Punti di Vista

di LadyIce9
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'origine prima dell'inizio ***
Capitolo 2: *** Lucy Barker ***
Capitolo 3: *** Sweeney Todd ***
Capitolo 4: *** I Rasoi ***
Capitolo 5: *** Adolfo Pirelli ***
Capitolo 6: *** Eleanor ***
Capitolo 7: *** Anthony Hope ***
Capitolo 8: *** Toby ***
Capitolo 9: *** Sogni vecchi, Sogni nuovi ***



Capitolo 1
*** L'origine prima dell'inizio ***


Anno 1766, Fleet Street, Londra


Era una limpida sera primaverile, il giorno in cui Eleanor Lovett incontrò per la prima volta il giovane Benjamin Barker.

Come tutte le domeniche sera da quando si era sposata con Albert, Mrs Lovett puliva, lucidava e passava in rassegna tutti i tavoli e le stoviglie dell'emporio, non senza una certa insofferenza. Detestava il suo mestiere e detestava cucinare, arte che, per altro, le era stata totalmente negata.

Finalmente era arrivata alla fine, stava lucidando gli ultimi due orpelli d'argento, quando sentì bussare timidamente alla porta.

Roteò gli occhi al cielo. Dovevano scocciarla anche di Domenica.

“Siamo chiusi” esclamò annoiata, senza distogliere gli occhi dal caldelabro a sei luci “Ripassate all'apertura, signori, domani sera cena speciale con gin e birra, vi aspettiamo...”

Madam? Perdonate madam” insistette lo scocciatore, con un tono stranamente cordiale per essere quello di un uomo “Io sono colui che lavorerà negli alloggi soprastanti, volevo solo prendere gli ultimi accordi con l'oste per i canoni di locazione”

Nellie sussultò, si era completamente dimenticata che suo marito aveva messo in affitto il secondo piano della loro abitazione.

“Perdonate voi!” disse svelta, spostandosi verso la porta e lisciandosi alla meglio i capelli ramati e cespugliosi “Albert non mi aveva avver...”

Si interruppe di soprassalto.

...tito”

Il giovane, a cui aveva appena aperto, era il più bello che avesse mai visto, e il suo sorriso il più dolce e piacevole che potesse ricordare. Non era facile incontrare un gentiluomo di tale calibro in una fogna come Fleet Street, soprattutto coi tempi che correvano.

“Non vi scusate, signorina” le rispose lui con inimitabile gentilezza, togliendosi il cappello “Ho sbagliato io a presentarmi così tardi. Vedete, io e mia moglie siamo così impazienti di sistemarci qui che non contiamo più le ore, è stata lei a pregarmi di venire da voi, ma se l'oste non è presente non voglio certo trattenermi e disturbarvi”

A Nellie morì il sorriso sulle labbra.

“Oh...” constatò con amarezza “Oh... No, nessun disturbo, signor...?”

“Barker, Benjamin Barker”

“Mr Barker” ripetè la donna, deglutendo a vuoto “Se siete così gentile da attendere, posso chiamare io l'oste e...”

“No, non vi disturbate ancora” le disse dolcemente “Parlerò con vostro padre domani mattina, lasciatelo pure riposare”

Altro sorriso di miele, altro sguardo luminoso.

“L'oste non è mio padre, mr Barker” balbettò Mrs Lovett, sentendosi arrossire come una bambina “L'oste è mio marito”

“Oh, scusate tanto!” replicò Benjamin, ridacchiando “So essere così goffo alle volte! Solo voi mi siete sembrata più giovane” fece una pausa, facendo saettare giocosamente gli occhi scuri nel retro del locale “Non fatene parola con lui, però, non vorrei che i miei canoni di locazione subissero un brusco rincaro dall'oggi al domani...”

Nellie gli sorrise appena, incantata, e lui le fece l'occhiolino, avviandosi verso la porta. Però prima di uscire si girò un'ultima volta, a guardarla.

“Non mi avete detto come vi chiamate, signora”

“Nellie... Cioè, Eleanor”

“Nellie, la mia Lucy ha circa la vostra età, sono sicuro che diventerete grandi amiche”

E dopo essersi cortesemente congedato, il giovane se ne andò, ignaro di aver appena conquistato l'anima e il corpo della moglie dell'oste.


 


 

N.D.A.

Non so cosa sto facendo.

Non so neanche se c'è ancora qualcuno in questo fandom, ma pazienza, so solo che dovevo scrivere assolutamente questa FF.

E comunque è stata colpa di una mia cara amica, è lei che alla fine del film ha detto tipo “Oh, se potessi riscrivere tutta la storia con un finale diverso, come lo farei volentieri!”, senza sapere di avere al suo fianco un'assidua fanwriter con le orecchie a cavolfiore.

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Capitolo 2
*** Lucy Barker ***


Anno 1782, Londra


Non un cliente era entrato nel suo locale, non un dannato, misero, cliente da più di tre giorni.

Da quando era scoppiata la prima Rivoluzione Industriale, la situazione nelle città e nei sobborghi era a dir poco precipitata: I quartieri londinesi erano malsani e malfamati, segnati dalla sporcizia e dagli scarichi fognari, dalla povertà e, soprattutto, dalla criminalità.

Fleet Street in particolare, vantava il più alto tasso di furti, sparizioni, omicidi e stupri, e come se non bastasse, era accerchiata da tre grandi fabbriche che emettevano di continuo gas di scarico tossici e nocivi. L'umanità disperata e incattivita dagli spietati meccanismi produttivi e dal ritmo di lavoro incessante aveva di sicuro poca voglia di uscire a mangiare fuori, e Mrs Lovett aveva incassato il colpo mosciamente. Con Albert era tutto più facile, lui adorava cucinare, era portato e proveniva da una famiglia di locandieri che per generazioni non aveva fatto altro che sfornare e mangiare pasticci, e, sicuramente, la sua stazza ne era la riprova. Il cibo stesso l'aveva mandato all'altro mondo, per il tramite di una grave quanto sconosciuta forma di epatite, miseramente e inaspettatamente.

E Mrs Lovett, di questa precoce dipartita, non ne aveva fatto certo un dramma... Gli voleva bene, niente da dire, ma come si può voler bene a un vecchio zio noioso e brontolone. Non l'aveva mai amato davvero, e sposarlo fu una scelta dettata dalla necessità e impostale dai suoi genitori, alla quale non aveva potuto ribellarsi, ma neanche voluto. Sapeva che Albert era un buon uomo, ma soprattutto sapeva che aveva danaro, cibo e un tetto sopra alla testa, tutte cose più che sufficienti per ritenersi soddisfatti.

Mentre ripensava al defunto marito, Nellie uscì dall'emporio per buttare l'ennesimo sacco di pasticci rinsecchiti e, come si girò per rientrare, si trovò faccia a faccia con la folle mendicante che le dava il tormento ogni giorno. Trasalì dallo spavento.

Sta arrivando!”

Nellie la guardò annoiata

“Oh, levati dai piedi” le disse sgarbatamente, spintonadola dal lato opposto “Lasciami in pace una buona volta, sciò!

“Sta arrivando!” ripetè infoiata, con lo sguardo azzurro e delirante “Sta arrivando! Sta arrivando!!”

“Chi sta arrivando, di grazia?”

La donna bionda non le rispose, ma si limitò ad abbassare lo sguardo, in modo quasi normale, consapevole. Mrs Lovett la guardò curiosa, attirata da quella strana reticenza.

“Chi sta arrivando?” ripetè, con voce di scherno “Il tuo cervello, Lucy?”

“Strega! Strega! Sei una strega!!”

“Oh, sono anche peggio” ghignò, rientrando in casa “Buona notte cara, e per piacere smettila di sbraitare, che mi fai scappare i clienti”

“Strega del diavolo! Strega! Le fiamme...”

Mrs Lovett si chiuse la porta alle spalle, a chiave, cosicchè gli urli esasperati dell'altra fossero solo echi ovattati e confusi.

L'odio che provava per quella donna era soffocante, doloroso quasi, eppure si ritrovava a passare con lei più tempo che con qualsiasi altro. Spesso le dava anche degli avanzi dell'emporio, dei pasticci rimasti invenduti e del pane secco, ma mai era riuscita a provare pena o tanto meno compassione per quella dama caduta in disgrazia. Aveva sofferto troppo a causa sua, l'aveva troppo invidiata e detestata, anni addietro, per poter fare la buona samaritana.

Lucy Barker infatti, impersonava e possedeva tutto ciò che lei, Nellie Lovett, aveva da sempre desiderato, ma mai avuto: Una bellezza eterea e delicata, una figlia incantevole, tanti soldi, tanti abiti, tanta stima e tanto lui, l'uomo che aveva amato fin dal primo incontro: Benjamin Barker. Un uomo piacevole e gentile, sempre sorridente, sempre cortese e garbato, carezzevole sia nei modi che nello sguardo... L'esatto contrario di tutti i cafoni violenti e maleodoranti con cui Mrs Lovett aveva a che fare ogni santo giorno alla locanda.

Ed era bello, oltretutto.

Peccato però che fosse perdutamente innamorato di sua moglie e, l'anno dopo, anche di sua figlia, Johanna. Non vedeva niente e nessuno al di fuori di loro due, e Nellie per lui era sempre stata come un'ombra, una donna come tante altre da salutare gentilmente alla mattina o con cui scambiare due parole alla sera sul tempo o sul lavoro. Però, malgrado questo, i due anni che Mrs Lovett passò in sua compagnia furono in assoluto i più belli e felici della sua vita. Solo l'idea di poterlo salutare e di ricevere uno dei suoi sorrisi, bastava per farla svegliare all'alba e farle aprire il locale due ore prima del consueto.

Non si può pertanto spiegare il dolore lancinante che provò, quando Benjamin fu accusato ed esiliato in una colonia penale a scontare un crimine che non poteva aver commesso. Le era caduto il mondo addosso, avrebbe preferito andarci lei nella colonia, piuttosto che restare in Fleet Street con Albert e i suoi stupidi pasticci.

E ora, passati più di quindici anni dall'accaduto, lei continuava a vivere la sua vita con inerzia e disillusione, aprendo bottega ogni giorno e cucinando i pasticci di Albert, come tutti si aspettavano che facesse. Non pensava mai a Ben, un po' perchè il tempo aveva sopito il suo sentimento, un po' perchè il suo ricordo era ormai tanto sbiadito che, se non ci fosse stato ciò che restava di Lucy Barker, si sarebbe anche domandata se Benjamin fosse realmente esistito.

Lucy infatti passava tutto il suo tempo davanti all'emporio di Nellie, acciambellata sul suo pianerottolo, e quest'ultima faceva il minimo indispensabile per mantenerla in vita. Nellie infatti ricordava bene il giorno in cui la rivide, dopo quasi sei mesi dall'arresto del marito, e ricordava come l'avesse riconosciuta subito, malgrado le vesti stracciate e il viso deformato dalla pazzia.

Però, per una qualche ragione, non aveva voluto denuciarla al terribile manicomio di Londra, forse per amore di Benjamin, ma non per questo l'aveva accolta in casa sua. Sapeva della sua storia, di come era stata stuprata dal giudice Turpin e di come quest'ultimo si era auto-nominato tutore della piccola Jhoanna, ma ciò non riuscì a intenerirla. Anzi, arrivò a detestarla ancora di più, dandole la colpa dei loro destini e di quello di Benjamin.

L'odiava, però non era riuscita a scacciarla, né a ferirla o a lasciarla morire.

Tant'è che a volte, quando la temperatura scendeva sotto lo zero, la faceva perfino entrare nell'emporio e le stendeva una tovaglia per terra, in una sorta di cuccia. E lei restava lì, incredibilmente zitta e ferma.

Lucy, infatti, non solo era l'unica testimone vivente dell'esistenza di Benjamin, ma era anche colei che aveva condiviso e che condivideva quotidianamente il suo dolore, forse in modo ancora più straziante, come una sorta di compagna di guerra, seppur dell'esercito opposto...

Mrs Lovett fece un sospiro pesante, iniziando a pulire il bancone da lavoro con uno straccio, imponendosi di non ripensare al passato. La sua vita era già così deprimente e insulsa che sprecare tempo a ripensare ai fatti passati era una vera follia. Tanto valeva lamentarsi del presente, sarebbe stato più logico.

Lei infatti era sola, e l'unica compagnia che aveva era costituita da una povera pazza che da giorni preannunciava l'arrivo di chissà quale chimera.

Non poteva certo immaginare che c'era qualcuno che stava arrivando per davvero, nascosto sopra una grossa nave mercantile...


 

N.D.A

Grazie per aver letto, non mi aspettavo un numero così elevato :)

In questo capitolo come nel primo mi sono lasciata trasportare dalla fantasia, anche se mi piace credere che le cose siano andate veramente così... In fondo, perchè Lucy non è finita nel manicomio come tutte le pazze del tempo?? Ci sarà pur un motivo... ;)


 


 


 

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Capitolo 3
*** Sweeney Todd ***


Da giorni Nellie non vedeva più Lucy Barker.

La donna era sparita nel nulla, in concomitanza con l'arrivo di tre grosse navi mercantili, giù nel limitrofo porto di Londra.

Nellie, il cui pessimismo cronico non conosceva confini, se l'era già immaginata in fin di vita sulla battigia del Tamigi, magari stuprata da uno dei marinai appena sbarcati, o picchiata da qualche cortigiano.

Non che fosse preoccupata, certo, però la cosa la impensieriva...

In quindici anni Lucy non si era mai allontanata per così tanto tempo dall'emporio di pasticci, e se nella stagione estiva si limitava a girovagare lì nei paraggi come un'anima in pena, in quella invernale non si staccava un momento dal pianerottolo di Nellie, la quale ormai si era abituata ad averla fra i piedi.

Che sia morta?” si domandò Mrs Lovett con la scopa in mano, in un vano tentativo di migliorare le pessime condizioni igenico-sanitarie del locale “Ma no, lo avrei saputo... La signora Bennet me l'avrebbe già detto sicuramente, quella vipera sa sempre tutto”

Mollò la scopa e tornò al bancone, inquieta. Tirò fuori la farina e un impasto stantio, e cominciò a tirare la sfoglia con movenze lente e animo depresso.

Se almeno ci fosse uno straccio di cliente a distrarmi...” pensava, mentre colpiva la sfoglia con colpi secchi e ripetuti “Ma come biasimarli? Questa roba è a dir poco disgustosa. Forse se usassi anch'io i gattini...”

Improvvisamente, dopo un momento incalcolabile, la porta si aprì.

Un uomo alto e sulla quarantina era appena entrato nel locale, con in volto un'espressione tesa. Era pallido e scarmigliato, e, dalle occhiaie nere che aveva sotto gli occhi scuri, si poteva tranquillamente dire che non avesse dormito per almeno tre notti di fila.

Appena lo vide, Mrs Lovett ebbe quasi un mancamento.

“Un cliente!” si lasciò sfuggire, incredula, portandosi una mano alla bocca. In men che non si dica si precipitò da lui, che di tutta risposta indietreggiò verso l'uscita.

“Perchè tutta questa fretta?” gli disse esaltata, dopo che lo ebbe spinto a sedere “Avrete fame, immagino? Ma certo che ne avrete!” sorrise, tornando al bancone, in tempo per colpire con il matterello un grosso scarafaggio che zampettava nella farina.

“Che cosa gradite? Un pasticcio? Scusate, ho la testa un po' altrove, non vedevo un cliente da settimane, ci evitano come la peste”

Nellie gli sorrise incoraggiante, ma l'uomo non rispose. Rimase imperturbabile a guardarla, con il volto scuro e accigliato. Malgrado l'espressione poco piacevole, la donna non potè fare a meno di notare di quanto il suo viso fosse bello e...Famigliare.

Ma soprattutto bello.

“Volete anche una birra?”gli domandò gentilmente, mettendogli sul tavolo un pasticcio grigiastro e per nulla invitante. Ancora una volta, il nuovo arrivato non rispose, e ancora una volta Nellie lo prese come un sì. Quando poi lo vide afferrare il pasticcio e addentarlo, rimase stupefatta.

Deve avere molta fame...” pensò con il boccale in mano, incantandosi a guardarlo “Magari è straniero... E che bei capelli folti e scuri, se non fosse così pallido sembrerebbe latino...Che sia italiano?”

L'uomo però fece una chiara smorfia d'orrore e sputò senza tante cerimonie il boccone sul piatto, riportandola sulla terra.

Ah, ecco...”

“Badate, signore, non vi biasimo” soggiunse Mrs Lovett, per nulla offesa “ Questi sono probabilmente i peggiori pasticci di Londra... Del resto sono io che li preparo, no? So perchè nessuno li compra, sono disgustosi. Avanti, signore, ammettetelo anche voi, non così stupida da offendermi...”

Il suo interlocutore non rispose neanche questa volta, gli occhi scuri e profondi erano fissi su di lei.

“Bevete questa, vi pulirà la bocca” continuò ancora -l'agitazione le muoveva la parlantina-

“Io almeno non sono così vile come certi altri, che gioiscono nel trovare le carcasse degli animali morti... Gli affari della signora Mooney vanno a gonfie vele, ma nessuno si è mai domandato come mai i gatti del quartiere siano tutti spariti. Sa dove sono finiti tutti i gatti, signore? Nel suo ripieno. Dare da mangiare gattini indifesi alla gente...” continuò a parlare a caso, nervosa, sentendosi il suo sguardo addosso “Mi dà il voltastomaco, io personalmente non lo farei mai. E poi i gatti sono svelti, come avrà fatto ad acciuffarli? Ah, certo che questi sono tempi duri, signore, si ricorre a tutto. Tempi duri, soprattutto per me, che sono una donna sola...”

Lo guardò di sottecchi. Malgrado non l'avesse mai visto bazzicare per Fleet Street, quell'uomo le era dannatamente famigliare. Quegli occhi scuri, quel fisico asciutto... Poi, le venne il dubbio. Possibile che fosse...?

No, che sciocca, sto diventando peggio di Lucy” pensò, piegandosi appositamente sul bancone per dar risalto alla sua profonda scollatura“Non può essere Ben, non può aver già finito di scontare la sua pena... A meno che...”

“Venite, signore, vi offro un bicchiere di gin” esclamò seria, spostandosi verso di lui e alzandolo dalla sedia “È il minimo che posso fare, non trovate?”

L'uomo non oppose resistenza e si lasciò condurre nel retro, verso il salotto della sua casa. Nellie non sapeva perchè, ma sentiva che poteva fidarsi di lui: Le era troppo famigliare, sembrava il testimone passato di un sogno felice. Mai avrebbe condotto un perfetto estraneo in casa sua, in altre circostanze. Se poi era davvero Benjamin...

“La stanza sopra all'emporio è vostra?” le parlò per la prima volta, con tono distaccato “Sono tempi duri, perchè non la date in affitto?”

Come fa a sapere che c'è una stanza sopra all'emporio?”

“Sì è mia, ma non ho mai pensato di metterla in affitto...” gli rispose flebile, mentre corroborava l'ipotesi di poco prima “Anni fa sono successe cose terribili, in quella stanza” cominciò circospetta “C'era un barbiere e sua moglie, e lui era...- arrossì - Era bellissimo, un vero artista della lama, ma improvvisamente, la guardie penali lo strapparono via dalla sua vita e da sua moglie, povera stella, accusandolo di un crimine che, sono sicura, non aveva commesso... Io lo conoscevo...”

L'uomo si sedette su una poltrona, chiaramente sconvolto, il volto ridotto a una maschera di sofferenza. Fu in quel momento che Mrs Lovett capì chi aveva davanti. Era proprio lui, Benjamin.

Fu investita da un maremoto di emozioni variegati ed esaltanti, come non le era mai successo da quindici anni a questa parte. Si sforzò di trattenere le lacrime, Benjamin era tornato da lei, confuso e spaesato, bello come non mai e bisognoso di cure. E, soprattutto, questa volta non c'erano perfette mogliettine bionde tra i piedi.

“E che fine ha fatto la... Sua moglie?” le domandò tremulo, abbassando lo sguardo su di lei, che gli si era chinata di fronte, ai suoi piedi.

“Non una bella fine, e francamente non credo che lo vogliate sapere” gli appoggio entrambe le mani sulle ginocchia, trattenendosi da un contatto maggiore “Bevete un altro po' di gin, caro...”

“No, insisto! Cosa le è successo?”

Nellie alzò gli occhi al cielo. Era senza dubbio Benjamin.

“Conoscete il giudice Turpin?”

“Sì...”

“Ecco, egli si innamorò perdutamente di quella dama, povera stella, e dopo che mr. Barker venne arrestato, lui... La prese” fece una pausa, il tempo che bastò per afferrargli dolcemente una mano “Con la forza...”

“NO!” urlò l'uomo, alzandosi in piedi sconvolto “NO!! Non può essere! Non può averlo fatto!”

“E invece l'ha fatto, mio caro...”

“Possibile che nessuno abbia avuto pietà di lei? Lucy...”

“Oh, io ne ho avuta” mentì Nellie prontamente, guadagnandosi di nuovo la sua attenzione “Io ne ho avuta, mio caro, solo che il dolore e la vergogna furono per lei così insostenibili che la poverina preferì suicidarsi, avvelenandosi con dell'arsenico...” -fece un sospiro teatrale- “ Quando sono arrivata era già troppo tardi e non ho potuto fermarla, povera stella... E ora Turpin ha sua figlia, una giovinetta che non ho ancora avuto il piacere di vedere. Dicono che il giudice la tenga segregata in camera, ma è solo una voce, Londra è piena di dicerie...”

Lo guardò dal basso, mentre camminava inquieto per la stanza. Non c'era traccia dell'uomo dolce e premuroso che ricordava, eppure era lui, ne era sicura. Si alzò in piedi per raggiungerlo, ma lui si voltò verso di lei con fare minaccioso, tremebondo.

“Quindici anni” le sibilò cruento, così intensamente da farle accapponare la pelle “Quindici anni ho vissuto in quell'inferno, quindici anni ho patito per un crimine che non avevo commesso, con la sola speranza di tornare a casa e poter riabbracciare mia moglie e mia figlia e ora scopro che...Che...”

“Allora siete proprio voi?” gemette Mrs Lovett, interrompendolo “Siete voi, Benjamin Barker...”

“No, Barker è morto” le ringhiò cupo, con le labbra contratte in una smorfia di rabbia “Ora sono Todd, Sweeney Todd, colui che avrà la sua vendetta!”

Nellie lo guardò smarrita, cercando di trattenere un sorriso inopportuno. Barker o Todd che fosse, a lei andava più che bene.


 


 


N.d.a.

Ciao, scusate l'attesa! :)

Qui non ho molto da dire, come avete notato ho saltato volutamente la scena iniziale di Sweeney e Anthony sulla nave, proprio perchè il punto di vista è quello di Nellie e perchè non è così tanto interessante, sinceramente.

Sappiate che ho fatto una fatica sovraumana a non scrivere “ad Azkaban”, quando Sweeney dice che è stato 15 anni in galera xD... Ahaha, Sirius docet ;)

Grazie infinite per le recensioni e per chi legge, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che mi lascerete due parole :)

A presto,

LadyIce


 


 


 

 

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Capitolo 4
*** I Rasoi ***


Dopo quel primo e inaspettato incontro, passarono ben tre giorni prima che Mrs Lovett potè rivedere Benjamin... o meglio, Sweeney.

Infatti, conclusa quella promessa di vendetta, l'uomo era subito uscito dall'emporio a passi svelti e impetuosi senza degnarla di uno sguardo, sparendo nel nulla come una nuvola di fumo.

E, come se non bastasse, anche quella poverina di Lucy Barker continuava a non farsi vedere, inghiottita anch'ella nelle viscere della città.

In quei tre terribili giorni, il pessimismo macabro di Nellie raggiunse il suo culmine: Aveva immaginato Sweeney impiccato su un albero, precipitato in un burrone, congelato dal freddo, malmenato da una banda criminale, o, infine, appeso per il collo per aver stupidamente tediato il viscido giudice Turpin.

Ma la prospettiva peggiore era sicuramente un'altra: Lucy.

Nellie si diede più volte della cretina. Perchè gli aveva detto che era morta? Non poteva dirgli che non la conosceva e che non sapeva che fine avesse fatto? In fondo sarebbe stata una scusa plausibile...

Non poteva capacitarsi di aver commesso un errore simile. E se Ben... Sweeney in quei tre giorni l'avesse incontrata e l'avesse riconosciuta? Cosa si sarebbe inventata questa volta?

Ma soprattutto, sarebbe sopravvissuta alla vista di quei due di nuovo insieme e innamorati? Convenne di no.

Va a finire che l'arsenico lo prenderò io...” Pensò, mentre si preparava per uscire a cercarlo per l'ennesima volta.

Il freddo umido e grigiastro di Fleet Street la pervase fin nelle ossa, e la gente schiva e sospettosa non contribuì certo ad aiutarla. Infatti non trovò né lui né Lucy, come era prevedibile. In fondo era come cercare un ago in un pagliaio, senza un mezzo di trasporto Londra era a dir poco immensa, per non parlare delle navi che approdavano e salpavano in continuazione dal porto.

Non posso averlo perso di nuovo”pensò disperatamente mentre tornava indietro “Non ha denaro, non ha cibo, non può sopravvivere là fuori! È tutta colpa mia, se non gli avessi detto di Lucy...”

Ma per fortuna, la sua angoscia durò poco.

Sweeney Todd infatti ritornò da lei quella stessa notte, bianco e tetro come un fantasma, e non ebbe certo la premura di non svegliarla. Bussò con forza martellante sulla la porta a vetri dell'emporio finchè non la vide arrivare in vestaglia e scarmigliata, ma con gli occhi castani vigili e spalancati.

Nellie infatti non stava dormendo e quando lo rivide provò una gioia tale che dovette frenarsi dal piangere come una bambina.

“Oh, caro!” gli disse emozionata, aprendogli subito la porta “Siete tornato! Non potete immaginarvi come sono stata in pena, vi ho cercato dappertutto, ho temuto che...”

“Dovete affittarmi il secondo piano” la interruppe freddo, con un tono che non ammetteva repliche “Era il mio salone da barbiere. Esigo ritornarci.”

“Ma certo, caro, tutto quello che vorrete” gli rispose lei, cingendogli un braccio “Ma adesso venite a scaldarvi, sarete congelato...”

“Ho vissuto quindici anni al gelo, Mrs Lovett” le rispose brusco “Non sarà certo l'umidità di questa città ripugnante a raffreddarmi”

Nellie annuì, sconvolta. Rivedere il suo Ben così cambiato, così pervaso dall'odio e dal dolore, la lasciava allibita... Ma poi, riflettendoci su, si rese conto che era il minimo che potesse accadergli.

La vita era stata crudele con lui, non poteva certo pretendere che il mite e gioviale Benjamin fosse rimasto inalterato nella sua integrità. E comunque, malgrado questo cambiamento radicale, i suoi sentimenti per lui si erano ridestati ugualmente, forti della consapevolezza che questa volta non ci fossero più nè Lucy nè Albert a ostacolarli.

E poi, a dirla tutta, per lei questa versione tenebrosa e tormentata di Benjamin era ancora più allettante di quella docile e gioviale...

“Conducetemi nel mio locale, voglio rivederlo”

“A quest'ora?” gli rispose ancora attontita “Non è meglio aspettare l'indomani?”

“No, voglio vederlo adesso”

C'era dell'impazienza nel suo tono, e la donna preferì non contraddirlo. In fondo era quasi l'alba e c'era già uno spettro di luce sufficiente per poter vedere.

“Certo, tesoro” gli rispose infatti “Niente è cambiato da quando vi hanno portato via, io non ho toccato nulla...”

Salirono velocemente le scale esterne che portavano al vecchio salone di Barker, e Nellie lo precedette, saltellando sui gradini con la vestaglia alzata per non pestarla.

“Su, entrate” gli disse dopo aver aperto la porta “Non c'è nulla da temere, caro”

Lui entrò titubante, e per un momento i suoi occhi scuri e tempestosi si fecero tristi, quasi impauriti.

Il salone era totalmente amuffito e impresentabile.

La carta da parati era divelta, e le grosse macchie di umidità sul muro rendevano il tutto ancora più triste e trascurato. Ma una cosa in particolare attirò la sua attenzione, ossia i resti di una piccola culla al centro della sala, coperta per metà da un telo ingrigito.

Mrs Lovett lo guardò attentamente mentre toglieva il telo e afferrava una di bambola di pezza, cenciosa e malridotta. Avrebbe voluto dirgli qualche parola di conforto, ma non le venne in mente niente di lontanamente appropriato, e poi aveva ben altro che poteva tirargli su il morale...

È il momento, con questi mi adorerà” pensò estasiata, piegandosi sulle ginocchia e alzando un listello dal pavimento di legno. Tirò fuori dal buco una sacca di velluto rosso e da essa un astuccio di legno pregiato, che per tanto tempo aveva conservato come un piccolo cimelio, in segreto e lontano da tutti. Mai aveva pensato di venderlo: neanche morta si sarebbe separata dall'unico ricordo materiale che la legava a lui e che non fosse una moglie impazzita.

Pulì con un movimento secco la sacca dalla polvere e notò subito che anche lui si era piegato alla sua altezza, tanto vicino che sentiva il suo respiro accelerato sulla pelle. Cercò di rimanere impassibile, ma dentro di sé pregustava già il sapore della sua riconoscenza...

“Quando arrivarono a prenderti li nascosi” gli disse con voce roca, porgendogli l'astuccio in modo da sfiorargli la mano “Potevo venderli, ma non l'ho fatto...”

Non appena Sweeney l'aprì, una decina di lame lucenti e affilate si stagliò alla vista della donna, erano rasoi letali ... ed eccitanti. Guardò ipnotizzata la sua mano mentre li accarezzava uno ad uno, delicatamente, desiderando ardentemente di essere al posto loro.

“Quei manici sono in argento cesellato”

“Argento, sì...” sussurrò lui assorto, prendendone uno con una lentezza esasperante. A quella mossa Nellie deglutì a vuoto, senza riuscire a staccare gli occhi dalle lame. Possibile che era ridotta così male da farsi eccitare in quel modo per dei rasoi?

“Questi sono i miei amici, Mrs Lovett” lo sentì accennare, con quella sua voce virile e profonda “I miei unici e fedeli amici, guardate come splendono”

“Sì” gli rispose accaldata, allungando involontariamente il collo verso di lui “Oh, Mr Todd, non sono...”

Ma l'uomo si alzò in piedi con un movimento fluido, incurante di lei, e sollevò un rasoio alla luce della finestra, come se fosse una torcia vittoriosa.

“Amico mio, ora sono tornato” esclamò al rasoio, con il volto acceso di una follia epifanica “ Come sei caldo nella mia mano... Presto gronderai rubini e conoscerai mille splendori, amico mio, amici miei...

“Anche io sono vostra amica, Mr Todd” soggiunse Nellie a metà tra il trasognato e l'implorante “Ho sempre avuto un debole per voi...”

Ma fu come se non avesse parlato. L'altro infatti non si girò neanche, era troppo impegnato ad ammirare i suoi 'amici' per accorgersi di lei e del suo turbamento interiore. Si spostò rapido dall'altro capo della stanza e si inginocchiò con due rasoi alla mano e la stessa espressione ammaliata di prima.

“Riposate miei fortunati amici, abbiamo tanto lavoro da sbrigare, io e voi” continuò a parlare agli utensili “Ma vi giuro, i miei giorni saranno i vostri giorni...”

Nellie a quel punto avrebbe voluto strapparglieli di mano.

Perchè non la degnava di uno sguardo? Era merito suo se aveva di nuovo quegli affari, era lei che li aveva custoditi con amore per tutti questi anni, era lei che doveva ringraziare e guardare in quel modo, non loro! Però non si diede per vinta: era abituata a lottare per raggiungere quello che voleva, la vita non le aveva mai regalato nulla.

Si mosse cauta verso di lui e si inginocchiò alle sue spalle, tanto vicino da sfiorargli i capelli con il naso. Inspirò il suo profumo- lo stesso di Benjamin- e gli mise una mano sulla spalla.

“Potete vivere qui, tesoro” gli sussurrò flebile, guardandosi riflessa nella lama lucente “Sentite, anche voi siete caldo nelle mie mani...”

Finalmente Todd si riscosse da quell'incanto e si accorse di lei. Girò appena il volto verso il suo, tanto da farle credere che volesse baciarla, una bellissima illusione, peccato però che durò solo pochi attimi...

“Lasciatemi” le disse infatti, con quel suo tono distaccato e un po' smarrito, e lei a suo malgrado gli obbedì, alzandosi in piedi e uscendo fuori.

Non era mai stata così eccitata in vita sua.


 


 


 


 

N.D.A

Ciao! :)

Intanto grazie di cuore a tutte per le recensioni che mi avete mandato, ieri è stata una bellissima sorpresa! Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, io personalmente mi sono divertita molto a scriverlo (Nellie mi sta troppo simpatica! xD) e mi farebbe piacere sapere se è stato così anche per voi!

Auspico di aggiornare prima della prossima settimana, magari entro mercoledì prossimo (o magari prima, chissà...)

Grazie di nuovo,

LadyIce


 


 


 

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Capitolo 5
*** Adolfo Pirelli ***


Finalmente, il mio braccio è di nuovo intero!”



Mrs Lovett aveva un brutto, bruttissimo presentimento.

Quella frase che aveva sentito dire da Mr T continuava a risuonarle nel cervello come una sirena d'allarme, avvisaglia di brutti presentimenti.

C'era stato qualcosa di inesorabilmente sbagliato e perverso nel modo in cui Sweeney aveva guardato e maneggiato i suoi rasoi, qualcosa di oscuro e indecifrabile, che avrebbe fatto scappare chiunque a gambe levate.

Ma Nellie Lovett non era chiunque, soprattutto quando si parlava Benjamin Barker.

Malgrado avesse colto tutta la portata omicida delle sue parole, lei era rimasta lì con lui, felice come non lo era mai stata in vita sua. Non le importava niente se Sweeney avesse finito per uccidere un qualche malcapitato, in fondo a Londra la gente spariva e moriva tutti i giorni, uno in più non avrebbe sortito alcuna differenza. E poi lui era Benjamin, questo bastava.

Mentre pensava così, Sweeney comparve dietro alle sue spalle. Aveva un abito diverso e i capelli meno scomposti del solito, ma l'espressione era sempre la stessa, fosca e depressa... Adorabile.

Nellie non potè non sorridere. Era riuscita a convincerlo ad accompagnarla al mercato di Londra, e lui si era cambiato d'abito e preparato per l'occasione, come un vero gentiluomo.

Proprio come faceva per Lucy...” pensò estasiata, crogiolandosi nelle sue stesse elucubrazioni mentali.

Appena iniziarono a marciare, Nellie spinse Sweeney dal lato opposto della strada, per evitare i cantucci e i vicoli normalmente frequentati da Lucy.

Camminarono più del dovuto, e per quasi tutto il tragitto Mrs Lovett tacque, indecisa se porgli o meno una domanda che l'aveva assillata da quasi quindici anni. Alla fine, la sua curiosità e il suo coraggio ebbero la meglio.

“Perdonate se ve lo chiedo, caro...” esordì timidamente, mentre si addentravano nell'affollatissimo mercato “Spero di non risultare inopportuna, ma ero curiosa di sapere se voi vi siete ricordato di me, il giorno in cui siete tornato...”

Sweeney si girò verso di lei, e per un momento i loro occhi si incrociarono. Ma nessun sentimento era trapelato da quella maschera di cera, neanche di sorpresa.

“No. Perchè, avrei dovuto?”

“Oh no, no caro” replicò subito Mrs Lovett, nascondendo la delusione dietro a un sorriso forzato “È comprensibile, avrete avuto ben altro a cui pensare. La mia era solo curiosità”

Detto questo abbassò lo sguardo, cessando di sorridere. Malgrado si aspettasse una risposta del genere, c'era rimasta comunque molto male. Si era sempre chiesta se Benjamin, ovunque fosse, le avesse riservato anche un solo minuto dei suoi pensieri, dato che lui era stato per parecchi anni il protagonista dei suoi.

Gli strinse più forte il braccio, imponendosi di non pensarci. Ora lui era tornato ed era lì, accanto a lei, e questo era ciò che contava davvero, il resto erano tutte chiacchiere...

Imparerà ad amarmi...” pensò convinta, mentre oltrepassavano i primi banchetti “Solo l'unica persona che gli è rimasta, non potrà farne a meno. Gli serve solo del tempo, non posso pretendere che accada subito”

Sorrise di nuovo, rincuorata dai suoi stessi pensieri. Lui aveva bisogno di tempo e lei aveva imparato ad aspettare, erano perfetti.

“Ora stiamo per arrivare, tra poco lo vedrai” soggiunse calma “Viene qui tutti i giovedì. È italiano e molto popolare, e tutti lo considerano il miglior barbiere di Londra, ma io ho i miei seri dubbi. Per me è solo un pallone gonfiato”

Sweeney annuì appena, impegnato a guardarsi intorno con un cipiglio serio e disgustato. Nellie si chiese se era Londra a ripugnarlo così, o se quella era diventata la sua normale espressione facciale... In fondo, una cosa che più ricordava di Benjamin era proprio il suo essere sempre sorridente e di buon umore, pronto al dialogo e allo scherzo anche dopo una faticosa giornata di lavoro. L'esatto contrario di Sweeney Todd, insomma.

“Pirelli?” pronunciò Sweeney, leggendo l'insegna posta nella baracchina colorata e semimobile davanti ai suoi occhi “È questo il suo nome?”

“Sì, lo conoscete?”

L'uomo scosse la testa, guardando irritato la folla cospicua che si era radunata intorno al palco della baracchina. Nellie lo trascinò più vicino, attenta a non mollarlo un istante. Stare a braccetto con lui era una cosa a dir poco soddisfacente, e si ritrovò a sorridere più volte in risposta alle occhiate sbalordite che le lanciava gente, soprattutto a quelle delle sue amiche, che fissavano prima lei e poi Sweeney con fare interdetto.

Sì, è proprio come sembra, Mrs Grant” ridacchiò fra sé, dopo aver salutato la sua coetanea con un cenno del capo, non ricambiato “È inutile che fate finta di non vedermi...”

Quando però si girò dall'altra parte e scorse la figura tarchiata del messo Bamford, lo storico tirapiedi di Turpin, il sorriso le morì sulle labbra. Bamford infatti era colui che quindici anni fa aveva scortato Benjamin sia in tribunale e che sulla nave diretta nelle carceri australiane, per il tramite delle guardie giudiziarie... Non poteva certo sperare che lui l'avesse dimenticato.

E infatti, in meno di un secondo Sweeney Todd si era portato la destra alla cintola, velocissimo, nel punto in cui erano appesi due rasoi, con fare inequivocabile. Per fortuna la donna se ne accorse in tempo.

“Fermo!gli sussurrò infatti, bloccandogli nervosamente la mano “Fermo! Che cosa credete di fare? Siamo al mercato, santo cielo, volete che ci appendano per il collo!?”

Todd continuò a fissare il messo, ma, con immenso sollievo di Nellie, le obbedì e rilassò i muscoli, lasciando i rasoi al loro posto. Ci mancava solo un omicidio al mercato e poi erano a posto, altro che arsenico...

Intanto, nel teatrino semi mobile di Pirelli, era uscito da dietro le quinte un bambino cencioso di circa di dieci anni, con in testa un berretto da cui spuntavano fitte ciocche platinate. Dopo aver dato una rapida occhiata, cominciò a dar spettacolo:

Buon giorno, signori, buon giorno!!” gridò alla folla, dall'alto del suo palcoscenico “Venite, signori, venite! Venite a sentire i prodigi dell'elisir miracoloso di Mastro Pirelli, signore e signori!”

Come un branco di pecore al pascolo, la gente si accalcò curiosa tutta in un solo punto, e il bambino inziò a cantare le lodi di questo elisir, con voce alta e accattivante, attirando sempre più pubblico intorno.

Povero pulcino” pensò Nellie dentro di sé, mentre lo guardava con scetticismo “Chissà quante angherie sarà costretto a subire...”

“Cos'è questo intruglio puzzolente?” domandò Sweeney a voce alta, non appena riuscì a impossessarsi della boccetta gialla paglierino “Piscio, forse?”

Ora, la gente era voltata verso di lui, come a comando.

“Sì, sembra proprio piscio!” lo appoggiò Nellie con fare disgustato, urlando a sua volta “Odora di- Uff! Madam, io non lo toccherei se fossi in voi...”

“Signore e signori! L'elisir è ciò che di più raro e miracoloso che esista, signori!” urlò il bambino a squarciagola, lanciando un'occhiataccia ai due e riprendendosi il suo pubblico “Non perderete più un solo capello, dovrete tagliarli ogni settimana, signori! Giudicate voi stessi!”

Detto questo, il ragazzino si tolse il berretto con una mossa teatrale e sfoggiò una chioma lunga e biondo platino, lasciando tutti sbalorditi.

“Sciocchezze, questo è piscio e inchiostro” ribattè Sweeney, attirando nuovamente gli sguardi su di sé “Lo tenga lontano dalla sua testa, sir, è un inganno”

“Comprate l'elisir Pirelli signori, le donne lo ameranno!”

“Anche le mosche” fu la replica di Mrs Lovett

A quel punto, dalle tende di velluto rosso, uscì con fare trionfale la ridicola figura del legittimo proprietario, Adolfo Pirelli.

Costui era un uomo alto e azzurro-vestito, con un pizzetto geometrico e i capelli unti e sapientemente incollati alla testa. Una triste quanto imbarazzante imitazione dei grandi artisti italiani.

“Eccomi qui, io son mastro Pirelli, il re dei coltelli e il migliore di Londra, buon giorno e buon dì!”

Sweeney e Nellie si scambiarono un'occhiata perplessa, e l'altro continuò la sua filastrocca.

“Guardate signori che capelli lucenti, forti e splendenti, son io il re dei barbieri, avvererò i vostri desideri, ascoltate me! Chi è il mentecatto che ha osato parlar male del mio elisir? Venga e parli col re!”

“Sono stato io”

Dalla folla si levò un coro di Ohh, e uno squarcio si aprì subito in direzione di Todd e Mrs Lovett.

“Sono Sweeney Todd” cominciò lui sicuro, senza l'ombra di incertezza “Vengo da Fleet Street. Ho aperto una bottiglia di Elisir Pirelli e posso dire che altro non è che un perfetto raggiro. Un intruglio di Piscio e inchiostro”

Un altro ohhh, più forte del primo, si levò dalla folla e Nellie annuì, guardandosi intorno con un sorriso orgoglioso.

“E se anche non mi proclamo re di nulla” continuò Sweeney, giunto tra le prima file “Posso dire tranquillamente che so rasare una guancia con una destrezza dieci volte superiore a quella di un qualsiasi ciarlatano da marciapiede quale siete voi, sir”

Pirelli spalancò gli occhi e contrasse le labbra in una smorfia di sdegno ed ira, lanciando occhiate fulminanti alle persone, che adesso parevano tutte dalla parte di Todd.

“Vedete questi rasoi?” gli disse Sweeney, inforcando due dei suoi amici d'argento “scommetto cinque sterline per questi rasoi che non mi tenete testa, signore. Ora potete accettare la mia sfida, oppure dimostrarvi un truffatore. A voi l'ha scelta”

Pirelli si lasciò andare a una risata scrosciante ed esagerata, e solo dopo gli rispose beffardo, rivolgendosi più alla folla che al collega

“Avete sentito 'sto povero pazzo?” urlò divertito, con uno spiccato accento slavo, non certo italiano “Vuole sfidare me, Adolfo Pirelli, l'imbattuto re dei coltelli e delle lame!”

Poche persone risero, ma Sweeney non si lasciò certo intimidire, dopo avergli fatto un sorriso cortese ma al contempo minaccioso, chiamò due volontari e li fece sedere nelle sedie che aveva portato faticosamente il piccolo Toby nel palco.

“Può il messo Bamford farci da giudice?” domandò Sweeney educatamente, dopo aver lasciato a Nellie il suo soprabito. La donna si accorse subito del suo sguardo dardeggiante, e temette sinceramente che il barbiere volesse freddarlo lì sul palcoscenico, davanti a tutti...

“Lieto di essere utile a vicini e amici” cantilenò il messo con un sorriso viscido, facendosi largo tra la folla con il suo bastone da passeggio unto e appuntito, per raggiungere i due barbieri sul palco.

Poveretto, questo ha i minuti contati...”

“Al mio via, darete inizio gara”continuò mellifluo verso i contendenti, portandosi il fischietto alle labbra. Sweeney era il ritratto dell'impassibilità, a differenza di Pirelli, che continuava a snocciolare sorrisi nervosi a destra e manca.

Con un fischio Bamford diede inizio alla gara, e prima che Pirelli potesse accorgersene, Sweeney aveva già completato l'opera, in modo rapido e impeccabile.

“Il vincitore è Todd!” urlò il messo, accompagnato da uno scroscio di applausi. Nellie sorrise più orgogliosa e felice di prima, stringendo forte il soprabito dell'amato. Avrebbe dato qualsiasi cosa per salire sul palco e poterlo baciare davanti a tutti, ma sapeva che non poteva farlo, non oggi, almeno...

Improvvisamente qualcuno la urtò: Era il bambino biondissimo di prima, e aveva un'espressione a dir poco agitata.

“Scusate, signora” le disse subito, correndo sul palco così veloce che non le diede neanche il tempo di replicare, poverino.

“Padron Pirelli... Signore” lo sentì esclamare debolmente, ma Pirelli lo spinse via con una tale forza e brutalità da lasciarla basita.

“Sir Todd, mi inchino a cotanta maestria” biascicò invece a Sweeney, con un debole inchino “Ben più superiore della mia...”

“Le cinque sterline” esclamò Todd freddamente, con il palmo rivolto verso di lui.

Pirelli fece un sorriso rabbioso, e gli porse le cinque sterline con malcelata violenza.

“Che il Cielo vi sorridi” concluse tra i denti “Finchè non ci rivedremo...”

Detto questo si girò verso il piccolo Toby e iniziò a picchiarlo e a incolparlo della perdita, spingendolo dietro alle tende con calci e insulti.

“Sarà per il mio cuore delicato” esclamò Mrs Lovett, non appena ebbe raggiunto Sweeney “Ma io detesto vedere un bambino trattato così!”

Ma lui non le rispose: C'era il messo Bamford che stava proprio venendo verso di loro, con quel suo incedere lento e affettato.

“Congratulazioni, signor Todd” gli disse sorridente “La vostra bottega si trova in Fleet Street, dico bene?”

“Oh sì, signore” gli rispose Sweeney con un sorriso forzato “E sarebbe un onore per me potervi offrire una rasatura completa, a voi, che oggi siete stato un tale emblema di integrità”

Nellie scosse appena la testa, divertita, e Bamford sorrise consapevole

“Ho fatto solo il mio dovere, signor Todd” minimizzò con finta modestia “Accetto la vostra offerta, comunque, aspettatemi in settimana...”

“Sarete il benvenuto, messo Banford, e vi garantisco che, senza sborsare un penny, avrete la rasatura più accurata della vostra vita”

Il messo fece un altro sorriso viscido e si allontanò dai due, andando a sorbirsi i complimenti altrove.

“Andiamo a casa, tesoro” gli sussurrò Nellie, prendendogli il braccio “Siete stato fantastico prima, non vi siete arrugginito di un giorno”

“Il meglio deve ancora venire, Mrs Lovett” gli rispose cupo, con un ghigno “Aspettate che venga il messo Bamford sulla mia poltrona, e vedrete di quale maestria è veramente capace Sweeney Todd...”

Nellie si limitò ad annuire, imboccando un'altra strada per paura di incontrare la povera Lucy. Sapeva cosa intendeva Sweeney... ma in fondo non le importava. Lei voleva solo lui, Benjamin, il resto poteva anche andar al diavolo.


 


 


 

N.D.A

Eccomi qua! :)

Incredibilmente sono stata puntuale, però in compenso il capitolo non mi convince molto, speravo davvero che venisse meglio...

Ad ogni modo volevo dirvi che, se c'è una cosa che adoro di Tim Burton, quella è la sua capacità di coniugare l'orrore con la comicità, senza scadere nel volgare o nel banale.

Davvero per me è incredibile come riesca a far risultare divertenti situazioni terrificanti e adorabili personaggi oscuri come Sweeney Todd e Nellie Lovett... Personalmente ho sempre cercato di imitare questo suo modo di fare, dando un velo di ironia a tutto quello che scrivo e caricando i personaggi di un sentimentalismo tipico suo, romantico e un po' tormentato... spero di starci riuscendo, anche se non ho la sua genialità e l'appoggio di due attori fantastici che l'hanno compreso e che sanno impersonare perfettamente i suoi scopi (Helena e Johnny, naturalmente <3)

Comunque, torniamo a noi xD Spero che la storia vi stia piacendo e ringrazio tutti per le visualizzazioni e soprattutto per le recensioni, grazie grazie e grazie! :)

P.S. Ricordatevi questo capitolo, perchè sarà ripreso più avanti...

 

 

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Capitolo 6
*** Eleanor ***


 

Mrs Lovett non si era mai sentita così felice in vita sua. Era mattina presto e lei, coricata nel letto, continuava fantasticare su Sweeney Todd, il suo adorato artista della lama.

Ricordava il modo in cui aveva stracciato Pirelli il giorno prima, con quella sua destrezza innata nel muovere le mani, fatta di tocchi rapidi e delicati, come quelli di un pittore con il suo pennello...

Potesse toccare me in quel modo...” pensò mezza addormentata, nel buio della sua camera “Sweeney, amore mio, Sweeney... Benjamin...”

Chiuse gli occhi, iniziando a solleticarsi la pancia, fingendo senza fatica che fosse lui a farlo. Ridacchiò da sola, felice, in preda ai deliri delle sue fantasticherie. Le ci volle più di un attimo per ricordare un fatto avvenuto molto tempo prima, per nulla attinente a quanto stava facendo...

 


Come ogni mattina, la giovane Eleanor si era alzata all'alba per poterlo incontrare, molto prima del dovuto. Stava seduta nervosamente su uno sgabello dietro al bancone, cercando di imitare la stessa postura dritta e impettita di Lucy, la sua bellissima e raffinatissima moglie. Aveva acconciato i capelli come i suoi, si era perfino truccata come lei, con le polveri dalle tonalità del rosa che aveva sempre disprezzato, per assomigliare anche solo vagamente a lei.

E poi, finalmente, il rumore famigliare e paradisiaco della porta che si apre e la figura elegante di Benjamin che entra dentro.

Oh, Mrs Lovett, buon giorno!” le disse allegro, appena la vide ranicchiata dietro al bancone “Riuscite sempre a precedermi ogni mattina, mi domando se sono io il ritardatario cronico o se siete voi ad essere come un'allodola”

Mr Barker, no...” ridacchiò Nellie, arrossendo dalla felicità di vederlo “Voi non fate affatto tardi, sono io che... ecco, c'è così tanto lavoro da fare qui, devo cominciare di buon mattino se voglio rassettare tutto”

Certo madam, posso immaginare...” le rispose Benjamin, guardandosi intorno e notando confuso che il locale era già perfettamente pulito e ordinato “Il vostro lavoro deve essere molto faticoso, non si finisce mai di mettere in ordine”

Nellie fece un sorriso imbarazzato, iniziando a pulire per finta un paio di bicchieri che aveva sotto mano.

Ora il momento più bello della giornata stava per giungere al termine: Lui l'avrebbe salutata e sarebbe salito al secondo piano, ad attendere il primo gentiluomo che voleva essere presentabile prima di recarsi al lavoro.

Ma quel giorno fu diverso.

Beh, dato che siete già qui voglio condividere un fatto con voi ” le sussurrò Benjamin gioviale, con quel suo sorriso armonioso“Non è che avete un bicchiere di gin da offrirmi?”

La giovane Nellie ebbe un tuffo al cuore, non tanto per la richiesta insolita quanto per la sorpresa che lui volesse condividere qualcosa che non fosse un saluto o un sorriso.

Ma Mr B, sono appena le sette del mattino!” gli rispose divertita, felice come non lo era mai stata in vita sua.

E non è questo il bello? Via, lo metta nel mio conto, dobbiamo festeggiare” le disse entusiasta “Ieri sera ho ricevuto una notizia tanto bella che sento il bisogno di condividerla con qualcuno”

La ragazza lo guardò rapita, senza smettere di sorridere “Che cosa?”

Riguarda Lucy, aspetta un bambino!” esclamò raggiante “ il medico ce l'ha confermato ieri, non è incredibile? Un bambino...”

Il sorriso innamorato di Nellie svanì come neve al sole, e al suo posto si presentò una smorfia così triste e delusa che neanche Mr Barker potè ignorare.

Beh, non siete contenta?” le domandò infatti Benjamin “Non vi sembra una buona notizia?”

No, no scusatemi” gli rispose subito Nellie, ridenstandosi “È una splendida notizia, magnifica, solo che... Insomma, non me l'aspettavo, mi avete preso alla sprovvista”

Fece un sorriso forzato per rimediare alla figuraccia di poco prima.

Ben le sorrise “Oh certo, vi capisco, lo stesso è valso per me. In realtà non mi aspettavo che accadesse così presto, io e Lucy siamo sposati solo da un anno, dopotutto... Ma non fraintendetemi, ne sono felicissimo”

Immagino...”

Mi raccomando però, quando si presenterà Lucy a dare la lieta notizia a voi e a vostro marito, fingete di non saperlo!”

Nellie annuì, brindando all'evento più triste della storia.

 

 

 


Quel ricordo le fece perdere la voglia di toccarsi. Come aveva sofferto quel giorno, quante lacrime aveva versato... Per un momento di paradiso, aveva ricevuto una vita di inferno. Non era affatto giusto... Perchè lei doveva soffrire così? Perchè non poteva avere l'uomo che amava, come qualsiasi altra donna normale? Certo, il destino di Lucy alla fine si era rivelato peggio del suo, ma questo solo a causa sua e della sua anima così pura e delicata. debole.

Mrs Lovett era certa che, se ci fosse stata lei al posto suo, non si sarebbe mai ridotta così, a piangere e ad ammattirsi: Sarebbe partita per l'Australia il giorno dopo, con la schiena dritta e la sua bambina in braccio.

Improvvisamente, dei bussi isterici e ripetuti alla porta d'ingressi dell' emporio, interruppero i suoi pensieri. Scattò immediatamente a sedere, incredula. Conosceva quel modo di bussare, così a scatti e irrequieto, lo conosceva da quasi quindici anni.

Lucy.

La donna imprecò e si alzò subito dal letto, inforcò la vestaglia e corse giù più veloce che potè, verso la porta. Era già mattina, constatò dalla luce che dovevano essere le cinque passate, il classico orario in cui si presentava quella scocciatrice. Mentre scendeva pregò con tutto il suo cuore che il barbiere stesse ancora dormendo, o che quanto meno non l'avesse sentita, dato che non era il tipo d'uomo che dormiva fino a tardi...

Per fortuna i bussi alla porta si ripeterono, e quando Nellie arrivò alla porta e l'aprì, trovandosi gli occhioni esasperati di Lucy, per poco non le mangiò la faccia.

“Che diavolo sei venuta a fare!?” le sussurrò rabbiosa, chiudendosi la porta alle spalle. Si strinse nella vestaglia, faceva un freddo pungente “Non farlo più! Hai capito stupida imbecille? Più!”

“Strega!” le rispose Lucy, iniziando a piangere rumorosamente

“Shh! Per carità” la implorò Mrs Lovett, guardando angosciata verso la finestra di Todd “Che cosa vuoi? Hai fame? Va bene, ti porto da mangiare ma tu smettila di fare tutto questo baccano!”

Nellie entrò rapida nell'emporio e prese tre o quattro pasticci avanzati da ieri, e poi anche una tovaglia sporca, la prima che trovò.

“Ecco” le disse, dandole il cibo e la tovaglia con cui coprirsi “Ora vattene, Lucy, vattene via, non puoi più stare qui!”

“C'è il mostro lassù, ha gli occhi del diavolo” le sussurrò Lucy angosciata, quasi implorante, guardandola dritto negli occhi “È il mostro, il mostro nero e rosso, il mostro della morte...”

Nellie scosse la testa e le sorrise comprensiva, come si può sorridere a un bambino stupido.

“Non c'è nessun mostro, cara, e comunque la faccenda non ti riguarda” le rispose dolcemente, con un sorriso divertito “Lui ora è mio, e ho intenzione di farne buon uso”

Lucy spalancò gli occhi, in un modo così consapevole che lasciò Nellie stupefatta. Sembrava quasi che avesse colto la portata della sua insinuazione....

“Strega!” gridò infatti, con molta più enfasi di prima “Strega! Strega! Strega!”

“Oh, basta ora” ridacchiò l'altra “Smettila di offendermi, se no mi riprendo tutti i pasticci”

“Strega...”

“Ciao, Lucy”

Detto questo, le chiuse la porta in faccia e la guardò barcollare via dalla finestra, con tovaglia e pasticci in mano. Malgrado la donna fosse irriconoscibile e prematuramente invecchiata, con i capelli mezzi biondi e mezzi grigi e la pelle sporca e raggrinzita, Nellie era sicura che Benjamin l'avrebbe riconosciuta lo stesso. Gli occhi celesti di Lucy erano sempre quelli, grandi e brillanti, così come la sua voce e la sua figura, seppur smagrita.

Bisogna risolvere anche questo problema” pensò fra sé, tornando in camera per prepararsi “Chissà se ha capito che è lui... Sì, l'ha capito senz'altro, è meno scema di quello che vuol far credere”

Guardò contrariata il suo guardaroba, ormai aveva già sfoggiato tutti i suoi vestiti migliori. Prese perciò quello del primo giorno e lo indossò stringendosi il corpetto più forte che potè, sistemandosi il seno in modo che risultasse più alto e prorompente.

Mmmh, così dovrebbe andare” pensò, misurandosi allo specchio “ è un uomo dannazione, non potrà continuare ad ignorarmi per sempre, non se gli faccio capire che lo voglio...”

andò alla finestra sporgendosi e guardando verso l'alto, alla sua destra, nel punto in cui si poteva intravedere le vetrate del salone di Sweeney. Le candele erano spente, e l'unica luce presente era quella flebile dell'alba.

Chissà cosa sta facendo” pensò sognante “Sicuramente è sveglio, magari ha fame, magari vuole la colazione”

Questo bastò per farla sorridere come una bambina, finì perciò di preparsi e di truccarsi velocemente, e saettò giù in cucina, mettendo a bollire l'acqua per il tè e tirando fuori dei biscotti di burro che le avevano regalato per il compleanno.

Prese il vassoio e si diresse fuori, passando dalla porta sul retro che dava sulle scale, non senza essersi ammirata un'ultima volta allo specchio. Era abbastanza soddisfatta del suo aspetto, certo, non aveva più la freschezza o il vitino sottile dei suoi vent'anni, però si piaceva anche così, più matura e sensuale.

Salì le scale che portavano al salone di Sweeney lentamente, facendosi prendere da tutte le paure dell'ultimo secondo.

E se stesse ancora dormendo? In fondo sono appena le sei...E se non avesse fame? Magari non ama il bergamotto...”

Si fermò dinnanzi alla sua porta, infreddolita, e si trattenne un attimo prima di bussare.

Oh, via, se sta dormendo si sveglierà, e se non gli piace il bergamotto gli farò il tè verde, che problema c'è...”

“Caro?” disse a voce alta, dopo aver bussato “Siete sveglio?”

Nessuno rispose, ma la porta era aperta. Mrs Lovett si affacciò titubante, e, come si era immaginata, Sweeney Todd era sveglio e già vestito, fermo a fissare con un'espressione stoica la vecchia culla di Johanna.

“Mr T?” continuò Nellie “Avete fame? Vi ho portato la colazione...”

“Ha la mia bambina” borbottò lui, senza batter ciglio “Prima mi ha portato via mia moglie, e ora si è preso anche mia figlia”

Nellie sospirò, appoggiando il vassoio su una cassapanca vicino all'ingresso.

“Sì... Ma ora non pensateci” gli disse dolcemente, avvicinandosi alle sue spalle “Sono sicura che le cose si sistemeranno presto, che noi sisemeremo tutto, insieme”

“Che giorno è oggi?” le chiese brusco, girandosi all'improvviso verso di lei, in modo del tutto inaspettato.

“Ehm, lunedì” replicò, arrossendo per quella vicinanza imprevista “Proprio lunedì purtroppo... Perchè me lo chiedete?”

“Quando arriverà Bamford? Perchè tarda così tanto?”

Nellie fece un sorriso nervoso “Ha detto entro il fine settimana, non sta affatto tardando... Piuttosto, avete dormito bene?”

“No”

Nellie si morse un labbro, guardandolo spostarsi verso le vetrate. Evidentemente gli occorreva un approccio più diretto.

“Oh, posso immaginare, fa un tale freddo quassù” soggiunse, con fare pensieroso “Magari se veniste a dormire da me, la notte sarebbe senz'altro più piacevole...”

A quelle parole Sweeney si girò subito verso di lei, con una nuova luce di sorpresa negli occhi scuri e perennemente depressi.

“Ma Mr. T, cosa pensate!” Nellie ridacchiò, fingendosi scandalizzata e portandosi una mano nel petto agghindato “Dicevo dentro casa mia, al caldo, non tra le mie lenzuola...”

Sweeney non le rispose e si girò di nuovo verso la finestra, ma a Mrs Lovett quello sguardo confuso, forse un po' imbarazzato, bastò più di qualsiasi parola.

“Comunque vi lascio lì la colazione, tesoro, se avete bisogno di me sapete dove trovarmi”

Detto questo uscì, canticchiando.

 

 

N.D.A

Ciao!

Eccoci qua con un capitolo interamente inedito :)

Il prossimo riprenderà un episodio del film e farà la sua comparsa un personaggio che qui non è ancora stato nominato... (“I feeeeeel you, Johaaanna...” xD)

 

Sono sempre lieta di sapere quello che ne pensate, soprattutto sul Flash-back... Io personalmente sono una patita dei flash-back, ne metterei a palate in continuazione, (infatti ne ho già in mente un altro!) però mi rendo conto che non a tutti possono piacere, anzi, molti li ritengono dei rallentamenti inutili e noiosi, quindi let me know, così mi regolo ;)

Grazie mille,

LadyIce  

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Capitolo 7
*** Anthony Hope ***









Dopo la schiacciante vittoria di Sweeney Todd al mercato, l'emporio di Nellie Lovett non fu mai così pieno di gente come quella settimana.

Certo, nessuno era venuto da lei con l'intenzione di prendere un pasticcio, però tutta quella mossa e quel via vai aveva giovato sia agli affari che al suo spirito.

Molti infatti avevano sentito Sweeney mentre gridava a Pirelli il suo indirizzo, cosìcchè, in poco meno di una settimana, tutta Fleet Street si era riversata nell'emporio di Nellie, incapace sopravvivere al dramma di non conoscerlo un giorno di più. E inoltre, malgrado Mr Todd fosse niente meno che un barbiere, l'interesse era, inspiegabilmente, focalizzato più nelle signore che nei rispettivi consorti.

 

“Ma è sposato?”

“No, Mrs. Grant” rispose Nellie con un sorriso angelico “Mr. Todd non lo è mai stato”

“E voi, Eleanor, come lo conoscete, di grazia?” domandò un'altra, bionda e secca

“Oh, ci conosciamo da così tanti anni che ormai ho perso il conto...”

“E dove si trova, ora? Perchè non ci fa il piacere di presentarsi?”

“Mr. Todd è molto impegnato con l'apertura del suo locale, al momento” rispose Nellie con fare serio “Non vorrete certo disturbarlo, cara”

“No, ci mancherebbe. E dove alloggia Mr. Todd di preciso?” chiese la suddetta, cercando di simulare la curiosità in un sorriso forzato “Non dormirà certo in un salone da barbiere...”

“Certo che no, cara, che sciocchezza...”

“Dunque?”

“Dunque” ripetè Nellie, pungente “Non sono affari che vi riguardano”

Come a farlo apposta, una voce giovane chiamò Nellie dalla porta sul retro.

“Madam? E ora questa dove gliela mettiamo?”

“Arrivo Bill” rispose Mrs Lovett al ragazzetto che si era affacciato alla porta “Se ora volete scusarmi, ho molte faccende da sbrigare”

Detto questo uscì, lasciando le tre donne sole e indispettite.

 

Come aveva chiesto loro di fare, i tre garzoni avevano trasportato la poltrona, su cui aveva sedimentato il povero Albert, dalle cantine fino a lì, e ora la fissavano stanchi e interrogativi.

Mrs Lovett invece guardò la sedia: Era vecchia, un po' segnata dal tempo e dal peso non indifferente di Albert, ma era pur sempre bella, comoda e di pelle rossa scura, perfetta per il mestiere di Benjamin.

“Portatela al secondo piano, cari” ordinò loro con nonchalances.

I tre ragazzi la guardarono stravolti.

“Al secondo piano!?” , “ Ma madam, tutte quelle scale...”

“Via, cosa può essere qualche gradino per dei giovani come voi?!” minimizzò allegramente “Dovrei forse farlo io?”

I tre scossero la testa e dopo qualche altra lamentela, si misero al lavoro e in poco tempo trascinarono la poltrona su per le scale, verso il salone di Sweeney Todd.

Nellie li seguiva da dietro e non potè non notare quanto le sarebbe stato utile avere un ragazzino tutto suo che la aiutasse e le facesse compagnia... Da sempre infatti aveva desiderato un figlio, ma con Albert non era mai arrivato. E, anche se lui le aveva sempre dato la colpa, accusandola di essere sterile e 'inutile', lei era più che sicura che tra i due l'inutile era stato lui, non certo lei.

“Ecco, mettetela qui, al centro” ordinò, tenendo aperta la porta per farli entrare “Un po' più a sinistra... No, non così a sinistra... un po' più verso la luce... Sì, bene, così va bene, lasciatela lì. Andate adesso, grazie cari”

“E i nostri penny, madam?” chiese il più grande e spavaldo dei tre.

“Bill, non fare il maleducato” lo rimproverò Mrs Lovett “E comunque ripassate stasera, dopo le cinque...”

“Grazie, madam!!”, “grazie!” dissero i tre ragazzini in coro, raggianti, per poi sparire di corsa giù per le scale, lasciandola sola con Mr. Todd.

“Poverini, venderebbero l'anima al diavolo pur di avere quel penny” esclamò Mrs Lovett dolcemente, all'uomo che stava affilando le sue lame davanti alla finestra “Se non c'erano loro potevo sognarmelo di trascinare questa sedia fin qui da voi, Mr. T”

Nellie si sedette sulla poltrona, e l'altro continuò ad affilare la lama dei suoi rasoi, con suoni secchi e ripetuti.

“Non è un granchè come sedia, ma può andar bene” continuò la donna, sicura di essere ascoltata “Era del mio povero Albert, ci si sedeva intere giornate. Le gambe alla fine lo avevano abbandonato e lui non faceva altro che mangiare e lamentarsi, povero caro...”

“Perchè quel Bamford non viene?” esclamò Sweeney, ruvido e impaziente “Prima della fine della settimana, è così che ha detto!”

“Ma la settimana non è finita” replicò Nellie candidamente “Oggi è solo martedì, e ieri era lunedì”

Todd di tutta risposta buttò con forza il ferro per terra e la fulminò con lo sguardo, spostandosi iracondo verso l'altro lato della stanza.

Era un fascio di nervi, Nellie lo poteva vedere solo dal modo in cui i suoi muscoli erano tesi e irrigiditi. Decise di fare qualcosa, perciò si alzò dalla poltrona e lo raggiunse cautamente, davanti allo specchio verso cui si era fermato.

“Su, rilassatevi ora” gli soffiò dolcemente, guardando i loro riflessi nelle crepe del vetro “Sentite come siete teso...dovete solo aspettare qualche giorno, qualche giorno e tutto ciò che vorrete sarà compiuto. Le cose migliori avvengono per chi sa aspettare, tesoro”

Sweeney non replicò ma roteò gli occhi al cielo, infastidito. Lui non voleva aspettare, aveva già aspettato per quindici anni in una colonia penale, ora era giunto il momento di agire.

“Sapete, stavo pensando che un po' di fiori renderebbero il vostro salone decisamente più accogliente e presentabile” esclamò Nellie assorta, desiderosa di cambiare discorso “Magari delle margherite, delle belle margherite profumate da mettere sul balcone e vicino alla porta ravviverebbero non poco questo mortorio”

“E il giudice?” continuò Sweeney, perso nei suoi pensieri di vendetta “Quando avremo il giudice?”

“Non sapete pensare ad altro?” lo rimbeccò, andandolo a recuperare dalla porta aperta “Sempre lì a rimuginare su i torti subiti il cielo sa quanti anni fa, avanti...”

Lo spinse dentro, spingendolo dolcemente dalla schiena. E che schiena... quindici anni di lavori forzati avevano sicuramente dato i loro frutti, almeno in questo. Lo scortò sulla sedia e gli impose di sedersi, mentre lei si piegò alla sua sinistra.

“Aspettate, tesoro, che fretta avete? Il tempo passa così in fretta, e la metà del divertimento sta nell'attesa. Più aspetterete e più sarà piacevole e soddisfacente il momento finale, fidatevi di me”

Sweeney si girò appena per guardarla, meno contrariato di prima.

“Magari al posto delle margherite potremo mettere i garofani...” gli disse, accarezzandogli le spalle con entrambe le mani “Voi cosa ne pensate?”

Prima che lui potesse rispondere, o magari tacere, un rumore di passi veloci riempì le loro orecchie, e Sweeney subito si alzò e schizzò contro l'oscurità del muro, con un rasoio ben stretto alla mano.

La porta si aprì e fece la sua comparsa un ragazzo che Mrs Lovett non avevo mai visto, biondo e sui vent'anni, bello. Aveva un'espressione sconvolta e il respiro pesante, segno che doveva aver corso per chissà quanti metri.

E questo chi diavolo è !?”

“Ehm, mi dispiace” le disse confuso il ragazzo, trovandosi di fronte la smorfia scocciata di Nellie “Vi chiedo scusa, signora...ehm..”

“Mrs Lovett, ragazzo”

“È un vero piacere” le rispose ancora affannato, e nello stesso momento Sweeney uscì dal suo nascondiglio, chiudendo la porta con fare inquietante.

“Mr. Todd!” gridò il ragazzo, agitato “Mr.Todd c'è una ragazza che ha bisogno del mio aiuto, è triste e solitaria, ma è bellissima! Dovete aiutarmi, amico mio, è importante!”

“Calmati, figliolo” gli disse pacato, scortandolo dentro.

“Sì, scusate, è solo che c'è questa una ragazza che vive segregata in casa, si chiama Johanna e Turpin è il suo tutore, credo che sia un giudice o comunque un pezzo grosso di qualcosa”

A quelle parole, Nellie guardò subito Sweeney che, per una volta, la ricambiò.

“Ieri sera mi ha gettato questa chiave dalla finestra” continuò Anthony, mostrando ai due una grossa chiave di ferro “È un chiaro segno, Mr. Todd, Johanna vuole che l'aiuti! Quindi ho pensato di fare così: Appena Turpin tornerà in tribunale, io mi introdurrò in casa sua e proporrò a Johanna di scappare via con me”

“Oh, questo è molto romantico” lo interruppe Mrs Lovett, in un vano tentativo di riportarlo con i piedi per terra

“Sì, lo è ” le sorrise Anthony, fraintendendola “Ma non conosco nessuno qui a Londra, e mi serve un posto sicuro in cui nasconderla finchè non trovo una carrozza che ci porti via... Se potessi lasciarla qui soltanto per un'ora o due vi sarei eterno debitore”

Anthony guardò il barbiere in modo implorante, con i suoi occhi giovani e carichi di fiducia, ma Sweeney non rispose, il suo volto si era ridotto a una maschera di sofferenza, le labbra appena dischiuse dal turbamento. Guardò di nuovo Nellie, senza sapere cosa dire.

“Portala qui, ragazzo” stabilì perciò lei con nonchalance “Ce ne occuperemo noi”

“Grazie infinite!” le rispose Anthony gioioso “Mr Todd?”

Il giovane rivolse i suoi occhi verso l'altro, che, dopo un primo momento d'esitazione, annuì.

“Oh, grazie di cuore, amico mio” lo ringraziò, stringendogli la mano con entusiasmo “Grazie, e grazie anche a voi, Mrs Lovett! Grazie!”

E dopo aver ringraziato un' altra decina di volte, uscì dalla sala a passo svelto, felice come forse non lo era mai stato in vita sua.

“Ora mi spiegate subito chi è quel ragazzetto e come fa a sapere di vostra figlia!” ordinò Nellie incredula, dopo che Anthony se ne fu andato “Come fa a conoscervi? E perchè è venuto proprio da voi? Gli avete rivelato la vostra vera identità?”

“No” rispose Sweeney accigliato, riprendendo subito a lavorare “L'ho conosciuto a Madras, è un marinaio che mi ha salvato quando ero alla deriva, facendomi salire sulla nave che mi ha portato qui”

Un marinaio incontrato in India... Plausibile. Possibile però che quel marinaio medesimo si fosse innamorato proprio di Johanna Barker e che, tra tutti gli uomini che c'erano, avesse chiesto aiuto a niente meno che al padre della stessa?!

“Sembra che alla fine il fato sia dalla vostra parte” gli disse con tono insinuante, aggirandolo da dietro “Presto la vostra bambina sarà qui con voi”

O meglio, con noi...

Sweeney annuì appena, senza mostrare il benchè minimo entusiasmo.

“Beh, che c'è?” gli domandò lei “Non è quello che avete sempre voluto? Rivedere la vostra adorata Jhoanna?”

Evidentemente, no. La cosa non era poi così scontata, e Nellie lo capì subito dal modo brusco in cui le rispose. La verità era che Sweeney Todd rivoleva la sua famiglia, ma la rivoleva intera. Rivedere la sua Johanna, ormai donna e magari uguale a lei, con gli stessi capelli d'oro e lo stesso sorriso delicato, gli avrebbe procurato solo un dolore enorme, ricordandogli ciò che di bello gli era stato sottratto per sempre. Non per questo però poteva permettere che sua figlia soffrisse un secondo di più, perciò aveva acconsentito, senza sapere bene cosa avrebbe fatto dopo.

“E del marinaio cosa ne faremo?” rispose a Nellie con tono burbero, tralasciando la seconda e più delicata domanda.

“Aspettate che la porti qui e poi...” fece una pausa stretegica, allargando il sorriso “Dato che avete così tanta voglia di usare quegli arnesi d'argento...Scommetto che qualcosa vi verrà in mente”

Sweeney colse la sua allusione e riprese lo stesso a guardare fuori dalla finestra, ma questa volta con un sorrisino compiaciuto.

“Povera Johanna” continuò Nellie, persa nei suoi pensieri “Cresciuta senza un briciolo d'amore materno...Oh, ma a questo rimedierò io” puntualizzò felice “Ho sempre desiderato avere una figlia come la vostra, sapete? E non vi nascondo che neanche adesso disdegnerei un...”

“Shh! Guardate” la interruppe malamente Todd, con lo sguardo fisso al vetro.

La donna gli si avvicinò, e appena scorse la figura di Pirelli e più in basso quella del suo servetto platinato, dovette trattenere il fiato dalla sorpresa, e dalla stizza. Evidentemente, non era giornata per passare un po' di tempo sola con lui.

“Salve...” sussurrò con voce cadenzata “Che cosa ci fa lui qui?”

“Trattenete di sotto il ragazzo” le ordinò Sweeney “A Pirelli penserò io”

Lei scattò, contenta di rendersi utile. Scese le scale e se li ritrovò davanti, notando che Pirelli aveva la stessa divisa e la stessa espressione sprezzante dell'altro giorno.

Chissà da quanto tempo non la lava...”

“Il signor Todd è in casa?” chiese il barbiere, con quel suo strano accento slavo

“È di sopra che sta sbrigando le sue faccende” gli rispose cortese, spostando lo sguardo verso il bambino chiamato Toby, tutto mogio e infreddolito

“Ohh, ma guardatelo...” esclamò dolcemente “Non vi dispiace se offro un pasticcio a questo piccolino, signor Pirelli?”

Se, se, se quello che volete...”

Toby la guardò incredulo, lasciandosi scappare un sorriso.

“Vieni con me tesoro” gli disse prendendogli la mano “Ora mi occuperò io di te”

 

 


N.D.A.

Ecco qui Anthony, il nostro rompiballe preferito … ^^'

Come avrete capito, ho tralasciato tutte le sue scene con Johanna... Infatti, subito dopo la scena “My friends” di Sweeney e Nellie, ci sarebbe dovuta essere la parte in cui lui canta “I feel you, Johanna” e in cui le prende di santa ragione da Turpin, e ancora, dopo la gara tra Sweeney e Pirelli, ci sarebbe stato lo spezzone di Johanna che gli tira la chiave dalla finestra mentre il giudice la spia... Vi dico questo perchè, se anche io le ho bellamente ignorate, queste scene ci sono state e sono ugualmente importanti ai fini della trama!

Altra cosa, Madras era un porto indiano, uno tra gli scali più importanti della Compagnia delle Indie. Io mi sono immaginata che Sweeney, nelle sue peripezie per tornare a casa dall'Australia (!!!), a un certo punto si fosse trovato lì e lì avesse incontrato per caso Anthony :)

Ultima cosa poi vado, voglio ringraziare la mitica Black Beauty per il bellissimo banner che mi ha creato, grazie di cuore <3

Grazie anche a voi che leggete e recensite, spero che anche oggi mi direte cosa ne pensate!

A presto, LadyIce

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Capitolo 8
*** Toby ***








Mrs Lovett non aveva mai visto qualcuno mangiare con così tanta foga e piacere i suoi pasticci. Quel bambino, Toby, le stava già simpatico.

“Eccotene un altro, caro”

“Grazie infinite madam!”

Come gli porse il terzo pasticcio, il bambino lo addentò famelico, senza tanti convenevoli. Ormai erano insieme da una buona mezz'ora, ma dei due barbieri al piano di sopra nessuna traccia... Non che fosse preoccupata, anzi, non le importava proprio niente: tanto sapeva già chi dei due avrebbe tirato le cuoia, poverino.

“Che meraviglia vedere così tanto appetito” disse allegramente a Toby, sedendosi al suo tavolo “Mi ricordi il mio povero Albert- si voltò verso il ritratto del defunto marito, un pancione pelato e sorridente- adorava rimpinzarsi fino a scoppiare, ma poi il fegato gli ha ceduto”

“Era vostro marito?” le domandò Toby con la bocca piena

“Sì, caro” rispose asciutta “Mangiava proprio come te, però non aveva i tuoi tanti capelli”

“A dire la verità, si sente un gran caldo”

Detto questo, Toby si tolse senza indugio la parrucca bionda, mostrandosi in tutta la sua banalità castana.

“Perdonate, madam. Il padrone mi ha costretto a farlo” le disse imbarazzato, notando le sue sopracciglia aggrottate “Non ditelo a nessuno, ma l'elisir Pirelli è un completo raggiro, aveva ragione Mr. Todd”

Nellie lo guardò in silenzio e poi alzò gli occhi verso il soffitto, verso Sweeney.

Certo che aveva ragione lui, che discorsi. Benjamin non poteva sbagliare, era il primo, il migliore di tutti nel suo campo, Pirelli in confronto era un lustrascarpe.

Come voleva salire da lui in quel momento, stare con lui... Prima dell'arrivo di quel marinaio erano stati bene insieme, lui l'aveva guardata, si era perfino rilassato sotto il suo tocco... Ma niente, quel ragazzino doveva comparire proprio in quel momento e rovinare tutto. Per non parlare di Pirelli, che stava per insozzare il suo pavimento pulito.

Imprecò mentalmente: dove avrebbe messo il cadavere? E il sangue? Sarebbe bastata la cenere a smacchiarlo? Soldi per comprare il sapone di Marsiglia non ne aveva, quindi...

“Quindi adesso siete sposata con Mr Todd?”

Quella domanda la fece sobbalzare, colpendola come un fulmine a ciel sereno.

Guardò confusa il bambino, mentre un sorrisino spontaneo le illuminò il volto.

“Toby, ma che domande!” rispose ridacchiando, sentendosi arrossire “Comunque no, non proprio...”

“Cosa vuol dire non proprio? È il vostro fidanzato?”

Nellie si schiarì la voce, deliziata. Quel Toby le stava sempre più simpatico.

“Sì” mentì allegramente “Una specie, sì...”

Toby annuì, non del tutto sicuro di aver capito.

Avrebbe voluto approfondire il discorso, ma un rimbombo improvviso e proveniente da sopra ruppe il silenzio, facendolo allarmare.

“Cosa è stato?” domandò subito a Nellie, che intanto era andata dietro al banco, ancora sorridente.

“Oh, niente tesoro, sono i grandi che stanno lavorando”

“Ma...”

“Tieni, guarda che bel pasticcio ho appena sfornato” lo interruppe con il tortino, per farlo star zitto “Saziati e fai il bravo”

“Grazie infinte, Mrs Lovett” le rispose riconoscente, addentando subito l'ennesimo pasticcio “Nessuno è mai stato così gentile con me”

La donna gli sorrise di rimando. Non sapeva bene perchè, ma quel bambino le piaceva, e non solo perchè si era auto convinto che fosse sposata con Benjamin, provare affetto nei suoi confronti le veniva spontaneo, così come le veniva spontaneo amare Sweeney, pur sapendo che stava giusto seviziando un collega al piano di sopra.

All'ennesimo tonfo, infatti, Nellie prese la brocca del thè e la sbatté due volte sul tavolo, in un vano tentativo di confondere il ragazzo.

“Uff ma che confusione che c'è sempre qui in Fleet Street!”gridò, continuando a fare più baccano che poteva “Vero? C'è sempre un tale frastuono!”

Ma che diavolo gli sta facendo? Cos'è, impazzito!?”

Toby però manteneva lo sguardo fisso al soffitto, con la bocca aperta e le sopracciglia aggrottate

“Ehm, sì... Madam, credo che ci sia qualcosa che non va” disse meditabondo, alzandosi in piedi “Vado un attimo dal mio padrone, a controllare”

“NO!!” urlò la donna con troppa veemenza “Cioè, no, no, amore... Pensa a come ti sgriderà Mr. Pirelli se lo interrompi mentre sta lavorando! Non vorrei mai che ti prendesse a cinghiate per colpa mia, il mio cuore non reggerebbe un dispiacere così”

“Oh, sì” le sussurrò dissuaso, rimettendosi a sedere “Forse avete ragione voi, Mrs Lovett”

Bravo pulcino

“Ma certo che ce l'ho, noi donne l'abbiamo sempre, ricordatelo bene”

Toby le sorrise, riprendendo il pasticcio.

“Allora dimmi, come mai sei finito con quell'orribile italiano?”

“Mi ha preso dall'orfanotrofio” replicò lui, con la bocca piena “Ero lì da quando sono nato, non ho mai conosciuto i miei genitori”

“Oh, poverino... Deve essere stata dura crescere tutto solo senza un briciolo d'affetto, no?”

Toby fece spallucce, tranquillo.

“Non troppo a dire il vero, in realtà era molto meglio vivere lì che stare al servizio del signor Pirelli” le rivelò sincero, come se niente fosse “Ogni motivo è buono per frustarmi, il padrone si diverte a farlo”

“Spregevole...”

“ODDIO!” urlò improvvisamente Toby, alzandosi in piedi di soprassalto “Tra mezz'ora ha appuntamento con il sarto! Se non ci va se la prenderà con me!”

“Cosa?” Mrs Lovett non fece in tempo ad alzarsi, che il ragazzino si era già sfrecciato come una scheggia su per le scale.

“Aspetta!” gli urlò dietro “ TOBY!!”

Ma lui era già su, salendo due gradini alla volta, agile come un gatto. Lei si affacciò dalla porta, spaventata, mentre il vento freddo le frustava il collo pallido e scoperto, sperando di poter sentire le loro voci. Per fortuna Toby aveva lasciato la porta aperta, perciò salì i primi tre gradini, tesa come una corda di violino. Solo una cosa le aveva chiesto Sweeney, cioè di tenere a bada il marmocchio, e lei non era riuscito a farla!

“...No signore” sentì la voce di Toby “Devo aspettarlo qui, se no saranno frustate...”

Nellie salì il quarto gradino e poi il quinto, riflettendo angosciata se fosse il caso o meno di salire da loro. Sweeney si quietava in sua presenza, magari sarebbe riuscita a riprendersi indietro Toby e a risolvere la situazione, o magari l'avrebbe solo infastidito ulteriormente, con le orribili conseguenze del caso. Chi poteva saperlo?

“Allora” la voce profonda del barbiere la bloccò “Mrs Lovett ti ha dato un bel pasticcio, è così?”

“Oh sì, è una vera signora!” la risposta di Toby la fece sorridere

“Oh, ma certo che lo è” quella di Sweeney ancora di più “Ma, se conosco i giovanotti come te,

scommetto che c'è ancora spazio per un altro pasticcio...”

“Sì, signore”

“E allora, perchè non vai ad aspettare il tuo padrone di sotto?”

“No, signore” a quella risposta, Nellie si lasciò sfuggire un gemito di frustrazione “Preferisco aspettarlo qui, altrimenti saranno frustate, lui si diverte a frustarmi”

“Insisto ragazzino, vai giù”

“Vi prego signor Todd, permettetemi di restare, non vi disturberò in alcun modo”

È morto.

La donna chiuse gli occhi, con il cuore che le martellava dalla paura. Non voleva che Toby morisse, malgrado lo conoscesse appena era pur sempre un bambino, un bambino abbandonato che un giorno sarebbe potuto diventare suo, proprio come un figlio...

“Facciamo così” la voce minacciosa di Sweeney interruppe i suoi pensieri “Ora scendi da Mrs Lovett e dille di darti un bel bicchiere di gin da parte mia, eh?”

Nellie spalancò gli occhi dallo stupore, mentre il “Grazie, signore!” di Toby risuonava nelle sue orecchie come un eco lontano.

Provò un fortissimo moto di riconoscenza per Sweeney, e se non fosse stato per Toby probabilmente sarebbe corsa da lui a ringraziarlo per averlo risparmiato.

“Mrs Lovett!” la chiamò Toby raggiante, scendendo di corsa verso di lei “Mrs Lovett, il signor Todd vuole offrirmi del gin! Ha detto...”

“Sì, ho sentito” lo anticipò felice “Dai, vieni dentro”

“Com'è gentile il signor Todd!” soggiunse Toby vivacemente “Nessuno mi aveva mai offerto da bere! È un vero gentiluomo”

Nellie ridacchio “Sì, ma non ti ci abituare ...” gli disse “Anzi, se vuoi un consiglio, evita di gironzolargli intorno, Mr. T perde la pazienza molto facilmente”

Toby annuì, e Mrs Lovett andò a prendere una bottiglia di gin dalle scorte sotto il bancone.

“Dimmi Toby” cominciò, piegata in due a cercare l'alcolico “ Cosa stava facendo Pirelli con Mr T?”

“In realtà il padrone non c'era”

Figurarsi...

“Ah, sì?” recitò sorpresa “Come mai?”

“Il signor Todd mi ha detto che è dovuto uscire per un impegno imprevisto” replicò Toby, scettico “In effetti è strano perchè il padrone comunica sempre a me tutti gli impegni, non capisco perchè non l'abbia fatto anche questa volta”

Nellie riemerse dal bancone, con il viso arrossato e un sorriso angelico

“Ma se era imprevisto come poteva comunicartelo, eh caro?” gli disse dolcemente, versandogli il gin “A noi adulti capita spesso, le cose non vanno mai come le programmiamo, anzi, di solito seguono la linea contraria... Non ti preoccupare, tra qualche minuto sarà qui a reclamarti, vedrai”

“Sì, è vero, avete ragione voi Mrs Lovett”

Nellie sorrise soddisfatta, era troppo facile ingannare un bambino così mite e arrendevole come lui, così piccolo e...

“Santi numi, hai già bevuto tutto il bicchiere!?”

“Sì” ghignò Toby, divertito “Non è che potete darmene un altro goccino?”

Nellie scosse la testà, incredula, ma gliene versò dell'altro

“Sì può sapere quanti anni hai?”

“Dieci, madam”

Nellie sbuffò, contrariata “Dieci anni e bevi come un marinaio, quando avrai la mia età cosa farai, eh Toby?”

“Berrò di più”

“No, dovresti andarci piano” gli rispose annoiata, con il mento appoggiato alla mano “ Tutto quest'alcool ti andrà dritto alla testa”

“Ce lo davano anche all'orfanotrofio” le rispose lui mentre si scolava il bicchiere “Giusto per farci addormentare, nessuno voleva addormentarsi in quel posto, là di notte succedevano delle cose...”

E Toby iniziò a tenere ciò che sarebbe stato un discorso a senso unico.

Infatti, malgrado annuisse e snocciolasse qualche sorriso, Nellie non lo stava ascoltando: Voleva andare subito da Sweeney, sia per sapere che fine avesse fatto Pirelli sia per poter vederlo e parlargli di nuovo, magari anche sfiorandolo accidentalmente, perchè no...

“Ora vado un attimo su da Mr Todd. Tu resta qui e fai il buono”

“Va bene, ma lasciate qui il gin, però!”

La donna roteò gli occhi ma gli lasciò la bottiglia, incapace di dirgli di no.

 

 

 


N.D.A

Ciao, scusate tanto il ritardo! Ho avuto un periodo molto impegnativo che mi ha tenuta (e mi sta tenendo, ahimè) molto occupata, mi dispiace... Il prossimo capitolo comunque dovrebbe arrivare prima, mi impegnerò per essere puntuale :) 

Questo capitolo comunque non mi entusiasma, anche se Toby è un personaggio che mi piace, devo dire che non ne sono del tutto soddisfatta... Ftemi sapere, spero di sbagliarmi!
Come avrete capito, Toby secondo me è un bambino tranquillo e di poche pretese, come tutti i bambini è ingenuo, allergico all'affetto e... Curioso! La parte iniziale me la sono inventata, ma cavoli, per me c'è stata sul serio! xD

Aahah ok, dopo questa autocelebrazione me ne vado!
A presto e grazie ancora,

LadyIce

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Capitolo 9
*** Sogni vecchi, Sogni nuovi ***








E così, Pirelli era morto, brutalmente sgozzato e ficcato a forza dentro la cassapanca.

E Nellie più ci pensava e più si sentiva strana, o meglio, stranita dal suo comportamento. Sapeva di non essere mai stata una santa, ma da qui a uccidere una persona c'era un bel margine di differenza. Eppure non sentiva alcun senso di colpa, nessun timore e nessuna pietà per il cadavere che era in decomposizione al piano di sopra.

Anzi, tutt'altro. Era macabramente elettrizzata, divertita e piena di vita come non lo era mai stata da... Da sempre.

E il fatto che Sweeney Todd si fosse mostrato per quello che era e lo avesse fatto davanti ai suoi occhi, ponendosi in un chiaro atteggiamento di fiducia nei suoi confronti, la rendeva ancora più felice.

Certo, le cose ora sarebbero state più difficili, ma sentiva che la condivisione di questo fatto tanto segreto e delicato avrebbe reso il loro rapporto molto più intimo e confidenziale.

Intimo... Il pensiero la fece sorridere. Malgrado fosse notte fonda, non aveva per nulla voglia di dormire, il suo cervello continuava a elaborare informazioni e a perdersi in fantasticherie, giungendo a conclusioni a cui non sarebbe assolutamente dovuto arrivare.

Per non parlare del pensiero assillante di Johanna Barker, la quale sarebbe arrivata a momenti e avrebbe iniziato a vivere con loro come una vera e propria figlia.

Era tutto talmente bello da sembrare surreale. Tutto ciò che Nellie aveva da sempre desiderato si stava pian piano realizzando, come in un sogno meraviglioso. Infatti, da completamente sola, si era ritrovata nel giro di poche settimane con due figli e un potenziale marito, e non un tizio qualunque, ma Ben, il suo Ben.

Faticava a crederci lei stessa, soprattutto dopo aver passato quindici anni così deprimenti e privi di qualsiasi tipo di soddisfazione. Ora c'era lui e tra poco sarebbe arrivata anche Johanna... Quanto aveva desiderato una figlia come lei, così graziosa, così remissiva e buona! E ora il fato gliela stava portando su un piatto d'argento, dandole anche la possibilità di mostrare a Be... A Sweeney che avrebbe potuto amarla come se fosse stata lei sua madre, e non Lucy.

Si ricordava la prima volta che aveva visto Johanna, era stato un pomeriggio d'estate,

di tanti anni fa, indimenticabile...

 

 

Era un giorno come tanti altri, la giovane Nellie era impegnata nelle solite, fastidiose e noiosissime faccende quotidiane: Impastare, fare il ripieno, pelare le verdure, e poi di nuovo impastare, sbattere, amalgamare, cuocere... Oggi ad esempio era il giorno delle patate e delle carote. Nellie era tenuta a sbucciarne e tagliuzzarne più di sei chili, e con i coltelletti smussati del locale diventava quasi un'impresa impossibile.

Era al secondo sacco di patate quando, improvvisamente, qualcuno entrò nel locale.

Era una donna alta e sottile, biondissima e vestita di un adorabile abito lilla con tanto di capellino coordinato. Aveva tra le mani una carrozzina di vimini, dalle ruote alte e la capote piena di pizzi e mussola bianca.

Appena la vide, Nellie trasalì.

- Signora Barker!- esclamò tesa e sorpresa, cercando di coprire con le braccia il suo umile vestito da lavoro - Che cosa...A cosa dobbiamo il piacere della vostra visita?-

- Buona sera, Eleanor - le rispose Lucy, fredda ma garbata - Scusate la mia intrusione, ma devo urgentemente parlare con mio marito, potete indicarmi dove si trova? -

Nellie si sentì arrossire. Perchè Lucy doveva essere sempre così perfetta?

- Certo signora, Mr. B... Ehm, Il signor B-Barker è al piano di sopra, le scale le trovate qui fuori -

- Grazie, cara. Potete prestare attenzione a Johanna fintanto che sono su? -

- Ma certo... -

Lucy le fece un altro sorriso di circostanza e, con una grazia innata, la oltrepassò uscendo dalla porta. Malgrado Lucy fosse sempre gentile e amabile, Nellie non riusciva a sentirsi serena e a suo agio in sua presenza. Forse perché era bellissima, forse perché apparteneva a un' estrazione sociale più elevata della sua, ma sta di fatto che con Benjamin quel senso di inadeguatezza non l'aveva mai provato.

Eleanor comunque avanzò cautamente verso la carrozzina, e guardò al suo interno. La piccola Johanna stava dormendo beatamente, e la ragazza non poté fare a meno di notare quanto fosse bella e minuscola, tanto da assomigliare alla bambola di porcellana che aveva di fianco. Aveva infatti una testa perfettamente tonda, uno spruzzo di capelli biondi e la pelle bianchissima.

- Johanna? - disse dolcemente, senza osare toccarla per paura di sporcarle il vestitino - Ciao Johanna, come sei bella, quasi quanto il tuo papà... -

Come si abbassò timidamente verso di lei, delle grida la fecero trasalire.

- MI AVEVI GIURATO CHE NON GLI AVRESTI PRESI!! -

- Lucy per piacere, non... -

- ME L'AVEVI GIURATO, BEN, GIURATO!! -

Nellie raddrizzò subito la schiena e corse ad affacciarsi alla porta, incredula.

- Dove lo troveremo tutto quel danaro!? - riconobbe subito la voce di Lucy, incredibilmente alterata - Ho letto la quietanza di pagamento ed è ancora peggio di quello che immaginavo! Un'emerita pazzia, uno scandalo! -

- Lo so mia cara, ma ecco... è una collezione antica, sono di puro argento cesellato e hanno una lama finissima, se solo li vedessi sono sicuro che...-

- Sono dei rasoi, Ben - la voce sprezzante di Lucy lasciò Nellie sbalordita - Non saranno diversi da tutti gli altri. Ti sei fatto abbindolare come sempre -

I rasoi, pensò Nellie. I coniugi Barker stavano davvero litigando per i rasoi che Benjamin le aveva mostrato orgogliosamente la settimana scorsa... Non poteva credere che Lucy si fosse così arrabbiata per così poco.

- Lucy, tesoro, sono conscio di aver appena iniziato e che dei rasoi come questi sono praticamente una follia, ma ti giuro che saranno un ottimo investimento, un paio di mesi e li avrò ammortizzati -

Come vide l'orlo lilla spuntare dall'uscio in alto, Nellie si precipitò dentro e si chiuse la porta alle spalle, ritornando davanti al passeggino di Johanna.

Pochi secondi dopo Lucy era da lei, visibilmente scossa e alterata.

- Grazie Eleanor, vi auguro una buonissima serata - sussurrò asciutta, ghermendo i manici del passeggino, mentre Benjamin accorreva alle sue spalle.

- Cara, ti prego, se solo mi lasciassi spiegare capiresti che... -

- Benjamin, stiamo dando spettacolo - lo interruppe Lucy tra i denti, facendo un cenno verso Nellie che aveva cominciato a lavorare freneticamente - Ne riparleremo a casa con calma -

- Lucy non...-

- Ancora arrivederci Eleanor, è stato un piacere -

Detto, questo la bionda uscì svelta, veloce e sicura come un soldato.

Nellie deglutì, girandosi verso Benjamin. Lo guardò da dietro il banco, aveva le spalle incurvate e lo sguardo basso, triste.

Come il giovane fece per andarsene, una forza sconosciuta scattò dentro di lei, imponendole di muoversi e parlargli.

- Io trovo che i vostri rasoi siano perfetti, Mr. B - disse tutto d'un fiato, arrossendo -E... E anche se sono costati molto, nelle vostre mani saranno l'acquisto meglio fatto di tutta Londra, ne sono sicura -

Benjamin si fermò, alzando lo sguardo verso di lei. I loro occhi si incrociarono e Nellie si sentì arrossire più di prima. Era come se lui la vedesse per la prima volta.

- Grazie, Mrs Lovett, siete sempre gentile - le disse con un sorriso triste - Però temo che mia moglie abbia ragione. Gliel'avevo promesso, e poi sono costati veramente troppo, non dovevo acquistarli-

- No, non dite così - continuò Eleanor, senza sapere da dove trovava tutto quel coraggio - Voi siete il miglior barbiere di Londra, meritate quei bellissimi rasoi, voi... Voi meritate solo il meglio -

Benjamin la guardò sorpreso, e un sorriso più felice di prima gli illuminò lo sguardo - Lo pensate davvero? -

- Io... Sì -

L'uomo si avvicinò, e, guardandosi intorno, tirò fuori uno dei suoi splendenti e affilatissimi rasoi.

- Guardate qui - le disse divertito, prendendo una patata. Con solo una mano e un agile muovere di dita la pelò tutta in un secondo, lasciando la donna a bocca aperta.

- Visto? - continuò sorridente, porgendole l'ortaggio completamente pelato

Nellie sorrise, anzi rise, con tutta la gioia che aveva in corpo - Siete incredibile Mr. Barker, mi fate vergognare se penso a tutto il tempo che occorre a me! -

- Se volete... -

- No, no vi ringrazio - l'anticipò Nellie, percependo tutta l'incertezza nella sua voce -Non voglio che sprechiate le vostre lame per così poco, solo per me -

Benjamin scosse la testa, sereno - Nessuno spreco per voi, Mrs Lovett -

- Oh, Mr. B, io... -

- NELL! A CHE PUNTO SONO LE CAROTE?! -

- Forse è meglio che andiate, Mrs Lovett...-

 

 

Nellie tornò bruscamente sulla terra, irritata.

Albert.

Quel disgraziato doveva intromettersi anche nei suoi ricordi più belli. In realtà non ricordava se era andata proprio così o se la sua memoria spiritosa le aveva fornito un ricordo contraffatto, però era sicura che Albert aveva interrotto uno dei momenti più felici della sua vita, mandando a monte tutto.

Non che sarebbe successo qualcosa, Benjamin era troppo innamorato della moglie per poter anche solo pensare al tradimento, però...

No, si impose di non pensarci. Il passato è passato e Nellie non era certo il tipo da perdersi in rimpianti o in stupide elucubrazioni mentali. E, dato che non riusciva a dormire, decise di alzarsi e andare in salotto per prendersi un bel bicchiere di gin. Il gin infatti intontisce e stordisce i sensi, chissà che non l'avrebbe aiutata anche a prender sonno.

Si mosse a tentoni fino alla porta, senza la voglia di prortarsi dietro una candela. Tanto ne avrebbe accesa una in salotto, proprio vicino alla poltrona. In questo modo non avrebbe corso il rischio di svegliare quel chiacchierone di Toby, che doveva essere raggomitolato lì da qualche parte.

-Toby- pensò felice, sorridendo tra sè. Non vedeva l'ora che fosse mattina per dirgli che Pirelli l'aveva abbandonato e che, se voleva, poteva rimanere insieme a lei per sempre... O meglio, insieme a loro.

Appena arrivò in salotto con ancora il sorriso stampato sulle labbra, intravide i contorni minacciosi di un uomo, che non era certo Toby, seduto sulla sua poltrona.

Gridò dallo spavento, indietreggiando talmente tanto da ribaltare la piantina rinsecchita subito dietro di lei.

-Sono io, non gridate -

- Mr. T!! - urlò di nuovo Nellie esasperata, accendendo subito la torcia a olio che, per fortuna, era sul mobile di fianco - Che cosa ci fate qui!? Ma dico, volevate farmi morire dallo spavento? -

L'uomo però non rispose più, assumendo quella sua solita espressione stoica.

Calma, Nellie.

- Mr T? Sto parlando con voi! -

- Vi sto ascoltando -

-Non mi sembra affatto – rimbeccò polemica, portandosi le mani sui fianchi – Non mi rispondete neanche -

La donna lo guardò in attesa e, potè giurarlo, lo vide alzare gli occhi al cielo. Si sentì improvvisamente nervosa, per quanto fosse sexy, Sweeney aveva pur sempre sgozzato un collega giusto qualche ora prima: Era meglio non farlo arrabbiare.

- Mi sono appena sbarazzato del cadavere -

Appunto.

- Ottimo... Dove? -

L'uomo sorrise sadico, rigirandosi il rasoio tra le dita – In tanti posti diversi, mia cara-

Nellie lo guardò sorpresa, mentre l'immagine di Pirelli fatto a pezzettini entrò bruscamente nella sua mente.

- Santo Cielo, Mr Todd... Spero almeno che lo abbiate fatto lontano da qui, altrimenti con tutta quella carne ci ritroveremo di nuovo invasi dai ratti -

Se c'era una cosa che Nellie odiava, quella erano i topi. Non solo perchè erano obiettivamente raccapriccianti, ma soprattutto perchè le bestiacce adoravano banchettare nel suo ripieno uno giorno si e l'altro pure. E Pirelli era un uomo grande e grosso, avrebbe potuto sfamare una colonia intera, se non di più... Insomma, tolte le ossa e le interiora, quanta parte edibile sarebbe rimasta? Trenta chili? Di più? Trenta chili erano un'enormità, circa... Novanta pasticci?!?

Nellie spalancò gli occhi, incredula, mentre il pensiero più macabro della sua vita inziò a solleticarle il cervello.

-Mr Lovett, sto parlando con voi! Prima dite che non vi ascolto e poi siete la prima a non darmi udienza! -

La voce brusca del barbiere la scosse come una doccia fredda, Nellie si girò stranita verso di lui, con lo sguardo perso nel vuoto.

-Come avete detto? Oh, perdonatemi, ero distratta -

-Vi ho lasciato la camicia e il panciotto sulla porta, sono completamente insanguinati...-

Nellie gli sorrise in modo affettuoso, il suo tono era leggermente esitante, come se si vergognasse a chiederle una cosa simile.

-Ci penserò io, non preoccupatevi... Vi va un bicchiere di gin? -

Lui annuì senza entusiasmo, e la donna si spostò allegra, scavalcando Toby che dormiva imperterrito come un sasso.

Però, come intravide per caso la sua immagine riflessa allo specchio, per poco non le venne un colpo: Era a dir poco scarmigliata, il viso stanco e struccato era contornato dai capelli sciolti e arruffatissimi, per non parlare della veste ingiallita e piena di buchi che stava indossando. Ma, la cosa peggiore di tutte era sicuramente il fatto di non indossare il corsetto.

Mio Dio!

Si sedette fulminea nella poltrona, portandosi un cuscino in grembo e accavallando le gambe, mentre con l'altra mano cercava invano di appiattirsi e pettinarsi i ricci ramati.

-Il gin è finito – mentì imbarazzata – Il piccolo Toby l'ha bevuto tutto, è un tale bevitore quel bambino!-

-Siete ancora convinta di tenerlo? -

-Sì, caro, voi non lo siete? -

Sweeney la guardò perplesso – Fate come volete, non mi riguarda -

-E Johanna? Non vi riguarda neanche lei?-

L'uomo si accigliò, guardandola senza rispondere.

-Come intendete comportarvi con vostra figlia? Presto sarà qui, il marinaio potrebbe portarla a momenti - continuò Nellie, seria – Direte almeno a lei chi siete veramente?-

-NO!- le ringhiò lui, tremendo -Scordatevelo! Non lo deve sapere, osate dirglielo e io...-

-Va bene, va bene, non glielo dirò, non adiratevi!-

Calò tra i due un silenzio pesante, fatto di pensieri reconditi e parole non dette.

Nellie lo guardò, malgrado lui fosse buio, depresso e irascibile, i suoi occhi scuri erano rimasti sempre gli stessi, tristi e inesorabilmente dolci.

- Mr. T? -

- Cosa volete? -

Nellie gli sorrise – Mi aiutate a pelare la verdura? -

 

 

 

 

 

 

N.d.a.

Campane suonate, tamburi rullate: LadyIce è tornata. ;)

Scusate se sono mancata tutti questi mesi, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che voi continuiate a seguirmi e a dirmi il vostro parere, per me è molto importante! :)

Allora, come avrete notato questo è una sorta di missing moment, infatti il film ci mostra l'assassinio di Pirelli ma nulla ci dice della fine del suo cadavere (Infatti è cronologicamente prima del pactum sceleris tra Nellie e Sweeney, che per altro comincia a farsi strada nella testa della fornaia...), perciò me la sono inventata io, sperando di averne scelta una plausibile! ^^

Tra capo e collo ho inserito anche uno dei miei adorati Flash back, spero che vi sia piaciuto e che i personaggi non siano risultati OOC, soprattutto la giovane Nellie... Io ci ho pensato e devo dire che per me è no, una donna di trentacinque anni non può avere lo stesso carattere di quando ne aveva venti, tanto più se la sua vita è stata così dura e sofferta! La Nellie giovane è molto più timida e insicura, soprattutto di fronte a Lucy che aveva praticamente idealizzato come prototipo di donna perfetta... Personalmente, più che della donna perfetta Lucy mi sembra il prototipo della moglie rompi cogl... ehm, scatole, ma tant'è... :D

Vi ringrazio come sempre tutti e auspico di tornare mooolto prima!

LadyIce

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