Dark Sensations

di Annette85
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ordine ***
Capitolo 2: *** Caos fuori e dentro (2 maggio 1998) ***
Capitolo 3: *** Alla nostra libertà ***



Capitolo 1
*** Ordine ***


Nota: Storia scritta per il "The One Hundred Prompt Project" e basata sul prompt n. 54 "Ordine".
È la prima volta che scrivo di questi due personaggi, sia singoli che in coppia, quindi spero di non deludervi (in caso contrario potete sempre dirmelo nei commenti).
Gli avvenimenti descritti si svolgono dopo il Voto Infrangibile che Severus e Narcissa hanno stretto nel sesto libro.

Buona lettura^^


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Dark Sensations

1. Ordine


Entrò silenziosa nella stanza del Signore Oscuro. Scrutò l’ombra per qualche istante e poi lo vide, accanto alla finestra mentre osservava impassibile la nebbia che avvolgeva tutto.

«Mi è giunta una voce», sibilò senza voltarsi, ben sapendo che Bellatrix era giunta al suo cospetto.

La strega non batté ciglio, nonostante l’inquietudine, mista a eccitazione, le scorresse nelle vene.

«Pensi che io sbagli a fidarmi di Severus», continuò, mentre si girava finalmente a guardare Bellatrix. Lo sguardo di fuoco che le lanciò sembrò passarla da parte a parte, come a voler leggerle dentro.

«No, mio Signore», mentì inutilmente, mentre la voce tradiva ciò che la mente continuava a pensare.

Voldemort non disse nulla, non la interruppe, si limitò semplicemente a guardarla con ancor più disprezzo: mai nessuno si era permesso di dubitare di una sua decisione. Si avvicinò a Bellatrix, sovrastandola in pochi passi, mentre lei non faceva nulla per sottrarsi a quello sguardo.

«Se vuoi continuare a servirmi, in futuro non provare a mentirmi», ordinò perentorio e minaccioso, prendendola per un braccio. «Sai che riesco a scoprire ogni cosa. Che tu lo voglia o no».

Voldemort accarezzò il braccio di Bellatrix, soffermandosi qualche secondo sul Marchio Nero, facendola rabbrividire nonostante la veste pesante che indossava. Poi prese la mano di lei tra le proprie e, senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi, se la portò alle labbra sfiorandone il dorso diafano.

La Mangiamorte fissò i gesti del Signore Oscuro come in trance, incapace di muovere un solo muscolo. Quando si riebbe da tutto il vortice di emozioni che erano scaturite da quel semplice contatto, scoprì di essere sola nella stanza: Voldemort si era come volatilizzato, lasciandola in balia delle proprie sensazioni.


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Non ci posso credere: io che scrivo di Voldemort e Bellatrix... devo essere totalmente impazzita XD
Scherzi a parte, trovo che i prompt scelti per queste storie si addicano particolarmente a loro due e quindi non ho potuto fare a meno di farci un pensierino (perdonate le ripetizioni u.u).
Comunque ringrazio fin da ora tutti coloro i quali vorranno seguire questa raccolta (penso avrà un po' di salti temporali, ma scrivo a seconda dell'ispirazione sia dei prompt sia di ciò che leggo nei libri XD) e magari anche commentare le storie che posterò. Spero di non deludervi.
Prima di chiudere, ringrazio Raf che mi ha dato la spinta per iniziare a scrivere di questi personaggi^^

Ciao ciao

The One Hundred Prompt Project

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Capitolo 2
*** Caos fuori e dentro (2 maggio 1998) ***


Nota: Questa ff partecipa al contest E in quella frazione di secondo, il mondo andò in pezzi - La "battaglia di Hogwarts" Contest indetto sul forum di EFP da Oonagh.
Per scriverla, poi, ho usato anche un prompt del The One Hundred Prompt Project, più precisamente il
51. Caos, che non è mai citato espressamente, ma spero si riesca a intuire da alcuni particolari.
Questa volta, come da titolo, ho fatto un bel salto temporale, visto che siamo già al 2 maggio 1998 (avrei voluto postare ieri la ff, ma ho aspettato l'ok della giudicia =D), più precisamente nell'ora di pausa che Voldemort ha concesso a Harry e ai suoi.
Non ci sono particolari controindicazioni per questa storia, quindi vi auguro solo buona lettura, visto che l'ho fatta lunga XD


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Caos fuori e dentro (2 maggio 1998)

Comparve nella Foresta per prima. Qualche lampo si scorgeva qui e là alle sue spalle: gli altri Mangiamorte stavano lanciando gli ultimi incantesimi, nonostante il Signore Oscuro avesse detto di ritirarsi e lasciare il campo di battaglia.

Si voltò verso il castello e vide alcune fiamme lambire una stanza e rise.

Rise con quel fare folle che ormai tutti conoscevano. Una risata priva di allegria.

«Bellatrix», un sibilo proveniente dal buio dietro di sé la zittì all’istante.

«Mio Signore», rispose inchinandosi davanti alla figura pallida.

Voldemort la sfiorò appena e lei rialzò gli occhi, perdendosi per qualche istante in quelli rossi che sapevano leggerle dentro, in profondità.

Sentì le dita lunghe e magre di Voldemort appoggiarsi sulle spalle e poi scendere lungo le braccia; lo sentì lottare per decidere se stringerla a sé o respingerla ancora una volta per non cedere alle lusinghe di un sentimento a lui sconosciuto.

«Hai lottato bene», disse al suo orecchio, mentre inspirava l’odore del sangue rappreso tra le ciocche di capelli. «E per questo sarai ricompensata».

Il fiato le si mozzò in gola lasciandola muta per qualche istante.

Voldemort approfittò di quel silenzio per accarezzarle il volto con una mano seguendone il profilo. Le prese il mento tra pollice e indice e la costrinse a guardarlo ancora una volta negli occhi.

Erano così vicini, qualsiasi movimento dell’uno avrebbe innescato una qualche reazione nell’altra e questo Voldemort lo sapeva molto bene. Conosceva cosa Bellatrix provasse per lui: non era semplice ammirazione, era qualcosa di più importante e radicato, un amore intenso, morboso.

Bellatrix sentì qualcosa sfiorarle le labbra, ma quando provò a mettere a fuoco ciò che la circondava, non vide altro che il buio e qualche ombra dei propri compagni che raggiungeva il Signore Oscuro.


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Cosa ne pensate? È la mia seconda storia su questa coppia e spero di essere rimasta abbastanza IC... e spero, comunque, che vi sia piaciuta.

Ciao ciao



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Capitolo 3
*** Alla nostra libertà ***


Nota: Per prima cosa voglio fare i miei migliori auguri per un 2015 ricco di... storie e soddisfazioni =D
Passando alla storia, non ricordo da quanto tempo non aggiorno, ieri sera stavo spulciando un po' i prompt che devo ancora sviluppare per questa o quella tabella e l'occhio mi è caduto sui cinque che comporrebbero questa raccolta.
Il tema per questa ff è
Libertà e l'ho usato per sviluppare un missing moment del quinto libro, più precisamente quando Bellatrix e gli altri Mangiamorte vengono fatti evadere da Azkaban. Ovviamente i protagonisti principali sono Bellatrix, Voldemort e il loro rapporto... devo essere sincera, non so se sono riuscita a sviluppare al meglio la mia idea, spero che si capisca quale fosse l'intento e chiedo venia fin da ora se non c'è tutto quel romanticismo che ci si può aspettare in una Voldemort/Bellatrix, ma certe smancerie io non ce le vedo per questi due.
Spero vi piaccia, è da un po' che non scrivo di loro e probabilmente sarò arrugginita =D
Ancora auguri,
Buona lettura^^


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Alla nostra libertà


L’aria fredda e pungente della sera le sferzò il viso. Era bello respirare a pieni polmoni dopo aver passato fin troppi anni rinchiusa in una cella angusta, come una criminale comune. Poco importava se l’aria fosse pungente, le bastava assaporare il dolce profumo della libertà.

Aveva resistito più e più volte a lasciarsi andare tra le braccia di qualche Dissennatore, perché voleva strenuamente soltanto due cose: essere di nuovo libera e rivedere il suo Signore Oscuro.

Sapeva che prima o poi sarebbe tornato e che quattordici anni prima non era stato ucciso da un piccolo e insignificante moccioso. E lei non vedeva l’ora di essere di nuovo al fianco del mago più potente che il mondo avesse mai visto.

Una risata argentina si librò dalle sue labbra e si propagò nell’oscurità: vorticare nella notte, lontano da Azkaban, non era mai stato così bello.

Quando finalmente lei e gli altri evasi atterrarono in una radura tra gli alberi si guardò intorno, ad attenderli una figura incappucciata che quasi si confondeva con l’oscurità. Il sorriso sulle labbra di Bellatrix si allargò a dismisura, felice di essere nuovamente al cospetto di Lord Voldemort.

«Ben arrivati» sibilò. «Spero abbiate fatto buon viaggio e che la fuga non vi abbia spossati, dobbiamo subito metterci al lavoro. Non c’è un minuto da perdere».

«È bello rivederti, Padrone» disse Bellatrix emozionata inchinandosi davanti al mago.


Le era mancato sentire la voce tagliente del suo Signore; le era mancato il modo in cui lui le rivolgeva la parola e le ordinava di fare qualcosa. Ora che era di nuovo libera voleva stargli accanto, servirlo e ubbidirlo come non era riuscita a fare durante gli anni passati ad Azkaban.

«Bellatrix» sussurrò Voldemort scandendo ogni sillaba del suo nome e rivolgendole uno sguardo penetrante.

La strega ricambiò lo sguardo e si sentì avvampare, le sembrava di essere un’adolescente alla prima cotta, mentre il Marchio Nero sul braccio le formicolava piacevolmente.

Il gruppo di maghi seguì la propria guida fino a una villetta poco distante dalla radura. Entrarono nella casa illuminata soltanto da fiaccole e attesero che il Signore Oscuro parlasse loro.

La riunione durò il tempo necessario a distribuire i vari compiti che Lord Voldemort aveva messo a punto per ognuno di loro. Bellatrix fece per seguire gli altri, quando il mago la richiamò.

«Mio Padrone» bisbigliò la strega avvicinandosi a Voldemort, che fissava le fiamme lambire un pezzo di legno nel camino.

Il mago fece apparire due calici di vino ambrato e ne porse uno a Bellatrix. «La tua fedeltà mi ha colpito» disse guardandola negli occhi. «Quando non ero altro che un surrogato dell’aria che respiriamo ho sentito la tua passione e la perseveranza nel cercarmi».

«Avrei voluto fare di più» ammise Bellatrix. «Ma gli Auror ci hanno sbattuti ad Azkaban senza darmi la possibilità di riunirmi a voi».

Voldemort alzò il calice come a voler fare un brindisi. «Faremo di più, adesso» disse. «Alla nostra libertà».

La strega, come in stato di trance, copiò i movimenti del suo Padrone e alzò il proprio calice facendolo tintinnare al gemello.

La luce che si diffondeva dal camino, notò Bellatrix, rendeva Voldemort ancora più affascinante, maestoso, e accentuava il colore delle sue iridi scarlatte. Le sembrava che in quella casa ci fossero soltanto loro e quella semplice e nuda stanza.

Tutto quello che stava vivendo era molto più di quanto avesse mai sognato in quegli anni: ritrovarsi al cospetto del Signore Oscuro, brindare con lui e riunirsi nella battaglia la rendevano più viva che mai.

Quella volta niente e nessuno le avrebbero tolto tutto ciò. Quella volta avrebbero vinto e sarebbe stato per sempre.


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