Ripetizioni

di hyuga girl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A volte ritornano ***
Capitolo 2: *** Una seconda occasione ***
Capitolo 3: *** Estate e Inverno ***
Capitolo 4: *** Appuntamento ***
Capitolo 5: *** Laurea - pt. 1 ***
Capitolo 6: *** Laurea pt 2 ***



Capitolo 1
*** A volte ritornano ***


Ripetizioni


Erano arrivate le cinque di pomeriggio di quella lunga giornata. Ormai il sole calava sulla linea dell’orizzonte e la sua luce dorata penetrava attraverso le finestre,riscaldando la stanza in cui una ragazza dai capelli neri e gli occhi di un insolito color perla sorseggiava un tè, leggendo assorta un libro, mentre la radio trasmetteva soffusamente una canzone pop. Hinata, resasi conto dell’orario, lanciò uno sguardo alla porta. Di lì a poco si sarebbe presentato il primo ragazzo a cui avrebbe dato ripetizioni. Guardò la sua laurea in letteratura giapponese appesa al muro. In quei tre anni in cui era stata via per studiare era davvero cambiata, così come era cambiata la città intorno a lei. Le vecchie costruzioni avevano lasciato il posto ad alti grattacieli scintillanti, e lei si sentiva così, aveva un nuovo animo e un nuovo carattere  che aveva finalmente spazzato via quella timidezza che per anni l’aveva resa insicura, tanto da non rifiutare il consiglio di suo padre di dare ripetizioni ai ragazzi della città, per iniziare a fare pratica nell’insegnamento, che era il suo obiettivo da sempre. Così, appena tornata, aveva distribuito gli annunci in giro per la città, credendo che nessuno l’avrebbe mai chiamata. Invece qualcuno si era fatto subito sentire. Era talmente eccitata che aveva preso appuntamento per il pomeriggio stesso.
Posò il libro che stava leggendo, il Taketori Monogatari, e andò a sistemarsi i capelli. Poi sentì suonare. Si affrettò a rispondere al citofono. “Sì? Chi è?” Dalla cornetta rispose una voce metallica. “Oh, ciao, sono il ragazzo delle ripetizioni.” “Terzo piano, seconda porta a sinistra.” Passarono un paio di minuti e sentì il campanello. Hinata aprì la porta con un sorriso stampato sul volto, quando vide chi era arrivato. Il sorriso si trasformò in un’espressione di stupore. “Naruto…sei tu?” Che domande. Certo che era lui. Mai avrebbe potuto dimenticare i suoi profondi occhi blu e i suoi capelli color grano. A guardarlo meglio erano più corti dall’ultima volta che l’aveva visto, ed era diventato molto più alto. Sentimenti nascosti a lungo si fecero largo nel petto di Hinata. Si era ritrovato davanti il ragazzo che amava da sempre, e una volta al liceo si era anche dichiarata mentre, in un impeto di coraggio, lo aveva protetto a sue spese da un gruppo di bulli. Ricordava che alla festa di fine anno Naruto aveva intenzione di parlarle, ma a causa della partenza immediata per l’università non aveva più avuto occasione di rivederlo.
Il ragazzo le sorrise. “Ma guarda un po’! Hinata! Che bella sorpresa, come stai?”
Le era bastata una domanda e un sorriso per far sì che tutta la sua proverbiale timidezza rispuntasse.
“Molto bene, Naruto. E tu? Entra, non restare lì sulla porta!”.
“Oh benissimo, davvero! Non mi aspettavo che fossi tu!” disse, posando il cappotto su una sedia.
“Ne sei rimasto deluso?”
“Cosa? No, assolutamente! Eri la migliore in classe al liceo, e il fatto che tu sia riuscita a laurearti per prima lo dimostra! Non poteva capitarmi insegnante migliore! Allora iniziamo? Ho bisogno davvero di superare questo esame di letteratura! Ho provato a darlo due volte, ma non ci riesco!” Si grattò la testa imbarazzato. 
“Farò del mio meglio per farti passare l'esame! E' una promessa. Ora mettiti pure comodo, vado a prendere dei libri in camera mia.”
Il ragazzo andò a sedersi, ma si bloccò quando vide sulla parete attrezzata delle foto di Hinata, alcune con le sue amiche, altre con la sua famiglia e un’altra il giorno della sua laurea con un ragazzo pallido. Erano abbracciati. Lei aveva la classica corona d’alloro, era sorridente, ma il ragazzo notò che i suoi occhi non erano felici. Sotto la foto una dedica: alla mia Hinata, auguri, Toneri. Naruto pensò fosse il ragazzo di Hinata. Provò un certo fastidio nel pensarla insieme ad un altro.
 “Ok, possiamo cominciare se vuoi!” disse Hinata tornando nel salone.
Il ragazzo fissò un ultima volta quella foto e andò a sedersi sul divano di fronte a Hinata che sedeva sul tappeto. Fra di loro un tavolino di vetro.
Naruto illustrò ad Hinata il programma per l’esame e subito lei iniziò a parlare, cercando di non guardarlo troppo spesso, e, con sua sorpresa, riuscirono a coprire metà programma in una sola ora. Naruto la ascoltava concentrato e prendeva molti appunti. Hinata a un certo punto guardò l’orologio. Si stiracchiò le braccia e si passò le mani sui capelli. Il ragazzo alzò lo sguardo verso di lei, e la trovò estremamente attraente.
“Naruto, direi che per oggi abbiamo finito. Fra un po’ dovrebbe arrivare un’altra ragazza per le ripetizioni.”
“Come, è già passata un’ora? Non me ne sono accorto! Il mio prof è una vera seccatura, ma tu sembri essere nata per insegnare Hinata. Hai un dono naturale. Dico davvero!”
Hinata arrossì appena, facendo un inchino per ringraziarlo.
“Tieni, questi sono i 7 ryo che ti devo. Posso tornare anche domani?”
“Oh, assolutamente sì! Se vuoi puoi venire un po’ prima, così finiamo il programma e abbiamo anche il tempo di ripeterlo. Ti va bene alle 16?”
“Certo. Grazie ancora. A domani.”
Naruto uscì e nemmeno due minuti dopo il campanello suonò ancora.  Hinata aprì e, mentre aiutava un’altra persona, si sentiva immensamente felice. Arrivata la sera, pregò che il pomeriggio seguente arrivasse presto.

 

Spero vi sia piaciuta!  A presto con la seconda parte! 

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Capitolo 2
*** Una seconda occasione ***


Salve, ecco il secondo di questa fic, doveva essere una one shot, ma mi sto facendo prendere la mano!
Volevo ringraziare chi l'ha già aggiunta alle preferite, alle seguite e chi ha recensito il primo capitolo. Spero che questo non vi deluda.



La mattina seguente Hinata aveva passato gran parte del tempo al telefono con la sorella minore Hanabi, che aveva chiamato per sapere come fossero andate le ripetizioni il giorno prima. Potete ben immaginare la reazione della ragazza quando venne a sapere di Naruto. All’ora di pranzo si era praticamente auto invitata a casa di Hinata, sfidando da sola la pioggia battente, solo per convincerla a sfoggiare ogni arma di seduzione per conquistare il ragazzo.
“Allora, ti ho comprato un po’ di cose carine che potrai mettere stasera” disse sventolandole delle grosse buste davanti al naso.
“No Hanabi. Viene qui solo per poter superare l’esame. E poi non ho alcuna intenzione di vestirmi come una…una poco di buono.” Hinata arrossì, quando prese una maglia di pizzo che lasciava davvero ben poco spazio all’immaginazione.
“Oh Hinata, ti prego non fartelo scappare anche questa volta.”
Hinata non le rispose. Si limitò a sospirare e fissare il paesaggio rigato dalla pioggia. Le due sorelle pranzarono insieme, poi Hanabi andò via, raccomandandosi caldamente con la sorella maggiore di non sprecare quella seconda opportunità che le si era presentata.
Visto che mancava ancora un’ora decise di farsi una doccia. L’acqua calda l’aiutò a pensare e a rilassarsi. Forse sua sorella aveva ragione, forse si era negata troppe cose in quei tre anni. Fu così che decise di indossare un semplice vestito azzurro e di acconciare i capelli con una morbida treccia laterale.
Alle 16 in punto il campanello suonò. Il cuore di Hinata cominciò a battere all’impazzata. Tremante abbassò la maniglia e in quel momento il sole entrò in casa sua.
Con un inchino e un ingresso teatrale Naruto varcò la porta.
“Buon pomeriggio prof! Sono pronto per un intenso pomeriggio di studio.”
La ragazza fece una risatina. “Oggi studiamo in sala da pranzo, ho acceso la stufa a legna, sta iniziando a far freddo.”
“Va benissimo”.
I due ragazzi continuarono la sessione di studio, Hinata spiegava pazientemente e  Naruto prendeva affannosamente appunti.  Continuarono anche dopo che il sole fu tramontato, quando il rumore di tuono squarciò il silenzio.
La casa piombò nell’oscurità.
“Hinata…”
Si era alzata e si era messa a frugare nella credenza.
“Aspetta Naruto. Dovrei avere una lampada a gas. Si infatti, eccola qui…”
Hinata accese la lampada e la posò al centro del tavolino. Una debole luce gialla illuminò i volti dei due ragazzi che sedevano l’uno di fronte all’altra.
 “Credo che la nostra seduta di studio sia rinviata prof” disse Naruto chiudendo tutti i libri.
“Già… per fortuna che abbiamo praticamente finito. Ci sentiamo domani per sapere come va l’esame. Ce l’hai domani pomeriggio giusto?” Hinata però era profondamente rattristata.
“Di cosa stai parlando? Non ho alcuna intenzione di andare via”
“Cosa?”
Naruto vide chiaramente il rossore diffondersi sul volto di Hinata, anche alla tenue luce della lampada.
“Non posso lasciarti da sola finché non torna l’elettricità.”
Hinata abbassò lo sguardo commossa. Forse sua sorella aveva ragione. Forse le si era davvero quella seconda occasione per poter cambiare la sua vita.
“Ti ringrazio moltissimo Naruto…Ti va un tè caldo? Che gusto vuoi?”
“Molto volentieri Hinata, grazie. Un semplice tè verde andrà benissimo”
Dopo dieci minuti erano pronte due belle tazze fumanti.
“Grazie mille, Hinata. Allora, raccontami un po’ di te. Cosa hai fatto negli ultimi tre anni?”
“Niente di così emozionante. Ho passato la maggior parte del tempo a studiare. Nel tempo libero ho frequentato un corso di autodifesa.”
“Ma davvero? Come mai?” chiese il ragazzo sinceramente stupito.
“Beh, la prima volta che ho provato a difendere qualcuno non è andata esattamente bene.”
Naruto ancora se lo ricordava. Cinque anni erano passati, ma l’immagine di Hinata che lo proteggeva era ancora vivida nella sua mente. Stava discutendo nel cortile della sua scuola con dei ragazzi dell’ultimo anno, che per sbaglio aveva urtato. Il ragazzo più alto aveva cominciato a picchiarlo, quando intervenne Hinata.
“Non devi più toccare Naruto!”
“Hinata, vattene via!Ti picchierà!” L’aveva supplicata.
“No, non m’importa. Non posso stare ferma a guardare mentre sei in difficoltà! Non lo sopporto.”
“Ma perché? Hinata, vai via finché sei in tempo!”
“Perché io ti amo Naruto.”
Poi il ragazzo aveva picchiato anche lei, e ne erano usciti entrambi con molti lividi.
“Hinata….io non ti ho ancora ringraziato per quella volta. Sei stata fenomenale, dico davvero. Sei una ragazza strepitosa”  disse lui facendole l’occhiolino. Il volto di Hinata aveva attraversato ogni sfumatura di rosso. La serata stava prendendo una piega inaspettata.
 “E che mi dici del ragazzo nella foto? E’ il tuo fidanzato?”
Hinata aveva sgranato  gli occhi, guardando intensamente quelli del ragazzo che aveva di fronte. Alla luce delle candele qul blu era ancora più profondo e magnetico. Se li avesse guardati ancora ne sarebbe stata risucchiata. Era rimasta sorpresa dal fatto che proprio lui le avesse fatto quella domanda.
“Io credevo che potesse esserci una possibilità.”
“Credevi?”
“Già… vedi…lui è l’assistente del mio relatore. Mi ha aiutato a scrivere la tesi. Si è dimostrato molto interessato, e io stavo passando un periodo difficile a causa dello stress per la laurea. Lui mi è stato molto vicino, mi faceva sentire importante. Ci sono anche uscita. Da altre colleghe che facevano la tesi col mio relatore ho saputo che faceva così con tutte. Mi è crollato il mondo addosso”
“Oh Hinata, mi dispiace. Ecco perché in quella foto sei così triste”
“Non sono riuscita a godermi il giorno più importante della mia vita. Pensa che quella che hai visto è l’unica foto che sono riuscita a farmi quel giorno. Mi sono sentita solo una pedina. E’ per questo che sono tornata. Mi ha cercata molte volte da quando sono qui.”
“Ma tu lo ami?”
“Cosa? No, assolutamente.  Sono innamorata, è vero, ma non di lui.”
Queste parole colpirono Naruto come una lama in pieno petto. Possibile che tutto quel tempo quella dolce ragazza che aveva di fronte lo avesse amato incondizionatamente?
“Ora parlami di te invece.” Disse Hinata, stringendo la sua tazza tra le dita per scaldarsi.
“Beh, non è che ci sia molto da dire. Finito il liceo il mio patrigno è morto, quindi ho dovuto mettermi a lavorare per un’anno intero. E’ per questo che sono indietro con gli esami. Tempo per le ragazze non ne ho trovato. In realtà non ho trovato una ragazza interessante. ”
“Mi dispiace per il tuo patrigno. Me lo ricordo Jiraiya. Era una brava persona”
Nel poggiarla, ad Hinata scivolò per terra la tazza, rompendosi.  Le mani dei due ragazzi si erano sfiorate nel tentativo di recuperarla, ma ormai ne rimanevano solo dei cocci e poche gocce di tè scuro sul pavimento.  I loro visi erano pericolosamente vicini. Hinata poteva sentire il caldo respiro di Naruto infrangersi sul suo naso freddo.
“Peccato per la tazza…” disse lui.
“Ne comprerò una nuova.” Sussurrò lei.
Erano sempre più vicini, quando improvvisamente l’elettricità ritornò.
“Credo che tu debba andare Naruto. Domani pomeriggio hai l’esame non vorrei farti fare tardi proprio stasera.”  Disse Hinata con un sospiro.
“Sì, credo sia meglio. Ti faccio sapere come va, ok? A domani, Hinata.”
 “Buonanotte Naruto.”
Hinata accompagnò Naruto alla porta. Lo guardò sparire giù per le scale e chiuse la porta. Se solo la luce fosse tornata un secondo più tardi, cosa sarebbe successo? Fu con la testa che le girava e con il cuore in tempesta che si addormentò, pregando per la buona riuscita dell’esame di Naruto.
 
 
 

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Capitolo 3
*** Estate e Inverno ***


Ciao a tutti, eccoci qui con il terzo capitolo. Ringrazio davvero di cuore chi sta seguendo questa fic che era nata davvero senza pretese, chi continua a recensirla e chi l'ha messa tra le preferite. Sono davvero commossa! Spero che continui a piacervi!



Il giorno dopo l’animo di Hinata era pervaso da un senso di inquietudine. Dopo aver fatto colazione aveva dato un’occhiata al suo cellulare, trovandoci un messaggio da parte di Toneri, in cui diceva che nel primo pomeriggio si sarebbe presentato a casa sua. Si era vestita in fretta, e ora camminava avanti e dietro senza sosta. Non aveva smesso di piovere dalla sera prima, e questo la metteva ancora di più di cattivo umore. Odiava la pioggia, odiava quelle basse nuvole grigie così cariche e pesanti che sembravano volerla soffocare. Si domandava cosa mai volesse Toneri, dato che lei era stata chiara nel non volerlo più vedere. Infilò un cd nello stereo e provò a concentrarsi sulle parole della prima canzone che era partita, ma queste le sfuggivano come la sabbia tra le dita. Aveva provato a pranzare ma sentiva lo stomaco annodato.
Subito dopo l’ora di pranzo il campanello aveva suonato e si era ritrovata davanti il ragazzo della foto. Inutile i tentativi di chiudergli la porta in faccia, lui era entrato sfacciatamente richiudendosi la porta dietro di sé.
“Buon pomeriggio mia bella. Ti trovo bene.” Aveva cercato di abbracciarla ma lei lo aveva respinto.
“Che cosa ci fai qui? Come hai fatto a sapere dove abito?” La ragazza aveva indietreggiato.
“Oh Hinata. Konoha è talmente tanto piccola che mi è bastato chiedere a una sola persona per sapere dove ti trovassi. Quindi è qui che vivi. Mi piace, è fine e accogliente. Proprio come te. Sono venuto per sapere come stavi. ”
 “Sto bene, ora puoi anche andare via.”
“Ma come siamo, come dire, scontrosi oggi. Sei cambiata Hinata. Quando ti aiutavo a scrivere la tesi eri molto più dolce.” Si avvicinò e la guardò dritta negli occhi. Anche lui aveva gli occhi azzurri. Ma non erano nemmeno lontanamente belli come quelli di Naruto. Erano freddi e lontani, e le rievocavano immagini di paesaggi invernali, laghi ghiacciati e privi di vita. Quelli di Naruto invece erano accoglienti e caldi come il mare d’estate. Era sorpresa e si vergognava di se stessa. Come aveva fatto a cedere al fascino di quell’uomo? Come aveva potuto anche lontanamente pensare di costruire qualcosa insieme a lui? Ora lo trovava ripugnante, la sua voce gli sembrava viscida. Si rese conto di amare il ragazzo dai capelli color grano più che mai.
“Mi sono sempre piaciuti i tuoi occhi, Hinata. Sono così belli.” Il ragazzo tentò di baciarla, ma lei lo spinse via con uno schiaffo in pieno viso. Poteva vedere chiaramente il sangue pulsare dove lo aveva colpito.
“ Te lo ripeto, Toneri. Vattene via. Non hai niente da fare qui. Non cercarmi più.”
“Oh no, Hinata. Così non va bene. Io sono venuto in questa squallida cittadina solo per te e tu mi respingi così? Eppure fino a due mesi fa non mi trattavi così. Eri dolce e affettuosa.”
“Le persone cambiano se vengono ferite. Tu dovresti saperlo bene, chissà quante povere ragazze hai ingannato durante questi anni. Pensi che non lo sappia che hai avuto lo stesso atteggiamento con tutte? Come pensi che mi sia sentita io? Te lo ripeto un’ultima volta, vattene. Aspetto una persona.”
Toneri era scoppiato in una risata isterica.
“E chi sarebbe?”
“Non sono affari tuoi.”
Senza nemmeno rendersene conto era stata messa al muro.
“Allora, Hinata, mi dici chi è?”
La corvina aveva preso a urlare. Il ragazzo la sovrastava e l’aveva completamente bloccata nei movimenti. Dopo quelle che le sembrarono ore, sentì bussare ferocemente alla porta. Qualcuno urlava e la chiamava.
“Hinata? Hinata, cosa succede?”
La sua voce era inconfondibile.
“Naruto! Sono qui! Ti prego aiutami!”
Hinata fece appello a tutte le sue forze per sollevare da lei il peso del ragazzo e correre ad aprire la porta. Si gettò tra le sue braccia tremando. Naruto le cinse forte le spalle, stringendola fino a farle male.
“Hinata cos’hai? Ti ho sentita urlare dalla strada.”
La sua voce era così rassicurante.
“Toneri…è qui.”
Naruto la lasciò andare e varcò la soglia. Lo vide lì, quel ragazzo pallido, con le spalle appena posate al muro, le braccia incrociate e un sorrisetto sfacciato, con l’aria di chi si diverte un mondo. Si sentiva fissato con aria di superiorità. Strinse i pugni, pronto a picchiarlo.
“Quindi è lui che aspettavi. Avresti potuto dirmelo prima che avevi un ragazzo, Hinata.”
Avrebbe voluto sprofondare. Cosa avrebbe pensato di lei Naruto ora che si trovava nella stessa stanza con quel ragazzo?
“Lu..lui non…”
“Tu sei Toneri vero? Non sei gradito ad Hinata, e per dirla tutta nemmeno a me, quindi fai il favore di posare il tuo altezzoso culo fuori da questa porta e non tornare più.”
“Oh d’accordo, me ne andrò. ”
Nell’allontanarsi posò una mano sulla guancia di Hinata, ricevendo un altro schiaffo, più forte di quello di prima.
“Vattene e non farti più vedere.”
Naruto non aveva mai visto Hinata così arrabbiata. Aveva letteralmente sbattuto la porta in faccia a Toneri, lo aveva sentito chiaramente imprecare contro di lei affibbiandole degli appellativi poco educati che non le si addicevano.
Restarono a fissare per un paio di minuti, come se si aspettassero che da un momento all’altro Toneri sarebbe tornato attraversando la porta come un fantasma.
Poi finalmente Hinata sembrò svegliarsi da una specie di trance. Corse in bagno e vi si chiuse dentro. Poggiò la schiena alla porta e si accorse di avere il respiro affannoso. Cercò di calmarsi mettendosi una mano sul petto e inspirò ed espirò profondamente. Fu assalita da un enorme senso di vergogna misto a paura. Lacrime presero a rigarle il viso, terminando la loro corsa infrangendosi sulle piastrelle. Prese a singhiozzare così forte che tremava senza riuscire a controllarsi. Pensava al ragazzo che bussava alla porta dietro di lei.
“Hinata ti prego apri la porta. Sento che piangi, ma se non esci di lì non posso aiutarti. Ti prego esci e parla con me.”
Naruto vide la maniglia abbassarsi e una massa di capelli corvini. Hinata aveva la testa bassa. L’unica cosa che potesse fare era farla sedere sul divano e stare con lei fino a che non si fosse calmata.
“Mi dici perché quell’uomo era qui oggi?”
“Non lo so…stamattina ho trovato un messaggio da parte sua e quando è arrivato non sono riuscita a mandarlo via subito. Sei stato la mia salvezza, sei arrivato al momento giusto, non so davvero cosa sarebbe potuto accadere. Ti ringrazio infinitamente. Ho avuto così tanta paura.”
Poi spalancò gli occhi con l’aria di chi si ricorda qualcosa all’improvviso e si allontanò dal ragazzo per guardarlo.
“Ma perché sei qui? Non dovresti essere in università per dare l’esame?”
Naruto si aprì in un ampio sorriso.
“Mi hanno chiamato ieri sera dicendomi che l’esame era stato spostato a questa mattina.”
“E allora? Come è andata?”
“27 Hinata. E tutto grazie a te!”
“Oh Naruto, ma è meraviglioso! Sono così felice per te!”
“E’ tutto merito tuo! Il mio professore si è complimentato con me per i progressi che ho fatto dall’ultima volta. Ho detto che sono stato da una buona insegnante e mi ha chiesto di proporti un colloquio per un posto come sua assistente. Sono venuto per parlarti di questo.  Se vuoi posso chiamarlo anche subito per dirgli di fissarti un appuntamento.
 “Tu hai parlato davvero al tuo professore di me?”
Nuove lacrime scesero dagli occhi candidi di Hinata, calde lacrime di commozione e riconoscenza.
“Certo! Sei bravissima Hinata, e credo che meriti questa possibilità più di ogni altro. E poi basta piangere” le disse mentre le asciugava le lacrime.
La ragazza si avvicinò e lo baciò sulla guancia.
“Ti va di uscire con me questa sera per festeggiare?”
“Ne sarei davvero onorata, Naruto!”
“Ora sì che ti riconosco. Sei molto più bella quando sorridi.”
E lasciandola stordita se ne andò, aspettando con ansia quell’appuntamento. Hinata pensò che qualche volta persino il cielo grigio potesse essere bello. 

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Capitolo 4
*** Appuntamento ***


Rieccomi qui con il quarto capitolo. Ringrazio tutti coloro che continuano a leggere e recensire, mi incoraggiate ad andare avanti. Spero continui a piacervi! Un abbraccio da Hyuga Girl!
 
 
 
Si stava preparando da tre ore per essere il più carina possibile. Hinata era davvero nervosa, non riusciva a fermare le mani tremanti per mettersi il mascara, così rinunciò a truccarsi. Aveva indossato un kimono blu decorato con gigli bianchi, stretto in vita da un delicato obi argentato. I capelli li aveva raccolti in uno chignon morbido, decorato con fermagli floreali. Prima che il campanello suonasse si era guardata un ultima volta allo specchio. La sua immagine riflessa stranamente le piacque. Poi emozionata aveva aperto la porta. Il sorriso del ragazzo che le stava davanti la stregava ogni volta. Due sfere blu la guardavano ammirati.
-Sei da togliere il fiato, Hinata. Sei splendida-
Lei arrossì, accettando un mazzo di rose color pesca.*
-Ti ringrazio Naruto. Sono bellissime. Anche tu non sei niente male!-
E in effetti Naruto ci stava benissimo nel suo kimono nero e arancio.
-Allora vogliamo andare?-
Naruto le offrì il braccio e la portò fuori. Il vento freddo subito le sferzò il viso ma a lei non importava. Non era così felice da tempo, e cercò di godersi quel piccolo contatto con Naruto. Girato l’angolo, si stupì di trovare delle bancarelle che emanavano un dolce profumo di dango, panini dolci e dorayaki*. Si era completamente dimenticata del festival invernale di Konoha. Fu subito un tripudio di colori, di aquiloni di tutte le forme e colori che si stagliavano contro il cielo stellato, di voci di bambini che si cimentavano nei giochi più disparati e il brusio delle coppiette che passeggiavano. Hinata non avrebbe potuto desiderare appuntamento migliore.
Naruto guidò Hinata attraverso la folla, fermandosi prima a giocare alla pesca dei pesciolini rossi, in cui Naruto si dimostrò un vero imbranato. Hinata soffocò a stento una risatina quando lui tentò per la quinta volta di pescare un pesciolino.
-Oh, ma dai! Questi cosi devono essere truccati! Non è possibile che si strappino sempre!-
-Sei così buffo Naruto- disse lei portandosi una mano alla bocca per coprire le risate.
-Dai andiamo -
Le prese la mano. Era così grande e calda. Naruto ormai era il suo porto sicuro e non aveva più intenzione di lasciarlo.
-Ti va di andare a mangiare qualcosa? Conosco un ristorante che ha aperto da poco, si chiama Ichiraku. Fa il ramen più buono del mondo. Cucina anche piatti tradizionali. Che ne dici?-
-A me va benissimo tutto-
Camminarono insieme lasciandosi dietro il brusio della festa e attraversarono una piazzetta tranquilla, dove nell’oscurità spiccavano solitarie le lanterne rosse del ristorante, che si lasciavano cullare dolcemente dal vento invernale. Avvicinandosi sentirono il dolce tintinnare di un fuurin.* Aprendo la porta sentirono un caldo tepore infrangersi sui loro volti gelati, mentre una cameriera andava ad accoglierli. Il ristorante era piccolo ma accogliente con le sue pareti e colonne avorio, decorate con semplici capitelli dorati. Era un posto davvero delizioso e ad Hinata piacque molto. Mentre prendeva posto in un angoletto sentì una voce femminile che la chiamava.
-Ehi Hinata! Ma sei proprio tu? Non posso crederci! Come stai?-
Senza rendersene conto fu travolta da un abbraccio mozzafiato, e poi capì subito chi era.
-Sakura?-
-Oh Hinata, sono così felice di vederti! Da quanto tempo! Ti trovo benissimo!-
Si era ritrovata davanti la sua migliore amica del liceo. Sakura aveva capelli a caschetto rosa, ovviamente erano tinti, ma nessuno aveva mai capito quale fosse il suo colore naturale, e vispi occhi verdi. Poi aveva visto chi l’accompagnava.
-Esci con Naruto? Non ci credo! Finalmente! Ehi Sas’ke! Vieni qui!-
Aveva urlato così tanto che tutto il ristorante si era voltato a guardarla. Ma lei ovviamente non ci aveva fatto caso. Hinata aveva voglia di sotterrarsi dalla vergogna. La sua amica era sempre stata un po’ troppo esuberante.
Un ragazzo dai capelli neri e occhi ancora più neri si era avvicinato.
Anche Naruto ne fu sorpreso.
-Oh così ve la intendete eh?- Sogghignò battendo una mano sulla spalla a Sasuke. Era il suo migliore amico da sempre.
-Perché me lo hai nascosto?-
-Perché è la prima volta che usciamo insieme idiota-
-Davvero? Anche noi-
-Che carini! Allora vi lasciamo da soli! Hinata ci sentiamo presto!- Sakura l’aveva salutata con un abbraccio.
-Io lo sapevo che quei due prima o poi sarebbero finiti insieme. Ordiniamo allora? Oh Hinata, oggi pomeriggio ho telefonato al mio professore. Mi ha chiesto se sei libera lunedì prossimo-
-Oh certo che sì, a una condizione però-
-Sentiamo. E quale sarebbe?- disse Naruto giungendo le mani sotto al mento.
-Devi essere tu ad accompagnarmi-
-Per così poco? Ti avrei accompagnata anche se non l’avessi chiesto. Oh grazie- si era rivolto a una cameriera dai capelli rossi che lo aveva servito ammiccante, ma Naruto non aveva occhi per nessun’altra che non fosse Hinata. La cameriera se ne andò delusa. Passarono la cena a parlare del colloquio e a rievocare i ricordi passati del liceo. Terminata la cena, decisero insieme di andare a fare una passeggiata al fiume sfidando il freddo. Si presero per mano, ma prima di uscire pensarono di andare a salutare Sasuke e Sakura, ma li videro troppo indaffarati a mangiarsi la faccia, così uscirono dal ristorante sghignazzando. Sapevano che non se la sarebbero presa se non li avessero interrotti.
 Di nuovo l’aria gelida li colpì, ma il vento si era calmato, così il freddo era sopportabile.
Giunti ad un ponticello Naruto appoggiò i gomiti alla balaustra, fissando il cielo. C’erano solo loro due. Da lontano giungeva sbiadito il brusio e le risate della gente, e la luce arrivava soffusa. L’atmosfera che si era creata era magica. Si vedevano anche poche lucciole che si infrangevano contro lo specchio d’acqua che mormorava piano sotto di loro.
Hinata invece si limitava a guardare il profilo del ragazzo.
Poi si era voltato verso di lei.
“Hinata…ti ricordi quella volta in cui volevo parlarti?”
Lei annuì. “Sì…mi sono sempre chiesta cosa volessi dirmi”
Il ragazzo accorciò la distanza tra di loro, guardandola intensamente negli occhi.
“Ecco… Io volevo dirti che mi piaci Hinata. Mi piaci davvero tanto. So che sei la ragazza giusta per me. Sei bella, intelligente e dolce. Non so se i tuoi sentimenti siano cambiati in tutto questo tempo. Ma vorrei tanto che fossi tu la mia ragazza”
La ragazza affondò il viso nel petto del ragazzo. Era al settimo cielo. Piano piano annuì e poi lo guardò negli occhi. “I miei sentimenti per te non sono mai cambiati”
Azzerando quei pochi centimetri che li separavano, Naruto la baciò, mentre un fuoco d’artificio squarciava il silenzio con un sibilo ed esplodeva in un turbine di faville colorate, ma loro non ci facevano caso.  Quella notte era stata scritta solo per loro.
 

 
* Le rose color pesca indicano la volontà di stare insieme a una persona.
I dango sono dei dolci giapponesi a forma di sfera, tradizionalmente messi in gruppi di tre o quattro su uno spiedino. I dorayaki invece sono dolci con marmellata di fagioli azuki.
I fuurin sono campanellini tipici giapponesi.

 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Laurea - pt. 1 ***


Eccomi qui con il 5 capitolo di questa storia. Volevo scusarmi per il ritardo con cui è stato pubblicato, ma gli esami universitari non danno tregua.
Volevo ringraziare chi ha messo la storia tra le preferite, tra le seguite e chi ha recensito finora.


La seconda parte arriverà tra pochi giorni.

L’ultimo anno non era mai stato così piovoso. Ormai tutti gli abitanto di Konoha ci si erano abituati, compresi Naruto e Hinata. Stavano insieme da un anno ormai e Naruto si era trasferito da lei. Hinata era stata accettata per quel posto di assistente presso l’università del Paese del Fuoco, sotto l’ala del famoso docente Hatake, e Naruto aveva ripreso a lavorare part time per poter proseguire tranquillamente con gli studi; in più avevano consolidato l’amicizia con Sasuke e Sakura.  Ma quel giorno era davvero particolare: finalmente, esame dopo esame, era arrivata la laurea anche per Naruto.
Hinata stava camminando ansiosa lungo il perimetro del chiostro della facoltà, il silenzio rotto solo dal rumore dei suoi passi e dallo scrosciare della pioggia fitta, che si infrangeva senza pietà sulle aiuole e sulla statua bronzea di Confucio che dominava l’intero cortile. Gli sguardi seccati di Sasuke e Sakura dicevano tutto. Naruto era in ritardo.
-Non ci posso credere! E’ in ritardo anche oggi!- Sakura si lasciò cadere su una panchina.
 Hinata le rivolse uno sguardo pieno di disperazione. Impaziente andò in segreteria dove aveva lasciato la borsa, prese il cellulare e chiamò il suo fidanzato.
-Tesoro, è possibile che tu debba essere in ritardo proprio oggi?-
-Hinata, ho trovato traffico, ma sono quasi arrivato!-
-Le sedute di laurea cominciano tra 15 minuti. Ti prego fa presto!-
Sbuffò ancora, quando si sentì chiamare. Nel voltarsi vide il professor Hatake correrle incontro.
-Signorina Hyuga? Posso chiederle un favore?-
-Certamente, professore, di cosa si tratta?-
-La professoressa Senju l’ha avvisata che oggi non ci sarebbe stata?
-No, professor Hatake.
-Oh, quella donna! Se non fosse un genio in quello che fa l’avrei già mandata via! Comunque, avrebbe  dovuto far parte della commissione, ma ha avuto un imprevisto in famiglia e non può presentarsi. Ho già chiamato un sostituto dall’università di Tokyo. Signorina Hyuga, la prego, si occupi lei di mostrargli le pratiche, ho troppo lavoro da fare e non riesco a farmi carico anche di questo compito. E’ già arrivato e la sta aspettando nella sala professori al secondo piano. La ringrazio signorina Hyuga-
Hinata fece un leggero inchino e corse verso l’ascensore, per quanto le decolleté nere glielo permettessero. In quei pochi secondi si sistemò il tailleur a tubino nero e i capelli, controllò che il trucco non fosse colato e, arrivata al secondo piano, si diresse in tutta fretta in sala professori.
Entrò e non riuscì a credere ai suoi occhi. Seduto su una poltrona che sfogliava i registri c’era Toneri.
-No. Non tu- Fu la sola cosa che disse. Toneri alzò gli occhi e le sorrise. –Ciao Hinata. Kami, diventi sempre più bella-
-Ma tu che ci fai qui? Come fai a far parte della commissione?-
-Sono diventato docente circa sei mesi fa. Mi hanno chiamato ieri sera e non ho potuto rifiutare.
-Capisco. Ora scendiamo di sotto, devo darti la lista dei laureandi-
Piena di paura, Hinata si voltò verso la porta, ma Toneri fu più veloce di lei e chiuse la porta alle sue spalle.
-Visto che ora ne abbiamo l’occasione, ti va di riprendere il discorso che abbiamo interrotto tempo fa? Te lo ricordi? Prima che il tuo ragazzo ci interrompesse-
-Ti prego Toneri, lasciami andare. Sono qui per lavorare, e io prendo il mio lavoro molto seriamente. E poi il professor Hatake ci starà aspettando-
-Abbiamo ancora un po’ di tempo Hinata-
-Toneri te lo ripeto, sono qui per lavorare. Apri subito quella porta e fammi passare-
Hinata fece per prendere la maniglia, ma il ragazzo le bloccò il polso e la spinse contro la porta, alzandole il braccio sopra la testa.
-Toneri, per favore, mi stai facendo male-
-Dolce ragazza, davvero non riesci a capire quanto ti desidero? Non sono riuscito ad avere nemmeno un misero bacio da te, riesco ad avere tutte le donne che voglio, eppure tu hai qualcosa che le altre non hanno. Mi stai facendo impazzire, Hinata-
Hinata rimase paralizzata. Con uno scatto riuscì ad aprire la porta e correre verso l’ascensore, ma Toneri fu più veloce di lei e ci si infilò dentro con lei. Poi bloccò l’ascensore.
-Ora, Hinata, non potrai più sfuggirmi-
La ragazza fu spinta ancora contro la parete dell’ascensore, sentiva il corpo del ragazzo premere lascivamente contro il suo. Le sue mani furono legate con una sciarpa dietro la schiena. Hinata vide brillare negli occhi del ragazzo una saetta di soddisfazione, prima che le labbra bramose si avventassero sulle sue. Cercò di tenerle serrate più che poteva. Il suo viso cominciava a essere rigato dalle lacrime.
Improvvisamente sentì dei passi fuori dalla porta, e cercò di farsi sentire urlando. –Aiutatemi! Vi prego!-
Uno schiaffo la travolse in pieno viso. –Sta zitta! Zitta!- Poi, così come erano arrivati, i passi si allontanarono.


 

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Capitolo 6
*** Laurea pt 2 ***


Eccomi qui con il sesto capitolo. Lo so di avervi fatto aspettare e vi chiedo umilmente scusa. Spero vivamente vi piaccia.




-Oh ma finalmente! Fa con comodo! Ci spieghi come hai fatto ad arrivare tardi anche oggi?-
Naruto correva a perdifiato, rischiando pericolosamente di scivolare sul marmo bagnato. Il sopracciglio destro di Sakura aveva cominciato a tremare pericolosamente.
-Mi dispiace! Sono dovuto ritornare indietro, avevo dimenticato una cosa importante! Dov’è Hinata?-
-E’ stata chiamata da quel tuo professore, Katake, Hatashi o qualcosa del genere- Sasuke rispose con voce atona, mentre giochicchiava distrattamente col cellulare per ingannare il tempo.
-Hatake, il professor Hatake. Vado a cercarlo, ci vediamo dopo in aula. Pregate per me!-
Entrato nell’aula magna, scorse subito i capelli brizzolati del suo professore. –Professor Hatake, mi scusi per il ritardo!-
-Oh, Uzumaki, non si preoccupi, stiamo aspettando la signorina Hyuga e il professor Ootsutsuki, devono sbrigare delle pratiche- Naruto strabuzzò gli occhi e il suo respiro si fece affannoso. –Mi scusi, può ripetere? Ootsutsuki ha detto? Professore, la signorina Hyuga è in grave pericolo! Da quanto è via?-
Kakashi Hatake guardò l’orologio. –Saranno circa 15 minuti-  Il ragazzo picchiò violentemente la scrivania con un pugno. –Professore, la prego, andiamo a cercare la signorina Hyuga- Poi corse via e avvertì Sakura e  Sasuke di seguirlo.
Altri minuti passarono, ma di Hinata e Toneri non c’era traccia. Setacciarono l’edificio, quando, dalla rampa di scale sentirono delle urla e dei ragazzi che sostavano davanti alla porta dell’ascensore. – Questa è la voce di Hinata! Sasuke, chiama tuo fratello. Non è in polizia?- 
Poi Naruto iniziò a prendere a calci la porta dell’ascensore, una cieca rabbia si era impadronita di lui, si era dimenticato del luogo in cui si trovava, continuava a prendere a calci, pugni e spallate quella maledetta porta, per poter finalmente picchiare l’uomo che era lì dentro con la sua Hinata.
Aiutato da alcuni ragazzi, finalmente la porta si aprì, rivelando un’immagine atroce.
Hinata giaceva per terra, i vestiti che le ricadevano sgualciti, le sue braccia e le sue gambe ricoperte di graffi, il viso tumefatto e sanguinante. Al vederlo i suoi occhi si illuminarono di gioia, e tentò di rimettersi in piedi, ma era sfinita. –Mi sono difesa come ho potuto- disse la ragazza con un filo di voce.
-Brutto bastardo- Sakura entrò per soccorrere Hinata, mentre Naruto digrignava i denti e stringeva i pugni –Come hai osato toccarla?-
Toneri non tentò nemmeno di scappare. Sfoggiò il suo solito sorriso strafottente e alzò le braccia –Tranquillo, Naruto, non ho fatto in tempo a scoparmela. Sei arrivato giusto in tempo-
Naruto non vide più nulla. Sentì solo il rumore sordo del suo pugno contro la faccia di Toneri.
-Naruto- la voce di Hinata lo calmò –Non sporcarti le mani con lui. Non ne vale la pena-
Sakura aiutò la ragazza a rialzarsi. Hinata barcollò verso il biondo e lo abbracciò. Naruto la strinse forte, fino a quando non sentì la ragazza gemere leggermente per il dolore. –Oh, scusami Hinata. Dio, come ti ha ridotta-
Il suo sguardo cadde su Toneri svenuto e la voglia di prenderlo a calci si impadronì di lui. Sasuke mise una mano sulla spalla dell’amico. –Non farlo. Mio fratello arriverà a momenti, e mi assicurerò personalmente che venga punito-
Dopo qualche istante il suono assordante delle sirene riempì il silenzio che si era creato. Pochi secondi di trambusto e di scalpiccio di piedi, e sulla cima delle scale comparvero tre agenti di polizia, seguiti da personale medico e tutto il corpo insegnante della facoltà, seguito da una banda di studenti curiosi.
-Cosa è successo qui? Signorina Hyuga, come mai è in quello stato? E quello è il professor Ootsutsuki?- Il professor Hatake era sgomento. –Professore, posso spiegarle- Hinata gli si avvicinò timidamente.
-Signorina,non si preoccupi. Spiegherà tutto a me- un agente le si era avvicinato e dalla somiglianza non poteva che essere il fratello di Sasuke. –Vi prego di seguirmi. Il mio collega Hoshigaki vi scorterà in centrale. Agente Yamanaka, occupati di quello svenuto-
Hinata prese per mano il suo Naruto e camminò a testa bassa tra gli studenti che allungavano il collo per vederla meglio –Allora è vero che Uzumaki sta con l’assistente Hyuga- sentì bisbigliare, e ancora –Beh, quella me la farei anch’io- disse un ragazzo ridacchiando.
Naruto sentì la rabbia ribollire ancora e strinse i pugni fino a far diventare le nocche bianche. Hinata gli disse di non farci caso.
Dietro di loro Sasuke rivolse un’occhiata gelida a quegli studenti che, intimoriti, si zittirono. Ma questo il suo migliore amico non poteva saperlo.



 

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