Only friends

di _rei_chan_11_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Delay ***
Capitolo 2: *** Tears ***
Capitolo 3: *** Blood ***
Capitolo 4: *** Kiss ***



Capitolo 1
*** Delay ***


Only friends

Note d'inizio:

Ehm...ciao a tutti ! *saluta timidamente*
Sono una ragazza abbastanza giovane ( quindi se trovate il mio stile un po' "acerbo"...non siate troppo cattivi T.T) e sono nuova qui. Cioè...in realtà giro su questo sito da circa un'annetto ma mi sono decisa a pubblicare questa "roba" solo ora. Spero vivamente che non ci siano errori (nel caso...siete liberi di insultarmi nei modi più coloriti) e che la mia fan fiction vi piaccia!

Aoi's pov:

Mi siedo sul muretto all'incrocio e guardo l'orologio. È in ritardo, come al solito. Vedo Kai e Reita venire verso di me con le loro borse in spalla. Mi salutano da lontano e si avvicinano a me.
-Aoi! In anticipo come sempre!- commenta Reita sghignazzando.
-Avete visto Uru?- chiedo ignorandolo. Kai scuote la testa con un mezzo sorriso.
-Ehi ragazzi!- sentiamo chiamare. Ruki viene verso di noi trascinandosi dietro la sua borsa pesantissima. 
-Uruha non è con te?- domando di nuovo senza salutarlo.
-Ciao Aoi, si, grazie, ho dormito bene. No, non ho fatto i compiti di inglese. Cosa dicevi? Ah si...Uru...no, non l'ho visto!- mi schernisce facendo dondolare i suoi dread tricolore. Sbuffo pesantemente scrutando la strada davanti a me in cerca del fisico longilineo del mio amico. Reita estrae il suo cellulare dalla tasca e guarda l'ora battendo nervosamente un piede a terra.
-Se volete potete andare...io aspetto ancora un po'.- dico con un sospiro. I miei amici mi fanno un cenno con la testa e si avviano verso scuola chiacchierando allegramente. Finalmente, dopo qualche minuto, avvisto il mio compagno che cammina mesto con lo sguardo rivolto a terra. Ha i capelli castani gonfi e scompigliati, la pelle del viso è pallida e tirata e indossa un paio di occhiali da sole enormi. Le sue labbra, solitamente ricoperte di gloss pescato, sono screpolate e con un brutto taglio al centro.
-Uruha! Stai bene?- gli chiedo andandogli in contro. Mugugna qualcosa di incomprensibile a denti stretti. Noto che ha i primi bottoni della camicia allacciati storti e il nodo della cravatta fatto male. Dopo essermi guardato velocemente intorno, lo rimetto in sesto e gli pettino i capelli passandoci le dita in mezzo. Da vicino vedo attraverso le lenti spesse degli occhiali i suoi occhi struccati velati di tristezza. O forse è semplicemente stanco.
-Dai muoviamoci! Siamo già in ritardo!- dico prendendolo per un braccio.
-E gli altri?- mi chiede con la voce ancora impastata di sonno.
-Sono già andati...-
Uruha zoppica leggermente e ogni passo gli costa fatica. Gli passo un braccio intorno al fianco e lo costringo ad appoggiarsi a me. Lo vedo arrossire leggermente e increspare le labbra come solo lui sa fare.
-Grazie....- mi soffia in un orecchio appoggiandosi alla mia spalla.
-Baka...sei così dannatamente orgoglioso che non chiedi aiuto neppure quando è evidente che ne hai bisogno.-
Vicino a scuola Uru si libera del mio braccio e cerca di camminare al meglio da solo. Il nostro amico infascettato ci saluta agitando un braccio. Sono tutti seduti sulla nostra solita panchina. Reita è appollaiato sullo schienale e appoggia i piedi accanto alle gambe accavallate di Ruki. Kai si alza e lascia il posto ad Uruha che finalmente può far riposare il suo piede dolorante. Le sopracciglia dal taglio perennemente accigliato si rilassano e la fronte aggrottata si distende. Io rimango goffamente in piedi e lascio cadere con un tonfo il mio zaino stracolmo di libri. Kai apre la bocca per dire qualcosa ma la campanella lo interrompe. Rei e Ruki si dirigono verso l'aula di chimica, Kai corre a letteratura e io e Uruha ci infiliamo negli spogliatoi di ginnastica. Non mi piace troppo cambiarmi davanti agli altri quindi cerco sempre di essere il primo ad entrare. Mi infilo maglia e pantaloncini alla velocità della luce e mi abbasso per allacciarmi le scarpe. Volgo un fugace sguardo a Uru. Non si sta cambiando, non ha nemmeno tirato fuori i vestiti. Fissa semplicemente il vuoto davanti a sè. Mi siedo accanto a lui e gli appoggio delicatamente una mano su una spalla.
-Urupon...sei sicuro che vada tutto bene?- utilizzo il suo soprannome di quando eravamo piccoli, so che così mi darà ascolto.
-Mi fa male la caviglia...- piagnucola come un bambino abbassando la testa. Gli sposto qualche ciocca color miele dietro l'orecchio e gli passo un mano sulla schiena.
-Tranquillo...avverto io il prof...-
Sento la porta cigolare e mi alzo di scatto. Mi approprio dell'unico specchio presente nello spogliatoio maschile, che di solito ci contendiamo io, Ruki e Uruha, e comincio a pettinarmi i miei lunghi capelli neri con le mani cercando di raccoglierli. Purtroppo ho dimenticato la spazzola a casa. Sussurro un'imprecazione a fior di labbra dopo l'ennesima ciocca corvina che mi sfugge dalla coda. Due mani estranee mi si poggiano sulle spalle e mi fanno mettere in ginocchio. Riconosco le dita lunghe e fini e le unghie smaltate di nero in contrasto con la pelle candida. Sono le mani di Uru.

 

Uruha's pov:

Guardo Aoi di sottecchi. Per mia fortuna oggi ho deciso di indossare i miei occhiali da sole più scuri, così i miei compagni non se ne accorgono. Per tutti i kami, è proprio un disastro quando si tratta di capelli! Rovisto nella borsa alla ricerca della spazzola che porto sempre con me. Da quando mi sono lasciato crescere i capelli oltre le spalle metà della mia borsa è occupata da un'armamentario che farebbe impallidire un parrucchiere. Mi alzo dalla panchina aiutandomi con le mani e mi avvicino ad Aoi. Gli poggio le mani sulle spalle e lo spingo per terra. Sebbene io sia più alto di lui non riuscirei mai a pettinarlo da in piedi! Lascia cadere i  capelli sulle spalle e piega leggermente la testa verso il basso, per lasciarmi "lavorare" più comodamente. Qualche compagno di classe si gira a guardarci ma non mi importa. Dopotutto lo sto solo aiutando a farsi la coda! Comincio a raccogliergli le ciocche corvine in una mano aiutandomi con i denti della spazzola. Gli invidio tantissimo quella chioma: ha i capelli così lisci, lucidi, morbidi e setosi. I miei non appena superano le scapole cominciano a diventare ingestibili e si arricciano per un nonnulla. Finisco il mio lavoro magistralmente facendo fare vari giri al nastro che mi porge Aoi. Con un paio di forcine gli blocco la frangia che gli ricade sempre su un occhio. Mi ringrazia con un enorme sorriso e mi scompiglia i capelli. Ha solo un anno più di me eppure molto spesso mi sento piccolissimo accanto a lui. Mi apre la porta per farmi uscire dallo spogliatoio e mi segue sottraendosi allo sguardo inquisitorio dei nostri compagni.
-Ah Nakamura-sensei!- eslcama Aoi fermando il professore. Li vedo parlottare per poi voltarsi verso di me con uno sguardo preoccupato. Il prof mi fa segno di entrare in palestra con loro e li seguo malvolentieri. Speravo di potermi rinchiudere in biblioteca. Di tornare a casa non se parla nemmeno...comincio già a chiedermi come farò questa sera.
-Takashima, il tuo compagno mi ha raccontato cosa ti è successo...per questa lezione potrai rimanere seduto a guardare,ma cerca di riprenderti presto!- mi dice il sensei dandomi una pacca sulla spalla che mi fa perdere l'equilibrio. Mi accuccio per terra cingendomi le gambe con le braccia. Aoi si inginocchia accanto a me e fa per togliermi gli occhiali. Li riafferro bruscamente e mi copro ulteriormente il viso con la sciarpa che ho recuperato dall'armadietto. I nostri compagni cominciano a riversarsi nella palestra. Lo stridio delle loro scarpe si mescola alle risate che riempiono l'aria. Sento distintamente solo il sussurro di Aoi che mi dice:
-A fine lezione aspettami, per favore.-
Annuisco increspando le labbra in un sorriso, il mio unico, vero sorriso da un paio di giorni. Solitamente sono uno che ride chiassosamente (mai quanto Kai, lui è imbattibile) e parla senza sosta, ma nessuno sembra essersi accorto del mio cambiamento comportamentale. Un ragazzo dai capelli ramati mi si avvicina. Non lo riconosco subito, purtroppo, insieme al trucco, ho dimenticato di mettermi anche le lenti a contatto.
-Ehi, Takashima-kun!- mi saluta sedendosi accanto a me. Ora ho capito: è Shou! Non capisco tutta questa confidenza: mi ha sempre preso in giro per i miei modi di fare, diciamo, "eleganti" e ora viene qui a fare l'amicone?
-Posso chiederti una cosa?-
-Mh?- mugolo diffidente arricciando il naso. Mi guarda con un sorriso malizioso e spara "la battuta del secolo":
-Ma tutto il trucco che ti metti lo vai a comprare o lo rubi di nascosto dal cassetto di tua madre?-
-Ah, ah, ah...davvero divertente...- commento con finto divertimento. Shou allunga una mano verso i miei occhiali e me li strappa di dosso.
-Wow...oggi facciamo i trasgressivi! Niente trucco!- mi afferra una ciocca di capelli e me la tira con forza- Anche se questi capelli da femminuccia non migliorano la situazione...-
Le lacrime cominciano a pizzicarmi agli angoli degli occhi.
-Ahia! Fa male...dannazione...- mi lamento con voce incrinata.
-Per non parlare dei vestiti...anche quelli li rubi a tua mamma?- continua lui pizzicandomi le braccia e i fianchi – Scommetto che nascosti in fondo all'armadio hai corsetti di vinile e scarpe con il tacco!-
-SMETTILA SUBITO!- strillo alzandomi in piedi e tirandogli una sberla in pieno viso così forte da lasciargli impresse le mie cinque dita.
-Takashima!- esclama il professore. Non sento quello che mi strilla dietro perchè sto già correndo coprendomi il viso con le mani. Le lacrime mi bagnano le guance. Di nuovo.

 

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Capitolo 2
*** Tears ***


~~
Aoi's pov

Il rumore distinto di uno schiaffo mi fa distrarre. Faccio appena in tempo a girarmi quando un lembo della sciarpa di Uruha sparisce dietro la porta della palestra e le urla del sensei mi investono. Lascio cadere la palla e corro inseguendolo. Mi fermo nel corridoio centrale affinando l'udito e sento dei singhiozzi strozzati provenire dai bagni. Apro la porta con cautela e infilo dentro la testa. Non c'è nessuno ma l'ultima porta è socchiusa e sento dei respiri spezzati. Mi avvicino lentamente: Uruha è appoggiato con la schiena ad una delle pareti del cubicolo e si copre il viso con un braccio. Si lascia scivolare per terra continuando a piangere silenziosamente. Il suo corpo è scosso dai fremiti e gli occhiali gli pendono sghembi tra i capelli scarmigliati. Allungo una mano verso di lui e mi chino fino ad avere il viso circa a venti centimetri dal suo.
-Non sembra essere molto comodo lì per terra, eh?-
Uru alza i suoi occhi lacrimanti guardandomi stupito.
-Non vorrai rovinare i tuoi bellissimi vestiti...non è molto pulito.- dico storcendo il naso, facendo così scintillare il mio brillantino. Uruha scoppia a ridere. Ma è una risata finta, triste, con una nota di malinconia impossibile da non notare. Si aggrappa alla mia mano e mi getta le braccia al collo. La sua strana risata si mescola ai singhiozzi e le sue lacrime calde cominciano a bagnarmi una spalla. Lo lascio sfogare, cercando di sorreggerlo come posso. Non dico nulla, non ce n'è bisogno. Le mie parole riempirebbero solamente un vuoto che deve rimanere tale.
-A-aoi...perchè sei così gentile con me?- mi chiede soffocando le parole nell'incavo del mio collo.
-Perchè sei mio amico, baka!- dico lisciandogli i capelli.
"Solo un'amico...purtroppo..." aggiugo mentalmente.

Uruha's pov

Il collo di Aoi è così...confortevole. Mi sembra di stare in un morbido giaciglio di piume. Forse questa sensazione è data solo dai suoi capelli che mi accarezzano una guancia.
Vorrei che questo momento non finisse mai. Sento il suo cuore battere. Certo, non sta per morire di tachicardia, ma sta pur sempre battendo. Spero solo che non senta l'orchestra di percussioni che ho io nel petto. I cardini della vecchia porta dei bagni cigolano. Mi allontano velocemente da Aoi e mi appoggio al lavandino con nonchalance. Il sensei infila la testa nel buio corridoio, con mio enorme disappunto.
-Takashima? Stai bene?- mi chiede preoccupato. Tossisco un paio di volte per ritrovare un po' di voce ma Aoi mi precede:
-Se non le dispiace, professore, preferirei rimanere ancora un po' con Ur-...ehm...Takashima-kun. Mi è sembrato un po' pallido, potrebbe sentirsi male.- 
Il prof fa un cenno acconsenziente con la testa e si dilegua in fretta. Aoi si gira verso di me e raccoglie con il pollice una lacrima che mi rotola sulla guancia.
-Ora basta piangere...- mi sussurra. Sembra quasi un ordine,ma non sono infastidito. Mi toglie gli occhiali dai capelli e mi passa le mani sulle lunghezze cercando di lisciarmele. Lo lascio fare, godendomi quella sensazione. Mi prende un polso e mi trascina nello spogliatoio. Fruga nel suo zaino alla ricerca di qualcosa facendomi segno con un pollice di sedermi. Finalmente tira fuori trionfante una matita per occhi nera. Me la passa:
-Datti una sistemata...la professoressa di inglese non ti lascerà stare con gli occhiali da sole in classe...e so quanto odi che la gente ti veda struccato.-
Cerco di tirare la prima riga ma le mani mi tremano incontrollabili. Aoi mi prende la matita dalle mani con un sospiro e si mette in ginocchio davanti a me tirandomi per il colletto della camicia.
" Che delicatezza!" penso sarcastico. Facendo così però sbottona per sbaglio il primo bottone rivelando un graffio che avevo cercato di nascondere. Mi guarda sorpreso e mi apre ancora un po' la camicia.
-Ehi Aoi! Che fai?! Smettila...- mi lamento dimenandomi. Kami-sama, è imbarazzante!
-Uruha...cosa ti è successo?- mi chiede osservando da vicino ogni centimetro della mia candida pelle. Ho il petto ricoperto di lividi e il collo graffiato. Mi sfiora con un dito un punto più arrossato degli altri, appena sotto la clavicola. Un gemito mi sfugge dalle labbra.
-Ti fa tanto male?- mi chiede ancora. Annuisco con le lacrime agli occhi.
-Hai altri lividi?- domanda, mentre le sue sopracciglia scure si cominciano ad aggrottare. Finisco di sbottonarmi la camicia e la lascio scivolare giù dalle spalle mostrandogli la schiena. L'ho esaminata così attentamente stamattina da saperne i dettagli a memoria.

Aoi's pov

Un urlo mi muore in gola. La schiena liscia e bianca di Uruha è stata deturpata: dei profondi graffi rossi la percorrono per tutta la sua lunghezza e dei vistosi ematomi la tingono di blu. Si riveste velocemente con una smorfia di dolore. È doloroso vedere una bellezza del genere sfigurata in questo modo.
-Chi ti ha fatto tutto questo?- gli chiedo. " Così posso ucciderlo..." aggiungo tra me e me.
-Nessuno...- risponde precipitosamente.
-Ah si? Quindi hai fatto tutto da solo?- gli chiedo ironico. Lui per tutta risposta si morde il labbro inferiore. Gli tiro un buffetto sulla bocca.
-Smettila..ti fai male...- lo ammonisco pigramente. Rimaniamo in silenzio per un po'. Il suono del campanello rieccheggia nello spogliatoio insieme alle nostre parole non dette. Sento quella mandria di elefanti dei nostri compagni farsi strada tra i corridoi per raggiungerci. Mi alzo da terra con un sospiro. Riconsegno la matita a Uru.
-Vai in bagno...ti aspetto qua fuori.- gli dico passandogli la borsa. Lui mi fa un cenno con la testa e corre via, facendosi strada a spintoni. Mi cambio con estrema lentezza, tanto so che quando si tratta di trucco quell'altro è capace di rimanere davanti allo specchio per ore. Afferro il mio zaino e vado in cortile a prendere un po' di aria. Saluto da lontano Reita e Ruki e poco dopo vedo anche Kai avvicinarsi.
-Quanto casino per un po' di trucco...- sento borbottare il nanetto. Guardo interrogativamente Reita, che mi risponde sbuffando e alzando gli occhi.
-La Tanaka mi ha richiamato a fine lezione per le mie labbra (di nuovo)....dice che sono "esagerate". È un eufemismo!- continua a lamentarsi Ruki incrociando le braccia e mettendo su quel broncetto da diva, che personalmente trovo odioso. In effetti ora che si è tolto gli occhiali da sole, che gli coprono tipo tre quarti di faccia, noto il suo trucco...estroso. Allo studio indossa sempre rossetti scuri, per cui io e i miei bandmates ci siamo abituati, ma venire a scuola con il labbro superiore completamente ricoperto di rossetto nero in effetti non è un'idea molto furba. Soprattutto quando si ha la Tanaka le prime due ore. Evito di commentare e lascio che il suo borbottio faccia semplicemente da sottofondo ai miei pensieri. Sento due braccia esili cingermi la vita e dei capelli chiari si posano sulla mia spalla.
-Uru...- dico girandomi con un mezzo sorriso. Lui mi risponde strofinando la sua morbida guancia contro la mia. Reita ci guarda con un sopracciglio alzato ma non fa commenti.

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Capitolo 3
*** Blood ***


~~.....a fine giornata....

Arriviamo al nostro solito incrocio per separarci e ritrovarci la mattina dopo allo studio.
-Vuoi che ti accompagni a casa?- chiedo a Uru. Lui si guarda in giro a disagio e balbetta sbattendo gli occhi:
-Ehm...no...grazie.-
-Ne sei sicuro?- domando di nuovo avvicinandomi un po' di più.
-Si! Ora devo andare! Ciao, a domani!- esclama correndo via.
Mi squilla il cellullare.
-Pronto?- dico svogliato.
-Aoi! Sono Rei! Vuoi venire con me e Ruki a bere qualcosa stasera?-
-Devo proprio?- chiedo sbuffando
-Si, devi!- sento strillare Ruki dall'altra parte del telefono.
-Penso che ti abbia già risposto lui.- ridacchia Reita.
-E va bene...tra un'oretta dovrei essere pronto.-
-Veniamo a prenderti noi! Ciao, a dopo!-
Attacco e mi dirigo verso casa mia.

 

Uruha's pov:
Entro in casa il più silenziosamente possibile. Sembra che non ci sia nessuno. Mi dileguo in camera mia cercando di non fare rumore. Purtroppo il ticchettio delle scarpe mi tradisce.
-Uruha!- mi chiamano con voce tonante mio fratello più grande, Hiroto, e il compagno di mia madre,Tatsuya. Mi fermo a metà scale senza respirare. Torno lentamente sui miei passi tremante.
-Sbaglio o non ti sei tolto le scarpe prima di entrare in casa?- mi chiede Hiroto. Mugolo un assenso abbassandomi a slacciare gli stivali. Tatsuya si avvicina a me e mi afferra il viso stringendolo con la sua mano enorme.
-Hai di nuovo usato i trucchi di tua madre?!- mi strilla addosso. Cerco di sottrarmi alla sua presa, senza riuscirci. Mi fa alzare prendendomi per i capelli e mi strofina gli occhi con forza con le sue dita ruvide. Mi lascio scappare un singhiozzo. L'uomo lancia uno sguardo ad Hiroto che mi tappa la bocca trascinandomi contro il muro. Chiudo istintivamente gli occhi e lascio che facciano quello che vogliono. Mi riempiono di calci e pugni. Senza forze mi lascio cadere per terra. Non mi hanno mai toccato il volto per non lasciare segni ma oggi sono particolarmente presi dal loro "lavoretto" che sembra che se ne siano dimenticati. Un colpo al naso mi fa strillare e sento un liquido caldo scendermi sulle labbra. Allungo una mano verso la porta e riesco a scappare. Corro zoppicante inseguito dai loro insulti che rieccheggiano per le strade. Dopo aver girato un numero infinito di angoli mi siedo per terra. Ho la camicia zuppa di sangue e mi fa male tutto. Scoppio a piangere senza ritegno pregando che non passi nessuno.
- Aiuto...qualcuno mi aiuti...- mormoro al vento.

Aoi's pv:

Mi sto annoiando. Sono stufo di stare qua a guardare Ruki, palesemente ubriaco, che si aggrappa al braccio di Reita e fa strani mugolii sbattendo le ciglia. Mi tasto le tasche dei pantaloni alla ricerca del portafoglio e mi alzo sospirando.
-Dove vai?- mi chiede Rei.
-Chisseneimporta...- biascica Ruki prendendogli il mento con le dita. Alzo gli occhi al cielo e rispondo:
-Pago la mia parte e torno a casa. Sono stanco.-
Mi fa un cenno con la testa e tira una gomitata a Ruki rischiando di farlo cadere dalla sedia. Mi infilo la giacca lasciando i soldi sul tavolo ed esco dal locale. Cammino con le mani affondate nelle tasche lasciando che il freddo mi arrossi le guance. Dei singhiozzi familiari mi arrivano alle orecchie trasportati dal vento. Giro l'angolo e vedo una figura tremante accucciata per terra. Quei capelli, lisci, castani, con i colpi di sole: Uruha!

Note finali:
Questo capitolo è un po' più corto degli altri perché ho dovuto dividere il finale in due parti, gomen!
Non sono sicura che Urupon  abbia un fratello...(*va a informarsi su Internet*) ma in ogni caso ho dovuto aggiungerlo, altrimenti la storia non avrebbe avuto senso.
Ci vediamo nel prossimo, ed utlimo, capitolo!
Sayounara ^.^!  

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Capitolo 4
*** Kiss ***


Mi siedo accanto a lui e gli tocco una spalla. Alza la testa: ha le guance striate di nero e perde sangue dal naso. Gli prendo il viso congelato fra le mani e lo costringo a guardarmi negli occhi:
-Uruha! Cosa ti è successo?!- ripeto quella frase per l'ennesima volta. Non riesce neanche a parlare, geme soffocato dalle sue stesse lacrime. Lo aiuto ad alzarsi in piedi e vedo la sua camicia sporca di sangue. Non indossa neanche una giacca e ha le scarpe slacciate. Chissà da quanto tempo è seduto lì per terra. Mi tolgo velocemente il cappotto e glielo appoggio sulle spalle.
-Ti prenderai una polmonite!- lo ammonisco con dolcezza. Lui si lancia fra le mie braccia continuando a piangere.
-Non voglio tornare a casa...- lo sento dire contro il mio petto. Lo prendo in braccio, rischiando di spaccarmi la schiena, e comincio a incamminarmi verso casa mia. Abito da solo da qualche mese, per fortuna. Come avrei potuto spiegare a mia mamma un ragazzo con il naso spaccato e il trucco sciolto in camera mia?! Sono costretto ad adagiarlo a terra per poter aprire la porta. Lo aiuto a togliersi le scarpe e lo faccio sedere sul divano.
-Hai già fatto cena?- gli chiedo premuroso. Scuote la testa imbarazzato e si passa il dorso della mano sul naso. Chiamo il take away più vicino e comando due pizze. Poi vado in bagno e prendo la boccetta di disinfettante e qualche batuffolo di cotone imbevuto in acqua calda. Pulisco Uruha con estrema delicatezza e gli do dei vestiti per cambiarsi. Finalmente arriva la nostra cena! Gli passo il cartone della pizza e mi accomodo sul divano color crema facendogli segno di sedersi accanto a me.
-Ma sporcheremo tutto...- mi dice rimanendo goffamente in piedi.
-E allora?- rispondo ridendo. Mangiamo chiacchierando di scuola e di musica. Mi metto a gambe incrociate e faccio girare Uru verso di me.
-Vuoi raccontarmi cosa è successo?- gli chiedo piegandomi verso di lui. Arrossisce leggermente e abbassa la testa.
-Che ore sono?- mi chiede cambiando argomento.
-Circa le dieci di sera..-
-Forse dovrei tornare a casa...mia madre si starà preoccupando.- dice senza alzarsi. Una lampadina si accende nella mia mente: l'odio verso casa sua, i lividi, la fuga di sera...
-Rimani qui.-
Mi fa un mezzo sorriso di ringraziamento con gli occhi lucidi.
-C'è solo un piccolo problema...non ho la camera per gli ospiti.-
Alza le spalle indicando il divano.
-Vorrà dire che dormirò qui.-
Mi alzo a prendere delle coperte e un paio di cuscini.
-Ecco fatto!- dico lisciando il piumone. Do la buonanotte ad Uruha accarezzandogli i capelli affettuosamente.
-Ci vediamo domani...- mi sussurra. Vado in camera mia e mi metto il pigiama per poi infilarmi sotto le coperte. Il silenzio cala in tutta la casa. Dopo circa dieci minuti comincio a sentire Uruha che si rigira sul divano e subito dopo un tonfo.
-Ahia...dannazione...- impreca sottovoce. Quasi sicuramente è caduto. Mi metto a sedere tirandomi i capelli tutti su una spalla e li pettino con le dita continuando ad ascoltare.
-Aaah...baka...- mormoro tra me e me alzandomi.


Uruha's pov:

La serratura della porta della camera di Aoi scatta.
" Oh no! Forse ho fatto un po' troppo rumore!" penso atterrito. Chiudo gli occhi fingendo di dormire e cerco di respirare regolarmente. Si siede accanto a me.
-So che non stai dormendo, idiota.- mi dice tirandomi un buffetto sulla guancia. Socchiudo un occhio facendo un sorrisino. Mi metto a sedere e mi gratto la nuca imbarazzato.
-Etooo...scusa se ti ho dato fastidio.-
-Vieni di là con me.- mi dice guardando a terra. Anche al buio riesco a vedere le sue guance colorarsi di rosa. Mi sento avvampare e mi viene un caldo assurdo. Gli prendo la mano sudata e lui si alza trascinandomi in camera. Ci mettiamo a letto imbarazzati, entrambi ai lati opposti del materasso. Immprovvisamente sento un piacevole calore circondarmi in un abbraccio. Guardo sopra la mia spalla: i miei capelli si mischiano alle ciocche corvine di Aoi. Mi giro fino ad avere la faccia contro il suo petto e gli porto una mano alla guancia. Mi lascia un bacio leggero sulla fronte sussurrando:
-Buonanotte paperottolo...-
Chiude gli occhi con un sorriso e si sistema meglio sotto le coperte. Mi passo la lingua sulle labbra e lo attiro a me costringendolo in un bacio a stampo. Aoi spalanca gli occhi stupito e si stacca senza fiato. Abbasso lo sguardo arrossendo:
-Scusa...penso di aver appena fatto un idiozia...-
-Oh ma stai un po' zitto!- esclama l'altro baciandomi di nuovo.
Incastro la mia mano nei suoi capelli e gli accarezzo lo zigomo con il pollice. Mi addormento fra le sue braccia cullato dal suo respiro all'odore di menta.


Aoi's pov:

Sento il petto di Uru alzarsi e abbassarsi regolarmente e capisco che si è addormentato. È adorabile quando dorme, con i capelli biondi sparsi sul cuscino, raggomitolato come un cucciolo. Penso che rimarrà qui molto lungo. O almeno lo spero!

Fine...o forse no?

Note finali:
Ecco qua! Finalmente il tanto atteso (probabilmente solo da me) capitolo finale! Spero davvero di cuore che questa piccola fanfiction vi sia piaciuta! Sto già lavorando ad una seconda storia che spero di poter pubblicare il più presto possibile...e da qualche parte, in una misteriosa cartella rinominata in modo improbabile (che non ritroverò MAI), dovrei avere un'altra long già bell'è che pronta da rivedere soltanto (se non ricordo male, mi pare di averla scritta per un compito in classe...sì, io ai miei professori consegno i miei deliri sui GazettE invece dei temi normali).
Ok, la smetto di farneticare come al mio solito! .-.
Alla prossima u.u !
-Reichan-    (il mio nuovo nickname...se si decidessero a darmi il permesso per cambiarlo -.- )

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