Il tormento di non sapere che provi amore

di tilia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte uno ***
Capitolo 2: *** Seconda parte ***



Capitolo 1
*** Parte uno ***


Il tormento di non sapere, che provi amore.
Prima parte




"Buon giorno ragazzi"
"Ma, che bello vederti" sorrise felice Soldato battendo le pinne. Era da un po' che non s'incontravano, da quando lei aveva deciso di andare a vivere ad Hoboken. Era davvero contento della sua visita.
"Ti trovo in forma" ricambiò l'allegria l'opossum. Entrò lentamente nella tana dei pinguini. Ormai, le sue povere gambe erano decisamente più instabili di qualche anno prima. Era un'innegabile verità: stava invecchiando, ma non per questo il suo spirito era domato, anzi.
Skipper non appena vide Ma arrivare accompagnata da Soldato, mentre chiacchieravano amabilmente del più e del meno, notò con irritazione, sentì un campanello d'allarme nella sua testa.
"Skipper, sei sempre così serio" ridacchiò la signora non appena gli fu davanti "Ma non temere, adesso ci penso io! Vi preparerò una speciale lasagna al tonno"
Kowalski entrò in quel momento e si bloccò guadando interrogativo il leader in una muta domanda: perché c'era Ma nel loro rifugio?
Skipper scrollò le spalle e con un occhiata gli intimò di salutare ed intrattenerla. Tentando di passare inosservato, prese seccamente Soldato e lo trascinò con sé.
"Chiedile perché è qui" sibilò guardando l'opossum chiacchierare con lo scienziato, che le mostrava orgoglioso tutte le sue ultime invenzioni e progetti.
"Ma Skipper non è educato, magari è venuta solo a farci una visita" sussurrò il pinguino innocentemente.
"Ma se lei è qui, vuol dire che Hans è a piede libero" ringhiò di rimando il comandante fulminandolo con lo sguardo. Decisamente non era giornata per ricevere la visita di una pulcinella psicopatica.
Era sicuro, la pulcinella avrebbe colto la palla al balzo. Quell'attimo di libertà lo avrebbe utilizzato per attaccarli a sorpresa. 
"Ok, Skipper" sospirò Soldato assecondando la paranoia del leader. Lentamente si diresse verso la signora e armandosi del suo sorriso più carino chiese "Posso sapere il motivo di questa visita?"
"Sta bene?" aggiunse Kowalski assecondando il minore sfoderando la sua migliore espressione gentile.
"Oh, ma che ragazzi premurosi" squittì deliziata l'opossum, evidentemente l'aveva presa bene "Siete tanto cari a preoccuparvi per me"
I tre pinguini sospirarono di sollievo. Almeno non avevano fatto la figura dei maleducati, altrimenti avrebbero avuto guai ancora più seri di Hans.
"No, sto benissimo" sorrise felice "Volevo solo farvi una visita, avrei portato anche il caro Hans, ma mi ha detto che non se la sentiva"
Ad "avrei portato anche Hans", il tic all'occhio di Skipper iniziò a fare effetto. Tutti lo guardarono preoccupati, sembrava proprio  volesse urlare tutto la sua rabbia verso quell'insensata proposta. 
Kowalski tossicchiò imbarazzato da quel silenzio così pesante formatosi, aveva molta paura che Skipper scoppiasse da un momento all'altro. Anche Ma aveva intuito di aver detto qualcosa di sbagliato, perché li guardò confusa. L'opossum aprì la bocca, probabilmente per chiedere spiegazioni e incrinare definitivamente la situazione, quando un richiamò costrinse tutti a voltarsi.
"Ma'" gracchiò Rico entrando in quel momento nel rifugio. Scese tutti gli scalini con un balzo e corse incontro all'opossum, sembrava felice e incurante del momento gravoso appena interrotto. Rigurgitò una forchetta e si mise pronto a tavola. Non serviva un genio per capire che aspettava le buonissime pietanze che cucinava.
Ma rise divertita ed esclamò "A quanto pare qui c'è qualcuno che ha sentito la mia mancanza! Non temere Rico, adesso ti preparo le mie lasagne al tonno"
Il dinamitardo batté le mani felice rigurgitando una tavola imbandita attese che l'opossum si mettesse ai fornelli. La signora sorrise intenerita aprì la valigetta che si era portata dietro, aveva con sé tutto l'occorrente per cucinare un pranzo a dodici portate. Kowalski e Soldato tirarono un sospiro di sollievo, pericolo scongiurato.
Inaspettatamente Skipper si offrì di aiutarla ed intimò ai suoi uomini di mettersi a tavola ed aspettare. Si diressero verso la piccola cucina sotto i loro gli sguardi preoccupati del resto della squadra, nonostante sembrava essersi ripreso dalla notizia di aver mancato la visita di Hans per un soffio. Era solo un'apparenza, il leader dei pinguini non era affatto tranquillo.
"Così Hans è rimasto ad Hoboken?" domandò con finta noncuranza, mentre appoggiava la pesante valigia della signora a terra in cucina, non senza un certa fatica. Come avesse fatto a portarla fino a quel punto, era un mistero per lui.
"Volevi che fosse qui, vero? Povero caro, ti manca tanto?"
Skipper si strozzò con la saliva nel sentire quelle domande. Ci mise qualche secondo per metabolizzare il significato e, dopo di ciò, ancora non riusciva a crederci. Lasciò quasi cadere i piatti che aveva fra le pinne.
"Non preoccuparti gli farò avere i tuoi saluti" continuò l'opossum non capendo il comportamento del leader.
"No!" esclamò solo Skipper non appena riuscì ad articolare un suono che potesse avere un senso logico.
"No?" chiese stupita Ma voltandosi a guardandolo.
"No, a me non manca quella dannata pulcinella!" esclamò irritato fulminandola con lo sguardo.
"Ad Hans invece manchi, anche se continua a dire che vuole solo umiliarti" lo interruppe Ma sorridendo leggermente. Aveva appena notato che le guance del pinguino si erano tinte di un colore rosso, probabilmente era solo l'ira, ma chi poteva dirlo.
"Ha ragione, vuole sconfiggermi e basta" annuì Skipper trovando immediatamente la via di fuga da quel discorso imbarazzante. Anche se per averla dovette dare ragione alla pulcinella.
"Tu sei solo preoccupato che possa attaccarti alle spalle, perché non lo tengo più sotto controllo, giusto?" domandò sibillina l'opossum continuando a sorridere, come si fa ad un bambino piccolo quando si tenta di fargli capire i discorsi complicati.
"Sì, esattamente" annuì il pinguino vigorosamente.
"Vai a controllare, allora"
"Cosa?"
"Che non stia tramando nulla! Sarebbe un peccato se rovinasse una così bella giornata da passare insieme, coraggio, fai il tuo dovere da capo e proteggi i tuoi uomini dall'eventuale pericolo, vai a controllare!" esclamò Ma autoritaria incoraggiando il pinguino ad uscire dalla cucina. Lo spinse fino alla botola d'uscita e sorrise agli altri "Skipper adesso fa il suo lavoro e poi torna"
"Ma..." protestò il pinguino in questione, mentre vigorosamente veniva spinto fuori dal suo rifugio. Sottolineiamo suo.
"Ma..." provò di nuovo a protestare, quando l'entrata gli venne chiusa in faccia. Si guardò intorno confuso e sibilò un ingiuria fra i denti. Neanche i suoi uomini si erano degnati di aiutarlo, adesso erano sicuramente a mangiare allegramente le pietanze cucinate dall'opossum.
"Accidenti" sbuffò avviandosi verso l'uscita dello zoo. Ci avrebbe messo almeno un'ora per arrivare ad Hoboken, non che ci volesse andare, s'intende, ma purtroppo, ormai, non aveva scelta.
*
Ci mise più del previsto e raggiunse lo zoo che l'ora del pasto era stata superata da un pezzo. Meglio, si ritrovò a pensare, se mai avesse incontrato Savio, almeno non sarebbe stato affamato.
"Ma guarda chi si vede" esclamò una voce femminile alle sue spalle. Skipper s'immobilizzò e aspettò rassegnato un attacco, ma non fu così. Davanti a lui si piazzò Lulu.
"Che ci fai qui?" domandò la scimmia ancora incuriosita. Conosceva il pinguino e si stupì di trovarlo in quel posto, sapeva che aveva avuto molti problemi con molti degli altri ospiti dello zoo.
"Devo verificare una cosa per..." avvampò e ringhiò "...per conto di Ma"
"Ah, capisco. Allora cerchi Hans" ridacchiò indicando una serie di habitat "Lo trovi lì di solito. Poveretto, mi fa pena a volte" ammise.
"Cioè?" domandò iniziando ad incuriosirsi Skipper.
"Diciamo che Ma è un po' possessiva ed Hans è un tipo piuttosto solitario, ma lei non lo lascia un secondo in pace. Anche se, da un po' di tempo a questa parte, sta migliorando, quell'opossum ha adottato praticamente tutto lo zoo, viene una volta alla settimana da ognuno" sospirò con una nota di esasperazione nella voce. Evidentemente la signora aveva colpito anche lì.
"Non ti dico, poi, quando ha scoperto che Clemson aveva la passione per l'uncinetto" continuò con fare confidenziale "Ho ancora quaranta berretti nel mio habitat"
Skipper si lasciò sfuggire un sorrisetto divertito. I primi tempi lui e il suo team erano stati preoccupati di come se la potesse passere un'anziana signora in uno zoo di delinquenti, ma, a quanto pareva, era stato per niente. Ma si era ambientata benissimo.
"Comunque, questa mattina ho incontrato Hans e gli ho consigliato di tornare a letto"
"Perché?" chiese il pinguino senza riuscire a trattenersi.
"Perché aveva una pessima cera, no, ma dico , le hai viste le occhiaie che aveva? Sembrava un zombie e, grazie a Dio, Ma non l'ha visto, altrimenti chissà che avrebbe fatto" intervenne improvvisamente qualcun altro facendo sobbalzare il leader. Clemson era appena apparso accanto a loro.
"Altolà psicopatico" ringhiò Skipper mettendosi in posizione di difesa.
"Ehi, calma, non ho ancora nessuna intenzione d'attaccarti, se avessi voluto avrei liberato Savio e gli avrei chiesto di darmi una mano" ridacchiò il lemure "Davvero, oggi non avevo assolutamente voglia di combattere" ammise incrociando le braccia dietro la testa godendosi il sole del primo pomeriggio.
"E dovrei crederti?" alzò il sopracciglio il pinguino.
"Oh, puoi farlo. Se volesse attaccarti, dovrebbe rinunciare a spiare Savio mentre si srotola a prendere il sole" intervenne Lulu con finta noncuranza
"Io non lo spio" ribatté  Clemson.Poteva essere solo un'impressione del pinguino, ma avrebbe giurato la pelliccia del lemure avesse raggiunto un'altra tonalità di rosso.
"No?" domandò maliziosa la scimmia.
"No, penso solo che potrebbe essermi molto utile per spodestare un certo sovrano di mia conoscenza" incrociò le braccia irritato lui e pronunciò la parola "sovrano" come se fosse una parolaccia.
"Sì, certo" ridacchiò sarcastica Lulu lasciando in sospeso il discorso. Sapevano tutti del rapporto particolare che avevano il Savio e Clemson. Ufficialmente si odiavano, ma sotto sotto...
"Credi quello che vuoi!" esclamò offeso il lemure andandosene lentamente "Come se fosse possibile che un piccolo ed adorabile mammifero, come me, si possa essere innamorato di un rettilaccio, come Savio"
"Sì, come no. Skipper sai come lo chiama? Savvy!" bisbigliò la scimmia al pinguino, il quale notò che Clemson si era appena avviato nella direzione del rettilario. Le sorprese ad Hoboken non finivano mai, doveva ammetterlo.
"Comunque tornando al discorso principale. Hans dopo che gli ho detto di tornarsene a letto non si è più visto, forse è la volta buona che mi ha ascoltata" sospirò Lulu incrociando le braccia al petto pensierosa.
"Dove posso trovarlo?"
"Secondo habitat a destra, lo riconosci subito è formato da acqua e rocce. Se scendi e cerchi nella rientranza più grande lo troverai lì, anche se solitamente sta sempre fuori" spiegò rapidamente la scimmia, poi
l'ammonì severa. "Spero di non dovermi aspettare una battaglia nel bel mezzo dello zoo"
"Non garantisco nulla"
"No, invece, perché i nostri vicini sono abbastanza rissosi, non vorrai trovarti davanti anche Savio e gli altri?" domandò ridacchiando nel vedere l'espressione preoccupata di Skipper.
"Farò del mio meglio per mantenere la quiete" giurò annuendo vigorosamente.
Lulu sorrise e salutò "Ne ero sicura, ciao, ciao, divertitevi"
Skipper non sapeva quale tipo di divertimento intendesse il mammifero, aveva, però, una gran voglia di tornare sui suoi passi e scappare, cioè, eseguire una veloce ritirata strategica. Aveva già confermato la presenza di Hans nello zoo, non aveva bisogno d'altro.
Se, però, poi era stata tutta una copertura ed aveva usato anche gli altri animali per crearsi un alibi? Magari, aveva solo finto di avere una pessima cera. Skipper iniziò a preoccuparsi, stavano parlando di Hans, non era in grado di creare un piano così articolato o, forse, sì?
Con quei dubbi, non sarebbe mai riuscito a tornare allo zoo di Central Park, inoltre con la sua transigenza poteva mettere in pericolo i suoi uomini.
Sbuffando si diresse verso l'habitat che gli era stato indicato. Non voleva vedere la pulcinella, ma sembrava che tutti volessero per forza si vedessero quel maledetto giorno.
Scese e si ritrovò di fronte alla rientranza. Era abbastanza alta da lasciarlo entrare senza problemi, ma qualcuno alto più di un uccello non sarebbe mai riuscito a passare.
Era penetrato nella casa della pulcinella senza nessuna autorizzazione, probabilmente questa (se mai il proprietario l'avesse scoperto) gliel'avrebbe rinfacciata per l'eternità. L'azione migliore sarebbe stata chiamare Hans controllare fosse lì e andarsene prima avesse il tempo di chiedergli spiegazioni.
Invece, il pinguino avanzò silenziosamente, attirato dalla curiosità.
Non era mai stato nella casa di un suo acerrimo nemico, laboratorio di Blowhole a parte, anche se dubitava si potesse chiamare tale. Era sorprendentemente spoglia e anonima, decisamente deludente. Si sarebbe aspettato qualcosa di più originale da parte della pulcinella.
Aveva parlato troppo presto. Si trovò davanti ad una porta con tanto di serratura, fortunatamente aperta, la quale permetteva di accedere ad un ambiente decisamente più colorato e caldo.
Le pareti erano pitturate di arancione, ma notò immediatamente cambiavano di stanza, in stanza. Erano spoglie, se non alcune mensole su cui erano ordinatamente sistemate delle armi. Per l'esattezza decine di pistole, fucili e quanto potesse ferire o far male.
Il pinguino avvertì il pavimento farsi più morbido e scoprì una moquette sotto le zampe. Era di un colore panna, quasi del tutto intonato al resto del rifugio.
L'ambiente consisteva in uno centrale, che doveva essere uno stereotipo di salotto dal quale partivano altre quattro stanze.
Silenziosamente Skipper entrò nella prima e scoprì che era lo studio. Decisamente rappresentava la mente malata della pulcinella. Non c'era centimetro che era stato risparmiato, era tutto ricoperto di fogli, progetti e alcuni addirittura disegni.
Il leader ne trovò anche uno con su lo stereotipo di pinguino con un inquietante macchia rossa al centro del petto.
Una buona azione per il mondo sarebbe stato bruciare tutto, ma alla fine richiuse la porta scombussolato e finse di non aver visto nulla. Chissà quali assurde sorprese riservava quella casa, era un po' preoccupato. Inoltre, stava bellamente curiosando in casa di Hans senza il suo permesso.  
La seconda stanza non era niente di speciale, solo una cucina con tutto il necessario, probabilmente allestita più per Ma, che per uso personale. Trovò, però, spassosi alcuni post attaccati al frigorifero.

"Caro Hans, la cena è nel frigorifero, bacioni.

P.s. ricordati di coprirti.
P.p.s. Mi raccomando il primo P.s.
P.p.p.s Ti voglio tanto bene.
P.p.p.p.s. Mangia mi raccomando!"

Skipper si fermò al quarto "P.s.", ma la lista continuava per altri dieci punti. Si stupì Hans non avesse ancora gettato il biglietto. Anzi, da quanto vedeva, non ne aveva gettato nessuno, su uno spillone appoggiato al mobile di fianco al frigorifero c'erano  infilzati accuratamente tutti i messaggi, quasi la pulcinella li volesse conservare.
Sospirò e richiuse anche la seconda porta.
 La terza non era, invece, nulla di sorprendente un comunissimo bagno, questa volta di un bel blu. Lo richiuse quasi immediatamente e si diresse finalmente verso l'ultima porta. Doveva fare in fretta, altrimenti la pulcinella sarebbe rientrata e lo avrebbe trovato lì a ficcare il naso, sempre ammesso che tornasse, magari era ad attaccare i suoi uomini, non voleva neanche pensarci.
Ormai, mancava solo l'ultima stanza, doveva farsi forza.
















____________________
Piccolo angolino autrice:
Il primo capitolo si conclude qui, in originale doveva essere una storia one-shot, purtroppo è venuto fuori che erano dieci pagine di world e non me la sono sentita di metterla tutta insieme, quindi sono due capitoli. Questa è la prima volta che tratto un tema simile, spero di non aver scritto un orrore.
Aggiornerò probabilmente fra due o tre giorni.  Fatemi sapere cosa ne pensate, anche le critiche sono ben accette :)

Alla prossima.
 
Tilia =|=




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Capitolo 2
*** Seconda parte ***


Il tormento di non sapere che provi amore -cap2 Il tormento di non sapere che provi amore
Seconda parte



Spalancò frettolosamente l'ultima porta e si accorse che a differenza delle prime non era affatto illuminata, era buia, l'aria era pesante e calda. Quello stuzzicò ancora di più la sua curiosità. Avanzò di qualche passo, mentre i suoi occhi si abituavano all'oscurità. Finalmente, intravvide un letto e i contorni di mobili. Era una camera, per l'esattezza quella di Hans.

Il pinguino sentì le guance avvampare e s'affrettò ad uscire, ma all'ultimo secondo avvertì un leggero gemito, come di chi è disturbato nel bel mezzo di un riposino.
Skipper individuò la figura ancora dormiente della pulcinella e rimase immobile. Era la prima volta che si trovava in una situazione così imbarazzante, se Hans si fosse svegliato con lui nella sua stanza, chissà cos'avrebbe pensato.
 Aveva fatto il suo dovere, poteva andarsene. Si voltò e uscì silenziosamente dalla porta, ma all'ultimo secondo qualcuno borbottò "Skipper?"
Si era svegliato. Si costrinse a rimanere calmo, anche se iniziò a sudare freddo.
Cosa poteva inventarsi?
"Non è come sembra..." s'affrettò a rispondere il pinguino.
"Diavolo, devo avere la febbre alta per sognarti anche" non lo lasciò finire il pulcinella. Si alzò barcollando dal letto e gli si avvicinò. Aveva il volto arrossato e sembrava parecchio pallido. Lo picchiettò con un'ala per controllare che fosse davvero lui. Skipper reagì d'istinto e lo immobilizzò prendendolo alla sprovvista.
"Aspetta, questo è uno dei sogni dove mi picchi o dove..."
"Non è un sogno" lo interruppe il pinguino preoccupato di sentire la fine della frase. Avvampò ancora di più. Hans non sembrava disturbato della sua presenza, anzi, era quasi tranquillo, forse, complice il fatto che credeva fosse un sogno.
"Sì, certo" sospirò Hans "Skipper non sarebbe qui"
"Invece  ci sono" ribatté il leader lasciandogli finalmente andare le ali. Non gli piaceva quello strano comportamento e neanche le goccioline che imperlavano la fronte del pulcinella.
"Cavoli, delirio bello tosto questo" commentò Hans strofinandosi la fronte stancamente. Iniziava a ritornare tutto confuso. In particolare la sua vista di stava facendo sempre più sfumata. Skipper fu costretto ad afferrarlo prima che crollasse a terra a peso morto. Il pulcinella aveva il volto cinereo, ma  in compenso sembrava stesse andando a fuoco. Il pinguino gli appoggiò delicatamente una pinna sulla fronte: bruciava.
Lo riportò a letto. Notò che le coperte erano state arrotolate in modo da ricordare vagamente la forma di un nido.
Hans aprì ancora gli occhi dorati deliranti e sospirò "Non mi è andata troppo male" ridacchiò e ritornò a dormire, ma il suo sonno era agitato.
Skipper si guardò intorno confuso, non poteva davvero pensare di aiutare il pulcinella. Magari, poteva tornare da Ma e avvertirla che Hans stava male, ma ci avrebbe messo come minimo due ore, una ad andare ed una a tornare, e in quei centoventi minuti poteva accadere di tutto. Si sentiva male al solo pensiero di lasciarlo in quelle condizioni da solo per un tempo così lungo. Poteva chiedere a Lulu di dargli un occhiata, ma non se la sentiva di coinvolgere anche lei.
Il pulcinella si agitò nuovamente nel letto e si arrotolò nelle lenzuola formando un bozzolo di coperte tremanti. Aveva la febbre molto alta.
Skipper sospirò, si sarebbe preso lui cura del pulcinella, ma solo in via del tutto eccezionale.
"Ok, per prima cosa abbassiamo la temperatura" sospirò il pinguino dirigendosi verso il bagno che aveva intravvisto prima. Prese con massima cura degli strofinacci e riempì una bacinella d'acqua ghiacciata, poi prese dal frigorifero tutto il ghiaccio che trovò.
Sperava solo non peggiorasse o riprendesse abbastanza lucidità da accorgersi che non era un sogno. Glielo avrebbe rinfacciato a vita, tremava al solo pensiero.
Prese il ghiaccio e lo mise nella bacinella. Velocemente iniziò a lavorare. Notò che il pulcinella era ancora arrotolato nel suo morbido guscio di lenzuola. Delicatamente iniziò a districarlo, senza ottenere assolutamente la sua collaborazione, anzi sembrava Hans non ne volesse proprio sapere di uscire.
Finalmente, il pinguino riuscì ad appoggiare la salvietta ghiacciata sulla sua fronte, senza perdere il controllo e strangolarlo.
"Mh..." mugugnò disturbato il pulcinella ricominciando ad agitarsi. Skipper lo trattenne, prima  potesse far cadere il ghiaccio.
"Hans, basta, stai fermo" sbottò infine il pinguino lasciandolo lentamente andare, quando fu sicuro non tentasse più di divincolarsi.
"Skipper" mormorò il pulcinella. Non era abbastanza lucido per capire la situazione, ma aveva comunque riconosciuto la sua voce.
"Sì, sono io. Adesso, fammi un favore, stai fermo!" ribatté il leader. Hans parve comprendere, perché lentamente si tranquillizzò. Almeno, finché il pinguino non cambiò la salvietta sulla fronte con un'altra fredda.
Gemette nuovamente e tentò di muoversi, ma fu nuovamente bloccato da Skipper, che non capiva assolutamente il malessere della pulcinella.
"Hai freddo?" chiese avendo un'improvvisa illuminazione.
Il corpo del pulcinella era scosso dai brividi, non riusciva assolutamente a controllare i tremori. Skipper lo coprì con una terza coperta, ma non ottenne risulti. Hans aveva iniziato a lamentarsi più frequentemente, sembrava patire molto il freddo.
"Skipper" mugugnò per l'ennesima volta in un improvviso sussulto.
Il leader lo guardò confuso, stava tremando, eppure se toccava la sua fronte era bollente.
"Ho freddo" borbottò il pulcinella riuscendo finalmente a far scivolare via la salvietta ghiacciata. Si rannicchiò su se stesso e rimase in posizione fetale per niente intenzionato a spostarsi.
Il pinguino iniziava seriamente a perdere la pazienza, già non voleva essere lì, se poi si sforzava di compiere una buona azione e Hans non collaborava, i suoi nervi erano messi a dura prova.
"Hans, per favore" ringhiò il leader riprovando ad appoggiargli una salvietta ghiacciata sulla fronte bollente, senza, però, ottenere grandi risultati.
"Hans" ripeté questa volta cambiando minacciosamente tono di voce. Il pulcinella per tutta risposta si rannicchiò ancora di più sotto le coperte.
Skipper era esasperato ancora un po' e gli sarebbe venuta una crisi di nervi. Il pulcinella si stava comportando peggio di un bambino capriccioso, più di quanto già non facesse normalmente.
"Se questo è un tuo complotto per farmi perdere la calma, sappi, ci sta riuscendo benissimo"  sbottò, infine, stringendo la salvietta fradicia fra le pinne. Doveva mantenere i nervi saldi, dopo tutto quello che aveva passato, non poteva perdere contro una misera influenza.
Sospirò e si sedette a fianco del pulcinella sul letto, il quale non parve per niente disturbata, anzi, alla fonte di calore improvvisa allungò un'ala. Skipper colse la palla al balzo e delicatamente riappoggiò  la salvietta sulla sua fronte.
Hans finalmente non si spostò, ma catturò rapidamente il pinguino in un abbraccio bollente e lo trascinò giù.
Skipper sentì le guance avvampare. Se qualcuno fosse entrato in quel momento sarebbe morto dalla vergogna.
"Dai, Hans, staccati" borbottò tentando di divincolarsi dallo stretto abbraccio. Il pulcinella non ne voleva proprio sapere, strinse di più la presa e affondò il becco nelle piume del petto del pinguino.
La faccenda si stava davvero sempre più imbarazzante, specialmente per Skipper che, non sapendo più che pesci pigliare, lo lasciò fare. Era immobile dalla vergogna, sentiva Hans dormire appoggiato delicatamente al suo petto e non riusciva a pensare lucidamente.
Avvertiva il calore diventare inesorabilmente troppo da sopportare. Finalmente, con un movimento rapido delle pinne riuscì a sfuggire dall'abbraccio e rotolò a terra.
Mai più dare occasioni simili al nemico, anche se addormentato. Questo se lo sarebbe ricordato per sempre. Rimase sul pavimento ansimando leggermente, mentre finalmente le guance smettevano lentamente di bruciare. Aveva gli occhi spalancati nella semi-oscurità dell'ambiente.
"O-ok, non è successo nulla" farfugliò tentando di calmare i tremori diffusi per tutto il corpo. Doveva solo respirare profondamente e tutto si sarebbe sistemato.
Lentamente si rialzò e per un secondo il suo cuore perse un battito. Hans aveva gli occhi aperti e lo guardava confuso.
"Skipper?" domandò con un sussurro. Debolmente alzò un'ala e si strofinò gli occhi per tentare di ritornare a vederci chiaramente.
"Torna a dormire Hans" ordinò con il suo migliore tono autoritario.
"Che ci fai qui?" chiese il  pulcinella rizzandosi a sedere barcollando, ignorandolo completamente. Aveva un terribile mal di testa. Decisamente non aiutava avere un frenemy nella propria casa, senza assolutamente sapere come ci fosse finito.
"Mi ha mandato Ma" ammise immediatamente Skipper. Prese in analisi l'opzione di uscire velocemente dal rifugio e battere in ritirata, tanto dubitava che in quelle condizioni lui fosse in grado di seguirlo.
"Ah, adesso ho capito" borbottò Hans "Perché io stavo sognando che io e te eravamo..."
"Era solo un sogno" tagliò corto Skipper avvampando. Il pulcinella lo guardò evidentemente confuso, ma non ribatté. Il pinguino si chiese quanto avesse ancora di febbre per essere in un simile stato, sicuramente meno di prima, ma comunque abbastanza per essere considerata pericolosa.
"Skipper, perché non te ne vai?" chiese improvvisamente Hans riaprendo gli occhi momentaneamente socchiudi.
Il pinguino spalancò gli occhi, non credeva sarebbe stato cacciato in  un simile modo. In qualche modo sentì di esserne deluso.
"No, aspetta, non hai capito" si scusò il pulcinella saltando giù dal letto sfatto, evidentemente aveva visto la sua delusione.Hans barcollò pericolosamente non appena atterrò a terra, ma si portò comunque di fronte al pinguino "Intendevo, perché..." s'interruppe ancora strofinandosi le tempie bollenti, non riusciva a trovare le parole giuste "Insomma, perché sei rimasto qui ad aiutarmi?" terminò, infine, incuriosito.
Skipper fu colto alla sprovvista, sia perché erano ad una distanza considerevolmente ridotta, sia per la domanda. Ci mise un po' per formulare la risposta "Io non sono come te, non abbandono la gente nel momento della difficoltà, non potevo lasciarti in quelle condizioni"
Il pulcinella soppesò per un secondo le sue parole "Questione di...come si dice? Codice morale?" chiese ancora, c'era un certo sarcasmo nel suo tono.
"Qualcosa del genere" annuì Skipper dileguando la faccenda e si allontanò di un passo "Adesso torna a letto"
Stranamente Hans sorrise e rispose "Sì, mamma"
Il pinguino avvertì nuovamente le guance avvampare, se prima pensava il pulcinella fosse insopportabile si doveva ricredere, in quel momento era molto peggio. Tuttavia, respirò profondamente per calmarsi chiudendo gli occhi. Hans lo guardava divertito, mentre lentamente tornava al letto.
Skipper sentì un tonfo e riaprì immediatamente gli occhi, notando il pulcinella era steso a terra. Immediatamente si portò a suo fianco e lo aiutò a rialzarsi. Hans era di nuovo bollente, se anche prima la temperatura di poco era scesa, in quel momento era di nuovo troppo alta.
"Ti avevo detto di rimanere a letto" sbottò irritato il pinguino rimboccandogli le coperte.
"E dove sarebbe stato il divertimento?" chiese ridacchiando il pulcinella, socchiudendo di nuovo gli occhi. Aveva freddo.
La febbre era ancora alta. Skipper gli mise una pinna sulla fronte e sospirò, non era affatto scesa.
"Come mi devo ridurre per ottenere le tue attenzioni" sospirò, improvvisamente, malinconico Hans chiudendo gli occhi.
"Che intendi dire?" chiese il pinguino irritato.
"Se io non fossi stato male, tu non ti saresti mai fermato" bisbigliò il pulcinella trascinando le parole. Era ad un passo dall'addormentarsi, solo in quel momento Skipper s'accorse.
"E perché volevi che mi fermassi?" sospirò, rassegnato a non sapere cosa passava per la testa di quel sociopatico. Quell'improvvisa rivelazione, nonostante tutto, lo aveva colto alla sprovvista, ma era molto probabile  una volta tornato lucido Hans non se la sarebbe ricordata neanche. 
Passarono diversi secondi e il pinguino scosse la testa. Il pulcinella si era sicuramente riaddormentato. Tornò a prendere lo stracciò in ammollo nella vaschetta, quando improvvisamente Hans borbottò  "Non so" e finalmente tornò a dormire.
"Mi farai impazzire" borbottò il pinguino riappoggiando la salvietta umida sulla fronte del pulcinella, che non si spostò. Sembrava finalmente essere naufragato in sogni tranquilli. Appariva quasi indifeso in quel momento.
Skipper per un secondo rimase fermo, non si mosse e alcuni piccoli sprazzi di ricordi s'infiltrarono nella sua mente. Aveva visto Hans così tranquillo poche volte, rari attimi e difficilmente duravano più di pochi minuti, anche meno.
L'ultima era stata quando avevano concluso una delle loro tante missioni, molti, molti anni prima. Ricordava, avevano deciso di festeggiare e (come al solito) Hans era in ritardo, così era andato fino alla sua stanza, perché tutti stavano aspettando solo loro. L'aveva trovato a fissare fuori dalla finestra, prima  s'accorgesse della sua presenza aveva uno sguardo perso e sembrava tranquillo, in pace. Skipper aveva addirittura controllato fosse la camera giusta, perché non gli sembrava vero fosse davvero lui. Un attimo dopo era di nuovo Hans, quello che conosceva ed erano andati a festeggiare.
Non ci aveva mai dato molto peso. Solo in quel momento s'accorgeva che non era poi così male quando...
"Dannazione" sbottò riscuotendosi dai suoi assurdi pensieri. Era solo un nemico, basta, punto, nient'altro.
Non poteva rivangare il passato, specialmente, quando c'erano troppi ricordi spiacevoli. Era una delle prime regole per non impazzire nell'esercito.
Eppure, sembrava così...strano. Guardando Hans dormire, il pinguino provò un miscuglio di sensazioni diverse, andavano dalla furia omicida a sentimenti provati talmente raramente da non saperli quasi distinguere.
Poteva benissimo fargli pagare tutto quello che gli aveva fatto passare in Danimarca, si sarebbe potuto vendicare. Magari, anche solo un po', così imparava a distruggere le vite altrui, ma Skipper non poteva agire in quel modo, di nuovo il suo codice morale glielo impediva. Si poteva considerare il pulcinella come un nemico a terra, ferito, disarmato e non si colpiscono avversari in quello stato. S'avvicinò quasi senza accorgersene.
Vedeva perfettamente le sue guance arrossate e, invece, il pallore sul resto del corpo, il tremore causato dalla febbre alta.
No, decisamente non poteva toccarlo in quelle condizione. Eppure, se il suo cervello gli diceva così, il suo istinto gli sussurrava di farlo stare un po' più male. Magari rompergli un'ala e fingere fosse un incidente. Si vergognò immediatamente di averlo pensato.
Appoggiò una pinna sulla sua fronte e spostò la salvietta sentendo le piume sotto di essa bollenti. Non si staccò, anzi, inconsciamente si appoggiò sul letto e si sporse ancora di più verso di lui. Avvertiva il fiato caldo del pulcinella uscire a piccoli sbuffi, forse un po' affannati.
Hans era sempre stato una spina nel fianco. Il più imprevedibile avesse mai avuto come alleato e nemico, poteva passare da innocuo, credulone e goffo a distruttivo, instabile e decisamente senza scrupoli. Però, se si fossero trovati nelle stesse condizioni con i ruoli ribaltati, a meno non ci fossero stati avidi motivi, Hans non gli avrebbe mai torto una piuma. Era sicuro, si sarebbe probabilmente agitato e avrebbe fatto tanto caos, rendendogli la malattia impossibile, ma sicuramente non gli avrebbe mai fatto male, non intenzionalmente almeno.
Skipper, invece, era più freddo e vendicativo aveva subito alla sua dolce rivincita.
Se ne vergognò molto,  d'altronde "Perdona e dimentica" non era sicuramente mai stato il suo motto.
Doveva ringraziare chi gli aveva marchiato a fuoco nel cervello il suo codice morale, senza d'esso sarebbe stato un pinguino diverso e non era sicuro fosse un bene.

Delicatamente appoggiò il becco alla fronte bollente della pulcinella. Gli sfuggì un veloce bacio e rimase appoggiato a lui.
"Ma che diamine?" urlò strozzato staccandosi immediatamente da Hans. Non poteva averlo fatto, non...
Dannazione, era un nemico. Avvampò. Solo un nemico. Avvertì le guance diventare sempre più incandescenti, fu costretto ad allontanarsi di qualche passo. Solo un dannato pulcinella voltagabbana, nient'altro.
Era tutto un complotto per costringerlo ad impazzire, non c'era altra soluzione. Lo aveva scoperto! Era tutta una sua macchinazione, doveva essere così.
Non poteva davvero aver compiuto un simile gesto. Si allontanò ancora di più. Solo allora si accorse di ansimare. Sentiva il cuore battere all'impazzata, neanche quando si allenava pompava così veloce. Per quanto fosse sconvolto, un piacevole tepore si espanse per tutto il suo corpo e iniziò a tremare leggermente.  
Doveva assolutamente riprendere il controllo.
"Skipper, adesso basta!" esclamò prendendosi la testa fra le mani e iniziando a massaggiare furiosamente le tempie. Si stava comportando peggio di una ragazzina e lui le detestava.
S'impose di respirare profondamente. Contò mentalmente fino a cinquanta, poi ripeté il conteggio al contrario, quando arrivò allo zero buttò fuori tutto il fiato che aveva in corpo. Finalmente avvertì il cuore rallentare e la mente tornare lucida, abbastanza da permettergli d'analizzare la situazione.
Fece un passo avanti, ma immediatamente quando il suo sguardo si posò sul corpo del pulcinella avvampò nuovamente. Si tirò uno schiaffo.
"Dannazione" imprecò massaggiandosi la guancia arrossata e bollente, non solo per la sberla.
"Non è successo nulla" borbottò tenendo lo sguardo basso e avanzando, nonostante ogni passo risultasse un'immensa fatica "Nessuno ha visto niente, ergo non è successo nulla" tentò di auto-convincersi. Nulla.
Sapeva benissimo che erano parole al vento, con un significato vuoto. Praticamente non si stava neanche ascoltando. Tutta la sua attenzione era concentrata su Hans dormiente. Non sembrava essersi reso conto dell'evento eccezionale, se non che l'espressione sul suo volto tendesse ad un leggero sorriso. Ecco, in quel momento sembrava davvero in pace con il mondo ed era bastato poco. Il suo sonno, comunque, continuava perso in chissà quali dolci sogni.
Skipper sentì di essersi calmato e si riavvicinò abbastanza che se avesse allungato una pinna, lo avrebbe toccato. Vorticosi sentimenti e sensazioni dilaniavano la mente del pinguino. Le principali erano vergogna e qualcosa di  non identificato dal potere, però, di costringere il suo cuore a sussultare ininterrottamente. Aveva una gran voglia di spaccare tutto e nascondersi da qualche parte per sempre. Voleva sprofondare, ma allo stesso tempo era sollevato. Non che avesse mai avuto l'intenzione di...sì, insomma, avere un contatto così intimo.
Non riusciva neanche a dirlo, figuriamoci pensarlo. Doveva per forza essere stato un attimo di follia pura, non era stata colpa sua, non era in grado né di intendere, né di volere, ma aveva una gran voglia di rifarlo.
Avvampò per ormai la centesima volta e distolse lo sguardo da Hans. Come diavolo poteva fare pensieri simili? Aspetta,  lui aveva già avuto la sensazione di famigliarità.
Forse si trattava di una festa, anche questa avvenuta molti, molti  anni prima, sempre con Hans. Si erano già baciati, magari era un po' brillo?  Che avevano fatto dopo?
Sentì un baratro aprirsi sotto i suoi piedi. Fu costretto ad appoggiarsi per qualche secondo al letto.
 In pochi secondi decise, era solo una sensazione, nulla di più. Forse, data anche dallo stress. Quel dannato pulcinella era pericoloso per la sua povera psiche, anche quando dormiva e non faceva niente. Eppure...

No, non desiderava indagare. Caso chiuso. Era solo una sensazione.
Si staccò dal letto e scosse la testa. Era stato distratto per troppo tempo, basta pensare, era meglio agire, spegnere per qualche ora quella sua parte sentimentale, che tanto lo faceva penare ed occuparsi d'altro. Il ghiaccio nella bacinella si era sciolto, così andò a cambiarlo. Ne approfittò per lavarsi la faccia con l'acqua gelata e indossò la sua migliore maschera di cinismo.
*
Hans si svegliò più stanco di quando era andato a letto. Era intontito e aveva una gran voglia di...Skipper.
"Eh?" domandò più a se stesso che altri.
Altri?
Era nella sua casa da solo, ricordava vagamente di aver misurato la febbre ed aver scoperto di averne qualche tacca. Era andato a letto e si era fatto un bel riposino. Chissà che ore erano. Aveva completamente perso la cognizione del tempo. Comunque, perché aveva pensato al suo tanto lontano frenemy? Sarà stata colpa della febbre.

Aveva un fastidioso mal di testa. Non riusciva mettere completamente a fuoco tutti i pensieri, era come se una parte di lui, fosse ancora addormentata. Viaggiava dalla semi-coscienza alla lucidità completa. Aveva assolutamente bisogno di un caffè o la sua povera testa sarebbe scoppiata.
S'accorse immediatamente di non aver affatto voglia di alzarsi dal letto, soprattutto di districarsi da quel bozzolo di coperte calde. Di comune accordo con la sua pigrizia e malessere, decise lasciarsi sulle spalle una coperta. Si alzò rabbrividendo, aveva una sensazione di gelo.
Non si accorse nella sua semi-lucidità, che nell'alzarsi aveva fatto scivolare a terra un impacco freddo, ormai caldo. L'unica cosa, a cui riusciva pensare in quel momento Hans, era una tazza di caffè per riuscire a svegliarsi del tutto. Avanzò con un passo da zombie fino al salotto e si bloccò di colpo, era la sua immaginazione o qualcuno in cucina stava preparando quella tanto agognata bevanda di chicchi neri?
Doveva per forza un abbaglio.
"Figuriamoci se ci può essere qualcuno" ridacchiò sottovoce fra sé. Ma' era andata allo zoo di Central Park, dai pinguini. Skipper, pensò. Ecco, forse era per quello che gli era venuto in mente il suo frenemy. Nulla di cui preoccuparsi, solo un lapsus. Sorrise e sospirò massaggiandosi le tempie. Aveva ancora mal di testa.
Qualcuno spalancò le porte della cucina, cogliendolo completamente alla sprovvista. Fece mezzo metro di salto indietro e si lasciò sfuggire un urlo spaventato. Crollò a terra perdendo l'equilibrio nel riatterrare.
Chiunque ci fosse in casa sua aveva lasciato quasi cadere una tazza di caffè, ma l'aveva immediatamente riafferrata rimediando a qualche goccia a terra e la maggior parte del contenuto salvo.
"Hans, mi hai fatto prendere un colpo!" esclamò Skipper portandosi una mano sul petto. Sul serio, sentiva il cuore battere all'impazzata. Non aveva sentito il pulcinella arrivare, né si era accorto fosse sveglio.
"C-Che diavolo ci fai in casa mia?" farfugliò Hans ancora sconvolto e non solo perché c'era un intruso a casa sua. Era ancora a terra e non le sue ali non volevano smettere di tremare dallo spavento.
Skipper distolse lo sguardo e si concentrò sul caffè, poi finalmente rispose "Mi ha mandato Ma'"
Hans parve soppesare la risposta. Improvvisamente, un vago ricordo scoccò nel suo cervello.
"Aspetta,  me l'avevi già detto" borbottò tentando di sforzarsi di ricordare. Era nebuloso come flashback, ma si rammentava che aveva già parlato con il pinguino.
"Sì" sospirò Skipper, ma sperò che non ricordasse.
"Mh, allora immagino che ti abbia già chiesto perché sei..."
"Perché sono rimasto" concluse il pinguino roteando gli occhi "Sì, mi ha chiesto anche questo"
"Mi puoi ripetere la risposta?" domandò strofinandosi gli occhi il pulcinella. Stava man mano ricominciando a riprendere la completa lucidità, ma ancora non ricordava i dettagli del loro colloquio. Guardò la tazza di caffè nelle pinne dell'altro e sospirò alzandosi, anche lui ne aveva bisogno.
"Ti ho risposto che non abbandonavo la gente...oh, insomma, per farla breve, codice morale" sbottò infine, non aveva assolutamente voglia di ripetersi. Tuttalpiù, aveva passato praticamente la giornata da catalogare fra i peggiori della sua vita.
"Ah, sì, mi ricordo. Ho detto altro?"
"No" rispose quasi immediatamente il pinguino con un po' troppa foga. Sentì le guance iniziare a farsi calde, non poteva assolutamente dirgli cos'era successo dopo.
Hans spalancò un po' gli occhi preoccupato. Aveva scambiato l'imbarazzo di Skipper per rabbia, per ciò decise di dirigersi molto saggiamente su altri argomenti. Magari, lo aveva anche mandato al diavolo, se già non controllava il suo becco quando era lucido, figuriamoci nel bel mezzo di un delirio, chissà cosa gli aveva detto.
"O-ok" mormorò  "Allora, ehm, ceniamo?"
"Hans, sono le cinque del mattino" sospirò Skipper "Hai dormito tutto ieri pomeriggio e notte, fino a questa mattina" ripeté vedendo il pulcinella non connettere bene tutte le parole. Hans rapidamente conteggiò le ore e scoprì che aveva dormito praticamente  più di quindici ore.
"Io ho comunque fame" riuscì solo a borbottare.
Skipper alzò gli occhi al cielo e gli fece cenno di seguirlo. Si diressero entrambi in cucina, aveva già notato che nel frigorifero Ma' aveva lasciato le provviste per un mese, come se il pulcinella non fosse in grado di badare a se stesso. Appoggiò il caffè sul tavolo e lanciò uno sguardo d'avvertimento, che voleva dire: "Toccalo e sei morto"
Hans non era uno stupido, né sprovveduto. Sapeva bene, che anche sfiorare la tazza mattiniera del pinguino, era letale. Inoltre, a lui non piaceva il pesce vivo all'interno.
"Skipper, immagino di doverti ringraziare" iniziò piano il pulcinella, talmente che il leader fu costretto ad avvicinarsi per sentirlo. Hans teneva gli occhi bassi, detestava dovere dei favori a qualcuno.
"Lasciamo perdere" mormorò imbarazzato Skipper. Al solo pensiero, di ciò che era avvenuto il giorno prima, si sentiva torcere le budella. Provava un'enorme vergogna, in pratica era come se si fosse approfittato del pulcinella. Il fatto che non potesse né protestare, né difendersi lo mandava in estrema confusione.
"No, davvero" continuò lui "Grazie di tutto" ammiccò leggermente e si sfiorò inconsciamente la fronte. Stranamente Hans si sentiva felice, non ricordava bene il motivo, ma lo era.
Il pinguini impallidì e sorrise tirato, tornando a far finta di occuparsi di riscaldare gli avanzi.
Magari, era solo una coincidenza. Ci sperava.
"Uhm, ti fermi anche a pranzo?" domandò improvvisamente il pulcinella, come per disilludere i suoi sogni. Sembrava essere tornato pienamente padrone di sé.
"No" ringhiò il pinguino.
"Dai, solo finché non torna Ma' "
"No, Hans staccati dalla mia pinna" ribatté Skipper scrollandosi di dosso il pulcinella, il quale si era momentaneamente appeso al suo arto.
"Dai" supplicò ancora Hans senza rinunciare a staccarsi. Skipper sbuffò era suo tipico: gli offri una piuma e si prende (letteralmente) tutta la pinna. Notò, però, il pulcinella teneva ancora la coperta sulle spalle.
"Solo finché non avrai un aspetto abbastanza decente da potersi definire guarito" ringhiò tentando di metterci quanto più cinismo riusciva "E adesso staccati!" esclamò iniziando ad avvertire la pinna perdere sensibilità. Avrebbe dovuto telefonare ai suoi uomini e avvertirli stava bene e stava fuori dallo zoo ancora un po', sicuramente erano preoccupati.
Hans sorrise felice e si rimise a tavola quasi immediatamente.
"Ah, dopo oggi torna tutto come prima, non pensare che io abbassi la guardia con te" sottolineò il pinguino incrociando le pinne al petto.
"Ma ovviamente mio frenemy"
*
"Mi fischiano le orecchie" borbottò Soldato strofinandosi gli occhi assonnato. Si osservò intorno e vide Rico e Kowalski dormire tranquillamente, Ma' era sdraiata su un letto provvisorio in un angolo e anche lei riposava, probabilmente se l'era immaginato. Era quasi del tutto certo si fossero dimenticati di qualcosa, ma non riusciva a mettere a fuoco cosa o chi. Sospirò, gli sarebbe venuto in mente e tornò a dormire.






















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Angolo autrice:
Grazie mille per aver letto. Spero vi sia piaciuto, in particolare ringrazio Vikyfaro per avermi fatto notare le sviste ed avermi aiutata (immensamente grazie *^*).
Dunque se avete errori da farmi notare siete i benvenuti. Questo è il mio primo tentativo yaoi, spero sia uscito abbastanza decentemente ^.^''
Grazie ancora!

Alla prossima
Tilia =|=
 
P.s. Pubblicherò a breve una piccola one-shot con protagonisti Clem e Savio, Viki (spero tu non ti offenda dell'abbreviazione) è tutta tua!

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