Dark Paradise

di _lukeysmjle_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Sydney. ***
Capitolo 3: *** New friends,maybe. ***
Capitolo 4: *** You found me,right? ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


‹‹e se scappassimo da tutto?›› disse il ragazzo dai capelli rossi che mi guardava pensieroso.

«cosa?»

«scappiamo da tutto,Alaska,andiamocene,prendiamo il primo volo per Sydney,facciamoci una nuova vita» disse entusiasta.
Se fossimo fuggiti ci saremmo lasciati alle spalle tutto lo schifo accomulato,avremmo ricominciato da capo,come un tasto ripristina,ci saremmo resettati e avremmo incominciato una nuova vita,ci pensai su finchè strappavo i fili d'erba.

«Io sono d'accordo con Michael» commentó il biondo rompendo il silenzio che si era creato.

Esitai,era la terza volta che noi tre fuggivamo.

«Ali,ti prego» chiese implorando Michael.

Sbuffai e «spiegatemi perchè sono la vostra migliore amica.» commentai.

Michael rise e «è un si?»

«Si.Ma dove hai intenzione di andare?»

«Sydney» commentó il biondo sistemandosi la bandana.

«voi siete pazzi»commentai,sorridendo a quei due,i miei migliori amici,quelli a cui non avrei mai detto di no,quelli che non mi avrebbero lasciata sola,quelli che avevano deciso che sarebbero sprofondati nel mio paradiso oscuro con me.

«allora,Sydney?» disse Michael,come se rivolesse una conferma.

«Sydney.» dissi.

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Capitolo 2
*** Sydney. ***


Tre volte,tre volte che fuggivamo da tutto,tre volte che ci lascevamo alle spalle tutti i casini provocati,stavamo scappando da tutto,avremmo rincominciato tutto,ci saremmo resettati. Era una mattinata di Dicembre,pioveva a Londra,ma non mi importava,amavo la pioggia,ero sotto le coperte,e poca luce illuminava il mio letto,strinsi gli occhi e dopo qualche minuto decisi di alzarmi,mi sedetti sul letto portandomi le gambe al petto,presi in mano il telefono e scrollai la rubrica sulla lettera "M". «Mh»rispose,probabilmente si era appena svegliato anche lui,lo capivo da come mi aveva risposto,di solito mi salutava con qualche diminutivo che nonostante sapesse che a me davano fastidio mi avrebbe sempre chiamato così per farmi comprendere il bene che mi volesse quel ragazzo. «Hey»dissi semplicemente io per poi «pronto per Sydney?» chiesi sorridendo,erano due giorni che Michael mi ripeteva Sydney,era entusiasta,voleva veramente scappare,e forse lo volevo anchio,o forse no,ma avrei seguito quei due idioti dei miei migliori amici perchè gli volevo bene e non potevo di sicuro negarlo. «Ovvio«disse,stava sorridendo,non lo potevo vedere ma lo capivo e proseguì « passa Ash a prenderti,cerca di farti trovare pronta» «ok» dissi ridendo,Michael e Ash erano gli unici ragazzi,le uniche persone con cui ridevo,e scherzavo,non rientrava nel mio carattere sorridere a tutti,loro avevano deciso di sprofondare nel mio oscuro con me,avevano deciso di condividere la mia insanità. «a dopo,ragazzina»mi congedò lasciando uscire una lieve risata dalla sua bocca e «sai che odio i tuoi nomignoli»si io infastidita e proseguii «a dopo Mikey»,sorrisi al telefono per poi bloccare la chiamata. Mi alzai dal letto,mi avvicinai allo specchio che avevo i camera e mi guardai,mi sistemai i capelli raccogliendoli in una coda alta,mi tolsi il pigiama e rimasi li davanti a contemplare il mio corpo,ero pallida e qualche cicatrice era impressa sul mio corpo,come per ricordarmi il mio passato,per ricordarmi che la mia vita non era rose e fiori,e se fosse mai stata rose e fiori probabilmente erano appassiti da tempo. Mi avvicinai all'armadio,e lo aprii,presi una felpa che molto probabilmente apparteneva a Ashton,era larga e quindi mi uscii dalla bocca un «sí,è di Ash»per convincermi,me la infilai e poi tornai a guardami allo specchio,avevo coperto ogni cicatrice che copriva il mio corpo,scossi la testa e mi rigirai all'armadio frugandoci dentro,presi i legghins neri,i miei amati legghins neri,e me li infilai,mi guardai un'ultima volta allo specchio, mi toccai con le mani le punte dei capelli biondo platino,chiusi l'armadio e presi il mio trolley verde laccato,era pronto da quando Mikey mi aveva proposto di scappare. Scesi le scale trascinandomi dietro il trolley che ogni tanto faticavo a trascinare,presi il telefono e chiamai Ashton,che non rispose alla prima chiamata,ci vollero tre chiamate per ottenere una risposta. «Dove cazzo sei»dissi urlandogli contro,senti una porta chiudersi e capii che probabilmente era appena uscito di casa e «ok,ti aspetto» dissi semplicemente per poi chiudere la chiamata,andai davanti la porta d'entrata e presi dall'attaccapanni il mio giubbotto,l'unico che occupava il posto su quell'attaccapanni,abitavo lì da sola,ero fuggita da mia madre e mio padre,che probabilmente ancora erano alla ricerca di Alaska White,insieme alla polizia, e «illusi» sussurrai toccandomi i capelli per poi frenare i miei pensieri. Mi infilai il giubbotto e uscii di casa,chiusi la porta a chiave,e misi le chiavi sotto lo zerbino per poi lasciarmi alle spalle la mia casa che per mesi mi aveva ospitato e «addio» dissi schiudendo le labbra,estrassi dalla tasca destra una sigaretta e la accesi,per poi sedermi sulle scale che precedevano la porta della mia vecchia casa,aspirai dal filtro per poi gettare fuori il fumo. Vivendo da sola e fuggendo avevo pure imparato a fumare. Gettai il mozzicone per terra per poi rialzarmi e prendere il trolley con la mano destra mentre con la mano sinistra presi il telefono chiamando Ash e «si può sapere dove sei finito?» dissi. «Sto girando l'angolo,arrivo»disse serio per poi chiudere la chiamata,e lo vidi da lontano con la sua macchina di seconda mano girare l'angolo e sfrecciare verso me,alzai la mano salutandolo,e lui fece uscire la mano dal finestrino ricambiando il saluto,sorrisi e lui accostó la macchina vicino me,scese e mi abbracció come per salutarmi e io avvolsi le mie mani attorno il suo collo,constrigendomi a andare in punta di piedi per raggiungerlo,dopo qualche secondo ci staccammo, lui prese il mio trolley riponendolo nel bagagliaio e «sali che partiamo,Michael ci raggiunge all'areoporto con la moto»mi congedó. Annuii e salii,e appena fui seduta lui partí,sfrecciando verso l'areoporto,durante il viaggio stavamo zitti,io contemplavo il paesaggio londinese che mai avrei rivisto,la malinconia e un po' di amarezza invasero il mio stomaco,il biondo invece era completamente concentrato alla guida,presi una sigaretta e la accesi,Ashton mi stava guardando,io continuai a guardare fuori dal finestrino per poi girarmi verso lui,fissai per qualche secondo quegli occhi verdi,e poi lui si girò tornando a guardare la strada e «beh?»dissi io continuando a guardarlo,contemplavo la sua perfezione nell'imperfezione e nonostante fosse il mio migliore amico,devo dire che si,Ashton era bello. «perchè mi stavi guardando»dissi,guardandolo sistemarsi la bandana che era solito indossare. «sei bella quando fumi» disse accennando un piccolo sorriso che fece comparire una fossetta sulla sua guancia,quelle parole fecero colorare le mie guance di un rosa chiaro e sorrisi imbarazzata aspirando dal filtro per poi gettare il mozzicone fuori dal finestrino. «Ma io dico»dissi intenta a costruire una conversazione, «ma a te e Michael non mancherá nemmeno un po' Londra?» Il biondo stette zitto e «no,a te mancherà?»disse dopo un po' di secondi che sembravano ore,lo guardai,mentiva, anche a lui sarebbe mancata Londra. «bugiardo»sussurai sorridendo,quasi per non farmi sentire e gli mollai un pugnetto sulla spalla. «Andiamo,Ali,veramente ti mancherá questo posto del cazzo?» disse infastidito Ashton guardandomi per un secondo. «Si,non fa per me abbandonare i ricordi,ed è la terza volta che lo faccio Ash.»la mia voce tremolava come la fiamma di una candela appena accesa,mi sarebbe mancata Londra,nonostante lo schifo che ci eravamo trascinati dietro per mesi,le pene scontate,i casini creati,ero affezzionata. «Se lo dici tu»fu l'ultima frase che uscí dalla bocca del biondo per tutto il viaggio. Iniziai a vedere l'areoporto da lontano,e Ashton aumentò la velocitá e lo raggiungemmo in pochi minuti,scesi dalla macchina e presi il mio trolley,finchè Ash cercava il parcheggio io presi il telefono,non feci in tempo a scrollare la rubrica sulla lettera "M" che due mani mi strinsero da dietro. «Michael?» dissi sorridendo,mettendo in mostra la fossetta che ogni tanto faceva la sua scena sulla guancia sinistra. «Ovvio,bionda»rispose lui,mi girai avvolgendo il suo petto con le mie braccia,stringendolo e «Sydney?» dissi. «Sydney.» Dopo un paio di secondi,ci staccammo da quell'abbraccio che pareva eterno,Ashton ci raggiunse e noi tre,come eravamo abituati,entrammo nell'areoporto,fecimo i controlli e dopo qualche ora fummo dentro l'aereo. «Sydney»ripetei sussurando per cogliere quel nome,ancora non capisco come mi sono fatta abbindolare da Ashton e Michael,scossi la testa e non stetti molto a pensarci. Eravamo decollati,mi trovavo vicino a Ashton,che dormiva e aveva poggiato la testa sulla mia spalla,Michael era un posto davanti a noi,e anche lui probabilmente dormiva,io stavo contemplando il panorama per poi voltarmi contro Ashton,sembrava sereno,gli accarezzai la guancia,lui mugugnò,e mi scappò una risata debole,sorrisi e appoggiai la mia testa su quella di Ashton,serrando gli occhi. Dopo ore di volo la voce metallica ci comunicò che eravamo finalmente atterrati a Sydney e ci augurò buona giornata,mi alzai insieme a Ashton,e scesi,faceva freddo e mi strinsi in me stessa per farmi caldo,io e Ash aspettammo Michael,che e aveva un sorriso stampato in faccia e «Sydney.» annunció. «Mi spiegate dove andiamo ora»dissi con le braccia incrociate attendendo una risposta da uno dei due. «Andiamo a iscriverci alla scuola» disse Michael e io non potei che scoppiare a ridere «noi, a scuola?» dissi ironicamente e ricevetti un «si»secco del ragazzo dai capelli rossi,Ashton chiamò un taxi e Michael gli diede le informazioni per arrivare a questa scuola. Negli ultimi mesi non andevamo a scuola,negli ultimi mesi facevamo quello che volevamo,quello che volevo. Arrivammo davanti questo enorme edificio e scesi dal taxi trascinandomi il trolley dietro,era un edificio alto almeno tre piani,possente,un po' rovinato,con scritte sul muretto che lo circondava,era affiancato da altri tre edifici che erano un'insieme di appartamentini tutti uguali per gli studenti probabilmente,tanti gradini precedevano l'entrata e questo edificio era decorato con dei piccoli giradinetti,nel complesso era carino. Entrammo in questo grande edificio,ci accolse una segretaria,che non fece altro che salutarci,spiegarci cosa offriva la sua e farci iscrivere e «ora vi do le chiavi delle vostre stanze» ci avvisò,frugò in un cassetto e ci allungó due paia di chiavi, la 230 e la 231,la congedammo con un «grazie». Ci dirigemmo verso i tre edifici e entrammo nel secondo,ci fecimo tre rampe di scale e quando fummo al terzo piano andammo alla ricerca delle stanze 230 e 231. «230 e 231»lessi,erano una di fronte all'altra,io e Ashton prendemmo la 230 mentre Michael la 231 che avrebbe condiviso con un suo futuro compagno di stanza. Entrai nella stanza,era abbastanza semplice,era totalmente bianca,a destra un bagno,poi una tv appoggiata su un mobiletto, per poi proseguire una porta-finestra con un balconcino e infine due letti che occupavano il centro della stanza e un'armadio. Appoggiai il trolley e mi gettai di peso morto sul letto più vicino all'armadio,per poi coprirmi con le lenzuola bianche e candide,Ashton era ancora sullo stipite e contemplava la scena,lo guardai e «hai intenzione di stare lí fino a domani?»dissi ridendo e «adesso entro»rispose,entrando e chiudendo la porta. «Non è male.»commentò,io non risposi al suo commento,mi limitai a guardare ogmi sua mossa,aprí la porta-finestra per fumare una sigaretta,guardava il paesaggio a cui la nostra stanza si affacciava. Buttò il mozzicone sotto di lui e rientrò chiudendo la porta-finestra,si sedette sul letto su cui io ancora ero coricata,e ancora scrutavo ogni sua mossa,si tolse la bandana che indossava e i capelli gli ricaddero sulla fronte ,con una mano glieli spostai dolcemente e lui sorrise lievemente perchè quei piccoli contatti con la mia piccola mano gelida gli facevano solletico. Si coricò poi accanto a me e io ancora lo stavo fissando,con un braccio mi spinse contro il suo petto e come un rifugio dal mondo,mi ritirai nel suo petto caldo,potevo sentire il suo battito,misi una gamba in mezzo alle sue e allungai un braccio verso i suoi capelli,che sfioravo,tiravo,e arricciavo,mi lasciò un bacio umido sulla fronte per poi chiudere gli occhi per dormire,e io lo seguii,chiusi gli occhi anchio e mi addormentai. ((((Michael's Pov))) Entrai nella mia stanza,semplice,con tutto ciò per vivere,mi appropriai del letto vicino alla finestra fin da subito e lo feci mio gettando la valigia sopra esso,aprii la porta-finestra e uscii,aspirando l'aria fresca del mattino,Sydney era completamente diversa da Londra,sapeva di nuovo ,mi accesi una sigaretta e finchè la consumavo contemplavo il panorama. Gettai il mozzicone,e rientrai,decisi di farmi una doccia,che mi avrebbe ripulito da tutto il marcio che avevo. Mi tolsi i vestiti che appoggiai sul mio letto,e andai verso il bagno,entrai e aprii la doccia,l'acqua scorreva,era bollente,mi ripulii da tutte quelle scorie,dopo un paio di minuti passati in doccia,decisi di uscire. presi un asciugamano che mi avvolsi alla vita,e tenendolo,uscii dal bagno,mi trovai davanti una figura non troppo alta,con la pelle ambrata,gli occhi leggermente a mandorla neri come la pece,i capelli altrettando neri erano leggermente arruffati,mi squadrava. «Ciao,sono Calum»disse con tono abbastanza imbarazzato,lo guardai dall'alto al basso e dal basso all'alto per poi dire «Michael» allungando una mano verso lui aspettando che la stringesse. «sei nuovo?»chiese,la risposta era ovvia ma gli risposi comunque «si». «sei qui da solo?» «no» dissi guardandolo,si stava dirigendo verso la porta-finestra,la aprii e prese dalle tasche una sigaretta che si portò alla bocca,non accendendola, e «sono qui con i miei migliori amici, magari,te li farò conoscere»proseguii finchè mi stavo vestendo. «magari»commentò e «io potrei farti conoscere Luke,è uno in gamba,un po' ribelle,strano e stronzo ma in gamba,organizza delle feste da sballo nella sua stanza.» «Propongo di andare da Alaska e Ashton,i miei due migliori amici» «come vuoi amico»mi seguii il moro. (((Alaska's Pov ))) Ero ancora intrappolata nel petto di Ashton quando sentii battere alla porta,aprii di poco gli occhi per poi richiuderli come se fosse solo un'illusione,cosa che non era,perchè continuavano a battere alla porta,allora aprii gli occhi mi liberai dalla presa di Ashton e aprii,due sagome mi si presentarono sullo stipite della porta,uno era riconoscibile,Michael,mentre l'altro mi era totalmente sconosciuto. «Chi cazzo è lui»dissi fredda accennando con la testa il ragazzo dai capelli mori. «Calum.Calum Hood,compagno di stanza di Michael.» «Alaska»risposi fredda invitandoli a entrare. Ashton era seduto sul letto,probabilmente non sentendo il mio calore,si era svegliato,Michael era seduto sull'altro letto,io ero appoggiata con la schiena alla porta mentre Calum,il ragazzo di cui non sapevo nulla era vicino a Michael. Il silenzio calò in quella stanza,Michael e Ashton erano assorti nel loro pensieri,mentre Calum rispondeva a messaggi al telefono e io ero impegnata a scrutare quella persona a me ancora sconosciuta. «Luke organizza una festa stasera,se volete venire,lo trovate alla stanza 1»annunciò il moro ripondendo il telefono nella tasca del jeans,Michael e Ashton risposerò subito «si,come potremmo non esserci» mentre io esitai,ma sentendomi tutti gli sguardi addosso non potei che sbuffare e annuire in segno di sconfitta sentendo esultare i tre. «Allora a stasera»ci congedò Calum,che uscí dalla stanza,andando probabilmente da questo "Luke",altro sconosciuto. «Dovremmo fidarci di questo Calum»commentai io sedendomi sul mio letto,non ricevetti risposta e in rassegnazione gettai la testa sul cuscino portandomi una mano sulla fronte,andando a arruffare la frangetta,Ashton e Michael mi guardavano,e poco dopo Michael si mise nel letto di Ash mentre lui si mise vicino a me e ci riaddormentammo tutti e tre insieme,come sempre. Arrivata la sera,eravamo ancora mezzi addormentati,io in particolare ero ancora scossa dal viaggio,io mi vedevo ancora a Londra. Per la festa alla stanza 1 non misi nulla di seducente,mi misi una felpa di Ashton blu,dei jeans e le vans,mi pettinai i capelli sistemando la frangia che mi ricadeva sulla fronte e mi sedetti sul letto aspettando Ash che stava decidendo quale bandana mettersi. Si girò verso di me e «blu o verde?» mi disse mostrandomie due bandane e io risposi «rossa,mettiti una bandana rossa» lui annuí e si misa una bandana rosso fuoco,poi si mise dei pantaloni neri che gli fasciavano le gambe e una felpa altrettanto nera,uscimmo dalla stanza chiudendola a chiave e bussammo alla porta di Michael, che aprí subito e uscí dalla porta anche Calum che ci accompagnò alla 1,vicino alla porta delle 1,appoggiati a terra si trovavano bicchierini,e la puzza di alcool e odorabile fin dal secondo piano. Calum bussò alla porta e nonostante la musica alta rimbombava per tutto l'edificio,si era udito le nocche del moro battere sulla porta,ci aprí un ragazzo,biondo con un ciuffo sparato in aria,con gli occhi color dell'oceano,le labbra inarcato in un lieve sorriso che metteva in mostra una fossetta sulla guancia destra,all'angolo della bocca si notava un piercing nero. «Hey Calum,sei in compagnia»disse stringendo la mano al moro,aveva una voce roca,ma non troppo roca per non poter renderla fragile,per non distruggerla. Continuavo a contemplare il ragazzo che ci aveva appena aperto la porta,e anche lui dopo aver squadrato Michael e Ashton si soffermò su di me,lanciandomi un'occhiata di sfida,che ricambiai con un sorriso malizioso. «Sono Luke»si presentò a noi. «Michael,loro sono Ashton e Alaska»rispose Michael che mi strinse la mano come per attirare la mia attenzione,e ciò non mi dava fastidio. «Entrate»ci invitò il biondino,e fui subito trascinata da Michael al bancone allestito probabilmente in caso di queste feste organizzate dal biondino. Un ragazzo si girò verso noi chiedendocu che bevanda volevamo,ordinai tre bevande super alcoliche e «fai te»lo congedai,lui annuí e inizio a mixare vari alcolici,Michael si sedette al bancone,come me,mentre Ashton stette in piedi,dietro di me,girando la sedia su cui stavo seduta e voltandola verso lui,mi fissò e io feci lo stesso,per poi ridere e lasciargli un bacio sulle labbra. Rigirai la mia sedia verso il bancone prendendo il mio bicchiere,Ash e Michael presero i loro bicchieri e «a noi »esclamò il ragazzo dai capelli rossi facendo tintinnare i nostri bicchieri fra loro. Ordinammo una decina di bicchieri super alcolici quella sera,noi siamo fatti cosí,ci godiamo la vita,se andiamo in un locale,la passiamo attacati a un bancone,con le bevande sotto mano.Eravamo tutti e tre sbronzi da far schifo. Michael dormiva sul bancone nascondendosi il viso con le braccia,mentre io e Ashton eravamo su due sedie appiccicate al bancone,lui si alzò e girò la mia sedia verso lui,mi aprí le gambe e si mise in mezzo,io avvolsi le mie braccia sul suo collo toccandogli i capelli,lui mi guardava sorridendo e io facevo lo stesso,lo baciai sulle labbra,una volta,due,tre,per poi prolungare il bacio. Il nostro era un rapporto insano ,se poi ci aggiungi pure un bicchiere alcolico. Si girò di schiena e mi prese in groppa. «Andiamocene Alaska,siamo ubriachi da far schifo e non vorrei mai sboccare addosso a qualcuno»commentò Ashton «E Michael?» Mugugnò per poi avvicinarmi a Michael e «svegliati coglione,dobbiamo tornare in stanza»dissi mollandogli una sberletta sulla testa coperta di capelli rossi. «Arrivo,voi andate,prima chiamo Calum,dovrebbe essere lá che balla»si giustificò Michael indicando dove dovesse troavarsi Calum. «ok»dissi solamente,non avevo più fiato per parlare quindi sussurai a Ashton di andare in camera perchè non avrei retto minuto di più e lui annuí. Finchè attraversavamo la stanza ancora immersa nella festa guardai i visi dei ragazzi che ballavano,felici spensierati per poi incontrare ancora quegli occhi color oceano,su cui mi soffermai,mi stavano guardando,mi squadrarono e Luke mi fece un cenno con la testa e io lo lasciai con un'occhiolino e un sorriso prima di varcare la porta che portava al corridoio. Ash si fece le tre di scale, e giunto alla 230 tirò un sospiro,aprí la porta spalancandola e mi appoggiò delicatamente al letto,mi levai le scarpe e i pantaloni,rimanendo con la felpa che a stento mi copriva il sedere,ma non importava. Mi tirai le coperte fino sotto le ascelle e chiusi subito gli occhi,Ashton si sedette sul suo letto. «Mi sento uno schifo»gli uscí dalla bocca «Anchio»commentai «Però è stato divertente»disse sorridendo «Si,ubriacarsi per noi è sempre divertente»gli feci notare. «Hai ragione»disse ridendo «Ashton»sussurai «Dimmi.»sussurò anche lui,il silenzio che era calato permetteva di far sentire anche il minimo sussuro. «Quel tipo,Luke, mi piace»dissi facendo notare la mia fossetta.

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Capitolo 3
*** New friends,maybe. ***


«Quel tipo,Luke,mi piace.» dissi facendo notare la mia fossetta. Ashton mi squadrò,come per voler risentire quel nome che poco fa era rieccheggiato nella stanza,socchiuse le labbra e «sei sbronza più del solito» mi lasciò, per poi lasciar cadere a peso morto la testa sul cuscino. «Ashton,dico sul serio,Luke,ha un non so che di misterioso,e poi quegli occhi color oceano mi intrigano» dissi sorridendo,quel Luke ancora da scoprire che la notte stessa avevo visto per la prima volta mi piaceva,ma non nel senso che tutti intendono,non era una cotta,e nemmeno un volere fare amicizia,era uno dei miei soliti pensieri contorti che solo una mente contorta come la mia potrà capire. «Sbronza» ripeté e poi continuò «lascialo stare,Alaska.» e con questa frase capii che il dialogo si sarebbe concluso lì,anche perchè io cominciavo a sentire tutto quello schifo ingerito quella sera contorcersi nel mio stomaco per prepararsi a essere rigettato. «Penso che tra poco vomiterò l'anima.» commentò Ashton che mi stava guardando finchè ero immersa nei miei pensieri,pochi minuti dopo corse veramente in bagno,e rigettò tutto,e quel tutto non era di certo solo l'alcool,era una cosa ancora più contorta,perchè si,io,Ashton e Michael avevamo imparato a nasconderci tra l'alcool,le sigarette e il sesso,eravamo fatti così,e in questo consisteva il nostro rapporto insano che avevo creato,forse avevo creato due mostri,ma la colpa è loro,io li ho solo fatti sprofondare e loro hanno deciso di lasciarmi fare. Sentivo Ashton gemere , stava vomitando il suo tutto,che lo avrebbe lasciato con un fottutissimo senso di niente,perchè dopo il troppo arriva il niente,mi alzai dal letto scostando le coperte che caddero per terra mi avvicinai al bagno,e l'idiota stava accasciato per terra accanto al bagno con la testa in esso,che contraeva la pancia per far uscire tutto lo schifo che aveva dentro,mi accovacciai vicino a lui,gli tirai i capelli per fargli alzare la testa lo guardai e «che schifo» fu ciò che mi uscì dalla bocca,lasciai la presa dalla testa e gli allungai una mano per aiutarlo a alzarsi,mi strinse forte la mano e si alzò, poggiandosi con una mano sul lavandino,aprii l'acqua fredda e lui si pulí il viso incrostato di vomito,io continuavo a guardarlo,guardavo ogni sua mossa,guardavo il mio mostro. «meglio?»chiesi guardandolo asciugarsi il viso,si ricompose e fece un cenno con la testa che considerai un sí,senza dire una parola,si diresse verso il suo letto e si lasciò cadere di peso morto,per poi chiudere gli occhi nell'intento di dormire,non sono per il fatto che domani iniziava scuola ma anche perchè vomitare era straziante. Era tardi,ma io avevo la pancia che si opponeva a me,e il sonno era assente,Ashton oramai si era lasciato andare,io stavo fissando il soffitto cercando di addormentami,inutile dire che i miei sforzi furono vani,la gola mi bruciava,e la pancia faceva capriole e si rivoltava. Dovetti sopportare quella tortura per tutta la notte,era la conseguenza del nascondersi nell'alcool. Quel mattino i miei occhi erano rossi lucidi,e due occhiaie viola li contornavano,la mia bocca socchiusa,e il respiro affannato,mi rigiravo nel letto per tentare di fermare quel dolore allo stomaco che per ore intere mi stava torturando,finchè non mi alzai di mia volontá e mi diressi in bagno per vomitare quel dolore lancinante,mi ficcai violentemente due dita in gola,e il primo conato uscii dalla mia bocca,poi il secondo,il terzo,feci uscire tutto. I versi che emettevo finchè vomitavo svegliarono Ashton che sembrava essere rinato in una notte,fece come me la scorsa notte,venne nel bagno,mi sollevó la testa,mi aiutò a alzarmi e mi fece lavare il viso. Ci spettava il primo giorno di scuola,io non me la sentivo,nonostante quei tre conati il dolore allo stomaco doleva ancor di più e «io non vengo» annunciai a Ashton che non mi disse niente,si limitó a vestirsi e a fare un cenno con la testa. «Fai quel cazzo che vuoi»disse prima di varcare la porta e «come sempre» lo congedai,emise un sospiro e varcò la porta,lasciandosi la porta alle spalle. Andai sul balcone e mi accesi una sigaretta,osservando cosa mi offriva il panorama quella mattina:tanti adolescenti che avevano circa la mia etá che si dirigevano a scuola,riconobbi Michael dalla sua chioma rossa fuoco,e con lui ovviamente dovevano esserci anche Ashton,Calum e Luke. Sorrisi alla vista di quest'ultimo,per poi fare un tiro dal filtro della sigaretta e gettare fuori il fumo,per intanto seguivo con lo sguardo quei quattro ragazzi che si dirigevano davanti scuola,si fermarono davanti a un muretto dove si poggiarono accendendosi una sigaretta,tutti assumevano la stessa posizione tranne Luke,tutti avevano un piede poggiato sul muretto e si rintanavano nelle spalle,Luke no, mi piaceva questo suo essere diverso. Gettai il mozzicone e rientrai,decisi che a scuola ci sarei andata,solo perchè era il primo giorno,quello giusto per fare buona impressione ai professori,aprii la mia valigia,presi dei legghins neri,poi presi una felpa di Ashton e misi le solite vans nere,presi il telefono e varcai la porta che portava al corridoio,scesi le scale e uscii dall'edificio,camminai velocemente verso quel muretto in cui avevo notato l'essere diverso di Luke ,e li trovai ancora lí. Mi notarono solo quando fui davanti loro,e mi squadrarono tutti tranne Luke che si limitò a una piccola occhiata per poi tornare a fissare il vuoto,io lo guardai per qualche secondo,per poi concentrarmi su gli altri. «Come mai sei venuta?»mi chiese Ashton che mi guardava negli occhi e «non volevo mancare il primo giorno»risposi semplicemente degnandolo di una piccola occhiata,rivolsi poi lo sguardo su Michael che mi fece un cenno con la testa per salutarmi e infine Calum che mi salutó con un semplice «ciao». Sentimmo la campanella che segnava l'inizio delle lezioni,i quattro gettarono i mozziconi delle loro sigarette e si diressero verso l'entrata,io mi limitai a seguirli,Calum e Michael erano in classe insieme,Ashton non era capitato in classe con nessuno,e io invece ero capitata in classe con lui,Luke. Ci salutammo nel corridoio principale,abbracciai sia Ashton che Michael e a Ashton diedi pure un bacio,e poi seguii il biondo che si dirigeva verso la nostra classe,ancora dovevo capire se avere in classe Luke era una cosa positiva o negativa,anzi,ancora dovevo capire se Luke era una cosa positiva,o era un mostro come me,Ashton e Michael. Entrammo in classe,nessuno era ancora entrato,nessuno si era ancora seduto,non c'era nessuno,solo noi ,che eravamo quel nessuno e a me andava bene cosí,mi sedetti all'ultimo banco in fondo,mi era sempre piaciuto starmene in disparte,Luke si era messo vicino a me,non so se questo fosse perchè ci semi-conoscevamo o perchè a lui piacesse stare in fondo,o perchè semplicemente si era sempre messo lí e quindi quello era il suo posto. Non parlevamo,io e lui,ci guardevamo attorno e i nostri sguardi non si incontravano,e questo era strano,quando siamo lontani i nostri sguardi si incontrano mentre da vicini i nostri sguardi non si cercano. Interruppero quel silenzio ragazzi che entrarono in classe e andandosi a sedere,li seguirono il professore,che si presentò,era il professore Mich,e non so se quello fosse il cognome,il nome o un diminutivo,era il signor Mich e basta,era di italiano,e nonostante fosse il primo giorno per tutti ci fece fare qualche verifica d'ingresso. Luke era abbastanza assente in classe,me ne ero accorta giá alla prima ora,perchè fissava il vuoto e nonostante fece i test senza problemi sembrava perso. A ogni ora un prof diverso,che si presentó,e ci fece fare qualche test o ci fece qualche domanda,dalla professoressa di latino che non aveva intenzione di dire nome o cognome perchè le piaceva tenersi misteriosa,al professore di inglese che era molto sociale e fu l'unico che ci fece qualche domanda molto semplice. Rieccheggiò la campanella che segnava l'ora della mensa,non sapevo assolutamente dove essa si trovasse,cosí aspettai che Luke si alzasse dalla sedia e si diresse alla mensa,lo seguii standogli dietro,uscimmo dalla stanza e iniziammo a camminare,ci dirigemmo verso la mensa,e appena varcata la porta si sentiva il vociare di ogni ragazzo. Michael e Calum erano giá al tavolo,quello più in fondo,e ci fecero segno di andarci a sedere. Avevano preso il cibo sia per me che per il biondo,ma non avevo molta fame,e cosí lasciai tutto quel cibo di mensa nel piatto. Ashton ci raggiunse poco dopo il nostro arrivo,era serio,e si sedette al tavolo senza parlare,e questo non era nel normale di Ashton,ma lasciai perdere perchè tutti hanno una giornata no ogni tanto,ma al posto mio ci pensò Michael e «qualcosa non va Ashton?» chiese molto spontaneamente e l'altro fece cenno di no con la testa,guardai Michael,e anche lui ricambiò la mia occhiata,che non voleva comunicare niente,era un'occhiata e basta,poi guardai Ashton che tenne gli occhi rivolti verso il basso,Luke e Calum stavano guardando questa intesa di occhiate da un po' di tempo,non capendo cosa stessimo facendo,dopo altri minuti che sembravano ore passate a guardarci, a lanciarci occhiate,mi alzai dal tavolo e uscii dalla scuola,sentii passi seguirmi da dietro,decisi di non girarmi e di lasciare che qualcuno mi seguisse,potevo benissimo fantasticare su chi mi stesse seguendo e questo mi piaceva. «Stai andando fuori?» chiese una voce rauca,annuii e l'identità dei passi che seguivano i miei fu svelata,il ragazzo che stava vicino a Luke ,dalla pelle ambrata ,dai capelli neri e arruffati,dagli occhi neri mi aveva seguito,lo squadrai , lui si avvicino a me e «posso venire con te?» chiese gentilmente, all'inizio non risposi ma poi annuii e «come vuoi» dissi semplicemente,sorrise alla mia risposta e uscimmo dalla scuola insieme,andammo al muretto e ci poggiammo a esso,lui assunse la stessa posizione di sempre mentre io mi sedetti,mi allungò una sigaretta che accettai,le accendemmo e tirammo su dal filtro,il ragazzo moro che stava accanto a me mi guardò mentre gettavo fuori dalla bocca il fumo inspirato,lo guardai anchio e «che cazzo guardi» mi uscì dalla bocca molto spontaneamente,rise,ma non smise di guardarmi. «è strano» commentò. «cosa»chiesi e lui disse «il tuo modo di fumare» per un attimo rimasi perplessa dalla sua risposta ma poi gli sorrisi,e distolsi lo sguardo dal ragazzo moro,andando a fissare la sigaretta che tenevo tra le dita,me la portai alla bocca e feci un'altro tiro profondo,Calum mi continuò a guardare. «Beh vedi,Calum» iniziai a dire socchiudendo le labbra, «voi fumate per il gusto di farlo»affermai,mi guardò e io feci lo stesso. «Sì,e allora?»disse sfacciatamente «Voi fumate per il gusto di farlo,io fumo per morire»affermai,sorrisi a quella frase,mi piaceva,avevo appena svelato una piccola parte dell'Alaska che non era visibile a tutti,mi squadrò e una risata sonora di scherno uscì dalla sua bocca. «Ma che cazzo dici?»commentò fra le risate e «coglione,non puoi capire» lo congedai,capì che la conversazione era conclusa,e capì anche di non aver capito ciò che io gli avevo appena detto,gettai il mozzicone della sigaretta e me ne andai alla 230,lasciandomi alle spalle Calum che rimase lì solo a fumare,il che non mi importava. Entrai nella 230 spalancando la porta,la chiusi un secondo dopo aver varcato la porta,e mi accasciai a terra,presi dalla tasca il telefono che era rimasto lì per tutta la mattina,lo accesi e lo appoggiai per terra,mi allungai leggermente verso la valigia,estrassi gli auricolari,tornai alla posizione di prima,attaccai le cuffie al telefono e me le misi,facendo partire la riproduzione casuale. "An angel will die Covered in white Closed eye And hoping for a better life This time, we'll fade out tonight Straight down the line" Io ero dentro quelle parole,solo in un modo molto più contorto,io non ero un angelo,forse una volta sì,ma ora ero un mostro che aveva infettato altri angeli,inutile dire che quegli angeli erano Michael e Ashton,ma me lo sarei sempre ripetuta,la colpa non era mia,ma di Ashton e di Michael,loro avevano deciso di lasciarsi infettare,non lei. La canzone finì e questo interruppe per pochi secondi i mieipensieri,che iniziarono subito dopo che iniziò un'altra canzone,ed era strano come la mia vita si basasse su pensieri. "Everytime I close my eyes It’s like a dark paradise No one compares to you I’m scared that you won’t be waiting on the other side Everytime I close my eyes It’s like a dark paradise No one compares to you I’m scared that you won’t be waiting on the other side" Ero stata inghiottita nel mio paradiso oscuro,e ci sarei rimasta,nel mio paradiso oscuro,nessuno poteva riportarmi alla realtà,ci avevano provato,ma i risultati si sono visti,ora Ashton e Michael stavano a mio stesso modo,e la colpa non era mia, era nostra. Fermai la musica quando sentii qualcuno bussare alla porta,mi alzai,buttai il telefono sul mio letto e impugnai le chiavi con cui aprii la porta,mi ritrovai davanti Michael,che senza chiedermi il permesso di entrare,entrò e si mise seduto sul mio letto,non mi guardò in faccia,non mi salutò,stava lì,sul mio letto facendo ciondolare i piedi,mi degnò di uno sguardo solo quando gli dissi «che cazzo vuoi.». Mi fissò,il suo sguardo non faceva trapelare nessuna emozione,lo fissai anchio per qualche secondo e poi mi riaccasciai a terra,si decise a parlare «ma che cazzo ti è preso con Calum» disse. Subito rimasi in silenzio guardandolo negli occhi,e poi sospirai,e lui fece lo stesso e «stupida» mi disse,e io sospirai un'ulteriore volta «non è colpa mia se è un coglione e non mi capisce» commentai,Michael rise,e poi si alzò dal letto, venendo verso me,per poi accasciarsi a terra vicino a me,mi guardò e mi lasciò un bacio sulle labbra,«perchè non provi a essere carina con Calum al posto di dirgli coglione che lo conosci praticamente da nemmeno due giorni» feci di no con la testa e lo guardai seccata,mi dava sui nervi quando trascinava una cosa per giorni,era un aspetto che Michael aveva da sempre,e dovevo ancora capire se fosse un pregio o un difetto «no» risposi seccata e lui mi sorrise dandomi un'altro bacio, «dovresti provare a accettarlo invece» ribatté,sbuffai a quelle parole e le uniche cose che mi uscirono dalla bocca furono «insegnami a cambiare,a fidarmi delle persone»,mi guardò per poi sorridere di nuovo,fece un cenno con la testa,ci alzammo entrambi e ci abbracciammo,sospirai perchè le nostre piccole inutili discussioni finivano sempre con un sorriso e un abbraccio,sempre. «dimmi cos'è che rende la vita degna di questo nome»dissi,finchè lui mi stringeva con le sue braccia,lui non rispose. Ci lasciammo da quell'abbraccio che ci sarebbe piaciuto far durare anni,e lui si sedette sul letto,io andai sul balcone per fumarmi una sigaretta,ma fui interrotta il secondo prima che la accendessi perchè qualcuno stava bussando alla porta,Michael andò ad aprire,ci si presentarono davanti Ashton che entrò senza salutare,seguito da Calum e dal ragazzo coi capelli biondi e gli occhi color oceano che tanto mi piacevano,Luke. «Ciao.»dissi,li avevo salutati solo perchè per una volta volevo sembrare felice,e anche perchè mi girava bene in quel momento,nessuno ricambiò il mio saluto,sbuffai, e mandai a fanculo tutti in silenzio. Mi rigirai verso il panorama,e mi affiancò il biondo,che era assorto nei suoi pensieri,guardava il panorama e io invece guardavo lui,a lui sembrava non dare fastidio,quindi continuai la contemplanzione di quel ragazzo con gli occhi color azzurro intenso. «Vuoi una sigaretta?»mi chiese,non sembrava voler conversare con me,e potrá sembrar strano ma lo stesso era per me,non volevo fidarmi subito delle persone,prima dovevo conoscerle a fondo,e poi le avrei fatte sprofondare,annuii comunque alla domanda del biondo,e estrasse dagli skinny jeans neri un pacchetto di sigarette,me ne passò una,e iniziammo a inspirare. «È strano»disse,non capivo se si riferiva a me ,come aveva fatto Calum in precedenza o se si riferisse a altre cose ambigue che rimurginava nella testa da chissá quanto tempo. «cosa»chiesi,guardandolo. «Tutti fumano per il gusto di farlo,e io invece lo faccio per morire » sorrise guardando la sigaretta che si teneva fra le dita facendo notare la fossetta,anchio sorrisi,lo feci per la frase che aveva detto. «è la stessa cosa che penso anchio»commentai,gettai il mozzicone della sigaretta giù dal balcone e rientrai,Calum,Ashton e Michael stavano parlando di quanto fosse strano il mio commento fatto a Calum in precedenza,mi irritai leggermente,ma non dissi niente,andai a sedermi sul letto di Ashton su cui era seduto,e guardavo Calum che mi stava di fronte mentre ascoltavo la loro conversazione in cui il tema ero proprio io. «Alaska è strana»commentò Michael guardandomi e sorridendo,io gli lanciai una occhiataccia ma poi mi calmai e risposi «sono strana per voi» e mi guardò anche Calum sorridendo «sei strana a modo tuo»commentò e io li mi irritai,non mi conosceva,non sapeva un cazzo di me,e di certo non poteva aver capito tutto di Alaska quando con Alaska ha parlato una sola volta. «Finiamola con ste cazzate»disse Ashton,che sembrava seccato da quella conversazione,nel momento in cui stavo per aprire bocca per parlare entrò il biondo,e si sedette sul mio letto in cui Michael e Calum stavano discutendo di quanto io fossi strana. «Anche Luke è strano»commentò Calum guardando Luke che non commentò niente,stette zitto e ascoltò,era come me ma allo stesso tempo non era come me,era un sfida,quella di riuscire a capire Luke,una sfida che avrei accettato e che avrei vinto. «Mi va bene così»furono le uniche cose che disse,non mostrando emozioni in viso,stava seduto,in silenzio,assorto nei suoi pensieri,mentre torturava coi denti quel piercing sul labbro. «Sarebbe meglio se ora andaste»commentò il ragazzo che mi stava accanto,Ashton era scazzato,e sapevo cosa voleva dire,erano quei momenti in cui non si doveva disturbare la sua anima tormentata,ma io potevo disturbarla,perchè sono io l'arteficie dei suoi disturbi. Quando tutti uscirono senza dire parola,guardai Ashton,subito non ricambiò il mio sguardo,dovetti pronunciare un «Ash» per farmi guardare,i nostri occhi si scontrarono e urlarono tutto,si quel tutto. «Voglio solo stare solo»quando sottolineava la parola solo,significava proprio solo,voleva i propri spazi e rispettavo questo suo aspetto caratteriale,uscii dalla stanza e bussai alla 231,e mi aprì Calum,entrai senza chiedere il permesso,lui non commentò,si limitò a farmi entrare e a chiudersi la porta alle spalle. «Come mai qui?» disse ironicamente,c'eravamo appena visti e già ero alla ricerca di un rifugio,non mi importava chi fosse quel mio rifugio,se un mio amico stretto come Michael o uno sconosciuto che non potevo ancora considerare amico come Calum. «Ashton vuole stare solo»dissi molto sfacciatamente. «E dato che Ashton non è disponibile,hai deciso di venire a cercare Michael»commentò sorridendo,c'era un pizzico di malizia nel suo sorriso,mi intrigava quel ragazzo,come mi intrigava Luke. «Beh,io non capisco perchè tu non riesca a interpretare i miei pensieri però allo stesso tempo li capisci eccome.»commentai,sorridendo appena,non era un sorriso forzato,era un sorriso che mi era venuto abbastanza spontaneo. «Resti strana che io capisca o non i tuoi pensieri»disse ricambiando il sorriso che gli avevo dedicato,mi alzai molto spontaneamente e andai incontro al ragazzo moro,lo abbracciai,lo so che lo presi alla sprovvista ma comunque mi strinse anche lui,aveva la stessa stretta di Michael,forte,che ti fa sentire al sicuro. «Forse,stai diventando qualcuno per me,Calum,e anche Luke,vi conosco appena,ma è come se vi conoscessi da una vita»dissi stringendo ancor di più la presa

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Capitolo 4
*** You found me,right? ***


Mi svegliai molto prima del dovuto e mi ritrovai a fissare il soffitto,bianco e monotono,girai la testa verso il letto di Ashton,che dormiva,non era sorridente come tutte le notti in cui nel silenzio lo guardavo dormire,era serio,sembrava quasi turbato,e non penso che mi avrebbe mai detto il perchè,era fatto così,era pronto a ascoltare per ore i tuoi sfoghi,ma quando lui aveva bisogno di sfogo non ne parlava a nessuno,e congedava tutti con un «voglio restare solo» e non potevi opporti al suo restare solo,potevi anche provarci,ma ogni cosa sarebbe stata vana,era fatto così,e a me sinceramente quel così piaceva, perchè anchio ero un così. Ashton quando dormiva era proprio bello,giaceva sul letto,con la faccia seria,ogni tanto semiapriva gli occhi ma li richiudeva il secondo dopo,era adorabile,si nascondeva tra le coperte,come per avere uno scudo,e quando dormiva sembrava così sereno,cosa che non era ultimamente,e io non potevo aiutarlo perchè ero la ragione della sua non serenità,ero il suo turbamento,e non sapevo il perchè. Smisi di ammirare ogni particolare di Ashton,mi alzai e mi infilai una felpa che probabilmente a me non apparteneva,essendo troppo larga,mi misi dei pantaloncini per coprire le mutande che indossavo,incalzai le mie solite vans e molto spontaneamente uscii dalla 230,cercando di non far rumore,mi diressi verso il muretto su cui il giorno prima quattro ragazzi avevano fumato una sigaretta aspettando la campanella di scuola,verso il muretto in cui avevo rivelato al moro con la pelle ambrata un piccolo pezzo di Alaska,una parte non accessibile a tutti,verso il muretto in cui il moro mi aveva schernito e verso il muretto in cui mandai a fanculo il moro,per tutti sembrava un muretto qualunque e invece celava piccoli ricordi,in due giorni aveva raccolto tutti questi ricordi. Poggiato al muro intravidi una sagoma,che non riconobbi dato la lontananza,mi avvicinai ma la lontananza era ancora troppa per focalizzare la sagoma,mi avvicinai ancora un po' fino a quando non fui davanti alla sagoma,il ragazzo biondo dagli occhi color oceano che tanto mi intrigavano,Luke. Mi sedetti sul muretto su cui lui era appoggiato,nessuna parola,nessuno sguardo,nessun cenno con la testa,niente,il silenzio regnava,il biondo teneva la testa bassa e ogni tanto si passava una mano tra i capelli,decisi di fare la prima mossa,lanciandogli un'occhiatina,non ricambiò, ma non importava,mi piaceva guardarlo,guardare ogni sua mossa ed esaminarne una ad una,si mise a torturarsi il piercing,e lo trovavo dannatamente bello. «Vuoi una sigaretta?»chiese,come aveva fatto il giorno prima,lo guardai e sorrisi facendo sì con la testa,me ne allungò una,la accendemmo subito,tirammo su dal filtro, «hai mai provato la droga,quella sì che ti fa sballare» dissi entusiasta tenendo la sigaretta fra le dita,«no» affermò non mostrando emozioni,mutai il mio sorriso in un'espressione sconsolata,«magari te la faccio provare prima o poi» dissi con un sorriso malizioso stampato in faccia,mi guardò inarcando un sopracciglio e io risi,«non sto scherzando,ti faccio provare un po' di eroina» risi amaramente e lui mi guardò con un sorriso sbilenco in faccia,la mia risata aumentò nel vedere la sua espressione e alla fine si trasformò in una gara a chi rideva più forte. «Alaska.»sentir scandire il mio nome da Luke era come ascoltare la tua canzone preferita,scandiva così bene ogni lettera,assaporandola,mi guardò negli occhi e «perchè?» annunciò,«perchè cosa» dissi sbigottita,«perchè lo fai,perchè innietti quella roba nel tuo corpo» la sua faccia mutò dal sorriso sbilenco a una faccia seria,«nessuno ha detto che io ancora lo faccia»affermai iniziando a torturare la cioccia bionda che mi ricadeva sugli occhi,«scometto che lo fai ancora»affermò,«e hai ragione»annunciai «la prima volta che mi sono inniettata quella roba sono stata benissimo,avevo bisogno di un rifugio,e mi rifugiai in quello,forse ora lo faccio molto meno di prima,ma la situazione è la stessa.» avevo appena svelato una parte molto intima e nascosta di Alaska a Luke. Il sole iniziava a sorgere,ma io ero ancora lì,sul muretto,in pigiama con Luke,a parlare di me,tra nemmeno un'ora sarei dovuta andare a scuola,e anche Luke,ma non ci importava,stavamo lì noi,«senti Alaska» stavo adorando quel suo scandire bene il mio nome,con quell'accento australiano,non dissi niente,mi guardò negli occhi e pochi secondi dopo mi disse «ho capito che il dolore è personale ma tanto fa male uguale,quindi che male ti fa in fondo? »rimasi a bocca aperta,lui sorrise alla frase che aveva appena detto,compiaciuto,io taqui. «Forse ora dovremmo andare» mi fece notare Luke,sorridendomi per l'ennesima volta,ero riuscita ad avere una conversazione con Luke,mi piaceva questa cosa,ritornai alla 230,la aprii e Ashton ancora giaceva sotto le coperte,con la testa appoggiata sul cuscino,non provai a svegliarlo,non solo per la paura che fosse ancora turbato da qualcosa e anche perchè non mi piaceva svegliare la gente,mi sedetti sul mio letto presi il telefono,lo sbloccai,e vidi due messaggi: uno apparteneva a un numero sconosciuto,uno a Michael. Decisi di controllare prima il messaggio di Michael, "Oggi non veniamo a bussarvi per andare a scuola insieme,vi raggiungiamo direttamente al muretto.Buongiorno Alaska.x",non gli risposi,e andai subito a controllare il messaggio ricevuto da un numero non salvato sul telefono,"Alaska spero che Michael ti abbia detto di stamattina,il punto è che dobbiamo fare scorta,comunque ci vediamo al muretto :)",Calum,lo riconobbi dal modo di scrivere,gentile e premuroso,a lui risposi,"buongiorno.x" e misi giù il telefono,ignorando le milioni di chiamate dei miei genitori,che ogni giorno ricevevo,e che ogni giorno mi costrigevano a spegnere il telefono. Ashton si svegliò giusto nel momento in cui appoggiai il telefono sul letto,«ciao»dissi guardandolo alzarsi dal letto e dirigersi verso l'armadio,in cui aveva riposto alcuni vestiti,estrasse una felpa e degli skinny jeans neri,come sempre,non rispose al mio saluto,era scazzato,e lo capii quando lo guardai e lui mi disse «che cazzo vuoi?». «Si può sapere che ti prende,è da ieri che sei scazzato,c'hai il ciclo per caso?»gli urlai,e lui sbattè un pugno contro la porta del bagno,non gli aveva fatto male,era abituato a lanciare il suo sfogo contro oggetti con un pugno,«non rompermi i coglioni.»annunciò,congedandomi,ma non mi fermai lì solo perchè lui me lo aveva ordinato,«scherzi vero,si può sapere che ti prende,dio fa schifo vederti così.»dissi,i miei occhi diventarono leggermente lucidi a quelle parole,ma cercai di trattenermi dal piangere,mostrarmi debole non migliorava niente,non mi dette risposta,si vestì e uscì dalla 230,lasciandomi lì,come un cane abbandonato,lo odiavo ma allo stesso tempo gli volevo bene,mi vestii anchio,infilai una felpa che stranamente mi apparteneva e i soliti leggins neri,varcai la soglia della porta e la 230 mi si chiuse alle spalle. Andai al solito muretto in cui stamattina io e Luke avevamo avuto una conversazione che non consistesse solo nel chiedere sigarette,Ashton,Michael e Calum già stavano lì a fumare,con lo zaino che gli penzolava da una sola spalla,io non avevo uno zaino perchè della scuola non me ne importava,non mi sedetti questa volta,rimasi in piedi a fissare quei tre ragazzi consumarsi nelle sigarette,andai vicino a Michael,mi misi in punta di piedi per arrivare all'altezza del suo orecchio,mi poggiai a lui e «di cosa avete fatto scorta»gli sussurai,sorrise e estrasse tre sacchetti colmi di polverina bianca,me ne allungò uno e io me lo misi in tasca,era da un po' che non assumevo quella roba,e poi Luke aveva detto di voler provare. «Dov'è Luke?»chiese Michael,mi guardai intorno e mi accorsi che mancava veramente Luke,Calum estrasse dalla tasca il suo cellulare,scrollò la rubrica fino alla "L" e chiamò Luke,rispose subito,«dove cazzo sei?»chiese scontroso Calum,«sto arrivando,stavo solamente facendo una doccia» e mise giù,Calum sbuffò riponendo il telefono in tasca e estraendo sempre da essa una sigaretta,l'ennesima,chiese a tutti se ne volessero una,io accettai,Ashton anche,Michael invece rifiutò. Lo sguardo di Ashton ancora era basso,nemmeno ci guardava in faccia,e averlo li davanti dopo avergli confessato che vederlo così mi fa stare male rende le cose terribilmente difficili,cercai di distogliere lo sguardo dal ragazzo castano con una bandana in testa,ma i tentativi furono vani,avevi gli occhi puntati su Ashton,ed era come se si fosse fermato il mondo,detestavo essere il disturbo di Ashton ma non ci potevo far niente,lui era precipitato con me,eravamo due diamanti nella merda. Spostai il mio sguardo su Michael che era sereno,si guardava intorno,e ogni tanto accennava qualcosa a Calum,che non compresi dato il suo tono basso,tra pochi minuti sarebbe suonata la campanella,Luke non era ancora arrivato,tentai di guardarmi intorno cercando quei due occhi azzurri,ma non incontrai il suo sguardo,perchè non c'era,non era lì. «Perchè deve fare il coglione»commentò Calum che bloccò quel momento di silenzio che si era creato,«beh,vedo che si parla di me»annunciò una voce dietro di me,mi girai e incontrai quegli occhi profondi,sono sicura che se li avessi fissati ancora un po' mi sarei persa,«dove minchia stavi»chiese Calum irritato,«a farmi una doccia te l'ho detto,ora entriamo che sta per suonare la campanella»non fece in tempo a dirlo che la campanella suonò e ci dirigemmo tutti verso la porta d'entrata,sarei stata impregnata per troppe ore lì dentro,seduta su ua stupida sedia,a ascoltare stupidi professori che spiegano stupidi argomenti. Ashton camminò velocemente verso la porta d'entrata,senza aspettarci,a testa bassa,e nonostante Calum provò a chiamarlo ad alta voce,lui ignorò totalmente Calum come ignorò me per due giorni interi,penso che avessero un po' capito come mi sentivo,quanho Ashton fu lontano i tre spostarono lo sguardo su di me,con uno sguardo interrogativo,sorpreso,e preoccupato,io scrollai le spalle e continuai a camminare,fino a giungere alla porta,li ci salutammo e andammo nelle rispettive classi,mi sedetti all'ultimo posto,l'unico rimasto e uguale fece Luke,e come il primo giorno ci ritrovammo vicini. Appena iniziò la lezione io poggiai la testa sul banco e cercai di recuperare le ore in cui ero a parlare con Luke al posto di dormire,che poi ancora dovevo capire cosa ci facesse Luke al muretto così presto, ma non ci detti troppo peso,lui rimase attento per le varie lezioni al contrario di me,che solo al secondo giorni di scuola fui richiamata troppe volte dal professore di matematica,«Alaska,ne ho abbastanza,fuori»mi urlò dietro quel bastardo,e io tranquillamente uscii,e me ne andai a fare un giro per i corridoi,ogni tanto mi fermai per parlare con qualche bidella che puliva per terra,poi trovai delle scale,che non mi sembravano solo delle scale,incuriosivano,e fu così che decisi di salirle e arrivai a una porta,che giustamente aprii,era una stanza abbandonata,buia,piena di ragnatele,addobbata da un piccolo tavolo polveroso al centro,una finestra era posta di fronte esso,spalancata,entrava un'aria leggera,solo dopo aver esaminato la stanza notai che una sagoma giaceva per terra vicino alla finestra,mi avvicinai a essa e fui sorpresa che quella sagoma fosse proprio Ashton. «Che ci fai qui»chiesi prima io,non mi diede riposta,e i suoi occhi non incontrarono i miei,forse mai si sarebbero rincontrati,«tu che ci fai qui»disse con voce bassa,tanto bassa che poteva essere scambiato per un sussurro,non dissi niente,ma presi il suo viso fra le mie mani,mi scappò una lacrima e «Ashton dimmi solo cosa ti prende»,le mie mani fredde a contatto col suo viso caldo gli dava un lieve fastidio,gli diedi un bacio leggero sulle labbra,lui mi fece fare,dopo avergli rubato un bacio mi misi accanto a lui. «Ashton,basta ignorarmi»mi guardò,il mio sguardo incontrò il suo,era spento,cupo,triste,e urlava cose rimaste segrete per troppo tempo,sono marcite e ora vogliono uscire allo scoperto,prostrarsi davanti a tutti,«non so»rispose,era strana la sua risposta,e per una volta non ero riuscita a decifrare Ashton Irwin,il mio migliore amico,«come non sai?» chiesi. «E' strano vederti andare via lentamente,sì sono passati due giorni ma io sento già che ti sto perdendo,già da quando Michael è diventato come noi,non ci bastevamo noi due?»disse sorridendo aspramente,ricordando tutta quella merda,ne avevamo passate tante insieme,e i ricordi giacevano sul fondo del nostro cuore e ce li portavamo dietro come macigni posti sulla nostra schiena. «Ashton»scandii ogni lettera,lui mi guardò,e gli scappò una lacrima anche a lui,sorridemmo insieme,ci alzammo,e la conversazione finì lì,lui tornò in classe e io pure,rientrai nonostante non avessi chiesto al professore. La lezione passò in fretta,fortunatamente e andai alla mensa con Luke,ci sedemmo al solito tavolo,mangiammo la solita roba e andammo fuori da scuola come sempre,solo che mancava Ashton che si stava distaccando dal gruppo per colpa mia,per paura di perdere me,cosa non vera, io volevo bene a quell'idiota ma non sembrava capirlo,e stava diventando quasi pazzo all'idea di perdermi,la cosa mi piaceva perchè voleva dire che non mi avrebbe mai lasciato ma allo stesso tempo mi scocciava,non l'avrei mai sostituito. Fumai velocemente una sigaretta e andai subito alla 230,in quel momento l'unica cosa era mettere le cose apposto con Ashton,entrai e notai che era sul balcone,lo raggiunsi,e solo «Alaska»pronunciò,io sospirai, «Ashton,fammi parlare,porca puttana»lo interruppì,raccolsi quanta più aria possibile e cominciai a parlare,«Smarrita ed insicura mi hai trovata,sdraiata sul pavimento,tutta sola, a fumare l’ultima sigaretta» sospirai ancora una volta «Mi hai trovata,giusto?» «Ti ho trovata»annunciò,mi guardò nelle iridi color ghiaccio e mi abbracciò. « ti perdo, in qualche modo ho trovato un modo per perdermi in te, hai sempre pensato che avrei lasciato me stesso aperto,ma non sapevi che ero già rotto,mi sono detto che non sarebbe stato così male ,andandotene prenderai tutto quello che ho» disse finchè stingeva di più la presa,io piansi all'idea di perdere Ashton,non dissi niente,lasciai che le lacrime bagnassero la spalla di Ashton,che sentendomi piangere cominciò a accerezzarmi la schiena per farmi calmare,e ci riuscì,a farmi calmare. Ti ho trovata,e ti perdo.

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