Tutte le mie prime volte di Nazuhi (/viewuser.php?uid=479725)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1- Il primo giorno ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2- Il primo amico ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3- Il primo sentimento ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4- Il primo duello ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5- La prima rinuncia ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6- La prima vera me ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7- La prima promessa ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8- I primi dissapori ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9- Il primo vero litigio ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10- I primi guai ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11- La prima punizione ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12- Il primo duello contro la scuola rivale ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13- I primi accordi svelati ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14- La prima rissa dell'anno ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15- La prima dimostrazione d'affetto ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16- Il primo duello per un'amica ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17- Il primo chiarimento ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18- La prima vecchia cicatrice ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19- La prima soluzione ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20- Le prime voci di corridoio ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21- I primi incidenti ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22- La prima scommessa ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23- La prima volta in serio pericolo ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24- La prima rivale ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25- La prima fusione ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26- La prima dichiarazione ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27- I primi problemi ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28- La prima oscurità ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29- Il primo ostacolo superato ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1- Il primo giorno ***
Capitolo
1- “Il
primo giorno”
Una
brezza
leggera muoveva delicatamente le bandiere che si ergevano sul pennone.
Il ponte
era praticamente sgombro, ad eccezione di una decina di sdraio verde
acqua, dal
tessuto stinto per colpa dell'usura e per essere state esposte per
troppo tempo
al calore incessante del sole. Solo due gabbiani gironzolavano tra le
gambe
scrostate dalla salsedine, alla ricerca di qualche briciola di pane. Il
cielo
era limpido, senza nemmeno una nuvoletta, e si rifletteva nell'azzurro
dell'oceano, che, di tanto in tanto, si increspava di bianco. L'acqua
era
talmente limpida e cristallina, che sarebbe stato difficile stabilire
se fosse
il cielo a riflettersi nel mare o viceversa. La nave a motore viaggiava
veloce
tra le onde, muovendosi leggermente su e giù e facendo
scricchiolare le assi di
legno dell’imbarcazione.
Sul ponte
principale, oltre ai due gabbiani che adesso si stavano azzuffando per
l'ultima
briciola di pane, si trovava solo una ragazza, dai capelli castano
scuro,
lunghi fin sotto le scapole, lisci come la seta e un po’
spettinati dal vento.
Per colpa del vento, delle ciocche le erano finite davanti agli occhi.
La
giovane sbuffò scocciata e, con un gesto della mano, rimise
i capelli al loro
posto. Poi si affacciò annoiata dalla balaustra, sperando di
riuscire a vedere
qualcosa. Rimase qualche minuto in punta di piedi, scrutando
attentamente la
distesa liquida sottostante, ma non vide niente.
"In fondo
la nave sta viaggiando veloce... Anche se ho una buona vista, sarebbe
praticamente impossibile riuscire a vedere qualcosa. E anche se ci
fosse stato
qualche animale, il rumore della nave lo avrebbe spaventato di sicuro."
pensò la ragazza, allontanandosi delusa dal parapetto.
All'improvviso,
un brusio metallico si diffuse su tutto il ponte. La giovane
alzò lo sguardo verso
la fonte di quel rumore fastidioso: un altoparlante che si trovava
proprio
sopra la sua testa. Dall'apparecchio risuonò una voce
metallica.
-Siamo in arrivo
all'isola dell'Accademia. L'approdo è previsto fra dieci
minuti. I signori
passeggeri sono pregati di raccogliere i propri effetti personali e di
incamminarsi verso il gate principale per lo sbarco. Auguriamo a tutti
una
felice permanenza nell'Accademia del Duellante!
Così come era
iniziato, il brusio finì. La ragazza si affacciò
di nuovo al parapetto, questa
volta voltandosi verso la prua.
Davanti alla
nave, a circa sei o sette chilometri, si ergeva un'isola vulcanica. Si
trovava
nel bel mezzo del nulla ed essendo un’isola, la si poteva
raggiungere solo in
nave o in elicottero. Sembrava un paradiso tropicale, privo di
qualsiasi segno
di civilizzazione, tanto era verde e lussureggiante. La foresta
circondava il
cono del vulcano attivo, arrivando fin sotto le sue pendici. Gli
edifici
dell'istituto sorgevano proprio al centro dell’isola ed erano
circondati dalla
foresta, che arrivava quasi fin sulla spiaggia. Visti da lontano,
sembravano
dei piccoli funghi colorati, che spuntavano dal sottobosco. In
corrispondenza
delle strutture, spuntavano tre grosse cupole e altrettanti imponenti
obelischi. Sul lato sinistro dell’isola si scorgeva un
piccolo porto e una
pista d'atterraggio per gli elicotteri e gli aeroplani. La ragazza si
lasciò
scappare un gridolino di meraviglia.
"È
veramente un posto stupendo! Se l'isola è questa, allora non
sarà poi malaccio
frequentare questo posto..." pensò ritirandosi dalla
balaustra del ponte.
“Anche se sarebbe meglio se non ci fosse nessuno oltre a
me…”
Rientrò dentro
la nave giusto in tempo per raccogliere la sua borsa e dirigersi verso
l'uscita, già gremita di ragazzi chiassosi ed entusiasti per
la nuova vita che
li aspettava.
Erano trascorsi
diversi minuti, quando i passeggeri sentirono trafficare sul ponte
principale e
delle voci concitate che urlavano e imprecavano. Poi un rumore di corde
tirate
e di travi di acciaio lasciate cadere a terra con noncuranza ed,
infine, il
silenzio assoluto. Persino il motore della possente imbarcazione era
stato
spento. Dopo pochi secondi si aprì il portellone e un fascio
di luce bianca e
accecante invase l'interno. La giovane si coprì d'istinto i
grandi occhi color
ambra con la mano destra.
"Uffa! Oggi
la luce del sole è proprio fastidiosa!" pensò
leggermente irritata,
schiudendo.
Quando i suoi
occhi si furono abituati alla luce dell'esterno e quando
riuscì a mettere piede
fuori dal traghetto, rimase senza fiato alla vista dello spettacolo che
si
presentava ai suoi occhi. Si guardò stupita intorno. Vista
da vicino, l’isola
era ancora più bella! I suoi occhi si spostarono dal vulcano
in lontananza,
alla foresta che scorgeva appena sopra al promontorio, alla banchina
del
porticciolo, su cui si trovava il comitato di benvenuto.
"Quanta
gente... Sarà il comitato di benvenuto? Immagino
già che sarà una grossa
scocciatura..." pensò la giovane, mentre squadrava le
persone che si erano
riunite sulla banchina del porto e
scendeva dalla nave, per mettersi in fila davanti alla
commissione di
benvenuto, insieme agli altri nuovi studenti..
Erano circa una
ventina di persone, una parte vestite con delle divise blu, altri in
verde
scuro con tanto di baschi, altri ancora erano vestiti in giallo, mente
al
centro si trovava un uomo di mezza età, pelato, non molto
alto e leggermente
grassoccio, con una giacca rosso porpora lunga fino ai polpacci.
Accanto
all'uomo vestito di rosso, c'era una specie di essere umano, alto e
allampanato, con i capelli biondi, raccolti in una goffa coda di
cavallo. Aveva
una strana espressione in volto, quasi raccapricciante, come se gli si
fosse
paralizzata la faccia mentre stava facendo le smorfie allo specchio.
"Sembra un
brutto ritratto cubista… Spero che non sia un professore!
Sarebbe impossibile
prenderlo seriamente, con una faccia come quella... Poi, non capisco
nemmeno se
è un uomo o una donna. Qualsiasi cosa sia, fa quasi paura!"
pensò la
ragazza, osservando attentamente l'uomo biondo e
cercando di essere il più impassibile
possibile. L'ultima cosa che voleva era farlo arrabbiare.
Non appena tutti
i passeggeri furono scesi e si furono messi in fila sul molo, l'uomo
grassoccio
al centro si fece avanti, si schiarì la voce e
iniziò quello che sembrava
essere un lungo discorso e che, invece, fu molto breve e conciso.
-Benvenuti
all'Accademia del Duellante! Il mio nome è Sheppard e sono
il cancelliere di
questa scuola. Per me é un onore potervi dare personalmente
il benvenuto! Spero
con tutto il cuore che trascorriate dei momenti piacevoli, senza
però
dimenticare lo studio e senza tralasciare la vostra preparazione. Spero
che
riusciate a farvi degli amici, perchè sono dell'idea che
l'amicizia sia un bene
prezioso e una cosa fondamentale nella crescita di un individuo. Come
cancelliere di questa scuola, spero che riusciate ad imparare il modo
giusto di
vivere e che riusciate, con impegno e dedizione, a raggiungere gli
obiettivi
che vi siete prefissati. Vi ricordo che non è importante il
talento o
l'intelligenza, ma piuttosto l'impegno! Perciò impegnatevi
sempre, in qualsiasi
dormitorio siate stati divisi! Adesso, passo il testimone al
vice-cancelliere,
il dottor Crowler.
Dopo aver detto
questo, l'uomo si voltò e si incamminò verso
l'edificio principale. Al suo
posto, l'uomo alto e biondo si chiarì la voce e, con un tono
stridulo e
dall'accento chiaramente straniero, strillò:
-Bene, lasciate
che vi dica subito una cosa. Il cancelliere Sheppard è stato
anche fin troppo
tenero! Non crediate che sarà una passeggiata! Questa
è una scuola d'élite,
dove solo i migliori vengono ammessi. Ma state bene attenti, il fatto
che voi
siate qui non significa necessariamente che siate i migliori. Dovrete
impegnarvi! E molto! Anche se alcuni di voi è perfettamente
inutile che si
impegnino. Mi riferisco a quegli sciocchi che sono stati messi nel
dormitorio
Slifer. È inammissibile che siano stati ammessi in questa
scuola! Qualcuno mi
può spiegare perché ci ostiniamo ad accettare
anche elementi simili?!
-Suvvia, Crowler
si calmi. Non c'è alcun motivo di dire certe cose ai nuovi
studenti...- disse
un uomo alto, con i capelli neri e un gatto grassoccio in braccio.
-E invece
bisogna subito mettere bene in chiaro le cose!- rispose il
vice-cancelliere
voltandosi verso l'uomo. Poi, rivolgendosi di nuovo ai nuovi studenti,
disse:
-Che sia chiaro,
io detesto gli Slifer Rosso, perciò fate bene attenzione! E
adesso, seguiteci
fino all’edificio principale!
"Che
bellezza! Il vice-cancelliere ha praticamente dichiarato guerra al
dormitorio
rosso e a chi ne fa parte. Oltretutto, sembra proprio il re della
simpatia...
Bé, sarà il caso di abituarcisi dato che sono
anch'io una Slifer. Credo proprio
che sarò tra i suoi studenti preferiti da tartassare durante
le
lezioni..." pensò la giovane con sarcasmo, mentre seguiva
leggermente
contrariata il gruppo di studenti e professori verso l'edificio
principale.
Davanti
all'ingresso c'era molta gente, tutti studenti del secondo e terzo
anno,
accorsi per vedere le nuove matricole. La giovane notò
subito che la maggior
parte di loro erano maschi. Le ragazze rappresentavano decisamente la
minoranza
degli studenti; erano una ventina solo tra le matricole. E forse
raggiungevano
le sessanta persone contando anche le studentesse più grandi.
"Meglio
così... Non ho molta voglia di passare l'anno a litigare per
delle sciocchezze!
A proposito, chissà se c'è qualcuno che
conosco..." si chiese, guardandosi
un po' intorno. Così, a prima vista, non sembrava che ci
fosse qualcuno della
sua città, né tantomeno qualcuno che conosceva.
La cosa non la sorprese
particolarmente. Non aveva amici e la città da cui proveniva
era molto grande.
Le probabilità di conoscere qualcuno erano,
perciò, molto scarse. Tirò un
sospiro di sollievo.
“Menomale!
Sarebbe stata una rottura se ci fosse stato qualcuno della mia
città…”
La ragazza seguì
la fila delle matricole fin dentro l'edificio e ritirò la
divisa da una signora
grassottella e bassa di statura, che, da dietro gli occhialini calati
leggermente sul naso a patata, sorrideva imperturbata a chiunque si
trovasse
davanti.
"Questa sì
che è una strana signora... Mi chiedo perché
continui a sorridere come
un’idiota…" pensò sorridendo
meccanicamente alla donna. Per i suoi gusti
erano stati anche fin troppo amichevoli. Non le piacevano tutte quelle
smancerie e non vedeva l'ora di potersene restare da sola nella sua
stanza.
Odiava la compagnia delle altre persone e soprattutto odiava
l'ipocrisia. Non
sopportava quelle persone che si fingevano amici solo per il proprio
tornaconto. Questo era uno dei motivi per cui non stringeva amicizia
con
nessuno.
Yomi, questo il
suo nome, era sempre stata sola anche per sua scelta e la cosa non
l'aveva mai
turbata. Le piaceva rimanere sola, ed era certa che, finché
doveva pensare solo
a se stessa e ai propri interessi, niente le sarebbe andato storto. Il
suo era
un modo di pensare molto egoistico, ma era così che aveva
deciso di vivere ed
era sicura che così avrebbe sempre fatto.
"In fondo,
a cosa servono gli amici? Se sono sola, posso fare ciò che
voglio senza dover
preoccuparmi di nessuno..." pensò incamminandosi da sola
verso il
dormitorio femminile."Però… Ho promesso a mio
fratello che mi sarei fatta
degli amici... Sembrava così preoccupato per me, che l'ho
promesso senza
nemmeno pensarci. Che rottura… Non posso deluderlo di
nuovo…"
Era così assorta
nei suoi pensieri, che non si era nemmeno accorta di essere finalmente
arrivata
al dormitorio femminile.
Si trattava di
un edificio imponente, circondato su tre lati da una specie di fossato
che lo
isolava dal resto del complesso, per evitare che qualche impavido
guardone
potesse entrare e spiare. Il cancello in ferro battuto era aperto, per
permettere alle nuove e vecchie studentesse di entrare nell'edificio.
Yomi varcò
l'ingresso, attraversò velocemente il viale alberato ed
entrò nel dormitorio
femminile. Salì le scale in marmo e, seguendo le indicazioni
sul foglietto di
carta che le era stato consegnato con la divisa e i vari cartelli
appesi ogni
tanto alle pareti, raggiunse finalmente la sua nuova camera.
Girò la chiave
nella toppa ed aprì la porta, restando quasi senza fiato per
la seconda volta
in un giorno. Era una singola, grande quanto una doppia, se non di
più, con
tanto di bagno privato con doccia e un piccolo salottino con la
televisione e
il computer. Era molto spaziosa e profumata, la biancheria era stata
appena
cambiata ed era stata completamente tirata a lucido per l'arrivo della
nuova
inquilina. Sul letto rifatto c'era un foglio con il programma della
serata:
alle 8.30 cena-buffet di benvenuto nella sala da pranzo, con un breve
discorso della
professoressa responsabile e della rappresentante del dormitorio. Yomi
storse
il naso, leggermente contrariata. Non le piacevano i ricevimenti; c'era
sempre
troppa gente per i suoi gusti. Inoltre, aveva l'impressione che sarebbe
stata
una delle poche, se non l'unica ragazza, ad essere una Slifer. Ed aveva
il
presentimento che questa cosa non sarebbe passata inosservata.
-Forse non è
stata una grande idea accettare questa condizione... Non che avessi
altra
scelta, però… Possibile che
quell’idiota pensi sempre e solo a se
stesso!-sospirò, buttandosi a peso morto sul
letto.-Vabbè, meglio iniziare a
prepararsi, visto che non ho molto tempo prima della cena.
La ragazza fece
una doccia veloce e indossò la divisa del dormitorio: una
mini-gonna rosso
acceso e una giacca senza maniche bianca, con i bordi dello stesso
colore della
gonna. Le avevano dato anche le scarpe, un paio di stivaletti bassi con
il
tacco, sempre dello stesso colore della gonna.
Yomi si guardò
al grande specchio che si trovava di fronte al letto, accanto alla
scrivania,
cercando di capire se quel colore le donava o meno. Arrivando al
dormitorio
aveva notato alcune ragazze più grandi; la loro uniforme era
molto simile alla
sua, soltanto blu. E, purtroppo, la divisa blu era decisamente
più carina di
quella rossa, sebbene il rosso fuoco rispecchiasse parte del suo
carattere e
della sua personalità.
“La preferivo
blu… E’ decisamente più carina e
sobria!”
Dopo essersi
sistemata i lunghi capelli castani, uscì dalla stanza e,
cercando di orientarsi
nell'edificio, raggiunse la sala da pranzo.
All'ingresso
della stanza, grossa quanto una decina o forse più camere da
letto, era stato
appeso un grosso striscione con scritto "Benvenute!" in bella grafia.
Era stata addobbata tutta per la grande cena. Dal soffitto pendeva un
grande
lampadario di cristallo, in stile ottocentesco. Il corrimano delle
scala in
marmo, che portava al piano superiore, era decorato con arbusti di rose
rosse,
bianche e blu. Sulle scale, inoltre, era stato steso un lungo tappeto
rosso,
che proseguiva e attraversava tutta la stanza. Ai lati erano stati
disposti dei
lunghi tavoli, sui quali troneggiavano grossi vassoi con le pietanze
più
gustose e ricercate che Yomi avesse mai visto e che facevano invidia ai
ristoranti più rinomati della sua città. Di tanto
in tanto, tra i vassoi
spuntavano dei lunghi vasi di cristallo trasparente, dai quali facevano
capolino dei grossi mazzi di rose. Era tutto scintillante e sfarzoso,
tanto che
la ragazza rimase di nuovo senza fiato. Yomi non aveva mai visto niente
di
simile in tutta la sua vita e, a dirla tutta, si sentiva un po' a
disagio.
“Di sicuro hanno
buon gusto e sanno come comportarsi con le persone ricche e
importanti… Una
persona normale come me si sentirebbe fuori luogo.”
Nella sala si
trovavano già una ventina di ragazze, tutte in uniforme blu,
che parlottavano e
ridevano tra loro. Probabilmente erano studentesse del secondo o,
addirittura,
del terzo anno.
La ragazza
rimase ferma sulla porta per qualche secondo, ad osservarle, poi decise
di mettersi
in un angolo della sala e aspettare l'inizio della festa, senza dare
troppo
nell'occhio. Purtroppo, i suoi piani furono scombussolati proprio dalla
sua
divisa, decisamente appariscente e quasi fuori luogo. Infatti, come
fece
qualche passo all'interno della stanza, sentì gli sguardi
delle altre ragazze
puntati su di lei. Yomi fece finta di niente e continuò
imperterrita nel suo
piano originale. Passando a pochi metri di distanza da loro, le
sentì
bisbigliare e persino ridere.
-Ma dai...
Allora, quello che ha detto Noriko è vero!
-Una studentessa
del dormitorio Slifer... Mi chiedo cosa ci sia venuta a fare qui...
-Che vergogna!
Se fossi in lei non mi farei vedere nemmeno in giro...
-Piuttosto,
siamo noi a doverci vergognare! Pensate alla figura che facciamo nei
confronti
dei ragazzi! Siamo in minoranza, non possiamo permetterci di essere
anche delle
pessime duellanti!
-In effetti è
vero... Il dormitorio femminile ci perderà la faccia, se
questa qui rimane.
"Complimenti
Yomi! Sei riuscita a farti odiare dopo nemmeno tre ore che sei
arrivata. Credo
che questo sia un record mondiale!" pensò con sarcasmo,
cercando di
ignorare i brusii, che di certo sarebbero aumentati, non appena fossero
arrivate le altre studentesse del dormitorio.
"A questo
punto, credo che sia stata una pessima idea venire qui... Mi sarei
dovuta
opporre a qualsiasi costo. Però, a pensarci bene, non avevo
altre scelte. Gli
ordini del signor “iosonoilpadronedelmondo” sono
indiscutibili! Anche se mi
fossi opposta, non sarebbe cambiato niente. Perlomeno, posso essere
utile a mio
fratello, quando entrerà anche lui in Accademia…"
La stanza si
riempì molto velocemente. Le ragazze presenti erano circa
una cinquantina,
forse meno, tutte vestite con la divisa blu. Come Yomi si aspettava, i
brusii
non diminuirono, anzi si fecero più forti e con loro,
aumentarono anche le
risatine di scherno delle più giovani e gli sguardi gelidi
delle ragazze del
terzo anno. La giovane, suo malgrado, era al centro dell'attenzione
generale.
I bisbiglii
terminarono bruscamente non appena entrò una donna, di circa
venticinque anni,
con un abito rosa pastello e una giacca simile alla divisa femminile
del
dormitorio blu. Era la stessa donna che si trovava sulla banchina al
suo arrivo
qualche ora prima e Yomi ipotizzò che si trattasse della
professoressa
responsabile del dormitorio. E così, infatti, era.
-Bentornate e
benvenute! Sono la professoressa Fonda Fontaine e sono la responsabile
del
dormitorio femminile e dell'infermeria. Se avete qualche problema, di
qualsiasi
genere, non esitate a parlarmene. Sono qui per aiutarvi in qualsiasi
modo e per
qualsiasi cosa. Inoltre, vorrei auguravi di trascorrere un felice anno,
ricco
di emozioni. Per le matricole, auguro di ambientarsi presto alla vita
dell'Accademia e di fare nuove e preziose amicizie. Alle ragazze del
terzo anno
raccomando, invece, di studiare e di impegnarsi a fondo, visto che
quest'anno
vi diplomerete. Tuttavia, spero che trascorriate questo vostro ultimo
anno in
modo piacevole! A voi del secondo anno, auguro un periodo ricco di
nuove
esperienze. Mi raccomando, conto su di voi per prendervi cura delle
ragazze più
giovani. E non tralasciate lo studio, solo perché siete a
metà strada!
Ricordate di sostenervi sempre, perché l'amicizia
è molto importante, anche per
una duellante. E adesso, lascio brevemente la parola alla
rappresentante.-disse
la donna con un sorriso gioviale, lasciando il posto a una ragazza con
gli
occhiali e i capelli neri, corti fino alla nuca.
La studentessa,
dopo essersi schiarita la voce, disse:
-Benvenute
all'Accademia del Duellante! Spero che possiate trascorrere una bella
esperienza in questi tre anni che passerete qui. Sappiate che come
dormitorio
femminile abbiamo il dover di dare sempre il massimo, sia nei duelli,
sia nello
studio. Noi ragazze siamo la minoranza in questo istituto ed
è per questo che
dobbiamo impegnarci tutte, per fare in modo che il buon nome del
dormitorio
femminile non ne risenta. Dobbiamo farci rispettare dai ragazzi e
l'unico modo
è diventare delle ottime duellanti. Sappiate che le
fannullone non saranno
tollerate. E spero che chi pensava di venire qui solo per perdere
tempo, si
ricreda!-la ragazza si voltò verso Yomi con uno sguardo
freddo come il
ghiaccio. La Slifer sentì un brivido percorrerle la schiena.
Era chiaro che quel
discorso era riferito soprattutto a lei. Era l'unica del dormitorio
rosso.
L'accoglienza di poco fa delle ragazze e le parole della rappresentante
dimostravano che non era proprio la benvenuta in quel dormitorio.
Dopo aver detto
ciò, la rappresentante fece cenno di dare inizio alla festa
e le presenti si
diressero verso i tavoli del buffet per cenare.
Nonostante la
fredda accoglienza, la serata trascorse tranquilla. Verso le dieci la
sala
iniziò a svuotarsi. Le ragazze del primo anno, stanche per
il lungo viaggio, si
diressero nelle proprie stanze per riposare; quelle più
grandi si diressero
nella sala ricreativa per continuare a chiacchierare senza disturbare.
Yomi stava per
lasciare la stanza, quando si sentì tirare ad un braccio. Si
voltò parecchio
irritata e si trovò faccia a faccia con la professoressa
Fontaine.
-Professoressa!
-Yomi, posso
parlarti un attimo?
La ragazza la
guardò un po' confusa. Come faceva a sapere come si chiamava
se si erano appena
viste?
-Ok...
-Se hai qualche
problema, sentiti libera di parlarmene. So che può essere
difficile per te
ambientarti qui, dato che sei una Slifer, e so che le ragazze possono
essere
terrificanti quando ci si mettono. Ma non devi arrenderti! Sono a tua
disposizione per qualsiasi cosa. Soprattutto, considerando che il tuo
è un caso
un po' particolare.
-Lei è a
conoscenza di quella cosa?
-Certo! Tutti i
docenti sono stati informati della tua situazione, soprattutto io visto
che fai
parte di questo dormitorio.
-Non lo sapevo...
-Non ti devi
preoccupare…
-In realtà, la
cosa non mi preoccupa molto...
-Ah, giusto!
Domani mattina, prima delle lezioni, dovresti presentarti nell'ufficio
del
cancelliere.
-Dal
cancelliere? Perché?
-Non saprei. Mi
ha solo detto di riferirtelo. Adesso è meglio se vai a
riposarti... Deve essere
stata una giornata faticosa!
-D'accordo...
Allora, buonanotte professoressa.
-Buonanotte!-rispose
la donna con un largo sorriso.
Yomi fece un
breve inchino e uscì dalla sala da pranzo, dirigendosi verso
la sua stanza.
Entrando, però, trovò una brutta sorpresa ad
aspettarla. La porta era stata
aperta e la stanza era stata messa letteralmente sottosopra. La sua
valigia era
sfatta e le sue cose erano stese sul pavimento. Il suo deck era sparso
per
tutta la stanza e i suoi oggetti erano stati lanciati per terra. Il suo
specchio era stato rotto e una delle sue magliette era stata
addirittura
tagliata con le forbici.
La ragazza
sospirò annoiata. Era veramente una scocciatura; adesso
doveva pure perdere
tempo per rimettere tutto in ordine.
Raccattò
velocemente i suoi vestiti e li mise alla rinfusa nell'armadio. Poi
raccolse
quelle poche cose che si era portata appresso e le appoggiò
sulla scrivania.
Raccolse anche i frammenti dello specchio e li gettò nel
cestino, insieme a ciò
che era rimasto integro dell'oggetto. Poi iniziò a
raccogliere tutte le sue
carte, controllando bene che non ne avessero persa o presa qualcuna. Le
contò
più volte, per essere sicura che ci fossero tutte. Poi, dopo
averle rimesse nel
porta-deck e aver controllato di aver sistemato tutto il disordine, si
buttò
sul letto, addormentandosi di colpo.
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Capitolo 2 *** Capitolo 2- Il primo amico ***
Capitolo
2- “Il
primo amico”
Erano
quasi le
otto in punto e Yomi si trovava davanti all'ufficio del cancelliere.
-Cancelliere,
sono Yomi Yuki. Posso entrare?-chiese la ragazza, bussando
delicatamente alla
porta.
-Ah, Yomi, prego
entra pure!-le rispose Sheppard dall’interno della stanza.
La ragazza entrò
nella stanza e si mise proprio di fronte all'uomo. Dentro non c'era
nessuno
oltre a loro due.
-Immagino che ti
starai chiedendo il motivo per cui ti ho fatta venire... Innanzitutto
volevo
sapere come ti trovavi.
-Bene. E non c'è
bisogno che si preoccupi...
-Immaginavo che
avresti risposto una cosa del genere… Comunque, volevo
chiedertelo lo stesso.
Come ben sai, questa è una buona scuola, anzi la migliore di
tutto il mondo,
ma…
-“Ma”?
L’uomo si alzò
dalla poltrona e si affacciò pensieroso alla finestra che
aveva alle spalle.
Poi, voltandosi verso la Slifer, continuò:
-Bè, credo che
tu l'abbia già notato. Gli Slifer non sono molto ben visti,
né dagli studenti,
né da alcuni professori. Come Cancelliere ho sempre cercato
di migliorare la
situazione, abbassando il punteggio-soglia per l’accesso, ma
credo di aver solo
peggiorato la situazione. Ci sono molti studenti che prendono di mira
alcuni
ragazzi del dormitorio rosso e, talvolta, sono appoggiati anche dagli
insegnanti.
-Con tutto il
rispetto, Cancelliere, ma la cosa non mi interessa…
-Davvero? Bè,
volevo solo metterti in guardia. Alcuni studenti non fanno tanta
differenza tra
ragazzi e ragazze. Potrebbero prenderti di mira anche se sei una
ragazza, dato
che sei una Slifer. Nel caso in cui accadesse, però,
preferirei che non
causassi troppi guai. Sai a cosa mi riferisco…
-Certo…
-Inoltre, cerca
di non causare problemi, nemmeno alle altre ragazze più
grandi. Il dormitorio
femminile è sempre stato molto orgoglioso delle sue
studentesse, tutte ottime
duellanti, e adesso, per il fatto che è stata ammessa una
Slifer, le ragazze
del terzo anno potrebbero reagire male...
-Non si
preoccupi, come le ho già detto, sono in grado di cavarmela.
-Non lo metto in
dubbio, ma ti ripeto: vorrei che non creassi troppi problemi. Se tu
dovessi
cacciarti nei guai, nemmeno il proprietario potrebbe farti rimanere.
Cerca di
capire anche la nostra posizione. Dobbiamo essere imparziali nei
confronti
degli studenti. Non possiamo chiudere un occhio solo perché
la tua situazione è
diversa…
-Allora non
avreste dovuto farmi entrare qui.-ribattè irritata la
giovane.
-È stata una sua
decisione, lo sai bene. Abbiamo dovuto fare uno strappo alle regole e
dovremmo
farlo anche in futuro, ma, dato che si tratta di una sua decisione, io
non
posso obiettare.
-Posso
immaginare... È uno che ottiene sempre ciò che
vuole.-commentò l’altra.
-Probabilmente…
Però, dovresti provare ad essere un po’
più ottimista, vista la situazione in
cui ti trovi. Dato che ormai sei qui, potresti provare ad impegnarti
seriamente
e a divertirti. In fondo, la vita in Accademia può anche
essere divertente.
-…
-A proposito, mi
ha appena comunicato che oggi verrà qui, ma non mi ha
spiegato il motivo. Ha
detto anche che con lui ci sarà il signor Pegasus.
-Viene qui?
Insieme a Pegasus?-chiese sorpresa Yomi.
-Si, ma non so
il perché... Comunque, Yomi, tornando al motivo per cui ti
ho fatta venire,
volevo dirti anche che ho comunicato la tua situazione a tutti i
docenti. Per
qualsiasi problema, puoi parlarne con me o con i professori. La
signorina
Fontaine, in particolar modo, si è resa disponibile per
qualsiasi cosa. Se hai
dei problemi, di qualsiasi genere, sentiti libera di parlarne. Per
quanto riguarda
la tua... ehm…“altra
condizione”…dovrai sottoporti periodicamente ad
alcuni
esami del sangue. Non è niente di impegnativo e in questo
modo possiamo tenere
sottocontrollo la situazione. Sarebbe un problema, se ci sfuggisse di
mano e tu
fossi costretta a ritornare in ospedale… Fra qualche mese,
dovrai fare un altro
controllo. Ma quando sarà il momento, ci penserà
la signorina Fontaine. Nel
frattempo, i medici mi hanno detto che devi fare il minor numero
possibile di
sforzi, almeno finchè non ti sei ristabilita del tutto.
Pensano che ci vorranno
circa tre o quattro mesi, perciò per questo periodo sei
esonerata dal fare
educazione fisica. Ho già avvertito Fontaine, quindi non ti
preoccupare. Bè,
credo di averti detto tutto, quindi puoi benissimo andare in classe.
-Con
permesso...-disse la ragazza. Dopo aver fatto un leggero inchino,
uscì dalla
porta, dirigendosi verso la sua classe.
"Quei due
hanno davvero intenzione di venire qui?! Chissà
cos’hanno in mente... Non è da
loro comportarsi così, soprattutto se si considera il fatto
che non si
sopportano nemmeno... Basta vedere cos’è successo
l'altra volta!"
Yomi era
pensierosa. Non riusciva a capira cosa spingesse quei due individui a
venire
fin sull’isola dell’Accademia.
“Ho un brutto
presentimento…”
La ragazza era
così concentrata sui suoi pensieri, da non accorgersi cosa
le stesse succedendo
intorno.
-Ehi tu,
Slifer!-esclamò, con tono di disprezzo, un ragazzo con la
divisa blu alle sue
spalle, afferrandola per un braccio.-Si può sapere dove hai
la testa?! Avanti,
chiedimi subito scusa!
La giovane si
voltò verso l’altro, irritata per il modo in cui
la stava trattando.
-Ma cosa stai
dicendo?! Perchè mai dovrei farlo?!
-Mi hai urtato
il braccio quando sei passata e mi hai fatto cadere le carte di mano.
Erano
carte molto rare e costose. Pretendo delle scuse o dovrai
risarcirmi!-rispose
l’altro indicando una decina di carte che si trovavano in
terra. Insieme al
ragazzo, c’erano altri tre Obelisk, che sghignazzavano tra
loro, continuando a
guardare dall’alto in basso la Slifer.
-Ma davvero?
Peccato che la cosa non mi interessi... Io non ti ho nemmeno sfiorato e
se hai
le mani di burro non è certo colpa-
Il ragazzo la
interruppe, afferrandola per il colletto della divisa, e
avvicinò il suo viso a
quello della giovane, con fare minaccioso. A quanto pare, non aveva
gradito il
sarcasmo della Slifer.
-Pensi di poter
fare come ti pare solo perchè sei una ragazza! Vedi, a me
non frega niente se
sei una femmina o un maschio. Per me, sei solo una stupida Slifer, una
stupida
buona a nulla! La gente del tuo dormitorio non sarebbe nemmeno qui, se
non
fosse per Sheppard… Perciò abbassa la cresta, se
non vuoi cacciarti nei guai!
Potrei sfidarti a duello e umiliarti, ma dato che sono un gentiluomo,
non mi va
di prendermela con una ragazza per così poco. Se mi chiedi
scusa, possiamo
chiudere la faccenda qui. O, se preferisci, possiamo risolvere la
questione in
un altro modo...
L’Obelisk iniziò
a sorridere beffardo. Yomi capì al volo a cosa alludesse e,
per tutta risposta,
diede un calcio nello stinco dell’altro, facendolo gemere e
liberandosi dalla
sua presa.
-Mettimi le mani
addosso di nuovo e la prossima volta non te la caverai con un calcio
negli
stinchi! Hai capito, schifoso maniaco?!
Detto questo, la
ragazza girò i tacchi e fece per continuare per la sua
strada, come se
l'incontro con il ragazzo non fosse mai successo, quando davanti a lei
si
pararono gli altri tre Obelisk. Erano grandi e grossi il doppio della
ragazza e
non sembrava che avessero digerito molto la reazione di Yomi.
-Vai da qualche
parte Slifer?
-In effetti
vorrei andare in classe, ma dei grossi scimmioni non mi fanno
passare...-rispose pacata la matricola.
-Pensi davvero
che ti lasceremo andare tanto facilmente?!
-Già! Hai
colpito Hasegawa, perciò te la faremo pagare cara!
Rimpiangerai il giorno in
cui sei venuta in questa Accademia…
-Volete
picchiarmi? Accomodatevi pure! Non ho alcuna intenzione di tirarmi
indietro… Ma
dovreste sapere che, in tal caso, verrete espulsi anche voi, oltre a
me! Non so
quanto vi convenga… Dubito fortemente che degli stupidi
gorilla come voi
riusciranno ad essere ammessi di nuovo! Anzi, a dire la
verità, mi sto
chiedendo come abbiate fatto! Scommetto che è stato
paparino…
-Maledetta! Come
ti permetti! Anche se sei una ragazza, sei solo una Slifer. Non pensare
di
farla franca dopo che ci hai offeso!
-Offeso?! State
scherzando; io non ho offeso nessuno. Ho semplicemente detto le cose
come
stanno! Non ho molta voglia di discutere con voi, perciò
fatemi passare!
-Quanta fretta
che hai! Perché non resti un altro po’,
così possiamo risolvere tranquillamente
la questione. Magari in un luogo un po’ più
appartato…-disse il primo studente
che l’aveva aggredita, dopo essersi ripreso dal calcio della
giovane.
-Povero scemo!
Cosa ti fa credere che ti seguirò?!-rispose Yomi, voltandosi
verso l’Obelisk.
-Forse non hai
capito che io ottengo sempre quello che voglio. Ti sfido a duello! Se
vinci ti
lasciamo in pace, ma se perdi dovrai fare tutto ciò che
voglio. Qualsiasi cosa
e senza discutere! Allora, ci stai?-le propose l’altro.
-Neanche per
sogno! Non ho tempo da perdere, sfidando un idiota a duello.-rispose
Yomi,
cercando di passare oltre al gruppo di Obelisk. Non ci
riuscì. Il ragazzo che
aveva proposto il duello la spinse per terra, senza troppi convenevoli.
-Che bastardi!
Avete osato spingermi per terra… Adesso sono veramente
arrabbiata…-mormorò la
giovane, cercando di alzarsi.
Gli altri tre
Obelisk la spinsero di nuovo in terra.
-Lasciatemi
stare!-protestò la Slifer.
-Neanche per
idea, bellezza!-rispose il ragazzo di prima, afferrandola per un
polso.-Adesso
dovrai-
-Ehi, voi! Si
può sapere cosa state facendo?! Vi sembra il modo di
trattare una ragazza?!-un
altro giovane, questa volta con la divisa bianca, si fece strada tra il
gruppo
di Obelisk. Aveva i capelli lunghi fino alle spalle, di un colore
strano,
particolare, tendente a un verde smorto alla radice, ma che si
accendeva verso
le punte. Anche gli occhi erano particolari, viola scuro, come alcune
varietà
di quarzo. Il nuovo arrivato costrinse il ragazzo del duello a lasciare
il
polso di Yomi e, parandosi di fronte alla ragazza, esclamò,
rivolto al gruppo
di Obelisk:
-Non vi
vergognate ad andare in giro ad attaccare briga con le matricole?!
Soprattutto
con una ragazza! Vi sembra il modo di trattare le donne?!
Gli Obelisk
erano già pronti a ribattere e a prendersela anche con
l’ultimo arrivato,
quando un’altra voce proruppe nell’aria.
-Fujiwara ha
ragione... Ragazzi, dovete sempre essere gentili con una signorina,
anche se è
del dormitorio rosso.
Era una voce
calda e profonda; sembrava la voce di un angelo da quanto era soave.
-Makoto…-disse
il primo ragazzo che aveva attaccato briga, abbassando gli occhi
dispiaciuto,
di fronte al padrone della voce misteriosa.
Un ragazzo,
anch’esso con la divisa bianca, comparve alle spalle della
ragazza. Aveva i
capelli corti, mossi e scalati, biondi come l’oro. Gli occhi
erano color
ghiaccio e continuavano a fissare Yomi. Continuò a fare la
predica ai quattro
Obelisk e, poi, voltandosi verso la studentessa, sorrise, scusandosi
per il
modo in cui i suoi amici l’avevano trattata.
-Sono
imperdonabili!-disse soavemente.
-Ma
davvero?!-commentò sarcastica la Slifer.
-Però,
signorina, la colpa è anche sua. Sono sicuro che non avevano
alcuna intenzione
di farle del male… Sono solo un po’ rozzi e
impacciati con le ragazze, tutto
qui!-continuò l’altro, continuando a sorridere.
-Certo, posso
immaginare!
Il ragazzo di
nome Makoto, poi, voltandosi verso l’altro giovane dalla
divisa bianca, disse:
-Comunque,
Fujiwara, non c’era assolutamente bisogno che tu
intervenissi. Sono benissimo
in grado di gestire i miei ragazzi…
-Se tu fossi
davvero in grado di gestirli, allora non dovrebbero più
prendersela con gli
Slifer, no?-rispose il ragazzo dai capelli verdi.
-Non capisco a
cosa tu ti stia riferendo…-commentò
l’altro.
-Non fare finta
di niente, Makoto!
-Scusami, ma non
capisco davvero a cosa ti riferisci… -poi, rivolgendosi di
nuovo verso Yomi,
disse:
-Signorina, la
prossima volta cerchi di stare più attenta a dove
cammina…
-Ma vai al
diavolo!-esclamò la Slifer, interrompendo le futili scuse
dell’altro.
L’Obelisk
sorrise di fronte alla reazione della giovane. Poi, si rivolse ai suoi
compagni
e disse:
-Avanti ragazzi,
andiamocene!
Il gruppo di
Obelisk girò i tacchi e se ne andò.
-Stai bene?
Il ragazzo dai
capelli verdi, che era corso in suo aiuto, le tese la mano per aiutarla
ad
alzarsi. Yomi lo ignorò e si alzò da sola.
-Non c'era
bisogno di intervenire. Me la sarei cavata anche da sola...
-Ne sei sicura?
Queli erano in quattro... Ed erano grossi.
-Io sono molto
più forte di quello che sembra.
-Se lo dici tu,
ci credo… Comunque, sarei intervenuto lo stesso, anche se
non eri nei guai. Non
mi piace il modo in cui trattano gli Slifer. E soprattutto, non potevo
restarmene a guardare mentre aggredivano una ragazza. A proposito, il
mio nome
è Yusuke Fujiwara, piacere di conoscerti!-disse il ragazzo,
tendendogli di
nuovo la mano.
-Tu non sei del
primo anno, vero?-chiese Yomi, ignorando di nuovo la mano tesa.
-No, sono del
secondo anno. Tu, invece, sei la matricola di cui parlano tutti!
-Cosa?!
-Sai, questa è
la prima volta che una ragazza entra nel dormitorio Slifer. Le altre
studentesse sono tutte delle Obelisk blu. Comunque, non è
poi così male essere
degli Slifer, se si esclude il fatto che vengono sempre presi di mira
dai bulli
e dal dottor Crowler. Però, sono molto uniti tra loro e
questa è una bella
cosa. Si supportano l'un l'altro, proprio perché vengono
sempre presi di mira.
Gli Obelisk, invece... Diciamo che è raro trovare dei veri
amici tra gli
Obelisk. Nella maggior parte dei casi, sono solo dei bulli, circondati
da
scimmioni sciocchi e incapaci, diventati Obelisk solo perché
i genitori sono
ricchi e influenti. Però non sono tutti così!
-...
-Comunque, sei
sicura che vada tutto bene? Sei parecchio taciturna…
-Senti, grazie
per prima ma non ce ne era assolutamente bisogno! Ed è
meglio per te se non ti
fai rivedere dalla sottoscritta!
Detto questo,
Yomi accelerò il passo, lasciando indietro il ragazzo con la
divisa bianca.
-Aspetta! Almeno
dimmi come ti chiami!-le urlò da dietro il giovane.
Yomi lo ignorò.
Non aveva voglia di parlare con qualcuno, tantomeno fare amicizia. Era
già
tanto averlo ringraziato.
“Accidenti, che
rompiscatole… Non stava zitto un attimo… Sembrava
una macchinetta!” pensò la
ragazza irritata, mentre si dirigeva nella sua aula.
Come la giovane
entrò in classe, si voltarono tutti a guardarla.
Guardò l'orologio che aveva al
polso. Non era in ritardo, quindi non capiva cosa avessero da guardare.
Nonostante ciò, decise di ignorarli. Non le piaceva
minimamente essere al centro
dell'attenzione; le dava fastidio che la guardassero, ma se li
ignorava,
probabilmente avrebbero smesso. Come si mise a sedere in una delle
ultime file,
gli studenti che la stavano fissando, si voltarono immediatamente. Dopo
pochi
minuti suonò la campanella ed entrò il
professore. Era l'uomo che, il giorno
prima al molo, aveva in braccio un gatto. Ed anche questa volta era
entrato
portando in collo il grosso felino.
-Salve ragazzi!
Sono il professor Banner e questo micione è Faraone. Dato
che questa è la nostra
prima lezione, mi limiterò a sottoporvi ad un piccolo test
attitudinale.
Chiaramente, il voto varrà ai fini didattici, quindi
impegnatevi!-esclamò
l’uomo con tutta l’allegria di questo mondo.
Sembrava che l’idea di torturare
gli studenti con un compito a sopresa lo divertisse molto.
Nell’aula si
diffuse un brusio sommesso. Gli studenti più coraggiosi
cercarono di protestare
apertamente la decisione dell’insegnante. Secondo loro, non
era giusto che
facessero un compito, subito il primo giorno! Del resto, avevano
già fatto il
test per entrare in Accademia e non aveva senso ripeterlo.
-Avete
perfettamente ragione, ma questo test è diverso.
-Ma professore..
-Niente ma! Il
test si fa, punto e basta! Non voglio sentire lamentele! Ah, quasi
dimenticavo,
al termine delle lezioni dovete presentarvi tutti in aula magna. Oggi
ci
saranno degli ospiti importanti, perciò le lezioni dalla
seconda ora in poi
sono state sospese. Ed adesso distribuisco le fotocopie del test. Avete
45
minuti, cercate di non perdere tempo!
L'uomo estrasse
un plico dalla borsa che aveva portato con sé e
consegnò i fogli alla classe.
Poi, scrisse sulla lavagna l'ora della consegna e si
accomodò sulla sedia,
tenendo il gatto sulle ginocchia.
Yomi lesse
velocemente le domande. Erano in tutto venti, di difficoltà
crescente, ma,
tuttavia, molto semplici per lei. Decise comunque di prendersela comoda
e, dopo
circa un quarto d'ora, posò la penna sul banco,
stiracchiandosi le braccia.
"Che test
idiota! Non può aver pensato realmente di metterci in
difficoltà con un test
simile!" pensò la ragazza dopo aver posato la penna sul
foglio.
"Adesso che faccio? Se consegno, gli altri penseranno o che sono
completamente stupida o che voglio vantarmi di essere più
intelligente di loro.
Forse, sarebbe meglio se aspettassi che abbia finito qualcun'altro..."
-Yomi, hai
finito?-chiese una voce accanto a lei.
La ragazza saltò
dalla sedia per lo spavento. Non si aspettava di trovare il volto del
professore così vicino al suo. Era talmente sovrappensiero
che non si era resa
conto che Banner si era avvicinato.
-Bè...ecco...dovrei
ricontrollarlo...
-Oh, non ce n'è
motivo! Se hai finito, puoi benissimo consegnare. Un duellante deve
essere
sempre sicuro al 100% delle scelte che fa, giuste o sbagliate che
siano. Non
puoi permetterti di avere dubbi! Hai risposto a tutti i quesiti,
perciò per me
hai finito.
-Cosa?! No,
aspetti... Non posso ricontrollarlo?-protestò la Slifer.
-Te lo ripeto:
devi essere sempre certa di cosa fai o dici! Quindi, questo lo prendo
io.-disse
l’uomo, prendendo il foglio del test.-E dato che hai
consegnato, sei libera di
uscire.
Era successo
tutto così velocemente che Yomi non ebbe nè il
tempo, né il modo di ribattere.
Il professore le aveva praticamente strappato il foglio di mano e
l’aveva
buttata fuori dall’aula.
-Non è un grosso
problema dato che ho risposto giusto, ma non poteva lasciarmelo almeno
per un
po'? Almeno avrei evitato di attirare altra attenzione. Uffa,
chissà cosa gli è
preso...-disse la ragazza tra sé e sé, mentre
camminava senza meta nel
corridoio, ancora irritata per il comportamento dell’uomo.
"Adesso che
faccio?! C'è ancora un sacco di tempo, prima della fine
della lezione... Potrei
andare sul tetto... Scommetto che non c'è nessuno!"
pensò, imboccando il
corridoio che portava alle scale che conducevano al tetto.
Non appena uscì
all’aperto, fu inondata da un raggio di sole. La giornata era
praticamente
perfetta! Non c'era nemmeno una nuvola e una leggera brezza manteneva
una
temperatura gradevole. Respirò a pieni polmoni l'aria di
mare e si stiracchiò
un po'. Vedere il cielo la metteva sempre di buon umore, sia che ci
fosse il
sole, sia che fosse una brutta giornata. Le piaceva alzare gli occhi e
perdersi
un po' in quella distesa infinita.
Era così assorta
nei suoi pensieri che, in un primo momento, non si era resa conto che
non era
sola. Dalla parte opposta del terrazzo c'era un ragazzo con la divisa
bianca,
voltato di schiena. Yomi era certa di averlo già visto da
qualche parte e, dopo
pochi secondi, finalmente lo riconobbe. Era lo stesso ragazzo che
l'aveva
aiutata poco prima con quei bulli.
“Come si chiama?
Yusuke qualcosa... Yusuke Fujiwara, se non
sbaglio…” riflettè la Slifer,
continuando a fissarlo. Le sembrava che parlasse con qualcuno, sebbene
sul
tetto non ci fosse nessun'altro. Incuriosita dalla cosa, la Slifer
decise di
avvicinarsi ulteriormente.
-Secondo me ti
sbagli... No, ti dico che è una brava ragazza... Forse
è solo un po' cocciuta e
scorbutica... Tu dici? Anche secondo me è un tipo
interessante, peccato che non
mi abbia detto nemmeno come si chiama... Ti stai preoccupando troppo,
se avesse
voluto picchiarmi l'avrebbe fatto. E poi, perché mai
dovrebbe farlo?
Era ormai a meno
di due metri da lui, quando questi si voltò di scatto, come
se qualcuno lo
avesse avvertito della presenza della giovane.
-Ehm...
Ciao...-balbettò il ragazzo, rosso in volto per la vergogna.
-Sei un tipo
davvero strano…-commentò la Slifer.
-Non è vero!
-Stavi parlando
da solo…-sottolineò la ragazza.
-Ecco… In
realtà… Non è una cosa facile da
spiegare...
-Le persone
normali potrebbero pensare che sei pazzo, sai?
-…
-Comunque la
cosa non mi riguarda.
Detto questo la
Slifer, si voltò per tornare di nuovo verso le scalette e
rientrare nella
struttura.
“Sarei rimasta
un altro po', se non ci fosse stato questo tizio…”
pensò, mentre ritornava sui
suoi passi.
-Aspetta, non mi
hai ancora detto come ti chiami.-la chiamò l’altro.
Yomi si fermò,
incerta se rispondergli o meno.
-Se non mi dici
il tuo nome, non so come chiamarti...
-Puoi non
chiamarmi...
-Non sarebbe
molto educato...
-Yomi
Yuki...-rispose, infine.
-Yomi… E’
proprio un bel nome!-commentò l’altro ad alta voce.
La Slifer si era
voltata di nuovo verso il ragazzo. Non sapeva come reagire o cosa
rispondere.
-Ti ricordi come
mi chiamo?-le chiese l’altro.
“Ovvio che me lo
ricordo! Ho una buona memoria, sai!” pensò
leggermente irritata la ragazza. Non
sopportava quando le altre persone mettevano in discussione le sue
capacità
intellettive e la sua memoria sorprendente.
-Yusuke
Fujiwara…
-Sei veramente
incredibile!
“Perchè si
esalta così tanto?! Si è presentato nemmeno 40
minuti fa…E' ovvio che mi
ricordo il suo nome!”
-Comunque,
chiamami pure Yusuke.-continuò l’altro.
-...
-Come mai non
sei in aula?
-Non sono
affarai tuoi.-rispose secca la giovane.
-Era solo per
chiacchierare un po’… Mica ti
mangio!-commentò divertito il ragazzo con i
capelli verdi.
“E’ proprio
insistente!” pensò la giovane. Poi, avvicinandosi
un po’ all’Obelisk, disse:
-Banner ci ha
fatto fare un test; io l'ho finito e mi ha praticamente buttato fuori
dall'aula.
-Quell’uomo non
cambierà mai! È il suo modo di dare il benvenuto
alle matricole. Però, a parte
questo, è un buon professore ed è sempre pronto
ad ascoltare i problemi degli
studenti. In classe nostra, invece, Crowler è entrato ed
è uscito
immediatamente, strillando che doveva prepararsi per l'arrivo di
qualcuno e che
non avrebbe fatto la lezione di oggi. Però, non ho ben
capito chi deve
arrivare. Deve essere di sicuro qualcuno molto importante, altrimenti
non
avrebbe mai saltato una lezione, nemmeno se dovesse finire il mondo.
È un tipo
insopportabile, specie per come tratta il dormitorio rosso, ma, in
fondo, è
comunque un buon professore. Basta non entrare nella sua lista nera!
Sai, è
l'elenco di tutti gli studenti che ha preso in antipatia. Sono quasi
tutti
Slifer. Però, tu sei una ragazza, perciò non
dovrebbe prenderti di mira. Di
solito, ha un debole per le ragazze. Però, non sopporta chi
non sa duellare! È
per questo che odia gli Slifer!
-Ad essre
sincera, la cosa non mi interessa molto…-commentò
Yomi.
-Cavoli, sei
proprio imbassibile!-esclamò il ragazzo sorridendo.
“Che strano…
Sorride, nonostante stia cercando di ignorarlo in tutti i
modi...”
-A proposito, ti
sei ambientata? Hai già fatto amicizia con qualcuno?-chiese
l’altro,
continuando a sorridere.
-Non sono affari
tuoi!-rispose irritata la studentessa del dormitorio rosso.
-Era solo
curiosità…
-Comunque non
sono affari tuoi!
I due rimasero
qualche minuto in silenzio.
-Tu…non hai
ancora fatto amicizia con nessuno, giusto?-continuò
l’altro, dopo un po’.
-Ti ripeto che
non sono affari tuoi!
Yomi si stava
arrabbiando. Non sopportava più l’insistenza
dell’altro studente, soprattutto
perché sapeva bene che il ragazzo aveva ragione.
-Ma fuori da qui
ne hai, no?-insistette l’Obelisk.
-No! E non mi
interessa averne. Adesso sparisci! Non ti sopporto
più…-esclamò la giovane,
sempre più furiosa.
-Scusa…
Il ragazzo,
però, non si mosse. Rimase appoggiato alla ringhiera del
tetto, continuando a
guardare verso il basso. Yomi, invece, si era appoggiata a circa un
metro da
lui e continuava a guardare verso il cielo, lanciando ogni tanto
qualche
occhiata di sfuggita al giovane.
-Però gli amici
sono importanti... Non hai paura di rimanere sola? Io, al tuo posto,
sarei
molto spaventato...-disse Yusuke dopo un po’.
“Perché
insiste?! Gli ho già detto che non sono affari
suoi!” pensò, sempre più
irritata, la Slifer.
-Sai, per me gli
amici sono molto importanti! Credo che sia per il fatto che ho perso
entrambi i
genitori quando ero molto piccolo... Da quel momento, ho paura di
rimanere di
nuovo solo e perciò, non faccio altro che cercare persone
con cui stringere un
legame forte e speciale. Sono così terrorizzato dal
ritrovarmi di nuovo solo,
che per me l’amicizia viene prima di qualsiasi altra cosa. Ed
è per questo che
non riesco a capire come tu faccia a vivere da sola…
-…
-Io non ho
proprio speranze di diventare tuo amico?-chiese l’altro con
un filo di
voce.-Sento di poter stringere un legame molto forte con te! Ho la
sensazione
che il nostro incontro sia voluto dal destino. Inoltre, non ti credo
quando
dici che sei contenta di essere sola! E non posso accettare il fatto
che tu ti
stia isolando. E’ una cosa che non riesco ad accettare!
-Tu non sei
normale...-commentò Yomi, voltandosi verso il ragazzo. Per
qualche strano
motivo, non era più tanto furiosa con l’Obelisk.
-Non mi
interessa! Prima o poi riuscirò a farti cambiare idea! E
diventeremo amici!
“Amici?! Perché
uno come lui vorrebbe essere amico di una come me? No, è
assurdo! Non posso
cascarci ancora! Tutte le volte è sempre la stessa storia.
Poi, non appena
scoprono chi sono realmente, mi tradiscono. Sono tutti uguali e anche
lui farà
così! Mi tradirà… Come tutti gli
altri.” pensò la studentessa.
-Mi dispiace, ma
non voglio essere amica tua o di nessun altro...-disse Yomi.
Yusuke sorrise
quasi divertito.
-Mi dispiace, ma
non mollo!-rispose l’altro-Ah, credo che sia ora di andare...
Fra poco dovrebbe
suonare la prima campanella.-disse il ragazzo controllando l'ora sul
suo
orologio da polso e avviandosi verso le scale. Poi, si girò
verso la ragazza,
che era rimasta appoggiata al parapetto e urlò:
-Yomi sbrigati,
altrimenti arriveremo in ritardo!
“Perché è così
cocciuto?! Perché non capisce che non voglio essere sua
amica?! Non voglio
essere amica di nessuno! Anche se l’ho promesso a mio
fratello… Non voglio provare
di nuovo quella sensazione. Perciò… Ma
perché insiste tanto?! Perché non mi
manda a quel paese e se ne va come tutti gli altri?!”
riflettè la ragazza,
mentre scendeva le scale in compagnia del giovane Obelisk. Aveva
provato a
scollarselo di dosso in tutti i modi possibili, ma senza riuscirci.
Yusuke, intanto,
continuava a parlare, certo che la ragazza lo stesse ascoltando.
"Non
capisco… Perché non riesco a liberarmi di lui
come faccio con tutti gli altri?
E perché mi fa quasi piacere che sia con me? Forse
è perché mi ha aiutata
prima... Forse, inconsciamente, voglio ringraziarlo! O forse
perchè è un po'
come me... Però, non capisco come abbia fatto a finire in
questa situazione,
con questo tizio che non ha intenzione di lasciarmi stare...
Chissà cosa mi sta
succedendo... Forse sarei dovuta essere un po’ più
cattiva. Magari se avessi
detto qualcosa di veramente cattivo… Però non se
lo sarebbe meritato, poverino!
Eh? Perché mi sto dispiacendo per lui? Perché sto
provando un sentimento simile
per un perfetto sconosciuto? Accidenti, non ci capisco più
nulla..."
-Yomi? Mi stavi
ascoltando?
-No! E non mi
interessa per niente! Senti, te lo ripeto per l'ultima volta, lasciami
stare!
-Ma...-provò a
ribattere l’Obelisk.
-Vattene!
Yusuke rimase
immobile a guardarla perplesso. Non riusciva proprio a capire cosa le
fosse
preso all’improvviso.
“Ecco, speriamo
che questa volta rinunci per davvero! Però… Non
capisco perché mi dispiaccia
averlo trattato in quel modo. Andiamo Yomi, non è colpa tua!
E’ quel ragazzo
che è troppo insistente! Non è colpa
mia… Se l’è cercata!”
pensò la ragazza,
mentre accelerava il passo, lasciando indietro il giovane, che
continuava a
chiedersi cosa avesse detto di male alla Slifer.
Dopo qualche
minuto, la ragazza si voltò per vedere se la stava ancora
seguendo.
"Non c'è...
A quanto pare ha rinunciato. Era ora che si
arrendesse…"pensò Yomi,
riprendendo a camminare."Però… Non capisco,
perché ho una fitta al cuore?
E perché continua a dispiacermi?!"
|
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Capitolo 3 *** Capitolo 3- Il primo sentimento ***
Capitolo
3- “Il
primo sentimento”
Yomi
entrò in
aula magna e si sedette in una delle ultime file. Mancavano ancora
pochi minuti
prima che iniziasse.
Dopo qualche
minuto si guardò intorno. I posti accanto al suo erano
ancora vuoti e sembrava
che nessuno si volesse sedere.
"Devo avere
un'espressione talmente terrificante da allontanare la gente..."
pensò la
ragazza, un po’ a malincuore. “Yusuke si sarebbe
seduto senza pensarci due
volte… E si sarebbe messo a chiacchierare come se nulla
fosse, anche se non
l’avrei ascoltato… Ma perché sto
pensando a lui?”
-Yomi!
Qualcuno la
stava chiamando da dietro. La Slifer si voltò leggermente
irritata, ma non
appena vide chi la stava chiamando la sua espressione cambiò
leggermente. Un
accenno di un sorriso comparve sul volto impassibile della ragazza, che
non si
rese nemmeno conto che aveva quasi sorriso.
Yusuke la stava
salutando allegramente dalla porta. Insieme a lui c’erano
altri due ragazzi,
anche loro con la divisa bianca.
"Perché non
si è arreso? Però è strano... Adesso
che l'ho visto, mi sento sollevata, in un
certo senso..."
La Slifer guardò
per un attimo il giovane, poi si voltò di nuovo, facendo
finta di ignorarlo, ma
in fondo sollevata che non avesse rinunciato a diventare suo amico.
-Mi dispiace di
averti lasciata sola...-disse Yusuke, non appena si fu avvicinato alla
ragazza.
-Lascia perdere…
E comunque sono io che me ne sono andata...-rispose la giovane,
continuando a
guardare fisso davanti a sè.
-Mi dispiace;
avrei dovuto chiamarti e dirti di aspettarmi.
-Lascia
perdere...
-Comunque,
questi sono due miei cari amici che volevo presentarti... Ragazzi, lei
è Yomi
Yuki, la matricola di cui parlano tutti...-disse rivolgendosi ai due
ragazzi
che erano con lui.
-Piacere! Sono
Atticus Rhodes. Sono sicuro che hai già sentito parlare di
me...-disse il
ragazzo con i capelli castani, lunghi fino alle spalle, afferrando
energicamente entrambe le mani della Slifer.-Lo sai, sei davvero una
bella
ragazza! Credo che potrei innamorarmi di te!
-Eh?
-Atticus, per
favore, la stai mettendo a disagio...-lo rimproverò Yusuke,
leggermente in
imbarazzo per il comportamento dell'amico.
-Dici? Allora
cerca di perdonarmi, principessa...-disse il giovane, facendole
l’occhiolino e
continuando a tenerle le mani.
-Ma cosa…-disse
Yomi, rossa in volto.
-Per me tutte le
ragazze sono delle principesse...
-Oh, quindi tu
saresti il tipico playboy che ci prova con tutte...-ribatté
la Slifer, cercando
di liberare le mani dalla stretta del ragazzo castano.
-Non è vero?!
Sono solo gentile con tutte! E voi non ridete!-disse rivolto agli
amici, che
stavano ridacchiando di nascosto.
-Guarda che non
ha tutti i torti... Dovesti prendere seriamente in considerazione il
suo
parere.-disse l'altro ragazzo.
-Zane!-sbottò
leggermente irritato Atticus.
-Yomi, lui è
Zane Truesdale. È un tipo un po' taciturno e scontroso. Ed
è quasi sempre
impassibile, tranne quando duella...-disse Yusuke, indicando il ragazzo.
Yomi lo osservò
per qualche secondo. Aveva i capelli di un azzurro scuro, tendente al
blu,
opachi e lunghi fino alle spalle.
"Non sembra
molto amichevole... Un po' come me... Sento che non andrò
mai d’accordo con uno
come lui. A dire la verità, non vedo perché
dovrei andare d’accordo con loro.
Io non voglio essere loro amica…Non posso e non voglio
fidarmi! Però…se fossero
diversi…"
-Ragazzi fate
silenzio e accomodatevi!-strillò una voce acuta e
dall'accento straniero.
Crowler era in piedi sul piccolo palco dell'aula che cercava di mettere
in riga
gli studenti. Fra pochi minuti sarebbero entrati i misteriosi ospiti,
di cui
Yomi era già a conoscenza dell'identità.
La giovane si
sedette immediatamente, seguita dai tre giovani. Zane si mise di fianco
alla
Slifer, senza dire una parola. Atticus si sedette di fianco a lui,
mentre
Yusuke si sistemò dall'altra parte, di fianco a Yomi.
-Sono proprio
curioso di sapere di chi si tratta... Speriamo che sia un duellante
famoso.-disse Zane quasi sottovoce.
Yomi si voltò
per guardarlo. Sembrava emozionato, come un bambino di fronte alla sua
prima
carta di Duel Monster. Non appena il ragazzo si accorse di essere
guardato, la
Slifer si voltò di scatto verso il palco dell'aula.
Nel giro di
pochi minuti nella sala scese il silenzio. Il cancelliere si
avvicinò al palco
e prese il microfono che gli porgeva il dottor Crowler.
-Un attimo di
attenzione ragazzi! Oggi abbiamo due ospiti importanti, che sono sicuro
conoscete tutti. Vi presento Maximillion Pegasus, proprietario della
Industrial
Illusion e Seto Kaiba, proprietario della Kaiba Corporation e di questa
Accademia.
I due uomini
salirono sul palco. In tutta l'aula si diffuse un brusio fastidioso.
Erano
tutti eccitati per quella visita inaspettata.
-Non ci posso
credere! Quello è il secondo duellante più forte
del mondo!
-È il rivale del
"Re dei giochi"!
-Come mai il
creatore di Duel Monster si trova qui?
-Magari hanno
intenzione di sfidarsi! Oh, non vedo l'ora!
Yomi si guardò
un po' intorno. L'eccitazione stava serpeggiando per tutta la sala.
"Probabilmente
sono pochi quelli che hanno avuto l'occasione di conoscerli entrambi di
persona... Pegasus si fa vedere più spesso in pubblico;
Seto, invece, non è il
tipo da palcoscenico. Ultimamente non si fa nemmeno inquadrare dai
reporter." pensò Yomi.
-Seto Kaiba...
Questa sì che è una sorpresa! Non mi aspettavo di
vedere un duellante del suo
calibro.-disse Yusuke.
-Non mi piace
per niente che sia venuto qui...-sussurrò Yomi.
Zane si voltò a
guardare la ragazza. Era leggermente sorpreso.
Intanto il
fondatore del Duel Monster era salito sul palco e aveva preso il
microfono
dalle mani del cancelliere. Poi, dopo essersi schiarito la voce,
annunciò:
-Salve giovani
futuri duellanti! Il mio nome è Maximillion Pegasus. Ma
questo lo sapete già.
Non sapete, invece, il motivo per cui io e il giovane Seto ci troviamo
qui
oggi. La ragione è molto semplice: vogliamo regalarvi uno
spettacolo
indimenticabile! Abbiamo, infatti, deciso di organizzare un piccolo
duello per
celebrare l'inizio del nuovo anno scolastico. Ad essere sinceri, l'idea
è stata
del giovane Kaiba e devo ringraziarlo di cuore per avermi coinvolto in
questo
progetto. Quest'anno abbiamo deciso di farvi una piccola sorpresa. Ma
passiamo
subito al nodo della questione. Oggi, uno di voi avrà
l'onore di poter
affrontare uno dei migliori duellanti del mondo, Seto Kaiba!
Il brusio
aumentò di intensità. Era il sogno di tutti gli
studenti poter duellare contro
una leggenda del calibro di Seto Kaiba.
-Adesso si
ragiona! Era proprio quello che mi aspettavo!-disse Zane, entusiasta
all'idea
di poter duellare contro il presidente della Kaiba Corp.
-Mi dispiace per
quel poveraccio che dovrà duellare...-sussurrò
Yomi tra sé e sé.
Il ragazzo si
voltò a guardarla di nuovo, un po' interdetto. Aveva sentito
cosa aveva detto e
non riusciva a credere alle sue orecchie.
-Non ti emoziona
l'idea di poter duellare contro Seto Kaiba?-chiese Zane.
-No, per
niente... Seto Kaiba è uno dei migliori duellanti del mondo.
Non avrei un
minimo di possibilità.
-Se non ci provi
non puoi saperlo.-le rispose il ragazzo, impassibile.
-Se non ci
provi, eh...-disse la Slifer soprappensiero.
Zane la guardò
un po' stupito.
-Ragazzi, un po'
di contegno! Il signor Pegasus deve finire di parlare.-disse Sheppard,
cercando
di riportare un po' l'ordine.
-Oh, non si
preoccupi! Posso capirli... Questa è un'occasione
più unica che rara!-lo
rassicurò Pegasus.-Come ho già detto, uno di voi
soltanto avrà l'onore di-
Il presidente
della Industrial Illusion non riuscì a terminare la frase,
perché l'altro
ospite, visibilmente scocciato per tutto quel brusio e quei discorsi,
gli
strappò il microfono di mano.
-Fate silenzio!
È inutile che vi agitiate, tanto ho già deciso
chi sarà il mio sfidante. Yomi
Yuki, sarai tu il mio avversario! Il duello si terrà tra
un'ora nell'arena. Mi
raccomando, vedi di esserci!-disse l'uomo, indicando la ragazza. Poi
come se
niente fosse, riconsegnò il microfono a Pegasus ed
uscì dalla stanza.
Tutti gli
studenti presenti si voltarono verso la giovane, increduli per
ciò che avevano
appena sentito. La ragazza divenne rossa in volto. Non sopportava gli
sguardi
di tutti fissi su di lei. Di nuovo il brusio aumentò. Non
potevano credere che
Seto Kaiba volesse duellare contro una Slifer.
-È assurdo!
Perchè mai dovrebbe duellare contro una Slifer...
-Secondo me è
raccomandata... Probabilmente i suoi genitori hanno degli affari con la
Kaiba Corp
e lui deve solo accontentare un suo capriccio.
-È uno scherzo!
Non può aver detto seriamente.
Il brusio non
accennava a diminuire.
-Complimenti!-disse
Yusuke, dandogli una leggera pacca sulla spalla.
-Yomi ti
invidio, sai? Vorrei tanto essere al tuo posto... Però sono
anche contento che
abbia scelto te e non uno di quegli Obelisk con la puzza sotto il naso,
quindi
sappi che farò il tifo. Oh, non vedo l'ora di vederti
duellare! Scommetto che
sarà un bel duello!
-Io non voglio
duellare...
-Stai scherzando?
Questa è un'occasione unica, non puoi buttarla!-disse Zane,
leggermente
contrariato.
-Non mi
interessa! Non voglio, punto e basta.-ribattè Yomi,
alzandosi dalla sedia.
-Ehi, cosa hai
intenzione di fare?-chiese il ragazzo dai capelli blu.
-Parlare con Seto,
ovviamente.-rispose la Slifer, mentre si avviava verso la porta.
Pegasus battè
una mano sul microfono per richiamare l'attenzione degli studenti.
-Ah, quasi
dimenticavo, giovane Yomi, ci sarebbero un paio di cose di cui dobbiamo
parlare
prima del duello, perciò, se non ti dispiace, dovresti
venire nell'ufficio del
cancelliere.-disse Pegasus. Poi riconsegnò il microfono e
uscì anche lui dalla
stanza, seguito da Sheppard.
"E adesso,
cosa vogliono ancora?!" pensò la ragazza irritata.
Yomi uscì quasi
di corsa dall'aula, seguita dai tre ragazzi. Raggiunse l'ufficio di
Sheppard in
un lampo e stava per entrare, quando Zane la afferrò per un
polso per
trattenerla. La ragazza si voltò incredula.
-Aspetta! Hai
davvero intenzione di rinunciare al duello?-protestò Zane.
-Non ho scelta!
-Che significa?
-…
-Allora?!
-Quello che ho
detto.
-Io non ti
capisco! Se non ti piace duellare perché sei venuta in
Accademia?
-Non è quello il
problema!-sbottò la ragazza verso i tre giovani.
-E qual è?
-Io...non posso
duellare! Mettiamola così.
-Cosa vuol
dire?-chiese Atticus.
I tre Obelisk
avevano uno sguardo interrogativo. Non riuscivano a capire cosa volesse
dire la
ragazza.
Yomi rimase
qualche secondo in silenzio. Poi si liberò dalla presa del
ragazzo e disse:
-Venite!
I tre ragazzi si
guardarono. Non riuscivano proprio a capire dove volesse arrivare.
La ragazza entrò
nell'ufficio, seguita dai giovani Obelisk. Dentro, ad aspettarla,
c'erano
cinque persone: il cancelliere, il vice-cancelliere, Pegasus, Seto
Kaiba e un
altro ragazzo, con i capelli neri e lunghi, di circa venti anni.
-Yomi! Ne è
passato di tempo dall'ultima volta!-disse il ragazzo moro, andando
incontro
alla giovane, non appena questa entrò dalla porta.
-Mokuba... Non
sapevo che ci fossi anche te...-rispose la Slifer, sorpresa.
-È ovvio! Non mi
perderei per niente al mondo un altro duello tra te e mio fratello.
Uhm, loro
chi sarebbero?
-Amici... Cioè,
conoscenti... Lasciamo perdere...-si affrettò a rispondere
la ragazza.
Incosciamente li aveva definiti amici e si era affrettata a
correggersi, prima
che i tre ragazzi si mettessero in testa idee strane.
-Uhm...ok...
-Piuttosto, si
può sapere cosa ti salta in testa? Non puoi venire in
Accademia e sfidarmi a
duello di punto in bianco!-proruppe la ragazza al giovane miliardario.
-Non vedo dove
sia il problema...-rispose pacato Seto.
-E invece c'è!
Hai una vaga idea della posizione in cui mi hai messa?! Inizierebbero a
circolare le voci peggiori sul mio conto, anche se vincessi. Con questa
trovata
geniale, mi stai davvero rovinando la vita qui in Accademia! Se proprio
volevi
sfidarmi potevi farmi chiamare. Perché sfidarmi qui e
davanti a tutti?!
-Il problema
sarebbe quello che penseranno gli altri?
-...
-Non credevo che
fossi una persona tanto superficiale. Credo di averti sopravvalutata!
-Sarò anche
superficiale come dici, ma perlomeno non sono una bastarda egoista come
qualcun'altro qui dentro!!
-Cosa?! Come ti
permetti?!
L'atmosfera si
stava scaldando. Yomi non sopportava l'egoismo dell'uomo e non aveva
nessuna
intenzione di dargliela vinta di nuovo. Seto, da parte sua, non aveva
alcuna
intenzione di tornare sui suoi passi e annullare tutto.
-Yomi, suvvia,
calmati!
Sheppard stava
cercando di placare le acque tra i due sfidanti.
-No, non mi
calmo! Questa volta hai davvero passato il limite! Prima mi costringi a
entrare
all'Accademia come Slifer, poi vieni qui e mi sfidi a duello davanti a
tutti...
Sei proprio un egoista!
-Che significa?
Davvero sei dovuta entrare come Slifer?-chiese Atticus sorpreso,
intromettendosi nella discussione.
Yomi lo ignorò.
-Rispondi...-insistette
l’Obelisk.
-Lasciate
perdere...-rispose la ragazza con un filo di voce.
-Siamo amici!
-No, non lo
siamo! Non ho mai detto di essere vostra amica. Mi dispiace, ma avete
frainteso.
-Non importa!
Per noi sei un’amica e dobbiamo saperlo, altrimenti non
sappiamo come
comportarci...
-A questo posso
rispondere io...-si intromise Pegasus.
-Pegasus, per
favore! Non mi sembra il momento di perderci in
chiacchiere...-protestò la
ragazza.
-Perché no?
Tanto ho deciso che il duello ci sarà e non torno indietro.
Inoltre, non è
carino tenere i tuoi amici all’oscuro di tutto. Prima o poi
dovrai dirglielo,
considerando che non puoi evitare di duellare per sempre.-disse il
giovane
Kaiba.
-Ti ripeto che
non sono miei amici!
-Ne sei sicura?
Allora perché te li sei portati dietro? Ammettilo che non ti
sono del tutto
indifferenti.
-Guarda che se
non vuoi parlarne adesso, non importa. Però, prima o poi
dovrai farlo, che ti
piaccia o no!-disse Zane, guardando la giovane negli occhi.
-Zane ha
perfettamente ragione! Possiamo anche aspettare...-Yusuke diede una
leggera
pacca sulla testa alla ragazza.-E qualsiasi cosa sia,
l’accetteremo.
Yomi arrossì
leggermente non appena sentì la mano del ragazzo appoggiarsi
delicatamente
sulla sua testa. Nonostante l’avesse conosciuto solo quella
mattina, la giovane
si stava rendendo conto di provare qualcosa per quel ragazzo. Non era
una
cotta, né tantomeno amore. Era qualcosa di diverso, di meno
intenso, forse, ma
di sicuro altrettanto solido. E la cosa più assurda era che
non lo conosceva
nemmeno. Non sapeva
niente di lui, ne
conosceva a fatica il nome. Non sapeva qual era il suo cibo preferito,
né quale
fosse la materia che odiava. Non sapeva quasi niente di lui, ma
ciononostante
sentiva che era legata a lui, in qualche modo. Da
quell’incidente con gli
Obelisk non era più riuscita a toglierselo dalla mente e il
solo vederlo, la
faceva sentire un po’ meglio. Era la prima volta che Yomi era
felice stando
accanto ad un’altra persona, che non fosse suo fratello e,
sebbene avesse
cercato per tutto il tempo di negarlo, sapeva bene che ormai non
avrebbe più
fatto a meno della compagnia di quel ragazzo con i capelli verdi. E la
cosa la
terrorizzava. Aveva paura che una volta a conoscenza della sua
situazione,
Yusuke potesse voltarle le spalle e andarsene, come avevano fatto altri
prima
di lui. Ed era soprattutto questo il motivo per cui aveva cercato di
allontanarlo. Ma non ci era riuscita. Quel ragazzo era convinto di
poter essere
suo amico e non le aveva dato pace. E adesso ci si mettevano anche gli
altri
due.
“Purtroppo Seto
ha ragione… Mi sto affezionando e non voglio
ammetterlo… E non capisco nemmeno
come possa affezionarmi a un perfetto sconosciuto!”
-Comunque il
motivo per cui ti ho sfidata è per testare questo...-si
intromise Seto,
mostrando ai presenti un braccialetto che teneva al sicuro in una
ventiquattrore.-È un prototipo migliorato rispetto alla
versione precedente.
Con questo al polso non dovresti avere problemi. Ma va collaudato,
quindi sono
venuto per sfidarti. E questa volta vedi di impegnarti un po' di
più. Sono
stato chiaro?
L'uomo consegnò
il bracciale alla ragazza.
-Aspetta! Io non
ho mai detto che duellerò contro di te! E per testarlo non
c'è bisogno di
duellare in Accademia, davanti a tutti!-protestò Yomi.
-Invece sì!
L'altra volta, se ti ricordi bene, hai mandato in tilt il sistema
computerizzato della mia società e hai provocato un blackout
in tutta la zona.
Non posso rischiare che succeda ancora. Per questo sono venuto qui.
E’ un’isola
praticamente deserta, se si esclude l’Accademia ed
è lontano dalle città.
Inoltre se duelliamo davanti a tutti, gli altri studenti potrebbero
anche
riconoscere il tuo talento. Sarebbe stato peggio se avessimo duellato a
porte chiuse.
Comunque, è impossibile che tu vinca, per quanto tu sia
brava. Io sono il
secondo miglior duellante del mondo. Ricordatelo!-rispose l'uomo
uscendo dalla
porta. Mokuba lo seguì.
-Yomi, più tardi
potresti parlarci a modo di questa storia?-chiese Atticus.
Yomi li osservò
per qualche secondo. Erano tutti e tre preoccupati, ognuno a modo suo,
e lei lo
aveva capito benissimo. Nonostante tutto non riusciva ancora a fidarsi
di se
stessa, non a sufficienza da rivelargli "quella storia". Aveva paura
della loro reazione e di essere ferita di nuovo.
-Non potete fare
finta di niente?-disse la Slifer con un filo di voce senza guardare i
tre
giovani.
-Mi dispiace, ma
non ci riesco...-rispose Atticus.
-Allora sforzati
di più!
Detto questo, la
ragazza uscì stizzita dall'ufficio del cancelliere,
lasciando i tre ragazzi
increduli.
-Chissà cosa le
è preso...-si domandò Yusuke con un filo di voce.
-Forse ho detto
qualcosa di male...
-No, non credo.
Credo che sia lei il problema. Quella ragazza non riesce a fidarsi
degli altri
sopratutto perché non riesce a fidarsi di se stessa.
È per questo che tende ad
allontanare gli altri da sè.-si intromise Pegasus.-Comunque,
adesso non dovete
starci a pensare troppo! Fra poco inizierà il duello e
sarebbe un vero peccato
perdercelo!-disse l'uomo uscendo dalla porta.
I tre giovani
rimasero qualche secondo immobili, pensierosi per ciò che
aveva appena detto
Pegasus. Poi, dopo aver salutato il cancelliere con un inchino, i tre
uscirono
dalla stanza, diretti all'arena dei duelli.
L’atmosfera nel
gruppo di amici si era fatta pesante da quando la ragazza era uscita
dall’ufficio di Sheppard. Nessuno aveva molta voglia di
parlare e ciascuno era
assorto nei propri pensieri.
-Povera
Yomi…-sussurrò Yusuke, tra sé e
sé.
Le dispiaceva
che quella ragazza non si fidasse di se stessa abbastanza da stringere
rapporti
con le altre persone. Soprattutto considerando che anche lui da piccolo
aveva
paura di stare in mezzo alle persone. Inoltre, continuava a pensare
alle sue
parole, a quel “non sono miei amici” che aveva
detto poc’anzi. In cuor suo
sapeva che non era stata sincera, ma sentirselo dire con un tono serio,
come
quello che aveva usato lei, era diverso. Se ripensava a quella
discussione
sentiva ancora una leggera fitta allo stomaco. Perdipiù,
continuava a non
capire la Slifer fino in fondo, né tantomeno riusciva a
immaginare cosa avesse
passato di così terribile da farla diffidare degli altri.
“Per un attimo,
quando ci ha chiesto di seguirla nell’ufficio, ho pensato che
si fosse
finalmente fidata di noi. Però…poi, quella
discussione… Non capisco cosa le sia
successo… E non capisco perché non si fidi degli
altri…Inoltre quel
braccialetto… A cosa può servire?”
-Tra poco inizia
il duello. Sarà meglio sbrigarci o non troveremo
posto...-disse Zane con un
filo di voce, rivolgendosi agli altri due ragazzi.
-Già… Però
potrebbe darle fastidio se facciamo il tifo per lei… In
fondo ha detto che non
ci considera amici.-aggiunse Yusuke, guardando fisso il pavimento.
-Ho
l’impressione che ci detesti…-sussurrò
Atticus.
-Adesso
smettetela, tutti e due! Non ha mica detto che ci odia. Ha detto che
non ci
considera suoi amici. E allora? Dov’è il
problema?-sbottò irritato Zane,
alzando un po’ la voce.
-Bè…ecco…-provò
a ribattere il dongiovanni.
-E’ normale che
non si fidi di noi. Da quanto tempo ci conosce? Un’ora? Forse
due? Non potete
pretendere che si fidi subito e che ci racconti la sua vita e i suoi
problemi.
Non è come voi due, che fate amicizia con chiunque. Ci sono
persone che hanno
bisogno di tempo per fidarsi degli altri, specie se non hanno avuto
fortuna in
fatto di amicizie. Lei è una di quelle. Potrebbero volerci
anche settimane o
mesi. E’ riservata e forse ne ha passate tante. Non
conosciamo la sua storia e
non sappiamo cosa ha dovuto passare. Però una cosa
è certa: ci ha permesso di
ascoltare quella discussione, perciò non le siamo del tutto
indifferenti. E di
sicuro non ci odia! Ha detto che non ci considera amici, ma di sicuro
siamo
sulla buona strada nel diventarlo.
-Zane…
-Yusuke, non è
da te arrenderti, no? Ci avevi detto che saresti diventato suo amico a
qualsiasi costo. E scommetto che l’hai detto pure a lei.
-E’ vero…-Yusuke
sorrise un po’ rincuorato.
-Atticus, non
hai mica intenzione di lasciarti sfuggire una bella ragazza come lei?
Pensaci
bene, quante volte ti capiterà di trovare una particolare
come lei?
-Se parli così
sembro un maniaco… Adesso che ci penso, non sono riuscito
nemmeno a farle uno
striscione di incoraggiamento... Scommetto che le sarebbe piaciuto!
-Sai Atticus,
non credo che sia il tipo da striscione... L’avresti messa di
sicuro in
imbarazzo...-disse Yusuke.
-Dici? Secondo
me no!
-Comunque, è
meglio se ci sbrighiamo, altrimenti non riusciremo a trovare un buon
posto.
-Già, è
vero…-rispose Atticus.
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Capitolo 4 *** Capitolo 4- Il primo duello ***
Capitolo
4- “Il
primo duello”
Yomi
entrò
nell'arena, guardandosi intorno nervosamente. Era un ambiente molto
grande,
molto più grande dell'aula magna. Al centro si trovava
un'arena per i duelli,
una delle tante invenzioni della Kaiba Corporation, in grado di
proiettare
degli ologrammi molto realistici dei mostri di Duel Monster. L'arena
dell'Accademia era tra le più avanzate tecnologicamente ed
era stata progettata
e sviluppata da Seto Kaiba in persona. Era l'orgoglio della scuola e
per questo
motivo veniva usata solo in alcune occasioni speciali. E questa era una
di
quelle. Gli spalti erano gremiti di studenti, che vociavano ancora
infastiditi
per l'annuncio di poc'anzi. Sulle tribune di fronte alla ragazza si
erano
seduti i professori, il cancelliere, Pegasus e Mokuba. Seto Kaiba,
invece, si
trovava già nell'arena e stava solo aspettando la Slifer.
Non appena la
ragazza salì sul campo da gioco un brusio fastidioso si
diffuse per tutta la
stanza. Yomi si guardò intorno, leggermente a disagio.
Sentiva chiaramente gli
sguardi penetranti degli altri studenti puntati su di lei. Non le era
mai
piaciuto essere al centro dell’attenzione e in quel momento
meno che mai.
-Sei in ritardo!
Il giovane
miliardario era leggermente spazientito. Poi, accorgendosi che la
Slifer non lo
stava minimamente ascoltando, si spazientì del tutto.
-Yomi, vedi di
svegliarti! Non ho tanto tempo da perdere e non voglio stare qui tutto
il
giorno. Prima iniziamo a duellare, prima si finisce.-disse l'uomo con
il suo
solito tono arrogante.
-Non se ne
parla! Non voglio duellare contro di te.-disse la ragazza, distogliendo
lo
sguardo dalle tribune e volgendolo verso il miliardario.
-Sei proprio
testarda. Bè, mettiamola così: se non duelli e mi
sconfiggi, ti farò espellere
dall'Accademia.
Il brusio
aumentò.
-Cosa?!
-Hai sentito
bene. Se non riesci a battermi, dovrai dire addio all'Accademia.
"Egoista!
Prima mi costringi ad iscrivermi e poi mi minacci di buttarmi fuori..."
pensò la ragazza, disgustata dal comportamento
dell’uomo.
-Non dovresti
essere contenta di avere l'occasione di andartene? Del resto, non ti
piace
stare qui, no? Oppure mi sbaglio? Dalla tua espressione si direbbe che
non ti
dispiaccia trovarti all'Accademia.
-Queste non sono
cose che ti riguardano...
-Hai ragione.
L'unica cosa che mi interessa è verificare se quel bracciale
funziona o no, e
chiaramente sconfiggerti. Se vuoi rimanere qui, non ti resta che darti
da fare
e vincere. Sempre che tu sia all’altezza…
-Non ti conviene
sottovalutarmi... Se pensi che sarà una passeggiata come
l’altra volta, ci
rimarrai molto male! Non so se l’hai notato, ma non sono
più la bambina di un
tempo.
-Bene! Allora
mostrami di cosa sei capace!
I due sfidanti
inserirono il proprio deck nel dueling disk e li accesero. Nonostante
il duello
non fosse nemmeno iniziato, l’atmosfera si era già
resa incandescente.
-Duelliamo!-dissero
in coro i due sfidanti, pescando ciascuno cinque carte.
Il brusio sugli
spalti aumentò notevolmente. Sebbene a quasi nessuno degli
studenti avesse
fatto piacere il fatto che il grande Seto Kaiba avesse deciso di
duellare
contro una Slifer, erano tutti impazienti di vedere all’opera
il secondo
duellante più forte del mondo.
-Dato che sono
l'ospite speciale, inizio io!-disse l'uomo pescando la sua sesta
carta.-Mi
dispiace Yomi, ma sei già nei guai fino al collo! Evoco
"Predatore
Vorse" in posizione di attacco.
Il mostro che
aveva evocato comparve in mezzo all’arena. Era un incrocio
tra un essere umano
e un demone, con un sorriso che sembrava più un ghigno
compiaciuto, mentre nella
mano destra reggeva una specie di ascia.
“Sembra quasi
vero… Se non fossi cosciente del fatto che si tratta solo di
una proiezione
olografica, credo che scapperei a gambe levate. Quel sorriso ha un che
di
spaventoso…” pensò la giovane,
guardando il mostro che era appena comparso
davanti ai suoi occhi.
-Poi posiziono
due carte coperte e ti passo la mano.-continuò
l’uomo.
-Tocca a me...
Pesco!
Yomi diede
un'occhiata alla sua mano. Aveva tre mostri, uno di livello 7, uno di
livello 3
e uno di livello 4, la magia "Corsa avventata" e la trappola
"Forza riflessa". La carta che aveva pescato era, invece, "Spada
rivelatrice".
"Allora...
Ha messo in campo un mostro con 1900 punti di attacco e due carte
coperte. Il
suo mostro è abbastanza forte, perciò non credo
che una di quelle carte coperte
sia una carta equipaggiamento. Potrebbe essere una carta trappola.
Purtroppo,
in mano non ho niente con cui contrastarla. A questo punto, non posso
fare
altro che sfidare la sorte e sperare che non sia ciò che
penso. Male che vada
posso utilizzare "Spada rivelatrice" e mettermi al sicuro per un
po’.
Certo che la mia fortuna non si smentisce mai! In questo momento vorrei
tanto
avere la fortuna di mio fratello... Mi tornerebbe sicuramente utile!"
pensò
la ragazza, analizzando attentamente la situazione. Non aveva molta
voglia di
correre rischi inutili, ma sapeva bene che, se aveva davvero messo una
carta
trappola coperta, era meglio scoprirlo subito, magari utilizzando come
esca un
mostro che non fosse troppo forte.
-Evoco
"Yukimura, samurai fedele"...
Il mostro, che
comparve sul terreno, aveva le fattezze di un uomo ed indossava
un’armatura
giapponese rosso sangue. Nella mano destra aveva sguainata una katana,
al collo
portava una collana con sei anelli, mentre sull’elmo che
portava in testa aveva
inciso un sigillo che significava
“fedeltà”. Non era minaccioso come
“Predatore
Vorse”, ma di sicuro non aveva lo stesso sorriso malvagio. Lo
sguardo del
mostro era fiero come quello di un nobile guerriero.
-Mi dispiace
deluderti subito, ma attivo una delle mie due carte coperte, "Buco
trappola". Mi dispiace, ma devi già salutare il tuo patetico
mostro!
-Poco male Seto!
Attivo l'effetto del mio mostro: quando viene distrutto e mandato al
cimitero,
posso evocare specialmente in posizione di attacco un mostro di livello
4 dal
mio deck, purchè contenga nel nome la parola "samurai". E io
scelgo
"Gyozen, samurai arciere".
Un altro
guerriero, questa volta con l’armatura blu scuro, comparve
sulla parte di campo
della Slifer. Questa volta il mostro non impugnava spade, ma teneva un
lungo
arco in entrambe le mani e aveva una faretra di frecce sulla schiena.
-Sinceramente mi
aspettavo di meglio...-commentò, abbastanza deluso,
l’uomo
-Aspetta e
vedrai! Attivo l'effetto di Gyozen. Quando questa carta viene evocata,
può
infliggerti 500 punti di danno. Vai Gyozen, attacca i suoi Life Points!
Non appena la
ragazza diede l’ordine, il mostro prese una freccia dalla
faretra, la posizionò
sull’arco e, dopo aver preso la mira, la scoccò
dritta sull’avversario.
L'indicatore dei
LP del giovane Kaiba scese a quota 3500.
-Posiziono una
carta coperta e termino il mio turno...-disse la ragazza, passando il
testimone
all’uomo.
"Grazie
alla mia carta trappola, "Forza riflessa", posso distruggere tutti i
suoi mostri, non appena prova ad attaccarmi. Con questa dovrei essere
al
sicuro... Almeno spero..." pensò Yomi, guardando prima la
carta che aveva
appena posizionato e poi l’uomo che aveva di fronte. Sapeva
bene che non doveva
sottovalutarlo. Era un duellante astuto e capace ed era molto difficile
prenderlo in contropiede. E la giovane sapeva bene che sarebbe stato
difficile
solo potergli dare del filo da torcere.
Sugli spalti, il
brusio aumentò di nuovo di intensità. Nessuno
avrebbe mai immaginato che la
ragazza si sarebbe portata in vantaggio così in fretta.
Anzi, nessuno si
aspettava che avrebbe escogitato una contro-mossa, in così
poco tempo, alla
trappola del secondo duellante più forte del mondo.
-Niente male
come mossa...-commentò Atticus.
-E’ ancora
troppo presto per stabilire chi dei due possa
vincere.-osservò Yusuke.
-Lo so anch'io
questo! Ma non voglio assolutamente che perda. Dovreste fare un po' di
tifo
anche voi!-protestò il castano, guardando, torvo, i due
amici.
-La mia era solo
un'osservazione... E poi, non mi sembra che Seto Kaiba sia
particolarmente
sorpreso.
-Secondo me,
Seto Kaiba si porterà in vantaggio nel prossimo
turno...-commentò pacatamente
Zane.
-Dici? Spero
tanto di no...-sospirò il dongiovanni del gruppo.
L'uomo, intanto,
aveva pescato la sua carta e stava apportando le ultime modifiche alla
sua
strategia.
-Sai, Yomi, non
capisco perché, tra tutte le carte che possiedi, hai scelto
un mostro debole
come quello. Ha solo 1200 punti di attacco, non può
resistere all'assalto del
mio "Predatore Vorse".
-Lo so anche da
me… Detto francamente, non credo che avrei potuto evocare un
mostro più forte
del tuo.
-Se pensi che
sarò buono solo perché non hai mostri decenti nel
tuo deck, ti sbagli di
grosso! Non ho alcuna intenzione di renderti il gioco più
facile.
-Non mi
aspettavo di certo che tu lo facessi...-rispose la ragazza, trattenendo
i suoi
istinti omicidi. Il tono arrogante dell’altro le faceva
letteralmente saltare i
nervi. Soprattutto non sopportava il tono che aveva quando criticava le
sue
carte.
-Vediamo come
rispondi a questo! Attivo l'altra carta coperta, la magia rapida
"Tifone
spaziale mistico", grazie alla quale posso distruggere la tua carta
coperta.
-Maledizione...-disse
la Slifer, quando vide la propria carta andare in frantumi.
“Sono stata
troppo precipitosa! Dovevo aspettarmi una mossa del genere da uno come
lui…
Però, a dirla tutta, non pensavo che avesse già
pescato quella carta. Oggi sono
proprio sfortunata!”
-Ma guarda, era
"Forza riflessa". Mi aspettavo che avessi giocato una trappola del
genere. Adesso sei scoperta! Evoco Kaibaman ed attivo il suo effetto.
Lo sacrifico
per evocare, tramite evocazione speciale, il mostro più
potente che vedrai in
vita tua, "Drago bianco occhi blu"!
Il drago più
forte e temuto di tutto Duel Monster fece la sua comparsa
sull’arena. Era
bellissimo, maestoso e terrificante allo stesso tempo, come solo un
drago
sapeva essere. Sebbene quella non fosse la prima volta che Yomi si
trovava faccia
a faccia con quel drago, era leggermente intimorita e non dai suoi
punti di
attacco. C’era qualcosa, in quella creatura, che metteva a
disagio e incuteva
timore in chiunque se lo ritrovasse davanti.
L'eccitazione
sugli spalti aumentò di colpo. Era un'occasione
più unica che rara poter vedere
il leggendario "Drago bianco occhi blu" in azione.
-Accidenti,
questa non ci voleva...-sussurrò la ragazza, mordendosi il
labbro.
-Sorpresa?
Scommetto che non ti aspettavi che lo evocassi così
presto…
-In effetti, mi
hai sorpreso…
-Mi dispiace
deluderti, ma ho intenzione di evocarli tutti e tre. Vai "Predatore
Vorse", attacca il suo mostro da quattro soldi!
Il mostro obbedì
al comando e, con un colpo di ascia, distrusse l’ultima
difesa della giovane.
I Life Points
della ragazza scesero a quota 3300.
-Adesso si mette
davvero male...-commentò Yusuke.
-Adesso è il tuo
turno, "Drago bianco occhi blu". Attacca direttamente i suoi Life
Points!
Il drago attaccò
la ragazza con una sfera di luce bianca, lasciandogli solo 300 miseri
Life
Points.
-Termino il mio
turno. Tocca a te!-disse l’uomo, accompagnando la frase con
un cenno della
mano.
"Dunque,
dato che non ha carte coperte posso evocare e attaccare senza problemi,
se solo
avessi un mostro sufficientemente forte... Grazie a "Spada
rivelatrice" sarò al sicuro per un po'... Ma in questi tre
turni devo
trovare un modo per ribaltare la situazione, altrimenti sono fregata."
-Pesco... Chiedo
l'intervento di "Amaterasu, divinità regina dei cieli".
Posso evocare,
tramite evocazione speciale, questo mostro dalla mia mano, rimuovendo
dal
cimitero due mostri di livello 4 che contengano nel nome la parola
"samurai". E guarda caso, ne ho giusto due. Compari e mostrati a noi,
sovrana dei cieli!
Il mostro che
comparve aveva le fattezze di una bellissima donna, con lunghi capelli
biondo
oro, lisci come la seta, una parte raccolti in piccole trecce che le
cingevano
il capo, l’altra parte sciolti, che le ricadevano sia dietro
sia davanti al
corpo. Portava un lungo kimono, rosso fuoco, che le lasciava
intravedere i
seni. Nella mano destra teneva un ventaglio, mentre nella sinistra uno
specchio.
-I miei
complimenti, davvero... Però, il tuo mostro ha 2500 punti di
attacco e non sono
sufficienti a distruggere il mio drago. Ci hai provato, ma quando
toccherà a
me, tu perderai.
-Non ne sarei
tanto sicuro, se fossi in te! Attivo la carta magia "Corsa
avventata", con la quale il mio mostro guadagna 700 punti di attacco
fino
alla fine del turno. Adesso è forte a sufficienza per
distruggerlo! Avanti
"Amaterasu", attacca il suo drago!
La donna alzò la
mano nella quale teneva il ventaglio e materializzò una
sfera di fuoco
incandescente, che lanciò addosso al drago bianco,
disintegrandolo all’istante.
-Non ci credo!
Hai distrutto il mio "Drago bianco occhi blu"!-urlò Seto.
Era furioso
per quello che era appena successo. Non riusciva a digerire il fatto
che il suo
amato drago fosse stato distrutto da una carta così debole e
di poco conto.
-Non è ancora
finita! Attivo la carta magia "Spada rivelatrice". Grazie ad essa,
per tre turni non potrai attaccarmi. Inoltre, posiziono un mostro
coperto e
concludo il mio turno.
Sugli spalti,
l’eccitazione aumentò. Era incredibile che una
Slifer fosse davvero riuscita a
distruggere “Drago bianco occhi blu”, uno dei
mostri più temuti di Duel Monster.
-Seto Kaiba è
sempre in vantaggio, ma adesso ha 3300 Life Points e un mostro troppo
debole.
Scommetto che cercherà di evocare gli altri due draghi
bianchi, ma con la carta
magia di Yomi, anche se ci riuscisse, non potrebbe attaccare e lei
avrebbe tre
turni per trovare un modo per batterli. Direi che la situazione
è in stallo. La
vittoria di uno dei due dipende da cosa pescheranno in questi tre
turni.-osservò Zane.
-Speriamo che
riesca a vincere...
-Atticus, sei
così preoccupato?-chiese Yusuke, guardando sorpreso
l’amico.
-Mi sembra
ovvio! Se perde, dovrà andarsene... E io non voglio che
accada. Non ditemi che
a voi non dispiacerebbe?-chiese il castano, rivolgendosi verso gli
altri due
Obelisk.
-Certo che ci
dispiacerebbe… Ma secondo me stai un po’
esagerando. Anche se perdesse, non
credo che la farà espellere…-rispose il ragazzo
dai capelli blu, continuando a
tenere gli occhi fissi sul duello.
-È il mio
turno.-disse l'uomo, poi guardò la carta che aveva appena
pescato. Un sorriso
compiaciuto comparve sul volto del giovane.
-Perché sorridi?
Aspetta... Non dirmi che...
-Ti avevo
avvisato che li avrei evocati tutti e tre, no? Da adesso in poi, dovrai
impegnarti sul serio se vuoi davvero rimanere in Accademia. Attivo la
carta
magia "Anfora dell'avidità", con la quale pesco altre due
carte.
L’uomo diede una
rapida occhiata alle carte che aveva pescato.
-Perfetto!
Proprio quelle che mi servivano. Evoco "Signore di draghi" in
posizione di attacco, poi attivo la carta magia "Flauto
evoca-draghi", grazie alla quale posso evocare specialmente fino a due
draghi dalla mia mano e io evoco gli altri due "Drago bianco occhi
blu"!
"Non ci
credo! Ha schierato ben quattro mostri in campo! E due di questi sono
dei
draghi bianchi occhi blu! Come diavolo faccio a sconfiggerli?! Solo per
sconfiggerne uno ce ne vuole..." pensò la ragazza in preda
alla paura. Era
ben consapevole che in questo modo difficilmente avrebbe vinto.
Fronteggiare
due draghi bianchi era troppo per chiunque!
-Dato che non
posso attaccare, per ora mi limiterò a passarti il testimone.
-È il mio turno.
Pesco!-disse la Slifer, pescando una carta. Poi guardò le
carte che aveva in
mano e quella che aveva appena pescato, pensando ad un modo per uscire
da
quella situazione.
"Ho pescato
"Tsukuyomi"... Per ora, però, non posso metterlo sul
terreno. Devo
sperare di riuscire a pescare quelle due carte prima che "Spada
rivelatrice" perda il suo effetto. Inoltre, ho come la sensazione che
tenterà di evocare “quel” mostro. Se lo
fa sono fregata! Nessuno dei miei
mostri può raggiungere i 4500 punti di attacco... Devo
trovare un modo per
distruggere almeno uno dei due draghi bianchi. Intanto,
però, posso liberarmi
di "Signore di draghi"..."
-"Amaterasu"
attacca "Signore di draghi"!-ordinò la giovane al proprio
mostro, che
ripeté lo stesso attacco del turno precedente, distruggendo
anche questa volta
il mostro dell’avversario.
I Life Points
dell’uomo scesero a 2000.
-Una mossa
astuta...-commentò Zane.
-È ovvio... Era
il mostro più debole sul terreno.
-Non è solo
quello il motivo, Atticus. Si tratta dell'effetto di "Signore di
draghi". Quando si trova scoperto sul terreno, tutti i mostri di tipo
drago sono immuni agli effetti delle carte trappola, magia e dagli
effetti
degli altri mostri. Distruggerlo è stata una mossa davvero
astuta... In questo
modo i suoi draghi non sono più invulnerabili.
-Questo non lo
sapevo... Però, non è niente male come duellante!
È riuscita a distruggere il
famoso "Drago bianco occhi blu" e ha messo alle strette uno dei
migliori duellanti del mondo. Se anche dovesse perdere, dovrebbe
ritenersi
fortunata...
-Però se perde,
dovrà andarsene.-gli ricordò Yusuke.
-Già! Me ne ero
completamente dimenticato...-esclamò Atticus, mettendosi le
mani in testa, con
un gesto molto plateale.
-Atticus, non ti
sembra di esagerare? Abbiamo conosciuto quella ragazza solo stamani e
non
sappiamo quasi nulla di lei... Come puoi esserti affezionato
così, nel giro di
poche ore? Solo perché è una ragazza carina?
Posso capire Yusuke, dato che
stamani l'ha salvata da quegli Obelisk, ma tu...
-Io non riesco
ad essere impassibile come te di fronte ad una bella ragazza. E poi non
si
tratta solo del fatto che è bella; in quella ragazza
c'è qualcosa che mi ha
colpito subito... Non saprei dirti cosa, ma sento una specie di
collegamento
tra noi tre e Yomi. Chissà, magari è il filo
rosso del destino!
-Atticus, quella
leggenda riguarda due innamorati, non tre amici...-osservò
Yusuke.
-Non è la stessa
cosa? E’ pur sempre un legame forte, no?
-A volte non
riesco proprio a capirti...-sospirò Zane, tornando a
concentrarsi sul duello.
"Con questo
mio ultimo attacco ho ridotto ulteriormente i suoi Life Points, anche
se rimane
comunque in vantaggio... Nel prossimo turno posso distruggere
"Predatore
Vorse" e ridurgli ulteriormente i Life Points. No, meglio non correre
troppo. Aspettiamo di vedere che mossa farà..."
pensò Yomi, compiaciuta.
-È il mio turno!
Pesco!-esclamò il miliardario, pescando una nuova carta.
"Bene! Con
questa carta potrò mettere in campo tutti e tre i miei
draghi..." pensò
dopo aver visto la carta che aveva appena pescato.
-Se fossi in te,
Yomi, inizierei a preparare le valigie, perché, non appena
svanirà l'effetto
della tua carta magia, ridurrò i tuoi Life Points a zero! O
forse preferisci
arrenderti?
-Neanche per
idea! Combatterò fino alla fine, e questa volta ti
sconfiggerò! Stanne certo,
Seto!
-Che belle
parole! Vediamo se alle parole farai seguire i fatti. Attivo la carta
magia
"Mostro resuscitato", grazie alla quale posso riportare sul campo un
mostro che si trova al cimitero. Indovina di chi si tratterà?
-"Drago
bianco occhi blu"...
-Brava, hai
indovinato! Avanti, ritorna, mio fedele drago!
Il mostro che
Yomi era riuscita a distruggere qualche turno prima, ricomparve
minaccioso sul
terreno di gioco.
-Questa non ci
voleva...-disse Yusuke.
-Povera Yomi...-soggiunse
Atticus.
"Perfetto,
la mia solita fortuna!" pensò sarcastica la ragazza.
-Concludo così
il mio turno. Tocca a te!
-Pesco...
"Si sta
mettendo veramente male e le carte che ho in mano non mi servono a
molto...
Inoltre, alla fine del suo prossimo turno, l'effetto della mia carta
magia
svanirà. Se non trovo un modo di batterlo al mio prossimo
turno sono
spacciata... Per ora non posso far altro che attaccare il suo
“Predatore Vorse
e sperare di riuscire a pescare “quella carta” al
mio prossimo turno.
Altrimenti dovrò dire realmente addio
all’Accademia…"
-Attacco
"Predatore Vorse" con "Amaterasu".-esclamò la giovane,
distruggendo il mostro dell’avversario.
"Con questo
i suoi Life Points sono scesi a quota 1400... Purtroppo, resto comunque
in
svantaggio."
-Adesso viene la
parte difficile del duello...-commentò Zane.
-Forza Yomi! Ce
la puoi fare!-urlò il dongiovanni del gruppo dagli spalti.
"Atticus...
Ma che idiota! Deve per forza urlare in quel modo! Così mi
mette in imbarazzo e
non riesco a concentrarmi..." pensò la ragazza, voltandosi
verso gli
spalti.
-Vedo che i tuoi
amici stanno facendo il tifo per te... Non sei contenta?-disse Seto
Kaiba.
-Fatti gli
affari tuoi...-rispose la giovane.
-Come vuoi...
"C'è
qualcosa di strano nel suo atteggiamento... Non sembra molto
preoccupato
dell’andamento del duello. Deve essere molto sicuro di
vincere… Poi ho la
sensazione di aver dimenticato qualcosa... Adesso che ci penso,
perché non ha
spostato “Predatore Vorse” in posizione di difesa?
Che strano! Avrebbe potuto
farlo, ma non l'ha fatto. Che abbia qualcosa in mente?"
pensò la ragazza,
scrutando il volto dello sfidante. Poi disse:
-Termino qui il
mio turno…
-Hai duellato
davvero bene! Ma purtroppo per te, il duello finisce con la mia
vittoria.
Pesco!-esclamò Seto.
Sul volto
dell'uomo comparve un ghigno di soddisfazione.
-Attivo la carta
magia "Polimerizzazione", con la quale fondo i miei tre draghi
bianchi, per creare un mostro ancora più forte. Compari
"Drago finale
occhi blu"!
Il mostro a tre
teste, appena evocato, si ergeva minaccioso sul campo da gioco. Yomi,
istintivamente, indietreggiò di un passo. Sebbene fosse
consapevole del fatto
che si trattasse solo di una mera illusione, faceva comunque una certa
impressione trovarsi di fronte ad un mostro con 4500 punti di attacco,
uno dei
mostri più forti di Duel Monster.
-Ti passo la
mano. E dato che sono trascorsi tre turni, la tua carta magia "Spada
rivelatrice" perde il suo effetto. Al mio prossimo turno
potrò attaccarti
e tu perderai questo duello.
-Non è ancora finita...
Finché avrò carte nel mio deck, posso ancora
vincere! Il duello finisce solo
quando i Life Points dell'avversario scendono a zero. Dovresti saperlo
bene!
"Avanti
deck, non mi abbandonare proprio adesso!"
-Pesco!-esclamò
la Slifer.
-È inutile che
ti impegni tanto; non puoi vincere!
-Lo vedremo...
Attivo la carta magia "Anfora dell'avidità" e pesco altre
due carte.-
disse la ragazza.
"Non ci
credo... Proprio queste carte..." pensò la giovane guardando
le due carte
che aveva appena pescato.
-Seto, adesso ti
mostrerò i miei mostri più forti! Attivo la carta
magia "Rito di
purificazione degli dei". Posso attivare questa carta solo se sul mio
terreno si trova un mostro di livello 7, che contenga nel nome la
parola
"divinità". Grazie a questa carta, posso evocare sul
terreno, dalla
mia mano, gli altri due mostri divinità di livello 7. In
questo modo, posso
chiedere l’intervento di "Tsukuyomi, divinità
signore della notte" e
di "Susanoo, divinità signore delle tempeste".
I due mostri
appena evocati comparvero sull’arena. Avevano le sembianze di
due uomini; uno
indossava un’armatura nero pece, mentre
“Susanoo” era a torso nudo e indossava
solo degli hakama. “Tsukuyomi” impugnava nella mano
destra un flauto di legno,
mentre nella sinistra teneva un rosario. Dalla schiena, inoltre, gli
spuntavano
un paio di ali nere come la notte. L’altro mostro, invece,
impugnava due katana
e sulla fronte aveva un terzo occhio.
-Che razza di
mostri sono? L'ultima volta non li avevi giocati...
-Ti avevo detto
che non ero più quella di una volta, no? Anche il mio deck
è cambiato. Non
avresti dovuto sottovalutarmi! Questi sono i mostri più
potenti che possiedo!
-Comunque non
sono sufficienti! Il mio drago ha 4500 punti di attacco; "Amaterasu"
ne ha 2500, "Tsukuyomi" ne ha 2800, mentre "Susanoo" ne ha
3000. Non puoi attaccarmi. Ti sei sforzata tanto, ma al mio prossimo
turno
metterò fine al duello!
-Questo è vero.
Ma non ho intenzione di arrendermi! Posiziono una carta coperta e ti
passo la
mano.
-Siamo giunti al
capolinea. Pesco! Avanti "Drago finale occhi blu" attacca
"Susanoo"!-esclamò Seto.
-Sei stato
troppo precipitoso! Attivo la mia carta trappola "Annulla attacco",
grazie alla quale posso annullare l'attacco del tuo mostro.-disse la
ragazza,
bloccando l’attacco dell’avversario.
L’uomo si morse
un labbro, in preda alla rabbia. Non le piaceva quando qualcuno mandava
in fumo
i suoi piani, soprattutto se si trovava ad un passo dalla vittoria.
-Posiziono una
carta coperta e termino il mio turno. Hai solo rimandato la sconfitta
di un
turno. Ammettilo, non sai più che pesci prendere!-disse
Seto, rivolgendosi alla
Slifer.
-Lo vedremo!
Tocca a me, pesco.
"Questa
carta... Forse posso vincere! E comunque ormai non ho niente da
perdere. Non
posso rimandare ancora. Questo turno sarà decisivo."
pensò Yomi,
osservando il drago a tre teste che aveva di fronte.
-A questo punto,
Seto, gioco il tutto per tutto! Attivo la carta magia "Spirito
infuocato
del bushi" e la equipaggio a "Susanoo". In questo modo,
l’attacco
del mio mostro viene raddoppiato fino alla fine del turno.
Però ci sono due
aspetti negativi che riguardano questa carta. Il primo è che
gli altri mostri
sul mio terreno non possono attaccare in questo turno. L'altro
è che, alla fine
del turno, mi verrà inflitto un danno pari all'attacco
originale del mostro
equipaggiato. Ma purtroppo per te, ti sconfiggerò prima.
Adesso il mio mostro
ha 6000 punti di attacco, più che sufficienti per
distruggere il tuo
"Drago finale occhi blu" e ridurre a zero i tuoi Life Points. Avanti
"Susanoo", attacca il suo mostro!
Proprio nel
momento in cui il mostro della ragazza stava per sferrare il suo
attacco al
drago finale dell'uomo, il braccialetto che aveva al polso
iniziò a risplendere
di una luce abbagliante. Nello stesso momento, le luci saltarono,
insieme al
sistema olografico dell'arena. Le lampade al neon scoppiarono per la
troppa
tensione. L'allarme antincendio scattò, risuonando in tutto
l'edificio.
Nell'aula, rimasta al buio, si diffuse subito il panico. Gli insegnanti
cercarono invano di mantenere la calma tra gli studenti, i quali
stavano
cercando, in tutti i modi, di uscire dalla stanza, creando solo altra
confusione. Ad un certo punto ci fu uno scoppio, seguito dal rumore di
qualcosa
che andava in frantumi. I tre Obelisk si diressero a tentoni verso
l'arena,
preoccupati per le condizioni della loro amica. In quel momento, una
piccola
luce illuminò l'arena. Erano Pegasus, Sheppard e Mokuba, che
si erano muniti di
una torcia elettrica.
-Seto! Stai
bene?-chiese il giovane Kaiba, illuminando il volto del fratello.
L’uomo era
inginocchiato accanto alla ragazza, che si trovava stesa in terra e
priva di
sensi.
-Sì, non ti
preoccupare... Piuttosto, bisogna portarla subito in infermeria.-disse
il
giovane miliardario, indicando la Slifer con un cenno del capo.
-In infermeria?
Perché? Cos'è successo?-chiesero i tre Obelisk,
che intanto erano riusciti a
farsi strada tra la folla, fino all'arena. Non appena videro la giovane
stesa
per terra e priva di sensi si allarmarono subito.
-Yomi! Come
stai? Rispondi!-la chiamò Atticus, preoccupato.
-Atticus...-sussurrò
la Slifer con un filo di voce, mentre riprendeva lentamente i sensi.
-Stai
bene?-chiese Yusuke.
La stanza era
ancora al buio, come tutto l'edificio.
-Sì...credo...-rispose
la ragazza, cercando di mettersi in piedi e finendo solo con il
ricadere a
terra, di nuovo priva di sensi.
***
Ndr:
Mi sento di dover scrivere due righe per spiegare alcune cose su questo
capitolo e per evitare commenti di critica immotivata (che sia chiaro,
accetto sempre di buon grado critiche costruttive sul mio modo di
scrivere o su ciò che decido di scrivere...penso che siano
molto utili alla mia crescita intellettuale e fa sempre bene
confrontarsi con altre persone che pensano in modo diverso^^). Allora,
prima di tutto spero di essere riuscita a descrivere in maniera
abbastanza chiara il duello. So che probabilmente, per chi non conosce
bene le regole o le carte di Yugioh, potrebbe essere stato difficile
seguirlo e per questo motivo mi scuso. Purtroppo però, per
motivi puramente stilistici, ho preferito non dilungarmi troppo sulla
meccanica di gioco, evitando di spiegare per filo e per segno gli
effetti delle carte (vedere i duelli nell'anime è diverso da
leggerli in una storia e a dirla tutta descriverli senza far annoiare
il lettore è un'impresa...). Inoltre, vorrei spendere
qualche riga per parlare brevemente dei mostri usati dalla
protagonista. Innanzitutto, non sono carte che realmente esistono nel
gioco. Ho inventato un nuovo archetipo, quello del "samurai" per due
motivi: per prima cosa, ho un debole per la mitologia
giapponese e per la sua storia; secondo, ritenevo che un tipo
"guerriero" rispecchiasse al meglio il carattere della protagonista.
Non era mia intenzione copiare effetti e aspetto delle carte
realmente esistenti (Gyozen ha un effetto molto simile a quello di
"Arciere achacha" e guarda caso hanno entrambi l'aspetto di un arciere
giapponese, ma mi sono resa conto di questa somiglianza solo dopo aver
scritto il capitolo). Chi conosce bene il gioco di Yugioh potrebbe
pensare che abbia preso spunto dall'archetipo bujin. No, non
è così. Per puro caso, dopo aver scritto il
capitolo mi sono accorta che ad alcuni mostri avevo dato lo stesso nome
di alcune carte dell'archetipo bujin (vedi amaterasu, susanoo e
tsukuyomi). Altra cosa che mi sento di dover dire: le carte che
compongono il deck di Seto non sono tutte carte originali del suo deck
(ad esempio Kaibaman, che comunque compare nella serie GX). Mi sono
presa la libertà di rielaborare leggermente il suo deck e di
inserire carte che facilitassero l'evocazione dei suoi draghi,
perchè ritengo che siano i suoi mostri-simbolo, se
così si può dire. Come ultima cosa, so bene che
il duello che ho descritto è alquanto surreale, con varie
botte di sedere all'ultimo minuto (nella realtà
difficilmente può accadere di pescare proprio la carta che
serve all'ultimo momento...), ma il bello della finzione è
proprio questo!! Detto questo, spero che non arrivino commenti
poco simpatici... Grazie a tutti quelli che continuano a leggere e a
seguire, e spero che continuate a farlo anche in futuro...
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Capitolo 5 *** Capitolo 5- La prima rinuncia ***
Capitolo 5- "La
prima rinuncia"
La
prima cosa che Yomi vide quando si risvegliò fu il volto
teso della signorina
Fontaine, che la guardava da sopra il letto. Non riusciva a mettere
bene a fuoco
il resto; era tutto confuso e la testa continuava a girarle.
-Menomale,
ti sei svegliata! Come ti senti?-chiese la donna sollevata, quando si
accorse
che la ragazza aveva ripreso i sensi.
La
Slifer non rispose. Continuò a fissare il soffitto bianco,
cercando di
ricordare come fosse finita lì, stesa sul lettino
dell’infermeria.
-Dato
che sei sveglia, posso chiamare gli altri. Fin’ora non li ho
fatti entrare,
perché non volevo che disturbassero. Gli uomini, a volte,
sanno essere molto
rumorosi…
-Gli
altri?-chiese la giovane con un filo di voce. La testa continuava a
girarle e
le sembrava che tutti i rumori fossero amplificati, persino quelli
più tenui e
delicati.
-Erano
preoccupati e posso capirli benissimo… Dopo quello che ti
è successo, è normale
esserlo.
-Perché?
Cos’è successo?
-Non
ricordi proprio niente?
-No…
Non ricordo niente… La testa mi gira da impazzire…
-Non
ti preoccupare… Una leggera amnesia e i giramenti di testa
sono normali. Fra
qualche ora dovresti essere in grado di ricordare tutto. E una volta
che ti
sarà passato anche il mal di testa, potrai alzarti. Se fossi
in te, però,
resterei sdraiata per un po’. Non si può mai
sapere…
-Quanto
tempo sono rimasta sdraiata qui?-chiese la giovane ignorando i commenti
della
donna.
-Circa
tre giorni…
-Tre
giorni?!-esclamò l’altra, iniziando ad agitarsi.
Non riusciva a capire cosa
fosse successo, ma di certo non poteva permettersi di rimanere
così tanto tempo
a letto. Doveva parlare con Seto e poi… Doveva pure
tranquillizzare i ragazzi.
“Di
sicuro saranno preoccupati…”pensò
d’istinto.
Cercò
di mettersi a sedere sul letto, ma la professoressa, prontamente, la
spinse giù
sulla schiena, costringendola a sdraiarsi di nuovo.
-Non
se ne parla! Non puoi ancora alzarti… Resta
sdraiata!-ordinò perentoria la
donna.
-Non
posso…-protestò Yomi.
-Capisco
che sei disorientata, ma resta giù. Almeno finchè
la tua testa non sarà tornata
a posto…-rispose la professoressa, avviandosi verso la porta
della stanza.
“La
mia testa sta benissimo! E’ inutile
preoccuparsi…”pensò irritata la
giovane,
sfiorando con una mano le bende che le fasciavano il capo. Si
voltò verso
Fontaine, seguendo i suoi movimenti con la coda dell’occhio,
finchè non uscì
del tutto dal suo campo visivo e dalla stanza.
Una
volta che la donna fu uscita, Yomi iniziò a studiare
attentamente il proprio
corpo, per vedere dove si fosse ferita e quanto potevano essere gravi
le
lesioni. Non sembrava avere ferite gravi e l’unica parte del
corpo fasciata era
la testa.
“Chissà
cos’è
successo…”pensò, sfiorando di nuovo la
fasciatura.
Dopo
pochi minuti, Fontaine rientrò nella stanza, in compagnia di
alcune persone che
la ragazza conosceva molto bene. Non appena li vide, la Slifer si mise
a sedere
sul letto, ignorando gli sguardi fulminanti della professoressa.
-Yomi,
come stai?-chiese Yusuke preoccupato, avvicinandosi alla ragazza.
-Bene…-rispose
la ferita, sorridendo leggermente.
-Che
sollievo! Eravamo così preoccupati quando sei svenuta! Sono
contento di vedere
che stai bene…-disse Yusuke sorridendo sollevato.
-Sono
svenuta?-Yomi sgranò i grandi occhi color ambra, sopresa.
-Stranamente
è staltata la corrente in tutto l’edificio e
tu…
-Stai
dicendo che c’è stato un blackout?
-Sì…
-Dovevo
immaginarmelo… E’ tutta colpa mia… Mi
dispiace…-sussurrò la ragazza, abbassando
lo sguardo.
-Perché
dici così? Non è mica colpa
tua…-Atticus stava provando a rassicurarla, quando
fu interrotto.
-A
dire la verità la colpa è proprio
tua!-esclamò una voce alle spalle del gruppo.
Seto
Kaiba, che era rimasto appoggiato alla porta della stanza, si era
appena
intromesso in quella conversazione che considerava a dir poco
vomitevole.
Odiava le dimostrazioni aperte di affetto e di amicizia; odiava anche
chi ci
credeva fermamente. In passato, aveva dovuto sopportare gli assurdi
sproloqui
di Tea, sua compagna di classe e, purtroppo, anche di avventure, e le
sue idee
strampalate sull’amicizia. Era riuscito a liberarsene con
molta fatica e
adesso, di certo, non voleva stare a sentire altre assurdità
del genere.
Inoltre, Yomi sapeva bene che la colpa era sua, quindi non aveva senso
provare
a illuderla; non ci avrebbe mai creduto!
-Giovane
Seto, non ti sembra di essere un po’ troppo duro? Si
è appena svegliata e la
signorina Fontaine ha detto che ha ancora i ricordi molto
confusi…-protestò
leggermente Pegasus.
-Al
diavolo! Ho detto le cose come stanno e lei lo sa meglio di chiunque
altro! Non
è la prima volta che succede…-poi, rivolto alla
ragazza-Ad essere sincero,
però, non immaginavo che avresti distrutto anche questo
prototipo. A questo
punto, credo di non poter fare proprio niente per aiutarti.
Detto
questo, l’uomo fece per uscire dalla stanza, quando la Slifer
gli chiese:
-Il
duello… Come è finito?
-Non
è finito. Hai mandato in tilt il sistema elettrico di tutta
l’isola, proprio
sul più bello. Comunque, se proprio vuoi sapere se avresti
vinto o meno…Bè, mi
dispiace, ma avresti perso. Hai riposto tutto in
quell’attacco, ma purtroppo la
tua stessa magia si sarebbe rivolta contro di te. Comunque non ha senso
parlare
di congetture. Se preferisci, vedila come un pareggio. Ma giusto
perché tu lo
sappia, avevo la trappola “Kunai con catena”
coperta.
Detto
questo, l’uomo avvertì i presenti che sarebbe
andato nell’ufficio del
cancelliere e uscì dalla porta. Dentro la stanza rimasero i
tre Obelisk,
Mokuba, Pegasus, il cancelliere e la signorina Fontaine.
-Sono
davvero rimasta svenuta per tre giorni?-chiese Yomi, rivolta ai
presenti.
-Sì…
E ci hai fatto preoccupare tutti.-rispose Sheppard.
-E
lui è rimasto qui per tutto questo tempo?
-Ti
riferisci a mio fratello?
La
ragazza fece un piccolo cenno d’assenso con la testa. Le
girava ancora e non
riusciva a muoversi come voleva. Inoltre, non sopportava
l’idea di non riuscire
a ricordare nulla.
-Ha
detto che voleva essere lui a comunicarti che il prototipo non ha
funzionato
nemmeno questa volta e non aveva molto senso tornare a casa e ritornare
qui una
volta che ti saresti svegliata.-le rispose Mokuba.
-Avrà
avuto cose più importanti da fare, immagino…
-Sì,
certamente… Ma non credo che gli sia dispiaciuto rimanere
qui tre giorni. Ad
essere sinceri si è lamentato per quasi tutto il tempo. Non
faceva altro che
borbottare che te la stavi prendendo comoda, facendo aspettare tutti.
Ma non
credo che lo pensasse seriamente. Poi, gli studenti gli hanno dato la
caccia
per tutta l’isola. Volevano sfidarlo a duello, soprattutto
dopo che avevano
assistito al vostro scontro. Erano convinti che avrebbero potuto
vincere
facilmente, visto che tu eri riuscita a metterlo in
difficoltà. Comunque, a
parte questo piccolo inconveniente, non è stato del tutto
tempo sprecato. Ha
potuto gestire l’azienda anche da qui, grazie ai computer, e
ha analizzato i
dati del prototipo che hai quasi distrutto. Inoltre, dato che
l’Accademia
possiede alcuni nostri computer e altri prototipi a cui stiamo
lavorando, ha
colto l’occasione per sistemare un po’ le cose e
verificare che i nostri
esperimenti procedano correttamente e nei tempi. Lo sai, lui odia non
poter
tenere tutto sotto controllo…
Yomi
non rispose. Continuava a guardare in basso, come se si sentisse in
colpa per
quello che era successo, sebbene continuasse a non ricordare nulla.
Mokuba,
vedendola, abbozzò un sorriso e cercò di
confortarla.
-Sai,
credo che in fondo sia davvero preoccupato per te e che si senta anche
un po’
responsabile. Quando siamo partiti, era convinto che questa volta
avrebbe
funzionato. Invece… Inoltre, ti ha messa in
pericolo…
-Cos’è
successo?-chiese la ragazza.
-Ecco,
il braccialetto che avevi al polso ha assorbito troppa energia e
l’ha rilasciata
all’improvviso. Quell’energia non è
pericolosa se assorbita in piccole dosi, ma
il prototipo doveva essere colmo e non potendo più
assorbirla, è scoppiato,
rilasciandola. La maggior parte l’ha assorbita il tuo corpo,
mentre la poca che
non hai assorbito ha provocato il blackout e ha fatto scoppiare
l’impianto di
illuminazione dell’arena. Quando ci siamo avvicinati per
accertarci che tu e
mio fratello stavate bene, sei svenuta e cadendo devi aver battuto la
testa.
Probabilmente l’amnesia è stata provocata dalla
botta in testa…
-Capisco…-mormorò
la Slifer con un filo di voce.
-Yomi,
senti…
-No…
Lascia perdere Mokuba… Non ce n’è
bisogno… Davvero…
Yomi
si coprì gli occhi con il dorso della mano. Le veniva da
piangere e, per la
seconda volta in vita sua, si stava chiedendo per quale motivo
continuava a
vivere.
“Perché
continuo a vivere… Non ha senso…
Perché esisto… Perché una come me
esiste…
Perché devo continuare a soffrire
così…”
-Sono
proprio un disastro…-sussurrò, poi, con la voce
rotta dal pianto.
-Yomi
mi dispiace…-sussurrò il ragazzo, appoggiando la
sua mano su quella della
ragazza. Sebbene fosse più grande di quella della Slifer, le
dita erano sottili
e affusolate, forse troppo per un ragazzo di vent’anni.
La
giovane scosse impercettibilmente la testa, continuando a tenere la
mano
premuta sugli occhi. Non rispose. Probabilmente non era nemmeno in
grado di
farlo, senza mettersi a piangere come una fontana.
Mokuba
rimase qualche secondo a guardarla, incerto su come comportarsi. Poi le
accarezzò dolcemente la testa, sussurrandogli di non
preoccuparsi, e, dopo aver
salutato i presenti con un cenno della mano, uscì dalla
stanza.
-Non
è giusto…-sussurrò la ragazza, una
volta che il giovane Kaiba fu uscito. Due
lacrime calde rigarono il volto della Slifer, che cercò di
nasconderle agli
occhi dei presenti, voltandosi dall’altra parte.
-Yomi…-Yusuke
le sfiorò delicatamente i capelli. Sentiva di dover fare
qualcosa per
consolarla, ma non sapeva bene come comportarsi. Non voleva ferire la
ragazza;
non aveva ancora capito cosa le fosse successo e aveva paura di
scegliere le
parole sbagliata. Era la prima volta che si trovava in una situazione
simile e
si sentiva del tutto impotente.
-Non
è giusto… Perché è dovuto
capitare proprio a me…Non
è…giusto…-la ragazza stava
cercando di sopprimere le lacrime con tutte le sue forze. Non voleva
piangere
di fronte ai ragazzi; non le era mai piaciuto piangere in pubblico. Non
voleva
che pensassero che fosse una ragazza debole e piagnucolona, che non
faceva
altro che lamentarsi.
“Non
posso mettermi a piangere come una bambina delle elementari. Non
posso… In
fondo, sapevo che sarebbe finita di nuovo in questo modo. Non ho alcuna
speranza…
Non ce l’ho mai avuta…”pensò
Yomi continuando a tenere premuta la mano sugli
occhi, come a voler impedire alle lacrime di uscire.
-Ehi…-Atticus
le mise una mano sulla spalla per consolarla.
-Sono
senza speranze…
-Dai,
non dire così…-disse il moro, contiuando a
tenerle una mano sulla spalla.
-Invece
è così!-ribattè la ragazza alzando un
po’ la voce e voltandosi verso i tre
giovani.-Voi non sapete niente. Non potete capire… Non
potete nemmeno
immaginare cosa ho dovuto passare… Io non voglio la
pietà di nessuno,
soprattutto se di persone ipocrite! Perciò smettete di
provare a consolarmi!
Non ne ho bisogno…
Poi
scostò bruscamente la mano del moro dalla sua spalla.
L’Obelisk fece per aprire
bocca per ribattere, ma poi ci ripensò e stette zitto. Aveva
notato che aveva i
lucciconi agli occhi e che stava facendo un grande sforzo per
trattenere le
lacrime. Anche lui non sapeva bene come comportarsi di fronte alla
ragazza. Guardò
per un attimo Yusuke, in cerca di un qualche cenno da parte
dell’amico, uno
qualsiasi, che però non arrivò. Nemmeno il
ragazzo dai capelli verdi sapeva
cosa fare.
Per
qualche minuto, nella stanza scese un silenzio imbarazzante.
“Adesso
basta… Non ha più senso continuare
così… Non c’è più
niente che si possa fare.
Se nemmeno Seto Kaiba ha trovato una soluzione, vuol dire che non
esiste. Devo
rassegnarmi e rinunciare per sempre ai duelli… Non posso
fare più nulla,
ormai…” pensò la giovane, guardando il
polso, al quale, fino a poco tempo prima,
si trovava il prototipo che avrebbe potuto salvarla. Poi, distogliendo
lo
sguardo dal suo polso e rivolgendosi ai tre Obelisk, disse:
-Andate
via…
Zane
la fissò con aria interrogativa per diversi secondi. Aveva
notato una certa
rassegnazione negli occhi della giovane e la cosa non gli piaceva
molto. Gli
era sembrata fin da subito una ragazza forte, che non si arrendeva
facilmente,
perciò non capiva il motivo di quella rassegnazione. E poi
per quale motivo
doveva mai rassegnarsi?
-D’accordo…-rispose
alla fine il ragazzo taciturno, facendo segno agli altri due di
seguirlo fuori
dalla stanza.
Gli
altri due ragazzi uscirono dall’infermeria, un po’
a malincuore. Non avevano
molta voglia di lasciare Yomi da sola; volevano starle vicino e
confortarla,
sebbene lei non volesse. Avevano capito che se aveva reagito in quel
modo era
solo perché non voleva che la vedessero piangere.
Oltretutto, sapevano bene che
l’intuito e il buonsenso di Zane non sbagliavano mai: se il
ragazzo riteneva che
era meglio assecondarla, allora così avrebbero fatto.
-Sei
sicura di stare bene?-le chiese Sheppard, non appena i tre giovani
furono
usciti.
-Sì,
non si preoccupi…-rispose la ragazza, recuperando il proprio
autocontrollo.
Ormai le era passata la voglia di piangere. Sapeva che non avrebbe
risolto
nulla piangendo come una bambina ed era riuscita a impedire a quelle
noiose
lacrime di scendere.
“Non
ha senso piangere… La cosa migliore è mettere
fine a questa storia, una volta
per tutte.”pensò la ragazza, tornando a guardarsi
la mano.
-C’è
qualcosa di cui vuoi parlarci, giovane Yomi?-chiese Pegasus con la sua
solita
calma.
Come
sempre il suo istinto non lo aveva tradito. Sebbene ormai non
possedesse più
poteri magici e il suo occhio sinistro non contenesse più un
oggetto del
millennio, era ancora in grado di capire a grandi linee cosa pensassero
le
persone che aveva intorno, semplicemente osservando i loro gesti. In
questo era
sempre stato imbattibile; era un acuto osservatore e difficlmente gli
sfuggiva
qualcosa. Anche lui aveva notato l’espressione rassegnata
della ragazza e il
modo in cui continuava a guardarsi la mano. La sua espressione era del
tutto
assente, come se la sua anima non si trovasse più dentro al
suo corpo.
-Voglio
ritirarmi dall’Accademia…-rispose con voce
monotona la Slifer, continuando a
fissare il palmo della mano.
-Ne
sei sicura?-chiese il cancelliere.
-Sì.
Tanto ormai non ha più senso che stia qui…
-Ma
i ragazzi…-si intromise la professoressa.
-Possono
continuare a vivere anche senza di me…
-Non
dire assurdità! Si sono affezionati a te; non puoi
negarlo… Se te ne vai, ne
soffriranno. Dovresti almeno parlarci… Non puoi tenerli
all’oscuro di
tutto!-insistette la donna.
-Non
se ne parla. Non voglio che lo sappiano. Se me ne vado senza dire
niente,
soffriranno meno…-ribattè la giovane.
-Sì,
ma…-provò a ribattere la donna. Non sapendo bene
cosa dire, lasciò la frase a
metà.
-Perché
te ne vuoi andare?-chiese Pegasus, intromettendosi nel discorso.
-Se
non posso duellare, non ha senso che resti qui. Seto ha detto che non
può fare
più nulla per me, perciò è inutile
continuare ad illudersi ed insistere con
questa storia.
-Ma
i duelli sono la tua vita…-ribattè debolmente
Sheppard.
-Troverò
qualcos’altro da fare… Ci sono tanti lavori, non
devo per forza diventare una
professionista.-rispose Yomi, alzando finalmente lo sguardo dal suo
palmo e sorridendo
leggermente. Era un sorriso forzato e lo sapevano tutti i presenti.
-D’accordo…
Se non vuoi rimanere, non posso costringerti. Dato che sembra che tu ti
sia
ripresa un po’, forse potrai partire oggi stesso insieme al
signor Pegasus e ai
signori Kaiba.-disse il cancelliere.
-Grazie…
-Però
dovresti informare anche Yusuke, Atticus e Zane.
-Non
ce n’è bisogno… Meno sanno, meglio
è…per tutti…-rispose secca la ragazza
all’uomo.
Sheppard
diede un’occhiata severa alla giovane, poi scosse la testa in
segno di
disapprovazione e, seguito da Pegasus, uscì
dall’infermeria.
Non
appena furono usciti, l’uomo grassoccio sospirò
rumorosamente, portandosi una
mano sulla fronte.
-La
vedo preoccupato, cancelliere?-disse il creatore di Duel Monster con la
sua solita
calma. Sheppard si voltò verso Pegasus, ma non rispose. La
calma che il
presidente della Industrial Illusion ostentava anche nei momenti di
crisi, a
volte, era persino irritante. E questa era una di quelle volte.
Il
cancelliere, infatti, sapeva già per certo che Kaiba si
sarebbe opposto alla
decisione della ragazza e non sapeva come evitare uno scontro tra i
due. Il
presidente della Kaiba Corp voleva che la Slifer restasse in Accademia
e
avrebbe fatto di tutto per farle frequentare la sua scuola, anche
costringerla,
se necessario. Yomi, d’altro canto, non aveva voluto nemmeno
entrarci.
“Chissà
come mai il signor Kaiba ci tiene così tanto che Yomi
frequenti l’Accademia…
Che abbia visto un talento nascosto, di cui non mi sono ancora accorto?
Comunque, sarebbe strano lo stesso… Non è certo
una persona che fa qualcosa
gratuitamente per gli altri. Deve avere in mente qualche altra
cosa… E lo
stesso discorso vale per Pegasus. Comunque sia, adesso sono nei guai.
Il signor
Kaiba non accetterà mai questa decisione. E non voglio che
si mettano a
litigare di nuovo…” L’uomo sapeva bene
che sarebbe stata un’impresa quasi
impossibile far desistere la giovane duellante. Yomi era molto testarda
e
cocciuta, e se si metteva in testa una cosa, poi era quasi impossibile
farle
cambiare idea. Soltanto Seto Kaiba era più testardo di lei;
era lui che
decideva quando, dove e cosa fare, senza mai interpellare nessuno,
ignorando i
sentimenti e i desideri delle altre persone.
Il
cancelliere sospirò di nuovo, passandosi la mano sulla testa
pelata. Aveva
sempre più l’impressione di essere finito tra
l’incudine e il martello e temeva
che, alla fine, sarebbe stato lui a rimetterci.
“Speriamo
solo che non si arrabbino con me... Sono solo un
portavoce…”
L’uomo
grassoccio era ancora immerso nei suoi pensieri, quando
sentì una mano
appoggiarsi sulla sua spalla, facendolo sussultare. L’uomo si
voltò di scatto,
con il cuore a mille per lo spavento.
-Zane?!
Santo cielo ragazzo, mi hai spaventato…-esclamò
Sheppard tenendosi il petto con
la mano destra. Aveva ancora il fiatone per lo spavento. Era talmente
sovrappensiero che non si era accorto della presenza del ragazzo.
-Posso
parlarle un attimo?-chiese il giovane impassibile.
-D’accordo…
Ma riguardo cosa?
Il
giovane Obelisk esitò un attimo.
-Yomi…
Il
cancelliere spalancò gli occhi, sopreso.
-Sono
un po’ preoccupato…-continuò lo
studente.
-A
dire la verità, un discorso simile me l’aspettavo
da Yusuke o da Atticus. Non
da te… Come mai?-chiese Sheppard.
-Prima…ecco,
mi sembra di aver notato qualcosa di diverso nel suo sguardo e
ripensandoci dopo,
credo di essermi fatto un’idea di cosa stia pensando in
questo momento… E se ho
ragione, devo trovare un modo per fermarla prima che sia troppo
tardi…
-Pensi
che sia una cosa grave?
L’Obelisk
annuì deciso.
-Spero
di sbagliarmi, ma ho l’impressione che abbia intenzione di
rinunciare ai
duelli. In tal caso, lei deve impedirglielo.
Pegasus
rimase in silenzio, continuando ad osservare curioso il giovane
attraverso il
suo unico occhio ancora capace di vedere. Trovava quella situazione
estremamente interessante. Le era sempre piaciuto osservare i giovani e
il loro
spirito mutare a seconda delle situazioni.
-D’accordo,
ho capito. Ma è meglio se continuiamo questo discorso nel
mio ufficio, in
privato. Non vorrei che qualcun’altro sentisse… E
poi, c’è qualcosa che
dovresti sapere…-disse Sheppard dissimulando la sorpresa che
l’affermazione
dello studente aveva generato e accompagnando la frase con un gesto
della mano.
Poi, precedette il ragazzo dai capelli blu e il presidente della
Industrial
Illusion verso la presidenza.
Non
appena entrarono nella stanza, Mokuba Kaiba, che si trovava
già nell’ufficio
insieme al fratello maggiore, si avvicinò al cancelliere,
chiedendo di nuovo della
ragazza.
-Allora,
coma sta adesso? Si è un po’ calmata?
-Sì…
L’uomo
si grattò la testa calva, leggermente imbarazzato.
-C’è
dell’altro, vero?-insistette Seto, guardando l’uomo
accigliato. Si era accorto
che il cancelliere aveva omesso qualcosa di importante.
-Ecco…
Ha detto che vuole ritirarsi.-pronunciò Sheppard tutto
d’un fiato.
-Cosa?-Zane
si voltò sorpreso verso il cancelliere.
-Le
ho risposto che non potevo certo costringerla a rimanere e che, se le
sue
condizioni glielo permetteranno, potrebbe partire insieme a
voi.-continuò
l’uomo calvo.
-Non
può farlo…-sussurrò Zane, continuando
a guardare sorpreso il cancelliere.
-Se
vuole andarsene, non vedo perché impedirglielo. In fondo,
non ha senso che
continui a rimanere qui, dato che non può duellare.-rispose
Seto pacato.
Sheppard
tirò istintivamente un sospiro di sollievo. Era andata
meglio di quello che
pensava.
“A
quanto pare a Seto Kaiba non importa granchè che resti qui
in Accademia. Meglio
così! Per una volta, quei due sono d’accordo su
qualcosa… Sembra un miracolo!”
-Ma
perché? Che senso ha ritirarsi? Yomi ha talento;
è un’ottima duellante. Perché
andarsene?-chiese Zane, alzando un po’ la voce. Continuava a
fissare incredulo
Sheppard, come se fosse stato lui a prendere quella decisione.
-Perché
non può assolutamente duellare. Non può e non
vuole farlo.-rispose paziente
Sheppard.
-Allora
perché si è iscritta?-insistette il ragazzo con i
capelli blu.
-A
dire la verità, siamo stati noi a costringerla. Lei non
voleva iscriversi, ma
non avevamo molta scelta.-rispose Seto Kaiba al posto del cancelliere.
-Perché?-chiese
l’Obelisk, voltandosi verso il presidente della Kaiba Corp.
-Purtroppo,
Yomi ha un pessimo carattere. Volevamo evitare che facesse cose di cui
poi si
sarebbe pentita. E poi… Hai ragione, è
un’ottima duellante e volevo che
diventasse una professionista. Se una come lei si fosse diplomata nella
mia
Accademia, avrei avuto un sacco di pubblicità
gratuita.-disse il giovane
miliardario, sorridendo un po’ compiaciuto della sua idea
geniale.
“Ecco
spiegato perché ha insistito tanto. Pubblicità
gratuita! In effetti, avrebbe
giovato molto all’immagine
dell’Accademia…”pensò il
cancelliere.
-Non
credo di capire quello che state dicendo. C’è
qualcosa sul suo passato di cui
non sono a conoscenza, vero? Ad esempio, il motivo per cui non
può e non vuole
duellare. Esattamente di cosa si tratta?-chiese Zane, continuando a
fissare
Seto Kaiba.
-Non
penso sia una buona idea metterti al corrente. In realtà,
non avresti dovuto
sapere nemmeno della sua decisione di abbandonare la scuola. Se sapesse
che ti
ho messo al corrente, si arrabbierebbe sul serio. Però, ho
voluto che tu
ascoltassi questa discussione, perché so che sei un ragazzo
intelligente e sinceramente
spero che tu riesca a farle cambiare idea. A dirla tutta, vorrei che
rimanesse
qui…-si intromise Sheppard.
-Finchè
non conosco la sua situazione, posso fare ben poco.-commentò
sarcastico il
giovane.
-Si,
ma…-provò a ribattere l’uomo
grassoccio, quando fu fermato da Pegasus, che con
la mano gli fece cenno di lasciar perdere.
-Perché
non raccontargli tutto? In fondo sono amici, no?-disse l’uomo
dai capelli
grigi.
-Yomi
non vuole. Su questa cosa è stata molto
chiara!-protestò il cancelliere.
-Suvvia,
Sheppard, si tratta di una ragazzina! Non credo che ci sia qualcosa di
male nel
parlargliene. E nel caso in cui la giovane Yomi si arrabbiasse, potete
dare
tutta la colpa a me.-disse Pegasus, rivolgendosi a Sheppard. Poi, si
voltò
verso Zane e continuò:-È iniziato tutto circa
otto anni fa. No, forse è in
grado di fare cose del genere da sempre, ma se ne è resa
conto solo in quel
periodo. Comunque, a quel tempo venni a conoscenza di alcuni strani
incidenti
avvenuti durante un torneo regionale. Alcune persone, per
l’esattezza 7, finirono
in ospedale in stato di incoscienza e qualcuno di loro anche in
condizioni abbastanza
gravi. Fu un fatto molto eclatante, tanto che i giornali locali ne
parlarono
per diversi giorni. Inoltre, i medici non sapevano spiegare cosa fosse
successo, né tantomeno avevano idea di come intervenire. In
poche parole, brancolavano
letteralmente nel buio. Chiaramente, come inventore del Duel Monster,
venni
informato subito dell'accaduto, dato che quegli incidenti si erano
svolti
durante uno dei miei tornei. Passai una settimana buona cercando di
capire cosa
potesse aver causato tutti quei feriti. Ci misi un po', ma poi scoprii
che
c'era una cosa che accomunava quegli incidenti: i duellanti erano tutti
svenuti
subito dopo essere stati sconfitti in duello da una bambina di sei
anni. Feci
qualche ricerca approfondita su quella bambina e scoprii che non era la
prima
volta che accadeva. Era già successo l’anno prima,
sempre durante un torneo,
questa volta provinciale, ma la cosa non aveva suscitato lo stesso
scalpore,
dato che quell’anno i feriti furono solo due. E questo era
successo ad ogni
singolo torneo a cui quella bambina aveva partecipato. Decisi che
dovevo
vederci chiaro; così feci visita a quella bambina, alla
nostra Yomi appunto. Mi
presentai a casa sua e, dopo aver parlato un po’ con lei e i
suoi genitori, la
sfidai a duello. Lei rifiutò subito, senza nemmeno
rifletterci, dicendo che un
signore della mia età avrebbe potuto anche morire. Provai a
convincerla,
rassicurandola che non era così facile sconfiggermi, ma non
volle cambiare idea
e mi mise all'uscio, senza tanti convenevoli. Così, chiesi
ai miei uomini di
tenerla d'occhio e il giorno dopo la seguii al negozio di giochi della
sua
città. Quando entrai nel negozio, vidi che stava discutendo
animatamente con il
proprietario. Mi avvicinai e chiesi il motivo di tutto quel trambusto.
L'uomo mi
rispose che la bambina stava cercando di impedirgli di gettare via una
copia di
Kuriboh, dicendo che avrebbe di certo ferito i sentimenti del mostro.
Chiesi al
proprietario perchè volesse buttare quella carta e la
bambina mi rispose che
voleva buttarla solo perchè non è un mostro molto
forte e non riusciva a
venderlo. Disse anche che Kuriboh stava soffrendo e che lei
l’avrebbe anche
comprata se avesse avuto soldi sufficienti. Le sue parole mi
incuriosirono
molto, così comprai quella carta e la sfidai a duello
mettendola in palio. Le
dissi che se riusciva a battermi gliel’avrei regalata,
altrimenti l’avrei
buttata via. Accettò subito. Fu in quel momento che capii
che le stavano molto
a cuore i sentimenti dei mostri di Duel Monster, sebbene non avessi
ancora ben chiaro
il motivo di tutto quell’attaccamento. Duellò
molto bene, per essere una
bambina di sei anni, ma fortunatamente per me, vinsi quel duello.
Quella
bambina, tuttavia, se da una parte non voleva che gettassi
“Kuriboh”,
dall’altra non sembrava nemmeno molto dispiaciuta del
risultato; così le chiesi
il motivo per cui sembrava essere sollevata dal fatto che non avesse
vinto. Mi rispose
che se avesse ridotto a zero i miei Life Points, mi sarebbe successo di
sicuro
qualcosa di brutto. Aggiunse anche che succedeva quasi tutte le volte
che
duellava e vinceva. Poi, mi implorò di non buttare via
quella carta. La rassicurai,
dicendole che gliel’avrei regalata comunque, insieme ad un
set di carte che
avevo appena finito di stampare, ma che non avrei mai distribuito
perché,
secondo i dipendenti che ci avevano lavorato sopra, erano maledette. In
quel
momento, ero abbastanza sicuro che quelle carte sarebbero state
contente di
stare insieme a lei.
-Aspetti
un attimo…Com’è possibile che Yomi
fosse la causa di quegli incidenti? Si
tratta di un gioco, no?-lo interruppe Zane, leggermente irritato.
-Oh,
la storia non è così semplice. Quando
finirò di raccontartela, capirai.
Comunque, non devi essere così sicuro che si tratti solo di
un gioco…-rispose
pacato l’uomo. Poi continuò il
racconto:-Dicevo… Deciso ad andare fino in fondo
a quella storia, le proposi un duello con il "Re dei giochi". Era un
po' titubante all’inizio, ma alla fine accettò.
Duellò contro di lui e,
ovviamente, perse. Al termine del duello, chiesi al giovane Yugi cosa
pensasse
delle sue capacità. Ridendo, mi rispose che era la prima
volta che incontrava
un duellante in grado di comunicare con i mostri. Poi aggiunse che, per
quanto
riguardava l'altra sua capacità, probabilmente Yomi
assorbiva involontariamente
l'energia vitale delle persone contro cui duellava. Disse anche che,
sebbene era
palese che amasse i duelli più di chiunque altro, secondo
lui avrebbe dovuto
rinunciare per sempre a Duel Monster, per evitare di fare del male ad
altre
persone. A quel punto decisi di trovare una soluzione al suo problema e
contattai la Kaiba Corporation, affinché progettassero un
congegno che le
impedisse di assorbire l'energia vitale degli altri. All'inizio, il
giovane
Kaiba non volle darmi retta, dicendo che erano solo un mucchio di
assurdità e
che non le interessava il parere del giovane Yugi, ma poi, non so
perché,
cambiò idea. Alla bambina, nel frattempo, le consigliai di
evitare qualsiasi
duello, se poteva, o comunque di evitare di vincerlo. Poi, circa due
anni fa,
il giovane Seto la contattò, dicendole che aveva ultimato il
prototipo e che
lei sarebbe dovuta andare alla sede della Kaiba Corp per testare la sua
invenzione durante un duello. Le disse che quel congegno era il meglio
che
poteva fare e che, se non avesse funzionato, probabilmente avrebbe
fatto meglio
ad abituarsi all'idea che non avrebbe mai più duellato.
Venni convocato
anch’io, assieme alla giovane Yomi, alla Kaiba Corp per
assistere al duello,
dato che ero stato io a chiedere al giovane Seto di costruire il
marchingegno. Purtroppo,
fu un totale fallimento e la giovane Yomi ne uscì
completamente distrutta a
livello emotivo. Da quel giorno, sparì dalla circolazione e
divenne impossibile
rintracciarla, in qualsiasi modo. Provai più volte a
chiamarla; le andai anche
più volte a fare visita a casa, ma fu del tutto inutile. Era
diventata
praticamente irrintracciabile e nemmeno suo fratello sapeva dirmi dove
fosse o
cosa facesse. Mi disse, preoccupato, che stava fuori fino a tardi,
anche oltre
le due di notte, che a volte rientrava a casa ferita e di pessimo
umore. Poi,
un mese fa, venni a conoscenza di una brutta storia che la riguardava.
Ne
parlai subito con il giovane Seto e mi disse che l'unico modo per
aiutarla era
permetterle di duellare in un luogo controllato. Così, la
iscrivemmo in questa
accademia come Slifer, così da poterle permettere di
duellare di tanto in
tanto, ma controllando continuamente la sua situazione. E questo
è il motivo
per cui, nonostante le sue capacità, si trova nel dormitorio
rosso. Lei ama
davvero duellare. Credo che sia la cosa che ama di più in
assoluto. È in grado
di comunicare con gli spiriti dei mostri e parla con loro, come se
fossero
delle persone. Ascolta cosa dicono e rispetta i loro sentimenti. Si
è sempre
divertita a duellare, sia contro di me, sia contro Yugi Muto, che
contro Seto
Kaiba. Sono sicuro che per lei i duelli sono tutto. Quando ha capito
che non avrebbe
mai più duellato, la situazione è degenerata. E
la cosa sta degenerando di
nuovo, dato che il giovane Seto le ha detto chiaro e tondo che non
potrà più
duellare. Ho paura che possa succedere di nuovo la stessa cosa di
quella volta.
-Quale
cosa?-chiese Zane curioso.
-Mi
dispiace, ma non posso raccontarti altro. Quello che è
successo dopo è il
motivo principale che ci ha spinto a costringerla ad iscriversi. Quella
è una
cosa che sta cercando di superare e per quanto tu sia affezionato a
lei,
potresti non capire… Non è una bella storia e non
me la sento di raccontartela
senza il suo permesso. Sono sicuro che quando si fiderà a
sufficienza per
parlartene, lo farà. Io non posso assolutamente dirtelo;
ferirei i suoi
sentimenti.
Detto
questo, Pegasus si accomodò sul divano che si trovava
nell’ufficio del
cancelliere.
“Non
ha molto senso come storia. Cosa significa che può vedere
gli spiriti dei
mostri di Duel Monster? Ma soprattutto, è davvero possibile?
Dopotutto si
tratta solo di un gioco. Come possono esistere gli spiriti delle carte!
E poi,
anche la storia dell’energia vitale è un
po’ strana. Non vorrei che mi stessero
prendendo in giro… Però, a pensarci bene, anche
Yomi è un po’ strana. Forse la
cosa migliore è parlare con lei…” Zane
continuava a riflettere su quella
storia. C’erano diversi aspetti che non quadravano e a cui
era difficile
credere, soprattutto per uno scettico come lui.
-A
proposito, Zane, di cosa volevi parlarmi?-chiese il cancelliere,
rompendo il
fastidioso silenzio che intanto si era creato.
-Ormai
non credo che abbia senso parlarne. Comunque, ero solo preoccupato che
potesse
fare qualche sciocchezza… Ma, a quanto pare, sono arrivato
tardi.
Detto
questo, l’Obelisk si diresse verso la porta
dell’ufficio.
-Hai
intenzione di convincerla a desistere?-chiese Mokuba speranzoso,
guardando il
ragazzo fisso negli occhi.
-Se
non ci provassi, due certe persone di mia conoscenza potrebbero odiarmi
a
vita.-rispose il giovane. Poi, dopo aver salutato i presenti con un
leggero
inchino, uscì dalla stanza diretto verso
l’infermeria.
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Capitolo 6 *** Capitolo 6- La prima vera me ***
Capitolo
6- "La prima vera me"
Zane
era appena
uscito dalla stanza del cancelliere, quando sentì qualcuno
tirarlo per la
manica della giacca.
-Ehi! Aspetta!
Mokuba Kaiba era
uscito subito dopo di lui e sembrava che volesse parlargli.
L’Obelisk lo
guardò, leggermente sorpreso. Non si aspettava di essere
fermato proprio dal
fratello minore di Seto Kaiba. Il ventenne continuava a tenergli la
manica
della giacca e non sembrava avesse molta intenzione di lasciarla
andare.
Probabilmente non se ne era nemmeno reso conto.
-Cosa
c’è?-chiese l’Obelisk con il solito tono
distaccato, continuando a fissare la
mano del giovane nella speranza che decidesse di mollare la presa.
-Vengo con te.-disse
il ragazzo moro, lasciando finalmente la manica della divisa
bianca.-Forse in
due possiamo convincerla…-aggiunse poi.
Il giovane lo
guardò sospettoso, senza rispondere. Non capiva tutto
quell’attaccamento nei
confronti della ragazza. Dopotutto, Seto Kaiba aveva la fama di essere
uno che
pensava solo agli affari della propria azienda; non era certo un tipo
generoso
e qualsiasi cosa facesse, era solo per ottenere un profitto personale.
Era il
tipico uomo d’affari, disposto persino a mettere sul lastrico
migliaia di
persone, se era per il bene della propria industria. Non era un uomo
malvagio,
semplicemente guardava sempre il lato economico e pratico di qualsiasi
cosa.
Suo fratello minore sembrava meno cinico e meno pratico. Sembrava un
po’
diverso dal fratello e, probabilmente, nella conduzione
dell’azienda non
sarebbe stato all’altezza di Seto. Zane non lo conosceva
personalmente, anzi
non conosceva nessuno dei due fratelli Kaiba. Il maggiore,
però, era molto più
famoso del fratellino ed era comparso molte più volte in
televisione e lo
studente si era fatto un’idea abbastanza precisa di che tipo
fosse. Mokuba,
invece, compariva poco in pubblico; il più delle volte
rimaneva nell’ombra del
fratellone. Per questo motivo, il ragazzo non riusciva a capire che
persona
fosse. Soprattutto, non capiva che legame avesse con la studentessa.
“Seto Kaiba ha
deciso di aiutarla per motivi economici, ma non capisco
perché suo fratello sia
così affezionato a lei. Quando siamo andati
nell’ufficio del cancelliere, prima
del duello, sembrava contento di vederla e anche prima, in infermeria,
le ha
afferrato la mano e le ha accarezzato i capelli, come se fosse un
po’ più di un
semplice conoscente. Mi chiedo che tipo di relazione
abbiano… Forse sono
fidanzati, anche se questa cosa mi sembra ancora più
strana… Ma questo
spiegherebbe perché i due Kaiba hanno tanto a cuore la
situazione della
ragazza. Se così fosse, non sarebbe solo un discorso
puramente economico, ma
anche Seto avrebbe dei buoni motivi per aiutarla. In fondo, si
tratterebbe
della ragazza di suo fratello… Anche una persona pratica
come Seto Kaiba, non
riuscirebbe a starsene con le mani in
mano.”riflettè Zane, sempre più
sospettoso
e riprendendo a camminare in direzione dell’infermeria.
-Yomi è
testarda. Sarà difficile farle cambiare idea… E a
dirla tutta, non credo che tu
possa farcela! E’ più facile che dia ascolto a me,
che a te. Io ho molte più
possibilità; la conosco da più tempo e so molte
più cose sul suo conto. Inoltre,
io sono molto importante per lei...
-Davvero? Del
tipo?-chiese l’altro, fingendo noncuranza.
-Bè, noi due
siamo fidanzati da circa quattr’anni.-rispose Mokuba,
sorridendo vittorioso.
Zane si voltò di
scatto verso il giovane Kaiba, fulminandolo con lo sguardo. Ma non
appena notò
l’espressione vittoriosa dell’altro, si rese subito
conto di essere caduto
dritto dritto nella trappola del moro. Aveva reagito
d’istinto, senza
riflettere, ed aveva abboccato, come un’idiota,
all’esca del ventenne.
“Accidenti! Ci
sono cascato come uno scemo!” pensò irritato il
giovane del dormitorio blu.
-Sto scherzando!
Non pensavo che mi avresti preso sul serio… E non pensavo
che tu fossi così
geloso!-esclamò l’altro, trattenendo a stento le
risate. Zane gli lanciò
un’occhiataccia.
-Hai frainteso!
Non sono geloso…
-Come
no!-rispose sarcastico il moro. Poi, stiracchiandosi le braccia,
aggiunse:-Comunque, non ti preoccupare… Non credo che mi
ritenga nemmeno un
amico, perciò non sono di certo un rivale in amore! Da
questo punto di vista,
hai molte più possibilità di me… Anche
se, a dirla tutta, mi sarebbe piaciuto
poterti dire di essere veramente qualcuno di importante per lei.
-Ti ho già detto
che hai frainteso…
-Guarda che non
c’è niente di male ad ammettere che ti
piace…
-Non mi piace!
Non in quel senso, perlomeno…
-Ah sì? E in
quale senso?
-Come amica…
-Sicuro?
-Certo… Mi
piace, ma come amica!
-Mmh… Se lo dici
tu…
L’Obelisk fece
finta di ignorarlo. Non aveva ancora digerito lo scherzetto che gli
aveva
giocato poc’anzi.
-Ormai la
conosco da dieci anni e ultimamente mi è sembrata molto
giù di corda. Sta
perdendo la fiducia nel prossimo e ormai ha pure smesso di sorridere.
Dopo
quello che le è successo, è
comprensibile… Da piccola era una bambina molto
allegra e solare e vorrei che tornasse almeno un po’ come era
una volta… Sono
sicuro che stare qui le farà bene; è per questo
che voglio convincerla a
restare in Accademia!-continuò Mokuba.
Per diversi
minuti, i due rimasero entrambi in silenzio. Zane continuava a
ripensare alla
storia che gli aveva raccontato Pegasus. Per lui era strano ascoltare
una cosa simile.
Era la prima volta che sentiva parlare di spiriti di Duel Monster e
assurdi
poteri magici ed era molto difficile riuscire a crederci.
“Duel Monster è
un gioco, no? Come possono esistere realmente gli spiriti dei mostri?!
E’
semplicemente assurdo… Finchè non lo vedo di
persona, non credo che riuscirò a
crederci! Potrei sfidarla a duello! Non credo che accetterà,
ma potrebbe essere
una valida avversaria! Comunque, per ora devo trovare un modo per
convincerla a
rimanere; al resto ci penserò poi…”
riflettè il giovane Obelisk, continuando a
seguire il moro attraverso i corridoi dell’edificio
principale.
-Tu pensi che ti
ascolterà, vero?-chiese il moro, ad un certo punto.
-Non ho mai
detto niente del genere…
-Ma hai
affermato che le avresti fatto cambiare idea, perciò pensi
che ti ascolterà.
-Quindi?
-Non riuscirai a
convincerla…
-Cosa te lo fa
credere?
-Bè, quella
ragazza non è brava a rapportarsi con gli altri;
è aggressiva, forse troppo, ed
è anche molto egoista. Inoltre, non si fida di nessuno oltre
a se stessa e non
ascolta le opinioni degli altri. Fa sempre di testa sua, anche a costo
di
sbagliare. Che io sappia, l’unica persona a cui da retta
è suo fratello… Non ti
ascolterà mai! Anzi, probabilmente ti liquiderà
in due parole!-rispose il moro.
-Come fai ad
esserne tanto sicuro?-chiese irritato lo studente, fermandosi di colpo.
-Perché non si
fida nemmeno di me. Ed io la conosco da molto più tempo di
te.
-Allora come fai
ad essere tanto sicuro di poterla convincere? Hai detto che tu ci puoi
riuscire, ma hai anche affermato che l’unico a cui dia
ascolto è suo fratello.
E a meno che tu non sia suo fratello, hai le mie stesse
possibilità di
riuscirci!
-Ti sbagli! Io,
a differenza di te, posso essere molto più
persuasivo… Scommetto che sei un
bravo ragazzo, uno di quelli che pensa che il fine non giustifica mai i
mezzi e
che il rispetto delle libertà altrui viene prima di ogni
cosa…
-E se anche
fosse? Non vedo cosa ci sia di male…
-Non lo stai
negando, perciò credo di aver colto nel segno…
-Non capisco
dove tu voglia arrivare…
-E’ semplice! E’
proprio per questa tua correttezza nei confronti delle altre persone
che non
riuscirai mai a convincerla! Finiresti con il rispettare la sua scelta,
anche
se sbagliata, e non riusciresti a convincerla a desistere. Accetteresti
la sua
decisione, perché in fondo è stata lei stessa a
volerlo… Io, invece, sono
diverso! Posso sempre ricattarla…
-Ricattarla? Ma
non è-
-Stai per dire
che non è corretto, vero?-disse Mokuba, interrompendo
bruscamente l’altro.-Lo
so anche io! Ma non sono un tipo che bada molto a ciò che
è moralmente giusto o
sbagliato… Se pensavi che fossi completamente diverso da mio
fratello, ti sbagliavi
di grosso. Posso non essere cinico come lui, ma non sono uno che va
tanto per
il sottile. Sono dell’idea che il fine giustifica i mezzi,
almeno nella maggior
parte dei casi. Perciò, se devo farla desistere
dall’abbandonare l’Accademia,
non mi faccio scrupoli nell’usare tutti i mezzi disponibili.
Anche il ricatto!
-…
-Te l’ho detto
che ho molte più possibilità di te!
-Non ce ne sarà
bisogno… Riuscirò a convincerla senza che tu
debba ricattarla!-esclamò Zane sempre
più irritato per il comportamento subdolo
dell’altro.
-D’accordo!
Provaci pure, se vuoi… Ma se non sarai in grado di farlo,
userò i miei metodi!
Detto questo, il
fratello minore di Seto riprese a camminare in direzione
dell’infermeria.
“E io che
credevo che fosse diverso dal fratello…”
pensò l’Obelisk, seguendo il ventenne.
Non appena i due
giunsero davanti alla porta dell’infermeria, sentirono che
c’era qualcosa che
non quadrava. Da dentro provenivano delle grida e rumori di oggetti che
cadevano in terra. I due ragazzi si guardarono preoccupati e aprirono
di getto
la porta, temendo che stesse succedendo qualcosa di grave. Quello che
videro subito
dopo li fece pentire di essersi preoccupati.
Atticus era
seduto in terra, avvinghiato alle gambe della Slifer, e sembrava
intenzionato a
farla inciampare e cadere in terra. La ragazza, invece, era in piedi,
al centro
della stanza, e cercava in tutti i modi di scollarsi di dosso lo
studente
dongiovanni e, contemporaneamente, di non cadere. Yusuke stava tirando
l’amico
per un braccio, intimandogli di lasciare la presa, mentre la
professoressa
Fontaine era seduta sulla sua poltrona e cercava di far ragionare i
tre. Erano
talmente intenti a litigare che nessuno di loro si era accorto della
presenza
di Mokuba e Zane.
Yomi tirò un
cuscino in faccia ad Atticus, urlandogli di lasciarla andare.
-Non ci penso
nemmeno!-esclamò il giovane, senza nemmeno tentare di
schivare il tiro
micidiale della giovane e stringendo sempre di più la presa
intorno alle cosce
della Slifer, che barcollò pericolosamente.
-Lasciami subito,
Atticus!-strillò l’altra, tirandogli di nuovo il
cuscino in testa, con un colpo
più deciso e potente del precedente.
L’Obelisk si
lasciò sfuggire un leggero gemito di dolore.
-Se non mi
lasci, ti faccio male sul serio!
-No!-rispose
l’altro, ignorando le minacce.
-Ho detto
lasciami!
-No!
-Atticus,
lasciala!-esclamò Yusuke, tirando l’amico per un
braccio.
-Ho detto di
no!-gridò il castano, voltandosi verso il compagno.
-Ragazzi state
esagerando.-si intromise Fontaine, cercando di calmare le acque.
-La colpa è sua!
Gli dica di lasciarmi le gambe!-esclamò Yomi sempre
più arrabbiata.
-La colpa è tua!
Perché vuoi andartene?!-protestò il dongiovanni,
voltandosi di nuovo verso la
ragazza.
-Non sono affari
tuoi! Se non mi lasci andare, ti picchio!-rispose la Slifer,
minacciando il
compagno con un vaso vuoto, che aveva preso dal comodino.
-Fai pure, tanto
non mollo la presa!-la sfidò l’altro, stringendo
sempre di più le braccia
intorno alla giovane.
La ragazza fece
per colpirlo con il vaso, ma poi si bloccò a pochi
centimetri dalla testa del
giovane e, sospirando, rimise l’arma impropria al suo posto.
-Non ti conviene
sfidarmi, Atticus! Non sai di cosa posso essere
capace!-esclamò poi, rivolta
all’Obelisk.
-Lo stesso
discorso vale per te!-le rispose il dongiovanni.-Potrei restare
attaccato alle
tue gambe per il resto dell’anno!-aggiunse dopo qualche
secondo di silenzio.
-Non oserai…
-Oh, sì che
oserò! Non sono certo il tipo che si vergogna! E poi, hai la
pelle veramente
liscia… Sembra di porcellana…-disse Atticus,
sfiorando con un dito la pelle
nuda della Slifer, la quale, dopo avergli dato del maniaco, gli
tirò un’altra
volta il cuscino in faccia.
-Era solo un
complimento…-gemette l’altro per il dolore.
-Che razza di
complimento sarebbe?!
-Un bel
complimento!-ribattè l’Obelisk.
-Forse per un pervertito!
-Ancora con
questa storia?! Come devo dirtelo che non sono un pervertito?!
-E io come devo
dirti di lasciarmi andare?!-esclamò, sempre più
irritata, la ragazza.
-La colpa è tua!
Non dovresti nasconderci una cosa del genere! Cosa sarebbe successo se
non
venivamo a saperlo?! Non ci avresti detto nulla, vero?
-Smettetela,
tutti e due! Non vi sopporto più!-urlò
l’Obelisk con i capelli verdi, tirando
un po’ più bruscamente l’amico, il quale
perse l’equilibrio, cadendo di schiena
sul pavimento e trascinando con sé anche la Slifer.
I due finirono
lunghi distesi in terra, uno sopra l’altro.
L’espressione di Yusuke andò dal
dispiaciuto, all’imbarazzato, al terrorizzato, nel giro di
una frazione di
secondo. Il giovane Obelisk era certo che Yomi si sarebbe arrabbiata
parecchio
per quello che era appena successo ed era certo che non ci avrebbe
pensato due
volte prima di strozzarlo.
“Mi ucciderà! Me
lo sento, mi ucciderà di sicuro! E’ troppo calma;
non promette niente di buono!
E’ sicuramente furiosa per averla fatta cascare sopra
Atticus! Se qualcuno
avesse assistito a questa scena… Mi ucciderà di
sicuro! Ormai è finita per me!”
pensò terrorizzato l’Obelisk dai capelli verdi,
continuando a guardare i due
ragazzi sdraiati uno sopra l’altro. Nella stanza era calato
un silenzio molto
innaturale ed il semplice fatto che la Slifer non avesse ancora detto
nulla,
faceva temere l’Obelisk per la sua stessa vita.
-Scusatemi!
Giuro che non era assolutamente mia intenzione!-esclamò in
fretta e furia
Yusuke, sperando di riuscire a farsi perdonare, soprattutto dalla
ragazza.
-Mi hai fatta
cascare! Ti sembra il modo di trattare una ragazza?!-esclamò
Yomi rossa in
volto, rivolgendosi all’Obelisk che si trovava sotto di lei,
mentre cercava di
mettersi a sedere.-Se fosse entrato qualcuno, avrebbe di certo
frainteso tutto!
Lo sai che sembrava una cosa sconcia?!
-Guarda che non
è colpa mia! E’ stato Yusuke a
tirarmi…-protestò Atticus.
-Cosa c’entra
Yusuke?! La colpa è tua, che non mi lasciavi andare! Se non
ti attaccavi alle
mie gambe, lui non ti avrebbe tirato per un braccio!
-Se tu non
dicevi che volevi abbandonare l’Accademia, io non mi
attaccavo alle tue gambe.
-State
bene?-chiese lo studente con i capelli verdi, avvicinandosi ai due
studenti. Si
sentiva leggermente sollevato adesso che aveva appurato che Yomi non
era
furiosa con lui e che non avrebbe cercato di strozzarlo.
I due litiganti
lo ignorarono, continuando a battibeccare per diversi minuti.
-Puoi
alzarti?-chiese ad un certo punto il castano, interrompendo il litigio.
-Perché?-chiese
l’altra sospettosa.
-Sei seduta
proprio sul mio diaframma e non riesco più a
respirare…-mormorò l’altro,
sorridendo debolmente.
Yomi arrossì
violentemente. Poi mormorò qualcosa di incomprensibile e si
alzò da sopra il
ragazzo. Era così presa dal litigio, che non si era nemmeno
accorta di essere
rimasta seduta sul torace dell’altro, per tutto il tempo.
-Grazie, così va
meglio…-mormorò l’altro, respirando a
pieni polmoni e mettendosi finalmente in
piedi.-Comunque, non mi arrendo! Ti impedirò di uscire di
qui a qualsiasi
costo!
Detto questo, l’Obelisk
si lanciò sulla ragazza, tentando di abbracciarla, ma
inciampò in un cuscino
che si trovava in terra e mancò la presa, finendo con
l’affondare la testa nel seno
della Slifer. Tutti i presenti gelarono all’istante e un
silenzio di tomba
scese nella stanza.
-Oh,
accidenti!-esclamò la professoressa, arrossendo leggermente.
Sebbene fosse una
donna matura, era comunque in imbarazzo per la sua studentessa. E
questo suo
lato infantile la faceva sembrare più giovane di quanto non
lo fosse di già.
Atticus riemerse
dal petto della Slifer, ridendo come se niente fosse. Yomi, dal canto
suo, era rossa
come un pomodoro e aveva iniziato a balbettare parole incomprensibili e
sconnesse tra loro. Era rimasta talmente scioccata che non riusciva
nemmeno a reagire
in alcun modo.
-Smettila! Sei
imbarazzante!-esclamò Yusuke al posto della matricola,
tirando un pugno in
testa all’amico.
-Yusuke, mi hai
fatto male…-piagnucolò l’altro,
massaggiandosi il capo.
-Ben ti sta!
Come ti è venuto in mente di fare una cosa del genere?!
L’hai traumatizzata! Adesso
non si riprenderà più!-esclamò
l’altro, rosso per la vergogna.
-Esagerato! Volevo
solo abbracciarla e non è colpa mia se sono
inciampato!-commentò l’altro,
continuando a massaggiarsi la testa.
-A volte mi
vergogno di essere persino tuo amico!-esclamò Zane,
rivolgendosi al dongiovanni.
Fino a quel momento, sia lui che Mokuba erano rimasti in silenzio,
sullo
stipite della porta, così scioccati da ciò a cui
stavano assistendo, da non
riuscire nemmeno ad emettere un suono.
-Zane?! Quando
sei arrivato?-chiese Yusuke, sorpreso di vedere l’amico.
-Una decina di
minuti fa…-rispose l’altro, molto più
sorpreso nel vedere che non si erano
accorti della sua presenza.-Vi abbiamo sentito urlare e pensavamo che
stesse succedendo
qualcosa di grave. Ma quando siamo entrati abbiamo assistito ad una
scena molto
imbarazzante, direi. E dopo la situazione è anche
peggiorata…-continuò,
lanciando un’occhiataccia al castano del gruppo.
-Non guardare
me! Non è colpa mia…-disse Atticus, continuando a
massaggiarsi la testa.
-Eravate così impegnati
a litigare, che non vi siete nemmeno accorti della nostra
presenza…-disse
l’altro, con una sottile punta di gelosia, ignorando le
lamentele dell’amico.
Non era riuscito a digerire il fatto che non si fossero accorti della
sua
presenza. Poi sospirò rumorosamente, passandosi una mano
sulla fronte e
mormorò:
-Lasciamo
perdere… Piuttosto, si può sapere
cos’è successo?
-La colpa è di
Atticus!-esclamò Yomi, smettendo improvvisamente di
balbettare parole sconnesse
e puntando il dito sull’Obelisk, che si trovava ancora seduto
in terra.
-Non è vero…
-Invece sì! Mi
hai afferrato per le gambe…
-Volevo
impedirti di ritirarti dall’Accademia!
-E ti sembra il
modo di fare!-ribattè la giovane irritata.
-Non volevi
ascoltarmi…-commentò Atticus.
I due iniziarono
di nuovo a litigare, ignorando i presenti e i vani tentativi della
signorina
Fontaine di metterli d’accordo.
Zane sospirò
scocciato, poi, voltandosi verso Yusuke, domandò:
-E’ per questo
motivo che stanno litigando?
-Sì… E non credo
che smetteranno tanto facilmente. Capisco cosa provi Atticus e
anch’io voglio
impedirle di ritirarsi, ma non credo che afferrarle le gambe e poi
affondare la
testa nel suo seno sia un ottimo modo per risolvere la
situazione… Piuttosto,
direi che è il modo migliore per peggiorarla.
-In effetti… E
non credo che le faccia bene agitarsi tanto. Dopo la botta che ha preso
dovrebbe starsene calma e riposare.-commentò
l’altro Obelisk, continuando a
guardare i due studenti che litigavano.
-Qualcuno
dovrebbe intervenire…-disse Mokuba, rivolgendosi prima verso
i due studenti e
poi verso la professoressa.
-Non guardare
me! Sono dieci minuti che cerco di farli ragionare…-rispose
Yusuke, scrollando
le spalle.
-Io non saprei
davvero cosa fare per convincerli…-mormorò
preoccupata la signorina Fontaine.
Non voleva che Yomi si agitasse più del voluto e finisse con
il sentirsi male
di nuovo.
-Ho capito! Ci
provo io…-rispose l’altro, cercando di ignorare
gli sguardi supplichevoli di
Mokuba. Poi si avvicinò ai due e, come se niente fosse,
esclamò a voce alta:
-Siete
insopportabili! Dateci un taglio! Non potete continuare a litigare come
bambini
dell’asilo! Comportatevi da persone civili e smettetela! Non
voglio passare la
giornata a sentirvi urlare per delle stupidaggini! Non potete risolvere
la
questione come tutte le altre persone e parlare?! Eh?!
I due smisero
subito di battibeccare e si voltarono verso il compagno, sorpresi. Era
raro che
Zane alzasse la voce e quando lo faceva era perché si stava
veramente
arrabbiando.
-E’ riuscito a
calmarli?-commentò, sorpreso, Mokuba.
-C’era da
aspettarselo da Zane! Atticus lo rispetta molto e ha una fiducia quasi
assoluta
in lui… Se Zane alza la voce significa che ha passato il
limite da un po’! E
credo che abbia lo stesso effetto anche su Yomi!-disse Yusuke.
-Non si può
certo dire che non abbia carisma… Riesce persino a farsi
ascoltare da
lei…-mormorò il moro. Non si aspettava che quella
ragazza potesse calmarsi così
facilmente.
Atticus e Yomi
si scambiarono uno sguardo, incerti sul da farsi. Avevano decisamente
esagerato
e, per una volta, sarebbe stato meglio per tutti quanti mettere da
parte
l’orgoglio e le divergenze.
-Ok, smettiamo
di litigare…-dissero i due in coro.
-Adesso, se siete
così gentili da raccontarmi cosa è successo, ve
ne sarei grato…-disse il
giovane dai capelli blu, guardando prima la Slifer e poi
l’amico castano.
-Yomi vuole
ritirarsi dall’Accademia e non voleva che noi tre si venisse
a sapere…-mormorò
Atticus.
-E voi come lo
avete saputo?-chiese l’altro Obelisk, guardando
l’amico.
-Hanno
origliato!-gli rispose la ragazza, stizzita.
-Non abbiamo
origliato… Volevamo tenerti un po’ di compagnia;
sembravi giù di corda e
abbiamo pensato che ti avrebbe fatto piacere se stavamo un
po’ con te.-disse
Yusuke, rivolgendosi alla giovane. Poi, voltandosi verso Zane,
continuò:-Siamo
entrati proprio mentre diceva alla signorina Fontaine che voleva
andarsene il
prima possibile, senza dire niente a nessuno.
-A quel punto,
mi sono arrabbiato e le ho chiesto il motivo, ma non mi ha risposto.
Poi, si è
alzata, dicendo che voleva andare a parlare con
Sheppard…-continuò Atticus.
-E Atticus mi ha
afferrata per le gambe, dicendo che non mi faceva andare da nessuna
parte,
finchè non gli spiegavo il motivo!-esclamò Yomi,
irritata.
-E scommetto che
non gliel’hai detto…-disse Zane.
-Mi sembra
ovvio!-rispose l’altra.
-Me lo
immaginavo… E’ per questo che stavate litigando?
-Sì…-risposero i
due Obelisk all’amico.
-Bè, comunque,
non c’è alcun motivo di litigare. Non vi
preoccupate, Yomi non andrà da nessuna
parte.-disse l’Obelisk, rivolgendosi a Yusuke e Atticus.
-Cosa?! Perché
mai?!-esclamò sempre più irritata la Slifer.
-Perché non ne
hai alcun motivo…-le rispose pacato il ragazzo dai capelli
blu.
-Che ne sai tu?!
Chi sei per decidere al posto mio?!
-Nessuno, ma
Pegasus mi ha spiegato tutto…
-Pegasus?! Come
si permette quel bastardo di raccontare certe cose in giro senza il mio
permesso?!-esplose indignata la studentessa.
-E’ inutile che
ti arrabbi con me…-commentò Zane, mantenendo la
calma. Come sempre, la sua
pazienza era quasi infinita.
-Cosa ti ha
detto?-chiese curioso Atticus all’Obelisk, intromettendosi
nella discussione
tra la Slifer e l’amico.
-Fattelo
raccontare da lei…-rispose secco l’altro,
liquidando il dongiovanni in poche
parole.
-Io non racconto
proprio nulla!-esclamò la ragazza, incrociando le braccia
con fare capriccioso.
-Siete proprio
cattivi, tra tutti e due…-mormorò il castano,
mettendo il broncio.
-Comunque sia,
non c’è bisogno che tu te ne
vada…-ribadì Zane, voltandosi di nuovo verso la
Slifer.
-Perché?! Ormai
non ha senso che resti qui!-esclamò Yomi.
-Non è
vero…-disse l’Obelisk calmo.
-Invece sì! E’
una scuola in cui impari a duellare, ma io non posso duellare! Non ha
senso che
continui a frequentarla!
-Possiamo
trovare una soluzione…-Zane stava cercando di far calmare la
ragazza in tutti i
modi possibili.
-Non c’è nessuna
soluzione! Non l’ha trovata Seto e non la troverai di certo
tu!
-Se lui non ce l’ha
fatta, non significa che io non sia in grado di trovarla…
Oppure pensi che sia
troppo stupido per riuscirci?
-Non ho detto
questo…-mormorò Yomi.
-Lo so bene. Ma
hai detto che non esiste una soluzione, perché Seto Kaiba
non è riuscito a
trovarla. Io non metto in dubbio le sue capacità, ma il
fatto che lui non ci
sia riuscito, non significa che non esista! Tu ci hai provato?
La Slifer non
rispose.
-Se non hai nemmeno
provato, non puoi dire che non esista… Non ne hai il diritto!
-Zane, sei uno
sciocco… Non esiste nessuna soluzione…-disse la
giovane, lasciandosi cadere
pesantemente sul lettino. L’Obelisk dai capelli blu le si
avvicinò e le mise
una mano sulla spalla, per confortarla.
-Non puoi
saperlo… E non puoi continuare a scappare…-le
disse poi.
-Tu non puoi
capire… Non sai cosa si prova a non poter fare una cosa che
ami!
-Questo è
vero…-ammise l’altro studente.
-Allora non hai
il diritto di parlarmi in questo modo…
-Ti sbagli! Per
me sei un’amica, perciò ho tutto il diritto di
farti capire che stai facendo
l’errore più grande della tua vita!
-Non dire
assurdità! Io non sono tua amica!-esclamò la
giovane.
-Per me lo sei…
Esattamente come lo sei per Yusuke e Atticus…
La Slifer si
voltò verso gli altri due studenti. Sapeva bene che anche
loro la pensavano
allo stesso modo; glielo poteva leggere in faccia.
-Siete tre
idioti… Ecco perché non vi
sopporto…-mormorò poi, abbassando lo sguardo.
-Cerca di
capire! Nessuno di noi vuole che tu te ne
vada…-esclamò Yusuke, avvicinandosi
verso la studentessa del dormitorio rosso.
-Siete voi che
non volete capire! Non posso restare qui! Non ho alternative…
-Non è vero! La
verità è che stai scappando!-insinuò
Zane.
-Io non sto
scappando!
-Invece è
proprio quello che stai facendo. Non affronti i problemi
perché hai paura…
-Non è così!
-E allora
com’è?-chiese l’altro, alzando un
po’ il tono della voce.
Yomi rimase
qualche secondo in silenzio, poi sussurrò:
-Voi non potete
capire… Sapere che non potrò più
duellare senza dover fare del male a qualcuno
mi fa soffrire… Ma non posso duellare senza fare del male
agli altri e io non
voglio avere qualcuno sulla coscienza…
-E’ per questo
che hai deciso di smettere di duellare? Per non fare del male a
nessuno?-chiese
il giovane dai capelli blu.
La ragazza
annuì.
-Non voglio fare
del male a nessuno. Perciò, ho pensato che finché
sarò solo io a soffrire andrà
bene… Se smetto di duellare farò del male solo a
me stessa; alla fine ci
rimetterò solo io… E a me sta bene anche
così… E’ un dolore che potrei anche
sopportare…-continuò poi.
-Non pensi che
soffrirai di più in questo modo? Hai detto che ami
duellare…-commentò l’altro.
-Soffrirò meno
che rimanere qui e vedervi duellare felici! Non riesco a guardare gli
altri
duellare e sapere che io non potrò più
farlo… Io sono gelosa di tutti voi, del
fatto che potete duellare senza problemi, mentre a me non è
permesso! Non è
giusto! Non è giusto… Duellare è tutta
la mia vita… Perché è dovuto capitare
proprio a me?!
-Yomi…-mormorò
Atticus.
-Non ho altra
scelta che rinunciare per sempre ai duelli… E’
l’unica cosa che posso fare,
perciò vi prego di non cercare di fermarmi. Per una volta
nella mia vita,
voglio essere io a prendere la decisione giusta…
-Mi dispiace,
non possiamo. Questa non è la decisione giusta e tu lo sai
meglio di
noi!-esclamò Zane.
Yomi lo guardò
stupita. Non era arrabbiata per la risposta del ragazzo, era
semplicemente stupita.
Non si aspettava che fosse una persona così decisa e
testarda. Sembrava
intenzionato a tutto pur di convincerla a desistere.
“Perché vuole
così tanto che resti qui in Accademia? Non capisco
perché insiste così tanto…
In fondo, non mi conoscono nemmeno. E io non conosco loro…
Come possono essersi
affezionati a me, che ho cercato in tutti i modi di
allontanarli?” pensò la giovane
matricola, guardando l’altro negli occhi.
-Rispondi
sinceramente: ti piace stare qui in Accademia?-le chiese il giovane
Obelisk.
La Slifer rimase
qualche secondo in silenzio, poi disse:
-Sì, credo di
sì… In fondo è più
divertente di quello che mi aspettavo…
Zane rimase
qualche minuto in silenzio.
-Allora non hai
alcun motivo di andartene... Se ti piace stare qui, dovresti essere un
po’ più
egoista e rimanere!-disse l’Obelisk.
-Come faccio…
Non posso duellare e non posso sostenere alcun esame! Metterei in
difficoltà
tutti i professori e il cancelliere!
-Questi non sono
problemi tuoi… E’ una cosa a cui devono pensare
loro, non tu. Te l’ho già
detto: per una volta dovresti essere un po’ più
egoista e pensare di più a ciò
che piace a te e non a cosa potrebbero pensare gli
altri.-ripetè Zane.
-Non posso
metterli in difficoltà… Non sarebbe
giusto…
-Ti sbagli! Non
ha senso che tu continui a sacrificarti per fare un favore agli altri.
Devi
imparare a volerti un po’ più di bene e pensare un
po’ più a te stessa…
-…
-In fondo, non
sei così egoista come dicono. Credo che le persone ti
abbiano giudicata male… Anzi,
per come la vedo io, pensi troppo agli altri e troppo poco a te stessa.
-Zane…
Yomi lo guardò
sorpresa. Era la prima volta che qualcuno le diceva di volersi un
po’ più di
bene. Nemmeno suo fratello l’aveva mai fatto. Di solito le
altre persone
credevano che fosse un’egoista, che pensava solo a se stessa.
E a dirla tutta, con
il passare del tempo anche lei aveva finito con il crederlo.
All’inizio era
solo una maschera, una recita, che usava quando si trovava insieme agli
altri. Aveva
iniziato a farlo poco dopo che si era
resa conto dei suoi poteri. Lo faceva con chiunque, persino con suo
fratello. Per
lei era molto più facile comportarsi in quel modo e portarsi
tutto dentro,
invece che esternare i propri sentimenti e far preoccupare la sua
famiglia e
quelle poche persone che continuavano a volerle bene. Faceva finta di
essere la
ragazza fredda e insensibile che tutti credevano, per evitare di ferire
gli
altri e se stessa. Teneva gli altri a distanza, perché non
voleva essere
tradita di nuovo e non voleva soffrire come aveva sofferto in passato.
Man mano
che il tempo passava, aveva iniziato a credere che quella fosse la vera
Yomi,
che fosse il suo vero io. L’Obelisk dai capelli blu era stato
il primo a dirle
che non era così egoista come voleva far credere e la Slifer
non si capacitava
di come avesse fatto a capirlo. Per questo motivo ne era rimasta
sorpresa. Non
si aspettava che un perfetto sconosciuto riuscisse a scorgere la sua
vera essenza,
la Yomi che nemmeno lei conosceva, la vera lei che era rimasta nascosta
in un
angolino della sua coscienza per tutti quegli anni e che solo adesso
stava
iniziando a uscire allo scoperto. E a riportarla in superficie erano
stati quei
tre Obelisk dalla divisa bianca. Zane, Yusuke e Atticus riuscivano a
capirla
molto meglio di qualsiasi altra persona, molto meglio persino della sua
stessa
famiglia e di lei.
“Credo proprio
che non riuscirò a nascondere loro più
nulla… Se continuo a frequentarli chissà
cosa riusciranno a tirare fuori! Però, non voglio ritornare
ad essere sola… In
fondo, stare con loro è divertente! E per la prima volta
dopo tanti anni mi
sento finalmente accettata da qualcuno… Non credevo di
arrivare a pensare una
cosa del genere, ma sono davvero felice di averli
conosciuti!” pensò la
ragazza, sorridendo realmente per la prima volta.
****
Ndr:
Ho cambiato leggermente i primi tre capitoli per adattarli meglio ai
prossimi sviluppi... Perciò vi consiglio di rileggerli il
prima possibile, per non rimanere un po' spaesati quando leggerete i
prossimi capitoli^^ Grazie e scusate per il disturbo! (05/2014)
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 7- La prima promessa ***
Capitolo
7- "La prima promessa"
Zane
sorrise
leggermente, sollevato. Si era accorto che Yomi aveva appena sorriso e
aveva
capito che era riuscito a convincerla a restare. Era contento di
esserci
riuscito senza ricorrere ai metodi subdoli dei due fratelli Kaiba.
Adesso
doveva solo spiegarle la sua idea e sperare che la convincesse del
tutto.
-Se il motivo
principale per cui volevi andartene era quello di non creare problemi a
Sheppard, allora sei proprio una sciocca! Il cancelliere
troverà di certo una
soluzione, fidati! Lo conosco bene e posso assicurarti che è
il primo a non
volere che tu te ne vada. In fondo, è stato lui a chiedermi
di convincerti a
desistere, perciò non devi assolutamente pensare di mettere
in difficoltà gli
insegnanti rimanendo qui. Se invece hai paura della reazione degli
altri
studenti e hai paura di diventare una vittima di bullismo, non devi
preoccuparti nemmeno di questo! Sei nostra amica, perciò ci
penseremo noi a
proteggerti! Se qualcuno vuole prendersela con te, dovrà
prima fare i conti con
noi…-il giovane continuò con la sua ramanzina,
facendo finta di aver ignorato
la reazione dell’altra.
-Con chi credi
di parlare! Io so difendermi benissimo da
sola…-esclamò la ragazza, facendo
finta di essersi offesa.
-Non lo metto in
dubbio…-le rispose l’Obelisk. Poi
continuò:-Comunque, per il momento possiamo
rimandare il problema. I primi esami ci saranno fra tre mesi; fino a
quel
momento puoi restare in Accademia e non creerai problemi a nessuno. In
questo
lasso di tempo, cercheremo una soluzione. Chiaramente, noi tre ti
daremo una
mano, insieme ai professori e al cancelliere. Il professor Banner
è esperto nei
giochi delle ombre e anche Yusuke si interessa di quelle
cose…
-Quali cose? Di
che si tratta esattamente?-chiese il ragazzo dai capelli verdi,
visibilmente
preoccupato. Non capiva a cosa si riferisse Zane, ma considerando che i
suoi
studi riguardavano il mondo delle ombre e la magia, la cosa non lo
tranquillizzava affatto. Non sapeva quale fosse il problema della
ragazza e
tutta quella segretezza lo stava mettendo in ansia.
“Se ha citato me
e Banner significa che è qualcosa che ha a che fare con
l’occulto. E, a dirla
tutta, non vorrei ho paura che sia qualcosa di
pericoloso…” pensò Yusuke,
continuando a guardare l’amico.
-Bè,
ecco…-iniziò l’altro, quando fu
interrotto da Yomi.
-Credo che sia
più giusto che sia io a raccontare tutto…-disse
la ragazza, guardando prima
Zane, poi gli altri due Obelisk. Il giovane dai capelli blu fece un
cenno con
la testa, come a sottolineare che capiva perfettamente il suo punto di
vista.
-Ne sei
sicura?-chiese Mokuba, intromettendosi.
-Sì…
-Prima, però,
dicevi che non volevi che qualcun altro sapesse di questa
storia… Come mai hai
cambiato idea? Non è da te…
-E’ inutile che cerchi
di nasconderlo… Prima o poi lo scopriranno, tanto vale
togliersi subito il
dente! Inoltre, mi sono stufata di continuare a nascondermi e a
scappare! Non
ho più voglia di rimanere sola e, a questo punto, non credo
nemmeno che sarò in
grado di isolarmi come facevo prima… Pensavo che
avvicinandomi agli altri,
avrei finito con il ferirmi di nuovo; credevo che nessuno sarebbe mai
stato in
grado di capirmi e di accettarmi. Zane mi ha dimostrato che mi stavo
sbagliando.
Perciò, credo che sia giusto dirlo anche a Yusuke e
Atticus… Dato che per loro
sono un’amica…
-E pensi che ti
accetteranno anche loro, solo perché l’ha fatto il
loro amico? Non credi di
essere un po’ troppo ottimista?! Le persone sono diverse e si
comportano in
modo diverso… Loro potrebbero anche pensare che tu sia un
mostro e a quel punto
pensi di riuscire a sopportare tutto questo un’altra volta?
Se non sbaglio, ci
sei già passata…-fece il moro.
La Slifer
abbassò lo sguardo, senza ribattere. Le parole di Mokuba non
facevano che
renderla più diffidente, di quanto non lo fosse
già. Non era ancora molto
sicura di poter riferire tutto ai due ragazzi e, se aveva deciso che
era giunto
il momento di dire le cose come stavano, era stato solo grazie a Zane.
L’aveva
incoraggiata e le aveva dimostrato che le persone non erano tutte
uguali e che
c’erano anche persone di cui si poteva fidare. Ma adesso,
Mokuba le aveva fatto
vacillare quella piccola speranza che aveva e la studentessa del primo
anno non
sapeva più se era il caso di parlare o no. Non voleva
soffrire come una volta,
ma sapeva che non era nemmeno giusto tenere i due ragazzi
all’oscuro della
faccenda.
“In fondo, se
vogliono essere miei amici non posso nascondere loro cose come queste,
come i
miei poteri…”
Yusuke e Atticus
lanciarono uno sguardo fulminante al giovane Kaiba.
-Come puoi
parlare in questo modo?! Oltretutto, in nostra presenza?! Non ci
conosci
nemmeno! E Yomi non è di certo un mostro! Non potremmo
nemmeno pensarla una
cosa simile!-protestò, molto irritato, il giovane dai
capelli castani. Non
sopportava le false accuse del ventenne. Non sapeva cosa volesse dire
loro
Yomi, ma qualsiasi cosa fosse di certo non avrebbe cambiato i suoi
sentimenti
verso la ragazza. Era sua amica e lo sarebbe rimasta.
-Tu non sai di
cosa si tratta! Come fai ad esserne tanto sicuro?-commentò
l’altro, impassibile.
-Lo so perché le
voglio bene! Yomi è mia amica e lo resterebbe anche se mi
confessasse un
omicidio! La aiuterei a costituirsi, ma di certo non le volterei le
spalle! Le
starei accanto fino in fondo, perché è
così che fa un vero amico!
-Le tue sono
solo belle parole! Non puoi essere certo di come reagiresti in una
certa
situazione se non ti ci sei mai trovato…-ribattè
Mokuba.
-Questo è vero…
Ma allo stesso modo, nemmeno tu puoi essere certo che le volteremo le
spalle!
Non ci conosci e non puoi sapere come
reagiremmo…-esclamò Yusuke, cercando di
mantenere la calma.
-Voi non sapete
che persona sia in realtà…-commentò il
moro.
-Nemmeno tu! E
non ti azzardare ad offenderla di nuovo!-fece il giovane dai capelli
verdi.
Il fratello
minore di Seto Kaiba fissò i tre ragazzi per diversi minuti,
poi, sorridendo,
si avvicinò alla giovane studentessa e, mettendole una mano
sulla testa, disse,
come se niente fosse:
-Dovresti essere
contenta! Hai dei veri amici, che ti vogliono bene e si preoccupano per
te… Sei
fortunata ad aver incontrato persone simili, perciò cerca di
non farteli
scappare! E d’ora in avanti cerca di avere più
fiducia in te stessa e negli
altri… Mi raccomando!
Poi, si avviò
alla porta, dicendo che lui, suo fratello Seto e Pegasus sarebbero
partiti
quello stesso pomeriggio. Detto questo, salutò i presenti
con un cenno della
mano ed uscì dalla stanza.
-Si può sapere
cosa gli è preso all’improvviso?-chiese sospettoso
il dongiovanni del gruppo,
una volta che il moro fu uscito dalla porta.
-Credo che vi
abbia appena messi alla prova…-rispose Zane, guardando
l’amico.
-Dici?-chieseYusuke.
-Sì. Non ne capisco
il motivo, ma l’ha fatto prima anche con me. Probabilmente
non pensava
realmente ciò che ha detto, ma voleva solo vedere la vostra
reazione.
-Non capisco che
motivo possa avere per fare una cosa del
genere…-commentò l’Obelisk dai capelli
verdi.
-Io, invece,
credo di capirlo!-esclamò Atticus.
-Ah sì? E quale
sarebbe?-domandò curioso l’amico.
-Ovviamente
l’amore!
L’espressione di
Yusuke divenne quasi disgustata. A volte, non riusciva a sopportare i
vaneggiamenti dell’amico sulle questioni di cuore.
-Atticus, non
dire idiozie… Cosa c’entra
adesso?!-esclamò Yomi, leggermente irritata. Si
sentiva sempre a disagio quando qualcuno parlava di quelle cose.
-Fidati! Non mi
sbaglio mai! Mokuba Kaiba è sicuramente innamorato di
te!-continuò il castano.
Yomi arrossì un
po’, per l’imbarazzo.
-Che
sciocchezza! Ha cinque anni più di me…
-Guarda che
l’età non conta! L’amore è il
sentimento più forte e più nobile che
esista… E’
in grado di fare cose che nemmeno puoi immaginare! Quando due persone
si amano,
la differenza di età non conta nulla!
-Ok… Ma io non
lo amo…-commentò la studentessa, sempre
più imbarazzata.
-Ad esempio,
potrebbe far sorridere persino il nostro Zane! Sono sicuro che una
storia
d’amore gli farebbe bene…-continuò
l’altro, ignorando il commento dell’amica.
Poi, voltandosi verso l’Obelisk dai capelli blu, disse:
-A proposito, se
vuoi ti posso presentare qualche ragazza. Sei molto popolare,
soprattutto tra
quelle del secondo e del primo anno, dovresti dare loro qualche
chance…
Zane, per tutta
risposta, si voltò dall’altra parte, ignorandolo.
-L’unica cosa di
cui sono innamorato sono i duelli… Non ho bisogno di
innamorarmi di qualche
ragazza! Le ragazze sono noiose…-commentò poi.
-Io sarei
noiosa?-chiese stizzita la Slifer, mettendo il broncio.
-Non stavo mica
parlando di te…-le rispose l’Obelisk, cercando di
nascondere il suo imbarazzo.
Non era molto bravo a trattare con il gentil sesso; il più
delle volte veniva
frainteso. E a dirla tutta, non le piacevano molto i modi di fare delle
sue
numerose ammiratrici. Erano appiccicose, frivole e superficiali ed era
questo
il motivo principale per cui l’Obelisk non era interessato
alle ragazze.
Yusuke e Atticus
si misero a ridere, di fronte alla scenetta dei due studenti.
-Sembrate
proprio dei fidanzatini… Sicuro di essere innamorato solo
dei duelli?-lo
punzecchiò il castano, continuando a ridere.
-Atticus, dacci
un taglio…-commentò l’altro, pacato
come sempre.
-Che bello
essere giovani!-commentò la signorina Fontaine, che era
rimasta in silenzio
fino a quel momento. Poi si alzò dalla sua poltrona e,
rivolgendosi ai quattro
studenti, disse:
-Ragazzi, devo
andare un attimo dal cancelliere. Ce la fate a rimanere da soli per una
decina
di minuti senza litigare?
-Non si
preoccupi… Dubito che litigheranno di nuovo…-le
rispose Zane, con il solito
tono distaccato, lanciando un’occhiata all’amico
castano.
La donna sorrise
divertita e poi uscì anch’essa dalla stanza,
lasciando gli studenti da soli.
-Scherzi a
parte… Di cosa volevi parlarci?-chiese Yusuke alla ragazza,
non appena la donna
fu uscita dall’infermeria.
-In sostanza,
sono in grado di comunicare con gli spiriti dei mostri di Duel
Monster…
-Davvero?-chiese
l’altro sorpreso.
-Sì…
-Quindi sei come
me…-mormorò il giovane, distogliendo lo sguardo
dalla Slifer.
Yomi non
rispose.
-Tu sapevi di
me, vero?-chiese di nuovo il ragazzo.
-Sì…-ammise la
studentessa.
-Scommetto che
te ne sei accorta quel giorno, sulla terrazza… Sapevi che
non stavo parlando da
solo… Perché non me l’hai detto
subito?-continuò Yusuke.
-Mi dispiace, ma
ho pensato che fosse meglio non dire nulla…
-Di cosa state
parlando?-si intromise Atticus. Non riusciva a seguire il discorso e la
cosa lo
metteva un po’ in agitazione. Non sopportava di non sapere
cosa gli succedeva
intorno.
I due ragazzi lo
guardarono per qualche secondo, poi il giovane dai capelli verdi disse:
-Anch’io sono in
grado di vedere gli spiriti dei mostri…
-Davvero?-chiese
Zane, sorpreso. Non si aspettava che anche l’amico fosse in
grado di fare le
stesse cose che poteva fare Yomi.
Yusuke annuì.
Poi, disse:
-E’ successo quando
ero piccolo, subito dopo la morte dei miei genitori. Avevo
così tanta paura di
rimanere solo che Onesto è comparso accanto a me, dicendomi
che mi sarebbe
stato sempre accanto e che mi avrebbe protetto. Da quel momento, posso
comunicare con gli spiriti di Duel Monster, non solo con Onesto. Questa
è la
prima volta che ne parlo apertamente con qualcuno… Scusatemi
se non vi ho detto
niente prima d’ora, ma avevo paura che mi giudicaste male.
-Non ti fidavi
di noi?-domandò Atticus, risentito.
-Non è così…
Probabilmente, avevo ancora paura di rimanere solo. Le persone tendono
ad avere
paura di tutto ciò che non riescono a capire, e questa
è una di quelle cose… Mi
dispiace, davvero!
-Le tue scuse
non mi interessano… Avresti dovuto fidarti di
noi…-mormorò il dongiovanni,
avviandosi verso la porta. L’atteggiamento del giovane era
cambiato
radicalmente. Aveva smesso di ridere e la sua allegria si era spenta
all’improvviso.
Era diventato freddo e distaccato; sembrava un’altra persona.
-Atticus, dove
stai andando?-chiese allarmata la ragazza. Aveva
l’impressione che stesse per
succedere l’irreparabile e si sentiva stranamente in colpa.
Il suo intuito le
diceva che Atticus non aveva digerito la mancanza di fiducia
dell’amico e che
difficilmente lo avrebbe perdonato.
-Scusatemi, ma ho
voglia di starmene un po’ da solo…-le rispose
l’amico, con un filo di voce.
-Aspetta!-esclamò
la Slifer, mettendosi velocemente tra il giovane e la porta
dell’infermeria.
-Yomi, cosa stai
facendo?-domandò stupito l’altro, non appena la
ragazza si parò davanti a lui a
braccia aperte, come a volerlo fermare.
-Ti stai
comportando come un bambino! Non è il caso di litigare per
una cosa così sciocca…
-Non è sciocca!
Credevo che Yusuke si fidasse di noi…
-Io mi fido di
voi!-si intromise l’altro ragazzo.
-Allora perché
non ci hai detto nulla?
-Avevo paura… Di
solito, le persone pensano che sia matto, o che non riesca ad accettare
la
morte dei miei genitori. Con voi mi trovavo così bene, che
non volevo rischiare
di rovinare il nostro rapporto!
-Non importa!
Ormai è troppo tardi…-fece il castano, voltandosi
di nuovo verso la porta della
stanza.
-Atticus, stai
esagerando!-disse Zane.
-Stai dicendo che
a te non importa?-chiese l’altro, voltandosi verso
l’Obelisk dai capelli blu.
-Ad essere
sincero, no. Se non ha voluto parlarcene, avrà avuto le sue
buone ragioni!
Esattamente come Yomi…-rispose l’altro, fissando
il castano negli occhi.
-Come fai ad
essere sempre così impassibile?!-sbottò Atticus,
irritato per l’atteggiamento
dell’amico.
-E tu come fai a
prendertela per così poco?-disse l’altro, alzando
sempre di più la voce.
-Yusuke è nostro
amico! Non dirmi che non sei rimasto ferito, perché non ci
credo!
-Se non ci ha
raccontato qualcosa della sua vita, non significa che non si fidi di
noi! Pensi
davvero che io ti abbia detto tutto?
-Non l’hai fatto?-domandò
Atticus. Aveva un’espressione mista tra lo stupore e la
delusione.
-No…
-Quindi sono
stato l’unico…
-Dai, non
prendertela!-disse Yusuke, abbozzando un mezzo sorriso e cercando di
minimizzare il problema.
-Non dovrei
prendermela?! Stai scherzando?!
-Atticus…-sussurrò
la ragazza.
-Yomi, lasciami
passare! Non voglio né parlarci, né vederli! Io
mi fidavo di loro… Loro, a
quanto pare, no!
Atticus fece per
passare oltre alla Slifer, quando Yusuke lo trattenne per un braccio,
dicendogli
che stava esagerando per una sciocchezza.
-Per me non è
una sciocchezza! Credevo che vi fidaste di me, tutti e due! Invece, mi
sbagliavo… Sono stato uno sciocco a credere di essere
importante per voi…
-Non dire
idiozie… Per noi sei un amico e, chiaramente, ci fidiamo di
te!
-Non mi sembra…
Altrimenti, mi avresti raccontato questa cosa!
-Lo so, ho
sbagliato! Ma è proprio perché sei uno dei miei
migliori amici, che non ho
voluto dirti nulla… Tu non puoi capire cosa significhi non
essere accettato
dagli altri! Per te è sempre stato tutto
semplice… Basta sorridere, fare
qualche battuta e ti sei già integrato! Non è
facile per tutti… Soprattutto, se
normalmente vieni considerato un pazzo da rinchiudere in manicomio o da
mandare
da uno psicanalista…
-Cosa vorresti
dire con questo?! Che per me è tutto più facile?!
Sei geloso o cosa?!-esplose
il castano, arrabbiato per l’atteggiamento
dell’amico. Si sentiva accusato di
qualcosa di cui non era minimamente responsabile e non riusciva a
tollerare
oltre la situazione.
-Non è certo
colpa mia, se siete in grado di fare certe cose e avete
difficoltà a
integrarvi…-continuò l’Obelisk.
-Non ho detto
che è colpa tua…-gli rispose Yusuke.
Atticus si voltò
verso l’amico dai capelli verdi, impassibile. Lo
fissò per diversi secondi, poi
fece per aprire bocca, come a voler ribattere, ma ci
ripensò. Guardò Zane e
Yomi e disse:
-Mi dispiace, ma
non credo che potrò perdonarti tanto velocemente…
Credo che per un po’ me ne
starò per conto mio…
Detto questo, si
liberò dalla presa dell’altro e fece per varcare
la soglia dell’infermeria,
quando la Slifer, stufa di quella situazione, esclamò:
-Smettetela! Non
vi sopporto più! Siete amici, non avete motivo di litigare
per delle
sciocchezze! Se vi comportate così significa che non siete
dei veri amici!
Siete semplicemente ridicoli… Parlate tanto di amicizia e
poi litigate come due
bambini dell’asilo! Siete degli ipocriti bugiardi, come tutti
gli altri! Ecco
perché non voglio essere amica di nessuno! Finisce sempre in
questo modo!
I tre giovani si
voltarono sorpresi.
-Yomi…-mormorarono
Yusuke e Zane, in coro.
-Mi avete
stancato! Sono stufa di sentirvi litigare… Sono stufa di
tutti voi! Non vi
azzardate a rivolgermi la parola, finché non avrete fatto
pace! E non fatevi
nemmeno vedere!
Detto questo,
Yomi uscì di corsa dalla stanza, sbattendo violentemente la
porta dietro di sé
e lasciando i tre studenti ancora basiti per la sua reazione improvvisa.
“Idioti! Ecco
cosa sono! Sono amici, no? Non hanno alcun motivo di litigare per una
stupidaggine simile… Atticus non riesce proprio a capire
quando è il momento di
lasciar correre! Non sopporto di veder litigare le persone…
Mi fa stare male!
Soprattutto quando litigano dei buoni amici come loro! Quanto li
odio…” pensò
la ragazza, mentre attraversava di corsa il corridoio del terzo piano.
Sentiva
il bisogno di respirare un po’ di aria fresca e di annegare
il proprio sguardo
nell’azzurro del cielo. Era certa che l’avrebbe
calmata un po’.
“La colpa è
anche un po’ mia… Se non fosse stato per me,
probabilmente non avrebbero
litigato. Mi sento responsabile… Come se oggi non fossero
successe fin troppe
cose! Ci mancava solo la testardaggine di Atticus…”
La ragazza salì
le scale che portavano al tetto, saltando ogni tanto qualche gradino
per la
foga, e raggiunse la terrazza. Questa volta era deserta, a differenza
del primo
giorno di scuola. La giovane raggiunse il parapetto e si
affacciò di sotto,
scrutando attentamente le persone che si trovavano davanti
all’ingresso
dell’edificio principale, perlopiù studenti. Poi,
alzò lo sguardo al cielo. Non
era limpido come qualche giorno prima; era grigio e coperto di grosse
nuvole
scure. Probabilmente, di lì a poco sarebbe piovuto. Anche la
temperatura si era
abbassata un po’.
“Mi sa che tra
poco ci sarà un bel temporale…”
pensò, rabbrividendo.
Delusa dal tempo
atmosferico, che sembrava non voler seguire i suoi capricci, si
accasciò in
terra, appoggiandosi all’inferriata del parapetto.
-Che
situazione…-mormorò tra sé e
sé.
-C’è qualcosa
che vi preoccupa, principessa?-chiese una voce di fianco alla ragazza.
Yomi non si
stupì e, come se fosse la cosa più naturale del
mondo, disse:
-Quante volte
devo dirti di non chiamarmi in quel modo? Eh, Yuki?
La Slifer si
voltò alla sua destra, in direzione del samurai rosso che si
era appena
materializzato. Lo spirito di Duel Monster era in ginocchio, di fronte
alla
ragazza, a testa china, come se si trovasse di fronte a un nobile di
corte.
-Potete
insistere quanto volete, ma resterete sempre la mia
principessa…-rispose lo
spirito della carta.
Yomi lo ignorò.
-Avete voglia di
parlarne? Se c’è qualcosa che il vostro Yukimura
può fare…
-Hai assistito
al litigio?-chiese la studentessa, interrompendo la propria creatura,
mentre
estraeva dal deck la carta che lo rappresentava. Il samurai fece un
cenno
d’assenso, continuando a tenere la testa bassa. Yomi
continuò a guardare la
carta “Yukimura, samurai fedele”, ignorando
l’altro. Non aveva molta voglia di
parlare, tantomeno con uno spirito di Duel Monster che non avrebbe
potuto
capire.
-Vi ha fatto
venire in mente dei brutti ricordi, non è
vero?-azzardò il samurai.
-Sì… Forse ho
esagerato a reagire in quel modo. In fondo, non stavano litigando con
me… Però,
vedere due persone litigare, mi fa stare sempre male…
-Io credo che
abbiate fatto la cosa giusta. Se sono realmente vostri amici, capiranno.
-Parlare con te
non ha molto senso… Qualsiasi cosa faccia, per te
è sempre giusta. Non sai che
un buon servitore deve anche andare contro il volere del proprio
signore,
quando questi sta sbagliando…
-Sì, lo so bene.
Però, se permettete principessa, quando avete sbagliato, in
passato, vi ho
sempre corretto. Esattamente come per la vostra decisione di qualche
anno fa…
Vi avevo detto che era pericoloso, o sbaglio?
Yomi non
rispose. Sapeva bene che lo spirito aveva ragione. Yukimura le aveva
sempre
consigliato bene, era lei che difficilmente lo ascoltava.
-Come samurai
non sei malaccio…-mormorò dopo un po’.
L’uomo sorrise,
alzando la testa.
-Vi prego di
fidarvi un po’ più degli altri…
L’idea che la mia principessa continui ad
essere fraintesa, mi ferisce nel profondo. Vorrei solo che voi siate un
po’ più
felice…-disse, scomparendo poi nel nulla.
La Slifer non
rispose. Ormai era abituata ad avere il samurai rosso fuoco intorno e
il suo
modo di comparire e scomparire nel nulla aveva smesso di sorprenderla
già da un
po’.
“Anche lui si
mette a farmi la predica… Come se fosse colpa mia, se non
riesco a fidarmi di
nessuno… Come posso fidarmi degli altri, se ho
così tanta paura di essere
respinta di nuovo, come quella volta… E’ di gran
lunga più facile essere sola e
respingere chiunque voglia avvicinarsi! Così evito di farmi
di nuovo del male…”
Il litigio di
poc’anzi le aveva fatto venire in mente ricordi spiacevoli
della sua infanzia e
le aveva ricordato il motivo principale per cui non stringeva amicizia
con
nessuno.
-Mi sembra di
aver rivissuto quella volta…-disse, stringendosi le gambe al
petto e nascondendo
il volto. Rimase rannicchiata per diversi minuti, cercando di
dimenticare
quella brutta esperienza. Ad un certo punto, avvertì la
presenza di qualcun
altro vicino a lei. Alzò di scatto la testa e si
trovò di fronte i tre Obelisk
con la divisa bianca, tutti e tre visibilmente preoccupati.
-Sbaglio o vi
avevo detto che non volevo vedervi…-mormorò la
ragazza, abbassando di nuovo lo
sguardo.
-Mi
dispiace…-fece Atticus.
-Perché ti scusi
con me?
-Perché sei
scappata per colpa mia… Ho esagerato, non dovevo mettermi a
litigare per una
scemenza in tua presenza… Sono stato indelicato…
-Perché? Non
sono una bambina… Non mi metto mica a piangere, se assisto
ad un litigio…
-Mi dispiace lo
stesso!
Yomi si voltò
dall’altra parte.
-Avete fatto
pace?-chiese, poi.
-Possiamo dire
di sì…-rispose Yusuke, guardando
l’amico castano.
Atticus fece un
cenno d’assenso con la testa.
-Bene, sono
contenta per voi…-fece l’altra, impassibile. A
prima vista sembrava che la cosa
non la interessasse minimamente.
I quattro
studenti rimasero in silenzio per diversi minuti. Il cielo, intanto, si
stava
facendo sempre più cupo e in lontananza iniziarono a
rimbombare i primi tuoni.
-Perché te ne
sei andata via in quel modo?-domandò, ad un certo punto, il
giovane dai capelli
blu.
-Mi avete fatto
ricordare una cosa successa tanto tempo fa… Da quella volta,
non riesco a
tollerare i litigi, anche se non mi riguardano direttamente…
-Si tratta di un
litigio che hai avuto con qualcuno a cui tenevi?-chiese
l’altro.
La Slifer annuì.
-Erano le mie
migliori amiche, o almeno lo erano per me. Per loro ero solo un oggetto
da
usare… A pensarci adesso, sono stata una sciocca a non
accorgermene prima! O
forse, semplicemente non lo volevo accettare… Probabilmente
mi ero accorta che
mi stavano solo usando, ma mi andava bene così.
Finché continuavano a cercarmi,
mi andava bene… A prescindere dal motivo, ero contenta che
qualcuno pensasse un
po’ anche a me…
-E’ una cosa che
ti ha fatto soffrire, vero?-disse Atticus.
La Slifer si
morse il labbro inferiore.
-Ti va di
parlarcene?-fece l’altro, sedendosi di fronte alla ragazza.
-Non c’è molto
di cui parlare… Si è trattato solo di un litigio
tra bambine…-rispose Yomi.
-Ma se soffri
ancora per questa cosa, parlarne ti farà bene!-disse Yusuke,
sedendosi
anch’esso.
La studentessa
rimase qualche secondo in silenzio, poi prese fiato e iniziò
a raccontare:
-E’ successo
poco tempo dopo che ero venuta a conoscenza dei miei poteri. Direi,
più o meno
otto anni fa… Scoprii di possedere un potere molto
particolare, durante un
torneo di Duel Monster. I miei poteri non si limitano solo al poter
comunicare
con gli spiriti delle carte. Questa mia capacità la
conoscevo già da diversi
anni, fin da quando posso ricordare e non è mai stata un
problema per me. Per
gli altri, ero una bambina strana, ma non mi avevano mai definito
“mostro”… E’
stato l’altro mio potere a causarmi un sacco di
problemi…
-L’altro?-chiese
Atticus sorpreso.
Yomi annuì.
-Ho la capacità
di assorbire l’energia vitale delle persone contro cui
duello. Durante quell’evento,
tutti i duellanti che avevo sconfitto erano finiti in ospedale, privi
di
conoscenza. Io non ne seppi nulla, nessuno me l’aveva detto.
Fu Pegasus che me
ne parlò per primo. All’inizio, mi spaventai
molto; non credevo che fosse una
cosa possibile e non volevo credere di essere io la responsabile.
Inoltre, non
pensavo che un gioco divertente come Duel Monster potesse fare del male
a
qualcuno. Ci misi qualche settimana a digerire la cosa. Nel frattempo,
Pegasus
cercò di capire qualcosa in più sui miei poteri e
di trovare una soluzione. E
mentre lui pensava a come risolvere il problema, mi
consigliò di smettere di
duellare.
-Adesso capisco
perché non vuoi duellare… Deve essere
terribile…-commentò il castano.
-Già… Ad essere
sincera, non era mai successa una cosa del genere prima di quel torneo.
Ho
sempre duellato, fin da quando sono in grado di leggere, e nessuno era
mai
svenuto o si era sentito male. Tra l’altro, ho sempre
duellato contro mio
fratello, quasi tutti i giorni e non gli è mai successo
nulla. Nemmeno ai miei
compagni di scuola è mai successo qualcosa,
perciò proprio non riesco a capire
come sia possibile che di punto in bianco abbia un potere simile. Non
so cosa
successe quella volta, fatto sta che da quel giorno non ho
più potuto duellare,
senza fare del male agli altri.
-Pegasus non me
l’aveva detta questa cosa… Secondo lui, eri in
grado di farlo anche prima, ma
non te ne eri mai accorta…-fece Zane, interrompendola.
-E’ impossibile!
Gliel’ho già detto; non mi è mai
successo prima di quel torneo. Ne sono
sicurissima, altrimenti mio fratello avrebbe trascorso la sua infanzia
in
ospedale. Duellavamo tutti i giorni, prima di cena, dopo cena, prima di
andare
a dormire… Lui voleva duellare in ogni momento e io, da
brava sorella maggiore,
lo accontentavo. Perciò, se ero in grado di fare del male
agli altri duellanti
anche prima di quel torneo, mio fratello sarebbe stato il primo a
perdere i
sensi…
-In effetti, il
tuo ragionamento non fa una grinza…-commentò
Yusuke.
-Comunque, dato
che non avevo scelta, smisi di duellare. E questo fu la causa di tutto.
Il
fatto che abbandonai i duelli fu la causa di tutto quello che avvenne
dopo.
-Cos’è
successo?-domandò l’Obelisk dai capelli verdi.
-Venni isolata
completamente da tutti. A scuola ero la miglior duellante tra tutti i
bambini
delle elementari. Non si trattava solo di voci di corridoio; ero
realmente la
più abile, anche rispetto a quelli del sesto anno.
Nonostante la differenza di
età, ero la duellante migliore della scuola. E riuscivo a
tenere testa anche ai
ragazzi delle medie. Per questo motivo, ero molto popolare ed erano
molti i
bambini che mi chiedevano consigli, su come migliorare o su come
costruire il
proprio deck. Ero cercata da tutti, o per un duello o per un consiglio.
Mi
sfidavano tutti i giorni e tutti i giorni sconfiggevo tutti i miei
avversari. Molte
volte mi chiamavano in causa per risolvere i litigi e, spesso, duellavo
contro
i ragazzi più grandi, per difendere qualche bambino dai
bulli. Una volta, mi
sono ritrovata anche a dover duellare da sola contro sei studenti di
seconda
media. A quel tempo, pensavo che gli altri bambini mi ammirassero sul
serio. In
realtà, mi stavano intorno solo perché ero la
più forte e faceva comodo avere
come amica una dei migliori duellanti della zona. Io, però,
pensavo che per
loro fossi una vera amica. Ma dal momento che smisi di duellare,
iniziarono tutti
a voltarmi le spalle. Divenni lo zimbello della scuola; iniziarono a
prendermi
in giro, dandomi della codarda. Nel giro di poco tempo, rimasi
completamente
sola...
-Yomi…-sussurrò
Atticus.
-La cosa che mi
ha fatto soffrire di più è stata la reazione di
quelle che credevo fossero le
mie migliori amiche. Pensai che a loro avrei potuto dire la
verità, tanto mi
avrebbero capito e mi sarebbero state accanto, nonostante tutto.
Così, dopo
averci riflettuto per diversi giorni, decisi che la cosa migliore era
spiegare
loro quale fosse il vero problema. Non mi ero posta il problema di come
potesse
sembrare la cosa agli occhi di due bambine delle elementari. Per me,
era
naturale che accettassero tutto; sono stata un’ingenua a
fidarmi di loro. A
volte, i bambini sanno essere anche peggiori degli adulti…
Dissi loro qual era
il vero motivo, per cui non potevo più duellare e loro mi
tranquillizzarono,
dicendo che capivano perfettamente e che mi sarebbero rimaste accanto
lo stesso.
Niente di più falso! Il giorno dopo, a scuola, trovai dei
biglietti minatori
nel mio armadietto. Sul mio banco erano state scritte offese di tutti i
generi
e gli altri bambini, nei corridoi, non facevano che parlare male di me
alle
spalle, dandomi del mostro, sebbene non lo meritassi affatto. Quando ne
parlai
con le mie due amiche, loro mi riposero che non erano cose che le
riguardavano,
anzi che erano state loro a mettere in giro quelle voci. Mi dissero che
non
erano mie amiche e che non lo erano mai state e che, se la pensavo in
quel modo,
ero stata veramente un’idiota. Dissero che non mi avevano mai
considerata una
vera amica, ma che stavano insieme a me solo perché le
proteggevo da quelli più
grandi e che avrebbero continuato, se non fossi diventata una codarda e
un
mostro. Dissero anche che, se avevano deciso di mettere in giro delle
voci sul
mio conto, era solo per potersi divertire un po’ alle mie
spalle. Poi, se ne
andarono come se niente fosse. Non ebbi nemmeno il modo di litigare,
non
riuscii nemmeno ad offenderle o a urlare loro qualcosa. Rimasi
immobile,
chiedendomi cosa avessi fatto di male. E me lo sono continuato a
chiedere, per
diversi anni… Poi, realizzai che non ero io ad aver
sbagliato, ma loro. Ma da
quella volta, non mi sono più fidata di nessuno. Avevo paura
che se avessi cercato
di farmi qualche altro amico, avrei finito con il soffrire e non volevo
essere
chiamata di nuovo “mostro”…
Yomi finì di
parlare e alzò gli occhi al cielo, ormai nero e carico di
pioggia. Sembrava che
i tuoni si stessero avvicinando sempre di più e un vento
ghiaccio si era alzato
dal mare, sferzando minaccioso gli alberi della foresta.
-Io mi fidavo di
loro… Non avete idea di quanto mi abbiano fatto
male…-sussurrò, trattenendo a
stento i singhiozzi.
Proprio in quel
momento, due gocce d’acqua caddero dal cielo. Dopo pochi
secondi, iniziò a
piovere a dirotto. Yomi rimase con lo sguardo rivolto verso
l’alto, come a
voler nascondere le lacrime che stavano scorrendo copiose sul suo volto.
-Adesso capisco
perché non volevi nemmeno che parlassi con te… Ma
non devi preoccuparti, noi
non siamo come quelle lì…-le disse Yusuke,
sorridendo, come a volerla
incoraggiare.
La ragazza
annuì, senza rispondere e continuando a guardare il cielo
nero.
-Mi dispiace per
prima! Ti prometto che non litigherò più per
sciocchezze simili! Non volevo,
davvero!-esclamò Atticus.
-Sei nostra
amica, perciò resteremo con te per
sempre!-continuò Yusuke.
-Me lo
promettete?-chiese l’altra.
-Contaci! Non ti
abbandoneremo, per nessun motivo al mondo! E se litighiamo tra noi,
faremo
subito pace!-fece Atticus.
-Inoltre, ti
aiuteremo a trovare una soluzione al tuo problema! Modestamente, mi
intendo
abbastanza di magia e giochi delle
ombre…-continuò entusiasta il giovane dai
capelli verdi.
-Se lavoriamo
tutti assieme, possiamo riuscire anche dove ha fallito Seto Kaiba. E
nel caso
in cui non riusciamo a trovare una soluzione, Sheppard
troverà il modo di farti
rimanere lo stesso in Accademia.-aggiunse Zane.
La Slifer li
guardò per un attimo, riflettendo sulle loro parole.
-Siete sicuri di
volermi dare una mano?-chiese, poi.
-Non ti
preoccupare, ti aiutiamo volentieri! Siamo amici, no?-risposero Atticus
e
Yusuke all’unisono.
-Me lo
promettete?-chiese ancora, tendendo il mignolo della mano destra ai tre
studenti.
-Certo… Te lo
promettiamo…-le risposero i tre Obelisk
all’unisono, intrecciando i loro mignoli
con quello della ragazza.
Yomi sorrise. In
fondo al suo cuore, aveva sempre saputo di potersi fidare di quei tre,
fin dalla
prima volta che li aveva visti. Sapeva che le sarebbero rimasti
accanto, pronti
a sostenerla; non c’era nemmeno bisogno di prometterlo.
Nonostante tutto,
quella promessa, fatta con i mignoli incrociati, era il suo modo, un
po’ goffo,
di accettare la presenza di quei tre ragazzi; era l’inizio
della sua prima,
vera amicizia, e Yomi sapeva che avrebbe ricordato quel momento per
sempre.
-Però, adesso è
meglio se rientriamo! Se continuiamo a stare sotto l’acqua,
va a finire che ci
ammaliamo tutti e quattro, e non credo che sia una buona
idea…-disse Yusuke,
alzandosi in piedi. Atticus e Yomi lo imitarono e, insieme agli altri
due
studenti, entrarono all’interno della struttura, al riparo
dal temporale.
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Capitolo 8 *** Capitolo 8- I primi dissapori ***
Capitolo
8- “I
primi dissapori”
Ormai
era
trascorso più di un mese da quando era iniziato il nuovo
anno all’Accademia del
Duellante. Pegasus e i due fratelli Kaiba se ne erano andati
già da diverso
tempo, lasciando la situazione della ragazza nelle mani dei tre
studenti d’elité.
I tre Obelisk erano riusciti a convincere la Slifer a rimanere ancora
un po’
sull’isola e, aiutati anche dai professori, soprattutto
Banner, avevano
iniziato a cercare una soluzione. Yomi, d’altra parte, non
credeva che i tre
riuscissero davvero a risolvere il suo problema, ma aveva accettato la
proposta
di Zane e aveva deciso che avrebbe provato da aspettare ancora qualche
altro
mese.
Anche Seto Kaiba,
esattamente come la studentessa, era diffidente riguardo le
possibilità del
gruppetto, ma non aveva avuto nulla da ridire circa la soluzione
provvisoria
proposta dai ragazzi; per lui andava bene qualsiasi cosa,
purché Yomi potesse
ritornare a duellare. Sapeva bene che se una duellante del suo calibro
si fosse
diplomata nella sua scuola, la notizia avrebbe fatto il giro del mondo
e l’istituto
ne avrebbe beneficiato per molto tempo. Pegasus, invece, aveva molta
fiducia
nei tre studenti; sapeva bene di cosa potevano essere capaci delle
menti
fresche e giovani, quando erano stimolate a dare il massimo. E i tre
Obelisk,
di certo, non avevano la minima intenzione di arrendersi.
-Cancelliere,
avvisatemi nel caso succeda qualcosa! Voglio essere informato su tutto,
successi o fallimenti che siano! Non credo che esista una soluzione,
né tanto
meno che loro siano capaci di trovarla, dato che io non ci sono
riuscito, ma se
quei tre pensano di potermi superare, allora che lo dimostrino! Se
riescono a
trovare una soluzione che funzioni, voglio essere informato
immediatamente!
Sono stato chiaro?-aveva detto Seto Kaiba a Sheppard, mentre saliva sul
suo
elicottero privato.
-Certamente! Non
si deve preoccupare di nulla, signor Kaiba! La terrò
informato, qualsiasi cosa
accada!-gli rispose l’uomo grassoccio. Il presidente della
Kaiba Corp. fece un
cenno d’assenso e prese posto sull’elicottero.
-Allora, se è
possibile, vorrei essere informato anche
io…-commentò Pegasus, porgendo il
palmo al cancelliere.
-Sarà
fatto!-rispose l’altro, ricambiando la stretta di mano.
Anche il
presidente dell’Industrial Illusion prese posto
sull’elicottero, di fianco al
padrone dell’Accademia del Duellante. L’elicottero
aveva già acceso i motori ed
era pronto a partire; aspettava soltanto il fratello minore di Seto,
che si
stava attardando a salutare la ragazza.
-Mi raccomando,
ragazzi, tenetela d’occhio!-esclamò Mokuba,
rivolgendosi ai tre Obelisk, mentre
si avvicinava alla pista di atterraggio.
-Per chi mi hai
preso?! Non sono una bambina!-esclamò la giovane, risentita.
Il moro non
riuscì a trattenere una sonora risata.
-Allora, se non
sei una bambina, posso fare questo…-disse l’altro,
mettendo entrambe le mani sulle
spalle della ragazza, chinandosi sul volto di lei e baciandola vicino
alla
bocca.
-Idiota!-fece la
ragazza, scostando bruscamente il ventenne.
-Sei veramente
adorabile quando diventi rossa!
-Dacci un
taglio, Mokuba!-protestò la Slifer, irritata. Il fratello
minore di Seto
scoppiò di nuovo in una fragorosa risata alla vista del
volto rosso della
studentessa.
-Sei veramente
divertente!-esclamò poi, scompigliandole un po’ i
capelli. Poi, si rivolse agli
altri tre studenti:
-Che sia chiaro,
lei è mia e non ho nessuna intenzione di lasciarvela!
-Non dire
idiozie e muoviti a partire!-fece lei secca, spingendolo verso
l’elicottero.
-Certo,
certo…-rispose l’altro, avviandosi verso
l’elicottero. Poi, non appena fu
salito a bordo, si voltò verso Yomi e, sporgendosi dal
mezzo, urlò:
-Ricordati che
ho intenzione di sposarti non appena ti sarai diplomata! E io ottengo
sempre
quello che voglio!
-Smettila di
dire cose imbarazzanti o ti picchio!-le strillò dietro la
giovane, agitando un
pugno, con fare minaccioso.
-Io te l’avevo
detto che era innamorato di te… Il mio sesto senso non
sbaglia mai!-commentò
Atticus, sorridendo compiaciuto, mentre guardava l’elicottero
allontanarsi
all’orizzonte, diretto a Domino City.
-E cosa me ne
importa?!-esclamò irritata la Slifer, mentre seguiva gli
altri verso gli
edifici principali dell’Accademia.
-Perché? E’ un
bel ragazzo! Io ci farei un pensierino se fossi in te…
-Vuoi che ti
picchi?!
-Dai ragazzi,
cercate di andare d’accordo…-commentò
l’Obelisk dai capelli verdi, voltandosi
verso i due amici.
La Slifer e il
castano lo ignorarono e continuarono a battibeccare per tutto il
tragitto.
Da quel giorno,
Yomi non era riuscita a rimanere sola nemmeno per un attimo. Yusuke e
Atticus
avevano deciso di non lasciarla in pace e la seguivano per tutto il
campus,
convinti in questo modo di riuscire a farla sentire a suo agio e senza
accorgersi
che, talvolta, soprattutto qualche comportamento un po’
eccessivo del
dongiovanni, la mettevano ancora più a disagio. La ragazza
non riusciva a
rimanere sola nemmeno per durante la pausa pranzo. Anche quel giorno di
primavera si trovava sulla terrazza in compagnia dei due Obelisk, che
l’avevano
praticamente costretta a trascorrere il pranzo insieme a loro.
-Come va a
lezione?-le chiese Yusuke, come sempre.
-Bene… Abbiamo
fatto un test anche oggi. Credo che Banner abbia la fissa dei test
attitudinali…-rispose la studentessa.
-Non me ne
parlare! Io li odio! Tutte le volte mi tocca studiare fino a notte
fonda e
stare alzato fino a tardi non fa bene alla mia
pelle…-esclamò Atticus,
portandosi una mano sulla fronte in modo plateale.
-Ultimamente li
sto odiando anch’io…-commentò la Slifer
a bassa voce.
-Perché? Non ti
riescono? Hai difficoltà? Lo sai che se
c’è qualcosa che non ti riesce, puoi
benissimo parlarne con me o con Zane!-chiese Yusuke leggermente in
ansia. Aveva
sentito cosa aveva appena detto la ragazza e si era preoccupato.
-Oh, no, non è
quello il problema! Mi riescono; li trovo solo noiosi e troppo
semplici…
-Menomale!
Sarebbe stato un guaio se tu andassi male a
scuola…-commentò l’altro, tirando
un sospiro di sollievo.
-Non devi
preoccuparti… Lo sai che sono brava in queste cose!
-Sì, lo so… Ma
non riesco a stare tranquillo lo stesso! Se tu avessi dei pessimi voti,
la
situazione si complicherebbe ulteriormente. Con dei voti alti, le tue
possibilità
di rimanere in Accademia anche se non trovassimo una soluzione,
sarebbero
comunque molto alte. Con dei buoni voti è quasi impossibile
che decidano di
bocciarti, sebbene tu non sia in grado di duellare…
-Lo spero…
-A proposito,
credo di essere sulla buona strada! L’altro giorno mi
è venuta in mente una
cosa e forse ho capito qual è il
problema…-continuò l’altro.
-Davvero?-chiese
la matricola, sorpresa.
-Forse… Dovresti
venire al dormitorio blu dopo le lezioni, così ne parliamo
insieme!
-D’accordo, se
non è un problema… Piuttosto, Zane
dov’è?-chiese la giovane, guardando prima
Atticus e poi l’altro Obelisk.
-Credo che sia
ancora da Crowler… Gli ha chiesto di rimanere dopo la fine
delle lezione perché
doveva parlargli in privato e Zane ci ha detto che potevamo iniziare a
mangiare
senza di lui…-rispose Atticus.
-Ok… Allora
iniziamo, altrimenti si fredda tutto!-disse la giovane, aprendo la
confezione
di spaghetti al ragù precotti che aveva comprato alla
caffetteria e che aveva
già scaldato al microonde. I due Obelisk la imitarono,
aprendo ciascuno il
proprio pasto. Poi, i tre si misero a mangiare in silenzio per diversi
minuti.
Dopo un po’, Atticus disse:
-Certo che
potremmo andare a mangiare al dormitorio… Questa roba sembra
cartone!
-Non possiamo
lasciare Yomi da sola…-protestò Yusuke.
-Potrebbe sempre
mangiare con noi al dormitorio blu; non credo che sia un
problema…-disse una
voce alle spalle del gruppo.
-Zane!-esclamò
la giovane, voltandosi verso il ragazzo dai capelli blu, che era appena
apparso
sulla terrazza dell’edificio principale.
-Scusatemi, ma
Crowler mi ha trattenuto più del dovuto…-disse
l’altro, mentre si avvicinava al
gruppo e si sedeva accanto alla giovane.
-Non ti
preoccupare…-gli rispose l’Obelisk dai capelli
verdi.
-Cosa ti ha
detto?-chiese Atticus, porgendo il proprio pasto all’amico,
che rifiutò con un
cenno della mano.
-Mi ha chiesto
se volevo rappresentare la nostra scuola al duello annuale con
l’Accademia del
Nord…
-L’Accademia del
Nord?-chiese Yomi, guardando sorpresa i tre ragazzi.
-Non la
conosci?-fece Yusuke.
La Slifer scosse
la testa.
-Non posso certo
biasimarti… E’ una scuola per duellanti, come la
nostra, ma non è altrettanto
famosa. Non so molto sul suo conto, ad essere sincero… Si
dice che sia un
istituto molto rigido, con una preparazione particolare e fuori dal
comune. Da
quello che ho capito leggendo in rete, sembra che spinga i propri
studenti a “duellare
per sopravvivere”. Probabilmente, mettono gli studenti in
condizioni tali da
dover dare il massimo, sempre e comunque, ma non so dirti di
più… Le
informazioni su quell’istituto scarseggiano.-le rispose
Yusuke.
-La nostra
scuola e l’Accademia del Nord sono praticamente rivali in
tutto, sia nel modo
di insegnare, sia su chi possiede o possedeva il miglior studente. Ogni
anno si
tiene un duello tra il rappresentante della nostra Accademia e il loro.
Considerando
che non corre buon sangue, puoi immaginare quanto sia importante
vincerlo per
la nostra scuola. E’ per questo che, di solito, lo studente
scelto è il
duellante migliore dell’istituto, e di solito è
del terzo anno, anche se non è
detto… L’anno scorso hanno scelto Makoto ed era al
secondo anno…-continuò Zane.
-Makoto?-domandò
la giovane.
-Quel ragazzo
biondo che hai incontrato il primo giorno di
scuola…-s’intromise Yusuke.
-L’amico degli
scimmioni?
-Sì, proprio
lui…-le rispose l’altro, trattenendo una risatina
divertita. Gli piacevano i nomi
fantasiosi che la Slifer affibbiava alle persone che non le rimanevano
molto
simpatiche.
-E ha vinto?
-Sì… E’ un bravo
duellante, nonostante tutto...-le rispose l’Obelisk dai
capelli blu.
Yomi lo guardò
per qualche secondo pensierosa. Non capiva a cosa alludesse
l’amico.
-Quindi,
quest’anno Crowler ha scelto te come nostro
rappresentante!-si intromise il
castano, dando una sonora pacca sulla spalla del compagno.
-Mi ha detto di
pensarci su e di dargli una risposta il prima
possibile…-rispose Zane, lanciandogli
uno sguardo truce.
-Hai già
deciso?-chiese il giovane dai capelli verdi.
-Non ancora…
-Non puoi
lasciarti sfuggire un’occasione come
questa!-esclamò la Slifer.
-Sbaglio o è la
stessa cosa che ti dissi io in occasione del tuo duello con Seto
Kaiba?-le
disse l’altro.
Yomi arrossì
leggermente imbarazzata. Non le piaceva quando qualcuno le rinfacciava
qualcosa, specialmente se quel qualcosa era stata una sua ripicca.
-Forse!
Comunque, dovresti accettare!-rispose stizzita, infilandosi una
forchettata in
bocca.
-Lo so, ma ci
devo pensare ancora un po’…
-Non hai mica
paura di perdere?-chiese Atticus, mentre finiva, un po’
controvoglia, di
mangiare il suo pasto.
-No, se Crowler
me l’ha chiesto significa che ne sono all’altezza.
Poi, da quando sono qui in
Accademia non ho mai perso un duello, perciò credo di avere
delle ottime
possibilità di vincere. Però, si tratta di una
grossa responsabilità… Devo
rappresentare l’Accademia e non posso permettermi di
sbagliare! Voglio
prendermi un po’ di tempo per rifletterci con
calma…
-Strano! Se si
tratta di un duello, sfideresti anche il Re dei Giochi in persona! Non
è da te
essere così insicuro…-commentò Yusuke.
-Non
fraintendermi, non sono insicuro. Devo solo valutare bene la
situazione…
-C’è qualcosa
che ti preoccupa?-chiese il dongiovanni del gruppo, sporgendosi verso
l’amico.
-In realtà
sì…-mormorò l’altro Obelisk,
allontanandosi leggermente dal castano. Lo metteva
sempre a disagio quando si avvicinava troppo al suo volto.
-E’ qualcosa di
cui puoi parlarci?-chiese ancora Atticus, ritraendosi.
-Volendo sì, ma
non voglio coinvolgervi inutilmente.
-Non c’è
problema, siamo amici! Dico bene, Yomi?
Lo studente dai
capelli castani si era voltato verso la giovane in cerca di
approvazione. La
Slifer lo guardò per qualche secondo, poi simulando
indifferenza esclamò:
-Perché mi hai
messo nel mezzo? Io non sono vostra amica!
Zane si lasciò
sfuggire una smorfia divertita. La ragazza lo fulminò con lo
sguardo,
indispettita.
-Non mi credi?!
-Se fai quella
faccia buffa, mi riesce difficile poterti credere!-le rispose il
giovane dai
capelli blu.
-Stupido antipatico!
Detto questo, la
studentessa si alzò e si diresse, stizzita, verso le scale,
che portavano
all’interno della struttura. Atticus, preoccupato che si
fosse arrabbiata sul
serio, le andò dietro, cercando di spiegarle che
l’amico non la stava
assolutamente prendendo in giro.
-Accidenti, l’hai
fatta arrabbiare…-commentò Yusuke, una volta che
furono rimasti soli.
-Non credo; sta
solo facendo finta…
-Ne sei sicuro?
A me sembrava arrabbiata sul serio…
-Sì, fidati! Ha
solo qualche difficoltà a dimostrare ciò che
pensa e, per questo, tende a
mentire, tutto qui.
-Vedo che hai
imparato a conoscerla bene… Riesci a capirla meglio di
chiunque altro… Forse
più di me…-mormorò l’altro.
-Dici?-chiese
Zane, cercando di nascondere il rossore che il commento
dell’amico gli aveva
suscitato. L’Obelisk dai capelli verdi non rispose. Aveva
notato la reazione
dell’altro e si stava domandando cosa realmente provasse per
la Slifer.
-Comunque, cos’è
che ti preoccupa così tanto da farti rinunciare ad un
duello?-chiese Yusuke,
dopo qualche minuto, mentre raccoglieva i cartoni vuoti del pranzo e li
gettava
in uno dei cestini che si trovavano sulla terrazza.
-Immagino che
debba dirtelo…
-Non hai molte
alternative… Se non lo fai, potrei anche trovare il modo di
ricattarti!-fece
l’altro, ridendo.
-Mi preoccupa Makoto…
Yusuke si voltò,
un po’ sorpreso. Si aspettava qualsiasi cosa, tranne questa.
-Come mai?
-Non mi piace e non
riesco a fidarmi di lui. Inoltre, è molto orgoglioso e non
so come potrebbe
reagire una volta che verrà a sapere che hanno scelto me e
non lui, come
rappresentante dell’Accademia…-disse Zane.
-Conoscendolo,
si arrabbierà di sicuro… Ed escogiterà
un modo per fartela pagare. Fa sempre
così!-commentò serio l’altro Obelisk.
-E’ proprio per
questo motivo che non sono sicuro di accettare… Non vorrei
che se la prendesse
anche con voi…
-Non devi
preoccuparti! Ormai, io e Atticus siamo già sulla sua lista
nera… E’ dall’anno
scorso che non fa che prenderci in giro e denigrarci, in tutti i modi
possibili. Non credo che possa escogitare qualcosa di
peggiore…
-Questo lo so…
Ma sono preoccupato anche per Yomi… Potrebbe prendersela
anche con lei!
-Non credo… Yomi
è una ragazza. Per lui le ragazze sono intoccabili,
esattamente come per
Atticus. Le difende sempre e le aiuta; con loro sembra quasi
un’altra persona. L’hanno
persino soprannominato “L’Angelo
dell’Accademia”, per i suoi atteggiamenti da
principe azzurro. Dubito che possa prenderla in giro o cose simili!
-Io non ne sarei
così sicuro… Ci sono tanti modi per ferire una
persona, non solo fisicamente…-mormorò
l’altro.
Yusuke rimase
qualche secondo in silenzio, guardando l’amico. Poi, disse:
-Dovresti
accettare! Se Yomi venisse a sapere che hai rinunciato al duello per
colpa sua,
si arrabbierebbe molto… E se Makoto prova a prendersela con
lei, la
proteggeremo noi! Anche se non credo che ce ne sia bisogno! Lei
è in grado di
difendersi da sola e sono abbastanza sicuro che non le piacciano i tipi
come
lui…
-Sì, forse hai
ragione… Ci penso un altro po’ e poi decido.-disse
Zane, alzandosi in piedi e dirigendosi
verso le scale. Yusuke lo seguì, un po’ sollevato.
Era riuscito, in un modo o
nell’altro, a risollevare il morale dell’amico.
Avevano appena
sceso l’ultimo scalino, quando notarono proprio il biondo
dalla giacca bianca mentre
parlava con una ragazza dalla divisa rossa.
-Guarda chi c’è…
Si parla del diavolo e spuntano le corna!-fece il giovane dai capelli
verdi,
indicando lo studente del terzo anno con un cenno del mento.
-E quella è
Yomi…-gli fece eco l’altro. Poi, si
avvicinò ai due studenti e, alzando la
voce, si affrettò a richiamare l’attenzione della
ragazza.
La studentessa,
non appena si sentì chiamare, si voltò e rimase
leggermente sorpresa nel vedere
il volto arrabbiato dell’amico, mentre le veniva incontro.
-Zane, è
successo qualcosa?
-Cosa sta
succedendo?-chiese l’altro a sua volta, ignorando la domanda
della giovane e
lanciando uno sguardo fulminante all’altro studente.
Makoto sorrise, facendo
finta di non aver notato l’espressione torva
dell’altro.
-Niente di cui
preoccuparsi… Mi stavo soltanto accertando che Yomi stesse
bene!-gli rispose il
biondo.
-E perché? Da
quando in qua ti interessi a lei?
-Non posso
essere gentile con una bella ragazza?
-Rispondi alla
mia domanda…
-Zane, stai
esagerando…-commentò irritata la ragazza del
primo anno.
-Sarebbe veramente
inaccettabile se qualcuno le desse fastidio solo perché si
trova nel dormitorio
rosso, non trovi?-rispose Makoto, continuando a sorridere.
-Non ce n’è
bisogno… Lei è in grado di difendersi anche da
sola!
-Come siamo
insensibili! Si tratta pur sempre di una ragazza, non di un teppista!
Le
ragazze devono essere protette… E’ il compito di
noi uomini!
-Credimi, lei
non ne ha alcun bisogno!-esclamò Zane.
-Anche se fosse
come dici tu, nessuno mi vieta di rivolgerle la
parola…-commentò pacato
l’altro.
-Te lo vieto io…
-E tu chi
saresti?
-Nessuno!-esclamò
la giovane, intromettendosi tra i due. Poi, rivolta a Zane, disse:
-Adesso
smettila! Non c’è alcun bisogno che tu intervenga!
Stavamo solo parlando,
niente di più! Non sei nessuno per comportarti in questo
modo!
-Yomi, tu non-
-Niente scuse!
Non mi aspettavo un comportamento simile da parte tua! Adesso
sparisci!-esclamò,
spingendo via l’amico.
-Aspetta!-protestò
l’altro, mentre cercava inutilmente di resistere.
-A quanto pare,
Yomi è in grado di decidere per conto
suo…-commentò Makoto.
Zane gli lanciò
un’occhiataccia, irritato.
-Va bene, me ne
vado…
Detto questo,
l’Obelisk si allontanò, seguito da Yusuke, che era
rimasto in disparte ad
osservare la scena.
-Scusami…-disse
la Slifer al biondo, dopo che i due del secondo anno si furono
allontanati.
-Non ti
preoccupare, posso capirli! In fondo, è normale voler
proteggere una bella
ragazza come te! Deve essere difficile, essere l’unica
ragazza del dormitorio
rosso… Anche Atticus, prima, è stato
eccessivamente protettivo…
-Non riesco a
capire cosa sia preso a tutti loro…
-Io, invece,
penso di saperlo… Credo che sia per il fatto che non mi
hanno molto in simpatia…
A dirla tutta, non capisco cosa abbia fatto per meritarmi tutto questo
odio!
-Non credo che
sia questo il motivo…-commentò l’altra.
-Sei una
matricola, quindi non puoi sapere cosa è successo
l’anno scorso.
-L’anno scorso?
-Lasciamo
perdere…
-No, aspetta!
Dimmi cos’è successo!
Makoto la fissò
per qualche secondo, pensieroso, poi disse:
-No, meglio di
no… Sono tuoi amici, dico bene? Sarebbe un peccato rovinare
un’amicizia per colpa
di qualche stupido errore del passato…
-Hanno fatto
qualcosa di male?-chiese Yomi, ansiosa. Era preoccupata e non riusciva
a
nasconderlo.
-No, non
proprio… Cioè, dipende da cosa intendi tu con
“male”! Lasciamo stare; è meglio
se non sai nulla…
-Non se ne
parla! Adesso me lo dici!-s’impuntò la ragazza.
-Non credo che
questo sia il momento e il luogo giusto… Te ne
parlerò in un altro momento, te
lo prometto! Adesso, però, devo andare…-fece
l’altro. Poi, salutò la Slifer con
un gesto della mano, si voltò dall’altra parte e
se ne andò.
Yomi non rispose
al saluto e rimase per qualche secondo a fissarlo. Poi, si
voltò nella
direzione opposta e si diresse verso la sua aula.
“Chissà cosa è
preso a tutti… E non capisco a cosa alludesse Makoto! Certo
che sono proprio
dei bei tipi! Prima vogliono che faccia amicizia con gli altri studenti
e poi
si arrabbiano se mi fermo a parlare con uno di loro! E da Zane non mi
aspettavo
proprio un comportamento simile! A volte non riesco proprio a
capirlo… Oggi,
poi, non lo sopporto! Prima mi prende in giro e adesso va su tutte le
furie per
niente… E lui sarebbe quello maturo con la testa sulle
spalle?!”
-Mah… Chi li
capisce è bravo!-mormorò tra sé e
sé.
-Principessa,
permettete una parola dal vostro umile servitore?-domandò lo
spirito del
samurai rosso fuoco, materializzandosi al fianco della Slifer.
-Yuki, quante
volte devo dirti di non comparire mentre sono in mezzo alla gente? Non
voglio
passare per pazza solo perché ti rispondo…-disse
la studentessa, abbassando
repentinamente il tono della voce.
-Perdonatemi, ma
c’è una cosa di cui vorrei mettervi al
corrente…-continuò l’altro.
-Spero che non
sia una stupidaggine o una delle tue solite fissazioni…
-Si tratta del
ragazzo con cui avete appena parlato…
-Makoto?
-Esattamente…
-Non piace
neanche a te?-fece la ragazza, cercando di assumere
l’espressione più naturale
possibile.
-Non proprio… E’
solo che non mi sembra una persona di cui possiate fidarvi.
C’è qualcosa in lui
che non mi piace. Vi chiedo di stare attenta…
-Non capisco
cosa prenda a tutti voi… Stavamo solo parlando, no? O vuoi
vietarmi anche tu di
parlare con le altre persone?!
-Non è certo mia
intenzione, né tantomeno potrei mai permettermi di
farlo…
-Allora cosa
vuoi?-il tono della ragazza si stava facendo sempre più
irritato.
-Volevo solo
chiedervi di stare attenta…
-D’accordo, lo
farò… Ma non capisco cosa abbia di
così pericoloso. Sembra un ragazzo come
tutti gli altri…
Lo spirito di
Duel Monster scomparve di nuovo. Non appena si fu volatilizzato, la
studentessa
tirò un sospiro di sollievo. Si era stufata di sentirsi dire
cosa doveva fare e
non le piaceva il modo in cui avevano trattato Makoto. Non che le fosse
particolarmente simpatico; soltanto non lo trovava così
pericoloso da
giustificare tutta quella diffidenza.
“In fondo è solo
un ragazzo; cosa potrà mai fare di così
pericoloso? Sembra il classico tipo che
si vanta di essere il migliore e che se la prende con i più
deboli, ma
dall’essere un bullo all’essere pericoloso ce
n’è di strada! E trattarlo come
se fosse il peggior criminale del pianeta non è un
bell’atteggiamento; non me
l’aspettavo da uno come Zane… Mi ha
deluso!” pensò, mentre varcava la porta
della sua aula. Poi, prese posto velocemente ad un banco delle prime
file; tra
non molto, sarebbero iniziate le lezioni pomeridiane.
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Capitolo 9 *** Capitolo 9- Il primo vero litigio ***
Capitolo
9- “Il
primo vero litigio”
Le
lezioni erano
appena finite e Yomi stava sistemando le proprie cose, quando si
sentì chiamare
dalla porta. Si voltò leggermente irritata e vide Yusuke,
con il fiato corto.
Sembrava che avesse corso per tutta la scuola.
-Non ti sei
dimenticata di quello che dobbiamo fare oggi, vero?-chiese il ragazzo,
mentre
riprendeva fiato e si avvicinava alla giovane, destando la
curiosità dei
presenti.
-No, non ti
preoccupare… Sarei venuta, nonostante
tutto…-mormorò l’altra, finendo di
raccogliere i libri.
-Sei ancora
arrabbiata per quello che è successo prima?
-Sì, ma non con
te… Quindi non preoccuparti!-rispose la Slifer, avviandosi
verso la porta
dell’aula. Yusuke la seguì.
-Vuoi che ti
aiuti a portarli?-chiese l’Obelisk dopo un po’,
indicando i volumi che la
ragazza stringeva al petto.
-Non ce n’è
bisogno…
L’altro fece per
ribattere, ma ci ripensò e rimase in silenzio. Aveva notato
l’espressione
irritata e insofferente dell’amica e aveva pensato bene di
non insistere oltre.
L’ultima cosa che voleva era farla arrabbiare inutilmente.
“Non so cosa
dire… Sembra veramente arrabbiata! Immagino che Zane abbia
esagerato prima; non
doveva insistere così tanto…”
pensò lo studente, mentre seguiva la Slifer per i
corridoi dell’Accademia.
I due uscirono
dall’edificio principale e imboccarono il sentiero che
portava al dormitorio
blu. Erano rimasti in silenzio per tutto il tempo e Yusuke si stava
chiedendo
cosa potesse fare per allentare un po’ la tensione che si era
creata.
-Senti… Per caso
è successo qualcosa tra voi e Makoto?-fece la giovane,
quando furono in
prossimità del dormitorio Obelisk.
-Perché me lo
chiedi? Ti ha detto qualcosa?-chiese a sua volta l’altro,
preoccupato.
-Non proprio…
Era come se volesse e non volesse dirmi niente allo stesso
tempo…
-Meglio lasciar
perdere… Non sono delle belle storie…
-E’ la stessa
cosa che mi ha detto lui…
-Una volta ogni
tanto siamo d’accordo su
qualcosa…-commentò l’Obelisk sottovoce.
-Quindi devo
dedurre che è successo qualcosa tra di voi…
-Yomi, è meglio
se non sai nulla! E a dirla tutta, sono d’accordo con Zane
quando dice che non
dovresti parlare con quel tipo…
-Adesso ti ci
metti pure tu?!-sbottò scocciata la Slifer, fermandosi di
colpo.
-Ho solo
espresso un’opinione…
-E con questo?!
-Lo sto dicendo
per il tuo bene!
-Non mi sembra
di avertelo chiesto!
-Te lo sto
dicendo perché per me sei un’amica
preziosa…
-Non m’interessa!
Che motivo avete di trattarlo in questo modo?! Potrebbe non essere
simpatico,
ma è pur sempre una persona! Magari vuole solo essere vostro
amico…
-Ne dubito…
-Comunque sia,
non avete il diritto di trattarlo in quel modo! Vi comportate proprio
come quei
bulli che se la prendono con gli studenti del dormitorio rosso!
-Yomi, stai
esagerando…
-No, siete voi
quelli che stanno esagerando! Ho sbagliato a fidarmi di
voi!-esclamò arrabbiata
la studentessa. Poi
girò i tacchi e
ritornò verso gli edifici principali del campus, lasciando
l’amico lì dov’era.
Yusuke la guardò allontanarsi, ancora un po’
scioccato per la sua reazione. Non
si aspettava che si arrabbiasse così tanto.
“Cos’ho detto di
male? Le ho solo detto che non dovrebbe frequentarlo…
Perché si arrabbia tanto?
E’ proprio una gran testarda! Siamo solo preoccupati per
lei… Se non capisce
che lo facciamo per il suo bene, non è colpa mia…
Non posso dare peso a tutti i
suoi capricci! E poi non capisco proprio perché si arrabbi
tanto…” pensò il
giovane, mentre riprendeva a camminare verso il dormitorio blu. Sapeva
bene che
quello che avevano cercato di fare era giusto; se Yomi non lo capiva
non poteva
farci niente. E andarle dietro, cercando di farla ragionare come
avrebbe fatto
Atticus, non sarebbe servito a molto.
La ragazza,
intanto, aveva raggiunto di nuovo l’ingresso
dell’Accademia e l’aveva superato,
dirigendosi verso il porto. Aveva appena raggiunto la scogliera, quando
vide un
gruppo di Obelisk vicino al dormitorio rosso.
“Che strano…
Quando gli Obelisk si prendono la briga di venire fino al dormitorio
Slifer,
non è mai un buon segno! Di solito portano solo
guai… Forse è meglio dare
un’occhiata!”
pensò Yomi, avvicinandosi, poi, per vedere cosa stesse
succedendo.
-Allora, dove
sono le carte che vi ho chiesto?-fece uno degli Obelisk, rivolgendosi a
due studenti
impauriti.
-Non le abbiamo,
ci dispiace…-balbettarono i due, mentre si guardavano
intorno, in cerca di una
via di fuga.
“Sbaglio, o quei
due sono in classe mia? Cavoli, non mi ricordo nemmeno come si
chiamano… Non mi
sembra che si stia mettendo bene per quei due! Forse dovrei
intervenire… Cosa
farebbe Yusuke?” pensò la ragazza.
-Vi dispiace?! E
cosa dovrebbe importarmi? Mi sembrava di essere stato chiaro; se non
volete che
vi faccia del male, dovete tirare fuori quelle carte!-disse pacato
l’altro
studente.
-Ma non le
abbiamo!-protestarono debolmente i due.
-E noi non vi
crediamo! Sappiamo che ce l’avete… Tiratele
fuori!-esclamò un altro Obelisk,
avvicinandosi minaccioso e mostrando il pugno destro ai due Slifer.
Yomi era
talmente vicina da poter sentire cosa si stavano dicendo. Aveva capito
cosa
stava succedendo e non le piaceva come si stavano mettendo le cose per
quei due
poveri ragazzi.
“Chissà cosa
aspettano ad intervenire… Non vorranno mica che i loro amici
vengano
picchiati?!” pensò la giovane, guardando la porta
della caffetteria. Aveva
avvertito chiaramente che all’interno dell’edificio
c’era qualcuno che stava
cercando, in tutti i modi, di passare inosservato. Probabilmente non
volevano
essere coinvolti inutilmente in qualche disputa tra dormitori. In
fondo, gli
Slifer erano gli sfigati dell’Accademia, sempre presi in giro
da tutti,
studenti e professori; erano deboli e non erano in grado di farsi
rispettare,
da nessuno. Era logico che non volessero farsi coinvolgere!
“E pensare che
secondo Yusuke erano molto più uniti degli Obelisk! A me
sembra piuttosto il
contrario… Come fanno a starsene immobili, mentre minacciano
i loro compagni?!”
pensò, continuando a guardare l’edificio, nella
speranza che qualcuno
intervenisse. Poi, tornò a concentrarsi sul gruppo di bulli,
chiedendosi cosa
avrebbe potuto fare. Fino a pochi mesi prima, avrebbe tirato a dritto,
senza
preoccuparsi di cosa sarebbe successo. Avrebbe pensato che se non erano
capaci
di difendersi da soli erano solo dei falliti e che non c’era
alcun motivo per
difenderli. Ma adesso era diverso! Non se la sentiva di voltare loro le
spalle,
come se niente fosse. Sapeva bene cosa voleva dire sentirsi abbandonati
e,
nonostante fino a poco tempo prima credesse che fosse giusto far
soffrire gli
altri tanto quanto aveva sofferto lei, adesso aveva capito che si stava
sbagliando. Il fatto che avesse sofferto non le dava il diritto di fare
le
stesse cose a persone che nemmeno conosceva. Anzi, proprio
perché conosceva
quel dolore, doveva fare di tutto per evitare che gli altri ne
venissero a conoscenza!
E proprio per questo motivo, decise di intervenire e salvare i due
malcapitati
Slifer.
-Allora, ce le
date o no?!-insistette uno degli Obelisk, afferrando uno dei due per il
colletto della giacca.
-Sei stupido o
cosa? Non hai sentito cosa ha detto?-esclamò la ragazza,
avvicinandosi al
gruppetto.
-Fatti gli
affari tuoi, matricola!
-Sono anche
affari miei!
-Guarda guarda,
abbiamo una Slifer coraggiosa qui! Come mai non scappi come fanno i
tuoi
compagni?-disse, con tono di scherno, uno dei quattro, lasciando la
presa sullo
Slifer, che, approfittando dell’arrivo della ragazza, si
allontanò il più
velocemente che poteva dal gruppo di studenti, seguito
dall’amico.
-Come se quattro
cretini senza cervello, come voi, possano riuscire a
spaventarmi!-commentò Yomi,
sarcastica.
-Vuoi essere
picchiata anche tu?!
-Provateci!
-Non ti conviene
scherzare con il fuoco, ragazzina!-ringhiò uno degli Obelisk.
-Lo stesso
discorso vale per voi…-rispose calma l’altra.
Il gruppo di
bulli si stava innervosendo. Il tono sarcastico della ragazza li stava
facendo
arrabbiare.
-Per caso vuoi
fare compagnia ai tuoi amici imbranati?!
-Se non volete
farvi male, vi conviene andarvene! E dato che sono buona, vi concedo
tre
secondi di tempo…-continuò l’altra,
ignorando i loro commenti.
-Vuoi proprio
essere picchiata, eh?
-1…-disse Yomi,
continuando a ignorare i quattro studenti.
-Hai intenzione
di prenderci per il culo?!-esclamò quello che sembrava
essere il capetto del
gruppo.
-2…-continuò
l’altra, come se niente fosse.
-Ma chi ti credi
di essere?!-sbraitò l’altro, afferrandola per il
colletto. Yomi non si
scompose.
-3… Peggio per
voi, vi siete scavati la fossa da soli!
Detto questo, la
ragazza sferrò una ginocchiata in pieno stomaco allo
studente che l’aveva
afferrata per la divisa, facendolo rannicchiare in terra, dolorante.
Gli altri
rimasero ammutoliti per lo shock. Nessuno dei presenti, né i
quattro Obelisk,
né gli Slifer che si erano affacciati dalla caffetteria, si
aspettavano una
reazione del genere.
-Adesso non fai
tanto il gradasso! Te l’avevo detto che ti conveniva
andartene senza fare
storie! Povero babbeo! Così impari a sottovalutarmi! Se ti
trovo di nuovo a
fare il bullo con qualche altro studente, non te la caverai con una
ginocchiata! Capito?-fece la giovane, premendo con il piede sulla testa
dello
studente, come a volerlo umiliare più di quanto non avesse
già fatto.
-Sì...-mormorò
l’altro, ancora accasciato in terra, senza nemmeno alzare lo
sguardo.
Yomi sorrise,
compiaciuta, poi si scansò, per permettere
all’Obelisk di alzarsi da terra e di
allontanarsi, seguito a ruota dagli amici.
Non appena il
gruppetto si fu allontanato, dalla caffetteria uscirono gli altri
studenti del
dormitorio, che erano rimasti tutto il tempo ad assistere alla scena
senza
muovere un muscolo.
-Non dovevi
farlo! Non ne avevi né il motivo, né il
diritto!-disse uno di loro,
probabilmente uno studente del terzo anno.
-E’ incredibile!
Vi salvo la pelle e voi mi rimproverate…-commentò
l’altra, cercando di mantenere
i nervi saldi.
-Non hai idea di
cosa hai appena fatto… Adesso non ci lasceranno
più in pace! Complimenti!-continuò
l’altro, alzando la voce.
-Provate a
difendervi, invece di rimanere immobili come dei
cretini!-ribattè l’altra,
sempre più irritata. Non le piaceva il modo in cui la stava
trattando e non
voleva mettersi a discutere anche con loro. Non voleva essere
ringraziata, ma
nemmeno essere aggredita in quel modo, solo perché aveva
cercato di proteggere
delle persone.
-Ecco perché non
sopporto le matricole! Non sanno niente di come funziona qui e non
fanno altro
che creare problemi! Anche voi due…-disse l’altro,
rivolgendosi ai due ragazzi
che erano stati presi di mira dal gruppo di bulli.
-Ci dispiace,
Eichi!-risposero i due, in coro.
-Per quanto ti
riguarda, in qualità di rappresentante del dormitorio rosso,
riferirò tutta la
faccenda al cancelliere e farò in modo che tu venga punita!
Forse, così
facendo, evito che succeda il finimondo con il dormitorio
blu…-continuò l’altro
Slifer, volgendosi di nuovo verso la giovane.
-Stai
scherzando?!-esclamò Yomi, avvicinandosi minacciosa
all’altro ragazzo.
“Non m’importava
se è del terzo anno; non posso sopportare un affronto
simile! Mi sta trattando
come se fossi il peggior teppista dell’isola, come se avessi
fatto chissà cosa!”
-No, per niente!
-Stai dicendo
che vuoi mettere me nei guai, solo perché ho voluto aiutare
due ragazzi, e non gli
Obelisk, che fanno sempre cosa pare a loro e continuano a maltrattarvi!
-Voi del primo
anno siete proprio noiosi… Venite qui e pretendete di voler
cambiare le cose!
Gli Obelisk devono comportarsi in questo modo; è necessario!
-Tu sei pazzo!
Che razza di discorsi sono?!-esclamò infuriata la giovane,
afferrando l’altro
per la divisa.
-Mi aggredisci?
Così non migliori di certo la tua situazione…
Vuoi essere espulsa?
-Bastardo!
-Yomi, calmati!
Non devi arrivare alle mani!-esclamarono due Slifer del primo anno,
afferrando
la ragazza per le spalle e allontanandola dall’altro. Yomi
cercò inutilmente di
liberarsi dai due giovani, che la trascinarono quasi di peso via dal
dormitorio
rosso, su un sentiero che portava alla banchina del porto. Gli altri
studenti
del primo anno seguirono i tre, cercando di far placare l’ira
irruenta della
matricola.
-Lasciatemi!-esclamò
la studentessa, mentre veniva trascinata via da quelli del primo anno.
-Non possiamo!
Cerca di calmarti…-le risposero gli altri studenti,
continuando a trascinarla
per il sentiero che costeggiava la scogliera.
-Come faccio a
calmarmi?! Ma l’avete sentito! Mi stava accusando di avervi
salvato le chiappe!
E’ ridicolo!-esclamò la studentessa, rivolgendosi
alle due vittime di bullismo.
I due si
guardarono per un po’ in silenzio, incerti su cosa dire, poi
uno dei due disse:
-Il
rappresentante ha ragione. Non saresti dovuta intervenire…
-E perché? Non
ho fatto niente di male!
-Lo sappiamo
bene, ma quelli del secondo e del terzo anno non vogliono ribellarsi
agli
Obelisk. E poi, la colpa era anche nostra…
-Perché? Cos’è
successo?-chiese Yomi, calmandosi un poco.
-Tu non ci sei
mai al dormitorio rosso, perciò non puoi sapere come
funzionano le cose. Il
ragazzo Slifer che hai minacciato poco fa è il nostro
rappresentante di
dormitorio. Da quanto ho capito, esiste una specie di accordo con
qualcuno di
molto influente del dormitorio blu… In realtà, i
dettagli non li conosce
nessuno, a parte Eichi. Inoltre, sembra che questa storia vada avanti
da
diversi anni…
-Un accordo? A
cosa vi riferite?
-Secondo quanto
hanno stabilito, sembra che a turno, più o meno ogni
settimana, due ragazzi
dello Slifer rosso debbano consegnare un certo numero di carte agli
studenti
dell’Obelisk blu. Il numero viene stabilito di volta in volta
e nessuno può
rifiutarsi.
-Ma è assurdo?!
-Certo che lo è,
ma ai ragazzi più grandi, soprattutto al rappresentante, sta
bene così. E alla
fine, quelli che ci rimettono siamo sempre noi…
-Sheppard lo sa?
-No, e non deve
saperlo!
-E perché?-chiese
la giovane, sempre più allibita.
-Se venisse a
saperlo, il nostro dormitorio cesserebbe di esistere.
-State
esagerando! Nessun Obelisk può fare una cosa del genere!
-Il cancelliere
non riesce a controllare tutta la scuola come vorrebbe. Ci sono diverse
cose su
cui la sua influenza non conta nulla… E i rapporti tra i
dormitori è una di
quelle! Credimi quando ti dico che potrebbero anche
abbatterlo…
-E’ assurdo!
-…
-Aspettate,
quindi mi state dicendo che questa volta è toccato a voi due?
-Sì… Stamani il
rappresentante è venuto in camera nostra, dicendo che
eravamo stati estratti e
che dovevamo consegnare agli Obelisk quattro carte a testa. In
particolare, io
dovevo consegnare “Cambiare idea” e lui
“Mago della fede”. Quando sono arrivati
i tizi dell’Obelisk, ci siamo rifiutati di consegnare quelle
due carte. Gli
abbiamo detto che non le avevamo più, ma loro insistevano
nel dire che le
avevamo e che non dovevamo mentire, perché se ne sarebbero
accorti subito. Le
cose hanno iniziato a peggiorare e il rappresentante ha detto che la
colpa era
nostra e che nessuno si sarebbe dovuto azzardare ad aiutarci,
altrimenti ci sarebbe
andato di mezzo tutto il dormitorio.
-Immagino che
gli abbiano dato tutti retta…-commentò Yomi.
-Adesso capisci
perché non dovevi intervenire?
-No, non capisco
proprio per nulla! Quello che dite non ha il minimo senso!
-Ma…
-Niente scuse!
Vi state comportando come dei vermi, strisciate sotto la scarpa degli
Obelisk e
fate come dicono solo perché avete paura! Le persone vili
come voi sono
insopportabili!
-Non possiamo
ribellarci…
-Invece potete!
Dovete iniziare a pestare un po’ i piedi e vedrete che
inizieranno a portarvi
rispetto!
-Per te è
facile; nessuno se la prenderebbe con una ragazza!-ribattè
l’altro Slifer.
-Invece ti
sbagli! Hanno provato a mettermi i piedi in testa fin da subito, ma gli
ho
fatto capire che non ho alcuna intenzione di farmi comandare da loro!
Dovete
farlo anche voi, sia con gli Obelisk, sia con gli altri Slifer.
-Stai dicendo
che dobbiamo infrangere le regole?-chiese preoccupato uno dei ragazzi.
-Se per voi
quello che vi dice il rappresentante sono regole, allora
sì…
-Non possiamo
farcela…
-Certo che
potete! Basta impegnarsi e credere un po’ di più
in voi stessi!
Il gruppetto
rimase in silenzio per diversi minuti a rimuginare su ciò
che aveva detto la
ragazza. Di tanto in tanto si guardavano, cercando di scoprire cosa
stessero pensando
gli altri.
-Hai ragione;
non possiamo continuare in questo modo…-mormorò
ad un certo punto un ragazzo
grassoccio, con la divisa bianca e rossa.
-Certo che ho
ragione!-rispose l’altra.
-Però, adesso
sei nei guai…-commentò un altro.
-Già, è vero! Se
raccontano quello che è successo a Sheppard, rischi di
essere espulsa
dall’Accademia…
-Non
preoccupatevi, basta parlare con Sheppard e spiegargli come-
-Non dovresti…
Non è una buona idea spifferare tutto!-la interruppe una
matricola.
-E secondo voi,
cosa dovrei fare?-chiese l’altra, leggermente scocciata.
-Dovresti
prenderti le tue
responsabilità…-commentò il ragazzo,
con un filo di voce. Era
impaurito dalla Slifer e aveva paura che potesse arrabbiarsi
ulteriormente.
-Non credevo che
l’avresti detto… Non ho parole!
-…
-Immaginavo che
sarebbe finita così! Se volete che mi prenda le mie
responsabilità, va bene, ma
non pensate che mi prenda tutta la colpa!
Detto questo, Yomi
si diresse in direzione della struttura principale
dell’Accademia, dove si
trovava la presidenza. Giunta in prossimità
dell’ingresso, si scontrò con il
rappresentante del dormitorio rosso, che stava uscendo
dall’edificio, reduce da
una lunga chiacchierata con il cancelliere.
-Credo che il
cancelliere voglia vederti… E non sembra molto
contento!-disse quest’ultimo,
guardando compiaciuto la ragazza.
-Pensi davvero
di passarla liscia? Sei un povero idiota…
-Ne riparliamo
dopo la tua chiacchierata con Sheppard…-rispose
l’altro, superando la studentessa
e dirigendosi verso il dormitorio blu.
-Credo che stia
andando a sistemare le cose con quelli del dormitorio blu…
Mi sa che sei nei
guai!-commentò lo Slifer grassoccio, guardando la giovane.
-Mi hai seguita?-chiese
Yomi, sorpresa nel vedere il compagno di classe.
-Non potevi
andarci da sola! Avrai bisogno di un po’ di sostegno,
no?-fece l’altro,
sorridendo fiducioso.
-Sei gentile
Chumley…-commentò la ragazza, sorridendo
anch’essa, a sua volta.
Il ragazzo dalla
divisa bianca e rossa, le cui fattezze ricordavano molto un koala,
arrossì
leggermente di fronte al complimento dell’altra. I due, poi,
entrarono dentro
all’edificio e si diressero, quasi di corsa,
nell’ufficio del cancelliere.
Arrivati di fronte alla porta, Yomi fece un sospiro per scaricare la
tensione e
bussò delicatamente alla porta.
-Avanti!-disse,
con tono autoritario, una voce dall’interno.
I due Slifer
varcarono la soglia, con il cuore in gola.
All’interno della
stanza c’era solo Sheppard, seduto sulla sua poltrona e
voltato verso la
finestra che si trovava alle sue spalle.
-Mi cercava,
cancelliere?-esordì Yomi, facendo finta di non sapere il
motivo per cui era
stata chiamata.
L’uomo sospirò,
poi si voltò verso i due studenti, scuotendo la testa.
-Sono contento
che tu sia venuta così presto…-disse
l’uomo, rivolgendosi alla ragazza.
-Di cosa voleva
parlarmi?-chiese di nuovo la studentessa.
-Eichi mi ha
appena informato di quello che è successo al dormitorio
rosso…
-Cioè?
-Mi ha detto che
hai attaccato briga con un gruppo di Obelisk e che hai sferrato una
ginocchiata
ad uno di loro. Poi hai minacciato pure lui… E’
vero?
-In parte sì, in
parte no… E’ vero che ho picchiato quel tipo e che
ho minacciato anche Eichi,
ma non sono stata io la prima ad attaccare briga e, se ho agito
così, è stato
solo per difendere due studenti del dormitorio rosso che erano stati
presi di
mira da quelli dell’Obelisk blu… Sono stati loro
ad iniziare!
-Però hai alzato
le mani…-mormorò l’uomo.
-Sì, questo è
vero…-ammise Yomi.
-Non posso chiudere
un occhio, lo capisci?
-Sta dicendo che
mi vuole punire lo stesso?-chiese la ragazza, cercando di frenare il
suo
stupore.
-Hai comunque
alzato le mani su un altro studente e, a prescindere dalle motivazioni
che
potevi avere, è sbagliato. Devo comunque punirti!
-Vuole
espellermi?-l’espressione della Slifer divenne
improvvisamente preoccupata. In
quel momento aveva realmente paura che potesse cacciarla
dall’Accademia.
-No… Non è così
grave da richiedere l’espulsione. Ne devo parlare con gli
altri insegnanti,
comunque… Per ora, volevo solo sapere la tua versione dei
fatti…-continuò
l’altro, tranquillizzando la giovane.
-Quindi posso
andare?
-Aspetta! Il
ragazzo che hai picchiato è Jonouchi Goruden, vero?-chiese
Sheppard.
-Ehm…
-Sì, è
lui…-rispose Chumley al posto della ragazza. Yomi
ringraziò mentalmente il
compagno; lei non aveva la più pallida idea di chi fosse
quel tipo.
-Capisco… Per
ora puoi andare!-fece il cancelliere, facendo segno ai due studenti di
uscire
dalla stanza.
Una volta fuori,
Chumley le chiese cosa avesse intenzione di fare.
-Non saprei…
-Vuoi sfidarlo a
duello?-chiese lo Slifer, con un filo di ansia.
-Potrebbe essere
un’idea, ma purtroppo non posso…
-Menomale! Quel
tipo è piuttosto forte e uno Slifer non avrebbe nemmeno
mezza chance di
vincere… E’ troppo forte, anche per una come te!
-Chi? Quel
Jonouchi?-chiese la ragazza.
-Già, proprio
lui… Non devi sottovalutarlo! E’ uno tra gli
Obelisk più forti di tutta
l’Accademia!
-Interessante…-mormorò
l’altra, sorridendo eccitata.
-Ti piace
proprio duellare, eh?
-Perché? A te
non piace?
-Se fossi bravo credo
che mi divertirei anch’io…
-Non hai molta
fiducia in te stesso!-commentò Yomi. Poi salutò
il compagno e si allontanò,
diretta verso l’ingresso principale. Giunta in
prossimità delle scale del
secondo piano, incrociò i tre studenti
d’elitè, che salivano quasi di corsa.
Non appena i tre si accorsero della presenza della ragazza, si
fermarono di
colpo.
-Cosa hai fatto?-chiese
Atticus, con un filo di voce.
-Di cosa parli?-chiese
a sua volta l’altra, stupita. Non capiva a cosa si riferisse
l’amico.
-Parlo di
Jonouchi… Perché l’hai
picchiato?-insistette l’altro.
-E voi come fate
a saperlo?
-L’ha strillato
per tutto il dormitorio. Dice che la ragazza Slifer ha avuto il
coraggio di
picchiarlo… E l’unica Slifer tra le ragazze sei tu!
-Che
esagerazione… Gli ho solo tirato una
ginocchiata…-commentò Yomi, pacata.
-“Solo una
ginocchiata”?! Ma ti rendi conto delle conseguenze?! Potresti
essere espulsa!-sbottò
Yusuke arrabbiato.
-Certo che me ne
rendo conto, ma non ho intenzione di scusarmi per quello che ho
fatto… Si
meritava molto di più!-rispose la Slifer, cercando di
passare oltre.
-Aspetta!-disse
Zane, mettendosi di fronte alla giovane e bloccandole il passaggio.
-Spostati!-sibilò
la studentessa. Era ancora arrabbiata per quello che era successo
qualche ora
prima e non aveva molta di voglia di vedere i tre ragazzi.
-No…
-Che diavolo
vuoi?-sbottò l’altra.
-Non capisci la
gravità della situazione?
-Siete voi che
non capite!
-No, sei tu che
sei talmente ottusa da non voler capire!-esclamò il ragazzo
dai capelli blu.
-Non puoi andare
in giro a picchiare le persone!-continuò Yusuke, alzando la
voce.
-Non sono cose
che vi riguardano, e adesso fatemi passare!
Zane si mise di
nuovo di fronte all’amica, impedendole di andare oltre.
-Si può sapere
cosa ti sta succedendo?!-chiese lo studente.
-Dovrei essere
io a chiedervelo! Vi state comportando come tre idioti! Non vi sopporto
più!
-Qui l’unica
idiota sei tu! Possibile che non riesci a comportarti come una persona
matura?
Che motivo hai di alzare sempre le mani? Come fai a non capire che con
la
violenza non si risolve mai niente?!-sbottò
l’altro, accompagnando il tutto con
un sonoro schiaffo.
Yusuke e Atticus
ammutolirono. Yomi, dal canto suo, rimase a bocca aperta dalla
sorpresa.
Continuava a fissare incredula il ragazzo che aveva di fronte. Era
talmente
scioccata, che non sentiva nemmeno il dolore. Poi, molto lentamente, si
portò
una mano sulla guancia, gonfia e paonazza.
-Cerca di
capire…-mormorò l’altro, abbassando lo
sguardo.
-Vai
al diavolo!-esclamò Yomi, trattenendo a stento
le lacrime. Poi, spinse violentemente l’Obelisk da una parte
e si precipitò giù
per le scale, ancora sconvolta per quello che era appena successo.
|
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Capitolo 10 *** Capitolo 10- I primi guai ***
Capitolo
10- “I
primi guai”
Yomi
stava
scendendo velocemente le scale, ancora sconvolta per quello che era
appena
successo. Non riusciva a credere che Zane l’avesse appena
schiaffeggiata.
“Stupido Zane!
Non avresti dovuto farlo! Si può sapere cosa vi prende a
tutti quanti?! Perché
continuate a rimproverarmi, come se fosse tutta colpa mia?
Perché qualsiasi
cosa cerchi di fare non va mai bene?! Maledizione!”
-Principessa…
-Vattene Yuki!
Non ho voglia di parlare con nessuno adesso!-rispose secca la ragazza.
Il
samurai rosso fuoco non disse niente e ritornò da dove era
venuto.
La Slifer aveva
appena raggiunto la fine del corridoio del secondo piano, quando,
svoltando
l’angolo, finì con lo scontrarsi con un ragazzo,
cadendo in terra.
-Che cavolo…
-Yomi, tutto a
posto?-le disse una voce familiare. La giovane era certa di averla
già sentita
da qualche parte.
Yomi alzò gli
occhi e si trovò faccia a faccia con il ragazzo biondo dalla
divisa bianca.
-Makoto…-mormorò
la giovane, portandosi istintivamente una mano sulla guancia, ancora
rossa per
lo schiaffo di poco prima.
Il ragazzo dai
capelli color oro le porse la mano, sorridendo come sempre. Yomi la
afferrò senza
pensarci e si mise in piedi, mormorando un flebile ringraziamento. Poi,
fece
per passare oltre, quando l’altro la trattenne per un braccio.
-E’ successo
qualcosa, vero?
-Ma cosa dici?!-ribattè
irritata l’altra.
-Dico la verità!
-Non è successo
niente…-rispose la ragazza, nascondendo il rossore con la
mano libera.
-Non mentire! So
benissimo che è successo qualcosa… Altrimenti,
non avresti alcun motivo per
avere gli occhi lucidi…
-Ti ho detto che
non è successo niente! E lasciami stare!-ribattè
secca lei.
-Hai litigato di
nuovo con Zane e Atticus?-insinuò l’altro, pacato.
-No…-rispose Yomi,
abbassando lo sguardo.
-A quanto pare
ho indovinato… Ti va di parlarmene?-chiese
l’Obelisk dalla divisa bianca.
-Lascia perdere!
-Credevo che ti
fidassi di me…
-Non
fraintendermi, non è che non mi fido di te! Voi non andate
d’accordo, perciò
non credo che sia giusto dirti quello che è successo.
Inoltre, non sono cose
che ti riguardano e non voglio coinvolgere nessuno…
-Capisco… Ma se
hai bisogno di qualcuno con cui confidarti, conta pure su di me!
-Ok…-mormorò la
giovane, continuando a tenere la mano sulla guancia sinistra.
-Inoltre, non
dovresti nascondere una cosa del genere…-continuò
l’altro, afferrandole
dolcemente la mano e scostandola dal viso, fino a scoprire la macchia
rossa.
Yomi si liberò d’istinto dalla presa
dell’altro e retrocesse di qualche passo.
-Ti ho detto di
lasciar perdere!
-Chi è
stato?-chiese l’altro, ignorandola.
La Slifer si
morse il labbro inferiore, voltandosi dall’altra parte, e non
rispose. Non
voleva che scoprisse del suo litigio con i tre Obelisk e soprattutto
non voleva
mettere nei guai Zane. Nonostante fosse ancora furiosa con lui, non
voleva
creargli problemi e non voleva che rischiasse l’espulsione
per colpa sua.
“Se scopre chi è
stato, lo riferirà subito a Sheppard… Non voglio
creargli problemi, sebbene un
po’ se lo meriti!”
-E’ stato uno di
loro?-continuò l’altro.
-No!-rispose
secca l’altra, continuando a dargli le spalle.
Makoto la prese per
un braccio, costringendola a voltarsi e, guardandola fissa negli occhi,
disse:
-E’ stato Zane,
vero?-insinuò il biondo.
Per una frazione
di secondo, Yomi spalancò leggermente gli occhi. Accadde in
un lasso di tempo
brevissimo, ma più che sufficiente per Makoto. Del resto,
scorgere la più
profonda essenza delle persone era la sua specialità. Le
aveva osservate
talmente a lungo, che ormai gli era impossibile non leggere la mente
degli
altri. Non lo faceva realmente, era solo un ottimo osservatore ed aveva
imparato a leggere il linguaggio corporeo. Era questa la sua
specialità,
specialità che impiegava abitualmente nei duelli e che gli
avevano permesso di
vincere più di una volta.
-No…-rispose la
studentessa, liberandosi di nuovo dalla presa del giovane.
-Invece è stato
lui! Riesco a leggerlo nei tuoi occhi…
-Queste non sono
cose che ti riguardano!-sbottò l’altra, voltandosi
di nuovo dall’altra parte.
-La cosa non mi
stupisce…-commentò l’altro, ignorando
la ragazza.
-In che
senso?-chiese, sorpresa, l’altra.
-Sai, non è la
prima volta che succede una cosa del genere… Anche
l’anno scorso è successa una
cosa simile! Oh, dimenticavo che tu non sai niente di quella
faccenda…
“Ancora questa
storia…” pensò la giovane, squadrando
l’altro.
-Cos’è successo?
-Sei sicura di
volerlo sapere?-chiese a sua volta il biondo.
La Slifer annuì
decisa. Makoto sorrise leggermente, di fronte alla reazione della
ragazza.
-Allora te lo
racconterò, ma devi promettermi che non litigherai di nuovo
con loro per questa
cosa! Sarebbe un vero peccato se la vostra amicizia dovesse finire per
colpa
mia!
-Non ti
preoccupare, tanto non credo che possa peggiorare ulteriormente la
situazione…-mormorò
sommessamente la studentessa.
-D’accordo,
allora te lo racconto…
Poi, prese fiato
e iniziò:
-E’ successo
l’anno scorso, poco dopo che era iniziato l’anno
scolastico. Io ero al secondo
anno ed ero lo studente migliore di tutta la scuola. Zane, Atticus e
Yusuke
erano al primo anno ed erano delle promettenti matricole. Non appena li
vidi duellare,
pensai che sarei potuto diventare loro amico; lo desideravo realmente.
Erano
ottimi duellanti e sembravano anche delle brave persone. Pensai che con
loro mi
sarei divertito e avrei passato delle piacevoli giornate; inoltre,
l’idea di
potermi confrontare con loro in qualsiasi momento mi entusiasmava. Mi
fecero
subito un’impressione positiva. Ma sai come si dice: mai
giudicare un libro
dalla copertina. Nonostante sembrassero dei bravi ragazzi, con la testa
sulle
spalle, nascondevano una natura molto diversa. E purtroppo, lo scoprii
a mie
spese…
-Perché? Cos’è
successo?
-Cercai di
stringere amicizia con loro e all’inizio pensai sul serio di
esserci riuscito.
Erano gentili e mi chiedevano spesso consigli; mi venivano a cercare
nelle ore
libere e mi avevano persino invitato a trascorrere con loro diversi
fine
settimana. Ben presto, però, mi accorsi che più
passava il tempo, più
iniziavano a trattarmi con freddezza. Ad un certo punto, smisero di
parlarmi ed
iniziarono ad evitare di incontrarmi. Più cercavo di
riavvicinarmi a loro e più
venivo respinto. Non ne capivo il motivo e provai a chiederglielo
diverse volte,
ma le loro risposte erano sempre molto vaghe. Dopo qualche mese,
assistetti ad
un evento a cui non avrei dovuto vedere.
-Una evento?
-Sì… Vidi una
ragazza del primo anno mentre si dichiarava a Zane. Capitai nel posto
sbagliato, nel momento sbagliato; non era mia intenzione origliare, ma
non ci
potei fare nulla. Ero lì e sentii tutto. Lui la respinse in
modo molto brusco,
dicendo che non era interessato alle ragazze e che doveva smettere di
importunarlo. Poi le disse tutta una serie di cose molto cattive,
offese
sopratutto, tanto che quella povera ragazza si mise a piangere e
scappò via in
lacrime. Dopo averla vista scappare, mi avvicinai e gli dissi che era
stato
insensibile e molto crudele. Lui mi rispose che non erano affari miei e
che
trattava gli altri nel modo che si meritavano. Cercai di fargli capire
che non
era quello il modo di trattare una ragazza e che sarebbe dovuto essere
molto
più gentile, ma non volle darmi ascolto e se ne
andò. Quella ragazza, nel
frattempo, si ritirò dall’Accademia, dopo che
finì in infermeria diverse volte.
So che tentò il suicidio più di una volta e sono
abbastanza sicuro che la colpa
fosse anche di Zane e del modo in cui l’aveva trattata. Il
cancelliere decise
che era meglio rimandarla a casa e richiamò i suoi genitori.
Quando Zane lo
venne a sapere era quasi contento di essersene liberato. Non potendo
sopportare
oltre il suo atteggiamento, lo sfidai a duello. Vinsi, ma, nonostante
tutto,
iniziarono a circolare voci sul fatto che mi avesse sconfitto. Sono
abbastanza
sicuro che furono Atticus e Yusuke a metterle in giro; in fondo, erano
gli
unici ad aver assistito al duello. Mi arrabbiai e cercai di
affrontarlo, ma l’unica
cosa che ottenni fu un pugno in faccia. Non riferii la cosa a Sheppard,
tanto
non ci avrebbe mai creduto. Per lui, Zane è il ragazzo bravo
e gentile che
tutti conoscono; nessuno mi avrebbe mai creduto! E’ per
questo motivo che non
mi sorprende che ti abbia schiaffeggiato…
Makoto le
afferrò di nuovo il volto, guardando la macchia rossa che
lentamente stava
scomparendo.
-La cosa più
triste è che per te, lui è un amico…
Ma non potevi sapere che avrebbe reagito
così! A Zane non piace essere contraddetto e, quando si
arrabbia, arriva
facilmente alle mani…
-E’ assurdo…
Loro non farebbero mai una cosa simile… Zane non
è così…-protestò debolmente
l’altra.
-So che può
essere difficile da accettare, ma è successo. E nonostante
tutto, continuo a
non capire cosa abbia fatto di male per meritarmi tutto questo odio. Ho
solo
cercato di proteggere una ragazza e di fargli capire che stava
sbagliando,
niente di più! Ma nessuno dei tre ha cercato di ascoltarmi;
è molto più facile
tapparsi le orecchie e fare finta di non sentire. Dopo quella volta,
hanno
cercato di mettermi in cattiva luce, in qualsiasi modo. Sia con le
ragazze, sia
con gli altri studenti del dormitorio blu. Hanno persino cercato di
mettermi
contro il dormitorio rosso. Dicevano che me la prendevo con gli Slifer
e che,
dietro a tutti quegli episodi di bullismo, c’ero io. Ma non
è assolutamente
vero! Cerco sempre di impedire gli atti di bullismo e se vedo degli
Slifer in
difficoltà faccio di tutto per aiutarli! In fondo, sono
intervenuto anche
quella volta che se la sono presa con te! Te lo ricordi, vero?
Yomi fece un
piccolo cenno d’assenso, senza alzare lo sguardo. Continuava
a pensare alla
storia che le aveva appena raccontato Makoto. Non riusciva a crederci;
non
poteva credere che quei tre ragazzi fossero quel genere di persone.
-Quello che mi
hai raccontato è vero? E’ successo veramente?
-Non ci credi?
Posso capirti; in fondo, non è una cosa facile da accettare!
Ma devi credermi;
non avrei alcun motivo di raccontarti una bugia!-disse
l’altro, poggiandole entrambe
le mani sulle spalle.
-E quindi? Cosa
dovrei fare?-chiese l’altra, continuando a guardare in basso.
-Non saprei
proprio cosa dirti…
-Non è carino,
sai? Prima mi racconti una cosa del genere e poi te ne lavi le mani!
Non
avresti dovuto dirmelo, se poi non saresti stato in grado di
consigliarmi… Loro
sono gli unici amici che ho; se perdo loro non ho più
nessuno! E se quello che
mi hai detto è vero, non so davvero come
comportarmi… Come farò a guardarli in
faccia d’ora in avanti?
-Yomi, mi
dispiace… Davvero, non era mia intenzione! Non volevo che tu
soffrissi e ho
pensato che sarebbe stato giusto metterti in guardia. Non volevo
crearti dei
problemi…
-Avresti dovuto
pensarci prima… Adesso non so più cosa
fare…
Il biondo rimase
in silenzio per diversi minuti, continuando a guardarla.
-Potresti
smettere di frequentarli…-sussurrò poi, con un
filo di voce.
-No… Non posso…
Non ho nessun’altro…-mormorò
l’altra, scuotendo violentemente la testa.
-Ci sono io…
Posso essere tuo amico! E’ dal momento in cui ti ho vista che
lo desidero, ma
quella volta mi hai trattato con freddezza e dopo trascorrevi tutto il
tempo
circondata da quei tre. Avevo paura che ti avessero già
parlato male di me e
non sapevo come comportarmi… Sei una ragazza particolare e
non volevo ferirti
senza volerlo… E’ per questo che non ho avuto il
coraggio di parlarti prima!
-Non posso… Tu
non sei loro… Io mi fido di te, ma quello che mi hai
detto… Non riesco ad
accettarlo; è assurdo… Potresti aver frainteso
tutto! In fondo, è facile
fraintendere gli altri… Con me è sempre
successo…
-Non credo!
Credimi, non sono le brave persone che pensi… Non ti
conviene affezionarti,
potresti pentirtene!
-No, ti sbagli!
Loro non sono così… Loro riescono a vedermi per
quello che sono realmente; non
sono cattivi… Sono buoni e gentili, e hanno molta pazienza
con me!
-Yomi, cerca di
aprire gli occhi… Se davvero sono gentili come dici, allora
perché ti hanno
fatto questo?-esclamò l’Obelisk, sfiorando con un
dito la guancia ancora un po’
rossa della ragazza.
Yomi non
rispose; non sapeva cosa dire. Non riusciva a convincere né
l’altro, né tantomeno
se stessa. Non voleva credere a quello che le aveva detto Makoto; non
voleva
credere al fatto che i suoi primi amici fossero delle pessime persone.
Il suo
istinto le diceva il contrario, esattamente come il suo cuore, ma la
ragione
no. Il cervello le diceva di fidarsi di Makoto; in fondo, il suo
ragionamento
non faceva una grinza. Il modo in cui la trattavano ultimamente e
quello che
era successo poco prima, la facevano indurre a credere realmente alle
parole
del biondo. In fondo, nessuna persona realmente gentile alzerebbe le
mani su
una ragazza.
-Io ti consiglio
di non affezionarti troppo, ma capisco che per te siano speciali. Se ti
succede
qualcosa, parlamene e cercherò di aiutarti come posso. Se ti
fanno ancora del
male, dimmelo subito. Non devi tenerti tutto per te, sono stato chiaro?
La Slifer annuì
leggermente. Il giovane le diede una leggera pacca sulla testa e, dopo
averla
salutata, si allontanò lungo il corridoio. Yomi rimase
qualche minuto a
guardare il vuoto.
“Non può essere
come ha detto Makoto… Loro non farebbero mai una cosa del
genere… Ne sono
sicura! Però, come faccio ad essere sicura di una cosa
simile? Alla fine,
quanto li conosco realmente? Quanto so su di loro? Poco o
nulla… Mi sto basando
solo su delle sensazioni, ma anche quella volta, alle elementari,
basandomi su
delle sensazioni, ho pensato che fossero delle vere amiche. E alla fine
mi sono
dovuta ricredere! Forse sono troppo ottimista nei confronti degli
altri… Ma non
posso rinunciare a loro… Sono gli unici amici che ho! E non
so se mi posso
fidare di Makoto… Non lo conosco quasi per nulla!
Però, non conosco nemmeno
Zane e gli altri… Cosa dovrei fare adesso? Forse parlare
anche con loro e
chiedere spiegazioni? E come faccio ad affrontarli dopo averli mandati
a quel
paese? Non posso andare da loro come se niente fosse… Non
dopo quello che è
successo… Non sono io quella che si deve scusare…
Non è colpa mia!”
-Yomi!
Finalmente ti ho trovata!-esclamò una voce alle sue spalle.
La ragazza si
voltò e vide la signorina Fontaine che le correva incontro.
Non sorrideva come
faceva di solito; sembrava che qualcosa la turbasse.
-C’è qualche
problema?-chiese la ragazza, non appena la donna la raggiunse.
-Ho saputo di
quello che è successo al dormitorio rosso… Stai
bene? Non sei ferita, vero?
-Non si
preoccupi… Io sto bene…
-Menomale… Anche
Jonouchi sta bene, ma è infuriato per quello che
è successo. Non avresti dovuto
reagire in quel modo così violento…
-La colpa è sua!
Avrebbe dovuto pensarci due volte prima di prendersela con chi non
è in grado
di difendersi…-commentò la studentessa.
-Faceva il bullo
con i ragazzi del dormitorio rosso?
-Sì…
-Immaginavo che
fosse successa una cosa simile… Comunque, il cancelliere
vuole parlarti. Credo
che abbia deciso come punirti per quello che è
successo…
-Ha fatto in
fretta…-commentò sarcastica la ragazza.
La professoressa
abbozzò un mezzo sorriso. Poi, disse:
-Non aveva molte
alternative… In fondo, la colpa non è del tutto
tua, sebbene tu abbia
esagerato… Comunque, se vieni con me nell’ufficio
del cancelliere, lo saprai tu
stessa.
Detto questo, la
donna iniziò a incamminarsi verso l’ufficio del
cancelliere, seguita dalla
Slifer.
Non appena entrò
nella stanza, Yomi si trovò faccia a faccia proprio con il
ragazzo che aveva
picchiato qualche ora prima. Era nervoso e, non appena vide la ragazza,
la
additò subito, sbraitando che era stata lei e che
l’avrebbe riconosciuta tra
mille.
-Ragazzi,
cercate di calmarvi! Non siete qui per picchiarvi! Quello che
è successo oggi
pomeriggio non deve più ripetersi!-esclamò
Sheppard, placando subito l’ira del
giovane studente.
-Non capiterà più
solo se espellerete questa tizia!-disse l’Obelisk,
continuando ad indicare la
ragazza.
-Non ti hanno
mai detto che è maleducazione indicare le
persone?-commentò Yomi.
-Taci!-ruggì
l’altro, sempre più nervoso.
-Adesso basta!
Jonouchi, sai bene che la colpa non è solo di Yomi. La colpa
è anche tua! Sai
che non devi attaccare briga con gli studenti del dormitorio rosso; te
l’avevo
già detto una volta, mi pare. Ma forse non hai capito,
perché l’hai fatto di
nuovo! Yomi, invece, ha esagerato ad alzare le mani, ma non
è stata lei a
cominciare! Tu l’hai minacciata e in questa scuola non si
tollerano né le
minacce né le risse, perciò verrete puniti tutti
e due!
-Ma non è
assolutamente giusto! Io non ho fatto nulla; sono la vittima io! Come
fate a
credere alle parole di questa qui?! E’ solo una
Slifer…
-Il fatto che
sia nel dormitorio rosso non la rende una persona peggiore degli altri;
esattamente come il fatto che tu faccia parte del dormitorio blu non ti
rende
migliore!
-Ma…
-Niente ma!
Pensavo di risolvere la questione con un duello, ma Yomi non
può duellare e-
-Un duello!
Perché no? E’ un’ottima idea,
cancelliere!-esclamò entusiasta il giovane duellante,
interrompendo Sheppard. La sua espressione era mutata in un attimo al
pensiero
dell’occasione che gli si era presentata. Vincere contro una
Slifer sarebbe
stato un gioco da ragazzi!
-Non credo
proprio! Yomi non può duellare, non possiamo-
-Invece è
un’ottima idea! Stabiliremo chi merita di essere punito e chi
no con un bel
duello!-insistette lo studente, guardando beffardo la ragazza.
-Ma…
-Non si
preoccupi, cancelliere! Anche io penso che sia una bella idea. Possiamo
chiudere la faccenda con un duello e chi perde verrà
retrocesso di un
dormitorio.
-E se vinco
io?-chiese Jonouchi, guardando dubbioso la ragazza.
-Ripeterò l’anno…
-Perfetto! Non
avresti dovuto accettare! Per te è impossibile
sconfiggermi!-esclamò l’altro,
sorridendo beffardamente. Era convinto di avere la vittoria in tasca.
-Ti avverto che
puoi farti male duellando contro di me… Ti va bene lo stesso?
-Pensi di
spaventarmi? Tu non hai la minima idea di chi sia! Sono uno dei
duellanti
migliori di questa scuola; solo Makoto è più
bravo di me!
-Questo lo
vedremo!-esclamò la ragazza, mentre si dirigeva verso la
porta.
-Yomi, sei
sicura di quello che stai facendo?-chiese il cancelliere preoccupato,
fermando
la giovane proprio sulla porta della stanza.
-Se vuole farsi
male, non sono problemi miei! Io l’ho avvertito…
-Ok… Allora il
duello si terrà tra due giorni, nell’arena.
Cercate di essere puntuali!
-Sarà fatto…
Detto questo, la
Slifer uscì dalla stanza.
“Ci sono cascata
di nuovo; mi sono lasciata di nuovo prendere dalla frustrazione.
Quell’idiota
potrebbe farsi male sul serio… Perché ho
accettato di duellare? E io che
credevo di aver superato questa fase… Ormai è
fatta! Poi, un duello potrebbe
farmi bene; almeno per un po’ smetterò di pensare
a loro… Chissà se ha
intenzione di scusarsi?” pensò la giovane, mentre
attraversava i vari corridoi
dell’edificio.
Il duello si
sarebbe tenuto fra pochi giorni e Yomi aveva bisogno di potenziare il
proprio
deck.
“Non sarebbe
male comprare qualche carta nuova… Quel tipo avrà
di sicuro assistito al duello
contro Seto e si ricorderà che carte ho usato. La cosa
migliore è aggiungere
qualche carta nuova e modificare un po’ la strategia. Credo
che dovrò fare un
salto al negozio…”
Yomi scese
l’ultima rampa di scale e svoltò a sinistra,
attraversando l’atrio e il
corridoio del piano terra ed entrò nel negozio di carte, che
si trovava vicino
all’ingresso.
Dorothy, la
padrona del negozio, l’accolse come sempre, con un sorriso
cordiale sulle
labbra.
-Yomi, sono
contenta di vederti! E’ un po’ di tempo che non ti
fai vedere, no?
-Già…
-Come mai oggi
sei tutta sola? Non ci sono gli altri tre con te?-chiese la donna, da
dietro il
bancone.
-No… Ha solo
queste carte?-domandò la ragazza, indicando la vetrina che
conteneva le carte
con attributo luce.
-No, se vuoi ti
faccio vedere anche queste. -disse l’altra, estraendo da
sotto il bancone un
album di pelle rosso mattone. Yomi iniziò a sfogliarlo.
-Che ragazzi
maleducati! Non si lascia una signorina tutta sola!-commentò
la donna,
scuotendo il capo.
-Non dovrebbe
essere così dura…-rispose la Slifer, mentre
girava lentamente le pagine.
-E’ successo
qualcosa?-chiese, dopo un po’, la donna di mezza
età.
-Sì, ma non ho
molta voglia di parlarne…
-D’accordo, come
vuoi… Comunque, in questi casi, la cosa migliore
è un bel duello!
-Ha proprio
ragione…
-Stai cercando
qualche carta in particolare?
-Non saprei… Fra
pochi giorni dovrò duellare contro un Obelisk e non so cosa
aspettarmi. Però,
devo modificare un po’ il mio deck, altrimenti parto
svantaggiata…
-Come mai devi
duellare contro un ragazzo del dormitorio blu?
-Gli ho tirato
una ginocchiata perché se la stava prendendo con degli
Slifer. E’ andato a
piangere dal cancelliere e per risolvere la questione ha proposto un
duello…
-Yomi, non
dovresti risolvere i problemi con la violenza!
-Lo so… Ma a
volte non riesco a controllarmi! E’ più forte di
me ed è l’unico modo che conosco…
-Non puoi
duellare?
-Non potrei…
Questa è un’eccezione, ma di solito non mi
è permesso duellare. E’ per questo
che alzo le mani… Non potendo duellare, non mi rimane
nient’altro.
-Ad essere
sincera, non riesco a capirti…
-Questa è
interessante…-mormorò la giovane, ignorando il
commento della donna e indicando
una carta in particolare.
Dorothy si
sporse sull’album, cercando di mettere a fuoco
l’immagine e il nome.
-“Pianura
celeste- Takamagahara”… Che carta è?
-E’ una magia
terreno ed è proprio quella che cercavo. Però,
è strano che ci sia una carta
simile…
-Se non sbaglio,
è arrivata proprio la settimana scorsa con un carico
speciale da parte della
Industrial Illusion. C’erano un sacco di carte
rare… Dovrebbero essere delle
edizioni limitate, o qualcosa di simile… Roba mai stampata!
-Posso
prenderla?
-Certo, non ci
sono problemi!-esclamò la donna, mentre estraeva la carta
dall’album e la
consegnava alla ragazza. Yomi prese la carta e, dopo aver salutato
Dorothy,
uscì dal negozio e si diresse verso la sua camera,
intenzionata a sistemare il
proprio deck, in vista del duello.
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Capitolo 11 *** Capitolo 11- La prima punizione ***
Capitolo
11- “La prima
punizione”
Il
giorno del
duello era ormai giunto. Yomi si trovava già vicino
all’arena dei duelli e
stava solo aspettando che il suo avversario decidesse di fare la sua
comparsa.
“Devo aggiungere
la carta nuova che ho comprato l’altro giorno…
Sarebbe un guaio se mi fossi dimenticata
di inserirla!” pensò la giovane, mentre aggiungeva
la sua nuova carta magia
terreno alle altre carte. Poi le ricontrollò, per verificare
che ci fossero
tutte quante.
Ad un certo
punto, si sentì chiamare da qualcuno alle sue spalle. Si
voltò e vide Zane, che
le stava facendo segno di avvicinarsi.
-Cosa vuoi?
Cerca di essere breve, perché non ho molto tempo da
perdere…-disse la ragazza,
con tono distaccato e senza incrociare lo sguardo dell’altro.
-Devo parlarti
in privato… Ti dispiace seguirmi?
-Basta che tu
faccia in fretta!-esclamò Yomi, seguendo l’amico.
Una volta entrati
in un’aula vuota che si trovava lì accanto, la
Slifer chiese di nuovo al
giovane cosa volesse.
-Perché ti
comporti così?
-Così come?-continuò
l’altra con indifferenza.
-Come stai
facendo ora… Non ti riconosco più! Sembra quasi
che tu stia cercando di tenerci
a distanza…
-Davvero? Devo
averlo fatto senza rendermene conto…-commentò la
studentessa, con una leggera
punta di sarcasmo.
-Si tratta di una
specie di vendetta personale?-chiese Zane.
-Vendetta?! Ti
devo ricordare cos’è successo l’altro
giorno?! Ti rendi conto di quello che hai
fatto, o no? Altro che vendetta! Avrei tutte le ragioni per cercare di
evitarti!-sbottò l’altra, fuori di sé.
Non le piaceva fare la vittima, ma le
piaceva ancora meno quando le scaricavano addosso tutta la colpa.
-La colpa è tua!
Perché devi sempre fare a botte?! Ci sono altri modi per
risolvere i problemi…
Ad esempio parlando!
-E tu li risolvi
prendendo a schiaffi le persone?!
L’Obelisk si
morse il labbro inferiore. Non riusciva a dirle niente di tutto quello
che si
era prefissato. Il discorsetto che si era preparato la mattina era
rimasto lì,
nella sua testa; non era riuscito a tirarlo fuori e a dirle
ciò che pensava.
Non riusciva ad essere sincero; voleva chiederle scusa, ma il suo
orgoglio
glielo impediva. E adesso stava litigando, di nuovo, per una cosa
stupida.
-Forse Makoto aveva
ragione…-mormorò la ragazza sottovoce.
-Makoto? Cosa
c’entra?! Perché continui a parlare con lui?! Ti
avevo detto di lasciarlo
perdere, o sbaglio?-lo studente aveva sentito chiaramente cosa aveva
sussurrato
l’amica e non le piaceva che continuasse a frequentare il
biondo.
-Ancora con
questa storia?! Perché non posso fare quello che mi
pare?!-ribattè irritata la
giovane.
-Tu non capisci…
-No, sei tu che
non vuoi capire! Se non ti piace Makoto, non significa che sia una
cattiva
persona! Perché lo state trattando in quel modo? Non se lo
merita! Criticate il
modo in cui vengono trattati gli Slifer, ma state facendo esattamente
la stessa
cosa nei suoi confronti! Siete solo dei bulli arroganti!
-Non è vero!
-Invece lo è!
Vuole essere vostro amico e voi lo trattate in quel modo…
Siete veramente degli
ipocriti!
Zane rimase in
silenzio a guardarla. Non sapeva davvero cosa risponderle. Non aveva
idea di
cosa le avesse raccontato Makoto, ma qualunque cosa fosse, di certo non
era la
verità. E in quel momento non sapeva come spiegarlo alla
studentessa.
-Non ti sopporto
più… Tutte le volte che ti vedo, finisco con
l’innervosirmi! La cosa migliore
sarebbe smettere di vederci…-mormorò Yomi. Detto
questo, si voltò, dando la
schiena all’Obelisk, e si avviò verso la porta
della stanza.
-Aspetta!-esclamò
Zane, cercando di trattenerla per un braccio.
-Lasciami! Ti ho
detto che non voglio più vederti!-esclamò di
nuovo la ragazza, senza nemmeno
voltarsi verso il giovane. Poi, con un brusco strattone, si
liberò dalla presa
dell’altro e uscì dall’aula, diretta
verso l’arena dei duelli.
Il ragazzo dai capelli
blu rimase qualche secondo da solo nella stanza, chiedendosi dove
avesse
sbagliato. La situazione gli stava sfuggendo sempre più di
mano e non le
piaceva che Makoto avesse tutto quel potere sulla Slifer. Sapeva che
farla
allontanare dall’Obelisk del terzo anno sarebbe stata la cosa
migliore, ma non
sapeva come affrontare il discorso con l’amica, soprattutto
dopo che l’aveva
schiaffeggiata.
“Non avrei
dovuto farlo… Se solo fossi riuscito a
trattenermi!” pensò Zane, mentre
ritornava verso l’aula dell’arena e saliva sugli
spalti, per prendere posto
accanto agli amici.
-Com’è
andata?-chiese Yusuke, guardando l’altro, non appena questi
si mise a sedere.
-Male… Non sono
riuscito a dirle quello che mi ero ripromesso… Mi sono
arrabbiato di nuovo; non
dovevo…-commentò l’Obelisk con i
capelli blu.
-Non ti
preoccupare… Riproverai dopo il duello! Verremo anche noi,
in fondo dobbiamo
scusarci…-lo confortò Atticus, sorridendo come
sempre.
-Lo spero, ma
c’è qualcosa che mi
preoccupa…-mormorò l’altro, volgendo lo
sguardo all’arena.
-Cioè?-chiese il
castano, senza prestare molta attenzione. Stava guardando interessato
l’arena,
sulla quale erano appena saliti gli sfidanti. Crowler, intanto, stava
facendo
le solite presentazioni.
-Ultimamente
trascorre troppo tempo con Makoto…
-Quel tipo non
mi piace per niente…-commentò Yusuke con un filo
di voce.
-Nemmeno a me,
ma se Yomi si trova bene non vedo perché impedirle di
frequentarlo…
Zane e l’Obelisk
dai capelli verdi si voltarono sorpresi verso l’amico castano.
-Atticus, cosa
stai dicendo? Makoto è-
-Ascoltate,
capisco bene il vostro punto di vista e lo condivido pienamente.
Nemmeno a me
piace l’idea che passi il tempo con quel tipo, ma noi non
abbiamo alcun diritto
di decidere cosa è meglio o peggio per lei! Siamo suoi
amici, è vero, ma non
possiamo impedirle di fare ciò che vuole…
-Stai dicendo
che ti va bene rimanere in disparte a guardare?-chiese
l’amico dai capelli blu.
-No, ma non
possiamo fare altro che metterla in guardia e avere fiducia in
lei… E’ forte e
grande a sufficienza per cavarsela e se avrà dei problemi,
sarà lei a venire da
noi! Ne sono sicuro!
-Ammirevole,
Atticus! La tua fiducia nei suoi confronti è veramente
ammirevole!-disse una
voce calda e soave alle loro spalle. I tre studenti del secondo anno si
voltarono di scatto, sapendo già a chi appartenesse quel
timbro angelico.
-Makoto…
-E’ carino che
vi preoccupiate così tanto per lei!
-Perché ti
interessa tanto?-chiese Atticus, alzandosi in piedi. La sua espressione
era
stranamente seria; non sembrava nemmeno lui.
-Come ho già
detto a Zane, sono semplicemente preoccupato per lei… Per
caso, preoccuparsi
per una bella ragazza è un reato?
-Se ti azzardi a
farle del male, te la faccio pagare
cara…-continuò il castano.
-Pensi davvero
che sia il tipo da alzare le mani su una ragazza? Mi sa che mi hai
confuso con
qualcun altro…-rispose il biondo, lanciando
un’occhiata a Zane.
-Tu come fai a
saperlo?-chiese Yusuke, alzandosi anch’esso in piedi.
-Secondo te?
-Te l’ha detto
Yomi, vero?
-Sei perspicace,
Zane…
Detto questo, lo
studente del terzo anno girò i tacchi e si
allontanò, lasciando i tre Obelisk
con una miriade di domande e poche risposte.
-Perché gliel’ha
detto?-fece Atticus, mentre si rimetteva a sedere.
-Non lo so, ma
questa storia non mi piace per nulla…-commentò
Zane, voltandosi verso l’arena
giusto in tempo per vedere la Slifer scuotere la testa, delusa. Aveva
seguito
tutta la scena dal campo di gioco e, sebbene non avesse potuto sentire
cosa si
erano detti, aveva intuito che la conversazione non fosse stata delle
più amichevoli.
-Yomi…-mormorò
il giovane.
-Fra poco
inizierà il duello… Cancelliere, vuole dire
qualcosa?-esclamò Crowler, con la
solita voce stridula e dal forte accento straniero, guardando prima gli
spalti
gremiti di studenti e poi l’uomo dalla giacca porpora che si
trovava seduto
alla sua destra. Sheppard fece un cenno d’assenso con la
testa, poi si alzò in
piedi e, una volta schiarita la voce, disse:
-Vi ricordo le
condizioni di questo duello: se Jonouchi perde, sarà
retrocesso di un
dormitorio; se Yomi perde, ripeterà
l’anno… Sono sicuro che sarà un
bellissimo
duello! Impegnatevi a fondo, entrambi! A questo punto, direi che potete
iniziare…
Detto questo,
l’uomo grassoccio si sedette di nuovo, mentre il
vice-cancelliere lasciava
l’arena per prendere posto insieme al resto del corpo docenti.
I due sfidanti
inserirono ciascuno il proprio deck all’interno
dell’alloggio e diedero
finalmente il via al duello, pescando le prime cinque carte.
-Se non ti
dispiace, inizio io!-esclamò la ragazza, pescando la sua
sesta carta. Poi diede
un rapido sguardo alla sua mano.
“Non ho la più
pallida idea di cosa aspettarmi, perciò meglio iniziare con
questa e procedere
con cautela…” pensò, mentre sceglieva
la carta e la posizionava sul dueling
disk.
-Evoco
“Yukimura, samurai fedele” in posizione di attacco
e termino qui il mio
turno…-disse, mentre il suo fedele mostro compariva
nell’arena, brandendo la
katana con fare minaccioso.
-Tutto qui?
Nemmeno una carta coperta? Si vede proprio che sei una
Slifer… Guarda e impara
come duella un vero campione!-esclamò l’Obelisk,
mettendosi a ridere
sguaiatamente.
-E chi sarebbe
questo campione? Di certo non tu!
-Come ti
permetti?! Adesso ti faccio vedere io di cosa sono capace! Pesco! Poi,
evoco
“Verme Xex” in posizione di attacco ed attivo
subito il suo effetto, grazie al
quale posso mandare un mostro “verme” di tipo
rettile dal mio deck al cimitero…-disse
l’altro, mentre sceglieva con cura la carta da mandare al
cimitero. Poi continuò:
-Adesso si
attiva l’effetto di “Verme Yagan” nel mio
cimitero, grazie al quale posso
evocarlo coperto, in posizione di difesa. Posiziono una carta coperta
ed attivo
“Differente capsula dimensionale”, che mi permette
di rimuovere dal gioco una
carta. Dopo la mia-
-Guarda che lo
so come funziona! Per chi mi hai preso?!-sbottò irritata la
ragazza.
-Oh, scusami
tanto! Credevo che una Slifer non potesse sapere certe cose…
-E con questo?!
Hai voglia di prendermi in giro?!
-Comunque, se
sai come funziona, non ho alcun bisogno di
spiegartelo…-disse l’altro,
rimuovendo dal gioco la carta che aveva scelto e rimescolando il deck.
Poi,
indicando il samurai della giovane, esclamò:
-Adesso è giunto
il momento di mandare al cimitero quel tuo mostro da quattro soldi! Vai
“Verme
Xex” attacca quel ridicolo samurai!
Il verme verdognolo
dello studente saltò verso il mostro della ragazza, lo
afferrò con uno dei
tanti tentacoli e lo ingoiò in una delle sue bocche,
distruggendolo. I Life
Points della ragazza scesero a 3900.
-Bravo, bella
mossa! A quanto pare non hai guardato il mio duello contro Seto con
molta
attenzione, altrimenti non avresti fatto una cosa del
genere!-esclamò la Slifer
con sarcasmo.-Adesso si attiva il potere speciale di
“Yukimura”. Dato che l’hai
distrutto, posso evocare un altro mostro “samurai”
dal mio deck, di livello 4 o
inferiore. E io scelgo “Oni, samurai vendicativo”!
Il mostro fece
la sua apparizione in campo. Era grosso, molto grosso, con sembianze
animalesche. L’armatura era nero pece, e l’elmo,
calato fin sugli occhi, non
nascondeva due grossa corna che spuntavano ai lati della testa. Nella
mano
destra brandiva una grossa mazza chiodata che lo faceva sembrare
più
terrificante di quanto non lo fosse già. E i suoi 1900 punti
di attacco non
miglioravano la situazione.
-Se hai finito,
posso continuare io… Pesco!
Yomi aggiunse la
carta a quelle che aveva in mano.
-Posiziono un
mostro coperto…-disse, mentre posizionava la carta sul
dueling disk.-Adesso, è
giunto il momento di dare una scossa a questo duello!
“Oni” attacca quel suo
schifoso verme!
Il mostro nero
pece si lanciò sulla sua preda, ma venne fermato giusto in
tempo
dall’attivazione di un carta trappola
dell’avversario.
-E io ti
rispondo attivando questa, “Ingresso Vietato!”. Per
effetto di questa carta,
tutti i mostri in posizione di attacco sono costretti a passare in
posizione di
difesa. In questo modo, il tuo attacco viene
annullato!-esclamò l’Obelisk,
fiero della sua contromossa.
Il mostro della
Slifer si bloccò a pochi centimetri dal verme
dell’avversario, poi, per colpa
dell’effetto della trappola, fu costretto a ritornare nella
metà della ragazza
e a mettersi in ginocchio, in posizione di difesa.
-Fa nulla! Tocca
a te!-esclamò Yomi, cercando di mantenere i nervi saldi.
L’idea che quel verme
verde acido continuasse a rimanere sul campo la disgustava molto.
-Non pensare di
spuntarla! Pesco!
“Perfetto! Direi
che è giunta l’ora di fare un po’ sul
serio e mettere in riga questa mocciosa!”
pensò il ragazzo, sorridendo di fronte alla carta che aveva
pescato.
-Scopro il mio
mostro coperto, “Verme Yagan” e si attiva il suo
effetto, grazie al quale posso
far ritornare in mano al proprietario un mostro che controlla. E io
scelgo
“Oni, samurai vendicativo”!
Il mostro
dall’armatura nera fu costretto a scomparire dal campo di
gioco, per ritornare
nella mano della padrona.
-A questo punto,
sposto “Verme Xex” in posizione d’attacco
e lo uso per attaccare il tuo mostro
coperto.
Il verme del
giovane si lanciò contro il mostro in posizione di difesa,
che, in seguito
all’attacco, rivelò la sua vera natura. Si
trattava di una bellissima donna,
dalla carnagione pallida come la neve, con capelli e occhi di un
azzurro
intenso. Indossava un kimono, bianco, blu e azzurro, con un lungo
nastro che le
cingeva le spalle. Nella mano destra teneva un rosario buddista, con un
pendente a forma di cristallo di ghiaccio.
-Pessima mossa!
Purtroppo per te, “Yuki-onna, samurai dei ghiacci”
ha ben 2100 punti di difesa,
perciò, non solo non puoi distruggerlo, ma ti infligge ben
300 punti di danno!-esclamò
la Slifer, non appena il suo mostro comparve sul campo.
-Sei veramente
insopportabile… Termino il mio turno!
-Pesco!-disse
l’altra.
“Perfetto!
Proprio la carta che speravo! Con questa combinazione posso portarmi in
vantaggio… E considerando che al suo prossimo turno si
attiverà l’effetto di
“Differente capsula dimensionale”, la cosa migliore
è ridurre i suoi LP il più
possibile. Non so cosa stia escogitando, ma devo impedirglielo ad ogni
costo!”
-Evoco “Noh,
samurai delle camelie” in posizione di attacco e la
equipaggio con la carta
magia “Spada Kusanagi” che le fa guadagnare 800
punti e porta i suoi punti di
attacco a 1800. A questo punto, posso benissimo attaccarti!
Il mostro della
ragazza, una donna armata di naginata, una lama sottile montata su una
lunga
asta, si preparò all’attacco.
-Come puoi
pensare di distruggere “Verme Yagan”? Hanno gli
stessi punti di attacco!
-No, babbeo, il
mio bersaglio sei tu! Si attiva l’effetto di
“Noh”, grazie al quale può
attaccarti direttamente. Beccati ben 1800 punti di danno!
La donna si mise
in posizione e con un balzo si lanciò addosso
all’Obelisk, scavalcando tutte le
sue difese e colpendolo in pieno, con un fendente dell’arma.
I LP dell’Obelisk
scesero vertiginosamente a quota 1900.
-Posiziono un
carta coperta e passo…-concluse la giovane.
-I miei
complimenti! Per essere solo una Slifer non te la cavi male…
Scommetto che è
stato tutto merito di quei tre!
-Quei tre?
-Mi riferisco a
Atticus, Yusuke e Zane… Scommetto che ti hanno dato diverse
dritte! E scommetto
che ti hanno dato anche delle buone carte… Insomma,
chiaramente non è tutta
farina del tuo sacco… Sarebbe impossibile! Una Slifer non
può essere in grado
di fare queste cose…
-Come ti
permetti?! Queste sono sempre state le mie carte e di certo non mi
hanno
aiutata! Forse non lo sai, ma non permetto a nessuno di toccare il mio
deck,
nemmeno a loro!
-Come no!
Andiamo, a chi vuoi darla a bere? Ti sei fatta aiutare; è
palese, non
nasconderlo! Comunque sia, la tua fortuna finisce qui! Ancora due turni
e sei
finita! Pesco!
“E’ giunto il
momento…” pensò l’Obelisk,
sempre più eccitato.
-A questo punto
si attiva l’effetto di “Differente capsula
dimensionale” e posso aggiungere la
carta che avevo precedentemente rimosso alla mia mano, ma non ci
resterà molto
perché provvedo subito ad attivarla. Si tratta di
“Fusione Futura”, grazie alla
quale sposto 10 mostri “verme” di tipo rettile dal
deck al cimitero e alla mia
seconda Standby-Phase posso evocare un mostro fusione. E purtroppo per
te, non
potrai sconfiggerlo! Nemmeno se evochi il tuo mostro più
potente!
“Si è preparato
bene! Scommetto che ha più di 3000 punti di attacco, anzi
probabilmente ne ha
più di 6000… In fondo, ha visto il mio duello
contro Seto e sa quali sono le
potenzialità del mio deck… Però non
conosce tutte le carte che possiedo e non
sa che ne ho una nuova! La cosa migliore sarebbe riuscire a
sconfiggerlo prima
che evochi questo mostro, ma dubito che ci
riuscirò… In tal caso, potrei
provare con quella strategia e, se le carte non mi abbandonano, dovrei
riuscire
a vincere!”
-Adesso sposto
“Verme Yagan” in posizione di difesa e attacco
“Noh” con “Verme
Xex”…
-Assurdo! Hanno
gli stessi punti di attacco, si distruggeranno a vicenda!
-Mi dispiace
dirtelo, ma finchè ho “Verme Yagan” sul
terreno il mio “Verme Xex” non può
essere distrutto in battaglia, perciò sarà solo
il tuo mostro ad essere
distrutto!
La donna con la
naginata venne ingoiata da una delle tante bocche del verme verdognolo
del
ragazzo e distrutta.
-Posiziono una
carta coperta e ti passo la mano…
-Pesco! Evoco di
nuovo “Oni, samurai vendicativo”, poi attivo la
carta magia “Rituale
dell’ascesa dalle tenebre”. Grazie a questa carta
posso evocare il mostro
rituale “Izanami”, offrendo come tributi mostri
dalla mia mano o dal mio
terreno. Perciò sacrifico “Yuki-onna”
sul mio terreno e “Tengu” dalla mia mano,
per evocare “Izanami”!
Sull’arena fece
la sua comparsa una donna spettrale, con lunghi capelli nero pece, che
le
coprivano gran parte del volto. Il kimono, anch’esso nero con
piccoli ricami e
disegni bianchi, era molto più lungo del dovuto e le
lasciava intravedere i
piedi nudi. Non impugnava niente e non indossava altri oggetti oltre
all’abito.
Intorno alla donna, comparvero tante piccole fiammelle blu.
-A questo punto
attivo il potere speciale di Izanami ed evoco dal cimitero
“Yukimura, samurai
fedele”. Ritorna in campo, mio fedele guerriero!
Una delle
piccole fiammelle blu che circondavano la donna, si staccarono e
iniziò a
girare vorticosamente su se stessa, finchè dal turbine non
uscì il samurai
rosso fuoco, che fino a qualche turno prima si trovava ancora sul
terreno.
Adesso dalla parte di Yomi si trovavano ben tre mostri, di cui uno, la
donna
spettrale, aveva ben 2600 punti di attacco.
-Hai messo in
campo ben tre mostri…-commentò, sorpreso,
l’avversario.
-Vedo che in
matematica vai abbastanza bene! Purtroppo per te, i guai sono appena
iniziati!
Attacco i tuoi due mostri con i miei due samurai…
-Fermati subito!
Scopro la mia carta trappola, “Forza riflessa”, che
distrugge tutti i tuoi
mostri in posizione di attacco.
I due samurai e
la donna spettrale non riuscirono nemmeno a sfiorare i mostri
dell’Obelisk,
perché vennero distrutti all’istante dalla
barriera che la carta trappola di
Jonouchi aveva creato.
-E’ un vero
peccato! Ti eri data tanto da fare per nulla…
-Non ne sarei
così sicuro! Attivo l’effetto di
“Oni”. Quando viene distrutto, posso
distruggere a mia volta un mostro che si trova dalla tua parte, e io
scelgo
“Verme Xex”. E non è ancora finita,
perché attivo anche la mia carta coperta
“Michizure”, che mi permette di distruggere un
altro mostro che controlli. E io
scelgo “Verme Yagan”!
Per effetto
della combinazione delle due carte della Slifer, anche i due mostri del
giovane
furono costretti a lasciare il campo.
"Dato che
non è stato distrutto in battaglia, non posso attivare
l'effetto di "Yukimura".
Spero solo di sopravvivere fino al prossimo turno! Se fossi stata
più attenta
non sarebbe successo..."
-E’ tutto
inutile! Pesco!-esclamò l’altro senza battere
ciglio. Non sembrava molto
preoccupato dalla piega che stava prendendo il duello.
-Scommetto che
ha già qualcosa con cui rimpiazzare i due mostri che Yomi ha
appena distrutto…-
disse Yusuke, continuando a seguire interessato il duello.
-Le cose non si
stanno mettendo bene per lei…-mormorò Atticus.
-Già! E come se
non bastasse, fra poco potrà evocare il suo mostro fusione.
E se è ciò che
penso, dovrà impegnarsi più di quanto non abbia
fatto contro Seto Kaiba, se
vuole vincere…-disse Zane, senza distogliere lo sguardo
dall’arena.
-Deve vincere!
Altrimenti dovrà ripetere l’anno!-fece il castano,
voltandosi verso gli amici.
Poi si voltò di nuovo verso l’arena,
poiché lo studente del terzo anno stava
continuando la sua mossa.
-Evoco “Verme
tentacolare” e attivo il suo effetto. Rimuovendo dal mio
cimitero un mostro
“verme” di tipo rettile, posso attaccare due volte
in questo turno. E questo
significa doppi guai per te!-continuò Jonouchi.
Sulla sua parte
di campo, che fino a pochi secondi prima era vuota, comparve una specie
di
calamaro, giallo ocra. Non sembrava molto minaccioso, ma il suo
effetto, unito
ai suoi 1700 punti di attacco, lo rendevano un temibile avversario.
-Avanti,
attaccala direttamente!-esclamò l’altro, ordinando
al suo mostro di attaccare. Il
calamaro si fiondò sulla ragazza, colpendola per ben due
volte con i suoi
tentacoli. I LP di Yomi scesero a quota 500.
-Poi, posiziono
una carta coperta e passo…-terminò Jonouchi.
“A questo punto
dubito di riuscire a impedirgli di evocare il mostro fusione. Non ho
grandi
carte in mano e non posso mettere in campo un mostro sufficientemente
forte da
azzerargli i Life Points. Posso solo cercare di sopravvivere,
finchè non
pescherò quella carta…”
pensò la ragazza, guardando le carte che aveva in mano
e i mostri schierati in campo. Ormai la Slifer aveva solo una manciata
di LP e
nessun mostro schierato in sua difesa, e non sapeva nemmeno se sarebbe
sopravvissuta al turno successivo.
-Tocca a me…
Pesco! Evoco “Gyozen, samurai arciere” e attivo il
suo effetto, infliggendoti
500 punti di danno.
Come il mostro
comparve in campo, estrasse una freccia dalla faretra e la
scoccò contro
l’avversario, riducendogli così i LP.
-Poi posiziono
tre carte coperte e passo…
-Non correre
troppo!-esclamò l’Obelisk, fermandola
subito.-Attivo la mia carta coperta,
“Offerta alla divinità dei serpenti”.
Adesso ti spiego come funziona, perché
probabilmente è troppo complicato per una Slifer…
Prima sacrifico un mostro di
tipo rettile che controllo, e se lo faccio, posso scegliere due carte
sulla tua
parte del terreno e distruggerle. Tutto chiaro? Non è
difficile, puoi capirlo
anche tu!
-Fai meno lo
spiritoso…-ringhiò l’altra.
-Come siamo
simpatiche! Sacrifico il mio mostro per distruggere quelle
due…-continuò
l’altro, indicando le due carte coperte più
esterne.
“Maledizione!
Una delle due carte era “Amuleto maligno
Magatama”… Era la mia carta vincente,
nel caso avesse evocato il suo mostro fusione! Adesso devo inventarmi
qualche
altra cosa per uscire da questa situazione…”
pensò Yomi, irritata, mentre
scartava le due carte scelte. Jonouchi continuava a guardarla
soddisfatto;
sapeva che una delle due carte che aveva distrutto era il suo asso
nella
manica, glielo poteva leggere in faccia.
-Se non sbaglio,
tocca a me… Pesco!-esclamò il giovane, pescando
la sua carta.-A questo punto,
attivo l’effetto di “Fusione Futura” ed
evoco il mio mostro fusione “Verme
Zero”!
Una sfera
gigantesca e viscida comparve sul campo di gioco. Aveva un colore
violaceo,
tendente al grigio smorto, e di tanto in tanto del materiale
sconosciuto colava
dalla sua superficie. Era uno spettacolo disgustoso e Yomi si stava
realmente
impegnando per non vomitare tutta la colazione.
“Che schifo!
Questi mostri non riesco proprio a digerirli… Mi fanno
ribrezzo! E questa
specie di sfera appiccicosa fa anche più schifo di tutti gli
altri mostri messi
insieme!” pensò la ragazza, arretrando di mezzo
passo.
-Perché arretri?
Hai paura?
-Non prendermi
in giro! Non ha punti di attacco… Non dirmi che hai fatto
tutta quella fatica
solo per evocare un mostro così debole…
-Aspetta a
dirlo! L’attacco del mio mostro si calcola moltiplicando per
500 il numero dei
mostri impiegati nella fusione e se non ho sbagliato a fare i
conti…
-Ha 5000 punti
di attacco…-commentò la Slifer.
-Vedo che a
matematica ce la caviamo bene!-le rispose Jonouchi, sarcasticamente.
Poi,
continuò:
-Vai, attacca il
suo mostro! Per te è finita, Slifer!
-Questo lo dici
tu! Attivo la carta trappola “Annulla
Attacco”…-disse la ragazza, fermando
l’attacco del giovane.
La sfera
gigante, che si era appena lanciata addosso alla studentessa, fu
costretta a
fermarsi e a ritornare sui suoi passi.
-Tutta fortuna!
Passo…-disse Jonouchi, irritato per dover rimandare ancora
di un turno la sua
vittoria.
-E’ il mio
turno! Pesco…
“Perfetto! Una
delle carte che mi servono! Speriamo di trovare anche
l’altra…” pensò Yomi,
sorridendo leggermente di fronte alla carta che aveva pescato.
-Attivo la carta
magia terreno “Pianure Celesti Takamagahara” e poi
attivo anche “Spade
rivelatrici”. Inoltre, sposto “Gyozen” in
posizione di difesa. A questo punto,
ti passo la mano…
Lo scenario del
campo da gioco cambiò all’improvviso per effetto
della carta magia terreno. Gli
spalti e gli studenti che stavano assistendo al duello scomparirono. Al
loro
posto comparve una lunga distesa verde chiaro, circondata da una lunga
fila di
alberi di ciliegio in fiore, che spargevano il proprio profumo e i
petali
dovunque.
-E’ tutto
inutile! Pesco!-fece l’altro, aggiungendo una carta alla sua
mano.-Attivo
l’effetto di “Verme zero”: mi basta
rimuovere un mostro dal cimitero e posso
distruggere il tuo “Gyozen”…
Jonouchi prese
un mostro dal proprio cimitero e lo tolse dal gioco. Fatto questo, la
sfera
violacea si lanciò sul povero samurai indifeso e lo
inglobò, distruggendolo
all’istante.
-A questo punto,
passo…
-Pesco! Attivo
“Anfora dell’avidità” e pesco
altre due carte…
“Fa che sia ciò
che mi serve… Ho solo bisogno di quelle due
carte…” pensò la giovane, pescando
quasi ad occhi chiusi le due carte che le spettavano.
-Perfetto… Evoco
“Muramasa, samurai fabbro” in posizione di
attacco…
Sul terreno
comparve un uomo dai capelli lunghi e biondi come l’oro. Era
a torso nudo e
legata in vita portava una katana in legno. Nella mano destra, coperta
da un
guanto nero, teneva un grosso martello.
-Sei impazzita o
vuoi suicidarti? Hai messo un mostro con 700 punti in posizione di
attacco?! Mi
sa che devi andare un altro po’ a ripetizione!
-Questo lo
vedremo! Avanti, “Muramasa” attacca il suo mostro!
-Cosa?! Devi
essere proprio impazzita se vuoi attaccare un mostro con 5000 punti di
attacco…
Ma a me sta bene! Così non devo prendermi nemmeno la briga
di attaccarti!
-Mi dispiace, ma
il duello finisce qui e non come immagini tu! Attivo la carta magia
“Specchio
divino del danno” e posso farlo solo quando un mostro attacca
un altro con più
punti di attacco. Grazie a questa carta posso annullare il mio attacco
e
infliggere la differenza tra il mio mostro e il tuo ai LP di entrambi i
giocatori. Ma non è finita qui, perché attivo
anche l’effetto di “Pianure
celesti Takamagahara”, grazie alla quale non subisco danno
dagli effetti delle
carte. Perciò l’unico che riceverà 4300
punti di danno sei tu! E con questo i
tuoi LP scendono a zero!
Il samurai
biondo lanciò il proprio martello contro la sfera gigante,
ma venne bloccato da
un grosso specchio argentato, che si pose proprio a metà del
campo, tra “Verme
zero” e il mostro della Slifer. Lo specchio rifletteva da
entrambe le parti e,
dopo aver preso bene le misure, respinse l’attacco del
samurai verso entrambi i
duellanti. Jonouchi venne colpito in piedi da un fascio luminoso, che
azzerò i suoi
LP e lo fece cadere in terra. Yomi, invece, venne protetta da una
barriera di petali rosa confetto, che impedirono che la carta che aveva
usato facesse effetto anche su di lei.
Nella stanza si
diffuse un brusio sommesso e dopo pochi minuti qualche ragazzo del
primo anno
si alzò in piedi e si mise timidamente a battere le mani.
Dopo pochi secondi,
gli altri Slifer e qualche Ra seguirono il suo esempio.
-Non è possibile!
E’ assurdo! Non posso essere stato sconfitto da una Slifer!
Hai imbrogliato!-protestò
il giovane, non appena gli ologrammi sparirono, mentre si alzava
faticosamente
in piedi. Era improvvisamente stanco e non ne capiva il motivo.
-Cosa?!
-Non c’è altra
spiegazione! Una Slifer non può avere alcuna
possibilità di vincere contro il
sottoscritto!-continuò l’altro. La sconfitta
appena subita continuava a
bruciare ed inoltre non riusciva a digerire il fatto che tutti quegli
applausi
non fossero per lui.
-Ma cosa stai
dicendo?! Non ho imbrogliato; è l’ultima cosa che
farei!
-Quella carta,
“Pianure celesti”, non esiste, te la sei inventata!
Ne sono sicuro! Fino a l’altro
giorno non l’avevi nel deck!
-E tu come fai a
saperlo?-chiese la ragazza sospettosa. Stava iniziando ad intuire
qualcosa che
non le piaceva per niente.
-Lo so perché ti
ho preso il mazzo per guardare le carte che avevi e quella non
c’era!
Non appena
Jonouchi si accorse di ciò che aveva appena detto, si mise
velocemente una mano
sulla bocca, come a voler impedire a quella frase di diffondersi
ulteriormente
nella stanza.
-Maledetta!
Questa me la paghi cara!-esclamò poi, cercando di scendere
dall’arena.
-Jonouchi, questo
comportamento è riprovevole! Imbrogliare per vincere un
duello… Non è questo,
quello che avresti dovuto imparare in Accademia! Comunque, non ho
intenzione di
punirti per questo. Hai perso il duello, perciò, come
stabilito, verrai
retrocesso al dormitorio giallo. D’ora in avanti sei un
Ra…-esclamò il
cancelliere, avvicinandosi al palco dell’arena. Aveva sentito
chiaramente cosa
aveva detto il ragazzo del dormitorio blu, ma, tuttavia, non aveva
intenzione
di punirlo ulteriormente. Essere retrocesso al dormitorio giallo era
già
sufficiente.
La signorina
Fontaine si avvicinò al giovane e chiese:
-Come stai? Ti
senti fiacco?
-Non si
preoccupi; sono solo un po’
stanco…-mormorò l’altro. Poi si
avvicinò alla
ragazza e le sussurrò:
-Sentirai ancora
parlare di me…
-Sai che paura…
Jonouchi non
rispose e passò. Poi uscì dalla stanza, seguito
dalla professoressa Fontaine,
ancora preoccupata per le sue condizioni di salute.
Le tribune
iniziarono a svuotarsi velocemente. Il duello era finito e si era
concluso in
maniera inaspettata.
-Complimenti
Yomi! Sei riuscita a vincere senza fare del male a Jonouchi…
Forse, stai
imparando a controllare i tuoi poteri!-disse il cancelliere,
congratulandosi
con la studentessa per la vittoria.
-Lei dice?
-Non ne sei
convinta?
-Non saprei… Mi
sembrava stanco, ma perlomeno non ha perso i sensi.
-E’ un buon
risultato, no?-continuò l’uomo.
-Forse… Ma non
capisco cosa significhi…-mormorò la ragazza,
scendendo finalmente dall’arena.
-Dovresti
chiedere a Yusuke…
-No, non credo
che sia una buona idea…
-Avete litigato?
-Non lo so…
-Dovresti
parlarci… Comunque, sono soddisfatto di come si è
svolto il duello!
Probabilmente siamo vicini alla soluzione…
Detto questo,
uscì anch’esso dalla stanza, seguito dagli
insegnanti. Yomi rimase praticamente
sola; ormai l’aula si era svuotata del tutto.
“Dovrei
parlarci? E cosa dovrei dirgli? Non posso andare da loro come se niente
fosse…
Non devo essere io a fare la prima mossa, ma loro! Sono loro che hanno
sbagliato, non io! Perciò, non ho alcuna intenzione di
essere la prima a
chiedere scusa…” pensò, mentre varcava
la soglia dell’aula.
-Yomi…-fece una
voce familiare.
La ragazza si
voltò di scatto alla sua destra e vide i tre Obelisk dalla
divisa bianca, in
piedi di fianco alla porta. Sembrava che l’avessero aspettata
per tutto il
tempo.
-Che c’è adesso?
-Dobbiamo
parlare…-fece Atticus.
-Non se ne
parla! Sono stanca…
Detto questo, la
ragazza passò oltre ai tre studenti.
-Aspetta…-disse
Yusuke, cercando di fermarla.-Hai detto a Makoto di quello che
è successo
l’altro giorno, vero?
Yomi trasalì.
Non si aspettava una domanda del genere; l’aveva colta di
sorpresa.
-Gliel’hai
detto… Perché?-continuò
l’altro, sempre più deluso.
La ragazza non rispose
e continuò per la sua strada. Non aveva alcuna voglia di
litigare con i tre
giovani.
“Se parlo con
loro, litigheremo di sicuro per qualche idiozia. La cosa migliore
è non vederli
per un po’, almeno finché non mi sarò
chiarita le idee. Non voglio litigare con
loro tre… Sarebbe troppo doloroso… E non so
ancora di chi posso fidarmi…”
***
Ndr:
Ogni tanto sento di dover scrivere mezza riga e dare qualche spiegazione. Intanto ringrazio voi che continuate a leggere! Grazie davvero! Sapere che c'è qualcuno che apprezza ciò che scrivo mi rende davvero felice ^-^ Poi mi scuso se la storia inizia a diventare un po' confusa. Ho intenzione di svelare le cose un po' alla volta e finchè non leggerete la fine, probabilmente avrete sempre la sensazione che qualcosa vi stia sfuggendo. Ci tengo a precisare che Yomi non ha perso di punto in bianco il suo potere, ma il motivo per cui non si è manifestato lo scoprirete molto più avanti. Per quanto riguarda il duello, ho cercato di descriverlo al meglio che potessi e spero di esserci riuscita. Vorrei spendere due parole sull'avversario di Yomi. Il nome Jonouchi l'ho scelto quasi per caso, mi piaceva, era orecchiabile e gliel'ho assegnato (e il fatto che è il nome originale di Joey Wheeler non c'entra niente xD). Il cognome, Goruden, invece è una storpiatura della parola "gold", ovvero oro. Questo per sottolineare il fatto che viene da una famiglia ricca e influente. L'archetipo che ho scelto per il suo personaggio è il "Verme". L'ho scelto anche se non fa parte dell'era GX, ma compare successivamente, nell'era 5D's, per due semplici motivi: primo, perchè volevo evidenziare come l'atteggiamento di Jonouchi fosse quello di una persona vile, senza valori, nè principi; secondo, perchè volevo renderlo un personaggio detestabile, verso il quale sarebbe stato impossibile provare empatia, in modo da contrapporlo all'eroina.
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Capitolo 12 *** Capitolo 12- Il primo duello contro la scuola rivale ***
Capitolo
12- “Il
primo duello contro la scuola rivale”
Era
trascorsa
una settimana dal duello contro Jonouchi e da quel giorno Yomi non
aveva più
parlato con i tre Obelisk del secondo anno. Dopo la sua vittoria, si
trovò
all’improvviso al centro dell’attenzione,
soprattutto dei ragazzi del
dormitorio rosso. Non facevano altro che cercarla, in tutta la scuola,
per
farsi aiutare nei compiti o nei duelli. Era diventata una specie di
idolo del
dormitorio Slifer, un dio, sebbene non avesse fatto altro che difendere
le
vittime per eccellenza dell’istituto.
La sera in cui
aveva sconfitto l’Obelisk fu trascinata al dormitorio rosso
dalle matricole,
dove festeggiarono la sua vittoria. Eichi, il rappresentante del
dormitorio, fu
l’unico ad essere assente alla festa, ma alla ragazza non
dispiacque. Non le
era piaciuto, fin dal primo giorno che l’aveva conosciuto, e
di certo non ne
sentiva la mancanza. La serata trascorse tranquilla e, per la prima
volta in
tutta la sua vita, Yomi riuscì a divertirsi sul serio stando
in mezzo ad altre
persone. Anche se era sicura che sarebbe stato più
divertente se ci fossero
stati anche i tre giovani del dormitorio blu.
“Pensavo
che non avrei avuto bisogno di
Yusuke, Zane e Atticus, che mi bastava credere un po’ di
più in me stessa, ma
la verità è che non voglio rinunciare a loro,
anche se adesso non so proprio
come comportarmi… Cosa dovrei fare per risolvere questa
situazione? Non posso
scegliere tra loro e Makoto; non sarebbe giusto…”
aveva pensato uno di quei
giorni, al termine delle lezioni, mentre si dirigeva al negozio di
carte.
-Yomi!-la chiamò
una voce soave alle sua spalle.
La Slifer si
voltò e vide l’Obelisk biondo che le veniva
incontro, agitando cordialmente la
mano.
-Makoto…-mormorò
la ragazza, rispondendo al saluto.
-Dove stai
andando?-chiese l’altro, curioso, non appena si fu avvicinato
alla giovane.
-Al negozio di
carte…
-Che
coincidenza! Stavo giusto andando là… Non ti
dispiace se vengo anche io?
-No, fai pure…
I due si
rimisero a camminare, fianco a fianco. Dopo qualche minuto di silenzio,
il
biondo fece:
-Ho sentito che
sei diventata l’idolo del dormitorio rosso… Sono
contento per te! Sei una brava
ragazza ed un’ottima duellante ed è più
che giusto che riconoscano le tue
capacità!
-Grazie…-rispose
Yomi, senza alzare lo sguardo da terra.
-Come mai quel
muso lungo? E’ successo qualcosa?-fece l’altro,
notando che la studentessa non
gli stava prestando molta attenzione.
-No, non
preoccuparti…
-Stai ancora
pensando a quei tre? Non dovresti; sono delle brutte persone e
potrebbero farti
del male…
-Makoto stai
esagerando!
-No, lo sai come
stanno le cose! Dovresti lasciarli perdere… Potrebbero farti
del male e se
dovesse succedere non potrei mai sopportarlo!
-Loro non mi
faranno del male!
-Come fai a
saperlo? Sono dei bastardi, soprattutto Zane e-
-Non ti
azzardare a ripeterlo!-esclamò Yomi, fermandosi di colpo.
Non aveva gradito il
commento dell’altro e, nonostante fosse nera dalla rabbia, si
era trattenuta
dal tirargli un bello schiaffo, per evitare ulteriori guai. Poi senza
dire
niente, si voltò e riprese a camminare nella direzione
opposta.
-Perché te ne
vai? Ho detto qualcosa di male?-le chiese l’Obelisk del terzo
anno, cercando di
andarle dietro.
-Prova a
pensarci, magari ci arrivi da solo!-esclamò, secca,
l’altra.
Detto questo,
continuò per la sua strada, piantando in asso
l’Obelisk del terzo anno e
lasciandolo in mezzo al corridoio.
“Idiota di un
Obelisk! Poi si chiede cosa abbia fatto di male! Non li sopporto quando
fanno
così, nessuno dei quattro! Sembrano delle zitelle gelose e
inacidite! Stupidi;
sono tutti stupidi!” pensò la Slifer, mentre
saliva le scale che portavano alla
terrazza dell’edificio principale. Sentiva il bisogno di
calmarsi un po’ e la
vista del cielo limpido riusciva quasi sempre a placare la sua ira. Il
blu e il
celeste… Vedere quei colori la calmavano sempre.
C’era qualcosa in quelle
tonalità che l’aveva sempre attratta.
Una volta uscita
fuori, fu abbagliata da un raggio di sole e per pochi secondi fu
costretta a
chiudere gli occhi per non essere accecata. Quando si fu abituata alla
luce
dell’esterno, dischiuse lentamente gli occhi e si accorse di
non essere sola.
-Che ci fate
qui?-chiese, rivolgendosi ai tre studenti d’elite, che la
stavano fissando un
po’ sorpresi. Probabilmente non si aspettavano di vederla
comparire di punto in
bianco.
-Potremmo farti
la stessa domanda…-commentò Atticus.
Yomi non rispose
e si avvicinò al parapetto, per poter guardare di sotto. Il
silenzio si era
fatto abbastanza imbarazzante. Tra la giovane e i tre Obelisk
c’erano poco più
di due metri, ma nessuno sembrava intenzionato a prendere
l’iniziativa e
rompere quel silenzio tombale.
Ormai erano in
silenzio già da diversi minuti, quando Atticus, stufo di
quella situazione,
sbottò:
-Non ce la
faccio più! Non posso continuare ad essere arrabbiato con
te! Mi dispiace…
La Slifer si
voltò, leggermente sorpresa, poi, come se niente fosse,
ritornò a guardare di
sotto.
-Non ho la più
pallida idea di come abbiamo fatto a finire in questa situazione, ma se
è colpa
mia, perdonami! Qualsiasi cosa abbia fatto, non era mia intenzione! Non
voglio
che tu sia arrabbiata con me…
-Io non devo
perdonarti proprio nulla…-fece l’altra, senza
degnare di uno sguardo il
castano.
-Allora perché
continui ad evitarmi? E’ per via di Makoto, vero?
E’ perché ti ho detto di
lasciarlo stare?
-Perché devi
sempre tirare fuori Makoto?
-Abbiamo
esagerato, scusaci! Makoto non ci piace, ma non possiamo impedirti di
fare
quello che vuoi… Se vuoi frequentarlo, sei libera di farlo,
noi non cercheremo più
di impedirtelo. Noi vogliamo continuare ad essere tuoi amici,
perciò
smettiamola con questa storia… Non mi piace l’idea
di aver litigato con te; e
non piace nemmeno a loro!
-Atticus, te
l’ho già detto. Makoto non c’entra
niente! Non sono arrabbiata con voi per
questo motivo… Anzi, ad essere sincera, ormai non sono
più arrabbiata con te e
Yusuke-
-Sei arrabbiata
con me?-si intromise Zane, interrompendo l’amica.
Yomi non
rispose.
-Sei arrabbiata
con me per lo schiaffo, vero?
-Non mi
aspettavo che l’avresti fatto…-mormorò
la studentessa, sfiorandosi la guancia.
Il ricordo di quello che era successo qualche settimana fa era ancora
vivido e
non sembrava intenzionato a svanire.
-Mi dispiace di averti
schiaffeggiato. Ho esagerato, lo ammetto, ma volevo solo farti capire
che stavi
sbagliando…
-Lasciamo perdere…-fece
l’altra, allontanandosi dal parapetto.
-Non avresti
dovuto dirlo a Makoto… Non erano affari suoi.
-Pensi davvero
che gliel’abbia detto?! Sei uno stupido idiota! Dovresti
avere un po’ di
fiducia in me! Sei mio amico, no?! Pensi davvero che abbia voluto
metterti nei
guai?!-sbottò Yomi, arrabbiata. Si sentiva di nuovo accusata
di qualcosa, come
se fosse stata realmente colpa sua.
-Io…-mormorò
Zane, distogliendo lo sguardo dall’amica.
-Lasciamo
perdere! A quanto pare, non siamo fatti per stare insieme…
Detto questo, la
ragazza si avviò di nuovo verso le scale che portavano
all’interno
dell’edificio. Stava per scendere le scale che portavano
all’interno, quando fu
fermata di nuovo dal giovane dai capelli blu.
-Aspetta… C’è
una cosa che volevo dirti…
-Cosa vuoi?
-Rappresenterò
la scuola al duello annuale contro l’Accademia del Nord. Il
duello si terrà tra
una settimana e vorrei che tu venissi a vederlo…
-Non te lo
prometto…
Detto questo, la
Slifer rientrò nell’edificio, lasciando i tre
giovani sul tetto.
***
Da quel giorno,
non aveva più incontrato i tre ragazzi, né aveva
avuto alcuna occasione per
parlarci. Non l’aveva nemmeno cercata, per essere precisi.
Non era ancora
riuscita a fare ordine tra i suoi pensieri e non se la sentiva di
incontrarli,
perciò aveva fatto di tutto per evitarli. E, allo stesso
modo, aveva fatto di
tutto per evitare anche Makoto. Aveva trascorso una settimana
praticamente a
scappare dagli Obelisk. Non voleva vederli, soprattutto
perché non avrebbe
saputo cosa dire loro. Ormai era giunto il giorno del duello contro
l’Accademia
del Nord e Yomi aveva deciso, nonostante tutto, di assistere al duello.
“Non riesco a
capire come abbiamo fatto a finire in questa situazione…
Tutte le volte finiamo
per litigare per qualche idiozia! E Makoto ultimamente sta iniziando a
darmi
sui nervi… Quel commento dell’altro giorno poteva
anche risparmiarselo! Zane
sarà anche insopportabile, ma non è un bastardo!
E sono sicura che non mi
farebbe mai del male! Esattamente come Yusuke e
Atticus…” pensò, mentre entrava
nell’arena, già gremita di studenti. Si
guardò un po’ intorno. La stanza era
stracolma di persone; una tribuna era riservata agli studenti
dell’Accademia
del Nord, perciò gli studenti del suo istituto erano
costretti ad occupare meno
spazio del solito e per questo erano pigiati come sardine.
Yomi vide dei
posti liberi in una delle ultime file e decise di sedersi
là. Ormai aveva quasi
raggiunto i tanto agognati posti, quando si sentì chiamare.
-Cosa c’è?-fece
irritata, rivolgendosi ad un gruppetto di studenti del dormitorio
rosso, che si
erano avvicinati.
-Ti abbiamo
tenuto un posto…-fece uno dei ragazzi, un po’
titubante. L’espressione della
ragazza era alquanto scocciata e il giovane non sapeva se era il caso
di
parlarle o meno. Quando si arrabbiava sapeva essere molto terrificante.
-Davvero?-chiese
l’altra, sorpresa.
-Se non ti
dispiace, ci farebbe piacere che tu guardassi il duello insieme a
noi…-continuò
l’altro, un po’ più a suo agio. Lo
sguardo della ragazza si era leggermente
addolcito e faceva un po’ meno paura di prima.
-Ok… Se proprio
ci tenete, vengo…-disse Yomi, leggermente in imbarazzo. Poi
seguì il gruppo
fino ad una fila completamente vuota e si sedette.
Era seduta già
da qualche minuto, quando vide Makoto in lontananza, che la salutava.
Yomi non
rispose al saluto, decisa ad ignorarlo. L’Obelisk,
perciò, si avvicinò.
-Yomi, perché
non vieni a sederti con me? Mi farebbe piacere avere la tua
compagnia!-fece il
biondo, non appena fu abbastanza vicino da farsi sentire dalla
studentessa.
-Non se ne
parla! Sto benissimo anche qui…
-Ok, come
preferisci! Sempre meglio gli Slifer, che Yusuke e Atticus…
-Gradirei che tu
la smettessi con questi discorsi! Se non vuoi essere picchiato, ti
conviene
tenerti certe affermazioni per conto tuo!
Il ragazzo
rimase qualche minuto in silenzio. Poi, sottovoce, disse:
-Come vuoi…
L’ultima cosa che voglio è litigare con te. So di
essere stato poco delicato,
ma lo faccio solo perché sono preoccupato… Cerca
di capirmi!
Detto questo, Makoto
si voltò e scese le scale fino alla prima fila, dove prese
posto accanto ai
suoi amici.
-Quel tipo non
mi piace… Dovresti fare attenzione!-fece una matricola del
dormitorio rosso,
che aveva seguito tutto il discorso, rivolgendosi verso la Slifer.
Yomi si voltò a
guardarlo, ma non disse nulla. Persino il suo istinto le diceva di non
fidarsi
di Makoto, ma il suo cuore non era tanto sicuro di cosa provasse.
“Ultimamente non
so proprio cosa pensare… Forse dovrei iniziare a dare
ascolto a quello che dice
Yuki! Di solito non si sbaglia mai… E’ assurdo che
io provi simpatia per
Makoto… E’ il tipico bullo che se la prende con i
più deboli! Perché non riesco
ad odiarlo? Non riesco a fidarmi di lui, ma allo stesso tempo non
voglio
voltargli le spalle… Chissà
perché…”
-Guardate! Sta
entrando il Kaiser!-esclamò un altro ragazzo alle sue
spalle, indicando
l’Obelisk dai capelli blu, che faceva la sua apparizione
nell’arena.
-Kaiser?-chiese
ingenuamente la studentessa, voltandosi verso il ragazzo che aveva
appena
parlato.
-E’ così che lo
chiamano… E’ uno dei duellanti migliori di tutta
l’Accademia e non ha mai perso
un solo duello da quando si è iscritto. E’
soprannominato da tutti il Kaiser
dell’Accademia del Duellante!-rispose l’altro.
-Non lo
sapevo…-mormorò Yomi, voltandosi di nuovo verso
l’arena.
Zane stava
guardando nella sua direzione e sembrava in qualche modo sollevato. Non
appena
si accorse che la ragazza lo stava fissando, distolse lo sguardo e
tornò a
concentrarsi sul duello che di lì a poco sarebbe iniziato.
-Un attimo di
attenzione ragazzi!-proruppe il cancelliere dal centro
dell’arena. Accanto a
lui, c’era un vecchio dai capelli tutti spettinati e vestito
in modo
decisamente trasandato. Probabilmente era il preside
dell’Accademia del Nord.
Sheppard continuò:
-Fra poco
inizierà il duello annuale tra l’Accademia del
Nord e l’Accademia del
Duellante. Quest’anno si affronteranno Zane Truesdale,
secondo anno e Obelisk
Blu, per l’Accademia del Duellante, e Camus Jansen, terzo
anno, per l’Accademia
del Nord!
-E’ del terzo anno?-fece
sorpresa la Slifer.
-Pensi che sarà
un problema?-le chiese un suo compagno di classe.
-Non credo. Zane
è un ottimo duellante; non dovrebbe avere grossi problemi!
-L’hai già visto
duellare?-chiese di nuovo l’altro.
-No, non
ancora…-ammise la ragazza.
-Allora come fai
a sapere che è un buon duellante? Anche se è un
Obelisk, non è detto che sia
veramente capace!-continuò l’altro
-Intuito
femminile!-ribattè secca la studentessa. Non aveva mai
dubitato delle reali
capacità dell’amico e non le piaceva quando
qualcuno le metteva in dubbio.
Sebbene non l’avesse mai visto duellare, sapeva che era un
ottimo duellante,
con un talento fuori dal comune. Glielo diceva il suo intuito e quel
poco che
aveva capito parlandoci. Era un tipo molto taciturno, ma quando si
trattava di
duelli sapeva diventare una buona compagnia.
I due sfidanti,
intanto, erano saliti sull’arena.
Zane era
rilassato come sempre e non sembrava per nulla turbato dal duello.
Sebbene
portasse sulle spalle il peso di tutta l’Accademia,
continuava imperterrito a
fissare l’avversario con le braccia conserte, come faceva
sempre. L’altro ragazzo
era molto alto, forse 1.90, magro e slanciato. Aveva i capelli biondo
cenere,
lunghi fin sotto le scapole, leggermente mossi, sciolti sulle spalle,
mentre gli
occhi erano azzurro ghiaccio e la carnagione era molto chiara, quasi
pallida.
“Probabilmente uno
dei due genitori è europeo… Nessun giapponese
puro potrebbe avere occhi e
capelli di quel colore!” pensò la giovane,
osservando lo sfidante. Lo studente
dell’Accademia del Nord aveva un portamento molto elegante ed
anche il suo
abbigliamento era in contrasto con quello degli altri studenti del suo
istituto. Indossava un’elegante giacca, lunga fino ai
polpacci, e al collo
portava annodato un fazzoletto di stoffa bianco e ricamato di azzurro.
Gli
altri studenti della scuola rivale, invece, indossavano delle giacche
sportive,
di un rosso cupo. Erano divise più spartane, in netto
contrasto con l’elegante
outfit del loro rappresentante.
-Chissà chi di
noi vincerà oggi!-fece Camus, sorridendo gentilmente
all’avversario. Zane non
rispose. Dopo aver inserito il proprio deck nell’alloggio, i
due sfidanti diedero
il via al duello, pescando ciascuno cinque carte.
-Dato che sono
un ospite, inizio io!-esclamò l’altro con un forte
accento straniero, pescando
la sesta carta.-Bene! Inizio posizionando un mostro coperto e termino
il turno.
“Solo una carta…
Che mi stia sottovalutando?” pensò
l’Obelisk del secondo anno, scrutando
attentamente l’avversario.
-Pesco! Attivo
“Differente capsula dimensionale”, grazie alla
quale rimuovo una carta dal
gioco e durante la mia seconda fase di attesa, posso aggiungerla alla
mia mano.
Poi evoco “Cyber drago” in posizione di attacco.
Posso farlo dal momento che
controlli un mostro, mentre io non ne controllo nessuno.
Dalla sua parte
del campo comparve un enorme serpente meccanico, con le fauci
spalancate e
arrotolato su se stesso, come se stesse per attaccare.
-A questo punto,
il mio “Cyber drago” può attaccare il
tuo mostro coperto!
Il mostro meccanico
si lanciò all’attacco del mostro coperto.
-Sei caduto
dritto nella mia trappola… Scopro il mio mostro,
“Pinguino dell’incubo”, ed
attivo il suo effetto. In questo modo, costringo il tuo mostro a
ritornare
nella tua mano.-disse l’altro, scoprendo il proprio mostro.
“Accidenti… Non
mi aspettavo una trappola del genere…”
pensò il giovane, mentre il proprio
mostro ritornava tra le carte che l’Obelisk aveva in mano.
-Posiziono una
carta coperta e ti passo la mano…-concluse il ragazzo dai
capelli blu.
-Come vuoi…
Tocca a me! A questo punto, faccio scendere in campo “Madre
Grizzly”, un mostro
che ti darà del filo da torcere!-esclamò il
ragazzo, mentre posizionava la
carta. Sul campo comparve un grosso orso dal pelo scuro, quasi nero
pece, con
denti lunghi e affilati.
-Ha solo 1400
punti di attacco, pensi che mi spaventi?-fece l’Obelisk, con
la sua solita
calma. L’avversario non si scompose; sapeva che aveva tutte
le carte in regola
per vincere, gli mancava solo una carta, la sua strategia sarebbe stata
completa
e il duello si sarebbe concluso con la sua vittoria.
-Ne riparleremo
dopo che avrò attivato questa magia terreno:
“Umi”. Grazie a questa carta,
tutti i mostri di attributo acqua sul terreno guadagnano 200 punti di
attacco e
di difesa, mentre tutti i mostri di tipo macchina e pyro ne perdono
altrettanti. E questo significa doppi guai per te! In fondo, usi lo
stile
“cyber”, perciò tutti i tuoi mostri sono
di tipo macchina…
-Vedo che ti sei
informato…
-Ne dubitavi! Io
sono l’imperatore dell’Accademia del Nord, il solo
e unico imperatore! Non
posso permettermi di perdere contro un moccioso del secondo anno! Tu
vieni
considerato il Kaiser di questa Accademia e questa cosa è
intollerabile! Questa
è una guerra, caro il mio studente dell’Accademia
del Duellante… Comunque,
adesso che il mio mostro ha guadagnato 200 punti, posso attaccarti
direttamente! Vai “Madre Grizzly”, attaccalo!
L’orso fece un
rapido balzo verso Zane, colpendolo con una zampata. I LP del ragazzo
scesero
velocemente a 2400.
-Devo
ringraziarti, sai? Attivo la mia carta coperta! Si tratta di
“Condensatore di
danno”. Mi basta scartare una carta e mi permette di evocare
un mostro dal mio
deck, che abbia attacco pari o inferiore al danno che ho subito. Ed io
scelgo
“Proto-cyber drago”…-esclamò
Zane, mentre dalla sua parte del terreno compariva
un altro serpente meccanico. Questa volta il suo aspetto era
più primitivo del
precedente. Il metallo era scuro, quasi nero, in confronto
all’acciaio lucente
del mostro precedente. Non aveva zanne ed era circondato da cavi, come
se non
fosse stato ancora completato.
“Proto-cyber
drago… Credo di sapere cosa ha intenzione di fare! E per
impedirglielo, sarà
meglio posizionare questa carta coperta.” pensò
Camus, mentre metteva una carta
coperta.
-Dopo aver
posizionato una carta, ti passo la mano…
-Tocca a me…
Dalla mia mano, attivo “Polimerizzazione”, con la
quale fondo “Proto-cyber
drago” con il “Cyber drago” che ho in
mano per dare vita a “Cyber drago
gemello”!-esclamò l’Obelisk.
Sul terreno
comparve un mostro a due teste, un incrocio tra un grosso serpente e un
drago
senza zampe, né ali.
-Complimenti,
hai appena fatto scattare la mia trappola! Scopro
“Dispositivo
anti-fusione”…-disse l’altro, scoprendo
la trappola.-Come sicuramente sai,
questa carta mi permette di distruggere il tuo mostro!
-Non se attivo
questa! Si tratta di “Defusione”… Con
questa magia, posso mettere in campo i
mostri che ho usato per fondere “Cyber drago
gemello”! In questo modo, posso
far tornare in campo “Proto-cyber drago” e
“Cyber drago” e la tua trappola
perde il suo effetto…
Il serpente a
due teste scomparve dal campo, lasciando il posto ai due mostri
impiegati per
evocarlo.
-A questo punto,
posso attaccare “Madre grizzly” con
“Cyber drago”!
Il serpente
meccanico dallo scheletro scintillante attaccò
l’orso con un raggio blu
elettrico, distruggendolo. I LP di Camus scesero a 3700, ma nonostante
il
mostro fosse stato distrutto, ne ricomparve un altro sul terreno.
-Attivo l’effetto
di “Madre Grizzly”. Se viene distrutto in
battaglia, posso evocare un altro
mostro acqua con massimo 1500 punti attacco. Ed io scelgo un altro
“Madre
grizzly”…-fece l’altro, con
soddisfazione.
-Non male come
mossa, ma mi aspettavo qualcosa di
più…-commentò Zane, concludendo il suo
turno.
-Dovresti
portare rispetto a chi è più grande e
più bravo di te!-esclamò l’altro, al
colmo della sopportazione.
-Ed è quello che
sto facendo…
-Per te questo è
portare rispetto? Dovresti inchinarti e baciarmi la suola delle scarpe!
-Quello non è
portare rispetto…
-Allora forse
questa carta ti farà cambiare idea! Pesco!
“Mobius…
Perfetto, proprio quello che cercavo!” pensò il
duellante dell’Accademia del
Nord, sorridendo.
-Sacrifico
“Madre grizzly” per evocare la carta della tua
sconfitta: “Mobius, monarca
glaciale”!
Sul terreno, al
posto dell’orso dalla pelliccia scura, comparve un gigante,
dal lungo mantello
blu e dall’armatura medievale color ghiaccio. Era imponente e
i suoi 2400 punti
di attacco lo facevano sembrare molto più grande.
-Sorpeso, Zane?
-Devo dire che è
stata una bella mossa!-rispose l’altro, sorridendo
compiaciuto. Camus si stava
rivelando un avversario temibile e questo era proprio quello che voleva.
-Purtroppo per
te non è ancora finita, perché attivo
l’effetto di “Spirito
dell’acqua”. Mi
basta rimuovere un mostro acqua dal cimitero, per poterlo evocare sul
terreno…-continuò Camus, mentre una graziosa
fanciulla, fatta interamente di
acqua, compariva sul suo lato del campo da gioco.-Preparati,
perché adesso ti
attaccherò! Avanti miei mostri, fate piazza pulita dei suoi!
I mostri del
ragazzo dalla carnagione chiara si lanciarono all’attacco,
distruggendo
entrambi i mostri meccanici dell’Obelisk. I LP del ragazzo
scesero a 800.
-Le cose si
stanno mettendo male per il Kaiser…-commentò uno
degli Slifer, che si trovava a
fianco della ragazza.
-In effetti, ha
perso diversi Life Points… Inoltre, la carta magia terreno
gli sta creando
diversi problemi. O trova un modo per distruggerla, o può
anche dire addio alla
vittoria!-commentò Yomi, continuando a guardare verso il
centro dell’arena.
-Non sei
preoccupata?-chiese un altro studente alle sue spalle, protendendosi
verso la
giovane.
-Perché
dovrei?-chiese l’altra con indifferenza.
-Non siete
amici? Vi ho visti parlare più di una
volta…-rispose l’altro, grattandosi la
testa pensieroso.
-Chissà…-mormorò
la ragazza, senza distogliere gli occhi dall’arena.
Nel frattempo,
il duello stava continuando con il turno di Zane.
-Dato che sono
passati due turni, posso aggiungere alla mia mano la carta che avevo
rimosso
dal gioco… Adesso, attivo “Mostro
reincarnato”; mi basta scartare una carta per
recuperare un mostro dal cimitero e recupero “Cyber
drago”. Purtroppo per te,
non resterà molto in mano, perché provvedo subito
ad evocarlo. Ritorna, mio
fedele mostro!
Il serpente
meccanico fece la sua ricomparsa sul terreno.
-Che
sciocchezza! Pensi che ti proteggerà dal mio
“Mobius”?
-Non è finita
qui… Evoco anche un altro “Proto-cyber
drago” e poi attivo la carta magia
“Unità generatrice di fotoni”! Grazie a
questa carta posso far evolvere i miei
due draghi in “Cyber drago laser”…
I due mostri
meccanici dalle sembianze serpentiformi lasciarono il campo, per fare
posto
alla loro evoluzione. Si trattava sempre di un mostro meccanico, dalle
sembianze di un grosso serpente, ma era molto più grosso e
pericoloso, e dalla
sua coda spuntava un laser.
-A questo punto
attivo l’effetto di “Cyber drago laser”,
che mi permette di distruggere il tuo
mostro! Prendi bene la mira e fallo fuori!
Il drago
serpentiforme metallico lanciò un raggio lasera dalla coda,
colpendo in pieno
il mostro glaciale avversario, che andò in frantumi.
-No!-urlò il
giovane dell’Accademia del Nord, non appena il suo monarca
andò in mille pezzi.
-Adesso posso
attaccare il tuo “Spirito
dell’acqua”!-continuò il giovane
Obelisk, lanciando
il proprio mostro all’attacco.
Il
drago-serpente metallico attaccò di nuovo la fanciulla dalla
pelle blu,
distruggendola. I LP dell’avversario proveniente
dall’Accademia del Nord
scesero a 3300.
-Se hai finito,
tocca a me… Pesco! Poi, posiziono un mostro e una carta
coperta e ti passo la
mano.
Il turno del
biondo europeo durò poco e passò subito il
testimone all’avversario.
“Deve avere in
mente qualche altra cosa… Non mi sembra che si stia
preoccupando troppo!”
pensò, sospettoso, lo studente del secondo anno. Zane aveva
capito benissimo
che l’altro aveva in mente una strategia per ribaltare la
situazione e,
considerando che era il duellante migliore di tutta
l’Accademia del Nord, era
assurdo che si fosse affidato solo al monarca di ghiaccio, esattamente
come era
assurdo che quello fosse il suo mostro più forte.
“Forse proverà
ad evocare un mostro fusione… Da quello che ho potuto vedere
fin’ora, gioca
mostri di tipo acqua e utilizza la carta magia terreno come doppio
vantaggio.
Se riesco ad utilizzare di nuovo l’effetto di
“Cyber drago laser”, posso stare
abbastanza tranquillo. L’unica cosa che non mi piace
è quella carta coperta.
Non vorrei che fosse una trappola…”
-Pesco…
“Anche se fosse
una trappola, non ho niente in mano con cui contrastarla. A questo
punto,
l’unica cosa che posso fare è attaccare. Nel caso
in cui mi vada male, posso
sempre difendermi.”
-Attacco con
“Cyber drago laser”!-esclamò Zane,
ordinando al proprio mostro di attaccare il
mostro coperto dell’avversario.
Il mostro
coperto si rivelò essere “Vergine
dell’acqua” e, grazie all’effetto di
“Umi”,
l’attacco di “Cyber drago laser” non era
potente a sufficienza per
distruggerlo.
-Non ce l’ha
fatta; hanno gli stessi punti. E questa non è una buona
notizia! Probabilmente
sta cercando di evocare un mostro tramite tributo e ha scelto di
mettere un
mostro forte in difesa, per poterlo sacrificare al prossimo
turno…-esclamò
Yomi, protendendosi verso il campo.
-Sei sorpreso?
Scommetto che non ti aspettavi una mossa del genere!-esclamò
Camus, compiaciuto
delle sue capacità.
-Non proprio… Se
devo essere sincero, credevo che attivassi la carta coperta. Mi
aspettavo che
tu avessi preparato una trappola, ma non mi aspettavo che la trappola
fosse
proprio il mostro coperto!
-Immagino che
sia un complimento…-commentò il biondo.
-Non credere di
avermi messo con le spalle al muro. Posiziono una carta
coperta…-disse Zane,
mettendo la carta sul suo dueling disk.
-E’ il mio
turno…-fece lo studente della scuola avversaria, pescando la
sua carta. Poi
guardò per qualche secondo quello che aveva in mano,
ripensando velocemente
alla sua strategia e a come contrastare i mostri del giovane Obelisk.
-Attivo “Anfora
dell’avidità” e pesco altre due carte.
Poi, posiziono un altro mostro coperto e
ti passo la mano…-disse, terminando il proprio turno.
“Un altro mostro
coperto? Cosa avrà in mente… Forse ha bisogno di
due tributi… In effetti, non
vedo altra spiegazione. Non avrebbe nessun vantaggio a giocare in
difesa, visto
che ha molti più LP di me. In una situazione simile, gli
converrebbe attaccare…
Forse sta aspettando la carta giusta, o forse sta cercando il modo di
liberarsi
del mio mostro...” pensò il ragazzo dai capelli
blu, scrutando attentamente il
campo avversario.
-Cosa stai
aspettando? E’ il tuo turno!
-Lo so
benissimo! Pesco…
“Bene! Con
“Unità respingi attacco”, posso far
evolvere di nuovo il mio “Cyber drago” e
annullare una volta per turno uno dei suoi attacchi. Anche se riesce a
distruggere “Cyber drago laser”, sono comunque al
sicuro. Poi, con la carta che
ho aggiunto alla mano grazie a “Differente capsula
dimensionale”, posso ridurre
a zero i suoi LP in un solo attacco.”
-A questo punto,
attacco il tuo mostro coperto!-esclamò Zane, indicando il
mostro coperto che
l’avversario aveva posizionato giusto il turno prima.
Il suo mostro si
lanciò all’attacco, scoprendolo e distruggendolo.
-Era
“Gagagigo”…-commentò
l’Obelisk del secondo anno, non appena vide il mostro che
era appena finito al cimitero.
-Hai ragione, ma
non è stata una mossa astuta da parte tua! Attivo la mia
carta trappola
“Resuscitato torrenziale”, grazie alla quale posso
evocare di nuovo il mostro
che hai appena distrutto e infliggerti 500 punti di
danno!-esclamò Camus,
scoprendo la sua carta trappola.
Il mostro che
era appena stato distrutto ricomparve sulla sua parte di campo. Era un
incrocio
tra una lucertola e un coccodrillo, verde e viscido come solo i rettili
sapevano essere e con fattezze umane. Di tanto in tanto, delle lunghe
spine
acuminate spuntavano dal suo corpo.
Non appena il
mostro-lucertola comparve sul campo di gioco, un potente getto
d’acqua colpì in
pieno lo studente dell’Accademia del Duellante, riducendo i
suoi LP a 300. La
situazione si stava mettendo veramente male per il giovane del secondo
anno.
-Ho paura che al
prossimo turno le cose si metteranno veramente male per
lui…-mormorò Yomi,
appoggiandosi pesantemente allo schienale della seduta. Il duello
l’aveva
talmente coinvolta che si era ritrovata quasi in piedi.
-Posiziono una
carta coperta e ti passo la mano…-disse Zane, terminando il
proprio turno.
-Pesco…-fece
l’avversario. Poi, guardò le proprie carte e
sorrise, divertito.-Adesso
sacrifico “Gagagigo” e “Vergine
dell’acqua” per evocare “Levia-dragone
Dedalo”!
Un drago blu,
tendente al violaceo sul ventre, con denti acuminati e una cresta
spinosa che
gli percorreva tutto il dorso, comparve sulla sua parte di campo. Aveva
arti
anteriori e posteriori, molto piccoli e corti, che non gli avrebbero
permesso
di fare granché. Tuttavia, la sua arma più
potente era senz’altro la sua bocca,
grossa e piena di denti lunghi e affilati.
-Mi dispiace, ma
il duello finisce qui, perché attivo subito
l’effetto del mio mostro! Mi basta
scartare “Umi” al cimitero, per distruggere tutte
le carte sul terreno, eccetto
il mio “Levia-dragone”!-continuò Camus,
subito dopo che il suo mostro comparve
sul terreno.
-Mi dispiace, ma
prima che tu possa farlo, attivo la mia carta coperta:
“Ruggito minaccioso”.
Per questo turno non potrai attaccare…-lo interruppe
l’Obelisk, attivando
prontamente la sua carta trappola.
L’effetto del
dragone si attivò immediatamente e un turbine di acqua
distrusse le carte
coperte di entrambi e il drago-serpente meccanico di Zane.
-Stai solo
rimandando la tua sconfitta…-disse il biondo, ormai certo
della sua vittoria.
-Questo lo
vedremo… Pesco!
“Mi servirebbe
una sola carta per chiudere il duello… Con “Anfora
dell’avidità”, che ho appena
pescato, posso pescarne altre due e sperare che sia tra
quelle.” pensò il
ragazzo, guardando la propria mano.
-Attivo “Anfora
dell’avidità” e pesco altre due
carte… Proprio quella che cercavo! Adesso, attivo
“Mostro resuscitato” ed evoco dal cimitero il mio
“Cyber drago”, poi attivo
“Vincolo di potere”. Questa carta è
molto speciale. Mi permette di fondere il mostro
che ho sul terreno con gli altri due “Cyber drago”
che ho in mano, ed evocare
“Cyber drago finale”.
Un mostro
serpentiforme a tre teste comparve sul terreno del giovane Obelisk.
Questa
volta aveva l’aspetto più di un drago che di un
grosso serpente. Era meccanico,
del colore dell’acciaio, con due grosse ali,
anch’esse meccaniche, che
spuntavano dal dorso del grosso mostro. Dal corpo spuntavano tre lunghi
colli,
alle cui estremità si trovavano le feroci fauci del drago
finale. Ciascuna di
esse era diversa dall’altra e messe insieme lo facevano
sembrare molto più minaccioso
e pericoloso.
-Inoltre, grazie
all’effetto di “Vincolo di potere” i suoi
punti di attacco raddoppiano.
Purtroppo, alla fine del mio turno mi verranno sottratti LP pari
all’attacco
originale del mostro evocato, ma questo non sarà un
problema, dato che ti
sconfiggerò prima! Avresti dovuto mettere delle carte
coperte; invece, hai
pensato di avere la vittoria in tasca e mi hai sottovalutato.
-Che bravo
moccioso… Davvero niente male per un ragazzino del secondo
anno!-disse Camus,
ammettendo la sua sconfitta. Oramai, non c’era più
niente che potesse fare per
impedire all’avversario di sferrare un attacco. Aveva perso e
la colpa era
principalmente sua. Esattamente come aveva affermato poco prima Zane,
lo aveva
sottovalutato e non aveva pensato a come contrastarlo. Aveva dato per
certo la
sua vittoria, dato che all’avversario rimanevano pochissimi
LP, e questo era
stato il suo unico errore, sufficiente, però, per condurlo
alla sconfitta.
-Adesso ha 8000
punti di attacco, più che sufficienti per distruggere il tuo
mostro e mettere
fine al duello!-continuò il giovane dai capelli blu,
ordinando al proprio
mostro a tre teste di sferrare un attacco al drago avversario,
distruggendolo e
riducendo i suoi LP a 0.
-Ha
vinto…-momorò Yomi, leggermente sorpresa. Ad un
certo punto, era addirittura
arrivata a pensare che avrebbe perso. Non credeva che sarebbe riuscito
a
vincere; aveva solo 300 LP. Invece, aveva dimostrato che il soprannome
di
Kaiser gli calzava a pennello.
Non appena il
duello finì, in tutta l’arena si levarono fischi e
grida di gioia. Gli studenti
dell’Accademia del Duellante, che erano la maggioranza,
coprivano le grida
disperate e gli improperi degli avversari. Da una parte c’era
chi acclamava
l’inaspettata vittoria del Kaiser, dall’altra chi
rimpiangeva di essere uno
studente dell’Accademia del Nord.
Il cancelliere
si alzò in piedi, soddisfatto per la vittoria ottenuta e,
seguito dall’altro
preside, salirono sull’arena per congratularsi con il
vincitore del duello.
-E’ stato un
duello spettacolare; devo ringraziare entrambi per le emozioni che ci
avete
regalato! E ringrazio anche l’Accademia del Nord per essere
venuta qui e per
aver partecipato!-fece Sheppard, stringendo la mano a Camus, che,
nonostante la
sconfitta, continuava a sorridere.
-E’ stato un ottimo
duello, Jansen…-continuò il cancelliere dalla
giacca porpora.
-Grazie, ma lei
è troppo gentile! Il vostro studente mi ha sconfitto e si
merita del tutto la
vittoria. L’ho sottovalutato e non avrei dovuto. Ho commesso
un errore che non
mi sarei dovuto permettere… Comunque sia, probabilmente
avrebbe vinto lui
ugualmente. Zane Truesdale è un duellante eccezionale!
-Concordo! Mi
duole ammetterlo, ma hai duellato veramente bene,
ragazzo…-disse il preside dell’altra
scuola, rivolgendosi allo studente del secondo anno.-Sebbene mi bruci
ammetterlo, sono contento che a sconfiggere la mia prestigiosa scuola,
sia
stato un duellante con il tuo talento!
-Grazie…-rispose
Zane, stringendo la mano all’uomo.
-Sai, mi farebbe
molto piacere se tu venissi con noi all’Accademia del Nord!
Sono sicuro che
studiando da noi, riuscirai a tirare fuori il tuo vero potenziale!
L’Accademia
del Duellante non è in grado di farlo…
-Non ci provare
nemmeno! Zane è uno dei miei studenti, non pensare che te lo
lasci in questo
modo!-esclamò Sheppard, intromettendosi nel discorso.
L’idea che l’amico gli
rubasse uno dei suoi migliori studenti non gli piaceva neanche un
po’. E non
poteva di certo rimanere impassibile!
-Sheppard, lo
sappiamo entrambi che la mia scuola è migliore!
-Non è assolutamente
vero! Infatti, vi abbiamo appena sconfitto!
-Ad essere
sinceri, è stato questo ragazzo a sconfiggerci. E’
per questo che lo voglio da
noi…-continuò l’altro.
-Non lo avrai
mai!-esclamò, sempre più irritato,
l’uomo dalla giacca porpora.
-Non si preoccupi,
cancelliere, non ho intenzione di andarmene…-fece il ragazzo
del secondo anno.
-Zane…-mormorò
il cancelliere, sollevato. L’Obelisk accennò un
mezzo sorriso, poi si diresse
verso l’uscita, come se niente fosse.
“Menomale… Per
un attimo, ho pensato che avrebbe accettato!”
pensò Yomi, mentre osservava
l’Obelisk uscire dalla stanza. Aveva assistito alla scena e
per un attimo aveva
provato una stretta al cuore. Nonostante fosse ancora furiosa con lui,
non
riusciva a rimanere indifferente come voleva.
-Dove vai?-chiese
uno degli Slifer, notando che la ragazza si era appena alzata in piedi.
-Il duello è
finito, no? Non c’è più alcun motivo di
rimanere qui…-disse l’altra. Poi scese
velocemente i gradini delle tribune ed uscì. Non appena fu
uscita dalla stanza,
notò che qualcuno la stesse aspettando. Appoggiato di fronte
alla porta
dell’arena, c’era Zane, a braccia conserte, come al
solito.
-Cosa
vuoi?-chiese l’altra, leggermente irritata.
-Senti, per quello
che è successo quella volta-
-Stai cercando
di scusarti?-lo interruppe la giovane.
-Mi dispiace, ho
esagerato… Non avrei mai dovuto schiaffeggiarti…
-Lascia perdere,
non voglio litigare di nuovo con te. Perciò, per un
po’ di tempo, è meglio se
non ci vediamo…-sussurrò la ragazza, passando
oltre.
-Aspetta!-le gridò
dietro l’amico.
Yomi fece finta
di non sentirlo e tirò a dritto, verso le scale che
portavano al piano
inferiore.
***
Ndr:
Volevo lasciare un piccolo commento su questo capitolo. Innanzitutto,
per creare il duellante dell'Accademia del Nord mi sono ispirata ad un
personaggio di "Uta no Prince-sama". Il nome Camus (che in
realtà sarebbe un cognome francese) l'ho preso da questo
personaggio, mentre il cognome è uno dei cognomi norvegesi
più diffusi. Per la descrizione mi sono rifatta ai classici
tratti di un abitante dei paesi nordici e ho voluto sottolineare il suo
carattere freddo e glaciale attraverso il suo deck, formato sopratutto
da mostri di attributo acqua e da "Mobius". Inoltre, per creare un
contrasto con Zane, ho voluto dargli il soprannome di "Imperatore" (per
chi non lo sapesse, "Kaiser" in tedesco significa proprio imperatore) e
metterlo in risalto con alcuni suoi atteggiamenti e i suoi abiti. Per
il resto, spero vi sia piaciuto il capitolo... Ci vediamo alla prossima!
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Capitolo 13 *** Capitolo 13- I primi accordi svelati ***
Capitolo
13- “I
primi accordi svelati”
Yomi era seduta
al suo banco, con lo sguardo fisso sul professore e la mente altrove.
Non erano
passati molti giorni dal duello annuale contro l’Accademia
del Nord, ma da
quell’evento non aveva più incontrato
né Makoto, né i tre giovani del secondo
anno. Questa volta, però, non era stata lei ad evitarli.
Probabilmente avevano
deciso che non era più il caso di confondersi con i suoi
capricci.
“E’ da un po’
che non li vedo; chissà cosa stanno facendo…
Forse ho sbagliato a comportarmi così.
Sono stata cattiva e li ho trattati nel modo che non meritavano. Alla
fine non
sono poi così diversa dagli altri… Mi lamento del
fatto che le persone
continuano a fraintendermi, ma io cosa ho fatto? Mi sono arrabbiata per
una
idiozia e poi li ho evitati per quasi una settimana. Questa volta me la
sono
proprio cercata! Avrei dovuto farli parlare e dare loro modo di
scusarsi, ma
non l’ho fatto. Sono stata una codarda; sono scappata di
nuovo… Mi sta bene se
non vogliono avere più nulla a che fare con me! Chi vorrebbe
confondersi con
una pessima persona come me?”
Nonostante fosse
diventata l’idolo del dormitorio rosso, si sentiva sempre
più sola; sebbene ormai
non lo fosse più e fosse sempre circondata da qualcuno,
sentiva che qualcosa
continuava a mancarle. In cuor suo sapeva che non sarebbe mai stata
felice in
quel modo; sapeva che gli unici con cui si sentiva veramente bene e
accettata
erano i tre Obelisk.
La ragazza
appoggiò il volto sui palmi delle mani, continuando ad
ignorare l’insegnante.
“Gli unici che
continuano a cercarmi sono quei tontoloni degli Slifer… E lo
fanno solo perché
sono una brava duellante ed hanno bisogno del mio aiuto. Come
tutti… Mi cercano
solo quando hanno bisogno di me, mi sfruttano e basta! Continuo ad
essere sfruttata...
Forse sono io che sbaglio! Dovrei essere più forte e
ribellarmi, ma ho troppa
paura di rimanere sola. Se non avessi incontrato Yusuke, non sarei in
questa
situazione, però non avrei nemmeno trovato la forza di
provare ad essere
felice. Se non fosse per loro, non sarei qui… Se non fosse
per loro,
continuerei a maledirmi…”
-Yomi! Terra
chiama Yomi!
Banner la stava
chiamando dalla cattedra al centro dell’aula. Si era accorto
che non stava
seguendo la lezione e stava cercando di richiamare la sua attenzione.
-Ah! Mi
dispiace…-esclamò la ragazza leggermente
imbarazzata, alzandosi in piedi per
scusarsi. Gli altri studenti del primo anno la stavano fissando,
sorpresi.
-Sbaglio o eri
distratta?-insinuò l’insegnante, continuando ad
accarezzare il dorso del grasso
felino che si portava sempre appresso.
-Mi
dispiace…-disse ancora la studentessa, abbassando lo sguardo
dispiaciuta.
-Dovresti
cercare di prestare attenzione alle mie lezioni, altrimenti potresti
trovarti
in difficoltà agli esami. Non è vero,
Faraone?-fece l’uomo, rivolgendosi prima
alla studentessa e poi al gatto. Il felino lo fissò
attraverso i suoi occhi
spenti e per tutta risposta sbadigliò. Non sembrava molto
interessato a ciò che
stava accadendo nella stanza.
-D’ora in avanti
farò più attenzione…-rispose la
ragazza, accennando un inchino.
-Ottimo! Adesso
puoi anche sederti…-fece l’altro, sottolineando la
frase con un gesto della
mano.
-Certamente…-mormorò
l’altra, facendo un leggero inchino e mettendosi di nuovo a
sedere. Non appena
Yomi si fu seduta, l’uomo riprese il suo discorso sulle
proprietà della pietra
filosofale e come questa potesse essere applicata al Duel Monster, nel
caso in
cui fosse realmente esistita. La Slifer, però, a dispetto di
quanto aveva detto
poco prima, continuò ad ignorare la spiegazione di Banner.
“Mi chiedo come
abbia fatto a finire in questa situazione… Come ho fatto a
litigare con i
ragazzi? E poi, per quale motivo? E’ iniziato tutto
perché mi sono arrabbiata
con Zane per il modo in cui trattava Makoto. Sarebbe finito
lì se non mi avesse
schiaffeggiata e se per scusarsi non ci avesse impiegato più
di una settimana…
Ma forse sono io che ho esagerato. Inoltre, non so se fidarmi di
Makoto… Non
riesco a capire perché continuo a pensare ad uno come lui.
Dovrei fidarmi dei ragazzi
e di Yuki e cercare di evitarlo il più possibile, ma non ci
riesco… Nei suoi
occhi c’è qualcosa che non mi piace e a volte ha
uno sguardo quasi pericoloso,
ma… Non riesco a separarmi da lui… E’
come se ne fossi irrimediabilmente
attratta; c’è qualcosa in lui che mi attrae e non
so resistergli. Non so cosa
fare e come comportarmi… Non mi sono mai trovata in una
situazione simile! Se
fossi rimasta sola, come sempre, questo non sarebbe successo! Che
situazione…”
-Bene! La
lezione è finita, potete andare!-disse l’uomo,
facendo un cenno agli studenti.
Poi, raccolse i propri fogli ed uscì dalla stanza.
Yomi emise un
sospiro di sollievo.
“Finalmente è
finita! Non ne potevo più… Adesso, ho solo voglia
di starmene un po’ da sola!”
pensò, mentre si stiracchiava.
-Leader!-una
voce la stava chiamando dagli ultimi banchi dell’aula.
La ragazza si
voltò irritata. Non le piaceva il soprannome che le avevano
affibbiato,
soprattutto perché era consapevole che non la rispecchiasse
minimamente. Lei
non era un bravo comandante, non era un leader, non
ne aveva la stoffa e non l’aveva mai avuta.
Non era nemmeno così forte come voleva far credere. Tutto
ciò che gli altri
pensavano di lei era falso. Quando si trovava in mezzo alle persone,
Yomi portava
continuamente una comoda maschera, per sembrare più forte di
quanto non lo
fosse realmente. E lei ne era consapevole; sapeva che la vera Yomi non
era
quella che si mostrava in pubblico. Per questo motivo, per lei quel
soprannome
era semplicemente ridicolo e non riusciva a sopportarlo.
-Ancora?! Quante
volte devo dirti di non chiamarmi in quel modo?-fece, rivolgendosi al
compagno
di dormitorio. Era un ragazzo, basso, con i capelli corti e una frangia
che gli
copriva sempre gli occhi. Era imbranato e non era un granché
come duellante.
Era una persona alquanto insignificante, che passava spesso
inosservato, tanto
che Yomi non si ricordava nemmeno come si chiamasse. Si ricordava solo
che era
stato lui, il primo a chiamarla “leader”.
-Che
vuoi?-continuò secca la giovane, non appena
l’altro si fu avvicinato.
-Ecco, non
riesco a capire questa cosa…-disse l’altro
studente timidamente, indicando un
paragrafo sul libro di testo.
-Ma questa è una
cosa basilare!-esclamò l’altra scocciata. Non
riusciva a credere che non avesse
capito una cosa sciocca come quella.
-Sì, ma non
riesco a capirla… Puoi darmi una mano?
“Ci risiamo… Mi
considerano solo per farsi aiutare. Non c’è
nessuno che voglia trascorrere un
po’ del suo tempo con me… Per Atticus, invece,
ogni scusa era buona per passare
del tempo con me. Detesto ammetterlo, ma mi
mancano…” pensò la ragazza, continuando
a fissare il libro che il compagno le stava sventolando in faccia.
-Allora?! Per
favore, sei la mia unica speranza!-insistette l’altro.
-Anche noi
abbiamo bisogno di una mano!-esclamarono gli altri studenti del
dormitorio
rosso, in coro. Erano rimasti tutti in classe ad aspettare la giovane.
Yomi si
voltò. Erano una decina e dalla loro espressione sembrava
che fossero nei guai
fino al collo. Tra non molto, tra l’altro, ci sarebbero stati
anche i test di
metà trimestre e la paura di non riuscire a passarli si
stava insinuando tra i
giovani studenti.
“Se mi rifiuto,
non mi lasceranno mai in pace e mi perseguiteranno per tutto il
pomeriggio.
Dovrei accettare… Non voglio, ma perlomeno, per qualche ora,
avrò la testa
concentrata su qualcosa! E poi, non so cosa fare e non voglio
deprimermi
ulteriormente, standomene da sola da qualche parte… Non
credo di avere molta scelta…”
-Ok…-disse poi.
-Perfetto!
Andiamo nella caffetteria del dormitorio? E’ grande a
sufficienza per starci
tutti…-fece il ragazzo con gli occhiali, avviandosi verso la
porta, seguito dagli
altri Slifer e dalla studentessa.
Il gruppetto di
matricole percorse velocemente il corridoio e scese al piano terra.
Attraversarono
l’atrio ed uscirono dall’edificio. Poi, percorsero
il lungo sentiero che
portava al dormitorio rosso. Una volta giunti di fronte
all’edificio, Yomi
rabbrividì. Era una struttura abbastanza fatiscente, che
pareva dovesse
crollare da un momento all’altro. Nemmeno l’odore
era dei migliori: puzzava di
muffa e le infiltrazioni erano così in bella vista e
così numerose, che gli
addetti alla manutenzione avevano rinunciato a coprirle. Le pareti si
stavano
scrostando e le travi erano abitate da ogni genere di animaletto dotato
di
almeno sei zampe. La Slifer sospirò, quasi scocciata. Non le
piaceva l’idea di
entrare lì dentro; non voleva rimanere sotterrata dalle
macerie, nel caso in
cui crollasse. Purtroppo, però, non aveva avuto molta
scelta; non se la sentiva
di rifiutare e, in fondo, non sapeva cos’altro fare. In quel
modo, perlomeno,
poteva rendersi utile ai suoi compagni.
Il gruppo entrò
nella caffetteria, ignorando i vari scricchiolii sinistri delle assi, e
prese
posto ai tavoli di legno. Yomi si mise a sedere in mezzo agli studenti,
pronta
a rispondere alle loro domande e a rispiegare i concetti che non
fossero
chiari.
-Puoi
rispiegarmi questo punto?-chiese uno degli Slifer, mettendogli un libro
sotto
agli occhi.
“Carte magia
rapide? Davvero non riescono a capire nemmeno queste cose? Non credevo
che
fossero messi così male… Adesso capisco
perché sono lo zimbello di tutta la
scuola!” pensò la giovane, leggendo il titolo del
paragrafo.
-Cosa non hai
capito, esattamente?-chiese, poi, rivolgendosi verso il compagno.
-Praticamente
tutto…
Yomi sollevò il
sopracciglio sinistro.
-Perfavore…-supplicò
l’altro.
-Ok, allora
ascoltami bene! Se metti una carta magia rapida coperta, poi non puoi
attivarla
fino alla fine del tuo turno. Perciò, devi riflettere bene e
posizionarla solo
se ti può essere d’aiuto durante il turno
dell’avversario… Hai capito?
-Non saprei… Se
non la metto coperta, posso attivarla durante il mio turno?
-Sì… Però, in
quel caso, non puoi attivarla durante il turno
dell’avversario.
-Aspetta un
attimo! Quindi, per attivarla durante il turno
dell’avversario, devo metterla
coperta? Ma non è uno svantaggio? Potrebbe distruggermela
prima che io possa
attivarla…
-Appunto! E’ per
questo che devi valutare bene cosa posizionare, in base alle carte che
l’avversario ha in campo o a quelle che potrebbe giocare.
L’espressione
del ragazzo divenne sempre più confusa. Yomi trattenne lo
sdegno ed emise un
sospiro, come a voler buttar fuori la rabbia che stava accumulando.
“Come fa ad
essere così ottuso?” pensò, poi,
prendendo il proprio deck. Poi, posizionò
alcune carte sul tavolo e simulò una situazione di gioco,
per aiutare l’altro,
e non solo lui, a capire meglio quell’aspetto del regolamento.
-Vedete, in
questo caso mettere questa carta coperta può servirmi per
distruggere una carta
trappola o magia che l’avversario potrebbe posizionare nel
suo prossimo turno e
che non potrà attivare. Dato che non ha carte da distruggere
in questo turno,
posso benissimo posizionare “Tifone Spaziale
Mistico” per il prossimo
turno…-disse, indicando il campo da gioco e le varie carte.
Poi guardò il
gruppo di Slifer, sperando che avessero finalmente capito. Erano
pensierosi e
non sembrava che avessero colto ciò che la studentessa stava
ripetendo da
diversi minuti.
-Non è una cosa
difficile da capire… Dovete solo valutare, di volta in
volta, cosa vi conviene
fare! Basta ricordare che una volta posizionate non possono essere
attivate…
Capito?
-Forse…-mormorò
lo studente che le aveva chiesto spiegazioni per primo, grattandosi la
testa.
-Dovete solo
fare un po’ di esperienza… Ed impegnarvi un
po’ di più! Con il tempo,
migliorerete! Basta che non vi arrendiate…
-Se lo dici tu…-le
rispose l’altro, riprendendo il libro.
-Adesso tocca a
me!-esclamò un altro, facendosi strada tra i compagni,
finché non si trovò faccia
a faccia con la ragazza.
-Uffa! C’ero
prima io!-protestò un altro ancora.
-Ragazzi, calma!
Abbiamo un sacco di tempo…-fece Yomi, placando subito le
acque.
Trascorsero diverso
tempo in questo modo. La studentessa cercava di far comprendere meglio
le regole
basilari del gioco ai suoi compagni di dormitorio, mostrando loro
esempi e
situazioni tipiche. I ragazzi, dal canto loro, facevano del loro meglio
per
capire, ma non sempre riuscivano a cogliere il significato delle parole
della
giovane.
Dopo quasi tre
ore di ripasso, il gruppo di studio si era preso una piccola pausa, per
rifocillarsi un po’ e per permettere alla Slifer di
recuperare un po’ la voce.
“Forse dovrei
parlare con i ragazzi… Ormai è passato un sacco
di tempo e non riesco a vivere
in questo modo! Sento che non riuscirò a trovare qualcuno
come loro… Loro sono
gli unici a non prendersi gioco di me! Sono gli unici a cui importi
qualcosa di
quello che faccio… Si sono arrabbiati per questo motivo e io
li ho aggrediti,
come se avessero fatto qualcosa di male. Anche lo schiaffo me lo sono
meritato!
In fondo, la colpa era solo mia. Se io non avessi reagito alla
provocazione di
Jonouchi, Zane non si sarebbe arrabbiato in quel modo… Era
solo preoccupato e,
a dirla tutta, ha fatto bene! L’avrei fatto anche io, se
fossi stata in lui…
Quello schiaffo me lo sono meritato tutto! E lui non meritava il modo
in cui
l’ho trattato io… Inoltre, non avrei dovuto
lasciare che Makoto ne venisse a
conoscenza. Adesso che ci penso, sembrava quasi contento quando ha
scoperto del
mio litigio con Zane! Forse la verità non è
quella che vuole farmi credere…
Forse hanno ragione quando mi dicono di lasciarlo
perdere…”
-Yomi, secondo
te posso aggiungere questa carta?-fece Chumley, mostrando un mostro
koala alla
ragazza del primo anno.
-Sì, ma dovresti
togliere questa… Tenerle entrambe non ha molto senso!
-Però mi
piacciono entrambe…
-Devi sceglierne
una. Se le inserisci entrambe, rischi di destabilizzare il
deck… Utilizzi delle
combo particolari e se inserisci le carte sbagliate, potresti avere dei
problemi.
-Ok, seguirò il
tuo consiglio… Grazie!
-Figurati…
“Non ce la
faccio ad essere arrabbiata con loro… Dovrei scusarmi, il
prima possibile! Dopo
che avrò finito con questi qui, li cercherò e
chiarirò tutto… Prima sistemo
questa storia, meglio è! E poi… Quella storia che
mi ha raccontato Makoto… Devo
verificarla! Zane non farebbe del male a nessuno, ma non capisco
perché Makoto
si sia inventato tutto. Non credo a quello che mi ha detto, ma, per
essere
sicura, dovrei chiedere a Zane…”
-Quest’effetto
come si risolve?-disse un altro studente, porgendogli una carta magia.
Sopra
era raffigurata una donna con un cuore in mano e due ali, una da
pipistrello e
una da angelo. Si trattava di “Cambiare idea”, una
carta magia molto rara.
“Deve ritenersi
fortunato ad avere una carta del genere… Non è
facile trovarla!” pensò la
giovane studiando attentamente l’oggetto che aveva in mano.
-E’ una buona
carta! Dovresti averne cura…-fece Yomi. Poi
iniziò a spiegare come usarla.
La pausa era
finita già da una ventina di minuti e la Slifer stava
spiegando gli effetti di
alcune carte, quando qualcuno si fece strada tra i ragazzi e interruppe
bruscamente il ripasso collettivo.
-Sembra che vi
stiate dando da fare…-commentò un ragazzo con gli
occhiali calati sul naso e i
capelli nerissimi e corti, con un ciuffo che gli copriva
metà fronte.
-Eichi!-esclamò
la ragazza, alzandosi in piedi di scatto. Non le piaceva il fatto che
il
rappresentante del dormitorio rosso si trovasse lì. Non
prometteva niente di
buono.
“Cosa ci fa qui?
Non mi piace per nulla e la sua faccia mi dà sui nervi! Come
vorrei tirare un
pugno su quel faccino odioso…” pensò la
ragazza, fissandolo con fare
minaccioso.
-Cosa
vuoi?-disse, poi, mantenendo i nervi saldi.
-Stai dando
ripetizioni? Ammirevole, da parte tua!
-Mi stai
prendendo in giro, per caso?! Vuoi che ti picchi?!
-Sempre la
solita donna violenta… Non ti hanno mai detto che le femmine
dovrebbero stare
zitte e al loro posto? Soprattutto se sono delle mocciose
insignificanti!
“Spero per lui
che stia scherzando! Dovrei stare zitta?! Come si permette! Neanche
fossi un
oggetto… Se continua a fare commenti maschilisti e misogini,
potrei anche non
riuscire a controllarmi! Quanto lo vorrei prendere a
schiaffi!”
-Bastardo! Stai
passando il limite!-esclamò Yomi, sempre più nera
dalla rabbia. La studentessa
stava facendo un grande sforzo per trattenersi dal lanciarsi sullo
studente del
terzo anno e prenderlo a sberle.
-Dici? Comunque,
c’è una persona che vorrebbe parlarti…
-Non me ne frega
niente! Sparisci dalla mia vista!-urlò l’altra,
indicando la porta con un gesto
violento della mano.
-Codarda… Di
cosa hai paura? Mica ti mangia!
-Come ti
permetti?! Io non sono una codarda! E comunque non ho alcuna intenzione
di
seguirti!
-Sei patetica…
-Pensi che sia
così stupida da cadere nelle tue insulse provocazioni?!
Pensi davvero che non
abbia capito che può trattarsi di una trappola?!
-Certo che no!
So bene quanto sei sveglia; non avrebbe senso cercare di tenderti una
trappola.
-Allora
sparisci!
Il ragazzo non
si mosse nemmeno di mezzo millimetro; continuava a fissare
l’altra, come se
stesse aspettando qualcosa.
-Se ti dicessi
che riguarda il tuo amico Zane, cosa mi risponderesti?
“Zane? Mi prende
in giro, per caso?”
-Se ti dicessi
che riguarda il tuo amico, mi seguiresti?
Yomi fissò per
qualche secondo il rappresentante, cercando di capire dove fosse la
trappola e
cosa avesse realmente in mente.
-Va bene, ti
seguo. Ma se è uno scherzo, me la pagherai cara.-disse poi.
-Bene!-fece Eichi,
voltandosi e dirigendosi verso la porta della caffetteria, seguito
dalla Slifer.
Il ragazzo la condusse
fin dentro la foresta che circondava gli edifici
dell’istituto. Camminarono per
diversi minuti, in silenzio. Yomi si teneva a debita distanza
dall’individuo,
ancora convinta che le volesse giocare un brutto tiro. Per quel che ne
sapeva,
poteva anche aver escogitato un modo per vendicarsi di quello che era
successo
qualche settimana prima. In fondo, la studentessa aveva quasi mandato
in fumo
tutto il suo duro lavoro degli anni passati e i suoi rapporti con gli
studenti
del dormitorio blu. La matricola aveva la sensazione che avesse
macchinato
qualcosa e che non avrebbe dovuto seguirlo, non da sola, almeno. Era
chiaro che
fosse una trappola, ma la giovane voleva sapere perché
avesse tirato in ballo
Zane. Se aveva davvero intenzione di dirle qualcosa che riguardava
l’amico,
allora lo voleva sapere.
-Dove mi stai
portando?-chiese la Slifer, dopo un po’, senza staccare gli
occhi dall’altro.
Eichi non rispose.
Yomi si fermò bruscamente; se doveva seguirlo, voleva sapere
almeno dove la
stava portando. Non era molto intenzionata a seguirlo per tutta
l’isola. Era
curiosa, certo, ma l’idea di seguirlo fin dentro alla
foresta, con il rischio
di perdersi, non le piaceva per nulla.
-Se non mi dici
dove mi stai portando, me ne torno indietro…
-Siamo quasi
arrivati…-disse l’altro, senza degnare la ragazza
di un solo sguardo.
La giovane non
si mosse di un millimetro. Lo Slifer del terzo anno, non appena si
accorse che
non lo stava seguendo, si voltò, quasi scocciato.
-A quanto pare
non vuole muoversi ulteriormente…-disse l’altro,
grattandosi la testa.
-Allora dovremmo
farlo qui… Siamo comunque sufficientemente lontani dagli
edifici…-fece una voce
alle spalle della Slifer. Era familiare; Yomi era certa di averla
già sentita
prima.
-Tu… Mi
aspettavo una cosa del genere…-fece la ragazza, dopo essersi
voltata in
direzione del nuovo arrivato. Appoggiato ad un tronco alle sue spalle,
c’era
Jonouchi Goruden, il ragazzo che aveva sconfitto in duello diversi
giorni prima.
Yomi se lo ricordava bene; non tanto per il fatto che per colpa sua
aveva
passato un brutto quarto d’ora, ma per il fatto che avesse
avuto il coraggio di
toccare il suo amato deck.
“Adesso che ci
penso, non gliel’ho ancora fatta pagare per il fatto di aver
imbrogliato
durante il duello… Questa potrebbe essere
l’occasione giusta! Meglio di no… Non
voglio far preoccupare di nuovo i ragazzi; questo non è il
momento giusto.”
Pensò la giovane, continuando a squadrare il ragazzo del
dormitorio giallo.
-Sai che il
giallo ti dona?-fece la Slifer, sarcastica. Non era riuscita a
trattenersi dal
commentare la nuova divisa e ricordare allo studente del terzo anno
della sua
cocente sconfitta.
-Se fossi in te
non riderei…-commentò pacato l’altro.
Sembrava che il commento della ragazza
non l’avesse nemmeno scalfito.
“Che strano… Non
è da lui rimanere così calmo di fronte ad una
provocazione… Che abbia in mente
qualcosa?”
La studentessa
si voltò verso Eichi e poi di nuovo verso lo studente del
dormitorio giallo.
-Cosa volete da
me?
-Me lo chiedi
pure? E’ colpa tua se sono stato retrocesso a Ra giallo,
perciò ho intenzione
di fartela pagare…
-E cosa vuoi
fare? Una rivincita? Pensi davvero di sconfiggermi?
-Una rivincita?
No, sarebbe inutile…
Jonouchi iniziò
ad avvicinarsi alla ragazza, finché non fu a pochi
centimetri da lei. Poi,
senza troppi convenevoli, le afferrò un braccio.
-Lasciami
andare!-esclamò l’altra, cercando di liberarsi
dalla presa del giovane.
Il Ra, per tutta
risposta, la strattonò a sè, per costringerla ad
avvicinarsi ancora.
-Che diavolo
vuoi?!-continuò Yomi, cercando di allontanarsi dallo
studente.
-Non riesco a
capire cosa ci trovi Makoto in una come
te…-mormorò l’altro, avvicinando il
proprio volto a quello della ragazza. Poi, improvvisamente,
lasciò la presa e
con uno spintone, la allontanò.
-Che modi…-commentò
Yomi, massaggiandosi il braccio, un po’ dolorante.
-Sei fortunata!
Makoto non vuole che qualcuno ti faccia del male, perciò non
posso farti
niente…
-Makoto?
-Già, sembra che
abbia un qualche interesse nei tuoi confronti…
“Un interesse?
Com’è possibile? Che si stia inventando tutto? In
questa storia c’è qualcosa
che non mi convince…”
-E mi hai
chiamata solo per dirmi questo?-fece Yomi, continuando a massaggiarsi
il
braccio.
-No… In realtà dovevo
parlarti di un’altra cosa…
-Si tratta di
qualcosa che dovresti sapere…-si intromise il rappresentante
del dormitorio
rosso.
-Parlate!
-Come ti hanno
sicuramente spiegato gli studenti del primo anno, esiste un accordo
segreto tra
il dormitorio rosso e quello blu. Serve per facilitare la vita agli
studenti
Slifer…
-Stai
scherzando? Facilitargli la vita? Ma non farmi ridere! Li costringete a
darvi
le loro carte migliori e, come se non bastasse, continuate a prenderli
in giro!
-Ti sbagli! Se
noi non facessimo in questo modo, alcuni studenti del dormitorio blu
potrebbero
anche fare di peggio! E’ l’unico modo per tenere
sotto controllo la situazione…-continuò
imperterrito Eichi.
-Che idiozia!
Basterebbe che voi smetteste di fare i bulli! Non è
così difficile, persino
degli scimmioni senza cervello come voi possono riuscirci…
-Come siamo
violente…-commentò Jonouchi.
-Insomma, quindi
cosa volete? Non ho tanto tempo da perdere con voi…
-Bè, comunque la
situazione è questa. Ogni anno, un Obelisk e uno Slifer si
fanno carico di
organizzare il tutto e si impegnano a fare in modo che le cose
continuino e
funzionino nel modo giusto. Devono controllare che nessuno se ne
approfitti…-continuò
il Ra.
-Tu sei stata
esclusa da tutto questo, solo perché sei una
ragazza…-fece Eichi,
intromettendosi di nuovo.
-Non capisco
dove volete arrivare…
-So che vuoi
sapere chi c’è dietro a tutto questo. Ti ho
sentita che ne parlavi con gli
altri studenti del primo anno… E’ questo il motivo
per cui volevamo parlare con
te…-disse lo Slifer.
-Ok, ma non vedo
cosa c’entri Zane con questo discorso. Non dirmi che
l’hai nominato solo per
farmi venire qui…
-No… Lui
c’entra, eccome! Quest’anno il responsabile per gli
Obelisk è proprio Zane…-fece
il Ra, sorridendo compiaciuto.
-State
scherzando!
-No, ma se non
vuoi crederci, non ci interessa. Makoto ci ha chiesto di riferirtelo e
noi
l’abbiamo fatto. Ultimamente pensa che tu lo stia tenendo a
distanza e non
capisce il motivo. Voleva che tu lo sapessi, ma non riusciva a trovare
il modo
per rimanere da solo con te e spiegarti come stanno realmente le cose.
E’
preoccupato per il fatto che passi troppo tempo con Zane e preferirebbe
che tu
smettessi di frequentarlo…
-E voi perché
fate quello che vi dice Makoto?
-Perché, a
dispetto di quello che puoi pensare, per me è un amico! Mi
ha aiutato diverse
volte e se sono ancora qui è solo grazie a lui…
“Sta succedendo
qualcosa di molto strano… Zane non farebbe mai cose simili!
Su questo potrei
mettere la mano sul fuoco; ne sono sicura! Lui non accetterebbe mai una
cosa
del genere! E lo stesso discorso vale per Yusuke e Atticus…
Invece, non capisco
perché Makoto cerchi di metterli in cattiva luce, in tutti i
modi possibili! Chissà
perché questa cosa mi puzza… Credo che mi stiano
mentendo… Oppure mi sta
mentendo Makoto.”
-Comunque, noi
ti abbiamo detto quello che dovevamo dirti, se poi ti cacci nei guai a
noi non
ce ne importa niente! Anzi, ci farebbe solo
piacere…-continuò Jonouchi.
Detto questo, i
due studenti girarono i tacchi e se andarono. Yomi rimase qualche
secondo
appoggiata ad un tronco, pensierosa.
“Zane non
farebbe mai una cosa simile… Ne sono sicura! Ma non capisco
che motivo abbia
Makoto per comportarsi in questo modo… Che sia gelosia? No,
forse c’è dell’altro…
Comunque sia, a questo punto non mi resta che parlare con lui! Makoto
mi deve
un sacco di spiegazioni…”
La ragazza aveva
appena deciso di affrontare lo studente del terzo anno, quando si
sentì
chiamare alle sue spalle.
Il ragazzo-koala
le stava correndo incontro lungo il sentiero e sembrava leggermente in
ansia.
-Chumley…
-Yomi, stai
bene?-le disse, una volta che si fu avvicinato.
-Sì, non
preoccuparti…-rispose la giovane, sorridendo.
-Menomale! Mi
stavo preoccupando, dato che non tornavi…
-Non c’era
bisogno che tu venissi a cercarmi…
-Ero preoccupato!
Gli altri ragazzi si sono stufati perché non tornavi e se ne
sono andati… Io
volevo accertarmi che non ti avessero fatto del male, ma a loro non
interessava…
-La cosa non mi
stupisce. Mi cercano solo quando hanno bisogno di me. Non credo che
importi loro
qualcosa di quello che potrebbe succedermi…
-A volte sanno
essere proprio cattivi…-mormorò il ragazzo
cicciottello.
-Hai bisogno di
qualcosa? Vuoi che ti spieghi altre regole?
-No, ero solo
preoccupato… E comunque, anche se tu mi dessi una mano non
credo che riuscirei
a migliorare, perciò preferisco fare una bella chiacchierata
e divertirmi,
piuttosto che i compiti!
-Sei gentile…
Sono poche le persone che sono gentili con
me…-sussurrò Yomi, abbassando lo
sguardo.
-Figurati!
Quando hai bisogno di un po’ di compagnia, conta pure su di
me… Non sono bravo
a duellare, però…-fece l’altro,
arrossendo leggermente.
-Fa niente…
Detto questo, i
due si diressero di nuovo verso il dormitorio rosso, rimanendo in
silenzio per
tutto il tempo. Una volta arrivati ai margini della radura, Yomi si
bloccò
all’improvviso, pensierosa.
-Che c’è? E’
successo qualcosa?-le chiese Chumley.
-Non saprei…
-Sei preoccupata
per qualcosa?
-Ti dispiace se
ti racconto una cosa?-chiese a sua volta la studentessa.
-Figurati…
La ragazza gli raccontò
quello che le avevano detto poc’anzi i due studenti
più grandi. Al termine del
racconto, Chumley rimase qualche minuto in silenzio. Poi, dopo un
po’, disse:
-Non trovi che
sia un po’ strana come storia?
-Infatti non so
se fidarmi o meno…
-Io non conosco
il Kaiser, però non mi sembra una persona capace di fare
queste cose… Inoltre,
quello che dicono è assurdo! Se davvero lo facessero per il
dormitorio rosso,
allora cercherebbero di impedire gli atti di bullismo, non
incoraggiarli…
-Infatti! Ma non
capisco perché dirmi una cosa del genere… E poi
non capisco che motivo abbia
Makoto per comportarsi così!
-Però, basta che
tu chieda direttamente al Kaiser… Siete amici, giusto?
“Amici? Per me,
è un amico… Ma io per lui? Dopo quello che
è successo, non mi meraviglia che
non voglia avere più niente a che fare con me e che non
voglia nemmeno vedermi…
L’ho trattato come non meritava, nonostante lo schiaffo.
Questa volta me la
sono cercata…”
-Ultimamente non
andiamo molto d’accordo… Non so se è il
caso di parlarci… Pensavo, piuttosto,
di parlare con Makoto…
-Dovresti farlo!
Qualsiasi cosa sia successa, capirà… E se non lo
fa, allora non è veramente tuo
amico! I veri amici dovrebbero perdonarsi tutto… E poi,
Makoto non mi piace!
Non dovresti parlarci; non da sola!-esclamò lo Slifer.
-Anche tu…
-Cosa?
-Sei la quinta
persona che mi dice di non parlare con Makoto… Forse dovrei
iniziare a darvi
retta.-mormorò Yomi.
-Non voglio
costringerti a fare ciò che non vuoi, ma quel tizio dovresti
lasciarlo in pace.
Ha uno sguardo che mette i brividi, anche se è uno dei
ragazzi più popolari
della scuola…
Yomi lo osservò
pensierosa, per qualche secondo. Poi sospirò ed estrasse
dalla tasca il proprio
palmare. Si trattava di un dispositivo che le era stato consegnato
insieme alla
divisa, il suo primo giorno di scuola. Serviva per contattare qualsiasi
persona
all’interno del campus, per controllare il regolamento
scolastico, gli orari
delle lezioni e qualsiasi altra cosa potesse interessare ai giovani
studenti.
La Slifer cercò il nome dell’amico dai capelli blu
e fece partire la
comunicazione.
-Non è da te
chiamarmi…-fece il giovane, non appena vide il volto della
studentessa sullo
schermo del suo dispositivo.
-Ho bisogno di
parlarti…
-Adesso? Scusa,
ma ho da fare…-fece l’altro, con fare stizzito.
-Zane, per
favore, è importante!
- Non è da te
dire “per favore”… E’ successo
qualcosa?
-Non lo so…-commentò
la ragazza a bassa voce.
-Sei strana. Mi
stai facendo preoccupare…
-…
-D’accordo! Ci
vediamo tra mezz’ora di fronte all’ingresso, va
bene?
-Ok…
Detto questo,
Yomi chiuse la comunicazione.
“Prima di
sistemare le cose con Zane, voglio parlare con Makoto… Devo
capire cosa sta
succedendo!” pensò, mentre rimetteva il
dispositivo in tasca.
-Chumley, posso
chiederti un favore?
-Di cosa si
tratta?
-Ho intenzione
di parlare con Makoto prima di incontrare Zane…
-Perché? Te l’ho
detto prima; non è una persona con cui dovresti parlare da
sola!
-…
-Vuoi che venga
con te?
-Sì, se non ti
dispiace… Devi solo accompagnarmi, niente di più!
-Sembri
preoccupata…-commentò il ragazzo-koala.
-Ho un brutto
presentimento, ma non capisco perché… Makoto non
è pericoloso, ma non so cosa
potrebbe succedere! Con te mi sento un po’ più
sicura…
-Ok, non c’è
problema…-rispose l’altro, incamminandosi insieme
alla compagna, verso gli
edifici principali.
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Capitolo 14 *** Capitolo 14- La prima rissa dell'anno ***
Capitolo
14- “La
prima rissa dell’anno”
Zane
si trovava
davanti all’edificio principale da almeno una decina di
minuti e stava
aspettando la Slifer. La giovane era in ritardo e l’Obelisk
stava iniziando a
preoccuparsi. Prima, quando lo aveva chiamato, si era accorto che era
in ansia per
qualcosa e non ne capiva il motivo. Aveva paura che le fosse successo
qualcosa
e il fatto che non fosse ancora arrivata, sebbene avesse avuto
mezz’ora di
tempo per farlo, lo faceva preoccupare ancora di più.
-Forse dovrei
chiamarla…-disse tra sé e sé,
estraendo di tasca il dispositivo e facendo
partire la chiamata. Aspettò diversi secondi, senza,
tuttavia, ricevere alcuna
risposta. Riprovò qualche altra volta, ottenendo sempre lo
stesso risultato.
“Che l’abbia
spento?” pensò, interdetto, il ragazzo,
continuando a fissare lo schermo nero del
dispositivo. Aspettò qualche altro minuto, poi, preoccupato,
decise di andarla
a cercare.
“A questo punto
mi conviene cercarla… Anche se non so dove
andare… Quando mi ha chiamato,
sembrava che si trovasse da qualche parte nella foresta, ma cercarla
laggiù
sarebbe solo una perdita di tempo. Non credo che si trovi ancora
là…”
-Ehi, Kaiser!
Cosa stai facendo tutto solo? Aspetti qualcuno?-fece uno studente
Obelisk del
terzo anno, mentre si avvicinava a Zane.
-Per caso hai
visto la ragazza del dormitorio rosso?-chiese a sua volta il giovane
del
secondo anno, interrompendo un po’ bruscamente
l’altro.
-Intendi la
matricola che ha sconfitto Jonouchi? Non mi ricordo come si
chiama…
-Sì, lei…
-L’ho vista
quasi mezz’ora fa, al secondo piano. L’ho
incrociata sulle scale, mentre
scendeva al piano di sotto. Se non ricordo male era insieme ad un
ragazzo cicciottello
del dormitorio rosso…
-Ne sei sicuro?
-Sì… Ricordo che
un ragazzo del dormitorio blu che era con me commentò il
fatto che non capisse
il motivo per cui era ancora al dormitorio rosso, nonostante le sue
capacità.
Era sicuramente lei!
-Grazie…-disse,
in modo sbrigativo, l’altro. Poi, si diresse velocemente
verso l’ingresso ed
entrò dentro.
“Ha detto di
averla incrociata al secondo piano, mentre scendeva. Ma è
successo quasi mezz’ora
fa, perciò non è da escludere che possa trovarsi
anche ai piani superiori. Cercarla
per tutto l’edificio sarebbe impossibile… Devo
pensare a dove potrebbe essere
andata! Non mi viene in mente niente… No, aspetta! Il
tetto… Potrebbe trovarsi
là! In fondo, le piace stare lassù e guardare il
cielo… E se fosse stata
preoccupata per qualcosa, quello è l’unico posto
in cui potrebbe trovarsi.”
-Mi conviene iniziare
dal tetto e poi scendere verso il piano terra. Non posso controllare
tutte le
stanze, ma in questo modo ho più possibilità di
incrociarla. O di incontrare
qualcuno che l’abbia vista. Tra l’altro, con quella
divisa, non passa neanche
inosservata… E se non la vedo, significa che non
è qui.
Detto questo, l’Obelisk
salì fino all’ultimo piano, salì di
corsa le scale ed uscì alla luce del sole.
Non appena i suoi occhi si abituarono alla luce esterna si
guardò intorno, per
vedere se la Slifer si trovasse lì. Il tetto era
completamente deserto.
-Non
c’è…-sussurrò tra
sé e sé.
Ritornò sui suoi
passi e ridiscese velocemente gli scalini. Percorse tutto il corridoio
del
terzo piano, chiedendo, ogni tanto, agli studenti, se avevano visto la
ragazza,
e dando ogni tanto un’occhiata alle aule vuote, per vedere se
si trovava in una
di quelle. Fece la stessa cosa anche per il secondo e il primo piano,
ma
sembrava che nessuno l’avesse vista, quindi scese di nuovo al
piano terra.
Controllò sia
l’ingresso, sia le altre aree nelle immediate vicinanze, poi
decise di
dirigersi verso la palestra e, con la foga con cui svoltò
l’angolo, finì con lo
scontrarsi con un ragazzo del dormitorio rosso. Era tarchiato e non
molto alto,
con un grosso naso a patata e un taglio di capelli molto buffo, che
ricordava
le orecchie di un koala. E a dire la verità, un
po’ tutto lo facevano sembrare
un grosso koala.
“Questo ragazzo
mi sembra di averlo già visto, ma non ricordo
dove…” pensò l’Obelisk,
guardandolo
accigliato mentre si rialzava.
-Ahia, che male!-esclamò
il ragazzo, alzandosi e massaggiandosi il fondoschiena.
-Scusa, ma ho un
po’ di fretta…-gli rispose Zane, ignorando le
lamentele dell’altro.
-Sempre di
fretta voi Obelisk…-mormorò l’altro,
tra sé e sé, certo che lo studente del
secondo anno non potesse sentirlo. L’Obelisk gli
lanciò un’occhiataccia, ma
decise di ignorarlo. Aveva cose più importanti a cui pensare
e non aveva tempo
da perdere dietro ad uno Slifer.
-Ma tu sei il Kaiser!-esclamò
l’altro, non appena alzò lo sguardo e riconobbe la
persona con la quale si era
appena scontrato.
-Scusa, ma ho
fretta e non ho tempo da perdere…
-Ehi, aspetta!
Ti stavo cercando!-fece l’altro, cercando di fermarlo.
-Ho capito, ma ora
ho delle cose da fare…
-Si tratta di
Yomi…
-La
conosci?-chiese l’altro, sorpreso.
-Siamo compagni
di classe, ma adesso non ha importanza-
-L’hai vista?
Sai dove si trova?-fece Zane, interrompendolo.
-Sì. Ti stavo
cercando proprio per questo motivo…
-Perché?
-Me l’ha chiesto
lei…
-Ti ha chiesto
di cercarmi?
-Sì… Devi venire
con me!
-Cos’è successo?-chiese
Zane.
-Non c’è un
minuto da perdere… Vieni!-insistette l’altro
studente.
-Ehi…-fece
l’Obelisk, afferrando per un braccio l’altro, il
quale stava già cercando di
dileguarsi.
Il ragazzo-koala
lo squadrò per qualche secondo, un po’ contrariato.
-Non abbiamo un
minuto da perdere! Non posso lasciarla sola…-disse,
liberandosi dalla presa e mettendosi
a correre verso la palestra. Zane rimase per qualche secondo immobile,
sorpreso
per la reazione dello studente, poi, fidandosi del suo intuito, decise
di
seguirlo.
“In fondo, stavo
proprio pensando di controllare la palestra. Non capisco cosa sia
successo, ma
ho un brutto presentimento. Perché non dovrebbe lasciarla da
sola? Non riesco a
togliermi questa brutta sensazione di dosso…”
Una volta arrivati
nella palestra deserta, il ragazzo-koala si diresse verso la porta del
ripostiglio, dove erano riposte tutte le attrezzature quando non erano
usate.
“Cosa sta
facendo?” pensò Zane, fermandosi
sull’ingresso della stanza.
Lo Slifer, non
appena si accorse che l’altro era rimasto indietro, si
voltò, facendo cenno
all’Obelisk di avvicinarsi; poi entrò nel
ripostiglio.
Zane si avvicinò,
un po’ titubante. Non si fidava molto di quello strano
individuo, ma dato che
l’aveva seguito fino a quel punto, tanto valeva seguirlo fino
in fondo. Si
avvicinò alla porta dello stanzino e la aprì
lentamente. Quello che vide
immediatamente dopo non gli piacque proprio per nulla.
-Yomi?!
La ragazza era
rannicchiata in terra, con le gambe raccolte e la testa nascosta. I
vestiti e i
capelli erano sporchi di terra e fango e le gambe erano coperte di
ferite e di
lividi e sporche di sangue, così come le braccia.
L’Obelisk era convinto che
stesse piangendo, ma non appena la giovane si sentì chiamare
ed alzò lo sguardo
verso il nuovo arrivato, si rese conto che si era sbagliato. Non stava
piangendo; era arrabbiata per qualcosa.
-Zane…-mormorò
la giovane, non appena lo vide.
-Cosa è successo?-chiese
lo studente del dormitorio blu, inginocchiandosi davanti alla ragazza e
prendendole il volto con entrambe le mani. Anche il viso era ricoperto
di tagli
e lividi; un livido in particolare le ricopriva tutto lo zigomo destro,
mentre
una ferita, non molto profonda, le attraversava tutta la tempia, dal
sopracciglio fino a metà guancia. Il labbro superiore le
sanguinava e aveva
l’occhio destro leggermente gonfio.
-Niente…-rispose
Yomi, scostando le mani dell’altro e abbassando gli occhi.
Non aveva molta
voglia di incrociare lo sguardo dell’altro ragazzo.
-Ti hanno
picchiata? Chi è stato?
-Nessuno.-rispose
secca la Slifer.
Il giovane, per
tutta risposta, le diede un leggero cazzotto sulla testa.
-Ahia! Ma che
fai?!-strillò risentita la ragazza.
-Perché non sei
venuta? Perché non hai risposto? Mi hai fatto preoccupare!
Non dirmi che non
sei venuta per fare a botte con qualcuno…
-Pensi davvero
che sia così violenta?! Se fossi potuta venire,
l’avrei fatto…
-Chi è stato a
farti questo?
-Non sono cose
che ti riguardano…
-Non dire
idiozie! Siamo amici, mi riguarda eccome…
-Credimi, è
meglio se non ti fai coinvolgere…-mormorò Yomi,
nascondendo di nuovo il volto
tra le gambe.
L’Obelisk la
guardò accigliato per qualche secondo, cercando di non
irritarsi ulteriormente
per la sua reazione. Fece un sospiro profondo, cercando di riprendere
il
proprio autocontrollo, poi si alzò e le porse la mano, per
aiutarla da alzarsi.
La ragazza cercò di ignorarla, poi, come ripensandoci, la
afferrò e, con un po’
di fatica, si mise in piedi. Le facevano male le gambe e i ginocchi ed
era
difficile riuscire a rimanere in piedi senza barcollare.
-Riesci a stare
in piedi da sola?-le chiese l’Obelisk, lanciando
un’occhiata alle ferite
dell’amica.
-Sì…
-Chi è
stato?-domandò di nuovo il giovane.
-Nessuno…
-Dovresti
dirglielo!-fece il ragazzo del dormitorio rosso, intromettendosi.
-Chumley, per
favore!
-Andiamo, perché
vuoi stare zitta?
-E’ meglio così!
Zane fece un
sospiro, quasi scocciato dalla testardaggine della ragazza, e tenendole
sempre
la mano, fece per uscire dallo sgabuzzino.
-Aspetta! Dove
stai andando?-chiese allarmata la ragazza.
-In infermeria,
mi sembra ovvio! Non penserai che ti lasci qui con tutte quelle ferite?
Devono
essere medicate…
-E’ inutile, non
vuole muoversi di qui...-si intromise, di nuovo, l’altro
studente.
-Perché?-chiese
Zane allo Slifer grassoccio.
Il ragazzo-koala
alzò le spalle, come per sottolineare che non ne capiva il
motivo.
-Non lo so. Ho
cercato di convincerla, ma mi ha detto di cercarti…-rispose
Chumley.
-Davvero?-chiese
l’Obelisk, voltandosi verso l’amica.
-Ti saresti
preoccupato se non mi avessi visto…-fece la ragazza.
-E’ ovvio che mi
sia preoccupato. Però mi sono preoccupato molto di
più trovandoti coperta di
ferite…
-Non ho bisogno
di farmi medicare…-sussurrò l’altra,
continuando a tenere lo sguardo basso.
Zane squadrò di
nuovo la ragazza, poi le lasciò la mano e, senza tanti
convenevoli, la afferrò
per i fianchi e se la issò su una spalla, come se fosse un
sacco di patate.
-Zane! Si può
sapere cosa ti salta in mente?! Non puoi trattarmi così!
E’ imbarazzante!-protestò
la ragazza, agitandosi e afferrando inconsciamente la giacca del
ragazzo con
entrambe le mani.
-Stai ferma,
altrimenti mi fai cadere…-le rispose il giovane, cercando di
sistemarla in una
posizione che gli risultasse più comoda. Per evitare che
cadesse, le mise un
braccio intorno alle cosce. Yomi divenne rossa come un peperone per
l’imbarazzo. Era la prima volta che un ragazzo la portava in
spalla e non le
piaceva neanche un po’.
-Mettimi
giù!-gli ordinò la giovane, mentre con una mano
cercava di sistemare un po’
meglio la gonna, che si era leggermente sollevata quando Zane
l’aveva alzata di
peso.
-Ti metto giù se
vieni in infermeria con le tue gambe…
-No!-rispose
secca la ragazza.
-Perché non vuoi
farti medicare?
-Non voglio che
qualcuno sappia cosa è successo…
-Allora perché
gli hai chiesto di venirmi a cercare?
-Te l’ho già
detto! Ti saresti preoccupato se non mi avessi visto…
-Pensavi che non
avrei insistito per portarti in infermeria?
-…
-Yomi, quelle
ferite vanno curate. Altrimenti, rischi
un’infezione…
-Non puoi far
finta di niente?
-No! Siamo
amici, non posso lasciarti in queste condizioni…
-Non voglio
andare in infermeria!
-Vorrà dire che
ti ci porterò di peso…-le rispose pacato
l’Obelisk. Detto questo, si voltò
verso la porta del ripostiglio, e, ignorando le lamentele della
ragazza, uscì,
seguito dal ragazzo-koala.
“Non voglio che
mi porti sulle spalle per tutta la scuola… Se quel qualcuno
dovesse vederci,
non potrei mai perdonarmelo! Era meglio se non chiedevo a Chumley di
cercarlo…
E io che credevo che non avrebbe fatto obiezioni! Ho sbagliato a fare
affidamento su di lui… Non credevo che avrebbe insistito
così tanto…” pensò la
ragazza, mentre cercava di nascondersi dagli sguardi curiosi degli
altri studenti.
-Zane, per favore,
lasciami…-mormorò, dopo diversi secondi.
-Ti lascio se
cammini da sola…
-Non voglio
andare in infermeria…
-Allora non se
ne parla! Non ti lascio con tutte queste ferite...-ribadì il
ragazzo, mentre iniziava
a salire le scale che portavano al primo piano.
I tre avevano
attirato l’attenzione di tutti, soprattutto Yomi, per via
delle sue ferite. Gli
studenti si fermavano nei corridori per osservare lo strano terzetto,
parlottando e indicando la ragazza, per poi ridacchiare tra loro. La
Slifer era
rossa per la vergogna e si sarebbe sotterrata volentieri. In quel
momento
desiderò davvero di andare via dall’Accademia e
non fare più ritorno.
L’Obelisk, invece, non sembrava dare molto peso a quello che
potevano pensare
gli altri studenti. Voleva solo portarla dalla professoressa Fontaine
il più
velocemente possibile.
Arrivati in
infermeria, la trovarono deserta. Fontaine non c’era;
probabilmente era uscita
un attimo. Sulla piccola scrivania della donna c’era un
foglio con su scritto:
“Sono nell’ufficio
del vice-cancelliere. Per qualsiasi problema, venite pure a
chiamarmi.”
Zane, intanto,
aveva adagiato delicatamente la studentessa sul lettino.
-E’ da Crowler…-fece
Chumley, mostrando il biglietto all’Obelisk.
-Puoi andare a
chiamarla?-gli chiese Zane.
Lo Slifer fece
un cenno d’assenso ed uscì dalla stanza. Lo
studente del secondo anno si voltò
per osservare la ragazza, poi si mise a sedere sul lettino, accanto a
lei.
I due rimasero
diversi minuti in silenzio; poi, ad un certo punto, il Kaiser disse:
-Mi dispiace per
quella storia dello schiaffo. Non avrei dovuto; ho esagerato! Ero
arrabbiato e
anche un po’ preoccupato per quello che era
successo… Credevo che ti avrebbero
espulsa e non volevo che accadesse… Ho sbagliato a reagire
in quel modo; non
avrei mai dovuto fare una cosa simile! Ultimamente, ho
l’impressione che non
riusciamo più a comunicare come prima…
Probabilmente è colpa mia…
-E’ colpa mia…
Avevi ragione; ho esagerato e mi sono arrabbiata per niente…
-In realtà, non
avrei dovuto schiaffeggiarti, qualunque fosse il motivo… Ho
sbagliato, lo
riconosco…-continuò l’altro.
-L’avrei fatto
anch’io, se fossi stata in te...
-Yomi…
-Devo chiedere
scusa anche a Yusuke e Atticus… Mi sono arrabbiata anche con
loro e sono sicura
che si sono preoccupati molto per me…
-Eravamo
preoccupati per il fatto che frequentavi Makoto… Non ti
arrabbiare, ma continuo
a pensare che non sia una brava persona…
-…
-So che non ho
alcun diritto di dirti una cosa del genere, ma non mi piace che tu dia
retta a
quel tipo… Non so come dirtelo, ma non mi piace! E vorrei
che tu smettessi di
frequentarlo…
-Tu sai cosa sta
succedendo tra il dormitorio rosso e quello blu?-chiese la ragazza,
cambiando
argomento.
-No… Perché me
lo chiedi?
“Lo sapevo che
non ne era a conoscenza… Lui non c’entra niente!
Avrei dovuto fidarmi di loro
fin dall’inizio…” pensò la
giovane, guardando l’amico. Poi, raccontò quello
che
le avevano riferito poc’anzi il rappresentante del dormitorio
rosso e Jonouchi.
-Mi credi se ti
dico che io non c’entro niente?-fece Zane, non appena
l’amica finì di parlare.
-Certo… A dire
la verità non ho mai creduto a quello che mi hanno detto; tu
non avresti mai
fatto una cosa simile!
-E’ per questo
che ti hanno picchiata? Sono stati loro due?
Yomi scosse
leggermente la testa.
-Chi è stato?
-Tu non c’entri
niente… Non c’è alcun bisogno di
coinvolgerti.
-Devi dirmelo!
Lo sai…
-Non posso… E’
meglio per tutti se chiudiamo la storia qui!
-Perché?
-Credimi, è meglio
così!
-Non se ne
parla… Se non vuoi dirmelo, lo scoprirò da
solo…
-Perché insisti?
-Perchè io-
Il ragazzo non
riuscì a terminare la frase, perché fu interrotto
dall’ingresso della signorina
Fontaine e del ragazzo-koala.
La donna si
avvicinò velocemente alla ragazza, poi si voltò
di nuovo verso lo studente
grassoccio e gli chiese di avvertire immediatamente il cancelliere. Poi
si rivolse
alla Slifer e disse:
-Come è potuta
succedere una cosa del genere? Guardati! Sei ferita e il tuo volto
è pieno di
lividi… Chi è stato a farti questo?
-Nessuno.
-Andiamo, non
dire assurdità! Perché dovresti aiutare qualcuno
che ti ha ridotta in questo
stato?
-Come le ho già
detto, non è successo niente.
-Yomi…
-La prego,
signorina, non insista! Non ho voglia di parlarne…
“Non ha senso
continuare quest’interrogatorio, tanto non ci dirà
mai nulla.” pensò la professoressa,
squadrandola per un attimo. Poi, sospirando, si voltò verso
la scrivania e
prese un mazzetto di chiavi. Con le chiavi in mano, si
avvicinò all’armadietto
dei medicinali, posto sull’altro lato della stanza, per
prendere l’occorrente
per medicare la ragazza.
-Come vuoi; non
ti chiedo più nulla. Però dovresti dirci chi
è stato. Non possiamo tollerare
questi comportamenti a scuola. Chiunque sia deve essere punito. Lo sai,
no?-le disse
la donna, mentre cercava le bende e i medicamenti
nell’armadietto dei
medicinali.
-Non si
preoccupi. Non è successo niente di grave…
-Invece ti
sbagli…-le disse Zane.-E’ una cosa grave! Dovresti
dirci chi è stato e lo sai
anche tu che è la cosa più giusta da
fare…
Yomi ignorò le
proteste del ragazzo.
-Yomi!-esclamò l’altro,
incrociando le braccia al petto.
-Zane, lascia
perdere. E’ inutile insistere, non vuole parlarne…
-Ma signorina
Fontaine…
-Capisco che tu sia
preoccupato, ma costringendola non farai che peggiorare la
situazione… Se non
vuole parlarne, deve esserci un motivo.-fece la donna, mentre prendeva
il
disinfettante. Poi ritornò di fronte alla ragazza, con
l’occorrente per medicarla.
Si voltò verso l’Obelisk e disse:
-Puoi uscire un
attimo? Devo medicarle le ferite e ho bisogno che si spogli. Non credo
che sia
una buona idea che tu rimanga qui.
Il ragazzo
divenne rosso per l’imbarazzo e si affrettò ad
uscire dalla stanza, borbottando
qualcosa di incomprensibile.
La donna sorrise
quasi divertita, poi iniziò a pulire le ferite sul corpo
della ragazza.
Nel frattempo,
fuori della porta, l’Obelisk stava ripensando a quello che
era appena successo.
Yomi non sembrava molto intenzionata a rivelargli chi era stato, ma di
certo
non poteva lasciar correre.
“Forse è il caso
di chiamare anche Yusuke e Atticus… Forse loro sono in grado
di convincerla a
parlare… E’ strano; sembrava preoccupata, come se
fosse spaventata per
qualcosa… Però, non riesco a capire chi possa
essere stato! Chi potrebbe fare
una cosa del genere?” pensò, mentre cercava i nomi
dei due amici sul suo palmare.
-Ehilà, Zane!
Come mai questa chiamata?-chiese l’Obelisk dai capelli
castani, non appena
rispose alla chiamata.
-Yusuke è lì con
te?
-Sì, come mai me
lo chiedi? E’ successo qualcosa?
-Yomi è in
infermeria…
-In infermeria?
Come mai?-Atticus si stava agitando.
-Non so molto,
ma devono averla picchiata…
-Picchiata? E’
uno scherzo?!
-No, un ragazzo
del dormitorio rosso l’ha trovata ferita in palestra.
L’ho appena accompagnata
in infermeria, ma…
-Ma?
-Non voleva
farsi medicare, così ce l’ho portata di peso. Poi,
quando le ho chiesto chi era
stato, ha detto che non era importante che io lo sapessi. Non vuole
parlarne e
non capisco perché…
-Vuoi che ci
parli io?-chiese il ragazzo dai capelli verdi, comparendo
all’improvviso nello
schermo. Doveva aver strappato di mano l’apparecchio
all’amico.
-Io non credo di
riuscire a convincerla… Tu la conosci meglio di
me…
-Ho capito… Arriviamo
subito!-esclamò l’altro, interrompendo la chiamata.
L’Obelisk rimise
il dispositivo in tasca ed emise un sospiro profondo, appoggiandosi al
muro.
“Forse ho
sbagliato a coinvolgere anche Yusuke e Atticus, ma in un momento come
questo,
mi sento più tranquillo se ci sono anche loro. Ho bisogno di
sentire anche il
loro parere, e forse Yusuke riuscirà a farle cambiare
idea… In fondo, lui è
quello che la conosce meglio ed io non saprei proprio cosa
fare”
-Zane!
Il giovane si
voltò. Il cancelliere stava camminando il più
velocemente possibile nella sua
direzione, seguito dal ragazzo-koala.
-Come
sta?-chiese Sheppard, non appena giunse di fronte al ragazzo.
-Diciamo bene.
E’ ferita, ma perlomeno non ha niente di rotto.-rispose il
Kaiser.
-Ti ha mica detto
come è successo?
Zane scosse la
testa. Il cancelliere si grattò la testa pelata, pensieroso.
Non sapeva come
comportarsi: non poteva tollerare un atteggiamento simile, ma
finché la ragazza
non si decideva a parlare, non poteva di certo punire tutti gli
studenti della
scuola.
-Chumley, tu non
hai visto nulla? In fondo, sei stato il primo a
soccorrerla…-chiese l’uomo di
mezza età, rivolgendosi allo studente grassoccio.
-In realtà sì…
Ho visto tutto. O quasi…
-Hai visto
quello che è successo?-fece l’Obelisk, sorpreso.
“Credevo che l’avesse
solo soccorsa… Adesso che ci penso, avevano detto di averla
vista insieme ad un
ragazzo del dormitorio rosso. Deve essere lui…”
-Ero presente e so
più o meno come sono andate le cose, ma è meglio
se ne parliamo in privato…
-E’ stato uno
studente?
-Sì, ma la
storia è molto più complessa di quello che potete
pensare. Io le avevo detto
che non era una buona idea e che poteva essere pericoloso, ma non mi ha
dato
ascolto. Ha detto che se non lo faceva lei, non lo avrebbe fatto
nessuno.
Voleva sistemare questa faccenda prima di parlare con te, ma le cose
hanno
preso una brutta piega…-rispose Chumley, guardando
l’altro studente.
-Entriamo
dentro... Così possiamo parlarne con calma e in
privato…-disse il cancelliere,
facendo un cenno con la mano ai due studenti, indicando la porta.
-Non credo che
sia una buona idea…-fece Zane, fermando Sheppard e il
giovane Slifer.
-Perché?-chiese
l’uomo, guardandolo sorpreso.
-La signorina
Fontaine le sta medicando le ferite… Non credo che abbia
già finito e-
-Zane!
L’Obelisk si
voltò e vide i suoi due amici corrergli incontro, trafelati.
-Sta bene, vero?
Non ha niente di rotto, vero?-chiese Yusuke, non appena raggiunse il
gruppetto.
-No, è solo ferita,
ma sta bene…
-Come è
successo? Tu sai niente?
L’Obelisk dai
capelli blu scosse il capo, sconsolato.
-Lui però ha
visto tutto…-disse poi, indicando lo Slifer.
-Tu sei del
primo anno, giusto?-fece Yusuke, rivolgendosi al ragazzo-koala.
-Sì. Io e Yomi
siamo in classe insieme…
-C’eri anche tu?-chiese
l’altro.
-Sì… Sarei
dovuto intervenire, lo so…-fece Chumley, abbassando lo
sguardo.
-No, hai fatto
bene. Uno studente ferito è più che
sufficiente!-esclamò Sheppard.
-Sì, ma Yomi è
una ragazza! Sarebbe stato molto meglio se avessero picchiato
me…
-Yomi è in grado
di difendersi da sola… Anzi, mi meraviglia che sia finita
lei in infermeria e
non chi l’ha aggredita! Confesso che sono rimasto un
po’ sorpreso, quando sei
entrato in ufficio, per dirmi che era stata vittima di
un’aggressione… Deve
essere qualcuno molto più forte di lei, se è
riuscito ad avere la meglio.-fece
il cancelliere, grattandosi il mento.
-Non le sembra
di esagerare? Yomi è una testa calda, ma non è
poi così violenta…-commentò
Atticus.
-Non sto dicendo
che sia violenta, ma che sappia come difendersi… Non
è la prima volta che si
trova in situazioni simili, perciò sono rimasto un
po’ sorpreso!
-Cosa intende
dire? E’ già stata aggredita in passato?-chiese
Zane, preoccupato.
-Lasciamo
perdere… A parte questo, non riesco a credere che qualcuno
si sia azzardato a
fare una cosa simile! Sono veramente sorpreso! Credo che la situazione
mi sia
sfuggita un po’ di mano… -fece il cancelliere.
-Se non vuole
parlare, dovrai essere tu a raccontarci tutto…-disse Zane,
appoggiando una mano
sulla spalla di Chumley.
-Ok…-rispose
l’altro, con un filo di voce.
“Spero che Yomi
non si arrabbi troppo… In fondo, non voleva che lo dicessi a
qualcuno! Però,
non posso restare in silenzio; non dopo quello che le hanno
fatto…” pensò lo
Slifer, mentre guardava il Kaiser che bussava leggermente alla porta
dell’infermeria.
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Capitolo 15 *** Capitolo 15- La prima dimostrazione d'affetto ***
Capitolo
15- “La
prima dimostrazione d’affetto”
-Signorina
Fontaine, possiamo entrare?-chiese Zane, bussando alla porta.
-Sì, venite
pure.-rispose la professoressa, da dentro.
Il gruppetto
entrò nella stanza e richiuse la porta alle loro spalle. La
ragazza si trovava
seduta sul lettino, con braccia e gambe fasciate, e cerotti su gran
parte della
faccia.
-Come stai?-le
chiese il cancelliere, non appena si fu avvicinato.
-Bene… Non si
preoccupi.-rispose la giovane, continuando a fissare il pavimento, come
se il
suo interlocutore si trovasse lì.
-Chi è
stato?-domandò di nuovo Sheppard.
La ragazza non
rispose e continuò a guardare in terra.
-Yomi…-mormorò
Atticus.
-Lo sai bene che
queste cose non si nascondono…-le fece Yusuke, avvicinandosi
al lettino. Yomi
non rispose.
-Perché non
parli? Hai paura per caso?-continuò l’Obelisk dai
capelli verdi, preoccupato.
La Slifer scosse
debolmente il capo.
-E allora
perché?
-Non vorrai mica
vendicarti, vero?-si intromise il cancelliere, preoccupato.
Yomi non
rispose.
-Non fare
l’idiota e dicci chi è stato.-fece Zane,
incrociando le braccia al petto.
-No…-mormorò la
giovane, senza alzare lo sguardo dal pavimento.
-Deve essere
punito! Lo capisci, vero?-continuò il Kaiser.
La ragazza
annuì, ma non aggiunse altro.
“Strano! Prima
sembrava nera dalla rabbia; mi aspettavo di dover faticare per tenerla
buona in
infermeria, invece… Non ha mosso un dito, né ha
detto niente. Mi aspettavo che
insistesse nell’andare a cercare chi sia stato e vendicarsi.
O quantomeno, dire
tutto al cancelliere… O a noi!” pensò
l’Obelisk dai capelli blu, mentre
continuava a guardare l’amica. Non riusciva a capire cosa le
fosse preso, di
punto in bianco. Non era da lei comportarsi in quel modo.
-Yomi, cerca di
capire, non posso chiudere un occhio su una cosa simile. Chiunque sia
stato si
sentirà autorizzato a fare cosa gli pare e
l’Accademia cadrà nell’anarchia
più
totale. C’è un motivo se esistono delle
regole…-intervenne il cancelliere.
La giovane non
proferì parola. Sheppard si passò una mano sulla
fronte, sospirando. La cosa
stava diventando sempre più complessa e
l’atteggiamento della matricola non
aiutava di certo.
-Sinceramente,
speravo che tu cambiassi idea e collaborassi, ma a quanto pare sono
stato
troppo ottimista. Di solito metto le volontà degli studenti
prima di tutto, ma
questa volta non posso lasciarti fare cosa ti pare! Chiunque sia stato
deve
essere punito, perciò… Chumley, tu hai visto cosa
è successo, no?-disse
Sheppard, rivolgendosi al ragazzo-koala.
-Bè, sì…-rispose
il ragazzo.
-Quindi?-chiese
impaziente Atticus.
-Ecco, è
stato…-iniziò il ragazzo.
-No, non farlo!-esclamò
Yomi, alzandosi di scatto. I presenti si voltarono stupiti verso la
ferita; non
si aspettavano di certo che si opponesse fino a quel punto.
-Perché?! E’
solo un bullo!-protestò Chumley.
-Non sono cose
che ti riguardano! Chumley, per favore!-disse Yomi, fissando
l’altro negli
occhi.
-Non posso! Ti
ha fatto del male; non posso fare finta di niente! Sei mia
amica...-continuò
Chumley.
-Tu non
capisci…-mormorò l’altra.
-No, infatti non
capisco!
La studentessa
non ribattè. Non sapeva cos’altro dire; sapeva di
avere torto, ma in quel
momento non voleva che gli altri scoprissero la verità.
Aveva troppa paura di
cosa sarebbe potuto accadere dopo.
Zane fissò
l’amica per qualche secondo, poi sospirò e la
costrinse a rimettersi a sedere
sul lettino dell’infermeria.
-Non dovresti
alzarti… Non ti fa bene.-fece poi, incrociando, come sempre,
le braccia al
petto.
Yomi lo guardò,
leggermente sorpresa, ma non disse niente.
-Quindi, chi è
stato?-chiese Yusuke, rivolgendosi allo Slifer.
-Makoto. Chiaramente
erano presenti anche i suoi amici, ma sono rimasti perlopiù
a guardare e a
controllare che nessuno intervenisse. Me compreso…-rispose
Chumley.
-Hai visto anche
come si sono svolti i fatti?-chiese Sheppard.
-Ad essere
sincero, non ho visto niente… Makoto non l’ha
picchiata di fronte a me, quindi
non so come sia andata esattamente… Io ho assistito solo
alle minacce, poi lui l’ha
costretta a seguirlo fuori dalla palestra e non so cosa sia successo
dopo…
-Strano, sembra
un bravo ragazzo… Non l’avrei mai detto.-fece
perplesso il cancelliere, voltandosi
verso Yomi, in cerca di un segno di conferma.
-Non dovevi
dirlo…-mormorò la ferita.
-Ma perché?! Non
ti capisco… E’ un Obelisk, uno sbruffone che si
crede di essere il miglior
duellante di tutta l’Accademia e passa il tempo a fare il
bullo con gli Slifer.
Come fai a difenderlo?!
La giovane non
rispose.
-Non sarà che ti
sei innamorata di quel tipo? Capisco che sia carino ed è
molto popolare tra le
ragazze, ma dopo quello che ti ha fatto-
-Non dire
assurdità…-fece l’altra, alzando di
poco la voce.
-E’ un pessimo
individuo, ma non mi sarei mai aspettato che si spingesse fino a questo
punto…-fece
Atticus.
-In che
senso?-chiese il cancelliere, sorpreso.
-Se la prende
sempre con gli Slifer e con chi ritiene inferiore. Non è
certo la simpatia
fatta persona! Però non mi sarei mai aspettato che arrivasse
a questo punto… Almeno
con le ragazze era sempre stato un gentiluomo! Non le ha mai prese in
giro,
sebbene fossero delle pessime duellanti, anzi le incoraggiava. Per
questo
motivo, è stato soprannominato l’Angelo
dell’Accademia. Yomi è un’ottima
duellante, sebbene sia nel dormitorio rosso ed inoltre erano in buoni
rapporti;
non capisco perché abbia fatto una cosa simile!-fece il
castano, rispondendo
alla domanda di Sheppard.
-Questa è una
cosa assolutamente intollerabile! E tu avresti dovuto dirlo
subito!-fece
Yusuke, rivolgendosi alla ragazza.
-Voi non capite…
Era solo per il vostro bene… Finirà con il
prendersela con voi… E’ già tanto
che non ha picchiato anche Chumley…
-Quindi è questo
il motivo per cui non volevi dirci nulla… Non volevi
coinvolgerci e farci
preoccupare, giusto?-fece Zane, incrociando le braccia al petto.
-Non ce n’era
alcun bisogno…
-Vuoi vendicarti?
La ragazza
scosse la testa.
-Non voglio
vederlo mai più…-mormorò poi.
Il Kaiser la
guardò per qualche minuto, leggermente sorpreso. Senza
dubbio, si stava
comportando in maniera strana. La Yomi che aveva di fronte non era la
solita
Yomi; sembrava piuttosto una bambina indifesa, sul punto di piangere.
-Dunque, devo parlare
con tutti i professori per decidere sul da farsi, perciò
devo lasciarti da sola
per un po’. Ragazzi, prendetevene cura voi e se ci sono
problemi, avvisatemi
subito…-fece Sheppard, rivolgendosi ai quattro ragazzi.
-Non si
preoccupi, cancelliere…-rispose Yusuke, accennando un lieve
inchino.
-Bene! Signorina
Fontaine, viene anche lei? Ho bisogno di parlare con tutti gli
insegnanti, lei
compresa…-fece l’uomo grassoccio, rivolgendosi
alla donna, che era rimasta in
silenzio per tutto il tempo. La professoressa annuì, poi,
insieme all’uomo,
uscì dalla stanza.
Nell’infermeria
rimasero solo i tre Obelisk, la ragazza e Chumley.
-Puoi
raccontarci quello che è successo?-fece Yusuke, rivolgendosi
all’amica. Yomi
scosse la testa, senza rispondere.
-Se fai così ci
preoccupiamo!
-Non è successo
niente…
-Non puoi dire
che non è successo nulla! Sei coperta di lividi e di ferite,
ed hai la divisa
strappata… Qualcosa deve essere successo!
La Slifer non
rispose e continuò a tenere basso lo sguardo. Yusuke
sospirò, poi si voltò
verso i due amici, senza sapere cosa fare per convincerla a parlare.
Era
seriamente preoccupato per le condizioni dell’amica,
soprattutto per il fatto
che non volesse parlare di quello che era successo.
“Deve essere
successo qualche altra cosa, se non vuole parlarne… Lei non
è il tipo da stare
zitta per una cosa del genere! Sarebbe stato più normale se
avesse strillato
per tutta la scuola quello che le aveva fatto, invece… Che
abbia paura che
Makoto possa farle di nuovo del male? Forse l’ha
minacciata… In questo caso,
però, dobbiamo saperlo!” pensò
l’Obelisk dai capelli verdi, guardando prima gli
amici, poi la studentessa.
-Devi dirci
quello che è successo. Ormai non hai alcun motivo per
nasconderlo…-si intromise
Zane, sedendosi sul lettino di fianco a Yomi.
La giovane
rimase per diversi minuti in silenzio, stropicciandosi le mani
convulsamente.
Sembrava in preda ad un tic nervoso. Poi scosse nervosamente la testa.
“Che strano… Sembra
quasi terrorizzata. Che abbia paura di qualcosa?”
pensò il Kaiser, continuando
a guardare l’amica che si stropicciava le mani.
-Yomi, se non te
la senti, posso raccontarglielo io…-mormorò
Chumley, chinandosi di fronte alla
compagna e mettendole una mano sul ginocchio.
La ragazza non
rispose; lo Slifer la fissò per qualche altro secondo, poi
si alzò e,
rivolgendosi ai tre del secondo anno, fece:
-La storia è
abbastanza complessa. Credo che sia iniziato tutto quella volta che
Yomi si è
scontrata con Jonouchi. L’ha fatto solo per proteggere due
ragazzi di classe
nostra, credetemi! Non voleva attaccare briga, né tantomeno
fare a botte…
Voleva solo aiutarli, ma alla fine Jonouchi l’ha provocata e
lei ha reagito e
gli ha tirato una ginocchiata nello stomaco. In quel momento, ho
provato
profonda ammirazione per lei! Aveva fatto ciò che nessuno di
noi era mai
riuscito a fare; lei si era ribellata alle regole imposte dagli Obelisk
e li
aveva affrontati a testa alta. Io l’ammiro tantissimo per
questo…
-Noi eravamo
preoccupati che ti espellessero.-disse Yusuke, rivolgendosi alla
ragazza.-Non
ci importava del fatto che tu l’avessi picchiato, ma
piuttosto che Sheppard
potesse decidere di mandarti via, e noi non volevamo…
-Comunque, il
problema non era tanto il fatto che avesse picchiato un Obelisk, quanto
il
fatto che, per colpa del suo comportamento, qualcun altro degli Slifer
potesse
cercare di ribellarsi. Yomi non sapeva dell’esistenza di un
accordo tra il
dormitorio rosso e il dormitorio blu, perciò è
intervenuta.
-Un accordo?-fece
il ragazzo dai capelli verdi, guardando sorpreso lo Slifer.
-In sostanza,
gli studenti Slifer, a turno, sono costretti a dare alcune delle loro
carte ai
ragazzi Obelisk, senza alcun motivo apparentemente valido. Yomi ne
è stata
esclusa, perché è una ragazza, e non è
stata informata. Jonouchi, quella volta,
stava minacciando due Slifer che non volevano consegnare due delle
carte
pattuite. Eichi aveva detto che nessuno di noi doveva azzardarsi ad
intervenire, così siamo rimasti tutti a guardare. Lei,
sebbene non sapesse
niente, è intervenuta, perché giustamente credeva
di fare la cosa giusta…
-Io non ne
sapevo nulla…-commentò Atticus, sorpreso. Poi,
guardò i due amici, nella
speranza che loro due sapessero qualcosa.
-Credo che sia
una cosa che riguarda solo una piccola parte degli Obelisk…
Io non ne ho mai
sentito parlare…-fece Yusuke, grattandosi la testa.
-Infatti non
tutti lo sanno… Oggi pomeriggio, dopo le lezioni, Yomi
è venuta con noi alla
caffetteria del dormitorio rosso per darci ripetizioni. I ragazzi
dicevano che
con il suo aiuto sarebbero diventati bravissimi e non avrebbero avuto
alcun
problema con gli esami. Io non ero sicuro che fosse una buona idea.
Ultimamente
era parecchio giù di morale e sembrava preoccupata per
qualcosa, perciò ho pensato
che non sarebbe stato gentile da parte nostra ignorare i suoi
sentimenti e
costringerla a darci ripetizioni, ma non mi hanno ascoltato. Hanno
detto che
l’unica cosa importante era che fosse un’ottima
duellante; il resto non
contava. Ho deciso di unirmi a loro, perché volevo vedere se
riuscivo a farla
sorridere un po’ di più. Ero preoccupato, ma non
trovavo il modo giusto per
esprimermi… Comunque, mentre eravamo nella caffetteria,
è arrivato il
rappresentante, dicendo che c’era qualcuno che voleva
parlarle e che doveva
seguirlo. All’inizio, lei si è rifiutata, ma poi
Eichi ha detto che riguardava
il Kaiser e Yomi ha deciso di seguirlo, anche se poteva essere una
trappola. E’
uscita insieme a lui, da sola. Io ero preoccupato che potesse
succederle
qualcosa e ho proposto agli altri ragazzi di seguirli, ma loro mi hanno
risposto che non potevano perdere tempo e che non gli interessava se
poteva
succederle qualcosa, perciò l’ho seguiti da solo.
Nella foresta, c’era anche
Jonouchi ad aspettarla ed hanno parlato per un po’…
-Cosa si sono
detti?-fece Atticus.
-Le parole
esatte non le so, ma Yomi, dopo che Eichi e Jonouchi se ne sono andati,
mi ha
raccontato quello che le avevano detto. Mi ha detto che volevano
parlarle di
quel famoso accordo tra i dormitori e di chi fosse il responsabile. Le
dissero
che dietro a tutto c’era il Kaiser e che Makoto voleva che
lei lo sapesse
perché era preoccupato ed aveva paura che potesse farle del
male, perciò aveva
chiesto a Jonouchi di riferiglielo.
-Assurdo! Zane
non farebbe mai niente del genere!-fece Yusuke, voltandosi verso
l’amico.
-Certo…-confermò
l’altro.
-Lo sapeva anche
lei… Mi ha detto che non credeva ad una sola parola di
quello che le avevano
raccontato e che voleva verificare con Makoto e con
te…-contonuò lo Slifer, rivolgendosi
all’Obelisk dai capelli blu.
-E’ per questo
che mi hai chiamato?-domandò il giovane, voltandosi verso
l’amica. Yomi fece un
piccolo cenno d’assenso, senza, tuttavia, alzare lo sguardo,
né proferire
parola. Sembrava che fosse diventata muta all’improvviso.
-Io le dissi che
non era una buona idea affrontare Makoto, che poteva essere pericoloso,
ma mi
ha risposto che doveva farlo. So che avete litigato e probabilmente si
sentiva
in colpa per essersi fidata di Makoto e non di voi…
-Credo di aver
capito… Tu l’hai affrontato, gli hai detto di
smettere e lui ti ha picchiata,
giusto?-domandò il castano, rivolgendosi alla Slifer. Yomi
non rispose.
-Più o meno…-fece
Chumley, al posto della ragazza.-Quando l’abbiamo trovato,
era in palestra,
insieme ai suoi tirapiedi. Non appena la vide, le disse che era
contento di
vederla e che non capiva come mai ultimamente lo stesse evitando. Poi
si
accorse della mia presenza e disse che non si sarebbe mai dovuta
portare dietro
la guardia del corpo, visto che lui non le avrebbe mai fatto niente.
Poi, disse
che era preoccupato per lei e che aveva paura che voi potevate farle
del male… Yomi
le disse che doveva smettere di prenderla in giro e di dire
falsità sul vostro
conto. Poi, aggiunse che secondo lei, dietro a quegli atti di bullismo
c’era il
suo zampino e che avrebbe dovuto mettere subito in chiaro le cose.
Makoto, a
quel punto, si mise a ridere, dicendo che gli piaceva molto il suo
carattere,
ma che avrebbe preferito che non ficcasse il naso in cose che non la
riguardavano.
Poi, si è avvicinato, dicendo che voleva scusarsi per tutto
quello che era
successo… Disse che voleva parlare in privato con lei, che
non gli piaceva
l’idea di aver litigato e che voleva farsi perdonare. Poi,
aggiunse che sarebbe
stato un peccato se fosse finita in quel modo… Lì
per lì, non capii quali
fossero le sue intenzioni e non intervenni. A pensarci adesso, avrei
dovuto
portarla via di lì, ma non l’ho fatto.
-Cos’è
successo?-insistette Zane.
-Yomi gli disse che
aveva già ottenuto quello che voleva sapere. Poi mi
afferrò per un braccio e
facemmo per uscire. I suoi tirapiedi, però, avevano bloccato
l’uscita, per
impedirci di andarcene. A quel punto, Yomi perse del tutto la pazienza
e lo
minacciò di lasciarci passare con le buone, se non voleva
passare dei guai. Lui
le rispose che non l’avrebbe mai lasciata andare senza
essersi preso cura di lei.
Poi, due dei suoi tirapiedi, mi hanno afferrato per le spalle e mi
hanno
costretto ad allontanarmi, mentre Makoto l’ha afferrata per
entrambe le braccia
e l’ha spinta fuori dalla porta d’emergenza,
all’esterno.
-E dopo?
-Non lo so… Yomi
non mi ha raccontato niente. Sono rimasti fuori per circa un quarto
d’ora, poi
un ragazzo del terzo anno è entrato dentro la palestra,
dicendo che erano nei
guai e che doveva avvertire Makoto. E’ uscito ed è
rientrato dentro, dopo pochi
secondi, seguito da Makoto. Poi se ne sono andati, in fretta e furia,
farfugliando qualcosa sul fatto che se li beccavano,
l’avrebbero espulsi. Non
appena se ne furono andati, uscii per vedere come stava e la trovai
nelle
stesse condizioni in cui l’hai trovata tu. Quando le chiesi
cosa fosse
successo, non mi ha risposto…
-Yomi, devi
raccontarci cos’è successo! Se ti ha fatto
qualcosa, devi dircelo!-esclamò il
giovane dai capelli verdi, voltandosi verso l’amica.
La Slifer non
rispose.
-Ci stiamo
preoccupando, lo sai?
-Non mi ha fatto
niente… Non dovete preoccuparvi…
I tre Obelisk si
scambiarono uno sguardo perplesso; era chiaro che fosse successo
qualcosa, ma
non capivano perché la ragazza non volesse parlarne.
-Adesso dovrei
andare; devo fare delle cose al dormitorio rosso. Ci pensate voi a lei,
giusto?-chiese Chumley, rivolgendosi ai tre Obelisk.
-Sì, non
preoccuparti…-gli rispose Atticus, sorridendo.
-Chumley, stai
attento…-mormorò la ragazza, senza alzare lo
sguardo.
-Non
preoccuparti… Farò attenzione!
Detto questo, il
ragazzo-koala salutò la giovane con un cenno della mano ed
uscì
dall’infermeria.
Dopo che fu uscito,
nella stanza calò un silenzio quasi innaturale.
-Yomi…-fece
Yusuke, spezzando quel silenzio fastidioso e inginocchiandosi di fronte
alla
ragazza. La giovane non rispose e continuò a guardare fissa
il pavimento,
mentre si sfregava convulsamente il braccio sinistro.
-Perché non mi
guardi?-continuò Yusuke, mettendogli entrambe le mani sulle
ginocchia. La
ragazza sussultò, poi scostò le mani
dell’amico, come se ne fosse infastidita.
-Cos’è
successo?-chiese il Kaiser.
-Niente… Mi ha
solo picchiata…-mormorò la studentessa,
continuando a grattarsi il braccio,
finchè non iniziarono a comparire i primi segni delle unghie.
-Yomi…
-Davvero, non è
successo niente…
-Il tuo braccio…-mormorò
l’altro, sempre più preoccupato. Non capiva il
perché della reazione della
ragazza e, soprattutto, perché si stesse accanendo su se
stessa e sul suo
braccio.
-Ascolta,
qualsiasi cosa sia successa, devi parlarcene. Anche se Makoto ti ha
minacciata
di non farlo…-disse il Kaiser.
Yomi, senza
proferire parola, conficcò le unghie nella carne
dell’avambraccio, fino a farlo
sanguinare.
-Smettila…-le
fece Zane, afferrandole la mano e costringendola a lasciare la
presa.-Perché ti
stai facendo del male? Non dovresti ferirti da
sola!-continuò poi, appoggiando
una mano sui graffi dell’amica.
-Io… Sto bene…
Va tutto bene…
-No, non stai
bene! Se tu stessi bene, non ti saresti mai conficcata le unghie nella
carne!
-…
-Ti ha fatto
qualcosa, vero?
-Mi dispiace…-sussurrò
la giovane, scuotendo la testa.
-Perché ci
chiedi scusa?-chiese l’altro, sempre più
preoccupato. Un dubbio si stava
insinuando nella mente del ragazzo, il quale sperava con tutto
sé stesso che
fosse solo la sua immaginazione.
“Spero solo che
non sia ciò che penso… Lo spero con tutto il
cuore! Vorrei che fosse solo un
suo capriccio, ma dubito che sia così. Se fosse quella cosa,
si spiegherebbe
tutto, ma spero davvero che non lo sia! Per il suo bene, spero che sia
solo un
capriccio…” pensò l’Obelisk
dai capelli blu, continuando a guardare l’amica.
La studentessa
scosse la testa, senza rispondere. Zane gli mise una mano sulla spalla,
per
confortarla.
-Non mi toccare…
-Yomi…-fece
Yusuke.
-Non dovresti
toccarmi… Faccio schifo! Non dovresti farlo…
Finirei per sporcare anche te…
-Perché dici una
cosa del genere?-continuò il giovane dai capelli verdi.
-Faccio schifo…
Sono sporca… Lurida… Sono un essere
abominevole… Non dovrei nemmeno essere
viva…-mormorò
la ragazza, scoppiando poi a piangere e nascondendo il volto tra le
mani.
L’Obelisk dai capelli blu dapprima rimase leggermente
sorpreso, poi le mise un
braccio intorno alle spalle, attirandola a sè. Yomi
affondò il viso nel petto
dell’amico, cercando di sopprimere le lacrime.
-Credo di aver
capito cosa sia successo…-fece Zane, accarezzandole i
capelli.-Ha cercato di
violentarti, vero?
-Che schifo… Mi
ha quasi spogliata… Ha detto che avrei fatto meglio a fare
quello che diceva…
Mi ha toccata… Se non lo avessero interrotto,
io…-mormorò la studentessa, con
la voce rotta dal pianto. Zane continuò ad accarezzarle
dolcemente la testa,
per confortarla, poi si voltò verso i due compagni, ancora
increduli per quello
che avevano sentito.
-E’ uno scherzo…
Non può averci provato seriamente!-fece Atticus, ancora
sconvolto. Sapeva che
la ragazza era stata sincera, tuttavia continuava a sembrargli strano.
Per lui,
era quasi impensabile che ci fosse stato un tentativo di stupro,
proprio
all’interno dell’Accademia.
-Bastardo…-fece
Yusuke, cercando di controllare la propria rabbia.
-Ce la fai a
continuare?-chiese il castano, sedendosi sul lettino e sfiorando la
spalla dell’amica.
La Slifer scosse il capo, senza alzare lo sguardo.
-Non importa… Se
non te la senti, va bene lo stesso…-continuò
l’altro, abbozzando un mezzo
sorriso.
-Dobbiamo
riferirlo a Sheppard…-commentò Zane, continuando
ad accarezzare i capelli della
ragazza.
-E’ un
mostro…-commentò Yusuke, sottovoce.
-Makoto deve
essere espulso! Quello che ha fatto è gravissimo! Non lo
perdonerò mai!-fece il
castano, nero dalla rabbia.
-Non c’è
riuscito, vero? Non è andato fino in fondo, vero?-chiese
l’Obelisk dai capelli
blu, rivolgendosi all’amica.
La Slifer scosse
la testa.
-Menomale! Sono
così felice di sentirtelo
dire…-commentò l’altro, stringendola un
po’ di più.
-Non
preoccuparti! Non gli permetteremo che ti faccia di nuovo del
male… Faremo in
modo che venga espulso!-esclamò Atticus, cercando di
tranquillizzare l’amica.
-Io e Atticus
andremo da Sheppard e gli racconteremo tutto; tu resta con lei. Vedi se
riesci
a calmarla un po’…-fece Yusuke, rivolgendosi al
Kaiser.
L’Obelisk fece
un cenno d’assenso.
-Mi raccomando,
non fare cose avventate! E se quel bastardo torna, devi assolutamente
proteggerla!-esclamò Atticus. Poi, seguito dal giovane dai
capelli verdi, uscì
dalla stanza, diretto all’ufficio del cancelliere.
Nell’infermeria
calò di nuovo il silenzio, interrotto, di tanto in tanto,
dai singhiozzi della
Slifer.
“Ha cercato di
tenersi tutto dentro… Ha provato ha dimenticare la brutta
esperienza, ma alla
fine non c’è riuscita. Deve aver passato dei
momenti terribili! Non oso
immaginare cosa abbia cercato di farle e la paura che deve aver
avuto… Per
quanto possa essere forte, è pur sempre un essere umano. E
lui l’ha trattata
come se fosse un oggetto. Non posso capire quello che ha provato, ma
deve essere
stato terrificante. E’ la prima volta che la vedo
piangere… Deve essere parecchio
terrorizzata, se non ne voleva nemmeno parlare.”
Pensò Zane, continuando ad
accarezzare i lunghi capelli castani della Slifer.
-Sono una
persona schifosa… Mi faccio schifo da
sola…-mormorò la studentessa, dopo un
po’, senza alzare il volto dal petto dell’altro e
continuando a singhiozzare.
-Non dire così…
Lo sai che non è vero…-sussurrò il
ragazzo.
-Faccio schifo…
Dovrei morire…
-Adesso basta.
Non dire più cose simili…
-Mi ha messo le
mani addosso… Sul mio corpo… Ha cercato di-
-Non è colpa
tua! Quello che è successo… Non sei stata tu a
volerlo, non sei stata tu a
chiederlo, perciò non dirlo… La colpa
è solo di quel bastardo… Tu non devi
né
accusarti, né farti del male…-fece
l’altro, sfiorandole il braccio ancora rosso
dai segni dei graffi.
-Mi vergogno da
morire… Come ho potuto lasciarlo
fare…-sussurrò Yomi.
-Non ne hai
alcun motivo… Tu non hai fatto niente di male… La
colpa è solo sua! E pagherà
per quello che ha fatto… Te lo
prometto…-continuò Zane, cercando di
confortarla.
-Io… Io ho
cercato di difendermi… Ci ho provato, ma non è
servito a niente… Anzi… E’
diventato più violento… Ho avuto davvero
paura… Quando mi ha alzato la maglietta…
Quando è salito sopra di me…-mormorò
la ragazza, stringendo sempre di più la
divisa dell’altro.
-Non pensarci…
-Le sue mani…
Che schifo…
-Perdonami, è
colpa mia… Se fossi intervenuto prima, questo non sarebbe
successo. Lui non
sarebbe più qui…-sussurrò Zane,
continuando ad accarezzarle i lunghi capelli.
“Se fossi stato
meno codardo, tutto questo non sarebbe successo… Yomi, mi
dispiace!” pensò,
poi, guardando la ragazza che si stava nascondendo tra le sue braccia.
Calò di nuovo il
silenzio. Yomi si era un po’ calmata e aveva smesso di
piangere, ma continuava
a nascondere il volto nel petto dell’Obelisk.
-Perché non
volevi dircelo?-le chiese lo studente, dopo qualche minuto.
-…
-Non hai niente
di cui vergognarti…
-Non sono riuscita
a difendermi… Ho lasciato che facesse ciò che
voleva…
-La cosa più
importante è che tu stia bene e che non abbia finito
ciò che ha iniziato! Il
resto non conta…
-Sono un essere
vomitevole… Nessuno vorrebbe avere a che fare con una come
me…
-Non è vero…
-Perché resti
con me? Perché resti con una così? Io faccio
schifo… Non merito niente… E dopo
quello che mi ha fatto, merito solo di morire…
-Non dirlo! Tu
non sei un essere vomitevole, non fai schifo, anzi sei la persona
più generosa
che conosca! Tu ti fidi degli altri, riponi sempre fiducia nel
prossimo… Sei
forte e anche un po’ testarda, ma è questo che mi
piace di te… Sei una
bellissima persona, sei di gran lunga migliore di quanto tu possa
credere…
-Non è vero… Io
sono una pessima persona… Ho litigato con voi per proteggere
un verme schifoso
come Makoto…
-Non importa… Ci
siamo chiariti, no? Io non sono mai stato arrabbiato con te, ero solo
preoccupato…
La Slifer alzò
il volto e guardò per qualche secondo l’altro
negli occhi, poi si scostò,
leggermente imbarazzata. Non si era accorta di trovarsi praticamente
tra le sue
braccia.
-Stai meglio
adesso?-le chiese il giovane.
La studentessa
fece un cenno d’assenso con la testa.
-Sono contento…
-Scusami se mi
sono messa a piangere come una bambina…-mormorò
Yomi.
-Non devi
scusarti. E’ normale piangere quando si è
spaventati! Se tu non ti fossi messa
a piangere, probabilmente continueresti a soffrire per quello che ti
è
successo. Hai fatto bene… Così potrai voltare
pagina e cercare di dimenticarti
di questa brutta esperienza.
La ragazza lo
guardò per qualche secondo, poi distolse lo sguardo e disse:
-Quel bastardo
me la paga cara… Se me lo trovassi di fronte, sarei anche
capace di ucciderlo…
-Non ne vale la
pena! Devi solo dimenticarti di tutto e cercare di andare
avanti…
-E come faccio?!
Come faccio a dimenticarmi di quella sua faccia schifosa…
Continua a tornarmi
alla mente…
-Yomi…
-Aiutami a
dimenticarlo… Perfavore…-mormorò la
ragazza, nascondendo la testa tra le mani.
“Vorrei davvero
aiutarla, ma cosa potrei fare? Sarei dovuto intervenire prima, ma
adesso è
troppo tardi. Non so cosa fare per aiutarla… Anche se Makoto
dovesse andarsene
dall’Accademia, non ci sono garanzie che lei torni quella di
prima. Potrebbe
rimanere segnata da questa esperienza per il resto della sua vita.
Potrebbe non
riuscire a fidarsi più degli altri e non riuscire a
costruire una relazione di
qualunque tipo con le altre persone. Se dovesse succedere, come potrei
aiutarla? Cosa potrei fare per farla stare meglio? Io non sono un buon
amico… Se
lo fossi stato, tutto questo non sarebbe successo.
C’è solo una cosa che posso
fare e lei cercherà in tutti i modi di
impedirmelo…”
-Ti accompagno
dal cancelliere…-fece Zane, dopo diversi minuti di silenzio.
-Perché?-chiese
la ragazza, sorpresa.
-Non posso
lasciarti qui da sola… Potrebbe tornare e finire quello che
ha iniziato…
-Tu non resti
con me? Dove vuoi andare?
-Voglio parlare
con Makoto prima che intervengano i professori.-le rispose il giovane.
-No, è troppo
pericoloso! Ti farà del male e-
-Non preoccuparti…
E poi non posso rimanere con le mani in mano dopo quello che ti ha
fatto…-fece
l’altro, alzandosi dal lettino.
-Aspetta! Non
puoi andare da solo!-esclamò Yomi, trattenendolo per un
braccio.
-Di certo non mi
accompagnerai tu! Dopo quello che ti ha fatto, non voglio che ti
avvicini a
lui! Se dovesse farti qualcosa, non potrei mai perdonarmelo…
-Invece
vengo!-protestò la giovane, alzandosi in piedi.
-Non dire
assurdità!
-Voglio
affrontarlo di nuovo! Ho un conto in sospeso con lui e non voglio
rimanere in
disparte a piagnucolare… Io non sono una che piange! E se ti
succede qualcosa,
posso intervenire! E poi… Per quanto mi faccia schifo il
pensiero di vederlo,
devo affrontarlo! Per il mio bene… Io non voglio continuare
a piangere! Non
voglio continuare ad avere paura! Devo affrontarlo! Per chiudere questa
storia
una volta per tutte… E se ci sei tu, sono sicura che non mi
accadrà niente!
L’Obelisk la
osservò per qualche secondo. L’espressione della
ragazza stava tornando a poco
a poco quella di sempre; era come se stesse cercando di superare la
brutta
esperienza.
“Credevo che
sarebbe rimasta a piangere… E’ molto
più forte di quello che crede! Ha una
forza di volontà veramente unica… Da una parte
sono contento che stia tornando
quella di sempre e che questa faccenda non la lascerà
sconvolta più di tanto, ma
dall’altra avrei preferito che non si immischiasse
più in questa situazione.
Anche se le dicessi di no, verrebbe di sicuro… O peggio
ancora, andrebbe da
sola! Se la lascio qui, potrebbe accaderle qualcosa… Forse
la cosa migliore è
farla venire! Ma ho paura di non riuscire a proteggerla… E
se dovesse
succederle qualcosa, io…” pensò il
ragazzo, continuando a guardare Yomi negli
occhi. Poi disse:
-Va bene, vieni
pure… Ma dovrai fare quello che ti dico, senza obbiettare.
Qualsiasi cosa ti
dica…
-Ok…-rispose la
ragazza, annuendo con la testa. Poi, seguì l’amico
fuori dall’infermeria.
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Capitolo 16 *** Capitolo 16- Il primo duello per un'amica ***
Capitolo
16- “Il
primo duello per un’amica”
-Mi
rifiuto di
credere a una cosa del genere!-strillò Crowler, battendo le
mani sul tavolo,
con fare stizzito.
-Crowler, si
calmi!-disse Sheppard pacatamente, cercando di far placare
l’uomo.
-Mi meraviglio
di lei, cancelliere! Come fa a credere ad una cosa del genere?!
Inoltre, è
stato uno Slifer a dirlo!-continuò il vice-cancelliere.
-Questo cosa
c’entra? Chumley sarà anche uno Slifer, ma non
mentirebbe mai. Inoltre, anche
Yomi ha ammesso che è stato Makoto.-sottolineò il
cancelliere.
-Sì, ma-
-A prescindere
da tutto ciò, resta comunque un fatto grave che uno studente
sia finito in
infermeria, vittima di bullismo. Makoto o no, dobbiamo prendere
provvedimenti.-si intromise Banner, interrompendo il dottor Crowler, il
quale,
per tutta risposta, gli lanciò un’occhiataccia.
Faraone, che come sempre si
trovava tra le braccia dell’uomo, sbadigliò
rumorosamente. Il professore
mormorò qualcosa al grasso felino, che iniziò a
fissarlo con i suoi soliti
occhi del tutto inespressivi.
-Il professor
Banner ha perfettamente ragione. Non possiamo lasciare che succeda di
nuovo. Dobbiamo
prendere provvedimenti! Non voglio che i miei studenti finiscano in
infermeria…-anche la professoressa Fontaine era
d’accordo con il collega.
“Adesso ci si
mette pure lei? Solo perché la vittima é una
ragazza del dormitorio femminile…
Non capisco come fanno a fidarsi di quella Slifer. Potrebbe essersi
inventata
tutto per mettere in cattiva luce Makoto. Dopotutto, lui è
il miglior duellante
di tutta l’Accademia…” pensò
indignato il vice-cancelliere. Non sopportava
quando qualcuno accusava uno dei suoi ragazzi, soprattutto se era uno
dei suoi
pupilli.
-Non la capisco,
signorina Fontaine. Come fa ad essere sicura che la ragazza e
l’altro Slifer
non si siano inventati tutto?-chiese Crowler, cercando di non alzare
troppo il
tono della voce, per non irritare la professoressa.
-E lei come fa ad
essere tanto sicuro che Makoto sia innocente?-chiese a sua volta la
donna,
cercando di nascondere l’indignazione che la domanda del
collega aveva fatto
nascere.
-Bè…
Ecco…-l’uomo dal buffo accento non sapeva cosa
rispondere.
La donna
sorrise, compiaciuta di aver messo in difficoltà il
vice-cancelliere. Non
sopportava quando l’uomo metteva in discussione la parola
degli studenti del
dormitorio rosso. Per lei gli studenti erano tutti uguali e li aveva
sempre
trattati nel solito modo, senza fare differenze. Crowler, invece,
preferiva di
gran lunga gli studenti del dormitorio blu e non aveva mai fatto nulla
per
nascondere questa sua preferenza. Anzi, si divertiva a tormentare i
poveri
Slifer durante le sue lezioni.
-Comunque è
sufficiente chiamare Makoto e chiedere spiegazioni.-continuò
la donna,
rivolgendosi agli altri colleghi.
Sheppard annuì.
Era perfettamente d’accordo con la giovane professoressa.
-Adesso non ci
rimane che pensare ad una punizione
esemplare…-continuò poi il cancelliere,
grattandosi pensieroso la testa pelata.
-E se non fosse
stato Makoto?-chiese Crowler, alzandosi di nuovo in piedi.
-La cosa non
cambia. Dobbiamo comunque pensare a come punirlo.-disse Banner,
volgendosi
verso il collega biondo. Poi rivolto agli altri, chiese:
-Quindi, come
procediamo?
Per diversi
secondi la stanza cadde nel silenzio più totale.
-Potremmo
espellerlo.-propose un insegnante, dopo qualche minuto.
-Non saprei…
Forse si tratta di una punizione un po’ troppo
eccessiva…-mormorò pensieroso
Sheppard.
-Non direi.
Anche il gesto è grave; non credo che l’espulsione
sia eccessiva…-commentò
Banner.
-Non sappiamo
nemmeno come si è svolto il fatto... Potrebbe benissimo
essere colpa di
entrambi.
Crowler si era
di nuovo intromesso per difendere il suo amato studente. La donna si
spazientì del
tutto e, alzandosi in piedi, accusò il collega di
favoritismo.
-Possibile che
lei debba sempre comportarsi così, quando di mezzo
c’è un ragazzo del
dormitorio blu?!
Il
vice-cancelliere indietreggiò con la sedia, più
per la sorpresa che per altro.
Era la prima volta da quando Fontaine era giunta in Accademia, che
alzava la
voce nei confronti di qualcuno.
-Adesso cercate
di calmarvi, tutti quanti! Non sappiamo ancora di preciso cosa sia
successo,
però la ragazza è stata picchiata e su questo non
ci piove. Dobbiamo decidere
cosa fare e come punire l’aggressore. E se viene fuori che in
parte la colpa è
anche di Yomi, puniremo anche lei.-disse Sheppard con tono autoritario,
mettendo fine a quegli inutili battibecchi.
-Potremmo
declassarlo. Se è un Obelisk o un Ra possiamo declassarlo al
dormitorio rosso.
Credo che per molti questa punizione sia anche peggiore di una
espulsione. In
questo modo, se vorrà ritornare al dormitorio originale,
dovrà darsi parecchio
da fare. Inoltre, la sua vita al dormitorio rosso potrebbe diventare
molto,
molto difficile...-propose Banner, sorridendo da dietro gli occhiali.
Aveva
ignorato la discussione dei suoi due colleghi ed aveva continuato a
pensare per
tutto il tempo a come risolvere il problema.
-Mmh… Sì, credo
che possa andare bene… Ma se fosse del dormitorio rosso? Non
possiamo
declassarlo ulteriormente…-sottolineò
l’uomo pelato.
-In tal caso, lo
bocceremo. Se sarà costretto a ripetere l’anno,
forse non avrà più tanta voglia
di fare il bulletto.-disse pacatamente l’uomo dai lunghi
capelli corvini,
continuando ad accarezzare il gatto grassoccio.
Il cancelliere
si prese qualche minuto di silenzio per pensare. Poi disse che
l’idea non era
male e che avrebbero agito in quel modo.
-Grazie per la
collaborazione, a tutti quanti! Crowler, lei rimanga pure. Gli altri
possono
tornare alle loro attività.-disse Sheppard rivolgendosi ai
presenti.
Non appena gli
altri insegnanti furono usciti, il cancelliere si rivolse a Crowler,
chiedendogli
di andare a chiamare Makoto.
-Dobbiamo
assolutamente parlargli.-aggiunse poi.
Il
vice-cancelliere fece un cenno d’assenso ed uscì
dall’ufficio, ancora indignato
per il modo in cui avevano trattato il suo adorato studente. Sheppard
lo guardò
uscire, scuotendo la testa di fronte all’ottusità
del suo braccio destro.
“Non cambierà
mai! Dovrebbe imparare che gli studenti sono tutti uguali e vanno
trattati nel
solito modo, invece… Non so come fargli capire che i ragazzi
del dormitorio
rosso sono studenti come gli altri. Prima o poi,
imparerà!”
Era rimasto solo
da diversi minuti, quando sentì bussare alla porta.
-Cancelliere,
abbiamo un problema!-esclamò Atticus castano, entrando di
getto nell’ufficio
dell’uomo.
-Atticus?
Yusuke? E’ successo qualcos’altro?-fece
l’uomo pelato, squadrando i due giovani
e cercando di nascondere la sua preoccupazione.
-Si tratta di
quello che è successo a Yomi. Ci ha raccontato quello che le
ha fatto… Dovrebbe
ascoltarci!-disse Yusuke, avanzando di qualche passo.
-Sono
tutt’orecchi! Ditemi pure…-rispose Sheppard,
pronto ad ascoltare il racconto
dei due.
****
Yomi
e Zane
stavano camminando il più velocemente possibile, facendosi
largo tra gli
studenti dell’Accademia.
-Cosa hai
intenzione di fare?-chiese la ragazza, mentre attraversavano il
corridoio del
secondo piano.
-Non ti
preoccupare; non gli permetterò di farti del
male…-le rispose l’altro.
-Non mi sto
preoccupando…-commentò la Slifer a bassa voce.
-Mi dispiace di
metterti in pericolo… Sarebbe stato molto meglio se non ti
portavo con me.
-Tanto sarei
venuta lo stesso!
-Lo so…
“Si sta realmente
preoccupando per me? Non capisco perché lo
faccia… Non è da lui!” pensò
la
ragazza, guardandolo.
-Se le cose si
mettono male, abbandonami pure.-fece l’altro, mentre scendeva
le scale del
primo piano.
-Non se ne
parla! Non ti lascio da solo!
-Potrebbe
diventare troppo pericoloso…
-Non m’importa!
Io non ti abbandono!-esclamò la ragazza, fermandosi di colpo
a metà scalinata.
Zane si voltò, stupito.
-Siamo amici,
giusto? Perché dovrei abbandonarti?
-Perché Makoto è
pericoloso…-mormorò l’altro, abbassando
lo sguardo.
-Questo non è un
motivo!
-Potrebbe farti
del male e-
-Guardami in
faccia!
L’Obelisk alzò
gli occhi verso l’amica, sorpreso. Era la prima volta che lei
si comportava in
quel modo e il Kaiser non se l’aspettava. Non credeva che
potesse essere
testarda fino a quel punto.
-Non voglio che
ti faccia del male…
-Nemmeno
io!-esclamò Yomi, continuando a fissarlo dritto negli occhi.
Zane distolse lo
sguardo e si voltò dall’altra parte. Non era
abituato a vederla da quella
prospettiva e si sentiva leggermente a disagio. Era più alto
di lei di quasi
venti centimetri e di solito era lui che la guardava
dall’alto; quella volta,
invece, era diverso. Nonostante la differenza di altezza, lo studente
si
trovava quattro gradini sotto la ragazza e per guardarla in volto era
costretto
ad alzare la testa. E da quella prospettiva riusciva a scorgere alcuni
suoi
tratti che non era abituato a vedere.
-L’avevi
promesso…-fece, poi.
-E’ inutile che
tu insista! Io non ti abbandono! E se ti rifiuti di portarmi con te, ti
seguirò
lo stesso!-esclamò Yomi, scendendo i quattro gradini che li
separavano.
Zane si voltò
leggermente per guardarla, poi mormorò:
-Sei un’idiota…
La Slifer, per
tutta risposta, gli fece la linguaccia, poi riprese a camminare, come
se niente
fosse. Il Kaiser la guardò per qualche secondo, poi
sospirò e la seguì.
Ormai erano
giunti al piano terra e non avevano trovato alcuna traccia del ragazzo;
sembrava
che si fosse volatilizzato nel nulla. Avevano chiesto a diversi
studenti, ma
nessuno era in grado di dire dove fosse finito il miglior duellante di
tutta
l’Accademia. Non appena svoltarono l’angolo per
imboccare il corridoio che
portava all’arena, lo intravidero fermo davanti alla porta,
come se niente
fosse.
Non appena lo
vide, Zane trattenne Yomi per un braccio, per impedirgli di avventarsi
sullo
studente, e la costrinse a nascondersi dietro l’angolo.
-Perché mi hai
fermata?-chiese la giovane contrariata.
-Perché ti
saresti avventata su di lui per picchiarlo…
-Mi sembra
ovvio!
-Cerca di
calmarti…-le disse l’Obelisk, continuando a
tenerla per un braccio.
-Come puoi
chiedermi-
-Prima di
affrontarlo, voglio che tu ti calmi. Capisco che tu sia infuriata, ma
devi
promettermi che cercherai di mantenere i nervi saldi e lascerai fare a
me.
Makoto non è stupido, sono sicuro che abbia escogitato un
modo per farla franca
e l’ultima cosa che voglio è che ci riesca.
-…
-Non posso
lasciare che resti in Accademia…
-Ok, ho capito.
Cercherò di non reagire…
Zane fece un
cenno d’assenso e diede una leggera pacca sulla testa della
ragazza; poi si
diresse verso Makoto. Yomi lo seguì, titubante. Non era
ancora sicura del fatto
che fosse una buona idea. Inoltre, non sapeva cosa avesse intenzione di
fare
Zane e l’idea di non sapere cosa frullasse nella testa
dell’Obelisk, la rendeva
oltremodo ansiosa. E la vista dello studente del terzo anno le stava
facendo
salire di nuovo la paura.
“Non ho niente
di cui avere paura… C’è Zane con me;
andrà tutto bene! Non ho niente di cui
preoccuparmi… Devo solo fidarmi di lui!”
pensò la ragazza, mentre seguiva, a
debita distanza, l’amico del secondo anno.
-Makoto!-esclamò
l’Obelisk, mentre si avvicinava all’altro duellante.
-Zane? Non è da
te cercarmi…-disse l’altro, mentre sorrideva
spavaldamente. Poi si accorse
della presenza della Slifer e la sua espressione si oscurò
per un attimo.
-Devo parlarti
un attimo. In privato.-esordì l’Obelisk del
secondo anno.
-In
privato?-chiese Makoto, lanciando una rapida occhiata alla Slifer. Poi,
sorridendo:-Ok, non c’è problema. Andiamo
all’arena dei duelli? Sono sicuro che
in questo momento sia vuota...
Detto questo, il
biondo precedette i due verso la stanza dei duelli, facendo loro segno
di
seguirlo. Una volta dentro, si voltò verso Zane e Yomi. I
due studenti si
accorsero subito che la sua espressione era cambiata radicalmente; non
sorrideva più e sembrava alquanto scocciato.
-Bè, che diavolo
volete?-ringhiò il biondo, alzando la voce.
-Yomi mi ha
detto cosa è successo…-iniziò cauto il
giovane dai capelli blu.
-Oh, ma davvero!
Che farò adesso? Sono proprio nei guai!-esclamò,
sarcastico, il bullo. Poi
scoppiò a ridere sguaiatamente.
-Se fossi in te
non riderei…
-Pensate davvero
che la cosa mi interessi? Poveri idioti! Zane, da te non me
l’aspettavo proprio!
La stupidità di Atticus deve essere contagiosa! Forse
è meglio che prenda
precauzioni… Non voglio contrarre anch’io il suo
morbo!-fece l’altro,
continuando a sghignazzare.
-I professori
sono a conoscenza di tutta la faccenda…-continuò,
calmo, l’altro Obelisk,
ignorando completamente i commenti sarcastici di Makoto.
-E allora?
Crowler non crederà mai ad una storia simile e la colpa
finirà per ricadere su
di lei. Mi dispiace, ma non avete ottenuto proprio nulla! Anzi, come
minimo
sarà lei ad essere espulsa!-il biondo iniziò di
nuovo a sghignazzare.
-Cosa te lo fa
pensare?-chiese Zane, fissandolo dritto negli occhi.
-Ma cosa stai
dicendo?!
-Crowler sarà
anche il vice-cancelliere, ma non spetta a lui l’ultima
parola. Sheppard non è
così ingenuo e Yomi non è così
violenta da fare a pugni con la gente…
-Non è violenta,
dici? Sbaglio, o è stata lei la prima ad attaccare briga con
Jonouchi?
-In realtà, la
colpa era soprattutto di Jonouchi. E questa volta la situazione
è diversa! La
vittima è lei e dato che hai cercato di violentarla, pensi
davvero che Crowler
continui a difenderti? Finché si trattava di fare il bullo
con gli Slifer, di
rubare le carte rare che possedevano o il pranzo, poteva anche
proteggerti. Ma
dopo quello che hai fatto oggi, non ci sarà niente che ti
potrà salvare.
Tantomeno Crowler.
Makoto indietreggiò
leggermente. Stava iniziando a dubitare della sua immunità.
Stava iniziando a
pensare che probabilmente questa volta non l’avrebbe fatta
franca.
-Maledetta
puttana! Sei andata a spifferare tutto ai professori! A quanto pare, le
puttanelle rimangono puttanelle fino alla fine! E tu sei anche della
peggior
specie!
-Non hai alcun
diritto di parlarmi in quel modo!-esclamò Yomi, cercando di
mantenere la calma.
Si stava arrabbiando e stava facendo un grande sforzo per non perdere
del tutto
la pazienza. Non voleva complicare ulteriormente la situazione ed
inoltre aveva
promesso a Zane che si sarebbe controllata.
-Ma sentitela!
Sentiamo, cosa dovresti essere, se non una puttana? Guardati! Sei
circondata di
uomini, esattamente come fanno le puttane! Ed è inutile che
fai tanto la
santarellina; puttana sei e puttana rimani! Invece di sprecare tempo
qui,
potresti andare a battere in strada! Saresti più utile!-la
punzecchiò il
biondo.
-Bastardo! Vuoi
fare a botte per caso?!-esclamò la Slifer, avvicinandosi di
qualche passo.
-Yomi, lascia
perdere.-disse Zane, cercando di far placare l’indole
violenta della ragazza e
trattenendola per un braccio. Non voleva che si avvicinasse
ulteriormente allo
studente del terzo anno.
-E come faccio?!
-Povera puttana!
Non te l’hanno mai detto che le donne violente non piacciono
a nessuno?
Dovresti fare la brava bambina e rimanertene zitta e buona in un angolo!
-Ma stai
zitto!-esclamò la giovane, voltandosi verso il biondo, che,
invece, continuava
a sghignazzare, punzecchiando i due ragazzi.
“Cosa aspettate
a picchiarmi?! In fondo, è quello che vuoi, no puttanella?
In questo modo, con
un po’ di fortuna e qualche mazzetta, posso farla franca e
far ricadere la
colpa su di te!” pensò divertito
l’Obelisk del terzo anno, mentre continuava ad
offendere la Slifer.
-Puttana!
-Prova a
ripeterlo, bastardo!
-Yomi, calmati!
Stai facendo solo il suo gioco.-disse il giovane dai capelli blu,
trattenendo
con fatica la ragazza per un braccio. In quel momento, avrebbe
preferito la
ragazza in lacrime di prima.
“Ormai è
talmente arrabbiata da non riuscire nemmeno a capire a quale gioco stia
giocando. Se continua così, non credo che riuscirei a
tenerla ancora per molto.
E se riesce anche solo a sfiorarlo, Makoto avrà un buon
motivo per cercare di
farla franca. Chiaramente sta cercando di farle perdere la pazienza per
farsi
picchiare, ma non riesco a farlo capire a Yomi. Non mi ascolta
più! L’unica
cosa che sente sono le sue offese e non credo che riuscirà a
tollerarle ancora
per molto… Devo trovare un modo per farla
calmare…” pensò il Kaiser, mentre
tratteneva l’amica per i fianchi. Era costretto ad
abbracciarla e a fare forza
con le gambe, pur di non farsi trascinare dalla studentessa.
“E’ veramente
forte… Non credevo che una ragazza così esile,
potesse nascondere una forza
sovrumana.”
Poi si rivolse a
Makoto e continuò:
-Pensi davvero
di farla franca facendoci perdere la pazienza? Pensi che sia un
completo
sprovveduto, giusto? Non ho alcuna intenzione di venire alle mani con
te… Non
voglio darti alcun pretesto per farla franca.
-Parla per te!
Io avrei una mezza voglia di prenderlo a sberle!-esclamò
Yomi, sempre più
arrabbiata per il comportamento del biondo.
-Hai un bel
coraggio, puttana! Prima non sei stata in grado di difenderti; cosa ti
fa
pensare di poterci riuscire adesso? Sarai anche brava a fare a botte,
ma il
sottoscritto è esperto di arti marziali. Tu sei solo una
principiante; per
quanto tu possa essere brava, senza tecnica non potrai mai
sconfiggermi. Finirò
sempre con il sottometterti!
-Se fossi in te
non ne sarei così sicuro!-fece la Slifer, senza nemmeno
rendersi conto di
quello che stava dicendo. Ormai era talmente arrabbiata che non
riusciva ad
essere lucida e non si stava rendendo conto che stava facendo
esattamente il
suo gioco. Zane, invece, si era reso conto di quello a cui stava
mirando il
giovane del terzo anno e stava cercando di farlo capire anche
all’amica.
-Se hai così
tanta voglia di vendicarti, possiamo riprendere da dove ci hanno
interrotti!
Che ne dici, eh? Possiamo appartarci da qualche parte…
Magari in camera mia! Potrei
legarti braccia e gambe, chiuderti quella bocca da troia che ti ritrovi
e
costringerti a fare tutto quello che voglio. Sarai costretta a
soddisfarmi in
tutto e per tutto! Non sei contenta?
-…
-Non vedo l’ora
di toccare quel bel corpicino… Non hai idea di cosa ti farei!
-Sei vomitevole…-commentò
la Slifer, portandosi una mano sul petto, come a volersi proteggere
dagli
sguardi inquisitori dell’altro.
-Che cosa
cattiva da dire! E pensare che fino a qualche giorno fa, non facevi che
sorridermi! Che peccato! Ma la colpa è tua!
-Come può essere
colpa mia…-mormorò la studentessa,
indietreggiando leggermente.
Yomi si era
calmata del tutto. Gli sguardi viscidi dell’altro studente le
facevano paura e,
se non fosse stato per la presenza di Zane dietro di lei, probabilmente
si
sarebbe messa a tremare.
-Non l’hai
capito? Più ti comporti in questo modo, più
peggiori le cose!-esclamò Makoto,
continuando a sghignazzare cinicamente.
-Cosa stai
blaterando?-fece la Slifer, sempre più intimorita dal
giovane. Le stavano
tornando in mente le sensazioni che aveva provato poco prima e la paura
stava
prendendo di nuovo il sopravvento. Si sentiva di nuovo un topolino
indifeso tra
gli artigli del gatto. Si sentiva messe alle strette, con le spalle al
muro.
-Sapete, ho
sempre visto le donne come se fossero solo degli oggetti. Oggetti che
mi
stufavano dopo poco tempo! Per me hanno un solo scopo; quello di
intrattenermi
e soddisfare ogni mio bisogno e ogni mio capriccio…
Purtroppo, le altre ragazze
dell’Accademia sono tutte frivole e superficiali, deboli e
bisognose di
attenzioni! Sono noiose! Le donne come quelle non sono divertenti e non
riescono nemmeno ad entusiasmarmi. Ma tu sei diversa! Sei violenta,
testarda… Le
donne con un’indole violenta come la tua sono quelle che
preferisco! Più ti
comportavi in quel modo e più mi eccitavo… Sai,
il tuo modo di fare da teppista
mi eccita parecchio! E l’idea di toglierti tutto quello in
cui credi mi eccita
molto di più!-continuò l’altro.
-Ma cosa…
-Quando le privi
della loro dignità e le tratti come meritano, come oggetti,
diventano docili
come agnellini… Diventano più remissive di tutte
le altre messe insieme! Sono
veramente uno spasso! Le vedi in lacrime, mentre maledicono se stesse,
e poi
finiscono con il farsi del male da sole! Piegare una donna che crede di
essere
forte e indipendente è la cosa che mi rende più
felice in assoluto! Soprattutto
dopo averla usata ed essermela spassata un po’ con il suo
corpo!
-Tu sei
pazzo…-commentò Zane, tirando indietro la
studentessa e mettendosi tra lei e il
biondo.
-Pazzo? No, non
direi… Semplicemente non ho alcun rispetto per le donne. Non
sai quanto sia
faticoso fingere di essere carino e gentile con tutte! Poi incontro la
puttanella intenta a litigare con i miei ragazzi. All’inizio
ho pensato che
fosse una ragazza come tutte le altre; ma mi stavo sbagliando. Era una
puttanella violenta, aggressiva e indisciplinata, e quelle come lei mi
hanno
sempre eccitato!
-Maniaco…-mormorò
Yomi, nascondendosi sempre di più dietro la schiena del
giovane del secondo
anno.
-Maniaco?
Andiamo, so bene che piace anche a te!-commentò Makoto.
-Non è vero… Tu
sei solo un essere schifoso…
-Non mi
interessa un bel niente di quello che pensi di me!-esclamò
l’altro, avanzando
verso gli altri due.
-Non ti
avvicinare!-fece Zane, indietreggiando di qualche passo e cercando di
mantenere
le distanze dall’altro studente.
“Devo impedirgli
di avvicinarsi. Non posso lasciare che si avvicini a
Yomi…” pensò, poi,
lanciando una rapida occhiata alla ragazza che si stava nascondendo
dietro la
sua schiena. Nonostante le sue mani tremassero, i suoi occhi
continuavano a
fiammeggiare; il carattere aggressivo di Yomi stava prendendo il
sopravvento
sulla sua paura.
Il biondo li squadrò
per qualche secondo, poi sospirò.
-Non ho molto
tempo da perdere… Spostati da lì e finiamo quello
che abbiamo iniziato prima!
-Col cavolo!-gli
rispose la Slifer, continuando a rimanere dietro alla schiena di Zane.
-Forse non sono
stato chiaro… Ti ho detto che non ho tempo da
perdere!-continuò Makoto, facendo
segno alla ragazza di avvicinarsi.
-E io ti ho
detto che non ho alcuna intenzione di spostarmi di qui!
-Puttana! Troia
che non sei altro! Tu non hai alcun diritto di rifiutarti! Tu sei solo
un
oggetto; non hai alcun diritto! Spostati!
-Lei non farà un
bel niente!-esclamò l’Obelisk del secondo anno,
arretrando di qualche altro
passo e costringendo l’amica a seguirlo. L’altro
ragazzo gli lanciò
un’occhiataccia, poi, rivolgendosi a Yomi, le
ordinò:
-Avanti,
spogliati!
-Non ci penso
nemmeno!-esclamò la matricola.
-Maledetta
puttana che non sei altro! Ho detto che devi spogliarti, hai capito?!
-Adesso basta!
Hai superato il limite!-esclamò Zane, nero dalla rabbia.
-Taci! Queste
non sono cose che ti riguardano e per i miei gusti ti sei intromesso
anche fin
troppo! Non sai quanta fatica ho dovuto fare per cercare di
allontanarla da te
e da quegli idioti dei tuoi amici! Le ho provate di tutte, ma era
difficile! La
puttanella si era davvero affezionata a voi… Esattamente
come un cane! O forse
dovrei dire una cagna!
Makoto scoppiò a
ridere sguaiatamente; sembrava divertirsi e non si rendeva conto della
situazione in cui si trovava.
-Sei un verme…-commentò
Zane.
-Mi dispiace, ma
non mi interessa. L’unica cosa che voglio è la
puttana che difendi tanto!
-Non ti
azzardare a toccarla con le tue luride mani!-esclamò
l’Obelisk dai capelli blu.
-Guarda, guarda!
Qualcuno qui si sta affezionando un po’ troppo…
Cosa ti ha promesso? Sesso?
-Sei veramente
patetico…
-Patetico io?!
Ma guardati! Stai difendendo una cagna di
terz’ordine… Dovresti unirti a me,
invece!
-Adesso hai
decisamente passato il limite!
-Allora
sistemiamo la faccenda con un duello!-fece l’altro.
-Per me va bene…
Makoto
sghignazzò divertito.
-Idiota! Non
avresti dovuto accettare! Se vinco io, mi prendo la puttanella e tu
dovrai
convincere Sheppard a non espellermi. Anzi, dovrai dirgli che sei stato
tu ad
aggredirla e farti espellere al mio posto. Se vinci tu, dirò
al cancelliere che
la colpa è mia.
-Zane, non
accettare! Anche se vinci, non otterrai niente! Lui non
manterrà mai la parola!-si
intromise Yomi, afferrando l’amico per un braccio.
-Taci cagna!
Invece di preoccuparti per gli altri, dovresti preoccuparti per quello
che ti
succederà dopo che avrò sconfitto questo
scemo!-le urlò il biondo.
-Ci penso io a
lui…-le disse l’Obelisk, ignorando il commento
dell’avversario.
-Sì, ma…-provò a
ribattere la ragazza.
-Lo so anch’io
che probabilmente non otterrò nulla, ma se
c’è una piccola possibilità per
risolvere questa storia, allora voglio provarci. Sconfiggendolo,
avrò una
piccola possibilità di cacciarlo dalla scuola e allontanarlo
per sempre da te.
Inoltre…
-Ma se perdi,
potrebbe picchiarti e farti del male!
-Non ho alcuna
intenzione di perdere! Non posso e non voglio perdere… Se
dovesse succedere,
lui potrebbe aggredirti di nuovo e io non voglio che accada…
Non preoccuparti,
vincerò!-la rassicurò l’altro,
mettendole una mano sulla spalla.
“Se perde,
Makoto è capace di picchiarlo a sangue! Non
m’interessa cosa potrebbe succedere
a me, ma non voglio che lui si faccia male per colpa mia…
Zane, per favore, fai
attenzione…” pensò preoccupata la
giovane matricola, mentre guardava l’amico
salire sul campo da gioco.
Dopo aver
preparato i dueling disk, i due diedero il via alla partita.
-Inizio
io!-esclamò il biondo, pescando la sua sesta carta. Diede
un’occhiata alla sua
mano e sorrise spavaldo, certo della vittoria.
-Attivo la carta
magia “Terraformare”, grazie alla quale posso
aggiungere una carta magia
terreno dal deck alla mia mano. Scelgo “Il santuario nel
cielo” e provvedo
subito ad attivarla. Se non ti dispiace, preferisco spostare il nostro
duello
in un luogo che mi è più congeniale. Zane,
puttanella, benvenuti nel regno
degli angeli!
Per effetto
della carta, lo sfondo intorno all’arena e ai due duellanti
cambiò di colpo. I
due Obelisk si trovarono di colpo di fronte ad un santuario sospeso nel
cielo. La
tecnologia della Kaiba Corp era fenomenale; era in grado di far
sembrare dei
semplici ologrammi talmente realistici da rimanere senza parole ogni
volta che
veniva attivata una carta. Soprattutto se ad essere state attivate
erano delle carte
magia terreno. Il campo da gioco era circondato da un cielo azzurro
intenso e
il bianco brillante dell’edificio, che circondava i due
sfidanti, creava un
contrasto che, a lungo andare, stancava la vista.
-Non ho ancora
finito! Attivo la carta magia “Hinotama”, che ti fa
perdere 500 LP, e posiziono
una carta coperta. Poi evoco “Strega Oscura
Dunames” in posizione di
attacco.-continuò il ragazzo, posizionando le varie carte
sul proprio dueling
disk.
Il mostro che
aveva evocato comparve dalla sua parte del terreno. Aveva fattezze
femminili,
con due grandi paia di ali bianche che le spuntavano dalla schiena.
Inoltre, indossava
una specie di armatura rossa e guanti e gambali bianchi.
-Termino qui il
mio turno.-disse poi.
-Tocca a me!-esclamò
Zane.
Dopo aver
pescato una carta, diede un’occhiata a quelle che aveva in
mano.
“Posso evocare
Cyber Drago e attaccare la sua strega oscura. Questa carta è
meglio se la tengo
da parte, per ora. Volendo, potrei anche fare questa mossa…
No, è meglio
procedere con cautela. Non posso permettermi di sbagliare.”
riflettè l’Obelisk.
-Dato che non ho
mostri sulla mia parte del terreno, mentre tu ne controlli uno, posso
evocare
“Cyber Drago” in posizione di attacco.
Il serpente
meccanico apparve sul campo di gioco. I suoi 2100 punti di attacco lo
facevano
sembrare ancora più pericoloso e minaccioso, di quanto non
lo fosse di suo.
-Avanti “Cyber
Drago”, attacca “Strega Oscura Dunames”!
Il serpente si
avventò sulla strega dell’avversario,
distruggendola. Nonostante Zane fosse
riuscito a distruggere il mostro dell’avversario, i LP del
biondo non vennero minimamente
intaccati.
-Scommetto che
ti starai chiedendo come mai non ho subito alcun
danno…-commentò, spavaldo, il
bullo.
-In realtà,
no.-rispose l’altro.
-Bè, comunque è grazie
all’effetto di “Il santuario nel cielo”.
Mi dispiace, ma non posso subire danno
da un combattimento che coinvolga mostri di tipo fata. E purtroppo per
te, il
mio deck è pieno zeppo di mostri di tipo
fata!-esclamò Makoto.
Zane non si
scompose. Sapeva bene quale era l’effetto della sua carta
terreno.
“Devo trovare il
modo di distruggere quella carta magia. Oppure attaccarlo direttamente.
E
forse, ho appena trovato un modo per farlo…”
pensò lo studente del secondo
anno, guardando di nuovo le carte che aveva in mano.
-Posiziono una
carta coperta e termino il mio turno.
-Sei patetico!
Pesco! Poi evoco “Zeradias Araldo del Paradiso” in
posizione di attacco e termino
qui il mio turno.
Sul campo
comparve un essere alato, armato di lancia. Le ali erano verdi, come
l’elmo che
gli proteggeva la testa. Il volto, invece, era rosso fuoco.
“Il suo mostro
ha 2100 punti di attacco, gli stessi di “Cyber
Drago”. Se avesse attaccato
“Cyber Drago”, si sarebbero distrutti entrambi, ma
Zane, al prossimo turno,
avrebbe potuto evocarne un altro e attaccarlo direttamente. In questo
modo,
però, nessuno dei due può attaccare, almeno
finché non riusciranno ad evocare
un mostro più forte.” rifletté la
Slifer, mentre osservava il duello a poca
distanza dall’arena.
-Pesco. Attivo
la carta magia “Anfora
dell’avidità”, che mi permette di
pescare altre due
carte. Poi attivo “Differente capsula
dimensionale”, con la quale rimuovo dal
gioco per due turni una carta dal mio deck. Trascorso questo lasso di
tempo, la
carta rimossa viene aggiunta a quelle che ho in mano.-disse
l’Obelisk, mentre
sceglieva la carta da rimuovere e, dopo averla tolta dal mazzo,
rimescolava il
proprio deck.
“Ho rimosso
“Tifone Spaziale Mistico”. Se riesco a giocarmi
bene questi due turni, al
prossimo potrò distruggere quella fastidiosissima carta
magia terreno e poter
finalmente ridurgli a zero i suoi Life Points.”
pensò l’Obelisk, mentre
ricontrollava la sua strategia. Le carte che aveva in mano erano
sufficientemente potenti, ma non voleva rischiare troppo giocandole.
Aveva
preferito agire con più cautela, vista la posta in gioco.
“Devo agire con
calma. Non posso rischiare di sbagliare e conoscendo le reali
capacità di Makoto,
non posso permettermi nemmeno di sottovalutarlo.”
-Dopo aver fatto
ciò, ti passo la mano.-disse rivolgendosi
all’altro duellante.
Yomi stava
assistendo al duello, preoccupata. Makoto era il miglior duellante di
tutta
l’Accademia e, sebbene anche Zane fosse un duellante di alto
livello, l’altro
era ritenuto superiore a tutti. E, sebbene l’Obelisk fosse
stato chiaro nel
dire che si sarebbe occupato lui di tutto, la ragazza era in ansia lo
stesso.
“Speriamo che
sappia ciò che sta facendo… Non voglio nemmeno
pensare a cosa potrebbe
succedere se perdesse!” pensò d’istinto
la Slifer, storcendosi convulsamente le
mani.
Il biondo,
intanto, aveva già pescato la sua carta.
-Attivo anch’io
“Anfora dell’avidità” e pesco
altre due carte. Poi posiziono un mostro coperto
e metto un’altra carta coperta. Termino il mio
turno.-esclamò, posizionando le
carte.
-Pesco.-disse il
giovane dai capelli blu, aggiungendo la carta che aveva pescato alla
mano.
“Un altro “Cyber
Drago”… Proprio quello che ci voleva! Grazie a
quest’altra carta, posso
distruggere entrambi i suoi mostri.” pensò il
giovane. Poi, rivolgendosi
all’avversario, disse:
-Attivo la carta
magia “Polimerizzazione”, grazie alla quale posso
fondere il “Cyber Drago” che
ho sul terreno con quello che ho in mano e, in questo modo, evocare
“Cyber
Drago Gemello”.
Un mostro
meccanico, anch’esso con le sembianze di un serpente a due
teste, comparve sul
terreno, di fronte al ragazzo.
-Avanti, attacca
il suo mostro coperto.
Il serpente
meccanico creò una sfera di energia che usò per
distruggere il mostro
avversario.
-Hai distrutto
“Evocatore Nova” e dato che “Il santuario
nel cielo” si trova sul terreno,
posso evocare “Parshath Cavaliere Volante” in
posizione di attacco.-esclamò
Makoto, mettendo in campo il suo mostro, una specie di centauro
rivestito di
ali.
-Poco male! Il
mio mostro può attaccare una seconda volta e questa volta
scelgo il tuo
“Zeradias”…
-Mi dispiace
deluderti, ma attivo una delle due carte coperte: “Scudo
prosciugante”! Per
effetto di questa carta, annullo il tuo attacco e guadagno ben 2800 LP.
L’indicatore dei
Life Points dell’avversario salì a quota 6800,
mentre quello di Zane rimaneva a
3500.
“La differenza
tra i due adesso è di 3300 LP… Non è
tanta. Zane può ancora vincere. Tra
l’altro il suo mostro è il più forte.
Però, finché la carta “Il Santuario nel
cielo” resta sul terreno, non c’è modo
di potergli infliggere un danno ai Life Points.”
pensò Yomi, sempre più agitata. Era consapevole
che la situazione non si stesse
mettendo bene per il giovane del secondo anno.
“Devo avere
fiducia! Mi ha promesso che avrebbe vinto… Sono sicura che
vincerà!”
***
Nda:
Parliamo di Makoto... L'idea per questo personaggio mi è
venuta così dal nulla. Volevo qualcuno a cui contrapporre
Yusuke, Atticus e sopratutto Zane ed è nato Makoto. Infatti,
si tratta del miglior duellante dell'Accademia, come poi lo
diventerà Zane, ed è uno degli studenti
più popolari della scuola, come Atticus; inoltre
è apparentemente una persona gentile e generosa, come lo
è Yusuke. Il nome l'ho scelto per due motivi. Il primo
è il suo significato; infatti, in giapponese, "Makoto"
significa "sincerità" e questo crea un contrasto con il suo
vero carattere, che tutto è tranne che sincero. Il
secondo è per il fatto che si tratta di un nome molto
femminile, che ben si sposa con il suo aspetto fisico e i suoi
apparenti modi di fare da principe azzurro. Il suo deck,
invece, l'ho ideato basandolo su una carta in particolare: "Il
santuario nel cielo". Si tratta di una carta magia terreno che
impedisce di subire danno da combattimenti che coinvolgono carte di
tipo fata. Questa carta sottolinea il fatto che anche Makoto, un po'
come i suoi LP, è intoccabile, essendo il miglior duellante
di tutta la scuola ed avendo dalla sua parte l'appoggio sia dei
professori (sopratutto Crowler), che di gran parte degli studenti.
Inoltre, anche il fatto che il suo deck sia composto da mostri di tipo
fata, si sposa bene con la sua finta natura, il suo soprannome
(l'Angelo dell'Accademia) e il suo aspetto fisico, che ricorda molto
quello di un angelo (sono sempre raffigurati con i capelli biondi).
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Capitolo 17 *** Capitolo 17- Il primo chiarimento ***
Capitolo
17- “Il
primo chiarimento”
“Se
non trova un
modo per aggirare l’ostacolo della carta magia terreno, non
riuscirà mai a
vincere il duello.” pensò la Slifer, scrutando
attentamente il campo da gioco.
Nonostante la posta in gioco fosse alta, la ragazza era curiosa di
vedere come
l’Obelisk del secondo anno avrebbe risolto la situazione. E
in fondo sapeva che
Zane avrebbe vinto; glielo aveva promesso.
“Makoto è uno
dei migliori duellanti di tutta la scuola… Voglio vedere
cosa ha escogitato per
ribaltare la situazione! Vincerà! Ne sono
sicura…”
Nel frattempo, lo
studente del secondo anno aveva appena concluso il suo turno.
-Tocca a me!
Attivo la mia seconda carta coperta, “Luce del
giudizio”. Questa carta mi
permette di scartare una carta dalla mia mano e poter distruggere una
carta sul
tuo terreno o una di quelle che hai in mano.
“Posso già
immaginare cosa vorrà distruggere…”
pensò pacato Zane, guardando il suo mostro
fusione.
-Scarto un altro
“Evocatore Nova” e scelgo di distruggere il tuo
“Cyber drago gemello”.-continuò
Makoto.
Il mostro dalla
parte di Zane venne distrutto dall’effetto della carta
trappola e lasciò il ragazzo
dai capelli blu privo di difese. Inoltre, i mostri avversari potevano
ancora
attaccare e sicuramente l’avrebbero fatto.
-Adesso sei
completamente scoperto! Avanti, “Zeradias Araldo del
Paradiso”, attacca
direttamente i suoi Life Points!
-Fermo dove sei!
Attivo la mia carta coperta, “Forza Riflessa”, che
mi permette di distruggere
tutti i mostri in posizione d’attacco sul tuo terreno.
Il mostro
dell’avversario non riuscì nemmeno a sfiorare i LP
del giovane Obelisk, perché
venne distrutto dall’effetto della carta trappola, insieme
all’altro mostro che
il bullo aveva sulla sua parte di campo.
-Solo fortuna!
Attivo “Spade Rivelatrici”, che, per tre turni, ti
impedisce di attaccare. Poi posiziono
altre due carte coperte e ti passo la mano.-esclamò
l’altro, posizionando le
carte sul dispositivo.
“Devo solo
aspettare il mio prossimo turno e poi potrò vincere. Grazie
a queste due carte
trappola, qualsiasi mossa farà durante il suo turno
sarà inutile. Quando
toccherà a me, le attiverò entrambe e, a quel
punto, vincerò!” pensò il giovane
del terzo anno, sorridendo spavaldo all’avversario. Poi
lanciò un’occhiata a
Yomi, la quale stava osservando ansiosa dal bordo dell’arena.
“Quella troia ci
rimarrà male quando vincerò… Meglio
così! Sarà più divertente!”
-E’ il mio
turno. Pesco.-fece Zane, pescando una carta dal deck. Poi le diede una
rapida
occhiata e proseguì:
-A questo punto
si attiva l’effetto di “Differente Capsula
dimensionale” e aggiungo la carta
che avevo rimosso alla mia mano. Poi attivo la carta magia
“Recupera fusione”,
grazie alla quale posso recuperare
“Polimerizzazione” e un “Cyber
Drago” dal
mio cimitero e aggiungerli alla mia mano.
-Pensi davvero
che serva a qualcosa?! Sei patetico!
Lo studente del
secondo anno lo ignorò e continuò il suo turno,
come se niente fosse.
-Attivo
“Resuscita mostro” e faccio ritornare sul campo
l’altro “Cyber Drago” che si
trova al cimitero.
Il serpente meccanico
fece il suo ritorno sul campo da gioco, sibilando ferocemente
all’avversario.
-Hai davvero
intenzione di fare una fusione?! Vuoi cercare di mettere in campo il
tuo mostro
più forte, dico bene?! Fai pure come preferisci; non chiedo
di meglio!-esclamò
Makoto, al colmo della gioia. Era sicuro di poter vincere; Zane stava
facendo
proprio il suo gioco e lui, che aveva previsto tutto, non chiedeva di
meglio.
Sapeva esattamente cosa aveva intenzione di agire
l’avversario ed aveva
preparato la propria contromossa.
“Con la mia
trappola coperta e la magia che ho in mano, al mio prossimo turno posso
distruggere il suo mostro e infliggergli un danno ai suoi LP pari ai
punti di
attacco. Ha 4000 in attacco; grazie a questa combinazione sono
più che
sufficienti per annientarlo! Ho la vittoria in tasca!”
pensò il biondo,
cercando di trattenersi dal ridere, mentre osservava divertito
l’altro
duellante.
-Makoto, non
credo che ci sia molto da ridere…
-Questo lo pensi
tu! Non ti facevo così stupido, sai?
-Lo stupido sei
tu…-commentò l’altro, calmo come sempre.
-Io? Andiamo,
credi che non sappia cosa hai intenzione di fare?! Vuoi evocare il tuo
asso,
vero? Pensi che sia così stupido da non aver preparato
niente?
-Tu non sei
stupido… Sei decisamente un duellante sveglio, ma sei una
pessima persona. Sei
intelligente, questo è vero, ma ti sei spinto troppo oltre e
hai smascherato la
vera bestia che è in te. Questo è stato
l’unico comportamento stupido che hai
tenuto…
-Tu credi di
essere più intelligente, vero?-esclamò il biondo.
-Io non ho detto
questo…
-Comunque,
smetti di parlare a vanvera e muoviti a terminare il tuo turno!-fece
l’altro,
cercando di mantenere la calma. Il tono pacato di Zane stava mettendo a
dura
prova i nervi dello studente del terzo anno, soprattutto
perché non capiva come
potesse rimanere così calmo vista la sua posizione.
“Come fa a
rimanere così calmo nella sua posizione?! Sono chiaramente
in vantaggio! E se
perde, perderà tutto! E’ solo uno stupido, niente
di più… E’ così stupido da
non capire in che guaio si sia messo! Povero scemo! E lui sarebbe uno
dei
duellanti più promettenti?! Ma fatemi il piacere! Non riesce
nemmeno a giocare
in anticipo sulle mosse avversarie ed indossa la divisa blu?! Questa
scuola sta
cadendo sempre più in basso… Vorrà
dire che ci penserà il sottoscritto a
metterlo un po’ in riga!” pensò Makoto,
continuando a sghignazzare tra sé e sé.
-Gentile da
parte tua lasciarmi fare la mia mossa…-fece Zane, abbassando
lo sguardo sulle
carte che aveva in mano.
-Vedremo chi la
spunterà alla fine!
-Hai ragione. A
questo punto posso attivare la carta magia “Vincolo di
Potere”, che mi permette
di fondere il “Cyber Drago” che ho sul terreno con
i due che ho in mano e poter
evocare “Cyber Drago Finale”.-disse
l’Obelisk dai capelli blu, mentre attivava
la sua carta magia.
Sul terreno
scomparve il serpente meccanico ed al suo posto fece il suo ingresso
una specie
di drago a tre teste, con il corpo da serpente ed un paio di grandi
ali. Era
anch’esso meccanico e si trattava del suo mostro
più forte.
-Inoltre, grazie
all’effetto di “Vincolo di Potere” i suoi
punti di attacco sono raddoppiati. E
salgono a 8000.-continuò l’Obelisk.
“Vincolo di
Potere? Perché ha usato una carta così potente?!
Aveva anche
“Polimerizzazione”, no? Perché rischiare
così tanto con una carta pericolosa
come quella? Se non riesce a vincere prima della fine del suo turno,
gli verrà
inflitto un danno pari all’attacco originale di
“Cyber Drago Finale”. Ha solo
3500 LP, in qualunque modo si metta la situazione, se non chiude il
duello adesso,
perderà…” pensò Yomi,
guardando preoccupata l’amico. Zane era tranquillo come
sempre; probabilmente era sicuro che avrebbe vinto, ma la matricola era
in
ansia. Sapeva di doversi fidare, ma un piccolo dubbio continuava a
rimanerle
piantato in testa. Voleva fidarsi di Zane, ma non ci riusciva fino in
fondo.
Aveva paura e non riusciva a nasconderlo come voleva.
-E’ inutile! Non
puoi attaccarmi! Sei proprio un idiota, Zane! Esattamente come quei
perdenti di
Atticus e Yusuke! Sei uno sciocco se pensi di potermi sconfiggere! Al
mio
prossimo turno, sarò io a vincere e quella puttana che
difendi tanto sarà
costretta a fare quello che voglio! La violenterò fino a
renderla docile come
un agnellino e tu non potrai fare niente per impedirmelo! Non potrai
nemmeno
farmi espellere! Oh, ma se vuoi posso mandarti qualche foto mentre lo
facciamo,
oppure farti assistere! Eccitante, no? In fondo, è quello
che vuoi, no?
Altrimenti che motivo avresti per diventare suo amico, se non per
usarla,
andarci a letto e abbandonarla come una bestia!-esclamò il
biondo, iniziando a
sghignazzare sguaiatamente ed elogiando le sue grandi doti, certo ormai
della
sua vittoria imminente.
-Sei disgustoso…-mormorò
Zane.
-Sei geloso, per
caso? Te l’ho già detto; se proprio ci tieni,
posso farle una foto e
mandartela… Magari quando mi chiederà
pietà con le lacrime agli occhi! Oppure
preferisci un video? O forse vuoi partecipare anche tu? Ammettilo che
non vedi
l’ora di fartela!
-Sei una persona
veramente disgustosa…-disse di nuovo l’Obelisk del
secondo anno.
-E allora?! Non
sono cose che ti riguardano, no? Fatti gli affari tuoi e non scocciare!
-In realtà sono
affari miei! Yomi è mia amica…
-Amica? Ma fammi
il piacere! Tu vuoi solo fartela! Non sei tanto diverso da me! Se non
fosse per
il tuo stupido buonsenso, non mi avresti mai fermato prima. Tu vuoi
scopartela,
esattamente come me!
-Ormai non ha
più senso continuare a parlare con te…-disse
l’altro, ignorando i discorsi
deliranti e privi di logica dell’avversario.
-Ben detto Zane!
Ormai non ha più importanza! Stai per
perdere!-urlò Makoto, sicuro ormai di
avere la vittoria in pugno.
-Questo lo pensi
tu! Attivo la carta magia rapida “Tifone Spaziale
Mistico”, grazie alla quale
posso distruggere la tua carta “Spade rivelatrici”.
Un potente
vortice fece la sua comparsa sul terreno, distruggendo le spade di luce
che
circondavano la parte di terreno dell’Obelisk del secondo
anno.
-Impossibile!-strillò
lo studente del terzo anno, mentre guardava inerme la propria carta
andare in
frantumi.
-Invece è possibile!
A questo punto posso attaccarti direttamente e, dato che
l’effetto di “Il
Santuario nel cielo” si attiva solo durante un combattimento
contro mostri di
tipo fata, ti posso infliggere 8000 punti di danno e chiudere qui il
duello.
Il mostro
fusione di Zane attaccò il biondo, riducendo a zero i suoi
LP e consentendo
all’Obelisk di vincere la partita.
Lo studente del
terzo anno si accasciò in terra, ancora incredulo per aver
perso. Ormai era talmente
sicuro della sua vittoria da non riuscire a credere di aver perso
realmente.
“Impossibile! Io
sono il migliore! Io non posso perdere! Avevo previsto tutto; non
doveva finire
così! Lui non doveva avere “Tifone spaziale
mistico”! Come ha fatto?! Merda!”
-E’ assurdo!
Tutto questo è ridicolo! Io non posso
perdere!-esclamò Makoto, mentre si alzava
faticosamente da terra. Non riusciva a credere di aver perso contro uno
più
giovane. Lui era il miglior duellante di tutta l’Accademia;
perdere era una
cosa inconcepibile.
-Hai perso,
quindi devi mantenere la tua promessa… Andrai da Sheppard e
gli dirai tutto
quello che hai fatto. Tutto quanto!-gli fece Zane, avvicinandosi.
Il biondo lo
guardò per qualche secondo, poi scoppiò in una
fragorosa risata.
-Andare da
Sheppard?! Pensi davvero che mantenga la promessa?! Sei proprio
un’idiota! Non
lo farò mai; nessuno verrà a sapere di questa
storia! Tu non dirai niente a
nessuno e quella troia della tua amica sarà mia lo stesso!
Io ottengo sempre
quello che voglio! Niente e nessuno può impedirmelo!
-Patetico…
-Questo lo
vedremo!-strillò l’altro Obelisk, scagliandosi
contro l’avversario. Lo spinse
per terra, poi salì sopra di lui ed iniziò a
prenderlo a pugni sul volto. Lo
studente del secondo anno non tentò nemmeno di difendersi
dai colpi dell’altro;
si limitò ad alzare le braccia, per ridurre il
più possibile i lividi e le
ferite. Non voleva intervenire; la situazione era fin troppo critica e
sapeva
che doveva evitare assolutamente di arrivare alle mani con lo studente
del
terzo anno.
-Femminuccia!
Non sei in grado nemmeno di difenderti! E pensavi di proteggere la
puttanella?!
Ma non farmi ridere!
-Adesso basta,
Makoto! Lascialo stare!-esclamò Yomi, mentre cercava di
avvicinarsi ai due
giovani, ma senza riuscirci. Un gruppo di uomini con i berretti verdi
la
precedette e circondò i due Obelisk.
-Makoto Sato,
sei pregato di seguirci senza fare storie!-esclamò una donna
dai capelli neri e
lunghi fino alle spalle, anch’essa con il berretto verde,
mentre si faceva
largo verso i due studenti.
-Il comitato
disciplinare? Cosa ci fa qui?-mormorò l’Obelisk
del terzo anno, fermandosi con
il pugno a mezz’aria.
-Sono stato io a
chiamarli!-fece una voce dal forte accento straniero alle spalle della
Slifer.
La ragazza si voltò sapendo già chi avrebbe
trovato.
-Crowler? Cosa
ci fa lei qui?-fece la studentessa, sorpresa di vedere il professore.
Non si
aspettava di trovare proprio il vice-cancelliere.
-Mi hai deluso! Hai
aggredito ben due studenti! Non mi sarei mai aspettato un comportamento
simile
da parte di un ragazzo intelligente come te…-fece
l’uomo, ignorando la domanda
della matricola.
-Lei crede
veramente a quello che dice quella tizia?!-protestò il
biondo.
-Perché non
dovrei? Si tratta pur sempre di una dei miei studenti…
E’ una Slifer, questo è
vero, ma resta comunque una mia studentessa! Inoltre, ho sentito quello
che hai
detto a Zane poco fa! Non avrei mai pensato che tu fossi una persona
così
viscida…
-E’ uno scherzo,
vero? Mi state prendendo in giro?!-esclamò lo studente del
terzo anno, sempre
più agitato. Ormai, era certo che non l’avrebbe
passata liscia. Era andato
troppo oltre e non se n’era nemmeno reso conto. Era talmente
sicuro della sua
immunità, talmente certo che niente e nessuno avrebbe potuto
toccarlo, da non
rendersi conto di quali fossero i suoi limiti.
-Forza,
portatelo via!-disse il professore, rivolgendosi agli uomini del
comitato. Due
di loro si avvicinarono al ragazzo e lo alzarono di peso,
costringendolo ad
allontanarsi dall’altro Obelisk.
-Zane, maledetto
bastardo! Questa me la paghi! Tu e quella sgualdrinella me la pagherete
molto
cara! Aspetta e vedrai! Avrò la mia vendetta! Quella troia
sarà mia soltanto e
tu la pagherai per esserti intromesso!-strillò
l’Obelisk dai capelli biondi,
mentre lo portavano via di peso dalla stanza.
La Slifer lo
ignorò e si avvicinò di corsa
all’amico, per assicurarsi che stesse bene. Era
preoccupata per le sue condizioni e non riusciva a nasconderlo.
-Stai bene?-chiese
la ragazza, inginocchiandosi accanto al giovane.
-Sì…-rispose
l’altro, mentre si metteva faticosamente a sedere.
-Menomale!-esclamò
l’altra, gettandogli le braccia al collo e abbracciandolo. Il
ragazzo arrossì
leggermente; non era abituato a ricevere un abbraccio così
caloroso.
-Yomi…-mormorò
l’altro, mettendole una mano sulla spalla per scostarla. Poi
si lasciò sfuggire
un gemito di dolore.
-Sicuro di stare
bene?-chiese la Slifer, scostandosi leggermente e guardandolo negli
occhi.
-Credo di sì…
Ahia!-rispose il Kaiser, portandosi una mano sulla fronte.
Il volto del
giovane era pieno di lividi e dalla tempia destra colava un rivolo di
sangue.
Doveva aver battuto la testa in terra.
-Certo che sei
proprio negato per fare a botte…-commentò
l’altra, abbozzando un mezzo sorriso.
-Se avessi
reagito, lui avrebbe potuto approfittarne per farla franca. Non potevo
permettergli di rimanere in Accademia… Avrebbe potuto farti
di nuovo del male!
-Ne dubito
fortemente! Ho assistito a quasi tutto il duello e anche se tu avessi
reagito,
non sarebbe comunque riuscito a farla franca!-esclamò
Crowler, mentre si
avvicinava ai due studenti. Aveva appena finito di dare le indicazioni
alla
donna dal berretto verde e voleva assicurarsi che il suo pupillo del
secondo
anno stesse bene.
-Zane, è meglio
se ti fai vedere dalla signorina Fontaine. Non dovresti sottovalutare
quelle
ferite!-continuò poi, inginocchiandosi di fronte
all’Obelisk.
-Ce la fai ad
alzarti?-gli chiese Yomi.
-Non credo… Mi
gira la testa…
-Ti aiuto io…
La ragazza si
mise un braccio del giovane intorno alle spalle e lo aiutò
ad alzarsi. Era
pesante e faceva molta fatica a restare in piedi senza perdere
l’equilibrio.
-Non dovresti
farlo… Sono troppo pesante per
te…-protestò debolmente Zane.
-Non ti
preoccupare!
-Vi aiuto
io!-esclamò Crowler, mettendosi l’altro braccio
intorno alle spalle ed aiutando
la studentessa a trascinare l’allievo fino
all’infermeria.
Una volta
entrati, la signorina Fontaine lo fece sdraiare sul lettino.
-Si può sapere
cosa succede oggi? Prima Yomi, adesso tu…-fece, rivolgendosi
ai due studenti.
-E’ stato
Makoto…-rispose la Slifer.
-Di nuovo? Quel
ragazzo è veramente
pericoloso…-commentò la professoressa, mentre
prendeva
l’occorrente dall’armadietto dei medicinali.
Per qualche
minuto nella stanza calò il silenzio. Yomi stava osservando
le mani della donna
che eseguivano precise ogni movimento. Aveva fasciato la testa
dell’amico, in
modo da fermare l’emorragia, gli aveva disinfettato tutte le
ferite e gli aveva
messo diversi cerotti sul volto, per nascondere i graffi ed evitare
delle
infezioni.
-Stai sdraiato
per qualche oretta. Hai battuto la testa, ma non è niente di
grave…-fece dopo
una decina di minuti, rivolgendosi a Zane.
-Grazie al
cielo…-commentò la giovane del primo anno,
emettendo un sospiro profondo.
La professoressa
sorrise.
-Sei
preoccupata?
-E’ colpa mia se
quel bastardo l’ha picchiato…
-Meglio che
abbia picchiato me, che fatto del male a
te…-commentò l’Obelisk, voltando
leggermente
la testa verso le due donne.
-Sarebbe stato
meglio se non fosse successo niente a nessuno…-fece Crowler,
affacciandosi al
lettino.
-Comunque non è
niente di grave. Zane ha solo bisogno di tempo…-disse
Fontaine, rivolgendosi
alla studentessa, che si trovava seduta su una sedia, di fianco al
letto.
-Signorina
Fontaine, li affido entrambi a lei! Io devo andare dal comitato
disciplinare ed
occuparmi di questa faccenda… Chi l’avrebbe detto
che la Slifer avesse
ragione!-fece Crowler, continuando ad indicare Yomi.
-La smetta di
dire cose simili! E’ una studentessa come tutti gli
altri!-ribattè,
infastidita, la professoressa.
-E’ per questo
che voglio occuparmene personalmente… Oh, e ci penso io ad
avvisare il
cancelliere di quanto è successo!-esclamò
l’altro, mentre usciva dalla stanza.
La donna lo
guardò mentre usciva dall’infermeria, leggermente
meravigliata dal fatto che
non avesse fatto le solite storie su quanto i suoi studenti fossero
bravi, belli
e gentili. Poi, si alzò dalla sedia e si
allontanò un attimo, lasciando soli i
due ragazzi.
-Mi dispiace che
ti abbia detto tutte quelle cose orribili… Avrei preferito
che tu non sentissi…-disse
Zane, con un filo di voce, non appena Fontaine si fu allontanata. I
lividi che
aveva sul volto gli facevano ancora un po’ male ed aveva
difficoltà a parlare a
voce alta.
-Non c’è bisogno
di scusarsi; non è colpa tua…
-Io non ho mai
avuto secondi fini, credimi! Io voglio essere tuo amico; non voglio
farti
nient’altro… Per me sei veramente
un’amica…
-Sì, lo so.
Zane, non c’è alcun bisogno che tu ti scusi! Io ti
credo; ho fiducia in te. Piuttosto,
dovrei ringraziarti per aver preso le mie difese! Hai cercato di
proteggermi…
Grazie!
L’Obelisk la
osservò per qualche secondo, con la sua solita espressione
impassibile, pois
distolse lo sguardo e mormorò:
-Non c’è bisogno
che mi ringrazi… Ti ho messa in pericolo e ho rischiato che
ti facesse di nuovo
del male… Sono stato incauto…
-Non
preoccuparti!
-Mi dispiace, la
colpa è mia. Non avrei dovuto portarti con me…
Hai rischiato di essere
violentata… Non voglio nemmeno pensare a cosa sarebbe
successo, se fosse
riuscito ad avvicinarsi ulteriormente. Non sono bravo a fare a botte e
non
sarei mai riuscito a difenderti…
Calò di nuovo il
silenzio. Yomi continuava a guardare l’amico, confusa. Aveva
l’impressione che
le stesse nascondendo qualcosa, ma non riusciva a capire di cosa si
trattasse.
-Se ti avessi
ascoltato fin dall’inizio, questo non sarebbe
successo…-fece la studentessa,
dopo un po’.
-Questo è vero,
ma la cosa positiva è che sia finita nel modo migliore. Non
voglio che per
colpa di questa storia tu perda la fiducia nelle altre
persone… Sopratutto in
noi, che siamo tuoi amici…
Yomi arrossì
leggermente.
“E’ gentile… Si
è messo in pericolo per proteggermi… Non
è da tutti… Nessuno lo aveva mai fatto
per me…”
-Hai ancora paura
di lui?-chiese il giovane dai capelli blu, dopo qualche minuto di
silenzio.
Yomi lo guardò
per qualche secondo, poi abbassando di nuovo lo sguardo, disse:
-Non lo so… All’inizio
ero spaventata, ma poi ho iniziato a provare pena per lui. Mi faceva
schifo,
rabbia e pena… Continuavo a ripetermi che sarebbe andato
tutto bene, perché
c’eri tu, e alla fine la paura è passata. Sentivo
che sarebbe andato tutto bene!
In fondo, me l’avevi promesso…
-Yomi…
-Ho deciso di
fidarmi di te, perché siamo amici… Mi sono detta
che era giunto il momento di
provare a fidarsi di nuovo delle altre persone e ho provato a fidarmi
di te.
Ero preoccupata, ma continuavo a ripetermi che sarebbe andato tutto
bene, che
con te sarei sempre stata al sicuro…
Zane la fissò
per diversi minuti, poi distolse lo sguardo, voltandosi
dall’altra parte, e
disse:
-C’è una cosa di
cui vorrei parlarti… Probabilmente avrei dovuto dirtela
prima, ma non ne ho
avuto il coraggio. Mi vergognavo ad ammetterlo e pensavo che tu potessi
giudicarmi male…
-Di cosa stai
parlando?
-Una cosa simile
è successa anche l’anno scorso… In
classe con me, Atticus e Yusuke c’era Umiko.
Era una ragazza allegra e sempre sorridente; non si lasciava
scoraggiare da
nulla ed era sempre ottimista su tutto. Ad essere sincero, non ho mai
avuto
molte occasioni per parlare con lei, ma era una brava ragazza, con la
testa
sulle spalle. Purtroppo, si era innamorata del ragazzo
sbagliato…
-Si trattava di
Makoto?
Zane annuì, poi
disse:
-Si era solo
dichiarata e lui ha iniziato a darle della puttana, minacciandola
più e più
volte di volerla violentare. Quel giorno, io assistetti alla sua
sceneggiata e
al modo in cui la trattò, ma non intervenni. Pensai che la
cosa non avrebbe
avuto ripercussioni e lasciai perdere. Credetti davvero che non ci
sarebbe
stato alcun bisogno che intervenissi; pensai che non erano comunque
affari
miei. Purtroppo, mi stavo sbagliando. Dopo quel giorno, Umiko
iniziò a comportarsi
in modo strano; sembrava depressa, aveva smesso di sorridere ed anche i
suoi
voti iniziarono a risentirne. Smise di mangiare ed in classe si faceva
vedere
poco. Quelle rare volte in cui si presentava a lezione, era sempre
ferita,
piena di lividi o tagli. Io non capii cosa le stesse succedendo, ma
visto cosa
ha cercato di farti Makoto, adesso ho capito che probabilmente era lui
a
procurarglieli.
-Tu non hai
detto niente?
-No… Non feci
nulla; non compresi la gravità della situazione,
finché Umiko non tentò il
suicidio. A quel punto, Sheppard decise di rimandarla a casa dai
genitori ed io
realizzai che se fossi intervenuto prima, non sarebbe successo niente e
lei
sarebbe ancora la ragazza di prima. Mi sentii in colpa,
perché avrei potuto
impedire che lei soffrisse per colpa di quel bastardo. E mi sento in
colpa
tutt’ora… Avrei potuto riferire ciò che
era successo a Sheppard, ma non lo
feci. Da una parte, pensai che la cosa non mi riguardasse
più di tanto e che
non avrebbe avuto senso fare la spia. Sono stato uno
stupido… Sarei dovuto
intervenire prima! Se io non fossi scappato dalle mie
responsabilità, tu non
saresti stata aggredita. La colpa è mia, mi
dispiace…
Yomi lo guardò,
incerta su come comportarsi.
-Sono un pessimo
amico…-continuò l’altro.
-Sei proprio
strano… Come hai fatto a rimanere indifferente di fronte al
suo comportamento?
Umiko era una tua compagna, no? Non ti è venuta voglia di
fargliela pagare per
il modo in cui l’aveva trattata?
L’Obelisk non
rispose.
-Come hai fatto
a rimanere così impassibile?!-esclamò Yomi,
sporgendosi verso il ragazzo.
-Non volevo
farmi coinvolgere… Ho pensato che non avrei ottenuto niente
di buono…
La Slifer lo
fissò per qualche secondo, incredula.
-Tu pensi sempre
così?-chiese dopo un po’.
-Faccio schifo,
vero?
-No, è solo che
non riesco a capire come fai a rimanere così
impassibile… A volte, sembra quasi
che tu non provi emozioni.
-Ti invidio un
po’, sai? Anche se agisci d’impulso, fai sempre la
scelta giusta… Io non riesco
ad essere come te.-continuò il giovane, ignorando il
commento dell’amica.
-Ti sbagli… Non
dovresti invidiarmi.
-Se fossi un po’
più come te, sarei una persona migliore…
-Come fai a
dirlo? Non mi conosci così bene… Io non sono la
persona che pensi; non sono
migliore di te…
-E’ vero, non ti
conosco bene come vorrei, ma ti conosco a sufficienza da sapere che non
mi
avresti abbandonato, nemmeno se tu fossi stata in pericolo…
-Tu mi avresti
abbandonata?-chiese la ragazza.
-Non lo so… Una
volta, probabilmente, ma da quando ti ho conosciuta, ho iniziato a
pensare in
modo diverso. Mi hai cambiato… Prima avrei pensato che
sarebbe stata una
pessima idea farmi coinvolgere, ma adesso credo che sia diverso. Non
riesco a
concepire l’idea di abbandonarti. Da una parte continuo a
pensare che la cosa
più vantaggiosa sia scappare ed evitare problemi, ma
dall’altra parte voglio
proteggerti e starti vicino, anche se questo dovesse costarmi
caro… Alla fine,
non credo che ti avrei abbandonata. Se lo avessi fatto, non avrei
più avuto il
coraggio di guardarti in faccia.
Yomi lo osservò,
pensierosa.
-Non dovresti
sentirti in colpa…-fece, poi, distogliendo leggermente lo
sguardo.
-E’ giusto così.
La colpa è mia.
-Il motivo per
cui ti senti in colpa è che se tu fossi intervenuto
l’anno scorso, lui non
sarebbe più qui?
-Mi dispiace… In
un certo senso, volevo ripagare al mio errore dell’anno
scorso e ho
approfittato della situazione. Volevo proteggerti non solo
perché sei mia
amica, ma anche perché mi sentivo ancora responsabile per
quello che è successo
a Umiko. Sono un pessimo amico…
-Non m’importa!
Mi hai protetta lo stesso; è questo quello che
conta… Se non ci fossi stato tu,
chissà cosa mi avrebbe fatto.
-Yomi, io-
Il giovane non
riuscì a finire la frase, perché fu interrotto
dal rumore della porta che
veniva sbattuta contro la parete.
-Razza di
idioti!-esclamò una voce maschile. Yusuke e Atticus avevano
appena fatto
irruzione nella stanza, non senza far indispettire la professoressa
Fontaine per
il modo in cui avevano trattato la porta. Dovevano aver saputo quello
che era
successo ed erano accorsi per assicurarsi che stessero bene e,
ovviamente, per
fare loro una bella ramanzina. Dietro di loro fece capolino Sheppard,
anch’egli
preoccupato per le condizioni dell’Obelisk.
-Vi avevo detto
di non fare scemenze, no? Zane, si può sapere cosa ti
è saltato in testa?! Ti è
andata bene che è intervenuto subito il comitato
disciplinare! Poteva farti
male, o farlo a Yomi! E io che pensavo che una cosa del genere sarebbe
venuta
in mente a lei! Si può sapere cosa ti è preso?!
-Yusuke, potresti
abbassare il tono della voce? Mi gira un po’ la
testa…-disse il ferito,
ignorando le lamentele dell’altro.
-Sai che hai una
bella faccia tosta! Non era meglio lasciare tutto nelle mani del
cancelliere?
Perché hai voluto fare l’eroe?
-Dovevo
fargliela pagare per quello che aveva cercato di fare a Yomi.
-Ma hai
rischiato di farti male!
-Non importa…
L’avresti fatto anche tu…
-Questa non è una
scusa! Ci hai fatto preoccupare!-fece Atticus.
-Zane, non c’era
assolutamente bisogno che intervenissi anche tu… Voglio
dire, uno studente
ferito basta e avanza!-aggiunse Sheppard, severo come sempre.
-Non si
preoccupi! Tempo qualche ora e starò bene…
-Comunque, ormai
non dovete più preoccuparvi di nulla. Makoto
verrà espulso! Se ne sta già
occupando il comitato disciplinare e Crowler…
Lascerà l’Accademia entro questa
sera…-disse Sheppard, guardando i presenti. Poi, si
voltò verso il ferito e
aggiunse:
-Zane, cerca di
fare più attenzione la prossima volta! L’ultima
cosa che vorrei è che tu ti faccia
male sul serio…
-D’accordo…
-E lo stesso
discorso vale anche per te, Yomi! Non ti sei ancora ripresa da
quell’incidente,
perciò gradirei che non ti cacciassi nei guai…
Intesi?
-Certo certo…
Non si preoccupi!-gli rispose la giovane.
-Ho la
sensazione che ti caccerai di nuovo nei
guai…-commentò l’uomo, sospirando
esasperato.
-Dovreste avere
un po’ più di fiducia in me…-fece
risentita la Slifer, voltandosi stizzita dalla
parte opposta.
Il cancelliere,
si grattò la testa pelata, pensieroso, poi disse qualcosa a
Fontaine, salutò i
presenti ed uscì dalla stanza, seguito dalla donna.
-Sono così
contento che tu stia bene!-esclamò Atticus, non appena
furono soli e
abbracciando improvvisamente l’amica.-Eravamo molto
preoccupati… Per il fatto
che frequentavi Makoto e perché eri arrabbiata con
noi… Pensavo che ci odiassi…
-Che
sciocchezza… Io non vi odio! A volte mi fate arrabbiare, ma
non potrei mai
odiarvi…-commentò la ragazza, cercando di
liberarsi dall’abbraccio del castano.
-Mi dispiace!
Sarei dovuto restarti appiccicato, così quel verme di Makoto
non avrebbe
tentato di farti del male! D’ora in avanti, ti prometto che
ti seguirò da tutte
le parti! Persino in bagno! Così nessuno ti
infastidirà più…
-Non ci
provare!-esclamò l’altra, visibilmente imbarazzata.
-E perché? Non
voglio mica vederti nuda-
-Atticus! Un po’
di tatto! Devo ricordarti cosa ha passato?! Potresti evitare certi
argomenti?!-esclamò Yusuke, accompagnando il tutto con un
pugno.
-Scusami…-mormorò
il castano, massaggiandosi la testa.
Yomi lo fissò
per qualche secondo, quasi divertaita, poi abbassò lo
sguardo.
-Mi dispiace… E’
tutta colpa mia! Se abbiamo litigato, se vi ho ignorati per tutto
questo tempo,
se Zane è finito in infermeria… E’
colpa mia…-disse con un filo di voce.
-Tu non hai
fatto niente di male. Ti sei fidata di Makoto, come avrebbe fatto
chiunque al
posto tuo…-fece Yusuke.
-Smettila di
preoccuparti. Siamo esseri umani e sbagliare è normale;
l’importante è
riconoscere i propri errori e tu l’hai fatto.-aggiunse Zane,
alzandosi sui
gomiti.-Per me la storia finisce qui; non c’è
bisogno che tu ti scusi
ulteriormente. Inoltre, è sopratutto colpa mia se ti sei
trovata in quella
situazione. Mi sono comportato da immaturo... Però, se non
fosse successo
nulla, Makoto sarebbe ancora in Accademia e avrebbe potuto fare del
male a
qualcun altro. Perciò smettila di sentirti in colpa e di
accusarti
ingiustamente! Non è colpa tua; la vittima sei tu e se
c’è qualcuno che non
merita il perdono di nessuno, quello è proprio Makoto!
-Zane…
-Non dovresti
alzarti se ti gira ancora la testa…-fece Yusuke, guardando
preoccupato l’amico
dai capelli blu.
-Sto bene!-gli
rispose Zane. Non appena finì di parlare, sentì
una fitta improvvisa alla
tempia. Il ragazzo si lasciò scappare un gemito di dolore.
-Non mi sembra
che tu stia bene…-commentò l’Obelisk
dai capelli verdi, avvicinandosi all’amico
e mettendogli una mano sulla spalla. Anche se sarebbe stato
impossibile, voleva
provare a convincerlo a sdraiarsi di nuovo.
-E’ solo un
leggero mal di testa… Non preoccupatevi, davvero!-disse il
ferito, scostando l’altro
Obelisk con un gesto brusco della mano. Non gli piaceva quando gli
altri si
preoccupavano per lui, specialmente quando non ce n’era
bisogno. Gli sembrava
di elemosinare la pietà delle altre persone.
-Sei sempre il
solito testone! Ci stiamo solo preoccupando per te…-fece la
giovane matricola,
risentita.
-Non ce n’è
bisogno…
-Sdraiati e non
fare storie!-esclamò l’altra, spingendolo con una
mano sul lettino. Nonostante
tutto, continuava a sentirsi responsabile per le condizioni
dell’Obelisk e, sebbene
Fontaine avesse rassicurato tutti dicendo che non era niente di grave,
era comunque
preoccupata.
-Ti preoccupi
troppo!-fece Zane, mentre si sdraiava di nuovo. Non era riuscito ad
opporsi
alla ragazza. Per quanto volesse, non c’era riuscito.
-Ti ricordo che
hai battuto la testa! Non dovresti sottovalutare le tue condizioni!
-Ti ripeto che
sto bene.
-Bugiardo! Ti fa
ancora male!-esclamò l’altra.
-Non voglio che
tu ti preoccupi per me…
-…
-E non voglio
che continui a sentirti responsabile per ciò che
è successo… Perciò sto bene.
“Perché dice
cose così imbarazzanti? E’ ovvio che mi preoccupi
per lui; siamo amici! E
Makoto l’ha picchiato per colpa mia, perciò
è ovvio che mi senta responsabile!
E’ inutile che continui a ripetere che sta bene e che non
devo preoccuparmi…
Sono in pensiero lo stesso!” pensò la ragazza,
osservando l’amico che, nel
frattempo, si era tirato il lenzuolo del letto fin sopra il naso, per
nascondere il volto.
-Che carini!
Sembrate veramente due fidanzatini!-commentò Atticus,
sorridendo come un’idiota.
Era il suo modo per allentare la tensione e i presenti lo sapevano
bene.
Ciononostante, nessuno riusciva a mantenere i nervi saldi quando apriva
bocca e
sparava una delle sue solite teorie sull’amore e i sentimenti.
-Ma che stai
dicendo?! Sono solo preoccupata! Lo sarei anche se ci fosse Yusuke al
suo
posto…-esclamò Yomi, imbarazzatissima.
-E se ci fossi
stato io?
-Ovviamente no!
-Cattiva…-fece
il castano, mettendo il broncio.
-Ragazzi, per
favore… Zane deve riposare…-mormorò
Yusuke, intromettendosi tra i due
litiganti.
-Lascia stare…
E’ una cosa positiva che litighino.-fece Zane, voltandosi
verso l’amico dai
capelli verdi.
-Se lo dici tu…-commentò
l’altro, storcendo il naso. Non capiva cosa ci trovasse il
Kaiser di positivo
nel vedere Atticus e Yomi litigare di nuovo.
“Sono contento
che stia sorridendo di nuovo… Se avesse perso la fiducia
negli altri, non me lo
sarei mai perdonato…” pensò
l’Obelisk dai capelli blu, accennando un leggero
sorriso, mentre osservava i due amici battibeccare di nuovo come prima.
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Capitolo 18 *** Capitolo 18- La prima vecchia cicatrice ***
Capitolo
18- “La
prima vecchia cicatrice”
Ormai
erano
trascorsi diverse settimane da quando Makoto fu espulso
dall’Accademia. La
maggior parte degli studenti rimase sorpresa di quella decisione,
soprattutto
le ragazze: nessuna si sarebbe mai aspettata che quel giovane, tanto
gentile e
generoso, che sorrideva sempre e che si comportava come un perfetto
principe
azzurro, fosse in realtà un vero demonio. Molti studenti del
dormitorio blu e
qualche professore protestarono, dicendo che si trattava di una vera
ingiustizia,
ma, una volta messi davanti alla realtà dei fatti, non
poterono fare a meno di
rimanere in silenzio ed accettare la cosa. A Yomi, d’altro
canto, non importava
se gli altri non le credevano; le bastava aver risolto le sue
incomprensioni con
i tre Obelisk. E da quel momento poté dire che le cose erano
tornate come erano
prima; non piaceva né alle ragazze, né agli
studenti degli altri dormitori, ma
le era sufficiente che quei tre continuassero ad essere suoi amici. Le
bastava
solo questo!
In realtà, però,
qualcosa era cambiato rispetto a prima. Chumley, dopo quella brutta
avventura,
aveva iniziato a frequentarla più spesso e trascorrevano
quasi tutti i
pomeriggi insieme a studiare. Alla matricola piaceva la compagnia di
quella
specie di ragazzo-koala e non le dispiaceva dargli una mano nei
compiti. Era un
ragazzo gentile e premuroso, si impegnava molto nei duelli, sebbene non
fosse
molto capace, ed era sincero e non la usava come facevano gli altri
studenti.
Era l’unico ragazzo della sua età che si
preoccupava realmente per lei ed era
l’unico della sua classe che non la temeva. E per lei stava
diventando un amico
prezioso e insostituibile.
In quei giorni
di fine luglio, complice un’ondata di alta pressione che
aveva colpito in pieno
il piccolo atollo, l’afa era diventata talmente
insopportabile che la maggior
parte dei ragazzi aveva deciso di prendersi una piccola vacanza e di
trascorrere le giornate a giocare e a duellare in spiaggia, nonostante
i test
di fine trimestre fossero alle porte. Coloro che si erano messi sotto
con lo
studio erano pochi e la maggior parte di loro si era rinchiusa nella
biblioteca
dell’edificio principale, in cerca di una piccola oasi di
aria fresca. Le
persone che si erano rifugiate tra i libri ingialliti della grossa aula
potevano essere divisi in due gruppi: coloro che volevano passare i
test di
fine trimestre con il voto più alto possibile e coloro che
dovevano passare ad
ogni costo. Soprattutto tra quest’ultimi c’era
un’alta percentuale di Slifer,
che, pur di non dover patire il caldo e l’afa nelle proprie
stanze prive di
aria condizionata, progettavano di trascorrere intere notti
all’interno
dell’edificio, in un disperato tentativo di riuscire ad
imparare qualcosa.
Uno di quei giorni,
subito dopo le lezioni, Yomi fu trascinata in biblioteca da Zane e da
Yusuke,
con la scusa che doveva prepararsi anche lei per il test e che volevano
assicurarsi
che non tralasciasse nessun argomento.
-Non ho bisogno
di ripassare…-fece la studentessa, non appena
l’Obelisk dai capelli verdi le
fece segno di sedersi su una sedia libera, accanto alla sua.
-Guarda che non
puoi permetterti di bocciare…-le rispose Zane, aprendo il
proprio quaderno
degli appunti.
-Non voglio mica
bocciare!
-E allora
ripassa.-fece l’altro, senza staccare gli occhi dalla pagina.
-Sei veramente
odioso…-commentò l’altra, mettendo il
broncio.
-Ripassare non
può farti che bene, no?-disse Yusuke, cercando di far
ragionare l’amica.
-Ma io non ne ho
bisogno…
-Come fai ad
esserne tanto sicura?-chiese Zane.
-Tu pensi che
boccerò?
-No, ma vorrei
evitare che accada…
La giovane
squadrò l’amico, incerta su come rispondergli.
-Non è che
volete che vi dia ripetizioni?-fece la studentessa dopo qualche
secondo,
sorridendo maliziosamente.
-Mettiti a
sedere.-esclamò l’altro, ignorando
l’amica.
Yomi sbuffò
scocciata ed eseguì gli ordini, controvoglia. Zane le
passò i libri, dicendole
di ripassare. La ragazza gli lanciò
un’occhiataccia, ma non ribattè; poi prese
uno dei libri che le stava porgendo, lo aprì al primo
capitolo e si mise ad
evidenziare, svogliatamente e senza prestare attenzione a cosa
c’era scritto.
Dopo quasi
un’ora di silenzio e di studio, furono interrotti
dall’ingresso, alquanto
rumoroso, di Atticus, che si mise a strillare dalla porta della
biblioteca, pur
di attirare la loro attenzione.
-Ehi! Ragazzi!
Stavo cercando proprio voi!
-Atticus, per
l’amor del cielo! Non puoi urlare in
biblioteca!-sibilò Yusuke, facendogli
cenno con il dito di abbassare la voce.
-Esagerato! Mica
stavo urlando…-fece l’altro, avvicinandosi
allegramente al gruppetto, senza,
tuttavia, abbassare il tono della voce.
-Atticus, per
favore, un po’ di rispetto per gli altri
studenti…-lo redarguì Zane, senza
alzare gli occhi dal quaderno.
-Come siete
noiosi…-ribattè il castano, mettendo il broncio.
-Insomma, cosa
vuoi?-chiese l’altro, alzando gli occhi da ciò che
stava studiando e lanciando
uno sguardo fulminante all’amico rumoroso.
-Vi stavo
cercando… Ma non vi stancate a stare tutto il tempo in
biblioteca?
-No…-risposero
gli altri due Obelisk, in coro.
-Io mi sto
annoiando…-si intromise la ragazza, guardando i tre amici.
I tre la
fissarono per qualche minuto. Atticus sembrava sorpreso, mentre gli
altri due
sembravano essersi rassegnati all’idea di riuscire a far
studiare l’amica.
-Perché mi state
fissando?-chiese Yomi, leggermente in imbarazzo. Non le piaceva quando
le altre
persone la fissavano insistentemente.
-Tu devi
studiare!-le fece Zane.
-Ma non ho
voglia…
-Vedete! Anche
Yomi si sta annoiando e non ha tutti i
torti…-commentò Atticus, sorridendo
all’amico dai capelli blu.
-Non sono affari
che ci riguardano…-commentò il Kaiser, ritornando
a concentrarsi sui libri ed
ignorando il dongiovanni.
-Sei sempre il
solito… Quando si tratta di scuola, sai essere veramente
antipatico.
-Sei tu che
prendi tutto sotto gamba…-gli rispose Zane, continuando a
scrivere sul
quaderno.
-Come vuoi!
Yomi, ti va di andare in spiaggia insieme?-fece il castano,
rivolgendosi
all’amica.
-Perché me lo
chiedi?-chiese la Slifer, sorpresa.
-Ti stai
annoiando, no? Ti farà bene svagarti un
po’… E l’oceano è stupendo!
-No, non credo
che sia una buona idea…
-Per favore! Non
voglio andarci da solo…
-Non dire
assurdità! Non dirmi che tra tutte le ragazze che ti vanno
dietro, non hai
trovato nessuna con cui andarci?
-Ma io voglio
andarci con te! Sarà sicuramente più divertente!
Yomi guardò Atticus;
non capiva se fosse serio o se la stesse soltanto prendendo in giro.
-Allora?-insistette
il castano.
-Te l’ho già
detto, non credo che sia una buona idea...
-Andiamo! Non
dirmi che non ci sei mai stata?
-Certo che ci
sono stata! Non é quello il problema...-fece
l’altra.
-Allora, qual é?
Non sai nuotare? Non ti preoccupare, ti insegno io! Sono un ottimo
nuotatore...
-Non ce n'é
bisogno! So nuotare anche da sola!
-E allora perché
non vuoi venire?
Il castano si
stava sporgendo sempre di più verso la ragazza, che stava
iniziando a trovarsi
a disagio.
-Non voglio
mettermi in costume…
-E perché? Sei
crudele a privarmi di una vista così stupenda! Scommetto che
sei bellissima-
-Non dirmi che
era questo il tuo scopo fin dall’inizio?!-esclamò
Zane ad alta voce, alzandosi
in piedi di scatto.
Gli altri
studenti si voltarono infastiditi verso il gruppetto, mormorando
qualcosa sulla
loro maleducazione.
-Shhh…-fece un
Ra, che si trovava ad un tavolo lì vicino.
-Scusateci…-disse
Yusuke a bassa voce, voltandosi mortificato verso gli altri ragazzi
presenti.
Poi, rivolgendosi agli amici, disse:
-Insomma, fate
piano!
-Allora vieni?
-Perché dovrei
venire?!-esclamò la Slifer, abbassando la voce.
-Perché voglio
vederti in costume!
-Ma cosa stai
dicendo?! Ti sembrano discorsi da fare in pubblico?!-fece Zane
irritato,
voltandosi verso l’amico.
-Non c’è alcun
bisogno di essere così geloso…
-Io non sono
geloso!
-E allora perché
ti scaldi così tanto?
-La colpa è tua;
dovresti smetterla di fare discorsi così
imbarazzanti…
-Se non ti fidi,
puoi venire anche tu…-gli fece l’amico castano.
-Fra poco ci
sono gli esami e-
-Sei sempre il
solito! Sei bravo e non ti serve studiare così tanto,
perciò puoi anche
prenderti un giorno di vacanza. E se ti preoccupi tanto per lei,
dovresti
venire!
-Ti
ho già detto che non mi preoccupo affatto…-disse
l’Obelisk dai capelli blu,
leggermente a disagio.
-Lo sapevo che
eri solo un maniaco schifoso…-mormorò la Slifer,
lanciando uno sguardo
terrificante all’amico dongiovanni.
-Era solo un
sincero apprezzamento…-commentò Atticus, resosi
appena conto che l’aveva detta
grossa. Yomi era veramente arrabbiata e, in quel momento, sarebbe stata
capace
di tutto.
-Davvero?!
Allora lascia che faccia anch’io un sincero apprezzamento con
il mio
pugno!-esclamò la Slifer, nera dalla rabbia e afferrando il
castano per il
colletto della divisa.
-Adesso basta!
Mi avete stufato, tutti e tre! Andremo in spiaggia, punto e
basta!-esclamò
Yusuke, alzando un poco la voce. I tre studenti si fermarono di colpo,
sorpresi
dal fatto che l’amico avesse alzato la voce.
-Ok…-dissero
poi, in coro.
-Era ora! Non
fatemi urlare in biblioteca…-disse l’altro,
riprendendo il libro.
-Allora ci
vediamo dopo, direttamente in spiaggia! Yomi, mi raccomando il
costume!-esclamò
il castano. Poi, salutò i tre amici ed uscì
trotterellando dalla stanza.
-A volte è
proprio insopportabile…-commentò Zane, non appena
l’amico fu uscito.
-Stai
esagerando! Si tratta solo di passare un po’ di tempo al
mare… Con questo caldo
mi sembra una buona idea!-fece Yomi, guardando l’amico.
-Non avevi detto
che non volevi andarci?
-Sì, ma questo è
l’unico modo per farlo contento. Lo sai che ci tiene molto a
trascorrere il
tempo con noi…-gli rispose la Slifer.
-Comunque è
insopportabile lo stesso…-commentò
l’Obelisk dai capelli blu, tornando a
concentrarsi sul libro.
-Hai idea di
quanto tu sia scocciante quando parli di scuola ed esami?
-Sono cose
importanti… Fra poco ci sono gli esami; non ha senso perdere
tempo andando in
spiaggia.
-Tanto lo passi!
Di cosa ti preoccupi?
-E tu?
-Cosa c’entro
io?-chiese la ragazza, leggermente disorientata.
-Tu lo passi?
Anche se perdi un pomeriggio?
-Tranquillo! Io
non ho bisogno di studiare…-lo rassicurò la
Slifer con un sorriso.
L’Obelisk la
guardò per un secondo, pensieroso. Poi sospirò e,
indicando il libro aperto
davanti alla studentessa, disse:
-Ok, ci credo!
Anche perché non mi sembra che tu stia studiando…
-Ti avevo detto
che non avevo voglia…-fece la giovane, ridacchiando.
-A volte non
riesco proprio a capirti…-commentò
l’altro, ritornando sui propri appunti.
-Senti chi
parla! Quello strano sei tu… Continui a studiare nonostante
tu sappia già le
cose. Sicuro di non essere ossessionato dai voti?
-Certo! Voglio
solo essere il miglior duellante di tutta la scuola…
-Sei noioso…
-E tu sei
un’idiota…
-Per caso vuoi
litigare?!
-No… Non voglio
litigare con te.
-Allora potresti
evitare di darmi della cretina!
Yusuke sorrise
divertito, mentre osservava i due amici stuzzicarsi un po’.
“Sembra che si
stia aprendo un po’ di più… Meglio
così! In fondo, non è la ragazza scontrosa e
violenta che sembrava all’inizio… E credo che il
merito sia soprattutto suo.
Lui la conosce meglio di chiunque altro, ma non vuole ammetterlo.
Dovrebbe
imparare a mettere da parte l’orgoglio, ogni
tanto…” pensò poi, ritornando ai suoi
studi.
La Slifer stava
ritornando ai suoi compiti, quando si sentì chiamare alle
spalle. Chumley era
in piedi sullo stipite della porta della biblioteca e le stava facendo
cenno di
avvicinarsi. Gli altri studenti si voltarono di nuovo verso i tre,
sempre più
infastiditi per le continue interruzioni.
-Credo che
voglia te...-mormorò Zane, guardando prima lo studente e poi
l'amica.
-E’ meglio se
esci! Se continuiamo a parlare, ci picchieranno sul
serio.-commentò Yusuke,
guardando preoccupato i presenti.
-Spero che non
sia niente che riguardi la scuola...-rispose la giovane, alzandosi
dalla sedia
e dirigendosi verso il compagno.
-Allora, cosa-
Yomi non riuscì
a terminare la frase, perché il ragazzo cicciottello la
prese per un braccio e
la trascinò fuori dalla stanza.
-Oh, insomma! Ma
che modi sono?!-protestò la ragazza.
-Devi
aiutarmi!-esclamò il ragazzo-koala, fermandosi di colpo.
-Spero per te
che sia qualcosa di importante!
-Lo è, fidati!
La Slifer fissò
il compagno per qualche secondo, poi disse:
-Si tratta del
test, vero?
-Come fai a
saperlo?-chiese sorpreso Chumley.
-Intuito
femminile...-rispose secca la Slifer.
-Immagino che
sia una cosa abbastanza prevedibile…-commentò
l’altro, leggermente in
imbarazzo.
-Diciamo di sì…
Allora qual é il problema?
-Ecco, ci sono
delle cose che non credo di aver capito...
-Vuoi che te le
rispieghi?
-Sarebbe
perfetto!
-Con la teoria a
che punto sei?
-A un buon
punto, credo… In realtà, è il test
pratico che mi spaventa!
-Vuoi che ti dia
anche qualche dritta per il duello?
-Lo so che sono
una frana e probabilmente non ha molto senso che mi impegni, visto che
verrò
bocciato… Però, non voglio ancora arrendermi! Tu
sei bravissima, se mi dai una
mano posso anche passarlo! Cioè, sempre che non sia un
problema per te…
-No, figurati! E
poi, sarà divertente aiutarti!
-Davvero? Grazie
mille!-esclamò l’altro con le lacrime agli occhi.
-Però non posso
duellare contro di te…
-Fa niente!
Basta che tu mi dia qualche consiglio…
-Perfetto!
Allora andiamo al dormitorio Slifer!-fece la ragazza, al colmo
dell’entusiasmo,
afferrando Chumley per il colletto della giacca e trascinandolo verso
il
dormitorio rosso.
***
Yomi
si era
separata da poco dal compagno di classe ed era appena rientrata in
camera, per
mettersi il costume, preparare le poche cose che le sarebbero servite e
raggiungere gli amici in spiaggia.
-Chissà dove ho
messo il costume…-mormorò la ragazza, mentre
chiudeva la porta della camera
alle sue spalle. Poi si avvicinò all’armadio, lo
aprì ed iniziò la ricerca del
bikini, mettendo tutto in disordine. Cercò anche nei
cassetti e alla fine, dopo
diversi minuti, lo trovò. Era un due pezzi, di colore bianco
perla e azzurro;
era semplice, senza disegni o design particolari. Non appena Yomi ebbe
finito
di indossarlo, si mise davanti allo specchio, per vedere come le stava.
-Lo sapevo! Era
meglio se mi portavo un costume intero…-disse, squadrandosi
attentamente.
“Sapevo che si
sarebbe vista…” pensò, sfiorando
delicatamente il fianco sinistro.
-Posso mettermi
una maglietta, così la copro! Tanto non ho alcuna intenzione
di fare il bagno…
Se non mi spoglio, non si vedrà niente.
Si avvicinò di
nuovo all’armadio a due ante, tirò fuori una
maglietta verde militare a mezze
maniche, con un dinosauro stilizzato disegnato sul fronte ed una
scritta a caratteri
cubitali e in inglese sul bordo inferiore e la indossò. Poi
si mise un paio di
pantaloncini, corti fino a metà coscia, di jeans scuro,
prese l’asciugamano ed
uscì dalla stanza, diretta verso la spiaggia.
Arrivata in
prossimità del dormitorio rosso, sentì qualcuno
dietro di lei metterle una mano
sulla spalla. La Slifer era sovrapensiero e, per lo spavento, fece un
salto e,
senza nemmeno voltarsi, diedi una gomitata nello stomaco del presunto
aggressore.
-Atticus!-fece
la giovane, appena resasi conto di aver colpito l’amico. Il
dongiovanni era
piegato su se stesso dal dolore e cercava in tutti i modi di non
vomitare la
colazione.
-Scusa, ma non
dovresti venirmi alle spalle in quel
modo…-mormorò Yomi, cercando di scusarsi.
-Accidenti!
Certo che sai come difenderti, eh?-commentò il castano,
mentre cercava di
raddrizzarsi.
-E’ colpa tua
che mi hai spaventata…
-Scusa… Ho
capito che se non voglio essere picchiato, la prossima volta
dovrò fare
attenzione a non spaventarti!
-Basta che tu
non compaia all’improvviso…
-Però non
credevo che tu ti spaventassi per così poco…
E’ come se fossi sempre sulle
spine!
-Ormai è
l’abitudine…
-Abitudine? Per
cosa?
-Niente, lascia
perdere…
Atticus la fissò
per qualche secondo, poi sorridendo fece:
-Comunque, è
incredibile che tu sia così forte! Sei l’unica
ragazza che conosco che è in
grado di difendersi da sola. Potrei davvero innamorarmi di te, sai?
-Non ci povare!
Piuttosto, gli altri due dove sono?
-Laggiù!-disse
Atticus, voltandosi e indicando due figure in lontananza.-Ti ho vista
da
lontano e mi sono affrettato a raggiungerti…-aggiunse poi.
I due
aspettarono che arrivassero anche gli altri Obelisk, poi si diressero
tutti e
quattro in spiaggia. Durante il breve tragitto, la ragazza li
osservò un po’ di
nascosto. Era la prima volta che li vedeva in abiti casual e non ci
aveva
ancora fatto l’abitudine. Per lei era un po’ strano
vederli con dei vestiti
normali, invece della solita divisa. Atticus indossava una camicia
hawaiana
rossa e un paio di bermuda color marrone militare, Yusuke, invece,
indossava
una maglietta a mezze maniche verde pastello e dei pantaloncini di
jeans
chiaro, corti fino al ginocchio, mentre Zane indossava una maglietta
blu notte
e un paio di pantaloni lunghi.
“Ma non ha
caldo? Io non riuscirei a stare con i pantaloni lunghi con
quest’afa… Non è
normale!” pensò la giovane, squadrando
l’Obelisk dai capelli blu che la stava
precedendo.
Arrivati là,
stesero gli asciugamani sulla spiaggia, uno accanto all’altro
e a pochi metri
dalla battigia. Poi Atticus si allontanò per mettersi la
muta. Gli altri tre si
sedettero, senza nemmeno togliersi i vestiti; non sembravano molto
intenzionati
a mettersi in costume.
-Che si
fa?-chiese la ragazza, sdraiandosi di schiena.
-Possiamo
studiare…-le rispose Zane, mostrandole un libro.
-Stai
scherzando?!-esclamò l’altra, scattando a sedere.
-Certo…-fece
l’altro, trattenendo a stento le risate.
-Smettila di
prendermi in giro!-fece risentita la studentessa.
-Ti va di fare
un duello?-domandò l’Obelisk dai capelli blu,
estraendo il proprio deck.
-Non posso, lo
sai!
-Io c’ho
provato…
-Ma non vi siete
ancora spogliati?!-esclamò scocciato Atticus, che era appena
ritornato.
Indossava una muta da sub, di due tonalità violacee, una
più scura dell’altra.
Sotto il braccio aveva una tavola da surf, dipinta di bianco e blu
oceano.
-Ci spogliamo,
tranquillo! Tu puoi andare…-lo liquidò Yusuke,
con un gesto della mano.
-D’accordo, ma
quando torno facciamo il bagno tutti insieme!-esclamò
l’altro, allontanandosi
un po’ imbronciato.
I tre lo
guardarono allontanarsi.
-Fa surf?-chiese
Yomi, sorpresa.
-Già… E’ anche
piuttosto bravo!-le rispose Yusuke.
Per qualche
secondo calò il silenzio, poi, ad un certo punto,
l’Obelisk dai capelli verdi
fece:
-Fa veramente
caldo oggi! Io mi spoglio…
-Hai ragione…
Credo che lo farò anch’io.-fece Zane, spogliandosi
anche lui.
Yomi li guardò,
leggermente imbarazzata. Era talmente abituata a vederli con la divisa,
che era
rimasta sorpresa nel vederli a torso nudo. Se li aspettava molto
più secchi e
gracili. Invece, avevano un bel fisico e non avevano niente da
invidiare a
degli sportivi.
“Dovrei smettere
di fissarli o penseranno che sia una maniaca…
Però non credevo che potessero
essere così muscolosi! Ora capisco perché sono
così popolari… In effetti, sono
tutti e tre molto carini! Ok, ma a me cosa interessa? Sono miei amici,
non
dovrei pensare a queste cose. Anche se sono carini, non sono problemi
miei, no?
Però… Che bei muscoli! Yomi, a cosa stai
pensando?! Non dovresti pensare a
certe cose! Dio, come sono belli! No! Basta! Non devo pensarci! Cerca
di
ritrovare il tuo autocontrollo!”
-Tu non ti
spogli?-le chiese l’Obelisk dai capelli verdi.
-Non ho
voglia…-si affrettò a rispondere la ragazza,
voltandosi dalla parte opposta,
pur di distogliere lo sguardo dai due. Più li osservava,
più le venivano in
mente strani pensieri e più si sentiva in imbarazzo.
Rimasero per
quasi mezz’ora sdraiati sulla spiaggia, in silenzio. Yusuke
si era portato un
libro da leggere, mentre Zane ricontrollava il proprio deck, per
assicurarsi
che fosse perfetto come sempre. Yomi, invece, stava letteralmente
morendo dal
caldo, ma non aveva nessuna intenzione di spogliarsi e mettersi in
costume.
“Se mi metto in
costume, la vedranno… Meglio evitare!”
pensò la giovane, mentre cercava di
farsi aria con la mano.
-Non ti sei
spogliata!-esclamò Atticus, non appena si fu avvicinato agli
amici. Aveva
appena finito di fare surf e, come promesso, voleva fare una nuotata
insieme
agli amici.
-Non ho
voglia…-gli rispose la Slifer, con noncuranza.
-Ma non hai
caldo?
-No…-mentì
l’altra.
-D’accordo…-fece
l’altro, appoggiando la tavola sulla sabbia. Poi si
avvicinò a Yusuke e gli
sussurrò qualcosa nell’orecchio. L’amico
lo guardò dapprima preoccupato, poi
alzò le spalle e disse:
-Ok, va bene…
I due si
alzarono in piedi e si avvicinarono alla ragazza; le afferrarono le
braccia e
le gambe e la alzarono di peso.
-Che state
facendo?!-esclamò Yomi, dimenandosi.
-Niente, non ti
preoccupare!-le rispose il castano, continuando ad indietreggiare verso
l’acqua.
-No! Non ci
provare nemmeno!
-Non ti sento!
Una volta giunti
sulla battigia, i due presero lo slancio e lanciarono la malcapitata
studentessa in acqua, con tanto di vestiti. Zane, dalla spiaggia, stava
osservando la scena, senza sapere cosa fare per fermarli.
“Quando ci si
mette, Atticus è veramente terribile! E Yusuke non dovrebbe
dargli spago!”
pensò, provando immediata pietà per
l’amica, che si era appena fatta un bagno
gratuito.
Yomi riemerse
velocemente, fradicia fino al midollo.
-Non dovevate
farlo!-urlò ai due amici, che stavano ridendo sulla riva.
-Adesso non hai
altra scelta che spogliarti!-esclamò Atticus, soddisfatto
della sua trovata
geniale.
-Ok, ho
capito…-mormorò l’altra, uscendo
dall’acqua ed avvicinandosi all’asciugamano.
Poi si tolse i pantaloncini e la maglietta e li stese al sole,
affinchè si
asciugassero.
-Adesso sarete
contenti…-disse, voltandosi verso i due amici.
I due non
risposero e rimasero a fissarla a bocca aperta.
-Ma che state
facendo?-chiese Zane, che non capiva il motivo di quella reazione. Poi,
si voltò
verso la ragazza, che si trovava alle sue spalle e rimase anche lui a
bocca
aperta dallo stupore.
-Potete anche
smetterla di guardarmi in quel modo…-mormorò
Yomi, leggermente a disagio.
-Scusa…-le disse
Yusuke, cercando di non fissarla.
-Sì, scusa…-fece
Atticus, grattandosi la testa.
-Cosa hai
fatto?-le chiese Zane, indicando la lunga cicatrice che le attraversava
tutto
il fianco sinistro, dalla fine dello sterno fino all’anca.
La Slifer si
portò una mano sulla ferita e disse:
-E’ abbastanza
imbarazzante… Vi sarei grata se la smetteste di fissarla!
-Scommetto che è
uno dei tanti segreti che non vuoi
raccontarci…-commentò lo studente dai
capelli blu.
-Non mi piace
mostrarla in pubblico. Non è bella da far vedere…
E un po’ me ne vergogno!
-Sei carina lo
stesso!-fece il dongiovanni, come a volerle tirare su il morale.
-Non è quello il
problema… Mi dà solo fastidio che si
veda…
-E’ stato un
incidente?-chiese Yusuke.
Yomi si sedette
sulla spiaggia, di fianco a Zane.
-No, direi che
me la sono andata a cercare…
-In che senso?-fece
il castano.
-Risale a circa
sei mesi fa… E’ una storia un po’
lunga…
-Racconta!-insistette
Atticus.
-Io…facevo
duelli clandestini, alle medie. Ho iniziato dopo che Seto mi disse che
non
avrei più potuto duellare. Non la presi bene…
Inizia a deprimermi e poi… Iniziai
a frequentare i luoghi più malfamati della
città… Duellavo contro i membri
delle peggiori gang. Non ho mai perso, per fortuna! Ma non avrei mai
dovuto
andare a confondermi con quella gente… Trascorrevo i
pomeriggi e le sere, fino
anche le due o le tre del mattino, a duellare contro chiunque, senza
distinzioni. Duellavo solo per scaricare la mia rabbia e la mia
frustrazione
sugli altri e spesso i miei avversari finivano in ospedale! Non avevo
il minimo
rispetto per gli altri duellanti… Stavo giocando con il
fuoco, ma non me ne
rendevo conto! Dopo diversi mesi, mentre tornavo a casa, un tizio mi si
avvicinò, dicendo che poteva offrirmi nuovi avversari,
più forti e agguerriti
di quelli che avevo sconfitto fino a quel momento. Si trattava dei
duelli
clandestini… Accettai, ma solo perché mi ero
stufata di duellare contro gente
che non fosse alla mia altezza. Da quel giorno, duellai in scantinati
puzzolenti e fatiscenti per quasi un anno, poi mi stufai e lasciai
tutto. Mi
resi conto che così facendo non risolvevo la situazione e, a
dire la verità,
mio fratello aveva iniziato a preoccuparsi. Mi dissi che non avrei
dovuto farlo
soffrire ulteriormente, perciò smisi. Dopo nemmeno un mese
da quando avevo
lasciato tutto ed ero ritornata alla vita di sempre, venni aggredita in
strada,
la sera tardi. Mi accoltellarono al fianco e mi lasciarono in un vicolo
a
morire. Fui fortunata; qualcuno mi trovò quasi per caso e
chiamò immediatamente
un’ambulanza… Quando arrivai in ospedale avevo
già perso diverso sangue e
rischiai di morire per emorragia. Mi salvarono per un pelo! Ma mi
è rimasta
questa bella cicatrice, come ricordo…
-Non lo
sapevo…-fece Atticus, grattandosi la testa imbarazzato.
Senza volerlo, aveva
messo in difficoltà l’amica.
-Me la sono andata
a cercare! Non avrei mai dovuto scherzare con quella gente…
A quelli là non
piace perdere contro una ragazzina. Lo sapevo bene; venivo coinvolta in
risse
praticamente tutti i giorni e avevo imparato a difendermi…
Ho imparato a
picchiare e a giocare sporco, pur di vincere! Non avevo rispetto per
niente e
per nessuno, nemmeno per me stessa… Volevo solo fare del
male a chiunque mi
trovassi davanti. Ma poi ho aperto gli occhi e mi sono resa conto che
facevo
pena… Ho deciso di conservare quel poco di
dignità che mi rimaneva e di
ritornare alla vita di prima. Dopo quell’incidente, Seto ha
deciso di
iscrivermi a quest’Accademia, così da evitare che
perdessi di nuovo la testa…
L’ho sempre odiato per questo motivo, ma in fondo aveva
ragione!
-Ma il tipo che
ti ha fatto del male l’hanno arrestato?-chiese Yusuke.
-No, non ricordo
chi fosse… Non ricordo quasi niente di quella sera.
Probabilmente era un
duellante che avevo sconfitto durante un duello clandestino, ma non so
chi… Mi
hanno minacciato di morte talmente tante volte che non saprei dirvi chi
fosse…
-Sei una
cretina…-fece Zane, senza nemmeno guardarla.
-Cosa?! Come
puoi dire una cosa del genere?!-esclamò l’altra,
furiosa.
-Come ti è
saltato in mente di fare duelli clandestini? Non lo sai che sono
pericolosi?
-Ma bravo! Non
c’era bisogno che me lo dicessi tu!
-Sei una cretina
lo stesso…
-Sei veramente
un cafone!
-Ragazzi,
basta!-esclamò Yusuke, intromettendosi nella discussione tra
i due.-Perché
dovete litigare?
-La colpa è sua!
Ha il tatto di un elefante!-rispose Yomi, indicando l’amico.
-Coma fai a
vergognarti di una cicatrice?-disse Zane, ignorando il dito puntato
della
Slifer.
-Perché non
dovrei?!
-Perché sei
bella lo stesso!
-Cosa?
-Cioè, volevo
dire che non dovresti vergognarti di mostrarla in pubblico…
In fondo, hai
capito che hai sbagliato, perciò… Dovresti
esserne orgogliosa…
Detto questo,
l’Obelisk dai capelli blu arrossì violentemente,
poi, come se niente fosse,
estrasse un libro dalla borsa e si mise a sfogliarlo, sotto lo sguardo
stupito
degli altri tre.
“Che scemo… Che
bisogno aveva di dire cose così imbarazzanti! Come se il
problema fosse quello…
Non c’era bisogno che mi dicesse che sono bella lo stesso;
non è quello il
problema! Mi dà solo fastidio che la gente la fissi e poi
inizi a parlare male
di me… Però, mi ha fatto piacere…
Chissà perché…”
pensò la ragazza, continuando
ad osservare l’amico dai capelli blu.
-Bene! Chi vuole
fare il bagno?-esclamò Atticus, rompendo il silenzio
imbarazzante che si era
creato.
Gli altri si
guardarono per qualche secondo, poi decisero di seguire il consiglio
del
castano e di divertirsi un po’ in acqua.
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Capitolo 19 *** Capitolo 19- La prima soluzione ***
Capitolo
19- “La
prima soluzione”
-Quale
cosa?-chiese la ragazza, guardando sorpresa Yusuke.
-Non te lo
ricordi? Ti avevo detto che forse avevo trovato una soluzione al tuo
problema...
-Ah, è vero!
Cavoli, con tutto quello che è successo me l’ero
dimenticato!-si scusò Yomi.
-Se non ti
dispiace, possiamo parlarne oggi pomeriggio… Le lezioni non
ci saranno, perciò
puoi venire al dormitorio blu.
-Ok, ma ad una
sola condizione!
-Cioè?
-Tieni Atticus
lontano da me!-esclamò la studentessa, seria.
L’Obelisk scoppiò
in una fragorosa risata.
-Guarda che sono
seria!
-Esagerata! Lo
sai che ti vuole bene…
-Certo, ma non
mi sono scordata del bagno che mi ha fatto fare l’altro
giorno! Mi ha buttata
in acqua!
-D’accordo… Non
gli dirò che vieni al dormitorio. E comunque
trascorrerà tutto il giorno in
spiaggia, perciò non lo vedrai nemmeno…-le fece
l’altro, cercando di calmarla.
-Bene, allora ci
vediamo dopo…
-Ok, a
dopo!-esclamò Yusuke, salutando l’amica con un
cenno della mano ed avviandosi
verso la propria aula. Yomi ricambiò il saluto ed
entrò nella stanza, in cui
fra poco si sarebbero tenute le ultime lezioni prima del test di fine
trimestre.
Cercò con lo
sguardo Chumley e, una volta individuato, si sedette di fianco allo
Slifer.
-Buongiorno…-le
fece il ragazzo-koala.
-Ormai mancano
pochi giorni al test di fine trimestre…
-Non me lo
ricordare…-mormorò il compagno, prendendosi la
testa con le mani.
-Di che ti
preoccupi? Hai studiato tanto, no? Lo farai sicuramente
bene…-fece la giovane,
cercando di tirargli su il morale.
-Lo spero…
Yomi stava per
ribattere, quando fu interrotta dall’ingresso in aula di
Crowler, che, urlando
come un’ossessa, intimò gli studenti di mettersi a
sedere al proprio posto.
-Oggi terrò la
mia ultima lezione prima del test. Vedete di studiare seriamente!
-Ci mancava solo
Crowler…-commentò Chumley sottovoce.
-Fate silenzio e
iniziamo la lezione!-esclamò il professore, accendendo la
lavagna elettronica.
La lezione fu
abbastanza noiosa e monotona, esattamente come il tono
dell’insegnante.
Trascorse lentamente, ma finalmente finì.
-Era
ora!-esclamò la Slifer, stiracchiandosi, non appena
l'insegnante fu uscito
dall'aula.
-Oggi pomeriggio
studiamo insieme?-le chiese Chumley.
-No, non posso…
Devo vedermi con Yusuke per una faccenda importante.
-Ok, allora io
vado! Se ho problemi su qualche argomento posso chiamarti?
-Certo, non ti
preoccupare!-lo tranquillizzò l’amica.
Il ragazzo fece
un cenno d’assenso, poi raccolse le proprie cose ed
uscì velocemente dall’aula,
diretto alla caffetteria del dormitorio.
“Sono contenta
che si stia impegnando… In fondo, potrebbe anche essere un
ottimo duellante!”
pensò la giovane, osservando il compagno uscire dalla stanza.
-Meglio darsi
una mossa…-si disse la studentessa, prendendo il libro e
dirigendosi verso la
porta dell’aula.
“Se riesco a
terminare questa faccenda ad un’ora decente, potrei anche
andare un po’ alle
terme… Mi farebbe bene rilassarmi un po’ prima
degli esami!” pensò la ragazza,
mentre varcava la porta dell’aula. Una volta uscita si
trovò faccia a faccia
con Yusuke, che la stava aspettando proprio di fronte
all’ingresso.
-Mi stavi
aspettando?-fece la studentessa.
-Banner ci ha
lasciati andare un po’ prima del solito e così ti
sono venuto incontro…
-Ok…
-Allora,
andiamo?-le disse l’amico, facendole segno di precederlo
lungo il corridoio.
Yomi si incamminò e Yusuke le andò dietro.
-Zane non è con
te?-chiese la matricola, dopo diversi secondi di assoluto silenzio.
-No... Perchè me
lo chiedi?-chiese a sua volta l’altro, curioso.
-Bè, pensavo che
sarebbe venuto anche lui...
-In realtà, non
gli ho detto niente. E non ne ho avuto nemmeno il tempo... Alcuni dei
nostri
compagni l'hanno trascinato fuori dall'aula, subito dopo le lezioni.
Credo che
trascorrerà tutto il pomeriggio con loro… In
fondo, è pur sempre colui che ha
sconfitto Makoto!
-Capisco... Comunque,
è meglio così! Non ho alcuna voglia di vederlo
oggi!
-Sei ancora
arrabbiata con lui?-le domandò l’Obelisk, cercando
di non ridere di fronte alla
reazione infantile dell’amica.
“E’ incredibile
come sia vendicativa e infantile! A volte, non riesco a capire se ha
cinque
anni o ne ha quindici… Però è carina
anche per questo suo atteggiamento!” pensò
Yusuke, continuando a guardarla.
-È un cafone!
Deve sempre prendermi in giro!-continuò l’altra,
alzando di poco la voce.
-Credo che fosse
solo preoccupato...-commentò lo studente del secondo anno.
-E deve darmi
della cretina?!
-Non ci sa fare
con le ragazze... Probabilmente era a disagio…
-Non è una
scusa!
-Sono sicuro che
non era sua intenzione offenderti…
-Lo so...-mormorò
la ragazza, abbassando repentinamente il tono della voce.
I due erano,
ormai, usciti dall’edificio principale e si stavano dirigendo
verso il
dormitorio blu.
-Posso sapere
cosa hai scoperto?-chiese Yomi, dopo qualche minuto. Si era appena
ricordata
del motivo per cui si stava dirigendo al dormitorio Obelisk ed era
curiosa di
sapere cosa avesse scoperto l’amico.
“Ero talmente
concentrata a prendermela con Zane che mi ero dimenticata di quello che
ha
scoperto Yusuke… Quello stupido, antipatico e arrogante mi
fa dimenticare
persino le cose più importanti!”
-E’ meglio se ne
parliamo in camera mia…-le fece lo studente dai capelli
verdi, cercando di
tagliare corto.
-Ok, come vuoi, ma
non è niente di grave, vero?
-No, tranquilla!
E’ solo che preferirei che non lo venisse a sapere
nessuno… E poi non vorrei
spaventarti! Se ne parliamo con calma è meglio…
-Spaventarmi?
Perché dovrei?
Yusuke la guardò
per qualche secondo, incerto se risponderle o no.
-A dire la
verità, non è una cosa che ho
scoperto… E’ stato Onesto a dirmela. Io non avrei
mai potuto capirlo; sono solo un essere umano…
-Non ti capisco,
sai?-insistette la ragazza, cercando di convincere l’amico a
spiegarsi meglio.
-Una volta
arrivati al dormitorio ti spiegherò tutto!-tagliò
corto l’altro, accelerando il
passo.
-Ok, mi fido…-fece
Yomi, aumentando anch’essa l’andatura per non
rimanere indietro.
Una volta giunti
di fronte all’ingresso del dormitorio, videro Zane,
circondato, come sempre, da
altri Obelisk. Erano alcuni suoi compagni di classe, probabilmente gli
stessi
che lo avevano trascinato fuori dall’aula in fretta e furia.
Erano fermi a
pochi metri dall’ingresso, all’ombra di un grosso
albero, intenti a
chiacchierare e a scambiarsi opinioni su strategie e meccaniche di
gioco. Zane
sembrava essere al centro dell’attenzione degli altri
studenti e sembrava che
la cosa lo seccasse.
-Ma guardalo!
Gli piace proprio stare in mezzo alla gente!-esclamò Yomi,
cercando di
trattenersi dal gridare. Non voleva essere cattiva nei confronti
dell’amico, ma
continuava a tornargli in mente ciò che le aveva detto
qualche giorno prima, in
spiaggia, e voleva fargliela pagare con la sua stessa moneta.
-Non dovresti
essere così infantile!-la rimproverò Yusuke.
-Sarò anche
infantile, ma le offese se le merita tutte!
L’amico si mise
una mano sulla fronte, sospirando. A volte faceva molta fatica a capire
cosa
passasse per la mente dell’amica del primo anno.
“Si arrabbia
tanto perché ha detto che è una cretina, ma si
è dimenticata del tutto del
fatto che le ha anche detto che è bella. E’
incredibile! Una ragazza normale
sarebbe in imbarazzo solo a salutarlo; lei invece non c’ha
fatto nemmeno caso.
E sono sicuro che quello che si troverà a disagio,
sarà lui… Che ragazza
strana!” pensò il ragazzo, continuando a guardare
l’amica che stava continuando
a mandare epiteti poco carini al Kaiser. Poi, alzando il braccio ed
agitandolo
per farsi notare, urlò:
-Ehi! Zane!
L’altro, non
appena si accorse di essere chiamato, si voltò e rispose al
saluto con un
piccolo cenno della mano, poi, con una scusa, si staccò dal
gruppo di compagni
e si avvicinò velocemente ai due amici.
-Che ci fai
qui?-chiese, non appena si fu avvicinato, rivolgendosi alla Slifer.
-Non sono affari
tuoi!
-Ho solo
chiesto…-fece l’altro, con la solita calma. Non si
era scomposto di fronte alla
risposta aggressiva della Slifer. Ormai doveva essersi abituato al suo
comportamento fuori della norma.
-Ma non sono
cose che ti riguardano! E non puoi nemmeno venire!
Zane la fissò
per qualche secondo, completamente inespressivo.
-Bè, che hai da
guardare?-mormorò Yomi, arrossendo leggermente. Sentiva lo
sguardo penetrante
dell’altro e la situazione la stava mettendo a disagio.
“Forse ho
esagerato… Scommetto che si è arrabbiato sul
serio! Lo sapevo, mi sarei dovuta
mordere la lingua. Devo smetterla di essere così aggressiva
anche nei loro
confronti! Però mi ha fatta arrabbiare sul serio,
l’altro giorno…”
-Sei ancora
arrabbiata con me?-chiese il Kaiser.
-Secondo te?!-esclamò
l’altra.
“Maledetto!
Allora faceva solo finta di essersi arrabbiato! Questa me la paga! Mi
ha fatta
preoccupare per niente!”
-Ragazzi, per
favore...-cercò di intromettersi Yusuke, senza riuscirci.
Gli altri due non
avevano alcuna intenzione di ascoltarlo, soprattutto Yomi. Ormai era
partita
per la tangente e sarebbe stato impossibile riuscire a placarla.
-Hai intenzione
di trascorrere il pomeriggio con lui?-continuò l'Obelisk,
ignorando sia
l’amico, sia la studentessa.
-E se anche
fosse?! Non sono affari che ti riguardano, no?-ribattè lei,
sempre più
innervosita.
-Era per
sapere…-rispose l’altro, frettolosamente.
-Sei veramente
un impiccione! Dovresti provare a farti gli affari tuoi, ogni tanto,
sai?
-Ho solo fatto
una domanda…-cercò di ribattere l’altro.
-Non sei mia
madre, né mio padre e non hai alcun diritto di farmi la
predica. Non sarebbero
affari tuoi nemmeno se decidessi di dormire insieme a lui!-fece
l'altra,
aggrappandosi al braccio di Yusuke e strattonandolo. Entrambi gli
studenti del
secondo anno arrossirono violentemente. Poi si voltarono verso
l’amica,
balbettando parole incomprensibili.
-Cosa stai
dicendo?!-esclamarono in coro, entrambi rossi in volto per
l’imbarazzo.
-Calma, stavo
scherzando... Pensavate davvero che fossi seria?!-disse Yomi, lasciando
la
presa sul braccio dell’Obelisk dai capelli verdi.
-Non scherzare
su queste cose! Qualcuno potrebbe anche prenderti
seriamente…-commentò Zane,
nascondendosi la parte inferiore del volto con la mano sinistra.
-Comunque Zane,
se mi chiedi scusa, puoi venire con noi…-fece la Slifer,
ignorando la ramanzina
dell’amico.
-Io non devo
chiederti scusa... Ho detto solo la verità.
-Cafone!-strillò
l’altra.
-Adesso basta!
Per caso, volete litigare come l'altra volta e non parlarvi per
settimane?!-esclamò Yusuke, intromettendosi tra i due. Aveva
di nuovo alzato la
voce e di nuovo era per colpa loro.
I due studenti
si scambiarono un'occhiata, indecisi su cosa rispondere.
-Yomi, verrà
anche Zane. Zane, tu chiedile scusa. Non potete continuare a
comportarvi come
due bambini dell’asilo… Per una volta, mettete da
parte l’orgoglio e fate pace!-continuò
l'altro, senza nemmeno aspettare una risposta.
-D'accordo, se
proprio ci tieni...-mormorò Yomi.
-Scusa se ti ho
data della cretina...
-Fa nulla…
-Comunque, devi
ammettere che a volte ti comporti un po' da stupida...
-Ehi! Ti sembra
il modo di scusarsi!-esclamò la ragazza.
Il Kaiser non
ribattè e le scompigliò i lunghi capelli castani.
-Zane! Lo sai
che non mi piace quando mi toccano i capelli! Antipatico! Non ti
sopporto
quando fai così! E pensare che all’inizio ti
trovavo pure simpatico… Invece, sei
proprio insopportabile!-sbottò l’altra, mettendo
il broncio e scostando bruscamente
la mano dell'altro.
-Meglio se
andiamo…-disse Yusuke, afferrando l’amica per un
braccio e cercando di
trascinarla all’interno dell’edificio.
-Ma io non ho
ancora finito!-protestò la studentessa, cercando di opporsi.
-Quante volte vi
devo dire di non litigare?-le fece l’altro, cercando di
calmarla di nuovo.
-Uffa! Perché mi
tratti come una bambina? Ho solo un anno in meno rispetto a voi!
-Perché ti
comporti come una bambina…-le rispose Yusuke.
-Io vi raggiungo
tra poco…-disse Zane, ignorando le proteste della ragazza.
L’amico fece un
cenno d’assenso e poi sparì all’interno
del dormitorio, insieme a Yomi, la
quale continuava a protestare.
-Ehi, Kaiser,
non avrai mica intenzione di frequentare quella tipa?-fece uno degli
Obelisk,
non appena la Slifer se ne fu andata.
-Perché non
dovrei?
-Perché quella è
pericolosa! Alle medie era un vero demonio; era molto conosciuta tra le
gang e
le bande di teppisti e passava le notti a duellare e a fare a botte con
chiunque…
-Voi come fate a
saperlo?-chiese Zane, sorpreso. Non si aspettava che qualcun altro
sapesse
quello che l’amica aveva combinato alle medie.
-Bè, ecco, è
stato un ragazzo del dormitorio giallo a dircelo. Stamani ha sentito
due Slifer
del primo anno che ne parlavano. Comunque, sembra che questa storia la
sappia
praticamente tutta l’Accademia…
-Piuttosto, mi
chiedo come abbiano fatto ad accettare una persona così
pericolosa. So che ha
già fatto a botte con Jonouchi e poi è rimasta
coinvolta in quella brutta storia
con Makoto… Dovrebbero espellerla, altrochè!-fece
un altro studente.
-Siete degli
sciocchi a fidarvi di alcune voci. Lei non è un mostro;
è soltanto un’ottima
duellante.-esclamò Zane, cercando di non alterarsi
più di tanto. Non gli
piaceva il modo in cui parlavano di lei, ma non voleva arrabbiarsi con
i
compagni di classe.
-Secondo me ti stai
affezionando troppo. Dovresti darci retta e rompere qualsiasi tipo di
legame! E
dovresti dirlo anche a Yusuke e Atticus! Loro sono troppo buoni e
ingenui per
vederlo, ma tu no.
-Avete finito?
-Ma Kaiser-
-Non azzardatevi
a dire certe idiozie in mia presenza!
Detto questo
girò i tacchi ed entrò all’interno
della struttura, lasciando il gruppetto di
Obelisk senza parole.
Yusuke e Yomi,
intanto, erano in camera del ragazzo, che aspettavano l’amico.
-Quanto ci
mette?-chiese scocciata la ragazza, sdraiandosi sul letto
dell’altro.
-Non ti
preoccupare, arriverà presto…-le disse
l’Obelisk, sedendosi sulla sedia.
-È uno
stupido...-continuò l’altra.
-Stai esagerando…
-E’ colpa sua!
Deve sempre darmi della cretina?
-Non lo pensa
seriamente, è solo un po' impacciato...-commentò
Yusuke, cercando di far
ragionare la matricola.
-Perché dovrebbe
esserlo? Ormai ci conosciamo da un po' di tempo, no?
-Non credo che
sia quello il problema...
Il giovane aveva
appena finito di parlare, quando sentì bussare alla porta.
Si alzò e aprì
all’amico, che entrò come una furia nella stanza
e, piantandosi di fronte alla
Slifer, esclamò:
-Perché non
riesci a stare zitta?
-Ecco che è
arrivato il signor
“ho-ragione-solo-io”…-commentò
Yomi, con noncuranza.
-Sono serio!
-Senti, ma pensi
che sia normale entrare così e aggredirmi come se avessi
fatto chissà quale
disastro?
-A chi altro
l'hai detto?-insistette l’altro, incrociando le braccia al
petto.
-Ma si può
sapere di cosa stai parlando?!-fece scocciata l’altra.
-Alcuni ragazzi
del dormitorio blu mi hanno appena detto di starti alla larga
perché sei
pericolosa. Hanno saputo quello che facevi alle medie...
-E’ impossibile!
Voi tre siete gli unici a cui l’ho detto…-disse
l’altra, mettendosi a sedere di
scatto.
-Io non ho detto
niente a nessuno e non credo che Atticus l’abbia
fatto…-si intromise Yusuke,
guardando l’altro Obelisk.
Zane scosse la
testa, dicendo che nemmeno lui aveva detto niente a nessuno.
-Non capisco
come l’abbiano saputo…-mormorò poi.
-Non
m’interessa… Possono pensare quello che vogliono;
non sono problemi
miei!-esclamò Yomi, ributtandosi a peso morto sul letto.
-Direi che
invece sono problemi tuoi…-commentò lo studente
dai capelli blu.
-Perché mai?
Sono solo voci di corridoio… Non posso preoccuparmi di
idiozie simili! Ho
problemi più seri a cui pensare, ad esempio come fare per
poter duellare di
nuovo… E se si divertono tanto a parlare male di me, vuol
dire che non hanno
niente di meglio da fare.-gli rispose la ragazza.
-Non è da te
lasciar correre...
-Se continuano,
li picchierò...
-Perché devi
sempre risolvere i problemi con la violenza?
-Io non risolvo
i problemi con la violenza!
-A proposito di
quella cosa, credo che il problema sia più ingarbugliato di
quanto si
pensasse…-fece Yusuke, interrompendo l'amica prima che
perdesse del tutto la
pazienza.
-Del tipo?
-Onesto mi ha
detto che probabilmente questo è l’unico posto
dove puoi duellare senza problemi.
-Quello che dici
non ha il minimo senso. Perché qui posso duellare e nel
resto del mondo no?
-In realtà,
questo non l’ho capito molto bene… Ha detto che
avverte una strana energia
provenire da te, e quella stessa energia la sente provenire anche da
sotto
l’isola.-rispose l’Obelisk dai capelli verdi,
grattandosi pensieroso la testa.
-Da sotto
l’isola? Intendi sottoterra?-chiese la Slifer, sempre
più confusa. Non riusciva
a seguire il discorso dell’amico e, soprattutto, le sembrava
che non avesse il
minimo senso logico.
-Esattamente.
Dice che le due energie si annullano, o per meglio dire, si divorano a
vicenda.
Da quello che ho capito, tu, in questo momento, non ti stai nutrendo
dell’energia vitale degli altri duellanti, ma di
quest’energia che si trova
sull’isola…
-Yusuke, ne sei
sicuro?-fece Zane.
-Vi sto solo
dicendo quello che mi ha riferito Onesto… Noi umani non
siamo in grado di
avvertire queste cose, perciò mi fido di quello che mi ha
raccontato. Ed ad
essere sincero, è dal primo giorno che ti ha vista, che mi
ripete che c’è
qualcosa di diverso in te.
-Adesso che ci
penso, durante il duello contro Jonouchi non è successo
niente. Lì per lì non
ci feci molto caso, ero troppo occupata in altre questioni, ma il
giorno dopo
andai da Fontaine per sapere se si era sentito male e mi disse che non
si era
nemmeno fatto vedere. E’ una cosa abbastanza
strana… Di solito, i miei
avversari rimanevano privi di sensi per giorni.
-Ci stavo pensando
anche io… Però, a questo punto, non capisco
perché nel duello contro Seto Kaiba
hai mandato in tilt il prototipo…-riflettè Zane.
-Questa è
un’isola vulcanica, no? Forse c’entra
qualcosa…-commentò Yomi, pensierosa.
-Non saprei… Io
credo che sia qualcosa legato al mondo degli spiriti. E’
l’unica spiegazione
logica che mi viene in mente…
-Hai un bel
coraggio a definirla
“logica”…-mormorò
l’altro Obelisk, con una leggera punta
di ironia.
-Immagino che per
te sia difficile credermi…
-Non proprio.
Anche se non riesco a vederli, posso benissimo credere a quello che
stai
dicendo.
-E quindi? Quale
sarebbe la soluzione?-li interruppe la giovane, mettendosi sdraiata su
un
fianco.
-Perché sei
sdraiata sul suo letto?-fece Zane, guardandola perplesso. Non se
n’era accorto
quando era entrato, ma adesso ci aveva fatto caso.
-E’ comodo! Vuoi
sdraiarti anche tu?
-Figuriamoci!-esclamò
l’altro, imbarazzato.
-Non c’è bisogno
di scaldarsi tanto…-commentò l’altra.
-Credo che
dovremmo dirlo al cancelliere…-fece Yusuke, cercando di
riportare l’attenzione
generale sul vero motivo per cui erano lì.
-Sì, credo che
sia un’ottima idea! Forse lui sa qualcosa in
più…-esclamò Yomi, mettendosi, di
nuovo, a sedere di scatto.
Poi uscì
velocemente dalla stanza, senza nemmeno aspettare i due amici.
***
-Aspettate
un
attimo… Potreste ripetere tutto dall’inizio? Credo
di non aver capito…-fece
Sheppard, squadrando pensieroso i tre studenti. Erano dieci minuti che
Yomi
stava cercando di farsi capire dal cancelliere, senza riuscirci.
-Cancelliere,
non è difficile da capire… Crediamo che qui
sull’isola ci sia qualcosa che mi
impedisce di assorbire l’energia vitale dei duellanti.
-E pensate che
questo qualcosa provenga da sotto l’isola? Da sottoterra?
-Pensa che sia
assurdo?
-Ci sono tante
cose che non riusciamo a spiegare e questa è una di
quelle… Comunque, direi che
è una splendida notizia! Avviserò quanto prima,
sia Kaiba, sia Pegasus…
-In realtà,
questa è solo una nostra supposizione… Dovremmo
verificarla!-fece Zane,
interrompendo l’uomo.
-Sarebbe troppo
pericoloso… Forse è meglio chiedere alla Kaiba
Corp.
-E far scomodare
Seto Kaiba e suo fratello? Possiamo farlo anche
noi…-insistette l’Obelisk.
-E’ troppo
pericoloso! Non posso mettere in pericolo i miei studenti!
-Posso duellare
io!-esclamò Yusuke, offrendosi volontario.
-Non è giusto,
volevo duellare io…-commentò l’amico.
-Invece non duellerà
nessuno di voi!-fece Sheppard, cercando di farsi rispettare.
-Il cancelliere
ha ragione!-si intromise la Slifer.
-Che sorpresa
che tu sia dalla mia parte…-commentò
l’uomo, sollevato.
-Infatti
duellerà Chumley!-continuò la giovane, ignorando
l’uomo dalla testa pelata.
-Chumley? Stai
scherzando, vero?-chiese Sheppard, più sorpreso che
preoccupato.
-Gliel’ho
promesso, non posso tirarmi indietro…
-Gli hai
promesso di duellare contro di lui?
-Esattamente!
-Non ti capisco!
Perché vuoi duellare proprio contro uno Slifer? Tra
l’altro è quello con la
media più bassa e-
-Adesso basta
Zane! Non ti permetto di dire certe cose! Vuoi farmi arrabbiare di
nuovo?!-sbottò la studentessa, puntando l’indice
contro il petto del Kaiser.
-Ci mancherebbe!
Volevo solo duellare contro di te…
-Puoi aspettare,
no? Tanto mica scappo!
-No, certo che
no… Mi dà solo fastidio che tu preferisca lui a
me…-mormorò l’altro, con un
filo di voce.
-Bene, allora io
vado a cercare Chumley!-esclamò Yomi, ignorando le proteste
del cancelliere ed
uscendo dalla stanza.
-Credo che
dovremmo andare ad assistere anche noi, no?-fece Yusuke, rivolgendosi
all’amico.
-Sì, penso di
sì…
-Ragazzi,
tenetela d’occhio e interrompetela se notate qualcosa che non
va. D’accordo?-fece
Sheppard.
-Non si preoccupi!
Detto questo, i
due uscirono dall’ufficio, diretti al dormitorio rosso.
Sapevano che lo Slifer
si trovava là e che la studentessa vi si stava dirigendo.
-Non è da te
scaldarti tanto…-fece Yusuke, dopo vari minuti di silenzio.
-E’ colpa sua;
mi fa sempre preoccupare inutilmente…
-Se lo dici tu…
Comunque, non è da te nemmeno preoccuparti.
Una volta giunti
in prossimità del dormitorio rosso, videro che il duello tra
i due compagni era
già iniziato e che si stava quasi per concludere. Chumley
era in netto
svantaggio, con solo una manciata di LP, mentre la ragazza li aveva
conservati
tutti. Inoltre, sul campo da gioco della giovane c’erano ben
tre mostri con più
di 2000 punti di attacco ciascuno, mentre quello avversario era vuoto,
ad
eccezione di una carta coperta.
-Che velocità!
Direi che è già
finito…-commentò Yusuke, non appena li
raggiunsero.
-Chumley, mi
dispiace, ma come ti avevo detto, non posso andarci piano.
Perciò preparati!
“Amaterasu”, attaccalo
direttamente!-esclamò la Slifer, ordinando al proprio
mostro di attaccare.
La donna in
kimono si lanciò all’attacco, riducendo a zero i
LP dell’amico.
-Accidenti! Sei
troppo brava…-disse il ragazzo-koala, mettendosi a sedere in
terra, sconsolato.
-Stai bene? Non
ti senti male?-gli chiese Yomi, avvicinandosi all’amico.
-No…
-Nemmeno un po’
stanco? Hai i giramenti?
-No, sto bene,
davvero… Perché me lo chiedi?
-Niente, non ti
preoccupare…-gli rispose la giovane. Poi si voltò
verso i due Obelisk, facendo
loro segno che era andato tutto bene e che non era successo niente.
“Se non è
successo niente, forse quello che ha detto Yusuke è vero.
Forse qui posso
duellare senza problemi. Non capisco il motivo, ma se per tre anni
potrò
duellare senza pensieri, meglio così! Mi piacerebbe trovare
una soluzione, ma
credo che dovrò aspettare un altro
po’…”
-Accidenti…-mormorò
lo Slifer, continuando a guardare il terreno. Sembrava davvero
sconsolato per
aver perso.
“Forse ci sono
andata troppo pesante… Ero talmente emozionata che ho fatto
del mio meglio!
Accidenti…” pensò la giovane,
inginocchiandosi di fronte al compagno.
-Sono proprio
una frana… Di questo passo non riuscirò a
diplomarmi…-mormorò il ragazzo-koala.
-In effetti,
commetti molti errori. Credo che tu ti faccia prendere dalla paura e
dalla
fretta e non riesci a riflettere su quello che fai… Hai
sprecato un sacco di
mosse in questo modo! Poi, ti sei scordato di attivare
l’effetto di “Des koala”
al mio secondo turno. Inoltre, hai messo questa carta coperta, ma in un
deck
come il tuo non serve a niente. Hai perso un sacco di
occasioni…
-Lo sapevo, sono
proprio una frana! Non riesco a migliorare nemmeno duellando contro di
te…
-Suvvia! Non
fare quella faccia!-esclamò Yomi, mettendo un braccio
intorno al collo di
Chumley e strattonandolo.-Devi divertirti, no? Duellare deve essere
divertente;
se gli togli il divertimento non rimane niente!
-Se sapessi
duellare, mi divertirei molto di più…
“Sembra davvero
depresso! Devo trovare un modo per tirarlo su di
morale…” pensò la studentessa,
continuando a guardare il compagno di classe.
-Ci sono!
Stasera ti tengo compagnia! Contento?-esclamò la giovane,
strizzando l’occhio
all’altro.
-Che significa
che gli tieni compagnia?-fece Zane, intromettendosi nel discorso.
-Che ceno al
dormitorio rosso insieme a lui…
-Ah, giusto… la
cena…-sussurrò l’altro, grattandosi la
guancia, imbarazzato.
-Cosa avevi
capito?
-Niente. Vado a
riferire tutto a Sheppard…-disse l’Obelisk,
chiudendo velocemente il discorso e
avviandosi verso il dormitorio blu.
Yomi lo guardò
allontanarsi, certa che l’amico le stesse nascondendo
qualcosa.
-Cosa gli
succede ultimamente?-chiese, poi, rivolgendosi verso Yusuke.
-Non saprei…-rispose
l’altro, con un tono abbastanza vago.
-Secondo me ha
qualcosa che non va!
-Comunque sono
contento che tu sia riuscita a duellare senza problemi! Non abbiamo
proprio
trovato una soluzione, ma perlomeno abbiamo capito che duellare qui non
crea
alcun tipo di problema…
-Già, però fra
tre anni il problema si ripresenterà. Una volta che mi
sarò diplomata, dovrò
smettere di nuovo.
-Troverò una
soluzione! Se scopro l’origine di quell’energia,
trovare una soluzione sarà un
gioco da ragazzi!-esclamò Yusuke. Sembrava fiducioso e la
ragazza sorrise.
-Lo spero… Mi
piacerebbe diventare una professionista, una volta diplomata.
-Sono sicuro che
diventerai una bravissima duellante…-fece Chumley.
-E’ la stessa
cosa che vorrebbe fare Zane.-commentò l’Obelisk.
-Ma dai! Non
l’avrei mai detto!-esclamò la ragazza, con una
leggera punta di sarcasmo.
Yusuke scoppiò a
ridere.
-Già, non te lo
saresti mai aspettato da una persona fissata come lui…
-Da uno che
afferma di essere innamorato solo dei duelli, non puoi aspettarti
nient’altro.-fece Yomi, sghignazzando.
-Tu dici? Io non
credo che sia innamorato solo dei
duelli…-commentò Yusuke, sottovoce.
Yomi lo sentì e
lo guardò per qualche secondo, poi, non appena
realizzò quello che le aveva
appena rivelato l’Obelisk, esclamò:
-Aspetta! Stai
dicendo che è innamorato di qualcuna? Davvero?
-Secondo me sì…
-Te l’ha detto
lui? Sai chi è? E’ una studentessa? Oppure
è la signorina Fontaine?-chiese
l’altra, eccitata per la notizia.
-Sei contenta?
-Perché non
dovrei esserlo? E’ una cosa che non mi sarei aspettata da
Zane ed è proprio per
questo che lo trovo divertente! Allora? Chi è la sfortunata?
-Non me l’ha
detto; è solo una mia impressione…
-Ancora meglio!
Così possiamo indagare! Scommetto che è una
ragazza del secondo anno! Non mi
sembra il tipo da ragazze più giovani, né
tantomeno da ragazze più grandi…
Secondo me si vergognerebbe, anche se non ce ne sarebbe alcun motivo!
La
professoressa la escluderei a prescindere! Non è il tipo da
questo genere di
relazione…
-Secondo me
dovremmo farci gli affari nostri e-
-No! In quanto
suoi amici, abbiamo tutto il diritto di farci gli affari suoi!
-Non ti facevo
così pettegola…-fece Yusuke, sorpreso.
-Non sono
pettegola…
-Ne sei sicura? Fino
ad oggi ho conosciuto la Yomi scontrosa, la Yomi arrabbiata, la Yomi
testarda,
quella imbronciata, quella che si comporta come una bambina, la ragazza
seria,
la ragazza che piange, quella pettegola, quella imbarazzata e la Yomi
sincera.
Quante altre Yomi mi nascondi?
-Smettila!-esclamò
l’altra, arrossendo leggermente e tirando un leggero cazzotto
sulla spalla
dell’Obelisk.
-Mi sono
dimenticato della Yomi violenta…
-Yusuke, stai
diventando insopportabile come Zane!-esclamò
l’altra, sorridendo.
-Scusa,
scusa...-fece l’altro, trattenendo le risate.
Chumley scoppiò
a ridere di fronte al teatrino messo su dai due. Ormai non pensava
più al
duello e al test imminente. Poi, insieme ai due studenti, si
avviò verso gli
edifici principali.
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Capitolo 20 *** Capitolo 20- Le prime voci di corridoio ***
Capitolo
20- “Le
prime voci di corridoio”
La
fine di
luglio era giunta e con essa i tanto temuti test di fine trimestre.
Yomi era
riuscita a convincere il cancelliere a farla duellare e, con grande
sorpresa
per la maggior parte degli studenti, era riuscita a vincere senza
troppi
problemi ed era stata passata ad Obelisk blu. Aveva dimostrato di
meritarsi la
promozione e che la sua vittoria contro Jonouchi non era stata solo
fortuna.
Anche per i tre ragazzi del secondo anno non ci furono problemi,
sebbene
Atticus si ritrovò a studiare quasi tutto il programma pochi
giorni prima dei
test, costringendo gli altri due amici a seguirlo nella sua maratona
sui libri.
Per quanto riguarda Chumley, invece, i test non andarono come aveva
sperato.
Ottenne il punteggio più basso di tutta la scuola, sebbene
si fosse impegnato
tanto. Yomi, che aveva capito che l'amico non aveva digerito molto i
risultati,
aveva cercato di tirargli su il morale, rassicurandolo che con
l'impegno i
risultati sarebbero venuti da soli. La ragazza gli aveva promesso che
avrebbe
continuato a dargli qualche dritta e che avrebbero continuato a
studiare
insieme. Dopo il test, iniziarono le vacanze, che la ragazza trascorse
sull’isola, insieme a Yusuke e Chumley. Zane e Atticus,
invece, tornarono a
casa e trascorsero le vacanze estive con le proprie famiglie.
Con l'inizio di
settembre, gli studenti che avevano lasciato l’isola per le
vacanze estive
rientrarono all'Accademia,
per
prepararsi all’inizio del secondo trimestre. Coloro che erano
riusciti a
passare di dormitorio o che erano stati retrocessi erano impegnati a
trasferire
la propria roba nelle nuove stanze, mentre gli altri studenti
trascorrevano gli
ultimi momenti di pace nel relax.
Il giorno
dell'inizio delle lezioni, Yomi si era svegliata molto prima del
solito, così
da avere tutto il tempo per prepararsi e fare colazione con calma.
-La divisa
dell’Obelisk è decisamente più
carina!-esclamò la giovane, mentre si ammirava
allo specchio.
“E’ un peccato,
però! La divisa rossa iniziava a
piacermi…” pensò, guardando la gonna
blu che
stava indossando.
-Oggi riniziano
le lezioni… Forse è meglio sbrigarsi!
Poi, prese il
porta deck ed uscì dalla stanza, diretta alla sala da pranzo
per fare
colazione.
Non appena
entrò, sentì gli sguardi gelidi delle altre
studentesse puntati su di lei.
“E io che speravo
smettessero, una volta che fossi passata al dormitorio blu! Mi sa che
mi sono
illusa per niente…” pensò la neo
Obelisk, ignorando gli sguardi delle altre
ragazze e prendendo la propria razione. Poi, sempre ignorando le
occhiatacce,
si diresse verso uno degli ultimi tavoli posti
in fondo alla stanza e si sedette su una delle sedie.
-Vedo che sei
riuscita a passare di dormitorio…-le fece una voce alle sue
spalle.
Yomi si voltò,
con un biscotto in bocca ed uno in mano, un po' scocciata di essere
stata interrotta
nel bel mezzo della colazione, e si trovò di fronte una
ragazza con i capelli
corti fino alle spalle, lisci come la seta e scuri come la notte. Si
trattava
della rappresentante del dormitorio blu, una Obelisk del terzo anno, la
duellante più forte di tutto il dormitorio femminile
è una delle migliori di
tutta la scuola, talmente forte da essere temuta anche dai maschi. Era
chiamata
la Nobile Guerriera, per il suo carattere calmo e pacato e per il
nutrito
seguito che aveva all'interno del dormitorio femminile. Sebbene Yomi
l’avesse
vista solo due volte, se la ricordava benissimo; era quasi impossibile
dimenticare l'aura che emanava. Era diversa dalle altre studentesse;
era forte
ed aveva molto talento.
-Sei sorpresa,
Noriko?-fece la matricola, finendo di mangiare il biscotto ricoperto di
cioccolato che aveva in bocca.
-Non proprio…
Non capisco perchè tu sia stata ammessa al dormitorio
Slifer, ma mi aspettavo
che ci rimanessi poco. Ho visto i tuoi duelli contro Seto Kaiba e
Jonouchi
Goruden; era scontato che saresti stata promossa presto!
-Vuoi farmi i
complimenti?
-Non
fraintendermi! Non farei mai i complimenti ad un demone…
Comunque, evita di
fare ulteriori danni; non voglio che la reputazione del mio dormitorio
ne
risenta, solo perché c’è un elemento
come te!
-Come siamo
carine…-commentò Yomi, con un leggero tono di
sarcasmo.
Noriko non
rispose e se ne andò.
“Direi che qui
la situazione non è cambiata molto…”
pensò la giovane, cercando di ignorare gli
sguardi carichi d’odio delle altre ragazze. Poi
terminò la colazione, mise a
posto il vassoio e uscì dalla sala, diretta agli edifici
principali.
Durante il
tragitto fu attaccata alle spalle da Atticus, che, contento per averla
rivista
dopo un mese, le si era appiccicato addosso come una piovra, nel
tentativo di
abbracciarla.
-Atticus!
-Sono così
contento di vederti!
-Non l'avrei mai
detto...-fece Yomi, liberandosi finalmente dall'abbraccio del ragazzo.
-Le divisa blu
ti sta decisamente meglio!-le fece il giovane, dopo averla ammirata per
qualche
secondo.
-Tu dici?
-Adesso sei
veramente stupenda!
-Cosa vuol dire
"adesso"?! Prima non ero carina?!
-Certo che lo
eri! Ma credo che il blu ti stia decisamente meglio!-si
affrettò a rispondere
il castano.
-Mi ero un po’
affezionata a quella rossa,
però…-commentò la studentessa,
guardando la gonna
blu.
Atticus sorrise
di fronte alla reazione dell'amica. Anche se non l'avrebbe mai ammesso,
era
emozionata all'idea di essere una Obelisk. Poi, come ricordatosi
improvvisamente di qualcosa, si fece serio e, mettendo una mano sulla
spalla
della neo Obelisk, disse:
-Yomi, per
quanto riguarda il tuo segreto, io non ho detto niente a nessuno,
credimi!
La ragazza lo
squadrò per qualche secondo, sorpresa. Poi fece:
-Non ho mai
detto che la colpa è tua!
-Lo so. Volevo
solo fartelo sapere. Sul traghetto, Zane mi ha raccontato quello che
gli hanno
detto alcuni nostri compagni di classe e del fatto che non ti
interessa. È
preoccupato che la faccenda possa
degenerare e, ad essere sincero, lo siamo un po' tutti e
tre...
-Non ce n’è bisogno.
Sono solo voci di corridoio; quando si saranno stufati, smetteranno di
sparlare
di me!
-Sei sicura che
la cosa non t'interessi? Non vuoi nemmeno sapere chi è stato
a mettere in giro
quelle voci?
-Sono solo
chiacchiere; non vedo perché dovrei dargli peso.
-Scoprirò chi è
stato!-esclamò Atticus, mettendo entrambe le mani sulle
spalle dell'amica.
-Non te l’ho
chiesto…-commentò l'altra, scostando le mani del
castano e riprendendo a
camminare.
-Sei crudele, lo
faccio volentieri!-fece l'altro, andandole dietro.
-Fai come ti
pare!
-Guarda che lo
so che in realtà ti fa piacere!
Yomi si bloccò
di colpo, squadrando l’amico.
-Ti odio…-disse
poi, riprendendo a camminare.
-Dovrei
prenderlo come un ringraziamento?-chiese Atticus, divertito.
La ragazza non
rispose; l’Obelisk aveva colto nel segno.
"Che
stupido... Non capisco perché ci tenga così tanto
ad aiutarmi."
-A proposito,
c’era una cosa che volevo chiederti…-fece la
studentessa dopo diversi minuti.
Ormai erano quasi giunti di fronte all'ingresso dell'edificio
principale.
-Vuoi uscire con
me? Mi dispiace, ma non posso! Per me sei una cara amica e non-
-Non dire
fesserie, Atticus! Non uscirei mai con te!-esclamò Yomi,
fulminandolo con lo
sguardo.
-Ah, bè, meglio
così!
-…
-Quindi, di cosa
volevi parlarmi?
Yomi si diede
un'occhiata intorno, per assicurarsi che nessuno potesse sentire. Poi
si
avvicinò all'amico e sussurrò:
-Yusuke mi ha
detto che Zane si è innamorato… Tu ne sai niente?
-Cosa?!-strillò
l’altro.
-Non urlare!-lo
rimproverò la matricola.
-Ne sei
sicura?-chiese Atticus, afferrando l’amica per le spalle e
scuotendola
leggermente.
-Me l’ha detto
Yusuke, ma nemmeno lui sa chi sia…
-Non ci
siamo…-mormorò Atticus, grattandosi il mento.
-Perché?
-Se uno come
Zane si è innamorato di una ragazza, significa che la fine
del mondo si sta
avvicinando!
-Esagerato!
-Tu non lo
conosci bene! Ti ricordo che lui è quello che non sopporta
le ragazze, che
l’unica cosa di cui è innamorato sono i
duelli… Se quello che ti ha detto
Yusuke è vero, è un problema!-continuò
il castano, imperterrito.
-Ti ripeto che
stai esagerando…
-Dobbiamo
investigare!
-Su questo sono
perfettamente d’accordo! Dobbiamo scoprire chi è!
-Non ti
preoccupare, grazie alla mia rete di informazioni praticamente perfetta
lo
scoprirò in pochissimo tempo! Chiederò alle mie
numerose fan…-fece il ragazzo,
eccitato all'idea di poter investigare sui problemi di cuore dell'amico
taciturno. Poi, fece per avviarsi di gran carriera verso
l’edificio, quando fu
fermato da Yomi, che, trattenendolo per una spalla, disse:
-Aspetta!
-Cosa c'è?
-Devi essere
estremamente indiscreto! Non possiamo lasciare che qualcun altro
capisca… Se
Zane viene a sapere che il suo segreto è stato spifferato ai
quattro venti, ci
uccide!
-Non ti
preoccupare, sarò invisibile come un ladro!
Detto questo,
Atticus si diresse verso l’edificio dalle tre cupole,
lasciando la ragazza da
sola.
“Speriamo che
non si faccia scoprire… Non so perché, ma sono
preoccupata! E poi, da quando
essere indiscreto equivale all'essere invisibile! E non ho capito cosa
c'entrassero
i ladri... Se Zane viene a sapere che ci stiamo impicciando,
è capace di
ucciderci! Di solito non mi interesso di queste cose, ma questa volta
sono
troppo curiosa per lasciar correre...” pensò la
Obelisk, sospirando.
Poi, si avviò
anch’essa verso l’edificio.
***
-Yomi…-fece
Chumley, correndo incontro alla compagna di classe.
La ragazza si
trovava nel corridoio del primo piano e si stava apprestando a salire
al piano
superiore, quando si sentì chiamare dall'amico cicciottello.
-Chumley… E’
successo qualcosa?
-Posso parlarti
un attimo?-chiese l'altro. Sembrava preoccupato per qualcosa.
-Certo…
-Senti, non
voglio essere scortese, né tanto meno farti arrabbiare,
ma…-cominciò il
ragazzo-koala.
-Ma?
-Stamani, a
colazione, alcuni studenti stavano parlando di te… Non
stavano dicendo delle belle
cose. Avrei dovuto dirgli di smettere, ma non l’ho fatto.
Così mi sono messo ad
ascoltare cosa dicessero e-
-Aspetta! Credo
di sapere cosa vuoi chiedermi…-lo interruppe l'altra.
-Scusa, non
dovrei dubitare di te! Tu non sei cattiva; sei una ragazza gentile,
anche se a
volte fai un po’ paura… E’ impossibile
che tu facessi quelle cose alle medie!
Tu non sei violenta, e di certo non faresti mai duelli clandestini!
Yomi sospirò,
grattandosi la testa, incerta su cosa dire.
-Tu… Non l’hai
fatto, vero?-chiese l’altro con un filo di voce.
-In realtà sì.
Non so bene cosa dicano di me, ma alle medie sono stata coinvolta
più volte in
risse e duelli pericolosi. Tanti miei avversari sono finiti in
ospedale, e
talvolta anche io mi ferivo… Poi ho iniziato a partecipare
anche ai duelli
clandestini. Ho smesso solo poco tempo fa, solo perché mi
dispiaceva continuare
a far preoccupare mio fratello. E dopo poco tempo, sono stata aggredita
in
strada e ho rischiato di morire.
-…
-Mi dispiace,
sono una pessima amica! Avrei dovuto dirtelo…
-Non mi
aspettavo che fosse tutto vero…
-Sono una
pessima persona…
-No! Non è vero,
lo sai! Tutti sbagliano, è normale… Tu sei forte!
Sei molto più forte di me… Ti
ammiro, sul serio! Io vorrei essere come te, vorrei essere forte come
te e
vorrei avere la tua stessa determinazione e forza di
volontà…-esclamò l'altro,
arrossendo leggermente.
-Sbagli a voler
essere come me…
-Perché dici
così?
-Perché in fondo
sono solo un mostro…
-Tu non sei un
mostro. I mostri sono brutti e cattivi, tu non lo sei!
Yomi scoppiò a
ridere.
-Guarda che sono
serio!-fece l'altro, risentito.
-E’ un
complimento?-chiese la ragazza, fra una risata e l’altra.
-Non sono bravo
a fare i complimenti…-fece il ragazzo, leggermente in
imbarazzo.
-Sei un vero
amico…-mormorò l’altra.
-Tu mi hai
aiutato, sebbene fossi senza speranza, perciò devo
ricambiare il favore.
-Non dare troppo
peso a quello che dicono…-fece Yomi, dando una sonora pacca
sulla schiena di
Chumley.
-Non
preoccuparti! Avrai avuto le tue ragioni per comportarti in quel
modo…
-Sei veramente
gentile!
-Attenta a non
innamorarti di me!-fece l’altro, scoppiando a ridere.
-Ma figurati!
Non sei il mio tipo!
-Se per questo
nemmeno tu sei il mio tipo…
-Oh, e quale
sarebbe?-chiese curiosa Yomi, mettendo un braccio intorno al collo
dell’amico.
-Sai, preferisco
le donne un po’ più robuste e in carne…
Come questa!-disse Chumley, estraendo
dal deck una carta e mostrandola alla compagna.
-Chissà perché
me l’immaginavo…-commentò la
studentessa.
-E’ carina, non
trovi?
-Se lo dici tu…
-Invece, qual è
il tuo tipo ideale?
Yomi arrossì
leggermente.
-Non ne
ho!-esclamò poi.
-Sei ingiusta!
Io te l’ho detto…-protestò debolmente
lo Slifer.
-Ok ok, te lo
dico…
-Quindi?
-Bè, bello e
misterioso come il Mago Nero…
Chumley scoppiò
a ridere.
-Non
ridere!-esclamò la giovane, rossa in volto.
-Non dirmi che
hai una fissa per il Mago Nero!
-Non dirlo a
nessuno; è imbarazzante!-esclamò la giovane,
strattonando il compagno per le
spalle.
-Tranquilla, non
lo dico a nessuno…
-Vorrei vedere!
Se Zane lo scoprisse, non farebbe altro che prendermi in
giro…
Chumley guardò
per qualche secondo la compagna, un po’ pensieroso, poi disse:
-Lo sai che
ultimamente parli spesso di lui?
-Davvero? Sarà
perché è insopportabile…
-Mmh… Se lo dici
tu!
-Non dovresti
mettere in dubbio la mia parola!-esclamò risentita Yomi.
Chumley abbozzò
un sorriso, poi propose all’amica di passare un attimo dal
negozio di carte
prima di andare a lezione.
-Sì, è un’ottima
idea…-gli rispose la Obelisk, avviandosi insieme allo Slifer.
***
-Volevi
parlarmi?-fece Yusuke, guardando il castano.
I due si
trovavano sulla terrazza dell'edificio principale. Le lezioni erano
appena
finite e Atticus aveva trascinato l'amico sulla terrazza, dicendogli
che si
trattava di una faccenda urgente.
-Hai sentito
quello che si dice in giro sul conto di Yomi?
-Lei lo sa, no?
Atticus annuì.
-Ne abbiamo
parlato stamattina. Continua a dire che non le interessa sapere chi
è stato...
-Sì, lo so. Ho
cercato di convincerla durante tutte le vacanze estive, ma non
c'è stato verso.
Continua a ripetere che non le interessa e che prima o poi
smetteranno...
-Io voglio
scoprirlo lo stesso! L'ho già detto a Yomi e non cambio
idea!-esclamò Atticus.
-Sono d'accordo
con te. Anche se lei non vuole, non possiamo fare finta di niente.
Siamo pur
sempre suoi amici...
-Sono sicuro che
alla fine ci ringrazierà!
-Lo spero! Anche
perchè non voglio litigare di nuovo con
lei...-comentò Yusuke.
-Nemmeno io!
Però non credo che si arrabbi. Quando le ho detto che avrei
scoperto il
colpevole, mi ha risposto che non le interessava. Ma sono sicuro che
stesse
mentendo...
-Non cambierà
mai... E nemmeno tu!
-Lo sai che non
riesco a stare fermo quando vedo una bella ragazza indifesa!-fece il
castano,
fingendo di essersi offeso.
-Indifesa? Lei?
-Magari non è
proprio indifesa, ma è in difficoltà... Dovrebbe
lasciarsi aiutare, invece di
fare la cocciuta!
-Quando parli
così, mi ricordi Zane…-commentò
Yusuke, trattenendo le risate.
-A proposito di
Zane, è vero che si è innamorato di una
ragazza?-chiese Atticus, cambiando
discorso.
-Da chi l’hai
sentito?
-Me l’ha detto
Yomi… Ma è vero? Tu ne sai qualcosa?
Yusuke si mise
una mano sulla fronte, sospirando.
-Sai qualcosa,
vero?-insistette l’altro.
-No, non so
proprio nulla! Pensi davvero che Zane venga a dirmi una cosa simile?
-In effetti su
queste cose è abbastanza reticente…
-Appunto!
-Allora come fai
a saperlo?-continuò il castano, osservando l'amico con fare
sospettoso.
-L’ho visto… Bè,
ad essere sincero, è solo una mia supposizione. Ultimamente
si comporta in modo
strano quando si trova con quella persona...
-E chi è la
sfortunata donzella?
-Davvero non lo
capisci?-fece Yusuke, sorpreso.
Atticus si
sporse verso l'amico, fissandolo attentamente negli occhi, come se
avesse
potuto leggergli la mente.
-Che c’è?-chiese
Yusuke, indietreggiando leggermente. Si trovava sempre a disagio quando
l'amico
si avvicinava troppo al suo viso.
-Mmh…
-Atticus?
-Credo di aver
capito…
-Ne sei sicuro?
-Sì, penso di
sì… In effetti, avrei dovuto capirlo fin da
subito.-gli rispose l’altro, senza
scomporsi.
“Strano, pensavo
che avrebbe reagito in modo diverso. Mi sa che non ha capito proprio
niente!”
pensò l’Obelisk, continuando a guardare
l’amico castano.
-Ora devo
andare! Voglio vedere se riesco a scoprire chi ha messo in giro quelle
voci… Ci
vediamo dopo!-esclamò Atticus, salutando l’amico e
avviandosi verso le scale.
-Ok, a dopo!
Dopo aver
salutato l’amico, Yusuke rimase ancora un po’
affacciato dalla terrazza
dell’edificio principale.
-Forse dovrei
parlarci…-mormorò tra sè e
sè dopo qualche minuto. Poi prese il palmare,
cercò
il nome dell’Obelisk dai capelli blu e fece partire la
chiamata.
-Zane…-fece, non
appena il volto dell'amico comparve sullo schermo del dispositivo.
-E’ successo
qualcosa?
-No, però vorrei
parlarti… Ti dispiace se ci vediamo tra una decina di minuti
di fronte
all’ingresso dell’Accademia?
-Sì, non c’è
problema…-rispose l'altro.
-Ok, allora a-
-E’ importante?
Intendo quello che mi devi dire…
-E’ solo
curiosità, ma vorrei parlarne in privato. Potrebbe essere un
problema se
qualcun altro sentisse…
-Ok, allora ci
vediamo tra poco.
-Perfetto!-esclamò
Yusuke, chiudendo la chiamata.
“Adesso viene la
parte difficile…” pensò poi, avviandosi
anch’esso verso le scale che portavano
all’interno della struttura.
***
-Scusa
il
ritardo…-fece Zane, non appena raggiunse l’amico.
Yusuke lo stava
aspettando all’ombra di un grosso e vecchio albero, che si
trovava ai margini
del viottolo principale che collegava il porto agli edifici
dell’Accademia.
-Figurati…-gli
rispose l’amico, accompagnando la frase con un gesto della
mano.
-Di cosa volevi
parlarmi?-chiese il giovane dai capelli blu.
-Andrò dritto al
punto, senza fare tanti giri di parole…
-Ok…
L’espressione di
Yusuke divenne improvvisamente seria.
-Tu cosa provi
per Yomi?
Zane spalancò
gli occhi, sorpreso. Non si aspettava di certo una domanda simile; si
era
preparato a tutto tranne che a questo.
-Che razza di
domande sono…-disse irritato, voltandosi
dall’altra parte.
-Per favore,
rispondi sinceramente!
-Yusuke, ma come
ti è venuta in mente una cosa simile?
-Zane, sono
serio…
L’Obelisk fissò l’amico
dai capelli verdi negli occhi per diversi secondi, poi distolse lo
sguardo e si
passò una mano tra i capelli, incerto su cosa rispondere.
-Mi hai chiamato
per chiedermi questo?
Yusuke annuì.
-Lo sai che
l’unica cosa di cui sono innamorato sono i duelli…
Perché mi chiedi una cosa
del genere?
-Lo sai bene che
non è vero… Ti comporti in modo diverso da quando
c’è lei!
-Hai frainteso,
Yusuke… Per me è solo un’amica!
-Non è vero.
-…
-Guarda che a me
puoi dirlo… Non glielo riferirò, lo
prometto!-continuò Yusuke.
-Non devo dirti
proprio niente…
-Sei proprio un
testone, lo sai? Non c’è niente di male ad
ammettere una cosa simile!
-Perché ci tieni
tanto a saperlo? Per caso sei geloso?-esclamò Zane, sempre
più irritato.
L’altro Obelisk
scoppiò a ridere.
-Guarda che
quello geloso sei tu! Hai frainteso tutto! A me non piace, non in quel
senso
perlomeno…
-Quindi, per te,
lei è solo un’amica?
-Credevi che mi
fossi innamorato di lei? Quello che ha preso una bella cotta sei tu,
non io… E
la cosa buffa è che non vuoi ammetterlo!
-Ti sbagli...
-Non mi
sbaglio...
Zane fissò
l’amico per diversi minuti, poi, appoggiando la schiena al
tronco dell’albero,
disse:
-Non so cosa mi
stia succedendo ultimamente. È come se non fossi
più io...
-Non credo che
tu sia cambiato così tanto...
-Ti ricordi di
Umiko?-chiese l'altro, cambiando argomento.
-Certo! Perchè
me lo chiedi?
-Lei si era
dichiarata a Makoto e lui aveva iniziato a maltrattarla. Io assistetti
a tutta
la scena, a quello che gli disse Umiko, a cosa gli rispose quel
bastardo e a
tutte le minacce che seguirono. Nonostante tutto, non feci nulla. Me ne
stetti
in disparte ad ascoltare, senza alzare un dito. Non volevo farmi
coinvolgere,
non volevo espormi e magari inimicarmi qualche professore fin dal primo
anno.
Ho pensato che se avessi voluto continuare a vivere tranquillo, avrei
fatto
meglio a non farmi coinvolgere in nessuna disputa. E poi... Avevo anche
paura,
non so nemmeno di cosa, ma avevo paura. Così lasciai correre
e non riferii
niente a Sheppard, nemmeno dopo che Umiko tentò il suicidio.
-Non lo
sapevo...
-Mi sono
comportato da bastardo, ma ho continuato a vivere come se niente fosse
e credo
che alla fin fine non mi sentii nemmeno in colpa per non aver fatto
niente.
Almeno, finché non ho conosciuto Yomi... Lei mi ha cambiato.
Yusuke si
appoggiò al tronco, di fianco all'amico.
-Quando l'ho
vista insieme a Makoto, mi è tornata alla mente la scena
dell'anno scorso e mi
sono preoccupato. Avevo paura che le facesse del male ed ho cercato in
tutti i
modi di allontanarla da lui. Non volevo che si facesse del male e,
sebbene da
una parte continuavo a dirmi che non sarei dovuto intervenire,
dall'altra
continuavo a dirmi che lei non mi avrebbe abbandonato e che non avrei
dovuto
farlo nemmeno io.
-Ora capisco
perché ti arrabbiavi tanto con lei... Yomi lo sa?
Zane fece un
cenno d'assenso.
-Ho sentito il
bisogno di dirglielo. Volevo che sapesse che non ero proprio il bravo
ragazzo
che pensava e poi sentivo il bisogno di dirlo a qualcuno. Era diventato
un peso
sempre più grosso da portare e volevo liberarmene, anche a
costo di essere
odiato.
-Tu non sei
cattivo. Sei un ottimo amico, proprio perché riesci a
rimanere distaccato da
tutto e sai essere molto più lucido di noi. E credo che
anche Yomi lo sappia...
Zane si voltò
verso l'amico, sorridendo leggermente.
-Grazie...
-Di niente, ma
non hai ancora risposto alla mia domanda.
L'Obelisk dai
capelli blu arrossì.
-Tu le vuoi
bene, vero? Molto più di quanto le vogliamo io e Atticus.
Sei arrivato a
schiaffeggiarla, a litigare e a mettere in pericolo te stesso per lei.
Vuoi
proteggerla, nonostante tu sia consapevole del fatto che non ne ha
bisogno e
che potrebbe darle fastidio, ma vuoi farlo comunque. E questo
perché ne sei
innamorato…
-All'inizio
credevo che fosse la solita ragazzina viziata e frivola, ma poi mi sono
dovuto
ricredere. Ha un
fascino tutto suo; è
diversa dalle altre...-disse Zane, sorridendo.
-In effetti, è
un tipo molto particolare...
-E’ strano; mi
dà fastidio che trascorra del tempo con gli altri ragazzi,
anche con te e
Atticus. Sono geloso di voi e di quel ragazzo del dormitorio
rosso… Da una
parte vorrei che facesse amicizia con gli altri studenti, ma
dall’altra vorrei
che parlasse solo con me e con nessun altro…
-L’avevo
intuito…-fece Yusuke, a bassa voce.
-Io non voglio
che soffra ancora. Ha già sofferto troppe volte...
-Vuoi
proteggerla perchè ti senti responsabile per quello che ha
cercato di farle
Makoto, vero?
Zane fissò
l'amico per qualche istante, poi fece:
-Io non voglio
vederla piangere… Quando è scoppiata in lacrime,
quella volta in infermeria, mi
sono sentito veramente impotente. Non potevo fare altro che dirle che
sarebbe
andato tutto bene, che il peggio era passato e che non le sarebbe
successo più
niente. Non potevo fare nient'altro… Avevo paura che
rimanesse scossa a tal
punto da non fidarsi più di nessuno. Tremava dalla paura e
dalla rabbia e io
non potevo fare altro che abbracciarla…
-Zane…
-Credo di aver
iniziato a provare qualcosa fin dalla prima volta che l’ho
vista. Per tutti
questi mesi, non ho fatto altro che prenderla in giro… La
trattavo come se
fosse solo un’amica, quando in realtà era molto di
più. Ho mentito sia a lei
che a me stesso…
-Ti sei
innamorato di lei...-disse Yusuke, a bassa voce.
-E’ assurdo! Non
sono mai stato interessato alle ragazze e poi finisco con
l’innamorarmi di
quella più strana che ci sia... E’ una testa calda
che si arrabbia sempre per
nulla. Non ascolta nessuno e vuole fare sempre di testa sua. Non fa
altro che
cacciarsi nei guai e mettere in difficoltà tutti noi! A
volte non riesco a
capire cosa le passi per la testa… Inoltre, dovrebbe
smettere di accusarsi di
qualsiasi cosa accada. Vorrei che capisse che non è un
mostro e che in lei non
c’è niente che non vada…
-…
-Per me, lei non
ha niente che non va…
-Zane…
-Come ho fatto
ad innamorarmi di una così…
-Per come la
vedo io, Yomi è l’unica di cui potresti
innamorarti. È praticamente il tuo
opposto…
-Comunque sia,
non ha molto senso parlarne. In fondo, lei non ricambia i miei
sentimenti…-esclamò l'altro Obelisk, scostandosi
dal tronco dell'albero.
-Come fai a
saperlo? Non gliel’hai chiesto, no?
-Pensi davvero
che provi qualcosa per me?-chiese il Kaiser, voltandosi verso l'amico.
-Ho detto solo
che non puoi saperlo…
-Non ho
intenzione di dichiararmi… Non ce n’è
alcun motivo! E vorrei che tu non le
dicessi niente…
-Non
preoccuparti, non le dirò nulla!
-Grazie…-fece
Zane, sorridendo leggermente. Poi, seguito dall’amico, si
diresse verso il
dormitorio blu, per cenare.
|
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Capitolo 21 *** Capitolo 21- I primi incidenti ***
Capitolo
21- “I
primi incidenti”
Ormai
la scuola
era iniziata di nuovo da circa una settimana e le voci sul passato
della
ragazza continuavano a girare da studente a studente. Con il passare
dei giorni
si erano addirittura moltiplicate e si erano aggiunti particolari di
cui
nemmeno la Obelisk si ricordava. Adesso era diventata una specie di
demone,
dotata di poteri psichici, che si divertiva a massacrare la gente e
sfidava a
duello persino i bambini. Secondo le malelingue più recenti,
sembrava che
avesse picchiato persino una signora anziana solo perché
aveva osato incrociare
il suo sguardo. Niente di più falso! I pochi che conosceva
bene la ragazza
sapevano che non era assolutamente vero, ma gli altri studenti
tendevano a
cambiare strada tutte le volte che la scorgevano, pur di non dover
incontrare
il suo sguardo. Adesso persino i ragazzi del dormitorio Slifer facevano
a meno
delle sue ripetizioni e Yomi, alla fin fine, era quasi contenta. Certo,
preferiva che smettessero di parlare male di lei alle spalle, ma in
quel modo
evitata di trascorrere i pomeriggi chiusa in caffetteria a ripetere le
solite
cose alle solite persone.
Atticus, nel
frattempo, aveva continuato con le sue investigazioni. Aveva chiesto
alle sue
numerose ammiratrici, ma non aveva ancora scoperto chi avesse messo in
giro quelle
voci, né, tantomeno, come avesse fatto. Zane, invece, da
quando aveva parlato
con Yusuke, non sapeva più come comportarsi di fronte
all’amica e, il più delle
volte, preferiva evitare di rimanere a lungo insieme a lei. Il giovane
dai
capelli verdi se ne era accorto e aveva iniziato a temere che finissero
per
litigare di nuovo. Nonostante le sue preoccupazioni, non sapeva cosa
fare per
aiutare l'amico e risolvere la situazione.
Quella mattina,
Yomi era scesa in sala da pranzo prima del solito. Si era svegliata
presto e
non sapendo cosa fare, aveva deciso di fare colazione il più
in fretta
possibile e fare una passeggiata per l'isola.
Era intenta a
scegliere una delle tante brioche appena sfornate, che troneggiavano
invitanti
su un grosso piatto di argento, quando sentì la presenza di
qualcuno alle sue
spalle. Si voltò, leggermente spaventata, e vide Noriko, in
piedi sull’ingresso
della stanza, che la guardava seria.
-Ti sei
svegliata presto anche tu…-commentò la matricola,
ritornando a concentrarsi
sulla pila di croissant.
-C’è qualche
problema per caso?-chiese la studentessa del terzo anno, avvicinandosi
al
tavolo.
-No, figurati…
-Questa è la
prima volta che possiamo parlare un po’ da sole, no?
-Direi di sì…
Noriko si
avvicinò di qualche passo verso l’altra
studentessa.
-Sbaglio, o
ultimamente passi molto tempo fuori dal dormitorio femminile?-fece la
ragazza
del terzo anno, dopo qualche minuto di silenzio.
-Per caso è un
interrogatorio?-chiese l’altra, continuando ad ignorare la
rappresentante.
-Vedo che non
sei minimamente preoccupata…
-Perché dovrei
esserlo?-fece Yomi, voltandosi irritata verso l’altra ragazza.
-Bè, sai, quelle
voci che girano ultimamente tra gli studenti ti descrivono come un vero
e
proprio demonio. Non hai paura di perdere quei pochi amici che hai?
-Ti stai
preoccupando, per caso?
-…
-Non m’interessa
cosa pensa la gente di me. I miei amici sono miei amici, e come tali,
non
credono a certe idiozie!
Detto questo, la
ragazza del primo anno prese un grosso cornetto ripieno di cioccolato
ed una
tazza di latte, e si diresse verso uno dei tavoli, per fare colazione.
Noriko
la osservò sedersi, poi prese una tazza di caffè
e la seguì al tavolo, decisa
ad andare fino in fondo.
-Sei
un’egoista…-fece la studentessa del terzo anno,
sedendosi di fronte alla
matricola.
-Sei in vena di
chiacchierare oggi?
-Pensi solo a te
stessa…-continuò Noriko, ignorando il commento
della studentessa.
-Ma
davvero?-disse l’altra, sarcastica.
-Non pensi ai
tuoi amici e alla loro reputazione…
-Dove vuoi
arrivare?-chiese Yomi seria. Aveva l’impressione che tutte
quelle domande
fossero fatte apposta per metterla in difficoltà. Non capiva
dove volesse
arrivare la rappresentante, ma aveva la netta sensazione che stesse per
farle
una ramanzina.
-Credi davvero
che questa cosa riguardi solo te?-continuò Noriko.
-Non vedo perché
non dovrebbe… Zane, Yusuke e Atticus non c’entrano
niente con questa storia!
-Pensi davvero
che sia così?
-Senti, se vuoi
dirmi qualcosa, dimmelo e basta, senza tanti giri di
parole!-esclamò Yomi,
stufa dell’atteggiamento della rappresentante.
Noriko la fissò
per qualche secondo, al di sopra del bordo della tazza, poi,
appoggiò il tutto
sul tavolo e, come se niente fosse, disse:
-Se fossi in te
smetterei di frequentarli!
-Perché mai
dovrei fare una cosa del genere?
-L’onore di Zane
ne risentirà…
-L’onore? Ma che
stai dicendo?!-esclamò irritata la matricola.
-Zane è il
Kaiser di questa Accademia. Da quando ha sconfitto Makoto, è
diventato lui il
duellante migliore di tutta l’Accademia… Capisci
cosa significa? Frequentare
una donna violenta come te non può che nuocere al suo nome e
al suo onore!
-Per caso sei
gelosa?
-Non dire
sciocchezze… Io mi preoccupo solo del dormitorio femminile.
Non voglio che gli
altri studenti accusino il mio dormitorio per quello che tu stai
facendo!
-La cosa non mi
riguarda! Se Zane ritiene che stando con me, il suo onore ne
risentirebbe,
allora sarà lui il primo a troncare ogni rapporto…
-Sei proprio
un’egoista… Non dovresti costringere le persone a
fare come vuoi tu!
-Io non
costringo nessuno!
-Ne sei sicura?
Pensi che per lui sarà facile troncare ogni rapporto con te?
Sei più sciocca di
quanto credessi…-commentò Noriko, bevendo poi un
sorso di caffè caldo.
-Perché non
dovrebbe esserlo?
-Perché Yusuke è
un suo caro amico.
-E questo cosa c’entra
con Zane?!
-Yusuke è
innamorato di te e se Zane rompesse ogni rapporto con te per proteggere
il suo
nome, Yusuke smetterebbe di rivolgergli la parola. Se continua a
parlare con te
è solo perché ci tiene alla sua amicizia con
Yusuke…
-Ma non prendermi
in giro…
-Pensi davvero
che ti stia prendendo in giro? Prova a pensarci! Secondo te,
perché Yusuke ha
deciso di diventare amico di un demone come te? Yusuke è un
ragazzo gentile,
probabilmente si è innamorato di te dal momento in cui ti ha
salvata da quel
gruppo di Obelisk…
-E tu cosa ne
sai? Te l’ha detto lui?
-Non ce n’è
bisogno! Una donna queste cose le capisce al volo… Mi sa,
però, che tu sia più
ottusa di quanto pensassi, se non sei stata in grado di capirlo.
-Ma come ti
permetti?!-esclamò Yomi, alzandosi in piedi.
-In fondo, è
stato lui a spingerti a fare amicizia con gli altri, ti ha presentato i
suoi
due migliori amici e cerca ogni pretesto per parlarti e passare un
po’ di tempo
con te. E ho saputo che parla spesso di te agli altri ragazzi! Sei
ancora
convinta che non sia innamorato?
-La cosa non mi
riguarda… Puoi dire quello che ti pare, ci
crederò solo quando sarà Yusuke
stesso a dirmelo!
-D’accordo, come
vuoi, ma se fossi in te ci penserei bene prima di continuare a fare del
male a
quei ragazzi…
-Buona
giornata!-esclamò stizzita la ragazza del primo anno,
alzandosi dalla sedia.
Non aveva più alcuna voglia di rimanere lì e
farsi aggredire in quel modo dalla
rappresentante; sarebbe stato molto meglio chiudere il discorso e
andarsene a
fare una passeggiata. Ormai era quasi uscita dalla sala, quando fu
fermata di
nuovo dalla voce della rappresentante.
-Yomi, ti
avviso! Se non vuoi passare dei guai, ti conviene troncare ogni
rapporto, con
chiunque!
-No, non credo
che lo farò…
-Allora peggio
per te! Io ti ho avvisata…
Yomi la fissò
per diversi secondi, poi alzò le spalle e uscì
dalla stanza.
“Questa è bella!
Pensava di spaventarmi? Povera sciocca! Non ha ancora capito che io non
mi
faccio comandare da nessuno? E non credo che quello che ha detto sia
vero…
Yusuke non può essersi innamorato di me, e anche se lo
fosse, ci crederò solo
quando lo sentirò uscire dalla sua bocca! Inoltre, sono
sicura che Zane mi
ritiene un’amica… Non ha senso che dia retta a
Noriko! Non capisco cosa voglia
da me, ma, qualsiasi cosa sia, non ho alcuna intenzione di dargliela
vinta!”
pensò, mentre si incamminava verso la banchina del porto.
Il sole era già
abbastanza alto e c’era un leggero vento fresco, che muoveva
delicatamente le
cime degli alberi che circondavano il sentiero. La giornata era
fantastica,
come sempre del resto. Yomi stava camminando tranquilla per la stradina
sterrata, quando, ad un certo punto, sentì un rumore
provenire dal margine
sinistro della strada. Si voltò appena in tempo per vedere
un vecchio albero
crollarle addosso. La ragazza lanciò un mezzo grido e fece
un salto
all’indietro, per evitare di farsi schiacciare dal tronco.
-Ma che
diavolo…!-esclamò, mentre riprendeva fiato. Si
mise una mano sul petto e sentì
chiaramente i battiti accelerati del cuore. Aveva evitato per un pelo
di
rimanere schiacciata sotto un grosso albero e, se non fosse stato per i
suoi
ottimi riflessi, ci sarebbe rimasta secca.
“Accidenti, mi è
andata bene… Se non me ne fossi accorta, sarei
morta!”
Rimase seduta
per terra per altri dieci minuti, cercando di calmarsi e riprendere
fiato. Poi
si alzò, per dare un’occhiata più da
vicino.
-Che strano… Il
tronco non è marcio e sembra che sia stato segato da
qualcuno…-disse,
strusciando la mano sulla corteccia e osservando più da
vicino quello che
sembrava essere il segno di una sega. L’albero era stato
senza dubbio tagliato
da qualcuno.
“Perché qualcuno
dovrebbe tagliare un albero in buona salute? E soprattutto,
perché non
dovrebbero avvertire mentre cade?” pensò,
guardandosi ripetutamente intorno.
Non c’era anima viva, oltre a lei.
La ragazza si
grattò la testa, incerta su cosa fare. Poi, alzò
le spalle, si spolverò un po’
la gonna e riprese a camminare verso il porto.
“Non è il caso
di preoccuparsi per una cosa del genere… Probabilmente
è stata una distrazione
di qualcuno degli uomini che si occupa della manutenzione. Ma chi
voglio
prendere in giro?! Come se fosse normale tagliare un albero e andarsene
mentre
casca! A dire la verità, non ci credo neanche io! Ma non so
cosa fare, perciò è
meglio non pensarci troppo… Potrebbe sempre essere un
incidente, anche se
strano. Però ho la sensazione che non lo sia. Forse dovrei
fare più
attenzione...”
Giunta al porto,
si sedette sulla banchina, con i piedi che penzolavano sulla superficie
dell’acqua. Rimase così per diversi minuti,
assaporando la brezza marina e la
pace mattutina.
-Che
silenzio!-fece, stiracchiandosi un po’.
“Ultimamente,
preferisco di gran lunga venire qui, che andare sul tetto
dell’edificio
principale. L’odore dell’oceano è
così buono… E da qui riesco a vedere molto
meglio le nuvole!”
Dopo diversi
minuti, stanca di rimanere seduta a fissare l’oceano, fece
per alzarsi, per
tornare di nuovo verso gli edifici principali, quando qualcuno, alle
sue
spalle, le diede una bella spinta, facendole perdere
l’equilibrio e cadere in
acqua.
Yomi riemerse
quasi subito, nera dalla rabbia per quel bagno fuori programma e pronta
ad
uccidere chiunque le avesse giocato quel brutto scherzo.
-Chiunque tu sia,
considerati morto!-esclamò, voltandosi verso la banchina,
certa di beccare
l’idiota che l’aveva fatta finire in acqua. La
banchina, però, era deserta,
esattamente come il resto della zona. Non c’era anima viva, a
parte lei.
“Questa poi… Non
c’è nessuno!” pensò,
sorpresa, la giovane.
-C’è qualcosa
che non va…-mormorò la ragazza, mentre cercava di
tenersi a galla. Nonostante
fosse una buona nuotatrice, le scarpe le si erano riempite di acqua e
stava
facendo più fatica del solito, per rimanere a galla.
“Dovrei
togliermele… Ma poi non posso mica andare in giro per la
scuola scalza! E’
l’unico paio che mi hanno dato, non posso lasciarle cadere
sul fondo
dell’oceano! Poi chi lo sente Crowler…”
-Non ho
alternative, devo uscire subito dall’acqua…-si
disse, mentre si avvicinava alla
banchina. Poi provò ad alzare un braccio, per cercare di
raggiungere il bordo,
senza riuscirci.
-Oh, fantastico!
Non ci arrivo nemmeno…-commentò, sarcastica.
Provò altre due
volte a raggiungere il bordo di cemento, ma, per quanto tentasse, le
mancavano
ancora cinque o sei centimetri.
-Perfetto!
Affogherò nel modo più stupido che
esista!-esclamò Yomi, più arrabbiata che
spaventata.
Non pensava al
fatto che stesse rischiando sul serio la vita, quanto a chi potesse
averle
giocato un brutto tiro come quello. L’unica cosa a cui
pensava in quel momento
era a come vendicarsi.
“Giuro che lo
strozzo, chiunque esso sia!”
-Che stai
facendo?-fece una voce sopra di lei. La giovane alzò lo
sguardo, pronta a
strillare in faccia a chiunque si fosse palesato.
-Zane!
Lo studente del
dormitorio blu era inginocchiato sulla banchina, che la guardava
confuso.
-Che stai
facendo?-chiese di nuovo il ragazzo, sporgendosi leggermente.
-Aiutami ad
uscire!-esclamò la ragazza, allungando faticosamente il
braccio destro verso
l’amico.
Zane non si
scompose molto e le afferrò la mano, aiutandola ad issarsi
su.
-Si può sapere
cosa stavi facendo?-insistette l’Obelisk, mentre osservava la
ragazza
riprendere fiato.
-Mi era venuta
voglia di fare un bagno…
-Smettila di
prendermi in giro.
-Ma dai, te ne
sei accorto!-commentò, sarcastica, la giovane.
Il ragazzo la
fissò per diversi secondi. La sua espressione era talmente
inespressiva che
Yomi non capì se si fosse arrabbiato o meno.
-Sei cascata in
acqua?-chiese Zane, dopo un po’.
-Ti sembro così
imbranata?!
-Un po’ lo sei…
-Ehi! Guarda che
qualcuno mi ha spinta!
-Qualcuno chi?
-Non lo so!
-Non l’hai
visto?
-No, mi è
arrivato alle spalle e quando sono riemersa la banchina era deserta.
-Perché mai
qualcuno dovrebbe farlo?
-Secondo te lo
so?!
Zane non ribatté
e continuò a fissarla impassibile. Poi le prese
delicatamente una ciocca di
capelli e disse:
-Sei fradicia.
Dovresti andarti a cambiare…
-Non ti
preoccupare…-mormorò Yomi. Poi
starnutì ripetutamente e iniziò a tremare dal
freddo.
-Se continui a
stare all’aria aperta, ti prenderai un
malanno…-commentò l’altro.
-Non importa!
Non ho molta voglia di tornare al dormitorio femminile…
Starò qui al sole e mi
asciugherò; tanto c’è tempo prima che
inizino le lezioni!
Zane sospirò,
grattandosi la testa. Poi afferrò l’amica per un
braccio, costringendola ad
alzarsi, e iniziò a trascinarla verso il sentiero che
conduceva a tutte le
strutture dell’isola.
-Ehi, che fai?
-Non puoi
rimanere con i vestiti e i capelli bagnati…
-Non sono affari
tuoi!
-Non posso
lasciarti qui ad ammalarti…
-E quindi?
-Quindi vieni in
camera mia e ti asciughi…
Yomi arrossì.
-No!-esclamò,
poi.
Il Kaiser si
voltò, contrariato.
-Vuoi che ti
porti di peso, come l’ultima volta?
-No!
-Allora cammina…
-E’
imbarazzante!
-Perché
dovrebbe?
-Non voglio
spogliarmi in camera tua!
-Allora vai in
camera tua…
-No!
Il ragazzo non
rispose e continuò a fissarla impassibile.
-Ok, se proprio
insisti…-commentò la giovane, mettendo il broncio
e seguendo l’amico fino al
dormitorio blu.
Giunti in
camera, Zane le passò un asciugamano e la sua tuta da
ginnastica, poi le disse
di spogliarsi e di asciugarsi ed uscì dalla stanza.
Yomi rimase per
un attimo a fissare la porta da cui era appena uscito
l’amico, poi si tolse
velocemente la divisa e si asciugò.
-Devo mettermi
per forza la tua tuta?-chiese la giovane ad alta voce, avvicinandosi
alla
porta.
-Non credo che
la tua divisa si asciugherà in tempo…
E’ un po’ grande per te, ma non ho altro
da darti!-le rispose l’Obelisk da dietro la porta.
-Ok, ho
capito…-mormorò l’altra, prendendo la
divisa e studiandola. Era decisamente
troppo grande per lei.
“E’ imbarazzante
doversi mettere la sua divisa! Forse era meglio tornare in camera a
cambiarsi…
Che situazione! Solo perché non avevo voglia di rivedere
Noriko…” pensò Yomi,
mentre indossava i vestiti dello studente del secondo anno. Poi si
avvicinò
alla porta e la aprì leggermente, il giusto per potersi
affacciare senza dare
troppo nell’occhio.
-Hai fatto?-le
chiese l’amico, non appena la vide affacciarsi.
-Sì… Grazie!
-Figurati…-le
disse l’altro, scostandola leggermente per poter entrare
nella stanza.-La
divisa puoi anche lasciarla qui… Te la restituisco
più tardi!
-Ah, grazie…-fece
la giovane, richiudendo la porta dietro al ragazzo.
Rimasero diversi
minuti in un silenzio imbarazzante. Yomi continuava a giocherellare con
le
maniche della felpa, che le rimanevano dieci centimetri buoni
più lunghe; Zane,
invece, continuava a fissarla, incerto su come comportarsi.
-Sei sicura che
ti abbiano spinto?-fece l’Obelisk dopo un po’,
rompendo il silenzio che si era
creato.
-Di certo non
sono cascata!-fece l’altra, buttandosi a peso morto sul letto.
-Hai ancora i
capelli bagnati…-mormorò il giovane, prendendo
l’asciugamano e sedendosi
accanto alla ragazza. Poi, le ordinò di voltarsi,
cosicché lui potesse
asciugarglieli.
-Ok...
Detto questo,
Yomi si voltò, dando le spalle all’amico,
così da lasciarlo fare. Calò di nuovo
il silenzio, interrotto solo, di tanto in tanto, dal frusciare del
tessuto sui
capelli della Obelisk.
-Posso chiederti
una cosa?-fece la ragazza, dopo qualche minuto.
-Dimmi…
-Secondo te io
piaccio a Yusuke?
-Certo; per lui
sei una buona amica…
-Intendevo se
secondo te è innamorato di me…
Zane si bloccò,
sorpreso. La studentessa se ne accorse e si voltò verso
l’amico.
-Perché ti sei
fermato?
-Non me
l’aspettavo… Piuttosto, queste cose non ti
mettevano a disagio?-farfugliò
l’altro, cercando di nascondere l’imbarazzo, che la
domanda fuori luogo
dell’amica gli aveva provocato. Yomi arrossì a sua
volta, voltandosi di nuovo
dall’altra parte e dando la schiena allo studente.
-Non
fraintendermi! Sono imbarazzata a chiedertelo…
-Perché me lo
chiedi?
-Mi hanno detto
che è innamorato di me, che si vede benissimo e che sono
un’idiota a non
essermene accorta… Per me è un amico e do per
scontato che per lui sia uguale,
ma forse mi sto sbagliando…
-Per te è un
amico?
-Penso di sì…
-Pensi?-fece
Zane, cercando di nascondere il suo disappunto.
-Io gli voglio
bene, ma non in quel senso…
-Ne sei sicura?
-Sì… Credo di
provare le stesse cose che provo per Atticus e sono sicura che non sia
amore!
-Per Atticus?
-Anche se
litighiamo spesso, per cose ridicole, gli voglio bene. E’ un
amico prezioso e
se scomparisse, credo che soffrirei… Per Yusuke provo le
stesse cose. E’ un
amico per il quale sono disposta a tutto. Ma non me ne sono innamorata;
ne sono
sicura! Yusuke e Atticus sono sullo stesso livello per me…
-E io?
-Tu?-chiese
sorpresa Yomi, voltandosi di nuovo verso l’amico.
-Credevo che
fossimo amici…
-Tu sei
antipatico e a volte anche insopportabile!-fece la giovane, voltandosi
di nuovo
dall’altra parte.
-Come sei
gentile…-commentò l’altro, sorridendo.
-Sei così
antipatico che a volte mi dimentico che esisti!
-Dovrei
prenderlo come un complimento?
-Fai come credi!
Tanto fai sempre come ti pare…-disse la ragazza.
-Senti chi
parla…
-Sei insopportabile…
-E tu sei una
testarda…
-Pensi di sapere
tutto di tutti…
-E tu ti cacci
sempre nei guai…
-Anche tu! A
volte, ti comporti in modo avventato, caro signor
“ho-tutto-sotto-controllo”…
-Mi preoccupo
solo per te…
-Non dovresti…
Io non te l’ho chiesto!-fece Yomi, senza voltarsi.
-Lo so, ma per
me non ha importanza… A dire la verità, io-
Il ragazzo non
riuscì a finire la frase, perché fu interrotto
dall’ingresso di Atticus, che,
senza nemmeno bussare, spalancò di getto la porta.
-Ehilà!
Buongiorno, Za-
Il castano si
bloccò a metà, con il dito puntato
sull’amica, incapace di dire qualsiasi cosa.
Non si aspettava di trovarla in camera di Zane, seduta sul suo letto e
con la
sua tuta.
-Atticus, quante
volte devo dirti di bussare?-fece l’altro, cercando di
nascondere l’imbarazzo.
-Atticus, lo sai
che prima di entrare si bussa!-esclamò Yusuke, entrando
anch’esso nella stanza.
-Che ci fa lei
qui!-strillò il castano, continuando ad indicare
l’amica.
-Abbassa il
volume! Non voglio che gli altri studenti sappiano che è
qui…-lo rimproverò il
giovane dai capelli blu, cercando di non alzare troppo il tono della
voce.
-Forse è meglio
se chiudo la porta…-si intromise Yusuke, spingendo il
dongiovanni dentro la
stanza e chiudendo a chiave la porta di legno.
-Cosa significa
tutto questo?! Si può sapere cosa le hai
fatto?!-continuò Atticus, cercando di
moderare il volume della voce per non urlare troppo.
-Niente! Cosa
vai a pensare!-gli rispose, indignato, l’amico.
-Scusami tanto!
Sono le sette di mattina, entro in camera tua e vi trovo seduti sul
letto, lei
che indossa la tua tuta, tu che gli asciughi i capelli… Cosa
dovrei pensare,
secondo te?
-A volte sei
proprio imbarazzante!-esclamò, stizzita, Yomi.
-Dovete
ammettere che chiunque avrebbe potuto fraintendere!
-Solo tu potevi farlo…
Qualcuno mi ha spinta in acqua, ero fradicia e Zane mi ha prestato i
suoi
vestiti. Tutto qui!
-Perché qualcuno
dovrebbe spingerti in acqua?-chiese Yusuke, guardando i due amici
confuso. Il
racconto della studentessa sembrava veramente ridicolo.
-Non lo so… Ma
ho l’impressione che qualcuno stia cercando di farmi
fuori…
-Davvero?
-Questo non me
l’avevi detto…-commentò Zane.
-Ho ricevuto
delle minacce stamattina, al dormitorio femminile… Poi sono
uscita e mentre mi
dirigevo al porto, un albero mi è quasi cascato addosso. Era
stato tagliato,
perciò credo che qualcuno l’avesse fatto apposta.
All’inizio ho pensato che
fosse un incidente, ma poi, sulla banchina, mi hanno spinto in acqua. E
se non
fosse stato per Zane, sarei affogata…
-Perché? Non
sapevi nuotare?-la interruppe il castano.
-So nuotare, ma
la banchina è troppo alta rispetto al livello
dell’acqua e da sola non sarei
riuscita ad uscire… Non ci arrivavo!
-Adesso capisco
perché non volevi andare in camera tua… Pensi che
c’entri qualcuno del dormitorio
femminile?-fece il Kaiser.
-Non lo so; è
molto probabile… A questo proposito, non vi dispiace se per
un po’ mi
trasferisco da voi?
-Come da noi?
Vuoi dormire in una delle nostre camere?-fece Yusuke, sorpreso.
-Bè, sì… Non
voglio ritornare nel dormitorio femminile; ho il presentimento che se
resto là,
finirò in infermeria. Quindi potrei rimanere qui! Ma se non
vi va potrei
chiedere a Chumley…
-No, resti qui!
Il dormitorio rosso non ha le camere singole e non puoi dormire insieme
ad
altri ragazzi…-disse Zane, interrompendo l’amica.
-Aspetta, ma lo
stesso discorso vale anche per noi! Non può dormire insieme
ad uno di noi! È
vero che il nostro dormitorio è piccolo, dato che si tratta
di quello per gli
studenti d'élite e che è staccato dal dormitorio
blu principale, ma se si
spargesse la voce sarebbe un grosso problema lo stesso!
-Posso cederle
la mia e io dormirò in camera con uno di voi… Non
credo che sia un problema, in
fondo si tratta solo di qualche giorno.-rispose pacato
l’Obelisk dai capelli
blu.
-Sicuro che sia
una buona idea?-fece Yusuke, ancora perplesso.
-Non abbiamo
altre alternative… Se resta al dormitorio femminile,
potrebbe farsi male. In
fondo, si tratta solo di qualche tempo, almeno finchè non
avremo sistemato
questa faccenda…
-Hai ragione… Allora
dorme in camera tua?-fece Yusuke guardando il Kaiser.
-Se a lei va
bene…
-Per me non c’è
problema, tanto una vale l’altra! Dopo le lezioni ritorno in
camera a prendere
le cose che mi potranno servire e ritorno qui, ok?
-Forse dovresti
riferirlo al cancelliere…-commentò Atticus, non
convinto dell’idea dell’amica.
-Non ho le
prove, non me la sento di accusare nessuno! Potrei sempre essermi
sbagliata… Se
non succede niente, ritornerò al mio dormitorio!
-Quello che mi
preoccupa è che succeda qualcosa…
-Cosa vuoi che
accada; nessuno saprà che sono qui!
-Va bene, fai
come credi…-mormorò l'altro, arrendendosi di
fronte alla testardaggine della
matricola.
-Hai finito di
asciugarmi i capelli?-chiese la Obelisk, voltandosi leggermente verso
l’amico
dai capelli blu.
-Sì…
-Grazie!-esclamò
l’altra sorridendo.
-Figurati…
-Fra meno di
un’ora iniziano le lezioni... Come pensi di uscire di
qui?-fece Yusuke,
indicando la porta chiusa a chiave.
-Non puoi
passare dalla porta principale. Non con la tuta di Zane almeno!
Circolano anche
fin troppe voci sul tuo conto, meglio non aggiungerne altre…
Sai a cosa mi
riferisco!-continuò Atticus.
-Vorrà dire che
passerò dalla finestra…-rispose Yomi, indicando
il balcone.
-Vuoi saltare di
sotto? Lo sai che siamo al primo piano?-fece Yusuke, non nascondendo la
sua
preoccupazione.
-Che vuoi che
sia! Non è la prima volta che salto da una
finestra… Quando facevo i duelli
clandestini mi è ricapitato! Una volta sono saltata persino
da un tetto… Anche
se ho rischiato di rompermi una caviglia…
-Sei veramente
una teppista…-commentò il Kaiser, mentre
sistemava l’asciugamano al sole.
-Non è
vero!-fece risentita la ragazza.
-Comunque, non
credo che ci siano problemi se passi dalla porta, come tutti i comuni
mortali…
-Bè, non sono
problemi miei se iniziano a parlare male di voi…
-Sei proprio
egoista…-mormorò il castano.
-Non è vero…
-Andiamo a fare
colazione?-si intromise Yusuke, cercando di evitare un nuovo litigio.
-Buona idea, sto
morendo di fame!-fece Atticus.
-Vengo
anch’io…-aggiunse Zane, lanciando
un’occhiata all’amica.
-Anch’io sto
morendo di fame… Credo che mangerò di nuovo!
-Ma quanto
mangi?-chiese il Kaiser, guardandola sorpreso.
-Io ho fame…
-Non dovresti
pensare alla linea? E poi una ragazza non dovrebbe mangiare
troppo…
-Al diavolo la
linea! Se ho fame, mangio… E con la fatica che ho fatto per
tenermi a galla, è
ovvio che abbia di nuovo fame!
-Attenta che
ingrassi…
-Vuoi farmi
arrabbiare?
Zane scoppiò a
ridere. Poi disse:
-No, ti stavo
prendendo un po’ in giro…
-Antipatico!-fece
l’altra, mettendo il broncio.
-Sei carina
quando fai quella faccia…-mormorò il Kaiser,
sottovoce. Yomi lo sentì ed
arrossì leggermente. Non rispose; non sapeva cosa dirgli e
preferì fare finta
di niente. Non c’era bisogno di guastare
quell’atmosfera così tranquilla e rilassata
e non voleva litigare di nuovo, perciò preferì
fare finta di niente. In fondo,
cosa avrebbe dovuto rispondere? La ragazza non lo sapeva e non sapeva
nemmeno
perché l’amico avesse detto una cosa del genere,
di punto in bianco. Non era da
lui, lo Zane che conosceva non avrebbe mai detto una frase simile. Ma
il Kaiser
che aveva accanto quella mattina era diverso da quello di sempre, e la
studentessa se ne era accorta, sebbene ne ignorasse il motivo.
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Capitolo 22 *** Capitolo 22- La prima scommessa ***
Capitolo
22- “La
prima scommessa”
Erano
trascorsi
pochi giorni da quando la ragazza si era trasferita al dormitorio
dell’èlite,
ma, nonostante tutto, gli incidenti non fecero che aumentare. Avevano
tentato
di spingerla dalle scale quattro volte; una volta, sempre sulle scale,
le era
venuto addosso il pianoforte che si trovava nell’aula di
musica e, per fortuna,
l’aveva scansato all’ultimo minuto saltando sul
corrimano. Altre volte rischiò
di morire schiacciata da vari mobili che, di punto in bianco,
decidevano di
cascarle addosso. E non era riuscita a vedere il colpevole nemmeno una
volta.
Yomi stava iniziando a preoccuparsi e con lei, anche i tre Obelisk.
Chumley,
che si era accorto che qualcosa non andava, aveva cercato di convincere
l’amica
a parlarne con Sheppard, ovviamente senza successo. La studentessa non
aveva
idea di chi fosse e, finchè non lo scopriva, non aveva
alcuna intenzione di
spifferare tutto al cancelliere. Non voleva accusare nessuno e
sopratutto non
sapeva chi accusare. E non avrebbe avuto senso mettere nei guai tutti
gli
studenti per colpa di uno solo.
Quel pomeriggio
stava camminando da sola per i corridoi, quando sentì
qualcuno abbracciarla da
dietro. La ragazza sussultò e dallo spavento tirò
una gomitata all’altezza del
plesso solare dell’aggressore.
-Ahia, che
male…-mormorò Atticus, accasciandosi in terra
dolorante.
-Idiota! Cosa
credevi di fare?!-esclamò l’altra, nera dalla
rabbia. Per un attimo aveva avuto
davvero paura. Se qualcuno stesse cercando realmente di ucciderla,
avrebbe
anche potuto accoltellarla. E quell'abbraccio improvviso le aveva fatto
salire
il cuore in gola.
-Che crudele…
Sei così carina che non ho resistito!-esclamò
l'altro, sorridendo come un
ebete.
-Tu sei tutto
scemo…
-Lo so che ti
piace quando ti abbraccio!
-Vuoi essere
picchiato?!
-In realtà, preferirei
un abbraccio…
-A volte sei
proprio irritante…-commentò Yomi, incrociando le
braccia al petto.
-Comunque, ti ho
cercata per tutta la mattina. Che fine avevi fatto?
-Bè, oggi ho
saltato le lezioni…
-Davvero? Sei
proprio una teppista…-commentò Atticus,
guardandola di sottecchi. La stava
prendendo bonariamente in giro e lo sapevano entrambi.
-Non avevo molta
voglia di andare a lezione, tutto qui! Comunque, cosa vuoi?
-Ecco, a
proposito di quelle voci che ultimamente circolano sul tuo conto...
-Sì?
-Ecco, credo di
aver scoperto chi sia stato a metterle in giro…
-Davvero?
Chi?-fece l’altra, afferrandolo per le spalle e scuotendolo
violentemente.
-Calma, fammi
parlare…
-Muoviti! Sputa
il rospo! Chi è?
-Noriko
Tsukamoto…-disse l'altro, tutto d'un fiato.
Yomi lo fissò,
interdetta. Sembrava che non credesse molto a ciò che le
aveva appena detto
l'amico.
-La
rappresentante del dormitorio femminile? Ne sei sicuro?
-Abbastanza… Le
ragazze del primo anno mi hanno detto che la prima volta che hanno
sentito la
storia dei duelli clandestini era stata proprio Noriko a parlargliene.
Quindi
ho fatto una breve ricerca tra gli studenti e pare che sia iniziato
tutto da
Noriko.
-Oh, scommetto
che è gelosa della mia bellezza…-fece l'altra,
scostando una ciocca di capelli
con fare altezzoso.
-Cavoli, sei
proprio vanitosa…-commentò il castano,
guardandola stupito.
-Sto
scherzando!-esclamò la matricola.
-Hai un pessimo
senso dell’umorismo, sai? Però sei più
carina di lei…
-Dacci un
taglio!-esclamò l’altra, arrossendo leggermente e
voltandosi dall’altra parte.
-Cosa pensi di
fare adesso?-fece Atticus, cambiando argomento.
-Credo che ci
farò una bella chiacchierata…
-Allora vengo
con te!
-Fai come ti
pare!
-Guarda che lo
so che sei contenta che ti accompagni…
-Non è
vero!-fece stizzita la studentessa, dirigendosi verso le scale che
portavano al
piano terra. Il castano le andò dietro, ridacchiando.
-Sai dove si
trova Noriko?-fece l’Obelisk dopo qualche minuto di silenzio.
-No, ma prima o
poi la incontriamo…-commentò Yomi, cercando di
ignorarlo.
-Non fai prima a
chiamarla e dargli appuntamento da qualche parte?
La ragazza si
bloccò di scatto, fissando l’amico torva.
-Che c’è?-chiese
il castano, leggermente a disagio.
-Avresti potuto
dirlo prima!
-Scusa, mi è
venuto in mente solo ora…-fece l’altro, mettendosi
a ridere.
La matricola
sospirò di nuovo, poi estrasse il palmare, cercò
il nome della rappresentante e
fece partire la chiamata.
-Che sorpresa!
Il demone che si prende la briga di chiamarmi… Posso fare
qualcosa per te,
Yomi?-fece la studentessa del terzo anno, non appena comparve sullo
schermo del
dispositivo.
-Ho bisogno di
parlarti urgentemente…-le rispose la matricola, cercando di
mantenere i nervi
saldi.
-Davvero? E per
quale motivo?
-Se vuoi
saperlo, vieni alla banchina del porto…
-Mi sento un po'
minacciata, sai?
-Non ce n’è
alcun motivo…
-Non direi! Sei
pur sempre un demone e i demoni uccidono le persone e poi se le
mangiano…
-Scherzi, vero?
-No, ma non
voglio tirarmi indietro, perciò verrò lo
stesso… Sono curiosa di sapere di cosa
vuoi parlarmi!
-Lo saprai
presto!-esclamò Yomi, chiudendo bruscamente la
conversazione. Parlare con la
rappresentante la faceva sempre innervosire, soprattutto per il suo
atteggiamento. Non sopportava le sue continue allusioni alla sua natura
violenta. Lei non era un demone. Si scaldava facilmente, ma non era
così
violenta come credeva la ragazza del terzo anno.
-Non è stata
molto gentile…-commentò Atticus, non appena
l’amica ripose il palmare.
-Non lo è quasi
mai…
-Comunque, vengo
anch’io!
-Non ce n’è bisogno,
so badare a me stessa!
-Non lo metto in
dubbio, ma se ti arrabbi accadrebbe il finimondo, perciò
vengo! Qualcuno deve
pur trattenerti!
-Tu sei quello
meno indicato…
-Preferiresti
Zane?
-Non ho detto
questo!
-Però
preferiresti lui, no?
-Atticus!
-Scherzavo, non
c'è bisogno di arrabbiarsi!
Detto questo, i
due si diressero verso il luogo dell'appuntamento.
Una volta giunti
in prossimità della banchina, notarono che Noriko era
già arrivata e li stava
aspettando.
-Vedo che ti sei
fatta accompagnare…-commentò la studentessa del
terzo anno, non appena vide i
due.
-Che male c’è?
In fondo siamo amici…-le rispose il castano, sorridendo come
faceva sempre.
-Yomi, sbaglio o
ti avevo detto di troncare ogni rapporto con loro? A quanto pare, sei
decisa a
non darmi retta…
-Te l’ho già
detto; non ho alcuna intenzione di fare come dici!
-Sei un’egoista!
Come fai a non capire che li stai mettendo in
difficoltà?!-esclamò l’altra,
alzando la voce. Si stava scaldando e Yomi lo aveva capito benissimo.
“Come mai ci
tiene così tanto? Perché vuole che smetta di
frequentare i ragazzi? Non riesco
a capirla...” pensò la matricola, continuando a
fissarla negli occhi.
-Non capisco
perché continui con questa storia ma non
m’interessa! Piuttosto, vorrei sapere
perché hai messo in giro quelle voci sul mio conto e come
hai fatto a
scoprirlo!
-Voci? Ti
riferisci alle storie sulla tua vera natura? Perché pensi
che sia stata io?
-Ho i miei buoni
motivi!
La ragazza del
terzo anno si morse il labbro, poi, cercando di mostrarsi indifferente,
alzò le
spalle e disse:
-A quanto pare
mi hai scoperto… Complimenti, davvero! Forse sei
più sveglia di quello che
pensassi…
-Come hai fatto
a saperlo?
-Se ci tieni
tanto, prova a sconfiggermi a duello!-fece Noriko, mostrando il proprio
dueling
disk all'avversaria.
-Come vuoi! Se
vinco, mi dirai come sei venuta a conoscenza del mio passato…
-Invece, se
vinco io, tu dovrai rompere ogni legame con Zane…
-Zane?-fece
Atticus, guardando prima la ragazza del terzo anno e poi
l’amica. Aveva intuito
cosa stesse succedendo e sperava che anche Yomi lo capisse e
rifiutasse.
L’Obelisk sapeva bene di cos’era capace la
rappresentante e per quanto fosse
brava l’amica, sarebbe stato un duello molto difficile da
vincere.
-Come vuoi!
Tanto perderai!-esclamò Yomi, indossando il dueling disk ed
accendendolo.
Noriko fece altrettanto, poi si sistemarono una di fronte
all’altra e diedero
il via al duello.
“Forse ho capito
perché insiste così tanto… Ma Noriko
ha frainteso la situazione! Non è come
pensa lei e comunque, non ha alcun diritto per comportarsi in questo
modo!
Spero solo che Yomi vinca, in qualche modo…”
pensò il dongiovanni, continuando
a guardare le due studentesse.
-Duelliamo!-fecero
le due sfidanti, in coro, pescando ciascuna cinque carte.
“Sono curiosa di
sapere perché vuole che smetta di frequentare
Zane… Non riesco a capire che
motivo possa avere! A meno che…” pensò
la matricola, squadrando l’avversaria.
“Se è come penso, è più
stupida di quello che sembra! Non ha alcun diritto di
intromettersi nei miei affari e dirmi cosa devo o non devo fare!
Sopratutto con
un motivo così ridicolo!”
-Se non ti
dispiace, inizio io!-fece la rappresentante di dormitorio, pescando la
sua
sesta carta.
“Perfetto! Ho
pescato proprio la carta che mi serve per chiudere in fretta questo
duello. Con
questa combinazione non potrà fare
molto…” pensò la ragazza, sorridendo
beffarda. Sapeva che la sua avversaria era temibile, lo aveva
dimostrato in più
di un’occasione, ma sapeva anche che avrebbe potuto fare ben
poco contro il suo
deck.
-Evoco “Jain,
paladino fedele della luce”…
Sul lato della
studentessa del terzo anno comparve un giovane cavaliere, con
un’armatura
medievale, che brandiva una spada e uno scudo, bianchi come
l’armatura.
Indossava anche un mantello, rosso come il sangue.
-Poi posiziono
tre carte coperte ed attivo la carta magia terreno “Reame
della luce”…-continuò
la rappresentante.
Alle spalle di
Noriko comparve un edificio, una specie di castello,
anch’esso medievale, con
due torrette. Il tutto era immerso in una luce bianca e accecante.
Talmente
accecante che Yomi distolse lo sguardo per un attimo.
-Ti ricordo che
ogni volta che una o più carte sono mandate dal mio deck al
cimitero, posso
mettere un segnalino splendore su questa carta e tutti mostri "fedele
della luce" guadagnano 100 punti di attacco per ogni segnalino. Ti cedo
il
testimone, ma non prima di attivare l’effetto di
“Jain” e mandare le prime due
carte dal mio deck al cimitero. Così facendo metto un
segnalino splendore su
“Reame della luce” e aumento l’attacco
del mio mostro.
-Hai
finito?-chiese l’altra, scocciata. La sua avversaria la stava
già mettendo con
le spalle al muro e la cosa non le piaceva molto.
-Forza Yomi! Ce
la puoi fare!-le fece Atticus, cercando di incoraggiarla. La ragazza
gli lanciò
un'occhiataccia e tornò a concentrarsi sul duello.
-Pesco!
-Ferma dove sei!
Attivo la mia trappola “Spirale di luce”…
-Che razza di
carta sarebbe?
-Gentile che tu
me l’abbia chiesto! Per effetto di questa carta, ogni volta
che mando carte dal
mio deck al cimitero, sei costretta a rimuovere dal gioco la prima
carta del
tuo deck…
“Maledizione!
Questa non ci voleva… Non sopporto di perdere
carte!” pensò Yomi, gettando
un’altra occhiata alla propria mano. Il suo deck aveva un
equilibrio talmente
delicato, che anche solamente togliere una carta avrebbe potuto fare la
differenza tra la vittoria e la sconfitta.
-Metto un mostro
coperto e concludo il mio turno…
-Tocca a
me…-fece Noriko, pescando.-Evoco “Garoth,
guerriero fedele della luce”…
Sul suo terreno
comparve un altro uomo, anch’esso con un’armatura
bianca, che impugnava una
lunga alabarda.
-A questo punto,
attacco il tuo mostro coperto con
“Jain”…-disse la rappresentante,
lanciando il
proprio mostro all’attacco. Il bersaglio
dell’attacco venne scoperto. Si
trattava di “Muramasa, samurai fabbro” che, con
grande delusione della ragazza
del terzo anno, aveva gli stessi punti di difesa dell’attacco
del suo mostro.
-Mi dispiace, ma
il tuo mostro non è forte a sufficienza per distruggerlo!
-Ma “Garoth” è
forte a sufficienza!-esclamò l’altra, lanciando
l’altro mostro all’attacco e
distruggendo il samurai in posizione di difesa.
La parte di
campo della matricola, adesso, era completamente vuota.
“Sono riuscita a
limitare i danni, ma avrei preferito che non mi distruggesse
"Muramasa"...” pensò Yomi, continuando a guardare
fissa l’avversaria.
-Tocca a te… Ma
prima, per effetto di “Garoth” e
“Jain”, mando quattro carte dal deck al
cimitero, ne pesco una e tu sei costretta a rimuovere le prime due
carte del
tuo deck!
“Questa combo mi
metterà in difficoltà… Devo trovare un
modo per liberarmi di quella odiosa
carta trappola e ribaltare la situazione prima che sia troppo
tardi!” pensò la
matricola, mentre toglieva dal gioco le due carte.
-Pesco! Attivo
la carta magia rituale “Rituale di ascesa dalle
tenebre”, offro come tributo
due mostri dalla mia mano ed evoco “Izanami, regina delle
tenebre”.
La donna dai
lunghi capelli nero pece comparve sul terreno, insieme alle sue
innumerevoli
fiamme azzurre.
-Mi dispiace, ma
attivo una delle mie carte trappola, “Luce
annullante”. Questa carta mi
permette di sacrificare un mostro dalla mia parte del terreno, per
annullare
l’evocazione del tuo mostro e distruggerlo. Perciò
sacrifico “Jain” e distruggo
il tuo mostro rituale!
Il cavaliere
sulla parte di campo di Noriko venne circondato da una luce accecante
che lo
distrusse. Lo stesso fascio di luce circondò la donna dai
lunghi capelli neri,
distruggendola e lasciando vuoto il terreno della matricola.
-Ma non è finita
qui, perché attivo anche l’altra carta coperta,
“Illusione gloriosa” che mi
permette di evocare un mostro che si trova nel mio cimitero e io scelgo
un
altro “Jain”…
"Adesso
sono nei guai... Non ho mostri da evocare e non posso evocarne qualcuno
dal
cimitero. O meglio, potrei se non avesse annullato l'evocazione di
"Izanami"! Attualmente, è l'unico mostro sufficientemente
forte da
resistere ai suoi cavalieri da quattro soldi, ma purtroppo non posso
evocarlo.
Ho solo due carte in mano... Devo tentare la sorte! Maledizione!"
-Metto una carta
coperta e termino qui il mio turno…-fece la matricola,
cercando di mantenere i
nervi saldi.
-Tocca a me!
Pesco…-fece la Obelisk del terzo anno, pescando la sua carta.
“Al cimitero ho
due "fedeli della luce"… La carta che mi serve
l’ho già in mano, mi
basterebbe mandarne altri due per vincere, ma voglio continuare a
divertirmi un
altro po’!” pensò la giovane,
continuando a guardare la propria mano.
-Evoco “Lyla,
sacerdotessa fedele della luce” e poi ti attacco direttamente
con “Garoth”.
-Scopro la mia
carta coperta, “Emerge un eroe”.
-"Emerge un
eroe"?
-È molto
semplice! Devi scegliere una carta a caso dalla mia mano e se si tratta
di un
mostro, posso evocarlo sul terreno… Ho solo una carta in
mano, perciò non devi
nemmeno scegliere! Evoco “Amaterasu, divinità
regina dei cieli”…
La donna dal
lungo kimono comparve sul terreno, in posizione di attacco.
“I miei mostri
non sono forti a sufficienza per distruggerlo… Forse
è meglio accelerare un po’
il duello!” pensò Noriko, osservando il campo
avversario.
-Continuo il mio
attacco con “Garoth”…
-Cosa? Sei
impazzita?!-esclamò Yomi, sorpresa. Non si aspettava che
l'avversario fosse
pazza al punto di tentare un'azione suicida.
Il mostro della
rappresentante attaccò la donna sul terreno di Yomi, ma ebbe
la peggio e fu
distrutto. I LP di Noriko scesero a 3550.
-Adesso si
attiva l’effetto di “Jain” e
“Lyla”, grazie ai quali mando cinque carte al
cimitero e tu sei costretta a rimuoverne altre due. Inoltre, si attiva
l’effetto dei miei due “Wulf”, appena
mandati al cimitero e posso evocarli entrambi
sul terreno!
“Adesso ne ho
quattro, proprio quelli che mi servivano. Ma non è
divertente se chiudessi
subito il duello! Voglio vedere cosa è in grado di fare e se
la sconfiggessi
quando crede di avermi in pungo, sarebbe molto più
divertente!”
-Pesco…
"Anfora
dell'avidità? Perfetto, proprio al momento giusto!"
-Attivo
"Anfora dell'avidità" e pesco altre due carte... Poi evoco
“Noh,
samurai delle camelie” e la equipaggio subito con
“Spada Kusanagi”, con la
quale aumento il suo attacco portandolo a 1800. Adesso posso attaccarti
direttamente con “Noh” e posso farlo grazie al suo
effetto.
La donna samurai
colpì Noriko con un fendente della lama, riducendo i suoi LP.
-E non ho ancora
finito, perché attacco il tuo “Wulf” con
la mia “Amaterasu”!
La donna scagliò
una sfera di fuoco contro l’uomo-lupo
dell’avversaria, distruggendolo. I Lp
della rappresentante scesero a 1650.
-Ti passo la
mano…
-Tocca a me!
Pesco! Attacco con l’altro “Wulf” la tua
samurai da quattro soldi!
Il lupo si
lanciò contro la donna armata di spada, che provò
a respingere l’attacco, ma
venne distrutta dalla forza schiacciante dell’altro mostro. I
LP di Yomi
scesero a 3400.
-Yomi cerca di
resistere!-esclamò Atticus, cercando di incoraggiarla.
“Anche se è in
netto vantaggio, non deve assolutamente abbassare la
guardia… Se crede di avere
la vittoria in pugno, perderà!” pensò
poi, preoccupato.
-Cosa sta
succedendo qui?-fece una voce alle sue spalle.
Atticus si
voltò, sapendo già chi avrebbe trovato.
-Zane! Yusuke!
Che ci fate voi due qui?-chiese, sorpreso di vedere i due amici.
-Eravamo di
passaggio, quando abbiamo visto il duello…-gli rispose
l’amico dai capelli
verdi, indicando i mostri in campo.
-Perché stanno
duellando?-chiese Zane.
-E’ una storia
lunga...
Zane sollevò il
sopracciglio sinistro.
-Ok, in
sostanza, è stata Noriko a mettere in giro quelle
voci…
-Perché avrebbe
dovuto fare una cosa del genere?-chiese Yusuke.
-Credo che la
colpa sia anche tua…-fece il castano, rivolgendosi
all’Obelisk dai capelli blu.
Il Kaiser lo guardò stupito.
-Mia? Perché?
-Noriko vuole
che Yomi rompa ogni legame con te; è per questo che stanno
duellando!
-Stai dicendo
che è innamorata di Zane?-fece Yusuke.
-Penso di sì,
anche se non l’ha detto chiaramente…
-E’
assurdo…-commentò il diretto interessato,
incrociando le braccia al petto.
-Abbastanza… Ma
la colpa è anche tua! Non ti sei mai interessato alle
ragazze, hai sempre fatto
finta di niente, nonostante la tua popolarità…
Poi, di punto in bianco, ti
interessi a una di loro. Deve aver pensato che tra voi due
c’è qualcosa… E non
puoi biasimarla!
-Non capisco a
cosa ti stai riferendo!-fece l’altro, simulando indifferenza.
-Lo sai bene! Il
modo in cui ti comporti con Yomi è…
Bè, è diverso dal solito!
Zane non
rispose. Nel frattempo, il duello stava continuando.
-Metto tre carte
coperte… Per effetto dei miei mostri, mando altre cinque
carte dal deck al
cimitero e tu sei costretta a rimuoverne due… E ti ricordo
che i punti di
attacco dei miei mostri aumentano, grazie all’effetto della
mia carta magia
terreno!
"Ho zero
carte in mano; devo pescare assolutamente quella carta o non
avrà senso
continuare a giocare..."
-Tocca a me…
Pesco una carta!-esclamò Yomi, pescando.
"Perfetto!
Il deck non mi ha ancora abbandonato!
-Attivo la carta
magia "Periodo di carestia", grazie alla quale posso pescare cinque
carte dal deck.
“Sono nei guai!
Non capisco perché continui a mandare carte dal deck al
cimitero, ma deve avere
qualcosa in mente… Inoltre, se continua a rimuovere le carte
del mio deck,
potrei ritrovarmi in guai seri! Detesto ammetterlo, ma non è
niente male!”
pensò, mentre prendeva le prime cinque carte.
-Attivo “Mostro
reincarnato”, scarto una carta dalla mia mano e riprendo un
mostro dal mio
cimitero. Poi attivo “Rituale di discesa dalla
luce” e, dopo aver pagato il
tributo, evoco “Izanagi, sovrano della luce” in
posizione di attacco. A questo
punto, attivo il suo effetto e distruggo il tuo
“Wulf”. Poi evoco “Oni, samurai
vendicativo”. A questo punto uso
“Amaterasu” per attaccare
“Jain” e “Izanagi”
per attaccare “Lyla”!
I due mostri
della ragazza del terzo anno, l’ultima barriera che la
difendeva, vennero
distrutti dagli attacchi dei mostri dell’avversaria e i suoi
LP scesero a quota
1150.
-Adesso è il
turno di
“Oni” che ti attaccherà
direttamente!
-Ferma un po’!
Attivo la mia carta coperta, “Annulla attacco”. Mi
dispiace, ma se pensavi di
aver chiuso il duello, dovrai ricrederti…
“Ma perché?
Perché non l’ha attivata prima? Che senso ha farsi
distruggere ben due mostri e
ridurre i LP in quel modo?! Non capisco cosa abbia in mente…
Perché mandare
carte al cimitero? Non ha senso! A meno che…”
-Scommetto che
ti stai chiedendo perché non l’ho attivata
prima... Non ti preoccupare, lo
capirai presto!
-Questo lo
vedremo!
-Sicura che non
vuoi arrenderti? Faresti una figura migliore, sai?
-Non ci contare!
Io non mi arrendo mai! Non puoi sapere come finirà un
duello, finché non peschi
l’ultima carta…
-Sei patetica…
L’esito di questo duello è già stato
deciso!
-Ne dubito; a
meno che tu non sia in grado di prevedere il futuro…
-I demoni non
vincono mai; il bene trionfa sempre, dovresti saperlo! Le persone
malvagie come
te vengono sempre sconfitte!
-Ehi, vacci
piano con le offese!
-Offese? Sto
solo dicendo la verità! Tu non hai un briciolo di
umanità; sei egoista,
superficiale, violenta… Ti preoccupi solo di te stessa,
degli altri non te ne
frega niente! Sei senza cuore e senza anima! Sei un mostro, un demone
che non
ha più niente di umano… I mostri come te non
sarebbero mai dovuti nascere; tu
non meriti di vivere, non meriti niente di tutto quello che hai!
-Ma che stai
dicendo?
-A quante
persone hai fatto del male, prima che fossi soddisfatta? Hai intenzione
di fare
del male anche a loro, vero? Pur di sentirti appagata, faresti del male
anche
al Kaiser, vero?
-Come puoi dire
una cosa del genere?! Non sono più quella di una volta e
Zane lo sa…
-Può darsi, ma i
demoni rimangono demoni per sempre… Ci sono tanti modi per
fare del male a una
persona! Tu non meriti l’amicizia di nessuno! Tu dovresti
rimanere sola come un
cane! E adesso è giunto il momento di chiudere questo
duello! Pesco!
-Che
crudeltà…-commentò Yusuke, con un filo
di voce.
-Comunque, il
duello si sta mettendo veramente male per Yomi… Forse
è meglio interrompere il
duello…-fece Zane, avanzando di mezzo passo.
-Non risolverai
niente…-lo fermò Yusuke.
L’amico lo
fissò, leggermente stupito.
-Se intervieni
in suo favore non farai che peggiorare la situazione…
-Noriko non ha
alcun diritto di decidere per me… Non posso lasciarla fare!
-Ragiona!
Peggiorerai solo la situazione… Lascia che risolvano a modo
loro…
-Ma
perderà!-protestò il Kaiser.
-Non è ancora
detto! Yomi non è stupida, deve aver immaginato
qualcosa… Abbi fiducia in lei!
L’Obelisk dai
capelli blu non rispose; sapeva che l’amico aveva ragione. Se
fosse intervenuto
non avrebbe fatto altro che aumentare l’odio della
rappresentante nei confronti
dell’amica.
“Dovrei avere
più fiducia in lei, ma ho sempre paura che possa accaderle
qualcosa…”
-Adesso è giunto
il momento! Dato che al cimitero ho almeno quattro mostri
“fedele della luce” con
nomi diversi, posso evocare tramite evocazione speciale
“Drago del giudizio”!-esclamò
la ragazza del terzo anno, posizionando il suo asso sul dispositivo.
Un drago enorme,
bianco e con lunghi baffi filamentosi, comparve sul terreno. Aveva
delle grosse
ali bianche, che gli spuntavano dai fianchi, e che ricordavano quelle
degli
angeli. Era una specie di incrocio tra un drago orientale ed uno
europeo.
-Mi dispiace per
te, ma attivo la mia carta trappola “Amuleto maligno
magatama”, che-
-Immaginavo che
avresti provato a fare una cosa del genere! Mi dispiace, ma non potrai
utilizzarla, perché attivo “Corruzione
oscura”, che annulla l’attivazione della
tua carta e la distrugge. In cambio, però, ti permette di
pescare una carta…
-Accidenti…-mormorò
la studentessa, mentre aggiungeva una carta a quelle che aveva in mano.
-Continuo
attivando l’effetto di “Drago del
giudizio”. Pagando 1000 LP, posso distruggere
tutte le altre carte sul terreno, compresi i tuoi mostri da quattro
soldi!
Il drago iniziò
a risplendere di una luce bianca e accecante. Tutte le carte sul
terreno, sia
quelle coperte che quelle scoperte, eccetto il drago stesso la carta
magia
terreno “Reame della luce” vennero distrutte. Il
terreno della matricola era
completamente vuoto, sgombro da qualsiasi cosa avrebbe potuto salvarla.
-Rimuovendo due
segnalini splendore, posso impedire la distruzione di “Reame
della luce”. Ma
non ho ancora finito! Perché dalla mia mano attivo la carta
magia, “Mostro
reincarnato”. Scarto una carta e sposto un mostro dal
cimitero alla mia mano.
Poi evoco “Lyla” in posizione di attacco. E adesso
posso attaccarti
direttamente con i miei due mostri!
Una luce
accecante invase il campo. Era stata generata dai due mostri di
attributo luce
sul terreno di Noriko. Il fascio di luce colpì in pieno
Yomi, riducendo a zero
i suoi LP e facendola cadere di schiena.
La
rappresentante del dormitorio femminile non riuscì a
trattenersi e scoppiò in
una fragorosa risata. Era contenta di aver vinto e di aver umiliato
l'avversaria.
La matricola rimase
sdraiata di schiena, ancora incredula per aver perso.
-Ha…perso?-fece
Atticus, ancora sconvolto per come si era concluso il duello.
-E’
assurdo…-commentò Yusuke.
Nessuno dei tre
Obelisk si aspettava che alla fine la loro amica avrebbe realmente
perso. Anche
se in fondo erano certi che non avrebbe potuto fare diversamente,
continuavano
a sperare che avrebbe trovato un modo per ribaltare la situazione.
“Come ho fatto a
perdere? Come ho potuto lasciare che accadesse?”
pensò la giovane, stringendo
il pugno fino a farlo sanguinare, mentre si rialzava in piedi.
-Hai perso,
perciò dovrai fare come avevamo pattuito!-esclamò
Noriko, contenta per come si
era concluso il duello.
-…
-Dovrai rompere
ogni rapporto con Zane e lasciarlo
stare…-continuò l’altra.
-Va bene… Una
promessa è una promessa…
-No, non
farlo!-esclamò Atticus, avvicinandosi di corsa e
inginocchiandosi accanto
all'amica. Dietro di lui fecero capolino Yusuke e Zane.
"Cosa ci fa
lui qui? Ero talmente concentrata sul duello che non mi ero nemmeno
resa conto
che stava osservando. Chissà cosa sta pensando in questo
momento... Sicuramente
che sono un'imbranata presuntuosa che non ha alcun talento!
Accidenti..."
pensò Yomi, guardando Zane.
-Non hai il
diritto di decidere al posto mio…-fece il Kaiser, guardando
la studentessa più
grande fissa negli occhi.
-Quando capirai
che ti ho fatto solo un favore, mi ringrazierai…-fece la
rappresentante.
-Perchè dovrei?
Yomi è mia amica...
-Tu non capisci!
Se continui a starle intorno, ti farai del male... E lo stesso discorso
vale
anche per voi due!
-Ti ripeto che
queste non sono cose che ti riguardano…-commentò
l’altro.
-Come fai a
fidarti di un mostro? Hai idea di cosa sia capace? Credi che le voci
che
circolano su di lei siano false?!
-So bene che sono
vere. Ma so anche che Yomi non è un mostro e tu non hai
alcun diritto di
parlarle in questo modo…
-Sei uno
sciocco!
-Noriko ti
consiglio di smettere di raccontare storie sul suo conto o
riferirò tutta la
situazione a Sheppard…
-No,
aspetta...-fece Yomi, afferrando il Kaiser per un braccio. Il ragazzo
si voltò,
stupito, verso l'amica.
-Yomi?
-Le promesse
sono promesse…
-Non dire
assurdità!
-Non ti
preoccupare… Va bene così!-fece la studentessa
del primo anno. Poi, girò i
tacchi e si allontanò. Yusuke, preoccupato, le corse dietro,
seguito da
Atticus. Sulla banchina rimasero solo il Kaiser e la rappresentante.
-Noriko, te lo
dico di nuovo; non ti azzardare ad immischiarti nei miei affari! Non
sei
nessuno per decidere cosa sia meglio per me...
-Prima o poi
dovrai aprire gli occhi...-mormorò l’altra.
-Se tu la
conoscessi, non diresti quelle cose.
-Credi che non
lo sappia, Kaiser?
-Non capisco a
cosa ti riferisci…
-Pensi che sia
così stupida da non essermene accorta? Tu provi qualcosa per
lei; è così
palese!
-I miei
sentimenti non sono cose che ti riguardano…-disse
l’altro, incrociando le
braccia al petto.
-Quando aprirai
gli occhi, vedrai che si tratta solo di un demone...
-Yomi non è un
demone.
-Ti rovinerà
come ha fatto con tante altre persone! Come fai a non capire che sto
solo
cercando di aiutarti?!
-Non ho alcun
bisogno del tuo aiuto!
Detto questo,
anche il Kaiser si allontanò, lasciando la ragazza del terzo
anno, da sola
sulla banchina del porto.
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Capitolo 23 *** Capitolo 23- La prima volta in serio pericolo ***
Capitolo
23- “La
prima volta in serio pericolo”
“Come
ho fatto a
perdere? Ho lasciato che vincesse, senza nemmeno provare ad
impedirglielo… Sono
una stupida!” pensò Yomi, continuando a fissare il
soffitto della camera di
Atticus. Nella sua mente continuava a rivivere il duello di qualche
giorno fa e
la vista di quel drago bianco dai lunghi baffi la faceva sentire ancora
più
miserabile. Erano trascorsi tre giorni da quando aveva perso il duello
contro
Noriko; da quel momento non aveva più rivolto la parola a
Zane e aveva fatto di
tutto per non incrociarlo. Si era persino trasferita nella camera
dell’Obelisk
dai capelli castani, pur di non disturbarlo. Le scommesse erano
scommesse;
aveva dato la sua parola alla rappresentante e non poteva
rimangiarsela. Aveva
trascorso quei tre giorni chiusa in camera, cercando di isolarsi dal
resto del
mondo e continuando a chiedersi come avesse fatto a perdere e dove
avesse
sbagliato. Aveva iniziato a dubitare delle sue capacità e
aveva iniziato a
credere che probabilmente Noriko aveva ragione.
-Forse non sono
così brava come credevo…
-Non è
vero...-mormorò lo spirito del samurai rosso, appena
comparso di fianco al
letto.
-Yuki, per
favore, vattene... In questo momento, non voglio vedere nessuno!
Lo spirito di
Duel Monster scomparve, lasciando la ragazza ai suoi pensieri.
"Sono una
stupida..."
Il sole era ormai
tramontato da diverse ore e il cielo si era fatto nero come la pece. Le
uniche
luci, oltre a quelle delle numerose stelle che punteggiavano il cielo,
provenivano dalle stanze dei dormitori. La ragazza era rimasta stesa di
schiena
per tutta la sera, immersa nei suoi pensieri. Non era nemmeno scesa per
cenare,
nonostante le proteste di Atticus e Yusuke. Non aveva fame e non voleva
dover
incrociare il Kaiser e non poterlo nemmeno salutare. Inoltre, non
sarebbe stato
giusto costringerlo a mangiare con altri ragazzi, solo
perché non poteva stare
al suo stesso tavolo.
“Forse sarei
dovuta andare al dormitorio rosso… Sono tre giorni che
continuo a saltare la
cena; se continuo così, mi sentirò male.
Però non ho voglia di vedere nessuno,
nemmeno Chumley. Con che coraggio potrei farmi vedere da lui, dopo aver
perso
così miseramente contro Noriko...”
pensò, mettendosi una mano sullo stomaco
brontolante. Aveva fame; la sua pancia stava reclamando a gran voce
qualcosa di
commestibile.
-E pensare che
l’altro giorno Zane mi ha rimproverata perché,
secondo lui, mangio troppo. A
volte è proprio insopportabile…
“Accidenti, sto
morendo di fame! Lo sapevo; non riesco a stare senza mangiare nemmeno
per qualche
ora… Devo farmi portare qualcosa da Yusuke, anche se non
voglio parlarci! Se mi
faccio lasciare la cena fuori dalla porta non dovrò nemmeno
vederlo...”
La studentessa
si era quasi decisa a chiamare l’amico, quando
sentì un rumore di passi all’esterno
della stanza. Poi qualcuno bussò delicatamente. Yomi si
alzò, scocciata e
sorpresa allo stesso tempo, e si diresse verso la porta, per vedere chi
fosse. Non
appena si trovò di fronte all’uscio,
notò che sul pavimento della stanza si
trovava una busta da lettere chiusa; probabilmente l’aveva
lasciata la stessa
persona che aveva bussato. Yomi la prese e la voltò, per
vedere chi l’avesse
mandata e a chi fosse indirizzata. Sul fronte c’era scritto
il suo nome, mentre
sul retro non c’era traccia di quello del mittente.
-Che strano…
Nessuno dovrebbe sapere che mi trovo al dormitorio dell'elite e
sopratutto che
sono in camera di Atticus. Questa storia mi puzza!-mormorò
tra sé e sé, mentre
si avvicinava alla scrivania per cercare un paio di forbici ed aprirla.
Una
volta aperta, notò che all’interno c’era
un solo foglio e il messaggio scritto
sopra era corto e conciso. Diceva semplicemente “Vediamoci al
promontorio
vicino al dormitorio rosso, stasera alle 10”. Non era firmato
e non c’era nulla
che lasciasse intendere chi avesse scritto il messaggio.
“Ho una brutta
sensazione… Non capisco chi possa essere, ma di certo non
è qualcuno dei
ragazzi. Se volevano parlarmi, mi avrebbero chiamata o sarebbero venuti
direttamente in camera. E lo stesso discorso vale per Chumley. Zane,
invece,
non lo farebbe mai! Se c'era qualcosa di urgente che voleva riferirmi,
sarebbe
venuto direttamente qui, nonostante la promessa che ho fatto a Noriko.
Non
riesco proprio a capire chi possa essere...” pensò
la giovane, mentre
continuava a rileggere il messaggio contenuto nella busta.
-Non dovrei
andare all’appuntamento, ma sono curiosa di sapere chi
è…
“Forse dovrei
avvisare Yusuke… No, meglio di no! Finirebbe con il
preoccuparsi e insisterebbe
ad accompagnarmi. Non posso fare affidamento su di loro per qualsiasi
problema!
Forse Noriko ha ragione; forse sono egoista e non mi rendo conto di
tutti i
problemi che creo loro… Non voglio coinvolgerli
più! Non sarebbe giusto nei
loro confronti… Continuano a preoccuparsi per me e a
seguirmi nei miei
capricci, sebbene non faccia che cacciarmi nei guai. A partire da
quella storia
con Makoto... Se non fossi una stupida capricciosa ed egoista, Zane non
sarebbe
stato picchiato! Se li avessi ascoltati fin da subito, non sarebbe
successo
niente di tutto quello! Sono solo una bambina capricciosa...”
Yomi rilesse
ancora una volta la lettera, indecisa sul da farsi. Poi si
voltò verso la
sveglia che si trovava sul comodino, vicino al letto. Segnava le 9:45.
“Manca circa un
quarto d’ora… Non ho molto tempo per decidermi! Se
fosse una trappola, metterei
di nuovo in difficoltà i ragazzi. Ma se fosse qualcosa di
importante? Inoltre,
anche se fosse una trappola, cosa mai potrebbe succedermi? Posso sempre
difendermi, no? Non ho nemmeno bisogno
di duellare per farlo...”
-Ho deciso!
Vado…-fece, dopo qualche secondo, appoggiando la lettera
sulla scrivania. Poi
si avvicinò alla finestra, la spalancò,
salì sul balcone e saltò di sotto.
Atterrò delicatamente sul terreno, leggermente bagnato per
l’umidità della
sera, si sistemò la gonna e si avviò verso il
luogo dell’appuntamento, cercando
di fare meno rumore possibile, per non destare gli altri studenti del
piccolo
dormitorio.
Giunse al
promontorio in perfetto orario. Arrivata là,
iniziò a guardarsi intorno, alla
ricerca del mittente della lettera, ma, oltre a lei, non
c’era anima viva.
Aspettò per qualche minuto, senza risultato.
Ormai si era già
decisa a tornare indietro, quando sentì un rumore di passi
avvicinarsi alle sue
spalle. Si voltò e, con sua grande sorpresa, si
trovò di fronte proprio la
rappresentante del dormitorio femminile.
-Noriko…-commentò
Yomi, cercando di mascherare la propria sorpresa. Non si aspettava di
trovare
proprio la ragazza dai capelli neri come la notte. E il solo fatto di
averla di
fronte, non le piaceva.
-Sapevo che
saresti venuta…
-Cosa vuoi
ancora da me?
-Voglio
vendicarmi…-fece l'altra, pacatamente, come se fosse la
risposta più ovvia del
mondo.
-Vendicarti?! E
perché?!
-Tu non te lo
ricordi?
-Ricordarmi
cosa? Non ti capisco, parla chiaro!-esclamò, stufa, la
matricola.
-Ovvio che non
ti ricordi! Un demone non perde tempo a ricordare i nomi delle proprie
vittime!
-Ma che stai
dicendo?!
-A quante
persone hai fatto del male? Quante ne hai mandate in ospedale, prima
che tu
fossi soddisfatta?!
-Tu come fai a
saperlo? Chi te l’ha detto?!
-E’ davvero così
strano che lo sappia?-chiese Noriko, sorridendo.
-Chi è stato?!-insistette
l'altra, al limite della sopportazione.
-Nessuno che
valga la pena di nominare! Tanto non ti ricorderesti di lui; non
avrebbe senso
parlartene. Piuttosto, l’altro giorno mi hai sorpresa! Non
credevo che avresti
mantenuto la tua parola…
-Perché non
avrei dovuto? Una scommessa è una scommessa…
-Già, è
vero…-mormorò l’altra, avvicinandosi
leggermente. Yomi fece qualche passo
indietro, inconsciamente. Poi si bloccò di colpo. Si era
appena ricordata che
si trovava sul promontorio e la scogliera finiva giusto pochi metri da
lei. Se
non stava attenta rischiava di cadere e farsi male. O peggio morire.
-Chissà quanti
metri sono…-fece Noriko, indicando lo strapiombo con un
cenno del capo.
-Cosa vuoi da me?-chiese
la studentessa del primo anno, continuando a guardare con la coda
dell'occhio
il mare sottostante.
-Immagino che se
qualcuno cascasse da un’altezza del genere, morirebbe.
Saranno una decina di
metri, ma il fondale non è molto alto e ci sono gli scogli.
Se sei fortunato,
forse ne potresti uscire con qualche osso
rotto…-continuò l’altra,
avvicinandosi sempre di più. Yomi fece un altro passo
indietro, intimorita. Non
le piaceva lo sguardo cinico dell’altra studentessa e non le
piaceva essere
così vicina al bordo della scogliera.
-Non so perché
tu ce l’abbia tanto con me, ma non credi di esserti vendicata
a sufficienza? Mi
hai sconfitta e umiliata, mi hai costretta a rinunciare ad un amico e-
-Amico? Tu lo
consideri davvero un amico?-fece Noriko, cercando di trattenersi dal
ridere.
-Cosa dovrebbe
essere?
-Sei patetica!
Ma ormai non ha più importanza… Il Kaiser
sarà mio soltanto e tu soffrirai per
tutto quello che hai fatto!
-Tuo?! Stai
scherzando, vero? Non è un oggetto e non puoi costringerlo a
fare quello che
vuoi!
-Invece posso! E
se non ci credi, lo vedrai con i tuoi occhi.-disse l’altra,
pacata. Poi fece
qualche altro passo in avanti. Yomi lanciò un rapido sguardo
alle sue spalle.
Non poteva arretrare di più. Ormai era a meno di due metri
dallo strapiombo e
non voleva rischiare di cadere. Si voltò di nuovo verso la
rappresentante,
cercando con lo sguardo una via d’uscita.
-E’ inutile che
ti guardi intorno… Non hai via di scampo!
-Non vorrai mica
spingermi di sotto?-fece la ragazza del primo anno, continuando a
mascherare la
sua preoccupazione. La situazione si stava mettendo sempre peggio e non
sapeva
cosa fare per togliersi dall'impiccio.
-No, purtroppo
mi servi viva… Voglio che tu sia la causa della sua rovina!
-Parli di Zane?
-Rovinerò tutto
ciò che hai di più caro! Le tue amicizie, la tua
vita, la tua intera esistenza,
tutto quanto!
-Tu non sei
normale!-esclamò Yomi, sempre più confusa. Ormai,
non riusciva più a seguire i
discorsi dell'altra e non capiva perchè ce l'avesse tanto
con lei.
-Sentiamo! Tu lo
saresti?
-...
-Sarai odiata da
tutti; persino quelle persone che consideri degli amici ti volteranno
le
spalle! L'unica cosa che voglio è vederti soffrire come hai
fatto soffrire me!
Anzi, di più!
-Stai dicendo un
monte di assurdità! Io non ti ho fatto niente!
-Invece sì! E la
pagherai cara!-esclamò Noriko, avvicinandosi sempre
più minacciosa. Yomi non
poteva più arretrare e non sapeva come fare per affrontare
la rappresentante.
-Sono sicura che
sarà disposto a tutto pur di
salvarti…-continuò la ragazza, afferrando la
matricola per un braccio e spingendola a terra. Yomi si
rialzò quasi subito e
provò ad allontanarsi verso la foresta, ma non ci
riuscì. La vista le si
offuscò all’improvviso e i rumori si fecero
più ovattati.
-Ma che…-mormorò
la studentessa del primo anno, poco prima di accasciarsi in terra,
priva di
sensi.
***
Zane
aveva appena
finito di fare la doccia e stava per indossare la tuta, quando
sentì bussare
alla porta della sua camera. Si mise un asciugamano intorno alla vita e
si
affacciò alla porta, ma non vide nessuno; il corridoio era
deserto. Sul
pavimento, però, c’era una busta da lettere. Il
ragazzo la raccolse e richiuse
la porta alle sue spalle. Si avvicinò al letto, scrutando
l’oggetto, alla
ricerca di un mittente. Non c’era scritto nessun nome, ad
eccezione del suo.
Anche la calligrafia non gli diceva niente.
L’aprì, curioso di sapere cosa
fosse e cosa contenesse.
Non appena
l’aprì, una fotografia cadde sul pavimento.
L’Obelisk la prese per osservarla
meglio e, non appena riconobbe la persona ritratta, la sua espressione
cambiò
di colpo.
“Non può essere!
Deve essere uno scherzo di pessimo gusto!” pensò,
mentre estraeva velocemente
la lettera che era ancora dentro alla busta. La aprì e lesse
velocemente il
breve messaggio.
-“Se non vuoi
che le succeda qualcosa di spiacevole, vieni immediatamente al
promontorio
vicino al dormitorio Slifer e porta con te il dueling
disk”…
Riguardò la foto
allegata. Era stata scattata da poco e la ragazza della fotografia
sembrava parecchio
nervosa e irritata. Sembrava addirittura che stesse imprecando contro
colui o
colei che l’aveva fotografata.
-Accidenti… Deve
sempre cacciarsi nei guai! Possibile che non riesca a starsene
buona?-disse,
mentre continuava a fissare il pezzo di carta che stringeva in mano.
"Ma chi
voglio prendere in giro… Non è colpa sua!
E’ una testa calda, ma alla fine non
ha mai fatto niente di sbagliato… La colpa è mia;
se finisce in queste
situazioni è soprattutto colpa mia! Makoto ha tentato di
farle del male perché
io non sono stato capace di superare le mie ridicole fobie per
denunciarlo a
Sheppard e non sono stato capace di mettere da parte
l’orgoglio per chiederle
scusa. Anche questa situazione è colpa mia! Io non sono
stato sincero con lei,
ho pensato che sarebbe stato meglio far finta di niente, ma alla fine
è stata
lei a pagarne le conseguenze… Solo perchè avevo
di nuovo paura!”
-Maledizione!
Come posso pensare di proteggerla, se sono il primo a metterla nei
guai?!
Rimase qualche
altro secondo a guardare l’immagine, poi si vestì
velocemente, prese il deck e
il dueling disk ed uscì di corsa dalla stanza, diretto verso
il luogo
dell’appuntamento.
Stava varcando
il portone del dormitorio Obelisk, quando si sentì chiamare
alle spalle. Si
voltò e vide Yusuke, con un’espressione tra il
terrorizzato e il preoccupato.
-Zane! Grazie al
cielo ti ho trovato!-fece il ragazzo dai capelli verdi, avvicinandosi
di corsa
all’amico.
-Cos’è successo?
-Credo che sia
nei guai! In camera di Atticus non c’è, la
finestra era aperta e sulla
scrivania ho trovato questa…-disse l’altro, tra un
sospiro e l'altro, porgendo
al Kaiser una lettera. Zane la lesse velocemente, poi, come se niente
fosse, si
voltò ed uscì dall’edificio.
-Aspetta!-esclamò
l’altro, andandogli dietro e bloccandolo per un braccio.
-Non c’è un
minuto da perdere!-protestò l’altro studente.
-Ma dobbiamo
cercarla!
-So dov’è!
-Davvero?-fece
Yusuke, sorpreso. Zane gli mostrò il contenuto della lettera
che aveva trovato
fuori dalla porta.
-E’ colpa mia…-mormorò
poi.
-Zane…
-Io vado a
salvarla…
-Va bene, io
cerco Atticus e ti raggiungiamo subito!
Zane fece un
cenno d’assenso con la testa e si separò
dall’amico, dirigendosi di nuovo verso
il luogo dell’appuntamento.
Una volta giunto
là, si trovò di fronte la ragazza del terzo anno,
dai capelli lunghi fino alle
spalle e scuri come la notte, che sembrava lo stesse aspettando.
Insieme a lei
c’erano altri due studenti che l’Obelisk conosceva
abbastanza bene: Jonouchi
Goruden e Eichi Homura, il rappresentante del dormitorio rosso.
“Dovevo
immaginare che ci fosse il loro zampino… Jonouchi non ha mai
digerito il fatto
che Yomi l’avesse sconfitto e Eichi ha perso
credibilità dopo che Makoto è
stato espulso. Ma non credevo che fossero disposti a tanto! E Noriko
sta
decisamente esagerando…” pensò Zane,
mentre si avvicinava al gruppetto. I due
studenti erano in piedi a pochi passi dallo strapiombo, la ragazza del
terzo
anno, invece, si trovava un po’ più distante,
verso il centro della piccola
radura.
-Bastardi!
Lasciatemi immediatamente!- strillò una voce acuta.
-Yomi!-fece
Zane, avvicinandosi di qualche altro passo. La matricola era stesa in
terra,
sul bordo del precipizio, con braccia e gambe legate da una corda,
affinché non
potesse scappare.
-Lasciatela
andare!-esclamò poi, rivolgendosi ai due studenti del terzo
anno.
-Perché
dovremmo?-fece Jonouchi, giocherellando con i capelli castani
dell’ostaggio.
-Non toccarmi i
capelli, razza di stronzo!-protestò la Obelisk. Il ragazzo
del dormitorio
giallo, per tutta risposta, tirò con decisione una ciocca di
capelli, facendo
gemere la matricola dal dolore.
-Fai la brava,
mocciosa!-disse poi, continuando a tirarle i capelli.
-Lascia andare i
miei capelli! Lasciali!
-Se non fosse
per il tuo pessimo carattere, avresti anche una faccetta
carina…-commentò
Jonouchi, strizzando le guance della ragazza.
-Se le fate
qualcosa, la pagherete cara!-esclamò Zane, rivolgendosi ai
due studenti.
-Se proprio ci
tieni a salvarla, duella contro di me!-esclamò Noriko,
avanzando di qualche
passo verso il giovane.
-Sei stata tu ad
organizzare tutto?
-Si tratta solo
di una piccola vendetta personale…
-Credevo di
essere stato chiaro; non hai alcun diritto di mettere bocca nei miei
affari!
-Povero Zane!
Pensi davvero che riguardi solo te? Lei deve pagare per tutto quello
che ha
fatto e io avrò quello che mi spetta di diritto!
-Zane, non
farlo!-fece Yomi, cercando di mettersi in ginocchio.
-Perché non
collabori e te ne stai buona in un angolo?-disse Eichi, dandole una
spinta con
il piede e facendola cadere di nuovo in terra.
-Perché non te
ne vai un po' al diavolo?!-gli rispose Tomi, accompagnando il tutto con
una
serie di improperi.
-Noriko,
lasciala andare e duellerò contro di te!-fece Zane,
rivolgendosi alla
rappresentante.
-Non se ne
parla! Se vuoi salvarla, prima dovrai duellare contro di me. E ti
conviene
deciderti in fretta, o potrebbe essere troppo tardi!-esclamò
Noriko,
accompagnando il tutto con un segnale della mano.
Jonouchi fece un
cenno d’assenso con la testa, poi diede una leggera spinta
alla ragazza,
facendola cadere all’indietro, dal promontorio. Il volto del
Kaiser sbiancò di
colpo. Non ebbe nemmeno il tempo di urlare il nome
dell’amica. La vide sparire
di sotto nel giro di pochi secondi. Nemmeno Yomi riuscì ad
urlare; l’unica cosa
a cui riuscì a pensare era a quanto si sarebbe fatta male,
una volta finita in
acqua.
"Farà
male... Me lo sento!" pensò la studentessa del primo anno,
mentre
precipitava in acqua.
-Yomi!-urlò
Zane. Poi, corse subito sul bordo dello strapiombo, si
inginocchiò e si
affacciò di sotto. La sua espressione di terrore si
allentò un po’. La
studentessa era ancora appesa alla corda, pochi metri sotto di lui, con
le
gambe penzoloni.
-Grazie al
cielo…-mormorò, sorridendo leggermente
all’amica, terrorizzata dal salto che
aveva appena fatto.
-Noriko! Sei una
bastarda! Questa me la paghi! Capito?!-esclamò Yomi,
inveendo nei confronti
della rappresentante di dormitorio.
-Come vedi non
hai alcun motivo di preoccuparti! La tua amica è ancora viva
e sta bene… Almeno
finchè la corda regge!-fece Noriko, voltandosi verso
l’altro Obelisk.
-Lasciala
andare!
-Come ho già
detto, prima dovrai duellare… Se vinco, però,
dovrai fare quello che voglio; se
perdo, lascerò in pace Yomi, per sempre…
Zane si voltò
verso l’amica, che era appesa sopra le acque scure
dell’oceano.
“Devo salvarla…
Non ho altra scelta! Anche se riuscissi a salvarla da questa
situazione, non ho
garanzie che non cerchi di farle di nuovo del male. Se la sconfiggo,
dovrà
lasciarla in pace per sempre...”
-Va bene…
-Non farlo!-fece
Yomi.
-Non preoccuparti…
Non posso perdere!-le rispose l’Obelisk dai capelli blu. Poi
si avvicinò al
centro della radura e si posizionò di fronte
all’altra studentessa.
I due sfidanti sistemarono
i dueling disk e diedero il via al duello.
-Se non ti
dispiace inizio io!-esclamò Noriko, pescando la sua sesta
carta. -Posiziono un
mostro coperto, poi metto due carte coperte, e termino il mio turno.
-Zane!-fece una
voce maschile alle spalle dell’Obelisk. Il Kaiser si
voltò e vide i due amici
ai margini della radura, con il fiato corto per la corsa che avevano
fatto.
-Yomi è appesa
ad una corda, proprio sopra il dirupo...-disse loro il duellante,
indicando la
scogliera e gli altri due studenti del terzo anno. Atticus si
avvicinò velocemente
e si affacciò di sotto.
-Voi siete
pazzi!-esclamò poi, rivolgendosi verso Jonouchi e Eichi.
-Vi conviene
starvene buoni e guardare il duello…-gli rispose lo Slifer.
-Non ci penso
nemmeno! Avanti, spostatevi!
-Non se ne
parla! Nessuno può avvicinarsi, finchè il duello
tra Noriko e il Kaiser non è terminato.-disse
Eichi, sistemandosi con un gesto della mano gli occhiali da vista sul
naso.
-Vi rendete
conto che rischia di morire?! State giocando con la vita di una
persona!-fece
Yusuke, al colmo della rabbia.
-E con questo?
-Spostatevi!
-No. Ma se preferisci
possiamo duellare un po'…-fece il rappresentante del
dormitorio rosso.
“Non hanno
intenzione di cedere… Dovremmo cercare di chiudere il duello
il più in fretta
possibile!” pensò Yusuke, guardando prima la corda
a cui era appesa l’amica e
poi Atticus.
-Non credo che
abbiamo molta scelta… Atticus, cerchiamo di vincere in
fretta e andiamo a
salvare Yomi!
-Non me lo
faccio ripetere due volte!-fece il castano, seguendo l'esempio
dell'amico e
accendendo il dueling disk. Anche i due avversari fecero altrettanto e
diedero
il via al duello a coppie.
Nel frattempo,
la rappresentante aveva concluso il suo turno e stava aspettando
pazientemente
che l’avversario facesse la sua mossa.
-Se vuoi
salvarla, ti conviene sbrigarti a vincere…
-Ti accontento
subito… Evoco “Cyber drago”, poi attivo
“Polimerizzazione” e lo fondo con
l’altro “Cyber drago” che ho in mano, per
evocare “Cyber drago gemello”!
Il mostro a due
teste comparve sul terreno, più minaccioso che mai.
-Avanti,
attacca!-esclamò l'Obelisk del secondo anno, indicando il
mostro coperto.
Il mostro
coperto di Noriko, venne distrutto, ma non prima di scoprirsi e
attivare il suo
effetto. Si trattava di un cane, dal pelo corto e bianco, che indossava
una
specie di armatura canina.
-Attivo
l’effetto di “Ryko, cacciatore fedele della
luce”, grazie al quale posso
distruggere una carta sul tuo terreno. E io scelgo il tuo
“Cyber drago
gemello”!
-Mi dispiace, ma
attivo la carta magia “Defusione”, con la quale
riporto sul campo i due “Cyber
drago usati e annullo il tuo effetto…
Al posto della
creatura a due teste, comparvero due cyber draghi, ciascuno con 2100
punti di
attacco.
-Poco male! Si
attiva l’altro effetto di “Ryko”, che mi
permette di mandare le prime tre carte
del deck al cimitero…-disse la ragazza, mentre spostava le
prime tre carte.
-Non importa,
perché i miei due draghi possono attaccarti direttamente. E
sono sufficienti
per chiudere subito il duello!-esclamò l’altro,
lanciando i due mostri
all’attacco.
-Attivo la mia
carta trappola “Annulla attacco”! Per questo turno
non potrai farmi niente…
Li due draghi
meccanici furono costretti a tornare al loro posto dalla carta
trappola. Zane
fissò per qualche secondo il campo da gioco e la propria
mano, poi si voltò
verso la scogliera, dove era appesa l'amica.
"Devo sbrigarmi..."
-Attivo la carta
magia “Differente capsula dimensionale”, con la
quale rimuovo dal gioco una
carta. Alla mia seconda fase di attesa, posso aggiungere la carta
rimossa alla
mia mano. Poi, termino il mio turno…
-Complimenti!
Non mi aspettavo niente di meno dal Kaiser del dormitorio blu! La tua
fama di
duellante non ti rende giustizia, sai? Tu sei molto più
forte di quello che si
dice in giro…
-Se non fosse
per il fatto che hai rapito una mia cara amica e l’hai appesa
sopra un
precipizio, potrei affermare
di essere
onorato di sentirtelo dire…
-Continuo a non
capire come tu possa essere interessato ad una come
lei...-commentò Noriko.
-Non sono cose
che ti riguardano...
-Sto solo
cercando di salvarti!
-Ti ripeto che
non sono cose che ti riguardano...
-Tu la ami, non
è vero?-continuò la rappresentante.
-No…
-Invece è così!
Ti ho sentito mentre ne parlavi con Yusuke…
-...
-Continuo a non
capire cosa tu possa trovare in un mostro come lei!
-Yomi non è un
mostro. La tua è solo invidia!
-Non è un
mostro?! E cosa sarebbe, sentiamo?!
-Non ho tempo da
sprecare. Muoviti a fare la tua mossa.
-Abbiamo fretta,
per caso?-commentò l’altra, con una piccola nota
di sarcasmo.-Pesco! Evoco
“Jain, paladino fedele della luce” ed attivo una
carta magia, “Carica della
brigata della luce”, che mi permette di mandare le prime tre
carte al cimitero
ed aggiungere un mostro di livello 4 o inferiore alla mia mano. Vediamo
cosa
potrei aggiungere…
Noriko scelse la
carta e la aggiunse a quelle che aveva in mano.
-A questo punto,
attacco un tuo “Cyber drago” e, grazie al suo
effetto, "Jain"
guadagna 300 punti di attacco, che gli permettono di distruggere il tuo
mostro.
-In questo modo,
però, anche il tuo paladino viene distrutto, dato che hanno
gli stessi punti di
attacco…-commentò il Kaiser.
Proprio come
aveva detto il ragazzo, entrambi i mostri vennero distrutti
dall’attacco e
nessuno dei due duellanti subì danno.
-Se fossi in te
non ne sarei così sicuro! Attivo la carta coperta
“Chiamata del posseduto”,
grazie alla quale evoco dal cimitero il mostro appena distrutto. Poi
termino il
mio turno, ma non prima di aver attivato l’effetto di
“Jain” e aver mandato le
prime due carte al cimitero.
-Pesco…-fece
Zane.
"Sono
sicuro che abbia già mostri sufficienti per evocare il suo
drago. Devo chiudere
il duello il prima possibile o potrei non farcela a vincere. E non
posso
aspettare ancora!" pensò, spostando la sua attenzione sulle
carte che
aveva in mano.
-Evoco
“Proto-cyber drago”, poi attivo la carta magia
“Unità generatrice di fotoni” e
sacrifico i miei due draghi, per evocare “Cyber drago
laser”.
I due mostri
metallici lasciarono il terreno, per far posto alla loro versione
evoluta,
dalla cui coda poteva sparare un raggio laser.
-Attivo anche la
carta magia “Mostro resuscitato” con la quale evoco
un “Cyber drago” che si
trova al cimitero. Adesso uso il mio “Cyber drago”
per attaccare “Jain” e
questa volta l'effetto del tuo mostro non potrà attivarsi!
Il paladino
dall’armatura bianca, infatti, venne distrutto
dall’attacco del drago
meccanico, senza nemmeno poter respingere l'attacco.
-Adesso posso
attaccarti direttamente! Vai, “Cyber drago laser”!
Il drago evoluto
si preparò all'attacco e lanciò un raggio laser,
dritto sulla studentessa, che
subì in pieno il colpo. I LP di Noriko scesero di colpo a
1300.
-Posiziono una
carta coperta e termino il mio turno…-concluse il Kaiser.
-Tocca a
me!-esclamò la ragazza, pescando una carta.-Attivo la carta
magia “Mostro
reincarnato”, scarto una carta ed aggiungo un mostro dal
cimitero alla mia
mano…
“Sono sicuro che
sia “Drago del giudizio”. E’
l’unico mostro che ha che non deve stare al
cimitero! Deve esserci finito con gli effetto di
“Ryko” o “Jain”…
Questo
significa che ha già quattro mostri per poterlo
evocare!” pensò Zane, scrutando
attentamente le mosse dell’avversaria.
-Mi spiace Zane,
ma il nostro duello si chiude qui! Adesso evoco, tramite evocazione
speciale,
“Drago del giudizio”, poi attivo il suo effetto e,
pagando 1000 LP, posso
distruggere tutte le carte sul terreno!
-Non cantare
vittoria! Immaginavo che lo avresti evocato così presto,
perciò ho preso le
giuste precauzioni. Attivo la mia carta coperta, “Dispositivo
di salvataggio
obbligatorio”, con il quale riporto nella mia mano il
“Cyber drago” che si
trova sul mio terreno ed impedisco la sua distruzione…
L’altro drago
meccanico venne distrutto, così come tutte le altre carte
che si trovavano da
entrambi i lati del terreno.
-Fai come credi!
Ma adesso posso attaccarti direttamente!-esclamò Noriko,
lanciando il suo drago
bianco all'attacco. I LP dell’Obelisk scesero a 1000; la
differenza tra i due
era solo di 700 LP.
“Noriko ha solo
due carte in mano e, oltre al suo drago, non ha nient’altro
sul terreno. Con
quella carta, posso vincere il duello in fretta…”
pensò il ragazzo, voltandosi
verso i due amici. Erano ancora
alle
prese con il loro duello e sembrava che avessero incontrato qualche
difficoltà
contro i due giovane del terzo anno.
-Tocca a me!
Pesco… Si attiva l’effetto di
“Differente capsula dimensionale” e posso
aggiungere la carta che avevo rimosso alla mia mano. A questo punto
attivo
“Mostro reincarnato”, scarto una carta ed aggiungo
un mostro dal cimitero. Poi
attivo “Vincolo di potere” e fondo i miei tre
“Cyber draghi”, così da poter
evocare “Cyber drago finale”. Grazie a
“Vincolo di potere” i suoi punti di
attacco vengono raddoppiati…
Il drago
meccanico alato comparve sul terreno, insieme alle sue tre teste,
pronto a dare
battaglia e distruggere il drago bianco della rappresentante.
-Hai evocato il
tuo mostro più forte…-commentò Noriko,
pacata. Non sembrava preoccupata dagli
8000 punti di attacco del mostro dell’avversario.
-Non avresti
dovuto cercare di farle del male…
-Sei sicuro di
volere attaccare?-chiese la ragazza, indicando il suo mostro.
-Cosa intendi
dire?-chiese l’altro, sospettoso. Aveva la sensazione che
l’avversaria non
fosse minimamente preoccupata per la situazione in cui si trovava e la
cosa lo
turbava parecchio.
La studentessa,
per tutta risposta, estrasse un dispositivo dalla tasca della divisa e
lo
mostrò all’Obelisk, compiaciuta.
-Cos’è quello?
-Un telecomando…
Se mi attacchi, la mocciosa finirà in fondo
all’oceano!
-Stai
scherzando?!
-Mai stata più
seria! Mi basta premere questo pulsante per tagliare la fune a cui
è legata e
farla precipitare…
-…
-Sei ancora
convinto di volermi attaccare?
-Tu non sei
umana…
-Esattamente
come non lo è la ragazza che ti piace tanto... Allora, hai
deciso oppure no?
“Potrebbe essere
un bluff, ma non voglio rischiare… Non ho altra scelta! Non
voglio che le
succeda qualcosa…”
-Va bene, hai
vinto… Termino il mio turno.
Per effetto di
“Vincolo di potere”, i LP dello studente scesero a
zero. Noriko scoppiò in una
risata isterica, fiera di aver usato metodi discutibili per ottenere
quello che
voleva.
-Adesso lasciala
andare!-fece l’Obelisk, rivolgendosi alla rappresentante.
La ragazza si
voltò verso lo Slifer e il Ra e fece loro segno di
interrompere il duello e di
allontanarsi. Yusuke e Atticus, non appena i due avversari si
ritirarono, si
avvicinarono alla corda e si sbrigarono a tirare su l’amica e
slegare i nodi
che le tenevano bloccate le braccia e le gambe.
-Stai
bene?-chiese Atticus, non appena la ragazza fu libera.
-Sì…-mormorò
Yomi.
-Ne sei sicura?
Forse dovresti farti vedere dalla signorina Fontaine...-fece il Kaiser,
che nel
frattempo si era avvicinato agli amici.
-Razza di
cretino! Perché hai scelto di perdere?! Non ce n'era alcun
bisogno!-esclamò la
matricola.
-Mi dispiace,
scommetto che ti sei spaventata…-continuò
l’altro, inginocchiandosi di fronte
alla studentessa.
-Perché l’hai
fatto?! Sei un’idiota, Zane!
-Mi
dispiace…-disse Zane, abbracciandola improvvisamente. Yomi
arrossì, ma non
protestò, né cercò di allontanarlo.
-Non dovevi
perdere! Non avresti dovuto farlo! Per una come me, poi…
-Non avevo altra
scelta…
-Ma che scenetta
commovente! Siete veramente patetici!-esclamò Noriko alle
loro spalle. Sembrava
contenta di ciò che aveva appena fatto.
-Cos’altro
vuoi?! Non sei soddisfatta?!-esplose Yusuke, nero dalla rabbia. Non era
da lui
scaldarsi così tanto.
-Avevamo una
scommessa, ricordi?-continuò la ragazza, ignorando
l’Obelisk dai capelli verdi
e rivolgendosi al Kaiser.
-Certo…-le
rispose il giovane, scostandosi leggermente dall’amica e
voltandosi verso la
studentessa del terzo anno.
-Dovrai essere
il mio ragazzo e, se non vuoi che le accada qualcosa, ti conviene non
rifiutarti…
-Tu sei
pazza!-protestò Yomi, alzandosi in piedi e protendendosi
verso la
rappresentante...
-Taci! Non
accetto di essere contraddetta da un essere come te!-fece
l’altra, alzando la
voce.
-Pensi davvero
che accetterà?!
-Perchè non
dovrebbe?! Mi sembra di averti già detto che è
disposto a fare di tutto per
te...
-Digli che non
lo farai!-esclamò la matricola, voltandosi verso il Kaiser.
-Lascia
perdere…-commentò Zane, alzandosi anch'esso in
piedi e mettendo una mano sulla spalla
dell'amica.
-Non puoi
accettare!
-Non
preoccuparti, per me non è un problema…
Noriko sorrise
compiaciuta, poi lanciò uno sguardo soddisfatto alla rivale
e si allontanò,
verso il dormitorio femminile, seguita dagli altri due studenti che
erano
rimasti in disparte ad osservare la scena.
-Perchè hai
accettato?!-esclamò Yomi, non appena rimase da sola con i
tre amici.
-Va bene
così...-mormorò il Kaiser.
-No, non va
bene! Non puoi fare quello che vuole!
-Io non la amo e
questo non potrà mai cambiare. Nemmeno se mi costringesse.
-Non è quello il
problema...
-Troverò un modo
per risolvere la faccenda. Abbi fiducia...-disse Zane, scompigliando i
capelli
della ragazza. Poi, rivolgendosi verso i due amici, aggiunse:
-Sono sicuro che
Noriko non permetterà che parliamo più di tanto e
per ora non posso ribellarmi.
Perciò, mi raccomando, datele un'occhiata anche per me...
Detto questo,
l’Obelisk si avviò verso il dormitorio blu,
lasciando i tre amici sul
promontorio.
-Razza di
idiota! Perchè deve trattarmi come se fossi una bambina?! Io
posso cavarmela
anche da sola...
-Yomi...-mormorò Yusuke.
-Accidenti! È
colpa mia! Se solo non avessi perso contro Noriko, tutto questo non
sarebbe
successo!-esclamò la ragazza, tirando un pugno al tronco di
uno degli alberi
che si trovavano lì intorno. Sentiva il bisogno di scaricare
la rabbia su
qualcosa, prima che i suoi poteri potessero prendere il sopravvento e
fare del
male a qualcuno.
"Sono una
stupida... Non faccio altro che creare problemi a tutti! Sopratutto a
lui..."
-Zane troverà un
modo per uscire da questa situazione e tornerà tutto come
prima! Ne sono
sicuro!-esclamò Atticus, sorridendo fiducioso. Stava
cercando di tirare su di
morale l'amica. Non voleva che si sentisse la causa di quello che era
successo
e non voleva che finisse con il farsi del male.
-Atticus...-commentò
la giovane.
-Atticus ha
ragione! Zane è in gamba; affronterà di nuovo
Noriko e sistemerà questa
faccenda...-fece Yusuke, sorridendo anch'esso.
"Spero
davvero che ci riesca, ma ho una brutta sensazione..." pensò
la ragazza,
spostando lo sguardo dai due amici alla sua mano paonazza per il
pugno."Se
non dovesse riuscirci, io cosa dovrei fare?"
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Capitolo 24 *** Capitolo 24- La prima rivale ***
Capitolo
24- “La
prima rivale”
Erano
trascorsi
alcuni giorni da quando Zane era stato costretto a perdere il duello
contro
Noriko, per salvare la vita dell’amica del primo anno. Da
quel momento non era
più riuscito a parlare con i due amici; ogni volta che
cercava di rimanere solo
con i due, compariva la rappresentante del dormitorio femminile che,
con una
scusa, lo portava via. Per quanto riguardava Yomi, l’Obelisk
dai capelli blu
aveva deciso di smettere di vederla, per non coinvolgerla ulteriormente
e non
metterla di nuovo in pericolo. Prima voleva trovare un modo per
risolvere la
questione con Noriko.
Quel giorno
l’Obelisk stava camminando da solo lungo i corridoi, quando
fu contattato dal
cancelliere che voleva parlargli urgentemente.
-Puoi venire un
attimo nel mio ufficio?-fece l’uomo, dal piccolo schermo del
palmare.
-Non c’è
problema…
-Perfetto!-esclamò
Sheppard, prima di chiudere la comunicazione.
“Spero che non
sia successo niente di grave… E spero che Yomi non sia
coinvolta!” pensò il
giovane, mentre saliva le scale, per dirigersi nell’ufficio
del cancelliere.
Non appena fu d’avanti alla porta, bussò
leggermente e poi entrò, senza nemmeno
attendere la risposta.
All’interno
della stanza si trovava solo Sheppard, seduto, come sempre, sulla sua
poltrona
girevole.
-Zane, sono
preoccupato…-fece l’uomo non appena vide lo
studente.
-E’ successo
qualcosa?
-Dovresti essere
tu a dirmelo…
-Non capisco a
cosa si stia riferendo…-commentò lo studente, a
bassa voce.
-Credimi, non è
facile parlartene!
-Yomi non si è
cacciata in qualche altro guaio, vero?
-Yomi? Ad essere
sincero, lei non c’entra assolutamente niente!
-Davvero? Meglio
così…
-Per caso,
stamani mattina mi è capitato di origliare una conversazione
tra due studenti
del terzo anno. Ti riguardava molto da vicino…
-…
-In poche
parole, sembra che tu sia coinvolto con quello che è
successo l'anno scorso a
Umiko. Dicono che sei stato tu a spingerla a tentare il suicidio
è che stai
cercando di fare la stessa cosa...
-È assurdo...
-Non solo… Dicono
anche che stai giocando con i sentimenti di Noriko e che non
t’interessa
realmente. Inoltre, ho sentito dire che sei coinvoltocon in
quell'accordo tra
il dormitorio blu e quello rosso. Sinceramente sono stupito…
-Lei mi crede se
le dico che non è assolutamente vero? Io non farei mai una
cosa del genere.
-Sai che mi fido
di te... Inoltre, se fosse vero, non avresti avuto alcun motivo di
sfidare
Makoto, no?
-Io non c'entro
niente con quell'acc l'accordo tra i dormitori e, se Yomi non me
l'avesse
detto, non l'avrei mai saputo.
-Lo so bene.
-Inoltre, non sono
stato io a spingere Umiko al suicidio, ma Makoto. La mia unica colpa
è stata
non essere intervenuto per aiutarla quando era in
difficoltà... È l'unica cosa
di cui posso essere accusato.
-Non
preoccuparti, lo so bene. Infatti non è questo il motivo per
cui ti ho fatto
chiamare.
-E quale
sarebbe?
-Ultimamente
girano molte voci, sia sul tuo conto, che su quello di Yomi, e ho paura
che
possa succedere l'irreparabile. Perciò, vorrei che tu
trovassi il colpevole...
-Forse dovrebbe
chiedere al Comitato disciplinare...
-No. È una cosa
che solo uno studente può risolvere. Inoltre, tu sei uno
degli studenti più
amati, chiunque sia stato deve serbare un forte rancore nei tuoi
confronti. E
la lista non è infinita...
-D'accordo, come
vuole...
-Ammetto di
essermi preoccupato quando ho sentito quelle voci… So che
non sei quel genere
di ragazzo, perciò ho pensato che ci dovesse essere
qualcos’altro sotto.
-Se scopro
qualcosa, glielo faccio sapere subito.
Detto questo,
l’Obelisk fece un leggero inchino e si voltò verso
la porta. Era quasi uscito
dalla stanza, quando Sheppard lo richiamò.
-Zane, mi
raccomando… Cerca di non cacciarti nei guai!
-Non si
preoccupi…
Lo studente del
secondo anno uscì dalla stanza.
“Sono sicuro di
sapere chi sia l'artefice di tutto questo. Però non credevo
che fosse disposto
a tanto! Adesso sta esagerando… Non capisco
perché si comporti in questo modo,
ma se fa qualcosa a Yomi me la paga cara! Devo trovare un modo per
risolvere
questa situazione, prima che succeda il finimondo. E prima che qualcuno
le
faccia del male.” pensò il giovane, mentre
attraversava di nuovo il corridoio.
***
-Yomi?
Ci
sei?-fece Yusuke, rivolgendosi all’amica, che era rimasta
imbambolata per
diversi minuti.
-Eh?
-E’ il tuo
turno…-le rispose l’Obelisk, indicandole le carte
sul pavimento.
Yomi guardò
prima l’amico, poi il campo di gioco.
-Scusami…-mormorò
poi, arrossendo leggermente.
-C’è qualcosa
che non va?-chiese Atticus, che stava osservando il duello dal letto
dell’amico.
-No, niente…
Stavo solo pensando…
I tre si trovavano
nella stanza di Yusuke. Era domenica pomeriggio e, nonostante la bella
stagione
invitasse ad uscire e trascorrere un po’ di tempo
all’aria aperta, i due
Obelisk avevano deciso di trascorrere il pomeriggio
all’interno del dormitorio,
per tenere compagnia all’amica. Yomi sembrava non aver
superato ancora la
sconfitta contro Noriko e non sembrava avere molta voglia di uscire. Inoltre, da
quando avevano
iniziato a girare le voci sul conto di Zane, aveva iniziato a subire
minacce.
Quella mattina era persino giunta alle mani con un gruppo di Obelisk
del
secondo anno e, come ricordo, portava un bel livido violaceo sullo
zigomo
destro. L'avevano accusata di essere la respresponsabile di tutte
quelle voci e
le avevano sferrato un pugno, affinchè "imparasse a portare
rispetto alle
altre persone". La matricola non aveva nemmeno cercato di difendersi;
aveva subito il colpo, poi se ne era andata, come se niente fosse.
Yusuke e
Atticus si erano preoccupati ed avevano deciso che era meglio
rimanersene buoni
all'interno del dormitorio dell'elitè.
-Ultimamente ti
comporti in modo strano, sai?-fece il dongiovanni, protendendosi verso
l’amica.
-Davvero? Non me
n’ero accorta…
Yusuke e il
castano si guardarono per qualche secondo, incerti su cosa rispondere.
-E’ per via di
Zane, vero?-fece Yusuke.
-Questa storia
non lo riguardava; non è giusto che sia finita
così!
-Da quando
Noriko l’ha costretto ad essere il suo ragazzo, non riusciamo
nemmeno a
parlarci…-commentò l'Obelisk dai capelli verdi.
-Quella ragazza
è veramente perfida…-gli fece eco Atticus.
-Mi verrebbe
voglia di prenderla a sberle!-esclamò Yomi.
-Cerca di
controllarti…
-Non m’interessa
se vuole fare del male a me, ma non riesco a perdonarla per quello che
sta
facendo a Zane!-fece la ragazza, voltandosi verso l'amico castano.
-Quelle voci che
girano sul suo conto... Sono sicuro che sia stata Noriko a metterle in
giro,
sebbene cerchi di far ricadere la colpa su di te.-commentò
il dongiovanni.
-Io credevo che
a Noriko piacesse Zane… Non capisco perché voglia
distruggere la sua
reputazione…
-Forse non è mai
stata interessata a lui…-fece Yomi, continuando a fissare le
carte che aveva in
mano.
-Ne sei
sicura?-chiese Yusuke.
-Ma non si è
dichiarata?-fece il castano.
-E se avesse
mentito?
I due Obelisk si
guardarono.
-Cosa te lo fa
pensare?-chiese il giovane dai capelli verdi.
-Me l’ha detto
Yuki…
-Yuki? E chi
sarebbe?-chiese l’altro Obelisk, confuso. Era la prima volta
che sentiva quel
nome e non capiva chi potesse essere.
-E’ uno spirito
di Duel Monster…-si affrettò a rispondere
l’amico. Poi, rivolgendosi alla
ragazza, disse:
-Ne sei sicura?
-Yuki di solito
non si sbaglia su queste cose. Quando qualcuno mente, lui è
in grado di
capirlo. Secondo lui, ha mentito per tutto il tempo… Anche
durante il duello.
-E perché
avrebbe dovuto?
-Non lo
so…-rispose Yomi, scuotendo la testa.
Yusuke guardò
prima la ragazza, poi Atticus.
-Posso chiederti
una cosa?-fece poi, rivolgendosi all’amica.
-Una cosa?
-Sinceramente,
cosa provi per Zane?
La Obelisk
rimase a bocca aperta, con le carte in mano e lo sguardo puntato
sull’altro
studente.
-Che domande…
-Ti piace,
vero?-insistette Atticus.
-Perché dovrebbe?
E’ odioso e insopportabile…
-Sei
un’ipocrita, sai?-fece Yusuke, raccogliendo le carte sparse
sul pavimento ed
alzandosi in piedi.
-Non vuoi finire
il duello?-chiese la ragazza, sorpresa.
-Non voglio
duellare con un’egoista…
-Ehi! Si può
sapere cosa ti prende adesso?!-esclamò l’altra,
innervosita dall’atteggiamento
del giovane dai capelli verdi.
-Scusami, ma non
riesco a sopportarti quando fai così! Sei una stupida! Tu
gli vuoi bene, molto
più che a noi, e non vuoi dirglielo…
Perché?!
-Hai frainteso…
-No, non ho
frainteso e lo sai! Inoltre, lui è innamorato di te e tu sai
anche questo!
Perché non gli hai detto niente?
-Perché dovrei
farlo?
-Sei innamorata
di lui, vero?
-Non lo so… So
solo che non sopporto l’idea che stia con quella!
-Che carina! Sei
gelosa!-si intromise Atticus, sogghignando.
-Non è vero!
-Siete più
simili di quanto pensassi…-commentò Yusuke.
-Comunque non ha
importanza! Non posso dirgli nulla… Nessuno dovrebbe avere a
che fare con me o
finirebbe con il farsi del male… Non voglio che gli succeda
qualcosa, perciò è
meglio così…
-Allora perchè
non rompi qualsiasi tipo di legame?
-...
-La verità è che
non riesci più ad allontanarlo da te, vero? Ormai
è diventato così importante,
che non puoi vivere senza... Ed hai paura di tornare ad essere sola.
È per
questo che, nonostante continui a dire che ci faremmo del male standoti
intorno, non vuoi essere la prima a rompere la nostra amicizia, vero?
-È molto egoista
da parte mia...
-Quindi ti sta
bene che Noriko continui a sfruttarlo?-chiese Yusuke, dopo qualche
secondo di
silenzio.
-No, ma non
posso fare niente… Non sono forte, non posso sconfiggerla e
non posso aiutarlo!
-Invece puoi!
-No, non posso…
Non sono forte…
L'Obelisk dai
capelli verdi la guardò, senza dire nulla. Non sapeva cosa
dirle per
convincerla ad avere un po’ più di fiducia in se
stessa.
“Zane avrebbe
saputo cosa dire… Lui la conosce meglio di me e saprebbe
cosa fare, ma adesso
non posso chiedergli nulla! Se solo riuscissero a
parlarsi...” pensò, guardando
l’amica, un po’ preoccupato.
-Perché non vuoi
dichiararti?-fece Atticus, come se niente fosse.
-Non voglio,
punto e basta.
-Non è che per
caso hai paura di avere una relazione con qualcuno?
-No, non è
quello… E’ che-
-Che?
La studentessa
non rispose. Rimase immobile, con la bocca leggermente aperta e lo
sguardo
perso nel vuoto.
-Qual è il
cognome della rappresentante?-fece Yomi, voltandosi di scatto verso
Yusuke.
-Tsukamoto.
Perché me lo chiedi?
-Tsukamoto… Non
sarà…
-Cosa ti prende?-chiese
il castano.
-Devo verificare
una cosa! Posso usare il tuo computer?-fece la Obelisk, fissando
l’amico dai
capelli verdi.
-Sì, ma perché?
-Come ho fatto a
non accorgermene prima…-mormorò la ragazza, tra
sé e sé, mentre si dirigeva
velocemente alla scrivania e prendeva posto davanti al portatile. I due
giovani
la guardarono armeggiare con la tastiera ed entrare nel database
dell’Accademia.
-Eccola…-sussurrò
Yomi, mentre apriva la cartella con i dati della rappresentante di
dormitorio.
-Cosa stai
cercando?-fece Yusuke.
-Voglio vedere
da quale città proviene…
-Non credo che
lo troverai, comunque, se non mi ricordo male, mi sembra che sia
entrata con il
test d’ammisione… Se non sbaglio, ha frequentato
una scuola media pubblica, mi
sembra ad Arakawa...-commentò Atticus, grattandosi la testa.
-Hai ragione, non
ha frequentato le scuole medie dell’Accademia. Non proviene
da una famiglia
ricca, perciò non se lo sarebbe mai potuto
permettere…-confermò Yusuke.
-Infatti non c’è
scritto. Immagino che siano informazioni riservate…-fece la
studentessa, un po’
delusa. Poi, si alzò e si diresse verso la porta della
stanza.
-Dove vai?-le
fece Atticus.
-Vado a prendere
una cosa in camera mia, cioè tua, e torno…
Detto questo,
uscì in fretta e furia, facendo sbattere la porta di legno.
-Tu lo sapevi
che Zane era innamorato di lei, vero?-fece il castano.
-Era palese… Il
modo in cui la guardava era diverso! E anche il modo in cui si
comportava… Non
l'avevi capito?
-Avevo intuito
qualcosa, ma non ne ero sicuro. Piuttosto avevo capito che Yomi era
innamorata
di Zane... Quello sì che era palese!
-…
-Cosa pensi di
fare adesso?-fece il castano.
-In che senso?
-Vuoi fare
qualcosa per risolvere questa situazione? Oppure preferisci che se la
sbrighino
da soli?
-Non possiamo
intrometterci nei loro affari, lo sai… Però,
voglio fare qualcosa per
allontanare Noriko da loro due! In quanto loro amici, è
nostro dovere…-gli
rispose Yusuke.
-Hai sentito le
voci che circolano su Zane, no? Sembra che sia stato coinvolto in
quella brutta
storia di Umiko...
-Sì, ma sono
false! Me l'ha detto lui stesso qualche tempo fa...
-E a me non ha
detto nulla?!
-L'avrebbe detto
anche a te, se ci fossi stato, ma eri impegnato con le tue ricerche sul
colpevole che aveva messo in giro le voci su Yomi.
-Va bene, mi
fido...-commentò l'altro mettendo il broncio.
-Piuttosto pensa
a come sistemare questa-
I due si
interruppero; la loro amica era appena rientrata nella stanza e non
volevano
che sapesse che, durante la sua assenza, avevano parlato di lei.
-Cosa hai
preso?-fece Atticus, non appena la ragazza si sedette di nuovo sulla
sedia.
-Questo…-rispose
la matricola, mostrandogli un dispositivo.
-Cos’è?
-Un dispositivo
per bypassare il sistema di sicurezza del database
dell’Accademia…
-Un cosa?!
-Non puoi
entrare dentro al sistema illegalmente! Se ti beccano, ti cacciano
seduta
stante!-esclamò Yusuke, pallido in volto dalla
preoccupazione.
-E’ impossibile
che mi scoprano…
-Ne sei sicura? La
tecnologia della scuola è di alto livello, esattamente come
quella della Kaiba
Corp… Non puoi entrare come se niente fosse!
-Non ti
preoccupare… Non è la prima volta che lo faccio!
E i codici utilizzati dal
signor Seto “sono-bravo-altro-che-io” Kaiba non
sono poi così complessi…
-Sei sicura che
non ti scopriranno?
-Sì…-gli rispose
la studentessa, collegando il dispositivo al computer e avviando la
procedura.
Trafficò con la tastiera per una ventina di minuti,
inserendo un codice dopo
l’altro. I due amici rimasero con il fiato sospeso per tutto
il tempo,
preoccupati che qualcosa potesse andare storto. Yomi, però,
sembrava che
sapesse cosa stava facendo.
-Ho fatto in
modo che, se anche scoprissero che il sistema è stato
violato, il tuo indirizzo
IP sia irrintracciabile. Non preoccuparti, non capiranno che siamo
stati noi…
-Non ho molta
voglia di essere espulso…-commentò Yusuke.
-Non succederà…
Ecco, finalmente l’ho trovato!
-Quindi?-chiesero
i due amici, in coro.
-Proprio come
pensavo. Viene dalla mia stessa città…
-Quindi?-insistette
Atticus. Non capiva il nesso logico; in fondo, Yomi e Noriko non si
conoscevano
prima che la matricola arrivasse in Accademia.
-Credo di aver
capito il vero motivo per cui ce l’ha tanto con
me…-fece la ragazza, chiudendo
il programma e spegnendo il sistema.
-Credevo che
fosse gelosa delle attenzioni che Zane ti
rivolgeva…-commentò Yusuke.
-Forse, ma penso
che il vero motivo sia un altro…
-Vuoi fare
qualcosa?
Yomi fissò per
diversi minuti l’amico dai capelli castani, incerta su cosa
rispondergli.
-No, non posso
fare niente… E non voglio coinvolgere
nessun’altro!-disse poi.
-Secondo me
dovresti fare qualcosa. Tipo sfidarla di nuovo a duello e
sconfiggerla…-commentò Atticus, un po’
deluso. Sperava che l’amica decidesse di
intervenire e aiutare l’amico in difficoltà.
-No, non me la
sento…
-Hai paura di
perdere di nuovo?
La ragazza fissò
l’amico dai capelli verdi, senza rispondere.
“Paura di
perdere… Chissà, forse ha ragione…
Questa è la prima volta che perdo un duello
in questo modo; Noriko ha giocato con me, non ho potuto fare niente per
impedirlo. Era come se stesse duellando contro un principiante! Credevo
di
poter tenere testa a chiunque, ma mi sono sbagliata… Ho
avuto troppa fiducia
nelle mie capacità, e ne ho pagato le conseguenze! Forse non
sarebbe successo se
fossi stata un po’ più umile… No, che
dico! Non sono mai stata brava come ho
sempre pensato… Sono solo una sciocca! Io non sono brava,
non ho alcun talento…
Sono solo un’illusa!”
-Io sono solo
una sciocca. Non sono io quella che ha talento…
-Non è vero, lo
sai. Sei un’ottima duellante…
-No, non è vero!
Ho sottovalutato Noriko, ho lasciato che mi deridesse e non ho potuto
fare
niente per impedirle di vincere, nonostante fosse un duello importante!
Io non
volevo che vincesse! Perché ho lasciato che
accadesse?!-esclamò la ragazza,
nera dalla rabbia. Ce l’aveva soprattutto con se stessa e con
il fatto che
aveva perso. Quel duello era molto più importante di quello
che voleva far
credere. Ci aveva rimuginato per più di una settimana, aveva
continuato a dare
la colpa a se stessa e adesso aveva raggiunto il colmo e doveva
sfogarsi con
qualcuno.
-Lui continua a
darmi della cretina, si arrabbia sempre per niente e qualsiasi cosa
faccia non
gli va mai bene! Mi prende sempre in giro e a volte è
insopportabile! Crede di
potermi dare ordini e pensa che non sia in grado di cavarmela! Mi
prende a
schiaffi e poi gli fa pure fatica chiedermi scusa! E’ un
egoista! Ed è pure
orgoglioso! Però… Però mi ha
salvata… Ha avuto fiducia in me e cerca sempre di
proteggermi… Io non voglio essere protetta, ma quando lo fa
lui è diverso… Io
mi sento accettata, sento che forse c’è un posto
anche per me in questo mondo…
Lui mi fa sentire in questo modo… Quando mi
abbraccia… Quando mi scompiglia i
capelli… Anche quando mi dice che sono un’idiota!
-Yomi…
-Io non voglio
rinunciare a lui! Io voglio che sia felice e stia bene, ma voglio anche
che sia
tutto per me! Sono proprio un’egoista…
-Hai ragione,
sei egoista… Ma anche lui è come te! Era geloso
del fatto che parlassi con
Makoto ed è geloso del tuo rapporto con Chumley. Gli ho
promesso di non
dirtelo, ma per come si stanno mettendo le cose, non vedo altra
soluzione.
Tutte le volte che si è arrabbiato con te, l’ha
fatto solo perché era
preoccupato. E’ il suo modo di dimostrare affetto…
Io sono sicuro che ti voglia
molto più bene di quanto voglia far credere e sono sicuro
che anche tu in fondo
lo sai! Lui non vuole rinunciare a te… E’ per
questo che si preoccupa!
-Non dovrebbe
affezionarsi a me…
-Perché?
-E’ già
successo… Finirà con il farsi del
male… Non voglio che qualcun altro finisca in
ospedale per colpa mia…
-Cosa vuoi dire?
-Il motivo per
cui Noriko mi odia è che una persona che conosce bene
è in ospedale per colpa
mia…
-Yomi...
-Noriko ha
ragione; è sempre colpa mia...
Detto questo, la
ragazza uscì dalla stanza, lasciando soli i due amici.
“È colpa mia,
solo colpa mia! Zane non c'entra niente; lo sta usando solo per
vendicarsi! Io
vorrei davvero poterlo aiutare, ma cosa posso fare? Io non sono in
grado di
proteggere nessuno, non lo sono mai stata... Non dovevo farmi degli
amici! Se
fossi rimasta da sola, questo non sarebbe successo... Non
può trattare Zane in
quel modo solo per fare un dispetto a me. Qualsiasi cosa voglia, va
bene. Non
m’interessa se vuole picchiarmi, uccidermi o
peggio… Voglio solo che lasci in
pace lui!” pensò Yomi, mentre usciva dal
dormitorio dell'elitè e si dirigeva
verso gli edifici principali del campus. Ormai era quasi giunta di
fronte
all’ingresso della struttura principale, quando
incrociò proprio la
rappresentante che le veniva incontro, come se niente fosse.
-Ne è passato di
tempo, Yomi…
-Cosa vuoi?
-Come siamo
scontrose! Credevo che avresti trascorso tutto l’anno a
piagnucolare per aver
perso…
-Perchè vuoi
coinvolgerlo?-chiese la matricola, cercando di non alzare troppo la
voce. Non
voleva attirare l'attenzione degli altri studenti.
-Perchè voglio
vederti soffrire, no? Esattamente come ho sofferto io...
-E sei disposta
a rovinare la reputazione di un ragazzo che non c'entra niente?
-Non capisco a
cosa ti stai riferendo...
-Non fare la
finta tonta! Sai benissimo di cosa sto parlando!
-Oh, ti
riferisci a quelle cose sul conto del Kaiser, vero? Come puoi pensare
che sia
stata io a metterle in giro? Ti ricordo che adesso sono la sua
ragazza…-commentò l'altra, sorridendo compiaciuta.
-Bugiarda…
-Invece, ho
sentito dire che sei stata tu a diffonderle… Sei gelosa,
ammettilo! Vuoi
vendicarti mettendo sia me che lui in cattiva luce. Sei proprio un
demone!
-Tu… Cosa vuoi
in realtà?!
-Non è ovvio?
Voglio quello che ho già ottenuto, cioè il
Kaiser…
-Non è tuo!
-Non cambierai
mai… Pur di sentirti appagata, faresti qualsiasi
cosa… Che schifo!
-Pensi di essere
diversa da me? Tu sei anche peggiore! Hai avuto ciò che
volevi, ma nonostante
tutto, non fai che infangare il suo nome. Perché?! Zane non
c’entra niente!
Questa storia riguarda solo noi due… Perché
prendersela anche con lui?!
-Vedo che alla
fine ti sei ricordata… Bè, non importa! Io voglio
solo che tu soffra il
quadruplo di quanto ho sofferto io. E non m’interessa se
così facendo coinvolgo
qualche innocente!
-Sei una
bugiarda! Tu non lo ami affatto! Perché lo costringi a fare
quello che vuoi?!
-Perchè così
posso vederti soffrire... E se rovino la sua reputazione e tutto
ciò a cui
tiene, magari inizierà ad odiarti... Così capirai
il dolore che si prova a
perdere qualcuno a cui tenevi molto!
-Tu non puoi
farlo!
-Davvero? Cosa
te lo fa pensare? Non sei stata in grado di sconfiggermi; non sei in
grado di
proteggere nessuno! Tu non sei forte, non lo sei mai stata! Sei brava
solo a
mentire e a farti proteggere! Ma se vuoi dimostrare il contrario, posso
anche
darti la rivincita! Possiamo scommettere Zane, se vuoi…
-Non se ne
parla! Zane non è un oggetto! Non è un premio!
Non ho alcuna intenzione di
duellare a queste condizioni…
-Immaginavo! Sei
solo una codarda… Sei brava solo a parlare e a scappare dai
problemi! Patetica…
Detto questo, la
ragazza del terzo anno, passò oltre, senza nemmeno degnare
di uno sguardo la
rivale.
“Non posso
farcela… Non posso sconfiggerla… Ho troppa paura
di perdere… Yusuke ha ragione;
ho perso la fiducia in me stessa e nelle mie capacità. E
adesso, non riesco ad
affrontarla senza aver paura di perdere di nuovo. In questo modo non
posso
duellare… E poi, Zane non è un oggetto, non si
merita questo trattamento.” pensò
Yomi, mentre osservava Noriko allontanarsi verso il dormitorio
femminile.
"Cosa
faccio? Io... Non so cosa fare! Senza di lui, mi sento persa... Ho
bisogno di
Zane!"
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Capitolo 25 *** Capitolo 25- La prima fusione ***
Capitolo
25- “La
prima fusione”
Il
sole stava
già tramontando oltre la linea dell’orizzonte,
tuffandosi in un mare dalle
mille tonalità. Il cielo si stava scurendo, passando
dall’arancio scuro al
viola. In lontananza, ad est, erano già spuntate alcune
stelle, che, come fari,
illuminavano la volta celeste. Yomi si trovava sul tetto
dell’edificio
principale del campus e ripensava a quello che era successo in quei
giorni.
“Anche se voglio
aiutare Zane, non posso fare proprio niente! Sono inutile... Come posso
sconfiggerla in duello?! E’ molto più forte di
me… Non posso riuscirci! Non
sono forte a sufficienza… Ho troppa paura!”
-Principessa…-fece
lo spirito del samurai cremisi, comparendo all’improvviso al
suo fianco.
-Yuki…-mormorò
la ragazza, voltandosi verso il suo mostro.
-Siete ancora
giù di morale?
La studentessa
non rispose.
-Secondo il mio
umile parere, dovreste affrontarla di nuovo…
-E come faccio?!
Ho troppa paura… E non sono forte a sufficienza! Al solo
pensiero di dover
affrontare di nuovo quel drago, mi tremano le mani. Non riuscirei mai a
vincere
in questa situazione... Ho troppa paura!
-Non dovete
essere così dura con voi stessa. Voi siete forte…
Potete sconfiggerla, ne sono
sicuro!
-No, non posso…
Io non sono brava, non lo sono mai stata! Mi dispiace, tu e tutti gli
altri
continuate ad avere fiducia in me… Ed io non faccio altro
che deludere le
vostre aspettative…
-Voi non c’avete
mai deluso! Voi siete la nostra principessa e lo sarete per sempre. Noi
vi
seguiremo anche
in capo al mondo e non
vi abbandoneremo mai. Lo abbiamo promesso, ricordate? Il motivo per cui
abbiamo
deciso di seguirvi è che siete forte. Lo siete sempre stata!
Tutte le volte che
cadete, vi rialzate sempre. Non vi scoraggiate mai. E’ per
questo che vi
abbiamo scelto…
-Questa volta è
diverso… Non posso riuscirci…
-Non dovreste
dire così!
-Ma è vero...
Il samurai
cremisi fissò la giovane per diversi minuti.
L’espressione della matricola era
completamente vuota, come se avesse perso persino la voglia di vivere.
-State
ripensando a quello che vi ha detto quella ragazza, vero?-fece lo
spirito, dopo
qualche secondo.
-Noriko ha
ragione…
-Vi state
sbagliando…
-No, ha ragione…
-Principessa,
credo di capire a cosa stiate pensando, ma la colpa non è
vostra. Dovete
pensare anche a come aiutare Zane. Voi ci tenete a lui, no? E se vi
sentite in
colpa per quello che è successo, dovreste fare qualcosa!
La ragazza non
rispose; continuò a fissare lo spirito del samurai che le
sorrideva.
-A volte sei
proprio insopportabile…-mormorò, poi,
distogliendo lo sguardo. Yukimura non
ribattè e scomparve nel nulla.
“Cosa dovrei
fare adesso? Come posso fare per risolvere questa situazione? Forse
dovrei
sfidarla a duello… Ma se perdessi di nuovo? Non credo che
riuscirò a vincere…
Non posso peggiorare ulteriormente la situazione! Però Yuki
ha ragione... La
colpa è mia e dovrei essere io a risolvere la faccenda. Ma
io non credo di
esserne in grado...” pensò Yomi, appoggiandosi
all’inferriata e alzando lo
sguardo al cielo, che ormai si era fatto blu scuro. Il sole era quasi
tramontato del tutto e le stelle si erano fatte più luminose.
-Yomi…-fece una voce
alle spalle della ragazza, facendola sussultare. Era così
assorta nei suoi
pensieri da non essersi accorta della presenza di qualcun altro.
-Zane?-fece la
Obelisk, sorpresa di vedere l’amico. Lo studente si trovava a
pochi metri da
lei e sembrava che volesse parlarle.
-E’ strano
vederti da solo…-commentò la ragazza, voltandosi
di nuovo verso il mare.
-Non pensare che
questa situazione mi piaccia…
-Lo so, scusami…
Zane si avvicinò
alla ragazza.
-Senti, a
proposito di quelle voci che circolano sul tuo conto da qualche
giorno...-continuò la ragazza.
-Lo so che non
sei stata tu...-fece il Kaiser, cercando di rassicurarla.-So bene che
tu non
faresti mai una cosa del genere... Tu non sei il tipo da parlare male
alle
spalle delle persone; le cose le dici in faccia.
-Menomale!
Sarebbe stato un problema se tu avessi iniziato ad
odiarmi...-mormorò Yomi.
L'Obelisk la
fissò per qualche secondo, poi disse:
-Yusuke mi ha
detto che sei un po’ giù di morale…
-Sei riuscito a
parlarci? Noriko non te l’ha impedito?
-Lui e Atticus
sono venuti in camera mia…-fece lo studente, appoggiandosi
al parapetto.
-Yusuke esagera
sempre… Io sto bene!
-Ne sei sicura?
Yomi non
rispose.
-Troverò un modo
per risolvere questa situazione… Fidati!-fece il Kaiser,
voltandosi verso
l’amica.-E una volta sistemata, vorrei che tu mi
ascoltassi…
-Mi dispiace, è
tutta colpa mia…-mormorò l'altra, continuando a
guardare la distesa blu che
aveva di fronte.
-Ti sbagli…
-No, è colpa
mia… E’ con me che ce l’ha…
Tu sei solo una pedina. E io non sono forte a
sufficienza…
-Non hai ancora
superato il fatto di aver perso, vero?
-Ho paura di
perdere di nuovo e peggiorare ulteriormente la situazione…
Non voglio
coinvolgere nessun’altro e non voglio che tu sia costretto a
fare qualche altra
cosa per colpa mia… In fondo, se io non mi fossi cacciata
nei guai, tu non
saresti stato costretto a perdere quel duello…
-Non è colpa
tua! Se ho deciso di perdere è solamente perché
non volevo che ti accadesse qualcosa.
Detto questo, il ragazzo le prese dolcemente il viso e si
chinò su di lei.
-Tu sei
importante per me…
Zane iniziò ad
avvicinarsi lentamente al volto di lei, finché non
arrivò a pochi millimetri
dalla sua bocca. Ormai le loro labbra stavano per sfiorarsi, quando il
giovani
si bloccò all’improvviso e si allontanò
di scatto dall'amica.
-Scusami…-fece,
voltandosi dall'altra parte e nascondendo parte del volto con il dorso
della
mano.
-Zane…-mormorò
l’altra, arrossendo.
-Scusami, non
dovevo! Fai finta di nulla…
“Cosa mi è
preso… Perché non ho opposto resistenza? Ci siamo
quasi baciati e se qualcuno
ci avesse visto, sarebbe successo il finimondo…”
pensò Yomi, sfiorandosi il
labbro inferiore con il dito.
-Comunque, volevo
darti questa…-fece il ragazzo, mentre prendeva la mano
destra dell’amica. Poi
estrasse una carta dal suo porta deck e la mise sulla mano della
studentessa.
La ragazza la guardò, poi guardò Zane. Si
trattava di un mostro fusione.
-Grazie…
-L’ho presa per
te e spero che ti possa aiutare. Abbi un po’ più
di fiducia in te stessa… Tu
sei molto più forte di quello che pensi! E non devi
preoccuparti per me…
D’accordo?
-Sì…
Il ragazzo
sorrise, poi scompigliò i capelli della Obelisk e si
allontanò, ritornando
verso l’interno dell’edificio. Sulla terrazza la
studentessa rimase sola, con
la carta in mano.
“Questa carta…
Forse riesco a inserirla nel deck. Non ho mai usato un mostro fusione,
ma
potrebbe funzionare. In questo modo, forse…”
-Principessa,
avete cambiato idea?-chiese Yukimura, comparendo di nuovo al suo fianco.
-Non lo so… Con
questa carta potrei vincere, ma…
-…
-Mi sto
chiedendo se sono realmente in grado di proteggere qualcuno con il mio
modo di
duellare…
-Il vostro modo
di duellare è cambiato rispetto a diversi mesi fa.
-Lo so, però…
Shun è in ospedale per colpa mia e non voglio che accada di
nuovo a
qualcun’altro…-commentò Yomi.
-Immaginavo che
il motivo fosse quello… Voi non avete paura di perdere il
duello, avete paura
di cosa potrebbe accadere se voi perdeste…
-Non posso
rischiare di peggiorare la situazione… Noriko è
capace di tutto e non voglio
vedere un’altra persona ferita…
-Se le cose
stanno così non vi resta che vincere!-esclamò il
samurai, sorridendo.
-Vincere…
-E’ normale
avere paura. Ma dovete fare in modo che questa paura non vi blocchi.
Dovete
combatterla e farla vostra! Se riuscite a dominare le vostre paure,
sono sicuro
che riuscirete a vincere!
-Yuki…
-Avere paura è
normale! Paura di perdere un duello, qualcuno a cui si vuole bene, il
lavoro,
la vita… Tutto questo è normale! La cosa
importante è non farsi bloccare dalle
paure e continuare ad andare avanti! Voi dovete superare la vostra
paura di
perdere e sistemare il conto in sospeso che avete con Noriko!
Yomi guardò il
samurai, poi la carta che aveva ancora in mano. Osservò per
qualche minuto la
figura disegnata sopra, poi si decise.
-Forse hai ragione…
Chissà cosa mi è preso… Non
è da me restarmene in disparte a piagnucolare! Quei
tre sono anche fin troppo diplomatici… Se non combatto io,
non lo faranno di
certo loro!
-Ben
detto!-esclamò lo spirito di Duel Monster.-E dopo che
l'avrete sete sconfitta,
potrete chiedere un appuntamento a Zane...
-Yuki, ti stai
prendendo un po' troppe libertà!-fece l'altra, alzando la
voce, irritata.
Detto questo, la
studentessa si staccò dall’inferriata e si
allontanò, verso l’interno
dell’edificio, finalmente decisa ad affrontare di nuovo
Noriko.
***
Zane
si stava
dirigendo verso il piccolo molo dell’isola. Era riuscito a
convincere Noriko a
incontrarsi là, per parlare. Si era accorto che Yomi era
giù di morale e,
sebbene non ne comprendesse appieno il motivo, immaginava che la causa
fosse la
situazione in cui lo stava costringendo la rappresentante del
dormitorio
femminile. Perciò aveva deciso di affrontare la situazione e
risolvere una
volta per tutte la questione.
Una volta giunto
sul molo, notò che la ragazza era già arrivata e
lo stava aspettando.
-Zane!-esclamò
l’altra, non appena lo vide, correndogli incontro e
gettandosi tra le sue
braccia, come se niente fosse.
-Noriko, per
favore…-fece l’altro, senza battere ciglio. Non
sopportava quel suo modo di
fare, tutto moine e vezzeggiativi e falso come lei.
-Sei crudele a
trattarmi così…-commentò
l’altra, fingendo che l’atteggiamento freddo e
distaccato dell’altro l’avesse ferita.
-Adesso basta.
Questa storia è durata anche fin troppo… Non
c’è bisogno di continuare questa
messa in scena…
-Ne sei sicuro?
Devo ricordarti che perso la scommessa?
-Hai ragione, ma
adesso stai esagerando… So che stai mettendo in giro delle
voci su di me e che
stai facendo ricadere la colpa su Yomi. Pensi davvero che
così facendo possa
iniziare ad odiarla?
-Tu non la
odierai mai, dico bene? Non sei in grado di odiarla… Sei
talmente innamorato di
lei, da non riuscire nemmeno a vedere che razza di persona sia
realmente. Come
tutti, del resto…-fece Noriko, allontanandosi leggermente
dall’altro.
-Sei tu che non
riesci a capirla…
-Sei uno
stupido!
-Puoi pensare
quello che ti pare, ma non hai alcun diritto di continuare a
comportarti in
questo modo.
-Forse non l'hai
capito, ma non me ne frega niente di te! L'unica cosa che voglio
è farla
soffrire e tu mi servi per ottenere la mia vendetta!
-Non se ne
parla...
-Invece lo
farai! La abbandonerai come un cane e dovrai convincere i tuoi amici a
fare
altrettanto!
-Non se ne
parla! Non ho alcuna intenzione di farlo!
-Tu non hai
questo diritto! Farai quello che voglio, senza discutere!
Detto questo,
Noriko si avvicinò di nuovo al giovane, afferrandolo per un
braccio.
-Lascialo
stare!-esclamò una voce femminile alle loro spalle. I due si
voltarono e, con
loro sorpresa, videro i due Obelisk e la matricola, con il fiato corto
per la
corsa.
-Lascialo…-ripetè
Yomi, avvicinandosi di qualche passo verso la rappresentante.
-Cosa
vuoi?!-esclamò l’altra, furiosa per essere stata
interrotta.
-Duella con me…
-Duellare?
Sicura che non ti metterai a piagnucolare?
-Per caso ti
stai rifiutando?
-Io? Rifiutarmi?
Ma non farmi ridere! Non sono io quella che trema dalla paura!
-Hai ragione, ho
paura… Ho paura di non riuscire a vincere, di essere di
nuovo messa in ridicolo
e di perdere di nuovo qualcosa di importante. Ma adesso non posso
lasciarmi
vincere dalle mie ridicole fobie! Non ho alcuna intenzione di fare come
l’altra
volta! Questa storia è cominciata per colpa mia ed
è giusto che sia io a
chiuderla, una volta per tutte…
-Pensi che questa
volta sarà diverso?! Patetica!
-Questo lo
vedremo…-fece Yomi, continuando a guardare l’altra.
-Come vuoi, non
chiedo di meglio!
Le due Obelisk
accesero i dueling disk e diedero il via al duello, pescando ciascuna
cinque
carte.
-Se non ti
dispiace, inizio io!-esclamò Noriko, pescando
un’altra carta.
“Vuole
approfittare del vantaggio per iniziare a mandare mostri al
cimitero… E’ senza
dubbio furba! L’altra volta l’ho decisamente
sottovalutata… Questa volta però è
diverso! Almeno spero…”
-Attivo la carta
magia terreno “Reame della luce”, poi evoco
“Jain, paladino fedele della luce”
in posizione di attacco e termino il mio turno. A questo punto, si
attiva
l’effetto di “Jain”, grazie al quale
mando le prime due carte al cimitero e, di
conseguenza, metto un segnalino splendore sulla carta magia.
-Tocca a me…
Pesco! Evoco “Noh, samurai delle camelie” e la
equipaggio con “Spada Kusanagi”.
Adesso ti attacco e grazie all’effetto di
“Noh”, posso attaccarti direttamente.
La
donna-samurai, equipaggiata con una lunga lama che emanava un'energia
negativa,
si lanciò in un fendente e colpì in pieno Noriko.
I LP della rappresentante
scesero a quota 2200.
-Posiziono una
carta coperta e termino il mio turno…-fece Yomi,
posizionando la carta sul
dispositivo.
-Pesco! Evoco
“Ehren, monaca fedele della luce”!
Sulla parte di
campo della ragazza del terzo anno comparve una giovane donna dalla
carnagione
scura, con indosso una lunga gonna color porpora e in mano un lungo
bastone.
-Adesso posso
attaccare il tuo mostro con “Jain”!
Il paladino
dall'armatura bianca si lanciò all'assalto, brandendo la sua
spada, e colpì in
pieno la samurai dell'avversaria, distruggendola per poco. Gli LP di
Yomi
scesero a 3900.
-Sei un’ingenua,
Noriko! Attivo la mia carta trappola, “Stendardo del
samurai”. Dal momento che
hai appena distrutto un mostro “samurai” posso
evocarne un altro dalla mia
mano. Ed io scelgo “Gyozen, samurai
arciere”!-esclamò la matricola, attivando
la sua carta coperta.
Il samurai
armato di freccie infuocate, comparve sul terreno.
-Si attiva
l’effetto di “Gyozen” e ti infligge 500
punti di danno…
Lo spirito di
Duel Monster estrasse una delle sue frecce dalla faretra, prese la mira
e la
scoccò, colpendo la rappresentante alla spalla destra. I LP
di Noriko scesero a
1700.
-Che sforzo inutile!
Non è poi così forte e posso sempre attaccarti
con “Ehren”! L'hai messo
in campo solo per infliggermi 500 punti di
danno?! Patetica! Cosa pensi di ottenere facendo così?!
Pensi davvero di
vincere?!
-Tu pensi
davvero che per vincere sia sufficiente la forza?
-Che domanda
stupida! È fondamentale essere forti! Se non si è
forti, si finisce con il
perire! In questo mondo vanno avanti solo le persone forti!
È per questo motivo
che Shun non potrà mai sopravvivere! Lui non è
forte, anzi da quando ti ha conosciuta
è diventato ancora più debole! Avanti, "Ehren"
attacca
"Gyozen" e distruggilo!
La donna dalla
gonna color rosso fuoco si lanciò all'attacco e
colpì il samurai con un colpo
di bastone, facendo scendere i LP di Yomi a quota 3400.
-Poi posiziono
tre carte coperte e termino il turno. Ti ricordo che a questo punto si
attivano
gli effetti dei miei mostri. Mando ben cinque carte al cimitero ed
aggiungo due
segnalini splendore sulla mia carta magia.
"Immaginavo
che lo stesse facendo per lui... Qualsiasi cosa le dica, non mi
ascolterà. Mi
odia talmente tanto che non ascolterebbe nemmeno Shun. Inoltre, cosa
dovrei
dirle? Dovrei davvero scusarmi? No, non credo... In fondo, la colpa
è mia; non
ho alcun motivo per scusarmi con lei. Se c'è qualcuno a a
cui devo chiedere
scusa, quello è Shun. Ma ora è meglio
concentrarsi sul duello!"
-Pesco… Evoco
“Tengu, samurai del vento” ed attivo il suo
effetto. Quando viene evocato,
distrugge tutte le carte coperte sul terreno!-fece Yomi, posizionando
la carta
sul proprio dueling disk.
Sul terreno
comparve un uomo con le sembianze di un corvo. Aveva un paio di grandi
ali
scure, quasi nere, è il classico becco giallo dei corvi. Il
volto, però, era
umano, così come il resto del corpo. Indossava abiti
shintoisti e, nella mano
destra, teneva un lungo bastone da monaco. Non appena comparve sul
terreno,
iniziò ad agitare il bastone e le carte che erano
posizionate sul terreno
iniziarono a muoversi pericolosamente. Stavano per essere distrutte,
quando la
rappresentante attivò una delle sue carte coperte, in
risposta all'effetto del
mostro.
-Io ti rispondo
attivando questa! Si tratta di “Provviste di
emergenza”, grazie al quale
distruggo le altre due carte coperte per recuperare ben 2000 LP. In
questo
modo, non potrai distruggerle con l'effetto del tuo mostro.
“Accidenti, mi
ha battuta sul tempo! Anche se così facendo non ha
più carte coperte sul
terreno, ha comunque recuperato fin troppi LP. Speravo di riuscire a
ridurli il
più possibile, per evitare l'effetto del suo drago, ma, a
quanto pare, sarà più
difficile del previsto…” pensò Yomi,
dando una rapida occhiata alle altre carte
che aveva in mano.
-Complimenti, ma
non credere che mi abbatta per così poco! Rimuovo dal
cimitero due mostri
"samurai", così da poter evocare, tramite evocazione
speciale,
“Tsukuyomi, divinità signore della
notte”!
Sul terreno
comparve un'altra creatura alata, dalle ali nere come la notte. Questa
volta
aveva le sembianze del tutto umane, eccetto che per le grandi ali che
gli
spuntavano dalla schiena.
-Con questo mostro
attacco il tuo “Jain”. Mi dispiace Noriko, ma non
ho alcuna intenzione di
lasciarti vincere! Questo duello è troppo
importante!-continuò Yomi, lanciando
il proprio mostro all'attacco.
I LP di Noriko
scesero a 3000.
-Troppo
importante? Ma non farmi ridere! Tu sei solo un'egoista! Per te conta
solo la
tua misera vita! Non ti interessa nulla delle persone che hai intorno!
Anche
Shun... Non ti importava niente nemmeno di lui, non è vero?!
-Poi metto una
carta coperta e termino il mio turno…
-Non rispondi
nemmeno?! Sei solo un'egoista!
-Non ho niente
da dirti...
-Bastarda! Tu-
-Tu non sei
Shun! Se devo dire qualcosa a qualcuno, quel qualcuno è
Shun... È il tuo turno.
-Come vuoi!
Vorrà dire che vincerò il duello e ti
rovinerò la vita per sempre! Pesco!
"Ancora
qualche turno e potrò distruggerla! A quel punto,
potrò rovinarle l'esistenza
come più mi aggrada. Potrei fare in modo che rimanga sola,
che venga isolata da
tutti. Sarà divertente farla soffrire!" pensò
Noriko, mente osservava la
carta che aveva appena pescato. Aveva fretta di mettere fine al duello,
così da
poter gustarsi il sapore dolce della vendetta con calma. In quel
momento non
desiderava altro che distruggere per la seconda volta la ragazza che
aveva di
fronte e poterla umiliare il più possibile. Noriko sapeva
che Yomi detestava
perdere e che detestava rimanere sola. Shun lo aveva detto in
più occasioni.
Shun la conosceva bene.
"Se vinco
il duello, potrò vendicarlo! Lui non può farlo,
ma io sì! Con "Drago del
giudizio" al mio fianco, potrò rendergli tutto il male che
gli ha fatto
con tanto d'interessi! La giustizia suprema calerà sulla sua
testa come una
scure!"
Poi spostò lo
sguardo verso l'avversaria e non riuscì a trattenersi dal
sorridere
cinicamente.
-Ti diverti
tanto, Noriko?
-Credimi, fra poco
mi divertirò molto di più! Attivo la magia
“Carica della brigata della luce” e
mando tre carte al cimitero, in modo tale da poter aggiungere un mostro
alla
mia mano. Inoltre, si aggiunge un altro segnalino splendore. Poi, evoco
“Garoth, guerriero fedele della luce” e lo
equipaggio con “Sciabola fedele
della luce” che aumenta il suo attacco fino a 2950.
L'arma che
l'uomo possente brandiva, scomparve e, al suo posto, apparve una
sciabola da
scherma, candida e luminosa come tutte le altre carte dell'archetipo.
-Adesso attacco
“Tsukuyomi”!-continuò la rappresentante,
lanciando l'uomo armato di sciabola
all'attacco.
-Mi dispiace, ma
attivo la trappola, “Tempio sacro di Izumo”. Con
questa carta, posso annullare
un tuo attacco e farlo diventare diretto. Dopodichè, sei
costretta a terminare
la tua Battle Phase.
Sul terreno
comparve un piccolo tempietto shintoista, da cui uscì una
fitta nube nera, che
nascose l'uomo alato di Yomi e confuse il mostro della ragazza del
terzo anno,
che non sapendo più cosa fare, colpì in pieno la
matricola, facendo scendere i
suoi LP di Yomi a 450.
"Devo
riuscire a mantenere "Tsukuyomi" sul terreno, ad ogni costo!"
pensò la studentessa del primo anno, mentre si riprendeva
dall'attacco.
"Se non ci riesco, sono finita!"
-Termino il mio
turno… Si attivano gli effetti dei miei mostri e mando
cinque carte al
cimitero. Inoltre, metto altri due segnalini splendore su
“Reame della luce”.
Ti ricordo che ci sono ben sei segnlini, e questo significa che i miei
mostri
sono potenziati di ben 600 punti.
-Pesco! Attivo
“Anfora dell’avidità” e pesco
altre due carte.
"Se non
esce quella carta, sarà stato tutto inutile! Avanti, esci!"
Yomi chiuse gli
occhi e pescò le due carte che le spettavano, poi li
riaprì titubante. Una
delle due era proprio la carte che le mancava e che stava aspettando da
diversi
turni.
"Finalmente!
A quanto pare, le carte e la fortuna non mi hanno ancora abbandonato
del tutto.
Grazie mille, deck! Non mi hai deluso nemmeno questa volta!"
-Mi dispiace,
Noriko, ma la partita non finirà con la tua vittoria! Attivo
la carta magia
“Polimerizzazione” e fondo
“Tsukuyomi”, che ho sul terreno,
“Amaterasu” e
“Susanoo”, che ho in mano, così posso
evocare il mio nuovo mostro, “Ryujin,
drago-divinità dei samurai”!
Sul terreno,
l'uomo-uccello scomparve in un turbine rosso e blu, insieme alla donna
dal
kimono rosso e all'uomo a torso nudo e, al loro posto, comparve un
gigantesco
drago giapponese, dal corpo lungo e affusolato, come quello di un
serpente, dai
lunghi baffi e dagli artigli affilati. Il muso era quello tipico di un
drago
orientale ed aveva un paio di corna ramificate. Era blu scuro sul
dorso, che
diventava sempre più chiaro e brillante via via che si
avvicinava al ventre.
Gli occhi erano giallo acceso e penetranti, come quelli di un demone.
La
rappresentante indietreggiò alla vista del nuovo mostro,
più per lo stupore che
per la paura. Non si aspettava che l'avversaria avesse un mostro nuovo
e non si
aspettava che riuscisse ad evocare qualcosa di così potente
prima che lei
potesse evocare il suo asso.
"È persino
più potente del mio "Drago del giudizio". Se non lo evoco
immediatamente, perderò di sicuro!"
-A questo punto,
posso attaccare il tuo
“Garoth”…-continuò Yomi,
lanciando il suo drago
serpentiforme all'attacco.
La creatura creò
un turbine di acqua con la bocca e lo lanciò contro il
mostro di Noriko, il
quale tentò inutilmente di resistere. I LP di Noriko scesero
a 2650.
-Termino il mio
turno…
-Pesco! Mi
dispiace Yomi, ma avresti dovuto mettere almeno una carta coperta,
perchè con
questo turno spazzerò via il tuo mostro e i tuoi LP! Evoco
“Drago del giudizio”
ed attivo il suo effetto!
Sul campo
comparve il gigantesco drago bianco, dai lunghi baffi. Non appena
comparve in
campo, si diffuse una luce bianca e accecante, che aumentò
di intensità non
appena la ragazza attivò il suo effetto.
-Mi basta pagare
1000 LP per fare piazza pulita di tutte le carte sul terreno, compreso
quel tuo
patetico mostro! E senza niente a proteggerti, non potrai fare nulla
per
impedire il mio prossimo attacco!
-Mi dispiace
contraddirti, Noriko, ma "Ryujin" non può essere distrutto
da carte
magia, trappola e dagli effetti dei mostri. Perciò il tuo
drago non può fare
nulla per distruggerlo!
La luce bianca
che si stava espandendo per il campo tentò di avvolgere e
distruggere anche
l'altro gigantesco drago che si trovava sul terreno, senza tuttavia
riuscirci.
Il drago asiatico era ancora lì, pronto per il contrattacco.
-Non è
possibile!-esclamò la rappresentante, al colmo della rabbia.
-Invece è
possibile…
-Tu non avevi
quel mostro prima d’ora! Scommetto che è stato
Zane...
-E con questo?
-Non sai quanto
ti odi... Posiziono una carta coperta e termino il mio
turno…-fece la
rappresentante, posizionando la carta sul dueling disk.
"Noriko...
Quello che prova in questo momento, riesco a capirlo fin troppo bene.
Ma quello
che ha fatto è ingiustificabile!" pensò Yomi,
mentre pescava la sua carta.
-Attivo
l’effetto di “Ryujin”. Mi è
sufficiente pagare la metà dei miei LP per poter
distruggere tutte le carte sul tuo terreno…
Non appena la
matricola attivò l'effetto, un vento potente e freddo si
alzò sul campo da
gioco, avvolgendo "Drago del giudizio" e distruggendolo, insieme
all'altra carta coperta.
-Purtroppo, a
differenza del tuo mostro, il mio non può attaccare durante
lo stesso turno in
cui attivo il suo effetto.
-Allora è stato
un po’ inutile, non credi? Al mio prossimo turno
troverò il modo per
distruggere quel patetico drago e toglierti quei pochi LP che ti
restano!
-Non ho mica
detto che non ti attaccherò! Attivo la carta magia
“Mostro resuscitato”, grazie
alla quale riporto sul terreno “Susanoo, divinità
signore delle tempeste”! E
come dovresti sapere, questo mostro è in grado di attaccarti
senza problemi!
Attaccala direttamente!
L'uomo a torso
nudo, che era appena comparso sul terreno, si lanciò in un
affondo contro la
rappresentante del dormitorio femminile, colpendola in pieno. I LP di
Noriko
scesero a zero.
-Ha
vinto…-commentò Atticus, sorridendo e
abbracciando i due amici dalla
contentezza.
-Lo sapevo che
ce l’avrebbe fatta!-gli fece eco Yusuke.
"Sono
davvero contento che sia riuscita a superare la paura di perdere!
Vederla così
insicura di se stessa stava diventando insostenibile... Sono contento
che sia
stata lei a risolvere la faccenda; è stato meglio
così! Anche se sapevo che non
si sarebbe arresa facilmente, non mi aspettavo che potesse essere
così forte da
affrontare di nuovo Noriko, sapendo di avere buone
possibilità di perdere di
nuovo. Ha una forza di volontà fveramente unica... Vorrei
davvero avere la sua
stessa forza!" pensò Zane, mentre osservava l'amica
sorridere, per la
prima volta dopo diversi giorni.
***
Nda:
Dato che il duello tra Yomi e Noriko si è concluso in questo
capitolo, vorrei spendere due parole sul personaggio di Noriko e sul
perchè ho scelto di utilizzare l'archetipo dei "Fedeli della
luce". Noriko è una ragazza seria, calma, riflessiva, fredda
e cinica, e rappresenta esattamente l'opposto di Yomi (considerata da
tutti una testa calda). Sono opposte sia sul piano caratteriale, sia
sul piano etico. Se Yomi non farebbe niente dis corretto, Noriko
è disposta a tutto pur di raggiungere i propri scopi. Dato
che in questi capitoli si sono scontrate due personalità
così diverse, volevo che questo scontro si riflettesse anche
nel duello, perciò ho scelto di utilizzare i "Fedeli della
luce". Ad essere sincera, ci sono altri archetipi che probabilmente si
prestavano meglio, come i "Noble Kinght", ma ho scelto comunque per i
"Fedeli della luce" dato che sono usciti all'epoca della serie GX.
Inoltre, questi mostri sono ispirati al mondo occidentale, creando un
contrasto con i samurai di Yomi, chiaramente ispirati al folklore
giapponese. Il motivo principale però è un altro.
I "Fedeli della luce" sono un gruppo di guerrieri che viaggia tra le
dimensioni per sconfiggere il male. Dal momento che per
Noriko Yomi è il male, si è convinta che
sia un suo dovere punirla e pensa di poter usare qualsiasi mezzo per
riuscirci. Volevo creare un contrasto tra la storia dell'archetipo e le
azioni discutibili della ragazza e di come fosse realmente convinta che
stesse facendo la cosa giusta. Altro motivo per cui ho scelto i "Fedeli
della luce" è per creare un contrasto tra "Drago del
giudizio" e "Ryujin". Sono entrambi draghi, sebbene uno sia occidentale
e l'altro giapponese, hanno entrambi effetti e statistiche molto
simili, perciò ben si prestavano a sottolineare il contrasto
tra le personalità delle due ragazze. L'altro motivo
è che adoro "Drago del giudizio", ma questo è
solo un pensiero personale e non c'entra molto con la storia xD
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Capitolo 26 *** Capitolo 26- La prima dichiarazione ***
Capitolo
26- “La
prima dichiarazione”
Yomi
aveva
spento il dueling disk e si era avvicinata alla rappresentante, che si
trovava
ancora accasciata in terra. Era riuscita a vincere e a superare il
trauma della
sconfitta e dell'umiliazione, ma continuava a sentirsi in colpa per
quello che
era successo. Sebbene non approvasse ciò che aveva cercato
di fare Noriko, in
qualche modo capiva benissimo cosa provasse e perché avesse
deciso di agire in
quel modo.
"Se fosse
successo a me, probabilmente avrei fatto la stessa cosa. Capisco
perché mi
ritenga responsabile, ma non può coinvolgere degli innocenti
solo per
vendicarsi."
-Noriko...
-Cosa vuoi
ancora?!-esclamò la studentessa del terzo anno, continuando
a tenere la testa
bassa. Si sentiva umiliata e non voleva incrociare lo sguardo della
rivale.
-Dato che ho
vinto, lascerai in pace Zane e smetterai di mettere in giro quelle voci
sul suo
conto. Lui non è un oggetto e tu non hai alcun diritto di
trattarlo in quel
modo.
-Perché mai
dovrei farlo?!
-Perché non è
questo quello che vuoi veramente...
-Cosa ne sai
tu?!-esclamò alzando il volto verso la matricola.
Yomi non si
scompose più di tanto e rispose:
-Perché se
avessi davvero voluto vendicarti facendo del male a Zane, avresti fatto
cose
ben peggiori...
-E cosa ne sai
tu?!
-Perché tu non
sei un mostro...
Noriko si alzò
in piedi di scatto e afferrò l'altra ragazza per il colletto.
-Tu non sai
proprio niente!-urlò, poi, sempre più arrabbiata.
-Invece lo so
benissimo!
La
rappresentante le tirò un pugno, in preda all'ira, facendo
cadere Yomi di
schiena.
-Sei una
bastarda egoista!-esclamò, salendole poi sopra e
afferrandola di nuovo per la
divisa.
-Non sono poi
così diversa da te...
-Taci!-urlò,
sferrando un pugno al terreno. La matricola la fissò un po'
sorpresa; si
aspettava di essere colpita, invece, l'altra ragazza aveva
volontariamente
scelto di mancarla e colpire la lastra di cemento della banchina.
I tre Obelisk,
nel frattempo, si erano avvicinati di corsa alle due studentesse,
preoccupati
che la situazione potesse degenerare in una rissa e che una delle due
potesse
farsi male sul serio.
-Yomi...-mormorò
il Kaiser, mentre guardava la ragazza stesa in terra. Yusuke lo stava
trattenendo per un braccio per impedirgli di intervenire. L'Obelisk dai
capelli
verdi sapeva che la cosa migliore era rimanere in disparte ed aspettare
che se
la sbrigassero da sole. Il problema era tra Noriko e Yomi e non sarebbe
servito
a nulla se uno di loro fosse intervenuto. Meno che mai se a farlo fosse
stato
Zane.
-Non è
giusto...-mormorò la rappresentante, con la voce rotta dal
pianto.
-...
-È tutta colpa
tua...
-Noriko...
-Perchè gli hai
permesso di frequentarti? Shun non è in grado di difendersi!
Tu che sei stata
sua compagna di classe per ben tre anni dovresti saperlo...
Perché non l'hai
allontanato come hai fatto con tutti quanti?-fece Noriko, con il volto
rigato
dalle lacrime. Stava piangendo di fronte alla persona che odiava e che
aveva
cercato di ferire in tutti i modi possibili. Per un attimo aveva messo
da parte
l'orgoglio.
Yomi le prese la
mano e le fece lasciare la sua divisa.
-Non ho scuse
per quello che è successo... Hai ragione ad avercela con me,
ma questo non ti
autorizza a prendertela anche con i miei amici.
-Come fai a
continuare a vivere come se niente fosse? Non hai un briciolo di
umanità?!
-Non posso dire
nient'altro se non che mi dispiace e che non è mai stata mia
intenzione che
succedesse...
-Non è vero!
-Invece è così!
Non sono stata io a ridurlo in quelle condizioni! La mia unica colpa
è non
esserci stata quando è stato aggredito... E poi, non avrei
mai dovuto lasciare
che si avvicinasse a me.
-Ti odio! È
colpa tua se mio fratello è in coma!
-In coma?-chiese
Atticus, portandosi una mano sulla bocca dalla sorpresa.
-Già...-mormorò
la studentessa del primo anno.
-È colpa tua!
Sei solo un mostro! Dovresti solo-
-Adesso
smettila!-esclamò Yomi, facendo ammutolire l'altra.-Tu credi
di essere
migliore, ma alla fine ti sei comportata nello stesso modo dei tizi che
hanno
aggredito tuo fratello! Non sei diversa da loro!
-Non è vero!
-Pensi davvero
di essere migliore di loro?! Solo perché dovevi vendicare
tuo fratello?! Pensi
che sia una motivazione sufficiente a giustificare il tuo
comportamento?!
-...
-La verità è che
sei uguale alle persone che hanno picchiato tuo fratello! E, che ti
piaccia o
meno, sei uguale anche a me...
-Non osare
paragonarmi a te!
Yomi la guardò
per diversi secondi, poi distolse lo sguardo e mormorò:
-Siamo più
simili di quello che puoi pensare. In quel periodo duellavo solo per
scaricare
la mia rabbia. Fare del male agli altri era il mio modo per
vendicarmi...
Trovavo ingiusto che, proprio a me, non potesse essere permesso
duellare. Amavo
duellare più di qualsiasi altra cosa e Shun lo aveva capito.
Lui era uno dei
pochi ad aver realmente capito quanto soffrissi... Per questo motivo,
invece di
allontanarsi da me per paura, aveva iniziato a rivolgermi la parola in
classe.
Era l'unico che lo facesse... Mi chiedeva gli appunti, mi prestava i
suoi
quaderni e voleva sempre pranzare insieme a me. Io glielo permettevo; a
dire la
verità non mi dava fastidio e mi faceva piacere, sebbene non
glielo avessi mai
detto. Mi piaceva l'idea che qualcuno si interessasse a me, anche se
solo per
poche ore. Mi sentivo meno sola... Però ho sempre cercato di
non coinvolgerlo
in ciò che facevo dopo la scuola, perché sapevo
che, se qualcuno fosse venuto a
conoscenza del fatto che Shun fosse un mio amico, avrebbe potuto fargli
del
male ed io non volevo
coinvolgerlo in
situazioni pericolose, nelle quali non si sarebbe potuto difendere.
-...
-Io sapevo bene
che lui non era in grado di fare del male nemmeno ad una mosca,
figuriamoci
difendersi da una decina di teppisti. Sarei dovuta essere
più attenta...
-Sei una
bugiarda...-mormorò Noriko, a bassa voce.
-Ho fatto del
mio meglio, ma se non avessi iniziato a fare giochi pericolosi, lui non
sarebbe
finito in ospedale. Per quanto abbia cercato di fare attenzione,
qualcuno deve
averci visto insieme e deve aver pensato che fossimo amici... Lo hanno
aggredito e l'hanno pestato per bene; io ho saputo ciò che
era successo solo il
giorno dopo, a scuola. Mi sono pure presa qualche cazzotto per quella
storia...
-Ti hanno
picchiata?-fece Atticus.
-Noriko non è la
prima che mi ritiene responsabile per ciò che è
successo a suo fratello. Shun è
un bel ragazzo, gentile e disponibile con tutti; era molto popolare a
scuola ed
aveva tantissime ammiratrici e ammiratori. Era amato da tutti, sia
maschi, sia
femmine. Era anche molto bravo nello sport, tanto che era diventato il
capitano
della squadra di basket già al secondo anno. È
una di quelle persone che hanno
tantissimi pregi e che sono ammirati da tutti. Il suo unico difetto
è il fatto
che non riuscisse a chiudere un occhio di fronte ad un sopruso. Non so
cosa lo
abbia spinto a trovarsi in quella situazione, a mezzanotte inoltrata e
in un
capannone abbandonato, ma conoscendolo sono sicura che stesse cercando
di
aiutare qualcuno. Quando a scuola si sparse la voce di ciò
che era successo, la
colpa ricadde su di me, dato che ero l'unica che poteva essere stata
coinvolta
in una disputa tra gang o in una resa di conti.
-Stai dicendo
che i tuoi compagni di scuola erano a conoscenza di quello che
facevi?-chiese
Zane, non nascondendo la sua sorpresa.
-Quando inizi ad
arrivare in classe coperta di ferite e cerotti, le voci iniziano a
girare velocemente...
Probabilmente, qualcuno mi ha
pure vista... I professori non hanno mai detto nulla, visto che ero
comunque
l'alunna migliore di tutta la scuola. Ciò che facevo dopo le
lezioni non era
affar loro, finché continuavo ad ottenere ottimi risultati
nello studio e nello
sport. I miei compagni la pensavano diversamente e, se non fosse per il
fatto
che avevano paura di me, sarei diventata sicuramente una vittima di
bullismo,
come successe alle elementari. Comunque, qualche giorno dopo
l'incidente di
Shun, alcuni suoi compagni di squadra mi presero a pugni, dietro ai
campi da
tennis, continuando ad accusarmi di ciò che era successo.
Avevano ragione, in
parte. Ma non ero di certo stata io a volerlo. Per quanto fossi
violenta, non
avrei mai fatto del male a qualcuno che non era nemmeno in grado di
difendersi.
-È per questo
motivo che hai smesso con i duelli clandestini?-continuò
l'Obelisk dai capelli
blu.
-Non volevo che
qualcun'altro si facesse male, o peggio...
-Perché non eri
con lui?! Perché non l'hai protetto?! Ti vanti tanto di
essere un'ottima
duellante e poi non riesci a proteggere nemmeno chi ti sta intorno! Se
tu
avessi fatto qualcosa, lui non sarebbe in quelle
condizioni!-esclamò Noriko.
-Come ho già
detto, io non c'ero... E non so cosa ci facesse là...
-Io ti odio!
-Io no!-fece
Yomi.
Noriko spalancò
gli occhi, sorpresa. Non se lo aspettava. Dopo tutto quello che aveva
combinato
in quei due giorni, essere odiata dalla rivale era il minimo. Almeno
questo era
quello che pensava la rappresentante del dormitorio femminile.
-Come fai a non
odiarmi?-mormorò, poi, sottovoce.
-Perché se io ti
odiassi e cercassi di vendicarmi non si finirebbe più. Una
di noi deve fare un
passo avanti e lasciar perdere. L'odio e la vendetta non portano mai a
niente
di buono. Se io non mi fossi vendicata su quei duellanti, loro non si
sarebbero
vendicati su Shun e tu non ti saresti vendicata su Zane. Come vedi,
cercare di
vendicarsi non porta mai niente di buono... Tu hai quasi perso tuo
fratello e
la tua lucidità; io ho quasi perso un amico e la mia vita...
In tutta questa
storia non c'è niente di buono, perciò mettiamo
da parte i nostri attriti e
cerchiamo di andare avanti.
La ragazza del
terzo anno la fissò per diversi minuti, poi si
asciugò gli occhi con il dorso
della mano sinistra e si alzò come se niente fosse.
-Fai come ti
pare, ma io ti odierò per sempre! È colpa tua se
mio fratello è ancora in
ospedale. Però...
-Però?-chiese la
matricola, mettendosi a sedere e fissando la rivale nel volto.
-Lasciamo
perdere!-disse l'altra, voltandosi e dandole le spalle.
-Come sarebbe a
dire "lasciamo perdere"?-fece Yomi, mettendo il broncio.
-Non
preoccuparti; d'ora in poi non cercherò più di
vendicarmi. E per quanto
riguarda Zane, è libero di fare ciò che gli
pare...
-Grazie...
Noriko non si
voltò e non rispose.
-Sono sicura che
tuo fratello si sveglierà presto!-continuò Yomi,
sorridendo.
-Ovviamente! Mio
fratello è forte, cosa credi! E quando si
sveglierà, faresti bene ad andarlo a
trovare, capito?!
Detto questo,
Noriko si scostò una ciocca di capelli con la mano e si
diresse verso il
dormitorio femminile, lasciando i quattro studenti da soli sulla
banchina del
porto.
-Sei stata
brava…-fece Zane, avvicinandosi verso l’amica di
qualche passo e porgendole la
mano per aiutarla ad alzarsi.
-Ne
dubitavi?-chiese a sua volta la matricola, afferrandogli la mano ed
alzandosi
in piedi.
-Certo che no...
-...
-Ad essere
sincero, non credevo che potessi reagire in quel modo. Non credevo che
tu
potessi essere così razionale. Hai fatto la scelta
più giusta...
-Non credo che
ci sia tanto di cui andare fieri...
-Perché?
-Il motivo per
cui non riesco ad odiarla è che mi sento ancora responsabile
per ciò che è
successo a Shun. Anche se continuo a ripetermi che non è
colpa mia, non riesco
a crederci del tutto...
-Yomi...
-Non avrei mai
dovuto permettergli di frequentarmi. È stato uno sbaglio!
"Se non gli
avessi permesso di diventare mio amico, tutto questo non sarebbe
successo! La
colpa è mia... È solo mia! Non faccio altro che
ferire i miei amici, qualsiasi
cosa faccia..."
Yomi era
talmente concentrata sui suoi pensieri da non rendersi conto che stesse
continuando a stringere la mano dell'amico.
-Non dovresti
continuare a rimuginare su quello che è successo. Se lui non
fosse diventato
tuo amico, probabilmente non sarebbe finito in ospedale.
Però... Se lui non
fosse diventato tuo amico, tu saresti qui? E saresti la ragazza di oggi?
-Zane...
-Quello che
voglio dire è che senza quell'esperienza tu non saresti una
persona migliore. È
solo grazie a quello che è successo se tu sei la ragazza di
oggi...
Yomi abbozzò un
sorriso, poi disse:
-Comunque mi
dispiace che tu abbia passato dei brutti momenti per colpa mia...
-Mi hai mostrato
un bellissimo duello, perciò siamo pari.
-Se lo dici
tu...
-Yomi! Sono così
contento che si sia risolto tutto!-esclamò Atticus,
intromettendosi e saltando
al collo dell'amica.
-Atticus,
lasciami!
-No, non voglio!
Dopo una storia così strappalacrime, ci vuole un
bell'abbraccio di gruppo!
Anche se vedo che voi due vi state dando da fare per conto
vostro...-continuò
l'altro, indicando poi i due amici che continuavano a tenersi per mano.
Non
appena il Kaiser e la matricola se ne accorsero, arrossirono e si
separarono.
-Non me n'ero
accorta...-mormorò Yomi.
-Ma dai, non
avete alcun bisogno di arrossire! In fondo, voi-
Atticus non riuscì
a terminare la frase, perché Yusuke intervenne, tirandogli un leggerò
cazzotto in testa e facendogli
chiudere il becco.
-Adesso basta
Atticus! Piuttosto è meglio tornare al dormitorio... Inizia
ad essere tardi e
domani abbiamo lezione.
-D'accordo, come
vuoi...-mormorò il dongiovanni, massaggiandomi la testa. Poi
si voltò verso gli
altri due amici e fece:
-Venite anche
voi due?
-Perché non
dovremmo? In fondo, non dobbiamo fare niente qui, no?-gli rispose Zane,
avviandosi verso il dormitorio dell'elite, seguito da Yomi.
Atticus li
osservò per qualche secondo, poi si volse verso Yusuke e
bisbigliò:
-Ma secondo te
ha intenzione di dichiararsi?
-Non ne ho idea,
ma non sono cose che ti riguardano... Dovresti fare molta attenzione a
cosa
dici! Zane non sa che ne abbiamo parlato con Yomi e non deve
assolutamente
saperlo!
-Pensi che si
arrabbierebbe?
-Bè, è molto
probabile... Gli avevo promesso che non ne avrei fatto parola con
nessuno, ma
per come si sono messe le cose non ho avuto molta scelta.
-Accidenti! Ma
perché devono essere così testoni tra tutti e
due! È palese che siano
innamorati l'uno dell'altra... E non posso fare niente per farli
mettere
insieme! Io che sono il "Maestro dell'Amore"! Che vergogna!
-Potresti
iniziare a non mettere naso negli affari degli altri?
-Sono solo
preoccupato!
-Ti ho già
spiegato che è un problema che devono risolvere tra di
loro...
-E se
organizzassimo un duello-
-Atticus!
-Ok, ho
capito... Non mi intrometto più! Lo giuro!
Detto questo, i
due amici si affrettarono a raggiungere i due amici che si trovavano
diversi
metri più avanti.
***
Yomi
aveva
salutato gli amici ed era entrata nella camera di Atticus. Si era tolta la giacca della divisa e
si era sdraiata sul
letto, esausta. La giornata era stata movimentata e la ragazza era
spossata. Si
sarebbe fatta volentieri una dormita di una decina di ore, se avesse
potuto.
-Che giornata!
Con tutto quello che è successo, è normale essere
stanche... Forse è meglio
fare una doccia e andare a letto!
Si alzò, si
spogliò, prese l'asciugamano e si diresse in bagno.
Aprì l'acqua della doccia,
aspettò che si scaldasse ed entrò dentro.
Era sotto
l'acqua da poco meno di dieci minuti, quando, all'improvviso, le venne
in mente
il tentativo di Zane di baciarla. La matricola arrossì
violentemente e non per
l'acqua calda e si coprì la bocca con la mano.
"Cosa mi è
venuto in mente?!"
Nella sua mente
continuava ad affacciarsi il volto dell'amico e continuava a sentire la
sua
mano sulla guancia.
-Idiota! Perché
mi deve venire in mente una cosa simile?! Devo smettere di
pensarci!-esclamò
appoggiandosi alla parete della cabina-doccia con entrambe le mani.
"Chissà
cosa gli è preso all'improvviso... E perchè non
mi sono opposta? Volevo davvero
essere baciata? Accidenti, non ci capisco più nulla!"
-Basta Yomi!
Smettila di pensare a quel cretino!-fece la ragazza, scuotendo la
testa, come
per cercare di mandare via l'immagine dell'Obelisk.
"Stupido
Zane..."
Finì velocemente
di lavarsi e di asciugarsi e si vestì velocemente. Dopo
essersi messa una
maglietta a mezze maniche ed un paio di pantaloncini, si
buttò a peso morto sul
letto del castano, intenzionata a farsi una bella dormita.
"Adesso che
questa storia è finita, mi dovrò trasferire di
nuovo in camera mia. Non ha
senso che rimanga qui e che continui ad infastidire i ragazzi. Sono
contenta
che sia andato tutto per il meglio! Però..."
-Perché diavolo
ha cercato di baciarmi?! Razza di idiota! Adesso come farò a
fare finta di
niente?! È imbarazzante!-esclamò affondando la
faccia nel cuscino.-Lo odio...
Rimase qualche
secondo così, a faccia in giù sul cuscino,
cercando di dimenticare ciò
che era successo.
"Meglio
dormirci su..." pensò, mettendosi a sedere sul letto.
Si era quasi
decisa ad andare a dormire, quando qualcuno bussò alla porta
della stanza. Si
avvicinò alla porta quasi scocciata e la aprì.
Con sua grande sorpresa si trovò
di fronte proprio Zane. Era senza la giacca della divisa ed aveva i
capelli
umidi, come se avesse appena finito di fare la doccia.
"Zane?! Che
diavolo ci fa qui?! E perché proprio adesso?! Cosa faccio?!
Non ce la faccio a
guardarlo senza arrossire!"
Lo fissò per
qualche secondo, poi arrossì e, senza dargli nemmeno il
tempo di dire qualcosa,
gli chiuse di getto la porta in faccia, lasciandolo senza parole.
-Yomi...-fece
l'altro, con il solito tono pacato.
-Cosa
vuoi?!-esclamò l'altra innervosita, appoggiando la schiena
alla porta della
stanza.
-Posso parlarti
un attimo?
-Proprio adesso?
Scusa ma sono stanca!
-Per favore, è
importante.
-No!
Zane sospirò,
poi appoggiò una mano al legno e mormorò:
-Ti prego...
La matricola
rimase qualche secondo in silenzio, poi aprì la porta e fece:
-Va bene, entra
pure...
L'Obelisk annuì
ed entrò nella stanza.
I due si
sedettero sul letto e rimasero diversi minuti in un silenzio
imbarazzante. Yomi
continuava ad osservarlo con la coda dell'occhio, curiosa per
ciò di cui voleva
parlarle ed in ansia per il fatto di trovarsi insieme a lui, in camera
di
Atticus.
“Perché non dice
niente?! Non ce la faccio a guardarlo senza arrossire!"
-Yomi...
-Cosa
c'è?-esclamò l'altra, agitandosi.
-Sei
nervosa?-chiese l'altro, sorpreso.
-Mi sembra
ovvio! Pensi che mi sia dimenticata di-
La ragazza si
morse la lingua. L'ultima cosa che voleva era dirgli che non si era
dimenticata
di ciò che era successo quel giorno. Non voleva che lo
sapesse, perciò preferì
interrompere il discorso a metà.
-Dimenticata di
cosa?
-Niente, lascia
perdere!-si affrettò a rispondere la studentessa. Il Kaiser
la fissò per
qualche secondo, poi distolse lo sguardo e fece:
-Yomi, io… Ci
sono delle cose che voglio dirti.
-E cosa?-chiese
l'altra, cercando di non incrociare lo sguardo dell'altro.
-Io… Io mi sono
innamorato di te… Tu mi piaci, davvero. Per me sei molto
più importante di
un'amica! Molto di più...
-Razza di
idiota! Non dirlo nemmeno per scherzo!-esclamò l'altra, in
preda all’imbarazzo,
tirandogli il cuscino in faccia.
-Sono
serio...-commentò l'Obelisk, mentre metteva da parte l'arma
impropria che gli
era arrivata dritta in faccia.
-Sei
imbarazzante! Credi che mi sia dimenticata di quello che hai cercato di
fare
oggi?! Hai tentato di baciarmi!
-Mi dispiace...
Non avrei mai dovuto farlo, lo so!
-Potevi pensarci
prima!
-Scommetto che
mi odi... Sono un disastro; non faccio che farti arrabbiare.
-Sei un idiota!
Che motivo avevi di dichiararti?
-Ho pensato che
sarebbe stato più corretto da parte mia mettere in chiaro i
miei sentimenti.
Sapevo che mi avresti rifiutato, ma volevo dirtelo lo stesso.
"Zane...
Razza di scemo! Come se potessi odiarlo per così
poco…"
-Adesso torno in
camera mia... Non voglio disturbarti oltre e non voglio che tu resti
alzata per
troppo tempo. Sei stanca e devi dormire...
Detto questo, il
ragazzo si alzò dal letto e fece per fare qualche passo,
quando Yomi lo bloccò,
cingendolo con le braccia all'altezza dei fianchi.
-Yomi?
-Io ti odio! Sei
un testone, sempre calmo e impassibile e non riesco mai a capire cosa
ti passi
per la testa. Sei insopportabile e mi fai arrabbiare. Mi schiaffeggi e
neanche
ti scusi. Però… Alla fine non riesco ad odiarti
sul serio e non credo che ci
riuscirò mai! Tu sei l’unica persona con cui mi
trovo veramente bene, sei
l’unico che riesca a calmarmi quando sono arrabbiata e sei
l’unico di cui mi
fidi ciecamente. Io ci tengo a te! Ci tengo sul serio... Non sono mai
stata
arrabbiata con te per il fatto che mi hai quasi baciata; sono solo
confusa. Non
riuscivo a capire cosa mi passasse per la testa e non capivo cosa
provassi
realmente. E non riesco a capirlo nemmeno ora...
L’Obelisk
arrossì fino alla punta delle orecchie, poi si
portò una mano sulla bocca, come
a voler nascondere il rossore. Poi, dopo qualche secondo di silenzio,
prese
dolcemente entrambe le mani della matricola e si voltò per
guardarla.
-Sei un
idiota…-mormorò la studentessa, abbassando lo
sguardo.
-Anche
tu...-disse l'altro, appoggiando la sua fronte su quella della ragazza.
Detto questo,
intrecciò le sue dite con quelle della Obelisk e la spinse
di schiena sul
letto, facendo leva con il peso del suo corpo e sovrastandola. Yomi
arrossì, ma
non oppose resistenza. La distanza tra i due si ridusse,
finché il naso del ragazzo
non arrivò a sfiorare quello della studentessa. Ormai erano
a pochi millimetri
l’uno dall’altra. La studentessa chiuse gli occhi,
intimorita per ciò che stava
per succedere. Sentì
le labbra
dell'altro posarsi sulle sue e la sua lingua farsi strada nella sua
bocca. Zane
fece scivolare le dita tra i lunghi capelli castani della ragazza,
mentre con
l'altra mano le
sfiorava il volto. La
studentessa poteva sentire chiaramente il tocco delicato e insicuro
dell’altro
sulla propria pelle. Dopo diversi secondi, che ai due sembrarono ore,
l'Obelisk
si scostò dalla ragazza,
arrossendo.
-Ti voglio
bene...-mormorò poi, baciandole la fronte e facendola
arrossire di nuovo.
-Bè, io ti odio!
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Capitolo 27 *** Capitolo 27- I primi problemi ***
Capitolo
27- “I
primi problemi”
Qualche
giorno
dopo essere stata sconfitta da Yomi, la rappresentante del dormitorio
femminile
decise di ritirarsi. Shun, il fratello minore, si era risvegliato dal
coma e la
ragazza aveva deciso di lasciare la scuola per stargli accanto il
più possibile
ed aiutarlo con la terapia di riabilitazione. Il giorno in cui la
ragazza del
terzo anno lasciò l’isola
dell’Accademia, si presentò al dormitorio blu dell'elite, per parlare
con la matricola.
-Yomi, posso
parlarti?-fece la studentessa del terzo anno, non appena la rivale
aprì la
porta della stanza.
-Sì, non c’è
problema…-le aveva risposto Yomi, facendole segno di
accomodarsi nella stanza.
-Non ce n’è
bisogno. Tra poco parto e non ho molto tempo da perdere…
-Come vuoi…
-Vorrei
chiederti scusa per come mi sono comportata. L’odio e la sete
di vendetta mi
hanno accecata e mi
hanno fatto
diventare un mostro. Non meritavi il trattamento che hai ricevuto; non
meritavi
tutto quello che ti ho fatto. Io l’ho sempre saputo; tu non
hai mai voluto far
del male a mio fratello e, a modo tuo, hai cercato di
proteggerlo…
-Non c'è bisogno
di scusarsi; l'importante è che ci siamo chiarite!
-Invece è
importantemente! Sento di dovermi scusare con te come si deve... In
fondo, non
sei stata tu a picchiarlo e a ridurlo in quel modo. Non avevo alcun
diritto di
comportarmi come ho fatto. Mi dispiace! Ho coinvolto anche Zane in
questa
storia e l’ho fatto solo per vendicarmi di tutto il dolore
che ho provato
quella volta…
-Noriko...
-Tu… Sei una
brava ragazza ed un’ottima duellante e sono onorata di aver
perso contro di te!
Ti sono grata per avermi aiutato a liberarmi di quelle emozioni che
avevano
finito con l’avvelenare la mia anima!
-Mi dispiace per
tuo fratello… Io non volevo che accadesse! Avevi ragione ad
odiarmi...
-No, ti sbagli!
Nessun motivo sarebbe mai sufficiente per odiare un altro essere
umano... Meno
che mai la vendetta! Sono riuscita a capirlo ed è solo
grazie a te. Mi hai
fatto capire che stavo sbagliando e che ero diventata ridicola...
Adesso mi
sento rinata! Ed è solo merito tuo!
-Bè, grazie! A
proposito, ho sentito che Shun si è risvegliato...
-Ha ripreso
conoscenza ieri mattina...
-Come sta?-chiese
la matricola.
-I dottori
dicono che si riprenderà del tutto nel giro di un anno. Ho
intenzione di
abbandonare l'Accademia per stargli il più vicino possibile.
Inoltre, voglio
raccontarti quello che è successo tra noi due nell'ultimo
mese, anche a costo
di farmi rimproverare...
-Non c'è bisogno
di raccontargli tutto!
-Voglio farlo! È
il mio modo per chiedere scusa a tutti quanti...
-Noriko...
-Gli dirò che
stai bene e che ti sei trovata persino un ragazzo. Conoscendolo
sarà contento
per te, ma vorrà sapere tutto su di lui!-fece l'altra,
lanciando uno sguardo
malizioso alla rivale.
-Non ci provare!
Sono fatti miei; non puoi andare a raccontarli ai quattro venti! E Zane
non è
il mio ragazzo! È solo un idiota!
-Io non ho mai
fatto il nome di Zane...-rispose l'altra, pacata.
-Ti
odio...-mormorò Yomi, rossa in volto.
-Comunque stavo
solo scherzando. Gli dirò solo che stai bene, che non sei
cambiata per niente
rispetto all'anno scorso e che sei sempre il solito demone è
violento...
-Ehi!
-Però, tu non
sei un demone che divora le persone; sei un demone che divora le
tenebre che si
annidano nel loro cuore…
-…
-E sono contenta
di aver conosciuto un demone come te…
-Lo pensi sul
serio?-chiese la ragazza del primo anno, sorpresa.
-…
-Sei sicura di
voler andare? Ormai sei al tuo ultimo anno e sarebbe un peccato! E poi,
nonostante quello che è successo tra di noi, mi
dispiacerebbe non vedere più la
tua faccia arrogante e presuntuosa…
-Anche a me
dispiacerà non vedere la tua faccia arrogante!-fece Noriko,
sorridendo.
-Sai, se le cose
fossero andate diversamente, forse saremmo potute diventare
amiche…
-Può darsi…
-Allora, buon
viaggio! E quando vedi Shun, salutalo da parte mia…-aveva
detto la matricola,
tendendo la mano destra alla rappresentante. La ragazza del terzo anno
l’aveva
fissata, un po’ incredula, poi aveva sorriso e aveva
ricambiato la stretta.
Qualche giorno
dopo la partenza di Noriko, la Obelisk del primo anno si
trasferì di nuovo al
dormitorio femminile, nella sua stanza. Ormai non aveva più
alcun motivo per
continuare ad infastidire i tre ragazzi del secondo anno e,
soprattutto, non
voleva continuare ad essere un peso per Zane.
Da quel momento
la vita in Accademia riprese a scorrere tranquilla, come se quegli
incidenti
non fossero mai successi. Dopo la partenza della studentessa del terzo
anno, le
altre ragazze avevano smesso di guardarla dall’alto in basso,
come se fosse un
essere inferiore. Non poteva dire di essersi finalmente integrata, ma
nemmeno
si sentiva di troppo.
A Sheppard
riferirono l'intera faccenda, ma Yomi insistette affinchè
non prendesse alcun
provvedimento. La ragazza era certa che non sarebbe successo
nient'altro e non
voleva che il cancelliere punisse Jonouchi ed Eichi per ciò
che era stata
un'idea di Noriko. L'uomo accettò, ma a condizione che se
fosse successa
qualche altra cosa, sarebbe intervenuto senza se e senza ma. I due
ragazzi del
terzo, dal canto loro, avevano abbandonato ogni proposito di vendetta;
avevano
capito che non avrebbero ottenuto niente in quel
modo ed avevano deciso di trascorrere il
resto dell’anno cercando di migliorare i propri voti in vista
del diploma.
Inoltre, Zane era stato chiaro sul fatto che non avrebbe tollerato che
provassero di nuovo a fare del male alla ragazza; se fosse successo, li
avrebbe
fatti espellere seduta stante. I due studenti avevano afferrato il
concetto al
volo ed avevano dato la loro parola d'onore. Il Kaiser non si fidava
molto di
loro, ma la matricola l’aveva tranquillizzato, dicendo che il
suo intuito le
diceva che non avrebbero fatto niente e l’Obelisk aveva
deciso di fidarsi di
lei.
Per quanto
riguardava la relazione tra Zane e Yomi, la voce si sparse velocemente
da
studente a studente e, nel giro di pochi giorni, lo venne a sapere
tutta la
scuola. La maggior parte degli studenti rimase stupita; nessuno si
aspettava
che uno degli studenti migliori di tutta la scuola, colui che aveva
ereditato
il soprannome di Kaiser, potesse innanamorfosi di una ragazza,
sopratutto di
quella più violenta e pericolosa. L'Obelisk venne assalito
da ogni genere di
domanda da parte degli altri ragazzi e ragazze; Yomi no, sopratutto
perchè
faceva ancora molta paura. Atticus, che fu il primo ad essere accusato
di aver
detto un po' troppo, giurò di non aver detto niente a
nessuno e i due giovani
decisero di credergli e di lasciar perdere.
Il tempo
trascorse veloce e ben presto giunse dicembre e, con esso, gli esami di
fine
trimestre. La ragazza aveva trascorso l’ultima settimana
prima del test a dare
ripetizioni al povero Chumley, certo ormai che non avrebbe potuto fare
niente
per evitare la bocciatura. La Obelisk aveva fatto del suo meglio per
tirare su
di morale l’amico, ma non ci era riuscita. Infatti, lo Slifer
non era riuscito
ad ottenere la sufficienza né nella prova teorica,
né nel test pratico. Il
professor Crowler era stato molto chiaro a riguardo; se non fosse
riuscito ad
ottenere dei punteggi soddisfacenti nel test di fine anno, sarebbe
stato
bocciato ed avrebbe dovuto ripetere l’anno. Yomi, invece,
aveva ottenuto di
nuovo il punteggio migliore tra gli studenti del primo anno e aveva
riconfermato il fatto che fosse una duellante dalle capacità
straordinarie. Ma
nonostante gli ottimi risultati ottenuti, non riusciva ad essere
realmente
contenta.
Qualche giorno
dopo i risultati del test e l’inizio delle vacanze invernali,
i tre studenti
del secondo anno si ritrovarono nella camera di Atticus, per
trascorrere un po’
di tempo insieme e rilassarsi prima dell'inizio del nuovo trimestre.
-Come va con
Yomi?-fece il castano, rivolgendosi al ragazzo con i capelli blu,
curioso come
sempre.
Zane lo squadrò,
leggermente contrariato. Non gli piaceva il fatto che l’amico
continuasse a
ficcare il naso nei suoi affari. Sopratutto se riguardavano il suo
rapporto con
Yomi.
-Bene.
-Potresti dire
qualche cosa in più!
L’amico alzò il
sopracciglio sinistro, con fare interrogativo.
-Andiamo! Lo sai
che sto morendo dalla curiosità! E se hai dei problemi,
posso sempre aiutarti!
-Non sono cose
che ti riguardano... E posso cavarmela anche da solo!
-Sbaglio, o è la
prima ragazza che hai?
-E con questo?
-Attento a non
rovinare tutto con il tuo pessimo carattere!
-Yomi è anche
peggio di me...
-Cerca solo di
non essere troppo protettivo. Lo sai com'è fatta; potrebbe
non gradire.-fece
l’Obelisk dai capelli verdi, intromettendosi.
-Lo so... Ma a
volte non riesco a trattenermi...
-Ti senti ancora
responsabile per quello che ha cercato di farle
Makoto?-continuò Yusuke.
-…
-Ti capisco, ma
non dovresti preoccuparti troppo. In fondo, quello che è
successo a luglio non
capiterà più…
-Lo so anche io…
-Accidenti, hai
preso proprio un bella cotta!-esclamò Atticus, ridacchiando.
-Ti ho già detto
che non sono cose che ti riguardano…-gli rispose
l’altro, leggermente
indispettito.
-Sei proprio
antipatico a volte! Mi sto solo preoccupando, lo sai! E in quanto
maestro
dell’amore, stavo solo cercando di darti qualche
consiglio…-protestò il castano.
-Ma non sono
cose che ti riguardano…
-Ti sbagli;
siete miei amici, è ovvio che mi riguardi!
-Questi non sono
affari tuoi; non dovresti intrometterti…-lo
redarguì Yusuke.
-Uffa, adesso ti
ci metti pure tu?! Stavo solo cercando di aiutarlo… Sarebbe
un peccato, se
finiste per lasciarti.
-Se ci lasciamo
significa che non siamo adatti a stare insieme. Tutto qui!
-Non cambierai
mai... Sai essere freddo pure in una relazione! Comunque, se devo
essere
sincero, mi hai stupito!
-Perchè?
-Bè, tu prendi
seriamente solo i duelli, perciò quando mi hai detto che ti
eri dichiarato e
che vi eravate messi insieme, sono rimasto un po’ sorpreso.
Non me lo
aspettavo! E non mi aspettavo che l’avresti mai presa
così seriamente… Per te è
importante, tanto quanto un duello. O forse di
più… Sono realmente contento per
te!
-Secondo me è
una cosa positiva… Hai trovato una persona che vuoi
proteggere a tutti i costi
e che non vuoi abbandonare.-disse Yusuke, mentre controllava le carte
nel suo
deck.-Sei veramente fortunato… Tu hai trovato qualcuno su
cui fare affidamento…
Non sei più solo...
Poi si fermò di
colpo e lasciò cadere le carte sul pavimento della stanza.
-Yusuke? C’è
qualcosa che non va?-gli chiese Atticus, preoccupato per la reazione
improvvisa
dell’Obelisk dai capelli verdi.
-No, non
preoccuparti… Va tutto bene!-rispose l’altro
abbozzando un mezzo sorriso e
chinandosi per raccogliere le carte che gli erano cadute. Zane e il
castano si
scambiarono uno sguardo perplesso, certi che qualcosa aveva turbato il
ragazzo
dolce e mite che avevano di fronte.
-Comunque,
tornando al discorso di prima, a che livello di intimità
siete arrivati?-fece
il dongiovanni, rivolgendosi allo studente dai capelli blu.
Zane arrossì
violentemente.
-Che domande
sono?-chiese, cercando di nascondere il rossore.
-Sei
arrossito…-fece Atticus, trattenendo le risate.
-Non è vero…
-Dai, non
nasconderlo! A noi puoi dire tutto!
-Non devo dirvi
proprio niente!-sbottò il Kaiser, stufo per le continue
domande dell’altro.
-Ho indovinato,
vero?
-Smettila…
-Sei tutto
rosso… Che carino! Dovrei farti una foto e farla vedere a
Yomi…-continuò
l’altro, imperterrito.
-Non ci provare…
-Scommetto che
si metterebbe a ridere…
-Atticus!-esclamò
Zane, alzando il tono della voce.
-Tranquillo, sto
scherzando!
Yusuke si alzò improvvisamente
in piedi e, rivolgendosi ai due amici, disse:
-Scusatemi, ma
devo andare… Ci vediamo più tardi, ok?
-Ok…-gli rispose
il castano, facendogli un cenno con la mano. L’Obelisk dai
capelli verdi
ricambiò il saluto ed uscì dalla camera
dell’amico.
-Non pensi che
si stia comportando in modo strano?-fece il giovane dai capelli blu,
non appena
l’altro fu uscito dalla stanza.
-Non saprei…
Forse è solo stanco!-gli rispose Atticus.
-Forse…
-Quindi,
tornando al nostro discorso…
-Atticus, per
favore. Sembra un interrogatorio…
-E lo è! Non
dici mai niente e io sono curioso!
Zane sospirò,
certo che non avrebbe mai trovato un modo per sottrarsi alle domande
inquisitorie dell’amico. Ormai aveva deciso di non farsi gli
affari suoi e non
avrebbe mai cambiato idea.
-L’avete già
fatto?-chiese il dongiovanni, a bruciapelo. L’altro studente
arrossì di nuovo.
-Perché non
rispondi?-continuò Atticus.
-Non capisco a
cosa ti riferisci…-fece l’altro, fingendo di non
capire.
-Zane, non fare
il finto tonto! Lo sai di cosa sto parlando! Mi riferisco al
sesso…
Il Kaiser si
voltò di scatto, lanciando un’occhiataccia
all’amico.
-Ho
esagerato?-chiese il castano, cercando di evitare gli sguardi
fiammeggianti
dell’altro.
-Direi!
-Mi dispiace…
Però non hai risposto!
Zane stava per
ribattere, quando il suo palmare iniziò a squillare.
-Ti stanno
chiamando…-gli fece l’amico, indicando
l’oggetto appoggiato sul comodino.
-Chissà chi è?-commentò
l’Obelisk, sottovoce. Poi prese l’apparecchio e
rispose alla chiamata. Sul
piccolo schermo comparve il volto di Yomi.
-Yomi?-fece
sorpreso il giovane.
-Zane!-esclamò
la ragazza, non appena l’altro rispose.
-E’ successo
qualcosa?
-Bè, ecco… Credo
di essere nei guai…
-Perché? Cos’è
successo?
-Forse è meglio
se te lo spiego a voce… Ti dispiace venire al molo?
-Non c’è
problema… Vengo subito…
Detto questo, lo
studente chiuse la comunicazione. Poi si alzò in piedi e si
diresse verso la
porta.
-Pensi che sia
successo qualcosa di grave?-fece Atticus, alzandosi anch’esso
in piedi.
-Se fosse
successo qualcosa di grave, non mi avrebbe mai
chiamato…-rispose l’altro
Obelisk, uscendo poi dalla stanza.
Giunto al
piccolo porticciolo, il Kaiser trovò la matricola seduta sul
bordo della
banchina, con una canna da pesca improvvisata in mano, intenta ad
osservare la
superficie increspata dell’acqua.
-Cosa stai
facendo?-fece Zane, non appena si fu avvicinato.
-Sono in un mare
di guai!-esclamò Yomi, non appena lo vide.
-Non avrai mica
fatto a botte?
-No! Come ti
viene in mente?!-esclamò l'altra, risentita, mentre si
alzava in piedi.
-Allora cos’è
successo?
-Ecco… Non so
come dirtelo…
-Devo
preoccuparmi?
-No. Non
riguarda proprio me, perciò…
-Non potresti
essere un po’ più precisa?
-Forse è meglio
se lo vedi tu stesso…-fece la ragazza, afferrando la mano
dell’altro e
portandolo via.
I due si diressero
verso il promontorio vicino al dormitorio rosso e si fermarono ai
margini della
radura. Seduto sul ciglio del burrone c’era uno studente un
po’ grassoccio. Era
di schiena e lo studente del secondo anno non riuscì ad
identificarlo.
-Vedi! Non so
cosa fare…-fece Yomi, indicando l’individuo di
spalle.
Zane osservò la
figura per qualche secondo, poi guardò la ragazza, cercando
di capire dove
volesse arrivare.
-Non riesco a
capirti…
-Si tratta di
Chumley! E’ depresso per come sono andati i test di fine
trimestre e non so
cosa fare…
-E’ per questo
che mi hai chiamato?
-Sì…
-Mi hai fatto
preoccupare, sai? Credevo che fosse successo qualcosa di
grave…
-Scusa…
-Ti senti in
colpa per i suoi risultati?-chiese Zane.
-Non proprio…
Credo di aver fatto tutto quello che potevo, ma non vorrei avergli dato
false
speranze.
-…
-Abbiamo
ripassato tutte le due settimane precedenti. Ho fatto del mio meglio;
ho
cercato di spiegargli tutto quello che poteva non aver capito. Abbiamo
anche
duellato tutti i giorni, anche due o tre volte al giorno. Mi sembrava
che fosse
migliorato, perciò gli ho detto che secondo me avrebbe
ottenuto dei buoni
risultati… Sembrava contento, ma…
-Non sono andati
bene…
-Ha ottenuto il
punteggio più basso in assoluto, ancora più basso
di quello dello scorso
trimestre. Ed io ho ottenuto il punteggio più alto.
Nonostante tutto l’impegno
che ci ha messo, non è migliorato. Anzi, è
peggiorato…
-Lo sai che non
è colpa tua, vero?
-Sì, lo so… Però
non so come comportarmi. Non so cosa dirgli per tirarlo su di
morale… Ho paura
che qualsiasi cosa gli possa dire, lo offenderebbe e basta.
-Forse non è
questo il suo posto…
-Zane!-esclamò
l’altra, indispettita.
-Se fosse
portato per i duelli, non sarebbe in quelle condizioni…
-Lo so! Ma non
posso dirglielo! Chumley ama duellare… Non posso essere
così cattiva…
-Non saprei come
aiutarti…
-Non sei
d’aiuto!
-Lo sai cosa
penso. Anche se è un bravo ragazzo, non mi piace sapere che
passi il tempo
insieme a lui.
-Guarda che non
stiamo parlando di Makoto!
-Lo so, ma non
riesco ancora a fidarmi degli altri ragazzi. Ho paura che qualcuno
possa farti
di nuovo del male…
-Chumley non mi
farebbe mai del male…
-Lo so…
-Non ti fa bene
continuare a preoccuparti per me…
-Mi preoccuperò
sempre per te. Comunque penso che gli farà piacere se ci
parli…
-Dici che
dovrei?
-Dovresti fare
ciò che ti senti di fare…
-Sei odioso…
-Fai del tuo
meglio…-fece Zane, baciandole la fronte.
-Sei odioso lo
stesso…
-Ti aspetto al
molo…
Detto questo,
l’Obelisk si allontanò dal promontorio,
dirigendosi di nuovo verso il porto.
Yomi rimase sola e incerta su cosa fare.
“Zane ha
ragione… Questa è una cosa che devo risolvere da
sola! Non posso chiedere a
lui… Inoltre, a lui Chumley non va nemmeno a genio. Forse
dovrei essere
sincera…” pensò la matricola,
continuando a fissare il compagno di classe. Poi
fece un respiro profondo e si avvicinò all’amico
del primo anno.
-Chumley…
Non appena si
sentì chiamato, il ragazzo si voltò.
-Yomi?
-Ti dispiace se
mi siedo?-chiese la ragazza.
-No, figurati…
-…
-Complimenti per
i risultati del test…-mormorò Chumley, dopo
qualche minuto di silenzio.
-Grazie...
-...
-Senti, per
quanto riguarda i tuoi risultati, mi dispiace!
-Non è colpa
tua. Hai fatto tutto quello che potevi… Sono io che non ho
alcun talento!
-Non dovresti
arrenderti! Se ti impegni-
-Non ho
speranze! Non ho talento; per quanto mi impegni non riuscirò
mai a migliorare…
Forse dovrei semplicemente smettere!
-Non puoi
arrenderti! A te piace Duel Monster, no?
-…
-Anch’io ho
pensato di rinunciare a tutto, ma non è così che
si risolvono i problemi!
Scappare non serve a niente… In questo modo, soffri molto di
più!
-Non ha senso
continuare…
-Non puoi ancora
dirlo! C’è il test finale…
-Boccerò anche
quello… Ormai dovrò ripetere l’anno!
-Chumley…
-Però mi fa
piacere che tu ti preoccupi per me…
-Siamo amici,
no?
-Non ti dà
fastidio essere amico di un duellante senza speranza come me?
-Perché
dovrebbe?! Tu sei migliore di tanti altri studenti! Preferisco passare
il tempo
con te che con qualche Obelisk con la puzza sotto al naso…
-E il Kaiser è
d’accordo che trascorri il tempo con me?
-Perché non
dovrebbe?
-Non gli vado
molto a genio, vero? L’ho capito dal modo in cui mi
guarda… Non credo che mi
odi, ma non gli sono nemmeno simpatico…
-In effetti…
Credo che sia un po’ geloso del fatto che siamo buoni amici e
probabilmente pensa
che tu abbia un altro tipo di interesse nei miei confronti…
-Non è vero! Per
me sei una buona amica, tutto qui…
-Gliel’ho detto
anche io… E lui dice che ne è consapevole, ma non
si fida lo stesso. Inoltre ha
paura che qualcuno possa cercare di fare le stesse cose che ha cercato
di fare
Makoto. Teme che possa capitarmi qualcosa e che qualcuno possa farmi
del male…
Tu compreso.
-Lo sai che non
ti farei mai del male…
-Lo so! Io mi
fido di te e credo che alla fine anche lui si fidi… Forse
devo solo dargli un
po' di tempo!
Chumley sorrise,
poi, come ricordandosi di qualcosa, esclamò:
-Volevo farti un
disegno per ringraziarti di tutto quello che hai fatto per me... Ti
piace come
idea?
-Un disegno? È
un'idea meravigliosa! Posso scegliere il soggetto?
-Voglio farti
una sorpresa!
-Uffa!
-Non
preoccuparti! Sono sicuro che ti piacerà…-fece
l'altro, sorridendo.
-Allora non vedo
l’ora!-gli rispose Yomi, alzandosi in piedi. Lo Slifer la
imitò, poi la salutò,
dirigendosi verso il dormitorio rosso. La ragazza, invece, si diresse
di nuovo
verso il molo, dove trovò Zane intento a pescare. Non appena
la vide, alzò lo
sguardo verso la studentessa e disse:
-Non so come tu
faccia a pescare…
-Non ti riesce?
-Non credo di
avere molta pazienza… Me ne sono lasciati scappare due o
tre…
-Non l’avrei mai
detto! Di solito sei molto paziente... O comunque, hai sicuramente
più pazienza
di me!
-Non ci vuole
molto ad avere più pazienza di te…-fece
l’altro alzandosi in piedi.
-Come siamo
simpatici...-commentò la ragazza, poi prese la canna di mano
al Kaiser e chiese:
-Vuoi che ti
insegni?
-Sinceramente
preferirei fare altre cose con te…
Yomi lo squadrò,
indignata.
-Questo genere
di discorsi non me l’aspettavo da parte tua!
-Hai frainteso!
Non mi riferivo a quel genere di cose!
-Ma davvero?!-fece
la ragazza, dando le spalle al giovane.
-Bè, ad essere
sincero voglio davvero fare l'amore con te, ma… Ora
è troppo presto e non me la
sento…-fece l’Obelisk, arrossendo completamente.
-Ti vergogni?
-Non voglio
affrettare le cose, tutto qui. Non voglio obbligarti a fare una cosa
che non ti
senti di fare e non voglio farti tornare alla mente situazioni
spiacevoli.
Inoltre, stiamo insieme solo da tre mesi… E’
troppo presto!
-…
-Però mi
piacerebbe duellare un po’ contro di te…
-E se ti
sconfiggo? Magari ci resti male e ti metti a piangere come un
bambino…-lo
punzecchiò la matricola.
-Piuttosto, come
è andata con Chumley?-chiese Zane, cambiando argomento.
-È un segreto!
-L'importante è
che tu abbia fatto del tuo meglio.
I due si misero
a sedere sul bordo della banchina, con i piedi penzoloni nell'acqua.
-Siamo quasi
arrivati alla fine dell’anno… Quindi il prossimo
sarà il tuo ultimo anno
qui.-disse Yomi, mentre osservava la superficie dell'acqua.
-Già…
-Menomale! Non
ho alcuna voglia di vederti per tutto il tempo...
Il Kaiser si
lasciò sfuggire una risatina sommessa, poi
scompigliò i capelli della ragazza e
fece:
-Non ti
libererai facilmente di me.
-È un vero
peccato!-esclamò l'altra, provocandolo.
-Pensi di
cavartela da sola?
-Per chi mi hai
preso! Posso cavarmela benissimo anche senza di te! E comunque, il
prossimo
anno verrà anche mio fratello, perciò non devi
preoccuparti. Non farò a botte
con nessuno...
-Non mi riferivo
a quello.
-E a cosa?
-Non voglio che
qualcuno tenti di violentarti.
-Non
preoccuparti! Se qualcuno ci prova, gli taglierò le palle!
Zane rabbrividì.
La matricola se ne accorse e si affrettò ad aggiungere:
-Le tue non le
taglio; puoi stare tranquillo!
-Vorrei anche
vedere...-mormorò l'altro. Poi, ritornando al discorso di
prima, fece:
-Non credevo che
tuo fratello avesse un anno meno di te. Pensavo che fosse molto
più piccolo...
-Non te l’avevo
detto?
Il Kaiser scosse
la testa. Poi aggiunse:
-Anche mio
fratello dovrebbe venire il prossimo anno…
-Tu?! Un
fratello minore?!-esclamò l’altra, scoppiando a
ridere. L’altro studente la
guardò per qualche secondo, poi, sorridendo, fece:
-Vuoi farmi
perdere la pazienza?
-Mi stai
minacciando?-lo provocò la ragazza.
-Com’è tuo
fratello? È una testa calda come te?-chiese l'altro,
ignorando le finte minacce
della studentessa.
-No, per nulla!
Non ci assomigliamo per niente, ad essere sincera. Jaden è
sempre allegro,
qualsiasi cosa succeda. E’ molto bravo a duellare, anche se a
scuola non va
tanto bene. Per lui i duelli sono divertenti e basta; non credo che li
abbia
mai presi seriamente. E diciamo che non è molto bravo a
capire le emozioni di
chi gli sta intorno. È superficiale, ma è pur
sempre un buon fratello
minore. Sono grata
di aver avuto questa
fortuna…
-Siete molto
legati?
-Non saprei!
Probabilmente sì... Credo che sia per il fatto che non siamo
realmente
fratelli!
-Davvero?
-Io sono stata
adottata quando avevo circa cinque anni. I miei genitori e Jaden
vennero
all'orfanotrofio per adottare un bambino, visto che mio fratello voleva
un
fratellino o una sorellina e i miei genitori non potevano avere altri
figli.
Non appena Jaden mi ha vista, ha iniziato a seguirmi
per tutto l'edificio, continuando a chiamarmi
"sorellona". Così, alla fine, mi hanno adottata...
-E i tuoi veri
genitori?
-Non lo so… Sono
stata abbandonata quando avevo poche settimane. Non so chi
fossero… E ad essere
sincera, non mi interessa. I miei veri genitori sono quelli che mi
hanno
adottato! E Jaden, per me, è un vero fratello…
-Perché non mi
hai detto che sei stata adottata?-chiese Zane, a bassa voce.
-Non ne vedevo
il motivo… Poi, come ti ho già detto, la mia vera
famiglia è quella che mi ha
portato via dall’orfanotrofio. Cosa cambiava che tu lo
sapessi o meno?
-Niente... È
solo che mi piacerebbe sapere tutto su di te...
-Tutto? Quindi vorresti
sapere anche la mia taglia di reggiseno?
-Non capisco
cosa c'entri adesso...-fece l'altro arrossendo leggermente.
-Lo so che vuoi
saperlo! Voi uomini siete tutti uguali...
Zane sospirò,
poi scompigliò i capelli della ragazza.
-Sei sempre la
solita! Ma se tu non fossi così, non mi sarei mai innamorato
di te...
Detto
questo, si chinò su di lei e
la baciò, facendola arrossire.
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Capitolo 28 *** Capitolo 28- La prima oscurità ***
Capitolo
28- “La
prima oscurità”
Le
vacanze
invernali erano quasi giunte alla loro fine. Tra meno di una settimana,
gli
studenti che erano ritornati dalle proprie famiglie per festeggiare il
Natale
sarebbero ritornati sull’isola e, con il loro ritorno,
sarebbe iniziato il
nuovo trimestre, l’ultimo dell’anno accademico.
Yomi aveva trascorso tutte le
vacanze sull’isola, per non far pesare alla sua famiglia i
costi per il viaggio
di ritorno. Inoltre, l'idea di rimanere sull'isola quasi deserta le
piaceva.
Aveva pensato che in quel modo avrebbe potuto anche studiare in santa
pace,
sempre che ad Atticus non gli fosse venuto in mente qualche strana
idea. Tra le
altre cose, avrebbe potuto aiutare Chumley a preparsi per il test
finale.
Questo era quello che aveva pensato la matricola, ma le cose andarono
in
maniera leggermente diversa.
Uno di quegli
ultimi giorni di vacanze, Zane e Yomi avevano deciso di trovarsi nella
sala da
pranzo del dormitorio blu, per trascorrere un po' di tempo insieme.
Ultimamente, non avevano avuto molto tempo per stare da soli,
nonostante le
lezioni fossero state sospese e l'Accademia fosse praticamente deserta.
L'Obelisk si era rinchiuso in biblioteca, a studiare in solitudine,
mentre la
ragazza era stata costretta dagli studenti del dormitorio Slifer a dare
loro
ripetizioni. Yomi avrebbe preferito di gran lunga guardare il Kaiser
mentre
studiava che sprecare fiato cercando di far ragionare un gruppo di
testoni. E
così, a due giorni dall'inizio dell'ultimo trimestre, i due
giovani erano
riusciti, finalmente, a trovare qualche ora da trascorrere insieme.
-Fra poco inizia
il nuovo trimestre…-commentò lo studente del
secondo anno, mentre porgeva una
tazza di cioccolata calda alla ragazza. Yomi lo ringraziò e
prese la tazzina di
ceramica cinese, per appoggiarla sul tavolo. Zane appoggiò
due piattini con due
fette di torta sul piccolo tavolo della sala da pranzo; poi si
allontanò per
prendere il suo caffè e ritornò al tavolo, per
sedersi.
-Lo so bene! I
ragazzi del dormitorio rosso mi hanno fatto venire l'emicrania a forza
di strillare
che non capiscono niente e che bocceranno il test
finale…-fece la ragazza,
versando un cucchiaino di zucchero nella cioccolata e mescolando
delicatamente.
-Potevi dire
loro che eri occupata...
-Ti ricordo che
mi hanno quasi sequestrata in quella vecchia catapecchia!
-Scusami, forse
avrei dovuto dire loro qualcosa...-mormorò l'altro a bassa
voce.
-Non
preoccuparti, tanto non credo che sarebbe cambiato qualcosa. Nemmeno se
tu
avessi usato la tua influenza...-fece l'altra, portandosi una mano
sulla tempia
sinistra.
-Stai
bene?-chiese il Kaiser, dopo averla fissata per qualche secondo.
-Perchè me lo
chiedi?
-Mi sembri
stanca...
-Ho solo un po'
di mal di testa...-rispose Yomi, sorridendogli.
-Non dovresti
sforzarti se hai il mal di testa. Dovresti stare a letto tranquilla. Se
me lo
avessi detto non ti avrei mai fatta venire qui...
-È solo mal di
testa; prima o poi mi passerà...
-Forse dovresti
farti vedere dalla signorina Fontaine...
-Zane, ti stai
preoccupando troppo. Non è così grave da andare
in infermeria...
Il ragazzo la
fissò per diversi secondi, poi, appoggiando la tazzina sul
tavolo, fece:
-Se continua,
promettimi che ti farai vedere.
-Ti ho già detto
che non è nulla!
-...
-Sei davvero
preoccupato?
-Non dovresti
sottovalutare la tua salute! L'anno scorso hai avuto un brutto
incidente e i
dottori dicono che non sei guarita del tutto, perciò
dovresti farti visitare
quando c'è qualcosa che non va.
-Tu come fai a
saperlo?-chiese Yomi, alzando il sopracciglio sinistro in segno di
disappunto.
-Me l'hanno detto
Fontaine e Sheppard. Dato che sono il tuo ragazzo e che, tra noi due,
sono
quello più saggio, mi hanno chiesto di tenerti
d'occhio.-rispose l'altro,
pacatamente.
-Aspetta un
attimo! Ti hanno chiesto di farmi da baby-sitter?! Non sono mica una
bambina piccola!
Posso badare a me stessa!-esclamò la ragazza, andando su
tutte le furie. Non
riusciva a rimanere calma e tranquilla quando gli altri la trattavano
come una
bambina. Sembrava quasi che non avessero alcuna fiducia in lei e che
dessero
per scontato che avesse bisogno di qualcuno che la controllasse a vista
d'occhio.
-Hanno ragione.
A volte ti comporti un po' da stupida e non ragioni su cosa fai. Anche
loro
sono solo preoccupati. Come tutti, del resto...
-Non ne avete
alcun motivo...-borbottò la matricola, arrossendo per
l'imbarazzo.
Zane sorrise
divertito, poi disse:
-Chissà...
-Cosa vorresti
dire?! Mi stai dando della stupida?!-fece Yomi, alzandosi in piedi.-Non
sono
mica una stupida?! Io-
La ragazza non
riuscì a finire la frase, perchè un'improvvisa
fitta alla testa la costrinse a
fermarsi. Zane la guardò preoccupato. Voleva aiutarla, ma
sapeva che lei si
sarebbe arrabbiata se lo avesse fatto. Non voleva far preoccupare
nessuno e,
come sempre, stava cercando di risolvere la situazione da sola. Per il
Kaiser
aiutarla sarebbe stato solo un gesto privo di altri significati, oltre
a quello
di volerla aiutare. Per Yomi, invece, sarebbe stata quasi una
sconfitta; per
una persona abituata a contare solo su se stessa avrebbe significato
aver
fallito come essere umano. Per questo motivo, lo studente non sapeva
bene come
reagire.
-Yomi?
-Sto bene! È
solo un po' di mal di testa!-si affrettò a rispondere la
ragazza, abbozzando un
mezzo sorriso, ma continuando a premersi la tempia. L'Obelisk
continuò ad
osservarla per qualche altro secondo, poi sospirò e si
alzò, avvicinandosi
all'altra.
-Ti ho detto che
non è nulla...-mormorò la ragazza, non appena si
accorse che lo studente si era
alzato.
-Forse è meglio
se andiamo in infermeria...
-No, sto bene!
-Non mi
sembra...-disse l'altro, mettendole una mano sulla fronte, come per
assicurarsi
che non avesse la febbre.
Yomi stava per
ribattere, quando la porta della sala da pranzo si aprì e un
ragazzo dalla
divisa bianca e rossa fece capolino dentro.
-Chumley!-esclamò
la giovane, voltandosi verso l’amico. Lo Slifer
arrossì leggermente e ricambiò
il saluto, poi si avvicinò ai due.
-Mi dispiace
avervi interrotti…
-Figurati!
Stavamo solo parlando…-lo rassicurò la matricola,
sorridendogli. Zane la guardò
un po' preoccupato.
"Sta cercando
di nascondere il suo malessere persino a lui. Capisco che non voglia
far
preoccupare nessuno, ma se sta male dovrebbe dirlo. Se io non me ne
fossi
accorto, scommetto che non l'avrebbe detto a nessuno. A volte
è proprio una
testona! Come fa a non capire che facendo così mi fa
preoccupare di più? Se
dicesse le cose come stanno e si facesse visitare, io non mi
preoccuperei in
questo modo..."
-Ho finito
quella cosa che ti avevo promesso…
-Davvero?
Fammela vedere!-esclamò l’altra, al colmo
dell’eccitazione.
-Calma…-mormorò
l’altro. Poi estrasse un foglio da un tubo di plastica rigida
che si era
portato appresso e lo srotolò di fronte alla compagna.
-Mi sono
ricordato che ti piaceva e ho pensato che ti avrebbe fatto piacere
avere un suo
disegno…
-Non ci credo…
-Non ti
piace?-chiese l'altro, un po' titubante.
-Ma scherzi! E’
bellissimo!
Detto questo,
Yomi saltò al collo dello Slifer, abbracciandolo. Zane si
irrigidì di fronte
alla reazione della ragazza e lanciò uno sguardo fulminante
a Chumley, il quale
arrossì.
-Non ci credo!
E’ proprio il Mago Nero! Devo appenderlo in camera! Magari
sopra il letto…
Oppure sull’armadio… Forse è meglio
appenderlo accanto allo specchio! Ancora
non riesco a crederci! E’ uguale! Ma come hai fatto?
-Lo sai che con
il disegno me la cavo…-commentò lo studente del
primo anno, arrossendo di nuovo
di fronte ai complimenti dell’amica.
-Grazie
ancora!-esclamò l’altra, abbracciandolo di nuovo.
-Figurati… Però
adesso è meglio che vada.-si affrettò a dire
l’altro. Non voleva intrattenersi
ancora per molto con la compagna. Aveva notato lo sguardo penetrante
dell’Obelisk e, non sapendo a cosa stesse pensando e per
quanto ancora avrebbe
tollerato la sua presenza, pensò bene di togliere il
disturbo.
-Ok… Allora ci
sentiamo!
Il ragazzo-koala
salutò l’amica con un cenno della mano ed
uscì trotterellando dalla sala,
contento per aver appena reso felice l'amica.
-Sbaglio o sei
contenta?-fece Zane, non appena lo Slifer fu uscito dalla stanza. Yomi,
intanto, si stava mettendo di nuovo a sedere, stringendo al petto il
disegno.
-Ma l’hai
visto?! E’ il Mago Nero! E’ ovvio che sia contenta!
-Se lo dici
tu... Comunque, più tardi andiamo in infermeria.
-Ti ho già detto
che non ne ho bisogno!
-Invece
sì!-esclamò l'altro, alzando la voce. Yomi lo
fissò stordita; non si aspettava
che alzasse la voce. Non lo faceva quasi mai e quando lo faceva
significava che
aveva perso la pazienza già da diversi minuti.
-Scusami, non
volevo urlare. Sono preoccupato e preferirei che tu ti facessi
visitare. Sono
sicuro che non sia niente di grave, ma è meglio essere
prudenti, considerando
anche la tua ferita.
-Zane...
-Io ti voglio
bene e non voglio vederti soffrire. Inoltre, se dovesse accaderti
qualcosa non
potrei mai perdonarmelo...
-...
-Ti ho già vista
piangere una volta e non voglio che accada mai più.
Perciò, farò tutto ciò che
posso per proteggerti ed aiutarti. Anche costringerti ad andare in
infermeria,
anche usando le maniere forti, se necessario.
-Le maniere
forti? Vuoi picchiarmi?-fece Yomi, alzando il sopracciglio. Il Kaiser
arrossì
di colpo.
-Non ci penso
nemmeno ad alzare le mani! Ti sembra che possa mettere le mani addosso
ad una
qualunque altra persona? Intendevo dire che sono disposto anche a
portartici di
peso, se non vuoi andarci da sola con le tue gambe.
-Idiota...-mormorò
la matricola.
Zane sorrise a
sua volta, mentre finiva di mangiare.
-Tu continui a
sentirti in colpa per quella storia di Makoto, vero?-fece la
studentessa dopo
diversi minuti di silenzio. Erano diversi giorni che ci rimuginava
sopra e,
alla fine, si era decisa a chiederglielo.
-Te l'ha detto
Yusuke?-chiese l'altro, sorpreso.
-No, non l'ho
nemmeno visto in questi giorni. Perchè me lo chiedi?
-Me l'ha chiesto
anche lui, tutto qui.
-Se anche Yusuke
lo dice, deve essere per forza la verità...
-In effetti è
vero... Forse sto esagerando, ma chiunque si avvicini a te mi sembra
pericoloso. Ho paura che tu possa incontrare qualcuno come
Makoto… Non riesco a
fidarmi nemmeno di Yusuke e di Atticus.
Yomi lo guardò
per qualche minuto, poi disse:
-Guarda che loro
non sono come Makoto.
-Lo so...
-Allora smettila
di preoccuparti per niente!
-Tu non puoi
capire... Se fosse riuscito a violentarti, io-
-Non l'ha fatto
ed è già stato punito per questo,
perciò non hai alcun bisogno per continuare a
sentirti in colpa.
-Ma se dovesse
succedere di nuovo?-fece il ragazzo, guardandola fissa negli occhi.
-Non succederà
più, te lo prometto!
-Non è una cosa
che dipende da te...
-Farò in modo
che non accada più. Fidati!-esclamò Yomi.
Il Kaiser la
guardò per qualche secondo, poi sorrise e disse:
-Va bene. Io
smetto di sentirmi in colpa, solo se tu vai a farti visitare dalla
signorina
Fontaine.
-Sei proprio
insistente!
-Lo faccio per
te...
-Va bene, se
proprio insisti ci andrò...
-Ricordati che
l'hai promesso...
-Lo stesso
discorso vale anche per te!-fece la ragazza, prima di finire di
mangiare la sua
fetta di torta.
Avevano appena
finito di mangiare, quando la porta della sala da pranzo si
aprì di nuovo e
questa volta, ad entrare, fu l'Obelisk dai capelli verdi.
-Yusuke?-fece
Yomi, alzandosi in piedi, contenta di vedere l'amico.
-Non pensavo di
trovarvi qui...-disse l'altro, sorpreso.
-È da un po' che
non ti fai vedere...-commentò Zane.
Yusuke abbozzò
un mezzo sorriso, ma non aggiunse altro.
-Vedo che state
trascorrendo il pomeriggio insieme…-disse poi, non appena si
fu avvicinato.
-Bè, sai,
ultimamente eravamo così impegnati che non riuscivamo
nemmeno a vederci... Tu,
piuttosto, che fine avevi fatto?-fece la studentessa.
-Oh, niente...
Ero solo concentrato su delle ricerche...-rispose l'altro, vagamente.
-Ricerche?-chiese
Zane.
-Ho trovato un
libro molto interessante in biblioteca e volevo approfondirlo...
-Davvero? Di
cosa si tratta?-chiese, a sua volta, la matricola. Era curiosa. Le
interessava
sapere su cosa stesse studiando l'amico; poteva rivelarsi utile per
risolvere
quel suo piccolo problema e l'idea che avrebbe potuto aiutarla a
tornare a
duellare come tutte le altre persone era troppo forte per ignorarla.
-Niente di
che... E anche se te lo dicessi sarebbe tutto inutile. Non sono cose
che potete
capire!
-Perché mai non
potremmo capire?! Non siamo mica stupidi!-fece Yomi, cercando di non
innervosirsi.
-Nessuno può
capire... Nemmeno tu che sei in grado di vedere gli spiriti di Duel
Monster.
-Cosa stai
dicendo?!-esclamò la ragazza, sempre più
innervosita.
-Ho scoperto un
luogo fantastico, un luogo dove possiamo stare tutti insieme!
-Yusuke...-mormorò
il Kaiser.
-Cosa ti
prende?-chiese Yomi, leggermente preoccupata.
-Niente! Perchè
me lo chiedi?
-Ultimamente ti
comporti in modo strano...-commentò l'altra.
-Non ti
preoccupare, ho solo scoperto la vera via per essere felici! E prima o
poi la
capirete anche voi!
-Yusuke...
-In questo mondo
non esiste la vera felicità. Nessuno di noi può
essere felice, vivendo in
questo mondo. Questo mondo non te lo permette! La vita non è
un dono, è solo
una punizione; vivere in questo modo è solo una tortura. Per
quanto ci
sforziamo a raggiungere la felicità, non la raggiungeremo
mai. Non esiste! In
questo mondo non esiste la felicità, perciò
è inutile cercare di
raggiungerla.-continuò lo studente dai capelli verdi,
ignorando i due amici.
-Adesso basta!
Stai dicendo un mucchio di assurdità!-fece la matricola,
cercando di farlo
ragionare.
-Assurdità?! Tu
pensi davvero di poter essere felice?! Tu non sei realmente felice,
ammettilo!
-Io sono del-
-No, non lo sei!
Tu vuoi duellare, ma non puoi farlo, e questo ti fa soffrire e ti rende
infelice. Questo mondo ti vieta l'unica cosa che ti può
rendere felice! E non
solo con te; lo fa con tutte le creature viventi, che siano senzienti o
meno.
-Adesso basta!
Non capisco dove vuoi andare a parare, ma stai esagerando!-fece il
Kaiser,
alzando un po’ il tono della voce. Non gli piaceva il modo in
cui si stava
rivolgendo alla sua ragazza e non gli piaceva nemmeno la piega che
stava
prendendo il discorso. E meno che mai gli piaceva l'idea che l'amico
pensasse
realmente ciò che stava dicendo.
Yusuke lo fissò,
del tutto inespressivo, poi, rivolgendosi alla matricola, disse:
-Ciò che chiami
"felicità" non esiste. Non è mai esistita! Tu sei
sola, io sono solo,
siamo tutti soli! Siamo destinati ad essere infelici e soli;
è il nostro
destino, non possiamo opporci!
-Yusuke, mi stai
facendo paura...-mormorò la ragazza, arretrando leggermente.
Era la prima volta
che provava un'angoscia così profonda e non ne capiva il
motivo. C'era qualcosa
nello sguardo eccitato dell'Obelisk dai capelli verdi che le faceva
paura,
qualcosa che non riusciva a capire.
-Non potete
salvarvi… Siete destinati ad essere soli e a vagare da soli
nelle tenebre… Come
me, come tutti!
-Si può sapere
cosa ti prende? Se c'è qualcosa che non va, puoi parlarne
con noi...-fece Zane,
cercando di mostrarsi calmo come sempre. Il comportamento dell'altro
studente
lo stava facendo preoccupare seriamente. Era la prima volta che reagiva
in quel
modo ed aveva paura che potesse accadere qualcosa di grave.
-Non
preoccuparti, io sto bene! E gradirei che tu la smettessi di fare finta
di
essere mio amico!-esclamò l’altro.
-Io non faccio
finta… E nemmeno Yomi!
-Invece fate
finta! Come tutti… Io sono solo… Lo sono sempre
stato…
-Cosa stai
dicendo? Tu non sei solo! Ci siamo noi, i tuoi amici.-fece la
studentessa.
-Amici?! Ma non
dire assurdità! Come potete essere miei amici, voi che avete
tutto quello che
desiderate! Nessuno di voi può capire cosa significa essere
solo. Nessuno!
-Yusuke!
-Io non voglio
essere solo… Perché?! Perché devo
sempre essere abbandonato da tutti?!
-Noi non ti
abbiamo abbandonato. E nemmeno Onesto!-esclamò l'altra.
-Cosa ti fa
credere che non se ne sia andato anche lui?!
-Cosa significa?
Yusuke, dov’è Onesto?-chiese la studentessa. Era
preoccupata per ciò che stava
dicendo l'amico e per l'assenza dello spirito di Duel Monster.
-Chissà…
-Come sarebbe a
dire?! E’ la tua carta preferita, no? Come fai a non sapere
dov'è?!
-La mia carta
preferita, dici? Cosa ne sai tu?! Sei solo una ragazzina viziata e
violenta! Tu
che hai tutto non puoi capire! Nessuno di voi può capirmi!
-Yusuke!
-Ma non importa!
Dove andremo non c'è bisogno di niente! Saremo tutti uguali;
non ci sarà nessuna
differenza. Uomini, donne, bambini... Saremo tutti insieme, in una cosa
sola!
-Di cosa stai
parlando?-fece Zane, afferrando l'amico per un braccio.
-Non ci sarà
alcun bisogno di cercare la felicità... Non ci
sarà bisogno nemmeno di
ricordare. I ricordi svaniranno e nessuno dovrà sentirsi
solo!-continuò
l'altro, liberandosi dalla presa con uno strattone.
-Yusuke...-mormorò
l'Obelisk dai capelli blu.
-State
tranquilli; nessuno sarà mai solo e nessuno dovrà
mai soffrire…
Detto questo
l’Obelisk dai capelli verdi girò i tacchi e se ne
andò come se niente fosse.
-Non mi piace
per niente...-mormorò Zane, mentre fissava la porta da cui
era uscito l'amico.
Yomi lo guardò per qualche secondo, poi distolse lo sguardo,
annuendo
leggermente. Era preoccupata per il comportamento dell'altro Obelisk e
Zane
l'aveva capito perfettamente.
"C'è
qualcosa che non va in lui. Ed è strano che Onesto non fosse
con lui. Mi chiedo
il motivo... Che io sappia, Onesto gli è sempre stato a
fianco; non capisco
perchè oggi non l'avesse con sè. Non capisco,
davvero..."
-Principessa...
Lo spirito del
samurai cremisi si era appena materializzato alle spalle della ragazza,
spaventandola non poco. Si trattenne dal girarsi e fare una ramanzina
alla
carta di Duel Monster per non far preoccupare ulteriormente il ragazzo
che
aveva di fronte.
-In quel ragazzo
c'è qualcosa di strano...-continuò lo spirito.
"Qualcosa
di strano?"
In quel momento,
la ragazza avrebbe preferito di gran lunga essere sola e poter parlare
con il
samurai senza passare per pazza. Zane sapeva bene che la ragazza poteva
vedere
gli spiriti di Duel Monster e poteva parlare con loro, ma Yomi si
sarebbe
sentita a disagio a farlo di fronte al ragazzo e avrebbe preferito che
non
fosse presente. Purtroppo era lì davanti e non se ne sarebbe
andato tanto
facilmente.
-Ho paura che si
stia cacciando in un brutto guaio... Ci sono cose in cui voi umani non
dovreste
intromettervi ed ho paura che quel ragazzo abbia aperto porte che
dovevano
rimanere chiuse.
"Porte che
dovevano rimanere chiuse? A cosa si sta riferendo? Non capisco... Yuki
sembra
realmente preoccupato, quindi dovrebbe essere una cosa seria.
Normalmente non
sarebbe mai comparso dal nulla, se non si fosse trattato di qualcosa di
molto
serio. Mi sto preoccupando..."
Yomi diede una rapida
occhiata al samurai, facendogli un leggero cenno d'assenso. Poi si
alzò dalla
sedia, destando la curiosità dell'altro Obelisk.
-Dove
vai?-chiese Zane, cercando di nascondere la sua preoccupazione con il
suo
solito tono impassibile.
-Vado a
cercarlo. Ho i miei buoni motivi per credere che si stia cacciando nei
guai e
voglio evitare...
-Sai a cosa si
riferiva Yusuke prima?
La studentessa
scosse il capo.
-Quindi come fai
a sapere che sia nei guai?-continuò il Kaiser.
-Bè, ecco...
-È stato uno dei
tuoi spiriti, vero?
La ragazza
arrossì leggermente, in preda all'imbarazzo. Avrebbe
preferito che Zane non
l'avesse capito, ma ormai la conosceva talmente bene da sapere cosa
pensasse.
-Ecco, Yuki ha
detto-
-Non importa;
non voglio saperlo...-la interruppe l'altro.
-Comunque credo
che sia meglio cercarlo.
Detto questo, la
ragazza fece per uscire dalla stanza, quando il Kaiser le
afferrò un polso,
trattenendola.
-Aspetta!
-Zane?
-È meglio se
lasci perdere...
-Perchè?!-esclamò
la matricola, andando su tutte le furie.
-Non ho idea di
cosa ti abbia detto il tuo spirito, ma vorrei che ascoltassi anche me.
-Non credo che
questo sia il momento più adatto...
-Invece sì!
-...
-Ho un brutto
presentimento e preferirei che tu non ci
parlassi...-continuò l'Obelisk.
-Ancora con questa
storia?! Devi smetterla di essere geloso per qualsiasi cosa! Yusuke non
è
pericoloso, non mi farebbe mai del male, perchè devi essere
così sospettoso
anche nei suoi confronti? Ha qualcosa che non va, lo capisci?
-Lo capisco
benissimo, ma non voglio comunque che tu ti avvicini a lui.
-Non se ne
parla! Anche Yuki dice che c'è qualcosa che non va!
-Yuki? Stai
dicendo che ciò che penso conta meno del pensiero di uno
spirito!-fece lo
studente, non nascondendo la sua rabbia.
-Non ho detto
questo...
-Allora perchè
non vuoi darmi retta?
-Perchè è mio
amico e non posso abbandonarlo! Ma tu, a quanto pare, non capisci il
significato di amicizia, visto che non ti fidi nemmeno dei tuoi
amici!-sbottò
la ragazza.
-Non è vero, lo
sai che io-
-Tu cosa?! Tu
vuoi abbandonarlo! A te non interessa nulla degli altri! Sei... Sei un
egoista!
Zane rimase a
bocca aperta, senza sapere cosa dire. Non credeva che sarebbe giunto a
litigare
con lei. Non era quello che voleva e non capiva come avesse fatto a
litigare di
nuovo con la studentessa.
"Io non
voglio litigare con lei. Non voglio più litigare per delle
sciocchezze..."
-Sarò anche
egoista, non m'importa, ma non voglio rischiare di perdere te. Se mi
chiedi a
chi voglia più bene, risponderei "a te". Se mi chiedi chi
sia più importante
tra la mia ragazza e il mio migliore amico, risponderei la mia ragazza.
Se
dovessi scegliere tra salvare la tua vita o quella di Yusuke,
sceglierei di
salvare la tua. La mia scelta sarebbe la stessa per dieci, cento, mille
volte.
Non cambierebbe mai. Questo perchè tu sei più
importante di chiunque
altro.-fece Zane, continuando a tenerla per il polso.
-...
-Non voglio che
Yusuke ti coinvolga nei suoi problemi. Sono preoccupato anche io, ma
sarei
molto più preoccupato se anche tu fossi nei guai.
-Però...
-Lascia che ci
parli io o Atticus. Per favore!-continuò il ragazzo.
-Non sono cose
che voi due potete capire!
-Perchè? Solo
perché noi due non possiamo vedere gli spiriti?
-Esattamente! Ci
sono cose che nessuno di voi può capire! Ma io
sì!-fece la studentessa,
liberandosi dalla presa dell'altro.
-Cosa stai
dicendo?
-Tu e Atticus
non potete capire!-insistette Yomi.
-Stai parlando
come Yusuke...
-Non m'importa!
Io vado a cercarlo!-fece la ragazza, voltando di nuovo verso la porta.
-No!
Yomi!-esclamò Zane, afferrandola di nuovo per il polso.
-Lasciami
andare!
-Non se ne
parla! Non ho idea di cosa ti abbia detto quello spirito, ma non ti
lascio
andare!
-Se non mi
lasci, ti odierò a vita!
-Allora odiami
pure!
Yomi si voltò
verso il ragazzo, pronta a ribattere, ma non riuscì a dire
niente.
Un'improvvisa fitta alla testa la costrinse ad accasciarsi in terra, in
preda
ai dolori. La testa le stava scoppiando e non riusciva nemmeno a
pensare.
-Yomi!-esclamò
il Kaiser, inginocchiandosi al suo fianco e mettendole un braccio
intorno alle
spalle. Yomi gli fece segno di lasciarla stare. I dolori erano talmente
forti
che non riusciva nemmeno a parlare.
-Ti porto in
infermeria!
La matricola
scosse violentemente la testa, mormorando qualcosa sul fatto che stava
bene e
non ce n'era bisogno. Poi cercò di rialzarsi, ma cadde a
terra, priva di sensi.
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Capitolo 29 *** Capitolo 29- Il primo ostacolo superato ***
Capitolo
29- “Il
primo ostacolo superato”
La
prima cosa
che la ragazza vide, non appena riaprì gli occhi, fu un
soffitto bianco. Era di
un bianco talmente candido che d'istinto si portò una mano
sugli occhi, per
coprirli e proteggerli da quella luce apparente. Quel soffitto,
inoltre, le era
familiare; era sicura di averlo già visto. Infatti, non
appena mise a fuoco, lo
riconobbe. Era il soffitto dell'infermeria, lo stesso che aveva visto
diversi
mesi prima, quando era svenuta in seguito al duello contro Seto. E
anche questa
volta, il soffitto bianco e brillante come la neve fresca fu la prima
cosa che
vide quando riaprì gli occhi.
"Che
diavolo ci faccio di nuovo in infermeria?! Come ho fatto a finire di
nuovo qui?
Accidenti, mi scoppia la testa... Non ricordo nemmeno cosa sia
successo!"
pensò la giovane, portandosi una mano sulla fronte, in un
disperato tentativo
di ricordare come fosse finita lì, di nuovo.
-Finalmente ti
sei svegliata!-esclamò una voce femminile alla sua destra.
Yomi voltò
leggermente la testa, finchè nel suo campo visivo non
comparve la fisionomia
della professoressa Fontaine. Era seduta sulla sua poltrona, come
sempre, e
sembrava sollevata che la studentessa avesse finalmente ripreso i sensi.
-Come diavolo ho
fatto a finire di nuovo qui?-mormorò la matricola, con un
filo di voce.
-Questa volta
hai semplicemente perso i sensi. Ma, ad essere sincera, non ho idea del
motivo...-le rispose la donna, sorridendo.
Yomi la guardò
per un po', senza dire nulla. Poi, con una mano scostò le
lenzuola e cercò di
mettersi a sedere sul lettino. Come abbassò lo sguardo sulle
sue braccia, si
accorse di avere una flebo attaccata.
-Quelle erano
per precauzione...-fece l'altra, non appena si accorse che la
studentessa stava
fissando con aria interrogativa il braccio destro.
-Precauzione?
-Sei rimasta
svenuta quasi quattro giorni e dovevi comunque assumere sostanze
nutritive. La
flebo serviva per quello...
-Quattro
giorni?-fece la matricola, sempre più sorpresa.
Fontaine fece un
cenno d'assenso, poi si alzò dalla poltrona e si
avvicinò alla ragazza, per controllare
che stesse bene.
-Come ti
senti?-chiese Fontaine, cambiando discorso.
-Un po'
frastornata, ma almeno la testa ha smesso di farmi male...
-Meglio così!
Tra qualche ora dovresti sentirti anche un po' meno confusa, quindi non
preoccuparti!
-Lei sa cos'è
successo?-chiese Yomi, cercando di ricordare cosa fosse successo. La
sua mente
era ancora troppo confusa per ricordare qualcosa.
-Non ricordi
niente?
La studentessa
scosse la testa.
-Speravo che
potessi dirmelo tu, una volta ripresi i sensi... Zane mi ha solo detto
che non
ti sentivi molto
bene e che poi sei
svenuta all'improvviso.
-Zane?
-È stato lui a
portarti qui. Sembrava anche molto preoccupato...
-Scommetto che
sta pensando che la colpa sia sua...-mormorò l'altra,
abbassando lo sguardo sul
suo braccio.
-Perchè?
-L'unica cosa
che mi ricordo è che stavamo litigando, ma dubito che sia
quella la causa del
mio malessere. Non sono così debole da svenire per un
litigio!
-Molto
probabilmente la vera causa è un'altra, ma non riesco a
capire quale sia. Credo
proprio che dovremmo fare altri esami...
Detto questo, le
staccò la flebo dal braccio e l'aiutò a mettersi
seduta. Poi, le misurò la
temperatura e la pressione e si annotò i valori su un foglio.
-Per ora i
valori sono nella norma... Se il mal di testa dovesse continuare,
dovremmo fare
esami più approfonditi. Ma se non è necessario,
preferirei evitare radiografie
e TAC.
-È buffo... È la
seconda volta che svengo nel giro di sei mesi. Non mi è mai
successo... Non
capisco cosa mi stia succedendo.
-Non preoccuparti,
sono sicura che non sia niente di grave! Inoltre, la tua ferita
è completamente
guarita e non credo proprio che sia la causa.
-Lo spero...
Fontaine
sorrise, poi prese il foglio con i valori e ritornò alla
scrivania, per
inserirli nella cartella clinica della ragazza.
-Posso
alzarmi?-chiese Yomi.
-Sarebbe meglio
di no. Resta sdraiata per qualche altra ora, poi, se non hai nulla, ti
lascio
andare! Ok?-le rispose la professoressa, continuando a darle le spalle.
Yomi la fissò
per qualche secondo, leggermente contrariata. Non aveva molta voglia di
rimanere ancora sdraiata sul lettino, come se fosse un malato terminale.
-Ok, va
bene...-mormorò poi, sdraiandosi di nuovo sul lettino.-A
proposito, i ragazzi
dove sono?
Fontaine non
rispose.
-Mi sarei
aspettata di vederli qui accanto, con gli occhi fuori dalle orbite
dalla
preoccupazione... Sopratutto Zane...
-...
-Forse ho
esagerato... Deve essersi arrabibiato parecchio se si rifiuta persino
di
vedermi...
-In realtà, lui
è rimasto qui tutto il tempo, persino di notte. Si
è assentato solo per qualche
ora ogni tanto, giusto per andare a lezione, ma niente di
più.
-Ed adesso
dov'è?
-È da
Sheppard... Dovevano parlare di una cosa molto importante, ma sono
sicura che
tornerà qui non appena avrà finito.
-Yusuke e Atticus?
Loro dove sono?
-Non lo so...
Qui non sono venuti.
-Scommetto che
non gliel'ha permesso... Quello stupido...
Fontaine si
voltò sorpresa verso l'allieva. Sicuramente non aveva capito
a cosa si
riferisse la matricola; in fondo, lei non poteva saperlo.
-Secondo lei
cosa dovrei fare?-chiese la ragazza.
-A cosa ti
riferisci?
-Non so come
comportarmi con lui... Ha paura che quella brutta storia con Makoto
possa
ripetersi e sta diventando troppo protettivo. A volte mi sento
soffocare...
-Forse dovresti
parlarci...
-Gli ho già
detto che non deve preoccuparsi, ma sta diventando quasi un'ossessione.
Io non
voglio lasciarlo, ma se continua così...
-Io credo che
abbia solo bisogno di un po' di tempo... Sono sicura che fra un po' si
renderà
conto che non ha niente da temere e smetterà!
-Lei dice?
-Non ne sei
convinta?-fece Fontaine, sorpresa.
-Non lo so...
La professoressa
guardò la studentessa per qualche secondo, senza sapere cosa
dire. Non riusciva
a capire la situazione e non sembrava che la ragazza volesse parlarne
più di
tanto. Probabilmente stava solo cercando qualcuno con cui sfogarsi.
-Hai paura che
possa essere lui il prossimo Makoto?
-Se diventasse
ossessionato da me, lei crede che possa cambiare così tanto
da diventare
pericoloso lui stesso?
-Zane è un ragazzo
intelligente, perciò non credo proprio che possa diventare
come Makoto.
Probabilmente è solo preoccupato... Hai rischiato di morire
e la tua ferita
dell'anno scorso non è ancora guarita del tutto; Makoto ti
ha aggredita e poi
ci sono stati tutti quegli strani incidenti in cui hai rischiato di
farti
davvero molto male. Adesso c'è questo strano mal di testa...
Devi ammettere che
ne ha di motivi per preoccuparsi!
-Lo so, ma io
non voglio che lo faccia! Vorrei che pensasse un po' di più
a se stesso.
-Lo fa. Forse
non te ne rendi conto, ma lo sta facendo. In fondo, le vacanze
invernali le ha
passate in biblioteca a studiare, invece che con te. Ti vuole bene, ma
vuole
bene anche a se stesso. Dovresti fidarti un po' più di lui e
dargli un altro
po' di tempo! Devi anche tenere conto che sei la prima ragazza che ha
mai avuto
e che sei una ragazza con cui è difficile trattare,
perciò...
-Forse ha
ragione...-mormorò l'altra, arrossendo leggermente.
La donna
sorrise, contenta di aver fugato i dubbi della ragazza.
-A proposito,
lei come fa a sapere tutte queste cose?
-È stato lui a
dirmele. Mi ha chiesto più o meno le stesse cose. A dire la
verità, non mi ha
detto molto... Comunque, mi hai un po' sorpresa quando mi hai chiesto
la stessa
cosa!
-Io so solo che
è un idiota!-esclamò la ragazza, fingendo
indifferenza.
"A questo
punto dovrei chiedergli scusa... L'altro giorno ho decisamente
esagerato e gli
ho detto delle cose che avrei potuto evitare. Come che l'avrei
odiato..."
pensò poi, mentre guardava la professoressa parlare
concitatamente al palmare.
-Yomi, devo
andare un attimo da Crowler. Ti dispiace se ti lascio sola per un
po'?-chiese
la professoressa, mentre chiudeva la chiamata che aveva appena ricevuto
e si
voltava verso la matricola. Yomi annuì. Poi aggiunse che non
era un problema
per lei rimanere da sola. La donna sorrise ed uscì dalla
stanza, aggiungendo
che ci avrebbe impiegato poco.
La Obelisk
rimase qualche minuto seduta sul lettino, indecisa su cosa fare. Si era
quasi
decisa a sgattaiolare fuori dalla stanza approfittando dell'assenza di
Fontaine, quando la porta si aprì di scatto e il Kaiser fece
capolino dentro.
Non appena si accorse che la ragazza si era svegliata, sorrise
sollevato.
-Come
stai?-chiese, mentre si avvicinava e si sedeva sul lettino, di fianco a
lei.
-Bene...
-Sono
contento...-fece l'altro. Poi si chinò su di essa, le prese
il viso tra le sue
mani e la baciò.
-Mi dispiace di
aver esagerato l'altro giorno. Ho insistito troppo e me ne sono reso
conto solo
più tardi.-disse poi, dopo essersi scostato.
-È anche colpa
mia... Ho detto delle cose che non avrei dovuto dire e mi dispiace!
-Non
preoccuparti! Sapevo che non le pensavi realmente.-le fece
l’altro, sorridendo.
-...
-Sai, dopo
quello che è successo, ho capito che costringerti a
diffidare degli altri non è
il modo migliore per proteggerti. Io ti voglio bene e non voglio che tu
ti
faccia di nuovo del male, però, se ti impedissi di fidarti
degli altri,
torneresti la ragazza scontrosa e violenta di qualche mese fa e
renderei vani
tutti gli sforzi che hai fatto per cambiare. E questo non sarebbe
giusto nei
tuoi confronti. Perciò, ho deciso di proteggerti in un altro
modo.
-Guarda che io
non ho bisogno di essere protetta da nessuno!-esclamò
l’altra, alzando il
sopracciglio contrariata.
-Ti sbagli!
Sarai anche in grado di proteggerti dai bastardi come Makoto, ma
c'è una
persona da cui non puoi proteggerti, perciò devo farlo
io.-continuò il Kaiser.
-Ma davvero? E
chi sarebbe?
Il tono della
ragazza era palesemente sarcastico, ma Zane ormai aveva fatto
l’abitudine al
comportamento eccentrico dell’altra e non ci faceva nemmeno
più caso.
-Te stessa...
-Ma cosa dici?-fece
la matricola, lanciandogli uno sguardo stranito. Non riusciva a seguire
il
ragionamento dell’altro e non riusciva a capire come facesse
ad essere il
nemico di se stessa. Era una cosa quasi inconcepibile per lei.
“Cosa sta dicendo?!
E’ come se dicesse che sto cercando di ammazzarmi da sola.
Come faccio ad
essere il nemico di me stessa? Non ho nemmeno mai tentato il
suicidio…”
-Per caso sei
ubriaco?
-E come potrei?
-Allora mi stai
prendendo in giro?
-Guarda che sono
serio!
Yomi lo fissò
per diversi secondi attraverso i suoi occhi color ambra. Poi
sospirò, alzando
le spalle e fece:
-Ho capito, ho
capito… Ti stai vendicando per averti fatto preoccupare,
vero?
-Non ho mica
dieci anni. E se voglio vendicarmi potrei farlo in altri venti modi
diversi e
più efficienti. In realtà sto parlando
seriamente. Tu sei troppo impulsiva e
difficilmente rifletti su ciò che fai, perciò
dovrò essere io a pensare al
posto tuo. Per questo, vorrei che tu ti fidassi anche di me e che tu mi
ascoltassi quando cerco di impedirti di fare una qualsiasi stupidaggine
in cui
potresti anche ferirti.
-Quindi mi stai
dando dell'idiota? Stai dicendo che non sono in grado di valutare per
conto
mio?
-No, sto solo
dicendo che talvolta non rifletti abbastanza. Sei una ragazza molto
intelligente, forse più di me, ma a volte non capisci che
alcune tue azioni
possono avere ripercussioni anche sugli altri o su te stessa. Ti getti
a
capofitto in alcune situazioni, senza pensare molto alle conseguenze.
Sai
essere riflessiva solo mentre duelli; in tutte le altre situazioni sei
una vera
testa calda. In poche parole, hai bisogno di qualcuno che ti trattenga
dal fare
le stupidaggini.
-Non è vero! Io
rifletto bene su quello che faccio!-fece, risentita, l’altra.
-Quando tempo
hai pensato prima di andare sulla scogliera ad incontrare un tizio
misterioso
che ti ha scritto una lettera anonima? Quanto hai riflettuto prima di
affrontare Makoto?
-Ecco…
-Potrei farti
altri cento esempi, se vuoi, ma credo che tu abbia capito
ciò che voglio dire.
-Comunque, ho
già chi mi fa la predica; non ne voglio un altro!
-Ti riferisci allo
spirito di Duel Monster, vero?-chiese Zane.
-Sì...
-Scommetto che
non gli dai molta retta...
-Perchè dovrei?
-Perchè lo dice
per il tuo bene... Comunque, se lui non riesce a farti ragionare, lo
farò io.
Perciò vorrei che tu ti fidassi di me.
-Cosa ti fa
credere che io non mi fidi di te?-fece l'altra, alzando il tono della
voce.
-Allora spiegami
perché quando parlo non mi ascolti mai...
-Perché quando
parli hai quel tono da saccente e mi viene voglia di darti contro su
qualsiasi
cosa!
-Quindi fai le
ripicche come i bambini piccoli? Allora, dovrò trattarti
come se tu fossi una
bambina…
-Io non sono una
bambina!
-Allora
comportati da adulta e cerca di ascoltarmi ogni tanto.
-Come vuoi! Ma
tu cerca di non usare quel tono da “sottutto”!
Zane sorrise
divertito. Era contento di aver finalmente chiarito con la ragazza.
Sentiva di
essersi tolto un peso ed era contento di aver trovato un po’
di pace interiore.
Sebbene continuasse a sentirsi in colpa per ciò che aveva
cercato di farle
Makoto, adesso aveva capito che ciò che riteneva il modo
migliore per
proteggerla la stava, invece, allontando sempre di più. Per
questo era contento
di essere corso ai ripari prima che il loro rapporto degenerasse o che
lui
diventasse talmente ossessionato dal proteggerla ad ogni costo da
trasformarsi
in un mostro come lo era l’ex Obelisk del terzo anno.
-A proposito,
dove sono Yusuke e Atticus?-chiese la matricola, dopo qualche minuto di
silenzio, cambiando discorso.
Il ragazzo si
fece serio all'improvviso. Yomi lo guardò con aria
interrogativa; non capiva
perchè avesse cambiato atteggiamento all'improvviso.
-È successo
qualcosa?
-Non so come
dirtelo...-iniziò il Kaiser.
-Dirmi cosa?
-...
-Zane?-chiese la
Obelisk, alzando il sopracciglio con fare interrogativo. Non era
preoccupata,
semplicemente non capiva cosa potesse spingere il ragazzo a comportarsi
in quel
modo.
-Non sappiamo
dove sono...
-Cosa significa?
-Sono scomparsi
tutti... Tutti gli studenti d'elitè degli Obelisk Blu...
Tutti tranne me...
-È uno scherzo?!-esclamò
Yomi, leggermente irritata. Non capiva e l’idea di non capire
la stava
irritando.
Il Kaiser scosse
la testa.
-Io non so cosa
sia successo; non c'ero. Però so che Yusuke è
scomparso prima di tutti gli
altri...
-Come è
possibile che una ventina di persone scompaiano nel nulla?!
-Non lo so...
-Zane...
-Se vuoi posso
dirti quello che so, ma non vorrei che tu rimanessi troppo sconvolta...
Yomi fece un
cenno d'assenso, dicendogli di raccontarle tutto e assicurandolo che
non si
sarebbe messa a piangere.
-Quando sei
svenuta, qualche giorno fa, ti ho portata in infermeria per farti
visitare
dalla signorina Fontaine.-iniziò Zane.-Mentre ti visitava,
ho chiamato Atticus
e gli ho chiesto di parlare con Yusuke ed assicurarsi che stesse bene.
Tu eri
preoccupata e ho pensato che se avessimo risolto il problema e chiarito
con
Yusuke prima che tu ti risvegliassi, saresti stata contenta e non ti
saresti
sentita male di nuovo. Atticus mi rassicurò, dicendo che se
ne sarebbe occupato
lui e che io sarei potuto rimanere con te. Così lo lasciai
fare... Non lo
sentii più per il resto del pomeriggio, ma non mi preoccupai
più di tanto.
Pensai che se ne fosse dimenticato o che avesse in mente una delle sue
solite
idee. Comparve a cena, all'improvviso, senza Yusuke e con i ricordi
confusi.
Non ricordava dove fosse stato per tutto quel tempo e non ricordava
nemmeno
cosa avesse fatto. Gli chiesi se aveva parlato con Yusuke e
farfugliò qualcosa
sul fatto che se ne fosse andato per sempre. Non capii a cosa si stesse
riferendo e quando gli dissi di spiegarsi meglio, mi rispose che non
ricordava
niente. Provai a convincerlo ad andare in infermeria, ma non ci fu
verso...
-Cosa vuol dire
che se n'è andato per sempre? Non vorrà mica dire
che è morto?!-lo interruppe
l'altra.
-Non lo so...
Non vorrei che si fosse cacciato in un brutto guaio durante uno dei
suoi
esperimenti...
-È assurdo!
-Non so che
dirti... Io non c'ero e non so cosa sia successo.
-E Atticus? E
gli altri studenti?
-È successo ieri
notte. Due giorni fa sono rientrati tutti quanti dalle vacanze
invernali e sono
riniziati i corsi. Ieri sono andato a lezione, insieme ad Atticus, ma
ho dovuto
saltare l'ultima ora perchè Sheppard voleva parlarmi,
così gli ho chiesto di
prendere appunti anche per me. Quando l'ho chiamato, nel pomeriggio,
per
chiedergli di passarmeli, mi ha risposto che prima di cena ci sarebbe
stata una
lezione extracurricolare e che sarebbe passato in infermeria dopo cena,
perchè
voleva vedere come stavi. L'ho aspettato fino verso la mezzanotte, poi
sono
andato al dormitorio, per assicurarmi che non se ne fosse dimenticato.
-E l'hai visto?
Il ragazzo
scosse la testa.
-Era deserto,
non c'era anima viva... Sono andato da Sheppard e hanno iniziato subito
le
ricerche, ma non hanno ancora trovato nessuno.-aggiunse poi.
-È
assurdo...-mormorò la matricola, abbassando lo sguardo in
terra.
-Mi dispiace...
-Se io non fossi
svenuta e tu ti fossi trovato al dormitorio, saresti scomparso anche
te...
-Probabilmente
sì...
-Non so cosa
pensare... Non riesco nemmeno a capire cosa sia successo...
-Nemmeno io...
-Forse non
dovresti rimanere al dormitorio da solo. Potrebbe essere
pericoloso!-fece la
ragazza, afferrandolo per la divisa.
-Anche Sheppard
ha detto la stessa cosa. Mi trasferirò al dormitorio blu tra
oggi e domani,
perciò non preoccuparti!
-Invece mi
preoccupo... Non voglio perdere anche te! Non voglio rimanere di nuovo
sola! Ho
paura...
-Non
preoccuparti! Io non ti lascio; rimarrò sempre al tuo
fianco. Te lo prometto...
Detto questo,
Zane la abbracciò. La matricola affondò la testa
nel petto dell'altro,
stringendo la giacca bianca tra le dita.
"Se
rimanessi sola cosa potrei fare? Sebbene fino a sei mesi fa non volessi
avere
degli amici, adesso non riesco a pensare a come potrei tornare ad
essere quella
di prima. Tornare ad essere sola sembra quasi inconcepibile... Ormai
sono
troppo abituata alla loro presenza, che non potrei vivere senza di
loro. Sono
diventati insostituibili... Tutti quanti!"
***
Il
resto
dell'anno trascorse tranquillo, senza altri incidenti. Gli studenti
d'élite non
furono mai trovati, nè vennero trovati indizi su dove
potessero essere. Le
ricerche continuarono per diverse settimane, ma senza alcun risultato.
Sheppard, perciò, decise di archiviare il caso e di
nascondere la scomparsa
degli allievi dietro ad alcuni viaggi-studio in America. Zane si
trasferì nel
dormitorio blu principale il più velocemente possibile, per
non far preoccupare
ulteriormente la ragazza e il cancelliere. I due, infatti, avevano
paura che la
stessa cosa che era successa agli altri studenti potesse accadere anche
a
quello più promettente di tutti. Yomi, dal canto suo, non
riusciva a darsi pace
per ciò che era successo e aveva deciso di continuare le
ricerche per conto
suo, senza coinvolgere nemmeno l'altro Obelisk.
Nonostante
quello che era successo, la vita in Accademia continuò come
sempre. E come
tutti gli anni, si arrivò ben presto al test finale e ai
fatidici risultati.
Zane ottene il punteggio migliore e venne proclamato da tutti gli altri
studenti il miglior duellante di tutta l'Accademia. Anche Yomi ottenne
degli
ottimi risultati ed entrambi vennero promossi alla classe successiva.
Chumley,
invece, questa volta si guardò bene dal chiedere l'aiuto
dell'amica. Sapeva che
non aveva ancora superato la scomparsa degli amici e non voleva farla
preoccupare ulteriormente con i suoi voti. Pensò che fosse
meglio lasciarla con
i suoi problemi e che non fosse il caso di peggiorare ulteriormente la
situazione con il suo scarso rendimento scolastico. E con le sue sole
forze non
riuscì ad ottenere il punteggio richiesto da Crowler e
passare al secondo anno
e venne bocciato.
Non appena
furono resi noti i risultati, lo Slifer scomparve dalla circolazione.
Il
ragazzo si rinchiuse in camera per la depressione e si
rifiutò di uscire per il
resto dell’anno scolastico. Non volle nemmeno assistere al
duello di fine anno
e nessuno dei suoi compagni riuscì a fargli cambiare idea.
Yomi, dal canto suo,
non si accorse nemmeno dell’assenza del compagno di classe.
La studentessa era
troppo occupata con la ricerca di Atticus e Yusuke per accorgersi che
le persone
che la circondavano avevano bisogno di lei. Persone come Chumley. O
come Zane.
***
NB:
Come potete aver visto, questo è l'ultimo capitolo.
Ovviamente la storia non finisce qui, ma per ragioni puramente
stilistiche, ho deciso di suddividerla in più storie. Spero
di essere riuscita ad intrattenervi, di avervi sorpresi e di avervi
lasciati con molti dubbi e domande senza risposte (che troveranno una
risposta nel seguito). Colgo l'occasione per ringraziare di cuore tutti
coloro che sono giunti fino alla fine, tutti quelli che leggeranno
anche il seguito che scriverò tra breve, tutti quelli che
hanno sempre lasciato una recensione, tutti quelli che semplicemente
leggevano e tutti quelli che si sono fermati a leggere molto tempo fa.
Ringrazio tutti quelli che hanno lasciato una recensione positiva,
tutti quelli che mi hanno supportata e tutti quelli che mi hanno mosso
delle critiche. Vi ringrazio davvero di cuore e spero di rivedervi in
qualche altra storia! *inchino*
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