La magia delle feste

di Lois Lane 89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Il mio nome è Isabella, ma tutti mi chiamano Izzy.
Sono una ragazza italiana, e vivo nella città eterna: Roma.
Era metà dicembre, e il 22 sarei partita per New York.
Vi avrei trascorso il Natale, per poi tornare a Roma prima di Capodanno.
La sera prima di partire, controllai spesso che fosse tutto pronto, e che non avessi dimenticato nulla: in valigia avevo messo tutto quello che avevo scritto sulla lista, e il biglietto dell'aereo era sul tavolo insieme al passaporto.
Andai a dormire.
La mattina dopo, mi recai in aeroporto; feci il check-in, e quando fu il momento, salì sull'aereo.
Dopo circa dodici ore di volo, l'aereo atterrò a New York.
Scesi dall'aereo, e dopo aver recuperato la mia valigia, uscì alla ricerca di un taxi che mi portasse al mio hotel.
Una volta arrivata in hotel, effettuai il check-in, e mi recai nella mia stanza.
Dopo aver pranzato in hotel, uscì a fare un giro; con me avevo una cartina della città, così forse evitavo di perdermi.
Fortuna che mi ero messa una giacca pesante e i guanti; a New York faceva molto più freddo che a Roma.
C'era molta gente in giro, impegnata a comprare i regali di Natale.
Camminavo con la cartina aperta sotto al naso.
Mi trovavo a Time Square, e c'era moltissima gente.
Ad un tratto, notai un ragazzo dai corti capelli scuri e dal fisico possente circondato da alcune ragazze.
Lo guardai meglio e lo riconobbi: era Kellan Lutz, cioè colui che interpretava il vampiro Emmett Cullen nella saga di Twilight.
Le ragazze si allontanarono e lui fermò lo sguardo su di me e mi sorrise.
Si avvicinò e si fermò davanti a me.
"Ciao. Mi chiamo Kellan. Kellan Lutz."  disse Kellan.
"Isabella, o Izzy." dissi io.
Kellan mi sorrise, ma non mi lasciò la mano.
Tolsi la mano, e gli dissi che dovevo andare; lo salutai e mi allontanai da lui.
Tornai in hotel, e qundo fui in camera mi buttai sul letto.
Non riuscivo a credere a ciò che mi era successo: avevo incontrato Kellan Lutz.
L'avevo visto nella saga di Twilight e nel film su Hercules.
Scesi per la cena e tornai in camera.
Mi addormentai presto; il giorno dopo volevo visitare la città.

TO BE CONTINUED...

ANGOLO DELL'AUTRICE
: Ho scritto questa ff un pò di tempo fa, quando ero in vena di romanticismo. E dato ceh siamo nel periodo natalizio, mi è sembrato il momento migliore per pubblicarla. Se invece volete un pò di azione e vi piacciono i super eroi, nella sezione film, dove c'è scritto altro, troverete una ff chiamata Marvel & DC Universe. A presto, Lois Lane 89.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


La mattina seguente, dopo essermi vestita, scesi a fare colazione.
Tornai in camera, presi la borsa, nella quale c'era la cartina, tornai nella hall, e dopo aver avvertito la reception che non ci sarei stata per pranzo, uscì dall'hotel e iniziai il mio giro turistico per Londra.
Nel pomeriggio, mentre mi allontanavo dal gazebo a Central Park, sentì una voce provenire dalle mie spalle.
Mi voltai e vidi Kellan Lutz vicino al gazebo.
"Che bella coincidenza. Credo che questa sia tua." disse Kellan.
In mano aveva la mia cartina; non mi ero nemmeno accorta che mi fosse caduta.
"Grazie." risposi io prendendo la cartina.
Mi voltai e feci per allontanarmi, ma lui mi bloccò posandomi delicatamente una mano sul braccio.
"Ti prego. Non andartene." disse Kellan.
Tornammo sotto al gazebo, ci sedemmo e rimanemmo in silenzio.
"Allora... Di dove sei? Di sicuro non sei di New York." disse Kellan.
"E non sono nemmeno americana. Sono italiana. Abito a Roma." risposi io.
"Adoro l'Italia." disse Kellan.
Io non risposi, ma mi limtai a sorridere.
Voltai lo sguardo verso di lui e mi accorsi che mi stava fissando.
"Che c'è?" domandai io.
Kellan non rispose, ma si avvicinò a me, e dopo avermi scosato una ciocca di capelli dal viso, posò le sue labbra sulle mie.
Mi staccai immediatamente e corsi via; sperai che non mi stesse inseguendo.
Con l'aiuto della cartina, rimasi un altro pò in giro per la città,e poi tornai in hotel.
Quando entrai in camera mia e chiusi la porta, ero senza fiato per la corsa.
Il mio cuore era impazzito: Kellan Lutz mi aveva baciato.
Dovevo togliermelo dalla testa e dimenticarmi di quello che era successo: lui era una star, mentre io non ero nessuno.
Mentre cercavo di calmarmi, mi tolsi la giacca e i guanti e ascoltai un pò di musica; poi scesi per la cena.
Dopo cena, tornai in camera; indossai il pigiama, e accesi la tv.
Proprio mentre stavo per infilarmi sotto alle coperte, e iniziare a fare zapping, bussarono alla porta.
Aprì la porta e mi trovai Kellan davanti.
"Mi hai seguito. Che ci fai qui?" domandai io.
"Non ti ho seguito. Ero da queste parti e ti ho visto entrare in questo hotel. Così ne ho approffitato. Dovevo rivederti e parlarti di quello che è successo oggi pomeriggio." rispose Kellan.
"Non dobbiamo parlare di niente. Non è successo nulla oggi pomeriggio." dissi io.
Feci per chiudere la porta, ma lui mi bloccò la mano e entrò nella mia stanza chiudendosi la porta alle spalle.
"Invece credo proprio che qualcosa sia successo." disse Kellan, sollevandomi il viso con una mano e costringendomi a guardarlo.
Io mi distanziai da lui, e mi sedetti sul letto.
Presi il telecomando in mano e spensi la tv.
"Che cosa stavi guardando?" domandò Kellan.
"Niente, stavo per iniziare a fare zapping per cercare qualcosa da vedere." risposi io.
"Tornando al discorso di prima, credo che qualcosa sia successo." disse Kellan posando una mano sulla mia e avvicinando il suo viso al mio.
Stava per baciarmi di nuovo, ma io mi allontanai rimanendo  seduta sul letto e voltandogli le spalle.
"Non devi farlo." dissi io.
Sentì la sua mano spostarmi i capelli e sfiorarmi il collo con le labbra; chiusi gli occhi e cercai di mantenere il controllo.
"E perchè non dovrei?" domandò Kellan.
Mi alzai dal letto e mi voltai verso di lui.
"Perchè io sono italiana e tu americano. E non rimarrò a New York per sempre; tornerò a casa prima di capodanno." dissi io.
Kellan si alzò, mi cinse la vita con un braccio, e mi tirò contro il proprio corpo.
"Si dice che l'amore non conosce limiti. E appena ti ho visto ieri, mi sei sembrata un angelo. Non riesco a dimenticare il tuo viso." rispose Kellan.
"Ma non ti arrendi mai?" domandai io.
"No. Specialmente quando una cosa mi interessa davvero." rispose Kellan.
Così dicendo, prese il mio viso tra le mani e mi baciò nuovamente.
Quando si staccò, io cercai di respirare.
Le sue labbra passarono sul mio collo, e io rimasi immobile.
Dopo di che, mi guardò negli occhi.
"Devo andare ora. Ma ci rivedremo presto." disse Kellan.
Kellan uscì dalla mia stanza chiudendo la porta; io la chiusi a chiave e mi buttai sul letto.
Kellan Lutz si era innamorato di una ragazza qualunque, e quella ragazza ero io.
Non riuscivo a credere che tutto questo mi stesse accadendo davvero.
Spensi la luce e mi addormentai.

TO BE CONTINUED...

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Il giorno seguente era il 24 dicembre, la vigilia di Natale: io passai la giornata in giro per la città.
Kellan non si fece vedere, e la cosa non mi sorprese: probabilmente era con la sua famiglia.
Il natale era una festa da passare in famiglia, ma io a New York non avevo nessuno.
Anche se fossi rimasta a Roma, avrei passato le feste da sola: i miei genitori erano morti in un incidente d'auto tre anni prima, e non avevo altri parenti.
Il 25, il giorno di Natale, quando scesi a fare colazione, il receptionist mi disse che era arrivato un messaggio per me, e mi consegnò una busta.
L'aprì e vi trovai un foglietto piegato; l'aprì e lessi il messaggio: .
In fondo al messaggio c'era scritto un indirizzo: le iniziali K.L. significavano che era stato Kellan Lutz a mandarmi quel messaggio.
Riflettei a lungo se andare oppure no: avevo paura di fare qualcosa di cui poi mi sarei pentita per sempre.
Quella sera, mi presentai all'indirizzo scritto sul biglietto; sotto la giacca, indossavo un vestito blu che mi arrivava a metà coscia, con degli stivali neri.
Ovviamente indossavo dei leggins per non prendere freddo.
Ero in un grattacielo, e quando salì in ascensore e spinsi il piano a cui ero diretta, ero un fascio di nervi; non ero mai stata così nervosa in vita mia.
Le porte dell'ascensore si aprirono, uscì da esso ed entrai in un appartamento.
Voltato l'angolo, ero in un salotto e vidi Kellan, vicino al camino.
Quando si accorse della mia presenza, mi sorrise, mi venne incontro e mi abbracciò.
Aspettò che mi togliessi la giacca, poi mi prese per mano e mi condusse in salotto: c'era un albero di Natale addobbato, e un fuoco scoppiettante acceso nel caminetto.
Tutte le altre luci erano spente.
Il basso tavolo accanto al divano era apparecchiato per due, e c'erano due candele.
"Che te ne pare?" domandò Kellan abbracciandomi da dietro.
"E' fantastico. Ma credevo che passassi il natale con la tua famiglia." risposi io.
"Ci sono stato oggi con loro." disse Kellan.
Ci sedemmo a tavola e mangiammo.
Dopo cena, ci accoccolammo davanti al camino, seduti per terra.
Kellan mi porse un pacchetto.
"E questo cos'è?" domandai io.
"Il tuo regalo. Aprilo." rispose Kellan.
Aprì il pacchetto e trovai una scatola, dentro la quale c'era una catenina d'oro con un ciondolo a forma di cuore.
"Ti piace?" domandò Kellan.
"E' bellissimo. Ma io non ti ho preso niente. Mi dispiace." risposi io.
"Tu mi hai fatto un regalo. Sei venuta qui stasera. E il ciondolo ti sta d'incanto. Appena l'ho visto ho pensato a te e l'ho comprato." disse Kellan prendendo la catenina dalla scatola e appendendola al mio collo.
Gli detti un bacio sulla guancia e lui mi cinse il corpo con le sue braccia, mentre io gli posai la testa sul petto.
Fissai le fiamme e mi persi nei miei ricordi: da quando ero rimasta sola, non sentivo più l'atmosfera natalizia come una volta.
Inoltre pensai anche al fatto che mi stavo innamorando di Kellan, ma non potevo dirglielo; prima di capodanno sarei tornata in Italia e non l'avrei rivisto mai più.
Era inutile impegnarmi in una storia che sarebbe durata solo pochi giorni.
Fu Kellan a riportarmi alla realtà: iniziò a baciarmi sul collo.
"A che cosa stavi pensando?" domandò Kellan.
"A niente." risposi io.
Mi voltai per poterlo guardare negli occhi: al buio erano azzuri come il mare più profondo.
Lui fece scorrere la punta delle sue dita lungo il mio viso e si passò una ciocca dei mie capelli tra le dita.
"I tuoi capelli sembrano seta. Sei bellissima." disse Kellan.
Mi stese delicatamente sul pavimento, e venendo sopra di me, inziò a baciarmi con delicatezza, sia sulle labbra che sul collo.
Il mio cuore mi diceva di lasciarmi andare e stare con lui, ma la mia mente mi diceva esattamente il contrario: che dovevo fermarlo e andarmene da quell'appartamento prima che fosse troppo tardi.
Ad un certo punto, le sue mani scesero lungo il mio corpo, e si insinuarono sotto l'orlo del mio vestito.
Gli bloccai le mani e mi misi a sedere.
"Che succede?" domandò Kellan mettendosi in ginocchio e prendendo il mio viso tra le mani.
"Non posso farlo. Non è giusto per nessuno dei due. Non possiamo più vederci. Questa dalla a una ragazza più meritevole di me. Dimenticati di me, e non seguirmi. Addio." risposi io, slacciandomi la catenina e posandola per terra.
Mi alzai da terra, recuperai la mia borsa e la giacca e mi diressi di corsa verso l'ascensore; quando le porte si chiusero, il mio cuore sembrava impazzito.
Tornai in hotel, e quando arrivai nella mia stanza, mi lasciai andare e piansi parecchio.
Piangevo perchè mi ero innamorata di lui, ma anche perchè sapevo che la nostra storia non avrebbe mai potuto funzionare.
La sera seguente, sentì bussare alla porta della mia stanza.
"Izzy, so che sei li. Ti prego apri la porta." disse Kellan.
"Che ci fai qui?" domandai io, tenendo la porta chiusa.
"Sono venuto per te." rispose Kellan.
Non appena aprì la porta, lui entrò nella mia stanza.
Chiusi la porta, e non appena mi voltai, mi ritrovai stretta tra le sue braccia.
Il suo profumo era davvero fantastico.
"Mi sei mancata tanto." disse Kellan.
Sciolsi l'abbraccio, e mi allontanai da lui.
"Sei venuto fin qui per niente." dissi io.
"Io non la penso affatto così. Sono qui, e non ho intenzione di andarmene." rispose Kellan.
"Sul serio. Perchè vuoi frequentare una ragazzina?" dissi io.
"Tu non sei una ragazzina. Sei una donna meravigliosa. E hai lasciato questa a casa mia." rispose Kellan, prendendo fuori dalla tasca dei pantaloni la collana che mi aveva regalato, e l'appese al mio collo.
Così facendo, prese il mio viso tra le mani e mi baciò.
"Credo che abbiamo lasciato una cosa in sospeso. Lasciati andare. Andrà tutto bene." disse Kellan, facendo scorrere una mano lungo il mio corpo e prendendomi in braccio.
Mentre mi teneva tra le sue braccia, io gli passai le mani tra i capelli e gli posai le mie labbra sulle sue.
Mi posò sul letto e si tolse la giacca.
Mi tolse gli stivali e le calze (indossavo ancora i vestiti che avevo indossato per la cena), fece scorrere la mano lungo la gamba e sfiorò la pelle con la bocca.
Mi tolse il vestito e io feci la stessa cosa con la sua maglia; entrambi finirono sul pavimento.
I suoi pantaloni fecero la stessa fine, e i nostri corpi finirono l'uno contro l'altro senza niente che li dividesse.
La mattina seguente, quando aprì gli occhi, vidi che Kellan era girato sul fianco con la testa appoggiata al gomito e che mi stava guardando.
"Che c'è?" domandai io.
"Sei dolcissima quando dormi. Ti amo." rispose Kellan.
"Ti amo." dissi io.
Mentre mi baciava, Kellan mi strinse tra le sue braccia.
"Volevo chiederti una cosa. Che fai per capodanno?" domandò Kellan.
"Non lo so. Sarò già tornata a Roma. Il 29 torno a casa." risposi io.
"Non puoi perderti il capodanno a New York." disse Kellan.
"Invece dovrò farlo. La mattina del 29 devo lasciare libera la stanza e l'aereo è già prenotato. E poi non so se posso rimanere di più in America." risposi io.
"Puoi venire a stare da me. Io abito da solo. Per quanto riguarda l'areo e il visto mi basta fare un paio di telefonate. E' tutto risolto. Ora puoi rimanere a New York per il nuovo anno. E non pensare che ti lascio fare in modo diverso." disse Kellan.
"D'accordo. Resterò." risposi io.
Sorridemmo entrambi.
Kellan si alzò, e dopo essersi fatto una doccia, si vestì e se ne andò dopo avermi lasciato il suo numero di telefono e aver preso il mio.
Quando lui uscì, mi feci una doccia anche io, mi vestì e scesi a fare colazione.
Al collo avevo il ciondolo che mi aveva regalato Kellan, e pensavo che avremmo trascorso insieme il capodanno.
Passai la giornata in giro per New York.
La sera, mi addormentai immaginando di essere tra le sue braccia.

TO BE CONTINUED...

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


La mattina del 29 dicembre, trovai Kellan davanti alla porta della mia stanza.
Prese la mia valigia, e dopo essermi assicurata di non aver dimenticato niente, scesi nella hall dell'albergo.
Restituì la chiave e chiesi il conto, ma il receptionist mi disse che era già stato saldato.
Mi voltai verso Kellan, e lui mi sorrise.
Dopo di che, caricò la mia valigia nella sua macchina e salimmo.
"Non dovevi pagare il conto. Potevo farlo da sola." dissi io.
"Non si lascia mai pagare una ragazza." rispose Kellan.
"Ti restituirò i soldi. Non mi piace avere debiti con le persone." dissi io.
"Non mi devi restituire niente. Non è un debito." rispose Kellan.
Cercai di farlo cedere al riguardo, ma alla fine vinse lui.
Arrivammo nel garage del palazzo, e Kellan fermò la macchina.
Scendemmo, e dopo aver preso la valigia dal bagagliaio, salimmo in ascensore, e Kellan premette un bottone, facendolo partire.
L'ascensore si fermò e uscimmo nel suo appartamento.
Kellan accese la luce, lasciandola soffusa; poi lo seguì in una stanza.
Quando entrammo, lasciò la valigia accanto al muro, e mi fece fare un rapido giro dell'appartamento; a natale avevo visto solo il salotto.
"Ora che hai visto tutto, fa pure come se fossi a casa tua. Gira pure liberamente." disse Kellan.
"Ti sei dimenticato di farmi vedere la tua stanza." risposi io.
"E' completamente in disordine. Ora non è agibile." disse Kellan.
Tra me e me pensai che mi stava nascondendo qualcosa, ma decisi di stare al suo gioco.
Tornammo in salotto, ci sedemmo sul divano e mi strinse contro il proprio corpo.
"Per capodanno pensavo di andare a Time Square, e poi tornare qui." disse Kellan.
"Per me non c'è problema, ma credevo che volevi stare insieme ai tuoi amici." risposi io.
"No, voglio stare solamente con te. In Italia che tradizioni avete per festeggiare il nuovo anno?" domandò Kellan.
"Non so come funzioni qui, ma in Italia, c'è la tradizione che allo scoccare della mezzanotte devi baciare la persona che ami sotto un ramo di vischio. Dicono che porti fortuna. Ma non so dirti se funziona. Non c'è mai stato nessuno nella mia vita." risposi io.
"Credo che ci sia un solo modo per scoprirlo." disse Kellan sfiorando le mie labbra con le sue.
Piano piano i suoi baci si intensificarono, e le sue mani scivolarono lungo il mio corpo.
"Ma non dobbiamo scoprirlo adesso. Non c'è nemmeno il vischio. E non so nemmeno se qui in America lo vendono." dissi io, quando riuscì a respirare di nuovo.
"Non posso farci nulla. Mi fai impazzire. Voglio averti in ogni momento della giornata." rispose Kellan.
Prima che potesse baciarmi di nuovo, gli posai una mano sulla bocca.
"Kellan, ascolta. Tu mi ami adesso, ma quando tornerò a casa, tra noi sarà tutto finito. Le relazioni a distanza prima o poi si sfasciano. Tu ti dimenticherai di me, e troverai un'altra ragazza che ti piace di più." dissi io.
"Non potrei mai dimenticarti. Il tuo viso è stato marchiato a fuoco nella mia mente." rispose Kellan.
Rimanemmo abbracciati per un tempo che sembrò non finire mai.
Quella sera, mi trovavo nella mia stanza stesa sul letto, girata su un fianco ad ascoltare la musica.
A dire la verità non la stavo ascoltando, perchè ero completamente immersa nei miei pensieri.
Ad un certo punto, venni riportata alla realtà: qualcosa mi sfiorava le gambe.
Spensi l'mp3 e lo posai sul comodino.
Dopo di che mi voltai e vidi Kellan steso accanto a me; io indossavo un pigiama lungo, mentre lui era in calzoncini corti e maglietta a mezze maniche.
"Siamo in pieno inverno. Non hai freddo vestito cosi?" domandai io.
"No." rispose Kellan.
Ci coprì con la coperta, spense la luce, mise un braccio intorno a me e ci addormentammo.
La mattina del 31 dicembre, dormimmo fino a tardi. 
Cenammo in un ristorante, che evidentemente Kellan aveva prenotato senza dirmi niente, poi andammo a piedi fino a Time Square.
C'era una folla enorme, e per non perdermi, cercai di stare il più possibile vicina a Kellan, che mi prese per mano.
Sulla torre del Nasdaq c'era una sfera che a mezzanotte sarebbe scesa.
Kellan mi tenne per mano tutto il tempo.
Quando scoccò la mezzanotte, la sfera scese, e la folle esplose nei festeggiamenti.
Kellan mi cinse la vita con un braccio e mi condusse di nuovo nel suo appartamento.
"Perchè siamo tornati a casa? Non ti senti bene?" domandai io.
"No. Mai stato meglio. Ma c'è una tradizione da rispettare, e siamo già in ritardo." rispose Kellan.
Io lo guardai confusa, ma lui non disse nulla.
Prese una benda dalla tasca interna della giacca, e mi bendò gli occhi.
"E' proprio necessaria la benda?" domandai io.
"Si. Ora dovrai solo fidarti di me." rispose Kellan.
Sentì che mi prese per mano, e mi condusse da qualche parte; dopo poco sentì la porta chiudersi.
Mi prese in braccio e mi posò su un letto.
"Ora ti toglierò la benda, ma tu dovrai continuare a tenere gli occhi chiusi." disse Kellan.
Io annuì senza parlare, e lui tolse la benda.
Mi alzò il viso con una mano, e mi disse di aprire gli occhi.
Quando gli aprì, vidi che appeso al lampadario sopra il letto, c'era un ramo di vischio.
"Dove l'hai trovato?" domandai io.
"Segreto." rispose Kellan.
Mi guardai intorno; non mi ricordavo quella stanza, ma poi mi venne in mente che quella era l'unica camera che non avevo ancora visto: la stanza di Kellan.
Ma non era come mi sarei aspettata la stanza di un ragazzo, tutta in disordine; ora era tutto al suo posto.
Sul cassettone di fronte al letto c'era un vaso con dentro un mazzo di rose rosse.
"Sono tutte tue." disse Kellan.
"Sono magnifiche." risposi io.
"Mai quanto te. E ora, come ho detto, abbiamo una tradizione da rispettare." disse Kellan.
Guardai il ramo di vischio, e poi Kellan, che si avvicinò a me, e mi baciò.
"Buon anno." dissi io quando mi staccai.
"Buon anno." rispose Kellan, posando nuovamente le sue labbra sulle mie.
I suoi baci, da prima delicati, aumentarono di passione.
Ben presto, ci trovammo l'uno tra le braccia dell'altra; Kellan era di una dolcezza infinita.
Tra le sue braccia io sentivo protetta e al sicuro; mi sembrava che tutto quello che stavo vivendo da quando lo avevo conosciuto, fosse solo un sogno meraviglioso.
Purtroppo i sogni non durano all'infinito: prima o poi bisogna svegliarsi, e tornare alla realtà.
Per me la realtà significava lasciare New York e Kellan e tornare a casa, a Roma.
La mattina del 3 gennaio mi recai in aeroporto da sola: Kellan era impegnato.
Quando salì sull'aereo, mi resi conto che stavo lasciando un pezzo del mio cuore negli Stati Uniti; ma quello non era il mio posto.
Arrivata a Roma, tornai a casa.

TO BE CONTINUED...

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Tre giorni dopo il mio ritorno, mi resi conto che non riuscivo a dimenticarmi di Kellan, e nemmeno a togliermi dal collo il ciondolo che mi aveva regalato a natale.
Un pomeriggio, mi incontrai con le mie migliori amiche Sara e Francesca; non le vedevo da quando ero partita per New York.
"Racconta tutto quello che ti è successo a New York, e non tralasciare i dettagli." disse Sara.
"Non c'è niente da raccontare. Non è successo niente di importante." risposi io.
"Le bugie con noi non ti sono mai riuscite. Da quando ci siamo riviste non hai fatto altro che giocare con la catenina che hai appesa al collo. Fai vedere." disse Sara.
Odiavo che mi conoscessero così bene; eravamo amiche fin dalle medie.
Tirai la catenina con il ciondolo a forma di cuore dalla maglia e lo mostrai alle mie amiche.
"E' meravigliosa. Chi te l'ha data? Di sicuro non te la sei comprata da sola." disse Francesca.
A quel punto non potevo più tenergli nascosto nulla.
"E' vero. A New York è successo qualcosa, ma non era programmato. E' successo per puro caso. Ho conosciuto un ragazzo. E' stato lui, per natale, a regalarmi il ciondolo." risposi io.
"Che carino. Dicci qualcosa di lui." disse Sara.
"Non è un ragazzo comune. E' un attore, e anche famoso. Se vi dico il nome di uno dei persosnaggi che ha interpretato, non mi credereste mai." risposi io.
"Chi ha interpretato? L'abbiamo visto quel film?" domandò Francesca.
"Sì, l'abbiamo visto insieme; è la saga di Twilight. Lui interpretava il personaggio di Emmett Cullen." risposi io.
Sara e Francesca mi guardarono come se fossi impazzita.
"Vuoi dire Kellan? Kellan Lutz?" domandò Sara.
"Si. Si è innamorato di me appena mi ha visto. E la sera del 25 mi a regalato il ciondolo. Ha provato ad andare oltre, ma l'ho fermato. Sapevo che non potevo stare con lui, così me ne sono andata." risposi io.
"E poi che è successo?" domandò Francesca.
"Lui non si è arreso, ed è venuto in hotel da me. E in quella stanza qualcosa è successo. E' stato fantastico, ma dentro di me sapevo che stavo facendo la cosa sbagliata ad innamorarmi di lui. La mattina dopo mi ha convito a rimanere a New York per capodanno." risposi io.
"Oddio, ma è fantastico." disse Sara.
"Invece no. Non dovevo lasciarmi andare con lui. Dovevo tenerlo a distanza. Lui è una star, e io non sono niente. Mi manca un sacco, ma me devo fare una ragione. Lui si sarà già dimenticato di me. Non poteva durare per sempre." risposi io.
 Ad un certo punto notai che le ragazze guardavano qualcosa dietro di me.
"Che succede? Che cosa state guardando?" domandai io.
"Io non credo che si sia dimenticato di te." rispose Francesca.
"Che cosa te lo fa pensare?" domandai io.
"Il fatto che lui in questo momento è a pochi metri di distanza da noi, e sta guardando proprio te." rispose Sara.
Mi voltai di scatto, e mi accorsi che avevano ragione: a pochi metri di distanza da noi, c'era proprio Kellan, che guardava proprio me.
"Non è possibile." dissi io.
"Invece lo è. Va da lui. Noi ci vedremo un'altra volta, e ci racconterai tutto." rispose Sara.
Abbracciai e salutai le mie amiche, e corsi da Kellan, che mi strinse tra le sue braccia.
"Che cosa ci fai qui? Credevo di non riderti più." dissi io.
"Credevi che ti avrei lasciata così, e ti avrei dimenticato? E' impossibile dimenticarsi di una come te." rispose Kellan.
Cominciammo a camminare verso casa mia, mano nella mano.
"Come hai fatto a trovarmi? Roma non è New York, ma non è certo una città piccola." dissi io.
"L'hotel aveva il tuo indirizzo, e me lo sono fatto dare. Sono passato da casa tua, ma il portiere mi ha detto che non eri in casa, e dove potevo trovarti. Così ho lasciato li la mia valigia e sono venuto da te." rispose Kellan.
Gli misi le braccia intorno al collo, e lo baciai: lui ricambiò il bacio.
"C'è un hotel vicino a casa tua?" domandò Kellan.
"Non serve. Puoi stare a casa mia. Non sarà il tuo appartamento, ma in due ci stiamo tranquillamente." risposi io.
Kellan sorrise, e ci dirigemmo a casa mia.
Una volta che fummo in casa, Kellan sistemò la valigia nella mia stanza, e tornò in salotto da me.
Quella sera, per cena, ordinammo la pizza.
"Erano le tue amiche quelle che ho visto insieme a te?" domandò Kellan.
"Si. Sono le mie migliori amiche. Ci conosciamo fin dalle medie." risposi io.
Finimmo di cenare, e mentre finivo di asciugare le posate e i bicchieri che avevamo usato con uno strofinaccio, Kellan mi abbracciò da dietro, e iniziò a baciarmi il collo.
Cercai di liberarmi dalla sua presa, ma fu inutile; era troppo forte.
Mi prese lo strofinaccio dalle mani, lo buttò sul piano del lavandino, e continuando a baciarmi il collo, fece scivolare una mano sotto la mia maglia.
"Finalmente siamo di nuovo insieme. Non riesco a stare lontano da te nemmeno un momento." disse Kellan.
"Allora non farlo." risposi io.
Mi voltai verso di lui e misi le mie braccia intorno al suo collo, e lo baciai; dovetti alzarmi in punta di piedi per arrivare alle sue labbra.
Lui ricambiò il bacio tenendomi stretta contro il proprio corpo.
Non so lui come si sentisse, ma io mi sentivo come se in quel momento stessi volando in mezzo alle nuvole; era una sensazione fantastica.
In quel momento, bussarono alla porta del mio appartamento.
Mi staccai dalle sue labbra e guardai verso la porta.
"Aspetti qualcuno?" domandò Kellan.
"No. Aspetta qui. Torno subito." risposi io.
Così dicendo, di controvoglia, mi allontanai da lui, mi sistemai la maglia e andai ad aprire la porta: era la mia vicina di casa che aveva della posta per me; ecco spiegato il motivo del perchè quando ero tornata non avevo trovato posta nella mia cassetta delle lettere.
Mi accorsi che un paio di lettere erano aperte; la mia vicina era il tipo che non si faceva mai gli affari suoi.
"Grazie. Ma la prossima volta lasci la mia posta nella mia cassetta. Ci penso io a ritirarla. E non provi mai più ad aprire le mie lettere. Spero di essere stata chiara." dissi io.
"Scusa. Ho visto che hai un ospite. Che ne dici se facciamo due chiacchere tutti e tre insieme?" domandò lei.
"No. Ho bisogno che lei mi lasci in pace e la smetta di farsi i fatti miei. Arrivederci." risposi io.
Non le lasciai nemmeno il tempo di inventarsi una scusa, perchè chiusi la porta.
Tornai in salotto, posai la posta sul tavolo, e me ne andai in camera mia per cercare di farmi passare la rabbia; Kellan mi raggiunse subito e mi trovò stesa sul letto con il cuscino tra le braccia.
"Tutto ok?" domandò Kellan sdraiandosi accanto a me, e scostando una ciocca di capelli dal mio viso.
"No. La mia vicina ha preso la mia posta e ha pensato bene di aprirla. Non si fa mai gli affari suoi. Sempre a ficcare il naso in faccende che non la riguardano." risposi io.
"Purtroppo ci sono anche persone del genere. Ma se non ricordo male, poco fa avevamo iniziato una cosa." disse Kellan, facendo scivolare nuovamente la mano sotto la mia maglia.
Questa volta gli bloccai la mano.
"Era il nostro momento, e sono riuscita a rovinarlo." risposi io.
"Non è colpa tua. E l'atmosfera può essere ricreata." disse Kellan facendo scorrere una mano lungo la mia schiena; quel gesto mi fece venire i brividi.
Mi sedetti sul letto, iniziai a passare le mani nei suoi capelli, e posai le mie labbra sulle sue.
Lui mi strinse a se, e i suoi baci aumentarono di passione.
Ben presto finimmo soto le coperte senza vestiti.

TO BE CONTINUED...

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Quando mi svegliai la mattina seguente, mi ritrovai con la testa appoggiata al petto di Kellan, mentre un suo braccio mi cingeva la vita.
Cercando di non svegliarlo, mi alzai e andai in bagno dopo aver preso dei vestiti puliti dall'armadio.
Mi feci la doccia, e uscì dal bagno dopo essermi vestita.
Quando aprì la porta, mi trovai Kellan davanti.
"Se hai bisogno il bagno è libero." dissi io, cercando di mantenere la concentrazione; e non era una cosa facile avevendolo davanti a me a torso nudo.
Kellan non rispose, ma prese il mio viso tra le mani, e mi baciò prima di entrare in bagno chiudendo la porta.
Sentì l'acqua della doccia scorrere.
Mi recai in cucina per cercare qualcosa per fare colazione, ma mi accorsi che non c'era molto; così mi sedetti sul tavolo con un blocchetto, e iniziai a scrivere la lista della spesa.
Kellan entrò in cucina con addosso solo i pantaloni, a piedi e torso nudo e con la maglia in mano.
Io lo guardai appena, e tornai a concentrarmi sulla lista della spesa.
"Che stai facendo?" domandò Kellan avvicinandosi, posando la maglia sul tavolo e le mani sulle mie gambe, che erano intorno ai suoi fianchi; mi aveva bloccata sul tavolo.
"La lista della spesa. Non mi è rimasto molto in casa. E qualcosa dobbiamo pur mangiare." risposi io.
Le sue mani iniziarono a fare su e giù lungo le mie cosce; ci volle tutta la mia volontà per non cedere.
"Possiamo anche fare a meno della spesa. L'importante è che stiamo insieme." disse Kellan.
"Ti amo, ma ti prego di fare il bravo e mantenere un pò le distanze." risposi io.
"Mi sembra di avertelo già detto altre volte. Non sono in grado di starti lontano; tu mi fai letteralmente impazzire." disse Kellan mettendo una mano dietro la mia schiena e tirandomi verso il proprio corpo.
Mi tolse il blocco e la penna dalle mani e mi sollevò dal tavolo, io incrociai le gambe intorno ai suoi fianchi e le mie braccia intorno al suo collo.
"Poco fa parlavo sul serio. Non possiamo farlo in ogni momento. E poi devo uscire." risposi io.
"Allora andiamo mia dolce principessa." disse Kellan posandomi a terra.
Così dicendo ci vestimmo, e uscimmo di casa dopo aver indossato i cappotti e aver preso la lista e le borse della spesa.
Ci recammo al supermercato, e quando fu il momento di pagare il conto, Kellan volle pagare il conto; io cercai di impedirglielo, ma naturalmente vinse lui.
Presi la borsa con la spesa e uscì dal supermercato con Kellan accanto, e tornammo a casa.
Dopo essermi tolta le scarpe e il cappotto, iniziai a mettere a posto la spesa.
Ad un tratto, vidi Kellan poco lontano da me, con lo sguardo pensieroso: sembrava preoccupato.
Chiusi il frigo e mi avvicinai a lui.
"Tutto ok?" domandai io.
Kellan non rispose; anzi, sembrò che non mi avesse sentito.
Decisi di lasciarlo solo e mi allontanai; avevo fatto appena qualche passo, che mi ritrovai stretta tra le sue braccia e il suo petto.
"Che sta succedendo?" domandai io, guardandolo confusa.
"Io ti amo Izzy. Ti amo da impazzire. Ma per un pò non potrò vederti e nemmeno tenerti tra le mie braccia. Mi hanno offerto un parte in un film e devo partire la prossima settimana." rispose Kellan.
Mi sentì come se mi avessero tirato addosso una palla da bowling.
"Dove dovrai andare? E per quanto tempo?" domandai io.
"In Australia. Dovrò stare via per quattro mesi. Ma non voglio lasciarti." rispose Kellan.
Sapevo che non dovevo lasciarmi andare con lui; e adesso il momento che temevo era arrivato: dovevamo lasciarci.
"Adesso dici così, ma quando sarai sul set, sarai talmente impeganto che non avrai più un minuto di tempo libero, e ti dimenticherai di me. Forse dovremmo chiudere la nostra storia adesso. E' meglio per tutti e due." dissi io.
Feci per andarmene, ma lui me lo impedì, intrappolandomi tra le sue braccia.
"No, ti prego. Non lasciarmi. Ho bisogno di te. Non posso più stare senza di te." disse Kellan.
Strinsi le mie braccia intorno al suo corpo, e sentì delle lacrime scorrermi lungo le guance.
Sciolsi l'abbraccio, e lo guardai.
"Non piangere. Così mi complichi le cose." disse Kellan, asciugando le mie lacrime.
"So che sarai molto impegnato. Non ti chiedo di chiamarmi tutti i giorni. Sarebbe impossibile a causa del fuso orario. Mi basta solo un messaggio ogni tanto, o anche una mail per avere tue notizie." risposi io.
"Ti scriverò ogni volta che mi sarà possibile. Te lo prometto." disse Kellan.
Prese il mio viso tra le mani e mi baciò con passione.
Dopo di che ci scambiammo gli indirizzi e-mail.
Due giorni dopo, di pomeriggio, lo accompagnai in aeroporto perchè doveva tornare a New York.
Quando arrivò il momento della separazione, Kellan mi strinse tra le sue braccia per un momento che mi sembrò infinito.
Quando fu sparito oltre il gate, io lasciai l'aeroporto e mi diressi verso casa prendendo un taxi.
Durante il tragitto, ricevetti un messaggio da Sara che mi chiedeva di vederci al nostro solito bar insieme a Francesca; dissi al tassista del cambiamento di destinazione, e risposi a Sara che ci saremmo incontrate là.
Arrivai a destinazione e scesi dal taxi dopo aver pagato la corsa.
Vidi le mie amiche sedute ad un tavolo, e le raggiunsi, sedendomi su una sedia; mi avevano ordinato un succo di frutta, come a loro.
"Che ti è successo? Hai una pessima cera." disse Sara.
"Kellan è dovuto partire. L'hanno preso per un film. L'ho accompagnato in aeroporto. Vengo da lì. Sta tornando a New York. Deve andare in Australia, e io non lo vedrò per quattro mesi." risposi io.
"Che peccato. Ma che è successo mentre lui era qui?" domandò Francesca.
"E' successo che ho capito che mi sono innamorata perdutamente di lui. Quel ragazzo è capace di farmi impazzire. Siamo stati interrotti solo una volta da quella rompiscatole della mia vicina. Aveva preso la mia posta e me l'ha consegnata dopo averla aperta." risposi io.
"Quella donna è veramente insopportabile. Mai una volta che si faccia i fatti suoi." disse Sara.
"Ma per il resto siamo contente per te. Non ti abbiamo mai vista così felice." rispose Francesca.
Ad un certo punto, Francesca e Sara si sussurrarono qualcosa all'orecchio e mi guardarono.
"Qualunque cosa vi sia saltata in mente, la risposta è no." dissi io.
"Non è di niente di folle. Pensavamo di renderti ancora più bella e mandare una tua foto a Kellan." rispose Sara.
"Lui mi ama anche senza trucco. Ma forse non è una cattiva idea." dissi io.
Pensai che mi ci voleva proprio una giornata con le mie amiche, con qualcuno che si prendesse cura di noi.
Finimmo i nostri succhi, e dopo aver pagato, ci recammo tutte tre in un negozio di parrucchieri in cui il proprietario ci conosceva.
I nostri capelli vennero sistemati con la messa in piega: quelli di Sara e Francesca vennero leggermente raccolti, mentre i miei vennero lasciati sciolti.
Sul mio viso venne realizzato un trucco che mise in risalto ancora di più i miei occhi.
Prima di uscire, pagammo per i servizi che avevamo ricevuto; solo che Sara e Francesca vollero dividersi il mio conto.
"Non dovevate pagare voi per me." dissi io.
"Siamo venute qui per te, quindi falla finita. Abbiamo voluto offrirtelo." rispose Sara.
Ci recammo ai giardini di villa Borghese, e vicino alla fontana, le ragazze mi scattarono alcune foto con il mio cellulare, facendo attenzione ad inquadrare il mio viso.
Scegliemmo la più bella, e cancellammo le altre; inviai una mail a Kellan chiedendogli come era andato il viaggio di ritorno a New York; prima di inviare il messaggio, allegai la foto.
Ora non mi restava altro che aspettare che lui vedesse il messaggio e mi rispondesse.
Salutai le mie amiche e tornai a casa.
Davanti alla porta del mio appartamento, incontrai la mia vicina.
"Sei rimasta di nuovo sola. Ti va di venire da me e raccontarmi tutto?" domandò lei.
"No. Mi lasci in pace e si faccia gli affari suoi." risposi io.
Entrai in casa e chiusi la porta.
Mi tolsi la giacca e accesi il computer per controllare la posta: di sicuro non aveva ancora visto il mio messaggio; dopo aver aperto la casella di posta, andai in bagno.
Ero in bagno davanti allo specchio, e guardavo il trucco che avevo sul viso: pensai a come Kellan potesse reagire una volta che ebbe visto la foto che gli avevo mandato.
Mi lavai a fondo il viso con sapone e acqua calda e rimossi tutto il trucco; dopo di che, mi feci una doccia per rimuovere la lacca che avevo nei capelli.
Dopo essermi asciugata i capelli e aver indossato il mio pigiama, mi accorsi di una maglia sotto a uno dei cuscini: era di Kellan, e ed era ancora impregnata del suo profumo.
Tenendo la maglia stretta a me, andai davanti al computer, e con mia grande sorpresa, vidi che era arrivato un nuovo messaggio.
Era di Kellan: aveva visto il mio e mi aveva risposto; non esitai ad aprirlo.
Il messaggio diceva: .
Quella sera non avevo molta fame, così saltai la cena.
Prima di andare nella mia stanza, gli inviai una risposta veloce: .
Quando fui certa che avessi inviato il messaggio, spensi il computer e andai a letto, continuando a stringere la sua maglia al mio petto; il suo profumo era intenso come se se la fosse appena tolta.

TO BE CONTINUED...

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Passarono tre mesi da quando Kellan era partito, e ogni giorno che passava la voglia di rivederlo aumentava sempre di più.
Sara e Francesca mi invitarono con loro a New York per tre settimane, e io accettai: ovviamente non dissi nulla a Kellan, dato che volevo fargli una sorpresa.
Arrivate in hotel, facemmo il chck-in e salimmo nella nostra stanza: dividevamo una tripla.
Dopo cena, uscimmo a fare un giro: arrivammo a qualche metro di distanza dall'Empire State Building e ci scattammo una foto con tutti i nostri cellulari con il famoso grattacielo alle spalle.
Inviai la foto dal mio cellulare a Kellan, senza scrivere alcun messaggio: volevo vedere se riconosceva l'edificio alle mie spalle.
Stranamente mi rispose subito, e lo feci vedere alle altre:
Gli risposi:
Il suo commento:
"E' tornato prima. E sta venendo qui adesso." dissi io.
"Allora abbiamo fatto bene a venire qui. Dopo vai pure con lui. Non vi vedete da mesi. Avete bisogno di stare da soli. Noi torneremo in hotel da sole." rispose Sara.
"Grazie ragazze. Vi voglio un mondo di bene. Guardatevi intorno e ditemi se lo vedete. Non so da quale direzione arrivi. Come sto?" domandai io.
"Sei bellissima. Ma ora calmati. Non essere così nervosa." rispose Francesca.
Così dicendo, ci guardammo attorno tutte e tre per cercare di vederlo arrivare in mezzo a tutta quella gente.
"Eccolo là." disse Sara.
Mi voltai di scatto, e guardando nella direzione di Sara, mi accorsi che aveva ragione: Kellan ci aveva individuate e stava correndo verso di noi.
Iniziai a correre anche io, e ben presto fui tra le sue braccia dopo poco meno di quattro mesi.
"Finalmente. Non sai quanto tu mi sia mancata." disse Kellan.
"Mi sei mancato anche tu." risposi io; mi alzai in punta di piedi e le nostre bocche si unirono in un meraviglioso bacio.
"Le tue amiche come reagirebbero se io ora ti rapissi?" domandò Kellan.
Mi voltai verso Sara e Francesca, che mi fecero segno di andare con lui.
"Direi che non hanno nulla in contrario." risposi io.
Lui sorrise e mi prese per mano; tornammo di corsa nel suo palazzo.
"Come sei qui a New York?" domandò Kellan una volta che fummo saliti in ascensore, e le porte si furono chiuse.
"Le mie amiche mi hanno invitato con loro. Ed eccomi qua." risposi io.
L'ascensore saliva lentamente, e sentivo Kellan fremere accanto a me, e potevo capirlo: anche io avevo il cuore che batteva all'impazzata.
A quattro piani di distanza, Kellan mi prese per i fianchi prendendomi in braccio e tenendomi stretta a se; io incrociai le gambe intorno ai suoi fianchi, e gli misi le braccia intorno alle spalle per non cadere.
Stavo per parlare, ma mi trovai le sue labbra sulle mie.
Finalmente l'ascensore arrivò al nostro piano, e Kellan uscì che ancora mi teneva in braccio e con le labbra attaccate alle mie.
Conosceva la strada a memoria, perchè non fece cadere nulla.
Arrivati in camera, mi posò sul letto, e mi tolse la giacca dopo essersi tolto la sua.
"Come è andata in Australia?" domandai io.
"Ne riparliamo in un altro momento. Abbiamo quattro mesi da recuperare." rispose Kellan.
Così dicendo, si sdraiò sopra di me e iniziò a baciarmi il collo; se prima il mio cuore era impazzito, adesso mi esplose letteralmente nel petto.
Dopo quattro mesi eravamo di nuovo l'una tra le braccia dell'altro.
I vestiti vennero tolti e finalmente potemmo amarci davvero.
"Adesso puoi rispondere alla domanda che ti ho fatto prima? Come è andata in Australia?" domandai io quando avemmo finito, e mentre lui mi teneva stretta a se.
"Tutto bene. Ma quando avevo un pò di tempo libero, l'unica cosa a cui riuscivo a pensare eri tu. Eri il primo pensiero quando mi svegliavo e l'ultimo quando mi addormentavo." rispose Kellan.
Io sorrisi e gli accarezzai i capelli.
Dopo un pò ci addormentammo.
La mattina seguente, quando aprì gli occhi, vidi Kellan seduto sul letto con le spalle rivolte verso di me.
Mi misi a sedere sul letto, e dopo essermi avvicinata a lui, gli posai la testa sulla schiena, e gli misi un braccio intorno alla vita.
Lui mi prese la mano e se la premette contro il cuore, e posò il cellulare sul comodino.
"Tutto ok?" domandai io.
"Adesso che sei di nuovo al mio fianco è tutto perfetto." rispose Kellan.
Così dicendo, mi alzai e mi vestì dopo essermi fatta la doccia.
Mentre Kellan era in bagno, controllai il mio cellulare e vidi un messaggio di Sara:
Io sorrisi a leggere il messaggio, e pensai tra me e me che le mie amiche erano completamente fuori di testa.
"Ti hanno già data per dispersa?" domandò Kellan; non l'avevo nemmeno sentito avvicinarsi a me.
"No. Loro vanno a Central Park, e mi hanno detto che se voglio posso raggiungerle la, e puoi venire anche tu." risposi io.
"Mi piacerebbe, ma devo incontrarmi con i produttori del film che ho appena girato. Tu vai pure se vuoi. E lasciami il nome dell'hotel in cui alloggiate, così so dove trovarti." disse Kellan.
Gli scrissi il nome dell'hotel su un biglietto, lo salutai e salì in ascensore con la giacca in mano.
Raggiunsi le ragazze a Central Park, e le trovai vicino al gazebo: il luogo dove avevo incontrato Kellan la seconda volta, e dove per la prima volta mi aveva baciato.
Mi persi momentaneamente nei miei ricordi.
"Che c'è?" domandò Francesca.
"E' qui che Kellan mi ha baciato per la prima volta." risposi io.
"Che dolce. E stanotte? Racconta tutto. E non omettere i dettagli." disse Sara.
"E' stato meraviglioso. Mi ero dimenticata quanto fosse bello stare tra le sue braccia." risposi io.
"Siete una coppia fantastica. Ma perchè lui non è venuto con te?" domandò Francesca.
"Ha detto che doveva incontrarsi con i produttori del film che ha girato in Australia. E gli ho lasciato il nome dell'hotel in cui alloggiamo." risposi io.
Dopo che ebbero terminato l'interrogatorio, cominciammo a girare per la città.
Tornammo in hotel; tutte e tre avevamo delle buste in mano.
Ci eravamo un pò lasciate prendere la mano con lo shopping; ma per una volta potevamo anche farlo.
Dopo cena, eravamo tutte e tre nella mia stanza; indossavamo il pigiama, e stavamo chiaccherando.
Mentre parlavamo, mi arrivò un messaggio.
"Scommetto che è di Kellan." disse Francesca.
"Può essere solo lui." rispose Sara.
Aprì il messaggio, e detti ragione alle ragazze, perchè era di Kellan:
La mia risposta:
Posai il cellulare sul comodino, e continuammo a parlare.
La serata si concluse che ci addormentammo tutte sul mio letto: Sara e Francesca non tornarono nelle loro stanze.

TO BE CONTINUED...

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Passarono tre giorni da quando avevo rivisto Kellan, e poi non ne avevo più avuto l'occasione.
Quella sera, ci recammo tutte e tre insieme in un locale; eravamo vestite con degli abiti semplici ma eleganti al tempo stesso: il mio era blu, monospalla, con la scollatura a cuore, e l'orlo posteriore più lungo di quello anteriore.
Mentre eravamo sedute sui divanetti con i nostri bicchieri in mano, due ragazzi si avvicinarono a noi; avevano entrambi i capelli scuri, ma uno aveva gli occhi verdi e l'altro marroni.
Chiesero a Sara e Francesca di ballare con loro, e loro accettarono, lasciandomi le loro borse.
Mentre le mie amiche erano in pista, io controllai se per casao Kellan mi aveva cercato, ma vidi che non c'erano messaggi o chiamate.
Rimisi il telefono nella borsa, e in quel momento mi accorsi che c'era qualcuno accanto a me: alzai lo sguardo e vidi Kellan.
"Come mai qui tutta sola?" domandò Kellan sedendosi accanto a me.
"Sono qui con le mie amiche. Due ragazzi le hanno invitate a ballare e ora sono in pista. Tu invece che ci fai qui?" domandai io a mia volta.
"Sono qui con i miei amici. E ti ho vista." rispose Kellan.
In quel momento, Sara e Francesca tornarono; ironia della sorte scoprì che i due ragazzi che le avevano invitate a ballare erano gli amici di Kellan.
Quando uscimmo dal locale, i ragazzi vollero accompagnare me e le mie amiche in hotel.
Arrivati nella hall, Kellan mi prese da parte.
"E' da un pò che ci penso, e credo che sia arrivato il momento di chiedertelo: vuoi venire a vivere con me?" domandò Kellan.
"Vuoi dire qui a New York? Sarebbe fantastico, ma a Roma c'è tutta la mia vita. Non posso lasciare tutto così da un momento all'altro. Ho bisogno di un pò di tempo per pensarci." risposi io.
"Tu pensaci. Mi darai una risposta quando ti sentirai pronta. Solo non farmi aspettare troppo. Buona notte mia dolce Izzy." disse Kellan.
Così dicendo, mi sfiorò le labbra con le sue, e uscì dall'hotel insieme ai suoi amici.
Quando salimmo in ascensore, le parole di Kellan ancora mi risuonavano in testa.
"Che ti ha detto?" domandò Sara.
"Mi ha chiesto di andare a vivere con lui, qui a New York." risposi io.
"E tu gli hai detto di si spero." disse Francesca.
"Gli ho risposto che devo pensarci. Trasferisi da Roma a New York è un grande passo, e stiamo insieme solo da qualche mese. Se gli avessi risposto adesso, me ne sarei pentita subito." risposi io.
Prima di scendere dall'ascensore, augurai la buona notte alle mie amiche e e mi recai nella mia stanza, e chiusi la porta a chiave.
Kellan mi aveva chiesto di trasferirmi a New York e vivere insieme; ancora non riuscivo a crederci.
Arrivò l'ultima settimana che io, Sara e Francesca avremmo trascorso a New York.
Pensai tantissimo alla proposta di Kellan, e alla fine decisi che lo amavo troppo per separarmi ancora da lui: sarei andata a vivere a New York.
Le mie amiche furono felicissime della mia decisione, e dissero che avevo preso quella giusta.
Mi recai da Kellan per comunicargli la notizia: non potevo dargli la mia risposta per telefono.
Ma quando arrivai all'ingresso del palazzo, sentì la sua voce insieme a una femminile; mi nascosi dietro ad una colonna e sbirciai la scena.
Una ragazza bionda e molto carina, era vicino a Kellan; forse un pò troppo vicino, perchè in quel momento lei lo baciò.
Lui non se la tolse nemmeno di dosso; anzì ricambiò il suo bacio.
Avevo il cuore in gola, che quasi non respiravo più: mi tolsi dal collo la catenina con il ciondolo che lui mi aveva regalato a natale, e la lasciai cadere per terra.
Dopo di che, corsi via sperando che lui non si fosse accorto di me.
Tornata in hotel, corsi in camera mia, e iniziai a preparare la mia valigia; le lacrime non la smettevano di scorrere sul mio viso.
Bussarono alla mia porta ed andai ad aprire: erano Sara e Francesca.
"Che è successo?" domandò Sara, non appena vide la mia espressione e la valigia aperta sul letto.
"Torno a casa. Non ho più alcun motivo per rimanere." risposi io.
"Aspetta. Credevamo che fossi andata da lui per dirgli che vai a vivere con lui. E ora sei qui, in lacrime e senza il ciondolo. Che è successo?" domandò Francesca.
"Mi ha tradito. L'ho visto insieme ad un'altra ragazza; era bionda e molto carina. Lei l'ha baciato, e lui invece di respingerla ha ricambiato il bacio. Mi sono tolta la catenina e lo gettata prima di fuggire." risposi io.
Finì di fare la valigia, e dopo aver controllato di non aver dimenticato nulla, mi preparai ad uscire dalla stanza.
"Forse è solo un malinteso." disse Sara.
"No. So quello che ho visto. E non ho intenzione di rimanere qui un minuto di più. Torno in Italia, e questa volta per sempre. Voi restate pure. Ci vediamo presto." risposi io.
Le abbracciai, scesi nella hall, e uscì dall'hotel in cerca di un taxi dopo aver pagato la mia parte del conto.
Quando salì sul taxi, mi recai direttamente all'aeroporto, e presi un biglietto sul primo volo disponibile New York - Roma.
Mentre ero in fila per il check-in, la mia mente iniziò a vagare tra i ricordi: rividi ogni singolo istante che avevo passato con Kellan; e ora la nostra storia era finita.
Riportai la mente alla realtà, e mi accorsi che delle lacrime avevano iniziato a scorrere sulle mie guance.
Avevo solo tre persone davanti a me, e poi sarebbe stato il mio turno.
All'improvviso, sentì gridare il mio nome da un voce maschile alle mie spalle: la riconobbi subito.
Mi voltai di scatto, e vidi Kellan venire di corsa verso di me.
Coprì la distanza che ci separava, e non mi dette nemmeno il tempo per parlare, dato che prese il mio viso tra le mani e mi baciò, togliendomi letteralmente il fiato.
"Non partire. Resta con me." disse Kellan quando si staccò, sfiorandomi i capelli con una mano.
"Non mi hai lasciato scelta. Mi hai tradito. Ti ho visto." risposi io, allontanandomi da lui.
"Non c'è assolutamente nulla tra me e quella ragazza. Neanche la conoscevo. Mi si è attaccata addosso come una sanguisuga. Ho cercato di togliermela di dosso, ma aveva una presa molto forte." disse Kellan.
"Perchè dovrei crederti?" domandai io.
"Perchè è la verità. C'è solo una ragazza nel mio cuore, e solo lei può baciarmi. E quella ragazza sei tu. E non volevo in alcun modo farti soffrire." rispose Kellan.
Guardandolo negli occhi, vidi erano sinceri; gli misi le braccia intorno al collo, e stringendomi a lui, lo baciai.
Lui mise le braccia intorno al mio corpo, e stringendomi a se, ricambiò il bacio.
Sentì la gente intorno a noi fischiare e applaudire: mi staccai da lui, e ci mettemmo entrambi a ridere.
Kellan mi prese per mano, la valigia nell'altra, e tornammo al mio hotel lasciando la valigia nel bagagliaio della sua auto.
Le mie amiche erano nella hall e furono felici di rivedermi.
"Mi hanno detto che eri venuta da me per dirmi qualcosa." disse Kellan.
"Si, infatti. Avevo preso la mia decisione riguardo alla domanda che mi avevi fatto." risposi io.
Gli occhi di Kellan si illuminarono, dato che aveva capito di cosa stavo parlando.
"E quale sarebbe la tua decisione?"  domandò Kellan.
"Si. Vengo a vivere con te." risposi io.
Kellan mi prese per i fianchi e mi sollevò in aria.
Quando mi rimise con i piedi per terra, mi strinse forte a se.
Salutai le mie amiche, promettendoci di tenerci in contatto; poi insieme a Kellan, tornammo nel suo appartamento.
"Ora questa è anche casa tua. E lo è anche questa: l'ho trovata per terra. L'ho riconosciuta subito che era la tua." disse Kellan riallacciandomi al collo la catenina con il ciondolo a forma di cuore.
Quella sera, guaradmmo un film accoccolati sul divano; avevo le sue braccia intorno a me, e la mia testa era appoggiata al suo petto.
Mi addormentai, e Kellan mi portò in camera in braccio.
Due settimane dopo, tornai a Roma per svuotare il mio appartamento; dato che ero in affitto, non c'era molto di mio.
Così il proprietario poteva utilizzarlo come voleva; la mia ex vicina, come al solito non si fece gli affari suoi.
Mi recai in banca e chiusi il mio conto corrente, prelevando tutto il denaro contenuto al suo interno.
Quando mi fui assicurata di non aver dimenticato nulla, andai in aeroporto e tornai a New York dal mio ragazzo.
Avviai le pratiche per prendere la cittadinanza americana, e circa quattro mesi dopo, acquisì la cittadinanza e il diritto a votare.
Circa un anno dopo, Kellan mi chiese di sposarlo, e io accettai; mi fece trovare l'anello all'interno di un bocciolo di rosa rossa.
Ci sposammo circa sei mesi dopo: la cerimonia fu intima; solo i parenti e gli amici più stretti furono invitati.
Il viaggio di nozze si svolse nelle isole caraibiche: Kellan mi riempiva di attenzioni.
Circa dieci mesi dopo il nostro matrimonio, detti alla luce due gemelli: un maschio e una femmina, i cui nomi furono Gabriel e Clarissa.
Kellan, nonostante il lavoro, era un padre molto presente.
Avevamo una famiglia, ma a volte non potevo fare a meno di pensare al giorno in cui vidi Kellan per la prima volta a Time Square, e a quando il giorno dopo, mi aveva baciato per la prima volta sotto il gazebo a Central Park.

THE END

ANGOLO AUTRICE: eccoci arrivati alla fine di questa ff. spero che vi sia piaciuta. Grazie per le recensioni. E buon anno a tutti!!! Lois Lane 89

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