Inside The Mirror

di The100LaughsofAshton
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Just Want Back My Baby ***
Capitolo 2: *** A Strange,Not Including Love ***
Capitolo 3: *** You Must Love Me ***
Capitolo 4: *** Oh My Luke ***
Capitolo 5: *** Torture ***
Capitolo 6: *** Do you remember me,Calum? ***
Capitolo 7: *** A Love That Will Last Forever ***



Capitolo 1
*** I Just Want Back My Baby ***


Il centro psichiatrico di Sidney,comunemente chiamato con la sigla "COP",era famoso per essere il posto più lugubre,cupo e spaventoso della città e di certo il fatto che si trovasse nella parte malsana di Sidney peggiorava solo le cose. 
Dall'esterno,in lontananza, un qualsiasi viaggiatore lo avrebbe potuto scambiare per un antico rudere lasciato lì a marcire ma era solo un'illusione poichè quel luogo era tutto tranne che paragonabile ad un rudere.
Il COP era un edificio a pianta rettangolare di color grigio topo a tratti più scuro e spesso ricoperto da muschi verdi con una facciata molto simile a quella di una chiesa con una grande scalinata e un portone di ferro.
L'intero edificio era circondato da mura rovinate dalla pioggia che coincidevano in un cancello scorrevole arrugginito con filo spinato. 
Ma ció che più faceva schifo di quel posto era l'odore di muffa e chiuso mischiato all'odore della terra bagnata. Quel giorno non aveva smesso di piovere un momento e le gocce d'acqua che picchiettavano sul vetro riproducevano un tintinnio alquanto fastidioso alle orecchie della signora Hood. Non aveva mai amato quel posto e mai avrebbe voluto entrarci ma purtroppo in quel periodo la fortuna non era dalla sua parte.
"Perchè ci ha convocato così in fretta?Ci sono miglioramenti?" Era tesa e si torturava le mani costantemente passandosi tra esse una piccola statuina della Madonna.
A differenza del marito, Joy Hood era una tipa ansiosa e superstiziosa,rigida e maniaca del controllo,tutto doveva andare secondo i piani e se qualcosa andava storto si abbandonava al panico più totale.
Morgan Hood invece era un uomo tranquillo,un buon ascoltatore e anche saggio. Insomma una coppia equilibrata.
Ma in quel momento niente era in equilibrio,tutto stava cadendo a pezzi. 
E la prima era Joy Hood.
"Vorrei poter dire di Sì e farlo tornare a casa subito ma sarei un pazzo a lasciarlo uscire da qui"
Il Dottor Davies cercava di utilizzare le parole giuste e preparare i due coniugi a ció che stava per dire.
"Che intende dire con questo?" Joy aveva paura di quelle parole. 
Voleva solo che suo figlio ritornasse a casa sano e salvo.
Il Dottor Davies sospiró amaramente prendendo poi un computer portatile nero acceso.
Trafficó per un momento con i tasti producendo un rumore simile a un martello poi si fermó e dopo aver lanciato un ultima occhiata aldilà dello schermo negli occhi di Joy,giró il computer mostrando un video.
La donna riempì i suoi occhi di lacrime coprendo i suoi singhiozzi e i suoi gemiti con la mano.
"Abbiamo provato a "staccare" Calum dallo specchio e....questo è il risultato"
Il dottor Davies non aveva mai trovato un simile caso in vita sua e riteneva che quella malattia di cui era affetto Calum Hood era incontrollabile e priva di cura e che forse avrebbe potuto portarlo alla morte. 
Quello specchio aveva qualcosa che attraeva così tanto il ragazzo da soggiogarlo e diventarne schiavo. Ció lo aveva notato quando separandolo dallo specchio per 5 giorni, Calum aveva iniziato ad urlare,tirarsi i capelli, ringhiare,graffiarsi e morderai da solo provocandosi tagli netti e profondi tanto che lo avevano dovuto portare ben 13 volte in infermeria per placare la fuoriuscita del sangue.
"Non puó essere vero....N-Non p-puó essere vero!!! CALUM NON È PAZZO!! VOI DOVETE FARLO USCIRE DI QUI!! PEZZI SI MERDA FATELO USCIRE DI QUI!!! IL MIO BAMBINO!! IL MIO BAMBINO!!" Joy aveva perso la pazienza e ora urlare le sembrava l'unica soluzione per rivedere Calum. 
Si alzò furiosamente in piedi venendo poi trattenuta dal marito.
"Joy! Joy! Amore mio calmati ti prego! Così non risolvi nulla!"
Morgan amava molto sua moglie e la conosceva così tanto da rimanere meravigliato quando ella scattó improvvisamente. Non era nella sua indole essere così violenta.
Joy si dimenava violentemente piangendo lacrime furiose e gridando insulti contro il dottore con l'intento di picchiarlo.
"Signora....signora la prego....la prego mi ascolti!"
Davies era abituato a queste situazioni essendo uno dei medici più famosi nel campo della psicologia. Assisteva ogni giorno a scene del genere con i suoi pazienti che subito sedava tranquillizzandoli. E per un momento pensó di sedare anche Joy ma non ce ne fu bisogno: la donna nelle braccia del marito e ancora singhiozzante si risedette sulla sedia.
La stanza piombó nel silenzio spezzato dal continuo ticchettio dell'orologio appeso al muro e dalla pioggia che batteva ancora sul vetro.
Ci fu un altro sospiro che uscì dalle labbra screpolate e viola del dottore e poi ecco le parole che spezzarono il cuore Joy.
"Lo guardi signora,come può mai credere che suo figlio stia bene.....sta peggiorando sempre di più e diventerà un pericolo pubblico se lo lascio uscire!"
Joy si accasció sul tavolo con la testa nascosta fra le braccia,le spalle cinte da Morgan anch'egli distrutto.
Seguirono altri minuti interminabili di silenzio poi Joy parló:
"Posso vederlo solo un ultima volta?" Per lei era come una preghiera chiedere in quel momento di vedere il suo piccolo Calum. Voleva salutarlo un'ultima volta prima di lasciarlo per sempre.
"Ok.....venite"
Davies acconsentì accompagnandoli in verso la stanza di Calum che Joy non potè fare a meno di notare che era chiusa con una porta blindata di ferro.
Il dottore tiró fuori una chiave magnetica mostrandola al sensore che dopo un piccolo Bip acuto,aprì la porta.
Calum era lì dentro, in piedi di fronte allo specchio. Lo stava baciando con tanto di lingua. 
Joy aveva paura di lui e si arrabbió con se stessa per provare questo sentimento verso suo figlio.
"Calum guarda chi ti ho portato" disse il Dottor Davies con tono simile a quello con cui un adulto si rivolge ad un neonato.
Calum si staccó spaventato dallo specchio dove vi era l'alone della sua saliva. 
Si aggiustó il ciuffo e si giró di scatto sorridendo come uno psicopatico.
Battuta un po' squallida forse.
Fece un passo in avanti e Joy aprì la braccia per accoglierlo ma Calum spense subito il suo sorriso indietreggiando impaurito.
Si toccava più volta il colletto della maglietta Bianca guardando poi verso il dottore.
"Chi è lei?" Parló.
È solo in quel momento che Joy si accorse di aver perso definitivamente suo figlio.

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Capitolo 2
*** A Strange,Not Including Love ***


Calum era steso sul letto rilassandosi dopo quello strano incontro.
Strano perché non aveva mai visto quella donna e quell'uomo nella sua vita e riteneva che fosse stato abbastanza stupido da parte della donna piangere istericamente nelle braccia del marito.
Ricordava ancora quelle parole riecheggiaregli nella mente come un eco lontano: "non saró più una mamma ...non saró più una mamma!"
A cosa si riferiva di certo Calum non lo aveva capito,come non aveva capito il perché lo avesse abbracciato forte quasi senza volerlo lasciare.
"Psst.....Psst" Sentì picchiettare qualcosa vicino a lui e non tardó a capire da dove provenisse.
Sorride chiudendo gli occhi,mettendo le braccia incrociate dietro alla testa.
"Psst....Psst.....Ehi Cal.....Cal non mi ignorare" sbuffó una voce calda e soffice.
Calum continuó il suo giochetto girandosì verso il muro e facendo finta di non aver sentito niente.
Ghignava giocosamente pensando alla sua faccia confusa e accigliata.
"Oh andiamo Cal! Lo so che stai facendo finta!! Mi dà fastidio quando mi ignori!!" Sentì un altro sbuffó poi più nulla.
Calum alzó un sopracciglio in ascolto ma non udì più nulla così decise di alzarsi.
"Ehilà?" Si avvicinó velocemente allo specchio entrando nel panico. 
Dov'era finito?!
"EHILÀÀ???" Gridó più forte picchiettando con l'indice,anche se con forza,sulla superficie dello specchio.
Nessun rumore. 
Calum inizió ad agitarsi ancor di più,sbattendo ripetutamente la mano sullo specchio.
Quando stava per perdere la calma fu interrotto da una voce furiosa.
"Ehi ehi!!! Smettila Cal fra poco lo frantumi!"
Calum saltó spaventato quando gli comparve all'improvviso davanti agli occhi con le mani sulla vita e i suoi soliti skinny e maglietta neri.
Saltó all'indietro allontanandosi dallo specchio con una mano sul cuore.
"Mi hai spaventato!! Non c'eri piú!"
Urló contro lo specchio.
"Beh ti sta bene! Odio quando mi ignori e lo sai! Non lo sopporto!" Gli puntó un dito contro.
Calum lo osservò attentamente.
Luke non poteva che essere più bello quel giorno con i suo ciuffo che quel giorno era sceso sulla fronte formando un piccolo riccio.
Gli occhi più luminosi di qualsiasi cielo azzurro e le labbra carnose rosa adornate da un piccolo piercing nero simile a un brillantino minuscolo.
Per non parlare delle sue braccia poco muscolose ma belle al tempo stesso per la sua pelle lattea in sintonia con i suoi occhi chiari. Le gambe snelle e lunghe messe in risalto da quei pantaloni neri che Calum adorava quando li metteva.
Luke alzó un sopracciglio mantenendo ancora il dito contro la superficie dello specchio.
"Mi stai fissando per caso?"
Calum sorrise avvicinandosi di nuovo.
"Sì ti sto fissando perché oggi sei fottutamente bello" Appoggió anche lui un dito contro quello di Luke come a voler stabilire un possibile contatto.
Luke arrossì abbassando lo sguardo sulle loro dita congiunte.
Calum ghignó,aveva la situazione in pugno.
"Stai arrossendo per caso?!"
Luke rialzó lo sguardo fulmineamente aprendo la bocca corrucciando la fronte.
"Cosa?! No! Certo che no! Ma che vai a pensare!" Era arrossito ancora di più e scuoteva freneticamente la testa.
Calum rise interrompendolo.
Una di quelle risata a cui non puoi fare a meno di trattenerti e di ridere anche tu.
Luke sorrise guardandolo mentre Calum dopo poco si interruppe avvicinando il suo viso allo specchio.
Anche Luke lo avvicinò lentamente aspettando che il più grande lo toccasse.
"Ehi non devi arrossire ogni volta che ti faccio un complimento....dico solo la verità e oggi sei incredibilmente stupendo" Calum si avvicinó ancora di più appoggiando la fronte su quella di Luke. 
Succedeva sempre così. Quando si dovevano baciare,quando l'uno bramava la bocca dell'altro,non c'era più alcuna barriera a dividerli nemmeno lo specchio.
"Cal ti prego..." Luke non resisteva più doveva averlo vicino,sentire il suo respiro scontrarsi col suo e neanche Calum riusciva più ad aspettare. Anche lui voleva sentire il suo profumo perfetto e il suo sapore sulle labbra.
"Luke....Baciami!" Sussurró Calum con gli occhi chiusi e i nasi che si scontravano.
Fu subito accontentato. Luke unì le loro labbra facendo scivolare subito la sua lingua nella bocca di Calum che sorrise per niente dispiaciuto.
Fecero danzare le loro lingue alternando i movimenti della testa da un lato all'altro senza mai staccarsi,neanche per riprendere fiato.
Calum tiró il labbro inferiore di Luke che gemette appagato ma anche frustrato per aver interrotto il contatto con la lingua di Calum.
Riunirono di nuovo le loro labbra ma in un bacio dolce e passionale,intenso,fino a quando fu Luke a staccarsi stanco e anche abbastanza eccitato.
Avevano entrambi gli occhi chiusi godendosi quel momento di intimità.
Anche Calum era eccitato e necessitava di avere un contatto maggiore con il piccolo,necessitava di sentire il profumo della pelle di Luke,necessitava di leccarla,morderla,baciarla fino allo sfinimento.
Ma non potevano. Non potevano per quella barriera.Non potevano perché non facevano parte dello stesso mondo. Luke nello specchio e Calum nel mondo reale.
Quei baci di certo non li saziavano l'uno dell'altro e ancora non ci avevano fatto l'abitudine. Prima o poi sarebbero impazziti.
"Ti amo Luke" Sussurró Calum ancora con gli occhi chiusi, la fronte appoggiata su quella di lui e le mani ai lati della sua testa appoggiate allo specchio. Non riuscivano a toccarsi al di fuori delle loro bocche.
"Ti amo anch'io Cal" Rispose Luke lasciandogli un altro piccolo bacio sulle labbra sorridendo.
____________

"Signore?" Mormoró l'infermiera chiamando il Dottor Davies che si avvicinó a lei.
"Che succede Gladis?"
Domandó cauto.
La ragazza deglutì indicando poi un figura sullo schermo della TV collegata alla telecamera.
Il Dottor Davies si chinó,si abbassó gli occhiali sul naso assottigliando gli occhi.
Esaminó lo schermo corrugando la fronte per poi spalancare gli occhi.
"Oh Cristo!!" Si allontanó velocemente rischiando di inciampare nelle rotelle della sedia di Gladis.
"Che succede?!" Si alzó l'infermiera spaventata da quel repentino cambiamento d'umore.
"Guardi! Guardi attentamente!" Indicó lo schermo.
L'infermiera anche esaminó la situazione mettendosi le mani sulla bocca per lo stupore.
"Cosa....cosa possiamo fare? Non...non è normale un comportamento del genere!!"Sembrava quasi che stesse per piangere dato il luccichio nei suoi occhi.
"Quello che abbiamo già sperimentato la scorsa volta" 
Il dottor Davies fissó Gladis negli occhi. 
Ella capì subito cosa intendeva.
"Ma...ma ha visto cosa gli è successo l'ultima volta?! Si è staccato da solo la pelle del polso!!" Urló contrariata.
"E cosa dovremmo fare,eh?! Farlo marcire lì dentro con quel fottuto pezzo di vetro?! Non credo proprio,Gladis!! 
Questa volta saremo più drastici e non mi interessa delle conseguenze."
Urló a sua volta il dottore.
Ma Gladis non voleva dargliela vinta.
"Ma...ma lui-" provó a parlare di nuovo ma con scarsi risultati poichè venne interrotta.
"Niente "ma" Gladis, o si stacca da quello specchio o presto morirà".

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Holaaaaa😂😂 RAGAZZEEE 
Questa non è una ff ma diciamo una one-shot con pochi capitoli.
È la prima volta che pubblico una storia anche se piccola ma vorrei un parere quindi RECENSITE e fatemi sapere se vi piace.
Ovviamente per adesso si tratta solo di una One-Shot ma se in futuro voglio scrivere una ff, perchè no?!
Mi frullano già delle idee nella mente e riguarda i 1D e i 5sos insieme.
Bene adesso vado Ciaooo 😘😘😘

Ps:vi prego ANCHE SE SONO ANCORA DUE CAPITOLI RECENSITE E FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE GRAZIEEE❤️❤️

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Capitolo 3
*** You Must Love Me ***


"PORCA PUTTANA!!! BASTA!!"
Un lampo squarció il cielo illuminando la stanza.
"Scusami,s-scusami non volevo....dio scusam-" 
La pioggia inizió a scendere impetuosa dalle nuvole battendo sulle strade asfaltate come lo scrosciare di una cascata.
"NON MI INTERESSANO LE TUE CAZZO DI SCUSE OK?!"
E poi ecco un tuono. Forte,lungo,che fa tremare i vetri.
"Ma-"
" 'MA' UN CAZZO!! MUOVITI A MEDICARE QUELLA FOTTUTA FERITA E FAMMI USCIRE DA QUESTO MERDOSO POSTO!!"
Gladis abbassó lo sguardo trattenendo le lacrime dentro i suoi occhi tristi grigi.
Calum era privo di controllo,urlava come un pazzo a qualsiasi cosa gli desse fastidio e in quel momento ció che lo urtava di più era la faccetta di quella ragazza di fronte a lui.
Non aveva mai sopportato Gladis in vita sua e odiava tutto di lei in particolare il suo essere appiccicosa nei suoi confronti.
E per di più adesso doveva medicarlo al petto quasi all'altezza della clavicola dove la pelle lesa e arrossata era in bella vista. Il colore del sangue era un netto contrasto con la pelle cioccolata di Calum marchiata qua e là dal nero di un tatuaggio. Lo aveva fatto un'altra volta. Si era strappato la pelle con le unghie e i denti e per di più se l'era grattata ferocemente facendo uscire il sangue. Era questo quello che accadeva la maggior parte delle volte quando non vedeva Luke,si faceva del male ma non sentiva dolore.
Nn un urlo,non una smorfia, niente,ed era come se annullasse se stesso in quel momento come sotto effetto di una anestesia.
Per Calum quello che stava accadendo in quel momento nell'infermeria seduto su quel lettino, era una faccenda assolutamente scocciante.
Voleva tornare nella sua stanza e non voleva rimanere in quel luogo in compagnia di Gladis che dava spettacolo del suo colore rosso sulle guance per l'imbarazzo.
Imbarazzo causato dal fatto che Calum era a petto nudo.
Il ragazzo lo trovó un gesto alquanto stupido e ipocrita degno di una ragazzina in piena crisi ormonale.
Sospiró frustrato prendendo con forza il mento di Gladis per alzarle il viso strattonandolo.
"Non osare piangere,Gladis,non osare farlo.....non sei tu quella a dover piangere qui....e sai bene perché." La ragazza capì a cosa si stava riferendo.
Era vero. Pensó Gladis, lei sapeva il perché. E sapeva anche che lo stavano facendo per il bene di Calum o almeno era questo quello che le aveva fatto intendere il dottor Davies.
Ma Gladis come al suo solito aveva ragione: Davies non aveva pensato alle conseguenze e ora eccola qui intenta a rimedicare Calum come era accaduto anche non molto tempo fa quando si era strappato la pelle del polso.
Scostò la mano schifato abbassando lo sguardo sul suo torace pieno di graffi.
Non ricordava di preciso quando se li era fatti ma poiché da alcuni usciva ancora del sangue ed erano arrossati capì che se li era procurati recentemente.
Gladis rimase a guardarlo per pochi minuti con gli occhi gonfi di lacrime che lei di certo avrebbe impedito di far uscire. Non voleva mostrarsi debole ancora una volta agli occhi di Calum,l'avrebbe presa in giro e l'avrebbe guardata come suo solito con fare disgustato.
Continuo a medicargli la parte di pelle lesa in silenzio per poi concludere con una garza bianca e una fascia che copriva quasi l'intera spalla di Calum.
Calum la guardó per poi rivolgersi al l'infermiera ora girata di spalle.
"Hai finito?"
Gladis,che stava pulendo le mani dal sangue del ragazzo,rimase ferma al suo posto evitando di girarsi.
"Si ho finito,puoi andare" disse con voce atona.
Calum sorrise sollevato per poi ritornare al suo solito cipiglio che aveva mantenuto durante quel periodo.
Scese dal lettino con la maglia bianca in mano e si diresse verso la porta pronto ad aprirla e a tornare nella sua stanza vuota ma Gladis lo fermó di nuovo.
"Cal?-si appoggió al lavandino rimandando ancora girata-Perché...sì insomma....perchè io non ti piaccio? Ho...ho fatto qualcosa di sbagliato?" Domandó con insicurezza nella voce. Aveva paura a fare quella domanda al ragazzo che fino a quel momento l'aveva trattata come uno straccio , ma dopotutto voleva capire "perchè',aveva bisogno di risposte.
Calum alzó gli occhi al cielo girandosi verso la figura di spalle. Voleva evitare di essere scocciato.
"Gladis...tu non mi piaci....TU MI FAI SCHIFO!! SEI LA PERSONA PIÙ STUPIDA E SGRADEVOLE CHE IO ABBIA MAI CONOSCIUTO SULLA TERRA E SPERO CHE IN FUTURO TU MARCISCA ALL'INFERNO PER QUELLO CHE MI STAI FACENDO PERCHÈ È QUESTO CHE TI MERITI! HAI CAPITO STUPIDA PUTTANA?!"
Urló con tutto il fiato che aveva nei polmoni per poi sparire sbattendo la porta con un sonoro tonfo non prima di aver lasciato uno sputo per terra.
Gladis rimase paralizzata. L'unica cosa in movimento erano le sue lacrime che scendevano copiose sul suo viso come la pioggia o meglio la grandine che colpiva i vetri delle finestre.
Nessuna le aveva mai parlato così e nessuno mai le aveva urlato in faccia quelle cose. Le dicevano sempre che era una ragazza adorabile e gentile e mai avrebbe immaginato una possibile reazione da parte di un ragazzo.
Solo in quel momento capì che doveva cambiare. 
Era stufa di essere trattata così quel ragazzo.
Prese il bisturi.
Un lampo illuminó il suo viso spento e privo di emozioni.
Le luci si fulminaró è tutto caló nel buio.
Le labbra strette in una linea dura e dritta.
Occhi inespressivi.
E poi ecco qui l'odore nauseante del sangue.
Il sangue del suo braccio.
Sangue che in quel momento colava da quella scritta intagliata sulla sua pelle con rabbia e voglia di vendetta.
Una scritta che sarebbe rimasta indelebile.
Una scritta che rappresentava la verità.
Una scritta.
8 lettere.
Un sentimento non ricambiato .
"Ti amo Cal"

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Ciao ragazzeeee 
Che ne dite del capitolo? Un po' triste lo so ma vi prometto che il prossimo sarà più dolcioso perché ci saranno di nuovo i Cake. (È già pronto😏😏)
L'ultima volta che ho controllato EFP 
ci sono state un bel po' di visite e anche se non ho visto nessuna recensione non fa niente perché sono davvero contenta del risultato .
Bene dopo avervi annoiato posso anche andare perció ADDIOOOO
E BUON ANNO🎉🎉🎉

Ps: RECENSITE PER FAVORE😂😂❤️❤️

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Capitolo 4
*** Oh My Luke ***




"5-6-7-8..."
Conto i gruppetti di lineette nere sul muro prendendo poi il carboncino segnando l'ultima e settima tacca per poi unirla insieme alle altre segnate i giorni precedenti con un'altra orizzontale. 
"...9"
Secondo i suoi calcoli ,anche se aveva i nervi a pezzi, erano 9 settimane.
9 settimane senza lo specchio.
9 settimane senza Luke.
Sospiró frustrato facendo cadere il carboncino dalle mani ormai nere e lacerate dalla rabbia e dalla pazzia che lo stavano logorando.
Si rimise accucciato di nuovo nel suo angolino con le spalle al muro e la testa fra le braccia incrociate sopra il capo.
Si muoveva avanti e indietro con il busto senza mai fermarsi.
Era così che passava le giornate, rimaneva accucciato nel suo piccolo angolino contando i giorni per non perdere le staffe anche se sotto sotto stava già impazzendo.
Lo dicevano i suoi graffi su tutto il corpo,i morsi e altre ferite che si era procurato da solo in quei pochi momenti in cui perdeva la concezione del tempo,dello spazio,di tutto.
A volte esagerava fin troppo arrivando a tirarsi i capelli,prendersi a schiaffi.
Ma la cosa più terribile era quando al limite della sopportazione si "stracciava" la pelle da dosso come era accaduto un po di tempo fa quando lo mandarono da Gladis per farsi medicare.
La spalla anche adesso gli doleva ma di meno rispetto il giorno in cui si fece del male.
Smise di muoversi e si passò le mani ferocemente sul viso sporcandolo di nero come i suoi capelli.
E poi fu come una granata.
Esplose.
"Vi prego....vi prego....vi prego" urló nella stanza sperando che lo sentissero.
Piangeva lacrime bollenti che scendevano velocemente sulle candide guance creando solchi enormi sul suo viso perfetto.
Non aveva mai pianto così violentemente in vita sua e non voleva nemmeno farlo perchè Calum non piaceva mostrarsi debole agli occhi degli altri ma in quel momento aveva bisogno di sfogarsi in un altro modo rispetto ai soliti pugni contro le pareti e i graffi su se stesso che non servivano a niente.
"Vi prego....riportatelo indietro....vi supplico....ho bisogno di lui!!"
Pianse ancora di più spostando il peso sulle ginocchia e toccando il pavimento con le mani.
Le sue lacrime bagnarono la maglietta,i pantaloni, e crearono delle piccole pozzanghere di tristezza per terra.
"Ho bisogno di lui" mormoró a se stesso coprendo gli occhi con entrambe le mani per cercare di fermare le lacrime e i singhiozzi.
Sentì all'improvviso qualcosa pressargli il braccio,un tocco delicato e soffice.
Alzó lo sguardo stranito spostandolo verso il braccio.
Vide una mano lattea con un piccolo anellino al mignolo.
Salì lo sguardo dalla mano al braccio coperto da il tessuto nero di una maglietta,fino alla spalla per poi arrivare al viso.
"Oh mio dio....."
Urló per lo stupore coprendosì la bocca con le mani.
Riconosceva perfettamente quel ciuffo alzato verso l'alto di capelli chiari quasi bianchi e quegli occhi azzurri cielo così penetranti.
Per non parlare poi delle labbra di solito rosee ma in quel momento bianche,screpolate,tese in una linea dritta e prive di quel tipico anellino nero che le adornava.
"LUKE....ma....t-tu.....tu sei qui....e come... come hai fatto?"
Luke lo tiró verso di se facendolo sedere tra le sue gambe,abbracciandolo fortemente. 
Anche a lui era mancato.
"Shh.....sono qui Cal....tranquillo,non ti lascio più...questo è l'importante"
Calum annuì con il viso nell'incavo del suo collo poi gli diede un piccolo bacio.
"Si hai ragione...questo è l'importante"
Luke accarezzó i suoi capelli corvini ancora per molto prima di di baciargli la fronte.
Calum chiuse gli occhi a quel contatto godendosi la sensazione delle labbra fredde di Luke sulla sua pelle accaldata per il pianto isterico al quale si era abbandonato prima.
Sentì la sensazione di freddo anche verso i fianchi dove si erano appoggiate le mani di Luke.
Calum riaprì gli occhi vedendo lo sguardo desideroso di Luke.
"Tu....vuoi..." Chiese mettendosi vergogna di dirlo.
"Fai l'amore con me Cal"
Espresse il suo desiderio Luke levandogli la maglietta con un gesto così veloce che Calum quasi non se ne accorse.
Rimase sconcertato nel vedere Luke alzarsi da terra per levarsi da solo la maglietta scoprendo il suo petto poco muscoloso e la tartaruga appena accennata con qualche piccolo neo quasi invisibile.
Calum sorrise per poi alzarsi e togliersi i pantaloni da solo facendoli scendere verso il basso così rapidamente quasi rischiando di inciampare lui da solo.
Luke rise leggermente colorando le sue gote di rosso per poi ripetere la stessa operazione del più grande ma con accurata lentezza.
Calum sapeva che lo stava facendo apposta per aumentare in lui il desiderio di possederlo,di farlo suo.
Osservó le lunghe e lattee gambe di Luke ricoperte da un piccolo strato di peluria bionda.
Penso a quanti modi avrebbe potuto accarezzarlo,toccarlo,farlo godere,ma decise che quella serata avrebbe fatto le cose con calma.
Voleva godersi ogni istante di Luke.
Vide il più piccolo girarsi dandogli le spalle e dirigersi verso un'altro angolo della stanza allungando la mano verso la piccola telecamera sulla quale lampeggiava una piccola lucina rossa .
" Cosa fai?" Domandó perplesso.
"Mica vuoi che questo diventi un set pornografico? Meglio eliminare occhi indiscreti." Disse strappando letteralmente i fili della telecamere che smise di lampeggiare.
"Oh...giusto" rise per il commento ironico di Luke che quando ebbe finito si rigiró verso il suo ragazzo con sguardo serio.
"Togliti i boxer"
Calum smise di ridere arrossendo violentemente.
"Ehm...cosa?" Era imbarazzatissimo.
"Ho detto "togliti i boxer". Non credo si possa fare l'amore con le mutande a meno che tu non conosca qualche trucchetto." Rispose Luke facendogli 'l'occhiolino.
"Ah..." non sapeva cosa dire se non rispondere a monosillabi. Si giró di spalle.
'Ok Cal,devi solo sfilarti i boxer,niente di che insomma.' Miss le dita ai lati delle sue mutande. 'Ok al tre. 1....2.... 2 e mezzo'
"3" disse una voce alle sue spalle.
Luke gli tolse con una mossa veloce i boxer per poi girarlo e buttarlo sul lettino e baciarlo.
Calum strabuzzó gli occhi per la sorpresa e sentendo che anche Luke ormai era nudo.
Luke infiló la lingua nella bocca del più grande con grande voracità percorrendogli tutto il palato.
Calum percorse la sua schiena con le mani ancora sporche di nero e che a loro volta sporcarono le spalle e la schiena si Luke.
Si baciavano avidamente,insaziabili l'uno dell'altro, e la voglia di possedersi aveva fatto perdere la pazienza ad entrambi.
Calum portó con una mossa veloce Luke sotto di se sollevandogli le gambe E mettendosele sulle spalle.
Morse il polpaccio destro del più piccolo e lo penetró definitivamente osservando la sua reazione.
Luke chiuse gli occhi gemendo di piacere quando Calum entrò man mano
spingendo regolarmente e lentamente per farlo abituare.
Uscì e ed entró più volte regalando a Luke attimi di dolore misto al piacere e alle eccitazione e quando raggiunsero entrambi l'apice del piacere gridarono i loro nomi a squarciagola.
Calum uscì accasciandosi al fianco di Luke. 
Era stanco per avere dovuto superare anche quelle schifose settimane senza Luke ed era stato un inferno per lui.
E Luke capì quanto doveva essere stanco il suo ragazzo perció sorrise quando lo vide addormentarsi subito al suo fianco col viso più rilassato che mai.
Passo qualche minuto di silenzio accarezzando il petto di Calum dispiaciuto per le ferite che si era procurato da solo e si maledisse mentalmente per non essere riuscito ad uscire prima del dovuto dallo specchio.
Poi si addormentó stringendo a sè il corpo martoriato del più grande in modo fargli appoggiare il capo sul suo petto e non prima di avergli sussurrato un piccolo 'ti amo' nell'orecchio.

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Eccoci qui con un capitolo dolcioso .😍😍😍
Sinceramente quando lo scrivevo mi sono sentita un po' male per Cal e mi sembrava quasi di sentire la sua presenza vicino a me.
Comunque dicevamo.....vorrei ringraziare FifthDirection per aver aver commentato la storia.
Te ne sono davvero grata e sono felice che ti piaccia.❤️❤️❤️
Come ultima cosa vi chiedo solo di continuare a leggerla e magari qualche recensione in più mi farebbe anche piacere.
Adesso vado che ho sonno e al prossimo capitoloooo😘😘😘

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Capitolo 5
*** Torture ***


"Quanto dobbiamo aspettare ancora prima che si svegli?"
Ci fu un lungo momento di silenzio.
La stanza puzzava e le luci erano basse.
Nell'aria vi erano ancora i piccoli riccioli di fumo che si espandevano dalla sigaretta appesa alle sue labbra dipinte di un rosso fuoco.
Aveva gli occhi gonfi e rossi per non parlare delle grandi occhiaie violacee che fortunatamente era riuscita a coprire con qualche strato di trucco.
I capelli che di solito erano raccolti in una crocchia perfetta e laccata ora invece erano sparsi disordinatamente sulle spalle e sul suo petto.
Arrivavano al di sopra del seno ed erano di un colore simile al miele ma più scuro e con qualche meches bionda.
Era sempre stata una bella ragazza e questo lo sapeva anche lei,ma nonostante ciò non riusciva comunque a trovare un ragazzo che fosse attratto anche solo minimamente dalle sue qualità.
Sospiró pesantemente,spense la sigaretta sul tavolo gettandola per terra e poco dopo sul suo volto apparve un ghigno.
"Direi anche che ne è passato fin troppo di tempo."
Guardó malignamente il ragazzo bruno col camice bianco di fronte a lei.
"Vuoi dire che..." Ingoió quasi spaventato quel groppo che si era formato alla sua gola.
Aveva paura di lei sin dal primo momento in cui aveva incontrato i suo occhi grigi scuri circondati da grosse vene rosse che stavano ad indicare un probabile pianto.
"Oh si, mio caro Wil" fece una pausa sorridendo ancora malignamente "adesso si passa alle maniere forti"

___________________________

Una luce accecante simile ai fari di una machina lo colpirono in pieno viso costringendolo a richiudere gli occhi.
Non ricordava che nella sua stanza ci fosse una finestra o per lo meno una luce così intensa e fastidiosa.
Provó a riaprirli con più cautela aspettando fin a quando non si sarebbe abituato alla nuova luminosità ma li richiuse subito quando venne riaccecato dalla luce.
Cerco di portare una mano sul viso per stropicciarseli ma....era come se fosse bloccato. Paralizzato.
Non riusciva a muovere nessun muscolo e si spaventó.
"Luke....Luke!! Aiutami!!! Per Favore non riesco a muovermi."
Calum non udì alcun suono uscire dalle labbra del suo amato.
Aveva ancora gli occhi chiusi e non riusciva a capirà cosa stesse succedendo.
Si sentiva strano,debole e privo di forze,la testa pulsava lentamente e le mani erano gonfie e rosse.
"Luke?" Chiamó ancora una volta ma anche in quel caso non sentì alcun rumore.
C'era qualcosa che non andava.
Giró la testa verso destra con l'intenzione di muovere il braccio ma qualcosa lo bloccava.
Confuso aprì gli occhi lentamente per vedere meglio e ció che riuscì a scorgere era una.......cinghia?!
Perchè aveva il polso legato da una cinghia?
Giró la testa anche verso sinistra ancora più confuso e disorientato e si accorse che anche il polso sinistro era bloccato.
Accelleró il suo respiro spaventato e stordito per poi controllare il busto e le gambe coperti dai vestiti.
Anche essi erano legati e solo dopo notó che quello su cui era appoggiato non era il suo letto.
"Non....non è possibile.....io ieri l'ho visto....abbiamo fatto......abbiamo fatto l'amore e-"
Stava iniziando a mormorare fra di sè cercando di rimettere in ordine tutto ciò che era accaduto la sera prima.
Quando iniziava a mormorare spesso era perché stava dando di matto o semplicemente si spaventava.
"Lui.....lui era lì.....lui era lì.....lui era lì"
Ripetè iniziando a versare lacrime di tristezza.
"Non era un sogno lui era lì !!!"
Urló a se stesso.
Sentì una porta sbattere e un rumore simile a quello dei tacchi sul pavimento avvicinarsi.
Vide una figura nera che copriva la luce accecante osservandolo con una smorfia che agli occhi di Calum sembrava quasi un ghigno.
La osservó bene prima di riconoscerla definitivamente.
"Gladis!!!" Disse confuso nel vederla così truccata pesantemente.
Quando stava in ospedale andava sempre in giro solo con un filo di eye-liner e il mascara e la pelle lasciata libera da qualsiasi tipo di cosmetico e ora vederla così lo aveva un po' reso sconcertato.
"Oh ciao Cal come te la passi?Ti piace il nuovo letto per le torture? Comodo non è vero?" 
Calum captó una certa ironia nel tono perció non la prese sul serio più di tanto.
Le sembrava ancora più stupida del solito con quella vocetta acuta.
Ora peró l'unica parola che gli ronzava in testa da quando l'aveva sentita parlare era "TORTURE".
"Cosa? Tor-torture? Ma che cazzo stai dicendo?"
Aveva gli occhi appannati e il mal di testa stava aumentando.
"Ora lo vedrai" sorrise diabolicamente.
Gladis si avvicinó ad un pannello sul muro dove c'era una manopola rossa.
Calum sbarró gli occhi terrorizzato e incominció a muoversi freneticamente per liberarsi da quella presa forte su tutto il corpo.
Ma non fece in tempo.
Una scarica lo pervase interamente provocandogli grandi spasmi in tutto il corpo e la testa era ancora più in fiamme del dovuto.
Alzó gli occhi al cielo facendoli diventare bianchi e ció che vide solamente era il buio.
Cercava di riprendere il controllo di se stesso ma non ci riusciva.
Non poteva riuscirci.
Si morse il labbro facendolo sanguinare fino a quando la scarica si interruppe.
"Questo sì che è un buon assaggio della mia vendetta"
Sussurró a se stessa ma Calum anche se agonizzante,potè comunque sentirla.
"Dio come amo vederti soffrire"
Mormorò a voce alta osservando il corpo di Calum in preda agli spasmi.
Si era sempre chiesta come sarebbe stato far soffrire il ragazzo che amava e che faceva soffrire lei....e ora la risposta ce l'aveva davanti.
Quando Calum ritornó a stare fermo,respirava affannosamente e il labbro era sporco di sangue rosso scuro misto alla saliva.
Aveva gli occhi chiusi e la testa rivolta verso l'alto in modo da appiattire ancora di più il ciuffo un po' biondo sulla testa.
Anche in un situazione simile Calum mostrava la sua innata bellezza e.......
Ma cosa stava pensando?! 
Lei lo odiava e non poteva amarlo dopo quello che le aveva fatto.
Il braccio inizió a pruderle e nervosamente si alzò la manica rivelando la cicatrice ancora fresca della scritta.
Si grattó ferocemente dalla rabbia facendola sanguinare e poi inizió a versare le lacrime sul suo viso.
Un'idea le balenó in mente.
Aprì il cassetto di uno dei mobili arrugginiti afferrando quello che cercava.....Un Coltello.
Sorrise alla vista della lama e lo fece ancora di più pensando a cosa avrebbe fatto di lì a poco.
Si avvicinó al corpo steso sul tavolo puntandogli il coltello alla gola.
A Calum gli si mozzó il fiato.
"Ti prego non farlo" cercó di fermarla senza risultati.
Spinse la punta in fondo per poi farla strisciare lentamente lungo il torace del ragazzo.
In poco tempo la stanza si riempì degli urli di Calum.
La punta del coltello stracciava la maglia e appenda affondava di più squarciava la pelle cioccolata di Calum ricoprensolo del suo intero sangue che sgorgava dalle ferite nuove e anche da quelle vecchie.
Arrivó con la punta fino all'orlo dei pantaloni spingendo in quel punto ancora di più la lama per provocargli ancora più dolore.
"BASTA! BASTA! Ti prego .....basta!"
La voce del moro di affievoliva man mano preso dalla stanchezza di quello che aveva dovuto subire in quei pochi attimi.
Gladis lo guardó torva per poi gridare un nome girandosi verso la porta.
"Wil!!! Un'altra siringa!!!"
Entró un ragazzo che Calum non aveva mai visto in vita sua.
Aveva i capelli neri come i suoi ma gli occhi erano di un azzurro purissimo.
Indossava il camice e aveva lo sguardo piuttosto spaventato.
Egli rivolse il suo sguardo verso Calum mostrando i chiari segni di compassione misti anche al terrore.
"Che aspetti?! Muoviti!" Urló Gladis schioccando le dita e facendo cadere sbadatamente il coltello.
Wil si ricompose in fretta preparando la famosa siringa per poi avvicinarsi al braccio di Calum.
Punto l'ago verso la vena bucando velocemente.
"Scusami..." rivolse lo sguardo a Calum
Pieno di tristezza e di colpa.
Premette lo stantuffo spingendo il liquido grigiastro nel corpo del ragazzo e fece effetto in poco tempo.
Calum si sentì la testa girare ancora di più,le orecchie pulsavano e la luce stava diventando insopportabile.
"Cos-cos'è?!" esclamó debolmente sentendo le palpebre stanche e pesanti.
Gladis si lasció sfuggire una risata.
"È droga mio caro Cal. Credo che tu debba rilassarti un po lo sai?"
Calum fece una smorfia disgustato per i commenti ironici di Gladis.
"Tu....tu sei solo un stupida troia,un puttana di merda..." 
Gli arti incominciavano a fargli male e spera che questi si addormentassero per non sentire più il dolore che stava provando.
"Oh,no,che brutte parole!!! Io non sono né una troia né una puttana Calum!!! Sono una povera ragazza dal cuore spezzato e sappi che tu la pagherai per quello che mi hai fatto...."
Fece una pausa allontanadosi dal lettino e girandosi di spalle.
".....e so già come fare" completó la frase.
"Cosa?" Ebbe la forza di domandare Calum accigliandosi.
Gladis si giró di scatto verso Wil che ormai da tempo osservava la scena disgustato anche lui dal comportamento della ragazza.
"Fallo entrare Wil.....fai entrare lo specchio." Disse fulminando con uno sguardo Calum che strabuzzó gli occhi.
Wil portó lo specchio coperto da un enorme telo verdastro strappato da qualche parte e lo fermó al lato sinistro del lettino di Calum.
Tolse con entrambe le mani l telo rivelando.....
"LUKEEE!!!" gridó Calum riacquistando le forze in poco tempo.
Nessuna droga poteva fermare i sentimenti di Calum.
"CALUMM!! Oh mio dio!" Gridó luke portandosi una mano sulla bocca per lo stato in cui si trovava il suo ragazzo.
"Bene....bene ecco una rimpatriata tra fratelli non è vero Luke?" Mormoró la bionda in direzione dello specchio.
Ma come faceva a vederlo? Si chiedeva Calum.
Poi ripenso attentamente alle parole della ragazza.
"Fratelli? Cosa?!" domando non capendoci più niente.
Gladis sorrise strafottente.
"Oh....non te lo ha mai detto Luke?"
"Cosa? Cosa devi dirmi Luke?" Chiese il moro guardando verso il ragazzo dello specchio che abbassó lo sguardo facendo cadere le mani lungo i fianchi.
"Deduco di no....forse sarà meglio che io ti rinfreschi la memoria Cal,ma lasció il compito di dirti questo particolare a Luke"
Cinguettó Gladis felicemente mettendo in difficoltà il biondo.
Passarono dei minuti di silenzio che per Calum sembravano ore e ció lo faceva innervosire perché odiava essere all'oscuro di qualcosa che sembrava essere importante.
Luke alzó lo sguardo posando i palmi delle mani sulla superficie dello specchio dall'altra parte.
"Calum.....Io e Gladis Siamo Fratelli"

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Capitolo 6
*** Do you remember me,Calum? ***


"Fratelli"
Era questa la parola di cui non riusciva a capire il significato.
Era come un vocabolo estraneo mai sentito.
Qualcosa che non gli sembrava nemmeno familiare in quel momento.
E lo turbava.
Gli affliggeva la mente e gliela appesantiva.
Lo angosciava e lo confondeva.
Fratelli. Come potevano essere fratelli una ragazza vera e un ragazzo che fino a quel momento era stato solamente frutto della sua immaginazione.
O per lo meno credeva che fosse solo frutto della sua immaginazione.
Luke aveva gli occhi lucidi e si torturava il labbro con i denti intento a farsi male.
Perché era questo quello che meritava.
Il dolore.
Un dolore che lo facesse soffrire non un dolore piacevole come l'amare Calum.
Aveva sbagliato a non dirgli la verità sin dall'inizio,sin dal momento in cui era apparso allo specchio nella camera di Cal,sin dal momento in cui lo aveva fatto finire lì dentro facendogli perdere sua madre,suo padre,sua sorella,tutto.
"Non sai quanto mi dispiace Cal" mormorò Luke con voce quasi rotta dal pianto.
Non si era mai sentito così schifato da se stesso in vita sua.
Calum era immobile,lo sguardo verso il biondo e gli occhi ancora spalancati.
Gladis era rimasta in silenzio,ferma ad osservare quella scena con entusiasmo e un ghigno maligno.
Un braccio attorcigliato al bacino sotto il seno e l'altro verso il mento mentre si teneva tra l'indice e il pollice il labbro inferiore.
Era una abitudine che aveva anche Luke forse anche l'unica cosa in comune con il fratello a parte l'amore verso lo stesso ragazzo.
"Come....come fate a essere fratelli? E perché non me lo hai mai detto?"
Domandó all'improvviso Calum interrompendo il silenzio.
"Dio forse sono diventato pazzo" pensó nella sua mente.
"Calum io volevo dirtelo ma......io beh.....credevo che insom-" ma venne interrotto.
"Luke voglio la verità cazzo e ho tutto il tempo a disposizione come vedi."
Disse con tono duro e privo di sentimento Calum.
Doveva e volava sapere cosa stava accadendo e non poteva più perdere tempo rimanendo sempre ignaro di tutto.
"Allora?!" Urló spazientito.
I due fratelli saltarono dallo spavento e Luke annuì energicamente prima di iniziare il racconto.


"Tutto iniziò quando mi trasferii nel tuo stesso quartiere alla casa 141 in fondo a tutto.
La tua era la 133 a metà strada.
I nostri genitori avevano appena divorziato e nonostante il giudice avesse deciso che l'affidamento andava a nostra madre,io e Gladis scegliemmo di rimanere con nostro padre è di riprendere insieme le nostre vite.
Ero un ragazzo di di soli 16 anni e un ragazzo della mia età avrebbe dovuto vivere gli anni migliori della sua adolescenza con le feste,le nottate sulla spiaggia o anche semplicemente fumare per la prima volta una sigaretta. Ma io non ero un ragazzo normale Cal.
Ero distrutto,triste,chiuso e incazzato con il mondo.
Andavamo alla stessa scuola,ricordi? La Norwest Christian College.
Per qualche strano motivo il mio essere introverso mi aveva portato a un vantaggio.
Ero diventato il ragazzo più figo della scuola,avevo tutti ai miei piedi,ragazze,amici,perfino gli insegnanti ......
E poi sei arrivato tu con quell'aria solare e felice e io ero geloso.
Credo di non aver mai provato così tanta gelosia per qualcosa.
Qualcosa che io non avevo.....la felicità." Luke chiuse gli occhi volgendo la testa verso l'alto come a voler ritirare le lacrime ma una non tardò ad uscire furtiva dall'occhio destro.
"Così ho iniziato a.....maltrattarti,picchiarti,ero diventato il tuo bullo. 
Ricordo ancora il suono dei tuoi urli quando ti riempivo di pugni e mi sembra di sentir scorrere ancora la pelle morbida della tua guancia.
Ma tu non sei mai caduto ai miei piedi a differenza degli altri,hai sempre tenuto duro con me... E questo mi piaceva,mi piaceva il fatto che avessi speranza in un mio cambiamento. Sempre.
Così siamo diventati una sorta di amici,
Io ti picchiavo per insegnarti a difenderti e tu mi subivi senza mai lagnarti.
Ma ben presto le cose cambiarono.....il mio bisogno di picchiarti divenne un bisogno fisico dal quale non riuscii più ad allontanarmi.
Avevo....DOVEVO sentire la tua pelle,dovevo toccarti perché Cal......tu stavi iniziando a piacermi.
Ero geloso di chiunque si avvicinasse a te e spesso questi non facevano una bella fine.
Ero ossessionato,ma....solo dopo capii che quella che provavo non era ossessione.....io mi ero innamorato di te. 
E-"e fu interrotto ancora un volta.

"E non era l'unico ad essersi innamorato di te." Parló Gladis.
Calum giró lo sguardo verso di lei ascoltandola con il sopracciglio alzato.
Luke rimase in silenzio osservando la sorella in volto.
Era frustrante dover condividere la stessa stanza con lei, dopo quello che gli aveva fatto....

"Ci siamo conosciuti in quella strada del nostro quartiere dove spesso ti vedevo dalla finestra camminare insieme a Luke mentre tornavate da scuola" continuó rivolgendo un'occhiata disgustata al fratello.
"Ero uscita di proposito per poterti incontrare finalmente da vicino e ci sono riuscita" concluse con un ghigno in volto.
"Dopo la prima volta che ci siamo incontrati,abbiamo iniziato a frequentarci ma...." fece una pausa.
Gli occhi le diventarono lucidi.
"Ma mentre io ti amavo tu invece non hai mai ricambiato,non hai mai provato a vedere oltre in me e mi hai spezzato il cuore Cal." Inizió a piangere.
"Tu...tu ti eri già innamorato di qualcun altro e ci misi davvero poco a capire chi era...." Alzó lo sguardo fulminando Luke.
Gli occhi erano così Rossi da mettere in risalto il suo colore grigio-azzurro e erano di nuovo gonfi ormai.
Sul suo volto era dipinto uno smorfia di disgusto e tristezza presto spazzate da un nuovo ghigno.
"Così mi sono vendicata."

"Non ti perdoneró mai per quello che hai fatto brutta troia!!!" Urló un Luke dagli occhi iniettati di sangue dalla rabbia.
Gladis si lasció sfuggire una risata macabra.
"Zitto Luke,fammi finire il racconto. Non ho intenzione di tralasciare alcun particolare."
Calum stava perdendo la testa.

"Come dicevo mi sono vendicata.
L'11 ottobre eravate appena tornati da una festa solo tu Cal eri ubriaco marcio perció Luke ti aveva dovuto trascinare a casa sulle sue spalle.
Quella sera lo osservai da lontano tornare a casa dopo averti lasciato sulla veranda.
Era così spensierato,allegro è innamorato."

"E TU SOLO UNA FOTTUTA GELOSA!!" Sbraitó Luke.

"NON ERO GELOSA ERO INCAZZATA E STANCA LUKE PERCHÉ TU JAI AVUTO SEMPRE TUTTO DALLA VITA,HAI SEMPRE PRETESO TANTO E LO HAI SEMPRE OTTENUTO, MI HAI RUBATO LA FELICITÀ LUKE,MI HAI RUBATO CALUM!!! NON MERITAVI DI VIERE E NON RIMPIANGO ASSOLUTAMENTE DI AVERTI UCCISO!" Ringhió avvicinandosi e mettendosi di fronte allo specchio. Faccia a faccia con suo fratello.

Calum strabuzzó gli occhi a quella parola. Cosa?!
"U-ucciso?!" domandó tremante.
In quel momento non era più sicuro di voler sapere la verità.

"Si,mio caro Calum,hai capito bene.
Quando Luke è tornato a casa quella sera l'ho colto di sorpresa.
L'ho accoltellato ben 29 volte prima che cadesse al suolo inerme e Dio,pagherei per sentire le sue urla di dolore e il sangue schizzarmi in faccia di nuovo." Concluse il racconto.

"Oh mio dio" quelle erano le uniche parole che potevano uscirgli di bocca in quel momento.
Calde lacrime bagnavano il suo volto al pensiero di quella notte in cui il ragazzo che amava aveva dovuto subire il dolore di una lama trafiggergli il costato.
"Luke...come hai fatto a sopravvivere?!" 

Luke guardó amorevolmente Calum negli occhi volgendo lo sguardo oltre la spalla di Gladis davanti a lui.

"Non sono sopravvissuto Cal,mi sono ritrovato in un'altra "dimensione".
A quanto pare i fantasmi esistono....
Accettai questa condizione ma avrei fatto di tutto pur di starti vicino e quando vidi il nuovo specchio che ti regalarono i tuoi genitori colsi subito l'occasione....." abbassó lo sguardo.

Calum era scioccato. Ora tutto quadrava. Ora tutto si era aggiustato.
Ora sapeva la verità.
Ma purtroppo niente era ancora concluso e a quello ci pensó Gladis.
"Contento adesso?"
"Tu sei una puttana,UNA PUTTANA!
FAMMI USCIRE,LIBERMI!"
Ma qualcosa lo fermó dall'urlare ancora. Il respiro gli si mozzó.
Un abile mossa inaspettata.
Ci fu un urlo, un "NO" gridato come se fosse l'ultimo respiro.
E poi una risata.
Un coltello nel cuore.
Sangue schizzare.
Un tintinnio assordante.
Cocci di specchio sparsi per terra.

E la fine.

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Capitolo 7
*** A Love That Will Last Forever ***


Il vento le scompigliava dolcemente i capelli corvini lunghi fino a metà schiena e con qualche ricciolo scappato alla piega della piastra che usava sempre per domarli.
Sembravano avere vita propria.
Come la sciarpa legata al collo per quella giornata un po' fredda ma al tempo stesso piacevole.
Indossava un jeans blu notte con qualche brillantino sulle tasche e la cinghia marrone.
Il giubbotto pesante grigio scuro copriva un maglione di lana sui toni del verde prato e una collana dal medaglione molto grande.
Lì custodiva le foto di sua figlia Jamie e di suo marito Mark ,in questo modo poteva averli sempre con se anche se erano a scuola o a lavoro.
Erano importanti per lei e non se li sarebbe lasciati scappare,aveva già perso tanto.
Sentì una piccola pietra caderle alle spalle e sussultó al rumore.
"Il fatto che io sia veggente non ti autorizza di certo a spaventarmi,idiota!"
Rimproveró la figura che prima era dietro di se e che ora si trovava di fronte a lei.
Non era cambiato di una virgola.
Sempre gli stessi vestiti,un pantalone nero e una maglia bianca.
Quelli erano i vestiti di chi era bloccato sulla Terra tra la vita e la morte alla ricerca di qualcosa o di qualcuno,magari il proprio assassino,magari un parente che non si vedeva da tempo o magari un posto significativo o nel caso di Calum,Luke.
"Sai è molto divertente vederti saltare all'improvviso mi ripaga di tutti i torti subiti da te quando ero piccolo."
La prese in giro ridacchiando.
Poi tornó serio e la ragazza si accorse di questo suo cambiamento repentino d'umore.
"Allora?" Domandó Mali-Koa sperando in una risposta positiva.
Calum sospiró frustrato passandosi una mano sulla nuca con sguardo basso.
"Niente da fare Mali. Ancora non riesco a trovarlo. Marciró su questo mondo di merda anche se il mio corpo già lo sta facendo" rispose avvilito accennando alla lapide per terra.

"Calum Thomas Hood
Morto il 25 gennaio 2014"
Recitava e sotto una piccola frase inutile da leggere e ripetitiva per Calum che osservava quella lapide da anni.
Anche Mali-Koa guardó la tomba con disapprovazione e in silenzio.
Perché suo fratello era morto così giovane?! Perché il mondo doveva essere una merda?!
"Oggi è il tuo compleanno Cal"
Calum sospiró di nuovo.
"Lo so." Rispose.
Ci fu un minuto di silenzio dove ognuno si perse nei propri pensieri prima che Calum riniziasse a parlare 
"L'unica cosa che vorrei in questo momento è poterlo stringere fra le mie braccia e bearmi del suo respiro."
Mali-Koa ascoltava le parole del fratello con tenerezza.
Non aveva mai ammesso che vedere il fratellino triste la faceva stare male ma in quel momento lo avrebbe urlato a tutto il mondo solo per poter far sentire il suo richiamo a Luke.
Perché lei ne era certa.
Era certa che anche Luke stesse cercando Calum.
Sentiva la sua presenza.
"Mi dispiace Cal" mormorò a bassa voce perché non erano quelle le parole che voleva dire al fratello.
"Già anche a me."

"Dovrei andare Mali..." annuncio poco dopo alla sorella che si avvicinó a lui per abbracciarlo.
Lo strinse sorridente anche se un po' infreddolita per il ghiaccio che emanava io fratello.
Ma non le importava.
Abbracciarlo era la parte più importante dei loro incontri e non se li sarebbe mai fatto scappare quelle strette.
Anche Calum amava quella parte dei loro incontri.
Quegli abbracci gli facevano ricordare il calore che un tempo emanava anche io suo corpo ora seppellito.
A volte invece gli ricordavano come era essere un umano dalla carne viva.
Si staccarono riluttanti.
"Ancora una cosa mi devi spiegare sai?"
Disse ad un certo punto Mali-Koa.
"Cosa?" chiese accigliato Calum.
"Come hai fatto a dimenticarti di lui quando eri....beh quando eri nel..." Non avrebbe detto la parola che doveva dire.
Calum capì cosa intendeva e apprezzó io gesto della sorella di non dire la parola "ospedale".
"Credo di aver avuto una sorta di amnesia da quando venni a sapere della morte di Luke. Ero così triste e arrabbiato che non volevo accettare la sua scomparsa così credo beh.....credo di aver voluto cancellare tutto.
Sai com'è, l'amore fa brutti scherzi." Le fece un occhiolino sorridendo appena.
Mali-Koa si lasciò sfuggire un sorriso dopo aver sentito la spiegazione.
"È ora...." 
Ecco la parte più brutta.
La ragazza inizio a piangere. 
Non sapeva quando avrebbe rivisto il fratello anche perché lei sapeva che una volta ritrovato ciò che si cercava,gli le anime potevano riposare in pace e salire nell'aldilà.
"Perché piangi?" Calum le asciugó le lacrime con i polpastrelli freddi.
"Aahh! Gli addii! Fanno proprio schifo sai?" si lasció sfuggire una risata nervosa.
Anche Calum ridacchiò vedendo la sorella arrabbiata.
"Lo sai vero che non sarà un addio come tutte le altre volte" la rassicuró sicuro di quella che stava dicendo.
"No credo che questo sarà davvero un addio Cal" negó con un sorriso la ragazza.
Calum non capiva.
Mali-Koa invece sapeva quel che stava dicendo perché sentiva la presenza di Luke li vicino e questa volta non si stava per nulla sbagliando.
Era enorme l'energia che emanava.
Così si salutarono e ben presto ognuno prese la propria strada.
Mali-Koa uscì dal cimitero incamminandosi verso casa.
Calum rimase ancora un po dentro aspettando.
Faceva sempre così quando se ne andava la sorella.
Aspettava al cimitero sperando che un ragazzo biondo sbucasse dal nulla.
"Andiamo Luke! Dannazione!" Urló con le braccia all'aria e dando un calcio alla sua tomba infastidito da quell'attesa
"E io che volevo fare l'entrata di scena....perché devi rovinare sempre tutto eh Cal?!" Mormorò una voce lontana.
Una voce che Calum conosceva fin troppo bene.
Non poteva essere.
Non era per nulla possibile e invece lui eri lì davanti in tutta la sua bellezza.
I capelli un po' sbarazzini sparati in aria e il tipico anellino nero che gli perforava il labbro lateralmente.
Portava i suoi stessi vestiti.
"Tu...tu....tu sei....TU SEI UN LURIDO FIGLIO DI PUTTANA" urló Calum istericamente con il dito puntato contro di lui e avvicinandosi pericolosamente con passo spedito.
Luke non aveva per nulla timore anzi si concesse una sghignazzata a voce alta e non mancó neanche il suo sarcasmo.
"Certo è piacere rivederti anche per me ragazzo dai capelli corvini e ti amo lo sai?"
Calum si fermó di fronte Luke guardando di nuovo in quelle profonde pozze d'acqua.
"Hey-" inizió a parlare Luke ma fu subito stritolato da due braccia muscolose.
Calum sorrideva felicemente ad occhi chiusi.
Quella che stava provando era la sensazione più bella della sua vita.
Lo aveva ritrovato finalmente dopo tutto questo tempo.
Lo strinse fortissimo dandogli numerosi baci sul collo e sfregó la mano destra fra i suoi capelli soffici.
Anche a Luke era mancato poter sentire l'odore di Calum e la sua voce profonda.
"Come ti senti?" Domandó dopo poco Luke al ragazzo quando riuscì a staccarsi dalla sua presa forte ma rimanendo sempre fra le sue braccia.
"Mi sento in paradiso" scherzó Calum.
Luke sbarró gli occhi a quell'orrenda battuta data la situazione in cui si trovavano entrambi.
"Lo sai che fai schifo vero?!" Domandó retoricamente.
"Intanto mi ami" chiuse gli occhi Calum con fare altezzoso e incrociando le braccia.
Luke si lasció sfuggire una risata e annuì rigorosamente.
Poi si avvicinò ancora di più al viso del grande che non si accorse di nulla e in poco tempo gli stampó un bacio casto sulle labbra per poi tirarsi indietro con un enorme ghigno.
Calum sbarró ancora una volta gli occhi increduli per quella situazione.
Erano passati così tanti anni durante i quali aveva sempre fantasticato sulle labbra di Luke e al momento in cui le avrebbe ritoccate.
E in fatti non si perse d'animo.
Spinse Luke contro l'albero dietro di loro e prese possesso violentemente delle sue labbra dando inizio ad un bacio che di casto non aveva nulla.
Inizialmente erano solo piccoli e veloci movimento con le labbra,un modo per abituarsi al contatto, e dopo divenne una vera e propria danza di lingue.
Una danza frenetica fatta di morsi e schiocchi rumorosi e scambi di gusti.
Il sapore di cioccolata che Luke aveva sempre amato di Calum.
Sembrava che Calum volesse affogare Luke con quella voracità nel baciarlo.
Lo avvicinó per i fianchi attaccandolo al suo corpo definitivamente.
Con quel movimento anche le loro facce erano schiacciate completamente l'una sull'altra.
Si amavano così tanto da non voler nemmeno più respirare quando si baciano ma ora nel loro stato non ce ne era nemmeno più bisogno.
"Devi sempre esagerare" disse Luke una volta che si furono staccati.
Calum appoggió la fronte su quella del ragazzo più piccolo.
Erano entrambi affannati e affamati l'uno dell'altro.
"Ti prego godiamoci il momento." Lo supplicò Calum.
Luke corrugò la fronte creando un piccolo solco io mezzo alle sopracciglia.
"Abbiamo tutto il tempo per goderci questo momento" sorrise.
"Cosa?"
Luke si lasciò sfuggire un'altra risatina.
"Abbiamo l'eternità Calum." Concluse accarezzando la guancia del ragazzo.
"L'eternità" ripetè Calum appoggiando il viso sulla mano di Luke.


Un amore che vive di infiniti tramonti.
Un amore che durerà per sempre.❤️

The End.

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