The shadow

di Light Lynx
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Mietitura ***
Capitolo 2: *** La storia ***
Capitolo 3: *** L'incontro ***
Capitolo 4: *** La Prova ***
Capitolo 5: *** la partita ***



Capitolo 1
*** La Mietitura ***



La nebbia oscura iniziava ad alzarsi dalle acque che bagnavano le coste delle isole dell'Ombra.
«é già passato un anno?» chiese l'ombra della guerra avvicinandosi all'amico.
«Gia.» rispose lui voltandosi velocemente e squadrandolo.
«Sei impaziente?» chiese hecarim con tono ammiccante.
Spostò lo sguardo di nuovo alla nebbia oscura che si stagliava sulle acque «Siamo vicini al mio punto di massimo potere... Verrò bannato dalla lega per ciò, i miei alleati e servi più potenti saranno finalmente
riuniti. Mi sembra ovvio essere impaziente »

«Intendevo per Kalista»
«Kalista é una valida alleata e, insieme a te, la mia più grande fonte di potere.»
La fragorosa risata dell'Ombra ruppe il silenzio «E allora perche sei qui davanti da giorni, Thresh? »
«Due semplici ragioni» rispose calmo «é in ritardo e ha un ingente carico. Mi ha mandato un messaggio con una sentinella. Sono semplicemente un po' preoccupato.»
«Preoccupato per una delle più potenti guerriere delle isole?» 
La nebbia oscura divenne un blocco solido sopra le acque e la figura della lancia della vendetta iniziava a slanciarsi davanti ai loro occhi.
«Eccola» Thresh senti il potere e le anime dei suoi alleati avvicinarsi per dare il benvenuto alla compagna raminga.
Fecero la loro comparsa anche Elise e Villemaw, anche se solo ospiti delle isole.
Evelynn comparì affianco al carcere
«Sono due anni che non la vedi giusto?»
«Buon giorno anche a te, eve»
«mhhh come sei serio... Che sfortuna che proprio all'arrivo di kalista dell'anno scorso tu dovetti essere evocato per un torneo mondiale...» lei fece un sorriso largo e ammiccante
La risata del lich lo preannunciò, facendo intendere la sua benevolenza rispetto alla battuta «il grande re delle isole dell'Ombra che cede davanti a un corpo dalle sembianze femminili…»
«Ma non é l'unico, vero Eve?» ironizzò Hecarim in difesa dell'amico.
Lei rise: «A volte é utile avere il corpo di una donna»
Thresh non si mosse di una virgola «A cosa servirebbe un corpo simil-umano se non possiamo riprodurci?» aveva lo sguardo fisso sulla nube che si avvicinava alla scogliera; non degnava di uno sguardo i suoi compagni.
«Oh thresh, tu non conosci il divertimento che un corpo può donare. Eppure, tutti sappiamo dell'esistenza di un tuo corpo umano, perché non sfruttarlo?»
«Provo divertimento solo con la sofferenza altrui. E di umano oramai ho solo il passato»
La nebbia ormai era prossima
«Ci siamo tutti?» chiese il re delle isole ombra.
«Maokai... Morde e Yorick...» sussurrò il lich.
«Hecarim! Muoviti! Trova Maokai!»
«Maokai si è solo generato qui, non vuole avere niente a che fare con noi.»
«Non mi interesa cosa vuole lui, lo voglio qui.» Hecarim aveva inteso le intenzioni del regnante, e corse via brandendo la sua ascia.«Hecarim! Prendi la lanterna!» disse lanciandogliela.
Il lich gli sussurrò «E di mordekaiser e yorick non ti interessa?»
«Khartus, lascialo stare, ha altri pensieri per la testa» continuò a stuzzicare Evelynn
Thresh ignorò le frecciatine «Pensateci voi due! Avete pochi minuti!»
I due risero e si dileguarono. Elise sorrise con il suo tipico ghigno sadico: «Vi lasciamo soli» disse poco prima che la nebbia avvolse il re.
La esile figura di Kalista si fece strada nella nebbia affiancandosi al carceriere. Lasciò cadere un contenitore simile alla lanterna ribollente di anime.
«Kalista.»
«Thresh.»
«Come è stato il tuo viaggio?»
«Pieno di morte e sofferenza. Molto piacevole devo dire.» Non si era ancora voltata verso di lui. I due rimasero affiancati guardando in direzioni opposte.
Thresh rise sperando che la compagna lo seguisse nella risata, ma ella rimase muta.
«Qualcosa non và?» le chiese
«Mi unirò alla lega Thresh.» disse «ho dei conti in sospeso con alcune persone. Voglio le loro anime.»
«COSA?»
«Scusa Thresh, so che non approvi la mia scelta.»
«Come mai così all'improvviso?» le chiese lui
«Ho paura di pensare che i miei assassini siano nella lega.»
«Conosco a fondo tutti i camp...» «Non parlo di campioni, Thresh.» lo interruppe lei «Parlo di evocatori. Anche se molti guerrieri della lega attirano il mio interesse come traditori.» mantenne la sua posizione immobile
voltando esclusivamente il volto verso l'enorome Carceriere delle ombre. Egli ricambiò il suo sguardo guardandola con la coda dell'occhio. «Anche se, Evelynn cercherebbe di uccidermi, per quanto io sia immortale, se
toccassi il suo prezioso Twisted Fate.»
I due si unirono in una fragorosa risata.
«Ben tornata Kalista.»
«Grazie, mio re.»

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Capitolo 2
*** La storia ***


«Ben tornata Kalista!» «La mietitura è stata copiosa quest'anno?» «Quante anime hai strappato ai mortali?» «Gli hai fatto sentire la potenza delle isole dell'ombra?»
I compagni delle isole assalivano di domande la appena rientrata Kalista.
«Molto abbontante» «Precisamente non saprei, ma il contenitore ribolliva da tanto era colmo» «Hecarim, è ovvio che gli ho fatto sentire la nostra potenza!» urlò scagliando il pugno in aria seguita dai compagni. Thresh rimase in disparte a guardare le esultanze dei compagni appoggiato a uno scarno albero della foresta dell'isola.
«Hecarim» annunciò interrompendo i festeggiamenti per la miriade di anime mietute.
«Mi dica, mio re!» disse con un velo di allegria nel tono.
«Ho un favore da chiederti. Ho delle faccende da sbrigare alla lega per la mia disabilitazione. Mi terresti la lanterna? Così che possa tornare più velocemente?»
«Eddai Thresh, lasciati andare, per una volta. Goditi il picco di potere dell'isola!»
«Vorrei... Ma sono faccende urgenti.» rivolse uno sguardo a Kalista. Sapendo che lei avrebbe capito.
«Come desideri.»
Thresh sì allontanò nel folto della vegetazione. Hecarim lo seguì.Camminarono a lungo per impedire di essere inseguiti.
«In pratica» iniziò il carceriere «mi servirebbe che tenessi la lanterna cos...»
«Cos'è sucesso con Kalista?»
Sembrava che quel giorno chiunque dovesse interromperlo costantemente. «Perché?» chiese seccato.
«Eravate strani, non vi vedete da due anni e siete così... freddi. Più del solido. Sai che qui non ti devi celare sotto una maschera per mostrare le tue emozioni»
«Siamo legati solo da un rapporto gerarchico. Un re non prepara grandi festeggiamenti per una serva di rientra dal suo dovere»
«Non sembrerebbe.»
«Cosa staresti insinuando?» chiese senza nascondere la sua seccatura nel tono.
«Perché provare vergogna Thresh?»
«PER COSA?» il suo urlo rimbombò per la foresta. Facendo volare via crature non morte alate.
«Thresh! Non puoi negare un'evidenza!»
«Cosa intenderesti insinuare?»
«La tua crisi. Quando hai ucciso Senna. Sei cambiato.» disse Hecarim calmando il suo tono.
«Non tirare fuori eventi troppo vecchi per essere ricordati!» disse allontanandosi «E poi... non fù il fatto di prendere l'anima di Senna che mi provocò quell'evento, bensì la reazione che l'anima stessa ha con Lucian.» disse quello furibondo
«Thresh. Conosci la nostra natura. Non possiamo ignorarla! Non puoi negare una parte di te solo perché sei il più esposto di noi al cambiamento!» gli ringhiò contro quello perdendo quel poco di calma che aveva raccolto prima.
Thresh si voltò velocemente facendo svolazzare la sua veste e le catene ossee della falce provocando un inquietante rumore di morte e si allontanò.
Le parole dell'ombra gli offuscavano la mente continuando a rimbombargli.
«Di cosa parlavate tu e Heca?» la voce di Kalista rivelò la sua presenza ma non la sua posizione. Sembrava essere ovunque e allo stesso tempo da nessuna parte.
«Mh?»
«Quale crisi?» la sua voce sembrava espandersi in modo omogeneo nei dintorni. Una pesante nebbia grigiolina iniziò a insinuarsi nel sottobosco morto del luogo. La nebbia, per quanto incorporea appesanti i passi del carceriere. «Thresh? Quale crisi?»
la nebbia si addensò al suolo provocando un aria gelida che avvolse il campione.

Thresh sospirò soffermandosi a guardare la condensa che usciva dal suo corpo ribollente di anime.
«Un anno fa, quando Lucian sì unì alla lega, ebbi una pesante crisi. L'anima di Senna che rubai anni fa reagiva con quella ancora in vita di Lucian. Lentamente tutte le anime iniziarono a muoversi. Iniziai a capire cosa volesse dire realmente provare paura, rassegnazione, odio, terrore... tutto grazie alle anime che avevano provato queste emozioni in punto di morte. L'anima di senna... non aveva timore della morte, ne rassegnazione, provava una particolare sfumatura di paura. Aveva paura per il suo amato: che non riuscisse a sopravvivere senza di lei, ad esempio. Era cosciente dell'amore che li legava, non lo nascondeva. Quando la scelsi come vittima fu lei stessa a chiedermi di portare Lucian con me.» Nella mente del mietitore tornò vivido il ricordo di quella giornata.
Lucian e Senna avevano già una triste reputazione per le creature delle isole dell'ombra, da anni, difatti, si divertivano a sterminare la popolazione delle isole. Inzialmente erano cose di poco conto, un uccisione di una sentinella spettrale o di un corvo maledetto. Le cose si complicarono quando un compagno dall'importanza ben più imponente si presentò al cospetto di Thresh ferito mortalmente. Non ci fu molto da fare per il compagno che si lasciò morire donando la sua anima al potere del re. Da quel momento il carceriere iniziò a studiare la coppia nel loro intento di spargere terrore e sangue spettrale sulle isole minori del complesso. Li studiò per giorni fino a quando i due non fecero l'errore più grande: attraccare sulla sua isola. Thresh individuò il punto debole della coppia, scelse la sua vittima e andò all'attacco. Fece in modo di divederli e poi si presentò a Senna.
Era da sola, armata solo di una singola pistola runica. Aveva i movimenti intorpiditi dalle correnti gelide che dal Frejord arrivavano in qui luoghi spettrali. L'imponente figura di Thresh comparve di fronte a quella esile di Senna, la sentiva tremare e battere i denti.
«Buon giorno.» si presentò lui «Sono Thresh.»
«La sua fama la precede, re delle ombre.» Il suo tono prese all'improvviso un tono risoluto.
«Quindi lei sa per cosa sono qui.»
«Non riuscirà a fermare la nostra opera.»
La tetra risata di Thresh distrusse qualunque aria di speranza fosse riuscita a uscire dalla bocca della giovane donna.
«Fermarvi? Io non voglio fermarvi!» disse girandole attorno ponendo la falce e la lanterna dietro la schiena e continuando a ridacchiare. «Io voglio distruggervi. Voglio vedervi implorare pietà ai miei piedi! Voglio che nessuno osi più violare i mie territori
con intenti di guerra! O che chi lo faccia venga chiamato pazzo! Non acclamato come un eroe.»

Senna ansimava spaventata dalla maestosità della figura spettrale.
«Non avete speranza, luridi umani.»
Senna vide come il bosco spoglio chiudersi su di lei come per intrappolarla, sentiva la risata del mietitore rimbobarle nella testa, l'aria gelida la pietrificava nella sua posizione di misera umana in una terra non sua. Thresh sorrise.
«Uccidimi ora.» chiese senna con lo sguardo perso nel vuoto, cadendo sulle ginocchia e lasciando andare l'arma.
«No, sarebbe troppo semplice. Dovete soffrire per la vostra insolenza. La tua morta sarà rapida giovane donna, ma tutto il tempo che trascorrerai da viva da adesso in poi sarà un agonia.»
«Ucciderai anche lui?» senna era a terra, sulle ginocchia, le braccia le ricadevano sui fianchi come prive di vita lo sguardo sempre fisso nel nulla.
«No, non ti darò neanche la soddisfazione di poter stare con lui dopo la morte. Vi ho studiati a lungo, il vostro “amore” è un legame difficile da spezzare, uccidendo solo uno dei due riuscirò nel mio intento. So per certo che l'uomo che con te ha compiuto il più grave dei peccati senza la sua amata metà crollerà in un vortice di depressione fino ad arrivare ad autodistruggersi.»
L'oscura figura si dilettava nel guardare da ogni angolazione la sua vittima, facendola sussultare a ogni rumore di catena.
«A lui imporrò punizione peggiore della morte. Ti vedrà morire. E non potrà fare nulla per impedirlo.»
Da quel momento l'anima di Senna fu sua. I suoi piani per il purificatore non seguirono esattamente il reale corso degli eventi, anzi, esistono teorie che diccono che Lucian si sia unito alla lega, oltre che per poter rivedere l'anima dell'amata, per provare più volte la sensazione di uccidere Thresh. Come se una parte della sua crudeltà fosse finita dentro di lui, e una parte dell'umanità fosse finita dentro l'altro.
Il pensiero si dissolse e il carceriere continuò il suo racconto: «Lei sapeva che non sarei stato in grado di rompere un così potente legame. Forse è per questo che nel momento in cui la uccisi tutta la paura verso il suo destino scomparve, solo per ricomparire come paura per il destino dell'amato.»
«Io e Lucian ci incontriamo spesso nella landa, sia come alleati che come nemici. Ogni volta sento l'anima di Senna spingermi verso di lui. Divento vulnerabile e inizio a provare sensazioni “umane”.» Kalista comparve dalla nebbia e si affiancò al compagno che le intimò di sedersi con lui a terra appoggiandosi al tronco di un albero morto.
«Un anno e mezzo fa, quando incontrai per la prima volta Lucian come avversario nella landa, il mio alleato riuscì a ucciderlo e Io presi la sua anima. Il legame, ancora vivo, tra i due distrusse tutti i sigilli che la lega mi aveva imposto per combattere, scatendandò così il mio pieno potere. Avevo la mente offuscata, il legame aveva dato il va a una infinita reazione a catena che mi permetteva di provare le emozioni delle mie anime, di scoprire il passato del mio potere. Tutto questo potere mi offuscò la mente, arrivai a distruggere con una sola sferzata l'intera landa. Non ricordo nulla di quel giorno. Il mio corpo non era più sotto il mio controllo, apparteneva alla miriade di anime che lo costituiva. Quel poco che so, è solo grazie al fatto che rincontrai i campioni che, o con me o contro di me, stavano combattendo nella landa quel giorno. Tramite i loro ricordi conosco in parte l'andazzo della cosa.
Ricorderò a vita la mia figura elevata nel cielo della landa circondato da anime urlanti, gli occhi ribollire di potere, fiamme verdi avvolgere qualunque cosa, la lanterna esplodere e la falcetta riprendere la sua vera forma di falce del mietitore. Quella era la mia forma arcana. Ero io, era il mio reale potere.»
«Sei in grado di controllarlo?» chiese Kalista.
«Sì, mi allenai a lungo per imparare a controllarlo e ora è totalmente sotto il mio controllo. Ovviamente la lega mi impone sigilli in modo tale che non possa usarlo sui campi di battaglia.»
«Allora... perché qui, ora, nel tuo regno, al momento del tuo massimo potere, non scateni questa potenza?»
«Kalista, noi siamo spiriti, essenze o sentenze di morte il più delle volte, non siamo fatti per provare emozioni.»
«È nella nostra natura provare emozioni, Thresh. Ci nutriamo e viviamo, per quanto immortali, di esseri che le provano e che vivono con esse.»
«Non lo nego, ma non siamo fatti per vivere le emozioni che mi provocarono questa esplosione di potere.»
Il carceriere si alzò e si incamminò verso la scogliera. «Non siamo fatti per provare amore, Kalista.»

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Capitolo 3
*** L'incontro ***


10 novembre 23 CLE

Buon giorno, signor Heywan Relivash.

Le mando questa sentinella spettrale come missiva per informarla della mia prossima venuta presso le sedi centrali della lega. Ho bisogno di discutere con lei sulla mia disabilitazione.
Ho diverse altre questioni e domande da porle. Ma ritengo sia meglio discuterne durante il nostro colloquio. La avverto che verrò scortato da una mia fidata compagna, anche lei interessata a porle delle domande.
5 giorni da oggi ci presenteremo alla lega.

Distinti saluti, Thresh il carceriere.”

La sentinella spettrale si dissolse lasciando riecheggiare nell'aria le ultime parole registrate dal carceriere.
«Hail.» Il servitore comparve come un'ombra nell'ufficio. «Mi dica signore.» «Fai in modo che tra 5 giorni Lucian giri da queste parti. Vediamo se il nostro carceriere si è allenato bene.»


Il mare scrosciava contro le coste dell'isola, acque nere portatrici di lacrime, sangue e anime. «Andiamo?» la voce secca di Kalista si perdeva sotto il rumore incessante delle onde. «Ne sei sicura?» chiese per l'ennesima volta Thresh.
«Sicura.»
Kalista si avvinghiò al braccio del carceriere, piccole fonti di luce li circondarono e lentamente i due si dissolsero. Pochi istanti dopo i due si trovarono nella hall della lega delle leggende.
Un umano alto, slanciato coi capelli raccolti e un'esile montatura metallica per occhiali poggiata sul naso si avvicino a loro.
«Io sono Heil, un ex evocate, e vostra guida nelle aree della lega. Siate pregati di seguirmi.» Thresh fece segno a Kalista di rimanere in silenzio e seguire il maggiordomo senza esitazioni.
«Il capo della lega vi attende dietro questa porta. Vi prego di non alzare i toni e portare rispetto. Nel caso non teniate considerazione delle regole date non esiteremo a intervenire.» detto ciò si congedò con uno sguardo gelido.
Thresh impose la mano sull'enorme porta e la lasciò aprire lentamente.
«Entrate.» gli intimidò Heywan.
La stanza era buia, le tende erano tirate lasciando trapelare un misero nastro di luce dal filo della finestra. A malapena si intravedevano gli scaffali stracolmi di libri sulla storia della lega e dei campioni stessi, diversi documenti coprivano ordinatamente la scrivania del capo. La mancanza di luce non dispiaceva alle due anime abituate alle isole ed entrambi sospettarono che quel trattamento fosse stato riservato per il loro incontro. Le uniche fonti di luce, oltre quella, erano le fiamme silenziose del carceriere e la sua lanterna. Il che dava un'aria molto più spettrale del dovuto al luogo.
«Buon giorno signore.» cominciò Thresh. «Come le avevo annunciato siamo qui. Mi permetta di presentarle Kalista. Abile tiratrice delle isole dell'ombra.» Kalista fece un passo in dietro quasi come per nascondersi dietro la schiena del compagno.
Heywan alzò la mano per zittirlo. «So già molto su di lei. I nostri informatori sono ovunque.»
«Non vi siete mai spinti fino alle isole.» Disse Thresh in tono seccato.
«Noi no. Ma la rosa nera sì. Ti ricordo che ospiti sulla tua isola Elise, uno dei membri principali di quella setta.»
Thresh fece per replicare ma le parole del capo lo fermarono «In più sia Shauna Vayne che Il purificatore Lucian ci sono arrivati più volte. Chi per una ragione chi per l'altra.»
«I patti della lega ci obbligano a non combattere tra di noi se non all'interno dell'istituto della guerra o delle lande. Ho la certezza che le notizie raccolte su di noi non ci nuoceranno.»
Il capo sorrise, un velo di luce verde si impose sul suo volto rivelandone i tratti giovanili ma duri. «Ma Kalista non fa parte della lega giusto?»
Thresh ignorò la provocazione e iniziò a parlare: «Anche per questo ci troviamo qui. Kalista avrebbe intenzione di entrare a far parte della lega delle leggende.»
«E con quali propositi?» chiese lui.
Kalista si avvicino facendosi illuminare dalla lanterna, i riflessi della sua armatura inondarono la stanza di riverberi verdastri. «MI piacerebbe discutere con alcuni campioni della lega.» annunciò.
«Nessuno le impedisce di farlo anche ora. I suoi impegni la tengono lontana dall'isola 8 mesi all'anno, nei restati può trovare le persone che le interessano e sistemare i conti con loro.» Il capo sapeva perfettamente degli intendi vendicativi che Kalista voleva riservare non solo ai campioni ma anche agli evocatori. «Con questi propositi non posso farla entrare nella lega, mi spiace.» concluse con un sorriso sprezzante.
Kalista non si degnò di rispondergli, si voltò e si allontanò. I lunghi capelli neri di lei presero mutevoli sfumature verdastre dovute alla luce, che li rendevano come fiammeggianti, legati per natura alle fiamme del carceriere. Thresh perse lo sguardo nell'armonia di colori che la sua luce e la chioma della compagna creavano.
«Thresh.» la voce di Heywan lo riportò alla realtà. «Hai altro da chiedermi? Sulla tua disabilitazione?»
«No.» rispose secco. «Era solo una scusa per accompagnare lei qui.» si voltò imitando la compagna e si avvicinò alla possente porta. «Lei sa che farà di tutto per uccidere gli avocatori, vero?» chiese dandogli le spalle.
«Certamente. Ma so anche chi andare a cercare a quel punto.»
«Crede davvero che Kalista lascerà tracce? Ha così poca stima delle isole?»
«Non credo che la sua compagna voglia togliersi il piacere di uccidere le sue vittime. non lascrà il lavoro ad altri.»
Thresh voltò leggermente la testa, gli occhi gli ribollivano di anime rendendoli più guizzanti e accesi. «Non sottovaluti le isole dell'ombra signor Heywan Relivash»
Uscito dalla stanza non trovò alcuna traccia di Kalista. Si permise di prendere un grosso respiro prima di riteleportarsi sulle isole.
Inspirò ed espirò profondamente diverse volte, tenendo gli occhi chiusi appoggiandosi alla porta dello studia da cui era appena uscito. Fino a che un odore non colpì la sua attenzione: «Lucian...»


«Thresh» la voce di kalista lo sveglio dal dormiveglia a cui si era abbandonato. «è arrivata una lettera dell'istituto della guerra. Mi hanno fissato una prova.»
«Mh?» Thresh ancora stordito capì a malapena le frasi della lancia.
«Ed è arrivata questa per te:» disse porgendogli una lettera con il sigillo delle usole delle ombre.
Thresh aprì la lettera con cautela e velocemente la lesse.
 

15 novembre 23 CLE

Salve, Carceriere delle ombre.


Ho deciso di tenere conto delle sue opinioni e dei suoi consigli riguardo la sua compagna. Così, le abbiamo accordato un incontro per metterla alla prova. Dovrà superare diverse prove individuali e altre sui campi di battaglia. In questi ultimi le pregheremmo di essere presente.


Cordiali saluti.

Heywan Realivash.” 

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Capitolo 4
*** La Prova ***


Kalista entrò nella stanza da sola chiudendosi le porte alle spalle. Il luogo era enorme: pareti alte 4 metri di un colore pseudo dorato che rifletteva le luci blu e rosse presenti ovunque, decorazioni scarne, qualche rappresentazione di vecchi campioni, grandi evocatori, o capi della lega deceduti. Thresh si sedette davanti alla porta su una poltrona finemente rifinita pronto alla lunga attesa che lo aspettava.

 

La stanza era buia. Kalista si muoveva bene nel buio, anzi, avrebbe preferito che la sua intera prova fosse totalmente al buio.
«Prego, si faccia avanti.»
Kalista seguì il suono della voce mentre una tenue luce giallastra inondava l'enorme stanza. Ben presto lo spirito si accorse di essere dentro una gigantesca arena.
«Nella landa.» una figura seduta a una scrivania incappucciata di viola iniziò a parlare.«ogni campione ha di base 4 abilità e una abilità passiva. Chiaramente ci sono le eccezioni, dovresti conoscere Elise. Ognuna di queste abilità può ha effetti diversi.» l'uomo fece segno a Kalista di sedersi di fronte a lei. La luce era ormai carica e intensa, come enormi riflettori posti sul soffitto.
«Preferisco rimanere in piedi.» annunciò lei.
«Come desidera. Comunque» riprese «Le prove che le sottoporremo oggi ci serviranno a capire la sua potenza, come sfruttarla, come indebolirla per equilibrarla alla lega.»
Kalista annuì.
«Inizia col rispondere a qualche domanda.»
Un'altra figura incappucciata su avvicinò alla scrivania comparendo quasi dal nulla e si sedete affianco all'altro esaminatore.
«Nome completo?» iniziò con una voce fredda, priva di cadenza e chiaramente femminile.
«Kalista.»
La figura femminile alzò leggermente lo sguardo rendendo visibile la punta del naso aspettando il resto del nome. Kalista stette immobile in attesta della seconda domanda.
«Luogo di provenienza?»
«Isole dell'ombra.»
«Rapporti di alleanza con altri Campioni?»
«Tresh, Hecarim, Khartus»
«Ragioni?»
«Mi hanno accolto nella loro famiglia, sono cresciuta con loro. Viviamo sulla stessa isola.»
«Rapporti di inamiciazia con altri campioni?»
«Twisted Fate, Cassiopeia, Hecarim, Le Blanc, Lissandra, Xerath, Zed.»
«Ragioni?»
«Sono dei traditori, voglio il loro sangue.» l'affermazione non mosse di una virgola l'evocatrice intenta a scrivere.
«Arma utilizzata?»
«Lance spirituali.»
«Ok, raccontami in poche parole la tua storia.»
«Fui umana. Venni uccisa da qualcuno che porta il sangue degli evocatori. La mia anima fu portata alle isole dell'ombra dove prese la forma che ora mi appartiene. Compio la Mietitura ogni anno attraverso la nebbia e i giuramenti di fedeltà che faccio con le vittime di assassinii ingiusti. Il mio compito è vendicare.»
«Mi basta. Puoi iniziare la prova fisica.» la donna si alzò e si dileguò così come era arrivata.
L'altro evocatore iniziò a parlare. «Verrai messa contro 5 Minion superiori potenziati. Puoi usare qualunque tecnica per distruggerli.»
Kalista annuì e sì pose al centro dell'area.
«Fate entrare gli sfidanti!» urlò l'uomo.
5 Minion superiori entrarono nell'arena, 3 per i blu 2 per i rossi.
«Via!»
Kalista scagliò la prima lancia in direzione di uno dei minion blu. Il colpo fu talmente potente da farlo cadere all'indietro.
«Meno uno.»
Kalista si scagliò sul minion affianco al caduto lanciandogli una miriade di lance ogni passo. Kalista si muoveva evitando ogni colpo degli avversari, senza mancare un colpo di lancia, con una velocità inumana persino per uno spirito.
La donna arrivò davanti al minion che lei stava torturando con le lance. Lo vide caricare il colpo e lei con un movimento fulmineo saltò alle sue spalle grazie al rinculo di una lancia ben più grande lanciata verso i nemici alle sue spalle. Poco prima di atterrare al suolo richiamò a se le lance conficcate nel nemico facendo crollare a terra pure quello.
«Meno due.»
Kalista si volto e corse in contro a suoi avversari. Ne sezionò uno sfrecciò nella sua direzione senza ricevere un graffio dai colpi nemici. Con un balzo arrivò sopra di lui e Kalista chiamò a se la nebbia oscura. Riatterò sapendo di aver confuso i suoi avversari e di avere tempo per agire. Mandò due sentinelle spettrali a perlustrare la nebbia per cercarli. Ritrovò la preda che aveva selezionato, l'ultimo minion blu rimasto nell'arena.
«Ti farò una proposta che non potrei rifiutare.» disse con una voce spettrale che si dissolse nella nebbia. Il minion fu costretto al legame con Kalista e nella sua mente apparivano le immagini che Kalista vedeva.

“Attacca!” gli urlò nella mente.
L'urlo della sentinella annunciò la posizione della prossima vittima. I due si mossero verso la direzione indicata dall'ente. “Attacca!” il minion si scagliò contro l'alleato trafiggendolo da parte a parte con una lancia d'anima, Kalista attaccò il bersaglio influendo sulla ferita già aperta. Il terzo cadde. «Meno tre.»
L'ultimo minion, forse in un atto di coraggio, forse preso dalla follia della nebbia si scaglio all'attacco contro Kalista e il suo alleato. Lei sorrise, richiamò a se il suo potere. I suoi occhi si riempirono di energia. Sollevò in aria il suo minion e lo scagliò contro l'ultimo rimasto in piedi, facendolo a pezzi. «Meno quattro.»
Kalista dissolse la nebbia e ruppe il legame con il minon, che si distrusse in mille pezzi.
«Meno cinque»
«Ottimo.» annunciò l'esaminatore. «Si faccia trovare dopomani in questa sede. Proveremo la sua potenza sul campo.»

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Capitolo 5
*** la partita ***


Benvenuti nella landa degli evocatori!
I 5 campioni vennero evocati al centro della fontana.
Kalista pose la lancia per il legame a Thresh, egli la prese e se la conficcò nel petto legando le sue anime a quelle di Kalista per tutta la durata della partita.
«Chi sono i nostri avversari?» la voce del cantore ruppe il silenzio.
«Irelia, Kha'zix, Vel'koz, Lucian, Nami.» rispose Hecarim.
“Lucian...” i pensieri del carceriere furono invase dal purificatore.
“Va tutto bene Thresh?” la voce della donna rimbombò nella sua testa.
“Il legame, sento i tuoi pensieri.”
“Lucian, Nami, sarà una lane interessante.”
“Vedremo”
Trenta secondi alla generazione dei minion!
Thresh prese uno scudo reliquia e un lume della visione e si avviò in linea, seguito da Kalista che analizzata la spada di Doran appena comprata. Thresh sorrise nel vederla così incuriosita dagli oggetti utilizzabili nella landa. “Vieni.” le fece segno di seguirla.
I due passarono dal fiume e rientrarono in linea.
«Thresh... buon giorno» la voce del purificatore lo colpì come un proiettile ma non lo scalfì in alcun modo.
«Lucian, felice di vederti. Sei stato chiamato per la prova di Kalista?»
«Esattamente, il signor Heywan Relivash teneva moltissimo alla mia presenza.»
I minion iniziarono ad ammassarsi in mezzo alla corsia. Le prime lance e i primi proiettili diedero inizio allo sterminio delle piccole creature. Nella testa di Kalista rimbombava la voce del carceriere che le deva indicazioni e consigli. Sia Lucian che Kalista si limitavano a uccidere minion senza toccarli l'un l'altra, qualche lancia o qualche raggio di luce erano l'unica cosa che differiva dalla monotonia degli attacchi base dei due campioni.
Le anime che Thresh era riuscito ad accumulare iniziavano già ad assere molto influenti sulle sue statistiche, sentiva il suo potere accrescere a ogni anima rubata ai cadaveri che si ammassavano sulla corsia. Ogni tanto ridacchiava pensando al momento in cui Lucian avrebbe tentato di attaccarlo ma i suoi attacchi, come le sue parole, non loa vrebbero scalfito.
“Thresh” la voce dell'ombra parò nella mente di lui. “a breve arrivo da voi.”
Il carceriere fece segno alla compagna di stare nelle retrovie sotto la loro torre mentre lui andava a ripulire dai lumi avversari il fiume.
Hecarim arrivò trottando con l'alabarda puntata. «Mostriamogli la potenza delle isole dell'ombra!» Si lanciò su Nami roteando l'ascia e invocando poteri oscuri per ristabilire la sua salute. Thresh lanciò la sentenza di morte sul purificatore rimasto senza difese, si lanciò su di lui chiudendolo nella scatola di morte. Hecarim fece roteare la sua ascia mentre Kalista si avvicinò al supporto avversario sfruttando la postura marziale.
Un nemico è stato ucciso.
Lucian era incastrato nelle trappole del carceriere e indebolito delle sue falciate. La scatola si dissolse, Lucian scattò verso la sua torre dominato da una determinazione inumana. Lanciò i due attacchi base sul cavalo indebolendolo e lo perforò con un raggio luminoso. Ormai protetto dalla torre Lucian sorrise, rivolto verso Hecarim ormai molto indebolito e tirando rapide occhiate a Thresh mancante di risorse e Kalista troppo lontana per fare qualcosa.
«Non ti temo Hecarim, è che mi dispiace abbattere un buon cavallo.» Lucian scaricò sterminio sul campione.
Un alleato è stato ucciso. «È finita.» disse Lucian appoggiato alla torre che lo proteggeva. Il volto di lui piegato in un sorriso sarcastico e soddisfatto.
Kalista spalancò gli occhi piena di una nuova furia, la furia vendicativa. “Thresh! Seguimi.”
La lancia si scagliò contro l'avversario colpendolo con ripetute lance mentre le falciate di Thresh lo portavano allo stremo. Kalista richiamò a sé le lance conficcate nell'uomo lasciandolo in fin di vita e in preda alla fuga.
“Lo abbiamo perso.” annunciò Thresh quasi con rammarico, sia per la vendetta sull'amico sia per aver perso l'occasione di dimostrare ancora alla nemesi la sua potenza.
“Non ancora.” Kalista smaterializzò Thresh rendendolo semplice anima. Tese il braccio e indicò Lucian in fuga. “Và!”
Il carceriere si scagliò contro il nemico. «È finita quando lo dico IO!» un'ultima falciata mise fine alla vita del purificatore.
Un nemico è stato ucciso.
L'anima di Lucian entrò nella lanterna che Thresh sollevava insieme alla falce per ritoranre alla base vincitore. Hecarim tornò alla vita congraturandosi con lui e Kalista tornata anche lei in base da poco.
“Tutto bene?” gli chiese lei.
“Per ora. Compra una Miglior compagna spada, delle pozioni di vita e un lume della visione e torniamo in linea.” Kalista seguì le indicazione del suo supporto e si apprestò a tornare in corsia.
“SENNA!” l'anima di Lucian iniziò la sua lenta reazione nel corpo di Thresh. Kalista era troppo lontana per sentire le interferenze nel loro legame ma per un attimo si voltò a guardarlo.
Thresh la raggiunse in Linea dove Lucian non aveva perso tempo nel sterminare minion.
«Thresh!» Gli ulrò quello. «Ti sei preso la mia metà migliore, ciò che rimane è un pericoloso nemico.» Due proiettili si conficcarono nelle spalle del carceriere. “Thresh!” “Sto bene Kali. Sto bene.”

Il tempo sembrò rallentare. “Lucian...” la voce femminile rimbombò nella sua testa.
“SENNA! Dove sei?” Thresh portò le mani alla testa come per placare quelle voci, mentre tutto attorno a lui si fermava.
“Sono qui, mio amato.” Urla di agonia uscivano dalla bocca del carceriere.
“Thresh...” la voce di kalista era fievole. “Thresh...” sussurrava.
“Kalista no!” sapeva che i suoi pensieri non le arrivavano, “Ti prego.”


«Che ha il carceriere?» chiese il purificatore quasi divertito dalla sofferenza provata del nemico. Hecarim si avvicinò al corpo di lui.
La partita è stata annullata. Annunciò la voce.
«Amico che hai?» Thresh respirava in modo affannoso chiuso nella sua bolla temporale. «Kalista,» l'ombra si rivolse a lei «vedi se riesci a percepire qualcosa tramite legame.» Lei annuì.
“Thresh...”
 

“Thresh...” la voce di Kalista sembrava sussurrata mentre rimbombava mischiandosi ai discorsi di Senna e Lucian.
“Kalista...” riuscì a rispondere.
Le emozioni umane della coppia si intrufolarono nel legame tra i due spettri. Le due anime colpirono Kalista trascinandola nello stesso vortice di agonia con cui Thresh conviveva.
 

«Ma che sta succedendo a quei due?» chiese Lucian irritato. Hecarim si voltò verso di lui con sguardo di morte. «Fai meglio ad andartene, e velocemente.» gli intimò.
Kalista cadde sulle ginocchia e come il compagno si portò le mani alla testa tentando in modo disperato di coprirsi le orecchie.


Le voci dei due amanti si insinuavano nelle loro menti in eterni rimbombi di promesse di amore e fedeltà.
“Thresh.” Riuscì a balbettare lei. “Kali.” rispose lui con altrettanta fatica.
“Cosa sono questi?”
“Residui, del loro amore, del loro legame che mi tormentano.”
“Cos...”
“Sento tutte le loro emozioni: la paura, la felicità, il terrore, il dolore, la furia. L'amore... Li vedo, li percepisco e li attribuisco. Li vedo su ognuno di voi. Dopo tutto, ognuno di noi ha un passato umano. Ognuno di noi ha provato queste cose, in minima parte, come scaglie di una sfera di emozioni dominata dall'odio e dalla paura per noi.”
“Quindi...”
“Da allora, le anime che prelevo dai corpi morti sono un'ennesima sfumatura della sfera emotiva che ci è stata tolta una volta diventati spettri.”
Le voci dei due amanti si facevano sempre più basse creando una stanza vuota per i pensieri dei due enti.
“Da quanto la tua natura di spettro sta venendo a mancare?”
“Anni ormai.” ridacchiò. “Ho vissuto la vita con corpo da uomo e animo da spettro e mi ritrovo ora, dopo aver superato la morte, ad essere imprigionato nel corpo di uno spettro con l'anima da uomo.”
“C'è un modo per farti tornare al tuo antico potere?”
“credevo che sconfiggere Lucian mi bastasse, ucciderlo e farlo vagare nell'agonia. Ma così non è stato.”
“Non hai mai condiviso nulla di tutto ciò?”
“Tutti alle isole conoscono questa mia debolezza. Solitamente riesco a controllarla, riesco ancora ad essere il re delle Isole dell'ombra.”
“Hai mai provato ad accettare tutto ciò?”
“No, non posso, il mio spirito me lo impedisce. Vorrei solo tornare a infliggere agonia e provare divertimento nelle sofferenze altrui senza avere rimorso di anime che ho solo privato di corpo.”
“Quando dicevi che ci vedi come emozioni, cosa intendevi?”
Lui sospirò. “Kalista, provo per te le stesse cose che Lucian prova per Senna.”
Lei stette in silenzio, lasciando che solo il rumore pesante del suo respiro si espandesse nella stanza.
“Sto male quando non ci sei, e sono come dotato di una forza maggiore quando sei vicino a me. La ricerca ossessiva che ho per te, il volerti vedere il più possibile. La vicinanza che desidero per noi, vicinanza che desidero anche fisicamente.”
Il respiro di Lei si fece affannoso.
“Non volevo trascinarti dentro tutto questo.”
 

Una nebbia oscura avvolse i due corpi senza sensi.
«KALISTA!» l'urlo dell'ombra si perse nella nebbia.
Sentinelle oscure iniziarono a turbinare attorno alla nebbia creando un vortice.
In pochi istanti la nebbia sparì, e i corpi con lei.
 

“Thresh.” la voce di Lei ruppe il silenzio. “Come hai detto, siamo stati umani, e ora siamo spettri, capaci di essere dominati da poche emozioni. Come possono essere per me l'ira e la vendetta, Per Hecarim possono essere l'orgoglio e la furia. Tu il dolore e la paura.
Thresh, abbiamo dei dominatori, ma nulla ci impedisce di provare altre emozioni.
L'umico tuo problema, ora come ora, è che il tuo dominatore è l'amore.”
“Kali...”
“supereremo questa cosa Thresh, insieme.”

La nebbia si dissolse rilevando i due corpi sdraiati e privi di sensi. Thresh riprese sensi, mugolò qualche parola incomprensibile. Tentò di sollevarsi prima di accorgersi di avere Kalista abbracciata al lui poggiata al suo petto.

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