Trappola ad alta quota

di Alone_K
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Camminai lentamente lungo il corridoio dell’ Heartland Express con lo sguardo fisso davanti a me. Percorsi qualche altro metro e i miei occhi si posarono su un passeggero del vagone numero nove, terza classe. Una donna di pelle scura, sui trentacinque anni, teneva in braccio un bambino e tenendo le palpebre abbassate, ciondolava avanti e indietro come per cullare quel piccolo fagotto.

Mi avvicinai ancora un po’, sempre lentamente per non spaventarla. Il boato degli aerei che volavano minacciosi sopra le nostre teste era sempre più persistente, ma riuscii ad afferrare che dalle sue labbra uscivano parole e suoni alle mie orecchie incomprensibili. Non parlava americano, ma probabilmente nella sua lingua d’origine e quella che stava recitando non era di certo una ninna nanna. No, aveva tutta l’aria di essere… una preghiera.

Una preghiera. Ripresi a camminare ma la cantilena di quelle parole mi risuonava nella mente. Perché stava pregando? Forse mi stavo lasciando prendere troppo dalla situazione. Sarà perché da piccola avevo paura del buio, ma quella fobia l’avevo superata da tempo. O forse no?
Ero talmente presa dai miei pensieri e dalla situazione stramba che stava accadendo su quel treno che non mi ero minimamente accorta di essere seguita.

 


MY SPACE
Hola gente! XD
Breve presentazione da parte mia a tutti voi. Mi chiamo Chiara (Kia), ho 21 anni, frequento l'università e amo leggere e scrivere, soprattutto amo le storie avventurose e con un pizzico di brivido.
Cosa posso dire della storia che mi accingo a scrivere? Ho tante idee che mi frullano in testa,anzi in realtà ne ho una e ben precisa, ma è talmente complessa che sembrano mille e mille idee. (Che casinista che sono XD) 
Vi posso dire che in questa storia ci sono cenni di qualche film comead esempio "Il domani che verrà, Maze runner, Hunger Games". Per cenni intendo spunti, non vere e proprie parti tratte dei film. 
Quello che ho pubblicato ora è solamente un prologo, in cui riprendo una parte che si verifica a storia già avviata. Come avrete capito quasta scena è ambientata su un treno e, come spero abbiate letto dalla trama, su questo treno vi è un improvviso balck out.
Spero che come me amiate le storie di avventura e un po misteriose e pericolose e vi invito a continuare a leggere.
Vorrei tanto che mi faceste sapere che ne pensate in generale, perche mi rendo conto che come primo capitolo è corto,ma questo solo perchè la storia vera deve ancora iniziare. 
Ho scritto troppo ora, lasciatemi qualche commento, giudizio, critica; ne sarei felice. 
Bacioni, Kia. 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


 Olivia





Salve, mi chiamo Olivia Newton, e questa è la mia avventura.
 
Mi descrivo brevemente per rendervi più semplice l’immagine mentale della mia fisionomia.
Diciotto anni, magra ma nel giusto, capelli castani raccolti sempre ed esclusivamente in una coda di cavallo che arriva a metà schiena. Il colore degli occhi non so dirlo nemmeno io con esattezza; è un mix di sfumature che va dal verde dell’erba tosata al blu delle acque più profonde dell’oceano. Tutti dicono che ho le iridi molto belle quindi mi fido.
Naso. Il naso è la parte del mio corpo che mi piace meno ad essere sincera, perché all’angolo destro, dove si incontrano narice e guancia, vi è un piccolo neo color caffè. La sua presenza mi turba e ogni volta che mi specchio vorrei non vederlo, ma lui è sempre lì, ovviamente.
Quella piccola macchia mi da la sensazione di non essere perfetta.
Non che io mi ritenga tale, anzi, tutto il contrario.
Oltre a quel neo, ho anche gambe storte e poco seno. Ecco, questa sono io fisicamente.
 
Per quanto riguarda il carattere qui viene il bello.
Determinata. Determinata prima di tutto. Voglio una cosa, la ottengo; voglio farla, la faccio. Senza se e senza ma.
Questo può essere sia un pregio che un difetto, ma io protendo di più per il pregio in quanto odio arrendermi ed essere determinata mi fa sempre andare avanti per la mia strada, sia questa giusta o sbagliata.
Diffidente. Non do confidenza facilmente. Per fidarmi di una persona ci metto un po’ di tempo, devo essere sicura che questa non si prenda gioco di me, e se lo fa, allora può aspettarsene delle belle.
Vendicativa. Se qualcuno mi fa un torto, state certi che io, con una strategia migliore e più efficace della sua, lo farò a lui facendogliela pagare cara.
 
Ora che ho elencato le caratteristiche che potrebbero sembrarvi negative, passerò alle positive. (
(Si, non sono così spigolosa come avrete già iniziato a pensare.)
Estroversa. Se, dopo aver constatato che posso fidarmi, una persona mi piace, mi lego a lei alla svelta.
Sono solare, mi piace ridere e far ridere, scherzare e divertirmi.
Altruista. Cerco sempre di fare il meglio per me stessa ma anche per gli altri. Almeno una volta alla settimana, passo alla mensa dei poveri della mia città (della quale vi parlerò fra poche righe) a dare una mano e a scambiare qualche chiacchiera con i senza tetto.
Mi piace aiutare chi è in difficoltà, mi fa sentire importante e utile per qualcuno.
 
Veniamo ora alla mia città.
Sono nata a Shawnee, capoluogo della Contea di Pattawatomie, Oklahoma.
Il paese conta su per giù più di trentamila abitanti, il clima è caldo, proprio come piace a me, e in esso sorgono due importanti università, entrambe di stampo cattolico.
Mia mamma vorrebbe che mi iscrivessi alla St. Gregory’s University, ma io sono ancora in alto mare per la scelta. In ogni caso ho tutta l’estate per pensarci.
Ho parlato solo di mia mamma perché papà è morto tre anni fa, stroncato da un infarto improvviso.
 
Beh, questa sono io, ed ora partiamo dal principio.
 
 
 
 
 MY SPACE
Eccomi qui ragazze belle. Questo è il primissimo vero capitolo della storia. Olivia ha dato una descrizione di sè, che ne pensate? Come vi sembra questa ragazza diciottenne? A me piace molto (ahaha sono un pò di parte)
Lasciate qualche vostro commento ci terrei tanto, e fatemi sapere se devo continuare oppure no.
Baci a tutte, Kia ;)

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Era il 10 giugno del 2008 e il sole, quella mattina, splendeva come non mai nel cielo color pastello.
 
La scuola era finita da una settimana, e io me ne stavo comodamente sdraiata sotto le lenzuola del mio letto matrimoniale pensando a cosa avrei potuto fare in quel giorno di totale libertà. Di compiti non ne avevo perché quello era stato l’anno del diploma e avevo conseguito la maturità con, a mio parere un ottimo risultato: 78/100. Ero libera come il vento di fare ciò che più mi andava.
 
Mi alzai con il busto e appoggiai la schiena alla parete fredda dietro di me.
Nello stesso istante in cui compii quel gesto, probabilmente destato dal fruscio della coperta che veniva spostata, Nikita fece capolino dalla porta della stanza.
“Ciao dormiglione, dove ti eri cacciato a ronfare?” domandai retoricamente accarezzandolo sulla testa pelosa appena lui balzò sulle mie ginocchia.
Nikita è il mio cane, non che fedele compagno di giochi e di avventure dall’età di quattro anni. E’ un pastore belga che sarebbe completamente nero se non fosse per le sue zampe bianche; a volte lo chiamo ‘quattro calzini’ ricordando in questo modo il lupo del famoso film interpretato da Kevin Costner “Balla coi lupi”.
Sorrisi guardando il suo muso baffuto e i suoi occhi, quegli occhi che mai mi avrebbero tradita.
 
-
 
Drin. Cinque minuti più tardi, mentre ero intenta ad indossare una t-shirt colorata e degli shorts forse un po’ troppo corti ma estremamente comodi, il mio cellullare squillò.
Lasciai perdere le calze e le ciabatte e mi avvicinai a piedi scalzi al comodino sul quale era posato dalla sera prima.
Era Lauren, la mia migliore amica, che mi chiedeva se quel pomeriggio mi andava di fare il “giro delle aquile”.
Vi starete chiedendo cosa sia il giro delle aquile. Ebbene, eccovi accontentati.
Il giro delle aquile è semplicemente una passeggiata al Fresh Park, il parco del quartiere, dove i rapaci siamo la sottoscritta, Lauren Clark e Brody Reed, tre amici inseparabili dalla terza elementare.
 
Dopo aver risposto affermativamente al messaggio, scesi le scale diretta alla cucina seguita da Nikita.
“Cosa mangiamo questa mattina Niki?” chiesi più a me stessa che a lui aprendo lo sportello del frigorifero. Tirai fuori uno yogurt bianco dolce, dopo di che afferrai il barattolo di nutella sistemato sulla credenza.
Nutella immersa nello yogurt, che bontà.
Amavo i miei miscugli culinari e ogni volta mi sentivo un piccolo chef che aveva inventato una nuova ricettina, anche se non era affatto così. Autoconvinciamoci.
Feci colazione a quel modo, diedi un pezzo di pane al mio fedele compagno che mi stava implorando con i suoi occhioni languidi, e passai la mattinata stesa sul divano a guardare la televisione senza il minimo interesse fino all’ora di pranzo.
 
Come di consueto mia mamma rincasò dall’ufficio alle 12.30.
“Ciao Olly! Sono a casa!” esclamò vedendomi. “Tutto bene?”
Annuii e nel mentre mi alzai. “Mangiamo l’insalata ok? Non ho molta fame” proposi sedendomi sulla sedia della sala da pranzo.
“Certo, come preferisci, ma potresti sforzarti di mangiare qualcosina in più ogni tanto” fu la sua risposta.
Ecco, ci risiamo.
‘Mangia di più’, ‘sei dimagrita’, sempre così.
In effetti aveva ragione, non lo nego. Dalla morte di mio padre ero passata dai 63 kg che ero ai 50 kg di ora. Non credo sia una cosa psicologica anche se probabilmente lo è, ma semplicemente anche una piccola insalata condita con olio e aceto riesce a sfamarmi. Qual è il problema?
Anoressica non sono, quindi non capisco perché mia madre si ostini a dirmi come devo mangiare. Mi sazio cosi punto e stop.
Aperta e chiusa la parentesi sul cibo, pranzai e verso le quattro meno dieci misi il guinzaglio a Nikita e allegramente ci dirigemmo verso il parco, punto di ritrovo dei tre moschettieri, nonché aquile e altri mille nomi di battaglia.
 
-
 
“Olivia Newton arriva a traguardo con due minuti di ritardo, come al solito” ridacchiò Brody cercando di imitare un telecronista sportivo. Sorrisi andando incontro ai miei amici e, dopo aver liberato il cane da ogni vincolo, eseguimmo il nostro saluto rituale: in cerchio, un ‘batti dieci’ anzi che ‘batti cinque’ e pugni chiusi al centro.
Era un saluto un po’ banale, me ne rendo conto, ma era quello dall’inizio della nostra amicizia e non volevamo distruggerlo.
Dopo aver chiesto ad entrambi se stavano bene e se avevano novità, nonostante li avessi visti il giorno precedente, ci avviamo a passo lento lungo il vialetto centrale del parco, diretti al grande salice.
Giunti a destinazione, con Nikita alle calcagna, ci sedemmo sotto i folti rami piangenti dell’albero. Quello sarebbe stato l’ultimo giorno. L’ultimo giorno delle nostre chiacchiere, battute, scherzi, sorrisi. L’ultimo giorno prima delle nostre vacanze.
“A che ora partite domani?” chiesi ad entrambi.
“Io parto alle 5.00 stanotte e lui.. alle 9.00 giusto?” disse Lauren seguita dal cenno affermativo di Brody.
Sospirai. Mi sarebbero mancati terribilmente. Una partiva per l’Egitto, luogo d’origine, e l’altro per la California, sede della casa dei nonni paterni.
“Tu invece a che ora parti martedì?” mi domandò la ragazza dalla pelle olivastra.
“Ho il treno alle cinque e ventidue” risposi strappando qualche filo d’erba dal terreno. Sarei andata a trovare mia nonna per tutto il mese di giugno. La voglia non mi assaliva a dire il vero, ma ero felice di rivedere mia nonna.
“Quindi non vedrai James..” bisbigliò Brody con un ghigno ironico.
James non è un ragazzo, o meglio sì lo è, ma non è il ragazzo a cui piaccio o con cui sto, purtroppo.
James è James Blunt. Sì proprio lui, il cantante inglese, nonché il mio preferito.
Lo adoro, adoro la sua musica, la sua voce, e lo trovo anche attraente.
Avrebbe tenuto un concerto a Midwest City a metà giugno ma io ovviamente non avrei potuto partecipare.
“Già, che palle..” sbuffai dispiaciuta.
 
Dopo circa due ore passate a parlare del più e del meno, al calar del sole ci salutammo con uno di quegli abbracci che stanno a significare che quelli erano veri amici, che loro per te ci sarebbero sempre stati.
Riallacciai il guinzaglio al collare del mio amico a quattro zampe e con sconforto tornai verso casa.
 
 
MY SPACE
Ciao a tutte! Vi ringrazio immensamente per le vostre recensioni, mi ha fatto un sacco piacere sapere cosa ne pensavate e devo dire che sono soddisfatta :)
Questo è il secondo capitolo e conosciamo i migliori amici di Olivia (vi ho allegato le foto sotto, così potete capirecome sono fisicamente) che però purtroppo ci abbandonano già... ma non è detto che non torneranno più ;) 
Conosciamo anche il cagnolone di Olly,Nikita. Mi sembrava giusto inserire il fedele amicodell'uomo perche amo gli animali e ho un cane xD
Cosa ne pensate del nuovo capitolo???? DITEMELO. 
Baci a tutte e alla prossima,
Kia.



   BRODY         LAUREN


   NIKITA

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