Descendant

di My fair lady
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presentazioni personaggi. ***
Capitolo 2: *** Magic and Love ***
Capitolo 3: *** Magic and Herbs ***
Capitolo 4: *** Magic and Accident ***
Capitolo 5: *** Magic and Questions(and Dreams) ***
Capitolo 6: *** Magic and LoveII(and Flashbacks) ***
Capitolo 7: *** Magic and Secrets ***
Capitolo 8: *** Magic and Revelation ***



Capitolo 1
*** Presentazioni personaggi. ***


Salve a tutti.
Prima di cominciare la storia vera e propria, voglio prima presentare i personaggi(poiché sono davvero tanti e con caratteristiche diverse)
Ci tengo a precisare che anche se sono tanti personaggi, ci sarà una divisione tra principali e di contorno:

Le famiglie:
 
Cromwell: Le streghe Cromwell(quasi tutte donne) non hanno forti poteri attivi, ma traggono il loro potere dalle emozioni, e in più quando sono insieme, la loro magia si accresce, perciò non sono da sottovalutare
Riescono a creare incantesimi e pozioni di alto livello con facilità.
 
Gardner: I Gardner sono tra le famiglie magiche più forti. Indomiti, orgogliosi e caparbi. Hanno una natura positiva con un forte senso di giustizia, anche se sovente si lasciano trasportare dalle loro passioni esplosive.
 
Crowley: I Crowley fanno dell’unione la loro virtù, e sono determinati e saldi. Il loro motto è “D’inverno il lupo solitario muore, il branco sopravvive” Hanno la particolarità di avere una duplice natura, quella di stregoni e licantropi, anche se di solito poi ogni membro della famiglia sceglie cosa essere, e coltiva solo una parte di sé.
Piccola precisazione: In ogni generazione c’è un Lupo Alpha all’interno della famiglia. Il lupo Alpha è più potente degli altri e la sua mutazione è completa. Inoltre ha il potere di usare il suo ringhio per farsi ubbidire dal branco.
Quando il lupo Alpha muore, un altro prende il suo posto.
 
Renard: Le Renard(sono quasi esclusivamente femmine) sono una famiglia di streghe dall’immenso sapere magico. Questo contribuisce a renderle sagge e potenti. La loro magia è più protettiva che offensiva e la loro dote innata, oltre l’intelligenza è quella della premonizione.
La leggenda vuole che le tre sorelle Renard, quelle che diedero inizio alla stirpe, furono il frutto dell’amore tra un umano e una Kitsune, che trasmise loro i poteri mentali tipici di quelle creature fantastiche.
 
 
 
 
 
Personaggi principali:
 
Michael Crowley
Età: 26
Poteri: Geocinesi(controllare la terra e le rocce, in vari modi) e Telecinesi.
Abilità particolari: Telepatia
Michael è un ragazzo molto intelligente. Si è laureato in Antropologia con anticipo e ora è vicino a gestire la biblioteca cittadina.
I suoi fratelli lo hanno sempre preso in giro poiché non riesce a mutarsi in licantropo e non eccelle nell’allenamento fisico.
E’ gay e ha una relazione segreta con Alex Gardner
 
Alex Gardner
Età: 30
Poteri: Pirocinesi
Abilità Particolari: Alleviare il dolore di una persona.
Storia: Alex è l’opposto di suo fratello Caleb. Amante della vita, solare, circondato da amici.
Ha avuto una relazione con Rebecca Crowley, ma ora vive una storia con il fratello di lei, Michael.
 
Brianna Renard
Età: 26
Poteri: Criocinesi(capacità di creare e manipolare il ghiaccio) Premonizioni,
Abilità particolari: Entrare nei sogni delle persone.
Storia: Brianna è una ragazza un po’ timida e insicura, tende a tenere a distanza le persone,  ma poi quando si scioglie, si rivela molto dolce. E’ la migliore amica di Michael.
 
Caleb Gardner
Età: 32
Poteri: Elettrocinesi
Abilità particolari: Tecnopatia(abilità di controllare la tecnologia in diversi modi)
Storia: Caleb è uno stregone potente, e nonostante le apparenze, è una persona buona, anche se per carattere è abbastanza solitario e taciturno.
Ha sposato una Renard, Sarah, da cui ha avuto un figlio. Ha un rapporto di affetto-odio con il fratello Alex.
 
 
Sarah Renard
Età: 28
Poteri: Specchio aureo (capacità di creare uno specchio energetico contro ogni attacco, sia magico che fisico, la durata e la resistenza può variare)
Abilità Particolari: Affascino(può sottomettere alla sua volontà gli uomini per qualche momento)
Storia: Sarah è una donna eccentrica ed affettuosa, cugina di Brianna e le due sono molto legate, come se fossero sorelle.
Cerca di fare da collante tra Caleb e suo fratello.
 
Erik ed Elettra Cromwell
Età: 26
Poteri: Telecinesi, Telepatia e Proiezione psichica(proiettare le loro coscienze verso qualunque luogo desiderino)
Abilità particolari: Premonizioni
Storia: Erik ed Elettra sono gemelli e sono molto affiatati, e quando sono insieme, i loro poteri sono più forti.
Entrambi all’apparenza sembrano un po’ frivoli e superficiali, ma in realtà poi non è così.
 
Altri membri delle famiglie(personaggi secondari)
 
 
Alice Cromwell
Età: 49
Storia: Alice è la madre di Erik ed Elettra. E’ una donna gentile e materna, ma allo stesso tempo uno spirito libero che passa da un uomo all’altro non appena si stufa.
 
Agata Cromwell
Età: 74
Storia: E’ la madre di Alice e Tara. E’ il membro più anziano della famiglia.
E’ molto legata alle origini della sua famiglia e cerca di far capire ai suoi nipoti quanto sia importante mantenere le radici con il passato, anche se con scarsi successi
 
 
Tara Cromwell
Età: 47
Storia:  E’ una donna molto sensibile, e molto diversa da sua sorella. Lei è seria e posata, e riflette prime di parlare ed agire
 
 
Vincent Renard
Età: 44
Storia: E’ il padre di Brianna, è molto giovane, perché lui e la madre di Brianna erano adolescenti quando l’hanno avuta.
E’ un po’ la pecora nera della famiglia perché a volte è tentato dal suo lato oscuro.  
 
Elizabeth Renard
Età:  53(ma si ringiovanisce con la magia)
Storia: Elizabeth è la madre di Sarah ed è una donna molto eccentrica. Parla con un accento diverso ogni giorno, e si ringiovanisce con l’uso di pozioni.
E’ una donna molto creativa.
 
Olenna Renard
Età: 77
Storia: Olenna è il membro più anziano della famiglia Renard. E’ molto intelligente e riflessiva.
Il suo scopo principale è quello di proteggere la sua famiglia, e per questo usa il suo dono di prevedere il futuro.
Nonostante voglia molto bene a sua nipote Sarah, è stata ed è contraria al suo matrimonio con un membro della famiglia Gardner, e questo ha causato non poche liti all’interno della famiglia.
 
 
Edward Crowley
Età: 56
Storia: Edward è il Lupo Alpha e il capostipite della famiglia.  E’ una persona fedele e protettiva, anche se a volte troppo rigida, ed è convinto che forze nemiche siano costantemente all’opera per minacciare le streghe e gli stregoni.
 
 
 
 
Rebecca Crowley
Età: 29
Storia: Rebecca è una ragazza molto fiera e forte,e a volte un po’ fredda. Anche se farebbe di tutto per una persona che ama.
Rebecca ha deciso di “soffocare” la sua natura di strega a favore di quella di Licantropo.
Ha avuto una relazione con Alex Gardner.
 
 
James Crowley
Età: 31
Storia: James è il primogenito di Edward, ma non per questo è il più maturo. Anzi… è svogliato e vanesio.
La sua Mutazione è potente, ma a volte, perde il controllo, e solo l’ululato del padre riesce a farlo tornare in se. 
 
Jonathan Crowley
Età: 24
Storia: Jonathan è il minore dei fratelli Crowley, ed è l’unico che sa di Michael ed Alex.
E’ un ragazzo brillante e aperto.  
 

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Capitolo 2
*** Magic and Love ***


Notte fonda, senza luna.
Al suo posto però, un grande falò illuminava il cielo come se fosse una piccola stella luminosa
Diverse persone vi erano radunate intorno, in pace.
Quando tutto cambiò, nel giro di qualche secondo, Grida, paura, sangue e risate perverse e macabre.
 
Mike, Mike, sveglia!!
Una voce maschile svegliò Michael da quel sogno, riportandolo alla realtà.
La prima cosa che vide non appena aprì gli occhi fu una visione, che per molti sarebbe assurda. Quasi tutti gli oggetti della stanza stavano levitando a mezz’aria. Letto compreso.
Michael sbuffò e guardò il ragazzo biondo e con occhi scuri al suo fianco – Oh mio dio, l’ho fatto di nuovo? –
Lui annuì senza parlare. Non ce n’era bisogno.
Michael cercò di concentrarsi e le cose cominciarono a tornare al loro posto, con dolcezza. Almeno la maggior parte. Il letto fece una bella caduta.
Alex sospirò guardandolo – Mi vuoi dire cosa ti succede? –
Michael ricambiò il suo guardo e l’unica cosa che gli venne da fare fu agitare le spalle – Non lo so. E’ una cosa totalmente nuova per me –
Alex non fu soddisfatto della risposta, così si allungo verso il comodino per afferrare i boxer, che miracolosamente erano rimasti al loro posto. Una volta presi guardò il suo amante scettico – In effetti…Qualche settimana fa riuscivi a stento a muovere una mela, e ora sembra di essere in “Fantasia” –
Michael si strofinò gli occhi e ironizzò – Beh, non è emozionante? – prima di rilasciare un grande sbadigli.
Il ragazzo pensò che senza dubbio c’erano dei lati positivi nel frequentare un altro stregone.
Non osava immaginarsi come avrebbe potuto spiegare una cosa simile ad una persona priva di poteri magici.
Spostò lo sguardo alla ricerca dei suoi boxer, e non si sa come erano finiti sul lampadario.
Non aveva la minima idea di come erano finiti lassù, ma non si fece troppe domande.
Michael li guardò per farli volare da lui.
Una volta che i due ebbero “coperto le loro vergogne” si girarono e Michael sbuffò – Comunque non è così che mi piace essere svegliato, lo sai –
Alex annuì e si avvicinò per baciarlo.
Dopo un bel bacio pieno di passione, Alex si separò sussurrando – Buongiorno –
Buongiorno pure a te – sorrise Michael. Poi guardò l’ora dal cellulare, che era finito sopra la libreria. Segnava le otto.
Era tardi.
Alex gli chiese – Vuoi la colazione? –
Michael sorrise – Rifiutare i pancake di uno chef? Non vorrei, ma è tardi –
Alex lo guardò in modo scettico alzando il sopracciglio.
Poi sbuffò – Forse è meglio di no. A breve si sveglierà mio fratello. Non voglio che ti veda –
Il ragazzo leggermente più giovane dell’altro alzò gli occhi. Di nuovo con quella storia.
Ne ignorava il motivo, ma Alex voleva tenere nascosta la loro storia, anche se ormai erano sei mesi che si…vedevano, per usare un eufemismo.  E un mese e mezzo che gli aveva concesso di restare a dormire, nella dependance di villa Gardner, insieme a lui. Grande vittoria. Anche se probabilmente dopo una serie di risvegli, in cui si erano ritrovati in un film di animazione, con la stanza sottosopra, Michael pensava che gli avrebbe revocato il “privilegio”.
Però comunque cercò di accettare la decisione del suo ragazzo, e ci scherzò su – Hai paura che pensi che vuoi farti tutti i Crowley? –
Alex rise – Conoscendolo, potrebbe darsi –
Questa frecciatina era dovuta al fatto che in passato Alex aveva avuto una storia con la sorella maggiore di Michael, Rebecca.
E in effetti era stata in quell’occasione che l’aveva conosciuto, e l’aveva trovato subito attraente.
Certe volte a Michael frullava in testa l’idea di chiedergli chi dei due Crowley fosse più bravo a letto, ma poi il suo buon senso, di cui a volte era sprovvisto, lo frenava.
Il problema è che la sua mente non si fermava mai. Svantaggi dell’essere dei bibliotecari.
I due si rivestirono con calma, scambiandosi qualche fugace bacio durante l’atto, che acquisì connotazioni erotiche, tanto quanto l’atto di spogliarsi.
Una volta pronto, i due si salutarono, con una serie di piccoli baci a fior di labbra, e poi Michael lasciò la dependance, con fare furtivo, sperando inconsciamente di poter lasciare la villa dall’ingresso principale un giorno.
Sbuffò, pensando a quanto era diventato sentimentale da qualche mese a questa parte. Lui che aveva sempre evitato ogni cosa riguardo all'amore, e anche a ciò che lo circondava, seppur non direttamente, come il sesso.
Quando arrivò davanti alla biblioteca, con le chiavi in mano, pronto ad aprire, il suo cappuccino caldo, che teneva in mano per riscaldarsi in quella fredda mattina, cominciò a cospargersi di cristalli di ghiaccio.
Per qualsiasi altra persona quello sarebbe un evento inspiegabile. Per Michael voleva semplicemente dire che la sua migliore amica era vicina ed era felice. Si voltò e infatti vide una giovane donna, sui ventisei anni, con lunghi capelli biondo platino, dai grandi e luminosi occhi azzurri, e un sorriso a trentadue denti in faccia.
Michael sorrise – Buongiorno tesoro. Hai una paralisi? –
Brianna sbuffò – Ma no scemo. Ho una notizia fantastica –
Il ragazzo annuì e poi armeggiò con le chiavi, per aprire la porta – Ti dispiace entrare? Fa un freddo cane questa mattina –
Brianna scosse le spalle – Il freddo non mi ha mai dato fastidio –
Michael ironizzò – Ci credo. Tu lo crei. Ma io no, perciò parliamone dentro, se non ti spiace –
Brianna sbuffò, ma seguì il suo amico.
Michael accese tutte le luci, e accese i riscaldamenti. Necessario quando c’era Brianna nei paraggi.
Solitamente la ragazza aveva un buon controllo del suo potere magico, ma quando era triste, arrabbiata oppure felice, come adesso, si scatenavano vere e proprie bufere, o un vento freddo che la accompagnava ovunque.
Michael accese i computer e poi si sedette, cominciando a sorseggiare il suo cappuccino, ora tiepido, tendente al freddo.
Allora, dimmi tutto – sorrise alla sua amica.
Brianna si morse il labbro, altro segnale della sua soddisfazione e rispose – Mah, faccio prima a mostrartelo –
Porse la mano sinistra a Michael, che ci mise qualche secondo per notare un anello d’argento lucente e lavorato finemente, con una gemma che casualmente ricordava un po’ un fiocco di neve.
Michael spostò lo sguardo dall’anello alla ragazza che scalpitava, a tal punto che anche i suoi capelli biondo platino stavano diventando più scuri. Sempre una cosa normale, per il ragazzo.
Brianna sorrise in modo sincero e cristallino – Sono fidanzata!! Ramsay mi ha fatto la proposta! E’ stata una cosa romantica e inaspettata…E il bello è che non ho mai pensato di avere questa reazione di fronte ad un anellino! –
Michael si alzò e rise – Grande!! Che bello! – sinceramente felice per la sua amica, anzi, la sua migliore amica.
La conosceva da molto tempo, e sapeva quanto si meritasse un po’ di sana e genuina felicità.
Brianna cominciò uno sproloquio ininterrotto – Ci sposeremo di Gennaio. Un matrimonio d’inverno! Tu sarai il mio testimone! Mi devi fare un regalo fantastico! E…
La porta si aprì ed entrò la causa di tanta felicità, Ramsay, il ragazzi, anzi, no il fidanzato di Brianna.
Michael sorrise – Ecco il fortunato –
Ramsay ricambiò il sorriso – Deduco che te l’abbia detto –
Il bibliotecario scosse la testa – No che dici. Gliel’ho dovuto tirare fuori con la forza – ironizzò.
Brianna non colse la battuta, tutta presa da quell’attimo così perfetto per lei. I due si baciarono con passione e poi dopo qualche minuto, Ramsay dovette andarsene a lavoro, lasciando così i due amici a parlare.
Brianna era tornata ad un sorriso più normale, e così anche il freddo era diminuito, con grande sollievo di Michael.
Il ragazzo voleva parlarle seriamente, ma non voleva interrompere quest’attimo di felicità dell’amica. Ma poi osò – Allora, quando gli dirai… che sei… speciale? –
Brianna ebbe un ritorno brusco alla realtà, ma non se la prese con l’amico. In fondo stava agendo per il suo bene. La ragazza abbassò lo sguardo – Non lo so ancora… ma presto. Il fatto è che ho paura.. E se poi una volta che sa cosa sono, e cosa posso fare, scappa? –
Michael cercò di risollevarla con un po’ di umorismo – Beh, qualche dubbio deve avercelo. Mi hai raccontato di quella volta che ha nevicato sopra di voi mentre stavate facendo… quello –
Brianna sbuffò, ma accennò un sorriso – Non avrei mai dovuto dirtelo. Io amo Ramsay. E’ l’amore della mia vita. Non voglio farlo scappare –
Michael sorrise – Lui ti ama, non scapperà da te, ma prenderà tutto il pacchetto –
Brianna annuì. I due rimasero in silenzio per qualche secondo. Poi la ragazza scherzò – Sai che da quando sei gay, sei diventato molto più sensibile? –
I due risero. Ignari di ciò che succedeva, poco fuori la biblioteca.
 
Un giovane uomo sui ventotto anni, lo stesso che poco fa era stato dentro la biblioteca con la sua fidanzata, ricevette una chiamata.
Rispose prontamente, dopo neanche uno squillo.
Annuì un paio di volte, poi bisbigliò – Sì. Adesso grazie ad uno stratagemma, la strega si fida pienamente di me. Ho già raccolto diversi dati sulla sua famiglia e sugli amici. Lo so che sono ancora insufficienti, ma presto mi rivelerà il suo segreto, e allora potrò muovermi più liberamente. Lo so. Devo stare attento. Entro oggi intanto vi mando il rapporto dei dati accumulati finora. A presto – e chiuse la chiamata.
 
Fine primo capitolo.
 
Ok. Mi rendo conto che magari è un po’ breve, ma intanto come introduzione, penso che vada bene.
Spero che abbiate colto la citazione a Frozen “The cold never bothered me anyway”

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Capitolo 3
*** Magic and Herbs ***


Dopo che Michael se ne andò, Alex fu costretto a mettere in ordine la stanza, a causa del suo delizioso fidanzato.
Mentre rifaceva il letto, la stanza si aprì e il cuoco, udì solamente una risata gioiosa e uno sbadiglio prolungato.
Un bambino di due anni e mezzo circa, saltellò fino a lui sorridendo – Zio Alex! Zio Alex! –
Seguito da una donna dai ricci capelli color cioccolato, e occhi verdi da cerbiatta.
Alex prese in braccio il bambino e sorrise – Buongiorno –
Sarah, sua cognata rispose con uno sbadiglio – Buongiorno a te. Come stai? –
Poi guardò distrattamente per terra e vide un flaconcino. Ci mise qualche secondo per realizzare che cos’era e sorrise maliziosamente – Ci siamo divertiti stanotte, eh? Allora, è un lui o una lei? –
Alex rise – Guarda che ho tuo figlio in braccio. Vuoi davvero che ci mettiamo a parlare di queste cose? –
Adorava la spontaneità e l’apertura mentale della cognata, e nel subconscio sperava che prima o poi anche suo fratello Caleb avrebbe assorbito un po’ di queste doti.
Lei era una delle poche persone che sapeva della sua bisessualità. Non osava dirlo al fratello, poiché era sicuro che avrebbe commentato con qualcosa del tipo: “Tipico di te. Non prendi mai una posizione”
Sarah rispose agitando un braccio – E’ piccolo. Ancora non capisce. Comunque volevo dirti che tuo fratello è uscito per andare a lavoro, quindi puoi anche entrare in casa. E magari mi prepari di nuovo quel croccante di crusca che mi hai fatto l’altra volta. Quant’era buono! –
 
**
Michael e Brianna stavano ancora chiacchierando allegramente, tra un cliente e l’altro.
Non so più in che sezione va questo libro…sono veramente fuso – sospirò il ragazzo, sistemandosi gli occhiali, che portava solamente quando lavorava, poiché convinto che non fossero esattamente “l’accessorio sexy dell’anno”
Brianna sorrise maliziosa – Che c’è? Hai fatto gli straordinari stanotte? –
Michael arrossì leggermente. Non era ancora perfettamente a suo agio nel parlare liberamente della sua vita sessuale e amorosa.
Passato il momento di imbarazzo osò – Da quel punto di vista non posso lamentarmi. Il problema è che sono giorni che faccio sempre un sogno, anzi un incubo…Tremendo –
La ragazza annuì, mentre estraeva il cellulare. Michael continuò – Sogno molte persone, direi, almeno quindici, attorno ad un grande falò. Poi tutto cambia. E vedo delle ombre, rumori di zoccoli di cavalli, spari…e basta. E quando ho questi incubi, il mio potere…ecco… E’ fuori controllo –
Brianna sospirò – Ti capisco. Cosa succede? –
Beh, ogni oggetto della stanza, comincia a levitare, letto compreso. Mi è già capitato tre volte a casa di Alex, e quattro a casa mia – sbuffò il ragazzo
La ragazza lo interruppe per rispondere al telefono.
Si alzò e tornò dopo circa un minuto. Si mordeva il labbro con fare colpevole. Michael intuì subito che era successo qualcosa. Brianna confessò per prima – Ehm…Era Elettra. Dal momento che sospetta che Ramsay mi abbia fatto la proposta, ha organizzato una cena stasera con tutti. Il problema è che credo che ci sarà anche Caleb  –
Michael si alzò di scatto dalla poltrona e cominciò a girare in tondo – In che senso credi? –
Brianna sospirò – Elettra ha invitato anche Sarah. E dal momento che Sarah è la moglie di Caleb, probabilmente ci sarà anche lui –
Michael trattenne una imprecazione.
Alex e Caleb davano il peggio di loro quando erano insieme. Ciò voleva dire che avrebbe passato la serata, a controllare Alex e le sue reazioni alle frecciatine non proprio simpatiche del fratello.
Guardò la sua migliore amica che cercava qualche traccia di reazione nel suo sguardo. Il bibliotecario si rassegnò – Ok. Ma devi farmi un favore –
Brianna alzò un sopracciglio e Michael spiegò – Tuo padre ti ha insegnato ad entrare nei sogni delle persone, non è vero? –
Brianna capì subito dove voleva andare a parare il suo migliore amico. E non le piaceva.
Odiava possedere ed usare quell’abilità, che gli aveva trasmesso suo padre, che certo non detestava di meno. Ogni volta che usava quel potere, dopo si sentiva in qualche modo sporca, o inquinata, perciò cercava di usarlo il meno possibile.
Michael continuò – Ti prego. Voglio capirci qualcosa di questi sogni. E tu puoi aiutarmi, puoi controllare i sogni –
Brianna guardò l’espressione di Michael, e subito dopo le sue occhiaie pronunciate, segno della sua stanchezza psicologica e fisica. Allora accettò – D’accordo. Però dobbiamo essere vicini fisicamente. Quindi come facciamo? –
Michael sorrise – Facciamo come quando eravamo ragazzini. Facciamo un pigiama party da me –
Brianna rise genuinamente trovando l’idea stupida e deliziosa allo stesso tempo. La sua risata più vera, che mostrava solo a Michael e Ramsey. Le persone che più di tutti le erano vicine.

**
Brianna sapeva qual’era la prossima tappa della sua giornata libera. E anche se da una parte, era una tappa di piacere, dall’altra, le metteva un po’ ansia.
Le occorrevano alcune erbe per poter controllare più stabilmente il sogno di Michael. Così si diresse verso l’erboristeria più fornita della città, gestita da una strega vera e propria.
Il sonaglio sopra la porta dell’erboristeria di Alice Cromwell, suonò, e Brianna entrò dentro il negozio, non molto grande, ma non appena ci si metteva piede, si respirava un’aria diversa.
Incensieri un po’ ovunque, in particolare ai quattro lati della stanza. Fasci di erbe lasciate ad essiccare legati sul soffitto, e Teli indiani, dai colori pastello fissati alle parete. L'illuminazione era data da una piccola finestra alle spalle del bancone e da alcune lampade di sale.
La proprietaria dell’erboristeria sorrise – Ciao Brianna. Era da un po’ che non venivi. E' bello vederti –
Brianna ricambiò il sorriso timidamente. Quella donna le piaceva, anche se era un po’ il suo opposto.
Dalla stanza del retro apparve una giovane donna coetanea di Brianna, forse di appena un anno in meno, dai capelli rossi ricci, occhi nocciola, leggermente felini, e labbra sottili.
La ragazza la guardò dall’alto in basso per qualche istante e poi sbuffò – Salve straniera –
Brianna sorrise – So che sei offesa perché oggi ho chiuso la telefonata, ma vienimi ad abbracciare. Ho delle novità! –
Elettra Cromwell sorrise e passò il bancone, abbracciando l’amica.
Brianna utilizzò la stessa tattica che aveva usato con Michael, porgendole la mano sinistra.
Elettra lanciò un urlo e fece qualche saltello – Lo sapevo! Lo sapevo! – e si girò verso la madre tronfia – Che ti dicevo? I miei tarocchi non sbagliano mai –
Brianna sospirò – Ti sarei grata se smettessi di leggere i tarocchi su di me. Mi sento come se fossi spiata. E non è bello –
Elettra alzò le spalle – Ascolta, sei la mia unica amica donna, dovrò pur farmi i fatti tuoi quando voglio, dal momento che sei sempre così evasiva –
Ecco. Per Elettra la faccenda era sistemata così. Niente scuse. Niente rimorsi.
Alice si intromise – Voi due mi ricordate un po’ me e mia sorella. Allora, oggi andate a festeggiare? Ho chiesto ad Elettra se potessi venire anche io, ma l’ingrata mi ha risposto che le over 40 non sono ammesse –
Brianna sorrise – Se ti può far sentire meglio, ne dimostri trenta Alice –
Con questo commento, e una piccola bugia, in verità, piccola davvero, poiché la donna dimostrava davvero meno della sua età, Brianna regalò alla donna qualche momento di gioia e Alice si illuminò tutto.
Saranno le mie creme – spiegò tutta orgogliosa, mentre Elettra roteava gli occhi dal disappunto.
La ragazza dai capelli biondi, poi cercò di riportare alla serietà la donna più grande – Comunque non sono venuta qua solo per dare la notizia ad Elettra. Mi servirebbero delle erbe –
Elettra ironizzò – Fai un incantesimo senza di me? Vipera! –
Brianna sospirò – E’ per Michael –
Elettra non lo avrebbe mai ammesso per niente al mondo,  ma a volte, anzi, spesso, era gelosa del rapporto che Brianna aveva con quello che lei reputava uno sfigato. Però poi la sua parte più matura, riconosceva e rispettava quell’amicizia.
Alice sorrise – Sai già quale ti servono, oppure ti serve un aiuto? –
Beh, so che mi serve l’Anice Stellato e il Caprifoglio, ma…visto che ci sei, mi servono delle erbe per controllare il sonno e ciò che accade nei sogni – spiegò la giovane strega.
Alice rifletté per qualche secondo, poi si girò con fare sicuro verso un mobile che aveva alle spalle, con molti cassetti. Prese una bustina di carta e cominciò a riempirla con manciate di erbe. Una volta finito, afferrò un bello e possente mortaio di pietra, e cominciò a triturare radici, foglie e fiori, nel mentre spiegava alle ragazze di fronte – Achillea, per proteggere le vostre coscienze durante l’incantesimo, dal momento che nei sogni si è più vulnerabili ad entità negative. Anice Stellato, per aumentare la vostra connessione psichica. Digitale, per aprire il terzo occhio. Ma fai attenzione. La Digitale è un’erba capricciosa e velenosa. Ma so che saprai utilizzarla al meglio, Artemisia, per favorire la chiarezza all’interno del sogno –
Le due ragazze, anche Elettra la stavano ascoltando rapite. Quando lavora, Alice Cromwell si trasformava completamente.
Da donna un po’ frivola a profonda conoscitrici di tutto ciò che riguardava le erbe.
Una volta finito di pestare le erbe, versò ciò che restava, ovvero una polvere grossolana, dentro una bustina di plastica.
Si girò di nuovo verso il mobile e prese altre due erbe. Queste non le tritò, ma le mise così come erano dentro una bustina, concludendo – Farai un tè con queste due erbe, Menta e Caprifoglio, da bere poco prima di addormentarvi. Le altre invece le brucerai e devi fare in modo che possiate inalare il fumo dell’incenso mentre dormite. Tutto chiaro? –
Brianna riuscì solo ad annuire. Anche se aveva già visto altre volte questa “trasformazione” ogni volta ne rimaneva stupita ed affascinata. Senza dubbio, Alice Cromwell era la persona giusta a cui chiedere consiglio sull’erboristeria. Porse i due sacchetti a Brianna, e poi tornò alla “normalità”.
Brianna sorrise – Quanto ti devo? –
Alice mise le mani avanti – Per festeggiare il tuo fidanzamento, stavolta offre la casa –
Brianna sistemò i due sacchetti in borsa e sorrise – Grazie Alice. Sei sempre gentile con me –
La donna dai capelli rossi, anche se di una tonalità più chiara rispetto alla figlia, sorrise – E’ facile esserlo con te, ragazza. Poi fammi sapere come va –
Brianna ricambiò il sorriso, e poi salutò Elettra, anche se si sarebbero riviste quella sera stessa per la cena.
 
 

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Capitolo 4
*** Magic and Accident ***


Brianna si stava dirigendo al ristorante per la cena che la preoccupava non poco.
Il suo fidanzato, non appena aveva saputo della cena, aveva insistito per aggiungersi, ma Brianna l’aveva dissuaso.
Succedevano cose strane quando tutti gli esponenti più giovani delle quattro famiglie si riunivano.
Ma l’occasione era gioiosa, anche se temeva il momento in cui avrebbe dovuto scegliere la damigella d’onore.
Era il tempo ideale per lei. Era una fredda serata di ottobre con un bel vento gelido che la attraversava..
Non appena arrivò al ristorante vide Michael e Alex fuori a parlare. Intuì subito che Alex aveva appreso della presenza del fratello alla cena, e il suo disappunto era visibile sulla sua faccia.
Si avvicinò e Michael subito la salutò calorosamente. Anche Alex alzò la mano svogliatamente – Ciao Bri. Congratulazioni –
Brianna sorrise togliendosi i guanti, che in realtà portava unicamente per un fatto estetico, dal momento, che anche in una bufera di neve non avrebbe provato nessun senso di freddo. Discorso simile per Alex, che dato il suo potere di controllare il calore non accusava per nulla la temperatura bassa.
Infatti indossava solamente una felpa e dei jeans.
L’unico del trio che soffriva il freddo, e i cambiamenti climatici che apportava Brianna quindi era Michael.
Alex se ne accorse e gli passò le mani sulle spalle e sulle braccia. Da esse si liberarono delle piccole scintille bianche e Michael subito sentì il corpo avvolto da un piacevole tepore. Guardò Alex e sorrise – Grazie, mio focoso fidanzato –
Il cuoco annuì – A buon rendere –
Si frugò nelle tasche dei jeans e tirò fuori un pacchetto di sigarette. Ne estrasse una e se la portò alla bocca.
La sigaretta si accese da sola, con una piccola fiammella.
Ecco. Questa era una delle cose insolite che accadevano in queste occasioni.
Michael sbuffò – Hai fumato appena adesso –
Devo sopportare mio fratello – rispose scontroso Alex. Michael fece per controbattere, ma sapeva che in quella situazione era meglio evitare.
Tentò piuttosto di cambiare discorso –Sarah apprezzerà tantissimo il regalo che hai preso a Dylan –
Brianna alzò lo sguardo al cielo e poi chiese – Che cosa gli hai preso? –
Alex raccolse una busta di carta che aveva posato accanto a se, e ne tirò fuori un delizioso costume da zucca, molto ben realizzato, c’erano anche dei led luminosi in prossimità degli occhi. Perfetto, data la vicinanza di Halloween.
Brianna sorrise – Che carino. Dylan sarà adorabile con quel costume! –
Michael annuì – Sei uno zio premuroso –
Parlando del nipote, un sorriso comparve nel volto di Alex. Lo adorava e considerava il piccolo Dylan l’unica cosa buona che aveva fatto suo fratello. In realtà, il bambino aveva operato la magia più grande di tutte, ed era riuscito dove tutti gli altri avevano fallito.
Aveva “ammorbidito” molto il rapporto tra i due fratelli, che da quando era nato, avevano cominciato a sopportarsi.
Brianna mostrò il sacchetto di carta all’amico e sorrise – Ho preso l’occorrente per stasera –
Il ragazzo annuì alzando i pollici – Ottimo. Mi sento veramente come quando eravamo ragazzini e facevamo incantesimi di nascosto nel cuore della notte –
Una coppia di persone poco distante guardarono in modo curioso nella sua direzione e un leggero imbarazzo investì Michael.
Brianna scosse la testa divertita, mentre Alex chiese soltanto – Quindi stasera non vieni da me? –
No, te lo stavo per dire – rispose Michael, cosciente che questo avrebbe peggiorato l’umore già nero del suo ragazzo.
Infatti così fu, e il piacevole tepore svanì come era arrivato.
Brianna sorrise, e scorse due sagome familiari vicine. Caleb e Sarah.
I due si avvicinarono, e Sarah salutò tutti quanti, poi arrivata a Brianna la abbracciò calorosamente.
Le due avevano un rapporto molto forte, più che cugine erano sorelle.
Caleb, salutò tutti, e accennò a qualche sorriso. I due fratelli si guardarono per qualche istante e conclusero che un “ciao” detto a mezza bocca potesse essere sufficiente.
Nonostante il suo aspetto che esprimeva freddezza, con i suoi corti capelli corvini, gli occhi sottili verdi, che spesso assottigliava ancora di più, e le labbra perennemente serrate, era una persona positiva, con un forte senso di giustizia, ed amava incondizionatamente sua moglie e suo figlio.
Sarah sospirò – Scusateci il ritardo, ma oggi Dylan continuava a teletrasportarci da lui, perché non voleva che ce ne andassimo. E’ così brutto che io sia gelosa che mio figlio abbia un potere più figo del mio?  –
Brianna rise e annuì – Nessun ritardo. Le due star non sono ancora arrivate –
I gemelli Cromwell erano un po’ due “primedonne” amavano essere al centro dell’attenzione ed erano famosi per i loro eleganti ritardi.
Michael sorrise a Sarah – Sta cominciando a sperimentare i suoi poteri. Auguri –
I bambini piccoli erano difficile da gestire in ogni caso, ma i bambini con poteri magici…erano imprevedibili e inarrestabili.
Alex guardò i due, e porse la busta a Sarah dicendo solamente – Oggi ho visto questo costume in un negozio, e ho pensato che Dylan  starebbe molto bene con questo per Halloween –
Sarah sorrise e tirò fuori il costume dalla busta lasciandosi scappare una risata gioiosa – E’ adorabile! Gli piacerà tantissimo! –
Alex sorrise – Se premi quel piccolo pulsante si accendono delle lucette –
Sarah cercò per qualche secondo il bottoncino, e poi lo premette, ridendo stupita delle luci arancioni attorno alle fessure per gli occhi.
La donna si rivolse a Caleb, chiedendogli – Cosa ne pensi? Non è carinissimo? –
Il marito rispose, guardando distrattamente Alex – A Dylan piacerà –
Alex annuì. Era già una conquista. Non che si aspettasse qualcosa di diverso.
Finalmente arrivarono Elettra ed Erik. I due fratelli erano molto simili, anche se Erik aveva i capelli biondo ramati della madre, e dei tratti più spigolosi.
Salutarono tutto il gruppo ed Elettra si lamentò con Sarah – Perché non avete portato anche il piccolo? Volevo spupazzarmelo un pochino –
Sarah ironizzò – Quando vuoi, puoi farci da babysitter –
Erik salutò con una stretta di mano un po’ tutti. Non era espansivo come la sorella, ma una volta rotto il ghiaccio, era una persona piacevole.
Michael ed Erik erano amici fin da piccoli, ma il bibliotecario non riusciva a percepirlo completamente come amico, perché tutte le volte che era stato a casa sua, suo padre lo aveva osannato, e più di un paio di volte gli aveva fatto la fatidica domanda che un figlio non dovrebbe mai ricevere. Neanche per scherzo “Perché non assomigli a lui?”
Una volta fatte i vari saluti, il gruppo entrò nel ristorante e si sistemò nel tavolo.
Michael ordinò una bottiglia di vino e propose un brindisi per la sua migliore amica.
Guardò il gruppo, alzando il calice e disse scherzoso – Brindo a Brianna. Che finalmente ha trovato l’amore, e ha un anello per dimostrarlo – rise indicando la mano della ragazza che la sollevò e con l’indice dell’altra mano puntò l’anello.
Tutti brindarono e bevvero quel delizioso chardonnay.
Erika poi sospirò – Ti sei proprio sprecato –
E poi la cena proseguì tranquilla, anche se Michael non poté rilassarsi come avrebbe voluto, dato che aveva sempre l’occhio vigile su Alex, che stava di fronte a lui.
Quando Caleb lo provocò dicendo – Questo sì che è un vero ristorante. Non come quello in cui lavori tu – il bibliotecario intravide delle piccole scintille apparire tra le mani di Alex. Michael sbuffò e con la sua telecinesi rovescio il contenuto del calice di ragazzo addosso al fidanzato. Dopo un attimo di sorpresa, Alex capì chi era l’artefice del gesto, e lentamente si calmò.
Ecco un’altra delle cose insolite che capitavano in questi momenti.
Un’altra era che i due gemelli Cromwell continuavano a comunicare telepaticamente tra di loro scambiandosi opinioni sulle persone presenti a quel tavolo, più o meno innocui.
L’importante è che Brianna si sentì circondata da persone che le volevano bene, che era lo scopo della cena.
Più tardi, dopo aver concluso e aver offerto la cena a Brianna, il gruppo uscì fuori dal ristorante per prendersi un po’ di aria fresca, anzi, fredda.
Alex tirò fuori l’ennesima sigaretta dal pacchetto, e la accese, quando tutto il gruppo si girò in direzione di un rumore, come un ruggito. Una specie di verso gutturale e cavernoso.
Suono di passi pesanti. A giudicare da come la terra tremava, Sembrava che da un momento all’altro sarebbe spuntato da un grattacielo King Kong.
Il gruppo era in allerta, anche se il fatto che ognuno di loro avesse delle potenti capacità sovrannaturali, aiutava.
Nell’oscurità emerse un essere alto circa quattro metri. Era un ammasso umanoide di roccia e argilla. Come vide il gruppo di stregoni, i suoi rudimentali occhi si illuminarono, e afferrò una panchina da un parchetto vicino, e la scagliò verso il gruppo.
Sarah si fece avanti velocemente davanti al gruppo. Portò le mani davanti a se e comparve uno scudo luminoso, che sembrava così etereo all’apparenza, eppure all’impatto con la panchina, si solidificò e la panchina volò via, lontano.
Il mostro non parve minimamente sorpreso, e continuò la sua avanzata.
Erik ed Elettra si presero per mano e usarono il loro potere di telecinesi contro la bestia, ma essa arretrò solamente di qualche metro.
Tutti cercavano di mantenere la calma, ma erano preoccupati, dato che nemmeno i poteri combinati dei Cromwell erano riusciti a scalfire l’essere.
In un momento Michael capì. Sapeva che cosa doveva fare.
Guardò Alex e Brianna e disse solo – Venite con me –
I due rimasero un po’ stupiti, per il fare perentorio del ragazzo. Lui che di solito era così insicuro. Dal momento che però i due avevano piena fiducia in lui, lo seguirono, anche se Michael si stava avvicinando pericolosamente al mostro.
Brianna chiese preoccupata – Che cosa dobbiamo fare? –
Michael rispose solamente, quasi a bassa voce, come se sapesse che non c’era  bisogno di urlare – Usa il tuo potere dopo quello di Alex. Alex. Sciogli la strada –
Le mani di Alex diventarono rosse, e il fuoco le avvolse. Lanciò una potente vampata sotto il mostro, e la potenza del suo calore sciolse l’asfalto.
Brianna capì e così si fece avanti, e raffreddò istantaneamente l’asfalto che Alex aveva riscaldato.
In questo modo il mostro rimase bloccato,  non riuscendo più a proseguire.
I due però capirono che prima o poi, presto si sarebbe liberato.
Ecco che Michael intervenne.
Chiuse gli occhi e si concentrò. Dal terreno sotto l’essere, cominciarono a sgorgare dei tralicci marroni, simili a radici, che si avvolsero velocemente tutto intorno all’essere.
Una volta che lo ebbero intrappolato completamente, Michael fece un gesto autoritario e le radici cominciarono a secernere acqua, e dato che il mostro era composto di terra, cominciò a liquefarsi. Michael accompagnava il liquefa cimento del  mostro con dei gesti, che aumentarono l’acqua estratta dalle radici e rilasciata.
In pochi secondi, dell’essere non rimase solo che una pozzanghera.
Il resto del gruppo che aveva osservato in silenzio, si avvicinò a Michael. Lui invece si girò, e fu come risvegliarsi da un sogno ad occhi aperti.
Sapeva cosa aveva fatto, e sentiva ancora la sua magia scorrergli nel corpo, ma non ricordava di aver concepito lui quel piano geniale, né di essere stato così fermo e centrato.
Ok. Ora la situazione cominciava a spaventarlo.
Brianna lo abbracciò – Sei stato fantastico. Ci hai salvato –
Michael non sapeva cosa dire. Sentiva di aver fatto ciò che era successo, ma era come se lui avesse solo assistito.
Persino Caleb, si lasciò andare, per via del momento di tensione e ironizzò mettendogli una mano sulla spalla – Chi avrebbe mai immaginato che in uno come te, si nascondesse un Condottiero. Buon lavoro –
E così tutti, cominciarono a circondarlo, e a fargli i complimenti per la sua prontezza di pensiero e aver ideato il modo giusto per abbattere quell’essere.
Michael si prese i complimenti, anche se questo lo infastidì parecchio, perché  capì cosa pensavano di lui i componenti del gruppo, ovvero una persona insicura e capace di guidare altre persone. La cosa brutta era che anche lui lo pensava di se, a volte. E non aveva il coraggio di dire che lui c’entrava poco in quel piano. Anche se in effetti riconosceva che quello era il suo stile. Attacchi indiretti per colpire di sorpresa il nemico.
Rivolse il suo sguardo a Brianna ed Alex che in effetti erano i meno sorpresi, e Michael ricambiò il loro sorriso. Loro erano le uniche persone che sapevano che sotto l’apparenza mite del bibliotecario si nascondeva una grande persona.
La tensione per quel momento così insolito, passò e il gruppo cominciò a preoccuparsi che qualcuno potesse averli visti, ma fortunatamente il quartiere era abbastanza isolato, e quindi decisero di lasciar perdere.
 
In effetti, nessuna persona normale, aveva assistito alla scena, e aveva attribuito quei suoni terribili ad un temporale in arrivo. Ma c’erano due persone che invece avevano visto tutto.
Uno era lo stesso uomo che questa mattina era entrato nella biblioteca con la sua fidanzata, e un altro era un ragazzo, di circa sedici anni, dai capelli rapati scuri, profilo ala francese e vivaci e piccoli occhi scuri.
L’uomo prendeva appunti in un palmare e mentre scriveva disse – Avevi ragione. Il Golem non sarebbe riusciti a fermarli –
Il ragazzo sorrise, una risata più simile al verso di una iena – Credevi il contrario? Allora sei davvero ingenuo, cacciatore di streghe. Questi essere magici sono membri delle quattro famiglie più potenti in America. Ti aspetti che una statuina un po’ cresciuta possa fermarli? Però non è stato un esperimento inutile –
L’uomo alzò gli occhi distrattamente – No? –
Il ragazzino scosse la testa – No. Assolutamente. Ora so che è uno di loro  –
L’uomo sussultò, e cominciò a sperare che non fosse Brianna.
Poi ricacciò quel sentimento. Il fatto che fosse Brianna o no, non doveva interferire con il piano. Anche se continuò a sperare con tutte le sue forze che non fosse la giovane donna.
sospirò – Spero che tu lo scopra presto. Sai. I cacciatori di streghe non dovrebbero collaborare con… Quelli come te –
Credimi. Contro queste famiglie non c’è alternativa – rise il ragazzo. 

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Capitolo 5
*** Magic and Questions(and Dreams) ***


Brianna e Michael erano in taxi, diretti a casa Crowley, nonostante l’imprevisto più unico che raro che li aveva coinvolti, Michael era ancora ben determinato a trovare delle risposte. Ora più che mai.
Il cellulare di Michael si illuminò, e lui lesse il messaggio. Dopodiché emise una risatina imbarazzata.
Brianna si girò – Alex, vero? –
Dice che il mio lato da leader lo eccita – rise Michael. E fu una conquista riuscirlo a dire senza balbettare o arrossire.
Brianna era leggermente satura dell’innamoramento di Michael, ma poi si ricordava di come era lei i primi tempi con Ramsay.
A proposito, decise di chiamarlo. Dopo qualche squillo, sentì la voce che aveva imparato ad amare.
“Ciao tesoro. Com’è andata la cena con i tuoi amici?”
Brianna non sapeva come rispondere. Non poteva certo dirgli la verità. A causa del suo momento di imbarazzo, i finestrini del taxi cominciarono a cospargersi di cristalli di ghiaccio.
“Benissimo. Sono stati tutti felici per me Per noi. Presto dobbiamo rifarla, ma voglio che ci sia anche tu la prossima volta”
“Ci sarò. Non vedo l’ora di conoscere meglio anche gli altri”
“Non vedo l’ora. Adesso devo chiudere che sono arrivata a casa, ci sentiamo per messaggio. Ti amo”
“Anche io piccola”
 
Brianna chiuse la telefonata, sospirando in modo quasi malinconico.
Michael alzò un sopracciglio e ironizzò – E poi sarei io quello stucchevole? –
Il taxi si fermò davanti ad una grande villa, molto squadrata, che dava l’apparenza più di una fortezza, che di una villa. Era interamente realizzata con mattoni rossi. Il giardino che la contornava era molto rigoglioso e selvaggio, lasciato libero, pieno di erbacce, che seppur non decorative come i fiori, erano di gran lunga più resistenti. Come le persone che abitavano in quella casa.
Dal giardino si radunarono subito diversi latrati e abbai, e si intravidero cinque figure canine in prossimità del cancello.
Michael sorrise a Brianna – Spero non ti sia dimentica com’è da me –
Brianna annuì. Non era il posto migliore per chi era allergico al pelo dei cani o per chi ne aveva paura.
Michael avanzò, e i cani smisero di abbaiare. Iniziarono a latrare di gioia, e a  muovere le loro code all’impazzata.
Erano cinque cani, di razze diverse, ma tutte riconducibili al “cane lupo”: un pastore tedesco, uno alsaziano, uno di Kunming, una Husky, e un pastore cecoslovacco.
I cani lo riconoscevano, e facevano la fila per fargli le feste, ma Michael emise un ringhio, unica abilità peculiare della sua famiglia che possedeva, e i cani si calmarono.
Il pastore cecoslovacco si avvicinò piano e i due si guardarono intensamente. Poi Michael lo abbracciò e i due si annusarono a vicenda.
Dalla porta uscì un uomo di mezza età dalla carnagione olivastra, con folti capelli ricci, che sembravano unirsi direttamente alla barba e ai baffi.
L’uomo emise un fischio acuto e i cani lo seguirono ed entrarono in casa, tranne il pastore cecoslovacco. Lui ubbidiva solo a Michael.
Nella famiglia Crowley, ogni componente veniva cresciuto in compagnia di cani lupo, ed essi assorbivano un po’ della loro essenza magica, che li permetteva di vivere molto più a lungo di qualsiasi altro cane o lupo.
Michael aprì il cancello, in modo che Brianna potesse entrare e lei diede una carezza dietro le orecchie a Blue, il cane di Michael. Più di un cane in effetti. Un famiglio. 
Michael l’aveva chiamato così perché il Blue era il suo colore preferito, e perché di notte sotto la luna, il suo pelo chiaro, quasi argentato, sembrava coprirsi di striature azzurre.
I due, anzi i tre entrarono in casa e furono accolti dal patriarca dei Crowley. Edward Crowley.
Accanto a lui c’era Yuma, il suo guardiano, sotto forma di Pastore Alsaziano.
Il nome traeva origine dal retaggio nativo americano dei Crowley, discendenti della tribù dei Navajo.
Brianna sorrise – Buonasera signor Crowley. Come sta? –
Edward annuì e ricambiò il sorriso – Ciao Brianna. Bene. Ho saputo del fidanzamento. E sei riuscita a riportare a casa finalmente Michael. Era due giorni che passava la notte fuori –
Il ragazzo divenne leggermente rosso.
Passi pesanti e per niente aggraziati si udirono venire dalle scale, e arrivò all’ingresso una donna, sui trent’anni, alta, bruna con i capelli quasi ricci, occhi chiari e penetranti, e zigomi pronunciati. Fu raggiunta subito dalla sua Husky. Luna.
Sì Brianna, dicci un po’ chi è la sfigata che si concede al mio fratellino – ironizzò Rebecca Crowley.
Michael stava per domandarle come aveva fatto a sentire la conversazione dal piano superiore, ma poi ricordò che tutti i Crowley, tranne apparentemente lui avevano sensi sviluppati, in particolare udito e olfatto.
Quanto avrebbe voluto rispondere a sua sorella che andava a letto nientemeno con l’uomo che l’aveva scaricata due anni fa.
Brianna non riuscì a trattenere un sorrisino e poi scosse la testa – Mi spiace, purtroppo ancora non mi ha fatto conoscere questa…ragazza – vigliaccamente calcando l’accento su RAGAZZA.
Poi dopo i vari saluti, Michael trascinò Brianna con se fino alla sua camera e solamente quando chiuse la porta poté rilassarsi. Lasciandosi crollare sulla porta mormorando – Ho bisogno di un appartamento mio –
Il problema era che gli stregoni non potevano lasciare la casa madre prima di sposarsi. E spesso non lo facevano neanche dopo.
Non era una regola scritta, non era una imposizione, ma era sempre stato così. Questo “comandamento “ nacque in un’epoca di terribili nemici, poiché una famiglia magica è più potente se riunita sotto lo stesso tetto.
Questa tradizione era poi passata fino ai giorni nostri, e anche se non si conosceva il motivo, tutti la rispettavano.
Anche Brianna, che era da sempre stata una persona indipendente, soggiogava a questa “regola” abitando nella villa dove vivevano sua nonna, sua zia e suo padre.
Cercare il coraggio per lasciare l’alma mater non era semplice, ma ci si poteva sempre provare.
Sarebbe anche ora sai. Io non capisco perché vuoi tenere nascosto il fatto che…– suggerì la giovane donna dai capelli che ora erano di una tonalità color miele.
Michael la fermò – Non dirlo. Ricordati che sei in una casa piena di persone che possono udire un tarlo rosicchiare il legno sotto il pavimento –
Blue guardò con un’espressione curiosa Michael e poi si stese delicatamente sul tappeto affianco al letto.
Brianna mormorò – Quindi sapranno quando farò l’incantesimo per entrare nei tuoi sogni –
Michael sorrise scuotendo la testa – Tranquilla. Non hai fatto caso alla luna? –
Brianna si sporse verso la finestra della camera del ragazzo e guardò in su. La Luna era rotonda e piena. La sua luce si rifletteva sui suoi capelli chiari. Si perdeva spesso a fissare la luna, ma oggi non ci aveva fatto caso.
Michael spiegò – Quando c’è la luna piena, i miei familiari vanno nei boschi ad abbracciare la loro parte selvaggia. A mezzanotte saremo soli –
Così lui chiamava la mutazione che tutta la sua famiglia era in grado di compiere, tranne lui.
Mezz’ora dopo, la casa si animò. Tutti i cani si radunarono nel giardino. Compreso Blue, che all’iniziò guardò Michael, e poi il ragazzo lo lasciò andare.
Solo perché lui non poteva correre sotto la luna, non voleva dire che neanche Blue potesse farlo.
La porta si aprì ed entrò Edward Crowley. Sorrise, poi disse serio – Noi andiamo. Se volete potete venire anche voi –
Michael scosse la testa – No, tranquillo. Godetevi la luna –
E così quasi tutti i componenti della famiglia Crowley, più relativi cani lupo, abbandonarono la casa. Era il momento giusto.
Brianna pescò per qualche secondo nella borsa, e poi tirò fuori la bustina che aveva preparato per lei Alice.
Dentro un filtro per teiera c’erano due erbe. Spiegò – Devo fare un tè con queste erbe. Torno subito –
Ti serve aiuto? – chiese Michael solenne.
Brianna scosse la testa – So fare un tè  –
La ragazza bionda scese le scale, e intanto Michael per ingannare l’attesa si diresse verso la sua libreria in legno dipinto di bianco, che occupava tutta una parete. Voleva capire qualcosa di più dell’attacco che avevano subito solo poche ore prima.
Cominciò prendendo un libro, lo sfoglio con fretta, e poi li ripose. Ne prese un altro, e fece la stessa cosa. Lo stesso con altri.
Dopo circa due minuti, Michael sbuffò per via della ricerca infruttuosa. Dopo essersi dato una passata tra i capelli, ad un certo punto sentì l’impulso di eseguire un gesto, di cui si stupì lui stesso. Pose la mano sinistra vicina al dorso di un libro, e nella sua mente udì parole, frasi, e all’inizio fu spaventato da questo nuovo fenomeno. Poi capì che quelle parole che udiva, sussurrate da voci che non c’erano, erano tutte contenute in quel libro. Passò la mano su un altro, ed accadde la stessa cosa.
Brianna tornò in stanza con due tazze fumante di tè dall’odore intenso e si accorse che stava succedendo qualcosa di strano al suo amico.
In principiò pensò che Michael fosse in “modalità bibliotecario” Ma poi capì che era qualcosa di diverso. Qualcosa di insolito.
Insolito era dire poco. Michael non aveva mai avuto quell’abilità. Inoltre non sentiva solo parole e frasi, ma la sua mano cominciò ad essere attratta da un libro in particolare. Un libro nascosto, antico, infatti aveva la copertina in pelle. Lo afferrò e tutte le voci nella sua testa smisero. Solo una che risuonò forte “GOLEM”
Michael lo aprì e guardò delle immagini che corrispondevano molto all’essere che li aveva attaccati solo qualche ora fa.
Michael si girò verso Brianna e sbuffò – Non ci capisco più niente. A quanto pare ho un nuovo dono. Come se non bastasse la mia telecinesi incontrollabile e quello che è successo oggi –
Brianna lo guardò con una espressione interrogatoria.
Mi è bastato sfiorare qualche libro per sapere ciò che conteneva. Senza doverlo aprire e sfogliare. E qualcosa dentro di me, mi ha indirizzato verso questo libro – spiegò Michael.
Poi lo mostrò a Brianna e lei confermò la sua impressione – Allora ci ha attaccato un Golem –
Michael annuì – Ciò vuol dire che abbiamo dei nemici. Il Golem non attacca spontaneamente. Fa solamente ciò che gli altri gli hanno ordinato. E non si ferma finché non viene sconfitto o non porta a termine il compito che gli è stato dato –
Brianna si lasciò cadere sul letto e sospirò – Ottimo. Anche se forse è meglio occuparci di una cosa per volta. Hai dei carboncini? –
Michael alzò il sopracciglio e ironizzò – Davvero in una casa di stregoni, chiedi se abbiamo dei carboncini per incenso? –
La donna fece spallucce.
Michael si alzò, ancora non del tutto ripreso dalla scoperta di avere un nuovo dono, che si era aggiunta a tante altre stranezze accadute negli ultimi giorni.
Si diresse verso un tavolino non molo alto, al lato nord della stanza, sotto la finestra e lo alzò, rivelando un piccolo baule finemente decorato, non molto antico.
Il bibliotecario lo aprì e frugò per qualche secondo, poi pescò un piccolo incensiere in peltro, riempito di sabbia bianca, e delle pasticche di carboncino.
Lo accese, mentre  Brianna preparava tutto per l’incantesimo,
C’era uno strano silenzio tra i due, un silenzio che però voleva dire molto. Michael voleva risposte, e Brianna era preoccupata.
Quando fu tutto pronto, e il carboncino bruciava, producendo piccole scintille nell’incensiere, i due amici bevvero il loro tè. Quasi subito, i due sentirono che le loro preoccupazioni stavano scemando, come sabbia trasportata dalle onde. Il carboncino bruciava e la mistura di erbe e resine posta accanto al comodino diffondeva un bel fumo leggero e profumato.
I due si sdraiarono sul letto, uno accanto all’altro, nell’attesa di scivolare nel mondo dei sogni, e di poterlo controllare.
Attesa che non durò molto. Il tè che avevano assaporato, e il fumo dolciastro che si diffondeva, li oltrepassava, e i corpi di Michael e Brianna diventavano sempre più pesanti.
La mente di Brianna era connessa a quella di Michael, ma lei, grazie all’abilità che le aveva insegnato il padre, sapeva di essere nel mondo dei sogni.
Non sapeva bene cosa fare, dal momento che aveva usato quel dono solo pochissime volte.
Entrare nella coscienza di Michael fu semplice.
Vide immagini confuse, parole sussurrate, emozioni, insicurezze e paure. e si sentì imbarazzata e colpevole perché stava spiando il subconscio del suo migliore amico.
Fu come rivivere attimi che Michael aveva condiviso con lei in quella giornata, ma altri in cui lei non c’entrava nulla. Il suo imbarazzo crebbe a dismisura quando le arrivarono immagini confuse di scene che erano accadute in camera da letto tra Alex e Michael.
Cercò di pilotare il subconscio di Michael sul sogno che lo assillava, ma non fu facile, e non era una bella sensazione, ma si ricordò che stava facendo tutto questo per una buona causa.
Dovette arrivare alla parte più profonda della mente dell’amico, per trovare il sogno, ma più andava in profondità, più trovava barriere mentali più potenti, anche se grazie al potere dell’incenso, si sentiva più forte, e così riuscì ad attraversare anche quelle.
Finalmente riuscì a “toccare” il sogno, e lo visse davanti ai suoi occhi, come lo aveva vissuto Michael da diverse notti.
In effetti era davvero angosciante. A parte il momento iniziale.
Si concentrò su quella, e cercò di entrare dentro al sogno. Ma non bastava, doveva trascinare anche la coscienza di Michael fino a quel punto, affinché potesse capire meglio lui stesso.
Si sentiva come se dovesse disinnescare una bomba, e ogni filo potesse essere quello letale.
Finalmente sentì la presenza di Michael insieme a lei. Segno che ora la sua mente era vigile e lucida. Pronta per analizzare ciò che avrebbero visto.

Notte fonda, senza luna.
Al suo posto però, un grande falò illuminava il cielo come se fosse una piccola stella luminosa.
Diverse persone vi erano radunate intorno. In pace.
Brianna e Michael si avvicinarono per osservare più da vicino e maggiori dettagli cominciarono a comparire ai loro occhi.
Le persone erano divise in quattro gruppi. Ognuno stava ad un lato diverso del falò. Le loro toghe erano di un colore diverso per gruppo. Uno si distingueva per il color erba, un altro per il ceruleo, l’altro viola, e l’ultimo vermiglio.
Guardando più da vicino Brianna riconobbe che il gruppo viola, era composto da tre donne, che aveva già visto. Aveva visto i loro ritratti, ma non ricordava dove.
Poi capì.
I ritratti delle tre donne erano appesi sopra il camino della Villa dove viveva la sua famiglia.
Erano le tre sorelle Renard. Le matriarche della sua famiglia.
Il fuoco illuminò i loro volti, e Brianna riconobbe Ingrid, Katrina e Isabella Renard.
Fu una grande emozione ritrovarsi a osservare una scena accaduta secoli, le sembrava tutto così estraneo e così familiare allo stesso tempo.
Una delle tre sorelle teneva in braccio un neonato.
Tutto ciò che Brianna pensava, Michael lo sentiva, e viceversa. Così il ragazzo andò a guardare da vicino le persone con la toga color erba e un gruppo di lupi accanto a loro.  Sotto le toghe c’erano un gruppo di uomini dai lineamenti duri e gli occhi allungati. Erano i primi Crowley. Le loro origini pellerossa erano ancora più visibili e marcate.
Michael conosceva la storia. Il padre dei quattro fratelli Crowley si innamorò di una sciamana di una tribù di nativi americani, che insegnò ai suoi figli l’arte della metamorfosi. Insieme ai quattro fratelli giravano dei bambini piccoli che giocavano con i Lupi che si facevano tirare peli, coda e orecchie senza reagire.
Poi arrivò ciò che non si aspettava. Notò che uno dei quattro fratelli era la sua goccia d’acqua. C’erano delle differenze, che però Michael percepiva appena. Era come guardarsi allo specchio.
Brianna lo contattò, contraddicendolo dolcemente, che lei non notava somiglianze - Non siete uguali. Lui ha gli occhi più piccoli e ravvicinati. E la bocca e gli zigomi sono più duri -
Michael non capì come Brianna non potesse vedere l’uguaglianza tra lui e uno dei primi Crowley. Lui la sentiva. Dentro di se.
Ciò che capirono immediatamente  era che il sogno rappresentava uno dei primi incontri tra le quattro famiglie. Ciò che era ancora poco chiaro era il motivo del perché Michael sognasse un fatto avvenuto secoli prima della sua nascita.
Improvvisamente arrivò il momento del sogno in cui tutto diventava oscuro e violento.
Dall'oscurità, emerse un rumore di zoccoli di cavalli che si stava avvicinando.
Le famiglie si allertarono e portarono tutti i bambini delle varie famiglie in un punto. Dopodiché una delle Renard si concentrò per qualche secondo, e i bambini furono protetti da uno scudo lucente etereo, Che somigliava molto a quello che poteva creare Sarah.
Si udirono delle grida e tutto diventò caotico. Il cielo si tinse di rosso e argento. Gli uomini a cavallo avevano delle balestre e cominciarono a lanciare dardi verso gli stregoni.
La stessa donna che prima aveva difeso i bambini, fece lo stesso con gli altri, deviando gran parte delle frecce con il suo potere.
Altri stregoni invece, i Gardner, usarono la loro magia puramente offensiva per attaccare quelli che dovevano essere i cacciatori di streghe.
Quella che solo pochi minuti fa era un’oasi di pace, ora era diventata un campo di battaglia, dove il fuoco generato dai Gardner, e le frecce lanciate dai cacciatori, erano le uniche cose che imperversavano in quella notte senza luna.
Ad un certo punto il Crowley che Michael trovava così somigliante a se puntò direttamente verso i cacciatori. Aveva un bastone di un legno scuro.
Con un unico gesto, colpì con il  bastone la terra ed essa si scatenò, provocando una sorta di terremoto che però colpì solo i cacciatori, che infine decisero di scappare.
Tutti tranne uno, che era diverso dagli altri. Non aveva armi con se, ed era magro, quasi consumato. Eppure Michael sentiva una sensazione oppressiva di paura verso quell’essere.
 
Improvvisamente il sogno si oscurò, e le coscienze di Brianna e Michael furono separate, in modo drastico.
Ognuno si ritrovò nel proprio corpo, senza più traccia di sonno negli occhi.
I loro corpi erano ancora pesanti, quasi paralizzati, e così nell’attesa di riprendere possesso dei loro corpi, le loro menti furono invase da domande.
Michael sospirò guardando il soffitto della sua stanza da letto – Speravo di ottenere delle risposte, invece ho più domande di prima –
Brianna riuscì a girare la testa verso il suo grande amico, e rispose – Non chiedermi di rifarlo ti prego. Non sai come mi sento –
Michael accennò un sorriso – Lo so invece. Siamo stati una cosa sola. Ricordi? –
Quando la paralisi cominciò ad affievolirsi, Brianna prese la mano di Michael nella sua e sorrise – Avremo delle risposte. Insieme –
Michael ricambiò la stretta – Insieme –

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Capitolo 6
*** Magic and LoveII(and Flashbacks) ***


Più Michael ripensava all’esperimento deludente, più aveva voglia di reagire, e di trovare risposte.
Era talmente preso dal lavoro e dallo scoprire qualcosa di più sui capostipiti, che aveva trascurato anche Alex, e le sue visite a Villa Gardner erano state molto rare.
Così si ritrovò ad arrovellarsi il cervello mentre faceva colazione nel suo giorno libero.
Era talmente preso dalle congetture, che non si accorse nemmeno della presenza di suo fratello minore Jonathan, fino a quando il ragazzo non lo distolse dai suoi pensieri  con un sonoro – Buongiorno Mickey!! –
Michael sobbalzò appena, ma cercò di non mostrarlo al fratello e sbuffò – E dai Jo. Sai che detesto essere chiamato Mickey –
Jonathan Crowley, chiamato da quasi tutti Jo, si sedette di fronte al fratello e rise soddisfatto.
Il ragazzo era famoso per la sua risata contagiosa e i suoi capelli scurissimi e lunghi, trattenuti da un piccolo codino alto.
L’ho fatto perché Blue era preoccupato per te. Non gli piace quando sei così – spiegò il ragazzo, pavoneggiandosi della sua abilità di poter comprendere il linguaggio degli animali e comunicare con loro.
In effetti era l’unico della famiglia a possedere quella dote, che a sua volte era appartenuta ad uno dei primi Crowley. E Michael li aveva visti addirittura in faccia.
Si era documentato su di loro, ma oltre nomi e poteri, non c’era molto di più nella biblioteca di casa e sull’albero genealogico della famiglia.
Jo poi continuò – Scherzi a parte, non ti vedo bene. Devi rilassarti, goderti il momento –
Michael ironizzò – Adoro quando parli come un surfista hippie, fratellino –
Tra Michael e Jo c’erano quattro anni di differenza, eppure spesso i ruoli di maggiore e minore erano invertiti.
Jo inarcò la schiena contro la sedia e mise i piedi sul tavolo di legno chiaro, grezzo, senza nessuna decorazione e sospirò – Davvero Michael. Goditi il presente senza pensare a domande e risposte –
Michael sbuffò, e si ritrovò a considerare davvero le parole del fratello. In effetti non era una cattiva idea.
Era il suo giorno libero, Fuori era una tipica giornata di ottobre, con il delicato sole e l’aria frizzante mista di profumi, profumi di foglie, di mele, di cannella.
Era troppo tempo che non si godeva una bella passeggiata con Blue.
Anche se sei il piccolo di casa, sei la persona più mentalmente equilibrata in questa casa – ironizzò Michael.
Lo so – replicò Jo.
Michael finì la colazione, e poi si vestì, prestando una vaga attenzione agli abbinamenti, cosa molto rara.
Dopo aver indossato una camicia blue, che a detta di Alex gli stava particolarmente bene, dovette combattere con Blue per infilargli collare e guinzaglio.
In realtà Blue era così calmo che Michael l’avrebbe potuto portare anche sciolto, ma conosceva le reazioni delle persone quando si trovava di fronte un lupo.
Jo contribuì comunicando a Blue di stare calmo, e alla fine la difficile operazione riuscì perfettamente.
Michael chiese al fratello se voleva unirsi a loro, ma il fratello declinò l’invito. Avere la casa per conto proprio era un privilegio raro nella famiglia Crowley.
Michael uscì dal vialetto e si godette insieme a Blue un po’ di aria fresca.
Con la mente leggermente sgombra, cominciò a sentirsi meglio, mai avrebbe immaginato che quella ritrovata serenità sarebbe potuto essere così precaria.
Incontrò una figura familiare e decisamente gradita al mercato alimentare indipendente.
Alex stava fisso ad un banco, a soppesare le qualità di una zucca tagliata a metà.
Era molto serio. Michael non si stupì di vederlo così, perché Alex era sempre molto concentrato quando qualcosa riguardava la cucina e il cibo.
Michael si avvicinò e sorrise – Quanto ci vuole a scegliere una zucca? –
Alex si girò e lo inquadrò. Ricambiò il sorriso e si avvicinò, guardò per qualche istante in giro e poi baciò Michael,
Michael circondò con le mani il volto del cuoco, e si abbandonò al bacio, che scatenò una certa reazione in entrambi, dal momento che non si vedevano da qualche giorno.
Si separarono ed Alex accarezzò il muso di Blue e poi si abbassò. Il cane per dimostrare il suo affetto gli diede due veloci leccate sulla guancia. Mentre subiva il "lavaggio" chiese – Come mai qui? –
Michael rispose – Volevo fare due passi. Da quanto stai qua? Conoscendoti, direi qualche ora –
Alex sbuffò, ma si rese conto di quanto Michael lo conosceva – In realtà mezz’ora. E’ che stasera della gente ricca mi ha ingaggiato per una cena di anniversario a domicilio. Il mio Comfort food vende –
Michael annuì – Non lo metto in dubbio. I tuoi piatti sono orgasmici –
Alex sorrise malizioso – Anche il cuoco? –
Michael distolse lo sguardo per qualche istante, preso da un sottile imbarazzo, poi i due si baciarono di nuovo, stavolta un bacio quasi frettoloso, ma denso di passione.
Cosa cucinerai allora? – Chiese Michael mentre comprava delle mele rosse da far invidia a quella di Biancaneve.
Alex rifletté qualche istante poi rispose – Mi hanno chiesto una cena zucca-centrica. Perciò come antipasto, una quiche con zucca, gorgonzola e noci, tartine con crema di zucca, funghi e bacon, crepes con zucca e formaggio…. –
Michael lo interruppe – Basta ti prego. Oppure muoio di fame –
Alex e Michael proseguirono insieme il resto della mattinata.
Per Michael sembrava così… normale. Un appuntamento.
Praticamente fin dall’inizio della loro relazione non avevano mai avuto occasione per un appuntamento insieme. Cioè si erano visti parecchie volte, ma non uno di quelli nel senso classico del termine, ovvero il genere di appuntamento in cui ci si vede insieme in un punto, oppure uno passa a prendere l'altro e si passeggia, si sta insieme, e poi ad un certo punto si decide se proseguire o lasciarsi.
Fino a quel momento Michael non aveva mai neanche pensato che un concetto “tradizionale” come quello potesse interessargli, addirittura piacergli. Non si era mai ritrovato a pensare alla sua vita sentimentale, prima di innamorarsi di Alex, quasi un anno fa.
Si ritrovò a pensare a quel momento che cambiò la sua vita.
 
“Michael era nel bar dove lavorava la sorella, intento a sgranocchiare svogliatamente arachidi e pistacchi, e a sorseggiare una birra. Si annoiava, anche se riusciva a scambiare qualche parola con Rebecca tra una ordinazione e l’altra.
Ad un certo punto da un tavolo vicino sentì una voce conosciuta. Si girò e vide Alex Gardner.
L’ex ragazzo di sua sorella. Non ci aveva mai parlato molto, ma di certo l’aveva notato fin dal momento che sua sorella glielo presentò e segretamente pensava che fosse attraente.
Non era ciò che lo standard tipico definisse bellissimo, ma la sua spontaneità e il suo profilo greco emanavano un caldo fascino, con i suoi capelli biondo scuro spettinati con il gel, i suoi occhi  scuri luminosi ed espressivi e le sue labbra morbide contornavano il tutto.
Dal momento che non aveva meglio di fare, e non c’era molta gente al pub si ritrovò ad origliare la conversazione che aveva con un ragazzo di fronte a lui.
Il ragazzo era invece molto asciutto, attraente, ma niente di speciale. Aveva un fisico quasi da modello, con le spalle larghe e i fianchi stretti. Aveva gli occhi verdi e capelli scuri. L’impressione di insieme era che fosse un po’ effemminato.
Il ragazzo sbuffò – Io non capisco come mai ti dedichi così tanto al cibo…cioè…non è un po’ volgare? –
Alex fece una smorfia colpita, come se lo avesse in qualche modo offeso e replicò – Cioè? –
Il ragazzo mandò giù un sorso del suo cocktail – La mia sarà deformazione professionale, dal momento che se mangio anche un grammo in più, posso rinunciare ai servizi fotografici, ma sinceramente non capisco le persone che amano il cibo. Bere è molto più elegante –
Alex si passò una mano tra i capelli e si appoggiò alla sedia. Poi sorrise – Come fai a pensare che il cibo è volgare? Il cibo è vita, non è solo qualcosa che ti metti in bocca per tirare avanti. E’ un insieme di odori e sapere che ti fa viaggiare. E’ passione e creatività e non voglio intorno persone che non riescono a capirlo, quindi, penso che sia il caso di salutarsi. Ciao Marcus –
Michael era rimasto quasi incantato a sentire il discorso di Alex. Una persona che viveva per la sua passione era da apprezzare.
Alex si alzò, prese la giacca e lasciò dei soldi sul tavolo. Mentre si diresse verso l’uscita, incontrò Michael, che stava sul balcone.
Alex si fermò e i due si guardarono per qualche secondo negli occhi. Alex sorrise – Ciao. Tu sei…Michael giusto? Il fratello di Rebecca? –
Michael alzò la mano – Purtroppo sì. A proposito, non dovrei dirtelo, ma è nel retro, forse faresti meglio ad andare, prima che torni…–
Alex storse la bocca, come per dire “Ah” e allora si diresse verso l’uscita. Prima di aprire la porta chiese a Michael se voleva unirsi a lui per una boccata d’aria.
Il ragazzo accettò, e così i due si ritrovarono fuori dal locale, a parlare di tutto in pochi minuti.
Alex aspirò profondamente dalla sua sigaretta e poi sorrise – Bella camicia comunque. Il blu ti sta bene –
Michael sorrise, pensando a quanto era vero, e del resto il suo cane lupo si chiamava proprio Blue.
Poi decise di essere coraggioso, e di fare la parte del “pettegolo”
Sai, ho sentito parte della conversazione che hai avuto con quel ragazzo…e sono d’accordo. Chi non ama il cibo dovrebbe essere mandato in Africa, o qualcosa del genere – rise Michael.
Alex non rimase per niente infastidito dal fatto che Michael lo avesse in qualche modo seguito e controbatté – Che ci vuoi fare. I finocchi se non demoliscono qualcosa che ti piace non sono contenti. O almeno ci provano –
Il bibliotecario rimase colpito dalla risposta di Alex, il che confermava la sua teoria, e il perché quel ragazzo gli apparisse così effeminato.
Ad un certo punto pensò che forse il motivo della rottura tra Alex e Rebecca era che lui si era scoperto gay.
Beh, qualunque uomo dopo una relazione con Rebecca Crowley, sarebbe diventato gay, pensò Michael.
Voleva molto bene alla sorella, ma riconosceva la sua carenza di tutto ciò che rendeva femminile una donna.
Michael si stupì anche della sua curiosità verso quel ragazzo. Era una cosa che raramente succedeva.
Non osava chiedere conferma al ragazzo di fronte, quando, il cuoco, quasi come a leggergli la mente scosse la testa – Se stai pensando che sono gay, diciamo che, ci sei quasi. A me piacciono molte cose, ragazzi e ragazze. Lo so da un bel po’ ormai. Molti penserebbero che non prendo una posizione, ma io rispondo che invece ho più scelta. E poi in fondo cerco le stesse cose in un ragazzo o una ragazza –
Michael arrossì abbastanza violentemente. Non era abituato a persone così dirette e spontanee. Le persone che sapevano leggergli nella mente erano molto poche.
Michael non sapeva cosa rispondere, quando Alex ironizzò rompendo il ghiaccio – Le tette grosse! –
Parlarono insieme ancora per qualche minuto e per Michael fu davvero piacevole riuscire a parlare così liberamente con un’altra persona che non fosse suo fratello o Brianna.
Prima di fermare un taxi, Alex porse un biglietto da visita a Michael sorridendo – Venerdì nel ristorante in cui lavoro facciamo una degustazione, visto che almeno tu, ami il cibo, ti va di venire? – poi aggiunse, con un tono di voce più basso – Così ci rivediamo –
Il cuore di Michael, che fino a quel momento credeva fosse atrofizzato per il poco uso prese a battere più forte, e ogni parte di se, sembrava dire “Sì. Rivediamoci!”
Tentò di ricomporsi e per farlo strinse il bigliettino così forte che gli fece male mano e annuì – Mi farebbe piacere. A che ora? –
Alex si preparò ad andare sul taxi, visto che era riuscito a fermarne uno e rispose – Alle 20 –
Michael sorrise – Ci sarò. A venerdì –“
 
Brianna era a lezione, una delle ultime. Poi finalmente riuscita ad diventare un'insegnante.
Perciò permetteva alla sua mente di vagare e di annoiarsi, non tenendo conto della lezione. Da quando aveva iniziato il tirocinio presso alcune scuole medie e un liceo trovava così poco stimolante stare ferma su una sedia ad imparare cose che avrebbe potuto leggere comodamente.
Quando la lezione terminò, Brianna raccolse le sue cose e le infilò in borsa. Uscì dall’aula e incontrò due persone.
Una che conosceva e amava, l’altra invece non l’aveva mai vista. Era un uomo sui sessanta anni, capelli grigi, leggermente radi, ma aveva ancora una discreta capigliatura. Gli occhi erano simili a quelli di Ramsay, ma più piccoli e più freddi, e come fisico era anche più asciutto.
Brianna sorrise alla vista del suo fidanzato e lui la abbracciò. In modo però non caldo come al solito. Come se si stesse trattenendo.
Poi si sciolse dall’abbraccio e sorrise – Brianna, questo è mio padre, Gerard Morkolf. Siccome è in città, ho pensato che fosse arrivato il momento per farti conoscere mio padre. Del resto siamo fidanzati –
Brianna porse la mano all’uomo davanti a lei e sorrise – E’ un piacere incontrarla signor Morkolf –
Il padre di Ramsay strinse la mano alla ragazza e ci posò una mano sopra, sorridendo mellifluo – Il piacere è tutto mio. E’ bello scoprire che mio figlio ha trovato una ragazza così bella ed intelligente come lei, come compagna di vita. Immagino che avrà molti talenti, vero? –
Ramsay sbuffò – Papà, non metterla in imbarazzo –
Nessun imbarazzo figliolo, vero? – rispose l’uomo e strizzò l’occhio a Brianna, che sorrise in modo imbarazzato.
Poi l’uomo si guardò la mano e notò che i polpastrelli erano ricoperti di una leggera patina di ghiaccio e si portò la mano vicino agli occhi e assunse un’espressione pensierosa – Però, che strano fenomeno. Forse è legato alla differenza di temperatura tra fuori e dentro…Chissà… –
Brianna si maledì interiormente per non essere riuscita per l’ennesima volta a controllare in modo totale il suo potere, che si manifestava anche in modi che lei non riusciva a immaginare.
Gerard cambiò discorso – Comunque, siamo venuti qui, perché pensavamo di invitarti a pranzo, se non hai altro da fare, cara Brianna. Che ne dici? –
Brianna sorrise – Certo. Perché no? –
 
 
Michael e Alex avevano proseguito il loro piccolo appuntamento, ed erano arrivati più vicino al centro.
Tutti i negozi avevano le vetrine decorate con streghe, vampiri, fantasmi e zucche.
Alex sorrise, mettendo un braccio intorno alla vita di Michael – Ti ho mai detto che il Blu ti sta molto bene? –
Michael annuì, dando una carezza al suo famiglio che si sentiva chiamato in casa – Più o meno, due, trecento volte. Me lo hai detto anche la prima volta che ci siamo rivisti. E la volta dopo ho rimesso quella camicia, per fare colpo su di te –
Alex sorrise malizioso – Allora avevo indovinato. Non ho fatto male a fare ciò che ho fatto –
Beh, in realtà mi hai traumatizzato – commentò in modo sarcastico Michael.
 
“Qualche giorno dopo Michael era in dirittura d’arrivo al ristorante di Alex.
Aveva prestato qualche accorgimento in più del solito nel vestirsi, e indossava la stessa camicia di quando aveva rivisto Alex, abbinata a dei Jeans chiari, praticamente sul bianco.
Si era passato anche un accenno di gel sui capelli ed era molto più di quanto avrebbe fatto in una cena normale con i suoi amici.
Si sentiva attratto da Alex in un modo che non capiva del tutto.
Anche se aveva sempre saputo di essere “diverso” dagli altri, anche nella sessualità. Non si era mai innamorato, ma sapeva che se un giorno sarebbe accaduto, sarebbe stato per merito di un ragazzo.
Questa era una cosa che non aveva mai confessato a nessuno, nemmeno a Brianna, la sua migliore amica.
Il taxi si fermò al ristorante e Michael notò che stranamente il parcheggio era abbastanza vuoto, quando invece ci sarebbe dovuta essere più gente, essendo una degustazione gratuita.
Pagò il taxi e poi guardò la struttura per qualche secondo. Il posto era davvero incantevole. Non molto grande, ma accogliente. La facciata era color crema, ricoperta di edera.
Decise di entrare comunque, a dare un’occhiata e vedere se c’era Alex.
Michael entrò e non vide il personale di accoglienza. Cominciò a temere che fosse chiuso, o che Alex lo avesse mandato al posto sbagliato, o che lo avesse preso in giro.
Quest’ultima ipotesi lo fece davvero stare male.
Ad un certo punto sentì la voce di Alex parlare animatamente, apparentemente da solo, poiché non si sentiva una seconda voce rispondergli.
Michael vide che la sala principale del ristorante era chiusa e Alex sbuffò al telefono a voce alta  – Che cosa potevo fare se l’ispettore sanitario ha chiuso il ristorante per tre giorni? Sì lo so che così ci perdiamo soldi, ma ti ripeto, non potevo fare niente. Che facevo, la corrompevo? Sì. Era una donna, e pure abbastanza acida, se vuoi il mio parere. Sì, sono solo, o meglio, ci sono i lavapiatti in cucina, ma sai che quelli parlano messicano, e chi li capisce. Senti, se continui così attacco. Aspetto che i ragazzi finiscono e poi chiudo. Sì. Sì. I documenti che mi ha dato te li lascio in ufficio, okay? Sì, cerca di venire domani o ti trascino io. Dobbiamo risolvere questa faccenda. Ok. Ciao George. Stai tranquillo, vedrai che alla fine non è niente. Ok. Ok. A domani –
Poi con un movimento seccato chiuse la conversazione e vide Michael.
Alex cambiò subito umore e si avvicinò al ragazzo – Ciao Michael. Scusa, non ho fatto in tempo ad avvertirti. Oggi un’ispettrice sanitaria che secondo me avrebbe bisogno di un po’ di svago sessuale è venuta e ha chiuso il locale per accertamenti. Perché una cliente si è sentita male dopo aver mangiato da noi. Una cliente in cinque anni di attività. Chissà che si è mangiata dopo. Sono stato mezz’ora al telefono con il mio capo per tranquillizzarlo –
Michael rimase colpito dalla parlantina di Alex e dal fiume di parole che aveva appena “sputato”. Il suo stress era palese.
Michael disse solo – Mi dispiace. Davvero –
Alex prese da un tavolo dei documenti, li guardò con odio, e poi si diresse verso una stanza vicino al bagno. La aprì e posizionò sulla scrivania i documenti. Chiuse la porta a chiave e poi tornò da Michael sospirando, con le mani dietro la testa – La cosa che mi dispiace è che abbiamo preparato una montagna di cibo, e ora non so cosa farci. Penso che lo porterò a qualche mensa dei poveri. Sicuramente qualcuno apprezzerà –
Michael sorrise – Beh, se vuoi, prima di sfamare gli indigenti, sono pronto ad una degustazione. Ti avverto, ho una fame sostanziosa. Non ho neanche pranzato –
Alex sorrise. Un sorriso autentico, di quelli che coinvolgono anche fronte e occhi. Annuì – Ok, scegli un tavolo e mettiti comodo. Stai per avere un ciborgasmo, o come la chiamo io, abbuffata consolatoria –
Io annuì e mi sedetti su un bel tavolo da quattro. Mi piaceva stare comodo, mentre Alex andò in cucina per qualche momento.
Poi la sua sagoma emerse di tre quarti e chiese – Come lo preferisci il vino? Bianco o Rosso? –
Michael sorrise – Rosso, grazie –
Ottima scelta – annuì Alex e scomparve in cucina per circa un minuto. Tornò con tre piatti, che come dimensione sembravano più da pizza che da portata, carichi di alimenti. Alex li posò tutti e tre davanti a Michael e spiegò – Questo è per gli antipasti, questo è per i primi, questo è per i secondi. Spero che tu abbia fame, ma comunque ti aiuterò. Non ho ancora mangiato –
Michael gustò l’abbondanza che aveva davanti agli occhi. Anche se non aveva assaggiato ancora nulla, gli sembrava tutto molto invitante.
Alex tornò dalla cucina con una bottiglia d’acqua e una di vino. Li posò ai lati dei piatti e poi si sedette di fronte a Michael che ironizzò con lo sguardo verso i piatti – Spero che tu abbia un bel po’ di digestivo. Credo che mi servirà –
 
Alex sospirò, rilasciando un po’ della tensione che aveva accumulato quella sera, poi scosse la testa – Tranquillo. Il cibo che preparo io fa bene al cuore e non appesantisce lo stomaco. Vedi, questa è la mia idea di cucina. Hai avuto una brutta giornata? Vieni da me, e goditi un po’ di cibo che ti riconnette ai momenti belli che hai passato.  I miei piatti strizzano l’occhio alla tradizione, ma stupiscono con nuovi sapori – Fissò per qualche secondo una candela che era al centro del tavolo e questa si accese.
Michael sorrise – Wow. Magari avessi io un potere così comodo –
Il ragazzo biondo, che indossava ancora la sua divisa sospirò  – E’ così liberatorio parlare con altri stregoni. Comunque ti chiedo scusa per esserci ricascato. E’ che quando parlo del “comfort food” mi lascio andare. Di solito quando qualche mio amico ha una delusione d’amore, gli porto qualcosa preparato da me e funziona sempre. Non risolve il problema, ma lo rende sopportabile –
Michael annuì ma non rispose.
E tu, cosa fai quando hai una delusione d’amore? – chiese curioso Alex al ragazzo di fronte a se che aveva cominciato ad assaggiare le tartine al foie gras.
Michael non si aspettava quella domanda, e non sapeva nemmeno come rispondere. Optò per dire la verità – Beh, in realtà io non ho mai avuto delusioni amorose…Non…sono mai stato innamorato di nessuno, credo. Non seriamente –
Il ragazzo si pentì leggermente di quella risposta, poiché non voleva essere “compatito” o qualsiasi altra reazione che di solito le persone hanno di fronte a questi annunci.
La reazione che vide sul volto di Alex fu invece di pura sorpresa.
Stava tagliando del salmone ai ferri, e si fermò improvvisamente.
Poi guardò Michael e scosse la testa – Che spreco. Cioè… Mi dispiace per il fatto che non ti sei mai innamorato, ma mi dispiace anche per chi non è riuscito a coinvolgerti. Perché penso che sei una persona speciale. Ed è uno spreco che resti da solo –
Il rossore tornò sul viso di Michael, ancora più forte di prima. Alex era riuscito a non cadere in nessun tranello che avrebbe fatto sprofondare ancora di più l’autostima di Michael, e anzi, era riuscito a fargliela crescere.
Sì, decisamente anche Alex era una persona speciale. Così pensò Michael.
Proseguirono l’”abbuffata di consolazione” e ad un certo punto Alex fissò Michael che stava divorando con gusto dell’insalata di pasta molto fresca e sorrise.
Che c’è? – chiese il bibliotecario con ancora la bocca quasi piena.
Alex rispose – No è che stavo notando che quando mangi, tendi ad infilzare la forchetta con forza sul cibo. La trovo una cosa adorabile –
Michael quasi si strozzò per quel commento di Alex e si affrettò a prendere il suo bicchiere e mandò giù un bel sorso di Merlot.
Alex se ne accorse vagamente e rise – Non lo dico per provarci –
“Magari lo facessi” pensò fugacemente Michael, per poi ricacciare quel pensiero nel suo subconscio, e scelse l’ironia come difesa – Beh, se ci stessi provando vorrebbe dire che sei messo male. Ho la faccia sporca di cinque tipi di sugo diversi –
Alex ricambiò la battuta – In realtà la cosa potrebbe essere ancora più eccitante. Così unirei le mie passioni. Bei ragazzi e cibo –
Michael rise – Bel ragazzo? Hai bisogno di alzare gli standard –
Alex scosse la testa – Io ti trovo molto attraente. E la cosa bella è che non sai di esserlo. Il che aumenta il tuo fascino. Non ti sottovalutare –
Ecco. 2-0 per Alex. Nonostante una vita di insicurezze, in cinque minuti era riuscito ad accrescere la sua autostima.
Non male.
Inconsciamente Michael raddrizzò la schiena e alzò la testa, preso da queste nuove consapevolezze che poi forse, non era da buttare.
La cena proseguì allegramente, tra battute, piccole confessioni, risate e tanto cibo.
Michael non credeva che sarebbe mai potuto sentirsi così…se stesso con un’altra persona che non fosse Brianna. E invece, eccolo. Perfettamente a suo agio con una persona che fino a qualche giorno fa aveva visto poche isolate volte.
Anche se la cena era andata così bene, purtroppo era arrivato il momento dei saluti.
Michael era nel bagno del ristorante, a lavarsi le mani. Il bagno era stato sistemato in modo molto elegante, con dell’edera che si arrampicava sopra lo specchio e delle candele sparse un po’ ovunque.
Si guardò allo specchio per capire se il gel reggeva ancora, quando la porta del bagno si aprì. Michael guardò e vide Alex.
Il ragazzo rimase qualche secondo fermo sulla porta e poi si avvicinò a Michael, facendo indietreggiare il ragazzo.
Michael chiese – Cosa è successo? –
Alex rispose – Niente. E’ solo che sento di doverlo fare –
Michael tentò di indietreggiare ancora, anche se ormai era arrivato alla parete.
Alex si sporse e lo baciò.
In quel momento le fiamme di tutte le candele della stanza si alzarono e Michael si sentì sciogliere da quel bacio. A tal punto che ricambiò con passione, e afferrò il ragazzo per il viso.
Il bacio continuava e cresceva di intensità, così come la luce delle candele, che adesso era quasi accecante.
Eppure il tutto creava un’atmosfera davvero eccitante e familiare allo stesso tempo.
Dopo un lungo, lungo bacio, i due si separarono con tanti baci a fior di labbra, come se non volessero davvero finire quel bacio.
Michael non riusciva a parlare, o meglio, a formulare un pensiero che avesse senso.
La sua mente e i suoi occhi erano calamitati dal ragazzo di fronte a se.
Alex portò le mani alla parte superiore della divisa e la sfilò rapidamente, facendola cadere per terra.
Il sistema nervoso di Michael fu sovraccaricato da quello shock fisico ed emotivo. Il suo sguardo non riusciva a staccarsi dal corpo atletico dell’altro, ma per lui era troppo.
Alex si avvicinò ma Michael riuscì a parlare – Ti prego, non farlo –
Il cuoco rallentò, ma avanzò comunque di qualche centimetro e Michael usò per la prima volta nella sua vita la telecinesi.
Un potere che fino a quel momento non sapeva neanche di avere.
Istintivamente Michael mise le mani davanti a se, e da esse si sprigionò un’ondata di energia che fece arretrare Alex fino alla parete opposta.
Entrambi erano stupiti e Michael era terrorizzato e spaventato.
Si guardò le mani, e sentiva ancora la magia che le attraversava.
Guardò il ragazzo e vide sorpresa nei suoi occhi. Chiese – Stai bene? Non ti ho…fatto male, vero? –
Alex scosse la testa – No tranquillo. E’ che sono solo… sorpreso. Non mi era mai capitato. Non ti piaccio proprio quindi –
I battiti del cuore di Michael iniziarono a rallentare e scosse la testa – No…non è quello. Come potresti non piacermi? Sei… sexy, gentile, divertente, spontaneo e…sexy.  L’avevo già detto, vero? Solo che la situazione è strana, tu stavi con mia sorella e ora… –
Alex sorrise e Michael riuscì ad allargare la bocca per fare una tiepida imitazione di un sorriso imbarazzato.
Il cuoco raccolse la sua maglia da terra e se la infilò – Beh, è già un sollievo sapere che ti piaccio. Tu mi piaci e lo dimostrano le candele. Non succede mica con chiunque, sai? –
Michael si sentì più sollevato e rilasciò un lungo sospiro, e in qualche modo sentì che quello che diceva Alex era vero.
Avvertiva un brivido caldo che dal ventre si propagava per tutto il corpo. Era come se percepisse i sentimenti di Alex, e questi si armonizzassero con i suoi.
Non aveva mai provato una simile sensazione, ma del resto lui non era mai stato innamorato.
Alex fece un sorrisetto davvero sexy, piegando la bocca all’insù e gli chiese – Posso avvicinarmi? –
Michael sorrise – Certo –
**
 
Allora, Brianna, in cosa ti sai specializzando? – chiese Gerard Morkolf alla fidanzata di suo figlio, mentre erano in un delizioso bistrot.
La ragazza bionda che stava assaporando una saporita e fresca insalata, inghiottì il boccone e rispose – Beh, nel mio tirocinio ho insegnato letteratura, i classici e filosofia. Ed è stato molto bello, nonostante fosse un liceo, e i ragazzi quando vedono un’insegnante giovane, tendono a non rispettarla come dovrebbero –
Gerard annuì – Poi una bella ragazza come te, in una classe piena di ragazzi in preda alle crisi ormonali… Immagino le turbe che avrai scatenato –
Padre. Non mi sembra il caso – li interruppe Ramsay, che in realtà per tutto il pranzo era stato molto silenzioso.
Brianna però aveva notato che aveva un atteggiamento molto distaccato e freddo verso il padre, e cercò di usare la sua empatia naturale per capirne il motivo, anche se in effetti il suo fidanzato parlava raramente della sua famiglia.
Sapeva solo che aveva diversi fratelli maggiori, che sua madre era morta quando aveva cinque anni.
Gerard roteò gli occhi e sospirò – Ho bisogno di una sigaretta. Ramsay, mi fai compagnia? –
D’accordo – poi rivolse lo sguardo a Brianna e le chiese, cambiando decisamente tono dal freddo ad un tono più dolce – Non ti dispiace vero? Torniamo qui tra due minuti –
Brianna annuì – Certo. Andate pure –
Ramsay fece una cosa insolita, ovvero si avvicinò e la baciò profondamente.
Per un’altra coppia non sarebbe stata una cosa così strana, ma Ramsay non era il massimo dell’espansività in pubblico.
Brianna lo aveva accettato ormai da tempo e le importava molto di più il fatto che le dimostrasse il suo amore in molti altri modi.
Per questo la ragazza rimase stupita per qualche secondo, poi ovviamente ricambiò il bacio con trasporto. Quei momenti erano gli unici che non riusciva a congelare niente, dato che il suo cuore riscaldava ogni cosa dentro di se.
I poteri di ogni strega erano collegati alle emozioni.
Era una verità di base per ogni persona dotata di magia, ed era una delle prime cose che veniva insegnata loro.
Nel frattempo, Gerard Morkolf estrasse dalla tasca della giacca un accendino zippo lavorato finemente, su cui era inciso un lupo che ululava.
Il simbolo della loro famiglia.
Con esso accese una sigaretta e trasse un paio di profonde boccate. Poi sorrise – La tua strega è veramente carina Ramsay. Peccato che sembra che tu abbia dimenticato il tuo scopo. Devi obbligarla a rivelarti i suoi poteri –
Ramsay tenne lo sguardo basso, quasi colpevole. Come lo sguardo di un bambino quando viene beccato dai genitori mentre prende un biscotto poco prima della cena.
Il giovane uomo spiegò – Non è così facile padre. Ho paura che se insisto troppo potrei farla insospettire. E così non potremmo più classificare il grado di livello magico degli altri componenti delle famiglie –
Ramsay prese un respiro profondo e fece l’immenso sforzo di sostenere lo sguardo del padre.
Con la testa alta chiese – Piuttosto. Volevo chiederti, Perché avete deciso di abbinarmi a Brianna? Me lo chiedevo da un po’ –
L’uomo emise una forte risata sguaiata e si prese qualche secondo. Poi rispose guardando il figlio con aria di superiorità – Perché Lui l’ha studiata per un po’, e pensa che voi due siete uguali, perciò sarebbe nata una affinità. Siete entrambe persone deboli, flaccide, senza nessuna personalità. Ecco perché –
Ramsay strinse i pugni, carico di rabbia. Con la voce strozzata rispose – Allora si vede che Lui non ha capito niente. Brianna è una persona molto forte, dolce, intelligente, empatica e premurosa. Lui non sa un cazzo di lei –
Gerard sbuffò – Non dirmi che ti sei innamorato –
Ramsay sospirò ma non rispose.

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Capitolo 7
*** Magic and Secrets ***


Allora è per questo che non ti sei fatto sentire in questi giorni – sorrise Alex, con un tono di voce ironicamente burbero, quasi da rimprovero.
Lui e Michael si erano fermati in un bar per prendersi un caffè.
Il bibliotecario gli aveva raccontato tutta l’esperienza del sogno guidato da Brianna, dalle poche cose che aveva scoperto e dalle tante cose che doveva ancora scoprire.
Alex si sporse e accarezzò la testa di Michael con fare affettuoso – Sempre il solito, vero? Non smette mai di lavorare questa testa –
Michael apprezzò molto quel delicato atto di tenerezza e sorrise malizioso osando – C’è una sola cosa che la fa stare zitta e buona per un po’ –
Alex sorrise.
Michael proseguì – La cosa più strana, è che nessuno a parte me sembra riconoscere la somiglianza tra me e il mio antenato. Nessuno –
Alex suggerì – Se hai l’immagine con te potrei darti il mio parere –
Michael imprecò per non essersi portato la copia del ritratto che aveva trovato.
Poi però ricordò che gli aveva scattato una foto con il cellulare, e quello lo aveva con se.
Sorrise e cercò nella tasca della giacca per qualche secondo. Poi estrasse il cellulare e mentre cercava la foto sospirò – Tieni presente che però non è di qualità altissima, magari non riuscirai a vedere niente… –
E poi glielo porse.
Alex allargò l’immagine con il pollice e l’indice e dopo qualche secondo di osservazione rispose – A me sembra che sia la tua copia sputata –
La mente di Michael martellò a sentire quella risposta. Finalmente un’altra persona che vedeva ciò che vedeva lui. In quel momento sentì di amare Alex ancora di più per quello, però voleva essere sicuro.
Davvero?? Cioè, da cosa lo deduci? – chiese insicuro.
Alex girò lo schermo e sorrise – Sei tu. Semplicemente. Cioè, ci sono magari delle differenze, ma lo sguardo è il tuo, anche se il suo è più…duro. Gli zigomi sono un po’ più pronunciati, ma avete la stessa bocca. Anche la fronte. Mi sembra di vedere te, magari tra qualche anno e con i capelli lunghi –
Michael si rilassò e sorrise – Finalmente qualcuno che lo vede. Pensavo di essere pazzo –
Ecco che dopo un breve momento di euforia, la sua mente tornò alla carica “Ma perché solo te e lui vedete questa somiglianza”?
Michael decise di occuparsi di questa cosa solo più avanti. Oggi doveva essere il giorno libero anche dalle sue congetture.
Alex guardò l’ora dal cellulare di Michael e sbuffò – Adesso devo andare. Devo cominciare a cucinare per la cena di stasera. Noi ci vediamo però presto, okay? –
Michael annuì. Anche lui sentiva la mancanza del suo fidanzato.
I due si salutarono con un bacio più o meno casto, e poi Alex prese la sua busta e se andò.
 
Poco più in la, un ragazzo coetaneo di Michael, si godeva il sole timido di quella giornata di fine ottobre insieme ad una ragazza sui vent’anni circa. Lunghi capelli biondi lisci, un paio di occhiali e una corporatura esile, anche se aveva le spalle leggermente ampie. Un tipico fisico da ginnasta o da nuotatrice.
Il ragazzo invece era alto, fisico atletico, capelli corti ma alti, con un piccolo ciuffo dritto, nel complesso assomigliava a sua sorella gemella, anche se i capelli di Erik Cromwell erano più chiari.
 
Sorrise alla ragazza vicino a lui, che gli piaceva molto e lo faceva sentire bene, nonostante fosse molto diversa dalle ragazze con cui di solito usciva.
Infatti non ci teneva molto a farsi vedere con lei in giro.
La ragazza sbuffò – Erik, la vuoi finire di guardarti intorno? Non c’è nessuno dei tuoi amici. E poi tanto lo puoi anche dire che ti vergogni di farti vedere con me –
Erik cercò di dissimulare, ma in realtà la sua ragazza, ancora una volta, aveva saputo leggergli dentro come nessuna ci era riuscita, a parte sua sorella.
Rispose – Guarda che non è come pensi Marnie. E’ solo che sai che quando sono con te, mi piace avere la nostra intimità –
Gestendola in questo modo, il ragazzo era convinto di averla scampata, ma Marnie non demordeva.
Ad un certo punto Erik assistette ad una scena che fece uscire dalla sua bocca una sola parola – Zitta –
Inutile a dirlo, questo non fece altro che gettare altra benzina sul fuoco, ma Erik era momentaneamente sconvolto per pensarci.
Aveva appena visto un suo caro amico baciarsi con un ragazzo. Che lui tra l’altro conosceva.
Non poteva proprio sbagliarsi. Non era un affettuoso bacio sulla guancia, che comunque sarebbe strano lo stesso, pensò Erik.
Era proprio un vero bacio. Il ragazzo non riusciva a pensarci.
Aveva appena scoperto che un suo amico, con cui aveva passato l’infanzia e gran parte dell’adolescenza era…GAY.
E se la faceva con nientemeno che Alex Gardiner.
Marnie riportò il suo ragazzo alla terra minacciandolo – O mi ascolti, o faccio sciopero del sesso per un mese –
Di fronte a quella minaccia, Erik si destò dal suo stato di trance momentanea e poi istintivamente si nascose dietro una siepe, trascinando anche la sua ragazza. Disse, abbassando la voce, come se i due ragazzi potessero sentirli, nonostante fossero dall’altra parte della strada – Scusami, ma lo vedi quel ragazzo? Quello che si è baciato con quell’altro? –
Marnie alzò gli occhi e guardò in direzione del dito di Erik. Annuì – Sì lo vedo. Non dirmi che la cosa ti stupisce. Cioè… non pensavo fossi di idee ristrette –
Erik rispose – Sì. Cioè no. Cioè… ascolta, in squadra con me c’è un gay, e non mi faccio problemi a spogliarmi di fronte a lui, ma quel ragazzo… Lo conosco da quando abbiamo quattro anni. Cavolo. Ci ho passato le notti a casa sua –
Marnie rise – Tranquillo, non è una cosa che si attacca. E poi so per certo che non sei gay –
Il ragazzo dai capelli rossi si sporse fuori dalla siepe con la testa e vide che ormai Alex se ne era andato. Anche Michael si stava alzando dalla sedia e stava andando via con il cane.
Poi tornò con lo sguardo verso Marnie e spiegò – Lo so, è che non ne avevo idea. Non mi aveva mai detto nulla –
Marnie commentò sarcastica, con una punta di acidità – Parla quello che ogni volta che usciamo sembra in missione segreta per la CIA –
Erik sbuffò. Certe volte la lingua lunga della sua ragazza gli dava fastidio, ma in fondo gli piacevano i suoi modi diretti, e la preferiva di molto alle cheerleader scialbe che gli venivano dietro.
Ripensò alla sua scoperta e gli venne in mente un grosso problema.
Un problema chiamato Elettra.
Tra lui e la sua gemella c’era un rapporto telepatico, e se lui per un motivo o per un altro avesse pensato a Michael ed Alex, l’avrebbe scoperto anche sua sorella.
E grazie a lei l’avrebbero scoperto tutti.
Sentiva il peso di questo segreto come un macigno, ma non poteva spiegarlo a Marnie, dal momento che non aveva una sorella che quando erano adolescenti, capiva sempre quando il fratello si stava masturbando.
Però non voleva neanche rovinare il suo appuntamento con Marnie, così decise di cacciare questa cosa nel profondo del suo subconscio. Lì dove forse nemmeno Elettra sarebbe riuscita a entrare.
Sorrise alla sua ragazza e indicò un vestito in una vetrina – Perché non lo provi? Scommetto che ti starebbe bene –
Marnie lo guardò e rispose – Mi sembra troppo scollato –
Erik rise – Appunto –
 
**
 Michael non avrebbe mai immaginato che quella giornata iniziata così bene sarebbe potuta peggiorare in un modo che neanche immaginava.
Era nella sua stanza, a leggere un libro, cercando di rilassarsi nonostante la scoperta recente che erano almeno in due a notare la somiglianza con il suo antenato, quando il suo cellulare segnò l’arrivo di un messaggio.
Il cellulare stava sulla sua scrivania e lui sul letto. Non gli andava di alzarsi per rispondere, ora che aveva trovato una posizione comoda, e il suo libro diventava avvincente.
Decise di dare retta alla sua pigrizia e ignorò il messaggio. Se fosse stato urgente, l’avrebbero chiamato, pensò Michael.
Ripensandoci, avrebbe fatto molto meglio a leggere quel messaggio.
Mezz’ora dopo sentì la porta di casa che veniva aperta e una voce conosciuta, anzi due.
Si avvicinò e sentì sua sorella e suo padre salutare Erik ed Elettra Cromwell.
Michael si chiese il motivo di quella visita.
Elettra salì di gran fretta le scale e quando si trovò davanti Michael, emise un profondo sorriso e lo abbracciò. Con un calore che non gli aveva mai dimostrato prima – Michael!! Ho saputo! E in effetti ripensandoci i segnali c’erano tutti. Sono sempre stata dalla vostra parte! Credo che dobbiate avere tutti i diritti degli altri. Sono stata anche ad un Gay Pride, sai? –
Michael assunse un espressione che mostrava un misto di emozioni, come irritazione, sorpresa, paura.
La sua lucidità mentale lo salutò, e lui non sapeva che cosa dire, se negare fino alla morte od essere sincero.
Ma prima di tutto, come diavolo faceva Elettra Cromwell a sapere di lui? E sapeva solo di lui, o anche di Alex?
Troppe domande. Il suo cervello era in tilt.
Elettra, che cosa…vuoi dire? – chiese Michael, sciogliendosi dall’abbraccio, sperando con tutte le sue forze di aver compreso male.
Elettra mise le mani in aria, con un gesto istrionico e sorrise – Tranquillo, non devi più fingere. So, anzi, sappiamo tutto –
Da oltre le spalle di Elettra, Michael vide Erik, che aveva scritto in faccia “COLPEVOLE”.
La rabbia montò in lui, si sentiva violato nella sua intimità, la sua sessualità sbattuta davanti ai suoi occhi.
Ma non c’è limite al peggio. Michael sapeva che i componenti della sua famiglia avevano un udito sviluppato, quindi non poteva permettere che quella pazza disse altro.
Già tutto quello che aveva detto era potenzialmente compromettente.
Cercò di mantenere la calma, almeno apparente e disse solo – Possiamo parlarne da un’altra parte ragazzi? –
Erik annuì – Sì, è meglio. Andiamo Elettra –
Prese la sorella per il braccio e la trascinò giù dalle scale. Michael fece per seguirli, quando il suo occhio cadde sul cellulare. Lo afferrò e lesse un messaggio di Brianna
“Elettra sa. Preparati o nasconditi, sta venendo da te”
Okay. Era troppo.
Michael scoppiò in una sorta di risata isterica. Maledì se stesso e la sua fottuta pigrizia e lasciò la stanza. Almeno ci provò. Si trovò davanti Edward Crowley che lo guardò.
Michael studiò il padre, che lo stava guardando con occhi diversi.
Tentò di spiegare – Papà, vedi…Elettra non sa… –
Edward scosse la testa – E’…vero? –
Ecco arrivato il momento che si era ritrovato a immaginare da mesi a questa parte. E lo temeva come la strega dell’ovest teme l’acqua.
Era sempre stato una delusione per suo padre.
Non era uno sportivo, non sapeva mutarsi, non era mai andato a vederli correre sotto la luna.
Non voleva che questa fosse la delusione delle delusioni, ma probabilmente prima o poi, questo momento sarebbe arrivato.
A modo suo e ai suoi tempi però. Non per colpa di un’altra persona che non era fatta gli affari suoi.
Non se la sentiva di affrontare quel discorso, non adesso. Come una anguilla svicolò di lato e lasciò la casa in tutta fretta, per non subire lo stesso trattamento da altri familiari.
Appena fuori dal cancello c’erano i due Cromwell.
Michael non si riconosceva più, ma nel suo corpo scorreva una rabbia che raramente aveva percepito.
La sua rabbia si sfogò tramite la sua magia.
Il terreno sotto di loro tremò, sotto effetto di una piccola scossa.
Niente di preoccupante, ma, non era certo un bello spettacolo.
Erik si fece avanti e cercò un modo per difendersi – Ascolta Michael… Io non volevo –
Michael si girò verso Erik e chiese serio – Come avete fatto a scoprirlo? –

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Capitolo 8
*** Magic and Revelation ***


p>Erik rientrò in casa sperando che non ci fossero tutte le sue “donne”

Lui chiamava così la sua famiglia interamente al femminile.

Quando era adolescente gli pesava molto il fatto di essere l’unico maschio della famiglia. 

Eppure era cresciuto sano ed etero, non come Michael che invece era circondato da altri maschi in casa, pensò il ragazzo. 

Per tutto il tragitto verso casa Erik aveva formulato ipotesi e teorie, e aveva cercato indizi che potessero rivelare l’omosessualità dell’amico negli anni in cui erano stati più vicini, ma non ci era ancora arrivato.

Vide sul sofà due gatti. Uno fulvo e uno nero. Sorrise a quello fulvo – Ciao Nonna – 

La gatta gli strizzò l’occhio e poi tornò umana, rivelando una donna sui settanta anni dagli occhi azzurri brillanti e vivaci. I capelli rossi erano portati corti ed indossava un bel completo nero. II gatto nero si scompose appena, abituato com’era a scene del genere. 

Otter si alzò, si allungo per bene, e poi fece qualche salto per posizionarsi nel suo posto preferito. La spalla di Erik.

Erik lo accarezzò, mentre Agata Cromwell sbuffò – Questo gatto sembra più un pappagallo. Non è mica normale – 

Erik espanse la sua mente per capire se in casa c’era sua sorella, anche se nella frazione di qualche secondo capì che non aveva bisogno, quando sentì un gruppo di imprecazioni venire dalla stanza di Elettra.

Agata scosse la testa rassegnata – E’ di pessimo umore da stamattina. Non trova la sua giacca fortunata – 

Dei passi si udirono dalle scale, seguiti da qualche sbuffo e poi Elettra raggiunse il fratello nel salotto. Incrociò le braccia al petto, con fare quasi da bambina capricciosa – Detesto quando mamma mette mano sulle mie cose. Se non trovo quella giacca non posso fare il colloquio –

Agata sorrise dolcemente – Una strega non dovrebbe essere scaramantica. Vedrai che andrai benissimo anche senza –

Elettra fece un gesto scocciato con la mano destra e girò i tacchi, per tornare alla ricerca della giacca sbuffando – Non è mica una recita scolastica. E’ un colloquio per un giornale, nonna –

Mentre era a metà della scala si fermò come colta da una improvvisa illuminazione. Si girò verso il fratello e sorrise maliziosa – Tu nascondi qualcosa. Lo sento –

Erik iniziò ad agitarsi internamente, ma tentò di dissimulare come poteva – E tu sei pazza. Lo sento. Concentrati sulla giacca piuttosto. Inoltre sai che anche volendo, non potrei nasconderti nulla –

Elettra Cromwell si avvicinò al fratello e il suo tono si fece meno amichevole – Non costringermi ad usare i tarocchi –

Agata sospirò – Erik Cesar ed Elettra Chloe, non litigate –

Di solito chiamare i suoi nipoti con i loro nomi completi, aveva l’effetto di far cessare le “ostilità” tra i due, ma ciò che non calcolava Agata Cromwell, è che i suoi nipoti non erano più adolescenti, e ci voleva ben altro per farli stare buoni. 

Elettra cercava disperatamente una valvola di sfogo dallo stress e della frustrazione di non riuscire a trovare la sua giacca preferita, per questo cercava di distrarsi facendo un po’ di gossip, ma Erik resisteva tentando di schermare la sua mente come mai aveva fatto prima, per impedire che la sorella scoprisse troppo.

Non appena Elettra si accorse della resistenza di Erik sorrise ancora più determinata – Wow, deve essere roba grossa. E’ qualcosa che riguarda…te? – 

Erik scosse la testa.

Elettra proseguì con la sua ricerca, il tutto sotto gli occhi sconsolati di Agata Cromwell, che anche se sapeva che i due si volevano molto bene, e che non sarebbero mai riusciti a vivere l’uno lontana dall’altra, era anche abituata a questi scenari.

Lo scontro mentale durò per diversi minuti, e apparentemente i due non facevano altro che guardarsi negli occhi.

In effetti era così, dal momento che le loro menti erano talmente concentrate che non riuscivano a fare altro.

Erik provò a distrarre la sorella pronunciando un incantesimo, così tra le sue mani comparve la giacca della sorella.

Elettra la vide e perse immediatamente la concentrazione, allungando le mani per prenderla. Erik invece portò le mani dietro la schiena e sorrise – Se smetti di cercare qualunque cosa tu pensi che ci possa essere nella mia mente te la rido, okay? –

Elettra sbuffò, afferrando la giacca – Allora ce l’avevi tu?! Questo è un colpo basso. Sei infido fratellino, e anche noioso –

Erik sospirò – Ho imparato dalla migliore –

La ragazza dai capelli rossi salì verso la sua stanza. Si bloccò e minacciò il fratello – Se tocchi di nuovo la mia giacca, ti faccio diventare un eunuco – 

Non quella parola! Pensò Erik. La sua mente iniziò a fare una serie di associazioni pericolosa. 

Eunuco – Effeminato – Omosessuale – Mike. 

Riportò alla luce ciò che aveva visto e come si era sentito, ed Elettra approfittò di quel momento di debolezza. 

Entrò nella mente del fratello e dopo qualche secondo la sua bocca e i suoi occhi si spalancarono – Che cosa? Alex e Michael…insieme? Oh mio Dio!! Ma è assurdo!! – 

Erik si maledì per la sua debolezza e corse verso la sorella mettendole un dito davanti alla bocca – Ti prego, promettimi di non comportarti…da Elettra. E’ una cosa che non ti riguarda. Non riguardava neanche me in effetti, ma io mi sono ritrovato lì per caso –

Elettra sorrise, usò il suo potere per mandare il fratello nella sua stanza e scese le scale trotterellando dalla felicità, diretta verso casa di una persona che forse non era così noiosa come pensava.

 

**

 

E così… è successo. Devi credermi. Ho cercato di tenere la cosa per me... Ma… –

Michael sospirò – Non voglio sentire nessun MA. Voi non avevate il diritto di piombare in casa mia e dire quelle cose. E’ una cosa che riguarda me – 

Elettra sbuffò – E dai Michael, non è successo niente di grave. Dovresti ringraziarmi. Non fa bene vivere nella menzogna. E poi siete persone adulte. Non capisco perché nascondere una cosa simile? – 

Per tutto il tempo della conversazione, Michael aveva tenuto a freno la sua frustrazione, per evitare altre piccole scosse di terremoto, ma vedendo che Elettra Cromwell non era minimamente pentita, non riuscì più a trattenerla. Ringraziò chiunque gli avesse conferito il dono della telecinesi e la usò per aprire il cancello, spingere quei due ficcanaso fuori dalla sua proprietà e richiudere il cancello. 

Erik ed Elettra rimasero stupiti dall’abilità e dalla velocità di Michael nel reagire, ed ebbero per la prima volta in molti anni paura di lui. Michael si concentrò e fece crescere dei rovi intorno al cancello, tanto per scoraggiare qualsiasi tentativo di riavvicinamento. 

Elettra urlò – Michael! Smettila di comportarti come un ragazzino! Pensa piuttosto che hai mentito a tutte le persone che conosci, specialmente a mio fratello! Ha condiviso tanti momenti con te. Siete stati amici per tanti anni e anche se adesso vi siete allontanati, meritava di conoscere la verità! Dovevi parlargli! E se non l’hai fatto, forse è perché inconsciamente pensi che tra te e Alex non funzionerà! Pensi che si stancherà di te prima o poi, vero? – 

Le parole di Elettra fecero breccia in Michael, che si sentì impotente di fronte ad esse. Come diavolo faceva lei a sapere come si sentiva? 

Si rese conto che finora probabilmente l’aveva sottovalutata, ma questo non cambiava ciò che aveva fatto.

Si avvicinò e annuì in tono più calmo, che metteva quasi i brividi – Hai ragione. Davvero. O meglio, avresti ragione se non avessi appena privato della mia libertà. La libertà di decidere quando e come parlare di una cosa così importante alle persone che mi circondano –

Erik si sentiva ancora più colpevole e desiderò di non aver mai assistito a quella scena.

Michael chiese – Chi altro lo sa? – 

Elettra che stava cominciando a capire che il suo comportamento non era stato tra i più corretti rispose – Solo Brianna e Sarah – 

Michael si lasciò sfuggire un grande respiro di sollievo, dal momento che Brianna lo sapeva già e Sarah non l’avrebbe mai detto a Caleb.

Il suo cellulare squillò.

Dopo la successione di eventi di poco fa, se non altro aveva imparato una ottima lezione, quella di rispondere al telefono.

Il numero era proprio di Sarah.

Perfetto. Si preparò ad un discorso cuore a cuore, tipico della donna e accettò la chiamata.

Contrariamente a cio che si aspettava il tono di Sarah era preoccupato, molto distante al suo solito tono dolce e spensierato 

“Michael, ti prego, devi venire qui!”

“Sarah, cosa è successo?”

“Caleb e Alex… Non li ho mai visti litigare così. Stanno usando i loro poteri l’uno contro l’altro. Di questo passo si faranno molto male”

“Arrivo subito” 

Chiuse la chiamata, preoccupato. Per Alex e Caleb stuzzicare e litigare, anche a colpi di magia era la normalità, ma di solito smettevano sempre  prima di ferirsi. 

Era preoccupato per il suo ragazzo. E ora poteva dirlo ad alta voce.

Guardò in faccia Erik ed Elettra e mentre liberò il cancello dai rovi e lo aprì disse in modo serio – Sarete contenti. Alex e Caleb si stanno uccidendo a vicenda – 

Erik propose – Andiamo in macchina mia, arriveremo prima, forza – 

Così tutti e tre partirono in direzione della villa gotica dove abitavano i due fratelli.

Mentre Erik guidava, con il piede premuto sull’acceleratore, Elettra cercò di rassicurare Michael, e organizzare un piano – Come pensi di agire? –

Michael rispose – Risponderò al fuoco con il fuoco…Solo che non so ancora come –

Elettra prese la sua borsa e se la portò sulle ginocchia. Rovistò e tirò fuori un blocco note ed una penna. 

Scrisse qualcosa e poi strappò un foglio porgendolo a Michael – Potrebbe esserti utile. E’ un incantesimo che nostra nonna ha usato qualche volta su di noi –

Michael lesse la formula velocemente – I fratelli infuriati vanno ora fermati, Blocco il loro potere tramite il mio volere – 

Erik sorrise debolmente – Anche se le rime sono un po’ banali, è molto efficace. Praticamente blocca temporaneamente i poteri di due fratelli, in modo che non possano usarli tra di loro –

Michael mise il foglietto in tasca, sorridendo – Grazie. Lo apprezzo – 

Qualche minuto dopo la macchina si fermò, e i tre ragazzi scesero e corsero attraverso il vialetto diretti all’entrata principale.

Non dovettero neanche suonare il campanello, che arrivò Sarah ad aprire.

Sembrava scossa, ma quando vide il piccolo gruppo, un sorriso speranzoso fece strada nel suo volto. Guardò Michael e sorrise – Sono felice di vedervi. Cosa facciamo per salvare gli amori della nostra vita? - 

Michael annuì – Ho una idea – 

Non dovette neanche cercare il punto dello scontro, dati i forti rumori che venivano dal soggiorno. 

Timidamente si avvicinò sempre di più, e lo spettacolo che lo aspettava era tremendo. 

Tra elettrodomestici impazziti e il divano in fiamme, più che un salotto sembrava un campo di battaglia.

E infatti lo era. 

Una folgore lo centrò quasi, se non si fosse spostato verso destra. 

Dietro di lui c’erano Erik ed Elettra che aspettavano di essere utili. 

In quel momento tornò la sensazione che aveva vissuto quella sera, quando tutto il gruppo si era ritrovato sotto attacco del Golem. 

La sensazione di sapere esattamente cosa doveva fare, e una sicurezza si impadronì di lui. Guardò i due gemelli e spiegò in modo calmo ma assertivo – Erik, Elettra. Voi due uniti siete molto più potenti di me nell’uso dei poteri mentali. Usate la telecinesi e separate quei due. Dopodiché pronuncerò l’incantesimo – 

Senza ulteriori spiegazioni, i tre si resero visibili ai due fratelli.

Alex era avvolto da una aura incandescente. Caleb invece aveva la cornea azzurra, come anche gli occhi, nonostante solitamente erano scuri, e attorno a lui, tutti gli apparecchi elettronici sembravano impazzire. La televisione era in statico. L’impianto stereo sparava musica a tutto volume, cambiando traccia ogni secondo. 

Persino le macchinette elettriche di Dylan sfrecciavano per tutta la stanza.

Su entrambi i fratelli erano presenti bruciature, lividi e altri segni. 

Caleb rise – Finalmente è dei nostri anche l’amichetto. Certo che se proprio dovevi essere gay, potevi scegliertene uno meglio, fratello – 

Alex digrignò i denti rabbioso – Non osare parlare di lui in questo modo – 

E lanciò una sfera di fuoco al fratello, che la accusò, procurandosi un’altra bruciatura in faccia.

Erik ed Elettra si presero per mano, liberando i loro poteri congiunti, e i due fratelli si ritrovarono l’uno dalla parte opposta della stanza, e non solo, ma anche sospesi a un metro e mezzo da terra. 

Elettra ansimò – Non possiamo tenerli così per molto –

Michael alzò le mani, chiusi gli occhi e pronunciò solennemente – I fratelli infuriati vanno ora fermati. Blocco il loro potere tramite il mio volere – 

Non appena il bibliotecario terminò di recitare la formula gli occhi di Caleb tornarono normali e Alex non fu più avvolto dall’aura di fiamme.

Anche Michael subì un cambiamento. 

Sentì la sua parte autoritaria tornare da dove era venuta, un posto che ancora non conosceva.

Infatti trovò il coraggio di scherzare – E ora…lasciateli –

Erik ed Elettra mollarono la presa, facendo fare una bella caduta ai due fratelli.

Sarah fece capolino in soggiorno e vide che la situazione era tornata più o meno alla normalità. Chaise longue in fiamme a parte.

Michael uso il suo potere e il divano smise di bruciare. Del resto la terra soffocava il fuoco. Era una legge naturale.

Ora che l’ira dei due fratelli era stata sedata, cominciavano ad accusare tutti i colpi che si erano inflitti a vicenda.

Sarah assunse un tono di voce abbastanza freddo e arrabbiato e chiese – Come cazzo è iniziato questo gioco al massacro? Vi ho già visto litigare prima, e vi siete sempre fermati da soli prima di farvi del male…Stavolta no –

Caleb guardò le sue mani e poi il fratello e mormorò – Io…Non lo so. Avrei potuto ucciderti Alex. Volevo farlo... Non ho mai… –

Alex annuì – So cosa intendi. Non ho mai provato così tanto odio –

Michael raggiunse Alex e chiese solo – Come stai? –

Alex sospirò – Sopravvivrò – poi sorrise – Sei stato grande –

Elettra sorrise – Come siete carini –

Dopo averlo detto, la ragazza subì gli sguardi di tutte le persone presenti in quel luogo. 

Caleb e Alex andarono a farsi una doccia, nel frattempo Erik ed Elettra aiutarono Sarah a pulire l’inferno che si era sprigionato in quel soggiorno.

Michael invece aveva molte domande, che si erano aggiunte a quelle che già aveva, provocandogli un mal di testa cosmico.

Aveva assoluto bisogno di risposte, e di un cachet.

Fortunatamente fu Sarah a dargli sollievo per entrambe. 

Gli portò un analgesico e si sedette vicino a lui – Sei stato davvero grande. Questa settimana hai salvato la situazione già due volte…vuoi diventare per caso il Supremo? –

Michael chiese – Cos’è il supremo? –

Sarah lo guardò incuriosita – Cosa? Davvero non lo sai? Beh. E’ una cosa che risale al tempo del patto di alleanza. Dal momento che i membri delle quattro famiglie non riuscivano a mettersi d’accordo su nulla, decisero che a guidare tutti e quattro i clan sarebbe stata un’unica e forte autorità. Ogni famiglia scelse un rappresentante e i quattro si sottoposero a delle prove. Chi riusciva a dimostrare di possedere una forte volontà, arguzia, attitudine al comando e capacità di mantenere il sangue freddo di fronte alle situazioni più difficili passava alle prove successiva. Ma non bastava questo per garantirsi il successo. Un altro requisito fondamentale era quello di avere poteri multipli.  E’ una vecchia storia che mi raccontava mia nonna –

Michael aveva ascoltato rapito tutto ciò che aveva detto Sarah, e chiese desideroso di saperne di più – Poteri Multipli? –

Sarah rifletté per qualche secondo e poi rispose – Non ricordo più tanto bene, ma mia nonna da piccola mi diceva sempre che ogni strega o stregone nasce con un potere attivo. Può capitare che ci siano streghe di talento che arrivino fino a due – tre poteri. E poi c’è chi arriva a possedere almeno cinque forme di magia diverse. Queste persone vengono chiamate “Supremi” e vengono ritenuti delle guide –

Le speranze di Michael di trovare risposte vennero subito ridimensionate, dal momento che lui aveva solamente la capacità di controllare l’elemento terra e la telecinesi. Più l’abilità che aveva scoperto qualche giorno fa, ovvero quello di poter conoscere il contenuto dei libri senza doverli aprire. 

Sarah sorrise – Mi sembri quasi deluso. Sei ambizioso, eh? –

Michael era molto interessato alla storia, e inoltre Olenna Renard era una donna fonte di profonda saggezza. Forse sarebbe riuscito ad aiutarlo.

Anche se c’era il piccolo dettaglio che la matriarca della famiglia Renard era convinta che il sapere dovesse restare all’interno della famiglia, perciò non vedeva di buon occhio le persone esterne che cercavano di attingere a lei. Per questo Michael chiese alla donna vicino a se – Vorrei parlare con tua nonna di questo se è possibile. Puoi metterci una parola buona? –

Sarah annuì – Posso provarci. Del resto ti devo molto. Ora devo andare a prendere Dylan. E’ andato a giocare da un amichetto. Speriamo che non abbia teletrasportato niente a se. –

Michael sorrise. Almeno una cosa positiva era successa quel giorno. 

Il suo sguardo passò verso i gemelli stavano ultimando le pulizie e si ricordò del loro aiuto. 

Sentì che non provava più risentimento verso di loro. Anzi, una parte di se, cominciava a pensare che gli avessero fatto un favore.

Quasi.

Si ricordò dello sguardo di suo padre, e di come era “scappato” senza dire nulla. Provava un senso di colpa verso la sua famiglia ma non voleva tornare a casa. 

Non quella sera.

Alex apparve in soggiorno, con i capelli ancora bagnati, indossando una canotta e un paio di pantaloncini.

Raggiunse Michael che era seduto e poggiò la sua testa sulla spalla del suo ragazzo e sbuffò – Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere a…questo. Non avrei mai voluto… – 

Il ragazzo ironizzò – Beh, vederti comparire così sexy ha aiutato. Comunque… Non volevo che succedesse tutto questo. So che volevi aspettare prima di dire a tutti di noi, e mi dispiace che questo non sia il momento giusto –

Alex si piegò e Michael appoggiò la sua testa sul suo sterno, poi sorrise – Non esiste il momento giusto. Certo, Erik poteva beccarci un giorno diverso. Tutto quello che avevo preparato per la cena è saltato in aria, e sono coperto di lividi. Dovrò rinunciare a tanti bei soldi – 

Il cuoco alzò il tono di voce e sorrise – Grazie Erik –

Erik agitò la scopa per aria e sbuffò – Vi ho già chiesto scusa venti volte ciascuno. Che altro devo fare? – 

Michael ironizzò – Rassegnati. Gli omosessuali portano rancore a lungo, peggio delle donne –

Nessuno osò replicare. Era la prima volta che Michael era riuscito ad ironizzare su se stesso. Su una delle parti di sé.

Evento più unico che raro, ma Michael sospettò che non sarebbe stata neanche l’ultima volta.

Poco dopo comparve nella sala anche Caleb, pure lui in abbigliamento abbastanza comodo.

Non era perfettamente a suo agio vedendo suo fratello in quella posizione con un altro uomo, ma decise di tenere per se questa cosa.

C’era già stata abbastanza tensione quel giorno.

Anche se non ricordava perfettamente come era iniziato il tutto. Per quanto si sforzasse non riusciva a trovare la causa scatenante del litigio furioso.

Non ricordò nemmeno come aveva fatto a scoprire del fratello. Sarah non gliel’aveva detto.

La sua dolce moglie arrivò con il piccolo Dylan, che come ogni bambino piccolo, si eccitò molto vedendo tante persone nella sua casa, che di solito era più vuota.

Sarah si tolse la sciarpa e indicò al figlio – Vai a salutare lo zio Alex e lo zio Michael –

Caleb emise qualche colpo di tosse, ma nessuno ci prestò attenzione, tranne Sarah che gli lanciò un’occhiata che lo gelò dentro, come neanche Brianna sarebbe riuscita a fare.

Dal momento che Alex aveva rinunciato al suo lavoro, tutto il gruppo aveva deciso di ordinare delle pizze e fare una serata diversa.

Molto diversa, dal momento che Caleb apriva la casa ad ospiti raramente. Perciò tutti semplicemente approfittarono di quel momento di debolezza per passare una serata insieme, e ovviamente anche Brianna fu resa partecipe, e portò con se anche Ramsey.

 

Brianna era in taxi insieme al suo fidanzato e dopo una telefonata di Elettra che gli aveva riassunto in “breve” ciò che era successo, si aspettava un clima non proprio leggero, ma la cosa importante è che ora Michael poteva vivere la sua vita liberamente sotto gli occhi delle persone che più gli erano vicine.

A cosa stai pensando? – chiese l’uomo dai capelli castano rossicci, dopo averle baciato la fronte.

Brianna assunse un’espressione enigmatica.

Stava pensando che forse anche per lei era arrivato il momento di “sbottonarsi” e rivelare un aspetto di se molto importante al suo futuro marito.

Cercava un modo per rendere il tutto più naturale possibile, ma non le veniva in mente nulla.

Ramsay sbuffò – Un penny per i tuoi pensieri? A proposito, non so se te l’ho detto, ma con i capelli sciolti sei ancora più bella… – 

Le labbra sottili di Brianna si allungarono per un sorriso. In effetti i suoi capelli di solito erano sempre trattenuti in una coda, con dei fermagli o in una lunga treccia che le scendeva dalla spalla. 

Gli unici momenti in cui scioglieva i capelli era quando lei e Ramsey vivevano la loro intimità.

“Ramsay, io sono una strega” No, troppo diretto. Non va bene, pensò la ragazza.

Forse era meglio qualcosa tipo “Hai mai notato fenomeni strani intorno a me? Come il fatto che posso stare in biancheria intima durante una nevicata e non sentire freddo? Come il fatto che quando bevo il caffè o la cioccolata calda si raffredda subito? Come le prime volte che facevamo l’amore e nevicava nella stanza? Forse non lo sai, ma volevo cambiare spesso posizione per evitare che sentissi la neve sulla schiena, non perché sono esigente” Ecco, questo potrebbe andare bene.

Il Taxi si fermò davanti la villa dalle finestre triangolari e il tetto scuro, che più che una abitazione rimandava ad una chiesa.

Ramsay fece per entrare, quando Brianna lo trattenne.

Lo guardò dolcemente e poi sospirò – C’è una cosa che non ti ho mai detto di me. E’ una cosa che…fa parte di me, che ti piaccia o no – 

Ramsay le accarezzò la guancia e sorrise – Sentiti libera di dirmi qualsiasi cosa –

Brianna cominciò ad avvertire  la tensione crescere. Improvvisamente ebbe l’idea. Perché dirglielo, quando avrebbe potuto mostrarglielo? 

Posizionò i palmi delle mani a poco distanza l’uno dall’altro e si concentrò. Nello spazio tra le mani si concentrò una sfera formata da cristalli di ghiaccio.

Ramsay la vide e indietreggiò di qualche centimetro, anche se la sua reazione non era propriamente sorpresa, e anche se Brianna era nervosa, lo notò. 

Sospirò – Magari te ne sarai già accorto qualche volta. Io sono una strega –

Ramsay fissava intensamente i cristalli di ghiacci che brillavano cangianti danzando nella mano di Brianna.

Uno spettacolo quasi ipnotico. 

Ramsay si portò una mano ai capelli e sospirò – Allora è vero? Nessun trucco? Sei davvero tu…a farlo? –

Brianna annuì e poi fece scomparire la sfera chiudendo le mani. Era orgogliosa di aver mantenuto un buon controllo nonostante la situazione la rendesse nervosa.

Ramsay sorrise – E’ bellissimo… E non cambia quello che provo per te. Voglio sposarti lo stesso. Sempre se tu mi vuoi ancora –

Brianna rise – Certo – 

Si baciarono e poi entrarono in casa.

Tutto il gruppo li accolse calorosamente, anche se nonostante il loro affetto non poté fare a meno di notare il disordine che c’era. Come se qualcosa si fosse bruciato e/o esplose.

Sicuramente c’erano di mezzo i due fratelli Gardner, ma quella ormai era una consuetudine. 

Andò diretta dal suo migliore amico e incrociando le braccia al petto sbuffò – La prossima volta impari a leggere i messaggi – 

Michael abbassò lo sguardo e annuì – Prometto che porterò sempre con me il cellulare d’ora in poi –

Ci fu una risata generale che riscaldò un po’ l’animo delle persone presenti.

Questo momento non ebbe lunga durata, dal momento che subito dopo Ramsay chiese – Anche voi siete…stregoni? –

Brianna fece spallucce e sorrise in modo nervoso – Ehm, ho parlato di me a Ramsay –

Caleb sbuffò e scosse la testa, lanciando una battuta degna dal più adulto del gruppo – Ma nessuno riesce più a tenersi nulla per se stesso? – 

Sarah sorrise al fidanzato di Brianna – Beh, in effetti sì. Spero però che tu capisca quanto è importante mantenere il silenzio – 

Ramsay annuì – Certo. Non dirò niente a nessuno. Anche perché probabilmente molti non mi crederebbero. Però io avevo già notato alcune cose che succedono intorno a Brianna. Ma la amo lo stesso e voglio sposarla comunque –

Brianna prese la mano di Ramsay nella sua con fare affettuoso e poi un pensiero la attraversò. Sospirò – A proposito di matrimonio. Ora che Michael e Alex sono una coppia ufficiale devo cambiare la sistemazione dei tavoli – 

Elettra sorrise – Colpa mia –

E così la cena trascorse tranquilla, con tutti i partecipanti presenti in quella villa vittoriana con il cuore un po’ più leggero. 

Una serata così semplice eppure così unica

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