Origin of love

di 8Maggio
(/viewuser.php?uid=797434)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Day 1 ***
Capitolo 2: *** Day 2 (Morning) ***
Capitolo 3: *** Day 2 (Afternoon) ***
Capitolo 4: *** Day 2 (Night) ***



Capitolo 1
*** Day 1 ***


Era un giorno come un altro ed io ero diretta a lavoro. Erano circa le 10.30 del mattino e avevo una sensazione strana. Lavoravo come barrista in un bar di un quartiere poco conosciuto a Sydney. Avevo acceso la radio, giusto per far passere più velocemente il tempo. Quel giorno era venuta molta gente al bar per l'onomastico del mio capo, Harry. Mi piaceva come capo, eravamo in sintonia. Intanto alla radio uscí una canzone di una nuova band. Quelle voci mi erano familiari ma non riuscivo a capire. Avevo molto lavoro da fare e non potevo perdere tempo ma non riuscivo a non ascoltarla. Quando poi uscì, quella voce, inconfondibile, "Lukey!" dissi ad alta voce. Tutto il bar si girò a guardarmi, ma non mi importava, ero troppo impegnata ad ascoltare la canzone per accorgermi degli occhi fissi su di me. "ED ECCO A VOI LA GRANDE RIVELAZIONE DELL'ANNO I 5 SECONDS OF SUMMER!" questo disse il conduttore radiofonico appena finí la canzone. Continuò a parlare spiegando come avevano raggiunto questo grande successo ma vi era una grande confusione nel bar per riuscire a capire parola per parola. Fino a quando urlai "silenzio!". Stavo per allontanarmi dalla radio per continuare il mio lavoro quando il conduttore disse "E ORA QUI CON NOI, IN ESCLUSIVA I 5 SECONDS OF SUMMER". Ritornai vicino alla radio per ascoltare tutto. Tremavo. Tutti gli occhi erano puntati su di me ma non mi importava. Il conduttore faceva domande mentre loro rispondevano con calma e dalla loro voce sembravano molto sicuri di loro. Il conduttore fece una domanda a Luke su come avessero raggiunto questo successo. Lui iniziò a raccontare la gavetta che aveva subito prima di essere scelti dai One Direction per aprire i loro concerti in tutto il mondo. "Ormai la notorietà è arrivata e non possiamo farci nulla. Siamo stati travolti da questo mondo a noi sconosciuto ma di certo non cambieremo, non permetteteremo al successo di cambiarci in qualcosa che non siamo." Era da tanto che non ascoltavo quella voce, forse era passato troppo tempo. Non lo vedevo dai tempi del liceo. Eravamo compagni di classe e conoscevo anche Ashton, Calum e Michael. Li aiutavo a scegliere il look per le loro esibizioni nei locali ed ero con loro quando scelsero il nome della band. Eravamo sempre insieme ed erano gli unici miei amici. Fino a quando, dopo il liceo, i miei genitori non mi convinsero ad andare in un remoto paesino situato in Canada per aiutare mia nonna con l'amministrazione dell'hotel. Da quel giorno persi i contatti con loro. Ogni giorno li pensavo e mi chiedevo cosa stessero facendo ma ora so che sono stati abbastanza impegnati durante la mia assenza. Da quando ero tornata a Sidney, ovvero 3 settimane, non ero riuscita ad incontrarli ed ero ancora abbastanza stordita per il fuso orario. Ma dopo aver sentito la loro voce dovevo vederli. Ormai l'intervista alla radio era finita e dovevo tornare a lavoro. Harry mi guardava e dalla faccia avevo capito che era molto arrabbiato, d'altronde gli avevo rovinato il suo onomastico con i miei continui stridolini. Alla fine del turno ero convinta che mi avrebbe licenziata ma non mi importava in quel momento. Erano quasi le 14.30 e mancava mezz'ora alla fine. Era una giornata abbastanza morta se non fosse per gli amici di Harry che riuscivono ad intrattenermi con stupide battutine. Continuavo a fissare l'orologio, volevo fuggire da quel luogo, tornare a casa, e iniziare a guardare tutte le foto con i miei adorati ragazzi e Luke. Erano le 14.59 quando Harry si avvicinò a me e mi annunciò che ormai il mio turno era finito e potevo tornare a casa. Non sembrava arrabbiato, per nulla, forse aveva bevuto troppo e si era dimenticato di tutto, ma sicuramente il giorno dopo mi avrebbe licenziata, non so perché ma ne ero certa. Uscí dal bar e incontrai Jena, una delle ragazze con cui faccio i turni per il bar. Era in ritardo infatti ci scambiammo un semplice sorriso e un "ciao!". Mi avviai verso la fermata dell'autobus visto che casa mia si trovava quattro quartieri dopo a quello dove mi trovavo io. Mi ero seduta sulla panchina in attesa del pullman. Per intrattenermi decisi di cercare qualche notizia sui 5 seconds of summer. Cosi presi le mie cuffiette, che mi erano state regalate proprio da loro al mio diciassettesimo compleanno. Cercai su youtube, e quello che trovai fu davvero sconvolgente. Più di una ventina di canzoni, cover, e immagini. Da lontano intravidi il pullman numero 34. Quel pullman portava casa mia ma passava anche davanti agli studi radiofonici dove, molto probabilmente, c'erano loro. Salii sul pullman e fortunatamente trovai un posto dove potermi sedere, ero davvero stanca. Lungo il tragitto pensai che sarei potuta scendere per gli studi e magari cercarli. Ma non l'avrei fatto. Non mi sembrava ne il luogo ne il momento giusto per farlo. Il pullman si fermò ed ero davvero tentata. Dal finestrino vidi parecchie ragazzine attacate ai cancelli degli studi che si spingevano e aspettavano. Ovviamente aspettavano loro e come avrebbero potuto notarmi in mezzo a tutte quelle ragazze? Ormai non ci vedevamo da tre anni. Come potevano ricordarsi di me? Cosi decisi di rimanere al mio posto aspettando che il pullman ripartisse. Dalla porta entrarono Liz e Anne, le mamme di Luke e Ashton. Da quando i figli iniziarono a frequentarsi e formare la band, loro diventarono inseparabili. Liz mi notò subito, non so come fece. Negli ultimi anni ero cambiata davvero tanto. Mi si avvicinò con un sorriso stampato sulle labbra seguita da Anne. Mi abbracciarono calorosamente chiedendomi da quanto tempo fossi tornata. Parlammo per circa 10 minuti. Ogni tanto accennavamo ai ragazzi. E Liz mi riferì che anche loro erano tornati da poco in città. Il tour era stato faticoso. Ma mi disse anche che quando aveva un po di tempo libero Luke andava a bussare alla mia porta per vedere se ero tornata o no. Questa cosa mi lasciò senza parole. Questo vuol dire che non si era dimenticato di me! Ero ancora nei suoi pensieri. "È stato un grandissimo piacere averti rivista. Ci sei mancata tantissimo Ale!" disse Anne. Subito dopo la seguì Liz "cara ci tengo ad informarti che domani i ragazzi saranno al centro commerciale per una singing. Loro vorrebbero vederti e so che lo vuoi anche tu! Comunque quando vuoi la nostra porta di casa è aperta!". Loro ormai erano giunte a casa. Liz mi invitò per un caffè, ma respinsi la proposta. Non perché non volessi entrare a parlare con loro semplicemente perché ero stanca. Cosí ci salutammo. Loro scesero dal pullman mentre io tornai al mio posto a cercare altre notizie su di loro. Ma continuavo a ripensare a Luke... LUI NON SI ERA DIMENTICATO DI ME! E neanche io di lui. Probabilmente è stato il primo ragazzo per cui ho avuto una cotta. Anzi non probabilmente, sicuramente. Adoravo tutto di lui. I suoi occhi color cielo erano la cosa più bella che io abbia mai visto. Nel pullman passò velocemente il tempo. Sembrava fossero passati solo 10 minuti e invece era da 40 minuti che ero in quel pullman. La fermata si trovava proprio davanti casa mia, cosi appena il pullman si fermó, scesi ed entrai a casa. Fortunatamente non c'era nessuno in casa. Forse erano usciti tutti per fare shopping. Ero felice, davvero tanto. E per fortuna non c'era mia mamma. Si accorge sempre quando ho qualche pensiero per la testa. Mi dice sempre che capisce il mio umore guardandomi in faccia. Visto che non c'era nessuno in casa decisi di andarmi a rilassare un po con un bel bagno caldo nella vasca. Quando usci erano già tornati tutti. Io ormai mi ero calmata esternamente, ma all'interno avevo tutto sottosopra. Mia mamma non si accorse di nulla. Ormai erano le otto di sera ed era ora di cena. Così ci sedrmmo tutti a tavola. Finito di cenare salutai tutti e andai nel letto.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Day 2 (Morning) ***


Per tutta la notte non riuscii a dormire. Mi continuavo a rigirare nel letto pensando a Luke e a quello che mi aveva detto Liz. Erano ormai le sette del mattino quando decisi di alzarmi. Feci colazione, indossai la mia divisa da lavoro e mi precipitai fuori per prendere il pullman. Arrivata al bar trovai Harry che mi attendeva. Non mi disse nulla riguardo il giorno prima e mi sembrò davvero strano, forse davvero era ubriaco per ricordarsi qualcosa. Così iniziai il mio lavoro e stranamente ero felice. Uscii da dietro il bancone per andare a servire un tavolo quando un ragazzo mi venne addosso facendomi cadere. Il ragazzo mi sollevò da terra chiedendomi scusa. Alzai lo sguardo e mi ritrovai due splendidi occhi color cielo che mi fissavano. Mi erano famigliari.. « Lu…Lukey… » dissi a bassa voce. « Ale! O mio Dio, Ale sei tu? Scusami davvero non ti avevo vista! Come sei cambiata.. » disse Luke. « Oh, non preoccuparti. Scusami, ma ora devo proprio tornare a lavoro e pulire questo macello. Ciao! » dissi. Fui molto fredda e distaccata e non riuscivo a capire il perché io l’abbia lasciato lì impalato per pulire uno stupido pavimento. Sapevo solo che il cuore mi batteva a mille e non riuscivo più a controllare le mie emozioni. Probabilmente ero tutta rossa in visa e forse se ne era accorto anche lui visto che mi osservava mentre parlava con i suoi amici. Iniziai ad osservarlo da dietro il bancone. Sembrava quel ragazzo di tre anni fa, però con qualche amico in più. Aveva lo stessa risata e quel sorriso… quel sorriso che mi faceva rabbrividire e mi veniva una voglia matta di baciarlo. In quel momento entrò qualcun altro alla porta, era Ashton. Appena entrò mi notò subito. Iniziò ad urlare il mio nome e a corrermi incontro per abbracciarmi. Al liceo eravamo inseparabili, facevamo tutto insieme, anche le cose più insignificanti. Passavamo le ore al telefono e ci confidavamo. « Ale! Mi sei mancata tantissimo. Ho provato a cercarti e a contattarti in questi tre lunghissimi anni. Non sapevo con chi parlare! E tu eri irraggiungibile! » disse Ash. « Anche tu mi sei mancato piccolo ash! » dissi io. Durante la nostra chiacchierata mi accorsi che qualcuno ci fissava, era Luke. D'altronde da quando era entrato non faceva altro che farmi domande su domande senza salutare neanche i suoi compagni. « E allora? Da quando sei tornata?? Perché non mi hai chiamato? » disse. « Colpa del fuso orario. E poi ho saputo che anche tu sei stato abbastanza impegnato con la band! E così hai conosciuto i One Direction? » gli risposi. « Beh, si. Sono dei ragazzi fantastici e ci hanno aiutato tanto. Ma tu come fai a saperlo? » mi chiese dubbioso. « Ieri ho incontrato tua madre sul pullman mentre tornavo da lavoro. » gli risposi. « Davvero?!? Quella Anne non mi ha detto nulla. Perché oggi non vieni un po’ a casa mia? Invito anche i ragazzi! » mi chiese con un sorriso stampato sulle labbra. « Perché no?!? Ci sarò sicuramente! » gli risposi. E ci salutammo con un caloroso abbraccio, poi Ash si allontanò dirigendosi verso i suoi compagni che lo attendevano. Notai che Luke ci osservava ancora,  ma non riuscivo a capire il perché. Tornai al mio lavoro e mentre cercavo di concentrarmi mi venivano in mente un miliardo di domande che gli avrei voluto fare ma non avevo voglia di disturbarli. Mi sarebbe piaciuto sapere come stavano i suoi fratelli e il suo cagnolino ma probabilmente li avrei visti più tardi. Così smisi di pensarci occupandomi dei clienti per far volare il tempo.  

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Day 2 (Afternoon) ***


Erano le 13.32, quasi l'ora per mangiare un boccone. I ragazzi erano ormai andati via da circa venti minuti. Ashton mi aveva salutato con un bacio sulla guancia e un « Ci vediamo più tardi! » . Mentre Luke... Aveva accennato ad un sorriso. Devo essere sincera? Ci rimasi un po' male... Non mi aspettavo nulla di che, ma mi sarebbe bastato anche un « Ciao! » . Non vedevo l'ora che il mio turno finisse per correre a casa di Ash. Anche perché volevo parlare con Luke. Volevo capire cosa aveva. Si leggeva in faccia che qualcosa non andava. All'improvviso squillò il telefono, era un messaggio. "Hei Ale, ho una grande bella sorpresa per te! Se vuoi, portati un'amica se ti senti a disagio. Un bacio -A.".
Per un attimo mi mancò il fiato. Non per il messaggio, ma per quel "-A". Mi ricordava tanto la mia serie preferita Pretty Little Liars. Il messaggio era di Ash e subito gli risposi "non vedo l'ora di ricevere questa sorpresa!". Iniziai a pensare a chi potevo portare con me e ovviamente mi venne in mente Jena. Ma purtroppo aveva il turno di lavoro dopo il mio quindi non poteva venire. Decisi di andare da sola.
Erano le 15.30 e il mio turno era finito. Dalla porta entrò Jena e le spiegai tutto quello che era successo. Lei sapeva tutto di me e di quello che provavo per Luke e Ash. Ero in ritardo e avevo un look un po' trasandato. Cosi Jena mi aiutò a prepararmi. Nell'armadietto avevamo dei panni di riserva e del trucco. Mi preparai e subito uscii dal bar urlando « GRAZIE! » a Jena. Andai alla fermata, ma sinceramente non sapevo che aspetto avevo.
Dopo 10 minuti arrivò il pullman e mi misi a sedere vicino al finestrino. Pensai per tutto il tragitto a cosa potevo dire a Luke, ma nulla mi sembrava appropriato. Arrivai a casa di Ashton ed ero abbastanza in ansia, ma bussai alla porta. Da fuori si sentiva abbastanza confusione e probabilmente non avevano sentito il campanello, visto che ero ancora fuori, mandai un messaggio ad Ash. Subito dopo qualcuno aprì la porta ma non era Ash, era CALUM! Subito notai il suo sorriso, i suoi occhi, lui, il mio finto asiatico. Non disse nulla, mi si buttò praticamente addosso e mi strinse a se. Quanto mi mancavano quegli abbracci. Poi mi lasciò, mi guardò e notai che aveva gli occhi lucidi. Cosí lo abbracciai di nuovo, più forte di prima. « Mi sei mancata... » disse. « Anche tu Calum... » risposi. Sentii qualcuno avvicinarsi, ma non volevo allontanarmi da quelle braccia. « Chi è alla porta calum? » disse qualcuno. Ma non era una persona qualunque, « MIKEY » esclamai. « Ale?!? O MIO DIO » rispose prendendomi in braccio. Era bello risentire la sua voce e il suo profumo. « Cosa hai fatto ai capelli? » dissi incredula. « Beh, nell'ultimo periodo si è dedicato molto alle tinture » esclamò Calum. « Su dai entriamo! » disse Mikey, annuii ed entrammo. Ashton subito mi si avvicinò dandomi un rumoroso bacio sulla guancia. Luke era sul divano con qualche suo amico e mi salutò sollevando solamente la mano mentre io ricambiai con un mezzo sorriso. « Questa è la nostra carissima amica Alessandra! » disse ad alta voce Ashton. E tutti i presenti risposero all'unisono Ciao! » . « Bene, possiamo dare inizio alla festa! » urlò Mike.
Non era come le solite feste che davano i ragazzi. Di solito eravamo solo noi quattro. Ma non mi dispiaceva se avevano qualche amico al di fuori di me, anzi ne ero felicissima. C'era chi stava in piscina, chi giocava a Just dance, chi chiacchierava. Noi eravamo in giardino a cantare le nostre canzoni preferite mentre Mikey suonava la chitarra, come i vecchi tempi.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Day 2 (Night) ***


Ma non erano più i vecchi tempi, me ne ero accorta. Nonostante stessimo insieme li sentivo più lontani che mai, mi correggo, lo sentivo. Si, lukey non era più il solito simpaticone, stava seduto su una sedia a bordo piscina mentre sorseggiava la sua birra preferita, e con sguardo perso fissava tutto quello che gli capitava attorno senza dire nulla. E credetemi di solito non era così. Non so cosa gli prendesse ma so che volevo saperlo. Così mi feci coraggio e mi alzai per andargli vicino, ma proprio  in quel momento una ragazza si fiondò su di lui. “Che tempismo la ragazza!” pensai tra me e me. Oppure ero stata io ad aspettare troppo? Questo non lo so, ma di certo non volevo interrompere il loro attimo di intimità, così decisi di tornare al posto. Era tardissimo ma non volevo andarmene, anche perché stavo aspettando ancora la “fantastica” sorpresa di Ash, e così sono tornata al mio posto. A poco a poco gli invitati se ne andavano e cominciavo a sentirmi ancora più stanca, fino a quando una persona non si gettò di fianco a me sul divano con la grazia ippopotamo. Era Mikey, la leggiadria non era mai stato un suo forte. « hey Ale, che hai? »  mi chiese mentre beveva birra. « Nulla, sono solamente stanca e ho notato che lukey è un po strano » risposi. « Beh si, sta passando un periodo un po complesso, non posso dirti nulla lo farà lui quando si sentirà pronto. Comunque se vuoi ti do un passaggio per tornare a casa. Tanto devo accompagnare anche Cal. » mi chiese per cambiare discorso, sapevo che c'era qualcosa sotto ma non volevo approfondire in quel momento. « No grazie, sto aspettando Ash, deve farmi una sorpresa » dissi mentre mi strofinavo le mani sulle ginocchia. Ero abbastanza ansiosa ma più che altro curiosa. Dopo quella affermazione Mike aveva cambiato espressione, qualcosa lo turbava. Ma qual era questo segreto che tutti sapevano tranne me? Nessuno voleva dirmelo. « Ah si, ne sono al corrente. Buona fortuna. Ora devo andare ci vediamo domani al bar! » mi disse per chiudere il discorso e mi salutò con un rumoroso bacio sulla guancia. Amavo i suoi baci.
Ma all'improvviso mi ricordai....IL BAR! Il giorno dopo sarei dovuta andare al lavoro ed era l'una e mezza di notte, dovevo andarmene. Ormai la festa era finita erano rimasti: Luke, due ragazze, un ragazzo, Ash e me. Cosí mi alzai e andai verso Ash per dirgli che me ne sarei andata. I miei occhi incontrarono i suoi e proprio in quel momento un brivido mi percorse la schiena, eppure non faceva freddo. Avevo lo stomaco in subbuglio e mi mancò il fiato. Cosa mi stava succedendo? Forse lo so, mi piaceva. Si non lo nego, ero sempre stata attratta da Ash. Eccolo che si avvicinava, ma cosa voleva? Ogni suo passo verso di me mi faceva mancare il fiato. Cosa mi stava succedendo? Avevo bisogno di baciarlo, ma mi serviva anche una bombola di ossigeno. « Hei, sei pronta per la sorpresa? » mi disse guardandomi negli occhi ma io più che altro ero concentrata sulla sua bocca. Era così perfetta e non riuscivo a guardare altro. Forse si accorse che mi ero ipnotizzata e mi disse « stai bene? ». Con un cenno dissi di si ma nella mia testa c’era una confusione assurda. Così mi prese la mano e mi portò in camera sua. Non ci entravo da così tanto tempo che ormai mi ero dimenticata di che colore erano le pareti. « Siediti per favore, non è semplice quello che sto per dirti. » mi disse con tono nervoso e senza pensarci due volte mi accomodai sul letto. Andava avanti e indietro, sembrava una trottola e mi stava rendendo nervosa. Fino a quando non prese coraggio e si fermò davanti a me, guardandomi dritto negli occhi « Ale, tu mi piaci e vorrei che questa amicizia si trasformasse in qualcosa di più serio. » . Improvvisamente il mio cuore si fermò. Niente ormai aveva più senso, se non lui. Inizia a mordermi il labbro inferiore. Questa cosa mi lasciò senza parole e lui se ne era accorto.
Così si avvicinò lentamente, sedendosi vicino a me, prendendo le mie mani nelle sue. La testa persa in mille emozioni, pensieri. Non sapevo se era la cosa giusta da fare, ma in quel momento, non riuscivo a pensare ad altro se non alle sue mani che si muovevano leggere sul mio corpo.
Girai leggermente il bacino così da averlo perfettamente di fronte. I suoi occhi nei miei, a pochi centimetri di distanza. Di sicuro avrò le guance rosse, ma non mi importa, perché lui si stava avvicinando a me. Le nostre labbra si sfiorarono e le nostre lingue iniziarono a muoversi armoniosamente, come se fossero fatte solo per questo.
Misi senza pensarci le mani sul suo petto, stringendo leggermente la maglietta mentre il bacio iniziato come uno sfioramento di labbra, si stava trasformando in tutt'altro.
Afferrai i lembi della sua maglietta, sfilandogliela con lentezza, tracciando con una mano i suoi pettorali. Sentii le sue mani sotto la maglietta che mi slacciavano il reggiseno con una mossa esperta e veloce.. Con la stessa maestria mi tolse anche la maglietta. Non sentii imbarazzo davanti a lui, il che mi sembrava strano, ma adoravo il modo in cui mi guardava. Raccolti tutto il coraggio che avevo e mi alzai da letto, allontanando le sue mani dal mio corpo. Mi misi davanti a lui e con gli occhi puntati nei suoi, portai le mani ai miei pantaloni, per poi sfilarli lentamente, gustandomi il suo sguardo nel mio. Tolti i pantaloni, lui si alzò dal letto sfilandoseli a sua volta.
Mi prese alla sprovvista quando mi prese in braccio, facendomi cacciare un urlo misto ad una risata per la sorpresa. Mi fece sdraiare sul letto per poi mettersi sopra di me, le labbra sul mio collo e le mani che si muovevano agili sui miei seni.
« Mi fai impazzire » soffiò queste parole nel mio orecchio e mi sentii pervasa dalle emozioni.
Si tolse i boxer per poi concentrarsi sulle mie mutande.
Posò dei baci leggeri che partivano dal seno e arrivavano fino all'inguine. Non disse nulla, e non potei che urlare quando mi mise dentro un dito. Lo vidi sorridere divertito per la mia reazione e gli tirai una leggera manata sulla testa, cosa che lo fece ridere ancora di più.
Mi diede un bacio per poi iniziare a muovere lentamente le dita dentro di me per prepararmi a quello che sarebbe successo poco dopo.
Cercavo in tutti i modi di non urlare, anche perché sotto c’erano gli ospiti, ma qualche ansimo mi usciva comunque dalle labbra schiuse dal piacere. Era incredibile cosa sapesse fare solo con le sue mani. Stavo per arrivare al culmine quando si fermò, lasciandomi insoddisfatta e con un tenero broncio sulle labbra.
Mi baciò delicatamente e mi prese per la vita, così da posizionarmi sopra di lui. Aprì il cassetto vicino al letto e prese un preservativo che si mise in fretta, non resistendo alla vista di me, nuda, seduta sulle sue gambe.
Appena fu pronto, mi prese per i fianchi e mi fece scendere lentamente sulla sua evidente erezione. Un gemito involontario mi uscí dalle labbra.
Mi lasciò un attimo per abituarmi fino a che non iniziai io a muovermi su di lui. Era magnifico vedere il suo viso, con le labbra leggermente aperta da cui uscivano regolarmente dei gemiti e gli occhi socchiusi. Presi le sue mani e le feci muovere sul mio corpo, facendolo venire, mentre sussurrava il mio nome spezzato dagli ansimi. Pochi attimi dopo venni anche io, pronunciando il suo nome per poi accasciarmi su di lui.

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2965802