Il tormento di non sapere che provi amore di tilia (/viewuser.php?uid=175340)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte uno ***
Capitolo 2: *** Seconda parte ***
Capitolo 1 *** Parte uno ***
Il tormento di non sapere,
che provi amore.
Prima parte
"Buon giorno ragazzi"
"Ma, che bello vederti" sorrise felice Soldato battendo le pinne. Era
da un po' che non s'incontravano, da quando lei aveva deciso di andare
a vivere ad Hoboken. Era davvero contento della sua visita.
"Ti trovo in forma" ricambiò l'allegria l'opossum.
Entrò lentamente nella tana dei pinguini. Ormai, le sue
povere gambe erano decisamente più instabili di qualche anno
prima. Era un'innegabile verità: stava invecchiando, ma non
per questo il suo spirito era domato, anzi.
Skipper non appena vide Ma arrivare accompagnata da Soldato, mentre
chiacchieravano amabilmente del più e del meno,
notò con irritazione, sentì un campanello
d'allarme nella sua testa.
"Skipper, sei sempre così serio" ridacchiò la
signora non appena gli fu davanti "Ma non temere, adesso ci penso io!
Vi preparerò una speciale lasagna al tonno"
Kowalski entrò in quel momento e si bloccò
guadando interrogativo il leader in una muta domanda: perché
c'era Ma nel loro rifugio?
Skipper scrollò le spalle e con un occhiata gli
intimò di salutare ed intrattenerla. Tentando di passare
inosservato, prese seccamente Soldato e lo trascinò con
sé.
"Chiedile perché è qui" sibilò
guardando l'opossum chiacchierare con lo scienziato, che le mostrava
orgoglioso tutte le sue ultime invenzioni e progetti.
"Ma Skipper non è educato, magari è venuta solo a
farci una visita" sussurrò il pinguino innocentemente.
"Ma se lei è qui, vuol dire che Hans è a piede
libero" ringhiò di rimando il comandante fulminandolo con lo
sguardo. Decisamente non era giornata per ricevere la visita di una
pulcinella psicopatica.
Era sicuro, la pulcinella avrebbe colto la palla al balzo. Quell'attimo
di libertà lo avrebbe utilizzato per attaccarli a
sorpresa.
"Ok, Skipper" sospirò Soldato assecondando la paranoia del
leader. Lentamente si diresse verso la signora e armandosi del suo
sorriso più carino chiese "Posso sapere il motivo di questa
visita?"
"Sta bene?" aggiunse Kowalski assecondando il minore sfoderando la sua
migliore espressione gentile.
"Oh, ma che ragazzi premurosi" squittì deliziata l'opossum,
evidentemente l'aveva presa bene "Siete tanto cari a preoccuparvi per
me"
I tre pinguini sospirarono di sollievo. Almeno non avevano fatto la
figura dei maleducati, altrimenti avrebbero avuto guai ancora
più seri di Hans.
"No, sto benissimo" sorrise felice "Volevo solo farvi una visita, avrei
portato anche il caro Hans, ma mi ha detto che non se la sentiva"
Ad "avrei portato anche
Hans", il tic all'occhio di Skipper iniziò a
fare effetto. Tutti lo guardarono preoccupati, sembrava
proprio volesse urlare tutto la sua rabbia verso
quell'insensata proposta.
Kowalski tossicchiò imbarazzato da quel silenzio
così pesante formatosi, aveva molta paura che Skipper
scoppiasse da un momento all'altro. Anche Ma aveva intuito di aver
detto qualcosa di sbagliato, perché li guardò
confusa. L'opossum aprì la bocca, probabilmente per chiedere
spiegazioni e incrinare definitivamente la situazione, quando un
richiamò costrinse tutti a voltarsi.
"Ma'" gracchiò Rico entrando in quel momento nel rifugio.
Scese tutti gli scalini con un balzo e corse incontro all'opossum,
sembrava felice e incurante del momento gravoso appena interrotto.
Rigurgitò una forchetta e si mise pronto a tavola. Non
serviva un genio per capire che aspettava le buonissime pietanze che
cucinava.
Ma rise divertita ed esclamò "A quanto pare qui
c'è qualcuno che ha sentito la mia mancanza! Non temere
Rico, adesso ti preparo le mie lasagne al tonno"
Il dinamitardo batté le mani felice rigurgitando una tavola
imbandita attese che l'opossum si mettesse ai fornelli. La signora
sorrise intenerita aprì la valigetta che si era portata
dietro, aveva con sé tutto l'occorrente per cucinare un
pranzo a dodici portate. Kowalski e Soldato tirarono un sospiro di
sollievo, pericolo scongiurato.
Inaspettatamente Skipper si offrì di aiutarla ed
intimò ai suoi uomini di mettersi a tavola ed aspettare. Si
diressero verso la piccola cucina sotto i loro gli sguardi preoccupati
del resto della squadra, nonostante sembrava essersi ripreso dalla
notizia di aver mancato la visita di Hans per un soffio. Era solo
un'apparenza, il leader dei pinguini non era affatto tranquillo.
"Così Hans è rimasto ad Hoboken?"
domandò con finta noncuranza, mentre appoggiava la pesante
valigia della signora a terra in cucina, non senza un certa fatica.
Come avesse fatto a portarla fino a quel punto, era un mistero per lui.
"Volevi che fosse qui, vero? Povero caro, ti manca tanto?"
Skipper si strozzò con la saliva nel sentire quelle domande.
Ci mise qualche secondo per metabolizzare il significato e, dopo di
ciò, ancora non riusciva a crederci. Lasciò quasi
cadere i piatti che aveva fra le pinne.
"Non preoccuparti gli farò avere i tuoi saluti"
continuò l'opossum non capendo il comportamento del leader.
"No!" esclamò solo Skipper non appena riuscì ad
articolare un suono che potesse avere un senso logico.
"No?" chiese stupita Ma voltandosi a guardandolo.
"No, a me non manca quella dannata pulcinella!" esclamò
irritato fulminandola con lo sguardo.
"Ad Hans invece manchi, anche se continua a dire che vuole solo
umiliarti" lo interruppe Ma sorridendo leggermente. Aveva appena notato
che le guance del pinguino si erano tinte di un colore rosso,
probabilmente era solo l'ira, ma chi poteva dirlo.
"Ha ragione, vuole sconfiggermi e basta" annuì Skipper
trovando immediatamente la via di fuga da quel discorso imbarazzante.
Anche se per averla dovette dare ragione alla pulcinella.
"Tu sei solo preoccupato che possa attaccarti alle spalle,
perché non lo tengo più sotto controllo, giusto?"
domandò sibillina l'opossum continuando a sorridere, come si
fa ad un bambino piccolo quando si tenta di fargli capire i discorsi
complicati.
"Sì, esattamente" annuì il pinguino
vigorosamente.
"Vai a controllare, allora"
"Cosa?"
"Che non stia tramando nulla! Sarebbe un peccato se rovinasse una
così bella giornata da passare insieme, coraggio, fai il tuo
dovere da capo e proteggi i tuoi uomini dall'eventuale pericolo, vai a
controllare!" esclamò Ma autoritaria incoraggiando il
pinguino ad uscire dalla cucina. Lo spinse fino alla botola d'uscita e
sorrise agli altri "Skipper adesso fa il suo lavoro e poi torna"
"Ma..." protestò il pinguino in questione, mentre
vigorosamente veniva spinto fuori dal suo rifugio. Sottolineiamo suo.
"Ma..." provò di nuovo a protestare, quando l'entrata gli
venne chiusa in faccia. Si guardò intorno confuso e
sibilò un ingiuria fra i denti. Neanche i suoi uomini si
erano degnati di aiutarlo, adesso erano sicuramente a mangiare
allegramente le pietanze cucinate dall'opossum.
"Accidenti" sbuffò avviandosi verso l'uscita dello zoo. Ci
avrebbe messo almeno un'ora per arrivare ad Hoboken, non che ci volesse
andare, s'intende, ma purtroppo, ormai, non aveva scelta.
*
Ci mise più
del previsto e raggiunse lo zoo che l'ora del pasto era stata superata
da un pezzo. Meglio, si ritrovò a pensare, se mai avesse
incontrato Savio, almeno non sarebbe stato affamato.
"Ma guarda chi si vede" esclamò una voce femminile alle sue
spalle. Skipper s'immobilizzò e aspettò
rassegnato un attacco, ma non fu così. Davanti a lui si
piazzò Lulu.
"Che ci fai qui?" domandò la scimmia ancora incuriosita.
Conosceva il pinguino e si stupì di trovarlo in quel posto,
sapeva che aveva avuto molti problemi con molti degli altri ospiti
dello zoo.
"Devo verificare una cosa per..." avvampò e
ringhiò "...per conto di Ma"
"Ah, capisco. Allora cerchi Hans" ridacchiò indicando una
serie di habitat "Lo trovi lì di solito. Poveretto, mi fa
pena a volte" ammise.
"Cioè?" domandò iniziando ad
incuriosirsi Skipper.
"Diciamo che Ma è un po' possessiva ed Hans è un
tipo piuttosto solitario, ma lei non lo lascia un secondo in
pace. Anche se, da un po' di tempo a questa parte, sta migliorando,
quell'opossum ha adottato praticamente tutto lo zoo, viene una volta
alla settimana da ognuno" sospirò con una nota di
esasperazione nella voce. Evidentemente la signora aveva colpito anche
lì.
"Non ti dico, poi, quando ha scoperto che Clemson aveva la passione per
l'uncinetto" continuò con fare confidenziale "Ho ancora
quaranta berretti nel mio habitat"
Skipper si lasciò sfuggire un sorrisetto divertito. I primi
tempi lui e il suo team erano stati preoccupati di come se la potesse
passere un'anziana signora in uno zoo di delinquenti, ma, a quanto
pareva, era stato per niente. Ma si era ambientata benissimo.
"Comunque, questa mattina ho incontrato Hans e gli ho consigliato di
tornare a letto"
"Perché?" chiese il pinguino senza riuscire a trattenersi.
"Perché aveva una pessima cera, no, ma dico , le hai viste
le occhiaie che aveva? Sembrava un zombie e, grazie a Dio, Ma non l'ha
visto, altrimenti chissà che avrebbe fatto" intervenne
improvvisamente qualcun altro facendo sobbalzare il leader. Clemson era
appena apparso accanto a loro.
"Altolà psicopatico" ringhiò Skipper mettendosi
in posizione di difesa.
"Ehi, calma, non ho ancora nessuna intenzione d'attaccarti, se avessi
voluto avrei liberato Savio e gli avrei chiesto di darmi una mano"
ridacchiò il lemure "Davvero, oggi non avevo assolutamente
voglia di combattere" ammise incrociando le braccia dietro la testa
godendosi il sole del primo pomeriggio.
"E dovrei crederti?" alzò il sopracciglio il pinguino.
"Oh, puoi farlo. Se volesse attaccarti, dovrebbe rinunciare a spiare
Savio mentre si srotola a prendere il sole" intervenne Lulu con finta
noncuranza
"Io non lo spio" ribatté Clemson.Poteva essere
solo un'impressione del pinguino, ma avrebbe giurato la pelliccia del
lemure avesse raggiunto un'altra tonalità di rosso.
"No?" domandò maliziosa la scimmia.
"No, penso solo che potrebbe essermi molto utile per spodestare un
certo sovrano
di mia conoscenza" incrociò le braccia irritato lui e
pronunciò la parola "sovrano" come se fosse una parolaccia.
"Sì, certo" ridacchiò sarcastica Lulu lasciando
in sospeso il discorso. Sapevano tutti del rapporto particolare che
avevano il Savio e Clemson. Ufficialmente si odiavano, ma sotto sotto...
"Credi quello che vuoi!" esclamò offeso il lemure
andandosene lentamente "Come se fosse possibile che un piccolo ed
adorabile mammifero, come me, si possa essere innamorato di un
rettilaccio, come Savio"
"Sì, come no. Skipper sai come lo chiama? Savvy!"
bisbigliò la scimmia al pinguino, il quale notò
che Clemson si era appena avviato nella direzione del rettilario. Le
sorprese ad Hoboken non finivano mai, doveva ammetterlo.
"Comunque tornando al discorso principale. Hans dopo che gli ho detto
di tornarsene a letto non si è più visto, forse
è la volta buona che mi ha ascoltata" sospirò
Lulu incrociando le braccia al petto pensierosa.
"Dove posso trovarlo?"
"Secondo habitat a destra, lo riconosci subito è formato da
acqua e rocce. Se scendi e cerchi nella rientranza più
grande lo troverai lì, anche se solitamente sta sempre
fuori" spiegò rapidamente la scimmia, poi l'ammonì severa. "Spero di non dovermi
aspettare una battaglia nel bel mezzo dello zoo"
"Non garantisco nulla"
"No, invece, perché i nostri vicini sono abbastanza rissosi,
non vorrai trovarti davanti anche Savio e gli altri?"
domandò ridacchiando nel vedere l'espressione preoccupata di
Skipper.
"Farò del mio meglio per mantenere la quiete"
giurò annuendo vigorosamente.
Lulu sorrise e salutò "Ne ero sicura, ciao, ciao,
divertitevi"
Skipper non sapeva quale tipo di divertimento intendesse il mammifero,
aveva, però, una gran voglia di tornare sui suoi passi e
scappare, cioè, eseguire una veloce ritirata strategica.
Aveva già confermato la presenza di Hans nello zoo, non
aveva bisogno d'altro.
Se, però, poi era stata tutta una copertura ed aveva usato
anche gli altri animali per crearsi un alibi? Magari, aveva solo finto
di avere una pessima cera. Skipper iniziò a preoccuparsi,
stavano parlando di Hans, non era in grado di creare un piano
così articolato o, forse, sì?
Con quei dubbi, non sarebbe mai riuscito a tornare allo zoo di Central
Park, inoltre con la sua transigenza poteva mettere in pericolo i suoi
uomini.
Sbuffando si diresse verso l'habitat che gli era stato indicato. Non
voleva vedere la pulcinella, ma sembrava che tutti volessero per forza
si vedessero quel maledetto giorno.
Scese e si ritrovò di fronte alla rientranza. Era abbastanza
alta da lasciarlo entrare senza problemi, ma qualcuno alto
più di un uccello non sarebbe mai riuscito a passare.
Era penetrato nella casa della pulcinella senza nessuna autorizzazione,
probabilmente questa (se mai il proprietario l'avesse scoperto)
gliel'avrebbe rinfacciata per l'eternità. L'azione migliore
sarebbe stata chiamare Hans controllare fosse lì e andarsene
prima avesse il tempo di chiedergli spiegazioni.
Invece, il pinguino avanzò silenziosamente, attirato dalla
curiosità.
Non era mai stato nella casa di un suo acerrimo nemico, laboratorio di
Blowhole a parte, anche se dubitava si potesse chiamare tale. Era
sorprendentemente spoglia e anonima, decisamente deludente. Si sarebbe
aspettato qualcosa di più originale da parte della
pulcinella.
Aveva parlato troppo presto. Si trovò davanti ad una porta
con tanto di serratura, fortunatamente aperta, la quale permetteva di
accedere ad un ambiente decisamente più colorato e caldo.
Le pareti erano pitturate di arancione, ma notò
immediatamente cambiavano di stanza, in stanza. Erano spoglie, se non
alcune mensole su cui erano ordinatamente sistemate delle armi. Per
l'esattezza decine di pistole, fucili e quanto potesse ferire o far
male.
Il pinguino avvertì il pavimento farsi più
morbido e scoprì una moquette sotto le zampe. Era di un
colore panna, quasi del tutto intonato al resto del rifugio.
L'ambiente consisteva in uno centrale, che doveva essere uno stereotipo
di salotto dal quale partivano altre quattro stanze.
Silenziosamente Skipper entrò nella prima e
scoprì che era lo studio. Decisamente rappresentava la mente
malata della pulcinella. Non c'era centimetro che era stato
risparmiato, era tutto ricoperto di fogli, progetti e alcuni
addirittura disegni.
Il leader ne trovò anche uno con su lo stereotipo di
pinguino con un inquietante macchia rossa al centro del petto.
Una buona azione per il mondo sarebbe stato bruciare tutto, ma alla
fine richiuse la porta scombussolato e finse di non aver visto nulla.
Chissà quali assurde sorprese riservava quella casa, era un
po' preoccupato. Inoltre, stava bellamente curiosando in casa di Hans
senza il suo permesso.
La seconda stanza non era niente di speciale, solo una cucina con tutto
il necessario, probabilmente allestita più per Ma, che per
uso personale. Trovò, però, spassosi alcuni post
attaccati al frigorifero.
"Caro Hans, la cena è nel frigorifero, bacioni.
P.s.
ricordati di coprirti.
P.p.s.
Mi raccomando il primo P.s.
P.p.p.s
Ti voglio tanto bene.
P.p.p.p.s.
Mangia mi raccomando!"
Skipper si
fermò al quarto "P.s.", ma la lista continuava per altri
dieci punti. Si stupì Hans non avesse ancora gettato il
biglietto. Anzi, da quanto vedeva, non ne aveva gettato nessuno, su uno
spillone appoggiato al mobile di fianco al frigorifero
c'erano infilzati accuratamente tutti i messaggi, quasi la
pulcinella li volesse conservare.
Sospirò e richiuse anche la seconda porta.
La terza non era, invece, nulla di sorprendente un
comunissimo bagno, questa volta di un bel blu. Lo richiuse quasi
immediatamente e si diresse finalmente verso l'ultima porta. Doveva
fare in fretta, altrimenti la pulcinella sarebbe rientrata e lo avrebbe
trovato lì a ficcare il naso, sempre ammesso che tornasse,
magari era ad attaccare i suoi uomini, non voleva neanche pensarci.
Ormai, mancava solo l'ultima stanza, doveva farsi forza.
____________________
Piccolo angolino autrice:
Il primo capitolo si conclude qui, in originale doveva essere una
storia one-shot, purtroppo è venuto fuori che erano dieci
pagine di world e non me la sono sentita di metterla tutta insieme,
quindi sono due capitoli. Questa è la prima volta che tratto
un tema simile, spero di non aver scritto un orrore.
Aggiornerò probabilmente fra due o tre giorni.
Fatemi sapere cosa ne pensate, anche le critiche sono ben
accette :)
Alla prossima.
Tilia =|=
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Seconda parte ***
Il tormento di non sapere che provi amore -cap2
Il tormento di non sapere che
provi amore
Seconda parte
Spalancò frettolosamente l'ultima porta e si accorse che a
differenza delle prime non era affatto illuminata, era buia, l'aria era
pesante e calda. Quello stuzzicò ancora di più la
sua
curiosità. Avanzò di qualche passo, mentre i suoi
occhi
si abituavano all'oscurità. Finalmente, intravvide un letto
e i
contorni di mobili. Era una camera, per l'esattezza quella di Hans.
Il pinguino
sentì le guance
avvampare e s'affrettò ad uscire, ma all'ultimo secondo
avvertì un leggero gemito, come di chi è
disturbato nel
bel mezzo di un riposino.
Skipper
individuò la figura
ancora dormiente della pulcinella e rimase immobile. Era la prima volta
che si trovava in una situazione così imbarazzante, se Hans
si
fosse svegliato con lui nella sua stanza, chissà cos'avrebbe
pensato.
Aveva fatto
il suo dovere,
poteva andarsene. Si voltò e uscì silenziosamente
dalla
porta, ma all'ultimo secondo qualcuno borbottò "Skipper?"
Si era svegliato. Si
costrinse a rimanere calmo, anche se iniziò a sudare freddo.
Cosa poteva inventarsi?
"Non è come
sembra..." s'affrettò a rispondere il pinguino.
"Diavolo, devo avere
la febbre alta
per sognarti anche" non lo lasciò finire il pulcinella. Si
alzò barcollando dal letto e gli si avvicinò.
Aveva il
volto arrossato e sembrava parecchio pallido. Lo picchiettò
con
un'ala per controllare che fosse davvero lui. Skipper reagì
d'istinto e lo immobilizzò prendendolo alla sprovvista.
"Aspetta, questo
è uno dei sogni dove mi picchi o dove..."
"Non è un
sogno" lo
interruppe il pinguino preoccupato di sentire la fine della frase.
Avvampò ancora di più. Hans non sembrava
disturbato della
sua presenza, anzi, era quasi tranquillo, forse, complice il fatto che
credeva fosse un sogno.
"Sì, certo"
sospirò Hans "Skipper non sarebbe qui"
"Invece ci
sono"
ribatté il leader lasciandogli finalmente andare le ali. Non
gli
piaceva quello strano comportamento e neanche le goccioline che
imperlavano la fronte del pulcinella.
"Cavoli, delirio bello
tosto
questo" commentò Hans strofinandosi la fronte stancamente.
Iniziava a ritornare tutto confuso. In particolare la sua vista di
stava facendo sempre più sfumata. Skipper fu costretto ad
afferrarlo prima che crollasse a terra a peso morto. Il pulcinella
aveva il volto cinereo, ma in compenso sembrava stesse
andando a
fuoco. Il pinguino gli appoggiò delicatamente una pinna
sulla
fronte: bruciava.
Lo riportò
a letto.
Notò che le coperte erano state arrotolate in modo da
ricordare
vagamente la forma di un nido.
Hans aprì
ancora gli occhi
dorati deliranti e sospirò "Non mi è andata
troppo male"
ridacchiò e ritornò a dormire, ma il suo sonno
era
agitato.
Skipper si
guardò intorno
confuso, non poteva davvero pensare di aiutare il pulcinella. Magari,
poteva tornare da Ma e avvertirla che Hans stava male, ma ci avrebbe
messo come minimo due ore, una ad andare ed una a tornare, e in quei
centoventi minuti poteva accadere di tutto. Si sentiva male al solo
pensiero di lasciarlo in quelle condizioni da solo per un tempo
così lungo. Poteva chiedere a Lulu di dargli un occhiata, ma
non
se la sentiva di coinvolgere anche lei.
Il pulcinella si
agitò
nuovamente nel letto e si arrotolò nelle lenzuola formando
un
bozzolo di coperte tremanti. Aveva la febbre molto alta.
Skipper
sospirò, si sarebbe preso lui cura del pulcinella, ma solo
in via del tutto eccezionale.
"Ok, per prima cosa
abbassiamo la
temperatura" sospirò il pinguino dirigendosi verso il bagno
che
aveva intravvisto prima. Prese con massima cura degli strofinacci e
riempì una bacinella d'acqua ghiacciata, poi prese dal
frigorifero tutto il ghiaccio che trovò.
Sperava solo non
peggiorasse o
riprendesse abbastanza lucidità da accorgersi che non era un
sogno. Glielo avrebbe rinfacciato a vita, tremava al solo pensiero.
Prese il ghiaccio e lo
mise nella
bacinella. Velocemente iniziò a lavorare. Notò
che il
pulcinella era ancora arrotolato nel suo morbido guscio di lenzuola.
Delicatamente iniziò a districarlo, senza ottenere
assolutamente
la sua collaborazione, anzi sembrava Hans non ne volesse proprio sapere
di uscire.
Finalmente, il
pinguino
riuscì ad appoggiare la salvietta ghiacciata sulla sua
fronte,
senza perdere il controllo e strangolarlo.
"Mh..."
mugugnò disturbato
il pulcinella ricominciando ad agitarsi. Skipper lo trattenne,
prima potesse far cadere il ghiaccio.
"Hans, basta, stai
fermo"
sbottò infine il pinguino lasciandolo lentamente andare,
quando
fu sicuro non tentasse più di divincolarsi.
"Skipper"
mormorò il
pulcinella. Non era abbastanza lucido per capire la situazione, ma
aveva comunque riconosciuto la sua voce.
"Sì, sono
io. Adesso, fammi
un favore, stai fermo!" ribatté il leader. Hans parve
comprendere, perché lentamente si tranquillizzò.
Almeno,
finché il pinguino non cambiò la salvietta sulla
fronte
con un'altra fredda.
Gemette nuovamente e
tentò
di muoversi, ma fu nuovamente bloccato da Skipper, che non capiva
assolutamente il malessere della pulcinella.
"Hai freddo?" chiese
avendo un'improvvisa illuminazione.
Il corpo del
pulcinella era scosso
dai brividi, non riusciva assolutamente a controllare i tremori.
Skipper lo coprì con una terza coperta, ma non ottenne
risulti.
Hans aveva iniziato a lamentarsi più frequentemente,
sembrava
patire molto il freddo.
"Skipper"
mugugnò per l'ennesima volta in un improvviso sussulto.
Il leader lo
guardò confuso, stava tremando, eppure se toccava la sua
fronte era bollente.
"Ho freddo"
borbottò il
pulcinella riuscendo finalmente a far scivolare via la salvietta
ghiacciata. Si rannicchiò su se stesso e rimase in posizione
fetale per niente intenzionato a spostarsi.
Il pinguino iniziava
seriamente a
perdere la pazienza, già non voleva essere lì, se
poi si
sforzava di compiere una buona azione e Hans non collaborava, i suoi
nervi erano messi a dura prova.
"Hans, per favore"
ringhiò
il leader riprovando ad appoggiargli una salvietta ghiacciata sulla
fronte bollente, senza, però, ottenere grandi risultati.
"Hans"
ripeté questa volta
cambiando minacciosamente tono di voce. Il pulcinella per tutta
risposta si rannicchiò ancora di più sotto le
coperte.
Skipper era esasperato
ancora un
po' e gli sarebbe venuta una crisi di nervi. Il pulcinella si stava
comportando peggio di un bambino capriccioso, più di quanto
già non facesse normalmente.
"Se questo
è un tuo
complotto per farmi perdere la calma, sappi, ci sta riuscendo
benissimo" sbottò, infine, stringendo la salvietta
fradicia fra le pinne. Doveva mantenere i nervi saldi, dopo tutto
quello che aveva passato, non poteva perdere contro una misera
influenza.
Sospirò e
si sedette a
fianco del pulcinella sul letto, il quale non parve per niente
disturbata, anzi, alla fonte di calore improvvisa allungò
un'ala. Skipper colse la palla al balzo e delicatamente
riappoggiò la salvietta sulla sua fronte.
Hans finalmente non si
spostò, ma catturò rapidamente il pinguino in un
abbraccio bollente e lo trascinò giù.
Skipper
sentì le guance avvampare. Se qualcuno fosse entrato in quel
momento sarebbe morto dalla vergogna.
"Dai, Hans, staccati"
borbottò tentando di divincolarsi dallo stretto abbraccio.
Il
pulcinella non ne voleva proprio sapere, strinse di più la
presa
e affondò il becco nelle piume del petto del pinguino.
La faccenda si stava
davvero sempre
più imbarazzante, specialmente per Skipper che, non sapendo
più che pesci pigliare, lo lasciò fare. Era
immobile
dalla vergogna, sentiva Hans dormire appoggiato delicatamente al suo
petto e non riusciva a pensare lucidamente.
Avvertiva il calore
diventare
inesorabilmente troppo da sopportare. Finalmente, con un movimento
rapido delle pinne riuscì a sfuggire dall'abbraccio e
rotolò a terra.
Mai più
dare occasioni
simili al nemico, anche se addormentato. Questo se lo sarebbe ricordato
per sempre. Rimase sul pavimento ansimando leggermente, mentre
finalmente le guance smettevano lentamente di bruciare. Aveva gli occhi
spalancati nella semi-oscurità dell'ambiente.
"O-ok, non
è successo nulla"
farfugliò tentando di calmare i tremori diffusi per tutto il
corpo. Doveva solo respirare profondamente e tutto si sarebbe
sistemato.
Lentamente si
rialzò e per un secondo il suo cuore perse un battito. Hans
aveva gli occhi aperti e lo guardava confuso.
"Skipper?"
domandò con un
sussurro. Debolmente alzò un'ala e si strofinò
gli occhi
per tentare di ritornare a vederci chiaramente.
"Torna a dormire Hans"
ordinò con il suo migliore tono autoritario.
"Che ci fai qui?"
chiese il
pulcinella rizzandosi a sedere barcollando, ignorandolo completamente.
Aveva un terribile mal di testa. Decisamente non aiutava avere un frenemy nella
propria casa, senza assolutamente sapere come ci fosse finito.
"Mi ha mandato Ma"
ammise
immediatamente Skipper. Prese in analisi l'opzione di uscire
velocemente dal rifugio e battere in ritirata, tanto dubitava che in
quelle condizioni lui fosse in grado di seguirlo.
"Ah, adesso ho capito"
borbottò Hans "Perché io stavo sognando che io e
te eravamo..."
"Era solo un sogno"
tagliò
corto Skipper avvampando. Il pulcinella lo guardò
evidentemente
confuso, ma non ribatté. Il pinguino si chiese quanto avesse
ancora di febbre per essere in un simile stato, sicuramente meno di
prima, ma comunque abbastanza per essere considerata pericolosa.
"Skipper,
perché non te ne vai?" chiese improvvisamente Hans riaprendo
gli occhi momentaneamente socchiudi.
Il pinguino
spalancò gli
occhi, non credeva sarebbe stato cacciato in un simile modo.
In
qualche modo sentì di esserne deluso.
"No, aspetta, non hai
capito" si
scusò il pulcinella saltando giù dal letto
sfatto,
evidentemente aveva visto la sua delusione.Hans barcollò
pericolosamente non appena atterrò a terra, ma si
portò
comunque di fronte al pinguino "Intendevo, perché..."
s'interruppe ancora strofinandosi le tempie bollenti, non riusciva a
trovare le parole giuste "Insomma, perché sei rimasto qui ad
aiutarmi?" terminò, infine, incuriosito.
Skipper fu colto alla
sprovvista,
sia perché erano ad una distanza considerevolmente ridotta,
sia
per la domanda. Ci mise un po' per formulare la risposta "Io non sono
come te, non abbandono la gente nel momento della
difficoltà,
non potevo lasciarti in quelle condizioni"
Il pulcinella
soppesò per un secondo le sue parole "Questione di...come si
dice? Codice morale?"
chiese ancora, c'era un certo sarcasmo nel suo tono.
"Qualcosa del genere"
annuì Skipper dileguando la faccenda e si
allontanò di un passo "Adesso torna a letto"
Stranamente Hans
sorrise e rispose "Sì, mamma"
Il pinguino
avvertì
nuovamente le guance avvampare, se prima pensava il pulcinella
fosse insopportabile si doveva ricredere, in quel momento era molto
peggio. Tuttavia, respirò profondamente per calmarsi
chiudendo
gli occhi. Hans lo guardava divertito, mentre lentamente tornava al
letto.
Skipper
sentì un tonfo e
riaprì immediatamente gli occhi, notando il pulcinella era
steso
a terra. Immediatamente si portò a suo fianco e lo
aiutò
a rialzarsi. Hans era di nuovo bollente, se anche prima la temperatura
di poco era scesa, in quel momento era di nuovo troppo alta.
"Ti avevo detto di
rimanere a letto" sbottò irritato il pinguino rimboccandogli
le coperte.
"E dove sarebbe stato
il divertimento?" chiese ridacchiando il pulcinella, socchiudendo di
nuovo gli occhi. Aveva freddo.
La febbre era ancora alta. Skipper gli mise una pinna
sulla fronte e sospirò, non era affatto scesa.
"Come mi devo ridurre
per ottenere le tue attenzioni" sospirò, improvvisamente,
malinconico Hans chiudendo gli occhi.
"Che intendi dire?"
chiese il pinguino irritato.
"Se io non fossi stato
male, tu non
ti saresti mai fermato" bisbigliò il pulcinella trascinando
le
parole. Era ad un passo dall'addormentarsi, solo in quel momento
Skipper s'accorse.
"E perché
volevi che mi
fermassi?" sospirò, rassegnato a non sapere cosa passava per
la
testa di quel sociopatico. Quell'improvvisa rivelazione, nonostante
tutto, lo aveva colto alla sprovvista, ma era molto probabile
una
volta tornato lucido Hans non se la sarebbe ricordata
neanche.
Passarono diversi
secondi e il
pinguino scosse la testa. Il pulcinella si era sicuramente
riaddormentato. Tornò a prendere lo stracciò in
ammollo
nella vaschetta, quando improvvisamente Hans
borbottò "Non
so" e finalmente tornò a dormire.
"Mi farai impazzire"
borbottò il pinguino riappoggiando la salvietta umida sulla
fronte del pulcinella, che non si spostò. Sembrava
finalmente
essere naufragato in sogni tranquilli. Appariva quasi indifeso in quel
momento.
Skipper per un secondo
rimase
fermo, non si mosse e alcuni piccoli sprazzi di ricordi s'infiltrarono
nella sua mente. Aveva visto Hans così tranquillo poche
volte,
rari attimi e difficilmente duravano più di pochi
minuti,
anche meno.
L'ultima era stata
quando avevano
concluso una delle loro tante missioni, molti, molti anni prima.
Ricordava, avevano deciso di festeggiare e (come al solito) Hans era in
ritardo, così era andato fino alla sua stanza,
perché
tutti stavano aspettando solo loro. L'aveva trovato a fissare fuori
dalla finestra, prima s'accorgesse della sua presenza aveva
uno
sguardo perso e sembrava tranquillo, in pace. Skipper aveva addirittura
controllato fosse la camera giusta, perché non gli sembrava
vero
fosse davvero lui. Un attimo dopo era di nuovo Hans, quello che
conosceva ed erano andati a festeggiare.
Non ci aveva mai dato
molto peso. Solo in quel momento s'accorgeva che non era poi
così male quando...
"Dannazione"
sbottò riscuotendosi dai suoi assurdi pensieri. Era solo un
nemico, basta, punto, nient'altro.
Non poteva rivangare
il passato,
specialmente, quando c'erano troppi ricordi spiacevoli. Era una delle
prime regole per non impazzire nell'esercito.
Eppure, sembrava
così...strano.
Guardando Hans dormire, il pinguino provò un miscuglio di
sensazioni diverse, andavano dalla furia omicida a sentimenti provati
talmente raramente da non saperli quasi distinguere.
Poteva benissimo
fargli pagare
tutto quello che gli aveva fatto passare in Danimarca, si sarebbe
potuto vendicare. Magari, anche solo un po', così imparava a
distruggere le vite altrui, ma Skipper non poteva agire in quel modo,
di nuovo il suo codice
morale
glielo impediva. Si poteva considerare il pulcinella come un nemico a
terra, ferito, disarmato e non si colpiscono avversari in quello stato.
S'avvicinò quasi senza accorgersene.
Vedeva perfettamente
le sue guance arrossate e, invece, il pallore sul resto del corpo, il
tremore causato dalla febbre alta.
No, decisamente non
poteva toccarlo
in quelle condizione. Eppure, se il suo cervello gli diceva
così, il suo istinto gli sussurrava di farlo stare un po'
più male. Magari rompergli un'ala e fingere fosse un
incidente.
Si vergognò immediatamente di averlo pensato.
Appoggiò
una pinna sulla sua
fronte e spostò la salvietta sentendo le piume sotto di essa
bollenti. Non si staccò, anzi, inconsciamente si
appoggiò
sul letto e si sporse ancora di più verso di lui. Avvertiva
il
fiato caldo del pulcinella uscire a piccoli sbuffi, forse un po'
affannati.
Hans era sempre stato
una spina nel
fianco. Il più imprevedibile avesse mai avuto come alleato e
nemico, poteva passare da innocuo, credulone e goffo a distruttivo,
instabile e decisamente senza scrupoli. Però, se si fossero
trovati nelle stesse condizioni con i ruoli ribaltati, a meno non ci
fossero stati avidi motivi, Hans non gli avrebbe mai torto una piuma.
Era sicuro, si sarebbe probabilmente agitato e avrebbe fatto tanto
caos, rendendogli la malattia impossibile, ma sicuramente non gli
avrebbe mai fatto male, non intenzionalmente almeno.
Skipper, invece, era
più freddo e vendicativo aveva subito alla sua dolce
rivincita. Se ne vergognò
molto, d'altronde "Perdona e dimentica" non era
sicuramente mai stato il suo motto.
Doveva ringraziare chi gli aveva marchiato a fuoco nel cervello il suo codice morale,
senza d'esso sarebbe stato un pinguino diverso e non era sicuro fosse
un bene.
Delicatamente
appoggiò il
becco alla fronte bollente della pulcinella. Gli sfuggì un
veloce bacio e rimase appoggiato a lui.
"Ma che diamine?"
urlò strozzato staccandosi immediatamente da Hans. Non
poteva averlo fatto, non...
Dannazione, era un
nemico.
Avvampò. Solo un nemico. Avvertì le guance
diventare
sempre più incandescenti, fu costretto ad allontanarsi di
qualche passo. Solo un dannato pulcinella voltagabbana, nient'altro.
Era tutto un complotto
per
costringerlo ad impazzire, non c'era altra soluzione. Lo aveva
scoperto! Era tutta una sua macchinazione, doveva essere
così.
Non poteva davvero
aver compiuto un
simile gesto. Si allontanò ancora di più. Solo
allora si
accorse di ansimare. Sentiva il cuore battere all'impazzata, neanche
quando si allenava pompava così veloce. Per quanto fosse
sconvolto, un piacevole tepore si espanse per tutto il suo corpo e
iniziò a tremare leggermente.
Doveva assolutamente
riprendere il controllo.
"Skipper, adesso
basta!"
esclamò prendendosi la testa fra le mani e iniziando a
massaggiare furiosamente le tempie. Si stava comportando peggio di una
ragazzina e lui le detestava.
S'impose di respirare
profondamente. Contò mentalmente fino a cinquanta, poi
ripeté il conteggio al contrario, quando arrivò
allo zero
buttò fuori tutto il fiato che aveva in corpo. Finalmente
avvertì il cuore rallentare e la mente tornare lucida,
abbastanza da permettergli d'analizzare la situazione.
Fece un passo avanti,
ma
immediatamente quando il suo sguardo si posò sul corpo del
pulcinella avvampò nuovamente. Si tirò uno
schiaffo.
"Dannazione"
imprecò massaggiandosi la guancia arrossata e bollente, non
solo per la sberla.
"Non è
successo nulla"
borbottò tenendo lo sguardo basso e avanzando, nonostante
ogni
passo risultasse un'immensa fatica "Nessuno ha visto niente, ergo non
è successo nulla" tentò di auto-convincersi.
Nulla.
Sapeva benissimo che
erano parole
al vento, con un significato vuoto. Praticamente non si stava neanche
ascoltando. Tutta la sua attenzione era concentrata su Hans dormiente.
Non sembrava essersi reso conto dell'evento eccezionale, se non che
l'espressione sul suo volto tendesse ad un leggero sorriso. Ecco, in
quel momento sembrava davvero in pace con il mondo ed era bastato poco.
Il suo sonno, comunque, continuava perso in chissà quali
dolci
sogni.
Skipper
sentì di essersi
calmato e si riavvicinò abbastanza che se avesse allungato
una
pinna, lo avrebbe toccato. Vorticosi sentimenti e sensazioni
dilaniavano la mente del pinguino. Le principali erano vergogna e
qualcosa di non identificato dal potere, però, di
costringere il suo cuore a sussultare ininterrottamente. Aveva una gran
voglia di spaccare tutto e nascondersi da qualche parte per sempre.
Voleva sprofondare, ma allo stesso tempo era sollevato. Non che avesse
mai avuto l'intenzione di...sì, insomma, avere un contatto
così intimo.
Non riusciva neanche a
dirlo,
figuriamoci pensarlo. Doveva per forza essere stato un attimo di follia
pura, non era stata colpa sua, non era in grado né di
intendere,
né di volere, ma aveva una gran voglia di
rifarlo.
Avvampò per
ormai la
centesima volta e distolse lo sguardo da Hans. Come diavolo poteva fare
pensieri simili? Aspetta, lui aveva già avuto la
sensazione di famigliarità.
Forse si trattava di
una festa,
anche questa avvenuta molti, molti anni prima, sempre con
Hans.
Si erano già baciati, magari era un po' brillo?
Che
avevano fatto dopo?
Sentì un
baratro aprirsi sotto i suoi piedi. Fu costretto ad appoggiarsi per
qualche secondo al letto.
In pochi secondi decise, era solo una sensazione, nulla di
più. Forse, data anche dallo stress. Quel dannato pulcinella
era
pericoloso per la sua povera psiche, anche quando dormiva e non faceva
niente. Eppure...
No, non desiderava
indagare. Caso chiuso. Era solo una sensazione.
Si staccò
dal letto e scosse
la testa. Era stato distratto per troppo tempo, basta pensare, era
meglio agire, spegnere per qualche ora quella sua parte sentimentale,
che tanto lo faceva penare ed occuparsi d'altro. Il ghiaccio nella
bacinella si era sciolto, così andò a cambiarlo.
Ne
approfittò per lavarsi la faccia con l'acqua gelata e
indossò la sua migliore maschera di cinismo.
*
Hans si
svegliò più stanco di quando era andato a letto.
Era intontito e aveva una gran voglia di...Skipper.
"Eh?"
domandò più a se stesso che altri.
Altri?
Era nella sua casa da solo, ricordava vagamente di aver misurato la
febbre ed aver scoperto di averne qualche tacca. Era andato a letto e
si era fatto un bel riposino. Chissà che ore erano. Aveva
completamente perso la cognizione del tempo. Comunque,
perché
aveva pensato al suo tanto lontano frenemy?
Sarà stata colpa della febbre.
Aveva un fastidioso
mal di testa.
Non riusciva mettere completamente a fuoco tutti i pensieri, era come
se una parte di lui, fosse ancora addormentata. Viaggiava dalla
semi-coscienza alla lucidità completa. Aveva assolutamente
bisogno di un caffè o la sua povera testa sarebbe scoppiata.
S'accorse
immediatamente di non
aver affatto voglia di alzarsi dal letto, soprattutto di districarsi da
quel bozzolo di coperte calde. Di comune accordo con la sua pigrizia e
malessere, decise lasciarsi sulle spalle una coperta. Si
alzò
rabbrividendo, aveva una sensazione di gelo.
Non si accorse nella
sua
semi-lucidità, che nell'alzarsi aveva fatto scivolare a
terra un
impacco freddo, ormai caldo. L'unica cosa, a cui riusciva pensare in
quel momento Hans, era una tazza di caffè per riuscire a
svegliarsi del tutto. Avanzò con un passo da zombie fino al
salotto e si bloccò di colpo, era la sua immaginazione o
qualcuno in cucina stava preparando quella tanto agognata bevanda di
chicchi neri?
Doveva per forza un
abbaglio.
"Figuriamoci se ci
può
essere qualcuno" ridacchiò sottovoce fra sé. Ma'
era
andata allo zoo di Central Park, dai pinguini. Skipper,
pensò.
Ecco, forse era per quello che gli era venuto in mente il suo frenemy. Nulla di
cui preoccuparsi, solo un lapsus. Sorrise e sospirò
massaggiandosi le tempie. Aveva ancora mal di testa.
Qualcuno
spalancò le porte
della cucina, cogliendolo completamente alla sprovvista. Fece mezzo
metro di salto indietro e si lasciò sfuggire un urlo
spaventato.
Crollò a terra perdendo l'equilibrio nel riatterrare.
Chiunque ci fosse in
casa sua aveva
lasciato quasi cadere una tazza di caffè, ma l'aveva
immediatamente riafferrata rimediando a qualche goccia a terra e la
maggior parte del contenuto salvo.
"Hans, mi hai fatto
prendere un
colpo!" esclamò Skipper portandosi una mano sul petto. Sul
serio, sentiva il cuore battere all'impazzata. Non aveva sentito il
pulcinella arrivare, né si era accorto fosse sveglio.
"C-Che diavolo ci fai
in casa mia?"
farfugliò Hans ancora sconvolto e non solo perché
c'era
un intruso a casa sua. Era ancora a terra e non le sue ali non volevano
smettere di tremare dallo spavento.
Skipper distolse lo
sguardo e si concentrò sul caffè, poi finalmente
rispose "Mi ha mandato Ma'"
Hans parve soppesare
la risposta. Improvvisamente, un vago ricordo scoccò nel suo
cervello.
"Aspetta, me
l'avevi
già detto" borbottò tentando di sforzarsi di
ricordare.
Era nebuloso come flashback, ma si rammentava che aveva già
parlato con il pinguino.
"Sì"
sospirò Skipper, ma sperò che non ricordasse.
"Mh, allora immagino
che ti abbia già chiesto perché sei..."
"Perché
sono rimasto" concluse il pinguino roteando gli occhi "Sì,
mi ha chiesto anche questo"
"Mi puoi ripetere la
risposta?"
domandò strofinandosi gli occhi il pulcinella. Stava man
mano
ricominciando a riprendere la completa lucidità, ma ancora
non
ricordava i dettagli del loro colloquio. Guardò la tazza di
caffè nelle pinne dell'altro e sospirò alzandosi,
anche
lui ne aveva bisogno.
"Ti ho risposto che
non abbandonavo la gente...oh, insomma, per farla breve, codice morale"
sbottò infine, non aveva assolutamente voglia di ripetersi.
Tuttalpiù, aveva passato praticamente la giornata
da
catalogare fra i peggiori della sua vita.
"Ah, sì, mi
ricordo. Ho detto altro?"
"No" rispose quasi
immediatamente
il pinguino con un po' troppa foga. Sentì le guance iniziare
a
farsi calde, non poteva assolutamente dirgli cos'era successo dopo.
Hans
spalancò un po' gli
occhi preoccupato. Aveva scambiato l'imbarazzo di Skipper per rabbia,
per ciò decise di dirigersi molto saggiamente su altri
argomenti. Magari, lo aveva anche mandato al diavolo, se già
non
controllava il suo becco quando era lucido, figuriamoci nel bel mezzo
di un delirio, chissà cosa gli aveva detto.
"O-ok"
mormorò "Allora, ehm, ceniamo?"
"Hans, sono le cinque
del mattino"
sospirò Skipper "Hai dormito tutto ieri pomeriggio e notte,
fino
a questa mattina" ripeté vedendo il pulcinella non
connettere
bene tutte le parole. Hans rapidamente conteggiò le ore e
scoprì che aveva dormito praticamente
più di
quindici ore.
"Io ho comunque fame"
riuscì solo a borbottare.
Skipper
alzò gli occhi al
cielo e gli fece cenno di seguirlo. Si diressero entrambi in cucina,
aveva già notato che nel frigorifero Ma' aveva lasciato le
provviste per un mese, come se il pulcinella non fosse in grado di
badare a se stesso. Appoggiò il caffè sul tavolo
e
lanciò uno sguardo d'avvertimento, che voleva dire: "Toccalo
e
sei morto"
Hans non era uno
stupido, né
sprovveduto. Sapeva bene, che anche sfiorare la tazza mattiniera del
pinguino, era letale. Inoltre, a lui non piaceva il pesce vivo
all'interno.
"Skipper, immagino di
doverti
ringraziare" iniziò piano il pulcinella, talmente che il
leader
fu costretto ad avvicinarsi per sentirlo. Hans teneva gli occhi bassi,
detestava dovere dei favori a qualcuno.
"Lasciamo perdere"
mormorò
imbarazzato Skipper. Al solo pensiero, di ciò che era
avvenuto
il giorno prima, si sentiva torcere le budella. Provava un'enorme
vergogna, in pratica era come se si fosse approfittato del pulcinella.
Il fatto che non potesse né protestare, né
difendersi lo
mandava in estrema confusione.
"No, davvero"
continuò lui
"Grazie di tutto" ammiccò leggermente e si sfiorò
inconsciamente la fronte. Stranamente Hans si sentiva felice, non
ricordava bene il motivo, ma lo era.
Il pinguini
impallidì e sorrise tirato, tornando a far finta di
occuparsi di riscaldare gli avanzi.
Magari, era solo una
coincidenza. Ci sperava.
"Uhm, ti fermi anche a
pranzo?"
domandò improvvisamente il pulcinella, come per disilludere
i
suoi sogni. Sembrava essere tornato pienamente padrone di
sé.
"No"
ringhiò il pinguino.
"Dai, solo
finché non torna Ma' "
"No, Hans staccati
dalla mia pinna"
ribatté Skipper scrollandosi di dosso il pulcinella, il
quale si
era momentaneamente appeso al suo arto.
"Dai"
supplicò ancora Hans
senza rinunciare a staccarsi. Skipper sbuffò era suo tipico:
gli
offri una piuma e si prende (letteralmente) tutta la pinna.
Notò, però, il pulcinella teneva ancora la
coperta sulle
spalle.
"Solo
finché non avrai un
aspetto abbastanza decente da potersi definire guarito"
ringhiò
tentando di metterci quanto più cinismo riusciva "E adesso
staccati!" esclamò iniziando ad avvertire la pinna perdere
sensibilità. Avrebbe dovuto telefonare ai suoi uomini e
avvertirli stava bene e stava fuori dallo zoo ancora un po',
sicuramente erano preoccupati.
Hans sorrise felice e
si rimise a tavola quasi immediatamente.
"Ah, dopo oggi torna
tutto come
prima, non pensare che io abbassi la guardia con te"
sottolineò
il pinguino incrociando le pinne al petto.
"Ma ovviamente mio frenemy"
*
"Mi
fischiano le orecchie"
borbottò Soldato strofinandosi gli occhi assonnato. Si
osservò intorno e vide Rico e Kowalski dormire
tranquillamente,
Ma' era sdraiata su un letto provvisorio in un angolo e anche lei
riposava, probabilmente se l'era immaginato. Era quasi del tutto certo
si fossero dimenticati di qualcosa, ma non riusciva a mettere a fuoco
cosa o chi.
Sospirò, gli sarebbe venuto in mente e tornò a
dormire.
_____
Angolo autrice:
Grazie mille per aver letto. Spero vi sia piaciuto, in particolare
ringrazio Vikyfaro
per avermi fatto notare le sviste ed avermi aiutata (immensamente
grazie *^*).
Dunque se avete errori da farmi notare siete i benvenuti. Questo
è il mio primo tentativo yaoi, spero sia uscito abbastanza
decentemente ^.^''
Grazie ancora!
Alla prossima
Tilia =|=
P.s.
Pubblicherò a breve una piccola one-shot con protagonisti
Clem e Savio, Viki (spero tu non ti offenda dell'abbreviazione)
è tutta tua!
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=2962317
|