Helen Rose - il Pooka perduto

di BriarRose99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dove sei, Sophie? ***
Capitolo 2: *** Sola nel bosco.... O forse no? ***
Capitolo 3: *** Tesoro... Questa è la parte più bella! ***
Capitolo 4: *** Helen Rose ***
Capitolo 5: *** Sogni realizzati ***
Capitolo 6: *** Incontrando i guardiani ***
Capitolo 7: *** Domande ***
Capitolo 8: *** Incontri notturni ***
Capitolo 9: *** Sabbia e sangue ***
Capitolo 10: *** La verità affiora ***
Capitolo 11: *** Conforto ***
Capitolo 12: *** Chiacchiere tra amici ***
Capitolo 13: *** Oscuri propositi... ***
Capitolo 14: *** La festa ***
Capitolo 15: *** Voci misteriose ***
Capitolo 16: *** Perdonami... ***
Capitolo 17: *** ...Helen...? ***
Capitolo 18: *** Biancospino: fiore di speranza ***



Capitolo 1
*** Dove sei, Sophie? ***


Se ne stava lì, sdraiato sull'erba soffice e verdissima, punteggiata da fiori multicolori. Inspirò il dolce profumo dei gelsomini e lavanda. Quell'anno la natura era più rigogliosa che mai nella sua tana.
La Pasqua era finita, ormai, e la caccia alle uova era stata un successo, come mai prima di allora. Sorrise. Tutti i guardiani avevano contribuito, a modo proprio, nella preparazione di tale avvenimento. 

Dentolina aveva preparato delle deliziose uova dai colori brillanti.
Nord aveva decorato ogni uovo con molta cura, rigorosamente in rosso.
Jack Frost... Beh, aveva fatto del proprio meglio. Le sue uova non erano state dipinte con la massima precisione, ma risplendevano di brillanti fiocchi argentati. Graziose, davvero.
Sandman, invece...

Ad un tratto, qualcosa lo colpì in pieno muso. Con un balzo si rizzò in piedi, le zampe sui boomerang, lo sguardo accigliato...
Non si aspettava certo di vedere davanti a sè il piccolo ometto dorato che lo guardava spazientito.
Sandman cercava di attirare, invano, la sua attenzione già da diversi minuti. Si sa, il nostro omino del sonno non è di tante parole... Tirargli addosso una delle sue uova era stata la scelta migliore...

Calmoniglio si rilassò alla vista del guardiano. Certo, avrebbe preferito evitare l'uovo sul muso...

:- Sandman! Che ci fai qui, amico?

Il volto di Sandman, da arrabbiato, si fece preoccupato. Varie figure apparvero sulla sua testa:

l'esile figura di una bambina dai lunghi capelli
un bosco
un punto interrogativo

Immagini di non facile interpretazione, certo. Ma per chi, come Calmoniglio, era stato abituato ad interpretarle per anni, il messaggio era chiaro:
Sophie era sparita nel bosco di Burgess, la sua città.

Sophie. La piccola adorabile succhiapollice. Ricordò come si fosse divertita quel giorno con lui nella sua tana. Ricordò la sua risata, i suoi occhi pieni di gioia, il suo sguardo colmo di meraviglia...
Calmoniglio sussultò al pensiero di non vederla più.Tuttavia mantenne la calma, e, cercando di non lasciar
trasparire l'ansia, rispose:

:- Dobbiamo andare a cercarla, Sandman, ci vediamo al palazzo di Nord!

Detto questo, battè leggermente la zampa sull'erba soffice della sua tana, aprendo una galleria, e vi saltò dentro senza esitazione. In pochi minuti sarebbe giunto all'imponente palazzo di Babbo Natale, nel freddo Polo Nord. Rischiare di congelarsi le orecchie o sopportare un altro giro sulla slitta non rientrava esattamente nel suo programma.

Ma doveva trovare Sophie. DOVEVA.

:- Dove sei Sophie?

 

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Capitolo 2
*** Sola nel bosco.... O forse no? ***


I guardiani si riunirono nella sala principale del palazzo di Nord. Al centro della stanza si innalzava imponente il globo rappresentante tutti i bambini che credevano in loro. Le luci risplendevano numerose.

Dentolina svolazzava ansiosamente di qua e di là, contorcendosi le mani e ripetendo in continuazione "Oh, povera piccola..."

Nord chiamò a gran voce gli yeti, ordinando loro di preparare la slitta e le renne al più presto. Destinazione: Burgess.

Jack Frost, intanto, spiegava ad un irrequieto Calmoniglio cosa era accaduto. Lo spirito della neve e del divertimento, di solito in vena di scherzi, era paurosamente serio... Brutto segno...

:- Sono andato a trovare Jamie... Sai, per fare una delle nostre battaglie di neve... E lui era lì vicino al bosco, e chiamava Sophie. Mi ha detto che sua sorella stava raccogliendo dei fiori e che probabilmente si era allontanata troppo e...

Mentre lo spirito della neve descriveva l'accaduto, le leggende si stavano dirigendo velocemente verso la slitta di Nord.
Calmoniglio ODIAVA la slitta. Gli bastava sentirsela nominare per diventare pallido e nervoso, dato che immaginava le terribili acrobazie in cui Nord amava cimentarsi.
Ecco perché lasciò tutti a bocca aperta quando vi balzò immediatamente dentro e afferrò le redini.

:- Allora vi muovete o no?!


Per il momento, lasciamo i guardiani alla loro spedizione e concentriamoci sulla piccoletta che aveva provocato tanto trambusto.

Dov'era Sophie?

La bambina si era addentrata nel bosco, tenendo ancora in mano un mazzetto di margherite un po' appassite, cercandone altre. Aveva intenzione di regalare quei fiori a Calmoniglio, il suo guardiano preferito, con la speranza che egli li piantasse nella sua immensa tana. 

Finalmente Sophie aveva ottenuto il numero desiderato di margherite, circa una decina, ed era pronta per fare marcia indietro e tornare a casa... 
Ma... Dov'era casa?

La piccola guardò a destra, poi a sinistra.
Poi di nuovo a destra.
E a sinistra.

Tenendo sempre stretto il mazzetto di margherite (non le avrebbe mai lasciate per nulla al mondo) si accasciò a terra e cominciò a singhiozzare. Il bosco sembrò farsi più oscuro e minaccioso intorno a lei.

Jamie non c'era.
Sua madre non c'era.
Calmoniglio non c'era.

Era sola.

Dopo qualche minuto di singhiozzi disperati, Sophie udì un fruscìo provenire da dietro un albero vicino e notò una figura muoversi. Si rizzò in piedi, curiosa, e si avvicinò...
Vide due lunghe e morbide orecchie.
Le SUE lunghe e morbide orecchie.
Non poteva essere altro che....

:- Il coniglietto di Pasqua! Hop hop!

Esclamò Sophie, saltellando felice verso l'albero, già tendendo il mazzetto di fiori.

"Lui", sentendola arrivare, si voltò, e la guardò teneramente.

Solo che non era un "lui".

Ma una "lei".

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Capitolo 3
*** Tesoro... Questa è la parte più bella! ***


:- Calmoniglio! Tu ora da a me redini!

:- Non ci penso neanche! Non voglio saperne di giri della morte, voglio che le carote che ho mangiato restino dove sono!

:- Calmoniglio, forse dovresti dare retta a Nord e lasciar guidare lui...

:- NO! Tanto stiamo per atterrare!

:- Dentolina ha ragione, canguro! Sai almeno come fare un atterraggio con la slitta?

:- Ehm...N-No... Perchè, scusa tu lo sapresti, signor so-tutto-io?

:- No, ma non sono io quello alle redini in questo momento...

:- Calmoniglio! Occhio a casa davanti a teeeeeeeeeee.....

La slitta schivò per miracolo l'abitazione, atterrando, non troppo elegantemente, al suolo. Sandman, Jack e Dentolina, capaci di volare, evitarono per un pelo lo spiacevole impatto.
Al contrario,  Calmoniglio  si ritrovò addosso ad una renna, e Nord capitombolò a terra, piuttosto nervoso...

:- D'ora in avanti... IO GUIDA SLITTA!

Tuonò Babbo Natale, cercando di rialzarsi, aiutato da un Sandman alquanto divertito. Calmoniglio si allontanò subito dalla renna e si guardò attorno. Dove poteva essere Sophie? Individuò il lago, oltre il quale si innalzavano maestosi i verdi alberi del bosco. 

:- Sophie è lì, lo sento....

:- In tua pancia?

La battuta di Nord strappò un rapido sorriso sul muso del coniglio, che però tornò subito serio.

:- Dividiamoci, non può essere lontana! Dobbiamo trovarla, prima che si cacci nei guai!

Ognuno prese dunque una strada diversa, sperando, in cuor proprio, di trovare la piccola succhiapollice.

La bambina in questione non era affatto nei guai. Era appena giunta insieme ad Helen Rose presso una verde radura non lontana da lí. 

:- Eccoci qua, fiorellino...

Sophie si guardò attorno, confusa.

Verde... Verde... Verde...

Non riusciva a scorgere il minimo accenno di fiori. Niente margherite bianche... Niente lavanda profumata... niente rose rosse...

Delusa e dispiaciuta, la bambina tirò leggermente la manica dell'abito di Helen, attirando la sua attenzione:

:- Dove sono fiori?

Il Pooka, che si aspettava una domanda simile, la guardò e le strizzò l'occhio.

:- Oh, tesoro... Questa è la parte più bella!

A quel punto, accadde qualcosa di straordinario.

Helen battè un paio di volte la zampa sul suolo e, sotto di essa, sbocciarono fiori dai colori allegri e dall'inebriante profumo. Essi si succedettero velocemente, occupando ben presto l'intera radura: il verde prato divenne una sorta di enorme tappeto multicolore. 

Helen guardò soddisfatta la sua opera, e abbassò lo sguardo per vedere la reazione di Sophie. La piccola, dal canto suo, aveva gettato all'aria le piccole margherite, e si era letteralmente tuffata in mezzo ai fiori, indecisa su quali raccogliere.

Helen la guardò intenerita...si stava affezionando sempre di più alla bambina.

:- Hey Sophie, sai come si fanno le ghirlande di fiori?

:- No! Come?

Le due passarono l'ora successiva ridendo e intrecciando boccioli su boccioli. Sophie si era praticamente scordata di dover tornare a casa, ed Helen si era ripromessa di riaccompagnarla dalla sua famiglia non appena sarebbe calata la sera. 
Mentre erano lì, allegre, spensierate e con fiori intrecciati tra i capelli, Sophie udì una voce familiare chiamare il suo nome dal bosco...

Il suo visetto si illuminò. Era Calmoniglio, stavolta ne era certa. 

:- A quanto pare ti stanno cercando, Tesoro...

Sophie non rispose. Guardò il bosco, poi Helen, e, dopo averla presa per mano, la trascinò con sè verso la voce.

:- Il coniglietto di Pasqua! Devi conoscerlo!

Helen la seguì, senza capire... Chi era questo coniglietto di Pasqua? Perchè lo doveva conoscere?
Notò qualcosa di indistinto correre tra gli alberi, gridando il nome della piccola,  e sentì che Sophie mollava la presa della sua zampa per precipitarvisi contro.

:- Sophie, aspetta!

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Capitolo 4
*** Helen Rose ***


Provate solo a immaginare lo stupore della bambina in quel momento.

Sophie si aspettava di vedere il suo coniglietto di Pasqua, ma i suoi grandi occhi verdi si spalancarono di meraviglia quando videro la creatura di fronte a lei.

Proprio come Calmoniglio, lei era un Pooka. Una femmina di Pooka...

Una bellissima femmina di Pooka.

La coniglia si alzò lentamente da terra, sorridendo dolcemente a Sophie. Quest'ultima non potè fare a meno di ammirarla....

La cosa che colpiva di più in lei erano gli occhi. Grandi e luminosi, brillavano di ogni sfumatura esistente di azzurro. Non solo esprimevano dolcezza e serenità, ma anche determinazione e gioia. Una luminosa gioia tinta di azzurro.

La sua pelliccia era di un delicato color nocciola, perfettamente in tono con i lunghi capelli castani che ricadevano morbidi fino alle spalle. Un' orchidea vicino all'orecchio li appuntava da un lato.

In quanto Pooka, era alta, circa un metro e ottanta, e il suo corpo era snello e slanciato, nonostante le curve generose. La figura era completata da un vestito color rosa pallido, non troppo lungo, la cui forma ricordava quella di una rosa che sta sbocciando.

Questa, signori e signore, è Helen Rose.

L'ingenua mente infantile di Sophie formulò un unico, veloce pensiero:

"È la fidanzata di Calmoniglio!"

Stava per chiederglielo, in effetti, ma Helen si accovacciò alla sua altezza e prese la parola per prima:

:- Ciao Rosellina, come ti chiami?

Sophie, incantata e sollevata alla vista di una così dolce creatura dei boschi, ricacciò indietro le lacrime.

:- Sophie...

:- Piacere Sophie -: rispose lei, tendendo la zampa.

Sophie gliela strinse... Sembrava una zampa di velluto!

:- Io sono Helen Rose... Dimmi cosa ci fai qui nel bosco tutta sola?

La bambina sventolò fiera davanti al muso divertito della coniglia le sue margheritine, ormai appassite.

:- Fiori per coniglietto di Pasqua!

:- Coniglietto di Pasqua?

Dovete sapere che Helen, come Calmoniglio, credeva di essere l'ultima dei Pooka, poiché non aveva più visto qualcuno della sua stessa specie dal giorno che... Beh, lo scoprirete solo leggendo.
 
:- Sì, il tuo fidanzato!

Fidanzato? La faccenda si complicava! Helen si limitò ad annuire sorridendo pensando:

"Ah...Quanta fantasia hanno i bambini!"

Lei non aveva mai avuto molte occasioni per stare con i bambini, ma amava osservarli da lontano, udire le risate e gioire con loro. Non era una guardiana, pertanto era visibile a tutti, ma non se l'era mai sentita di avvicinarsi ai ragazzini.

Helen fu dunque colpita dal modo in cui Sophie si comportava di fronte a lei: non appariva spaventata, no... Un po' confusa, certo, ma...

:- Presumo che quei fiorellini siano per il coniglietto di Pasqua allora... 

Sophie annuì energicamente.

:-Sono un po' appassiti vedo, ma conosco un posto in cui ce ne sono tantissimi, colorati e profumati! Vieni, Sophie...

Detto questo, si alzò e prese per mano Sophie, sempre più affascinata ed entusiasta della sua nuova amica.







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Capitolo 5
*** Sogni realizzati ***


Calmoniglio stava correndo a quattro zampe nel bosco già da un pezzo, guardando speranzoso di qua e di là alla ricerca della chioma bionda della bambina. Il cielo aveva già cominciato ad imbrunirsi sopra Burgess, e il bosco si era incupito sempre più. 

:- Sophie!

La chiamò per l'ennesima volta. Nessuna risposta.
Non l'aveva trovata.

Stava per tornare indietro, sconsolato e avvilito, pregando l'uomo nella Luna che qualcuno dei suoi compagni l'avesse recuperata, quando un rumore di veloci passi felpati dietro di lui lo attirò. Alzatosi in piedi, si voltò di scatto e rizzò le orecchie, spalancando i grandi occhi verdi...
Non ci poteva credere... Era proprio...

:- Il coniglietto di Pasqua! 

Accadde tutto molto in fretta. Sophie si gettò sopra il guardiano, costringendolo ad abbassarsi fino alla sua modesta altezza. Lo strinse forte come un peluche, aggrappandosi al suo morbido pelo grigio-azzurro e ridendo felice.
Il coniglio, seduto a terra, la abbracciava ancora più forte, come se temesse di perderla di nuovo, scompigliandole i lunghi capelli biondi ornati di fiorellini. Per la prima volta, quel giorno, il suo cuore aveva ripreso a battere tranquillo.

:- Vieni piccola succhiapollice, è ora di tornare a casa...

:- Ma...C'è Helen, la tua fidanzata!

:- Cosa? La mia chi?

:- Helen Rose! Hop hop!

La piccola cominiciò a saltellare intorno ad un sempre più confuso Calmoniglio, per poi guardare dietro di sè, cercando la sua nuova amica con lo sguardo.

:- Helen? Vieni!

Calmoniglio, incuriosito, guardò nella stessa direzione della bambina, impugnando i boomerang per sicurezza.

:- Sophie... A chi stai parlan...

La vide.

Ora, mettetevi nei panni del guardiano....Provate a fare finta di essere l'ultimo esemplare della vostra specie, di non aver mai visto nessuno come voi... Di essere vissuti praticamente soli.
Cosa avreste provato, se foste stati in lui, nel vedere di fronte a voi un vostro simile?
E se quel simile fosse stato affascinante come Helen?

Un turbine di emozioni colpì il coniglio. 
La guardò.
Sbatté le palpebre.
La riguardò.
Era vero, tutto vero. Non stava sognando di nuovo, si era realmente imbattuto in un altro Pooka.
Posò lentamente i boomerang a terra, senza staccare gli occhi da lei.

Qualcosa nel suo cuore cambiò... Una fiamma gli pervase ardentemente il petto... E capì di essere innamorato perso di quella creatura dagli occhi color del cielo.

La reazione non fu molto diversa per Helen. Era rimasta in disparte fino a quel momento, osservando la scena con gli occhi sbarrati.

Guardava Calmoniglio, alto e muscoloso. Guardò i suoi occhi, grandi, luminosi e verdissimi... Color verde speranza.
La stessa speranza che adesso si riaccendeva in lei, più viva che mai, insieme alla gioia...

Non era sola! Non aveva più visto un suo simile dal giorno... Dal giorno in cui i suoi genitori l'avevano abbandonata. Non li aveva mai perdonati per questo...Se non fosse stato per le ninfe del bosco che la avevano trovata e accudita...

:- Il coniglietto di Pasqua e Helen!!

La squillante vocina di Sophie riportò entrambi alla realtà, e la bambina spinse delicatamente Calmoniglio verso di lei.

Helen si avvicinò titubante e il guardiano della speranza, guardandola meglio, non poté fare a meno di pensare che fosse la creatura più meravigliosa che avesse mai visto.

Cercò immediatamente qualcosa da dire, ma si ritrovò la lingua ingarbugliata. 
Lo so, lo so. Vi sarà difficile immaginare il nostro coniglietto, di solito così impavido e sicuro di sè, imbarazzato e indeciso... Ma l'amore non risparmia nessuno...

:- I-io sono Calmo... No, cioè non sono calmo, sono C-Calmoniglio, e sono un Pooka, cioè no... Sono l'ultimo... No anzi, a quanto a pare non sono l'ultimo...

Era la frase più intelligente che fosse in grado di formulare in quel momento.

Helen sorrise intenerita. Inspirò profondamente e si tranquillizzò. Il suo sogno si era realizzato... Perchè avere paura? 

:- Io sono Helen Rose, e non sai che gioia sia per me conoscerti, Calmoniglio...






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Capitolo 6
*** Incontrando i guardiani ***


Era sera, ormai. Sophie fu riaccompagnata a casa, e Helen ebbe l'onore di conoscere i guardiani. 
Il coniglio di Pasqua l'aveva infatti accompagnata alla slitta di Nord, dove lo attendevano i suoi compagni.

Non si erano accorti che un' ombra oscura li seguiva silenziosamente...

Inutile dire che, quando le leggende videro Helen, rimasero ammutolite:
guardavano lei, poi Calmoniglio (imbarazzatissimo) poi di nuovo lei e di nuovo Calmoniglio (ancora più imbarazzato) senza proferire parola, lanciandosi fugaci occhiate d'intesa tra loro...

Prima che l'angosciante silenzio si protraesse troppo a lungo, la coniglia sorrise, mettendo in mostra i bellissimi denti bianchi (lasciando incantato il nostro amico coniglietto e un'entusiasta fatina dei denti) e si presentò:

:- Salve a tutti, è un piacere conoscervi, il mio nome è Helen Rose e...

:- Šostakovič! Calmoniglio! Tu ha trovato altro Pooka!

Esclamò improvvisamente Nord, facendo sobbalzare tutti quanti. Poi ricomponendosi, si presentò:

:- Molto piacere, io sono Nord, guardiano di Meraviglia, nonchè Babbo Natale......Oh, lui è Sandman, guardiano di Sogni! 

L'ometto dorato fece comparire un cappello sul proprio capo, per poi levarselo, cortese, come gesto di saluto.

:- E, ovviamente, conosci già Calmoniglio, Coniglio pasquale e guardiano di Speranza!

Helen annuì dolcemente, guardando il Pooka. Quest'ultimo ricambiò lo sguardo, e le sue orecchie si appiattirono lungo la nuca, come era solito fare quando era a disagio o imbarazzato.

Il gesto non sfuggì allo Spirito del gelo.

:- Io sono Jack Frost, guardiano del Divertimento... E vorrei fare da testimone al vostro matrim.... Whooaa!!

Avrebbe finito la frase, se un certo guardiano della Speranza non avesse "involontariamente" fatto apparire un tunnel proprio sotto i piedi del ragazzo, lasciandolo cadere in una delle sue gallerie.

:- Che meraviglia! Helen, tesoro, apri la bocca perfavore... Oh! Che denti bianchi!

L'allegra fatina le svolazzò incontro, esaminandole i denti...

:- Dentolina, lascia stare denti di Helen Rose...

:- Oh, certo... Scusami cara... Io sono Dentolina, fata dei dentini e guardiana dei Ricordi!

:- Ricordi?

Helen rimase scioccata: forse quell'adorabile fatina avrebbe potuto essere la soluzione al suo problema!

:- Sì! Custodisco le memorie dei bambini nei loro dentini caduti!

Le memorie...Ecco cosa le serviva! Avrebbe potuto ricordare, finalmente, quel giorno maledetto in cui fu abbandonata...capire il motivo... Torturandosi una ciocca di capelli castani, Rose mormorò:

:- Credi che...ecco... Potresti recuperare le mie?

I guardiani, incuriositi dall'improvvisa domanda, si fecero attenti... Persino Jack Frost, appena riemerso dalla buia galleria di Calmoniglio.

:- Beh... Certo Helen! C'è qualcosa che vorresti ricordare in particolare?

:- Oh, so io cosa vorrebbe ricordare... Il giorno della mia più grande vittoria...

L'oscura figura di Pitch Balck emerse dall'ombra, sorridendo malignamente.





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Capitolo 7
*** Domande ***


Helen sussultò.

Quell'oscura e minacciosa figura le era familiare...

Il lungo manto nero, la carnagione grigiastra, gli occhi color dell'ambra, la voce...

Sì, aveva già visto quell'essere. Non sapeva nè dove, nè quando, ma egli era stato protagonista dei suoi peggiori incubi per anni e adesso si trovava lì, ridente davanti a lei.
A quale giorno si riferiva? Stava davvero parlando di quello in cui era stata abbandonata?
Osservò le reazioni degli altri: il loro sguardo era carico d'odio e di disprezzo nei confronti dell' Uomo Nero...specialmente quello di Calmoniglio...

:- Pitch! Tu doveva essere intrappolato da tuoi stessi incubi!

:- Oh, Nord... Io sono il signore degli Incubi... Pensavi davvero che sarei rimasto a lungo prigioniero dei miei stessi sudditi?
 
I guardiani si guardarono tra loro. Non aveva tutti i torti.

:- Come stavo dicendo, io so bene quale giorno vorrebbe ricordare Helen... Lo ricordo come se fosse ieri... Il giorno della grande strage... La mia vittoria più eclatante...

Strage? Quale stage? 
Come sapeva il suo nome?
Vittoria?
Un terribile dubbio avanzò nella sua mente, ma decise di tralasciarlo.
Almeno per il momento.

Helen guardò istintivamente Calmoniglio. Lo vide tremare violentemente, accecato dalla rabbia. Lui sapeva tutta la verità, ne era certa.

È buffo, pensò. Poco prima si stava divertendo ad intrecciare fiori con una simpatica bambina su un prato fiorito, e adesso si ritrovava davanti ad un minaccioso ed enigmatico re degli Incubi, cercando di fare i conti con il proprio passato.

 Furioso e addolorato, il guardiano della speranza scagliò con forza alcune uova esplosive verso l'Uomo Nero, il quale le schivò per un pelo. 

Seguì un combattimento con tanto di incubi oscuri, sciabole, ghiaccio, boomerang, pugni e polvere dorata. 
Helen non stette con le mani in mano: con un elegante gesto della zampa fece comparire davanti a sè un lucente arco ornato di rose e gigli selvatici, e lo impugnò, cominciando a scoccare frecce contro gli incubi, senza mancare neppure un bersaglio. Anni e anni di esercizio in solitudine l'avevano resa abbastanza esperta.

Pitch, trovandosi in evidente difficoltà, sparì nell'ombra, non prima di aver sibilato minacciosamente il tipico "Ci rivedremo!"

Nel frattempo, la notte era calata silenziosa. Il cielo era punteggiato da stelle lucenti, che quasi sembravano fare da cornice allo splendore della luna piena.
I guardiani salirono velocemente sulla slitta, invitando Helen a fare altrettanto, e si diressero al Polo Nord.

:- Domani affronteremo situazione con calma. Adesso andiamo in mio palazzo e 
riposiamoci, ci sono abbastanza stanze per tutti noi... È stata giornata dura!

Detto questo, Nord lanciò la sfera di cristallo davanti a sè, aprendo il portale per il suo palazzo.

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Capitolo 8
*** Incontri notturni ***


Le fiamme divampavano, avvolgendo gli edifici.
Sovrannaturali figure oscure si muovevano sinuosamente tra le gente, colpendola e uccidendola.
Una risata agghiacciante.
Occhi color ambra.
Una voce femminile rotta dal pianto.
:- Perdonaci...

Si svegliò di soprassalto, sobbalzando nel grande letto dalla morbida trapunta rossa. Il petto le bruciava, le lacrime lottavano per uscire dai suoi occhi. Respirò profondamente e si tranquillizzò: si trovava in una delle stanze del palazzo di Nord. Fuori era ancora notte, la luna regnava sovrana nel cielo.

Helen aveva avuto un altro dei suoi incubi.

Non erano una novità per lei...Ormai da anni essi la perseguitavano... Non appena i suoi occhi color del cielo si chiudevano, gli incubi la assalivano violentemente, lasciandola terrorizzata e senza forze al risveglio. 

Sempre la stessa storia: un individuo oscuro e malvagio ordinava ai suoi malefici esseri di distruggere un villaggio. Urla di dolore e lamenti si diffondevano tra le abitazioni brucianti. A quel punto Helen udiva una voce angelica e rassicurante  cantarle dolcemente una ninna-nanna, e sussurrarle, piangendo, una sola parola:
:- Perdonaci...

Si mise a sedere sul letto, lisciandosi i lunghi capelli scompigliati e riassestando la camicia da notte che Dentolina le aveva gentilmente prestato. Erano stati tutti molto carini con lei...
La fatina dei denti aveva chiacchierato con lei tutta la sera, felice di non essere più la sola ragazza del gruppo...Nord l'aveva ospitata con gli altri a casa propria e Sandman le aveva offerto un po' di polvere dorata per dormire meglio.... Avrebbe dovuto accettarla in effetti... 
Jack Frost le stava simpatico, molto. Sorrise pensando al modo in cui aveva finto di cadere dalla slitta durante il tragitto di ritorno al Polo Nord. Aveva spaventato a morte Calmoniglio.

Calmoniglio... Al solo pensiero arrossì violentemente. 
Incontrare un altro esemplare della sua specie era sempre stato il suo sogno, ma mai avrebbe osato sperare di imbattersi in qualcuno come lui. Il guardiano, dopo un primo momento di sconcerto, si era poi ricomposto, tornando ad apparire il coniglio calmo e imperturbabile che noi conosciamo. 
La sua voce profonda le risuonava insistentemente nelle orecchie, il verde dei suoi occhi brillava ancora davanti a lei. Lo aveva notato combattere contro Pitch: alto, fiero e coraggioso, esperto in arti marziali e in lancio dei Boomernag.

Sospirò...era innamorata persa.

Decise che era ora di riaddormentarsi, ma non ci riuscì: troppi pensieri le passavano le per la mente. Era ancora prestissimo, cosa poteva fare per ingannare il tempo? 
Si alzò dal letto e individuò una porta vicina. La aprì: si ritrovò in il bagno.
Idea!
Si spogliò, piegando accuratamente i vestiti sul letto, chiuse la porta e riempì la vasca d'acqua. Dopo aver preparato gli asciugamani si immerse lentamente nella vasca calda e profumata.

Lasciamo Helen al suo bagno rilassante e parliamo di Calmoniglio.

Quella notte fu un vero tormento per il coniglio di Pasqua. Camminava irrequieto per la sua stanza, rifiutandosi di dormire. Pensava a lei.

Al suo sorriso
Alla sua dolcezza
Al cielo azzurro nei suoi occhi
Al suo coraggio e alla sua abilità di arciera contro gli incubi
Alla bellezza del suo viso e del suo corpo

L'idea che quel meraviglioso dono della Luna dormisse nella camera vicina alla sua lo faceva letteralmente impazzire. Tendeva l'orecchio ad ogni rumore, contorcendosi le zampe e cercando di frenare il suo...impulso animale.
Non aveva strane idee in testa, non fraintendete, ma dopo anni e anni di completa solitudine aveva finalmente incontrato una femmina di Pooka e.... Beh, non giungiamo a conclusioni affrettate e continuiamo la storia.

Ordinò a sè stesso di calmarsi, di pensare ad altro... Alla Pasqua, per esempio, o alla caccia alle uova...
.
.
.
.
.
Cavolo, non si era occupato d'altro per anni! Come poteva pensare alla Pasqua anche in quella situazione?

Ad un tratto, mentre era immerso nei suoi pensieri, udì una flebile voce cantare. Appoggiò l'orecchio al muro: era la SUA voce, ne era certo.
Helen stava infatti sussurrando, tra mille bolle profumate, una dolce melodia, nel tentativo di rilassarsi. 
Il coniglio, spinto da un coraggio che impressionò persino lui, decise di avvicinarsi e aprì la porta della sua camera. Grazie alla luce della luna complice, notò il letto sfatto e i vestiti di lei. Un brivido gli percorse la schiena.

"Calmoniglio, non fare pazzie"

Si avvicinò alla porta del bagno. Una voce, dentro di lui, lo incitava a rinunciare:

"Sei un guardiano Calmoniglio, non puoi permetterti tentaz... Cioè, distrazioni!

Voleva solo ascoltare....
Non sarebbe accaduto niente...

Trattenendo il fiato, appoggiò un'orecchio alla porta del bagno e si pose in ascolto. Sospirò... 
Quanta dolcezza in quella voce!

La magia durò poco.
La voce si affievolì sempre di più, fino a scomparire.
Seguirono rumori passi.
Calmoniglio non fece in tempo ad allontanarsi.

Helen, avvolta solo da un asciugamano, aprì la porta del bagno e si scontrò con lui, scivolando e cadendo a terra sopra il coniglio.

Ci volle qualche secondo a entrambi per capire cosa fosse accaduto. I loro sguardi si incrociarono, e constatarono l'imbarazzante situazione. 
Tuttavia non si mossero.
Qualcosa nel loro animo bruciò, una voce fino a quel momento repressa urlò. Per qualche secondo ciascuno sostenne lo sguardo dell'altro, respirando affannosamente. Le loro zampe si sfiorarono....I loro musi si avvicinarono... Gli occhi si socchiusero...

ASPETTA CHE?!

Helen si alzò di colpo, cercando di coprirsi il più possibile e Calmoniglio, guardando dall'altra parte, balzò in piedi.

:- Scusa io... Non volevo....Avevo sentito cantare e... Non sapevo che eri...Insomma... 

Helen sorrise comprensiva e, tenendo saldamente l'asciugamano, si avvicinò a lui:

:- Va tutto bene, non fa niente... Non è successo niente...

:- N- No, infatti... Non ancora, cioè no.... Non è...Successo niente...

Calmoniglio alzò lo sguardo su di lei...
I capelli sciolti e scompigliati, gli occhi ridenti e luminosi. 
Non le guardò il corpo... Non avrebbe retto.

:- Allora buonanotte e... Scusa...

:- Buonanotte Calmoniglio... A domattina...

Ognuno tornò dunque al proprio letto, se possibile ancora più emozionato e agitato di prima.

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Capitolo 9
*** Sabbia e sangue ***


:- Hey canguro, non hai bella cera...

:- Non chiamarmi canguro, Frost...

:- Come mai sei già sveglio?

:- Non riuscivo a dormire... E comunque potrei rivolgerti la stessa domanda....

:- Ah, a me non piace dormire... Passo la notte pensando a tutte le cose che potrei fare invece di starmene a letto...

:- Capisco...

L'aurora boreale risplendeva nel chiaro cielo mattutino del Polo Nord, dipingendo svariati colori sul bianco manto di neve.
Calmoniglio si trovava sul balcone del palazzo, attendendo che anche gli altri guardiani ed Helen si svegliassero... Avrebbero dunque chiarito la situazione, decidendo cosa fosse necessario fare dato il ritorno di Pitch. Inoltre, avrebbero discusso riguardo alla comparsa di Helen... L'uomo nelle Luna sapeva dell'esistenza di un altro Pooka?

:- Cos'hai combinato stanotte, canguro?

L'improvvisa domanda lo fece sobbalzare. Lo guardò, con gli occhi sbarrati e le orecchie appiattite dietro la nuca.

:- Niente! E comunque quello che faccio non è affar tuo!

:- Perché, canguro? C'è qualcosa che dovrei sapere?

:- Ti ho detto di non chiamarmi canguro!

:- Tipo tra tu... Ed Helen...

:- No!

:- Dai, lo sai che puoi dirmelo! Lei ti piace, vero?

:- Ti ho detto che... Ma perché continuo a parlare con te?

Il coniglio di allontanò accigliato, stringendo forte i Boomerang, quasi tentato a tirarli in testa a Frost.
Lo spirito del gelo lo seguì con lo sguardo, sorridendo.

La negazione era la conferma che aspettava.

Il suo amico canguro si era innamorato.


Ben presto anche gli altri guardiani si svegliarono, e si diressero verso la sala-riunioni. Si trattava di un'immensa sala nell'ala ovest del palazzo, in cui Nord era solito tenere conferenze con i suoi colleghi o con gli yeti in occasioni speciali.
Le cinque leggende si sedettero dunque  attorno ad un grande tavolo, ornato di stelle di natale rosse e dorate, guardandosi attorno.
Mancava qualcuno.

:- Dov'é Helen?

La giovane Pooka non si era ancora presentata all'incontro.

:- Non so Dentolina, forse dorme ancora... Phil! 

Uno grosso yeti dal lungo pelo beige, al richiamo di Nord, aprì la porta e si affacciò, tenendo ancora in mano il piccolo robot che stava dipingendo di un bel blu acceso.

:-Lascia perdere giocattolo! Tu ora va a svegliare Helen! Dobbiamo parlare con lei! 

Lo yeti annuì energicamente, ma prima che potesse andare Nord esclamò:

:-Ah, Phil... Quando hai fatto, dipingi giocattolo di rosso...

Phil sbuffò sonoramente, abituato a cambiamenti simili, e chiuse la porta.

Sandman fece comparire sopra la sua testa la figura di Pitch, scuotendo la testa preoccupato.

:- hai ragione Sandman...Situazione è grave, colleghi guardiani... Pitch è tornato, e non ha certamente buone intenzioni...

:- Cosa vuole stavolta? Non si è reso conto che i suoi incubi sono inutili contro di noi e i bambini?

:- Non so che dire, Jack...

:- Io... Ecco, non so... ma ho l'impressione che il suo ritorno sia in qualche modo legato alla comparsa di Helen...

Le parole sussurrate con un filo di voce da Dentolina fecero sussultare Calmoniglio in modo abbastanza evidente. Il coniglio reagì d'istinto:

:- Cosa intendi dire?! Helen ha salvato Sophie, non può essere alleata con Pitch!

:- Calmoniglio, non ho detto questo! È solo che...

Prima che Dentolina potesse continuare, una piccola Dente da Latte irruppe nella sala, cercando ansiosamente la fata dei Dentini con lo sguardo. Quando la individuò, le volò incontro, cominciando a cinguettare frenetica.

:- Cosa?! No!

:- Dentolina, che succede?

:- Pitch ha rubato un cofanetto di memorie al mio palazzo! Di chi erano i dentini Dente da Latte?

La fatina cinguettò un nome. Un solo nome. I guardiani la guardarono perplessi.

:- Di chi erano i dentini, Dentolina?

La fata li guardò, sconsolata, e abbassò gli occhi.

:-Di... Di Helen... Helen Rose...

Un silenzio agghiacciante calò sulla stanza, fino a che Calmoniglio, infuriato, non sbattè le zampe contro il tavolo, alzandosi in piedi.

:- Maledizione! Come se quella schifosa ombra strisciante non avesse già fatto abbastanza danni! Soprattutto ai Pooka!

Varie immagini passarono di fronte ai suoi occhi, grida e pianti risuonarono nelle sue orecchie. Strinse i pugni chiuse gli occhi, come per scacciare le orribili visioni. Jack notò l'angoscia dell'amico.

:- Calmoniglio... Questo Helen non lo sa..

:- No Jack, ma lo saprà presto! Pitch conosce i suoi ricordi, non esiterà a mostrarle quelli peggiori per farla vivere nella paura! Dobbiamo recuperarli prima che...

La porta si spalancò improvvisamente, facendo sobbalzare tutti quanti, Calmoniglio compreso. Il muso peloso dello yeti si affacciò.

:- Phil... Quante volte ti ho detto di bussare?!

Phil esclamò qualcosa nel suo improbabile linguaggio. Nord impallidì, e si alzò immediatamente dalla sedia.

:- No! Non può essere! Cosa intendi dire?!

Accadde tutto molto velocemente.

I guardiani corsero nella camera di Helen. 

Non c'era nessuno.
Il letto era sfatto.
Sabbia nera ovunque.
Tracce di sangue macchiavano il pavimento.

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Capitolo 10
*** La verità affiora ***


Non piangere tesoro... Noi siamo qui con te. Saremo sempre qui con te

Ricorda, la mamma e il papà ti vogliono un mondo di bene, sei il nostro orgoglio e il nostro amore più grande...
.
Sii forte, vivi felicemente la tua vita e affrontala con gioia e coraggio

Addio, Helen... E... Perdonaci...


Queste ultime parole si ripetevano come un eco nelle sue orecchie, durante il suo dormiveglia. 
Tentò di aprire gli occhi, ma le palpebre erano troppo pesanti. Il suo corpo era rigido e dolorante, capì di essere ferita. 
Finalmente, dopo molti sforzi, riuscì ad aprire gli occhi.

Si trovava rinchiusa in una gabbia, le cui sbarre erano costituite da finissima ma resistentissima sabbia nera. Si guardò attorno: le pareti di un'oscura e spoglia grotta si innalzavano attorno a lei. L'ambiente la terrorizzava e la angosciava allo stesso tempo...

Avrete certamente capito:
Il nascondiglio di Pitch.

Si scostò una ciocca di capelli castani dalla fronte e tentò di ricordare.
Mostruose creature di fine sabbia nera erano entrate nella sua stanza e l'avevano catturata. Lei aveva provato a difendersi, ma era stata stordita e ferita. Una dolorosa fitta sul petto la fece gemere: il corpetto del suo abito era intriso di sangue, ed il colore era mutato dal rosa pallido al rosso scuro. In qualche modo riuscì ad alzarsi, aggrappandosi alle sbarre della cella, e il contatto con le sue zampe fece sbocciare piccoli nontiscordardimé su di esse. 

Doveva andarsene da lì.
Doveva trovare gli altri guardiani, forse l'avrebbero aiutata.
Doveva trovare Calmoniglio.

:- Non ti sforzare troppo, Pooka... Non ti conviene...

Una voce alla sue spalle la fece sussultare. Imbracciò l'arco per scoccare una freccia, ma era troppo debole e cadde in ginocchio. Vide solo due grandi occhi gialli fissarla con aria di scherno. 

:- Chi sei? Cosa vuoi da me?

:- Aspetta una attimo... Tu non sai chi sono? Ah... Questo è interessante...

:- Vieni al punto!

:- Io sono Pitch Black, sovrano degli incubi, signore della paura, leggenda umiliata e dimenticata e...

:- E...?

Pitch la guardò per un momento, poi fece comparire sulla propria mano il cofanetto dei ricordi di Helen. Lo soppesò per un po', osservandolo, poi lo lanciò a lei.

:-....distruttore della civiltà dei Pooka...

Helen impallidì e perse nuovamente le forze, scivolando su un fianco. Tremò violentemente: una sensazione di gelo le pervase tutto il corpo, tranne il petto, ancora bruciante e dolorante. 
I suoi sospetti erano fondati, allora. L'Uomo Nero era il pauroso protagonista degli incubi che la tormentavano, ed essi non erano altro che orribili e frammentarie memorie di quel giorno... Il giorno della...

:- La mia più grande vittoria, devo dire... È stato impegnativo, certo, ma ne è valsa la pena... Guarda pure le tue memorie! 

Pitch sorrise compiaciuto vedendo il terrore riflettersi negli occhi azzurro cielo di Helen... Lei strinse forte il cofanetto, non osando aprirlo...

:- N-No... Non può essere... I-I miei genitori....

:- Oh beh, non hanno fatto una fine tanto diversa dagli altri... Solo che... Non mi aspettavo che riuscissero a salvare la loro figlia... Ero stato attento  affinchè i miei incubi li uccidessero TUTTI.

Fu troppo per Helen. Si accasciò a terra, priva di sensi, tenendo ancora strette le sue memorie tra le zampe.

Tuttavia, prima di chiudere gli occhi, vide cinque figure irrompere improvvisamente nella grotta e correre verso l'uomo nero, del tutto impreparato.
Una di loro, in particolare, ruppe le sbarre della cella con dei boomerang e la prese delicatamente in braccio.


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Capitolo 11
*** Conforto ***


Hey, ciao a tutti! Prima che continuate, tengo a dire una cosa: il racconto che mi ero immaginata partirebbe proprio da questo capitolo. I precedenti (alcuni molto corti, come avete visto) sono come un'introduzione alla storia, in un certo senso! So che è strano, ma cosa vi aspettate da una quindicenne innamorata del coniglio di Pasqua? Appunto.

 Vi prego di recensire la fanfiction il più possibile, dicendo quello che vi piace e quello che cambiereste...Siate clementi, è la mia prima storia, ho ancora tanto da imparare e mi serve il vostro aiuto!

Quindi beh, continuate e godetevi il capitolo!





Si svegliò all'improvviso, soffocando un urlo di dolore e terrore, e si guardò attorno, smarrita.

Si trovava sul letto, in una camera del palazzo di Nord, avvolta da fresche a candide lenzuola. Il petto le bruciava ancora, ma era stato curato e bendato con fasce bianche. Guardò fuori dalla finestra: era ancora notte.
Il peggio è passato, pensò lei. I guardiani l'avevano tratta in salvo, prima che Pitch potesse farle del male... 
Calde lacrime sgorgarono dai suoi occhi e scivolarono lungo il muso.

Pitch le aveva comunque fatto del male. 

No, non intendeva la ferita sul petto... Un male molto più doloroso che le premeva nel cuore, rendendo ogni suo respiro sempre più faticoso... 
Un male inevitabile, che, incredibile a dirsi, lei stessa aveva desiderato ferventemente per anni, pur temendolo.

Pitch le aveva detto la verità.

I Pooka erano stati sterminati, e i suoi genitori erano morti insieme a loro...
Era sola...

Si accorse di stringere ancora il cofanetto dei suoi ricordi tra le zampe. Singhiozzò silenziosamente, già sapendo a cosa avrebbe assistito.
Tremante, lo sfiorò con una zampa.

Il sole stava tramontando, dipingendo il cielo di varie sfumature rosee e arancioni. Una piccola Pooka zampettava su un giardino fiorito, tentando di arrivare fino alla madre che la attendeva ridente a braccia aperte. 
La donna era alta e avvenente, i capelli castani le scendevano morbidi fino ai fianchi e una corona risplendeva sul suo capo.
Ad un tratto la piccola cadde a terra, e l'erba si riempì di rose e violette profumate. Sua madre le si avvicinò premurosa, prendendola in braccio e cullandola dolcemente.

:- Sei davvero speciale, amore mio...

Un altro Pooka, leggermente più alto, si avvicinò a loro. Cinse la vita della moglie e accarezzò le orecchie della coniglietta. Sorrise, e i suoi occhi azzurri si illuminarono.

:- Tesoro, è bellissima... Il suo potere è un dono, una benedizione della Luna... Helen, futura principessa dei Pooka!

Il cielo, nel frattempo, si era coperto di grigi nubi che preannunciavano un imminente temporale. 

:- È meglio tornare al castello.... Andiamo, cara...

Proprio in quel momento, un'ombra, seguita da molte altre, attraversò velocemente il giardino. Creature di sabbia nera emersero dal terreno e un essere oscuro si levò alto tra di loro. Gli occhi color ambra risaltavano sulla carnagione grigiastra, e il suo sorriso maligno si allargava sempre di più.
La donna, atterrita, strinse a sè la piccola, e suo marito si interpose tra lei e l'oscura figura.

:- Pitch... Cosa ci fai qui?

L'uomo nero non rispose. Con un impercettibile segno della testa diede un segnale alle sue ombre. Gli incubi incominciarono dunque a colpire la gente, senza risparmiare nessuno, e a distruggere le abitazioni circostanti. Urla disperate e pianti si levarono al cielo.
Nel frattempo, un violento acquazzone si abbatté sulla terra, e lampi accecanti squarciarono le nuvole.
Un fulmine colpì un edificio, provocando un incendio.

:- Vostra Maestà... Sarete lieto di sapere che mi sono ripreso da quell'orribile e umiliante sconfitta che voi e il vostro popolo mi avete arrecato, tanto tempo fa... Ormai i miei incubi sono più forti, e tutti i vostri sudditi potranno presto rendersene conto!

Il re (Già, si trattava proprio del re dei Pooka) non perse tempo. Doveva salvare sua moglie e sua figlia.

E...il suo popolo.

:- Nella foresta! Presto, correte!

Il re e la regina corsero verso gli alberi, ordinando a tutti di seguirli. I Pooka tentarono di salvarsi, ma le fiamme avvolsero ogni cosa e gli incubi impedivano il passaggio. I sovrani giunsero al sicuro tra l'ombra della vegetazione e si voltarono per rassicurare il popolo... Ma non videro nessuno....

Nessuno era riuscito a salvarsi.
Anzi, gli incubi li stavano cercando tra gli alberi, per eliminare anche loro.

La donna tremò e lacrime amare le rigarono il viso. Guardò il marito, poi Helen.

Sapevano entrambi qual era la cosa giusta da fare.

Si abbracciarono singhiozzando, poi posarono delicatamente il loro tesoro più prezioso vicino ad una pianta di rose.

Dopo aver sussurrato alla piccola dolci parole piene d'affetto, i coniugi si guardarono e, dopo essersi scambiati un tenero bacio colmo di amore, corsero allo scoperto. Gli incubi li raggiunsero.

Helen rimase a lungo vicino alla siepe, osservando confusa la foresta intorno a lei.

:- M-Ma..Mamma? Pa...Papà?

Aveva fame, freddo e tanta, tanta paura.
Iniziò a piangere disperata, fino a quando due giovani ninfe dai lunghi capelli dorati non la scorsero tra gli alberi. Una di loro la prese in braccio.

:- Tesoro, cosa ci fai qui? Dove sono i tuoi genitori? 

:- Flora, credo che sia stata abbandonata...

:- Oh, povera piccola...non temere Rosellina, adesso ci siamo qua noi...




Helen si riprese trasalendo dalla visione, e per alcuni minuti guardò un punto imprecisato di fronte a sè.

Il mondo ora le appariva chiaro.
E crudele.

La sua vita non aveva senso...doveva essere morta, insieme ai suoi genitori... Loro l'avevano abbandonata per proteggerla e lei, non sapendolo, era cresciuta odiandoli.
Le ninfe potevano averla salvata da una morte certa nella foresta, ma in quel momento lei stava combattendo contro un dolore ben più grande, e nessuno poteva aiutarla.

Si sciolse in lacrime, gemendo e sussurrando parole di scusa rivolte ai suoi genitori. Tra i singhiozzi, la ferita si riaprì le bende si rimacchiarono di sangue. 

Ad un tratto, la porta della stanza si spalancò.

:- Calmoniglio...

Il guardiano della speranza restò sulla soglia. Vide il cofanetto aperto tra le zampe di lei e comprese il motivo del suo pianto disperato.

Le corse incontro, si sedette su letto e l'abbracciò. Lei singhiozzava disperata, posando la testa sul petto del coniglio e aggrappandosi alla sua pelliccia. 
Solo Calmoniglio poteva salvarla, in quel momento.
Lui la stringeva a sè come se avesse paura di perderla, sfiorandole delicatamente le orecchie.

:- Helen, non avere paura... Io non ti lascerò...

Lei alzò il volto e lo guardò con gli occhi luminosi di lacrime. 

:- Tu... Come hai fatto a... a salvarti?

:- Fu solo un caso...  Tentai di salvare dei bambini, conducendoli in una foresta vicina. Li presi in braccio e corsi verso gli alberi... Avrei potuto fare di più...

Il coniglio sospirò e alzò gli occhi per ricacciare indietro le lacrime, poi continuò:

:- La sabbia nera di Pitch mi colpì e persi i sensi. Rimasi a terra a lungo, probabilmente gli incubi mi credettero morto... Quando rinvenni, cercai qualche superstite, invano, così persi le speranze e decisi di andare lontano e vivere da solo. Un giorno, però, l'uomo della Luna mi convocò e mi rese un guardiano. Il guardiano della speranza... È il colmo, direi...

Helen accennò un sorriso e si staccò da lui. Si rese conto della reazione che aveva avuto...

:- Scusami, ti prego... Io... Ti ho svegliato...

Calmoniglio sorrise, scostandole una ciocca dalla fronte e sistemandole l'orchidea tra i capelli.
Era buio nella camera, ma lui riusciva a vederla perfettamente.
È davvero bellissima, pensò.

:- Va tutto bene, non stavo dormendo... Jack è riuscito a congelare l'intero laboratorio di giocattoli, lo stavo aiutando a mettere a posto... Se Nord se ne accorge sono guai grossi...

Helen rise silenziosamente, ma il movimento le provocò una dolorosa fitta alla ferita. Calmoniglio la aiutò a stendersi sul letto e si allontanò.

:- Riposati ora, Nord ha organizzato una grande festa in tuo onore per domani...

:- Una festa? Cosa c'è da festeggiare?

Il Pooka uscì dalla stanza, ma prima di chiudere la porta rispose:

:- Il ritorno della principessa Helen Rose, il Pooka perduto.





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Capitolo 12
*** Chiacchiere tra amici ***


Una principessa...

Era una principessa...

L'aveva visto con i suoi occhi durante il flashback, e anche Calmoniglio glielo aveva detto, ma non poteva crederci. 
Stava accadendo tutto troppo in fretta.
Si domandava se fosse tutto solo un sogno, dall'incontro con Sophie fino alla scoperta dei suoi ricordi. Forse tra poco si sarebbe svegliata all'ombra di un albero, come al solito, più sola che mai...
Sorrise. No, fortunatamente non stava sognando...

Ed era una principessa...

Certo, la principessa orfana di un popolo sterminato dalla furia dell'Uomo Nero...

Il sole era ormai sorto al Polo Nord ed Helen si alzò dal letto. La ferita al petto stava decisamente meglio, qualcuno le aveva cambiato le bende bagnate di sangue quella notte, sostituendole con alcune pulite e più leggere. Meglio così.
Aveva appena finito di vestirsi quando qualcuno bussò timidamente alla porta.
Il viso sorridente di Dentolina si affacciò.

:- Buongiorno Helen, sono felice di vedere che stai meglio... Stavo pensando...ti andrebbe di venire al mio palazzo? Abbiamo tanto di cui parlare, e poi dobbiamo prepararci per la festa di stasera!

Helen si battè una zampa sulla fronte. La festa! Se n'era completamente dimenticata! 
Il fatto che qualcuno organizzasse una cerimonia in suo onore la metteva abbastanza a disagio, ma l'idea di trascorrere una giornata a chiacchierare con una nuova amica la attraeva. Non aveva mai avuto amici lei... Accettò dunque più che volentieri l'invito della fata. 
Le due, grazie ad una delle sfere di cristallo di Nord, raggiunsero il palazzo dei dentini in poco tempo.

Helen rimase incantata: migliaia di fatine svolazzavano velocemente tra le strutture dorate del palazzo, sistemando dentini e tenendo monetine, spesso consultandosi con la Fata dei Ricordi, che rispondeva entusiasta alle loro richieste. 
Helen e Dentolina giunsero poi di fronte ad un lago cristallino e si sedettero vicino al bordo. Sul muro sovrastante l'acqua era dipinto un coloratissimo mosaico rappresentate Dentolina insieme ai bambini di tutto il mondo...
Uno spettacolo mozzafiato.

:- È bellissimo...

:- Ti ringrazio Helen, l'amore e la fiducia dei bambini è tutto ciò che possiedo... Neppure Pitch è mai riuscito a vincere contro di loro...

Un velo di tristezza calò sugli occhi di Helen al pensiero dell'Uomo Nero...

La fata la guardò dolcemente.

:- Mi dispiace davvero tanto per quello che ti ha fatto Pitch...

:- A me non ha fatto niente in confronto a quello che ha fatto agli altri Pooka...

:- Beh, lo abbiamo sistemato per adesso, non ci dovrebbe dare problemi per un bel po' di tempo...

:- Dentolina, a proposito di Pitch... io... Volevo ringraziarvi per avermi salvata da lui e... Per avermi curata...

:- Helen, proteggere le persone dall'oscurità è il nostro compito... Comunque devi ringraziare soprattutto Calmoniglio: lui ti ha bendato la ferita!

:-C-Cosa?

Helen arrossì. L'idea che Calmoniglio avesse... Beh insomma... fasciato il suo petto mentre lei era svenuta la imbarazzava non poco... Ma, chissà perchè, la cosa non le dispiaceva completamente.

:- Già... Tra noi cinque lui é il più esperto in campo, è davvero abile nel curare le ferite... Ovviamente, ci è voluto un bel po' prima che Jack smettesse di ridacchiare...

:- Sì, lo immagino... Comunque mi sembrano amici quei due...

:- Litigano in continuazione, uno adora fare scherzi e l'altro non lo sopporta... Ma si vogliono bene, spesso si aiutano l'un l'altro nei momenti difficili... Stanotte, per esempio, Jack ha congelato il laboratorio di Nord e Calmoniglio lo ha aiutato a sistemare le cose, fino a che....

:- Fino a che non mi sono svegliata...

:- Calmoniglio si è spaventato a morte... È corso in camera tua temendo che tu stessi male o che Pitch fosse tornato...

Rimasero qualche secondo in silenzio, osservando i colori del mosaico che si riflettevano luminosi sul pelo dell'acqua.

:- Ti ama, Helen... Ti ama davvero...

Helen guardò gli occhi color magenta della fata. Lei sorrideva, ma non stava scherzando. La giovane Pooka sentì lo stomaco contorcersi e un brivido le percorse la schiena. Il rossore si accese sul suo muso, così si voltò di scatto e accarezzò dei fili d'erba. Piccoli e candidi gigli spuntarono tra le foglie verdi.

:- Helen... Voi... Voi siete, purtroppo, gli ultimi esemplari  della vostra specie... Avete trascorso gran parte della vostra vita in solitudine...non credi che sia giunto il momento di... Ecco...




:- Calmoniglio, tu ora dici a me la verità!

:- Che c'è adesso, Nord?

Al palazzo di Nord gli yeti erano molto indaffarati: stavano prendendo le misure di Sandman, Nord, Jack e Calmoniglio per gli abiti da cerimonia di quella sera. Avrebbero poi cucito e confezionato i vestiti per la festa. Può sembrare un lavoro troppo lungo per essere svolto in un giorno, ma i nostri amici yeti, si sa, sono molto veloci nel preparare le cose....

:- Helen ti piace vero?

:- Ancora con questa storia?

:- Tu non hai ancora dato risposta!

Uno yeti mugugnò qualcosa e Calmoniglio, obbediente, alzò le braccia per farsele misurare.

:- Io non farei tanto lo schizzinoso se fossi in te canguro... Non se ne vedono tante in giro come Helen... Letteralmente...

:- Frost, non sei spiritoso! E non chiamarmi canguro!

:- Calmoniglio! Tu sai che potete salvare vostra specie?

:- Nord, ha ragione canguro!

Sandman fece comparire sopra la sua testa un cuoricino e strizzò l'occhio.

:- MA COSA AVETE TUTTI QUANTI?!

:- Insomma ti piace o non ti piace?

Il coniglio si voltò di scatto, facendo sobbalzare lo yeti che gli stava misurando accuratamente la larghezza delle spalle

:- MI PIACE, OK? Anzi no, non mi piace e basta, la amo! È stupido, lo so, la conosco appena, ma la amo!
 
I tre guardiani si guardarono ammutoliti. Calmoniglio constatò quanto aveva appena detto.

:- Cioè, io....Che.. che c'é? Non è quello che volevate sapere?



Mancavano solo poche ore alla festa.
Dentolina aprì un grosso armadio traboccante di vestiti colorati. Helen si sedette comodamente sul letto, attendendo che l'amica scegliesse il vestito più adatto a lei.

:- Vediamo... L'abito verde smeraldo non si addice ai tuoi occhi... questo rosa è troppo acceso...Per carità, un vestito giallo limone non si addice ad una principessa!

Helen guardava ridendo la fatina svolazzare indecisa attorno all'armadio. La vide scartare un vestito, e un altro, e un altro ancora...

:- Trovato! Helen, tesoro, mettiti questo! 









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Capitolo 13
*** Oscuri propositi... ***


Pitch camminava nervosamente attraverso il suo oscuro nascondiglio, osservando corrucciato il globo che risplendeva luminoso e maledicendo tra sé i guardiani.

Il suo piano era fallito.
Di nuovo.

In preda alla frustrazione dette un calcio ad una delle sue creature di sabbia nera. Questa si disintegrò con un gemito.

Helen doveva essere MORTA. 
MORTA insieme ai suoi genitori.
MORTA insieme a tutti gli altri.

Sospirò.

Quando aveva scoperto che, nonostante la strage, Calmoniglio era ancora in vita aveva tentato di ucciderlo, ma il Pooka era stato reso un guardiano dall'Uomo nella Luna, e il suo oscuro proposito era risultato praticamente impossibile. 
Poco male, aveva pensato. Ne è rimasto uno, e allora? Da solo non può dare vita ad un'altra generazione di Pooka!

Ma il Guardiano della Speranza doveva essere L'ULTIMO. Il ritorno di un altro esemplare, specialmente femmina, era assai rischioso. Il popolo dei Pooka lo aveva battuto, umiliato ed esiliato, non avrebbe mai permesso che la loro dinastia riprendesse vita.

Si massaggiò la testa dolorante e continuò a riflettere.

La prima volta che aveva visto Helen era rimasto senza parole... 
Era sicuro che i suoi incubi li avessero uccisi tutti, nessuno escluso. La strage aveva coinvolto uomini, donne, bambini, persino i sovrani!
Ma chi avrebbe mai detto che essi sarebbero riusciti a salvare Helen, la loro unica erede?

Si appoggiò debolmente all'umida parete della sua caverna e chiuse gli occhi. 

Certo, non appena l'aveva notata nel bosco, quella sera, aveva immediatamente pensato di colpirla con una delle sue letali frecce nere, proprio come aveva fatto con Sandman...
Qualcosa, tuttavia, lo aveva bloccato. 
No, sarebbe stato troppo facile, veloce e indolore... Doveva terminare la sua vendetta fino in fondo, rendendola più soddisfacente che mai...
Aveva deciso di catturare Helen, traumatizzarla  con i suoi stessi ricordi e in seguito ucciderla come aveva fatto con i suoi genitori.
Il piano gli sembrava perfetto e diabolico.
E ce l'aveva quasi fatta, stavolta...

Ma LORO l'avevano salvata.

Il pensiero lo fece quasi ringhiare e sbattè i pugni contro il muro.

I guardiani avrebbero protetto Helen anche a costo della loro stessa vita, lo sapeva fin troppo bene. Calmoniglio poi, non avrebbe mai permesso a nessuno di sfiorarla con un dito.
In quale modo avrebbe potuto dunque eliminarla?

In preda all'agitazione, graffiò la parete del nascondiglio, producendo un rumore straziante che fece rabbrividire i suoi sudditi.

Un attacco al palazzo di Nord? No, sarebbe stato certamente sconfitto, era troppo debole.
Rapirla e ucciderla? Ci aveva già provato, i guardiani l'avrebbero recuperata.
Un attacco al palazzo di Nord? No, lo aveva già pensato!

Ad un tratto, i suoi occhi color ambra si spalancarono e un ampio sorriso si disegnò sul volto grigiastro.

Un'idea gli era balenata in mente.
Un'idea semplice, certo, magari banale... Ma geniale...
Avrebbe potuto... Sì, ma certo! Lei avrebbe senz'altro... Sì, ovviamente! E le leggende... No non avrebbero potuto fare niente per salvarla!

Si sfregò le mani soddisfatto, e corse a comunicare ai suoi incubi il malefico piano.

Sì, stavolta ci sarebbe ci riuscito.
Avrebbe ucciso Helen Rose.

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Capitolo 14
*** La festa ***


:- Aspetta Helen, lascia che ti aggiusti un attimo l'acconciatura...

:- Dentolina io... Io non so se mi merito tutto questo...

:- Cosa intendi dire?

:- Ecco... Sono molto felice di avervi incontrato e soprattutto di aver scoperto che non sono l'ultima della mia specie, ma addirittura una festa in mio onore!

:- Helen... Una festa è il minimo che possiamo fare per dimostrarti quanto tu sia importante per noi!

:- Vorrei solo non dare troppo nell'occhio... Non ci sono abituata...

:- Tranquilla, ci saranno solo Ombric Shalazar, Katherine, Nightlight, Cupido, i bambini di Burgess, le ninfe dei boschi, i folletti e gli gnomi, la Marmotta, il Leprecano...

:- S-Solo? E...E dove si terrà la festa?

:- Ecco...





:- Nella mia tana?! Scordatelo Nord!

:- Calmoniglio, tua tana è grande abbastanza per tutti!

Calmoniglio indossò velocemente la sua elegante giacca color verde smeraldo. Doveva ammetterlo: gli Yeti avevano fatto un ottimo lavoro.

:- Scusa coda di cotone, questa cosa che ho in mano che cos'è? Dove va messa?

Nord si sistemò la grande camicia da cerimonia rossa e dorata.

:- Jack, quella è tua cravatta... Mettila attorno a collo...

:- Si Frost, vedi di stringerla stretta stretta...

Sandman aiutò il guardiano del Divertimento ad allacciarsi la cravatta, poi si raddrizzò elegantemente il piccolo papillon dorato.

:- Calmoniglio, che fai ancora qui? Vai a preparare tana!

:- No! Mi rifiuto!

:- Non puoi!

:- Perchè?

:- Perchè invitati arrivano tra soli dieci minuti!


Esattamente dieci minuti dopo, creature di ogni tipo e dimensione occupavano la verde tana di Calmoniglio, addobbata con i fiori più colorati e con tavole cariche di dolci di ogni tipo.

La velocità del coniglio era stata incredibile, ma lui ci era abituato...
Sapete quante uova riesce a nascondere in un SOLO GIORNO?

Gli invitati chiacchieravano tra loro, lieti di rivedersi dopo tanto tempo, e assaggiavano deliziose torte alle creme e crostate alla frutta.
Jamie, Sophie e i loro amici giocavano allegramente a nascondino con le piccole uova.
La marmotta e Calmoniglio si tenevano a debita distanza.

Tutto era perfetto.



:- Helen! Coraggio, fammi vedere come sta il tuo abito! Manchiamo solo noi!

Dentolina lisciò le pieghe del suo bellissimo vestito dalle sfumature rosa, verdi e blu, si aggiustò le piume colorate e si avvicinò alla porta sua camera.

:- Helen!

:- Eccomi!

Helen aprì la porta e si fece avanti. 

L'abito che la fata le aveva prestato era color del cielo, perle e luminosi ricami argentati si rincorrevano sul corpetto dall'ampia scollatura, mentre l'ampia gonna era ornata di fiori dalle delicate sfumature celesti e piccoli cristalli splendenti. 
I capelli, accuratamente pettinati in morbidi boccoli e intrecciati tra fiorellini bianchi, ricadevano leggeri sulle spalle.

:- Helen sei... Sei bellissima...

Dentolina svolazzò entusiasta attorno alla Pooka, aggiustando piccole imperfezioni e sistemando alcune ciocche di capelli in po' ribelli.

:- Sembri... Una principessa...

Helen l'abbracciò.

:- Tutto merito della mia fata madrina...Grazie, grazie davvero...

La fata dei Ricordi ricambiò l'abbraccio, sorrise e si asciugò una piccola lacrima.

:- Cosa c'è Dentolina?

:- Io... Io sono così felice per te... E per Calmoniglio... E' stato così fortunato!

:- Parli come se ci stessimo per sposare!

Dentolina le mise un mano sulla spalla e la guardò dolcemente.

:- Sarebbe così bello, Helen... Tu non lo vorresti?

Helen si guardò allo specchio. Pensò se quell'abito sarebbe piaciuto a Calmoniglio. Possibile che non pensasse altro che a lui?

:- Sì... Sì, lo voglio.



:- Calmoniglio dov'è la tua dama?

:- Non è la mia dama, Leprecano... Cioè, non credo... Io...

:- Calmoniglio, a quando le nozze? Jack mi ha detto che vi sposerete presto!

:- Katherine, non dare retta a Jack! Niente nozze!

:- Calmoniglio, quanti figli vorreste avere?

:- F-Figli? Cupido, ho appena detto che...

:- Eccole, sono arrivate!

Dentolina si affacciò da una galleria e salutò cordiale e sorridente i presenti, poi fece cenno ad Helen di raggiungerla.
La Pooka avanzò, sfoggiando il suo miglior sorriso.
Calmoniglio, esausto dalle insistenti e ripetitive domande, si voltò e la vide, più bella e radiosa che mai. Rimase impietrito.
Il silenzio calò tra gli invitati, ammutoliti.
Helen capì che doveva dire qualcosa.

:- Perfavore, non fate caso a me! Continuate a divertir...

Non fece in tempo a finire, perchè un applauso fragoroso e schiamazzi si levarono tra la folla. 

:- Un'altra Pooka!

:- E' una principessa?

:- Allora era vero!

:- Com'è bella!

:- Era ora, Calmoniglio!

Fu letteralmente trascinata da Dentolina tra gli invitati, per fare la loro conoscenza. Ne approfittò per salutare anche le ninfe e la sua piccola amica Sophie. Avrebbe voluto vedere Calmoniglio, ma, tra le varie creature che occupavano la tana, non riusciva a vederlo.

Seguì una serata ricca di domande, risposte, auguri e presentazioni. 
Ad un certo punto, i folletti incominciarono a suonare un'allegra melodia con il flauto, e gli ospiti si cimentarono in vivaci danze. Anche Helen si divertiva a volteggiare leggera con i bambini e gli altri guardiani.
Calmoniglio era rimasto in disparte, osservando la scena. 
Non gli piacevano le feste e la confusione. L'unica cosa che desiderava era rimanere solo nella sua silenziosa e tranquilla tana.
Beh, magari solo no... Con Helen, forse...
Mentre era immerso nei suoi pensieri, Nord lo spinse con una pacca sulla schiena in mezzo agli invitati danzanti.

Helen si ritrovò tra le braccia del coniglio.

Lui sapeva che doveva lasciarla, non avrebbe ballato per niente al mondo, ma non riusciva né a distogliere lo sguardo da quegli occhi azzurri, né a staccare le zampe dai fianchi di lei.
Helen sorrise, afferrò le sue spalle e lo trascinò nelle danze. Calmoniglio si stupì molto quando si accorse di sorridere. Il timore e l'imbarazzo iniziale erano svaniti, e i due piroettavano ridenti sull'erba soffice, guardandosi negli occhi e stringendosi sempre di più.
Non si erano accorti che gli altri ospiti li osservavano teneramente, spesso asciugandosi anche qualche lacrimuccia..

Giunse la fine della festa. Gli invitati e i guardiani se ne andarono stanchi, ma contenti.

Nella tana tornò a regnare la pace e il silenzio.

Calmoniglio ed Helen erano seduti sulla riva del fiume violaceo che, come sapete, scorre nella tana. 

I loro sguardi si incrociarono un'altra volta.

Era il momento.

Il guardiano della Speranza sospirò, si avvicinò tremante e le accarezzò la guancia con una zampa.
Helen strinse a alcuni ciuffi d'erba, sul quale sbocciarono piccole rose rosse, e accostò il viso al suo.
I loro baffi vibrarono dall'emozione.
Chiusero gli occhi.

E...









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Capitolo 15
*** Voci misteriose ***


:- Helen...

Aprì gli occhi.
Qualcuno l'aveva chiamata, e non si trattava di Calmoniglio.
Una voce femminile calda, suadente e rassicurante invocava il suo nome.
Non importa, pensò, sarà solo il vento... Sfiorò la giacca verde di Calmoniglio, ormai pronta per baciar...

:- Helen...

Ancora?

Quella voce... Conosceva quella voce...
Si allontanò dal coniglio, e si accorse di stringere ancora sue zampe. 
Qualcosa nella sua mente le ordinava di alzarsi e cercare il proprietario della voce. D'altro canto, desiderava ardentemente rimanere con il guardiano della Speranza.

:- Hey, tutto bene?

Il guardiano aveva aperto i grandi occhi verdi, e aveva notato lo sconcerto di Helen. Lasciò dunque le sue morbide zampe, sfiorandole timidamente una guancia.

Perchè si era allontanata da lui? 
Stava sbagliando qualcosa, forse? 
Era ancora troppo presto?

La risposta che Helen diede ai suoi pensieri non fu del tutto esaustiva.

:- Io... Non... Non senti anche tu?

Calmoniglio rizzò le orecchie attento, ma non percepì alcun suono. Annusò l'aria, in cerca di guai, ma tutto gli appariva tranquillo come al solito.

:- No, veramente no...


Helen arrossì: possibile che si fosse immaginata tutto? Certo, probabilmente l'emozione del momento le aveva giocato brutti scherzi, e...

:- Heleeen...

La Pooka si alzò di scatto, sollevata e terrorizzata allo stesso tempo, guardandosi attorno. Non aveva immaginato.
Quella voce! Risuonava nelle sue orecchie, primeggiava nei suoi ricordi!
Sì, era proprio...


:- Helen, sei pallida! Cosa c'è?

Calmoniglio balzò in piedi, sorreggendo la coniglia. 

:- Lei... È qui! È viva! È... È qui!

:- Chi Helen? Chi? 

Helen sorrise radiosa, stringendo le zampe di Calmoniglio. Gli occhi blu si accesero di gioia, e attorno a lei fiorirono coloratissimi garofani. 

:- Vieni, devi conoscerla! 


Si liberò dunque dalla presa e corse velocemente per la tana, cercando la provenienza della voce.
Calmoniglio non si mosse di un millimetro, con gli occhi sbarrati e le orecchie appiattite dietro la nuca.
Non aveva molta esperienza in campo, lo ammetteva... Ma davvero le femmine erano così difficili?



Sfrecciava sull'erba fresca, tenendosi il lungo abito per correre meglio. I suoi capelli si scompigliarono, e fiori intrecciati tra i boccoli caddero a terra.
Non le importava.
Doveva trovarla.
Tentò di collegare quella voce femminile ad un volto ben preciso.
Tentò di ricordare.
Ci riuscì.

:- Mamma! 


Il suono sembrava provenire da ogni parte della tana, ma Helen riuscì ad individuare la sua esatta provenienza.
Si addentrò dunque in una galleria particolarmente buia, cercando la madre con lo sguardo. Dietro di lei, udì Calmoniglio gridare da lontano il suo nome. 

La stava cercando.
Forse doveva aspettarlo.
Forse doveva andare avanti con lui.
Forse avrebbe dovuto rimanere con lui.
Forse lo amava.
No, ovviamente lo amava.

Aveva danzato con lui per tutta la festa, il tocco delle sue zampe la faceva rabbrividire e i suoi occhi grandi e dolci la incantavano.
Dentolina le aveva detto che poteva anche apparire un duro, un Pooka forte, sarcastico e sicuro, ma che nascondeva in sé un grande cuore e un'immensa sensibilità.

Lui stava per baciarla, ne era certa. A quel dolce pensiero sorrise nel buio.
Il cuore le si era fermato, le sue zampe si erano posate sulla giacca color smeraldo, e in seguito sulle zampe di lui. Il guardiano le aveva strette, l'aveva guardata, e aveva accostato il suo muso al suo... Perchè... perché non era rimasta?!

:- Heleen...

Ecco perchè.

Dopo qualche passo intravide una figura nell'ombra. Alta, elegante e slanciata. 
L'essere allargò amorevolmente le braccia...

:- Mamma!

La Pooka si lanciò verso l'individuo, mentre lacrime di gioia scorrevano sul suo muso.
Non lo raggiunse in tempo.
Cadde a terra svenuta, colpita alla nuca dal colpo di un oscuro incubo.
La figura incrociò le braccia e uscì dall'ombra, annuendo sorridente.
I suoi occhi color ambra brillarono di soddisfazione.



:- Helen!

Se se n'era andata, era solo colpa sua!
Jack Frost aveva ragione: non ci sapeva fare... Non ci sapeva proprio fare!

:- Helen, dove sei?

La stava per baciare! Mancava tanto così! Tanto così!
Dopo anni e anni di solitudine aveva trovato la sola e unica donna della sua vita... E lei era corsa via, preferendo una voce immaginaria a lui...

:- Helen, mi dispiace... Io non... Non volevo!

Perchè si stava scusando? Certo che voleva! Il desiderio più grande e appassionante della sua vita si era quasi avverato!
Si tolse l'ingombrante giacca da cerimonia e afferrò nervosamente i suoi boomerang.
Basta pensieri da femminuccia, basta domande senza risposta.
Doveva trovare Helen.

Si aggirò nella tana, cercando attentamente la Pooka con lo sguardo, quando, ad un tratto, si bloccò e la vide.

Eh, no cari lettori... Non vide Helen.

Vide un'enorme quantità di sabbia nera che giaceva nella più oscura della sue gallerie




 

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Capitolo 16
*** Perdonami... ***


Ciao, lettori! Voglio augurare a tutti voi buone feste e un felice anno nuovo! Spero che apprezzerete questo nuovo capitolo! Se vi va, recensite la storia e fatemi sapere cosa ne pensate! Ancora tanti auguri a tutti!


:- Allora, ho già organizzato tutto!

:- Cosa intendi Dentolina?

:- Jack, sarà il testimone di Calmoniglio, io quella di Helen... Tu, Nord, celebrerai il matrimonio e Sandman porterà le fedi!

:- Dentolina...

:- Torta di cinque piani alle carote dolci e cioccolato... O forse ai frutti di bosco?

:- Dentolina...?

:- Alla sposa penserò io: pensavo ad un abito chiaro primaverile, mentre per Calmoniglio...

:- Rimsky Korsakov!! Dentolina!

:- Sì Nord?

:- Non si sono neanche dichiarati e tu già pensi a torta?

I quattro guardiani si trovavano al palazzo di Nord, di fronte al globo. La festa era finita da poco, e loro avevano riaccompagnato i bambini a Burgess, lasciando i Pooka da soli. Speravano che... Beh, tra i due succedesse qualcosa!
Purtroppo, come sapete, qualcosa era successo... 

:- Nord, se aspettiamo che il canguro si dichiari ci vorranno anni!

Detto questo, lo spirito del gelo afferrò lesto un paio di biscotti, sgranocchiandoli rumorosamente. Non sapeva che un paio di elfi affamati li avevano appena... Ecco... Assaggiati?

:- Jack ha ragione Nord! Meglio organizzarci già da ora!

 Sandman si limitò a sorridere, allontanando la sua tazza di cioccolata calda da un elfo particolarmente goloso.

:- Non lo avrei mai detto, sapete...

Jack si aggrappò al fedele bastone e guardò il globo, costellato di luci. Si domandò se davvero tutti quei bambini credessero in lui. I guardiani si guardarono confusi.

:- Cosa Jack?

:- Io... Non avrei mai detto che il nostro coda di cotone si sarebbe...

In quel momento, il diretto interessato irruppe correndo nella stanza...
I guardiani lo osservarono perplessi:
Qualcosa non quadrava.
Il suo sguardo era diverso.

Pericolosamente
Estremamente
Diverso.

E loro, purtroppo, già conoscevano quello sguardo.

Nord si avvicinò cautamente al coniglio, ma dovette schivare un boomerang che il Pooka aveva violentemente e improvvisamente scagliato contro il globo. 
Calmoniglio incominciò poi a fracassare con calci e pugni ogni cosa gli capitasse a tiro, digrignando i denti e soffocando a stento grida di rabbia e di dolore.

Sentiva i guardiani urlare qualcosa, ma non capiva cosa.
Mille lame affilate gli trafiggevano il petto.
Dolorosi ricordi repressi per anni e speranze ormai dimenticate lo ferivano e lo affliggevano.

Il suo popolo era estinto.
Lo aveva visto morire.
Bruciare.
Era solo.

Le urla e i pianti dei bambini rimbombarono nelle sue orecchie.
Cercò di tapparsele.

Helen era l'ultima della sua specie.
Avrebbe dovuto difenderla a costo della vita.
Pitch l'aveva catturata.
La voleva uccidere.
Probabilmente era già morta.
Lui la amava.

L'azzurro degli occhi di Helen si illuminò davanti a lui.
Strinse gli occhi.

Era colpa sua!
Sua!
Solo sua!

Stava per sferrare un calcio a qualcosa altro, ma Nord gli bloccò saldamente le braccia e lo sollevò da terra.
Il coniglio si dimenò furiosamente.

:- Lasciami!!

:- Calmoniglio! Torna in te! Sandman!

L'omino del Sonno non se lo fece ripetere due volte: una palla di sabbia magica colpì il muso del guardiano della Speranza, che cadde a terra addormentato.

Il guardiano, prima di perdere i sensi, pensò ad Helen Rose. Sussurrò solo una parola:

:- P-Perdonami...



La testa le doleva terribilmente. Sentì i polsi rigidi e tentò di muoverli.
Erano legati.
Aprì gli occhi e alzò debolmente lo sguardo.
Il buio più totale la circondava.

:- No... Ti prego... Non ancora...

Si accorse di essere in piedi, legata per i polsi ad un alto palo di legno. 
Guardò in basso.
Il vestito da favola di poco prima era sparito, sostituito da un semplicissimo abito di stoffa bianca legato alla vita da una corda.

:- Cosa... 

I suoi piedi poggiavano su ciocchi di legno e paglia secca.

Sembrava... Le sembrava di essere...

:- Al rogo! Lì devono bruciare le streghe come te!

Dall'oscurità emersero due occhi gialli e un ghigno soddisfatto. 
Helen capì che cosa l'aspettava.
Si dimenò disperatamente, cercando di liberarsi. Sul palo di legno fiorirono piccole calle bianche.

:- Pitch! Lasciami andare! Ti prego! Uccidermi non cambierà le cose!

Pitch osservò quella pietosa scena, e scoppiò a ridere smodatamente.

:- Oh... Principessa Helen Rose... Certo che cambierà le cose! Avrò finalmente completato la mia vendetta! Avrò posto fine alla dinastia dei Pooka... Per sempre!!!

:- Ma... Calmoniglio...

:- È morto, Helen. Nella sua stessa tana...

Non era vero, lo sapete.
Calmoniglio era furioso, probabilmente impazzito.
Ma era vivo e vegeto.
L'uomo nero lo sapeva bene. Ma doveva, DOVEVA vederla soffrire.

:- N-No...

:- Ha provato a salvarti, ma è morto. Come tutti gli altri! E sai di chi è la colpa? Tua! Strega!

Helen smise di dimenarsi. Guardò un punto imprecisato di fronte a sè.

:- Strega!

Era... Colpa sua... Solo colpa sua...
Un lacrima le rigò silenziosamente il volto.

:- Perdonami...














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Capitolo 17
*** ...Helen...? ***


Avvertì dei suoni rimbombare in lontananza e sussultò leggermente, capì di essere disteso su un letto. La zampa gli bruciava terribilmente, sanguinava, e capì che era stata appena fasciata.
Cosa era accaduto? Quando si era ferito? Ricordò vagamente di aver sferrato un pugno ad un vetro... Ma perché?

:- Calmoniglio...?

Qualcuno... Qualcuno lo aveva chiamato?
Quando aprì gli occhi mise a fuoco il candido volto preoccupato di Jack Frost. 

:- J-Jack... Cosa è succes...

:- Pitch ha catturato Helen. Tu sei impazzito. Sei arrivato qui ed hai spaccato tutto quello che hai trovato. Sandy ti ha addormentato. Niente di che, canguro, davvero...

Il coniglio di Pasqua si sfiorò la zampa fasciata, mentre i dolorosi ricordi affioravano nella sua mente.

Gli sembrava tutto così assurdo... 

Aveva incontrato Helen, un'altra Pooka, dopo anni e anni di solitudine trascorsi a dipingere e a nascondere le uova per i bambini. Adorava i bambini, certo, erano la sua ragione di vita, e avrebbe dedicato volentieri anche l'intera sua esistenza a donare loro la speranza con la Pasqua, ma il vuoto nel suo animo lo avrebbe reso sempre più difficile.

Aveva scoperto un nuovo sentimento, l'amore, che gli premeva nel petto ogni volta che incrociava lo sguardo con quello di lei.

Aveva provato una dolce e sconosciuta sensazione quando Helen era caduta su di lui, la prima notte al Polo Nord, quando avevano danzato insieme nella tana durante la festa e quando i loro musi si erano lentamente avvicinati. 

Adesso Helen era stata catturata di nuovo, Pitch l'aveva sicuramente già uccisa, e lui era stato incapace di aiutarla. 
I suoi nervi avevano ceduto, la rabbia lo aveva accecato, l'odio e la paura avevano avuto la meglio su di lui. Gli era capitato raramente, ma gli era già capitato. 
Ricordò il momento in cui stava per dare un pugno a Jack, quel maledetto giorno di Pasqua in cui si accorse che nessuno poteva vederlo.

:- Ho... Ho fatto del male a qualcuno?

Jack lo guardò sorridendo, sfiorò delicatamente il bastone, costellandolo di brillanti fiocchi di neve, e scosse la testa.

:- No canguro, tranquillo... Ma direi che in questo momento qualcuno ha bisogno di te...

:- Helen... Io... Lei... Noi...

:- Prova a mettere verbi e congiunzioni, coda di cotone.

Calmoniglio strinse gli occhi, vietando alle lacrime di uscire. Non era in vena di scherzare. Possibile che Frost non pensasse ad altro?

:- Helen è... Morta...

Il volto dello spirito del gelo si fece serio, e i suoi occhi color del ghiaccio scrutarono attentamente quelli smeraldo del coniglio.

:- E... Se non lo fosse? 

:- Jack, Pitch ha...

:- Ascolta, Pitch è abbastanza stupido da fare uno di quei tipici interminabili monologhi... Siamo ancora in tempo, ma dobbiamo sbrigarci, prima che sia troppo tardi!

Calmoniglio si alzò a sedere, guardando fuori dalla finestra. La neve leggera cadeva silenziosamente, e la pallida luna lo fissava, risaltando nel cielo azzurro. Gli sembrò di udire una flebile voce provenire da essa. Una voce che lo incitava ad andare. 
A salvare Helen.
A salvare i Pooka.
Jack aveva ragione... Forse...Forse c'era ancora una speranza...

:- Hey canguro... Ti prometto che andrà tutto bene, devi fidarti di me... Insomma, ti direi mai una bugia?

Calmoniglio si alzò di scatto e afferrò i suoi boomerang, poi si voltò verso il guardiano del divertimento e, alzando un sopracciglio e puntando il boomerang verso di lui, disse solo una cosa.

:- Non chiamarmi canguro, Frost.

Jack sorrise. Il suo amico era tornato.



La slitta trainata dalle renne solcava velocemente le morbide nuvole bianche del mattino. La luna vegliava su di loro.
Nord lanciò davanti a sé una sfera di cristallo, aprendo un portale, e le cinque leggende giunsero velocemente nel covo di Pitch.
Saltarono giù, pronti a combattere, chi stringendo il proprio bastone, chi le proprie sciabole, chi i propri Boomernag...

Ma non c'era nessuno.

La grotta era buia, fredda e solitaria.

:- Dov'è Pitch?

:- Dov'è Helen?

:- Perché non sono qui?

Calmoniglio annusò l'aria, confuso. Nessuna traccia.

:- Maledizione! Pitch sapeva che saremmo arrivati qui, e non si è fatto trovare! 

:- Ma allora... Dov'è?

:- Non so, Dentolina...

Dove potevano trovarsi?
I guardiani rifletterono. 
Pitch  voleva che la morte della principessa dei Pooka fosse la più atroce di tutte.
Voleva sicuramente che Helen morisse in un posto particolare, ben preciso, che magari risvegliasse in lei qualche doloroso ricordo, facendola soffrire.

Sandman si illuminò. Sapeva dove avrebbero potuto cercarla.
L'immagine di alcuni alberi  brillò sopra la sua testa.

:- Il bosco di Burgess!



Sandman aveva ragione.

Proprio nel bosco di Burgess Helen aveva conosciuto Calmoniglio.
Proprio nel bosco di Burgess Helen aveva ripreso a SPERARE.
Proprio nel bosco di Burgess Helen aveva ripreso ad AMARE.
Proprio nel bosco di Burgess Helen sarebbe morta.


Pitch legò i polsi di Helen ancora più stretti al palo, e notò i vari fiori che stavano comparendo intorno alle zampe della Pooka. 

Proprio così, più emozioni provava, più fiori faceva sbocciare.

:- I tuoi poteri non sono una benedizione, ma una condanna! Strega!

:- No...No!

:- Si, Helen... Calmoniglio lo sapeva benissimo... Ha cercato di proteggerti, ma lo hai ucciso! E anche i tuoi genitori...
 
Helen Rose non resse più: le sue gambe cedettero, cadde a terra, gemendo disperatamente, senza rendersi conto che Pitch aveva appena acceso una piccola scintilla sul suo rogo.
Il fumo si innalzò, e le fiamme incominciarono ad avvolgere legna e paglia, ma lei sembrava non rendersene conto.

Non voleva... Non voleva che finisse così...

Avrebbe voluto rivedere Sophie prima di morire, scompigliarle teneramente i lunghi capelli biondi e intrecciare altre ghirlande insieme a lei.

Avrebbe voluto rivedere i guardiani, abbracciarli uno ad uno e ringraziarli per tutto ciò che avevano fatto.

Avrebbe voluto rivedere Calmoniglio, dirgli quanto lo amava, saltargli al collo e baciarlo con tutta la passione che aveva in corpo. 
Avrebbe voluto danzare ancora con lui, stringendolo sempre più, sul morbido prato della sua tana. 
Avrebbe voluto rimanere al suo fianco per sempre e amarlo con tutto l'amore che per anni le era stato negato. 
Avrebbe voluto...

Tossì. Il fumo penetrò nelle sue narici, rendendo i suoi respiri sempre più difficoltosi, e le fiamme si avvicinarono pericolosamente al suo corpo. Tossì ancora, e ancora.
Un velo nero calò di fronte ai suoi occhi, mente perdeva i sensi per mancanza di ossigeno.
Pitch sorrise e le voltò le spalle, ansioso di girarsi nuovamente e trovare davanti a sè solo un mucchietto di cenere. Accarezzò sorridendo uno dei suoi incubi. Aveva vinto, ormai. 
L'uomo della Luna non poteva fare nulla contro di lui, i guardiani si sarebbero certamente indeboliti e i Pooka sarebbero stati definitivamente sterminati.

Poteva andare meglio di così?

Si voltò sghignazzando, pronto a vedere l'ultima dei Pooka ridotta in polvere, ma il violento colpo di una sciabola di Nord lo stordì. Mentre cadeva a terra, l'uomo Nero notò le fiamme completamente ghiacciate, e il corpo esanime di Helen in braccio al guardiano della Speranza. Sebbene ferito e dolorante, rise malignamente.

:- È morta! Non potete fare nulla per salvarla! Nulla!

Il pugno che ricevette sul naso da un'infuriata e piangente Dentolina lo mise definitivamente KO, zittendolo una volta per tutte. 
Lo sguardo dei guardiani si posò poi su...



:-.... Helen...?

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Capitolo 18
*** Biancospino: fiore di speranza ***


Un silenzio agghiacciante calò nel bosco. Non si sentiva né una foglia frusciare, né un uccellino cinguettare... La natura taceva...

Anche la maestosa luna osservava silenziosamente la scena.

Pitch giaceva inerte a terra, ma ad un tratto si dissolse in una nube di sabbia nera e grigiastra.

Calmoniglio adagiò delicatamente il corpo di Helen sull'erba e le sfiorò il muso...Bruciava!

:- He-Helen...

Sandman abbassò il capo e chiuse gli occhi.

Il coniglio di Pasqua si inginocchiò accanto a lei. Si accorse che non stava respirando. 
No... Non poteva... Non poteva finire così...

:- Helen!

La sua voce era cambiata, era rotta dal pianto.

Lei... Non poteva morire... Non poteva!

Dentolina si rifugiò sulla spalla di Nord e cominciò a singhiozzare. Nord chiuse gli occhi lucidi, facendo uscire una lacrima.

:- Helen!!

Calmoniglio stavolta urlò, afferrandole le spalle e avvicinandosi a lei. Nessun segno di vita. La scosse, la strinse a sè....

Niente.

Jack, addolorato, si avvicinò a lui, ma fu bloccato da Nord.

Il guardiano della speranza tremò, lasciò Helen e le scostò una ciocca di capelli castani dagli occhi.

Quegli occhi azzurri così pieni di gioia.
Quegli occhi azzurri così pieni di serenità.
Quegli occhi azzurri che lui tanto amava. 
Quegli occhi azzurri che non si sarebbero più aperti.

Non era possibile... Era...era...

Cedette. Batté violentemente i pugni a terra e di accasciò in un pianto disperato, ricco di speranze perdute e desideri dissolti...

Helen era morta... Morta!

I guardiani osservavano impotenti la scena con gli occhi velati di lacrime. 
Jack Frost abbassò il cappuccio fino agli occhi, e Nord gli mise una mano sulla spalla. 

Dentolina, tremante, si avvicinò lentamente al coniglio.

:- Calmoniglio...

Il Pooka non rispose. Si limitò a stringere la morbida zampa di Helen Rose.

:- ... Lei... Ti amava... Ti amava davvero... Io volevo che...tu...tu lo sapessi...

La fatina dei Denti non resse più e si coprì singhiozzando il volto rigato di lacrime.
Sandman la prese per mano e si allontanò, seguito dagli altri guardiani.

Calmoniglio rimase solo, ma sembrò non accorgersene. 
Aprì gli occhi color smeraldo e guardò Helen... Era così bella, sembrava che stesse solamente dormendo... E invece se n'era andata per sempre...

La sua bocca si aprì per dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma si richiuse subito, celando in sé dolci frasi d'amore mai pronunciate.

Proprio allora, si accorse di qualcosa di strano. Nella zampa che stringeva quella di Helen, vide sbocciare minuscoli boccioli di biancospino... Boccioli bianchi, freschi e profumati, come la primavera stessa.

:- C-Cosa?

Il petto della Pooka si alzò e si abbassò lentamente e la sua zampa strinse quella del guardiano. 

:- Helen!

Calmoniglio sentì le lacrime bagnargli ancora il muso. Lacrime di gioia, più sincere che mai!

Helen Rose tossì un paio di volte e aprì gli occhi. Vide le verdi e ondeggianti fronde degli alberi, il cielo stellato, la luna che le sorrideva e...

:- Calmoniglio...

:- Helen... Sei...sei...

La coniglia sorrise felice. L'azzurro delle sue iridi brillò, più vivace e gioioso che mai... Senza alcun preavviso, si slanciò in avanti e afferrò il muso del guardiano, spingendolo a sé. 
Il coniglio sbarrò gli occhi di smeraldo e appiattì le orecchie, per poi abbandonarsi subito a quel bacio dolce e pieno di passione.
I loro corpi si sfiorarono dolcemente, e mentre Calmoniglio avvicinava il proprio muso a quello di Helen mille fiori colorati sbocciarono sotto di loro...

:- Helen... 

:- Sì?

Calmoniglio si staccò da lei e la guardò con uno sguardo colmo di amore.


:- Helen Rose, vorresti sposarmi?


Immaginate la a reazione di Helen.

Insomma, tornare indietro dal mondo dei morti e ricevere una proposta di matrimonio nello stesso giorno è qualcosa di incredibile!













 



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