Harry Potter e i poteri degli Inferi

di Shenron87
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La Profezia ***
Capitolo 2: *** Il demone che è sopravvissuto ***
Capitolo 3: *** Diagon Alley ***
Capitolo 4: *** 01-09-1991 ***
Capitolo 5: *** Prima notte in terra straniera ***
Capitolo 6: *** Il Maestro delle Pozioni ***
Capitolo 7: *** Halloween ***
Capitolo 8: *** Natale ***
Capitolo 9: *** Nuovo Trimestre ***
Capitolo 10: *** Norberto ***
Capitolo 11: *** La Botola ***
Capitolo 12: *** La Botola 2 - la vendetta ***
Capitolo 13: *** Risveglio ***
Capitolo 14: *** La Tana ***
Capitolo 15: *** 01-09-1992 ***
Capitolo 16: *** Mandragole e Sussurri... ***
Capitolo 17: *** Mirtilla Malcontenta ***
Capitolo 18: *** Il Bolide Fellone ***
Capitolo 19: *** Aragog ***
Capitolo 20: *** La Camera dei Segreti ***
Capitolo 21: *** Messaggi dal Futuro ***
Capitolo 22: *** La Morte dell'Attimo ***
Capitolo 23: *** Incontri e Scontri ***
Capitolo 24: *** Alle scale piace cambiare... A Silente e Piton no. ***
Capitolo 25: *** Caro amico ti scrivo ***
Capitolo 26: *** Con parenti così... ***
Capitolo 27: *** Fine? ***
Capitolo 28: *** Grazie :) ***



Capitolo 1
*** La Profezia ***


Dalle profezie dell'augure Ennio Annio (*)
Quando il tramonto eterno starà per terminare,
il mago bianco giungerà da Albione per affrontare,
il demone che il drago norreno ha domato
quando la sua furia troppi danni aveva provocato. 
Tale sarà la sua preoccupazione 
per la teutonica minaccia
che della progenie del serpente 
non schiaccerà la testa.
A causa dell'eroe teutonico e della sua sconfitta,
il mago bianco non affronterà il serpente 
perché per molto tempo nasconderà la testa
Quando il suo potere sarà immenso 
diventar orfano farà un innociente. 
E ben poco il vecchio mago potrà fare
solo la furia della serpe a stento potrà arginare
Tutto nelle mani dell'orfanello sarà 
e per questo il suo cuore la serpe torturerà
con visioni di morti...per spezzarne la volontà.
Ogni affetto, il pargoletto perderà, 
fino al giorno in cui, come Ercole con l'idra, 
Il bambino che sopravviverà,
le sue teste schiaccerà.
*****************************
Tule 1945 – Ministero della magia del 3o Reich
“Ho trovato...ho trovato la profezia che cercavo. Ti rendi conto Mephisto-dono?”  disse ll ministro della magia rivolto al suo ospite. 
“Conoscevo quella profezia...visto che l'ho fatta avere io a quell'indovino. Mi chiami per questo motivo stupido?"rispose stizzito il demone.
“Ma non capisci...io ho scoperto chi sono i 3 dei 4 maghi nominati dalle strofe...” 
“Ma davvero? Provo ad indovinare? Siete tu, Silente, ed un erede di serpeverde che in questo momento è ad Hogwarts?"
“Tu lo sapevi? Da ne ho sentito parlare ai tempi della scuola...ho cercato questa profezia in tutta l'Europa.
Ho lordato le mani e la mia anima per averla...e tu sapevi tutto?”
“Anche se alcuni di noi conoscono il futuro, possiamo rivelarlo solo dietro pagamento.
Solo un Maou può scegliere di rendere note alcune profezie...ma, pur essendo forte quanto uno di loro, io non ricopro tale posizione..."  
"Inoltre, per essere precisi, tu hai sporcato le tue mani per sconfiggere una potenziale una minaccia per la tua nazione. 
Sebbene, a causa della tua ignoranza, sia stato proprio tu a rendere Albus tale. 
Ma non tutto viene per nuocere, se tu non ti fossi spinto fino in inghilterra per incontrarlo, tu non avresti incontrato Beth.
E' dal suo grembo che grembo nascerà la stirpe che ucciderà la Serpe.
Per questo, dopo la tua fuga misi, di mia iniziativa, Beth e tuo figlio al sicuro."
"Sapevo che l'avevi salvata e ti sarò sempre stato grato per questo...ma non pensavo che..." cercò di dire. 
Vedendo di non riuscire ad esprimere i suoi veri sentimenti, cambiò argomento
"E' da molto che non te lo chiedo... come sta?" chiese mentre calde lacrime sgorgavano dai suoi occhi. 
A causa dei suoi folli progetti aveva trascurato l'unica donna che avesse mai amato
"Come vuoi che stia...ormai ha superato i 60 anni, mentre tuo figlio, ormai è quarantenne. 
Si sposerà dopo la guerra, con una ragazza più giovane e diventerà padre, 2 volte tra il 1950 e il 1960. 
Entrambi sanno che non è colpa tua se li hai abbandonati e non serbano rancore nei tuoi confronti, anzi sperano in un tuo ritorno a guerra finita." 
Il demone omise di riferire che le due nipoti si sarebbero odiate perché la maggiore sarebbe nata privi di poteri.
In fondo, nonostante tutto ci teneva all'allievo e voleva evitare che si preoccupasse per eventi che ancora dovevano accadere.
Mephisto inoltre sapeva, grazie ai suoi poteri, quali emozioni albergassero in Gellert, nel bambino che lo aveva evocato perché voleva un padre.
Per questo aspettò in silenzio per dargli modo di calmare il fiume di emozioni che si agitava in lui.
“Posso batterlo...Silente intendo. Posso batterlo con la bacchetta di sambuco?”  chiese quando riottenne un parziale controllo delle sue azioni.
“Sai meglio di me, che la morte non crea bacchette, quel legnetto non è altro che un semplice gingillo. 
Certo nelle mani di un mago mediocre potenzia le magie. Ma tu e Albus avete raggiunto il massimo potere magico possibile per un umano.
Quella bacchetta non può aiutare nessuno di voi 2..."  aggiunse sorridendo
“Ci sono stati molti maghi migliori di noi...Merlino e Morgana che facevano magie senza bacchetta...Mc Gregor...” 
“Con gli anni la verità si è persa, ma i primi due erano mezzidemoni, i loro padri erano demoni dei clan Gremory e Sitri (*), 
Il ragazzino ha invece ricevuto ben 2 alfieri dal nuovo Lucifero.
Non potete nemmeno paragonarvi a loro, pur essendo i migliori maghi umani mai esisti...." Aggiunse per non sembrare scortese.
"In ogni caso non hai toccato il punto della questione...cosa vuoi da me? Seriamente”
“Silente arriverà domani... e non credo di poterlo battere, io e lui siamo pari in tutto. Sebbene abbiamo gusti diversi. 
Lui predilige trasfigurazione e difesa contro le  arti oscure mentre io incantesimi ed arti oscure. 
Ti ho chiamato perché avrei un piano che nessita del tuo aiuto...un piano per aiutare quel bambino”
“Questo avrà un certo costo...e non hai nulla che mi interessi...” disse schietto
“Nemmeno la mia anima?”  disse sorridendo
“Continua..." disse congiungendo i polpastrelli delle mani 
"stai attirando la mia attenzione”
*********************
Alcuni giorni dopo Silente e Grindelwald si affrontarono nel duello migliore che il mondo magico avesse mai visto.
Duellarono per ore per dimostrare quale magia fosse migliore : quella che salva la vita o quella che uccide. 
Quando entrambi erano senza forze, al punto che nessuno di loro riusciva più a reggere la bacchetta in mano, il mago tedesco si fermò. 
Sarebbe bastato un ultimo, singolo incantesimo e Silente sarebbe morto. 
Eppure sentiva che quello non un mago che era animato da intenzioni oscure.
Sembrava pentito delle sue azioni...
Che fosse venuto in Germania a morire per pagare con la sua vita per i suoi crimini contro la sorella e il fratello? 
Tutto poteva essere...ma una cosa era certa.
Beth aveva avuto un figlio, un magonò che sarebbe divenuto bersaglio di tutti i suoi nemici se, prolungando il duello, lui e Silente fossero morti entrambi. 
Per il bene di quel figlio che mai aveva tenuto in braccio, per il bene di quella famiglia che era troppo sporco per andare a cercare...
Quel duello doveva finire con un solo risultato : la sua morte.
Per questo facendo appello a tutte le sue energia mise in atto il piano che aveva concordato con Mephisto. 
"Sei più forte di me Albus...è dura da ammettere ma è così” disse Gellert sorridendo in modo che tutti gli insetti al seguito di Silente lo sentissero. 
“Allora arrenditi e poni fine ai tuoi piani di conquista...” chiese Silente con la voce spezzata. 
In cuor il mago ancora sperava di non dover uccidere quello che un tempo era stato un suo amico.
“Lo farò ma prima voglio dirti due cose... diffida dell'erede di Serpeverde. La seconda è che, pur avendo perso, non accetto la tua ipocrita generosità." 
Stava mentendo, lui avrebbe accettato, di passare la vita in prigione se fosse stato solo. 
Ma con un figlio e futuri nipoti esposti ad eventuali ritorsioni non poteva restare in vita a vederli morire.
Doveva concedere ai suoi nipoti la migliore protezione possibile...una protezione che lui, un assassino non poteva concedergli.
"Non passerò il resto della mia vita come un tuo prigioniero” disse puntandosi la bacchetta alla tempia e gridando “Avada Kedavra”
Quel giorno del 1945, la Germania Magica perse l'unico baluardo contro l'invasione dei maghi Russi.
Quel giorno il mago oscuro più crudele d'Europa, cesso di esistere.
Quel giorno tutti i maghi del mondo, erede di Serpeverde compreso, videro che Silente era invincibile.
Videro che Silente era talmente potente da indurre uno stregone oscuro del calibro di Grindelwald a togliersi la vita.

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Note dell'autore
La profezia
Chiedo scusa se forse, anzi sicuramente, non rispetta i canoni della poesia rinascimentale, ma l'ho scritta di getto :)
Come sempre accade nella storia i tiranni creano da soli i loro nemici. 
Gellert convinse Hitler a dare inizio alla 2a Guerra mondiale perché temeva Albus.
Secondo il tedesco era lui il mago bianco che avrebbe invaso la Germania.  
Commise i crimini più atroci perché la profezia che lesse era incompleta.
Lui non sapeva che ciò che lesse era la prima profezia che parlava di Harry...
Lui era convinto che parlasse di lui e Albus, sebbene come ha appena scoperto, la profezia è diventata storia a causa sua
What's if 
Qui Gellert sceglie di morire perché, consapevole del suo errore vuole dare un alone di invincibilità a Silente..per proteggere il figlio suo e di Beth. 
Una babbana che incontra il primo giorno in cui era in visita dalla sua prozia, 
Bathilda Bath e che rimane incinta del più potente mago oscuro di tutti i tempi (per l'epoca) e che gli donerà un bellissimo magonò. 
L'erede di Gellert 
Essendo andato in inghilterra nel 1899 ed essendo fuggito qualche tempo dopo, il figlio ormai è più che maggiorenne...
Ironia della sorte Silente, non notando magia in lui, pensa che la donna si sia concessa a qualche babbano e quindi non lo ha mai tenuto d'occhio. 
Beth inoltre non conoscendo il cognome del ragazzo diede al figlio il suo....Evans
Mephisto
E' il demone dai capelli bicromatici di Highschool DxD, ha stretto un contratto con Gellert quando era bambino.
nel corso degli anni si era tanto affezionato a Gellert che gli promise di proteggere la sua famiglia se durante il duello lui fosse morto. 
Sebbene non pensava che Gellert avrebbe perso la vita in quel modo.
Mephisto aveva un valido motivo, oltre all'affetto, per farlo....ma di questo ne parleremo nel prossimo capitolo.

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Capitolo 2
*** Il demone che è sopravvissuto ***


Disclaimer : Non possiedo ne i mondi ne i personaggi di Harry Potter e High School dxd. Essi appartengono agli autori. Unica eccezione sono i personaggi che, frutto della mia fantasia potrei inserire.
 

Il demone che è sopravvissuto

1° Novembre del 1981

Per gli abitanti del numero 4 di Privet Drive quel giorno era iniziato come tutti quelli che li avevano preceduti, una normalissima giornata babbana insomma.
Quello che però i residenti di quella villetta non sapevano era che, fin dallo scoccare della mezzanotte, quel giorno di normale aveva avuto ben poco.
La giornata era iniziata con immensi stormi di gufi che avevano attraversato la Gran Bretagna, ma più di quell'enorme numero di volatili, ad attirare l'attenzione dei coniugi Dursley era stato un gatto.
Ora, il problema che sfuggiva a quella coppia di babbani, non era se il comportamento del gatto, che li aveva fissati tutto il giorno, fosse normale o no... il problema era che quello non era un gatto.
Si trattava infatti della professoressa Minerva Mc Granitt, una strega che insegnava trasfigurazione ad Hogwarts.
La donna aveva preferito controllare una famiglia di babbani, per un giorno intero, piuttosto che unirsi ai festeggiamenti che celebravano la scomparsa del più potente mago oscuro inglese.
Verso l'ora di cena quando il capofamiglia, il classico borghese dalle vedute ristrette, tornato a casa si apprestava a suonare il campanello per poter salutare la moglie sull'uscio, un uomo si materializzò all'improvviso.
“Lei non dovrebbe essere qui...Professoressa Mc Granitt” esordì rivolgendosi al gatto.
La donna, capendo che chi aveva di fronte non era un babbano, ma un uomo versato nelle arti magiche, annullò l'incantesimo riacquistando sembianze umane.
“Lei chi è?” chiese la strega.
“Io sono un Angelo....” disse l'uomo dispiegando ben 6 ali, le cui piume erano nere come la notte.
Vedere un uomo con le ali era insolito, anche per un mago, ma la donna non si allarmò più di tanto.
“Ok signor Angelo. Lei lo sa che usare la magia nel mondo babbano viola lo statuto di segretezza internazionale?” disse esasperata.
Quel giorno la felicità per la fine di un epoca di terrore aveva indotto molti maghi ad ignorare le normali norme da attuare nel mondo babbano. 
Piccole cose certo, ma mostrare 6 ali era un esagerazione bella e buona che avrebbe creato non pochi disagi al ministero
“Lei è convinta sul serio che io sia un mago?” esclamò divertito l'uomo
“Io sono un Angelo Nero...angeli che si oppongono alla dittatura del Dio della Bibbia...”
“Suvvia, basta con gli scherzi...gli angeli non esistono. Lei ha bevuto troppe burrobirre e ha i classici sintomi di una metamorfosi animale mal riuscita. Ha anche aggiunto troppe ali....suvvia dove mai si sono visti animali con 6 ali..” disse impettita
“Nemmeno voi esistete per i Babbani...pensavo che un docente di Hogwarts fosse di vedute più ampie rispetto ai Dursley. In ogni caso se ne vada, non ho niente contro di lei...ma devo uccidere quel bambino.”
“Perché?” esclamò sconvolta
“A volte Dio dona poteri terrificanti a bambini incapaci di controllarli...per puro sadismo. 
Il piccolo è un caso di questi...è dal giorno che è nato che è sotto controllo.”
“Ammesso che sia vero, perché non lo allenate ad usare quel potere?” chiese cercando di convincere il suo interlocutore a desistere dai suoi folli propositi.
“Lei ha presente Peter Minus?”
“Certo ero una sua insegnante...anche se era privo di talento.”
“Beh il dono che il bambino ha ricevuto, sarebbe stato in mani migliori se ad averlo fosse stato Peter. In quel caso avremmo potuto pensare di allenarlo....”
“Ma è un bambino....” implorò la Mc Granitt
“Il potere che possiede, se andasse fuori controllo porterebbe alla distruzione di metà Inghilterra.”
“Non può...” urlò la donna vedendo convergere nelle sue mani molte particelle di luce.
L'angelo evidentemente non aveva voglia di perdere tempo, ne di concedere modo alla donna di interferire.
La luce aveva assunto la forma di un giavellotto quando scomparve dalle mani dell'angelo.
La strega non vide il colpo partire, ma non lo vide nemmeno arrivare.
Udiì solo le grida di una moglie che, mentre salutava il marito sull'uscio con il bambino in braccio, si accorse che il suo sposo si stava tastando il petto.
Un petto che, inutile dirlo, non aveva più.
Al posto della gabbia toracica infatti vi era un foro che permetteva anche alla strega, nonostante la distanza, di guardare da parte a parte come se stesse osservando la scena tramite un vetro.
L'angelo si avvicinò quindi alla donna che, vedendolo arrivare, cercò di muoversi ma, con suo sommo terrore, le sue gambe sembravano bloccate da una morsa invisibile.
“Perdonami ma ieri un mago è morto perché ha tentato di uccidere un bambino la cui madre si era sacrificata per lui. Io non farò lo stesso errore...ma tranquilla. Tu sarai la prossima anche se potrei risparmiarti se fossi gentile con me...” disse sogghignando
In quel momento prese il bambino dalle mani della donna e, come se avesse di fronte una bottiglia di spumante, con la semplice pressione di un dito separò la testa del bambino dal collo.
La testa del bambino cadde per terra e rotolò, favorita dalla pendenza, vicino ai piedi della strega con gli occhi ancora aperti e la bocca contratta in quello che sembrava un sorriso.
Quando smise di rotolare, il brutale assalitore la colpì con delle fiamme, evocate dal nulla, che la ridussero in cenere.
Lo stesso accadde al resto della salma che il killer ancora stringeva tra le braccia
"Cosa hai deciso...mi concederai qualche attenzione o vuoi morire subito?” disse rivolgendo le sue attenzioni alla vedova
“Uccidimi...se sei un angelo allora sii misericordioso e poni fine alla mia agonia..” disse con dignità la donna.
“Sia fatta la tua volontà" disse sorridendo e ponendo due dita sulla fronte della vedova.
Il corpo della donna fu avvolto da un bagliore accecante che, nonostante la distanza, costrinse Minerva Mc Granitt a chiudere gli occhi. 
Quando li schiuse, il corpo di Petunia Evans era svanito.
Solo una sagoma nera sul selciato era rimasta a dimostrare che lei era un tempo esistita.
Vedendo lo scempio, la Mc Granitt comprese che lei sarebbe stata la prossima.
“Come posso competere con un essere simile se non riusco a seguirne i movimenti?”  si disperò la strega.
Quel pensiero le poteva essere fatale, perché era tanto distratta da non accorgersi che, dopo aver evocato un cerchio magico, con cui aveva cancellato ogni traccia del massacro, l'angelo si era avvicinato a lei con calma.
Il selciato non presentava tracce di sangue, i cadaveri erano scomparsi ed al posto della testa del neonato brillava un gioiello sferico viola...
“Perché lo hai fatto...? Potevi essere compassionevole...uccidere un infante in quel modo...”
“Sai quanti innocenti avrebbe ucciso quell'infante incapace se avesse perso il controllo?
Puoi dire quello che vuoi marmocchia. Avrò mietuto 3 vite ma ne ho salvate milioni."
“Ah prima che me ne vada....” disse rammentando un dettaglio fondamentale
“Avverti Silente che il figlio dei Potter non è umano. Per il suo, e per il vostro bene non deve vivere nel mondo umano...nemmeno in quello magico. Almeno finché non riesce a controllarsi ovvio.”
“Perché? È un bambino...” protestò la strega
“Ma non umano...come non lo erano i suoi genitori quando lo concepirono...”
“Perché mi avvertite...e non lo uccidete come avete fatto con il cugino?”
“Dudley non aveva nessuna funzione nel futuro di voi maghi...Harry si, ma se lo dovesse beccare qualcuno meno clemente di me morirà, e le vostre speranze di vittoria con lui.
Date quella sfera al bambino appena arriverà qui con Hagrid, lui può gestirlo...” disse indicando la sfera viola e scomparendo.

*************************

Dovette farsi quasi mezzanotte prima che la Mc Granitt, sconvolta dall'accaduto, si destasse dai suoi pensieri.
Aveva anche dimenticato di alzarsi dal vialetto in cui era caduta quando la tensione per l'accaduto si era dissolta.
In quel momento però vide un uomo alto, magro e molto vecchio, a giudicare dall'argento dei capelli e della barba, talmente lunghi che li teneva infilati nella cintura.
Indossava abiti lunghi, un mantello color porpora che strusciava per terra e stivali dai tacchi alti con le fibbie.
Dietro gli occhiali a mezzaluna aveva due occhi di un azzurro chiaro, luminosi e scintillanti, e il naso era molto lungo e ricurvo, come se fosse stato rotto almeno due volte.
L'uomo si chiamava Albus Silente.
Albus Silente sembrava rendersi conto di essere appena arrivato in una strada dove era stato commesso un omicidio...
Per questo prese la Mc Granitt e le disse :
“Minerva, su andiamo. Harry non verrà qui, ci aspetta al castello assieme al suo tutore legale”
“Black?”
“No uno leggermente più potente...”

*************************

Erano passati quasi cinque anni da quando Harry, orfano di genitori, era andato a vivere con suo Nonno, un demone di nome Mephisto, ultimo parente che gli rimaneva,
Era un nonno molto dolce che non gli faceva mancare nulla, ma che per proteggerlo dall'assassino dei suoi genitori lo aveva costretto ad una vita di solitudine.
I due consanguinei infatti vivevano in un castello molto grande in cui, eccetto loro e il maestro, un demone reincarnato che aveva giurato fedeltà al signore del castello decadi or sono, vivevano si e no una ventina di servitori.
Inutile dire che anche il servitore più giovane, era alle dipendenze del nonno da almeno un secolo.
Tutte queste misure di sicurezza, Harry lo sapeva bene, servivano a tutelare la sua incolumità, ma ciò non lo rese certo meno triste.
Il piccolo Harry era infatti cresciuto senza avere mai nessuno con cui giocare e per questo aveva riversato tutte le sue energie nello studio, sperando che potesse distrarlo dalla sua solitudine.
Quel giorno però, il nonno partito dalla Germania una settimana prima, era tornato con una sorpresa che Harry non si aspettava : un ospite.
Il demone infatti condusse seco una bambina dagli occhi marroni, folti capelli bruni e i denti davanti piuttosto grandi.
Aveva una faccia triste e sembrava oppressa da ricordi dolorosi che incombevano su di lei come la solitudine incombeva sul bambino.
“Figliolo, questa signorina da oggi sarà nostra ospite e mi aspetto che tu la tratti con gentilezza.
Forse all'inizio sembrerà spaesata, ma ti chiedo di avere pazienza, ha avuto una brutta settimana.” disse il demone dai capelli rossi e blu, presentandole la nuova ospite.
L'ultima parte della frase il vecchio demone avrebbe anche potuto evitare di riferirla, non perché avesse rattristato la bambina, ma perché anche un cieco avrebbe potuto notare che aveva sofferto molto ed Harry poteva essere molte cose, ma non un cieco.
Lui infatti ci vedeva bene e di quello doveva ringraziare sua madre, visto che il nonno spesso gli ricordava che aveva preso gli occhi verdi di sua madre.
Il resto invece, strano ma vero, non lo aveva preso ne dal padre ne dai nonni.
il resto lo aveva ereditato dal bisnonno materno, un mago tedesco di cui conosceva il nome solo grazie ad alcune lettere della bisnonna che aveva trovato nel castello.
Quando gli spuntarono i primi capelli, infatti, gli amici di James scherzarono sul fatto che Lily lo avesse reso simile al suo patronus, ma la donna, indignata dell'insinuazione, tirò fuori il medaglione di sua nonna.
In esso vi era l'unica foto che ritraesse l'unico uomo che sua nonna amò.
Essa raffigurava suo nonno e, come tutti potevano vedere, possedeva gli stessi tratti somatici che ora, dopo ben 2 generazioni, erano comparsi nel piccolo Harry.
Vedendo la bambina Harry si avvicinò e la salutò cordialmente, chiedendole se voleva fare un giro del castello.
“Io...faccio cose cattive...non ti conviene stare vicina ad una come me...” disse piangendo
“Ad esempio?” chiese Harry capendo dove la bambina voleva arrivare.
Suo nonno gli aveva raccontato che non sempre i babbani accolgono con favore i maghi che nascono nelle loro famiglie, sua zia ne era un esempio.
In cuor suo però era sicuro che il motivo della sofferenza di quella bambina non fosse di natura magica, bensì soprannaturale.
Guardandola bene infatti era visibile, nonostante fosse sottile, un alone di energia chiaramente non umana... 
“Cose strane. Per questo mio padre ha ucciso la mamma e ha cercato di fare lo stesso con me...” disse singhiozzando
“Come queste?” chiese Harry facendo apparire un fiore tra le sue dita lasciandola senza parole.
“Allora non sono uno scherzo della natura...”
“Per gli umani normali forse si, ma esistono migliaia capaci di farlo...” rispose il bambino.
Certo omise che lui di umano aveva ben poco, ma non poteva spaventare una bambina che era stata educata e cresciuta con valori babbani.
“Anzi fra un paio d'anni andrò in una scuola dove insegnano ad usare la magia, e tu potrai venire con me se vorrai...” disse sorridendo.
“Accetterebbero anche una come me? Anche se sono nata in una famiglia di non maghi?” domandò con trepidazione
“Beh mia mamma era come te. Aveva anche una sorella che la odiava per lei perché non aveva poteri magici...”
“Era?” chiese accorgendosi troppo tardi di aver posto una domanda sbagliata.
“Si i miei genitori furono uccisi quando avevo un anno...e poi il nonnino mi ha cresciuto” disse sorridendo come se non fosse successo nulla.
“Non ti mancano?”
“Beh non li ho mai conosciuti...e poi se piangessi si rattristirebbero. Su dai che ti faccio vedere il castello” disse porgendole la mano
Sotto la guida di Harry, la bambina visitò il piccolo maniero in cui avrebbe vissuto da quel giorno e restò meravigliata di una cosa.
Il castello era immenso e riccamente decorato ma, per quanto fossero ore che giravassero per i meandri del castello, eccetto Harry e l'uomo che l'aveva accolta, non vide anima viva.
Harry sentendola si mise a ridere di gusto. Non era il solo a pensarlo in fin dei conti.
“Mio nonno odia i luoghi affollati quindi, eccetto una manciata di servitori e il mio maestro di magia, lui non ammette nessuno in questo castello. In fondo lui qui conduce le sue ricerche proprio per la quiete che regna tra queste vallate."
“E non rischiamo di disturbarlo?” chiese temendo di deludere la persona che l'aveva accolta.
“No, nel luogo dove studia nessuno può entrare, vi sono barriere che impediscono l'ingresso persino a me. Servono per evitare che mi faccia male curiosando dove non devo.
Inoltre quella parte del castello è insonorizzata”
“Ma tu cosa fai per divertirti? Ci sono altri bambini con cui giochi?”
“Beh mi alleno con un servitore del nonno...ma bambini no. Mio nonno insiste che passi le giornate a studiare per non restare indietro andrò in quella scuola di magia...”
“Perché indietro?” chiese stupita
“Perché la magia che studio qui prevede l'uso dell'immaginazione...in quella scuola invece si usano formule magiche verbali standard che sostituiscono il processo di immaginazione.
Ma questo indebolisce i loro poteri, costringendoli ad usare delle bacchette...”
“E qual'è migliore?”
“Non esiste migliore nella magia. Si possono fare le stesse cose con entrambi i metodi solo che..." 
“...che se perdi la bacchetta sei fregato...”
“Esatto” disse sorridendo “ma...c'è una cosa che ancora non ti ho chiesto.”
“Cosa?” rispose spiazzata la ragazza
“Non so come ti chiami...io sono Harry Potter...tu?”
“Hermione..Granger” disse arrossendo

*************************

Il pomeriggio stesso Harry e la bambina iniziarono a studiare insieme sotto la guida del maestro.
“Bene per chi non mi conoscesse sono Gilberto Foresta. Sono italiano e sarò il vostro maestro di magia...” disse allegro l'uomo dai lunghi capelli neri che gli cadevano sulle spalle.
"Ma potete chiamarmi Mr. Forrest. Ora onde evitare domande stupide, causate da allievi che parlano senza sapere cosa dicono, io insegno magia demoniaca...”
“Ma io non sono un demone” obiettò Hermione preoccupata di non poterla imparare.
“Certo e non lo nego, ma i tuoi antenati, gli antenati di tutti i maghi un tempo non riuscivano ad usare la magia con cui nascevano, e quindi per secoli i pochi mediocri maghi che riuscivano a dominare quei poteri vennero creduti Dei.”
“In che senso?” chiese Hermione.
“Nel piattino invece...quanti biscotti ci sono?” domandò il maestro ignorando la domanda
“Uno?” rispose timida la bambina
“Conta meglio per cortesia..” disse muovendo un dito e facendo apparire dei sigilli in aria
“Ci sono 10 biscotti?” esclamò allibita

“In altri tempi, un mago usò la magia su prodotti alimentari per sfamare degli affamati, e fu ucciso per timore dei suoi poteri o almeno ci provarono...” disse sorridendo il mago.
Tutti sapevano che quel mago si servì di una semplice illusione per convincere migliaia di persone che fosse morto mentre invece si era smaterializzato nel villaggio vicino.
“Sul serio?” chiese sconsolata.
“Già quelli sono incantesimi semplici” ammise Harry
“A volte il nonno mi faceva preparare una singola polpetta e dovevo moltiplicarla se volevo mangiare, oppure mi portava una cena in miniatura e dovevo ingrandirla...” disse mettendosi le mani dietro la testa.
“Ma cosa c'entrano i demoni con la magia?” chiese curiosa la bambina.
“Dio non voleva che sapeste usare la magia, vi vuole ignoranti e deboli, in modo da controllarvi meglio. Chi pensi che abbia insegnato agli umani ad usare la magia?”
“I demoni?” domandò insicura Hermione
“Esatto in varie epoche fecero nascere bambini per metà demoni...e loro avevano il compito di far progredire gli esseri umani...”
“Ad esempio?”
“Beh i faraoni egizii...alcuni imperatori cinesi e giapponesi, alcuni sciamani americani.
In europa i più noti sono Merlino, figlio di un demone della casata Gremory, Morgana, figlia di un demone della casata Sitri... ed i 4 fondatori di Hogwarts”
“Davvero?” chiese Hermione
“Si ma per rispondere alla tua domanda ti basti sapere che Merlino, partendo dalla magia dei Demoni creò le basi di quella odierna, con o senza bacchetta. Padroneggiando questa, un giorno potrai padroneggiare anche le altre."
"Come funziona?" chiese entusiasta la bambina 
"Questa magia si basa su tre punti cardine, le 3 V...Volontà, Visione, Vigore...”
“Cioè?” chiese Hermione che si era persa
“Il vigore è importante perché più il tuo corpo sarà forte, più potere magico avrai e più a lungo potrai combattere; Visione. Devi vedere quello che vuoi ottenere. Vuoi muovere l'acqua? 
Bene, devi vedere nella tua mente il movimento che vuoi far fare all'acqua...Volontà, beh è chiaro che per usare la magia devi volerlo con fermezza. Essa non si piega a maghi indecisi.”
“Come iniziamo?”
“Beh direi che una trentina di giri del cortile, 100 flessioni, 100 addominali sono un buon inizio.
Tu Harry hai il tuo programma” disse indicando il cortile ai ragazzi

[30 giri di campo, 100 flessioni, 100 addominali dopo]

“Riposati...sei stata brava, per una bambina della tua età. Appena te la senti iniziamo con la seconda fase"
“Sono pronta...voglio recuperare il tempo perduto...” disse ansimando la ragazza.
“Bene, mi piacciono le persone coraggiose...siediti a gambe incrociate. 
Porta le mani in avanti ed immagina che attorno al tuo corpo c'è uno strato di energia.
Ora dirigilo nello spazio tra i tuoi palmi...fagli vedere Harry” chiese il maestro
Ed Harry lo fece.
Quando dopo un ora di sforzi, il ragazzo si accorse che Hermione, non riuscendo a concentrarsi, si stava demoralizzando, si avvicinò a lei e le prese le mani.
Non sensa un certo imbarazzo da parte della ragazza.
“Non fare come gli umani. Loro pensano troppo. Svuota la mente e ascolta le sensazioni che il tuo corpo sentirà. TI passerò una piccola quantità di energia e formerò lo strato...poi lo conveglierò nelle tue mani”
“Harry cosa stai facendo?” chiese inarcando un sopracciglio il maestro
“Aiuto un essere umano che non ha ricevuto 2 alfieri quando già era un mago degno dell'attenzione di mio nonno...” ribatté Harry mentre formava lo strato di energia attorno ad Hermione
“La sento...sento la tua energia....”
“Certo, io mi alleno da anni...la tua energia ancora è modesta..ma fra uno o due mesetti potresti farcela.
Ora sposta la mia energia tra le tue mani e dagli una forma sferica. Ora devo andare, o il maestro mi sgriderà” disse alzandosi per riprendere i propri esercizi.
Passarono tutto il pomeriggio a fare i loro esercizi, con Harry che manipolava elementi già esistenti, per risparmiare le energie, ed Hermione che ormai aveva capito come e cosa cercare dentro di se.

*************************
5 anni dopo 


I ragazzi si allenarono a lungo e per molto tempo fino al giorno in cui non furono avvisati che Mephisto voleva parlare con loro singolarmente.
Ad essere ricevuta per prima fu Hermione che dopo il suo ingresso rimase nella stanza per una buona mezz'ora.
Non era ancora uscita quando Harry venne convocato.
Consapevole di non aver fatto nulla di male, entrò nello studio del nonno chiedendo cosa volesse di così importante da interrompere i loro studi, e dove fosse la sua amica.
"L'ho fatta uscire da un altra porta...Sarò breve, cosa pensi di Hermione? "
"Che vuoi dire?"
"Beh ti piace? Ci stai accanto perché la trovi simpatica o perché se no resteresti solo?"
"All'improvviso te ne esci con una domanda simile...cos'è successo?"
"Ho avuto modo di conoscere l'uomo che conduce i ragazzi del primo ad Hogwarts, assieme al percorso che farete..."
".....vai al sodo...odio chi lascia le frasi in sospeso."
"Beh vedi, tutti i maghi adulti mi conoscono di fama e in viso. Potrebbe succedere, mentre ci siete solo voi alunni del primo, che si lasci sfuggire che sono leggermente ricco..."
"Temi un rapimento?"
"No temo che qualche ragazza più grande si faccia mettere incinta per sposarti. Cosa che, da quello che dicono certi uccellini, potrebbe succedere anche adesso..." disse ignorando la faccia rossa di Harry
"i-io..."
"Non sono qui per rimproverarti su ciò che fai in privato, siamo demoni in fondo. Però non posso permettere che una ragazza qualsiasi senza la mia approvazione ti costringa a sposarla. Quindi ho deciso che prima di partire dovrai sposarti."
"Con chi di grazia, attualmente non ci sono diavole della mia età? Dovrei sposarmi una che potrebbe farmi da madre?"
"Beh una ragazza ci sarebbe. Vi ho fatti conoscere proprio per questo, anche se lei non lo sa." spiegò con distacco.
"Quindi tutto ciò che è successo è avvenuto solo perché volevi manipolarci?"
"Puoi dire ciò che vuoi, ma se non vi sposate con le buone lo farete con le cattive. Io sono il vostro tutore e posso farvi sposare se voglio." sbottò con stizza.
"Cosa? Perché?"
"Perché siamo demoni, noi non amiamo, noi facciamo ciò che è conveniente...e per me è conveniente che tu abbia lei al tuo fianco piuttosto che una meretrice che mira ai tuoi soldi."
"Tu non farai nulla di ciò...." esplose il ragazzo
"Prego?" domandò inarcando il sopracciglio
"Io non la sposerò mai...." disse troncando la frase a metà
"La trovi brutta?" domandò il nonno
"Non è brutta, ne lo era quando arrivò" disse per far capire al nonno che le piaceva anche quando i suoi denti erano poco simmetrici, ovvero prima che chiedesse al maestro di correggere quel difetto che odiava.
"Allora è per il suo sangue di Caduta?" incalzò il vecchio.
"Non è nemmeno per quello, mi piacciono le sue ali...ad essere onesti, le trovo più carine delle mie..." rispose rosso in viso
"Allora dov'è il problema? Ti piace, ti diverti in sua compagnia, sposala e tienila vicina per sempre..."
"Certo così sarà la pretesa arrogante del nipote di chi la ospita..."
"Prego?" chiese stranito Mephisto
"Se glielo chiedessi io o se lo facessi tu, sembrerebbe un ricatto. Sai che non può dirti di no...si troverebbe con le spalle al muro. Quindi ti proibisco di farlo..."
"E se a scuola si innamorasse di un altro?"
"Vuol dire che era destino...."
"Lei non può amare un mortale, lo sai...inoltre hai mai pensato all'ipotesi che tu le potresti già piacere?" chiese con fervore
"Se LEI, un giorno, mi dirà che prova qualcosa per me io accetterò i suoi sentimenti, ma non voglio che pensi che il mio sia il capriccio di un bambino viziato. Lei non è un oggetto, se vuole stare con me deve solo dirmelo." disse uscendo sbattendo la porta da cui era entrato

*************************

"Hai sentito Hermione?" chiese porgendo un fazzoletto alla ragazza
Lei era stata avvolta tutto il tempo in uno speciale mantello che la rendeva invisibile e nascondeva anche l'aura di chi lo indossava.
Era stato grazie ad esso se Mephisto aveva potuto applicare un incantesimo silenziante che aveva impedito ad Harry di udirla piangere.
Lei infatti credeva che lui non ricambiasse i sentimenti, e le parole del ragazzo sembravano confermare i suoi timori.
Poi ascoltando fino alla fine comprese...lui la amava ma temeva che se lo avesse dichiarato lei si sarebbe sentita in obbligo di accettare...
"Lei lo sapeva?"
"Non ti avrei chiesto di ascoltare se non fossi stato sicuro di ciò che passa per la testa di quel ragazzino. Manipolare la gente è facile se sai dove colpire...e lui pur essendo un demone è ancora piccolo, non sa leggere tra le righe...ora sai. Se vuoi evitare ciò che ti preoccupa devi essere tu a prendere in mano la situazione..." disse congedandola col un cenno del capo.

*************************

"Sapevo di trovarti qui Harry..." disse avvicinandosi al ragazzo
Harry si trovava sul tetto della torre più alta a guardare le stelle che brillavano nel cielo notturno
"Ehi ciao...scusa ma oggi..."
"So tutto...ho sentito tuo nonno parlare con Sirzech-sama. Gli ha chiesto se negli inferi ci siano ragazze della tua età che possano sposarti..."
Harry non si stupii più di tanto. Era logico che non potendo piegarlo al matrimonio con Hermione lo avrebbe costretto a sposare un altra...
"Beh teme che io mi faccia incastrare da qualche alunna più vecchia, che mira ai soldi del nonno...Hermione che stai fac" disse vedendo le mani della ragazza afferrare le sue guance
In quel momento Hermione si sporse in avanti e poggiò le sue labbra su quelle del ragazzo.
"Sposami. ...Non sopporterei che tu prenda la mano di un altra....non sopporterei che un altra ragazza ti baci, mentre pensi a me come ad una sorella." 
"Ma se tu ti innamorassi di un altro a scuola?"
"Potrebbe, ma io amo te. Inoltre morirebbe prima che io diventi un demone di alto livello...e sposandoci potremmo finire nella stessa casa..."
"Dici?"
"Si tuo nonno diceva che il cappello tiene in conto i legami nuziali. Oggi saranno in disuso, ma all'epoca in cui venne creato coppie come le nostre erano la norma...."
"Il preside o il direttore della casa accetterebbe?"
"Gli inferi sono come un paese straniero...hanno accordi col ministero inglese e noi siamo sudditi degli inferi..."
"Ma se siamo iscritti in quella scuola..."
"Sirzech-sama diceva che basta avere una goccia di sangue demoniaco o mio per essere immuni dalle leggi di Londra..."
"Ne sei sicura? È vero che avrò dei sostenitori, ma In molti invidieranno la mia fama...e l'invidia rende le persone cattive...specialmente se gli offriamo un argomento così succulento."
"Io sopporterò tutto quello che sopporterai tu...non ti lascerò da solo per timore di alcune chiacchere. Inoltre non voglio che ti venga somministrata qualche pozione d'amore mentre fai colazione."
"Sei decisa?"
"Si..."
"Ok allora comunichiamolo al nonno...ma io non consumerò il matrimonio fino a quando non ci sposeremo ufficialmente."
"Che vuoi dire?"
"Che il nonno ci farà firmare dei fogli che legalmente ci renderanno sposati, ma la cerimonia nuziale avverrà quando saremo maggiorenni..."
"Mi va bene lo stesso...mi basta sapere che sei tutto mio" disse baciandolo per la seconda volta.

*************************

"Illusi...consumeranno il matrimonio, ah se lo consumeranno..." rise Mephisto
"Non per contraddirla signore, ma per ora sono piccoli..." obiettò Mr Forrest
"Per ora, ma tra un paio di anni? Prendi molte burrobirre, metti l'atmosfera di un ballo la vigilia di natale con due sposi, vestiti in modo elegante, abbracciati al punto che uno sentirà battere il cuore dell'altro. Aggiungici le luci soffuse, la musica...una passeggiata in riva al lago di notte senza che nessuno li punisca...."
"Potremmo dire : galeotto sarà il ballo dei ceppi..."
"e forse lo faremo...." rise Mephisto

Note dell'Autore
Salve a tutti, eccoci con il 2° capitolo che è stato molto travagliato.
Ho cambiato il finale per la decima volta proprio ora, cosa non accaduta con i prossimi.
Vi voglio svelare un segreto....io odio questo capitolo, incipit a parte perché quello era uno sfogo per tutti i nervi che mi hanno dato i dursley quando leggevo, e leggo, i libri...
Se odio questo capitolo, non potete sapere come ho amato scirvere il prossimo che descriverà Diagon Alley e il 1° giorno da mago dei miei due protagonisti.
La scena da Olivander poi la reputo sublime [ ma forse non sarà così per voi :) ]
Iniziamo con le differenze  :
Hermione 
Non è una sanguemarcio, ed ha natali mooolto illustri, con un passato che influirà molto in futuro ed un sangue che farà rimpiangere a molti che sia già sposata :) [Azazel docet ].
Inoltre il suo non essere una natababbana, influenzerà molto la sua carriera scolastica, non aspettatevi che scoppi in lacrime perché qualcuno la chiami secchiona....lei è diversa. Più forte emotivamente rispetto alla controparte cartacea.
Harry
Non aspettatevi un Harry ingenuo e semplice come quello originale, lui è nato demone, ed è stato cresciuto da uno dei demoni più astuti e antichi...sa molto sul mondo magico e non si fa scrupoli ad ottenere ciò che vuole. Non è solo il colore dei capelli o il suo viso, identico a quello del bisnonno, ad essere diverso.
Il matrimonio
Ad essere sinceri, mi serviva una scusa per dare ad Harry un luogo dove discutere senza nessuno che li spiasse e inoltre vi ho già narrato che non ci sarà roba prima del ballo del ceppo.
Saranno sposati, ma per molti anni in modo platonico...
Il matrimonio è inoltre necessario per evitare episodi alla "scatola di cioccolattini con amortenzia scaduta" anche se credo che nessuna ragazza voglia vedere Hermione seccata.

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Capitolo 3
*** Diagon Alley ***


Allora chicos eccoci tutti qui riuniti per il 3o ed incredibile capitolo di HP e i poteri degli inferi. 
Qui per motivi logistici inserirò il primo flashback sul giovane Kalel...sebbene molti diranno che è uno spoiler...sebbene molti diranno che è in contrasto col capitolo di oggi...
Vi ricordo che voi fino ad ora sapete solo ciò che Kalel sa...ci sono cose che lui ignora e che scoprirà (con voi) in futuro...come ad esempio che la memoria inganna anche i più saggi.
Per quanto riguarda lo spoiler...vi garantisco che non lo sarà visto che oggi saprete solo come è nato e chi è sua madre.
Che fine farà la madre, se subirà o meno l'infausto destino che Kalel ricorda...beh questo lo scoprirete solo in futuro. Ma bando alle ciance e ciancio alle bande...che rullino i tamburi, che si spengano le luci e che lo spettacolo cominci :)

Capitolo 3 : Diagon Alley
Era passato un mese dal giorno che, firmando alcune carte, i due ragazzi erano diventati marito e moglie.
Non era stata celebrata alcuna cerimonia, Hermione non indossò alcun abito nuziale e nessun orsetto venne usato come paggetto (*) per portare gli anelli davanti al giudice che li avrebbe uniti in matrimonio.
I due bambini firmarono solo una lunga serie di documenti che furono inviate ai Maou per essere autenticati.
Pochi minuti dopo i 2 sposini persero le loro stanze, per essere spostati in una stanza più grande, adibita ad ospitare coppie di demoni...sebbene, per non sconvolgerli troppo, Mephisto pensò di lasciarli nella stessa ala in cui avevano vissuto fino ad allora.
Quando la stanza fu pronta, il demone chiese loro di cambiarsi perché attendevano ospiti.
Quel giorno infatti il Maou Sirzech e Grayfia, sua moglie, su richiesta di Mephisto avrebbe fatto visita al demone e ai 2 novelli coniugi.
Lei infatti era l'unica diavola di cui si fidava il demone, ed era l'unica che era stata messa al corrente della vera natura del bambino che è sopravvissuto.
Gli altri demoni infatti, erano convinti che l'eroe del mondo magico fosse ospite in una delle tante famiglie magiche inglesi, non immaginavano nemmeno che avesse sempre vissuto negli inferi fin dal lontano 1981.
Quando la coppia arrivò, il demone li accolse con tutti gli onori che le spettavano di diritto e questo fece storcere il naso alla Regina Finale.
“Mephisto-dono lei, pur essendo sempre stato gentile con me o con la famiglia di mio marito, è sempre stato di poche parole. Cosa vuole veramente da me?”
“Sei andata al punto direttamente....come mi aspettavo da te piccola. Sarò franco, mi serve la tua esperienza di donna.” disse facendo arrossire quella che secondo i suoi canoni era una bambina.
“Come scusi? Credo di non aver capito bene. Cosa vuole che faccia?” chiese in volto sperando di aver frainteso le parole del padrone di casa.
“Credo che ti ricordi quando tua suocera, in assenza di tua madre ti fece quel discorsetto...”
“Beh, si...perché?” chiese con evidente imbarazzo cercando con lo sguardo il marito in cerca di sostegno.
Inutile dire che anche lui era imbarazzato, e forse più di lei.
“Forse tuo marito non ti ha informato, ma il mio nipotino è convolato a nozze...” disse il demone sorridendo come un bambino.
“Ha messo incinta qualcuna?” chiese allarmata dalla giovane età del ragazzo.
Era troppo piccolo per poter fre il padre, quando lui stesso era un bambino che necessitava di averne uno.
“No l'ho fatto sposare per evitare che, essendo la mia ricchezza e la mia stirpe risaputa anche dai maghi meno istruiti, qualche ragazza approfitti di lui per potere, denaro o vita eterna....” spiegò con calma.
Era vero rifletterono i due demoni.
Per gli standard infernali, Mephisto era uno dei tanti nobili purosangue...ma per gli umani ricchezza, poteri e durata vitale di un demone potevano essere fuorvianti.
“Capisco...in effetti visto che gli anglosassoni hanno questa usanza di far dormire nello stesso campus maschi e femmine prima del matrimonio, un evento come quello che hai descritto è probabile. Chi è la fortunata?” chiese Grayfia, avvicinandosi ad una sedia.
“La figlia di Azazel. Suo padre mi chiese di prendermene cura e dove trovarla. La trovai in lacrime 5 anni fa e dal giorno in cui la portai qui. lei ed Harry divennero amici e, visto che entrambi avevano incubi notturni che li assillavano, hanno iniziato a dormire vicini per farsi coraggio. Purtroppo questo castello è troppo grande per 24 persone, e troppo tetro per 2 bambini.” disse triste in viso.
Lui avrebbe voluto crescerli alla luce del sole e magari, mandarli in una scuola babbana per comprendere gli esseri con cui avrebbero dovuto fare affari in futuro...ma il pericolo indotto dai mangiamorte dormienti era troppo elevato.
“Beh che scoccasse la scintilla era ovvio, è la copia di Gellert con gli occhi di Lily...anche se ammetto che la solitudine può aver accelerato le cose.” ammise la demone mentre faceva attenzione che, sedendosi, il vestito non si stropicciasse.
Lei aveva vissuto a lungo nel castello del demone e lui odiava che lei si comportasse da serva quando era sua ospite.
Solo per questo motivo aveva abbandonato i suoi consueti abiti da cameriera vittoriana per indossare il suo abito migliore...sebbene si sentisse a disagio con quel tipo di vestiti.
Inoltre, proprio a causa del suo soggiorno in quel maniero ricordava, con fin troppa dovizia di particolari, che effetti avesse quel castello sulle giovani coppie di demoni.
“Quindi presumo che tu voglia che istruisca la fanciulla sui doveri di una moglie nonostante la sua età? Sai che è troppo giovane anche per i nostri standart...”
“Mio nipote ha promesso che se succederà qualcosa sarà dopo la cerimonia ufficiale...”
“Si e poi quando gli ormoni, in una fredda notte d'inverno si risveglieranno, a causa della presenza della moglie nello stesso letto...se riuscirà a resistere fino ai suoi 15 anni già sarà tanto.” disse con un pizzico di malizia ricordando il passato.
Lei in fondo aveva quell'età quando, con l'uomo che infine sposò, aveva iniziato ad essere intima.
Ricordava con tenerezza infatti quando, Sirzech il valletto del Maou, un bambino puro ed innociente, sviluppò determinati appetiti...e passava le giornate ad essere richiamato da Lucifero per il fatto che, al passaggio della sua cameriera, lui si distraesse con facilità.
Inutile dire che anche lei veniva richiamata spesso...visto che avendolo notato, se poteva lo provocava con malizia.
“Beh, non che non mi dispiaccia, con un nemico come Voldemort, un nipotino lo vorrei prima che...” disse Mephisto riscuotendola dai suoi ricordi.
“Si lo so...è dai tempi di Gellert che tenti di ridare vita a quel casato... Ah se solo Harry non fosse stato il bersaglio della profezia, a quest'ora avresti un nipote spensierato e il tuo progetto avrebbe arrecato benefici a tutti gli inferi.” disse con velata tristezza il Maou.
“Perché tu pensi che lo lascio andare da solo? Ho fatto in modo che un mio servo venisse assunto in quella scuola...”
“Non possiamo interferire. È una faida tra un mago ed un altro mago” obiettò la donna.
“Sai bene che Harry fu concepito da due demoni reincarnati...quindi in teoria, se avessimo la potenza di un tempo questo sarebbe stato considerato un attacco alla nostra nazione...” rispose Mephisto
“Solo che se adesso facessimo una cosa simile la tregua verrebbe spezzata, e non possiamo permettercelo visto che Kalel è in stasi...” disse Sirzech studiando con attenzione la moglie.
“Già...” annuì la donna con distacco.
“Ah visto che è uscito l'argomento...ci sono novità? La morula ha ripreso a suddividersi piccola mia?” chiese guardando con dolcezza Grayfia
“No, e anche se sto dando molti problemi a mia suocera, voglio mantenere la promessa fatta a mia cugina Serana. Farò nascere il figlio che lei non ha potuto dare alla luce. Anche mio marito è favorevole.” disse enfatizzando le ultime parole per sottolineare che quello non era solo un suo capriccio, ma che in questa decisione era spalleggiata da Sirzech.
Lei infatti portava in grembo l'embrione già fecondato dell' unico esemplare vivente di Nephilim, un essere nato dall'unione di un demone e un angelo, caduto in questo caso.
Per preservarlo dalla guerra era stato chiuso in un guscio, creato da dio in persona, che lo avrebbe tutelato anche dalla fine del mondo...
Assieme alla madre se messa in pericolo di vita.
Il guscio però impediva a quel piccolo ammasso di cellule di continuare lo sviluppo che lo avrebbe portato a nascere.
Il guscio infatti aveva la funzione di permettere la nascita del bambino, che doveva crescere sulla terra, solo in un mondo privo di guerre tra le 3 fazioni o tra i maghi.
A molti di voi può sembrare un esagerazione ma, in fin dei conti la quella nascita era un evento di proporzioni colossali, poteva infatti essere il ponte tra tre razze che litigavano da millenni.
Poteva essere la dimostrazione che una pace duratura tra angeli e demoni potesse avvenire e per questo motivo, Dio stesso, nonostante il rancore verso il padre, aveva donato la sua protezione al bambino che, alla nascita, avrebbe avuto le ali bianche.
Inoltre, insieme a Lucifero aveva modificato le abilità che il bambino avebbre ricevuto dalla madre, per renderle migliori di quelle che sua madre stessa aveva ereditato.
Si ho detto le abilità...non avete letto male.
Serana come il figlio di Lucifero, come Sirzech ed Ajuka, nacque ereditando le abilità di entrambi i genitori, unita ad un potere fuori scala.
Ripensandoci, a mente lucida, si potrebbe dire che le loro nascite erano avvenute per fornire ai demoni dei validi sostituti al ruolo di Maou, visto che gli originali persero la vita durante la guerra.
E lo avrebbe ottenuto, il titolo di Maou, se in guerra non avesse incontrato Azazel che, ignaro dei suoi poteri e delle sue abilità, si ferì per salvarla da Albion.
Lei lo portò in una caverna e lo curò per non avere debiti ma, dopo che lui si fu ripreso, iniziarono a litigare.
Lei, un vero maschiaccio, era ferita nell'orgoglio per il gesto del Caduto ma all'improvviso la rabbia mutò in passione e la passione in lussuria al punto che dopo pochi secondi passarono dal bacio allo slacciarsi i vestiti.
Con gesti semplici ma già collaudati Azazel tolse uno ad uno gli indumenti che coprivano la ragazza, senza che lei dovesse distogliere l'attenzione dal vortice di lingue che stava avvenendo nelle loro bocche.
Quando però, di un intera tenuta di battaglia, solo un sottile lembo pizzo bianco era rimasto a tutela della sua...dignità, la diavola ebbe un attimo di esitazione.
“Vuoi che mi fermi?” chiese Azazel
“......n-no”
“Sei preoccupata di violare qualche dogma? Sai che nulla vieta ciò che stiamo facendo” disse dolcemente l'angelo caduto.
“ve-vera-men-te...ci sa-sarebbbe un problemino...”
“È la tua prima volta?” chiese addolcendo la voce
“S-si...” dichiarò rossa in viso
“Allora sarò gentile, non ti preoccupare...” disse baciandola
E lo fu al punto che da relazione occasionale di una manciata di minuti, finirono per restare insieme fino all'alba del giorno dopo...e per molti altri giorni ancora.
Solo quando, alcuni giorni dopo, nei cieli risuonò il segnale convenuto che avvisava che Albion e Ddraig erano stati sigillati si rivestirono in fretta e furia per andare nel punto d'incontro convenuto.
Aveva percorso alcuni metri in volo quando Azazel notò che qualcosa non andava...la donna che gli aveva fatto perdere la testa non aveva ancora lasciato la caverna.
La donna era svenuta prima ancora di mettere un piede fuori dalla grotta.
Azazel, preoccupato corse da lei e prendendola in braccio si smaterializzò immediatamente da Dio, sotto lo sguardo stupito di tutti i vertici delle 3 fazioni, (Maou, Gran Re ed Arciduca per i demoni, Arcangeli e Serafini per il paradiso e Grigori per i Caduti.).
Ai presenti non ci volle molto per comprendere l'accaduto, avvertivano infatti la nuova vita che con prepotenza si stava facendo spazio nel mondo.
“Si può salvare? So che ti ho tradito...ma lei e il bambino non hanno colpe! Nemmeno io sapevo cosa sarebbe successo.” implorò Azazel.
Ed era vero. Non immaginava che rimanesse incinta subito, e che si potesse sentire male per questo.
“Perché non ci ho pensato prima...” sbottò Dio stupendo tutti.
“Sapevo che c'era un dettaglio che mi sfuggiva...Perché sono stato così negligente?!!” si disperò, dando un pugno su bracciale della sedia su cui era seduto, mandandolo in frantumi.
“Uriel, porta questa legge in paradiso...non devono più verificarsi simili concepimenti....” intimò in modo perentorio.
“Senti paparino parla chiaro, qual'è il problema?” sbottò Azazel
Ma non fu Dio a rispondere, in quel momento a parlare fu Lucifero.
“Riuscireste voi tutti...con noi due in vita a fondere luce e buio? Sacro e Profano?”
“No” risposero tutti i vertici...pensando all'unione di una comune spada sacra con una banale spada demoniaca.
“QUALE È IL PROBLEMA?” Urlò Azazel che in quei giorni aveva iniziato ad affezionarsi alla donna.
“La ragazza in questo momento, per metterlo al mondo sta consumando le stesse energie che tu useresti per fondere Gram e Caliburn....”
“Ma nessun Angelo potrebbe, ci vorrebbero decine di entità di classe suprema insieme per farlo....” sbiancò Ajuka
“Un Dio può?” chiese Sirzech timidamente
“Non da solo. Dobbiamo ricorrere a procedure drastiche se vogliamo salvare la ragazza” disse Dio.
“NO....lui sarà forte...sarà speciale lo sento. Può porre fine a questa stupida guerra iniziata millenni fa per un motivo che nessuno ricorda. Ho perso tutta la mia famiglia, non lascerò che per salvarmi mio figlio muoia. Sarà stato un incidente di percorso, ma sono la madre e se lui muore io lo seguirò.” disse Serana riprendendo conoscenza.
“E così sarà...in pochi giorni hai già consumato metà della tua vita.” la rimbeccò il Maou
“Non mi interessa...che escano tutti e mi lascino morire con dignita....chiedo solo questo”
Sentendola parlare uscirono tutti i vertici dei demoni, dei caduti e degli angeli eccetto Grayfia e Mephisto, i due superdemoni che facevano da valletti al Dio degli inferi, Michele ed il padre del bambino.
“Grayfia, tu sei uno dei pochi parenti che mi rimane...io porterò la gravidanza avanti il più possibile. Se puoi crescilo come se fosse tuo...promettimelo.”
“Lo farò...” disse la piccola Grayfia piangendo e stringendole la mano.
Vedendo un simile amore, per un ibrido Dio e Lucifero si guardarono in viso e sospirarono.
Un Dio non poteva farlo da solo...ma li ve ne erano 2. (**)
“Mi hai convinto. Se sei disposta a morire, pur di salvarlo lo faremo nascere. Sei d'accordo con me Lucio?”
“Odio quando mi chiami così ma, visto che forse potrei evitare ai Valefor l'estinzione, ti darò una mano. Tu però dovrai sopportare un grande dolore...peggiore anche del parto.” disse rivolgendosi alla ragazza.
“O-ok...” disse la madre con coraggio e determinazione.
“Grayfia. Quando avremo stabilizzato l'embrione lo impianteremo dentro di te. Se sei decisa ad andare avanti, prendi questa pozione. Farà in modo che il tuo endometrio si inspessisca per supportare la gravidanza.”
“Quindi fra 9 mesi sarò madre?” chiese emozionata dopo averla bevuta, fino all'ultima goccia, senza esitare.
“9 mesi? Forse occorranno secoli. Non sappiamo nemmeno cosa uscirà fuori, come puoi chiederci quanto durerà la gestazione. Però ti posso dire che entrerà in stasi fino a quando non sentirà che l'epoca in cui lui sarà necessario non giungerà. Te la senti ancora? Nessuno ti sposerà mai, visto che non potrai dargli figli...” puntualizzò il dio degli inferi.
“Sopporterò con pazienza...ho fatto una promessa.” rispose decisa
“Ok allora facciamolo...” disse il dio della Bibbia sorridendo.
In quel momento le mani del dio bibblico divennero bianche come la neve mentre quelle di Lucifero divennero nere come la notte.
“Ti vanno bene le modifiche che voglio fare?” Domandò Lucifero, senza bisogno di spiegare, come se il suo collega le conoscesse nel dettaglio.
“Si, visto che è la madre che si sta sacrificando, mi sembra giusto che un giorno sia più probabile che scelga il vostro schieramento.”
“Scelta? Schieramento?” chiese Azazel confuso
“Si un giorno dovrà scegliere una razza tra Angeli e Demoni. Se poi volesse cadere è una sua scelta secondaria. Quando sceglierà perderà i doni della stirpe rifiutata” rispose Dio
“Ok...ma come fare con la grazie e l'avvelenamento da luce una volta impiantato in Grayfia?” chiese Ajuka
“Metteremo un frammento della nostra anima, attorno al organo di pertinenza...”
“Così assorbirete gli elementi sacri e demoniaci?” domandò Grayfia
“Si anche se non è detto che nasca a termine, in quel caso farai un cesareo. Un sacrificio è troppo...due inaccettabili.” dichiarò Lucifero serio come mai lo era stato da secoli a questa parte.
Lavorarono per ore intere fino a quando il corpo di Serana Valefor, che aveva smesso di urlare, per il continuo contatto con l'elemento sacro, non svanì nel nulla.
Dove un tempo vi era l'elitè dell'inferno ora vi era un puntino che brillava.
Grayfia avvertì una certa nostalgia vedendolo, quello era tutto ciò che restava di sua cugina, unica amica che avesse mai avuto.
Quindi, senza nemmeno pensarci, si avvicinò a quel puntino luminoso cercando, istintivamente, di afferrarlo.
“Pensaci...per i canoni dei demoni sei ancora una bambina.” disse Ajuka fermandola con un braccio.
“Se farai una cosa simile, verrai bandita dalla tua famiglia e varrai meno di una serva...vale la pena rischiare tanto per mantenere una promessa? Troveremo una serva che si accolli un simile fardello.”
“Ajuka-sama, la mia famiglia è una famiglia di servi. I miei genitori dovrebbero essere fieri del mio operato perché, attraverso me, un abilità unica di un pilastro continuerà ad esistere. Inoltre, se non lo farò io, un amica di Serana, quale donna mai lo farà? È mio dovere, inoltre, impedire che il sacrificio, compiuto da Lucifero-sama sia reso vano da oche dominate da paure simili.”
In quel momento allungò le mani e senza stringerle avvicinò quel minuscolo ammasso di cellule, al suo ventre sentendolo farsi strada attraverso la cute ed i muscoli che lo separavano dal suo utero.
Quando tutto ebbe termine, priva di sensi cadde verso il suolo e solo il provvidenziale intervento di Sirzech impedì che si facesse male.
Lui infatti era dal giorno in cui era diventato un valletto che non faceva altro che guardarla.
Era naturale, quasi scontato, che lui fosse il primo ad accorgersi che stava perdendo conoscenza.
“Mephisto, portala in un castello ed erigilo a tua dimora permanente. Darò ordine che nessuno si avvicini perché stai vigilando sul futuro dell'inferno, e credo che Dio e Azazel faranno lo stesso.”
“E con la famiglia della madre di Serana?” chiese Ajuka timoroso.
“Comunicheremo che lei è in vita, in stasi fino al termine della guerra, fino a quando le condizioni non saranno ottimali allo nascita del mezzosangue che porta in grembo. Anche le sue proprietà verranno amministrate dai Maou in sua assenza. Troppi pilastri sono morti senza avere discendenti, e se con lei posso riuscire dove con altri ho fallito...beh se lo merita.”
“Posso andare con lei signore?” chiese Sirzech prendendo il coraggio a due mani.
“Andare con lei? Perché?” chiese Lucifero studiandolo.
“Lei tiene qui fermi ad oziare me ed Ajuka, quando se fossimo scesi in campo la guerra avrebbe avuto un altro corso. Qui sono inutile, basta il mio amico a farle da scorta, ammesso che lei ne abbia veramente bisogno. Se invece andassi con lei, almeno potrei farle compagnia e magari proteggerla quando Mephisto è impegnato con i suoi doveri di Supremo Pezzo Grosso Internazionale.”
“Dillo che ti piace." disse sorridendo al ragazzo diventato rosso come un peperone
"Ho visto come la guardi...e sia visto che è per un nobile intento acconsento. Anche se non so se potrai sposarla, forse potrai prenderla come amante...” disse triste il Maou pensando a quante stupide concessioni aveva fatto ai casati nobiliari.
Concessioni che aveva fatto proliferare leggi ingiuste che ora anche lui avrebbe avuto difficoltà a mutare.
“Io avrò solo lei....se lei mi vorrà questo è sottointeso...” disse mentre la sorreggeva tra le braccia con insolita dolcezza.
Forse non si rese nemmeno conto di quanto quella frase rese orgoglioso il Dio dei Demoni.
“Ah se mio figlio avesse metà della tua fibra morale, avrei già abdicato da tempo” pensò in silenzio, senza che nessun demone potesse intuire cosa pensasse.
“Beh per quanto ne sappiamo, a fine guerra potremmo essere morti entrambi e voi prendereste il nostro posto...” rise Dio “lasciali divertire...anzi devono divertirsi”
“Perché?” chiese Grayfia rossa in viso per l'estrema vicinanza ad un ragazzo, oltre che per l'allusione del Dio.
“Diciamo che renderà meno doloroso il parto...” disse ammiccando il Maou.
E quello fu ciò che accadde.
Grayfia e Sirzech iniziarono a frequentarsi lontano dai campi di battaglia e dopo che la guerrà finì, lei rimase nel castello di Mephisto, a proteggere il figlio per cui sua cugina era morta, mentre negli inferi imperversava la guerra civile.
Sirzech invece, deciso come non mai a far cessare le ostilità, per poter sposare Grayfia e far nascere il bambino con cui parlava, quando pensava che Grayfia dormisse, scese in campo con i suoi 3 amici, gli attuali Maou.
In altri universi, forse avrebbe cercato il dialogo ma, sapendo che Grayfia avrebbe potuto partorire solo quando la pace avrebbe regnato nel mondo, diede fondo a tutte le sue energie e fece finire la guerra civile in un mese.
Scacciati gli eredi dei Maou, lui ed i suoi 3 amici vennero incoronati al loro posto e sancirono una tregua con Grigori e Paradiso.
Diventati Maou, Serafall e Falbium furono misi al corrente del segreto di Grayfia, cosa che non fu fatta con ne con il Gran Re e l'Arciduca, che erano convinti che il Nephilim fosse morto con Serana...ne ovviamente con gli altri nobili, famiglia della madre di Serana inclusa che invece credevano che Serana e il bastardo fossero nascosti sulla terra.
Serafall, una diavola abbastanza libertina, prese la palla al balzo e ricorrendo ad un cavillo, di una legge appena promulgata, che mai nessuna diavola avrebbe più usato in seguito, a causa delle conseguenza sociali, fece in modo che le due famiglie accettassero la rottura del loro fidanzamento in favore di quello tra l'amico e Grayfia.
Davanti a fatto compiuto, i genitori di Sirzech dovettero concedere il loro permesso al figlio di prendere in moglie la ragazza che era stata screditata in pubblico e che avrebbe perso tutto se fosse rimasto in vita qualche altro membro della sua famiglia.
Non che a Grayfia importasse ciò che pensava l'opinione pubblica, visto che si sarebbe accontentata di vivere sulla terra come amante segreta di Sirzech ma, per una questione di principio, il Maou dichiarò che l'avrebbe sposata nonostante tutto e che per lei avrebbe rinunciato al titolo, se necessario.
E così accadde....anche se nessuno fu così folle da reclamare il seggio di Maou.

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“Stai sorridendo?” chiese Mephisto intuendo cosa pensasse la ragazza che aveva imparato a conoscere durante lunghi anni di convivenza.
“Si penso che il bambino nascerà quando il tuo nipote avrà finito ciò che ha iniziato 10 anni fa...”
“Cosa te lo fa dire?” chiese stupito il demone
“Non deve nascere in un mondo pacificato?” ribatté la donna.
“Beh sii...”
“Allora Voldemort non dovrà essere un fantasma ma morto definitivamente....” disse sorridendo.
“Chissà forse hai ragione però penso che sia crudele....” si intromise Sirzech dando voce ad un suo pensiero.
“In che senso? Non vorresti che Voldemort muoia?” chiese la diavola.
“Non quello. È crudele che sia stato stabilito che dovrà crescere tra gli uomini, e che quando avrà 8 anni dovrai lasciarlo viaggiare da solo per il mondo in modo che scelga la razza a cui appartenere. Potresti non vederlo mai più o magari finire per combatterci contro. Per non parlare dei pericoli che incontrerete sulla terra a causa dei Killer assoldati dallo Zio di Serana...”
“Lui li supererà tutti...sarà un ometto forte come pochi e anche se lo guarderò da lontano ne sarò fiera come se fosse mio...”
“Beh in un certo senso lo sarà. Serana può averci messo un ovulo, ma tu sopporterai la gestazione e lo dovrai crescere sapendo che un giono lo perderai...come solo una madre può fare.” ammise Mephisto stringendole le mani con dolcezza.
“Ma è grazie a lui se io e Sirzech abbiamo potuto passare del tempo insieme lontani dallo sguardo di Lucifero-sama. Forse in altri universi ci incontrammo e decidemmo di sposarci lo stesso...ma in questo è solo merito suo se un giorno potrò dargli un fratellino con l'uomo che amo....” disse sfiorando il suo ventre con la mano, convinta che l'embrione sentisse il suo amore.

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“Ok allora, io e Sirzech vivremo qui per i prossimi 2 mesi per prenderci cura della piccola Hermione e del piccolo Harry. Eccetto il giorno in cui andranno a Diagon Alley e cercherò di insegnare ad una bambina come una moglie si deve comportare. Lo stesso farà mio marito con il piccolo Harry, anche se temo che Sirzech sia negato per queste cose.” disse prima di salire verso l'ala del castello dove i bambini la aspettavano.
“Certo che non mi immaginavo che il vecchio Mephisto fosse un tale timidone....” rise Sirzech accompagnando la moglie nell'ala del castello dove avrebbero alloggiato.
“Beh...anche se ama veder crescere i bambini...è la prima volta che si trova in una situazione simile” ammise Grayfia
“Gellert visse in un epoca dove non era difficile usare la magia per imparare certe cose. Harry Evans ebbe sua madre e lo stesso valeva per Lily. Invece questi due bambini non hanno nessuno.”
“Beh non direi. Hermione ha un padre protettivo ed un fratellastro di cui non sa nulla...e di cui forse saprà qualcosa il giorno in cui si deciderà a svilupparsi...” disse impaziente Sirzech che non vedeva l'ora di poter giocare con lui.
“Per te è facile parlare. Non sarai tu a dover partorire o a diventare grossa come una balena. Dagli tutto il tempo che gli serve. Voldemort potrebbe essere ucciso fra secoli” disse la moglie sbuffando mentre pensava a quanto sarebbe stato bello se a partorire fossero stati gli uomini.

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Era passato un mese da quando Harry ed Hermione avevano iniziato a studiare assieme a Grayfia. In quel tempo, pur continuando ad allenarsi la mattina con Mr Forrest, ogni pomeriggio la donna, lontano da occhi indiscreti, impartì ai novelli sposi un rigido quanto importante insegnamento.
Negli inferi infatti, un po' più legati alle tradizioni rispetto al mondo umano, era ancora compito della madre, o di una donna imparentata con essa o con lo sposo...istruire la moglie sui fatti della vita.
In verità Harry doveva essere istruito da Sirzech e così sarebbe dovuto essere, se solo lui ne fosse stato capace. 
Per questo Grayfia fu costretta a spiegare certe cose anche al ragazzo.
Ora, anche se negli inferi tutti sapevano che quella era una tradizione, visto che entrambi i sessi, dalla creazione degli evil pieces, poteva concedersi certe licenze prematrimoniali...Grayfia invece ebbe molte difficoltà..
Nel suo caso infatti, anche sapendo cosa dire, e come dirlo, a complicare le cose vi era l'età dei due sposi, i più giovani che l'inferno vedesse da 1000 anni a quella parte.
Unica consolazione era che perlomeno la bambina era sveglia, molto più di quanto non lo fosse stata lei secoli prima, e quindi imparò in fretta anche come gestire un ipotetico harem di Harry, come guidare la servitù e tante altre cose che in teoria una bambina non dovrebbe sapere.
Quando arrivò il giono in cui un gufo portò le lettere per Harry ed Hermione, ormai la donna aveva insegnato tutto ciò che poteva e tutto ciò che raccomandò, prima di lasciarli al nonno di Harry fu di aspettare il più possibile...perché era troppo piccola per avere un figlio in maniera sicura.
“Ah piccola premessa, è ovvio che per avere un figlio devi prima reincarnarti in demone...”
“Perché?” chiesero Harry ed Hermione
“Perché...secoli fa tuo padre mise incinta una diavola e scoprimmo che le nostre razze non erano compatibili. La madre morì pur di far vivere il bambino...?”
“E dove si trova?” chiese Hermione curiosa di conoscere il suo fratellone
“È stato stabilizzato per permettergli di vivere da Dio e dal primo Lucifero, e fu messo in una 2a diavola, di cui l'identità è segreta, per farlo nascere...anche se non sappiamo quando lo farà” disse la diavola.
“Ancora? Ma non ci volevano 9 mesi?”chiese Harry dubbioso.
“Si ma Dio disse che sarebbe nato solo dopo che l'ultima grande battaglia sarebbe finita..”
“Capisco...” dissero i bambini in coro ignari di quale battaglia parlasse la loro maestra.
“Però pensate positivi, oggi andrete a Diagon Alley e domani, visto che sposandoti ti sei emancipato, riceverai i tuoi pezzi...ci vediamo al vostro ritorno. Ho molte altre cose da insegnarvi” disse salutandoli quando Mephisto fece loro segno di andare.

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I 2 bambini si smaterializzarono a Londra assieme a Mephisto Pheles e, vestiti come lo statuto di segretezza imponeva, camminarono inosservati quel tanto che bastava per giungere ad un pub, dall'aspetto sorbido chiamato il paiolo magico.
Ora, sebbene i demoni, costretti a lavorare con gli uomini, studino fin da piccoli usi e costumi locali, per Harry quella era la prima volta che metteva piede sulla terra.
Certo la folla non lo preoccupava visto che anche negli inferi ci sono magazzini e la folla che li contraddistingue, solo che non comprendeva l'uso di molti degli oggetti che vedeva nelle vetrine.
Suo nonno infatti aveva preferito istruirlo nelle varie sfumature del mondo magico, che avrebbe dovuto frequentare da li a poco, che in quello babbano che avrebbe potuto conoscere in seguito.
Davanti al pub videro un uomo dai capelli unti e dalla carnagione giallastra il cui naso adunco attirava gli sguardi di chiunque passasse.
“Severus, ti ho portato i tuoi studenti...mi raccomando non li viziare troppo” disse ridendo
“È un piacere vederla, signor Phele, non è invecchiato di un giorno” disse cortese il professore davanti ad una simile autorità.
“Suvvia, so che è la prima volta che uscite di casa...ma salutate il vostro professore” li esortò il demone ignorando il disprezzo, nemmeno tanto velato, che quel mago emanava.
“Salve, io sono Hermione Granger, sono lieta di fare la sua conoscenza e spero che si prenderà cura di me”
“Salve, io sono Harry Potter, sono lieto di fare la sua conoscenza e spero che si prenderà cura di me”
“Io sono Severus Piton, sarò il vostro insegnate e non mi aspetto che andremo d'accordo. Sono qui solo perché Silente mi ha chiesto di farvi da guida...seguitemi” disse con velato disprezzo.
Su consiglio del nonno, Harry aveva nascosto la cicatrice, ed i capelli sotto uno scaldacollo indossato a mo di cappello e nonostante le occhiate lanciate dal docente, non gli venne chiesto di toglierlo.
Il paiolo magico era molto buio e dimesso. Alcune vecchie erano sedute in un angolo e sorseggiavano un bicchierino di sherry...una di loro fumava una lunga pipa.
Un omino col cappello a cilindro stava parlando al vecchio barman, completamente calvo.
All'improvviso però, mentre camminavano, si avvicinò un giovanotto pallido dall'aria molto nervosa. Aveva un tic a un occhio.
“Raptor" disse Piton gelido “Posso aiutarti?”
“V-v-volevo v-v-vede-dere co-cosa ti po-port-ta qui. N-non se-sei un ti-tipo da p-pub”
“Porto 2 allievi a comprare gli oggetti che gli servono. Vi incotrerete a scuola...ora andiamo ragazzi”
“Salve” (x2)
“Sa-sal-v-ve” rispose il professor Raptor
Quando furono a distanza di sicurezza dal pub Harry chiese al professore cosa insegnassero lui e il suo collega.
“Io pozioni, anche se forse tu non capirai nulla se hai preso da tuo padre...quello dal mio punto di vista non meriterebbe nemmeno di essere definito professore.” disse, consapevole di essere udito, mentre si era fermato davanti ad un muro.
Batté sul muro tre volte con la punta della bacchetta e il mattone che aveva colpito vibrò... si contorse... al centro, apparve un piccolo buco... si fece sempre più grande... e un attimo dopo si trovarono di fronte un arco abbastanza largo da far passare l'intera comitiva.
L'arco dava su una strada selciata tutta curve, di cui non si vedeva la fine.
“Questa è Diagon Alley!" disse Piton “Prima di tutto dobbiamo fare un prelievo in banca” disse indicando un edificio in lontananza.
I bambini avrebbero voluto avere altre quattro paia di occhi, non per i negozi (gli inferi avevano magazzini più forniti) ma le l'assortimento di prodotti magici.
Strada facendo, si giravano di qua e di là nel tentativo di vedere tutto e subito: i negozi, le cose esposte all'esterno, la gente che faceva le spese.
Da un negozio buio la cui insegna diceva: Emporio del Gufo: gufi selvatici, barbagianni, gufi da granaio, gufi bruni e civette bianche si udiva provenire un richiamo basso e soffocato.
Molti ragazzi, più o meno dell'età di Harry, tenevano il naso schiacciato contro la vetrina, dove erano esposti dei manici di scopa. “Guarda" Harry sentì dire uno di loro, “la Nimbus Duemila, la più veloce di tutti."
Alcuni negozi vendevano abiti, altri telescopi e bizzarri strumenti d'argento che Harry non aveva mai visto prima; c'erano vetrine stipate di barili impilati, contenenti milze di pipistrello e pupille d'anguilla, mucchi pericolanti di libri di incantesimi, penne d'oca e rotoli di pergamena, bottiglie di pozioni, globi lunari...
“Ecco la Gringott" disse Piton ad un certo punto.
Erano giunti a un edificio bianco come la neve che svettava sopra le piccole botteghe.
Ritto in piedi, dietro un portale di bronzo brunito, con indosso un'uniforme scarlatta e oro, c'era...
“Professore” bisbigliò Hermione “Cos'è...chi è?”
“Un folletto...non avete studiato con il nonno di Harry?” rispose insofferente mentre salivano gli scalini di candida pietra diretti verso di lui che si inchinò al loro passaggio.
Ora si trovavano di fronte una seconda porta, questa volta d'argento, su cui erano incise le seguenti parole:

Straniero, entra, ma tieni in gran conto
Quel che ti aspetta se sarai ingordo
Perché chi prende ma non guadagna
Pagherà cara la magagna
Quindi se cerchi nel sotterraneo
Un tesoro che ti è estraneo
Ladro avvisato mezzo salvato:
Più del tesoro non va cercato.

“Vi ricordo che voi rappresentate la scuola, quindi non fatemi fare brutte figure” commentò acido Piton “Specialmente tu Potter”
“Come desidera professore...” disse sereno.
Grazie al nonno, Harry sapeva che il professore aveva un certo risentimento verso il padre di Harry, visto che erano rivali fin dal loro arrivo a scuola, ma lui non avrebbe fornito adito a polemiche.
Lui non era suo padre, non era un bambino che violava le regole per il puro gusto dell'avventura.
Lui era stato educato per diventare un modello che avrebbe ispirato altri demoni in futuro, non poteva infangare il nome di suo nonno macchiandolo con comportamenti infantili.
Quando attraversarono la porta d'argento, una coppia di folletti si inchinò davanti a loro e li introdusse in un grande salone marmoreo.
Un centinaio di altri folletti seduti su alti scranni dietro un lungo bancone scribacchiavano su grandi libri mastri, pesavano le monete su bilance di bronzo, ed esaminavano pietre preziose con la lente.
Le porte erano troppo numerose per poterle contare, e altri folletti erano occupati ad aprirle e richiuderle per fare entrare e uscire le persone.
Hermione, Harry e Piton si avvicinarono al bancone.
“Salve" disse Piton a un folletto che in quel momento era libero.
“Siamo venuti a prendere un po' di soldi dalla cassaforte del Signor Harry Potter” disse consegnando la chiave che aveva ricevuto dal preside della scuola.
“Dei Signori Potter” replicò deciso il bambino ignorando lo sguardo del docente.
“Dei?” commentò gelido il professore “...ora usiamo il plurale Maiestatis Potter? A tanto arriva la tua insolenza?”
“No Signore, veramente signore....” si interruppe cercando le parole giuste.
“Continua Potter...sei ad un passo dal finire sulla mia lista nera....”
“Professore, Harry è timido, ma mio marito mi piace per questo....” disse Hermione mostrando la fede al dito
“Come? Forse non ho capito bene...voi, 2 bambini, siete legalmente sposati nel paese dove tuo nonno ti ha cresciuto?” chiese incapace di capire se fosse uno scherzo o meno.
“Si...mio nonno temeva che qualche ragazza, approfittando della mia giovane età mi versasse qualche pozione d'amore per....”
“Incastrarti...in fondo si. Se hai ereditato il cervello di tuo padre, il rischio è molto elevato...”
“Allora, cosa dobbiamo fare Signor Potter?” chiese il folletto
“Dovete accreditare questa cifra nella mia cassaforte, prelevandola dalla banca di mio nonno...”
Leggendo il documento il folletto per poco non cadde dallo scranno su cui sedeva ma, dopo essersi ripreso, chiamò alcuni collaboratori per adempiere alla richiesta che, tra le altre cose rendeva necessaria una nuova camera blidata, molto più grande e protetta.
Passarono alcuni minuti prima che i folletti recuperassero i documenti necessari per prelevare e convertire le centinaia di milioni di sterline che Mephisto aveva dato agli sposini per pagare i loro studi, e i loro svaghi nel mondo magico.
“Anche volendo oggi non potremmo riuscire a riempirle la cassaforte. Le manderemo un gufo quando la cifra verrà accreditata, ci serviranno almeno 2 giorni. Dica a suo nonno che è sempre un piacere fare affari con lui e che se volesse siamo sempre aperti. Questa è una chiave per la vostra cassaforte Signora Potter. Questa invece è la sua Signor Potter.” disse il funzionario porgendo le chiavi ed alcuni sacchetti pieni di monete.
“Come mai le chiavi sono diverse da quella che vi ha dato il professore?” domandò Harry stupendo tutti eccetto Hermione.
“Beh, non mi aspettavo che se ne accorgesse. Abbiamo dovuto darle una cassaforte di quelle situate sul fondo della banca, vista l'entità del deposito. Però, per non farla aspettare 2 giorni, le abbiamo portato una cifra adeguata alle spese che affronterete prelevata dalla cassaforte dei suoi genitori...prima di svuotarla per mettere il denaro in quella nuova se mi capisce ...” spiegò il folletto in evidente stato confusionale.
“Grazie per la vostra disponibilità” rispose il ragazzo chinando la testa.
“Quelli d'oro sono galeoni, le falci sono le monete d'argento mentre gli zellini sono le piccole monete di bronzo" spiegò il professore mostrando 3 monete che aveva preso dal sacchetto.
“29 Zellini fanno una falce e 17 falci d'argento fanno un galeone. Questa somma dovrebbe bastare per un paio di trimestri. Il resto vi conviene tenerlo da parte per le spese improvvise, un uniforme nuova o un calderone da riacquistare.” disse
Ottenuti i fondi necessari il gruppo uscì dalla banca e inziò ad incamminarsi verso i negozi che vendevano materiale scolastico.
In quel momento Hermione espresse le preoccupazioni che da tempo la assillavano, timori che di notte la rendevano insonne al punto da poter dormire solo se Harry la stringeva forte a se.
“Professore....posso farle una domanda?” chiese Hermione preocccupata.
“È necessaria?” rispose con stizza
“Quelle come me...come vengono trattate a scuola?” domandò con tristezza.
In quel momento sebbene il tono della voce rimase distaccato, i due ragazzi videro un barlume di compassione negli occhi del docente.
“I professori hanno i loro metri di giudizio, ma la purezza del sangue non è mai stata uno di questi. Se sarai diligente e ligia alle regole verrai premiata, in caso contrario riceverai una punizione. Noi dobbiamo rendervi cittadini onesti, non farci amare da voi...”
“Inoltre sai che mia madre era l'unica maga in famiglia, nemmeno sua sorella o suo padre lo erano...” disse sorridendo Harry stringendole la mano.
“Però il tuo bisnonno lo era” disse tappandosi la bocca, quando si rese conto di aver detto troppo.
Piton sembrò sorpreso da quella notizia, ma non fece commenti...anzi studiò in silenzio le reazioni dei due ragazzi.
Si aspettava uno scatto di nervi del ragazzo, cosa logica vista la reazione della bambina, ma ciò non accadde.
Decise quindi di sondare i meandri della mente di quella bambina e fissò gli occhi della ragazza per capire cosa nascondevano.
Ciò che vide lo lasciò di sasso....e forse anche Silente avrebbe perso il suo proverbiale sorriso, una volta venuto in possesso di una simile informazione.
“È vero mia madre aveva un bisnonno mago, uno stronzo che la mise incinta e non si fece più vedere...ma chi ti dice che questo non è successo anche ne tuo caso? Chi ti dice che un mago non si innamorò di tua nonna e dopo anni una loro nipote è di nuovo in grado di fare magie?”
“Ma loro mi crederebbero?” disse versando una lacrima.
“Hermy, dobbiamo passarci solo 7 anni, hai una vita intera per trovare chi ti apprezzerà, eccetto me...sai credo che essendo tuo marito, io sia un po di parte” disse facendo apparire dal nulla un fazzoletto tra lo stupore di Piton “Quando qualcuno sbaglierà a parlare, io sarò li ad impedire che tu faccia troppo male a quegli stolti che ti offenderanno. Inoltre il preside ha promesso che vista la nostra situazione saremmo finiti nella stessa casa.”
“Il preside ha detto cosi? Davvero?” domandò meno gelido il docente
"Cosa sai dello smistamento Potter? Cosa sai delle case di Hogwarts?”
“Il preside ha accettato la mia richiesta perché Voldemort...” 
“Noi non nominiamo quel nome.” sibilò Piton
“Ok...allora questo innominato ha cercato di uccidermi, e quindi in molti mi odieranno, magari figli di suoi seguaci che sono cresciuti sentendo l'odio dei genitori verso di me...”
“Possibile...” ammise gelido il docente ottenutò di nuovo una parvenza di dignità.
“Io non voglio che Hermione, sia per la stupidità degli eugenisti, che perché è mia moglie venga presa di mira. Voglio poter dormire sonni tranquilli sapendo che se ha bisogno di me le basterà darmi una gomitata mentre dormo, senza dover uscire di notte nel castello...cosa penso vietata.”
“Nobile intento...ma perché non ti sei istruito sulla tua nuova scuola?” domandò incapace di trattenere la curiosità.
“Non voglio sentire i pregiudizi degli studenti. Voglio che quando il cappello sonderà il mio cuore e mi metterà nella casa non ci siano pensieri tipo...in quella casa ci vanno i tonti, nell'altra i secchioni o roba simile...”
“Capisco...ammirevole Potter.” disse fissandolo negli occhi.
“Non funziona professore. Studio occlumanzia da che ho memoria. Le posso però garantire che non ho mentito. Se la mia parola non basta, farò in modo che a convincerla saranno le mie azioni...” disse lasciando di sasso il docente

******************

Usciti dalla banca si diressero verso il negozio di Madama McClan, la proprietaria era una strega tarchiata, sorridente e tutta vestita di color malva.
Li accolse con gentilezza e vedendoli vestiti da babbani, comprese che erano studenti del 1o anno.
Furono serviti con cura e molte attenzioni, favoriti anche dal fatto che il locale era vuoto.
L'unico momento di imbarazzo fu quando la sarta, per prendere le misure necessarie per il cappello, chiese di poter togliere lo scaldacollo.
“Due giorni fa mi sono ferito, e il guaritore mi ha medicato...” disse a mo di scusa il bambino.
“Mi perdoni, ma è veramente antiestetica, e preferirei che nessuno mi veda sfregiato fino a quando il guaritore non avrà finito di medicarmi...queste sono le misure della mia testa” disse porgendo un foglietto alla donna.
“Cosa succede? Non ti piace l'attenzione Potter?” chiese sorridendo mellifluo Piton, pur parlando in modo che la donna non lo sentisse.
“Professore, io non ho voglia di diventate un fenomeno di baraccone. A scuola farò finta di nulla, ma non voglio attirare troppi curiosi qui, in un luogo pubblico....”
“E il prossimo anno?”
“L'anno prossimo non avrò bisogno di una bacchetta...potrò ordinare i libri e tutto il resto via gufo.” rispose con franchezza zittendosi quando la sarta tornò con ciò che serviva ai due ragazzi.
Dopo essersi rifatti il guardaroba, andarono al Ghirogoro una libreria in cui comperarono i libri di testo.
Il negozio era pieno di scaffali stipati fino al soffitto di libri grossi come lastroni di pietra e rilegati in pelle; libri delle dimensioni di un francobollo, foderati in seta; libri pieni di simboli strani e alcuni con le pagine bianche.
Un natobabbano sarebbe rimasto impressionato, ma anche la più piccola delle 3 biblioteche del loro castello era più fornita, sebbene mancassero i libri di testo che occorrevano loro (troppo moderni per essere ritenuti validi da Mephisto).
Dopo di che acquistarono 2 calderoni di peltro, 2 graziose bilance per pesare gli ingredienti delle pozioni, e 2 telescopi pieghevoli in ottone.
Si recarono anche in farmacia, luogo talmente interessante da ripagare del pessimo odore che vi regnava, un misto di uova fradice e cavoli marci.
Per terra c'erano barili di roba viscida; vasi di erbe officinali, radici secche e polveri dai colori brillanti erano allineati lungo le pareti; fasci di piume, di zanne e artigli aggrovigliati pendevano dal soffitto.
Comprarono due provviste di alcuni ingredienti fondamentali per preparare pozioni e fu allora che videro che avevano quasi finito : all'appello mancavano solo le bacchette magiche...
“Andremo da Olivander, la sua famiglia fa bacchette da secoli” annunciò pomposo il docente vedendo che la sua agonia era giunta al termine...o almeno così sperava lui.
Il negozio però di pomposo aveva ben poco, era angusto e sporco.
Un'insegna a lettere d'oro scortecciate sopra la porta diceva: Olivander: Fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C..
Nella vetrina polverosa, su un cuscino color porpora stinto, era esposta una sola bacchetta, e forse nemmeno funzionante.
Un lieve scampanellio, proveniente dagli anfratti del negozio non meglio identificati, accolse il loro ingresso.
Era un luogo molto piccolo, vuoto, contenente migliaia di scatoline strette strette, tutte impilate in bell'ordine fino al soffitto.
Avevano di fronte un uomo anziano con occhi grandi e scoloriti che illuminavano la penombra del negozio come due astri lunari.
“Salve” disse Harry imbarazzato.
“Ero sicuro che l'avrei conosciuta presto, Signor Potter.” Non era una domanda.
“Ha gli occhi di sua madre. Sembra ieri che è venuta qui a comperare la sua prima bacchetta magica. Lunga 10 pollici e un quarto, sibilante, di salice. Una bella bacchetta per un lavoro d'incanto.”disse avvicinandosi ad Harry.
Il ragazzo avrebbe dato chissà che cosa per vedergli abbassare le palpebre, i suoi occhi d'argento gli facevano venire la pelle d'oca.
“Suo padre, invece, preferì una bacchetta di mogano, 11 pollici, flessibile. Un po' più potente e ottima per la trasfigurazione, anche se avrei dovuto dire che fu la bacchetta a scegliere il mago.”
L'artigiano era ormai talmente vicino da toccare il naso di Harry che si vedeva riflesso in quegli occhi velati.
Lui sapeva cosa stava fissando, anche se il punto era coperto dallo scaldacollo.
“Purtroppo ho venduto io la bacchetta che ha fatto ciò che nasconde” disse con un filo di voce.
“13 pollici e mezzo...Sì. Una bacchetta potente, molto potente, nelle mani sbagliate...Bene, se avessi saputo che cosa sarebbe andata a fare per il mondo...” disse scuotendo la testa.
Infine, con grande sollievo di Harry, si accorse di Piton.
“Perché li hai portati qui. Loro non necessitano di una bacchetta....anche se mi sarebbe piaciuto donare una bacchetta a questo ragazzo. Avevo una mezza idea...”
“Silente è convinto che Voi-sapete-chi tornerà ed inoltre, per legge loro sono iscritti a scuola dalla nascita e dovranno adattarsi agli usi di noi comuni mortali...” disse calmo il docente.
“Il ministero lo sa?” domandò curioso
“Si ne è al corrente...” disse mostrando la dispensa ministeriale
“Ok allora proviamo queste bacchette. Direi di iniziare dalla signorina che sembra essere in parte umana. Qual è il braccio con cui usa la bacchetta?”
“Signore, uso la mano sinistra” rispose Hermione.
“Bene iniziamo...” disse prendendo alcune decine di bacchette.
“Iniziamo con questa, faggio e corde di cuore di drago, 9 pollici, flessibile. La prenda e la agiti in aria.”
Hermione prese la bacchetta e, sentendosi un po sciocca, la agitò debolmente, ma Olivander gliela strappò quasi subito di mano.
“Acero e piume di fenice, 7 pollici, molto flessibile. La provi.”
Hemione la provò, ma ancora una volta, non aveva fatto in tempo ad alzarla che Olivander gli strappò di mano anche quella.
“No, no... ecco, ebano e peli di unicorno, 8 pollici e mezzo, elastica. Avanti, avanti, la provi.”
Hermione provò, provò ancora ma non aveva idea di che cosa cercasse Olivander.
Le bacchette si stavano ammucchiando sulla sedia, ma più Olivander ne tirava fuori dagli scaffali, più sembrava felice.
“Un cliente difficile, eh? No, niente paura, troveremo quella che va a pennello...”
Ma il buonumore di Olivander non sarebbe durato a lungo.
Nessuna bacchetta scelse la piccola Hermione e dopo alcune ore e migliaia di scatole tirate fuori il fabbricante si arrese.
“Mi dispiace, vi ho dato le più versatili e meno schizzinose...ma devi capire che sono fatte per umani.
I nuclei, aventi componenti di creature magiche terrestri sono inadatti a incanalare il tuo potere angelico. Sei troppo pura per incanalarlo nei draghi, come potrebbe fare il tuo amico, visto che sono entrambe creature odiate da Dio ma, pur essendo una bambina dolce e sensibile, non sei abbastanza pura per incanalare i poteri in unicorni e fenici.”
“Capisco. Allore forse è meglio che resti a casa di tuo nonno...” disse triste non riuscendo a sostenere lo sguardo di Harry.
“Signore...lei quanto tempo ci mette di norma a costruire una bacchetta?” chiese ignorando lo sguardo furente di Piton.
“Dipende...avendo gli ingredienti giusti poco, un quarto d'ora circa...”
“Se usassimo una parte di Hermione, lei potrebbe creare un nucleo che permetta a mia moglie di incanalare il potere?”
“Sarebbe possibile...certo, ma i capelli non danno buoni risultati..troppo umorali” disse pensieroso il negoziante.
“Harry, io non voglio...odio quella parte di me.” protestò debolmente
“E cosa farai? Starai in un castello dove potresti girare per giorni senza vedere nessuno? Mio nonno non è un uomo di compagnia e tu vuoi passare 7 anni da sola aspettando con impazienza quei 3 mesi all'anno che potrei tornare per le vacanze?”
“Potrei...”
“No e lo sai bene...io pur di fare qualcosa, pur di non stare solo, mi allenavo tutto il giorno e per poco non impazzivo. Il villaggio più vicino è a 10 ore di treno ed è solo grazie a te se non sono scappato di casa come un idiota. Inoltre il professore sa che non siamo umani..anche il signor Olivander lo ha capito. Noi siamo sposati e non voglio passare 7 anni in un posto dove mio nonno ha deciso di mandarmi senza poterti stare vicino...”
Quelle parole ebbero l'effetto desiderato perché, in quel momento dalle spalle di Hermione comparvero 2 ali sulle quali, nere come l'oscurità, si stagliavano un numero indefinito di piume.
“Posso?” chiese il ragazzo
“Sii delicato...”
E lo fu. Il ragazzo prese una delle piume esterne, posta sul bordo e la staccò dall'ala che la ospitava, consegnandola al fabbricante di bacchette che ne studiò la foggia e le caratteristiche.
“Con questa la bacchetta sarà realmente una parte di te...un'estensione del tuo braccio” disse sorridendo mentre prendeva un legno scuro e altri elementi ed iniziava a creare la bacchetta dal nulla.

******************

“Può bastare così" disse dopo un quarto d'ora mentre gli ultimi ritocchi erano stati ultimati.
“Allora Signorina Granger, questa è la sua bacchetta ebano ed una sua piuma, 9 pollici, bella flessibile. La agiti” disse porgendola alla ragazza.
Appena la bambina la prese in mano, avvertì un calore improvviso alle dita.
La alzò sopra la testa, la abbassò sferzando l'aria polverosa e una serie di sfere biancastre si sprigionarono dall'estremità come bolle di sapone proiettando sulle pareti minuscoli riflessi danzanti di luce.
“Sembrerebbe che lei avesse visto giusto, Signor Potter...cominciamo con lei?”
“Signor Olivander...posso essere schietto?”
“Certo...”
“Beh lei fra un po dovrà chiudere e anche il sole sta tramontando...perché non iniziamo subito da quella che lei ritiene adatta?” chiese ignorando lo sguardo furente di Piton che però, se aveva qualche reprimenda la tenne per se.
“Dubito che lei riuscirà ad adattarsi al 100%. Lo stesso problema della sua amica la affligge, ma la bacchetta in questione è questa. È una combinazione insolita, agrifoglio e piume di fenice, 11 pollici, bella flessibile"
Harry la prese in mano ma....
“È tiepida vero? Purtroppo questa è l'unica che si sarebbe adattata a lei, se avesse avuto almeno una parte umana.” rispose sconsolato.
“Può separate il nucleo, dalla bacchetta?” chiese imperturbabile il ragazzo.
“Si potrei, ma perché?”
“La piuma mi ispira simpatia, ma vorrei personalizzarla...in modo da renderla perfetta per me.”
“Ok, mi fiderò di lei...” disse sorridendo
Con semplici gesti, frutto di anni di esperienza, l'artigiano incise su un solo lato la bacchetta che, pur rimanendo unita dal lato opposto, espose agli occhi di tutti il nucleo, una piuma di fenice.
“Bella? Non ne avevate mai vista una vero?” sorrise il fabbricante “Cosa vuoi fare adesso?”
Il maghetto non disse nulla, ma si limitò a far apparire un ago col quale bucò un polpastrello.
Alcune gocce di sangue caddero sul legno e sul nucleo della bacchetta.
“Lei disse che i draghi sarebbero felici di aiutarmi e che le fenici sono troppo pure. Lei forse non sa che i draghi che vivono qui altro non sono che lucertole troppo cresciute, prive di intelletto e dominate dall'istinto. Cosi deboli che un cucciolo dei draghi che ho avuto l'onore di vedere e con cui ho potuto parlare, negli inferi, batterebbero ad occhi chiusi adulti cresciuti qui..”
“Lei parla con i draghi?” domandò stupito Olivander fissandolo.
“Non ero io che parlavo con loro...erano loro che parlavano come fa lei, usando la lingua degli uomini....la loro lingua la tengono nascosta davanti ai senza-scaglie”
“E per le fenici?” chiese Piton dubbioso
“Beh esiste una versione demoniaca della fenice....” ammise Hermione
In quel momento il legno e il nucleo, assorbito tutto il sangue, iniziarono a pulsare. La piuma sotto lo sguardo di tutti, mutò aspetto e da rosso-arancio, divenne prima cremisi ed infine nera...
Una fiamma nera la divorò e con essa il legno che costituiva ciò che restava della bacchetta.
Quando dopo alcuni secondi, le fiamme si spensero, al suo posto vi era una bacchetta perfettamente integra che emanava un potere oscuro.
Olivander ne fu meravigliato ma per quanto cercasse di prenderla, il suo corpo la rifiutava...la temeva, almeno quanto desiderasse saggiarne le caratteristiche.
Quando l'interesse superò la cautela Harry lo fermò.
“Se la prende in questo momento si ferirebbe...mi permette di metterla in riga?” chiese affabilmente
“Certo...” rispose con impazienza l'artigiano
A quel punto Harry chiuse con la magia la porta del negozio e ne oscurò i vetri. Aumentò la sua energia ad un livello tale che, Piton ed Olivander iniziarono a tremare mentre Hermione guardava con tranquillità la scena.
Con l'aura che possedeva soppresse quella della bacchetta e quando ogni traccia di energia demoniaca era scomparsa iniziò a parlarle.
“Mi dispiace...se avessi saputo che avresti ricevuto il mio sangue mi sarei allenato di più. Per ora sono un misero demone di bassa classe...tu meriteresti di meglio”
“Di bassa classe?” chiese sconvolto Olivander
“Beh si...mio nonno afferma che è un bene che sia così debole o non avrei mai potuto frequentare Hogwarts...o domare la bacchetta senza farmi notare fuori dal negozio.” sorrise avvicinando la mano alla bacchetta.
Quando impugnò la bacchetta avvertì un calore improvviso alle dita. La alzò sopra la testa, la abbassò sferzando l'aria polverosa e una scia di scintille nere e viola si sprigionarono dall'estremità come un fuoco d'artificio.
Hermione gridò d'entusiasmo e batté le mani mentre Olivander esclamò:
“Bravo! Sì, proprio così, molto bene...o male dovrei dire. Che strano... ma che cosa davvero strana..."
Rimise la bacchetta di Harry in una scatola e la avvolse in carta da pacchi sempre borbottando : “Ma che strano... davvero strano.”
“Scusi” fece Harry “ma che cosa c'è di strano?” chiese curioso, mentre Olivander lo fissava con i suoi occhi sbiaditi.
“Ricordo una per una tutte le bacchette che ho venduto, Signor Potter. Una per una. Si dà il caso che la fenice dalla cui coda proviene la piuma della sua bacchetta abbia prodotto un'altra piuma, una sola. E' veramente molto strano che lei abbia scelto di corrompere questa bacchetta con nucleo di fenice, quando ne aveva davanti altre... Lei ha corrotto questa piuma rendendola demoniaca, quando la sua gemella... sì, la sua gemella le ha procurato quella ferita e la rese orfano.”
Harry lo fissò con serietà.
“Di solito è la bacchetta che sceglie il mago...lei invece ha sovvertito ciò che è noto. Non so se lei ne fosse al corrente o si è fidato del mio giudizio, ma lei ha scelto di usare lo stesso nucleo del suo mortale nemico...lo ha fatto perché vuole vendetta o lo ha fatto perché in futuro ne emulerà le gesta? Credo che da lei dobbiamo aspettarci grandi cose, Signor Potter... Dopo tutto, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, un semplice umano, ha fatto grandi cose... terribili, è vero, ma grandi. Cosa sarà in grado di fare lei?”
Harry rabbrividì. Non era certo di trovare molto simpatico quel Olivander. Pagò quattordici galeoni d'oro per le bacchette, e mentre uscivano, Olivander li salutò con un inchino da dentro il negozio.
Era ormai sera quando uscendo dal negozio si misero sulla via del ritorno ripercorrendo Diagon Alley, riattraversarono il muro, fino al Paiolo magico, ormai deserto.
Lungo il tragitto, Harry non disse una parola ; Olivander gli aveva dato molto su cui riflettere. Hermione vedendolo cupo si limitò a stringergli la mano e ad aspettare che si aprisse con lei.
Che gli dicesse cosa lo affliggeva.
“Simili atti non saranno tollerati una volta giunti a scuola...gli alunni non sono e non devono essere informati dell'esistenza di entità come voi...” intimò Piton
“Professore, io so che mio padre si metteva sempre nei guai...mio nonno mi ha detto che non era un alunno modello. Ma io non ho intenzione di arrecare fastidi. Vado in quella scuola solo perché mia madre promise al preside che ci sarei andato...non per altro. Lei è morta per salvarmi e non renderò vano il suo sacrificio mettendo a rischio la mia vita per fare bravate...”
“Beh almeno oltre agli occhi, sembri aver preso il carattere di tua madre...” disse secco mentre si avvicinavano a Mephisto.
Giunti vicini al demone, i bambini lo salutarono con affetto...e salutarono il loro cicerone.
“Ci vediamo a scuola, e li per voi sarò un professore...non aspettatevi che sia amichevole come oggi. Io tutelo solo i membri della mia casa...” disse mentre si allontanava tra la folla.
"Oh si che ci vedremo li..." mormorò Harry in modo che solo Hermione potesse sentirlo

Note dell'autore
(*) omaggio al matrimonio di burney stinson (How I Met Your Mother)
(**) Parto dal presupposto del filosofo San Agostino : gli angeli e i demoni non possono creare nulla di vivo, solo plasmare. Infatti nessun Maou può creare demoni ex novo, sono mutare esseri già esistenti. Quindi Se Lucifero nel manga creò i demoni...non poteva essere niente di meno che un nume...
La Bacchetta
La parte della in cui Hermione sceglie la bacchetta l'ho presa dal libro originale (volutamente) solo per far esasperare il mio olivander...quando invece Harry propone a Olivander di usare una parte di Hermione...
La risposta "non i capelli troppo umorali" la da Olivander quando analizza la bacchetta di Fleur Delacour fatta con i capelli della nonna Veela. L'idea però mi è venuta da Inuyasha (Tessaiga viene riforgiata da un dente del padre)
Harry invece, che si era annoiato un po...ha deciso di ricorrere ad un metodo più spicciolo, ispiratosi sia a Saint Seiya che ad inuyasha.. Il primo quando butta il sangue sulla bacchetta, il secondo manga quando sottomette la bacchetta con il potere demoniaco.
Quello che esce dalle bacchette
Allora credo sia superfluo dire che ad un angelo escono sferette di luce...ma per Harry urge una spiegazione.
NON HA Vritra...ha un SG con dentro un drago ma non è mai (per ora almeno) comparso nel manga.
Perché lo specifico? perché potreste pensare che vi voglia trollare...cosa anche possibile :)
Ma vritra è già comparso nel futuro di questo universo.
Le fiamme sono quindi nere e viola solo perché il rovescio di quelle uscite dalla bacchetta originale (rosso-oro o arancione-oro non ricordo per ora). Cosa ovvia se pensate che la piuma e il legno, contaminata dal sangue di demone, si sono convertiti.
Credo di aver detto tutto se avete dubbi chiedete pure...io non sono Piton :)

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Capitolo 4
*** 01-09-1991 ***


Capitolo 4 : Primo Settembre Millenovecentonovantuno

L'ultimo mese che Harry ed Hermione trascorsero con Mephisto e Grayfia fu identico a quello appena trascorso.
I 2 ragazzi infatti alternarono lezioni didattiche con Mr Forrest alle consuete lezioni di Grayfia e, nelle poche pause che venivano loro concesse, lessero i libri di testo notando che erano interessantissimi.
Grazie alla loro memoria eidetica, dono che avevano ottenuto grazie al sangue che circolava in loro, impararono tutto ciò che ritennero utile per le situazioni di emergenza, come riparare un piccolo oggetto o aprire una porta.
La cosa bella era che potevano usare gli incantesimi imparati dai libri anche senza bacchetta semplicemente emulando, con un dito, i movimenti che quell'inutile bastoncino compiva.
Scoprirono inoltre che anche Mr Forrest ne aveva una e fu così gentile da insegnare loro ciò che avrebbero imparato nei primi mesi di studio, ovvero come incanalare bene i loro poteri e come eseguire i vari movimenti, che erano indispensabili per scagliare un incantesimo.
Durante questo mese però videro che il loro maestro sembrava meno attento del solito, visto che passava giornate intere a scrivere e prendere appunti da enormi tomi polverosi...sebbene non volle mai dire loro cosa stesse facendo.
Il mattino del 1o settembre Hermione ed Harry si svegliarono alle cinque, fecero colazione con calma e si vestirono...sebbene per pudore, pur essendo sposati, si vestirono a turno nel bagno.
Mephisto aveva spiegato loro che era vietato indossare abiti da mago in luoghi babbani e quindi indossarono dei Jeans ed una maglietta.
Controllarono per l'ennesima volta se i bagagli fossero pronti e come solo dei bambini possono fare, iniziarono ad assillare Mephisto perché partissero.
Non volevano arrivare in ritardo, ma solo verso le 10 e 30, il demone si degnò di attivare il sigillo che li avrebbe portati, non visti, a Londra.
“Eccoci arrivati, ragazzo. Binario nove... binario dieci. Il vostro binario si trova nascosto tramite una magia molto banale. Per trovarlo devi soltanto camminare dritto in direzione della barriera tra i binari nove e dieci. Non ti fermare e non aver paura di andarci a sbattere contro: questo è molto importante. Se sei nervoso, meglio andare a passo di corsa.
“Ehm... Va bene. Tu non vieni?" disse Harry mentre Hermione fissava la barriera con sospetto.
“No Harry se mi vedessero con te capirebbero subito chi sei...voglio lasciarti gli ultimi istanti di anonimato...gustateli. Ci vediamo a Natale” disse smaterializzandosi.
Rimasti soli, i 2 bambini girarono il carrello e guardando la barriera, che sembrava molto resistente, cominciarono a camminare in quella direzione.
Avvicinandosi però notarono che meno metri li separavano dalla barriera, più i loro sensi percepivano la magia provenire da essa.
Continuarono a camminare nonostante la gente li urtasse, intuendo cosa sarebbe successo, ma i loro occhi inviavano messaggi contrastanti al cervello.
Per questo motivo chiusero gli occhi, pronti all'urto...urto che non avvenne.
Quando aprirono gli occhi videro una locomotiva a vapore scarlatta ferma lungo un binario gremito di gente.
Un cartello alla testa del treno diceva Espresso per Hogwarts, ore 11.
Harry si guardò indietro e, là dove prima c'era il tornello, vide un arco in ferro battuto, con su scritto Binario Nove e Tre Quarti.
Una nube di fumo proveniente dalla locomotiva si alzava in grossi anelli sopra la testa della folla rumorosa, tra cui si fecero strada mentre vedevano i loro futuri compagni, portare con loro quelli che i babbani avrebbero chiamato animali, ma che lui riconosceva per ciò che erano : famigli.
Certo erano limitati a tre specie, rospi, gatti o volatili...ma era pur sempre un inizio.
Le prime due carrozze erano già gremite di studenti, alcuni si sporgevano dai finestrini a parlare con i familiari, altri si litigavano un posto.
Harry ed Hermione, non conoscendo nessuno si avvicinarono agli scompartimenti in cerca di un posto dove sedersi.
Vedendo uno scompartimento vuoto vi fece salire Hermione e sollevando, uno alla volta, i due bauli, tra lo stupore generale a causa del suo fisico minuto, la raggiunse.
Preso posto nello scompartimento libero più vicino ed attesero in silenzio fino a quando, dopo qualche minuto, il treno si mosse acquistando velocità.
Dal finestrino videro le case sfrecciare via veloci e sentirono un brivido di paura.
Non solo non sapevano a cosa andassero incontro, ma per la prima volta erano soli, senza domestici o Mephisto ad accudirli o consolarli...
In quel momento, mentre pensava a tutto questo, la porta dello scompartimento si aprì ed entrò un ragazzo dai capelli rossi.
“Quel posto è occupato? Sai il treno è pieno zeppo” chiese indicando il sedile di fronte a Harry.
Vedendo Harry scuotere si sedette....anche se mentre lo faceva il suo occhio cadde sulla fronte del suo nuovo compagno di scuola.
Dopo aver lanciato una rapida occhiata a Harry, si mise subito a osservare il paesaggio fuori del finestrino, facendo finta di non averlo guardato.
Dopo qualche minuto due gemelli, entrarono per avvisare, quello che Harry ed Hermione scoprirono essere il loro fratellino, che un loro amico, aveva portato con se una tarantola gigante.
Vedendo però il ragazzo si fermarono di botto : avevano notato la cicatrice.
Essa era infatti visibile a causa del normale taglio di capelli, che scendevano lunghi e biondi sui lati e sulla nuca del ragazzo.
Non c'era premeditazione nelle loro azioni e, grazie ai suoi poteri di demoni, vide che non c'era nemmeno malizia in loro quando, d'impulso, gli chiesero di botto se lui fosse per caso Harry Potter.
Lui annui e li informò che purtroppo era troppo piccolo quando gli fu inferta.
Parlarono del più e del meno per alcuni minuti e solo l'arrivo del ragazzo con la tarantola portò un po di quiete nello scompartimento. Egli infatti si portò dietro via i gemelli dicendo che molte ragazze li cercavano.
Dopo alcuni secondi, un gruppetto di ragazzi, questa volta della loro età, entrò nello scompartimento.
Il primo, un ragazzo dalla carnagione scura, che sembrava solo e spaesato come loro, chiese se poteva sedersi con loro.
L'altro invece, scortato da 2 energumeni tanto brutti, quanto grossi, di cui lui stesso a stento sopportava la presenza, rimase in silenzio a fissarlo.
Sembrava un mago nato da una famiglia di elevato rango sociale, almeno da ciò che Harry poté intuire dal suo modo di porsi.
Gli altri due invece era talmente rozzi da urtare perfino il loro capo.
“Ehi brunetta, perché non lasci il biondino e ci fai compagnia?” disse il più alto mentre il biondino li guardava con disgusto.
“Sai per stare qui, con un traditore del nostro sangue, devi essere una sanguemarcio...e voi siete buone solo per una cosa...se capisci cosa intendo...” disse l'altro ragazzo, leggermente più basso del primo che aveva parlato.
“Tu sei del loro stesso parere?” chiese Harry al biondino con tono affabile.
“I miei genitori si, ma non mi interessa. Io sono per il vivi e lascia vivere...” rispose senza nemmeno esitare.
“Bene allora mettiti pure comodo....” disse osservando il biondino sedersi accanto al rosso
“E noi? Volete tenervi la moretta tutta per voi?” disse quello alto
“Prego entrate...” rispose gelido Harry pregandoli di chiudere la porta
“Hermione, sai cosa fare vero?” disse attirando l'attenzione dei 3 ragazzi seduti .
“Muffliato...” disse agitando il dito.
In quel momento Harry portò la mano sinistra avanti e chiudendola ad artiglio iniziò a soffocare, a distanza i due tamarri.
“Forse vi siete dimenticati che andremo in una scuola di magia e non in una babbana dove comanda chi ha più muscoli? Mi dispiace deludervi che potrei uccidervi anche a mani nude, se solo volessi. Se non lo faccio è perché non voglio sporcarmi le mani con feccia come voi. In primo luogo, questa moretta è mia moglie...” disse mostrando gli anelli
“In secondo luogo, lei ha più magia lei nel dito migliolo che un intero castello pieno di merdacce come voi...” disse sciogliendo la presa vedendoli cianotici.
“Terzo, offendetela ancora e quando vi troverò da soli, e giuro che se vorrò capiterà spesso, vi farò rimpiangere ogni singola offesa che uscirà da quelle cloache che amate definire bocche.” disse alzandosi ed aprendo la porta li sollevò con una mano e li buttò fuori dallo scompartimento sotto lo sguardo impressionato del Rosso e divertito dei 2 nuovi arrivati.
“E non tornate...” sussurrò prima che loro scappassero terrorizzati.
“Potevo farlo io...” disse imbronciata la ragazza mentre Harry, sedendosi le diede un bacio sulla guancia per farsi perdonare.
“Si e poi li avresti uccisi....quando ti secchi mi fai paura...” disse tornando a prestare attenzione ai suoi compagni di viaggio.
“Mi scuso per i miei modi poco consoni al luogo dove andremo a studiare...ma non sono uno che lascia correre. Come immagino avrete capito vedendomi la fronte, e come tu già sapevi...si sono Harry Potter.”
“Sembri forte...” sogghignò il biondino “Io sono Draco Malfoy e credo di aver incontrato delle persone più interessanti dei figli dei tirapiedi di mio padre...”
“Io invece sono Blaise Zabini”
“Io invece mi chiamo Ronald Weasley...”
“Piacere di fare la vostra conoscenza, lei invece è mia moglie Hermione Potter.”
“Posso chiedere perché siete sposati?” chiese Ron
“Beh nel luogo dove sono cresciuto è usanza sposarsi alla nostra età” rispose Harry sperando di non essere costretto a cancellare la memoria del rosso.
“Quindi avete fatto...?” chiese Ron rosso in volto
“Scusami..” disse Harry capendo a cosa alludesse “...ma certi aspetti preferisco rimangano personali. Però se hai domande meno intime ti risponderò volentieri.”
“Non è imbarazzante sposarti così giovane?” chiese Draco
“Beh lo sarebbe se avessi sposato una sconosciuto, ma io e lui vivevamo insieme da anni e una piccola fiammella covava sotto la cenere.” rispose divertita la ragazza
“Sai, non mi aspettavo di vederti qui oggi. Non dopo che eri scomparso nel nulla dopo quella notte...” affermò Ron
“Beh sono stato all'estero assieme al tutore che mia madre aveva nominato per me. Tu invece nella tua famiglia siete tutti maghi?" chiese Harry che mostrava sincero interesse per il ragazzo, visto che il primo bambino con cui avesse mai parlato in vita sua.
“Eh... sì, credo di sì” rispose imbarazzato
“Menomale...” sospirò Hermione attirando la curiosità di Draco e Blaise.
“Come scusa?” disse colto di sorpresa Ron.
“Hermione è stata quasi uccisa da un babbano che l'aveva vista usare la magia involontariamente” disse con un sorriso triste Harry mentre stringeva la mano della moglie sapendo che pur avendo mentito, in parte un fondo di verità c'era.
Aveva solo omesso che il babbano che aveva cercato di ucciderla era il marito della madre che per ben 5 anni credeva fosse il suo vero padre....
“Già, sono stata trovata dal nonno di Harry, mentre era per affari in Inghilterra. Sapere che voi conoscete già un mucchio di cose sulla magia...che mi accettate in quanto maga mi rende meno nervosa.” disse la ragazza con un po' più di sincerità rispetto ad Harry.
“Quindi siete cresciuti insieme..” disse Ron che sembrava quasi dispiaciuto che la ragazza fosse già impegnata.
“Beh si. Per alcuni anni è come se fossimo stati fratelli, ma invece ho notato che tu di fratelli ne hai molti. Ben 3. Sai ti invidio, io per molto tempo sono stato solo.” disse entusiasta Harry
“5” precisò Ron che per qualche ignota ragione, aveva assunto un'espressione depressa.
“Io sono il 6o della nostra famiglia a frequentare Hogwarts, puoi immaginare come sia difficile essere all'altezza di un sacco di aspettative. Bill e Charlie hanno già finito... Bill era capoclasse e Charlie capitano della squadra di Quidditch. E adesso Percy è prefetto. Fred e George sono un po' dei perdigiorno, ma hanno ottimi voti e tutti li trovano davvero spiritosi. In famiglia, ci si aspetta che io sia all'altezza degli altri, ma se poi ci riesco, nessuno la considererà una grande impresa, visto che loro l'hanno fatto prima di me. E poi, con cinque fratelli, non riesci mai a metterti un vestito nuovo. Io mi vesto con gli abiti smessi di Bill, uso la vecchia bacchetta di Charlie e il vecchio topo di Percy.”
“Tutti nella stessa casa?” chiese Hermione curiosa
“Di solito si finisce nella casa dei parenti...perché?” domandò Ron stupito da una domanda così ovviamente sciocca. I parenti vanno sempre nella stessa casa.
“Beh se vuoi distinguerti, puoi iniziare prendendo un cammino diverso... potresti iniziare a cambiare casa...” disse Harry notando i sorrisi dei due maghi con valori simili ai suoi.
“Secondo te è possibile?” chiese Ron
“Beh noi chiederemo di finire nella stessa casa. Non mi sentirei tranquillo se li finisse con qualcuno poso raccomandabile, come quei due bulli, senza che possa tenerla d'occhio” disse Harry facendo passare il suo braccio intorno al collo della ragazza.
Mentre parlavano, il treno li aveva portati fuori Londra. Adesso correvano lungo pascoli pieni di mucche e pecore.
Rimasero in silenzio per un po, guardando filare via campi e viottoli.
Intorno alla 12, sentirono un gran frastuono nel corridoio, e una donna sorridente, con due fossette sulle guance, aprì la porta dello scompartimento e chiese: “Desiderate qualcosa del carrello?"
Harry, che aveva fatto colazione presto, balzò in piedi e chiese tutti i dolci che aveva sempre mangiato a casa di suo nonno : gelatine Tuttigusti+1, gomme Bolle Bollenti, Cioccorane, Zuccotti di zucca, polentine, Bacchette Magiche alla Liquirizia e un'infinità di altre strani dolciumi di cui non ricordava il nome.
Pagò alla donnina 50 falci invitando i suoi compagni di viaggio a degustare con lui le le deliziose leccornie.
Tutto andò bene fino a quando non lesse la descrizione presente su una figurina della cioccorane “Albus Silente, attuale preside di Hogwarts. Considerato da molti il più grande mago dell'era moderna, Silente è noto soprattutto per avere sconfitto nel 1945 il mago del male Grindelwald, per avere scoperto i dodici modi per utilizzare sangue di drago e per i suoi esperimenti di alchimia, insieme al collega Nicolas Flamel. Il professor Silente ama la musica da camera e il bowling.”
“Strano...” mormorò
“Cosa?” chiesero Hermione e Ron
“Avrò letto decine di libri su Grindelwald, nell'ultimo anno, sai da quando il maestro ci ha fatto studiare un po di storia moderna...” disse giustificandosi davanti a Ron e gli altri.
“Eh allora?” chiese Hermione guardinga che aveva capito cosa alludesse il marito.
“In ognuno di quei libri non veniva mai associato il preside alla sconfitta del mago oscuro tedesco..”
“Beh forse perché abbiamo vissuto in Germania e li, cercano di dimenticare quel periodo...” disse Hermione scrutandolo torva.
“Possibile...hai ragione. Ah se non ci fossi tu...” disse sorridendo mentre notava che la campagna che sfrecciava sotto i loro occhi si era fatta più selvaggia.
Niente più campi pettinati sostituiti da boschi, fiumi tortuosi e colline coperte di una vegetazione color verde scuro.
Passarono il tempo continuando a mangiare, ridere e scherzare fino a quando non arrivò un alunno più anziano che li avvisò che il viaggio era quasi finito e dovevano cambiarsi.
Alcuni minuti dopo nel treno risuonò una voce, forse quella del conducente.
“Tra cinque minuti arriveremo a Hogwarts. Siete pregati di lasciare il bagaglio sul treno; verrà portato negli edifici della scuola separatamente”
Infilarono nelle tasche gli ultimi dolci rimasti e rimasero nello scompartimento aspettando che il treno si fermasse, e la calca che affollava il corridoio si disperdesse.
Quando il passaggio fu libero si diressero verso lo sportello e scesero sul marciapiedi stretto e buio.
Poi, sopra le loro teste si accese una luce accompagnata da una voce imponente :
“Primo anno! Primo anno da questa parte!”
La voce apparteneva ad un uomo molto alto e robusto...sembrava essere caduto in un pentolone di pozzione ringalluzzente, però Harry ed Hermione notarono qualcosa di insolito in lui.
Ciò nonostante nessuno dei due parlò. Se negli inferi avevano accettato un angelo caduto reincarnato, perché loro avrebbero dovuto discriminare un mezzogigante dal cuore puro come quello che avevano davanti.
“Coraggio, seguitemi... C'è qualcun altro del primo anno? Quelli del primo anno mi seguano e fate attenzione a dove mettete i piedi.”
Harry prese la mano di Hermione e proseguirono nel buio che li circondava grazie ai loro sensi di demone.
Molti infatti scivolarono e incespicarono, mentre seguirono l'omone giù per quello che sembrava un sentiero ripido e stretto.
Da entrambi i lati il buio era così fitto che tutti erano convinti che non ci fosse nulla...Harry invece lo vide chiaramente : il sentiero era fiancheggiato da folti alberi.
“Dopo questa curva vedrete la prima vista panoramica di Hogwarts!” annunciò la guida all'improvviso.
Ci fu un coro di “Ohhhh!” ma nessuna esclamazione venne da Harry ed Hermione.
“Non siete stupefatti?” chiese Ron attirando l'attenzione dell'intero gruppo, nonostante il tono di voce basso.
“Di essere bello, sembra bello ma...” disse Hermione bloccandosi
“Il castello di mio nonno dove abbiamo vissuto fino ad oggi, il più piccolo che aveva in europa, è almeno 3 volte più grande...” disse schietto mentre Draco e Blaise sorridevano felici di aver trovato il loro personale messia.
“Anche questo appartiene a tuo nonno, come quello di Beauxbateau e Sturmdrang” disse sorridendo Hagrid
“Davvero?” disse Draco stupefatto “io non ne sapevo nulla”
“Si...lui era amico di Merlino e Morgana e vide crescere i loro allievi, i 4 fondatori. Quando i 4 maghi gli dissero che volevano costruire un luogo dove istruire i maghi lontano dai babbani, lui gli affittò il terreno...”
“Capisco...” disse Harry capendo finalmente perché il nonno avesse insistito per farlo sposare.
Non era ancora uno studente e già sentiva molte compagne guardarlo con avidità.
“Quindi suo nonno riceve i soldi dell'affitto?” chiese Blaise dando voce ai pensieri di molti.
“No, lui è così ricco che pur di garantire a tutti, voi purosangue compresi, la libertà di studiare decise di concedere l'uso gratuito delle strutture scolastiche in giro per il mondo. Chiese solo di poter prendere parte alle riunioni dei consiglieri, e poter decidere i piani di studio, i docenti, senza che la politica ficcasse il naso...inoltre in inghilterra finanzia il San Mungo e dona ogni anno soldi per gli studenti orfani...”
“Come sei fortunato....” esclamò Ron
“Fidati amico non è così...” disse mentre Hermione lo abbracciava
“Che vuoi dire?” chiese mentre tutti lo fissavano
“Li saremo centinaia e seppur litigando per motivi stupidi come la rivalità tra le case saremo insieme. Io ho passato 5 anni in un castello dove si e no c'erano solo 20 persone incluse me, il nonno e il maestro...il villaggio più vicino inoltre era a molte ore di treno dal castello. Capirai che fino all'arrivo di Hermione io avevo tutto e nessuno con cui dividerlo, con cui giocare o scherzare...”
“Ti capisco...” disse il ragazzo biondo “Un po in piccolo, ma ti capisco. Pure io sono figlio unico con genitori troppo occupati...” ammise con amarezza.
Mentre parlavano lo stretto sentiero si era spalancato all'improvviso sul bordo di un grande lago nero. Appollaiato in cima a un'alta montagna sullo sfondo, con le finestre illuminate che brillavano contro il cielo pieno di stelle, si stagliava un grande castello con molte torri e torrette.
“Non più di 4 per battello, voi visto che siete dispari e magrolini potete andare in 5” avvertì Hagrid indicando una flotta di piccole imbarcazioni in acqua, vicino alla riva.
Harry, Hermione furono quindi seguiti a bordo da Ron, Draco e Blaise.
Quando la loro guida diede l'ordine di partire, le barchette si staccarono dalla riva e scivolarono sul lago mentre tutti tacevano, intenti a fissare il grande castello che li sovrastava.
Torreggiava su di loro, in proporzioni sempre maggiori man mano che si avvicinavano alla rupe su cui era arroccato.
“Giù la testa!" gridò Hagrid quando le prime barche raggiunsero la scogliera; i ragazzi obbedirono e i battelli li trasportarono attraverso una cortina d'edera che nascondeva una grande apertura sul davanti della scogliera stessa.
Attraversarono quindi un lungo tunnel buio, che sembrava portare dritto sotto il castello e infine raggiunsero una sorta di porto sotterraneo dove si arrampicarono tra scogli e sassi prima, e lungo un passaggio nella roccia poi.
Per tutto il tragitto furono preceduti dalla lampada della guida fino a quando non emersero sull'erba morbida e umida, proprio all'ombra del castello.
Salirono la scalinata di pietra e si affollarono davanti all'immenso portone di quercia.
“Ci siamo tutti?” chiese prima di bussare tre volte.

******************

La porta si spalancò all'istante e quando si aprì i ragazzi videro una strega alta, dai capelli corvini, vestita di verde smeraldo.
Aveva un volto molto severo, e il primo pensiero di Harry fu che sperava fosse capace di insegnargli qualcosa...
Per esperienza sapeva che le persone autoritarie, di solito fanno leva sul loro potere per mascherare la loro inadeguatezza.
“Ecco qua gli allievi del primo anno, professoressa Mcgranitt” disse la loro guida.
“Grazie, Hagrid. Da qui in avanti li accompagno io.” disse spalancando la porta.
La sala d'ingresso era grande, per un castello di quelle dimensioni, le pareti di pietra erano illuminate da torce fiammeggianti come quelle della Gringott ed il soffitto era talmente alto che si scorgeva a malapena, ma lui ed Hermione ormai a queste piccolezze non ci facevano più caso. I loro standart erano troppo elevati per un castello umano...
I ragazzi seguirono la professoressa Mcgranitt calpestando il pavimento tutto lastre ed udirono il brusio di centinaia di voci provenire da una porta a destra - il resto della scolaresca doveva essere già arrivato - ma la professoressa Mcgranitt condusse quelli del primo anno in una saletta vuota, oltre la sala d'ingresso.
Ci si assieparono dentro, molto più pigiati di quanto normalmente avrebbero fatto, guardandosi intorno tutti nervosi.
“Benvenuti a Hogwarts" disse la professoressa Mcgranitt.
“Il banchetto per l'inizio dell'anno scolastico avrà luogo tra breve, ma prima di prendere posto nella Sala Grande, verrete smistati nei vostri dormitori. Lo Smistamento è una cerimonia molto importante, perché per tutto il tempo che passerete qui a Hogwarts, il vostro dormitorio sarà un po' come la vostra famiglia. Frequenterete le lezioni con i vostri compagni di dormitorio, dormirete nei locali destinati al vostro dormitorio e passerete il tempo libero nella sala di ritrovo del vostro dormitorio. I quattro dormitori si chiamano Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Ciascuno ha la sua nobile storia e ciascuno ha sfornato maghi e streghe di prim'ordine. Per il tempo che resterete a Hogwarts, i trionfi che otterrete faranno vincere punti al vostro dormitorio, mentre ogni violazione delle regole gliene farà perdere. Alla fine dell'anno, il dormitorio che avrà totalizzato più punti verrà premiato con una coppa, il che costituisce un grande onore. Spero che ognuno di voi darà lustro al dormitorio cui verrà destinato. La Cerimonia dello Smistamento inizierà tra pochi minuti, davanti a tutti gli altri studenti. Nell'attesa, vi suggerisco di farvi belli più che potete.”
E così dicendo, i suoi occhi indugiarono per un attimo sul mantello di un bambino che era abbottonato sotto l'orecchio sinistro, e sul naso sporco di Ron.
Hermione ed Harry invece erano tranquilli.
“Tornerò non appena saremo pronti per la cerimonia. Vi prego di attendere in silenzio." disse la professoressa Mcgranitt uscendo dalla stanza.
“Di preciso, in che modo ci smistano per dormitorio?" chiese Ron sottovoce.
“Ti mettono un cappello che leggerà ciò che è presente nel tuo cuore...in base a ciò che vi troverà verrai assegnato ad una casa...” mormorò Harry
“Sei convinto di ciò che mi hai suggerito sul treno? Che posso cambiare ciò che sono se voglio?” chiese Ron
“Beh si. Mio nonno dice spesso che non è dove nasciamo, ma cosa facciamo delle nostre vite che conta...ma toglimi una curiosità...” disse abbassando la voce in modo che solo i coloro presenti sul treno lo sentissero.
“Tu avrai sentito i tuoi fratelli lamentarsi dei professori...chi sono quelli particolarmente severi...?” chiese mentre Draco e Blaise iniziarono a sorridere capendo dove quel ragazzo molto ricco voleva andare a parare.
“Beh sono due, una l'hai vista, insegna trasfigurazione ma è corretta, se sei bravo ti premia...o ti punisce in caso contrario. L'altro è Piton, lui insegna pozioni ma aiuta solo la sua casa...”
“Capisco...e con quelli delle altre...come si comporta?” domandò Hermione capendo a chi si riferisse e cosa passasse per la testa di Harry.
“Li massacra di compiti e punizioni per un non nulla....” disse scoraggiato
“Eh...così...tanto per parlare...quale casa dirige?” chiese Harry mentre i due ragazzi lo guardavano ammirato per la sua astuzia, e le sue doti persuasive.
“Serpeverde...perchè?” chiese confuso Ron
“A te piace studiare molto...o preferiresti avere del tempo libero da dedicare alle tue passioni?” chiese Hermione dando corda al marito.
“Beh la seconda...è ovvio” rispose il rosso senza nemmeno pensarci.
“Non era un tuo sogno distinguerti dai tuoi fratelli? Non ti sei lamentato che qualunque successo accademico otterrai, gli altri l'avevano già ottenuto prima?” sussurrò con voce mielata Harry
“Beh si l'ho detto...”
“Allora vieni con noi a Serpeverde, anche loro 2 finiranno li, lo leggo nei loro occhi che hanno la stoffa giusta...ed anche tu la possiedi. Solo che sminuisci il tuo valore paragonandoti agli altri.”
“Potrei andare a Corvonero, o a tassorosso...” supplicò Ron
“Si potresti, ma a Corvonero per entrare nella sala devi risolvere degli indovinelli. A tassorosso invece vanno gente dalle ambizioni limitate...ma tu invece, di ambizione ne hai molta. Vuoi fama, ricchezza, potere, vuoi far rimangiare a chiunque tutti gli insulti ricevuti, tutti i torti ricevuti...”
“Ma da li escono tutti i maghi oscuri...”
A quel punto fu il turno di Hermione di demolire le resistenze del ragazzo.
“Anche altre casate hanno avuto mangiamorte tra le loro fila. Pensa a Sirius Black, era un Grifondoro. Così coraggioso, leale ed onesto da sterminare una dozzina di babbani per uccidere un amico...” disse osservando torva il topo che si rannicchiava nella tasca di Ron.
“Beh è vero...ma se mi cacciano di casa...?” chiese preoccupato
“Pensi che una madre abbandoni suo figlio solo per una scelta fatta da un cappello? In pochi sanno ciò che ti abbiamo rivelato. Se però lo facesse, non saresti solo...ti ospiteremo noi e ti aiuteremo a trovare un lavoro...remunerativo” sussurrò Harry enfatizzando l'ultima parola.
“Quindi...tanto per ipotesi..per pura teoria...mi basterebbe voler andare in quella casa e il cappello mi ascolterebbe?”
“Certo, ma nessuno ti obbliga. Solo che sarebbe bello poterci divertire insieme senza compiti extra o punizioni”
“Eh chi mi dice che tu non andrai da qualche altra parte...” chiese sospettoso.
“Nell'elenco Potter viene prima di Weasley...” intervenne Zabini.
In quel momento un gruppo di fantasmi entrò nella stanza cercando di rassicurare i giovani, ma lui ed Hermione li degnarono solo di uno sguardo.
Certo erano folkloristici, ma per un demone ed un angelo caduto, cosa volete che siano un gruppo di anime incapaci di andare oltre, quando a loro bastava andare negli inferi per vedere anime in abbondanza.
“Sta per cominciare la Cerimonia dello Smistamento." avvisò una voce aspra.
Era la professoressa Mcgranitt che, appena ritornata, aveva fatto dileguare, uno ad uno, i fantasmi che obbedendo docilmente attraversarono la parete di fronte.
“Mettetevi in fila e seguitemi" ordinò la professoressa Mcgranitt agli allievi del primo anno. Harry ed Hermione sorridendo, per le loro abilità persuasive, si misero in fila dietro a ragazzi di cui non conoscevano nemmeno il nome, seguiti dal gruppetto conosciuto in treno.
Uscirono dalla stanza, attraversarono di nuovo la sala d'ingresso, oltrepassarono un paio di doppie porte, ed entrarono nella Sala Grande.
Harry nonostante tutto, questa volta rimase di stucco vedendo la sala, non per le dimensioni ma per l'uso intensivo che veniva fatta della magia.
Il castello di suo nonno infatti, era grande, ma babbano e mai avrebbe immaginato in vita sua che potesse esistere un posto dove la magia poteva essere usata in modi tanto splendidi e sorprendenti. La sala era infatti illuminata da migliaia e migliaia di candele sospese a mezz'aria sopra quattro lunghi tavoli, intorno ai quali erano seduti gli altri studenti.
I tavoli erano apparecchiati con piatti e calici d'oro scintillanti.
In fondo alla sala c'era un altro tavolo lungo, intorno al quale erano seduti gli insegnanti.
Fu lì che la professoressa Mcgranitt accompagnò gli allievi del primo anno, cosicché, sempre tutti in fila, si fermarono davanti agli altri studenti, dando le spalle agli insegnanti.
Harry ed Hermione alzarono lo sguardo assieme ai ragazzi con cui aveva attraversato il lago e vide un soffitto di velluto nero trapunto di stelle.
“Come?” mormorò meravigliato Ron
"È stato incantato perché sia identico, al cielo esterno...in qualunque condizione. È scritto in Storia di Hogwarts." mormorano all'unisono Harry ed Hermione.
Potevano sapere come era fatto, ma era difficile anche per loro credere che ci fosse un soffitto, e che la Sala Grande non si spalancasse semplicemente sul cielo aperto.
Rapidamente Harry abbassò di nuovo lo sguardo, mentre la professoressa Mcgranitt, senza fare rumore, collocava uno sgabello a quattro gambe davanti agli allievi del primo anno.
Sopra lo sgabello mise un cappello a punta, da mago.
Era un vecchio cappello tutto rattoppato, consunto e pieno di macchie.
“Il cappello...” mormorò Ron stupito che parte di ciò che aveva sentito si stesse avverando.
“Che ti aspettavi. Una prova pratica? Nessuno può usare la magia fuori dalla scuola, quindi non potevano chiederti di fare un incantesimo...” spiegò Drago con gentilezza.
Anche se non era puramente disinteressata.
Se un mago potente come Harry, che aveva terrorizzato due ragazzi molto forti fisicamente ricorrendo alla magia senza usare la bacchetta, voleva un traditore del suo sangue nella sua cerchia ristretta ci doveva essere un motivo valido.
Vedendo lo sguardo attento di Zabini, un membro di una famiglia molto accorta politicamente, comprese che non era il solo ad essere arrivato a quella conclusione.
Viaggiando con lui infatti avevano compreso che stare vicino a lui li avrebbe arricchiti e resi potenti e per soddisfare le loro ambizioni stare con un Weasley e una natababbana era un prezzo accettabile.
“Mi basta che non usiate termini offensivi in sua presenza...” disse telepaticamente Harry con voce divertita
“Come...?” balbettarono i due purosangue
“Ne avete di lacune da colmare...con mio nonno studio magia da ben 7 anni, senza bacchetta ma lo facevo. Se sarete degni della mia fiducia e della mia amicizia, anche voi sarete ricordati nei libri di storia” disse chiudendo il contatto telepatico.
Per qualche secondo regnò il silenzio più assoluto poi, come i due protetti di Mephisto avevano predetto, il cappello si contrasse.
Uno strappo vicino al bordo si spalancò come una bocca, e lui cominciò a cantare : 

Forse pensate che non son bello,

ma non giudicate da quel che vedete

io ve lo giuro che mi scappello

se uno più bello ne troverete.

Potete tenervi le vostre bombette

i vostri cilindri lucidi e alteri,

son io quello che al posto vi mette

e al mio confronto gli altri son zeri.

Non c'è pensiero che nascondiate

che il mio potere non sappia vedere,

quindi indossatemi ed ascoltate

qual è la casa in cui rimanere.

forse Grifondoro la vostra via,

culla dei coraggiosi di cuore:

audacia, fegato, cavalleria

fan di quel luogo uno splendore.

O forse è a Tassorosso la vostra vita,

dove chi alberga è giusto e leale:

qui la pazienza regna infinita

e il duro lavoro non è innaturale.

Oppure Corvonero, il vecchio e il saggio,

se siete svegli e pronti di mente,

ragione e sapienza qui trovan linguaggio

che si confà a simile gente.

O forse a Serpeverde, ragazzi miei,

voi troverete gli amici migliori

quei tipi astuti e affatto babbei

che qui raggiungono fini ed onori!

Venite dunque senza paure

E mettetemi in capo all'istante

Con me sarete in mani sicure

Perché io sono un Cappello Parlante!
 

Non appena ebbe terminato la sua filastrocca, tutta la sala scoppiò in un applauso fragoroso.
Il cappello fece un inchino a ciascuno dei quattro tavoli e poi tornò immobile.
A quel punto, la professoressa Mcgranitt si fece avanti tenendo in mano un lungo rotolo di pergamena.
“Quando chiamerò il vostro nome, voi metterete il cappello in testa e vi siederete sullo sgabello per essere smistati" disse.
“Abbott Hannah!"
Una ragazzina dalla faccia rosea e con due codini biondi venne fuori dalla fila inciampando, indossò il cappello che le ricadde sopra gli occhi e si sedette. Un attimo di pausa... 

[TASSOROSSO] gridò il cappello.

Il tavolo dei Tassorosso, a destra, si rallegrò e batté le mani quando Hannah andò a prendervi posto. Harry vide il fantasma delFrate Grasso salutarla allegramente con la mano.
Dopo la prima, altri ne seguirono molti altri che vennero smistati un po in tutte le case.
Per tutto il tempo, mentre l'attesa diventava estenuante, Hermione strinse la mano di Harry.
“Potter Hermione!"
“Sai cosa fare...." mormorò Harry, mentre i suoi nuovi amici lo guardavano.
“Certo ti aspetto li...” rispose tranquilla la ragazza.
“Pre-si-de...scu-si poo-sso faa-re una dom-anda?” chiese Raptor balbettando
Tutti i docenti fissarono il professore balbettante, imitati dagli studenti.
“Vuoi sapere come mai il cognome della ragazza è stato mutato da Granger in Potter?” chiese affabile Silente.
“Se-se-pos-si-bil-e si...”
“Devi sapere che 11 anni fa, in questo stesso castello consegnai il piccolo Harry a ciò che rimaneva della sua famiglia. Era un vecchissimo amico di famiglia, molto più vecchio di Merlino. Nessuno sa come sia ancora in vita, ma fu colui che scrisse il trattato si segretezza del 1689, ed istruì personalmente Merlino, Morgana e i loro allievi, i 4 fondatori...”
“Lui è im-par-enta-to co-on un sim-ile mago?”
“IIl suo bisnonno, orfano a causa della guerra, venne cresciuto da lui, ed una volta maggiorenne viaggiò per il mondo fino a trasferirsi in inghilterra dove sposandosi ebbe un magonò. Da cui nacque la madre di Harry.”
“E A-ll-ora?” chiese curioso
“Quando loro seppero, che Voldemort” disse fissando Raptor negli occhi “ voleva ucciderli personalmente, chiesero a tale mago, di crescere un eventuale loro figlio...visto che all'epoca il signor Potter non era stato ancora concepito. Sempre che fossero effettivamente morti, è ovvio.”
“Qu-esto non sp-iega nul-la”
“Dissento, esimio professore. Il problema è che, come Hagrid ha raccontato ai ragazzi del primo anno, Harry è legalmente l'unico erede di colui che possiede tutti i castelli che oggi ospitano scuole di magie, Hogwarts compreso. Lo rivelo apertamente convinto che, essendo questa informazione un segreto, domani tutti gli alunni già lo sapranno” disse sorridendo
“Il tutore di Harry James Potter ha un reditto pari al PIL della Gran Bretagna. Lui non voleva che suo nipote, un bambino di 11 anni venisse tartassato da ragazze armate di pozioni d'amore. Quindi, visto che nel suo paese, per legge sono i parenti ad organizzare i matrimoni, li ha fatti sposare prima del loro arrivo in inghilterra, nel pieno rispetto delle leggi vigenti. Voglio inoltre ricordare, che mentre Harry è in parte inglese, la Potter è totalmente cittadina di quel paese...e se venisse ferita, le conseguenze sarebbero devastanti per noi tutti...quindi avviso i bulli che l'hanno importunata nel treno che al prossimo atto simile, chiunque esso sia, verrà espulso. Se invece volessero tentare di importunare Harry, vi avviso che anche se ha promesso di rispettare le nostre regole, gode di immunità diplomatica. Quindi siete avvisati. Il ministro in persona ha insistito perché lui frequentasse questa scuola....” disse fissando Raptor con intensità.
Nonostante sembrasse rivolto a tutti, nella sala ognuno era sicuro che quel discorso fosse stato fatto più per il povero, balbuziente Raptor che per loro.
Nel treno infatti tutti avevano saputo come quel gracile bambino avesse terrorizzato due voluminosi bulli.
Quando il preside, finito di parlare, le fece cenno di accomodarsi, Hermione con estrema grazia e naturalezza si sedette sullo sgabello e si pigiò il cappello in testa con gesto pieno di nobiltà. “Allora” disse il cappello mentalmente “Hai un cuore coraggioso che ha sofferto, ma che il tuo principe azzurro ha consolato. Un cervellino niente male e dal colore della ali, con Priscilla dovresti andare...e ci andresti se Silente non mi avesse chiesto di sentire se hai qualcosa da dire...”
“Io dovevo essere chiamata dopo di lui...ma non fa nulla. C'è qualcuno che mi è caro e che mi avrebbe seguito dovunque pur di proteggermi, ma temo che senza di me potrebbe perdersi.” rispose la bambina supplicandolo.
“Capisco...e sai già dove andrà?”
“Beh si, ne abbiamo parlato spesso, è intelligente ma ha promesso a suo nonno, di non litigare con i professori...e”
“...Piton provoca gli studenti di altre case per poi punirli...” convenne serio il cappello “è la tua risposta definitiva? Stai entrando in un luogo dove le natebabbane sono odiate”
“Si...Serpeverde. Forse sarò una sanguemarcio ma, pur essendo un angelo Nero solo per metà, ho più purezza nelle mie vene che in quella di tutti i maghi presenti oggi...” disse con fierezza
“Questò è lo spirito di un Serpeverde...inseguire i suoi obiettivi con astuzia, anche l'orgoglio per le proprie origini non guasta mai, solo... Cerca di non perdere la retta via. Sei troppo potente per diventare una signora oscura. Ricorda che il lato oscuro è più facile da seguire ed è seducente...ma corrompe. Anche se tu vivendo con i demoni questo lo dovresti già sapere.” disse terminando di comunicare telepaticamente

[SERPEVERDE]

“Avevi ragione...” gemette Ron
“Si ora sta a te decidere...la grandezza o la normalità. I compiti e le punizioni o un percorso agevolato? Pozioni è utile per molti lavori futuri...ed avere il Professor Piton dalla propria parte aiuta” sussurrò Harry mentre vedeva Hermione sedersi vicino a Draco che, già smistato a serpeverde, aveva chiesto al prefetto di tenere 3-4 posti liberi per lui e gli amici di Harry Potter.
Il prefetto lo guardò sorpreso, pensando che fosse impossibile, ma Malfoy di disse che presto si sarebbe ricreduto.
Quando la ragazza si fu seduta arrivò il turno di Harry
“Potter Harry!"
Mentre Harry si avvicinava allo sgabello, la sala fu percorsa d'un tratto da sussurri simili allo scoppiettio di tanti piccoli fuochi, ma lui non ci fece caso.
Si incamminò con calma e si sedette con tranquillità disarmante.
L'ultima cosa che Harry vide prima che il cappello gli coprisse gli occhi fu la sala piena di gente che allungava il collo per guardarlo meglio.
L'attimo dopo, era immerso nel buio.
“Ehm..." gli sussurrò una vocina all'orecchio. “Difficile. Molto difficile. Vedo coraggio da vendere. E neanche un cervello da buttar via. C'è talento, oh, accipicchia, sì... e un bel desiderio di mettersi alla prova. Molto interessante... sei un demone purosangue con sangue più puro anche di quello dei 4 fondatori e di tutti i loro eredi che smistai nei secoli....dove ti metto?"
Harry si aggrappò forte ai bordi dello sgabello e pensò:
“Senti cappello...penso che tu avrai già visto cosa provo per Hermione vero? Io desidero proteggerla e voglio passare le giornate qui in riva al lago con lei, senza dover passare giornate in punizione. Piton è un professore giovane e potrebbe rimanere qui fin dopo il mio MAGO. Voglio una vita scolastica tranquilla. Almeno quella me la merito...”
“Serpeverde, eh?" disse la vocina. “Ne sei proprio così sicuro? Certo potresti diventare grande, sai: qui, nella tua testa, c'è di tutto, e Serpeverde ti aiuterebbe sulla via della grandezza, su questo non c'è dubbio... ma vuoi finire nella casa di colui che bandì il tuo antenato dalla Scozia costringendolo a rifuggiarsi in Germania? Nella stessa casa dove Voldemort, l'erede di Serpeverde, colui che rubò il primato al tuo bisnonno e ti tolse l' amore della famiglia studiò?”
“Forse non ci siamo capiti... io voglio entrare in Serpeverde proprio perché voglio togliergli tutto... Per prima cosa ruberò i cuori dei figli dei suoi servi e se tornerà....lo ucciderò con le mie mani. Ora scusami ma parliamo da molto e ho una persona cara che mi aspetta...”
“Lui non ne aveva...persone care...”
“Ecco perché lo batterò...io ho un valido motivo per combattere...”
“Be', se sei proprio così sicuro...”

[SERPEVERDE]

Tutti, eccetto forse Silente, furono sconvolti da quella scelta, al punto che la sala grande era immersa in un silenzio nervoso che nessuno voleva spezzare.
I professori si guardavano con incertezza e quello più sconvolto di tutti era Piton, che aveva perfino dimenticato che si stava riempiendo il calice di acqua e solo il contatto dell'acqua con la tunica lo riportò alla realtà.
La professoressa Mc Granitt, che aveva avuto i suoi genitori e i loro amici nella sua casa, Grifondoro, era scioccata.
Hagrid, il grosso omone che lo aveva condotto al castello, era incapace di articolare le parole al punto da sembrare Raptor.
Mentre si avvicinava al tavolo dove Hermione gli stava facendo segno di con le mani per farsi vedere, Harry udi i corvonero, i tassorosso ed anche i grifondoro ripetere, seppur in parole e registri linguistici diversi : “Questo spiega come ha sconfitto Voi-sapete-chi. Vi rendete conto di quanto possa essere forte adesso, se ad un anno ha battuto un mago che riusciva ad impensierire Silente?”
Harry però li ignorò, nel mondo dei demoni vieni rispettato solo se hai il potere...e lui lo aveva.
Certo, ora come ora Voldemort lo avrebbe ucciso all'istante...ma sapeva che aveva altri 6-7 anni di studio prima che l'incantesimo, che lo proteggeva da lui e dai suoi compari svanisse.
6-7 anni di studio nei quali capire la differenza tra la magia dei maghi e quella dei demoni e nei quali imparare il più possibile per sopravvivere ad un nemico che lui lo sapeva...sarebbe tornato per lui, prima o poi.
Mentre si sedeva tra Hermione e Draco, la Mcgranitt chiamò l'ultimo nome della lista che interessava ad Harry. Sapeva già dove Blaise sarebbe finito.
“Ronald Weasley”
“Secondo voi lo farà?” chiese Draco curioso
“Se è furbo si. Tutto dipende da cosa è più importante per lui.” disse Hermione guardando il rosso con occhio critico
“Che vuoi dire...?” domandò fissandola
“Chè è il momento di vedere se è un uomo che lotta per realizzare i suoi sogni o è un uomo che cerca solo l'approvazione della mammina...” disse con distacco Harry

[SERPEVERDE] disse il cappello mentre i 3 fratelli di Ron seduti a Grifondoro non comprendendo chiesero di ripetere.
Secondo loro doveva esserci uno sbaglio. Da che mondo è mondo ogni Weasley è sempre stato membro della casa di Godric...come poteva una mela identica a loro cadere così lontano. Corvonero lo avevano escluso a priori, Ron non aveva quel tipo di cervello. Tassorosso avrebbero capito, in fondo i Weasley erano umili, leali e gran lavoratori....ma finire nella casa che rispecchiava i valori opposti a quelli con cui era stato cresciuto...

[SERPEVERDE] “Mi avete sentito adesso?” Urlò il cappello per sovrastare i Weasley.

In fondo li capiva, era dai tempi di Sirius Black che un rampollo di una famiglia di purosangue non finiva in una casa storicamente avversa all'ideologia di famiglia.
Sentendo quelle parole i gemelli crollarono sulle panche con gli occhi privi di espressione. Come potevano riferire alla madre che il fratello non era entrato nella loro casa....
“È stata tutta colpa di Harry Potter” tuonò Percy, il più grande dei tre
“Ha sconfitto Tu-Sai-Chi chissà come. Avrà fatto ricorso alla maledizione Imperius. E lo guardi Preside è il ritratto spiccicato di Grindelwald...gli manca solo la barba”
Sentendo quelle parole tutto il tavolo dei Serpeverde si girò a guardarlo...
“Se il Signor Potter ha qualcosa da dire in sua difesa, venga qui e presenti la bacchetta” intervenne Silente serio, ma con occhi in cui si poteva leggere che non lo reputava colpevole...
Harry per alcuni minuti restò fermo, immerso nei suoi pensieri e per tutto il tempo Drago lo fissò come fosse un Dio sceso in terra.
Hermione invece si limitò a guardarlo con uno sguardo dolce...
“Harry...dai rispondi alle accuse. Non puoi stare zitto...” tuonò la bambina con un tono che venne sentito in tutta la sala.
“Se ti preoccupi di cosa diranno di me, per il fatto che sono tua moglie, io sopporterò tutto. Non fare infangare il tuo nome così.”
“Ok...ok stavo solo cercando le parole giuste....” disse ridendo e alzandosi mentre tutta la sua casa lo guardava in religioso silenzio.
In fin dei conti diventare un mago oscuro era il sogno del 70% dei serpeverde, era solo la mancanza di potere che li rendeva docili verso il sistema....ma se un discendente di un simile mago oscuro, era tra loro, grandi eventi potevano verificarsi e nessuno voleva perdere una simile chance.
Harry si avvicinò con una camminata calma, sicura per dimostrare che non si vergognava di ciò che era.
In fondo aveva studiato anche per firmare migliaia di contratti come demone e quindi relazionarsi con la gente gli veniva facile.
Come? Cosa avrebbe dovuto vendere in quel caso? Beh in quel momento doveva vendere se stesso e la sua storia....
“Grazie preside e le chiedo scusa in anticipo se il fervore mi farà rasentare la volgarità...ma cercherò di mantenere il controllo di me e del mio lessico...” disse con un tono di voce mellifluo ed affabile
“Andiamo con ordine signor prefetto. Io avrei sconfitto Voldemort? Il mago oscuro che per 11 anni ha portato morte e distruzione qui in Inghilterra? Il mago oscuro che ha ucciso molti degli Auror più abili senza nemmeno impegnarsi? Per quanto penso che ne sia al corrente anche lei, signor prefetto, mi pare di ricordare che all'epoca avessi un anno, e che i miei genitori, Auror anche loro, morirono. Per quanto ne sappiamo Voldemort potrebbe essere scivolato su una buccia di banana cadendo con il collo sulla bacchetta. O lei è così idiota da pensare che un bambino incapace di camminare respingesse una maledizione senza perdono intuendo, tra un Gagaga e l'altro, che era un incantesimo letale?”
Sentendolo parlare così i Serpeverde iniziarono ad applaudire ma lui con un cenno della mano li riportò all'ordine.
“Punto numero due. Iio avrei usato un incantesimo proibito che viene mostrato solo agli alunni da MAGO, su tuo fratello quando, accanto a me vi sono stati in sequenza, escludendo mia moglie, i tuoi fratelli, il Signor Hagrid, e tutti gli alunni del primo anno? Inoltre, dal giorno in cui la comprai l'ho sempre tenuta nella sua confezione ma...”
“Ma?” chiese con arroganza Percy
“Uno del 5o anno dovrebbe sapere dell'esistenza del Prior Incantatio, ovvero l'incantesimo che mostra tutte le fatture usate da una bacchetta partendo dall'ultima eseguita...” disse porgendo la confezione al preside che, usando l'incantesimo citato confermò che era una bacchetta vergine.
“Punto numero tre...e su questo ti ringrazio per avermi illuminato. Mia madre morta nel 1980, ha tradito mio padre con un Mago oscuro morto, nel 1945, davanti al Professor Silente e molti testimoni? Posso confermare che la mia bisnonna fu una ragazza madre, ma tu credi davvero che mia madre, con un padre simile, sarebbe stata seduta al tavolo dei Grifondoro sopportando per 7 anni le quotidiane offese dei Serpeverde? Non pensi che se mia madre fosse stata veramente un erede di Grindelwald avrebbe unito le forze con Voldemort contro il mago che aveva sconfitto suo nonno? Pensi che si sarebbe fatta uccidere quando le sarebbe bastato rivelare le queste presunte origini, per essere accolta a braccia aperte in quanto discendenti di un mago illustre?”
“Potrebbe aver tentato di ucciderti per questo....e questo non spiega perché sei stato smistato in quella casa” obiettò Percy in imbarazzo
“Potrebbe...sai che possiamo fare? Mandiamogli un gufo e vediamo cosa ci risponde...” disse Harry, sempre cortese e accondiscendente, tra il silenzio generale.
“Vuoi sapere perché sono andato a Serpeverde?”
“Perché?”
“L'ho scelto...IO” disse tra lo le urla di stupore generali.
Anche Silente sembrò perdere il suo proverbiale sorriso...
“Che vuoi dire...” chise Percy confuso
“Ci vuoi mettere che dopo cena devi farti 7 rampe di scale a piedi...è faticoso...”
“Si serio e rispondi alla mia domanda” incalzò Percy
“Il mio quoziente intellettivo supera i 200...sai cosa vuol dire...?”
“Beh si...che in linea teorica...” disse ammutolendosi mentre solo i professori compresero il punto della questione
“Esatto...in linea teorica io posso ricordarmi tutto quello che mi è successo, dal giorno che nacqui a quello in cui morirò di vecchiaia...”
“E allora?” chiese Percy capendo di aver fatto una gaffe
“Il mio primo ricordo non è mia madre che mi dice ti voglio bene quando mi prese in braccio la prima volta. Quel ricordo è stato cancellato dall'incantesimo di Voldermort. Il mio primo ricordo è la faccia di Voldemort che uccide mia madre ridendo mentre implora perché io sia risparmiato. Ricordo la voce di mia madre implora quello stronzo di uccidere lei...e di crescermi come uno dei suoi servi... come un nipote. Mi ricordo il raggio di luce verde che uccise mia madre e quello che colpì la parte dove adesso c'è una cicatrice. Poi mi ricordo che mi ritrovai solo al freddo in una casa diroccata, fino a quando il Signor Hagrid non mi portò qui dal preside, mentre cercava di consolarmi per il freddo. Io non ho nessun ricordo felice dei miei genitori..e come se non bastasse sono 10 anni che mio nonno mi ricorda che Voldemort è in giro da qualche parte a preparare la sua vendetta...che colpirà tutto ciò che ho di più caro. Ho scelto di proposito la casa più odiata... quindi fate quello che di solito fate con i miei nuovi colleghi odiate anche me... tanto, ti posso assicurare che io non sono venuto qui per cercarmi la ragazza o per farmi degli amici, visto che un giorno Voldemort o i suoi servi li tortureranno o li uccideranno per ferire me. Ho scelto la mia casa, perché sia un allievo della stessa casa dove studiò Voldemort 50 anni fa, a sconfiggerlo. Voglio riabilitare l'onore di quel dormitorio, e lo farò togliendogli tutto. Renderò vano ogni suo singolo successo, da quelli che ottenne in questa scuola a quelli che pensa di aver ottenuto nel mondo reale e quando ci vedremo per il duello finale... capirà di aver rotto le palle al bambino sbagliato...” disse mentre involontariamente sollevò tutti i tavoli e le pance, professori compresi
“Quel giorno la bacchetta che ha in mano il preside lo ucciderà....ah un altra cosa, ma questo lo dico a voi serpeverde. Mia madre era una natababbana, una sanguemarcio come ho sentito Tiger e Goyle chiamare mia moglie, mentre speravano di molestarla. Osate ripetere questo appellativo in mia presenza... o in mia assenza, non dico a Hermione ma ad uno qualsiasi dei natibabbani giunti oggi a Hogwarts e implorerete Voldemort di torturarvi...sono stato chiaro?” disse con una voce colma di potere.
“Certo....” gridarono i serpeverde citati con un timbro di voce a metà tra l'ammirazione e il terrore
“Bene. Ora se volete odiarmi fatelo pure tanto non mi interessa, ma sappi che devi delle scuse a tuo fratello per aver dubitato del suo giudizio o dei valori con cui è stato cresciuto...io invece farò finta che non sia successo niente” disse Harry porgendo la mano al prefetto che si era intanto avvicinato al tavolo delle autorità.
Percy vedendolo così calmo era combattuto, ma alla fine la strinse...si vedeva che l'odio che provava era verso l'assassino dei suoi genitori e verso coloro che avevano offeso la sua consorte.
Si vedeva inoltre che aveva strumentalizzato le sue accuse per intimorire i razzisti che avrebbero abitato con lui....
Era altresì lampante, per chiunque nella sala, che chiunque avesse sbagliato a parlare, avrebbe passato un brutto quarto d'ora e una lunga degenza in infermeria.

******************

Note dell'Autore
Salve raga, in primis mi vorrei scusare se il banchetto è stato diviso a metà, ma integro superava le 25 pagine quindi ho dovuto tagliarlo nel modo migliore possibile.
Come vi avevo promesso Harry è un Dark Harry... un Harry che non esita a cedere al lato oscuro quando gli toccano padme e molti ci proveranno, poveri loro... :)
Come avrete notato gli influssi della vita con Mephisto si registrano proprio nel fatto che Harry conosce la magia (Muffliato è un incantesimo del 6° anno) e sa fare molte cose che il vero Harry si sogna (telepatia, telecinesi, occlumanzia...) ha letto un bel pò di tomi leggeri (come direbbe la vecchia hermione, come storia di Hogwarts e molti libri contemporanei...) ha avuto un maestro che gli ha insegnato anche le basi dell'utilizzo della bacchetta, che spiegherò assieme alle differenze col potere demoniaco, durante la pausa tra primo e secondo anno... e soprattutto ha una memoria eidetica.
Ora per chi non sapesse cosa sia, lo dirò con parole semplici, gli basta leggere una cosa qualsiasi per ricordarla a memoria e l'idea di ricordarsi tutta la vita mi è venuta mentre sfogliavo GTO, visto che c'era una ragazza con un simile dono, anche Sheldon cooper la possiede.
Ora io, per esigenze di trama, tutte le creature superiori all'uomo (Angeli, Caduti, Demoni, Dei...e Draghi) hanno questa simile memoria dalla nascita. I Demoni Reincarnati la ottengono dal giorno in cui ricevono il pezzo.... ed è una conseguenza, come il language, del loro incredibile quoziente intellettivo... che per forza di cose è superiore a quello di un umano medio (only 90). Per i demoni reincarnati mi ispiro a Eldest. Chi lo avesse letto saprà come Eragorn, uno che non brilla certo per acume ed intelletto, diventando mezz'elfo acquisisca anche una mente elfica (come si vede quando sogna)
per il resto non ho particolari commenti da fare visto che il capitolo è molto simile al libro, e di Highschool DxD c'è poco o nulla... ma nei prossimi mi rifarò promesso :)

 

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Capitolo 5
*** Prima notte in terra straniera ***


Capitolo 5 : Prima notte in terra Straniera

Finito il discorso, Harry era tornato al suo tavolo dove si era seduto come se nulla fosse successo... anche se nessuno avrebbe scommesso uno zellino che sarebbe rimasto in sala.
Molti infatti erano convinti che nemmeno Piton, di solito gentile con i Serpeverde o Silente, un preside di manica larga, lo avrebbero lasciato rimanere in sala, dopo quello scoppio di magia involontaria.
Invece il Preside tornò la bacchetta al ragazzo sorridendo, come se nulla fosse, come se non si aspettasse niente di meno da lui.
Silente inoltre dava l'impressione di aver capito, grazie alle parole di Harry, quali fossero le motivazioni di ogni sua singola azione e quali fossero i principi morali con cui era stato cresciuto.
Dalla parte opposta della sala, i serpeverde ammirarono il modo con cui la matricola aveva smontato le accuse.
Aveva ridicolizzato il suo avversario e le sue tesi con calma e ironia,senza che un urlo fosse uscito dalla sua bocca.
Certo, li aveva anche minacciati di ridurli in cenere, se avessero offeso un natobabbano... ma davanti ad un simile potere, usato con premeditazione, eliminare una parola dal vocabolario era un piccolo sacrificio, in confronto a ciò che avrebbero potuto ottenere standogli vicino.
I ragazzi però volevano un'altra piccola conferma... e l'avrebbero avuta, forse quella notte stessa.
Le ragazze invece, soprattutto quelle degli ultimi 3 anni, lo spogliavano con gli occhi mentre passava e ciò non sfuggi ad Hermione che rise, al pensiero di un pugno di sciacquette che cercavano di sedurre un demone di 11 anni.
Certo, un giorno sarebbe stato vulnerabile sotto quell'aspetto, ma Mephisto l'aveva rassicurata che il sangue dei Angeli neri offre almeno due armi micidiali in questo tipo di guerre, armi che dovevano ancora crescere del tutto, ma che quando lo avrebbero fatto... nessuna delle presenti avrebbe potuto sconfiggere....
Quando Harry si sedette accanto ad Hermione lei lo abbracciò per un motivo che solo loro capivano, e che Draco e Blaise intuivano.
In quel momento, mentre la ragazza mostrava la sua gratitudine per l'amore mostratole in pubblico, Albus Silente si era alzato in piedi e sorrideva agli studenti con uno sguardo radioso, le braccia aperte, come se niente potesse fargli più piacere del vederli tutti lì riuniti... e come se nulla fosse successo.
“Benvenuti!"  disse. “Benvenuti al nuovo anno scolastico di Hogwarts! Prima di dare inizio al nostro banchetto, vorrei dire qualche parola. E cioè: Pigna, pizzicotto, manicotto, tigre! Grazie!" E tornò a sedersi. Tutti batterono le mani e gridarono entusiasti.
Harry non sapeva se ridere o no, lo stesso si poteva dire per Hermione.
“Ma... è matto?"  chiese incerto a Draco.
“Matto?"  gli fece quello con disinvoltura.
“Normale non è... ma è un idealista. Poteva essere Ministro per ben 3 volte e ha sempre rinunciato"
“Allora ha perso qualcosa mentre cercava il potere....” disse Harry stupendo Draco, Ron e Zabini che si era appena seduto.
“Cosa te lo fa dire?” chiese Ron
“Viaggiando con mio nonno ho conosciuto gente che avrebbe venduto l'anima per una briciola di potere o di ricchezza. Se lui ci ha rinunciato, vuol dire che ha perso qualcosa che potere e ricchezza non possono compensare.” disse con toto pacato
“Gia... anche se sei stato troppo teatrale! Si vedeva lontano un miglio che avevi avvolto i tavoli con la magia per sollevarci senza farci cadere o rompere qualcosa... anche Silente lo ha notato...”
“So che l'ha notato. Ma il messaggio non era per lui, ma per Raptor...” disse mentre la sua cerchia lo guardava con attenzione.
“Che significa?” chiese Hermione
“Non mi è piaciuto quando ha posto la domanda sul tuo cognome. Era troppo interessato a te. Per questo Silente ha spiegato cosa sarebbe successo se qualcuno ti avesse toccato... ma ora mangiamo che, colazione a parte, oggi abbiamo mangiato solo dolciumi.”  disse mentre i piatti davanti a lui si riempirono di pietanze, che pur conoscendo non aveva mai visto tutte insieme su un solo tavolo: roast beef, pollo arrosto, braciole di maiale e di agnello, salsicce, bacon e bistecche, patate lesse, patate arrosto, patatine fritte, Yorkshire pudding, piselli, carote, ragù, salsa ketchup e, per qualche strana ragione, dolci alla menta.
Non si poteva dire che Mephisto li lasciasse morire di fame, solo che aveva una regola semplice a tavola : moderazione.
Il demone infatti aveva passato quel periodo di tempo anche ad istruirli nel Galateo, necessario per chi avrebbe ereditato i suoi beni e, un giorno, quelli del Casato di origine.
Forti di anni di rigida ed elitaria educazione Harry ed Hermione, senza volerlo, in modo meccanico, presero piccole porzioni di tutto e mangiarono con innata eleganza, al punto che persino Drago e Zabini, si sentirono punti nell'orgoglio e si ricordarono di mettere in pratica ciò che avevano imparato a casa.
“S-sorridi S-Severus?” chiese Raptor mentre Silente partecipava alla conversazione.
“Già. Pensavo che non assomiglia per nulla a quello sbruffone del padre, anche a tavola si comporta in modo impeccabile. Inoltre ha voluto anche difendere la sua consorte...” dichiarò con meno acidità del solito.
“I-In c-che s-senso?”
"La bambina non ha mai conosciuto i suoi genitori e quindi un serpeverde la chiamerebbe con quell'epiteto che Potter detesta. Lui ha fatto capire che, anche ammesso che la sua amica lo sia, pesterà chiunque la offenderà... come già ha dimostrato sull'espresso, mentre il preside e noi direttori lo divinavamo.”
“N-non s-sei p-preoccupato? P-Potrebbe m-mettersi n-nei g-guai...." chiese il professore balbuziente
“Possibile Quirinus... possibile, ma se mi consenti credo che siano gli altri a doversi preoccupare. Dal modo con cui ha controllato la magia penso che sia meglio che Madama Chips aumenti le scorte di pozioni per traumi non magici...” intervenne Silente
“C-Cosa v-vuole d-dire P-Preside?”
“È vero che non ha usato la bacchetta, ma perché per lui è inutile. I bambini forse non lo sanno, ma lei è un docente e sa chi è il proprietario del castello... Harry è un demone cresciuto con Mephisto Pheles, e come tale ha imparato ad usare la magia fin da quando ha iniziato a camminare. Inoltre i demoni non tollerano la debolezza come facciamo noi, ed Harry alla nascita lo era. Se il nonno lo ha mandato qui, senza nessuno che lo protegga, vuol dire che fino ad oggi ha temprato quel corpo e quella mente in modi che noi nemmeno immaginiamo. Forse esagero... ma credo che potrebbe battere un orso a mani nude con facilità...” disse il preside senza distogliere lo sguardo dal ragazzo.
“Quindi quel demone non ha portato il bambino dal tutore... era lui il tutore? Oh povero piccolo... Ora capisco perché è così ossessionato da Voi-sapete-chi! Anni di solitudine e allenamenti... se è sano di mente forse è solo merito di quella bambina...” intervenne la professoressa Mc Granitt.
“È sano Minerva... sano come potrebbe esserlo un bambino di 11 anni che ricorda il giorno che rimase orfano ogni volta che chiude gli occhi. Inoltre quel demone gli vuole bene, come ne voleva alla madre che vide crescere.”

Nel frattempo nel tavolo dei Serpeverde

“Quindi Harry, tu sei stato cresciuto da tuo nonno, studiando magia fin da piccolo... ma qualcosa non torna” esclamò Blaise.
“Vuoi sapere come ha fatto Harry ad usare la magia senza che la traccia lo rivelasse al nostro ministero e come mai il nonno di Harry è vivo pur avendo conosciuto Merlino...?” disse ridendo Hermione intuendo le perplessità del compagno di scuola.
“Beh per la traccia posso dirti che è una regola la cui applicazione dipende dal paese di provenienza. In Italia infatti la levano un anno dopo rispetto all'Inghilterra. Per quanto riguarda mio nonno, posso dirvi che la sua identità non è un segreto, visto che ricopre un ruolo pubblico da secoli... ma se volete sapere certe cose da me, dovrete aspettare che tutti dormano e ve lo dirò... ma solo a voi 3. Voglio gente scaltra al mio fianco” disse sorridendo Harry.
“Perché?” chiese Ron
“L'ho già detto...Voldemort mi vuole morto. Non voglio stupidi che sottovalutano il pericolo come hanno fatto Tiger e Goyle... Draco ha capito subito che io ero sul piede di guerra.”
“Io non sono molto intelligente però...” ammise Ron rassegnato
“No, lo sei visto che hai fatto la scelta giusta. Certo, ci sono molte cose che devi apprendere...ma con noi sei in buone mani” sorrise Harry mentre sorseggiava un po di succo di zucca.

******************

Quando scomparvero anche i dolci e il professor Silente si alzò di nuovo in piedi. Nella sala cadde il silenzio.
“Ehm... solo poche parole ancora, adesso che siamo tutti sazi di cibo e di bevande.
Ho da darvi alcuni annunci di inizio anno. Gli studenti del primo anno devono ricordare che l'accesso alla foresta qui intorno è proibito a tutti gli alunni. E alcuni degli studenti più anziani farebbero bene a ricordarlo anche loro" .
In quel momento gli occhi scintillanti di Silente scoccarono un'occhiata in direzione dei gemelli Weasley.
“Inoltre, il Signor Gazza, il guardiano, mi ha chiesto di rammentare a voi tutti che è vietato fare gare di magia tra classi nei corridoi. Le prove di Quidditch si terranno durante la seconda settimana dell'anno scolastico. Chiunque sia interessato a giocare per la squadra del suo dormitorio è pregato di contattare Madama Bumb. Devo infine avvertirvi che da quest'anno è vietato l'accesso al corridoio del terzo piano a destra, a meno che non desideriate fare una fine molto dolorosa."
Ron rise, ma fu uno dei pochi a farlo.
“Non dirà mica sul serio?"  chiese il rosso piano ad Harry.
“Forse" rispose Harry che, aggrottando la fronte in direzione di Silente, chiuse gli occhi e sondò il castello.
In altre occasioni non lo avrebbe fatto, visto il numero di persone presenti... ma quel giorno erano tutti li riuniti in sala grande ed inoltre sapeva già dove cercare.
“Harry...te ne sei accorto?” chiese sussurrando Hermione
“Si è flebile, perché sigillato e perché questo maniero è saturo di magia. Pochi maghi se ne renderebbero conto... ma lo avverto nitidamente.” disse evitando di riferire, che solo in virtù della sua natura di demone, era così sensibile a simili forze.
“Ma cosa ci fa un... un Fuffy qui...” disse Hermione agitata
“La guardia è ovvio. E non ho intenzione di andare a conoscerlo. Che faccia pure il suo lavoro” disse ostentando una sicurezza che lui non aveva.
Un Fuffy era un mostro che per suo nonno o per Mr Forrest sarebbe stato facile distruggere, ma per lui? No ne era certo. Era un avversario imbattibile per lui.
“Fuffy?” sussurrarono i tre amici
“Si... se vorrete ne parleremo stasera...” concesse Harry meno tranquillo di prima.
Tenere un mostro simile, in una scuola umana era un azzardo... anche per un mago forte come Silente.
“E ora, prima di andare a letto, intoniamo l'inno della scuola!" gridò il preside.
Harry non poté non notare come agli altri insegnanti s'era come gelato il sorriso sulle labbra.
Silente diede un colpetto alla sua bacchetta magica, come se stesse cercando di scacciarne una mosca dalla punta, e ne fluì un lungo nastro d'oro che si sollevò alto in aria, sopra i tavoli, e cominciò a contorcersi a mo' di serpente, formando delle parole.
“Ognuno scelga il motivetto che preferisce"  disse Silente. “Via!"  
Tutta la scuola intonò:

Hogwarts, Hogwarts del nostro cuore,
te ne preghiamo, insegnaci bene
giovani, vecchi, o del Pleistocene,
la nostra testa tu sola riempi
con tante cose interessanti.
Perché ora è vuota e piena di venti,
di mosche morte e idee deliranti.
Insegnaci dunque quel che è richiesto,
dalla memoria cancella l'oblio
fai del tuo meglio, a noi spetta il resto
finché al cervello daremo l'addio.


Silente diresse le ultime battute con la bacchetta magica e alla fine, fu uno di quelli che applaudirono più fragorosamente.
“Ah, la musica"  disse asciugandosi gli occhi.
“Una magia che supera tutte quelle che noi facciamo qui! E adesso, è ora di andare a letto. Via di corsa."
Il tavolo di Serpeverde si alzò all'unisono e, prendendo una porta a sinistra della scala che conduceva ai piani superiori, scesero nei sotterranei attenti a non perdere di vista il prefetto.
Giunsero davanti ad una parete di solida roccia e il prefetto li guardò uno ad uno.
“Come giustamente il nostro nuovo fratello ha detto... noi siamo odiati. Quindi imparate la parola d'ordine e non divulgatela a nessuno. La parola è girlacco.”
Al suono della parola magica, una porta di pietra scorrevole si apri, e il prefetto li fece entrare con ordine e disciplina.
“Vi avvertirò io quando cambierà. Ora vi dirò le regole, le poche regole del dormitorio. Regola numero uno non si parla del dormitorio; Regola numero 2, ciò che accade nel dormitorio resta nel dormitorio... nemmeno il professor Piton potrà essere avvisato; Regola numero 3, comanda il più forte. Chi ha avuto parenti e amici in serpeverde lo sa... qui noi vogliamo il meglio, la feccia che vada pure a Tassorosso.” disse mentre il gruppetto di Harry, gli ultimi della fila, si fecero strada dentro la sala comune.
Entrati dentro il dormitorio, Harry vide che la sala era un sotterraneo lungo e basso con le pareti e il soffitto di pietra, da cui, appese a delle catene, pendevano lampade rotonde e verdastre.
Di fronte a loro, in un cammino dalle strutture elaborate, scoppiettava un fuoco verde, attorno al quale vi erano molte sedie scolpite, su cui molti cuscini verdi ed argentei erano elegantemente sistemati.
La sala, spiegò il prefetto, era situata sotto il livello del lago che circondava il castello.
“Dalle ampie e strette vetrate potrete ammirare creature di vario genere e a volte il calamaro gigante. Non preoccupatevi perché la magia gli impedisce di avvicinarsi troppo, sebbene sia alquanto pacifico."
Dando un'occhiata in giro il demone vide che era arredata con divani e poltrone in pelle nera, con non uno, ma ben cinque camini di pietra e con vari ritratti e dipinti sopra.
Harry in principio ne aveva notato solo uno, ma comprese che non erano li solo come abbellimento.
Dormendo sotto un lago, l'umidità doveva essere un problema che un solo focolare non poteva gestire.
Seguendo il prefetto si diressero ad est della sala comune, verso la biblioteca.
“Questa è la biblioteca, vi troverete anche manoscritti molto antichi e pregiati ordinati negli scaffali. È vietato scrivere su questo lungo tavolo che abbelisce la camera dove tutti gli studenti si possono recare per studiare. Per l'accesso ai dormitori, a ovest della sala comune vi è una scala a chiocciola in mogano. Siete pregati di non danneggiare le rifiniture, dei serpenti intarsiati nel legno, simbolo della nostra appartenenza a questa famiglia. Salendo le scale troverete un lungo corridoio con cui si accede al proprio dormitorio annuale.... si prega inoltre di non danneggiare le tende verdi-argentate, dei letti a baldacchino o le poltroncine che arredano le stanze...." disse prendendo una pausa e guardando gli alunni più grandi che annuirono in risposta.
"ora voglio che tutti, matricole comprese mi seguano nella cantina.” tuonò il prefetto.
“Abbiamo una cantina?” Disse Ron estasiato
“Harry....” mormorò Hermione con tono lievemente irritato
“Si Hermione lo so... tu stai con Ron e gli altri...” disse sorridendo il biondo


******************

“Bene, Harry, siamo felici che un mago della tua levatura, si sia unito a noi, ma ciò che hai fatto richiede una punizione...”
“Succede spesso?” chiese il ragazzo con cordialità
“Mai il primo giorno... ma c'è sempre una prima volta.” rispose il prefetto convinto di averlo demoralizzato.
La risposta della matricola però lo spiazzò... come spiazzò tutti i serpeverde più anziani.
“Ok... visto che la mettete così... quanti ne devo mettere ko per comandare?” domandò serafico.
“Primo anno... qualcuno lo vuole sfidare?” disse il prefetto cercando di darsi un contegno.
Solo due cretini, si fecero avanti, nonostante Malfoy li avesse avvisati di stare al loro posto, visto che già sul treno avevano ricevuto una lezione da Harry... ma si sà, i cretini non imparano mai.
“Ma siamo seri?” urlò Harry
“Hai paura?”  disse speranzoso il prefetto
“Paura? Beh si... Se devo sfidarli uno ad uno... ho paura di passare tutta la notte alzato." rispose con ironia.
"Facciamo così... visto che le tradizioni sono importanti... tutti quelli che vogliono tirarmi un pugno salgano si facciano avanti...” propose il demone che era sopravvissuto con falsa accondiscendenza.
“È pazzo....?” esclamò Ron
“No... li sta aiutando, forse così uno di loro resterà in condizioni di poter correre a chiamare l'infermiera...” replicò Hermione fresca come una rosa.
In blocco si fecero avanti tutti i maschi del 2°-3°-4°-5°-6°-7° anno, e sembrava che più salisse la loro istruzione, più la loro massa aumentasse.
“Puoi ancora implorare pietà...” propose il prefetto.
“Ragazzi muovetevi, ho da fare. Senza di me mia moglie non riesce ad addormentarsi...” disse invitandoli ad attaccare facendo comprendere che non li temeva affatto.
Un gesto così provocatorio fece infuriare i ragazzi che si sentirono umiliati da tale mancanza di considerazione... e per questo decisero di andare fino in fondo. Ciò che non sapevano e che Harry li aveva provocati di proposito. 
Per il demone era meglio metterli Knoch Out ora, che non avevano fatto nulla di male, ed incutere loro quel timore che li avrebbe resi inoffensivi, piuttosto che dovergli mettere le mani addosso per gesti simili a quelli avvenuti sul treno...
Come dice quel vecchio adagio insomma... prevenire è meglio che curare.
Lo attaccarono in così tanti che persino Draco e Zabini erano preoccupati, ma con semplici leve, proiezioni e qualche lieve colpo inferto con il taglio della mano alla base del collo, tutti gli studenti dal 5° anno in giù furono messi in condizione di non nuocere in poco meno di un minuto.
A quel punto furono gli alunni degli ultimi 2 anni a lanciarsi all'attacco, ma mentre lo facevano, Harry scomparve per ricomparire alle spalle di quello che si trovava più indietro di tutti...
Le ragazze più grandi erano incredule, ma uno dopo l'altro i Senior caddero a terra dal più vicino a dove si trovava Harry... al più lontano.
“Che qualche alunna del 7° anno chiami un responsabile... il professor Piton, Silente e se esiste un infermiera... ma voglio avvertirvi di una cosa. Hermione sarà leggermente più debole di me, ma compensa questa sua mancanza con un eccessivo sadismo quando combatte, quindi evitate di farla arrabbiare” disse squadrandole una ad una.
“Come hai fatto...?” chiese Zabini
“Quando era all'apice del suo potere, Voi-sapete-chi, lo chiamo così almeno smettete di tremare, usò giganti su cui la magia non funziona... quindi mio nonno ha insistito che mi allenassi nel corpo a corpo...” spiegò il ragazzo che venne interrotto da un applauso.
Era il preside seguito a ruota dal professor Piton e dall'infermiera
“Direi che ha fatto un buon lavoro” disse Silente sorridendo per la maestria dimostrata.
“Sono colpi puliti, nessuna frattura o contusione... poteva ucciderli ma si è trattenuto...” fu la diagnosi della donna che lasciò di sasso le ragazze.
“Li deve trasferire in infermeria?” chiese Silente preoccupato più per la mancanza di posti letto che per altro.
“No basta rianimarli e dargli qualche pillolina” disse la donna puntando la bacchetta e sussurrando Innerva li rianimò tutti in una volta.
“Che è successo?” chiese il prefetto dopo aver ripreso i sensi
“Succede che avete perso contro un undicenne che vi ha anche graziati...” rispose acido Piton
“Ma allora...” disse il prefetto incapace di articolare i suoi pensieri.
“Si da oggi comanda lui... e dire che vi aveva anche avvisati in sala Grande.” rispose il docente senza essere riuscito a darsi un contegno.
“Cosa dobbiamo fare signore?” disse il prefetto inginocchiandosi davanti ad Harry imitato da tutti gli altri ragazzi curati dall'infermiera.
Prima di cena volevano una conferma dell'effettivo potere del ragazzo... ed ora l'avevano ricevuta.
Harry, a mani nude, aveva svolto una performance migliore di quella di un certo Tom Marvolo Riddle che aveva rimesso in riga il dormitorio ben 50 anni fa... solo che lui lo aveva fatto al 5° anno usando la magia... e tutti li sapevano cosa aveva fatto quell'alunno una volta usciti da scuola.
“Mi sarebbe bastata quella richiesta fatta a cena... ma visto che avete fatto la frittata. Da oggi niente più bullismo, ne tra membri dello stesso sesso, ne tra membri del sesso diverso. Sia qui dentro che fuori da qui. Se qualcuno avesse parenti o amici in altre case potrà parlarci in qualunque momento.”
“Ah una cosa... Preside posso farle una domanda?” si intromise Hermione interrompendo il marito.
“Dimmi piccola...” rispose Silente affabile
“La nostra camera dove si trova?” chiese la ragazza imbarazzata.
“Arrivati al piano del 1° anno, sulla sinistra troverete la camerata dei ragazzi, sulla destra quelle delle ragazze. In fondo al corridoio vi sono le suite nuziali di Serpeverde. Vi informo che potenti magie impediscono ai maschi di entrare nei dormitori femminili e a chiunque ad entrare senza permesso nelle suite nuziali.” li informò Piton irritato.
“Sebbene sono convinto che se qualcuno volesse scambiare qualche parola con Harry non ci sia nulla di male.” disse il preside facendo l'occhiolino a Draco, Blaise e Ron


******************

“Qualcosa non va signora Chips? La vedo dubbiosa....” chiese Silente mentre percorreva i sotterranei.
“Loro sembrano convinti, ma gli adulti che hanno permesso a due bambini di fare un simile passo, sono dei mostri, Anzi no dei demoni...” replicò la donna
“Beh come darle torto...” disse sorridendo Silente che fu sorpreso di vedere che anche Piton sembrava sorridere.
Avrebbe potuto domandargli cosa lo facesse ridere, ma preferì, per il bene di Harry non indagare.
Se lo avesse fatto avrebbe potuto scatenare l'effetto opposto e a farne le spese sarebbe stato il novello sposo.


******************

“Abbiamo firmato il contratto infrangibile... ora puoi dirci il perché di tanta segretezza?” sbottò Ron
“Sei un demone vero?” si intromise Zabini mentre Draco annuiva
“Come lo avete scoperto?” domandò Hermione incuriosita
“Anche se il preside ha evitato di citarne il nome, già solo dire che Voldemort, teme qualcuno oltre Silente vuol dire che questi non è umano. I Purosangue inoltre, studiando la storia della loro famiglia, scoprono che alcuni antenati strinsero patti con demoni, prima che il ministero regolamentasse anche questo aspetto della magia.” la informò Harry
“Cosa... davvero?” chiese Ron guardando i due amici purosangue
“Sei messo male se un demone sa più cose sul nostro mondo rispetto a te...” disse Draco sospirando
“Beh diciamo che mio nonno, è molto ferrato su queste cose...” disse Harry serafico
“Già ma chi è di preciso? I demoni apparsi nella storia, sono tanti” domando Blaise
“Diciamo che istruì Merlino e Morgana, i maestri dei 4 fondatori...inutile dirvi che loro erano tutti mezzidemoni.” spiegò Harry “Poi lavorò per un mago mediocre chiamato George Faust e, dopo la sua morte, rimase qui sulla terra dove scrisse il Trattato di Segretezza del 1689 e da allora occupa la carica di Supremo Pezzo Grosso Internazionale...”
“Tu sei il nipote adottivo di M. Pheles?” esclamò esterrefattò Draco
“Si ma mio nonno prima, e il cappello oggi mi hanno detto che nelle mie vene scorre il sangue di un demone dei pilastri, la cui casata è ormai estinta da secoli. Per questo mio nonno ha insistito perché mi sposassi....”
“Vuole che tu metta al mondo un erede demone, quindi intoccabile da tu-sai-chi, prima della resa dei conti?” concluse la frase Zabini.
“Si....” disse Hermione rossa in volto.
“Ma non capisco una cosa... perché è così importante un erede al punto da costringervi ad averne uno mentre siete a scuola?” disse Ron curioso.
“Devi capire una cosa... le famiglie demoniache di tutti i fondatori, ancora vivono negli inferi, eccetto una che ho forse distrutto io quando avevo 1 anno. I Serpeverde infatti discendono dai Buné, sebbene mischiandosi con i maghi hanno indebolito il sangue di demone per aumentare quello di mago” spiegò il demone.
“Ma si sono anche sposati tra loro...” obiettò Draco forte di convinzioni secolari con cui era cresciuto e con cui tutta la sua famiglia era vissuta.
“Questo forse può andare bene per voi umani... ma quando si parla di demoni la discendenza delle abilità deve essere certa. È preferibile un matrimonio con un babbano, o con un demone privo di abilità, per permettere all'abilità di perpetrare nei secoli, che il matrimonio tra due demoni dotati di 2 abilità diverse, che permette solo ad una di esse di essere ereditata.”
“Ma non si diluisce il sangue?” domandò Blaise cercando di usare parole che non offendessero nessuno.
“I geni di demone sono sempre dominanti, se non vi sono altri geni forti come quelli dei maghi ad esempio. Se un mezzodemone, sposa una babbana, da luogo ad un altro mezzodemone... se il mezzodemone invece sposa un mago la quantità di potere demoniaco si dimezza ad ogni nuova generazione... fino a scomparire come nel caso dei serpeverde.” concluse Harry.
“Capisco... ora avrei una domanda. Che rapporti hai con Gellert Grindelwald?” chiese Draco studiandolo.
“La mia bisnonna lavorava in una locanda, non so il suo vero cognome, essendo un'orfanella. Quando Gellert andò in visita da una zia, decise di bersi una birra nella locanda dove lavorava la mia antenata. Beh si conobbero, si innamorarono e misero al mondo mio nonno... poi, anche se non so il motivo, dovette fuggire lasciando la compagna che venne presa sotto la protezione di mio nonno e poi alla fine nacqui io....”
“.....” sospirò Draco mentre assorbiva con calma le nuove informazioni
“Quindi Mephisto conosceva Gellert, protesse tuo nonno e tua madre perché contenevano i geni di una famiglia estinta... ma come fai ad essere un demone purosangue essendo nato da due umani?” chiese Blaise
“Mi aspettavo questa domanda” rise Hermione “Harry tirali fuori” esortò la ragazza.
Harry mosse un dito ed aprì un varco nello spazio tirando fuori alcuni pezzi degli scacchi
“So come si gioca...” obiettò Blaise
“Bravo... solo che questi noi li usiamo da uno-due secoli per trasformare voi, o altre creature, in demoni. Ogni pezzo fornisce dei potenziamenti... la torre potenzia forza e difesa, l'alfiere incrementa il più potere magico, mentre il cavallo la velocità e l'attacco. I pedoni...” iniziò a spiegare il demone
“Piccoli potenziamenti, ma si possono promuovere” intervenne Ron
“Esatto...” convenne divertita Hermione
“Ma la regina ed il Re?” chiese Blaise notando l'assenza di due pezzi.
“Il Re non offre potenziamenti e lo possiedo io... la regina invece l'ho già usata su Hermione."
“Posso fare una domanda? Lei è una natababbana?” chiese Draco timidamente
Sentendo quella domanda Harry ed Hermione si guardarono e ai 3 ragazzi sembrava che stessero valutando cosa rivelare e come rivelarlo.
Dopo alcuni interminabili secondi, in cui Draco iniziò a pentirsi di aver posto quella domanda, Harry si decise a parlare.... e con voce calma tra le altre cose.
“Secondo i vostri canoni lo è, visto che non discende da una famiglia di maghi. Per i demoni è un demone Reincarnato, con gli stessi diritti di un purosangue di pari grado... ma diciamo che se consideriamo le sue origini è nobile tanto quanto Salazar Serpeverde.”
“Puoi spiegarti meglio?” chiese Ron confuso.
"Salazar era un mago purosangue, un mezzo demone discendente da un pilastro come abbiamo scoperto oggi... come può Hermione, un demone reincarnato essere nobile quanto un mezzodemone" chiese Blaise con un tono di voce incredulo
"e qui che ti sbagli... Salazar non era un mago era solo un mezzodemone. La vostra magia è diversa dalla nostra, ma mentre voi non potete usare la magia dei demoni perché richiede l'uso dell'energia demoniaca unita ad una forte immaginazione... un demone con abbastanza voglia di imparare può padroneggiare la vostra magia basata sul calcolo."
"Sul calcolo... noi usiamo parole e movimenti della bacchetta" disse confuso Draco
"I vostri incantesimi sono incantesimi standard che il ministero ha approvato. Ma essi riuniscono in una serie di parole e di gesti calcoli molto complessi che maghi nel corso di secoli hanno compiuto..." spiegò Hermione con pazienza.
"E perché non insegnano a tutti la magia basata sul calcolo?"
"E quanti maghi li capirebbero? Ti immagini un Tiger o un Goyle che si mette a fare calcoli astrusi? Nemmeno io ed Harry abbiamo iniziato a studiarla visto che fino ad ora abbiamo approfondito quella dei demoni... forse lo faremo dopo il MAGO.  Comunque tornando al discorso sulla mia nobiltà... io non sono un umana reincarnata." disse alzandosi e mostrando le spalle ai tre ragazzi.
Mentre infatti sulla schiena di Harry erano comparse due ali da pipistrello, su quella della ragazza ne comparvero 2 ali piene di piume nere.
“Mia madre fu messa incinta da un Angelo nero che se ne invaghi ed assunse l'aspetto del marito di lei. Tutto andò bene fino al mio 5° compleanno quando per sbaglio ho aperto le ali per la prima volta...” disse interrompendosi di colpo al ricordo di quel giorno.
“E la discriminarono." intervenne Harry continuando a parlare al posto della moglie "Quel giorno il marito di sua madre pensando che la madre e figlia fossero dei mostri, le aggredì. Uccisa la consorte, cercò di fare lo stesso con Hermione, quando involontariamente lei ricorse ai suoi poteri di Angelo, uccidendo l'assalitore. Mio nonno la trovò e la portò al castello dove ha cercato, nei limiti del possibile, di insegnarle come usare i suoi poteri...”
“Perché?” chiese Blaise
“Noi demoni, come i vampiri, siamo deboli alla luce o al sacro. Se lei avesse perso il controllo dei suoi poteri, basati sulla luce, avrebbe potuto uccidermi con facilità... motivo per cui lei ha sempre ragione” disse abbracciandola mentre lei faceva una faccia divertita.
“Ok, Hermione e un semi angelo che hai reincarnato e in quanto tale nemmeno Salazar l'avrebbe potuta discriminare.... ma tu Harry avevi due genitori umani... se fossero stati demoni Tu-sai-chi non li avrebbe toccati, come non può toccare Hermione.... come fai ad essere un purosangue?” chiese Ron confuso
“Quando fu ovvio che Voldemort li voleva morti, mia madre che conosceva Mephisto dall'infanzia, chiese a lui se ci fosse un modo in cui un loro eventuale figlio, che desideravano molto, potesse essere messo al sicuro dal Mago... e lo ottenne anche se, per legge, dovettero fare un contratto...”
“Quindi i tuoi genitori ottennero un pezzo giusto? Uno ciascuno...” intervenne Blaise mostrando molto acume
“Esatto, 2 pedoni poco potenti, ma sufficienti a permettermi di nascere come un purosangue, sebbene di infimo livello”
“Infimo livello? Dopo quello che ti abbiamo visto fare dici di essere un demone di bassa lega...” chiese Draco sconvolto.
“Tu non puoi saperlo... ma ci sono famiglie, dove nascono bambini capaci, di distruggere questo castello con un colpo solo... prima che imparino a camminare..." disse lasciando intendere quanto futili fossero i loro pregiudizi.
Tutti e tre i ragazzi giunsero alla stessa conclusione : cosa importava essere un purosangue quando erano tanto insignificanti per esseri simili che permettevano loro di esistere per un mero capriccio... certo ai demoni loro facevano comodo per i contratti... ma chi garantiva loro che, altre fazioni non li avrebbero distrutti un giorno.
“Perché ci dici tutto questo... anche se abbiamo giurato di mantenere il segreto, cosa ti fa pensare che da domani non ti eviteremo come un appestato?” disse Blaise evidenziando una pecca nel brillante piano del demone.
“Perché siete tutti Serpeverde e credo che una vita lunga circa 10000 anni, territori vostri più grandi di quello dove è situato Hogwarts, titoli, castelli, harem e la possibilità di diventare più forti di Voldemort in meno di un ventennio possa allettarvi....”
“Titoli...castelli?” disse Ron sui cui occhi era comparso il simbolo dei Galeoni.
“Certo, noi demoni, usiamo la valuta dei babbani con cui facciamo accordi, ma spesso lavoriamo con i maghi e quindi abbiamo accordi molto solidi con i folletti. Se preferite la vostra valuta, loro possono sempre convertire i vostri soldi in qualunque valuta o bene di rifugio... e nulla vi vieta di acquistare tenute anche qui sulla terra. Ah dimenticavo... diventando demoni le vostre proprietà verranno tutelate anche dai maghi umani con metodi molto efficaci e non rilevabili dalla vostra magia.”
“Dimostralo....” disse Draco scettico su questo punto
“Questa è il quantitativo di oro che mio nonno ci ha dato per studiare qui in Inghilterra” disse mostrando il bonifico fatto dal nonno ai suoi amici e la lettera che i folletti gli avevano inviato prima di andare ad Hogwarts.
“Ha spostato una simile somma in 2 giorni?” chiese Draco.
“Si ma solo perché i folletti avevano bisogno di tempo per creare la nuova cassaforte per me ed Hermione...”
“Potremmo avere una simile cifra in 2 giorni?”  esclamò urlandò Ron
“Beh...tu saresti un mio servitore, e quindi all'inizio le cifre sarebbero più contenute, ma vi assicuro che non vi chiederei mai di fare qualcosa che vada contro i vostri principi...”
“In che senso servi?” domandò Blaise storcendo il naso.
“Vedi, io non avrei bisogno di chiedervi il permesso, mi basterebbe recitare la formula e voi sareste trasformati in demoni. Come tali diventereste miei servi e potrei chiedervi di fare di tutto, potrei anche scambiarvi con altri demoni in cambio di altri pezzi. Se voi disobbediste e scappaste, cosa che potreste anche tentare, il pezzo dentro di voi comunicherebbe ai vertici la vostra fuga e verreste braccati come esiliati.....” spiegò tranquillo e sereno come se fosse sicuro che simili evenienze non sarebbero accadute con loro.
“Passeremmo la vita in prigione?” chiese sconvolto Draco
“Gli esiliati vengono uccisi a vista... ne abbiamo uccisi molti in questi anni.” precisò Hermione gelida.
“Ma quindi tu sei una sua serva?” chiese stranito Ron del fatto che un nobile avesse sposato una sua dipendente piuttosto che una sua pari.
“No lo sono diventata dopo il matrimonio per poter avere un figlio con lui, in futuro certo.” precisò la ragazza per nulla offesa dall'insinuazione.
In fondo, pur essendo raro... non era insolito che un demone purosangue sposasse una sua serva.
“Perché?” chiese Draco
“Perché pur essendo Harry molto ricco, ed essendo un pilastro al 100%, al punto che anche i nostri sovrani lo danno per scontato... fino a quando non potrà dimostrare di essere veramente un pilastro, usando i poteri della sua dinastia, non potrà reclamare la sua eredità. Potendo contare solo sui soldi e sul nome di suo nonno non vi erano molte principesse disposte a concedersi ad un bambino di 11 anni..." precisò con una nota di felicità nella voce la ragazza.
"Sono tutte maggiorenni?" chiese Draco sospirando
"Si da un secolo o due...." rispose faceto Harry "ma dovete pensare che noi invecchiamo lentamente ed una diavola di 1000 anni potrebbe assumere l'aspetto di una quindicenne... è difficile avere un idea chiara di chi si ha davanti. Ci sono casi dove una bisnonna ha un aspetto più giovane dell'ultima nipote... cosa che porta a molte gaffe..." disse Harry mentre ripensava al giorno in cui da piccolo aveva invitato la madre del Maou a giocare scambiandola per un adolescente.
"Tornando alla questione della reincarnazione" disse Hermione riportando il marito alla realtà.
"Harry invece di obbligarvi a servirlo vi offre di diventare membri della sua cerchia ristretta... non dei semplici camerieri, ma dei servitori con diritti speciali.”
“Saremo pagati?” chiese Ron con una voce in cui i due demoni avvertivano un pizzico di cupidigia.
“Beh mettiamola così...iniziando a lavorare come demoni, ricevereste un compenso, vitto e alloggio incluso, a cui si aggiungerebbero gli extra ottenuti siglando contratti. Siccome noi dobbiamo stare qui almeno 5-7 anni, direi che potrei compensare le vostre mancate entrate con 1200 galeoni all'anno fino al termine degli studi... più alcuni terreni nel feudo di mio nonno. E nel mio una volta ottenutolo.”
“Beh non è molto...” disse Blaise abituato a cifre ben più consistenti.
“Si lo so..." ammise Harry "Però considera questo. Per ottenere il titolo di demone di alta classe è necessario ottenere almeno una di queste tre cose : enorme successo con i contratti; successi militari contro esseri tanto forti da far sembrare Voldemort un bambino; ottimi voti nello sport nazionale dell'inferno dove però potremmo incontrare demoni del calibro di mio nonno, e dove per partecipare dovremmo avere l'età giusta.”
“Davvero? E come si gioca?” chiese Ron incuriosito dall'idea di uno sport, magari simile al quidditch.
“Semplificando sono dei combattimenti tra due demoni di alta classe, ed ultima, con i servi dell'uno che devono mettere Ko il re avversario, ma li ci sono così tante variabili che non vi spiego per ora o vi confonderei...” disse Harry.
“Ma se puoi reincarnare esseri di varie specie...perché vuoi fare ciò con 3 umani, tutti versati nella magia?” chiese logicamente Blaise
“Perché dentro di voi c'è un potere che dorme e che spingerà la razza di Hermione ad uccidervi pur di ottenerla e lo faranno presto. Ho sentito il vostro potere solo stando vicino a voi... per questo vi voglio con me. Se sarete demoni sarete liberi di vivere a lungo perché sarà compito mio addestrarvi... ma come maghi potreste influire con lo svluppo del genere umano e rischierete la vita appena le risveglierete." spiegò il demone dando modo ai 3 di metabolizzare le nuove rivelazioni... personali visto che ora sapevano che Harry non era il solo a rischiare la vita.
Harry sapeva che avrebbero accettato, prima o poi... due di loro erano serpeverde, e forse l'unico che avrebbe faticato a convincere sarebbe stato Ron.
Per questo fu sorpreso, anche se non lo diede a vedere, quando Ron gli disse :
“Quando iniziamo? Se c'è da guadagnare io ci sono....”
Anche gli altri lo stupirono, visto che seguendo l'esempio di Ron esordirono dicendo :
“Beh vivere a lungo, praticamente in eterno se non si viene uccisi. Terre e castelli...harem, sono tutti argomenti interessanti.” disse Blaise “Si, può fare”
“Già, ci sono volte che devo calare la testa quando mio padre spara stronzate su stronzate... avere soldi miei, ed un luogo dove andare a vivere da solo potrebbe significare maggiore libertà...” ammise Draco
“Questo è lo spirito giusto ragazzi" rispose sorridendo
"Solo 2 condizioni, nessuno deve sapere che io ed Hermione siamo demoni e nessuno deve sapere che vi ho convertiti io. Già ci sono problemi per i contratti maghi-demoni perché maghi scadenti come Tiger osano mandare i loro curriculum, figurati se sapessero che potrebbero diventare demoni” li ammonì con serietà il ragazzo.
“Ma una curiosità... se scegliete solo elementi selezionati, perché Silente o Vo-vol-dem-ort non sono stati scelti per diventare demoni? Chiese Blaise chiamando per la prima volta Tu-sai-chi con il suo nome.
“Silente rifiutò l'offerta di mio nonno perché non bramava vivere a lungo. Lo Zio Voldy fu escluso perché folle e mirava a uccidere i babbani fonte di guadagno per noi. Vi sembrerà strano, ma noi demoni abbiamo leggi ancora più severe delle vostre...siete pronti?” chiese quando vide che nessun altro aveva domande da porre.
“Si” risposero all'unisono.
“Bene allora, Draco Malfoy da oggi rinascerai come demone, alzati mio primo alfiere. Ronald Weasley, da oggi tu sarai la mia torre. E in quanto a te, Blaise, ultimo per numero, ma non per importanza ti nomino mio 1° cavaliere...” disse facendo fluttuare i 3 pezzi, di colore viola, dalla sua mano fino ai suoi amici.
“Tutto qui?” chiese Ron deluso quando i pezzi si fusero con i loro corpi.
“Ci vorrà del tempo perché diventiate completi, una settimana di solito basta. Se verrete a Natale a casa mia, passeremo le vacanze ad addestrarvi. Di solito i demoni migliorano in tempi migliori rispetto agli umani 15 giorni di allenamento intensivo corrispondono a qualche mese di allenamento umano. Per quanto riguarda la parte economica, quando vi presenterò al nonno penserà lui a tutto. ora prendete una pillola di queste e andate a dormire” disse evocando una boccetta contenenti delle pillole metà rosse e metà e blu.
“A che servono?” chiese Draco sospettoso
“Le ha inventate mio nonno. Servono per farvi prendere sonno. I primi tempi, di notte vi sentirete più forti, e i vostri sensi si acuiranno. Questo vi renderà insonni, ma di mattina il sole vi indebolirà. Col tempo tutto questo passerà e riuscirete a dormire quando necessario... ma domani si inizia con le lezioni e non voglio arrivare in ritardo.”
“Ah scusa Harry... quasi me ne dimenticavo ma cosa sarebbe un fuffy?” chiese ironico Ron.
“Beh sarebbe... anzi è un cerbero...” disse freddo ricordando ciò che dormiva sopra di loro.
“Cerbero? Un cane con tre teste?” chiese sconvolto Draco
“Si ma questo è un cucciolo... avrà meno di 10 anni. Quelli adulti ci vogliono demoni molto forti per domarli. Ora prendete le pillole e ci vediamo domani.”
Vedendo che su questo argomento Harry sembrava saperne quasi quanto loro, i 3 ragazzi presero le pillole che gli furono offerte e dopo aver salutato Harry ed Hermione andarono a dormire.
Quando rimasero soli i due ragazzi presero le loro cose e le sistemarono nei cassetti e nell'armadio e solo allora iniziarono a prepararsi per la notte.
“Sai” disse Hermione mentre indossava il pigiama e si coricava accanto a lui “Non mi aspettavo che li avresti convinti così in fretta... le loro SG sono interessanti...”
“Già, ma non sono niente di ché... non sono longinus. In quel caso avrei dovuto usare ben più di un pezzo cadauno.”
“La tua invece?" domandò Hermione che come il ragazzo ne aveva scoperto l'esistenza da pochi giorni.
“Ancora non si è attivata... e non capisco il perché. Eppure ci ho provato fino allo sfinimento.” disse con rabbia pensando che, se si fosse svegliata negli inferi, avrebbe potuto allenarsi con Mr Forrest,  che ne aveva una anche lui.
“Sai una cosa?” disse la ragazza facendo passare il braccio di Harry sotto il suo collo e poggiando la testa sul torace del ragazzo, mentre lo abbracciava.
“Cosa?” domandò Harry arrossendo.
Aveva capito solo dallo sguardo di sua moglie, cosa volesse dire Hermione.
 "Non vedo l'ora di crescere....” disse tenendolo stretta a lui.
Quello che lei non sapeva era che, dopo aver studiato l'argomento dal punto di vista teorico... anche Harry non vedeva l'ora di crescere...
Ciò che invece entrambi non sapevano era che in quel momento, in quella stanza, altre due presenze li guardavano mentre loro, inconsapevoli di essere osservati, cedevano alle lusinghe di Morfeo

******************

Note dell'autore
Allora eccoci qui... che dire è incredibile quanto io sia inetto. Ho iniziato a mettere il capitolo alle 15 ed ho finito quando manca poco alle 20... in questo arco di tempo avrei potuto scrivere 4-5 capitoli... sob
Comunque non ho molte cose da dire se non che qui Harry non è scemo e quindi sa riconoscere quando uno mente... sebbene non riesca a spezzare, per ora, le difese mentali di maghi come Piton o dei più forti, riesce almeno a chiudere la mente a maghi come Silente, sebbene per poco tempo.
Qui Harry sa che Piton e Lily erano compagni di scuola e vicini di casa... ma questa è un altra storia.
3 amici 3 portatori di Sacred Gear... si è l'unico motivo per cui ha scelto di essere gentile con i due serpeverde... A Diagon Alley aveva notato la presenza di energie simili a quelle di Mr Forrest... sebbene non si aspettava che tutte e tre lo venissero a cercare sul treno.
Il perché di proprio loro 3... Ron che diventa nemico di Harry non mi sconfinfera troppo, visto che Highscool dxd NON È uno shonen puro (e da qui si capisce perché pochi lo conoscono, anche se è un peccato perché i combattimenti ci sono e l'humor che possiede non guasta) e non dico altro per non spoilerare.
Draco, perché uno dei poteri del sacred Gear che possiede avrà l'aspetto di un serpente....
Blaise, perché per chi legge i fumetti marvel capirà che abilità ho ideato per loro.
Sui Sacred Gear... li vedrete solo a fine anno (scolastico) perché quelli di Draco e Blaise saranno molto utili...
Ron invece dovrete aspettare il confronto del secondo anno col basilisco... ma solo perché che abilità dare a ron l'ho deciso solo mentre scrivevo il 2° volume. Le altre due erano già vagamente presenti nella mia mente...
Che dire vi aspetto al pirmo giorno di scuola che ho leggermente modificato (ho reso Hogwarts meno simile ad una università e più ad una scuola italiana... con lezioni di quasi tutte le materie, ogni giorno... ma piccola modifica che non si noterà in fondo cosa avrei dovuto scrivere di 2 ore di storia della magia :)
Alla prossima
Hasta Manana 

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Capitolo 6
*** Il Maestro delle Pozioni ***


Capitolo 4 : Il maestro delle Pozioni

Quel giorno, il primo giorno di lezioni Harry ed Hermione non ebbero delle difficoltà di tipo logistico.
Essendo il castello molto piccolo, i due demoni non ebbero bisogno di qualcuno che gli indicasse la strada per raggiungere le aule.
Per quello fu sufficiente la cartina del castello, ricevuta quella mattina, e la loro memoria eidetica fece il resto.
Grazie ad essa infatti non si fecero distrarre da quadri che cambiavano cornice o da armature che cambiavano corridoio, spostamenti capaci di confondere anche le matricole purosangue o gli studenti più distratti.
Nemmeno il vizietto delle scale, a cui piaceva muoversi ogni tanto, non li impensierì visto che era annunciato da un flusso di enegia che loro, abituati a vivere in luoghi saturi di magia, percepivano in modo nitido.
Ma andiamo con ordine....
Quella mattina, come Harry aveva previsto, aveva avuto qualche problema nel convincere i 3 demoni reincarnati ad alzarsi da tavola.
Quando con le vecchie buone maniere, e un paio di caraffe di acqua gelida, i 3 si decisero ad alzarsi e a prepararsi per la nuova giornata, Harry tornò in camera sua per vestirsi.
Quando furono pronti, attraversarono il varco nel muro che connetteva il dormitorio ai sotterranei e giunsero facilmente in Sala Grande dove, dopo aver fatto colazione il professor Piton consegnò a tutti i calendari delle lezioni.
Non sapeva se fosse grazie alla presenza di Silente nella sala, ma quella mattina il docente di Pozioni, pur trattandolo con freddo distacco non aveva accennato a provocarlo nemmeno un po.
Draco suggerì che fosse dovuto al fatto che era un Serpeverde adesso e quindi lo avrebbe trattato con un occhio di riguardo.
Ma questa spiegazione non lo convinse pù di tanto e per questo, mentre gli alunni più grandi ricevevano i calendari delle lezioni, lui cercò di capire il motivo di un simile cambiamento.
I primi a ricevere il calendario furono gli alunni del settimo anno, i meno numerosi, seguiti da quelli che frequentavano il secondo, il terzo, il quarto ed il quinto anno.
ciò avvenne, come spiegato dal docente, solo in virtù del fatto che conoscevano già le materie e le aule dove recarsi.
Poi fu la volta degli alunni del sesto anno, anch'essi pochi, in cui il professore, singolarmente, in base ai voti del GUFO, diede dei calendari personalizzati, atti a preparare gli studenti in quelle materie che avevano scelto di studiare in vista del MAGO.
Infine giunse il tempo in cui, anche loro, le matricole ricevettero il calendario delle lezioni e le istruzioni.
Ogni mercoledì a mezzanotte avrebbero studiato astronomia, in una delle torri del castello con i telescopi ed imparato il nome delle stelle e i movimenti dei pianeti.
Tre volte alla settimana, assieme alla professoressa Spire, avrebbero studiato piante di varia natura e pericolosità, nelle serre dietro il castello.
Le altre lezioni invece, essendo nel castello non prevedevano particolari descrizioni eccetto il luogo dove si svolgevano che venne indicato indicato nella mappa che quella mattina il prefetto aveva consegnato loro.
Indubbiamente, la lezione più noiosa era Storia della Magia, un corso tenuto dal professor Ruf, un fantasma, che morto la sera prima davanti ad un camino della sala docenti, il mattino dopo come spirito, si era alzato per andare a lezione.
Aveva una voce monotona che induceva il sonno in tutti coloro che non erano protetti da simili interferenze.
Anche se Draco si rese conto che le lezioni non erano soporifere come suo padre gli aveva raccontato.
“È perché siete più forti di ieri... quando il processo sarà completo potrete annoiarvi da persone normali oltre a memorizzare interi volumi in poco tempo...” spiegò Harry
“Ah, prima che mi dimentico, a fine processo riceverete un abilità insolita... capirete all'istante le lingue straniere di esseri umani, umanoidi ed animali... tipo folletti, troll o giganti... ma solo la lingua parlata. Per quella scritta ci vorrà un po di studio” intervenne Hermione.
“Immagino per stipulare i contratti...” intuì Blaise, parlando coperto dall'incantesimo Muffliato.
“Esatto. Inoltre i primi tempi, di notte, i vostri sensi diventeranno sempre più sviluppati, fino a quando non vi ci abituerete smettendo di notarlo...” aggiunse Harry chiedendo di far finta di nulla per non fare capire agli altri che erano diversi.
Uscendo da Storia della magia andarono quindi ad Incantesimi dove conobbero il Professor Vitious, l'insegnante di Incantesimi.
Era un mago basso e mingherlino che doveva salire sopra una pila di libri per vedere al di là della cattedra.
La sua prima lezione venne caratterizzata da un buffo siparietto : il docente, facendo l'appello, quando arrivò al nome di Harry diede un gridolino eccitato e ruzzolò giù, scomparendo alla vista.
Ripresosi dalla caduta e salito, con fatica, sulla sua pila di libri, il docente li informò di cosa avrebbero imparato da lui nelle prime lezioni.
Come Mr forrest gli aveva spiegato, i primi tempi avrebbero imparato ad incanalare la magia nella bacchetta, esercitandosi in sinuosi ed eleganti movimenti, che altro non erano che una rappresentazione grafica di antiche rune, che già aveva provveduto ad imparare con il suo prececettore.
Venne poi l'ora della lezione della professoressa Mcgranitt.
Assistendovi, Harry comprese di aver azzeccato la previsione fatta il giorno prima... ma solo a metà. Era si molto severa ed autoritaria, ma almeno sapeva cosa stava insegnando.
Li avvertì infatti della pericolosità e della complessità della sua materia, avvisandoli che non avrebbe esitato ad espellere chiunque avesse fatto confusione.
Come dimostrazione di ciò che avrebbero dovuto saper fare a termine del corso, prese la bacchetta e trasformò la cattedra in un maiale e viceversa.
Persino Harry ed Hermione rimasero colpiti. Loro infatti sapevano evocare elementi e plasmarli, o modificare il numero o la dimensione di un oggetto... ma mutare la natura di uno oggetto in un altro era un abilità che ancora non padroneggiavano.
Quel giorno presero un mucchio di appunti complicati, dopodiché a ciascuno fu dato un fiammifero che dovevano provare a trasformare in un ago.
Alla fine della lezione, solo Hermione ed Harry avevano cambiato qualche cosa nel loro fiammifero;
la professoressa Mcgranitt mostrò alla classe che erano diventati tutti d'argento e acuminati, e li gratificò con uno dei suoi rari sorrisi.
Venne infine il corso che tutti non vedevano l'ora di frequentare, Difesa contro le Arti Oscure, ma ciò che videro sconvolse sia Harry che Hermione.
Loro si aspettavano il timido ed impacciato Raptor, l'uomo che avevano incontrato a Diagon Alley ed invece seduto di fronte a loro videro Mr Forest.
Ma non era l'uomo che avevano imparato a conoscere durante i lunghi anni di apprendistato, sembrava un vecchio.
“Allora, per chi non mi conoscesse sono Gilberto Foresta, sono Italiano e vi insegnerò Difesa contro le arti oscure.
Vi annuncio fin da ora che per motivi di salute, ogni tanto il professor Rapton, quest'anno, ed altri assistenti nei prossimi anni mi daranno una mano nella parte pratica della materia. Molti di voi forse mi avranno visto in giro, o magari qualche parente vi avrà presentati a me, ma voglio che sappiate una cosa. Chi siete o cosa siete non mi interessa. Io giudico le vostre capacità, e pur essendo andato a Serpeverde, non farò discriminazioni come quel lattante di Piton. Potete essere natibabbani, mezzosangue o purosangue...potete essere” disse rivolgendo l'attenzione anche al tavolo dove era seduto Harry e i suoi 4 amici “angeli o demoni, potete essere anche figli di divinità...io vi tratterò per quello che siete, ovvero principianti che ora come ora non saprebbero bloccare la più elementare fattura. Non vi sto sottovalutando e sono sicuro che un giorno ognuno di voi mi renderà fieri... ma oggi quello è il vostro livello.”
“Signore...” disse Dean Thomas “Angeli o demoni? Esistono davvero simili entità?” chiese stupito di sentire pronunciare simili nomi da un mago.
“..Dean vero? Certo che esistono, e il 24 dicembre Babbo Natale con la sua slitta porta i regali a 2 miliardi di bambini. Ogni religione si è basata su maghi scambiati per dei... come capireste se prestaste attenzione al professor Ruf. Il mio era un periodo ipotetico di 3o tipo....” disse mentre Dean arrossendo
“Però mi piace il tuo coraggio...5 punti a Grifondoro” disse avvicinandosi al bambino stranizzato “Tu ancora devi dimenticare ciò che i babbani si ostinano a credere, ma non il calcio... quello piace anche a me...” disse sorridendo.
“Lei era un natobabbano?” Chiese Tiger mentre il professor Raptor entrò nell'aula con un libro.
“Ti direi una bugia se ti rispondessi... io ero un orfano di guerra ed ebbi la fortuna di essere trovato dal professor Silente poco prima del suo duello con Grindellwald. Quando vinse, e devo dirvi che fu un duello epico, mi portò in questa scuola dove mi fu concesso di iscrivermi nonostante fossi cittadino di un paese all'epoca nemico... comunque meno 15 punti per il tuo razzismo. Pensa solo a questo. Tu, cresciuto senza genitori, ti porresti il problema di capire quanto sangue di mago hai in corpo? Inoltre sappiate che il tanto temuto Voldemort, era un mezzosangue come molti di voi... eppure si batteva per la purezza genetica, un po ipocrita non è vero collega?” chiese sorridendo mentre si rivolgeva a Raptor
“B-Beh n-non s-saprei è l-la p-prima v-volta c-che s-sento u-una s-simile n-notizia.”
“Lei conobbe Tu-Sai-chi? secondo lei...” intervenne Ron “Chi dei due era più forte Maghi Neri?"
“Allora... io li ho conosciuti entrambi, ma reputo il tedesco più abile e forte...”
“Come?” chiesero tutti stupiti.
“Vedete, DoppiaG, come lo chiameremo adesso, ha sfidato Silente e la differenza tra loro era minima. Inoltre è stato etichettato come malvagio, ma era in corso la 2a guerra mondiale e durante le guerre le azioni brutte le fanno tutti. Inoltre ha sfidato e lottato per ore contro un Silente giovane e all'apice delle sue capacità. Voldemort invece in 50 anni non ha mai sfidato un Silente, ben più vecchio di quello che sconfisse di misura Doppia G... quindi fate voi i paragoni...” disse aggiungendo 5 punti alla clessidra per la domanda intelligente di Ron
“Ora, visto che sono più di 35 anni che insegno vi avverto che il mio programma raramente si svolgerà nella forma di noiose lezione frontali dove io spiego e voi prendete appunti. Difesa contro le arti oscure deve essere pratica. Oggi, grazie ad Harry lo zio Voldy è morto... o così è convinto Caramell. Voi però dovete pensare che ogni generazione di solito ha il suo mago oscuro che si alza la mattina, impazzisce e marcia sul ministero più vicino, e voi dovete essere in grado di proteggere almeno voi stessi... per questo vi spiego il programma dei prossimi 4 anni...” disse facendo volare sui tavoli dei foglio in numero pari a quello degli studenti.
“Ma alcuni punti sono da GUFO...” obiettò Hermione
“Si lo sono, ma per esperienza vi posso dire che l'anno del GUFO accadono calamità che vi distrarranno... fidanzamenti, gatti scomparsi, ispezioni Ministeriali... quindi ho suddiviso le creature in 4 filoni, in base alla pericolosità, e lo stesso vale per le fatture. Ora noi dovremo finire il programma di 5 anni in 4, così da ripassare, con tranquillità per l'esame. Ci penseranno i miei colleghi a incasinarvi la vita io voglio che voi acquistiate solide basi in poco tempo e passiate l'anno del GUFO a consolidarle.”
Aggiunti altri 5 punti a Serpeverde, il professore spiegò in dettaglio quali creature e quali incantesimi difensivi e si, pure quali fatture avrebbe insegnato a riconoscere per quell'anno.
“Dalla prossima volta portate solo la bacchetta. Vi darò io gli appunti necessari per superare facilmente l'esame.” disse mandando la classe a pranzo quando la campanella suonò
“Potter e voi seduti con lui...restate...devo scambiare 4 parole con voi...”

******************

Quando anche Raptor, venuto ad assistere alla lezione si congedò balbettando, Mr Forrest chiuse la porta ed isolò con la magia l'aula in modo che nessuno sentisse.
“È seccato con me Mr Forrest?” chiese Harry preoccupato
“Il preside, io come vicepreside e i direttori delle case abbiamo visto cosa è successo nel treno e anzi crediamo che per essere ciò che sei ti sei comportato da vero essere umano, pieno di compassione. Tuo nonno inoltre è orgoglioso per come hai manipolato le calunnie contro di te, ma voglio dirti 2 cose serie...”
“Dica...”
“Voldemort, se fosse qui confermerebbe le mie parole, nessun mago toccherebbe Hermione o i ragazzi che vedo hai convertito in demoni. So che gli avrai spiegato tutto e che quanto prima inizierai ad insegnar loro come usare i poteri di demone. Voglio inoltre tranquillizzare te e loro che, se volete, il prossimo anno potrete praticare il Quiddich perché l'infermiera è stata informata dal preside della vostra fisiologia, quindi anche se vi faceste male saprà aiutarvi. Ma voglio che mi assicuri...”
“Che non metteremo piede al 3o piano perché c'è un cerbero... si lo sappiamo. La sua energia è flebile e solo pochi maghi lo sentirebbero, ma quando il preside ha detto che potremmo morire...” rispose Hermione
“Avete usato il vostro 3o occhio per localizzare eventuali minacce... bravi questi sono i miei allievi” si congratulò il precettore
“Professore, lei è stato reincarnato?” chiese Blaise
“Si, certo... vuoi sapere se come allievo di Silente io e Voldemort ci siamo scontrati?”
“Esatto...”
“Beh non ho avuto questo onore... ma non chiedetemi di affrontarlo.”
“Si Harry ci ha detto che i demoni non possono interferire con le scelte umane, di loro iniziativa...”
“Non è esatto, noi non entriamo in faide altrui...” obiettò Mr Forrest
“Ma Harry è un demone attaccato da bambino....” puntualizzò Hermione
“Lui è un eccezione, il bersaglio era lui da umano... sono stati i suoi genitori a renderlo un demone. Molte profezie lo riguardano... e i Potter non dovevano sapere nulla. Inoltre, come ti ha spiegato Grayfia-sama... tuo fratello non può nascere fino a quando nel mondo umano c'è una guerra potenzialmente letale per lui...”
“Quindi se Harry vince?” chiese Hermione dubbiosa
“No...lui può anche perdere. Per noi demoni quale mortale comandi non conta... noi siamo affaristi non onlus benefiche. Ci basta che gli uomini continuino a fare affari con noi e Voldemort potrà fare il dittatore a vita.”
“Quindi io potrei anche restarmene buono buono, negli inferi senza dargli fastidio?”
“Si potresti... ma dopo ciò che ti ha portato via lo faresti? E lui? Sei sicuro che ti lascerà vivere sapendoti potenzialmente pericoloso per lui?”

******************

Finito il colloquio, i ragazzi tornarono in sala grande dove mangiarono in silenzio.
La mole di notizie li aveva lasciati pieni di dubbi e solo il tempo avrebbe potuto dare loro le risposte che cercavano.
Un solo evento allietò la giornata, Harry tramite un gufo aveva ricevuto l'invito per un te da Hagrid, alle 17 dopo il termine delle lezioni..
Draco, forse a causa dell'educazione ricevuta non era il ritratto dell'entusiasmo, ma Blaise, gli ricordò, tossendo, che anche loro erano servi come Hagrid e quindi tutta questa differenza sociale non esisteva più. Finito di mangiare, prima degli altri, si alzarono e scesero nel dormitorio dove si andarono a cambiare in vista della doppia lezione di pozioni che si svolgevano in una delle celle sotterranee.
Qui faceva più freddo che ai piani alti, il che sarebbe bastato a far venire a Ron la pelle d'oca anche senza tutti quegli animali che galleggiavano nei barattoli di vetro lungo le pareti.
Harry ed Hermione invece erano impassibili... Mephisto aveva un intera ala del castello piena di decorazioni simili.
Come Vitious, anche Piton iniziò la lezione prendendo il registro, e sempre come Vitious, giunto al nome di Harry si fermò.
“Ah, vedo" disse con voce melliflua, “Harry Potter. La nostra nuova... celebrità. Mi ha stupito il fatto che tu sia diventato un serpeverde... pensavo che tu avresti preferito andare in una casa piena di gente che ama le gesta coraggiose... una che non discriminasse i natibabbani come tua madre."
“Professore, potrà mettermi in punizione se vorrà, ma credo di essere nel posto giusto. Un amico di famiglia, più volte mi ha raccontato i gesti stupidi di mio padre e dei suoi amici, e non li ho mai trovati divertenti. Inoltre lei non ha mai discriminato mia madre, gli è sempre stato amico, anche se lei era una natababbana di Grifondoro. Infine sono convinto che il coraggio, se frutto delle emozioni può condurre eserciti interi alla morte... io preferisco il freddo calcolo, all'emotività...”
“Capisco...cosa sai di tua madre?” chiese mantenendo il tipico tono a cui tutti erano abituati.
“Poco e nulla... mio nonno non mi parla mai di lei... credo che il pensiero lo faccia soffrire...”
“Allora visto che sembri avere le qualità che lo stesso Salazar Serpeverde avrebbe ricercato nei suoi allievi, un giorno ti dirò qualcosa su di lei... ma fino ad allora...”
“Certamente, non voglio favoritismi, se sbaglio... e lo farò accetterò ogni critica con umiltà...” (nda si è un po lecchino lol)
“Non mi aspetto nulla di meno....” disse fissandolo negli occhi con intensità.
“Ora, tornando alla materia... Siete qui per imparare la delicata scienza e l'arte esatta delle Pozioni" cominciò.
Le sue parole erano poco più di un sussurro, ma ai ragazzi non ne sfuggiva una : come la professoressa Mcgranitt, Piton aveva il dono di mantenere senza sforzo il silenzio in classe.
“Poiché qui non si agita insulsamente la bacchetta, molti di voi stenteranno a credere che si tratti di magia. Non mi aspetto che comprendiate a fondo la bellezza del calderone che bolle a fuoco lento, con i suoi vapori scintillanti, il delicato potere dei liquidi che scorrono nelle vene umane ammaliando la mente, stregando i sensi... Io posso insegnarvi a imbottigliare la fama, la gloria, addirittura la morte... sempre che non siate una manica di teste di legno, come in genere sono tutti gli allievi che mi toccano."
Anche questo discorsetto cadde nel silenzio.
“Potter Harry" disse Piton d'un tratto. “Che cosa ottengo se verso della radice di asfodelo in polvere dentro un infuso di artemisia?"
“Signore... se si versa della radice di asfodelo in polvere dentro un infuso di artemisia si ottiene una pozione soporifera talmente potente chiamata Distillato della Morte Vivente.”
Le labbra di Piton si incresparono in un sorriso
“Bene, bene... è chiaro che non ti culli sugli allori.”
“Stupiscimi Potter, dove guarderesti se ti dicessi di trovarmi una pietra bezoar?"
“Un bezoar è una pietra che si trova nello stomaco delle capre e che salva da molti veleni”
“Immagino che tu abbia iniziato a studiare già la sera stessa che sei tornato da Diagon Alley... non mi aspettavo che ti ricordassi delle note in piccolo scritte in Mille erbe e funghi magici.”
“Ora signor Packiock... qual è la differenza tra l'Aconitum napellus e l'Aconitum lycoctonum?" chiese rivolto al ragazzo più timido della classe.
“N-Non l-lo s-so s-signore...” rispose timidamente Neville.
In quel momente Tiger e Goyle iniziarono a sorridere ma lo sguardo di Harry gli fece passare la voglia di ridere.
“Allora proviamo con Dean Thomas... nemmeno tu Finnigan? Male male... vediamo un po, se Potter ha studiato... la moglie di sicuro ha studiato con lui. Weasley rispondi tu... dimostrami che sei meglio di quei discoli che ti hanno preceduto.”
Ron era rosso in viso per l'imbarazzo, lui la risposta non la sapeva quando... avvertì chiaramente un sussurro molto flebile e quasi impercettibile.
“Aconitum napellus e l'Aconitum lycoctonum, sono la stessa pianta, nota anche con il semplice nome di aconito.”
“Bene allora vuol dire che forse, e dico forse, non sei un fallimento totale. Tiger, Goyle dopo la lezione nel mio ufficio...” disse gelido rivolto ai 2 serpeverde.
“Ma...”
“Niente ma, i Serpeverde hanno delle regole millenarie che avete disonorato costringendo un vostro collega a richiamarvi...la prossima e manderò una lettera ai vostri genitori.”
“Quindi assegno 15 punti a Serpeverde per la cultura di questi promettenti allievi, ne colgo 2 per il comportamento di voi due. Ne tolgo invece 15 a Grifondoro perché in 3 non avete saputo rispondere ad una semplice domanda...”
Col procedere della lezione di Pozioni, la situazione dei Grifondoro non migliorò.
Piton li divise in coppie e li mise a fabbricare una semplice pozione per curare i foruncoli.
Intanto, avvolto nel suo lungo mantello nero, si aggirava di qua e di là per la classe, osservandoli pesare ortiche secche e schiacciare zanne di serpente, muovendo critiche praticamente a tutti tranne che a Malfoye Blaise, che sembravano stargli simpatici.
Non disse nulla di positivo, ne criticò il lavoro dei Potter e di Weasley, come a voler far comprendere che aveva deciso di lasciare sospeso il giudizio su di loro.
All'improvviso però il sotterraneo fu invaso da una nube di fumo verde e acido e da un sibilo potente.
Non si sa come, Neville era riuscito a fondere il calderone di Seamus trasformandolo in un ammasso di metallo contorto, e la loro pozione, colando sul pavimento di pietra, bruciava le scarpe degli astanti facendoci dei buchi.
In pochi secondi, tutti i ragazzi erano saltati sugli sgabelli, eccetto Harry che, grazie al suo udito si era buttato su Neville e Seamus salvandoli, pochi minuti prima, che il pentolone fondesse.
Harry, che si era bagnato con la pozione quando il calderone si era bucato, non versava una sola lacrima, nonostante il dolore causato da bolle infiammate comparse su braccia e gambe.
"Ma che razza di idiota!" sbottò Piton mentre con un sol tocco della sua bacchetta magica ripuliva il pavimento dalla pozione versata.
“Suppongo che tu abbia aggiunto gli aculei di porcospino prima di togliere il calderone dal fuoco. Non è così?"
“Zabini, prendi Harry e portalo in infermeria!" intimò Piton a Blaise in tono deciso
“Tu invece resta qui Hermione, devi inserire la pozione nel barattolo... lo stesso vale per te Malfoy. Vi accompagnerò io personalmente a trovarlo.” disse rivolto ad Hermione addolcendo la voce.
“E tu, Thomas... perché non gli hai detto di non aggiungere gli aculei? Pensavi che se lui sbagliava ti saresti messo in luce, non è vero? Un altro punto in meno per i Grifondoro."
Un'ora dopo, lasciato il sotterraneo, mentre risalivano le scale, la mente di Hermione galoppava e il suo umore era nero come il mantello del professore che li scortava.
L'amore della sua vita era ferito e lei aveva dovuto aspettare ben un ora per andarlo a trovare.
“Sai perché ti ho fatto restare Hermione?” chiese con meno distacco possibile il docente.
“No signore...” disse asciutta
“Perché so quanto tempo ci voleva per curarlo. L'infermiera ti avrebbe fatto aspettare fuori, ma mi fa piacere che tu gli sia veramente affezionata...”
“So che può sembrare arrogante... per via della mia giovane età ma io lo amo davvero. Lui avrebbe potuto scegliere chiunque... anche ragazze più belle e formose..” disse in lacrime
“Suvvia i Serpeverde non piangono. Noi rappresentiamo ciò che i maghi tendono a dimenticare, noi siamo quelli che per amore della magia, più si spingono vicini al confine con il lato oscuro, dobbiamo sopportare il loro odio, la loro invidia per il fatto che facciamo ciò che amiamo senza curarci delle convenzioni sociali. Per farlo però dobbiamo essere forti e corazzati come un drago...” disse materializzando un fazzoletto con la bacchetta.
Aspettò che Hermione si ricomponesse ed entrarono in infermeria.
Harry era fasciato come una mummia, ma per lo meno era in grado di muoversi. Accanto a lui vi erano Neville che balbettava scuse su scuse, ed il Preside.
“Non è colpa tua Neville... dovevo stare più attento. La tua pozione era da alcuni secondi che faceva un rumore strano. Se avessi prestato più attenzione avresti ancora il tuo calderone.”
“Mi hai salvato anche se sono un Grifondoro....”
“E allora? Sei sempre un mago come me. Queste distinzioni servono solo a dirci dove dormire...” rispose allegro il giovane.
“Ti prometto che mi sdebiterò...” disse Neville
“Mi basta che leggi le istruzioni, perché in futuro le pozioni saranno un po' più pericolose di queste...” sorrise Harry mentre il Preside congedava il Grifondoro.

******************

“Stai bene?” chiese Hermione con un filo di voce
“Sai che in questi anni il nonno mi ha ferito, un po più rudemente...”
“Si ma li eri preparato, oggi eri distratto...”
“Vuol dire che domani sarò più attento...” disse sorridendo
“Harry tu hai delle responsabilità. Un intero pilastro cesserà di esistere e noi non abbiamo...”
“E non lo faremo...” rispose Harry troncando il discorso
“Ma...”
“Grayfia-sama te l'ha detto. Per te sarebbe pericoloso diventare madre adesso. Quindi aspetteremo. Se necessario scapparemo negli inferi fino a quando non avremo tanti figli quanto due squadre di calcio complete di riserve...” disse facendola arrossire
“Sai quello che provo per te...e sai bene che farei di tutto per renderti felice...”
“Ma...”
“Niente ma... tu non sei un oggetto, e non ho voglia di tornare sul discorso. Io sono un demone, non c'è scritto da nessuna parte che devo combatterlo a colpi di spada e onore. Posso anche giocare d'astuzia facendo imboscate. Inoltre se dovessi morire mi darai un pezzo degli scacchi e mi riporterai in vita più forte di prima...”
“E se diventassi mamma prima...?”
“Ancora con quel sogno? Il bambino che nasce dopo che balliamo su di un ceppo?”
“Ballo con Ceppi dici Hermione?” disse Silente pensieroso
“In ogni caso sembrerebbe che meriti dei punti per il suo eroismo. 20 direi che sono sufficienti.” disse il preside cercando di andarsene assieme a Piton che guardava il ragazzo con occhi meno freddi.
“Professore... posso farle una domanda signore?"
"Ne hai già fatta una..." disse sorridendo "Ma puoi farmene un altra..."
"Perché il professor Raptor finge di balbettare?” chiese Harry all'improvviso spiazzando tutti i presenti
“Finge? Ti sembra che finga?” Chiese Ron guardandolo stranito assieme a Draco e Blaise.
“Sicuro di quello che dici?” chiese il professor Piton
“Professore io non sarò in grado di usare la legimanzia.. ma riesco a distinguere se una bugia è detta a fin di bene o se invece è animata da cattive intenzioni. Ora quando lui balbetta io avverto molta malizia...”
“Terremo presente la cosa..." disse il preside studiandolo "ma tu pensa a riprenderti...”
“Riprender-Ti... Il te con Hagrid...” disse Harry sentendosi in colpa.
“Se vuoi puoi andare, il grosso è fatto... devi solo tenere le bende fino a stasera.” disse l'infermiera
“Professor Piton, Professor Silente... potremmo...”
“Ma certo, mai far aspettare qualcuno...” sorrise il preside vedendo come un demone, cresciuto da principe non discriminasse Hagrid.
“Professore se vuole domani le rifaccio la pozione...”
“Non ce ne sarà bisogno....era passabile....” disse con stizza
“Come vuole allora io vado... dai ragazzi andiamo...”

******************

“Passabile?” disse Silente sorridendo mentre la stanza era vuota
“Si...mediocre, come suo padre...” si giustificò Piton
“Se fosse così gli avresti tolto dei punti accusandolo di mettersi in mostra...”
“Non è detto che non lo faccia, in futuro...” borbottò il docente

******************
Usciti dall'infermeria i ragazzi, al massimo della velocità concessa dalle bende che Harry doveva tenere, scesero tutte le scale e si diressero verso la casetta di Hagrid.
Hagrid viveva in una casetta di legno al limitare della foresta proibita.
Quando Harry ed i suoi amici si avvicinarono ad essa non ebbe bisogno di bussare perché Hagrid, avvisato da Hermione tramite un aereo di carta, che avrebbero ritardato e sarebbero stati in cinque, era fuori a legare Thor, il suo cane.
Vedendolo ferito, si preoccupò ma Hermione li tranquillizzò che erano ferite superficiali, se no Madama Chips non avrebbe permesso ad Harry di lasciare l'infermeria.
Entrati dentro videro che la casa era formata da un'unica stanza. Dal soffitto pendevano prosciutti e fagiani; sopra una piccola catasta di legna già accesa c'era un bollitore di rame e, in un angolo, un letto imponente coperto con una trapunta a patchwork.
“Fate come se foste a casa vostra" disse Hagrid
“Ti presento Ron, Draco, Blaise ed Hermione" disse Harry a Hagrid, mentre questi versava dell'acqua bollente in una grande teiera e disponeva alcuni biscotti su un piatto.
“Un altro Weasley, eh?" chiese Hagrid guardando le lentiggini di Ron.
“Ho passato metà della vita a dar la caccia ai tuoi fratelli gemelli per la foresta."
Vedendo la consistenza dei biscotti, capaci spezzare un dente Harry, usando un incantesimo semplice li rese leggermente meno croccanti e tutti, Blaise e Draco compresi, una volta liberi di mangiarli notarono che a dispetto dell'aspetto erano gradevoli.
“Mi fa piacere che ti sei fatto tanti amici in poco tempo...” disse felice Hagrid
“Avrei una domanda... posso?” chiese Harry
“Ma certo... spara” rispose l'omone
“Quando mi hai portato qui... eravamo su una moto volante?” domandò il ragazzo per capire quanto integri fossero i suoi ricordi.
“Certo... era di un amico dei tuoi genitori...allora ricordi...”
“Quel giorno pochi momenti, ma quello è uno dei pochi...” disse sorridendo.
Dopo alcuni convenevoli fecero ad Hagrid il resoconto delle prime lezioni, godettero molto a sentire Hagrid chiamare Gazza “quel vecchio scemo.” “E quanto alla gatta, Mrs Purr, una volta o l'altra la presento a Thor. Lo sapete che ogni volta che vado su alla scuola mi segue dappertutto? Non riesco a levarmela dai piedi... Gazza la aizza."
Harry raccontò a Hagrid della lezione di Piton, ed Hagrid, sorridendo gli disse di continuare così, perché pochi studenti potevano raccontare di non aver attirato l'ira di Piton.
Fu in quel momento che Harry notò un pezzetto di carta che era stato lasciato sul tavolo, sotto la teiera.
Era il ritaglio di un trafiletto dalla Gazzetta del Profeta che raccontava gli aggiornamenti sulla rapina alla Gringott che tanto era stata oggetto di discussione sul treno che li portava a scuola.
“Hagrid!" esclamò, “la rapina alla Gringott è avvenuta il giorno in cui io ed Hermione eravamo con il professor Piton a fare acquisti...."
Hagrid, sempre allegro e gioviale, questa volta evitò lo sguardo di Harry. Bofonchiò qualcosa e gli offrì un altro biscotto.
Quando Harry e i suoi amici fecero ritorno al castello per cena, le loro tasche erano stracolme di biscotti che i ragazzi erano stati troppo beneducati per rifiutare, e Harry si disse che nessuna delle lezioni frequentate fino a quel momento gli aveva dato tanto da pensare quanto quell'ora trascorsa a prendere il tè con Hagrid.
Cosa sapeva Hagrid sul furto che non voleva dirgli ?

Note dell'autore
Che dire... oggi il capitolo non l'ho dovuto troncare e ciò dovrebbe averlo reso privo di errori, ma se ne vedeste qualcuno, causato dal mio amato tablet, fatemi sapere...
Qui si vedono le differenze tra umani e demoni... si lo so, cos'è un Harry che non si perde per il castello ed incontra Fuffy... beh il mio Harry :)
Un Harry che già ha i suoi sospetti, sebbene ancora non capisca il problema che deve affrontare quell'anno.
Come i più "puristi" avranno notato ho condensato in un solo giorno le varie materie descritte nel libro (Ruf, Mc Granitt, Vitius, Forrest e Piton) e su questo l' ho un po italianizzato... ma ricordatevi che tutti i programmi e tutti i docenti del mondo (orari compresi) qui vengono decisi da Mephisto, azionista di maggioranza di ogni scuola (molto utile in futuro....) quindi è ovvio che siano un po standart.
Secondo punto su cui vorrei precisare... i più vecchi penseranno che sia eccessivo l'amore che Hermy prova per il suo Harry... ma prendetela con le molle... come se fosse una favola (adam rules) in fondo Hinata ama Naruto da quando lo incontra a 6 anni... e non dico altro perché la recensione dell' ultimo film mi ha urtato e non poco... ma questo sarà affrontato in un altra fiction...
Piton diverso... si lo è... perché molte cose sono cambiate... tante cose e vi giuro che quando morirà... beh vi scenderà una lacrima anche a voi...
Per Ron che sa la risposta... beh do per scontato che abbiate inteso che uno dei due demoni ha sussurrato la risposta... ancora lui non aveva studiato e quindi niente ricordi :)
Per il resto ci vediamo ad "Hallowen" dove qualcuno risveglierà il drago e dove le cose diventeranno più serie tra i nostri piccioncini :)
Alla prox settimana...
Hasta manana :)

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Capitolo 7
*** Halloween ***


Capitolo 5 : Halloween

7 Settembre 1991

Mancava ancora qualche giorno alla prima lezione di volo con Madama Bumb ed un certo malumore regnava nel gruppetto di ragazzi alle sue dipendenze.
Il demone infatti aveva esortato tutti, anche coloro i quali sapevano volare, a fingere di essere imbranati... inutile dire che si scatenò un vespaio visto che era durante quelle lezioni che venivano scelti i giocatori per le squadre di Quidditch.
“Ragazzi, Natale è vicino e dopo tale festività dovremo chiedere al professor Silente un luogo dove allenarvi, senza che nessuno ci guardi. Ci manca solo che il poco tempo libero lo sprechiamo in allenamenti di Quidditch...” rispose con pacatezza Harry stroncando ogni polemica sul nascere.
“Ma è così difficile quello che dovremo imparare?” chiese Ron intimidito all'idea di allenamenti estremi, tanto cruenti che nessun umano potesse nemmeno lontanamente immaginare.
“Difficile no Ron... faticoso ed estenuante si. Non possiamo sprecare le poche energie ed ore libere rincorrendo boccini o altre cose...” disse Harry mentre beveva il suo te mattutino ed illustrava il programma di base che avrebbero dovuto svolgere dal ritorno dalle vacanze di Natale.
Sentendolo parlare gli diedero ragione... in fondo qualche giorno prima, aiutati dai due demoni più esperti che avevano passato loro l'energia necessaria, avevano attivato per la prima volta le loro Sacred Gear e capirono, dalla fatica provata solo per tenerla attiva, quanto fossero deboli.
Harry però li aveva consolati dicendo che tutti, agli inizii, riuscivano ad attivarle per pochi secondi, e che la loro debolezza era giustificata dal fatto che la razza umana, era una delle più deboli.
"...ma non temete. Col giusto impegno, migliorerete in poco tempo. Sono pochi, ma ci sono umani che hanno raggiunto la classe suprema. Certo... a patto di evitare le distrazioni..."
E così fecero. Fallirono la prima prova di volo e fecero voli mediocri nelle successive, continuando a studiare e a fortificare corpo e mente allenandosi nella cantina di serpeverde quando i loro compagni dormivano.
Certo eseguivano solo esercizi fisici e meditazioni elementari, ma dopo circa un mese di allenamento i loro progressi furono così enormi che non riuscivano a contenere la loro euforia.

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31 Ottobre 1991
Il giorno tanto atteso da umani e dai demoni era infine giunto... era arrivato Halloween, la festa pagana più amata dai bambini ed il periodo dell'anno in cui gli adulti esorcizzavano le loro paure del mondo sovrannaturale travestendosi da mostri ed addobbando le loro abitazioni con elementi tipicamente macabri.
Quello però sarebbe stato il primo Halloween dei due demoni, sia in termini assoluti, visto che per loro ciò che terrorizzava i babbani era il pane quotidiano, ed il primo che festeggiavano nell'inghilterra magica.
La mattina del 31 di ottobre, il dormitorio di serpeverde, posto sullo stesso piano delle cucine, fu pervaso da un gradevolissimo profumo di zucca al forno che aleggiava sia nei sotterranei che nei corridoi superiori... ma quello fu solo il primo motivo che rese migliore la giornata degli studenti di Serpeverde.
Durante la lezione di Incantesimi, il professor Vitious aveva annunciato che li riteneva pronti a far volare gli oggetti, una cosa che molti morivano dalla voglia di provare fin da quando avevano visto Harry sollevare in aria tutti gli studenti e i professori con apparente facilità.
Per l'esercitazione, il professor Vitious divise la scolaresca in coppie.
Il compagno di Harry fu Seamus Finnigan (il che fu un sollievo per lui, dato che Neville già lo aveva mandato in infermeria il primo giorno di lezione).
Ad Hermione invece toccò una ragazza di Grifondoro che, a causa di vecchi pregiudizi, se poteva evitava di rivolgerle la parola.
Era difficile dire chi dei due fosse più scontento della cosa.
“Non dimenticate quel grazioso movimento del polso che ci siamo esercitati a ripetere!" strillò il professor Vitious, arrampicato, come al solito, sopra la sua pila di libri.
“Agitare e colpire, ricordate, agitare e colpire. Un'altra cosa molto importante è pronunciare correttamente le parole magiche... Non dimenticate mai il Mago Baruffio che disse "s" invece di "z" e si ritrovò steso a terra con un orso sopra il petto."
Era molto facile per Harry e i suoi amici terminare l'esercitazione in poco tempo, di notte infatti, mentre gli altri erano troppo stanchi, si erano portati avanti con i compiti.
“Wingardium Leviosa!" gridò la ragazza agitando le lunghe braccia come un mulino a vento.
“Lo stai dicendo sbagliato" Harry udì Hermione sbottare.
“Wing-gar-dium Levi-o-sa: devi pronunciare il "gar" bello lungo."
“E fallo te, visto che sei tanto brava!" la rimbeccò la Grifondoro.
Hermione si rimboccò le maniche della tunica, agitò la bacchetta magica e disse: “Wingardium Leviosa!"
La piuma si sollevò dal banco e rimase sospesa in aria a circa un metro e mezzo sopra le loro teste.
“Molto bene!" gridò il professor Vitious battendo le mani. “Avete visto tutti? Mrs Potter c'è riuscita!"
Questa frase sembrò ferire molto la Grifondoro che, a fine lezione, era di pessimo umore.
“Non c'è da stupirsi che nessuno la sopporti" disse ad alta nel corridoio sovraffollato.
“Poi che scandalo, sposarsi alla nostra età, mi immagino quanto goda a stare sulla bocca di tutti!"
Harry si sentì battere su una spalla da qualcuno che lo superò, era Hermione con il volto in lacrime.
La fermò con il braccio e la costrinse a restare li davanti a tutti, mentre l'aria attorno a lui iniziò a tremolare.
I 3 ragazzi, che ormai conoscevano Harry, sapevano che raramente lui si infervorava... ma oggi quella Grifondoro aveva toppato di brutto.
Anche lei dovette capirlo dall'occhiata che le venne rivolta... un occhiata che di umano aveva ben poco.
“Credo che ti abbia sentito" mormorò Neville, mentre si spostava da lei assieme a Dean e Seamus che non volevano incorrere nell'ira di un potentissimo mago che quando era calmo stava loro simpatico.
“E allora?" disse con un aria un po' imbarazzata.
“Deve essersi resa conto che se non aprisse le gambe ogni notte sarebbe sola."
“Fai pena” disse gelido Harry guardandola con disprezzo e facendola sentire microscopica.
“Parli di cose che non sai... come se fossi un esperta. Fammi il favore la prossima volta che senti qualche ragazza più vecchia parlare, rifletti cosa succederebbe se al posto di Hermione ci fossi stata tu. Saresti in grado di essere così dolce dopo tutto quello che ha passato? Io non credo...”
“Ringraziando Dio non sono al posto suo...” cercò di replicare la ragazza.
“Ne mai lo sarai se continuerai ad essere così acida... so che parli per invidia. In ogni caso, forse non saprò cosa pensano le altre ragazze di Serpeverde, perché siamo un gruppetto con poco tempo libero, ma qui ci sono 4 persone che trovano la sua presenza gradevole. Inoltre ammesso e non concesso che con me si comporti da moglie... chi sei tu per sindacare leggi e costumi di altri paesi, accettati da maghi più anziani e saggi di te? fammi un favore cresci... ah se per caso ti ho offesa... scusami” disse gelido mentre, nonostante la sua foga, ridusse al minimo la sua energia.
“Dai su, smettila di piangere e andiamo a farci una passeggiata..." disse rivolgendosi alla sua sposa con voce dolce e viso sorridende.
"Raga giustificate me e Hermione, se chiedono, e prendete appunti o domani non potremo studiare bene...” disse Harry abbracciandola e portandola in giardino.
Attraversato il parco, splendido in quel periodo dell'anno, camminarono fino al lago, dove rimasero abbracciati saltando la lezione successiva e anche quelle pomeridiane.
La sera, giunti in sala grande, Ron e gli altri furono chiamati dal preside e dai due direttori delle case coinvolte nell'increscioso accaduto.
Anche il fratello di Ron partecipava alla discussione come prefetto.
“Come mai i Potter hanno saltato tutte le lezioni oggi...” chiese irritato Piton pronto a punire l'alunno con severità temendo di aver sbagliato a giudicarlo.
“Professore, una Grifondoro, non sappiamo il motivo, ha iniziato a dire in corridoio a voce alta che nessuno sopportava Hermione e che lei aveva Harry solo perché....” disse Ron arrossendo.
“Solo perché?” chiese indignata la Mcgranitt di una simile illazione ai danni di una sua alunna.
“Solo perché apre le cosce ad Harry ogni notte” concluse secco Zabini che odiava i giri di parole e non si vergognava di riportare frase, che non erano nemmeno sue.
“Suvvia sono illazioni...” disse Percy indignato.
“No... non è vero...” intervenne Penelope Light
“Io ero andata li per parlare con il professor Vitius, i ragazzi non mentono. In un primo momento ho temuto per la ragazza, perché dire che harry era furioso è un eufemismo... poi le ha risposto per le rime con un tono molto freddo e distaccato che io stessa avrei preferito essere uccisa piuttosto che ascoltarlo parlare.”
“Sai dove sono andati?” chiese Silente preoccupato “Non saranno andati nella foresta?”
“No erano in riva al lago, li ho controllati più volte... signor Preside. Ho anche portato loro dei tramezzini durante il pranzo” disse il prefetto di Corvonero sostenendo lo sguardo del preside.
“Professor Silente” urlò Hermione entrando nella sala grande “Un mostro... un mostro vicino al lago... Harry lo sta rallentando per permettermi di scappare... lo salvi” disse piangendo.
“Ma tu sanguini...” disse la McGranitt
“Ma... il mostro non mi ha colpita...” disse piangendo sicura di capire di chi fosse quel sangue.
“Piccola, oggi hai avuto troppe emozioni... dormi e più tardi il tuo harry sarà accanto a te” dichiarò Silente puntandole la bacchetta contro e facendole perdere i sensi.
“Hagrid, portala in infermeria e porta con te i 3 del loro gruppetto. Non lasciate Hagrid solo. Severus vieni con me.”
“Vitius, Minerva voi restate qui con Quirinus a proteggere gli alunni.”

 

°°°°°°°°°°°°°°

Aveva passato tutta la mattina con Hermione a passeggiare vicino al lago, sperando di calmare la ragazza e far cessare il flusso ininterrotto di lacrime.
Era strano, ma pur stando insieme da anni, quella fu la prima volta che vedeva Hermione piangere, ma la capiva...ah se la capiva.
Nonostante tutto però, lei lo aveva rimproverato per aver usato parole fredde e cattive verso quella Grifondora, e per aver pensato... si lo aveva fatto, di prenderla a pugni.
In quel momento, al culmine della rabbia, aveva sentito il suo sangue ribollire al punto che aveva avvertito una parte di se, antica ma potente, che si stava lentamente destando.
Non era il SG, quello rimaneva silenzioso dal giorno in cui lo aveva ricevuto, quindi non potevano che essere i suoi poteri da pilastro, anche se in cuor suo li temeva.
Alla fine, dopo ore di pianto, Hermione si era finalmente calmata ed anche se avevano saltato tutte le lezioni del mattino a lui non importava... lei aveva la precedenza... e grazie anche alla gentilezza di un prefetto di Corvonero riuscirono a mettere qualcosa sotto i denti, senza doversi alzare.
Tale gesto venne gradito da entrambi anche se fu significativamente importante per Hermione, che fu sollevata da tanta solidarietà femminile.
“Figurati, è grazie ad Harry, se i vostri compagni sembrano delle pecorelle docili...” disse prima di andare in sala grande a pranzare.
Terminato quello spartano pasto, Harry non ebbe però il coraggio di dirle di andare in aula, dove avrebbe affrontato, tra le altre cose un altra lezione con i Grifondoro...
Inoltre non erano mai stati cosi a lungo insieme, soli soletti, senza dover perdere tempo in allenamenti infernali con Mr Forrest o compiti scolastici. Certo, ogni tanto c'era il prefetto che li controllava da lontano o che si affacciava dalla finestra per vedere se stavano bene, ma eccetto lei non videro nessuno, nemmeno Hagrid o Thor.
Alla fine però la ragazza si addormentò tra le braccia di Harry e questo tolse al ragazzo tutto il coraggio di alzarsi per andare a lezione.
Quando il sole infine tramontò, Hermione si destò, ma di romantico non ci fu nulla.
Certo Harry aveva pensato a decine di modi romantici per svegliarla, ma quando aveva preso il coraggio a due mani, fu qualcosa di diverso a prendere l'iniziativa.
Tutto iniziò con un odore misto di calzini sporchi e di gabinetto pubblico non pulito da tempo... poi lo udirono: un cupo grugnito e i passi strascicati di piedi giganteschi;
Dal limitare della foresta nero qualcosa di enorme avanzava verso di loro. Si alzarono e lo videro, sapendo istintivamente che li aveva visti.
“Hermione... scappa...”
“Ma, insieme possiamo batterlo, io sono una regina..."
“Sai bene che è resistente alle magie in nostro possesso... solo incantesimi decisamente fuori dalla nostra portata lo ferirebbero, e non in maniera critica se scagliati da noi.”
“Non puoi affrontarlo da solo... scappa con me...”
“E poi lui ci inseguirà entrambi... mentre gli daremo le spalle e saremo vulnerabili. No devi avvisare un professore... ma non Raptor.”
“.....”
“Adesso! Prima che sia troppo tardi, se lo tratterrò sarà per pochi momenti....!!!” urlò Harry mentre Hermione iniziò a correre più veloce che poteva cercando con la mente l'aura di qualche docente conosciuto.
Il mostro intanto si era avvicinato ad Harry, e da vicino era una visione orripilante.
Alto più di tre metri, aveva la pelle di un color grigio granito senza sfumature, il corpo bitorzoluto come un sasso, con in cima una testa piccola e glabra, come una noce di cocco.
Le gambe erano corte e tozze come tronchi d'albero e i piedi piatti e ricoperti di corno.
Aveva in mano un'immensa clava di legno che strascinava per terra per via delle braccia troppo lunghe.
Quando il mostro fu vicino, il semplice spostamento d'aria causato dal movimento della clava lo fece volare per metri.
Certo non era un grande volo rispetto a quelli a cui era abituato, ma in quelle occasioni non aveva mica una stupida tunica che gli intralciava i movimenti.
Attaccarlo direttamente era inutile, lo comprese fin dal primo pugno.
La sua pelle era coriacea e per spessa al punto da renderlo insensibile agli urti, cosa necessaria se si possiede un intelletto limitato, incapace di distinguere un ostacolo.
“Magia e arti marziali non servono... posso solo scappare... se solo il mio SG fosse attivo e sveglio”
[Ma lo sono, piccolo...lo sono. Però sai io sono una lei è offensivo che tu parli come se fossi un maschio...]
“Perché rispondi solo ora...”
[Perché cerchi il mio potere solo ora? Io avrei potuto insegnarti ad usare il mio potere... e lo farei anche adesso se solo ci trovassimo negli inferi... qui il nemico ci osserva, ci ascolta]
“Vuoi dire che il troll è stato fatto entrare...?”
[Beh era già qui... è solo stato reso capace di agire....]
“Come lo posso battere... Hermione potrebbe tornare indietro se non incotrasse nessuno..."
[Beh...io non fornisco armature come Ddraig, Albion e quel poveretto di Vritra. Potrei un giorno... se tu vivessi a lungo... ma sono debole]
“Ti hanno divisa in più pezzi?”
[No, in quel caso non potremmo parlare... inoltre io non possiedo il potere di superare o indebolire un Dio, sono stata sigillata quando ancora ero debole...]
“Ma perché sigillarti se non sei pari ad un Re Drago....” obiettò Harry
[Non posso spiegarti una vita intera se devi salvarti..]
“E come faccio, non dai armature, non dai armi...o attacchi”
[Posso fornirti il mio aiuto... la mia saggezza...]
“Mi vuoi dare il tuo potere?”
[Forse... ma non oggi. Usare il potere di un drago contro un troll? È offensivo per tutta la mia specie]
“Allora trovati qualcun altro con cui parlare. Se vuoi che io viva dammi un po di energia per superarlo...me lo devi.”
[Te lo devo? Bada a ciò che dici e a chi lo dici... sei un cucciolo appena uscito dall'uovo, incapace di aprire le ali o di sputare fuoco. Io sono vecchia più di quanto immagini...]
“Sei nel mio corpo? Allora pagami l'affitto...”
[Se lo farò mi aspetto un po più di rispetto...intesi?] ringhio la dragonessa.
“Si... ma ti prego muoviti... vorrei fare sesso prima di morire...”
[10 secondi, per dieci secondi ti inonederò di energia... non oltre. Se superi quel limite il tuo corpo si distruggerà. Dopo di che però sarai inerme, quindi sii un demone e finiscilo senza pietà... ]

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Hermione non era nemmeno giunta alla scalinata che avverti piccole gocce di pioggia caderle addosso.
In altri momenti si sarebbe domandata come mai avessero una simile inclinazione, ma quel giorno era di fretta e solo la professoressa Mc Granitt, alcuni secondi dopo, le fece notare che quella non era acqua...
Al suo risveglio si trovava in infermeria circondata dal preside, il vicepreside (accorso subito, nonostante la evidente difficoltà nel camminare, appena saputa la situazione), e i 2 direttori delle case coinvolte. Anche Hagrid era presente, assieme ai 3 ragazzi che aveva accompagnato e alla bambina che aveva offeso Hermione, pallida come un cencio.
“Perché non sei scappato...” pignucolò la bambina rivolta ad Harry già sveglio, ma dall'espressione dolorante.
“Si avrei potuto farlo... ma perdona la mia arroganza, io sono più forte della maggioranza degli alunni dei primi 3-4 anni. Se io fossi scappato, avrebbe inseguito me ed Hermione coinvolgendo studenti come te o Neville. Inoltre sapevo che Hermione avrebbe chiesto aiuto...dovevo solo schiavarlo, cosa che ho fatto per un po...”
“Ma sei ferito, ed è colpa mia... io ho detto cose cattive” pianse
“Avvicininati...” disse sorridendo.
“Quel Troll lo avremmo incontrato in ogni caso... certo magari lo avremmo trovato a girare per i corridoi, o in un bagno, ma se il destino ha voluto farmelo incontrare, anche se tu fossi stata zitta, nulla sarebbe cambiato.”
“Ma Hermione...”
“Hermione è stressata solo perché tutti vogliono che diventi mamma prima che Voldemort mi uccida. Sarebbe crollata prima o poi...era questione di tempo.” disse con cupa rassegnazione.
“Ma siete piccoli per avere...”
“Lo so... e per questo che sto aspettando e continuerò a farlo. È difficile, non lo nego, ma lo farò.... inoltre volevo scusarmi per come mi sono rivolto a te. Non dovevo...”
“Ma...”
“Non è colpa tua.. sono 11 anni che venite martellate con Harry che sconfigge il signore Oscuro... è normale che tutte siate cresciute con la speranza di sposarmi e vedermi con Hermione è frustante... ma io non sono niente di che, se ad esempio al posto del troll avessi incontrato Voldemort oggi io ed Hermione saremmo morti...”
“Come puoi perdonarmi? Dopo tutto quello che ho fatto...”
“Perdonare una volta è facile, ma considerala un eccezione. Tiger e Goyle non hanno avuto questa fortuna. Avverti le tue compagne che io non farei mai male ad una ragazza, ma mia moglie che finge di dormire, se si arrabbia è più pericolosa di me.”
“Come sapevi che ero sveglia...” tuonò la ragazza sorpresa
“Sono 6 anni che condividiamo il letto, so riconoscere quando dormi...”
“Perché ero coperta di sangue?” chiese Hermione
“Bene signorina, per questa volta niente note disciplinari... ma un Grifondoro non è avvezzo a simili allusioni. Cinque punti in meno per Grifondoro. Hagrid, potresti condurla al suo dormitorio? Non vorrei che incontrasse qualche altro mostro.” sentenziò aspra la Mc Granitt, addolcendo la voce solo quando si rivolse ad Hagrid.
La ragazza salutò con un tono di voce mesto, e si diresse dietro la porta, più depressa per aver quasi causato la morte di due studenti che per i punti persi, accompagnata dal gigantesco guardiacaccia.
“Harry puoi dirci cosa è successo...” chiese Silente quando sia Hagrid che la ragazza furono usciti dalla stanza.
“Beh tutto è andato come ho detto. La magia era inutile... Con solo lo spostamento d'aria prodotto dalla clava mi spostava... i miei pugni erano inutili a causa della sua pelle...”
“Sei stato avventato... dovevi fuggire. Non molti studenti del primo anno potrebbero affrontare un troll” lo rimbeccò Piton che strano ma vero sembrava preoccupato.
“Ma non potevo permettere che Hermione, capace di usare solo la magia si facesse male... però quando sembravo con le spalle al muro...”
“Si è risvegliata la tua SG....” intervenne Silente come se già sapesse tutto.
“Lei sa che ne ho una?” chiese stupito il demone.
“Si te la diedi io... tanto tempo fa. Devi sapere che un Angelo caduto uccise tuo cugino perché secondo lui avrebbe causato morte e distruzione... la professoressa Mc granitt era presente quel giorno...”
“Non lo sapevo. Lei me non me lo ha detto.” rispose Harry indicando il gioiello comparso nel suo sterno.
“Lei?” chiese Mr Forrest studiandolo con attenzione.
“Si è un drago femmina....”
“Non ci avevi detto che anche tu avevi un SG quando siamo diventati i tuoi servitori...” esclamò indignato Draco, che si aspettava un po più di fiducia.
“Voi sareste diventati demoni?” chiese Piton stupito.
“Beh si professore... io sapevo che erano dotati di SG, comuni certo ma con Voldemort dietro l'angolo, non volevo che per paura lo seguissero scatenando l'intervento angelico. Gli angeli non permettono che uomini come i mangiamorte ne entrino in possesso... ed a volte sono molto sadici...” disse voltandosi Hermione che era arrossita.
“Questo spiega come siate migliorati di colpo dopo la prima settimana... studiate anche di notte? Vero?” chiese Silente
“Si, 2-3 ore di sonno sono sufficienti e quindi io ed Hermione passiamo le notti a ridurre le loro lacune insegnando loro le basi del controllo del loro potere demoniaco. Inoltre...”
“In quanto demoni la vostra memoria è superiore e questo vi permette di studiare in meno tempo” concluse Silente.
“È per questo che sapevo la risposta la prima lezione di pozioni?” chiese Ron
“Beh si. La notte prima hai per caso dato un occhiata a quella pagina mentre leggevo il libro di testo per essere preparato...” mentì Harry capendo che l'amico non si era reso conto di aver sentito lui ed Hermione mormorare la risposta.
“Perché non lo hai detto prima? Avrei memorizzato ogni libro... anche loro lo avrebbero fatto.” sbottò Ron.
“Ma Harry lo ha detto...” obiettò Hermione “ha detto che ricorda tutto perché ha un quoziente superiore a 200...”
“Ma pensavo... che fosse speciale.”
“No tutti i demoni sono in media più intelligenti degli umani normali. Anche voi lo siete diventati, anche se ci vorranno anni perché impariate ad usarlo in modo instintivo..” puntualizzò Forrest.
“Comunque non vi ho detto che avevo un SG, perché fino ad oggi non si era degnata di farsi sentire. Credevo fosse guastai...”
“Si va bene, ma di quello puoi parlarne stasera. Cosa è successo con il troll?” chiese Hermione
“Beh dopo che eri fuggita e dopo aver visto che era inutile attaccarlo, LEI mi ha prestato un po del suo potere e per 10 secondi ho raggiunto la forza di un demone di alta classe. Ho rotto con un pugno la clava... ma poi non ricordo...”
“Hai staccato la testa del Troll con un pugno...” disse Silente serio come mai.
“Anche se credo, e Forrest concorderà che tu hai agito privo di sensi....”
“Si è probabile... ma voglio che mi prometti che non ti farai più prestare il potere di un drago...” disse senza sorridere il professore di difesa contro le arti oscure.
“Ma...è stato utile, e poi Ddraig, Albion e Vritra trasferiscono l'energia.”
“Il solo SG di Vritra che fa qualcosa di simile è l'absorbition Line. Simile bada bene, non uguale. Lui assorbe l'energia dell'avversario e la converte in energia simile a quella del possessore, come fa Albion. Ddraig invece moltiplica l'energia del possessore. Tu invece hai fatto circolare in te l'energia di un altro essere, rischiando di danneggiare il tuo corpo. Se un giorno vorrà insegnarti le sue tecniche è un conto, ma non farti più prestare l'energia da un drago. Questo te lo dico sia da docente che da demone che ti ha visto crescere. Hai corso un rischio enorme” disse studiandolo con occhio critico.
“Se lo dice lei, farò come dice...” rispose stupendo tutti.
Gli adulti, Piton e Mc Granitt in primis, infatti si aspettavano frasi del tipo “ma potrebbe servirmi di nuovo...” “pur di uccidere Voldy ricorrerei ad ogni metodo”
“Inoltre dobbiamo vedere di risvegliare i tuoi poteri innati... ma lo faremo negli inferi... quest'estate forse...”
“Ok...” disse titubante temendoli come mai prima d'ora.

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I docenti assillarono Harry per alcuni minuti e poi uscirono per permettere ai ragazzi di sfogare lo stress.
Per il gesto eroico Serpeverde guadagnò 25 punti, ma ne perse 20 per la stupidità di Harry
“A cosa pensi Harry?” disse Draco vedendolo silensioso.
“Il giorno del te, Hagrid era felice che Silente si fosse fidato di lui per un compito importante”
“Beh se si fida di lui... è un problema?” chiese Ron a cui Hagrid stava simpatico.
“No non lo è...  solo che quel giorno, vi ricordate che ho trovato un articolo di un furto alla Gringott ed Hagrid era stranamente nervoso?
“Hagrid ha prelevato una cosa per Silente... non ha violato nessuna legge...” disse serio Blaise che anche se cercava di negare trovava più gradevole i pomeriggi con lui che quelli con sua madre.
“Una cosa che ad esempio potrebbe richiede un Cerbero come protezione?” disse spiazzando tutti i presenti.
“Cosa vuoi dire?” chiese Hermione
“Io mi fido di Hagrid, lui è buono lo sento... ma oggi un troll ha girato a piede libero per il parco del castello. Proprio oggi che tutti dovevamo essere presenti in sala grande... mi sembra molto...”
“un diversivo...” esclamò Hermione capendo dove voleva arrivare.
“Pensi che qualcuno lo abbia fatto entrare?” disse la ragazza scrutandolo
“Beh si... anche la dragonessa, lo conferma...” rispose Harry.
“Pensi che un docente sia coinvolto?” chiese grave Blaise.
“In verità si... ma posso escludere a priori il professor Piton, che era con noi, la Mc Granitt che sembra devota al preside, e Mr Forrest... però...”
“Però?” chiese Draco
“Non riesco a togliermi dalla testa lo sguardo che fece Silente quando Raptor chiese del cognome di Hermione.... poi è strano, finge di balbettare...” disse Harry
“fingersi stupido per sviare i sospetti?” chiese Ron
“Beh si ma credo che abbia capito che Silente lo ha sgamato...” affermò Harry
“Hai un piano vero?” domandò Blaise
“Si ma...dobbiamo riuscire a scoprire qualcosa di più...” confermò il ferito.
“Nessun docente ci dirà nulla. Nemmeno il professor Piton...” protestò Hermione
“Già, mi duole ammetterlo ma nessuno penserebbe che sia possibile superare un Cerbero” sentenziò Draco.
“Errato. Anche tu potresti ucciderli con gli strumenti giusti... una spada sacra o la luce, un incantesimo potente... un veleno raro.. i modi non mancano ad un mago adulto che possiede i contatti giusti... contatti capaci di fargli riuscire a penetrare alla Gringott.” spiegò Harry
“Già...vero” confermò Hermione
“Hai detto che nessun docente parlerà... vero? E allora a chi possiamo rivolgerci?” chiese Ron
“Hagrid....” sentenziò Blaise
“Si ma dovremo essere furbi... sono sicuro che Silente ci terrà d'occhio per vedere se ci mettiamo nei guai...” disse Harry iniziando a confabulare.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Ufficio del preside

“Almeno qualcosa l'hanno capita....” rise Mr Forrest osservando la scena da uno specchio dell'infermeria.
“Beh avete fatto un buon lavoro è sveglio ed intelligente... vedremo come faranno parlare Hagrid”
“Però certo che siete crudeli...” obiettò la Mc Granitt con Vitius che annuiva.
“Solo voi direttori sapete la verità su Harry... ed Hagrid ovviamente, Raptor non è una minaccia concreta per loro. Certo sa che è stato cresciuto da un demone... ma non sospetta che sia un demone a sua volta. Poi potrà conoscere più magie... ma ho piena fiducia in quei 5 ragazzi.”
“E se Potter venisse ferito?” chiese Piton stupendo tutti.
“Ti stai affezionando a lui?” disse commosso Silente.
“Di sicuro è meglio di suo padre....”
“Se ti può tranquillizzarti, io e Forrest lo teniamo d'occhio anche quando dorme, a turno ma lo facciamo”
“Posso domandarti una cosa?” chiese Piton rivolto all'italiano.
“Vuoi sapere come ho fatto ad insegnare sia qui e veder crescere Harry ed Hermione vero?”
“Si esatto... lui dice di aver sostenuto allenamenti difficilissimi con te in Germania, quando tu dovevi essere in Inghilterra” obiettò perplesso Piton
“Silente ha concesso a Mephisto di creare uno speciale sigillo che solo i demoni al servizio di Mephisto possono usare e che mette in comunicazione la mia camera con il castello di Mephisto. Posso andare e tornare in pochi secondi...”
“Ma con le lezioni.... in simultanea?”
“Questo lo svelerò solo nell'ultimo libro... anche se forse tu sarai morto prima che lo riveli...” disse uscendo dalla stanza ridendo
“Ma è normale...?” chiese Piton preoccupato per la sua incolumità.
“Si a volte ama rompere la 4a parete... ma per il resto è innocuo.” disse sorridendo Silente.
Il giorno dopo Harry fu dimesso e notò come, giunto novembre, avesse iniziato a fare molto freddo.
Le montagne intorno alla scuola si tinsero di un grigio glaciale e il lago divenne una lastra di gelido metallo.
Tutte le mattine il terreno era coperto di brina e dalle finestre delle scale dei piani superiori si vedeva Hagrid intento a scongelare i manici di scopa nel campo da Quidditch, infagottato in un lungo pastrano di fustagno, guanti di pelo di coniglio ed enormi stivali foderati di castoro.
Il mese di Novembre passò molto in fretta e tranquillo ed i ragazzi seguirono la loro classica Routine.
Sveglia alle 5, allenamenti di resistenza e muscolari, nel parco mentre tutti dormivano sotto la supervisione di Mr Forrest, doccia, colazione e lezioni. Finite le lezioni andavano in una stanza che il preside aveva concesso, dati gli ultimi eventi, e sotto la guida di Forrest studiavano l'uso dei poteri demoniaci.
Blaise e Ron volevano imparare ad usare le SG, ma il maestro negò con decisione.
“Anche le più deboli, se usate in modo incauto, possono fare danni seri al castello, o a voi. Quando vi riterrò pronti vi insegnerò ad usarle. Nemmeno Harry sta avendo fretta”
“La conosco da anni... è inutile chiederle di fare qualcosa se lei non vuole” mormorò Harry rivolto ai suoi amici.

Note dell'autore

che dire, un Halloween movimentato che mi ha costretto a dividere due festività... ed io che speravo di mostrarvi anche gli eventi natalizii... fa niente aspetterò.
Due bellissime novità, il risveglio dei poteri da demone di Harry si avvicina, anche se non so in che capitolo, visto che quando voglio pubblicarli mi accorgo che senza volerlo supernano le 30 pagine...
E la Sacred Gear di Harry si è degnata di rivolgergli la parola... sapete com'è le dragonesse amano essere lusingate :)
Piccola precisazione... non è Tiamath (che nel novel è dichiarata come blu e la più forte dei 6 re drago) ed è una femmina dei Draghi malvagi anche se credo che i giapponesi la considerino un maschietto (ma a me serviva una dragonessa per motivi di trama). Ho scoperto da alcune fonti che comparirà in uno degli ultimi volumi e vi posso fare le mie scuse fin da ora perché io l'ho sigillata e le darò dei poteri che probabilmente saranno totalmente diversi da quelli del novel originale. Ma non posso aspettare che passi un anno per aspettare che vengano pubblicati i prossimi volumi e poi tradotti in inglese... quindi consideratelo un drago malvagio OOC e siate un po clementi please :)

Tornando al chap odierno... ho voluto cambiare un po la storia del troll, sperando che vi piaccia, ed ho trovato un modo per mandare in giardino i due innamorati... già iniziano le prime indiscrezioni di corridoio e i primi commenti offensivi verso la povera Hermione (elemento che verrà usato come arma dalla dragonessa)... ah dove andremo a finire...
Per quanto riguarda Forrest spero che mi perdonerete se gli ho fatto rompere la 4^ parete, ma mi piacciono molto i personaggi che giocano sulla linea o rompono del tutto la 4^ parete...
Piton ha posto anche una domanda interessante... ma vedremo chi indovinerà...
Come al solito se individuate errori, visto che sono ipovedente ditelo pure che cercherò di correggerli :)
Ci vediamo settimana prossima chicos :)

 

 

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Capitolo 8
*** Natale ***


Natale

Un mattino di metà dicembre, il castello Hogwarts si svegliò sotto una coltre di neve alta più di un metro. Il lago era diventato una spessa lastra di ghiaccio e tutti quanti non vedevano l'ora che cominciassero le vacanze.
Infatti mentre nella sala di ritrovo di Serpeverde e nella Sala Grande ardevano fuochi scoppiettanti i corridoi, pieni di spifferi, erano gelidi e un vento sferzante faceva sbattere le imposte nelle aule.
Il peggio erano le lezioni del professor Piton, che si tenevano nei sotterranei, dove il respiro si condensava in nuvolette e tutti cercavano di starsene il più vicino possibile ai calderoni bollenti.
Il gruppetto di demoni però ebbe un pessimo regalo di Natale... durante quel periodo il professor Forrest li convinse a restare ad Hogwarts.
“Il Nonno di Harry ha numerose incombenze da sbrigare ed io non posso andarmene... quindi i vostri progressi rallenterebbero...” aveva affermato troncando sul nascere ogni loro protesta.
Per questo motivo, quando il professor Piton preparò l'elenco dei suoi studenti che sarebbero rimasti per le vacanze, Harry e compagnia bella diedero subito il loro nome.
In un certo senso la cosa non gli dispiaceva affatto : quello sarebbe stato il suo primo Natale della sua vita, e il primo, per Hermione, da quando aveva conosciuto Harry.
Anche Ron e i suoi fratelli sarebbero rimasti, perché i signori Weasley andavano in Romania a trovare Charlie.
La sala grande era uno spettacolo tale da ripagare il mancato ritorno a casa.
Dalle pareti pendevano ghirlande d'agrifoglio e di pungitopo, e tutto intorno erano disposti non meno di dodici giganteschi alberi di Natale, alcuni decorati di ghiaccioli scintillanti, altri illuminati da centinaia di candeline.
Ma ai ragazzi, in questo periodo, l'unico luogo che interessava realmente era la biblioteca.
Durante una delle visite settimanali infatti, Harry, con grande perizia era riuscito a far rivelare ad un povero ed ingenuo Hagrid che “Fuffy” proteggeva qualcosa appartenente a Nicolas Flamel e questo costrinse il gruppetto di demoni a estenuanti maratone in biblioteca.
Il guaio era che non sapevano da dove cominciare, ignorando quel che Flamel poteva aver fatto per essere citato in un libro.
Non compariva in Grandi maghi del ventesimo secolo, e neanche in Esponenti di rilievo della magia del nostro tempo; non era citato in Scoperte importanti della magia moderna, né in Rassegna dei
recenti sviluppi della magia.
A questo poi bisognava aggiungere il problema delle dimensioni della biblioteca; decine di migliaia di volumi, migliaia di scaffali, centinaia di stretti corridoi.
Hermione tirò fuori un elenco di materie e di titoli nelle quali aveva deciso di cercare mentre Ron, Blaise e Draco si avviavano lungo un corridoio e cominciavano ad estrarre libri a caso dagli scaffali.
Harry invece si aggirava nel Reparto Proibito con un libro di storia moderna in mano chiedendosi se Flamel non si trovasse in qualche libro di quel reparto.
Purtroppo, per prendere uno qualsiasi dei libri proibiti occorreva un'apposita autorizzazione firmata da uno dei professori, e lui sapeva benissimo che non sarebbe mai riuscito a procurarsela.
Quelli erano i libri che contenevano i potenti segreti della Magia Nera che non veniva mai insegnata a Hogwarts, e venivano letti soltanto dagli allievi più anziani che si perfezionavano nella Difesa contro le Arti Oscure.
Camminava così vicino a quel reparto che la bibliotecaria preoccupata che prendesse un libro di quel reparto gli chiese cosa cercasse, ma Harry fu troppo astuto per rivelare il nome che cercavano.
“Veramente cercavo qualcosa da leggere. Una lettura non impegnativa e che avesse poco a che fare con la magia...” disse mentendo in modo sottile.
“Prego?” chiese sconvolta la bibliotecaria
“Beh ho 7 anni di tempo per studiare, e già lo faccio molto quando ho lezione... quindi mi domandavo se qui ci fossero anche libri meno didattici”
“Questa è una biblioteca scolastica...” lo derise la bibliotecaria.
“Si non lo nego...” disse Harry arrampicandosi sugli specchi.
Voleva in ogni modo fugare il sospetto che lui ambisse a leggere libri oscuri.
“Ma io ed hermione siamo cresciuti quasi come babbani e la storia già la studiamo col professor Ruf... Sarebbe bello leggere qualcosa di narrativo scritto dai maghi. Non saprei... favole, miti e leggende... robetta semplice da leggere prima di andare a dormire...per comprendere meglio la cultura magica insomma... solo che questa biblioteca è così grande che per quanto cerchi non trovo nulla.”
“I testi non narrativi si trovano dall'altra parte della sala... vi accompagno...” disse vedendo che l'intero gruppo seguiva Harry.
Camminarono qualche minuto quando arrivarono al settore narrativa.
“Le fiabe di Beda il Bardo?” intervenne Hermione vedendo un tomo talmente impolverato che sembravano decenni che nessuno lo affittasse.
“Le conosci?” chiese Harry stupito
“Si tuo nonno me ne parlò ma dice che per una stessa favola ci sono molte variazioni in base al luogo e all'epoca in cui vengono raccontate...”
“Vedo che sei informata...” intervenne sorridente la Bibliotecaria
“Ti farà piacere sapere che questa è una copia che io stessa tradussi dal tomo originale che possiede il preside... sai pochi sanno leggere le rune...”
 “Posso prenderle in prestito?” chiese speranzosa la ragazza dai capelli castani.
“Ma certamente... questa è una biblioteca...” rispose con orgoglio la donna.
“Una raccolta di ogni singola figurina delle cioccorane mai uscita?” sbottò Ron euforico.
“Che cosa sarebbe?” chiese Harry vedendo con stupore l'amico interessato ad un libro.
“Beh vedi le cioccorane esistono da secoli, molte di quelle che parlano di maghi antichi esistono da secoli e quindi hanno un design diverso in base all'epoca... qui vi sono le riproduzioni, i numeri di copie esistenti ed il loro valore di mercato.” disse dimostrando un lato che mai aveva visto : il collezionista.
“Capisco... anche quella che trovai insieme a te?” chiese guardando sottecchi sia Ron che Hermione.
I due lo guardarono ma non compresero dove volesse arrivare.
“Possiamo controllare...” disse il rosso mentre con delicatezza si mise a spulciare l'indice.
“Che figurina hai trovato?” chiese Blaise
“Ma una che parlava del preside, dei suoi successi e di un suo amico...”
“Ah parli del signor Flamel...” intervenne la bibliotecaria facendo sussultare i quattro ragazzi ignari del fatto che Harry avesse manipolato la discussione per tirare in ballo il mago senza destare sospetti.
“Si esatto... anche se non mi ricordavo bene il suo nome.” mentì Harry
“Si quella figurina esiste in un unico modello... e l'unico amico del Preside che viene citato è Flamel.” spiegò la donna, mostrando una cultura enciclopedica.
“Scusi signora posso farle una domanda?” domandò Harry con finto imbarazzo.
“Certo...” lo esortò la bibliotecaria.
“Cosa ha mai fatto questo Fiammel per essere annoverato come amico del Preside? Il professor Silente di amici ne avrà molti ma viene citato solo lui pur non essendo annoverato tra i grandi maghi di questo secolo...” chiese Harry”
“Come fai a saperlo...?” domandò scrutandolo con attenzione la donna.
“Beh, cercavamo informazioni.... sui miei genitori...” disse Harry con voce spezzata “Loro in tutti i libri che ho spulciato compaiono solo come vittime di Voi-sapete-chi... nessun trionfo” disse mostrando il tomo che aveva in mano.
Vedendo la faccia triste del ragazzo, lo sguardo della bibliotecaria si addolcì e per questo, misurando le parole disse :
“Beh ci credo. Loro furono uccisi quando erano appena dei neodiplomati. Inoltre è logico che non abbiate troviato il nome Flamel in tomi che descrivono i recenti sviluppi della magia. Ha seicentosessantacinque anni, non è poi tanto recente! Voi che ne dite?"
“Non c'è un libro che parli di lui?” chiese Harry stupendo tutti
“Si c'è ne abbiamo alcune copie... ma è una lettura impegnativa..." lo avvisò la donna
“Beh ero qui in cerca di una lettura... e l'idea di un uomo che ha vissuto secoli, risveglia la mia curiosità...” rispose sorridendo
“Ok allora... accio” mormorò in modo flebile agitando la bacchetta
Alcuni secondi dopo un imponente tomo, seguendo i vari vialetti costeggiati da scaffali si diresse dal reparto alchimia a quello narrativa poggiandosi delicatamente sul tavolo.
“La biblioteca chiude tra dieci minuti... volete affittare i libri?” chiese
“certo, tutti e tre... sa per leggere qualcosa prima di andare a dormire...”
“E sia. Non c'è bisogno che passiate al bancone. Avete 15 giorni per riportarli...” disse indicando loro la porta.
Fu quando uscirono con deliberata calma che Harry mormorò, con voce impercettibile per qualunque umano :
“Qualunque cosa vogliate chiedermi... rimanete calmi e tranquilli fino a quando non saremo in camera mia... fate finta di niente!”  

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Giunti nella suite ed evocati i numerosi incantesimi che usavano per oscultare le loro conversazioni e le loro azioni, Harry ricevette lo sguardo peggiore che potesse attendersi. Hermione odiava essere usata a sua insaputa e si era resa conto proprio di questo.
“Posso avere una spiegazione?” chiese Hermione asciutta
“Si tesoro... tu sai che i demoni hanno un alto quoziente intellettivo?”
“Ovvio, ma anche Angeli e Divinità...” rispose sbuffando
“E sai anche che reincarnandosi, la memoria eidetica funziona dal momento in cui la reincarnazione  inizia e non in modo retroattvo?”
“Che vuoi dire?” chiese Ron
“Harry ricorderebbe tutta la sua vita se Voldemort non avesse manomesso i suoi ricordi cercando di ucciderlo. Io ricordo tutta la mia vita, essendo nata come angelo nero ed essendo stata reincarnata. Per voi invece è diverso. Voi potrete mantenere ciò che vi ricordate... ma come lo ricordate. Qualche spezzone di ricordo. Ricorderete però tutto ciò che vivrete e che studierete dal momento che avete ottenuto una nuova vita. Diciamo che voi siete nati quella sera...” spiegò Hermione
“Ok, ma che c'entrano le figurine con tutto questo?” chiese Draco.
“"Il Professor Silente è noto soprattutto per avere sconfitto nel 1945 il mago del male Grindelwald, per avere scoperto i dodici modi per utilizzare sangue di drago e per i suoi esperimenti di alchimia, insieme al collega Nicolas Flamel... c'è scritto questo nella figurina di Silente vero?" chiese Harry indicando il catalogo preso da Ron
“Si esatto...” convenne il rosso, ormai abituato ad una tale memoria
“Sul treno Hermione mi aveva redarguito perché avevo domandato il motivo per cui nessuno mi avesse detto che il mio antenato era stato sconfitto dal preside... ma ricordavo di aver letto “collega di Silente”. Certo per settimane, mi sono lasciato confondere dalla parola collega... solo che oggi...”
“Oggi?” chiese Blaise
“Beh ho visto che il mio nome compare nei vostri libri... eppure le alte sfere del Ministero ed alcuni maghi sanno....”
“Che non sei umano nemmeno in minima parte....” si illuminò Blaise
“Esatto... quindi ho capito che non era detto che un mago, per quanto potente sia per forza umano. Io sono un Demone, Hermione era un mezzoangelo, Merlino e i 4 fondatori erano mezzidemoni... che certezza avevo che questo Flamel fosse umano come Silente. E in quel caso...”
“Poteva essere nato in qualsiasi epoca... anche nel medioevo...” intervenne Draco
“Si ma perché hai agito in modo così indiretto... non mi dirai che anche la bibliotecaria è al corrente di Fuffy?” chiese Ron
“Questo non saprei dirlo... ma credo che il Preside abbia chiesto di tenerlo informato riguardo le nostre visite in biblioteca... perché è Silente in persona che ci sta sfidando a trovare la verità...”
“Il preside?” domandò incredulo Ron
“Si lui. Non vi sembra strano che anziché dirci “il terzo piano è inagibile per motivi strutturali..” ci ha detto “se andate la morirete”? È ovvio che voleva che sapessimo che lui stava nascondendo qualcosa. Inoltre io sono già stato nell'ufficio del preside, mi ci portò Hagrid e fidatevi se vi dico che potrebbe contenere qualsiasi cosa. Chi oserebbe infiltrarsi dove lui dorme?”
“Quindi lui vuole mettere alla prova te?” domandò dubbiosa Hermione.
“No lui sta sfidando il ladro della Gringott ad agire... per coglierlo in flagrante. Se poi vuole vedere come raccogliamo informazioni questo è un altro paio di maniche.”
“Quindi pensi che lui abbia liberato il troll?” chiese furiosa Hermione
“No... lo escludo. Il preside sa bene che un troll avrebbe potuto uccidermi al mio attuale livello. Che qualcuno, lo abbia liberato per distrarre i docenti invece è probabile”
“Si ma non esistono demoni o angeli chiamati Flamel...” obiettò la ragazza meno nervosa.
“Cerchiamo nel libro?” propose sarcastico il marito.
Si avvicinarono quindi al letto e, poggiando con delicatezza con l'enorme e vecchio tomo che stringeva tra le braccia, fece segno ad Hermione di leggere.
“Nicolas Flamel"  mormorò in tono d'importanza, “è l'unico mago noto ad aver fabbricato la Pietra Filosofale!"  
Ma non sortì precisamente l'effetto che si aspettava. Solo Harry ed Hermione avevano capito l'epocale portata di quelle poche righe.
“La che?"  chiesero i 3 servitori di Harry all'unisono.
“La Pietra Filosofale,” esordì Harry che aveva chiuso gli occhi cercando le parole giuste
“È una sostanza leggendaria dai poteri sbalorditivi. È in grado di trasformare qualsiasi metallo in oro puro e produce l'Elisir di Lunga Vita, che rende immortale chi lo beve... continua pure a leggere Hermione, scusa se ti ho interrotto.”
“Fa nulla... dove ero arrivata? Ah si... Nel corso dei secoli si è parlato molto della Pietra Filosofale, ma l'unica che esista attualmente appartiene a Nicolas Flamel, noto alchimista e appassionato di opera lirica. Flamel, che l'anno scorso ha festeggiato il suo 665°  compleanno, conduce
una vita tranquilla nel Devon insieme alla moglie, Peronella, che ha 658 anni.
Capito?"  chiese Hermione quando ebbero terminato.
“Quindi il cerbero fa la guardia alla Pietra Filosofale di Flamel! Lui sapeva che qualcuno la voleva rubare ed ha chiesto al preside di custodirla, perché sono amici..." esclamò Blaise come se tutti i pezzi del puzzle avessero trovato la giusta collocazione.
“Una pietra che fabbrica l'oro e rende immortali!"  esclamò Ron
“E ci credo che qualcuno la brami! Chiunque vorrebbe possederla." obiettò Draco.
“Beh... qualunque mortale almeno. Su di noi è inutile” sentenziò Hermione.
Era risaputo, negli inferi almeno, che la durate vitale di un demone, già lunga di per se... era solo fittizia.
Loro in teoria potevano vivere in eterno se malattie della carne, veleni o incidenti di percorso non li uccidevano prima.
In quel momento, solo in quel momento si resero conto di che ora fosse. Era scoccata la mezzanotte ed erano gli unici Serpeverde presenti nel dormitorio.
Non aspettavano nessuno, nemmeno i regali visto che in base ai racconti di Ron i suoi fratelli li trovavano ai piedi del letto la mattina successiva.
Per questo, quando udirono bussare alla porta, sussultarono.
“S-si...” chiese Hermione
“Ragazzi sono Mr Forrest, siete presentabili o avete bisogno di rivestirvi?” chiese con evidente sarcasmo il docente aprendo la porta..
“Mr Forrest... come può solo insinuare...” sbottò Hermione rossa in volto
“Che potevate essere in procinto di cambiarvi?” disse sorridendo beffardo
“Come mai qui? È la prima volta che ci viene a trovare...” chiese sospettoso Harry
“Diciamo che Santa Klaus vi aspetta dal preside...” disse sorridente
“Non abbiamo infranto le regole...” fu il commento di Hermione.
“Non lo avete fatto in effetti... ho solo detto che Santa Klaus vi aspetta. Sapete è molto vecchio... è ingiusto farlo aspettare...” disse sorridendo.
Intimoriti, Harry per primo, seguirono il docente per i meandri del castello fino ad una statua di Gargoyle che si spostò solo dopo aver sentito la parola d'ordine “Cioccorana”
Il gargoyle prese vita e si fece di lato; il muro dietro di lui si divise in due per rivelare una pedana di pietra che si muoveva continuamente su e giù come un ascensore a spirale.
Quando il gruppetto salì sulle scale mobili, il muro si chiuse dietro di loro con un tonfo sordo e loro si mossero su per le scale in cerchi concentrici finché non raggiunsero l’altra porta in legno di quercia con il battente a forma di grifone.
Nonostante fosse passata da poco la mezzanotte, si sentivano delle voci provenire da dentro la stanza.
Sembrava che Silente si stesse intrattenendo con una dozzina di persone.
Mr Forrest batté tre volte e le voci cessarono di colpo come se qualcuno le avesse spente.
La porta si aprì da sola e il professore introdusse i ragazzi nella stanza.
La camera era in penombra; su di un tavolo posto lateralmente vi erano strani apparecchi in argento che emettevano suoni simili a sbuffi di fumo.
Sulla parete opposta alla porta vi erano i ritratti dei vecchi presidi che coprivano i muri dove russavano nelle loro cornici.
Dietro la porta, un magnifico uccello rosso e oro, grande più o meno come un cigno, si dondolava sul suo trespolo con la testa sotto l’ala.
“Oh, siete arrivati....!”
Silente era seduto su di una sedia con lo schienale alto dietro la sua scrivania; si volse nel chiarore delle candele che illuminavano i quadri dietro di lui.
Indossava una magnifica vestaglia porpora e oro sopra una camicia da notte candida come la neve, i suoi penetranti occhi blu fissavano intensamente il gruppetto.
“Professore...” dissero in coro i ragazzi.
“Ho saputo che siete diventati un gruppetto affiatato... e ne sono felice” disse allegro il preside.
“.....” (x5)
“Suvvia non siate timidi... sedetevi pure.” disse cordiale il professore
Guardandosi sottecchi si avvicinarono alle sedie prendendo posto davanti al preside.
“A-abbiamo fatto qualcosa?”
“No... piccola dovreste chiedervi cosa non avete fatto.” rispose affabile
"Prego?” chiese Harry
“Diciamo che il professor Piton mi ha fatto notare come fingiate di non saper usare la scopa...” disse serio.
“Beh... non è che ci serva... abbiamo le ali” rispose Harry in modo goffo.
“Hai mai pensato che...” iniziò a dire Silente
“Che in questo modo vengano scelti i membri delle squadre? Si ci avevo pensato e per questo...” lo interruppe Harry.
“Allora lasci che ti informi che il professor Piton vuole vedere all'opera il figlio del celebre cercatore di Grifondoro... domani vi farà usare le scope per giocare un po visto che siete rimasti voi e i 3 fratelli del signor Weasley...”
“E dovremmo impegnarci?” chiese con frustazione.
“Beh credo che divertirvi sarebbe consentito... potreste anche trovarlo divertente” propose il vecchio mago.
“Ci penserò...” disse Harry mesto
“Qual'è il problema figliolo...” chiese Mr Forrest che conosceva Harry dal giorno in cui era stato affidato al suo padrone e che lo aveva visto crescere.
“Durante l'ultima partita di Serpeverde ho visto il boccino... è lento... anche le pluffe o i bolidi per me si muovono al rallentatore...”
“Si verò... molti dei colpi più lenti che ti scagliavo superano in velocità quei tipi di palle di molto... ma non capisco cosa ti turba.” insistette il mago.
“Che onore c'è a giocare sapendo che sono migliore di qualunque avversario. Se facessi il portiere potrei parare ogni pluffa... se facessi l'attaccante potrei segnare usando un decimo della mia forza. Come battitore rischierei di scagliare i bolidi verso un altro giocatore con troppa forza... come cercatore posso vedere il boccino, posso sentirlo quando ancora si trova lontano da me. Se poi ci aggiunge che per giocare dovrei avere un manico tutto mio, cosa proibita agli altri alunni del primo...”
“Capisco le tue preoccupazioni... ma la decisione spetta al professor Piton. Se lui te lo chiedesse tu accetteresti?” obiettò Silente.
“Beh si...certo che accetterei...”
“Eh cosa pensi del professor Piton... ti fidi di lui” chiese Silente
“Beh era amico di mia madre quindi direi di si. Inoltre insegna bene, ed è anche simpatico...”
“Simpatico?” ripetè sconvolto Mr Forrest.
“Beh tu sei molto più severo a casa...”
“Hermione non si è mai lamentata... e nemmeno gli allievi...” rispose con finta indignazione.
“Infatti è con me che sei stronzo... se esistesse dovrei chiamare il telefono azzurro dei demoni. Una volta mi hai lasciato in una palude con un coltellino mandandomi alla ricerca di proteine, quella dopo in una caverna piena di vespe mandarino che dovevo uccidere senza usare magia o aura demoniaca... devo continuare?” disse mentre i ragazzi iniziavano a temere il giorno in cui li avrebbe allenati.
“Beh era per rafforzarti...” si discolpò il precettore
“Avevo 5 anni....” fu il commento gelido del ragazzo.
“Un giorno mi ringrazierai.” sbottò indignato il docente di difesa contro le arti oscure.
“Professore... posso farle una domanda che riguarda la mia famiglia?” chiese Harry rivolto al preside.
“Ne hai già fatta una... ma puoi farmene un altra.” disse sorridendo Silente.
“Il mio bisnonno è vivo?” chiese stupendo tutti Mr Forrest compreso.
“Perché vuoi saperlo?” domandò il vecchio mago diventando serio di colpo.
“Beh mio nonno non ne parla mai, come non lo fa quando chiedo qualcosa che riguarda i miei genitori. Posso capire che soffra nel rievocare certi ricordi, ma io ho bisogno di sapere. Nelle cioccorane c'è scritto che lei lo ha sconfitto... ma anche io ho sconfitto Tiger e Goyle... ed il Troll... in entrambi i casi io ho vinto sebbene...”
“Sebbene il risultato finale sia diverso? Ok fammi pure la domanda che ti tormenta.” concesse addolcendo i suoi tratti.
“Se fosse vivo, non c'è il rischio che Voldemort lo faccia evadere per fargli ottenere la vendetta su di lei, in modo che...”
“Di questo non devi preoccuparti perché Voldemort non è il tipo che chiede aiuto a qualcuno che potrebbe rivoltarsi contro di lui. Inoltre Gellert è morto davanti ai miei occhi. Ha usato lo stesso incantesimo che ti è rimbalzato addosso... a lungo non compresi il motivo. Ma adesso si...”
“È un segreto?” chiese Harry
“No... la Germania stava perdendo in modo definitivo e se io fossi morto, lui avrebbe lasciato tuo nonno in un paese avversario, dove i suoi nemici avrebbero potuto fargli del male. Lo fece per evitare che usassero la pozione della verità su di lui per carpire segreti preziosi... come l'aspetto di Beth, la tua bisnonna e madre di tuo nonno.”
Prendendo il coraggio a due mani, il bambino cercò di dire ciò che lo affliggeva da tempo... senza riuscirci. Fortunatamente il preside intuiva ciò che volesse chiedere.
“No Harry... non era cattivo come Voldemort. Lui non uccideva i nemici a sangue freddo. Se poteva li risparmiava ma devi capire che era in atto una guerra brutale all'inverosimile. Ha fatto ciò che riteneva giusto per difendere il suo paese. Probabilmente se avessimo perso noi, lui sarebbe diventato preside di Durmstang ed io sarei passato alla storia come un mago oscuro... Voldemort è realmente il peggior mago oscuro di sempre...”
“Capisco... ma allora perché il nonno non lo ha reincarnato. Ha ancora molti pezzi liberi....”
“Chi viene ucciso dall' Avada Kedavra non può essere reincarnato, come non si possono curare i danni causati da esse...” rispose Forrest.
“Perché? I demoni non sono resistenti alle maledizioni?” chiese Hermione
“Vero... però l'Avada Kedavra agisce in un modo diverso da quello che gli umani credono...”
“Cioè?” chiese Blaise
“Tutti credono che l'incantesimo fermi il cuore, o estirpi l'anima dal corpo... ma nulla di più sbagliato. Esistono già maledizioni che fanno ciò, sebbene inutili su vampiri o demoni e che la nostra magia permette di sanare. Tale maledizione invece azzera la forza vitale, nel caso di un umano almeno. Sottrae ben 500 anni di vita al malcapitato, che per l'appunto a corto di tempo muore senza soffrire.”
“Sottrae 500 anni di vita?” chiese stupito di ciò Draco che si immaginava un incantesimo più crudele.
“Si solo 500 anni...certo, anche una fenice morirebbe sul colpo per rinascere, ma le altre creature, dalla durata vitale inferiore non hanno un simile dono.”
“Quindi ho perso 500 anni di vita?” chiese stupito Harry
“No nel tuo caso l'incantesimo non ha mai raggiunto il bersaglio... ma sei piccolo per sapere come.” rispose Silente troncando qualunque altra domanda sull'argomento.
“Capisco... c'è dell'altro vero?” domandò Hermione
“Beh si. Il nonno di Harry mi ha comunicato che ha aperto dei conti per i tre piccoli nuovi demoni, e che parlerà lui con i genitori per spiegare la situazione ai vostri genitori e chiedere il permesso di addestrarvi quest'estate... inoltre volevo darti un oggetto che apparteneva a tuo padre. È vicino a quello specchio...” disse Silente esortandolo ad alzarsi.
Seguendo il dito del preside Harry si alzò e si diresse verso il luogo indicato dal docente e lo vide : era uno specchio meraviglioso, alto fino al soffitto, con una cornice d'oro riccamente decorata che si reggeva su due zampe di leone.
In cima, portava incisa un'iscrizione: “Erouc li am otlov li ottelfir non."
Il panico era svanito, il preside non li aveva chiamati per punirli per le loro indagini, quindi si avvicinò allo specchio e all'improvviso sentì il desiderio di guardarcisi dentro e vedere il suo riflesso.
Ci si piazzò di fronte.
Dovette tapparsi la bocca con le mani per impedirsi di gridare.
Si voltò di scatto con il cuore gli batteva ancor furiosamente perché nello specchio aveva visto non solo se stesso, ma altre persone vicine a lui. Eppure alle sue spalle non c'era nessuno.
Col respiro affannato si girò lentamente verso lo specchio.
Era lì, riflesso sulla sua superficie, pallido e atterrito, e riflesse dietro di lui c'erano 2 persone.
Una donna, ritta in piedi proprio dietro alla sua immagine, gli sorrideva e lo salutava con un gesto della mano.
Allungò un braccio dietro di sé, ma non sentì altro che aria.
Se ci fosse stata veramente, avrebbe potuto toccarla, tanto le loro immagini erano vicine, e invece tastò soltanto aria: quella donna, esisteva soltanto nello specchio.
Era una donna molto carina. Aveva capelli rosso scuro e gli occhi... sì, i suoi occhi sono proprio come i miei, pensò Harry facendosi un po' più accosto allo specchio. Occhi verde chiaro, esattamente la stessa forma. Poi però vide che sorrideva e piangeva al tempo stesso.
L'uomo alto, magro e coi capelli scuri che le era accanto la cinse con un braccio. Aveva una chioma ribelle.
“Mamma... Papà" mormorò ma i due si limitarono a fissarlo sorridendo.
Per la prima volta in vita sua, Harry vedeva la sua famiglia che continuavano a sorridergli e a salutarlo, e lui tornò a guardarli, anelante, con le mani premute contro lo specchio come se sperasse di caderci dentro e di raggiungerli.
Dentro di sé provava un dolore acuto, fatto per metà di gioia e per metà di una terribile tristezza.
Quanto tempo rimase lì davanti, non lo sapeva.
Le immagini riflesse non accennavano a svanire e lui continuò a guardarle ancora a lungo, finché non avvertì la mano di Hermione afferrare la sua.
Anche lei però si bloccò, sebbene per un breve periodo, visto che evocò un lenzuolo che coprì lo specchio.
La ragazza prese Harry e lo condusse di nuovo alla scrivania dove Silente sorridente lo aspettava.
“Allora"  disse Silente “Tu, come centinaia di altri prima di te, hai scoperto le dolcezze dello Specchio delle Brame" .
“Non sapevo che si chiamasse così, signore."
“Suppongo però che ormai abbia capito a che cosa serve."
“Sì... be'... ho visto la mia famiglia..."  
“Anche tua moglie ha visto la sua, con il padre che non ha mai conosciuto. Il tuoi amici ci si vedrebbero con in mano tutti i riconoscimenti che questa scuola offrirebbe e tanto altro ancora..."
“E lei come lo sa...?"  chiesero Ron, Draco e Blaise
“Io conosco voi e tutte le vostre storie... ed ognuno ha perso qualcuno o ambisce ad ottenere qualcosa...” disse Silente con dolcezza.
“Capisci adesso che cos'è che noi tutti vediamo nello Specchio delle Brame?"  
Harry scosse la testa.
“Allora te lo spiego. L'uomo più felice della terra riuscirebbe a usare lo Specchio delle Brame come un normale specchio, vale a dire che, guardandoci dentro, vedrebbe se stesso esattamente com'è. Cominci a capire?"  
Harry rimase per un po' soprappensiero.
Poi disse lentamente: “Ci vediamo dentro quel che desideriamo... le cose che vogliamo..."  
“Sì e no"  disse Silente tranquillo.
“Ci mostra né più né meno quello che desideriamo più profondamente e più irresistibilmente in cuor nostro. Tu, che non hai mai conosciuto i tuoi genitori, ti vedi circondato da tutta la famiglia. Hermione ha visto sua madre e il suo vero padre... Tuttavia questo specchio non ci dà né la conoscenza né la verità. Ci sono uomini che si sono smarriti a forza di guardarcisi, rapiti da quel che avevano visto, oppure hanno perso il senno perché non sapevano se quel che esso mostra è reale o anche solo possibile. Io ti ho voluto mostrare come anche un demone può essere sedotto da un desiderio, debolezza che Voldemort userà per sedurre ognuno di voi. Voi tre che siete demoni da poco, ma spero abbiate notato come il potere di questo artefatto abbia plagiato anche un demone purosangue. Domani, lo Specchio delle Brame verrà portato in una nuova dimora, e io vi chiedo di non cercarlo mai più. Se mai vi ci imbatterete di nuovo, cosa probabile data la vostra longevità, sarete preparati. Ricordate : non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere. E ora, ecco ciò che tuo padre mi lasciò. Aprilo nel dormitoio ma non usarlo per andare in giro... in fondo credo che ormai sappiate già cosa protegge Fuffy e perché"  
“Come lo sa?” chiese Hermione
“Io non ho bisogno di mantelli per rendermi invisibile..." disse criptico
"Ora andate a dormire che domani sarà una lunga giornata...”

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“Che ne dici Forrest...” chiese Silente una volta rimasti soli.
“Che per il bene di Voldemort, spero che sfidi Harry prima che lui ottenga il rango di demone di Alta classe...”
“E tu Severus...” chiese rivolto ad una zona dell'ufficio immerso nel buio
“Che mi sembra strano che il figlio di Potter sia così rispettoso delle regole e non abusi del suo status di celebrità per ottenere un posto nella squadra di quidditch. Anzi... sembrerebbe che trovi squallido usare i doni con cui è nato per vincere contro esseri a lui inferiori...”
“Te lo dirò per l'ultima volta... Harry è un futuro Pilastro. Lui sarà un duca ed in quanto tale è stato educato per dare il buon esempio ai demoni di classe inferiore. Lui dovrà creare leggi e farle rispettare... Lui non ha nulla in comune con quel discolo di suo padre che avrò messo si e no un centinaio di volte in punizione. Forse potrebbe aver ereditato la sua bravura nel volo... ma questo è tutto...”
“Lo spero il nostro cercatore fa pena...”

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Arrivati nel dormitorio i tre ragazzi silenziosamente si recarono nella loro camerata mentre Harry, pallido come un cencio, venne condotto in camera da Hermione che, chiusa la porta con la chiave, ebbe appena il tempo di insonorizzare la stanza e sdraiarsi accanto a lui prima che Harry scoppiasse in un angosciante pianto.
Era la prima volta in vita sua che lo faceva e la ragazza era consapevole che prima o poi sarebbe accaduto.
Certo, non sapeva quando o dove... ma vedendolo confuso, davanti allo specchio, ne ebbe la conferma : quella notte il punto di non ritorno era stato raggiunto e superato.
Harry passò quasi tutta la notte a piangere con Hermiore che lo stringeva stretto al suo petto cercando di calmarlo più che poteva.
Solo verso le 5 del mattino Harry, troppo stanco per continuare cadde in un sonno grigio privo di sogni...
Dormirono fino alle 9 del mattino quando il professor Forrest venne ad avvisarli che il pranzo sarebbe stato servito verso le 13.
Hermione represse l'istinto di scacciarlo dalla camera, temendo che Harry svegliandosi ricominciasse a piangere... ma ciò non avvenne.
Sentendo la voce del docente, il ragazzo si alzò sorridente e lo salutò comunicando che sarebbero scesi in sala grande in tempo.
“Come mai così allegro? Ieri sembravi un cadavere...” chiese serafico Forrest.
“Mi crede se le dico che non lo so? Mi ricordo solo che mi ero messo a piangere... e poi la mia testa è stata poggiata su qualcosa di soffice... ma non era il cuscino...” disse mentre il professore guardava divertito la faccia di Hermione diventare rossa quanto i capelli di Sirzech-sama
“Forse ti ha abbracciato Hermione?” chiese con malizia il docente.
“Impossibile... dormiamo insieme tutte le notti. Ad Hallowen è rimasta abbracciata tutto il tempo, se fosse così morbida me ne sarei accorto.”
“Forse state crescendo e dettagli che prima non notavi... ora si ergono maestosi dinnanzi ai tuoi occhi... Comunque ora muoviti o farete tardi  e mi raccomando, non ci rimurginare troppo mentre sei in bagno o diventerai cieco. In ogni caso Hermione forse è meglio che domani chiedi a Grayfia-sama di mandarti... il pezzo di sopra visto che sembra che adesso tu ne abbia bisogno” disse ridendo.
“FUORI!” urlò Hermione, rossa in volto scagliando una scarpa a Mr Forrest.
“Ok, ok me ne vado... non volevo metterti in imbarazzo davanti a tuo marito...” disse per nulla pentito delle sue parole.
Quando se ne fu andato il silenzio cadde imbarazzante tra i due
“h-ho d-detto q-qualcosa d-di s-sbagliato?” chiese Harry
“no... mi ha fatto piacere... solo che beh è un po imbarazzante.”  disse avvicinandosi alla porta e chiudendola a chiave.
Dando le spalle ad Harry si sfilò la camicia da notte e rimase con solo le mutandine.
“Che c'è di imbarazzante è una vita che ti vedo così....” disse prima che la ragazza si girasse.
La dove c'era un tavolato simile a quello che aveva lui, notò qualcosa di nuovo, che stranamente avevano un non so che di ipnotico... più potente dello specchio stesso.
“T-Tutto o-ok?” chiese Hermione rossa in volto avvicinandosi a lui.
“Si... solo che non capisco come... quando... perché” disse in evidente stato confusionale
“Puoi toccare... se vuoi...” disse facendosi coraggio e prendendo una mano del ragazzo.
“Sicura...?”
“Grayfia-sama ha detto che non dobbiamo fare dei bambini... non ha detto che non possiamo giocare un po...” disse sorridendo con malizia.
“E se poi ci spingiamo troppo in la...?” disse Harry con un filo di voce
[Perché non vi limitate a darvi un bacio e la fate finita? Siete noisi...] domandò una voce udita sia da Harry che da hermione
“Sei sveglia?” chiese Harry rosso in volto per il fatto che la sua mano era giunta finalmente a destinazione.
[Sono sempre sveglia... il fatto che non trovi interessante ciò che fai non implica che non veda ciò che fai. Inoltre sembrate aver bisogno di una mano... e fidati da dragonessa che si è trasformata spesso in donna... ne avreste proprio bisogno.] disse facendo arrossire i due ragazzi.
“Cosa vuoi dire?” Obiettò Hermione indignata per l'insinuazione.
[Che per ogni cosa ci vuole pratica... inoltre sappiate che per proteggere te marmocchia io vi fermerò se necessario.]
“Perché?” chiesero all'unisono
[Perché, se diventassi mamma adesso, con il corpo immaturo che possiedi... moriresti assieme a tuo figlio... però posso aiutarvi a fare esperienza senza correre rischi...]
“Perché dovremmo fidarci?” chiese Hermione incurante dei litri di sangue che Harry stava intanto perdendo dal naso.
[Perché sebbene non abbia avuto cuccioli... so cosa vuol dire fare certe cose... sia da drago che con un corpo simile al tuo. Io vi offro solo la via più rapida per fare vostre certe conoscenze. Certo, potreste mettervi d'impegno ed imparare da soli... ma poi avreste bisogno di chiedere consiglio a qualche ragazzo più grande, a Grayfia... o forse preferireste rivolgervi alla Mc Granitt?] spiegò con ilarità la dragonessa.
“Potremmo farlo....” rispose piccata la ragazza.
[Già ti hanno chiamato puttana perché una bambina, non ancora ragazza, dormiva nello stesso letto di un bambino... cosa succederebbe se la gente scoprisse che tanto bambini non siete più? Io vi offro la mia esperienza secolare... solo noi lo verremmo a sapere.] Sussurrò con voce suadente la dragonessa.
“Chi mi assicura che non ci stai ingannando?” ribattè il ragazzo.
[Harry, nessun drago o creatura sigillata in un SG può liberarsi... e lo sai. Anche se facessi ciò che fecero Ddraig ed Albion una volta, ovvero convertire un intero portatore in un drago... io rimarrei sigillata qui dentro. Saresti tu ad avere il controllo.]
“Tu che dici?” chiese titubante ad Hermione
“Facciamolo... se potremo divertirci... cioè” si corresse la ragazza “Se può aiutarci contro Voldemort... non ci vedo nulla di male” disse mentre la dragonessa emetteva una risata gutturale.
[Ok allora ragazza... metti una mano sullo sterno di Harry... dove vedi il mio gioiello. Avvertirai una punturina]
“Perderò i sensi?”
[No... mica sei la bella addormentata nel bosco...]
Lentamente Hermione avvicinò la mano allo sterno di Harry e davanti ai suoi occhi vide che nella sfera violetta comparsa ad Halloween si era formata un escrescienza simile ad una sfera, del medesimo colore, ma di dimensioni notevolmente ridotte.
La seconda sfera si illuminò, al contatto con la mano di Hermione, e dopo aver provocato un leggero gemito alla ragazza, attraversò il suo corpo come una scarica elettrica attraversa un conduttore.
Giunta a livello dello sterno, leggermente sopra al seno che iniziava a fare capolino sul petto della ragazza, si fermò assumendo l'aspetto e le dimensioni della sfera che possedeva Harry.
[Ti ho donato un po del mio potere. ma bada la tua possiede una mia sola abilità. Il pacchetto completo lo possiede solo la sfera principale, quella di Harry... e rimarrà inattiva fino al giorno in cui Harry non risveglierà i suoi poteri]
“Perché?”
[Perché sono un drago capriccioso...]
“Si ma perché?”
[Non dono spiegazioni dei miei poteri a chi è troppo immaturo. Ora se siete pronti darei il via alla seconda fase... devo correggere qualcosina in te ragazza o impazziresti usando la mia abilità... ma tranquilla, devo solo fare qualche piccola correzione.]
“v-vai...” fu il commento di Hermione timorosa delle sue piccole modifiche.
“Ok” mormorò Harry.
Fu allora che le due sfere iniziarono a risplendere generando una barriera che li isolò dal mondo. Era simile a quel raro evento che avveniva quando due bacchette dotate dello stesso nucleo si scontravano tra di loro. Un raggio di energia viola congiunse i due gioielli scambiando le informazioni che i due gioielli avevano raccolto.
[Fatto... ora sono stanca davvero... credo che mi farò un riposino...]
“Aspetta..." la chiamò Hermiore mentalmente "...ci avevi promesso che ci avresti insegnato...” disse rossa in volto la bambina incapace di proferire altro.
[Hai ragione piccola... vi insegnerò come baciarvi, ma non andate oltre o vi rendo sterili... in modo doloroso. Io non sono un cagnolino come i due dragi celesti che pur di combattere con l'atro cane farebbe di tutto per il suo portatore. Io posso anche lasciarvi morire. Non ho rivali storici da combattere... anche se Tiamath mi è sempre stata lievemente antipatica.]
disse trasferendo nelle menti dei ragazzi un barlume di pensiero con tutte le informazioni riguardanti l'arte del baciare.
“Non ti deluderemo...” disse Harry inconsapevole che la coscienza ormai era sparita.
In quel momento un movimente anomalo lo destò dai suoi pensieri,
Il viso di Hermione si era infatti avvicinato al suo e dopo aver poggiato le labbra sulle sue, le aveva lentamente separate, in modo da accogliere la lingua di Harry che, grazie a ciò che la dragonessa aveva condiviso con entrambi, sapeva perfettamente cosa fare.
Non fu un bacio perfetto, come si immaginavano entrambi, fu meccanico e goffo, ma era il loro primo bacio.
“Vedo che non sei il solo ad essere contento” mormorò Hermione
“Vuoi che saluti anche lui...” disse maliziosa
[STOOOP! Fine del Round...ognuno al proprio angolo] urlò la Dragonessa.
“Ma tu non stavi dormendo?” sbuffò irritata Hermione
[E tu pensi che con due cuccioli che hanno appena scoperto a cosa servono le loro appendici, io dorma in modo disinvolto? Io vi tengo d'occhio... ad entrambi ci siamo capiti? Ora signorina fila a farti il bagno e lo stesso per te. Non potete andare a pranzo in queste condizioni... Separatamente ovviamente....]
“Si signora...” sbuffarono all'unisono dirigendosi verso il bagno presente nella suite.

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Nel frattempo, in un luogo molto lontano...
“Stai scherzando col fuoco....” disse una voce cavernosa
“Già... di solito non condivido le opinioni del Rosso... ma dare una delle tue teste ad una bambina è eccessivo anche per te...”
[Oh i due cagnolini, dove sono Tannin, Yu long, e Tiamath? E quello che dorme da sempre?]
“Avevano da fare... ma saranno avvisati non temere...” borbottò il rosso
[Sto tremando di paura...] commentò sarcastica la dragonessa
“Dovresti farlo... sai che noi...” disse il Bianco
[Che voi cosa? Io non ho avuto tempo di crescere. Zeus mi sigillo prima che iniziassi a combattere e se non fosse stato per il Dio della Bibbia sarei ancora in un qualche mausoleo dimenticato da tutti. Se avessi potuto crescere ci sarei io sulla vetta e voi vi prostereste ai miei piedi...]
“Ti ricordo che gli unici due che hanno ottenuto il tuo potere furono uccisi. Il maschio, da Susanoo... la femmina da Ercole...” esordì il rosso.
[Ed erano umani, anni luce più deboli di questi due ragazzi. Loro potranno controllare il mio potere, sono demoni. Ottenere la longevità di un drago per loro non sarà traumatico...]
“Li hai già trasformati?”
[Cioè voi date arti ad umani come se respiraste e me lo chiedete? No sono ancora umani... ho dato loro la potenzialità di farlo... se avranno bisogno di me darò loro il mio potere.]
“E perché?”
[Perché qui adesso è presente l'erede, umano per fortuna, dei Buné... a qualche metro di distanza da dove mi trovo riposa un basilisco. Se quel mago lo sveglia, sebbene credo sia troppo debole anche solo per tentarlo, nessuno di loro sopravviverebbe al suo sguardo. Se dovessero morire li trasformerò....]
“Sono entrambi simili?”
[No... Solo la testa principale ha quell'abilità... le altre no.]
“Sappi che ti teniamo d'occhio Yamata....”
“Si ti teniamo d'occhio...”
[si si...ora lasciatemi dormire... marmocchi.]

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Puliti e profumati, i due ragazzi salirono in sala grande dove i loro amici erano già riuniti. erano convinti di essere in pochi, ma videro che esclusi loro, e i fratelli di Ron, erano presenti molti tassorosso ed alcuni corvonero, tra cui vi era anche la simpatica prefetto, che aveva consolato Hermione.
Per Harry ed Hermione, quel pranzo fu una novità.
Harry infatti non ne aveva mai festeggiato uno, cosa logica essendo un demone, ma anche la ragazza era stupita, specialmente confrontandolo con quelli babbani che ricordava.
Un centinaio di grassi tacchini arrosto, montagne di patate arrosto e bollite, vassoi di oleose salsicce alla cipolla, zuppiere di piselli al burro, salsiere d'argento con salse dense e saporite alla carne e al mirtillo, e montagne di petardi magici, disposte a intervalli lungo la tavola, che quando esplodevano rilasciavano dei regali.
Al tavolo delle autorità, Silente aveva barattato il suo cappello a punta da mago con una cuffia a fiori e stava ridendo a crepapelle di una storiella che il professor Vitious gli aveva appena letto.
Ai tacchini seguirono i dolci di Natale flambé.
Hagrid era diventato leggermente brillo a furia di versarsi bicchieri di vino... arrivò persino a baciare sulla guancia la professoressa Mcgranitt, la quale, con grande sorpresa del ragazzo, rise e arrossì.
Quando finalmente Harry si alzò da tavola, era carico di tutti gli strani oggetti venuti fuori dalle confezioni dei petardi, fra cui una scacchiera magica tutta nuova, completa di pezzi.
Harry, i fratelli Weasley, Draco e Blaise trascorsero il pomeriggio a giocare a quidditch all'aperto, sotto lo sguardo vigile ed attento del Professor Piton e della professoressa McGranitt.
Verso sera infreddoliti, bagnati e senza fiato, tornarono a scaldarsi davanti al fuoco delle rispettive sale comuni dove Harry inaugurò la sua nuova scacchiera facendosi dare una spettacolare batosta da Ron e Blaise... sebbene, non per giustificarlo, era distratto ancora dal pensiero di Hermione che lo baciava, e alla moglie che a pranzo confabulava con Penelope.
Avrebbe voluto sapere cosa si stessero dicendo... ma erano troppo distanti e le basto vedere la faccia di Hermione rossa come un pomodoro per capire di cosa stessero diquisendo e che se si fosse avvicinato sarebbe stato lui ad arrossire.
Dopo la merenda a base di tè, panini al tacchino, focaccine, zuppa inglese e dolce di Natale, erano tutti troppo satolli e assonnati per aver voglia di fare qualsiasi cosa prima di andare a letto.
Per Harry, era stato il miglior Natale della sua vita.
Eppure, per tutta il pomeriggio aveva cercato di soffocare un pensiero che lo tormentava : non vi era alcuna traccia di Hermione in sala comune ne all'interno della casa.
Per questo, senza farsi notare si recò fuori dalla sala comune sperando di trovare la persona che cercava e, facendo ricorso alla sua capacità di percepire le aure la trovò... sebbene non fosse sola.
“Ehi sei qui?” chiese entrando nell'aula del primo piano, fingendo di cercare Hermione.
Harry lo sapeva, ma li vi erano Percy e Penelope, ed in cuor suo si sentiva un ingrato a disturbarli quando aveva capito cosa ci facessero li soli, soletti.
“Oh scusate... non volevo disturbare... cercavo Hermione...” mentì il biondo.
“È in Infemeria...” rispose Percy
“Che ci fa in infermeria? Si è fatta male?” chiese allarmato.
“In un certo senso.... ma penso che forse Penelope può essere più esaustiva..” disse facendo segno di seguirlo
“Vedi Harry... so che oggi è successo qualcosa tra di voi...” disse Penelope cercando le parole giuste.
“Si... qualcosa... ma niente di eticamente discutibile” si affrettò a precisare
“Nessuno lo mette in dubbio... so che ieri eri triste e lei ti ha fatto da cuscino, quando di solito è il contrario... che oggi ti ha fatto toccare con mano che sta diventando grande.” iniziò a spiegare  mentre sia Harry che Percy sembravano troppo imbarazzati per guardarsi in faccia.
“Si... anche se speravo che...”
“Nessuno lo saprà... anche se queste mura hanno visto, e vedranno di peggio. Inoltre lei oggi ha ricevuto il suo primo bacio e quindi... diciamo che era molto euforica...”
“Non era delusa?” chiese stupito
“Perché doveva esserlo?
“Beh non è che io... sia stato un granché....” disse mesto
“Tutti devono imparare....” lo consolò con dolcezza la prefetto “Ci sono ragazzi anche più grandi di te che a volte hanno bisogno di fare pratica...”
“Si ma ora che ci penso è strano che lei abbia preso l'iniziativa” disse pensieroso
“Diciamo che mi ha chiesto qualche consiglio... se vuoi te ne do uno per te” disse avvicinando la bocca all'orecchio di Harry ed iniziando a spiegare in maniera dettagliata cosa doveva fare e come.
“Perchè dovrei farlo? C'è un motivo particolare?” chiese rosso in viso
“Diciamo che se tu farai così... anche lei potrebbe fare un altro passetto in avanti... di cui non ti pentiresti... in ogni caso anche se sembra facile prima dovreste diventare meno timidi ed insicuri”
“E come possiamo fare...?”
“beh questo lei lo sa... e non lo dirò davanti ad orecchie indiscrete....” disse rivolgendo lo sguardo verso Percy.
Erano arrivati a metà strada quando videro Hermione camminare verso di loro con un sacchetto di carta nelle mani.
La ragazza vedendo il gruppetto pensò che harry si fosse messo nei guai, ma fu rassicurata che erano solo andati a trovarla, perché il ragazzo non vedendola nella sala comune si era preoccupato.
Fecero quindi marcia indietro e camminarono a lungo fino a tornare nei sotterranei, mentre parlavano del più e del meno.
Proprio davanti alla porta del loro dormitorio incontrarono il loro direttore, il Professor Piton che usciva dal dormitorio di Serpeverde.
“Potter..." esordì con il suo consueto modo di parlare
"Ho già comunicato ai vostri amici che da dopo le vacanze vi voglio tutti e 5 in campo per sostituire quei brocchi che vi hanno preceduto. Quelli bravi hanno smesso di giocare lo scorso anno per i MAGO e quella con Grifondoro è stata la 3 sconfitta di fila... non sarà la differenza punti a mantenerci campioni....”
“Come desidera professore...” disse Harry
“In ogni caso come mai due prefetti scortano i miei alunni?” chiese con diffidenza.
“Ho accompagnato la ragazza, in infermeria per problemi personali..” disse rossa in volto il piccante prefetto.
“Davvero? E tu Harry cosa ci facevi fuori?” disse Piton
“Non vedendola ha cercato un prefetto o qualcuno perché mi ero preoccupato...” rispose Percy
“Naturale... naturale... tutto risolto?” chiese Piton rivolgendo un sorriso ad Hermione.
“S-si... Madama chips mi ha detto tutto q-quello c-che d-dovevo s-sapere... e mi ha dato....” rispose indicando il sacchetto con un filo di vergogna nella voce.
“Capisco... vai pure in camera a riposarti. E tu Harry non essere egoista e lasciala riposare per qualche giorno.” disse con comprensione rivolto ad Hermione.
“Perché che dovrei fare?” chiese spiazzato il ragazzo.
“Mi pare che te lo abbia spiegato già la signorina Light... vi voglio al massimo della forma per la partita con Corvonero.” disse allontanandosi lasciando 4 ragazzi paralizzati dall'imbarazzo.
“Come lo sapeva?” chiese Penelope rossa.
“...forse un fantasma semitrasparente ci ha seguito....” suggerì Hermione
“Si ma cosa più importante... lo avete visto che vi ha sorriso?” disse sbigottito Percy
“È raro?” chiese Hermione entrando nel dormitorio
“Raro? Perfino tra i serpeverde quelli che hanno avuto un simile onore si contano sulle dita di una mano.” disse Percy mentre la porta del dormitorio si chiuse separando i due Serpeverdi dai prefetti.

Note Dell Autore
Capitoli ricchi di news... piccole cose crescono, un po' prima del tempo ma ho voluto fare in modo che il sangue dei caduti, accelerasse di un po l'inizio di un periodo importante. Non aspettatevi descrizioni, perchè anche se il fumetto con cui ho fatto il cross over è un ecchi-harem qui dovremo aspettare il quarto libro :)
È stato svelato il nome del drago di Harry, che come tutti avrete capito è la figlia di Tifone ed Echidna che il mondo ha conosciuto come Idra di lernia e Yamata no orochi... visto che le descrizioni nelle due leggende sono simili io ho reso l'idea che lei fu sigillata prima che acquisisse troppo potere, e come forza equivale ad un Re Drago (per chi non avesse letto l'opera considerate un demone di classe S alla YuYu Hakusho o un biju se usate come riferimento Naruto, o un vasto lord se prendete Bleach come esempio...) in pratica è forte come Mephisto e la diavola a cui il nonno di Harry ha chiesto una mano, ma meno del marito di questa.
Ora, per ovvi motivi di trama lei non userà mai il suo vero potere in questa fiction, visto che se no lo zio voldy verrebbe vaporizzato... ne i due ragazzi verranno trasformati troppo presto, se avverrà accadrà sul finire della fiction.

Draig e Albion

Sono i due draghi più potenti del pianeta, tanto forti, nella novel originale (High School DxD) da richiedere l'intervento dei vertici delle tre fazioni (angeli, demoni e caduti) per fermarli. il primo moltiplica il potere del possessore ogni dieci secondi e lo trasferisce ad altri... il secondo invece assorbe il potere altrui e lo trasferisce a se stesso. si combattono ogni volta che i loro portatori li risvegliano condannandoli, di solito a morte certa, e si, loro pur essendo presenti nell'opera non prenderanno parte allo scontro con voldemort... Saranno dei piccoli e deboli maghi ad affrontarlo...

Per il resto al prossimo capitolo che sarà moolto sportivo :)
a presto

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Capitolo 9
*** Nuovo Trimestre ***


Nuovo Trimestre

All'inizio del trimestre, la scuola fu misa in subbuglio dalla notizia che cinque settimi della squadra dei serpeverde era stata sostituita da ragazzi del primo anno. Solo i 2 battitori, uno dei quali era il capitano, mantennero il loro ruolo, e solo perché erano i reduci della squadra che aveva regnato incontrastata negli ultimi 6 anni.
I migliori però avevano smesso di giocare a metà campionato scorso per prepararsi per gli esami del M.AG.O
La nuova squadra vedeva quindi Ron, nel ruolo di portiere, Draco, Blaise ed Hermione nel ruolo di cacciatori ed Harry in quello di cercatore.
Flint, il capitano della squadra, seppur inizialmente scettico dovette ricredersi quando vide che, senza allenamento, quelle 5 matricole surclassavano di molto i 5 giocatori che aveva allenato fino a quel momento e per questo decise di allenarli il più possibile in vista della sfida con Corvonero.
Neanche la pioggia incessante, che aveva preso il posto della neve, riusciva a smorzare la sua foga.
Tutti si lamentavano che Flint stava diventando un fanatico, ma Harry stava dalla sua parte.
Se avessero vinto il prossimo incontro, contro il Corvonero, tutte le voci calunniose, diffuse in altri dormitori, che asserivano che loro erano stati scelti solo in virtù della loro vicinanza al  bambino che era sopravvissuto sarebbero state zittite da una prova concreta del loro valore.
E poi, a parte il desiderio di vincere, Harry aveva notato che, quando andavano a letto esausti dopo l'allenamento, Hermione era meno incline a stuzzicare la sua neonata virilità.
Anche avere meno incubi non guastava.
Cioè non è che faceva brutti sogni, da quando Hermione pretendeva che lui usasse il suo petto, sempre più grande e soffice, come cuscino dormiva benissimo.
Solo che il sangue di demone che scorreva nelle sue vene, o per essere precisi, il sangue del suo casato, ribolliva frenetico e senza sosta al pensiero di mettere in pratica ciò che Yamata e Penelope avevano insegnato loro dal giorno di Natale.
Non potendo farlo anzi, sarebbe più opportuno dire, non volendolo fare per non incorrere in conseguenze, poco salutari per due ragazzi appena entrati nella pubertà, tutte quelle sensazioni si riversavano in quelli che lui definiva incubi e che invece sembravano rendere felice Hermione.
Sempre più spesso infatti lei buttava frasi del tipo :
“Sarebbe bello che anche tu dormissi come faccio io...” oppure “Beh visto che io riesco a dormire così, potresti farlo anche tu...” o anche “Se non mi vergogno io, perché dovresti farlo tu”
Frasi e gesti che avrebbero fatto capire anche ad un cieco a cosa ambisse la moglie.
Ringraziando i Maou, però quando Hermione esagerava interveniva Yamata, la dragonessa che viveva nei due gioielli viola incastonati negli sterni dei due bambini e che Hermione aveva soprannominato la signorina filtro famiglia o la signorina Vietato ai minori di 15 anni.
La dragonessa infatti, grazie ai 2 gioielli riusciva a tenere sottocontrollo gli istinti dei due sposini... in modo doloroso se necessario.
Durante l'ultimo tentativo però Harry confessò che la sua resistenza stava per venire meno
“Non riuscirò a resistere a lungo... ogni giorno che passa è sempre peggio, e non puoi pretendere che un affamato digiuni davanti ad un banchetto...” le disse sospirando.
[È per il vostro bene... quando verrà il momento io non interferirò. Inoltre in questo momento è scombussolata a causa degli ormoni prodotti dal suo nuovo corpo di demone... un corpo simile al tuo. Dalle tempo e si abituerà. Inoltre se ciò accadesse la colpa sarebbe di tuo nonno che si aspetta troppo da lei e che a causa della difficoltà della vostra razza ad avere figli l'ha caricata di troppe preoccupazioni... é normale che sia così ansiosa..]
Venne infine il giorno della partita e con suo sommo stupore vide che nella tribuna delle autorità vi era seduto il preside e...suo nonno.
Sapeva che il nonno era al corrente che erano entrati a far parte della squadra, visto che aveva acquistato lui le scope per lui ed i suoi amici... ma non si aspettava che venisse a guardarlo.
Di solito lui era sempre troppo impegnato in conferenze, riunioni o esperimenti per sprecare del tempo prezioso assistendo a simili intrattenimenti... ma non era il solo.
A ruota infatti tutti e tre i suoi servitori mormorarono, più o meno sommessamente, che anche i loro famigliari erano presenti.
“Allora oggi dopo la partita ci vorrà parlare... c'è anche Grayfia-sama” si intromise Hermione facendo sorgere il dubbio nel cuore di Harry e dei ragazzi.
Parlare di cosa?
Nessuno però ebbe modo di formulare il pensiero in modo verbale visto che il loro capitano, schiarendosi la voce attirò la loro attenzione.
“Mi dispiace interrompere le vostre amene conversazioni... ma devo parlarvi.”
“Certo, dicci pure...” rispose Harry
“Come forse non saprete, quando giochiamo noi, tutte le altre tifoserie si coalizzano contro. Può quindi succedere che voi sentiate addosso una pressione mai provata prima... ma sappiate che se il Professor Piton vi ha scelti vuol dire che ha visto in voi delle qualità... e sebbene all'inizio io ero scettico, allenandovi ho avuto modo di ricredermi. Voi siete i migliori giocatori che io abbia mai visto... in sella alle migliori scope che siano mai state create. Non demoralizzatevi se subirete una rete o due, non demoralizzatevi se sbaglierete un tiro. Noi abbiamo il figlio del miglior cercatore che questa scuola abbia mai visto...” disse il capitano mentre Madama Bumb, sulla porta fece segno di entrare in campo.
Fu un apoteosi... dopo solo 10 minuti i Serpeverde erano in vantaggio per 450 a 0.
Ron indossava un cappellino con tanto di visiera su cui era scritto W GENZO di cui, eccetto Harry, nessuno sapeva il significato.
Il demone si limitò a dirgli di indossarlo e di non temere perché in esso vi era lo spirito del miglior portiere di tutti i tempi.
Un modo per dargli sicurezza, certo visto che essendo un demone lui avrebbe potuto parare i tiri di qualsiasi umano con una mano legata dietro la schiena... ma Harry sapeva che il nervosismo poteva indurre in errore anche il giocatore più esperto.
Inutile dire che grazie alla fiducia che ottenne dalle parole di Harry e dal magico cappello Ron parò di tutto... compresi alcuni rigori assegnati per alcuni falli compiuti dai 2 battitori.
Draco, Blaise ed Hermione si passavano la pluffa ad occhi chiusi visto che, percependo l'energia dei compagni, sapevano dove l'uno sarebbe andato prima ancora che iniziasse a scattare.
Perfino Ron segno su colpo di testa tanto erano gasati.
L'unico che però rimase fermo ed impassibile per tutto l'incontro fu Harry che si limitava a schivare i bolidi che i battitori avversari gli spedivano contro.
Tutti si chiedevano il perché della sua immobilità, dagli spettatori, al cronista... lo stesso Piton si domandava il perchè della sua assenza di movimento.
Quando venne segnato il punto del 450 a 0 Harry si destò dal suo apparente torpore e fece quello che il cronista definì un gesto folle. Scese in picchiata accelerando fino a portarsi alle spalle del suo pari ruolo.
In quel momento Lee Gordan , seppur a malincuore dovette annunciare che la partita era finita e che il boccino era stato preso dal cercatore dei Serpeverde.
La partita era finita con il risultato di 600 a 0 e grazie ad i punti ottenuti nelle due partite giocate, i Serpeverde si erano portati in testa alla classifica del campionato.

1o turno :
Serpeverde 140 – Grifondoro 170
Corvonero 190 – Tassorosso 120

2o Turno :
Serpeverde 600 – Corvonero 0
Grifondoro 180 – Tassorosso 140

La classifica, dopo i primi 2 turni infatti prevedeva :

Serpeverde 740 p (140 + 600)
Grifondoro 350 p (170 + 180)
Tassorosso 260 p (120 + 140)
Corvonero 190 p (190 + 0)

La folla sentendo i risultati era ammutolita. Con una sola partita i Serpeverde avevano raggiunto e doppiato i Grifondoro che, fino a quel momento dominavano la vetta della classifica. I più ottimisti speravano in una vittoria di Corvonero... ma tutti dovettero convenire che Harry sembrava già sapere dove si trovasse il boccino.
Tutti compresero che se lui era rimasto fermo, era solo per permettere ai suoi compagni di fare più punti possibili, per ribaltare la classifica... e lo avevano fatto in soli 10 minuti di gioco.
Mentre i giocatori di Corvonero atterravano lividi con le labbra strette, Harry sentì una mano posarglisi sulla spalla e, quando levò lo sguardo, si vide davanti il volto sorridente di Silente.
“Ottima prova" gli disse Silente a bassa voce, in modo che solo lui potesse udirlo. “Mi fa piacere vedere che non sei stato tanto a rimuginare su quello specchio... anzi, ti sei dato da fare. Eccellente!"
Piton, immobile davanti all'entrata dello spogliatoio sembrava felicissimo e li avvisò che alcuni ospiti li stavano attendendo nell'ufficio del preside, per questo, posate le scope e dopo essersi cambiati uscirono dallo spogliatoio.
I suoi amici erano gasatissimi, ma lui non si sentiva di aver fatto qualcosa di cui andare fiero.
Tutti lo acclamavano, questo era indubbio, ma se i suoi avversari fossero stati come lui? Avrebbero davvero vinto con una simile differenza reti?
Seguendo il docente di pozioni i 5 ragazzi furono condotti nell'ufficio del preside che era leggermente più affollato della volta scorsa.
Erano presenti infatti sia i genitori di Draco che quelli di Ron. Harry cercò con lo sguardo la madre di Blaise ma di lei non vi era traccia.
“È inutile che la cerchi...” intervenne Blaise “mia madre crede di essere molto impegnata. Se la vedo 2-3 volte l'anno è un miracolo” disse stupendo tutti eccetto il preside.
“Mi dispiace amico...”
“Tranquillo... Secondo te perché sono rimasto a scuola? Lei doveva farsi una crociera tra i fiordi ed io sarei rimasto solo con i miei elfi domestici. Stando qui con te mi sono divertito e loro hanno potuto riposare.”
“E questa estate?” chiese Hermione
“idem... non so se andra ai tropici o nel Mediterraneo... quindi io, se possibile verrò con voi come programmato...” disse cercando di sorridere.
“Certo figurati... più siamo meglio è...” rispose Harry sorridendo.
Adesso capiva a cosa alludesse il compagno durante il tragitto dal treno al lago mentre erano guidati da Hagrid.
“Beh che verrete da noi è ovvio...” intervenne Mephisto affabile
“Dovete imparare ad usare gli artefatti divini che avete ottenuto alla nascita, o gli Angeli Caduti tenteranno sempre di uccidervi in quanto probabile minaccia. Siete stati reincarnati in demoni proprio per evitare questa eventualità” disse gioviale il vecchio demone.
“Si per me non ci sono problemi...” disse il signor Weasley allegro
“Nemmeno per me... però” convenne il signor Malfoy
“Ma certo, Harry e la sua giovane consorte saranno lieti di accettare il vostro invito...”
“Consorte?” chiese la signora Weasley strabuzzando gli occhi.
“Si signora... non è stato un refuso. Non potevo mandare qui mio nipote quando pozioni d'amore venivano e vengono sequestrate ogni settimana dal giorno in cui furono inventate le consegne via gufo.” la informò Mephisto con dolcezza.
“Ma sono giovani... e se...” protestò debolmente la donna.
“Di questo non deve preoccuparsi... Ho saputo da uno dei miei collaboratori che qualcuno li tiene d'occhio...vero Harry? Vero Hermione?"
“Si è molto... scrupolosa...” sorrise tesa la ragazza irritata dal fatto che la loro privacy sembrava non esistere.
“In ogni caso, tanto per farvi preparare psicologicamente... Terminate le lezioni voi verrete subito al castello, senza prendere il treno e vi allenerete con impegno. Alla fine passerete gli ultimi 15 giorni circa con la famiglia di Draco e con quella di Ronald.”
“E gli acquisti?” chiese Hermione evidenziando un possibile contrattempo.
“Beh per quelli non c'è bisogno che vi scomodiate... tutti voi avete la vostra cassaforte adesso e quindi addebiterete le spese li. Sebbene io ed i genitori dei vostri amici dovremmo discutere ancora qualche dettaglio. Ma adesso, se non ti dispiace, vorrei scambiare qualche parolina con te e il mio caro nipotino.”
“Abbiamo fatto qualcosa di male?” chiese Hermione bianca come un cencio.
“No piccola... non voi... LEI però potrebbe avervi imbrogliato." disse con tono grave e lo sguardo stanco
"Potresti seguire Grayfia e mostrarle il gioiello che nascondi?” disse cercando di sorridere in modo affabile.
La bambina tremando si avvicinò alla diavola che evocando, con semplici cerchi magici, una tenda le fece segno di seguirla dentro.
“Tu Harry resta qui... in fondo credo che già conosci a memoria ciò che devo controllare...” disse sorridendo maliziosa mentre Harry sotto gli occhi di tutti diventava rosso.
Passarono alcuni minuti prima che Hermione uscisse e fu ordinato ad Harry di entrare e spogliarsi.
“Davanti a te....?” chiese Harry rosso
“Ti vergogni forse? Che tenero... abbiamo forse un piccolo demone imbarazzato?” disse sorridendo.
“Beh no...”
“Allora muoviti..." lo esortò dolcemente.
Passarono altri minuti fino a quando anche Harry non venne fatto uscire.
“Stanno bene entrambi... possiamo tirare un sospiro di sollievo Mephisto-dono. Sono gli stessi che abbiamo fatto partire. I gioielli sono inerti per ora...”
“Bene... questo mi rincuora. Posso andare via sereno... Ragazzi, Signori Weasley, Signor Malfoy seguitemi nell'ufficio di Mr Forrest per discutere gli altri dettagli. Lascio il resto a te Grayfia. Consideralo un allenamento per quando sarai mamma a tua volta.” disse indicando la soglia dell'ufficio.
“Certo Mephisto-dono” disse stupendo tutti, Preside e Professoressa McGranitt inclusi.
Quando tutti gli estranei se ne andarono la faccia seria di Grayfia cambiò, ed i suoi lineamenti si addolcirono.
“Ho saputo che ad Hallowen sono successe molte cose... e credo che quattro chiacchere con qualcuno che non sia un medico o una ragazzina potrebbero farvi comodo... specialmente a te Hermione...” disse con dolcezza.
“Come lo sai?” chiese con timidezza la ragazza
“Mi ha informato Mr Forrest....”
“Anche io?” chiese con sospetto Harry
“Sarebbe gradita la tua presenza signorino... ci sono cose che devo spiegare anche a te...” disse con tono faceto, facendo segno ai due bambini di avvicinarsi a lei.
Quando entrambi la raggiunsero, la diavola, incurante del vestito costosissimo che indossava, si sedette a terra invitandoli a sedersi vicino a lei.
La donna non si curò neppure della presenza del Preside e dei docenti di pozioni e trasfigurazione.
Essi infatti osservarono tutta la scena in silenzio e videro i due ragazzi parlare, ridere e scherzare con la donna che con pazienza li ascoltava. Li videro arrossire mentre spiegava loro qualcosa di imbarazzante e li videro piangere e sfogarsi per lo stress che avevano accumulato.
“Dai non fate così... Se vorrete potrete anche rimanere negli inferi con me e Mephisto. Ammesso che riesca a seguirvi fin li sopravvivendo all'atmosfera del nostro mondo, se sconfinasse verrebbe arrestato e giudicato secondo le nostre leggi...”
“E il fratellino di Hermione che aspetta la pace per poter nascere?” chiese Harry preoccupato.
“Lui...” disse la diavola sfiorandosi involontariamente la pancia “Ha aspettato per secoli... può aspettare che tu diventi abbastanza vecchio per battere Voldemort definitivamente” disse senza notare come i docenti avessero colto quel gesto istintivo.
“Ma come fa ad essere ancora vivo...?” domandò Harry perplesso.
“Beh piccolo non lo so... ma anche se lo sapessi non te lo direi. La tua preparazione è lacunosa. Preoccupati solo di diventare un ragazzo di cui potrò essere fiera.”
“Grayfia... gli uomini cattivi finiscono all'inferno per essere torturati?” chiese all'improvviso il ragazzo stupendo gli umani che assistevano alla discussione in religioso silenzio.
“Andavano li prima che ci ribellassimo alle ingiuste leggi di Dio. Leggi in netta contraddizione tra loro, oserei dire e si... venivano torturate... perché me lo chiedi?”
“Noi dove andiamo quando terminano di vivere?” domandò lasciando intuire alla diavola e al preside cosa lo preoccupava realmente.
“Beh perdono il loro corpo tangibile, e continuano a vivere in un piano etereo... ma se vengono uccisi. Se tutto va bene vivono in eterno come tuo nonno.”
“Quindi...” tentò di dire il demone, prima che scoprisse di non aver trovato le parole giuste.
“Si piccolo... i tuoi genitori si trovano in quel piano, separato dal nostro e quando sarai abbastanza forte ti insegnerò come comunicare con loro...” rispose anticipando la donna anticipando la sua domanda ed abbracciandolo con dolcezza.
“È normale avere dubbi. Noi veniamo dipinti come i cattivi, come esseri che godono nel far soffrire la gente, come entità che usano cavilli per imbrogliare persone ingenue... ma molti dimenticano che noi, gli angeli, i draghi, gli uomini, siamo solo una delle tante specie che si è sviluppata su questo pianeta. Un giorno forse ci estingueremo, ed altri prenderanno il nostro posto...”
Quando il silenzio si dilatò un po troppo per  i gusti di Hermione, la ragazza espose una sua perplessità.
“Perché hai controllato i gioielli...?”
“Il drago che c'è dentro di voi, non è uno di quelli appartenenti alla categoria dei Re Drago, o uno degli Imperatori Celesti... lei apparterrebbe alla categoria dei Draghi Malvagi...” disse seria la donna.
“Come Vritra?” si intromise il ragazzo
“No... lui era un agnellino in confronto agli esponenti di tale gruppo. Anche i due imperatori li affrontavano solo se messi alle corde.”
“Perché?” domandarono all'unisono i due bambini
“Perché erano dei fanatici del combattimento che lottavano incuranti delle ferite. Ddraig affrontò Greendel una volta, e ne uscì vittorioso ovviamente... ma sono quelle vittorie che danno fastidio, quelle che hanno un retrogusto amaro.”
“Capisco... ma lei non sembra cattiva...” mormorò Harry.
“Oh lei non è cattiva... lei nacque agli albori dei tempi assieme ai grandi draghi delle leggende e li avrebbe superati tutti se temendola Zeus non l'avesse sigillata.”
“Perché?” chiese Hermione
“Perché lei era il drago più vicino alla perfezione mai nato... un drago capace di uccidere un Dio...”
“Allora come mai è annoverata tra i draghi malvagi se venne sigillata subito?” fu la giusta domanda posta da Harry.
“Perché diede il suo potere in prestito solo due volte ed entrambe è stato necessario un semidio per uccidere quegli uomini. In Grecia intervenne Ercole, in Giappone Susanoo. Quei due poveretti erano uomini che temendo di morire ricorsero al suo potere, venendo trasformati in draghi... quando però videro che dopo secoli ancora vivevano e le persone a loro care morivano di vecchiaia impazzirono...”
“Quindi le azioni di questi due umani dragonizzati la fecero annoverare tra i draghi malvagi?”
“Bravo piccolo... quindi ricordate che se verrà il momento in cui vi offrirà il suo aiuto e non solo per insegnarvi come si da un bacio...” disse guardandoli con tenerezza
“Beh lei non voleva che...” la interruppe Harry
“Si vede che tiene a voi come ai cuccioli che non ha avuto... quindi se sarete costretti ad accettare il suo aiuto fatelo pure, ma sappiate che non sarete invincibili.”
“Grayfia sama....”
“Voi potete chiamarmi Grayfia...”
“Ma siete la moglie del Maou” obiettò Hermione
“Non importa, io ho sposato il demone prima che venisse incoronato, per me rimarrà sempre il simpatico bambino che conobbi secoli fa...”
“Come si vi siete conosciuti...” chiese Harry impedendo ad Hermione di porre la sua domanda.
“Io sono nata in una famiglia che per secoli ha servito Lucifero e la sua famiglia. Sirzech invece era un valletto che il Maou non voleva mandare al fronte. All'inizio era un bambino come tanti, ma poi...ha iniziato ad interessarsi alle ragazze ed io...” disse sorridendo
“io gli diedi alcuni validi motivi per interessarsi a me...”
“Lo provocavi?”
“Non sia mai...” rise Grayfia “Al massimo mi mettevo le uniformi di una taglia più piccola quando lui era di turno; Usavo un profumo particolare che lui sembrava gradire, gli chiedevo di tenermi la scala per fargli vedere cosa c'era sotto la gonna, mi abbassavo in modo che la scollatura del vestito fosse più evidente, gli chiedevo di aiutarmi abbracciandolo....”
“Davvero?” chiese Hermione stupita
“Cosa credi? Anche io sono stata una giovane adolescente, qualche secolo fa... se poi a questo ci aggiungi che il ragazzo che mi piaceva era promesso ad una mia rivale” disse seria
“E poi?”
“Beh il nostro sovrano mi ordinò di fare la guardia ad un oggetto prezioso, e Sirzech chiese di potermi aiutare. Siamo rimasti molto tempo da soli nel castello dove siete cresciuti voi... e li scoccò il colpo di fulmine...”
“E ci siete stati molto?” chiese Harry
“Beh qualche tempo...”
“Posso fare un domanda? Senza che Harry mi interrompa?” chiese all'improvviso Hermione
“Certo...”
“Mio padre mi odia?” chiese Hermione
“Cosa te lo fa credere?”
“Io sto bene con Harry o con il signor Mephisto... ma lui non si è mai fatto vedere. Si vergogna di me?”
“Oh piccola... è questo che ti rende triste? Non ti odia... è stato lui a chiedere a Mephisto di portarti con se.”
“Perché?” domandò irritata
“Perché l'uomo che pensavi fosse tuo padre ha ucciso tua madre e ha cercato di farlo con te appena hai aperto le ali... è lecito pensare che tu possa odiare le tue radici...”
“.....”
“Ti piacerebbe conoscerlo?” propose la donna addolcendo i toni
“Anche se ora sono una sua nemica?"
“C'è pur sempre una tregua... ed inoltre tu sei sua figlia...” la contraddisse la donna
“Se possibile si... ma ci dovrà essere anche Harry...”
“Vuoi che vi dia la sua benedizione?” domandò maliziosa la diavola.
“Più o meno... ma se non gli piacessi?” rispose schiva la ragazza.
“Beh credo che quello che corre più rischi sia il ragazzo che ha baciato sua figlia...” disse sorridendo
Parlarono a lungo e Grayfia riversò loro più amore possibile per quel che rimaneva del pomeriggio. Solo quando il sole tramontò decise che era giunto il momento di salutarli e li fece andare in Sala Grande a cenare.
“È strano...” cercò di dire la Mc Granitt incapace di trovare le parole.
“Che un demone provi sentimenti così puri?” rispose cordialmente
“Beh si...”
“Noi e voi siamo simili, anche gli angeli lo sono quando smettono di fare i bigotti e cadono... siete voi umani che ci attribuite caratteristiche che non abbiamo.”
“Siete turbata?” domandò il preside studiandone il comportamento.
“Si perché nella migliore delle possibilità rimarranno in vita una vedova ed un orfano... nella peggiore moriranno entrambi. Due bambini che tutto ciò che vorrebbero è una madre ed un padre con cui giocare, si ritrovano con responsabilità che nemmeno un adulto vorrebbe. Un casato da ripristinare... un mago troppo potente per loro da distruggere... responsabilità enormi per dei demoni troppo piccoli, anche secondo i canoni della vostra specie dalla vita effimera...”
“Beh ognuno fa quel che può.... ma non saranno soli...” cercò di rassicurarla Silente
“Me lo auguro visto che se io ho le mani legate il padre di Hermione no....”
“Scusi se mi permetto... ma il padre di Hermione chi è?” domandò Piton serio
“Solo l'angelo caduto più potente di tutti... un Arcangelo con ben 12 ali nere. Un padre che poteva mostrarsi a lei, invece di stare nascosto nell'ombra...” disse rivolgendo lo sguardo verso la parte della stanza nascosta alla vista.
"Ti sei accorta che ero qui?” esclamò una voce calma e piatta
“Si...me ne sono accorta. Che devo dire a tua figlia? Ti degnerai di incontrarla o aspetterai fino a quando sarà troppo tardi?” chiese lievemente alterata.
“Dille che entro la fine dell'anno accademico la incontrerò....” rispose smaterializzandosi.
“È andato via?” chiese la Mc Granitt
“No è ancora nel castello...”
“Ma nessuno può smaterializzarsi...” obiettò Piton
“Questo vale per voi umani... gli esseri dotati dei nostri poteri possono farlo senza problemi..." lo corresse la diavola.
“Per quanto tempo rimarra qui...” chiese sorridendo Silente, come se fosse già al corrente della presenza del clandestino.
“Direi fino a quando ci sarà la pietra...” rispose pacata Grayfia
“Che vuole dire?” chiese la Mc Granitt
“Che Mr Simpatia ha passato tutto l'anno a vegliare sulla pietra, temendo che per ottenerla qualcuno facesse del male a sua figlia....” rispose la diavola dando modo ai presenti di comprendere e valutare i rischi che correvano nel tenere quella pietra a portata di ladro.

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Salve Raga... oggi devo dire che questo capitolo non mi ha convinto più di tanto... me lo ricordavo più emozionante quando lo scrissi alcuni mesi fa... ma ogni tanto un capitolo di passaggio, di transizione ci vuole...
per il resto perdonatemi se ho voluto fare due omaggi a due opere che mi hanno accompagnato nella mia infanzia
"W GENZO" Dovrebbe essere noto a parecchi maschietti che era il cappello di Benji Price, un portiere capace di parare anche i rigori con facilità...
Il secondo omaggio ba a fantozzi, non mi ricordo quale, quando vedono il film la corrazzata potionky (non so come si scrive e perdonatemi ma non ho voglia di cercarlo...) in cui i dipendenti che volevano vedere la partita dicevano che "Si vociferava che perfino zoff avesse segnato su calcio d'angolo con un colpo di testa" (parola più... parola meno...).

Per il resto non ho molto da specificare... credo che questo sia un capitolo privo di particolari che necessitino di delucidazioni...
Al prox chap e attenti a non svegliare il drago che dorme :)
(chi ha letto HP1 capirà l'allusione )
see u later

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Capitolo 10
*** Norberto ***


Salve raga. Come ho detto nell'altra fiction... sono dispiaciuto per aver saltato una settimana, ma l'inizio delle lezioni, mattutine ahime, e altri contrattempi mi hanno fatto ritardare :) vi lascio al nuovo capitolo :)

Norberto, drago Dorsorugoso di Norvegia

Gli esami erano alle porte e per questo Hermione aveva cominciato a fare il programma dei ripassi e a dividere gli appunti per argomenti e attribuendo un colore diverso a ciascuno.
A Harry e ai ragazzi non sarebbe mai passato per la testa, ma lei continuava a pungolarli perché facessero lo stesso.
Nemmeno il fatto che avessero una super memoria e che mancassero più di 10 settimane agli esami le fece cambiare idea.
Dello stesso avviso sembravano essere anche gli insegnanti perché li caricarono di tanti di quei compiti, che quanto a divertimento, le vacanze di Pasqua non assomigliarono di certo a quelle di Natale.
Pur di non litigare con lei trascorsero quindi la maggior parte del tempo libero con la ragazza in biblioteca cercando di portare a termine i compiti delle vacanze.
Durante una di quelle giornate, una particolarmente soleggiata tra le altre cose, videro Hagrid consultare un tomo che parlava di come allevare draghi.
“Che abbia trovato un uovo?” chiese Draco
“Possibile, alcune specie vivono in Gran Bretagna...Il Verde Comune del Galles e il Nero delle Ebridi. Certo, il Ministero della Magia ha il suo bel da fare a tenere la cosa segreta. Dobbiamo anche cancellare i ricordi ai babbani che li hanno visti..." intervenne Blaise
“Ma è contro le nostre leggi" disse Ron. “L'allevamento dei draghi è stato dichiarato fuori legge dalla Convenzione degli Stregoni del 1709, questo lo sanno tutti. Non si può allevare un drago in un giardino, e comunque non si possono addomesticare: troppo pericoloso. Dovreste vedere le bruciature che si è beccato Charlie in Romania coi draghi selvatici" .
“Potremmo vedere cosa ha in mente?" domandò Harry facendo gli occhi dolci ad Hermione
“Ma gli esami?”
“Suvvia... possiamo studiare anche più tardi, il tempo non ci manca....”
“Mi dispiace... ti amo lo sai ma prima il dovere e poi il piacere...”
“Peccato... e io che avrei voluto fare quella cosa che ti piace tanto....” sussurrò all'orecchio
“Quella? Quella che penso io?” bisbigliò la ragazza
“Beh se però dovrò studiare troppo... potrei essere troppo stanco...non so se rendo l'idea...” disse continuando a sussurrare.
“Beh credo che una pausa...una volta ogni tanto potremmo prendercela...” disse rossa in viso mentre i tre ragazzi ridevano sotto i baffi.
Hermione era una ragazza intransigente ed era difficile farle cambiare idea...a meno di non saper quali corde toccare. E diciamolo Harry le sapeva.
Facendo il minor rumore possibile uscirono dalla biblioteca e giunsero alla porta del guardiacaccia che, dopo averli fatti entrare, richiuse subito la porta.
Una volta all'interno, furono sorpresi nel vedere che tutte le tende erano tirate e dentro si soffocava dal caldo...
Questo tepore era causato dal fuoco scoppiettante che ardeva nel camino, acceso nonostante non fosse inverno.
Hagrid preparò del tè per i ragazzi e offrì loro panini alla donnola, che rifiutarono tutti eccetto Harry ed Hermione.
Dal giorno in cui il il drago aveva donato un gioiello alla ragazza infatti, entrambi avevano iniziato a bramare i piatti a base di carne...e meno erano cotti, più le loro papille gustative gioivano.
“Allora, volevate chiedermi qualcosa?"
“Beh è un reato venire a trovare un amico?”
“Volete sapere qualcosa sulla su Nicolas Flamel?” chiese guardingo
“No, sappiamo che Fuffy custodisce la pietra filosofale e se lui è il primo ostacolo gli altri saranno ben più ostici.”
“Avete deciso di smettere di cercare?”
“Non ci serve una lunga vita o dell'oro... era solo il gusto dell'ignoto a spingerci a cercare la verità” mentì Harry.
“Hagrid, non è che si potrebbe aprire una finestra? Sto scoppiando di caldo." domandò Blaise
“Impossibile, Blaise, mi dispiace" disse Hagrid mentre lanciava occhiate di sbieco al focolare.
Tutti vedendo il suo comportamento lo emularono e lo videro
“Ehi, Hagrid, e quello che cos'è?" Chiese Draco sapendo già di che cosa si trattasse.
Proprio al centro del caminetto, sotto il bollitore, c'era un enorme uovo nero.
“Oh" disse Hagrid giocherellando nervosamente con la sua barba. “Quello... ehm..."
“Dove l'hai preso, Hagrid?" chiese Ron chinandosi sul focolare per vedere l'uovo da vicino. “Dev'esserti costato una fortuna"
“L'ho vinto" disse Hagrid. “Ieri sera. Sono sceso al villaggio per farmi qualche bicchierozzo e mi sono messo a giocare a carte con uno straniero. Anzi, a dir la verità mi pareva che era molto contento di disfarsene."
“Ma che cosa farai, quando si schiude?" chiese Hermione facendogli notare che viveva in una capanna di legno.
Inutile dire che Hagrid era perso nei suoi pensieri al punto che canticchiava allegramente mentre attizzava il fuoco.
Vedendo che non li degnava più di uno sguardo il gruppetto decise di andare via fino a quando non arrivò un messaggio con il gufo della scuola.
Dentro c'erano soltanto tre parole: “Si sta schiudendo."
Tutti bramavano dalla voglia di vederlo nascere
“Beh è come quando nasce un pulcino, non c'è molta differenza” disse Harry con Hermione che gli dava ragione.
“Ne hai visto nascere molti?” chiese Draco
“Beh uno dei servi di mio nonno è un drago leggendario citato nella bibbia... ha un grosso numero di sudditi negli inferi... se volete ci possiamo andare per la ricreazione” propose il biondo
Quando si udì la campana del castello che annunciava la fine della lezione, tutti lasciarono cadere contemporaneamente gli attrezzi da giardinaggio (avevano Erbologia) e si affrettarono ad attraversare il parco fino al margine della foresta.
Hagrid li accolse col volto arrossato per l'eccitazione e li accompagnò all'interno dicendo loro che il draghetto era quasi uscito del tutto.
L'uovo era posato sul tavolo, inciso da crepe profonde: dentro c'era qualcosa che si muoveva e dall'interno proveniva un curioso ticchettio.
Tutti trascinarono le seggiole vicino al tavolo e stettero a guardare col fiato sospeso.
D'un colpo si udì raschiare e l'uovo si spaccò in due. Il draghetto cadde sul tavolo con un piccolo tonfo.
Non era esattamente quel che si dice grazioso. Assomigliava a un piccolo ombrello nero tutto raggrinzito.
Le ali, coperte da aculei, erano enormi a confronto del corpicino esile e nero come la pece.
Aveva il muso allungato, narici larghe, due cornini appena accennati e sporgenti occhi arancioni.
Il draghetto starnutì e dal naso gli uscirono un paio di scintille.
“Non è adorabile?" mormorò Hagrid tendendo una mano per accarezzare la testa dell'animale.
Questo fece per mordergli le dita scoprendo zanne acuminate.
“Hagrid...” disse Harry “Se vuoi io posso trovargliela una madre...”
“Ma Harry...”
“Hagrid, una mamma serve, niente la sostituisce. Ci sono cose che solo stando con i membri della sua razza può apprendere” disse con tristezza
L'omone era riluttante, ma gli bastò un solo sguardo per comprendere che per Harry, il drago non era altro che un essere simile a lui, un orfano come lui e che comprese che si preoccupava anche lui del futuro del piccolo.
“Cosa proponi?” concesse il guardiacaccia.
“Mio nonno conosce un drago molto Anziano... ha un territorio molto grande e li le femmine non mancano... mi basterebbe comunicare con lui e posso organizzare la cosa per oggi.
“Già, basta che Mr Forrest lo chiami e Tannin verrà ad accogliere il drago al castello del nonno di Harry.”
Fu allora che Yamata, poco propensa a parlare, si fece avanti.
[Toccatelo...Harry, Hermione toccate il cucciolo. Ma prima dite a Ron di far venire qui Mr Forrest prima.]
“L'hai sentito...” chiese Harry
“Si”

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Quando il docente di difesa contro le arti oscure giunse assieme a Ron ed Harry spiegò il suo piano il professore li ascoltò in silenzio.
“Come fareste a portare di notte un drago fino al mio studio? Ammesso che io riesca a farlo dormire, se vi vedesse anche un semplice fantasma passereste guai...qui state violando una legge...” disse severo.
“Inoltre tu ed Hermione dovreste toccarlo? Perché?”
“Lei ci ha detto che è per il nostro bene...” mormorò contrita Hermione
“e se Lei vi dice di buttarvi dalla torre di Astronomia voi lo fareste? Datemi una valida motivazione.” sbottò il mago.
[Inprinting] disse il drago in modo che anche Hagrid e gli altri sentissero la sua voce
“Hermione? Posso capire Harry ma la bambina che c'entra?”
[Harry era l'unico che potesse usare i miei poteri vero? Grazie al gioiello e al fatto che dormono vicini in pochi mesi lui e lei hanno le stesse abilità... per osmosi potremmo dire] disse ridendo in modo sommesso.
“Li hai già trasformati?” tuonò il docente
[Quello lo farò solo se necessario... ho voluto fare in modo che i due piccioncini non possano perdersi usando i miei poteri... tutto qui]
“Capisco... questo complica le cose.”
“Perché?” chiese Blaise
“Loro due sanno disilludersi... rendersi invisibili con la magia...loro avrebbero potuto portare il drago non visti nel mio ufficio...”
“Perché avrebbero potuto? Cosa impedisce loro di farlo?” chiese Draco
Ma fu ignorato. Il demone si rivolse ai due coniugi e li guardò con occhi preoccupati.
“Se voi toccherete il drago... i vostri, visto che sembra che anche tu li abbia Herm, poteri di demone si risveglieranno. Ma passerete una settimana in coma. E senza di voi i vostri amici non potranno mai fare lo stesso sensa farsi notare...”
“Beh potrebbero usare il mantello dell'invisibilità di mio padre...” propose Harry facendo apparire uno squarcio dimensionale da cui fece uscire il mantello.
“L'ho ricevuto a natale ma a me non serve...” disse porgendolo ai tre ragazzi “Andate in sala grande e dopo cena tornerete qui, prenderete il drago che Mr forrest farà dormire e lo porterete nel castello di mio nonno tramite, la "passaporta" speciale che mi porterà al castello a fine anno.”
“E voi?”
“Beh se posso risvegliare i miei... i nostri poteri toccando un draghetto, meglio ora che con i faticosi allenamenti di mio nonno...” disse prendendo la mano la mano di Hermione.
I due maghetti toccarono quindi, con la mano libera, il draghetto.
Nel momento in cui la loro pelle toccò le squame del drago furono atttraversato da un fiotto di energia caldo e freddo allo stesso tempo che riverberò nel loro corpo.
In quel momento, mentre sulla loro mano comparve una lieve escoriazione, le forze li abbandonarono e caddero a terra privi di sensi.
“Sono morti?” chiese Hagrid
“No sono appena nati...” disse Mr Forrest serio

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Era passata una settimana dal giorno in cui avevano sfiorato il cucciolo di drago quando si destarono in Infermeria.
Accanto a loro vi erano Mr Forrest e Silente assieme ai 3 ragazzi.
“Ehi Harry, salve... vedo che ti sei innamorato di questo luogo...” disse scherzando il preside.
“Sembrerebbe di si...” disse con un filo di voce
“Il Professor forrest dice che grazie al drago che possedete, in comunione di beni, i vostri poteri si sono mescolati... e che per caso, ovviamente, i vostri poteri si sono risvegliati è cosi?”
“Beh se Mr Forrest, un mago più vecchio e saggio di me dice così...devo fidarmi di lui...” disse serafico Harry
“Anche se non ho ancora capito il nesso causale che ha portato i miei poteri a risvegliarsi... bah un giorno lo scoprirò...” disse fra se e se...”
“Bravo... mai leggere la fine di un libro...gustatelo fino in fondo” dichiarò Silente.
(n.d.a io non faccio così lol io prima mi spoilero il finale)
“Preside, io direi di lasciare i ragazzi da soli... si sono fatti mettere in punizione la prima sera solo per venire a trovare i loro amici...avranno molto da dirsi.” ammiccò Forrest
Quando il preside e il vicepreside uscirono dalla stanza i due ragazzi non dovettero nemmeno pregare gli amici per farsi raccontare tutto.
Dopo il loro trasferimento in infermeria, il trio aveva cenato e lasciata la sala grande aveva preso Norberto e lo aveva portato, senza problemi, nell'ufficio di Mr.Forrest che attivò il sigllo che conduceva al castello di Mephisto, ubicato negli inferi, ed vi inviò i tre demoni.
Giunti al castello, I ragazzi furono accolti da una domestica che li guidò fino ad un cortine nel quale era adagiato un drago europeo, di colore viola, lungo circa quindici metri che rideva e scherzava in modo amabile con il nonno di Harry.
“Oh un dorsorugoso di Norvegia... appena nato vedo...” disse il drago adulto avvicinando la testa alla cassa che conteneva Norberto.
Cassa più piccola del suo occhio, ma i ragazzi non sapevano che esistevano draghi ben più colossali di lui.
L'anziano drago infilò due artigli nella scatola rompendola ed abbassò il collo in modo che il cucciolo si arrampicasse su di esso, usando le scaglie, molto robuste, come appiglio. Chiunque avesse visto la scena, senza timori inutili, avrebbe notato la similitudine tra il comportamento di questi rettili e quello di due gatti... ma i ragazzi non avevano modo di analizzare la situazione in modo razionale visto che la paura li dominava.
“L-Lo t-trasformerete i-in d-demone?” chiese Ron terrorizzato
“I draghi sono abbastanza resistenti per vivere qui senza diventare demoni” spiegò il drago.
“Come facciamo a capirti?” domandò Draco
“Con Language figliolo... anche gatti e altri animali meno magici hanno una lingua, voi li potete capire”
“Come il serpentese?” chiese Blaise.
“Non confondere ragazzo. Un conto è comunicare... un conto è dominare...e voi non potete domare i rettili...” puntualizzò Mephisto.
“Già solo i Buné o gli eredi di Serpeverde possono... comunque dite a Harry e a quella graziosa fanciulla che questa estate si alleneranno con me...visto che ora Yamata dorme dentro di loro sono l'unico demone che può allenarli.” dichiarò il vecchio Sovrano.
“Con Tannin? Noi due?” urlarono i due coniugi in coro colmi di timore.
“Beh sarà un drago... ma sembra gentile." cercò di sdrammatizzare Ron vedendo gli amici preoccupati. 
“Se lui è uno dei Re draghi c'è un motivo Ron... ha la forza di un Maou o di un Arcangelo... come categoria di potere” disse terrorizzata Hermione che poca voglia aveva di passare le vacanze estiva ad evitare le fauci o gli artigli di un essere tanto antico.
“Ma come siete finiti in punizione?”
Il motivo era semplicie, terrorizzati dal drago i tre ragazzi non si erano accorti di aver dimenticato il mantello nel castello di Mephisto e quando uscirono dalla stanza di Mr Forrest, convinti di averlo in tasca scoprirono l'amara verità.
Quando cercarono di tornare indietro furono beccati dalla Mc Granitt che, solo in virtù del fatto che erano andati a trovare i loro amici, gli tolse cinquanta punti a testa e li mandò nella foresta nera in punizione.
Li fecero una scoperta atroce, Voldemort era ad Hogwart e beveva sangue di unicorno in attesa di mettere le mani sulla pietra.
“Beh se un centauro vi ha aiutato... dovremmo ascoltare le sue parole” dichiarò Harry sentendo la storia
“Cosa possiamo fare?” domandò preoccupato Draco che sapeva di cosa era capace il Signore Oscuro.
“Metteremo un sigillo che ci avvertirà se qualcuno si avvicinerà alla botola...in quel caso chiameremo Silente. Se possibile vorrei evitare uno scontro con lui fin dal mio primo anno. Ma da oggi non gireremo più soli. Minimo a gruppi di due..."
Fu così che avendo ricevuto tutte le disposizioni dal loro comandante i tre ragazzi si congedarono prima che la rigida guaritrice venisse a buttarli fuori.
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Nota dell'autore
Salve boys, capitolo di medio livello...
Mi scuso per chi avrà sentito la mancanza della scampagnata nella foresta nera... ma odio quel capitolo e poi... mandare alcuni demoni in una foresta, di notte... beh dubito che sarebbe vista come una punizione.
Inoltre avrebbe comportato la morte dello zio Voldy con anticipo e mi avrebbe impedito di mostrare gli artefatti divini dei ragazzi :)
Al prossimo capitolo e che la forza sia con voi :)

 

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Capitolo 11
*** La Botola ***


Salve ragazzi... chiedo scusa per il ritardo ma ho avuto un piccolo problema al braccio e quindi, avendo solo una mano la scorsa settimana ho potuto pubblicare solo un capito editato da tempo. Per editare questo ci ho messo molto tempo e ho finito solo adesso :)

La botola

Negli anni seguenti, Harry non ricordò mai esattamente come aveva fatto a superare gli esami vivendo nella quasi certezza che da un momento all'altro Voldemort stesse per piombargli fra capo e collo.
Invece i giorni passarono lenti, ed il Cerbero era ancora vivo e vegeto dietro quella porta del terzo piano.
Faceva un caldo micidiale, specie nella grande aula dove si svolgevano gli scritti.
Per l'esame avevano ricevuto penne d'oca speciali, nuove di zecca, stregate con un incantesimo particolare per impedire loro di copiare.
Gli esami comprendevano anche esercitazioni pratiche più o meno facili.
Vitious li aveva chiamati a uno a uno nella sua aula per vedere se erano capaci di far ballare il Tip-tap ad un Ananas poggiato sulla scrivania.
La Mcgranitt volle che trasformassero un topo in una tabacchiera e maggiore era la bellezza dell'oggetto a trasfigurazione finita più punti si guadagnavano.
Piton invece li rese tutti nervosi fiatandogli nel collo mentre dovevano distillare una pozione obliante.
L'ultimo esame fu quello di Storia della Magia. Dopo aver passato un'ora a rispondere a domande su qualche vecchio mago svitato, inventore del calderone che si mescola da sé, sarebbero stati liberi, liberi per una settimana intera, prima che uscissero i risultati.
Quando il fantasma del professor Ruf ordinò loro di riporre le penne d'oca e di arrotolare le pergamene, Harry non poté fare a meno di rallegrarsi.
“E' stato molto più facile di quanto credessi" disse Blaise mentre si dirigevano verso il laghetto e si stesero comodamente sotto un albero.
I gemelli Weasley e Lee Jordan stavano facendo il solletico ai tentacoli di un calamaro gigante che si crogiolava nell'acqua tiepida e poco profonda.
“Niente più ripassi!" disse Ron con un sospiro di sollievo, stiracchiandosi sull'erba.
“Abbiamo davanti una settimana intera, prima di scoprire quanto siamo andati male. Inutile preoccuparsi adesso!"
Harry annuì, ma non riusciva a liberarsi dalla fastidiosa sensazione che c'era qualcosa che aveva dimenticato di fare : qualcosa di importante.
Quando tentò di spiegarsi, Hermione commentò:
“l'effetto degli esami. Io la notte scorsa mi sono svegliata, e prima di ricordarmi quello che avevamo fatto, ero già arrivata a sfogliare metà dei miei appunti sulle Trasfigurazioni" .
Eppure, Harry era convinto che quella fastidiosa sensazione non avesse nulla a che fare con lo studio.
Guardò un gufo svolazzare nel luminoso cielo azzurro, diretto alla scuola, con un messaggio stretto nel becco.
Di colpo, Harry balzò in piedi.
“Ma dove vai?" chiese Draco in tono sonnacchioso.
“Mi è venuta in mente una cosa" rispose Harry pallido come un cencio.
“Dobbiamo immediatamente andare a trovare Hagrid".
“E perché?" disse Hermione tutta ansimante mentre tentava di stare al passo con loro.
“A voi non sembra un po' strano" proseguì Harry mentre risalivano il declivio erboso.
“...che la cosa che Hagrid più desidera al mondo sia un drago, e che si presenti uno sconosciuto che per caso si ritrova un uovo di drago in tasca? Quanta gente c'è che va in giro con in tasca uova di drago, visto che è vietato dalla legge dei maghi? È stato fortunato a incontrare Hagrid, non vi pare? Oh, ma perché non ci ho pensato prima?"
“Ma che cosa ti frulla per la testa?" chiese Blaise.
Ma Harry, attraversando speditamente il parco diretto verso la foresta, non rispose.
Hagrid era seduto in poltrona davanti alla porta di casa; aveva le maniche e le gambe dei pantaloni arrotolate e stava sgusciando piselli in una grossa ciotola.
“Salve!" disse sorridendo. “Finiti gli esami? Avete tempo di fermarvi a bere qualcosa?"
“No, abbiamo fretta. Hagrid, devo chiederti una cosa. Sai quella notte che hai vinto Norberto? Che aspetto aveva lo straniero con cui hai giocato a carte?"
“Boh" rispose Hagrid, vago, “non si è mai tolto il mantello" .
Quando si accorse che tutti e cinque lo fissavano allibiti, alzò un sopracciglio.
“Non è mica una cosa tanto strana, di gente bizzarra ce n'è tanta al pub della "Testa di Porco", giù al villaggio. Poteva essere un trafficante di draghi, no? Comunque, in faccia non l'ho mai visto, si è sempre tenuto il cappuccio" .
Harry si lasciò cadere a terra, vicino alla ciotola di piselli.
“E di che cosa avete parlato, Hagrid? Gli hai mai accennato a Hogwarts?"
“Può darsi" rispose Hagrid aggrottando le sopracciglia nello sforzo di ricordare. “Sì... Mi ha chiesto che mestiere facevo e io gli ho detto che facevo il guardiacaccia qui... Allora ha chiesto di che genere di creature mi occupavo. Io gliel'ho detto... e ho anche detto che avevo sempre desiderato avere un drago... Poi... non ricordo tanto bene, perché quello non faceva che offrirmi da bere. Vediamo... sì, allora ha detto che lui aveva un uovo di drago e se lo volevo potevamo giocarcelo a carte... Però dovevo promettergli che lo tenevo bene: non voleva che finiva al chiuso in qualche casa... Allora io gli ho detto che, dopo Fuffi, tenere un drago era la cosa più facile del mondo..." “E lui... ha mostrato qualche interesse per Fuffi?" chiese Harry cercando di mantenere calmo il tono della voce.
“Be', sì... Insomma, anche dalle parti di Hogwarts, non è che capiti spesso di incontrare cani a tre teste, no? Allora gli ho detto che Fuffi era buono come il pane, se uno sapeva calmarlo. Bastava un po' di musica, e lui si addormentava come un angioletto..."
Di colpo, un'espressione di orrore si dipinse sul volto di Hagrid.
“Accidenti, non ve lo dovevo dire!" farfugliò. “Dimenticate tutto! Ehi... ma dove andate?"
Harry, Ron e Hermione non scambiarono neanche una parola finché non si fermarono nel salone d'ingresso, che dopo il prato assolato parve loro molto freddo e cupo.
“Dobbiamo andare da Silente" disse Harry. “Hagrid ha raccontato a quello straniero come si fa a eludere la sorveglianza di Fuffi, e sotto quel mantello c'era o Raptor o Voldemort... Dev'essere stato facile, dopo aver fatto sbronzare Hagrid. Spero solo che Silente creda a quello che gli diciamo. Fiorenzo potrebbe darci manforte,sempre che Cassandro non glielo impedisca."
“Basterà che..." cominciò Harry, ma all'improvviso una voce risuonò nel salone.
“Che cosa ci fate qui dentro, voi cinque?"
Era la professoressa Mcgranitt, che portava una grossa pila di libri. “Vogliamo vedere il professor Silente" disse Hermione con un coraggio che Harry e Ron giudicarono notevole.
“Vedere il professor Silente?" ripeté la Mcgranitt come se quella richiesta le apparisse molto sospetta.
“Il professor Silente è uscito dieci minuti fa. Ha ricevuto un gufo urgente dal Ministero della Magia ed è subito partito in volo per Londra" .
“Se n'è andato?" fece Harry in tono affranto. “Proprio adesso?" “Potter, il professor Silente è un grandissimo mago, la sua presenza è richiesta da molte parti..."
“Capisco... fa niente. Vorrà dire che aspetteremo, non è una cosa così importante. Grazie per l'informazione e scusi se le abbiamo disturbata.”
“Ah professoressa scusi... che sgarbato che sono. Vuole una mano?” chiese sorridendo.
“No tranquillo potter...andate pure. Io sono arrivata.”
Salutata la professoressa si diressero verso l'ufficio del professor Forrest ma lo trovarono chiuso con un bigliettino che li informava che sarebbe stati fuori sede fino al giorno successivo.
In missione per Mephisto pensarono tutti, visto che non era la prima volta che nei fine settimana si assentava per sbrigare pratiche per il suo padrone.
“Agirà stanotte...” sentenziò Harry “Voldemort agirà oggi e forse è stato lui a mandare il gufo per far andare via il preside
“Ma Harry... cosa possiamo fare noi...” balbettò Hermione
“Piccola sai cosa accadrà se Voldemort torna... Inoltre noi studiamo magia da alcuni anni, abbiamo le Sacred Gear, e si potremmo morire prima del previsto ma oggi dobbiamo varcare quella botola."
“E noi verremo con te...” disse Blaise deciso
“Già” convenne Draco
“Senza di te non guadagnerei nulla... quindi difenderò il mio capitale” disse Ron
“Ok allora è deciso...”
Dopo cena, i 3 ragazzi si diressero nella loro camerata, visto che nessuno gli rivolgeva la parola per i punti persi, i due sposi invece si diressero nella loro suite, nervosissimi, si sedettero sul letto.
“Harry visto che oggi... potremmo morire... sai mi seccherebbe morire beh mi hai capito...”
“Già penso che anche Yamata chiuderebbe un occhio...” disse iniziando a baciarla e quando lei si girò per salire sul letto... Harry la colpì alla base del collo.
“Mi dispiace... ma ti amo troppo per farti affrontare Voldemort oggi. Forse in un prossimo futuro sarai una strega migliore di adesso... ma non voglio che tu entri in questa faida quando potresti trovarti un altro principe azzurro...” disse mentre con la magia fece comparire un varco che collegava la sua stanza al castello di suo nonno.
Aveva passato giorni per realizzarlo mentre Hermione studiava in biblioteca.
Ne aveva capito l'importanza nel momento in cui aveva visto i pericoli di essere beccati per andare da Forrest.
Depose la ragazza sul letto di camera sua e senza voltarsi disse : “Nonno dalle un occhiata... se dovessi morire non farle intrapendere la strada della vendetta.”
“Lo farò... ma non ti garantisco che lei non si vendichi di te appena tornerai...”
“Spero che la tua previsione si realizzi... anche perché vorrà dire che vedrò sorgere il sole un altra volta...” disse tornando nella sua stanza.
Quando la sala comune Harry i 3 ragazzi bussarono alla sua porta e senza dissero :
“Siamo pronti...”
“...ma Hermione?” chiese Ron
“Lei non verrà... suo padre è troppo potente. Se Voldemort la ferisse la Gran Bretagna cesserebbe di esistere...” mentì e loro se ne resero conto anche se fecero finta di nulla.
Harry li disilluse e si recarono, senza incontrare nessuno, al 3o piano dove, spingendo la porta, videro il cerbero dormire grazie al suono di un arpa incantata per suonare da sola.
I 4 maghi osservarono ciò che si trovava al di sotto della botola. Un umano non avrebbe potuto vedere, ma i loro occhi di demone vedevano perfettamente era una specie di pianta.
“Ma è il...”
“Si Draco è il tranello del diavolo... il fuoco ci aprirà una strada...” disse Blaise
“ma come... sono incantesimi da 2-3 anno” borbottò Ron
“Blaise usa il tuo SG... anche tu Draco...” ordinò Harry deciso.
“ma Mr Forrest dice...”
“Lui non c'è e poi il Re rimango io... Blaise crea più catene possibili e lanciale sulla pianta... Draco avvolgici in una barriera, che faccia uscire però le catene di Blaise...”
“Ok “ dissero all'unisono
Quando tutte le catene vennero fatte cadere ad alcuni metri di distanza, il ragazzo fece ricorso alla sua immaginazione ed evocò del fuoco viola nella sua mano.
Mise la mano infuocata sull'origine della catena e come d'incanto esso si diffuse in tutti i vari anelli.
In pochi attimi il fuoco divampò e attecchì su tutta la pianta riducendola in cenere.
“Le fiamme però continuano a bruciare....” disse Draco
“Lo so...” rispose Harry recidendo il flusso di magia che alimentava le fiamme ed immaginando di tenere del giacchio nella mano che stringeva la catena.
Gli anelli vennero congelati ed il ghiaccio, a contatto con le fiamme si sciolse trasformandosi in acqua e disperdendosi per tutta la sala sotterranea spegnendo le fiamme.
“Ora Draco, la barriera...” disse spingendo i suoi 3 amici sul fondo.
Il ragazzo non seppe mai spiegare come riuscì a fare ciò che fece... forse fu la paura di cadere o la felicità di sapere che Harry si fidava al punto da affidare a lui la sua stessa vita ma il SG riuscì a creare una barriera che durò molto più a lungo delle altre.
Essa si ruppe solo alla fine, ma la distanza era talmente poca che anche cadendo riuscirono a limitare i danni.
“Perché hai scelto di usare le catene in quel modo e la barriera?” chiese Draco
“Già il fuoco potevi usarlo da solo...” convenne Blaise
“Il fuoco a contatto richiede meno energia per generare l'incendio. In questo modo il fuoco si è propagato, in tutta la pianta dalle radici alle cime con un dispendio di energia relativamente basso. Per incenerire tutte le piante in modo diverso avrei esaurito tutte le mie scorte e sarei diventato vulnerabile. Idem per la barriera. Per quanto ne sappiamo potrebbe esserci un incantesimo che impedisce la levitazione o l'uso di scope, che poteva interferire con le nostre ali che, tra le altre cose, non possiedono dei muscoli ma ci consentono di volare grazie alla nostra energia.”
“Perché ti fai tutte queste elucubrazioni?”
“Perché ci sono Rating Games dove per vincere devi attenerti ad alcune condizioni... non rompere il campo di battaglia... non usare certe abilità...questo perché sono simulazioni di guerra ideate per addestrare i demoni in tempi di pace”
“Ora capisco perchè dice che sono difficili...”
“Beh vi dico solo che il drago che avete conosciuto è nella top 10... da 20 anni circa.”
“Sei serio?”
“Si. Lui era già forte di suo e per questo gli è stato facile ottenere lo status di demone di alta classe... ma la sua squadra è fatta di draghi che lui stesso ha generato o allenato. Ora andiamo... da questa parte" disse Harry, additando l'unica via di uscita che si scorgesse: un passaggio fra due pareti di pietra.
A parte i loro stessi passi, l'unico altro rumore era un lieve gocciolio di acqua che scorreva lungo le pareti.
Lo stretto corridoio procedeva in discesa e solo dopo alcuni secondi Ron fece segno di fermarsi
“Non sentite niente?" bisbigliò Ron.
Harry tese l'orecchio. Si udiva un lieve fruscio e tintinnio, che sembrava provenire dall'alto.
“Credete che sia un fantasma?"
“Non saprei... dal rumore sembra un battito d'ali" .
“In fondo c'è una luce... vedo qualcosa che si muove" .
Raggiunsero l'estremità del passaggio e davanti a loro videro una camera tutta illuminata con il soffitto a volta, alto sopra le loro teste.
Era piena di uccellini dagli splendidi colori, come gemme, che svolazzavano e volteggiavano per tutta la stanza.
Sul lato opposto vi era un pesante portone di legno.
“Pensate che ci attaccheranno se attraversiamo la camera?" disse Ron.
“Probabilmente" rispose Harry. “Non sembrano molto cattivi, ma immagino che se scendessero tutti insieme in picchiata... Be', non c'è nient'altro da fare... Parto io" .
Inspirò profondamente, si coprì il viso con le braccia e spiccò la corsa per attraversare la camera.
Si aspettava di sentirsi piombare addosso da un momento all'altro becchi acuminati e artigli, ma non accadde nulla.
Raggiunse incolume il portone.
Tirò la maniglia, ma quello era chiuso a chiave.
Gli altri 3 lo seguirono. Si misero a tirare e a scuotere il portone nel tentativo di aprirlo, ma non si mosse neanche quando Harry provò con la formula magica: Alohomora.
“E adesso?" fece Ron.
“Questi uccelli... non è possibile che siano qui soltanto per bellezza" osservò Blaise.
“Ma questi non sono uccelli!" esclamò Harry a un tratto. “Sono chiavi! Chiavi alate! Guardate bene! Allora, questo vuol dire che... dobbiamo acchiappare la chiave che apre il portone!"
“Ma queste sono centinaia!" protestò Draco
Ron esaminò attentamente la serratura.
“Quella che cerchiamo dev'essere una grossa chiave vecchio tipo...probabilmente d'argento come la maniglia."
“L'ho vistà!” gridò Harry “Una di esse ha un ala piegata... come se qualcuno l'avesse già presa” “Draco ce la fai a creare un barriera per ogni chiave?”
“Posso provarci...” disse concentrandosi
“Visualizza le chiavi all'interno di una sfera” disse stringendogli le spalle “Puoi farcela...”
All'improvviso le varie chiavi smisero di fare rumore : erano state imprigionate in barriere piccole ma resistenti.
Ogni barriera consumava poca energia visto che le chiavi erano molto piccole ma lo sforzo di gestirne tante era comunque immenso.
Harry aprì quindi le ali ed accelerando si diresse verso una grossa chiave argentata che aveva individuato e la prese appena in tempo visto che le barriere si erano dissolte.
Draco aveva esaurito l'energia.
Harry però volava da tutta una vita e quindi gli fu facile evitare le chiavi che tentavano di assalirlo.
La loro velocità e la loro potenza era poca cosa rispetto ai colpi che Mr Forrest gli scagliava.
Atterrarò in gran fretta e corse verso il portone, con la chiave che gli si dimenava in mano.
La infilò senza tanti complimenti nella serratura e la girò : funzionava.
Nel momento preciso in cui la serratura si aprì con uno scatto, la chiave si sfilò e volò via di nuovo, tutta ammaccata dopo essere stata acchiappata per due volte.
“Pronti?" chiese Harry ai suoi compagni, mentre aveva ancora la mano sulla maniglia del portone.
I 3 annuirono, e lui tirò fino ad aprirlo.
La camera accanto era talmente buia che non si distingueva un bel niente.
Ma mentre vi entravano, fu improvvisamente invasa da una gran luce, e la scena che si parò loro dinanzi fu stupefacente.
Si trovavano sull'orlo di un'enorme scacchiera, dietro ai pezzi neri, tutti molto più alti di loro e scolpiti in quella che sembrava pietra.
Di fronte a loro, all'estremità opposta del vasto locale, c'erano i pezzi bianchi.
Harry, e i 3 amici ebbero un lieve brivido : erano altissimi e privi di volto.
“E adesso, che cosa facciamo?" sussurrò Harry.
“Ma è chiaro, no?" disse Ron. “Dobbiamo iniziare a giocare e via attraversare la stanza fino ad arrivare dall'altra parte".
Dietro i pezzi bianchi si scorgeva un'altra porta.
“E come facciamo?" chiese nervosa Draco.
“Penso" rispose Ron, “che dovremo far finta di essere anche noi dei pezzi degli scacchi" 

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Note dell'autore

Salve a tutti... capitolo cortino per i miei standard ed in cui ho voluto iniziare a mostrare i poteri degli artefatti dei servitori di Harry.
Blaise, un cavallo (per chi segue HsDxD non devo dire nulla, per chi non lo segue è un pezzo votato all'attacco e alla velocità), ha un Sacred Gear che crea catene (Alla Kurapika di HunterxHunter insomma...). In questo momento è in forma base ed ancora deve imparare ad usarlo bene e deve ancora svilupparlo in tutto il suo potere ma è un inizio...
Draco invece, un Alfiere (pezzo votato alla magia) ne ha uno che crea barriere. Inutile dire che anche questo è al primo livello e deve svilupparsi completamente anche se è da considerarsi di tipo supporto.
Ron invece è un tipo armatura sebbene lo vedrete tra un bel po...
Per il resto piccole differenze visto che le differenze vere e proprie si avranno dal terzo libro in poi :)
Al prossimo capitolo :) e scusate ancora per il ritardo :)

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Capitolo 12
*** La Botola 2 - la vendetta ***


Salve a tutti e infinite scuse per il ritardo. Solo che tra Università, 25 aprile, Primo Maggio, due giugno, finale di champions, etna comics e gli ormai cronici "dolorini" al braccio ho avuto alcune difficoltà tecniche a mettermi a scrivere al computer. Per il resto vi lascio liberi di leggere il capitolo e commentare anche negativamente se vi va...

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La Botola 2 - la vendetta

Era stata una partita memorabile, combattuta fino alla fine e solo il sacrificio di Ron aveva permesso loro di vincere contro i pezzi animati dalla magia della professoressa Mc Granitt.
Vedendolo a terra privo di sensi i ragazzi corsero verso di lui, ma Harry li fermò pochi istanti prima che il suo corpo svanisse dalla sala.
“Si chiama Ritiro. Impedisce ai pezzi di morire durante un Rating Game” disse senza bisogno che i suoi amici aprissero bocca.
“Ho chiesto a mio nonno di far attivare la modalità Games ai vostri pezzi fin da quando ho saputo che Voldemort era nella foresta. È un avversario fuori dalla nostra portata quindi quando perderete conoscenza verrete portati nell'infermeria che si trova in un ala del castello di mio nonno.”
“Vale anche per te?” chiese Blaise studiandolo
“Certo... mica sono un grifondoro scemo e velleitario... se ti chiedi perché non ho portato Hermione è solo per evitare che non sapendolo, lei mi facesse stupidamente da scudo umano... o peggio che si facesse prendere come ostaggio” disse sereno.
Stava mentendo e gli altri se ne resero conto immediatamente ma preferirono non assillarlo con dubbi e domande. 
Non quando mancavano ancora numerose sale prima di arrivare al boss di fine livello.
“Capisco....” si limitò a dire Blaise serio in volto mentre erano giunti davanti a un'altra porta che Harry spinse per aprire.
Le loro narici furono invase da un odore nauseabondo, che li costrinse a coprirsi il naso con il mantello.
Con gli occhi pieni di lacrime videro, steso per terra davanti a loro, un mostro ancor più grosso di quello con cui avevano già avuto a che fare. 
Giaceva inerte con un bernoccolo insanguinato in testa.
Data la carenza di aria, aprirono la porta successiva tirandola a sé.
Quasi non avevano il coraggio di guardare quel che avrebbero trovato.
E invece non c'era nulla di particolarmente spaventoso: erano in una stanza con un tavolo su cui erano allineate sette bottiglie di forme diverse.
“Qua c'è lo zampino del Professor Piton" fece Harry. 
“Che cosa dobbiamo fare?" domandò Draco
Varcarono la soglia e immediatamente, nello strombo della porta alle loro spalle, si accese un fuoco fiammeggiante. 
Non era un fuoco qualsiasi: era viola mentre, nello stesso istante, fiamme nere si sprigionarono dalla soglia della porta seguente. 
Erano in trappola.
“Guarda!" Blaise afferrò un rotolo di carta posato sul tavolo accanto alle bottiglie. Harry si sporse oltre la sua spalla per leggere quello che c'era scritto:

Davanti a voi è il pericolo, dietro la sicurezza
Due tra di noi vi aiutano, usate la destrezza
Una sola, di sette, vi lascerà avanzare
Se un'altra ne berrete, vi farebbe arretrare
Due son piene soltanto di nettare d'ortica
Tre, assassine, s'apprestano alla loro fatica.
Scegliete o resterete per sempre tra i supplizi.
Per aiutarvi a scegliere, vi diamo quattro indizi:
Primo, seppur subdolamente il velen non si svela,
Il vino delle ortiche alla sinistra cela;
Secondo, differenti sono quelle agli estremi
Ma per andare avanti rimangono problemi;
Terzo, come vedete, non ve n'è una uguale
Sol di nana e gigante il vin non è letale;
Quarto, la seconda a dritta e la seconda a sinistra
Sono gemelle al gusto, ma diverse alla vista.

“Un indovinello?” protestarono i 3 superstiti
“Qui ci voleva Hermione...” disse Blaise ed Harry non poteva non confermare ma ormai era tardi anche solo per pensare di andarla a prendere.
Figurarsi convincerla ad aiutarli dopo che l'aveva tramortita. 
No doveva cavarsela da solo.
“Come facciamo? Non possiamo provarle tutte" domandò Blaise frustrato mentre Harry pensava ad occhi chiusi sondando infinite possibili soluzioni ognuna più improponibile delle altre.
“Draco, so che ti chiedo molto... ma riusciresti a creare una barriera rettangolare sul fuoco nero? il mio istinto mi dice che non si spegnerà nemmeno se usassimo dell'acqua o del ghiaccio...” chiese Harry che voleva evitare di sprecare altro potere per crearsi una via di accesso alternativa attraverso il muro.
“Sembra forte, al massimo pochi secondi... di più non potrei...” rispose il Malfoy con titubanza.
“Ce li faremo bastare...” rispose Harry aprendo la porta con un semplice spostamento d'aria.
Per la terza e ultima volta Draco fece ricorso alla sua SG creando una barriera rettangolare che compresse per terra le fiamme nere.
“Non durerà a lungo...muooveteviiii” urlò Draco matido di sudore a causa dello sforzo immane che richiedeva sigillare quelle fiamme.
Senza nemmeno guardarlo i due superstiti corsero verso il fondo del corridoio e per un pelo riuscirono a togliere l'ultimo piede dalla barriera giusto in tempo. 
Un solo istante di più e si sarebbero trovati almeno un piede avvolto da quelle che sembravano fiamme implacabili.
Se invece gli istanti fossero stati più di uno, sarebbero morti carbonizzati...
Ringraziando i Maou invece si ritrovarono dall'altra parte, nell'ultima stanza.
Dentro c'era già qualcuno... ma non era Voldemort. Era Raptor.

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“Ehi Blaise...hai visto chi c'è? Il p-povero, b-balbuziente p-professor R-Raptor?" disse con sarcasmo Harry.
“Già... avevi ragione. Eccoti il galeone che ti dovevo...” disse il serpeverde uscendo una moneta d'ora da una tasca e consegnandolo al suo amico.
“Ed io che pensavo di trovare qui il vecchio zio Voldy... vabbé fa nulla.”
“Vuoi ucciderlo?” chiese Blaise fingendo un coraggio che non aveva.
“E rendere vana la tregua che mi spetta fino alla mia maggiore età?” domandò sarcastico il ragazzo.
“Maggiore età? Tu non vivrai fino a domani...” disse Raptor schioccando le dita.
Dal nulla apparvero delle funi che si avvolsero strette intorno a Harry e a Zabini.
“Tu sei troppo ficcanaso per continuare a vivere, Potter. Andartene in in giro a quel modo per tutta la scuola, il giorno di Halloween!”
“Veramente ero in riva al lago a consolare mia moglie accusata di esercitare la professione più vecchia del mondo... comunque non era un granché come troll, mi sono ferito solo per dare modo ad Hermione di scappare. Se fossi stato solo l'avrei ucciso con minor fatica.”
“Già... vero. Stavo quasi per dimenticarmi di lei... della tua adoratissima moglie sanguemarcio (*). Come ho potuto?” domandò con sarcasmo Raptor sperando di far infuriare il ragazzo che si limitò a sbuffare divertito.
“Ho detto qualcosa di divertente?" domandò confuso il docente.
"In verità no... Vuoi sapere anche tu cosa mi ha fatto ridere?”
“Perchè no... dai parla pure. Sono tutto orecchie...”
“Mia moglie, la ragazza che tu hai definito una sanguemarcio... ha lo stesso grado di purezza che aveva il vostro beniamino... quel buffone di Salazar Serpeverde...”
“Buffone?”
“Si forse il buon vecchio zio Voldy non lo sa... ma il suo antenato, un uomo fissato con la purezza genetica, era solo un mezzosangue. Metà uomo e metà demone. Certo suo padre era un demone dei pilastri... ma ciò non toglie che mezzosangue era e mezzosangue rimane. Almeno per i puristi come Voldemort o i demoni purosangue che considerano estinti i pilastri quando i discendenti non hanno il 100% di sangue demoniaco nelle vene.”
"E a quale Pilastro apparteneva Salazar..." domandò incuriosito il docente.
"Beh se non erro... e guarda che di solito non lo faccio mai... lui ed i suoi eredi dovrebbero discendere dai Buné.."
"Bunè... una casata estinta da alcuni secoli se non erro..."
“Non sono ancora estinti. Fino a quando lo zietto è vivo, i Buné vivranno con lui. Certo il loro sangue è talmente annacquato che sono più demoni i miei servi che lui visto che dal dominare i Draghi si sono ridotti a sussurrare ai serpenti... però diciamo che l'albero genealogico continua ad esistere.”
“E che c'entra la tua sgualdrina?”
“Beh” disse Harry spezzando le corde con il pensiero e stupendo non poco il servitore di Voldemort.
“Lei è la Figlia di Azazel... Ti dice niente questo nome?” domandò beffardo il giovane demone gioendo nel vedere la paura nel volto dell'uomo.
“Il Leader dei Grigori?” domandò deglutendo a fatica.
“Sua madre era umana..." continuò ignorandolo "...quindi come Salazar era metà demone, lei è solo per metà un angelo... ma la purezza del suo sangue di sicuro supera quello di Maghetti da 4 soldi come te... inutile dire che i caduti non hanno accordi con i maghi e se tu o qualcuno facesse del male a mia moglie credo che suo padre non ci penserebbe due volte a distruggere l'inghilterra magica. Inoltre lei è rinata come demone, quindi se li toccate credo che mio nonno, Mephisto userebbe qualche cavillo per scatenarsi e non vi consiglio di farlo arrabbiare... è dai tempi di Atlantide che nessuno osa più stuzzicarlo troppo.” disse sorridendo mellifluo.
“Non sembri puro come i tuoi genitori...” analizzò Raptor sorpreso.
“Beh io sono nato come demone purosangue... ed ho ricevuto una signora educazione. Blaise tu non muoverti, non vorrai dare un motivo valido per attaccarci” disse Harry rivolto all'amico.
“Questa è una cosa che non ho mai capito... come fai ad essere un demone purosangue se i tuoi genitori erano umani.”
“Beh è una storia lunga... per sommi capi posso dirle che il mio Bisnonno, Gellert Grindelwald, ebbe un figlio con una donna inglese un magonò che nel 1960 ebbe una splendida bambina... la stessa maga che Voldemort uccise quel 31 ottobre in cui mi rese orfano.”
“Eh allora? Che c'entra questo con i tuoi natali..."
“Beh Gellert era un piccolo orfanello che evocò mio nonno quando aveva 5 anni. All'epoca non era ancora il mago oscuro assetato di sangue che seminò morte e distruzione per l'Europa... Tutto ciò che voleva era un padre, una famiglia e per questo, mosso a compassione il nonnino lo crebbe. Quando seppe che strada aveva preso il ragazzo, rintracciò la mia bisnonna e il figlio portandoli lontano da lui. Vegliò su di loro e quando mia madre mostrò di avere dei poteri magici ne tutelò la crescita. Purtroppo non poteva salvarla da Voldemort, per via dei vari trattati... ma lei, sposandosi e desiderando avere dei figli, gli chiese un modo per tenere i loro figli al sicuro da Voldy...”
“Sapeva che il Signore Oscuro voleva ucciderti prima che venissi concepito...?”
“No... sapeva che continuando a sfidarlo lui li avrebbe uccisi, e che loro avrebbero potuto avere un figlio... quindi volevano che io crescessi nel mondo dei demoni, al sicuro dallo zietto...”
“Capisco... ma se un demone venisse ucciso da un troll o da un cerbero la tregua verrebbe infranta?”
“No perché?” domandò sapendo dove il docente voleva andare a parare.
“Curiosità... e lo stesso vale per i serpenti?”
“In teoria si...” rispose continuando a sorridere.
“Serpensortia....” gridò Raptor agitando la bacchettà e facendo comparire alcuni serpenti.
“Se ci tieni al tuo amico aiutami a risolvere questo rompicapo....” disse indicando lo specchio
“Io non capisco... la Pietra è o non è dentro lo specchio? Che devo fare? Devo romperlo?"
“Ok prof... ha vinto...” rispose mentre la sua mente di galoppava.
“Sì... Potter... vieni qui. Guarda nello specchio e dimmi che cosa vedi" .
Harry si avviò verso Raptor e si girò verso lo specchio.
All'inizio vide riflesso il suo viso che presentava un'espressione serena, ma seria. Ma un attimo dopo, la sua immagine gli sorrise, mise una mano in tasca e ne tirò fuori una pietra color rosso sangue. Ammiccò e si rimise la pietra in tasca... Nell'attimo stesso in cui l'immagine compiva quel gesto, Harry sentì qualcosa di pesante scivolargli in tasca. 
Non sapeva come, era accaduto l'incredibile: la Pietra era in suo possesso.
“Ebbene?" disse Raptor impaziente. “Che cosa vedi?"
“Vedo uno scemo" rispose serafico mentre Raptor imprecò di nuovo.
“Posso uccidere il tuo amico...”
“Davvero?” disse iniziando a sussurrare.
Solo Blaise comprese, grazie al suo udito, cosa stava dicendo “Salve piccolini... io sono Harry Potter... non preferireste aiutare me, un demone purosangue piuttosto che obbedire ad un mago ridotto ad essere meno di un fantasma che sopravvive solo bevendo sangue di unicorno?” in quel momento i serpenti si voltarono e lo fissarono.
“il tuo sangue è più puro e potente del suo e di quello del suo antenato... chiedi e ti sarà dato...
Allora potreste proteggere il mio amico? Lui, come me, vi capisce e credo che come demone anche lui possa comunicare con voi... ma diciamo che gli manca l'esperienza per chiedere il vostro aiuto...
Lo faremo...” risposero i serpenti cessando di puntare il ragazzo e rivolgendo il loro istinto omicida verso Raptor.
“Allora Prof. Vuoi ancora giocare o mi mostri il tizio che ha parlato con i serpenti? Ho un udito molto fine....”
“Fammi parlare con lui... faccia a faccia..." disse una voce sottile
“Padrone, ma voi non ne avete la forza!"
“Certo che sono abbastanza forte... per questo" .
Harry guardò Raptor che gli si avvicinava e incominciava a svolgersi il turbante con estrema calma. 
Fu quando il turbante cadde a terra che il demone si pietrificò. 
Senza quel copricapo, la testa di Raptor sembrava stranamente piccola. 
Poi lentamente, Raptor si girò e nel punto dove normalmente avrebbe dovuto trovarsi la nuca del professore, c'era un volto, il volto più orrendo che Harry avesse mai visto. 
Era bianco come il gesso, con occhi rossi che mandavano bagliori, e per narici due fessure, come un serpente.
“Harry Potter..." sibilò.
Harry cercò di arretrare di un passo, ma le gambe non gli rispondevano.
“Lo vedi che cosa sono diventato?" disse il volto. 
“Pura ombra e vapore... io prendo forma soltanto quando posso abitare il corpo di qualcuno... Ma per fortuna ci sono ancora persone disposte ad aprirmi il cuore e la mente. Grazie al mio fedele servitore ho potuto bere il sangue di unicorno che mi ha rinvigorito... ma una volta che sarò entrato in possesso dell'Elisir di Lunga Vita, potrò crearmi un corpo tutto mio. Comunque mi hai stupito... ” disse Voldemort con deliberata lentezza.
“Lo prenderò per un complimento...” rispose sarcastico il ragazzo.
“È vero che per ora sei più forte di me... e con questo? Se io avessi il mio corpo potrei batterti senza problemi... anche senza ricorrere al serpentese o ad altre diavolerie..."
"Sarà... però mi pare che al momento tu ne sia sprovvisto..."
“Per il momento almeno... toglimi una curiosità però... prima che dia ordine a Quirinus di toglierti di mezzo... ti andrebbe di fare un patto?”
"Un patto?" domandò guardingo il demone mentre Blaise osservava la scena preoccupato.
Lui era un serpeverde da generazioni, ma la sua famiglia non era mai stata molto simpatizzante delle folli idee di quel mago dal nome impronunciabile.
“Ammetto che aver ucciso tua madre e tuo padre, due demoni reincarnati da Mephisto da ciò che ho capito, sia stato un errore... ma se mi darai la pietra io ed i miei uomini non torceremo un dito ne a te ne ai tuoi servi..." disse mentre il dubbio che il ragazzo accettasse era grande.
“Idea allettante... in fondo io mia madre non l'ho mai conosciuta e mi piacerebbe poter fare sesso con la mia sposa... sai morire vergine non mi sembra allettante per un demone... ma...”
"Ma...?" domandò Voldemort perplesso.
"Voglio un giuramento che non prenderai di mira i ragazzi o me dopo... un contratto infrangibile vincolato alla tua magia..." disse evocando un foglio che lanciò a Raptor.
"Te lo eri già preparato?" domandò sorpreso il vecchio mago.
"Beh sai il detto... il diavolo fa le pentole ma non i coperchi vero?"
"Si..."
"È una mossa mediatica... facciamo anche quelli..." rispose sorridendo.
"Sembra tutto in ordine..." commentò Voldemort dopo aver sentito il suo servo leggere il documento nella sua interezza.
Documento che prevedeva pochi punti tra i quali la promessa di non torturare, uccidere o violentare i suoi servi, Hermione compresa, ne  di non dare ordine ai suoi servi di farlo ed impedire che i suoi servi lo facessero di loro iniziativa. 
L'accordo prevedeva inoltre una reciproca non ingerenza negli affari altrui da parte dei due maghi.
L'accordo, di per se vantagioso, a Voldemort conveniva in modo particolare perchè i demoni, già superiori agli uomini in termini di potenza magica, avevano tempi di miglioramento più brevi e potevano, nell'arco di pochi mesi, diventare dannatamente potenti... oltre ad essere immuni allo scorrere del tempo senza dover ricorrere a meri espedienti per arginare la morte.
"Lo è zietto... una goccina di sangue... uno sprazzo di magia ed avrai la pietra che ho nella mia tasca... a me non serve..." disse sorridendo.
“Ma non mi odiavi?” domandò Voldemort perplesso ricordando la scena del banchetto.
"O di odiarti ti odio... ma vedi io discendo da un pilastro... e ci sono parenti che lascerebbero Hermione per strada se non darò un erede con la mia abilità... diciamo che da buona serpe so quando è il caso di strisciare via per occuparmi di cose più serie..." disse con serenità che convinse il mago oscuro della veridicità delle sue parole.
Harry infatti, pur potendosi schermare dagli assalti mentali di quel folle, non si era schermato di sua iniziativa sapendo che si sarebbe solo stancato inutilmente.
"Ok allora..." disse sputando sul documento in modo che la sua saliva fungesse da firma.
In quel preciso momento il foglio si illuminò e dei glifi, il corrispettivo demoniaco delle lettere umane, vergarono il documento incidendovi sopra il nome completo, con tanto di titolo e soprannome, di Voldemort.
"Bene allora..." disse estraendo la pietra e deponendola ai suoi piedi.
"...qua la mano vecchio?" disse tirando un sospiro di sollievo e sollevando la mano verso Raptor.
"Stringigli la mano servo, poi prendi la pietra ed andiamo..." intimò il mago.
Non l'avesse mai fatto.
Nel preciso istante in cui il mago strinse la mano al demone un dolore lancinante lo colpì.
"Che cosa..." borbottarono spaventati Harry e Blaise vedendo il docente imprecare per il dolore.
Raptor infatti, non appena avvertì la prima scarica di dolore, si liberò dalla presa ma la sofferenza non si limitava a diminuire.
Anzi, come le fiamme che riscaldano gli ultimi livelli degli inferi, che riducono in cenere qualsiasi cosa che non abbia una buona resistenza ad esso, il corpo di Raptor iniziò ad incenerirsi.
"Ma che cazzo succede Harry... è una tua abilità?"
"Ma sei scemo?" urlò Harry terrorizzato volgendo le spalle a Voldemort.
"Non pensi che se avessi saputo che mi bastava toccarlo per fargli perdere la vita non mi sarei ridotto a stipulare una tregua simile?" disse esibendo il documento all'amico mentre Raptor si era coperto di vesciche.
La soffenza che quel povero mago oscuro provava era inoltre così dolorosa da impedirgli di fare incantesimi... perfino quelli più banali gli erano impossibili da lanciare.
“Lui non c'entra... prendi la pietra. LA PIETRA" gridò Voldemort mentre Harry e Blaise videro il docente contorcersi dal dolore.
All'improvviso le urla di Raptor cessarono e il corpo del mago smise di muoversi sgretolandosi mentre Voldemort, uscendo da ciò che rimaneva di quell'involucro di carne, afferrava la pietra e scappava attraverso la porta che i due demoni avevano lasciato aperta.
In quel momento Harry sbuffò a ridere.
“Harry non vorrei distrarti ma Colui che non deve essere nominato ha appena preso la pietra... pensi davvero che rispetterà l'accordo? Lui troverà il modo di ucciderti...” urlò terrorizzato mentre il ragazzo sopravvissuto scioglieva i nodi che lo tenevano stretto.
"Idiota... tu e lui... so bene che lui mancherà di rispettare il contratto..." disse scrutandolo torvo.
"Ma..."
"Ma cosa... la mia energia si era ridotta di molto quando ho distrutto il tranello del diavolo... poi ho volato dove non ci era consentito farlo... ed ho consumato altra energia per evitare che le fiamme ci incenerissero... è un miracolo che mi regga in piedi..."
"Quindi l'accordo?"
"Era un modo per permettere a mio nonno di avvisare Silente o Forrest e mandarli qui. Forrest è un demone... potrebbe smaterializzarsi qui in un attimo se volesse..." disse ansimando.
"Ma la pietra..."
"E tu credi davvero che Silente non sapesse che a Voldy servisse la pietra?" rispose con un sorriso Harry.
"Come..."
"La pietra filosofale si crea unendo centinaia, se non migliaia. Non anime pure però altrimenti Dio lo avrebbe impedito. Si possono usare solo anime corrotte dall'odio, dall'avidità...." spiegò respirando a fatica.
"Ci vogliono anime di tutti i tipi e il vecchio Nick deve aver viaggiato per anni nei campi di battaglia per ottenerle." disse serio.
"E tu..."
"Non ho sentito anime in quella che ho toccato io..." disse sorridendo.
"Un plagio... ma il Signore Oscuro..."
"Di Signori Oscuri ne esistono solo quattro..." lo ammonì Harry serio.
"...e gli attuali hanno combattuto altri demoni altrettanto forti che si vantavano di esserlo solo per diritto dinastico quindi non mancar loro di rispetto Blaise usando tale titolo su della feccia..."
"Scusa boss... ma lui..." disse riferendosi a Voldemort.
"Lui sa che non può essere opera mia... lui sa percepire la magia, e da me non ne è scaturita nemmeno un po... a parte che non ho le abilità per creare copie di oggetti... che richiede abilità da M.A.G.O... solo Silen...” disse ansimando sempre più velocemente prima di accasciarsi al suolo privo di sensi.

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Salve a tutti e come al solito chiedo scusa per il ritardo... che dire questo capitolo l'ho dovuto rivedere perchè come lo avevo fatto anticipava molto del secondo volume...
Come al solito ho preso qualche spunto in altri lidi come :
1)"Una poltrona per due" celebre film di Eddie Murphy (la scena della scommessa da un galeone).
2)"Full metal alchemist" la teoria su come si formi la pietra filosofale. (inutile dire perchè ad un demone non interessi)
3) "L'idea del cotratto mi è venuta in mente rivedendo il film L'avvocato del diavolo... ma tranquilli voldy ed Harry torneranno nemici come prima alla prima occasione :)

Come al solito non esitate ad indicarmi eventuali errori che potrei aver commesso... ho riscritto buona parte del capitolo e quindi di sicuro ho sbagliato qualcosa... ma sono settimane che non aggiorno e non volevo farvi aspettare troppo...
Al prossimo capitolo :)

 

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Capitolo 13
*** Risveglio ***


Chi non muore si rivede... tranquilli sono vivo solo che ho qualche difficoltà nello scrivere il secondo volume e quindi sto temporeggiando...
Per il resto vi lascio liberi di leggere :)

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Risveglio

Harry sbatté le palpebre lentamente e, come attraverso una bruma, mise a fuoco il volto sorridente di Albus Silente.
“Buon pomeriggio, Harry" disse questi.
Harry lo guardò con tanto d'occhi. Poi recuperò la memoria: “Signor direttore! Blaise..."
“Calmati, caro figliolo, sei rimasto un po' indietro con gli avvenimenti" disse Silente.
“Girati" lo esortò il ragazzo.
Nei letti accanto a lui vi erano Ron, Malfoy e Blaise
“Come abbiamo fatto ad uscire da quel posto...?” chiese stupito
“Vi ho salvati io....” disse un uomo sulla ventina, con i capelli neri su cui spiccava una frangia dorata, e un pizzetto nero.
“La ringrazio, i miei amici sono salvi per merito vostro...”
“Beh...sei stato fortunato...solo le tue azioni di ieri mi hanno fatto decidere di aiutarti.” rispose l'uomo serio all'inverosimile.
“E cosa le ha fatto cambiare idea?”
“Il fatto che hai stordito mia figlia...” disse facendo apparire sulla sua schiena dodici ali nere come la notte.
“Lei è Azazel-sama?”
In quel momento dalla porta entrò Hermione.
Aveva gli occhi gonfi, sintomo che aveva pianto molto... ma non era sola.
Era accompagnata da Grayfia che non mostrava segni di rabbia nei confronti di Harry... ma di qualcosa che il demone credette fosse gioia.
Si avvicinò lentamente al letto e guardò Harry
“Sei vivo....” disse gelida
“Sembra che ti dispiaccia...” rispose secco il ragazzo.
“STUPIDO” urlò mollando un ceffone ad Harry.
Era lento, poteva evitarlo volendo ma non lo fece.
Sentì la sua faccia pulsare ma non chiuse gli occhi ne distolse lo sguardo.
“Potevi morire... potevi essere ucciso. Sapevi che era Raptor vero? Lo hai sempre saputo... ti bastava chiedermi di restare in camera e lo avrei fatto....”
“Davvero? Lo avresti fatto? E se Raptor avesse avuto un complice? E se Tiger e Goyle vedendoti sola ti avessero affatturato? O ti avessero usato come ostaggio o ti avessero torturato davanti ai miei occhi?”
“Sono solo scuse... dimmi un solo valido motivo per cui dovrei crederti. Sono solo un peso per te?”
“No che non lo sei... Vuoi un motivo valido? Sei l'unica famiglia che ho...” disse a voce normale cercando di mantere un contegno.
“c'è tuo nonno...” disse rossa in volto
“Il nonno non è molto socievole... poi non ha le tette...” disse cercando di farla sorridere
“Scemo...” disse sorridendo
C'era riuscito.
“Inoltre voglio che tu rimanga fuori da questa faida il più a lungo possibile...”
“Perché sono una ragazza?”
“Perché voglio che il figlio nato sul ceppo abbia una mamma...” disse stupendola.
“Quindi cosa è successo? Lei signor Preside è arrivato al ministero o ha ricevuto il messaggio di mio nonno?"
“Ci dobbiamo essere incrociati a mezz'aria. Non avevo neanche messo piede a Londra, che ho capito subito che il luogo dove dovevo andare era quello che avevo appena lasciato. Sono arrivato giusto in tempo per vedere il Signor Azazel portarvi in spalla fino alla botola..."
“Capisco...” mormorò il ragazzo mesto.
“Qualcosa ti turba Harry?”
“Beh se avessi saputo che eravamo seguiti non avrei fatto firmare quel contratto a Voldy... ma che ne sarà adesso del Signor Flamel... deduco che la vera pietra sia andata perduta..."
“Ah, sai di Nicolas?" disse Silente con un tono di voce che sembrava deliziato.
“Hai fatto proprio le cose per bene, eh? Be' Nicolas e io abbiamo fatto due chiacchiere, e abbiamo deciso che era la cosa migliore."
“Ma questo significa che lui e sua moglie moriranno, non è così?" chiese il ragazzo intristendosi.
“Dispongono di una quantità sufficiente di Elisir per sistemare i loro affari, dopodiché... ebbene sì, moriranno" .
Silente sorrise vedendo lo sguardo allibito che si era dipinto sul volto di Harry.
“Per uno giovane come te, sono sicuro che tutto questo sembrerà incredibile, ma per Nicolas e Peronella è proprio come andare a dormire dopo una giornata molto, molto lunga. In fin dei conti, per una mente ben organizzata, la morte non è che una nuova, grande avventura. Sai, la Pietra non era poi una cosa tanto prodigiosa. Sì, certo: tutti i soldi e tutta la vita che uno può volere... Sono le due cose che la maggior parte degli esseri umani desidera più di ogni altra... Ma il guaio è che gli uomini hanno una particolare abilità nello scegliere proprio le cose peggiori per loro."
Harry, steso a letto, sembrava aver perso la parola. Silente canticchiò un motivetto e sorrise guardando il soffitto.
“Signore?" disse Harry. “Stavo pensando... Ehm, anche se la Pietra non c'è più, Voldy... voglio dire, Lei-Sa-Chi..."
“Chiamalo pure Voldemort, Harry. Bisogna sempre chiamare le cose con il loro nome. La paura del nome non fa che aumentare la paura della cosa stessa."
“D'accordo, signore. Dicevo, Voldemort cercherà qualche altro modo per tornare, non è vero? Voglio dire, non se n'è mica andato per sempre, no?"
“No, Harry, non se n'è andato per sempre. E' ancora là fuori, da qualche parte, forse in cerca di un altro corpo da abitare... Visto che non è veramente vivo, è impossibile ucciderlo. Hai solo ritardato il suo ritorno."
Harry annuì, ma smise subito, perché quel movimento gli faceva dolere la testa.
Poi disse: “Signore, ci sono alcune altre cose che mi piacerebbe sapere, se lei può rispondermi... cose sulle quali vorrei sapere la verità."
“La verità..." sospirò Silente.
“E' una cosa meravigliosa e terribile, e per questo va trattata con grande cautela. In ogni caso, risponderò alle tue domande, a meno che non abbia ottime ragioni per non farlo, nel qual caso ti prego di perdonarmi. Ma non mentirò."
“Bene... Voldemort ha detto di avere ucciso mia madre soltanto perché lei cercava di impedirgli di uccidere me. Ma lui perché voleva farmi fuori? È perché sono il nipote di Grindelwald o... "
Questa volta, Silente fece un sospiro ancora più profondo.
“Purtroppo, alla prima domanda non posso rispondere. Non oggi. Non ora. Un giorno lo saprai... ma per adesso, Harry, non ci pensare. Quando sarai più grande... Lo so che non sopporti di sentirtelo dire, ma... quando sarai pronto, lo saprai. Posso solo dirti che lui non sapeva che tu fossi il nipote di Gellert, come ignorava cose che tu ancora non hai scoperto.”
“Capisco...” disse cercando di capire cosa volesse dire il preside
“Ma allora, perché Raptor non poteva toccarmi?"
“Vedi, tua madre ha venduto l'anima per salvarti ed anche tuo padre. Ora, se c'è una cosa che Voldemort non riesce a concepire, è che esistono forze ben più antiche e potenti della magia. Vendendo l'anima i tuoi genitori hanno fatto in modo che tu ne ottenessi due. Il primo è il potere demoniaco con cui sei nato, ma sapendo che saresti stato debole, Mephisto ha chiesto ad Azazel di poterti dare un Sacred Gear di tipo Drago. Per ovvi motivi i due più potenti non ti possono essere dati..."
"E quali?" chiese Harry perplesso.
"Il primo è che il Dividing Divide lo possiedo io..." spiegò Silente facendo apparire due ali bianche dietro la schiena.
"...e perdonami l'arroganza ma ritengo che non sia giunta l'ora della mia morte."
"Ed il Booster Gear?"
"Beh quello lo possedeva il tuo Bisnonno e venne trafugato da un mago di nome Forrest che tutt'ora lo utilizza ed ha sviluppato una tecnica... molto insolita oserei dire..." rispose sorridendo il preside.
"E non vi siete uccisi?"
"Abbiamo ritenuto più importante che tu potessi ricevere un adeguata istruzione..."
"Ah... capisco... ma allora perchè Yamata e non Vritra?" fu la domanda che gli balenò in mente.
"Beh tra i due Draghi Yamata era la migliore e l'unica che potesse adattarsi al piano di tuo nonno..."
"Piano? Quale piano?"
"Tuo nonno ha creato un incantesimo molto astuto che attinge al potere di Yamata, che è immenso e di gran lunga superiore a quello di Voldemort, e utilizzando il suo fuoco impedisce a Voldemort di toccarti. Per spiegartelo in poche parole il fuoco di Yamata ti circola dentro i vasi sanguiferi e quando Raptor, posseduto da Voldemort, ti ha toccato si è riversato sulla tua pelle per difenderti. Se invece lui ti avesse scagliato un incantesimo, sarebbe entrata in azione una seconda abilità del drago. Sai come veniva chiamata Yamata?" chiese Silente
"No come?"
"La dragonessa Eterea Divoratrice. Lei aveva il potere di mangiare qualcosa ed assorbirne il potere o di assorbire un attacco e restituirlo col doppio della forza..."
"Quindi avrei assorbito il fiotto di luce verde e lo avrei rispedito col doppio della sua potenza?" chiese il ragazzo perplesso.
"Esattamente... ma sappi che per ora che non controlli Yamata tali abilità sono passive e funzionano solo su Voldemort... e anche in quel caso sappi, e te lo dico per esperienza personale, che ogni potere è debole contro un altro. Anche contro uno all'apparenza insignificante... prendi Albion e Ddraig.... si annullano a vicenda..."
"E nel mio caso? Quali sarebbero le mie debolezze." chiese Harry desideroso di sviluppare tutta una serie di mosse e contro mosse per sopperire alle sue debolezze.
"Beh tu sei un demone... come demone non potresti mai assorbire la luce o il sacro... se lo facessi moriresti prima ancora di rimandarlo al mittente" spiegò il vecchio mago con estrema pazienza.
"...e come portatore di Yamata sei debole alle armi incantate col potere di un Dragon Slayer. Con Ascalon, una Dragon Slayer di attributo sacro, sei doppiamente morto..." spiegò Azazel intervenendo nella spiegazione.
Il ragazzo rimase in silenzio per un po riflettendo e assimilando le nuove informazioni.
Poi pose una domanda che, col senno di poi, avrebbe definito sciocca.
"Ma perchè le fiamme di Yamata non mi danneggiano?"
"Perchè tu e lei condividete lo stesso corpo... in un certo senso sei come un serpente che ha dentro di se il veleno più letale del mondo ma a lui non fa nulla... ma a parte questo sei pateticamente debole... " aggiunse il Governatore degli Angeli caduti con severità.
"...attualmente se dovessimo contare il numero di abilità del SG di Yamata... beh superi di gran lunga Vritra e quelle dei due Longini che possiedono i draghi leggendari... ma tu stesso sei la debolezza della tua SG. Ricorda che, per quanto forte possa essere un potere, se chi lo possiede è sciocco o poco allenato esso diventerà inutile..."
"Si questo lo so... so di essere debole e che per la terza volta sono vivo unicamente grazie a Yamata..." sbottò il ragazzo mentre una lacrima iniziò a scendere lungo la sua guancia.
A quel punto l'attenzione di Silente fu attratta da un uccellino che si era posato sul davanzale della finestra, il che lasciò a Harry il tempo di asciugarsi gli occhi col lenzuolo.
Quando ebbe ritrovato la voce, il ragazzo disse :
“Ehm... avrei un'altra domanda, signore!"
“Un'altra sola?"
“Come ho fatto a tirare fuori la Pietra dallo specchio?"
“Ah, sono proprio contento che tu me lo chieda. stata una delle mie idee più brillanti... e, detto fra noi, è tutto dire! Vedi, soltanto chi avesse voluto trovare la Pietra... bada bene: trovarla, non usarla... sarebbe stato capace di prenderla. Altrimenti lo specchio gli avrebbe rimandato l'immagine di uno che fabbrica oro o che beve Elisir di Lunga Vita. Devo dire che certe volte il mio cervello mi sorprende... Be', adesso basta con le domande. Propongo che tu cominci ad assaggiare qualcuno di questi dolci. Ah! Gelatine Tuttigusti+1! Da giovane ho avuto la sfortuna di trovarne una al gusto di vomito, e da allora devo dire che per me hanno perso ogni attrattiva... Ma se prendo una bella caramella mou, non dovrei correre rischi... Tu che dici?"
Sorrise e si cacciò in bocca un cubetto dal bel colore ambrato.
Appena l'ebbe masticata, esclamò: “Povero me! Cerume!"
In quel momento il secondo uomo, presente nella stanza chiese al preside di poter parlare.
“Allora figliolo...io sono un tipo di poche parole... in questo annetto che ti ho tenuto d'occhio, quasi tutto il tempo mi sono fatto un idea e devo dirti che è duplice...”
“Duplice?” chiese Harry incapace di nascondere un sorrisino.
“Si...da uomo sono profondamente deluso... avevi un dormitorio pieno di ragazze che si sarebbero concesse a te schioccando le dita e tu le hai ignorate... come hai ignorato tutte le provocazioni di Hermione. Oggi poi poteva essere la volta buona, lei era decisa e Yamata non avrebbe detto nulla visto che potevate morire entrambi. È la timidezza che ti blocca? Se vuoi questa estate ti porto con me per eliminare quel piccolo problemino chiamato verginità...” disse sorridendo
“Grazie ma rinuncio...” disse Harry sereno lasciando di stucco tutti anche Grayfia.
“Sei sicuro piccolo... tutti, anche la generazione di mio marito ha usato questo metodo prima di sposarsi.”
“Sul treno ho quasi ucciso due ragazzi...”
“Perché hanno insultato Hermione...?” chiese il suocero stranamente informato.
“No signore, Hermione non verrebbe nemmeno toccata da un simile epiteto... lei è un mezzoangelo quindi a priori non rientrava nella categoria. Io mi sono irritato perché loro volevano mettere le mani su mia moglie per fare qualcosa di perverso..”
“Eh Allora?”
“Se io venissi con lei un giorno, magari dopo che sono nati uno o due figli, lei potrebbe chiedermi di poter avere altri uomini e questo mi darebbe fastidio....”
“Capisco... prenditi cura di Hermione allora...”
“Signore, non mi ha detto qual'è l'atra idea che si è fatto di me...”
“Io ho avuto un numero infinito di donne... ma ho avuto solo 2 figli, un maschietto che deve ancora nascere ed Hermione. Sai quando ho saputo che ho avuto una bambina... per un attimo ho avuto paura...”
“Paura?” chiese Hary perplesso.
“Si... che un giorno incontrasse un uomo come me che le spezzasse il cuore. Quindi sono felice che si sia innamorata di un bravo ragazzo come te....” disse smaterializzandosi
"Non è andata male...” disse Harry ad Hermione
“Già poteva uscirsene con frasi del tipo guai a voi se vi baciate o fate altro...” rise Hermione
“Beh lui è un tipo libertino in questo genere di cose...Adesso riposatevi che usciti da qui vi aspetta l'allenamento estivo... preside andiamo?” Disse Grayfia varcando la soglia assieme a Silente.
“Tu pensi che lui abbia voluto farti fare tutto questo intenzionalmente?" disse Ron una volta soli
“Intendo dire, quando ti ha fatto avere il mantello di tuo padre, eccetera..."
“Be'“ esplose Hermione,
“se è così... voglio dire, è terribile... potevi anche rimanerci secco!"
“No, non è così" disse Harry pensieroso.
“E' un tipo strano, Silente. Penso che abbia voluto darmi una possibilità. Sapete, credo che sappia più o meno tutto quel che accade qui. Perciò doveva essergli abbastanza chiaro che noi ci avremmo provato, e invece di fermarci, ci ha voluto dare una mano. Non credo sia un caso, il fatto che mi abbia lasciato scoprire come funzionava lo specchio: probabilmente, ha pensato che era mio diritto affrontare Voldemort, se ce la facevo..."
“Comunque non capisco una cosa... perché sei svenuto? Eri quello che aveva dosato le forze più di tutte. Niente di difficile un po' di fuoco, un po' d'acqua e un po di volo” Chiese Ron
"Beh come ho detto a Blaise evocare le fiamme e l'acqua ha richiesto uno sforzo notevole." ammise il demone sconsolato.
“Capisco ma devi rimetterti in piedi per la partita di domani...questi sono i dati del campionato” disse il rosso porgendo un rotolo di pergamena

1o turno :
Serpeverde 140 – Grifondoro 170
Corvonero 190 – Tassorosso 120

2o Turno :
Serpeverde 600 – Corvonero 0
Grifondoro 180 – Tassorosso 140

3o Turno :
Grifondoro 220 – Corvonero 210
Serpeverde – Tassorosso

La classifica, dopo i primi 2 turni prevedeva :

Serpeverde 740 p (140 + 600)
Grifondoro 570 p (170 + 180 + 220)

Corvonero 400 p (190 + 0 + 210)
Tassorosso 270 p (120 + 140 + 0)

“Come vedi il campionato lo abbiamo vinto... però sarebbe bello chiudere in bellezza” esordì Draco
“Beh dipendesse da me giocherei... ma in ogni caso vi ricordo che voi avete fatto molte delle reti che ci tengono in testa... vediamo cosa dice Madama Chips”
Dopo una buona nottata di sonno, Harry si sentì quasi tornato alla normalità ma nonostante tutto non gli fu concesso di partecipare alla partita.
Ascoltando la voce di Lee Jordan riuscì perlomeno a sentire la telecronaca e fu contento di sapere che nonostante la sua assenza i suoi compagni vinsero la partita.
Certo la differenza reti fu minore un misero 300 a 150, ma il suo sostituto non era un grande cercatore e dovettero accontentarsi.
Anche lui però ottenne una vittoria personale, poco prima che un grande amico lo andasse a trovare aveva strappato il permesso di poter partecipare alla festa di fine anno.
Mentre otteneva il permesso però, Hagrid era sgattaiolato dentro la stanza.
Come sempre, quando si trovava in un luogo chiuso, sembrava troppo grosso per starci tutto.
Si sedette accanto a Harry, gli lanciò un'occhiata e poi scoppiò in lacrime.
“È stata... tutta... colpa... mia... maledetto me!" singhiozzò con la faccia tra le mani.
“Sono stato io a dire a quel malvagio come sfuggire alla sorveglianza di Fuffi! Proprio io gliel'ho detto! Era l'unica cosa che non sapeva, e io gliel'ho detta! Tu potevi morire! E tutto per un uovo di drago! Giuro che non berrò più neanche un goccio! Mi meritavo d'essere buttato fuori e mandato a vivere fra i Babbani!"
“Hagrid!" disse Harry scosso, vedendo Hagrid tremare di pena e di rimorso, con i lucciconi che gli rotolavano giù per la barba.
“Dai, Hagrid, l'avrebbe scoperto lo stesso. Parliamo di Voldemort: l'avrebbe scoperto anche senza che glielo dicessi tu!"
“Hai rischiato di morire!" singhiozzò Hagrid. “E poi, non dire quel nome!"
A quel punto Harry gridò con quanto fiato aveva: “Voldemort!" Hagrid rimase talmente sconvolto che smise di piangere.
“Io l'ho conosciuto, e lo chiamo per nome. Dai, Hagrid, consolati: abbiamo salvato la Pietra, ora non c'è più e lui non può usarla."
Hagrid si asciugò il naso con il dorso della mano e disse: “Questo mi fa tornare in mente che ho un regalo per te" .
Era un libro rilegato in cuoio pieno di foto magiche. Hagrid, mentre Harry era in infermeria, aveva mandato gufi a tutti gli amici dei suoi genitori. Harry non riusciva a parlare, ma Hagrid capì ugualmente.
Quella sera Hermione passò a prendere Harry per assicurarsi che Voldemort non lo spingesse giù dalle scale e si avviarono, mano nella mano alla festa di fine anno.
Quando arrivarono la Sala Grande era già piena.
Era parata a festa con i colori di Grifondoro, scarlatto ed oro.
Un immenso stendardo con un leone rampante copriva la parete dietro alla Tavola delle Autorità.
Quando Harry ed Hermione entrarono ci fu un improvviso silenzio: poi tutti cominciarono a parlare ad alta voce.
Si sedettero tra Ron e Blaise facendo finta di non vedere che tutti gli altri erano in piedi e li guardavano.
Per sua fortuna, di lì a pochi istanti Silente arrivò e il brusio si spense.
“Un altro anno è passato!" iniziò Silente con tono allegro.
“E io devo tediarvi con una chiacchierata da vecchio bacucco, prima che possiamo affondare i denti nelle nostre deliziose leccornie. Che anno è stato questo! Si spera che adesso abbiate la testa un po' meno vuota di quando siete arrivati... E ora, avete tutta l'estate davanti a voi per tornare a vuotarvela, prima che cominci il nuovo anno..."
“Ora, se ho ben capito..." proseguì sorridendo,
“deve essere assegnata la coppa del dormitorio, e la classifica è questa: al quarto posto Serpeverde con 312 punti; terzo Tassorosso con 352 punti; secondo Corvonero, con 426 punti e primo Grifondoro con 472" .
Un boato di ovazioni e battimani esplose dal tavolo di Grifondoro.
“Sì, sì, molto bene..." continuò Silente.
“Ma ci sono alcuni recenti avvenimenti che vanno presi in considerazione".
La stanza piombò nel silenzio più assoluto.
Ai Grifondoro si gelò il sorriso sulle labbra.
“Ehm..." disse Silente,
“ho alcune comunicazioni dell'ultimo minuto da fare, a proposito del punteggio. Vediamo un po'. Ecco... “
“Primo, a Mr Ronald Weasley... per la migliore partita a scacchi che si sia vista a Hogwarts da molti anni a questa parte, attribuisco a Serpeverde 50 punti"
“Secondo, a Mr Draco Malfoy per avere usato ogni oncia di magia in possesso per il bene della sua squadra al dormitorio di Serpeverde assegno 50 punti."
“Terzo, a Mr Harry Potter... per il suo sangue freddo, la sua capacità di decidere strategie senza farsi prendere dal panico, e per la capacità di distrarre il nemico permettendo ai soccorsi di giungere in tempo, evitando così che qualcuno si ferisse... assegno 60 punti!”
Il frastuono, nato all'inizio dell'assegnazione dei primi punti era cresciuto diventando assordante.
Quelli che erano riusciti a fare il conto mentre gridavano a squarciagola, sapevano che il Serpeverde aveva raggiunto 472, esattamente come il Grifondoro.
La coppa sarebbe stata loro... se soltanto Silente avesse dato a Harry un punto in più!
Silente alzò la mano. Pian piano nella sala si fece di nuovo silenzio.
“Esistono molti tipi di coraggio" disse Silente sorridendo.
“Affrontare i nemici o stancarsi per far avanzare i propri amici richiede notevole ardimento. Ma altrettanto ne occorre per fidarsi del proprio comandante ed attendere in silenzio un cenno di avvertimento per dare via al controattacco. E pertanto... attribuisco 50 punti a Mr Blaise Zabini.”
Chi si fosse trovato fuori della sala avrebbe potuto credere che ci fosse stata un'esplosione, tanto fu il baccano che scoppiò alla tavola del Serpeverde. Harry, Ron e Hermione si erano alzati in piedi gridando e battendo le mani, mentre Blaise, bianco come un cencio per lo shock, scompariva sotto un capannello di compagni che cercavano di abbracciarlo.
Prima di allora, non aveva mai vinto neanche un punto per il suo dormitorio.
“Ciò significa" riprese Silente sovrastando l'uragano di applausi
“Ciò significa che dovremo ritoccare un po' quelle decorazioni!"
Batté le mani, e istantaneamente i parati scarlatti si fecero verdi e quelli dorati si tinsero d'argento.
L'enorme serpente di Serpeverde sostituì il leone rampante di Grifondoro e il professor Piton stringeva la mano alla professoressa McGranitt con stampato in volto con stampato un sorriso trionfale.
Il suo sguardo incrociò quello di Harry e il ragazzo capì all'istante che i sentimenti di Piton verso di lui erano cambiati di molto rispetto al giorno in cui erano andati a Diagon Alley.
Quella fu la serata più felice della sua vita: meglio ancora che aver vinto a Quidditch, meglio del Natale, meglio che sconfiggere i troll di montagna... quella serata, non l'avrebbe dimenticata mai più.
A Harry era passato di mente che non erano ancora usciti i risultati degli esami; ma quelli puntualmente arrivarono.
Con loro grande sorpresa di Ron, Draco e Blaise erano stati promossi con ottimi voti, quanto ai due sposini, come era facile da prevedere, risultarono gli alunni migliori dell'anno.
Tiger e Goyle invece furono bocciati, al contrario di Neville i cui voti di erbologia compensarono quelli di pozione.
Il giorno seguente, mentre i ragazzi seguivano Hagrid verso la stazione, il quintetto rimase in dormitorio.
“Non venite con noi?” chiese Flint perplesso.
“Mio nonno di solito di solito vive in Germania. Prenderemo una passaporta...” mentì Harry.
“Quindi andrete nell'ufficio del preside?”
“Esatto...” convenne Hermione sostenendo la balla.
“Ci vediamo il prossimo anno e spero che non vi facciate male come quest'anno perché il professore si è abituato a tenere le coppe nel suo ufficio...”
“Allora faremo in modo che di li non si muovano...” scherzò Draco.
Quando l'ultimo degli alunni se ne fu andato i ragazzi presero il loro baule e si diressero verso l'aula del professor Forrest.
Quando arrivarono videro che non erano i soli.
No non era presente tutto il corpo docente, loro erano impegnati nello sbrigare le ultime pratiche amministrative, nemmeno il loro docente preferito, il professor Piton era li.
Anche il presidere era assente.
Ad accoglierli trovarono Azazel, Grayfia e Mr Forrest.
“Tutte e due qui?” disse sarcastico Harry
“Pensavi che Mr Forrest fosse un mio alter-ego usato per controllarvi?” rise Azazel.
“Poteva essere....” ammise Hermione sapendo che il padre per un anno era rimasto dentro la scuola.
“No ho occupato la suite accanto la vostra e vi ho spiati con la magia... anche se qualcuno a volte oscurava il segnale. Quando eravate in gruppo... o la notte di natale”
“Non abbiamo fatto cose di gruppo...” sbottò Harry rosso
“E a natale Harry aveva bisogno di sfogarsi... ma non abbiamo fatto nulla...” si affrettò a precisare Hermione rossa anche lei.
“Si lo so. Quando oscuravate io entravo a controllare... inutile dire però che se io ho sentito...”
“Si lo sappiamo che il preside sapeva tutto. Ho avuto anche il sospetto che qualcuno di invisibile fosse con noi a Diagon Alley o sul treno...”
“Allora era solo per evitare che altri studenti sentissero?
“Già...” risposero i due sposini
“Una cosa non capisco però...” intervenne Draco
“Spara?”
“Ma la maledizione che fa resistere i professori di Difesa contro le arti oscure solo un anno? Alcuni vociferano che era opera del nostro direttore....”
“Oh quella esiste ed io ogni anno chiamo un giovane di brutte speranze e lo nomino mio assistente. Raptor come avete potuto vedere è durato un anno solo... per il prossimo anno purtroppo il soggetto sarà un vero idiota...”
“Ma non dovrebbe colpire entrambi?” chiese Blaise
“Dimentichi che la magia è fatta per colpire docenti di natura umana. Io sono un demone e comunque non fu Severus a fare il maleficio, all'epoca che lui entrò in questa scuola io già insegnavo.”
“E chi fu?” chiese Ron
“Voldemort... prima che ottenni il contratto cercò di farsi assumere ma il preside lo respinse. Allora lanciò il suo maleficio... che come spero saprete ha effetti minori sui demoni. Al massimo io mi rompevo un arto... ma da quando ho iniziato ad assumere assistenti, con la scusa di cercare il mio degno successore, ho notato che i danni sono diminuiti...”
“Quindi tutti muoiono alla fine?”
“No in verità gli effetti mutano in base al soggetto, anche se non ho ancora capito il nesso... forse in base a quanto è odiato dall'autore” rise il docente mentre tutti lo guardavano straniti.
"A-Autore?" chiese Harry.
"Beh qualcuno la tua storia la sta scrivendo da qualche parte... magari esistono interi universi dove la tua vita è diversa perchè ogni autore ha cambiato ciò che non ha trovato giusto nella storia originale..." spiegò il docente.
“Ora andate che il tempo stringe....” li esortò Grayfia vedendo i ragazzi leggermente confusi.
“Io arriverò quando avremo chiuso la scuola... devo chiudere anche il passaggio. Grayfia-sama può chiuderlo da quel lato?” chiese Forrest sorridendo.
“Ma certo...” disse prima di entrare e seguire i piccoli demoni che erano già entrati nel cerchio magico che stava brillando in modo tetro.
Quando rimasero soli, i due uomini smisero di soridere e si guardarono con astio.
Erano diventati sinceri per la prima volta da quando l'anno era iniziato.
“Silente e il vecchio Mephisto si fidano di te...” disse Azazel guardandolo in cagnesco.
“Ma tu no vero?” rispose Mr Forrest serafico.
“Esatto... sappi che se succede qualcosa a mia figlia io ti cercherò e ciò che ti farò sarà nulla in confronto a ciò che Harry ha fatto a Raptor...”
“Tranquillo... Harry ama quella deliziosa fanciulla ed io sono nato solo per difendere Harry... anche da un padre che vorrebbe infilzarlo con la luce perché ha toccato una tetta o ha dato un bacio di troppo... o per una carezza nel punto sbagliato....”
“Difendere Harry da Voldemort?” chiese il governatore dei Caduti osservandolo con attenzione.
Un intervento esterno avrebbe potuto causare lo scoppio di una nuova guerra tra le tre fazioni e lui non voleva che ciò accadesse.
“O no... ci sono dozzine di profezie, sparse negli inferi e due note anche agli umani. Harry ucciderà lo zio Tom ed avrà molti figli... con molte donne, Hermione compresa. Io lo devo proteggere da se stesso... e da Silente ovviamente.”
“Che vuoi dire Silente è un mago...”
“Un grande ed ottimo mago buono... non lo nego ma il preside farà delle scelte discutibili che faranno soffrire quel bambino...”
“Discutibili? E quali?” chiese il
“Farsi uccidere da Piton per non far ottenere la sua bacchetta a Voldemort, ad esempio. Mandare Harry e i suoi amici allo sbaraglio senza dargli indizi e lasciando dei maghi appena maggiorenni soli nella lotta contro Voldemort.”
“E tu che farai?”
“Darò loro una mano... due se non dovrò fare altrimenti. Poi prenderò l'ultima nave per abbandonare queste terre mortali ed espierò le mie colpe....” disse abbandonando la sala e lasciando il suo interlocutore sconvolto per il peso di quelle parole.

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Note D'Autore

Con questo finisce il primo libro de HP e i poteri dell'inferno...spero vi sia piaciuto e ci vediamo con il prossimo avvincente volume che continuerà sempre qui...

Precisazioni :

1) Incantesimo di Mephisto

L'incantesimo di Mephisto sfrutta due abilità la prima è il potere primario di un Drago... il suo respiro.
Quello di Vritra maledice e brucia ogni cosa (stile amaterasu il colore poi è lo stesso), Fafnir (non comparirà credo) ha il dono di annullare attachi o altro, Tannin ha un soffio capace di cancellare intere montagne... Ddraig e Albion non viene detto ma nemmeno per Yamata.
Qui ho dovuto improvvisare...
In una Short-story (x Kurama io ho letto gli spoiler dalla Wiki-inglese quella non ufficiale) Yamata viene descritto come un drago velenoso noto per il suo appetito.
A causa di ciò nella sua testa principale è contenuta la spada sacra Kusanagi.
Quindi ho pensato di dargli (e svelarvi in anteprima) due poteri.
Il primo è il soffio di fuoco... non un fuoco nero che incenerisce ogni cosa come Vritra.... ma uno viola che brucia ed avvelena.
Nella short-story un pg viene avvelenato venedo colpito di striscio e nemmeno le lacrime di fenice dei Phenex possono curare il veleno (ergo adattandolo in un contesto di HP... Veleno di Yamata > Veleno Basilisco.)
La seconda abilità, inventata sempre da me, è che il drago originale mangiando qualcosa può acquisirne i poteri (nella leggenda aveva ingerito una spada)... di conseguenza anche il SG di Yamata avrà un potere simile a patto che ciò che assimila non uccida Harry.
Un'estenzione di tale potere è che se mangia un colpo energetico di X, l'abilità di Yamata permetterà al ragazzo di rispedirla al mittente con una forza di 2X (forza presa da ragazzo ovviamente) oppure usare quel colpo per ricaricare le batterie. (tipo Neliel di Bleach con il Cero Doble).

Incantesimo di Mephisto 2
Quindi ricapitolando l'incantesimo di Mephisto ha permesso che :
1) L'avada Kedavra di Voldemort venisse respinta in modo passivo (quindi senza assorbimento) e rispedita a Voldy con potenza raddopiata.
2) Il fuoco di Yamata scorresse nelle vene di Harry e quando Voldemort, possendendo Raptor, lo ha toccato nel capitolo precedente, il fuoco-velenoso avvelenasse Raptor bruciandolo ed infettandolo. Raptor poi è umano e quindi la sua resistenza al veleno è minore di quella di un angelo o di un demone...

Ddraig ed Albion
Loro, per chi sta leggendo La Scelta ed il sequel Le Conseguenze, finiranno ad Angela e Lilith alla morte di Silente e Forrest

Per il resto vi dò appuntamento al prossimo capitolo che non so quando uscirà... ma cercherò di farlo uscire il prima possibile visto che con le conseguenze ho una ventina di capitoli pronti...

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Capitolo 14
*** La Tana ***


Salve a tutti... dopo mesi di carenza ispirativa sono riuscito a scrivere il secondo Anno... (motivo per cui temporreggiavo con i capitoli già scritti) senza ulteriori indugi vi lascio al capitolo 1 del secondo anno :)

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La Tana

La lunga estate era quasi terminata ed il gruppetto di demoni aveva finito di trascorrere le vacanze a Villa Malfoy.
Era stata una vacanza amena e tranquilla e i Signori Malfoy erano stati degli ospiti squisiti.
Durante la loro permanenza in quel maniero, che nulla aveva da invidiare ad Hogwarts, Harry ed Hermione ottennero una camera matrimoniale sebbene – per non sembrare maleducati – si limitarono ad usarla solo per dormire, anche se Draco li aveva avvertiti che, essendo loro purosangue da generazioni, i suoi genitori erano avvezzi all'idea di matrimoni combinati in giovine età e quindi meno prevenuti rispetto a maghi come la Mac Granitt.
Anche Mr Forrest ottenne una camera durante quella settimana visto che, eccetto Harry ed Hermione che si erano dovuti allenare con un Drago di tutto rispetto, l'allenamento degli altri ragazzi permetteva l'utilizzo di spazi meno... estesi e decisamente più popolati.
Tornati quindi in un luogo “civile” Harry ed Hermione si aggregarono al gruppo capitanato da Mr Forrest sperando di riuscire a contenere l'enorme ammontare di energia che avevano ottenuto grazie allo speciale allenamento con Tannin che, per due mesi, non fece altro che inseguirli lanciandogli contro sfere di fuoco capaci di distruggere intere colline senza difficoltà.
Se i due coniugi erano migliorati notevolmente, grazie ad un tale allenamento, i tre ragazzi non furono da meno.
In soli due mesi infatti passarono dal rasentare il peggio del peggio, anche per i demoni di bassa classe, a raggiungere la forza che Harry sfoggiava durante l'anno appena trascorso.
Questo miglioramento permise loro di poter evocare con minor fatica e con maggior frequenza le loro Sacred Gear e, nel caso di Blaise e Draco, riuscirono a portarle ad un livello superiore. (nda non il Balance Breaker).
Lo stesso non si potè dire di Ron che, essendo una torre dovette affinare le sue abilità nel corpo a corpo per poter sfruttare a dovere la sua SG in modo che rendesse al meglio in combinazione col pezzo ricevuto.
Mr. Forrest però era un maestro portato solo per la magia e quindi Ron dovette limitarsi a potenziare il suo fisico e ad impare tecniche di base del combattimento in attesa del ritorno di Harry dalla montagna in cui quel drago viola aveva condotto lui ed Hermione e una diavola di nome Grayfia.
Lei infatti, pur essendo la moglie di uno dei quattro imperatori degli inferi, portò seco tutto l'occorrente per rendere dignitosa la sessione di allenamento di Hermione.
“Una signorina dell'alta società, seppur libera dall'obbligo di cercare marito.... non può permettere al suo corpo di rimanere sporco a lungo. Deve essere presentabile in ogni occasione.” disse mentre, armata di tenda, si apprestò a partire con loro obbligando il vecchio Re dei draghi a fermarsi quando la bambina sembrava stanca e costringendolo a concedere ai bambini il giusto tempo per mangiare e dormire.
Tannin acconsentì visto che per lui non faceva differenza... un drago del suo rango e della sua età raramente ha impegni calendarizzati.
L'unica pecca di questo suo brillante piano fu che i due ragazzi ottenero in 2 mesi riposanti, i risultati che lui gli avrebbe fatto ottenere in soli 5-10 giorni rendendo quasi nullo il loro allenamento.
Tornati al castello di Mephisto i demoni si diedero una rinfrescata e si diressero a casa di Draco dove trascorsero la prima settimana di vacanza della loro vita.
Durante quei brevissimi sette giorni il padrone di casa non gli fece mancare nulla, anzi organizzò molte serate divertenti, pur sempre all'insegna dell'etichetta che resero piacevole la permanenza dei ragazzi presso la dimora dei Malfoy.
Anche i Malfoy però non mancarono di sorprendersi.
Certo, che Harry e sua moglie fossero sempre all'altezza della situazione non stupì i genitori di Draco.
Loro intuivano che un demone di Alta classe e la sua consorte fossero avvezzi alle rigide regole del galateo.
Blaise invece era figlio di una donna molto severa su queste cose, pur essendo molto libertina secondo il parere del figlio, e quindi anche lui fu impeccabile.
Quello che stupì tutti fu Ron che, oltre alla magia e alle arti marziali, negli inferi dovette affrontare un corso intensivo di buone maniere che coprivano una vasta gamma di avvenimenti, da buffet a pranzi, da balli a cerimonie di gala.
Tutti vennero inoltre istruiti, nelle settimane passate al Castello di Mephisto, sulla storia degli inferi e sui Pilastri e le loro abilità.
Finita la settimana salutarono cordialmente i genitori di Draco ed attesero, con pazienza che Mr Forrest terminasse di parlare con i padroni di casa, lui in fondo aveva insegnato ad entrambi i genitori di Draco e quindi avevano molti aneddoti da raccontarsi.
“Che mezzo prenderete?” chiese la madre di Draco
“Ci smaterializzeremo...” rispose con serenità Hermione
“Ma non dovete preoccuparvi della traccia...” intervenne Mr Forrest
“Noi demoni non possiamo riceverla. Sarebbe stupido impedire ad uno dei nostri bambini di usare i poteri quando li mandiamo a fare contratti fin da quando hanno tredici anni.”
“Quindi....”
“Gia Lucius, nemmeno Ron, Blaise e Draco la possiedono più. Caramell è stato informato subito dal nonno di Harry, prima che pensasse a qualche decesso...comunque ci vediamo presto” salutò cordialmente il vecchio docente creando un sigillo abbastanza grande da trasportare anche i demoni privi di esperienza.
“Questo spiega come potesse competere col signore oscuro...o come mai sia sempre lo stesso, fisicamente parlando.” disse la madre di Draco.
“Ti sbagli. Quando sfidò Lui, Forrest era umano....” disse Lucius entrando in casa e lasciando che il suo elfo domestico la chiudesse.
Quando la porta fu chiusa Lucius chiamò i suoi elfi.
"Qualcuno mi sa dire dove si trova Dobby? È da una settimana che non si fa vivo..." chiese scuro in volto.
Gli elfi negarono, nemmeno loro lo avevano visto e ciò li preoccupava.
Un elfo che non rispondeva agli ordini del padrone avrebbe gettato in cattiva luce la loro razza.
"Forse è deceduto caro..." suggerì Narcissa pensierosa.
Lei sapeva che Dobby non era tipo ignorare una chiamata.
Nello stesso momento intanto, il gruppo di demoni, grazie alla magia del docente arrivò a Ottery St Catchpole, il villaggio dove abitavano i Weasley.
Avrebbero potuto apparire direttamente nel cortile della casa, ma per buona creanza il professore preferì che i suoi allievi facessero qualche minuto di strada a piedi.
“Siamo arrivati” disse Mr Forrest fermandosi davanti ad una insegna, posta all'entrata su cui si leggeva: 'La Tana'.
“Professore si sta sbagliando questa non è casa mia...” borbottò rosso in volto Ron
“Ron, ascoltami...vi siete chiesti perché non ho mandato nessuno a casa a natale, anche senza avervi fatto allenare negli inferi? Vi siete chiesti che cosa hanno discusso il nonno di Harry ed i vostri genitori?”
“No in verità no...” dissero i 3 demoni reincarnati
“Ragazzi, Harry vi ha spiegato le varie classi di demoni?”
“Si certo...” dissero in coro
“Allora voi saprete che siete demoni di bassa classe e che potete fare carriera vero?” disse lasciando inebetiti i 3 ragazzi che non capivano dove il maestro volesse andare a parare.
Harry ed Hermione invece, capendolo, si concessere un sorriso.
“Harry è un demone di alta classe ma, a parità di potere  Hermione non lo è...vi dice nulla questo?" chiese il docente che, vedendoli negare col capo sospirò.
"Ne siete certi? Ok allora cercherò di essere più preciso. È vero che ci sono famiglie di demoni dove il titolo demone di alta classe corrisponde al livello di potere con cui nascono i bambini. Un potere che li renderebbe capaci di distruggere Hogwarts senza problemi...un potere che li rende tanto forti da non dover passare un minuto ad allenarsi. Ma voi ragazzi non siete più i gracili umani che Harry ha convertito. Voi siete molto più forti di prima.”
“Cosa vuole dire?” chiese Blaise
“Ragazzi...io avrei tutte le carte in regola per diventare un demone di alta classe, se mi presentassi agli esami e li superassi. Sono io che ho scelto di rimanere un semplice demone di bassa classe per non avere noie burocratiche e passare il tempo ad insegnare ai bambini. Tannin invece in meno di 2 anni ottenne il rango di demone supremo, classe ultima, come Grayfia-sama e Mephisto-dono.”
“Perché non lo fai?” chiese Draco stupito da un serpeverde con così poca ambizione.
“Perché adesso io ho un feudo nel feudo del signor Mephisto. Pago a lui le tasse che gli devo, ma ho il tempo per lavorare ad Hogwarts. Se diventassi un demone di alta classe, diventerei un nobile e dovrei cercarmi una moglie, andare a noiosissimi eventi mondani, pagare le tasse per un territorio mio indipendente da quello del mio master... pensare ad istruire i miei servi e altre futilità che mi tedierebbero.”
“Si ma cosa c'entriamo noi?” chiese Ron stranito dalla piega che il discorso aveva preso.
“Ragazzi io vi ho insegnato a scuola come usare e contenere il vostro piccolo potere, ma dopo l'allenamento intensivo di questa estate se rifaceste il percorso che vi hanno portato a trovare la pietra filosofale... arrivereste freschi come fiori di campo. Adesso avete la forza che Harry aveva quel giorno. Harry ed Hermione invece hanno lasciato la bassa classe per entrare nel mondo dei demoni di media classe. Nella parte bassa della classifica è ovvio, ma adesso potrebbero anche ferire il cerbero da soli... specialmente Hermione se usasse la luce.”
“Ma Harry non è un demone di alta classe?” chiese Blaise
“Solo perché discende da un pilastro, i suoi genitori erano più deboli di voi adesso quando lo hanno concepito... il suo potere alla nascita era simile a quello di un normale umano. Si è sottoposto ad estenuanti allenamenti per poter entrare ad Hogwarts...”
“Ma quindi cosa c'entra con noi?” chiese Draco
“Voi per adesso avete una famiglia... poi un giorno loro moriranno e non avrete più un motivo per tornare... ma fino a quel giorno vi serve un posto, un posto dove, come quest'anno, possiate invitare anche Harry. Un luogo che resista anche a demoni che, come voi in questo momento, non riescono a contenere la loro forza.” spiegò sorridendo.
“Quindi avete ristrutturato le nostre case per impedire che crollino?” chiese stupito Ron.
“Si certo... ora andiamo che tua madre è quasi un anno che ti aspetta.”
Vedendo il figlio che non vedeva da mesi, la signora Weasley attraversò il cortile a passo di marcia, gettando lo scompiglio tra i polli, che riposavano nel pollaio.
Era una donna bassa, rotondetta e dal viso gentile, e si piantò davanti a loro guardando a una a una le facce degli amici di suoi figlio.
"...Giorno mamma" disse Ron temendo che fosse ancora irritata con lui.
" Mi sei mancato... potrai mai scusarmi?" disse stupendolo
“Pensavo che avessi sbagliato ad educarti, non sapevo che tu avessi un artefatto divino dentro e che Harry ti aveva convinto a seguirlo solo per proteggerti. Sai Percy mi ha scritto ciò che è successo dopo che sei stato smistato... era così dispiaciuto.”
“Si figuri signora, sono cose che capitano. Poi da quel giorno è sempre stato gentile con me, nonostante fossi in una casa avversaria...” sorrise il ragazzo che aveva subito offese ben più gravi di quelle durante la sua infanzia negli inferi.
“Ora sbrigatevi ad entrare che c'è tuo nonno assieme a quella deliziosa ragazza dai capelli argentati che vi attendono.
All'interno infatti vi era Mephisto che spiegava argomenti all'apparenza complicati al padre di Ron e Grayfia che stava prendendo le misure a Percy ed ai due gemelli.
Appena entrò, una bambina lanciò un gridolino ed uscì dalla sala.
“Scusala Harry, ha un debole per te..” disse George prima che la madre lo zittisse con lo sguardo.
Sulla parete della cucina, una cucina spaziosa, grande quanto l'aula di pozioni, vi era un orologio, dotato di una sola lancetta e niente numeri.
Sul quadrante c'erano scritte cose come: 'Ora di fare il tè', 'Ora di dar da mangiare ai polli' e 'Sei in ritardo'.
Sulla mensola del camino, uno sopra l'altro, erano accatastati libri con titoli come Incantate il vostro formaggio, Incantesimi da forno, e Banchetti in un minuto: questa sì che è magia!
E a meno che le orecchie di Harry non lo ingannassero, la vecchia radio vicino al lavandino aveva appena annunciato "L'ora della magia, con l'incantatrice pop Celestina Warbeck".
La signora Weasley si avvicinò ai fornelli, muovendosi per la stanza rumorosamente, preparando la colazione un po' alla buona.
Nella padella mise a cucinare salsicce ed uova facendo segno ai bambini, per lei estremamente deperiti, di sedersi.
I cinque ragazzi, in realtà avevano già fatto colazione... ma sembrava scortese rifiutare un pasto preparato con tanta gentilezza e quindi si sedettero in silenzio.
La signora Weasley mise tre uova nel piatto di ogni ragazzo assieme a molte salsicce e fin dal primo morso tutti rimasero sconvolti.
Lacrime di gioia uscirono dagli occhi di Draco e Blaise che avvertirono in quelle semplici pietanze un qualcosa che nei piatti elaborati che mangiavano a scuola o a casa loro mancava.
Anche Harry ed Hermione avvertivano un qualcosa che raramente avevano assaggiato... il sapore infatti assomigliava ai piatti che cucinava loro Grayfia durante il periodo in cui avevano vissuto insieme nella foresta. Una cucina nettamente diversa a quella del cuoco di suo nonno che per quanto fosse elaborata appariva fredda e sterile.
Poi, con noncuranza, la strega agitò la bacchetta magica verso i piatti da lavare nel lavandino e quelli cominciarono a pulirsi da soli, con un lieve acciottolio di sottofondo.
“Quest'anno niente Diagon Alley per voi. Ci occuperemo io e la signorina...qui presente.”
“Se la chiama signorina poi si monta la testa...” disse una voce gioviale proveniente dal soggiorno.
“Ahia ok, ok scusa” disse la stessa voce gioviale pochi secondi dopo.
“Che succede...” chiese Ron sporgendosi.
“Niente sarà Sirzech-sama che ha stuzzicato troppo Grayfia-sama...” disse Hermione continuando a mangiare come se nulla fosse.
“Che fa non si saluta più?” disse il Maou comparendo in cucina, con la faccia rossa e le braccia spalancate le braccia.
“Buon giorno Sirzech-sama” dissero inginocchiandosi.
“Suvvia, meno formalità, venite ad abbracciare vostro cugino. Dai Harry, non fare quella faccia sai che il tuo antenato demone era imparentato con la mia famiglia. Sebbene alla lontana siamo pur sempre parenti...”
Era vero, e lui lo sapeva, solo che sentire il Maou chiedergli di abbracciarlo, alla sua veneranda età di 12 anni, era un po' imbarazzante.
“Anche tu Hermione... hai sposato mio cugino quindi sei di famiglia anche tu...” disse stringendoli a se.
“Ho saputo che questa estate è stata faticosa... ma lo è stato anche dopo gli allenamenti? Ora come vi sentite? Siete ancora nervosi?” chiese il demone mostrandosi stranamente premuroso.
“No dopo gli allenamenti sembrava una vera vacanza estiva... ora siamo tranquilli...” disse Hermione con un filo di voce.
“Normale... voi avete sangue di..." disse bloccandosi per cercare parole più appropiate.
"...beh è logico che i vostri sensi avessero bisogno di una regolata. Ancora è presto per tentare di avere un figlio...”
“Scusi Signor Sirzech... perché tentare? Loro non dovrebbero pensare a queste cose... sono tanto giovani.” chiese la madre di Ronald esterrefatta.
Sentendola parlare il Maou sospirò.
“Signora se noi demoni fossimo benedetti da stupende meravigliose famiglie numerose, come voi esseri umani le darei ragione. Le dico solo che i miei genitori in secoli di matrimonio hanno avuto solo me. E visto che per diventare Maou, ho dovuto rinunciare a succedere a mio padre, se non nascerà un figlio a mia madre o a mia moglie Grayfia, la nostra famiglia si estinguerà...”
“Un solo figlio in secoli?” disse stupefatta la donna considerando che i due demoni che per quanto vecchi fossero ancora non erano genitori.
“Si e purtroppo per loro, a causa di Voldemort, Harry ed Hermione non avranno tutto questo tempo per stare insieme...” disse con un velo di tristezza nella voce.
Se avesse potuto, se solo Michele non li avesse avvisati che il suo intervento o quello di Azazel sarebbero stati considerati una violazione della tregua... avrebbe affrontato personalmente Voldemort.
Purtroppo non poteva e doveva lasciare che un giovane virgulto rischiasse di essere stroncato da un inverno improvviso.

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Prese le misure per tutti i ragazzi, ed armati di tutte le liste dei materiali, la signora Weasley e Grayfia andarono a Diagon Alley con Ginny che necessitava di una nuova bacchetta, mentre Sirzech rimase con loro.
“Mephisto-dono....questa casa ha una sala allenamento?” chiese Sirzech-sama.
“Si come quella a casa di Draco. Perché? Vuoi giocare con i bambini?” domandò il vecchio demone perplesso.
“Beh voglio vedere il risultato del loro allenamento... in fondo saranno loro il nostro futuro...”  rispose il Maou.
“Possiamo assistere?” chiesero i gemelli.
“Si non ci vedo nulla di male. In fondo tutti i Weasley hanno firmato il contratto di segretezza, compresi i fuorisede. Ma Mephisto dono, sarebbe opportuno che tu li schermassi” rise Sirzech.
“Voi giovinastri, sempre intenti a combattere e a fare cose ecchi... quando crescerete” sbottò il vecchio demone.
Scesi nella sala di addestramento, i ragazzi seguiti dal resto della famiglia si prepararono ad essere massacrati.
“È forte quanto Tannin?” chiese Blaise.
“Forse di più...” mormorsò Harry demoralizzato.
Nel giro di pochi secondi i tre demoni reincarnati diedero fondo ad ogni abilità che possedevano ma il Maou, solo con la mera forza fisica sconfisse catene, barriere e la SG di Ron.
Quando vide che erano fuori gioco, sia per la carenza di energie che per quella di idee, si limitò a rinchiuderli in alcune barriere ben più forti di quelle che Draco potesse evocare.
Harry ed Hermione invece si dimostrarono più resistenti... riuscirono infatti a fargli usare ben due dita per difendersi dai loro attacchi.
Quando i due sposisi ammisero la sconfitta lui fece per andarsene quando Harry lo fermò.
“Posso chiederle una cosa...?”
“Dimmi”
“Quanto era forte Voldemort al massimo all'apice del suo potere...?” chiese il ragazzo con titubanza.
Sentirgli porre quella domanda fece sorridere il vecchio demone che decise di accontentarlo.
“Questo è il potere di un demone di classe bassa come i tuoi amici...” disse portando il potere al livello massimo di quella categoria.
In quel momento Harry sentì i fratelli di Ron eccitarsi per il fatto che Ron avesse quella forza.
“Questo è il massimo del potere per un demone di media classe...il potere che aveva Voldemort al suo apice” disse surclassando di molto il potere massimo di Harry ed Hermione.
“...Silente ed il tuo Bisnonno da giovani, se fossero stati reincarnati occuperebbero la fascia tra il massimo della classe media e il minimo di quella alta... senza le loro rispettive Sacred Gear ovviamente...” spiegò il Maou con estrema pazienza.
“Allora perché mio nonno ha detto che potrei batterlo...?” chiese perplesso Harry.
“Uno perché hai ancora sei anni prima che l'incantesimo che ti protegge svanisca; Due potresti nasconderti negli inferi ad allenarti per poi farlo nero; Tre puoi batterlo perché è ignorante. Lui è un mago umano che calcola, non usa la fantasia come noi. Se avesse cercato la forza che giace dentro di lui, per usare la nostra magia, un suo attacco a base di fuoco ti ucciderebbe, ma per fare affidamento sulla bacchetta, non ha mai allenato il suo corpo come invece hai fatto tu. Se foste entrambi senza bacchetta lo uccideresti facilmente. Se però lui fosse nato come demone, evento che avrebbe segnato la sua condanna a morte visto i suoi reati, quella sarebbe la sua forza... ma ora basta parlare di cose tristi. Vai divertirti con i tuoi amici. Per un demone della tua età hai combattuto bene.” disse poggiando una mano sulla sua testa.
Dopo che si smaterializzò Harry si rialzò pensieroso.
“Nonno prima che te ne vai devo parlarti... in privato”
“ok, ma resterò un altro po... ora scusami ma devo spiegare alcune cose ad Arthur...”
“ok...” disse confuso
“Non sai nulla? Forrest non sanno nulla i ragazzi?” sbottò sorpreso da tanta confusione
“No mi ha detto di mantenere il riserbo ed io l'ho fatto...” rispose il docente in modo pacato.
“Beh io sapevo che Raptor sarebbe durato poco...” iniziò il vecchio demone.
“Ovviamente...” rispose sarcastico Harry che sembrava essere un dilettante mandato allo sbaraglio... e lui odiava esserlo.
“Meno spirito giovanotto..." lo ammonì Mephisto serio come raramente lo avevano visto.
"Ritornando al discorso di prima, come dovreste sapere Raptor, mentre dava una mano a Forrest, insegnava anche babbanologia quindi, essendo lui deceduto misteriosamente, quel posto era vacante. Per questo motivo, vista la mia influenza sul consiglio, ho proposto il padre di Ron come docente. Gli mancano gli ultimi ritocchi e sarà perfetto...” disse portandolo via con se tra lo stupore di tutti, Weasley compresi.

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Note dell'autore

Salve sono tornato a pieno regime finalmente... e non sapete quanto sia felice... questa storia mi è sempre piaciuta un sacco e subire una vera carestia di di idee mi faceva soffrire non poco...
Come vi dicevo questo è un capitolo introduttivo visto che il primo anno è finito e il secondo deve iniziare...
Ma vi ho già riservato un piccolo colpo di scena.
Vi avverto che fin da ora la trama inizierà a differire in tante piccole cose rispetto al tomo corrispondente.
In primo luogo perchè Harry è un demone crescito da un signor demone e non un idota cresciuto da babbani.
In secondo luogo perchè vorrei ricordare che Harry non è un Horcrux.
A causa del potere di Yamata il frammento di anima che si è staccato da Voldy è stato incenerito quindi non avremo visioni mistiche o altro che possa ledere la sua credibilità (Rita Skeeter avvisata... Rita Skeeter mezza salvata...)
Per il resto noncredo di dover aggiungere altro... ci si vede al prossimo Chap e nei commenti :)
Hasta luego bros :)

 

 

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Capitolo 15
*** 01-09-1992 ***


Salve ragazzi... oggi un piccolo capitolo con alcune sorpresine... piccole piccole.
Alcune cose rispetto al libro sono state cambiate ma questo lo scoprirete leggendo ed una vecchia conoscenza ricomparirà in questo capitolo.
Beh credo di aver detto tutto per questo vi lascio liberi di leggere.

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Primo settembre 1992

La fine delle vacanze estive arrivò troppo presto per i gusti di Harry.
L'ultima sera mamma Weasley organizzò una cena sontuosa con tutte le pietanze preferite dai ragazzi e, per finire, un budino di melassa da far venire l'acquolina in bocca.
Fred e George conclusero degnamente la serata con uno spettacolo di fuochi d'artificio Filibuster inondando la cucina di stelle rosse e blu che rimbalzarono dal soffitto alle pareti per una buona mezz'ora.
Infine, venne il momento di un 'ultima tazza di cioccolata calda, e poi a letto.
Mr Forrest non rimase a dormire quella notte ma si congedò con la scusa di dover essere ad Hogwarts prima dei ragazzi e quindi, per agevolare i loro spostamenti, propose di portare lui i bauli di tutti i ragazzi, Weasley compresi.
Inutile dire che questo fu possibile solo grazie all'accortezza, e all'insistenza, di Grayfia che li convinse a fare i bagagli con due giorni di anticipo.
Le cose che rimasero fuori dal loro bagaglio, altro non erano che i vestiti che avrebbero indossato in quei giorni e sul treno.
Nonostante questo però la mattina dopo ci volle la mano di Lucifero per riuscire a partire.
Si erano alzati al canto del gallo, ma non si sa come tutti avevano un mucchio di cose da fare.
La signora Weasley correva di qua e di là in cerca di calzini spaiati e di penne d'oca; nel trambusto, tutti si scontravano su e giù per le scale, mezzi svestiti e masticando panini.
Quando finalmente furono pronti ad Harry venne il dubbio di come sarebbero partiti.
Era vero che lui, Hermione e gli altri potevano usare il cerchio di teletrasporto quando e dove volevano... ma i fratelli di Ron?
Loro avevano la traccia e non essendo demoni non avrebbero potuto viaggiare usando il sigillo dei Pheles.
“Beh è facile, sai com'è... io sono sposato Harry.” disse imbarazzato il padre di Ron.
“Scusi signor Weasley... non capisco...” replicò il demone confuso.
“Beh vedi... di solito i docenti di Hogwarts lavorando si comprano una casa nel villaggio vicino al castello. La Mc Granitt, Vitius, la Sprite...hanno una casa li dove vivevano con i loro consorti o con i loro figli...”
“La Mc Granitt è sposata? Anche Vitius?” chiesero all'unisono tutti i ragazzi
“Lo è stata... Adesso è anche nonna se ci tenete a saperlo. Per questo motivo un tempo vi era anche una Nursery ad Hogwarts... beh almeno quando casi come il tuo Harry erano più comuni. In ogni caso, eccetto Silente, e l'infermiera, solo i direttori delle case sono costretti a restare a dormire nel castello. Questo è il motivo per cui i direttori vengono scelti tra i professori celibi o senza figli piccoli a cui badare. Gli altri possono tornare a casa con il camino. Certo avrei potuto chiedere una di quelle vecchie suite per i professori sposati... ma con mia moglie abbiamo deciso di rimanere qui a dormire per permettere ai nostri figli di divertirsi a scuola senza temere di essere rimproverati in pubblico dalla madre."
Quando il Signor Weasley terminò la sua spiegazione, tutti presero una manciata di polvere volante ed imitandolo Weasley entrarono nel camino scandendo bene “Hogwarts ufficio del Professor Arthur Weasley.”
Uno dopo l'altro, i Fratelli di Ron e il gruppetto di Harry giunse ad Hogwarts con alcune ore di anticipo.
Ad attenderli nell'ufficio vi era il professor Piton, il Professor Silente e l'alfiere di Mephisto, Mr. Forrest.
“Signor Preside...” salutò Arthur Weasley stringendo con gioia la mano dell'uomo che un tempo era stato anche il suo preside
“Un giorno mi dirai come può il nonno di Harry averti convinto... sono anni che quasi ti imploro di venire ad insegnare Babbanologia ed invece hai sempre preferito il ministero a questa scuola...” esordì faceto Silente.
“Beh... diciamo che il signor Pheles ha elencato un enorme numero di validi motivi per cui avrei tratto maggiori benefici nel fare il docente...”
“Ad esempio papà?” chiese Percy
“Beh ad esempio meno straordinari e la possibilità di far capire ai maghi come sia possibile collaborare con i babbani evitando scherzi inutili. Inoltre voi l'anno prossimo sarete tutti in classe con me...” disse rivolto ad Harry ed ai suoi amici.
“Perché?” chiese Ron
“Perché io e voi dovremo fare contratti con i maghi, ma anche con i babbani... conoscere il loro mondo ci sarà utile...” precisò Harry.
“Quindi tuo nonno ha istruito personalmente il Signor... il professor Weasley su ogni argomento babbano, solo per darti il miglior insegnante possibile?” chiese Hermione stupita.
“Beh sai come è fatto. Non saprà calcolare bene quanto denaro serva a due undicenni per diplomarsi ad Hogwarts... ma in questo campo si sa muovere bene. A questo punto, signor Preside... mio nonno ha fatto ciò che gli avevo chiesto?” chiese il demone rivolgendosi a Silente.
“Si e seppur alcuni docenti non condividano il motivo che ti ha spinto a fare un simile gesto...” disse lanciando un occhiata a Piton
“...io personalmente approvo il tuo operato... anche tuo padre sarebbe fiero di te.” aggiunse una volta che tornò a guardare il giovane.
“La ringrazio signor Preside... ma se possibile preferirei che nessuno sappia che l'idea è stata mia o di mio nonno...” si schernì Harry che mal tollerava l'idea che si sapesse del suo gesto.
“Vuoi davvero nascondere un simile gesto?”
“Se venisse rivelato sembrerebbe che mi voglia vantare... inoltre se l'ho fatto è solo per me... fare qualcosa...” disse Harry scegliendo con cura le parole
“...fare qualcosa sapendo di riuscire... è noioso e visto che quel qualcosa mi diverte voglio almeno avere meno vantaggi possibili. Già la mia natura me ne offre molti...” disse il ragazzo sorridendo.
“Capisco...” mormorò il preside studiando con attenzione il ragazzo.-
Quando però il silenzio si protrasse troppo per i gusti dei ragazzi, Ginny prendendo il coraggio a due mani pose una domanda che si poneva da tempo.
“Professor Silente... è vero che avremo il signor Allock nella scuola?” chiese la rossa con una voce flebile.
“Oh... purtroppo è stato trovato delirante e privo di memoria... adesso è al San Mungo. Ma non temere... il Professor Forrest ha trovato un valido assistente. Non voglio rovinarvi la sorpresa quindi vi dico solo che sarà un docente di un altro paese che ha chiesto di poter seguire i corsi di difesa contro le arti oscure, per valutare quali modifiche apportare nel suo istituto.”
“Davvero? Un docente straniero? E di che paese sarà?” chiese Percy
“Beh so solo che è il preside di quella scuola e quindi non sarà un mio dipendente... ma in ogni caso lo conoscerete oggi al banchetto. Ora lasciate al professor Weasley il tempo di sistemarsi, potete andare in giardino se volete tanto mancano molte ore al banchetto di questa sera.” disse invitando i ragazzi ad uscire ma, se i ragazzi accettarono l'invito con gioia, Harry ed Hermione invece non si mossero di un centimetro.
“Preside... cosa è successo? Realmente intendo...” disse Harry sostenendo lo sguardo del vecchio mago.
“Che vuoi dire Harry?” chiese Silente sorridendo.
“Perché quest'anno abbiamo viaggiato in un modo così comodo... mentre lo scorso anno abbiamo preso il treno?”
“Non ti sfugge nulla....” disse ridendo Mr Forrest
“Non per altro sei l'allievo che ho cresciuto per ben dieci anni... essere pronti a tutto...”
“Osservare molto e parlare poco.. e mai fidarsi di ciò che viene detto... ma capire ciò che viene omesso” proseguì sorridendo il ragazzo.
“Ti meriteresti dieci punti solo perché ricordi le parole che ti dissi cinque anni fa... in ogni caso hai ragione. Mentre eravamo alla Tana, ho chiesto al preside di autorizzare il vostro viaggio con la polvere volante perché, un tuo fan mi ha contattato affermando che quest'anno sarebbero accadute cose orribili. Voleva che tu e i tuoi amici saltaste questo prezioso secondo anno. Quindi... visto che l'unico modo per lui, per farti restare a casa era farti perdere il treno, evento che secondo lui ti avrebbe fatto fare un errore tale da farti espellere, ho ritenuto opportuno non far sapere a chi ti vuole ferire che puoi smaterializzarti a leghe di distanza...”
“Non potrebbe arrivare dentro la scuola... le difese di Hogwarts lo impedirebbero...” obiettò Percy
“Percy... voi Weasley dovreste sapere che Harry non è umano. La magia che protegge Hogwarts impedisce la smaterializzazione umana... ma angeli, demoni, fate o anche gli elfi domestici possono farlo senza problemi. Specialmente alla luce del fatto che i fondatori erano discendenti di alcuni pilastri...” spiegò il docente con pazienza.
“Ma allora perché gli elfi domestici si fanno sottomettere se possono fare cose che noi non possiamo nemmeno immaginare?” chiese Draco perplesso.
“Questione di carattere... potremmo discutere secoli sul vero motivo. Come potremmo domandarci perché ai draghi piaccia l'oro se non lo usano per farci nulla... mistero...” rise Forrest
“Capisco...” rispose Harry pensieroso
“Vuoi andare a casa?” chiese il preside studiandolo
“Ma anche no grazie..." replicò il ragazzo con un espressione divertita ed un tono di voce faceto.
"Voglio godermi la vita normale, di un normale ragazzo della mia età. Se tornassi a casa mio nonno mi manderebbe chissà dove armato di un coltellino alla disperata ricerca di proteine...”
“Tuo nonno non è male...” obiettò Blaise
“Ne riparleremo quando anche voi sarete sottoposti ad un allenamento extra. Ora dai andiamo. Il parco sembra invitante e potremmo andare anche da Hagrid” propose Harry suscitando l'approvazione del suo gruppetto di amici.
“Papà... potrei parlarti in privato?” chiese Ginny con tono supplichevole
“Certo... dimmi pure...”

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La mattina passò in modo rapido, anche se il gruppo non poté andare a trovare il grosso omone, a causa della sua assenza.
Per questo motivo il gruppetto di ragazzi assieme ai fratelli di Ron passarono il pomeriggio giocando a quidditch tra di loro... sebbene Harry ed Hermione declinarono l'invito iniziando a camminare mano nella mano per il lago.
Ginny cercò di convincerli a giocare ma Fred e George la bloccarono.
“Sono due settimane che non parlano un po'...” disse Fred
“Già inoltre la mamma li ha fatti dormire in camere separate, anche se sono sposati... hanno un po di arretrati da recuperare...” convenne il gemello sorridendo.
“Sono sposati davvero?” disse incredula la ragazza
“Si... quindi temo che dovrai togliertelo dalla testa...” si intromise il prefetto di Grifondoro.
“Non è detto Percy...” intervenne Blaise
“Già...” convenne Draco
“Che volete dire...” disse inarcando le sopracciglia il maggiore dei Weasley presenti
“Beh, noi non siamo stati in Germania quest'estate. Siamo stati negli inferi e oltre a come usare i nostri poteri, abbiamo imparato anche le regole dell'alta società, le leggi, gli usi... le tradizioni” spiegò Ron
“Stringi Ron...” borbottò Fred
“Beh i demoni non sono monogami, possono esserlo, ma se lei facesse innamorare Harry di lui... cosa difficile visto che non riesci a rivolgergli la parola... beh potresti sposarlo anche tu.”
“Tu faresti diventare tua sorella una concubina?” sbottò Percy
“Non esiste un simile status negli inferi...” si intromise Mr Forrest
“Professore...” dissero tutti stupiti di vederselo davanti
“Se tu amassi Harry, tu non saresti trattata come una concubina, avresti tutti i diritti che ha Hermione... se loro non avessero figli inoltre e lui li avesse con te, sarebbero i tuoi figli ad ereditare tutto...”
“Perché?” chiese Ginny
“Vedi, più una razza è longeva, meno figli possono avere. In ogni caso Percy, amare tua sorella è un sentimento nobile... ma se lei un giorno scegliesse di stare accanto ad Harry, sempre che Harry ricambi tali sentimenti, tu dovresti accettare la sua decisione.”
“Si lo so è solo che....”
“Che i nostri usi e costumi ti sembrano vetusti... ed hai ragione visto che le nostre leggi più antiche hanno decine di migliaia di anni. Il matrimonio di Harry ed Hermione infatti è regolato da una legge del 5000 a.C mai abrogata, fortunatamente per loro e per gli inferi. L'Harem invece serve a garantire una continuità alla casata.”
“E come posso fare per...?” chiese Ginny con timidezza
“Parti dal presupposto... che Hermione è molto gelosa. Fai una mossa sbagliata e lei diventerà la tua peggior nemica. Sono le mogli legali a gestire l'Harem. Mettitela contro e rischi di vedere Harry una volta l'anno, nella migliore delle possibilità. Inoltre, per esperienza ti consiglio di diventare prima amica di Harry ed impara a conoscerlo bene. Harry ed Hermione sono stati amici per anni prima di capire cosa provavano l'uno per l'altro. Può anche essere che tu lo hai idealizzato troppo in base ai racconti fatti sui libri o a quello che i tuoi fratelli hanno scritto...magari conoscendolo potrebbe risultarti antipatico, noioso...”
“Seguirò il vostro consiglio professore...” disse Ginny
“Mr Forrest basta quando non siamo a lezione...” la corresse sorridendo il demone.
In quel momento però un omone grande e grosso si avvicinò loro.
Era Hagrid che stava uscendo assieme a Thor dalla foresta proibita.
Vedendolo arrancare, anche Harry ed Hermione interruppero le loro attività di coppia per andare a salutarlo.
“Davvero vi siete allenati con un Drago di quindici metri? Vi invidio sapete? Mi sarebbe piaciuto poter giocare con un drago... intelligente e parlante tra l'altro. Peccato che Norberto se ne sia andato...era parte della famiglia ormai.”
“Se vuoi posso farti incontrare quel cucciolo...” disse Harry stupendo tutti Mr Forrest compreso.
“Davvero come?” disse l'omone
“Beh dopo l'allenamento il mio maestro mi ha detto che un suo suddito voleva parlare con me e me lo ha presentato... era quel cucciolo”
“Posso davvero vederlo?”
“Certo adesso è il mio famiglio...” disse ridendo
“Cos'è un famiglio Harry?” chiese Fred
“Vedi, un famiglio è un animale con cui si fa un contratto speciale. Un servitore che svolge compiti particolari e che accettando di servire un demone ottiene poteri particolari in base al contratto. Hagrid questa è Ophelia” disse evocando, tramite un cerchio magico, il cucciolo di Drago
“Norberto? Perché l'hai chiamata Ophelia? E perché è così piccola?”
“Vedi Hagrid, lei è una dragonessa... me lo ha detto Tannin il drago a cui l'ho affidata. Ha queste dimensioni solo perché sta usando un incantesimo per ridurle senza sarebbe già sui 3-4 metri sebbene debba ancora crescere.”

[RUGGITO INCOMPRENSIBILE]

“Ti ringrazia per esserti preso cura di lei anche se è un po offesa per il fatto che l'hai confusa con un maschio...” disse Draco sorridendo.
“Parli serpentese?” chiese Percy dubbioso
“Corbezzoli quanto sei scettico...” sbottò Mr Forrest esasperato.
“I miei alunni devono avere una mente aperta... Rifletti con me... i demoni cosa fanno per vivere e dove?”
“Beh fanno contratti per il mondo...” rispose il prefetto.
“Bravo e come pensi che capiscano tutte le lingue dei vari esseri umani?”
“Capite tutte le lingue?” chiese George sconvolto.
“Beh io sono Italiano e l'Inglese non l'ho mai studiato, Harry è cresciuto in Germania... idem Hermione. Inoltre se qui ci fosse un gatto o un Goblin o una sirena noi li capiremmo... anche se non è detto che loro vogliano parlare con noi. È vero che Draghi, rettili e serpenti, hanno una loro lingua ma attenzione Percy. Un conto è capire e comunicare come facciamo noi demoni, un conto è domare, dominare i Serpenti come faceva Salazar Serpeverde.”
“Scusi è che...” borbottò il prefetto.
“Tranquillo nemmeno Harry ed Hermione che vivono da demoni da un decennio sanno tutto sul nostro conto... ma i tuoi amici Harry hanno già i loro famigli?”
“E lo chiedi a me? Da Hallowen li alleni tu... io ho passato l'estate a fare Tarzan su di una montagna...”
“Hermione tu invece?” chiese Forrest
“No, ma per adesso non mi serve...sto cercando un famiglio bello esteticamente. Non voglio un topo ed anche un uccello mi annoierebbe...” disse con calma la ragazza.
“Capisco ma prima o poi uno ti potrebbe servire... voi tre invece?” chiese Mr Forrest
“Beh io ho questo vecchio topo...”
“Io e Draco abbiamo 2 gufi vanno bene?” chiese Blaise
“I Gufi si... il topo guardandolo bene, no... è troppo vecchio e se lo trasformi rischi di accorciare la sua vita. Ma per adesso non importa i famigli vi serviranno quando inizierete a fare i contratti... hai ancora 6 anni per trovarti un famiglio.”
“Bene la formula è : Nel nome di Tizio Caio Sempronio te lo ordino! Tu diventerai il mio famiglio e risponderai al contratto!” disse Harry
Seguendo le istruzioni di Harry, Draco e Blaise resero i loro gufi dei famigli ed impararono ad evocarli a comando.
Quando il sole iniziò a calare Harry congedò il suo famiglio così come fecero lo stesso i due ragazzi.
“Dove vanno quando li fate sparire?” chiese Ron curioso.
“Di solito in un luogo di loro scelta... nel caso dei gufi credo nel castello di mio nonno. Adesso sono molto più rapidi nel consegnare i messaggi... se glielo chiedi però possono fingere di fare i gufi normali.”
Finito di parlare il gruppo si congedò e si recò nel proprio dormitorio per cambiarsi, eccetto Ginny che, indossando l'uniforme, seguì Hagrid fino alla stazione ferroviaria.
I ragazzi trovarono i loro bagagli già sistemati nel piano del secondo anno e si cambiarono in attesa del banchetto di inizio anno.
Facendo finta di nulla si accodarono alla comitiva degli studenti di serpeverde e si sedettero con loro al tavolo.
Il prefetto chiese loro come mai non fossero sul treno, ma si limitarono a dire che loro assieme ai fratelli di Ron erano arrivati con una passaporta visto che avevano passato le vacanze in Germania.
Lo smistamento avvenne normalmente eccetto che per Ginny che, stupendo tutti, anche Harry ed Hermione questa volta, venne smistata a Serpeverde.
Quest'anno, forse per la presenza del padre al tavolo degli insegnanti, o forse perché i suoi fratelli, Ron compreso intuivano il motivo, nessuno accusò Harry di aver incantato la ragazza... almeno non nel senso magico del termine.
Mangiarono con calma e a sazietà visto che quel banchetto era sontuoso come ogni banchetto cucinato dai cuochi di Hogwarts e solo allora il preside si alzò in piedi per parlare.
“Benvenuti vecchi ai amici e benvenuti anche ai nuovi. Ho i consueti annunci del primo giorno da fare. Vi ricordo, come Mastro Gazza non fa altro che ripetermi, che i prodotti proibiti sono affissi nella bacheca del pian terreno e che siete esortati caldamente a leggere onde evitare polemiche in caso di sequestro. Vi ricordo che la foresta proibita, pullula di creature pericolose per gli studenti, anche per i nostri gemelli Weasley che un giorno faranno venire un infarto al povero Hagrid che deve ogni volta inseguirli. Dal punto di vista didattico vi informo che a seguito della tragica dipartita del defunto professor Raptor, io, di comune accordo con i membri del consiglio, abbiamo ritenuto opportuno affidare tale cattedra ad un mago che per anni ha lavorato a contatto con loro per conto del ministero. Vi prego di salutare e trattare con il dovuto rispetto il professor Weasley e vi comunico che da quest'anno Babbanologia sarà obbligatoria per tutti gli studenti dal 3o al cinqueo anno. Abbiamo preso questa decisione vista la crescente mole di reclami fatta al ministero. Troppi oggetti babbani sono stati modificati senza sapere il loro effettivo utilizzo, e troppi scherzi sono stati fatti ai babbani da maghi che non comprendono le difficoltà che, esseri privi di magia, devono affrontare per tirare avanti. Vi informo inoltre che quest'anno, ad aiutare il nostro docente di Difesa contro le arti oscure, un po avanti con gli anni, ci penserà un mago straniero, giunto qui per assistere alle lezioni in modo da rendere migliore l'insegnamento nella sua scuola. Lo conoscerete domani, ma vi prego di far sentire a suo agio il professor Azaleo Zellin. Potrà capitare che in assenza di lezioni di difesa contro le arti oscure, venga ad osservare anche altre lezioni, quindi non preoccupatevi se lo vedeste entrare in aula, voi continuate come se non ci fosse. Ora andate che i vostri letti invocano i vostri nomi...” disse esortandoli ad andare.
“Tesoro...” disse Hermione
“Si anche io ho un terribile sospetto...” rispose Harry
“Quale” chiese Draco mentre Blaise li osservava
“Prendi le prime 3 lettere del nome e le prime 3 del cognome di questo docente straniero...” disse gelido Harry
“Aza-zel...” rispose Ron capendo dove volesse arrivare
“Non può essere, il capo degli angeli caduti dovrebbe avere molti impegni...” disse negando l'ipotesi con convinzione Blaise
“Dovrebbe... però mio padre lo scorso anno lo ha passato qui...” disse Hermione fredda
“E qual'è il problema? Forse vuole conoscerti meglio” chiese Ginny ingenua
“O forse quest'anno il pericolo è tale da richiedere la sua presenza attiva nella scuola...” disse teso come una corda di violino Draco.
“Non può essere... lo scorso anno qui c'era Tu-sai-chi...” negò Ron
“Già cosa ci può essere di peggio.?” Domandò Blaise lasciando che la domanda calasse nel silenzio più totale.

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Note d'Autore...

Colpo di scena eh? Azazel ha preso il posto di Allock... e Norberto è diventato un famiglio... che dire...
Spero che chi è rimasta abbagliata dal vincitore del sorriso più splendente del settimanale per streghe possa perdonarmi... ma Allock non lo sopporto minimamente e poi in qualche modo padre e figlia si dovevano conoscere.
Intanto la trama si infittisce... qualcuno ha avvertito Forrest e Ginny finisce a Serpeverde...
Beh per adesso è tutto gente se avete dubbi e domande chiedete pure :)
Spero che coloro che ci hanno permesso di raggiungere le 400 visualizzazioni restando silenziosi, quelli che mi hanno  inserito tra gli autori preferiti e coloro che hanno inserito la storia in una delle tre grandi sezioni continuino a sostenere l'opera anche in questo secondo anno scolastico mentre io mi appresto a scrivere il terzo...
A tutti voi dico Grazie e se potete commentate che fa sempre piacere sapere se il lavoro procede bene oppure se sto scrivendo boiate colossali (anche se mischiandolo con un manga Harem-ecchi le boiate non mancheranno :) )
A presto raga :)

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Capitolo 16
*** Mandragole e Sussurri... ***


Salve eccoci qui.... con un pò di ritardo dovuto a problemini di varia natura :)
Detto questo vi lascio al capitolo onde evitare di tediarvi inutilmente :)

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Mandragole e sussurri...

Se il giorno prima, Harry si era coricato speranzoso di un po di coccole, speranze mandate in fumo da una singola occhiata di Hermione, il giorno dopo Harry sorrise molto meno.
Le cose cominciarono a mettersi male fin dalla prima colazione, nella Sala Grande.
Le quattro lunghe tavole, sotto il soffitto magico che quel giorno era di un grigio nuvoloso uniforme, erano apparecchiate con zuppiere di porridge, piatti di aringhe affumicate, montagne di toast e vassoi di uova e bacon.
Harry e Ron si sedettero al tavolo di Grifondoro accanto a Hermione, che teneva aperta la sua copia della gazzetta del profeta appoggiandola contro una brocca di latte.
Lei non li salutò neppure, tanto era furibonda.
Hermione la sera prima infatti si era coricata di pessimo umore, al pensiero che il padre sarebbe potuto essere un suo professore.
Lei voleva trascorrere un altro anno con Harry, magari facendo alcune cosette tanto per divertirsi... ma si ricordava con precisione le parole che il padre aveva detto al marito a fine del primo anno e se da una parte si sentiva felice, dall'altro provava un forte sentimento di rabbia all'idea che il padre per un anno non si fosse degnato di farsi vedere, di parlarle.
Anche la vergogna era un sentimento che lei stava provando in quelle ore.
Sapere che lui li avesse spiati in momenti intimi, e lievemente imbarazzanti, era un onta troppo grande per lei.
In ogni caso Harry e Hermione non ebbero tempo di rimuginare su questi pensieri perché il professor Piton si stava avvicinando loro tavolo per distribuire gli orari delle lezioni.
Harry prese il suo e vide che per cominciare avrebbero fatto due ore di Erbologia con i Corvonero.
Harry ed i suoi amici lasciarono insieme il castello, attraversarono il fazzoletto d'orto e si diressero verso le serre dove venivano custodite le piante magiche.
Avvicinandosi alle serre videro il resto della classe in attesa della professoressa Sprite.
I tre ragazzi avevano appena fatto in tempo a unirsi ai compagni quando lei apparve attraversando il prato a gran passi, accompagnata da un uomo avvenente che i cinque demoni riconobbero subito : il padre di Hermione.
La professoressa Sprite era una strega piccola e tarchiatella, con un cappello tutto rattoppato sui capelli scompigliati; in genere aveva i vestiti tutti sporchi di terra ed unghie poco curate. Azazel invece, era inappuntabile con la sua tunica rosso porpora.
“Salve a tutti! Sono Azaleo Zellin, ma potete chiamarmi professor Azazel.” salutò l'uomo rivolgendo un sorriso radioso agli studenti lì riuniti.
“Ho appena finito di parlare con la vostra deliziosa professoressa Sprite di alcune tipologie di piante che avevo piacere di imparare a coltivare... ”
“ O-oggi s-saremo nella s-serra numero 3 ragazzi. L-lei v-viene con noi?” disse la professoressa Sprite che appariva decisamente imbarazzata.
Ci fu un mormorio di curiosità a quella dichiarazione.
Fino a quel momento avevano lavorato soltanto nella Serra numero 1.
Ma nella numero 3 c'erano piante molto più interessanti e pericolose.
“Ne sarei deliziato, ma prima potrei parlare con i due Potter e i loro tre amici?” chiese il docente sfoderando un sorriso sgargiante.
“Certamente... ” disse la professoressa Sprite staccando dalla cintura una grossa chiave ed aprendo la porta.
“Bene ragazzi, credo che voi sappiate già chi sono, vero?” disse sorridendo
“Perché?” sbottò Hermione
“Come?” chiese Azazel
“Perché lo scorso anno non ti sei fatto vedere... eri qui, di sicuro eri presente anche quando Grayfia-sama ci è venuta a trovare. Salvi Harry e Blaise, non fraintendere, sono lieta che tu li abbia salvati... ma non ti sei fatto vivo per mesi ed ora spunti qui come se nulla fosse?”
“Vuoi che me ne vada?” chiese severo
“Voglio la verità... perché non mi hai più cercato per tre mesi? Capisco che negli inferi non potevi venire a trovarci, ma potevi mandarci un messaggio quando eravamo dai Malfoy o dai Weasley. La legge non ti vieta di vedere tua figlia sulla terra” disse trattenendo le lacrime.
“Tu non sei una statua...”
“Come?” domandò stranita la ragazza
“Io non voglio vedere mia figlia... io voglio conoscerla. So che per anni non sono stato presente, ma se fai mente locale, solo dopo che Harry ti ha accettata per quello che sei, quando tu eri con Mephisto, e hai sentito Harry dirti tante belle cose senza che sapesse che suo nonno ti aveva reso invisibile... hai iniziato ad accettare la tua natura.”
“Tu eri li?” chiese Harry rosso in volto.
“Si... ” disse contrita Hermione
“Una sola curiosità... perché?” domandò il demone confuso.
“Io volevo stare con te ma avevo paura di ciò che potessi pensare... che magari mi piacevi solo perché eri ricco. È stata un idea di tuo nonno.”
“Veramente è stata mia. Se voi non vi foste sposati io ti avrei portato con me... non avrei permesso che mia figlia diventasse la concubina di un demone, senza offesa ragazzo. Moglie già mi pesa... ma concubina o amante che dir si voglia no... ”
“Allora è meglio che non ti fai raccontare quello che è successo questa estate... ” esordì Mr Forrest comparendo all'improvviso dal nulla.
“Sembravano Adamo ed Eva... su quella montagna... anche Grayfia doveva voltarsi quando erano soli... ”
“COSA? E YAMATA LO HA PERMESSO?” urlò il Governatore degli angeli caduti sconvolto.
“Non sono arrivati a tanto... ma sapessi quanto sono migliorati... non sono più i ragazzini impacciati che spiasti lo scorso anno... ” disse sadico il docente di ruolo, mentre si poggiava sul bastone.
In quel momento Harry sentì un brivido corrergli lungo la schiena.
La morte era vicina e lui lo sapeva.
“TU? COME HAI OSATO... ” lo aggredì verbalmente Azazel.
“Posso dire solo una cosa? In mia discolpa?”
“Spara... ”
“Lei come ha osato andare con una donna sposata? Io sono un demone... è lei l'angelo. E dopo la madre di Hermione... quante altre avventure ha avuto? E prima? Io ho solo lei e la rispetto...” disse cercando di vincere la sua paura che provava per un uomo che avrebbe potuto uccidere tutti, Mr Forrest compreso.
“Io vi terrò d'occhio... ” disse minaccioso.
“E no padre, non ci siamo. Se mi accorgo che ci stai spiando in camera nostra ti giuro che farò sesso con Harry tutti i giorni solo per farti ingelosire, anche mentre lui dorme..." dichiarò Hermione stupendo i presenti per la sua intraprendenza ed il suo coraggio.
"Se vuoi conoscermi devi accettare che ho le mie necessità... necessità che potrei aver ereditato da te a quanto vedo... ” disse risoluta Hermione
“Ma sei la mia bambina... ” disse facendo apparire un apparecchio elettronico in cui i ragazzi videro delle foto di lui che la teneva in braccio da piccola, le cambiava i pannolini, le faceva fare l'altalena o le insegnava ad andare in bici.
“Ho anche i video di quando siamo andati al mare... ”
“Ok, e non lo nego... se vuoi avere una seconda possibilità, l'avrai, ma adesso sono sua moglie e lui è mio marito. Se gli torcerai un solo capello... non ti rivolgerò più la parola... ” disse prendendo per mano Harry e portandolo dentro la serra.
Mentre passava davanti ai suoi amici loro videro che sebbene quello aveva tutti i tratti di un litigio... la loro Regina stava sorridendo.
Che il fatto che lui avesse quelle foto, avesse dissolto tutti i dubbi che le avevano rovinato la prima notte a scuola?
A confermare le loro teorie ci fu una frase, udibile solo da loro e solo grazie alla loro vicinanza.
“Scusa se ieri ero nervosa... oggi ci rifaremo... ” disse sorridendo maliziosa ad Harry.
Quando erano rimasti solo loro Mr Forrest mise una mano sulla spalla del padre sconsolato e disse : “Un tablet? Ma non dovrebbero essere inventati tra una quindicina di anni? Bah in ogni caso tu sei l'ultima persona al mondo che vorrei consolare, ma sappi che i loro sentimenti sono sinceri... lui non la tradirà ne la ferirà. Al massimo rischi di diventare nonno entro 6 anni... ma in fondo l'età c'è l'hai.”
“Infierisci pure... chissà cosa direbbe Harry se scoprisse la tua vera identità... ” disse il Caduto stizzito.
“Se gliela riveli mi fai un favore. Io sono un vero parente di Harry, io nella faida posso entrarci e Michele non avrebbe alcun appiglio legale per far scoppiare di nuovo la guerra. Fallo e farò finire la serie di libri con questo volume... ” disse sorridendo sia per la verità delle sue parole che per il fatto che amava rompere la quarta parete.
“Perché tu sai come uccidere Voldemort senza distruggere tutto il mondo?” chiese Azazel confuso.
“Può darsi di si... può darsi di no. Nemmeno io so cosa ha in mente l'autore del romanzo...” disse allontanandosi dalle serre appoggiandosi al suo bastone preferito imitando il celebre medico di una serie televisiva che ancora doveva essere ideata...
 
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Entrando nella serra il gruppo percepì un odore di terra umida e di concime, che si mischiava al greve profumo di alcuni fiori giganti, delle dimensioni di un ombrello, appesi al soffitto.
La professoressa Sprite era in piedi dietro a un bancone poggiato su due cavalletti, al centro della serra.
Sul bancone erano posate circa venti paia di paraorecchi di colore diverso.
Quando Harry ed i suoi amici presero posto l'insegnante disse: "Oggi rinvaseremo le mandragole. Allora, chi sa dirmi le proprietà della mandragola? "
Nessuno fu sorpreso nel vedere la mano di Hermione ed Harry alzarsi per prime.
“La mandragola è un efficace ricostituente. Si usa per riportare nella condizione originale le persone che sono state trasfigurate o sottoposte a un incantesimo" disse Hermione che sembrava aver divorato il libro di erbologia.
“Ottimo. Dieci punti per Serpeverde" disse la professoressa Sprite.
“La mandragola è un componente fondamentale della maggior parte degli antidoti. Ma è anche pericolosa. Harry sapresti dirmi perché?”
“II pianto della mandragola è fatale a chiunque lo ascolti " disse prontamente.
"Proprio così. Altri dieci punti " disse la professoressa Sprite.
"Ora, le mandragole che abbiamo qui sono tutte molto giovani.”
Così dicendo indicò una fila di vaschette profonde, e tutti si sporsero in avanti per vedere meglio.
Dentro, tutte in fila, vi crescevano un centinaio di pianticelle ricche di ciuffi color verde marcio.
La professoressa fece indossare le cuffie ai suoi allievi e rimboccandosi le maniche afferrò saldamente una piantina cespugliosa tirandola forte.
Harry ed Hermione che già ne avevano viste molte, visto che le mandragole crescono negli inferi di solito, sapevano cosa aspettarsi e, inutile dire, in quanto demoni non avrebbero risentito dell'effetto del loro pianto.
Ron ed i suoi amici invece ebbero un fremito di sorpresa.
Al posto delle radici, dalla terra venne fuori un minuscolo neonato coperto di fango e terribilmente brutto, con pelle verdastra e piena di chiazze e foglie che gli spuntavano direttamente dalla testa.
Esposto all'aria, o sarebbe meglio dire, esposto alla luce del sole, la pianta si mise ad urlare con quanta forza aveva nei polmoni.
La professoressa Sprite prese un grosso vaso da sotto il tavolo e vi ficcò dentro la mandragola, sotterrando il pupo sotto uno strato di concime nero e umido e lasciando fuori soltanto i ciuffi di foglie.
Poi si scrollò la terra dalle mani, dette il segnale convenuto e si tolse i paraorecchi.
“Poiché le nostre mandragole sono solo piantine da semenzaio, il loro pianto ancora non uccide” disse tranquilla, come se non avesse fatto niente di più emozionante che annaffiare una begonia.
“Però possono mettervi fuori combattimento per molte ore e poiché sono sicura che nessuno di voi vuole perdersi il primo giorno di lezioni, quando ci lavorate assicuratevi di indossare correttamente i paraorecchi. Quando sarà ora di interrompere, vi farò il solito cenno. 5 per ogni vaschetta... lì c'è una grossa riserva di vasi... il concime è nei sacchi, là... e fate attenzione ai Tentacoli Velenosi, stanno mettendo i denti”
Quando indossarono i paraorecchi si resero conto che non era un'attività poi così facile.
Alle mandragole non piaceva venire fuori da sotto terra, ma non sembrava piacergli neanche tornarci dentro.
Si dimenavano, scalciavano, battevano i piccoli pugni e digrignavano i denti; Harry passò dieci minuti buoni a cercare di cacciarne una particolarmente grassa in un vaso.
Alla fine della lezione Harry, come gli altri, era sudato, dolorante e tutto sporco di terriccio.
Fecero ritorno al castello per darsi una lavata veloce, e poi si affrettarono per la lezione di Trasfigurazione.
Le lezioni della professoressa McGranitt erano sempre pesanti, ma quel giorno fu particolarmente facile.
Loro non aveva il brutto vizio di dimenticare le cose e ciò che gli venne chiesto era solo di di trasformare uno scarafaggio in un bottone.
Ron fu l'unico ad avere problemi perché la sua bacchetta sembrava essersi arresa.
Dopo tanti anni di onorato servizio, sembrava sul punto si smettere di funzionare del tutto.
Finita la lezione scesero per il pranzo dove mangiarono poco poichè nervosi in vista della lezione con il docente che più temevano Azaleo... sebbene non fosse un vero docente, tutti loro sapevano che era meglio non stuzzicarlo troppo.
La lezione però rientrava nella normalità.
Quell'anno infatti un giorno sarebbe stato dedicato alle creature magiche, più facili da affrontare (avevano lasciato Kappa, Berretti rossi e mollici per il prossimo anno... assieme a lupi mannari ed altre creature più serie per il 4 anno), un altro alle fatture e alle contro fatture, e il terzo sarebbe stato un giorno di pratica dove gli alunni avrebbero lottato tra loro o contro le creature che avevano studiato quell'anno e il precedente.
“Prima però di farvi lottare tra voi, e non con me come lo scorso anno, dovrete imparare a bloccare un attacco.
Per questo oggi torturerò il mio assistente in modo che voi capitare il giusto modo di incassare gli attacchi blandi, come posizionare la spalla e tanti altri trucchetti... ” disse avanzando usando un bastone per sostenere il suo peso.
Dalle sue parole si vedeva che sapesse come organizzare il programma e come invogliare gli studenti a studiare, vantaggio di avere un docente con esperienza trentennale.
Però molti si chiedevano perché assumesse, di tasca propria, degli assistenti per aiutarlo quando poteva benissimo andare in pensione data l'età.
Bene quei molti vedevano solo l'aspetto esteriore che Forrest voleva che vedessero.
Un vecchio mago, sulla sessantina per non dire settantina, quando in realtà era un demone molto giovane ed arzillo che usava gli assistenti per indebolire gli effetti della maledizione che Lord Voldemort aveva scagliato 30-40 anni prima su quella cattedra.
Maledizione che avrebbe impedito al preside di trovare un sostituto stabile fino al giorno in cui Voldemort non sarebbe morto.
La lezione pomeridiana fu normale, anche perché Azaleo non fece nulla che potesse turbare la concentrazione dei ragazzi.
Si comportò in maniera molto professionale, sia per quella lezione che per le successive.
Era impeccabile anche quando incontrava gli alunni nel corridoio.
L'unica eccezione era stata mandare un gufo ad Hermione ed Harry dicendo loro che se avessero voluto andare a trovarlo per un te, lui avrebbe gradito la loro presenza.
 
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Hermione decise che sarebbero andati a trovare suo padre, come coppia, quel sabato mattina.
Ma il caso volle che proprio quel sabato furono svegliati, diverse ore prima di quanto avessero voluto, da Flint il capitano della squadra di Quidditch che, non potendo entrare nella suite nuziale senza permesso si mise a tempestare di pugni la porta fino a quando Hermione ed Harry in vestaglia non andarono ad aprire.
"Che succede?" chiesero mezzi intontiti.
“Allenamento di Quidditch!” disse euforico
“Dobbiamo proprio?” disse Hermione vedendo dall'oblò che ancora la luce del sole non era ancora abbastanza forte da giungere in profondità.
“Dobbiamo fare alcuni aggiusti. Il professor Piton ha trovato una cacciatrice molto brava, con lei possiamo mettere Blaise come battitore... ruolo più congeniale alle sue doti, vista la mira che ha... ”
"Ma Capitano" gracchiò Harry guardando l'orologio a pendolo posto sopra il camino acceso "è appena l'alba!"
"Appunto " disse Flint.
Il capitano, era un ragazzo del sesto anno, alto e tarchiato, e in quel momento lo sguardo gli brillava di un folle entusiasmo.
"Fa parte del nostro nuovo programma di allenamento. Prendete il vostro manico di scopa e andiamo" disse concitato.
"Nessuna delle altre squadre ha cominciato gli allenamenti, noi saremo i primi in classifica quest'anno... "
“Capitano, mio capitano... ” dissero in coro gli sposini reprimendo un brivido di freddo.
“Molto bene amici miei" disse Flint
"Ci vediamo in sala comune tra un quarto d'ora."
Trovata la tuta e buttatesi sulle spalle il mantello per scaldarsi un po, scrissero un messaggio che chiesero ad Ophelia di consegnare ad Azazel quando fosse effettivamente solo.
Serviva a spiegargli dove si trovavano e che se voleva poteva andarli a vedere in attesa che finissero, per poi poter andare a prendere quel te.
Anche gli altri giocatori della squadra erano in piedi nella sala comune, e solo Flint sembrava veramente sveglio.
Non potevano dirgli che l'alba era proprio il momento peggiore per loro visto che era il momento in cui la notte finiva ed avevano bisogno di almeno un oretta per connettere meglio.
Fecero la strada in religioso silenzio e solo negli spogliatoi Flint si decise a parlare.
"Bene. Prima di entrare in campo volevo fare due chiacchiere con voi, perché ho passato l'estate a mettere a punto un nuovo programma di allenamento che secondo me cambierà radicalmente le cose... poi ho capito che era inutile. Con solo quattro quinti di voi, appena dimessi dall'infermeria, e il solo Harry assente, non per volontà, sua abbiamo vinto lo stesso. Ora quest'anno possiamo fare grandi cose se iniziamo a vincere fin da subito come abbiamo fatto con i Corvonero"
Al loro ingresso però videro che il campo era già occupato dai giocatori di Grifondoro guidati da un ragazzo robusto, anche se meno di Flint, chiamato Baston.
In pratica loro avevano prenotato il campo per prendere la mano nella guida delle nuove scope date in dotazione alle squadre dei dormitori.
Anche serpeverde ne aveva ricevuto un set, solo che loro avevano già le stesse scope dall'anno scorso, visto che Harry le aveva comprate per tutti.
“Come avete queste scope” chiese Flint pensando che per, quanto il padre di Ron avesse iniziato a lavorare a scuola, di certo non poteva permettersi due Nimbus 2000.
“Il preside e i consiglieri hanno accolto una mozione, fatta da un talent-scout di equipaggiare le squadre con set di scope omologhi, per evitare che talenti come George o Fred venissero messi in ombra da mediocri giocatori solo in virtù di scope più veloci... ” dichiarò Baston raggiante.
Sentendo quelle parole il gruppetto di demoni venne folgorato da un dubbio, ma per quanto li rodesse rimasero in silenzio.
Far infuriare il capitano Flint avrebbe portato ad una rissa o peggio a faticosi allenamenti extra in un sabato così speciale.
“Scusa Baston, posso dire una cosa?” si intromise Harry
“Certo... se le tue parole saranno educate..”
“Noi dovremmo far fare il primo allenamento ad una nostra nuova compagna di squadra, voi dovreste provare le scope... non potremmo dividerci il campo come fanno Corvonero e Tassorosso? Inoltre i serpeverde che molestavano le tue gioca giocatrici, sono fuori rosa da quando siamo entrati noi, che non faremmo mai nulla di sconveniente.” disse ponderando con cura le parole da usare.
“Possiamo sapere chi è la vostra nuova giocatrice?” chiese sospettoso Baston
“La chiamo subito... ” disse Flint con ironia, mentre si avvicinava a quello che, dal fondo campo, sembrava solo un puntino lontano.
Lui e Baston si conoscevano da tempo, ed era logico che il Grifondoro non si fidasse di lui.
Inutile dire che l'idea di insultarlo o pestarlo un po lo allettasse, ma se Harry era intervenuto... voleva dire che non si era dimenticato l'ordine impartito esattamente un anno fa.
“Ma quella è... ” dissero i gemelli Weasley
“Mia sorella?” disse Ron sconvolto dal vedere un altra ragazzina del primo anno.
“Come mai sei qui?” chiese divertito Harry
“Un Serpeverde ha rubato la macchina fotografica ad un grifondoro del primo anno e io gli ho lanciato una pietra in testa. Il professor Piton mi ha vista e mi ha fatto conoscere il capitano... ”
Questo fece ridere Blaise che comprese il motivo per cui era stato declassato a battitore.
Lui aveva una mira fatta apposta per colpire i bolidi, una mira grezza che aveva portato Corvonero a giocare senza portieri quando ne aveva storditi due lanciando la pluffa.
Lei invece aveva una mira fatta proprio per segnare.
Vedendo la sorella dei suoi battitori, Baston acconsentì a fare allenamenti di base, niente allenamenti strategici, a patto che avessero concordato un calendario che avrebbe evitato in futuro simili eventi.
“In ogni caso è ingiusto... con lei in soli due anni avete messo in campo ben sei matricole...” protestò Baston
“Non abbiamo violato nessuna regola... ” intervenne Harry.
“L'unica regola scolastica, afferma che gli alunni del primo anno non possano portare i loro manici, al fine di evitare che si facciano male, in assenza di Madama Bumb. Non c'è una regola che vieti ai capitani di reclutare alunni del primo anno particolarmente dotati. Inoltre visto che hai detto che come dotazione Standart, tutte le squadre hanno un set di scope... ” spiegò lasciandolo di stucco.
“Ah Ginny... quasi mi dimenticavo. Appena torni comunica al capitano o al prefetto il nome del ragazzo che ha fatto il bullo con Colin... l'unico alunno del primo ad andare in giro con una macchina fotografica... ”
“Perché?” chiese timorosa
“Vedi... il nostro dormitorio, come saprai ha delle tradizioni. L'anno scorso ho vinto una gara amichevole, risultando il primo fra tutti i ragazzi della casa. Vincendo ho stabilito alcune regole necessarie per la convivenza civile tra di noi, e con i ragazzi degli altri dormitori... titolo che ho mantenuto pure quest'anno visto che nessuno mi ha sfidato.”
“Non ne sapevamo nulla” dissero le ragazze di Grifondoro
“Già vero... ” convennero i ragazzi di Grifondoro stupiti anch'essi.
“Sono regole semplici... ” disse Harry
“Ho solo vietato atti di bullismo o determinate offese nei confronti di maghi nati in famiglie babbane o nei confronti di ragazze, anche di Serpeverde stesso... ora possiamo allenarci? Io ed Hermione avremmo un impegno verso le cinque del pomeriggio e dovremmo staccare prima.”
E cosi fecero si allenarono tutta la mattina e dopo un misero pranzo a base di tramezzini anche il pomeriggio.
Solo verso le quattro Harry ed Hermione chiesero a Flint di poter staccare perché il professore straniero li aveva invitati a prendere un te per parlare con loro.
In tutta calma, tornarono nel dormitorio e si diedero una rinfrescata in modo da essere presentabili recandosi al quarto piano dove il docente aveva ottenuto una stanza in cui dormire.
Arrivarono puntuali, ne in ritardo visto che in fondo quello era il loro primo incontro ufficiale con il padre-suocero, ne in anticipo per non dare l'impressione che ci tenessero più di tanto.
Alle cinque in punto bussarono alla porta del docente che li attendeva, scusandosi per il ritardo e si sedettero nel tavolino che lui aveva riccamente rifornito di te e dolci di vari tipi.
Anche se non voleva darlo a vedere, sembrava teso più di Hermione o di suo genero, visto che era il primo incontro ufficiale con la figlia.
Parlarono di argomenti frivoli e ricchi di convenevoli visto che nessuno sapeva cosa avrebbe urtato l'altro.
Senza fare nulla però la discussione sembrò prendere vita da sola e come se fosse dotata di una sua volontà, portò ad affrontare molti dei punti meno spinosi : come si fosse trovata con Mephisto, come si trovava a scuola e se oltre ad i demoni avesse qualche amicizia umana... le classiche domande che un padre farebbe ad una figlia.
Hermione era così felice di conoscere il padre, eccetto per qualche aspetto della sua particolare personalità. che continuarono a parlare per ore al punto che dimenticarono di andare a cenare con il resto della scuola.
La discussione però venne interrotta da qualcosa che attirò l'attenzione del gruppetto, qualcosa di molto diverso dallo sfrigolio delle candele morenti.
Era una voce, una voce che gelava il sangue, una voce cosi velenosa da togliere il respiro, una voce gelida come il ghiaccio.
"Vieni... vieni da me... Ti squarterò... Ti farò a pezzi... Ti ucciderò... "
Harry ed Hermione fecero un gran salto e quando si ripresero videro che il loro anfitrione era preoccupato per la reazione che avevano avuto, sebbene sorridesse... che stesse cercando di rassicurarli?
"Scusi signore... Quella... la voce che ha detto... non l'ha sentita?" chiese Harry mentre Azazel lo fissava completamente attonito.
“Si padre... quella voce gelida che parlava di squartare qualcosa... ”
"Ma di che cosa state parlando? Non è che forse siete un po stanchi? Oggi vi siete anche allenati dall'alba a poco dopo le quattro... Per tutti i gargoyle... guarda che ora è! Abbiamo parlato per quasi sei ore! Non l'avrei mai detto... il tempo e volato, non pare anche a voi?"
Harry ed Hermione non risposero.
Erano certi di aver udito qualcosa, ma ora l'unico suono era la voce del Caduto che gli diceva di riguardarsi e che forse era il caso che andassero a riposarsi.
Completamente storditi, i due demoni lasciarono la stanza e tornarono nel loro dormitorio scortati da Azazel visto che, se fossero stati beccati a girare per il castello a quell'ora, avrebbero rischiato di essere puniti.
Non che il Caduto avesse tutti i torti.
Era così tardi che perfino la sala comune era quasi deserta e quindi salirono silenziosamente in camera loro, indossarono il pigiama e si infilalorono nel letto temendo che, alla fin fine, i loro amici avessero ragione... qualcosa di brutto stava per accadere ad Hogwarts.

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Note d'autore

Salve... oggi capitoletto introduttivo visto che... beh chi conosce il secondo volume sa che la parte succosa sta arrivando :)
NOn ho molto da dire o da spiegare a parte che Mr Forrest è uno di quei personaggi che inserisco per rompere la quarta parete di proposito :)
Chi sarà? Boh... lo scoprirete :)
 
 

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Capitolo 17
*** Mirtilla Malcontenta ***


Salve raga lo so... è una vita che non aggiorno ma so che sembra una frase fatta ma ho avuto i minuti contati in questo periodo...
Per farmi perdonare non mi dilungo troppo :)

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Mirtilla Malcontenta

Arrivò ottobre, che stese una coltre di freddo umido sui campi e nel castello.
In infermeria, Madama Chips ebbe il suo daffare a curare un'improvvisa epidemia di raffreddore che aveva colpito professori e studenti.
Il suo decotto Tiramisù aveva un effetto immediato, anche se lasciava con le orecchie fumanti per molte ore.
Ginny Weasley, che aveva anche lei un'aria smunta, fu costretta da Percy a berne un po e, col fumo che le usciva da sotto i capelli rosso fuoco, sembrava proprio che avesse la testa in fiamme.
Per giorni e giorni, gocce di pioggia grosse come pallottole picchiarono sulle finestre del castello; il livello del lago salì, le aiuole divennero rigagnoli fangosi e le zucche di Hagrid raggiunsero le dimensioni di capanni da giardino.
L'entusiasmo di Marcus Flint Baston nell'organizzare regolarmente gli allenamenti però non venne meno; fu per questo motivo che, in un tempestoso sabato pomeriggio, pochi giorni prima di Halloween, Harry ed il suo gruppo fu visto far ritorno al sotterraneo di Serpeverde, fradicio fino al midollo e completamente inzaccherato.
A parte la pioggia e il vento, non era stato un allenamento felice.
Flint aveva visto come il divario, ora che tutti avevano le stesse scope, fosse minimo ed aveva messo sotto pressione Ron, reo di aver subito troppi goal da Hermione e Draco.
Come se non bastasse adesso si trovavano nell'ufficio di Gazza rei di aver sporcato il pavimento di proposito... come se fosse possibile evitare di sporcarlo con il fango dopo aver fatto qualche centinaio di metri dallo spogliatoio al castello a piedi sotto la pioggia.
Era stata Mrs Purr, la scheletrica gatta grigia di cui Gazza si serviva come arma segreta nella lotta senza fine contro gli studenti, che li aveva colti in flagrante.
Dopo alcuni secondi, attirato sul luogo da una forza misteriosa che sembrava legarlo alla sua malefica gatta, Gazza schizzò fuori da un arazzo alla destra di Harry, ansimante e stralunato, alla caccia del trasgressore.
Intorno alla testa portava una pesante sciarpa scozzese e aveva il naso rosso come un peperone.
Urlando a causa della sporcizia, il bislacco custode portò Harry e i suoi amici nell' ufficio di Gazza; luogo che la maggior parte degli studenti cercava di evitare se possibile.
Era un locale squallido e privo di finestre, illuminato da un'unica lampada a petrolio che pendeva dal basso soffitto.
Su tutto, aleggiava un vago odore di pesce fritto.
Lungo le pareti erano appoggiati degli armadi da archivio di legno e dalle etichette Harry capì che contenevano i rapporti su tutti gli alunni puniti da Gazza.
Fred e George Weasley avevano un intero cassetto tutto per loro.
Gazza afferrò una penna d'oca da un calamaio posto sulla scrivania e cominciò a frugare in cerca di una pergamena.
"... dov'è il modulo... ecco... " imprecò furioso recuperando un grosso rotolo di pergamena dal cassetto della sua scrivania e lo srotolò davanti al gruppo intingendo nel calamaio la lunga penna nera.
"Nome... Harry Potter. Reato... "
"Era solo un pochino di fango! " protestò Harry
"Solo un pochino di fango per te, ragazzo, ma per me è un'ora di più da sgobbare!" sbraitò Gazza mentre una sgradevole gocciolina gli pendeva dal naso bitorzoluto.
"Reato... Insudiciava il castello... Condanna proposta... "
Strofinandosi il naso gocciolante, Gazza socchiuse gli occhi e rivolse uno sguardo antipatico a Harry che aspettava il verdetto col fiato sospeso.
Ma Gazza non aveva fatto in tempo ad abbassare la penna quando un colpo tremendo sul soffitto dell'ufficio fece tremare la lampada a olio.
"Pix! " tuonò Gazza buttando via la penna in un impeto di rabbia.
"Questa volta ti prendo, vedrai se non ti prendo! " disse e, senza degnare più di uno sguardo Harry, si precipitò fuori dall'ufficio seguito a ruota da Mrs Purr.
Pix il Poltergeist era il folletto del castello, una minaccia volante dal ghigno malevolo, che viveva per provocare scompiglio e dare il tormento.
Harry e Pix non si erano mai visti, poiché sembrava che il poltergeist sembrasse volerlo evitare... ma non potè fare a meno di essergli grato per il suo tempismo.
Confidava che qualsiasi danno avesse combinato, avrebbe allontanato da lui l'attenzione di Gazza.
Aspettando il ritorno del custode, fu attirato da un oggetto appoggiato sulla scrivania: una grossa e lucida busta color viola, con qualcosa scritto in lettere d'argento.
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Incuriosito prese la confezione in mano vedendo che suscitava un moto di ilarità in Blaise e Draco e di stupore in Ron, che sembrava meno abbattuto di prima, quando dei passi strascicati lungo il corridoio annunciarono il ritorno di Gazza.
Rimise la busta sul tavolo appena qualche secondo prima che la porta si aprisse mostrando un Gazza che aveva l'aspetto di un vincitore della coppa del mondo di quidditch.
Che avesse trovato un modo per sbarazzarsi di Pix? La sua felicità però svanì quando si rese conto che la busta era stata spostata, seppur di poco, da dove lui l'aveva lasciata.
La faccia grigia del custode divenne paonazza e tutti si aspettarono un ondata di furore... che invece non ci fu.
Incespicando Gazza si avvicinò alla scrivania, afferrò la busta e la gettò dentro al cassetto.
"L'hai... l'hai letta?" farfugliò.
"No " si affrettò rispondere Harry, mentre il custode si torceva le mani nodose.
"Bene... non che sia mia... è per un amico... ma comunque sia... " disse in preda a un tic che la sciarpa di lana scozzese non riusciva a nascondere.
"Molto bene... andate pure... e acqua in bocca... non che... e comunque, se dici che non l'hai letta... ora andate pure. Devo scrivere il rapporto di Pix... andate."
Stupefatti di tanta fortuna, i ragazzi si catapultarono fuori e presero il corridoio che portava al loro dormitorio.
"Harry! Harry! Ha funzionato?" dissero i gemelli Weasley avvicinandosi a lui correndo.
"Abbiamo convinto Pix a fare un po di confusione" disse Fred eccitato.
"Abbiamo pensato che potesse distrarlo... " spiegò George.
"Siete stati voi? " chiese Harry pieno di gratitudine.
"Sì, ha funzionato. Non ci siamo beccati neanche una punizione. Grazie ragazzi!"
“Figurati... tu hai regalato a tutte le squadre delle scope decenti... anche i ragazzi del primo anno erano felici come delle dissennatori ad Azkaban... ” dissero allontanandosi.
Tornati nella sala comune iniziarono a fare i compiti per pozioni, che avevano lasciato a metà e dove videro le onde, che in superficie erano di per se molto alte, battere con foga contro i vetri degli oblò che ora erano neri come l'inchiostro, ma dentro l'atmosfera era calda e allegra.
I bagliori del fuoco illuminavano le poltrone dove i ragazzi erano sprofondati chi a leggere, chi a parlare, chi a fare i compiti o, come nel caso di Harry ed Hermione a stare abbracciati, visto che loro i compiti li avevano già finiti.
In quel momento era talmente rilassato che si dimenticò di chiedere ai suoi amici perché avessero fatto quelle facce davanti alla busta di Gazza.
Nei giorni che lo separavano da Halloween, Harry come tutti gli altri, stavano felicemente pregustando l'evento organizzato dalla scuola; la Sala Grande era stata decorata con i soliti pipistrelli vivi, le colossali zucche di Hagrid erano state svuotate e trasformate in lanterne tanto grandi da ospitare tre uomini seduti e si vociferava che Silente avesse ingaggiato una compagnia di scheletri danzanti per uno spettacolo.
In ogni caso, il giorno di Hallowen che, cosa alquanto sgradita dagli studenti, capitava di sabato, Harry e consorte andarono, come di consueto a prendere un te dal professor Zellin.
Quel pomeriggio portarono, su richiesta del padre di Hermione, anche i ragazzi visto che voleva vedere le loro Sacred Gear che per secoli erano state centro focale dei suoi studi.
“Non sono longini... ma rimangono tre Sacred Gear interessanti... ” esordì vedendole
“Una sacred gear che crea vari tipi di catene con proprietà fisiche ed elementari diverse... una che crea scudi con abilità diverse... e una che riveste il possessore con un particolare esoscheletro molto resistente alla magia, ai colpi e agli elementi... che incrementa anche le statistiche di un bel po... ”
“Felice che le trovi simpatiche padre... ” disse Hermione
“A completare tutto vi sono i pezzi che gli hai donato, che si abbinano perfettamente con le loro abilità... ”
“Grazie... ” mormorò timidamente il ragazzo
“Padre... ” disse Hermione guardando l'orologio a pendolo
“Dovremmo andare alla festa... perché non vieni anche tu... non sei mai stato nella sala grande durante i pasti.” disse rossa in viso.
“Beh se me lo chiedi arrossendo... vorrà dire che farò un eccezione... ” sorrise il docente
"Allora che ne dite se ci incamminiamo" convenne Harry.
Scesero con calma le scale fino a quando i due sposisi non lo sentirono di nuovo
"...squartare...fare a pezzi...uccidere..."
Era la voce di prima, la stessa voce fredda e sinistra che aveva sentito durante il primo sabato passato con il padre di Hermione.
Harry inciampò e dovette fermarsi, aggrappandosi al muro di pietra; tese l'orecchio fino allo spasimo, si guardò intorno, scrutò in lungo e in largo il corridoio debolmente illuminato.
"Harry, che cosa... ?" chiese Ron mentre anche i Blaise e Draco erano straniti.
"È ancora quella voce... zitto un attimo... " lo zittì Hermione
"...tanta fame...da tanto tempo..."
"Ascoltate!" disse Harry in fretta e, guardandolo i tre ragazzi si sentirono gelare.
"... uccidere...giunto il momento di uccidere..."
La voce andava affievolendosi.
I due sposini erano certi che si stesse allontanando, spostandosi verso il basso.

Mentre fissavano il soffitto buio, furono preso da un misto di paura e di eccitazione: come faceva la voce a spostarsi verso il basso? Era forse un fantasma, per il quale i soffitti di pietra non significavano nulla?
"Da questa parte! " gridarono, e cominciarono a correre su per le scale raggiungendo il terzo piano ed imboccando di corsa la scala di marmo che conduceva al primo piano, con i tre demoni reincarnati ed il Governatore degli Angeli Neri che cercavano di tenere il loro passo.
"Harry, che cosa stiamo... "
"Sssh! "
Harry tese l'orecchio. In lontananza, dal piano di sopra, udì la voce, sempre più debole:
"... Sento odore di sangue... SENTO ODORE DI SANGUE! "
Gli venne un crampo allo stomaco.
"Sta per ammazzare qualcuno! " gridò, ed ignorando le facce stupefatte dei suoi amici saltarono a tre alla volta i gradini dell'ultima rampa di scale, cercando di ascoltare al di sopra del rumore dei suoi passi.
Sempre correndo a perdifiato, superarono il secondo piano, seguito a stento da Ron e Hermione, e non si fermarono fino a che non ebbe girato un angolo, trovandosi davanti all'ultimo corridoio deserto.
“Harry, che diavolo è successo? " chiese Ron asciugandosi il sudore dalla faccia.
"Io non ho sentito niente... "
Ma d'un trattò Hermione ebbe un soprassalto e indicò l'estremità del corridoio.
"Guardate! "
Sulla parete davanti a loro luccicava qualcosa. Si avvicinarono lentamente, scrutando le tenebre.
Sulla parete tra le due finestre, era stata dipinta una scritta a lettere cubitali che luccicava alla luce delle torce.
LA CAMERA DEI SEGRETI È STATA APERTA TEMETE, NEMICI DELL'EREDE
"Cos'è quell'affare che pende... là sotto?" chiese Ron tradendo un leggero brivido nella voce.
Si avvicinarono, e Harry per poco non ci scivolò sopra: sul pavimento c'era una grossa pozza d'acqua.
Ron e Hermione lo riacciuffarono e si spostarono lentamente verso la scritta, con gli occhi fissi su un'ombra scura sottostante.
Capirono subito cosa fosse e fecero un balzo all'indietro spruzzando l'acqua della pozzanghera.
Mrs Purr, la gatta del custode, pendeva appesa per la coda dal braccio della torcia.
Era rigida come uno stoccafisso e gli occhi spalancati fissavano il vuoto.
Per qualche secondo rimasero impietriti.
Alla fine Azazel agitò la mano evocando cerchio magico giallo che materializzò un foglio di carta che si recò verso i piani inferiori.
"Ma non sarebbe il caso di aiutarla... " disse Harry in tono incerto.
"Date retta a me" disse Azazel
"Non conviene toccarla prima di aver capito cosa possa averla colpita. Potrebbe essere contagiosa..."
Un rombo, come tuoni in lontananza, annunciò la fine della festa... una festa finita prima ancora che iniziasse.
Gli studenti però non presero quella strada.
I docenti, come compresero Harry e il suo gruppo, erano stati avvisati dal leader degli angeli neri che aveva esortato i suoi colleghi affinché nessuno studente imboccasse quel corridoio.
Alcuni minuti dopo, Silente seguito da molti altri professori e da Gazza
"La mia gatta! La mia gatta! Cosa è successo a Mrs Purr? " gridò Gazza i cui occhi sbarrati si posarono su Harry.
"Tu!" gridò, "Tu! Sei stato tu a uccidere la mia gatta. Sei stato tu a ucciderla! Io ti ammazzo! Io... "
"Gazza!" lo ammonì Silente che superando i ragazzi in un attimo staccò Mrs Purr dal braccio della torcia dove era appesa.
"Seguimi, Gazza " disse al custode. "E anche voi, ragazzi."
Mr Forrest allora si fece avanti claudicando sul suo bastone.
"Il mio ufficio è il più vicino, signor Preside... . "
"Grazie, Gilberto" disse Silente seguito a ruota dal docente di Difesa, dalla McGranitt, da Piton e dal professor Zellin.
Quando entrarono nel suo ufficio completamente buio Mr Forrest accese le candele sulla scrivania e si fece da parte.
Silente stese Mrs Purr sul piano lucido e cominciò a esaminarla mentre i ragazzi si scambiarono un'occhiata nervosa, poi andarono a sedersi in un angolo fuori dal cono di luce e rimasero a guardare.
La punta del lungo naso aquilino di Silente si trovava a poco più di un centimetro dal pelo di Mrs Purr.
La stava osservando da vicino, attraverso i suoi occhiali a mezzaluna e le sue dita tastavano e premevano con garbo. Anche gli altri docenti, eccetto Azaleo erano chini sulla gatta altrettanto vicini.
Il padre di Hermione aveva una vaga idea di cosa fosse successo, ma essendo coinvolto nel ritrovamento, aspettò in silenzio che Silente svolgesse le sue indagini onde evitare che lui potesse involontariamente mandarlo fuori strada.
La situazione era resa ancor di più tesa dai singhiozzi secchi e rumorosi di Gazza.
Il custode si era lasciato cadere pesantemente su una sedia accanto alla scrivania con il viso tra le mani, incapace di guardare Mrs Purr.
Per quanto lo detestasse, Harry non potè fare a meno di provare pena per lui, ma non quanta ne provava per se stesso.
Se Silente avesse creduto alla versione di Gazza, lui sarebbe stato certamente espulso.
Intanto Silente mormorava strane parole, colpendo delicatamente Mrs Purr con la bacchetta magica, ma non accadde nulla: la gatta continuava ad avere l'aspetto di un animale appena impagliato.
Dopo una buona mezzora finalmente Silente si tirò su.
"Non è morta, Gazza" disse tranquillamente.
"Non è morta? " disse Gazza con voce soffocata guardando Mrs Purr da dietro le mani con cui si era coperto la faccia.
"Ma allora perché è così... rigida e congelata?"
"È stata pietrificata " disse Silente "Ma non sono in grado di dire come... "
"Lo chieda a lui! " strillò Gazza volgendo verso Harry la faccia chiazzata e rigata di lacrime.
"Nessun allievo del secondo anno può aver fatto questo" disse Silente con fermezza.
"E' una cosa che richiede la più sofisticata Magia Nera... " confermò Mr Forrest.
"Sì, sì, è stato lui! " continuava a gridare Gazza con il viso gonfio e paonazzo. "Lei ha visto quel che ha scritto sul muro! Ha scoperto... nel mio ufficio... lui sa che io sono... che io sono... " il viso gli si contorse in una smorfia orribile.
"Lui sa che io sono un Magonò! " concluse.
"Io non ho mai neanche sfiorato Mrs Purr..." disse Harry a voce molto alta, con la sgradevole certezza che tutti lo stessero guardando.
"E non so neanche che cosa sia un Magonò! "
"Sciocchezze!" sbraitò Gazza.
"Ha visto la lettera che mi è arrivata da SpeedyMagic!"
"Preside, mi permette una parola?" La voce di Azazel proveniva dall'angolo buio dove lui si trovava.
"Harry ha sempre frequentato le lezioni, assieme ai suoi amici, mai un assenza. Eccetto per il Quidditch, dove molti possono testimoniare che si allenasse seriamente, e le visite in biblioteca dove è un abitué... Fino ad oggi il tempo libero lo passa in sala comune, visto che il parco sembra una palude...”
“Cosa vuoi dirmi Azaleo... ” disse Silente osservando con serietà l'assistente.
“Beh ogni sabato lui ed Hermione prendono il te nel mio ufficio... anche oggi lo hanno fatto. Erano con me quando per venire alla festa siamo passati di qui trovando quella povera bestiola in quello stato... ”
“Capisco... ” mormorò il docente serio come non mai.
“E perché due miei studenti prenderebbero il te... con un docente?” chiese ostile Piton.
“Beh... perché... ” mormorò Hermione che non riusciva a parlare davanti allo sguardo infervorato del loro capocasa.
In soccorso della bambina però intervenne il padre che, senza giri di parole dichiarò la parentela con la streghetta.
“Ebbi una relazione con la madre di Hermione e quando lasciai l'inghilterra non sapevo di avere una figlia. L'ho saputo nel momento stesso che la vidi... e volevo conoscerla. Tutto qui... per questo io ho rifiutato la possibilità di avere il potere di punire e premiare gli allievi... ” proseguì l'angelo caduto con serietà.
“Capisco... ” commentò gelido il docente di pozioni che rammentava la tristezza della ragazza al pensiero di essere stata abbandonata dal padre.
“In ogni caso non ci sono prove che Potter ed i suoi amici abbiano fatto qualcosa di male." affermò la Mc Granitt mentre Silente lanciava un'occhiata inquisitoria ad Harry, Hermione, Ron, Blaise e Draco.
Sotto lo sguardo dei suoi scintillanti occhi azzurri tutti, eccetto Harry si sentirono come trapassati da parte a parte.
"Innocenti fino a prova contraria" sentenziò Silente con fermezza.
Sentendo il verdetto Gazza pareva furibondo.
"La mia gatta è stata pietrificata!" strillava con gli occhi che mandavano saette.
"Qualcuno deve essere punito! "
"Riusciremo a curarla, Gazza" disse Silente con grande pazienza.
"Ultimamente, la professoressa Sprite è riuscita a procurarsi alcune Mandragole. Non appena saranno cresciute faremo una pozione che riporterà in vita Mrs Purr."
"Azaleo, io e i docenti dobbiamo parlare. Voi tornate nel vostro dormitorio, mi assicurerò che la cena venga servita li” disse Silente.
I ragazzi non si fecero ripetere la frase due volte e si affrettarono ad uscire dalla stanza cercando di non dare l'impressione che avessero fretta di allontanarsi.
Quando ebbero messo un piano di distanza tra loro e l'ufficio di Mr Forrest entrarono in una classe vuota e, senza far rumore, si richiusero la porta alle spalle.
Harry ed Hermione scrutarono i volti accigliati dei suoi amici.
"Pensate che avrei dovuto dirgli della voce?" chiese
"No " rispose Ron senza esitazione.
"Udire voci che nessun altro sente non è un buon segno, neanche tra i maghi."
Qualcosa nel tono di Ron spinse Harry a chiedere: "Ma voi, mi credete?"
"Certo" si affrettò a rispondere Ron. "Ma... devi ammettere che è misterioso... "
"Lo so che è misterioso " disse Harry. "Tutta la storia è misteriosa. Che cos'era quella scritta sulla parete? La Camera dei Segreti è stata aperta... cosa diavolo vuoi dire?"
"Sai, mi ricorda qualcosa" disse lentamente Ron. "Forse qualcuno una volta mi ha raccontato la storia di una camera segreta a Hogwarts... può essere stato Bill... "
"E cosa diavolo è un Magonò?" lo interruppe Harry.
Con sua sorpresa, Draco soffocò una risata.
"Be... veramente non è tanto da ridere... ma pensando a Gazza... " disse.
"Un Magonò è uno nato in una famiglia di maghi, ma privo di qualsiasi potere magico. Un po' il contrario dei maghi nati nelle famiglie dei Babbani, solo che i Maghino sono rari. Se Gazza sta cercando di imparare la magia con un corso SpeedyMagic penso che sia perché è un Magonò. Questo spiegherebbe molte cose. Per esempio, perché odia così tanto gli studenti " Ron sorrise soddisfatto.
"È invidioso.”
“Harry... scusa se mi intrometto... ma forse ho capito perché solo tu ed Hermione avete sentito la voce...” intervenne Blaise
“Che vuoi dire?” domandò Harry
“Ti ricordi la tua discussione con Raptor... e con i serpenti?”
“Beh si...”
“All'epoca io ho compreso ogni parola... oggi non ho sentito nulla...”
[Marmocchio... non confondere draghi e rettili di natura magica o divina, con i serpenti ed i rettili del mondo umano. I primi sono cresciuti assieme ad angeli e demoni quindi se vogliono possono celare le loro voci agli organi uditivi dei senza-scaglie. Gli altri sono meri surrogati di ciò che un tempo eravamo noi. Sono la nostra brutta copia, come gli uomini sono la brutta copia di angeli e demoni... ] intervenne Yamata entrando nelle menti di tutti i presenti.
“Allora perché io lo sento... ” chiese la ragazza
[Perché i demoni, non hanno la vita eterna di noi draghi. Un giorno Harry potrebbe ricevere parti di me... e se ti vedesse morire di vecchiaia impazzirebbe come successe ai due uomini che lo hanno preceduto. Voi impazzite facilmente quando vi portano via l'amore. Se lui diventerà un drago, io convertirò anche te... così che lui non sia solo.”
“Allora quello che abbiamo sentito è un drago?” chiese Hermione.
[Non so dirvi cos'è... non esiste una parola per definirlo nella lingua dei draghi e non ho mai avuto modo di vederlo. Anche gli altri Draghi con cui ho parlato non sanno cosa sia. Sappiamo solo, dal odore che emana, che usa un veleno molto forte... anche se meno potente di quello che creavo quando ancora avevo un corpo...] spiegò Yamata con orgoglio per le sue capacità.
“Non è che Voldemort è tornato in questa scuola?”
[No. E anche potendo non ha le forze per controllarlo. È antico e potente e un fantasma non può dominare un essere simile... se avesse potuto lo avrebbe usato l'anno scorso... un figlio forse... ] replicò la dragonessa.
“E dove può essere finito il figlio di Voldemort... da noi vi sono solo maghi mediocri e privi di potere magico sufficiente. E anche gli altri ragazzi non sembrano un granché... ” sbottò Hermione
“Mi sa che dovremo andare in biblioteca... squadra dei giovani detective” mormorò Harry
"È meglio che andiamo in sala prima che rimaniamo morti di fame... ” esclamò Ron
“Già, a stomaco pieno si formulano teorie migliori... ” convenne Draco mentre si incamminavano per uscire dall'aula.
Per alcuni giorni, a scuola, non si parlò d'altro che dell'attentato a Mrs Purr.
Ci pensava Gazza a tenerne desto il ricordo, pattugliando il corridoio dove era avvenuto il misfatto, come se pensasse che il colpevole sarebbe tornato sulla scena del delitto.
Harry lo aveva visto darsi da fare con il Solvente Magico di Nonna Acetonella per Ogni Tipo di Sporcizia, per cancellare il messaggio scritto sulla parete, ma invano.
Le lettere continuavano a luccicare sulla pietra, imperterrite e Ginny Weasley sembrava molto sconvolta per la sorte toccata a Mrs Purr.
A detta di Ron, amava molto i gatti.
"Ma in fondo tu Mrs Purr non l'hai neanche conosciuta" le disse Ron per rincuorarla.
"Te lo assicuro, senza di lei stiamo tutti molto meglio".
A Ginny tremarono le labbra.
"Cose di questo genere non capitano spesso a Hogwarts" la rassicurò il fratello.
"Vedrai che acciufferanno quel matto che l'ha aggredita e lo sbatteranno fuori in un batter d'occhio. Spero solo che prima di venire espulso ce la faccia a pietrificare Gazza. Sto scherzando... " si affrettò ad aggiungere, perché Ginny era sbiancata come un cencio.
Harry ed Hermione lessero moltissimi libri durante quei giorni, ma non sapendo cosa avesse fiutato Yamata, la loro ricerca su un ipotetica creatura pericolosa, andava troppo per le lunghe...
Anche perché, grazie all'esperienza che avevano con i SG, era plausibile il fatto che la minaccia venisse da un SG che conteneva un pezzo di questa innominabile creatura... ipotesi che spiegava anche perché fosse passato così tanto tempo tra le due sere in cui aveva sentito le voci.
Se era un SG in mano ad un umano, sarebbe stato difficile per lui controllare o evocare di continuo l'artefatto.
A complicare le cose, Harry notò che tutti lo i membri degli altri dormitori, eccetto forse i gemelli Weasley, scappassero per evitarlo.
"Non so perché te la prendi tanto... saranno solo ragazzi un po' stupidi" commentò Ron mentre con il suo gruppetto si avviava alla lezione di Storia della Magia.
Storia della Magia era la materia più noiosa del programma.
La teneva il professor Ruf, l'unico insegnante fantasma, che aveva il dono di far dormire qualunque essere umano e la cosa più eccitante mai accaduta durante le sue lezioni era il suo ingresso in aula attraverso la lavagna.
Decrepito e avvizzito, molti dicevano che non si era accorto di essere morto.
Era accaduto semplicemente che un giorno, alzatosi per andare a lezione, aveva lasciato il proprio corpo su una poltrona davanti al camino, nella stanza dei professori; ma anche così, le sue abitudini non erano minimamente cambiate.
Quel giorno, come al solito, la lezione era noiosa.
Rüf aprì i suoi appunti ed avrebbe iniziato a leggere quando accadde qualcosa di assolutamente inedito: Hermione aveva alzato la mano.
Il professore, sollevando lo sguardo dagli appunti che avrebbero parlato della Conferenza Internazionale dei Maghi del 1289, parve stupito.
"Signorina... ehm... "
"Signora Potter professore. Mi chiedevo se lei poteva dirci qualcosa sulla Camera dei Segreti " chiese la ragazza con voce limpida.
Tutti, anche quelli che avevano iniziato a rimescolare le carte, ebbero un sussulto.
Il professor Rüf sbattè le palpebre.
"La mia materia è Storia della Magia " disse con la sua vocetta secca.
"Io mi occupo di fatti, signora Potter, non di miti e leggende." disse schiarendosi la gola con un piccolo schiocco, come di un gessetto che si spezzasse, e cercò di iniziare a spiegare quando vide che la mano di Hermione sventolava di nuovo in aria.
"Signora Porker?"
"Potter, signore... Mi scusi, ma le leggende non si basano sempre su un fatto reale?"
II professor Rüf la guardò talmente sbalordito che Harry ebbe la certezza che mai studente, né vivo né morto, lo avesse interrotto prima di allora.
"Be'" rispose lentamente, "sì, suppongo che questa tesi sia sostenibile ".
Scrutò Hermione come se fino a quel momento non avesse mai visto bene in faccia uno studente.
"Ma la leggenda di cui lei parla è un racconto talmente fantastico, addirittura ridicolo... "
Ora però, tutta la classe pendeva dalle sue labbra.
Lui li fissò con il suo sguardo un po' perso; tutti gli occhi erano puntati su di lui.
Harry avrebbe giurato che il professore era completamente sconvolto da quella insolita manifestazione di interesse.
"Oh, molto bene" disse lentamente. "Vediamo un po'... la Camera dei Segreti... ”
"Naturalmente, sapete tutti che Hogwarts è stata fondata più di mille anni fa - si ignora la data precisa - dai due maghi e dalle due streghe più famosi dell'epoca. Le quattro Case prendono nome da loro: Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso, Priscilla Corvonero e Salazar Serpeverde. Insieme, essi costruirono questo castello, lontano dagli occhi curiosi dei Babbani, perché a quel tempo la magia era molto temuta dalla gente comune, e maghi e streghe erano crudelmente perseguitati."
S'interruppe, volse intorno alla stanza uno sguardo opaco e proseguì: "Per alcuni anni, i quattro fondatori lavorarono insieme in grande armonia, andando in cerca di giovani che mostrassero doti magiche e portandoli al castello per educarli. Ma un giorno tra loro nacquero dei dissapori. Fra Serpeverde e gli altri cominciò a crearsi una spaccatura. Serpeverde voleva essere più severo nella scelta degli studenti da ammettere a Hogwarts. Era convinto che il sapere magico dovesse essere custodito nelle famiglie di maghi. Non gli piaceva prendere studenti nati in famiglie di Babbani: li riteneva inaffidabili. Dopo qualche tempo, tra Grifondoro e Serpeverde scoppiò una gravissima lite al riguardo e Serpeverde lasciò la scuola." disse interrompendosi ed increspando le labbra.
"Tutto ciò proviene da fonti storiche sicure " proseguì, "ma questi fatti chiari e inoppugnabili sono stati offuscati dalla fantasiosa leggenda della Camera dei Segreti. Si racconta che Serpeverde costruì nel castello una stanza segreta, di cui gli altri fondatori ignoravano l'esistenza. Stando alla leggenda, Serpeverde sigillò la Camera dei Segreti affinchè nessuno potesse aprirla fintanto che non fosse giunto il suo vero erede. Soltanto lui sarebbe stato in grado di spezzare il sigillo apposto sulla Camera dei Segreti, sprigionare gli orrori che vi erano racchiusi e servirsene per epurare la scuola da tutti coloro che erano indegni di studiare la magia".
Il professor Rüf concluse il racconto nel silenzio generale, ma non era il solito silenzio sonnacchioso, tipico delle sue lezioni. Gli alunni continuavano a fissarlo sperando che la storia avesse un seguito, ma nell'aria si avvertiva un certo disagio.
Il professore aveva un'aria lievemente annoiata.
“Stupidaggini belle e buone " disse.
"Naturalmente la scuola è stata perquisita molte volte in lungo e in largo dai maghi e dalle streghe più colti per trovare la prova dell'esistenza di un luogo simile. Ma quella stanza non esiste. È una storia che si racconta per spaventare i creduloni."
Hermione aveva alzato di nuovo la mano.
"Signore... che cosa intende dire esattamente con 'orrori' racchiusi nella Camera?"
"Si ritiene che si tratti di una specie di mostro, da cui solo l'erede di Serpeverde riesce a farsi obbedire " rispose il professor Rüf con la sua solita voce esile e asciutta.
I ragazzi si scambiarono occhiate nervose.
"Statemi a sentire bene, questa cosa non esiste " disse Rüf riordinando gli appunti.
"Non esiste nessuna Camera dei Segreti e non esiste nessun mostro."
"Ma, signore..." disse Seamus Finnigan,
"...se la Camera può essere aperta soltanto dal vero erede di Serpeverde, nessun altro può trovarla, non le pare?"
"Stupidaggini, Gannifin " disse Rüf annoiato.
"Se tanti direttori e direttrici di Hogwarts non hanno trovato..."
"Ma, professore..." saltò su Cali Patii,
"probabilmente per aprirla bisogna fare ricorso alla Magia Nera... "
"II semplice fatto che un mago non ricorra alla Magia Nera, non vuoi dire che non sappia usarla, signorina Patil Calì " la rimbeccò il professor Ruf.
"Ripeto, se figure della levatura di Silente... "
"Ma forse bisogna che ci sia un legame con Serpeverde; per questo Silente non è riuscito... " cominciò a dire Dean Thomas ma Rüf ne aveva abbastanza.
"Basta così " disse tagliando corto. "È un mito! Non esiste! Non c'è la minima prova che Serpeverde abbia mai costruito neanche un armadio per le scope che sia segreto! Mi rincresce di avervi raccontato una storia tanto insensata! E ora, se non vi dispiace, torniamo alla storia, ai fatti concreti, credibili, verificabili!" disse mentre la classe era sprofondata di nuovo nel torpore di sempre.
"L'ho sempre saputo che Salazar Serpeverde era un vecchio pazzo strampalato..." disse Ron ai suoi amici.
“Beh era ovvio che i nostri colleghi dovevano averla appresa da qualcuno quella stronzata del sangue puro... ” mormorò Hermione
“E dire che lui era un mezzosangue... ” sbuffò Draco mentre, finita la lezione, si facevano largo nell'affollato corridoio per andare a posare le cartelle prima di pranzo.
Mentre camminavano si reserco conto di essere passati nel luogo in cui era avvenuto il misfatto e videro che era esattamente come l'avevano lasciato, tranne per il fatto che nulla fosse appeso alla torcia, e per una sedia che compresero fosse quella su cui Gazza montava di guardia.
Si scambiarono un'occhiata. Il corridoio era deserto.
"Non c'è niente di male a dare un'occhiatina in giro" disse Harry liberandosi della cartella e mettendosi a quattro zampe per cercare indizi.
"Segni di bruciature! " disse. "Qui... e qui... "
"Vieni a vedere! " esclamò Hermione. "È strano... "
Harry si rialzò in piedi e si avvicinò alla finestra, accanto al messaggio scritto sulla parete.
Hermione indicava il pannello di vetro in alto, dove una ventina di ragni si davano alla fuga azzuffandosi per passare attraverso una piccola fenditura.
"Hai mai visto dei ragni comportarsi in questo modo?" chiese Hermione pensierosa.
"No" disse Harry. "E tu, Ron? Ron?" Si voltò a guardare. Ron si teneva scrupolosamente in disparte e sembrava si trattenesse a stento dal correre via.
"Cosa c'è?" gli chiese Blaise.
"Non... mi... piacciono... i ragni" rispose nervoso.
"Non lo sapevo" disse Draco guardandolo sorpreso.
"Hai maneggiato ragni migliaia di volte, nelle pozioni... " obiettò la ragazza stupita
"Se sono morti è un altro conto " rispose Ron guardando ovunque tranne che verso la finestra. "
Non mi piace come si muovono... " disse causando un moto di ilarità nel gruppo
"Non c'è niente da ridere " disse Ron arrabbiato.
"Quando avevo tre anni Fred ha trasformato il mio... il mio orsacchiotto in un orrendo ragno grossissimo, perché io gli avevo rotto il suo manico di scopa. Neanche a voi piacerebbero, se quando tenevate in braccio il vostro orsacchiotto tutt'a un tratto gli fossero spuntate zampe da tutte le parti e... " Si interruppe e rabbrividì.
"Vi ricordate tutta quell'acqua per terra? Da dove sarà venuta? Qualcuno l'ha asciugata.” Chiese Harry con l'intenzione di cambiare argomento
"Era pressappoco qui " disse Ron che si era ripreso ed era riuscito a fare qualche passo oltre la sedia di Gazza, indicando un punto, "all'altezza di questa porta." disse incapace di muoversi oltre.
“Cosa c'è?" chiese Draco.
"Non si può entrare" disse Ron abbassando la voce.
"È la toilette delle ragazze."
"Oh, Ron... ” sbuffò Hermione “Nessuna ragazza lo usa... questo è il regno di Mirtilla Malcontenta. Vieni, su, andiamo a dare un'occhiata” disse aprendo la porta.
Era il bagno più squallido e deprimente che avessero mai visto.
I lavandini, in pietra, mostravano i segni di numerosi atti vandalici, il pavimento era bagnaticcio e rifletteva la luce fioca di alcuni mozziconi di candela; le porte di legno dei gabinetti erano graffiate e scorticate e una ciondolava fuori dai cardini.
Hermione si mise un dito sulla bocca e si avviò verso il gabinetto in fondo.
"Salve, Mirtilla, come stai?" disse mentre i quattro ragazzi si avvicinarono per guardare.
Mirtilla Malcontenta era sospesa a mezz'aria sopra la cassetta dello scarico e si stava strizzando un brufolo sul mento.
"Questo è un bagno per ragazze" disse lanciando un'occhiata sospettosa "Loro non sono ragazze... anche se non sono nemmeno esseri umani"
"E vero " convenne Hermione, "volevamo soltanto farti una domanda... ”
"Volevamo chiederti se ultimamente avevi visto per caso qualcosa di strano... " si affrettò a spiegare Hermione.
"….perché proprio di fronte alla tua porta, il giorno di Halloween, qualcuno ha fatto un maleficio ad un gatto.”
"Hai visto nessuno aggirarsi qui intorno, quella notte?" chiese Harry.
"Non ci ho fatto caso " rispose Mirtilla con aria melodrammatica.
"Pix mi ha sconvolto così tanto, quella sera, che me ne sono venuta qui e ho cercato di ammazzarmi. Poi naturalmente mi sono ricordata che sono... che sono... "
"Che sei già morta" concluse Ron venendole in aiuto. Mirtilla fece un sospiro tragico, si sollevò in aria, si voltò e si tuffò a capofitto nella tazza, spruzzando acqua tutt'intorno e scomparendo nel sifone.
“Siete stati fortunati... oggi Mirtilla era davvero quasi di buon umore... Andiamo via, su! " disse mentre venne folgorata da un idea.
“Harry evochiamo un incantesimo per renderci invisibili... metti che qualcuno ci veda uscire da qui in cinque... con mio padre qui ci manca solo che si dica in giro che intrattengo mio marito e tre amici in un bagno fuori uso...” borbottò con un filo di voce in modo che solo Harry potesse comprendere.
Arrossendo e capendo il punto di vista di Hermione, Harry le diede una mano a rendere invisibili i loro amici ed uscirono dal bagno.
Avevano appena richiuso la porta quando si videro passare davanti il padre di Ron e Percy, il prefetto di Grifondoro
“Ginny continua a pensare che Harry ed i suoi amici saranno espulsi: non l'ho mai vista così sconvolta, piange come una fontana.”
“Figliolo, il preside non vuole che veniate informati di questa vicenda per ora... ti posso assicurare che Silente è un abile legilimens... e se Harry ed i suoi amici fossero stati colpevoli, li avrebbe già espulsi... ”
“Ipocrita..” mormorò Ron con rabbia
“A lui non importa niente di Ginny! L'unica cosa che lo preoccupa è che io possa rovinargli la promozione a Caposcuola!" disse quando, ormai nei sotterranei tornarono visibili.
“Secondo voi chi può essere... questo erede... come minimo dovrebbe essere dentro serpeverde da secoli... ” dissero incamminandosi verso la suite nuziale.
“Un modo ci sarebbe... ” mormorò Hermione voltandosi verso Draco, imitata anche dagli altri.
“Ragazzi io non c'entro... mi conoscete... ” bisbigliò il biondino.
“Si lo sappiamo che tu non c'entri... ma i tuoi parenti sono serpeverde da secoli... magari sanno qualcosa che ad altri, come i Goyle, i Tiger o i Flint sfuggono... ” disse Hermione.
“Si è probabile... Posso mandargli un gufo... ma non ti assicuro nulla. È un tipo molto accorto politicamente... non metterebbe mai in pericolo me o voi dandoci informazioni che potrebbero metterci sulla strada di un mostro. Se io e tu moriamo ciò che gli ha promesso tuo nonno muorirà con noi... ” disse serio evocando il suo famiglio e prendendo dalla borsa tutto l'occorrente per mandare una lettera.
Il demone reincarnato scrisse ciò che doveva, usando le parole giuste, e pregò il suo famiglio di comportarsi, una volta fuori dal dormitorio come un normale gufo, per non attirare troppi sospetti...
Il famiglio prese il rotolo e scomparendo nel nulla lasciò un gruppetto di ragazzi in trepidante attesa con il cuore che batteva all'impazzata...

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Note d'autore

Salve...  oggi in verità non ho molto da dire visto che i veri colpi di scena saranno in seguito... in ogni caso vi ringrazio ancora per il sostegno accordatomi :)
A presto :)

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Capitolo 18
*** Il Bolide Fellone ***


Il Bolide fellone

Quel giorno Harry ed Hermione si andarono a coricare prima del solito...  ed anche le loro effusioni si limitarono a qualche bacio prima di addormentarsi, ma un nobile motivo li spingeva a resistere : il giorno dopo sarebbero scesi in campo contro Grifondoro.
Quel sabato mattina Harry si svegliò di buon'ora e rimase a letto pensando all'imminente partita a Quidditch.
Aveva un brutto presentimento... una sensazione di pericolo che lo assillava come se fosse stato morso da un ragno radiattivo ed avesse ottenuto in dono il sesto senso di Peter Parker.
Lo innervosiva il pensiero di sapere che qualcosa incombeva... ma di cui non sapeva nulla.
Rimase mezz'ora steso a letto a rimuginare tutti questi pensieri fino a quando non si rese conto che gli occhi di sua moglie lo guardavano con dolcezza...
“Sei preoccupato per la tua prima partita?”
“Un po” mentì il ragazzo.
Non voleva farla preoccupare più di quanto non fosse necessario
“Vuoi che...  ti dia una mano per calmarti?” disse mordendogli dolcemente l'orecchio.
“Meglio di no... se poi il grande capo pensa che ci siamo spinti oltre...  rischiamo di mandare in campo una squadra priva di 2 giocatori” disse alzandosi.
“Su vestiti ed andiamo a fare colazione. Era presto, e nella Sala Grande trovò gli altri compagni di squadra seduti intorno al lungo tavolo semideserto, taciturni e tesi.
Verso le 11:00 tutta la scuola cominciò ad avviarsi allo stadio.
Era una giornata umida e coperta, e nell'aria c'era odore di temporale. La squadra indossò la tuta verde dei serpeverde e si sedette ad ascoltare le ultime indicazioni di flint prima del match.
“Avranno anche le nostre stesse scope... ” cominciò,
"...abbiamo perso parte del nostro vantaggio, è inutile negarlo. Ma a cavallo delle nostre scope ci sono i giocatori più valenti. Ci siamo allenati più di quanto avessimo mai fatto...  abbiamo volato col sole e con la pioggia...  "
Con il petto gonfio per l'emozione, Flint si girò verso Ron.
“In questi giorni sono stato duro...  ma ho capito che solo Hermione o i tuoi amici sono in grado di segnarti...  nessun altro ha la stessa forza muscolare che possiedono i miei giocatori quindi starà a te rendere inviolabile quegli anelli. Dovete fare più punti possibili, prima che il loro cercatore individui il boccino. Tu Harry invece aspetta che abbiamo un discreto vantaggio prima di cercarlo di tua iniziativa.
Quando entrarono in campo furono accolti da un boato, soprattutto fischi, perché il Tassorosso e il Corvonero erano ansiosi di vedere battuto il Serpeverde, ma in mezzo alla folla, questi ultimi fecero sentire anche i loro applausi.
 Madama Bumb, l'insegnante di Quidditch, chiese a Flitt e a Baston di scambiarsi una stretta di mano, cosa che loro fecero lanciandosi occhiate velenose e stringendo un bel po' più del necessario.
"Al mio fischio " disse Madama Bumb, "tre...  due...  uno...  "
La folla esultò al decollo dei giocatori; i quattordici ragazzi si sollevarono nel ciclo plumbeo.
Harry volava più in alto di tutti, scrutando in cerca del Boccino.
Più di una volta i gemelli lanciarono verso di lui un bolide, mentre come una perfetta macchina da guerra, la sua squadra aveva iniziato a segnare a ripetizione.
Persino Ginny aveva segnato una doppietta, segno che il loro direttore ci sapeva fare nell'individuare giovani talentuosi.
Non seppe dire quanto tempo passò...  ma ad un certo punto Harry sentì alcune gocce pesanti cadergli sul viso e schizzargli gli occhiali.
Non aveva la minima idea di come se la stessero cavando i suoi compagni, fino a quando non udì Lee Jordan, che faceva la radiocronaca, annunciare:
"I Serpeverde sono in vantaggio per 300 a 0."
Anche grazie ad un mezzo di trasporto identico per tutti, la superiorità dei corpi di tre demoni di bassa classe, allenati fino allo sfinimento per quasi un anno ad Hogwarts e per due mesi intensivi negli inferi, uniti a quelli di due demoni di classe media stava dando i suoi frutti.
Mentre rifletteva su come fosse noioso giocare in queste condizioni, si rese conto che uno dei bolidi, aveva iniziato a prenderlo di mira.
Vedendo la scena, i due battitori furono quasi obbligati a lasciare incustodita la squadra per evitare che il bolide decapitasse il loro cercatore...  anche se il loro costante impegno fu vano.
Infatti nonostante la costante presenza di Blaise e di Flint, le cui mani si muovevano senza sosta, il Bolide impazzito faceva di tutto per disarcionare Harry.
Vedendo la situazione e osservando i suoi amici essere diventati bersaglio dell'altro bolide, Harry urlò in modo da farsi sentire.
“Capitano, Blaise, prendetevi cura degli altri. Se questo vuole me, mi basterà evitarlo. Anche se loro prendessero il boccino vinceremmo noi... ma se Ron viene messo Ko, le sorti  della partita potrebbero ribaltarsi... ”
“Harry Qualcuno...  ha manomesso...  questo...  aggeggio... " borbottò Flint colpendo violentemente il Bolide, che si era di nuovo lanciato a caccia di Harry.
"Lo so...  per questo vi dico che è meglio che badiate all'altro. A questo ci penso io...” disse allontanandosi richiamando su di se l'attenzione del bolide.
“Cambio di programma, prendi il Boccino anche a costo della vita...  mi servi di più da vivo.” disse allontanandosi mentre la pioggia cadeva più fitta.
Mentre si allontanava udì in modo nitido il sibilo che tradiva la presenza del Bolide alle sue spalle.
 Il ragazzo volò sempre più in alto, descrisse ampie curve e scese a capofitto, si mosse a spirale, a zig-zag e si capovolse.
Non ebbe bisogno di voltarsi visto che grazie al suo udito sapeva già dove si trovava il boccino.
Da terra, gli giungeva l'eco delle risate della folla; si rendeva conto di essere molto ridicolo, ma il Bolide fellone era pesante e non poteva cambiare dirczione rapidamente come lui.
Poi lo vide, sospeso pochi centimetri sopra l'orecchio sinistro di Malfoy che, troppo impegnato a giocare.
Per un attimo, Harry rimase immobile, sospeso a mezz'aria, senza osare lanciarsi verso Malfoy per paura che il Bolide colpisse anche il suo amico.
Schivò il bolide altre due volte fino a quando non prese la decisione di rischiare...  una folle idea era appena stata partorita dalla sua mente.
Si tuffò verso la di Malfoy e vide i suoi occhi sbarrati dallo stupore.
Non si era reso conto che Harry avesse colmato una simile distanza in poco tempo
"Cosa diavolo... " ansimò spostandosi dalla traiettoria.
Harry staccò dal manico una mano nel tentativo di afferrare il Boccino e sentì le dita stringersi intorno al freddo metallo, ma mentre lo afferrava la scopa andò in frantumi.
Il bolide aveva colpito la coda della scopa spezzandola in due.
Cadde verso terrra mentre la folla urlò di terrore, ma per lui una simile caduta era una sciocchezza.
Gli bastarono un paio di capriole per far si che atterrasse perfettamente in piedi sul terreno fangoso e rotolò giù dalla scopa.
“Serpeverde ha vinto...  per 450 a 0” proclamò mesto Lee Jordan
“ma cosa... un bolide non si è fermato...  mira verso il cercatore di Serpeverde che... gli rifilato un pugno? Ma è scemo... un bolide è durissimo... signori... oggi ho visto una cosa incredibile, un bolide impazzito rotto con un semplice pugno...  sebbene sembra che anche Potter si sia ferito..la sua mano sanguina...  i suoi compagni lo stanno aiutando ad uscire dal campo per portarlo in infermeria, o così credo...  sarebbe assurdo se avesse ancora le ossa della mano integre dopo un simile gesto... ”

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Madama Chips non fu affatto contenta.
"Fermare un bolide a mani nude? Mai in tutta la mia carriera avevo visto un simile gesto...  mai nessuno aveva fatto un idiozia simile... ” disse mentre fasciava il braccio con gesti collaudati.
"A riaggiustare le ossa ci metto un attimo...  ma le tue ossa sono in frammenti così piccoli che ci vorrà un miracolo... "
"Ci riuscirà, non è vero? " chiese Harry, temendo di dover chiedere a suo nonno di mandargli delle lacrime di fenice.
"Certo che ci riuscirò, ma sarà doloroso" disse Madama Chips arcigna mentre si avvicinò ad un armadietto da cui prese una grossa bottiglia con un'etichetta su cui era scritto 'Ossosald'.
"Preparati a una nottataccia" disse versandogli in un bicchiere il liquido fumante e porgendoglielo.
"Far saldare le ossa è proprio una faccenda poco piacevole."
E lo fu anche ingurgitare quell'intruglio. Mentre Harry lo mandava giù, gli bruciò la bocca e la gola, facendolo tossire e sputare.
“Quando ti svegli passa così vedo se le ossa si sono saldate bene o se hai bisogno di qualche incantesimo... ” disse e borbottando di sport pericolosi e di insegnanti inetti, Madama Chips si allontanò.
Harry bevve qualche sorso d'acqua e seguito dai suoi amici si incamminò verso il dormitorio
"Però abbiamo vinto" disse Ron, illuminandosi.
"Io vorrei sapere chi ha stregato quel Bolide " disse furiosa Hermione.
Tornato nel dormitorio vide che i suoi compagni avevano trafugato dalle cucine torte, dolci, bottiglie di succo di zucca; si radunarono intorno al letto e diedero il via ad una festa che durò fino a notte fonda quando anche l'ultimo irriducibile lasciò la sala comune.
La festa fu utile ad Harry che riuscì a distrarsi dal dolore che gli trafiggiava il braccio inerte.
Da quando aveva bevuto quella pozione infatti non pensava al braccio ed ora sembrava come pieno di grosse schegge.
Decise di andare a riposarsi un po' visto che tra qualche ora sarebbe dovuto andare di nuovo in infermeria.
Sul letto lui ed Hermione videro un rotolo di pergamena.
“Non dovevate tornare ad Hogwarts...  scusi per il bolide Signor Potter...  ma dovevo impedire che lei tornasse qui...  la camera dei segreti è stata aperta di nuovo... ”
Quel biglietto lo rese dubbioso.
Nessun umano poteva entrare in quella camera senza permesso
“Quindi non è un umano... ” convenne Hermione che stava pensando la stessa cosa.
“Vabbè domani ci penseremo su... cinque teste sono meglio di due... ” disse poggiando la testa sul cuscino.

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La mattina successiva Harry si svegliò alla luce del sole invernale che inondava la stanza e con il braccio riossificato, anche se ancora molto rigido.
Si vestì recandosi dall'infermiera facendo il minor rumore possibile in modo da non svegliare Hermione che dormiva alla grande.
Giunto in infermeria Madama Chips si avvicinò sollecita e cominciò a piegargli il braccio e a stirargli le dita.
"Tutto a posto " disse mentre lui cercava a fatica di trattenere le urla
"Ho finito... puoi andartene."
“La sua attenzione però venne colpita da un letto le cui tende erano sbarrate e nel quale non percepiva alcuna presenza.
“Li c'è un ragazzo pietrificato... ” pensò Harry uscendo, facendo finta di nulla, diretto verso il suo dormitorio dove scoprì che il bambino aggredito era Colin, compagno di banco di Ginny che non l'aveva presa bene.[
Indecisi sul da farsi passarono il giorno ad allenarsi con Mr Forrest che li guardava e gli dava validi consigli.
“Professore...  lei cosa sa dirci della camera dei segreti?” chiese di colpo Hermione durante una pausa dall'allenamento..
“Posso dirvi, che Voldemort l'aprì cinquant'anni fa...  cosi da non porre domande stupide a persone che, meno sono coinvolte, meglio è..” disse facendo apparire il gufo di Malfoy.
“Perché?” domandò di getto Harry
“Perché per quanto ne sappiamo potrebbe essere tenuto sott'occhio da Voldemort che cerca di capire di chi può fidarsi. Esistono molti incantesimi per controllare le azioni delle persone...  inoltre meno esponete le vostre famiglie meno rischi di diventare ostaggi corrono..."
“Capisco... ” rispose mesto Draco
“Ma come può Voldemort aver riaperto la camera dei segreti...
“Questo non lo so...  so che la volta scorsa venne accusato Hagrid.. potreste chiederlo a lui. Io non ero qui quando venne aperta...  forse però potreste dirmi voi cosa avete scoperto... ”
“Beh che sembra essere un rettile...  e che per Yamata l'attuale Voldemort non potrebbe domarla. Solo il vero erede... può mentre attualmente è un fantasma... ”
“Un figlio... possibile... Io purtroppo non posso interferire...  ne aiutarvi. Posso solo dirvi che se volete vincere dovete imparare a combattere ad occhi chiusi... ”
I ragazzi lo sapevano, e per questo non si demoralizzarono anzi compresero che il nemico era tanto pericoloso che guardarlo poteva essere pericoloso come guardare la Gorgone.
Per questo si misero d'impegno nel seguire l'allenamento di Mr.Forrest che prevedeva di fare tutto ciò che facevano di solito, ad occhi chiusi.
“Come demoni siete avvantaggiati...  i vostri sensi sono più sviluppati e in parte avete imparato a percepire il nemico con la mente... ” disse loro prima di congedarli ed avvisarli che anche vestirsi, lavarsi e fare tutto ciò che potevano fare ad occhi chiusi li avrebbe aiutati.
“Certo, andare in scopa o fare pozioni ad occhi chiusi è da folli... quindi sappiatevi regolare... ” disse quando ormai i ragazzi erano sulla soglia.
Il lunedì mattina la notizia che Colin Canon era stato aggredito e che ora giaceva come morto in infermeria era ormai di dominio pubblico.
L'aria si fece subito greve di voci e di sospetti e gli studenti del primo anno si spostavano per il castello a ranghi serrati, temendo di venire aggrediti se si fossero avventurati da soli.
Nel frattempo, all'insaputa dei professori, fra gli studenti prendeva piede un fiorente commercio di talismani, amuleti e altre protezioni.
Anche alcuni purosangue come Neville Paciock acquistarono delle patacche temendo, visto la loro scarsa abilità di essere scambiati come magonò.
La seconda settimana di dicembre la McGranitt fece il solito giro per annotare i nomi di quelli che sarebbero rimasti a scuola per Natale e il gruppo fu più o meno lo stesso dell'anno scorso.
L'unica nota positiva, in quel periodo di tensione fu che il vecchio Mr Forrest, su insistenza da parte di alcuni Serpeverde, decise come una-tantum di insegnare un incantesimo avanzato.
“Oggi e solo perché siete spaventati, vi insegnerò l'incantesimo di disarmo...  non sia mai che il mostro di serpeverde vi attacchi a colpi di bacchetta... ” disse ridendo, sebbene fosse il solo.
Deluso della mancanza di ironia, cosa che fece notare, mostrò il movimento da eseguire con la bacchetta e scandì la parola da usare.
“Expelliarmus... ricordate Expelliarmus. Ora mettetevi in coppie fino a quando non riuscirete a far volare la bacchetta.”
Solo Harry ed Hermione riuscirono ad eseguire l'incantesimo al primo tentativo, seguiti dopo alcuni minuti dal resto del gruppo.
Furono i soli a riuscire quel giorno e nei giorni successivi quando insegnò l'incantesimo anche ai tassorosso ed ai corvonero
Ma la mattina dopo la neve che, aveva cominciato a cadere di notte, si era trasformata in una tormenta cosi fitta che l'ultima lezione di Erbologia del trimestre fu sospesa.
La professoressa Sprite voleva mettere calze e sciarpe alle mandragole, un'operazione delicata che non si sentiva di affidare a nessuno, ora che era diventato così importante che le mandragole crescessero in fretta per riportare in vita Mrs Purr e Colin Canon.
Quando lo seppero era ormai troppo tardi per tornare a dormire e per questo i ragazzi decisero di andare a prendere i libri per trasigurazione ed aspettare fuori in una delle panche a lato dell'aula.
Presi i libri nel dormitorio, salirono le scale e svoltarono per un corridoio particolarmente buio; le torce erano state spente da un forte spiffero gelato che soffiava attraverso una finestra semichiusa.
Giunto a metà strada, videro uno spettacolo che gli fece sentire un vuoto allo stomaco.
Steso a terra, rigido e freddo, c'era Justin Finch-Fletchley, la faccia contratta in un'espressione di terrore e gli occhi vuoti, fìssi al soffitto.
E non era tutto. Accanto a lui c'era un'altra sagoma, lo spettacolo più strano che Harry avesse mai visto.
Era Nick-Quasi-Senza-Testa, non più del suo colore bianco perlaceo e trasparente ma nero e fumoso, che galleggiava immobile e orizzontale a un metro e mezzo da terra.
La testa era per metà staccata dal collo e sul viso aveva un'espressione sconvolta, identica a quella di Justin.
Avrebbe potuto correre via e nessuno avrebbe mai saputo che era stato lì ma percepirono l'arrivo di Pix il Poltergeist.
Nel momento in cui avesse visto la scena avrebbe attirato l'attenzione di tutti, visto che lui adora la confusione e per questo, prima che lui uscisse nel corridoio, prese i suoi amici ed Hermione per mano smaterializzandosi a caso nel primo posto che gli venne in mente.
“Perché lo hai fatto... con una lancia di luce potevo uccidere Pix in qualunque momento... ” borbottò Hermione.
Ed in fondo aveva ragione visto che con una singola lancia di luce lo avrebbe trasformato in un ammasso di ectoplasma informe.
“Si e poi la gente avrebbe davvero pensato che siamo davvero noi i colpevoli. Che idioti... se avessi avuto un potere simile lo avrei usato su Voldemort... ” borbottò Harry
“Scusa Harry... ma dove siamo?” Chiese Blaise esternando i dubbi di tutti.
“Non ne ho idea...  ho pensato di voler essere in un luogo sicuro... ”
“E sono lieto di vedere che consideri il mio ufficio un luogo sicuro...  ma potrei sapere cosa vi porta qui, in modi così desueti?” chiese con bonarietà il preside dall'alto del suo scranno.

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Il preside si era apprestato a comunicare ai docenti che aveva richiesto la presenza di Harry e dei suoi amici per motivi diplomatici e li aveva fatto cenno di accomodarsi mentre lui non c'era.
Alla luce del sole Harry potè ammirare l'ufficio in tutto il suo splendore.
Era una stanza circolare, grande e bella, piena di rumorini strani.
Su alcuni tavoli dalle gambe lunghe e sottili, avvolti in nuvolette di fumo, erano posati molti curiosi strumenti d'argento.
Le pareti erano ricoperte di ritratti di vecchi e vecchie presidi, garbatamente appisolati nelle loro cornici.
C'era anche un'enorme scrivania con le zampe ad artiglio, e dietro, su uno scaffale, era poggiato un cappello da mago, frusto e stracciato...  il Cappello Parlante.
Su un trespolo d'oro, dietro alla porta, stava appollaiato un uccello dall'aria decrepita, che assomigliava terribilmente a un tacchino spennacchiato.
Harry lo fissò e quello gli restituì un'occhiata minacciosa, continuando a fare il suo verso gutturale.
Harry pensò che aveva un'aria molto malandata.
Il suo sguardo era opaco, e mentre Harry lo fissava gli caddero un paio di penne dalla coda.
“Ci manca solo che l'uccello preferito di Silente decida di andare al creatore proprio mentre lui non c'è...” pensò il ragazzo.
E in quel preciso istante l'uccello prese fuoco.
Fuori di sé, Ron, Blaise e Draco lanciarono un grido e indietreggiarono verso la scrivania.
Intanto l'uccello, che era diventato una palla di fuoco, emise un grido stridulo e un attimo dopo era scomparso, lasciando sul pavimento soltanto un mucchietto di ceneri fumanti.
La porta dell'ufficio si aprì. Entrò Silente. Aveva un'aria torva.
"Professore " ansimò Ron,
"il suo uccello...  non ho potuto fare niente...  ha semplicemente preso fuoco... "
Con suo grande stupore, Silente sorrise.
"Era pure ora! " disse.
"Erano giorni che aveva un'aria terrificante. Gliel'ho detto tante volte che doveva decidersi". Ridacchiò di fronte all'aria attonita di Ron, Draco e Blaise
“È una fenice idioti... ed inoltre l'abbiamo già vista lo scorso Natale... ” sbottò Hermione, incapace di trattenersi davanti a cotanta stupidità.
"Vedo che la tua dolce metà è molto scossa, se ha così poca pazienza...” sorrise comprensivo il preside.
“...ma ha ragione, Fanny è una Fenice. E le Fenici, quando è arrivato il momento di morire, prendono fuoco e poi rinascono dalle loro stesse ceneri. Sta' a vedere... "
Harry abbassò gli occhi appena in tempo per vedere un uccellino grinzoso, appena nato, far capolino fra la cenere.
Era brutto quasi quanto quello vecchio.
"Peccato che tu fossi troppo scosso a Natale e l'abbia vista solo oggi, il Giorno del Falò" proseguì Silente sedendosi dietro alla scrivania.
"Per la maggior parte della sua vita è un animale veramente bello, con uno splendido piumaggio rosso e oro. Creature affascinanti, le fenici. Riescono a trasportare carichi pesantissimi, le loro lacrime hanno poteri curativi e, come animali domestici, sono fedelissimi".
Lo shock dell'uccello arrosto aveva fatto dimenticare a Harry il motivo per cui si trovava lì, ma gli tornò in mente quando Silente si fu seduto sullo scranno, dietro la scrivania, fissandolo con i suoi penetranti occhi azzurri.
Prima che il Preside avesse il tempo di aprire bocca, la porta dell'ufficio si spalancò con un colpo violento e Hagrid irruppe nella stanza.
Aveva lo sguardo stravolto, il passamontagna sulle ventitré, capelli arruffati e il galletto morto tra le mani.
"Non è stato Harry, professor Silente! " proruppe. "... non può essere stato lui, glielo giuro davanti al Ministro della Magia, se serve... "
"Hagrid, io...  " cercò di dire Silente
"... ha preso quello sbagliato, signore, Harry lo conosco, io, e non è capace di... "
"Hagrid! " disse Silente alzando la voce.
"Io non penso che Harry abbia aggredito quelle persone".
"Ah, be'! " esclamò Hagrid, e il galletto gli si afflosciò lungo il fianco.
"Bene. Allora aspetto fuori, Signore" disse uscendo rumorosamente, imbarazzato.
"Davvero lei non pensa che sia stato io, professore?" ripetè Harry col cuore che gli si riapriva alla speranza, mentre Silente toglieva penne di galletto sparse dappertutto sulla scrivania.
"No, Harry, non lo penso." disse Silente, sul cui volto era comparsa un espressione cupa.
"Però c'è qualcosa che voglio chiederti...” continuò il preside prendendosi del tempo per riflettere sulle parole da usare.
Harry ed i suoi amici attesero nervosi, mentre Silente li squadrava, accostando le punte delle sue lunghe dita.
In fondo era pur sempre in possesso di un longino e la loro forza era rinomata in ogni angolo degli inferi.
"Devo chiederti, Harry, se c'è qualcosa di cui desideri parlarmi..." disse con voce gentile.
"Di qualsiasi cosa si tratti" aggiunse per esortarlo a confidarsi.
Harry non sapeva cosa dire.
Poi pensò alle due volte che aveva udito la voce disincarnata e ricordò le parole di Ron: 'Udire voci che nessun altro sente non è un buon segno, neanche tra i maghi'.
Pensò anche a tutte le dicerie che giravano su di lui e alla sua crescente paura di avere in qualche modo a che fare con Salazar Serpeverde.
"Professore..." disse chinando il capo
“Quest'anno ho sentito spesso una voce, assieme ad Hermione che compariva prima che qualcuno venisse aggredito. Seguendola ci ha condotti alla gatta di gazza. Poi ho smesso di sentirla e credo che il motivo sia che chiunque sia ha capito che io ero capace di sentirlo... ”
“E non me lo hai detto perché sei convinto che il mostro si sia svegliato a causa della tua presenza qui?”
“Si signore... ”
“Vedi nella tua teoria c'è una falla. Se il mostro si fosse risvegliato a causa tua... le aggressioni sarebbero iniziate lo scorso anno...”
“Quindi è un caso che si sia svegliato... di nuovo...?” chiese Harry speranzoso e preoccupato allo stesso tempo.
“Ah hai saputo... deve essere stato un albero chiaccherone... ” rise Silente
“...ma si, fu Voldemort ad aprirlo e deve aver spiegato a qualcuno come ripetere l'impresa. All'epoca la responsabilità venne addossata al povero Hagrid...”
“Capisco... Lei, per caso, sa cosa ci aspetta e come possiamo batterlo?”
“Ahime se lo sapessi non starei qui in attesa di un passo falso dell'aggressore ma temo che questa non sia un impresa per demoni così giovani...  anche volendo vedere come crescete...  poche sono le vostre chance contro un nemico simile. L'unico lato positivo è che se si tratta realmente di un mostro e non di un mitomane armato di SG che usa il nome di Serpeverde per incutere timore... beh è un bene che si sia svegliato ora che Voldemort è debole...  se si fosse svegliato con un Voldemort potente... beh i morti sarebbero stati veramente troppi...”

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Dopo il duplice attentato a Justin e a Nick-Quasi-Senza-Testa, quello che fino a quel momento era serpeggiato come un semplice nervosismo divenne vero e proprio panico. Strano a dirsi, quel che sembrava preoccupare di più era la sorte toccata a Nick-Quasi-Senza-Testa.
Chi poteva fare una cosa del genere a un fantasma? Quale forza terribile aveva il potere di far del male a chi era già morto?
Per questo motivo tutti si precipitarono a prenotare i posti sull'Espresso di Hogwarts per tornare a casa per Natale.
"Di questo passo, rimarremo soli" disse Ron ai suoi amici.
"Noi, i miei fratelli, Tiger e Goyle... avremo il castello tutto per noi.
Poteva sembrare assurdo gioire per così poco, ma Harry sorrideva all'idea che la maggior parte degli studenti partisse.
Era stanco di vedersi evitato quando qualcuno lo incontrava per i corridoi, come se da un momento all'altro dovesse tirar fuori le zanne o schizzare veleno; stanco di essere chiacchierato, segnato a dito, insultato.
Per Fred e George, invece, tutto questo era molto divertente. Avrebbero fatto qualsiasi cosa per precedere Harry lungo i corridoi, gridando: "Fate largo all'Erede di Serpeverde, passa un mago pericoloso e cattivo..."
Percy li disapprovava con tutto il cuore.
"Non c'è niente da ridere" disse un giorno con voce sferzante.
"Oh, levati di torno, Percy! " disse Fred. "Harry ha fretta".
"Proprio così: sta sgattaiolando nella Camera dei Segreti per prendere un tè con il suo servitore zannuto " disse George ridacchiando.
Neanche Ginny trovava la cosa divertente.
"Oh, non fate così! " gemeva quando Fred, a voce altissima, chiedeva a Harry chi fosse la prossima vittima o quando George fingeva di tenerlo lontano con un grosso spicchio d'aglio.
Harry non se la prendeva; lo confortava il pensiero che almeno Fred e George giudicassero ridicola l'idea che lui fosse l'erede di Serpeverde.
Finalmente il trimestre si chiuse e sul castello scese un silenzio profondo, come quello che regnava sui campi bianchi di neve.
Harry trovava confortevole e non triste quell'atmosfera, e gli piaceva molto che lui ed i suoi amici avessero il dominio incontrastato dei sotterranei di Serpeverde che significava poter giocare o esercitarsi fra di loro senza disturbare nessuno.
Quello fu un Natale più o meno tranquillo visto che non era ancora giunto il momento che la verità sulla camera dei segreti venisse scoperta.
Durante quelle vacanze però, grazie alla scarsità di studenti presenti, il gruppetto di giovani demoni trovò alcuni indizi che in futuro sarebbero diventati utili.
Durante una delle passeggiate pomeridiane infatti, Harry ed Hermione, sentirono il custode lamentarsi per un corridoio sempre allagato.
Per quanto quella fosse una lamentela del re delle lamentele e per quanto fosse probabile che quello fosse uno scherzo di Pix i due ragazzi andarono a controllare.
Era infatti dall'aggressione del povero Nick che Pix non si faceva vedere ed inoltre sapevano bene che lui amava stare al centro dell'attenzione.
Era risaputo infatti che, durante le vacanze, quando la scuola era vuota non aveva mai fatto danni.
Quando arrivarono al corridoio notarono che era quello dove Mrs Purr era stata aggredita ed il bagno, quello di Mirtilla, presentava un cartello con scritto GUASTO sulla porta.
Timidamente i due ragazzi entrarono e videro, sul pavimento bagnato un vecchio diario.
Hermione stava per prenderlo a mani nude quando Harry la fermò.
“Non lo toccherei se fossi in te... se è stato buttato vuol dire che qualcuno voleva disfarsene. Inoltre quel diario emana un aura oscura potentissima...” l'ammonì il demone agitando la mano e facendo comparire dei cerchi magici che avvolsero il diario in una barriera e lo sollevarono da terra.
Poi fece apparire altri cerchi con i quali avvisò Mr Forrest di aver bisogno di lui ed il docente, sentendolo preoccupato, gli diede appuntamento nel suo studio dove trovarono Azazel e Silente.
“Cosa ti turba figliolo?” chiese Silente mentre il ragazzo sospirando si concentrò un attimo.
“Poco fa abbiamo sentito il Signor Gazza lamentarsi di un bagno sempre guasto e così, spinti dalla curiosità ci siamo avvicinati al bagno in questione.”
“Vuoi diventare il demone addetto agli scarichi fognari?” lo derise Mr Forrest.
“Spiritoso... abbiamo trovato questo sul pavimento...” sbottò il demone facendo fluttuare il diario fino alla scrivania dove Silente lo fissò con intensità.
Anche Azazel e Forrest lo guardarono ed evocarono alcuni cerchi magici con cui iniziarono ad analizzare il vecchio quaderno.
Silente invece si limitò ad uscire la bacchetta e a mormorare formule di cui nemmeno Harry capiva il senso.
Dopo parecchi minuti i tre adulti si fissarono e sospirando cercarono di capire come improntare il discorso perché sapevano che Harry avrebbe voluto delle risposte.
“Innanzi tutto mi congratulo con entrambi per non averlo toccato a mani nude... poteva essere un libro normale o un tomo maledetto che vi avrebbe incenerito gli occhi, che vi avrebbe costretto a parlare in rima o a continaure a leggerlo all'infinito.” esordì Forrest con un espressione tremendamente seria.
“E potremmo sapere cosa sarebbe?”
“Per il momento la risposta è un no...” sentenziò Silente.
“...vi posso però dire che avete trovato il modo con cui Voldemort ha riaperto la camera dei segreti sebbene...” aggiunse preoccupato.
“Sebbene?” chiese Harry esasperato.
Lui odiava quando gli adulti tergiversavano.
Se dovevano dargli una brutta notizia preferiva un colpo secco piuttosto che ad una pillola edulcorata con lo zucchero.
“È vuoto...” si limitò a dire Forrest.
“Vuoto?”
“Si... ciò che c'era li dentro adesso è scomparso oppure...” disse Azazel serio.
“Oppure? Non teneteci sulle spine...” sbottò Hermione.
“Oppure è a piede libero per la scuola...” si intromise Silente mentre il gelo calava sulla stanza.

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Note d'autore :

Salve ragazzi scusa ancora per il ritardo ma sapete come si dice... quando il tempo scarseggia si usa ciò che si ha pronto...
Questo non vuol dire che la serie verrà interrotta solo che da settimanale diventerà bisettimanale o mensile a seconda dei casi.
In ogni caso, per dubbi, perplessità o dubbi... io nei commenti troverò sempre tempo per rispondervi.
Commentate numerosi please :)
A presto :)

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Capitolo 19
*** Aragog ***


Salve raga... so che sembra stupido ma pubblicai il primo capitolo di questa storia il 31 dicembre dello scorso anno e quindi mi sembrava carino pubblicarne uno nuovo oggi (so che nell'elenco delle storie viene data come data ufficiale il 4 gennaio... ma quello è solo a causa di svariati tentativi di editare il primo capitolo in modo decente)
Detto questo vi lascio leggere il vapitolo anche perchè, a causa di natale, ho un ritardo con le altre fiction e voglio pubblicare un chap anche per gli altri lettori :)

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Aragog

Dal Ritrovamento del Diario “vuoto” i giorni passarono e, fortunatamente per il gruppo di demoni, non ci fu nessuna aggressione sebbene l'idea di un “qualcosa” uscito da un libro, a spasso per la scuola, li terrorizzasse molto.
Anche se, ad essere sinceri, era il non sapere cosa avrebbero dovuto affrontare che li metteva in agitazione.
Quando finalmente giunsero le vacanze di Pasqua, gli studenti del secondo anno ebbero qualcosa di nuovo a cui pensare.
Era arrivato il momento di scegliere le materie per il terzo anno, un problema che almeno Hermione prendeva molto sul serio.
"Potrebbe condizionare tutto il nostro futuro " disse a Harry e ai ragazzi mentre insieme scorrevano l'elenco delle nuove materie, spuntandole via via.
“Futuro? Herm solo con la paghetta di mio nonno potrei vivere da milionario per secoli e tu hai voglia di lavorare? Pensa al feudo che dovremo gestire...” sbottò il ragazzo leggendo l'elenco.
“Allora... considerando che le materie vecchie le dobbiamo tenere... io opterei per Antiche Rune, Aritmanzia, Cura delle creature Magiche... però mio nonno rompe le palle con Babbanologia che potremmo evitare... bah al diavolo... io le scelgo tutte.”
“E se alcuni orari coincideranno?” chiese Ron
“Beh userò i famigli per prendere le presenze e gli appunti...” sbottò il Harry, il cui esempio venne imitato da Hermione.
Draco e Ron optarono per seguire Divinazione, cura delle creature magiche e Babbanologia a cui Blaise aggiunse Antiche Rune.
La mattina dopo, al risveglio, diede loro il buongiorno un bel sole e un venticello fresco.
"Condizioni perfette per il Quidditch" disse Flint entusiasticamente al tavolo della colazione, riempiendo di uova strapazzate i piatti dei giocatori.
"Dacci dentro, Harry, devi fare una colazione decente".
Harry ed Hermione avrebbero voluto rispondere che fare colazione con uova strapazzate e salsiccia non era proprio una colazione decente, ma si trattennero dal commentare.
Aveva appena lasciato la Sala Grande insieme a Ron e Hermione per andare a prendere il suo equipaggiamento da Quidditch, quand'ecco che un'altra angoscia si aggiunse al già nutrito elenco delle sue preoccupazioni.
Non aveva fatto in tempo a poggiare un piede sul primo gradino della scala che lui ed Hermione la udirono di nuovo : "Uccidere adesso... fare a pezzi... squartare..."
I due lanciarono un grido mentre Ron, Ginny, Blaise e Draco si ritrassero allarmati.
“La voce!" esclamò Harry guardandosi alle spalle.
"L'ho sentita di nuovo... e voi?" chiese speranzoso che qualcosa, nel modus operandi dell'erede, fosse cambiato.
I membri della squadra di Quidditch scorreso il capo con gli occhi sbarrati.
Hermione, invece, si battè una mano sulla fronte.
"Harry... credo proprio di aver capito una cosa! Devo andare in biblioteca!" disse la ragazza sparendo di corsa su per le scale.
"Chissà che cosa ha capito... " disse Harry disorientato mentre si guardava ancora intorno cercando di individuare da dove provenisse la voce.
"Molto più di quanto abbia capito io " disse Ron scuotendo la testa.
"Ma perché ha dovuto andare in biblioteca?" chiese Draco stranito.
“Poco prima della partita poi...” sbottò Ginny.
“Beh lei è fatta così " disse Harry stringendosi nelle spalle.
"Nel dubbio, vai in biblioteca". La scimmiottò Blaise.
“Ma tanto, anche con un giocatore in meno non perderemo Ginny...” dichiarò Ron sorridendo.
Non era la prima partita che giocavano in inferiorità numerica.
Harry invece non si mosse, indeciso, cercando di udire di nuovo la voce, ma ormai tutti stavano uscendo dalla Sala Grande parlando a voce alta e imboccavano la porta principale diretti al campo di Quidditch.
"Meglio che ci muoviamo" lo incalzò Ron. "Sono quasi le undici... la partita".
Convenendo con la sua torre, Harry ed i ragazzi scesero nei sotterranei per andare a prendere le loro Nimbus Duemila per poi unirsi alla folla che sciamava verso il campo; ma con la mente era ancora al castello, dove aveva udito la voce.
Mentre negli spogliatoi s'infilava la tuta color verde, la sua unica consolazione fu il pensiero che in quel momento tutti erano fuori per la partita.
Le squadre entrarono in campo tra uno scrosciare di applausi e Flint decollò per un volo di riscaldamento intorno ai pali delle porte, Madama Bumb mise in campo le palle.
I Tassorosso, che giocavano in tuta giallo canarino, riuniti a capannello, stavano terminando le consultazioni sulla tattica di gioco.
Harry stava per montare sulla sua scopa quando la McGranitt entrò in campo quasi di corsa, con in mano un enorme megafono viola.
Harry si sentì gelare il sangue.
"La partita è stata annullata " annunciò la McGranitt, rivolta allo stadio gremito.
Si udirono fischi e grida.
Flint, sconvolto, planò a terra e si precipitò verso la McGranitt senza neanche scendere dalla scopa.
"Ma professoressa" gridò, "noi dobbiamo giocare... la coppa..."
Lei lo ignorò e continuò a parlare al megafono: "Tutti gli studenti tornino nelle sale comuni delle rispettive Case, dove i Responsabili forniranno ulteriori informazioni. Più in fretta possibile, per favore!"
Poi abbassò il megafono e fece cenno a Harry di raggiungerla.
"Potter, è meglio che tu ed i tuoi amici veniate con me..."
Chiedendosi come mai questa volta si potesse sospettare di lui, Harry vide Ron, Draco, Blaise e Ginny staccarsi dalla folla in tumulto e raggiungere di corsa lui e la McGranitt che si erano incamminati verso il castello.
Con sua grande sorpresa, lei non ebbe niente da obiettare.
"Sì, forse è meglio che veniate anche voi..."
Tra gli studenti che passavano loro accanto, alcuni si lamentavano che la partita fosse stata annullata, altri avevano l'aria preoccupata.
I ragazzi seguirono la professoressa dentro la scuola e poi su per la scalinata di marmo ma, questa volta, però, non furono accompagnati nell'ufficio di nessuno degli insegnanti.
Stavano per raggiungere l'infcrmeria quando la professoressa McGranitt disse con voce stranamente dolce:
"Avrete un grande shock. C'è stato un altro attentato... triplice questa volta".
Harry si sentì torcere le budella. La professoressa McGranitt spalancò la porta e lui e Ron entrarono.
Madama Chips era china su una ragazza del quinto anno dai lunghi capelli ricciuti. Harry la riconobbe per la Prefetto Penelope Light, la ragazza che li aveva sostenuti l'anno precedente quando una grifona aveva apostrofato in malo modo Hermione.
E sul letto vicino al suo c'era...
"Hermione!" gemette Harry mentre gli altri rimasero di sasso iniziando a fissare Harry con timore.
Hermione giaceva immobile, gli occhi spalancati e vitrei.
"Le hanno trovate vicino alla biblioteca " disse la McGranitt.
“Chi è la terza vittima?” chiese Harry con un sibilo che la docente non riconobbe.
“Come scusa?” chiese la donna senza comprendere cosa volesse dire il ragazzo.
“Chi è la terza vittima?” richiese una seconda volta mentre tutti lo guardavano straniti.
I demoni infatti avevano capito cos'avesse chiesto il loro padrone ma quando osservarono Ginny compresero che solo loro potevano farlo.
“Harry ha chiesto chi è la terza vittima...” intervenne Draco.
La donna si limitò a indicare un letto lontano dalla porta a cui i demoni si avvicinarono rimanendo di sasso.
“Azazel?” urlarono sconvolti.
“Ma è un Arcangelo con dodici Ali... nessuna fattura può superare l'energia che di solito lo ricopre... non c'è un mago che, senza Sacred Gear, potrebbe scalfirlo. Certo Forrest o Silente potrebbero ma hanno due Longini...” esclamò Draco in preda ad una crisi isterica.
“Smettetela...” tuonò Harry.
“Ma Harry...”
“Se un guerriero del calibro di mio suocero avesse combattuto, anche al minimo, la scuola sarebbe un'ammasso di rovine fumanti. Un suo attacco contenuto raderebbe al suolo Londra... se si impegnasse le Isole Britanniche farebbero la fine di Atlantide. È di un guerriero simile che parliamo...”
“Ma allora cosa?” chiese Ginny perplessa.
“È qualcosa che colpisce agirando le difese magiche... qualcosa che ha bisogno di molto tempo tra un attacco e l'altro... sono mesi che nessuno veniva colpito...” rispose meditabondo.
“So che non ho l'autorità per chiederlo...” chiese Harry con voce bassa.
“Dimmi figliolo...”
“Ma avete trovato qualcosa? Qualsiasi cosa che stonava con i ragazzi colpiti e con il luogo dell'aggressione?” domandò il Demone.
“Hermione aveva questo... Era per terra, vicino a loro..."
E così dicendo mostrò ai ragazzi uno specchietto circolare.
Harry lo afferrò e ne studiò la foggia in cerca di eventuali indizi.
Inutilmente però... era un comunissimo specchio.
“Vi scorterò fino ai sotterranei..." disse la McGranitt cupa.
"In ogni caso, visto che avrete perso il discorso del professor Piton, vi avverto che d'ora in avanti, tutti gli studenti rientreranno nelle sale comuni entro le sei di sera. Nessuno di loro dovrà lasciare il dormitorio dopo quell'ora. Un insegnante vi scorterà alle lezioni. Nessuno studente deve usare il bagno se non è accompagnato da un insegnante. Tutti gli allenamenti e le partite di Quidditch dovranno essere rinviati. Le attività serali sono soppresse."
Harry voleva ribattere, urlare, prendere a pugni i muri ma si limitò ad annuire in silenzio mentre la rabbia montava in lui.
Quando giunsero all'entrata di Serpeverde la Mc Granitt sospirando aggiunse.
"Inutile dire che raramente ho provato tanta angoscia. È probabile che la scuola verrà chiusa, a meno che il responsabile di tutti questi attentati non venga preso. Vi raccomando di non fare stupidagini... specialmente tu Potter.”
Quando entrarono nel ritrovo delle serpi tutti li guardarono.
Harry non disse una parola, entrò in camera sua ed aprì il varco che lo conduceva a casa di suo nonno.
“MALEDIZIONE" urlò con il varco aperto mentre la sua aura esplodeva causando non pochi danni alla sua camera da letto.
Non riusciva a togliersi dalla mente l'immagine di Hermione ridotta ad una statua di pietra e ringraziò i Maou che, stranamente, quel giorno casa di suo nonno fosse disabitata.
Passarono delle ore prima che riuscisse a calmarsi e a riottenere la sua proverbiale stoicità ma quando le fece nei suoi occhi brillava una nuova luce.
"Dobbiamo parlare con Hagrid" dichiarò ai suoi amci Harry una volta tornato a scuola.
"So che Silente e Forrest sanno... ma non posso estorcere informazioni da loro...” dichiarò il ragazzo mesto.
“...li conosco. Vogliono che le risposte le troviamo da soli... sono quel tipo di insegnanti. Quindi andremo dal nostro amico che era presente l'ultima volta che fu aperta... lui... beh Hagrid parla sempre molto...” disse abbozzando un sorriso tirato.
“Ma la McGranitt ha detto che, quando non siamo in classe dobbiamo restare nelle nostre torri..."
“A meno che non mi venga impartito un ordine dall'arciduca, dal Gran Re o da uno dei Maou... non c'è autorità superiore alla mia a cui devo sottostare. Mia moglie e il Leader di una delle tre fazioni sono stati attaccati ed è quindi mio diritto reclamare vendetta... ed io la esigerò dovessi prendere a pugni Dio in persona.” sbottò il ragazzo mentre iniziò a fissare Ginny.
“Tu resti qua... sei una studentessa del primo anno... non sei allenata come Ron e non ti esporrò ad un inutile pericolo.
“O-Ok...” mormorò arrossendo.
Risoluti quindi attesero in silenzio che il sole smettesse di illuminare il lago e che la notte calasse su di loro.
Non avevano tempo di aspettare che tutte le serpi si addormentassero e per questo, mentre loro quattro erano avvolti da una barriera di Draco, Harry evocò un semplice incantesimo soporifero.
Quando tutti si addormentarono sul luogo in cui si trovavano, i ragazzi si alzarono, si recarono in sala comune e si disillusero con un incantesimo di Harry.
Il tragitto attraverso i corridoi bui e deserti non fu piacevole.
Raramente Harry aveva girovagato per il castello di notte, ma non l'aveva mai visto così frequentato, dopo il tramonto.
Insegnanti, Prefetti e fantasmi pattugliavano i corridoi a coppie per controllare che non si tenessero attività insolite.
Per questo, per evitare di fare rumore, cosa che l'incantesimo di disillusione non impediva, Harry ne pronunciò un secondo.
“Muffliato...” sussurrò e fu un colpo di fortuna.
Pochi secondi dopo ci fu un momento di tensione quando Ron urtò qualcosa con il piede a pochi metri dal luogo dove Piton montava la guardia.
Grazie all'incantesimo il docente non udì nulla, nemmeno l'imprecazione che era sfuggita al ragazzo.
Poi giunsero al portone che, con loro sorpresa, era totalmente incustodito ed uscirono nel parco vedendo che era una notte buia e nuvolosa.
Si affrettarono in direzione della casa del loro amico e solo davanti all'ingresso harry li fece tornare visibili.
Bussarono, e dopo qualche attimo Hagrid spalancò la porta imbracciando una balestra che gli puntò contro, mentre Thor, dietro di lui, abbaiava a perdifiato.
"Oh!" esclamò il guardiacaccia abbassando l'arma e fissandoli.
"Che cosa ci fate qui voi?"
"E quella a cosa ti serve?" chiese Harry mentre entravano, indicando la balestra.
"Niente... niente... " balbettò Hagrid.
"Stavo aspettando... non fa niente... Sedetevi... Vi faccio un tè... "
Sembrava il classico caso di mago sottoposto ad un Confundus di immane potenza visto che non sapeva quel che stava facendo.
Per poco non spense il fuoco, versandoci sopra dell'acqua dal bollitore, poi mandò in frantumi la teiera urtandola con la sua manona poderosa.
"Ti senti bene, Hagrid? " chiese Harry. "Hai sentito di Hermione? "
"Oh, ho sentito sì! " disse lui con voce rotta.
Continuava a guardare nervosamente fuori dalle finestre e riempì delle grosse tazze d'acqua bollente visto che aveva dimenticato di aggiungere il tea.
Quando stava per sistemare su un piatto un pezzo di panpepato, si udì bussare forte.
Hagrid lasciò cadere il dolce mentre Harry, sospirando, fece tornare invisibili i suoi amici con cui si acquattò in un angolo.
Hagrid controllò che fossero ben nascosti, afferrò la balestra e tornò ad aprire la porta.
"Buonasera, Hagrid". Esordì Silente entrando.
Aveva un'aria terribilmente seria ed era seguiti da un altro signore dall'aspetto assai curioso.
Lo straniero era un uomo basso, corpulento, aveva capelli grigi tutti arruffati e un'espressione ansiosa.
Indossava una strana accozzaglia di indumenti: un abito gessato, una cravatta scarlatta, un soprabito nero e stivali a punta color viola.
Sotto braccio portava una bombetta verde.
"Ma quello è Cornelius Caramell, il Ministro della Magia!" esclamò Ron sconvolto.
Harry gli diede una violenta gomitata per farlo tacere.
Hagrid era diventato pallido e sudava.
Si lasciò cadere su una sedia, con lo sguardo che andava da Silente a Cornelius Caramell.
"Brutta faccenda, Hagrid" disse Caramell con voce piuttosto secca.
"Bruttissima faccenda. Dovevo venire. Tre aggressioni a figli di Babbani. Si è passato ogni limite. Il Ministero deve intervenire. Se poi si aggiunge che sono state colpiti Azazel, capo degli angeli Caduti, e sua figlia che ha sposato il nipote di Mephisto... ti renderai conto che devo fare qualcosa..."
"Ma io... " disse Hagrid rivolgendo uno sguardo implorante a Silente.
"Lei lo sa, professore; signore, io mai... "
"Voglio che sia chiaro, Cornelius, che Hagrid gode della mia piena fiducia " disse Silente rivolto a Caramell, aggrottando la fronte.
"Senti, Albus " disse Caramell con un certo disagio. "I precedenti di Hagrid sono contro di lui. Il Ministero deve fare qualcosa... I consiglieri della scuola si sono messi in contatto con me".
"Eppure, Cornelius, ti ripeto che mandar via Hagrid non servirà a niente" insistette Silente don uno sguardo che non lasciava presagire nulla di buono.
Sembrava sul punto di perdere la sua proverbiale pazienza e, sapendo cosa fosse in grado di fare normalmente, Harry non riteneva saggio far incazzare un possessore di Longino.
"Cerca di metterti nei miei panni" disse Caramell giocherellando con la bombetta.
"Io sto ricevendo un mucchio di pressioni. Bisogna far vedere che si sta facendo qualcosa. Se si scopre che non è stato Hagrid lo rimandiamo a casa e non se ne parla più. Ma devo prenderlo. Devo. Non farei il mio dovere se..."
"Prendermi?" chiese Hagrid che sedutosi aveva cominciato a tremare.
"Per portarmi dove?"
"Soltanto per un breve periodo." disse Caramell evitando lo sguardo del gigante.
"A scopo precauzionale Hagrid. Se verrà preso qualcun altro, tu verrai liberato, con tanto di scuse..."
"Non ad Azkaban, vero?" chiese Hagrid con voce roca.
Prima che Caramell potesse rispondere, si udì di nuovo bussare energicamente alla porta e fu Silente che aprì la porta.
Questa volta la gomitata toccò a Draco che, sconvolto nel vedere il padre, aveva sussultato emettendo un suono ben udibile.
Lucius Malfoy entrò a gran passi nella capanna, avvolto in un lungo mantello nero da viaggio; sul volto, aveva stampato un sorriso freddo e soddisfatto.
"Già arrivato, Caramell!" disse in tono di approvazione. "Bene, bene..."
"Lei! Cosa vuole? " chiese Hagrid furibondo. "Fuori da casa mia!"
"Brav'uomo, ti prego di credere che non mi piace affatto trovarmi nella tua... ehm... questa la chiami casa, vero?" disse Lucius Malfoy lanciando un'occhiata alla piccola stanza con un ghigno malevolo.
"Ero semplicemente venuto a scuola e mi hanno detto che il Preside si trovava qui ".
"E, di preciso, che cosa voleva da me, Lucius?" chiese Silente.
Parlava in tono gentile, ma i suoi occhi azzurri mandavano fiamme.
"Una cosa molto spiacevole, Silente." disse Malfoy con voce strascicata, estraendo un grosso rotolo di pergamena.
"I consiglieri ritengono che sia arrivato il momento che lei si faccia da parte. Questo è un Ordine di Sospensione... in calce troverà tutte e dodici le firme. Mi spiace dire che riteniamo che lei stia perdendo la sua autorità. Quanti attentati ci sono stati finora? Altri tre questo pomeriggio, vero? Di questo passo non ci resterà neanche più un figlio di Babbano, a Hogwarts, e tutti sappiamo quale terrìbile perdita sarebbe per la scuola"
"Su, andiamo, Lucius" disse Caramell allarmato.
"Silente sospeso... no, no... è l'ultima cosa che deve succedere in questo momento..."
"L'incarico o la sospensione del Preside sono di competenza dei consiglieri, Caramell" disse Malfoy con aria serafica.
"E siccome Silente non è riuscito a mettere fine agli attentati..."
"Lucius, devi capire una cosa: se non ci riesce Silente... " disse Caramell con il labbro superiore madido di sudore, "voglio dire... chi può riuscirci?"
"Questo è tutto da vedere..." replicò Malfoy con un sorriso maligno.
"Ma dal momento che abbiamo votato tutti e dodici..."
"E dica un po, quanti ne ha dovuti ricattare e corrompere per farli firmare, eh?" tuonò l'amico di Harry mentre il demone avvisava suo nonno della situazione tramite un messaggio.
"Oh, oh, uno di questi giorni questo tuo caratterino finirà per metterti nei guai, Hagrid" disse Malfoy.
"Ti consiglio di non gridare a questo modo con le guardie di Azkaban. A loro non piacerebbe affatto".
In quel momento il cerchio magico personale di Mephisto fece la sua comparsa dentro la casa ed un demone anziano dai capelli bicromatici fece la sua comparsa.
Harry sorrise nel vedere la capigliatura metà rossa e metà blu del suo unico parente ma lo sguardo che lanciò a Lucius gli fece accapponare la pelle.
“Il mio fido servitore mi ha riferito che avete preso alcune decisioni... senza interpellarmi...” sentenziò grave il demone calcando la voce sulle ultime due parole come fossero una maledizione.
“S-Servitore?” balbettò Caramell.
“Si... dovete sapere che Voldemort lanciò una maledizione sulla cattedra di Difesa contro le arti oscure e nessun uomo può restarvi più di un anno senza incorrere in seri rischi. Per questo feci assumere un demone che negli inferi era ritenuto il miglior precettore possibile... o pensavate che avrei permesso a mio nipote di iscriversi qui, conoscendo il carattere spericolato che ha ereditato dai suoi genitori, senza qualcuno in grado di proteggerlo in caso di pericolo.”
“Ma Silente...”
“È un grande mago, non lo nego, ma rimane un mortale. Dal giorno in cui sfidò Gellert Grindelwald la sua forza e la sua resistenza si è ridotta di un terzo... I potenziali nemici di mio nipote invece non invecchiano...” disse sospirando.
“...per questa volta passi, ma vi avviso che Forrest assumerà l'incarico ad interim di Preside...”
“Ma...” protestò Lucius prima che il terreno iniziasse a tremare.
“Ho interrotto ricerche molto importanti per essere qui." lo frenò Mephisto.
"Quindi, a meno che non abbiate la somma che ho prestato ai quattro fondatori per la costruzione di questo castello, ed i relativi interessi... beh credo che l'opinione di voi consiglieri sia trascurabile. Sono i miei soldi che mantengono aperta questa struttura e molte altre nel mondo...” sentenziò serio.
“E a quanto ammonta la cifra?” chiese Lucius tracotante.
“Ad oggi, al netto degli interessi... direi mille e cinquecento miliardi di galeoni... zellino più, zellino meno...” disse mentre il volto di Lucius sbiancò assieme a quello di Hagrid e dei ragazzi.
Harry stesso, pur sapendo del debito, era allibito.
Credeva in un credito di uno o duecento milioni di galeoni ma... quella cifra era spropositata anche per lui.
Convertito in Lire, era almeno il triplo del debito pubblico italiano reso noto a Dicembre dalla banca d'italia... e l'Italia aveva da decenni il terzo debito pubblico del mondo.
“Sapete... mentre a Salem o a Durmstrang hanno tirato al risparmio, qui e a Beauxbatons, non hanno badato a spese per costruire questo... beh chiamiamolo castello. Per quanto riguarda la sospensione... essa durerà al massimo due settimane. Se non ci saranno risultati Albus riassumerà il suo incarico e se ci saranno altre aggressioni vorrò dodici nuovi consiglieri. Quanto ad Hagrid è innociente...” sospirò.
“E come fate a dirlo Mephisto-dono...” chiese Caramell.
“Perchè la Camera dei segreti fu creata da un demone e solo chi ha un legame di sangue con Serpeverde può averla aperta. Hagrid, per quanto sia un brav'uomo, non ha ne il sangue, ne il talento per aprirla...”
“E allora chi è il colpevole...” domandò il ministro perplesso.
“Tom Marvolo Riddle... in arte Voldemort. Ed ha usato questo...” rispose il demone tirando fuori il diario che Harry aveva trovato.
“C-Cosa sarebbe quello?” balbettò Lucius.
“Un diario incantato per possedere l'anima dello stolto che lo maneggia con poca accortezza. Fortunatamente Forrest ha inculcato del buon senso in mio nipote che lo ha fatto fluttuare fino allo studio del mio Servo... ora il problema è sapere chi lo ha usato...”
“E si può?" chiese Caramell speranzoso.
“No... a meno di non coglierlo sul fatto...” fu la laconica risposta del demone.
“E con l'opinione pubblica?” chiese il ministro.
“Visto che il fatto ha leso il capo dei Caduti e la moglie di mio nipote... Hagrid verrà interrogato dai demoni e dai seguaci di Azazel, senza torturarlo ovviamente. Silente verrà con noi per vigilare sul suo dipendente... Comunicate che, vista l'aggressione ad un docente straniero, io in funzione di Supremo pezzo grosso sto gestendo un arbitrato internazionale con la supervisione di Silente... ora puoi andare Cornelius.” disse schioccando le dita e facendolo svanire da Hogwarts.
“Quanto a te Lucius... devo dedurre che conosci questo artefatto?” domandò il demone di classe suprema.
“Beh si... il signore oscuro me lo aveva affidato anni fa.... ma non... non avrei mai messo in pericolo mio figlio dato che è diventato un servitore di vostro nipote...” dichiarò con voce flebile.
“Si lo so...”
“Davvero? E come?”
“Sappiamo entrambi che tu eri mangiamorte... e io non sono uno sciocco. Se tu o uno dei parenti dei servitori di Harry, tornaste dalla parte di Tom per paura... beh il contratto che avete firmato vi ucciderà conducendo le vostre anime nei peggiori gironi dell'inferno...” rispose sorridendo.
“E se tornasse? Che dovremmo fare farci uccidere?”
“Se dipendesse da me vi ucciderei io stesso...” dichiarò Mephisto grave stupendo tutti i presenti.
“...mi avete portato via la piccola Lily. Un bambina tanto dolce che ha venduto la sua anima per tutelare suo figlio da un pazzo che odia coloro hanno sangue babbano nelle vene come LUI... ma tranquilli. Harry si è affezionato a tuo figlio e a Blaise quindi non leverò un dito contro di voi.” disse gelido.
“Quando quel folle riotterrà il potere io vi preleverò e vi porterò tutti nel mio castello nel mar Baltico. Li sarete miei ospiti fino a quando la crisi non finirà. Ovviamente le case che vi ho ristrutturato saranno avvolte dall'incanto Fidelius e vi avvertirò in tempo perché possiate trasferire il vostro Oro nella filiale demoniaca della Gringott, quella che usiamo per trattare con voi maghi...”
“Perchè? Non potremmo farle da spie?” chiese Lucius ma Mephisto negò col capo.
“L'hanno scorso Voldemort possedeva Raptor... lui sa che Draco e Blaise sono servi di mio nipote e che conoscendo i vostri precendenti io potrei aver fatto in modo che voi non possiate tradirlo...”
Quelle parole fecero calare una cortina di gelo sulla casa.
“Però questo pone un problema...” esordì Silente.
“Chi ha preso il diario, messo di sicuro in un luogo a prova di ladro o bambino, e lo ha portato qui? I bambini no, perché Forrest li ha esaminati...” proseguì il preside fissando il punto in cui erano nascosti i quattro demoni.
“Ne parleremo in seguito... Lucius tu vai a casa e se, per caso avessi altri manufatti di Voldemort falli avere a Mr forrest che si occuperà lui di distruggerli. Non temere... la vita di tua moglie e la tua saranno tutelate da me in persona...” disse il demone facendo svanire il padre di Draco.
“Bah approfittare di una situazione simile per ottenere vantaggi politici...” sbottò Hagrid disgustato.
“Rilassati Hagrid... con Mephisto-sama non è facile avere ampi margini di manovra. Se lui è intervenuto solo ora è per chiarire alcune cose con Caramell e con Lucius... o sbaglio...”
“Beh Caramell non prenderà bene un eventuale ritorno di Voldemort... si sta affezionando troppo alla poltrona...” dichiarò sospirando il Demone.
“...volevo solo ricordargli che con me non si scherza e nemmeno con mio nipote... sebbene devo fare in modo che abbia più potere contrattuale. Lasciare il mio laboratorio è veramente tedioso...” disse guardando l'angolo dove si trovava Harry.
Il ragazzo, per un attimo, ebbe l'impressione che suo nonno ed il preside avessero ammiccato verso di loro.
“Beh avviserò Forrest del suo nuovo incarico che... temo non lo renderà molto felice. Ora andiamo nel tuo studio Albus e, appena farai i bagagli, ci trasferiremo nel mio castello. L'interrogatorio sarà una mera formalità visto che i Leader delle tre fazioni sanno che solo Voldemort è in grado di aprire la camera al momento...”
“Al momento?” chiese Hagrid
“Beh si... un giorno anche l'erede del fratello di Salazar, esiliato da Salazar in persona e che il cappello ha già riconosciuto come tale, imparerà a dominare i rettili. Per aprire la camera dovrà solo dimostrare di avere sangue dei Bunè in circolo, visto che Serpeverde, per quanto ibrido lo era. Ma spero che non pensi di poter domare il mostro di Serpeverde. Quello ha già ricevuto l'imprinting di Salazar e solo lui ed i suoi eredi diretti possono ottenere la sua obbedienza e converrete con me che essere l'erede del fratello esiliato... beh non ti rende parte della famiglia Serpeverde.” disse il demone sospirando.
“Ora andiamo Hagrid... hai qualcosa da dire?” domandò il vecchio demone stancamente.
"Si... Chi ha voglia di trovare qualcosa, deve seguire i ragni. Questo lo porterà sulla pista giusta. È tutto quel che ho da dire. E ricordatevi di dar da mangiare a quello, mentre sono via." disse il gigantesco guardiacaccia alzandosi e seguendo Silente e Mephisto che erano già usciti nel parco.
Quando la porta si richiuse con un tonfo, Harry li fece tornare visibili e vide Draco mortificato.
“Mi spiace... mio padre...”
“Tranquillo... ho scelto di finire a serpeverde proprio per salvare te, Blaise e gli altri.” sorrise Harry.
“So vita morte e miracoli di ogni singolo mangiamorte... anche che taglia di scarpe o di reggiseno portano. Ho scelto serpeverde proprio per offrire ad ognuno di voi un'alternativa e, magari, per aiutarvi a convincere i vostri genitori a non schierarsi con Voldy.” spiegò il demone con voce gentile.
“Pensi che permetterei ad un bocconcino come Daphne o Pansy di essere usate da Voldemort per punire i genitori per la loro defezione?”
“Che vuoi dire?” chiese Ron perplesso.
“Beh che Voldy non è incline al perdono e sarebbe capace di regalarle ai licantropi pur di vendicarsi di un torto... io invece non lo permetterò. Ho giurato che avrei tolto a Voldy ogni cosa ed anche il piacere di vendicarsi rientra in quella fattispecie... ora andiamo..." li esortò il ragazzo con decisione.
“Dove?” chiese Blaise mentre tutti guardavano il loro leader.
“Giratevi...” disse sorridendo.
Alle loro spalle, una fila di ragni stava ordinatamente uscendo dalla finestra.
I ragazzi sgattaiolarono fuori, sui campi adesso illuminati dalla luna, incuranti delle lamentele di Ron che si chiedeva perché non potessero seguire le farfalle anziché i ragni, e si precipitarono fino al limitare della foresta.
La foresta era buia, ma Harry non accese ne fece accendere nessuna luce.
Erano demoni e come tali avrebbero avuto enormi vantaggi nel camminare al buio.
Primo tra tutti non essere scorti da possibili amanti che andavano nella foresta a pomiciare incuranti del coprifuoco.
Così, facendo ricorso alla loro vista da demoni, si addentrarono nella selva seguendo la fila ininterrotta dei ragni che si spostavano lungo il sentiero.
Camminarono per circa venti minuti, senza parlare, concentrandosi per avvertire qualsuasi rumore che non fosse lo scricchiolio di un ramo o il fruscio delle foglie.
Poi, quando gli alberi si fecero talmente fitti da impedire la vista del ciclo stellato, e solo la loro vista gli permetteva di distinguere il paesaggio circostante, videro i ragni abbandonare il sentiero.
Harry si fermò cercando di individuare un passaggio, cosa che si rivelò ardua visto che non era mai entrato nella foresta e i ragazzi che lo avevano fatto non si erano mai allontanati da esso.
Inutile dire che all'epoca Hagrid era con loro.
Ora, invece, Hagrid era lontano centinaia di chilometri nel castello di suo nonno e per giunta gli aveva detto di seguire i ragni.
"Cosa facciamo?" chiese ai ragazzi che lo seguivano.
"Ormai siamo arrivati fin qua... " disse Ron rassegnato mentre gli altri annuivano.
Seguirono quindi i ragni che si dirigevano rapidi nel folto degli alberi.
Ora non potevano procedere spediti : radici e tronchi, rallentavano il loro cammino.
Dopo aver camminato almeno una mezz'ora, con gli abiti che si impigliavano sui rami più bassi e sui rovi, finalmente il terreno iniziò a degradare in un pendio, anche se gli alberi rimanevano fitti.
All'improvviso un rumore li fece trasalire.
"C'è qualcosa che si muove da quella parte " disse Harry in un soffio.
"Ascoltate... qualcosa di molto grosso"
Tesero le orecchie. Alla loro destra, a una certa distanza, la 'grossa cosa' si apriva un varco attraverso gli alberi, spezzando rametti al passaggio.
"Oh no! " esclamò Ron. "Oh no, oh no, oh... "
"Non fare la femminuccia... sei un predatore adesso, non una preda!" lo ammonì il ragazzo scocciato da una simile e inutile paura.
Fobia che poteva costare caro a tutto il gruppo se avessero incontrato un ragno degli inferi.
II buio era così denso che se fossero stati dei semplici umani avrebbero avute non poche difficoltà nel vedere cosa fosse il loro “anfitrione”.
Harry però lo vide e fece un solo lento cenno a Draco e a Blaise.
Quello non era un nemico che il povero Ron potesse sconfiggere.
Ron non parlò. Non si mosse. I suoi occhi fissavano un punto a circa tre metri dal suolo, proprio davanti ad Harry. Era livido di terrore.
In quel momento una barriera si materializzò a coprire il gruppo di ragazzi.
Come aveva richiesto Harry durante le vacanze, Draco aveva imparato a creare una barriera che permettesse ai loro attacchi di uscire ma non a quelli nemici di entrare.
Era di un colore che oscillava tra l'argento e il dorato ed illuminò notevolmente la radura.
Adesso potevano vedere nitidamente ciò che, grazie al loro udito, avevano avvertito muoversi tra le fronde degli alberi.
Ogni albero, ogni ramo pullulava di ragni dalle dimensioni più disparate.
Si andava da quelli piccolini che avevano seguito ad esemplari delle dimensioni di cavalli da tiro, con otto occhi e otto zampe, neri, pelosi, giganteschi.
Inutile dire che gli aracnidi si erano premuniti di circondarli per evitare che, dissolta la barriera, loro potessero darsi alla fuga.
Poi lo videro, al centro della radura, in una ragnatela a cupola, avvolta nella caligine, molto lentamente, emerse un ragno dalle dimensioni di un piccolo elefante.
La schiena e le zampe erano grigie, e sulla testa orribile, fornita di chele, spiccavano gli occhi color bianco latte. Era cieco.
Gli altri ragni, iniziarono a parlare schiccando le chele.
“Aragog” dicevano quasi come se fosse un mantra.
"Cosa c'è?" chiese schioccando repentinamente le chele.
"Esseri umani " rispose uno di loro.
"È' Hagrid? " chiese Aragog avvicinandosi, con i suoi occhi lattiginosi che vagavano senza posarsi su niente.
"Estranei" disse il ragno che aveva parlato prima.
"Uccideteli " schioccò Aragog stizzito. "Io stavo dormendo..."
"Siamo amici di Hagrid" dichiarò Harry uscendo dalla barriera facendo segno agli altri di non muoversi.
Tutt'intorno le chele dei ragni schioccavano rapide mentre Aragog si fermava.
"Hagrid non ha mai mandato esseri umani nella nostra tana" disse lentamente.
"Hagrid è nei guai." disse Harry serafico “Ecco perché siamo venuti noi..."
"Nei guai?" chiese il vecchio ragno, e a Harry parve che ora lo schiocco delle sue chele esprimesse preoccupazione.
"Ma perché ha mandato voi? "
"A scuola pensano che Hagrid abbia aperto la camera dei segreti... Lo hanno portato in carcere... "
Aragog schioccò le chele furiosamente e intorno gli fece eco il consesso dei ragni.
"Ma questo è successo tanti anni fa " disse Aragog stizzito.
"Anni e anni fa. Me lo ricordo bene. È stata quella la ragione per cui lo hanno costretto a lasciare la scuola. Credevano che fossi io il mostro che vive in quella che loro chiamano la Camera dei Segreti. Pensavano che Hagrid avesse aperto la Camera e mi avesse liberato"
"Ma allora tu... tu non venivi dalla Camera dei Segreti?" chiese Harry fingendosi stupido.
Lui si era già fatto un idea di cosa fosse.
Poi le parole di suo nonno avevano contribuito a aumentare tali certezze.
"Io?" esclamò Aragog con uno schiocco irato.
"Io non sono nato nel castello. Io vengo da una terra lontana. Un viaggiatore mi ha dato a Hagrid quando ero un uovo. Hagrid era soltanto un ragazzo, ma si è preso cura di me, mi ha nascosto in una credenza, al castello, e mi dava da mangiare gli avanzi della tavola. Hagrid è mio buon amico, è un brav'uomo. Quando mi scoprirono e fui incolpato della morte di una ragazza lui mi protesse. Da allora vivo qui nella foresta, dove lui viene ancora a trovarmi. Mi ha anche trovato una moglie, Mosag, e vedi da te quanto è diventata numerosa la nostra famiglia! Tutto per merito di Hagrid..."
Sentendolo parlare il ragazzo si disse che, per quanto bravo, Hagrid tanto normale non fosse.
“Acramantule... se il loro numero aumentasse e le prede scarseggiassero... cosa impedirebbe a queste orribile creature di invadere la scuola e banchettare con gli studenti...” pensò sospirando per l'ingrato compito che lo attendeva.
Per questo raccolse tutto il coraggio che gli era rimasto e chiese ancora.
"Allora tu non hai mai... non hai mai aggredito nessuno?"
"Mai" rispose il vecchio ragno con voce roca.
"Non che non ne avessi l'istinto, ma per rispetto verso Hagrid non ho mai torto un capello a un essere umano. Il corpo della ragazza che era stata uccisa fu trovato in un gabinetto. Io non ho mai visto niente del castello, tranne la credenza dove sono cresciuto. La nostra specie ama il buio e il silenzio..."
"Ma allora... Tu conosci la cosa che ha ucciso la ragazza? " chiese Harry.
"Perché, di qualsiasi cosa si tratti, è tornata e le aggressioni sono ricominciate... "
Queste ultime parole furono sommerse da uno scroscio di schiocchi e dallo scalpiccio rabbioso di molte lunghe zampe; grosse ombre nere si mossero intorno al ragazzo.
"La cosa che vive al castello" disse Aragog,
"è un'antica creatura che noi ragni temiamo più di ogni altra al mondo. Ricordo che quando ebbi la percezione che la bestia scorrazzava per il castello pregai Hagrid di lasciarmi andare"
"Di che si tratta?" chiese Harry ansioso.
Ora sapeva cosa impediva ai ragni di assaltare il castello... una creatura che lui stava per abbattere e ciò fece aumentare la sua risolutezza.
I ragni dovevano morire quella notte. Tutti!
Ancora schiocchi e ancora scalpiccii. Sembrava che i ragni si stessero avvicinando.
"Noi non ne parliamo! " disse Aragog in tono perentorio.
"Non pronunciamo nemmeno il nome di quella terrificante creatura! Non l'ho detto mai neanche a Hagrid, eppure lui me l'ha chiesto molte volte".
Harry si era reso conto che i ragni lo avevano circondato ma rimase tranquillo.
“Imperio...” disse puntando il dito verso Aragog.
“Ora mi dirai chi è quella creatura... voglio il nome o ti farò maledire la tua vigliaccheria...” disse il ragazzo livido di rabbia.
La sua Hermione era in pericolo e un vecchio ragno fifone non voleva collaborare.
“N-No...” si lamentò il ragno mentre si opponeva.
“Ok...” sibilò il ragazzo.
“...io volevo essere gentile... CRUCIO!” disse evocando numerosi cerchi magici che lo difendessero dai ragni mentre sosteneva la magia.
I figli ed i nipoti di Aragog lo assalirono ma nulla poterono contro le difese del ragazzo.
“Devo continuare a lungo? Siete in molti uno di voi prima o poi uno di voi parlerà. E ti avverto... posso cruciarti per settimane...”
“S-Sei u-un m-mostro!” urlò Aragog.
“Errore... sono un demone...” rispose il ragazzo sorridendo in modo sadico.
“Un demone a cui la creatura che temi ha pietrificato la moglie quindi non farmi girare le palle ragno... o parli o mi vedrai mutilare ogni figlio e ogni figlia che hai generato... anche tua moglie se necessario a farti capire la mia sofferenza...” proseguì mentre interruppe la tortura per alcuni secondi.
“Draco... non fare il bell'addormentato nel bosco e crea una barriera che sigilli tutta la radura...”
Il biondo, pur sconvolto, si affrettò ad eseguire.
Quando la barriera fu eretta ed aveva circondato sia loro che tutti gli innumerevoli ragni che li circondavano Harry tornò a fissare il vecchio Ragno.
“Allora vuoi deciderti a parlare? Quel Mostro deve morire ma se preferisci essere tu a morire per farmi sfogare la rabbia...” lo minacciò il demone.
“È un basilisco...!” urlò Aragog terrorizzato.
“Ah vedi che quando collabori è tutto più semplice... se lo avessi detto prima non ti avrei torto un capello...” disse dandogli la schiena.
“Davvero lo ucciderai?”
“Si... ha toccato mia moglie e pagherà per ciò che ha fatto...” disse emettendo moltissima energia purpurea che fece ritrarre tutte le acramantule che lo avevano in precedenza circondato.
“...ma questo pone un problema...” proseguì il ragazzo sorridendo.
“Ah si e quale?” chiese Draco.
“Vedi non dubito che questi esseri non attacchino Hagrid, perché il loro patriarca lo rispetta. Non dubito che temano Silente... ma se noi uccidessimo il basilisco? Se Silente morisse di vecchiaia?” chiese gioendo del terrore che quel nome incuteva nei ragni.
“Chi mi assicura che loro non vadano a banchettare con gli studenti? Chi mi assicura che morto Aragog i vari ragni non inizino una guerra di successione e si espandano in ale della foresta... mi dispiace Aragog ma...”
“Ma cosa?” sbottò il vecchio aracnide.
“Voi morirete qui...” sentenziò il demone senza che alcuna emozione trasparisse dalla sua voce o dal suo volto.
Lui non era un'amante delle stragi ma, quei ragni dovevano morire per evitare che ignari studenti venissero divorati.
“Ma noi...”
“Suvvia... ci avete circondato e speravate di banchettare con noi in quanto umani vero? Beh la scuola è di mio nonno e devo tutelare i miei beni futuri...” disse il ragazzo facendo salire il cerchio in cielo fino a farlo arrivare al di sopra delle nuvole che quella notte incombevano su di loro.
“Che stai facendo?” chiese Blaise.
“Chi lo sente ad Hagrid se gli uccido uno dei suoi cuccioli... se invece l'evento fosse di origine naturale?” chiese il demone sorridendo.
“Cioè?”
“Io chiuderei gli occhi se fossi in voi e aumenterei il potere di quella barriera...” disse il ragazzo mentre lentamente vi rientrava.
Quando fu al sicuro schioccò le dita ed avvenne.
L'aria venne lacerata da un rumore assordante e il cielo venne illuminato a giorno prima che un colossale fulmine si abbattesse sulla radura.
Moltissime acramantule vennero incenerite sul colpo, altre presero fuoco contribuendo ad alimentare quello che sarebbe diventato un'incendio di dimensioni apocalittiche.
“Non sapevate che le ragnatele sono altamente infiammabili...” sorrise il ragazzo schernendo i ragni che lo fissavano con odio mentre una fiammella, generata dal palmo della sua mano, si dirigesse sulla ragnatela a forma di cupola.
In pochi secondi la radura si trasformò in un inferno.
C'erano acramantule che si dimenavano urlando a causa delle fiamme che li rivestivano... altre invece cercavano di prendere a testate la barriera nella speranza che si rompesse.
Inutile dire che quella era una speranza vana.
Draco era un demone di bassa classe si... ma un acramantula o anche mille non potevano scalfire una barriera creata per tenere lontani dei ragni.
Il risultato?
Che dopo le prime testate anche i ragni più stupidi decisero di smettere.
Questo perché Draco, per difendere i suoi amici aveva impregnato le sue barriere con il fuoco.
In pochi secondi i ragazzi videro le fiamme divorare ogni forma di vita... dai ragni alle piante e ai funghi.
Quando Harry si rese conto che erano gli unici superstiti schioccò nuovamente le dita e dalle nuvole un intenso acquazzone cadde sul castello e sul parco di Hogwarts.
In pochi minuti l'acqua spense le fiamme lasciando scheletri di acramantule incenerite sul suolo assieme a ciò che rimaneva degli alberi che lambivano la tana di Aragog.
Fu in quel momento che Harry, sicuro che la pioggia sarebbe durata ancora per molto, fece apparire un cerchio magico per il teletrasporto che ricondusse le serpi nel loro dormitorio.
 
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Note d'autore
 
Chiedo scusa agli amanti dei ragni per il trattamento ricevuto ma non ho mai amato quelle cose pelose.. specialmente se gigantesche e poco sportive ma veniamo a noi.
Herm pietrificata assieme al paparino, questo per ovvi motivi visto che un'arcangelo un piccolo basilisco se lo mangia a colazione.
tenete a mente ciò che è successo oggi da Hagrid perchè avrà conseguenze molto divertenti con la nostra rospa preferita.
Che altro aggiungere... beh... diciamo che vi porgo in ritardo gli auguri di buon natale e in anticipo quelli per l'anno nuovo :)
Ci si vede presto :)

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Capitolo 20
*** La Camera dei Segreti ***


Salve a tutti... no, non sono morto ma come ho detto a chi mi ha cercato ho avuto i muratori a casa e una connessione presente solo nel cellulare inutile per postare nuovi capitoli.
Inoltre, anche se non è grave, ho avuto alcuni problemi al braccio che i più vecchi lettori delle mie tre fiction dovrebbero ricordare e ho speso molti giorni in giro tra vari reparti. Dovrei operarmi tra un mese al gomito ed è prevista una lunga riabilitazione ma non fasciamoci il gomito prima del tempo.
Vi lascio liberi di leggere il nuovo capitolo e vi aspetto numerosi nei commenti :)

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La camera dei Segreti.
 
Giunti nel dormitorio i ragazzi si guardarono con amarezza.
“Un Basilisco...” sospirò Harry.
“...Questo spiega tutto... il basilisco fu creato da Herpo il folle un rettilofono greco che fece covare un uovo di gallina da un rospo. Mi pare che creò qualcos'altro questo folle... una magia sulle croci (*) mi pare...” sospirò Harry ma un'altro problema era alle porte.
I tre ragazzi infatti lo guardarono sconvolti.
“Quelle erano maledizioni senza perdono...” sentenziò Draco.
“E allora?” rispose il ragazzo serafico che non capiva il problema esposto dal suo alfiere.
“Sono illegali...”
“Beh Draco hai ragione ovviamente ma solo se un mago le usasse su un uomo. Non mi pare che, ad oggi, i ragni rientrino nel genere umano. E poi ti ricordo che sono un demone... io non corro i rischi degli umani nell'usare la magia nera...”
“Rischi?” chiese Ron confuso.
“Se uccidi l'anima si lacera... ma questo vale per gli umani. Noi demoni non subiamo un simile effetto collaterale.” spiegò Harry mesto che si affrettò a cambiare argomento.
“Ora però sappiamo che il nemico è un basilisco dobbiamo decidere come agire..." disse sforzandosi di rimanere impassibile all'idea di affrontare un nemico velenoso senza poter fare affidamento sugli occhi. "Ma loro uccidono con lo sguardo ed è morta una sola persona...” obiettò Blaise.
“Nessuno lo ha guardato direttamente...” spiegò Harry.
“...Colin gira sempre con la macchina fotografica... quello di tassorosso aveva Nick davanti ed avrà sicuramente visto attraverso di lui il viscido bestione.”
“Quello di tassorosso?” chiese Ron sorridendo beffardo.
“Senti Ron... non puoi pretendere che ricordi i nomi di tutti.. soprattutto se sono maschi...” sbottò Harry stizzito.
“Si ma non torna...” intervenne Draco.
“Perchè?”
“Mrs Purr? Hermione, Azazel e la Light? Loro come hanno visto la scena?”
“La gatta di gazza era in piedi sull'acqua e per esperienza ti posso dire che i gatti non sostengono mai lo sguardo di un predatore. Hermione e la Light avevano uno specchio e mi posso giocare le palle che lei sapeva del Basilisco o non avrebbe mai tenuto uno specchio vicino. Mia moglie non è un oca che si porta dietro l'occorente per il Make-up a parte che è già sposata e non ha bisogno di far colpo su di me...”
“Ed Azazel?" chiese Blaise incalzando il suo Re.
“Forrest ci ha fatto allenare a combattere ad occhi chiusi ricordate?”
“Si...” dissero in coro.
“Mio suocero ha gli occhi scuri... ultimamente invece li aveva chiari...”
“Avrà usato un incantesimo...” replicò Ron.
“No... lui è uno scienziato brillante e combatteva prima ancora che nascesse il genere umano. Se ci siamo arrivati noi anche lui avrà fatto il collegamento non appena avrà visto la gatta, l'acqua, Colin e il tasso. Si unisce il nome di Serpeverde e tutto ha un senso.”
“E perché?" chiese Draco
“Perchè Azazel conosce le Sacred gear e se ci fosse un possessore di SG estraneo al mio gruppo qui... ad Hogwarts intendo... beh l'avrebbe già rintracciato come fecero con mio cugino quando dovettero ammazzarlo per evitare che perdesse il controllo di Yamata Quindi tutti avevano escluso le Sacred Gear a priori...”
“Si ma che c'entra con l'incantesimo?" lo incalzò Blaise.
Sospirando il ragazzo si alzò e si avvicinò ad un cassetto da cui prese un cofanetto che conteneva strani prismi di vetro.
“Sono lenti a contatto... vetri per correggere la vista...”
“E dici che Azazel li stesse usando?”
“Si Ron, ne sono certo... questi me li ha dati lui...” rispose Harry serio.
“E allora che si fa?”
“Da domani li indosserete tutti... meglio pietrificati che morti. In caso con la pozione di mandragola tutto finirà.”
“Ok... e poi?”
“Poi andremo in infermeria e giuro che sbatterò i piedi se necessario... infine andremo a parlare con la ragazza morta cinquantanni fa nel bagno...”
“E come? È morta Harry...” sbottò Ron.
“Già e non conosciamo nessun defunto che passa le giornate in un bagno vero?” chiese il ragazzo sorridendo in modo sadico mentre tutti coglievano la sottile allusione.
“Adesso andate a letto e se Hagrid chiede un fulmine ha ucciso i ragni mentre eravamo li... un incendio e noi siamo dovuti scappare... chiaro?”
“Si boss...” risposero i ragazzi dirigendosi in camera.
“È giunto il momento che la diatriba con Sally finisca e credo che mi divertirò ad uccidere il suo serpente preferito...” mormorò il ragazzo sdraiandosi sul letto.
 
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La mattina dopo.
 
Se l'umore dei ragazzi quel giorno era nero, durante la prima lezione del mattino, quella di Trasfigurazione, accadde qualcosa che, per la prima volta da settimane, gli fece odiare Hogwarts.
A dieci minuti dall'inizio della lezione, la professoressa McGranitt annunciò che gli esami avrebbero avuto inizio il primo di giugno, di lì a una settimana.
"Esami?" gemette Draco Malfoy.
"Ancora si parla di esami?"
Davanti a Harry si udì un gran tonfo, perché la bacchetta magica di Neville Paciock era scivolata, facendo scomparire una delle gambe del banco.
Harry lo riparò col cenno di una mano e continuò a guardare la docente accigliato.
"L'unica ragione per tenere aperta la scuola, in questo momento è che voi riceviate un'istruzione" disse inflessibile.
"Gli esami si terranno quindi come di consueto, e confido che tutti vi stiate impegnando nello studio"
“Impegnare nello studio?” tuonò Harry con un cipiglio che fece desistere la Mc Granitt dal richiamarlo.
“...e come? Me lo può dire? Mia moglie è pietrificata su un letto e non mi è concesso nemmeno andarla a trovare perché l'infermiera teme che possa ucciderla in qualità di erede di Serpeverde. Per quasi un anno appena mi vedevano tutti mi davano addosso dicendo che ero il fottutissimo erede di Serpeverde ed ora, appena passo, tutti i vigliacchi che mi accusavano mi fanno le condoglianze nemmeno fossi rimasto vedovo. E secondo lei dovrei fare anche gli esami? Se lo può scordare... io non sosterrò esami senza mia moglie e visto che verrò bocciato assieme a lei io andrò in infermeria e rimarrò li fino a quando l'inferno non gelerà o lei non si risveglierà.” disse alzandosi e lasciando le sue cose sul tavolo mentre la classe lo guardava sconvolto.
I suoi ragazzi invece, sorridendo mesti, cercarono di giustificarlo.
“Lo perdoni prof... è un anno che soffre per questa situazione ed ora l'unica persona con cui si confidava è pietrificata...” disse Blaise.
“...Anche se non aveva tutti i torti... tutta la scuola l'ha accusato solo perché si trovava sul luogo della prima aggressione. Non ha potuto nemmeno stare un secondo fuori dalla sala comune di Serpeverde quest'anno, se si escludono gli allenamenti...” disse Ron raccogliendo il coraggio a due mani.
La Mac Granitt invece non disse nulla si limitò a sospirare.
“Gli vuole molto bene vero?”
“Beh sono cresciuti assieme... è da quando hanno cinque anni che vivono sotto lo stesso tetto....” si limitò a dire Draco.
“Per oggi lascerò correre ma avvisate il vostro amico che, appena la sua consorte si sarà ripresa, passerà molte ore in punizione decretò la donna mentre i ragazzi si limitarono ad annuire.
"In ogni caso, per coloro che non hanno motivi validi o la voglia di ripetere un anno, Le istruzioni del professor Silente sono di mantenere il normale andamento della scuola" disse.
"E non serve ricordarvi che ciò significa verificare quanto avete appreso quest'anno e ciò avverrà entro la fine del mese."
 
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Dopo la sfuriata che Harry aveva fatto, i giorni passarono e di lui nessuno seppe più nulla.
Si chiuse in infermeria per giorni e giorni fino a quando Madama Chips lo informò, a tre giorni dalla prima prova d'esame, che la Professoressa Sprite aveva comunicato che le mandragole erano finalmente pronte per essere raccolte e che quella notte sarebbero stati in grado di rianimare le persone che sono state pietrificate.
Magari qualcuno avrebbe riconosciuto l'aggressore ma Harry non fiatò.
Stava aspettando quel momento da giorni.
L'aggressore avrebbe fatto di tutto per mettere a tacere le sue vittime e quindi avrebbe agito quella notte.
Quella notte il basilisco avrebbe girato ancora per i corridoi della scuola.
Fu in quel momento che il ragazzo prese il libro che aveva ordinato al ghirogoro ed continuò a leggerlo.
Dei molti, spaventosi animali e mostri che popolano la nostra terra, nessuno è più insolito è micidiale del Basilisco, noto anche come il Re dei Serpenti. Questo serpente, che può raggiungere dimensioni gigantesche e che vive molte centinaia di anni, nasce da un uovo di gallina covato da un rospo. Esso uccide in modo portentoso: oltre alle zanne, che contengono un potente veleno, anche lo sguardo del Basilisco provoca morte istantanea. I ragni fuggono davanti al Basilisco, perché è il loro nemico mortale e il Basilisco fugge solo quando ode il canto del gallo, che gli è fatale.
“Un mostro simile e solo poche righe in un libro di centinaia di pagine...” sospirò il ragazzo.
“Yamata tu pensi di poterlo battere?”
[Col mio vecchio corpo si... avrei anche potuto fissarlo negli occhi... non sarei morta ma tu no piccolo. Tu devi stare con gli occhi chiusi. Le lenti ti trasformeranno in pietra ma se c'è colui che lo controlla ci metterebbe poco a distruggere una statua.] lo ammonì la dragonessa.
“Bella forza... un mago potrei avvertirlo... ma un rettile privo di aura come minchia lo combatto ad occhi chiusi...”
“Beh io un piano c'è l'ho...” disse la dragonessa.
“...e penso di sapere come un rettile così immenso si muove per la scuola.” proseguì Yamata prima che la porta si aprisse di colpo.
Era notte, il banchetto era finito e i suoi tre amici lo avevano raggiunto trafelati.
“Ha preso Ginny!” sussurrò Ron esagitato come mai lo aveva visto.
“Percy e gli altri sono con Mr Forrest e i miei genitori... tutti i docenti sono con lui sai che vuol dire vero?” proseguì il rosso.
“Si che dobbiamo andare a prendere a calci nel culo un biscione millenario...”
“Si ma da dove iniziamo... lei potrebbe... lei...”
“Ron... controllati... sono rimasto qui a studiare un piano. In verità temevo che avrei incontrato erede e Basilisco qui... ma se mi hanno sfidato in modo così plateale... chi sono io per rifiutare la sfida...” disse sorridendo ed evocando il cerchio magico confortato dal fatto che Forrest era li, nascosto nell'ombra a guardarlo.
Ci aveva messo due anni ma finalmente aveva capito come potesse avergli fatto da precettore e aver tenuto lezione qui in simultanea.
Per anni aveva usato il Booster Gear per raddoppiare non il suo potere ma il suo intero corpo.
Era lui ad averli spiati sul treno quando, il primo settembre dello scorso anno, aveva terrorizzato Tiger e Goyle...
Per questo non si preoccupò minimamente a lasciare sola Hermione perché sapeva che non poteva essere in mani migliori.
 
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Si erano appena smaterializzati nel bagno di Mirtilla quando se la trovarono davanti.
“Oh Harry... ciao...” disse civettuola la fantasma.
“Ehi ciao Mirtilla... volevo chiederti una cosa... tu come sei morta?”
“I-Io?”
“Si tu.. sai per conoscerti meglio...”
“Beh ero nel mio cubicolo a piangere perché Olive Hornby mi aveva preso in giro quando ho sentito una voce di ragazzo che parlava una lingua strana. Ho aperto e puff sono morta...”
“Puff?” chiese Ron col suo solito tatto.
“Beh si...”
“E non hai visto nulla di insolito?” chiese Harry sforandosi di sembrare interessato al racconto.
“Beh ora che mi ci fai pensare degli enormi, occhi gialli...”
“Bingo” pensarono i ragazzi
"E in che punto, esattamente, hai visto gli occhi?" chiese Harry ansioso.
"Da quella parte" rispose Mirtilla indicando vagamente verso lo scarico di fronte al suo gabinetto.
Harry e i suoi amici vi si precipitarono e lo esaminarono centimetro per centimetro, dentro e fuori, compresi i tubi sottostanti.
Sembrava un comunissimo scarico ma poi, d'un tratto, Harry lo vide: inciso su uno dei rubinetti di rame c'era un piccolo serpente.
"Quel rubinetto non ha mai funzionato" disse Mirtilla vivacemente mentre
Ron cercava di aprirlo con tutta la sua forza di Torre.
Ma fu tutto inutile.
Ad un certo punto però successe qualcosa di anomalo.
Harry, che fino a quel momento non aveva mai visto un serpente, ne un rettile in vita sua, Ophelia e Tannin esclusi, sentì una forza misteriosa crescere dentro di lui.
Il demone si concentrò e continuò a fissare il rubinetto come se fosse in trance e all'improvviso parlo.
"Apriti!" ma le sue parole ebbero un suono diverso dal solito : uscirono in uno strano sibilo che grazie al Language i ragazzi compresero.
Subito il rubinetto brillò di una vivida luce bianca e prese a girare.
Un attimo dopo il lavandino cominciò a muoversi, sprofondò e scomparve alla vista lasciando scoperto un grosso tubo, un tubo largo abbastanza da lasciar passare un uomo.
“Avevi ragione Yamata...” disse Harry sorridendo.
[Ho sempre ragione Baby...] rispose di rimando
Harry sentì i ragazzi trattenere il fiato.
“Avete tutti le lenti che vi ho dato?”
“Si...” risposero.
“Bene allora Alons-y mes Amis” disse gettandosi nel tubo.
“Geronimo...” urlò mentre calandosi nel tubo lasciò la presa.
Fu come scivolare lungo una pista viscida e senza fondo.
Vide altri tubi diramarsi in tutte le direzioni, ma nessuno era grosso come il loro, ripido, tutto curve e giravolte.
Capì che stavano sprofondando sotto il livello della scuola, addirittura oltre quello dei sotterranei.
Dietro sentiva Ron e gli altri che, a ogni curva, urtavano leggermente contro le pareti.
Poi, quando già cominciava a preoccuparsi di quel che sarebbe accaduto se avessero toccato terra, il tubo tornò in piano e lui fu catapultato fuori con uno splash, atterrando sul pavimento bagnato di un buio tunnel di pietra, abbastanza spazioso da permettergli di stare in piedi.
"Dobbiamo trovarci a centinaia di metri sotto la scuola" disse Harry, e dall'oscurità del tunnel gli giunse l'eco della sua voce.
"Probabilmente siamo sotto il lago" disse Draco perlustrando le pareti nere e viscide.
Tutti si voltarono a scrutare l'oscurità che gli si spalancava davanti e ancora decisero che sarebbe stato meglio non accendere luci per evitare di essere visti.
"Andiamo" disse poi rivolto ai ragazzi e si avviarono.
I loro passi rimbombavano secchi sul pavimento bagnato.
"Appena sentite qualcosa muoversi" disse Harry a bassa voce mentre procedevano con circospczione" ricordatevi di chiudere immediatamente gli occhi... "
Ma nel tunnel regnava un silenzio di tomba e il primo rumore inatteso che li fece sobbalzare fu un sonoro scricchiolio, perché Ron aveva pestato qualcosa che poi risultò essere il teschio di un topo.
Harry abbassò la bacchetta per ispezionare il pavimento, dove vide una miriade di piccole ossa di animali. Sforzandosi in tutti i modi di non pensare all'aspetto che avrebbe potuto avere Ginny se l'avessero trovata, proseguì, superando una curva.
"Harry, più avanti c'è qualcosa... " disse Blaise con voce soffocata afferrandolo per una spalla.
Quel che videro li raggelò. Harry riuscì a intravedere soltanto la sagoma di qualcosa di immenso, tutto spire, steso di traverso nel tunnel.
Era immobile.
"Forse dorme" disse trattenendo il respiro e voltandosi a guardare i suoi compagni.
Harry si voltò di nuovo verso la cosa, con il cuore che gli martellava così forte da fargli male.
Molto lentamente, tenendo gli occhi aperti solo quel tanto che gli consentisse di vederci, avanzò.
Era una gigantesca pelle di serpente di un vivido color verde fiele che giaceva arrotolata e vuota sul pavimento.
La creatura che l'aveva abbandonata doveva essere lunga almeno sei metri.
"Per la miseria!" esclamò Ron con un filo di voce cercando di avvicinarsi.
Nel farlo però si appoggiò ad una parete e, senza tenere conto della sua nuova forza, ruppe un'architrave che reggeva la volta della cavarne.
“Draco... una barriera presto...” urlò Harry preoccupato per gli amici che erano a qualche metro da lui.
Il Serpeverde riuscì ad evocarla giusto pochi attimi prima che venissero travolti dalle rocce.
Quando il rumore della frana cessò, e la polvere si depositò a terra, il ragazzo vide che tra le rocce una luce azzurrogliola filtrava.
“Idiota... quando imparerai a contenere la tua forza. Mr Forrest te lo dice sempre...” sbottò Draco rifilando un calcio negli stinchi di Ron.
"E ora che cosa facciamo?" chiese Blaise disperato.
Harry alzò lo sguardo sul soffitto del tunnel, dove si erano aperte crepe enormi e se a questo si aggiungeva che erano ore che Ginny risultava scomparsa...
Harry capì che c'era una sola cosa da fare.
"Aspettate qui" disse ai ragazzi
"Se non sono di ritorno fra un'ora..." disse mentre ci fu una pausa carica di tensione.
"Io, intanto, cercherò di spostare un po' di massi" disse Ron sforzandosi di mantenere ferma la voce.
"Così potrai... potrai trovare un varco quando torni. E... Harry... "
"Ci vediamo tra poco" disse Harry cercando di dare alla sua voce un tono fiducioso.
E si avviò da solo, oltrepassando la pelle del serpente gigante.
Ben presto non sentì più il rumore dei massi spostati da Ron.
Superò un'altra curva e poi un'altra ancora. Sentiva ogni nervo tendersi in modo sgradevole.
Non vedeva l'ora di arrivare alla fine del tunnel, eppure aveva paura di quel che avrebbe trovato in fondo.
Poi, dopo un'ennesima curva si trovò di fronte una parete su cui erano scolpiti due serpenti attoreigliati che al posto degli occhi avevano due grandi smeraldi scintillanti.
Harry si avvicinò ed intuì quel che doveva fare.
Si schiarì la gola e gli occhi di smeraldo ebbero un fremito.
“Apriti" disse in un sibilo debole e soffocato.
I serpenti si sciolsero dal loro groviglio e la parete cominciò a spalancarsi, dividendosi in due metà.
 
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Si ritrovò nell'ingresso di una sala molto lunga, debolmente illuminata. Pilastri di pietra torreggianti, formati da altri serpenti avvinghiati, si levavano fino al soffitto, perdendosi nel buio e gettando lunghe ombre nere nella strana oscurità verdastra che avvolgeva il luogo.
Harry rimase in ascolto nel silenzio gelido pronto a captare ogni rumore che provenisse dal serpente.
Non sentendo nulla di sospetto tirò fuori la bacchetta magica e cominciò ad avanzare fra le colonne sinuose.
L'eco dei suoi passi circospetti rimbalzava sulle pareti nere.
Harry teneva gli occhi socchiusi consapevole che vicino a lui qualcuno stesse cercando di sopprimere il suo potere.
Non era un mago molto abile ed Harry lo sapeva.
Lui stesso da bambino sopprimeva la sua aura in una maniera migliore.
Poi, giunto all'ultima coppia di colonne torreggianti contro la parete di fondo, si ritrovò davanti una statua alta fino al soffitto.
Era il volto antico di un vecchio mago, con una lunga barba rada che gli arrivava quasi fino all'orlo della veste scolpita, lunga fino a terra, e due enormi piedi grigi che poggiavano sul pavimento levigato della stanza.
Tra i piedi, giaceva bocconi una figurina vestita di nero dai capelli rosso fiamma.
"Ginny!" bisbigliò Harry precipitandosi verso di lei.
"Ginny! Dimmi che non sei morta! Ti prego, dimmi che non sei morta!" Poggiò la bacchetta accanto a sé, prese la ragazzina per le spalle e la voltò.
Aveva il volto roseo e caldo ma gli occhi erano chiusi.
“È stata schiantata...” disse a voce abbastanza alta prima di accorgersi della presenza di un secondo essere coricato dopo la ragazza.
Era Dobby, l'elfo preferito di Draco, che giaceva esamine dietro Ginny.
Lui però era morto, ed i vermi che uscivano dal suo corpo - e da ciò che un tempo erano i bulbi oculari - lo provavano.
“Cosa stai aspettando? Vuoi un invito del Ministro per farti vedere? Lei è stata schiantata... quindi è ovvio che qui ci sia un mago... un mago mediocre da ciò che sento...”
“Sei abile nipote di Mephisto... la tua sconfitta mi porterà molta gloria.” esordì una voce suadente.
Al pilastro più vicino era appoggiato un ragazzo alto dai capelli neri.
“Chi sei... non ti ho mai visto a scuola...”
“Beh puoi considerarmi uno studente fuori corso... studiavo qui quando Mirtilla fu uccisa e Hagrid accusato dell'increscioso episodio...”
Harry lo aveva capito dal tono e da come si muoveva.
Lui era il colpevole di tutto ma doveva avere più di settantanni ed invece non ne dimostrava più di sedici.
“Non hai risposto... chi sei o dovrei dire... cosa sei?”
"So per certo che non sei un fantasma... non emani la loro aura tipica.." disse prendendo tempo.
"Un ricordo" rispose Riddle abbassando la voce.
"Un ricordo conservato in un diario per cinquant'anni"
“Ah ora capisco... beh vorrà dire che Silente o Mr Forrest mi illumineranno su che magia hai usato più tardi... ma una cosa la vorrei sapere sai, prima di ucciderti...”
“Quanta sicurezza...”
“Come ha fatto il diario ad uscire dal Caveaux personale del Malfoy Manor? Hai stregato l'elfo?”
“No... un mio fedele servitore che mi aspetta fuori di qui, sapeva del diario e, mentre voi eravate ospiti di Lucius, ha agito. Ha imperiato l'elfo e lo ha costretto a rubare il diario. Non so come ma l'elfo c'è riuscito... poi...”
“Poi?” lo esortò il demone.
“Beh poi lo ha costretto ad usare il diario in modo che io i nutrissi della sua energia vitale e potessi ricrearmi un corpo. Grazie al povero Dobby ho ottenuto molte informazioni su di te... tra cui...”
“Il fatto che ti ho aperto il culo undici anni fa e che l'ho fatto di nuovo lo scorso anno, Voldy?” chiese soddisfatto nel vedere la smorfia di disgusto sul volto del ragazzo non appena udì le parole e il diminutivo del suo celebre soprannome.
“Sai chi sono?”
“Suvvia... anagrammare Tom Marvolo Riddle in I'm Lord Voldemort... anche un bambino lo capirebbe...” lo derise il demone riferendosi alla scritta che aveva letto sul diario.
“Beh oggi la tua fortuna finirà qui...” disse il ricordo mostrando la bacchetta di Harry.
“Se ne sei convinto...” rispose Harry puntandogli il dito contro.
“Cosa ti rende tanto sicuro di te...”
Il silenzio fu l'unica risposta del ragazzo mentre un piccolo cerchio magico si creò a livello del suo dito.
Poi una fitta di dolore colpì il giovane Voldemort che per la sorpresa cadde a terra.
“Mai subito una maledizione Cruciatus? Mio nonno mi ci faceva sottoporre ogni giorno da quando avevo sei anni... ho sopportato ogni genere di tortura ed allenamento affinché un giorno io potessi ucciderti lurido bastardo. Elettricità, la tortura del sale, quelle dell'inquisizione... ho perso il conto di quanto ho sofferto a causa tua...”
“U-Un i-incantesimo n-non v-verbale?”
“Ovvio... i demoni non parlano quando usano la magia è ovvio che il meccanismo si possa emulare con la vostra... oltre ad essere un vantaggio in un duello...” spiegò il Demone animato da un insolita crudeltà.
“Ma il contratto...”
“Oh sai del contratto? Non mi pare però che un ricordo sia una persona giuridica... al massimo è una prova... ergo non hai i diritti che ha il tuo creatore...” disse aumentando l'intensità della maledizione.
Stava per portare l'intensità ad un livello tale da ucciderlo quando avvertì il rumore di un oggetto che si avvicinava a gran velocità.
[Marmocchio è lui...]
“Lo so...” rispose il ragazzo chiudendo gli occhi e scartando di lato.
“Mi dispiace ragazzo... ma la tua ora è giunta. Il mio cucciolo è appena tornato dalla sua caccia.” disse Voldemort in versione giovanile alzandosi e tornando a ridere beffardo.
Harry aveva chiuso gli occhi troppo tardi e a causa di questa sua disattenzione, si ritrovava un braccio completamente pietrificato.
“Mettermi una benda non servirebbe a nulla... lui l'appellerebbe. E non riesco a chiudere del tutto gli occhi durante un combattimento. Il mio istinto mi impedisce di farlo.” pensò il ragazzo sorridendo mesto
Sapeva che Tom lo stava guardando con il basilisco che lo circondava.
“Ok... hai vinto tu... non posso ottenere una vittoria perfetta... ma la sorella di un mio prezioso servo e mia moglie reclamano vendetta...” disse il ragazzo richiamando la sua bacchetta con un cenno del polso.
Si voltò verso Ginny e fece apparire numerosi cerchi magici protettivi che l'avrebbero schermata da ciò che temeva sarebbe successo.
Poi sollevò la mano rimastagli all'altezza del suo volto chiudento il pollice, l'anulare ed il migliolo mentre il suo corpo iniziava a tremare.
“Che hai intenzione di fare?” chiese il ricordo di Riddle allarmato da un atavico moto di curiosità che non provava da decenni ormai.
“Qualcosa che ho visto fare in un cartone animato giapponese... volevo evitarlo ma il fato non è stato clemente con me...” disse il ragazzo continuando a dargli le spalle.
“Ovvero? Illumin...” cercò di dire il ricordo di Voldemort.
Ma si bloccò.
L'orrore di ciò che sapeva di essere in procinto di guardare gli gelò il sangue nelle vene.
La mano di Harry si ricoprì di energia e si avvicinò velocemente al volto del demone che, senza proferire una singola parola, senza imprecare o emettere un benchè minimo grido di dolore, venne attraversato da alcuni spasmi che nemmeno il suo grande allenamento gli permise di evitare.
Poi vi fu il rumore che di solito si sente quando un liquido tocca il suolo dopo una discreta caduta e Voldemort lo vide.
Harry si era voltato verso di lui con l'indice ed il medio della mano che ancora godeva di una certa libertà di movimento ricoperti di sangue.
“Ma tu sei pazzo...” esclamò Voldemort mesto.
“Lo prenderò per un complimento... Non posso combattere con gli occhi chiusi. Sono in grado di fare molte cose ma combattere e costringermi a stare ad occhi chiusi allo stesso tempo mi risulta difficile... perdonami non sono un rivale cosi mitico come credevi...” disse sospirando mentre attivava un piccolo cerchio magico a livello del volto per arrestare la fuoriuscita di sangue.
“Ora sono pronto...” disse il demone espandendo la sua aura al massimo e preparandosi a combattere.
uccidilo...” sibilò Voldemort mentre il corpo di Harry era ricoperto da un aura purpurea.
Il Basilisco non se lo fece ripetere due volte e con tutta la velocità che possedeva lo aggredì.
Harry sentiva i suoi movimenti e risciva a schivare i colpi ma la pelle corrazzata del bestio gli impediva di fare danni.
“Merda... se avessi una catena di Blaise potrei ucciderlo convogliando le tue fiamme...” sbottò il ragazzo
[Usale lo stesso...]
“Sono cieco... se manco il bersaglio rischio di creare un varco nelle mura e ti ricordo che siamo sotto il lago. Non è proprio la morte che mi ispira di più... a parte che temo che il bestio sia capace di trattenere il fiato...”
[Ti serve un arma? ] chiese la dragonessa.
“Si mi servirebbe perché? Ma dubito che quel bastardo razzista di Godric presterebbe la sua a un Serpeverde...” rispose il ragazzo mentre continuava ad evitare la coda, il corpo o la testa del Basilisco come meglio poteva.
[Allora fai ciò che ti dico...] disse la dragonessa emettendo una risata gutturale.
Il demone obbedì e smise di muoversi fingendo di ansimare per la fatica.
finiscilo ora mio servo...” ordinò Voldemort vedendo Harry privo di energia.
Il basilisco scattò in avanti con le fauci ben aperte pronte ad addentare la carne del demone quando...
[È a ore 12... aspetta il mio segnale... tra tre.. due... uno... ADESSO...] urlò Yamata.
Harry scartò di lato e concentrò tutta la sua energia nella sua mano.
In quel momento una Katana giapponese priva di guardia si materializzò nella mano di Harry che si gettò in avanti e trafisse con estrema facilità il cranio del Basilisco.
[Finiscilo hai ancora nove secondi...]
“Stile del Drago... Fiamme venefiche del Drago...” urlò il ragazzo trasferendo tutta la sua energia nell'unico arto rimastogli.
Fiamme viola ricoprirono la lama della spada iniziando a bruciare e a corrodere il Basilisco.
“Ma non è possibile... il fuoco lo capirei... ma il veleno di...” cercò di dire Riddle prima che la fiammata, sfondando l'osso temporale opposto a quello da cui era entrata lo colpisse in pieno riducendolo a un ombra su di un pilastro.
Non riuscendo a percepire più l'energia di Riddle, il ragazzo si permise il lusso di tirare un respiro di sollievo.
In quel momento, alle sue spalle, giunse un lamento flebile : Ginny si stava risvegliando.
Harry le si avvicinò barcollando, usando la spada come bastone per evitare eventuali ostacoli.
Il tempo di raggiungerla e lei si era già messa seduta.
I suoi occhi, stupefatti, andavano dalla grossa sagoma del Basilisco, ridotto ad uno scheletro fumante, a Harry e ai suoi abiti tutti insanguinati, ed infine...
Sospirò profondamente e rabbrividì; poi le lacrime cominciarono a rigarle il viso.
"Harry... oh, Harry... i tuoi occhi... "
"Non ti preoccupare..." disse Harry abbassando le palpebre.
“...il sangue non è mio ma del basilisco. Colui che ti ha rapito è morto e tu sei salva... il resto non conta...” disse il ragazzo cercando il volto della ragazza con la mano.
Falli numerose volte ma non diede in escandescenza.
Non voleva che la ragazza si sentisse in colpa.
“Mi faresti il favore di farmi strada? Sai magari Madama Chips può aggiustarli... ma fino ad allora temo di avere un piccolo problemino nell'evitare gli ostacoli...” proseguì il ragazzo mentre avvertiva la Katana svanire dalla sua mano.
Il tempo del prestito era finito.
La ragazza annuì debolmente e quando si alzò porse la mano al demone che accettò l'aiuto sorridendo.
“Su andiamo...” disse Harry lasciandosi guidare verso l'uscita.
All'improvviso il demone si ricordò che la ragazza fosse del primo anno e per questo evocò un piccolo cerchio magico da cui uscì fuori un globo di luce rossa che si posizionò sopra le loro teste e li seguiva passo dopo passo.
“Perchè rossa?” chiese la ragazza che aveva comunque capito che Harry avesse evocato la luce per lei.
“La luce rossa, permette di illuminare uno spazio maggione a parità di dispendio energetico.” si limitò a rispondere il ragazzo.
Grazie al globo riuscirono a camminare abbastanza in fretta fino a quando arrivarono all'esuvia del Basilisco morto e poi ripercorsero il tunnel.
Harry udì la porta di pietra richiudersi alle loro spalle con un lieve sibilo.
Stavano attraversando già da qualche minuto la galleria, con l'ausilio di quella fonte di luce artificiale, quando Harry sentì in lontananza un rumore di massi spostati lentamente.
"Ron!" gridò affrettando il passo."Ginny sta bene! È qui con me!"
Gli rispose il grido soffocato dell'amico e dopo l'ultima curva scorsero la sua faccia ansiosa scrutare attraverso il grosso varco che era riuscito ad aprire nel mucchio di massi.
"Ginny!" Ron allungò un braccio attraverso il varco per aiutarla a passare per prima."Sei viva! Non riesco a crederci! Cos'è successo?"
Cercò di abbracciarla, ma Ginny lo tenne a distanza, sempre singhiozzando.
"Ma stai benone, Ginny" disse Ron raggiante.
"È tutto finito, è... Harry.... cosa ti è successo?" chiese il rosso mentre gli altri due lo fissavano incapaci di articolare una sillaba.
"Te lo spiegherò quando saremo usciti da qui" disse Harry lanciando un'occhiata a Ginny.
"Ma... "
"Più tardi" tagliò corto Harry.
Non gli pareva una buona idea dire a Ron chi aveva aperto la Camera, perlomeno non davanti a Ginny.
Sorretto da Blaise il ragazzo ripercorse il percorso fino all'imboccatura del tubo quindi fissò Draco.
“Perchè mi guardi?”
“Oh come siamo spiritosi... spero che ad un uomo senza gambe non chiederai di non pestargli i piedi o non offrirai la mano ad uno che magari ha una protesi...”
Draco sentendolo parlare arrossì.
“Scusa Harry...” mormorò mesto.
“Bene ora visto che tu sei il mio alfiere, ovvero quello che ha fatto un allenamento per aumentare il tuo potere magico, crea il cerchio magico e portaci nell'ufficio di Forrest. Sento che ci sono i genitori di Ginny. C'è anche Silente e Forrest... lo farei io ma sono a secco...”
“Ma sei sicuro... e se ci spaccassimo?”
“Il cerchio, come avresti dovuto studiare quest'estate, crea una barriera attorno al gruppo. Non ci si può spaccare usandolo...” rispose Harry amareggiato lui era sul punto di svenire e Draco faceva il pavido.
“Si ma Mr Forrest ha detto che non si possono portare altre persone...”
“Quello vale per coloro legate alla chiesa... se Ginny fosse una suora o una sacerdotessa allora si... il cerchio su di lei non funzionerebbe... ma lei è la sorella di un amico quindi il cerchio di mio nonno non farà problemi...” disse sospirando.
In quel momento gli sarebbe servita Hermione.
Lei non avrebbe fatto tre ore di polemiche.
Il ragazzo dei Malfoy allora degluitì e evocò il cerchio per il trasferimento.
Un cerchio rosso comparve sotto i loro piedi ed iniziò a lampeggiare prima che il gruppo di demoni svanisse dal tunnel e ricomparisse nell'ufficio del Vicepreside.
 
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Per un attimo regnò il silenzio, mentre sul soffitto dell'ufficio comparve l'enorme sigillo dei Pheles.
Poi Forrest fece segno a tutti di spostarsi agli angoli della stanza ed ebbero appena il tempo di obbedire all'ordine che Ron, Draco e Blaise caddero come pere cotte sul pavimento.
Harry, che teneva Ginny in braccio, invece si limitò ad aprire le ali e planare fino al pavimento.
Quando raggiunsero il suolo la madre di Ron urlò.
"Ginny!"
La donna per tutto quel tempo era rimasta seduta, in lacrime, davanti al camino.
Era naturale quindi che balzasse in piedi, seguita dal marito, per precipitarsi verso la figlia non appena se la vide cadere giù.
Ma Harry continuava a rimanere con gli occhi chiusi e questo non sfuggi ne a Piton, ne a Forrest e nemmeno a Silente che si trovava in piedi accanto al camino chino sulla professoressa McGranitt che ansimava premendosi il petto.
Harry non ebbe modo di muoversi quando lui e gli altri ragazzi si ritrovarono tra le braccia di mamma Weasley.
"Tu me l'hai salvata! Tu me l'hai salvata! Come hai fatto?"
"Credo che tutti noi vorremmo saperlo" disse Piton con un filo di voce.
Harry sentendolo sospirò e chiese chi ci fosse nella stanza oltre ai signori Weasley, Silente, Piton, la Mac Granitt, Mr Forrest e loro.
Un uomo infatti si era avvicinato a lui ed Harry ne aveva avvertito il profumo del dopobarba che sapeva di pioggia.
Ciò che Harry non vide era la mano che gli stava porgendo da alcuni minuti.
“Harry... ci sarebbe il ministro...” disse Draco sospirando.
“Oh dove?” chiese il ragazzo mentre tutti si guardavano straniti.
“Dammi la mano Harry...” disse Ginny lasciando la madre ed avvicinandosi ad Harry.
La Serpeverde gli afferrò la mano e l'avvicinò a quella del ministro.
“Oh piacere di conoscerla Signor Ministro... mio nonno mi ha parlato molto di lei...” disse Harry abbozzando un sorriso.
“Figliolo perché non apri gli occhi?” chiese il ministro perplesso.
“Cornelius... credo che lui non possa aprirli...” disse Silente grave.
“D-Davvero?”
“Si ministro... ho avuto un po di sfortuna oggi...” rispose mentre, aiutato da Ginny, si avvicinava ad una poltroncina posta vicino al camino.
“Il tuo braccio...” mormorò la Mac Granitt mesta.
“Solo sfortuna prof... ah e le chiedo scusa ma la scenata in classe faceva parte del piano...” disse il ragazzo.
“Faresti meglio a spiegare...” disse Forrest serio.
“Ok... tutto è iniziato con l'apertura della camera dei segreti... cinquantanni fa. Colui che aprì la camera fu Tom Marvolo Riddle che anagrammando il suo nome si creò un alterego ben più temuto.” disse avvertendo Caramell e la Mac Granitt tremare.
“Cinquantanni fa Voldemort aprì la camera dei segreti ed uccise una ragazza che oggi si trova nel bagno davanti a cui fu trovata la prima vittima di questa seconda escalation di aggressioni : la gatta del Signor Gazza.”
Il silenzio divenne palpabile.
“Poi ci furono altre aggressioni ma, non essendo morto nessuno la cosa non mi importò più di nulla. In fondo sono uno studente e cosa potevo fare io contro qualcuno capace di usare la magia nera? Quindi ignorai le calunnie e continuai a studiare e ad allenarmi per diventare un demone degno di portare avanti le attività del nonno qualora decidesse di andare in pensione. Poi fu aggredita Hermione e le cose non mi iniziarono a piacere più...” disse con voce gelida.
“...quindi visto che ottenere risposte da Silente o da Mr Forrest, se loro non sono disposti a fornirle, è impossibile abbiamo deciso di andare a parlare con Hagrid. Il giorno in cui venne arrestato da mio nonno...”
“Eravate li?”
“Si ministro... sa com'è... studio magia da quando ho memoria quindi disilludermi per me è facile...” rispose il ragazzo che poi spiegò come avesse seguito il consiglio di Hagrid ed avesse seguito i ragni nella foresta proibita.
“E cos'avete trovato?” chiese Piton perplesso.
“Una colonia di Acramantule con centinaia di esemplari grandi quanto cavalli ed il loro patriarca grosso come un elefante... patriarca che altri non era che il mostro accusato di aver ucciso Mirtilla malcontenta.... cosa che mi perdoni preside ma pone seri dubbi sull'intelligenza di Dippet...”
“Prego?”
“Un mago mediocre potrebbe estrepolare un ricordo da una persona... Dippet non poteva fare lo stesso? Dippet non poteva visionare il ricordo e vedere che Hagrid aveva con se un Acramantula e controllare se Mirtilla avesse segni di morsi? Mirtilla è stata uccisa da un basilisco... e non aveva segni di morsi o il suo fantasma lo avrebbe detto...”
“Diciamo che Voldemort aveva un certo ascendente su Armando. Si era presentato come un giovanotto di belle speranze, educato e volenteroso. Nessuno poteva sospettare che sarebbe diventato un mostro...”
“Sarà..." tagliò corto Harry che non approvava il lassez-faire tipico della filosofia politica di Silente.
"...in ogni caso Aragog ci raccontò tutta la sua toccante storia di ragnetto cresciuto dentro un armadio e che dentro il castello c'era il loro atavico nemico...”
“E vi ha detto il nome del loro nemico?”
“No... non lo ha fatto... appena finita la storia ha cercato di mangiarci e diciamo che avevo altro a cui pensare.”
“Capisco... e poi?” chiese Silente.
“C'è stato un temporale, un fulmine cadde sulla radura e noi ne abbiamo approfittato per scappare. Tornammo in camera e ideammo un piano... io avrei finto una sfuriata per distogliere l'attenzione da me. Sapevo che qualcuno mi teneva d'occhio e quindi se io fossi rimasto in infermeria per molto tempo lui avrebbe fatto un passo falso.
In verità mi aspettavo che venisse a cercarmi in infemeria... che rapisse Ginny non rientrava in nessuna delle ipotesi...”
“E perché?”
“Perchè è una purosangue, è una serpeverde ed è ancora umana... quando la rapirono io avevo appena riunito tutti i tasselli e quindi sono corso nel bagno dove ci fu l'unica vittima dell'erede. Il bagno di mirtilla. Lei ci indicò un rubinetto da cui, cinquantanni prima, aveva sentito una voce che l'aveva spinta ad uscire portandola ad un tete-a-tete con un basilisco. Fortunatamente era ancora semi-aperto e con un po di magia abbiamo potuto riaprire il passaggio...” disse omettendo il fatto che per aprirlo ci voleva il serpentese.
Quella era un informazione che voleva tenere per se sia per evitare perdite di fiducia tra la popolazione magica, con conseguente perdita di consensi e di sostegno durante un ipotetica guerra contro Voldemort, sia perchè poteva causare confusione in Voldemort durante un ipotetico duello.
“E cosa ti ha fatto pensare al fatto che la camera fosse in quel bagno?” chiese Piton
“Beh il pavimento era sempre allagato in corrispondenza di un aggressione, ed inoltre la condotta fognaria del castello è l'ideale per andare in giro senza essere visto se sei un serpente di sei metri di diametro.”
“E cosa ti ha spinto a pensare ad un basilisco?” chiese Forrest.
“Beh tutti sanno che Salazar era un rettilofono. Il suo mostro non poteva essere un ragno. Inoltre tutti coloro che erano stati pietrificati avevano visto i suoi occhi indirettamente...” disse Harry elencando i soggetti e cosa avevano usato per schermarsi dal potere degli occhi del basilisco.
“Si non fa una piega...” dichiarò sorridendo il docente di difesa contro le arti oscure.
“...ma una volta scesi nella camera seguendo il condotto? Che è successo.”
“C'è stata una frana provvidenziale...”
“E perché? Se fossimo venuti...”
“Sareste delle statue rotte in mille pezzi...” rispose il ragazzo spiegando come era arrivato in fondo al tunnel e di come aveva trovato il corpo privo di sensi di Ginny.
“...e così alla fine ho incontrato il ricordo del momento in cui Tom Riddle aveva aperto la camera.”
“Si ma come?” balbettò Caramell.
“Lui usò un diario e lo stregò... non mi ha detto molto. Quello che so è che il piano è stato messo a punto da qualcuno che odiava i Malfoy...” disse il ragazzo serio.
“E da cosa te lo fa pensare?” chiese Silente serio.
Harry si limitò ad agitare la bacchetta ed un piccolo corpo esamine comparve sul pavimento.
“Ma quello...” esclamò Forrest.
“Lo conosci?”
“Si... è lui che ci avvisato che qualcosa di terribile sarebbe accaduto a te se fossi venuto a scuola quest'anno.”
“Allora è più forte di quanto pensassi...” concesse il giovane demone.
“... il ricordo di Voldemort ha detto che per settimane l'ha costretto ad usare il diario per rubargli l'energia e...”
“...ottenere un corpo tangibile vero?” domandò Silente serio mentre agitava la bacchetta sul cadavere di Dobby e lanciava occhiate a Forrest che annuiva.
“Si... poi sono volati gli insulti ed ho iniziato a usare la magia... lui ha chiamato il basilisco e la situazione mi è sfuggita di mano...” disse sospirando.
“E cosa è successo?”
“Beh ho chiuso gli occhi con un attimo di ritardo e...” rispose uscendo il braccio pietrificato dalla tasca mentre tutti si lasciavano andare a brevi esclamazioni di preoccupazione.
“...questo è il risultato. Non sono morto solo grazie a delle lenti a contatto che Azazel ci ha fornito prima di farsi pietrificare...” spiegò mentre, tirandole fuori dalla tasca, le mostrava al preside.
“...quindi grazie alla tua prontezza hai evitato il peggio?” chiese Caramell.
“Più o meno...” rispose il ragazzo evitando di citare che era solo grazie all'energia di Yamata in circolo che il potere del Basilisco non lo pietrificò del tutto.
Forrest però sembrava averlo capito... ed anche Silente.
“Quindi grazie al tuo SG ti sei salvato... ma come hai sconfitto il basilisco.” dichiarò sospirando.
“Beh mi sono cavato gli occhi, la mia SG mi ha fornito una spada molto forte con cui ho perforato il cranio del basilisco e che mi ha permesso di incanalare le fiamme purpuree di Yamata. Con quelle fiamme ho anche eliminato il ricordo di Voldemort... ma se volete potete scendere nella camera e controllare. Lo scheletro del basilisco, privo di carne a causa delle mie fiamme è li. Anche ciò che rimane del caro Voldy dovrebbe essere in quella stanza....”
Tutti sentendolo accorciare quella parte del racconto compresero che Harry non voleva far sentire in colpa Ginny e per questo nessuno osò dire nulla.
Nemmeno per criticarlo visto che, alla fine, era l'unica cosa logica da fare.
Combattere ad occhi chiusi è difficile perchè al primo colpo subito chiunque, istintivamente, li apre ma se il nemico è un Basilisco... beh definirlo letale era un eufemismo.
“Beh direi che tu e ed i tuoi amici riceverete entrambi un Encomio Speciale per i Servigi resi alla scuola e poi... vediamo un po'... sì, cento punti ciascuno per Serpeverde"
Sentendo una cosa simile i ragazzi diventarono rossi.
“Ora... mentre io, Forrest ed il Ministro ci occupiamo di informare il padre di Draco che un suo servitore è stato preso in ostaggio e Angeli Caduti e Demoni che Hagrid è innociente direi che sarebbe il caso che andiate in infermeria per vedere di sistemare gli occhi del vostro amico...”
Harry aveva un sacco di domande, ma preferì non farne nessuna.
Il Ministro gli sembrava il tipo che si sarebbe venduto a Voldemort in cambio di aver salva la vita... e non avrebbe permesso che Voldemort venisse a sapere che i suoi segreti, durante la sua assenza, erano diventati di dominio pubblico.
Un simile evento lo avrebbe reso più guardingo e pericoloso...
“Ok prof... io vado...” rispose Harry alzandosi facendosi guidare.
[Ehi Yamata...] esordì la voce di un Drago maschio originatasi dal guantone di Forrest.
[Oh chi non muore si rivede Ddraig... come ci si sente ad essere un Drago forte quanto Dio?] chiese con malcelato sarcasmo il Drago contenuto nel gioiello di Harry.
[Meravigliosamente bene... io almeno non sono stato catturato quando ancora ero debole come te...] sbottò Ddraig mentre Forrest e Harry sospiravano.
[Forse perché io avevo le potenzialità per superare anche voi?] chiese Yamata.
[Mai messe in atto però...] intervenne Albion dalle che comparvero dietro la schiena di Silente.
[Meraviglioso... i due imperatori venuti ad importunare una fanciulla. Vi concedo due minuti del mio tempo. Il mio cucciolo è stanco...]
[Perchè...]
[Perchè è stanco?]
[Ddraig voleva chiederti perché non gli hai dato i tuoi occhi? Tu e gli altri draghi del tuo rango potreste sostenere lo sguardo di quel lucertolone senza problemi...] chiese Albion stizzito.
[Non sei autorizzato ad usare quel tono con me. Se l'ho fatto ho le mie ragioni...]
“Puoi darmi parti di te?” chiese Harry sorpreso.
[Si potrei... ma preferirei evitare... sai se lo facessi non sarebbe più possibile tornare indietro...]
“E allora?”
[Harry... io sono un Drago che fa del veleno la sua arma. Il veleno di Basilisco ha una cura... il mio no. Il mio veleno uccide gli Dei... Hercole lo usò per intingere le sue frecce e sua moglie, gelosa di una schiava del semidio, gettò del sangue di un centauro che conteneva una minima parte del mio veleno sulla sua tunica preferita ed Hercole incontrò la morte... se io ti rendessi, anche in parte, simile a me... io dovrei convertire la piccola Hermione o anche un semplice bacio la ucciderebbe...] disse mentre la faccia di Harry assumeva un espressione di incredulità.
“E perché io sono vivo se uso il tuo veleno da mesi? La fiamma che mi hai fatto usare era piena del tuo veleno... ha sciolto la carne del basilisco...”
[Tu ed Hermione siete relativamente immuni al mio veleno grazie ai due gioielli che vi ho dato...]
“Ah ok...” disse il ragazzo
[Ok?] chiesero i tre draghi all'unisono.
“Si ok. Se Yamata mi trasformasse interamente in un drago la mia forza aumenterebbe fino a quella di Tannin-ossan e quindi diventerei forte almeno come mio nonno... sai che noia...”
“Come scusa?” chiese Draco.
“Beh Voldemort è forte come un demone di alta classe... Silente e Forrest senza usare i due SG come uno di alta... io mi troverei ad essere più forte di loro e non proverei nessun gusto nell'uccidere Voldemort. Se devo affrontare un mortal nemico che la singolar tenzone sia impegnativa no?” chiese il ragazzo avvicinandosi alla porta ed andandosene lasciando gli adulti senza parole.
Aiutato da Ron Harry giunse finalmente in infemeria dove gli aggrediti erano già in condizione di muoversi.
“Harry...” gridò Hermione correndogli incontro ma Azazel la fermò.
“Stai qui..." disse l'angelo alla figlia.
“Ma...”
“Aspetta...” si limitò a dire.
“Hermione... vecchio... è un piacere sapervi in buone condizioni... ora chiamereste Madama Chips?” domandò il ragazzo mentre i suoi tre servi abbassavano lo sguardo.
Ancora una volta la persona richiesta era li e lui non se ne rendeva conto.
“Harry cosa...” mormorò Hermione in lacrime.
“Suvvia... non piangere... Madama Chips farà i suoi classici miracoli e tutto tornerà a posto. Spero solo che, in virtù del mio eroico gesto, mi dia un antidolorifico perché non ho voglia di subire di nuovo ciò che ho subito per il braccio...” rispose Harry sorridendo e facendosi accompagnare verso il letto.
La donna che aveva sentito tutto corse all'armadietto dei medicinali e porse al ragazzo un bicchiere di una pozione per lenire il dolore.
Lui la prese e la bevve tutta d'un fiato riuscendo così finalmente a smettere di sentire quelle dolorose fitte pulsanti agli occhi.
“Ora ci puoi dire cosa è successo?” chiese Azazel ed Harry, per la seconda volta parlò mentre tutti lo ascoltavano.
Spiegò di come aveva connesso la pietrificazione ad un rettile e che, lamie escluse, solo un basilisco rientrava nei canoni del mostro di Serpeverde, accennò a degli articoli di una ragazza morta in un bagno cinquantanni prima e di come aveva capito cosa avesse permesso ai vari studenti di sopravvivere rimanendo solo pietrificati.
Spiegò di come avevano trovato l'ingresso della camera dei segreti miracolosamente aperto e di come aveva dovuto affrontare il ricordo di Voldemort e un basilisco.
Disse anche di come una sua disattenzione poteva essergli fatale e di come, privo di un arto decise di cavarsi gli occhi.
“Ti sei cavato gli occhi?”
“Beh se non fossi stato solo avremmo potuto accerchiarlo ma li c'era anche un Voldermort di sedici anni armato di bacchetta ed io ero solo, e privo di un arto... quindi ho fatto la sola cosa razionale. Non potevo combattere temendo che non chiudendo gli occhi sarei diventato pietra...”
“Si ma il basilisco uccide come hai fatto...”
“Harry ci ha fatto indossare delle lenti a contatto babbane...” dichiarò Blaise levandosi le sue.
“Così non sareste morti.... quindi hai capito perché te le avevo date...” dichiarò il Governatore dei caduti sorridendo.
“Beh mica sono un Grifondoro... ogni mia azione è stata calcolata ed il mio piano prevedeva anche quel gesto o non sarei sceso...”
“Capisco...” mormorò il capo dei caduti. “...ma come hai ucciso?”
“Diciamo che una mia vecchia amica mi ha prestato una spada a cui ho infuso il potere delle mie fiamme viola...” spiegò il ragazzo.
“Una spada? Di fattura giapponese per caso?”
“Si la conosci?”
“Di fama... devi ritenerti fortunato se la tua amica ti ha prestato una simile arma... è ben più rinomata e potente di quella di Godric Grifondoro... ma il basilisco ed il ricordo?”
“Il ricordo è stato incenerito... del basilisco è rimasto solo lo scheletro. Il preside ed il vicepreside staranno andando a controllare...”
“Credo che lo farò... ora tutti fuori o madama Chips non potrà curare Harry come deve...” intimò Azazel in modalità docente spingendo fuori tutti.
“IO RESTO...” disse Hermione impuntandosi e lo disse con un cipiglio tale che nessuno osò ribattere.
Solo Ginny, vittima di un aggressione, rimase in infermeria ma per il resto gli altri tornarono nei rispettivi dormitori.
“Sei un idiota...” lo apostrofò Hermione mentre Madama Chips gli spruzzava la pozione di Mandragola sul braccio pietrificato che lentamente riacquistava la sua normale fisiologia.
Harry lo chiuse un paio di volte lentamente per vedere se il braccio fosse in condizioni ottimale e la stessa guaritrice lo piegò e agitò più volte la bacchetta per vedere se tutto fosse tornato normale o se avesse bisogno di una seconda spruzzatana di infuso.
“Sembra tutto in buone condizioni...” disse sospirando.
“...ora aspetta che vado a prendere la pozione per gli occhi che mi hai chiesto quando eri qui a vegliare su Hermione...”
“Cosa?”
“Pensi che mi sarei cavato gli occhi se non avessi saputo che esisteva una pozione simile a quella usata per il braccio? Te l'ho detto che ho calcolato tutto...” rispose Harry sorridendo mentre con il braccio appena rigenerato si avvicinava al braccio di Hermione a cui strinse la mano.
“Mi sei mancata...” aggiunse mentre Madama Chips tornava con una bottiglia con scritto Bulbo-fast
“Sei un incosciente... far ricrescere un osso è fastidioso... ma due occhi. Bah... per prima cosa devo toglierti quelli vecchi e ti avverto Granger... sarà disgustoso da vedere...” sbottò la guaritrice mentre con rapidi colpi di bacchetta asportava i bulbi oculari danneggiati e li deponeva in un vassoio di metallo.
Poi porse un bicchiere colmo di un liquido fumante e dal pessimo odore.
Il sapore poi... era immondo.
“Che ti aspettavi? Succo di zucca? Ti aspetta una nottataccia... e dovrai tenere le bende per una settimana...” disse la donna mentre ricopriva gli occhi con delle bende bianche per poi andarsene.
“Mi faresti compagnia?” chiese Harry con un filo di voce mentre la pozione iniziava ad avere effetto.
“Che bambino che sei...” sospirò Hermione sorridendo.
“Beh ti ricordo che ho solo dodici anni... cosa vuoi che sia un pensionato?” replicò sorridendo a sua volta.
“Beh noi ragazze maturiamo prima...” disse Hermione coricandosi di fianco a lui.
Harry quindi fece qualcosa che la sorprese.
“Soprattutto quelle con il sangue di angelo caduto...” mormorò mentre adagiava il suo volto sul suo petto.
“Porco...” rispose la ragazza arrossendo mentre Ginny sorrideva.
 
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In quel momento nell'ufficio della caposala...
 
“Che ci fa lei qui...” chiese Madama Chips ad un uomo vestito in modo trasandato.
“Lei ha qualcosa che il mio padrone brama da tempo... certo sarebbe stato meglio se il suo “ricordo” non avesse fatto di testa sua ma, senza di lui qui a controllare, è già un miracolo che il piano non sia fallito...” disse l'uomo dandole le spalle.
Poi si girò e iniziò ad avvicinarsi lentamente.
“T-Tu? N-Non può essere... sei morto...”
“La morte è così priva di opportunità...” la schernì l'uomo
“...la vita invece... ne offre sempre moltissime...” dichiarò l'uomo puntandole la bacchetta contro.
“Imperius...” sussurrò costringendola a posare il vassoio e a preparare un vasetto con la soluzione ideale per conservare a lungo la materia organica.
Quando tutto fu fatto come voleva il misterioso individuo, con un rapido cenno della bacchetta il mago la schiantò e le cancellò i ricordi.
Poi mise il vasetto in tasca ed eseguì alcuni rapidi incantesimi per smaterializzarsi dall'infermeria.
“Ah Harry... nemmeno ti rendi conto del favore che mi hai fatto...” disse prima di svanire tramite un cerchio magico per il trasferimento.
“...nemmeno ti rendi conto di quanto diventerò grande...”
 
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Harry fu dimesso dopo alcuni giorni, anche se questo fece perdere a lui ed Hermione il banchetto per festeggiare la guarigione dei ragazzi colpiti dall'erede di Serpeverde.
Il resto dell'estate trascorse in un trionfo di sole.
Hogwarts era tornata alla normalità con pochi piccoli cambiamenti :
Lucius Malfoy si era dimesso dal suo incarico di amministratore della scuola, mentre gli altri undici consiglieri erano stati licenziati da Mephisto.
Come regalo da parte del preside gli esami furono annullati e visto che non c'erano più esami in vista tutti poterono passare più tempo in cortile a godersi il bel tempo di maggio.
Il giorno del rientro a casa con l'Espresso di Hogwarts giunse fin troppo presto. Harry, Hermione, Draco, Blaise, Ron, Fred, George Ginny occuparono uno scompartimento tutto per loro e sfruttarono al massimo le ultime ore che gli restavano per sparare magie all'impazzata prima delle vacanze.
Giocarono a Spara Schiocco e fecero scoppiare gli ultimi fuochi d'artificio Filibuster di Fred e George.
Giunti alla barriera del binario 9 e ¾, quando anche i Weasley, la madre di Blaise e i genitori di Draco erano ormai lontani, Harry fisso Hermione e le disse :
“Mi faresti compagnia in un posto prima di andare a casa?” chiese
“Andiamo...” fu la semplice risposta di Hermione.

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Note d'autore

Salve gente è da un po che non ci si vede.... che dire... mi ricordavo questo capitolo meno scialbo quando lo scrissi ai tempi ma se avessi dovuto riscriverlo altro che oggi... forse l'avreste visto tra qualche secolo :).
Vorrei fare una precisazione per chi legge HSDxD.
La spada, che se non si fosse capito è la Kusanagi, nel manga-anime e novel è una spada sacra con attributo veleno e compare in una storia breve che forse non tutti hanno letto.
QUI invece NON È una SPADA SACRA, ne DEMONIACA. È una spada come quella di Godric che Yamata ha ingerito e potenziato per tutti i secoli che è rimasta nel suo stomaco. Poi, quando Susanoo la decapitò e venne sigillata, come vuole la leggenda la spada venne trovata ma non è come detto Sacra perchè difficilmente un demone purosangue potrebbe venir accettato. L'unica eccezione sono due demoni reincarnati che hanno ricevuto, nel novel, il permesso per usarla.
Inoltre qui la spada è il fulcro del SG di Harry quindi dargli un attributo sacro sarebbe stato troppo per i piani che ho per l'opera.
Per il resto, se avete domande o dubbi... se voleste anche offendermi per il ritardo fate pure mi troverete qui :)

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Capitolo 21
*** Messaggi dal Futuro ***


Messaggi dal Futuro

Harry aprì gli occhi e li sbattè a lungo prima di riuscire a mettere a fuoco ma ciò che vide non gli piacque per nulla.
Si trovava in una vecchia e impolverata cucina circondato da molti ragazzi e moltissimi adulti che lo fissavano sgomenti.
Hermione era al suo fianco e questo lo fece rilassare un attimo ma la realtà piombò prepotentemente su di loro quando Alastor Moody si alzò con l'obiettivo di ottenere informazioni dai due ragazzi.
Non fece molta strada visto che dal nulla comparvero tre ragazzi intenti a scambiarsi effusioni.
Uno sembrava molto simile per aspetto ad Azazel mentre le altre, perche di ragazze parliamo, erano una bionda con gli occhi azzurri mentre l'altra aveva i capelli argentati con occhi altrettanto azzurri.
Non si erano accorti di nulla e avrebbero continuato a darci dentro se Hermione, ben poco tollerante riguardo certe licenze del padre, con un pigro cenno della mano non avesse evocato abbastanza acqua da gelare i loro bollenti spiriti.
La doccia fredda non sembrò piacere molto al trio che si voltò di scatto solo per vedere il gruppo di maghi, perché li riconobbero subito come tali, e i due ragazzi.
“Sei stata tu?” apostrofò il ragazzo avvicinandosi minaccioso a Hermione.
“Sei un po troppo pudica per essere una angelo caduto reincarnato in demone...” disse il ragazzo con stizza.
“E tu non sei un po troppo disinibito, padre?” replicò piccata la ragazza fissando il nuovo arrivato con astio.
“Padre?” chiese fissando il volto della ragazza con intensità.
La studiò a lungo prima che un'intuizione lo folgorasse.
“H-Hermione?” chiese titubante.
“O ti ricordi il nome di tua figlia... complimenti...” disse acida mentre Harry si avvicinava a lei abbracciandola da dietro.
“Harry non è il momento...” sibilò furiosa mentre i presenti osservavano il battibecco con vivo e fervido interesse.
“Amore... guardalo bene. Lui non è Azazel... ci assomiglia, non lo nego ma la frangetta di tuo padre è dorata... quella di questo ragazzo è argentata. Inoltre è giovane... osserva i suoi occhi. Avrà dieci anni più di noi... tuo padre, con tutto il rispetto per la carica che ricopre, ha come minimo diecimila anni...”
“E allora chi è?” chiese ancora non del tutto convinta.
“Ma è ovvio...” esordì una voce ben nota al trio giunto per ultimo nella stanza.
“...lui è tuo fratello, Hermione-chan...” disse palesandosi.
Era un uomo vecchio con capelli e barba di un biondo ormai prossimo al bianco. Indossava abiti da benzinaio e, cosa che non sfuggì a nessuno, due scarpe di foggia e numero diverso.
“Dovevo immaginarmelo... Sergei...” disse il ragazzo esasperato.
“Lo conosci?” domandò Hermione confusa dalla rivelazione
“Si... lui è un dispensatore di consigli e frasi fatte che interrompe il mio divertimento sul più bello...”
“Avrei interrotto qualcosa?” chiese sornione ricevendo tre occhiate fulminanti da parte del trio.
“Secondo te?” chiese il ragazzo mentre faceva apparire dei cerchi con cui asciugare i suoi vestiti e quelli delle due ragazze che lo avevano accompagnato.
“Allora porgo le mie più sentite scuse alle fanciulle a cui ho negato un po di divertimento in questi tempi così turbolenti... ma ho realmente bisogno del tuo aiuto Kalel...” disse alternado un tono faceto a uno serio.
“Hai bisogno del mio aiuto?” ripetè Kalel scrutadolo con intensità.
“Si...”
“E cosa dovrei fare?” chiese il ragazzo guardingo.
“Tuo cognato ha una SG incompleta ed è inutile dire quanto sia pericoloso scendere in campo con un equipaggiamento difettoso...”
Lo sguardo del ragazzo si indurì secondo dopo secondo rendendo il suo volto simile a una maschera di marmo.
“Io dovrei aiutare... quello li?” chiese glaciale.
Sergei lo fissò a lungo prima di rompere lo sgradevole silenzio che si era venuto a creare.
“Ritengo che potrebbe essere utile a tutti e due se tu gli dessi una mano. Se poi non vuoi farlo per lui... e avresti tutte le ragione di questo e del tuo mondo... fallo per tua sorella. Lei lo ama ed è sempre stata buona con te...”
Kalel fissò a lungo l'uomo prima di rispondere con un secco “No...”
“No?” ripetè il vecchio studiadolo con intensità.
“No... e sai perché?” chiese Kalel.
“Se non me lo dici...”
“Perchè io non sono l'Harry Potter cresciuto in un ripostiglio per le scope che ha creduto alle stronzate uscite dalla bocca di Hagrid e del suo amico Ron Weasley... un cazzone che porge sempre l'altra guancia. Io sono il figlio di Serana Valefor e Azazel, partorito dalla Moglie dell'attuale Lucifero e da entrambi cresciuto per prendere il loro posto... io non farò nulla se tu non comincerai a rispondere alle mie domande...”
“Non pensi che seguendo i miei consigli non ti è mai successo nulla?” replicò Sergei ottenendo una smorfia dal giovane.
“Questa frase la dice Phineas Nigellus a Harry Potter nel quinto libro... durante le vacanze di natale che passa a Grimmauld Place.” disse stizzito.
“E qual'è il problema?” chiese il vecchio.
“Magari che hai preso una quindicina di persone e le hai mandate in un altro universo, Sergei?” domandò Kalel fissandolo truce.
“A-Altro universo?” balbettò Hermione venendo ignorata.
“Hai incontrato la tua madre biologica che ha iniziato a frequentare tuo padre biologico... cosa vuoi di più?” chiese Sergei fissandolo con intensità.
“Cosa voglio di più?” domandò Kalel arrivando a pochi centimetri da lui e prendendolo per il bavero.
“Parliamo di Angela? Ci hai pensato che lei ha perso i suoi genitori costringendola a viaggiare con me? Parliamo di Saji? Parliamo della donna che mi ha tenuto in grembo per secoli, che mi ha amato come fossi suo figlio e che mi ha visto scomparire nel nulla senza ricevere una spiegazione? E che dire di mia madre biologica? Era viva, posso capire che non poteva partorirmi... ma potevi fare in modo che mi vedesse crescere e tu che fai? La rimandi nel suo universo e le mandi un figlio quasi diciottenne...” disse glaciale.
“...a già... quasi dimenticavo. Quando io avrò imparato la tua stupida lezioncina morale... che cosa farai? Mi rimanderai nel mio mondo spezzando nuovamente il cuore a mia madre? La manderai nel mio mondo assieme a me e ai miei amici separandola da mio padre?”
“Ragazzo... ti vorrei ricordare che eri tu quello che si chiedeva cosa sarebbe successo se tu non fossi mai esistito... beh te l'ho mostrato.” replicò il dio serafico.
“O devo credere che sia proprio questo il problema?”
“C-Cosa?”
“Beh immagino che vedere una Sona femminile ma con un carattere forte tale da permetterle di superare le avversità, e una Rias innamorata, felice e con una grinta che la tua non ha ti hanno... come dire... spiazzato...” rispose il vecchio.
“Magari in questi giorni ti sei chiesto se andare in Giappone sia stato un bene visto che la tua Akeno ha sofferto molto di più, viaggiando e vivendo con te, rispetto alla versione salvata, in minor tempo tra l'altro, dalla Rias di questo mondo...” disse Sergei mentre il povero Kalel mollava meccanicamente la presa e si avvicinava al cognato.
Mosse meccanicamente la mano facendo comparire una serie di cerchi pieni di strane equazioni che riscrisse in un tempo talmente breve da stupire tutti i presenti.
“Fatto... ora rimandaci nella nostra epoca...” disse meccanicamente.
“Kalel...” mormorò la ragazza con i capelli biondi, con gli occhi umidi.
“Non fraintendere, Angela. Io non mi sono offeso per ciò che ha detto... io sono il primo a essere convinto di essere una divinità pressochè inutile. Non ho soldati, non ho nemmeno il potere di divinità mediocri come gli Dei dei Sogni al servizio di Ade... quando parlo nessuno mi ascolta come nel caso di Diodora. Quel porco ha aggredito te, la figlia di Michele, era in combutta con gli angeli caduti quando ancora non era stato firmato il trattato di pace... e quasi vengo trattato da sadico bastardo per aver liberato il mondo dalla sua inutile presenza.” disse fissando il vuoto.
“Parliamo dei Bael?” chiese atono.
“C'erano loro dietro l'attentato alla mia vita messo in atto dal fratello di mia nonna... lo sai che all'inferno si dice che non si muove foglia che Bael non voglia... e chi è stata sacrificata per porre fine alla faida?”
“Ravel...” disse Angela mesta.
“Una bambina nemmeno nata all'epoca dei fatti... e quello che volevano fare a Rias... te lo ricordi? Credi davvero che loro stessero obbedendo a un ordine di Lucifero quando hanno applicato quella legge?”
“No...”
“Ma allora...” si intromise l'altra ragazza. “...perchè sembri arrabbiato?”
“Perchè il nostro amicone avrebbe potuto cambiare piccole cose e dirmi cose all'apparenza fondamentali senza bisogno di mandarmi in un altro universo. Poteva farmi crescere con mia madre e mio padre senza costringere Grayfia ad aspettare secoli interi... poteva... poteva indicarmi dove trovare te, Lilith... Poteva impedire a me ed Angela di incontrare Kokabiel e così avremmo ancora i nostri ricordi... poteva fare milioni di cose piccole e proficue per tutti e invece ha fatto cose grandissime ma dal retrogusto acre...”
“Ora...” disse voltandosi verso Sergei, “...ci manderesti a casa? Sai ho un rendez-vous con un elevato numero di Divinità e un Loki che vuole ammazzare il tempo seminando un po di caos...”
Sergei lo guardò con intensità prima di schioccare le dita e far svanire nel nulla l'intero trio. Solo allora, dopo aver tratto un profondo respiro, tirò fuori il tabacco e una vecchia pipa di legno.
La preparò in silenzio e con una meticolosità senza pari, quindi l'accese e aspirò un po' di fumo prima di volgere lo sguardo a Harry.
“Allora, ragazzo... che ne pensi di tuo cognato?”
“Sembra forte...” rispose Harry.
“Lo è...” convenne Sergei. “...ed è anche molto intelligente. Sono molto orgoglioso di quel ragazzo...”
“Orgoglioso? E allora perché lo ha torturato esiliandolo in un altro universo?” chiese Hermione confusa.
“Dimentico che voi siete così giovani.” disse mentre continuava a fumare.  
“Per la cronaca io non ho mandato lui qui a imparare quanto fosse inutile... quella è solo la conseguenza ultima delle tue azioni, Harry...” spiegò gettando il suo sguardo sul demone.
“Le mie azioni?” domandò Harry confuso.
“Fra qualche anno tu, non chiedermi il perché, tratterai rudemente il piccolo Kalel intento a piangere la madre morta...” disse il dio sospirando e lasciando di sasso i due demoni.
“O non fraintendermi...” aggiunse vedendolo sconvolto.
“...tu lo hai fatto per spingerlo a darsi una mossa ma era troppo piccolo per capirlo e per questo da che ti idolatrava ha iniziato a odiarti. Ha compiuto anche un inutile viaggio di tre anni che poteva evitare benissimo...”
“E cosa posso fare per...”
“Evitarlo?" domandò il vecchio.
"Beh quando lui rimarrà orfano rammenta ciò che hai provato vedendo il tuo riflesso nello specchio delle brame e capirai che voi non siete poi così diversi...” disse agitando il dito e causando uno strano trillio che allarmò Harry.
“C-Cosa...”
“Vi ho dato le coordinate e gli orari per trovare i servi di Kalel e la ragazza con i capelli argentati...” spiegò il dio sospirando.
“...quando giungerà il momento salvateli perché ognuno di loro ha alle spalle abbastanza sofferenze da alimentare tutti i dissennatori di Azkaban. Specialmente la piccola Lilith. Lei ha sofferto sia a casa sua che tra gli angeli caduti...” disse mortalmente serio.
“Lo faremo!” rispose Hermione risoluta.
La risoluzione della ragazza fece sorridere il dio che, sbuffando e mormorando un 'Al diavolo, io lo faccio...' , si avvicinò alla coppia.
“Allora ragazzi... ascoltatemi con attenzione. I miei superiori non mi permetteranno di interferire più di tanto e quindi non potrò ripetermi o sbilanciarmi troppo...” disse fissandoli negli occhi.
“In primo luogo voi dovete prendere i GUFO in questo mondo e apprenderete tutto ciò che potete su Voldemort. Lui e il vostro sono molto simili sebbene qualche scelta diversa l'hanno fatta. Terzo... non fidatevi troppo di chi conoscerete qui.” disse mentre i due ragazzi lo guardavano sorpresi.
“Cioè?”
“Beh qui Draco, Pansy, Blaise e le loro famiglie sono molto vicine a Voldemort mentre alcune persone buone che incontrerete qui non è detto che lo siano anche nel vostro mondo...”
Harry ed Hermione si guardarono cercando l'uno negli occhi dell'altra le parole per esprimere la loro delusione.
Fu Harry, dopo un silenzioso duello telepatico, a prendere parola.
“E non ci dici di non accettare caramelle dagli sconosciuti? Di usare le precauzioni per evitare le gravidanze non volute?” chiese con sarcasmo lievemente messo in evidenza dal sorriso beffardo del giovane.
“Sai che sei proprio una sagoma?” domandò il dio lievemente irritato.
“Beh la colpa è tua... fino a ora hai detto a due demoni cose tanto ovvie che ci manca il “guardare la strada prima di attraversare”.
“Bene... allora ti dirò solo due cose... fatti raccontare dall'Harry di questo mondo cosa è successo a lui in questi anni e quando verrà il momento rifletti su un errore che hai fatto alla fine del tuo secondo anno. Quando tornerai a casa prendi il primo aereo e volatene in Giappone. Giunto li troverete alleati contro Voldemort. Inoltre ti ricordo che in tedesco non esiste una parola per foresta...”
Il Dio non aveva nemmeno finito di parlare che scomparve nel nulla lasciando i ragazzi con la testa piena di dubbi e un pubblico che fino a quel momento aveva assistito imperterrito a tutta la scena.
“Ok... che ne pensi Hermy?”
“Penso che ci aspetteranno alcuni anni insolitamente trenta giorni infernali e forse meno per fare il programma di dodici materie del terzo e del quarto anno...” rispose la diavola mentre Harry con un cerchio componeva una chiamata.
Non dovette attendere molto prima che la calda e vetusta voce di Mephisto ponesse fine allo sclero di Hermione.
[Sei il figlio di Lily che Kairos ha portato qui da un altro universo?] domandò Mephisto gioviale.
“Si... mi domandavo...”
[Ho già apertto un conto per voi due. Ci ho messo una cinquantina di milioni di sterline per ogni anno di vita. Ho preferito la moneta babbana perché noi demoni abbiamo uno stile di vita più simile a quello dei babbani. Li ho messi nella mia banca così potrete prelevare usando le carte di credito senza essere costretti a cambiare i soldi alla Gringott per ogni acquisto...] disse mentre solo alcuni umani presenti nella sala sbiancavano.
“Devono lavorare per la Gringott o avere rapporti con il mondo babbano...” sussurrò Hermione con un tono tanto basso da non essere udibile per dei meri esseri umani.
“Ah ok...” rispose Harry rimanendo impassibile.
“...e per i libri e il resto?”
[Li troverete nei vostri alloggi... non vi preoccupate. Ora ti saluto che ho una pozione sul fuoco che necessita della mia attenzione...]
“Almeno è lo stesso di sempre...” sospirò Harry gettando lo sguardo sugli umani presenti nella stanza.
“Bene... allora facciamo così. Diteci dove si trova Harry Potter e... beh perché fate quelle facce?” domandò Harry guardando con attenzione la stanza che, ora che la osservava bene, sembrava l'ufficio della McGranitt dove era andato si e no una manciata di volte.
“Allora... ci sono i signori Weasley, il professor Piton, la professoressa McGranitt e Silente... c'è Ron, Ginny, e un ragazzo ferito con una spada e il diario del vecchio Tom...” disse Harry studiando la stanza.
“C'è anche un vecchio...” disse Hermione indicando Caramell.
“Cancellagli la memoria... quello è Caramell e ci venderebbe per due zellini pur di difendere poltrona e la sua inutile pellaccia...”
A Hermione bastarono pochi istanti e una dozzina di cerchi magici per cancellare la memoria al povero Caramell mandandolo al tappeto come una pera cotta.
“Bene... ora, se foste così cortesi da firmare questo contratto Fidelius... ci sono segreti che non vorrei giungessero alle orecchie di Voldemort.” disse Harry porgendo una pergamena a Silente.
“Contratto Fidelius?” domandò Piton stranito.
“Diciamo che funziona come l'incanto... solo che è molto più pratico e permette anche a gente che, come me, non hanno imparato l'incantesimo di tutelare segreti di particolare importanza.” spiegò Hermione.
“Nel nostro caso il custode è mio nonno, Mephisto... e capirete che per una mago da quattro soldi come Voldy e i suoi lacchè è pressochè impossibile estorcere un segreto a mio nonno...” aggiunse Harry sorridendo.
“Albus... che facciamo?” chiese Arthur Weasley.
“Direi di firmare... in fondo è un bene che non si venga a sapere della possibilità di viaggiare tra altri mondi... immaginatevi solo la paura che si generebbe tra la popolazione...” disse il vecchio mago apponendo la sua firma in calce ma non fu il solo.
Vedendolo firmare tutti gli altri, studenti compresi, firmarono.
“Ma perché al ministro...” chiese un ragazzo con gli occhiali e una cicatrice sulla fronte.
“Perchè uno che arresta un brav'uomo come Hagrid per mostrare al mondo che il suo governo stava facendo qualcosa... beh dire che è un politico inetto, corrotto e incompetente è un eufemismo. Non voglio riporre fiducia in simili individui...” spiegò Harry blandamente.
“C-Capisco... ma...”
“Si puoi dirlo alla vostra Hermione ma prima dovrà firmare anche lei il contratto...” rispose Hermione seccamente.
“Hermy... che ti prende?” domandò confuso Harry che la fissò con uno sguardo allarmato.
“Lui è vivo, l'ho visto!” disse con gli occhi lucidi.
“.....”

°°°°°°°°°°°°°°°

Note dell'autore...

Salve ragazzuoli... finalmente ho deciso come proseguire questa saga... avevo così tante idee che non sapevo come far evolvere la storia ma andiamo con ordine.
Molti, sebbene i lettori storici e alcuni commentatori mi seguano anche nelle altre Fiction, di sicuro si staranno chiedendo chi è Kalel, con il suo seguito, e il misterioso Sergei che tutto puote.
Beh Kalel è il protagonista della saga "La scelta, le conseguenze e il viaggio..." che chi volesse può trovare nella mia pagina autore. È il fratello di Hermione che deve nascere e che, con gli eventi di oggi... beh diciamo che chi ha letto tutte due le opere fino ad ora ha capito cosa vuole fare Sergei e dove si vuole spingere... ma non mi sbilancio troppo.
Per quanto riguarda Sergei... beh lui è il mio Deus ex Machina. Quando voglio dare una scossa alle mie trame lo faccio arrivare a risolvere situazioni (stile Mr Wolf di Pulp fiction :) )
Ma torniamo alla storia...
Harry ed Hermione incontrano beh... diciamo un mondo in cui le cose non saranno semplici per loro due. Considerate che li non hanno Forrest, i loro tre amici e il simpaticissimo Piton ad aiutarli.
Probabilmente incontrerano i Dursley e una certa Marge... che rimpiangerà le parole che dirà...
Ma anche Silly si pentirà di essere nato visto che questo Harry gli romperà parecchio le scatole...
A presto e commentate numerosi (il mio Ego necessita di affetto :) )

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Capitolo 22
*** La Morte dell'Attimo ***


La Morte dell'Attimo

Serana aprì gli occhi di soprassalto a causa di un movimento involontario che, durante il sonno, l'aveva portata a poggiare una natica su qualcosa di spigoloso.
Non ci volle molto per capire che si trovava in una grotta abbracciata a un uomo che, da ciò che i suoi occhi le facevano vedere, era nudo.
Anche lei lo era e non aveva bisogno di guardarsi per capire cosa fosse successo. Il lieve dolore pulsante e la sensazione di avere le gambe appiccicose le avevano fatto ricordare gli eventi delle ultime ore.
“Ci siamo date alla pazza gioia?” chiese una voce molto anziana che Serana riconobbe subito.
“Tu?” chiese vedendo un uomo biondo che ben conosceva.
“Si io... ultimamente tra te, tuo figlio e il marito della tua figliastra sembra che la seconda persona singolare, seguita da un bel punto interrogativo sia diventata la domanda più gettonata...” disse gettandogli devi vestiti.
“Ora copriti, spudorata. Dobbiamo parlare e non abbiamo molto tempo prima che i due pezzi grossi e il resto delle divinità si accorgano di cosa è successo.”
“Tempo? Poco?” chiese la ragazza confusa.
“Hai dimenticato cosa ti ho fatto vedere? Hai dimenticato la sofferenza del figlio che cresce nel tuo grembo?” disse mentre la ragazza, involontariamente, portò una mano al ventre.
“Non era un sogno?” chiese la ragazza afferrando i vestiti e coprendo le sue nudità con essi.
“Si e io sono la fata turchina... per quale dannato motivo pensi che ti tengo d'occhio da quando sei nata?” sbottò l'uomo voltandosi verso l'entrata della grotta per dare un po di privacy alla donna.
Serana non impiegò molto a prendere i vestiti e a darsi una ripulita mentre Azazel dormiva alla grossa.
La ragazza non badò molto al suo aspetto e, una volta vestita, si avvicinò all'uomo.
“Cosa devi dirmi?”
“Mi domandavo se avessi visto la lamentela, l'ultima in ordine di tempo, di tuo figlio... quella che ha fatto prima che venisse mandato a quel summit con le varie divinità mondiali...”
Serana lo guardò a lungo prima di sospirare e chinare il capo.
“Sono costernata per il suo comportamento, Kairos-sama...”
Il vecchio nume sorrise prima di gettare il suo sguardo su di lei.
“Costernata? Perchè quel soldo di cacio ha le palle di rimettere in riga i miei pari? Nah piccola... quel marmocchio potrà mancare di tatto ma quando ha ragione... beh ha ragione.”
La donna fissò a lungo il dio incapace di proferire parola. Solo dopo una decina di minuti si ricordò di un dettaglio fondamentale.
“Devo andare da Dio e Lucifero o morirò assieme al piccolo...”
Kairos non la degnò di uno sguardo e si limitò a prendere in mano la sua immancabile pipa.
“Se vuoi condannare tuo figlio a un'infanzia di merda... accomodati pure...” disse il dio con voce glaciale.
“...però poi non lamentarti con me se lui non riuscirà mai a chiamarti mamma, se preferirà Grayfia o se non riuscirai a sentirti parte della sua vita...”
La donna si bloccò di colpo gelata dal peso di quelle parole.
Non poteva negare di aver sofferto sentendo e vedendo il figlio non ancora nato piangere per colpa di una donna troppo ligia al dovere.
Grayfia infatti avrebbe dovuto anteporre l'amore per il figlio, che in fondo aveva partorito lei dopo secoli d'attesa, alle stupide regole di due divinità morte da tempo.
“Inoltre vorrei ricordarti che se i Phoenex hanno potuto attaccare Grayfia e i Gremory senza nessuna conseguenza è perché i Bael non accetteranno mai di dividere il loro potere con un Re con idee troppo innovative per i loro gusti...”
“E cosa dovrei fare allora?” sbottò la ragazza.
“Morire e portare con me mio figlio?”
“Non ho detto questo.” replicò Kairos piccato.
“Quei due guerrafondai troppo simili a Ddraig e Albion non sono l'unica forza a questo mondo...” rispose aspirando un po di fumo.
“Parli di Ophis?” chiese la diavola.
“Anche... ma non necessariamente. Il fatto che quella versione di Ophis abbia aiutato tuo figlio dipende dal fatto che si scopava una dragonessa e voleva salvare altri due esemplari della sua specie. Per questo si è mostrata così... interessata. Anche l'idea di farsi mettere incinta per creare un figlio in grado di uccidere il Grande Rosso è plausibile...”
“E allora chi?” lo incalzò la futura madre.
“Morte...” fu l'unica risposta che la rossa ricevette.
“Morte... il cavaliere?” chiese incredula.
“Quella del cavaliere è solo una forma usata quando una civiltà si estingue... ma si, parlo di lui.”
“E dove lo trovo?” chiese la donna incrociando le braccia.
“Ora come ora ha un lavoretto da svolgere a Pompei...” disse l'uomo schioccando le dita e facendo comparire una locanda romana al posto della grotta.
Un uomo con indosso una tunica marroncina e un bastone da passeggio finemente decorato era seduto a un tavolo.
“Sedetevi... non sarà buona come la pizza che mangerò a Chicago fra qualche secolo... ma questa focaccia è deliziosa.” disse Morte senza nemmeno voltarsi. (nda citazione a morte di Supernatural :) )
Serana si limitò a fissare Kairos a lungo prima di avvicinarsi al tavolo rassicurata da un cenno del capo del nume.
Man mano che si avvicinava all'Entità, non senza una certa apprensione da parte sua, la donna vide che era un uomo magro, vecchio, e con pochi capelli neri portati all'indietro.
Prese un respiro e si sedette vicino all'essere troppo intento a tagliare la focaccia con coltello e forchetta per prestarle attenzione.
“S-Salve... io sono...” disse la ragazza facendo appello a tutto il tuo coraggio.
“So chi sei, Serana...” l'anticipò Morte prendendo un pezzo di focaccia e posandola nel piatto della ragazza.
“Su mangia... è buona sai?” disse sollevando lo sguardo dal piatto e osservando la ragazza guardare timorosa la pietanza.
“Io volevo chiederti...”
“So cosa vuoi chiedermi, Serana.”
“Come...”
“Come lo so?” domandò asciutto. “Ha una qualche importanza?”
Non aveva importanza e Serana lo sapeva.
“No...” ammise la donna.
“...quindi mi aiuterai? Salverai mio figlio?” chiese titubante.
Morte la osservò a lungo prima di parlare.
“Si lo salverò ma mi chiedevo una cosa...”
“Cosa?” lo esortò la donna.
“Ti dispiacerebbe se anticipassimo la sua nascita?” chiese spaizzando sia Kairos che la diavola.
“Anticipare? E di quanto?” domandò Kairos a cui era andato un pezzo di focaccia di traverso.
“Beh se lo anticipassimo troppo... di un secolo ad esempio... Akeno e  le ragazze della sua generazione sarebbero troppo giovani per iniziare una relazione con Kalel...” rispose Morte portandosi una mano sul mento.
“Dei ed esseri sovrannaturali non hanno mai... guardato l'età. Metti Zeus e i suoi fratelli o mia sorella Mnemosime che andò con Zeu...” intervenne Kairos ricevendo un occhiata colma di sarcasmo dall'entità dispensatrice dell'oblio.
“Vuoi insegnare la storia a me, moccioso? Ti ricordo che sono tra le entità più antiche in assoluto. Più antico anche di Dio..” rispose Morte fissandolo spazientito.
“Non mi permetterei mai solo che...”
“Risparmiami la manfrina del tuo affetto per il ragazzo. Sappiamo entrambi che nessuno eccetto le madri, Angela e Lilith tiene a lui al punto di sacrificarsi. Anzi... col tuo gesto hai già tolto Grayfia dall'elenco.”
“Dimentichi...”
“Chi? Sirzechs che pur sapendo la gravità delle azioni di Diodora ha messo la politica davanti a ciò che era giusto? Azazel che ha abbandonato entrambi i figli per anni pur sapendo, dopo aver cresciuto la prima, che Kalel se la sarebbe presa? Grayfia che ha messo gli ordini di un Re deceduto davanti ai suoi doveri di madre?” chiese senza nemmeno degnarsi di alzare la voce.
Non c'era amarezza, ne rabbia e nemmeno rancore. Le parole di Morte erano gelidi macigni che, cadendo su Serana, andavano a minare le già flebili speranze che aveva riposto in quelle persone.
“Mephisto, io... Indra ed Efesto non contiamo?” chiese Kairos indignato.
“E cosa sarebbe successo, di grazia, se al posto di Indra e Sirzechs il pargoletto nella sua folle ricerca di una madre che doveva prenderlo e rivelargli la verità il giorno stesso, magari spacciandolo per un incubo, avesse incontrato Loki, Kalì... Shiva o Rivezim?”
Questa seconda argomentazione non solo gelò Serana che tramava al solo pensiero di suo figlio nelle mani di Loki o Rivezim, gli altri due li conosceva solo per sentito dire, ma spiazzò perfino Kairos.
“Inoltre Dio e Lucifero non hanno visto cosa sarebbe successo dopo la sua nascita. La loro vista si è fermata a metà del tredicesimo secolo e si sono basati su alcune profezie di Mephisto. Kalel... quel Kalel nemmeno diciottenne non può affrontare Crono e chi verrà dopo di lui. Un Kalel più maturo avrà una migliore possibilità...” sentenziò l'entità fissando Kairos negli occhi.
“Sempre che tu abbia a cuore l'incolumità e la felicità del ragazzo, Kairos...” aggiunse mellifluo.
“Certo che ho a cuore Kalel. Per chi mi prendi? Per i Bael?” replicò stizzito.
“Non sia mai Kairos-kun... Quindi se nascesse... che ne so... ad Agosto del 1980 a te andrebbe bene?”  
L'idea per Kairos era al limite della follia ma non poteva perdere la calma davanti a Serana. Per questo, facendo ricorso a tutta la sua proverbiale pazienza, e cercò di rigirare la frittata a suo favore.
“Potrebbe ma in quell'epoca Ddraig e Albion erano in mano ad altre persone e lui, potrebbe fare a meno di Rias, di Sona e forse di Akeno... ma Lilith e Angela sono fondamentali e senza i due draghi... beh Kalel perderà parte del suo potere contrattuale...”
Morte non lo interruppe. Lo lasciò parlare fino alla fine per poi demolire la sua arringa difensiva in pochi istanti.
“Faremo in modo che alla morte dei loro possessori i due Longini finiscano in mano ad Angela e Lilith... anzi... magari Kalel potrebbe riuscire perfino a migliorarli...” replicò Morte serafico.
“Ma...”
“Nessun ma... così ho deciso.” disse schioccando le dita e facendo svanire il dio mentre Serana aveva gli occhi spalancati.
“D-Dove...”
“Dove l'ho mandato? A morire per mano del fratello come è giusto che accada. Ha ritardato questo momento per troppi secoli...” rispose Morte annoiato.
“...ora se non ti dispiace metterei al sicuro quel pargoletto.” disse alzandosi e avvicinandosi alla donna.
“Farà male?”
“Un po...” disse facendo penetrare la mano all'interno del ventre della ragazza che iniziò a urlare incapace di sopportare quel dolore atroce.
Serana resistette a lungo prima di perdere i sensi.
“E anche questa è fatta...” disse schioccando le dita e facendo svanire la donna.
“A loro due ci penserà Mephisto-kun... io invece credo che andrò a parlare con Dio e Lucifero. Non si può correre il rischio che io sia costretto ad altri straordinari per un errore...” disse svanendo nel nulla mentre una nube piroplastica si abbatteva sulla locanda.

Qualche istante più tardi, nel QG delle tre Grandi Potenze Bibliche...

“Quindi Kairos ha portato Serana da te? Perchè?” chiese Azazel confuso.
“Perchè Kairos le ha mostrato il futuro di vostro figlio.” rispose Morte.
“Un futuro dove le tre Grandi Potenze e voi due...” disse indicando Dio e Lucifero.
“...lo avete messo con le spalle al muro. Nemmeno Hercole era così stressato.”
“E che dovremmo fare?” chiese Dio fissando Morte negli occhi.
“Tu devi fare due di quei giocattolini con le anime dei due Draghi Celesti. I Corpi inceneriscili. Fai però in modo che tra il 1996 e il 1998 questi due artefatti si spengano e finiscano in mano del ragazzo. Lui saprà cosa fare. Gli ho dato tutti gli strumenti che gli avreste dato voi. Inoltre sarebbe una buona cosa se ne facessi uno anche con Yamata no Orochi. Non completarlo... Limitati a seguire questo progetto...” disse tirando fuori un foglio di carta.
Dio lo guardò a lungo prima di piegarlo in quattro e infilarselo in tasca.
“C'è altro?” domandò Lucifero spazientito.
“In verità si...” ammise Morte tirando fuori dei fogli.
“Queste ragazze, con queste madri e questi padri, devono nascere in queste latitudini e in questo arco di tempo. Non sono ammessi errori. Usate ogni mezzo a disposizione...” disse porgendone uno a Dio, uno a Lucifero, uno ad Azazel ed uno a Mephisto.
L'entità tirò fuori anche cinque collanine.
“In quei fogli ci sono i compiti per le vacanze...” disse fissandoli truce.
“...non saltatene nessuno, specialmente tu Dio che inizi le cose, come le SG e poi le lasci a metà. Le collane invece datele ai ragazzi della lista...”
“A cosa servono?” chiese Mephisto curioso.
“A salvarli da Rivezim, o da altri pezzi di merda della loro risma, e a portarli nel tuo castello favorendo il loro incontro...” disse sorridendo.
“Nel mio castello? Io dovrei...”
“Sei l'unico, morti Dio e Lucifero col potere di affrontare un Signore del Tempo. Dimostrami che Zecrom Bael ti teme per un valido motivo...” disse svanendo nel nulla.
“Cielo... non uno ma cinque marmocchi in giro per il mio castello? E io che non mi sono sposato per non avere marmocchi isterici in giro per casa.” sbottò Mephisto spazientito.
Non sapeva che un giorno molto lontano, intorno alla fine del 1800, avrebbe cambiato idea e che i cinque marmocchi sarebbero stati gli ultimi di una lunga schiera di figli e nipotini adottivi che avrebbero riempito le giornate.

°°°°°°°°°°°°°°

Qualche secolo dopo, nell'Anno Domini 1980, nella perfida Albione... a Godric's Hollow per la precisione...

“Spingi Serana!” urlò Lily.
“Per te è facile parlare! Il tuo non aveva ali piumate!” urlò la diavola maledicendo le premure che aveva avuto per la sua coinquilina.
“Dai che si vede la testa! Un ultimo sforzo!” la esortò la ragazza sollevando la testa dalla zona parto.
La diavola non se lo fece ripetere due volte e, facendo appello a tutte le sue energie, iniziò a spingere. Serana mantenne lo sforzo per molti minuti prima che un vagito riempisse l'aria.
“È un maschietto!” esclamò la donna porgendole un fagottino.
“Come lo vorresti chiamare, Serana?” chiese sorridendo.
“Kalel... in fondo, per quanto possa sembrare strano detto da una diavola... suo padre è pur sempre un angelo...”
“Zitta...” l'ammonì Lily. “James non vuole che certi termini vengano usati in casa sua...” disse seria.
“Quindi... lui non lo sa?” chiese la diavola affaticata.
“Che Mephisto mi ha reincarnato in un demone da piccola perché sono una discendente del casato dei Buné?” chiese Lily sospirando.
“No... non lo sa.” ammise sedendosi sul bordo del letto.
“Nemmeno Severus, che era presente all'epoca, ha mai sospettato di nulla. Nemmeno Silente sa nulla visto che Mephisto mi ha rivestita con alcuni incantesimi che impediscono ad uomini e angeli di individuare un demone...”
“Questo però ha limitato i tuoi poteri...” le fece notare Serana cercando, e riuscendoci con facilità, di mettersi seduta comoda.
“Si ma al nonno interessava che dessi vita a un figlio con sangue di demone per rivitalizzare un casato estinto...” disse con stizza lampante.
“Oh piccola...” mormorò Serana abbracciandola con la mano libera.
“È il nostro destino come donnne... pensa che io avrei dovuto sposare Rivezim Lucifer o l'erede del casato Bael. Solo l'essere rimasta l'unica della mia famiglia mi ha liberato dal mio fato di moglie trofeo dandomi la possibilità di perpetrare il nome di mio padre...” spiegò sorridendo mesta.
“E hai sposato un Angelo...”
Serana sentendola parlare così ridacchiò.
“Sposato... è una parola grossa. Diciamo che stavamo rischiando di morire e finiti in una grotta mi sono lasciata andare. Pensa che so per certo che entro l'anno prossimo una figlia di Azazel vedrà la luce in questo paese e non oso immaginare quante altre ne ha messi al mondo abbandonandoli al suo destino.”
“Una figlia? E come lo sai?”
“Diciamo che dopo la mia prima volta un Dio mi ha fatto vedere il futuro dei nostri figli...”
“Eh?”
“Beh tuo figlio e la mia figliastra saranno molto... intimi...” ammiccò mentre la madre del futuro don Giovanni si fingeva sconvolta.
“Serana! Io ancora gli cambio il pannolino a quel marmocchio...” disse prima di scoppiare a ridere.
“E il tuo?”
“Non farmici pensare...” disse sospirando. “...da ciò che ho visto, sebbene sia più sensibile... o almeno spero che lo diventi, ha preso dal padre.”
“Allora dobbiamo avvertire i padri di tutto il mondo di tenere le figlie al riparo da due aspiranti malandrini...” scherzò Lily.
“Avrai tanti nipotini...” disse mentre il volto di Serana si adombrava.
“Già... peccato che se mi rimangono due anni di vita è un miracolo...” rispose mesta.
“Non potrò nemmeno insegnargli a usare i miei poteri e morta io non ci sarà nessun Valefor a poterlo istruire. I poteri dei Phenex poi... la famiglia di mia madre ha messo una taglia su di me... figurati se allenerebbero il figlio di una disertrice...” disse mentre la ragazza iniziò a pensarci su.
“Un modo ci sarebbe...” rispose Lily dopo averci pensato su a lungo.
“Un modo?” chiese la neo mamma.
“Si... vedi... tu sei scomparsa più o meno qundo Roma era un impero... la magia in questi secoli ha fatto notevoli passi avanti... diciamo che abbiamo trovato un modo per conservare i ricordi.” disse alzandosi e avvicinandosi al comodino.
Tirò fuori una sfera e la mostrò a Serana.
“Qui ho immagazzinato molti ricordi per Harry... beh lo sai... nel caso in cui dovessi morire...” disse mesta prima di porgere una seconda sfera a Serana che la ragazza dedusse essere vuota.
“Che devo fare?”
“Solo mettere il dito o la bacchetta sulla tempia e concentrarti su un ricordo. Appena vedi uscire un filamento argentato lo avvicini alla sfera che li cataloga in ordine cronologico...” disse sorridendo.
“Grazie, Lily... mi hai accolto in casa... e ora...” mormorò Serana commossa.
“Figurati... prima che arrivassi le giornate erano monotone e beh... almeno ho qualcuno con cui parlare.” disse gettando lo sguardo sul suo anello.
La diavola non aveva bisogno di dire nulla visto che aveva capito, non che ci volesse molto, che le cose tra la sua amica e il marito non andavano bene nemmeno prima della reclusione forzata.
“Su dai... pensa positivo. Prima o poi le cose si sistemeranno...” pensò la ragazza senza sapere che i guai erano appena iniziati...

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Parco Giochi di Privet Drive, Surrey, Inghilterra, Regno Unito 24 Dicembre, 1985

Harry stringeva la copertina nel buio di una casetta di plastica un tempo usata dai bambini per giocare, con il corpo scosso dai tremiti e gli occhi chiusi per non vedere i rami degli alberi che, mossi dal vento e illuminati dai pochi lampioni funzionanti, assumevano strane e spaventose forme per gli occhi di un bambino.
Non aveva pranzato, ne cenato quel giorno e tutta colpa del suo corpo che causava eventi insoliti senza che lui se ne rendesse conto o riuscisse a impedirlo. Non era una novità, rimanere a digiuno almeno.
Se riusciva a mangiare per due giorni di fila era un miracolo visto che alternava periodi di striminziti pasti a settimane di digiuno passate a fare le pulizie e sbrigare le faccende di casa.
Era stanco, tremendamente stanco, ma sapeva che se si fosse addormentato avrebbe fatto la fine dei suoi genitori.
Sarebbe morto e nessuno lo avrebbe pianto, nessuno sarebbe stato in pena per lui. Forse sarebbe stata la cosa giusta da fare visto ciò che lo aspettava ma qualcosa, nel suo intimo, lo spingeva a vivere.
Per questo, per cercare di rimanere sveglio, prese dalla tasca un foglietto che aveva ricevuto all'uscita della chiesa.
Lui odiava andarci. Non che non gli piacesse il messaggio ma ogni volta che si avvicinava sentiva una fitta al cuore e la testa gli scoppiava quando sentiva qualcuno pregare o, e questo era peggio, quando pregava di sua iniziativa.
Quel foglietto però era particolare. Presentava un cerchio di colore arancione con uno strano volatile al centro e degli strani ghirigori sui bordi. Guardandolo a Harry diede l'impressione di emettere luce propria ma il bambino pensò a qualche scherzo ottico dovuto alla stanchezza.
Erano queste le condizioni del piccolino che tornò a fissare i volantino stringendosi il petto, frizionandolo con le braccia per riscaldarsi, senza però riuscirci.
Era già arrivato al punto da non sentirsi le punta delle dita, ma quella era la punizione che meritava. Lo sapeva, perché era stato suo Zio Vernon a dirglielo che i criminali non meritavano un letto, ne del cibo caldo.
E lui era davvero un criminale, lo sapeva visto che aveva gonfiato la zia Marge che aveva parlato male di sua madre. Cagna rachitica l'aveva definita e se c'era una cosa che non sopportava era che qualcuno parlasse male dell'unica persona da cui ricordava di aver ricevuto un gesto affettuso.
Il solo pensiero di come sua zia non avesse difeso sua madre da quella donna lo mandò in bestia causando uno scoppio di energia che scacciò senza problemi il freddo dal suo corpo e diede nuova linfa al suo corpo permettendogli di alzarsi in piedi.
Fu quindi la volta dei ricordi più dolorosi di venire a galla. Ricordò le torture, una per una, che aveva subito. Dalla mano poggiata sul fuoco alle frustate, dalla testa infilata a forza in una vasca piena d'acqua alle braccia rotte che nemmeno si degnavano di curare.
La casetta venne spazzata via da quell'energia causata da un impeto di rabbia ma, essendo il corpo del ragazzo stremato dal freddo e dalla fame non durò a lungo.
Le energie infatti si esaurirono subito e il bambino cadde al suolo senza rendersi nemmeno conto di essere in procinto di cadere. Si accorse solo che tutto stava diventando nero e buio.
Fu in quel momento che il volantino iniziò a brillare con intensità sempre maggiore fino a quando un cerchio magico del medesimo colore non si materializzò in quel parco giochi.
Un giovane il cui volto era illuminato dalla luce comprese subito cosa fosse successo.
“Cielo... al nonno la situazione non piacerà affatto...” disse avvicinandosi al piccolo Harry che prese in braccio con relativa facilità.
“...non piacerà proprio per nulla...” aggiunse svanendo esattamente come era comparso.
Nello stesso momento, in Scozia, un vecchio si svegliò di soprassalto consapevole che qualcosa di brutto era accaduto.
Il giorno seguente, per quanto il ministero avesse mobilitato tutti gli uomini disponibili e richiamato gli auror in pensione, non fu trovata alcuna traccia di Harry Potter, ne nel Regno Unito, ne nel resto del mondo.
A nulla valsero le domande poste ai Dursley se non a confermare l'ovvio : Silente era stato un incosciente ad affidare Harry Potter a dei Babbani.

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Note d'autore

Salve a tutti... scusate il ritardo ma questo capitolo l'ho finito solo pochi minuti fa.
Ma veniamo a noi. In primo luogo ecco spuntare Sergei e Serana. Serana, per chi ha poca memoria, è la madre del piccolo che porta in grembo Grayfia (cap3) e che è il fratello da parte di padre di Hermione.
Kalel, il ragazzo che avete conosciuto nel capitolo precedente, non ha avuto una vita facile anzi. Sergei e tutti coloro che gli stavano attorno gli hanno reso la vita un vero inferno.
Anche Harry però, per permettere la morte di Voldemort e la nascita del bambino ha avuto una vita difficile. PEr questo, e per avere un Kalel privo dell'influenza di Dio e Lucifero, Kairos ha mostrato a Serana cosa sarebbe successo al figlio. QUesto ha fatto prendere alla donna la decisione di ricorrere ad altri visto che i due Dei non avrebbero mai permesso alla donna di crescerlo. Kairos-Sergei però non ha fatto i conti con Morte che non ha mai amato coloro che rifiutano un affettuoso abbraccio da lui e, per questo, ha deciso di aiutare Serana realmente e di pensare al piccolo senza tirare acqua al suo mulino come fatto invece da Dio, Lucifero e dagli altri.
La domanda che vi porrete è... perchè i Dursley sono vivi?
Beh qui Mephisto reincarna Lily prima di mandarla a Hogwarts. questo causa la gelosia di Petunia e ciò fa di Harry un mezzo demone che, in quanto umano, riceve alla nascita l SG di Yamata (la spada gliela darà Mephisto.)
QUesto ha impedito al demone di portare il bimbo con se ma... beh diciamo che un bambino con cui era cresciuto gli ha dato un volantino speciale.
Il resto... beh lo vedrete presto.
Vi dico solo che, per evitare di riscrivere primo e secondo anno, sarà Hermione a descriverli sotto forma di Diario :)
In ogni caso aspettatevi sorprese a non finire fin dal terzo che sarà... diabolicamente infernale per il nostro quartetto :)
A presto boys and girls :)
 

 

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Capitolo 23
*** Incontri e Scontri ***


Salve ragazzuoli.... che dire... oggi sarà un capitolo atipico visto che, a tappe forzate passeremo dal 1985 al 1990 quando Mephisto informerà i ragazzi di una delle ultime mosse azzardate di SIlente.
Vi avverto. C'è un grosso colpo di scena che coloro che hanno letto solo la storia di Harry non potranno capire. Gli altri, dopo tutte le spiegazioni che hanno ricevuto nella storia di Kalel dovrebbero ormai sapere come e perchè si è arrivati a quel colpo di scena. In ogni caso vi avverto che Lily e Mephisto, fino a oggi, qualche bugia l'hanno detta... quindi non prendeteva con me, un umile scrivano, ma con loro... detto questo diamo inizio allo show...

Incontri e scontri

Erano passati alcuni giorni da quando Harry aveva rischiato di morire assiderato. Giorni che il bambino aveva passato a dormire per recuperare le forze in un letto più grande dell'intero salotto dei suoi zii.
Il piccolo se ne era reso conto nonostante fosse stato afflitto da una febbre molto alta che, causata dall'aver passato molte ore all'agghiaccio, era stata curata in tempo.
Harry si era anche reso conto che un bambino, il cui volto era tutto sfocato a causa della lontananza dei suoi occhiali, lo andava a trovare spesso e volentieri.
Per questo non si sorprese troppo quando, aprendo gli occhi, sentì una voce allegra che gli parlava.
“Sei sveglio finalmente.” disse una voce che proveniva dalla sua destra.
Harry voltò il capo lentamente prima di vedere quella macchia sfocata e, dopo alcuni minuti che lo fissava senza dire nulla, avvertì qualcosa picchiettare sulla sua fronte.
“C-Cosa?”
“Prendi gli occhiali scemotto o pensi di vedermi senza?” disse sospirando la voce.
Harry allungò le mani avvicinandole alla testa in cerca di un braccio ma, sentendo solo aria attorno ad essi, rimase basito.
“S-Stanno...”
“Galleggiando... fluttuando... usa il termine che ti piace di più. Ma mettiti gli occhiali, cavoli, o diventerai cieco...” ammise la voce gioviale.
Harry non se lo fece ripetere due volte prima di afferrare ed inforcare il occhiali rendendo visibile l'invisibile.
Davanti a lui, sorridente, c'era il bambino che gli aveva regalato quello strano disegno all'uscita dalla Messa con indosso abiti molto eleganti.
“Dove siamo?”
“Dove siamo...” ripetè il ragazzo riflettendoci su. “Potrei dirti che a Nord c'è la Svezia, a sud ciò che una volta era la Prussia e a Ovest la Danimarca ma dubito che un bambino che ancora deve iniziare la scuola capirebbe...” rispose sorridendo gentile.
“Ti basti sapere che sei sull'isola di nostro Nonno e che non vogliamo farti del male. Posso raccontarti tutto ma penso che avrai fame...” disse prendendo il telefono sul comodino e richiedendo la colazione.
“Nostro nonno?”
“Beh non è un nostro parente vero e proprio ma mi ha adottato dopo che mia mamma è morta... e avrebbe dovuto portare qui anche te ma... beh ci sono stati dei problemi.”
“Problemi?” chiese Harry confuso mentre una domestica entrava con un carrello pieno di molta roba da mangiare.
“Mettiti comodo allora... sarà una lunga storia...”

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Nel frattempo ad Hogwarts, Regno Unito.
Erano passati sei giorni dalla scomparsa del Salvatore del mondo magico. Sei giorni da quando la sua Traccia, pur continuando a rimanere attiva, non riusciva a indicare ai membri del Ministero l'esatta ubicazione del Bambino Sopravvissuto.
Sei giorni da quando agli occhi del mondo il venerando Albus Silente, era diventato niente di più di un rimbambito che aveva lasciato le sorti del Bambino Sopravvissuto in mano a dei babbani del peggior tipo.
Albus Silente, Preside di Hogwarts, però non si curava di tali illazioni visto che era convinto fino al midollo, che il suo pupillo, la sua arma contro Voldemort, fosse ancora viva.
Per questo aveva mandato Severus dai Dursley con il compito di scoprire il possibile riguardo la sua scomparsa. Non che non avesse intuito molto dai resoconti scarni degli Auror ma Morti nel sonno associati ai Dursley e alla sorella del padrone di casa, ospite per il Natale, non indicava come fossero riusciti a superare le barriere, uccidere quattro persone senza lasciare la benchè minima traccia e rapire un bambino senza attivare nessuna delle innumerevoli maledizioni poste a difesa della famigliola.
Una cosa però la sapeva... e la sapeva dal giorno in cui aveva incontrato la sua collaboratrice davanti alla casa dei Dursley quel lontano 1° Novembre 1981. L'ira di Severus Piton sarebbe stata grande.

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Mephisto, Supremo Pezzo Grosso della Conferenza Internazionale dei Maghi, non aveva molto margine di manovra per fare determinati acquisti nel mondo magico.
I maghi, in quanto umani, erano molto volubili e rendevano illegali alcuni ingredienti per lui necessari in base alle pressioni dell'opinione pubblica, dei maggiorenti del paese e si, anche in base alle tradizioni religiose.
Di certo un paese cattolico, protestante, ortodosso o mussulmano avrebbero avuto un'opinione della magia nera più limitata di un popolo come quello cinese ma anche su quel mercato molte limitazioni erano presenti a causa di Silente.
Per questo, e per non perdere prestigio, lui si era trovato costretto ad acquistare molti prodotti direttamente negli inferi.
Fu per questo motivo che, essendo costretto a cercare un particolare ingrediente utile a distillare qualche strano intruglio, che decise di fare visita ai Gremory.
Li accolse, perché non era solo, Grayfia Lucifuge moglie e regina dell'attuale Maou Reale, Sirzechs Lucifer.
“Cosa prendono le bambine?” chiese Venelana Gremory, una donna bionda molto avvenente che, a dispetto dei suoi molti secoli di vita, aveva scelto di apparire come fosse ancora nel fiore degli anni.
Una di esse, nonostante il sorriso della donna, fissava Mephisto con astio.
“Nulla finché il vecchio non ci dice cosa vuole da noi...” disse la bambina stringendo a se la compagna di sventure.
Mephisto le guardò con intensità prima di abbozzare un sorriso che stranì i coniugi Gremory non poco. Lui infatti non era di certo noto per la sua gentilezza e negli inferi in parecchi temevano il suo nome.
“Dovete sapere che alcuni anni fa ho trovato due bambini. Entrambi discendono da due nobili casati e un giorno potrebbero diventare molto ricchi...”
“E con questo?” chiese la bambina, una biondina tutto pepe, con un paio di occhi simili a due zaffiri che sembravano voler sondare le profondità dell'animo del diavolo.
“Diciamo che non posso mica farli andare a spasso per il mondo come invece vorrebbero. Inoltre il mio castello è pieno di adulti e pensavo che magari avrebbe fatto piacere avere qualcuno con cui giocare...”
“Davvero?” pigolò l'altra bambina con i capelli ricci e crespi e i denti un po sporgenti.
“Vi do la mia parola di demone. Non vi verrà fatto alcun male e punirò io stesso coloro che vi mancheranno di rispetto. Fossero i miei stessi nipoti...” disse Mephisto con solennità.
Questa promessa rembrò rassicurare le due ragazze che pur provenendo dal mondo babbano, la riccia, e da un convento, la bionda, sapevano che una promessa di un demone aveva sempre un minimo fondo di verità.
“Ok allora un succo di frutta alla pera, per favore...” disse la biondina soppesando le parole pur continuando a guardarsi attorno in cerca di eventuali pericoli e di una via di fuga.
La moglie del Maou, che apparteneva alla famiglia addetta a servire il casato di Lucifero, si allontanò un attimo prima di tornare con due bicchieri di succo di frutta e un vassoio pieno di biscotti.
La bambina con i capelli ricci, cosa di cui si pentì quando la sua amica la fulminò con lo sguardo, per la fame si gettò sul vassoio dimenticando qualche piccola regoletta ma nessuno osò rimproverarla. Che avessero sofferto molto, fame compresa, era ovvio perfino a un cieco.
“In ogni caso, Mephisto-sama, a cosa dobbiamo l'onore di ricevere una sua visita.”
Mephisto ponderò a lungo prima di parlare.
“Come forse saprete ho due nipotini... però avrei la necessità di affidare a qualcuno la loro istruzione. Per questo, scartando McGregor che ha moltissimi impegni, mi domandavo se fosse possibile chiedervi in prestito Agrippa e, se non chiedo troppo, anche Grayfia...”
“Posso domandarle il motivo di una simile richiesta?” domandò Zeoticus Gremory.
“Beh per Agrippa il motivo è che ho bisogno di qualcuno per la cattedra di difesa contro le arti oscure di Hogwarts. Temo che con la scusa della maledizione Silente stia cercando di abbassare gli standart in quella materia...”
“Abbassare? E perché mai fare una cosa simile?” domandò Venelana Gremory sconvolta.
“Credo che la consapevolezza di invecchiare lo abbia spinto ad assumere insegnanti incompetenti per evitare di fornire a Voldemort maghi già formati. Speravo che con la sua caduta la smettesse ma anche se sono passati cinque anni la qualità degli insegnamenti offerti continua ad abbassarsi...” rispose amareggiato.
“Non oso immaginare fra un decennio chi assumerà...” disse scuotendo la testa sconsolato.
“Immagino che riceverà molte lamentele...” disse Zeoticus.
“A non finire. Per questo cercavo un demone che conoscesse la magia umana. L'altra scelta sarebbe l'alfiere di vostro figlio, McGregors Matters, ma ha moltissimi impegni ed, essendo stato in vita vicino alle posizioni di Durmstrang per quanto riguarda la magia nera, verrebbe criticato dai maghi vicini a Silente...”
Sentendolo parlare così il capo della famiglia Gremory non potè fare a meno di annuire.
“Gli parlerò e le farò avere una risposta... e per Grayfia?”
Mephisto si limitò a mettere la mano in tasca tirando fuori una carta di credito che consegnò alla ragazza.
“Confido che lei sia più indicata a rendere le due bambine presentabili e a impartire la giusta educazione che permetta loro di non sfigurare quando e se dovessero presenziare a qualche evento mondano...” disse alzandosi.
“...tornerò a prenderle quando saranno pronte...”
“Dove va?” chiese la bambina riccia.
“Non preoccuparti. Nessuno di loro vi farà del male... io devo andare a comprare alcuni ingredienti per una pozione che servirà al mio secondo nipote e devo passare a trovare un vecchio pazzo prima che i reclami mi sommergano...”

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Era passata qualche ora da quando il suo nuovo amico era andato a trovarlo. Harry aveva riflettuto a lungo sulle cose che gli aveva rivelato. Non erano certo facili da digerire. Il mondo in cui era cresciuto fino a quel momento era una finzione. La magia esisteva, e lui e i suoi
genitori erano maghi. Non solo, ma anche Angeli, Demoni e altre creature presenti nelle favole come elfi, nani, vampiri esistevano e conducevano le loro vite nascosti all'occhio umano. Non fu questo però a farlo infuriare. Scoprire che suo padre non era un ubriacone e non aveva avuto un incidente mentre guidava... quello fece sorgere un certo odio nei confronti dei Dursley.
Come avevano osato insinuare una cosa del genere? Ma la cosa più sconvolgente era scoprire di essere famoso nel mondo magico. Era ridicolo.
Poteva credere all’esistenza della magia, al fatto che la sua vita fosse stata una menzogna, ma aver sconfitto un potente mago oscuro da neonato? Per un attimo pensò di stare sognando ma il fatto che molti sconosciuti lo fermassero in mezzo alla strada per ringraziarlo gli balzò alla mente. Eppure, se era tanto celebre, perché lo avevano lasciato con i Dursley?
Harry però non sapeva che il suo stesso dubbio stava attanagliando perfino l'animo di quello che sarebbe diventato il professore che più di tutti avrebbe odiato durante la sua breve esperienza scolastica.

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Severus Piton era seccato, e per delle buone ragioni. Era seccato perché la tranquilla estate, che in linea teorica avrebbe voluto passare a distillare pozioni e rifornire le sue scorte lontano dai suoi pestiferi alunni, era stata rovinata da nientemeno che dal figlio dell'uomo che odiava più di tutti.
Era seccato perché si era illuso di non doversi occupare del figlio di Potter per almeno altri cinque anni e perché Silente lo aveva incaricato di fare qualche ricerca nel vecchio giro e solo Merlino sapeva quanto avrebbe preferito evitarlo.
Era seccato inoltre perché tutti erano interessati a quel bambino che sarebbe dovuto essere suo e di Lily. Di quella Lily che se avesse scelto lui oggi sarebbe viva, felice e non avrebbe mai permesso a Silente di affidare il figlio alla sorella.
Non avrebbe dovuto assecondare il piano del preside. Lasciare il figlio di Lily nelle mani di Petunia! A cosa era servito poi?
Le cosiddette barriere impenetrabili erano state buttate giù, Severus stesso si era recato a Privet Drive a cercare indizi, ma senza successo.
Non solo i tre babbani e la loro ospite erano morti nel sonno. Non solo l’assassino non aveva lasciato la benché minima traccia del suo passaggio ma la cosa che più aveva colpito il pozionista, era che in quella casa non c’era nemmeno il minimo indizio che una quarta persona avesse mai vissuto là.
Non una foto e delle quattro camere da letto dell’abitazione, nessuna sembrava esser stata di Harry: nella camera del cugino c’era un solo letto mentre l’altra camera era sommersa di giocattoli e sembrava improbabile che qualcuno ci avesse mai dormito.
Ispezionando il resto della casa era stato attirato dalla porta del sottoscala, e quello che aveva visto lo avrebbe tormentato per il resto dei suoi giorni : un minuscolo giaciglio sfatto, qualche soldatino buttato sul pavimento, e nelle lenzuola improvvisate delle vecchie macchie di sangue.
Aveva parlato con i vicini, con gli insegnanti, con i poliziotti che si occupavano del caso. Tutti gli avevano descritto un bambino pallido, scheletrico, introverso, sempre vestito con abiti logori e troppo grandi, preso di mira dal cugino e dai suoi amici.
Non era così che si era immaginato il figlio del suo nemico.
Era tornato da Silente furioso, e gli aveva sputato in faccia la verità sul luogo sicuro dove aveva lasciato l’eroe dei maghi, e aveva goduto nel vedere il vecchio mago portarsi le mani al viso, stanco e sconfitto, mentre Minerva gli rinfacciava di non averla ascoltata, di non averle dato retta quando gli diceva che il piccolo Harry non poteva crescere con quei babbani orribili. Ma incolpare il preside non era servito a togliergli il groppo che gli si era formato in gola.
Tutti i tentativi di Silente di rintracciare il bambino si erano rivelati vani. Ovunque si trovasse, era nascosto da barriere potentissime.
Era anche andato a trovare Mephisto con la scusa di chiedergli alcuni ingredienti difficili da trovare nei negozi.
Il demone però era chiuso in una dimensione alternativa intento a sfogare la sua rabbia in modo sicuro... per il genere umano almeno.
Fu allora che Piton comprese che Silente avrebbe pagato a caro prezzo le sue azioni e l'arrivo a Hogwarts di Heinrich Cornelius Agrippa servirono solo a rendere più tangibili i suoi timori.
Hogwarts era stata appena commissariata.

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Gli anni passarono in fretta ed Harry, nonostante gli abusi subiti dagli zii materni, crebbe sano, vigoroso e felice. Certo l'amicizia con Kalel, un orfano come lui, e l'affetto che la sorella di questi, una certa Hermione, gli riversava avevano contribuito a farlo uscire dal suo guscio e a mettere una toppa ai danni fatti dai babbani.
In realtà c'era anche un altra ragazza, Angela, e i due andavano d'accordo solo che non era scattata quell'intesa che era scattata con Hermione. Harry era convinto che ciò dipendesse dalle loro storie.
Harry ed Hermione infatti avevano stretto amicizia facilmente visto che, più o meno, avevano subito le stesse cose. Entrambi erano per metà umani, entrambi erano stati trattati male, quasi uccisi, da persone che non accettavano la loro vera natura... ed entrambi avevano un padre di cui non volevano sentire nemmeno parlare.
Quest'ultima parte era simile anche per Angela e Kalel ma loro, pur avendo perso la madre da piccoli ed essendo stati abbandonati dai padri, non avevano mai rischiato di essere uccisi dai loro stessi tutori.
Lezioni con Mephisto a parte.
Per questo non prese bene la notizia che ricevette nello studio di Mephisto un mese dopo il suo decimo compleanno.
“Figliolo... so che non ti piacerà ma l'anno prossimo dovrai iniziare a frequentare Hogwarts...” disse mesto il demone.
“Perchè dovrei farlo, nonno?” domandò Harry confuso, spiazzato da quella uscita del vecchio nonno adottivo.
“Silente, pur di trovarti ha potenziato un incantesimo che di solito serve a inviare la lettera agli studenti, specialmente i natibabbani, per informarli del loro status di mago...”
“E come lo avrebbe modificato?” si intromise Kalel perplesso.
“In pratica l'incantesimo servirebbe, di solito, a ricordare l'impegno con la scuola. Silente, che sembra avere un ossessione per tuo cugino, invece lo ha potenziato così tanto che Harry potrebbe rischiare di morire entro Natale del 1991 se non si presenterà a scuola...”
“E qual'è il problema?” domandò Kalel sbadigliando e ricevendo un occhiata torva dalla sorella, da quello che sarebbe diventato il cognato e dal nonno.
“Dov'è il problema?” urlò Harry prendendolo al bavero solo per finire, senza sapere come, a fissare il soffitto con il culo per terra.
“Ti scaldi troppo fratellino..." lo ammonì il figlio di Azazel. 
"Silente agisce pensando di avere a che fare con un bambino umano, capriccioso e privo di supporti che è in fuga da casa...” disse Kalel capendo il punto di vista del fratello.
Nemmeno lui, se messo davanti all'idea di dover avere a che fare con i Phenex o con suo padre, avrebbe fatto i salti di gioia.
“E cosa dovrei fare?” chiese rialzandosi mentre Kalel sospirava.
“Loro sanno che Harry Potter è moro con gli occhi verdi, malnutrito... tu invece sei biondo naturale e in questi anni hai recuperato il peso perduto...” disse il ragazzo amaraggiato per ciò che il futuro cognato aveva subito.
“Loro non sanno che tua madre ti aveva cambiato l'aspetto con la magia. Se ti iscrivessi come marito di Hermione, magari adottando il suo cognome... beh, a meno che non fai il cazzone, nessuno scoprirà mai la verità e Silente sarà costretto a ridurre l'efficacia dell'incantesimo se non vuole che un Harry Potter prigioniero di qualche mago oscuro tiri le cuoia per colpa sua...”
“Kalel...” farfugliò Mephisto sconvolto.
“...sai che per essere metà angelo a volte sei di una crudeltà e di un'astuzia spaventosa?”
“Dimmi qualcosa che non so...” replicò divertito facendo per allontanarsi dall'ufficio mentre Mephisto cercava di darsi un contegno.
“Che se tu e Angela vorrete andare a Hogwarts con Hermione ed Harry dovrete sposarvi...”
“Cosa?” dissero i due diretti interessati che, in quanto amici, erano un po sconvolti.
“Io dovrei sposare...” dissero i due indicandosi
“Se volete andare con Harry ed Hermione le condizioni sono queste. Prendere o lasciare. Vi do tempo un mese per sapere la vostra risposta...” disse congedandoli con un cenno della mano.
I ragazzi avrebbero voluto protestare ma sapevano per esperienza che il vecchio diavolo, quando parlava in quel modo, era inamovibile dalle sue istanze.
Camminarono a lungo prima di ritrovarsi nella stanza di Kalel dove, una volta entrati, si appropriarono delle poltrone più vicine.alla porta.
“Che facciamo?” domandò Kalel volgendo lo sguardo verso Angela e notando, per la prima volta, che in lei c'era qualcosa di femminile.
Si ricordava ancora quando, arrivata al castello, l'aveva scambiata per un maschio e non l'aveva presa bene. C'erano volute molte ore prima che la rissa, scoppiata tra i due, venisse sedata da una scocciata Venelana Gremory che li aveva presi per un orecchio e li redarguì così tanto che persero la voglia di litigare.
Davanti ad estranei almeno. In privato continuarono per anni.
“Parli con me?” chiese astiosa la ragazza.
“No,” replicò cinico Kalel mentre Harry ed Hermione sbuffavano buttando gli occhi al cielo e scuotendo la testa. “...con il bambino che vorresti tanto sposare...” disse con stizza mentre le due bambine si guardarono confuse.
“E chi sarebbe, di grazia?” chiese Angela con minor astio e un tono che rimarcava maggior curiosità.
“Chi sarebbe? Ma se non fai che confabulare con Harry quando io non ci sono!”
“Aspetta... Aspetta... Aspetta un secondo... tu sei geloso di me ed Harry?” chiese Angela con gli occhi stralunati.
“Geloso? Di una come te?” replicò Kalel cercando, senza riuscirci, di far cambiare argomento alla ragazza.
“Tu sei geloso... oddio... ma puoi essere così egoista? Tu non fai che parlottare con Hermione... vi abbracciate pure!”
“E adesso chi è la gelosa? Comunque quello che c'è tra me ed Hermione non ti riguarda...”
“Ragazzi...” dissero Harry ed Hermione con un filo di voce.
“Non mi riguarda?” domandò Angela alzandosi in piedi con le guance rosse e gli occhi lucidi.
“Ragazzi...” ripeterono i due ragazzi con più voce.
“No, non ti riguarda...” rispose Kalel
“RAGAZZI!” urlarono i due mezz'uomini attirando due paio di sguardi assassini su di loro.
“Che c'è?” urlarono Kalel e Angela all'unisono.
“Credo che ci sia qualcosa che dovete sapere prima che vi ammazziate a vicenda...” disse Harry sorridendo.
“E cosa?” sibilò Angela.
“Che Hermione e Kalel sono fratello e sorella, sorellina...” disse Harry sorridendo.
“S-Sono f-fratelli?” chiese Angela sconvolta mentre Kalel fissava la scena con uno sguardo interrogativo.
“Siete fratelli?” domandò il bambino ricevendo un cenno del capo come risposta.
“Perchè non me lo avete detto?”
“Perchè non sapevamo di esserlo fino a quando non ho visto un ricordo di mia madre. A quanto pare ha scelto di partorirla in un orfanotrofio per non farle correre rischi con Voldemort che ci dava la caccia. Suo padre poi, per farla ascendere, le ha sigillato i poteri demoniaci facendo più danni che altro...”
“Capisco...” mormorò Kalel confuso mentre la ragazza singhiozzava.
Quel segreto, ciò che le aveva fatto il padre che mai l'aveva cercata, o forse entrambi i motivi erano causa di tristezza per lei e Kalel la capiva. Ah se la capiva...
“Mi odi vero?” domandò la ragazza mostrando un paio di ali argentate.
Kalel negò col capo. Come poteva odiarla adesso che...
“Come potrei mai odiare l'unico altro essere vivente simile a me...” disse aprendo le sue ali, argentate anch'esse.
“C-Come...”
“Mia madre era una diavola e mio padre un angelo. Mio nonno mi ha bloccato i poteri angelici per non farmi scoprire dai demoni più ortodossi... e perché nessuno mi sapeva insegnare ad usarli...”
“Quindi tu ed Hermione...”
“Si... siamo fratelli da parte di padre...” ammise Hermione
“Come noi lo siamo da parte di madre...” aggiunse Harry alzandosi e prendendo Hermione per mano.
“Dove...”
“A vedere la tv... Voi invece parlate, ne avete bisogno. Credo che abbiate molto da dirvi...” disse aprendo la porta per poi richiuderla alle sue spalle.
I due bambini rimasti soli attesero a lungo prima di tornare a guardare qualcosa di diverso dal soffitto o dal pavimento.
Poi, come se qualcuno avesse premuto il tasto play, i due iniziarono a parlare come mai avevano fatto in quei cinque anni. Parlarono della loro infanzia, della bastardaggine di angeli o demoni purosangue, di quanto facesse schifo l'orfanotrofio o di come non riuscissero a usare i poteri opposti a quelli degli ambienti in cui erano cresciuti.
Fu allora che Kalel espose un dubbio che gli era balzato alla mente.
“Allora tu sei potenzialmente in grado di svegliare i poteri dei Buné?” domandò realmente interessato.
“Io... potrei, così come mio fratello, ma dipende dai geni del nonno...”
“Del nonno?”
“Beh dopo aver visto il ricordo ho parlato a lungo con tuo nonno. Da ciò che mi ha detto pare che la mamma gli venne affidata in fasce a Mephisto da mia nonna. Lei era una purosangue ma per frequentare Hogwarts e avere una parvenza di vita normale... si è finta umana. Per questo il nonno modificò i ricordi degli Evans...”
“Aspetta e la storia del pilastro, di Serpeverde e suo fratello che....” cercò di dire Kalel.
“Penso che mia madre e tuo nonno abbiano detto un po di bugie per rendere la copertura credibile. Sai pare che Grindelwald fosse gay...” spiegò Angela divertita nel vedere il volto confuso del futuro marito.
“Anche se poi mica è una bugia così grossa...” si giustificò subito dopo. “Mia nonna in fondo era la zia paterna di Salazar e del Primo Grindelwald. Quindi, in linea prettamente teorica, io ed Harry siamo imparentati con entrambi...”
“Quindi lei poi sposò tuo nonno e qualche secolo dopo ebbero tua madre che, per qualche motivo, tua nonna affidò al nonno?” chiese Kalel.
“Esatto... quindi siamo entrambi ricchi di titoli ma poveri in canna visto che nessuno sa della tua esistenza o della tua parentela con un pilastro mentre mio nonno venne esiliato e mia nonna, seguendolo, ha perso il suo feudo...”
“Beati i ricchi di spirito perché erediteranno il regno dei cieli...” scherzò Kalel.
“Amen...” ridacchiò Angela.
“Beh a questo punto, visto che tu sai tutto di me manca una cosa sola...”
“Ovvero?”
“Beh il mio vero nome è Kaiser, in base alle tradizioni dei Phenex, Al-El, visto che mio padre è un angelo, Valefor... il tuo?”
“Prometti di non dirlo a Harry? Lui ha il vizio di parlare troppo quando è su di giri...” chiese allarmata.
“Prometto...” giurò Kalel.
“Allora per te, e solo per te, io sono Angela Lilith Lucifer figlia di Lilith Lucifer e di Michele....”

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tadadada!!!!
Colpo di scena e questo a tradimento, senza avvisi di sorta.... vediamo se qualcuno mi sa dire cosa è successo :)
Beh sono buono, ve lo dico io... Mephisto ha mentito e a ben vedere visto che i discendenti di Lucifero erano stati esiliati alla morte del vecchio Lucy.
Ora mi aspetto le critiche...
AH Shen... ma se Lily Potter era la nipote di Lucifero come minimo dovrebbe essere una diavola di Classe S come mai si nascondeva da un Voldemort che al massimo poteva andare messo nella parte medio alta della clase B?
Beh Mephisto ha affidato la piccola agli Evans e l'allenava poco. Da piccola perchè non aveva cuore di ferirla e da grande perchè ormai era una strega e amava lo studio piuttosto che le arti marziali...
Anche questo Harry, questo Kalel, questa Angelith (lol) e questa Hermione sono più deboli delle loro controparti.
Passiamo a Silente... stronzo vero? Beh io sono della scuola di pensiero che lui è un bastardo. in ogni mia fiction lui è un bastardo.
Passiamo a Piton... senzi di colpa everywhere per lui ma non concentriamoci troppo su di lui. Parliamo di Angela.
Forse solo in pochi hanno capito cosa è successo. Per spiegarlo bisogna andare indietro... molto indietro.
Dio è, nella mia mitologia, un essere simile per razza a Morte e ai quattro cavalieri come a molti altri esseri che non compariranno se non alla fine del tempo.
Giunto sulla terra la malvagità del genere umano e delle altre creature fecero nascere della malvagità in lui che, per poter ottenere un popolo da proteggere fu costretto dalle altre divinità a espellere la sua parte malvagia.
Così nacque lucifero (nda è una mia interpretazione... non usciamo fuori un saggio di teologia. la scomunica vorrei evitarla per un altro paio di decadi)
Dio e Lucifero iniziarono a combattere e se il primo creò gli Angeli, il secondo sottomise divinità locali rendendole dei demoni (72 pilastri o Mephisto e i demoni extra).
Poi, all'improvviso, si scoprì che angeli e demoni potevano avere una prole ibrida simile (non uguale) all'essere che ha dato vita a Dio e Lucifero.
Nella prima parte della serie di Kalel (quello che ripara Yamata per intenderci) Kalel nasce da Grayfia perchè il suo embrione viene dato a lei.
Anche Angela, dopo la morte di Lily, viene dato a Gabriel (un arcangelo che in dxd è donna). Solo che, mentre Grayfia è tollerante, e fece crescere il suo figlio aiutandolo, grazie a Hermione (li è più vecchia di Kalel) e ad Angela, ad accettare la sua natura angelica... lo stesso non si può dire degli angeli.
Gabriel infatti per molto tempo non poteva stare sempre sulla terra. Per questo, affidandola a dei preti e a delle suore, la bambina iniziò a odiare la sua parte demoniaca arrivando a scindersi. La parte angelica, Angela, incontrò Kalel. QUella demoniaca finì per incontrare il padre di sua madre e... beh non passò una buona infanzia. Scappò e venne quindi trovata da Azazel che le passerà Albion, il SG di Silente mentre ad Angela andrà Ddraig, quello di Mr Forrest...
QUi invece... beh Angela ha avuto il culo, se così si può definire, di venir trovata prima della sua scissione...
Ne consegue che Angela non sarà piatta come una tavola...
Ora potete odiarmi :)
A presto :)

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Capitolo 24
*** Alle scale piace cambiare... A Silente e Piton no. ***


Alle scale piace cambiare... A Silente e Piton no.

Kalel si ravvivò i capelli sbadigliando. Era esausto e in pochi potevano dargli torto.
Suo fratello, sua sorella e sua moglie avevano infatti preteso di dormire fino all'ultimo minuto a casa di Mephisto e per questo arrivare in Inghilterra era stato faticoso.
Avevano usato una passaporta per arrivare dall'isola di Mephito a Riga e da li, usando una limousine con un funzionamento simile a quello del Nottetempo, si erano fatti Riga-Londra passando per il canale della Manica.
Certo il viaggio aveva richisto meno di mezz'ora ma chiunque avesse preso il Nottetempo sapeva che non era noto per la sua comodità.
Il viaggio in treno era poi proseguito in un clima di quasi serenità nonostante la scomodità dei sedili. Sarebbe stato quasi perfetto se non avessero ricevuto la visita di Malfoy, che si portava appresso i suoi tirapiedi, e di un ragazzo dai capelli rossi che sembrava stravolto.
“Avete visto un bambino con i capelli neri, occhi verdi e occhiali?” chiese il rosso fissandoli con un misto di apprensione e superiorità.
“Avremmo dovuto?” rispose Harry glaciale quando in realtà era incazzato nero per la chiara allusione all'aspetto che aveva durante la sua cattività babbana.
Questo non sarebbe stato un problema visto che tutti conoscevano il vecchio aspetto di Harry, quello che qualcuno aveva imposto al ragazzo per qualche strano motivo.
Au contraire nessuno conosceva il vero aspetto di Harry che, biondo con gli occhi verdi, nessuno avrebbe mai potuto associare al Bambino Sopravvissuto. Perfino la sua odiosa cicatrice era stata coperta con un astuto incantesimo.
Una cosa però i due Harry condividevano : l'odio per i parassiti che tentano di farsi un nome vivendo di gloria riflessa.
“Beh è di Harry Potter che parliamo!” disse il rosso sconvolto.
“Ah... Harry Potter... no non l'abbiamo visto.” rispose Kalel con noncuranza.
“Se lo vedete ditemelo... sapete io e lui eravamo amici una volta...”
Nessuno si degnò di rispondere e lui chiuse la porta senza aggiungere altro.
Il viaggio proseguì con una certa quiete e al loro arrivo, seguendo Hagrid,  presero un sentiero di montagna circondato da alberi e attraversarono il lago usando delle barche di legno incantate.
I problemi sorsero una volta che Hagrid li lasciò in consegna alla vicepreside che, riconoscendoli grazie alle foto ricevute, decise di svelare uno o due segreti che i ragazzi preferivano svelare in futuro.
“È un piacere vedervi, Signori Pheles...” disse rigida ma con un accenno di sorriso sul volto.
“Piacere nostro...” rispose garbatamente Harry trattenendo la sua stizza per altri momenti.
“Vostro nonno ci ha informato della vostra volontà di conoscere il mondo magico e del fatto che siete convolati a nozze... lei e suo cognato avrete le suite nuziali, come previsto dal regolamento, in base alle case in cui verrete smistati...” li rassicurò la docente mentre gli altri bambini iniziavano a mormorare.
“Capisco...” rispose Harry sospirando mentre la donna iniziava a spiegare le regole delle case, della coppa delle case, e li guidavana nella Sala Grande.
Rimasero a lungo in silenzio prima che, mentre la docente andava a prendere un cappello logoro e uno sgabello, il rosso e Malfoy si avvicinassero al quartetto.
“Perchè avete detto che non eravate maghi?” chiese Malfoy mentre docenti e studenti più grandi si voltavano verso di loro.
“Beh mica abbiamo mentito...” rispose Harry lievemente prevenuto sul ragazzo.
Perfino Kalel, abituato a frequentare i suoi coetanei durante i ricevimenti negli inferi, non vedeva il ragazzo di buon occhio ma decise lo stesso di fare buon viso a cattivo gioco.
“Ma avete detto...”
“Tu ci hai chiesto se i nostri genitori fossero maghi... beh nessuno di noi ha un genitore mago...” ammise divertito.
“Ma Pheles...” balbettò il rosso.
“Quello è il cognome dell'uomo che ci ha adottato per dare un seguito al suo casato. Il nonno è il nonno, noi siamo noi...” disse Kalel sorridendo.
“Ah... ma siete...”
“Demoni?” domandò Harry sorridendo. “In parte...”
“E come mai siete qui? Lui non abita in Europa?” chiese Draco.
“Beh Durmstrang con tutto il villaggio si trova a qualche miglio dall'isola dove siamo cresciuti col nonno e noi volevamo cambiare aria. Lui però è stato per secoli in Germania e quindi, per orgoglio, non ci avrebbe mai mandati in Francia.” spiegò Kalel serio che proseguì come se nulla fossa.
“Il Nord America ha due scuole, una solo femminile, Salem, e una maschile a Vancouver ma non abbiamo voglia di stare mesi e mesi lontani dalle nostre mogli. In Brasile c'è troppa umidità o troppo caldo mentre in Asia ci sono mitologie con cui la nostra non ha instaurato un buon rapporto... Capirai che Hogwarts era l'unica scuola che andasse bene sia a noi che al nonno...”
“Ah capisco...” disse Draco. “...solo che non credevamo possibile che mandasse i suoi nipoti qui dopo ciò che era successo a Potter...”
Sentendo nominare Harry i visi dei quattro si contrassero ma fu sempre Kalel a parlare. Per Harry quello era ancora un tasto dolente.
“Beh mio nonno provava un grande affetto per la zia Lily... io stesso sono nato e cresciuto a casa loro...” disse il ragazzo sospirando.
“...mentirei se dicessi che ha preso bene la decisione di Silente di affidare il piccolo Harry ai parenti babbani di zia Lily... ma sai com'è. Silente ha fatto di testa sua, agirando le volontà testamentarie e ignorando il fatto che, in quanto nipote di una Black, poteva affidarlo a tua madre o a tua zia Andromeda...” disse mentre il vociare si faceva sempre più insistente.
“Zia Lily?” domandò Draco confuso.
“Beh...” si giustificò Kalel sorridendo in modo guascone. “...mia madre fu trovata priva di sensi dai Potter e rimase a casa dei Potter per quasi tre anni. Fu lei ad aiutare la zia a partorire e viceversa...” disse gioviale.
“Quindi tu conoscevi Harry?” chiese il rosso.
“Beh ovviamente eravamo neonati ma si... prima che venisse mandato in esilio nel mondo babbano dormivano nella stessa culla...”
“E perché non mi hai detto nulla?” chiese Ron inalberandosi.
Kalel, e tutti lo videro, si irrigidì.
“Perchè non ti ho detto nulla?” ripetè mentre, pur senza volerlo, un alone di vento iniziò a spirare dal ragazzo diretto verso l'esterno.
Molte candele videro le loro fiamme iniziare a tremolare a causa del vento e solo l'incantesimo che rendeva eterne impedì alla corrente di spegnerle.
“Magari perché sei entrato nel nostro scompartimento cercando Harry e spacciandoti per un suo amico d'infanzia? Quando invece è stato abbandonato da tutti, te compreso?” chiese glaciale.
“I-Io..." balbettò il rosso cercando, inutilmente tra l'altro, di frenare lo sfogo del ragazzo con i capelli bicromatici.
“Tu sei il classico tipo di ragazzo che, invece di rimboccarsi le maniche, non fa altro che aggrapparsi a qualcuno e vivere di luce riflessa. Che per farsi strada nel mondo sfrutta chiunque... beh ti informo una cosa. Il nonno ha interrogato tutti i vicini di casa e nessuno ha mai visto qualcuno solidarizzare col piccolo Harry. Quindi fammi il favore di non fingerti suo amico. Tu sei solo l'ennesimo Inglese che ha festeggiato la morte di Voldemort e, quando politici mediocri si sono accorti che la sua presenza era un problema per le loro carriere, e hanno deciso di esiliarlo nel mondo babbano, non ha mosso un dito...” disse mentre molti politici, presenti al tavolo dei Vip, si irrigidirono.
“Quando lui verrà...”
“Venire? E come?” lo bloccò Kalel stizzito.
“Beh Silente ha modificato un incantesimo per attirarlo qui...”
“Certo... quindi un babbano... Perchè i parenti babbani lo picchiavano, lo tenevano in un ripostiglio per le scope a avevano diffuso la voce che i suoi genitori fossero alcolisti morti in un incidente automobilistico, dovrebbe sapere di Hogwarts e come arrivarci? E come farà non conoscendo la magia e i mezzi di trasporto magici?” lo incalzò Kalel amareggiato.
“Beh...”
“Beh un cazzo!” tuonò il ragazzo in un impeto di rabbia.
“Silente vuole che torni qui solo perché gli serve contro Voldemort! Vi siete domandati, voi che avete anche nascosto giornalisti e reporter della radio alle spalle di Silente, se lui vuole tornare? Se lui vuole davvero rischiare la vita per un popolo ingrato? Se lui magari, ovunque adesso si trovi, magari non è finalmente felice? E se tornasse che farete? Lo porterete via a quei pochi affetti che si sarà trovato? Gli imporrete anche chi sposare per non ledere la sua immagine pubblica o, una volta che la sua immagine politica diventerà ingombrante, inizierete ad attaccarlo usando la stampa dipingendolo come un megalomane o come un pazzo?”
“I-Io...” balbettò il rosso visibilmente imbarazzato.
“Non dire nulla. Già ti sei reso abbastanza ridicolo...” disse Kalel volgendogli le spalle e voltandosi verso Angela, Hermione e il cognato.
Non disse più nulla e continuò a fissare il vuoto fino a quando, dopo aver assistito allo smistamento di quasi tutti i presenti.
Lui venne smistato a Grifondoro come richiese al cappello quando vide il cognato, e di conseguenza la sorella, finire nella casa degli eredi mortali dei Valpula.
Si sedette al tavolo, in fondo assieme al suo gruppo, e rimase in silenzio per tutto il tempo. Rimase in silenzio pure durante il tragitto verso la torre di Grifondoro.
La sala comune, in cui i colori rosso e oro erano dominanti, era molto spaziosa e presentava numerosi divanetti in pelle posti vicini al caminetto.
Il prefetto, un ragazzo che non prese bene il suo sfogo verso il fratello, indicò loro le suite. Esse erano tutelate da un quadro che si trovava a destra del dormitorio femminile e lui, assieme al resto del gruppo, salutò tutti, solo per buona creanza, e si ritirò per la notte.
Il giorno seguente le lezioni costrinsero i ragazzi a mettere da parte le tensioni interne. La MacGranitt infatti non permetteva ai ragazzi di parlare tra loro, figurarsi di litigare in classe. Non che i quattro ragazzi avessero voglia di socializzare con qualcuno. Se erano li era solo per impedire a Silente di riuscire ove Voldemort aveva fallito.ò
La docente diede loro un sacco di appunti che spiegavano loro i vari passaggi e le modifiche stutturali che il fiammifero ricevuto a inizio lezione avrebbe subito. Solo a meno di mezz'ora dal termine ebbero il permesso di mettere in pratica ciò che avevano imparato e, inutile dirlo, solo i quattro ragazzi furono in grado di incanalare abbastanza energia da permettere al cerino di mutare forma.
Le altre lezioni della settimana furono tutte molto piacevoli eccetto erbologia, per le ragazze che odiavano sporcarsi le mani, Storia della magia, che era noiosa a livelli da pennichella della domenica pomeriggio, e Pozioni.
Piton infatti non amava gli alunni che si mettevano in mostra e per questo prese in antipatia Kalel, Harry e le due ragazze che tempestò di domande le cui risposte non potevano essere trovate nei libri di testo in uso tra gli studenti del primo anno.
I ragazzi però vivevano da anni con Mephisto che per le pozioni aveva una vera e propria ossessione. Fu facile per loro, comunicando telepaticamente, mettere insieme le conoscenze e rispondere più o meno correttamente ma a Piton però ciò non bastò. Per questo, nonostante le risposte avrebbe valso uno o due punti con altri docenti, lui li punì con cinque punti in meno per ogni domanda.
Ron non la prese bene e manifestò il suo disappunto in modi molto coloriti.
“Traditori! Non solo socializzate con il nemico ma ci fate perdere punti?”
Piton, che non amava altro che sentire il suono della sua voce, non prese bene lo sfogo e, dopo aver tolto altri venti punti a Grifondoro per lo sfogo del ragazzo, gli chiese di rispondere a una domanda banale.
“Dimmi, Weasley. Dato che ti credi così superiore... dove troveresti un bezoar?” chiese mellifluo.
Inutile dire che non solo Ron non sapeva la risposta ma, infervorato, si lasciò uscire altri insulti che costarono altri trenta punti a Grifondoro.
Il supplizio per Grifondoro però non finì visto che ne perse altri dieci a causa di Neville che fece esplodere il calderone e Piton colse l'attimo per togliere a Harry dieci punti per non aver impedito l'incidente.
A nulla valsero le giustificazioni di Harry ma Kalel gli fece segno con la mano di desistere e il sorriso che mostrò in volto colpì molto lo stesso Piton.
“Trovi la cosa divertente?” sibilò Piton a pochi centimetri dal volto del ragazzo.
Kalel però non si scompose e, dopo aver fatto apparire un paio di provette, ne versò il contenuto del suo e del calderone di suo cugino e ripulì il banco di lavoro con pochi semplici incantesimi.
Quindi raccolse tutte le cose e, imitato dal suo gruppetto, si avvicinò alla porta senza dire una parola.
L'aprirono e si incamminarono silenziosamente mentre tutti si domandavano cosa avrebbe fatto Piton che, interdetto, non aveva ancora metabolizzato il fatto che alcuni studenti fossero usciti dall'aula prima della fine delle lezioni e senza il suo permesso.
I ragazzi quindi si recarono con pacatezza in sala mensa dove trovarono solo i docenti e quei fortunati studenti che non avevano la sfortuna di avere doppie pozioni il venerdì Pomeriggio.
Si sedettero in silenzio e iniziarono a mangiare mentre Caramell e Silente li guardavano straniti.
Piton non si fece attendere e, come previsto, si piazzò davanti al tavolo di Grifondoro iniziando a redarguire i quattro studenti che si limitarono a continuare a mangiare come se nulla.
“Mi state ascoltando?” tuonò l'arcigno professore di pozioni.
“In verità ho sentito solo che ti sei autoproclamato docente, mio caro Sev...” sibilò Harry con astio mentre tutti i presenti lo fissavano sconvolti.
“Sev?” chiese Piton arricciando il labbro come se avesse appena addentato un limone acerbo.
“Autoproclamato?”
“Perchè? Osi definire il tuo un metodo d'insegnamento?” domandò Kalel andando a reggere il gioco del cognato.
“Si da il caso che io insegni qui da prima che voi nasceste....”
“Ed è questo il punto...” disse Kalel acido.
“...tu non saresti nemmeno dovuto essere assunto visto che all'epoca eri un mangiamorte.” replicò il ragazzo godendosi lo stupore sul volto del docente.
“Poi hai visto la luce, come disse Silente nel tuo processo, e ti sei evitato il carcere...”
“Vedo che lo sai quindi...”
“Non abbiamo finito, Severus...” disse una voce cupa che comparve alle spalle del docente.
Era Mephisto, scuro in volto come raramente qualcuno l'aveva mai visto.
“Lord Pheles... io...”
“Evita le scuse, ragazzo...” disse schioccando le dita e facendo comparire delle catene attorno al corpo dell'uomo.
Poi il demone si avvicinò a Silente e gli sorrise sadico.
“Ciao, Albus...”
“A cosa devo l'onore di una tua visita, Mephisto?” disse Silente teso come raramente lo si vedeva.
“Vedi Albus...” disse il demone tirando fuori due sfere di cristallo.
Una era violacea mentre l'altra era arancione.
“...Lily e Serana, consapevoli per motivi diversi, che gli rimaneva poco da vivere, avevano iniziato a immagazzinare i loro ricordi in queste sfere per darle a Harry e Kalel.” disse facendo fluttuare quella viola.
“Avrei voluto dare queste sfere a entrambi i ragazzi ma un paio di giorni fa una mi è caduta di mano attivandosi su questo ricordo...” dichiarò mentre la sfera si illuminava e iniziava a proiettare uno tra i tanti ricordi presenti al suo interno.
 
“Ehi Lily, che ti prende?” domandò Serana, una ragazza con in mano due bambini.
“Pare che Voldemort voglia uccidere mio figlio in base a una profezia...” disse mesta .
“Puoi raccontarmela?” domandò incuriosita la diavola.
Ci fu un momento in cui le parole di Lily non furono udibili, probabilmente per non rendere il pubblico edotto del contenuto integrale della profezia, e l'unica cosa che fu visibile fu il volto disgustato di Serana.
“E quel Silente sarebbe il mago più saggio e potente dell'epoca moderna?” chiese con sarcasmo.
“Si perché?”
“Perchè questa interpretazione della profezia è lacunosa e se Voldemort seguisse questo stesso criterio dovrebbe come minimo riconsegnare i GUFO e i MAGO...” disse tra lo sconcerto generale.
“Perchè dici così?”
“Lily... chi ti dice che tuo figlio o il piccolo Neville possano anche solo rientrare nella rosa dei candidati?” chiese con dolcezza Serana prendendo i bambini e mettendoli nella culla.
“Beh Silente dice che secondo la profezia un bambino nato a fine del settimo mese, da genitori che hanno affrontato Voldemort tre volte, avrà il potere di batterlo...”
“Capisco... quindi visto che Kalel è nato da me e Azazel che, prima e durante la guerra, per ben tre volte abbiamo sfidato Rivezim Livan Lucifer, un demone dannatamente crudele, sadico e pazzo anche per gli standard della mia razza. Visto che Rivezim è a tutti gli effetti un Signore Oscuro e mio figlio è nato sul finire del settimo mese... quel cosetto sarebbe destinato a uccidere quel cazzone del mio ex-fidanzato?” domandò la diavola con uno sguardo incredulo.
“Ma che c'entra... Silente ha detto...”
“Ricordi il mito di Merlino che venne mandato dalla Dama del lago a cercare qualcuno che protegesse Camelot durante l'assenza di Artù?” la bloccò Serana.
“Si le venne indicato un bambino ma lui scelse Lancillotto, il padre, e condannò Camelot alla caduta...” rispose Lily.
“Ecco... Merlino, un mezzo demone ha sbagliato. Figurati Silente, un umano. Inoltre tu sei una diavola da quando avevi tre anni giusto?”
“S-Si... perché?”
“Perchè in base all'accordo tra Angeli, Demoni, Vaticano e il mondo magico non puoi aver combattuto Voldemort ed essere ancora incensurata. Inoltre tu sei una medimaga... è Alice l'Auror... quindi...”
“Quindi o Voldemort crede di avermi visto...” disse Lily colta da un illuminazione.
“O Voldemort ha visto qualcuno col tuo aspetto perché Silente vuole usare te ed Harry come esca.” disse con semplicità disarmante la diavola mentre faceva apparire un po di liquore e due bicchieri.
“A che pro?” chiese Lily sconvolta.
“Beh magari, e dico magari, perché questo Piton... il mangiamorte che ha rivelato la profezia a Voldemort... sembra interessato a te e per averti passerebbe dalla parte di Silente con una bella valigia piena di segretucci che difficilmente rivelerebbe per Alice.” rispose riempendo due bicchieri e porgendone uno all'amica.
“E cosa dovrei fare?”
“Nulla... tanto in base all'articolo 789, paragrafo 987, comma 12 dell'accordo tra Demoni e maghi qualunque mago reo di aver causato nocumento a un demone è punibile secondo le leggi dei demoni che faranno di lui un monito. La domanda è... il vecchio professore sa che sei una diavola?”
“Ovvio... sa anche che mia madre chiese aiuto al nonno perché stavo morendo a seguito di una caduta da un albero...”
“Allora mi auguro che non ti accada nulla visto che se ti succedesse qualcosa a causa di Voldemort il tuo amico sarà giudicato colpevole in contumacia... e giustiziato...” disse poco prima che la visione si interrompesse e il silenzio cadesse sulla sala.
Mephisto, ancora perfettamente eretto, fissava il vecchio preside ignorando gli sguardi di timore e curiosità che docenti e studenti gli stavano lanciando.
“Allora, Albus... che ne dici di darmi qualche spiegazione? Così tu affidi una cattedra, in una scuola che IO tengo aperta con i MIEI soldi, a un mangiamorte che ha causato la morte di una bambina che avevo reincarnato e che consideravo quasi come una figlia?” domandò Mephisto mentre un silenzio carico di tensione riempiva la Sala Grande.
Silente non si aspettava che Mephisto fosse in possesso di una simile informazione e per questo, con le spalle al muro, tirò fuori la carta del cambiamento.
“Lui si è pentito... ha fatto ammenda...” disse serio.
“Ha fatto ammenda...” ripetè il demone tirando fuori un plico.
“...ammenda un paio di palle Albus! Hai dato un occhio a questi dati?” disse poggiandolo sul tavolo mentre i docenti gettavano occhiate confuse al demone.
“Posso chiedere cos'è?” disse Silente.
“Solo l'elenco degli studenti finiti in infermeria durante le lezioni del tuo docente di pozioni. Sai... è curioso notare come il settanta percento sia di Grifondoro mentre i rimanenti sono di Corvonero e Tassorosso. Insolito inoltre anche il numero di punti tolti e i nomi di coloro a cui vengono tolti è stranamente significativo...” disse mentre Silente poggiava il foglio sul tavolo dopo una lettura rapida.
“Non dimostra nulla...”
“Ah certo... punizioni, punti tolti a alunni di case rivali con parenti tra le vittime di Voldemort o tra gli auror che hanno arrestato o ucciso mangiamorte di un certo peso... bella redenzione. E menomale che non c'è Harry o l'avrebbe messo in croce per il fatto che Lily sposò James e non lui...” replicò il demone amareggiato.
“Non puoi provare che Severus sfrutti la sua posizione per infliggere punizioni arbitrarie.
Mephisto lo guardò scuotendo la testa deluso da una simile miopia. Schioccò le dita e uno schermo si palesò davanti a tutti.
“Allora Signor Pheles... la nostra nuova celebrità. A quanto pare ami dare spettacolo... che ne dici allora di dirmi cosa succede se unisco polvere di artemisia ed infuso di asfodelo?”
“Una pozione soporifera?” chiese Kalel mentre lo schermo proiettava tutta la lezione di pozioni.
Solo quando la lezione finì Mephisto mise le mani sul tavolo e fissò Silente.
“Chiedere il distillato di morte vivente, programma da MAGO, la corrente della tranquillità, da GUFO, e una distinzione presente solo in trattati specialistici di erbologia che si usano tra il terzo e il quarto anno ti sembra imparzialità? Credi che se i miei nipoti sapessero simili cose li manderei a scuola?” sibilò il demone.
“Ecco...”
“Ciònonostante il peccato originale è la tua mancata consegna di Piton al Demone responsabile di zona per aver causato la morte di un membro della mia servitù e di Serana, un membro dei Pilastri che si era nascosta per salvare il figlio dai parenti avidi che volevano piazzare i loro figli sul trono di Serana...” disse caustico.
Mephito quindi si voltò e creò una sfera grigia grande come un chiccò d'uva che lanciò verso il docente di pozioni.
La sfera viaggiò rapida e, giunta a contatto con il mago si espanse iniziando a consumare il docente che sembrava invecchiare a vista d'occhio davanti allo sguardo sconvolto di tutti, quadri e fantasmi compresi.
“Severus Tobias Piton. Per i crimini verso un membro della mia servitù sei condannato a morte. La tua anima verrà inviata nel giorne dei Traditori per i prossimi diecimila anni e solo allora potrà essere nuovamente giudicata...” disse mentre il corpo del mago lentamente invecchiava fino a diventare uno scheletro prima e un mucchio di polvere dopo.
Nemmeno i vestiti, le bacchette o le catene sembrarono esenti dal processo d'invecchiamento causato dalla sfera.
“Ora, visto che siamo qui... portatemi Barty Crouch e la sua bacchetta.” disse fissando Caramell.
“Ma lui...”
“Cornelius... ti ricordo che, essendo il piccolo Harry figlio di una diavola, aver permesso l'affidamento del figli di Lily a quei babbani che lo hanno maltrattato a livelli tali da rendere i mangiamorte dei semplici bulletti, rientra nella fattispecie per cui ho punito Piton... vuoi fare la stessa fine?” chiese con noncuranza.
Caramell non se lo fece ripetere due volte e, alzandosi corse verso il parco di Hogwarts e di li, Mephisto lo sapeva, verso il Ministero per informare il suo staff degli eventi. 
L'antichissimo diavolo sapeva pure che avrebbero ceduto. Tutti cedevano quando lui perdeva la pazienza.
Era raro, in realtà, che lui alzasse la voce o esigesse che gli venisse mostrato il rispetto che da nobile gli spettava di diritto.
Odiava farlo e aveva quasi sempre lasciato correre ma questa volta non poteva. Aveva scritto lui quelle leggi e se non avesse mostrato il pugno di ferro davanti a qualcuno che cercava di fare il furbo Demoni e Maghi avrebbero iniziato a fare i loro porci comodi.
Per questo aveva fatto comparire dei cerchi che mostrassero gli effetti di una simile, deplorevole, mancanza a tutti i cittadini Britannici e ai capi di stato Magici.
I pensieri del vecchio però vennero scossi da un dinamico duo di bambini che si .
“Ehi nonno! Come hai fatto?” chiese Harry meravigliato.
“Ci insegni quell'incantesimo?” domandò Kalel mentre gli studenti e i professori guardavano la scena sconvolti.
Mephisto ridacchiò prima di poggiare le sue mani sulle teste dei ragazzi.
“Quello è il potere con cui sono nato... non potrei insegnarvelo anche volendo.” disse gioviale.
“E come funziona?”
“Solo tempo negativo accumulato...” rispose il demone.
“Tempo negativo?” ripeterono i ragazzi confusi.
“In pratica ho fatto invecchiare quel criminale di un millennio più o meno... io la chiamo Respira...” disse Mephisto serio.
“E puoi fare invecchiare tutto?”
“Ovvio... gli elementi, gli incantesimi... anche il potere della Distruzione dei Bael ha una data di scadenza...” spiegò il demone con pazienza.
Sapeva per esperienza dove sarebbero andati a parare.
“Allora puoi viaggiare nel tempo?” chiese Kalel titubante.
Mephisto sospirò e guardò il nipote con attenzione soppesando le parole da usare.
“Vuoi sapere se posso impedire la morte di Lily e di Serana?” domandò fissandoli con intensità.
Il ragazzo si limitò ad abbassare lo sguardo mentre sentiva lo sguardo del nonno su di lui.
“Sai cos'è un punto fisso?” domandò il vecchio senza alzare il tono della voce.
Il bambino fece no con la testa.
“I punti fissi sono eventi cristallizzati nel tempo che non si possono alterare in nessun modo. Gli eventi del 31 Ottobre 1981, purtroppo, sono diventati uno di questi punti fissi...”
“E cosa succederebbe se tu li cambiassi lo stesso?”
“Solo la distruzione dell'intero universo...” disse Mephisto grave.
“Oh...” dissero i due bambini confusi.
“E perché è un punto fisso? Voldemort è così importante?” chiese Kalel incredulo.
Sentendolo parlare il demone ridacchiò.
“Voldemort è inutile. Anche come cattivo di un libro i suoi poteri sono poca cosa rispetto a quelli del suo predecessore, Grindelwald, o di quelli di Silente.”
“Ma tutti dicono che Voldemort è il più crudele...”
“Solo perché gli Inglesi non hanno subito sulla loro pelle ciò che ha subito il resto dell'Europa. Tutto qui...”
“Allora perché?” chiese Kalel.
“Vedi piccolo...” disse Mephisto.
“...diciamo che c'era qualcuno che voleva mettere le mani su di te...”
“Su di me?” chiese confuso.
“Si... sai tua madre è nata con un potere dieci volte maggiore di quello di Lucifero ed è probabile che tu, tra un secolo o due, potrai rivaleggiare con lei o addirittura superarla. Poi sei anche l'unico erede di una famiglia molto ricca. Per questo è stato fatto in modo che nessuno potesse alterare il tuo passato...”
“È per questo che mi hai fatto sposare prima di partire?”
“Anche... ma adesso basta. Il nostro ospite sta arrivando.” disse Mephisto mentre Caramell, seguito da Barty Crouch Senior, faceva il suo ingresso nella Sala Grande.
“Lord Pheles... a cosa debbo l'onore di una sua visita?” chiese Crouch teso come una corda di violino.
“Hai commesso qualche reato di recente, Barty?” domandò il demone scrutandolo torvo.
“Io? Mai!” esclamò il burocrate.
“Ah capisco... quindi se io, per caso ovviamente, andassi nella cucina di casa tua non troverei tuo figlio posto sotto maledizione Imperius con un manto dell'invisibilità che hai comprato il 15 Agosto del 1976?” domandò glaciale mentre il Ministro e Silente fissavano Crouch sconvolti.
“I-Io...”
“Spiegati...” ordinò con un filo di voce.
Il Burocrate, le cui gambe tremavano senza che riuscisse a farle smettere, disse solo una frase sconnessa.
“Mia moglie... voleva... io....”
“Cornelius. Manda un plotone di auror a Crouch's Manor. Troverai Barty Crouch Junior assieme a un'elfa domestica. Somministragli il bacio e fai lo stesso con questo infame...” disse Mephisto schioccando le dita e facendo comparire delle sfere di energia attorno alle mani di Barty Crouch.
“Ho bloccato anche le mani del figlio, non potranno scappare. Usa il veritaserum su entrambi in presenza del Wizengamot e poi dalli in pasto ai dissennatori. I soldi dei Crouch, titoli e tutto passali ai Longbottom come risarcimento per le azioni di padre e figlio...” ordinò il demone con un cipiglio che non ammetteva repliche.
“C-Come d-desidera...” disse Caramell.
“Troverai un documento nel tuo ufficio. Firmalo visto che tu hai chiesto un favore a Silente per fare bella figura con Nixron. Non ho intenzione di rimetterci un singolo zellino se qualcosa andasse storto...” disse congedandolo col cenno di una mano.
“Come vuole... ma potrei chiedere...” pigolò Caramell.
“Perchè sono intervenuto?” chiese notando il Ministro sbiancare.
“Perchè durante l'estate tra il terzo e il quarto anno ci sarà il mondiale di Quidditch e io dovrò presidere alla finale. Di sicuro i miei nipoti vorranno venire con me e non li porterò a un evento mondano con un mangiamorte a piede libero posto sotto una maledizione che può essere contrastata e ribaltata.”
Nessuno osò fiatare e Caramell, portandosi dietro un devastato Barty Crouch, si congedò cercando di mettere più miglia possibile da un Mephisto che sembrava essere lievemente incazzato.
Quando il mago se ne andò il demone si rivolse ai nipoti.
“Allora... avete seguito le lezioni per una settimana... cosa cambiereste se poteste?”
I due ragazzi sorrisero mentre tiravano fuori una pergamena che, srotolandosi, toccò il suolo e continuò la sua corsa verso fondo della sala.
“Questi sono solo alcuni consigli...” disse Kalel.
“Sentiamo...”
“Allora... partiamo dagli infissi. Ci sono quasi il 70% delle finestre che lasciano entrare vento, perfino nel nostro dormitorio. È inutile dire che se il vento entra a Ottobre temiamo cosa potrebbe succedere in Inverno. Poi ci sono le sedie e i banchi da rifare. Anche la Sala Grande io la cambierei...” iniziò il ragazzo mostrando un disegno di una sala tramite un cerchio magico.
“Vuoi togliere i tavoli delle case... per metterci dei tavolini?” chiese Mephisto incuriosito.
“Per iniziare si. Direi inoltre di allargare la scuola in modo da rendere le camerate delle stanze singole e metterei anche una tv che trasmetta qualche film o qualche evento sportivo nei dormitori. Non dico babbani visto che la magia impedirebbe ai programmi babbani di arrivare... ma almeno qualche canale dei demoni per bambini e ragazzi. Magari poi potresti creare una rete locale che trasmetta programmi per i maghi ma non divaghiamo...” disse Harry sorridendo.
“Ragazzi... a volte mi fate paura...” ammise Mephisto sospirando.
“Che vuoi farci... noi siamo nati in quest'epoca e vogliamo sfruttare ciò che la tecnologia ci concede.” si schernì Kalel.
“Inoltre mettere dei telefoni per permettere ai natibabbani di comunicare con le famiglie poco pratiche di Gufi e altri volatili non sarebbe male...”
“Capisco... si l'idea è buona. Magari con schede telefoniche con credito in valuta magica. Altro?”
“Si. Licenzia Ruf e prendi un docente che renda interessante la materia o tanto vale cancellarla. Fai fare anche un reale aggiornamento ai docenti di babbanologia. Non sanno nemmeno usare un televisore e non capiscono la vera portata del progresso babbano...”
“Si hai ragione. Ho visto le lezioni di Raptor quest'anno e della sua supplente l'anno scorso e devo dire che sembrano due babbani che cercano di spiegare trasfigurazione. Altro?”
“Si... allarga le aule e la biblioteca. Questa storia che le classi vengono divise per casa è una seccatura. Siamo qui per socializzare... se volevo sentirmi dire di non poter parlare con qualcuno per motivi medioevali rimanevo a casa...”
“Non hai tutti i torti. Riunendo le classi i ragazzi avrebbero meno ore di lezione e potrebbero studiare le materie facoltative senza stressarsi troppo. Ho fatto bene a mandarvi qui...”
“Si ma non abbiamo finito” lo fermarono i ragazzi.
“Ancora?” domandò Mephisto esasperato.
“Si... io cancellerei le cariche di prefetto e caposcuola che vengono dati in base a criteri soggettivi e tolgono tempo agli studenti caricandoli di doveri che spettano ai docenti e che, a seconda dei casi, vengono usati per vendette di varia natura. Inoltre modificheremmo la torre di astonomia, che chiuderei, ingrandiremmo le serre e le aule per sopportare l'aumento di alunni per lezione, e rifaremmo lo stadio di Quidditch equipaggiando la scuola con quattro set di Ninbus 2000 personalizzate per le squadre, con l'obbligo di usare lo stesso modello al fine di avere gare equilibrate, e di Comet 270 per le lezioni con Madama Bumb...”
“E non dimenticare di chiudere i sette passaggi segreti che ti abbiamo indicato! Chissà quanti maghi li hanno scoperti. Non sia mai che Voldemort o qualche criminale li usi per entrare nel castello!” aggiunse Kalel mentre i gemelli li guardavano sconvolti.
Loro ci avevano messo anni a trovare tutti i vari passaggi segreti e due matricole del primo ci avevano impiegato meno di una settimana.
“Anche dare delle vere cinte murarie a questo maniero non sarebbe male...”
Fu sentendo parlare i due nipoti a turno, che Mephisto comprese come l'elenco sarebbe stato molto lungo.
I ragazzi e i docenti invece pensavano che per tutte quelle modifiche sarebbero occorsi mesi e che ciò avrebbe rallentato lo svolgimento delle lezioni ma si sbagliavano.
Fu una sorpresa per tutti quando, la mattina dopo, l'intera conformazione del castello venne stravolta arrivando ad assomigliare a quella del castello di Mephisto.
Infissi, mobilio, tappezzerie e tutto il resto era stato rinnovato con tanto di muri coibentati.
Fu mentre i ragazzi mormoravano che Harry e Kalel scesero in Sala Comune e si diressero senza esitare alla televisione che accesero mettendola su uno dei pochi canali in chiaro.
“Chi gioca oggi?” domandò Harry.
“Tannin contro qualche demone della bassa nobiltà...” rispose il ragazzo sedendosi accanto a lui mentre lo schermo proiettava l'ingresso in campo dei rispettivi team.

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Note d'autore...

Salve a tutti... eccoci a un nuovo capitolo che spero vi piacerà nonostante Harry sembri essere un po diverso.
Il motivo è che lo è. Lui non ha preso bene le azioni dei maghi e Kalel ha espresso il suo punto di vista.
Perchè lui e non Herry? Diciamo che Harry non deve farsi beccare quindi, anche per una forma di rispetto essendo Kalel più alto in grado, lascia che sia lui a rispondere a tono.
Vi avverto inoltre che adesso il tempo volerà. Come avrete infatti capito, da alcuni gesti di Harry all'inizio della Fiction, il vecchio Mephisto sa molte cose, gliele dice e lui sceglie di usarle a suo vantaggio. Qui invece... beh Mephisto non ha più molta fiducia in Silente e nella sua capacità di giudizio. Per questo ha preso la decisione di agire in prima persona per prevenire danni ai suoi nipoti.
In compenso ogni casa avrà un televisore e il castello spifferoso avrà un restauro e alcuni cambiamenti nell'organico.
Non aspettatevi però anni scritti nel dettaglio visto che gli eventi veri e propri avverranno dopo la seconda prova del tremaghi. I quattro inoltre non prenderanno forse nemmeno i GUFO. Quindi preparatevi perchè tra due o tre capitoli (dopo questo) si entrerà nel vivo degli eventi con un bel cambio d'ambientazione (i dettagli al massimo ve li dirò nelle note dei vari cap :) )
A presto ;)

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Capitolo 25
*** Caro amico ti scrivo ***


Caro Amico ti scrivo

Caro diario, come va?
Sono Hermione e da quando Kalel ed Harry hanno cambiato la scuola tanti mesi sono trascorsi.
Tre anni per essere precisi. Perchè ho deciso di iniziare a scrivere un diario solo adesso?
Ad essere onesti non saprei risponderti ma ho come l'impressione che gli eventi abbiano iniziato a muoversi. Ma andiamo con ordine.
In primo luogo devo dirti che, nonostante i miei dubbi, la convivenza durante le lezioni procede più o meno tranquillamente.
Sarà che i docenti chiamati a sostituire Ruf e Piton hanno insegnato a lungo e sanno come tenere in riga i loro studenti, il vecchio Lumacorno insegnava qui fino a dieci anni anni fa, ma tutti hanno compreso i vantaggi nel riordino del calendario.
Accorpando le lezioni i ragazzi avevano guadagnato qualche ora vuota in più che, data la mole di compiti, male non fa.
Anche il restauro del castello era stato un regalo gradito per gli studenti più anziani che avevano intuito come gli inverni seguenti sarebbero stati meno rigidi quell'anno.
In ogni caso le lezioni, caro diario, proseguirono con una certa tranquillità per tutto ottobre.
Fu ad Halloween che le cose iniziarono a complicarsi.
Quel giorno io mi trovavo a Incantesimi e stavo dando dei consigli a Ron-Faccia di culo-Weasley quando lui, senza un valido motivo, mi ha apostrofato con epiteti volgari che non ho intenzione di mettere per iscritto.
Lo stronzo aspettò la fine della lezione per farlo e io... beh non ressi il peso e corsi in bagno a piangere.
Harry però mi venne dietro e passammo la giornata nel parco assieme ad Angela e Kalel che quel giorno avevano marinato le lezioni fin dalla prima ora.
In fondo era ovvio visto che era l'anniversario del giorno in cui erano rimasti orfani di madre.
Rimanemmo in silenzio per ore e solo sul finire della giornata ci separammo. Non che fosse una nostra idea... solo che quando un troll di dodici metri armato di clava ti viene contro e tuo fratello e tuo marito gridano di andare via a te e tua cognata... beh tu corri a cercare un aiuto di qualche tipo.
Non so bene cosa successe ma, quando arrivai in infermeria assieme ad Angela, vidi una spada posta accanto al letto di Harry.
Sembrava una Katana giapponese ma non possedeva un elsa e l'impugnatura sembrava essere fatta di semplice legno.
Una strana energia però la pervadeva e nessuno, nemmeno Agrippa, sembrava ansioso di toglierla di mano a Harry.
Lui stava bene e, nonostante tutto, sorrideva così come mio fratello che, pur essendo sporco di fango e con indosso vestiti logori, sembrava in perfetta forma.
Non ci volle molto a capire il motivo di un simile evento. Qualcuno voleva ciò che Silente nascondeva nel corridoio del terzo piano e non ci volle nemmeno così tanto per scoprire di cosa si trattasse.
Bastò una semplice chiamata al nonno che, dopo averci raccomandato e fatto promettere di non immischiarci, ci parlò della pietra filosofale.
Un Harry meno provato dal suo tormentato passato sarebbe inorridito all'idea che qualcuno, un Voldemort a caso, aveva seguito la Pietra filosofale dal Maniero dei Flamel a Salem fino alla filiale Londinese della Gringott, assaltata tra l'altro pochi giorni dopo, per poi arrivare a insediare Hogwarts.
Il mio Harry... beh se ne lavò le mani e io non potei essere più orgogliosa di lui. È inutile cercare di vendicarsi solo per farsi ammazzare.
Un giorno, quando sarà più forte, si vendicherà. Anche dei maghi se vorrà ma fino ad allora... beh lui ha dei doveri coniugali da adempiere.
Per questo il resto dell'anno passò liscio come l'olio.
Certo, ci furono dei piccoli incidenti con quel cretino di Ron, che non tollerava la nostra pacifica convivenza con i Serpeverde moderati, o con Draco che ci odiava perché il nonno aveva ucciso il suo padrino.
Forse Draco sperava nel sostegno di tutta la sua casa ma gli altri Serpeverde non si schierarono contro qualcuno che aveva un nonno capace di causare la morte e la decomposizione di un corpo in una manciata di secondi.
Questi, furbescamente oserei dire, preferirono una diplomatica equidistanza.
Altri problemi vennero da Hagrid con cui, pur non provando astio nei suoi confronti, avevamo legato poco.
In fondo lui era un uomo di Silente e, visto che il vecchio folle continuava a mantenere attivo quell'incantesimo potenzialmente letale per Harry, noi non volevamo essere legati a lui in nessun modo.
Tornando a noi il gigante buono aveva trovato... o secondo Harry qualcuno gli aveva fatto trovare... un uovo di dorsorugoso di Norvegia e Silente ebbe molto da fare quando Malfoy, che aveva seguito Ron e i gemelli nella capanna del guardiacaccia, denunciò il custode al padre.
Ci volle tutto il suo ingegno per far svanire il cucciolo prima che Lucius e gli auror venissero ad arrestare il custode delle chiavi e dei luoghi segreti di Hogwarts.
L'unica nota positiva di tutta questa situazione fu che Silente fu distratto abbastanza da permettere al nonno di entrare e cambiare le griglie runiche che difendevano il castello in modo che dessero solo un leggero fastidio a Harry invece che ferirlo se si fosse allontanato da Hogwarts per le vacanze estive.
Dopo Natale infatti, per non correre il rischio di uccidere il bambino più ricercato del paese, il vegliardo aveva abbassato il livello di pericolosità da letale a coma reversibile.
Fu facile per Mephisto quindi abbassarlo fino a puntura di zanzara apponendo anche delle difese che impedissero a Silente di avvicinarsi nuovamente alla griglia.
Da ciò che ho capito l'ha spostata in una dimensione simile a quella dei Rating Game ma non divaghiamo.
Sul finire dell'anno, subito dopo gli esami, comprendemmo l'arcano.
Era Raptor a tirare le redini di tutti quegli eventi misteriosi. Era il p-povero b-balbuziente R-Raptor a non aver perso di vista la pietra nemmeno un attimo e che, il giorno di Halloween, aveva usato il troll per sviare l'attenzione dal terzo piano.
Fuffy, il cerbero allevato da Hagrid e prestato a Silente, lo aveva fatto desistere ma solo fino a quando non aveva scoperto da Hagrid, avvicinato con la scusa di liberarsi di un uovo di drago, come renderlo mansueto.
Musica. Una semplice e banale melodia lo faceva cadere tra le braccia di Morfeo. Tolto Fuffy, come vedemmo assieme al nonno, le altre protezioni erano una baggianata. Tranello del diavolo, chiavi alate da prendere con la scopa, una partita a scacchi, un troll e l'ultimo lascito di Piton, una sciarada abbastanza complessa da meritarsi il titolo di prova più difficile. Non che tutto l'insieme lo rendesse impenetrabile. Kalel ed Harry stimarono infatti che un team composto da Neville, Ron e Draco avrebbe potuto arrivare fino in fondo.
A impedire che Raptor prendesse la pietra però pensò Agrippa.
Lui infatti, non approvando la superficialità con cui Silente aveva difeso quell'artefatto leggendario, pose la pietra al centro di una stanza piena di cerchi magici difensivi che costrinsero il docente di babbanologia, aiuto supplente di difesa, a consumare ogni oncia di magia per disattivare le varie e innumerevoli trappole.
Solo alla fine, quando l'ultimo strato difensivo venne abbattuto dagli sforzi congiunti di Raptor e Voldemort, la pietra finì in mano loro ma, non appena la presero capirono di essere stati giocati di brutto.
L'intera stanza infatti svanì lasciando il posto al baratro dimensionale che circondava i vari regni sovrannaturali come Inferno, Paradiso, Inferi greci o Asgard...
Un demone di classe media morirebbe nel giro di alcune decine di minuti. Uno di alta o di classe suprema potrebbe schermarsi o smaterializzarsi nel punto più vicino... Un uomo esausto con un livello pari a un demone di classe C, per essere generosi, si sarebbe scomposto in atomi nell'arco di pochi minuti, tre al massimo.
Voldemort, che possedeva Raptor, invece perdurò alla morte del suo contenitore.
Non essendo realmente vivo non poteva morire e per questo, secondo la teoria di Agrippa, sarebbe rimasto a vagare in quella dimensione fino a quando non avrebbe trovato un varco o, cosa che si augurava, qualche umano non avrebbe trovato il modo di renderlo mortale.
Inutile dire che non capimmo come un uomo, e bada diario, un uomo, potesse sopravvivere, seppur sotto forma di spirito, in un luogo dove esseri sovrannaturali di pari livello morirebbero.
Inutile dire inoltre che nessuno, nemmeno Agrippa o il nonno, ci diede alcuna spiegazione.
A quanto pareva il segreto di Voldemort era qualcosa che avremmo dovuto scoprire da soli e penso che un giorno dovremo farlo ma per adesso, Diario, fatti raccontare in breve anche il mio secondo anno.
Il secondo anno cominciò male e, come penso immaginerai, terminò peggio.
In primo luogo a noi menbri del casato Pheles non fu permesso di prendere il treno. Non che ci importasse visto che, nonostante scambiassimo parole quasi con tutti, non avevamo legato molto con qualcuno di esterno al nostro gruppo.
Ci preoccupava invece il fatto che fossimo stati costretti a smaterializzarci nello studio di Agrippa per qualche strano motivo.
Capirai che, dopo un estate passata a mettere una museruola ai nostri sensi di drago, io ed Harry ci sentivamo piuttosto inquieti una volta tornati a Hogwarts in un modo così atipico.
Per questo, dopo aver salutato Agrippa, passammo una giornata in riva al lago dove ci rilassammo fino al banchetto.
Li, purtroppo, conoscemmo l'aiutante di Agrippa. Un cretino, egocentrico privo di abilità che prendeva il nome di Gilderoy Allock.
L'unica cosa positiva fu che fin dalla prima lezione Agrippa lo usò come manichino per mostrarci gli incantesimi e quindi passava molte ore in infermeria e, quando non era in infermo, era comunque troppo intento a rendersi presentabile e quindi in giro lo si vedeva poco e nulla.
Anche perché gli avremmo riso in faccia se lo avessimo visto girare con i bigodini per i corridoi della scuola.
Fatto sta che, apparizioni di Allock con i bigodini a parte, ad Halloween le cose tornarono a farsi serie e tutti, chi più, chi meno, iniziammo a pentirci di essere tornati nella perfida Albione.
La gatta di Gazza, Mrs Purr, venne trovata pietrificata davanti a un bagno sul cui muro esterno appariva una scritta del colpevole.
“Tremate nemici dell'erede. La camera dei Segreti è stata aperta...”
La scritta, di per se poco rassicurante per la scelta delle parole usate, era di un colore rosso molto simile al sangue sebbene fosse evidente anche ad un occhio inesperto che si trattava di vernice.
Malfoy, come suo solito, se ne uscì con una sparata delle sue che gli fece ricevere pochi sorrisi e molto biasimo.
Aveva deciso di recitare la parte dello stronzo per spirito di contrapposizione verso Harry e mio fratello ma, ancora una volta, non ricevette risposta.
Eravamo infatti più preoccupati di ciò che stava accadendo che delle parole di un piccolo sbruffone.
Nonostante i timori degli altri ragazzi, che corsero a richiedere ogni copia disponibile di “Storie di Hogwarts”, le aggressioni si fermarono e per molto tempo tutti ci convincemmo che quello fosse stato solo un caso isolato. Inutile dire, caro Diario, che ci sbagliavamo.
Uno dopo l'altro i vennero colpiti numerosi studenti natibabbani : Ernie, Colin Canon... perfino Sir Nicholas, un fantasma, venne colpito dallo strano incantesimo dell'erede.
Una cosa però era certa. Se noi brancolavamo nel buio e Yamata ci chiedeva di darle il tempo di formulare un ipotesi, il Ministero era in Tilt visto che perfino a Natale, mentre noi eravamo tornati a casa per le vacanze, numerosi burocrati venivano a trovare il nonno in cerca di consiglio.
Al nostro ritorno, tra i vaneggiamenti di Allock, il commercio di amuleti falsi tra gli studenti e le voci che davano Harry come l'erede di Serpeverde, visto che si tovava sul luogo dell'aggressione di Ernie e di Sir Nicholas, la situazione degenerò.
Nonostante tutto Harry e Kalel decisero di non intervenire. In fondo la pietrificazione non era nulla di serio o di irreparabile.
Le cose cambiarono quando... si è un ridicolo da dire... io e Angela fummo pietrificate e, col senno di poi, devo ringraziare Yamata che ci suggerì di evocare una barriera che avesse l'effetto di schermarci dalla luce in eccesso.
Fu allora che, tramite il legame con Yamata, avvertì la rabbia di Harry. Era una rabbia senza pari che sembrava in grado di scuotere le fondamenta del mondo.
Tramite il legame lo vidi parlare con Kal e li sentì chiedere a Yamata un consiglio.
“Io parlerei con Hagrid... dopo un drago e un cerbero chissà che non conosca qualche creatura in grado di pietrificare.”
I due ragazzi annuirono prima di smaterializzarsi davanti alla porta di Hagrid per chiedere consiglio.
Non poterono parlare molto. Il nostro gigante buono era teso e subito dopo arrivò Caramell assieme a Silente e a Lucius.
In base a ciò che ho scoperto una volta destatami in infermeria Caramell aveva bisogno di un capro espiatorio e, a causa di una vecchia condanna, Hagrid era balzato al primo posto nella per nulla invidiabile classifica di indiziati.
Lucius invece era li per cogliere la palla al balzo e consegnare una delibera del consiglio con cui Silente era invitato a lasciare il suo uffico. Inutile dire che il nonno, pur odiando Silente, non prese bene il fatto di venire scavalcato e Malfoy avrebbe pagato a caro prezzo il suo ambizioso progetto.
Hagrid non prese bene la notizia ma seguì Caramell senza fare storie e, prima di andarsene, suggerì di seguire i ragni.
Ancora oggi, nonostante io sia una femmina di angelo caduto, tremo al pensiero di ciò che vidi nel pensatoio del nonno una volta giunti a casa.
Kalel ed Harry però affrontarono l'oscurità della foresta e, dopo aver camminato per ore, finirono in un nido di Acramantule di cui alcune grandi come auto solo per ottenere un indizio criptico.
“Noi non nominiamo quella creatura....” disse prima che Kalel ed Harry riducessero in fiamme l'intera nidiata che, morto il decrepito patriarca, si sarebbe divisa e avrebbe invaso altre parti della foresta o, nel peggiore dei casi, del castello e delle valli circostanti.
In base alle informazioni ricevute i ragazzi scoprirono che la creatura, nata nel castello e vecchia di almeno un millennio, doveva essere per forza un rettile data la natura rettilofona di Salazar e, cosa importantissima, aveva ucciso una ragazza in un bagno.
Fu allora che Yamata, colta da un improvvisa illuminazione, si intromise.
[So di cosa si tratta. È un basilisco...] disse iniziando a spiegare ai ragazzi i punti di forza e quelli deboli del millenario biscione.
I ragazzi decisero di prendersi tempo per formulare un piano.
Chi fosse la ragazza morta in un bagno era palese. Che il bagno avesse qualche connessione con gli eventi, visto che la prima vittima del 1992 fu trovata la, era altrettanto palese.
Chi fosse il colpevole... beh quello non era così ovvio.
Per questo i ragazzi attesero fino all'ultimo sperando che l'attentatore la smettesse e che il loro intervento, data la rapida crescita delle mandragole in possesso della professoressa Sprite, non fosse necessario.
Purtroppo le loro speranze furono vane. Ginny, la sorellina di quel cazzone di Ron, venne rapita e i docenti, per ridurre l'ego di Allock, lo mandarono a risolvere la situazione dato che, parole sue, lui sapeva cosa fosse il mostro e dove si trovasse l'entrata della camera dei segreti.
Allock però non sembrava amare l'avventura. Per questo Harry e Kalel non si stupirono quando, andati a cercarlo per arruolarlo nella loro missione di salvataggio, lo videro intento a fare i bagagli.
Fu allora che i ragazzi ebbero la conferma di ciò che già tutti e quattro sospettavamo : lui era un bugiardo!
Solo che la verità, come scoprimmo tramite il ricordo, era ben peggiore di quanto ci aspettassimo.
Lui aveva rubato il merito di tutte le sue imprese cancellando la memoria a maghi di cui il mondo avrebbe potuto aver bisogno in futuro e avrebbe fatto lo stesso se Kalel ed Harry, grazie ai loro riflessi non avessero disarmato il docente e, con un po di forza, l'avessero portato fino al bagno di Mirtilla.
Li Harry aprì il passaggio parlando in serpentese davanti a un rubinetto a forma di serpente e gettarono Allock per le condutture al grido di "QUESTA. È. SPARTA!!!!".
Il tutto seguito da un poderoso, nei limiti del lecito ovviamente, calcio che mio fratello assestò al finto docente il quale, perdendo il suo baricentro, si ritrovò catapultato dentro una condotta abbastanza spaziosa da permettere a un basilisco millenario di entrare e uscire dalla camera comodamente.
I due ragazzi attesero qualche secondo prima di decidersi a seguirlo. Il tempo necessario a capire se li sotto ci fosse un serpente pronto a guardarli in cagnesco.
Quando lo fecero, dopo una divertentissima discesa, arrivarono in quella che poteva definirsi l'anticamera della camera dei Segreti.
Trovarono Allock il quale però, caro diario, non ne voleva proprio sentire parlare di atti eroici e per questo, rubando la bacchetta dalla tasca di mio fratello, tentò di cancellare la memoria dei ragazzi.
Il nostro docente non sapeva che ad angeli e demoni la bacchetta non serve.
Per questo, mentre Harry attirava l'attenzione dell'uomo, Kalel evocava una simpaticissima barriera che, come scoprì Allock a sue spese, rispediva al mittente quasi tutti gli incantesimi eccetto le maledizioni più potenti.
Risultato? Ti basta che oggi Allock è al San Mungo incapace perfino di allacciarsi le scarpe da solo?
In ogni caso i ragazzi continuarono a camminare e, dopo aver oltrepassato l'esuvia del basilisco e aver aperto la seconda porta, una porta sferica che aprendosi scivolava sotto il pavimento, si trovarono davanti al corpo privo di sensi di Ginny.
Kalel si assicurò che fosse viva e, dopo averla circondata con alcuni strati di barriere, notarono la presenza di un secondo corpo nella sala.
Era un elfo domestico privo di vita e con occhi ormai assenti, probabilmente divorati dai vermi.
Subito dopo i ragazzi si imbatterono in un certo Tom Riddle che spiegò loro come lui in realtà fosse Voldemort e che, una volta morta Ginny, avrebbe usato la sua energia per stabilizzarsi, visto che diceva di essere un ricordo, e trovare il vero Voldemort per favorirne il ritorno.
Aveva perfino un complice che lo attendeva fuori da Hogwarts ma Kalel ed Harry non sembrarono preoccuparsi. Non si preoccuparono nemmeno quando Riddle evocò il basilisco.
Fummo io ed Angela a preoccuparci per la stupidità dei nostri mariti.
Per poter combattere senza temere lo sguardo del basilisco, Harry si cavò gli occhi con le dita.
Certo poteva contare sulle abilità taumaturgiche di mio fratello ma, perdonami se lo considero un gesto stupido.
Kalel invece, per motivi a me ignoti, non si curò nemmeno di compiere un simile gesto e si limitò a fissare il basilisco negli occhi con noncuranza.
Riddle, che non si aspettava la follia del mio Harry, non poteva immaginare che la scelta di mio fratello fosse dettata da qualcosa di diverso dall'ignoranza.
Nemmeno io o Angela potevamo immaginare che lo sguardo del serpente più letale del mondo non facesse nemmeno il solletico a mio fratello. Forse è per il sangue di Phenex che scorre in lui che gli garantisce una pseudo-immortalità rinomata anche tra i demoni... forse il motivo è un altro non saprei. Tutto ciò che so è che, nonostante la mole, quel serpente era talmente agile e forte da costringere mio fratello a trasformarsi nella forma animale tipica dei Valefor (nda vedesi Valefor Final Fantasy X) e mio marito venne costretto a richiamare la sua spada.
Fu uno scontro lungo reso arduo dalle dimensioni del rettile, superava di sicuro i dodici metri, e dalla presenza di colonne e statue che impedivano a mio fratello di volare liberamente.
Alla fine Kalel ebbe un idea... se così si può definire.
Prese Harry per una mano e, dopo aver girato su se stesso come una trottola, lanciò mio marito nelle fauci del mostro che, colto di sorpresa, non ebbe modo di chiudere la bocca e si ritrovò tagliato in due da mio marito che, entrato dalla bocca, uscì... beh ci siamo capiti.
Riddle non ebbe però il tempo di dire o fare nulla. Kalel infatti, ricordandosi alcuni dettagli sul veleno di basilisco, appellò il diario usato dal ricordo per esercitare il suo potere e usò una zanna per bucarlo da una parte all'altra facendo attenzione che le pagine assorbissero più veleno possibile.
Il rientro fu facile visto che Kalel smaterializzò Ginny ed Harry nell'ufficio della McGranitt e permise a Mephisto, Silente e a Caramell di visionare il ricordo.
Scortò quindi il cugino in infermeria dove gli fu dato il Bulbofast per ripristinare i bulbi oculari perduti.
Non prima che Madama Chips asportasse quelli danneggiati ovviamente.
Il nostro secondo anno fu più movimentato del primo ma devo dire che il terzo fu relativamente tranquillo.
Sempre se iniziare l'anno con un evasione da Azkaban, il carcere del mondo magico, e con una perquisizione del treno da parte di un dissennatore per te sia sinonimo di tranquillità.
Inutile dire che Caramell venne punito per quel suo gesto. Secondo il regolamento infatti un dissennatore deve essere accompagnato almeno da due auror capaci di creare un patronus quando viene usato in mezzo ai civili.
Se poi i civili sono bambini ricchi di quelle emozioni che tanto piacciono a quei mostri... beh dire che Caramell ha fatto una cazzata è un eufemismo.
C'è da dire però che lo comprese una volta che Madama Bones, lievemente irritata per l'accaduto, lo mise sotto inchiesta per il suo comportamento sconsiderato visto che alcune foto di un dissennatore non scortato finirono, non si sa come, sulla Gazzetta.
Anche l'assistente di Agrippa, una donna odiosa simile a un rospo, non prese bene l'accaduto. Solo che decise di renderci la vita difficile togliendoci punti ogni volta che ci incontrava. Fu solo un suo errore a costarle il posto e, purtroppo per lei, la vita.
La scrofa inglese fece una lezione sulle leggi che regolano i diritti degli ibridi e le parole che usò non piacquero molto ad Angela che, punta sul vivo, usò parole un po troppo colorite per difendere la sua posizione.
La punì costringendola a scrivere più volte la stessa frase con una piuma di sangue, uno di quegli artefatti illegali da almeno tre secoli.
Giunta in Sala Grande non riuscì a nascondere l'accaduto a Kalel che, vedendo la mano di sua moglie ricoperta di garze e il sorriso sul volto della Umbridge si insospettì.
Mio fratello sciolse le bende, il suo sguardo divenne teso e tutti avvertirono ondate di istinti omicidi fuoriuscire dal corpo di quel ragazzo che si ostinava a non dire nulla.
Rimase in silenzio perfino quando si alzò ed uscì dalla sala per tornare, dopo alcuni istanti, con una cipolla.
"Fai una foto alla mano di mia moglie..." ordinò a Colin Canon il ragazzo sempre armato di polaroid e, ottenuta la foto, la mandò al nonno che non tardò ad arrivare furente.
Diede un occhiata alla mano prima di chiedere il motivo per la punizione.
“Ha detto che gli ibridi dovrebbero essere uccisi tutti...” pigolò Angela mentre il volto di Mephisto si oscurava.
“Hai davvero detto una cosa simile, Dolores?” disse gelido.
“Tu che sei per metà strega e per metà babbana?”
La Umbridge non prese bene quella frase e replicò, stoltamente tra l'altro.
“Non vedo qual'è il problema. Ho solo detto che gli ibridi dovrebbero essere uccisi!” disse prima che un raggio di luce rossa le sfiorasse il volto andando a infrangersi contro un muro che, se Mephisto non avesse provveduto a potenziare tre anni prima, sarebbe andato in frantumi.
“Qual'è il problema lurida, vecchia, schifosa baldracca?” tuonò Kalel poggiando la cipolla sul tavolo e avvicinandosi a lei.
“Il problema è che la zia Lily, una natababbana che il nonno reincarnò quando aveva tre anni, fu uccisa da un cazzone che parlava come parli tu. Uno stronzo che diceva le stesse cose che dici tu!” disse Kalel furioso mentre tutti spalancavano gli occhi sgomenti.
“È per difendere merde come te dal ritorno di Voldemort che Silente ha mandato Harry da quei babbani che lo maltrattavano! E ti chiedi qual'è il problema se la sorellina di Harry si infervori sentendo una sua insegnante parlare come fosse un mangiamorte?!” tuonò Kalel sbattendo i pugni sul tavolo che, com'era prevedibile, si spezzò in tre parti.
“La sorellina...” disse Silente confuso.
“Si, preside, la sorellina. Harry e Angela sono entrambi figli della zia Lily...” disse Kalel senza degnare il preside di uno sguardo.
“Io...” balbettò
“Io un cazzo!” tuonò Kalel. “Ringrazia solo che il nonno mi ha insegnato a pensare con la mia testa e non col culo o avrei già raso al suolo il paese per ciò che voi Inglesi avete fatto a un membro del mio popolo!” sibilò Kalel.
“Portala in galera, uccidila... offrila in dono ai Centauri ma levamela dalle palle, nonno. Le penne di Sangue sono illegali dal 1750.” sputò volgendo le spalle alla tavola e avvicinandosi al nostro tavolo dove prese la cipolla e, tra lo sconcerto generale, se la passò su un occhio.
“Che stai facendo, imbecille?” sbottò Angela sconvolta mentre mio fratello le prendeva la mano ferita e ci faceva cadere sopra le sue lacrime.
Davanti allo sguardo sgomento di tutti un fumo intenso si sviluppò una volta che le lacrime giunsero in contatto con la cute danneggiata di Angela. Poi, all'improvviso...”
“Le mie ferite... sono... scomparse?” disse mia cognata sconvolta.
Beh, diario, anche io ero sorpresa.
“Mia madre era la figlia di una donna del casato Phenex...” si schernì il ragazzo.
“Ma tu odi i Phenex e loro...” farfugiò Angela.
“Consideralo un regalo di Natale anticipato....” disse mio fratello baciandole la mano.
La Umbridge non fece una bella fine. Azkaban è un luogo molto duro e con quelli che una volta erano potenti i detenuti sanno essere spietati.
Il resto dell'anno passò quasi in sordina. Di Black non si seppe quasi più nulla e le uniche note stonate furono Draco, Ron e la Cooman.
La Cooman era una donna priva di talento che aveva ottenuto una cattedra chissà come e che non tollerava il fatto che qualcuno dubitasse di lei e delle sue predizioni. Fu la prima materia che mollai assieme a Babbanologia, su richiesta di Harry, che ci permise di avere nuovamente un carico di lavoro decente.
Draco... beh si fece ferire da un ippogrifo che Hagrid aveva portato a lezione e, non potendone ottenere il licenziamento, Lucius aveva tentato di far giustiziare il povero fierobecco ma Kalel non era certo l'ultimo arrivato e Lucius lo comprese quando se lo trovò davanti durante l'esecuzione.
Portò anche me ed Angela ad essere sinceri.
“Hei Angela... perché non lo rendi un tuo famiglio?” disse davanti a Madama Bones, a Silente e a Malfoy.
“Un ippogrifo come famiglio... sarebbe raro...” disse Angela capendo il gioco del marito.
“Si mi hai convinto...” disse Angela sorridendo e rendendo il povero fierobecco un suo famiglio.
“C-Cosa...” farfugliò Lucius sconvolto.
“Su non fare quella faccia... pensi davvero che ti avrei fatto uccidere un innociente per soddisfare il tuo ego?” disse Kalel fissandolo torvo.
“Il mio ego?”
“Si.. e per la cronaca, Lucius... sappi che tuo figlio è espulso da Hogwarts, vita natural, durante...” dichiarò facendo sbiancare Silente e i presenti.
“E-Espulso?”
“Rilassati, Lucius... mica gli farei spezzare la bacchetta. Ma converrai con me che molti potevano ferirsi visto che, disobbedendo a un ordine di un insegnante, ha fatto imbizzarrire un povero animale innocente... su tuo ordine, tra l'altro...” disse con un sorriso sadico.
“Come osi... io sono...”
“L'ultimo di una schiatta di natibabbani che, usando la magia, ha rubato terre e denaro a molti babbani. Un mangiamorte che stuprava, torturava e il cui elfo domestico era presente nella camera dei segreti e che, mentre poveri bambini venivano pietrificati, pensava a far licenziare un vecchio rincoglionito...” disse Kalel gelido come raramente lo avevo visto.
Se Lucius sembrava pietrificato Silente e la Bones sembravano sconvolti.
“Non fingerti sconvolto Lucy... io ero presente mentre Voldemort uccideva una serva di mio nonno e causava indirettamente la morte di mia madre... Ergo io rientro nella faida a pieno titolo e sono anni che tengo d'occhio ogni singolo inglese anche vagamente sospettato di essere un mangiamorte. So vita, morte e miracoli. So cosa fai con il tuo oro... So perfino quante volte adempi ai tuoi doveri coniugali, se lei finge o no e, per la cronaca direi che una moglie come Narcissa la trascuri un po troppo...”
“Come?” chiese Harry.
“È una mia abilità...” disse Kalel sorridendo.
“Mi basta guardare un uomo, o una donna, per vedere tutta la sua vita o, se il tempo è poco, le sue buone e le sue cattive azioni e tu...” disse prima di avvicinarsi a Lucius.
“...tu mi disgusti, Lucius. Specialmente per come tratti tuo figlio. Vattene... prendi tua moglie, tuo figlio e lascia il paese. Ma ti avverto! Se Voldermort dovesse tornare a richiedere i tuoi servigi ricorda che io vivrò per migliaia di anni e che tu e la tua famiglia di sicuro non finirete in paradiso... pensa bene, dato che i Serpeverde sono astuti calcolatori, a chi non ti conviene pestare i piedi...”
Lucius non se lo fece ripetere due volte e, correndo come se avesse il diavolo alle spalle, si diresse verso la scuola, prelevò il figlio e, come scoprimmo in seguito, lasciò il paese.
Silente non prese bene la cosa e non esitò a farcelo notare.
“Non tollero che nella mia scuola...”
“Nella sua scuola?” ripetè mio fratello.
In verità anche Harry avrebbe voluto ma la sua copertura lo vedeva come un mezzodemone di cui io mi ero invaghita e, non avendo nessuno dei due alcun titolo nobiliare, era Kalel a doversi occupare delle faccende burocratiche e diplomatiche.
“Le rammento che se siamo giunti a questa situazione la colpa è sua e del suo buonismo. So che Lucius non ha aperto la camera ma il diario di Voldemort si trovava in casa sua. Casa che se lei, ai tempi della caduta di Voldemort, non avesse fatto il buon samaritano sarebbe stata sequestrata e perquisita. Non faccia finta di niente solo perché, per caso, nessuno è morto.”
“Quando sarai più grande...”
“Se diventerò più grande vorrà dire che Voldemort sarà morto e lei sarà finalmente all'inferno dove merita di stare...”
“Mi odi ancora per ciò che ho fatto a Harry?” domandò Silente scrutandolo con intensità.
Mio fratello però non rispose. Qualcosa aveva attirato la sua attenzione e, sporgendo la mano in avanti urlò : “Accio, Crosta!”.
Già, proprio lui, il lurido topo di Ron-faccia di culo-Weasley. Topo per la cui inculumità minacciata dal mio micetto prima, e per la sua presunta morte poi, Ron mi aveva offesa e aggredita verbalmente per tutto l'anno.
Nemmeno le parole dure di Harry e mio fratello lo avevano fatto desistere ma ora, ora... il topo vivo e vegeto cercava di liberarsi dalla morsa di Kalel che lo osservò con tanta intensità da farmi paura.
Poi, senza alcuna motivazione alcuna, udimmo una risata fredda e crudele uscire dalla sua bocca.
Rise a lungo e solo dopo molti minuti chiese al preside di chiamare gli auror e i giornalisti di Gazzetta e Radio.
Poi, senza dire altro, si diresse verso il castello seguito da noi, da Silente, Hagrid e dal Ministro.
Ron, non appena vide Crosta tra le mani di Kalel corse per farselo ridare ma mio fratello, non degnandolo di uno sguardo, si sedette e attese che la stanza si riempisse di auror e giornalisti. Solo allora prese la parola.
“Professoressa McGranitt... lei conosce l'incantesimo per riportare un animagus alla sua forma umana?” domandò Kalel con voce nitida in modo che tutti lo sentissero.
“Certo, Signor Pheles... ma perché lo domanda?”
“Perchè questo topo di proprietà della famiglia Weasley da almeno tredici anni, oltre ad aver vissuto molti più anni di qualsiasi suo simile, è un animagus e gli manca un dito...”
“Signor Pheles... si rende conto...” lo rimbeccò la Mc senza accorgersi, a contrario di noi che lo conoscevamo da anni, di quanto mio fratello fosse mortalmente serio.
“Si, mi rendo conto. È lei che non si rende conto che, nel caso in cui avessi ragione, sarebbe il terzo anno di fila che il vostro grande Silente fa il gradasso e sopravvaluta le sue abilità.”
“Come?”
“Al primo anno..." disse mentre i reporter prendevano appunti come se non ci fosse un domani.
"...ospitò qui la pietra filosofale incurante dell'incolumità dei suoi studenti che potevano diventare degli ostaggi. Al secondo, pur sapendo che la camera poteva aprirla solo Voldemort non ha chiesto l'aiuto di mio nonno ed ora... ora a ho tra le mani un animagus che è stato per tredici anni in casa di una famiglia vicina a Silente e Merlino solo sa quante informazioni può avere origliato in questi anni in cui si è finto animale da compagnia...”
Inutile dire che la professoressa eseguì l'incantesimo convinta che mio fratello si sbagliasse.
Purtroppo, per tutti, davanti a noi il topo crebbe rapidamente fino ad assumere l'aspetto di un uomo sulla quarantina con la pelle grigia, pochi capelli e una pancia che non finiva mai.
“Toh... guarda chi c'è... lo zio Peter...” disse Kalel mentre con un cenno della mano gli strappava le maniche della giacca e della camicia.
“...e vedo che ti sei anche fatto un tatuaggio molto caratteristico. Sei della Skull and Bones?” chiese con malcelato sarcasmo mentre Silente, che aveva visto tutta la scena, mandò Lumacorno a predendere il veritaserum che, aiutato dagli Auror, fece ingerire al Lazzaro dell'epoca moderna.
Non riporterò ciò che quel verme disse quel giorno. Il tempo è poco e fra poco arriveranno le delegazioni straniere che parteciperanno al tremaghi.
Dirò solo che lui si era unito a Voldemort e che erano tutti colpevoli di tradimento verso la madre di Harry.
Kalel stava per uccidere quel verme, come la nostra legge prevedeva, ma Silente si intromise e fece portare Minus via dagli auror. Fu un errore... l'ennesimo madornale errore visto che, approfittando di un attimo di distrazione, quel topo di fogna rubò una bacchetta all'auror che lo scortava, una certa Tonks, e tornato a essere un topo, scappò.
Temo che arriverà il momento in cui ci pentiremo di non averlo potuto uccidere....

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Note d'autore...

Salve raga... siamo quasi alle battute finali di questo arco narrativo...
Su non fate quelle facce... sapete che io non amo scrivere poemi di trenta e più capitoli...
Vi avverto che poi le cose si faranno, a mio avviso almeno, più interessanti.
Certo... qualcuno dovrebbe farsi un po di compiti per le vacanze ma... diciamo che ne varrà la pena ;)
Ma veniamo a qualche spiegazione...

Perchè ho accelerato :
1) L'idea di allungare il brodo riscrivendo primo e secondo anno era tediosa... sia per me e di sicuro anche per voi.
2) Morto Piton, Morto Barty Crouch Senior e Juniorn... beh il 90% dei primi quattro libri si era annullato.
3) Anche se più deboli perfino dei Servi del vecchio Harry i quattro ragazzi hanno abilità di livello superiore che rendebbero la trama dei primi cinque o sei volumi stupida. Per questo però ho in mente l'ultimissimo dei grandi colpi di scena (di piccoli ne ho ancora a bizzeffe ;) ) che non vi dirò. Tanto dovrete aspettare altri due capitoli ;)
4) Se Harry (prima parte) o Harry (seconda parte) venissero a sapere di Sirius da Caramell (che tra l'altro non è durato molto come ministro... poverino vero?) dubito che avrebbe il tempo per spiegare la verità a un gruppo di demoni imbufaliti.
5) Assenza di Lupin... beh non essendoci Harry a cosa servirebbe quello che definisco un contentino che Silente da al suo elfo domestico personale? Cazzo dieci anni di assenza, senza motivo e poi... hai gli occhi di tua madre? Nah... Remus Judas Lupin io non lo voglio tra i piedi. Inoltre, se i più attenti ricorderanno, lui è l'unico in vita o libero che (Crosta escluso perchè è idiota) potrebbe informare Silente del fatto che Harry era nato biondo :)
P.S Mephisto non ha fatto nemmeno usare i mollicci per difendere il segreto di Harry... figurati se mi permetteva di assumere Lupin ;)
Inutile dire che la morte di Barty Crouch Senior e Junior cambierà molte cose...
In primis niente Berta, che vedendo Barty Crouch jr si farà obliviare per finire in mano a codaliscia. Codaliscia non avrà vita facile a trovare Voldy e ciò impedirà ai due di mettere il becco nel tremaghi.
Ciò non vuol dire che non ci saranno nemici che romperanno le palle... o se ci saranno ;)
Ho detto tutto... o quasi...
Volevo comunicare, a coloro che amano Highschool DxD l'esordio di un nuovo scrittore in quel fandom... quindi se foste interessati posso dirvi che, da ciò che mi ha raccontato, la storia vale.
Mi raccomando... dategli un'occhiata visto che, come me, ha scelto di debuttare in un fandom di nicchia che, tra l'altro, è lo stesso dove ho debuttato io due annetti fa... supportatelo perchè, non per fare nomi, se non fosse stato per gli stoici recensori di quel fandom, oggi non avreste ne le avventure di questo Harry, ne quelle di Bruce ;)

Vi allego il link del suo primo capitolo


http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3501116&i=1

A presto raga ;)

 
 

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Capitolo 26
*** Con parenti così... ***


Con Parenti così...

Che dire... se ad Hogwarts le scale amano cambiare non si può negare che nella scuola non ci sia qualcosa che, pur in modi diversi, tende a ripetersi anno dopo anno.
Cosa?  Ma la presenza di un evento disastroso a fine Ottobre che sembra ripetersi ogni anno con effetti sempre maggiori.
Un troll, una gatta pietrificata con tanto di scritta minacciosa e il licenziamento di una donna arida, sadica e violenta.
Tutto questo però è nulla rispetto a ciò che si preannunciava per essere lo special di Halloween peggiore di sempre.
Kalel lo comprese subito quando vide arrivare le delegazioni straniere. Quell'anno infatti la scuola avrebbe ospitato il tremaghi, un antico torneo tra le tre scuole di magia che si spartivano il suolo europeo.
Per le Isole Britanniche avrebbe partecipato Hogwarts, Beauxbatons avrebbe difeso l'onore dei maghi di quella che i babbani chiamavano Comunità Europea e che riuniva i maghi di Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Olanda, Belgio e Lussemburgo. La Germania e tutta l'Europa Orientale, Russia compresa, invece erano rappresentati da Durmstrang tristemente nota per aver istruito Grindelwald.
Non era il torneo a preoccuparlo. Sapeva che era riservato ai maggiorenni e che, secondo suo nonno, non si sarebbe nemmeno svolto tutto a Hogwarts.
Ciò che lo preoccupò fu vedere due alunni particolari tra le compagini nemiche.
Erano due demoni appartenenti a due illustrissime famiglie rinomate negli inferi per le loro abilità.
Non dissero nulla ma lo sguardo che il campione di Durmstrang lanciò a lui ed Harry era tutto un programma.
I ragazzi però decisero di non dare spettacolo e rimasero in silenzio mentre i presidi si scambiavano convenevoli.
Il banchetto fu sontuoso e i quattro demoni lo gradirono più di tutti gli altri, forse anche grazie alla presenza di piatti non esclusivamente inglesi che i ragazzi trovavano estremamente pesanti da digerire.
A fine banchetto però un alone di preoccupazione li assalì. Ciò avvenne quando Silente presentò a tutti il giudice che avrebbe scelto i candidati.
Era il calice di fuoco, un artefatto magico di indicibile potere un tempo usato per commissionare pene adeguate al crimine e, secondo Silente, impossibile da imbrogliare.
Beh si sbagliava visto che, a ventiquattro ore di distanza, l'infallibile artefatto avrebbe nominato quattro persone invece che tre.
Per Beauxbatons venne scelta Cleria Belial, cugina dell'attuale capo della famiglia Belial, un casato appartenente ai demoni extra.
Ruval Phenex fu la scelta per Durmstrang e sorrideva sornione in un modo che non piacque ne a Harry, ne ai suoi amici.
Anche le sue criptiche parole misero in apprensione i ragazzi.
“Se permette vorrei aspettare il campione di Hogwarts...” disse mentre Silente gli indicava la porta dove Cleria stava per entrare.
Sentendolo parlare così perfino la diavola rimase interdetta al punto da decidere di rimandare il suo ingresso.
“Che hai fatto Ruval?” domandò la ragazza con un sussurro che, a causa del silenzio, rimbombò nella Sala Grande.
“Aspetta e vedrai...” disse sorridendo in modo sadico.
Fu allora che la stanza, venendo illuminata dalle fiamme rosse del calice, sputò fuori un nome che nessuno li conosceva.
“Kaiser Al-El Valefor...” lesse Silente mentre il rumore di metallo che strideva attirò l'attenzione di tutta la sala.
Era Kalel che, fissando Ruval furente, si alzava con la mano sporca di succo di zucca e lasciava cadere un calice ormai quasi privo di diametro incurante delle facce sgomente dei vari grifondoro.
Tanto era incazzato che si avvicinò al tavolo dei docenti senza dire nulla, ignorando perfino i sinceri applausi delle poche persone, serpeverdi comprese, con cui aveva parlato qualche volta.
I più invece erano sorpresi per l'insolito nome con cui era stato chiamato.
In quel momento infatti davanti a loro c'erano un Marchese, un membro di una casata estinta da quasi due millenni e un membro di un ramo cadetto della Casata Belial.
“Sei stato tu, Phenex?” chiese Kalel con un astio e un odio che nessuno gli aveva mai sentito usare.
Il massimo era stata una rabbia senza confini ma questa... questa era la voce di qualcuno che avrebbe ucciso senza pietà.
“Beh volevo conoscere il bastardo dei Valefor che, continuando ostinatamente a esistere, mi priva della mia legittima eredità...”
“Continuando ostinatamente a esistere... ti priverei di cosa?” domandò Kalel mentre il silenzio era palpabile.
“Della mia eredità. Sei sordo, oltre che essere un ibrido?” domandò Ruval mettendo in mostra i muscoli del petto.
“La tua eredità?” disse Kalel scoppiando a ridere.
“Una patetica fenice pretenderebbe di mettere le mani sul feudo, sulle legioni e sui beni dei Valefor? Sei una sagoma Phenex... peccato per te che dimentichi un dettaglio...”
“Ah si? Quale?”
“Mia madre mi ha partorito, mi ha dato il suo cognome e mi ha cresciuto. Ergo non sono un bastardo... Ibrido si ma non mi offendi, anzi... almeno sono migliore di te...”
“Migliore di me?” rise Ruval perdendo il suo contegno.
“E come potresti essere migliore di me?”
Kalel guardò Harry e gli disse di tapparsi le orecchie. Poi, con tono solenne, iniziò a recitare.
Chiedete e vi sarà dato...” disse Kalel abbozzando un sorriso ricambiato dalla sorella e da Angela che, non essendo stata reincarnata, la prima, e condividendo la razza del ragazzo, la seconda, non avrebbero risentito degli influssi di quello che il ragazzo si stava apprestando a recitare.
...i luoghi e i frutti della terra saranno vostri. Guardatevi dal distruggerli con un bastone, dal ridurli in frantumi come un vaso di ceramica, che tutti i re governino con saggezza, che la volontà del Giudice Universale sia compiuta; servite il Signore e abbiate timore di lui, rispettate e amate il figlio di Dio o egli vi punirà scatenando la sua ira e annientandovi lungo il cammino : il suo furore è incontrollabile! Tutti coloro che credono nel Signore invece saranno premiati con la sua benedizione...
Il risultato fu sconvolgente. Se i maghi iniziarono a tenersi la testa, mentre venivano colti da fitte atroci, i due demoni si accasciarono al suolo in preda a atroci sofferenze.
“Allora, cugino... Ti credi ancora superiore? Dalla faccia che fai mi ricordi l'esorcista armato di baionette che si presentò a me recitando questo salmo sperando di indebolirmi...” disse Kalel evocando una barriera di luce che circondò la diavola del casato Belial alleviandone le sofferenze.
Ci mise poco a riprendersi ma, una volta che lo fece, afferrò per il bavero e  lo apostrofò in malo modo.
“Ma sei matto? Potevamo farci male...”
“Perchè io no?” replicò Kalel indifferente.
“Tu?”
“Non fare la sciocca, Belial... tu e Ruval siete demoni di Alta classe...” rispose Kalel sbuffando.
“E con questo?” lo incalzò la ragazza facendo esasperare il figlio di Serana per la sua miopia.
“E io, un ibirdo con il potere di un demone di bassa classe, mi trovo costretto a partecipare a un torneo che, vista la vostra non casuale presenza, sarà tarato per un livello potenzialmente mortale per me...” disse il ragazzo mentre lo sgomento si dipingeva sul volto della sua rivale.
“I-Io...”
“Non ci avevi pensato... lo so. Tu per tua fortuna non hai lontani cugini che tentano di ucciderti da quando tua madre ti ha messo al mondo e fidati... se avessero chiesto a mia madre cosa scegliere... se crescermi o vedermi regnare su un feudo... posso giocarmi la mano che lei avrebbe scelto di dare tutto a...” disse mentre il calice si illuminava nuovamente e un quarto fogliettivo veniva espulso.
Silente lo afferrò e, con voce incredula, lesse : “Harry James Potter.”
Quello fu l'inizio di una lunga notte.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Kalel arrancava sfinito lungo i corridoi che separavano la sala dei trofei dalla loro accogliente camera.
Anche per canoni di demoni e Angeli quella terminata pochi istanti prima era stata una riunione molto pesante visto che, per sedare gli animi, erano scesi in campo sia i Maou che il padre di uno dei quattro campioni.
Erano accorsi perfino l'attuale Gran Re e Michele per dirimere tutti i nodi venuti al pettine per colpa di quella coppetta di legno.
Il fatto che Harry fosse sempre stato un demone non era preso in considerazione da Silente che cercava ogni pretesto valido per affossare un assente Mephisto.
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Quello fu la volta che Kalel sbroccò di brutto.

-- flashback --

“Sentimi bene esimia testa di cazzo!” tuonò stupendo i presenti.
Il ragazzo era stanco di tutte le accuse che Silente, Karkaroff e Madame Maxime lanciavano al suo adorato nonnino.
Per questo se ne fregò altamente che li ci fossero moltissimi Vip delle tre grandi potenze e parlò senza peli sulla lingua.
“In primo luogo Harry è figlio di una diavola e un umano ergo la stronzata della faida usala come carta igenica visto che tu, lurido bastardo, sapevi che la zia Lily era un alfiere di mio nonno e l'hai allontanato dal nostro mondo col rischio di farlo morire per mano di un angelo o di un esorcista che poteva incontrarlo per caso.”
Lo sfogo di Kalel, a causa della rabbia che indirizzava verso la persona del preside, ebbe il potere di zittire chiunque calamitando tutte le attenzioni su di lui.
“Era protetto...” si giustificò Silente.
“Protetto un paio di palle, vecchio! Tu sai meglio di me in che condizioni viveva. Tu sai che quel porco di Vernon Dursley lo ha cacciato di casa solo perché ha perso il controllo dei suoi poteri sentendo una... non farmi dire cosa... apostrofare sua madre come una cagna rachitica? Era in uno stato di ipotermia quando mi ha evocato e ho dovuto curargli fratture scomposte e saldate male in quasi tutti gli arti e il tronco. Io mi sono limitato a salvarlo e, se ti ricordi ciò che ho detto a Lucius Malfoy, io rientro a tutti gli effetti nella faida. Ergo posso aiutarlo. Secondo, mio nonno non era tenuto a dirti nulla visto che, in base alle leggi che regolamentano la faida che TU, bada bene vecchio, TU HAI TIRATO IN BALLO PER AVERE UN SOLDATINO PRONTO A MORIRE PER TE E IL TUO FOTTUTISSIMO BENE SUPERIORE, tu e il governo britannico siete parte di una delle due fazioni ed è diritto di Harry nascondersi dai suoi nemici e scegliersi gli alleati. Quindi rassegnati perché non ti considera, come non considera nessun Inglese, degno della sua fiducia. Sbaglio, Harry?”
“Affatto... tra l'altro il nonno non mi ha nemmeno sottoposto ad allenamenti diversi da quelli che ogni demone affronta per dominare la magia che ha dentro di se... se vuoi prendertela con il nonno usa altro perché peggiori solo la tua posizione...” rispose il mezzodemone mentre la porta della stanza si apriva.
Erano Angela ed Hermione, tese come corde di violino, che avanzarono nella stanza con estrema dignità.
“Che succede?” chiese Kalel.
“Beh... ecco...” farfugliò Hermione notando quello che doveva essere suo padre.
“Hanno riprovato sia Harry che Hermione...” disse Angela con gelida indifferenza mentre i docenti presenti sgranarono gli occhi e le entità sovrannaturali guardavano la scena con un misto di interesse e curiosità.
“Riprovato...” ripetè Kalel fissando la moglie che annuì.
“Significa...”
“So che significa, tesoro. Hanno espulso due dei migliori studenti solo perchè qualche sesto o settimo anno non è stato sorteggiato." disse Kalel scrollandosi le spalle.
"Mi aspettavo una simile mossa... ma non così presto e non dopo le rivelazioni di Minus...” disse l'ibrido sorridendo.
“Che hai in mente?” domandò la ragazza sbuffando esasperata.
Kalel però prese Harry e si riunirono e tornarono con un foglietto che diedero alle ragazze.
“Puoi consegnarlo a Daphne?” disse Kalel sorridendo.
“Ora?”
“Usa il tuo famiglio...” rispose stancamente prima di voltarsi verso la folla di persone che lo studiava con attenzione.
“In ogni caso, se il problema è che Hogwarts avrebbe un giocatore in più... date pure a Durmstrang e Beauxbatons la possibilità di schierare un secondo campione. Tanto, contro demoni di classe alta non avremmo chance lo stesso. Due demoni o due umani in più non faranno differenza...” disse con noncuranza mentre un sorriso mellifluo si dipingeva sul volto.
“...specialmente visto che nessuno di noi voleva partecipare ma, di questo se ne occuperà mio nonno. Sai Ruval? Penso che non prenderà bene il tuo gesto e ultimamente, per colpa di Silente, ha ben poca pazienza...” aggiunse prima di voltarsi e dirigersi verso la porta.
“Ah Silente... quasi dimenticavo." disse fermandosi sull'uscio continuando a dare le spalle al preside.
"Questo sarà il nostro ultimo anno. Senza se e senza ma. Giocaci qualche altro giochetto... modifica qualche altro incantesimo per costringere mio cognato a rimanere qui a rischiare la vita a causa della tua strafottenza e giuro che ti ucciderò con le mie stesse mani.”
“Col rischio di diventare esiliato?” domandò Silente mentre Kalel cominciava a ridere.
“Esiliato? Per i demoni sono un ibrido privo di diritti che, come ha detto mio cugino, si ostina a continuare ad esistere... Il Paradiso ha rinchiuso mia moglie, l'unico essere simile a me su questo fottuto pianeta e che, tra parentesi, sarebbe la figlia di Michele in persona, in un convento temendo che potesse dare il cattivo esempio ad altri angeli o alle loro pecorelle smarrite... Mio padre non ha mosso il culo per salvare mia madre quando i Bael e i Phenex hanno messo una taglia sulla sua testa o quando quel demone ha attaccato la casa dei Potter...”
“Io amavo tua madre e ne ho sentito la mancanza per secoli...”
“Ma non ti sei fatto vedere nemmeno una volta nei due anni in cui lei era viva...” rispose Kalel atono.
“...anni in cui non hai esitato a scoparti e abbandonare la madre di Hermione al suo destino. Quindi non venire a fare il vedovo afflitto. Non sei tu che hai perso ogni cosa...” disse aprendo la porta.
“Comunque, se volete uccidermi fate pure... sono già morto una volta e, al contrario di voi, non temo il luogo dove finirò...”
Kalel non diede modo agli adulti di rispondere e, finito di parlare, si voltò e si diresse verso i dormitori.

-- Fine Flashback --

Erano arrivati davanti al quadro della Signora Grassa, guardiano del dormitorio di Grifondoro e li iniziarono a sorgere i problemi.
Se infatti il quadro non diceva nulla ad Angela e Kalel, che tra l'altro assistevano alla scena in silenzio, lo stesso non si poteva dire per Harry ed Hermione che ricevevano sguardi colmi di disprezzo.
“Grifondoro non è una Casa per imbroglioni...”
“Risparmiati la predica e apri la porta...” disse Harry prima di pronunciare la parola d’ordine.
“Quella è vecchia.”
“Chi l’ha cambiata?”  chiese Kalel che di pazienza quella notte ne aveva poca.
La donna ha un’esclamazione derisoria. “E’ stata il Prefetto Angelina Johnson.”
“Non esistono più i Prefetti, ne i Capiscuola. Chiamami Angelina o qualcuno e facci aprire.”
“No. C’è una riunione in corso e mi hanno chiesto di non essere disturbati. Mi è stato detto che qualora fosse arrivato Potter, avrebbe dovuto aspettare fuori e loro sarebbero venuti a prenderlo una volta che la riunione si sarebbe conclusa.”
“L’ultima volta che ho controllato facevo parte di questa Casa.” disse Harry caustico.
“Le azioni sono più importanti delle parole nella Casa di Godric, giovanotto, e io non approvo le tue azioni!” Parecchi ritratti vicini incitarono la donna dopo la sua tirata.
“Detto da una sgualdrina che dopo ogni festa e a ogni fine settimana, più sbronza di un troll, molesta ogni dipinto di sesso maschile nonostante ci siano bambini in questa scuola...” replicò Kalel avanzando minacciosamente davanti al quadro verso cui puntò l'indice.
Una fiammella scura si formò sulla punta del suo dito e fluttuò verso il quadro che venne divorato dalle fiamme in pochi istanti.
La Signora Grassa non ebbe nemmeno di gridare prima di scomparire davanti agli sguardi sconvolti dei ritratti presenti nel corridoio. Ma non fu la sola.
Anche la porta di legno massiccio svanì davanti agli occhi sconvolti degli studenti di Grifondoro.
“Che hai fatto?”
“Nulla, Angelina... ho solo seguito il consiglio del mio dietologo. Ho bruciato grassi e carboidrati...” disse Kalel varcando la soglia e ignorando gli sguardi dei ragazzi.
Diede un occhiata ai festoni ma li ignorò e si avvicinò al tavolo dove prese un rotolo di pergamena e lo lesse senza dire nulla.
“Mi astengo...” disse Kalel apponendo una firma nella casella di mezzo.
“...ma ricordatevi le ultime parole della Signora Grassa. I fatti sono più importanti delle parole...”
Prese quindi la pergamena e, dopo averla arrotolata, la passò a Ron.
“Che dovrei farci?” domandò con tracotanza.
“So che l'idea è stata tua...” disse freddo.
“...mentire ti renderebbe più ridicolo di quello che già sei. Quindi abbi un minimo di orgoglio e affronta le conseguenze delle tue azioni. Non permetterò che, a quest'ora della notte, venga mandato un primino a svegliare la professoressa McGranitt...”
“E se non volessi?”
“Ti ci porterò io prendendoti a calci nel culo fino a quando la tua testa non smetterà di orbitare tra i tuoi glutei e il tuo inguine e deciderà di ascendere sul collo...” rispose Kalel glaciale.  
Ron, di solito poco avvezzo a cogliere simili, velati, insulti comprese che Kalel non era dell'umore giusto per ribattere ulteriormente e per questo, sbuffando più della locomotiva dell'espresso per Hogwarts, si incamminò verso l'ufficio della McGranitt.
Kalel invece fissò Angelina.
“Cambiate ancora la parola d'ordine, senza il mio permesso, e giuro che vi ritroverete nella merda fino al collo. I prefetti, i capiscuola... non esistono più da quattro anni quindi... beh lo vedrete...” disse Kalel allontanandosi diretto verso la sua suite esortando i ragazzi a seguirlo.
“Andiamo... domani ci saranno pure i giornalisti e non voglio che i miei futuri fan mi vedano con le occhiaie...”
Nessuno ebbe il coraggio di parlare ma tutti, perfino il più stupido di loro, compresero che forse avevano commesso un piccolo errore di calcolo.

°°°°°°°°°°°°°°°°°

Alcuni giorni dopo, alcune ore prima della pesa delle bacchette, la Sala Grande era gremita fino all'inverosimile quando Harry e i suoi amici fecero il loro ingresso per la colazione.
Il silenzio, a cui si unirono anche le troupe delle emittenti radiofoniche, televisive e i reporter delle testate giornalistiche del mondo magico, delle tre fazioni e di quelle a cui facevano capo i giudici del torneo, era pregno di eccitazione e di nervosismo.
Kalel però, dopo aver fatto segno alla sorella e al cognato di sedersi, si avvicinò al tavolo dei vip dove notò alcune personalità che non gli dissero nulla anche se, man mano che si avvicinava, notava una certa pressione provenire da quel tavolo.
Non sembrava rivolta verso di lui ma, piuttosto sembravano istinti omicidi, che le varie personalità si scambiavano tra di loro e che mettevano in imbarazzo i docenti di Hogwarts che non sapevano come comportarsi.
Poi vide un uomo calvo in pantoloncini, maglietta Hawaiana e con due bodyguard alle spalle.
“Indra!” urlò il ragazzo sorridendo per la prima volta da settimane, in pubblico almeno.
“Nephi-Kun!” disse Indra sorridendo a sua volta alzandosi e avvicinandosi al ragazzo che abbracciò il dio con reale affetto.
“Che ci fai qui?” disse Kalel mentre i maghi, gli emissari delle tre potenze e perfino i parenti di Kalel osservavano la scena sgomenti.
“Beh in teoria i giudici dovevano essere tre. Un Maou, Michele e Azazel-kun o uno dei loro subalterni in caso di impegni. Mephisto, pure avrebbe fatto parte della giuria ma qualche idiota ha pensato bene di assoldare due demoni per vincere una stupida coppa...” disse voltandosi verso Madame Maxime e Karkaroff che distolsero lo sguardo imbarazzati.
“Perchè dici così?” chiese Kalel.
“Perchè sapendo che in questa scuola c'erano due demoni con le rispettive mogli pensavano che avreste preso parte al torneo. Non hanno minimamente preso in considerazione che, con le regole imposte da Mephisto, voi sareste stati esclusi. Anzi... se non avessero messo il tuo nome e quello del piccolo Harry voi sareste fuori a godervi ciò che rimane del tiepido autunno scozzese.”
“Non è stato Potter?” domandò Angelina mentre Ron sbiancava.
“No... e la vostra scelta avrà conseguenze amare per tutti voi, se conosco il mio figlioccio...” disse Indra sorridendo.
“...mi sbaglio?”
“No... non ti sbagli...” rispose Kalel staccandosi i simboli di Grifondoro dall'uniforme, sfilandosi la cravatta e porgendola alla McGranitt.
“Io e Angela ci dissociamo da una casata che ha perso di vista i valori che da sempre la contraddistinguevano permettendo a gelosie e invidie di prendere il sopravvento.”
“Vi dissociate?” chiese la docente sconvolta.
“Si... sa cosa significa, vero?”
“Ovviamente, Signor Pheles...” disse la donna alzandosi ma venne frenata da Lumacorno.
“Siediti pure Minerva non ci sarà bisogno di smistarli nuovamente." esordì con fare pomposo.
"Ieri i miei ragazzi mi hanno convocato in sala comune data la situazione. Pare che, in virtù del rapporto di amicizia che lega i coniugi Potter e i coniugi Valefor con i miei alunni, abbiano richiesto il loro aiuto...”
“Capisco, Horace ma che c'entra?”
“C'entra che noi abbiamo chiesto, dato il pensiero collettivo che Tassi, Grifoni e Corvi non esitano a manifestare pubblicamente, di poterci associare all'unica casa che non ha sputato veleno su mia sorella e mio cognato. Noi andremo a Serpeverde. Inoltre, come prevede il regolamento, ogni punto da noi quattro conquistato o perso in questi anni verrà assegnato d'ufficio alla nostra nuova casa...” spiegò Kalel atono.
“Questo....” farfugliò Ron mentre calamitava su di se tutti gli sguardi degli studenti appartenenti alle altre tre case.
“Questo significa che grazie al fatto che noi non abbiamo mai perso un punto, escludendo i punti toltici da Piton durante nostra prima lezione di pozioni del primo anno, i nostri punti guadagnati donano d'ufficio la vittoria a Serpeverde per il 1991-92, il 1992-93 e il 1993-94. Anche i punti che io, Harry e i nostri accompagnatori vinceremo durante le tre prove andranno a Serpeverde.... ma non è finita qui...”
“Che significa, accompagnatori?” domandò Angelina.
“Le prime due prove sono tarate per permettere al campione di ottenere indizi che, se risolti, serviranno al campione e al suo partner per partecipare a una caccia al tesoro che si svolgerà in giro per il mondo...” si intromise un vecchio con una benda su un occhio e pesanti abiti invernali.
La notizia di un giro per il mondo sembrò eccitare molto i Grifoni e i ragazzi ma Indra ebbe il potere di demolire le loro illusioni con una semplice frase.
“Porterete Angela ed Hermione?” chiese sorridendo.
“Ovvio.” rispose Kalel consapevole che telecamere, microfoni e piume prendiappunti erano intente a non perdere nemmeno una parola di quel dialogo così intenso.
“Pensi che lascerei mia moglie e mia sorella in una scuola dove, durante l'anno accademico 1991-92, Silente permise a Flamel di tenere un artefatto che Voldemort in persona tentò di rubare a Flamel Manor e alla Gringott, arrivando a fare irruzione qui? Dove durante l'anno accademico 1992-93 un basilisco girava liberamente per i corridoi arrivando a pietrificare mia sorella e mia moglie? O dove, e qui c'è il colmo, un mangiamorte si è nascosto tra il 1982 e il 1993 sotto il naso di Silente e che solo per merito mio e di Harry è stato scoperto e consegnato alle autorità che ne hanno permesso la fuga solo perchè Silente non ci ha permesso di applicare le leggi di mio nonno? O devo ricordarti che il mio nome e quello di Harry sono stati messi da qualcuno che pensava di essere spiritoso in un artefatto che, scelto da Silente al fine di proteggere i suoi studenti, ha finito per costringere me ed Harry, pena la morte, a partecipare a un torneo potenzialmente mortale che avremmo preferito vedere alla televisione?”
Le parole di Kalel non fecero molto piacere a Silente che però, data la presenza degli ospiti e dei giornalisti, si astenne dal ribattere.
“E come mai proprio Serpeverde?” chiese Indra ridendo sotto i baffi.
“Beh gli idioti devono capire i loro errori...” disse Kalel sorridendo.
“Gli idioti?”
“Beh professoressa... non può negare che ascoltare le idee di Ron Weasley noto per la sua idiozia e per i pregiudizi che sono per lui Dogmi di fede non sia una buona idea. Ma non divaghiamo. Fino ad ora abbiamo approfondito la parte scolastica adesso però è tempo di tutelare i nostri interessi...” disse materializzando un fogliettino.
“Informi i genitori di tutti i ragazzi che hanno riprovato mio cognato che, mettendo in dubbio la sua onestà, hanno leso la sua immagine di capo della famiglia Potter e che, essendo in parte demone, potrebbe subire anche un processo da parte dei demoni...”
“E con ciò? È un ragazzo mica...” si intromise Ron.
“In primo luogo Harry, essendo sposato, è un adulto. Secondo lui è un demone e i demoni da millenni basano la loro economia sui contratti. Coloro che non rispettano i contratti o che gettano infamia sul nostro popolo vengono condannati a morte...” spiegò Kalel mortalmente serio.
“M-Morte?” balbettò Ron pietrificato dallo sguardo di Silente che se avesse potuto uccidere lo avrebbe fatto.
“Si, Weasley... morte. Capirai quindi che dimostrare la falsità di tali accuse è una necessità impellente per me, per mio nonno e per Harry. Il processo avrà luogo al termine del Tremaghi ma, se vuoi un consiglio spassionato, patteggiate. Non avete una chance di vincere la causa...” disse Kalel tornando a guardare Indra.
Il dio fissò a lungo il ragazzo notando come si mordesse il labbro senza farci caso e come stringesse i pugni in modo così fitto da renderli esangui.
“Kal-kun... Sono tuo amico da una vita. C'è qualcosa che vuoi chiedermi?”
“Beh... ecco... si...” farfugliò il ragazzo porgendogli un foglio di carta intestata che il nume prese e lesse con attenzione sempre crescente.
Non disse nulla ma, con lo sguardo più serio che chiunque gli avesse mai visto fare quella mattina, porse il foglio ai suoi colleghi i quali, con espressioni sempre più sconvolte, lo lessero da cima a fondo.
Fu un uomo con la folta barba bianca a parlare mentre gli altri, tra cui un omone che faceva sembrare perfino Hagrid un moscerino, lo squadravano con intensità.
“Ragazzo... ciò che abbiamo letto... sei serio?” chiese grattandosi il mento ignorando la fresca brezza che gli scompigliava la leggerissima tunica di lino che indossava.
“Sebbene non so chi siate... si, sono serio...” disse il ragazzo.
“Lui è Zeus, Signore degli Olimpici e di una parte del popolo Greco che, rifiutando il Dio della Bibbia, dopo che il Cristianesimo divenne Religione di Stato dell'Impero Romano chiese a lui protezione.” disse l'uomo che indossava pesanti abiti di lana.
“Io invece sono Odino, Signore di Asgard.” aggiunse poi il vecchio indicando il colosso.
“Lui è Enma, re degli Inferi nipponici, Indra lo conosci già... il biondino invece è Lugh, dio del Sole Irlandese... ma la domanda che penso si pongano tutti è... perché?”
“Perchè sono un ibrido che non merita nemmeno di esistere...” rispose Kalel sorridendo strafottente.
“Come scusa?” ripetè Enma.
“Mio cugino Ruval mi ha iscritto a un torneo potenzialmente mortale dicendo, come scusa, che sono un ibrido, un bastardo e che non merito di vivere. Ora, se prendiamo le quattro casate di questa scuola come esempio... se mio cugino venisse smistato sarebbe finito a Corvonero visto che è solo un po snob.” disse Kalel fissando l'uomo con intensità.
“Un corvonero?” domandò Odino.
“Si... non metto in dubbio che ci siano alcune famiglie di demoni realmente gentili con me come i Gremory, i Sitri, i Maou o i Lucifuge... ma i Bael e i Phenex più vecchi tentano di uccidermi senza sosta da quattordici anni e Indra-kun ne è testimone...”
Il dio, chiamato in causa, si limito ad annuire mestamente.
“E cosa vorresti fare chiedendo il nostro aiuto?” chiese Zeus.
“Veramente io ho chiesto l'aiuto di Indra... poi se voi volete dare una mano a fondo perduto... beh mi farebbe piacere ma dubito che potrei darvi in cambio qualcosa che voi già non abbiate...”
“Beh...” disse Zeus lisciandosi la barba e fissando lascivo Angela ed Hermione.
“Scordatelo... Nemmeno se mi minacciassi di uccidermi...” lo gelò Kalel con un cipiglio colpì l'anziano Olimpionico sia per la durezza, sia per l'eccezionale intuito.
“Ma la politica necessita di sacrifici...” disse Odino sospirando per tanta ingenuità.
“Non sono d'accordo.” ribattè Kalel convinto facendo storcere il naso a quasi tutti gli adulti seduti al tavolo.
Stava quasi per alzarsi un polverone quando il gigantesco Re degli inferi si tolse gli occhiali e si schiarì la voce.
Non aveva ancora parlato e, data la nomea e la stazza, il piccolo Kalel temeva un suo giudizio.
A dispetto delle attese però Enma sembrava colpito dalle parole del giovane.
“Mi sta bene... lo farò...” disse il Grande Re Enma facendo apparire una serie di fogli che Kalel prese e portò ai membri del suo gruppo. “...sempre ammesso che sopravviviate al torneo e accettiate alcune piccole condizioni...”
I ragazzi lessero il contratto con attenzione per parecchi minuti prima di guardare Indra che annuì impercettibilmente.
Kalel prese quindi la piuma e, intingendola nell'inchiostro, vergò il documento seguito a ruota da Hermione, Angela ed Harry.
Quando l'ultima firma venne apposta i ragazzi porsero il documento a Indra che, emulato dai suoi pari, lo firmò inviandogli contro un getto di energia.
“Chiamate Sirzechs e Zekrom Bael...” disse Indra con voce risoluta ai giornalisti.
“Noi possiamo andare?” chiese Kalel sorridendo come se nulla fosse successo.
“Si ragazzi andate pure a godervi il sole...” disse Enma annuendo.
I quattro non se lo fecero ripetere due volte e fecero per allontanarsi dalla sala quando vennero fermati dalla campionessa di Beauxbatons.
“Si può sapere che accordo avete siglato senza parlarne con l'Arciduca o il Gran Re?”
Kalel la guardò con serenità prima di rispondere in un modo tale da lasciare basita la diavola.
Il ragazzo si limitò a lasciare la mano di sua moglie e, senza curarsi di niente e nessuno, sollevò il volto della ragazza con un dito e le rubò un bacio.
Non fu un bacio lungo e nemmeno troppo volgare da vedere. Fu un semplice, banale bacio a stampo che però i giornalisti non esitarono a immortalare.
Quando si staccò, con un sorriso beffardo sulle labbra, le rispose verbalmente.
“Non ti curar di me ma guarda e passa...” disse il ragazzo sorridendo mentre una miriade di pensieri attraversava la mente di Cleria e che il volto, stupefatto e imbarazzato sembrava riflettere uno per uno.
Poi la ragazza riuscì a fare mente locale.
“T-Tu...” disse sconvolta mentre un alone di energia azzurra iniziò a circondare il suo corpo.
“Io?”
“M-Mi hai baciata....”
“Si e con ciò?” domandò Kalel confuso.
“Era il mio primo bacio...” disse mentre il ragazzo la studiava con interesse.
“Davvero?” chiese Kalel sconvolto. “Una ragazza carina come te... non ha mai avuto un ragazzo?” disse afferrandola per i fianchi e baciandola nuovamente. Con più passione e un pizzico di lingua questa volta.
“Beh...” disse staccandosi. “...adesso dovrebbe andare. Il primo era veramente un bacio così insulso da non fare onore al titolo che porti...”
Poi, senza aggiungere nient'altro, prese la mano della moglie e si diresse verso l'uscita fischiettando allegramente.
“Allora ragazze... che volete fare?”
“Ci fai fare un voletto sulla tua groppa?” chiese Angela gioviale mentre si allontanavano
“Ma che è successo?” domandò Ruval confuso.
“Che il mio ibrido preferito ve l'ha appena messa nel culo senza che ve ne rendeste conto...” disse Indra ridacchiando sommessamente.

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Note d'autore...

Salve a tutti... che dire... capitolo corto ma pieno di colpi di scena.
In primo luogo c'è da dire che il prossimo sarà l'ultimo capitolo. La storia proseguirà in un nuovo arco narrativo che vedrà l'arrivo di nuovi pg e tante altre sorprese.
Come al solito (per chi ha letto anche le mie altre storie con più saghe è un dato di fatto) metterò il link nel capitolo dei ringraziamenti che posterò dopo aver messo onine il primo capitolo della nuova saga...

Ma veniamo a noi... eccoci qui con due novità e qualcuna meno nuova...

1) La riprovazione : tipica di molte fiction scritte in Inglese di cui pochissime sono giunte tradotte in italia. Su Efp c'è solo Jbern, che è americano, e forse qualcun'altro che, come d'altronde ho fatto pure io, si è ispirato a questi autori stranieri. Da come viene spiegato è un procedimento che espelle qualcuno (o come fa Jbern priva del diritto di indossare i colori di Grifondoro) dalla casa e che penso sia una prassi dei college americani e inglesi che hanno confraternite e tanto altro...
2) Dissociazione : Questa, che io sappia almeno, è una mia idea. Se altri l'hanno avuta non saprei. Cioè io ritengo che è logico che nella storia originale Harry non venga rimproverato da nessun compagno visto che nessuno li amava Diggory... ma se fosse successo a un Harry come il mio? Che aveva mentito per nascondersi e che non era in buoni rapporti con Ron? Pensate davvero che i suoi amici (qui sua sorella e suo cognato) sarebbero rimasti in una casa che ha espulso i due migliori studenti? No, io non credo. A serpeverde forse si... ma a Grifondoro dubito che fossero tutti vigliacchi. La mia dissociazione è in pratica un esilio volontario che non pesa ai ragazzi più di tanto visto che hanno la loro suite e i loro centri di aggregazione all'interno dell'appartamento dove molti altri ragazzi (serpeverde in primis) potevano accedere.
Ci tengo a precisare che Neville e Ginny (per riconoscenza per averle salvato la vita) si erano astenuti.
3) Causa legale : Suvvia ragazzi... dopo aver fatto causa a Caramell per il dissennatore era ovvio che Kalel e Harry avrebbero agito per vie legali pur di evitare di diventare gli scemi del quartiere. Hanno un nome da tutelare e giornalisti-scarabei da educare a cosa succede a chi sveglia il drago che dorme...
4) Il documento firmato : beh di quello parleremo in seguito, non temete ;)
Come parleremo di chi ha messo il nome di Harry nella coppetta san-montana... ma voglio sapere, da chi Ruval lo ha conosciuto, se mi perdonate l'averlo reso come Raisen. Che dire... mi serviva qualcuno che desse al rampollo dei Phenex una sonora batosta ma quella... beh quella verrà molto in seguito ;)

Beh che dire oltre... aspetto i vostri commenti  e vi allego il link che vi mostra il nostro Kalel nella forma bestiale che ha assunto contro il basilisco e per far fare un voletto a moglie e sorellina... 
http://finalfantasy.wikia.com/wiki/Valefor_(summon)

A presto raga ;)


 

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Capitolo 27
*** Fine? ***


Fine?

Libero. Era finalmente libero.
A questo pensava Harry mentre, con Hermione accoccolata sulla sua spalla, metteva più miglia possibili tra lui e il centro di massima sicurezza gestito da AS, da Albus Secondino Silente.
Erano liberi. I due ragazzi avevano infatti superato a pieni voti la prima e la seconda prova del torneo tremaghi.
Non che fossero prove complesse ma, per essere state ideate in modo da essere svolte dentro una scuola, i membri del ministero avevano mostrato un minimo di inventiva.
La prima prova infatti prevedeva che le squadre superassero un drago a guardia di un uovo dorato nascosto tra le sue uova.
Ruval, molto sportivamente, aveva in mente di uccidere il drago come prova del suo potere ma Cleria, per vincere con un maggior distacco, fece in modo che i poteri di Ruval smettessero di funzionare all'improvviso.
Nessuno, nemmeno Ruval, comprese cosa fosse successo anche se Kalel ed Harry notarono le divinità lanciare molte occhiate in direzione della campionessa di Beauxbatons.
Per questo iniziarono a sospettare che lei potesse avere una qualche responsabilità.
Ruval però non si perse d'animo e, dopo aver fatto scagliare un conjungivictus al suo compagno, il campione di quiddich Victor Krum, sfruttò ciò che rimaneva dei suoi poteri demoniaci per compiere uno scatto e recuperare l'uovo.
Purtroppo molte finirono schiacciate e la coppia perse dei punti ma, per la gioia degli animalisti, quelle erano copie create usando la tecnologia dei rating game.
Per la gioia di tutti, oserei dire visto che quelle erano uova di dragonesse sottoposte all'autorità di Tannin.
Fu quindi il turno di Cleria che, assieme a una ragazza in parte veela, come avevano scoperto durante la pesa delle bacchette, ipnotizzò il drago riuscendo a prendere l'uovo senza danni collaterali.
In verità ci fu un piccolo incidente di percorso. Il drago, in preda a qualche sogno particolarmente intenso, fece partire una fiammata ma alla diavola fu sufficiente erigere qualche strato di barriere difensive per permettere alla compagna di uscire indenne dalla prova.
Fu quindi la volta di Harry ed Hermione che, pur essendo in due, si trovavano di fronte uno dei quattro draghi che Tannin, un re Drago reincarnato in demone da Mephisto, aveva di fatto prestato per la competizione.
Erano draghi giovani che, pur eseguendo gli ordini del loro sovrano, non avevano ancora imparato a parlare e questo, dato il pubblico che avevano davanti, era un bene.
Harry ed Hermione fecero un passo avanti mentre i campioni già usciti vittoriosi dalla prova guardavano la scena dal campo medico montato vicino l’infermeria da campo.
Fu allora che Kalel lo chiamò a se e gli disse una cosa sola.
“L'uovo fallo prendere a mia sorella e tu non usare i tuoi poteri demoniaci. I Belial possono annullare le abilità di un pilastro... figurati quelle di un demone normale...” disse mentre Ruval, sconvolto, si voltava verso una furiosa Cleria che sprizzava potere demoniaco da tutti i pori.
La ragazza non aveva preso bene il fatto di essere stata sorpresa da Kalel con le mani nella marmellata.
Harry annuì silenziosamente ed evocando un patronus, che sembrava un drago orientale, iniziò ad avvicinarlo al drago per poi allontanarlo.
I draghi infatti non sono noti per la loro pazienza, non da cuccioli almeno. Per questo nessuno si stupì quando il cucciolo si allontanò dalla nidiata che doveva presidiare, e si mise ad inseguire il drago nell'arena. Per Hermione fu semplice recuperare l'uovo dalla cesta. Le bastò fare un piccolo scatto.
Kalel invece scelse di camminare lentamente verso il drago con in mano la bacchetta.
Arrivato a metà strada afferrò la bacchetta e la agitò facendo comparire un enorme banana priva di buccia.
“Vengo in pace... come puoi vedere, se facessi attenzione...” disse Kalel mentre tutti ascoltavano sconvolti.
“...quelle non sono tutte uova di tua madre... osserva... c'è un uovo finto... annusalo con attenzione...” proseguì il ragazzo mentre la folla rimaneva in silenzio.
Il drago lo guardò con intensità prima di volgere la testa verso la nidiata di sua madre. Quindi annusò le uova una per una e, arrivata all'uovo d'oro storse il naso.
“Se mi dai quell'ovetto ti farò assaggiare questo frutto che, fidati, ti piacerà.” proseguì Kalel staccando un frammento di banana e lanciandolo al drago.
Il drago annusò a lungo il pezzettino di futta prima di mangiarlo con evidente piacere.
Fu a quel punto che Kalel fece fluttuare la banana allontanandola dalla nidiata permettendo così ad Angela di prendere la ricompensa che, aperta nella sala comune di Serpeverde, permise ai ragazzi di capire che la seconda prova avrebbe previsto una piccola immersione subacquea nel lago nero a metà Dicembre.
Anche li Ruval avrebbe voluto dare sfoggio dei suoi poteri ma, questa volta, la prova era realmente troppo semplice. Trovare uno scrigno al centro del lago in un ora di tempo e tornare.
Non fu una sorpresa se tutti, nessuno escluso, riuscirono ad andare e tornare senza sforare minimamente il limite di tempo con, al massimo qualche minuto di differenza dovuto ai diversi livelli di potere che svantaggiavano, non poco, i due campioni di Hogwarts.
I loro scrigni contenevano delle carte di credito, dei documenti, alcuni biglietti aerei e delle mappe che tutti misero da parte perché, prima della partenza, c'era ancora un evento che li costringeva a rimanere a Hogwarts : il ballo del ceppo.
Non se ne pentirono minimamente visto che la sera del ballo le ragazze erano davvero bellissime e, cosa rara, si divertirono moltissimo.
Per loro quella era ciò che più si avvicinava a una festa di matrimonio e per questo, al termine delle danze e dopo una piacevole passaggiata nel parco, le due coppie decisero di far progredire la loro relazione a un livello successivo e, sebbene fosse la prima volta per tutti loro... beh il giorno dopo, nonostante il momentaneo imbarazzo per la goffagine della sera prima, non sembravano essersene pentiti...
Era mentre Kalel era assorto nel ricordo degli eventi precedenti che Angela, seduta accanto a lui sull'aereo, dietro il quartetto composto dai due campioni esteri e i loro accompagnatori, gli chiese cosa stesse pensando.
“Solo che in tanti anni che ti conosco non mi ero mai accorto che hai in media un capello argentato ogni tre...” disse Kalel ignorando gli sbuffi spazientiti di Ruval e quelli divertiti di Cleria ed Hermione.
“Se non ti piacciono torno a coprirli con la magia...” mormorò la ragazza che riposava da ore con la testa poggiata sulla spalla di Kalel.
“Veramente li adoro...” rispose il ragazzo stringendole le mano.
“Meglio così... era una rottura doverli coprire ogni settimana...” disse sbagliando per poi sorridere davanti allo sguardo confuso del ragazzo.
“Che c'è? Volevi un premio per avermi detto una cosa carina?” domandò sorridendo lasciva.
“No... l'ho detto perché volevo dirla, non per avere una ricompensa...” rispose Kalel imbarazzato.
“Due cose carine all'interno della stessa discussione? Beh... allora ti meriti davvero una ricompensa...” disse Angela baciandolo.
“Potreste smettere di essere così sdolcinati?” si lamentò Ruval ma nessuno ebbe modo di rispondere perché il comandante dell'aereo aveva iniziato a parlare.
[Qui è il comandante che vi parla. In questo momento ci troviamo sopra l'Oceano Atlantico ad una altitudine di diecimila metri...] disse mentre i ragazzi notarono uno strano fumo uscire dalla cabina del pilota.
Non passò molto prima che i passeggieri iniziassero a tossire in modo sempre più convulso.
[Abbiamo qualche problema con uno dei motori... siete pregati di indossare le mascherine per l'ossigeno...] ordinò il comandante mentre da uno sportello posto sopra i vari posti delle mascherine precipitarono quasi addosso ai passeggeri.
I ragazzi si guardarono a lungo prima di afferrare le mascherine e indossarle. Perfino Ruval non osò ribattere consapevole che, in caso di necessità, sei entità sovrannaturali e due maghi avrebbero potuto impedire che l'aereo si schiantasse.
Dovevano, tuttavia, aspettare che la crisi fosse tale da giustificare il loro intervento o i loro superiori avrebbero fatto passare loro un brutto quarto d'ora.
Che qualcosa però non quadrasse era opinione comune tra i demoni che però non poterono indagare molto visto che la loro vista si annebbiò e lentamente iniziarono a perdere i sensi.

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“Quindi... ricapitolando....” disse un uomo dai lunghi capelli biondi e il cui corpo era avvolto da un aura dorata.
“Mia figlia è svanita durante il dirottamento di un aereoplano preso perché qualche idiota voleva mostrare ai maghi che anche i babbani si sono evoluti?” chiese con voce bassa Michele, il più potente di tutti gli angeli al servizio del paradiso.
“Tua figlia?” urlò Azazel mentre gli studenti di tre scuole tremavano di paura.
“Ti ricordo che anche mia figlia è scomparsa nel nulla! E di mio figlio? Ne vogliamo parlare?”
“Tuo figlio? È colpa sua se mia figlia si trovava su quell'aereo!” tuonò Michele.
“Beh quel ragazzo ha sempre avuto qualcosa che non andava!” sbottò il Gran Re mentre Sirzechs e Ajuka, il Maou inventore degli Evil Piece cercavano, inutilmente, di far da paciere.
Inutile dire che i tentativi risultarono vani ma il lento incedere di Mephisto, con un cipiglio minaccioso sul volto, fece desistere chiunque dal lanciare ulteriori invettive.
Tutti, perfino i due genitori preoccupati, si zittirono quando lo videro entrare in sala Grande con uno Zekrom Bael dal volto tumefatto che gettò privo di sensi ai piedi dei demoni presenti in Sala.
“Sono stato paziente....” disse fissando il capo della casata Bael.
“...molto paziente in questi secoli.” proseguì fermandosi per dare tempo ai presenti di metabolizzare le sue parole.
“Fin troppo paziente... e come sono stato ripagato? Con meschinità e aggressioni non giustificate. Beh da oggi le cose cambieranno...”
“Cambieranno?” chiese il Gran Re mentre aiutava l'avo a rimettersi in piedi.
“Si cambieranno e per molti motivi...”
“E quali sarebbero, Mephisto-dono?” domandò Sirzechs teso come una corda di violino temendo l'ira del più potente demone mai esistito.
“In primo luogo perché la pretesa dei Phenex sui beni dei Valefor non ha motivo d'essere...” rispose il demone.
“Non ha motivo d'essere? Non ha motivo d'essere?” ripetè Ruval prima che Mephisto, puntandogli contro il dito, lo cruciasse davanti a tutti causandogli non poco dolore.
“Non amo essere interrotto, ragazzino...” disse con uno sguardo colmo d'ira poco prima di interrompere la tortura.
“Come stavo dicendo non ha motivo d'essere perché Lucifero in persona, ed eravamo presenti sia io che il capostipite dei Bael, svincolò Serana sia dal matrimonio combinato con suo figlio, l'ormai defunto Rivezim Livan Lucifer, che da quello ipotetico con il buffone che attualmente ricopre la carica di Gran Re... E ti ricordi cosa disse quel giorno?” domandò il demone con tono severo oltre ogni misura.
Il primo Bael però non sembrava propenso a voler parlare.
“Devo scioglierti la lingua, moccioso?” lo incalzò il vecchio diavolo fissandolo truce.
“Disse che Serana poteva scegliere chiunque volesse per perpetrare la stirpe e con ciò?” sbottò il Capostipite dei Bael stizzito e dolorante.
“E con ciò Serana ha scelto di concedere la sua virtù ad Azazel. Ha scelto di continuare la gravidanza e dare al suo unico figlio il suo cognome. Ergo Kalel è il legittimo erede di quel feudo e lui si siederà che tu voglia oppure no....”
“Ma...” cercò di dire Zekrom venendo bellamente ignorato da Mephisto.
“Accorderai inoltre, a uno tra Angela ed Harry, il feudo dei Bunè visto che nessuno di loro due si è macchiato di colpe nemmeno lontanamente paragonabili a quelle degli altri due papabili eredi...”
“Ma...”
“Dirai inoltre ai Phenex di rinunciare a qualsiasi rivendicazione per due motivi validi.”
“Ovvero?”
“Che se succederà qualcosa a quei due ragazzi, per colpa vostra, i loro padri, pur non avendoli mai visti prima del trentuno ottobre di quest'anno, potrebbero cogliere la palla al balzo per riaprire le ostilità.” rispose glaciale.
“E il secondo motivo?” chiese Ajuka pensieroso.
“Che nessun Bael e nessun Phenex vivrà abbastanza a lungo da vedere l'inizio delle ostilità...”
“Credi di farmi paura?” tuonò il primo Bael. “Sarai forte, non lo nego… ma solo noi, da soli, abbiamo 72 Legioni! Se poi aggiungiamo tutti i demoni imparentati con noi superiamo le cinquecento! Voi invece di quanti soldati disponete? Tannin e i suoi draghi? Tu? Le ipotetiche trentasette legioni di Valefor e Bunè?”
“Noi abbiamo Indra...” rispose Mephisto sorridendo e facendo calare il gelo nella sala.
“E la mia lancia!” intervenne Odino risoluto.
“E la mia spada!” tuonò Lugh.
“E le mie folgori!” dichiarò Zeus.
“E la mia collezione di camicie Hawaiane...” disse Indra facendo la V con la mano sinistra.
I due Bael si guardarono intorno e videro la risoluzione negli occhi di quelle divintà. Erano circondati e, pur avendo un esercito, non era detto che gli altri Pilastri si sarebbero impegnati in una guerra contro cinque mitologie e, cosa alquanto scontata, le altre due fazioni che avrebbero colto al volo l'occasione per cancellare l'inferno dalle mappe geografiche.
“Hai vinto Mephisto ma ti avverto.... al primo sconfinamento di truppe del Paradiso o dei Grigori... io non rimarrò fermo a guardare...”
Mephisto lo guardo e, per la prima volta in assoluto, qualcuno lo vide ridere senza malizia.
“Oddio Zekrom... sei una sagoma! Sconfinamenti... Hai migliaia di spie e nemmeno ti rendi conto che quei tre ragazzi odiano i rispettivi padri...”
“O-Odiano?” balbettò Michele.
“E che ti aspetti? Lasci tua figlia a delle suore del peggior tipo, non la vai a trovare nemmeno per il suo compleanno... e speri che lei ti consideri ancora un padre?” sbottò Mephisto.
“Per anni quella bambina è cresciuta pensando che tu la odiassi perché era in parte una diavola e ha odiato quella parte di se al punto da reprimerla. Solo il fatto che Kalel la ama per ciò che è le sta dando una mano a superare i traumi che tu e quelle suore le avete procurato....” disse mentre l'angelo riduceva sempre di più la sua aura e la sua espressione diventava dolente.
“E tu?” chiese Mephisto fissando Azazel.
“Non ti sei fatto vedere in quattordici anni e hai il coraggio di venire qui a fare la voce grossa quando ti sei perso tutti i momenti importanti della vita dei tuoi figli? E per cosa? Per degli esperimenti? No marmocchi... a voi non interessano i vostri figli altrimenti non li usereste come pretesto per far scoppiare una guerra...” disse il demone amareggiato.
I due angeli stavano per ribattere ma Mephisto li fermò. I cerchi magici infatti avevano ripreso a funzionare.
“State zitti... le immagini stanno per tornare!” li zittì mettendo una mano avanti intenzionato a monitorare gli eventi con la più assoluta attenzione sperando di intervenire alla prima occasione.
Purtroppo però ciò che vide lo lasciò totalmente di stucco e nessuno, eccetto Michele, Azazel e il primo Bael potè capire il motivo per cui un essere nobile e aristocratico come lui potesse uscirsene con uno scurrile “Ma che cazzo è successo?”

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Mephisto era sconvolto. Anzi, premettendo che tra tutti gli esponenti delle mitologie presenti lui fosse quello dalla mentalità più aperta e flessibile, tutti gli dei, gli angeli e i demoni presenti erano sconvolti.
Gli studenti e coloro che guardavano lo spettacolo alla televisione, negli inferi o in altri luoghi poi… beh erano allibiti.
Era in un paese immerso nel silenzio più assordante che la voce di Kalel riecheggiava nell’etere più assordante di qualsiasi cosa udita fino a quel momento.
“Dove cazzo siamo finiti!” esclamò Kalel sconvolto.
“A Privet Drive, Signore...” esclamò una voce che costrinse Harry e gli altri a voltarsi rimanendo pietrificati nel vedere chi avevano di fronte.
Apparteneva a un bambino con i capelli color cremisi. Capelli che in molti avevano già visto e che non si aspettavano di veder associati a una cicatrice a forma di saetta.
“E tu saresti?” domandò Angela abbozzando un sorriso dolce.
“Io sono Harry Potter, Signora...” rispose mentre i quattro ragazzi si gettarono occhiate allarmate.
 
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Esatto ragazzuoli… che cazzo è successo? Non ve lo dico. Vi lascio col fiato sospeso con un cliffhanger degno di Lost :)
Volete sapere come finiranno le avventure di Harry? Beh allora vi aspetto nella serie denominata “Harry Potter e i Poteri degli Inferi 2”
Troverete il link nel prossimo capitolo, quello dei ringraziamenti ma ora, messo da parte il momento promozionale…
Abbiamo Michele che qui, nelle mie Fiction almeno, è un Super Angelo, forte tanto quanto Sirzechs in preda ad attacchi di gelosia verso Angela e Azazel che per la prima volta sembra preoccupato per i suoi figli.
È successo qualcosa di strano vero?
Abbiamo poi Mephisto che, stile il padrino parte prima, seconda e terza, entra portandosi dietro il pezzo grosso degli inferi pestato peggio di Rocky dopo tutti e sei film usciti fino a oggi.
Oggi era veramente incazzato ma capitelo… in fondo per colpa di Ruval ha solo visto sfumare un progetto su cui lavorava da solo duemila anni e non aveva salvato i file lol…
Il motivo per cui Mephisto può fare tutto questo? Beh anche per questo dovrete aspettare insieme ai contratti segreti e tanto altro.
Una cosa che mi sorprende è che nessuno, tra i Bael e i Phenex, si ricordi che Grayfia Lucifuge, moglie di Sirzechs e balia dei ragazzi è la cugina di Serana… e quindi, morto Kalel, il tutto passerebbe a lei, figlia della sorella del nonno di Kalel, piuttosto che ai Phenex la cui unica pretesa si basa sul fatto che la madre di Serana, nonna di kalel, è la sorella del nonno di Ruval. Cioè Grayfia è in parte Valefor… Ruval no ma non divaghiamo.
Tutto ciò che sappiamo, fino a ora è che è successo qualcosa ai nostri quattro amici… cosa? Beh lo vedrete ;)   

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Capitolo 28
*** Grazie :) ***


Salve raga… e con oggi il primo arco narrativo si è concluso. Vi informo che già da oggi troverete il proseguo su EFP a questo indirizzo.
 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3522881&i=1
 
 
Per tanto oggi voglio ringraziare chi ha seguito questo spin-off che avrebbe dovuto portare più lettori alla saga principale con protagonista Kalel e invece ha avuto un successo tale a spingermi a seguire il celebre motto, da me rimaneggiato ovviamente, “Se la montagna non va da Kalel, porta Kalel in montagna...”
In ogni caso cominciamo con il ringraziare le 21 persone che, a oggi, hanno seguito Harry ed Hermione mettendo la loro storia tra le preferite.
 
 
Proseguiamo quindi a coloro che hanno messo la fiction tra le ricordate, che hanno sempre il mio apprezzamento e la mia riconoscenza…
 
 
e infine, non per importanza, chi ha messo la mia storia tra le seguite…
 
 
Infine giungiamo a ringraziare coloro che hanno permesso a questa serie di vedere una conclusione. (messi in ordine di comparizione)
 
1) Ansem6
2) Fenice Cremisi
3) Alhena Devon
4) Xavier7
5) wifisavedme
6) Slenderguy93
 
Un ringraziamento particolare vanno a Kurama (il recensore che ha cambiato più nickname di chiunque conosca) e a Zephel…
A Kurama perché quando in molti recensori, per motivi personali che capisco benissimo, hanno smesso di recensire e io pensavo di mollare la serie, c’era sempre lui a spingermi a continuare nonostante tutto.
Si lo so, voi direte… Ma Shen hai venti che ti hanno messo tra i preferiti, venti tra i seguiti e i ricordati… e io vi dirò si, avete ragione.
Poi apro il fandom di Harry Potter (ma non solo) e vedo storie scritte senza cura dell’editing (formati illeggibili con il tablet), senza una cura della grammatica (e parla uno che non è riuscito a trovare un beta e deve fare tutto da solo), con idee già viste e riviste in dozzine di Fiction e che ottengono come minimo cinque recensioni a capitolo e ho detto minimo.
Per questo Kurama merita un encomio, oltre che per avermi sopportato quando, per tutto il mese di Agosto, cambiavo un idea al giorno sul mondo dove mandare Kalel e Harry ad allenarsi.
Anche Zeph, una new-entry con cui sto scrivendo una storia a quattro mani per un fandom diverso, è stato fondamentale quando questo pomeriggio, manga alla mano, mi sono accorto che tutti i posti dove volevo mandare Harry li avrebbe resi di classe dio ovvero, per intenderci dalle 4 alle 8 S quando Voldemort sarà di classe S.
Un problema non da poco considerando che in questo modo avrei avuto problemi con la quarta saga delle avventure di Kalel dove un pg di classe SSSS sarebbe troppo difficile da gestire.
Zeph e Kurama però mi hanno ascoltato e, sebbene in modo diverso, dato una chiave per salvare capre e cavoli.
Detto questo spero di vedervi nella seconda saga e che commentiate… non chiedo mica poemi ma una recensione ogni tanto, anche criticamente costruttiva come quella in cui Kurama mi ha detto che si aspettava di più da un certo capitolo, a volte serve per fare sempre meglio.
Un abbraccio squamoso dal vostro Shen :)
 
 

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