, posso comunicare con gli spiriti di Duel Monster, non solo con Onesto. Questa è la prima volta che ne parlo apertamente con qualcuno… Scusatemi se non vi ho detto niente prima d’ora, ma avevo paura che mi giudicaste male.
-Non ti fidavi di noi?-domandò Atticus, risentito.
-Non è così… Probabilmente, avevo ancora paura di rimanere solo. Le persone tendono ad avere paura di tutto ciò che non riescono a capire, e questa è una di quelle cose… Mi dispiace, davvero!
-Le tue scuse non mi interessano… Avresti dovuto fidarti di noi…-mormorò il dongiovanni, avviandosi verso la porta. L’atteggiamento del giovane era cambiato radicalmente. Aveva smesso di ridere e la sua allegria si era spenta all’improvviso. Era diventato freddo e distaccato; sembrava un’altra persona.
-Atticus, dove stai andando?-chiese allarmata la ragazza. Aveva l’impressione che stesse per succedere l’irreparabile e si sentiva stranamente in colpa. Il suo intuito le diceva che Atticus non aveva digerito la mancanza di fiducia dell’amico e che difficilmente lo avrebbe perdonato.
-Scusatemi, ma ho voglia di starmene un po’ da solo…-le rispose l’amico, con un filo di voce.
-Aspetta!-esclamò la Slifer, mettendosi velocemente tra il giovane e la porta dell’infermeria.
-Yomi, cosa stai facendo?-domandò stupito l’altro, non appena la ragazza si parò davanti a lui a braccia aperte, come a volerlo fermare.
-Ti stai comportando come un bambino! Non è il caso di litigare per una cosa così sciocca…
-Non è sciocca! Credevo che Yusuke si fidasse di noi…
-Io mi fido di voi!-si intromise l’altro ragazzo.
-Allora perché non ci hai detto nulla?
-Avevo paura… Di solito, le persone pensano che sia matto, o che non riesca ad accettare la morte dei miei genitori. Con voi mi trovavo così bene, che non volevo rischiare di rovinare il nostro rapporto!
-Non importa! Ormai è troppo tardi…-fece il castano, voltandosi di nuovo verso la porta della stanza.
-Atticus, stai esagerando!-disse Zane.
-Stai dicendo che a te non importa?-chiese l’altro, voltandosi verso l’Obelisk dai capelli blu.
-Ad essere sincero, no. Se non ha voluto parlarcene, avrà avuto le sue buone ragioni! Esattamente come Yomi…-rispose l’altro, fissando il castano negli occhi.
-Come fai ad essere sempre così impassibile?!-sbottò Atticus, irritato per l’atteggiamento dell’amico.
-E tu come fai a prendertela per così poco?-disse l’altro, alzando sempre di più la voce.
-Yusuke è nostro amico! Non dirmi che non sei rimasto ferito, perché non ci credo!
-Se non ci ha raccontato qualcosa della sua vita, non significa che non si fidi di noi! Pensi davvero che io ti abbia detto tutto?
-Non l’hai fatto?-domandò Atticus. Aveva un’espressione mista tra lo stupore e la delusione.
-No…
-Quindi sono stato l’unico…
-Dai, non prendertela!-disse Yusuke, abbozzando un mezzo sorriso e cercando di minimizzare il problema.
-Non dovrei prendermela?! Stai scherzando?!
-Atticus…-sussurrò la ragazza.
-Yomi, lasciami passare! Non voglio né parlarci, né vederli! Io mi fidavo di loro… Loro, a quanto pare, no!
Atticus fece per passare oltre alla Slifer, quando Yusuke lo trattenne per un braccio, dicendogli che stava esagerando per una sciocchezza.
-Per me non è una sciocchezza! Credevo che vi fidaste di me, tutti e due! Invece, mi sbagliavo… Sono stato uno sciocco a credere di essere importante per voi…
-Non dire idiozie… Per noi sei un amico e, chiaramente, ci fidiamo di te!
-Non mi sembra… Altrimenti, mi avresti raccontato questa cosa!
-Lo so, ho sbagliato! Ma è proprio perché sei uno dei miei migliori amici, che non ho voluto dirti nulla… Tu non puoi capire cosa significhi non essere accettato dagli altri! Per te è sempre stato tutto semplice… Basta sorridere, fare qualche battuta e ti sei già integrato! Non è facile per tutti… Soprattutto, se normalmente vieni considerato un pazzo da rinchiudere in manicomio o da mandare da uno psicanalista…
-Cosa vorresti dire con questo?! Che per me è tutto più facile?! Sei geloso o cosa?!-esplose il castano, arrabbiato per l’atteggiamento dell’amico. Si sentiva accusato di qualcosa di cui non era minimamente responsabile e non riusciva a tollerare oltre la situazione.
-Non è certo colpa mia, se siete in grado di fare certe cose e avete difficoltà a integrarvi…-continuò l’Obelisk.
-Non ho detto che è colpa tua…-gli rispose Yusuke.
Atticus si voltò verso l’amico dai capelli verdi, impassibile. Lo fissò per diversi secondi, poi fece per aprire bocca, come a voler ribattere, ma ci ripensò. Guardò Zane e Yomi e disse:
-Mi dispiace, ma non credo che potrò perdonarti tanto velocemente… Credo che per un po’ me ne starò per conto mio…
Detto questo, si liberò dalla presa dell’altro e fece per varcare la soglia dell’infermeria, quando la Slifer, stufa di quella situazione, esclamò:
-Smettetela! Non vi sopporto più! Siete amici, non avete motivo di litigare per delle sciocchezze! Se vi comportate così significa che non siete dei veri amici! Siete semplicemente ridicoli… Parlate tanto di amicizia e poi litigate come due bambini dell’asilo! Siete degli ipocriti bugiardi, come tutti gli altri! Ecco perché non voglio essere amica di nessuno! Finisce sempre in questo modo!
I tre giovani si voltarono sorpresi.
-Yomi…-mormorarono Yusuke e Zane, in coro.
-Mi avete stancato! Sono stufa di sentirvi litigare… Sono stufa di tutti voi! Non vi azzardate a rivolgermi la parola, finché non avrete fatto pace! E non fatevi nemmeno vedere!
Detto questo, Yomi uscì di corsa dalla stanza, sbattendo violentemente la porta dietro di sé e lasciando i tre studenti ancora basiti per la sua reazione improvvisa.
“Idioti! Ecco cosa sono! Sono amici, no? Non hanno alcun motivo di litigare per una stupidaggine simile… Atticus non riesce proprio a capire quando è il momento di lasciar correre! Non sopporto di veder litigare le persone… Mi fa stare male! Soprattutto quando litigano dei buoni amici come loro! Quanto li odio…” pensò la ragazza, mentre attraversava di corsa il corridoio del terzo piano. Sentiva il bisogno di respirare un po’ di aria fresca e di annegare il proprio sguardo nell’azzurro del cielo. Era certa che l’avrebbe calmata un po’.
“La colpa è anche un po’ mia… Se non fosse stato per me, probabilmente non avrebbero litigato. Mi sento responsabile… Come se oggi non fossero successe fin troppe cose! Ci mancava solo la testardaggine di Atticus…”
La ragazza salì le scale che portavano al tetto, saltando ogni tanto qualche gradino per la foga, e raggiunse la terrazza. Questa volta era deserta, a differenza del primo giorno di scuola. La giovane raggiunse il parapetto e si affacciò di sotto, scrutando attentamente le persone che si trovavano davanti all’ingresso dell’edificio principale, perlopiù studenti. Poi, alzò lo sguardo al cielo. Non era limpido come qualche giorno prima; era grigio e coperto di grosse nuvole scure. Probabilmente, di lì a poco sarebbe piovuto. Anche la temperatura si era abbassata un po’.
“Mi sa che tra poco ci sarà un bel temporale…” pensò, rabbrividendo.
Delusa dal tempo atmosferico, che sembrava non voler seguire i suoi capricci, si accasciò in terra, appoggiandosi all’inferriata del parapetto.
-Che situazione…-mormorò tra sé e sé.
-C’è qualcosa che vi preoccupa, principessa?-chiese una voce di fianco alla ragazza.
Yomi non si stupì e, come se fosse la cosa più naturale del mondo, disse:
-Quante volte devo dirti di non chiamarmi in quel modo? Eh, Yuki?
La Slifer si voltò alla sua destra, in direzione del samurai rosso che si era appena materializzato. Lo spirito di Duel Monster era in ginocchio, di fronte alla ragazza, a testa china, come se si trovasse di fronte a un nobile di corte.
-Potete insistere quanto volete, ma resterete sempre la mia principessa…-rispose lo spirito della carta.
Yomi lo ignorò.
-Avete voglia di parlarne? Se c’è qualcosa che il vostro Yukimura può fare…
-Hai assistito al litigio?-chiese la studentessa, interrompendo la propria creatura, mentre estraeva dal deck la carta che lo rappresentava. Il samurai fece un cenno d’assenso, continuando a tenere la testa bassa. Yomi continuò a guardare la carta “Yukimura, samurai fedele”, ignorando l’altro. Non aveva molta voglia di parlare, tantomeno con uno spirito di Duel Monster che non avrebbe potuto capire.
-Vi ha fatto venire in mente dei brutti ricordi, non è vero?-azzardò il samurai.
-Sì… Forse ho esagerato a reagire in quel modo. In fondo, non stavano litigando con me… Però, vedere due persone litigare, mi fa stare sempre male…
-Io credo che abbiate fatto la cosa giusta. Se sono realmente vostri amici, capiranno.
-Parlare con te non ha molto senso… Qualsiasi cosa faccia, per te è sempre giusta. Non sai che un buon servitore deve anche andare contro il volere del proprio signore, quando questi sta sbagliando…
-Sì, lo so bene. Però, se permettete principessa, quando avete sbagliato, in passato, vi ho sempre corretto. Esattamente come per la vostra decisione di qualche anno fa… Vi avevo detto che era pericoloso, o sbaglio?
Yomi non rispose. Sapeva bene che lo spirito aveva ragione. Yukimura le aveva sempre consigliato bene, era lei che difficilmente lo ascoltava.
-Come samurai non sei malaccio…-mormorò dopo un po’.
L’uomo sorrise, alzando la testa.
-Vi prego di fidarvi un po’ più degli altri… L’idea che la mia principessa continui ad essere fraintesa, mi ferisce nel profondo. Vorrei solo che voi siate un po’ più felice…-disse, scomparendo poi nel nulla.
La Slifer non rispose. Ormai era abituata ad avere il samurai rosso fuoco intorno e il suo modo di comparire e scomparire nel nulla aveva smesso di sorprenderla già da un po’.
“Anche lui si mette a farmi la predica… Come se fosse colpa mia, se non riesco a fidarmi di nessuno… Come posso fidarmi degli altri, se ho così tanta paura di essere respinta di nuovo, come quella volta… E’ di gran lunga più facile essere sola e respingere chiunque voglia avvicinarsi! Così evito di farmi di nuovo del male…”
Il litigio di poc’anzi le aveva fatto venire in mente ricordi spiacevoli della sua infanzia e le aveva ricordato il motivo principale per cui non stringeva amicizia con nessuno.
-Mi sembra di aver rivissuto quella volta…-disse, stringendosi le gambe al petto e nascondendo il volto. Rimase rannicchiata per diversi minuti, cercando di dimenticare quella brutta esperienza. Ad un certo punto, avvertì la presenza di qualcun altro vicino a lei. Alzò di scatto la testa e si trovò di fronte i tre Obelisk con la divisa bianca, tutti e tre visibilmente preoccupati.
-Sbaglio o vi avevo detto che non volevo vedervi…-mormorò la ragazza, abbassando di nuovo lo sguardo.
-Mi dispiace…-fece Atticus.
-Perché ti scusi con me?
-Perché sei scappata per colpa mia… Ho esagerato, non dovevo mettermi a litigare per una scemenza in tua presenza… Sono stato indelicato…
-Perché? Non sono una bambina… Non mi metto mica a piangere, se assisto ad un litigio…
-Mi dispiace lo stesso!
Yomi si voltò dall’altra parte.
-Avete fatto pace?-chiese, poi.
-Possiamo dire di sì…-rispose Yusuke, guardando l’amico castano.
Atticus fece un cenno d’assenso con la testa.
-Bene, sono contenta per voi…-fece l’altra, impassibile. A prima vista sembrava che la cosa non la interessasse minimamente.
I quattro studenti rimasero in silenzio per diversi minuti. Il cielo, intanto, si stava facendo sempre più cupo e in lontananza iniziarono a rimbombare i primi tuoni.
-Perché te ne sei andata via in quel modo?-domandò, ad un certo punto, il giovane dai capelli blu.
-Mi avete fatto ricordare una cosa successa tanto tempo fa… Da quella volta, non riesco a tollerare i litigi, anche se non mi riguardano direttamente…
-Si tratta di un litigio che hai avuto con qualcuno a cui tenevi?-chiese l’altro.
La Slifer annuì.
-Erano le mie migliori amiche, o almeno lo erano per me. Per loro ero solo un oggetto da usare… A pensarci adesso, sono stata una sciocca a non accorgermene prima! O forse, semplicemente non lo volevo accettare… Probabilmente mi ero accorta che mi stavano solo usando, ma mi andava bene così. Finché continuavano a cercarmi, mi andava bene… A prescindere dal motivo, ero contenta che qualcuno pensasse un po’ anche a me…
-E’ una cosa che ti ha fatto soffrire, vero?-disse Atticus.
La Slifer si morse il labbro inferiore.
-Ti va di parlarcene?-fece l’altro, sedendosi di fronte alla ragazza.
-Non c’è molto di cui parlare… Si è trattato solo di un litigio tra bambine…-rispose Yomi.
-Ma se soffri ancora per questa cosa, parlarne ti farà bene!-disse Yusuke, sedendosi anch’esso.
La studentessa rimase qualche secondo in silenzio, poi prese fiato e iniziò a raccontare:
-E’ successo poco tempo dopo che ero venuta a conoscenza dei miei poteri. Direi, più o meno otto anni fa… Scoprii di possedere un potere molto particolare, durante un torneo di Duel Monster. I miei poteri non si limitano solo al poter comunicare con gli spiriti delle carte. Questa mia capacità la conoscevo già da diversi anni, fin da quando posso ricordare e non è mai stata un problema per me. Per gli altri, ero una bambina strana, ma non mi avevano mai definito “mostro”… E’ stato l’altro mio potere a causarmi un sacco di problemi…
-L’altro?-chiese Atticus sorpreso.
Yomi annuì.
-Ho la capacità di assorbire l’energia vitale delle persone contro cui duello. Durante quell’evento, tutti i duellanti che avevo sconfitto erano finiti in ospedale, privi di conoscenza. Io non ne seppi nulla, nessuno me l’aveva detto. Fu Pegasus che me ne parlò per primo. All’inizio, mi spaventai molto; non credevo che fosse una cosa possibile e non volevo credere di essere io la responsabile. Inoltre, non pensavo che un gioco divertente come Duel Monster potesse fare del male a qualcuno. Ci misi qualche settimana a digerire la cosa. Nel frattempo, Pegasus cercò di capire qualcosa in più sui miei poteri e di trovare una soluzione. E mentre lui pensava a come risolvere il problema, mi consigliò di smettere di duellare.
-Adesso capisco perché non vuoi duellare… Deve essere terribile…-commentò il castano.
-Già… Ad essere sincera, non era mai successa una cosa del genere prima di quel torneo. Ho sempre duellato, fin da quando sono in grado di leggere, e nessuno era mai svenuto o si era sentito male. Tra l’altro, ho sempre duellato contro mio fratello, quasi tutti i giorni e non gli è mai successo nulla. Nemmeno ai miei compagni di scuola è mai successo qualcosa, perciò proprio non riesco a capire come sia possibile che di punto in bianco abbia un potere simile. Non so cosa successe quella volta, fatto sta che da quel giorno non ho più potuto duellare, senza fare del male agli altri.
-Pegasus non me l’aveva detta questa cosa… Secondo lui, eri in grado di farlo anche prima, ma non te ne eri mai accorta…-fece Zane, interrompendola.
-E’ impossibile! Gliel’ho già detto; non mi è mai successo prima di quel torneo. Ne sono sicurissima, altrimenti mio fratello avrebbe trascorso la sua infanzia in ospedale. Duellavamo tutti i giorni, prima di cena, dopo cena, prima di andare a dormire… Lui voleva duellare in ogni momento e io, da brava sorella maggiore, lo accontentavo. Perciò, se ero in grado di fare del male agli altri duellanti anche prima di quel torneo, mio fratello sarebbe stato il primo a perdere i sensi…
-In effetti, il tuo ragionamento non fa una grinza…-commentò Yusuke.
-Comunque, dato che non avevo scelta, smisi di duellare. E questo fu la causa di tutto. Il fatto che abbandonai i duelli fu la causa di tutto quello che avvenne dopo.
-Cos’è successo?-domandò l’Obelisk dai capelli verdi.
-Venni isolata completamente da tutti. A scuola ero la miglior duellante tra tutti i bambini delle elementari. Non si trattava solo di voci di corridoio; ero realmente la più abile, anche rispetto a quelli del sesto anno. Nonostante la differenza di età, ero la duellante migliore della scuola. E riuscivo a tenere testa anche ai ragazzi delle medie. Per questo motivo, ero molto popolare ed erano molti i bambini che mi chiedevano consigli, su come migliorare o su come costruire il proprio deck. Ero cercata da tutti, o per un duello o per un consiglio. Mi sfidavano tutti i giorni e tutti i giorni sconfiggevo tutti i miei avversari. Molte volte mi chiamavano in causa per risolvere i litigi e, spesso, duellavo contro i ragazzi più grandi, per difendere qualche bambino dai bulli. Una volta, mi sono ritrovata anche a dover duellare da sola contro sei studenti di seconda media. A quel tempo, pensavo che gli altri bambini mi ammirassero sul serio. In realtà, mi stavano intorno solo perché ero la più forte e faceva comodo avere come amica una dei migliori duellanti della zona. Io, però, pensavo che per loro fossi una vera amica. Ma dal momento che smisi di duellare, iniziarono tutti a voltarmi le spalle. Divenni lo zimbello della scuola; iniziarono a prendermi in giro, dandomi della codarda. Nel giro di poco tempo, rimasi completamente sola...
-Yomi…-sussurrò Atticus.
-La cosa che mi ha fatto soffrire di più è stata la reazione di quelle che credevo fossero le mie migliori amiche. Pensai che a loro avrei potuto dire la verità, tanto mi avrebbero capito e mi sarebbero state accanto, nonostante tutto. Così, dopo averci riflettuto per diversi giorni, decisi che la cosa migliore era spiegare loro quale fosse il vero problema. Non mi ero posta il problema di come potesse sembrare la cosa agli occhi di due bambine delle elementari. Per me, era naturale che accettassero tutto; sono stata un’ingenua a fidarmi di loro. A volte, i bambini sanno essere anche peggiori degli adulti… Dissi loro qual era il vero motivo, per cui non potevo più duellare e loro mi tranquillizzarono, dicendo che capivano perfettamente e che mi sarebbero rimaste accanto lo stesso. Niente di più falso! Il giorno dopo, a scuola, trovai dei biglietti minatori nel mio armadietto. Sul mio banco erano state scritte offese di tutti i generi e gli altri bambini, nei corridoi, non facevano che parlare male di me alle spalle, dandomi del mostro, sebbene non lo meritassi affatto. Quando ne parlai con le mie due amiche, loro mi riposero che non erano cose che le riguardavano, anzi che erano state loro a mettere in giro quelle voci. Mi dissero che non erano mie amiche e che non lo erano mai state e che, se la pensavo in quel modo, ero stata veramente un’idiota. Dissero che non mi avevano mai considerata una vera amica, ma che stavano insieme a me solo perché le proteggevo da quelli più grandi e che avrebbero continuato, se non fossi diventata una codarda e un mostro. Dissero anche che, se avevano deciso di mettere in giro delle voci sul mio conto, era solo per potersi divertire un po’ alle mie spalle. Poi, se ne andarono come se niente fosse. Non ebbi nemmeno il modo di litigare, non riuscii nemmeno ad offenderle o a urlare loro qualcosa. Rimasi immobile, chiedendomi cosa avessi fatto di male. E me lo sono continuato a chiedere, per diversi anni… Poi, realizzai che non ero io ad aver sbagliato, ma loro. Ma da quella volta, non mi sono più fidata di nessuno. Avevo paura che se avessi cercato di farmi qualche altro amico, avrei finito con il soffrire e non volevo essere chiamata di nuovo “mostro”…
Yomi finì di parlare e alzò gli occhi al cielo, ormai nero e carico di pioggia. Sembrava che i tuoni si stessero avvicinando sempre di più e un vento ghiaccio si era alzato dal mare, sferzando minaccioso gli alberi della foresta.
-Io mi fidavo di loro… Non avete idea di quanto mi abbiano fatto male…-sussurrò, trattenendo a stento i singhiozzi.
Proprio in quel momento, due gocce d’acqua caddero dal cielo. Dopo pochi secondi, iniziò a piovere a dirotto. Yomi rimase con lo sguardo rivolto verso l’alto, come a voler nascondere le lacrime che stavano scorrendo copiose sul suo volto.
-Adesso capisco perché non volevi nemmeno che parlassi con te… Ma non devi preoccuparti, noi non siamo come quelle lì…-le disse Yusuke, sorridendo, come a volerla incoraggiare.
La ragazza annuì, senza rispondere e continuando a guardare il cielo nero.
-Mi dispiace per prima! Ti prometto che non litigherò più per sciocchezze simili! Non volevo, davvero!-esclamò Atticus.
-Sei nostra amica, perciò resteremo con te per sempre!-continuò Yusuke.
-Me lo promettete?-chiese l’altra.
-Contaci! Non ti abbandoneremo, per nessun motivo al mondo! E se litighiamo tra noi, faremo subito pace!-fece Atticus.
-Inoltre, ti aiuteremo a trovare una soluzione al tuo problema! Modestamente, mi intendo abbastanza di magia e giochi delle ombre…-continuò entusiasta il giovane dai capelli verdi.
-Se lavoriamo tutti assieme, possiamo riuscire anche dove ha fallito Seto Kaiba. E nel caso in cui non riusciamo a trovare una soluzione, Sheppard troverà il modo di farti rimanere lo stesso in Accademia.-aggiunse Zane.
La Slifer li guardò per un attimo, riflettendo sulle loro parole.
-Siete sicuri di volermi dare una mano?-chiese, poi.
-Non ti preoccupare, ti aiutiamo volentieri! Siamo amici, no?-risposero Atticus e Yusuke all’unisono.
-Me lo promettete?-chiese ancora, tendendo il mignolo della mano destra ai tre studenti.
-Certo… Te lo promettiamo…-le risposero i tre Obelisk all’unisono, intrecciando i loro mignoli con quello della ragazza.
Yomi sorrise. In fondo al suo cuore, aveva sempre saputo di potersi fidare di quei tre, fin dalla prima volta che li aveva visti. Sapeva che le sarebbero rimasti accanto, pronti a sostenerla; non c’era nemmeno bisogno di prometterlo. Nonostante tutto, quella promessa, fatta con i mignoli incrociati, era il suo modo, un po’ goffo, di accettare la presenza di quei tre ragazzi; era l’inizio della sua prima, vera amicizia, e Yomi sapeva che avrebbe ricordato quel momento per sempre.
-Però, adesso è meglio se rientriamo! Se continuiamo a stare sotto l’acqua, va a finire che ci ammaliamo tutti e quattro, e non credo che sia una buona idea…-disse Yusuke, alzandosi in piedi. Atticus e Yomi lo imitarono e, insieme agli altri due studenti, entrarono all’interno della struttura, al riparo dal temporale.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8- I primi dissapori ***


Capitolo 8- “I primi dissapori”

 

 

Ormai era trascorso più di un mese da quando era iniziato il nuovo anno all’Accademia del Duellante. Pegasus e i due fratelli Kaiba se ne erano andati già da diverso tempo, lasciando la situazione della ragazza nelle mani dei tre studenti d’elité. I tre Obelisk erano riusciti a convincere la Slifer a rimanere ancora un po’ sull’isola e, aiutati anche dai professori, soprattutto Banner, avevano iniziato a cercare una soluzione. Yomi, d’altra parte, non credeva che i tre riuscissero davvero a risolvere il suo problema, ma aveva accettato la proposta di Zane e aveva deciso che avrebbe provato da aspettare ancora qualche altro mese.
Anche Seto Kaiba, esattamente come la studentessa, era diffidente riguardo le possibilità del gruppetto, ma non aveva avuto nulla da ridire circa la soluzione provvisoria proposta dai ragazzi; per lui andava bene qualsiasi cosa, purché Yomi potesse ritornare a duellare. Sapeva bene che se una duellante del suo calibro si fosse diplomata nella sua scuola, la notizia avrebbe fatto il giro del mondo e l’istituto ne avrebbe beneficiato per molto tempo. Pegasus, invece, aveva molta fiducia nei tre studenti; sapeva bene di cosa potevano essere capaci delle menti fresche e giovani, quando erano stimolate a dare il massimo. E i tre Obelisk, di certo, non avevano la minima intenzione di arrendersi.
-Cancelliere, avvisatemi nel caso succeda qualcosa! Voglio essere informato su tutto, successi o fallimenti che siano! Non credo che esista una soluzione, né tanto meno che loro siano capaci di trovarla, dato che io non ci sono riuscito, ma se quei tre pensano di potermi superare, allora che lo dimostrino! Se riescono a trovare una soluzione che funzioni, voglio essere informato immediatamente! Sono stato chiaro?-aveva detto Seto Kaiba a Sheppard, mentre saliva sul suo elicottero privato.
-Certamente! Non si deve preoccupare di nulla, signor Kaiba! La terrò informato, qualsiasi cosa accada!-gli rispose l’uomo grassoccio. Il presidente della Kaiba Corp. fece un cenno d’assenso e prese posto sull’elicottero.
-Allora, se è possibile, vorrei essere informato anche io…-commentò Pegasus, porgendo il palmo al cancelliere.
-Sarà fatto!-rispose l’altro, ricambiando la stretta di mano.
Anche il presidente dell’Industrial Illusion prese posto sull’elicottero, di fianco al padrone dell’Accademia del Duellante. L’elicottero aveva già acceso i motori ed era pronto a partire; aspettava soltanto il fratello minore di Seto, che si stava attardando a salutare la ragazza.
-Mi raccomando, ragazzi, tenetela d’occhio!-esclamò Mokuba, rivolgendosi ai tre Obelisk, mentre si avvicinava alla pista di atterraggio.
-Per chi mi hai preso?! Non sono una bambina!-esclamò la giovane, risentita.
Il moro non riuscì a trattenere una sonora risata.
-Allora, se non sei una bambina, posso fare questo…-disse l’altro, mettendo entrambe le mani sulle spalle della ragazza, chinandosi sul volto di lei e baciandola vicino alla bocca.
-Idiota!-fece la ragazza, scostando bruscamente il ventenne.
-Sei veramente adorabile quando diventi rossa!
-Dacci un taglio, Mokuba!-protestò la Slifer, irritata. Il fratello minore di Seto scoppiò di nuovo in una fragorosa risata alla vista del volto rosso della studentessa.
-Sei veramente divertente!-esclamò poi, scompigliandole un po’ i capelli. Poi, si rivolse agli altri tre studenti:
-Che sia chiaro, lei è mia e non ho nessuna intenzione di lasciarvela!
-Non dire idiozie e muoviti a partire!-fece lei secca, spingendolo verso l’elicottero.
-Certo, certo…-rispose l’altro, avviandosi verso l’elicottero. Poi, non appena fu salito a bordo, si voltò verso Yomi e, sporgendosi dal mezzo, urlò:
-Ricordati che ho intenzione di sposarti non appena ti sarai diplomata! E io ottengo sempre quello che voglio!
-Smettila di dire cose imbarazzanti o ti picchio!-le strillò dietro la giovane, agitando un pugno, con fare minaccioso.
-Io te l’avevo detto che era innamorato di te… Il mio sesto senso non sbaglia mai!-commentò Atticus, sorridendo compiaciuto, mentre guardava l’elicottero allontanarsi all’orizzonte, diretto a Domino City.
-E cosa me ne importa?!-esclamò irritata la Slifer, mentre seguiva gli altri verso gli edifici principali dell’Accademia.
-Perché? E’ un bel ragazzo! Io ci farei un pensierino se fossi in te…
-Vuoi che ti picchi?!
-Dai ragazzi, cercate di andare d’accordo…-commentò l’Obelisk dai capelli verdi, voltandosi verso i due amici.
La Slifer e il castano lo ignorarono e continuarono a battibeccare per tutto il tragitto.
Da quel giorno, Yomi non era riuscita a rimanere sola nemmeno per un attimo. Yusuke e Atticus avevano deciso di non lasciarla in pace e la seguivano per tutto il campus, convinti in questo modo di riuscire a farla sentire a suo agio e senza accorgersi che, talvolta, soprattutto qualche comportamento un po’ eccessivo del dongiovanni, la mettevano ancora più a disagio. La ragazza non riusciva a rimanere sola nemmeno per durante la pausa pranzo. Anche quel giorno di primavera si trovava sulla terrazza in compagnia dei due Obelisk, che l’avevano praticamente costretta a trascorrere il pranzo insieme a loro.
-Come va a lezione?-le chiese Yusuke, come sempre.
-Bene… Abbiamo fatto un test anche oggi. Credo che Banner abbia la fissa dei test attitudinali…-rispose la studentessa.
-Non me ne parlare! Io li odio! Tutte le volte mi tocca studiare fino a notte fonda e stare alzato fino a tardi non fa bene alla mia pelle…-esclamò Atticus, portandosi una mano sulla fronte in modo plateale.
-Ultimamente li sto odiando anch’io…-commentò la Slifer a bassa voce.
-Perché? Non ti riescono? Hai difficoltà? Lo sai che se c’è qualcosa che non ti riesce, puoi benissimo parlarne con me o con Zane!-chiese Yusuke leggermente in ansia. Aveva sentito cosa aveva appena detto la ragazza e si era preoccupato.
-Oh, no, non è quello il problema! Mi riescono; li trovo solo noiosi e troppo semplici…
-Menomale! Sarebbe stato un guaio se tu andassi male a scuola…-commentò l’altro, tirando un sospiro di sollievo.
-Non devi preoccuparti… Lo sai che sono brava in queste cose!
-Sì, lo so… Ma non riesco a stare tranquillo lo stesso! Se tu avessi dei pessimi voti, la situazione si complicherebbe ulteriormente. Con dei voti alti, le tue possibilità di rimanere in Accademia anche se non trovassimo una soluzione, sarebbero comunque molto alte. Con dei buoni voti è quasi impossibile che decidano di bocciarti, sebbene tu non sia in grado di duellare…
-Lo spero…
-A proposito, credo di essere sulla buona strada! L’altro giorno mi è venuta in mente una cosa e forse ho capito qual è il problema…-continuò l’altro.
-Davvero?-chiese la matricola, sorpresa.
-Forse… Dovresti venire al dormitorio blu dopo le lezioni, così ne parliamo insieme!
-D’accordo, se non è un problema… Piuttosto, Zane dov’è?-chiese la giovane, guardando prima Atticus e poi l’altro Obelisk.
-Credo che sia ancora da Crowler… Gli ha chiesto di rimanere dopo la fine delle lezione perché doveva parlargli in privato e Zane ci ha detto che potevamo iniziare a mangiare senza di lui…-rispose Atticus.
-Ok… Allora iniziamo, altrimenti si fredda tutto!-disse la giovane, aprendo la confezione di spaghetti al ragù precotti che aveva comprato alla caffetteria e che aveva già scaldato al microonde. I due Obelisk la imitarono, aprendo ciascuno il proprio pasto. Poi, i tre si misero a mangiare in silenzio per diversi minuti. Dopo un po’, Atticus disse:
-Certo che potremmo andare a mangiare al dormitorio… Questa roba sembra cartone!
-Non possiamo lasciare Yomi da sola…-protestò Yusuke.
-Potrebbe sempre mangiare con noi al dormitorio blu; non credo che sia un problema…-disse una voce alle spalle del gruppo.
-Zane!-esclamò la giovane, voltandosi verso il ragazzo dai capelli blu, che era appena apparso sulla terrazza dell’edificio principale.
-Scusatemi, ma Crowler mi ha trattenuto più del dovuto…-disse l’altro, mentre si avvicinava al gruppo e si sedeva accanto alla giovane.
-Non ti preoccupare…-gli rispose l’Obelisk dai capelli verdi.
-Cosa ti ha detto?-chiese Atticus, porgendo il proprio pasto all’amico, che rifiutò con un cenno della mano.
-Mi ha chiesto se volevo rappresentare la nostra scuola al duello annuale con l’Accademia del Nord…
-L’Accademia del Nord?-chiese Yomi, guardando sorpresa i tre ragazzi.
-Non la conosci?-fece Yusuke.
La Slifer scosse la testa.
-Non posso certo biasimarti… E’ una scuola per duellanti, come la nostra, ma non è altrettanto famosa. Non so molto sul suo conto, ad essere sincero… Si dice che sia un istituto molto rigido, con una preparazione particolare e fuori dal comune. Da quello che ho capito leggendo in rete, sembra che spinga i propri studenti a “duellare per sopravvivere”. Probabilmente, mettono gli studenti in condizioni tali da dover dare il massimo, sempre e comunque, ma non so dirti di più… Le informazioni su quell’istituto scarseggiano.-le rispose Yusuke.
-La nostra scuola e l’Accademia del Nord sono praticamente rivali in tutto, sia nel modo di insegnare, sia su chi possiede o possedeva il miglior studente. Ogni anno si tiene un duello tra il rappresentante della nostra Accademia e il loro. Considerando che non corre buon sangue, puoi immaginare quanto sia importante vincerlo per la nostra scuola. E’ per questo che, di solito, lo studente scelto è il duellante migliore dell’istituto, e di solito è del terzo anno, anche se non è detto… L’anno scorso hanno scelto Makoto ed era al secondo anno…-continuò Zane.
-Makoto?-domandò la giovane.
-Quel ragazzo biondo che hai incontrato il primo giorno di scuola…-s’intromise Yusuke.
-L’amico degli scimmioni?
-Sì, proprio lui…-le rispose l’altro, trattenendo una risatina divertita. Gli piacevano i nomi fantasiosi che la Slifer affibbiava alle persone che non le rimanevano molto simpatiche.
-E ha vinto?
-Sì… E’ un bravo duellante, nonostante tutto...-le rispose l’Obelisk dai capelli blu.
Yomi lo guardò per qualche secondo pensierosa. Non capiva a cosa alludesse l’amico.
-Quindi, quest’anno Crowler ha scelto te come nostro rappresentante!-si intromise il castano, dando una sonora pacca sulla spalla del compagno.
-Mi ha detto di pensarci su e di dargli una risposta il prima possibile…-rispose Zane, lanciandogli uno sguardo truce.
-Hai già deciso?-chiese il giovane dai capelli verdi.
-Non ancora…
-Non puoi lasciarti sfuggire un’occasione come questa!-esclamò la Slifer.
-Sbaglio o è la stessa cosa che ti dissi io in occasione del tuo duello con Seto Kaiba?-le disse l’altro.
Yomi arrossì leggermente imbarazzata. Non le piaceva quando qualcuno le rinfacciava qualcosa, specialmente se quel qualcosa era stata una sua ripicca.
-Forse! Comunque, dovresti accettare!-rispose stizzita, infilandosi una forchettata in bocca.
-Lo so, ma ci devo pensare ancora un po’…
-Non hai mica paura di perdere?-chiese Atticus, mentre finiva, un po’ controvoglia, di mangiare il suo pasto.
-No, se Crowler me l’ha chiesto significa che ne sono all’altezza. Poi, da quando sono qui in Accademia non ho mai perso un duello, perciò credo di avere delle ottime possibilità di vincere. Però, si tratta di una grossa responsabilità… Devo rappresentare l’Accademia e non posso permettermi di sbagliare! Voglio prendermi un po’ di tempo per rifletterci con calma…
-Strano! Se si tratta di un duello, sfideresti anche il Re dei Giochi in persona! Non è da te essere così insicuro…-commentò Yusuke.
-Non fraintendermi, non sono insicuro. Devo solo valutare bene la situazione…
-C’è qualcosa che ti preoccupa?-chiese il dongiovanni del gruppo, sporgendosi verso l’amico.
-In realtà sì…-mormorò l’altro Obelisk, allontanandosi leggermente dal castano. Lo metteva sempre a disagio quando si avvicinava troppo al suo volto.
-E’ qualcosa di cui puoi parlarci?-chiese ancora Atticus, ritraendosi.
-Volendo sì, ma non voglio coinvolgervi inutilmente.
-Non c’è problema, siamo amici! Dico bene, Yomi?
Lo studente dai capelli castani si era voltato verso la giovane in cerca di approvazione. La Slifer lo guardò per qualche secondo, poi simulando indifferenza esclamò:
-Perché mi hai messo nel mezzo? Io non sono vostra amica!
Zane si lasciò sfuggire una smorfia divertita. La ragazza lo fulminò con lo sguardo, indispettita.
-Non mi credi?!
-Se fai quella faccia buffa, mi riesce difficile poterti credere!-le rispose il giovane dai capelli blu.
-Stupido antipatico!
Detto questo, la studentessa si alzò e si diresse, stizzita, verso le scale, che portavano all’interno della struttura. Atticus, preoccupato che si fosse arrabbiata sul serio, le andò dietro, cercando di spiegarle che l’amico non la stava assolutamente prendendo in giro.
-Accidenti, l’hai fatta arrabbiare…-commentò Yusuke, una volta che furono rimasti soli.
-Non credo; sta solo facendo finta…
-Ne sei sicuro? A me sembrava arrabbiata sul serio…
-Sì, fidati! Ha solo qualche difficoltà a dimostrare ciò che pensa e, per questo, tende a mentire, tutto qui.
-Vedo che hai imparato a conoscerla bene… Riesci a capirla meglio di chiunque altro… Forse più di me…-mormorò l’altro.
-Dici?-chiese Zane, cercando di nascondere il rossore che il commento dell’amico gli aveva suscitato. L’Obelisk dai capelli verdi non rispose. Aveva notato la reazione dell’altro e si stava domandando cosa realmente provasse per la Slifer.
-Comunque, cos’è che ti preoccupa così tanto da farti rinunciare ad un duello?-chiese Yusuke, dopo qualche minuto, mentre raccoglieva i cartoni vuoti del pranzo e li gettava in uno dei cestini che si trovavano sulla terrazza.
-Immagino che debba dirtelo…
-Non hai molte alternative… Se non lo fai, potrei anche trovare il modo di ricattarti!-fece l’altro, ridendo.
-Mi preoccupa Makoto…
Yusuke si voltò, un po’ sorpreso. Si aspettava qualsiasi cosa, tranne questa.
-Come mai?
-Non mi piace e non riesco a fidarmi di lui. Inoltre, è molto orgoglioso e non so come potrebbe reagire una volta che verrà a sapere che hanno scelto me e non lui, come rappresentante dell’Accademia…-disse Zane.
-Conoscendolo, si arrabbierà di sicuro… Ed escogiterà un modo per fartela pagare. Fa sempre così!-commentò serio l’altro Obelisk.
-E’ proprio per questo motivo che non sono sicuro di accettare… Non vorrei che se la prendesse anche con voi…
-Non devi preoccuparti! Ormai, io e Atticus siamo già sulla sua lista nera… E’ dall’anno scorso che non fa che prenderci in giro e denigrarci, in tutti i modi possibili. Non credo che possa escogitare qualcosa di peggiore…
-Questo lo so… Ma sono preoccupato anche per Yomi… Potrebbe prendersela anche con lei!
-Non credo… Yomi è una ragazza. Per lui le ragazze sono intoccabili, esattamente come per Atticus. Le difende sempre e le aiuta; con loro sembra quasi un’altra persona. L’hanno persino soprannominato “L’Angelo dell’Accademia”, per i suoi atteggiamenti da principe azzurro. Dubito che possa prenderla in giro o cose simili!
-Io non ne sarei così sicuro… Ci sono tanti modi per ferire una persona, non solo fisicamente…-mormorò l’altro.
Yusuke rimase qualche secondo in silenzio, guardando l’amico. Poi, disse:
-Dovresti accettare! Se Yomi venisse a sapere che hai rinunciato al duello per colpa sua, si arrabbierebbe molto… E se Makoto prova a prendersela con lei, la proteggeremo noi! Anche se non credo che ce ne sia bisogno! Lei è in grado di difendersi da sola e sono abbastanza sicuro che non le piacciano i tipi come lui…
-Sì, forse hai ragione… Ci penso un altro po’ e poi decido.-disse Zane, alzandosi in piedi e dirigendosi verso le scale. Yusuke lo seguì, un po’ sollevato. Era riuscito, in un modo o nell’altro, a risollevare il morale dell’amico.
Avevano appena sceso l’ultimo scalino, quando notarono proprio il biondo dalla giacca bianca mentre parlava con una ragazza dalla divisa rossa.
-Guarda chi c’è… Si parla del diavolo e spuntano le corna!-fece il giovane dai capelli verdi, indicando lo studente del terzo anno con un cenno del mento.
-E quella è Yomi…-gli fece eco l’altro. Poi, si avvicinò ai due studenti e, alzando la voce, si affrettò a richiamare l’attenzione della ragazza.
La studentessa, non appena si sentì chiamare, si voltò e rimase leggermente sorpresa nel vedere il volto arrabbiato dell’amico, mentre le veniva incontro.
-Zane, è successo qualcosa?
-Cosa sta succedendo?-chiese l’altro a sua volta, ignorando la domanda della giovane e lanciando uno sguardo fulminante all’altro studente.
Makoto sorrise, facendo finta di non aver notato l’espressione torva dell’altro.
-Niente di cui preoccuparsi… Mi stavo soltanto accertando che Yomi stesse bene!-gli rispose il biondo.
-E perché? Da quando in qua ti interessi a lei?
-Non posso essere gentile con una bella ragazza?
-Rispondi alla mia domanda…
-Zane, stai esagerando…-commentò irritata la ragazza del primo anno.
-Sarebbe veramente inaccettabile se qualcuno le desse fastidio solo perché si trova nel dormitorio rosso, non trovi?-rispose Makoto, continuando a sorridere.
-Non ce n’è bisogno… Lei è in grado di difendersi anche da sola!
-Come siamo insensibili! Si tratta pur sempre di una ragazza, non di un teppista! Le ragazze devono essere protette… E’ il compito di noi uomini!
-Credimi, lei non ne ha alcun bisogno!-esclamò Zane.
-Anche se fosse come dici tu, nessuno mi vieta di rivolgerle la parola…-commentò pacato l’altro.
-Te lo vieto io…
-E tu chi saresti?
-Nessuno!-esclamò la giovane, intromettendosi tra i due. Poi, rivolta a Zane, disse:
-Adesso smettila! Non c’è alcun bisogno che tu intervenga! Stavamo solo parlando, niente di più! Non sei nessuno per comportarti in questo modo!
-Yomi, tu non-
-Niente scuse! Non mi aspettavo un comportamento simile da parte tua! Adesso sparisci!-esclamò, spingendo via l’amico.
-Aspetta!-protestò l’altro, mentre cercava inutilmente di resistere.
-A quanto pare, Yomi è in grado di decidere per conto suo…-commentò Makoto.
Zane gli lanciò un’occhiataccia, irritato.
-Va bene, me ne vado…
Detto questo, l’Obelisk si allontanò, seguito da Yusuke, che era rimasto in disparte ad osservare la scena.
-Scusami…-disse la Slifer al biondo, dopo che i due del secondo anno si furono allontanati.
-Non ti preoccupare, posso capirli! In fondo, è normale voler proteggere una bella ragazza come te! Deve essere difficile, essere l’unica ragazza del dormitorio rosso… Anche Atticus, prima, è stato eccessivamente protettivo…
-Non riesco a capire cosa sia preso a tutti loro…
-Io, invece, penso di saperlo… Credo che sia per il fatto che non mi hanno molto in simpatia… A dirla tutta, non capisco cosa abbia fatto per meritarmi tutto questo odio!
-Non credo che sia questo il motivo…-commentò l’altra.
-Sei una matricola, quindi non puoi sapere cosa è successo l’anno scorso.
-L’anno scorso?
-Lasciamo perdere…
-No, aspetta! Dimmi cos’è successo!
Makoto la fissò per qualche secondo, pensieroso, poi disse:
-No, meglio di no… Sono tuoi amici, dico bene? Sarebbe un peccato rovinare un’amicizia per colpa di qualche stupido errore del passato…
-Hanno fatto qualcosa di male?-chiese Yomi, ansiosa. Era preoccupata e non riusciva a nasconderlo.
-No, non proprio… Cioè, dipende da cosa intendi tu con “male”! Lasciamo stare; è meglio se non sai nulla…
-Non se ne parla! Adesso me lo dici!-s’impuntò la ragazza.
-Non credo che questo sia il momento e il luogo giusto… Te ne parlerò in un altro momento, te lo prometto! Adesso, però, devo andare…-fece l’altro. Poi, salutò la Slifer con un gesto della mano, si voltò dall’altra parte e se ne andò.
Yomi non rispose al saluto e rimase per qualche secondo a fissarlo. Poi, si voltò nella direzione opposta e si diresse verso la sua aula.
“Chissà cosa è preso a tutti… E non capisco a cosa alludesse Makoto! Certo che sono proprio dei bei tipi! Prima vogliono che faccia amicizia con gli altri studenti e poi si arrabbiano se mi fermo a parlare con uno di loro! E da Zane non mi aspettavo proprio un comportamento simile! A volte non riesco proprio a capirlo… Oggi, poi, non lo sopporto! Prima mi prende in giro e adesso va su tutte le furie per niente… E lui sarebbe quello maturo con la testa sulle spalle?!”
-Mah… Chi li capisce è bravo!-mormorò tra sé e sé.
-Principessa, permettete una parola dal vostro umile servitore?-domandò lo spirito del samurai rosso fuoco, materializzandosi al fianco della Slifer.
-Yuki, quante volte devo dirti di non comparire mentre sono in mezzo alla gente? Non voglio passare per pazza solo perché ti rispondo…-disse la studentessa, abbassando repentinamente il tono della voce.
-Perdonatemi, ma c’è una cosa di cui vorrei mettervi al corrente…-continuò l’altro.
-Spero che non sia una stupidaggine o una delle tue solite fissazioni…
-Si tratta del ragazzo con cui avete appena parlato…
-Makoto?
-Esattamente…
-Non piace neanche a te?-fece la ragazza, cercando di assumere l’espressione più naturale possibile.
-Non proprio… E’ solo che non mi sembra una persona di cui possiate fidarvi. C’è qualcosa in lui che non mi piace. Vi chiedo di stare attenta…
-Non capisco cosa prenda a tutti voi… Stavamo solo parlando, no? O vuoi vietarmi anche tu di parlare con le altre persone?!
-Non è certo mia intenzione, né tantomeno potrei mai permettermi di farlo…
-Allora cosa vuoi?-il tono della ragazza si stava facendo sempre più irritato.
-Volevo solo chiedervi di stare attenta…
-D’accordo, lo farò… Ma non capisco cosa abbia di così pericoloso. Sembra un ragazzo come tutti gli altri…
Lo spirito di Duel Monster scomparve di nuovo. Non appena si fu volatilizzato, la studentessa tirò un sospiro di sollievo. Si era stufata di sentirsi dire cosa doveva fare e non le piaceva il modo in cui avevano trattato Makoto. Non che le fosse particolarmente simpatico; soltanto non lo trovava così pericoloso da giustificare tutta quella diffidenza.
“In fondo è solo un ragazzo; cosa potrà mai fare di così pericoloso? Sembra il classico tipo che si vanta di essere il migliore e che se la prende con i più deboli, ma dall’essere un bullo all’essere pericoloso ce n’è di strada! E trattarlo come se fosse il peggior criminale del pianeta non è un bell’atteggiamento; non me l’aspettavo da uno come Zane… Mi ha deluso!” pensò, mentre varcava la porta della sua aula. Poi, prese posto velocemente ad un banco delle prime file; tra non molto, sarebbero iniziate le lezioni pomeridiane.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9- Il primo vero litigio ***


Capitolo 9- “Il primo vero litigio”

 

 

Le lezioni erano appena finite e Yomi stava sistemando le proprie cose, quando si sentì chiamare dalla porta. Si voltò leggermente irritata e vide Yusuke, con il fiato corto. Sembrava che avesse corso per tutta la scuola.
-Non ti sei dimenticata di quello che dobbiamo fare oggi, vero?-chiese il ragazzo, mentre riprendeva fiato e si avvicinava alla giovane, destando la curiosità dei presenti.
-No, non ti preoccupare… Sarei venuta, nonostante tutto…-mormorò l’altra, finendo di raccogliere i libri.
-Sei ancora arrabbiata per quello che è successo prima?
-Sì, ma non con te… Quindi non preoccuparti!-rispose la Slifer, avviandosi verso la porta dell’aula. Yusuke la seguì.
-Vuoi che ti aiuti a portarli?-chiese l’Obelisk dopo un po’, indicando i volumi che la ragazza stringeva al petto.
-Non ce n’è bisogno…
L’altro fece per ribattere, ma ci ripensò e rimase in silenzio. Aveva notato l’espressione irritata e insofferente dell’amica e aveva pensato bene di non insistere oltre. L’ultima cosa che voleva era farla arrabbiare inutilmente.
“Non so cosa dire… Sembra veramente arrabbiata! Immagino che Zane abbia esagerato prima; non doveva insistere così tanto…” pensò lo studente, mentre seguiva la Slifer per i corridoi dell’Accademia.
I due uscirono dall’edificio principale e imboccarono il sentiero che portava al dormitorio blu. Erano rimasti in silenzio per tutto il tempo e Yusuke si stava chiedendo cosa potesse fare per allentare un po’ la tensione che si era creata.
-Senti… Per caso è successo qualcosa tra voi e Makoto?-fece la giovane, quando furono in prossimità del dormitorio Obelisk.
-Perché me lo chiedi? Ti ha detto qualcosa?-chiese a sua volta l’altro, preoccupato.
-Non proprio… Era come se volesse e non volesse dirmi niente allo stesso tempo…
-Meglio lasciar perdere… Non sono delle belle storie…
-E’ la stessa cosa che mi ha detto lui…
-Una volta ogni tanto siamo d’accordo su qualcosa…-commentò l’Obelisk sottovoce.
-Quindi devo dedurre che è successo qualcosa tra di voi…
-Yomi, è meglio se non sai nulla! E a dirla tutta, sono d’accordo con Zane quando dice che non dovresti parlare con quel tipo…
-Adesso ti ci metti pure tu?!-sbottò scocciata la Slifer, fermandosi di colpo.
-Ho solo espresso un’opinione…
-E con questo?!
-Lo sto dicendo per il tuo bene!
-Non mi sembra di avertelo chiesto!
-Te lo sto dicendo perché per me sei un’amica preziosa…
-Non m’interessa! Che motivo avete di trattarlo in questo modo?! Potrebbe non essere simpatico, ma è pur sempre una persona! Magari vuole solo essere vostro amico…
-Ne dubito…
-Comunque sia, non avete il diritto di trattarlo in quel modo! Vi comportate proprio come quei bulli che se la prendono con gli studenti del dormitorio rosso!
-Yomi, stai esagerando…
-No, siete voi quelli che stanno esagerando! Ho sbagliato a fidarmi di voi!-esclamò arrabbiata la studentessa. Poi girò i tacchi e ritornò verso gli edifici principali del campus, lasciando l’amico lì dov’era. Yusuke la guardò allontanarsi, ancora un po’ scioccato per la sua reazione. Non si aspettava che si arrabbiasse così tanto.
“Cos’ho detto di male? Le ho solo detto che non dovrebbe frequentarlo… Perché si arrabbia tanto? E’ proprio una gran testarda! Siamo solo preoccupati per lei… Se non capisce che lo facciamo per il suo bene, non è colpa mia… Non posso dare peso a tutti i suoi capricci! E poi non capisco proprio perché si arrabbi tanto…” pensò il giovane, mentre riprendeva a camminare verso il dormitorio blu. Sapeva bene che quello che avevano cercato di fare era giusto; se Yomi non lo capiva non poteva farci niente. E andarle dietro, cercando di farla ragionare come avrebbe fatto Atticus, non sarebbe servito a molto.
La ragazza, intanto, aveva raggiunto di nuovo l’ingresso dell’Accademia e l’aveva superato, dirigendosi verso il porto. Aveva appena raggiunto la scogliera, quando vide un gruppo di Obelisk vicino al dormitorio rosso.
“Che strano… Quando gli Obelisk si prendono la briga di venire fino al dormitorio Slifer, non è mai un buon segno! Di solito portano solo guai… Forse è meglio dare un’occhiata!” pensò Yomi, avvicinandosi, poi, per vedere cosa stesse succedendo.
-Allora, dove sono le carte che vi ho chiesto?-fece uno degli Obelisk, rivolgendosi a due studenti impauriti.
-Non le abbiamo, ci dispiace…-balbettarono i due, mentre si guardavano intorno, in cerca di una via di fuga.
“Sbaglio, o quei due sono in classe mia? Cavoli, non mi ricordo nemmeno come si chiamano… Non mi sembra che si stia mettendo bene per quei due! Forse dovrei intervenire… Cosa farebbe Yusuke?” pensò la ragazza.
-Vi dispiace?! E cosa dovrebbe importarmi? Mi sembrava di essere stato chiaro; se non volete che vi faccia del male, dovete tirare fuori quelle carte!-disse pacato l’altro studente.
-Ma non le abbiamo!-protestarono debolmente i due.
-E noi non vi crediamo! Sappiamo che ce l’avete… Tiratele fuori!-esclamò un altro Obelisk, avvicinandosi minaccioso e mostrando il pugno destro ai due Slifer.
Yomi era talmente vicina da poter sentire cosa si stavano dicendo. Aveva capito cosa stava succedendo e non le piaceva come si stavano mettendo le cose per quei due poveri ragazzi.
“Chissà cosa aspettano ad intervenire… Non vorranno mica che i loro amici vengano picchiati?!” pensò la giovane, guardando la porta della caffetteria. Aveva avvertito chiaramente che all’interno dell’edificio c’era qualcuno che stava cercando, in tutti i modi, di passare inosservato. Probabilmente non volevano essere coinvolti inutilmente in qualche disputa tra dormitori. In fondo, gli Slifer erano gli sfigati dell’Accademia, sempre presi in giro da tutti, studenti e professori; erano deboli e non erano in grado di farsi rispettare, da nessuno. Era logico che non volessero farsi coinvolgere!
“E pensare che secondo Yusuke erano molto più uniti degli Obelisk! A me sembra piuttosto il contrario… Come fanno a starsene immobili, mentre minacciano i loro compagni?!” pensò, continuando a guardare l’edificio, nella speranza che qualcuno intervenisse. Poi, tornò a concentrarsi sul gruppo di bulli, chiedendosi cosa avrebbe potuto fare. Fino a pochi mesi prima, avrebbe tirato a dritto, senza preoccuparsi di cosa sarebbe successo. Avrebbe pensato che se non erano capaci di difendersi da soli erano solo dei falliti e che non c’era alcun motivo per difenderli. Ma adesso era diverso! Non se la sentiva di voltare loro le spalle, come se niente fosse. Sapeva bene cosa voleva dire sentirsi abbandonati e, nonostante fino a poco tempo prima credesse che fosse giusto far soffrire gli altri tanto quanto aveva sofferto lei, adesso aveva capito che si stava sbagliando. Il fatto che avesse sofferto non le dava il diritto di fare le stesse cose a persone che nemmeno conosceva. Anzi, proprio perché conosceva quel dolore, doveva fare di tutto per evitare che gli altri ne venissero a conoscenza! E proprio per questo motivo, decise di intervenire e salvare i due malcapitati Slifer.
-Allora, ce le date o no?!-insistette uno degli Obelisk, afferrando uno dei due per il colletto della giacca.
-Sei stupido o cosa? Non hai sentito cosa ha detto?-esclamò la ragazza, avvicinandosi al gruppetto.
-Fatti gli affari tuoi, matricola!
-Sono anche affari miei!
-Guarda guarda, abbiamo una Slifer coraggiosa qui! Come mai non scappi come fanno i tuoi compagni?-disse, con tono di scherno, uno dei quattro, lasciando la presa sullo Slifer, che, approfittando dell’arrivo della ragazza, si allontanò il più velocemente che poteva dal gruppo di studenti, seguito dall’amico.
-Come se quattro cretini senza cervello, come voi, possano riuscire a spaventarmi!-commentò Yomi, sarcastica.
-Vuoi essere picchiata anche tu?!
-Provateci!
-Non ti conviene scherzare con il fuoco, ragazzina!-ringhiò uno degli Obelisk.
-Lo stesso discorso vale per voi…-rispose calma l’altra.
Il gruppo di bulli si stava innervosendo. Il tono sarcastico della ragazza li stava facendo arrabbiare.
-Per caso vuoi fare compagnia ai tuoi amici imbranati?!
-Se non volete farvi male, vi conviene andarvene! E dato che sono buona, vi concedo tre secondi di tempo…-continuò l’altra, ignorando i loro commenti.
-Vuoi proprio essere picchiata, eh?
-1…-disse Yomi, continuando a ignorare i quattro studenti.
-Hai intenzione di prenderci per il culo?!-esclamò quello che sembrava essere il capetto del gruppo.
-2…-continuò l’altra, come se niente fosse.
-Ma chi ti credi di essere?!-sbraitò l’altro, afferrandola per il colletto. Yomi non si scompose.
-3… Peggio per voi, vi siete scavati la fossa da soli!
Detto questo, la ragazza sferrò una ginocchiata in pieno stomaco allo studente che l’aveva afferrata per la divisa, facendolo rannicchiare in terra, dolorante. Gli altri rimasero ammutoliti per lo shock. Nessuno dei presenti, né i quattro Obelisk, né gli Slifer che si erano affacciati dalla caffetteria, si aspettavano una reazione del genere.
-Adesso non fai tanto il gradasso! Te l’avevo detto che ti conveniva andartene senza fare storie! Povero babbeo! Così impari a sottovalutarmi! Se ti trovo di nuovo a fare il bullo con qualche altro studente, non te la caverai con una ginocchiata! Capito?-fece la giovane, premendo con il piede sulla testa dello studente, come a volerlo umiliare più di quanto non avesse già fatto.
-Sì...-mormorò l’altro, ancora accasciato in terra, senza nemmeno alzare lo sguardo.
Yomi sorrise, compiaciuta, poi si scansò, per permettere all’Obelisk di alzarsi da terra e di allontanarsi, seguito a ruota dagli amici.
Non appena il gruppetto si fu allontanato, dalla caffetteria uscirono gli altri studenti del dormitorio, che erano rimasti tutto il tempo ad assistere alla scena senza muovere un muscolo.
-Non dovevi farlo! Non ne avevi né il motivo, né il diritto!-disse uno di loro, probabilmente uno studente del terzo anno.
-E’ incredibile! Vi salvo la pelle e voi mi rimproverate…-commentò l’altra, cercando di mantenere i nervi saldi.
-Non hai idea di cosa hai appena fatto… Adesso non ci lasceranno più in pace! Complimenti!-continuò l’altro, alzando la voce.
-Provate a difendervi, invece di rimanere immobili come dei cretini!-ribattè l’altra, sempre più irritata. Non le piaceva il modo in cui la stava trattando e non voleva mettersi a discutere anche con loro. Non voleva essere ringraziata, ma nemmeno essere aggredita in quel modo, solo perché aveva cercato di proteggere delle persone.
-Ecco perché non sopporto le matricole! Non sanno niente di come funziona qui e non fanno altro che creare problemi! Anche voi due…-disse l’altro, rivolgendosi ai due ragazzi che erano stati presi di mira dal gruppo di bulli.
-Ci dispiace, Eichi!-risposero i due, in coro.
-Per quanto ti riguarda, in qualità di rappresentante del dormitorio rosso, riferirò tutta la faccenda al cancelliere e farò in modo che tu venga punita! Forse, così facendo, evito che succeda il finimondo con il dormitorio blu…-continuò l’altro Slifer, volgendosi di nuovo verso la giovane.
-Stai scherzando?!-esclamò Yomi, avvicinandosi minacciosa all’altro ragazzo.
“Non m’importava se è del terzo anno; non posso sopportare un affronto simile! Mi sta trattando come se fossi il peggior teppista dell’isola, come se avessi fatto chissà cosa!”
-No, per niente!
-Stai dicendo che vuoi mettere me nei guai, solo perché ho voluto aiutare due ragazzi, e non gli Obelisk, che fanno sempre cosa pare a loro e continuano a maltrattarvi!
-Voi del primo anno siete proprio noiosi… Venite qui e pretendete di voler cambiare le cose! Gli Obelisk devono comportarsi in questo modo; è necessario!
-Tu sei pazzo! Che razza di discorsi sono?!-esclamò infuriata la giovane, afferrando l’altro per la divisa.
-Mi aggredisci? Così non migliori di certo la tua situazione… Vuoi essere espulsa?
-Bastardo!
-Yomi, calmati! Non devi arrivare alle mani!-esclamarono due Slifer del primo anno, afferrando la ragazza per le spalle e allontanandola dall’altro. Yomi cercò inutilmente di liberarsi dai due giovani, che la trascinarono quasi di peso via dal dormitorio rosso, su un sentiero che portava alla banchina del porto. Gli altri studenti del primo anno seguirono i tre, cercando di far placare l’ira irruenta della matricola.
-Lasciatemi!-esclamò la studentessa, mentre veniva trascinata via da quelli del primo anno.
-Non possiamo! Cerca di calmarti…-le risposero gli altri studenti, continuando a trascinarla per il sentiero che costeggiava la scogliera.
-Come faccio a calmarmi?! Ma l’avete sentito! Mi stava accusando di avervi salvato le chiappe! E’ ridicolo!-esclamò la studentessa, rivolgendosi alle due vittime di bullismo.
I due si guardarono per un po’ in silenzio, incerti su cosa dire, poi uno dei due disse:
-Il rappresentante ha ragione. Non saresti dovuta intervenire…
-E perché? Non ho fatto niente di male!
-Lo sappiamo bene, ma quelli del secondo e del terzo anno non vogliono ribellarsi agli Obelisk. E poi, la colpa era anche nostra…
-Perché? Cos’è successo?-chiese Yomi, calmandosi un poco.
-Tu non ci sei mai al dormitorio rosso, perciò non puoi sapere come funzionano le cose. Il ragazzo Slifer che hai minacciato poco fa è il nostro rappresentante di dormitorio. Da quanto ho capito, esiste una specie di accordo con qualcuno di molto influente del dormitorio blu… In realtà, i dettagli non li conosce nessuno, a parte Eichi. Inoltre, sembra che questa storia vada avanti da diversi anni…
-Un accordo? A cosa vi riferite?
-Secondo quanto hanno stabilito, sembra che a turno, più o meno ogni settimana, due ragazzi dello Slifer rosso debbano consegnare un certo numero di carte agli studenti dell’Obelisk blu. Il numero viene stabilito di volta in volta e nessuno può rifiutarsi.
-Ma è assurdo?!
-Certo che lo è, ma ai ragazzi più grandi, soprattutto al rappresentante, sta bene così. E alla fine, quelli che ci rimettono siamo sempre noi…
-Sheppard lo sa?
-No, e non deve saperlo!
-E perché?-chiese la giovane, sempre più allibita.
-Se venisse a saperlo, il nostro dormitorio cesserebbe di esistere.
-State esagerando! Nessun Obelisk può fare una cosa del genere!
-Il cancelliere non riesce a controllare tutta la scuola come vorrebbe. Ci sono diverse cose su cui la sua influenza non conta nulla… E i rapporti tra i dormitori è una di quelle! Credimi quando ti dico che potrebbero anche abbatterlo…
-E’ assurdo!
-…
-Aspettate, quindi mi state dicendo che questa volta è toccato a voi due?
-Sì… Stamani il rappresentante è venuto in camera nostra, dicendo che eravamo stati estratti e che dovevamo consegnare agli Obelisk quattro carte a testa. In particolare, io dovevo consegnare “Cambiare idea” e lui “Mago della fede”. Quando sono arrivati i tizi dell’Obelisk, ci siamo rifiutati di consegnare quelle due carte. Gli abbiamo detto che non le avevamo più, ma loro insistevano nel dire che le avevamo e che non dovevamo mentire, perché se ne sarebbero accorti subito. Le cose hanno iniziato a peggiorare e il rappresentante ha detto che la colpa era nostra e che nessuno si sarebbe dovuto azzardare ad aiutarci, altrimenti ci sarebbe andato di mezzo tutto il dormitorio.
-Immagino che gli abbiano dato tutti retta…-commentò Yomi.
-Adesso capisci perché non dovevi intervenire?
-No, non capisco proprio per nulla! Quello che dite non ha il minimo senso!
-Ma…
-Niente scuse! Vi state comportando come dei vermi, strisciate sotto la scarpa degli Obelisk e fate come dicono solo perché avete paura! Le persone vili come voi sono insopportabili!
-Non possiamo ribellarci…
-Invece potete! Dovete iniziare a pestare un po’ i piedi e vedrete che inizieranno a portarvi rispetto!
-Per te è facile; nessuno se la prenderebbe con una ragazza!-ribattè l’altro Slifer.
-Invece ti sbagli! Hanno provato a mettermi i piedi in testa fin da subito, ma gli ho fatto capire che non ho alcuna intenzione di farmi comandare da loro! Dovete farlo anche voi, sia con gli Obelisk, sia con gli altri Slifer.
-Stai dicendo che dobbiamo infrangere le regole?-chiese preoccupato uno dei ragazzi.
-Se per voi quello che vi dice il rappresentante sono regole, allora sì…
-Non possiamo farcela…
-Certo che potete! Basta impegnarsi e credere un po’ di più in voi stessi!
Il gruppetto rimase in silenzio per diversi minuti a rimuginare su ciò che aveva detto la ragazza. Di tanto in tanto si guardavano, cercando di scoprire cosa stessero pensando gli altri.
-Hai ragione; non possiamo continuare in questo modo…-mormorò ad un certo punto un ragazzo grassoccio, con la divisa bianca e rossa.
-Certo che ho ragione!-rispose l’altra.
-Però, adesso sei nei guai…-commentò un altro.
-Già, è vero! Se raccontano quello che è successo a Sheppard, rischi di essere espulsa dall’Accademia…
-Non preoccupatevi, basta parlare con Sheppard e spiegargli come-
-Non dovresti… Non è una buona idea spifferare tutto!-la interruppe una matricola.
-E secondo voi, cosa dovrei fare?-chiese l’altra, leggermente scocciata.
-Dovresti prenderti le tue responsabilità…-commentò il ragazzo, con un filo di voce. Era impaurito dalla Slifer e aveva paura che potesse arrabbiarsi ulteriormente.
-Non credevo che l’avresti detto… Non ho parole!
-…
-Immaginavo che sarebbe finita così! Se volete che mi prenda le mie responsabilità, va bene, ma non pensate che mi prenda tutta la colpa!
Detto questo, Yomi si diresse in direzione della struttura principale dell’Accademia, dove si trovava la presidenza. Giunta in prossimità dell’ingresso, si scontrò con il rappresentante del dormitorio rosso, che stava uscendo dall’edificio, reduce da una lunga chiacchierata con il cancelliere.
-Credo che il cancelliere voglia vederti… E non sembra molto contento!-disse quest’ultimo, guardando compiaciuto la ragazza.
-Pensi davvero di passarla liscia? Sei un povero idiota…
-Ne riparliamo dopo la tua chiacchierata con Sheppard…-rispose l’altro, superando la studentessa e dirigendosi verso il dormitorio blu.
-Credo che stia andando a sistemare le cose con quelli del dormitorio blu… Mi sa che sei nei guai!-commentò lo Slifer grassoccio, guardando la giovane.
-Mi hai seguita?-chiese Yomi, sorpresa nel vedere il compagno di classe.
-Non potevi andarci da sola! Avrai bisogno di un po’ di sostegno, no?-fece l’altro, sorridendo fiducioso.
-Sei gentile Chumley…-commentò la ragazza, sorridendo anch’essa, a sua volta.
Il ragazzo dalla divisa bianca e rossa, le cui fattezze ricordavano molto un koala, arrossì leggermente di fronte al complimento dell’altra. I due, poi, entrarono dentro all’edificio e si diressero, quasi di corsa, nell’ufficio del cancelliere. Arrivati di fronte alla porta, Yomi fece un sospiro per scaricare la tensione e bussò delicatamente alla porta.
-Avanti!-disse, con tono autoritario, una voce dall’interno.
I due Slifer varcarono la soglia, con il cuore in gola.
All’interno della stanza c’era solo Sheppard, seduto sulla sua poltrona e voltato verso la finestra che si trovava alle sue spalle.
-Mi cercava, cancelliere?-esordì Yomi, facendo finta di non sapere il motivo per cui era stata chiamata.
L’uomo sospirò, poi si voltò verso i due studenti, scuotendo la testa.
-Sono contento che tu sia venuta così presto…-disse l’uomo, rivolgendosi alla ragazza.
-Di cosa voleva parlarmi?-chiese di nuovo la studentessa.
-Eichi mi ha appena informato di quello che è successo al dormitorio rosso…
-Cioè?
-Mi ha detto che hai attaccato briga con un gruppo di Obelisk e che hai sferrato una ginocchiata ad uno di loro. Poi hai minacciato pure lui… E’ vero?
-In parte sì, in parte no… E’ vero che ho picchiato quel tipo e che ho minacciato anche Eichi, ma non sono stata io la prima ad attaccare briga e, se ho agito così, è stato solo per difendere due studenti del dormitorio rosso che erano stati presi di mira da quelli dell’Obelisk blu… Sono stati loro ad iniziare!
-Però hai alzato le mani…-mormorò l’uomo.
-Sì, questo è vero…-ammise Yomi.
-Non posso chiudere un occhio, lo capisci?
-Sta dicendo che mi vuole punire lo stesso?-chiese la ragazza, cercando di frenare il suo stupore.
-Hai comunque alzato le mani su un altro studente e, a prescindere dalle motivazioni che potevi avere, è sbagliato. Devo comunque punirti!
-Vuole espellermi?-l’espressione della Slifer divenne improvvisamente preoccupata. In quel momento aveva realmente paura che potesse cacciarla dall’Accademia.
-No… Non è così grave da richiedere l’espulsione. Ne devo parlare con gli altri insegnanti, comunque… Per ora, volevo solo sapere la tua versione dei fatti…-continuò l’altro, tranquillizzando la giovane.
-Quindi posso andare?
-Aspetta! Il ragazzo che hai picchiato è Jonouchi Goruden, vero?-chiese Sheppard.
-Ehm…
-Sì, è lui…-rispose Chumley al posto della ragazza. Yomi ringraziò mentalmente il compagno; lei non aveva la più pallida idea di chi fosse quel tipo.
-Capisco… Per ora puoi andare!-fece il cancelliere, facendo segno ai due studenti di uscire dalla stanza.
Una volta fuori, Chumley le chiese cosa avesse intenzione di fare.
-Non saprei…
-Vuoi sfidarlo a duello?-chiese lo Slifer, con un filo di ansia.
-Potrebbe essere un’idea, ma purtroppo non posso…
-Menomale! Quel tipo è piuttosto forte e uno Slifer non avrebbe nemmeno mezza chance di vincere… E’ troppo forte, anche per una come te!
-Chi? Quel Jonouchi?-chiese la ragazza.
-Già, proprio lui… Non devi sottovalutarlo! E’ uno tra gli Obelisk più forti di tutta l’Accademia!
-Interessante…-mormorò l’altra, sorridendo eccitata.
-Ti piace proprio duellare, eh?
-Perché? A te non piace?
-Se fossi bravo credo che mi divertirei anch’io…
-Non hai molta fiducia in te stesso!-commentò Yomi. Poi salutò il compagno e si allontanò, diretta verso l’ingresso principale. Giunta in prossimità delle scale del secondo piano, incrociò i tre studenti d’elitè, che salivano quasi di corsa. Non appena i tre si accorsero della presenza della ragazza, si fermarono di colpo.
-Cosa hai fatto?-chiese Atticus, con un filo di voce.
-Di cosa parli?-chiese a sua volta l’altra, stupita. Non capiva a cosa si riferisse l’amico.
-Parlo di Jonouchi… Perché l’hai picchiato?-insistette l’altro.
-E voi come fate a saperlo?
-L’ha strillato per tutto il dormitorio. Dice che la ragazza Slifer ha avuto il coraggio di picchiarlo… E l’unica Slifer tra le ragazze sei tu!
-Che esagerazione… Gli ho solo tirato una ginocchiata…-commentò Yomi, pacata.
-“Solo una ginocchiata”?! Ma ti rendi conto delle conseguenze?! Potresti essere espulsa!-sbottò Yusuke arrabbiato.
-Certo che me ne rendo conto, ma non ho intenzione di scusarmi per quello che ho fatto… Si meritava molto di più!-rispose la Slifer, cercando di passare oltre.
-Aspetta!-disse Zane, mettendosi di fronte alla giovane e bloccandole il passaggio.
-Spostati!-sibilò la studentessa. Era ancora arrabbiata per quello che era successo qualche ora prima e non aveva molta di voglia di vedere i tre ragazzi.
-No…
-Che diavolo vuoi?-sbottò l’altra.
-Non capisci la gravità della situazione?
-Siete voi che non capite!
-No, sei tu che sei talmente ottusa da non voler capire!-esclamò il ragazzo dai capelli blu.
-Non puoi andare in giro a picchiare le persone!-continuò Yusuke, alzando la voce.
-Non sono cose che vi riguardano, e adesso fatemi passare!
Zane si mise di nuovo di fronte all’amica, impedendole di andare oltre.
-Si può sapere cosa ti sta succedendo?!-chiese lo studente.
-Dovrei essere io a chiedervelo! Vi state comportando come tre idioti! Non vi sopporto più!
-Qui l’unica idiota sei tu! Possibile che non riesci a comportarti come una persona matura? Che motivo hai di alzare sempre le mani? Come fai a non capire che con la violenza non si risolve mai niente?!-sbottò l’altro, accompagnando il tutto con un sonoro schiaffo.
Yusuke e Atticus ammutolirono. Yomi, dal canto suo, rimase a bocca aperta dalla sorpresa. Continuava a fissare incredula il ragazzo che aveva di fronte. Era talmente scioccata, che non sentiva nemmeno il dolore. Poi, molto lentamente, si portò una mano sulla guancia, gonfia e paonazza.
-Cerca di capire…-mormorò l’altro, abbassando lo sguardo.

-Vai al diavolo!-esclamò Yomi, trattenendo a stento le lacrime. Poi, spinse violentemente l’Obelisk da una parte e si precipitò giù per le scale, ancora sconvolta per quello che era appena successo.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10- I primi guai ***


Capitolo 10- “I primi guai”

 

 

Yomi stava scendendo velocemente le scale, ancora sconvolta per quello che era appena successo. Non riusciva a credere che Zane l’avesse appena schiaffeggiata.
“Stupido Zane! Non avresti dovuto farlo! Si può sapere cosa vi prende a tutti quanti?! Perché continuate a rimproverarmi, come se fosse tutta colpa mia? Perché qualsiasi cosa cerchi di fare non va mai bene?! Maledizione!”
-Principessa…
-Vattene Yuki! Non ho voglia di parlare con nessuno adesso!-rispose secca la ragazza. Il samurai rosso fuoco non disse niente e ritornò da dove era venuto.
La Slifer aveva appena raggiunto la fine del corridoio del secondo piano, quando, svoltando l’angolo, finì con lo scontrarsi con un ragazzo, cadendo in terra.
-Che cavolo…
-Yomi, tutto a posto?-le disse una voce familiare. La giovane era certa di averla già sentita da qualche parte.
Yomi alzò gli occhi e si trovò faccia a faccia con il ragazzo biondo dalla divisa bianca.
-Makoto…-mormorò la giovane, portandosi istintivamente una mano sulla guancia, ancora rossa per lo schiaffo di poco prima.
Il ragazzo dai capelli color oro le porse la mano, sorridendo come sempre. Yomi la afferrò senza pensarci e si mise in piedi, mormorando un flebile ringraziamento. Poi, fece per passare oltre, quando l’altro la trattenne per un braccio.
-E’ successo qualcosa, vero?
-Ma cosa dici?!-ribattè irritata l’altra.
-Dico la verità!
-Non è successo niente…-rispose la ragazza, nascondendo il rossore con la mano libera.
-Non mentire! So benissimo che è successo qualcosa… Altrimenti, non avresti alcun motivo per avere gli occhi lucidi…
-Ti ho detto che non è successo niente! E lasciami stare!-ribattè secca lei.
-Hai litigato di nuovo con Zane e Atticus?-insinuò l’altro, pacato.
-No…-rispose Yomi, abbassando lo sguardo.
-A quanto pare ho indovinato… Ti va di parlarmene?-chiese l’Obelisk dalla divisa bianca.
-Lascia perdere!
-Credevo che ti fidassi di me…
-Non fraintendermi, non è che non mi fido di te! Voi non andate d’accordo, perciò non credo che sia giusto dirti quello che è successo. Inoltre, non sono cose che ti riguardano e non voglio coinvolgere nessuno…
-Capisco… Ma se hai bisogno di qualcuno con cui confidarti, conta pure su di me!
-Ok…-mormorò la giovane, continuando a tenere la mano sulla guancia sinistra.
-Inoltre, non dovresti nascondere una cosa del genere…-continuò l’altro, afferrandole dolcemente la mano e scostandola dal viso, fino a scoprire la macchia rossa. Yomi si liberò d’istinto dalla presa dell’altro e retrocesse di qualche passo.
-Ti ho detto di lasciar perdere!
-Chi è stato?-chiese l’altro, ignorandola.
La Slifer si morse il labbro inferiore, voltandosi dall’altra parte, e non rispose. Non voleva che scoprisse del suo litigio con i tre Obelisk e soprattutto non voleva mettere nei guai Zane. Nonostante fosse ancora furiosa con lui, non voleva creargli problemi e non voleva che rischiasse l’espulsione per colpa sua.
“Se scopre chi è stato, lo riferirà subito a Sheppard… Non voglio creargli problemi, sebbene un po’ se lo meriti!”
-E’ stato uno di loro?-continuò l’altro.
-No!-rispose secca l’altra, continuando a dargli le spalle.
Makoto la prese per un braccio, costringendola a voltarsi e, guardandola fissa negli occhi, disse:
-E’ stato Zane, vero?-insinuò il biondo.
Per una frazione di secondo, Yomi spalancò leggermente gli occhi. Accadde in un lasso di tempo brevissimo, ma più che sufficiente per Makoto. Del resto, scorgere la più profonda essenza delle persone era la sua specialità. Le aveva osservate talmente a lungo, che ormai gli era impossibile non leggere la mente degli altri. Non lo faceva realmente, era solo un ottimo osservatore ed aveva imparato a leggere il linguaggio corporeo. Era questa la sua specialità, specialità che impiegava abitualmente nei duelli e che gli avevano permesso di vincere più di una volta.
-No…-rispose la studentessa, liberandosi di nuovo dalla presa del giovane.
-Invece è stato lui! Riesco a leggerlo nei tuoi occhi…
-Queste non sono cose che ti riguardano!-sbottò l’altra, voltandosi di nuovo dall’altra parte.
-La cosa non mi stupisce…-commentò l’altro, ignorando la ragazza.
-In che senso?-chiese, sorpresa, l’altra.
-Sai, non è la prima volta che succede una cosa del genere… Anche l’anno scorso è successa una cosa simile! Oh, dimenticavo che tu non sai niente di quella faccenda…
“Ancora questa storia…” pensò la giovane, squadrando l’altro.
-Cos’è successo?
-Sei sicura di volerlo sapere?-chiese a sua volta il biondo.
La Slifer annuì decisa. Makoto sorrise leggermente, di fronte alla reazione della ragazza.
-Allora te lo racconterò, ma devi promettermi che non litigherai di nuovo con loro per questa cosa! Sarebbe un vero peccato se la vostra amicizia dovesse finire per colpa mia!
-Non ti preoccupare, tanto non credo che possa peggiorare ulteriormente la situazione…-mormorò sommessamente la studentessa.
-D’accordo, allora te lo racconto…
Poi, prese fiato e iniziò:
-E’ successo l’anno scorso, poco dopo che era iniziato l’anno scolastico. Io ero al secondo anno ed ero lo studente migliore di tutta la scuola. Zane, Atticus e Yusuke erano al primo anno ed erano delle promettenti matricole. Non appena li vidi duellare, pensai che sarei potuto diventare loro amico; lo desideravo realmente. Erano ottimi duellanti e sembravano anche delle brave persone. Pensai che con loro mi sarei divertito e avrei passato delle piacevoli giornate; inoltre, l’idea di potermi confrontare con loro in qualsiasi momento mi entusiasmava. Mi fecero subito un’impressione positiva. Ma sai come si dice: mai giudicare un libro dalla copertina. Nonostante sembrassero dei bravi ragazzi, con la testa sulle spalle, nascondevano una natura molto diversa. E purtroppo, lo scoprii a mie spese…
-Perché? Cos’è successo?
-Cercai di stringere amicizia con loro e all’inizio pensai sul serio di esserci riuscito. Erano gentili e mi chiedevano spesso consigli; mi venivano a cercare nelle ore libere e mi avevano persino invitato a trascorrere con loro diversi fine settimana. Ben presto, però, mi accorsi che più passava il tempo, più iniziavano a trattarmi con freddezza. Ad un certo punto, smisero di parlarmi ed iniziarono ad evitare di incontrarmi. Più cercavo di riavvicinarmi a loro e più venivo respinto. Non ne capivo il motivo e provai a chiederglielo diverse volte, ma le loro risposte erano sempre molto vaghe. Dopo qualche mese, assistetti ad un evento a cui non avrei dovuto vedere.
-Una evento?
-Sì… Vidi una ragazza del primo anno mentre si dichiarava a Zane. Capitai nel posto sbagliato, nel momento sbagliato; non era mia intenzione origliare, ma non ci potei fare nulla. Ero lì e sentii tutto. Lui la respinse in modo molto brusco, dicendo che non era interessato alle ragazze e che doveva smettere di importunarlo. Poi le disse tutta una serie di cose molto cattive, offese sopratutto, tanto che quella povera ragazza si mise a piangere e scappò via in lacrime. Dopo averla vista scappare, mi avvicinai e gli dissi che era stato insensibile e molto crudele. Lui mi rispose che non erano affari miei e che trattava gli altri nel modo che si meritavano. Cercai di fargli capire che non era quello il modo di trattare una ragazza e che sarebbe dovuto essere molto più gentile, ma non volle darmi ascolto e se ne andò. Quella ragazza, nel frattempo, si ritirò dall’Accademia, dopo che finì in infermeria diverse volte. So che tentò il suicidio più di una volta e sono abbastanza sicuro che la colpa fosse anche di Zane e del modo in cui l’aveva trattata. Il cancelliere decise che era meglio rimandarla a casa e richiamò i suoi genitori. Quando Zane lo venne a sapere era quasi contento di essersene liberato. Non potendo sopportare oltre il suo atteggiamento, lo sfidai a duello. Vinsi, ma, nonostante tutto, iniziarono a circolare voci sul fatto che mi avesse sconfitto. Sono abbastanza sicuro che furono Atticus e Yusuke a metterle in giro; in fondo, erano gli unici ad aver assistito al duello. Mi arrabbiai e cercai di affrontarlo, ma l’unica cosa che ottenni fu un pugno in faccia. Non riferii la cosa a Sheppard, tanto non ci avrebbe mai creduto. Per lui, Zane è il ragazzo bravo e gentile che tutti conoscono; nessuno mi avrebbe mai creduto! E’ per questo motivo che non mi sorprende che ti abbia schiaffeggiato…
Makoto le afferrò di nuovo il volto, guardando la macchia rossa che lentamente stava scomparendo.
-La cosa più triste è che per te, lui è un amico… Ma non potevi sapere che avrebbe reagito così! A Zane non piace essere contraddetto e, quando si arrabbia, arriva facilmente alle mani…
-E’ assurdo… Loro non farebbero mai una cosa simile… Zane non è così…-protestò debolmente l’altra.
-So che può essere difficile da accettare, ma è successo. E nonostante tutto, continuo a non capire cosa abbia fatto di male per meritarmi tutto questo odio. Ho solo cercato di proteggere una ragazza e di fargli capire che stava sbagliando, niente di più! Ma nessuno dei tre ha cercato di ascoltarmi; è molto più facile tapparsi le orecchie e fare finta di non sentire. Dopo quella volta, hanno cercato di mettermi in cattiva luce, in qualsiasi modo. Sia con le ragazze, sia con gli altri studenti del dormitorio blu. Hanno persino cercato di mettermi contro il dormitorio rosso. Dicevano che me la prendevo con gli Slifer e che, dietro a tutti quegli episodi di bullismo, c’ero io. Ma non è assolutamente vero! Cerco sempre di impedire gli atti di bullismo e se vedo degli Slifer in difficoltà faccio di tutto per aiutarli! In fondo, sono intervenuto anche quella volta che se la sono presa con te! Te lo ricordi, vero?
Yomi fece un piccolo cenno d’assenso, senza alzare lo sguardo. Continuava a pensare alla storia che le aveva appena raccontato Makoto. Non riusciva a crederci; non poteva credere che quei tre ragazzi fossero quel genere di persone.
-Quello che mi hai raccontato è vero? E’ successo veramente?
-Non ci credi? Posso capirti; in fondo, non è una cosa facile da accettare! Ma devi credermi; non avrei alcun motivo di raccontarti una bugia!-disse l’altro, poggiandole entrambe le mani sulle spalle.
-E quindi? Cosa dovrei fare?-chiese l’altra, continuando a guardare in basso.
-Non saprei proprio cosa dirti…
-Non è carino, sai? Prima mi racconti una cosa del genere e poi te ne lavi le mani! Non avresti dovuto dirmelo, se poi non saresti stato in grado di consigliarmi… Loro sono gli unici amici che ho; se perdo loro non ho più nessuno! E se quello che mi hai detto è vero, non so davvero come comportarmi… Come farò a guardarli in faccia d’ora in avanti?
-Yomi, mi dispiace… Davvero, non era mia intenzione! Non volevo che tu soffrissi e ho pensato che sarebbe stato giusto metterti in guardia. Non volevo crearti dei problemi…
-Avresti dovuto pensarci prima… Adesso non so più cosa fare…
Il biondo rimase in silenzio per diversi minuti, continuando a guardarla.
-Potresti smettere di frequentarli…-sussurrò poi, con un filo di voce.
-No… Non posso… Non ho nessun’altro…-mormorò l’altra, scuotendo violentemente la testa.
-Ci sono io… Posso essere tuo amico! E’ dal momento in cui ti ho vista che lo desidero, ma quella volta mi hai trattato con freddezza e dopo trascorrevi tutto il tempo circondata da quei tre. Avevo paura che ti avessero già parlato male di me e non sapevo come comportarmi… Sei una ragazza particolare e non volevo ferirti senza volerlo… E’ per questo che non ho avuto il coraggio di parlarti prima!
-Non posso… Tu non sei loro… Io mi fido di te, ma quello che mi hai detto… Non riesco ad accettarlo; è assurdo… Potresti aver frainteso tutto! In fondo, è facile fraintendere gli altri… Con me è sempre successo…
-Non credo! Credimi, non sono le brave persone che pensi… Non ti conviene affezionarti, potresti pentirtene!
-No, ti sbagli! Loro non sono così… Loro riescono a vedermi per quello che sono realmente; non sono cattivi… Sono buoni e gentili, e hanno molta pazienza con me!
-Yomi, cerca di aprire gli occhi… Se davvero sono gentili come dici, allora perché ti hanno fatto questo?-esclamò l’Obelisk, sfiorando con un dito la guancia ancora un po’ rossa della ragazza.
Yomi non rispose; non sapeva cosa dire. Non riusciva a convincere né l’altro, né tantomeno se stessa. Non voleva credere a quello che le aveva detto Makoto; non voleva credere al fatto che i suoi primi amici fossero delle pessime persone. Il suo istinto le diceva il contrario, esattamente come il suo cuore, ma la ragione no. Il cervello le diceva di fidarsi di Makoto; in fondo, il suo ragionamento non faceva una grinza. Il modo in cui la trattavano ultimamente e quello che era successo poco prima, la facevano indurre a credere realmente alle parole del biondo. In fondo, nessuna persona realmente gentile alzerebbe le mani su una ragazza.
-Io ti consiglio di non affezionarti troppo, ma capisco che per te siano speciali. Se ti succede qualcosa, parlamene e cercherò di aiutarti come posso. Se ti fanno ancora del male, dimmelo subito. Non devi tenerti tutto per te, sono stato chiaro?
La Slifer annuì leggermente. Il giovane le diede una leggera pacca sulla testa e, dopo averla salutata, si allontanò lungo il corridoio. Yomi rimase qualche minuto a guardare il vuoto.
“Non può essere come ha detto Makoto… Loro non farebbero mai una cosa del genere… Ne sono sicura! Però, come faccio ad essere sicura di una cosa simile? Alla fine, quanto li conosco realmente? Quanto so su di loro? Poco o nulla… Mi sto basando solo su delle sensazioni, ma anche quella volta, alle elementari, basandomi su delle sensazioni, ho pensato che fossero delle vere amiche. E alla fine mi sono dovuta ricredere! Forse sono troppo ottimista nei confronti degli altri… Ma non posso rinunciare a loro… Sono gli unici amici che ho! E non so se mi posso fidare di Makoto… Non lo conosco quasi per nulla! Però, non conosco nemmeno Zane e gli altri… Cosa dovrei fare adesso? Forse parlare anche con loro e chiedere spiegazioni? E come faccio ad affrontarli dopo averli mandati a quel paese? Non posso andare da loro come se niente fosse… Non dopo quello che è successo… Non sono io quella che si deve scusare… Non è colpa mia!”
-Yomi! Finalmente ti ho trovata!-esclamò una voce alle sue spalle.
La ragazza si voltò e vide la signorina Fontaine che le correva incontro. Non sorrideva come faceva di solito; sembrava che qualcosa la turbasse.
-C’è qualche problema?-chiese la ragazza, non appena la donna la raggiunse.
-Ho saputo di quello che è successo al dormitorio rosso… Stai bene? Non sei ferita, vero?
-Non si preoccupi… Io sto bene…
-Menomale… Anche Jonouchi sta bene, ma è infuriato per quello che è successo. Non avresti dovuto reagire in quel modo così violento…
-La colpa è sua! Avrebbe dovuto pensarci due volte prima di prendersela con chi non è in grado di difendersi…-commentò la studentessa.
-Faceva il bullo con i ragazzi del dormitorio rosso?
-Sì…
-Immaginavo che fosse successa una cosa simile… Comunque, il cancelliere vuole parlarti. Credo che abbia deciso come punirti per quello che è successo…
-Ha fatto in fretta…-commentò sarcastica la ragazza.
La professoressa abbozzò un mezzo sorriso. Poi, disse:
-Non aveva molte alternative… In fondo, la colpa non è del tutto tua, sebbene tu abbia esagerato… Comunque, se vieni con me nell’ufficio del cancelliere, lo saprai tu stessa.
Detto questo, la donna iniziò a incamminarsi verso l’ufficio del cancelliere, seguita dalla Slifer.
Non appena entrò nella stanza, Yomi si trovò faccia a faccia proprio con il ragazzo che aveva picchiato qualche ora prima. Era nervoso e, non appena vide la ragazza, la additò subito, sbraitando che era stata lei e che l’avrebbe riconosciuta tra mille.
-Ragazzi, cercate di calmarvi! Non siete qui per picchiarvi! Quello che è successo oggi pomeriggio non deve più ripetersi!-esclamò Sheppard, placando subito l’ira del giovane studente.
-Non capiterà più solo se espellerete questa tizia!-disse l’Obelisk, continuando ad indicare la ragazza.
-Non ti hanno mai detto che è maleducazione indicare le persone?-commentò Yomi.
-Taci!-ruggì l’altro, sempre più nervoso.
-Adesso basta! Jonouchi, sai bene che la colpa non è solo di Yomi. La colpa è anche tua! Sai che non devi attaccare briga con gli studenti del dormitorio rosso; te l’avevo già detto una volta, mi pare. Ma forse non hai capito, perché l’hai fatto di nuovo! Yomi, invece, ha esagerato ad alzare le mani, ma non è stata lei a cominciare! Tu l’hai minacciata e in questa scuola non si tollerano né le minacce né le risse, perciò verrete puniti tutti e due!
-Ma non è assolutamente giusto! Io non ho fatto nulla; sono la vittima io! Come fate a credere alle parole di questa qui?! E’ solo una Slifer…
-Il fatto che sia nel dormitorio rosso non la rende una persona peggiore degli altri; esattamente come il fatto che tu faccia parte del dormitorio blu non ti rende migliore!
-Ma…
-Niente ma! Pensavo di risolvere la questione con un duello, ma Yomi non può duellare e-
-Un duello! Perché no? E’ un’ottima idea, cancelliere!-esclamò entusiasta il giovane duellante, interrompendo Sheppard. La sua espressione era mutata in un attimo al pensiero dell’occasione che gli si era presentata. Vincere contro una Slifer sarebbe stato un gioco da ragazzi!
-Non credo proprio! Yomi non può duellare, non possiamo-
-Invece è un’ottima idea! Stabiliremo chi merita di essere punito e chi no con un bel duello!-insistette lo studente, guardando beffardo la ragazza.
-Ma…
-Non si preoccupi, cancelliere! Anche io penso che sia una bella idea. Possiamo chiudere la faccenda con un duello e chi perde verrà retrocesso di un dormitorio.
-E se vinco io?-chiese Jonouchi, guardando dubbioso la ragazza.
-Ripeterò l’anno…
-Perfetto! Non avresti dovuto accettare! Per te è impossibile sconfiggermi!-esclamò l’altro, sorridendo beffardamente. Era convinto di avere la vittoria in tasca.
-Ti avverto che puoi farti male duellando contro di me… Ti va bene lo stesso?
-Pensi di spaventarmi? Tu non hai la minima idea di chi sia! Sono uno dei duellanti migliori di questa scuola; solo Makoto è più bravo di me!
-Questo lo vedremo!-esclamò la ragazza, mentre si dirigeva verso la porta.
-Yomi, sei sicura di quello che stai facendo?-chiese il cancelliere preoccupato, fermando la giovane proprio sulla porta della stanza.
-Se vuole farsi male, non sono problemi miei! Io l’ho avvertito…
-Ok… Allora il duello si terrà tra due giorni, nell’arena. Cercate di essere puntuali!
-Sarà fatto…
Detto questo, la Slifer uscì dalla stanza.
“Ci sono cascata di nuovo; mi sono lasciata di nuovo prendere dalla frustrazione. Quell’idiota potrebbe farsi male sul serio… Perché ho accettato di duellare? E io che credevo di aver superato questa fase… Ormai è fatta! Poi, un duello potrebbe farmi bene; almeno per un po’ smetterò di pensare a loro… Chissà se ha intenzione di scusarsi?” pensò la giovane, mentre attraversava i vari corridoi dell’edificio.
Il duello si sarebbe tenuto fra pochi giorni e Yomi aveva bisogno di potenziare il proprio deck.
“Non sarebbe male comprare qualche carta nuova… Quel tipo avrà di sicuro assistito al duello contro Seto e si ricorderà che carte ho usato. La cosa migliore è aggiungere qualche carta nuova e modificare un po’ la strategia. Credo che dovrò fare un salto al negozio…”
Yomi scese l’ultima rampa di scale e svoltò a sinistra, attraversando l’atrio e il corridoio del piano terra ed entrò nel negozio di carte, che si trovava vicino all’ingresso.
Dorothy, la padrona del negozio, l’accolse come sempre, con un sorriso cordiale sulle labbra.
-Yomi, sono contenta di vederti! E’ un po’ di tempo che non ti fai vedere, no?
-Già…
-Come mai oggi sei tutta sola? Non ci sono gli altri tre con te?-chiese la donna, da dietro il bancone.
-No… Ha solo queste carte?-domandò la ragazza, indicando la vetrina che conteneva le carte con attributo luce.
-No, se vuoi ti faccio vedere anche queste. -disse l’altra, estraendo da sotto il bancone un album di pelle rosso mattone. Yomi iniziò a sfogliarlo.
-Che ragazzi maleducati! Non si lascia una signorina tutta sola!-commentò la donna, scuotendo il capo.
-Non dovrebbe essere così dura…-rispose la Slifer, mentre girava lentamente le pagine.
-E’ successo qualcosa?-chiese, dopo un po’, la donna di mezza età.
-Sì, ma non ho molta voglia di parlarne…
-D’accordo, come vuoi… Comunque, in questi casi, la cosa migliore è un bel duello!
-Ha proprio ragione…
-Stai cercando qualche carta in particolare?
-Non saprei… Fra pochi giorni dovrò duellare contro un Obelisk e non so cosa aspettarmi. Però, devo modificare un po’ il mio deck, altrimenti parto svantaggiata…
-Come mai devi duellare contro un ragazzo del dormitorio blu?
-Gli ho tirato una ginocchiata perché se la stava prendendo con degli Slifer. E’ andato a piangere dal cancelliere e per risolvere la questione ha proposto un duello…
-Yomi, non dovresti risolvere i problemi con la violenza!
-Lo so… Ma a volte non riesco a controllarmi! E’ più forte di me ed è l’unico modo che conosco…
-Non puoi duellare?
-Non potrei… Questa è un’eccezione, ma di solito non mi è permesso duellare. E’ per questo che alzo le mani… Non potendo duellare, non mi rimane nient’altro.
-Ad essere sincera, non riesco a capirti…
-Questa è interessante…-mormorò la giovane, ignorando il commento della donna e indicando una carta in particolare.
Dorothy si sporse sull’album, cercando di mettere a fuoco l’immagine e il nome.
-“Pianura celeste- Takamagahara”… Che carta è?
-E’ una magia terreno ed è proprio quella che cercavo. Però, è strano che ci sia una carta simile…
-Se non sbaglio, è arrivata proprio la settimana scorsa con un carico speciale da parte della Industrial Illusion. C’erano un sacco di carte rare… Dovrebbero essere delle edizioni limitate, o qualcosa di simile… Roba mai stampata!
-Posso prenderla?
-Certo, non ci sono problemi!-esclamò la donna, mentre estraeva la carta dall’album e la consegnava alla ragazza. Yomi prese la carta e, dopo aver salutato Dorothy, uscì dal negozio e si diresse verso la sua camera, intenzionata a sistemare il proprio deck, in vista del duello.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11- La prima punizione ***


Capitolo 11- “La prima punizione”

 

Il giorno del duello era ormai giunto. Yomi si trovava già vicino all’arena dei duelli e stava solo aspettando che il suo avversario decidesse di fare la sua comparsa.
“Devo aggiungere la carta nuova che ho comprato l’altro giorno… Sarebbe un guaio se mi fossi dimenticata di inserirla!” pensò la giovane, mentre aggiungeva la sua nuova carta magia terreno alle altre carte. Poi le ricontrollò, per verificare che ci fossero tutte quante.
Ad un certo punto, si sentì chiamare da qualcuno alle sue spalle. Si voltò e vide Zane, che le stava facendo segno di avvicinarsi.
-Cosa vuoi? Cerca di essere breve, perché non ho molto tempo da perdere…-disse la ragazza, con tono distaccato e senza incrociare lo sguardo dell’altro.
-Devo parlarti in privato… Ti dispiace seguirmi?
-Basta che tu faccia in fretta!-esclamò Yomi, seguendo l’amico.
Una volta entrati in un’aula vuota che si trovava lì accanto, la Slifer chiese di nuovo al giovane cosa volesse.
-Perché ti comporti così?
-Così come?-continuò l’altra con indifferenza.
-Come stai facendo ora… Non ti riconosco più! Sembra quasi che tu stia cercando di tenerci a distanza…
-Davvero? Devo averlo fatto senza rendermene conto…-commentò la studentessa, con una leggera punta di sarcasmo.
-Si tratta di una specie di vendetta personale?-chiese Zane.
-Vendetta?! Ti devo ricordare cos’è successo l’altro giorno?! Ti rendi conto di quello che hai fatto, o no? Altro che vendetta! Avrei tutte le ragioni per cercare di evitarti!-sbottò l’altra, fuori di sé. Non le piaceva fare la vittima, ma le piaceva ancora meno quando le scaricavano addosso tutta la colpa.
-La colpa è tua! Perché devi sempre fare a botte?! Ci sono altri modi per risolvere i problemi… Ad esempio parlando!
-E tu li risolvi prendendo a schiaffi le persone?!
L’Obelisk si morse il labbro inferiore. Non riusciva a dirle niente di tutto quello che si era prefissato. Il discorsetto che si era preparato la mattina era rimasto lì, nella sua testa; non era riuscito a tirarlo fuori e a dirle ciò che pensava. Non riusciva ad essere sincero; voleva chiederle scusa, ma il suo orgoglio glielo impediva. E adesso stava litigando, di nuovo, per una cosa stupida.
-Forse Makoto aveva ragione…-mormorò la ragazza sottovoce.
-Makoto? Cosa c’entra?! Perché continui a parlare con lui?! Ti avevo detto di lasciarlo perdere, o sbaglio?-lo studente aveva sentito chiaramente cosa aveva sussurrato l’amica e non le piaceva che continuasse a frequentare il biondo.
-Ancora con questa storia?! Perché non posso fare quello che mi pare?!-ribattè irritata la giovane.
-Tu non capisci…
-No, sei tu che non vuoi capire! Se non ti piace Makoto, non significa che sia una cattiva persona! Perché lo state trattando in quel modo? Non se lo merita! Criticate il modo in cui vengono trattati gli Slifer, ma state facendo esattamente la stessa cosa nei suoi confronti! Siete solo dei bulli arroganti!
-Non è vero!
-Invece lo è! Vuole essere vostro amico e voi lo trattate in quel modo… Siete veramente degli ipocriti!
Zane rimase in silenzio a guardarla. Non sapeva davvero cosa risponderle. Non aveva idea di cosa le avesse raccontato Makoto, ma qualunque cosa fosse, di certo non era la verità. E in quel momento non sapeva come spiegarlo alla studentessa.
-Non ti sopporto più… Tutte le volte che ti vedo, finisco con l’innervosirmi! La cosa migliore sarebbe smettere di vederci…-mormorò Yomi. Detto questo, si voltò, dando la schiena all’Obelisk, e si avviò verso la porta della stanza.
-Aspetta!-esclamò Zane, cercando di trattenerla per un braccio.
-Lasciami! Ti ho detto che non voglio più vederti!-esclamò di nuovo la ragazza, senza nemmeno voltarsi verso il giovane. Poi, con un brusco strattone, si liberò dalla presa dell’altro e uscì dall’aula, diretta verso l’arena dei duelli.
Il ragazzo dai capelli blu rimase qualche secondo da solo nella stanza, chiedendosi dove avesse sbagliato. La situazione gli stava sfuggendo sempre più di mano e non le piaceva che Makoto avesse tutto quel potere sulla Slifer. Sapeva che farla allontanare dall’Obelisk del terzo anno sarebbe stata la cosa migliore, ma non sapeva come affrontare il discorso con l’amica, soprattutto dopo che l’aveva schiaffeggiata.
“Non avrei dovuto farlo… Se solo fossi riuscito a trattenermi!” pensò Zane, mentre ritornava verso l’aula dell’arena e saliva sugli spalti, per prendere posto accanto agli amici.
-Com’è andata?-chiese Yusuke, guardando l’altro, non appena questi si mise a sedere.
-Male… Non sono riuscito a dirle quello che mi ero ripromesso… Mi sono arrabbiato di nuovo; non dovevo…-commentò l’Obelisk con i capelli blu.
-Non ti preoccupare… Riproverai dopo il duello! Verremo anche noi, in fondo dobbiamo scusarci…-lo confortò Atticus, sorridendo come sempre.
-Lo spero, ma c’è qualcosa che mi preoccupa…-mormorò l’altro, volgendo lo sguardo all’arena.
-Cioè?-chiese il castano, senza prestare molta attenzione. Stava guardando interessato l’arena, sulla quale erano appena saliti gli sfidanti. Crowler, intanto, stava facendo le solite presentazioni.
-Ultimamente trascorre troppo tempo con Makoto…
-Quel tipo non mi piace per niente…-commentò Yusuke con un filo di voce.
-Nemmeno a me, ma se Yomi si trova bene non vedo perché impedirle di frequentarlo…
Zane e l’Obelisk dai capelli verdi si voltarono sorpresi verso l’amico castano.
-Atticus, cosa stai dicendo? Makoto è-
-Ascoltate, capisco bene il vostro punto di vista e lo condivido pienamente. Nemmeno a me piace l’idea che passi il tempo con quel tipo, ma noi non abbiamo alcun diritto di decidere cosa è meglio o peggio per lei! Siamo suoi amici, è vero, ma non possiamo impedirle di fare ciò che vuole…
-Stai dicendo che ti va bene rimanere in disparte a guardare?-chiese l’amico dai capelli blu.
-No, ma non possiamo fare altro che metterla in guardia e avere fiducia in lei… E’ forte e grande a sufficienza per cavarsela e se avrà dei problemi, sarà lei a venire da noi! Ne sono sicuro!
-Ammirevole, Atticus! La tua fiducia nei suoi confronti è veramente ammirevole!-disse una voce calda e soave alle loro spalle. I tre studenti del secondo anno si voltarono di scatto, sapendo già a chi appartenesse quel timbro angelico.
-Makoto…
-E’ carino che vi preoccupiate così tanto per lei!
-Perché ti interessa tanto?-chiese Atticus, alzandosi in piedi. La sua espressione era stranamente seria; non sembrava nemmeno lui.
-Come ho già detto a Zane, sono semplicemente preoccupato per lei… Per caso, preoccuparsi per una bella ragazza è un reato?
-Se ti azzardi a farle del male, te la faccio pagare cara…-continuò il castano.
-Pensi davvero che sia il tipo da alzare le mani su una ragazza? Mi sa che mi hai confuso con qualcun altro…-rispose il biondo, lanciando un’occhiata a Zane.
-Tu come fai a saperlo?-chiese Yusuke, alzandosi anch’esso in piedi.
-Secondo te?
-Te l’ha detto Yomi, vero?
-Sei perspicace, Zane…
Detto questo, lo studente del terzo anno girò i tacchi e si allontanò, lasciando i tre Obelisk con una miriade di domande e poche risposte.
-Perché gliel’ha detto?-fece Atticus, mentre si rimetteva a sedere.
-Non lo so, ma questa storia non mi piace per nulla…-commentò Zane, voltandosi verso l’arena giusto in tempo per vedere la Slifer scuotere la testa, delusa. Aveva seguito tutta la scena dal campo di gioco e, sebbene non avesse potuto sentire cosa si erano detti, aveva intuito che la conversazione non fosse stata delle più amichevoli.
-Yomi…-mormorò il giovane.
-Fra poco inizierà il duello… Cancelliere, vuole dire qualcosa?-esclamò Crowler, con la solita voce stridula e dal forte accento straniero, guardando prima gli spalti gremiti di studenti e poi l’uomo dalla giacca porpora che si trovava seduto alla sua destra. Sheppard fece un cenno d’assenso con la testa, poi si alzò in piedi e, una volta schiarita la voce, disse:
-Vi ricordo le condizioni di questo duello: se Jonouchi perde, sarà retrocesso di un dormitorio; se Yomi perde, ripeterà l’anno… Sono sicuro che sarà un bellissimo duello! Impegnatevi a fondo, entrambi! A questo punto, direi che potete iniziare…
Detto questo, l’uomo grassoccio si sedette di nuovo, mentre il vice-cancelliere lasciava l’arena per prendere posto insieme al resto del corpo docenti.
I due sfidanti inserirono ciascuno il proprio deck all’interno dell’alloggio e diedero finalmente il via al duello, pescando le prime cinque carte.
-Se non ti dispiace, inizio io!-esclamò la ragazza, pescando la sua sesta carta. Poi diede un rapido sguardo alla sua mano.
“Non ho la più pallida idea di cosa aspettarmi, perciò meglio iniziare con questa e procedere con cautela…” pensò, mentre sceglieva la carta e la posizionava sul dueling disk.
-Evoco “Yukimura, samurai fedele” in posizione di attacco e termino qui il mio turno…-disse, mentre il suo fedele mostro compariva nell’arena, brandendo la katana con fare minaccioso.
-Tutto qui? Nemmeno una carta coperta? Si vede proprio che sei una Slifer… Guarda e impara come duella un vero campione!-esclamò l’Obelisk, mettendosi a ridere sguaiatamente.
-E chi sarebbe questo campione? Di certo non tu!
-Come ti permetti?! Adesso ti faccio vedere io di cosa sono capace! Pesco! Poi, evoco “Verme Xex” in posizione di attacco ed attivo subito il suo effetto, grazie al quale posso mandare un mostro “verme” di tipo rettile dal mio deck al cimitero…-disse l’altro, mentre sceglieva con cura la carta da mandare al cimitero. Poi continuò:
-Adesso si attiva l’effetto di “Verme Yagan” nel mio cimitero, grazie al quale posso evocarlo coperto, in posizione di difesa. Posiziono una carta coperta ed attivo “Differente capsula dimensionale”, che mi permette di rimuovere dal gioco una carta. Dopo la mia-
-Guarda che lo so come funziona! Per chi mi hai preso?!-sbottò irritata la ragazza.
-Oh, scusami tanto! Credevo che una Slifer non potesse sapere certe cose…
-E con questo?! Hai voglia di prendermi in giro?!
-Comunque, se sai come funziona, non ho alcun bisogno di spiegartelo…-disse l’altro, rimuovendo dal gioco la carta che aveva scelto e rimescolando il deck. Poi, indicando il samurai della giovane, esclamò:
-Adesso è giunto il momento di mandare al cimitero quel tuo mostro da quattro soldi! Vai “Verme Xex” attacca quel ridicolo samurai!
Il verme verdognolo dello studente saltò verso il mostro della ragazza, lo afferrò con uno dei tanti tentacoli e lo ingoiò in una delle sue bocche, distruggendolo. I Life Points della ragazza scesero a 3900.
-Bravo, bella mossa! A quanto pare non hai guardato il mio duello contro Seto con molta attenzione, altrimenti non avresti fatto una cosa del genere!-esclamò la Slifer con sarcasmo.-Adesso si attiva il potere speciale di “Yukimura”. Dato che l’hai distrutto, posso evocare un altro mostro “samurai” dal mio deck, di livello 4 o inferiore. E io scelgo “Oni, samurai vendicativo”!
Il mostro fece la sua apparizione in campo. Era grosso, molto grosso, con sembianze animalesche. L’armatura era nero pece, e l’elmo, calato fin sugli occhi, non nascondeva due grossa corna che spuntavano ai lati della testa. Nella mano destra brandiva una grossa mazza chiodata che lo faceva sembrare più terrificante di quanto non lo fosse già. E i suoi 1900 punti di attacco non miglioravano la situazione.
-Se hai finito, posso continuare io… Pesco!
Yomi aggiunse la carta a quelle che aveva in mano.
-Posiziono un mostro coperto…-disse, mentre posizionava la carta sul dueling disk.-Adesso, è giunto il momento di dare una scossa a questo duello! “Oni” attacca quel suo schifoso verme!
Il mostro nero pece si lanciò sulla sua preda, ma venne fermato giusto in tempo dall’attivazione di un carta trappola dell’avversario.
-E io ti rispondo attivando questa, “Ingresso Vietato!”. Per effetto di questa carta, tutti i mostri in posizione di attacco sono costretti a passare in posizione di difesa. In questo modo, il tuo attacco viene annullato!-esclamò l’Obelisk, fiero della sua contromossa.
Il mostro della Slifer si bloccò a pochi centimetri dal verme dell’avversario, poi, per colpa dell’effetto della trappola, fu costretto a ritornare nella metà della ragazza e a mettersi in ginocchio, in posizione di difesa.
-Fa nulla! Tocca a te!-esclamò Yomi, cercando di mantenere i nervi saldi. L’idea che quel verme verde acido continuasse a rimanere sul campo la disgustava molto.
-Non pensare di spuntarla! Pesco!
“Perfetto! Direi che è giunta l’ora di fare un po’ sul serio e mettere in riga questa mocciosa!” pensò il ragazzo, sorridendo di fronte alla carta che aveva pescato.
-Scopro il mio mostro coperto, “Verme Yagan” e si attiva il suo effetto, grazie al quale posso far ritornare in mano al proprietario un mostro che controlla. E io scelgo “Oni, samurai vendicativo”!
Il mostro dall’armatura nera fu costretto a scomparire dal campo di gioco, per ritornare nella mano della padrona.
-A questo punto, sposto “Verme Xex” in posizione d’attacco e lo uso per attaccare il tuo mostro coperto.
Il verme del giovane si lanciò contro il mostro in posizione di difesa, che, in seguito all’attacco, rivelò la sua vera natura. Si trattava di una bellissima donna, dalla carnagione pallida come la neve, con capelli e occhi di un azzurro intenso. Indossava un kimono, bianco, blu e azzurro, con un lungo nastro che le cingeva le spalle. Nella mano destra teneva un rosario buddista, con un pendente a forma di cristallo di ghiaccio.
-Pessima mossa! Purtroppo per te, “Yuki-onna, samurai dei ghiacci” ha ben 2100 punti di difesa, perciò, non solo non puoi distruggerlo, ma ti infligge ben 300 punti di danno!-esclamò la Slifer, non appena il suo mostro comparve sul campo.
-Sei veramente insopportabile… Termino il mio turno!
-Pesco!-disse l’altra.
“Perfetto! Proprio la carta che speravo! Con questa combinazione posso portarmi in vantaggio… E considerando che al suo prossimo turno si attiverà l’effetto di “Differente capsula dimensionale”, la cosa migliore è ridurre i suoi LP il più possibile. Non so cosa stia escogitando, ma devo impedirglielo ad ogni costo!”
-Evoco “Noh, samurai delle camelie” in posizione di attacco e la equipaggio con la carta magia “Spada Kusanagi” che le fa guadagnare 800 punti e porta i suoi punti di attacco a 1800. A questo punto, posso benissimo attaccarti!
Il mostro della ragazza, una donna armata di naginata, una lama sottile montata su una lunga asta, si preparò all’attacco.
-Come puoi pensare di distruggere “Verme Yagan”? Hanno gli stessi punti di attacco!
-No, babbeo, il mio bersaglio sei tu! Si attiva l’effetto di “Noh”, grazie al quale può attaccarti direttamente. Beccati ben 1800 punti di danno!
La donna si mise in posizione e con un balzo si lanciò addosso all’Obelisk, scavalcando tutte le sue difese e colpendolo in pieno, con un fendente dell’arma. I LP dell’Obelisk scesero vertiginosamente a quota 1900.
-Posiziono un carta coperta e passo…-concluse la giovane.
-I miei complimenti! Per essere solo una Slifer non te la cavi male… Scommetto che è stato tutto merito di quei tre!
-Quei tre?
-Mi riferisco a Atticus, Yusuke e Zane… Scommetto che ti hanno dato diverse dritte! E scommetto che ti hanno dato anche delle buone carte… Insomma, chiaramente non è tutta farina del tuo sacco… Sarebbe impossibile! Una Slifer non può essere in grado di fare queste cose…
-Come ti permetti?! Queste sono sempre state le mie carte e di certo non mi hanno aiutata! Forse non lo sai, ma non permetto a nessuno di toccare il mio deck, nemmeno a loro!
-Come no! Andiamo, a chi vuoi darla a bere? Ti sei fatta aiutare; è palese, non nasconderlo! Comunque sia, la tua fortuna finisce qui! Ancora due turni e sei finita! Pesco!
“E’ giunto il momento…” pensò l’Obelisk, sempre più eccitato.
-A questo punto si attiva l’effetto di “Differente capsula dimensionale” e posso aggiungere la carta che avevo precedentemente rimosso alla mia mano, ma non ci resterà molto perché provvedo subito ad attivarla. Si tratta di “Fusione Futura”, grazie alla quale sposto 10 mostri “verme” di tipo rettile dal deck al cimitero e alla mia seconda Standby-Phase posso evocare un mostro fusione. E purtroppo per te, non potrai sconfiggerlo! Nemmeno se evochi il tuo mostro più potente!
“Si è preparato bene! Scommetto che ha più di 3000 punti di attacco, anzi probabilmente ne ha più di 6000… In fondo, ha visto il mio duello contro Seto e sa quali sono le potenzialità del mio deck… Però non conosce tutte le carte che possiedo e non sa che ne ho una nuova! La cosa migliore sarebbe riuscire a sconfiggerlo prima che evochi questo mostro, ma dubito che ci riuscirò… In tal caso, potrei provare con quella strategia e, se le carte non mi abbandonano, dovrei riuscire a vincere!”
-Adesso sposto “Verme Yagan” in posizione di difesa e attacco “Noh” con “Verme Xex”…
-Assurdo! Hanno gli stessi punti di attacco, si distruggeranno a vicenda!
-Mi dispiace dirtelo, ma finchè ho “Verme Yagan” sul terreno il mio “Verme Xex” non può essere distrutto in battaglia, perciò sarà solo il tuo mostro ad essere distrutto!
La donna con la naginata venne ingoiata da una delle tante bocche del verme verdognolo del ragazzo e distrutta.
-Posiziono una carta coperta e ti passo la mano…
-Pesco! Evoco di nuovo “Oni, samurai vendicativo”, poi attivo la carta magia “Rituale dell’ascesa dalle tenebre”. Grazie a questa carta posso evocare il mostro rituale “Izanami”, offrendo come tributi mostri dalla mia mano o dal mio terreno. Perciò sacrifico “Yuki-onna” sul mio terreno e “Tengu” dalla mia mano, per evocare “Izanami”!
Sull’arena fece la sua comparsa una donna spettrale, con lunghi capelli nero pece, che le coprivano gran parte del volto. Il kimono, anch’esso nero con piccoli ricami e disegni bianchi, era molto più lungo del dovuto e le lasciava intravedere i piedi nudi. Non impugnava niente e non indossava altri oggetti oltre all’abito. Intorno alla donna, comparvero tante piccole fiammelle blu.
-A questo punto attivo il potere speciale di Izanami ed evoco dal cimitero “Yukimura, samurai fedele”. Ritorna in campo, mio fedele guerriero!
Una delle piccole fiammelle blu che circondavano la donna, si staccarono e iniziò a girare vorticosamente su se stessa, finchè dal turbine non uscì il samurai rosso fuoco, che fino a qualche turno prima si trovava ancora sul terreno. Adesso dalla parte di Yomi si trovavano ben tre mostri, di cui uno, la donna spettrale, aveva ben 2600 punti di attacco.
-Hai messo in campo ben tre mostri…-commentò, sorpreso, l’avversario.
-Vedo che in matematica vai abbastanza bene! Purtroppo per te, i guai sono appena iniziati! Attacco i tuoi due mostri con i miei due samurai…
-Fermati subito! Scopro la mia carta trappola, “Forza riflessa”, che distrugge tutti i tuoi mostri in posizione di attacco.
I due samurai e la donna spettrale non riuscirono nemmeno a sfiorare i mostri dell’Obelisk, perché vennero distrutti all’istante dalla barriera che la carta trappola di Jonouchi aveva creato.
-E’ un vero peccato! Ti eri data tanto da fare per nulla…
-Non ne sarei così sicuro! Attivo l’effetto di “Oni”. Quando viene distrutto, posso distruggere a mia volta un mostro che si trova dalla tua parte, e io scelgo “Verme Xex”. E non è ancora finita, perché attivo anche la mia carta coperta “Michizure”, che mi permette di distruggere un altro mostro che controlli. E io scelgo “Verme Yagan”!
Per effetto della combinazione delle due carte della Slifer, anche i due mostri del giovane furono costretti a lasciare il campo.
"Dato che non è stato distrutto in battaglia, non posso attivare l'effetto di "Yukimura". Spero solo di sopravvivere fino al prossimo turno! Se fossi stata più attenta non sarebbe successo..."
-E’ tutto inutile! Pesco!-esclamò l’altro senza battere ciglio. Non sembrava molto preoccupato dalla piega che stava prendendo il duello.
-Scommetto che ha già qualcosa con cui rimpiazzare i due mostri che Yomi ha appena distrutto…- disse Yusuke, continuando a seguire interessato il duello.
-Le cose non si stanno mettendo bene per lei…-mormorò Atticus.
-Già! E come se non bastasse, fra poco potrà evocare il suo mostro fusione. E se è ciò che penso, dovrà impegnarsi più di quanto non abbia fatto contro Seto Kaiba, se vuole vincere…-disse Zane, senza distogliere lo sguardo dall’arena.
-Deve vincere! Altrimenti dovrà ripetere l’anno!-fece il castano, voltandosi verso gli amici. Poi si voltò di nuovo verso l’arena, poiché lo studente del terzo anno stava continuando la sua mossa.
-Evoco “Verme tentacolare” e attivo il suo effetto. Rimuovendo dal mio cimitero un mostro “verme” di tipo rettile, posso attaccare due volte in questo turno. E questo significa doppi guai per te!-continuò Jonouchi.
Sulla sua parte di campo, che fino a pochi secondi prima era vuota, comparve una specie di calamaro, giallo ocra. Non sembrava molto minaccioso, ma il suo effetto, unito ai suoi 1700 punti di attacco, lo rendevano un temibile avversario.
-Avanti, attaccala direttamente!-esclamò l’altro, ordinando al suo mostro di attaccare. Il calamaro si fiondò sulla ragazza, colpendola per ben due volte con i suoi tentacoli. I LP di Yomi scesero a quota 500.
-Poi, posiziono una carta coperta e passo…-terminò Jonouchi.
“A questo punto dubito di riuscire a impedirgli di evocare il mostro fusione. Non ho grandi carte in mano e non posso mettere in campo un mostro sufficientemente forte da azzerargli i Life Points. Posso solo cercare di sopravvivere, finchè non pescherò quella carta…” pensò la ragazza, guardando le carte che aveva in mano e i mostri schierati in campo. Ormai la Slifer aveva solo una manciata di LP e nessun mostro schierato in sua difesa, e non sapeva nemmeno se sarebbe sopravvissuta al turno successivo.
-Tocca a me… Pesco! Evoco “Gyozen, samurai arciere” e attivo il suo effetto, infliggendoti 500 punti di danno.
Come il mostro comparve in campo, estrasse una freccia dalla faretra e la scoccò contro l’avversario, riducendogli così i LP.
-Poi posiziono tre carte coperte e passo…
-Non correre troppo!-esclamò l’Obelisk, fermandola subito.-Attivo la mia carta coperta, “Offerta alla divinità dei serpenti”. Adesso ti spiego come funziona, perché probabilmente è troppo complicato per una Slifer… Prima sacrifico un mostro di tipo rettile che controllo, e se lo faccio, posso scegliere due carte sulla tua parte del terreno e distruggerle. Tutto chiaro? Non è difficile, puoi capirlo anche tu!
-Fai meno lo spiritoso…-ringhiò l’altra.
-Come siamo simpatiche! Sacrifico il mio mostro per distruggere quelle due…-continuò l’altro, indicando le due carte coperte più esterne.
“Maledizione! Una delle due carte era “Amuleto maligno Magatama”… Era la mia carta vincente, nel caso avesse evocato il suo mostro fusione! Adesso devo inventarmi qualche altra cosa per uscire da questa situazione…” pensò Yomi, irritata, mentre scartava le due carte scelte. Jonouchi continuava a guardarla soddisfatto; sapeva che una delle due carte che aveva distrutto era il suo asso nella manica, glielo poteva leggere in faccia.
-Se non sbaglio, tocca a me… Pesco!-esclamò il giovane, pescando la sua carta.-A questo punto, attivo l’effetto di “Fusione Futura” ed evoco il mio mostro fusione “Verme Zero”!
Una sfera gigantesca e viscida comparve sul campo di gioco. Aveva un colore violaceo, tendente al grigio smorto, e di tanto in tanto del materiale sconosciuto colava dalla sua superficie. Era uno spettacolo disgustoso e Yomi si stava realmente impegnando per non vomitare tutta la colazione.
“Che schifo! Questi mostri non riesco proprio a digerirli… Mi fanno ribrezzo! E questa specie di sfera appiccicosa fa anche più schifo di tutti gli altri mostri messi insieme!” pensò la ragazza, arretrando di mezzo passo.
-Perché arretri? Hai paura?
-Non prendermi in giro! Non ha punti di attacco… Non dirmi che hai fatto tutta quella fatica solo per evocare un mostro così debole…
-Aspetta a dirlo! L’attacco del mio mostro si calcola moltiplicando per 500 il numero dei mostri impiegati nella fusione e se non ho sbagliato a fare i conti…
-Ha 5000 punti di attacco…-commentò la Slifer.
-Vedo che a matematica ce la caviamo bene!-le rispose Jonouchi, sarcasticamente. Poi, continuò:
-Vai, attacca il suo mostro! Per te è finita, Slifer!
-Questo lo dici tu! Attivo la carta trappola “Annulla Attacco”…-disse la ragazza, fermando l’attacco del giovane.
La sfera gigante, che si era appena lanciata addosso alla studentessa, fu costretta a fermarsi e a ritornare sui suoi passi.
-Tutta fortuna! Passo…-disse Jonouchi, irritato per dover rimandare ancora di un turno la sua vittoria.
-E’ il mio turno! Pesco…
“Perfetto! Una delle carte che mi servono! Speriamo di trovare anche l’altra…” pensò Yomi, sorridendo leggermente di fronte alla carta che aveva pescato.
-Attivo la carta magia terreno “Pianure Celesti Takamagahara” e poi attivo anche “Spade rivelatrici”. Inoltre, sposto “Gyozen” in posizione di difesa. A questo punto, ti passo la mano…
Lo scenario del campo da gioco cambiò all’improvviso per effetto della carta magia terreno. Gli spalti e gli studenti che stavano assistendo al duello scomparirono. Al loro posto comparve una lunga distesa verde chiaro, circondata da una lunga fila di alberi di ciliegio in fiore, che spargevano il proprio profumo e i petali dovunque.
-E’ tutto inutile! Pesco!-fece l’altro, aggiungendo una carta alla sua mano.-Attivo l’effetto di “Verme zero”: mi basta rimuovere un mostro dal cimitero e posso distruggere il tuo “Gyozen”…
Jonouchi prese un mostro dal proprio cimitero e lo tolse dal gioco. Fatto questo, la sfera violacea si lanciò sul povero samurai indifeso e lo inglobò, distruggendolo all’istante.
-A questo punto, passo…
-Pesco! Attivo “Anfora dell’avidità” e pesco altre due carte…
“Fa che sia ciò che mi serve… Ho solo bisogno di quelle due carte…” pensò la giovane, pescando quasi ad occhi chiusi le due carte che le spettavano.
-Perfetto… Evoco “Muramasa, samurai fabbro” in posizione di attacco…
Sul terreno comparve un uomo dai capelli lunghi e biondi come l’oro. Era a torso nudo e legata in vita portava una katana in legno. Nella mano destra, coperta da un guanto nero, teneva un grosso martello.
-Sei impazzita o vuoi suicidarti? Hai messo un mostro con 700 punti in posizione di attacco?! Mi sa che devi andare un altro po’ a ripetizione!
-Questo lo vedremo! Avanti, “Muramasa” attacca il suo mostro!
-Cosa?! Devi essere proprio impazzita se vuoi attaccare un mostro con 5000 punti di attacco… Ma a me sta bene! Così non devo prendermi nemmeno la briga di attaccarti!
-Mi dispiace, ma il duello finisce qui e non come immagini tu! Attivo la carta magia “Specchio divino del danno” e posso farlo solo quando un mostro attacca un altro con più punti di attacco. Grazie a questa carta posso annullare il mio attacco e infliggere la differenza tra il mio mostro e il tuo ai LP di entrambi i giocatori. Ma non è finita qui, perché attivo anche l’effetto di “Pianure celesti Takamagahara”, grazie alla quale non subisco danno dagli effetti delle carte. Perciò l’unico che riceverà 4300 punti di danno sei tu! E con questo i tuoi LP scendono a zero!
Il samurai biondo lanciò il proprio martello contro la sfera gigante, ma venne bloccato da un grosso specchio argentato, che si pose proprio a metà del campo, tra “Verme zero” e il mostro della Slifer. Lo specchio rifletteva da entrambe le parti e, dopo aver preso bene le misure, respinse l’attacco del samurai verso entrambi i duellanti. Jonouchi venne colpito in piedi da un fascio luminoso, che azzerò i suoi LP e lo fece cadere in terra. Yomi, invece, venne protetta da una barriera di petali rosa confetto, che impedirono che la carta che aveva usato facesse effetto anche su di lei.
Nella stanza si diffuse un brusio sommesso e dopo pochi minuti qualche ragazzo del primo anno si alzò in piedi e si mise timidamente a battere le mani. Dopo pochi secondi, gli altri Slifer e qualche Ra seguirono il suo esempio.
-Non è possibile! E’ assurdo! Non posso essere stato sconfitto da una Slifer! Hai imbrogliato!-protestò il giovane, non appena gli ologrammi sparirono, mentre si alzava faticosamente in piedi. Era improvvisamente stanco e non ne capiva il motivo.
-Cosa?!
-Non c’è altra spiegazione! Una Slifer non può avere alcuna possibilità di vincere contro il sottoscritto!-continuò l’altro. La sconfitta appena subita continuava a bruciare ed inoltre non riusciva a digerire il fatto che tutti quegli applausi non fossero per lui.
-Ma cosa stai dicendo?! Non ho imbrogliato; è l’ultima cosa che farei!
-Quella carta, “Pianure celesti”, non esiste, te la sei inventata! Ne sono sicuro! Fino a l’altro giorno non l’avevi nel deck!
-E tu come fai a saperlo?-chiese la ragazza sospettosa. Stava iniziando ad intuire qualcosa che non le piaceva per niente.
-Lo so perché ti ho preso il mazzo per guardare le carte che avevi e quella non c’era!
Non appena Jonouchi si accorse di ciò che aveva appena detto, si mise velocemente una mano sulla bocca, come a voler impedire a quella frase di diffondersi ulteriormente nella stanza.
-Maledetta! Questa me la paghi cara!-esclamò poi, cercando di scendere dall’arena.
-Jonouchi, questo comportamento è riprovevole! Imbrogliare per vincere un duello… Non è questo, quello che avresti dovuto imparare in Accademia! Comunque, non ho intenzione di punirti per questo. Hai perso il duello, perciò, come stabilito, verrai retrocesso al dormitorio giallo. D’ora in avanti sei un Ra…-esclamò il cancelliere, avvicinandosi al palco dell’arena. Aveva sentito chiaramente cosa aveva detto il ragazzo del dormitorio blu, ma, tuttavia, non aveva intenzione di punirlo ulteriormente. Essere retrocesso al dormitorio giallo era già sufficiente.
La signorina Fontaine si avvicinò al giovane e chiese:
-Come stai? Ti senti fiacco?
-Non si preoccupi; sono solo un po’ stanco…-mormorò l’altro. Poi si avvicinò alla ragazza e le sussurrò:
-Sentirai ancora parlare di me…
-Sai che paura…
Jonouchi non rispose e passò. Poi uscì dalla stanza, seguito dalla professoressa Fontaine, ancora preoccupata per le sue condizioni di salute.
Le tribune iniziarono a svuotarsi velocemente. Il duello era finito e si era concluso in maniera inaspettata.
-Complimenti Yomi! Sei riuscita a vincere senza fare del male a Jonouchi… Forse, stai imparando a controllare i tuoi poteri!-disse il cancelliere, congratulandosi con la studentessa per la vittoria.
-Lei dice?
-Non ne sei convinta?
-Non saprei… Mi sembrava stanco, ma perlomeno non ha perso i sensi.
-E’ un buon risultato, no?-continuò l’uomo.
-Forse… Ma non capisco cosa significhi…-mormorò la ragazza, scendendo finalmente dall’arena.
-Dovresti chiedere a Yusuke…
-No, non credo che sia una buona idea…
-Avete litigato?
-Non lo so…
-Dovresti parlarci… Comunque, sono soddisfatto di come si è svolto il duello! Probabilmente siamo vicini alla soluzione…
Detto questo, uscì anch’esso dalla stanza, seguito dagli insegnanti. Yomi rimase praticamente sola; ormai l’aula si era svuotata del tutto.
“Dovrei parlarci? E cosa dovrei dirgli? Non posso andare da loro come se niente fosse… Non devo essere io a fare la prima mossa, ma loro! Sono loro che hanno sbagliato, non io! Perciò, non ho alcuna intenzione di essere la prima a chiedere scusa…” pensò, mentre varcava la soglia dell’aula.
-Yomi…-fece una voce familiare.
La ragazza si voltò di scatto alla sua destra e vide i tre Obelisk dalla divisa bianca, in piedi di fianco alla porta. Sembrava che l’avessero aspettata per tutto il tempo.
-Che c’è adesso?
-Dobbiamo parlare…-fece Atticus.
-Non se ne parla! Sono stanca…
Detto questo, la ragazza passò oltre ai tre studenti.
-Aspetta…-disse Yusuke, cercando di fermarla.-Hai detto a Makoto di quello che è successo l’altro giorno, vero?
Yomi trasalì. Non si aspettava una domanda del genere; l’aveva colta di sorpresa.
-Gliel’hai detto… Perché?-continuò l’altro, sempre più deluso.
La ragazza non rispose e continuò per la sua strada. Non aveva alcuna voglia di litigare con i tre giovani.
“Se parlo con loro, litigheremo di sicuro per qualche idiozia. La cosa migliore è non vederli per un po’, almeno finché non mi sarò chiarita le idee. Non voglio litigare con loro tre… Sarebbe troppo doloroso… E non so ancora di chi posso fidarmi…”

***

Ndr:
Ogni tanto sento di dover scrivere mezza riga e dare qualche spiegazione. Intanto ringrazio voi che continuate a leggere! Grazie davvero! Sapere che c'è qualcuno che apprezza ciò che scrivo mi rende davvero felice ^-^ Poi mi scuso se la storia inizia a diventare un po' confusa. Ho intenzione di svelare le cose un po' alla volta e finchè non leggerete la fine, probabilmente avrete sempre la sensazione che qualcosa vi stia sfuggendo. Ci tengo a precisare che Yomi non ha perso di punto in bianco il suo potere, ma il motivo per cui non si è manifestato lo scoprirete molto più avanti. Per quanto riguarda il duello, ho cercato di descriverlo al meglio che potessi e spero di esserci riuscita. Vorrei spendere due parole sull'avversario di Yomi. Il nome Jonouchi l'ho scelto quasi per caso, mi piaceva, era orecchiabile e gliel'ho assegnato (e il fatto che è il nome originale di Joey Wheeler non c'entra niente xD). Il cognome, Goruden, invece è una storpiatura della parola "gold", ovvero oro. Questo per sottolineare il fatto che viene da una famiglia ricca e influente. L'archetipo che ho scelto per il suo personaggio è il "Verme". L'ho scelto anche se non fa parte dell'era GX, ma compare successivamente, nell'era 5D's, per due semplici motivi: primo, perchè volevo evidenziare come l'atteggiamento di Jonouchi fosse quello di una persona vile, senza valori, nè principi; secondo, perchè volevo renderlo un personaggio detestabile, verso il quale sarebbe stato impossibile provare empatia, in modo da contrapporlo all'eroina.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12- Il primo duello contro la scuola rivale ***


Capitolo 12- “Il primo duello contro la scuola rivale”

 

Era trascorsa una settimana dal duello contro Jonouchi e da quel giorno Yomi non aveva più parlato con i tre Obelisk del secondo anno. Dopo la sua vittoria, si trovò all’improvviso al centro dell’attenzione, soprattutto dei ragazzi del dormitorio rosso. Non facevano altro che cercarla, in tutta la scuola, per farsi aiutare nei compiti o nei duelli. Era diventata una specie di idolo del dormitorio Slifer, un dio, sebbene non avesse fatto altro che difendere le vittime per eccellenza dell’istituto.
La sera in cui aveva sconfitto l’Obelisk fu trascinata al dormitorio rosso dalle matricole, dove festeggiarono la sua vittoria. Eichi, il rappresentante del dormitorio, fu l’unico ad essere assente alla festa, ma alla ragazza non dispiacque. Non le era piaciuto, fin dal primo giorno che l’aveva conosciuto, e di certo non ne sentiva la mancanza. La serata trascorse tranquilla e, per la prima volta in tutta la sua vita, Yomi riuscì a divertirsi sul serio stando in mezzo ad altre persone. Anche se era sicura che sarebbe stato più divertente se ci fossero stati anche i tre giovani del dormitorio blu.
 “Pensavo che non avrei avuto bisogno di Yusuke, Zane e Atticus, che mi bastava credere un po’ di più in me stessa, ma la verità è che non voglio rinunciare a loro, anche se adesso non so proprio come comportarmi… Cosa dovrei fare per risolvere questa situazione? Non posso scegliere tra loro e Makoto; non sarebbe giusto…” aveva pensato uno di quei giorni, al termine delle lezioni, mentre si dirigeva al negozio di carte.
-Yomi!-la chiamò una voce soave alle sua spalle.
La Slifer si voltò e vide l’Obelisk biondo che le veniva incontro, agitando cordialmente la mano.
-Makoto…-mormorò la ragazza, rispondendo al saluto.
-Dove stai andando?-chiese l’altro, curioso, non appena si fu avvicinato alla giovane.
-Al negozio di carte…
-Che coincidenza! Stavo giusto andando là… Non ti dispiace se vengo anche io?
-No, fai pure…
I due si rimisero a camminare, fianco a fianco. Dopo qualche minuto di silenzio, il biondo fece:
-Ho sentito che sei diventata l’idolo del dormitorio rosso… Sono contento per te! Sei una brava ragazza ed un’ottima duellante ed è più che giusto che riconoscano le tue capacità!
-Grazie…-rispose Yomi, senza alzare lo sguardo da terra.
-Come mai quel muso lungo? E’ successo qualcosa?-fece l’altro, notando che la studentessa non gli stava prestando molta attenzione.
-No, non preoccuparti…
-Stai ancora pensando a quei tre? Non dovresti; sono delle brutte persone e potrebbero farti del male…
-Makoto stai esagerando!
-No, lo sai come stanno le cose! Dovresti lasciarli perdere… Potrebbero farti del male e se dovesse succedere non potrei mai sopportarlo!
-Loro non mi faranno del male!
-Come fai a saperlo? Sono dei bastardi, soprattutto Zane e-
-Non ti azzardare a ripeterlo!-esclamò Yomi, fermandosi di colpo. Non aveva gradito il commento dell’altro e, nonostante fosse nera dalla rabbia, si era trattenuta dal tirargli un bello schiaffo, per evitare ulteriori guai. Poi senza dire niente, si voltò e riprese a camminare nella direzione opposta.
-Perché te ne vai? Ho detto qualcosa di male?-le chiese l’Obelisk del terzo anno, cercando di andarle dietro.
-Prova a pensarci, magari ci arrivi da solo!-esclamò, secca, l’altra.
Detto questo, continuò per la sua strada, piantando in asso l’Obelisk del terzo anno e lasciandolo in mezzo al corridoio.
“Idiota di un Obelisk! Poi si chiede cosa abbia fatto di male! Non li sopporto quando fanno così, nessuno dei quattro! Sembrano delle zitelle gelose e inacidite! Stupidi; sono tutti stupidi!” pensò la Slifer, mentre saliva le scale che portavano alla terrazza dell’edificio principale. Sentiva il bisogno di calmarsi un po’ e la vista del cielo limpido riusciva quasi sempre a placare la sua ira. Il blu e il celeste… Vedere quei colori la calmavano sempre. C’era qualcosa in quelle tonalità che l’aveva sempre attratta.
Una volta uscita fuori, fu abbagliata da un raggio di sole e per pochi secondi fu costretta a chiudere gli occhi per non essere accecata. Quando si fu abituata alla luce dell’esterno, dischiuse lentamente gli occhi e si accorse di non essere sola.
-Che ci fate qui?-chiese, rivolgendosi ai tre studenti d’elite, che la stavano fissando un po’ sorpresi. Probabilmente non si aspettavano di vederla comparire di punto in bianco.
-Potremmo farti la stessa domanda…-commentò Atticus.
Yomi non rispose e si avvicinò al parapetto, per poter guardare di sotto. Il silenzio si era fatto abbastanza imbarazzante. Tra la giovane e i tre Obelisk c’erano poco più di due metri, ma nessuno sembrava intenzionato a prendere l’iniziativa e rompere quel silenzio tombale.
Ormai erano in silenzio già da diversi minuti, quando Atticus, stufo di quella situazione, sbottò:
-Non ce la faccio più! Non posso continuare ad essere arrabbiato con te! Mi dispiace…
La Slifer si voltò, leggermente sorpresa, poi, come se niente fosse, ritornò a guardare di sotto.
-Non ho la più pallida idea di come abbiamo fatto a finire in questa situazione, ma se è colpa mia, perdonami! Qualsiasi cosa abbia fatto, non era mia intenzione! Non voglio che tu sia arrabbiata con me…
-Io non devo perdonarti proprio nulla…-fece l’altra, senza degnare di uno sguardo il castano.
-Allora perché continui ad evitarmi? E’ per via di Makoto, vero? E’ perché ti ho detto di lasciarlo stare?
-Perché devi sempre tirare fuori Makoto?
-Abbiamo esagerato, scusaci! Makoto non ci piace, ma non possiamo impedirti di fare quello che vuoi… Se vuoi frequentarlo, sei libera di farlo, noi non cercheremo più di impedirtelo. Noi vogliamo continuare ad essere tuoi amici, perciò smettiamola con questa storia… Non mi piace l’idea di aver litigato con te; e non piace nemmeno a loro!
-Atticus, te l’ho già detto. Makoto non c’entra niente! Non sono arrabbiata con voi per questo motivo… Anzi, ad essere sincera, ormai non sono più arrabbiata con te e Yusuke-
-Sei arrabbiata con me?-si intromise Zane, interrompendo l’amica.
Yomi non rispose.
-Sei arrabbiata con me per lo schiaffo, vero?
-Non mi aspettavo che l’avresti fatto…-mormorò la studentessa, sfiorandosi la guancia. Il ricordo di quello che era successo qualche settimana fa era ancora vivido e non sembrava intenzionato a svanire.
-Mi dispiace di averti schiaffeggiato. Ho esagerato, lo ammetto, ma volevo solo farti capire che stavi sbagliando…
-Lasciamo perdere…-fece l’altra, allontanandosi dal parapetto.
-Non avresti dovuto dirlo a Makoto… Non erano affari suoi.
-Pensi davvero che gliel’abbia detto?! Sei uno stupido idiota! Dovresti avere un po’ di fiducia in me! Sei mio amico, no?! Pensi davvero che abbia voluto metterti nei guai?!-sbottò Yomi, arrabbiata. Si sentiva di nuovo accusata di qualcosa, come se fosse stata realmente colpa sua.
-Io…-mormorò Zane, distogliendo lo sguardo dall’amica.
-Lasciamo perdere! A quanto pare, non siamo fatti per stare insieme…
Detto questo, la ragazza si avviò di nuovo verso le scale che portavano all’interno dell’edificio. Stava per scendere le scale che portavano all’interno, quando fu fermata di nuovo dal giovane dai capelli blu.
-Aspetta… C’è una cosa che volevo dirti…
-Cosa vuoi?
-Rappresenterò la scuola al duello annuale contro l’Accademia del Nord. Il duello si terrà tra una settimana e vorrei che tu venissi a vederlo…
-Non te lo prometto…
Detto questo, la Slifer rientrò nell’edificio, lasciando i tre giovani sul tetto.
 

***

 
Da quel giorno, non aveva più incontrato i tre ragazzi, né aveva avuto alcuna occasione per parlarci. Non l’aveva nemmeno cercata, per essere precisi. Non era ancora riuscita a fare ordine tra i suoi pensieri e non se la sentiva di incontrarli, perciò aveva fatto di tutto per evitarli. E, allo stesso modo, aveva fatto di tutto per evitare anche Makoto. Aveva trascorso una settimana praticamente a scappare dagli Obelisk. Non voleva vederli, soprattutto perché non avrebbe saputo cosa dire loro. Ormai era giunto il giorno del duello contro l’Accademia del Nord e Yomi aveva deciso, nonostante tutto, di assistere al duello.
“Non riesco a capire come abbiamo fatto a finire in questa situazione… Tutte le volte finiamo per litigare per qualche idiozia! E Makoto ultimamente sta iniziando a darmi sui nervi… Quel commento dell’altro giorno poteva anche risparmiarselo! Zane sarà anche insopportabile, ma non è un bastardo! E sono sicura che non mi farebbe mai del male! Esattamente come Yusuke e Atticus…” pensò, mentre entrava nell’arena, già gremita di studenti. Si guardò un po’ intorno. La stanza era stracolma di persone; una tribuna era riservata agli studenti dell’Accademia del Nord, perciò gli studenti del suo istituto erano costretti ad occupare meno spazio del solito e per questo erano pigiati come sardine.
Yomi vide dei posti liberi in una delle ultime file e decise di sedersi là. Ormai aveva quasi raggiunto i tanto agognati posti, quando si sentì chiamare.
-Cosa c’è?-fece irritata, rivolgendosi ad un gruppetto di studenti del dormitorio rosso, che si erano avvicinati.
-Ti abbiamo tenuto un posto…-fece uno dei ragazzi, un po’ titubante. L’espressione della ragazza era alquanto scocciata e il giovane non sapeva se era il caso di parlarle o meno. Quando si arrabbiava sapeva essere molto terrificante.
-Davvero?-chiese l’altra, sorpresa.
-Se non ti dispiace, ci farebbe piacere che tu guardassi il duello insieme a noi…-continuò l’altro, un po’ più a suo agio. Lo sguardo della ragazza si era leggermente addolcito e faceva un po’ meno paura di prima.
-Ok… Se proprio ci tenete, vengo…-disse Yomi, leggermente in imbarazzo. Poi seguì il gruppo fino ad una fila completamente vuota e si sedette.
Era seduta già da qualche minuto, quando vide Makoto in lontananza, che la salutava. Yomi non rispose al saluto, decisa ad ignorarlo. L’Obelisk, perciò, si avvicinò.
-Yomi, perché non vieni a sederti con me? Mi farebbe piacere avere la tua compagnia!-fece il biondo, non appena fu abbastanza vicino da farsi sentire dalla studentessa.
-Non se ne parla! Sto benissimo anche qui…
-Ok, come preferisci! Sempre meglio gli Slifer, che Yusuke e Atticus…
-Gradirei che tu la smettessi con questi discorsi! Se non vuoi essere picchiato, ti conviene tenerti certe affermazioni per conto tuo!
Il ragazzo rimase qualche minuto in silenzio. Poi, sottovoce, disse:
-Come vuoi… L’ultima cosa che voglio è litigare con te. So di essere stato poco delicato, ma lo faccio solo perché sono preoccupato… Cerca di capirmi!
Detto questo, Makoto si voltò e scese le scale fino alla prima fila, dove prese posto accanto ai suoi amici.
-Quel tipo non mi piace… Dovresti fare attenzione!-fece una matricola del dormitorio rosso, che aveva seguito tutto il discorso, rivolgendosi verso la Slifer.
Yomi si voltò a guardarlo, ma non disse nulla. Persino il suo istinto le diceva di non fidarsi di Makoto, ma il suo cuore non era tanto sicuro di cosa provasse.
“Ultimamente non so proprio cosa pensare… Forse dovrei iniziare a dare ascolto a quello che dice Yuki! Di solito non si sbaglia mai… E’ assurdo che io provi simpatia per Makoto… E’ il tipico bullo che se la prende con i più deboli! Perché non riesco ad odiarlo? Non riesco a fidarmi di lui, ma allo stesso tempo non voglio voltargli le spalle… Chissà perché…”
-Guardate! Sta entrando il Kaiser!-esclamò un altro ragazzo alle sue spalle, indicando l’Obelisk dai capelli blu, che faceva la sua apparizione nell’arena.
-Kaiser?-chiese ingenuamente la studentessa, voltandosi verso il ragazzo che aveva appena parlato.
-E’ così che lo chiamano… E’ uno dei duellanti migliori di tutta l’Accademia e non ha mai perso un solo duello da quando si è iscritto. E’ soprannominato da tutti il Kaiser dell’Accademia del Duellante!-rispose l’altro.
-Non lo sapevo…-mormorò Yomi, voltandosi di nuovo verso l’arena.
Zane stava guardando nella sua direzione e sembrava in qualche modo sollevato. Non appena si accorse che la ragazza lo stava fissando, distolse lo sguardo e tornò a concentrarsi sul duello che di lì a poco sarebbe iniziato.
-Un attimo di attenzione ragazzi!-proruppe il cancelliere dal centro dell’arena. Accanto a lui, c’era un vecchio dai capelli tutti spettinati e vestito in modo decisamente trasandato. Probabilmente era il preside dell’Accademia del Nord. Sheppard continuò:
-Fra poco inizierà il duello annuale tra l’Accademia del Nord e l’Accademia del Duellante. Quest’anno si affronteranno Zane Truesdale, secondo anno e Obelisk Blu, per l’Accademia del Duellante, e Camus Jansen, terzo anno, per l’Accademia del Nord!
-E’ del terzo anno?-fece sorpresa la Slifer.
-Pensi che sarà un problema?-le chiese un suo compagno di classe.
-Non credo. Zane è un ottimo duellante; non dovrebbe avere grossi problemi!
-L’hai già visto duellare?-chiese di nuovo l’altro.
-No, non ancora…-ammise la ragazza.
-Allora come fai a sapere che è un buon duellante? Anche se è un Obelisk, non è detto che sia veramente capace!-continuò l’altro
-Intuito femminile!-ribattè secca la studentessa. Non aveva mai dubitato delle reali capacità dell’amico e non le piaceva quando qualcuno le metteva in dubbio. Sebbene non l’avesse mai visto duellare, sapeva che era un ottimo duellante, con un talento fuori dal comune. Glielo diceva il suo intuito e quel poco che aveva capito parlandoci. Era un tipo molto taciturno, ma quando si trattava di duelli sapeva diventare una buona compagnia.
I due sfidanti, intanto, erano saliti sull’arena.
Zane era rilassato come sempre e non sembrava per nulla turbato dal duello. Sebbene portasse sulle spalle il peso di tutta l’Accademia, continuava imperterrito a fissare l’avversario con le braccia conserte, come faceva sempre. L’altro ragazzo era molto alto, forse 1.90, magro e slanciato. Aveva i capelli biondo cenere, lunghi fin sotto le scapole, leggermente mossi, sciolti sulle spalle, mentre gli occhi erano azzurro ghiaccio e la carnagione era molto chiara, quasi pallida.
“Probabilmente uno dei due genitori è europeo… Nessun giapponese puro potrebbe avere occhi e capelli di quel colore!” pensò la giovane, osservando lo sfidante. Lo studente dell’Accademia del Nord aveva un portamento molto elegante ed anche il suo abbigliamento era in contrasto con quello degli altri studenti del suo istituto. Indossava un’elegante giacca, lunga fino ai polpacci, e al collo portava annodato un fazzoletto di stoffa bianco e ricamato di azzurro. Gli altri studenti della scuola rivale, invece, indossavano delle giacche sportive, di un rosso cupo. Erano divise più spartane, in netto contrasto con l’elegante outfit del loro rappresentante.
-Chissà chi di noi vincerà oggi!-fece Camus, sorridendo gentilmente all’avversario. Zane non rispose. Dopo aver inserito il proprio deck nell’alloggio, i due sfidanti diedero il via al duello, pescando ciascuno cinque carte.
-Dato che sono un ospite, inizio io!-esclamò l’altro con un forte accento straniero, pescando la sesta carta.-Bene! Inizio posizionando un mostro coperto e termino il turno.
“Solo una carta… Che mi stia sottovalutando?” pensò l’Obelisk del secondo anno, scrutando attentamente l’avversario.
-Pesco! Attivo “Differente capsula dimensionale”, grazie alla quale rimuovo una carta dal gioco e durante la mia seconda fase di attesa, posso aggiungerla alla mia mano. Poi evoco “Cyber drago” in posizione di attacco. Posso farlo dal momento che controlli un mostro, mentre io non ne controllo nessuno.
Dalla sua parte del campo comparve un enorme serpente meccanico, con le fauci spalancate e arrotolato su se stesso, come se stesse per attaccare.
-A questo punto, il mio “Cyber drago” può attaccare il tuo mostro coperto!
Il mostro meccanico si lanciò all’attacco del mostro coperto.
-Sei caduto dritto nella mia trappola… Scopro il mio mostro, “Pinguino dell’incubo”, ed attivo il suo effetto. In questo modo, costringo il tuo mostro a ritornare nella tua mano.-disse l’altro, scoprendo il proprio mostro.
“Accidenti… Non mi aspettavo una trappola del genere…” pensò il giovane, mentre il proprio mostro ritornava tra le carte che l’Obelisk aveva in mano.
-Posiziono una carta coperta e ti passo la mano…-concluse il ragazzo dai capelli blu.
-Come vuoi… Tocca a me! A questo punto, faccio scendere in campo “Madre Grizzly”, un mostro che ti darà del filo da torcere!-esclamò il ragazzo, mentre posizionava la carta. Sul campo comparve un grosso orso dal pelo scuro, quasi nero pece, con denti lunghi e affilati.
-Ha solo 1400 punti di attacco, pensi che mi spaventi?-fece l’Obelisk, con la sua solita calma. L’avversario non si scompose; sapeva che aveva tutte le carte in regola per vincere, gli mancava solo una carta, la sua strategia sarebbe stata completa e il duello si sarebbe concluso con la sua vittoria.
-Ne riparleremo dopo che avrò attivato questa magia terreno: “Umi”. Grazie a questa carta, tutti i mostri di attributo acqua sul terreno guadagnano 200 punti di attacco e di difesa, mentre tutti i mostri di tipo macchina e pyro ne perdono altrettanti. E questo significa doppi guai per te! In fondo, usi lo stile “cyber”, perciò tutti i tuoi mostri sono di tipo macchina…
-Vedo che ti sei informato…
-Ne dubitavi! Io sono l’imperatore dell’Accademia del Nord, il solo e unico imperatore! Non posso permettermi di perdere contro un moccioso del secondo anno! Tu vieni considerato il Kaiser di questa Accademia e questa cosa è intollerabile! Questa è una guerra, caro il mio studente dell’Accademia del Duellante… Comunque, adesso che il mio mostro ha guadagnato 200 punti, posso attaccarti direttamente! Vai “Madre Grizzly”, attaccalo!
L’orso fece un rapido balzo verso Zane, colpendolo con una zampata. I LP del ragazzo scesero velocemente a 2400.
-Devo ringraziarti, sai? Attivo la mia carta coperta! Si tratta di “Condensatore di danno”. Mi basta scartare una carta e mi permette di evocare un mostro dal mio deck, che abbia attacco pari o inferiore al danno che ho subito. Ed io scelgo “Proto-cyber drago”…-esclamò Zane, mentre dalla sua parte del terreno compariva un altro serpente meccanico. Questa volta il suo aspetto era più primitivo del precedente. Il metallo era scuro, quasi nero, in confronto all’acciaio lucente del mostro precedente. Non aveva zanne ed era circondato da cavi, come se non fosse stato ancora completato.
“Proto-cyber drago… Credo di sapere cosa ha intenzione di fare! E per impedirglielo, sarà meglio posizionare questa carta coperta.” pensò Camus, mentre metteva una carta coperta.
-Dopo aver posizionato una carta, ti passo la mano…
-Tocca a me… Dalla mia mano, attivo “Polimerizzazione”, con la quale fondo “Proto-cyber drago” con il “Cyber drago” che ho in mano per dare vita a “Cyber drago gemello”!-esclamò l’Obelisk.
Sul terreno comparve un mostro a due teste, un incrocio tra un grosso serpente e un drago senza zampe, né ali.
-Complimenti, hai appena fatto scattare la mia trappola! Scopro “Dispositivo anti-fusione”…-disse l’altro, scoprendo la trappola.-Come sicuramente sai, questa carta mi permette di distruggere il tuo mostro!
-Non se attivo questa! Si tratta di “Defusione”… Con questa magia, posso mettere in campo i mostri che ho usato per fondere “Cyber drago gemello”! In questo modo, posso far tornare in campo “Proto-cyber drago” e “Cyber drago” e la tua trappola perde il suo effetto…
Il serpente a due teste scomparve dal campo, lasciando il posto ai due mostri impiegati per evocarlo.
-A questo punto, posso attaccare “Madre grizzly” con “Cyber drago”!
Il serpente meccanico dallo scheletro scintillante attaccò l’orso con un raggio blu elettrico, distruggendolo. I LP di Camus scesero a 3700, ma nonostante il mostro fosse stato distrutto, ne ricomparve un altro sul terreno.
-Attivo l’effetto di “Madre Grizzly”. Se viene distrutto in battaglia, posso evocare un altro mostro acqua con massimo 1500 punti attacco. Ed io scelgo un altro “Madre grizzly”…-fece l’altro, con soddisfazione.
-Non male come mossa, ma mi aspettavo qualcosa di più…-commentò Zane, concludendo il suo turno.
-Dovresti portare rispetto a chi è più grande e più bravo di te!-esclamò l’altro, al colmo della sopportazione.
-Ed è quello che sto facendo…
-Per te questo è portare rispetto? Dovresti inchinarti e baciarmi la suola delle scarpe!
-Quello non è portare rispetto…
-Allora forse questa carta ti farà cambiare idea! Pesco!
“Mobius… Perfetto, proprio quello che cercavo!” pensò il duellante dell’Accademia del Nord, sorridendo.
-Sacrifico “Madre grizzly” per evocare la carta della tua sconfitta: “Mobius, monarca glaciale”!
Sul terreno, al posto dell’orso dalla pelliccia scura, comparve un gigante, dal lungo mantello blu e dall’armatura medievale color ghiaccio. Era imponente e i suoi 2400 punti di attacco lo facevano sembrare molto più grande.
-Sorpeso, Zane?
-Devo dire che è stata una bella mossa!-rispose l’altro, sorridendo compiaciuto. Camus si stava rivelando un avversario temibile e questo era proprio quello che voleva.
-Purtroppo per te non è ancora finita, perché attivo l’effetto di “Spirito dell’acqua”. Mi basta rimuovere un mostro acqua dal cimitero, per poterlo evocare sul terreno…-continuò Camus, mentre una graziosa fanciulla, fatta interamente di acqua, compariva sul suo lato del campo da gioco.-Preparati, perché adesso ti attaccherò! Avanti miei mostri, fate piazza pulita dei suoi!
I mostri del ragazzo dalla carnagione chiara si lanciarono all’attacco, distruggendo entrambi i mostri meccanici dell’Obelisk. I LP del ragazzo scesero a 800.
-Le cose si stanno mettendo male per il Kaiser…-commentò uno degli Slifer, che si trovava a fianco della ragazza.
-In effetti, ha perso diversi Life Points… Inoltre, la carta magia terreno gli sta creando diversi problemi. O trova un modo per distruggerla, o può anche dire addio alla vittoria!-commentò Yomi, continuando a guardare verso il centro dell’arena.
-Non sei preoccupata?-chiese un altro studente alle sue spalle, protendendosi verso la giovane.
-Perché dovrei?-chiese l’altra con indifferenza.
-Non siete amici? Vi ho visti parlare più di una volta…-rispose l’altro, grattandosi la testa pensieroso.
-Chissà…-mormorò la ragazza, senza distogliere gli occhi dall’arena.
Nel frattempo, il duello stava continuando con il turno di Zane.
-Dato che sono passati due turni, posso aggiungere alla mia mano la carta che avevo rimosso dal gioco… Adesso, attivo “Mostro reincarnato”; mi basta scartare una carta per recuperare un mostro dal cimitero e recupero “Cyber drago”. Purtroppo per te, non resterà molto in mano, perché provvedo subito ad evocarlo. Ritorna, mio fedele mostro!
Il serpente meccanico fece la sua ricomparsa sul terreno.
-Che sciocchezza! Pensi che ti proteggerà dal mio “Mobius”?
-Non è finita qui… Evoco anche un altro “Proto-cyber drago” e poi attivo la carta magia “Unità generatrice di fotoni”! Grazie a questa carta posso far evolvere i miei due draghi in “Cyber drago laser”…
I due mostri meccanici dalle sembianze serpentiformi lasciarono il campo, per fare posto alla loro evoluzione. Si trattava sempre di un mostro meccanico, dalle sembianze di un grosso serpente, ma era molto più grosso e pericoloso, e dalla sua coda spuntava un laser.
-A questo punto attivo l’effetto di “Cyber drago laser”, che mi permette di distruggere il tuo mostro! Prendi bene la mira e fallo fuori!
Il drago serpentiforme metallico lanciò un raggio lasera dalla coda, colpendo in pieno il mostro glaciale avversario, che andò in frantumi.
-No!-urlò il giovane dell’Accademia del Nord, non appena il suo monarca andò in mille pezzi.
-Adesso posso attaccare il tuo “Spirito dell’acqua”!-continuò il giovane Obelisk, lanciando il proprio mostro all’attacco.
Il drago-serpente metallico attaccò di nuovo la fanciulla dalla pelle blu, distruggendola. I LP dell’avversario proveniente dall’Accademia del Nord scesero a 3300.
-Se hai finito, tocca a me… Pesco! Poi, posiziono un mostro e una carta coperta e ti passo la mano.
Il turno del biondo europeo durò poco e passò subito il testimone all’avversario.
“Deve avere in mente qualche altra cosa… Non mi sembra che si stia preoccupando troppo!” pensò, sospettoso, lo studente del secondo anno. Zane aveva capito benissimo che l’altro aveva in mente una strategia per ribaltare la situazione e, considerando che era il duellante migliore di tutta l’Accademia del Nord, era assurdo che si fosse affidato solo al monarca di ghiaccio, esattamente come era assurdo che quello fosse il suo mostro più forte.
“Forse proverà ad evocare un mostro fusione… Da quello che ho potuto vedere fin’ora, gioca mostri di tipo acqua e utilizza la carta magia terreno come doppio vantaggio. Se riesco ad utilizzare di nuovo l’effetto di “Cyber drago laser”, posso stare abbastanza tranquillo. L’unica cosa che non mi piace è quella carta coperta. Non vorrei che fosse una trappola…”
-Pesco…
“Anche se fosse una trappola, non ho niente in mano con cui contrastarla. A questo punto, l’unica cosa che posso fare è attaccare. Nel caso in cui mi vada male, posso sempre difendermi.”
-Attacco con “Cyber drago laser”!-esclamò Zane, ordinando al proprio mostro di attaccare il mostro coperto dell’avversario.
Il mostro coperto si rivelò essere “Vergine dell’acqua” e, grazie all’effetto di “Umi”, l’attacco di “Cyber drago laser” non era potente a sufficienza per distruggerlo.
-Non ce l’ha fatta; hanno gli stessi punti. E questa non è una buona notizia! Probabilmente sta cercando di evocare un mostro tramite tributo e ha scelto di mettere un mostro forte in difesa, per poterlo sacrificare al prossimo turno…-esclamò Yomi, protendendosi verso il campo.
-Sei sorpreso? Scommetto che non ti aspettavi una mossa del genere!-esclamò Camus, compiaciuto delle sue capacità.
-Non proprio… Se devo essere sincero, credevo che attivassi la carta coperta. Mi aspettavo che tu avessi preparato una trappola, ma non mi aspettavo che la trappola fosse proprio il mostro coperto!
-Immagino che sia un complimento…-commentò il biondo.
-Non credere di avermi messo con le spalle al muro. Posiziono una carta coperta…-disse Zane, mettendo la carta sul suo dueling disk.
-E’ il mio turno…-fece lo studente della scuola avversaria, pescando la sua carta. Poi guardò per qualche secondo quello che aveva in mano, ripensando velocemente alla sua strategia e a come contrastare i mostri del giovane Obelisk.
-Attivo “Anfora dell’avidità” e pesco altre due carte. Poi, posiziono un altro mostro coperto e ti passo la mano…-disse, terminando il proprio turno.
“Un altro mostro coperto? Cosa avrà in mente… Forse ha bisogno di due tributi… In effetti, non vedo altra spiegazione. Non avrebbe nessun vantaggio a giocare in difesa, visto che ha molti più LP di me. In una situazione simile, gli converrebbe attaccare… Forse sta aspettando la carta giusta, o forse sta cercando il modo di liberarsi del mio mostro...” pensò il ragazzo dai capelli blu, scrutando attentamente il campo avversario.
-Cosa stai aspettando? E’ il tuo turno!
-Lo so benissimo! Pesco…
“Bene! Con “Unità respingi attacco”, posso far evolvere di nuovo il mio “Cyber drago” e annullare una volta per turno uno dei suoi attacchi. Anche se riesce a distruggere “Cyber drago laser”, sono comunque al sicuro. Poi, con la carta che ho aggiunto alla mano grazie a “Differente capsula dimensionale”, posso ridurre a zero i suoi LP in un solo attacco.”
-A questo punto, attacco il tuo mostro coperto!-esclamò Zane, indicando il mostro coperto che l’avversario aveva posizionato giusto il turno prima.
Il suo mostro si lanciò all’attacco, scoprendolo e distruggendolo.
-Era “Gagagigo”…-commentò l’Obelisk del secondo anno, non appena vide il mostro che era appena finito al cimitero.
-Hai ragione, ma non è stata una mossa astuta da parte tua! Attivo la mia carta trappola “Resuscitato torrenziale”, grazie alla quale posso evocare di nuovo il mostro che hai appena distrutto e infliggerti 500 punti di danno!-esclamò Camus, scoprendo la sua carta trappola.
Il mostro che era appena stato distrutto ricomparve sulla sua parte di campo. Era un incrocio tra una lucertola e un coccodrillo, verde e viscido come solo i rettili sapevano essere e con fattezze umane. Di tanto in tanto, delle lunghe spine acuminate spuntavano dal suo corpo.
Non appena il mostro-lucertola comparve sul campo di gioco, un potente getto d’acqua colpì in pieno lo studente dell’Accademia del Duellante, riducendo i suoi LP a 300. La situazione si stava mettendo veramente male per il giovane del secondo anno.
-Ho paura che al prossimo turno le cose si metteranno veramente male per lui…-mormorò Yomi, appoggiandosi pesantemente allo schienale della seduta. Il duello l’aveva talmente coinvolta che si era ritrovata quasi in piedi.
-Posiziono una carta coperta e ti passo la mano…-disse Zane, terminando il proprio turno.
-Pesco…-fece l’avversario. Poi, guardò le proprie carte e sorrise, divertito.-Adesso sacrifico “Gagagigo” e “Vergine dell’acqua” per evocare “Levia-dragone Dedalo”!
Un drago blu, tendente al violaceo sul ventre, con denti acuminati e una cresta spinosa che gli percorreva tutto il dorso, comparve sulla sua parte di campo. Aveva arti anteriori e posteriori, molto piccoli e corti, che non gli avrebbero permesso di fare granché. Tuttavia, la sua arma più potente era senz’altro la sua bocca, grossa e piena di denti lunghi e affilati.
-Mi dispiace, ma il duello finisce qui, perché attivo subito l’effetto del mio mostro! Mi basta scartare “Umi” al cimitero, per distruggere tutte le carte sul terreno, eccetto il mio “Levia-dragone”!-continuò Camus, subito dopo che il suo mostro comparve sul terreno.
-Mi dispiace, ma prima che tu possa farlo, attivo la mia carta coperta: “Ruggito minaccioso”. Per questo turno non potrai attaccare…-lo interruppe l’Obelisk, attivando prontamente la sua carta trappola.
L’effetto del dragone si attivò immediatamente e un turbine di acqua distrusse le carte coperte di entrambi e il drago-serpente meccanico di Zane.
-Stai solo rimandando la tua sconfitta…-disse il biondo, ormai certo della sua vittoria.
-Questo lo vedremo… Pesco!
“Mi servirebbe una sola carta per chiudere il duello… Con “Anfora dell’avidità”, che ho appena pescato, posso pescarne altre due e sperare che sia tra quelle.” pensò il ragazzo, guardando la propria mano.
-Attivo “Anfora dell’avidità” e pesco altre due carte… Proprio quella che cercavo! Adesso, attivo “Mostro resuscitato” ed evoco dal cimitero il mio “Cyber drago”, poi attivo “Vincolo di potere”. Questa carta è molto speciale. Mi permette di fondere il mostro che ho sul terreno con gli altri due “Cyber drago” che ho in mano, ed evocare “Cyber drago finale”.
Un mostro serpentiforme a tre teste comparve sul terreno del giovane Obelisk. Questa volta aveva l’aspetto più di un drago che di un grosso serpente. Era meccanico, del colore dell’acciaio, con due grosse ali, anch’esse meccaniche, che spuntavano dal dorso del grosso mostro. Dal corpo spuntavano tre lunghi colli, alle cui estremità si trovavano le feroci fauci del drago finale. Ciascuna di esse era diversa dall’altra e messe insieme lo facevano sembrare molto più minaccioso e pericoloso.
-Inoltre, grazie all’effetto di “Vincolo di potere” i suoi punti di attacco raddoppiano. Purtroppo, alla fine del mio turno mi verranno sottratti LP pari all’attacco originale del mostro evocato, ma questo non sarà un problema, dato che ti sconfiggerò prima! Avresti dovuto mettere delle carte coperte; invece, hai pensato di avere la vittoria in tasca e mi hai sottovalutato.
-Che bravo moccioso… Davvero niente male per un ragazzino del secondo anno!-disse Camus, ammettendo la sua sconfitta. Oramai, non c’era più niente che potesse fare per impedire all’avversario di sferrare un attacco. Aveva perso e la colpa era principalmente sua. Esattamente come aveva affermato poco prima Zane, lo aveva sottovalutato e non aveva pensato a come contrastarlo. Aveva dato per certo la sua vittoria, dato che all’avversario rimanevano pochissimi LP, e questo era stato il suo unico errore, sufficiente, però, per condurlo alla sconfitta.
-Adesso ha 8000 punti di attacco, più che sufficienti per distruggere il tuo mostro e mettere fine al duello!-continuò il giovane dai capelli blu, ordinando al proprio mostro a tre teste di sferrare un attacco al drago avversario, distruggendolo e riducendo i suoi LP a 0.
-Ha vinto…-momorò Yomi, leggermente sorpresa. Ad un certo punto, era addirittura arrivata a pensare che avrebbe perso. Non credeva che sarebbe riuscito a vincere; aveva solo 300 LP. Invece, aveva dimostrato che il soprannome di Kaiser gli calzava a pennello.
Non appena il duello finì, in tutta l’arena si levarono fischi e grida di gioia. Gli studenti dell’Accademia del Duellante, che erano la maggioranza, coprivano le grida disperate e gli improperi degli avversari. Da una parte c’era chi acclamava l’inaspettata vittoria del Kaiser, dall’altra chi rimpiangeva di essere uno studente dell’Accademia del Nord.
Il cancelliere si alzò in piedi, soddisfatto per la vittoria ottenuta e, seguito dall’altro preside, salirono sull’arena per congratularsi con il vincitore del duello.
-E’ stato un duello spettacolare; devo ringraziare entrambi per le emozioni che ci avete regalato! E ringrazio anche l’Accademia del Nord per essere venuta qui e per aver partecipato!-fece Sheppard, stringendo la mano a Camus, che, nonostante la sconfitta, continuava a sorridere.
-E’ stato un ottimo duello, Jansen…-continuò il cancelliere dalla giacca porpora.
-Grazie, ma lei è troppo gentile! Il vostro studente mi ha sconfitto e si merita del tutto la vittoria. L’ho sottovalutato e non avrei dovuto. Ho commesso un errore che non mi sarei dovuto permettere… Comunque sia, probabilmente avrebbe vinto lui ugualmente. Zane Truesdale è un duellante eccezionale!
-Concordo! Mi duole ammetterlo, ma hai duellato veramente bene, ragazzo…-disse il preside dell’altra scuola, rivolgendosi allo studente del secondo anno.-Sebbene mi bruci ammetterlo, sono contento che a sconfiggere la mia prestigiosa scuola, sia stato un duellante con il tuo talento!
-Grazie…-rispose Zane, stringendo la mano all’uomo.
-Sai, mi farebbe molto piacere se tu venissi con noi all’Accademia del Nord! Sono sicuro che studiando da noi, riuscirai a tirare fuori il tuo vero potenziale! L’Accademia del Duellante non è in grado di farlo…
-Non ci provare nemmeno! Zane è uno dei miei studenti, non pensare che te lo lasci in questo modo!-esclamò Sheppard, intromettendosi nel discorso. L’idea che l’amico gli rubasse uno dei suoi migliori studenti non gli piaceva neanche un po’. E non poteva di certo rimanere impassibile!
-Sheppard, lo sappiamo entrambi che la mia scuola è migliore!
-Non è assolutamente vero! Infatti, vi abbiamo appena sconfitto!
-Ad essere sinceri, è stato questo ragazzo a sconfiggerci. E’ per questo che lo voglio da noi…-continuò l’altro.
-Non lo avrai mai!-esclamò, sempre più irritato, l’uomo dalla giacca porpora.
-Non si preoccupi, cancelliere, non ho intenzione di andarmene…-fece il ragazzo del secondo anno.
-Zane…-mormorò il cancelliere, sollevato. L’Obelisk accennò un mezzo sorriso, poi si diresse verso l’uscita, come se niente fosse.
“Menomale… Per un attimo, ho pensato che avrebbe accettato!” pensò Yomi, mentre osservava l’Obelisk uscire dalla stanza. Aveva assistito alla scena e per un attimo aveva provato una stretta al cuore. Nonostante fosse ancora furiosa con lui, non riusciva a rimanere indifferente come voleva.
-Dove vai?-chiese uno degli Slifer, notando che la ragazza si era appena alzata in piedi.
-Il duello è finito, no? Non c’è più alcun motivo di rimanere qui…-disse l’altra. Poi scese velocemente i gradini delle tribune ed uscì. Non appena fu uscita dalla stanza, notò che qualcuno la stesse aspettando. Appoggiato di fronte alla porta dell’arena, c’era Zane, a braccia conserte, come al solito.
-Cosa vuoi?-chiese l’altra, leggermente irritata.
-Senti, per quello che è successo quella volta-
-Stai cercando di scusarti?-lo interruppe la giovane.
-Mi dispiace, ho esagerato… Non avrei mai dovuto schiaffeggiarti…
-Lascia perdere, non voglio litigare di nuovo con te. Perciò, per un po’ di tempo, è meglio se non ci vediamo…-sussurrò la ragazza, passando oltre.
-Aspetta!-le gridò dietro l’amico.
Yomi fece finta di non sentirlo e tirò a dritto, verso le scale che portavano al piano inferiore.

***

Ndr:
Volevo lasciare un piccolo commento su questo capitolo. Innanzitutto, per creare il duellante dell'Accademia del Nord mi sono ispirata ad un personaggio di "Uta no Prince-sama". Il nome Camus (che in realtà sarebbe un cognome francese) l'ho preso da questo personaggio, mentre il cognome è uno dei cognomi norvegesi più diffusi. Per la descrizione mi sono rifatta ai classici tratti di un abitante dei paesi nordici e ho voluto sottolineare il suo carattere freddo e glaciale attraverso il suo deck, formato sopratutto da mostri di attributo acqua e da "Mobius". Inoltre, per creare un contrasto con Zane, ho voluto dargli il soprannome di "Imperatore" (per chi non lo sapesse, "Kaiser" in tedesco significa proprio imperatore) e metterlo in risalto con alcuni suoi atteggiamenti e i suoi abiti. Per il resto, spero vi sia piaciuto il capitolo... Ci vediamo alla prossima!

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Capitolo 13
*** Capitolo 13- I primi accordi svelati ***


Capitolo 13- “I primi accordi svelati

  


Yomi era seduta al suo banco, con lo sguardo fisso sul professore e la mente altrove. Non erano passati molti giorni dal duello annuale contro l’Accademia del Nord, ma da quell’evento non aveva più incontrato né Makoto, né i tre giovani del secondo anno. Questa volta, però, non era stata lei ad evitarli. Probabilmente avevano deciso che non era più il caso di confondersi con i suoi capricci.
“E’ da un po’ che non li vedo; chissà cosa stanno facendo… Forse ho sbagliato a comportarmi così. Sono stata cattiva e li ho trattati nel modo che non meritavano. Alla fine non sono poi così diversa dagli altri… Mi lamento del fatto che le persone continuano a fraintendermi, ma io cosa ho fatto? Mi sono arrabbiata per una idiozia e poi li ho evitati per quasi una settimana. Questa volta me la sono proprio cercata! Avrei dovuto farli parlare e dare loro modo di scusarsi, ma non l’ho fatto. Sono stata una codarda; sono scappata di nuovo… Mi sta bene se non vogliono avere più nulla a che fare con me! Chi vorrebbe confondersi con una pessima persona come me?”
Nonostante fosse diventata l’idolo del dormitorio rosso, si sentiva sempre più sola; sebbene ormai non lo fosse più e fosse sempre circondata da qualcuno, sentiva che qualcosa continuava a mancarle. In cuor suo sapeva che non sarebbe mai stata felice in quel modo; sapeva che gli unici con cui si sentiva veramente bene e accettata erano i tre Obelisk.
La ragazza appoggiò il volto sui palmi delle mani, continuando ad ignorare l’insegnante.
“Gli unici che continuano a cercarmi sono quei tontoloni degli Slifer… E lo fanno solo perché sono una brava duellante ed hanno bisogno del mio aiuto. Come tutti… Mi cercano solo quando hanno bisogno di me, mi sfruttano e basta! Continuo ad essere sfruttata... Forse sono io che sbaglio! Dovrei essere più forte e ribellarmi, ma ho troppa paura di rimanere sola. Se non avessi incontrato Yusuke, non sarei in questa situazione, però non avrei nemmeno trovato la forza di provare ad essere felice. Se non fosse per loro, non sarei qui… Se non fosse per loro, continuerei a maledirmi…”
-Yomi! Terra chiama Yomi!
Banner la stava chiamando dalla cattedra al centro dell’aula. Si era accorto che non stava seguendo la lezione e stava cercando di richiamare la sua attenzione.
-Ah! Mi dispiace…-esclamò la ragazza leggermente imbarazzata, alzandosi in piedi per scusarsi. Gli altri studenti del primo anno la stavano fissando, sorpresi.
-Sbaglio o eri distratta?-insinuò l’insegnante, continuando ad accarezzare il dorso del grasso felino che si portava sempre appresso.
-Mi dispiace…-disse ancora la studentessa, abbassando lo sguardo dispiaciuta.
-Dovresti cercare di prestare attenzione alle mie lezioni, altrimenti potresti trovarti in difficoltà agli esami. Non è vero, Faraone?-fece l’uomo, rivolgendosi prima alla studentessa e poi al gatto. Il felino lo fissò attraverso i suoi occhi spenti e per tutta risposta sbadigliò. Non sembrava molto interessato a ciò che stava accadendo nella stanza.
-D’ora in avanti farò più attenzione…-rispose la ragazza, accennando un inchino.
-Ottimo! Adesso puoi anche sederti…-fece l’altro, sottolineando la frase con un gesto della mano.
-Certamente…-mormorò l’altra, facendo un leggero inchino e mettendosi di nuovo a sedere. Non appena Yomi si fu seduta, l’uomo riprese il suo discorso sulle proprietà della pietra filosofale e come questa potesse essere applicata al Duel Monster, nel caso in cui fosse realmente esistita. La Slifer, però, a dispetto di quanto aveva detto poco prima, continuò ad ignorare la spiegazione di Banner.
“Mi chiedo come abbia fatto a finire in questa situazione… Come ho fatto a litigare con i ragazzi? E poi, per quale motivo? E’ iniziato tutto perché mi sono arrabbiata con Zane per il modo in cui trattava Makoto. Sarebbe finito lì se non mi avesse schiaffeggiata e se per scusarsi non ci avesse impiegato più di una settimana… Ma forse sono io che ho esagerato. Inoltre, non so se fidarmi di Makoto… Non riesco a capire perché continuo a pensare ad uno come lui. Dovrei fidarmi dei ragazzi e di Yuki e cercare di evitarlo il più possibile, ma non ci riesco… Nei suoi occhi c’è qualcosa che non mi piace e a volte ha uno sguardo quasi pericoloso, ma… Non riesco a separarmi da lui… E’ come se ne fossi irrimediabilmente attratta; c’è qualcosa in lui che mi attrae e non so resistergli. Non so cosa fare e come comportarmi… Non mi sono mai trovata in una situazione simile! Se fossi rimasta sola, come sempre, questo non sarebbe successo! Che situazione…”
-Bene! La lezione è finita, potete andare!-disse l’uomo, facendo un cenno agli studenti. Poi, raccolse i propri fogli ed uscì dalla stanza.
Yomi emise un sospiro di sollievo.
“Finalmente è finita! Non ne potevo più… Adesso, ho solo voglia di starmene un po’ da sola!” pensò, mentre si stiracchiava.
-Leader!-una voce la stava chiamando dagli ultimi banchi dell’aula.
La ragazza si voltò irritata. Non le piaceva il soprannome che le avevano affibbiato, soprattutto perché era consapevole che non la rispecchiasse minimamente. Lei non era un bravo comandante, non era un leader, non  ne aveva la stoffa e non l’aveva mai avuta. Non era nemmeno così forte come voleva far credere. Tutto ciò che gli altri pensavano di lei era falso. Quando si trovava in mezzo alle persone, Yomi portava continuamente una comoda maschera, per sembrare più forte di quanto non lo fosse realmente. E lei ne era consapevole; sapeva che la vera Yomi non era quella che si mostrava in pubblico. Per questo motivo, per lei quel soprannome era semplicemente ridicolo e non riusciva a sopportarlo.
-Ancora?! Quante volte devo dirti di non chiamarmi in quel modo?-fece, rivolgendosi al compagno di dormitorio. Era un ragazzo, basso, con i capelli corti e una frangia che gli copriva sempre gli occhi. Era imbranato e non era un granché come duellante. Era una persona alquanto insignificante, che passava spesso inosservato, tanto che Yomi non si ricordava nemmeno come si chiamasse. Si ricordava solo che era stato lui, il primo a chiamarla “leader”.
-Che vuoi?-continuò secca la giovane, non appena l’altro si fu avvicinato.
-Ecco, non riesco a capire questa cosa…-disse l’altro studente timidamente, indicando un paragrafo sul libro di testo.
-Ma questa è una cosa basilare!-esclamò l’altra scocciata. Non riusciva a credere che non avesse capito una cosa sciocca come quella.
-Sì, ma non riesco a capirla… Puoi darmi una mano?
“Ci risiamo… Mi considerano solo per farsi aiutare. Non c’è nessuno che voglia trascorrere un po’ del suo tempo con me… Per Atticus, invece, ogni scusa era buona per passare del tempo con me. Detesto ammetterlo, ma mi mancano…” pensò la ragazza, continuando a fissare il libro che il compagno le stava sventolando in faccia.
-Allora?! Per favore, sei la mia unica speranza!-insistette l’altro.
-Anche noi abbiamo bisogno di una mano!-esclamarono gli altri studenti del dormitorio rosso, in coro. Erano rimasti tutti in classe ad aspettare la giovane. Yomi si voltò. Erano una decina e dalla loro espressione sembrava che fossero nei guai fino al collo. Tra non molto, tra l’altro, ci sarebbero stati anche i test di metà trimestre e la paura di non riuscire a passarli si stava insinuando tra i giovani studenti.
“Se mi rifiuto, non mi lasceranno mai in pace e mi perseguiteranno per tutto il pomeriggio. Dovrei accettare… Non voglio, ma perlomeno, per qualche ora, avrò la testa concentrata su qualcosa! E poi, non so cosa fare e non voglio deprimermi ulteriormente, standomene da sola da qualche parte… Non credo di avere molta scelta…”
-Ok…-disse poi.
-Perfetto! Andiamo nella caffetteria del dormitorio? E’ grande a sufficienza per starci tutti…-fece il ragazzo con gli occhiali, avviandosi verso la porta, seguito dagli altri Slifer e dalla studentessa.
Il gruppetto di matricole percorse velocemente il corridoio e scese al piano terra. Attraversarono l’atrio ed uscirono dall’edificio. Poi, percorsero il lungo sentiero che portava al dormitorio rosso. Una volta giunti di fronte all’edificio, Yomi rabbrividì. Era una struttura abbastanza fatiscente, che pareva dovesse crollare da un momento all’altro. Nemmeno l’odore era dei migliori: puzzava di muffa e le infiltrazioni erano così in bella vista e così numerose, che gli addetti alla manutenzione avevano rinunciato a coprirle. Le pareti si stavano scrostando e le travi erano abitate da ogni genere di animaletto dotato di almeno sei zampe. La Slifer sospirò, quasi scocciata. Non le piaceva l’idea di entrare lì dentro; non voleva rimanere sotterrata dalle macerie, nel caso in cui crollasse. Purtroppo, però, non aveva avuto molta scelta; non se la sentiva di rifiutare e, in fondo, non sapeva cos’altro fare. In quel modo, perlomeno, poteva rendersi utile ai suoi compagni.
Il gruppo entrò nella caffetteria, ignorando i vari scricchiolii sinistri delle assi, e prese posto ai tavoli di legno. Yomi si mise a sedere in mezzo agli studenti, pronta a rispondere alle loro domande e a rispiegare i concetti che non fossero chiari.
-Puoi rispiegarmi questo punto?-chiese uno degli Slifer, mettendogli un libro sotto agli occhi.
“Carte magia rapide? Davvero non riescono a capire nemmeno queste cose? Non credevo che fossero messi così male… Adesso capisco perché sono lo zimbello di tutta la scuola!” pensò la giovane, leggendo il titolo del paragrafo.
-Cosa non hai capito, esattamente?-chiese, poi, rivolgendosi verso il compagno.
-Praticamente tutto…
Yomi sollevò il sopracciglio sinistro.
-Perfavore…-supplicò l’altro.
-Ok, allora ascoltami bene! Se metti una carta magia rapida coperta, poi non puoi attivarla fino alla fine del tuo turno. Perciò, devi riflettere bene e posizionarla solo se ti può essere d’aiuto durante il turno dell’avversario… Hai capito?
-Non saprei… Se non la metto coperta, posso attivarla durante il mio turno?
-Sì… Però, in quel caso, non puoi attivarla durante il turno dell’avversario.
-Aspetta un attimo! Quindi, per attivarla durante il turno dell’avversario, devo metterla coperta? Ma non è uno svantaggio? Potrebbe distruggermela prima che io possa attivarla…
-Appunto! E’ per questo che devi valutare bene cosa posizionare, in base alle carte che l’avversario ha in campo o a quelle che potrebbe giocare.
L’espressione del ragazzo divenne sempre più confusa. Yomi trattenne lo sdegno ed emise un sospiro, come a voler buttar fuori la rabbia che stava accumulando.
“Come fa ad essere così ottuso?” pensò, poi, prendendo il proprio deck. Poi, posizionò alcune carte sul tavolo e simulò una situazione di gioco, per aiutare l’altro, e non solo lui, a capire meglio quell’aspetto del regolamento.
-Vedete, in questo caso mettere questa carta coperta può servirmi per distruggere una carta trappola o magia che l’avversario potrebbe posizionare nel suo prossimo turno e che non potrà attivare. Dato che non ha carte da distruggere in questo turno, posso benissimo posizionare “Tifone Spaziale Mistico” per il prossimo turno…-disse, indicando il campo da gioco e le varie carte. Poi guardò il gruppo di Slifer, sperando che avessero finalmente capito. Erano pensierosi e non sembrava che avessero colto ciò che la studentessa stava ripetendo da diversi minuti.
-Non è una cosa difficile da capire… Dovete solo valutare, di volta in volta, cosa vi conviene fare! Basta ricordare che una volta posizionate non possono essere attivate… Capito?
-Forse…-mormorò lo studente che le aveva chiesto spiegazioni per primo, grattandosi la testa.
-Dovete solo fare un po’ di esperienza… Ed impegnarvi un po’ di più! Con il tempo, migliorerete! Basta che non vi arrendiate…
-Se lo dici tu…-le rispose l’altro, riprendendo il libro.
-Adesso tocca a me!-esclamò un altro, facendosi strada tra i compagni, finché non si trovò faccia a faccia con la ragazza.
-Uffa! C’ero prima io!-protestò un altro ancora.
-Ragazzi, calma! Abbiamo un sacco di tempo…-fece Yomi, placando subito le acque.
Trascorsero diverso tempo in questo modo. La studentessa cercava di far comprendere meglio le regole basilari del gioco ai suoi compagni di dormitorio, mostrando loro esempi e situazioni tipiche. I ragazzi, dal canto loro, facevano del loro meglio per capire, ma non sempre riuscivano a cogliere il significato delle parole della giovane.
Dopo quasi tre ore di ripasso, il gruppo di studio si era preso una piccola pausa, per rifocillarsi un po’ e per permettere alla Slifer di recuperare un po’ la voce.
“Forse dovrei parlare con i ragazzi… Ormai è passato un sacco di tempo e non riesco a vivere in questo modo! Sento che non riuscirò a trovare qualcuno come loro… Loro sono gli unici a non prendersi gioco di me! Sono gli unici a cui importi qualcosa di quello che faccio… Si sono arrabbiati per questo motivo e io li ho aggrediti, come se avessero fatto qualcosa di male. Anche lo schiaffo me lo sono meritato! In fondo, la colpa era solo mia. Se io non avessi reagito alla provocazione di Jonouchi, Zane non si sarebbe arrabbiato in quel modo… Era solo preoccupato e, a dirla tutta, ha fatto bene! L’avrei fatto anche io, se fossi stata in lui… Quello schiaffo me lo sono meritato tutto! E lui non meritava il modo in cui l’ho trattato io… Inoltre, non avrei dovuto lasciare che Makoto ne venisse a conoscenza. Adesso che ci penso, sembrava quasi contento quando ha scoperto del mio litigio con Zane! Forse la verità non è quella che vuole farmi credere… Forse hanno ragione quando mi dicono di lasciarlo perdere…”
-Yomi, secondo te posso aggiungere questa carta?-fece Chumley, mostrando un mostro koala alla ragazza del primo anno.
-Sì, ma dovresti togliere questa… Tenerle entrambe non ha molto senso!
-Però mi piacciono entrambe…
-Devi sceglierne una. Se le inserisci entrambe, rischi di destabilizzare il deck… Utilizzi delle combo particolari e se inserisci le carte sbagliate, potresti avere dei problemi.
-Ok, seguirò il tuo consiglio… Grazie!
-Figurati…
“Non ce la faccio ad essere arrabbiata con loro… Dovrei scusarmi, il prima possibile! Dopo che avrò finito con questi qui, li cercherò e chiarirò tutto… Prima sistemo questa storia, meglio è! E poi… Quella storia che mi ha raccontato Makoto… Devo verificarla! Zane non farebbe del male a nessuno, ma non capisco perché Makoto si sia inventato tutto. Non credo a quello che mi ha detto, ma, per essere sicura, dovrei chiedere a Zane…”
-Quest’effetto come si risolve?-disse un altro studente, porgendogli una carta magia. Sopra era raffigurata una donna con un cuore in mano e due ali, una da pipistrello e una da angelo. Si trattava di “Cambiare idea”, una carta magia molto rara.
“Deve ritenersi fortunato ad avere una carta del genere… Non è facile trovarla!” pensò la giovane studiando attentamente l’oggetto che aveva in mano.
-E’ una buona carta! Dovresti averne cura…-fece Yomi. Poi iniziò a spiegare come usarla.
La pausa era finita già da una ventina di minuti e la Slifer stava spiegando gli effetti di alcune carte, quando qualcuno si fece strada tra i ragazzi e interruppe bruscamente il ripasso collettivo.
-Sembra che vi stiate dando da fare…-commentò un ragazzo con gli occhiali calati sul naso e i capelli nerissimi e corti, con un ciuffo che gli copriva metà fronte.
-Eichi!-esclamò la ragazza, alzandosi in piedi di scatto. Non le piaceva il fatto che il rappresentante del dormitorio rosso si trovasse lì. Non prometteva niente di buono.
“Cosa ci fa qui? Non mi piace per nulla e la sua faccia mi dà sui nervi! Come vorrei tirare un pugno su quel faccino odioso…” pensò la ragazza, fissandolo con fare minaccioso.
-Cosa vuoi?-disse, poi, mantenendo i nervi saldi.
-Stai dando ripetizioni? Ammirevole, da parte tua!
-Mi stai prendendo in giro, per caso?! Vuoi che ti picchi?!
-Sempre la solita donna violenta… Non ti hanno mai detto che le femmine dovrebbero stare zitte e al loro posto? Soprattutto se sono delle mocciose insignificanti!
“Spero per lui che stia scherzando! Dovrei stare zitta?! Come si permette! Neanche fossi un oggetto… Se continua a fare commenti maschilisti e misogini, potrei anche non riuscire a controllarmi! Quanto lo vorrei prendere a schiaffi!”
-Bastardo! Stai passando il limite!-esclamò Yomi, sempre più nera dalla rabbia. La studentessa stava facendo un grande sforzo per trattenersi dal lanciarsi sullo studente del terzo anno e prenderlo a sberle.
-Dici? Comunque, c’è una persona che vorrebbe parlarti…
-Non me ne frega niente! Sparisci dalla mia vista!-urlò l’altra, indicando la porta con un gesto violento della mano.
-Codarda… Di cosa hai paura? Mica ti mangia!
-Come ti permetti?! Io non sono una codarda! E comunque non ho alcuna intenzione di seguirti!
-Sei patetica…
-Pensi che sia così stupida da cadere nelle tue insulse provocazioni?! Pensi davvero che non abbia capito che può trattarsi di una trappola?!
-Certo che no! So bene quanto sei sveglia; non avrebbe senso cercare di tenderti una trappola.
-Allora sparisci!
Il ragazzo non si mosse nemmeno di mezzo millimetro; continuava a fissare l’altra, come se stesse aspettando qualcosa.
-Se ti dicessi che riguarda il tuo amico Zane, cosa mi risponderesti?
“Zane? Mi prende in giro, per caso?”
-Se ti dicessi che riguarda il tuo amico, mi seguiresti?
Yomi fissò per qualche secondo il rappresentante, cercando di capire dove fosse la trappola e cosa avesse realmente in mente.
-Va bene, ti seguo. Ma se è uno scherzo, me la pagherai cara.-disse poi.
-Bene!-fece Eichi, voltandosi e dirigendosi verso la porta della caffetteria, seguito dalla Slifer.
Il ragazzo la condusse fin dentro la foresta che circondava gli edifici dell’istituto. Camminarono per diversi minuti, in silenzio. Yomi si teneva a debita distanza dall’individuo, ancora convinta che le volesse giocare un brutto tiro. Per quel che ne sapeva, poteva anche aver escogitato un modo per vendicarsi di quello che era successo qualche settimana prima. In fondo, la studentessa aveva quasi mandato in fumo tutto il suo duro lavoro degli anni passati e i suoi rapporti con gli studenti del dormitorio blu. La matricola aveva la sensazione che avesse macchinato qualcosa e che non avrebbe dovuto seguirlo, non da sola, almeno. Era chiaro che fosse una trappola, ma la giovane voleva sapere perché avesse tirato in ballo Zane. Se aveva davvero intenzione di dirle qualcosa che riguardava l’amico, allora lo voleva sapere.
-Dove mi stai portando?-chiese la Slifer, dopo un po’, senza staccare gli occhi dall’altro.
Eichi non rispose. Yomi si fermò bruscamente; se doveva seguirlo, voleva sapere almeno dove la stava portando. Non era molto intenzionata a seguirlo per tutta l’isola. Era curiosa, certo, ma l’idea di seguirlo fin dentro alla foresta, con il rischio di perdersi, non le piaceva per nulla.
-Se non mi dici dove mi stai portando, me ne torno indietro…
-Siamo quasi arrivati…-disse l’altro, senza degnare la ragazza di un solo sguardo.
La giovane non si mosse di un millimetro. Lo Slifer del terzo anno, non appena si accorse che non lo stava seguendo, si voltò, quasi scocciato.
-A quanto pare non vuole muoversi ulteriormente…-disse l’altro, grattandosi la testa.
-Allora dovremmo farlo qui… Siamo comunque sufficientemente lontani dagli edifici…-fece una voce alle spalle della Slifer. Era familiare; Yomi era certa di averla già sentita prima.
-Tu… Mi aspettavo una cosa del genere…-fece la ragazza, dopo essersi voltata in direzione del nuovo arrivato. Appoggiato ad un tronco alle sue spalle, c’era Jonouchi Goruden, il ragazzo che aveva sconfitto in duello diversi giorni prima. Yomi se lo ricordava bene; non tanto per il fatto che per colpa sua aveva passato un brutto quarto d’ora, ma per il fatto che avesse avuto il coraggio di toccare il suo amato deck.
“Adesso che ci penso, non gliel’ho ancora fatta pagare per il fatto di aver imbrogliato durante il duello… Questa potrebbe essere l’occasione giusta! Meglio di no… Non voglio far preoccupare di nuovo i ragazzi; questo non è il momento giusto.” Pensò la giovane, continuando a squadrare il ragazzo del dormitorio giallo.
-Sai che il giallo ti dona?-fece la Slifer, sarcastica. Non era riuscita a trattenersi dal commentare la nuova divisa e ricordare allo studente del terzo anno della sua cocente sconfitta.
-Se fossi in te non riderei…-commentò pacato l’altro. Sembrava che il commento della ragazza non l’avesse nemmeno scalfito.
“Che strano… Non è da lui rimanere così calmo di fronte ad una provocazione… Che abbia in mente qualcosa?”
La studentessa si voltò verso Eichi e poi di nuovo verso lo studente del dormitorio giallo.
-Cosa volete da me?
-Me lo chiedi pure? E’ colpa tua se sono stato retrocesso a Ra giallo, perciò ho intenzione di fartela pagare…
-E cosa vuoi fare? Una rivincita? Pensi davvero di sconfiggermi?
-Una rivincita? No, sarebbe inutile…
Jonouchi iniziò ad avvicinarsi alla ragazza, finché non fu a pochi centimetri da lei. Poi, senza troppi convenevoli, le afferrò un braccio.
-Lasciami andare!-esclamò l’altra, cercando di liberarsi dalla presa del giovane.
Il Ra, per tutta risposta, la strattonò a sè, per costringerla ad avvicinarsi ancora.
-Che diavolo vuoi?!-continuò Yomi, cercando di allontanarsi dallo studente.
-Non riesco a capire cosa ci trovi Makoto in una come te…-mormorò l’altro, avvicinando il proprio volto a quello della ragazza. Poi, improvvisamente, lasciò la presa e con uno spintone, la allontanò.
-Che modi…-commentò Yomi, massaggiandosi il braccio, un po’ dolorante.
-Sei fortunata! Makoto non vuole che qualcuno ti faccia del male, perciò non posso farti niente…
-Makoto?
-Già, sembra che abbia un qualche interesse nei tuoi confronti…
“Un interesse? Com’è possibile? Che si stia inventando tutto? In questa storia c’è qualcosa che non mi convince…”
-E mi hai chiamata solo per dirmi questo?-fece Yomi, continuando a massaggiarsi il braccio.
-No… In realtà dovevo parlarti di un’altra cosa…
-Si tratta di qualcosa che dovresti sapere…-si intromise il rappresentante del dormitorio rosso.
-Parlate!
-Come ti hanno sicuramente spiegato gli studenti del primo anno, esiste un accordo segreto tra il dormitorio rosso e quello blu. Serve per facilitare la vita agli studenti Slifer…
-Stai scherzando? Facilitargli la vita? Ma non farmi ridere! Li costringete a darvi le loro carte migliori e, come se non bastasse, continuate a prenderli in giro!
-Ti sbagli! Se noi non facessimo in questo modo, alcuni studenti del dormitorio blu potrebbero anche fare di peggio! E’ l’unico modo per tenere sotto controllo la situazione…-continuò imperterrito Eichi.
-Che idiozia! Basterebbe che voi smetteste di fare i bulli! Non è così difficile, persino degli scimmioni senza cervello come voi possono riuscirci…
-Come siamo violente…-commentò Jonouchi.
-Insomma, quindi cosa volete? Non ho tanto tempo da perdere con voi…
-Bè, comunque la situazione è questa. Ogni anno, un Obelisk e uno Slifer si fanno carico di organizzare il tutto e si impegnano a fare in modo che le cose continuino e funzionino nel modo giusto. Devono controllare che nessuno se ne approfitti…-continuò il Ra.
-Tu sei stata esclusa da tutto questo, solo perché sei una ragazza…-fece Eichi, intromettendosi di nuovo.
-Non capisco dove volete arrivare…
-So che vuoi sapere chi c’è dietro a tutto questo. Ti ho sentita che ne parlavi con gli altri studenti del primo anno… E’ questo il motivo per cui volevamo parlare con te…-disse lo Slifer.
-Ok, ma non vedo cosa c’entri Zane con questo discorso. Non dirmi che l’hai nominato solo per farmi venire qui…
-No… Lui c’entra, eccome! Quest’anno il responsabile per gli Obelisk è proprio Zane…-fece il Ra, sorridendo compiaciuto.
-State scherzando!
-No, ma se non vuoi crederci, non ci interessa. Makoto ci ha chiesto di riferirtelo e noi l’abbiamo fatto. Ultimamente pensa che tu lo stia tenendo a distanza e non capisce il motivo. Voleva che tu lo sapessi, ma non riusciva a trovare il modo per rimanere da solo con te e spiegarti come stanno realmente le cose. E’ preoccupato per il fatto che passi troppo tempo con Zane e preferirebbe che tu smettessi di frequentarlo…
-E voi perché fate quello che vi dice Makoto?
-Perché, a dispetto di quello che puoi pensare, per me è un amico! Mi ha aiutato diverse volte e se sono ancora qui è solo grazie a lui…
“Sta succedendo qualcosa di molto strano… Zane non farebbe mai cose simili! Su questo potrei mettere la mano sul fuoco; ne sono sicura! Lui non accetterebbe mai una cosa del genere! E lo stesso discorso vale per Yusuke e Atticus… Invece, non capisco perché Makoto cerchi di metterli in cattiva luce, in tutti i modi possibili! Chissà perché questa cosa mi puzza… Credo che mi stiano mentendo… Oppure mi sta mentendo Makoto.”
-Comunque, noi ti abbiamo detto quello che dovevamo dirti, se poi ti cacci nei guai a noi non ce ne importa niente! Anzi, ci farebbe solo piacere…-continuò Jonouchi.
Detto questo, i due studenti girarono i tacchi e se andarono. Yomi rimase qualche secondo appoggiata ad un tronco, pensierosa.
“Zane non farebbe mai una cosa simile… Ne sono sicura! Ma non capisco che motivo abbia Makoto per comportarsi in questo modo… Che sia gelosia? No, forse c’è dell’altro… Comunque sia, a questo punto non mi resta che parlare con lui! Makoto mi deve un sacco di spiegazioni…”
La ragazza aveva appena deciso di affrontare lo studente del terzo anno, quando si sentì chiamare alle sue spalle.
Il ragazzo-koala le stava correndo incontro lungo il sentiero e sembrava leggermente in ansia.
-Chumley…
-Yomi, stai bene?-le disse, una volta che si fu avvicinato.
-Sì, non preoccuparti…-rispose la giovane, sorridendo.
-Menomale! Mi stavo preoccupando, dato che non tornavi…
-Non c’era bisogno che tu venissi a cercarmi…
-Ero preoccupato! Gli altri ragazzi si sono stufati perché non tornavi e se ne sono andati… Io volevo accertarmi che non ti avessero fatto del male, ma a loro non interessava…
-La cosa non mi stupisce. Mi cercano solo quando hanno bisogno di me. Non credo che importi loro qualcosa di quello che potrebbe succedermi…
-A volte sanno essere proprio cattivi…-mormorò il ragazzo cicciottello.
-Hai bisogno di qualcosa? Vuoi che ti spieghi altre regole?
-No, ero solo preoccupato… E comunque, anche se tu mi dessi una mano non credo che riuscirei a migliorare, perciò preferisco fare una bella chiacchierata e divertirmi, piuttosto che i compiti!
-Sei gentile… Sono poche le persone che sono gentili con me…-sussurrò Yomi, abbassando lo sguardo.
-Figurati! Quando hai bisogno di un po’ di compagnia, conta pure su di me… Non sono bravo a duellare, però…-fece l’altro, arrossendo leggermente.
-Fa niente…
Detto questo, i due si diressero di nuovo verso il dormitorio rosso, rimanendo in silenzio per tutto il tempo. Una volta arrivati ai margini della radura, Yomi si bloccò all’improvviso, pensierosa.
-Che c’è? E’ successo qualcosa?-le chiese Chumley.
-Non saprei…
-Sei preoccupata per qualcosa?
-Ti dispiace se ti racconto una cosa?-chiese a sua volta la studentessa.
-Figurati…
La ragazza gli raccontò quello che le avevano detto poc’anzi i due studenti più grandi. Al termine del racconto, Chumley rimase qualche minuto in silenzio. Poi, dopo un po’, disse:
-Non trovi che sia un po’ strana come storia?
-Infatti non so se fidarmi o meno…
-Io non conosco il Kaiser, però non mi sembra una persona capace di fare queste cose… Inoltre, quello che dicono è assurdo! Se davvero lo facessero per il dormitorio rosso, allora cercherebbero di impedire gli atti di bullismo, non incoraggiarli…
-Infatti! Ma non capisco perché dirmi una cosa del genere… E poi non capisco che motivo abbia Makoto per comportarsi così!
-Però, basta che tu chieda direttamente al Kaiser… Siete amici, giusto?
“Amici? Per me, è un amico… Ma io per lui? Dopo quello che è successo, non mi meraviglia che non voglia avere più niente a che fare con me e che non voglia nemmeno vedermi… L’ho trattato come non meritava, nonostante lo schiaffo. Questa volta me la sono cercata…”
-Ultimamente non andiamo molto d’accordo… Non so se è il caso di parlarci… Pensavo, piuttosto, di parlare con Makoto…
-Dovresti farlo! Qualsiasi cosa sia successa, capirà… E se non lo fa, allora non è veramente tuo amico! I veri amici dovrebbero perdonarsi tutto… E poi, Makoto non mi piace! Non dovresti parlarci; non da sola!-esclamò lo Slifer.
-Anche tu…
-Cosa?
-Sei la quinta persona che mi dice di non parlare con Makoto… Forse dovrei iniziare a darvi retta.-mormorò Yomi.
-Non voglio costringerti a fare ciò che non vuoi, ma quel tizio dovresti lasciarlo in pace. Ha uno sguardo che mette i brividi, anche se è uno dei ragazzi più popolari della scuola…
Yomi lo osservò pensierosa, per qualche secondo. Poi sospirò ed estrasse dalla tasca il proprio palmare. Si trattava di un dispositivo che le era stato consegnato insieme alla divisa, il suo primo giorno di scuola. Serviva per contattare qualsiasi persona all’interno del campus, per controllare il regolamento scolastico, gli orari delle lezioni e qualsiasi altra cosa potesse interessare ai giovani studenti. La Slifer cercò il nome dell’amico dai capelli blu e fece partire la comunicazione.
-Non è da te chiamarmi…-fece il giovane, non appena vide il volto della studentessa sullo schermo del suo dispositivo.
-Ho bisogno di parlarti…
-Adesso? Scusa, ma ho da fare…-fece l’altro, con fare stizzito.
-Zane, per favore, è importante!
- Non è da te dire “per favore”… E’ successo qualcosa?
-Non lo so…-commentò la ragazza a bassa voce.
-Sei strana. Mi stai facendo preoccupare…
-…
-D’accordo! Ci vediamo tra mezz’ora di fronte all’ingresso, va bene?
-Ok…
Detto questo, Yomi chiuse la comunicazione.
“Prima di sistemare le cose con Zane, voglio parlare con Makoto… Devo capire cosa sta succedendo!” pensò, mentre rimetteva il dispositivo in tasca.
-Chumley, posso chiederti un favore?
-Di cosa si tratta?
-Ho intenzione di parlare con Makoto prima di incontrare Zane…
-Perché? Te l’ho detto prima; non è una persona con cui dovresti parlare da sola!
-…
-Vuoi che venga con te?
-Sì, se non ti dispiace… Devi solo accompagnarmi, niente di più!
-Sembri preoccupata…-commentò il ragazzo-koala.
-Ho un brutto presentimento, ma non capisco perché… Makoto non è pericoloso, ma non so cosa potrebbe succedere! Con te mi sento un po’ più sicura…
-Ok, non c’è problema…-rispose l’altro, incamminandosi insieme alla compagna, verso gli edifici principali.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14- La prima rissa dell'anno ***


Capitolo 14- “La prima rissa dell’anno

 

Zane si trovava davanti all’edificio principale da almeno una decina di minuti e stava aspettando la Slifer. La giovane era in ritardo e l’Obelisk stava iniziando a preoccuparsi. Prima, quando lo aveva chiamato, si era accorto che era in ansia per qualcosa e non ne capiva il motivo. Aveva paura che le fosse successo qualcosa e il fatto che non fosse ancora arrivata, sebbene avesse avuto mezz’ora di tempo per farlo, lo faceva preoccupare ancora di più.
-Forse dovrei chiamarla…-disse tra sé e sé, estraendo di tasca il dispositivo e facendo partire la chiamata. Aspettò diversi secondi, senza, tuttavia, ricevere alcuna risposta. Riprovò qualche altra volta, ottenendo sempre lo stesso risultato.
“Che l’abbia spento?” pensò, interdetto, il ragazzo, continuando a fissare lo schermo nero del dispositivo. Aspettò qualche altro minuto, poi, preoccupato, decise di andarla a cercare.
“A questo punto mi conviene cercarla… Anche se non so dove andare… Quando mi ha chiamato, sembrava che si trovasse da qualche parte nella foresta, ma cercarla laggiù sarebbe solo una perdita di tempo. Non credo che si trovi ancora là…”
-Ehi, Kaiser! Cosa stai facendo tutto solo? Aspetti qualcuno?-fece uno studente Obelisk del terzo anno, mentre si avvicinava a Zane.
-Per caso hai visto la ragazza del dormitorio rosso?-chiese a sua volta il giovane del secondo anno, interrompendo un po’ bruscamente l’altro.
-Intendi la matricola che ha sconfitto Jonouchi? Non mi ricordo come si chiama…
-Sì, lei…
-L’ho vista quasi mezz’ora fa, al secondo piano. L’ho incrociata sulle scale, mentre scendeva al piano di sotto. Se non ricordo male era insieme ad un ragazzo cicciottello del dormitorio rosso…
-Ne sei sicuro?
-Sì… Ricordo che un ragazzo del dormitorio blu che era con me commentò il fatto che non capisse il motivo per cui era ancora al dormitorio rosso, nonostante le sue capacità. Era sicuramente lei!
-Grazie…-disse, in modo sbrigativo, l’altro. Poi, si diresse velocemente verso l’ingresso ed entrò dentro.
“Ha detto di averla incrociata al secondo piano, mentre scendeva. Ma è successo quasi mezz’ora fa, perciò non è da escludere che possa trovarsi anche ai piani superiori. Cercarla per tutto l’edificio sarebbe impossibile… Devo pensare a dove potrebbe essere andata! Non mi viene in mente niente… No, aspetta! Il tetto… Potrebbe trovarsi là! In fondo, le piace stare lassù e guardare il cielo… E se fosse stata preoccupata per qualcosa, quello è l’unico posto in cui potrebbe trovarsi.”
-Mi conviene iniziare dal tetto e poi scendere verso il piano terra. Non posso controllare tutte le stanze, ma in questo modo ho più possibilità di incrociarla. O di incontrare qualcuno che l’abbia vista. Tra l’altro, con quella divisa, non passa neanche inosservata… E se non la vedo, significa che non è qui.
Detto questo, l’Obelisk salì fino all’ultimo piano, salì di corsa le scale ed uscì alla luce del sole. Non appena i suoi occhi si abituarono alla luce esterna si guardò intorno, per vedere se la Slifer si trovasse lì. Il tetto era completamente deserto.
-Non c’è…-sussurrò tra sé e sé.
Ritornò sui suoi passi e ridiscese velocemente gli scalini. Percorse tutto il corridoio del terzo piano, chiedendo, ogni tanto, agli studenti, se avevano visto la ragazza, e dando ogni tanto un’occhiata alle aule vuote, per vedere se si trovava in una di quelle. Fece la stessa cosa anche per il secondo e il primo piano, ma sembrava che nessuno l’avesse vista, quindi scese di nuovo al piano terra.
Controllò sia l’ingresso, sia le altre aree nelle immediate vicinanze, poi decise di dirigersi verso la palestra e, con la foga con cui svoltò l’angolo, finì con lo scontrarsi con un ragazzo del dormitorio rosso. Era tarchiato e non molto alto, con un grosso naso a patata e un taglio di capelli molto buffo, che ricordava le orecchie di un koala. E a dire la verità, un po’ tutto lo facevano sembrare un grosso koala.
“Questo ragazzo mi sembra di averlo già visto, ma non ricordo dove…” pensò l’Obelisk, guardandolo accigliato mentre si rialzava.
-Ahia, che male!-esclamò il ragazzo, alzandosi e massaggiandosi il fondoschiena.
-Scusa, ma ho un po’ di fretta…-gli rispose Zane, ignorando le lamentele dell’altro.
-Sempre di fretta voi Obelisk…-mormorò l’altro, tra sé e sé, certo che lo studente del secondo anno non potesse sentirlo. L’Obelisk gli lanciò un’occhiataccia, ma decise di ignorarlo. Aveva cose più importanti a cui pensare e non aveva tempo da perdere dietro ad uno Slifer.
-Ma tu sei il Kaiser!-esclamò l’altro, non appena alzò lo sguardo e riconobbe la persona con la quale si era appena scontrato.
-Scusa, ma ho fretta e non ho tempo da perdere…
-Ehi, aspetta! Ti stavo cercando!-fece l’altro, cercando di fermarlo.
-Ho capito, ma ora ho delle cose da fare…
-Si tratta di Yomi…
-La conosci?-chiese l’altro, sorpreso.
-Siamo compagni di classe, ma adesso non ha importanza-
-L’hai vista? Sai dove si trova?-fece Zane, interrompendolo.
-Sì. Ti stavo cercando proprio per questo motivo…
-Perché?
-Me l’ha chiesto lei…
-Ti ha chiesto di cercarmi?
-Sì… Devi venire con me!
-Cos’è successo?-chiese Zane.
-Non c’è un minuto da perdere… Vieni!-insistette l’altro studente.
-Ehi…-fece l’Obelisk, afferrando per un braccio l’altro, il quale stava già cercando di dileguarsi.
Il ragazzo-koala lo squadrò per qualche secondo, un po’ contrariato.
-Non abbiamo un minuto da perdere! Non posso lasciarla sola…-disse, liberandosi dalla presa e mettendosi a correre verso la palestra. Zane rimase per qualche secondo immobile, sorpreso per la reazione dello studente, poi, fidandosi del suo intuito, decise di seguirlo.
“In fondo, stavo proprio pensando di controllare la palestra. Non capisco cosa sia successo, ma ho un brutto presentimento. Perché non dovrebbe lasciarla da sola? Non riesco a togliermi questa brutta sensazione di dosso…”
Una volta arrivati nella palestra deserta, il ragazzo-koala si diresse verso la porta del ripostiglio, dove erano riposte tutte le attrezzature quando non erano usate.
“Cosa sta facendo?” pensò Zane, fermandosi sull’ingresso della stanza.
Lo Slifer, non appena si accorse che l’altro era rimasto indietro, si voltò, facendo cenno all’Obelisk di avvicinarsi; poi entrò nel ripostiglio.
Zane si avvicinò, un po’ titubante. Non si fidava molto di quello strano individuo, ma dato che l’aveva seguito fino a quel punto, tanto valeva seguirlo fino in fondo. Si avvicinò alla porta dello stanzino e la aprì lentamente. Quello che vide immediatamente dopo non gli piacque proprio per nulla.
-Yomi?!
La ragazza era rannicchiata in terra, con le gambe raccolte e la testa nascosta. I vestiti e i capelli erano sporchi di terra e fango e le gambe erano coperte di ferite e di lividi e sporche di sangue, così come le braccia. L’Obelisk era convinto che stesse piangendo, ma non appena la giovane si sentì chiamare ed alzò lo sguardo verso il nuovo arrivato, si rese conto che si era sbagliato. Non stava piangendo; era arrabbiata per qualcosa.
-Zane…-mormorò la giovane, non appena lo vide.
-Cosa è successo?-chiese lo studente del dormitorio blu, inginocchiandosi davanti alla ragazza e prendendole il volto con entrambe le mani. Anche il viso era ricoperto di tagli e lividi; un livido in particolare le ricopriva tutto lo zigomo destro, mentre una ferita, non molto profonda, le attraversava tutta la tempia, dal sopracciglio fino a metà guancia. Il labbro superiore le sanguinava e aveva l’occhio destro leggermente gonfio.
-Niente…-rispose Yomi, scostando le mani dell’altro e abbassando gli occhi. Non aveva molta voglia di incrociare lo sguardo dell’altro ragazzo.
-Ti hanno picchiata? Chi è stato?
-Nessuno.-rispose secca la Slifer.
Il giovane, per tutta risposta, le diede un leggero cazzotto sulla testa.
-Ahia! Ma che fai?!-strillò risentita la ragazza.
-Perché non sei venuta? Perché non hai risposto? Mi hai fatto preoccupare! Non dirmi che non sei venuta per fare a botte con qualcuno…
-Pensi davvero che sia così violenta?! Se fossi potuta venire, l’avrei fatto…
-Chi è stato a farti questo?
-Non sono cose che ti riguardano…
-Non dire idiozie! Siamo amici, mi riguarda eccome…
-Credimi, è meglio se non ti fai coinvolgere…-mormorò Yomi, nascondendo di nuovo il volto tra le gambe.
L’Obelisk la guardò accigliato per qualche secondo, cercando di non irritarsi ulteriormente per la sua reazione. Fece un sospiro profondo, cercando di riprendere il proprio autocontrollo, poi si alzò e le porse la mano, per aiutarla da alzarsi. La ragazza cercò di ignorarla, poi, come ripensandoci, la afferrò e, con un po’ di fatica, si mise in piedi. Le facevano male le gambe e i ginocchi ed era difficile riuscire a rimanere in piedi senza barcollare.
-Riesci a stare in piedi da sola?-le chiese l’Obelisk, lanciando un’occhiata alle ferite dell’amica.
-Sì…
-Chi è stato?-domandò di nuovo il giovane.
-Nessuno…
-Dovresti dirglielo!-fece il ragazzo del dormitorio rosso, intromettendosi.
-Chumley, per favore!
-Andiamo, perché vuoi stare zitta?
-E’ meglio così!
Zane fece un sospiro, quasi scocciato dalla testardaggine della ragazza, e tenendole sempre la mano, fece per uscire dallo sgabuzzino.
-Aspetta! Dove stai andando?-chiese allarmata la ragazza.
-In infermeria, mi sembra ovvio! Non penserai che ti lasci qui con tutte quelle ferite? Devono essere medicate…
-E’ inutile, non vuole muoversi di qui...-si intromise, di nuovo, l’altro studente.
-Perché?-chiese Zane allo Slifer grassoccio.
Il ragazzo-koala alzò le spalle, come per sottolineare che non ne capiva il motivo.
-Non lo so. Ho cercato di convincerla, ma mi ha detto di cercarti…-rispose Chumley.
-Davvero?-chiese l’Obelisk, voltandosi verso l’amica.
-Ti saresti preoccupato se non mi avessi visto…-fece la ragazza.
-E’ ovvio che mi sia preoccupato. Però mi sono preoccupato molto di più trovandoti coperta di ferite…
-Non ho bisogno di farmi medicare…-sussurrò l’altra, continuando a tenere lo sguardo basso.
Zane squadrò di nuovo la ragazza, poi le lasciò la mano e, senza tanti convenevoli, la afferrò per i fianchi e se la issò su una spalla, come se fosse un sacco di patate.
-Zane! Si può sapere cosa ti salta in mente?! Non puoi trattarmi così! E’ imbarazzante!-protestò la ragazza, agitandosi e afferrando inconsciamente la giacca del ragazzo con entrambe le mani.
-Stai ferma, altrimenti mi fai cadere…-le rispose il giovane, cercando di sistemarla in una posizione che gli risultasse più comoda. Per evitare che cadesse, le mise un braccio intorno alle cosce. Yomi divenne rossa come un peperone per l’imbarazzo. Era la prima volta che un ragazzo la portava in spalla e non le piaceva neanche un po’.
-Mettimi giù!-gli ordinò la giovane, mentre con una mano cercava di sistemare un po’ meglio la gonna, che si era leggermente sollevata quando Zane l’aveva alzata di peso.
-Ti metto giù se vieni in infermeria con le tue gambe…
-No!-rispose secca la ragazza.
-Perché non vuoi farti medicare?
-Non voglio che qualcuno sappia cosa è successo…
-Allora perché gli hai chiesto di venirmi a cercare?
-Te l’ho già detto! Ti saresti preoccupato se non mi avessi visto…
-Pensavi che non avrei insistito per portarti in infermeria?
-…
-Yomi, quelle ferite vanno curate. Altrimenti, rischi un’infezione…
-Non puoi far finta di niente?
-No! Siamo amici, non posso lasciarti in queste condizioni…
-Non voglio andare in infermeria!
-Vorrà dire che ti ci porterò di peso…-le rispose pacato l’Obelisk. Detto questo, si voltò verso la porta del ripostiglio, e, ignorando le lamentele della ragazza, uscì, seguito dal ragazzo-koala.
“Non voglio che mi porti sulle spalle per tutta la scuola… Se quel qualcuno dovesse vederci, non potrei mai perdonarmelo! Era meglio se non chiedevo a Chumley di cercarlo… E io che credevo che non avrebbe fatto obiezioni! Ho sbagliato a fare affidamento su di lui… Non credevo che avrebbe insistito così tanto…” pensò la ragazza, mentre cercava di nascondersi dagli sguardi curiosi degli altri studenti.
-Zane, per favore, lasciami…-mormorò, dopo diversi secondi.
-Ti lascio se cammini da sola…
-Non voglio andare in infermeria…
-Allora non se ne parla! Non ti lascio con tutte queste ferite...-ribadì il ragazzo, mentre iniziava a salire le scale che portavano al primo piano.
I tre avevano attirato l’attenzione di tutti, soprattutto Yomi, per via delle sue ferite. Gli studenti si fermavano nei corridori per osservare lo strano terzetto, parlottando e indicando la ragazza, per poi ridacchiare tra loro. La Slifer era rossa per la vergogna e si sarebbe sotterrata volentieri. In quel momento desiderò davvero di andare via dall’Accademia e non fare più ritorno. L’Obelisk, invece, non sembrava dare molto peso a quello che potevano pensare gli altri studenti. Voleva solo portarla dalla professoressa Fontaine il più velocemente possibile.
Arrivati in infermeria, la trovarono deserta. Fontaine non c’era; probabilmente era uscita un attimo. Sulla piccola scrivania della donna c’era un foglio con su scritto:
“Sono nell’ufficio del vice-cancelliere. Per qualsiasi problema, venite pure a chiamarmi.”
Zane, intanto, aveva adagiato delicatamente la studentessa sul lettino.
-E’ da Crowler…-fece Chumley, mostrando il biglietto all’Obelisk.
-Puoi andare a chiamarla?-gli chiese Zane.
Lo Slifer fece un cenno d’assenso ed uscì dalla stanza. Lo studente del secondo anno si voltò per osservare la ragazza, poi si mise a sedere sul lettino, accanto a lei.
I due rimasero diversi minuti in silenzio; poi, ad un certo punto, il Kaiser disse:
-Mi dispiace per quella storia dello schiaffo. Non avrei dovuto; ho esagerato! Ero arrabbiato e anche un po’ preoccupato per quello che era successo… Credevo che ti avrebbero espulsa e non volevo che accadesse… Ho sbagliato a reagire in quel modo; non avrei mai dovuto fare una cosa simile! Ultimamente, ho l’impressione che non riusciamo più a comunicare come prima… Probabilmente è colpa mia…
-E’ colpa mia… Avevi ragione; ho esagerato e mi sono arrabbiata per niente…
-In realtà, non avrei dovuto schiaffeggiarti, qualunque fosse il motivo… Ho sbagliato, lo riconosco…-continuò l’altro.
-L’avrei fatto anch’io, se fossi stata in te...
-Yomi…
-Devo chiedere scusa anche a Yusuke e Atticus… Mi sono arrabbiata anche con loro e sono sicura che si sono preoccupati molto per me…
-Eravamo preoccupati per il fatto che frequentavi Makoto… Non ti arrabbiare, ma continuo a pensare che non sia una brava persona…
-…
-So che non ho alcun diritto di dirti una cosa del genere, ma non mi piace che tu dia retta a quel tipo… Non so come dirtelo, ma non mi piace! E vorrei che tu smettessi di frequentarlo…
-Tu sai cosa sta succedendo tra il dormitorio rosso e quello blu?-chiese la ragazza, cambiando argomento.
-No… Perché me lo chiedi?
“Lo sapevo che non ne era a conoscenza… Lui non c’entra niente! Avrei dovuto fidarmi di loro fin dall’inizio…” pensò la giovane, guardando l’amico. Poi, raccontò quello che le avevano riferito poc’anzi il rappresentante del dormitorio rosso e Jonouchi.
-Mi credi se ti dico che io non c’entro niente?-fece Zane, non appena l’amica finì di parlare.
-Certo… A dire la verità non ho mai creduto a quello che mi hanno detto; tu non avresti mai fatto una cosa simile!
-E’ per questo che ti hanno picchiata? Sono stati loro due?
Yomi scosse leggermente la testa.
-Chi è stato?
-Tu non c’entri niente… Non c’è alcun bisogno di coinvolgerti.
-Devi dirmelo! Lo sai…
-Non posso… E’ meglio per tutti se chiudiamo la storia qui!
-Perché?
-Credimi, è meglio così!
-Non se ne parla… Se non vuoi dirmelo, lo scoprirò da solo…
-Perché insisti?
-Perchè io-
Il ragazzo non riuscì a terminare la frase, perché fu interrotto dall’ingresso della signorina Fontaine e del ragazzo-koala.
La donna si avvicinò velocemente alla ragazza, poi si voltò di nuovo verso lo studente grassoccio e gli chiese di avvertire immediatamente il cancelliere. Poi si rivolse alla Slifer e disse:
-Come è potuta succedere una cosa del genere? Guardati! Sei ferita e il tuo volto è pieno di lividi… Chi è stato a farti questo?
-Nessuno.
-Andiamo, non dire assurdità! Perché dovresti aiutare qualcuno che ti ha ridotta in questo stato?
-Come le ho già detto, non è successo niente.
-Yomi…
-La prego, signorina, non insista! Non ho voglia di parlarne…
“Non ha senso continuare quest’interrogatorio, tanto non ci dirà mai nulla.” pensò la professoressa, squadrandola per un attimo. Poi, sospirando, si voltò verso la scrivania e prese un mazzetto di chiavi. Con le chiavi in mano, si avvicinò all’armadietto dei medicinali, posto sull’altro lato della stanza, per prendere l’occorrente per medicare la ragazza.
-Come vuoi; non ti chiedo più nulla. Però dovresti dirci chi è stato. Non possiamo tollerare questi comportamenti a scuola. Chiunque sia deve essere punito. Lo sai, no?-le disse la donna, mentre cercava le bende e i medicamenti nell’armadietto dei medicinali.
-Non si preoccupi. Non è successo niente di grave…
-Invece ti sbagli…-le disse Zane.-E’ una cosa grave! Dovresti dirci chi è stato e lo sai anche tu che è la cosa più giusta da fare…
Yomi ignorò le proteste del ragazzo.
-Yomi!-esclamò l’altro, incrociando le braccia al petto.
-Zane, lascia perdere. E’ inutile insistere, non vuole parlarne…
-Ma signorina Fontaine…
-Capisco che tu sia preoccupato, ma costringendola non farai che peggiorare la situazione… Se non vuole parlarne, deve esserci un motivo.-fece la donna, mentre prendeva il disinfettante. Poi ritornò di fronte alla ragazza, con l’occorrente per medicarla. Si voltò verso l’Obelisk e disse:
-Puoi uscire un attimo? Devo medicarle le ferite e ho bisogno che si spogli. Non credo che sia una buona idea che tu rimanga qui.
Il ragazzo divenne rosso per l’imbarazzo e si affrettò ad uscire dalla stanza, borbottando qualcosa di incomprensibile.
La donna sorrise quasi divertita, poi iniziò a pulire le ferite sul corpo della ragazza.
Nel frattempo, fuori della porta, l’Obelisk stava ripensando a quello che era appena successo. Yomi non sembrava molto intenzionata a rivelargli chi era stato, ma di certo non poteva lasciar correre.
“Forse è il caso di chiamare anche Yusuke e Atticus… Forse loro sono in grado di convincerla a parlare… E’ strano; sembrava preoccupata, come se fosse spaventata per qualcosa… Però, non riesco a capire chi possa essere stato! Chi potrebbe fare una cosa del genere?” pensò, mentre cercava i nomi dei due amici sul suo palmare.
-Ehilà, Zane! Come mai questa chiamata?-chiese l’Obelisk dai capelli castani, non appena rispose alla chiamata.
-Yusuke è lì con te?
-Sì, come mai me lo chiedi? E’ successo qualcosa?
-Yomi è in infermeria…
-In infermeria? Come mai?-Atticus si stava agitando.
-Non so molto, ma devono averla picchiata…
-Picchiata? E’ uno scherzo?!
-No, un ragazzo del dormitorio rosso l’ha trovata ferita in palestra. L’ho appena accompagnata in infermeria, ma…
-Ma?
-Non voleva farsi medicare, così ce l’ho portata di peso. Poi, quando le ho chiesto chi era stato, ha detto che non era importante che io lo sapessi. Non vuole parlarne e non capisco perché…
-Vuoi che ci parli io?-chiese il ragazzo dai capelli verdi, comparendo all’improvviso nello schermo. Doveva aver strappato di mano l’apparecchio all’amico.
-Io non credo di riuscire a convincerla… Tu la conosci meglio di me…
-Ho capito… Arriviamo subito!-esclamò l’altro, interrompendo la chiamata.
L’Obelisk rimise il dispositivo in tasca ed emise un sospiro profondo, appoggiandosi al muro.
“Forse ho sbagliato a coinvolgere anche Yusuke e Atticus, ma in un momento come questo, mi sento più tranquillo se ci sono anche loro. Ho bisogno di sentire anche il loro parere, e forse Yusuke riuscirà a farle cambiare idea… In fondo, lui è quello che la conosce meglio ed io non saprei proprio cosa fare”
-Zane!
Il giovane si voltò. Il cancelliere stava camminando il più velocemente possibile nella sua direzione, seguito dal ragazzo-koala.
-Come sta?-chiese Sheppard, non appena giunse di fronte al ragazzo.
-Diciamo bene. E’ ferita, ma perlomeno non ha niente di rotto.-rispose il Kaiser.
-Ti ha mica detto come è successo?
Zane scosse la testa. Il cancelliere si grattò la testa pelata, pensieroso. Non sapeva come comportarsi: non poteva tollerare un atteggiamento simile, ma finché la ragazza non si decideva a parlare, non poteva di certo punire tutti gli studenti della scuola.
-Chumley, tu non hai visto nulla? In fondo, sei stato il primo a soccorrerla…-chiese l’uomo di mezza età, rivolgendosi allo studente grassoccio.
-In realtà sì… Ho visto tutto. O quasi…
-Hai visto quello che è successo?-fece l’Obelisk, sorpreso.
“Credevo che l’avesse solo soccorsa… Adesso che ci penso, avevano detto di averla vista insieme ad un ragazzo del dormitorio rosso. Deve essere lui…”
-Ero presente e so più o meno come sono andate le cose, ma è meglio se ne parliamo in privato…
-E’ stato uno studente?
-Sì, ma la storia è molto più complessa di quello che potete pensare. Io le avevo detto che non era una buona idea e che poteva essere pericoloso, ma non mi ha dato ascolto. Ha detto che se non lo faceva lei, non lo avrebbe fatto nessuno. Voleva sistemare questa faccenda prima di parlare con te, ma le cose hanno preso una brutta piega…-rispose Chumley, guardando l’altro studente.
-Entriamo dentro... Così possiamo parlarne con calma e in privato…-disse il cancelliere, facendo un cenno con la mano ai due studenti, indicando la porta.
-Non credo che sia una buona idea…-fece Zane, fermando Sheppard e il giovane Slifer.
-Perché?-chiese l’uomo, guardandolo sorpreso.
-La signorina Fontaine le sta medicando le ferite… Non credo che abbia già finito e-
-Zane!
L’Obelisk si voltò e vide i suoi due amici corrergli incontro, trafelati.
-Sta bene, vero? Non ha niente di rotto, vero?-chiese Yusuke, non appena raggiunse il gruppetto.
-No, è solo ferita, ma sta bene…
-Come è successo? Tu sai niente?
L’Obelisk dai capelli blu scosse il capo, sconsolato.
-Lui però ha visto tutto…-disse poi, indicando lo Slifer.
-Tu sei del primo anno, giusto?-fece Yusuke, rivolgendosi al ragazzo-koala.
-Sì. Io e Yomi siamo in classe insieme…
-C’eri anche tu?-chiese l’altro.
-Sì… Sarei dovuto intervenire, lo so…-fece Chumley, abbassando lo sguardo.
-No, hai fatto bene. Uno studente ferito è più che sufficiente!-esclamò Sheppard.
-Sì, ma Yomi è una ragazza! Sarebbe stato molto meglio se avessero picchiato me…
-Yomi è in grado di difendersi da sola… Anzi, mi meraviglia che sia finita lei in infermeria e non chi l’ha aggredita! Confesso che sono rimasto un po’ sorpreso, quando sei entrato in ufficio, per dirmi che era stata vittima di un’aggressione… Deve essere qualcuno molto più forte di lei, se è riuscito ad avere la meglio.-fece il cancelliere, grattandosi il mento.
-Non le sembra di esagerare? Yomi è una testa calda, ma non è poi così violenta…-commentò Atticus.
-Non sto dicendo che sia violenta, ma che sappia come difendersi… Non è la prima volta che si trova in situazioni simili, perciò sono rimasto un po’ sorpreso!
-Cosa intende dire? E’ già stata aggredita in passato?-chiese Zane, preoccupato.
-Lasciamo perdere… A parte questo, non riesco a credere che qualcuno si sia azzardato a fare una cosa simile! Sono veramente sorpreso! Credo che la situazione mi sia sfuggita un po’ di mano… -fece il cancelliere.
-Se non vuole parlare, dovrai essere tu a raccontarci tutto…-disse Zane, appoggiando una mano sulla spalla di Chumley.
-Ok…-rispose l’altro, con un filo di voce.
“Spero che Yomi non si arrabbi troppo… In fondo, non voleva che lo dicessi a qualcuno! Però, non posso restare in silenzio; non dopo quello che le hanno fatto…” pensò lo Slifer, mentre guardava il Kaiser che bussava leggermente alla porta dell’infermeria.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15- La prima dimostrazione d'affetto ***


Capitolo 15- “La prima dimostrazione d’affetto

 

-Signorina Fontaine, possiamo entrare?-chiese Zane, bussando alla porta.
-Sì, venite pure.-rispose la professoressa, da dentro.
Il gruppetto entrò nella stanza e richiuse la porta alle loro spalle. La ragazza si trovava seduta sul lettino, con braccia e gambe fasciate, e cerotti su gran parte della faccia.
-Come stai?-le chiese il cancelliere, non appena si fu avvicinato.
-Bene… Non si preoccupi.-rispose la giovane, continuando a fissare il pavimento, come se il suo interlocutore si trovasse lì.
-Chi è stato?-domandò di nuovo Sheppard.
La ragazza non rispose e continuò a guardare in terra.
-Yomi…-mormorò Atticus.
-Lo sai bene che queste cose non si nascondono…-le fece Yusuke, avvicinandosi al lettino. Yomi non rispose.
-Perché non parli? Hai paura per caso?-continuò l’Obelisk dai capelli verdi, preoccupato.
La Slifer scosse debolmente il capo.
-E allora perché?
-Non vorrai mica vendicarti, vero?-si intromise il cancelliere, preoccupato.
Yomi non rispose.
-Non fare l’idiota e dicci chi è stato.-fece Zane, incrociando le braccia al petto.
-No…-mormorò la giovane, senza alzare lo sguardo dal pavimento.
-Deve essere punito! Lo capisci, vero?-continuò il Kaiser.
La ragazza annuì, ma non aggiunse altro.
“Strano! Prima sembrava nera dalla rabbia; mi aspettavo di dover faticare per tenerla buona in infermeria, invece… Non ha mosso un dito, né ha detto niente. Mi aspettavo che insistesse nell’andare a cercare chi sia stato e vendicarsi. O quantomeno, dire tutto al cancelliere… O a noi!” pensò l’Obelisk dai capelli blu, mentre continuava a guardare l’amica. Non riusciva a capire cosa le fosse preso, di punto in bianco. Non era da lei comportarsi in quel modo.
-Yomi, cerca di capire, non posso chiudere un occhio su una cosa simile. Chiunque sia stato si sentirà autorizzato a fare cosa gli pare e l’Accademia cadrà nell’anarchia più totale. C’è un motivo se esistono delle regole…-intervenne il cancelliere.
La giovane non proferì parola. Sheppard si passò una mano sulla fronte, sospirando. La cosa stava diventando sempre più complessa e l’atteggiamento della matricola non aiutava di certo.
-Sinceramente, speravo che tu cambiassi idea e collaborassi, ma a quanto pare sono stato troppo ottimista. Di solito metto le volontà degli studenti prima di tutto, ma questa volta non posso lasciarti fare cosa ti pare! Chiunque sia stato deve essere punito, perciò… Chumley, tu hai visto cosa è successo, no?-disse Sheppard, rivolgendosi al ragazzo-koala.
-Bè, sì…-rispose il ragazzo.
-Quindi?-chiese impaziente Atticus.
-Ecco, è stato…-iniziò il ragazzo.
-No, non farlo!-esclamò Yomi, alzandosi di scatto. I presenti si voltarono stupiti verso la ferita; non si aspettavano di certo che si opponesse fino a quel punto.
-Perché?! E’ solo un bullo!-protestò Chumley.
-Non sono cose che ti riguardano! Chumley, per favore!-disse Yomi, fissando l’altro negli occhi.
-Non posso! Ti ha fatto del male; non posso fare finta di niente! Sei mia amica...-continuò Chumley.
-Tu non capisci…-mormorò l’altra.
-No, infatti non capisco!
La studentessa non ribattè. Non sapeva cos’altro dire; sapeva di avere torto, ma in quel momento non voleva che gli altri scoprissero la verità. Aveva troppa paura di cosa sarebbe potuto accadere dopo.
Zane fissò l’amica per qualche secondo, poi sospirò e la costrinse a rimettersi a sedere sul lettino dell’infermeria.
-Non dovresti alzarti… Non ti fa bene.-fece poi, incrociando, come sempre, le braccia al petto.
Yomi lo guardò, leggermente sorpresa, ma non disse niente.
-Quindi, chi è stato?-chiese Yusuke, rivolgendosi allo Slifer.
-Makoto. Chiaramente erano presenti anche i suoi amici, ma sono rimasti perlopiù a guardare e a controllare che nessuno intervenisse. Me compreso…-rispose Chumley.
-Hai visto anche come si sono svolti i fatti?-chiese Sheppard.
-Ad essere sincero, non ho visto niente… Makoto non l’ha picchiata di fronte a me, quindi non so come sia andata esattamente… Io ho assistito solo alle minacce, poi lui l’ha costretta a seguirlo fuori dalla palestra e non so cosa sia successo dopo…
-Strano, sembra un bravo ragazzo… Non l’avrei mai detto.-fece perplesso il cancelliere, voltandosi verso Yomi, in cerca di un segno di conferma.
-Non dovevi dirlo…-mormorò la ferita.
-Ma perché?! Non ti capisco… E’ un Obelisk, uno sbruffone che si crede di essere il miglior duellante di tutta l’Accademia e passa il tempo a fare il bullo con gli Slifer. Come fai a difenderlo?!
La giovane non rispose.
-Non sarà che ti sei innamorata di quel tipo? Capisco che sia carino ed è molto popolare tra le ragazze, ma dopo quello che ti ha fatto-
-Non dire assurdità…-fece l’altra, alzando di poco la voce.
-E’ un pessimo individuo, ma non mi sarei mai aspettato che si spingesse fino a questo punto…-fece Atticus.
-In che senso?-chiese il cancelliere, sorpreso.
-Se la prende sempre con gli Slifer e con chi ritiene inferiore. Non è certo la simpatia fatta persona! Però non mi sarei mai aspettato che arrivasse a questo punto… Almeno con le ragazze era sempre stato un gentiluomo! Non le ha mai prese in giro, sebbene fossero delle pessime duellanti, anzi le incoraggiava. Per questo motivo, è stato soprannominato l’Angelo dell’Accademia. Yomi è un’ottima duellante, sebbene sia nel dormitorio rosso ed inoltre erano in buoni rapporti; non capisco perché abbia fatto una cosa simile!-fece il castano, rispondendo alla domanda di Sheppard.
-Questa è una cosa assolutamente intollerabile! E tu avresti dovuto dirlo subito!-fece Yusuke, rivolgendosi alla ragazza.
-Voi non capite… Era solo per il vostro bene… Finirà con il prendersela con voi… E’ già tanto che non ha picchiato anche Chumley…
-Quindi è questo il motivo per cui non volevi dirci nulla… Non volevi coinvolgerci e farci preoccupare, giusto?-fece Zane, incrociando le braccia al petto.
-Non ce n’era alcun bisogno…
-Vuoi vendicarti?
La ragazza scosse la testa.
-Non voglio vederlo mai più…-mormorò poi.
Il Kaiser la guardò per qualche minuto, leggermente sorpreso. Senza dubbio, si stava comportando in maniera strana. La Yomi che aveva di fronte non era la solita Yomi; sembrava piuttosto una bambina indifesa, sul punto di piangere.
-Dunque, devo parlare con tutti i professori per decidere sul da farsi, perciò devo lasciarti da sola per un po’. Ragazzi, prendetevene cura voi e se ci sono problemi, avvisatemi subito…-fece Sheppard, rivolgendosi ai quattro ragazzi.
-Non si preoccupi, cancelliere…-rispose Yusuke, accennando un lieve inchino.
-Bene! Signorina Fontaine, viene anche lei? Ho bisogno di parlare con tutti gli insegnanti, lei compresa…-fece l’uomo grassoccio, rivolgendosi alla donna, che era rimasta in silenzio per tutto il tempo. La professoressa annuì, poi, insieme all’uomo, uscì dalla stanza.
Nell’infermeria rimasero solo i tre Obelisk, la ragazza e Chumley.
-Puoi raccontarci quello che è successo?-fece Yusuke, rivolgendosi all’amica. Yomi scosse la testa, senza rispondere.
-Se fai così ci preoccupiamo!
-Non è successo niente…
-Non puoi dire che non è successo nulla! Sei coperta di lividi e di ferite, ed hai la divisa strappata… Qualcosa deve essere successo!
La Slifer non rispose e continuò a tenere basso lo sguardo. Yusuke sospirò, poi si voltò verso i due amici, senza sapere cosa fare per convincerla a parlare. Era seriamente preoccupato per le condizioni dell’amica, soprattutto per il fatto che non volesse parlare di quello che era successo.
“Deve essere successo qualche altra cosa, se non vuole parlarne… Lei non è il tipo da stare zitta per una cosa del genere! Sarebbe stato più normale se avesse strillato per tutta la scuola quello che le aveva fatto, invece… Che abbia paura che Makoto possa farle di nuovo del male? Forse l’ha minacciata… In questo caso, però, dobbiamo saperlo!” pensò l’Obelisk dai capelli verdi, guardando prima gli amici, poi la studentessa.
-Devi dirci quello che è successo. Ormai non hai alcun motivo per nasconderlo…-si intromise Zane, sedendosi sul lettino di fianco a Yomi.
La giovane rimase per diversi minuti in silenzio, stropicciandosi le mani convulsamente. Sembrava in preda ad un tic nervoso. Poi scosse nervosamente la testa.
“Che strano… Sembra quasi terrorizzata. Che abbia paura di qualcosa?” pensò il Kaiser, continuando a guardare l’amica che si stropicciava le mani.
-Yomi, se non te la senti, posso raccontarglielo io…-mormorò Chumley, chinandosi di fronte alla compagna e mettendole una mano sul ginocchio.
La ragazza non rispose; lo Slifer la fissò per qualche altro secondo, poi si alzò e, rivolgendosi ai tre del secondo anno, fece:
-La storia è abbastanza complessa. Credo che sia iniziato tutto quella volta che Yomi si è scontrata con Jonouchi. L’ha fatto solo per proteggere due ragazzi di classe nostra, credetemi! Non voleva attaccare briga, né tantomeno fare a botte… Voleva solo aiutarli, ma alla fine Jonouchi l’ha provocata e lei ha reagito e gli ha tirato una ginocchiata nello stomaco. In quel momento, ho provato profonda ammirazione per lei! Aveva fatto ciò che nessuno di noi era mai riuscito a fare; lei si era ribellata alle regole imposte dagli Obelisk e li aveva affrontati a testa alta. Io l’ammiro tantissimo per questo…
-Noi eravamo preoccupati che ti espellessero.-disse Yusuke, rivolgendosi alla ragazza.-Non ci importava del fatto che tu l’avessi picchiato, ma piuttosto che Sheppard potesse decidere di mandarti via, e noi non volevamo…
-Comunque, il problema non era tanto il fatto che avesse picchiato un Obelisk, quanto il fatto che, per colpa del suo comportamento, qualcun altro degli Slifer potesse cercare di ribellarsi. Yomi non sapeva dell’esistenza di un accordo tra il dormitorio rosso e il dormitorio blu, perciò è intervenuta.
-Un accordo?-fece il ragazzo dai capelli verdi, guardando sorpreso lo Slifer.
-In sostanza, gli studenti Slifer, a turno, sono costretti a dare alcune delle loro carte ai ragazzi Obelisk, senza alcun motivo apparentemente valido. Yomi ne è stata esclusa, perché è una ragazza, e non è stata informata. Jonouchi, quella volta, stava minacciando due Slifer che non volevano consegnare due delle carte pattuite. Eichi aveva detto che nessuno di noi doveva azzardarsi ad intervenire, così siamo rimasti tutti a guardare. Lei, sebbene non sapesse niente, è intervenuta, perché giustamente credeva di fare la cosa giusta…
-Io non ne sapevo nulla…-commentò Atticus, sorpreso. Poi, guardò i due amici, nella speranza che loro due sapessero qualcosa.
-Credo che sia una cosa che riguarda solo una piccola parte degli Obelisk… Io non ne ho mai sentito parlare…-fece Yusuke, grattandosi la testa.
-Infatti non tutti lo sanno… Oggi pomeriggio, dopo le lezioni, Yomi è venuta con noi alla caffetteria del dormitorio rosso per darci ripetizioni. I ragazzi dicevano che con il suo aiuto sarebbero diventati bravissimi e non avrebbero avuto alcun problema con gli esami. Io non ero sicuro che fosse una buona idea. Ultimamente era parecchio giù di morale e sembrava preoccupata per qualcosa, perciò ho pensato che non sarebbe stato gentile da parte nostra ignorare i suoi sentimenti e costringerla a darci ripetizioni, ma non mi hanno ascoltato. Hanno detto che l’unica cosa importante era che fosse un’ottima duellante; il resto non contava. Ho deciso di unirmi a loro, perché volevo vedere se riuscivo a farla sorridere un po’ di più. Ero preoccupato, ma non trovavo il modo giusto per esprimermi… Comunque, mentre eravamo nella caffetteria, è arrivato il rappresentante, dicendo che c’era qualcuno che voleva parlarle e che doveva seguirlo. All’inizio, lei si è rifiutata, ma poi Eichi ha detto che riguardava il Kaiser e Yomi ha deciso di seguirlo, anche se poteva essere una trappola. E’ uscita insieme a lui, da sola. Io ero preoccupato che potesse succederle qualcosa e ho proposto agli altri ragazzi di seguirli, ma loro mi hanno risposto che non potevano perdere tempo e che non gli interessava se poteva succederle qualcosa, perciò l’ho seguiti da solo. Nella foresta, c’era anche Jonouchi ad aspettarla ed hanno parlato per un po’…
-Cosa si sono detti?-fece Atticus.
-Le parole esatte non le so, ma Yomi, dopo che Eichi e Jonouchi se ne sono andati, mi ha raccontato quello che le avevano detto. Mi ha detto che volevano parlarle di quel famoso accordo tra i dormitori e di chi fosse il responsabile. Le dissero che dietro a tutto c’era il Kaiser e che Makoto voleva che lei lo sapesse perché era preoccupato ed aveva paura che potesse farle del male, perciò aveva chiesto a Jonouchi di riferiglielo.
-Assurdo! Zane non farebbe mai niente del genere!-fece Yusuke, voltandosi verso l’amico.
-Certo…-confermò l’altro.
-Lo sapeva anche lei… Mi ha detto che non credeva ad una sola parola di quello che le avevano raccontato e che voleva verificare con Makoto e con te…-contonuò lo Slifer, rivolgendosi all’Obelisk dai capelli blu.
-E’ per questo che mi hai chiamato?-domandò il giovane, voltandosi verso l’amica. Yomi fece un piccolo cenno d’assenso, senza, tuttavia, alzare lo sguardo, né proferire parola. Sembrava che fosse diventata muta all’improvviso.
-Io le dissi che non era una buona idea affrontare Makoto, che poteva essere pericoloso, ma mi ha risposto che doveva farlo. So che avete litigato e probabilmente si sentiva in colpa per essersi fidata di Makoto e non di voi…
-Credo di aver capito… Tu l’hai affrontato, gli hai detto di smettere e lui ti ha picchiata, giusto?-domandò il castano, rivolgendosi alla Slifer. Yomi non rispose.
-Più o meno…-fece Chumley, al posto della ragazza.-Quando l’abbiamo trovato, era in palestra, insieme ai suoi tirapiedi. Non appena la vide, le disse che era contento di vederla e che non capiva come mai ultimamente lo stesse evitando. Poi si accorse della mia presenza e disse che non si sarebbe mai dovuta portare dietro la guardia del corpo, visto che lui non le avrebbe mai fatto niente. Poi, disse che era preoccupato per lei e che aveva paura che voi potevate farle del male… Yomi le disse che doveva smettere di prenderla in giro e di dire falsità sul vostro conto. Poi, aggiunse che secondo lei, dietro a quegli atti di bullismo c’era il suo zampino e che avrebbe dovuto mettere subito in chiaro le cose. Makoto, a quel punto, si mise a ridere, dicendo che gli piaceva molto il suo carattere, ma che avrebbe preferito che non ficcasse il naso in cose che non la riguardavano. Poi, si è avvicinato, dicendo che voleva scusarsi per tutto quello che era successo… Disse che voleva parlare in privato con lei, che non gli piaceva l’idea di aver litigato e che voleva farsi perdonare. Poi, aggiunse che sarebbe stato un peccato se fosse finita in quel modo… Lì per lì, non capii quali fossero le sue intenzioni e non intervenni. A pensarci adesso, avrei dovuto portarla via di lì, ma non l’ho fatto.
-Cos’è successo?-insistette Zane.
-Yomi gli disse che aveva già ottenuto quello che voleva sapere. Poi mi afferrò per un braccio e facemmo per uscire. I suoi tirapiedi, però, avevano bloccato l’uscita, per impedirci di andarcene. A quel punto, Yomi perse del tutto la pazienza e lo minacciò di lasciarci passare con le buone, se non voleva passare dei guai. Lui le rispose che non l’avrebbe mai lasciata andare senza essersi preso cura di lei. Poi, due dei suoi tirapiedi, mi hanno afferrato per le spalle e mi hanno costretto ad allontanarmi, mentre Makoto l’ha afferrata per entrambe le braccia e l’ha spinta fuori dalla porta d’emergenza, all’esterno.
-E dopo?
-Non lo so… Yomi non mi ha raccontato niente. Sono rimasti fuori per circa un quarto d’ora, poi un ragazzo del terzo anno è entrato dentro la palestra, dicendo che erano nei guai e che doveva avvertire Makoto. E’ uscito ed è rientrato dentro, dopo pochi secondi, seguito da Makoto. Poi se ne sono andati, in fretta e furia, farfugliando qualcosa sul fatto che se li beccavano, l’avrebbero espulsi. Non appena se ne furono andati, uscii per vedere come stava e la trovai nelle stesse condizioni in cui l’hai trovata tu. Quando le chiesi cosa fosse successo, non mi ha risposto…
-Yomi, devi raccontarci cos’è successo! Se ti ha fatto qualcosa, devi dircelo!-esclamò il giovane dai capelli verdi, voltandosi verso l’amica.
La Slifer non rispose.
-Ci stiamo preoccupando, lo sai?
-Non mi ha fatto niente… Non dovete preoccuparvi…
I tre Obelisk si scambiarono uno sguardo perplesso; era chiaro che fosse successo qualcosa, ma non capivano perché la ragazza non volesse parlarne.
-Adesso dovrei andare; devo fare delle cose al dormitorio rosso. Ci pensate voi a lei, giusto?-chiese Chumley, rivolgendosi ai tre Obelisk.
-Sì, non preoccuparti…-gli rispose Atticus, sorridendo.
-Chumley, stai attento…-mormorò la ragazza, senza alzare lo sguardo.
-Non preoccuparti… Farò attenzione!
Detto questo, il ragazzo-koala salutò la giovane con un cenno della mano ed uscì dall’infermeria.
Dopo che fu uscito, nella stanza calò un silenzio quasi innaturale.
-Yomi…-fece Yusuke, spezzando quel silenzio fastidioso e inginocchiandosi di fronte alla ragazza. La giovane non rispose e continuò a guardare fissa il pavimento, mentre si sfregava convulsamente il braccio sinistro.
-Perché non mi guardi?-continuò Yusuke, mettendogli entrambe le mani sulle ginocchia. La ragazza sussultò, poi scostò le mani dell’amico, come se ne fosse infastidita.
-Cos’è successo?-chiese il Kaiser.
-Niente… Mi ha solo picchiata…-mormorò la studentessa, continuando a grattarsi il braccio, finchè non iniziarono a comparire i primi segni delle unghie.
-Yomi…
-Davvero, non è successo niente…
-Il tuo braccio…-mormorò l’altro, sempre più preoccupato. Non capiva il perché della reazione della ragazza e, soprattutto, perché si stesse accanendo su se stessa e sul suo braccio.
-Ascolta, qualsiasi cosa sia successa, devi parlarcene. Anche se Makoto ti ha minacciata di non farlo…-disse il Kaiser.
Yomi, senza proferire parola, conficcò le unghie nella carne dell’avambraccio, fino a farlo sanguinare.
-Smettila…-le fece Zane, afferrandole la mano e costringendola a lasciare la presa.-Perché ti stai facendo del male? Non dovresti ferirti da sola!-continuò poi, appoggiando una mano sui graffi dell’amica.
-Io… Sto bene… Va tutto bene…
-No, non stai bene! Se tu stessi bene, non ti saresti mai conficcata le unghie nella carne!
-…
-Ti ha fatto qualcosa, vero?
-Mi dispiace…-sussurrò la giovane, scuotendo la testa.
-Perché ci chiedi scusa?-chiese l’altro, sempre più preoccupato. Un dubbio si stava insinuando nella mente del ragazzo, il quale sperava con tutto sé stesso che fosse solo la sua immaginazione.
“Spero solo che non sia ciò che penso… Lo spero con tutto il cuore! Vorrei che fosse solo un suo capriccio, ma dubito che sia così. Se fosse quella cosa, si spiegherebbe tutto, ma spero davvero che non lo sia! Per il suo bene, spero che sia solo un capriccio…” pensò l’Obelisk dai capelli blu, continuando a guardare l’amica.
La studentessa scosse la testa, senza rispondere. Zane gli mise una mano sulla spalla, per confortarla.
-Non mi toccare…
-Yomi…-fece Yusuke.
-Non dovresti toccarmi… Faccio schifo! Non dovresti farlo… Finirei per sporcare anche te…
-Perché dici una cosa del genere?-continuò il giovane dai capelli verdi.
-Faccio schifo… Sono sporca… Lurida… Sono un essere abominevole… Non dovrei nemmeno essere viva…-mormorò la ragazza, scoppiando poi a piangere e nascondendo il volto tra le mani. L’Obelisk dai capelli blu dapprima rimase leggermente sorpreso, poi le mise un braccio intorno alle spalle, attirandola a sè. Yomi affondò il viso nel petto dell’amico, cercando di sopprimere le lacrime.
-Credo di aver capito cosa sia successo…-fece Zane, accarezzandole i capelli.-Ha cercato di violentarti, vero?
-Che schifo… Mi ha quasi spogliata… Ha detto che avrei fatto meglio a fare quello che diceva… Mi ha toccata… Se non lo avessero interrotto, io…-mormorò la studentessa, con la voce rotta dal pianto. Zane continuò ad accarezzarle dolcemente la testa, per confortarla, poi si voltò verso i due compagni, ancora increduli per quello che avevano sentito.
-E’ uno scherzo… Non può averci provato seriamente!-fece Atticus, ancora sconvolto. Sapeva che la ragazza era stata sincera, tuttavia continuava a sembrargli strano. Per lui, era quasi impensabile che ci fosse stato un tentativo di stupro, proprio all’interno dell’Accademia.
-Bastardo…-fece Yusuke, cercando di controllare la propria rabbia.
-Ce la fai a continuare?-chiese il castano, sedendosi sul lettino e sfiorando la spalla dell’amica. La Slifer scosse il capo, senza alzare lo sguardo.
-Non importa… Se non te la senti, va bene lo stesso…-continuò l’altro, abbozzando un mezzo sorriso.
-Dobbiamo riferirlo a Sheppard…-commentò Zane, continuando ad accarezzare i capelli della ragazza.
-E’ un mostro…-commentò Yusuke, sottovoce.
-Makoto deve essere espulso! Quello che ha fatto è gravissimo! Non lo perdonerò mai!-fece il castano, nero dalla rabbia.
-Non c’è riuscito, vero? Non è andato fino in fondo, vero?-chiese l’Obelisk dai capelli blu, rivolgendosi all’amica.
La Slifer scosse la testa.
-Menomale! Sono così felice di sentirtelo dire…-commentò l’altro, stringendola un po’ di più.
-Non preoccuparti! Non gli permetteremo che ti faccia di nuovo del male… Faremo in modo che venga espulso!-esclamò Atticus, cercando di tranquillizzare l’amica.
-Io e Atticus andremo da Sheppard e gli racconteremo tutto; tu resta con lei. Vedi se riesci a calmarla un po’…-fece Yusuke, rivolgendosi al Kaiser.
L’Obelisk fece un cenno d’assenso.
-Mi raccomando, non fare cose avventate! E se quel bastardo torna, devi assolutamente proteggerla!-esclamò Atticus. Poi, seguito dal giovane dai capelli verdi, uscì dalla stanza, diretto all’ufficio del cancelliere.
Nell’infermeria calò di nuovo il silenzio, interrotto, di tanto in tanto, dai singhiozzi della Slifer.
“Ha cercato di tenersi tutto dentro… Ha provato ha dimenticare la brutta esperienza, ma alla fine non c’è riuscita. Deve aver passato dei momenti terribili! Non oso immaginare cosa abbia cercato di farle e la paura che deve aver avuto… Per quanto possa essere forte, è pur sempre un essere umano. E lui l’ha trattata come se fosse un oggetto. Non posso capire quello che ha provato, ma deve essere stato terrificante. E’ la prima volta che la vedo piangere… Deve essere parecchio terrorizzata, se non ne voleva nemmeno parlare.” Pensò Zane, continuando ad accarezzare i lunghi capelli castani della Slifer.
-Sono una persona schifosa… Mi faccio schifo da sola…-mormorò la studentessa, dopo un po’, senza alzare il volto dal petto dell’altro e continuando a singhiozzare.
-Non dire così… Lo sai che non è vero…-sussurrò il ragazzo.
-Faccio schifo… Dovrei morire…
-Adesso basta. Non dire più cose simili…
-Mi ha messo le mani addosso… Sul mio corpo… Ha cercato di-
-Non è colpa tua! Quello che è successo… Non sei stata tu a volerlo, non sei stata tu a chiederlo, perciò non dirlo… La colpa è solo di quel bastardo… Tu non devi né accusarti, né farti del male…-fece l’altro, sfiorandole il braccio ancora rosso dai segni dei graffi.
-Mi vergogno da morire… Come ho potuto lasciarlo fare…-sussurrò Yomi.
-Non ne hai alcun motivo… Tu non hai fatto niente di male… La colpa è solo sua! E pagherà per quello che ha fatto… Te lo prometto…-continuò Zane, cercando di confortarla.
-Io… Io ho cercato di difendermi… Ci ho provato, ma non è servito a niente… Anzi… E’ diventato più violento… Ho avuto davvero paura… Quando mi ha alzato la maglietta… Quando è salito sopra di me…-mormorò la ragazza, stringendo sempre di più la divisa dell’altro.
-Non pensarci…
-Le sue mani… Che schifo…
-Perdonami, è colpa mia… Se fossi intervenuto prima, questo non sarebbe successo. Lui non sarebbe più qui…-sussurrò Zane, continuando ad accarezzarle i lunghi capelli.
“Se fossi stato meno codardo, tutto questo non sarebbe successo… Yomi, mi dispiace!” pensò, poi, guardando la ragazza che si stava nascondendo tra le sue braccia.
Calò di nuovo il silenzio. Yomi si era un po’ calmata e aveva smesso di piangere, ma continuava a nascondere il volto nel petto dell’Obelisk.
-Perché non volevi dircelo?-le chiese lo studente, dopo qualche minuto.
-…
-Non hai niente di cui vergognarti…
-Non sono riuscita a difendermi… Ho lasciato che facesse ciò che voleva…
-La cosa più importante è che tu stia bene e che non abbia finito ciò che ha iniziato! Il resto non conta…
-Sono un essere vomitevole… Nessuno vorrebbe avere a che fare con una come me…
-Non è vero…
-Perché resti con me? Perché resti con una così? Io faccio schifo… Non merito niente… E dopo quello che mi ha fatto, merito solo di morire…
-Non dirlo! Tu non sei un essere vomitevole, non fai schifo, anzi sei la persona più generosa che conosca! Tu ti fidi degli altri, riponi sempre fiducia nel prossimo… Sei forte e anche un po’ testarda, ma è questo che mi piace di te… Sei una bellissima persona, sei di gran lunga migliore di quanto tu possa credere…
-Non è vero… Io sono una pessima persona… Ho litigato con voi per proteggere un verme schifoso come Makoto…
-Non importa… Ci siamo chiariti, no? Io non sono mai stato arrabbiato con te, ero solo preoccupato…
La Slifer alzò il volto e guardò per qualche secondo l’altro negli occhi, poi si scostò, leggermente imbarazzata. Non si era accorta di trovarsi praticamente tra le sue braccia.
-Stai meglio adesso?-le chiese il giovane.
La studentessa fece un cenno d’assenso con la testa.
-Sono contento…
-Scusami se mi sono messa a piangere come una bambina…-mormorò Yomi.
-Non devi scusarti. E’ normale piangere quando si è spaventati! Se tu non ti fossi messa a piangere, probabilmente continueresti a soffrire per quello che ti è successo. Hai fatto bene… Così potrai voltare pagina e cercare di dimenticarti di questa brutta esperienza.
La ragazza lo guardò per qualche secondo, poi distolse lo sguardo e disse:
-Quel bastardo me la paga cara… Se me lo trovassi di fronte, sarei anche capace di ucciderlo…
-Non ne vale la pena! Devi solo dimenticarti di tutto e cercare di andare avanti…
-E come faccio?! Come faccio a dimenticarmi di quella sua faccia schifosa… Continua a tornarmi alla mente…
-Yomi…
-Aiutami a dimenticarlo… Perfavore…-mormorò la ragazza, nascondendo la testa tra le mani.
“Vorrei davvero aiutarla, ma cosa potrei fare? Sarei dovuto intervenire prima, ma adesso è troppo tardi. Non so cosa fare per aiutarla… Anche se Makoto dovesse andarsene dall’Accademia, non ci sono garanzie che lei torni quella di prima. Potrebbe rimanere segnata da questa esperienza per il resto della sua vita. Potrebbe non riuscire a fidarsi più degli altri e non riuscire a costruire una relazione di qualunque tipo con le altre persone. Se dovesse succedere, come potrei aiutarla? Cosa potrei fare per farla stare meglio? Io non sono un buon amico… Se lo fossi stato, tutto questo non sarebbe successo. C’è solo una cosa che posso fare e lei cercherà in tutti i modi di impedirmelo…”
-Ti accompagno dal cancelliere…-fece Zane, dopo diversi minuti di silenzio.
-Perché?-chiese la ragazza, sorpresa.
-Non posso lasciarti qui da sola… Potrebbe tornare e finire quello che ha iniziato…
-Tu non resti con me? Dove vuoi andare?
-Voglio parlare con Makoto prima che intervengano i professori.-le rispose il giovane.
-No, è troppo pericoloso! Ti farà del male e-
-Non preoccuparti… E poi non posso rimanere con le mani in mano dopo quello che ti ha fatto…-fece l’altro, alzandosi dal lettino.
-Aspetta! Non puoi andare da solo!-esclamò Yomi, trattenendolo per un braccio.
-Di certo non mi accompagnerai tu! Dopo quello che ti ha fatto, non voglio che ti avvicini a lui! Se dovesse farti qualcosa, non potrei mai perdonarmelo…
-Invece vengo!-protestò la giovane, alzandosi in piedi.
-Non dire assurdità!
-Voglio affrontarlo di nuovo! Ho un conto in sospeso con lui e non voglio rimanere in disparte a piagnucolare… Io non sono una che piange! E se ti succede qualcosa, posso intervenire! E poi… Per quanto mi faccia schifo il pensiero di vederlo, devo affrontarlo! Per il mio bene… Io non voglio continuare a piangere! Non voglio continuare ad avere paura! Devo affrontarlo! Per chiudere questa storia una volta per tutte… E se ci sei tu, sono sicura che non mi accadrà niente!
L’Obelisk la osservò per qualche secondo. L’espressione della ragazza stava tornando a poco a poco quella di sempre; era come se stesse cercando di superare la brutta esperienza.
“Credevo che sarebbe rimasta a piangere… E’ molto più forte di quello che crede! Ha una forza di volontà veramente unica… Da una parte sono contento che stia tornando quella di sempre e che questa faccenda non la lascerà sconvolta più di tanto, ma dall’altra avrei preferito che non si immischiasse più in questa situazione. Anche se le dicessi di no, verrebbe di sicuro… O peggio ancora, andrebbe da sola! Se la lascio qui, potrebbe accaderle qualcosa… Forse la cosa migliore è farla venire! Ma ho paura di non riuscire a proteggerla… E se dovesse succederle qualcosa, io…” pensò il ragazzo, continuando a guardare Yomi negli occhi. Poi disse:
-Va bene, vieni pure… Ma dovrai fare quello che ti dico, senza obbiettare. Qualsiasi cosa ti dica…
-Ok…-rispose la ragazza, annuendo con la testa. Poi, seguì l’amico fuori dall’infermeria.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16- Il primo duello per un'amica ***


Capitolo 16- “Il primo duello per un’amica

 

-Mi rifiuto di credere a una cosa del genere!-strillò Crowler, battendo le mani sul tavolo, con fare stizzito.
-Crowler, si calmi!-disse Sheppard pacatamente, cercando di far placare l’uomo.
-Mi meraviglio di lei, cancelliere! Come fa a credere ad una cosa del genere?! Inoltre, è stato uno Slifer a dirlo!-continuò il vice-cancelliere.
-Questo cosa c’entra? Chumley sarà anche uno Slifer, ma non mentirebbe mai. Inoltre, anche Yomi ha ammesso che è stato Makoto.-sottolineò il cancelliere.
-Sì, ma-
-A prescindere da tutto ciò, resta comunque un fatto grave che uno studente sia finito in infermeria, vittima di bullismo. Makoto o no, dobbiamo prendere provvedimenti.-si intromise Banner, interrompendo il dottor Crowler, il quale, per tutta risposta, gli lanciò un’occhiataccia. Faraone, che come sempre si trovava tra le braccia dell’uomo, sbadigliò rumorosamente. Il professore mormorò qualcosa al grasso felino, che iniziò a fissarlo con i suoi soliti occhi del tutto inespressivi.
-Il professor Banner ha perfettamente ragione. Non possiamo lasciare che succeda di nuovo. Dobbiamo prendere provvedimenti! Non voglio che i miei studenti finiscano in infermeria…-anche la professoressa Fontaine era d’accordo con il collega.
“Adesso ci si mette pure lei? Solo perché la vittima é una ragazza del dormitorio femminile… Non capisco come fanno a fidarsi di quella Slifer. Potrebbe essersi inventata tutto per mettere in cattiva luce Makoto. Dopotutto, lui è il miglior duellante di tutta l’Accademia…” pensò indignato il vice-cancelliere. Non sopportava quando qualcuno accusava uno dei suoi ragazzi, soprattutto se era uno dei suoi pupilli.
-Non la capisco, signorina Fontaine. Come fa ad essere sicura che la ragazza e l’altro Slifer non si siano inventati tutto?-chiese Crowler, cercando di non alzare troppo il tono della voce, per non irritare la professoressa.
-E lei come fa ad essere tanto sicuro che Makoto sia innocente?-chiese a sua volta la donna, cercando di nascondere l’indignazione che la domanda del collega aveva fatto nascere.
-Bè… Ecco…-l’uomo dal buffo accento non sapeva cosa rispondere.
La donna sorrise, compiaciuta di aver messo in difficoltà il vice-cancelliere. Non sopportava quando l’uomo metteva in discussione la parola degli studenti del dormitorio rosso. Per lei gli studenti erano tutti uguali e li aveva sempre trattati nel solito modo, senza fare differenze. Crowler, invece, preferiva di gran lunga gli studenti del dormitorio blu e non aveva mai fatto nulla per nascondere questa sua preferenza. Anzi, si divertiva a tormentare i poveri Slifer durante le sue lezioni.
-Comunque è sufficiente chiamare Makoto e chiedere spiegazioni.-continuò la donna, rivolgendosi agli altri colleghi.
Sheppard annuì. Era perfettamente d’accordo con la giovane professoressa.
-Adesso non ci rimane che pensare ad una punizione esemplare…-continuò poi il cancelliere, grattandosi pensieroso la testa pelata.
-E se non fosse stato Makoto?-chiese Crowler, alzandosi di nuovo in piedi.
-La cosa non cambia. Dobbiamo comunque pensare a come punirlo.-disse Banner, volgendosi verso il collega biondo. Poi rivolto agli altri, chiese:
-Quindi, come procediamo?
Per diversi secondi la stanza cadde nel silenzio più totale.
-Potremmo espellerlo.-propose un insegnante, dopo qualche minuto.
-Non saprei… Forse si tratta di una punizione un po’ troppo eccessiva…-mormorò pensieroso Sheppard.
-Non direi. Anche il gesto è grave; non credo che l’espulsione sia eccessiva…-commentò Banner.
-Non sappiamo nemmeno come si è svolto il fatto... Potrebbe benissimo essere colpa di entrambi.
Crowler si era di nuovo intromesso per difendere il suo amato studente. La donna si spazientì del tutto e, alzandosi in piedi, accusò il collega di favoritismo.
-Possibile che lei debba sempre comportarsi così, quando di mezzo c’è un ragazzo del dormitorio blu?!
Il vice-cancelliere indietreggiò con la sedia, più per la sorpresa che per altro. Era la prima volta da quando Fontaine era giunta in Accademia, che alzava la voce nei confronti di qualcuno.
-Adesso cercate di calmarvi, tutti quanti! Non sappiamo ancora di preciso cosa sia successo, però la ragazza è stata picchiata e su questo non ci piove. Dobbiamo decidere cosa fare e come punire l’aggressore. E se viene fuori che in parte la colpa è anche di Yomi, puniremo anche lei.-disse Sheppard con tono autoritario, mettendo fine a quegli inutili battibecchi.
-Potremmo declassarlo. Se è un Obelisk o un Ra possiamo declassarlo al dormitorio rosso. Credo che per molti questa punizione sia anche peggiore di una espulsione. In questo modo, se vorrà ritornare al dormitorio originale, dovrà darsi parecchio da fare. Inoltre, la sua vita al dormitorio rosso potrebbe diventare molto, molto difficile...-propose Banner, sorridendo da dietro gli occhiali. Aveva ignorato la discussione dei suoi due colleghi ed aveva continuato a pensare per tutto il tempo a come risolvere il problema.
-Mmh… Sì, credo che possa andare bene… Ma se fosse del dormitorio rosso? Non possiamo declassarlo ulteriormente…-sottolineò l’uomo pelato.
-In tal caso, lo bocceremo. Se sarà costretto a ripetere l’anno, forse non avrà più tanta voglia di fare il bulletto.-disse pacatamente l’uomo dai lunghi capelli corvini, continuando ad accarezzare il gatto grassoccio.
Il cancelliere si prese qualche minuto di silenzio per pensare. Poi disse che l’idea non era male e che avrebbero agito in quel modo.
-Grazie per la collaborazione, a tutti quanti! Crowler, lei rimanga pure. Gli altri possono tornare alle loro attività.-disse Sheppard rivolgendosi ai presenti.
Non appena gli altri insegnanti furono usciti, il cancelliere si rivolse a Crowler, chiedendogli di andare a chiamare Makoto.
-Dobbiamo assolutamente parlargli.-aggiunse poi.
Il vice-cancelliere fece un cenno d’assenso ed uscì dall’ufficio, ancora indignato per il modo in cui avevano trattato il suo adorato studente. Sheppard lo guardò uscire, scuotendo la testa di fronte all’ottusità del suo braccio destro.
“Non cambierà mai! Dovrebbe imparare che gli studenti sono tutti uguali e vanno trattati nel solito modo, invece… Non so come fargli capire che i ragazzi del dormitorio rosso sono studenti come gli altri. Prima o poi, imparerà!”
Era rimasto solo da diversi minuti, quando sentì bussare alla porta.
-Cancelliere, abbiamo un problema!-esclamò Atticus castano, entrando di getto nell’ufficio dell’uomo.
-Atticus? Yusuke? E’ successo qualcos’altro?-fece l’uomo pelato, squadrando i due giovani e cercando di nascondere la sua preoccupazione.
-Si tratta di quello che è successo a Yomi. Ci ha raccontato quello che le ha fatto… Dovrebbe ascoltarci!-disse Yusuke, avanzando di qualche passo.
-Sono tutt’orecchi! Ditemi pure…-rispose Sheppard, pronto ad ascoltare il racconto dei due.


****

Yomi e Zane stavano camminando il più velocemente possibile, facendosi largo tra gli studenti dell’Accademia.
-Cosa hai intenzione di fare?-chiese la ragazza, mentre attraversavano il corridoio del secondo piano.
-Non ti preoccupare; non gli permetterò di farti del male…-le rispose l’altro.
-Non mi sto preoccupando…-commentò la Slifer a bassa voce.
-Mi dispiace di metterti in pericolo… Sarebbe stato molto meglio se non ti portavo con me.
-Tanto sarei venuta lo stesso!
-Lo so…
“Si sta realmente preoccupando per me? Non capisco perché lo faccia… Non è da lui!” pensò la ragazza, guardandolo.
-Se le cose si mettono male, abbandonami pure.-fece l’altro, mentre scendeva le scale del primo piano.
-Non se ne parla! Non ti lascio da solo!
-Potrebbe diventare troppo pericoloso…
-Non m’importa! Io non ti abbandono!-esclamò la ragazza, fermandosi di colpo a metà scalinata. Zane si voltò, stupito.
-Siamo amici, giusto? Perché dovrei abbandonarti?
-Perché Makoto è pericoloso…-mormorò l’altro, abbassando lo sguardo.
-Questo non è un motivo!
-Potrebbe farti del male e-
-Guardami in faccia!
L’Obelisk alzò gli occhi verso l’amica, sorpreso. Era la prima volta che lei si comportava in quel modo e il Kaiser non se l’aspettava. Non credeva che potesse essere testarda fino a quel punto.
-Non voglio che ti faccia del male…
-Nemmeno io!-esclamò Yomi, continuando a fissarlo dritto negli occhi. Zane distolse lo sguardo e si voltò dall’altra parte. Non era abituato a vederla da quella prospettiva e si sentiva leggermente a disagio. Era più alto di lei di quasi venti centimetri e di solito era lui che la guardava dall’alto; quella volta, invece, era diverso. Nonostante la differenza di altezza, lo studente si trovava quattro gradini sotto la ragazza e per guardarla in volto era costretto ad alzare la testa. E da quella prospettiva riusciva a scorgere alcuni suoi tratti che non era abituato a vedere.
-L’avevi promesso…-fece, poi.
-E’ inutile che tu insista! Io non ti abbandono! E se ti rifiuti di portarmi con te, ti seguirò lo stesso!-esclamò Yomi, scendendo i quattro gradini che li separavano.
Zane si voltò leggermente per guardarla, poi mormorò:
-Sei un’idiota…
La Slifer, per tutta risposta, gli fece la linguaccia, poi riprese a camminare, come se niente fosse. Il Kaiser la guardò per qualche secondo, poi sospirò e la seguì.
Ormai erano giunti al piano terra e non avevano trovato alcuna traccia del ragazzo; sembrava che si fosse volatilizzato nel nulla. Avevano chiesto a diversi studenti, ma nessuno era in grado di dire dove fosse finito il miglior duellante di tutta l’Accademia. Non appena svoltarono l’angolo per imboccare il corridoio che portava all’arena, lo intravidero fermo davanti alla porta, come se niente fosse.
Non appena lo vide, Zane trattenne Yomi per un braccio, per impedirgli di avventarsi sullo studente, e la costrinse a nascondersi dietro l’angolo.
-Perché mi hai fermata?-chiese la giovane contrariata.
-Perché ti saresti avventata su di lui per picchiarlo…
-Mi sembra ovvio!
-Cerca di calmarti…-le disse l’Obelisk, continuando a tenerla per un braccio.
-Come puoi chiedermi-
-Prima di affrontarlo, voglio che tu ti calmi. Capisco che tu sia infuriata, ma devi promettermi che cercherai di mantenere i nervi saldi e lascerai fare a me. Makoto non è stupido, sono sicuro che abbia escogitato un modo per farla franca e l’ultima cosa che voglio è che ci riesca.
-…
-Non posso lasciare che resti in Accademia…
-Ok, ho capito. Cercherò di non reagire…
Zane fece un cenno d’assenso e diede una leggera pacca sulla testa della ragazza; poi si diresse verso Makoto. Yomi lo seguì, titubante. Non era ancora sicura del fatto che fosse una buona idea. Inoltre, non sapeva cosa avesse intenzione di fare Zane e l’idea di non sapere cosa frullasse nella testa dell’Obelisk, la rendeva oltremodo ansiosa. E la vista dello studente del terzo anno le stava facendo salire di nuovo la paura.
“Non ho niente di cui avere paura… C’è Zane con me; andrà tutto bene! Non ho niente di cui preoccuparmi… Devo solo fidarmi di lui!” pensò la ragazza, mentre seguiva, a debita distanza, l’amico del secondo anno.
-Makoto!-esclamò l’Obelisk, mentre si avvicinava all’altro duellante.
-Zane? Non è da te cercarmi…-disse l’altro, mentre sorrideva spavaldamente. Poi si accorse della presenza della Slifer e la sua espressione si oscurò per un attimo.
-Devo parlarti un attimo. In privato.-esordì l’Obelisk del secondo anno.
-In privato?-chiese Makoto, lanciando una rapida occhiata alla Slifer. Poi, sorridendo:-Ok, non c’è problema. Andiamo all’arena dei duelli? Sono sicuro che in questo momento sia vuota...
Detto questo, il biondo precedette i due verso la stanza dei duelli, facendo loro segno di seguirlo. Una volta dentro, si voltò verso Zane e Yomi. I due studenti si accorsero subito che la sua espressione era cambiata radicalmente; non sorrideva più e sembrava alquanto scocciato.
-Bè, che diavolo volete?-ringhiò il biondo, alzando la voce.
-Yomi mi ha detto cosa è successo…-iniziò cauto il giovane dai capelli blu.
-Oh, ma davvero! Che farò adesso? Sono proprio nei guai!-esclamò, sarcastico, il bullo. Poi scoppiò a ridere sguaiatamente.
-Se fossi in te non riderei…
-Pensate davvero che la cosa mi interessi? Poveri idioti! Zane, da te non me l’aspettavo proprio! La stupidità di Atticus deve essere contagiosa! Forse è meglio che prenda precauzioni… Non voglio contrarre anch’io il suo morbo!-fece l’altro, continuando a sghignazzare.
-I professori sono a conoscenza di tutta la faccenda…-continuò, calmo, l’altro Obelisk, ignorando completamente i commenti sarcastici di Makoto.
-E allora? Crowler non crederà mai ad una storia simile e la colpa finirà per ricadere su di lei. Mi dispiace, ma non avete ottenuto proprio nulla! Anzi, come minimo sarà lei ad essere espulsa!-il biondo iniziò di nuovo a sghignazzare.
-Cosa te lo fa pensare?-chiese Zane, fissandolo dritto negli occhi.
-Ma cosa stai dicendo?!
-Crowler sarà anche il vice-cancelliere, ma non spetta a lui l’ultima parola. Sheppard non è così ingenuo e Yomi non è così violenta da fare a pugni con la gente…
-Non è violenta, dici? Sbaglio, o è stata lei la prima ad attaccare briga con Jonouchi?
-In realtà, la colpa era soprattutto di Jonouchi. E questa volta la situazione è diversa! La vittima è lei e dato che hai cercato di violentarla, pensi davvero che Crowler continui a difenderti? Finché si trattava di fare il bullo con gli Slifer, di rubare le carte rare che possedevano o il pranzo, poteva anche proteggerti. Ma dopo quello che hai fatto oggi, non ci sarà niente che ti potrà salvare. Tantomeno Crowler.
Makoto indietreggiò leggermente. Stava iniziando a dubitare della sua immunità. Stava iniziando a pensare che probabilmente questa volta non l’avrebbe fatta franca.
-Maledetta puttana! Sei andata a spifferare tutto ai professori! A quanto pare, le puttanelle rimangono puttanelle fino alla fine! E tu sei anche della peggior specie!
-Non hai alcun diritto di parlarmi in quel modo!-esclamò Yomi, cercando di mantenere la calma. Si stava arrabbiando e stava facendo un grande sforzo per non perdere del tutto la pazienza. Non voleva complicare ulteriormente la situazione ed inoltre aveva promesso a Zane che si sarebbe controllata.
-Ma sentitela! Sentiamo, cosa dovresti essere, se non una puttana? Guardati! Sei circondata di uomini, esattamente come fanno le puttane! Ed è inutile che fai tanto la santarellina; puttana sei e puttana rimani! Invece di sprecare tempo qui, potresti andare a battere in strada! Saresti più utile!-la punzecchiò il biondo.
-Bastardo! Vuoi fare a botte per caso?!-esclamò la Slifer, avvicinandosi di qualche passo.
-Yomi, lascia perdere.-disse Zane, cercando di far placare l’indole violenta della ragazza e trattenendola per un braccio. Non voleva che si avvicinasse ulteriormente allo studente del terzo anno.
-E come faccio?!
-Povera puttana! Non te l’hanno mai detto che le donne violente non piacciono a nessuno? Dovresti fare la brava bambina e rimanertene zitta e buona in un angolo!
-Ma stai zitto!-esclamò la giovane, voltandosi verso il biondo, che, invece, continuava a sghignazzare, punzecchiando i due ragazzi.
“Cosa aspettate a picchiarmi?! In fondo, è quello che vuoi, no puttanella? In questo modo, con un po’ di fortuna e qualche mazzetta, posso farla franca e far ricadere la colpa su di te!” pensò divertito l’Obelisk del terzo anno, mentre continuava ad offendere la Slifer.
-Puttana!
-Prova a ripeterlo, bastardo!
-Yomi, calmati! Stai facendo solo il suo gioco.-disse il giovane dai capelli blu, trattenendo con fatica la ragazza per un braccio. In quel momento, avrebbe preferito la ragazza in lacrime di prima.
“Ormai è talmente arrabbiata da non riuscire nemmeno a capire a quale gioco stia giocando. Se continua così, non credo che riuscirei a tenerla ancora per molto. E se riesce anche solo a sfiorarlo, Makoto avrà un buon motivo per cercare di farla franca. Chiaramente sta cercando di farle perdere la pazienza per farsi picchiare, ma non riesco a farlo capire a Yomi. Non mi ascolta più! L’unica cosa che sente sono le sue offese e non credo che riuscirà a tollerarle ancora per molto… Devo trovare un modo per farla calmare…” pensò il Kaiser, mentre tratteneva l’amica per i fianchi. Era costretto ad abbracciarla e a fare forza con le gambe, pur di non farsi trascinare dalla studentessa.
“E’ veramente forte… Non credevo che una ragazza così esile, potesse nascondere una forza sovrumana.”
Poi si rivolse a Makoto e continuò:
-Pensi davvero di farla franca facendoci perdere la pazienza? Pensi che sia un completo sprovveduto, giusto? Non ho alcuna intenzione di venire alle mani con te… Non voglio darti alcun pretesto per farla franca.
-Parla per te! Io avrei una mezza voglia di prenderlo a sberle!-esclamò Yomi, sempre più arrabbiata per il comportamento del biondo.
-Hai un bel coraggio, puttana! Prima non sei stata in grado di difenderti; cosa ti fa pensare di poterci riuscire adesso? Sarai anche brava a fare a botte, ma il sottoscritto è esperto di arti marziali. Tu sei solo una principiante; per quanto tu possa essere brava, senza tecnica non potrai mai sconfiggermi. Finirò sempre con il sottometterti!
-Se fossi in te non ne sarei così sicuro!-fece la Slifer, senza nemmeno rendersi conto di quello che stava dicendo. Ormai era talmente arrabbiata che non riusciva ad essere lucida e non si stava rendendo conto che stava facendo esattamente il suo gioco. Zane, invece, si era reso conto di quello a cui stava mirando il giovane del terzo anno e stava cercando di farlo capire anche all’amica.
-Se hai così tanta voglia di vendicarti, possiamo riprendere da dove ci hanno interrotti! Che ne dici, eh? Possiamo appartarci da qualche parte… Magari in camera mia! Potrei legarti braccia e gambe, chiuderti quella bocca da troia che ti ritrovi e costringerti a fare tutto quello che voglio. Sarai costretta a soddisfarmi in tutto e per tutto! Non sei contenta?
-…
-Non vedo l’ora di toccare quel bel corpicino… Non hai idea di cosa ti farei!
-Sei vomitevole…-commentò la Slifer, portandosi una mano sul petto, come a volersi proteggere dagli sguardi inquisitori dell’altro.
-Che cosa cattiva da dire! E pensare che fino a qualche giorno fa, non facevi che sorridermi! Che peccato! Ma la colpa è tua!
-Come può essere colpa mia…-mormorò la studentessa, indietreggiando leggermente.
Yomi si era calmata del tutto. Gli sguardi viscidi dell’altro studente le facevano paura e, se non fosse stato per la presenza di Zane dietro di lei, probabilmente si sarebbe messa a tremare.
-Non l’hai capito? Più ti comporti in questo modo, più peggiori le cose!-esclamò Makoto, continuando a sghignazzare cinicamente.
-Cosa stai blaterando?-fece la Slifer, sempre più intimorita dal giovane. Le stavano tornando in mente le sensazioni che aveva provato poco prima e la paura stava prendendo di nuovo il sopravvento. Si sentiva di nuovo un topolino indifeso tra gli artigli del gatto. Si sentiva messe alle strette, con le spalle al muro.
-Sapete, ho sempre visto le donne come se fossero solo degli oggetti. Oggetti che mi stufavano dopo poco tempo! Per me hanno un solo scopo; quello di intrattenermi e soddisfare ogni mio bisogno e ogni mio capriccio… Purtroppo, le altre ragazze dell’Accademia sono tutte frivole e superficiali, deboli e bisognose di attenzioni! Sono noiose! Le donne come quelle non sono divertenti e non riescono nemmeno ad entusiasmarmi. Ma tu sei diversa! Sei violenta, testarda… Le donne con un’indole violenta come la tua sono quelle che preferisco! Più ti comportavi in quel modo e più mi eccitavo… Sai, il tuo modo di fare da teppista mi eccita parecchio! E l’idea di toglierti tutto quello in cui credi mi eccita molto di più!-continuò l’altro.
-Ma cosa…
-Quando le privi della loro dignità e le tratti come meritano, come oggetti, diventano docili come agnellini… Diventano più remissive di tutte le altre messe insieme! Sono veramente uno spasso! Le vedi in lacrime, mentre maledicono se stesse, e poi finiscono con il farsi del male da sole! Piegare una donna che crede di essere forte e indipendente è la cosa che mi rende più felice in assoluto! Soprattutto dopo averla usata ed essermela spassata un po’ con il suo corpo!
-Tu sei pazzo…-commentò Zane, tirando indietro la studentessa e mettendosi tra lei e il biondo.
-Pazzo? No, non direi… Semplicemente non ho alcun rispetto per le donne. Non sai quanto sia faticoso fingere di essere carino e gentile con tutte! Poi incontro la puttanella intenta a litigare con i miei ragazzi. All’inizio ho pensato che fosse una ragazza come tutte le altre; ma mi stavo sbagliando. Era una puttanella violenta, aggressiva e indisciplinata, e quelle come lei mi hanno sempre eccitato!
-Maniaco…-mormorò Yomi, nascondendosi sempre di più dietro la schiena del giovane del secondo anno.
-Maniaco? Andiamo, so bene che piace anche a te!-commentò Makoto.
-Non è vero… Tu sei solo un essere schifoso…
-Non mi interessa un bel niente di quello che pensi di me!-esclamò l’altro, avanzando verso gli altri due.
-Non ti avvicinare!-fece Zane, indietreggiando di qualche passo e cercando di mantenere le distanze dall’altro studente.
“Devo impedirgli di avvicinarsi. Non posso lasciare che si avvicini a Yomi…” pensò, poi, lanciando una rapida occhiata alla ragazza che si stava nascondendo dietro la sua schiena. Nonostante le sue mani tremassero, i suoi occhi continuavano a fiammeggiare; il carattere aggressivo di Yomi stava prendendo il sopravvento sulla sua paura.
Il biondo li squadrò per qualche secondo, poi sospirò.
-Non ho molto tempo da perdere… Spostati da lì e finiamo quello che abbiamo iniziato prima!
-Col cavolo!-gli rispose la Slifer, continuando a rimanere dietro alla schiena di Zane.
-Forse non sono stato chiaro… Ti ho detto che non ho tempo da perdere!-continuò Makoto, facendo segno alla ragazza di avvicinarsi.
-E io ti ho detto che non ho alcuna intenzione di spostarmi di qui!
-Puttana! Troia che non sei altro! Tu non hai alcun diritto di rifiutarti! Tu sei solo un oggetto; non hai alcun diritto! Spostati!
-Lei non farà un bel niente!-esclamò l’Obelisk del secondo anno, arretrando di qualche altro passo e costringendo l’amica a seguirlo. L’altro ragazzo gli lanciò un’occhiataccia, poi, rivolgendosi a Yomi, le ordinò:
-Avanti, spogliati!
-Non ci penso nemmeno!-esclamò la matricola.
-Maledetta puttana che non sei altro! Ho detto che devi spogliarti, hai capito?!
-Adesso basta! Hai superato il limite!-esclamò Zane, nero dalla rabbia.
-Taci! Queste non sono cose che ti riguardano e per i miei gusti ti sei intromesso anche fin troppo! Non sai quanta fatica ho dovuto fare per cercare di allontanarla da te e da quegli idioti dei tuoi amici! Le ho provate di tutte, ma era difficile! La puttanella si era davvero affezionata a voi… Esattamente come un cane! O forse dovrei dire una cagna!
Makoto scoppiò a ridere sguaiatamente; sembrava divertirsi e non si rendeva conto della situazione in cui si trovava.
-Sei un verme…-commentò Zane.
-Mi dispiace, ma non mi interessa. L’unica cosa che voglio è la puttana che difendi tanto!
-Non ti azzardare a toccarla con le tue luride mani!-esclamò l’Obelisk dai capelli blu.
-Guarda, guarda! Qualcuno qui si sta affezionando un po’ troppo… Cosa ti ha promesso? Sesso?
-Sei veramente patetico…
-Patetico io?! Ma guardati! Stai difendendo una cagna di terz’ordine… Dovresti unirti a me, invece!
-Adesso hai decisamente passato il limite!
-Allora sistemiamo la faccenda con un duello!-fece l’altro.
-Per me va bene…
Makoto sghignazzò divertito.
-Idiota! Non avresti dovuto accettare! Se vinco io, mi prendo la puttanella e tu dovrai convincere Sheppard a non espellermi. Anzi, dovrai dirgli che sei stato tu ad aggredirla e farti espellere al mio posto. Se vinci tu, dirò al cancelliere che la colpa è mia.
-Zane, non accettare! Anche se vinci, non otterrai niente! Lui non manterrà mai la parola!-si intromise Yomi, afferrando l’amico per un braccio.
-Taci cagna! Invece di preoccuparti per gli altri, dovresti preoccuparti per quello che ti succederà dopo che avrò sconfitto questo scemo!-le urlò il biondo.
-Ci penso io a lui…-le disse l’Obelisk, ignorando il commento dell’avversario.
-Sì, ma…-provò a ribattere la ragazza.
-Lo so anch’io che probabilmente non otterrò nulla, ma se c’è una piccola possibilità per risolvere questa storia, allora voglio provarci. Sconfiggendolo, avrò una piccola possibilità di cacciarlo dalla scuola e allontanarlo per sempre da te. Inoltre…
-Ma se perdi, potrebbe picchiarti e farti del male!
-Non ho alcuna intenzione di perdere! Non posso e non voglio perdere… Se dovesse succedere, lui potrebbe aggredirti di nuovo e io non voglio che accada… Non preoccuparti, vincerò!-la rassicurò l’altro, mettendole una mano sulla spalla.
“Se perde, Makoto è capace di picchiarlo a sangue! Non m’interessa cosa potrebbe succedere a me, ma non voglio che lui si faccia male per colpa mia… Zane, per favore, fai attenzione…” pensò preoccupata la giovane matricola, mentre guardava l’amico salire sul campo da gioco.
Dopo aver preparato i dueling disk, i due diedero il via alla partita.
-Inizio io!-esclamò il biondo, pescando la sua sesta carta. Diede un’occhiata alla sua mano e sorrise spavaldo, certo della vittoria.
-Attivo la carta magia “Terraformare”, grazie alla quale posso aggiungere una carta magia terreno dal deck alla mia mano. Scelgo “Il santuario nel cielo” e provvedo subito ad attivarla. Se non ti dispiace, preferisco spostare il nostro duello in un luogo che mi è più congeniale. Zane, puttanella, benvenuti nel regno degli angeli!
Per effetto della carta, lo sfondo intorno all’arena e ai due duellanti cambiò di colpo. I due Obelisk si trovarono di colpo di fronte ad un santuario sospeso nel cielo. La tecnologia della Kaiba Corp era fenomenale; era in grado di far sembrare dei semplici ologrammi talmente realistici da rimanere senza parole ogni volta che veniva attivata una carta. Soprattutto se ad essere state attivate erano delle carte magia terreno. Il campo da gioco era circondato da un cielo azzurro intenso e il bianco brillante dell’edificio, che circondava i due sfidanti, creava un contrasto che, a lungo andare, stancava la vista.
-Non ho ancora finito! Attivo la carta magia “Hinotama”, che ti fa perdere 500 LP, e posiziono una carta coperta. Poi evoco “Strega Oscura Dunames” in posizione di attacco.-continuò il ragazzo, posizionando le varie carte sul proprio dueling disk.
Il mostro che aveva evocato comparve dalla sua parte del terreno. Aveva fattezze femminili, con due grandi paia di ali bianche che le spuntavano dalla schiena. Inoltre, indossava una specie di armatura rossa e guanti e gambali bianchi.
-Termino qui il mio turno.-disse poi.
-Tocca a me!-esclamò Zane.
Dopo aver pescato una carta, diede un’occhiata a quelle che aveva in mano.
“Posso evocare Cyber Drago e attaccare la sua strega oscura. Questa carta è meglio se la tengo da parte, per ora. Volendo, potrei anche fare questa mossa… No, è meglio procedere con cautela. Non posso permettermi di sbagliare.” riflettè l’Obelisk.
-Dato che non ho mostri sulla mia parte del terreno, mentre tu ne controlli uno, posso evocare “Cyber Drago” in posizione di attacco.
Il serpente meccanico apparve sul campo di gioco. I suoi 2100 punti di attacco lo facevano sembrare ancora più pericoloso e minaccioso, di quanto non lo fosse di suo.
-Avanti “Cyber Drago”, attacca “Strega Oscura Dunames”!
Il serpente si avventò sulla strega dell’avversario, distruggendola. Nonostante Zane fosse riuscito a distruggere il mostro dell’avversario, i LP del biondo non vennero minimamente intaccati.
-Scommetto che ti starai chiedendo come mai non ho subito alcun danno…-commentò, spavaldo, il bullo.
-In realtà, no.-rispose l’altro.
-Bè, comunque è grazie all’effetto di “Il santuario nel cielo”. Mi dispiace, ma non posso subire danno da un combattimento che coinvolga mostri di tipo fata. E purtroppo per te, il mio deck è pieno zeppo di mostri di tipo fata!-esclamò Makoto.
Zane non si scompose. Sapeva bene quale era l’effetto della sua carta terreno.
“Devo trovare il modo di distruggere quella carta magia. Oppure attaccarlo direttamente. E forse, ho appena trovato un modo per farlo…” pensò lo studente del secondo anno, guardando di nuovo le carte che aveva in mano.
-Posiziono una carta coperta e termino il mio turno.
-Sei patetico! Pesco! Poi evoco “Zeradias Araldo del Paradiso” in posizione di attacco e termino qui il mio turno.
Sul campo comparve un essere alato, armato di lancia. Le ali erano verdi, come l’elmo che gli proteggeva la testa. Il volto, invece, era rosso fuoco.
“Il suo mostro ha 2100 punti di attacco, gli stessi di “Cyber Drago”. Se avesse attaccato “Cyber Drago”, si sarebbero distrutti entrambi, ma Zane, al prossimo turno, avrebbe potuto evocarne un altro e attaccarlo direttamente. In questo modo, però, nessuno dei due può attaccare, almeno finché non riusciranno ad evocare un mostro più forte.” rifletté la Slifer, mentre osservava il duello a poca distanza dall’arena.
-Pesco. Attivo la carta magia “Anfora dell’avidità”, che mi permette di pescare altre due carte. Poi attivo “Differente capsula dimensionale”, con la quale rimuovo dal gioco per due turni una carta dal mio deck. Trascorso questo lasso di tempo, la carta rimossa viene aggiunta a quelle che ho in mano.-disse l’Obelisk, mentre sceglieva la carta da rimuovere e, dopo averla tolta dal mazzo, rimescolava il proprio deck.
“Ho rimosso “Tifone Spaziale Mistico”. Se riesco a giocarmi bene questi due turni, al prossimo potrò distruggere quella fastidiosissima carta magia terreno e poter finalmente ridurgli a zero i suoi Life Points.” pensò l’Obelisk, mentre ricontrollava la sua strategia. Le carte che aveva in mano erano sufficientemente potenti, ma non voleva rischiare troppo giocandole. Aveva preferito agire con più cautela, vista la posta in gioco.
“Devo agire con calma. Non posso rischiare di sbagliare e conoscendo le reali capacità di Makoto, non posso permettermi nemmeno di sottovalutarlo.”
-Dopo aver fatto ciò, ti passo la mano.-disse rivolgendosi all’altro duellante.
Yomi stava assistendo al duello, preoccupata. Makoto era il miglior duellante di tutta l’Accademia e, sebbene anche Zane fosse un duellante di alto livello, l’altro era ritenuto superiore a tutti. E, sebbene l’Obelisk fosse stato chiaro nel dire che si sarebbe occupato lui di tutto, la ragazza era in ansia lo stesso.
“Speriamo che sappia ciò che sta facendo… Non voglio nemmeno pensare a cosa potrebbe succedere se perdesse!” pensò d’istinto la Slifer, storcendosi convulsamente le mani.
Il biondo, intanto, aveva già pescato la sua carta.
-Attivo anch’io “Anfora dell’avidità” e pesco altre due carte. Poi posiziono un mostro coperto e metto un’altra carta coperta. Termino il mio turno.-esclamò, posizionando le carte.
-Pesco.-disse il giovane dai capelli blu, aggiungendo la carta che aveva pescato alla mano.
“Un altro “Cyber Drago”… Proprio quello che ci voleva! Grazie a quest’altra carta, posso distruggere entrambi i suoi mostri.” pensò il giovane. Poi, rivolgendosi all’avversario, disse:
-Attivo la carta magia “Polimerizzazione”, grazie alla quale posso fondere il “Cyber Drago” che ho sul terreno con quello che ho in mano e, in questo modo, evocare “Cyber Drago Gemello”.
Un mostro meccanico, anch’esso con le sembianze di un serpente a due teste, comparve sul terreno, di fronte al ragazzo.
-Avanti, attacca il suo mostro coperto.
Il serpente meccanico creò una sfera di energia che usò per distruggere il mostro avversario.
-Hai distrutto “Evocatore Nova” e dato che “Il santuario nel cielo” si trova sul terreno, posso evocare “Parshath Cavaliere Volante” in posizione di attacco.-esclamò Makoto, mettendo in campo il suo mostro, una specie di centauro rivestito di ali.
-Poco male! Il mio mostro può attaccare una seconda volta e questa volta scelgo il tuo “Zeradias”…
-Mi dispiace deluderti, ma attivo una delle due carte coperte: “Scudo prosciugante”! Per effetto di questa carta, annullo il tuo attacco e guadagno ben 2800 LP.
L’indicatore dei Life Points dell’avversario salì a quota 6800, mentre quello di Zane rimaneva a 3500.
“La differenza tra i due adesso è di 3300 LP… Non è tanta. Zane può ancora vincere. Tra l’altro il suo mostro è il più forte. Però, finché la carta “Il Santuario nel cielo” resta sul terreno, non c’è modo di potergli infliggere un danno ai Life Points.” pensò Yomi, sempre più agitata. Era consapevole che la situazione non si stesse mettendo bene per il giovane del secondo anno.
“Devo avere fiducia! Mi ha promesso che avrebbe vinto… Sono sicura che vincerà!”

***

Nda:
Parliamo di Makoto... L'idea per questo personaggio mi è venuta così dal nulla. Volevo qualcuno a cui contrapporre Yusuke, Atticus e sopratutto Zane ed è nato Makoto. Infatti, si tratta del miglior duellante dell'Accademia, come poi lo diventerà Zane, ed è uno degli studenti più popolari della scuola, come Atticus; inoltre è apparentemente una persona gentile e generosa, come lo è Yusuke. Il nome l'ho scelto per due motivi. Il primo è il suo significato; infatti, in giapponese, "Makoto" significa "sincerità" e questo crea un contrasto con il suo vero carattere, che tutto è tranne che sincero. Il secondo è per il fatto che si tratta di un nome molto femminile, che ben si sposa con il suo aspetto fisico e i suoi apparenti modi di fare da principe azzurro. Il suo deck, invece, l'ho ideato basandolo su una carta in particolare: "Il santuario nel cielo". Si tratta di una carta magia terreno che impedisce di subire danno da combattimenti che coinvolgono carte di tipo fata. Questa carta sottolinea il fatto che anche Makoto, un po' come i suoi LP, è intoccabile, essendo il miglior duellante di tutta la scuola ed avendo dalla sua parte l'appoggio sia dei professori (sopratutto Crowler), che di gran parte degli studenti. Inoltre, anche il fatto che il suo deck sia composto da mostri di tipo fata, si sposa bene con la sua finta natura, il suo soprannome (l'Angelo dell'Accademia) e il suo aspetto fisico, che ricorda molto quello di un angelo (sono sempre raffigurati con i capelli biondi).

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Capitolo 17
*** Capitolo 17- Il primo chiarimento ***


Capitolo 17- “Il primo chiarimento

 

“Se non trova un modo per aggirare l’ostacolo della carta magia terreno, non riuscirà mai a vincere il duello.” pensò la Slifer, scrutando attentamente il campo da gioco. Nonostante la posta in gioco fosse alta, la ragazza era curiosa di vedere come l’Obelisk del secondo anno avrebbe risolto la situazione. E in fondo sapeva che Zane avrebbe vinto; glielo aveva promesso.
“Makoto è uno dei migliori duellanti di tutta la scuola… Voglio vedere cosa ha escogitato per ribaltare la situazione! Vincerà! Ne sono sicura…”
Nel frattempo, lo studente del secondo anno aveva appena concluso il suo turno.
-Tocca a me! Attivo la mia seconda carta coperta, “Luce del giudizio”. Questa carta mi permette di scartare una carta dalla mia mano e poter distruggere una carta sul tuo terreno o una di quelle che hai in mano.
“Posso già immaginare cosa vorrà distruggere…” pensò pacato Zane, guardando il suo mostro fusione.
-Scarto un altro “Evocatore Nova” e scelgo di distruggere il tuo “Cyber drago gemello”.-continuò Makoto.
Il mostro dalla parte di Zane venne distrutto dall’effetto della carta trappola e lasciò il ragazzo dai capelli blu privo di difese. Inoltre, i mostri avversari potevano ancora attaccare e sicuramente l’avrebbero fatto.
-Adesso sei completamente scoperto! Avanti, “Zeradias Araldo del Paradiso”, attacca direttamente i suoi Life Points!
-Fermo dove sei! Attivo la mia carta coperta, “Forza Riflessa”, che mi permette di distruggere tutti i mostri in posizione d’attacco sul tuo terreno.
Il mostro dell’avversario non riuscì nemmeno a sfiorare i LP del giovane Obelisk, perché venne distrutto dall’effetto della carta trappola, insieme all’altro mostro che il bullo aveva sulla sua parte di campo.
-Solo fortuna! Attivo “Spade Rivelatrici”, che, per tre turni, ti impedisce di attaccare. Poi posiziono altre due carte coperte e ti passo la mano.-esclamò l’altro, posizionando le carte sul dispositivo.
“Devo solo aspettare il mio prossimo turno e poi potrò vincere. Grazie a queste due carte trappola, qualsiasi mossa farà durante il suo turno sarà inutile. Quando toccherà a me, le attiverò entrambe e, a quel punto, vincerò!” pensò il giovane del terzo anno, sorridendo spavaldo all’avversario. Poi lanciò un’occhiata a Yomi, la quale stava osservando ansiosa dal bordo dell’arena.
“Quella troia ci rimarrà male quando vincerò… Meglio così! Sarà più divertente!”
-E’ il mio turno. Pesco.-fece Zane, pescando una carta dal deck. Poi le diede una rapida occhiata e proseguì:
-A questo punto si attiva l’effetto di “Differente Capsula dimensionale” e aggiungo la carta che avevo rimosso alla mia mano. Poi attivo la carta magia “Recupera fusione”, grazie alla quale posso recuperare “Polimerizzazione” e un “Cyber Drago” dal mio cimitero e aggiungerli alla mia mano.
-Pensi davvero che serva a qualcosa?! Sei patetico!
Lo studente del secondo anno lo ignorò e continuò il suo turno, come se niente fosse.
-Attivo “Resuscita mostro” e faccio ritornare sul campo l’altro “Cyber Drago” che si trova al cimitero.
Il serpente meccanico fece il suo ritorno sul campo da gioco, sibilando ferocemente all’avversario.
-Hai davvero intenzione di fare una fusione?! Vuoi cercare di mettere in campo il tuo mostro più forte, dico bene?! Fai pure come preferisci; non chiedo di meglio!-esclamò Makoto, al colmo della gioia. Era sicuro di poter vincere; Zane stava facendo proprio il suo gioco e lui, che aveva previsto tutto, non chiedeva di meglio. Sapeva esattamente cosa aveva intenzione di agire l’avversario ed aveva preparato la propria contromossa.
“Con la mia trappola coperta e la magia che ho in mano, al mio prossimo turno posso distruggere il suo mostro e infliggergli un danno ai suoi LP pari ai punti di attacco. Ha 4000 in attacco; grazie a questa combinazione sono più che sufficienti per annientarlo! Ho la vittoria in tasca!” pensò il biondo, cercando di trattenersi dal ridere, mentre osservava divertito l’altro duellante.
-Makoto, non credo che ci sia molto da ridere…
-Questo lo pensi tu! Non ti facevo così stupido, sai?
-Lo stupido sei tu…-commentò l’altro, calmo come sempre.
-Io? Andiamo, credi che non sappia cosa hai intenzione di fare?! Vuoi evocare il tuo asso, vero? Pensi che sia così stupido da non aver preparato niente?
-Tu non sei stupido… Sei decisamente un duellante sveglio, ma sei una pessima persona. Sei intelligente, questo è vero, ma ti sei spinto troppo oltre e hai smascherato la vera bestia che è in te. Questo è stato l’unico comportamento stupido che hai tenuto…
-Tu credi di essere più intelligente, vero?-esclamò il biondo.
-Io non ho detto questo…
-Comunque, smetti di parlare a vanvera e muoviti a terminare il tuo turno!-fece l’altro, cercando di mantenere la calma. Il tono pacato di Zane stava mettendo a dura prova i nervi dello studente del terzo anno, soprattutto perché non capiva come potesse rimanere così calmo vista la sua posizione.
“Come fa a rimanere così calmo nella sua posizione?! Sono chiaramente in vantaggio! E se perde, perderà tutto! E’ solo uno stupido, niente di più… E’ così stupido da non capire in che guaio si sia messo! Povero scemo! E lui sarebbe uno dei duellanti più promettenti?! Ma fatemi il piacere! Non riesce nemmeno a giocare in anticipo sulle mosse avversarie ed indossa la divisa blu?! Questa scuola sta cadendo sempre più in basso… Vorrà dire che ci penserà il sottoscritto a metterlo un po’ in riga!” pensò Makoto, continuando a sghignazzare tra sé e sé.
-Gentile da parte tua lasciarmi fare la mia mossa…-fece Zane, abbassando lo sguardo sulle carte che aveva in mano.
-Vedremo chi la spunterà alla fine!
-Hai ragione. A questo punto posso attivare la carta magia “Vincolo di Potere”, che mi permette di fondere il “Cyber Drago” che ho sul terreno con i due che ho in mano e poter evocare “Cyber Drago Finale”.-disse l’Obelisk dai capelli blu, mentre attivava la sua carta magia.
Sul terreno scomparve il serpente meccanico ed al suo posto fece il suo ingresso una specie di drago a tre teste, con il corpo da serpente ed un paio di grandi ali. Era anch’esso meccanico e si trattava del suo mostro più forte.
-Inoltre, grazie all’effetto di “Vincolo di Potere” i suoi punti di attacco sono raddoppiati. E salgono a 8000.-continuò l’Obelisk.
“Vincolo di Potere? Perché ha usato una carta così potente?! Aveva anche “Polimerizzazione”, no? Perché rischiare così tanto con una carta pericolosa come quella? Se non riesce a vincere prima della fine del suo turno, gli verrà inflitto un danno pari all’attacco originale di “Cyber Drago Finale”. Ha solo 3500 LP, in qualunque modo si metta la situazione, se non chiude il duello adesso, perderà…” pensò Yomi, guardando preoccupata l’amico. Zane era tranquillo come sempre; probabilmente era sicuro che avrebbe vinto, ma la matricola era in ansia. Sapeva di doversi fidare, ma un piccolo dubbio continuava a rimanerle piantato in testa. Voleva fidarsi di Zane, ma non ci riusciva fino in fondo. Aveva paura e non riusciva a nasconderlo come voleva.
-E’ inutile! Non puoi attaccarmi! Sei proprio un idiota, Zane! Esattamente come quei perdenti di Atticus e Yusuke! Sei uno sciocco se pensi di potermi sconfiggere! Al mio prossimo turno, sarò io a vincere e quella puttana che difendi tanto sarà costretta a fare quello che voglio! La violenterò fino a renderla docile come un agnellino e tu non potrai fare niente per impedirmelo! Non potrai nemmeno farmi espellere! Oh, ma se vuoi posso mandarti qualche foto mentre lo facciamo, oppure farti assistere! Eccitante, no? In fondo, è quello che vuoi, no? Altrimenti che motivo avresti per diventare suo amico, se non per usarla, andarci a letto e abbandonarla come una bestia!-esclamò il biondo, iniziando a sghignazzare sguaiatamente ed elogiando le sue grandi doti, certo ormai della sua vittoria imminente.
-Sei disgustoso…-mormorò Zane.
-Sei geloso, per caso? Te l’ho già detto; se proprio ci tieni, posso farle una foto e mandartela… Magari quando mi chiederà pietà con le lacrime agli occhi! Oppure preferisci un video? O forse vuoi partecipare anche tu? Ammettilo che non vedi l’ora di fartela!
-Sei una persona veramente disgustosa…-disse di nuovo l’Obelisk del secondo anno.
-E allora?! Non sono cose che ti riguardano, no? Fatti gli affari tuoi e non scocciare!
-In realtà sono affari miei! Yomi è mia amica…
-Amica? Ma fammi il piacere! Tu vuoi solo fartela! Non sei tanto diverso da me! Se non fosse per il tuo stupido buonsenso, non mi avresti mai fermato prima. Tu vuoi scopartela, esattamente come me!
-Ormai non ha più senso continuare a parlare con te…-disse l’altro, ignorando i discorsi deliranti e privi di logica dell’avversario.
-Ben detto Zane! Ormai non ha più importanza! Stai per perdere!-urlò Makoto, sicuro ormai di avere la vittoria in pugno.
-Questo lo pensi tu! Attivo la carta magia rapida “Tifone Spaziale Mistico”, grazie alla quale posso distruggere la tua carta “Spade rivelatrici”.
Un potente vortice fece la sua comparsa sul terreno, distruggendo le spade di luce che circondavano la parte di terreno dell’Obelisk del secondo anno.
-Impossibile!-strillò lo studente del terzo anno, mentre guardava inerme la propria carta andare in frantumi.
-Invece è possibile! A questo punto posso attaccarti direttamente e, dato che l’effetto di “Il Santuario nel cielo” si attiva solo durante un combattimento contro mostri di tipo fata, ti posso infliggere 8000 punti di danno e chiudere qui il duello.
Il mostro fusione di Zane attaccò il biondo, riducendo a zero i suoi LP e consentendo all’Obelisk di vincere la partita.
Lo studente del terzo anno si accasciò in terra, ancora incredulo per aver perso. Ormai era talmente sicuro della sua vittoria da non riuscire a credere di aver perso realmente.
“Impossibile! Io sono il migliore! Io non posso perdere! Avevo previsto tutto; non doveva finire così! Lui non doveva avere “Tifone spaziale mistico”! Come ha fatto?! Merda!”
-E’ assurdo! Tutto questo è ridicolo! Io non posso perdere!-esclamò Makoto, mentre si alzava faticosamente da terra. Non riusciva a credere di aver perso contro uno più giovane. Lui era il miglior duellante di tutta l’Accademia; perdere era una cosa inconcepibile.
-Hai perso, quindi devi mantenere la tua promessa… Andrai da Sheppard e gli dirai tutto quello che hai fatto. Tutto quanto!-gli fece Zane, avvicinandosi.
Il biondo lo guardò per qualche secondo, poi scoppiò in una fragorosa risata.
-Andare da Sheppard?! Pensi davvero che mantenga la promessa?! Sei proprio un’idiota! Non lo farò mai; nessuno verrà a sapere di questa storia! Tu non dirai niente a nessuno e quella troia della tua amica sarà mia lo stesso! Io ottengo sempre quello che voglio! Niente e nessuno può impedirmelo!
-Patetico…
-Questo lo vedremo!-strillò l’altro Obelisk, scagliandosi contro l’avversario. Lo spinse per terra, poi salì sopra di lui ed iniziò a prenderlo a pugni sul volto. Lo studente del secondo anno non tentò nemmeno di difendersi dai colpi dell’altro; si limitò ad alzare le braccia, per ridurre il più possibile i lividi e le ferite. Non voleva intervenire; la situazione era fin troppo critica e sapeva che doveva evitare assolutamente di arrivare alle mani con lo studente del terzo anno.
-Femminuccia! Non sei in grado nemmeno di difenderti! E pensavi di proteggere la puttanella?! Ma non farmi ridere!
-Adesso basta, Makoto! Lascialo stare!-esclamò Yomi, mentre cercava di avvicinarsi ai due giovani, ma senza riuscirci. Un gruppo di uomini con i berretti verdi la precedette e circondò i due Obelisk.
-Makoto Sato, sei pregato di seguirci senza fare storie!-esclamò una donna dai capelli neri e lunghi fino alle spalle, anch’essa con il berretto verde, mentre si faceva largo verso i due studenti.
-Il comitato disciplinare? Cosa ci fa qui?-mormorò l’Obelisk del terzo anno, fermandosi con il pugno a mezz’aria.
-Sono stato io a chiamarli!-fece una voce dal forte accento straniero alle spalle della Slifer. La ragazza si voltò sapendo già chi avrebbe trovato.
-Crowler? Cosa ci fa lei qui?-fece la studentessa, sorpresa di vedere il professore. Non si aspettava di trovare proprio il vice-cancelliere.
-Mi hai deluso! Hai aggredito ben due studenti! Non mi sarei mai aspettato un comportamento simile da parte di un ragazzo intelligente come te…-fece l’uomo, ignorando la domanda della matricola.
-Lei crede veramente a quello che dice quella tizia?!-protestò il biondo.
-Perché non dovrei? Si tratta pur sempre di una dei miei studenti… E’ una Slifer, questo è vero, ma resta comunque una mia studentessa! Inoltre, ho sentito quello che hai detto a Zane poco fa! Non avrei mai pensato che tu fossi una persona così viscida…
-E’ uno scherzo, vero? Mi state prendendo in giro?!-esclamò lo studente del terzo anno, sempre più agitato. Ormai, era certo che non l’avrebbe passata liscia. Era andato troppo oltre e non se n’era nemmeno reso conto. Era talmente sicuro della sua immunità, talmente certo che niente e nessuno avrebbe potuto toccarlo, da non rendersi conto di quali fossero i suoi limiti.
-Forza, portatelo via!-disse il professore, rivolgendosi agli uomini del comitato. Due di loro si avvicinarono al ragazzo e lo alzarono di peso, costringendolo ad allontanarsi dall’altro Obelisk.
-Zane, maledetto bastardo! Questa me la paghi! Tu e quella sgualdrinella me la pagherete molto cara! Aspetta e vedrai! Avrò la mia vendetta! Quella troia sarà mia soltanto e tu la pagherai per esserti intromesso!-strillò l’Obelisk dai capelli biondi, mentre lo portavano via di peso dalla stanza.
La Slifer lo ignorò e si avvicinò di corsa all’amico, per assicurarsi che stesse bene. Era preoccupata per le sue condizioni e non riusciva a nasconderlo.
-Stai bene?-chiese la ragazza, inginocchiandosi accanto al giovane.
-Sì…-rispose l’altro, mentre si metteva faticosamente a sedere.
-Menomale!-esclamò l’altra, gettandogli le braccia al collo e abbracciandolo. Il ragazzo arrossì leggermente; non era abituato a ricevere un abbraccio così caloroso.
-Yomi…-mormorò l’altro, mettendole una mano sulla spalla per scostarla. Poi si lasciò sfuggire un gemito di dolore.
-Sicuro di stare bene?-chiese la Slifer, scostandosi leggermente e guardandolo negli occhi.
-Credo di sì… Ahia!-rispose il Kaiser, portandosi una mano sulla fronte.
Il volto del giovane era pieno di lividi e dalla tempia destra colava un rivolo di sangue. Doveva aver battuto la testa in terra.
-Certo che sei proprio negato per fare a botte…-commentò l’altra, abbozzando un mezzo sorriso.
-Se avessi reagito, lui avrebbe potuto approfittarne per farla franca. Non potevo permettergli di rimanere in Accademia… Avrebbe potuto farti di nuovo del male!
-Ne dubito fortemente! Ho assistito a quasi tutto il duello e anche se tu avessi reagito, non sarebbe comunque riuscito a farla franca!-esclamò Crowler, mentre si avvicinava ai due studenti. Aveva appena finito di dare le indicazioni alla donna dal berretto verde e voleva assicurarsi che il suo pupillo del secondo anno stesse bene.
-Zane, è meglio se ti fai vedere dalla signorina Fontaine. Non dovresti sottovalutare quelle ferite!-continuò poi, inginocchiandosi di fronte all’Obelisk.
-Ce la fai ad alzarti?-gli chiese Yomi.
-Non credo… Mi gira la testa…
-Ti aiuto io…
La ragazza si mise un braccio del giovane intorno alle spalle e lo aiutò ad alzarsi. Era pesante e faceva molta fatica a restare in piedi senza perdere l’equilibrio.
-Non dovresti farlo… Sono troppo pesante per te…-protestò debolmente Zane.
-Non ti preoccupare!
-Vi aiuto io!-esclamò Crowler, mettendosi l’altro braccio intorno alle spalle ed aiutando la studentessa a trascinare l’allievo fino all’infermeria.
Una volta entrati, la signorina Fontaine lo fece sdraiare sul lettino.
-Si può sapere cosa succede oggi? Prima Yomi, adesso tu…-fece, rivolgendosi ai due studenti.
-E’ stato Makoto…-rispose la Slifer.
-Di nuovo? Quel ragazzo è veramente pericoloso…-commentò la professoressa, mentre prendeva l’occorrente dall’armadietto dei medicinali.
Per qualche minuto nella stanza calò il silenzio. Yomi stava osservando le mani della donna che eseguivano precise ogni movimento. Aveva fasciato la testa dell’amico, in modo da fermare l’emorragia, gli aveva disinfettato tutte le ferite e gli aveva messo diversi cerotti sul volto, per nascondere i graffi ed evitare delle infezioni.
-Stai sdraiato per qualche oretta. Hai battuto la testa, ma non è niente di grave…-fece dopo una decina di minuti, rivolgendosi a Zane.
-Grazie al cielo…-commentò la giovane del primo anno, emettendo un sospiro profondo.
La professoressa sorrise.
-Sei preoccupata?
-E’ colpa mia se quel bastardo l’ha picchiato…
-Meglio che abbia picchiato me, che fatto del male a te…-commentò l’Obelisk, voltando leggermente la testa verso le due donne.
-Sarebbe stato meglio se non fosse successo niente a nessuno…-fece Crowler, affacciandosi al lettino.
-Comunque non è niente di grave. Zane ha solo bisogno di tempo…-disse Fontaine, rivolgendosi alla studentessa, che si trovava seduta su una sedia, di fianco al letto.
-Signorina Fontaine, li affido entrambi a lei! Io devo andare dal comitato disciplinare ed occuparmi di questa faccenda… Chi l’avrebbe detto che la Slifer avesse ragione!-fece Crowler, continuando ad indicare Yomi.
-La smetta di dire cose simili! E’ una studentessa come tutti gli altri!-ribattè, infastidita, la professoressa.
-E’ per questo che voglio occuparmene personalmente… Oh, e ci penso io ad avvisare il cancelliere di quanto è successo!-esclamò l’altro, mentre usciva dalla stanza.
La donna lo guardò mentre usciva dall’infermeria, leggermente meravigliata dal fatto che non avesse fatto le solite storie su quanto i suoi studenti fossero bravi, belli e gentili. Poi, si alzò dalla sedia e si allontanò un attimo, lasciando soli i due ragazzi.
-Mi dispiace che ti abbia detto tutte quelle cose orribili… Avrei preferito che tu non sentissi…-disse Zane, con un filo di voce, non appena Fontaine si fu allontanata. I lividi che aveva sul volto gli facevano ancora un po’ male ed aveva difficoltà a parlare a voce alta.
-Non c’è bisogno di scusarsi; non è colpa tua…
-Io non ho mai avuto secondi fini, credimi! Io voglio essere tuo amico; non voglio farti nient’altro… Per me sei veramente un’amica…
-Sì, lo so. Zane, non c’è alcun bisogno che tu ti scusi! Io ti credo; ho fiducia in te. Piuttosto, dovrei ringraziarti per aver preso le mie difese! Hai cercato di proteggermi… Grazie!
L’Obelisk la osservò per qualche secondo, con la sua solita espressione impassibile, pois distolse lo sguardo e mormorò:
-Non c’è bisogno che mi ringrazi… Ti ho messa in pericolo e ho rischiato che ti facesse di nuovo del male… Sono stato incauto…
-Non preoccuparti!
-Mi dispiace, la colpa è mia. Non avrei dovuto portarti con me… Hai rischiato di essere violentata… Non voglio nemmeno pensare a cosa sarebbe successo, se fosse riuscito ad avvicinarsi ulteriormente. Non sono bravo a fare a botte e non sarei mai riuscito a difenderti…
Calò di nuovo il silenzio. Yomi continuava a guardare l’amico, confusa. Aveva l’impressione che le stesse nascondendo qualcosa, ma non riusciva a capire di cosa si trattasse.
-Se ti avessi ascoltato fin dall’inizio, questo non sarebbe successo…-fece la studentessa, dopo un po’.
-Questo è vero, ma la cosa positiva è che sia finita nel modo migliore. Non voglio che per colpa di questa storia tu perda la fiducia nelle altre persone… Sopratutto in noi, che siamo tuoi amici…
Yomi arrossì leggermente.
“E’ gentile… Si è messo in pericolo per proteggermi… Non è da tutti… Nessuno lo aveva mai fatto per me…”
-Hai ancora paura di lui?-chiese il giovane dai capelli blu, dopo qualche minuto di silenzio.
Yomi lo guardò per qualche secondo, poi abbassando di nuovo lo sguardo, disse:
-Non lo so… All’inizio ero spaventata, ma poi ho iniziato a provare pena per lui. Mi faceva schifo, rabbia e pena… Continuavo a ripetermi che sarebbe andato tutto bene, perché c’eri tu, e alla fine la paura è passata. Sentivo che sarebbe andato tutto bene! In fondo, me l’avevi promesso…
-Yomi…
-Ho deciso di fidarmi di te, perché siamo amici… Mi sono detta che era giunto il momento di provare a fidarsi di nuovo delle altre persone e ho provato a fidarmi di te. Ero preoccupata, ma continuavo a ripetermi che sarebbe andato tutto bene, che con te sarei sempre stata al sicuro…
Zane la fissò per diversi minuti, poi distolse lo sguardo, voltandosi dall’altra parte, e disse:
-C’è una cosa di cui vorrei parlarti… Probabilmente avrei dovuto dirtela prima, ma non ne ho avuto il coraggio. Mi vergognavo ad ammetterlo e pensavo che tu potessi giudicarmi male…
-Di cosa stai parlando?
-Una cosa simile è successa anche l’anno scorso… In classe con me, Atticus e Yusuke c’era Umiko. Era una ragazza allegra e sempre sorridente; non si lasciava scoraggiare da nulla ed era sempre ottimista su tutto. Ad essere sincero, non ho mai avuto molte occasioni per parlare con lei, ma era una brava ragazza, con la testa sulle spalle. Purtroppo, si era innamorata del ragazzo sbagliato…
-Si trattava di Makoto?
Zane annuì, poi disse:
-Si era solo dichiarata e lui ha iniziato a darle della puttana, minacciandola più e più volte di volerla violentare. Quel giorno, io assistetti alla sua sceneggiata e al modo in cui la trattò, ma non intervenni. Pensai che la cosa non avrebbe avuto ripercussioni e lasciai perdere. Credetti davvero che non ci sarebbe stato alcun bisogno che intervenissi; pensai che non erano comunque affari miei. Purtroppo, mi stavo sbagliando. Dopo quel giorno, Umiko iniziò a comportarsi in modo strano; sembrava depressa, aveva smesso di sorridere ed anche i suoi voti iniziarono a risentirne. Smise di mangiare ed in classe si faceva vedere poco. Quelle rare volte in cui si presentava a lezione, era sempre ferita, piena di lividi o tagli. Io non capii cosa le stesse succedendo, ma visto cosa ha cercato di farti Makoto, adesso ho capito che probabilmente era lui a procurarglieli.
-Tu non hai detto niente?
-No… Non feci nulla; non compresi la gravità della situazione, finché Umiko non tentò il suicidio. A quel punto, Sheppard decise di rimandarla a casa dai genitori ed io realizzai che se fossi intervenuto prima, non sarebbe successo niente e lei sarebbe ancora la ragazza di prima. Mi sentii in colpa, perché avrei potuto impedire che lei soffrisse per colpa di quel bastardo. E mi sento in colpa tutt’ora… Avrei potuto riferire ciò che era successo a Sheppard, ma non lo feci. Da una parte, pensai che la cosa non mi riguardasse più di tanto e che non avrebbe avuto senso fare la spia. Sono stato uno stupido… Sarei dovuto intervenire prima! Se io non fossi scappato dalle mie responsabilità, tu non saresti stata aggredita. La colpa è mia, mi dispiace…
Yomi lo guardò, incerta su come comportarsi.
-Sono un pessimo amico…-continuò l’altro.
-Sei proprio strano… Come hai fatto a rimanere indifferente di fronte al suo comportamento? Umiko era una tua compagna, no? Non ti è venuta voglia di fargliela pagare per il modo in cui l’aveva trattata?
L’Obelisk non rispose.
-Come hai fatto a rimanere così impassibile?!-esclamò Yomi, sporgendosi verso il ragazzo.
-Non volevo farmi coinvolgere… Ho pensato che non avrei ottenuto niente di buono…
La Slifer lo fissò per qualche secondo, incredula.
-Tu pensi sempre così?-chiese dopo un po’.
-Faccio schifo, vero?
-No, è solo che non riesco a capire come fai a rimanere così impassibile… A volte, sembra quasi che tu non provi emozioni.
-Ti invidio un po’, sai? Anche se agisci d’impulso, fai sempre la scelta giusta… Io non riesco ad essere come te.-continuò il giovane, ignorando il commento dell’amica.
-Ti sbagli… Non dovresti invidiarmi.
-Se fossi un po’ più come te, sarei una persona migliore…
-Come fai a dirlo? Non mi conosci così bene… Io non sono la persona che pensi; non sono migliore di te…
-E’ vero, non ti conosco bene come vorrei, ma ti conosco a sufficienza da sapere che non mi avresti abbandonato, nemmeno se tu fossi stata in pericolo…
-Tu mi avresti abbandonata?-chiese la ragazza.
-Non lo so… Una volta, probabilmente, ma da quando ti ho conosciuta, ho iniziato a pensare in modo diverso. Mi hai cambiato… Prima avrei pensato che sarebbe stata una pessima idea farmi coinvolgere, ma adesso credo che sia diverso. Non riesco a concepire l’idea di abbandonarti. Da una parte continuo a pensare che la cosa più vantaggiosa sia scappare ed evitare problemi, ma dall’altra parte voglio proteggerti e starti vicino, anche se questo dovesse costarmi caro… Alla fine, non credo che ti avrei abbandonata. Se lo avessi fatto, non avrei più avuto il coraggio di guardarti in faccia.
Yomi lo osservò, pensierosa.
-Non dovresti sentirti in colpa…-fece, poi, distogliendo leggermente lo sguardo.
-E’ giusto così. La colpa è mia.
-Il motivo per cui ti senti in colpa è che se tu fossi intervenuto l’anno scorso, lui non sarebbe più qui?
-Mi dispiace… In un certo senso, volevo ripagare al mio errore dell’anno scorso e ho approfittato della situazione. Volevo proteggerti non solo perché sei mia amica, ma anche perché mi sentivo ancora responsabile per quello che è successo a Umiko. Sono un pessimo amico…
-Non m’importa! Mi hai protetta lo stesso; è questo quello che conta… Se non ci fossi stato tu, chissà cosa mi avrebbe fatto.
-Yomi, io-
Il giovane non riuscì a finire la frase, perché fu interrotto dal rumore della porta che veniva sbattuta contro la parete.
-Razza di idioti!-esclamò una voce maschile. Yusuke e Atticus avevano appena fatto irruzione nella stanza, non senza far indispettire la professoressa Fontaine per il modo in cui avevano trattato la porta. Dovevano aver saputo quello che era successo ed erano accorsi per assicurarsi che stessero bene e, ovviamente, per fare loro una bella ramanzina. Dietro di loro fece capolino Sheppard, anch’egli preoccupato per le condizioni dell’Obelisk.
-Vi avevo detto di non fare scemenze, no? Zane, si può sapere cosa ti è saltato in testa?! Ti è andata bene che è intervenuto subito il comitato disciplinare! Poteva farti male, o farlo a Yomi! E io che pensavo che una cosa del genere sarebbe venuta in mente a lei! Si può sapere cosa ti è preso?!
-Yusuke, potresti abbassare il tono della voce? Mi gira un po’ la testa…-disse il ferito, ignorando le lamentele dell’altro.
-Sai che hai una bella faccia tosta! Non era meglio lasciare tutto nelle mani del cancelliere? Perché hai voluto fare l’eroe?
-Dovevo fargliela pagare per quello che aveva cercato di fare a Yomi.
-Ma hai rischiato di farti male!
-Non importa… L’avresti fatto anche tu…
-Questa non è una scusa! Ci hai fatto preoccupare!-fece Atticus.
-Zane, non c’era assolutamente bisogno che intervenissi anche tu… Voglio dire, uno studente ferito basta e avanza!-aggiunse Sheppard, severo come sempre.
-Non si preoccupi! Tempo qualche ora e starò bene…
-Comunque, ormai non dovete più preoccuparvi di nulla. Makoto verrà espulso! Se ne sta già occupando il comitato disciplinare e Crowler… Lascerà l’Accademia entro questa sera…-disse Sheppard, guardando i presenti. Poi, si voltò verso il ferito e aggiunse:
-Zane, cerca di fare più attenzione la prossima volta! L’ultima cosa che vorrei è che tu ti faccia male sul serio…
-D’accordo…
-E lo stesso discorso vale anche per te, Yomi! Non ti sei ancora ripresa da quell’incidente, perciò gradirei che non ti cacciassi nei guai… Intesi?
-Certo certo… Non si preoccupi!-gli rispose la giovane.
-Ho la sensazione che ti caccerai di nuovo nei guai…-commentò l’uomo, sospirando esasperato.
-Dovreste avere un po’ più di fiducia in me…-fece risentita la Slifer, voltandosi stizzita dalla parte opposta.
Il cancelliere, si grattò la testa pelata, pensieroso, poi disse qualcosa a Fontaine, salutò i presenti ed uscì dalla stanza, seguito dalla donna.
-Sono così contento che tu stia bene!-esclamò Atticus, non appena furono soli e abbracciando improvvisamente l’amica.-Eravamo molto preoccupati… Per il fatto che frequentavi Makoto e perché eri arrabbiata con noi… Pensavo che ci odiassi…
-Che sciocchezza… Io non vi odio! A volte mi fate arrabbiare, ma non potrei mai odiarvi…-commentò la ragazza, cercando di liberarsi dall’abbraccio del castano.
-Mi dispiace! Sarei dovuto restarti appiccicato, così quel verme di Makoto non avrebbe tentato di farti del male! D’ora in avanti, ti prometto che ti seguirò da tutte le parti! Persino in bagno! Così nessuno ti infastidirà più…
-Non ci provare!-esclamò l’altra, visibilmente imbarazzata.
-E perché? Non voglio mica vederti nuda-
-Atticus! Un po’ di tatto! Devo ricordarti cosa ha passato?! Potresti evitare certi argomenti?!-esclamò Yusuke, accompagnando il tutto con un pugno.
-Scusami…-mormorò il castano, massaggiandosi la testa.
Yomi lo fissò per qualche secondo, quasi divertaita, poi abbassò lo sguardo.
-Mi dispiace… E’ tutta colpa mia! Se abbiamo litigato, se vi ho ignorati per tutto questo tempo, se Zane è finito in infermeria… E’ colpa mia…-disse con un filo di voce.
-Tu non hai fatto niente di male. Ti sei fidata di Makoto, come avrebbe fatto chiunque al posto tuo…-fece Yusuke.
-Smettila di preoccuparti. Siamo esseri umani e sbagliare è normale; l’importante è riconoscere i propri errori e tu l’hai fatto.-aggiunse Zane, alzandosi sui gomiti.-Per me la storia finisce qui; non c’è bisogno che tu ti scusi ulteriormente. Inoltre, è sopratutto colpa mia se ti sei trovata in quella situazione. Mi sono comportato da immaturo... Però, se non fosse successo nulla, Makoto sarebbe ancora in Accademia e avrebbe potuto fare del male a qualcun altro. Perciò smettila di sentirti in colpa e di accusarti ingiustamente! Non è colpa tua; la vittima sei tu e se c’è qualcuno che non merita il perdono di nessuno, quello è proprio Makoto!
-Zane…
-Non dovresti alzarti se ti gira ancora la testa…-fece Yusuke, guardando preoccupato l’amico dai capelli blu.
-Sto bene!-gli rispose Zane. Non appena finì di parlare, sentì una fitta improvvisa alla tempia. Il ragazzo si lasciò scappare un gemito di dolore.
-Non mi sembra che tu stia bene…-commentò l’Obelisk dai capelli verdi, avvicinandosi all’amico e mettendogli una mano sulla spalla. Anche se sarebbe stato impossibile, voleva provare a convincerlo a sdraiarsi di nuovo.
-E’ solo un leggero mal di testa… Non preoccupatevi, davvero!-disse il ferito, scostando l’altro Obelisk con un gesto brusco della mano. Non gli piaceva quando gli altri si preoccupavano per lui, specialmente quando non ce n’era bisogno. Gli sembrava di elemosinare la pietà delle altre persone.
-Sei sempre il solito testone! Ci stiamo solo preoccupando per te…-fece la giovane matricola, risentita.
-Non ce n’è bisogno…
-Sdraiati e non fare storie!-esclamò l’altra, spingendolo con una mano sul lettino. Nonostante tutto, continuava a sentirsi responsabile per le condizioni dell’Obelisk e, sebbene Fontaine avesse rassicurato tutti dicendo che non era niente di grave, era comunque preoccupata.
-Ti preoccupi troppo!-fece Zane, mentre si sdraiava di nuovo. Non era riuscito ad opporsi alla ragazza. Per quanto volesse, non c’era riuscito.
-Ti ricordo che hai battuto la testa! Non dovresti sottovalutare le tue condizioni!
-Ti ripeto che sto bene.
-Bugiardo! Ti fa ancora male!-esclamò l’altra.
-Non voglio che tu ti preoccupi per me…
-…
-E non voglio che continui a sentirti responsabile per ciò che è successo… Perciò sto bene.
“Perché dice cose così imbarazzanti? E’ ovvio che mi preoccupi per lui; siamo amici! E Makoto l’ha picchiato per colpa mia, perciò è ovvio che mi senta responsabile! E’ inutile che continui a ripetere che sta bene e che non devo preoccuparmi… Sono in pensiero lo stesso!” pensò la ragazza, osservando l’amico che, nel frattempo, si era tirato il lenzuolo del letto fin sopra il naso, per nascondere il volto.
-Che carini! Sembrate veramente due fidanzatini!-commentò Atticus, sorridendo come un’idiota. Era il suo modo per allentare la tensione e i presenti lo sapevano bene. Ciononostante, nessuno riusciva a mantenere i nervi saldi quando apriva bocca e sparava una delle sue solite teorie sull’amore e i sentimenti.
-Ma che stai dicendo?! Sono solo preoccupata! Lo sarei anche se ci fosse Yusuke al suo posto…-esclamò Yomi, imbarazzatissima.
-E se ci fossi stato io?
-Ovviamente no!
-Cattiva…-fece il castano, mettendo il broncio.
-Ragazzi, per favore… Zane deve riposare…-mormorò Yusuke, intromettendosi tra i due litiganti.
-Lascia stare… E’ una cosa positiva che litighino.-fece Zane, voltandosi verso l’amico dai capelli verdi.
-Se lo dici tu…-commentò l’altro, storcendo il naso. Non capiva cosa ci trovasse il Kaiser di positivo nel vedere Atticus e Yomi litigare di nuovo.
“Sono contento che stia sorridendo di nuovo… Se avesse perso la fiducia negli altri, non me lo sarei mai perdonato…” pensò l’Obelisk dai capelli blu, accennando un leggero sorriso, mentre osservava i due amici battibeccare di nuovo come prima.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18- La prima vecchia cicatrice ***


Capitolo 18- “La prima vecchia cicatrice

 

Ormai erano trascorsi diverse settimane da quando Makoto fu espulso dall’Accademia. La maggior parte degli studenti rimase sorpresa di quella decisione, soprattutto le ragazze: nessuna si sarebbe mai aspettata che quel giovane, tanto gentile e generoso, che sorrideva sempre e che si comportava come un perfetto principe azzurro, fosse in realtà un vero demonio. Molti studenti del dormitorio blu e qualche professore protestarono, dicendo che si trattava di una vera ingiustizia, ma, una volta messi davanti alla realtà dei fatti, non poterono fare a meno di rimanere in silenzio ed accettare la cosa. A Yomi, d’altro canto, non importava se gli altri non le credevano; le bastava aver risolto le sue incomprensioni con i tre Obelisk. E da quel momento poté dire che le cose erano tornate come erano prima; non piaceva né alle ragazze, né agli studenti degli altri dormitori, ma le era sufficiente che quei tre continuassero ad essere suoi amici. Le bastava solo questo!
In realtà, però, qualcosa era cambiato rispetto a prima. Chumley, dopo quella brutta avventura, aveva iniziato a frequentarla più spesso e trascorrevano quasi tutti i pomeriggi insieme a studiare. Alla matricola piaceva la compagnia di quella specie di ragazzo-koala e non le dispiaceva dargli una mano nei compiti. Era un ragazzo gentile e premuroso, si impegnava molto nei duelli, sebbene non fosse molto capace, ed era sincero e non la usava come facevano gli altri studenti. Era l’unico ragazzo della sua età che si preoccupava realmente per lei ed era l’unico della sua classe che non la temeva. E per lei stava diventando un amico prezioso e insostituibile.
In quei giorni di fine luglio, complice un’ondata di alta pressione che aveva colpito in pieno il piccolo atollo, l’afa era diventata talmente insopportabile che la maggior parte dei ragazzi aveva deciso di prendersi una piccola vacanza e di trascorrere le giornate a giocare e a duellare in spiaggia, nonostante i test di fine trimestre fossero alle porte. Coloro che si erano messi sotto con lo studio erano pochi e la maggior parte di loro si era rinchiusa nella biblioteca dell’edificio principale, in cerca di una piccola oasi di aria fresca. Le persone che si erano rifugiate tra i libri ingialliti della grossa aula potevano essere divisi in due gruppi: coloro che volevano passare i test di fine trimestre con il voto più alto possibile e coloro che dovevano passare ad ogni costo. Soprattutto tra quest’ultimi c’era un’alta percentuale di Slifer, che, pur di non dover patire il caldo e l’afa nelle proprie stanze prive di aria condizionata, progettavano di trascorrere intere notti all’interno dell’edificio, in un disperato tentativo di riuscire ad imparare qualcosa.
Uno di quei giorni, subito dopo le lezioni, Yomi fu trascinata in biblioteca da Zane e da Yusuke, con la scusa che doveva prepararsi anche lei per il test e che volevano assicurarsi che non tralasciasse nessun argomento.
-Non ho bisogno di ripassare…-fece la studentessa, non appena l’Obelisk dai capelli verdi le fece segno di sedersi su una sedia libera, accanto alla sua.
-Guarda che non puoi permetterti di bocciare…-le rispose Zane, aprendo il proprio quaderno degli appunti.
-Non voglio mica bocciare!
-E allora ripassa.-fece l’altro, senza staccare gli occhi dalla pagina.
-Sei veramente odioso…-commentò l’altra, mettendo il broncio.
-Ripassare non può farti che bene, no?-disse Yusuke, cercando di far ragionare l’amica.
-Ma io non ne ho bisogno…
-Come fai ad esserne tanto sicura?-chiese Zane.
-Tu pensi che boccerò?
-No, ma vorrei evitare che accada…
La giovane squadrò l’amico, incerta su come rispondergli.
-Non è che volete che vi dia ripetizioni?-fece la studentessa dopo qualche secondo, sorridendo maliziosamente.
-Mettiti a sedere.-esclamò l’altro, ignorando l’amica.
Yomi sbuffò scocciata ed eseguì gli ordini, controvoglia. Zane le passò i libri, dicendole di ripassare. La ragazza gli lanciò un’occhiataccia, ma non ribattè; poi prese uno dei libri che le stava porgendo, lo aprì al primo capitolo e si mise ad evidenziare, svogliatamente e senza prestare attenzione a cosa c’era scritto.
Dopo quasi un’ora di silenzio e di studio, furono interrotti dall’ingresso, alquanto rumoroso, di Atticus, che si mise a strillare dalla porta della biblioteca, pur di attirare la loro attenzione.
-Ehi! Ragazzi! Stavo cercando proprio voi!
-Atticus, per l’amor del cielo! Non puoi urlare in biblioteca!-sibilò Yusuke, facendogli cenno con il dito di abbassare la voce.
-Esagerato! Mica stavo urlando…-fece l’altro, avvicinandosi allegramente al gruppetto, senza, tuttavia, abbassare il tono della voce.
-Atticus, per favore, un po’ di rispetto per gli altri studenti…-lo redarguì Zane, senza alzare gli occhi dal quaderno.
-Come siete noiosi…-ribattè il castano, mettendo il broncio.
-Insomma, cosa vuoi?-chiese l’altro, alzando gli occhi da ciò che stava studiando e lanciando uno sguardo fulminante all’amico rumoroso.
-Vi stavo cercando… Ma non vi stancate a stare tutto il tempo in biblioteca?
-No…-risposero gli altri due Obelisk, in coro.
-Io mi sto annoiando…-si intromise la ragazza, guardando i tre amici.
I tre la fissarono per qualche minuto. Atticus sembrava sorpreso, mentre gli altri due sembravano essersi rassegnati all’idea di riuscire a far studiare l’amica.
-Perché mi state fissando?-chiese Yomi, leggermente in imbarazzo. Non le piaceva quando le altre persone la fissavano insistentemente.
-Tu devi studiare!-le fece Zane.
-Ma non ho voglia…
-Vedete! Anche Yomi si sta annoiando e non ha tutti i torti…-commentò Atticus, sorridendo all’amico dai capelli blu.
-Non sono affari che ci riguardano…-commentò il Kaiser, ritornando a concentrarsi sui libri ed ignorando il dongiovanni.
-Sei sempre il solito… Quando si tratta di scuola, sai essere veramente antipatico.
-Sei tu che prendi tutto sotto gamba…-gli rispose Zane, continuando a scrivere sul quaderno.
-Come vuoi! Yomi, ti va di andare in spiaggia insieme?-fece il castano, rivolgendosi all’amica.
-Perché me lo chiedi?-chiese la Slifer, sorpresa.
-Ti stai annoiando, no? Ti farà bene svagarti un po’… E l’oceano è stupendo!
-No, non credo che sia una buona idea…
-Per favore! Non voglio andarci da solo…
-Non dire assurdità! Non dirmi che tra tutte le ragazze che ti vanno dietro, non hai trovato nessuna con cui andarci?
-Ma io voglio andarci con te! Sarà sicuramente più divertente!
Yomi guardò Atticus; non capiva se fosse serio o se la stesse soltanto prendendo in giro.
-Allora?-insistette il castano.
-Te l’ho già detto, non credo che sia una buona idea...
-Andiamo! Non dirmi che non ci sei mai stata?
-Certo che ci sono stata! Non é quello il problema...-fece l’altra.
-Allora, qual é? Non sai nuotare? Non ti preoccupare, ti insegno io! Sono un ottimo nuotatore...
-Non ce n'é bisogno! So nuotare anche da sola!
-E allora perché non vuoi venire?
Il castano si stava sporgendo sempre di più verso la ragazza, che stava iniziando a trovarsi a disagio.
-Non voglio mettermi in costume…
-E perché? Sei crudele a privarmi di una vista così stupenda! Scommetto che sei bellissima-
-Non dirmi che era questo il tuo scopo fin dall’inizio?!-esclamò Zane ad alta voce, alzandosi in piedi di scatto.
Gli altri studenti si voltarono infastiditi verso il gruppetto, mormorando qualcosa sulla loro maleducazione.
-Shhh…-fece un Ra, che si trovava ad un tavolo lì vicino.
-Scusateci…-disse Yusuke a bassa voce, voltandosi mortificato verso gli altri ragazzi presenti. Poi, rivolgendosi agli amici, disse:
-Insomma, fate piano!
-Allora vieni?
-Perché dovrei venire?!-esclamò la Slifer, abbassando la voce.
-Perché voglio vederti in costume!
-Ma cosa stai dicendo?! Ti sembrano discorsi da fare in pubblico?!-fece Zane irritato, voltandosi verso l’amico.
-Non c’è alcun bisogno di essere così geloso…
-Io non sono geloso!
-E allora perché ti scaldi così tanto?
-La colpa è tua; dovresti smetterla di fare discorsi così imbarazzanti…
-Se non ti fidi, puoi venire anche tu…-gli fece l’amico castano.
-Fra poco ci sono gli esami e-
-Sei sempre il solito! Sei bravo e non ti serve studiare così tanto, perciò puoi anche prenderti un giorno di vacanza. E se ti preoccupi tanto per lei, dovresti venire!
-Ti ho già detto che non mi preoccupo affatto…-disse l’Obelisk dai capelli blu, leggermente a disagio.
-Lo sapevo che eri solo un maniaco schifoso…-mormorò la Slifer, lanciando uno sguardo terrificante all’amico dongiovanni.
-Era solo un sincero apprezzamento…-commentò Atticus, resosi appena conto che l’aveva detta grossa. Yomi era veramente arrabbiata e, in quel momento, sarebbe stata capace di tutto.
-Davvero?! Allora lascia che faccia anch’io un sincero apprezzamento con il mio pugno!-esclamò la Slifer, nera dalla rabbia e afferrando il castano per il colletto della divisa.
-Adesso basta! Mi avete stufato, tutti e tre! Andremo in spiaggia, punto e basta!-esclamò Yusuke, alzando un poco la voce. I tre studenti si fermarono di colpo, sorpresi dal fatto che l’amico avesse alzato la voce.
-Ok…-dissero poi, in coro.
-Era ora! Non fatemi urlare in biblioteca…-disse l’altro, riprendendo il libro.
-Allora ci vediamo dopo, direttamente in spiaggia! Yomi, mi raccomando il costume!-esclamò il castano. Poi, salutò i tre amici ed uscì trotterellando dalla stanza.
-A volte è proprio insopportabile…-commentò Zane, non appena l’amico fu uscito.
-Stai esagerando! Si tratta solo di passare un po’ di tempo al mare… Con questo caldo mi sembra una buona idea!-fece Yomi, guardando l’amico.
-Non avevi detto che non volevi andarci?
-Sì, ma questo è l’unico modo per farlo contento. Lo sai che ci tiene molto a trascorrere il tempo con noi…-gli rispose la Slifer.
-Comunque è insopportabile lo stesso…-commentò l’Obelisk dai capelli blu, tornando a concentrarsi sul libro.
-Hai idea di quanto tu sia scocciante quando parli di scuola ed esami?
-Sono cose importanti… Fra poco ci sono gli esami; non ha senso perdere tempo andando in spiaggia.
-Tanto lo passi! Di cosa ti preoccupi?
-E tu?
-Cosa c’entro io?-chiese la ragazza, leggermente disorientata.
-Tu lo passi? Anche se perdi un pomeriggio?
-Tranquillo! Io non ho bisogno di studiare…-lo rassicurò la Slifer con un sorriso.
L’Obelisk la guardò per un secondo, pensieroso. Poi sospirò e, indicando il libro aperto davanti alla studentessa, disse:
-Ok, ci credo! Anche perché non mi sembra che tu stia studiando…
-Ti avevo detto che non avevo voglia…-fece la giovane, ridacchiando.
-A volte non riesco proprio a capirti…-commentò l’altro, ritornando sui propri appunti.
-Senti chi parla! Quello strano sei tu… Continui a studiare nonostante tu sappia già le cose. Sicuro di non essere ossessionato dai voti?
-Certo! Voglio solo essere il miglior duellante di tutta la scuola…
-Sei noioso…
-E tu sei un’idiota…
-Per caso vuoi litigare?!
-No… Non voglio litigare con te.
-Allora potresti evitare di darmi della cretina!
Yusuke sorrise divertito, mentre osservava i due amici stuzzicarsi un po’.
“Sembra che si stia aprendo un po’ di più… Meglio così! In fondo, non è la ragazza scontrosa e violenta che sembrava all’inizio… E credo che il merito sia soprattutto suo. Lui la conosce meglio di chiunque altro, ma non vuole ammetterlo. Dovrebbe imparare a mettere da parte l’orgoglio, ogni tanto…” pensò poi, ritornando ai suoi studi.
La Slifer stava ritornando ai suoi compiti, quando si sentì chiamare alle spalle. Chumley era in piedi sullo stipite della porta della biblioteca e le stava facendo cenno di avvicinarsi. Gli altri studenti si voltarono di nuovo verso i tre, sempre più infastiditi per le continue interruzioni.
-Credo che voglia te...-mormorò Zane, guardando prima lo studente e poi l'amica.
-E’ meglio se esci! Se continuiamo a parlare, ci picchieranno sul serio.-commentò Yusuke, guardando preoccupato i presenti.
-Spero che non sia niente che riguardi la scuola...-rispose la giovane, alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso il compagno.
-Allora, cosa-
Yomi non riuscì a terminare la frase, perché il ragazzo cicciottello la prese per un braccio e la trascinò fuori dalla stanza.
-Oh, insomma! Ma che modi sono?!-protestò la ragazza.
-Devi aiutarmi!-esclamò il ragazzo-koala, fermandosi di colpo.
-Spero per te che sia qualcosa di importante!
-Lo è, fidati!
La Slifer fissò il compagno per qualche secondo, poi disse:
-Si tratta del test, vero?
-Come fai a saperlo?-chiese sorpreso Chumley.
-Intuito femminile...-rispose secca la Slifer.
-Immagino che sia una cosa abbastanza prevedibile…-commentò l’altro, leggermente in imbarazzo.
-Diciamo di sì… Allora qual é il problema?
-Ecco, ci sono delle cose che non credo di aver capito...
-Vuoi che te le rispieghi?
-Sarebbe perfetto!
-Con la teoria a che punto sei?
-A un buon punto, credo… In realtà, è il test pratico che mi spaventa!
-Vuoi che ti dia anche qualche dritta per il duello?
-Lo so che sono una frana e probabilmente non ha molto senso che mi impegni, visto che verrò bocciato… Però, non voglio ancora arrendermi! Tu sei bravissima, se mi dai una mano posso anche passarlo! Cioè, sempre che non sia un problema per te…
-No, figurati! E poi, sarà divertente aiutarti!
-Davvero? Grazie mille!-esclamò l’altro con le lacrime agli occhi.
-Però non posso duellare contro di te…
-Fa niente! Basta che tu mi dia qualche consiglio…
-Perfetto! Allora andiamo al dormitorio Slifer!-fece la ragazza, al colmo dell’entusiasmo, afferrando Chumley per il colletto della giacca e trascinandolo verso il dormitorio rosso.

 

***

Yomi si era separata da poco dal compagno di classe ed era appena rientrata in camera, per mettersi il costume, preparare le poche cose che le sarebbero servite e raggiungere gli amici in spiaggia.
-Chissà dove ho messo il costume…-mormorò la ragazza, mentre chiudeva la porta della camera alle sue spalle. Poi si avvicinò all’armadio, lo aprì ed iniziò la ricerca del bikini, mettendo tutto in disordine. Cercò anche nei cassetti e alla fine, dopo diversi minuti, lo trovò. Era un due pezzi, di colore bianco perla e azzurro; era semplice, senza disegni o design particolari. Non appena Yomi ebbe finito di indossarlo, si mise davanti allo specchio, per vedere come le stava.
-Lo sapevo! Era meglio se mi portavo un costume intero…-disse, squadrandosi attentamente.
“Sapevo che si sarebbe vista…” pensò, sfiorando delicatamente il fianco sinistro.
-Posso mettermi una maglietta, così la copro! Tanto non ho alcuna intenzione di fare il bagno… Se non mi spoglio, non si vedrà niente.
Si avvicinò di nuovo all’armadio a due ante, tirò fuori una maglietta verde militare a mezze maniche, con un dinosauro stilizzato disegnato sul fronte ed una scritta a caratteri cubitali e in inglese sul bordo inferiore e la indossò. Poi si mise un paio di pantaloncini, corti fino a metà coscia, di jeans scuro, prese l’asciugamano ed uscì dalla stanza, diretta verso la spiaggia.
Arrivata in prossimità del dormitorio rosso, sentì qualcuno dietro di lei metterle una mano sulla spalla. La Slifer era sovrapensiero e, per lo spavento, fece un salto e, senza nemmeno voltarsi, diedi una gomitata nello stomaco del presunto aggressore.
-Atticus!-fece la giovane, appena resasi conto di aver colpito l’amico. Il dongiovanni era piegato su se stesso dal dolore e cercava in tutti i modi di non vomitare la colazione.
-Scusa, ma non dovresti venirmi alle spalle in quel modo…-mormorò Yomi, cercando di scusarsi.
-Accidenti! Certo che sai come difenderti, eh?-commentò il castano, mentre cercava di raddrizzarsi.
-E’ colpa tua che mi hai spaventata…
-Scusa… Ho capito che se non voglio essere picchiato, la prossima volta dovrò fare attenzione a non spaventarti!
-Basta che tu non compaia all’improvviso…
-Però non credevo che tu ti spaventassi per così poco… E’ come se fossi sempre sulle spine!
-Ormai è l’abitudine…
-Abitudine? Per cosa?
-Niente, lascia perdere…
Atticus la fissò per qualche secondo, poi sorridendo fece:
-Comunque, è incredibile che tu sia così forte! Sei l’unica ragazza che conosco che è in grado di difendersi da sola. Potrei davvero innamorarmi di te, sai?
-Non ci povare! Piuttosto, gli altri due dove sono?
-Laggiù!-disse Atticus, voltandosi e indicando due figure in lontananza.-Ti ho vista da lontano e mi sono affrettato a raggiungerti…-aggiunse poi.
I due aspettarono che arrivassero anche gli altri Obelisk, poi si diressero tutti e quattro in spiaggia. Durante il breve tragitto, la ragazza li osservò un po’ di nascosto. Era la prima volta che li vedeva in abiti casual e non ci aveva ancora fatto l’abitudine. Per lei era un po’ strano vederli con dei vestiti normali, invece della solita divisa. Atticus indossava una camicia hawaiana rossa e un paio di bermuda color marrone militare, Yusuke, invece, indossava una maglietta a mezze maniche verde pastello e dei pantaloncini di jeans chiaro, corti fino al ginocchio, mentre Zane indossava una maglietta blu notte e un paio di pantaloni lunghi.
“Ma non ha caldo? Io non riuscirei a stare con i pantaloni lunghi con quest’afa… Non è normale!” pensò la giovane, squadrando l’Obelisk dai capelli blu che la stava precedendo.
Arrivati là, stesero gli asciugamani sulla spiaggia, uno accanto all’altro e a pochi metri dalla battigia. Poi Atticus si allontanò per mettersi la muta. Gli altri tre si sedettero, senza nemmeno togliersi i vestiti; non sembravano molto intenzionati a mettersi in costume.
-Che si fa?-chiese la ragazza, sdraiandosi di schiena.
-Possiamo studiare…-le rispose Zane, mostrandole un libro.
-Stai scherzando?!-esclamò l’altra, scattando a sedere.
-Certo…-fece l’altro, trattenendo a stento le risate.
-Smettila di prendermi in giro!-fece risentita la studentessa.
-Ti va di fare un duello?-domandò l’Obelisk dai capelli blu, estraendo il proprio deck.
-Non posso, lo sai!
-Io c’ho provato…
-Ma non vi siete ancora spogliati?!-esclamò scocciato Atticus, che era appena ritornato. Indossava una muta da sub, di due tonalità violacee, una più scura dell’altra. Sotto il braccio aveva una tavola da surf, dipinta di bianco e blu oceano.
-Ci spogliamo, tranquillo! Tu puoi andare…-lo liquidò Yusuke, con un gesto della mano.
-D’accordo, ma quando torno facciamo il bagno tutti insieme!-esclamò l’altro, allontanandosi un po’ imbronciato.
I tre lo guardarono allontanarsi.
-Fa surf?-chiese Yomi, sorpresa.
-Già… E’ anche piuttosto bravo!-le rispose Yusuke.
Per qualche secondo calò il silenzio, poi, ad un certo punto, l’Obelisk dai capelli verdi fece:
-Fa veramente caldo oggi! Io mi spoglio…
-Hai ragione… Credo che lo farò anch’io.-fece Zane, spogliandosi anche lui.
Yomi li guardò, leggermente imbarazzata. Era talmente abituata a vederli con la divisa, che era rimasta sorpresa nel vederli a torso nudo. Se li aspettava molto più secchi e gracili. Invece, avevano un bel fisico e non avevano niente da invidiare a degli sportivi.
“Dovrei smettere di fissarli o penseranno che sia una maniaca… Però non credevo che potessero essere così muscolosi! Ora capisco perché sono così popolari… In effetti, sono tutti e tre molto carini! Ok, ma a me cosa interessa? Sono miei amici, non dovrei pensare a queste cose. Anche se sono carini, non sono problemi miei, no? Però… Che bei muscoli! Yomi, a cosa stai pensando?! Non dovresti pensare a certe cose! Dio, come sono belli! No! Basta! Non devo pensarci! Cerca di ritrovare il tuo autocontrollo!”
-Tu non ti spogli?-le chiese l’Obelisk dai capelli verdi.
-Non ho voglia…-si affrettò a rispondere la ragazza, voltandosi dalla parte opposta, pur di distogliere lo sguardo dai due. Più li osservava, più le venivano in mente strani pensieri e più si sentiva in imbarazzo.
Rimasero per quasi mezz’ora sdraiati sulla spiaggia, in silenzio. Yusuke si era portato un libro da leggere, mentre Zane ricontrollava il proprio deck, per assicurarsi che fosse perfetto come sempre. Yomi, invece, stava letteralmente morendo dal caldo, ma non aveva nessuna intenzione di spogliarsi e mettersi in costume.
“Se mi metto in costume, la vedranno… Meglio evitare!” pensò la giovane, mentre cercava di farsi aria con la mano.
-Non ti sei spogliata!-esclamò Atticus, non appena si fu avvicinato agli amici. Aveva appena finito di fare surf e, come promesso, voleva fare una nuotata insieme agli amici.
-Non ho voglia…-gli rispose la Slifer, con noncuranza.
-Ma non hai caldo?
-No…-mentì l’altra.
-D’accordo…-fece l’altro, appoggiando la tavola sulla sabbia. Poi si avvicinò a Yusuke e gli sussurrò qualcosa nell’orecchio. L’amico lo guardò dapprima preoccupato, poi alzò le spalle e disse:
-Ok, va bene…
I due si alzarono in piedi e si avvicinarono alla ragazza; le afferrarono le braccia e le gambe e la alzarono di peso.
-Che state facendo?!-esclamò Yomi, dimenandosi.
-Niente, non ti preoccupare!-le rispose il castano, continuando ad indietreggiare verso l’acqua.
-No! Non ci provare nemmeno!
-Non ti sento!
Una volta giunti sulla battigia, i due presero lo slancio e lanciarono la malcapitata studentessa in acqua, con tanto di vestiti. Zane, dalla spiaggia, stava osservando la scena, senza sapere cosa fare per fermarli.
“Quando ci si mette, Atticus è veramente terribile! E Yusuke non dovrebbe dargli spago!” pensò, provando immediata pietà per l’amica, che si era appena fatta un bagno gratuito.
Yomi riemerse velocemente, fradicia fino al midollo.
-Non dovevate farlo!-urlò ai due amici, che stavano ridendo sulla riva.
-Adesso non hai altra scelta che spogliarti!-esclamò Atticus, soddisfatto della sua trovata geniale.
-Ok, ho capito…-mormorò l’altra, uscendo dall’acqua ed avvicinandosi all’asciugamano. Poi si tolse i pantaloncini e la maglietta e li stese al sole, affinchè si asciugassero.
-Adesso sarete contenti…-disse, voltandosi verso i due amici.
I due non risposero e rimasero a fissarla a bocca aperta.
-Ma che state facendo?-chiese Zane, che non capiva il motivo di quella reazione. Poi, si voltò verso la ragazza, che si trovava alle sue spalle e rimase anche lui a bocca aperta dallo stupore.
-Potete anche smetterla di guardarmi in quel modo…-mormorò Yomi, leggermente a disagio.
-Scusa…-le disse Yusuke, cercando di non fissarla.
-Sì, scusa…-fece Atticus, grattandosi la testa.
-Cosa hai fatto?-le chiese Zane, indicando la lunga cicatrice che le attraversava tutto il fianco sinistro, dalla fine dello sterno fino all’anca.
La Slifer si portò una mano sulla ferita e disse:
-E’ abbastanza imbarazzante… Vi sarei grata se la smetteste di fissarla!
-Scommetto che è uno dei tanti segreti che non vuoi raccontarci…-commentò lo studente dai capelli blu.
-Non mi piace mostrarla in pubblico. Non è bella da far vedere… E un po’ me ne vergogno!
-Sei carina lo stesso!-fece il dongiovanni, come a volerle tirare su il morale.
-Non è quello il problema… Mi dà solo fastidio che si veda…
-E’ stato un incidente?-chiese Yusuke.
Yomi si sedette sulla spiaggia, di fianco a Zane.
-No, direi che me la sono andata a cercare…
-In che senso?-fece il castano.
-Risale a circa sei mesi fa… E’ una storia un po’ lunga…
-Racconta!-insistette Atticus.
-Io…facevo duelli clandestini, alle medie. Ho iniziato dopo che Seto mi disse che non avrei più potuto duellare. Non la presi bene… Inizia a deprimermi e poi… Iniziai a frequentare i luoghi più malfamati della città… Duellavo contro i membri delle peggiori gang. Non ho mai perso, per fortuna! Ma non avrei mai dovuto andare a confondermi con quella gente… Trascorrevo i pomeriggi e le sere, fino anche le due o le tre del mattino, a duellare contro chiunque, senza distinzioni. Duellavo solo per scaricare la mia rabbia e la mia frustrazione sugli altri e spesso i miei avversari finivano in ospedale! Non avevo il minimo rispetto per gli altri duellanti… Stavo giocando con il fuoco, ma non me ne rendevo conto! Dopo diversi mesi, mentre tornavo a casa, un tizio mi si avvicinò, dicendo che poteva offrirmi nuovi avversari, più forti e agguerriti di quelli che avevo sconfitto fino a quel momento. Si trattava dei duelli clandestini… Accettai, ma solo perché mi ero stufata di duellare contro gente che non fosse alla mia altezza. Da quel giorno, duellai in scantinati puzzolenti e fatiscenti per quasi un anno, poi mi stufai e lasciai tutto. Mi resi conto che così facendo non risolvevo la situazione e, a dire la verità, mio fratello aveva iniziato a preoccuparsi. Mi dissi che non avrei dovuto farlo soffrire ulteriormente, perciò smisi. Dopo nemmeno un mese da quando avevo lasciato tutto ed ero ritornata alla vita di sempre, venni aggredita in strada, la sera tardi. Mi accoltellarono al fianco e mi lasciarono in un vicolo a morire. Fui fortunata; qualcuno mi trovò quasi per caso e chiamò immediatamente un’ambulanza… Quando arrivai in ospedale avevo già perso diverso sangue e rischiai di morire per emorragia. Mi salvarono per un pelo! Ma mi è rimasta questa bella cicatrice, come ricordo…
-Non lo sapevo…-fece Atticus, grattandosi la testa imbarazzato. Senza volerlo, aveva messo in difficoltà l’amica.
-Me la sono andata a cercare! Non avrei mai dovuto scherzare con quella gente… A quelli là non piace perdere contro una ragazzina. Lo sapevo bene; venivo coinvolta in risse praticamente tutti i giorni e avevo imparato a difendermi… Ho imparato a picchiare e a giocare sporco, pur di vincere! Non avevo rispetto per niente e per nessuno, nemmeno per me stessa… Volevo solo fare del male a chiunque mi trovassi davanti. Ma poi ho aperto gli occhi e mi sono resa conto che facevo pena… Ho deciso di conservare quel poco di dignità che mi rimaneva e di ritornare alla vita di prima. Dopo quell’incidente, Seto ha deciso di iscrivermi a quest’Accademia, così da evitare che perdessi di nuovo la testa… L’ho sempre odiato per questo motivo, ma in fondo aveva ragione!
-Ma il tipo che ti ha fatto del male l’hanno arrestato?-chiese Yusuke.
-No, non ricordo chi fosse… Non ricordo quasi niente di quella sera. Probabilmente era un duellante che avevo sconfitto durante un duello clandestino, ma non so chi… Mi hanno minacciato di morte talmente tante volte che non saprei dirvi chi fosse…
-Sei una cretina…-fece Zane, senza nemmeno guardarla.
-Cosa?! Come puoi dire una cosa del genere?!-esclamò l’altra, furiosa.
-Come ti è saltato in mente di fare duelli clandestini? Non lo sai che sono pericolosi?
-Ma bravo! Non c’era bisogno che me lo dicessi tu!
-Sei una cretina lo stesso…
-Sei veramente un cafone!
-Ragazzi, basta!-esclamò Yusuke, intromettendosi nella discussione tra i due.-Perché dovete litigare?
-La colpa è sua! Ha il tatto di un elefante!-rispose Yomi, indicando l’amico.
-Coma fai a vergognarti di una cicatrice?-disse Zane, ignorando il dito puntato della Slifer.
-Perché non dovrei?!
-Perché sei bella lo stesso!
-Cosa?
-Cioè, volevo dire che non dovresti vergognarti di mostrarla in pubblico… In fondo, hai capito che hai sbagliato, perciò… Dovresti esserne orgogliosa…
Detto questo, l’Obelisk dai capelli blu arrossì violentemente, poi, come se niente fosse, estrasse un libro dalla borsa e si mise a sfogliarlo, sotto lo sguardo stupito degli altri tre.
“Che scemo… Che bisogno aveva di dire cose così imbarazzanti! Come se il problema fosse quello… Non c’era bisogno che mi dicesse che sono bella lo stesso; non è quello il problema! Mi dà solo fastidio che la gente la fissi e poi inizi a parlare male di me… Però, mi ha fatto piacere… Chissà perché…” pensò la ragazza, continuando ad osservare l’amico dai capelli blu.
-Bene! Chi vuole fare il bagno?-esclamò Atticus, rompendo il silenzio imbarazzante che si era creato.
Gli altri si guardarono per qualche secondo, poi decisero di seguire il consiglio del castano e di divertirsi un po’ in acqua.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19- La prima soluzione ***


Capitolo 19- “La prima soluzione

 

-Quale cosa?-chiese la ragazza, guardando sorpresa Yusuke.
-Non te lo ricordi? Ti avevo detto che forse avevo trovato una soluzione al tuo problema...
-Ah, è vero! Cavoli, con tutto quello che è successo me l’ero dimenticato!-si scusò Yomi.
-Se non ti dispiace, possiamo parlarne oggi pomeriggio… Le lezioni non ci saranno, perciò puoi venire al dormitorio blu.
-Ok, ma ad una sola condizione!
-Cioè?
-Tieni Atticus lontano da me!-esclamò la studentessa, seria.
L’Obelisk scoppiò in una fragorosa risata.
-Guarda che sono seria!
-Esagerata! Lo sai che ti vuole bene…
-Certo, ma non mi sono scordata del bagno che mi ha fatto fare l’altro giorno! Mi ha buttata in acqua!
-D’accordo… Non gli dirò che vieni al dormitorio. E comunque trascorrerà tutto il giorno in spiaggia, perciò non lo vedrai nemmeno…-le fece l’altro, cercando di calmarla.
-Bene, allora ci vediamo dopo…
-Ok, a dopo!-esclamò Yusuke, salutando l’amica con un cenno della mano ed avviandosi verso la propria aula. Yomi ricambiò il saluto ed entrò nella stanza, in cui fra poco si sarebbero tenute le ultime lezioni prima del test di fine trimestre.
Cercò con lo sguardo Chumley e, una volta individuato, si sedette di fianco allo Slifer.
-Buongiorno…-le fece il ragazzo-koala.
-Ormai mancano pochi giorni al test di fine trimestre…
-Non me lo ricordare…-mormorò il compagno, prendendosi la testa con le mani.
-Di che ti preoccupi? Hai studiato tanto, no? Lo farai sicuramente bene…-fece la giovane, cercando di tirargli su il morale.
-Lo spero…
Yomi stava per ribattere, quando fu interrotta dall’ingresso in aula di Crowler, che, urlando come un’ossessa, intimò gli studenti di mettersi a sedere al proprio posto.
-Oggi terrò la mia ultima lezione prima del test. Vedete di studiare seriamente!
-Ci mancava solo Crowler…-commentò Chumley sottovoce.
-Fate silenzio e iniziamo la lezione!-esclamò il professore, accendendo la lavagna elettronica.
La lezione fu abbastanza noiosa e monotona, esattamente come il tono dell’insegnante. Trascorse lentamente, ma finalmente finì.
-Era ora!-esclamò la Slifer, stiracchiandosi, non appena l'insegnante fu uscito dall'aula.
-Oggi pomeriggio studiamo insieme?-le chiese Chumley.
-No, non posso… Devo vedermi con Yusuke per una faccenda importante.
-Ok, allora io vado! Se ho problemi su qualche argomento posso chiamarti?
-Certo, non ti preoccupare!-lo tranquillizzò l’amica.
Il ragazzo fece un cenno d’assenso, poi raccolse le proprie cose ed uscì velocemente dall’aula, diretto alla caffetteria del dormitorio.
“Sono contenta che si stia impegnando… In fondo, potrebbe anche essere un ottimo duellante!” pensò la giovane, osservando il compagno uscire dalla stanza.
-Meglio darsi una mossa…-si disse la studentessa, prendendo il libro e dirigendosi verso la porta dell’aula.
“Se riesco a terminare questa faccenda ad un’ora decente, potrei anche andare un po’ alle terme… Mi farebbe bene rilassarmi un po’ prima degli esami!” pensò la ragazza, mentre varcava la porta dell’aula. Una volta uscita si trovò faccia a faccia con Yusuke, che la stava aspettando proprio di fronte all’ingresso.
-Mi stavi aspettando?-fece la studentessa.
-Banner ci ha lasciati andare un po’ prima del solito e così ti sono venuto incontro…
-Ok…
-Allora, andiamo?-le disse l’amico, facendole segno di precederlo lungo il corridoio. Yomi si incamminò e Yusuke le andò dietro.
-Zane non è con te?-chiese la matricola, dopo diversi secondi di assoluto silenzio.
-No... Perchè me lo chiedi?-chiese a sua volta l’altro, curioso.
-Bè, pensavo che sarebbe venuto anche lui...
-In realtà, non gli ho detto niente. E non ne ho avuto nemmeno il tempo... Alcuni dei nostri compagni l'hanno trascinato fuori dall'aula, subito dopo le lezioni. Credo che trascorrerà tutto il pomeriggio con loro… In fondo, è pur sempre colui che ha sconfitto Makoto!
-Capisco... Comunque, è meglio così! Non ho alcuna voglia di vederlo oggi!
-Sei ancora arrabbiata con lui?-le domandò l’Obelisk, cercando di non ridere di fronte alla reazione infantile dell’amica.
“E’ incredibile come sia vendicativa e infantile! A volte, non riesco a capire se ha cinque anni o ne ha quindici… Però è carina anche per questo suo atteggiamento!” pensò Yusuke, continuando a guardarla.
-È un cafone! Deve sempre prendermi in giro!-continuò l’altra, alzando di poco la voce.
-Credo che fosse solo preoccupato...-commentò lo studente del secondo anno.
-E deve darmi della cretina?!
-Non ci sa fare con le ragazze... Probabilmente era a disagio…
-Non è una scusa!
-Sono sicuro che non era sua intenzione offenderti…
-Lo so...-mormorò la ragazza, abbassando repentinamente il tono della voce.
I due erano, ormai, usciti dall’edificio principale e si stavano dirigendo verso il dormitorio blu.
-Posso sapere cosa hai scoperto?-chiese Yomi, dopo qualche minuto. Si era appena ricordata del motivo per cui si stava dirigendo al dormitorio Obelisk ed era curiosa di sapere cosa avesse scoperto l’amico.
“Ero talmente concentrata a prendermela con Zane che mi ero dimenticata di quello che ha scoperto Yusuke… Quello stupido, antipatico e arrogante mi fa dimenticare persino le cose più importanti!”
-E’ meglio se ne parliamo in camera mia…-le fece lo studente dai capelli verdi, cercando di tagliare corto.
-Ok, come vuoi, ma non è niente di grave, vero?
-No, tranquilla! E’ solo che preferirei che non lo venisse a sapere nessuno… E poi non vorrei spaventarti! Se ne parliamo con calma è meglio…
-Spaventarmi? Perché dovrei?
Yusuke la guardò per qualche secondo, incerto se risponderle o no.
-A dire la verità, non è una cosa che ho scoperto… E’ stato Onesto a dirmela. Io non avrei mai potuto capirlo; sono solo un essere umano…
-Non ti capisco, sai?-insistette la ragazza, cercando di convincere l’amico a spiegarsi meglio.
-Una volta arrivati al dormitorio ti spiegherò tutto!-tagliò corto l’altro, accelerando il passo.
-Ok, mi fido…-fece Yomi, aumentando anch’essa l’andatura per non rimanere indietro.
Una volta giunti di fronte all’ingresso del dormitorio, videro Zane, circondato, come sempre, da altri Obelisk. Erano alcuni suoi compagni di classe, probabilmente gli stessi che lo avevano trascinato fuori dall’aula in fretta e furia. Erano fermi a pochi metri dall’ingresso, all’ombra di un grosso albero, intenti a chiacchierare e a scambiarsi opinioni su strategie e meccaniche di gioco. Zane sembrava essere al centro dell’attenzione degli altri studenti e sembrava che la cosa lo seccasse.
-Ma guardalo! Gli piace proprio stare in mezzo alla gente!-esclamò Yomi, cercando di trattenersi dal gridare. Non voleva essere cattiva nei confronti dell’amico, ma continuava a tornargli in mente ciò che le aveva detto qualche giorno prima, in spiaggia, e voleva fargliela pagare con la sua stessa moneta.
-Non dovresti essere così infantile!-la rimproverò Yusuke.
-Sarò anche infantile, ma le offese se le merita tutte!
L’amico si mise una mano sulla fronte, sospirando. A volte faceva molta fatica a capire cosa passasse per la mente dell’amica del primo anno.
“Si arrabbia tanto perché ha detto che è una cretina, ma si è dimenticata del tutto del fatto che le ha anche detto che è bella. E’ incredibile! Una ragazza normale sarebbe in imbarazzo solo a salutarlo; lei invece non c’ha fatto nemmeno caso. E sono sicuro che quello che si troverà a disagio, sarà lui… Che ragazza strana!” pensò il ragazzo, continuando a guardare l’amica che stava continuando a mandare epiteti poco carini al Kaiser. Poi, alzando il braccio ed agitandolo per farsi notare, urlò:
-Ehi! Zane!
L’altro, non appena si accorse di essere chiamato, si voltò e rispose al saluto con un piccolo cenno della mano, poi, con una scusa, si staccò dal gruppo di compagni e si avvicinò velocemente ai due amici.
-Che ci fai qui?-chiese, non appena si fu avvicinato, rivolgendosi alla Slifer.
-Non sono affari tuoi!
-Ho solo chiesto…-fece l’altro, con la solita calma. Non si era scomposto di fronte alla risposta aggressiva della Slifer. Ormai doveva essersi abituato al suo comportamento fuori della norma.
-Ma non sono cose che ti riguardano! E non puoi nemmeno venire!
Zane la fissò per qualche secondo, completamente inespressivo.
-Bè, che hai da guardare?-mormorò Yomi, arrossendo leggermente. Sentiva lo sguardo penetrante dell’altro e la situazione la stava mettendo a disagio.
“Forse ho esagerato… Scommetto che si è arrabbiato sul serio! Lo sapevo, mi sarei dovuta mordere la lingua. Devo smetterla di essere così aggressiva anche nei loro confronti! Però mi ha fatta arrabbiare sul serio, l’altro giorno…”
-Sei ancora arrabbiata con me?-chiese il Kaiser.
-Secondo te?!-esclamò l’altra.
“Maledetto! Allora faceva solo finta di essersi arrabbiato! Questa me la paga! Mi ha fatta preoccupare per niente!”
-Ragazzi, per favore...-cercò di intromettersi Yusuke, senza riuscirci. Gli altri due non avevano alcuna intenzione di ascoltarlo, soprattutto Yomi. Ormai era partita per la tangente e sarebbe stato impossibile riuscire a placarla.
-Hai intenzione di trascorrere il pomeriggio con lui?-continuò l'Obelisk, ignorando sia l’amico, sia la studentessa.
-E se anche fosse?! Non sono affari che ti riguardano, no?-ribattè lei, sempre più innervosita.
-Era per sapere…-rispose l’altro, frettolosamente.
-Sei veramente un impiccione! Dovresti provare a farti gli affari tuoi, ogni tanto, sai?
-Ho solo fatto una domanda…-cercò di ribattere l’altro.
-Non sei mia madre, né mio padre e non hai alcun diritto di farmi la predica. Non sarebbero affari tuoi nemmeno se decidessi di dormire insieme a lui!-fece l'altra, aggrappandosi al braccio di Yusuke e strattonandolo. Entrambi gli studenti del secondo anno arrossirono violentemente. Poi si voltarono verso l’amica, balbettando parole incomprensibili.
-Cosa stai dicendo?!-esclamarono in coro, entrambi rossi in volto per l’imbarazzo.
-Calma, stavo scherzando... Pensavate davvero che fossi seria?!-disse Yomi, lasciando la presa sul braccio dell’Obelisk dai capelli verdi.
-Non scherzare su queste cose! Qualcuno potrebbe anche prenderti seriamente…-commentò Zane, nascondendosi la parte inferiore del volto con la mano sinistra.
-Comunque Zane, se mi chiedi scusa, puoi venire con noi…-fece la Slifer, ignorando la ramanzina dell’amico.
-Io non devo chiederti scusa... Ho detto solo la verità.
-Cafone!-strillò l’altra.
-Adesso basta! Per caso, volete litigare come l'altra volta e non parlarvi per settimane?!-esclamò Yusuke, intromettendosi tra i due. Aveva di nuovo alzato la voce e di nuovo era per colpa loro.
I due studenti si scambiarono un'occhiata, indecisi su cosa rispondere.
-Yomi, verrà anche Zane. Zane, tu chiedile scusa. Non potete continuare a comportarvi come due bambini dell’asilo… Per una volta, mettete da parte l’orgoglio e fate pace!-continuò l'altro, senza nemmeno aspettare una risposta.
-D'accordo, se proprio ci tieni...-mormorò Yomi.
-Scusa se ti ho data della cretina...
-Fa nulla…
-Comunque, devi ammettere che a volte ti comporti un po' da stupida...
-Ehi! Ti sembra il modo di scusarsi!-esclamò la ragazza.
Il Kaiser non ribattè e le scompigliò i lunghi capelli castani.
-Zane! Lo sai che non mi piace quando mi toccano i capelli! Antipatico! Non ti sopporto quando fai così! E pensare che all’inizio ti trovavo pure simpatico… Invece, sei proprio insopportabile!-sbottò l’altra, mettendo il broncio e scostando bruscamente la mano dell'altro.
-Meglio se andiamo…-disse Yusuke, afferrando l’amica per un braccio e cercando di trascinarla all’interno dell’edificio.
-Ma io non ho ancora finito!-protestò la studentessa, cercando di opporsi.
-Quante volte vi devo dire di non litigare?-le fece l’altro, cercando di calmarla di nuovo.
-Uffa! Perché mi tratti come una bambina? Ho solo un anno in meno rispetto a voi!
-Perché ti comporti come una bambina…-le rispose Yusuke.
-Io vi raggiungo tra poco…-disse Zane, ignorando le proteste della ragazza. L’amico fece un cenno d’assenso e poi sparì all’interno del dormitorio, insieme a Yomi, la quale continuava a protestare.
-Ehi, Kaiser, non avrai mica intenzione di frequentare quella tipa?-fece uno degli Obelisk, non appena la Slifer se ne fu andata.
-Perché non dovrei?
-Perché quella è pericolosa! Alle medie era un vero demonio; era molto conosciuta tra le gang e le bande di teppisti e passava le notti a duellare e a fare a botte con chiunque…
-Voi come fate a saperlo?-chiese Zane, sorpreso. Non si aspettava che qualcun altro sapesse quello che l’amica aveva combinato alle medie.
-Bè, ecco, è stato un ragazzo del dormitorio giallo a dircelo. Stamani ha sentito due Slifer del primo anno che ne parlavano. Comunque, sembra che questa storia la sappia praticamente tutta l’Accademia…
-Piuttosto, mi chiedo come abbiano fatto ad accettare una persona così pericolosa. So che ha già fatto a botte con Jonouchi e poi è rimasta coinvolta in quella brutta storia con Makoto… Dovrebbero espellerla, altrochè!-fece un altro studente.
-Siete degli sciocchi a fidarvi di alcune voci. Lei non è un mostro; è soltanto un’ottima duellante.-esclamò Zane, cercando di non alterarsi più di tanto. Non gli piaceva il modo in cui parlavano di lei, ma non voleva arrabbiarsi con i compagni di classe.
-Secondo me ti stai affezionando troppo. Dovresti darci retta e rompere qualsiasi tipo di legame! E dovresti dirlo anche a Yusuke e Atticus! Loro sono troppo buoni e ingenui per vederlo, ma tu no.
-Avete finito?
-Ma Kaiser-
-Non azzardatevi a dire certe idiozie in mia presenza!
Detto questo girò i tacchi ed entrò all’interno della struttura, lasciando il gruppetto di Obelisk senza parole.
Yusuke e Yomi, intanto, erano in camera del ragazzo, che aspettavano l’amico.
-Quanto ci mette?-chiese scocciata la ragazza, sdraiandosi sul letto dell’altro.
-Non ti preoccupare, arriverà presto…-le disse l’Obelisk, sedendosi sulla sedia.
-È uno stupido...-continuò l’altra.
-Stai esagerando…
-E’ colpa sua! Deve sempre darmi della cretina?
-Non lo pensa seriamente, è solo un po' impacciato...-commentò Yusuke, cercando di far ragionare la matricola.
-Perché dovrebbe esserlo? Ormai ci conosciamo da un po' di tempo, no?
-Non credo che sia quello il problema...
Il giovane aveva appena finito di parlare, quando sentì bussare alla porta. Si alzò e aprì all’amico, che entrò come una furia nella stanza e, piantandosi di fronte alla Slifer, esclamò:
-Perché non riesci a stare zitta?
-Ecco che è arrivato il signor “ho-ragione-solo-io”…-commentò Yomi, con noncuranza.
-Sono serio!
-Senti, ma pensi che sia normale entrare così e aggredirmi come se avessi fatto chissà quale disastro?
-A chi altro l'hai detto?-insistette l’altro, incrociando le braccia al petto.
-Ma si può sapere di cosa stai parlando?!-fece scocciata l’altra.
-Alcuni ragazzi del dormitorio blu mi hanno appena detto di starti alla larga perché sei pericolosa. Hanno saputo quello che facevi alle medie...
-E’ impossibile! Voi tre siete gli unici a cui l’ho detto…-disse l’altra, mettendosi a sedere di scatto.
-Io non ho detto niente a nessuno e non credo che Atticus l’abbia fatto…-si intromise Yusuke, guardando l’altro Obelisk.
Zane scosse la testa, dicendo che nemmeno lui aveva detto niente a nessuno.
-Non capisco come l’abbiano saputo…-mormorò poi.
-Non m’interessa… Possono pensare quello che vogliono; non sono problemi miei!-esclamò Yomi, ributtandosi a peso morto sul letto.
-Direi che invece sono problemi tuoi…-commentò lo studente dai capelli blu.
-Perché mai? Sono solo voci di corridoio… Non posso preoccuparmi di idiozie simili! Ho problemi più seri a cui pensare, ad esempio come fare per poter duellare di nuovo… E se si divertono tanto a parlare male di me, vuol dire che non hanno niente di meglio da fare.-gli rispose la ragazza.
-Non è da te lasciar correre...
-Se continuano, li picchierò...
-Perché devi sempre risolvere i problemi con la violenza?
-Io non risolvo i problemi con la violenza!
-A proposito di quella cosa, credo che il problema sia più ingarbugliato di quanto si pensasse…-fece Yusuke, interrompendo l'amica prima che perdesse del tutto la pazienza.
-Del tipo?
-Onesto mi ha detto che probabilmente questo è l’unico posto dove puoi duellare senza problemi.
-Quello che dici non ha il minimo senso. Perché qui posso duellare e nel resto del mondo no?
-In realtà, questo non l’ho capito molto bene… Ha detto che avverte una strana energia provenire da te, e quella stessa energia la sente provenire anche da sotto l’isola.-rispose l’Obelisk dai capelli verdi, grattandosi pensieroso la testa.
-Da sotto l’isola? Intendi sottoterra?-chiese la Slifer, sempre più confusa. Non riusciva a seguire il discorso dell’amico e, soprattutto, le sembrava che non avesse il minimo senso logico.
-Esattamente. Dice che le due energie si annullano, o per meglio dire, si divorano a vicenda. Da quello che ho capito, tu, in questo momento, non ti stai nutrendo dell’energia vitale degli altri duellanti, ma di quest’energia che si trova sull’isola…
-Yusuke, ne sei sicuro?-fece Zane.
-Vi sto solo dicendo quello che mi ha riferito Onesto… Noi umani non siamo in grado di avvertire queste cose, perciò mi fido di quello che mi ha raccontato. Ed ad essere sincero, è dal primo giorno che ti ha vista, che mi ripete che c’è qualcosa di diverso in te.
-Adesso che ci penso, durante il duello contro Jonouchi non è successo niente. Lì per lì non ci feci molto caso, ero troppo occupata in altre questioni, ma il giorno dopo andai da Fontaine per sapere se si era sentito male e mi disse che non si era nemmeno fatto vedere. E’ una cosa abbastanza strana… Di solito, i miei avversari rimanevano privi di sensi per giorni.
-Ci stavo pensando anche io… Però, a questo punto, non capisco perché nel duello contro Seto Kaiba hai mandato in tilt il prototipo…-riflettè Zane.
-Questa è un’isola vulcanica, no? Forse c’entra qualcosa…-commentò Yomi, pensierosa.
-Non saprei… Io credo che sia qualcosa legato al mondo degli spiriti. E’ l’unica spiegazione logica che mi viene in mente…
-Hai un bel coraggio a definirla “logica”…-mormorò l’altro Obelisk, con una leggera punta di ironia.
-Immagino che per te sia difficile credermi…
-Non proprio. Anche se non riesco a vederli, posso benissimo credere a quello che stai dicendo.
-E quindi? Quale sarebbe la soluzione?-li interruppe la giovane, mettendosi sdraiata su un fianco.
-Perché sei sdraiata sul suo letto?-fece Zane, guardandola perplesso. Non se n’era accorto quando era entrato, ma adesso ci aveva fatto caso.
-E’ comodo! Vuoi sdraiarti anche tu?
-Figuriamoci!-esclamò l’altro, imbarazzato.
-Non c’è bisogno di scaldarsi tanto…-commentò l’altra.
-Credo che dovremmo dirlo al cancelliere…-fece Yusuke, cercando di riportare l’attenzione generale sul vero motivo per cui erano lì.
-Sì, credo che sia un’ottima idea! Forse lui sa qualcosa in più…-esclamò Yomi, mettendosi, di nuovo, a sedere di scatto.
Poi uscì velocemente dalla stanza, senza nemmeno aspettare i due amici.
 

***

-Aspettate un attimo… Potreste ripetere tutto dall’inizio? Credo di non aver capito…-fece Sheppard, squadrando pensieroso i tre studenti. Erano dieci minuti che Yomi stava cercando di farsi capire dal cancelliere, senza riuscirci.
-Cancelliere, non è difficile da capire… Crediamo che qui sull’isola ci sia qualcosa che mi impedisce di assorbire l’energia vitale dei duellanti.
-E pensate che questo qualcosa provenga da sotto l’isola? Da sottoterra?
-Pensa che sia assurdo?
-Ci sono tante cose che non riusciamo a spiegare e questa è una di quelle… Comunque, direi che è una splendida notizia! Avviserò quanto prima, sia Kaiba, sia Pegasus…
-In realtà, questa è solo una nostra supposizione… Dovremmo verificarla!-fece Zane, interrompendo l’uomo.
-Sarebbe troppo pericoloso… Forse è meglio chiedere alla Kaiba Corp.
-E far scomodare Seto Kaiba e suo fratello? Possiamo farlo anche noi…-insistette l’Obelisk.
-E’ troppo pericoloso! Non posso mettere in pericolo i miei studenti!
-Posso duellare io!-esclamò Yusuke, offrendosi volontario.
-Non è giusto, volevo duellare io…-commentò l’amico.
-Invece non duellerà nessuno di voi!-fece Sheppard, cercando di farsi rispettare.
-Il cancelliere ha ragione!-si intromise la Slifer.
-Che sorpresa che tu sia dalla mia parte…-commentò l’uomo, sollevato.
-Infatti duellerà Chumley!-continuò la giovane, ignorando l’uomo dalla testa pelata.
-Chumley? Stai scherzando, vero?-chiese Sheppard, più sorpreso che preoccupato.
-Gliel’ho promesso, non posso tirarmi indietro…
-Gli hai promesso di duellare contro di lui?
-Esattamente!
-Non ti capisco! Perché vuoi duellare proprio contro uno Slifer? Tra l’altro è quello con la media più bassa e-
-Adesso basta Zane! Non ti permetto di dire certe cose! Vuoi farmi arrabbiare di nuovo?!-sbottò la studentessa, puntando l’indice contro il petto del Kaiser.
-Ci mancherebbe! Volevo solo duellare contro di te…
-Puoi aspettare, no? Tanto mica scappo!
-No, certo che no… Mi dà solo fastidio che tu preferisca lui a me…-mormorò l’altro, con un filo di voce.
-Bene, allora io vado a cercare Chumley!-esclamò Yomi, ignorando le proteste del cancelliere ed uscendo dalla stanza.
-Credo che dovremmo andare ad assistere anche noi, no?-fece Yusuke, rivolgendosi all’amico.
-Sì, penso di sì…
-Ragazzi, tenetela d’occhio e interrompetela se notate qualcosa che non va. D’accordo?-fece Sheppard.
-Non si preoccupi!
Detto questo, i due uscirono dall’ufficio, diretti al dormitorio rosso. Sapevano che lo Slifer si trovava là e che la studentessa vi si stava dirigendo.
-Non è da te scaldarti tanto…-fece Yusuke, dopo vari minuti di silenzio.
-E’ colpa sua; mi fa sempre preoccupare inutilmente…
-Se lo dici tu… Comunque, non è da te nemmeno preoccuparti.
Una volta giunti in prossimità del dormitorio rosso, videro che il duello tra i due compagni era già iniziato e che si stava quasi per concludere. Chumley era in netto svantaggio, con solo una manciata di LP, mentre la ragazza li aveva conservati tutti. Inoltre, sul campo da gioco della giovane c’erano ben tre mostri con più di 2000 punti di attacco ciascuno, mentre quello avversario era vuoto, ad eccezione di una carta coperta.
-Che velocità! Direi che è già finito…-commentò Yusuke, non appena li raggiunsero.
-Chumley, mi dispiace, ma come ti avevo detto, non posso andarci piano. Perciò preparati! “Amaterasu”, attaccalo direttamente!-esclamò la Slifer, ordinando al proprio mostro di attaccare.
La donna in kimono si lanciò all’attacco, riducendo a zero i LP dell’amico.
-Accidenti! Sei troppo brava…-disse il ragazzo-koala, mettendosi a sedere in terra, sconsolato.
-Stai bene? Non ti senti male?-gli chiese Yomi, avvicinandosi all’amico.
-No…
-Nemmeno un po’ stanco? Hai i giramenti?
-No, sto bene, davvero… Perché me lo chiedi?
-Niente, non ti preoccupare…-gli rispose la giovane. Poi si voltò verso i due Obelisk, facendo loro segno che era andato tutto bene e che non era successo niente.
“Se non è successo niente, forse quello che ha detto Yusuke è vero. Forse qui posso duellare senza problemi. Non capisco il motivo, ma se per tre anni potrò duellare senza pensieri, meglio così! Mi piacerebbe trovare una soluzione, ma credo che dovrò aspettare un altro po’…”
-Accidenti…-mormorò lo Slifer, continuando a guardare il terreno. Sembrava davvero sconsolato per aver perso.
“Forse ci sono andata troppo pesante… Ero talmente emozionata che ho fatto del mio meglio! Accidenti…” pensò la giovane, inginocchiandosi di fronte al compagno.
-Sono proprio una frana… Di questo passo non riuscirò a diplomarmi…-mormorò il ragazzo-koala.
-In effetti, commetti molti errori. Credo che tu ti faccia prendere dalla paura e dalla fretta e non riesci a riflettere su quello che fai… Hai sprecato un sacco di mosse in questo modo! Poi, ti sei scordato di attivare l’effetto di “Des koala” al mio secondo turno. Inoltre, hai messo questa carta coperta, ma in un deck come il tuo non serve a niente. Hai perso un sacco di occasioni…
-Lo sapevo, sono proprio una frana! Non riesco a migliorare nemmeno duellando contro di te…
-Suvvia! Non fare quella faccia!-esclamò Yomi, mettendo un braccio intorno al collo di Chumley e strattonandolo.-Devi divertirti, no? Duellare deve essere divertente; se gli togli il divertimento non rimane niente!
-Se sapessi duellare, mi divertirei molto di più…
“Sembra davvero depresso! Devo trovare un modo per tirarlo su di morale…” pensò la studentessa, continuando a guardare il compagno di classe.
-Ci sono! Stasera ti tengo compagnia! Contento?-esclamò la giovane, strizzando l’occhio all’altro.
-Che significa che gli tieni compagnia?-fece Zane, intromettendosi nel discorso.
-Che ceno al dormitorio rosso insieme a lui…
-Ah, giusto… la cena…-sussurrò l’altro, grattandosi la guancia, imbarazzato.
-Cosa avevi capito?
-Niente. Vado a riferire tutto a Sheppard…-disse l’Obelisk, chiudendo velocemente il discorso e avviandosi verso il dormitorio blu.
Yomi lo guardò allontanarsi, certa che l’amico le stesse nascondendo qualcosa.
-Cosa gli succede ultimamente?-chiese, poi, rivolgendosi verso Yusuke.
-Non saprei…-rispose l’altro, con un tono abbastanza vago.
-Secondo me ha qualcosa che non va!
-Comunque sono contento che tu sia riuscita a duellare senza problemi! Non abbiamo proprio trovato una soluzione, ma perlomeno abbiamo capito che duellare qui non crea alcun tipo di problema…
-Già, però fra tre anni il problema si ripresenterà. Una volta che mi sarò diplomata, dovrò smettere di nuovo.
-Troverò una soluzione! Se scopro l’origine di quell’energia, trovare una soluzione sarà un gioco da ragazzi!-esclamò Yusuke. Sembrava fiducioso e la ragazza sorrise.
-Lo spero… Mi piacerebbe diventare una professionista, una volta diplomata.
-Sono sicuro che diventerai una bravissima duellante…-fece Chumley.
-E’ la stessa cosa che vorrebbe fare Zane.-commentò l’Obelisk.
-Ma dai! Non l’avrei mai detto!-esclamò la ragazza, con una leggera punta di sarcasmo.
Yusuke scoppiò a ridere.
-Già, non te lo saresti mai aspettato da una persona fissata come lui…
-Da uno che afferma di essere innamorato solo dei duelli, non puoi aspettarti nient’altro.-fece Yomi, sghignazzando.
-Tu dici? Io non credo che sia innamorato solo dei duelli…-commentò Yusuke, sottovoce.
Yomi lo sentì e lo guardò per qualche secondo, poi, non appena realizzò quello che le aveva appena rivelato l’Obelisk, esclamò:
-Aspetta! Stai dicendo che è innamorato di qualcuna? Davvero?
-Secondo me sì…
-Te l’ha detto lui? Sai chi è? E’ una studentessa? Oppure è la signorina Fontaine?-chiese l’altra, eccitata per la notizia.
-Sei contenta?
-Perché non dovrei esserlo? E’ una cosa che non mi sarei aspettata da Zane ed è proprio per questo che lo trovo divertente! Allora? Chi è la sfortunata?
-Non me l’ha detto; è solo una mia impressione…
-Ancora meglio! Così possiamo indagare! Scommetto che è una ragazza del secondo anno! Non mi sembra il tipo da ragazze più giovani, né tantomeno da ragazze più grandi… Secondo me si vergognerebbe, anche se non ce ne sarebbe alcun motivo! La professoressa la escluderei a prescindere! Non è il tipo da questo genere di relazione…
-Secondo me dovremmo farci gli affari nostri e-
-No! In quanto suoi amici, abbiamo tutto il diritto di farci gli affari suoi!
-Non ti facevo così pettegola…-fece Yusuke, sorpreso.
-Non sono pettegola…
-Ne sei sicura? Fino ad oggi ho conosciuto la Yomi scontrosa, la Yomi arrabbiata, la Yomi testarda, quella imbronciata, quella che si comporta come una bambina, la ragazza seria, la ragazza che piange, quella pettegola, quella imbarazzata e la Yomi sincera. Quante altre Yomi mi nascondi?
-Smettila!-esclamò l’altra, arrossendo leggermente e tirando un leggero cazzotto sulla spalla dell’Obelisk.
-Mi sono dimenticato della Yomi violenta…
-Yusuke, stai diventando insopportabile come Zane!-esclamò l’altra, sorridendo.
-Scusa, scusa...-fece l’altro, trattenendo le risate.
Chumley scoppiò a ridere di fronte al teatrino messo su dai due. Ormai non pensava più al duello e al test imminente. Poi, insieme ai due studenti, si avviò verso gli edifici principali.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20- Le prime voci di corridoio ***


Capitolo 20- “Le prime voci di corridoio

 

La fine di luglio era giunta e con essa i tanto temuti test di fine trimestre. Yomi era riuscita a convincere il cancelliere a farla duellare e, con grande sorpresa per la maggior parte degli studenti, era riuscita a vincere senza troppi problemi ed era stata passata ad Obelisk blu. Aveva dimostrato di meritarsi la promozione e che la sua vittoria contro Jonouchi non era stata solo fortuna. Anche per i tre ragazzi del secondo anno non ci furono problemi, sebbene Atticus si ritrovò a studiare quasi tutto il programma pochi giorni prima dei test, costringendo gli altri due amici a seguirlo nella sua maratona sui libri. Per quanto riguarda Chumley, invece, i test non andarono come aveva sperato. Ottenne il punteggio più basso di tutta la scuola, sebbene si fosse impegnato tanto. Yomi, che aveva capito che l'amico non aveva digerito molto i risultati, aveva cercato di tirargli su il morale, rassicurandolo che con l'impegno i risultati sarebbero venuti da soli. La ragazza gli aveva promesso che avrebbe continuato a dargli qualche dritta e che avrebbero continuato a studiare insieme. Dopo il test, iniziarono le vacanze, che la ragazza trascorse sull’isola, insieme a Yusuke e Chumley. Zane e Atticus, invece, tornarono a casa e trascorsero le vacanze estive con le proprie famiglie.
Con l'inizio di settembre, gli studenti che avevano lasciato l’isola per le vacanze estive rientrarono  all'Accademia, per prepararsi all’inizio del secondo trimestre. Coloro che erano riusciti a passare di dormitorio o che erano stati retrocessi erano impegnati a trasferire la propria roba nelle nuove stanze, mentre gli altri studenti trascorrevano gli ultimi momenti di pace nel relax.
Il giorno dell'inizio delle lezioni, Yomi si era svegliata molto prima del solito, così da avere tutto il tempo per prepararsi e fare colazione con calma.
-La divisa dell’Obelisk è decisamente più carina!-esclamò la giovane, mentre si ammirava allo specchio.
“E’ un peccato, però! La divisa rossa iniziava a piacermi…” pensò, guardando la gonna blu che stava indossando.
-Oggi riniziano le lezioni… Forse è meglio sbrigarsi!
Poi, prese il porta deck ed uscì dalla stanza, diretta alla sala da pranzo per fare colazione.
Non appena entrò, sentì gli sguardi gelidi delle altre studentesse puntati su di lei.
“E io che speravo smettessero, una volta che fossi passata al dormitorio blu! Mi sa che mi sono illusa per niente…” pensò la neo Obelisk, ignorando gli sguardi delle altre ragazze e prendendo la propria razione. Poi, sempre ignorando le occhiatacce, si diresse verso uno degli ultimi tavoli posti  in fondo alla stanza e si sedette su una delle sedie.
-Vedo che sei riuscita a passare di dormitorio…-le fece una voce alle sue spalle.
Yomi si voltò, con un biscotto in bocca ed uno in mano, un po' scocciata di essere stata interrotta nel bel mezzo della colazione, e si trovò di fronte una ragazza con i capelli corti fino alle spalle, lisci come la seta e scuri come la notte. Si trattava della rappresentante del dormitorio blu, una Obelisk del terzo anno, la duellante più forte di tutto il dormitorio femminile è una delle migliori di tutta la scuola, talmente forte da essere temuta anche dai maschi. Era chiamata la Nobile Guerriera, per il suo carattere calmo e pacato e per il nutrito seguito che aveva all'interno del dormitorio femminile. Sebbene Yomi l’avesse vista solo due volte, se la ricordava benissimo; era quasi impossibile dimenticare l'aura che emanava. Era diversa dalle altre studentesse; era forte ed aveva molto talento.
-Sei sorpresa, Noriko?-fece la matricola, finendo di mangiare il biscotto ricoperto di cioccolato che aveva in bocca.
-Non proprio… Non capisco perchè tu sia stata ammessa al dormitorio Slifer, ma mi aspettavo che ci rimanessi poco. Ho visto i tuoi duelli contro Seto Kaiba e Jonouchi Goruden; era scontato che saresti stata promossa presto!
-Vuoi farmi i complimenti?
-Non fraintendermi! Non farei mai i complimenti ad un demone… Comunque, evita di fare ulteriori danni; non voglio che la reputazione del mio dormitorio ne risenta, solo perché c’è un elemento come te!
-Come siamo carine…-commentò Yomi, con un leggero tono di sarcasmo.
Noriko non rispose e se ne andò.
“Direi che qui la situazione non è cambiata molto…” pensò la giovane, cercando di ignorare gli sguardi carichi d’odio delle altre ragazze. Poi terminò la colazione, mise a posto il vassoio e uscì dalla sala, diretta agli edifici principali.
Durante il tragitto fu attaccata alle spalle da Atticus, che, contento per averla rivista dopo un mese, le si era appiccicato addosso come una piovra, nel tentativo di abbracciarla.
-Atticus!
-Sono così contento di vederti!
-Non l'avrei mai detto...-fece Yomi, liberandosi finalmente dall'abbraccio del ragazzo.
-Le divisa blu ti sta decisamente meglio!-le fece il giovane, dopo averla ammirata per qualche secondo.
-Tu dici?
-Adesso sei veramente stupenda!
-Cosa vuol dire "adesso"?! Prima non ero carina?!
-Certo che lo eri! Ma credo che il blu ti stia decisamente meglio!-si affrettò a rispondere il castano.
-Mi ero un po’ affezionata a quella rossa, però…-commentò la studentessa, guardando la gonna blu.
Atticus sorrise di fronte alla reazione dell'amica. Anche se non l'avrebbe mai ammesso, era emozionata all'idea di essere una Obelisk. Poi, come ricordatosi improvvisamente di qualcosa, si fece serio e, mettendo una mano sulla spalla della neo Obelisk, disse:
-Yomi, per quanto riguarda il tuo segreto, io non ho detto niente a nessuno, credimi!
La ragazza lo squadrò per qualche secondo, sorpresa. Poi fece:
-Non ho mai detto che la colpa è tua!
-Lo so. Volevo solo fartelo sapere. Sul traghetto, Zane mi ha raccontato quello che gli hanno detto alcuni nostri compagni di classe e del fatto che non ti interessa. È preoccupato che la faccenda possa  degenerare e, ad essere sincero, lo siamo un po' tutti e tre...
-Non ce n’è bisogno. Sono solo voci di corridoio; quando si saranno stufati, smetteranno di sparlare di me!
-Sei sicura che la cosa non t'interessi? Non vuoi nemmeno sapere chi è stato a mettere in giro quelle voci?
-Sono solo chiacchiere; non vedo perché dovrei dargli peso.
-Scoprirò chi è stato!-esclamò Atticus, mettendo entrambe le mani sulle spalle dell'amica.
-Non te l’ho chiesto…-commentò l'altra, scostando le mani del castano e riprendendo a camminare.
-Sei crudele, lo faccio volentieri!-fece l'altro, andandole dietro.
-Fai come ti pare!
-Guarda che lo so che in realtà ti fa piacere!
Yomi si bloccò di colpo, squadrando l’amico.
-Ti odio…-disse poi, riprendendo a camminare.
-Dovrei prenderlo come un ringraziamento?-chiese Atticus, divertito.
La ragazza non rispose; l’Obelisk aveva colto nel segno.
"Che stupido... Non capisco perché ci tenga così tanto ad aiutarmi."
-A proposito, c’era una cosa che volevo chiederti…-fece la studentessa dopo diversi minuti. Ormai erano quasi giunti di fronte all'ingresso dell'edificio principale.
-Vuoi uscire con me? Mi dispiace, ma non posso! Per me sei una cara amica e non-
-Non dire fesserie, Atticus! Non uscirei mai con te!-esclamò Yomi, fulminandolo con lo sguardo.
-Ah, bè, meglio così!
-…
-Quindi, di cosa volevi parlarmi?
Yomi si diede un'occhiata intorno, per assicurarsi che nessuno potesse sentire. Poi si avvicinò all'amico e sussurrò:
-Yusuke mi ha detto che Zane si è innamorato… Tu ne sai niente?
-Cosa?!-strillò l’altro.
-Non urlare!-lo rimproverò la matricola.
-Ne sei sicura?-chiese Atticus, afferrando l’amica per le spalle e scuotendola leggermente.
-Me l’ha detto Yusuke, ma nemmeno lui sa chi sia…
-Non ci siamo…-mormorò Atticus, grattandosi il mento.
-Perché?
-Se uno come Zane si è innamorato di una ragazza, significa che la fine del mondo si sta avvicinando!
-Esagerato!
-Tu non lo conosci bene! Ti ricordo che lui è quello che non sopporta le ragazze, che l’unica cosa di cui è innamorato sono i duelli… Se quello che ti ha detto Yusuke è vero, è un problema!-continuò il castano, imperterrito.
-Ti ripeto che stai esagerando…
-Dobbiamo investigare!
-Su questo sono perfettamente d’accordo! Dobbiamo scoprire chi è!
-Non ti preoccupare, grazie alla mia rete di informazioni praticamente perfetta lo scoprirò in pochissimo tempo! Chiederò alle mie numerose fan…-fece il ragazzo, eccitato all'idea di poter investigare sui problemi di cuore dell'amico taciturno. Poi, fece per avviarsi di gran carriera verso l’edificio, quando fu fermato da Yomi, che, trattenendolo per una spalla, disse:
-Aspetta!
-Cosa c'è?
-Devi essere estremamente indiscreto! Non possiamo lasciare che qualcun altro capisca… Se Zane viene a sapere che il suo segreto è stato spifferato ai quattro venti, ci uccide!
-Non ti preoccupare, sarò invisibile come un ladro!
Detto questo, Atticus si diresse verso l’edificio dalle tre cupole, lasciando la ragazza da sola.
“Speriamo che non si faccia scoprire… Non so perché, ma sono preoccupata! E poi, da quando essere indiscreto equivale all'essere invisibile! E non ho capito cosa c'entrassero i ladri... Se Zane viene a sapere che ci stiamo impicciando, è capace di ucciderci! Di solito non mi interesso di queste cose, ma questa volta sono troppo curiosa per lasciar correre...” pensò la Obelisk, sospirando.
Poi, si avviò anch’essa verso l’edificio.

***

-Yomi…-fece Chumley, correndo incontro alla compagna di classe.
La ragazza si trovava nel corridoio del primo piano e si stava apprestando a salire al piano superiore, quando si sentì chiamare dall'amico cicciottello.
-Chumley… E’ successo qualcosa?
-Posso parlarti un attimo?-chiese l'altro. Sembrava preoccupato per qualcosa.
-Certo…
-Senti, non voglio essere scortese, né tanto meno farti arrabbiare, ma…-cominciò il ragazzo-koala.
-Ma?
-Stamani, a colazione, alcuni studenti stavano parlando di te… Non stavano dicendo delle belle cose. Avrei dovuto dirgli di smettere, ma non l’ho fatto. Così mi sono messo ad ascoltare cosa dicessero e-
-Aspetta! Credo di sapere cosa vuoi chiedermi…-lo interruppe l'altra.
-Scusa, non dovrei dubitare di te! Tu non sei cattiva; sei una ragazza gentile, anche se a volte fai un po’ paura… E’ impossibile che tu facessi quelle cose alle medie! Tu non sei violenta, e di certo non faresti mai duelli clandestini!
Yomi sospirò, grattandosi la testa, incerta su cosa dire.
-Tu… Non l’hai fatto, vero?-chiese l’altro con un filo di voce.
-In realtà sì. Non so bene cosa dicano di me, ma alle medie sono stata coinvolta più volte in risse e duelli pericolosi. Tanti miei avversari sono finiti in ospedale, e talvolta anche io mi ferivo… Poi ho iniziato a partecipare anche ai duelli clandestini. Ho smesso solo poco tempo fa, solo perché mi dispiaceva continuare a far preoccupare mio fratello. E dopo poco tempo, sono stata aggredita in strada e ho rischiato di morire.
-…
-Mi dispiace, sono una pessima amica! Avrei dovuto dirtelo…
-Non mi aspettavo che fosse tutto vero…
-Sono una pessima persona…
-No! Non è vero, lo sai! Tutti sbagliano, è normale… Tu sei forte! Sei molto più forte di me… Ti ammiro, sul serio! Io vorrei essere come te, vorrei essere forte come te e vorrei avere la tua stessa determinazione e forza di volontà…-esclamò l'altro, arrossendo leggermente.
-Sbagli a voler essere come me…
-Perché dici così?
-Perché in fondo sono solo un mostro…
-Tu non sei un mostro. I mostri sono brutti e cattivi, tu non lo sei!
Yomi scoppiò a ridere.
-Guarda che sono serio!-fece l'altro, risentito.
-E’ un complimento?-chiese la ragazza, fra una risata e l’altra.
-Non sono bravo a fare i complimenti…-fece il ragazzo, leggermente in imbarazzo.
-Sei un vero amico…-mormorò l’altra.
-Tu mi hai aiutato, sebbene fossi senza speranza, perciò devo ricambiare il favore.
-Non dare troppo peso a quello che dicono…-fece Yomi, dando una sonora pacca sulla schiena di Chumley.
-Non preoccuparti! Avrai avuto le tue ragioni per comportarti in quel modo…
-Sei veramente gentile!
-Attenta a non innamorarti di me!-fece l’altro, scoppiando a ridere.
-Ma figurati! Non sei il mio tipo!
-Se per questo nemmeno tu sei il mio tipo…
-Oh, e quale sarebbe?-chiese curiosa Yomi, mettendo un braccio intorno al collo dell’amico.
-Sai, preferisco le donne un po’ più robuste e in carne… Come questa!-disse Chumley, estraendo dal deck una carta e mostrandola alla compagna.
-Chissà perché me l’immaginavo…-commentò la studentessa.
-E’ carina, non trovi?
-Se lo dici tu…
-Invece, qual è il tuo tipo ideale?
Yomi arrossì leggermente.
-Non ne ho!-esclamò poi.
-Sei ingiusta! Io te l’ho detto…-protestò debolmente lo Slifer.
-Ok ok, te lo dico…
-Quindi?
-Bè, bello e misterioso come il Mago Nero…
Chumley scoppiò a ridere.
-Non ridere!-esclamò la giovane, rossa in volto.
-Non dirmi che hai una fissa per il Mago Nero!
-Non dirlo a nessuno; è imbarazzante!-esclamò la giovane, strattonando il compagno per le spalle.
-Tranquilla, non lo dico a nessuno…
-Vorrei vedere! Se Zane lo scoprisse, non farebbe altro che prendermi in giro…
Chumley guardò per qualche secondo la compagna, un po’ pensieroso, poi disse:
-Lo sai che ultimamente parli spesso di lui?
-Davvero? Sarà perché è insopportabile…
-Mmh… Se lo dici tu!
-Non dovresti mettere in dubbio la mia parola!-esclamò risentita Yomi.
Chumley abbozzò un sorriso, poi propose all’amica di passare un attimo dal negozio di carte prima di andare a lezione.
-Sì, è un’ottima idea…-gli rispose la Obelisk, avviandosi insieme allo Slifer.

***

-Volevi parlarmi?-fece Yusuke, guardando il castano.
I due si trovavano sulla terrazza dell'edificio principale. Le lezioni erano appena finite e Atticus aveva trascinato l'amico sulla terrazza, dicendogli che si trattava di una faccenda urgente.
-Hai sentito quello che si dice in giro sul conto di Yomi?
-Lei lo sa, no?
Atticus annuì.
-Ne abbiamo parlato stamattina. Continua a dire che non le interessa sapere chi è stato...
-Sì, lo so. Ho cercato di convincerla durante tutte le vacanze estive, ma non c'è stato verso. Continua a ripetere che non le interessa e che prima o poi smetteranno...
-Io voglio scoprirlo lo stesso! L'ho già detto a Yomi e non cambio idea!-esclamò Atticus.
-Sono d'accordo con te. Anche se lei non vuole, non possiamo fare finta di niente. Siamo pur sempre suoi amici...
-Sono sicuro che alla fine ci ringrazierà!
-Lo spero! Anche perchè non voglio litigare di nuovo con lei...-comentò Yusuke.
-Nemmeno io! Però non credo che si arrabbi. Quando le ho detto che avrei scoperto il colpevole, mi ha risposto che non le interessava. Ma sono sicuro che stesse mentendo...
-Non cambierà mai... E nemmeno tu!
-Lo sai che non riesco a stare fermo quando vedo una bella ragazza indifesa!-fece il castano, fingendo di essersi offeso.
-Indifesa? Lei?
-Magari non è proprio indifesa, ma è in difficoltà... Dovrebbe lasciarsi aiutare, invece di fare la cocciuta!
-Quando parli così, mi ricordi Zane…-commentò Yusuke, trattenendo le risate.
-A proposito di Zane, è vero che si è innamorato di una ragazza?-chiese Atticus, cambiando discorso.
-Da chi l’hai sentito?
-Me l’ha detto Yomi… Ma è vero? Tu ne sai qualcosa?
Yusuke si mise una mano sulla fronte, sospirando.
-Sai qualcosa, vero?-insistette l’altro.
-No, non so proprio nulla! Pensi davvero che Zane venga a dirmi una cosa simile?
-In effetti su queste cose è abbastanza reticente…
-Appunto!
-Allora come fai a saperlo?-continuò il castano, osservando l'amico con fare sospettoso.
-L’ho visto… Bè, ad essere sincero, è solo una mia supposizione. Ultimamente si comporta in modo strano quando si trova con quella persona...
-E chi è la sfortunata donzella?
-Davvero non lo capisci?-fece Yusuke, sorpreso.
Atticus si sporse verso l'amico, fissandolo attentamente negli occhi, come se avesse potuto leggergli la mente.
-Che c’è?-chiese Yusuke, indietreggiando leggermente. Si trovava sempre a disagio quando l'amico si avvicinava troppo al suo viso.
-Mmh…
-Atticus?
-Credo di aver capito…
-Ne sei sicuro?
-Sì, penso di sì… In effetti, avrei dovuto capirlo fin da subito.-gli rispose l’altro, senza scomporsi.
“Strano, pensavo che avrebbe reagito in modo diverso. Mi sa che non ha capito proprio niente!” pensò l’Obelisk, continuando a guardare l’amico castano.
-Ora devo andare! Voglio vedere se riesco a scoprire chi ha messo in giro quelle voci… Ci vediamo dopo!-esclamò Atticus, salutando l’amico e avviandosi verso le scale.
-Ok, a dopo!
Dopo aver salutato l’amico, Yusuke rimase ancora un po’ affacciato dalla terrazza dell’edificio principale.
-Forse dovrei parlarci…-mormorò tra sè e sè dopo qualche minuto. Poi prese il palmare, cercò il nome dell’Obelisk dai capelli blu e fece partire la chiamata.
-Zane…-fece, non appena il volto dell'amico comparve sullo schermo del dispositivo.
-E’ successo qualcosa?
-No, però vorrei parlarti… Ti dispiace se ci vediamo tra una decina di minuti di fronte all’ingresso dell’Accademia?
-Sì, non c’è problema…-rispose l'altro.
-Ok, allora a-
-E’ importante? Intendo quello che mi devi dire…
-E’ solo curiosità, ma vorrei parlarne in privato. Potrebbe essere un problema se qualcun altro sentisse…
-Ok, allora ci vediamo tra poco.
-Perfetto!-esclamò Yusuke, chiudendo la chiamata.
“Adesso viene la parte difficile…” pensò poi, avviandosi anch’esso verso le scale che portavano all’interno della struttura.

***

-Scusa il ritardo…-fece Zane, non appena raggiunse l’amico.
Yusuke lo stava aspettando all’ombra di un grosso e vecchio albero, che si trovava ai margini del viottolo principale che collegava il porto agli edifici dell’Accademia.
-Figurati…-gli rispose l’amico, accompagnando la frase con un gesto della mano.
-Di cosa volevi parlarmi?-chiese il giovane dai capelli blu.
-Andrò dritto al punto, senza fare tanti giri di parole…
-Ok…
L’espressione di Yusuke divenne improvvisamente seria.
-Tu cosa provi per Yomi?
Zane spalancò gli occhi, sorpreso. Non si aspettava di certo una domanda simile; si era preparato a tutto tranne che a questo.
-Che razza di domande sono…-disse irritato, voltandosi dall’altra parte.
-Per favore, rispondi sinceramente!
-Yusuke, ma come ti è venuta in mente una cosa simile?
-Zane, sono serio…
L’Obelisk fissò l’amico dai capelli verdi negli occhi per diversi secondi, poi distolse lo sguardo e si passò una mano tra i capelli, incerto su cosa rispondere.
-Mi hai chiamato per chiedermi questo?
Yusuke annuì.
-Lo sai che l’unica cosa di cui sono innamorato sono i duelli… Perché mi chiedi una cosa del genere?
-Lo sai bene che non è vero… Ti comporti in modo diverso da quando c’è lei!
-Hai frainteso, Yusuke… Per me è solo un’amica!
-Non è vero.
-…
-Guarda che a me puoi dirlo… Non glielo riferirò, lo prometto!-continuò Yusuke.
-Non devo dirti proprio niente…
-Sei proprio un testone, lo sai? Non c’è niente di male ad ammettere una cosa simile!
-Perché ci tieni tanto a saperlo? Per caso sei geloso?-esclamò Zane, sempre più irritato.
L’altro Obelisk scoppiò a ridere.
-Guarda che quello geloso sei tu! Hai frainteso tutto! A me non piace, non in quel senso perlomeno…
-Quindi, per te, lei è solo un’amica?
-Credevi che mi fossi innamorato di lei? Quello che ha preso una bella cotta sei tu, non io… E la cosa buffa è che non vuoi ammetterlo!
-Ti sbagli...
-Non mi sbaglio...
Zane fissò l’amico per diversi minuti, poi, appoggiando la schiena al tronco dell’albero, disse:
-Non so cosa mi stia succedendo ultimamente. È come se non fossi più io...
-Non credo che tu sia cambiato così tanto...
-Ti ricordi di Umiko?-chiese l'altro, cambiando argomento.
-Certo! Perchè me lo chiedi?
-Lei si era dichiarata a Makoto e lui aveva iniziato a maltrattarla. Io assistetti a tutta la scena, a quello che gli disse Umiko, a cosa gli rispose quel bastardo e a tutte le minacce che seguirono. Nonostante tutto, non feci nulla. Me ne stetti in disparte ad ascoltare, senza alzare un dito. Non volevo farmi coinvolgere, non volevo espormi e magari inimicarmi qualche professore fin dal primo anno. Ho pensato che se avessi voluto continuare a vivere tranquillo, avrei fatto meglio a non farmi coinvolgere in nessuna disputa. E poi... Avevo anche paura, non so nemmeno di cosa, ma avevo paura. Così lasciai correre e non riferii niente a Sheppard, nemmeno dopo che Umiko tentò il suicidio.
-Non lo sapevo...
-Mi sono comportato da bastardo, ma ho continuato a vivere come se niente fosse e credo che alla fin fine non mi sentii nemmeno in colpa per non aver fatto niente. Almeno, finché non ho conosciuto Yomi... Lei mi ha cambiato.
Yusuke si appoggiò al tronco, di fianco all'amico.
-Quando l'ho vista insieme a Makoto, mi è tornata alla mente la scena dell'anno scorso e mi sono preoccupato. Avevo paura che le facesse del male ed ho cercato in tutti i modi di allontanarla da lui. Non volevo che si facesse del male e, sebbene da una parte continuavo a dirmi che non sarei dovuto intervenire, dall'altra continuavo a dirmi che lei non mi avrebbe abbandonato e che non avrei dovuto farlo nemmeno io.
-Ora capisco perché ti arrabbiavi tanto con lei... Yomi lo sa?
Zane fece un cenno d'assenso.
-Ho sentito il bisogno di dirglielo. Volevo che sapesse che non ero proprio il bravo ragazzo che pensava e poi sentivo il bisogno di dirlo a qualcuno. Era diventato un peso sempre più grosso da portare e volevo liberarmene, anche a costo di essere odiato.
-Tu non sei cattivo. Sei un ottimo amico, proprio perché riesci a rimanere distaccato da tutto e sai essere molto più lucido di noi. E credo che anche Yomi lo sappia...
Zane si voltò verso l'amico, sorridendo leggermente.
-Grazie...
-Di niente, ma non hai ancora risposto alla mia domanda.
L'Obelisk dai capelli blu arrossì.
-Tu le vuoi bene, vero? Molto più di quanto le vogliamo io e Atticus. Sei arrivato a schiaffeggiarla, a litigare e a mettere in pericolo te stesso per lei. Vuoi proteggerla, nonostante tu sia consapevole del fatto che non ne ha bisogno e che potrebbe darle fastidio, ma vuoi farlo comunque. E questo perché ne sei innamorato…
-All'inizio credevo che fosse la solita ragazzina viziata e frivola, ma poi mi sono dovuto ricredere.  Ha un fascino tutto suo; è diversa dalle altre...-disse Zane, sorridendo.
-In effetti, è un tipo molto particolare...
-E’ strano; mi dà fastidio che trascorra del tempo con gli altri ragazzi, anche con te e Atticus. Sono geloso di voi e di quel ragazzo del dormitorio rosso… Da una parte vorrei che facesse amicizia con gli altri studenti, ma dall’altra vorrei che parlasse solo con me e con nessun altro…
-L’avevo intuito…-fece Yusuke, a bassa voce.
-Io non voglio che soffra ancora. Ha già sofferto troppe volte...
-Vuoi proteggerla perchè ti senti responsabile per quello che ha cercato di farle Makoto, vero?
Zane fissò l'amico per qualche istante, poi fece:
-Io non voglio vederla piangere… Quando è scoppiata in lacrime, quella volta in infermeria, mi sono sentito veramente impotente. Non potevo fare altro che dirle che sarebbe andato tutto bene, che il peggio era passato e che non le sarebbe successo più niente. Non potevo fare nient'altro… Avevo paura che rimanesse scossa a tal punto da non fidarsi più di nessuno. Tremava dalla paura e dalla rabbia e io non potevo fare altro che abbracciarla…
-Zane…
-Credo di aver iniziato a provare qualcosa fin dalla prima volta che l’ho vista. Per tutti questi mesi, non ho fatto altro che prenderla in giro… La trattavo come se fosse solo un’amica, quando in realtà era molto di più. Ho mentito sia a lei che a me stesso…
-Ti sei innamorato di lei...-disse Yusuke, a bassa voce.
-E’ assurdo! Non sono mai stato interessato alle ragazze e poi finisco con l’innamorarmi di quella più strana che ci sia... E’ una testa calda che si arrabbia sempre per nulla. Non ascolta nessuno e vuole fare sempre di testa sua. Non fa altro che cacciarsi nei guai e mettere in difficoltà tutti noi! A volte non riesco a capire cosa le passi per la testa… Inoltre, dovrebbe smettere di accusarsi di qualsiasi cosa accada. Vorrei che capisse che non è un mostro e che in lei non c’è niente che non vada…
-…
-Per me, lei non ha niente che non va…
-Zane…
-Come ho fatto ad innamorarmi di una così…
-Per come la vedo io, Yomi è l’unica di cui potresti innamorarti. È praticamente il tuo opposto…
-Comunque sia, non ha molto senso parlarne. In fondo, lei non ricambia i miei sentimenti…-esclamò l'altro Obelisk, scostandosi dal tronco dell'albero.
-Come fai a saperlo? Non gliel’hai chiesto, no?
-Pensi davvero che provi qualcosa per me?-chiese il Kaiser, voltandosi verso l'amico.
-Ho detto solo che non puoi saperlo…
-Non ho intenzione di dichiararmi… Non ce n’è alcun motivo! E vorrei che tu non le dicessi niente…
-Non preoccuparti, non le dirò nulla!
-Grazie…-fece Zane, sorridendo leggermente. Poi, seguito dall’amico, si diresse verso il dormitorio blu, per cenare.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21- I primi incidenti ***


Capitolo 21- “I primi incidenti

 

Ormai la scuola era iniziata di nuovo da circa una settimana e le voci sul passato della ragazza continuavano a girare da studente a studente. Con il passare dei giorni si erano addirittura moltiplicate e si erano aggiunti particolari di cui nemmeno la Obelisk si ricordava. Adesso era diventata una specie di demone, dotata di poteri psichici, che si divertiva a massacrare la gente e sfidava a duello persino i bambini. Secondo le malelingue più recenti, sembrava che avesse picchiato persino una signora anziana solo perché aveva osato incrociare il suo sguardo. Niente di più falso! I pochi che conosceva bene la ragazza sapevano che non era assolutamente vero, ma gli altri studenti tendevano a cambiare strada tutte le volte che la scorgevano, pur di non dover incontrare il suo sguardo. Adesso persino i ragazzi del dormitorio Slifer facevano a meno delle sue ripetizioni e Yomi, alla fin fine, era quasi contenta. Certo, preferiva che smettessero di parlare male di lei alle spalle, ma in quel modo evitata di trascorrere i pomeriggi chiusa in caffetteria a ripetere le solite cose alle solite persone.
Atticus, nel frattempo, aveva continuato con le sue investigazioni. Aveva chiesto alle sue numerose ammiratrici, ma non aveva ancora scoperto chi avesse messo in giro quelle voci, né, tantomeno, come avesse fatto. Zane, invece, da quando aveva parlato con Yusuke, non sapeva più come comportarsi di fronte all’amica e, il più delle volte, preferiva evitare di rimanere a lungo insieme a lei. Il giovane dai capelli verdi se ne era accorto e aveva iniziato a temere che finissero per litigare di nuovo. Nonostante le sue preoccupazioni, non sapeva cosa fare per aiutare l'amico e risolvere la situazione.
Quella mattina, Yomi era scesa in sala da pranzo prima del solito. Si era svegliata presto e non sapendo cosa fare, aveva deciso di fare colazione il più in fretta possibile e fare una passeggiata per l'isola.
Era intenta a scegliere una delle tante brioche appena sfornate, che troneggiavano invitanti su un grosso piatto di argento, quando sentì la presenza di qualcuno alle sue spalle. Si voltò, leggermente spaventata, e vide Noriko, in piedi sull’ingresso della stanza, che la guardava seria.
-Ti sei svegliata presto anche tu…-commentò la matricola, ritornando a concentrarsi sulla pila di croissant.
-C’è qualche problema per caso?-chiese la studentessa del terzo anno, avvicinandosi al tavolo.
-No, figurati…
-Questa è la prima volta che possiamo parlare un po’ da sole, no?
-Direi di sì…
Noriko si avvicinò di qualche passo verso l’altra studentessa.
-Sbaglio, o ultimamente passi molto tempo fuori dal dormitorio femminile?-fece la ragazza del terzo anno, dopo qualche minuto di silenzio.
-Per caso è un interrogatorio?-chiese l’altra, continuando ad ignorare la rappresentante.
-Vedo che non sei minimamente preoccupata…
-Perché dovrei esserlo?-fece Yomi, voltandosi irritata verso l’altra ragazza.
-Bè, sai, quelle voci che girano ultimamente tra gli studenti ti descrivono come un vero e proprio demonio. Non hai paura di perdere quei pochi amici che hai?
-Ti stai preoccupando, per caso?
-…
-Non m’interessa cosa pensa la gente di me. I miei amici sono miei amici, e come tali, non credono a certe idiozie!
Detto questo, la ragazza del primo anno prese un grosso cornetto ripieno di cioccolato ed una tazza di latte, e si diresse verso uno dei tavoli, per fare colazione. Noriko la osservò sedersi, poi prese una tazza di caffè e la seguì al tavolo, decisa ad andare fino in fondo.
-Sei un’egoista…-fece la studentessa del terzo anno, sedendosi di fronte alla matricola.
-Sei in vena di chiacchierare oggi?
-Pensi solo a te stessa…-continuò Noriko, ignorando il commento della studentessa.
-Ma davvero?-disse l’altra, sarcastica.
-Non pensi ai tuoi amici e alla loro reputazione…
-Dove vuoi arrivare?-chiese Yomi seria. Aveva l’impressione che tutte quelle domande fossero fatte apposta per metterla in difficoltà. Non capiva dove volesse arrivare la rappresentante, ma aveva la netta sensazione che stesse per farle una ramanzina.
-Credi davvero che questa cosa riguardi solo te?-continuò Noriko.
-Non vedo perché non dovrebbe… Zane, Yusuke e Atticus non c’entrano niente con questa storia!
-Pensi davvero che sia così?
-Senti, se vuoi dirmi qualcosa, dimmelo e basta, senza tanti giri di parole!-esclamò Yomi, stufa dell’atteggiamento della rappresentante.
Noriko la fissò per qualche secondo, al di sopra del bordo della tazza, poi, appoggiò il tutto sul tavolo e, come se niente fosse, disse:
-Se fossi in te smetterei di frequentarli!
-Perché mai dovrei fare una cosa del genere?
-L’onore di Zane ne risentirà…
-L’onore? Ma che stai dicendo?!-esclamò irritata la matricola.
-Zane è il Kaiser di questa Accademia. Da quando ha sconfitto Makoto, è diventato lui il duellante migliore di tutta l’Accademia… Capisci cosa significa? Frequentare una donna violenta come te non può che nuocere al suo nome e al suo onore!
-Per caso sei gelosa?
-Non dire sciocchezze… Io mi preoccupo solo del dormitorio femminile. Non voglio che gli altri studenti accusino il mio dormitorio per quello che tu stai facendo!
-La cosa non mi riguarda! Se Zane ritiene che stando con me, il suo onore ne risentirebbe, allora sarà lui il primo a troncare ogni rapporto…
-Sei proprio un’egoista… Non dovresti costringere le persone a fare come vuoi tu!
-Io non costringo nessuno!
-Ne sei sicura? Pensi che per lui sarà facile troncare ogni rapporto con te? Sei più sciocca di quanto credessi…-commentò Noriko, bevendo poi un sorso di caffè caldo.
-Perché non dovrebbe esserlo?
-Perché Yusuke è un suo caro amico.
-E questo cosa c’entra con Zane?!
-Yusuke è innamorato di te e se Zane rompesse ogni rapporto con te per proteggere il suo nome, Yusuke smetterebbe di rivolgergli la parola. Se continua a parlare con te è solo perché ci tiene alla sua amicizia con Yusuke…
-Ma non prendermi in giro…
-Pensi davvero che ti stia prendendo in giro? Prova a pensarci! Secondo te, perché Yusuke ha deciso di diventare amico di un demone come te? Yusuke è un ragazzo gentile, probabilmente si è innamorato di te dal momento in cui ti ha salvata da quel gruppo di Obelisk…
-E tu cosa ne sai? Te l’ha detto lui?
-Non ce n’è bisogno! Una donna queste cose le capisce al volo… Mi sa, però, che tu sia più ottusa di quanto pensassi, se non sei stata in grado di capirlo.
-Ma come ti permetti?!-esclamò Yomi, alzandosi in piedi.
-In fondo, è stato lui a spingerti a fare amicizia con gli altri, ti ha presentato i suoi due migliori amici e cerca ogni pretesto per parlarti e passare un po’ di tempo con te. E ho saputo che parla spesso di te agli altri ragazzi! Sei ancora convinta che non sia innamorato?
-La cosa non mi riguarda… Puoi dire quello che ti pare, ci crederò solo quando sarà Yusuke stesso a dirmelo!
-D’accordo, come vuoi, ma se fossi in te ci penserei bene prima di continuare a fare del male a quei ragazzi…
-Buona giornata!-esclamò stizzita la ragazza del primo anno, alzandosi dalla sedia. Non aveva più alcuna voglia di rimanere lì e farsi aggredire in quel modo dalla rappresentante; sarebbe stato molto meglio chiudere il discorso e andarsene a fare una passeggiata. Ormai era quasi uscita dalla sala, quando fu fermata di nuovo dalla voce della rappresentante.
-Yomi, ti avviso! Se non vuoi passare dei guai, ti conviene troncare ogni rapporto, con chiunque!
-No, non credo che lo farò…
-Allora peggio per te! Io ti ho avvisata…
Yomi la fissò per diversi secondi, poi alzò le spalle e uscì dalla stanza.
“Questa è bella! Pensava di spaventarmi? Povera sciocca! Non ha ancora capito che io non mi faccio comandare da nessuno? E non credo che quello che ha detto sia vero… Yusuke non può essersi innamorato di me, e anche se lo fosse, ci crederò solo quando lo sentirò uscire dalla sua bocca! Inoltre, sono sicura che Zane mi ritiene un’amica… Non ha senso che dia retta a Noriko! Non capisco cosa voglia da me, ma, qualsiasi cosa sia, non ho alcuna intenzione di dargliela vinta!” pensò, mentre si incamminava verso la banchina del porto.
Il sole era già abbastanza alto e c’era un leggero vento fresco, che muoveva delicatamente le cime degli alberi che circondavano il sentiero. La giornata era fantastica, come sempre del resto. Yomi stava camminando tranquilla per la stradina sterrata, quando, ad un certo punto, sentì un rumore provenire dal margine sinistro della strada. Si voltò appena in tempo per vedere un vecchio albero crollarle addosso. La ragazza lanciò un mezzo grido e fece un salto all’indietro, per evitare di farsi schiacciare dal tronco.
-Ma che diavolo…!-esclamò, mentre riprendeva fiato. Si mise una mano sul petto e sentì chiaramente i battiti accelerati del cuore. Aveva evitato per un pelo di rimanere schiacciata sotto un grosso albero e, se non fosse stato per i suoi ottimi riflessi, ci sarebbe rimasta secca.
“Accidenti, mi è andata bene… Se non me ne fossi accorta, sarei morta!”
Rimase seduta per terra per altri dieci minuti, cercando di calmarsi e riprendere fiato. Poi si alzò, per dare un’occhiata più da vicino.
-Che strano… Il tronco non è marcio e sembra che sia stato segato da qualcuno…-disse, strusciando la mano sulla corteccia e osservando più da vicino quello che sembrava essere il segno di una sega. L’albero era stato senza dubbio tagliato da qualcuno.
“Perché qualcuno dovrebbe tagliare un albero in buona salute? E soprattutto, perché non dovrebbero avvertire mentre cade?” pensò, guardandosi ripetutamente intorno. Non c’era anima viva, oltre a lei.
La ragazza si grattò la testa, incerta su cosa fare. Poi, alzò le spalle, si spolverò un po’ la gonna e riprese a camminare verso il porto.
“Non è il caso di preoccuparsi per una cosa del genere… Probabilmente è stata una distrazione di qualcuno degli uomini che si occupa della manutenzione. Ma chi voglio prendere in giro?! Come se fosse normale tagliare un albero e andarsene mentre casca! A dire la verità, non ci credo neanche io! Ma non so cosa fare, perciò è meglio non pensarci troppo… Potrebbe sempre essere un incidente, anche se strano. Però ho la sensazione che non lo sia. Forse dovrei fare più attenzione...”
Giunta al porto, si sedette sulla banchina, con i piedi che penzolavano sulla superficie dell’acqua. Rimase così per diversi minuti, assaporando la brezza marina e la pace mattutina.
-Che silenzio!-fece, stiracchiandosi un po’.
“Ultimamente, preferisco di gran lunga venire qui, che andare sul tetto dell’edificio principale. L’odore dell’oceano è così buono… E da qui riesco a vedere molto meglio le nuvole!”
Dopo diversi minuti, stanca di rimanere seduta a fissare l’oceano, fece per alzarsi, per tornare di nuovo verso gli edifici principali, quando qualcuno, alle sue spalle, le diede una bella spinta, facendole perdere l’equilibrio e cadere in acqua.
Yomi riemerse quasi subito, nera dalla rabbia per quel bagno fuori programma e pronta ad uccidere chiunque le avesse giocato quel brutto scherzo.
-Chiunque tu sia, considerati morto!-esclamò, voltandosi verso la banchina, certa di beccare l’idiota che l’aveva fatta finire in acqua. La banchina, però, era deserta, esattamente come il resto della zona. Non c’era anima viva, a parte lei.
“Questa poi… Non c’è nessuno!” pensò, sorpresa, la giovane.
-C’è qualcosa che non va…-mormorò la ragazza, mentre cercava di tenersi a galla. Nonostante fosse una buona nuotatrice, le scarpe le si erano riempite di acqua e stava facendo più fatica del solito, per rimanere a galla.
“Dovrei togliermele… Ma poi non posso mica andare in giro per la scuola scalza! E’ l’unico paio che mi hanno dato, non posso lasciarle cadere sul fondo dell’oceano! Poi chi lo sente Crowler…”
-Non ho alternative, devo uscire subito dall’acqua…-si disse, mentre si avvicinava alla banchina. Poi provò ad alzare un braccio, per cercare di raggiungere il bordo, senza riuscirci.
-Oh, fantastico! Non ci arrivo nemmeno…-commentò, sarcastica.
Provò altre due volte a raggiungere il bordo di cemento, ma, per quanto tentasse, le mancavano ancora cinque o sei centimetri.
-Perfetto! Affogherò nel modo più stupido che esista!-esclamò Yomi, più arrabbiata che spaventata.
Non pensava al fatto che stesse rischiando sul serio la vita, quanto a chi potesse averle giocato un brutto tiro come quello. L’unica cosa a cui pensava in quel momento era a come vendicarsi.
“Giuro che lo strozzo, chiunque esso sia!”
-Che stai facendo?-fece una voce sopra di lei. La giovane alzò lo sguardo, pronta a strillare in faccia a chiunque si fosse palesato.
-Zane!
Lo studente del dormitorio blu era inginocchiato sulla banchina, che la guardava confuso.
-Che stai facendo?-chiese di nuovo il ragazzo, sporgendosi leggermente.
-Aiutami ad uscire!-esclamò la ragazza, allungando faticosamente il braccio destro verso l’amico.
Zane non si scompose molto e le afferrò la mano, aiutandola ad issarsi su.
-Si può sapere cosa stavi facendo?-insistette l’Obelisk, mentre osservava la ragazza riprendere fiato.
-Mi era venuta voglia di fare un bagno…
-Smettila di prendermi in giro.
-Ma dai, te ne sei accorto!-commentò, sarcastica, la giovane.
Il ragazzo la fissò per diversi secondi. La sua espressione era talmente inespressiva che Yomi non capì se si fosse arrabbiato o meno.
-Sei cascata in acqua?-chiese Zane, dopo un po’.
-Ti sembro così imbranata?!
-Un po’ lo sei…
-Ehi! Guarda che qualcuno mi ha spinta!
-Qualcuno chi?
-Non lo so!
-Non l’hai visto?
-No, mi è arrivato alle spalle e quando sono riemersa la banchina era deserta.
-Perché mai qualcuno dovrebbe farlo?
-Secondo te lo so?!
Zane non ribatté e continuò a fissarla impassibile. Poi le prese delicatamente una ciocca di capelli e disse:
-Sei fradicia. Dovresti andarti a cambiare…
-Non ti preoccupare…-mormorò Yomi. Poi starnutì ripetutamente e iniziò a tremare dal freddo.
-Se continui a stare all’aria aperta, ti prenderai un malanno…-commentò l’altro.
-Non importa! Non ho molta voglia di tornare al dormitorio femminile… Starò qui al sole e mi asciugherò; tanto c’è tempo prima che inizino le lezioni!
Zane sospirò, grattandosi la testa. Poi afferrò l’amica per un braccio, costringendola ad alzarsi, e iniziò a trascinarla verso il sentiero che conduceva a tutte le strutture dell’isola.
-Ehi, che fai?
-Non puoi rimanere con i vestiti e i capelli bagnati…
-Non sono affari tuoi!
-Non posso lasciarti qui ad ammalarti…
-E quindi?
-Quindi vieni in camera mia e ti asciughi…
Yomi arrossì.
-No!-esclamò, poi.
Il Kaiser si voltò, contrariato.
-Vuoi che ti porti di peso, come l’ultima volta?
-No!
-Allora cammina…
-E’ imbarazzante!
-Perché dovrebbe?
-Non voglio spogliarmi in camera tua!
-Allora vai in camera tua…
-No!
Il ragazzo non rispose e continuò a fissarla impassibile.
-Ok, se proprio insisti…-commentò la giovane, mettendo il broncio e seguendo l’amico fino al dormitorio blu.
Giunti in camera, Zane le passò un asciugamano e la sua tuta da ginnastica, poi le disse di spogliarsi e di asciugarsi ed uscì dalla stanza.
Yomi rimase per un attimo a fissare la porta da cui era appena uscito l’amico, poi si tolse velocemente la divisa e si asciugò.
-Devo mettermi per forza la tua tuta?-chiese la giovane ad alta voce, avvicinandosi alla porta.
-Non credo che la tua divisa si asciugherà in tempo… E’ un po’ grande per te, ma non ho altro da darti!-le rispose l’Obelisk da dietro la porta.
-Ok, ho capito…-mormorò l’altra, prendendo la divisa e studiandola. Era decisamente troppo grande per lei.
“E’ imbarazzante doversi mettere la sua divisa! Forse era meglio tornare in camera a cambiarsi… Che situazione! Solo perché non avevo voglia di rivedere Noriko…” pensò Yomi, mentre indossava i vestiti dello studente del secondo anno. Poi si avvicinò alla porta e la aprì leggermente, il giusto per potersi affacciare senza dare troppo nell’occhio.
-Hai fatto?-le chiese l’amico, non appena la vide affacciarsi.
-Sì… Grazie!
-Figurati…-le disse l’altro, scostandola leggermente per poter entrare nella stanza.-La divisa puoi anche lasciarla qui… Te la restituisco più tardi!
-Ah, grazie…-fece la giovane, richiudendo la porta dietro al ragazzo.
Rimasero diversi minuti in un silenzio imbarazzante. Yomi continuava a giocherellare con le maniche della felpa, che le rimanevano dieci centimetri buoni più lunghe; Zane, invece, continuava a fissarla, incerto su come comportarsi.
-Sei sicura che ti abbiano spinto?-fece l’Obelisk dopo un po’, rompendo il silenzio che si era creato.
-Di certo non sono cascata!-fece l’altra, buttandosi a peso morto sul letto.
-Hai ancora i capelli bagnati…-mormorò il giovane, prendendo l’asciugamano e sedendosi accanto alla ragazza. Poi, le ordinò di voltarsi, cosicché lui potesse asciugarglieli.
-Ok...
Detto questo, Yomi si voltò, dando le spalle all’amico, così da lasciarlo fare. Calò di nuovo il silenzio, interrotto solo, di tanto in tanto, dal frusciare del tessuto sui capelli della Obelisk.
-Posso chiederti una cosa?-fece la ragazza, dopo qualche minuto.
-Dimmi…
-Secondo te io piaccio a Yusuke?
-Certo; per lui sei una buona amica…
-Intendevo se secondo te è innamorato di me…
Zane si bloccò, sorpreso. La studentessa se ne accorse e si voltò verso l’amico.
-Perché ti sei fermato?
-Non me l’aspettavo… Piuttosto, queste cose non ti mettevano a disagio?-farfugliò l’altro, cercando di nascondere l’imbarazzo, che la domanda fuori luogo dell’amica gli aveva provocato. Yomi arrossì a sua volta, voltandosi di nuovo dall’altra parte e dando la schiena allo studente.
-Non fraintendermi! Sono imbarazzata a chiedertelo…
-Perché me lo chiedi?
-Mi hanno detto che è innamorato di me, che si vede benissimo e che sono un’idiota a non essermene accorta… Per me è un amico e do per scontato che per lui sia uguale, ma forse mi sto sbagliando…
-Per te è un amico?
-Penso di sì…
-Pensi?-fece Zane, cercando di nascondere il suo disappunto.
-Io gli voglio bene, ma non in quel senso…
-Ne sei sicura?
-Sì… Credo di provare le stesse cose che provo per Atticus e sono sicura che non sia amore!
-Per Atticus?
-Anche se litighiamo spesso, per cose ridicole, gli voglio bene. E’ un amico prezioso e se scomparisse, credo che soffrirei… Per Yusuke provo le stesse cose. E’ un amico per il quale sono disposta a tutto. Ma non me ne sono innamorata; ne sono sicura! Yusuke e Atticus sono sullo stesso livello per me…
-E io?
-Tu?-chiese sorpresa Yomi, voltandosi di nuovo verso l’amico.
-Credevo che fossimo amici…
-Tu sei antipatico e a volte anche insopportabile!-fece la giovane, voltandosi di nuovo dall’altra parte.
-Come sei gentile…-commentò l’altro, sorridendo.
-Sei così antipatico che a volte mi dimentico che esisti!
-Dovrei prenderlo come un complimento?
-Fai come credi! Tanto fai sempre come ti pare…-disse la ragazza.
-Senti chi parla…
-Sei insopportabile…
-E tu sei una testarda…
-Pensi di sapere tutto di tutti…
-E tu ti cacci sempre nei guai…
-Anche tu! A volte, ti comporti in modo avventato, caro signor “ho-tutto-sotto-controllo”…
-Mi preoccupo solo per te…
-Non dovresti… Io non te l’ho chiesto!-fece Yomi, senza voltarsi.
-Lo so, ma per me non ha importanza… A dire la verità, io-
Il ragazzo non riuscì a finire la frase, perché fu interrotto dall’ingresso di Atticus, che, senza nemmeno bussare, spalancò di getto la porta.
-Ehilà! Buongiorno, Za-
Il castano si bloccò a metà, con il dito puntato sull’amica, incapace di dire qualsiasi cosa. Non si aspettava di trovarla in camera di Zane, seduta sul suo letto e con la sua tuta.
-Atticus, quante volte devo dirti di bussare?-fece l’altro, cercando di nascondere l’imbarazzo.
-Atticus, lo sai che prima di entrare si bussa!-esclamò Yusuke, entrando anch’esso nella stanza.
-Che ci fa lei qui!-strillò il castano, continuando ad indicare l’amica.
-Abbassa il volume! Non voglio che gli altri studenti sappiano che è qui…-lo rimproverò il giovane dai capelli blu, cercando di non alzare troppo il tono della voce.
-Forse è meglio se chiudo la porta…-si intromise Yusuke, spingendo il dongiovanni dentro la stanza e chiudendo a chiave la porta di legno.
-Cosa significa tutto questo?! Si può sapere cosa le hai fatto?!-continuò Atticus, cercando di moderare il volume della voce per non urlare troppo.
-Niente! Cosa vai a pensare!-gli rispose, indignato, l’amico.
-Scusami tanto! Sono le sette di mattina, entro in camera tua e vi trovo seduti sul letto, lei che indossa la tua tuta, tu che gli asciughi i capelli… Cosa dovrei pensare, secondo te?
-A volte sei proprio imbarazzante!-esclamò, stizzita, Yomi.
-Dovete ammettere che chiunque avrebbe potuto fraintendere!
-Solo tu potevi farlo… Qualcuno mi ha spinta in acqua, ero fradicia e Zane mi ha prestato i suoi vestiti. Tutto qui!
-Perché qualcuno dovrebbe spingerti in acqua?-chiese Yusuke, guardando i due amici confuso. Il racconto della studentessa sembrava veramente ridicolo.
-Non lo so… Ma ho l’impressione che qualcuno stia cercando di farmi fuori…
-Davvero?
-Questo non me l’avevi detto…-commentò Zane.
-Ho ricevuto delle minacce stamattina, al dormitorio femminile… Poi sono uscita e mentre mi dirigevo al porto, un albero mi è quasi cascato addosso. Era stato tagliato, perciò credo che qualcuno l’avesse fatto apposta. All’inizio ho pensato che fosse un incidente, ma poi, sulla banchina, mi hanno spinto in acqua. E se non fosse stato per Zane, sarei affogata…
-Perché? Non sapevi nuotare?-la interruppe il castano.
-So nuotare, ma la banchina è troppo alta rispetto al livello dell’acqua e da sola non sarei riuscita ad uscire… Non ci arrivavo!
-Adesso capisco perché non volevi andare in camera tua… Pensi che c’entri qualcuno del dormitorio femminile?-fece il Kaiser.
-Non lo so; è molto probabile… A questo proposito, non vi dispiace se per un po’ mi trasferisco da voi?
-Come da noi? Vuoi dormire in una delle nostre camere?-fece Yusuke, sorpreso.
-Bè, sì… Non voglio ritornare nel dormitorio femminile; ho il presentimento che se resto là, finirò in infermeria. Quindi potrei rimanere qui! Ma se non vi va potrei chiedere a Chumley…
-No, resti qui! Il dormitorio rosso non ha le camere singole e non puoi dormire insieme ad altri ragazzi…-disse Zane, interrompendo l’amica.
-Aspetta, ma lo stesso discorso vale anche per noi! Non può dormire insieme ad uno di noi! È vero che il nostro dormitorio è piccolo, dato che si tratta di quello per gli studenti d'élite e che è staccato dal dormitorio blu principale, ma se si spargesse la voce sarebbe un grosso problema lo stesso!
-Posso cederle la mia e io dormirò in camera con uno di voi… Non credo che sia un problema, in fondo si tratta solo di qualche giorno.-rispose pacato l’Obelisk dai capelli blu.
-Sicuro che sia una buona idea?-fece Yusuke, ancora perplesso.
-Non abbiamo altre alternative… Se resta al dormitorio femminile, potrebbe farsi male. In fondo, si tratta solo di qualche tempo, almeno finchè non avremo sistemato questa faccenda…
-Hai ragione… Allora dorme in camera tua?-fece Yusuke guardando il Kaiser.
-Se a lei va bene…
-Per me non c’è problema, tanto una vale l’altra! Dopo le lezioni ritorno in camera a prendere le cose che mi potranno servire e ritorno qui, ok?
-Forse dovresti riferirlo al cancelliere…-commentò Atticus, non convinto dell’idea dell’amica.
-Non ho le prove, non me la sento di accusare nessuno! Potrei sempre essermi sbagliata… Se non succede niente, ritornerò al mio dormitorio!
-Quello che mi preoccupa è che succeda qualcosa…
-Cosa vuoi che accada; nessuno saprà che sono qui!
-Va bene, fai come credi…-mormorò l'altro, arrendendosi di fronte alla testardaggine della matricola.
-Hai finito di asciugarmi i capelli?-chiese la Obelisk, voltandosi leggermente verso l’amico dai capelli blu.
-Sì…
-Grazie!-esclamò l’altra sorridendo.
-Figurati…
-Fra meno di un’ora iniziano le lezioni... Come pensi di uscire di qui?-fece Yusuke, indicando la porta chiusa a chiave.
-Non puoi passare dalla porta principale. Non con la tuta di Zane almeno! Circolano anche fin troppe voci sul tuo conto, meglio non aggiungerne altre… Sai a cosa mi riferisco!-continuò Atticus.
-Vorrà dire che passerò dalla finestra…-rispose Yomi, indicando il balcone.
-Vuoi saltare di sotto? Lo sai che siamo al primo piano?-fece Yusuke, non nascondendo la sua preoccupazione.
-Che vuoi che sia! Non è la prima volta che salto da una finestra… Quando facevo i duelli clandestini mi è ricapitato! Una volta sono saltata persino da un tetto… Anche se ho rischiato di rompermi una caviglia…
-Sei veramente una teppista…-commentò il Kaiser, mentre sistemava l’asciugamano al sole.
-Non è vero!-fece risentita la ragazza.
-Comunque, non credo che ci siano problemi se passi dalla porta, come tutti i comuni mortali…
-Bè, non sono problemi miei se iniziano a parlare male di voi…
-Sei proprio egoista…-mormorò il castano.
-Non è vero…
-Andiamo a fare colazione?-si intromise Yusuke, cercando di evitare un nuovo litigio.
-Buona idea, sto morendo di fame!-fece Atticus.
-Vengo anch’io…-aggiunse Zane, lanciando un’occhiata all’amica.
-Anch’io sto morendo di fame… Credo che mangerò di nuovo!
-Ma quanto mangi?-chiese il Kaiser, guardandola sorpreso.
-Io ho fame…
-Non dovresti pensare alla linea? E poi una ragazza non dovrebbe mangiare troppo…
-Al diavolo la linea! Se ho fame, mangio… E con la fatica che ho fatto per tenermi a galla, è ovvio che abbia di nuovo fame!
-Attenta che ingrassi…
-Vuoi farmi arrabbiare?
Zane scoppiò a ridere. Poi disse:
-No, ti stavo prendendo un po’ in giro…
-Antipatico!-fece l’altra, mettendo il broncio.
-Sei carina quando fai quella faccia…-mormorò il Kaiser, sottovoce. Yomi lo sentì ed arrossì leggermente. Non rispose; non sapeva cosa dirgli e preferì fare finta di niente. Non c’era bisogno di guastare quell’atmosfera così tranquilla e rilassata e non voleva litigare di nuovo, perciò preferì fare finta di niente. In fondo, cosa avrebbe dovuto rispondere? La ragazza non lo sapeva e non sapeva nemmeno perché l’amico avesse detto una cosa del genere, di punto in bianco. Non era da lui, lo Zane che conosceva non avrebbe mai detto una frase simile. Ma il Kaiser che aveva accanto quella mattina era diverso da quello di sempre, e la studentessa se ne era accorta, sebbene ne ignorasse il motivo.

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Capitolo 22
*** Capitolo 22- La prima scommessa ***


Capitolo 22- “La prima scommessa

 

Erano trascorsi pochi giorni da quando la ragazza si era trasferita al dormitorio dell’èlite, ma, nonostante tutto, gli incidenti non fecero che aumentare. Avevano tentato di spingerla dalle scale quattro volte; una volta, sempre sulle scale, le era venuto addosso il pianoforte che si trovava nell’aula di musica e, per fortuna, l’aveva scansato all’ultimo minuto saltando sul corrimano. Altre volte rischiò di morire schiacciata da vari mobili che, di punto in bianco, decidevano di cascarle addosso. E non era riuscita a vedere il colpevole nemmeno una volta. Yomi stava iniziando a preoccuparsi e con lei, anche i tre Obelisk. Chumley, che si era accorto che qualcosa non andava, aveva cercato di convincere l’amica a parlarne con Sheppard, ovviamente senza successo. La studentessa non aveva idea di chi fosse e, finchè non lo scopriva, non aveva alcuna intenzione di spifferare tutto al cancelliere. Non voleva accusare nessuno e sopratutto non sapeva chi accusare. E non avrebbe avuto senso mettere nei guai tutti gli studenti per colpa di uno solo.
Quel pomeriggio stava camminando da sola per i corridoi, quando sentì qualcuno abbracciarla da dietro. La ragazza sussultò e dallo spavento tirò una gomitata all’altezza del plesso solare dell’aggressore.
-Ahia, che male…-mormorò Atticus, accasciandosi in terra dolorante.
-Idiota! Cosa credevi di fare?!-esclamò l’altra, nera dalla rabbia. Per un attimo aveva avuto davvero paura. Se qualcuno stesse cercando realmente di ucciderla, avrebbe anche potuto accoltellarla. E quell'abbraccio improvviso le aveva fatto salire il cuore in gola.
-Che crudele… Sei così carina che non ho resistito!-esclamò l'altro, sorridendo come un ebete.
-Tu sei tutto scemo…
-Lo so che ti piace quando ti abbraccio!
-Vuoi essere picchiato?!
-In realtà, preferirei un abbraccio…
-A volte sei proprio irritante…-commentò Yomi, incrociando le braccia al petto.
-Comunque, ti ho cercata per tutta la mattina. Che fine avevi fatto?
-Bè, oggi ho saltato le lezioni…
-Davvero? Sei proprio una teppista…-commentò Atticus, guardandola di sottecchi. La stava prendendo bonariamente in giro e lo sapevano entrambi.
-Non avevo molta voglia di andare a lezione, tutto qui! Comunque, cosa vuoi?
-Ecco, a proposito di quelle voci che ultimamente circolano sul tuo conto...
-Sì?
-Ecco, credo di aver scoperto chi sia stato a metterle in giro…
-Davvero? Chi?-fece l’altra, afferrandolo per le spalle e scuotendolo violentemente.
-Calma, fammi parlare…
-Muoviti! Sputa il rospo! Chi è?
-Noriko Tsukamoto…-disse l'altro, tutto d'un fiato.
Yomi lo fissò, interdetta. Sembrava che non credesse molto a ciò che le aveva appena detto l'amico.
-La rappresentante del dormitorio femminile? Ne sei sicuro?
-Abbastanza… Le ragazze del primo anno mi hanno detto che la prima volta che hanno sentito la storia dei duelli clandestini era stata proprio Noriko a parlargliene. Quindi ho fatto una breve ricerca tra gli studenti e pare che sia iniziato tutto da Noriko.
-Oh, scommetto che è gelosa della mia bellezza…-fece l'altra, scostando una ciocca di capelli con fare altezzoso.
-Cavoli, sei proprio vanitosa…-commentò il castano, guardandola stupito.
-Sto scherzando!-esclamò la matricola.
-Hai un pessimo senso dell’umorismo, sai? Però sei più carina di lei…
-Dacci un taglio!-esclamò l’altra, arrossendo leggermente e voltandosi dall’altra parte.
-Cosa pensi di fare adesso?-fece Atticus, cambiando argomento.
-Credo che ci farò una bella chiacchierata…
-Allora vengo con te!
-Fai come ti pare!
-Guarda che lo so che sei contenta che ti accompagni…
-Non è vero!-fece stizzita la studentessa, dirigendosi verso le scale che portavano al piano terra. Il castano le andò dietro, ridacchiando.
-Sai dove si trova Noriko?-fece l’Obelisk dopo qualche minuto di silenzio.
-No, ma prima o poi la incontriamo…-commentò Yomi, cercando di ignorarlo.
-Non fai prima a chiamarla e dargli appuntamento da qualche parte?
La ragazza si bloccò di scatto, fissando l’amico torva.
-Che c’è?-chiese il castano, leggermente a disagio.
-Avresti potuto dirlo prima!
-Scusa, mi è venuto in mente solo ora…-fece l’altro, mettendosi a ridere.
La matricola sospirò di nuovo, poi estrasse il palmare, cercò il nome della rappresentante e fece partire la chiamata.
-Che sorpresa! Il demone che si prende la briga di chiamarmi… Posso fare qualcosa per te, Yomi?-fece la studentessa del terzo anno, non appena comparve sullo schermo del dispositivo.
-Ho bisogno di parlarti urgentemente…-le rispose la matricola, cercando di mantenere i nervi saldi.
-Davvero? E per quale motivo?
-Se vuoi saperlo, vieni alla banchina del porto…
-Mi sento un po' minacciata, sai?
-Non ce n’è alcun motivo…
-Non direi! Sei pur sempre un demone e i demoni uccidono le persone e poi se le mangiano…
-Scherzi, vero?
-No, ma non voglio tirarmi indietro, perciò verrò lo stesso… Sono curiosa di sapere di cosa vuoi parlarmi!
-Lo saprai presto!-esclamò Yomi, chiudendo bruscamente la conversazione. Parlare con la rappresentante la faceva sempre innervosire, soprattutto per il suo atteggiamento. Non sopportava le sue continue allusioni alla sua natura violenta. Lei non era un demone. Si scaldava facilmente, ma non era così violenta come credeva la ragazza del terzo anno.
-Non è stata molto gentile…-commentò Atticus, non appena l’amica ripose il palmare.
-Non lo è quasi mai…
-Comunque, vengo anch’io!
-Non ce n’è bisogno, so badare a me stessa!
-Non lo metto in dubbio, ma se ti arrabbi accadrebbe il finimondo, perciò vengo! Qualcuno deve pur trattenerti!
-Tu sei quello meno indicato…
-Preferiresti Zane?
-Non ho detto questo!
-Però preferiresti lui, no?
-Atticus!
-Scherzavo, non c'è bisogno di arrabbiarsi!
Detto questo, i due si diressero verso il luogo dell'appuntamento.
Una volta giunti in prossimità della banchina, notarono che Noriko era già arrivata e li stava aspettando.
-Vedo che ti sei fatta accompagnare…-commentò la studentessa del terzo anno, non appena vide i due.
-Che male c’è? In fondo siamo amici…-le rispose il castano, sorridendo come faceva sempre.
-Yomi, sbaglio o ti avevo detto di troncare ogni rapporto con loro? A quanto pare, sei decisa a non darmi retta…
-Te l’ho già detto; non ho alcuna intenzione di fare come dici!
-Sei un’egoista! Come fai a non capire che li stai mettendo in difficoltà?!-esclamò l’altra, alzando la voce. Si stava scaldando e Yomi lo aveva capito benissimo.
“Come mai ci tiene così tanto? Perché vuole che smetta di frequentare i ragazzi? Non riesco a capirla...” pensò la matricola, continuando a fissarla negli occhi.
-Non capisco perché continui con questa storia ma non m’interessa! Piuttosto, vorrei sapere perché hai messo in giro quelle voci sul mio conto e come hai fatto a scoprirlo!
-Voci? Ti riferisci alle storie sulla tua vera natura? Perché pensi che sia stata io?
-Ho i miei buoni motivi!
La ragazza del terzo anno si morse il labbro, poi, cercando di mostrarsi indifferente, alzò le spalle e disse:
-A quanto pare mi hai scoperto… Complimenti, davvero! Forse sei più sveglia di quello che pensassi…
-Come hai fatto a saperlo?
-Se ci tieni tanto, prova a sconfiggermi a duello!-fece Noriko, mostrando il proprio dueling disk all'avversaria.
-Come vuoi! Se vinco, mi dirai come sei venuta a conoscenza del mio passato…
-Invece, se vinco io, tu dovrai rompere ogni legame con Zane…
-Zane?-fece Atticus, guardando prima la ragazza del terzo anno e poi l’amica. Aveva intuito cosa stesse succedendo e sperava che anche Yomi lo capisse e rifiutasse. L’Obelisk sapeva bene di cos’era capace la rappresentante e per quanto fosse brava l’amica, sarebbe stato un duello molto difficile da vincere.
-Come vuoi! Tanto perderai!-esclamò Yomi, indossando il dueling disk ed accendendolo. Noriko fece altrettanto, poi si sistemarono una di fronte all’altra e diedero il via al duello.
“Forse ho capito perché insiste così tanto… Ma Noriko ha frainteso la situazione! Non è come pensa lei e comunque, non ha alcun diritto per comportarsi in questo modo! Spero solo che Yomi vinca, in qualche modo…” pensò il dongiovanni, continuando a guardare le due studentesse.
-Duelliamo!-fecero le due sfidanti, in coro, pescando ciascuna cinque carte.
“Sono curiosa di sapere perché vuole che smetta di frequentare Zane… Non riesco a capire che motivo possa avere! A meno che…” pensò la matricola, squadrando l’avversaria. “Se è come penso, è più stupida di quello che sembra! Non ha alcun diritto di intromettersi nei miei affari e dirmi cosa devo o non devo fare! Sopratutto con un motivo così ridicolo!”
-Se non ti dispiace, inizio io!-fece la rappresentante di dormitorio, pescando la sua sesta carta.
“Perfetto! Ho pescato proprio la carta che mi serve per chiudere in fretta questo duello. Con questa combinazione non potrà fare molto…” pensò la ragazza, sorridendo beffarda. Sapeva che la sua avversaria era temibile, lo aveva dimostrato in più di un’occasione, ma sapeva anche che avrebbe potuto fare ben poco contro il suo deck.
-Evoco “Jain, paladino fedele della luce”…
Sul lato della studentessa del terzo anno comparve un giovane cavaliere, con un’armatura medievale, che brandiva una spada e uno scudo, bianchi come l’armatura. Indossava anche un mantello, rosso come il sangue.
-Poi posiziono tre carte coperte ed attivo la carta magia terreno “Reame della luce”…-continuò la rappresentante.
Alle spalle di Noriko comparve un edificio, una specie di castello, anch’esso medievale, con due torrette. Il tutto era immerso in una luce bianca e accecante. Talmente accecante che Yomi distolse lo sguardo per un attimo.
-Ti ricordo che ogni volta che una o più carte sono mandate dal mio deck al cimitero, posso mettere un segnalino splendore su questa carta e tutti mostri "fedele della luce" guadagnano 100 punti di attacco per ogni segnalino. Ti cedo il testimone, ma non prima di attivare l’effetto di “Jain” e mandare le prime due carte dal mio deck al cimitero. Così facendo metto un segnalino splendore su “Reame della luce” e aumento l’attacco del mio mostro.
-Hai finito?-chiese l’altra, scocciata. La sua avversaria la stava già mettendo con le spalle al muro e la cosa non le piaceva molto.
-Forza Yomi! Ce la puoi fare!-le fece Atticus, cercando di incoraggiarla. La ragazza gli lanciò un'occhiataccia e tornò a concentrarsi sul duello.
-Pesco!
-Ferma dove sei! Attivo la mia trappola “Spirale di luce”…
-Che razza di carta sarebbe?
-Gentile che tu me l’abbia chiesto! Per effetto di questa carta, ogni volta che mando carte dal mio deck al cimitero, sei costretta a rimuovere dal gioco la prima carta del tuo deck…
“Maledizione! Questa non ci voleva… Non sopporto di perdere carte!” pensò Yomi, gettando un’altra occhiata alla propria mano. Il suo deck aveva un equilibrio talmente delicato, che anche solamente togliere una carta avrebbe potuto fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta.
-Metto un mostro coperto e concludo il mio turno…
-Tocca a me…-fece Noriko, pescando.-Evoco “Garoth, guerriero fedele della luce”…
Sul suo terreno comparve un altro uomo, anch’esso con un’armatura bianca, che impugnava una lunga alabarda.
-A questo punto, attacco il tuo mostro coperto con “Jain”…-disse la rappresentante, lanciando il proprio mostro all’attacco. Il bersaglio dell’attacco venne scoperto. Si trattava di “Muramasa, samurai fabbro” che, con grande delusione della ragazza del terzo anno, aveva gli stessi punti di difesa dell’attacco del suo mostro.
-Mi dispiace, ma il tuo mostro non è forte a sufficienza per distruggerlo!
-Ma “Garoth” è forte a sufficienza!-esclamò l’altra, lanciando l’altro mostro all’attacco e distruggendo il samurai in posizione di difesa.
La parte di campo della matricola, adesso, era completamente vuota.
“Sono riuscita a limitare i danni, ma avrei preferito che non mi distruggesse "Muramasa"...” pensò Yomi, continuando a guardare fissa l’avversaria.
-Tocca a te… Ma prima, per effetto di “Garoth” e “Jain”, mando quattro carte dal deck al cimitero, ne pesco una e tu sei costretta a rimuovere le prime due carte del tuo deck!
“Questa combo mi metterà in difficoltà… Devo trovare un modo per liberarmi di quella odiosa carta trappola e ribaltare la situazione prima che sia troppo tardi!” pensò la matricola, mentre toglieva dal gioco le due carte.
-Pesco! Attivo la carta magia rituale “Rituale di ascesa dalle tenebre”, offro come tributo due mostri dalla mia mano ed evoco “Izanami, regina delle tenebre”.
La donna dai lunghi capelli nero pece comparve sul terreno, insieme alle sue innumerevoli fiamme azzurre.
-Mi dispiace, ma attivo una delle mie carte trappola, “Luce annullante”. Questa carta mi permette di sacrificare un mostro dalla mia parte del terreno, per annullare l’evocazione del tuo mostro e distruggerlo. Perciò sacrifico “Jain” e distruggo il tuo mostro rituale!
Il cavaliere sulla parte di campo di Noriko venne circondato da una luce accecante che lo distrusse. Lo stesso fascio di luce circondò la donna dai lunghi capelli neri, distruggendola e lasciando vuoto il terreno della matricola.
-Ma non è finita qui, perché attivo anche l’altra carta coperta, “Illusione gloriosa” che mi permette di evocare un mostro che si trova nel mio cimitero e io scelgo un altro “Jain”…
"Adesso sono nei guai... Non ho mostri da evocare e non posso evocarne qualcuno dal cimitero. O meglio, potrei se non avesse annullato l'evocazione di "Izanami"! Attualmente, è l'unico mostro sufficientemente forte da resistere ai suoi cavalieri da quattro soldi, ma purtroppo non posso evocarlo. Ho solo due carte in mano... Devo tentare la sorte! Maledizione!"
-Metto una carta coperta e termino qui il mio turno…-fece la matricola, cercando di mantenere i nervi saldi.
-Tocca a me! Pesco…-fece la Obelisk del terzo anno, pescando la sua carta.
“Al cimitero ho due "fedeli della luce"… La carta che mi serve l’ho già in mano, mi basterebbe mandarne altri due per vincere, ma voglio continuare a divertirmi un altro po’!” pensò la giovane, continuando a guardare la propria mano.
-Evoco “Lyla, sacerdotessa fedele della luce” e poi ti attacco direttamente con “Garoth”.
-Scopro la mia carta coperta, “Emerge un eroe”.
-"Emerge un eroe"?
-È molto semplice! Devi scegliere una carta a caso dalla mia mano e se si tratta di un mostro, posso evocarlo sul terreno… Ho solo una carta in mano, perciò non devi nemmeno scegliere! Evoco “Amaterasu, divinità regina dei cieli”…
La donna dal lungo kimono comparve sul terreno, in posizione di attacco.
“I miei mostri non sono forti a sufficienza per distruggerlo… Forse è meglio accelerare un po’ il duello!” pensò Noriko, osservando il campo avversario.
-Continuo il mio attacco con “Garoth”…
-Cosa? Sei impazzita?!-esclamò Yomi, sorpresa. Non si aspettava che l'avversario fosse pazza al punto di tentare un'azione suicida.
Il mostro della rappresentante attaccò la donna sul terreno di Yomi, ma ebbe la peggio e fu distrutto. I LP di Noriko scesero a 3550.
-Adesso si attiva l’effetto di “Jain” e “Lyla”, grazie ai quali mando cinque carte al cimitero e tu sei costretta a rimuoverne altre due. Inoltre, si attiva l’effetto dei miei due “Wulf”, appena mandati al cimitero e posso evocarli entrambi sul terreno!
“Adesso ne ho quattro, proprio quelli che mi servivano. Ma non è divertente se chiudessi subito il duello! Voglio vedere cosa è in grado di fare e se la sconfiggessi quando crede di avermi in pungo, sarebbe molto più divertente!”
-Pesco…
"Anfora dell'avidità? Perfetto, proprio al momento giusto!"
-Attivo "Anfora dell'avidità" e pesco altre due carte... Poi evoco “Noh, samurai delle camelie” e la equipaggio subito con “Spada Kusanagi”, con la quale aumento il suo attacco portandolo a 1800. Adesso posso attaccarti direttamente con “Noh” e posso farlo grazie al suo effetto.
La donna samurai colpì Noriko con un fendente della lama, riducendo i suoi LP.
-E non ho ancora finito, perché attacco il tuo “Wulf” con la mia “Amaterasu”!
La donna scagliò una sfera di fuoco contro l’uomo-lupo dell’avversaria, distruggendolo. I Lp della rappresentante scesero a 1650.
-Ti passo la mano…
-Tocca a me! Pesco! Attacco con l’altro “Wulf” la tua samurai da quattro soldi!
Il lupo si lanciò contro la donna armata di spada, che provò a respingere l’attacco, ma venne distrutta dalla forza schiacciante dell’altro mostro. I LP di Yomi scesero a 3400.
-Yomi cerca di resistere!-esclamò Atticus, cercando di incoraggiarla.
“Anche se è in netto vantaggio, non deve assolutamente abbassare la guardia… Se crede di avere la vittoria in pugno, perderà!” pensò poi, preoccupato.
-Cosa sta succedendo qui?-fece una voce alle sue spalle.
Atticus si voltò, sapendo già chi avrebbe trovato.
-Zane! Yusuke! Che ci fate voi due qui?-chiese, sorpreso di vedere i due amici.
-Eravamo di passaggio, quando abbiamo visto il duello…-gli rispose l’amico dai capelli verdi, indicando i mostri in campo.
-Perché stanno duellando?-chiese Zane.
-E’ una storia lunga...
Zane sollevò il sopracciglio sinistro.
-Ok, in sostanza, è stata Noriko a mettere in giro quelle voci…
-Perché avrebbe dovuto fare una cosa del genere?-chiese Yusuke.
-Credo che la colpa sia anche tua…-fece il castano, rivolgendosi all’Obelisk dai capelli blu. Il Kaiser lo guardò stupito.
-Mia? Perché?
-Noriko vuole che Yomi rompa ogni legame con te; è per questo che stanno duellando!
-Stai dicendo che è innamorata di Zane?-fece Yusuke.
-Penso di sì, anche se non l’ha detto chiaramente…
-E’ assurdo…-commentò il diretto interessato, incrociando le braccia al petto.
-Abbastanza… Ma la colpa è anche tua! Non ti sei mai interessato alle ragazze, hai sempre fatto finta di niente, nonostante la tua popolarità… Poi, di punto in bianco, ti interessi a una di loro. Deve aver pensato che tra voi due c’è qualcosa… E non puoi biasimarla!
-Non capisco a cosa ti stai riferendo!-fece l’altro, simulando indifferenza.
-Lo sai bene! Il modo in cui ti comporti con Yomi è… Bè, è diverso dal solito!
Zane non rispose. Nel frattempo, il duello stava continuando.
-Metto tre carte coperte… Per effetto dei miei mostri, mando altre cinque carte dal deck al cimitero e tu sei costretta a rimuoverne due… E ti ricordo che i punti di attacco dei miei mostri aumentano, grazie all’effetto della mia carta magia terreno!
"Ho zero carte in mano; devo pescare assolutamente quella carta o non avrà senso continuare a giocare..."
-Tocca a me… Pesco una carta!-esclamò Yomi, pescando.
"Perfetto! Il deck non mi ha ancora abbandonato!
-Attivo la carta magia "Periodo di carestia", grazie alla quale posso pescare cinque carte dal deck.
“Sono nei guai! Non capisco perché continui a mandare carte dal deck al cimitero, ma deve avere qualcosa in mente… Inoltre, se continua a rimuovere le carte del mio deck, potrei ritrovarmi in guai seri! Detesto ammetterlo, ma non è niente male!” pensò, mentre prendeva le prime cinque carte.
-Attivo “Mostro reincarnato”, scarto una carta dalla mia mano e riprendo un mostro dal mio cimitero. Poi attivo “Rituale di discesa dalla luce” e, dopo aver pagato il tributo, evoco “Izanagi, sovrano della luce” in posizione di attacco. A questo punto, attivo il suo effetto e distruggo il tuo “Wulf”. Poi evoco “Oni, samurai vendicativo”. A questo punto uso “Amaterasu” per attaccare “Jain” e “Izanagi” per attaccare “Lyla”!
I due mostri della ragazza del terzo anno, l’ultima barriera che la difendeva, vennero distrutti dagli attacchi dei mostri dell’avversaria e i suoi LP scesero a quota 1150.
-Adesso è il turno  di “Oni” che ti attaccherà direttamente!
-Ferma un po’! Attivo la mia carta coperta, “Annulla attacco”. Mi dispiace, ma se pensavi di aver chiuso il duello, dovrai ricrederti…
“Ma perché? Perché non l’ha attivata prima? Che senso ha farsi distruggere ben due mostri e ridurre i LP in quel modo?! Non capisco cosa abbia in mente… Perché mandare carte al cimitero? Non ha senso! A meno che…”
-Scommetto che ti stai chiedendo perché non l’ho attivata prima... Non ti preoccupare, lo capirai presto!
-Questo lo vedremo!
-Sicura che non vuoi arrenderti? Faresti una figura migliore, sai?
-Non ci contare! Io non mi arrendo mai! Non puoi sapere come finirà un duello, finché non peschi l’ultima carta…
-Sei patetica… L’esito di questo duello è già stato deciso!
-Ne dubito; a meno che tu non sia in grado di prevedere il futuro…
-I demoni non vincono mai; il bene trionfa sempre, dovresti saperlo! Le persone malvagie come te vengono sempre sconfitte!
-Ehi, vacci piano con le offese!
-Offese? Sto solo dicendo la verità! Tu non hai un briciolo di umanità; sei egoista, superficiale, violenta… Ti preoccupi solo di te stessa, degli altri non te ne frega niente! Sei senza cuore e senza anima! Sei un mostro, un demone che non ha più niente di umano… I mostri come te non sarebbero mai dovuti nascere; tu non meriti di vivere, non meriti niente di tutto quello che hai!
-Ma che stai dicendo?
-A quante persone hai fatto del male, prima che fossi soddisfatta? Hai intenzione di fare del male anche a loro, vero? Pur di sentirti appagata, faresti del male anche al Kaiser, vero?
-Come puoi dire una cosa del genere?! Non sono più quella di una volta e Zane lo sa…
-Può darsi, ma i demoni rimangono demoni per sempre… Ci sono tanti modi per fare del male a una persona! Tu non meriti l’amicizia di nessuno! Tu dovresti rimanere sola come un cane! E adesso è giunto il momento di chiudere questo duello! Pesco!
-Che crudeltà…-commentò Yusuke, con un filo di voce.
-Comunque, il duello si sta mettendo veramente male per Yomi… Forse è meglio interrompere il duello…-fece Zane, avanzando di mezzo passo.
-Non risolverai niente…-lo fermò Yusuke.
L’amico lo fissò, leggermente stupito.
-Se intervieni in suo favore non farai che peggiorare la situazione…
-Noriko non ha alcun diritto di decidere per me… Non posso lasciarla fare!
-Ragiona! Peggiorerai solo la situazione… Lascia che risolvano a modo loro…
-Ma perderà!-protestò il Kaiser.
-Non è ancora detto! Yomi non è stupida, deve aver immaginato qualcosa… Abbi fiducia in lei!
L’Obelisk dai capelli blu non rispose; sapeva che l’amico aveva ragione. Se fosse intervenuto non avrebbe fatto altro che aumentare l’odio della rappresentante nei confronti dell’amica.
“Dovrei avere più fiducia in lei, ma ho sempre paura che possa accaderle qualcosa…”
-Adesso è giunto il momento! Dato che al cimitero ho almeno quattro mostri “fedele della luce” con nomi diversi, posso evocare tramite evocazione speciale “Drago del giudizio”!-esclamò la ragazza del terzo anno, posizionando il suo asso sul dispositivo.
Un drago enorme, bianco e con lunghi baffi filamentosi, comparve sul terreno. Aveva delle grosse ali bianche, che gli spuntavano dai fianchi, e che ricordavano quelle degli angeli. Era una specie di incrocio tra un drago orientale ed uno europeo.
-Mi dispiace per te, ma attivo la mia carta trappola “Amuleto maligno magatama”, che-
-Immaginavo che avresti provato a fare una cosa del genere! Mi dispiace, ma non potrai utilizzarla, perché attivo “Corruzione oscura”, che annulla l’attivazione della tua carta e la distrugge. In cambio, però, ti permette di pescare una carta…
-Accidenti…-mormorò la studentessa, mentre aggiungeva una carta a quelle che aveva in mano.
-Continuo attivando l’effetto di “Drago del giudizio”. Pagando 1000 LP, posso distruggere tutte le altre carte sul terreno, compresi i tuoi mostri da quattro soldi!
Il drago iniziò a risplendere di una luce bianca e accecante. Tutte le carte sul terreno, sia quelle coperte che quelle scoperte, eccetto il drago stesso la carta magia terreno “Reame della luce” vennero distrutte. Il terreno della matricola era completamente vuoto, sgombro da qualsiasi cosa avrebbe potuto salvarla.
-Rimuovendo due segnalini splendore, posso impedire la distruzione di “Reame della luce”. Ma non ho ancora finito! Perché dalla mia mano attivo la carta magia, “Mostro reincarnato”. Scarto una carta e sposto un mostro dal cimitero alla mia mano. Poi evoco “Lyla” in posizione di attacco. E adesso posso attaccarti direttamente con i miei due mostri!
Una luce accecante invase il campo. Era stata generata dai due mostri di attributo luce sul terreno di Noriko. Il fascio di luce colpì in pieno Yomi, riducendo a zero i suoi LP e facendola cadere di schiena.
La rappresentante del dormitorio femminile non riuscì a trattenersi e scoppiò in una fragorosa risata. Era contenta di aver vinto e di aver umiliato l'avversaria.
La matricola rimase sdraiata di schiena, ancora incredula per aver perso.
-Ha…perso?-fece Atticus, ancora sconvolto per come si era concluso il duello.
-E’ assurdo…-commentò Yusuke.
Nessuno dei tre Obelisk si aspettava che alla fine la loro amica avrebbe realmente perso. Anche se in fondo erano certi che non avrebbe potuto fare diversamente, continuavano a sperare che avrebbe trovato un modo per ribaltare la situazione.
“Come ho fatto a perdere? Come ho potuto lasciare che accadesse?” pensò la giovane, stringendo il pugno fino a farlo sanguinare, mentre si rialzava in piedi.
-Hai perso, perciò dovrai fare come avevamo pattuito!-esclamò Noriko, contenta per come si era concluso il duello.
-…
-Dovrai rompere ogni rapporto con Zane e lasciarlo stare…-continuò l’altra.
-Va bene… Una promessa è una promessa…
-No, non farlo!-esclamò Atticus, avvicinandosi di corsa e inginocchiandosi accanto all'amica. Dietro di lui fecero capolino Yusuke e Zane.
"Cosa ci fa lui qui? Ero talmente concentrata sul duello che non mi ero nemmeno resa conto che stava osservando. Chissà cosa sta pensando in questo momento... Sicuramente che sono un'imbranata presuntuosa che non ha alcun talento! Accidenti..." pensò Yomi, guardando Zane.
-Non hai il diritto di decidere al posto mio…-fece il Kaiser, guardando la studentessa più grande fissa negli occhi.
-Quando capirai che ti ho fatto solo un favore, mi ringrazierai…-fece la rappresentante.
-Perchè dovrei? Yomi è mia amica...
-Tu non capisci! Se continui a starle intorno, ti farai del male... E lo stesso discorso vale anche per voi due!
-Ti ripeto che queste non sono cose che ti riguardano…-commentò l’altro.
-Come fai a fidarti di un mostro? Hai idea di cosa sia capace? Credi che le voci che circolano su di lei siano false?!
-So bene che sono vere. Ma so anche che Yomi non è un mostro e tu non hai alcun diritto di parlarle in questo modo…
-Sei uno sciocco!
-Noriko ti consiglio di smettere di raccontare storie sul suo conto o riferirò tutta la situazione a Sheppard…
-No, aspetta...-fece Yomi, afferrando il Kaiser per un braccio. Il ragazzo si voltò, stupito, verso l'amica.
-Yomi?
-Le promesse sono promesse…
-Non dire assurdità!
-Non ti preoccupare… Va bene così!-fece la studentessa del primo anno. Poi, girò i tacchi e si allontanò. Yusuke, preoccupato, le corse dietro, seguito da Atticus. Sulla banchina rimasero solo il Kaiser e la rappresentante.
-Noriko, te lo dico di nuovo; non ti azzardare ad immischiarti nei miei affari! Non sei nessuno per decidere cosa sia meglio per me...
-Prima o poi dovrai aprire gli occhi...-mormorò l’altra.
-Se tu la conoscessi, non diresti quelle cose.
-Credi che non lo sappia, Kaiser?
-Non capisco a cosa ti riferisci…
-Pensi che sia così stupida da non essermene accorta? Tu provi qualcosa per lei; è così palese!
-I miei sentimenti non sono cose che ti riguardano…-disse l’altro, incrociando le braccia al petto.
-Quando aprirai gli occhi, vedrai che si tratta solo di un demone...
-Yomi non è un demone.
-Ti rovinerà come ha fatto con tante altre persone! Come fai a non capire che sto solo cercando di aiutarti?!
-Non ho alcun bisogno del tuo aiuto!
Detto questo, anche il Kaiser si allontanò, lasciando la ragazza del terzo anno, da sola sulla banchina del porto.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23- La prima volta in serio pericolo ***


Capitolo 23- “La prima volta in serio pericolo

 

“Come ho fatto a perdere? Ho lasciato che vincesse, senza nemmeno provare ad impedirglielo… Sono una stupida!” pensò Yomi, continuando a fissare il soffitto della camera di Atticus. Nella sua mente continuava a rivivere il duello di qualche giorno fa e la vista di quel drago bianco dai lunghi baffi la faceva sentire ancora più miserabile. Erano trascorsi tre giorni da quando aveva perso il duello contro Noriko; da quel momento non aveva più rivolto la parola a Zane e aveva fatto di tutto per non incrociarlo. Si era persino trasferita nella camera dell’Obelisk dai capelli castani, pur di non disturbarlo. Le scommesse erano scommesse; aveva dato la sua parola alla rappresentante e non poteva rimangiarsela. Aveva trascorso quei tre giorni chiusa in camera, cercando di isolarsi dal resto del mondo e continuando a chiedersi come avesse fatto a perdere e dove avesse sbagliato. Aveva iniziato a dubitare delle sue capacità e aveva iniziato a credere che probabilmente Noriko aveva ragione.
-Forse non sono così brava come credevo…
-Non è vero...-mormorò lo spirito del samurai rosso, appena comparso di fianco al letto.
-Yuki, per favore, vattene... In questo momento, non voglio vedere nessuno!
Lo spirito di Duel Monster scomparve, lasciando la ragazza ai suoi pensieri.
"Sono una stupida..."
Il sole era ormai tramontato da diverse ore e il cielo si era fatto nero come la pece. Le uniche luci, oltre a quelle delle numerose stelle che punteggiavano il cielo, provenivano dalle stanze dei dormitori. La ragazza era rimasta stesa di schiena per tutta la sera, immersa nei suoi pensieri. Non era nemmeno scesa per cenare, nonostante le proteste di Atticus e Yusuke. Non aveva fame e non voleva dover incrociare il Kaiser e non poterlo nemmeno salutare. Inoltre, non sarebbe stato giusto costringerlo a mangiare con altri ragazzi, solo perché non poteva stare al suo stesso tavolo.
“Forse sarei dovuta andare al dormitorio rosso… Sono tre giorni che continuo a saltare la cena; se continuo così, mi sentirò male. Però non ho voglia di vedere nessuno, nemmeno Chumley. Con che coraggio potrei farmi vedere da lui, dopo aver perso così miseramente contro Noriko...” pensò, mettendosi una mano sullo stomaco brontolante. Aveva fame; la sua pancia stava reclamando a gran voce qualcosa di commestibile.
-E pensare che l’altro giorno Zane mi ha rimproverata perché, secondo lui, mangio troppo. A volte è proprio insopportabile…
“Accidenti, sto morendo di fame! Lo sapevo; non riesco a stare senza mangiare nemmeno per qualche ora… Devo farmi portare qualcosa da Yusuke, anche se non voglio parlarci! Se mi faccio lasciare la cena fuori dalla porta non dovrò nemmeno vederlo...”
La studentessa si era quasi decisa a chiamare l’amico, quando sentì un rumore di passi all’esterno della stanza. Poi qualcuno bussò delicatamente. Yomi si alzò, scocciata e sorpresa allo stesso tempo, e si diresse verso la porta, per vedere chi fosse. Non appena si trovò di fronte all’uscio, notò che sul pavimento della stanza si trovava una busta da lettere chiusa; probabilmente l’aveva lasciata la stessa persona che aveva bussato. Yomi la prese e la voltò, per vedere chi l’avesse mandata e a chi fosse indirizzata. Sul fronte c’era scritto il suo nome, mentre sul retro non c’era traccia di quello del mittente.
-Che strano… Nessuno dovrebbe sapere che mi trovo al dormitorio dell'elite e sopratutto che sono in camera di Atticus. Questa storia mi puzza!-mormorò tra sé e sé, mentre si avvicinava alla scrivania per cercare un paio di forbici ed aprirla. Una volta aperta, notò che all’interno c’era un solo foglio e il messaggio scritto sopra era corto e conciso. Diceva semplicemente “Vediamoci al promontorio vicino al dormitorio rosso, stasera alle 10”. Non era firmato e non c’era nulla che lasciasse intendere chi avesse scritto il messaggio.
“Ho una brutta sensazione… Non capisco chi possa essere, ma di certo non è qualcuno dei ragazzi. Se volevano parlarmi, mi avrebbero chiamata o sarebbero venuti direttamente in camera. E lo stesso discorso vale per Chumley. Zane, invece, non lo farebbe mai! Se c'era qualcosa di urgente che voleva riferirmi, sarebbe venuto direttamente qui, nonostante la promessa che ho fatto a Noriko. Non riesco proprio a capire chi possa essere...” pensò la giovane, mentre continuava a rileggere il messaggio contenuto nella busta.
-Non dovrei andare all’appuntamento, ma sono curiosa di sapere chi è…
“Forse dovrei avvisare Yusuke… No, meglio di no! Finirebbe con il preoccuparsi e insisterebbe ad accompagnarmi. Non posso fare affidamento su di loro per qualsiasi problema! Forse Noriko ha ragione; forse sono egoista e non mi rendo conto di tutti i problemi che creo loro… Non voglio coinvolgerli più! Non sarebbe giusto nei loro confronti… Continuano a preoccuparsi per me e a seguirmi nei miei capricci, sebbene non faccia che cacciarmi nei guai. A partire da quella storia con Makoto... Se non fossi una stupida capricciosa ed egoista, Zane non sarebbe stato picchiato! Se li avessi ascoltati fin da subito, non sarebbe successo niente di tutto quello! Sono solo una bambina capricciosa...”
Yomi rilesse ancora una volta la lettera, indecisa sul da farsi. Poi si voltò verso la sveglia che si trovava sul comodino, vicino al letto. Segnava le 9:45.
“Manca circa un quarto d’ora… Non ho molto tempo per decidermi! Se fosse una trappola, metterei di nuovo in difficoltà i ragazzi. Ma se fosse qualcosa di importante? Inoltre, anche se fosse una trappola, cosa mai potrebbe succedermi? Posso sempre difendermi, no? Non ho nemmeno bisogno  di duellare per farlo...”
-Ho deciso! Vado…-fece, dopo qualche secondo, appoggiando la lettera sulla scrivania. Poi si avvicinò alla finestra, la spalancò, salì sul balcone e saltò di sotto. Atterrò delicatamente sul terreno, leggermente bagnato per l’umidità della sera, si sistemò la gonna e si avviò verso il luogo dell’appuntamento, cercando di fare meno rumore possibile, per non destare gli altri studenti del piccolo dormitorio.
Giunse al promontorio in perfetto orario. Arrivata là, iniziò a guardarsi intorno, alla ricerca del mittente della lettera, ma, oltre a lei, non c’era anima viva. Aspettò per qualche minuto, senza risultato.
Ormai si era già decisa a tornare indietro, quando sentì un rumore di passi avvicinarsi alle sue spalle. Si voltò e, con sua grande sorpresa, si trovò di fronte proprio la rappresentante del dormitorio femminile.
-Noriko…-commentò Yomi, cercando di mascherare la propria sorpresa. Non si aspettava di trovare proprio la ragazza dai capelli neri come la notte. E il solo fatto di averla di fronte, non le piaceva.
-Sapevo che saresti venuta…
-Cosa vuoi ancora da me?
-Voglio vendicarmi…-fece l'altra, pacatamente, come se fosse la risposta più ovvia del mondo.
-Vendicarti?! E perché?!
-Tu non te lo ricordi?
-Ricordarmi cosa? Non ti capisco, parla chiaro!-esclamò, stufa, la matricola.
-Ovvio che non ti ricordi! Un demone non perde tempo a ricordare i nomi delle proprie vittime!
-Ma che stai dicendo?!
-A quante persone hai fatto del male? Quante ne hai mandate in ospedale, prima che tu fossi soddisfatta?!
-Tu come fai a saperlo? Chi te l’ha detto?!
-E’ davvero così strano che lo sappia?-chiese Noriko, sorridendo.
-Chi è stato?!-insistette l'altra, al limite della sopportazione.
-Nessuno che valga la pena di nominare! Tanto non ti ricorderesti di lui; non avrebbe senso parlartene. Piuttosto, l’altro giorno mi hai sorpresa! Non credevo che avresti mantenuto la tua parola…
-Perché non avrei dovuto? Una scommessa è una scommessa…
-Già, è vero…-mormorò l’altra, avvicinandosi leggermente. Yomi fece qualche passo indietro, inconsciamente. Poi si bloccò di colpo. Si era appena ricordata che si trovava sul promontorio e la scogliera finiva giusto pochi metri da lei. Se non stava attenta rischiava di cadere e farsi male. O peggio morire.
-Chissà quanti metri sono…-fece Noriko, indicando lo strapiombo con un cenno del capo.
-Cosa vuoi da me?-chiese la studentessa del primo anno, continuando a guardare con la coda dell'occhio il mare sottostante.
-Immagino che se qualcuno cascasse da un’altezza del genere, morirebbe. Saranno una decina di metri, ma il fondale non è molto alto e ci sono gli scogli. Se sei fortunato, forse ne potresti uscire con qualche osso rotto…-continuò l’altra, avvicinandosi sempre di più. Yomi fece un altro passo indietro, intimorita. Non le piaceva lo sguardo cinico dell’altra studentessa e non le piaceva essere così vicina al bordo della scogliera.
-Non so perché tu ce l’abbia tanto con me, ma non credi di esserti vendicata a sufficienza? Mi hai sconfitta e umiliata, mi hai costretta a rinunciare ad un amico e-
-Amico? Tu lo consideri davvero un amico?-fece Noriko, cercando di trattenersi dal ridere.
-Cosa dovrebbe essere?
-Sei patetica! Ma ormai non ha più importanza… Il Kaiser sarà mio soltanto e tu soffrirai per tutto quello che hai fatto!
-Tuo?! Stai scherzando, vero? Non è un oggetto e non puoi costringerlo a fare quello che vuoi!
-Invece posso! E se non ci credi, lo vedrai con i tuoi occhi.-disse l’altra, pacata. Poi fece qualche altro passo in avanti. Yomi lanciò un rapido sguardo alle sue spalle. Non poteva arretrare di più. Ormai era a meno di due metri dallo strapiombo e non voleva rischiare di cadere. Si voltò di nuovo verso la rappresentante, cercando con lo sguardo una via d’uscita.
-E’ inutile che ti guardi intorno… Non hai via di scampo!
-Non vorrai mica spingermi di sotto?-fece la ragazza del primo anno, continuando a mascherare la sua preoccupazione. La situazione si stava mettendo sempre peggio e non sapeva cosa fare per togliersi dall'impiccio.
-No, purtroppo mi servi viva… Voglio che tu sia la causa della sua rovina!
-Parli di Zane?
-Rovinerò tutto ciò che hai di più caro! Le tue amicizie, la tua vita, la tua intera esistenza, tutto quanto!
-Tu non sei normale!-esclamò Yomi, sempre più confusa. Ormai, non riusciva più a seguire i discorsi dell'altra e non capiva perchè ce l'avesse tanto con lei.
-Sentiamo! Tu lo saresti?
-...
-Sarai odiata da tutti; persino quelle persone che consideri degli amici ti volteranno le spalle! L'unica cosa che voglio è vederti soffrire come hai fatto soffrire me! Anzi, di più!
-Stai dicendo un monte di assurdità! Io non ti ho fatto niente!
-Invece sì! E la pagherai cara!-esclamò Noriko, avvicinandosi sempre più minacciosa. Yomi non poteva più arretrare e non sapeva come fare per affrontare la rappresentante.
-Sono sicura che sarà disposto a tutto pur di salvarti…-continuò la ragazza, afferrando la matricola per un braccio e spingendola a terra. Yomi si rialzò quasi subito e provò ad allontanarsi verso la foresta, ma non ci riuscì. La vista le si offuscò all’improvviso e i rumori si fecero più ovattati.
-Ma che…-mormorò la studentessa del primo anno, poco prima di accasciarsi in terra, priva di sensi.

***

Zane aveva appena finito di fare la doccia e stava per indossare la tuta, quando sentì bussare alla porta della sua camera. Si mise un asciugamano intorno alla vita e si affacciò alla porta, ma non vide nessuno; il corridoio era deserto. Sul pavimento, però, c’era una busta da lettere. Il ragazzo la raccolse e richiuse la porta alle sue spalle. Si avvicinò al letto, scrutando l’oggetto, alla ricerca di un mittente. Non c’era scritto nessun nome, ad eccezione del suo. Anche la calligrafia non gli diceva niente. L’aprì, curioso di sapere cosa fosse e cosa contenesse.
Non appena l’aprì, una fotografia cadde sul pavimento. L’Obelisk la prese per osservarla meglio e, non appena riconobbe la persona ritratta, la sua espressione cambiò di colpo.
“Non può essere! Deve essere uno scherzo di pessimo gusto!” pensò, mentre estraeva velocemente la lettera che era ancora dentro alla busta. La aprì e lesse velocemente il breve messaggio.
-“Se non vuoi che le succeda qualcosa di spiacevole, vieni immediatamente al promontorio vicino al dormitorio Slifer e porta con te il dueling disk”…
Riguardò la foto allegata. Era stata scattata da poco e la ragazza della fotografia sembrava parecchio nervosa e irritata. Sembrava addirittura che stesse imprecando contro colui o colei che l’aveva fotografata.
-Accidenti… Deve sempre cacciarsi nei guai! Possibile che non riesca a starsene buona?-disse, mentre continuava a fissare il pezzo di carta che stringeva in mano.
"Ma chi voglio prendere in giro… Non è colpa sua! E’ una testa calda, ma alla fine non ha mai fatto niente di sbagliato… La colpa è mia; se finisce in queste situazioni è soprattutto colpa mia! Makoto ha tentato di farle del male perché io non sono stato capace di superare le mie ridicole fobie per denunciarlo a Sheppard e non sono stato capace di mettere da parte l’orgoglio per chiederle scusa. Anche questa situazione è colpa mia! Io non sono stato sincero con lei, ho pensato che sarebbe stato meglio far finta di niente, ma alla fine è stata lei a pagarne le conseguenze… Solo perchè avevo di nuovo paura!”
-Maledizione! Come posso pensare di proteggerla, se sono il primo a metterla nei guai?!
Rimase qualche altro secondo a guardare l’immagine, poi si vestì velocemente, prese il deck e il dueling disk ed uscì di corsa dalla stanza, diretto verso il luogo dell’appuntamento.
Stava varcando il portone del dormitorio Obelisk, quando si sentì chiamare alle spalle. Si voltò e vide Yusuke, con un’espressione tra il terrorizzato e il preoccupato.
-Zane! Grazie al cielo ti ho trovato!-fece il ragazzo dai capelli verdi, avvicinandosi di corsa all’amico.
-Cos’è successo?
-Credo che sia nei guai! In camera di Atticus non c’è, la finestra era aperta e sulla scrivania ho trovato questa…-disse l’altro, tra un sospiro e l'altro, porgendo al Kaiser una lettera. Zane la lesse velocemente, poi, come se niente fosse, si voltò ed uscì dall’edificio.
-Aspetta!-esclamò l’altro, andandogli dietro e bloccandolo per un braccio.
-Non c’è un minuto da perdere!-protestò l’altro studente.
-Ma dobbiamo cercarla!
-So dov’è!
-Davvero?-fece Yusuke, sorpreso. Zane gli mostrò il contenuto della lettera che aveva trovato fuori dalla porta.
-E’ colpa mia…-mormorò poi.
-Zane…
-Io vado a salvarla…
-Va bene, io cerco Atticus e ti raggiungiamo subito!
Zane fece un cenno d’assenso con la testa e si separò dall’amico, dirigendosi di nuovo verso il luogo dell’appuntamento.
Una volta giunto là, si trovò di fronte la ragazza del terzo anno, dai capelli lunghi fino alle spalle e scuri come la notte, che sembrava lo stesse aspettando. Insieme a lei c’erano altri due studenti che l’Obelisk conosceva abbastanza bene: Jonouchi Goruden e Eichi Homura, il rappresentante del dormitorio rosso.
“Dovevo immaginare che ci fosse il loro zampino… Jonouchi non ha mai digerito il fatto che Yomi l’avesse sconfitto e Eichi ha perso credibilità dopo che Makoto è stato espulso. Ma non credevo che fossero disposti a tanto! E Noriko sta decisamente esagerando…” pensò Zane, mentre si avvicinava al gruppetto. I due studenti erano in piedi a pochi passi dallo strapiombo, la ragazza del terzo anno, invece, si trovava un po’ più distante, verso il centro della piccola radura.
-Bastardi! Lasciatemi immediatamente!- strillò una voce acuta.
-Yomi!-fece Zane, avvicinandosi di qualche altro passo. La matricola era stesa in terra, sul bordo del precipizio, con braccia e gambe legate da una corda, affinché non potesse scappare.
-Lasciatela andare!-esclamò poi, rivolgendosi ai due studenti del terzo anno.
-Perché dovremmo?-fece Jonouchi, giocherellando con i capelli castani dell’ostaggio.
-Non toccarmi i capelli, razza di stronzo!-protestò la Obelisk. Il ragazzo del dormitorio giallo, per tutta risposta, tirò con decisione una ciocca di capelli, facendo gemere la matricola dal dolore.
-Fai la brava, mocciosa!-disse poi, continuando a tirarle i capelli.
-Lascia andare i miei capelli! Lasciali!
-Se non fosse per il tuo pessimo carattere, avresti anche una faccetta carina…-commentò Jonouchi, strizzando le guance della ragazza.
-Se le fate qualcosa, la pagherete cara!-esclamò Zane, rivolgendosi ai due studenti.
-Se proprio ci tieni a salvarla, duella contro di me!-esclamò Noriko, avanzando di qualche passo verso il giovane.
-Sei stata tu ad organizzare tutto?
-Si tratta solo di una piccola vendetta personale…
-Credevo di essere stato chiaro; non hai alcun diritto di mettere bocca nei miei affari!
-Povero Zane! Pensi davvero che riguardi solo te? Lei deve pagare per tutto quello che ha fatto e io avrò quello che mi spetta di diritto!
-Zane, non farlo!-fece Yomi, cercando di mettersi in ginocchio.
-Perché non collabori e te ne stai buona in un angolo?-disse Eichi, dandole una spinta con il piede e facendola cadere di nuovo in terra.
-Perché non te ne vai un po' al diavolo?!-gli rispose Tomi, accompagnando il tutto con una serie di improperi.
-Noriko, lasciala andare e duellerò contro di te!-fece Zane, rivolgendosi alla rappresentante.
-Non se ne parla! Se vuoi salvarla, prima dovrai duellare contro di me. E ti conviene deciderti in fretta, o potrebbe essere troppo tardi!-esclamò Noriko, accompagnando il tutto con un segnale della mano.
Jonouchi fece un cenno d’assenso con la testa, poi diede una leggera spinta alla ragazza, facendola cadere all’indietro, dal promontorio. Il volto del Kaiser sbiancò di colpo. Non ebbe nemmeno il tempo di urlare il nome dell’amica. La vide sparire di sotto nel giro di pochi secondi. Nemmeno Yomi riuscì ad urlare; l’unica cosa a cui riuscì a pensare era a quanto si sarebbe fatta male, una volta finita in acqua.
"Farà male... Me lo sento!" pensò la studentessa del primo anno, mentre precipitava in acqua.
-Yomi!-urlò Zane. Poi, corse subito sul bordo dello strapiombo, si inginocchiò e si affacciò di sotto. La sua espressione di terrore si allentò un po’. La studentessa era ancora appesa alla corda, pochi metri sotto di lui, con le gambe penzoloni.
-Grazie al cielo…-mormorò, sorridendo leggermente all’amica, terrorizzata dal salto che aveva appena fatto.
-Noriko! Sei una bastarda! Questa me la paghi! Capito?!-esclamò Yomi, inveendo nei confronti della rappresentante di dormitorio.
-Come vedi non hai alcun motivo di preoccuparti! La tua amica è ancora viva e sta bene… Almeno finchè la corda regge!-fece Noriko, voltandosi verso l’altro Obelisk.
-Lasciala andare!
-Come ho già detto, prima dovrai duellare… Se vinco, però, dovrai fare quello che voglio; se perdo, lascerò in pace Yomi, per sempre…
Zane si voltò verso l’amica, che era appesa sopra le acque scure dell’oceano.
“Devo salvarla… Non ho altra scelta! Anche se riuscissi a salvarla da questa situazione, non ho garanzie che non cerchi di farle di nuovo del male. Se la sconfiggo, dovrà lasciarla in pace per sempre...”
-Va bene…
-Non farlo!-fece Yomi.
-Non preoccuparti… Non posso perdere!-le rispose l’Obelisk dai capelli blu. Poi si avvicinò al centro della radura e si posizionò di fronte all’altra studentessa.
I due sfidanti sistemarono i dueling disk e diedero il via al duello.
-Se non ti dispiace inizio io!-esclamò Noriko, pescando la sua sesta carta. -Posiziono un mostro coperto, poi metto due carte coperte, e termino il mio turno.
-Zane!-fece una voce maschile alle spalle dell’Obelisk. Il Kaiser si voltò e vide i due amici ai margini della radura, con il fiato corto per la corsa che avevano fatto.
-Yomi è appesa ad una corda, proprio sopra il dirupo...-disse loro il duellante, indicando la scogliera e gli altri due studenti del terzo anno. Atticus si avvicinò velocemente e si affacciò di sotto.
-Voi siete pazzi!-esclamò poi, rivolgendosi verso Jonouchi e Eichi.
-Vi conviene starvene buoni e guardare il duello…-gli rispose lo Slifer.
-Non ci penso nemmeno! Avanti, spostatevi!
-Non se ne parla! Nessuno può avvicinarsi, finchè il duello tra Noriko e il Kaiser non è terminato.-disse Eichi, sistemandosi con un gesto della mano gli occhiali da vista sul naso.
-Vi rendete conto che rischia di morire?! State giocando con la vita di una persona!-fece Yusuke, al colmo della rabbia.
-E con questo?
-Spostatevi!
-No. Ma se preferisci possiamo duellare un po'…-fece il rappresentante del dormitorio rosso.
“Non hanno intenzione di cedere… Dovremmo cercare di chiudere il duello il più in fretta possibile!” pensò Yusuke, guardando prima la corda a cui era appesa l’amica e poi Atticus.
-Non credo che abbiamo molta scelta… Atticus, cerchiamo di vincere in fretta e andiamo a salvare Yomi!
-Non me lo faccio ripetere due volte!-fece il castano, seguendo l'esempio dell'amico e accendendo il dueling disk. Anche i due avversari fecero altrettanto e diedero il via al duello a coppie.
Nel frattempo, la rappresentante aveva concluso il suo turno e stava aspettando pazientemente che l’avversario facesse la sua mossa.
-Se vuoi salvarla, ti conviene sbrigarti a vincere…
-Ti accontento subito… Evoco “Cyber drago”, poi attivo “Polimerizzazione” e lo fondo con l’altro “Cyber drago” che ho in mano, per evocare “Cyber drago gemello”!
Il mostro a due teste comparve sul terreno, più minaccioso che mai.
-Avanti, attacca!-esclamò l'Obelisk del secondo anno, indicando il mostro coperto.
Il mostro coperto di Noriko, venne distrutto, ma non prima di scoprirsi e attivare il suo effetto. Si trattava di un cane, dal pelo corto e bianco, che indossava una specie di armatura canina.
-Attivo l’effetto di “Ryko, cacciatore fedele della luce”, grazie al quale posso distruggere una carta sul tuo terreno. E io scelgo il tuo “Cyber drago gemello”!
-Mi dispiace, ma attivo la carta magia “Defusione”, con la quale riporto sul campo i due “Cyber drago usati e annullo il tuo effetto…
Al posto della creatura a due teste, comparvero due cyber draghi, ciascuno con 2100 punti di attacco.
-Poco male! Si attiva l’altro effetto di “Ryko”, che mi permette di mandare le prime tre carte del deck al cimitero…-disse la ragazza, mentre spostava le prime tre carte.
-Non importa, perché i miei due draghi possono attaccarti direttamente. E sono sufficienti per chiudere subito il duello!-esclamò l’altro, lanciando i due mostri all’attacco.
-Attivo la mia carta trappola “Annulla attacco”! Per questo turno non potrai farmi niente…
Li due draghi meccanici furono costretti a tornare al loro posto dalla carta trappola. Zane fissò per qualche secondo il campo da gioco e la propria mano, poi si voltò verso la scogliera, dove era appesa l'amica.
"Devo sbrigarmi..."
-Attivo la carta magia “Differente capsula dimensionale”, con la quale rimuovo dal gioco una carta. Alla mia seconda fase di attesa, posso aggiungere la carta rimossa alla mia mano. Poi, termino il mio turno…
-Complimenti! Non mi aspettavo niente di meno dal Kaiser del dormitorio blu! La tua fama di duellante non ti rende giustizia, sai? Tu sei molto più forte di quello che si dice in giro…
-Se non fosse per il fatto che hai rapito una mia cara amica e l’hai appesa sopra un precipizio, potrei  affermare di essere onorato di sentirtelo dire…
-Continuo a non capire come tu possa essere interessato ad una come lei...-commentò Noriko.
-Non sono cose che ti riguardano...
-Sto solo cercando di salvarti!
-Ti ripeto che non sono cose che ti riguardano...
-Tu la ami, non è vero?-continuò la rappresentante.
-No…
-Invece è così! Ti ho sentito mentre ne parlavi con Yusuke…
-...
-Continuo a non capire cosa tu possa trovare in un mostro come lei!
-Yomi non è un mostro. La tua è solo invidia!
-Non è un mostro?! E cosa sarebbe, sentiamo?!
-Non ho tempo da sprecare. Muoviti a fare la tua mossa.
-Abbiamo fretta, per caso?-commentò l’altra, con una piccola nota di sarcasmo.-Pesco! Evoco “Jain, paladino fedele della luce” ed attivo una carta magia, “Carica della brigata della luce”, che mi permette di mandare le prime tre carte al cimitero ed aggiungere un mostro di livello 4 o inferiore alla mia mano. Vediamo cosa potrei aggiungere…
Noriko scelse la carta e la aggiunse a quelle che aveva in mano.
-A questo punto, attacco un tuo “Cyber drago” e, grazie al suo effetto, "Jain" guadagna 300 punti di attacco, che gli permettono di distruggere il tuo mostro.
-In questo modo, però, anche il tuo paladino viene distrutto, dato che hanno gli stessi punti di attacco…-commentò il Kaiser.
Proprio come aveva detto il ragazzo, entrambi i mostri vennero distrutti dall’attacco e nessuno dei due duellanti subì danno.
-Se fossi in te non ne sarei così sicuro! Attivo la carta coperta “Chiamata del posseduto”, grazie alla quale evoco dal cimitero il mostro appena distrutto. Poi termino il mio turno, ma non prima di aver attivato l’effetto di “Jain” e aver mandato le prime due carte al cimitero.
-Pesco…-fece Zane.
"Sono sicuro che abbia già mostri sufficienti per evocare il suo drago. Devo chiudere il duello il prima possibile o potrei non farcela a vincere. E non posso aspettare ancora!" pensò, spostando la sua attenzione sulle carte che aveva in mano.
-Evoco “Proto-cyber drago”, poi attivo la carta magia “Unità generatrice di fotoni” e sacrifico i miei due draghi, per evocare “Cyber drago laser”.
I due mostri metallici lasciarono il terreno, per far posto alla loro versione evoluta, dalla cui coda poteva sparare un raggio laser.
-Attivo anche la carta magia “Mostro resuscitato” con la quale evoco un “Cyber drago” che si trova al cimitero. Adesso uso il mio “Cyber drago” per attaccare “Jain” e questa volta l'effetto del tuo mostro non potrà attivarsi!
Il paladino dall’armatura bianca, infatti, venne distrutto dall’attacco del drago meccanico, senza nemmeno poter respingere l'attacco.
-Adesso posso attaccarti direttamente! Vai, “Cyber drago laser”!
Il drago evoluto si preparò all'attacco e lanciò un raggio laser, dritto sulla studentessa, che subì in pieno il colpo. I LP di Noriko scesero di colpo a 1300.
-Posiziono una carta coperta e termino il mio turno…-concluse il Kaiser.
-Tocca a me!-esclamò la ragazza, pescando una carta.-Attivo la carta magia “Mostro reincarnato”, scarto una carta ed aggiungo un mostro dal cimitero alla mia mano…
“Sono sicuro che sia “Drago del giudizio”. E’ l’unico mostro che ha che non deve stare al cimitero! Deve esserci finito con gli effetto di “Ryko” o “Jain”… Questo significa che ha già quattro mostri per poterlo evocare!” pensò Zane, scrutando attentamente le mosse dell’avversaria.
-Mi spiace Zane, ma il nostro duello si chiude qui! Adesso evoco, tramite evocazione speciale, “Drago del giudizio”, poi attivo il suo effetto e, pagando 1000 LP, posso distruggere tutte le carte sul terreno!
-Non cantare vittoria! Immaginavo che lo avresti evocato così presto, perciò ho preso le giuste precauzioni. Attivo la mia carta coperta, “Dispositivo di salvataggio obbligatorio”, con il quale riporto nella mia mano il “Cyber drago” che si trova sul mio terreno ed impedisco la sua distruzione…
L’altro drago meccanico venne distrutto, così come tutte le altre carte che si trovavano da entrambi i lati del terreno.
-Fai come credi! Ma adesso posso attaccarti direttamente!-esclamò Noriko, lanciando il suo drago bianco all'attacco. I LP dell’Obelisk scesero a 1000; la differenza tra i due era solo di 700 LP.
“Noriko ha solo due carte in mano e, oltre al suo drago, non ha nient’altro sul terreno. Con quella carta, posso vincere il duello in fretta…” pensò il ragazzo, voltandosi verso i due amici. Erano  ancora alle prese con il loro duello e sembrava che avessero incontrato qualche difficoltà contro i due giovane del terzo anno.
-Tocca a me! Pesco… Si attiva l’effetto di “Differente capsula dimensionale” e posso aggiungere la carta che avevo rimosso alla mia mano. A questo punto attivo “Mostro reincarnato”, scarto una carta ed aggiungo un mostro dal cimitero. Poi attivo “Vincolo di potere” e fondo i miei tre “Cyber draghi”, così da poter evocare “Cyber drago finale”. Grazie a “Vincolo di potere” i suoi punti di attacco vengono raddoppiati…
Il drago meccanico alato comparve sul terreno, insieme alle sue tre teste, pronto a dare battaglia e distruggere il drago bianco della rappresentante.
-Hai evocato il tuo mostro più forte…-commentò Noriko, pacata. Non sembrava preoccupata dagli 8000 punti di attacco del mostro dell’avversario.
-Non avresti dovuto cercare di farle del male…
-Sei sicuro di volere attaccare?-chiese la ragazza, indicando il suo mostro.
-Cosa intendi dire?-chiese l’altro, sospettoso. Aveva la sensazione che l’avversaria non fosse minimamente preoccupata per la situazione in cui si trovava e la cosa lo turbava parecchio.
La studentessa, per tutta risposta, estrasse un dispositivo dalla tasca della divisa e lo mostrò all’Obelisk, compiaciuta.
-Cos’è quello?
-Un telecomando… Se mi attacchi, la mocciosa finirà in fondo all’oceano!
-Stai scherzando?!
-Mai stata più seria! Mi basta premere questo pulsante per tagliare la fune a cui è legata e farla precipitare…
-…
-Sei ancora convinto di volermi attaccare?
-Tu non sei umana…
-Esattamente come non lo è la ragazza che ti piace tanto... Allora, hai deciso oppure no?
“Potrebbe essere un bluff, ma non voglio rischiare… Non ho altra scelta! Non voglio che le succeda qualcosa…”
-Va bene, hai vinto… Termino il mio turno.
Per effetto di “Vincolo di potere”, i LP dello studente scesero a zero. Noriko scoppiò in una risata isterica, fiera di aver usato metodi discutibili per ottenere quello che voleva.
-Adesso lasciala andare!-fece l’Obelisk, rivolgendosi alla rappresentante.
La ragazza si voltò verso lo Slifer e il Ra e fece loro segno di interrompere il duello e di allontanarsi. Yusuke e Atticus, non appena i due avversari si ritirarono, si avvicinarono alla corda e si sbrigarono a tirare su l’amica e slegare i nodi che le tenevano bloccate le braccia e le gambe.
-Stai bene?-chiese Atticus, non appena la ragazza fu libera.
-Sì…-mormorò Yomi.
-Ne sei sicura? Forse dovresti farti vedere dalla signorina Fontaine...-fece il Kaiser, che nel frattempo si era avvicinato agli amici.
-Razza di cretino! Perché hai scelto di perdere?! Non ce n'era alcun bisogno!-esclamò la matricola.
-Mi dispiace, scommetto che ti sei spaventata…-continuò l’altro, inginocchiandosi di fronte alla studentessa.
-Perché l’hai fatto?! Sei un’idiota, Zane!
-Mi dispiace…-disse Zane, abbracciandola improvvisamente. Yomi arrossì, ma non protestò, né cercò di allontanarlo.
-Non dovevi perdere! Non avresti dovuto farlo! Per una come me, poi…
-Non avevo altra scelta…
-Ma che scenetta commovente! Siete veramente patetici!-esclamò Noriko alle loro spalle. Sembrava contenta di ciò che aveva appena fatto.
-Cos’altro vuoi?! Non sei soddisfatta?!-esplose Yusuke, nero dalla rabbia. Non era da lui scaldarsi così tanto.
-Avevamo una scommessa, ricordi?-continuò la ragazza, ignorando l’Obelisk dai capelli verdi e rivolgendosi al Kaiser.
-Certo…-le rispose il giovane, scostandosi leggermente dall’amica e voltandosi verso la studentessa del terzo anno.
-Dovrai essere il mio ragazzo e, se non vuoi che le accada qualcosa, ti conviene non rifiutarti…
-Tu sei pazza!-protestò Yomi, alzandosi in piedi e protendendosi verso la rappresentante...
-Taci! Non accetto di essere contraddetta da un essere come te!-fece l’altra, alzando la voce.
-Pensi davvero che accetterà?!
-Perchè non dovrebbe?! Mi sembra di averti già detto che è disposto a fare di tutto per te...
-Digli che non lo farai!-esclamò la matricola, voltandosi verso il Kaiser.
-Lascia perdere…-commentò Zane, alzandosi anch'esso in piedi e mettendo una mano sulla spalla dell'amica.
-Non puoi accettare!
-Non preoccuparti, per me non è un problema…
Noriko sorrise compiaciuta, poi lanciò uno sguardo soddisfatto alla rivale e si allontanò, verso il dormitorio femminile, seguita dagli altri due studenti che erano rimasti in disparte ad osservare la scena.
-Perchè hai accettato?!-esclamò Yomi, non appena rimase da sola con i tre amici.
-Va bene così...-mormorò il Kaiser.
-No, non va bene! Non puoi fare quello che vuole!
-Io non la amo e questo non potrà mai cambiare. Nemmeno se mi costringesse.
-Non è quello il problema...
-Troverò un modo per risolvere la faccenda. Abbi fiducia...-disse Zane, scompigliando i capelli della ragazza. Poi, rivolgendosi verso i due amici, aggiunse:
-Sono sicuro che Noriko non permetterà che parliamo più di tanto e per ora non posso ribellarmi. Perciò, mi raccomando, datele un'occhiata anche per me...
Detto questo, l’Obelisk si avviò verso il dormitorio blu, lasciando i tre amici sul promontorio.
-Razza di idiota! Perchè deve trattarmi come se fossi una bambina?! Io posso cavarmela anche da sola...
-Yomi...-mormorò Yusuke.
-Accidenti! È colpa mia! Se solo non avessi perso contro Noriko, tutto questo non sarebbe successo!-esclamò la ragazza, tirando un pugno al tronco di uno degli alberi che si trovavano lì intorno. Sentiva il bisogno di scaricare la rabbia su qualcosa, prima che i suoi poteri potessero prendere il sopravvento e fare del male a qualcuno.
"Sono una stupida... Non faccio altro che creare problemi a tutti! Sopratutto a lui..."
-Zane troverà un modo per uscire da questa situazione e tornerà tutto come prima! Ne sono sicuro!-esclamò Atticus, sorridendo fiducioso. Stava cercando di tirare su di morale l'amica. Non voleva che si sentisse la causa di quello che era successo e non voleva che finisse con il farsi del male.
-Atticus...-commentò la giovane.
-Atticus ha ragione! Zane è in gamba; affronterà di nuovo Noriko e sistemerà questa faccenda...-fece Yusuke, sorridendo anch'esso.
"Spero davvero che ci riesca, ma ho una brutta sensazione..." pensò la ragazza, spostando lo sguardo dai due amici alla sua mano paonazza per il pugno."Se non dovesse riuscirci, io cosa dovrei fare?"

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Capitolo 24
*** Capitolo 24- La prima rivale ***


Capitolo 24- “La prima rivale

 

Erano trascorsi alcuni giorni da quando Zane era stato costretto a perdere il duello contro Noriko, per salvare la vita dell’amica del primo anno. Da quel momento non era più riuscito a parlare con i due amici; ogni volta che cercava di rimanere solo con i due, compariva la rappresentante del dormitorio femminile che, con una scusa, lo portava via. Per quanto riguardava Yomi, l’Obelisk dai capelli blu aveva deciso di smettere di vederla, per non coinvolgerla ulteriormente e non metterla di nuovo in pericolo. Prima voleva trovare un modo per risolvere la questione con Noriko.
Quel giorno l’Obelisk stava camminando da solo lungo i corridoi, quando fu contattato dal cancelliere che voleva parlargli urgentemente.
-Puoi venire un attimo nel mio ufficio?-fece l’uomo, dal piccolo schermo del palmare.
-Non c’è problema…
-Perfetto!-esclamò Sheppard, prima di chiudere la comunicazione.
“Spero che non sia successo niente di grave… E spero che Yomi non sia coinvolta!” pensò il giovane, mentre saliva le scale, per dirigersi nell’ufficio del cancelliere. Non appena fu d’avanti alla porta, bussò leggermente e poi entrò, senza nemmeno attendere la risposta.
All’interno della stanza si trovava solo Sheppard, seduto, come sempre, sulla sua poltrona girevole.
-Zane, sono preoccupato…-fece l’uomo non appena vide lo studente.
-E’ successo qualcosa?
-Dovresti essere tu a dirmelo…
-Non capisco a cosa si stia riferendo…-commentò lo studente, a bassa voce.
-Credimi, non è facile parlartene!
-Yomi non si è cacciata in qualche altro guaio, vero?
-Yomi? Ad essere sincero, lei non c’entra assolutamente niente!
-Davvero? Meglio così…
-Per caso, stamani mattina mi è capitato di origliare una conversazione tra due studenti del terzo anno. Ti riguardava molto da vicino…
-…
-In poche parole, sembra che tu sia coinvolto con quello che è successo l'anno scorso a Umiko. Dicono che sei stato tu a spingerla a tentare il suicidio è che stai cercando di fare la stessa cosa...
-È assurdo...
-Non solo… Dicono anche che stai giocando con i sentimenti di Noriko e che non t’interessa realmente. Inoltre, ho sentito dire che sei coinvoltocon in quell'accordo tra il dormitorio blu e quello rosso. Sinceramente sono stupito…
-Lei mi crede se le dico che non è assolutamente vero? Io non farei mai una cosa del genere.
-Sai che mi fido di te... Inoltre, se fosse vero, non avresti avuto alcun motivo di sfidare Makoto, no?
-Io non c'entro niente con quell'acc l'accordo tra i dormitori e, se Yomi non me l'avesse detto, non l'avrei mai saputo.
-Lo so bene.
-Inoltre, non sono stato io a spingere Umiko al suicidio, ma Makoto. La mia unica colpa è stata non essere intervenuto per aiutarla quando era in difficoltà... È l'unica cosa di cui posso essere accusato.
-Non preoccuparti, lo so bene. Infatti non è questo il motivo per cui ti ho fatto chiamare.
-E quale sarebbe?
-Ultimamente girano molte voci, sia sul tuo conto, che su quello di Yomi, e ho paura che possa succedere l'irreparabile. Perciò, vorrei che tu trovassi il colpevole...
-Forse dovrebbe chiedere al Comitato disciplinare...
-No. È una cosa che solo uno studente può risolvere. Inoltre, tu sei uno degli studenti più amati, chiunque sia stato deve serbare un forte rancore nei tuoi confronti. E la lista non è infinita...
-D'accordo, come vuole...
-Ammetto di essermi preoccupato quando ho sentito quelle voci… So che non sei quel genere di ragazzo, perciò ho pensato che ci dovesse essere qualcos’altro sotto.
-Se scopro qualcosa, glielo faccio sapere subito.
Detto questo, l’Obelisk fece un leggero inchino e si voltò verso la porta. Era quasi uscito dalla stanza, quando Sheppard lo richiamò.
-Zane, mi raccomando… Cerca di non cacciarti nei guai!
-Non si preoccupi…
Lo studente del secondo anno uscì dalla stanza.
“Sono sicuro di sapere chi sia l'artefice di tutto questo. Però non credevo che fosse disposto a tanto! Adesso sta esagerando… Non capisco perché si comporti in questo modo, ma se fa qualcosa a Yomi me la paga cara! Devo trovare un modo per risolvere questa situazione, prima che succeda il finimondo. E prima che qualcuno le faccia del male.” pensò il giovane, mentre attraversava di nuovo il corridoio.

***

-Yomi? Ci sei?-fece Yusuke, rivolgendosi all’amica, che era rimasta imbambolata per diversi minuti.
-Eh?
-E’ il tuo turno…-le rispose l’Obelisk, indicandole le carte sul pavimento.
Yomi guardò prima l’amico, poi il campo di gioco.
-Scusami…-mormorò poi, arrossendo leggermente.
-C’è qualcosa che non va?-chiese Atticus, che stava osservando il duello dal letto dell’amico.
-No, niente… Stavo solo pensando…
I tre si trovavano nella stanza di Yusuke. Era domenica pomeriggio e, nonostante la bella stagione invitasse ad uscire e trascorrere un po’ di tempo all’aria aperta, i due Obelisk avevano deciso di trascorrere il pomeriggio all’interno del dormitorio, per tenere compagnia all’amica. Yomi sembrava non aver superato ancora la sconfitta contro Noriko e non sembrava avere molta voglia  di uscire. Inoltre, da quando avevano iniziato a girare le voci sul conto di Zane, aveva iniziato a subire minacce. Quella mattina era persino giunta alle mani con un gruppo di Obelisk del secondo anno e, come ricordo, portava un bel livido violaceo sullo zigomo destro. L'avevano accusata di essere la respresponsabile di tutte quelle voci e le avevano sferrato un pugno, affinchè "imparasse a portare rispetto alle altre persone". La matricola non aveva nemmeno cercato di difendersi; aveva subito il colpo, poi se ne era andata, come se niente fosse. Yusuke e Atticus si erano preoccupati ed avevano deciso che era meglio rimanersene buoni all'interno del dormitorio dell'elitè.
-Ultimamente ti comporti in modo strano, sai?-fece il dongiovanni, protendendosi verso l’amica.
-Davvero? Non me n’ero accorta…
Yusuke e il castano si guardarono per qualche secondo, incerti su cosa rispondere.
-E’ per via di Zane, vero?-fece Yusuke.
-Questa storia non lo riguardava; non è giusto che sia finita così!
-Da quando Noriko l’ha costretto ad essere il suo ragazzo, non riusciamo nemmeno a parlarci…-commentò l'Obelisk dai capelli verdi.
-Quella ragazza è veramente perfida…-gli fece eco Atticus.
-Mi verrebbe voglia di prenderla a sberle!-esclamò Yomi.
-Cerca di controllarti…
-Non m’interessa se vuole fare del male a me, ma non riesco a perdonarla per quello che sta facendo a Zane!-fece la ragazza, voltandosi verso l'amico castano.
-Quelle voci che girano sul suo conto... Sono sicuro che sia stata Noriko a metterle in giro, sebbene cerchi di far ricadere la colpa su di te.-commentò il dongiovanni.
-Io credevo che a Noriko piacesse Zane… Non capisco perché voglia distruggere la sua reputazione…
-Forse non è mai stata interessata a lui…-fece Yomi, continuando a fissare le carte che aveva in mano.
-Ne sei sicura?-chiese Yusuke.
-Ma non si è dichiarata?-fece il castano.
-E se avesse mentito?
I due Obelisk si guardarono.
-Cosa te lo fa pensare?-chiese il giovane dai capelli verdi.
-Me l’ha detto Yuki…
-Yuki? E chi sarebbe?-chiese l’altro Obelisk, confuso. Era la prima volta che sentiva quel nome e non capiva chi potesse essere.
-E’ uno spirito di Duel Monster…-si affrettò a rispondere l’amico. Poi, rivolgendosi alla ragazza, disse:
-Ne sei sicura?
-Yuki di solito non si sbaglia su queste cose. Quando qualcuno mente, lui è in grado di capirlo. Secondo lui, ha mentito per tutto il tempo… Anche durante il duello.
-E perché avrebbe dovuto?
-Non lo so…-rispose Yomi, scuotendo la testa.
Yusuke guardò prima la ragazza, poi Atticus.
-Posso chiederti una cosa?-fece poi, rivolgendosi all’amica.
-Una cosa?
-Sinceramente, cosa provi per Zane?
La Obelisk rimase a bocca aperta, con le carte in mano e lo sguardo puntato sull’altro studente.
-Che domande…
-Ti piace, vero?-insistette Atticus.
-Perché dovrebbe? E’ odioso e insopportabile…
-Sei un’ipocrita, sai?-fece Yusuke, raccogliendo le carte sparse sul pavimento ed alzandosi in piedi.
-Non vuoi finire il duello?-chiese la ragazza, sorpresa.
-Non voglio duellare con un’egoista…
-Ehi! Si può sapere cosa ti prende adesso?!-esclamò l’altra, innervosita dall’atteggiamento del giovane dai capelli verdi.
-Scusami, ma non riesco a sopportarti quando fai così! Sei una stupida! Tu gli vuoi bene, molto più che a noi, e non vuoi dirglielo… Perché?!
-Hai frainteso…
-No, non ho frainteso e lo sai! Inoltre, lui è innamorato di te e tu sai anche questo! Perché non gli hai detto niente?
-Perché dovrei farlo?
-Sei innamorata di lui, vero?
-Non lo so… So solo che non sopporto l’idea che stia con quella!
-Che carina! Sei gelosa!-si intromise Atticus, sogghignando.
-Non è vero!
-Siete più simili di quanto pensassi…-commentò Yusuke.
-Comunque non ha importanza! Non posso dirgli nulla… Nessuno dovrebbe avere a che fare con me o finirebbe con il farsi del male… Non voglio che gli succeda qualcosa, perciò è meglio così…
-Allora perchè non rompi qualsiasi tipo di legame?
-...
-La verità è che non riesci più ad allontanarlo da te, vero? Ormai è diventato così importante, che non puoi vivere senza... Ed hai paura di tornare ad essere sola. È per questo che, nonostante continui a dire che ci faremmo del male standoti intorno, non vuoi essere la prima a rompere la nostra amicizia, vero?
-È molto egoista da parte mia...
-Quindi ti sta bene che Noriko continui a sfruttarlo?-chiese Yusuke, dopo qualche secondo di silenzio.
-No, ma non posso fare niente… Non sono forte, non posso sconfiggerla e non posso aiutarlo!
-Invece puoi!
-No, non posso… Non sono forte…
L'Obelisk dai capelli verdi la guardò, senza dire nulla. Non sapeva cosa dirle per convincerla ad avere un po’ più di fiducia in se stessa.
“Zane avrebbe saputo cosa dire… Lui la conosce meglio di me e saprebbe cosa fare, ma adesso non posso chiedergli nulla! Se solo riuscissero a parlarsi...” pensò, guardando l’amica, un po’ preoccupato.
-Perché non vuoi dichiararti?-fece Atticus, come se niente fosse.
-Non voglio, punto e basta.
-Non è che per caso hai paura di avere una relazione con qualcuno?
-No, non è quello… E’ che-
-Che?
La studentessa non rispose. Rimase immobile, con la bocca leggermente aperta e lo sguardo perso nel vuoto.
-Qual è il cognome della rappresentante?-fece Yomi, voltandosi di scatto verso Yusuke.
-Tsukamoto. Perché me lo chiedi?
-Tsukamoto… Non sarà…
-Cosa ti prende?-chiese il castano.
-Devo verificare una cosa! Posso usare il tuo computer?-fece la Obelisk, fissando l’amico dai capelli verdi.
-Sì, ma perché?
-Come ho fatto a non accorgermene prima…-mormorò la ragazza, tra sé e sé, mentre si dirigeva velocemente alla scrivania e prendeva posto davanti al portatile. I due giovani la guardarono armeggiare con la tastiera ed entrare nel database dell’Accademia.
-Eccola…-sussurrò Yomi, mentre apriva la cartella con i dati della rappresentante di dormitorio.
-Cosa stai cercando?-fece Yusuke.
-Voglio vedere da quale città proviene…
-Non credo che lo troverai, comunque, se non mi ricordo male, mi sembra che sia entrata con il test d’ammisione… Se non sbaglio, ha frequentato una scuola media pubblica, mi sembra ad Arakawa...-commentò Atticus, grattandosi la testa.
-Hai ragione, non ha frequentato le scuole medie dell’Accademia. Non proviene da una famiglia ricca, perciò non se lo sarebbe mai potuto permettere…-confermò Yusuke.
-Infatti non c’è scritto. Immagino che siano informazioni riservate…-fece la studentessa, un po’ delusa. Poi, si alzò e si diresse verso la porta della stanza.
-Dove vai?-le fece Atticus.
-Vado a prendere una cosa in camera mia, cioè tua, e torno…
Detto questo, uscì in fretta e furia, facendo sbattere la porta di legno.
-Tu lo sapevi che Zane era innamorato di lei, vero?-fece il castano.
-Era palese… Il modo in cui la guardava era diverso! E anche il modo in cui si comportava… Non l'avevi capito?
-Avevo intuito qualcosa, ma non ne ero sicuro. Piuttosto avevo capito che Yomi era innamorata di Zane... Quello sì che era palese!
-…
-Cosa pensi di fare adesso?-fece il castano.
-In che senso?
-Vuoi fare qualcosa per risolvere questa situazione? Oppure preferisci che se la sbrighino da soli?
-Non possiamo intrometterci nei loro affari, lo sai… Però, voglio fare qualcosa per allontanare Noriko da loro due! In quanto loro amici, è nostro dovere…-gli rispose Yusuke.
-Hai sentito le voci che circolano su Zane, no? Sembra che sia stato coinvolto in quella brutta storia di Umiko...
-Sì, ma sono false! Me l'ha detto lui stesso qualche tempo fa...
-E a me non ha detto nulla?!
-L'avrebbe detto anche a te, se ci fossi stato, ma eri impegnato con le tue ricerche sul colpevole che aveva messo in giro le voci su Yomi.
-Va bene, mi fido...-commentò l'altro mettendo il broncio.
-Piuttosto pensa a come sistemare questa-
I due si interruppero; la loro amica era appena rientrata nella stanza e non volevano che sapesse che, durante la sua assenza, avevano parlato di lei.
-Cosa hai preso?-fece Atticus, non appena la ragazza si sedette di nuovo sulla sedia.
-Questo…-rispose la matricola, mostrandogli un dispositivo.
-Cos’è?
-Un dispositivo per bypassare il sistema di sicurezza del database dell’Accademia…
-Un cosa?!
-Non puoi entrare dentro al sistema illegalmente! Se ti beccano, ti cacciano seduta stante!-esclamò Yusuke, pallido in volto dalla preoccupazione.
-E’ impossibile che mi scoprano…
-Ne sei sicura? La tecnologia della scuola è di alto livello, esattamente come quella della Kaiba Corp… Non puoi entrare come se niente fosse!
-Non ti preoccupare… Non è la prima volta che lo faccio! E i codici utilizzati dal signor Seto “sono-bravo-altro-che-io” Kaiba non sono poi così complessi…
-Sei sicura che non ti scopriranno?
-Sì…-gli rispose la studentessa, collegando il dispositivo al computer e avviando la procedura. Trafficò con la tastiera per una ventina di minuti, inserendo un codice dopo l’altro. I due amici rimasero con il fiato sospeso per tutto il tempo, preoccupati che qualcosa potesse andare storto. Yomi, però, sembrava che sapesse cosa stava facendo.
-Ho fatto in modo che, se anche scoprissero che il sistema è stato violato, il tuo indirizzo IP sia irrintracciabile. Non preoccuparti, non capiranno che siamo stati noi…
-Non ho molta voglia di essere espulso…-commentò Yusuke.
-Non succederà… Ecco, finalmente l’ho trovato!
-Quindi?-chiesero i due amici, in coro.
-Proprio come pensavo. Viene dalla mia stessa città…
-Quindi?-insistette Atticus. Non capiva il nesso logico; in fondo, Yomi e Noriko non si conoscevano prima che la matricola arrivasse in Accademia.
-Credo di aver capito il vero motivo per cui ce l’ha tanto con me…-fece la ragazza, chiudendo il programma e spegnendo il sistema.
-Credevo che fosse gelosa delle attenzioni che Zane ti rivolgeva…-commentò Yusuke.
-Forse, ma penso che il vero motivo sia un altro…
-Vuoi fare qualcosa?
Yomi fissò per diversi minuti l’amico dai capelli castani, incerta su cosa rispondergli.
-No, non posso fare niente… E non voglio coinvolgere nessun’altro!-disse poi.
-Secondo me dovresti fare qualcosa. Tipo sfidarla di nuovo a duello e sconfiggerla…-commentò Atticus, un po’ deluso. Sperava che l’amica decidesse di intervenire e aiutare l’amico in difficoltà.
-No, non me la sento…
-Hai paura di perdere di nuovo?
La ragazza fissò l’amico dai capelli verdi, senza rispondere.
“Paura di perdere… Chissà, forse ha ragione… Questa è la prima volta che perdo un duello in questo modo; Noriko ha giocato con me, non ho potuto fare niente per impedirlo. Era come se stesse duellando contro un principiante! Credevo di poter tenere testa a chiunque, ma mi sono sbagliata… Ho avuto troppa fiducia nelle mie capacità, e ne ho pagato le conseguenze! Forse non sarebbe successo se fossi stata un po’ più umile… No, che dico! Non sono mai stata brava come ho sempre pensato… Sono solo una sciocca! Io non sono brava, non ho alcun talento… Sono solo un’illusa!”
-Io sono solo una sciocca. Non sono io quella che ha talento…
-Non è vero, lo sai. Sei un’ottima duellante…
-No, non è vero! Ho sottovalutato Noriko, ho lasciato che mi deridesse e non ho potuto fare niente per impedirle di vincere, nonostante fosse un duello importante! Io non volevo che vincesse! Perché ho lasciato che accadesse?!-esclamò la ragazza, nera dalla rabbia. Ce l’aveva soprattutto con se stessa e con il fatto che aveva perso. Quel duello era molto più importante di quello che voleva far credere. Ci aveva rimuginato per più di una settimana, aveva continuato a dare la colpa a se stessa e adesso aveva raggiunto il colmo e doveva sfogarsi con qualcuno.
-Lui continua a darmi della cretina, si arrabbia sempre per niente e qualsiasi cosa faccia non gli va mai bene! Mi prende sempre in giro e a volte è insopportabile! Crede di potermi dare ordini e pensa che non sia in grado di cavarmela! Mi prende a schiaffi e poi gli fa pure fatica chiedermi scusa! E’ un egoista! Ed è pure orgoglioso! Però… Però mi ha salvata… Ha avuto fiducia in me e cerca sempre di proteggermi… Io non voglio essere protetta, ma quando lo fa lui è diverso… Io mi sento accettata, sento che forse c’è un posto anche per me in questo mondo… Lui mi fa sentire in questo modo… Quando mi abbraccia… Quando mi scompiglia i capelli… Anche quando mi dice che sono un’idiota!
-Yomi…
-Io non voglio rinunciare a lui! Io voglio che sia felice e stia bene, ma voglio anche che sia tutto per me! Sono proprio un’egoista…
-Hai ragione, sei egoista… Ma anche lui è come te! Era geloso del fatto che parlassi con Makoto ed è geloso del tuo rapporto con Chumley. Gli ho promesso di non dirtelo, ma per come si stanno mettendo le cose, non vedo altra soluzione. Tutte le volte che si è arrabbiato con te, l’ha fatto solo perché era preoccupato. E’ il suo modo di dimostrare affetto… Io sono sicuro che ti voglia molto più bene di quanto voglia far credere e sono sicuro che anche tu in fondo lo sai! Lui non vuole rinunciare a te… E’ per questo che si preoccupa!
-Non dovrebbe affezionarsi a me…
-Perché?
-E’ già successo… Finirà con il farsi del male… Non voglio che qualcun altro finisca in ospedale per colpa mia…
-Cosa vuoi dire?
-Il motivo per cui Noriko mi odia è che una persona che conosce bene è in ospedale per colpa mia…
-Yomi...
-Noriko ha ragione; è sempre colpa mia...
Detto questo, la ragazza uscì dalla stanza, lasciando soli i due amici.
“È colpa mia, solo colpa mia! Zane non c'entra niente; lo sta usando solo per vendicarsi! Io vorrei davvero poterlo aiutare, ma cosa posso fare? Io non sono in grado di proteggere nessuno, non lo sono mai stata... Non dovevo farmi degli amici! Se fossi rimasta da sola, questo non sarebbe successo... Non può trattare Zane in quel modo solo per fare un dispetto a me. Qualsiasi cosa voglia, va bene. Non m’interessa se vuole picchiarmi, uccidermi o peggio… Voglio solo che lasci in pace lui!” pensò Yomi, mentre usciva dal dormitorio dell'elitè e si dirigeva verso gli edifici principali del campus. Ormai era quasi giunta di fronte all’ingresso della struttura principale, quando incrociò proprio la rappresentante che le veniva incontro, come se niente fosse.
-Ne è passato di tempo, Yomi…
-Cosa vuoi?
-Come siamo scontrose! Credevo che avresti trascorso tutto l’anno a piagnucolare per aver perso…
-Perchè vuoi coinvolgerlo?-chiese la matricola, cercando di non alzare troppo la voce. Non voleva attirare l'attenzione degli altri studenti.
-Perchè voglio vederti soffrire, no? Esattamente come ho sofferto io...
-E sei disposta a rovinare la reputazione di un ragazzo che non c'entra niente?
-Non capisco a cosa ti stai riferendo...
-Non fare la finta tonta! Sai benissimo di cosa sto parlando!
-Oh, ti riferisci a quelle cose sul conto del Kaiser, vero? Come puoi pensare che sia stata io a metterle in giro? Ti ricordo che adesso sono la sua ragazza…-commentò l'altra, sorridendo compiaciuta.
-Bugiarda…
-Invece, ho sentito dire che sei stata tu a diffonderle… Sei gelosa, ammettilo! Vuoi vendicarti mettendo sia me che lui in cattiva luce. Sei proprio un demone!
-Tu… Cosa vuoi in realtà?!
-Non è ovvio? Voglio quello che ho già ottenuto, cioè il Kaiser…
-Non è tuo!
-Non cambierai mai… Pur di sentirti appagata, faresti qualsiasi cosa… Che schifo!
-Pensi di essere diversa da me? Tu sei anche peggiore! Hai avuto ciò che volevi, ma nonostante tutto, non fai che infangare il suo nome. Perché?! Zane non c’entra niente! Questa storia riguarda solo noi due… Perché prendersela anche con lui?!
-Vedo che alla fine ti sei ricordata… Bè, non importa! Io voglio solo che tu soffra il quadruplo di quanto ho sofferto io. E non m’interessa se così facendo coinvolgo qualche innocente!
-Sei una bugiarda! Tu non lo ami affatto! Perché lo costringi a fare quello che vuoi?!
-Perchè così posso vederti soffrire... E se rovino la sua reputazione e tutto ciò a cui tiene, magari inizierà ad odiarti... Così capirai il dolore che si prova a perdere qualcuno a cui tenevi molto!
-Tu non puoi farlo!
-Davvero? Cosa te lo fa pensare? Non sei stata in grado di sconfiggermi; non sei in grado di proteggere nessuno! Tu non sei forte, non lo sei mai stata! Sei brava solo a mentire e a farti proteggere! Ma se vuoi dimostrare il contrario, posso anche darti la rivincita! Possiamo scommettere Zane, se vuoi…
-Non se ne parla! Zane non è un oggetto! Non è un premio! Non ho alcuna intenzione di duellare a queste condizioni…
-Immaginavo! Sei solo una codarda… Sei brava solo a parlare e a scappare dai problemi! Patetica…
Detto questo, la ragazza del terzo anno, passò oltre, senza nemmeno degnare di uno sguardo la rivale.
“Non posso farcela… Non posso sconfiggerla… Ho troppa paura di perdere… Yusuke ha ragione; ho perso la fiducia in me stessa e nelle mie capacità. E adesso, non riesco ad affrontarla senza aver paura di perdere di nuovo. In questo modo non posso duellare… E poi, Zane non è un oggetto, non si merita questo trattamento.” pensò Yomi, mentre osservava Noriko allontanarsi verso il dormitorio femminile.
"Cosa faccio? Io... Non so cosa fare! Senza di lui, mi sento persa... Ho bisogno di Zane!"

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Capitolo 25
*** Capitolo 25- La prima fusione ***


Capitolo 25- “La prima fusione

 

Il sole stava già tramontando oltre la linea dell’orizzonte, tuffandosi in un mare dalle mille tonalità. Il cielo si stava scurendo, passando dall’arancio scuro al viola. In lontananza, ad est, erano già spuntate alcune stelle, che, come fari, illuminavano la volta celeste. Yomi si trovava sul tetto dell’edificio principale del campus e ripensava a quello che era successo in quei giorni.
“Anche se voglio aiutare Zane, non posso fare proprio niente! Sono inutile... Come posso sconfiggerla in duello?! E’ molto più forte di me… Non posso riuscirci! Non sono forte a sufficienza… Ho troppa paura!”
-Principessa…-fece lo spirito del samurai cremisi, comparendo all’improvviso al suo fianco.
-Yuki…-mormorò la ragazza, voltandosi verso il suo mostro.
-Siete ancora giù di morale?
La studentessa non rispose.
-Secondo il mio umile parere, dovreste affrontarla di nuovo…
-E come faccio?! Ho troppa paura… E non sono forte a sufficienza! Al solo pensiero di dover affrontare di nuovo quel drago, mi tremano le mani. Non riuscirei mai a vincere in questa situazione... Ho troppa paura!
-Non dovete essere così dura con voi stessa. Voi siete forte… Potete sconfiggerla, ne sono sicuro!
-No, non posso… Io non sono brava, non lo sono mai stata! Mi dispiace, tu e tutti gli altri continuate ad avere fiducia in me… Ed io non faccio altro che deludere le vostre aspettative…
-Voi non c’avete mai deluso! Voi siete la nostra principessa e lo sarete per sempre. Noi vi seguiremo   anche in capo al mondo e non vi abbandoneremo mai. Lo abbiamo promesso, ricordate? Il motivo per cui abbiamo deciso di seguirvi è che siete forte. Lo siete sempre stata! Tutte le volte che cadete, vi rialzate sempre. Non vi scoraggiate mai. E’ per questo che vi abbiamo scelto…
-Questa volta è diverso… Non posso riuscirci…
-Non dovreste dire così!
-Ma è vero...
Il samurai cremisi fissò la giovane per diversi minuti. L’espressione della matricola era completamente vuota, come se avesse perso persino la voglia di vivere.
-State ripensando a quello che vi ha detto quella ragazza, vero?-fece lo spirito, dopo qualche secondo.
-Noriko ha ragione…
-Vi state sbagliando…
-No, ha ragione…
-Principessa, credo di capire a cosa stiate pensando, ma la colpa non è vostra. Dovete pensare anche a come aiutare Zane. Voi ci tenete a lui, no? E se vi sentite in colpa per quello che è successo, dovreste fare qualcosa!
La ragazza non rispose; continuò a fissare lo spirito del samurai che le sorrideva.
-A volte sei proprio insopportabile…-mormorò, poi, distogliendo lo sguardo. Yukimura non ribattè e scomparve nel nulla.
“Cosa dovrei fare adesso? Come posso fare per risolvere questa situazione? Forse dovrei sfidarla a duello… Ma se perdessi di nuovo? Non credo che riuscirò a vincere… Non posso peggiorare ulteriormente la situazione! Però Yuki ha ragione... La colpa è mia e dovrei essere io a risolvere la faccenda. Ma io non credo di esserne in grado...” pensò Yomi, appoggiandosi all’inferriata e alzando lo sguardo al cielo, che ormai si era fatto blu scuro. Il sole era quasi tramontato del tutto e le stelle si erano fatte più luminose.
-Yomi…-fece una voce alle spalle della ragazza, facendola sussultare. Era così assorta nei suoi pensieri da non essersi accorta della presenza di qualcun altro.
-Zane?-fece la Obelisk, sorpresa di vedere l’amico. Lo studente si trovava a pochi metri da lei e sembrava che volesse parlarle.
-E’ strano vederti da solo…-commentò la ragazza, voltandosi di nuovo verso il mare.
-Non pensare che questa situazione mi piaccia…
-Lo so, scusami…
Zane si avvicinò alla ragazza.
-Senti, a proposito di quelle voci che circolano sul tuo conto da qualche giorno...-continuò la ragazza.
-Lo so che non sei stata tu...-fece il Kaiser, cercando di rassicurarla.-So bene che tu non faresti mai una cosa del genere... Tu non sei il tipo da parlare male alle spalle delle persone; le cose le dici in faccia.
-Menomale! Sarebbe stato un problema se tu avessi iniziato ad odiarmi...-mormorò Yomi.
L'Obelisk la fissò per qualche secondo, poi disse:
-Yusuke mi ha detto che sei un po’ giù di morale…
-Sei riuscito a parlarci? Noriko non te l’ha impedito?
-Lui e Atticus sono venuti in camera mia…-fece lo studente, appoggiandosi al parapetto.
-Yusuke esagera sempre… Io sto bene!
-Ne sei sicura?
Yomi non rispose.
-Troverò un modo per risolvere questa situazione… Fidati!-fece il Kaiser, voltandosi verso l’amica.-E una volta sistemata, vorrei che tu mi ascoltassi…
-Mi dispiace, è tutta colpa mia…-mormorò l'altra, continuando a guardare la distesa blu che aveva di fronte.
-Ti sbagli…
-No, è colpa mia… E’ con me che ce l’ha… Tu sei solo una pedina. E io non sono forte a sufficienza…
-Non hai ancora superato il fatto di aver perso, vero?
-Ho paura di perdere di nuovo e peggiorare ulteriormente la situazione… Non voglio coinvolgere nessun’altro e non voglio che tu sia costretto a fare qualche altra cosa per colpa mia… In fondo, se io non mi fossi cacciata nei guai, tu non saresti stato costretto a perdere quel duello…
-Non è colpa tua! Se ho deciso di perdere è solamente perché non volevo che ti accadesse qualcosa. Detto questo, il ragazzo le prese dolcemente il viso e si chinò su di lei.
-Tu sei importante per me…
Zane iniziò ad avvicinarsi lentamente al volto di lei, finché non arrivò a pochi millimetri dalla sua bocca. Ormai le loro labbra stavano per sfiorarsi, quando il giovani si bloccò all’improvviso e si allontanò di scatto dall'amica.
-Scusami…-fece, voltandosi dall'altra parte e nascondendo parte del volto con il dorso della mano.
-Zane…-mormorò l’altra, arrossendo.
-Scusami, non dovevo! Fai finta di nulla…
“Cosa mi è preso… Perché non ho opposto resistenza? Ci siamo quasi baciati e se qualcuno ci avesse visto, sarebbe successo il finimondo…” pensò Yomi, sfiorandosi il labbro inferiore con il dito.
-Comunque, volevo darti questa…-fece il ragazzo, mentre prendeva la mano destra dell’amica. Poi estrasse una carta dal suo porta deck e la mise sulla mano della studentessa. La ragazza la guardò, poi guardò Zane. Si trattava di un mostro fusione.
-Grazie…
-L’ho presa per te e spero che ti possa aiutare. Abbi un po’ più di fiducia in te stessa… Tu sei molto più forte di quello che pensi! E non devi preoccuparti per me… D’accordo?
-Sì…
Il ragazzo sorrise, poi scompigliò i capelli della Obelisk e si allontanò, ritornando verso l’interno dell’edificio. Sulla terrazza la studentessa rimase sola, con la carta in mano.
“Questa carta… Forse riesco a inserirla nel deck. Non ho mai usato un mostro fusione, ma potrebbe funzionare. In questo modo, forse…”
-Principessa, avete cambiato idea?-chiese Yukimura, comparendo di nuovo al suo fianco.
-Non lo so… Con questa carta potrei vincere, ma…
-…
-Mi sto chiedendo se sono realmente in grado di proteggere qualcuno con il mio modo di duellare…
-Il vostro modo di duellare è cambiato rispetto a diversi mesi fa.
-Lo so, però… Shun è in ospedale per colpa mia e non voglio che accada di nuovo a qualcun’altro…-commentò Yomi.
-Immaginavo che il motivo fosse quello… Voi non avete paura di perdere il duello, avete paura di cosa potrebbe accadere se voi perdeste…
-Non posso rischiare di peggiorare la situazione… Noriko è capace di tutto e non voglio vedere un’altra persona ferita…
-Se le cose stanno così non vi resta che vincere!-esclamò il samurai, sorridendo.
-Vincere…
-E’ normale avere paura. Ma dovete fare in modo che questa paura non vi blocchi. Dovete combatterla e farla vostra! Se riuscite a dominare le vostre paure, sono sicuro che riuscirete a vincere!
-Yuki…
-Avere paura è normale! Paura di perdere un duello, qualcuno a cui si vuole bene, il lavoro, la vita… Tutto questo è normale! La cosa importante è non farsi bloccare dalle paure e continuare ad andare avanti! Voi dovete superare la vostra paura di perdere e sistemare il conto in sospeso che avete con Noriko!
Yomi guardò il samurai, poi la carta che aveva ancora in mano. Osservò per qualche minuto la figura disegnata sopra, poi si decise.
-Forse hai ragione… Chissà cosa mi è preso… Non è da me restarmene in disparte a piagnucolare! Quei tre sono anche fin troppo diplomatici… Se non combatto io, non lo faranno di certo loro!
-Ben detto!-esclamò lo spirito di Duel Monster.-E dopo che l'avrete sete sconfitta, potrete chiedere un appuntamento a Zane...
-Yuki, ti stai prendendo un po' troppe libertà!-fece l'altra, alzando la voce, irritata.
Detto questo, la studentessa si staccò dall’inferriata e si allontanò, verso l’interno dell’edificio, finalmente decisa ad affrontare di nuovo Noriko. 

***

Zane si stava dirigendo verso il piccolo molo dell’isola. Era riuscito a convincere Noriko a incontrarsi là, per parlare. Si era accorto che Yomi era giù di morale e, sebbene non ne comprendesse appieno il motivo, immaginava che la causa fosse la situazione in cui lo stava costringendo la rappresentante del dormitorio femminile. Perciò aveva deciso di affrontare la situazione e risolvere una volta per tutte la questione.
Una volta giunto sul molo, notò che la ragazza era già arrivata e lo stava aspettando.
-Zane!-esclamò l’altra, non appena lo vide, correndogli incontro e gettandosi tra le sue braccia, come se niente fosse.
-Noriko, per favore…-fece l’altro, senza battere ciglio. Non sopportava quel suo modo di fare, tutto moine e vezzeggiativi e falso come lei.
-Sei crudele a trattarmi così…-commentò l’altra, fingendo che l’atteggiamento freddo e distaccato dell’altro l’avesse ferita.
-Adesso basta. Questa storia è durata anche fin troppo… Non c’è bisogno di continuare questa messa in scena…
-Ne sei sicuro? Devo ricordarti che perso la scommessa?
-Hai ragione, ma adesso stai esagerando… So che stai mettendo in giro delle voci su di me e che stai facendo ricadere la colpa su Yomi. Pensi davvero che così facendo possa iniziare ad odiarla?
-Tu non la odierai mai, dico bene? Non sei in grado di odiarla… Sei talmente innamorato di lei, da non riuscire nemmeno a vedere che razza di persona sia realmente. Come tutti, del resto…-fece Noriko, allontanandosi leggermente dall’altro.
-Sei tu che non riesci a capirla…
-Sei uno stupido!
-Puoi pensare quello che ti pare, ma non hai alcun diritto di continuare a comportarti in questo modo.
-Forse non l'hai capito, ma non me ne frega niente di te! L'unica cosa che voglio è farla soffrire e tu mi servi per ottenere la mia vendetta!
-Non se ne parla...
-Invece lo farai! La abbandonerai come un cane e dovrai convincere i tuoi amici a fare altrettanto!
-Non se ne parla! Non ho alcuna intenzione di farlo!
-Tu non hai questo diritto! Farai quello che voglio, senza discutere!
Detto questo, Noriko si avvicinò di nuovo al giovane, afferrandolo per un braccio.
-Lascialo stare!-esclamò una voce femminile alle loro spalle. I due si voltarono e, con loro sorpresa, videro i due Obelisk e la matricola, con il fiato corto per la corsa.
-Lascialo…-ripetè Yomi, avvicinandosi di qualche passo verso la rappresentante.
-Cosa vuoi?!-esclamò l’altra, furiosa per essere stata interrotta.
-Duella con me…
-Duellare? Sicura che non ti metterai a piagnucolare?
-Per caso ti stai rifiutando?
-Io? Rifiutarmi? Ma non farmi ridere! Non sono io quella che trema dalla paura!
-Hai ragione, ho paura… Ho paura di non riuscire a vincere, di essere di nuovo messa in ridicolo e di perdere di nuovo qualcosa di importante. Ma adesso non posso lasciarmi vincere dalle mie ridicole fobie! Non ho alcuna intenzione di fare come l’altra volta! Questa storia è cominciata per colpa mia ed è giusto che sia io a chiuderla, una volta per tutte…
-Pensi che questa volta sarà diverso?! Patetica!
-Questo lo vedremo…-fece Yomi, continuando a guardare l’altra.
-Come vuoi, non chiedo di meglio!
Le due Obelisk accesero i dueling disk e diedero il via al duello, pescando ciascuna cinque carte.
-Se non ti dispiace, inizio io!-esclamò Noriko, pescando un’altra carta.
“Vuole approfittare del vantaggio per iniziare a mandare mostri al cimitero… E’ senza dubbio furba! L’altra volta l’ho decisamente sottovalutata… Questa volta però è diverso! Almeno spero…”
-Attivo la carta magia terreno “Reame della luce”, poi evoco “Jain, paladino fedele della luce” in posizione di attacco e termino il mio turno. A questo punto, si attiva l’effetto di “Jain”, grazie al quale mando le prime due carte al cimitero e, di conseguenza, metto un segnalino splendore sulla carta magia.
-Tocca a me… Pesco! Evoco “Noh, samurai delle camelie” e la equipaggio con “Spada Kusanagi”. Adesso ti attacco e grazie all’effetto di “Noh”, posso attaccarti direttamente.
La donna-samurai, equipaggiata con una lunga lama che emanava un'energia negativa, si lanciò in un fendente e colpì in pieno Noriko. I LP della rappresentante scesero a quota 2200.
-Posiziono una carta coperta e termino il mio turno…-fece Yomi, posizionando la carta sul dispositivo.
-Pesco! Evoco “Ehren, monaca fedele della luce”!
Sulla parte di campo della ragazza del terzo anno comparve una giovane donna dalla carnagione scura, con indosso una lunga gonna color porpora e in mano un lungo bastone.
-Adesso posso attaccare il tuo mostro con “Jain”!
Il paladino dall'armatura bianca si lanciò all'assalto, brandendo la sua spada, e colpì in pieno la samurai dell'avversaria, distruggendola per poco. Gli LP di Yomi scesero a 3900.
-Sei un’ingenua, Noriko! Attivo la mia carta trappola, “Stendardo del samurai”. Dal momento che hai appena distrutto un mostro “samurai” posso evocarne un altro dalla mia mano. Ed io scelgo “Gyozen, samurai arciere”!-esclamò la matricola, attivando la sua carta coperta.
Il samurai armato di freccie infuocate, comparve sul terreno.
-Si attiva l’effetto di “Gyozen” e ti infligge 500 punti di danno…
Lo spirito di Duel Monster estrasse una delle sue frecce dalla faretra, prese la mira e la scoccò, colpendo la rappresentante alla spalla destra. I LP di Noriko scesero a 1700.
-Che sforzo inutile! Non è poi così forte e posso sempre attaccarti con “Ehren”! L'hai messo  in campo solo per infliggermi 500 punti di danno?! Patetica! Cosa pensi di ottenere facendo così?! Pensi davvero di vincere?!
-Tu pensi davvero che per vincere sia sufficiente la forza?
-Che domanda stupida! È fondamentale essere forti! Se non si è forti, si finisce con il perire! In questo mondo vanno avanti solo le persone forti! È per questo motivo che Shun non potrà mai sopravvivere! Lui non è forte, anzi da quando ti ha conosciuta è diventato ancora più debole! Avanti, "Ehren" attacca "Gyozen" e distruggilo!
La donna dalla gonna color rosso fuoco si lanciò all'attacco e colpì il samurai con un colpo di bastone, facendo scendere i LP di Yomi a quota 3400.
-Poi posiziono tre carte coperte e termino il turno. Ti ricordo che a questo punto si attivano gli effetti dei miei mostri. Mando ben cinque carte al cimitero ed aggiungo due segnalini splendore sulla mia carta magia.
"Immaginavo che lo stesse facendo per lui... Qualsiasi cosa le dica, non mi ascolterà. Mi odia talmente tanto che non ascolterebbe nemmeno Shun. Inoltre, cosa dovrei dirle? Dovrei davvero scusarmi? No, non credo... In fondo, la colpa è mia; non ho alcun motivo per scusarmi con lei. Se c'è qualcuno a a cui devo chiedere scusa, quello è Shun. Ma ora è meglio concentrarsi sul duello!"
-Pesco… Evoco “Tengu, samurai del vento” ed attivo il suo effetto. Quando viene evocato, distrugge tutte le carte coperte sul terreno!-fece Yomi, posizionando la carta sul proprio dueling disk.
Sul terreno comparve un uomo con le sembianze di un corvo. Aveva un paio di grandi ali scure, quasi nere, è il classico becco giallo dei corvi. Il volto, però, era umano, così come il resto del corpo. Indossava abiti shintoisti e, nella mano destra, teneva un lungo bastone da monaco. Non appena comparve sul terreno, iniziò ad agitare il bastone e le carte che erano posizionate sul terreno iniziarono a muoversi pericolosamente. Stavano per essere distrutte, quando la rappresentante attivò una delle sue carte coperte, in risposta all'effetto del mostro.
-Io ti rispondo attivando questa! Si tratta di “Provviste di emergenza”, grazie al quale distruggo le altre due carte coperte per recuperare ben 2000 LP. In questo modo, non potrai distruggerle con l'effetto del tuo mostro.
“Accidenti, mi ha battuta sul tempo! Anche se così facendo non ha più carte coperte sul terreno, ha comunque recuperato fin troppi LP. Speravo di riuscire a ridurli il più possibile, per evitare l'effetto del suo drago, ma, a quanto pare, sarà più difficile del previsto…” pensò Yomi, dando una rapida occhiata alle altre carte che aveva in mano.
-Complimenti, ma non credere che mi abbatta per così poco! Rimuovo dal cimitero due mostri "samurai", così da poter evocare, tramite evocazione speciale, “Tsukuyomi, divinità signore della notte”!
Sul terreno comparve un'altra creatura alata, dalle ali nere come la notte. Questa volta aveva le sembianze del tutto umane, eccetto che per le grandi ali che gli spuntavano dalla schiena.
-Con questo mostro attacco il tuo “Jain”. Mi dispiace Noriko, ma non ho alcuna intenzione di lasciarti vincere! Questo duello è troppo importante!-continuò Yomi, lanciando il proprio mostro all'attacco.
I LP di Noriko scesero a 3000.
-Troppo importante? Ma non farmi ridere! Tu sei solo un'egoista! Per te conta solo la tua misera vita! Non ti interessa nulla delle persone che hai intorno! Anche Shun... Non ti importava niente nemmeno di lui, non è vero?!
-Poi metto una carta coperta e termino il mio turno…
-Non rispondi nemmeno?! Sei solo un'egoista!
-Non ho niente da dirti...
-Bastarda! Tu-
-Tu non sei Shun! Se devo dire qualcosa a qualcuno, quel qualcuno è Shun... È il tuo turno.
-Come vuoi! Vorrà dire che vincerò il duello e ti rovinerò la vita per sempre! Pesco!
"Ancora qualche turno e potrò distruggerla! A quel punto, potrò rovinarle l'esistenza come più mi aggrada. Potrei fare in modo che rimanga sola, che venga isolata da tutti. Sarà divertente farla soffrire!" pensò Noriko, mente osservava la carta che aveva appena pescato. Aveva fretta di mettere fine al duello, così da poter gustarsi il sapore dolce della vendetta con calma. In quel momento non desiderava altro che distruggere per la seconda volta la ragazza che aveva di fronte e poterla umiliare il più possibile. Noriko sapeva che Yomi detestava perdere e che detestava rimanere sola. Shun lo aveva detto in più occasioni. Shun la conosceva bene.
"Se vinco il duello, potrò vendicarlo! Lui non può farlo, ma io sì! Con "Drago del giudizio" al mio fianco, potrò rendergli tutto il male che gli ha fatto con tanto d'interessi! La giustizia suprema calerà sulla sua testa come una scure!"
Poi spostò lo sguardo verso l'avversaria e non riuscì a trattenersi dal sorridere cinicamente.
-Ti diverti tanto, Noriko?
-Credimi, fra poco mi divertirò molto di più! Attivo la magia “Carica della brigata della luce” e mando tre carte al cimitero, in modo tale da poter aggiungere un mostro alla mia mano. Inoltre, si aggiunge un altro segnalino splendore. Poi, evoco “Garoth, guerriero fedele della luce” e lo equipaggio con “Sciabola fedele della luce” che aumenta il suo attacco fino a 2950.
L'arma che l'uomo possente brandiva, scomparve e, al suo posto, apparve una sciabola da scherma, candida e luminosa come tutte le altre carte dell'archetipo.
-Adesso attacco “Tsukuyomi”!-continuò la rappresentante, lanciando l'uomo armato di sciabola all'attacco.
-Mi dispiace, ma attivo la trappola, “Tempio sacro di Izumo”. Con questa carta, posso annullare un tuo attacco e farlo diventare diretto. Dopodichè, sei costretta a terminare la tua Battle Phase.
Sul terreno comparve un piccolo tempietto shintoista, da cui uscì una fitta nube nera, che nascose l'uomo alato di Yomi e confuse il mostro della ragazza del terzo anno, che non sapendo più cosa fare, colpì in pieno la matricola, facendo scendere i suoi LP di Yomi a 450.
"Devo riuscire a mantenere "Tsukuyomi" sul terreno, ad ogni costo!" pensò la studentessa del primo anno, mentre si riprendeva dall'attacco. "Se non ci riesco, sono finita!"
-Termino il mio turno… Si attivano gli effetti dei miei mostri e mando cinque carte al cimitero. Inoltre, metto altri due segnalini splendore su “Reame della luce”. Ti ricordo che ci sono ben sei segnlini, e questo significa che i miei mostri sono potenziati di ben 600 punti.
-Pesco! Attivo “Anfora dell’avidità” e pesco altre due carte.
"Se non esce quella carta, sarà stato tutto inutile! Avanti, esci!"
Yomi chiuse gli occhi e pescò le due carte che le spettavano, poi li riaprì titubante. Una delle due era proprio la carte che le mancava e che stava aspettando da diversi turni.
"Finalmente! A quanto pare, le carte e la fortuna non mi hanno ancora abbandonato del tutto. Grazie mille, deck! Non mi hai deluso nemmeno questa volta!"
-Mi dispiace, Noriko, ma la partita non finirà con la tua vittoria! Attivo la carta magia “Polimerizzazione” e fondo “Tsukuyomi”, che ho sul terreno, “Amaterasu” e “Susanoo”, che ho in mano, così posso evocare il mio nuovo mostro, “Ryujin, drago-divinità dei samurai”!
Sul terreno, l'uomo-uccello scomparve in un turbine rosso e blu, insieme alla donna dal kimono rosso e all'uomo a torso nudo e, al loro posto, comparve un gigantesco drago giapponese, dal corpo lungo e affusolato, come quello di un serpente, dai lunghi baffi e dagli artigli affilati. Il muso era quello tipico di un drago orientale ed aveva un paio di corna ramificate. Era blu scuro sul dorso, che diventava sempre più chiaro e brillante via via che si avvicinava al ventre. Gli occhi erano giallo acceso e penetranti, come quelli di un demone.
La rappresentante indietreggiò alla vista del nuovo mostro, più per lo stupore che per la paura. Non si aspettava che l'avversaria avesse un mostro nuovo e non si aspettava che riuscisse ad evocare qualcosa di così potente prima che lei potesse evocare il suo asso.
"È persino più potente del mio "Drago del giudizio". Se non lo evoco immediatamente, perderò di sicuro!"
-A questo punto, posso attaccare il tuo “Garoth”…-continuò Yomi, lanciando il suo drago serpentiforme all'attacco.
La creatura creò un turbine di acqua con la bocca e lo lanciò contro il mostro di Noriko, il quale tentò inutilmente di resistere. I LP di Noriko scesero a 2650.
-Termino il mio turno…
-Pesco! Mi dispiace Yomi, ma avresti dovuto mettere almeno una carta coperta, perchè con questo turno spazzerò via il tuo mostro e i tuoi LP! Evoco “Drago del giudizio” ed attivo il suo effetto!
Sul campo comparve il gigantesco drago bianco, dai lunghi baffi. Non appena comparve in campo, si diffuse una luce bianca e accecante, che aumentò di intensità non appena la ragazza attivò il suo effetto.
-Mi basta pagare 1000 LP per fare piazza pulita di tutte le carte sul terreno, compreso quel tuo patetico mostro! E senza niente a proteggerti, non potrai fare nulla per impedire il mio prossimo attacco!
-Mi dispiace contraddirti, Noriko, ma "Ryujin" non può essere distrutto da carte magia, trappola e dagli effetti dei mostri. Perciò il tuo drago non può fare nulla per distruggerlo!
La luce bianca che si stava espandendo per il campo tentò di avvolgere e distruggere anche l'altro gigantesco drago che si trovava sul terreno, senza tuttavia riuscirci. Il drago asiatico era ancora lì, pronto per il contrattacco.
-Non è possibile!-esclamò la rappresentante, al colmo della rabbia.
-Invece è possibile…
-Tu non avevi quel mostro prima d’ora! Scommetto che è stato Zane...
-E con questo?
-Non sai quanto ti odi... Posiziono una carta coperta e termino il mio turno…-fece la rappresentante, posizionando la carta sul dueling disk.
"Noriko... Quello che prova in questo momento, riesco a capirlo fin troppo bene. Ma quello che ha fatto è ingiustificabile!" pensò Yomi, mentre pescava la sua carta.
-Attivo l’effetto di “Ryujin”. Mi è sufficiente pagare la metà dei miei LP per poter distruggere tutte le carte sul tuo terreno…
Non appena la matricola attivò l'effetto, un vento potente e freddo si alzò sul campo da gioco, avvolgendo "Drago del giudizio" e distruggendolo, insieme all'altra carta coperta.
-Purtroppo, a differenza del tuo mostro, il mio non può attaccare durante lo stesso turno in cui attivo il suo effetto.
-Allora è stato un po’ inutile, non credi? Al mio prossimo turno troverò il modo per distruggere quel patetico drago e toglierti quei pochi LP che ti restano!
-Non ho mica detto che non ti attaccherò! Attivo la carta magia “Mostro resuscitato”, grazie alla quale riporto sul terreno “Susanoo, divinità signore delle tempeste”! E come dovresti sapere, questo mostro è in grado di attaccarti senza problemi! Attaccala direttamente!
L'uomo a torso nudo, che era appena comparso sul terreno, si lanciò in un affondo contro la rappresentante del dormitorio femminile, colpendola in pieno. I LP di Noriko scesero a zero.
-Ha vinto…-commentò Atticus, sorridendo e abbracciando i due amici dalla contentezza.
-Lo sapevo che ce l’avrebbe fatta!-gli fece eco Yusuke.
"Sono davvero contento che sia riuscita a superare la paura di perdere! Vederla così insicura di se stessa stava diventando insostenibile... Sono contento che sia stata lei a risolvere la faccenda; è stato meglio così! Anche se sapevo che non si sarebbe arresa facilmente, non mi aspettavo che potesse essere così forte da affrontare di nuovo Noriko, sapendo di avere buone possibilità di perdere di nuovo. Ha una forza di volontà fveramente unica... Vorrei davvero avere la sua stessa forza!" pensò Zane, mentre osservava l'amica sorridere, per la prima volta dopo diversi giorni.

***
Nda:
Dato che il duello tra Yomi e Noriko si è concluso in questo capitolo, vorrei spendere due parole sul personaggio di Noriko e sul perchè ho scelto di utilizzare l'archetipo dei "Fedeli della luce". Noriko è una ragazza seria, calma, riflessiva, fredda e cinica, e rappresenta esattamente l'opposto di Yomi (considerata da tutti una testa calda). Sono opposte sia sul piano caratteriale, sia sul piano etico. Se Yomi non farebbe niente dis corretto, Noriko è disposta a tutto pur di raggiungere i propri scopi. Dato che in questi capitoli si sono scontrate due personalità così diverse, volevo che questo scontro si riflettesse anche nel duello, perciò ho scelto di utilizzare i "Fedeli della luce". Ad essere sincera, ci sono altri archetipi che probabilmente si prestavano meglio, come i "Noble Kinght", ma ho scelto comunque per i "Fedeli della luce" dato che sono usciti all'epoca della serie GX. Inoltre, questi mostri sono ispirati al mondo occidentale, creando un contrasto con i samurai di Yomi, chiaramente ispirati al folklore giapponese. Il motivo principale però è un altro. I "Fedeli della luce" sono un gruppo di guerrieri che viaggia tra le dimensioni per sconfiggere il male. Dal momento che per Noriko Yomi è il male, si è convinta che sia un suo dovere punirla e pensa di poter usare qualsiasi mezzo per riuscirci. Volevo creare un contrasto tra la storia dell'archetipo e le azioni discutibili della ragazza e di come fosse realmente convinta che stesse facendo la cosa giusta. Altro motivo per cui ho scelto i "Fedeli della luce" è per creare un contrasto tra "Drago del giudizio" e "Ryujin". Sono entrambi draghi, sebbene uno sia occidentale e l'altro giapponese, hanno entrambi effetti e statistiche molto simili, perciò ben si prestavano a sottolineare il contrasto tra le personalità delle due ragazze. L'altro motivo è che adoro "Drago del giudizio", ma questo è solo un pensiero personale e non c'entra molto con la storia xD

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Capitolo 26
*** Capitolo 26- La prima dichiarazione ***


Capitolo 26- “La prima dichiarazione

 

Yomi aveva spento il dueling disk e si era avvicinata alla rappresentante, che si trovava ancora accasciata in terra. Era riuscita a vincere e a superare il trauma della sconfitta e dell'umiliazione, ma continuava a sentirsi in colpa per quello che era successo. Sebbene non approvasse ciò che aveva cercato di fare Noriko, in qualche modo capiva benissimo cosa provasse e perché avesse deciso di agire in quel modo.
"Se fosse successo a me, probabilmente avrei fatto la stessa cosa. Capisco perché mi ritenga responsabile, ma non può coinvolgere degli innocenti solo per vendicarsi."
-Noriko...
-Cosa vuoi ancora?!-esclamò la studentessa del terzo anno, continuando a tenere la testa bassa. Si sentiva umiliata e non voleva incrociare lo sguardo della rivale.
-Dato che ho vinto, lascerai in pace Zane e smetterai di mettere in giro quelle voci sul suo conto. Lui non è un oggetto e tu non hai alcun diritto di trattarlo in quel modo.
-Perché mai dovrei farlo?!
-Perché non è questo quello che vuoi veramente...
-Cosa ne sai tu?!-esclamò alzando il volto verso la matricola.
Yomi non si scompose più di tanto e rispose:
-Perché se avessi davvero voluto vendicarti facendo del male a Zane, avresti fatto cose ben peggiori...
-E cosa ne sai tu?!
-Perché tu non sei un mostro...
Noriko si alzò in piedi di scatto e afferrò l'altra ragazza per il colletto.
-Tu non sai proprio niente!-urlò, poi, sempre più arrabbiata.
-Invece lo so benissimo!
La rappresentante le tirò un pugno, in preda all'ira, facendo cadere Yomi di schiena.
-Sei una bastarda egoista!-esclamò, salendole poi sopra e afferrandola di nuovo per la divisa.
-Non sono poi così diversa da te...
-Taci!-urlò, sferrando un pugno al terreno. La matricola la fissò un po' sorpresa; si aspettava di essere colpita, invece, l'altra ragazza aveva volontariamente scelto di mancarla e colpire la lastra di cemento della banchina.
I tre Obelisk, nel frattempo, si erano avvicinati di corsa alle due studentesse, preoccupati che la situazione potesse degenerare in una rissa e che una delle due potesse farsi male sul serio.
-Yomi...-mormorò il Kaiser, mentre guardava la ragazza stesa in terra. Yusuke lo stava trattenendo per un braccio per impedirgli di intervenire. L'Obelisk dai capelli verdi sapeva che la cosa migliore era rimanere in disparte ed aspettare che se la sbrigassero da sole. Il problema era tra Noriko e Yomi e non sarebbe servito a nulla se uno di loro fosse intervenuto. Meno che mai se a farlo fosse stato Zane.
-Non è giusto...-mormorò la rappresentante, con la voce rotta dal pianto.
-...
-È tutta colpa tua...
-Noriko...
-Perchè gli hai permesso di frequentarti? Shun non è in grado di difendersi! Tu che sei stata sua compagna di classe per ben tre anni dovresti saperlo... Perché non l'hai allontanato come hai fatto con tutti quanti?-fece Noriko, con il volto rigato dalle lacrime. Stava piangendo di fronte alla persona che odiava e che aveva cercato di ferire in tutti i modi possibili. Per un attimo aveva messo da parte l'orgoglio.
Yomi le prese la mano e le fece lasciare la sua divisa.
-Non ho scuse per quello che è successo... Hai ragione ad avercela con me, ma questo non ti autorizza a prendertela anche con i miei amici.
-Come fai a continuare a vivere come se niente fosse? Non hai un briciolo di umanità?!
-Non posso dire nient'altro se non che mi dispiace e che non è mai stata mia intenzione che succedesse...
-Non è vero!
-Invece è così! Non sono stata io a ridurlo in quelle condizioni! La mia unica colpa è non esserci stata quando è stato aggredito... E poi, non avrei mai dovuto lasciare che si avvicinasse a me.
-Ti odio! È colpa tua se mio fratello è in coma!
-In coma?-chiese Atticus, portandosi una mano sulla bocca dalla sorpresa.
-Già...-mormorò la studentessa del primo anno.
-È colpa tua! Sei solo un mostro! Dovresti solo-
-Adesso smettila!-esclamò Yomi, facendo ammutolire l'altra.-Tu credi di essere migliore, ma alla fine ti sei comportata nello stesso modo dei tizi che hanno aggredito tuo fratello! Non sei diversa da loro!
-Non è vero!
-Pensi davvero di essere migliore di loro?! Solo perché dovevi vendicare tuo fratello?! Pensi che sia una motivazione sufficiente a giustificare il tuo comportamento?!
-...
-La verità è che sei uguale alle persone che hanno picchiato tuo fratello! E, che ti piaccia o meno, sei uguale anche a me...
-Non osare paragonarmi a te!
Yomi la guardò per diversi secondi, poi distolse lo sguardo e mormorò:
-Siamo più simili di quello che puoi pensare. In quel periodo duellavo solo per scaricare la mia rabbia. Fare del male agli altri era il mio modo per vendicarmi... Trovavo ingiusto che, proprio a me, non potesse essere permesso duellare. Amavo duellare più di qualsiasi altra cosa e Shun lo aveva capito. Lui era uno dei pochi ad aver realmente capito quanto soffrissi... Per questo motivo, invece di allontanarsi da me per paura, aveva iniziato a rivolgermi la parola in classe. Era l'unico che lo facesse... Mi chiedeva gli appunti, mi prestava i suoi quaderni e voleva sempre pranzare insieme a me. Io glielo permettevo; a dire la verità non mi dava fastidio e mi faceva piacere, sebbene non glielo avessi mai detto. Mi piaceva l'idea che qualcuno si interessasse a me, anche se solo per poche ore. Mi sentivo meno sola... Però ho sempre cercato di non coinvolgerlo in ciò che facevo dopo la scuola, perché sapevo che, se qualcuno fosse venuto a conoscenza del fatto che Shun fosse un mio amico, avrebbe potuto fargli del male ed io non  volevo coinvolgerlo in situazioni pericolose, nelle quali non si sarebbe potuto difendere.
-...
-Io sapevo bene che lui non era in grado di fare del male nemmeno ad una mosca, figuriamoci difendersi da una decina di teppisti. Sarei dovuta essere più attenta...
-Sei una bugiarda...-mormorò Noriko, a bassa voce.
-Ho fatto del mio meglio, ma se non avessi iniziato a fare giochi pericolosi, lui non sarebbe finito in ospedale. Per quanto abbia cercato di fare attenzione, qualcuno deve averci visto insieme e deve aver pensato che fossimo amici... Lo hanno aggredito e l'hanno pestato per bene; io ho saputo ciò che era successo solo il giorno dopo, a scuola. Mi sono pure presa qualche cazzotto per quella storia...
-Ti hanno picchiata?-fece Atticus.
-Noriko non è la prima che mi ritiene responsabile per ciò che è successo a suo fratello. Shun è un bel ragazzo, gentile e disponibile con tutti; era molto popolare a scuola ed aveva tantissime ammiratrici e ammiratori. Era amato da tutti, sia maschi, sia femmine. Era anche molto bravo nello sport, tanto che era diventato il capitano della squadra di basket già al secondo anno. È una di quelle persone che hanno tantissimi pregi e che sono ammirati da tutti. Il suo unico difetto è il fatto che non riuscisse a chiudere un occhio di fronte ad un sopruso. Non so cosa lo abbia spinto a trovarsi in quella situazione, a mezzanotte inoltrata e in un capannone abbandonato, ma conoscendolo sono sicura che stesse cercando di aiutare qualcuno. Quando a scuola si sparse la voce di ciò che era successo, la colpa ricadde su di me, dato che ero l'unica che poteva essere stata coinvolta in una disputa tra gang o in una resa di conti.
-Stai dicendo che i tuoi compagni di scuola erano a conoscenza di quello che facevi?-chiese Zane, non nascondendo la sua sorpresa.
-Quando inizi ad arrivare in classe coperta di ferite e cerotti, le voci iniziano a girare  velocemente... Probabilmente, qualcuno mi ha pure vista... I professori non hanno mai detto nulla, visto che ero comunque l'alunna migliore di tutta la scuola. Ciò che facevo dopo le lezioni non era affar loro, finché continuavo ad ottenere ottimi risultati nello studio e nello sport. I miei compagni la pensavano diversamente e, se non fosse per il fatto che avevano paura di me, sarei diventata sicuramente una vittima di bullismo, come successe alle elementari. Comunque, qualche giorno dopo l'incidente di Shun, alcuni suoi compagni di squadra mi presero a pugni, dietro ai campi da tennis, continuando ad accusarmi di ciò che era successo. Avevano ragione, in parte. Ma non ero di certo stata io a volerlo. Per quanto fossi violenta, non avrei mai fatto del male a qualcuno che non era nemmeno in grado di difendersi.
-È per questo motivo che hai smesso con i duelli clandestini?-continuò l'Obelisk dai capelli blu.
-Non volevo che qualcun'altro si facesse male, o peggio...
-Perché non eri con lui?! Perché non l'hai protetto?! Ti vanti tanto di essere un'ottima duellante e poi non riesci a proteggere nemmeno chi ti sta intorno! Se tu avessi fatto qualcosa, lui non sarebbe in quelle condizioni!-esclamò Noriko.
-Come ho già detto, io non c'ero... E non so cosa ci facesse là...
-Io ti odio!
-Io no!-fece Yomi.
Noriko spalancò gli occhi, sorpresa. Non se lo aspettava. Dopo tutto quello che aveva combinato in quei due giorni, essere odiata dalla rivale era il minimo. Almeno questo era quello che pensava la rappresentante del dormitorio femminile.
-Come fai a non odiarmi?-mormorò, poi, sottovoce.
-Perché se io ti odiassi e cercassi di vendicarmi non si finirebbe più. Una di noi deve fare un passo avanti e lasciar perdere. L'odio e la vendetta non portano mai a niente di buono. Se io non mi fossi vendicata su quei duellanti, loro non si sarebbero vendicati su Shun e tu non ti saresti vendicata su Zane. Come vedi, cercare di vendicarsi non porta mai niente di buono... Tu hai quasi perso tuo fratello e la tua lucidità; io ho quasi perso un amico e la mia vita... In tutta questa storia non c'è niente di buono, perciò mettiamo da parte i nostri attriti e cerchiamo di andare avanti.
La ragazza del terzo anno la fissò per diversi minuti, poi si asciugò gli occhi con il dorso della mano sinistra e si alzò come se niente fosse.
-Fai come ti pare, ma io ti odierò per sempre! È colpa tua se mio fratello è ancora in ospedale. Però...
-Però?-chiese la matricola, mettendosi a sedere e fissando la rivale nel volto.
-Lasciamo perdere!-disse l'altra, voltandosi e dandole le spalle.
-Come sarebbe a dire "lasciamo perdere"?-fece Yomi, mettendo il broncio.
-Non preoccuparti; d'ora in poi non cercherò più di vendicarmi. E per quanto riguarda Zane, è libero di fare ciò che gli pare...
-Grazie...
Noriko non si voltò e non rispose.
-Sono sicura che tuo fratello si sveglierà presto!-continuò Yomi, sorridendo.
-Ovviamente! Mio fratello è forte, cosa credi! E quando si sveglierà, faresti bene ad andarlo a trovare, capito?!
Detto questo, Noriko si scostò una ciocca di capelli con la mano e si diresse verso il dormitorio femminile, lasciando i quattro studenti da soli sulla banchina del porto.
-Sei stata brava…-fece Zane, avvicinandosi verso l’amica di qualche passo e porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi.
-Ne dubitavi?-chiese a sua volta la matricola, afferrandogli la mano ed alzandosi in piedi.
-Certo che no...
-...
-Ad essere sincero, non credevo che potessi reagire in quel modo. Non credevo che tu potessi essere così razionale. Hai fatto la scelta più giusta...
-Non credo che ci sia tanto di cui andare fieri...
-Perché?
-Il motivo per cui non riesco ad odiarla è che mi sento ancora responsabile per ciò che è successo a Shun. Anche se continuo a ripetermi che non è colpa mia, non riesco a crederci del tutto...
-Yomi...
-Non avrei mai dovuto permettergli di frequentarmi. È stato uno sbaglio!
"Se non gli avessi permesso di diventare mio amico, tutto questo non sarebbe successo! La colpa è mia... È solo mia! Non faccio altro che ferire i miei amici, qualsiasi cosa faccia..."
Yomi era talmente concentrata sui suoi pensieri da non rendersi conto che stesse continuando a stringere la mano dell'amico.
-Non dovresti continuare a rimuginare su quello che è successo. Se lui non fosse diventato tuo amico, probabilmente non sarebbe finito in ospedale. Però... Se lui non fosse diventato tuo amico, tu saresti qui? E saresti la ragazza di oggi?
-Zane...
-Quello che voglio dire è che senza quell'esperienza tu non saresti una persona migliore. È solo grazie a quello che è successo se tu sei la ragazza di oggi...
Yomi abbozzò un sorriso, poi disse:
-Comunque mi dispiace che tu abbia passato dei brutti momenti per colpa mia...
-Mi hai mostrato un bellissimo duello, perciò siamo pari.
-Se lo dici tu...
-Yomi! Sono così contento che si sia risolto tutto!-esclamò Atticus, intromettendosi e saltando al collo dell'amica.
-Atticus, lasciami!
-No, non voglio! Dopo una storia così strappalacrime, ci vuole un bell'abbraccio di gruppo! Anche se vedo che voi due vi state dando da fare per conto vostro...-continuò l'altro, indicando poi i due amici che continuavano a tenersi per mano. Non appena il Kaiser e la matricola se ne accorsero, arrossirono e si separarono.
-Non me n'ero accorta...-mormorò Yomi.
-Ma dai, non avete alcun bisogno di arrossire! In fondo, voi-
Atticus non riuscì a terminare la frase, perché Yusuke intervenne, tirandogli un  leggerò cazzotto in testa e facendogli chiudere il becco.
-Adesso basta Atticus! Piuttosto è meglio tornare al dormitorio... Inizia ad essere tardi e domani abbiamo lezione.
-D'accordo, come vuoi...-mormorò il dongiovanni, massaggiandomi la testa. Poi si voltò verso gli altri due amici e fece:
-Venite anche voi due?
-Perché non dovremmo? In fondo, non dobbiamo fare niente qui, no?-gli rispose Zane, avviandosi verso il dormitorio dell'elite, seguito da Yomi.
Atticus li osservò per qualche secondo, poi si volse verso Yusuke e bisbigliò:
-Ma secondo te ha intenzione di dichiararsi?
-Non ne ho idea, ma non sono cose che ti riguardano... Dovresti fare molta attenzione a cosa dici! Zane non sa che ne abbiamo parlato con Yomi e non deve assolutamente saperlo!
-Pensi che si arrabbierebbe?
-Bè, è molto probabile... Gli avevo promesso che non ne avrei fatto parola con nessuno, ma per come si sono messe le cose non ho avuto molta scelta.
-Accidenti! Ma perché devono essere così testoni tra tutti e due! È palese che siano innamorati l'uno dell'altra... E non posso fare niente per farli mettere insieme! Io che sono il "Maestro dell'Amore"! Che vergogna!
-Potresti iniziare a non mettere naso negli affari degli altri?
-Sono solo preoccupato!
-Ti ho già spiegato che è un problema che devono risolvere tra di loro...
-E se organizzassimo un duello-
-Atticus!
-Ok, ho capito... Non mi intrometto più! Lo giuro!
Detto questo, i due amici si affrettarono a raggiungere i due amici che si trovavano diversi metri più avanti.
 

***

Yomi aveva salutato gli amici ed era entrata nella camera di Atticus. Si era tolta  la giacca della divisa e si era sdraiata sul letto, esausta. La giornata era stata movimentata e la ragazza era spossata. Si sarebbe fatta volentieri una dormita di una decina di ore, se avesse potuto.
-Che giornata! Con tutto quello che è successo, è normale essere stanche... Forse è meglio fare una doccia e andare a letto!
Si alzò, si spogliò, prese l'asciugamano e si diresse in bagno. Aprì l'acqua della doccia, aspettò che si scaldasse ed entrò dentro.
Era sotto l'acqua da poco meno di dieci minuti, quando, all'improvviso, le venne in mente il tentativo di Zane di baciarla. La matricola arrossì violentemente e non per l'acqua calda e si coprì la bocca con la mano.
"Cosa mi è venuto in mente?!"
Nella sua mente continuava ad affacciarsi il volto dell'amico e continuava a sentire la sua mano sulla guancia.
-Idiota! Perché mi deve venire in mente una cosa simile?! Devo smettere di pensarci!-esclamò appoggiandosi alla parete della cabina-doccia con entrambe le mani.
"Chissà cosa gli è preso all'improvviso... E perchè non mi sono opposta? Volevo davvero essere baciata? Accidenti, non ci capisco più nulla!"
-Basta Yomi! Smettila di pensare a quel cretino!-fece la ragazza, scuotendo la testa, come per cercare di mandare via l'immagine dell'Obelisk.
"Stupido Zane..."
Finì velocemente di lavarsi e di asciugarsi e si vestì velocemente. Dopo essersi messa una maglietta a mezze maniche ed un paio di pantaloncini, si buttò a peso morto sul letto del castano, intenzionata a farsi una bella dormita.
"Adesso che questa storia è finita, mi dovrò trasferire di nuovo in camera mia. Non ha senso che rimanga qui e che continui ad infastidire i ragazzi. Sono contenta che sia andato tutto per il meglio! Però..."
-Perché diavolo ha cercato di baciarmi?! Razza di idiota! Adesso come farò a fare finta di niente?! È imbarazzante!-esclamò affondando la faccia nel cuscino.-Lo odio...
Rimase qualche secondo così, a faccia in giù sul cuscino, cercando di dimenticare  ciò che era successo.
"Meglio dormirci su..." pensò, mettendosi a sedere sul letto.
Si era quasi decisa ad andare a dormire, quando qualcuno bussò alla porta della stanza. Si avvicinò alla porta quasi scocciata e la aprì. Con sua grande sorpresa si trovò di fronte proprio Zane. Era senza la giacca della divisa ed aveva i capelli umidi, come se avesse appena finito di fare la doccia.
"Zane?! Che diavolo ci fa qui?! E perché proprio adesso?! Cosa faccio?! Non ce la faccio a guardarlo senza arrossire!"
Lo fissò per qualche secondo, poi arrossì e, senza dargli nemmeno il tempo di dire qualcosa, gli chiuse di getto la porta in faccia, lasciandolo senza parole.
-Yomi...-fece l'altro, con il solito tono pacato.
-Cosa vuoi?!-esclamò l'altra innervosita, appoggiando la schiena alla porta della stanza.
-Posso parlarti un attimo?
-Proprio adesso? Scusa ma sono stanca!
-Per favore, è importante.
-No!
Zane sospirò, poi appoggiò una mano al legno e mormorò:
-Ti prego...
La matricola rimase qualche secondo in silenzio, poi aprì la porta e fece:
-Va bene, entra pure...
L'Obelisk annuì ed entrò nella stanza.
I due si sedettero sul letto e rimasero diversi minuti in un silenzio imbarazzante. Yomi continuava ad osservarlo con la coda dell'occhio, curiosa per ciò di cui voleva parlarle ed in ansia per il fatto di trovarsi insieme a lui, in camera di Atticus.
“Perché non dice niente?! Non ce la faccio a guardarlo senza arrossire!"
-Yomi...
-Cosa c'è?-esclamò l'altra, agitandosi.
-Sei nervosa?-chiese l'altro, sorpreso.
-Mi sembra ovvio! Pensi che mi sia dimenticata di-
La ragazza si morse la lingua. L'ultima cosa che voleva era dirgli che non si era dimenticata di ciò che era successo quel giorno. Non voleva che lo sapesse, perciò preferì interrompere il discorso a metà.
-Dimenticata di cosa?
-Niente, lascia perdere!-si affrettò a rispondere la studentessa. Il Kaiser la fissò per qualche secondo, poi distolse lo sguardo e fece:
-Yomi, io… Ci sono delle cose che voglio dirti.
-E cosa?-chiese l'altra, cercando di non incrociare lo sguardo dell'altro.
-Io… Io mi sono innamorato di te… Tu mi piaci, davvero. Per me sei molto più importante di un'amica! Molto di più...
-Razza di idiota! Non dirlo nemmeno per scherzo!-esclamò l'altra, in preda all’imbarazzo, tirandogli il cuscino in faccia.
-Sono serio...-commentò l'Obelisk, mentre metteva da parte l'arma impropria che gli era arrivata dritta in faccia.
-Sei imbarazzante! Credi che mi sia dimenticata di quello che hai cercato di fare oggi?! Hai tentato di baciarmi!
-Mi dispiace... Non avrei mai dovuto farlo, lo so!
-Potevi pensarci prima!
-Scommetto che mi odi... Sono un disastro; non faccio che farti arrabbiare.
-Sei un idiota! Che motivo avevi di dichiararti?
-Ho pensato che sarebbe stato più corretto da parte mia mettere in chiaro i miei sentimenti. Sapevo che mi avresti rifiutato, ma volevo dirtelo lo stesso.
"Zane... Razza di scemo! Come se potessi odiarlo per così poco…"
-Adesso torno in camera mia... Non voglio disturbarti oltre e non voglio che tu resti alzata per troppo tempo. Sei stanca e devi dormire...
Detto questo, il ragazzo si alzò dal letto e fece per fare qualche passo, quando Yomi lo bloccò, cingendolo con le braccia all'altezza dei fianchi.
-Yomi?
-Io ti odio! Sei un testone, sempre calmo e impassibile e non riesco mai a capire cosa ti passi per la testa. Sei insopportabile e mi fai arrabbiare. Mi schiaffeggi e neanche ti scusi. Però… Alla fine non riesco ad odiarti sul serio e non credo che ci riuscirò mai! Tu sei l’unica persona con cui mi trovo veramente bene, sei l’unico che riesca a calmarmi quando sono arrabbiata e sei l’unico di cui mi fidi ciecamente. Io ci tengo a te! Ci tengo sul serio... Non sono mai stata arrabbiata con te per il fatto che mi hai quasi baciata; sono solo confusa. Non riuscivo a capire cosa mi passasse per la testa e non capivo cosa provassi realmente. E non riesco a capirlo nemmeno ora...
L’Obelisk arrossì fino alla punta delle orecchie, poi si portò una mano sulla bocca, come a voler nascondere il rossore. Poi, dopo qualche secondo di silenzio, prese dolcemente entrambe le mani della matricola e si voltò per guardarla.
-Sei un idiota…-mormorò la studentessa, abbassando lo sguardo.
-Anche tu...-disse l'altro, appoggiando la sua fronte su quella della ragazza.
Detto questo, intrecciò le sue dite con quelle della Obelisk e la spinse di schiena sul letto, facendo leva con il peso del suo corpo e sovrastandola. Yomi arrossì, ma non oppose resistenza. La distanza tra i due si ridusse, finché il naso del ragazzo non arrivò a sfiorare quello della studentessa. Ormai erano a pochi millimetri l’uno dall’altra. La studentessa chiuse gli occhi, intimorita per ciò che stava per succedere.  Sentì le labbra dell'altro posarsi sulle sue e la sua lingua farsi strada nella sua bocca. Zane fece scivolare le dita tra i lunghi capelli castani della ragazza, mentre con l'altra  mano le sfiorava il volto. La studentessa poteva sentire chiaramente il tocco delicato e insicuro dell’altro sulla propria pelle. Dopo diversi secondi, che ai due sembrarono ore, l'Obelisk si scostò dalla  ragazza, arrossendo.
-Ti voglio bene...-mormorò poi, baciandole la fronte e facendola arrossire di nuovo.
-Bè, io ti odio!

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Capitolo 27
*** Capitolo 27- I primi problemi ***


Capitolo 27- “I primi problemi

 

Qualche giorno dopo essere stata sconfitta da Yomi, la rappresentante del dormitorio femminile decise di ritirarsi. Shun, il fratello minore, si era risvegliato dal coma e la ragazza aveva deciso di lasciare la scuola per stargli accanto il più possibile ed aiutarlo con la terapia di riabilitazione. Il giorno in cui la ragazza del terzo anno lasciò l’isola dell’Accademia, si presentò al dormitorio blu  dell'elite, per parlare con la matricola.
-Yomi, posso parlarti?-fece la studentessa del terzo anno, non appena la rivale aprì la porta della stanza.
-Sì, non c’è problema…-le aveva risposto Yomi, facendole segno di accomodarsi nella stanza.
-Non ce n’è bisogno. Tra poco parto e non ho molto tempo da perdere…
-Come vuoi…
-Vorrei chiederti scusa per come mi sono comportata. L’odio e la sete di vendetta mi hanno  accecata e mi hanno fatto diventare un mostro. Non meritavi il trattamento che hai ricevuto; non meritavi tutto quello che ti ho fatto. Io l’ho sempre saputo; tu non hai mai voluto far del male a mio fratello e, a modo tuo, hai cercato di proteggerlo…
-Non c'è bisogno di scusarsi; l'importante è che ci siamo chiarite!
-Invece è importantemente! Sento di dovermi scusare con te come si deve... In fondo, non sei stata tu a picchiarlo e a ridurlo in quel modo. Non avevo alcun diritto di comportarmi come ho fatto. Mi dispiace! Ho coinvolto anche Zane in questa storia e l’ho fatto solo per vendicarmi di tutto il dolore che ho provato quella volta…
-Noriko...
-Tu… Sei una brava ragazza ed un’ottima duellante e sono onorata di aver perso contro di te! Ti sono grata per avermi aiutato a liberarmi di quelle emozioni che avevano finito con l’avvelenare la mia anima!
-Mi dispiace per tuo fratello… Io non volevo che accadesse! Avevi ragione ad odiarmi...
-No, ti sbagli! Nessun motivo sarebbe mai sufficiente per odiare un altro essere umano... Meno che mai la vendetta! Sono riuscita a capirlo ed è solo grazie a te. Mi hai fatto capire che stavo sbagliando e che ero diventata ridicola... Adesso mi sento rinata! Ed è solo merito tuo!
-Bè, grazie! A proposito, ho sentito che Shun si è risvegliato...
-Ha ripreso conoscenza ieri mattina...
-Come sta?-chiese la matricola.
-I dottori dicono che si riprenderà del tutto nel giro di un anno. Ho intenzione di abbandonare l'Accademia per stargli il più vicino possibile. Inoltre, voglio raccontarti quello che è successo tra noi due nell'ultimo mese, anche a costo di farmi rimproverare...
-Non c'è bisogno di raccontargli tutto!
-Voglio farlo! È il mio modo per chiedere scusa a tutti quanti...
-Noriko...
-Gli dirò che stai bene e che ti sei trovata persino un ragazzo. Conoscendolo sarà contento per te, ma vorrà sapere tutto su di lui!-fece l'altra, lanciando uno sguardo malizioso alla rivale.
-Non ci provare! Sono fatti miei; non puoi andare a raccontarli ai quattro venti! E Zane non è il mio ragazzo! È solo un idiota!
-Io non ho mai fatto il nome di Zane...-rispose l'altra, pacata.
-Ti odio...-mormorò Yomi, rossa in volto.
-Comunque stavo solo scherzando. Gli dirò solo che stai bene, che non sei cambiata per niente rispetto all'anno scorso e che sei sempre il solito demone è violento...
-Ehi!
-Però, tu non sei un demone che divora le persone; sei un demone che divora le tenebre che si annidano nel loro cuore…
-…
-E sono contenta di aver conosciuto un demone come te…
-Lo pensi sul serio?-chiese la ragazza del primo anno, sorpresa.
-…
-Sei sicura di voler andare? Ormai sei al tuo ultimo anno e sarebbe un peccato! E poi, nonostante quello che è successo tra di noi, mi dispiacerebbe non vedere più la tua faccia arrogante e presuntuosa…
-Anche a me dispiacerà non vedere la tua faccia arrogante!-fece Noriko, sorridendo.
-Sai, se le cose fossero andate diversamente, forse saremmo potute diventare amiche…
-Può darsi…
-Allora, buon viaggio! E quando vedi Shun, salutalo da parte mia…-aveva detto la matricola, tendendo la mano destra alla rappresentante. La ragazza del terzo anno l’aveva fissata, un po’ incredula, poi aveva sorriso e aveva ricambiato la stretta.
Qualche giorno dopo la partenza di Noriko, la Obelisk del primo anno si trasferì di nuovo al dormitorio femminile, nella sua stanza. Ormai non aveva più alcun motivo per continuare ad infastidire i tre ragazzi del secondo anno e, soprattutto, non voleva continuare ad essere un peso per Zane.
Da quel momento la vita in Accademia riprese a scorrere tranquilla, come se quegli incidenti non fossero mai successi. Dopo la partenza della studentessa del terzo anno, le altre ragazze avevano smesso di guardarla dall’alto in basso, come se fosse un essere inferiore. Non poteva dire di essersi finalmente integrata, ma nemmeno si sentiva di troppo.
A Sheppard riferirono l'intera faccenda, ma Yomi insistette affinchè non prendesse alcun provvedimento. La ragazza era certa che non sarebbe successo nient'altro e non voleva che il cancelliere punisse Jonouchi ed Eichi per ciò che era stata un'idea di Noriko. L'uomo accettò, ma a condizione che se fosse successa qualche altra cosa, sarebbe intervenuto senza se e senza ma. I due ragazzi del terzo, dal canto loro, avevano abbandonato ogni proposito di vendetta; avevano capito che non avrebbero ottenuto niente in quel  modo ed avevano deciso di trascorrere il resto dell’anno cercando di migliorare i propri voti in vista del diploma. Inoltre, Zane era stato chiaro sul fatto che non avrebbe tollerato che provassero di nuovo a fare del male alla ragazza; se fosse successo, li avrebbe fatti espellere seduta stante. I due studenti avevano afferrato il concetto al volo ed avevano dato la loro parola d'onore. Il Kaiser non si fidava molto di loro, ma la matricola l’aveva tranquillizzato, dicendo che il suo intuito le diceva che non avrebbero fatto niente e l’Obelisk aveva deciso di fidarsi di lei.
Per quanto riguardava la relazione tra Zane e Yomi, la voce si sparse velocemente da studente a studente e, nel giro di pochi giorni, lo venne a sapere tutta la scuola. La maggior parte degli studenti rimase stupita; nessuno si aspettava che uno degli studenti migliori di tutta la scuola, colui che aveva ereditato il soprannome di Kaiser, potesse innanamorfosi di una ragazza, sopratutto di quella più violenta e pericolosa. L'Obelisk venne assalito da ogni genere di domanda da parte degli altri ragazzi e ragazze; Yomi no, sopratutto perchè faceva ancora molta paura. Atticus, che fu il primo ad essere accusato di aver detto un po' troppo, giurò di non aver detto niente a nessuno e i due giovani decisero di credergli e di lasciar perdere.
Il tempo trascorse veloce e ben presto giunse dicembre e, con esso, gli esami di fine trimestre. La ragazza aveva trascorso l’ultima settimana prima del test a dare ripetizioni al povero Chumley, certo ormai che non avrebbe potuto fare niente per evitare la bocciatura. La Obelisk aveva fatto del suo meglio per tirare su di morale l’amico, ma non ci era riuscita. Infatti, lo Slifer non era riuscito ad ottenere la sufficienza né nella prova teorica, né nel test pratico. Il professor Crowler era stato molto chiaro a riguardo; se non fosse riuscito ad ottenere dei punteggi soddisfacenti nel test di fine anno, sarebbe stato bocciato ed avrebbe dovuto ripetere l’anno. Yomi, invece, aveva ottenuto di nuovo il punteggio migliore tra gli studenti del primo anno e aveva riconfermato il fatto che fosse una duellante dalle capacità straordinarie. Ma nonostante gli ottimi risultati ottenuti, non riusciva ad essere realmente contenta.
Qualche giorno dopo i risultati del test e l’inizio delle vacanze invernali, i tre studenti del secondo anno si ritrovarono nella camera di Atticus, per trascorrere un po’ di tempo insieme e rilassarsi prima dell'inizio del nuovo trimestre.
-Come va con Yomi?-fece il castano, rivolgendosi al ragazzo con i capelli blu, curioso come sempre.
Zane lo squadrò, leggermente contrariato. Non gli piaceva il fatto che l’amico continuasse a ficcare il naso nei suoi affari. Sopratutto se riguardavano il suo rapporto con Yomi.
-Bene.
-Potresti dire qualche cosa in più!
L’amico alzò il sopracciglio sinistro, con fare interrogativo.
-Andiamo! Lo sai che sto morendo dalla curiosità! E se hai dei problemi, posso sempre aiutarti!
-Non sono cose che ti riguardano... E posso cavarmela anche da solo!
-Sbaglio, o è la prima ragazza che hai?
-E con questo?
-Attento a non rovinare tutto con il tuo pessimo carattere!
-Yomi è anche peggio di me...
-Cerca solo di non essere troppo protettivo. Lo sai com'è fatta; potrebbe non gradire.-fece l’Obelisk dai capelli verdi, intromettendosi.
-Lo so... Ma a volte non riesco a trattenermi...
-Ti senti ancora responsabile per quello che ha cercato di farle Makoto?-continuò Yusuke.
-…
-Ti capisco, ma non dovresti preoccuparti troppo. In fondo, quello che è successo a luglio non capiterà più…
-Lo so anche io…
-Accidenti, hai preso proprio un bella cotta!-esclamò Atticus, ridacchiando.
-Ti ho già detto che non sono cose che ti riguardano…-gli rispose l’altro, leggermente indispettito.
-Sei proprio antipatico a volte! Mi sto solo preoccupando, lo sai! E in quanto maestro dell’amore, stavo solo cercando di darti qualche consiglio…-protestò il castano.
-Ma non sono cose che ti riguardano…
-Ti sbagli; siete miei amici, è ovvio che mi riguardi!
-Questi non sono affari tuoi; non dovresti intrometterti…-lo redarguì Yusuke.
-Uffa, adesso ti ci metti pure tu?! Stavo solo cercando di aiutarlo… Sarebbe un peccato, se finiste per lasciarti.
-Se ci lasciamo significa che non siamo adatti a stare insieme. Tutto qui!
-Non cambierai mai... Sai essere freddo pure in una relazione! Comunque, se devo essere sincero, mi hai stupito!
-Perchè?
-Bè, tu prendi seriamente solo i duelli, perciò quando mi hai detto che ti eri dichiarato e che vi eravate messi insieme, sono rimasto un po’ sorpreso. Non me lo aspettavo! E non mi aspettavo che l’avresti mai presa così seriamente… Per te è importante, tanto quanto un duello. O forse di più… Sono realmente contento per te!
-Secondo me è una cosa positiva… Hai trovato una persona che vuoi proteggere a tutti i costi e che non vuoi abbandonare.-disse Yusuke, mentre controllava le carte nel suo deck.-Sei veramente fortunato… Tu hai trovato qualcuno su cui fare affidamento… Non sei più solo...
Poi si fermò di colpo e lasciò cadere le carte sul pavimento della stanza.
-Yusuke? C’è qualcosa che non va?-gli chiese Atticus, preoccupato per la reazione improvvisa dell’Obelisk dai capelli verdi.
-No, non preoccuparti… Va tutto bene!-rispose l’altro abbozzando un mezzo sorriso e chinandosi per raccogliere le carte che gli erano cadute. Zane e il castano si scambiarono uno sguardo perplesso, certi che qualcosa aveva turbato il ragazzo dolce e mite che avevano di fronte.
-Comunque, tornando al discorso di prima, a che livello di intimità siete arrivati?-fece il dongiovanni, rivolgendosi allo studente dai capelli blu.
Zane arrossì violentemente.
-Che domande sono?-chiese, cercando di nascondere il rossore.
-Sei arrossito…-fece Atticus, trattenendo le risate.
-Non è vero…
-Dai, non nasconderlo! A noi puoi dire tutto!
-Non devo dirvi proprio niente!-sbottò il Kaiser, stufo per le continue domande dell’altro.
-Ho indovinato, vero?
-Smettila…
-Sei tutto rosso… Che carino! Dovrei farti una foto e farla vedere a Yomi…-continuò l’altro, imperterrito.
-Non ci provare…
-Scommetto che si metterebbe a ridere…
-Atticus!-esclamò Zane, alzando il tono della voce.
-Tranquillo, sto scherzando!
Yusuke si alzò improvvisamente in piedi e, rivolgendosi ai due amici, disse:
-Scusatemi, ma devo andare… Ci vediamo più tardi, ok?
-Ok…-gli rispose il castano, facendogli un cenno con la mano. L’Obelisk dai capelli verdi ricambiò il saluto ed uscì dalla camera dell’amico.
-Non pensi che si stia comportando in modo strano?-fece il giovane dai capelli blu, non appena l’altro fu uscito dalla stanza.
-Non saprei… Forse è solo stanco!-gli rispose Atticus.
-Forse…
-Quindi, tornando al nostro discorso…
-Atticus, per favore. Sembra un interrogatorio…
-E lo è! Non dici mai niente e io sono curioso!
Zane sospirò, certo che non avrebbe mai trovato un modo per sottrarsi alle domande inquisitorie dell’amico. Ormai aveva deciso di non farsi gli affari suoi e non avrebbe mai cambiato idea.
-L’avete già fatto?-chiese il dongiovanni, a bruciapelo. L’altro studente arrossì di nuovo.
-Perché non rispondi?-continuò Atticus.
-Non capisco a cosa ti riferisci…-fece l’altro, fingendo di non capire.
-Zane, non fare il finto tonto! Lo sai di cosa sto parlando! Mi riferisco al sesso…
Il Kaiser si voltò di scatto, lanciando un’occhiataccia all’amico.
-Ho esagerato?-chiese il castano, cercando di evitare gli sguardi fiammeggianti dell’altro.
-Direi!
-Mi dispiace… Però non hai risposto!
Zane stava per ribattere, quando il suo palmare iniziò a squillare.
-Ti stanno chiamando…-gli fece l’amico, indicando l’oggetto appoggiato sul comodino.
-Chissà chi è?-commentò l’Obelisk, sottovoce. Poi prese l’apparecchio e rispose alla chiamata. Sul piccolo schermo comparve il volto di Yomi.
-Yomi?-fece sorpreso il giovane.
-Zane!-esclamò la ragazza, non appena l’altro rispose.
-E’ successo qualcosa?
-Bè, ecco… Credo di essere nei guai…
-Perché? Cos’è successo?
-Forse è meglio se te lo spiego a voce… Ti dispiace venire al molo?
-Non c’è problema… Vengo subito…
Detto questo, lo studente chiuse la comunicazione. Poi si alzò in piedi e si diresse verso la porta.
-Pensi che sia successo qualcosa di grave?-fece Atticus, alzandosi anch’esso in piedi.
-Se fosse successo qualcosa di grave, non mi avrebbe mai chiamato…-rispose l’altro Obelisk, uscendo poi dalla stanza.
Giunto al piccolo porticciolo, il Kaiser trovò la matricola seduta sul bordo della banchina, con una canna da pesca improvvisata in mano, intenta ad osservare la superficie increspata dell’acqua.
-Cosa stai facendo?-fece Zane, non appena si fu avvicinato.
-Sono in un mare di guai!-esclamò Yomi, non appena lo vide.
-Non avrai mica fatto a botte?
-No! Come ti viene in mente?!-esclamò l'altra, risentita, mentre si alzava in piedi.
-Allora cos’è successo?
-Ecco… Non so come dirtelo…
-Devo preoccuparmi?
-No. Non riguarda proprio me, perciò…
-Non potresti essere un po’ più precisa?
-Forse è meglio se lo vedi tu stesso…-fece la ragazza, afferrando la mano dell’altro e portandolo via.
I due si diressero verso il promontorio vicino al dormitorio rosso e si fermarono ai margini della radura. Seduto sul ciglio del burrone c’era uno studente un po’ grassoccio. Era di schiena e lo studente del secondo anno non riuscì ad identificarlo.
-Vedi! Non so cosa fare…-fece Yomi, indicando l’individuo di spalle.
Zane osservò la figura per qualche secondo, poi guardò la ragazza, cercando di capire dove volesse arrivare.
-Non riesco a capirti…
-Si tratta di Chumley! E’ depresso per come sono andati i test di fine trimestre e non so cosa fare…
-E’ per questo che mi hai chiamato?
-Sì…
-Mi hai fatto preoccupare, sai? Credevo che fosse successo qualcosa di grave…
-Scusa…
-Ti senti in colpa per i suoi risultati?-chiese Zane.
-Non proprio… Credo di aver fatto tutto quello che potevo, ma non vorrei avergli dato false speranze.
-…
-Abbiamo ripassato tutte le due settimane precedenti. Ho fatto del mio meglio; ho cercato di spiegargli tutto quello che poteva non aver capito. Abbiamo anche duellato tutti i giorni, anche due o tre volte al giorno. Mi sembrava che fosse migliorato, perciò gli ho detto che secondo me avrebbe ottenuto dei buoni risultati… Sembrava contento, ma…
-Non sono andati bene…
-Ha ottenuto il punteggio più basso in assoluto, ancora più basso di quello dello scorso trimestre. Ed io ho ottenuto il punteggio più alto. Nonostante tutto l’impegno che ci ha messo, non è migliorato. Anzi, è peggiorato…
-Lo sai che non è colpa tua, vero?
-Sì, lo so… Però non so come comportarmi. Non so cosa dirgli per tirarlo su di morale… Ho paura che qualsiasi cosa gli possa dire, lo offenderebbe e basta.
-Forse non è questo il suo posto…
-Zane!-esclamò l’altra, indispettita.
-Se fosse portato per i duelli, non sarebbe in quelle condizioni…
-Lo so! Ma non posso dirglielo! Chumley ama duellare… Non posso essere così cattiva…
-Non saprei come aiutarti…
-Non sei d’aiuto!
-Lo sai cosa penso. Anche se è un bravo ragazzo, non mi piace sapere che passi il tempo insieme a lui.
-Guarda che non stiamo parlando di Makoto!
-Lo so, ma non riesco ancora a fidarmi degli altri ragazzi. Ho paura che qualcuno possa farti di nuovo del male…
-Chumley non mi farebbe mai del male…
-Lo so…
-Non ti fa bene continuare a preoccuparti per me…
-Mi preoccuperò sempre per te. Comunque penso che gli farà piacere se ci parli…
-Dici che dovrei?
-Dovresti fare ciò che ti senti di fare…
-Sei odioso…
-Fai del tuo meglio…-fece Zane, baciandole la fronte.
-Sei odioso lo stesso…
-Ti aspetto al molo…
Detto questo, l’Obelisk si allontanò dal promontorio, dirigendosi di nuovo verso il porto. Yomi rimase sola e incerta su cosa fare.
“Zane ha ragione… Questa è una cosa che devo risolvere da sola! Non posso chiedere a lui… Inoltre, a lui Chumley non va nemmeno a genio. Forse dovrei essere sincera…” pensò la matricola, continuando a fissare il compagno di classe. Poi fece un respiro profondo e si avvicinò all’amico del primo anno.
-Chumley…
Non appena si sentì chiamato, il ragazzo si voltò.
-Yomi?
-Ti dispiace se mi siedo?-chiese la ragazza.
-No, figurati…
-…
-Complimenti per i risultati del test…-mormorò Chumley, dopo qualche minuto di silenzio.
-Grazie...
-...
-Senti, per quanto riguarda i tuoi risultati, mi dispiace!
-Non è colpa tua. Hai fatto tutto quello che potevi… Sono io che non ho alcun talento!
-Non dovresti arrenderti! Se ti impegni-
-Non ho speranze! Non ho talento; per quanto mi impegni non riuscirò mai a migliorare… Forse dovrei semplicemente smettere!
-Non puoi arrenderti! A te piace Duel Monster, no?
-…
-Anch’io ho pensato di rinunciare a tutto, ma non è così che si risolvono i problemi! Scappare non serve a niente… In questo modo, soffri molto di più!
-Non ha senso continuare…
-Non puoi ancora dirlo! C’è il test finale…
-Boccerò anche quello… Ormai dovrò ripetere l’anno!
-Chumley…
-Però mi fa piacere che tu ti preoccupi per me…
-Siamo amici, no?
-Non ti dà fastidio essere amico di un duellante senza speranza come me?
-Perché dovrebbe?! Tu sei migliore di tanti altri studenti! Preferisco passare il tempo con te che con qualche Obelisk con la puzza sotto al naso…
-E il Kaiser è d’accordo che trascorri il tempo con me?
-Perché non dovrebbe?
-Non gli vado molto a genio, vero? L’ho capito dal modo in cui mi guarda… Non credo che mi odi, ma non gli sono nemmeno simpatico…
-In effetti… Credo che sia un po’ geloso del fatto che siamo buoni amici e probabilmente pensa che tu abbia un altro tipo di interesse nei miei confronti…
-Non è vero! Per me sei una buona amica, tutto qui…
-Gliel’ho detto anche io… E lui dice che ne è consapevole, ma non si fida lo stesso. Inoltre ha paura che qualcuno possa cercare di fare le stesse cose che ha cercato di fare Makoto. Teme che possa capitarmi qualcosa e che qualcuno possa farmi del male… Tu compreso.
-Lo sai che non ti farei mai del male…
-Lo so! Io mi fido di te e credo che alla fine anche lui si fidi… Forse devo solo dargli un po' di tempo!
Chumley sorrise, poi, come ricordandosi di qualcosa, esclamò:
-Volevo farti un disegno per ringraziarti di tutto quello che hai fatto per me... Ti piace come idea?
-Un disegno? È un'idea meravigliosa! Posso scegliere il soggetto?
-Voglio farti una sorpresa!
-Uffa!
-Non preoccuparti! Sono sicuro che ti piacerà…-fece l'altro, sorridendo.
-Allora non vedo l’ora!-gli rispose Yomi, alzandosi in piedi. Lo Slifer la imitò, poi la salutò, dirigendosi verso il dormitorio rosso. La ragazza, invece, si diresse di nuovo verso il molo, dove trovò Zane intento a pescare. Non appena la vide, alzò lo sguardo verso la studentessa e disse:
-Non so come tu faccia a pescare…
-Non ti riesce?
-Non credo di avere molta pazienza… Me ne sono lasciati scappare due o tre…
-Non l’avrei mai detto! Di solito sei molto paziente... O comunque, hai sicuramente più pazienza di me!
-Non ci vuole molto ad avere più pazienza di te…-fece l’altro alzandosi in piedi.
-Come siamo simpatici...-commentò la ragazza, poi prese la canna di mano al Kaiser e chiese:
-Vuoi che ti insegni?
-Sinceramente preferirei fare altre cose con te…
Yomi lo squadrò, indignata.
-Questo genere di discorsi non me l’aspettavo da parte tua!
-Hai frainteso! Non mi riferivo a quel genere di cose!
-Ma davvero?!-fece la ragazza, dando le spalle al giovane.
-Bè, ad essere sincero voglio davvero fare l'amore con te, ma… Ora è troppo presto e non me la sento…-fece l’Obelisk, arrossendo completamente.
-Ti vergogni?
-Non voglio affrettare le cose, tutto qui. Non voglio obbligarti a fare una cosa che non ti senti di fare e non voglio farti tornare alla mente situazioni spiacevoli. Inoltre, stiamo insieme solo da tre mesi… E’ troppo presto!
-…
-Però mi piacerebbe duellare un po’ contro di te…
-E se ti sconfiggo? Magari ci resti male e ti metti a piangere come un bambino…-lo punzecchiò la matricola.
-Piuttosto, come è andata con Chumley?-chiese Zane, cambiando argomento.
-È un segreto!
-L'importante è che tu abbia fatto del tuo meglio.
I due si misero a sedere sul bordo della banchina, con i piedi penzoloni nell'acqua.
-Siamo quasi arrivati alla fine dell’anno… Quindi il prossimo sarà il tuo ultimo anno qui.-disse Yomi, mentre osservava la superficie dell'acqua.
-Già…
-Menomale! Non ho alcuna voglia di vederti per tutto il tempo...
Il Kaiser si lasciò sfuggire una risatina sommessa, poi scompigliò i capelli della ragazza e fece:
-Non ti libererai facilmente di me.
-È un vero peccato!-esclamò l'altra, provocandolo.
-Pensi di cavartela da sola?
-Per chi mi hai preso! Posso cavarmela benissimo anche senza di te! E comunque, il prossimo anno verrà anche mio fratello, perciò non devi preoccuparti. Non farò a botte con nessuno...
-Non mi riferivo a quello.
-E a cosa?
-Non voglio che qualcuno tenti di violentarti.
-Non preoccuparti! Se qualcuno ci prova, gli taglierò le palle!
Zane rabbrividì. La matricola se ne accorse e si affrettò ad aggiungere:
-Le tue non le taglio; puoi stare tranquillo!
-Vorrei anche vedere...-mormorò l'altro. Poi, ritornando al discorso di prima, fece:
-Non credevo che tuo fratello avesse un anno meno di te. Pensavo che fosse molto più piccolo...
-Non te l’avevo detto?
Il Kaiser scosse la testa. Poi aggiunse:
-Anche mio fratello dovrebbe venire il prossimo anno…
-Tu?! Un fratello minore?!-esclamò l’altra, scoppiando a ridere. L’altro studente la guardò per qualche secondo, poi, sorridendo, fece:
-Vuoi farmi perdere la pazienza?
-Mi stai minacciando?-lo provocò la ragazza.
-Com’è tuo fratello? È una testa calda come te?-chiese l'altro, ignorando le finte minacce della studentessa.
-No, per nulla! Non ci assomigliamo per niente, ad essere sincera. Jaden è sempre allegro, qualsiasi cosa succeda. E’ molto bravo a duellare, anche se a scuola non va tanto bene. Per lui i duelli sono divertenti e basta; non credo che li abbia mai presi seriamente. E diciamo che non è molto bravo a capire le emozioni di chi gli sta intorno. È superficiale, ma è pur sempre un buon fratello minore.  Sono grata di aver avuto questa fortuna…
-Siete molto legati?
-Non saprei! Probabilmente sì... Credo che sia per il fatto che non siamo realmente fratelli!
-Davvero?
-Io sono stata adottata quando avevo circa cinque anni. I miei genitori e Jaden vennero all'orfanotrofio per adottare un bambino, visto che mio fratello voleva un fratellino o una sorellina e i miei genitori non potevano avere altri figli. Non appena Jaden mi ha vista, ha iniziato a seguirmi  per tutto l'edificio, continuando a chiamarmi "sorellona". Così, alla fine, mi hanno adottata...
-E i tuoi veri genitori?
-Non lo so… Sono stata abbandonata quando avevo poche settimane. Non so chi fossero… E ad essere sincera, non mi interessa. I miei veri genitori sono quelli che mi hanno adottato! E Jaden, per me, è un vero fratello…
-Perché non mi hai detto che sei stata adottata?-chiese Zane, a bassa voce.
-Non ne vedevo il motivo… Poi, come ti ho già detto, la mia vera famiglia è quella che mi ha portato via dall’orfanotrofio. Cosa cambiava che tu lo sapessi o meno?
-Niente... È solo che mi piacerebbe sapere tutto su di te...
-Tutto? Quindi vorresti sapere anche la mia taglia di reggiseno?
-Non capisco cosa c'entri adesso...-fece l'altro arrossendo leggermente.
-Lo so che vuoi saperlo! Voi uomini siete tutti uguali...
Zane sospirò, poi scompigliò i capelli della ragazza.
-Sei sempre la solita! Ma se tu non fossi così, non mi sarei mai innamorato di te...

Detto questo, si chinò su di lei e la baciò, facendola arrossire.

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Capitolo 28
*** Capitolo 28- La prima oscurità ***


Capitolo 28- “La prima oscurità

 

Le vacanze invernali erano quasi giunte alla loro fine. Tra meno di una settimana, gli studenti che erano ritornati dalle proprie famiglie per festeggiare il Natale sarebbero ritornati sull’isola e, con il loro ritorno, sarebbe iniziato il nuovo trimestre, l’ultimo dell’anno accademico. Yomi aveva trascorso tutte le vacanze sull’isola, per non far pesare alla sua famiglia i costi per il viaggio di ritorno. Inoltre, l'idea di rimanere sull'isola quasi deserta le piaceva. Aveva pensato che in quel modo avrebbe potuto anche studiare in santa pace, sempre che ad Atticus non gli fosse venuto in mente qualche strana idea. Tra le altre cose, avrebbe potuto aiutare Chumley a preparsi per il test finale. Questo era quello che aveva pensato la matricola, ma le cose andarono in maniera leggermente diversa.
Uno di quegli ultimi giorni di vacanze, Zane e Yomi avevano deciso di trovarsi nella sala da pranzo del dormitorio blu, per trascorrere un po' di tempo insieme. Ultimamente, non avevano avuto molto tempo per stare da soli, nonostante le lezioni fossero state sospese e l'Accademia fosse praticamente deserta. L'Obelisk si era rinchiuso in biblioteca, a studiare in solitudine, mentre la ragazza era stata costretta dagli studenti del dormitorio Slifer a dare loro ripetizioni. Yomi avrebbe preferito di gran lunga guardare il Kaiser mentre studiava che sprecare fiato cercando di far ragionare un gruppo di testoni. E così, a due giorni dall'inizio dell'ultimo trimestre, i due giovani erano riusciti, finalmente, a trovare qualche ora da trascorrere insieme.
-Fra poco inizia il nuovo trimestre…-commentò lo studente del secondo anno, mentre porgeva una tazza di cioccolata calda alla ragazza. Yomi lo ringraziò e prese la tazzina di ceramica cinese, per appoggiarla sul tavolo. Zane appoggiò due piattini con due fette di torta sul piccolo tavolo della sala da pranzo; poi si allontanò per prendere il suo caffè e ritornò al tavolo, per sedersi.
-Lo so bene! I ragazzi del dormitorio rosso mi hanno fatto venire l'emicrania a forza di strillare che non capiscono niente e che bocceranno il test finale…-fece la ragazza, versando un cucchiaino di zucchero nella cioccolata e mescolando delicatamente.
-Potevi dire loro che eri occupata...
-Ti ricordo che mi hanno quasi sequestrata in quella vecchia catapecchia!
-Scusami, forse avrei dovuto dire loro qualcosa...-mormorò l'altro a bassa voce.
-Non preoccuparti, tanto non credo che sarebbe cambiato qualcosa. Nemmeno se tu avessi usato la tua influenza...-fece l'altra, portandosi una mano sulla tempia sinistra.
-Stai bene?-chiese il Kaiser, dopo averla fissata per qualche secondo.
-Perchè me lo chiedi?
-Mi sembri stanca...
-Ho solo un po' di mal di testa...-rispose Yomi, sorridendogli.
-Non dovresti sforzarti se hai il mal di testa. Dovresti stare a letto tranquilla. Se me lo avessi detto non ti avrei mai fatta venire qui...
-È solo mal di testa; prima o poi mi passerà...
-Forse dovresti farti vedere dalla signorina Fontaine...
-Zane, ti stai preoccupando troppo. Non è così grave da andare in infermeria...
Il ragazzo la fissò per diversi secondi, poi, appoggiando la tazzina sul tavolo, fece:
-Se continua, promettimi che ti farai vedere.
-Ti ho già detto che non è nulla!
-...
-Sei davvero preoccupato?
-Non dovresti sottovalutare la tua salute! L'anno scorso hai avuto un brutto incidente e i dottori dicono che non sei guarita del tutto, perciò dovresti farti visitare quando c'è qualcosa che non va.
-Tu come fai a saperlo?-chiese Yomi, alzando il sopracciglio sinistro in segno di disappunto.
-Me l'hanno detto Fontaine e Sheppard. Dato che sono il tuo ragazzo e che, tra noi due, sono quello più saggio, mi hanno chiesto di tenerti d'occhio.-rispose l'altro, pacatamente.
-Aspetta un attimo! Ti hanno chiesto di farmi da baby-sitter?! Non sono mica una bambina piccola! Posso badare a me stessa!-esclamò la ragazza, andando su tutte le furie. Non riusciva a rimanere calma e tranquilla quando gli altri la trattavano come una bambina. Sembrava quasi che non avessero alcuna fiducia in lei e che dessero per scontato che avesse bisogno di qualcuno che la controllasse a vista d'occhio.
-Hanno ragione. A volte ti comporti un po' da stupida e non ragioni su cosa fai. Anche loro sono solo preoccupati. Come tutti, del resto...
-Non ne avete alcun motivo...-borbottò la matricola, arrossendo per l'imbarazzo.
Zane sorrise divertito, poi disse:
-Chissà...
-Cosa vorresti dire?! Mi stai dando della stupida?!-fece Yomi, alzandosi in piedi.-Non sono mica una stupida?! Io-
La ragazza non riuscì a finire la frase, perchè un'improvvisa fitta alla testa la costrinse a fermarsi. Zane la guardò preoccupato. Voleva aiutarla, ma sapeva che lei si sarebbe arrabbiata se lo avesse fatto. Non voleva far preoccupare nessuno e, come sempre, stava cercando di risolvere la situazione da sola. Per il Kaiser aiutarla sarebbe stato solo un gesto privo di altri significati, oltre a quello di volerla aiutare. Per Yomi, invece, sarebbe stata quasi una sconfitta; per una persona abituata a contare solo su se stessa avrebbe significato aver fallito come essere umano. Per questo motivo, lo studente non sapeva bene come reagire.
-Yomi?
-Sto bene! È solo un po' di mal di testa!-si affrettò a rispondere la ragazza, abbozzando un mezzo sorriso, ma continuando a premersi la tempia. L'Obelisk continuò ad osservarla per qualche altro secondo, poi sospirò e si alzò, avvicinandosi all'altra.
-Ti ho detto che non è nulla...-mormorò la ragazza, non appena si accorse che lo studente si era alzato.
-Forse è meglio se andiamo in infermeria...
-No, sto bene!
-Non mi sembra...-disse l'altro, mettendole una mano sulla fronte, come per assicurarsi che non avesse la febbre.
Yomi stava per ribattere, quando la porta della sala da pranzo si aprì e un ragazzo dalla divisa bianca e rossa fece capolino dentro.
-Chumley!-esclamò la giovane, voltandosi verso l’amico. Lo Slifer arrossì leggermente e ricambiò il saluto, poi si avvicinò ai due.
-Mi dispiace avervi interrotti…
-Figurati! Stavamo solo parlando…-lo rassicurò la matricola, sorridendogli. Zane la guardò un po' preoccupato.
"Sta cercando di nascondere il suo malessere persino a lui. Capisco che non voglia far preoccupare nessuno, ma se sta male dovrebbe dirlo. Se io non me ne fossi accorto, scommetto che non l'avrebbe detto a nessuno. A volte è proprio una testona! Come fa a non capire che facendo così mi fa preoccupare di più? Se dicesse le cose come stanno e si facesse visitare, io non mi preoccuperei in questo modo..."
-Ho finito quella cosa che ti avevo promesso…
-Davvero? Fammela vedere!-esclamò l’altra, al colmo dell’eccitazione.
-Calma…-mormorò l’altro. Poi estrasse un foglio da un tubo di plastica rigida che si era portato appresso e lo srotolò di fronte alla compagna.
-Mi sono ricordato che ti piaceva e ho pensato che ti avrebbe fatto piacere avere un suo disegno…
-Non ci credo…
-Non ti piace?-chiese l'altro, un po' titubante.
-Ma scherzi! E’ bellissimo!
Detto questo, Yomi saltò al collo dello Slifer, abbracciandolo. Zane si irrigidì di fronte alla reazione della ragazza e lanciò uno sguardo fulminante a Chumley, il quale arrossì.
-Non ci credo! E’ proprio il Mago Nero! Devo appenderlo in camera! Magari sopra il letto… Oppure sull’armadio… Forse è meglio appenderlo accanto allo specchio! Ancora non riesco a crederci! E’ uguale! Ma come hai fatto?
-Lo sai che con il disegno me la cavo…-commentò lo studente del primo anno, arrossendo di nuovo di fronte ai complimenti dell’amica.
-Grazie ancora!-esclamò l’altra, abbracciandolo di nuovo.
-Figurati… Però adesso è meglio che vada.-si affrettò a dire l’altro. Non voleva intrattenersi ancora per molto con la compagna. Aveva notato lo sguardo penetrante dell’Obelisk e, non sapendo a cosa stesse pensando e per quanto ancora avrebbe tollerato la sua presenza, pensò bene di togliere il disturbo.
-Ok… Allora ci sentiamo!
Il ragazzo-koala salutò l’amica con un cenno della mano ed uscì trotterellando dalla sala, contento per aver appena reso felice l'amica.
-Sbaglio o sei contenta?-fece Zane, non appena lo Slifer fu uscito dalla stanza. Yomi, intanto, si stava mettendo di nuovo a sedere, stringendo al petto il disegno.
-Ma l’hai visto?! E’ il Mago Nero! E’ ovvio che sia contenta!
-Se lo dici tu... Comunque, più tardi andiamo in infermeria.
-Ti ho già detto che non ne ho bisogno!
-Invece sì!-esclamò l'altro, alzando la voce. Yomi lo fissò stordita; non si aspettava che alzasse la voce. Non lo faceva quasi mai e quando lo faceva significava che aveva perso la pazienza già da diversi minuti.
-Scusami, non volevo urlare. Sono preoccupato e preferirei che tu ti facessi visitare. Sono sicuro che non sia niente di grave, ma è meglio essere prudenti, considerando anche la tua ferita.
-Zane...
-Io ti voglio bene e non voglio vederti soffrire. Inoltre, se dovesse accaderti qualcosa non potrei mai perdonarmelo...
-...
-Ti ho già vista piangere una volta e non voglio che accada mai più. Perciò, farò tutto ciò che posso per proteggerti ed aiutarti. Anche costringerti ad andare in infermeria, anche usando le maniere forti, se necessario.
-Le maniere forti? Vuoi picchiarmi?-fece Yomi, alzando il sopracciglio. Il Kaiser arrossì di colpo.
-Non ci penso nemmeno ad alzare le mani! Ti sembra che possa mettere le mani addosso ad una qualunque altra persona? Intendevo dire che sono disposto anche a portartici di peso, se non vuoi andarci da sola con le tue gambe.
-Idiota...-mormorò la matricola.
Zane sorrise a sua volta, mentre finiva di mangiare.
-Tu continui a sentirti in colpa per quella storia di Makoto, vero?-fece la studentessa dopo diversi minuti di silenzio. Erano diversi giorni che ci rimuginava sopra e, alla fine, si era decisa a chiederglielo.
-Te l'ha detto Yusuke?-chiese l'altro, sorpreso.
-No, non l'ho nemmeno visto in questi giorni. Perchè me lo chiedi?
-Me l'ha chiesto anche lui, tutto qui.
-Se anche Yusuke lo dice, deve essere per forza la verità...
-In effetti è vero... Forse sto esagerando, ma chiunque si avvicini a te mi sembra pericoloso. Ho paura che tu possa incontrare qualcuno come Makoto… Non riesco a fidarmi nemmeno di Yusuke e di Atticus.
Yomi lo guardò per qualche minuto, poi disse:
-Guarda che loro non sono come Makoto.
-Lo so...
-Allora smettila di preoccuparti per niente!
-Tu non puoi capire... Se fosse riuscito a violentarti, io-
-Non l'ha fatto ed è già stato punito per questo, perciò non hai alcun bisogno per continuare a sentirti in colpa.
-Ma se dovesse succedere di nuovo?-fece il ragazzo, guardandola fissa negli occhi.
-Non succederà più, te lo prometto!
-Non è una cosa che dipende da te...
-Farò in modo che non accada più. Fidati!-esclamò Yomi.
Il Kaiser la guardò per qualche secondo, poi sorrise e disse:
-Va bene. Io smetto di sentirmi in colpa, solo se tu vai a farti visitare dalla signorina Fontaine.
-Sei proprio insistente!
-Lo faccio per te...
-Va bene, se proprio insisti ci andrò...
-Ricordati che l'hai promesso...
-Lo stesso discorso vale anche per te!-fece la ragazza, prima di finire di mangiare la sua fetta di torta.
Avevano appena finito di mangiare, quando la porta della sala da pranzo si aprì di nuovo e questa volta, ad entrare, fu l'Obelisk dai capelli verdi.
-Yusuke?-fece Yomi, alzandosi in piedi, contenta di vedere l'amico.
-Non pensavo di trovarvi qui...-disse l'altro, sorpreso.
-È da un po' che non ti fai vedere...-commentò Zane.
Yusuke abbozzò un mezzo sorriso, ma non aggiunse altro.
-Vedo che state trascorrendo il pomeriggio insieme…-disse poi, non appena si fu avvicinato.
-Bè, sai, ultimamente eravamo così impegnati che non riuscivamo nemmeno a vederci... Tu, piuttosto, che fine avevi fatto?-fece la studentessa.
-Oh, niente... Ero solo concentrato su delle ricerche...-rispose l'altro, vagamente.
-Ricerche?-chiese Zane.
-Ho trovato un libro molto interessante in biblioteca e volevo approfondirlo...
-Davvero? Di cosa si tratta?-chiese, a sua volta, la matricola. Era curiosa. Le interessava sapere su cosa stesse studiando l'amico; poteva rivelarsi utile per risolvere quel suo piccolo problema e l'idea che avrebbe potuto aiutarla a tornare a duellare come tutte le altre persone era troppo forte per ignorarla.
-Niente di che... E anche se te lo dicessi sarebbe tutto inutile. Non sono cose che potete capire!
-Perché mai non potremmo capire?! Non siamo mica stupidi!-fece Yomi, cercando di non innervosirsi.
-Nessuno può capire... Nemmeno tu che sei in grado di vedere gli spiriti di Duel Monster.
-Cosa stai dicendo?!-esclamò la ragazza, sempre più innervosita.
-Ho scoperto un luogo fantastico, un luogo dove possiamo stare tutti insieme!
-Yusuke...-mormorò il Kaiser.
-Cosa ti prende?-chiese Yomi, leggermente preoccupata.
-Niente! Perchè me lo chiedi?
-Ultimamente ti comporti in modo strano...-commentò l'altra.
-Non ti preoccupare, ho solo scoperto la vera via per essere felici! E prima o poi la capirete anche voi!
-Yusuke...
-In questo mondo non esiste la vera felicità. Nessuno di noi può essere felice, vivendo in questo mondo. Questo mondo non te lo permette! La vita non è un dono, è solo una punizione; vivere in questo modo è solo una tortura. Per quanto ci sforziamo a raggiungere la felicità, non la raggiungeremo mai. Non esiste! In questo mondo non esiste la felicità, perciò è inutile cercare di raggiungerla.-continuò lo studente dai capelli verdi, ignorando i due amici.
-Adesso basta! Stai dicendo un mucchio di assurdità!-fece la matricola, cercando di farlo ragionare.
-Assurdità?! Tu pensi davvero di poter essere felice?! Tu non sei realmente felice, ammettilo!
-Io sono del-
-No, non lo sei! Tu vuoi duellare, ma non puoi farlo, e questo ti fa soffrire e ti rende infelice. Questo mondo ti vieta l'unica cosa che ti può rendere felice! E non solo con te; lo fa con tutte le creature viventi, che siano senzienti o meno.
-Adesso basta! Non capisco dove vuoi andare a parare, ma stai esagerando!-fece il Kaiser, alzando un po’ il tono della voce. Non gli piaceva il modo in cui si stava rivolgendo alla sua ragazza e non gli piaceva nemmeno la piega che stava prendendo il discorso. E meno che mai gli piaceva l'idea che l'amico pensasse realmente ciò che stava dicendo.
Yusuke lo fissò, del tutto inespressivo, poi, rivolgendosi alla matricola, disse:
-Ciò che chiami "felicità" non esiste. Non è mai esistita! Tu sei sola, io sono solo, siamo tutti soli! Siamo destinati ad essere infelici e soli; è il nostro destino, non possiamo opporci!
-Yusuke, mi stai facendo paura...-mormorò la ragazza, arretrando leggermente. Era la prima volta che provava un'angoscia così profonda e non ne capiva il motivo. C'era qualcosa nello sguardo eccitato dell'Obelisk dai capelli verdi che le faceva paura, qualcosa che non riusciva a capire.
-Non potete salvarvi… Siete destinati ad essere soli e a vagare da soli nelle tenebre… Come me, come tutti!
-Si può sapere cosa ti prende? Se c'è qualcosa che non va, puoi parlarne con noi...-fece Zane, cercando di mostrarsi calmo come sempre. Il comportamento dell'altro studente lo stava facendo preoccupare seriamente. Era la prima volta che reagiva in quel modo ed aveva paura che potesse accadere qualcosa di grave.
-Non preoccuparti, io sto bene! E gradirei che tu la smettessi di fare finta di essere mio amico!-esclamò l’altro.
-Io non faccio finta… E nemmeno Yomi!
-Invece fate finta! Come tutti… Io sono solo… Lo sono sempre stato…
-Cosa stai dicendo? Tu non sei solo! Ci siamo noi, i tuoi amici.-fece la studentessa.
-Amici?! Ma non dire assurdità! Come potete essere miei amici, voi che avete tutto quello che desiderate! Nessuno di voi può capire cosa significa essere solo. Nessuno!
-Yusuke!
-Io non voglio essere solo… Perché?! Perché devo sempre essere abbandonato da tutti?!
-Noi non ti abbiamo abbandonato. E nemmeno Onesto!-esclamò l'altra.
-Cosa ti fa credere che non se ne sia andato anche lui?!
-Cosa significa? Yusuke, dov’è Onesto?-chiese la studentessa. Era preoccupata per ciò che stava dicendo l'amico e per l'assenza dello spirito di Duel Monster.
-Chissà…
-Come sarebbe a dire?! E’ la tua carta preferita, no? Come fai a non sapere dov'è?!
-La mia carta preferita, dici? Cosa ne sai tu?! Sei solo una ragazzina viziata e violenta! Tu che hai tutto non puoi capire! Nessuno di voi può capirmi!
-Yusuke!
-Ma non importa! Dove andremo non c'è bisogno di niente! Saremo tutti uguali; non ci sarà nessuna differenza. Uomini, donne, bambini... Saremo tutti insieme, in una cosa sola!
-Di cosa stai parlando?-fece Zane, afferrando l'amico per un braccio.
-Non ci sarà alcun bisogno di cercare la felicità... Non ci sarà bisogno nemmeno di ricordare. I ricordi svaniranno e nessuno dovrà sentirsi solo!-continuò l'altro, liberandosi dalla presa con uno strattone.
-Yusuke...-mormorò l'Obelisk dai capelli blu.
-State tranquilli; nessuno sarà mai solo e nessuno dovrà mai soffrire…
Detto questo l’Obelisk dai capelli verdi girò i tacchi e se ne andò come se niente fosse.
-Non mi piace per niente...-mormorò Zane, mentre fissava la porta da cui era uscito l'amico. Yomi lo guardò per qualche secondo, poi distolse lo sguardo, annuendo leggermente. Era preoccupata per il comportamento dell'altro Obelisk e Zane l'aveva capito perfettamente.
"C'è qualcosa che non va in lui. Ed è strano che Onesto non fosse con lui. Mi chiedo il motivo... Che io sappia, Onesto gli è sempre stato a fianco; non capisco perchè oggi non l'avesse con sè. Non capisco, davvero..."
-Principessa...
Lo spirito del samurai cremisi si era appena materializzato alle spalle della ragazza, spaventandola non poco. Si trattenne dal girarsi e fare una ramanzina alla carta di Duel Monster per non far preoccupare ulteriormente il ragazzo che aveva di fronte.
-In quel ragazzo c'è qualcosa di strano...-continuò lo spirito.
"Qualcosa di strano?"
In quel momento, la ragazza avrebbe preferito di gran lunga essere sola e poter parlare con il samurai senza passare per pazza. Zane sapeva bene che la ragazza poteva vedere gli spiriti di Duel Monster e poteva parlare con loro, ma Yomi si sarebbe sentita a disagio a farlo di fronte al ragazzo e avrebbe preferito che non fosse presente. Purtroppo era lì davanti e non se ne sarebbe andato tanto facilmente.
-Ho paura che si stia cacciando in un brutto guaio... Ci sono cose in cui voi umani non dovreste intromettervi ed ho paura che quel ragazzo abbia aperto porte che dovevano rimanere chiuse.
"Porte che dovevano rimanere chiuse? A cosa si sta riferendo? Non capisco... Yuki sembra realmente preoccupato, quindi dovrebbe essere una cosa seria. Normalmente non sarebbe mai comparso dal nulla, se non si fosse trattato di qualcosa di molto serio. Mi sto preoccupando..."
Yomi diede una rapida occhiata al samurai, facendogli un leggero cenno d'assenso. Poi si alzò dalla sedia, destando la curiosità dell'altro Obelisk.
-Dove vai?-chiese Zane, cercando di nascondere la sua preoccupazione con il suo solito tono impassibile.
-Vado a cercarlo. Ho i miei buoni motivi per credere che si stia cacciando nei guai e voglio evitare...
-Sai a cosa si riferiva Yusuke prima?
La studentessa scosse il capo.
-Quindi come fai a sapere che sia nei guai?-continuò il Kaiser.
-Bè, ecco...
-È stato uno dei tuoi spiriti, vero?
La ragazza arrossì leggermente, in preda all'imbarazzo. Avrebbe preferito che Zane non l'avesse capito, ma ormai la conosceva talmente bene da sapere cosa pensasse.
-Ecco, Yuki ha detto-
-Non importa; non voglio saperlo...-la interruppe l'altro.
-Comunque credo che sia meglio cercarlo.
Detto questo, la ragazza fece per uscire dalla stanza, quando il Kaiser le afferrò un polso, trattenendola.
-Aspetta!
-Zane?
-È meglio se lasci perdere...
-Perchè?!-esclamò la matricola, andando su tutte le furie.
-Non ho idea di cosa ti abbia detto il tuo spirito, ma vorrei che ascoltassi anche me.
-Non credo che questo sia il momento più adatto...
-Invece sì!
-...
-Ho un brutto presentimento e preferirei che tu non ci parlassi...-continuò l'Obelisk.
-Ancora con questa storia?! Devi smetterla di essere geloso per qualsiasi cosa! Yusuke non è pericoloso, non mi farebbe mai del male, perchè devi essere così sospettoso anche nei suoi confronti? Ha qualcosa che non va, lo capisci?
-Lo capisco benissimo, ma non voglio comunque che tu ti avvicini a lui.
-Non se ne parla! Anche Yuki dice che c'è qualcosa che non va!
-Yuki? Stai dicendo che ciò che penso conta meno del pensiero di uno spirito!-fece lo studente, non nascondendo la sua rabbia.
-Non ho detto questo...
-Allora perchè non vuoi darmi retta?
-Perchè è mio amico e non posso abbandonarlo! Ma tu, a quanto pare, non capisci il significato di amicizia, visto che non ti fidi nemmeno dei tuoi amici!-sbottò la ragazza.
-Non è vero, lo sai che io-
-Tu cosa?! Tu vuoi abbandonarlo! A te non interessa nulla degli altri! Sei... Sei un egoista!
Zane rimase a bocca aperta, senza sapere cosa dire. Non credeva che sarebbe giunto a litigare con lei. Non era quello che voleva e non capiva come avesse fatto a litigare di nuovo con la studentessa.
"Io non voglio litigare con lei. Non voglio più litigare per delle sciocchezze..."
-Sarò anche egoista, non m'importa, ma non voglio rischiare di perdere te. Se mi chiedi a chi voglia più bene, risponderei "a te". Se mi chiedi chi sia più importante tra la mia ragazza e il mio migliore amico, risponderei la mia ragazza. Se dovessi scegliere tra salvare la tua vita o quella di Yusuke, sceglierei di salvare la tua. La mia scelta sarebbe la stessa per dieci, cento, mille volte. Non cambierebbe mai. Questo perchè tu sei più importante di chiunque altro.-fece Zane, continuando a tenerla per il polso.
-...
-Non voglio che Yusuke ti coinvolga nei suoi problemi. Sono preoccupato anche io, ma sarei molto più preoccupato se anche tu fossi nei guai.
-Però...
-Lascia che ci parli io o Atticus. Per favore!-continuò il ragazzo.
-Non sono cose che voi due potete capire!
-Perchè? Solo perché noi due non possiamo vedere gli spiriti?
-Esattamente! Ci sono cose che nessuno di voi può capire! Ma io sì!-fece la studentessa, liberandosi dalla presa dell'altro.
-Cosa stai dicendo?
-Tu e Atticus non potete capire!-insistette Yomi.
-Stai parlando come Yusuke...
-Non m'importa! Io vado a cercarlo!-fece la ragazza, voltando di nuovo verso la porta.
-No! Yomi!-esclamò Zane, afferrandola di nuovo per il polso.
-Lasciami andare!
-Non se ne parla! Non ho idea di cosa ti abbia detto quello spirito, ma non ti lascio andare!
-Se non mi lasci, ti odierò a vita!
-Allora odiami pure!
Yomi si voltò verso il ragazzo, pronta a ribattere, ma non riuscì a dire niente. Un'improvvisa fitta alla testa la costrinse ad accasciarsi in terra, in preda ai dolori. La testa le stava scoppiando e non riusciva nemmeno a pensare.
-Yomi!-esclamò il Kaiser, inginocchiandosi al suo fianco e mettendole un braccio intorno alle spalle. Yomi gli fece segno di lasciarla stare. I dolori erano talmente forti che non riusciva nemmeno a parlare.
-Ti porto in infermeria!
La matricola scosse violentemente la testa, mormorando qualcosa sul fatto che stava bene e non ce n'era bisogno. Poi cercò di rialzarsi, ma cadde a terra, priva di sensi.

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Capitolo 29
*** Capitolo 29- Il primo ostacolo superato ***


Capitolo 29- “Il primo ostacolo superato

 

La prima cosa che la ragazza vide, non appena riaprì gli occhi, fu un soffitto bianco. Era di un bianco talmente candido che d'istinto si portò una mano sugli occhi, per coprirli e proteggerli da quella luce apparente. Quel soffitto, inoltre, le era familiare; era sicura di averlo già visto. Infatti, non appena mise a fuoco, lo riconobbe. Era il soffitto dell'infermeria, lo stesso che aveva visto diversi mesi prima, quando era svenuta in seguito al duello contro Seto. E anche questa volta, il soffitto bianco e brillante come la neve fresca fu la prima cosa che vide quando riaprì gli occhi.
"Che diavolo ci faccio di nuovo in infermeria?! Come ho fatto a finire di nuovo qui? Accidenti, mi scoppia la testa... Non ricordo nemmeno cosa sia successo!" pensò la giovane, portandosi una mano sulla fronte, in un disperato tentativo di ricordare come fosse finita lì, di nuovo.
-Finalmente ti sei svegliata!-esclamò una voce femminile alla sua destra. Yomi voltò leggermente la testa, finchè nel suo campo visivo non comparve la fisionomia della professoressa Fontaine. Era seduta sulla sua poltrona, come sempre, e sembrava sollevata che la studentessa avesse finalmente ripreso i sensi.
-Come diavolo ho fatto a finire di nuovo qui?-mormorò la matricola, con un filo di voce.
-Questa volta hai semplicemente perso i sensi. Ma, ad essere sincera, non ho idea del motivo...-le rispose la donna, sorridendo.
Yomi la guardò per un po', senza dire nulla. Poi, con una mano scostò le lenzuola e cercò di mettersi a sedere sul lettino. Come abbassò lo sguardo sulle sue braccia, si accorse di avere una flebo attaccata.
-Quelle erano per precauzione...-fece l'altra, non appena si accorse che la studentessa stava fissando con aria interrogativa il braccio destro.
-Precauzione?
-Sei rimasta svenuta quasi quattro giorni e dovevi comunque assumere sostanze nutritive. La flebo serviva per quello...
-Quattro giorni?-fece la matricola, sempre più sorpresa.
Fontaine fece un cenno d'assenso, poi si alzò dalla poltrona e si avvicinò alla ragazza, per controllare che stesse bene.
-Come ti senti?-chiese Fontaine, cambiando discorso.
-Un po' frastornata, ma almeno la testa ha smesso di farmi male...
-Meglio così! Tra qualche ora dovresti sentirti anche un po' meno confusa, quindi non preoccuparti!
-Lei sa cos'è successo?-chiese Yomi, cercando di ricordare cosa fosse successo. La sua mente era ancora troppo confusa per ricordare qualcosa.
-Non ricordi niente?
La studentessa scosse la testa.
-Speravo che potessi dirmelo tu, una volta ripresi i sensi... Zane mi ha solo detto che non ti sentivi   molto bene e che poi sei svenuta all'improvviso.
-Zane?
-È stato lui a portarti qui. Sembrava anche molto preoccupato...
-Scommetto che sta pensando che la colpa sia sua...-mormorò l'altra, abbassando lo sguardo sul suo braccio.
-Perchè?
-L'unica cosa che mi ricordo è che stavamo litigando, ma dubito che sia quella la causa del mio malessere. Non sono così debole da svenire per un litigio!
-Molto probabilmente la vera causa è un'altra, ma non riesco a capire quale sia. Credo proprio che dovremmo fare altri esami...
Detto questo, le staccò la flebo dal braccio e l'aiutò a mettersi seduta. Poi, le misurò la temperatura e la pressione e si annotò i valori su un foglio.
-Per ora i valori sono nella norma... Se il mal di testa dovesse continuare, dovremmo fare esami più approfonditi. Ma se non è necessario, preferirei evitare radiografie e TAC.
-È buffo... È la seconda volta che svengo nel giro di sei mesi. Non mi è mai successo... Non capisco cosa mi stia succedendo.
-Non preoccuparti, sono sicura che non sia niente di grave! Inoltre, la tua ferita è completamente guarita e non credo proprio che sia la causa.
-Lo spero...
Fontaine sorrise, poi prese il foglio con i valori e ritornò alla scrivania, per inserirli nella cartella clinica della ragazza.
-Posso alzarmi?-chiese Yomi.
-Sarebbe meglio di no. Resta sdraiata per qualche altra ora, poi, se non hai nulla, ti lascio andare! Ok?-le rispose la professoressa, continuando a darle le spalle.
Yomi la fissò per qualche secondo, leggermente contrariata. Non aveva molta voglia di rimanere ancora sdraiata sul lettino, come se fosse un malato terminale.
-Ok, va bene...-mormorò poi, sdraiandosi di nuovo sul lettino.-A proposito, i ragazzi dove sono?
Fontaine non rispose.
-Mi sarei aspettata di vederli qui accanto, con gli occhi fuori dalle orbite dalla preoccupazione... Sopratutto Zane...
-...
-Forse ho esagerato... Deve essersi arrabibiato parecchio se si rifiuta persino di vedermi...
-In realtà, lui è rimasto qui tutto il tempo, persino di notte. Si è assentato solo per qualche ora ogni tanto, giusto per andare a lezione, ma niente di più.
-Ed adesso dov'è?
-È da Sheppard... Dovevano parlare di una cosa molto importante, ma sono sicura che tornerà qui non appena avrà finito.
-Yusuke e Atticus? Loro dove sono?
-Non lo so... Qui non sono venuti.
-Scommetto che non gliel'ha permesso... Quello stupido...
Fontaine si voltò sorpresa verso l'allieva. Sicuramente non aveva capito a cosa si riferisse la matricola; in fondo, lei non poteva saperlo.
-Secondo lei cosa dovrei fare?-chiese la ragazza.
-A cosa ti riferisci?
-Non so come comportarmi con lui... Ha paura che quella brutta storia con Makoto possa ripetersi e sta diventando troppo protettivo. A volte mi sento soffocare...
-Forse dovresti parlarci...
-Gli ho già detto che non deve preoccuparsi, ma sta diventando quasi un'ossessione. Io non voglio lasciarlo, ma se continua così...
-Io credo che abbia solo bisogno di un po' di tempo... Sono sicura che fra un po' si renderà conto che non ha niente da temere e smetterà!
-Lei dice?
-Non ne sei convinta?-fece Fontaine, sorpresa.
-Non lo so...
La professoressa guardò la studentessa per qualche secondo, senza sapere cosa dire. Non riusciva a capire la situazione e non sembrava che la ragazza volesse parlarne più di tanto. Probabilmente stava solo cercando qualcuno con cui sfogarsi.
-Hai paura che possa essere lui il prossimo Makoto?
-Se diventasse ossessionato da me, lei crede che possa cambiare così tanto da diventare pericoloso lui stesso?
-Zane è un ragazzo intelligente, perciò non credo proprio che possa diventare come Makoto. Probabilmente è solo preoccupato... Hai rischiato di morire e la tua ferita dell'anno scorso non è ancora guarita del tutto; Makoto ti ha aggredita e poi ci sono stati tutti quegli strani incidenti in cui hai rischiato di farti davvero molto male. Adesso c'è questo strano mal di testa... Devi ammettere che ne ha di motivi per preoccuparsi!
-Lo so, ma io non voglio che lo faccia! Vorrei che pensasse un po' di più a se stesso.
-Lo fa. Forse non te ne rendi conto, ma lo sta facendo. In fondo, le vacanze invernali le ha passate in biblioteca a studiare, invece che con te. Ti vuole bene, ma vuole bene anche a se stesso. Dovresti fidarti un po' più di lui e dargli un altro po' di tempo! Devi anche tenere conto che sei la prima ragazza che ha mai avuto e che sei una ragazza con cui è difficile trattare, perciò...
-Forse ha ragione...-mormorò l'altra, arrossendo leggermente.
La donna sorrise, contenta di aver fugato i dubbi della ragazza.
-A proposito, lei come fa a sapere tutte queste cose?
-È stato lui a dirmele. Mi ha chiesto più o meno le stesse cose. A dire la verità, non mi ha detto molto... Comunque, mi hai un po' sorpresa quando mi hai chiesto la stessa cosa!
-Io so solo che è un idiota!-esclamò la ragazza, fingendo indifferenza.
"A questo punto dovrei chiedergli scusa... L'altro giorno ho decisamente esagerato e gli ho detto delle cose che avrei potuto evitare. Come che l'avrei odiato..." pensò poi, mentre guardava la professoressa parlare concitatamente al palmare.
-Yomi, devo andare un attimo da Crowler. Ti dispiace se ti lascio sola per un po'?-chiese la professoressa, mentre chiudeva la chiamata che aveva appena ricevuto e si voltava verso la matricola. Yomi annuì. Poi aggiunse che non era un problema per lei rimanere da sola. La donna sorrise ed uscì dalla stanza, aggiungendo che ci avrebbe impiegato poco.
La Obelisk rimase qualche minuto seduta sul lettino, indecisa su cosa fare. Si era quasi decisa a sgattaiolare fuori dalla stanza approfittando dell'assenza di Fontaine, quando la porta si aprì di scatto e il Kaiser fece capolino dentro. Non appena si accorse che la ragazza si era svegliata, sorrise sollevato.
-Come stai?-chiese, mentre si avvicinava e si sedeva sul lettino, di fianco a lei.
-Bene...
-Sono contento...-fece l'altro. Poi si chinò su di essa, le prese il viso tra le sue mani e la baciò.
-Mi dispiace di aver esagerato l'altro giorno. Ho insistito troppo e me ne sono reso conto solo più tardi.-disse poi, dopo essersi scostato.
-È anche colpa mia... Ho detto delle cose che non avrei dovuto dire e mi dispiace!
-Non preoccuparti! Sapevo che non le pensavi realmente.-le fece l’altro, sorridendo.
-...
-Sai, dopo quello che è successo, ho capito che costringerti a diffidare degli altri non è il modo migliore per proteggerti. Io ti voglio bene e non voglio che tu ti faccia di nuovo del male, però, se ti impedissi di fidarti degli altri, torneresti la ragazza scontrosa e violenta di qualche mese fa e renderei vani tutti gli sforzi che hai fatto per cambiare. E questo non sarebbe giusto nei tuoi confronti. Perciò, ho deciso di proteggerti in un altro modo.
-Guarda che io non ho bisogno di essere protetta da nessuno!-esclamò l’altra, alzando il sopracciglio contrariata.
-Ti sbagli! Sarai anche in grado di proteggerti dai bastardi come Makoto, ma c'è una persona da cui non puoi proteggerti, perciò devo farlo io.-continuò il Kaiser.
-Ma davvero? E chi sarebbe?
Il tono della ragazza era palesemente sarcastico, ma Zane ormai aveva fatto l’abitudine al comportamento eccentrico dell’altra e non ci faceva nemmeno più caso.
-Te stessa...
-Ma cosa dici?-fece la matricola, lanciandogli uno sguardo stranito. Non riusciva a seguire il ragionamento dell’altro e non riusciva a capire come facesse ad essere il nemico di se stessa. Era una cosa quasi inconcepibile per lei.
“Cosa sta dicendo?! E’ come se dicesse che sto cercando di ammazzarmi da sola. Come faccio ad essere il nemico di me stessa? Non ho nemmeno mai tentato il suicidio…”
-Per caso sei ubriaco?
-E come potrei?
-Allora mi stai prendendo in giro?
-Guarda che sono serio!
Yomi lo fissò per diversi secondi attraverso i suoi occhi color ambra. Poi sospirò, alzando le spalle e fece:
-Ho capito, ho capito… Ti stai vendicando per averti fatto preoccupare, vero?
-Non ho mica dieci anni. E se voglio vendicarmi potrei farlo in altri venti modi diversi e più efficienti. In realtà sto parlando seriamente. Tu sei troppo impulsiva e difficilmente rifletti su ciò che fai, perciò dovrò essere io a pensare al posto tuo. Per questo, vorrei che tu ti fidassi anche di me e che tu mi ascoltassi quando cerco di impedirti di fare una qualsiasi stupidaggine in cui potresti anche ferirti.
-Quindi mi stai dando dell'idiota? Stai dicendo che non sono in grado di valutare per conto mio?
-No, sto solo dicendo che talvolta non rifletti abbastanza. Sei una ragazza molto intelligente, forse più di me, ma a volte non capisci che alcune tue azioni possono avere ripercussioni anche sugli altri o su te stessa. Ti getti a capofitto in alcune situazioni, senza pensare molto alle conseguenze. Sai essere riflessiva solo mentre duelli; in tutte le altre situazioni sei una vera testa calda. In poche parole, hai bisogno di qualcuno che ti trattenga dal fare le stupidaggini.
-Non è vero! Io rifletto bene su quello che faccio!-fece, risentita, l’altra.
-Quando tempo hai pensato prima di andare sulla scogliera ad incontrare un tizio misterioso che ti ha scritto una lettera anonima? Quanto hai riflettuto prima di affrontare Makoto?
-Ecco…
-Potrei farti altri cento esempi, se vuoi, ma credo che tu abbia capito ciò che voglio dire.
-Comunque, ho già chi mi fa la predica; non ne voglio un altro!
-Ti riferisci allo spirito di Duel Monster, vero?-chiese Zane.
-Sì...
-Scommetto che non gli dai molta retta...
-Perchè dovrei?
-Perchè lo dice per il tuo bene... Comunque, se lui non riesce a farti ragionare, lo farò io. Perciò vorrei che tu ti fidassi di me.
-Cosa ti fa credere che io non mi fidi di te?-fece l'altra, alzando il tono della voce.
-Allora spiegami perché quando parlo non mi ascolti mai...
-Perché quando parli hai quel tono da saccente e mi viene voglia di darti contro su qualsiasi cosa!
-Quindi fai le ripicche come i bambini piccoli? Allora, dovrò trattarti come se tu fossi una bambina…
-Io non sono una bambina!
-Allora comportati da adulta e cerca di ascoltarmi ogni tanto.
-Come vuoi! Ma tu cerca di non usare quel tono da “sottutto”!
Zane sorrise divertito. Era contento di aver finalmente chiarito con la ragazza. Sentiva di essersi tolto un peso ed era contento di aver trovato un po’ di pace interiore. Sebbene continuasse a sentirsi in colpa per ciò che aveva cercato di farle Makoto, adesso aveva capito che ciò che riteneva il modo migliore per proteggerla la stava, invece, allontando sempre di più. Per questo era contento di essere corso ai ripari prima che il loro rapporto degenerasse o che lui diventasse talmente ossessionato dal proteggerla ad ogni costo da trasformarsi in un mostro come lo era l’ex Obelisk del terzo anno.
-A proposito, dove sono Yusuke e Atticus?-chiese la matricola, dopo qualche minuto di silenzio, cambiando discorso.
Il ragazzo si fece serio all'improvviso. Yomi lo guardò con aria interrogativa; non capiva perchè avesse cambiato atteggiamento all'improvviso.
-È successo qualcosa?
-Non so come dirtelo...-iniziò il Kaiser.
-Dirmi cosa?
-...
-Zane?-chiese la Obelisk, alzando il sopracciglio con fare interrogativo. Non era preoccupata, semplicemente non capiva cosa potesse spingere il ragazzo a comportarsi in quel modo.
-Non sappiamo dove sono...
-Cosa significa?
-Sono scomparsi tutti... Tutti gli studenti d'elitè degli Obelisk Blu... Tutti tranne me...
-È uno scherzo?!-esclamò Yomi, leggermente irritata. Non capiva e l’idea di non capire la stava irritando.
Il Kaiser scosse la testa.
-Io non so cosa sia successo; non c'ero. Però so che Yusuke è scomparso prima di tutti gli altri...
-Come è possibile che una ventina di persone scompaiano nel nulla?!
-Non lo so...
-Zane...
-Se vuoi posso dirti quello che so, ma non vorrei che tu rimanessi troppo sconvolta...
Yomi fece un cenno d'assenso, dicendogli di raccontarle tutto e assicurandolo che non si sarebbe messa a piangere.
-Quando sei svenuta, qualche giorno fa, ti ho portata in infermeria per farti visitare dalla signorina Fontaine.-iniziò Zane.-Mentre ti visitava, ho chiamato Atticus e gli ho chiesto di parlare con Yusuke ed assicurarsi che stesse bene. Tu eri preoccupata e ho pensato che se avessimo risolto il problema e chiarito con Yusuke prima che tu ti risvegliassi, saresti stata contenta e non ti saresti sentita male di nuovo. Atticus mi rassicurò, dicendo che se ne sarebbe occupato lui e che io sarei potuto rimanere con te. Così lo lasciai fare... Non lo sentii più per il resto del pomeriggio, ma non mi preoccupai più di tanto. Pensai che se ne fosse dimenticato o che avesse in mente una delle sue solite idee. Comparve a cena, all'improvviso, senza Yusuke e con i ricordi confusi. Non ricordava dove fosse stato per tutto quel tempo e non ricordava nemmeno cosa avesse fatto. Gli chiesi se aveva parlato con Yusuke e farfugliò qualcosa sul fatto che se ne fosse andato per sempre. Non capii a cosa si stesse riferendo e quando gli dissi di spiegarsi meglio, mi rispose che non ricordava niente. Provai a convincerlo ad andare in infermeria, ma non ci fu verso...
-Cosa vuol dire che se n'è andato per sempre? Non vorrà mica dire che è morto?!-lo interruppe l'altra.
-Non lo so... Non vorrei che si fosse cacciato in un brutto guaio durante uno dei suoi esperimenti...
-È assurdo!
-Non so che dirti... Io non c'ero e non so cosa sia successo.
-E Atticus? E gli altri studenti?
-È successo ieri notte. Due giorni fa sono rientrati tutti quanti dalle vacanze invernali e sono riniziati i corsi. Ieri sono andato a lezione, insieme ad Atticus, ma ho dovuto saltare l'ultima ora perchè Sheppard voleva parlarmi, così gli ho chiesto di prendere appunti anche per me. Quando l'ho chiamato, nel pomeriggio, per chiedergli di passarmeli, mi ha risposto che prima di cena ci sarebbe stata una lezione extracurricolare e che sarebbe passato in infermeria dopo cena, perchè voleva vedere come stavi. L'ho aspettato fino verso la mezzanotte, poi sono andato al dormitorio, per assicurarmi che non se ne fosse dimenticato.
-E l'hai visto?
Il ragazzo scosse la testa.
-Era deserto, non c'era anima viva... Sono andato da Sheppard e hanno iniziato subito le ricerche, ma non hanno ancora trovato nessuno.-aggiunse poi.
-È assurdo...-mormorò la matricola, abbassando lo sguardo in terra.
-Mi dispiace...
-Se io non fossi svenuta e tu ti fossi trovato al dormitorio, saresti scomparso anche te...
-Probabilmente sì...
-Non so cosa pensare... Non riesco nemmeno a capire cosa sia successo...
-Nemmeno io...
-Forse non dovresti rimanere al dormitorio da solo. Potrebbe essere pericoloso!-fece la ragazza, afferrandolo per la divisa.
-Anche Sheppard ha detto la stessa cosa. Mi trasferirò al dormitorio blu tra oggi e domani, perciò non preoccuparti!
-Invece mi preoccupo... Non voglio perdere anche te! Non voglio rimanere di nuovo sola! Ho paura...
-Non preoccuparti! Io non ti lascio; rimarrò sempre al tuo fianco. Te lo prometto...
Detto questo, Zane la abbracciò. La matricola affondò la testa nel petto dell'altro, stringendo la giacca bianca tra le dita.
"Se rimanessi sola cosa potrei fare? Sebbene fino a sei mesi fa non volessi avere degli amici, adesso non riesco a pensare a come potrei tornare ad essere quella di prima. Tornare ad essere sola sembra quasi inconcepibile... Ormai sono troppo abituata alla loro presenza, che non potrei vivere senza di loro. Sono diventati insostituibili... Tutti quanti!"
 

***


Il resto dell'anno trascorse tranquillo, senza altri incidenti. Gli studenti d'élite non furono mai trovati, nè vennero trovati indizi su dove potessero essere. Le ricerche continuarono per diverse settimane, ma senza alcun risultato. Sheppard, perciò, decise di archiviare il caso e di nascondere la scomparsa degli allievi dietro ad alcuni viaggi-studio in America. Zane si trasferì nel dormitorio blu principale il più velocemente possibile, per non far preoccupare ulteriormente la ragazza e il cancelliere. I due, infatti, avevano paura che la stessa cosa che era successa agli altri studenti potesse accadere anche a quello più promettente di tutti. Yomi, dal canto suo, non riusciva a darsi pace per ciò che era successo e aveva deciso di continuare le ricerche per conto suo, senza coinvolgere nemmeno l'altro Obelisk.
Nonostante quello che era successo, la vita in Accademia continuò come sempre. E come tutti gli anni, si arrivò ben presto al test finale e ai fatidici risultati. Zane ottene il punteggio migliore e venne proclamato da tutti gli altri studenti il miglior duellante di tutta l'Accademia. Anche Yomi ottenne degli ottimi risultati ed entrambi vennero promossi alla classe successiva. Chumley, invece, questa volta si guardò bene dal chiedere l'aiuto dell'amica. Sapeva che non aveva ancora superato la scomparsa degli amici e non voleva farla preoccupare ulteriormente con i suoi voti. Pensò che fosse meglio lasciarla con i suoi problemi e che non fosse il caso di peggiorare ulteriormente la situazione con il suo scarso rendimento scolastico. E con le sue sole forze non riuscì ad ottenere il punteggio richiesto da Crowler e passare al secondo anno e venne bocciato.
Non appena furono resi noti i risultati, lo Slifer scomparve dalla circolazione. Il ragazzo si rinchiuse in camera per la depressione e si rifiutò di uscire per il resto dell’anno scolastico. Non volle nemmeno assistere al duello di fine anno e nessuno dei suoi compagni riuscì a fargli cambiare idea. Yomi, dal canto suo, non si accorse nemmeno dell’assenza del compagno di classe. La studentessa era troppo occupata con la ricerca di Atticus e Yusuke per accorgersi che le persone che la circondavano avevano bisogno di lei. Persone come Chumley. O come Zane.

***

NB: Come potete aver visto, questo è l'ultimo capitolo. Ovviamente la storia non finisce qui, ma per ragioni puramente stilistiche, ho deciso di suddividerla in più storie. Spero di essere riuscita ad intrattenervi, di avervi sorpresi e di avervi lasciati con molti dubbi e domande senza risposte (che troveranno una risposta nel seguito). Colgo l'occasione per ringraziare di cuore tutti coloro che sono giunti fino alla fine, tutti quelli che leggeranno anche il seguito che scriverò tra breve, tutti quelli che hanno sempre lasciato una recensione, tutti quelli che semplicemente leggevano e tutti quelli che si sono fermati a leggere molto tempo fa. Ringrazio tutti quelli che hanno lasciato una recensione positiva, tutti quelli che mi hanno supportata e tutti quelli che mi hanno mosso delle critiche. Vi ringrazio davvero di cuore e spero di rivedervi in qualche altra storia! *inchino*

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