Naruto: La stirpe degli eroi

di Jhonny8699
(/viewuser.php?uid=758671)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Il nuovo team 7 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Orudo-sensei ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Un’azzardo ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Il ritorno di una leggenda ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Nagato, il dio caduto ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Nagato-sensei. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Il nuovo team 7 ***


Capitolo 1: Il nuovo team 7

Il sole splendeva su Konoha, ormai interamente ricostruita, e, in una piccola casa in periferia, una sveglia cominciò a suonare, “driiin, driiin ,driiin, dr…”, prima che potesse suonare ancora, una mano uscì da sotto le coperte e si poggiò delicatamente sull’orologio, spegnendolo. La figura si girò nel letto, tirandosi le coperte fin quasi sopra la testa, “Kishima, sveglia, è tardi !”, disse una voce al pian terreno, “ancora cinque minuti mamma !” mugugnò la ragazza, “ricordati che oggi c’è la formazione delle squadre” ribatté la madre da sotto, “cavolo, è vero !” esclamo Kishima, fiondandosi fuori dal letto e vestendosi in fretta. Era una ragazza di 12 anni, alta e snella, con la carnagione chiara, gli occhi color nocciola e i capelli lunghi, lisci e di color blu scuro; indossava dei collant neri, lunghi fino alla caviglia, e coperti da un gonna azzurra che le arrivava fino alle ginocchia, con uno spacco sul lato destro, che le permetteva di raggiugere la tasca col kunai, fissato alla gamba. Sopra portava una maglietta bianca con sotto una canottiera di rete, coperta da una felpina nera, che si allacciava con un bottone sul petto.

La ragazza scese in fretta e fece colazione velocemente, trangugiando un bicchiere di latte e qualche biscotto, “papà è già uscito ?” chiese, “si, da mezz’ora circa”, “okay, allora io vado, ciao”, disse Kishima, e uscì dalla porta, incamminandosi verso l’accademia.

Nel frattempo, in un’altra casa, un ragazzo della stessa età di Kishima uscì dalla porta, chiudendola a chiave ed incamminandosi a sua volta. Anche lui era alto e slanciato, e portava dei calzoncini neri, con legata la tasca del kunai e una maglietta a maniche corte blu scura con sotto una canottiera di rete. Aveva i capelli neri corti e lisci, gli occhi neri e uno sguardo serio e indifferente.

Intanto, in una villa in centro al villaggio, un altro ragazzo di 12 anni uscì di casa, salutando la madre. Aveva i capelli biondi e corti, con il coprifronte della Foglia legato in fronte; gli occhi erano perlacei, tipici della sua famiglia. Indossava una tunica bianca, lunga fino alle caviglie, dei sandali e una cintura bianca legata intorno alla vita.

La campanella dell’accademia ninja suonò, annunciando l’inizio delle lezioni. In un’aula al primo piano, i ragazzi si erano tutti seduti, ed il maestro stava cominciando a parlare, “buongiorno a tutti ragazzi, oggi verranno formate le squadre di Genin, iniziamo subito”, e tirò fuori dalla tasca una lunga lista, cominciando a elencare i nomi dei componenti di ogni squadra. Dopo mezz’ora arrivò alla squadra numero 7 “il team 7 sarà composto da: Kishima Uchiha Senju, Itachi Uchiha e Minato Hyuga”; i tre interpellati, seduti nello stesso banco, si guardarono in silenzio, poi il maestro proseguì, “il team 8, invece, sarà composto da: Himiki Hyuga, Kibuto Inuzuka e Shinoizo Aburame; e, infine, il team 9 sarà composto da: Inojin Yamanaka, Chouchou Akimichi e Shikadai Nara; bene, per oggi è tutto, potete andare, domani incontrerete i vostri Jounin” concluse l’uomo, piegando la lista e mettendosela in tasca, “arrivederci Shino-sensei” dissero i ragazzi in coro, uscendo dall’aula. Ognuno prese la sua strada, tornando a casa. Kishima, Itachi e Minato si salutarono e si divisero.

Kishima era figlia di Fuu e Jitzuko, stabilitisi al villaggio molti anni prima. Fuu era casalinga, ma, nonostante ciò, era una delle kunoichi più potenti della Foglia, nonche unico Jinchuriki femmina rimasto. Jitzuko, invece, era consigliere e guardia del corpo dell’Hokage.

Itachi, invece, era figlio di Sasuke e Sakura, sposatisi pochi anni dopo di Jitzuko e Fuu. Era l’ultimo ad uscire di casa, visto che Sakura era primaria e direttrice dell’ospedale di Konoha, mentre Sasuke era capo degli ANBU e guardia del corpo dell’Hokage assieme a Jitzuko.

Minato era invece figlio di Hinata e Naruto. Hinata era casalinga, ma si occupava anche dell’addestramento degli appartenenti al clan, anche se Minato era sotto la guida dello zio Hiashi, nonche capo dell’intero clan Hyuga, col diritto di presiedere ad ogni assemblea e di avere l’ultima parola su ogni decisione. Naruto era, neanche a dirlo, diventato il settimo Hokage, dopo aver succeduto il sesto, Kakashi (ricordiamoci che su Danzo era praticamente stato messo un “damnatio memoriae”). Quando Minato era nato, Hiashi, che aveva il diritto di scegliere il nome, era scoppiato in una fragorosa risata, vedendo che suo nipote era il primo Hyuga con i capelli biondi, e aveva ceduto il privilegio di scegliere il nome al padre.

I tre Genin arrivarono a casa, e cominciarono ad ammazzare il tempo dedicandosi alle loro attività preferite, aspettando il giorno dopo, per scoprire chi sarebbe stato il loro maestro.

Nota dell’autore:

Salve a tutti, e benvenuti a questa nuova fanfic, sequel di “Naruto: new revelations”.

Ero impazziente di iniziare questa storia, ma state tranquilli, finirò anche l’altra, anche se ci vorrà molto tempo.

Spero di avervi sorpreso con questo primo capitolo, e vi do appuntamento al prossimo: “Capitolo 2: Orudo-sensei”
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2: Orudo-sensei ***


Capitolo 2: Orudo-sensei

“Kishima, sveglia, oggi dovete incontrare il vostro sensei”, urlò Fuu dalla cucina, “ancora 5 minuti, mamma”, le rispose la figlia. Fuu allora si rivolse a Jitzuko, seduto su una sedia accanto al tavolo, mentre leggeva il giornale di Konoha, sorseggiando il suo caffe, “ci pensi tu ?”, “si” rispose lui, ed il braccio schelettrico del Susano’o gli uscì dalla schiena, passò attraverso il soffitto sbucando proprio sotto il letto di Kishima, ribaltando il materasso e buttandola per terra. Appena si fu rialzata, la ragazza urlò “dannazione papà, quante volte devi usare questa tecnica ancora ?”, “ogni volta che dirai “ancora cinque minuti”!”, “se vi dico che mi alzo tra cinque minuti , vuol dire che mi alzo tra cinque minuti !!!”, “l’ultima volta che ti abbiamo dato corda ti sei alzata a mezzogiorno, solo perché ti ho mandato uno dei sudditi di Ryuzuko a svegliarti, altrimenti ti saresti alzata all’ora di cena”, “è stato un’incidente, e comunque è successo solo quella volta”, “assieme alle altre 4 volte nel corso degli ultimi 2 anni” aggiunse la madre mentre riponeva i piatti puliti nella credenza, “d’accordo, lasciamo stare” disse Kishima, ormai giunta in cucina, mentre si legava il coprifronte intorno al collo, poi aggiunse “a proposito, papà, sai chi è il nostro Jounin ?”, “so che si chiama Orudo, ma non l’ho mai visto, però so che ha molta esperienza”, disse Jitzuko, abbassando un lembo del giornale e guardando la figlia, “Orudo, che nome strano !”, disse lei, poi cominciò a mangiare. Dopo aver finito uscì di casa salutando i genitori e si diresse all’accademia, dove incontrò Minato ed Itachi.

Passarono diverse ore, e i tre erano rimasti l’unico gruppo senza sensei. Minato era seduto in uno dei banchi con la sua solita espressione indifferente e dignitosa, la sua postura perfetta e le braccia conserte; Itachi, invece, era sdraiato su di un tavolo, con le braccia dietro la testa ed il coprifronte calato sugli occhi, probabilmente assopito, mentre Kishima stava ritta fissando la porta e battendo il piede per terra, con impazienza. Ad un certo punto la ragazza stava per mettersi ad urlare, quando sentirono un rumore di passi lenti provenire da fuori. A quel punto Minato girò la testa verso la porta, Itachi alzò il coprifronte quanto bastava per vedere con l’occhio sinistro, mentre Kishima si era appoggiata alla cattedra, tamburellando le dita sulla superficie di legno, cercando di sembrare meno tesa possibile. La porta si aprì lentamente, e i tre si trovarono davanti ad un signore anziano, con una lunga barba bianca, vestito con un vecchio kimono polveroso, appoggiato ad un bastone. I tre genin cercarono di rimanere calmi, mentre il vecchio disse “salve, io sono Orudo, e sono il vostro maestro”, “salve io sono Kishima, è un piacere conoscerla”, disse la ragazza, reprimendo lo sdegno e la rabbia, mentre, nella mente, lanciava ogni tipo di insulto all’Hokage, “il piacere è mio, allora, che ne dite di andare da qualche altra parte ?”, “va bene” disse lei, mordendosi la lingua.

Dopo tre ore di camminata arrivarono al campo d’addestramento, dove Kishima aiutò Orudo a sedersi su un tronco d’albero tagliato; “bene, ora che siamo arrivati, che ne dite di presentarvi ? Ditemi il vostro nome, cosa vi piace, cosa non vi piace e le vostre aspirazioni”, “d’accordo” rispose la ragazza, ormai calmatasi “io sono Kishima Uchiha Senju e appartengo sia al clan Uchiha, sia al clan Senju; il mio cibo preferito sono i biscotti al cioccolato che fa mia mamma, mentre detesto il caffe, perché lo trovo disgustoso; il mio sogno è quello di diventare la più forte Kunoichi del villaggio, in modo da poter superare anche il quinto Hokage”; a quel punto Orudo rivolse lo sguardo verso Itachi, che si sgranchì un po’ le ossa, poi disse “io sono Itachi Uchiha, e sono il figlio di Sasuke Uchiha e Sakura Haruno, entambi allievi di due dei leggendari Sannin, Orochimaru e Tsunade, cosa che mi rende molto fiero; mi piacciono molto le armi, soprattutto le spade di mio padre, e anche i serpenti che può evocare grazie alla tecnica del richiamo, che ha promesso di insegnarmi più avanti; odio il canto ed il ballo, perché li trovo ridicoli; il mio sogno è di superare mio padre e diventare un abile spadaccino”. Il vecchio si rivolse infine a Minato, che cominciò “il mio nome è Minato Hyuga, e sono il figlio dell’Hokage, non ci sono cose che preferisco, e nemmeno che non mi piacciono, ma detesto mettermi in ridicolo e mettermi in posa prima dei combattimenti; non ho nemmeno un sogno, visto che so che diventerò il capo del clan Hyuga, e questo mi basta”. Dopo aver ascoltato i ragazzi, Orudo disse “bene, ora possiamo dire che la squadra 7 è pronta a iniziare, vedrete che ci divertiremo insieme”.

Da quel giorno il team 7 svolse missioni di ogni genere: recuperi di animali, strappare le erbacce, consegne a domicilio, ecc.. Ogni volta, però, Orudo se ne andava prima, con la scusa di dover prendere le pillole o di dover svolgere delle commissioni, lasciando ai tre ninja il compito di far rapporto all’Hokage, con cui ogni volta si lamentavano, senza ottenere alcun risultato.

Le cose andarono avanti per circa un mese, fino a quando…

Nota dell’autore:

Ebbene si, vi lascio sulle spine, ma non per molto.

Devo ammettere che questo capitolo è leggermente noioso, ma nel prossimo capitolo ci sarà una grossa sorpresa.

Nel frattempo vi saluto e vi do appuntamento al prossimo capitolo: “Capitolo 3: Un’azzardo”.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3: Un’azzardo ***


Capitolo 3: Un’azzardo

“Ci ha mollati, ve ne rendete conto ? è andato in pensione e ci ha scaricato con un biglietto; ve lo leggo, dice “Cari ragazzi, mi dispiace ma è giunto il momento per me di ritirarmi, spero che possiate diventare dei grandi ninja e realizzare i vostri sogni un giorno. Vi auguro buona fortuna, arrivederci”, ma ve ne rendete conto ?” diceva  Kishima, mentre camminava avanti ed indietro per il campo di addestramento, seguita con gli occhi dai suoi compagni, “si, ce ne rendiamo conto Kishima, hai letto quella lettera almeno dieci volte da quando ce l’hanno consegnata !” disse Itachi, appollaiato con le gambe incrociate su uno dei piloni di legno, “pensi che lamentandoti otterrai qualcosa” aggiunse Minato, con il suo solito tono di indifferenza misto a serietà, “e secondo te cosa dovremmo fare ?” gli chiese Kishima, “aspettare ed avere fiducia nell’ Hokage” rispose lo Hyuga, “ti ricordo che l’ultima volta che gli abbiamo dato fiducia ci ha rifilato un Jounin che, molto probabilmente, aveva assistito in diretta allo scontro tra Hashirama e Madara !”,”che esagerazione, io direi che è vissuto al tempo di Tobirama Senju” disse Itachi, “non me ne frega niente, volevo solo dire che… ah, ci rinuncio, io vado a fare un giro” concluse la ragazza, voltando le spalle ai compagni, “dove pensi di andare, non ci è permesso di uscire dal villaggio !” disse Minato, “non mi allontanerò molto, solo qualche centinaio di metri”, “no, non si può !”, “non mi dirai che hai paura ?”, “certo che no, ma ci sono delle regole da seguire !”, “se le ha stabilite il settimo posso anche infrangerle”, disse la ragazza, e saltò su un’ albero, scavalcando la recinzione di ferro, “maledizione, andiamo Itachi, dobbiamo fermarla !”, “ok” disse il ragazzo, alzando gli occhi al cielo, dopodiché segui l’amico oltre la recinzione.

Camminarono dietro l’amica per oltre un kilometro, finché arrivarono ad una piccola radura circondata da alberi, “ok, hai fatto la tua camminata, ora torniamo indietro” disse Minato a Kishima, “d’accordo” rispose lei, sbuffando, “voi non andate da nessuna parte !” disse una voce misteriosa, “chi ha parlato ?”, chiese Itachi, sfoderando il suo kunai, “noi” ribatté la voce misteriosa. In quel momento, due ninja mascherati, col coprifronte della Nebbia, si pararono davanti ai tre Genin, “e voi chi siete ?” chiese Kishima, “siamo Nunekin della Nebbia, e vi abbiamo seguito fino ad adesso”, “cosa volete da noi ?” chiese Itachi, “tre Genin della Foglia fruttano particolarmente bene al mercato degli schiavi”, rispose uno dei Nunekin, “inoltre uno di voi ha il Byakugan, che frutta ancora di più” aggiunse l’altro, “per prenderci dovrete batterci” disse Itachi, mostrando lo Sharingan ad un tomoa, “anche lo Sharingan, che bottino ! bene, facciamo fuori i due ragazzi, e lasciamo viva la ragazza, ma mi raccomando, non danneggiare gli occhi”, “d’accordo”, disse il compagno, e i due si lanciarono all’attacco. “ Minato, Itachi, usiamo quella tattica !”, “si” risposero i due; Minato saltò via, mentre Itachi si portò a fianco di Kishima, ed insieme cominciarono ad eseguire dei sigilli:   serpente, pecora, scimmia, cinghiale, cavallo, tigre, “Arte del Fuoco: tecnica della palla di fuoco suprema” esclamarono, e lanciarono due globi di fuoco contro i Nunekin; i due saltarono via, ritrovandosi a mezz’aria; in quel momento si accorsero di Minato, che li colpì con l’arte Juken. Uno dei ninja avversari prese il kunai e colpì Minato, che, però, si era sostituito con un tronco, “dannazione” mugugnò uno di loro. Intanto, a terra, Kishima e Itachi si stavano preparando ad un’altra combinazione: Kishima usò l’arte del vento, e Itachi quella del fuoco; “Arte della Vampa: Grande muro incendiario” esclamarono, e una muraglia di fiamme si generò dallo scontro delle due tecniche, avvolgendo i due nemici, che caddero al suolo poco dopo. I tre Genin, ansimanti, osservavano i due nemici stesi a terra, che esplosero in una nuvola di fumo, “cosa ?” esclamò Minato, “non vi siete accorti delle copie, che ingenui, però devo ammettere che siete stati bravi, ci avete messo in crisi, ma adesso si fa sul serio” dissero i due Nunekin, sbucando da dietro gli alberi, “MALEDETTIII !!!” urlò Kishima, slanciandosi contro uno di loro. La ragazza sferrava calci e pugnì a raffica, ma nessuno andava a segno; ad un certo punto saltò e cercò di colpire il nemico con un calcio volante, che lo parò con un avambraccio. Il ninja le diede la spinta, facendola roteare in aria. Quando riprese l’assetto normale, Kishima fu colpita nello stomaco dal pugno del nemico, e andò a schiantarsi contro un’albero. Prima di poter rendersene conto, si ritrovò legata alla pianta con una spessa corda di metallo. “KISHIMA !!!” urlarono i due compagni, slanciandosi verso di lei. Un Nunekin gli fu davanti, colpendoli entrambi nello stomaco. I due volarono a mezz’aria per un po’, poi atterrarono al suolo. “Itachi, coprimi, devo preparare una tecnica”, “d’accordo” disse l’altro, ed utilizzò la palla di fuoco suprema per creare una nuvola di polvere. I due ninja della nebbia non vedevano più niente; in quel momento, Minato uscì dalla nuvola di polvere, col Rasengan nella mano destra, e lo piantò nello stomaco ad uno di loro, che andò a schiantarsi qualche metro più in la; il ragazzo, però, non si era accorto che il compagno del Nunekin si era spostato sopra di lui, e venne colpitò da un pugno che lo inchiodò a terra, e che gli fece sputare il sangue, per poi perdere i sensi. Itachi, infuriato, si fiondò contro il nemico. In quel momento, lo Sharingan mutò, ed apparve la seconda tomoa. Il nemico fu coltò di sorpresa e colpito in pieno petto dal pugno dell’Uchiha. Itachi, però, fu colpito in pieno dal kunai dell’altro Nunekin, ripresosi dal Rasengan, e crollò a terra, privo di sensi.

Kishima era dovuta rimanere immobile a guardare i suoi compagni cadere a terra privi di sensi, “MINATO, ITACHI !!!” urlava, con le lacrime agli occhi, “io li ho portati qui, è tutta colpa mia !”, pensava, “tramortisci la ragazza, io mi occupo di finire quei due” disse uno degli avversari all’altro; “non osate toccarli !”, “huh ?” “ma sentila, fa la voce grossa, e cosa succede se faccio fuori il tuo amico, eh ?”, e tirò su Minato per la collottola, pronto a conficcargli un kunai nel petto anche a lui. Stava per muovere il braccio, quando Kishima urlò “ti ho detto di NON TOCCARLIIIII !!!”,  e i nemici vennero investiti da un’onda d’urto. Quando si ripresero videro che gli occhi di Kishima erano cambiati, “non è possibile, quegli occhi, no, non può essere” “AAAAHHHH !!!” urlò la ragazza, ormai senza controllo.
“C-C-Cosa è successo ?” disse Kishima, rialzandosi da terra. Il terreno era devastato, e i due nunekin erano stesi a terra qualche centinaio di metri più in la, privi di vita, ma di Minato e Itachi non c’era traccia. “MINATO, ITACHI !!!” chiamava la ragazza sperando in una risposta, ottenendo, però, l’eco della sua voce. Era allo stremo delle sue forze, la vista cominciava ad offuscarsi, mentre l’equilibrio del suo corpo veniva meno. Cadde a terra, di nuovo. Prima di perdere i sensi, vide una figura misteriosa incappucciata, avvolta in un manto color porpora, avvicinarsi a lei; aveva un ragazzo biondo ed uno dai capelli neri sulle spalle. Le si avvicinò e si chinò su di lei. L’ultima cosa che Kishima vide, prima di perdere i sensi, fu una ciocca di capelli…una ciocca di capelli rossi.

Nota dell’autore:

In questo capitolo mi sono impegnato un po’ di più. Per coloro che hanno avuto la bontà d’animo di arrivare fino a questo punto ho voluto scrivere questo nuovo ed entusiasmante capitolo.

Avete capito cosa ha fatto Kishima ? E chi è il misterioso individuo ?

Non vi terrò sulle spine ancora per molto,  e vi do appuntamento al prossimo capitolo: “Capitolo 4: Il ritorno di una leggenda”.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4: Il ritorno di una leggenda ***


Capitolo 4: Il ritorno di una leggenda

“D-D-Dove mi trovò ?” borbottò Kishima, aprendo gli occhi, “sei in ospedale” rispose una voce femminile. Kishima si voltò verso la figura, e riconobbe Sakura, “Lady Sakura, è lei ! Quanto tempo ho dormito ?”, “una settimana” rispose lei, “cosi tanto ? Aspetti, dove sono Minato ed Itachi ?” chiese. Sakura le indicò i letti a fianco al suo, e vide i due compagni coperti di bende, “come stanno ?” chiese allora, “Minato è un po’ contuso, ma sta bene; Itachi, invece, aveva una ferita profonda, ma non è stato colpito alcun organo vitale. Si riprenderanno in qualche giorno”, “grazie a dio” disse Kishima, tirando un sospiro di sollievo, poi si ricordò della figura misteriosa, “Aspetti, chi ci ha portato qui ?”, “non lo sappiamo, qualcuno vi ha lasciati alle porte del vilaggio, ma non siamo riusciti a riconoscerlo”, “capisco”, “comunque, quando vi sarete ripresi, l’Hokage vi farà un bel po’ di domande”, “va bene” disse Kishima, sdraiandosi ancora nel letto.

Una settimana dopo furono dimessi tutti e tre, ormai ripresisi, ed il giorno dopo furono convocati dall’Hokage. Naruto li guardava corrucciato, tamburellando le dita sul tavolo, “vi rendete conto dell’idiozia che avete commesso ?” disse, senza ottenere alcuna risposta, “avreste potuto morire, ma come vi è passato per la testa di fare una cosa del genere ? Chi ha avuto l’idea di uscire dal villaggio ?”, “sono stata io” rispose Kishima, “non è solo colpa sua” aggiunse Minato, “cosa vuoi dire ?” chiese l’Hokage, “non l’abbiamo fermata, è colpa nostra” rispose il biondino; “va beh, non ho tempo di sgridarvi, ci sono cose più importanti a cui pensare; Shikamaru, avete trovato i Nunekin”, “si, erano al limitare della radura”, “e come stanno ?”, “sono morti signore”, “come sarebbe a dire ? Su quei due pendeva una taglia di 10.000.000 di ryo, erano alcuni tra i più ricercati ninja traditori, chi li ha fatti fuori ?”, “sono stata io !” disse Kishima, con lo sguardo basso; in quel momento tutti gli sguardi furono puntati su di lei, “cosa ? come ci sei riuscita ?”, “io-io-io… io non lo so, quando ho visto che volevano uccidere i miei compagni ho perso il controllo, e quando mi sono ripresa erano morti, non so cosa sia successo, ma è stata colpa mia” disse la ragazza, con le lacrime che le scorrevano lungo le guance, e il pianto rotto dai singhiozzi. In quel momento, Jitzuko, che era rimasto impassibile fino ad allora, si avvicinò alla figlia, si chinò su di lei e la prese tra le braccia, sussurrandole parole di conforto “su, su, non fare così, non è niente, dai” diceva, mentre le accarezzava i capelli. La ragazza si calmò, si asciugò le lacrime, poi guardò il padre, che le sorrideva in modo rassicurante; in quel momento l’Hokage disse “comunque non possiamo dire che sia stata proprio lei ! Kishima, hai visto qualcos’altro prima di perdere i sensi ?”, “non lo so, ero molto confusa e non….Aspetti, ho visto qualcosa !”, “cosa ?”, “una figura misteriosa, avvolta in un mantello color porpora”, “non hai visto il suo volto ?”, “no, però, prima di perdere i sensi, ho visto che aveva i capelli rossi”, “rossi, eh ?” disse l’Hokage, mettendosi a sedere. Stette in silenzio per un po’, poi disse “va bene, potete andare, comunque la vostra squadra non si riunirà finché non avremo trovato un Jounin, nel frattempo potrete allenarvi, ora andate”, “sissignore” dissero i tre ragazzi all’unisono, ed uscirono.

L’Hokage continuava a riflettere su ciò che gli era stato detto, “capelli rossi, possibile che sia  un’Uzumaki ?”, “Naruto, l’unico Uzumaki rimasto in vita oltre a te è Karin, l’ex membro del mio gruppo”, disse Sasuke, “avevo già pensato a quest’evenienza, e mi sono informato” intervenne Shikamaru, poi aggiunse “a quanto mi risulta, Karin si è fermata nel villaggio della Nuvola, dove si è stabilita da parecchi anni, e dove si è sposata con un certo Suigetsu”, “Karin e Suigetsu, chi l’avrebbe mai detto che quei due si sarebbero sposati ?” pensò Sasuke, “allora chi è stato ?” disse Naruto, poi, rivolgendosi all’Uchiha, disse “Sasuke, voglio che mobiliti immediatamente una squadra di ANBU !”, “d’accordo” disse Sasuke, e si diresse verso la porta. Non fece in tempo a fare un passo che una voce misteriosa disse “non c’è bisogno di scomodare gli ANBU”, “chi è che parla ?” chiese Jitzuko, “questa voce mi è famigliare” disse Naruto. La porta, in quel momento, si spalancò, e un forte vento entrò nella stanza. Sull’uscio della porta c’era l’uomo incappucciato. Naruto, Sasuke, Jitzuko e Shikamaru si misero in posizione, pronti per attaccare: Naruto fu avvolto dal chakra di Kurama, ed impugnò il kunai a tre punte del padre; Sasuke sguainò la spada che Jitzuko gli aveva donato, con il simbolo degli Uchiha-Senju; Jitzuko afferrò l’impugnatura del suo Gumbai da guerra, dono del nonno; e Shikamaru si preparò a utilizzare il controllo dell’ombra. La figura misteriosa, allora, disse “calmi, non c’è bisogno di tutto questo casino, sono venuto in pace”, “chi sei ?” chiese Naruto, “ma come, non mi riconosci ? Peccato ! Devo dire, però che ne hai fatta di strada; sono fiero del mio allievo junior”,”allievo junior, no, non è possibile”, “finalmente ti stai ricordando, lascia, però, che ti tolga ogni dubbio”, disse l’uomo, portandosi le mani al cappuccio, e levandoselo dalla testa. A Naruto cadde il kunai di mano, mentre il manto della volpe si dissolse “non è possibile !” disse Kurama, da dentro, “lui è…”. Naruto cominciò ad avvicinarsi all’individuo, “tu-tu, quei capelli, quegli occhi, tu sei ……….N-N-N-NAGATOOO !!!”

Nota dell’autore:

Colpo di scena signori, colpo di scena, Nagato Uzumaki fa il suo ritorno. Ora, so che molti di voi avrebbero preferito il ritorno di Itachi, ma Nagato era il più logico da far ritornare; poi vi spiegherò il perché.

Comunque adesso farò una piccola pausa per portare avanti Naruto: New revelations. Nel frattempo, gradirei che mi faceste sapere le vostre impressioni scrivendo nei commenti.

Infine, vi do appuntamento al prossimo capitolo: “Capitolo 5: Nagato, il dio caduto”

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5: Nagato, il dio caduto ***


Capitolo 5: Nagato, il dio caduto

Naruto cadde in ginocchio. Nagato Uzumaki, il possessore del Rinnegan che molti anni prima aveva devastato la Foglia con le sue sei vie ed era morto riportando in vita le vittime del suo attacco per poi essere resuscitato da Kabuto Yakushi ed essere sigillato definitivamente da un redivivo Itachi Uchiha; quell’uomo era lì, davanti a lui, vivo e vegeto. L’Hokage lo fissava, con la bocca aperta, dalla quale usciva un respiro debole e affannoso. I due consiglieri, Jitzuko e Sasuke, gli furono davanti, e si misero a squadrare il nuovo arrivato dalla testa ai piedi, con uno sguardo serio ed impassibile. Il silenzio era calato nella sala, e la tensione era palpabile nell’aria. “Il leggendario Nagato, ho sentito parlare di te” disse Sasuke, “è sempre bello vedere un collega” aggiunse Jitzuko, con tono divertito, “che vuoi dire per collega ? spiegati !” chiese Nagato. I due Uchiha si guardarono con tono divertito, poi chiusero gli occhi e li riaprirono, rivelando i loro occhi speciali. “Non ci credo, come li avete ottenuti ?” chiese il rosso, sorpreso, “è una storia lunga, ma proverò a riassumertela” disse Jitzuko, e gli raccontò del piano di Madara, dell’origine degli occhi di Nagato, e di come lui aveva ottenuto il Rinnegan. Sasuke, invece, gli spiegò l’origine dei suoi.

Alla fine della narrazione, Nagato era ancora più sorpreso che all’inizio. “Capisco, è così che è andata”. La quiete fu rotta da Naruto, che, ripresosi, scostò i suoi assistenti, e riprese la parola “adesso spiegami come hai fatto a tornare in vita, io stesso ti ho visto mentre Itachi ti sigillava” chiese il ragazzo, “è vero, ma, prima di andare da Kabuto, mi ha liberato dal sigillo, e svincolato dal controllo mentale grazie allo Tsukoyomi, dicendomi che, se avevo qualcosa da fare, avrei potuto farla. Dopo averlo salutato, ho utilizzato la Trasmigrazione del mondo esteriore su me stesso riprendendomi il mio corpo, e poi mi sono diretto al villaggio della pioggia. Il viaggio è stato faticoso, siccome ho dovuto fare affidamento sui miei sensi, non avendo più i miei occhi, ma alla fine sono arrivato. Lì ho preso gli occhi di Yahiko, che si sono ritrasformati nel Rinnegan, e poi ho deciso di venire a trovarti, Naruto”, “ma come hai fatto ad ottenere il Rinnegan, Yahiko non l’aveva”,”questo non lo so neanche io” rispose Nagato, “forse io lo so, invece” -soggiunse Jitzuko – “essendo un’Uchiha e uno dei più esperti ricercatori in fatto di proprietà del chakra, posso provare a fare qualche ipotesi: Nagato ha ricevuto il Rinnegan da piccolo, e, dopo averlo risvegliato, il chakra oculare si è unito al suo, espandendosi nel corso degli anni. È pausibile che, dopo la resurrezione, quando ha preso gli occhi di Yahiko, sia bastata una piccola scossa di chakra per riottenere il Rinnegan” spiegò l’Uchiha. Naruto sembrava leggermente perplesso, ma, alla fine, riuscì a capire qualcosa, “ma perché ci hai messo così tanto ?” chiese il biondo, “se ricordi, ero pelle e ossa quando mi hai visto l’ultima volta. Ho approfittato di questi anni per rimettermi in forma” rispose Nagato, “e ora, cosa vuoi fare qui ?”, “ mi sembra ovvio, voglio diventare il Jounin del team 7, dopotutto, sono il solo a poterli gestire”.

La stanza ripiombò nel silenzio, l’affermazione di Nagato aveva lasciato tutti di stucco, “J-Jounin ?” balbettò Naruto incredulo, “spero tu stia scherzando, hai quasi distrutto il villaggio una volta e dovremmo fidarci di te, scordatelo, non se ne …”, “e va bene” disse l’Hokage, interrompendo Sasuke, “cosa stai dicendo, sei impazzito, non ci possiamo fidare”, “lo so bene, è per questo che voglio metterlo alla prova. Shikamaru, fai subito chiamare Ino Yamanaka, ho bisogno di lei”, “va bene”, rispose l’amico.

Un’ora dopo, Ino fu davanti all’Hokage, “cosa ti serve, Naruto ?”, “Ino, un po’ di rispetto !” esclamò Shikamaru, “lascia stare, Shikamaru, ci sono abituato. Comunque, mi serve la tua tecnica della macchina della verità per mettere alla prova questo forestiero”, disse Naruto, indicando Nagato, “mmh, carino !” pensò Ino, “ricordati che sei sposata” disse Shikamaru, “ma che dici, non stavo mica pensando niente del genere. Comunque, io sono pronta, comincia quando vuoi”, disse Ino, mettendo una mano sulla fronte a Nagato e concentrandosi. Naruto si avvicinò all’Uzumaki, “mi raccomando, misura le tue parole” gli raccomandò Jitzuko, “allora, quali sono le tue intenzioni ?”, “ te l’ho già detto, voglio diventare il sensei della squadra 7” rispose Nagato, “dice la verità” aggiunse Ino, poco dopo, “hai qualche tipo di conto in sospeso con Konoha ?”, “no, nessuno”, “nutri rancore nei confronti di qualcuno ?”, “no”, “prometti di proteggere il villaggio ?”, “si”. Naruto andò avanti con le domande per un po’ di minuti. Nagato diceva ogni volta la verità. Alla fine, Naruto congedò Ino, ed ordinò che Nagato fosse sottoposto alla prova dei 100 ANBU, che sorpassò senza troppi problemi.

Tornato dall’Hokage, Nagato fu elettò Jounin, e poté cominciare a lavorare come tale. Però, i suoi occhi gli vennero coperti con una ciocca di capelli, in modo che non si vedessero troppo. Rimasti soli, i tre consiglieri e l’Hokage cominciarono a discutere, “sarà sicuro, è pur sempre colui che comandava Pain”, “si, gli unici che sanno della sua identità sono Tsunade, Orochimaru, noi quattro e Killer Bee, che non è un problema, inoltre è l’unico in grado di saper controllare quei tre, ed in particolare uno di loro” disse Naruto, con la guancia appoggiata al pugno sinistro. I tre consiglieri annuirono.

Naruto aveva ragione, poche persone sapevano di Nagato e del suo aspetto, e non rappresentavano un pericolo. Ma, purtroppo, si erano dimenticati di qualcuno, che era ancora nel villaggio.

Nota dell’autore:

Salve a tutti, scusate l’attesa, ma ho avuto impegni. D’ora in poi cercherò di aggiornare periodicamente.

Come vi è parso il capitolo ? Piaciuta l’idea di Nagato-sensei ? E chi sarà la persona che sa di lui ? Mi dispiace, ma dovrete aspettare per sapere.

Nel frattempo vi do appuntamento al prossimo capitolo: “Capitolo 6: Nagato-sensei”.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6: Nagato-sensei. ***


Capitolo 6: Nagato-sensei.

Dopo circa un mese di inattività, i tre genin Kishima, Itachi e Minato si erano potuti riunire. Erano stati messi in punizione per la loro bravata e si erano allenati senza sosta per diventare più forti. Un mese dopo gli venne data la notizia che era stato trovato un Jounin adatto a dirigerli.

I tre si ritrovarono nel campetto di addestramento e aspettarono il loro maestro in silenzio. Dopo circa dieci minuti, un’uomo alto, magro, con i capelli rossi che gli coprivano gli occhi ed il coprifronte legato alla spalla destra entrò nel campo e si fermò davanti a loro. “Buongiorno a tutti, io sono Nagato Uzumaki, e sono il vostro nuovo Jounin” disse Nagato, “Uzumaki, sei per caso parente di mio padre, il settimo Hokage ?” chiese Minato, “si, in un certo senso. Ma non parliamo di me, parliamo di voi, quali sono i vostri sogni, le vostre aspirazioni ?”, “Io sono Itachi Uchiha, e il mio sogno è diventare uno spadaccino molto potente, in modo da poter proteggere i miei amici", "io sono Kishima Uchiha-Senju, e diventerò la kunoichi più forte del villaggio, sorpassando anche mia madre e il quinto Hokage, così potrò proteggere chi amo", " e io sono Minato Hyuga, futuro capo del clan Hyuga, e sarò il più grande Hyuga della storia". Nagato li guardò un attimo, poi pensò, "sono cresciuti molto, bene", poi disse, "bene, ora voglio valutare le vostre abilità, con un combattimento tre contro uno". I tre ninja si guardarono perplessi, poi annuirono e si prepararono per la battaglia.

Nagato si allontanò velocemente da loro, e si mise in posa poco più in la. I tre genin, intanto, si scambiarono un'occhiata. Minato fece un segno con le mani, e tutti e tre portarono velocemente la mano alla tasca posteriore, estrassero dei fumogeni e li buttarono a terra. Una nuvola di fumo avvolse il campo. Dalla nuvola di fumo uscì un globo di fuoco sparato da Itachi. Nagato eseguì dei sigilli ed esclamò "Arte dell'acqua: onda violenta", e sputò un potente getto d'acqua dalla bocca, che spense il fuoco all'istante. Un'altra palla di fuoco seguì la precedente, costringendo Nagato a saltare verso l'alto. A mezz'aria fu sorpreso da Minato, che utilizzò la tecnica superiore della moltiplicazione degli Shuriken. A quel punto, Nagato usò un'altra tecnica, " Arte del vento: palmi dell'uragano ", esclamò, e gli Shuriken furono bloccati da una violenta raffica di aria. I tre ninja si riunirono, mentre Nagato li guardava da lontano, "hanno studiato le mie mosse per capire che arti so usare, furbi i ragazzi". Minato, Itachi e Kishima, intanto, parlavano tra di loro, " sa usare l'arte dell'acqua e quella del vento. Ci vorrebbe l'arte della terra, qualcuno sa usarla ?", chiese Kishima. Gli altri scuoterono la testa per dire di no, "allora andiamo con la tattica di battaglia numero 3 !", ribatté la ragazza, " si !" risposero i compagni. Kishima ed Itachi si affiancarono, mentre Minato si portò dietro di loro. I due Uchiha eseguirono velocemente dei sigilli, ed esclamarono all'unisono, "Arte della Vampa: Grande muro incendiario". Una spessa nuvola di fuoco avvolse il campo, avanzando verso Nagato, che utilizzò di nuovo l'arte dell'acqua per spegnere il fuoco. Non si accorse, però, che Minato si era portato sopra di lui col Rasengan. Nagato schivò il colpo, ed indietreggiò per non essere coinvolto nell'esplosione. Kishima ed Itachi, però, gli furono subito accanto. " Arte del vento: raffiche tempestose ", " arte del fuoco: tecnica della palla di fuoco suprema" esclamarono rispettivamente i due ragazzi. Il maestro, resosi conto di essere con le spalle al muro, pensò "l'avete voluto voi: Shinra Tensei !". Un'onda d'urto incredibile colpì i tre ragazzi, dissolse i fumi e le fiamme. La calma tornò sul campetto. Naruto, dalla sua scrivania, si girò a guardare, così come Jitzuko e Sasuke, '" aveva detto che ci sarebbe andato pesante, ma non credevo fino a questo punto" disse l'Hokage, sorridendo.

I tre genin erano stesi a terra, stremati ed ansimanti. Nagato, in piedi in mezzo al campo, disse "bene, per oggi è abbastanza, siete stati sorprendenti. Ci vediamo domani", e se ne andò. Poco dopo, i ninja si alzarono e se ne andarono a casa; si lavarono, si cambiarono e si misero a tavola con i loro parenti.
" E poi bum, ci ha scaraventati via con un'onda d'urto pazzesca. Dovevate vederlo, è stato spettacolare. Non vedo l'ora di vederlo in missione" disse Kishima ai suoi genitori, "è davvero così forte ?" chiese Fuu alla figlia, "forte, è fortissimo ! Papà, tu cosa ne dici ?" , "beh, mi sa che dovrete impegnarvi parecchio", "già".
" come è andata, allora ? " chiese Hiashi a Minato, seduto a mangiare; "vediamo, il nostro Jounin è veramente forte, oltre che essere un grande specialista dell'arte del vento e dell'arte dell'acqua. Ma la cosa che mi incuriosisce di più è la tecnica che ha usato per spazzarci via; una specie di onda d'urto sferica, impossibile da evitare", " capisco. Credo che vi divertirete con lui " disse il nonno.

"Come vi sembra il nuovo Sensei ?" chiese Sasuke al figlio, "beh, è molto bravo, ma la cosa che mi ha stupito di più è stata la sua capacità di spegnere perfino l'arte della vampa", "significa che non eravate abbastanza forti", " può essere. A proposito, quando mi insegnerài a combattere con la spada, me l'avevi promesso !!", "facciamo così, se avrai successo in una missione di grado C, ti insegnerò a combattere con la spada, d'accordo ?", " ok, ci sto" tagliò corto Itachi, ricominciando a mangiare.

Nel frattempo, Nagato, nel suo appartamento, pensò alla giornata passata, " vediamo: Itachi è bravo nell'arte del fuoco, e ho l'impressione che possa utilizzare anche quella del fulmine. Le sue capacità, unite al fatto che possiede lo Sharingan, potrebbero farlo diventare uno dei più grandi samurai mai visti. Ho l'impressione che il futuro abbia in serbo qualcosa di speciale per lui. Minato, invece, sa usare l'arte Juken particolarmente bene; non sembra avere grandi ambizioni, ma il fatto che sappia usare il Rasengan è notevole, come anche il suo Byakugan. Kishima, infine, ha un'enorme potenziale, sa già usare due arti, e potrebbe padroneggiare l'arte della vampa anche da sola. Inoltre ........"-" va beh, non importa, andiamo a mangiare" concluse il rosso, ed uscì dall'appartamento.

Nota dell'autore:

Salve a tutti, e scusate l'attesa. Allora, come vi è parso il capitolo ?

Avete capito cosa pensava Nagato ?

La prossima settimana partiamo con le missioni. Ci vediamo al prossimo capitolo: "Capitolo 7: Missione di livello C ?".

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2962464