Show Me Love

di vampiremichs
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CHAP 01 -- ***
Capitolo 2: *** CHAP 02 -- ***
Capitolo 3: *** CHAP 03 -- ***



Capitolo 1
*** CHAP 01 -- ***


   Show Me Love

                                            


 

La nottata era fredda e le strade di quel piccolo quartiere nella periferia di Londra erano deserte, si aggirava solo una figura scura che camminava continuamente avanti ed indietro. coperto da un cappotto nero, cappello di lana in testa e mani chiuse nelle tasche della giacca. - sei tu? - una voce profonda e roca attirò l'attenzione del ragazzo che continuava a camminare, facendolo fermare e voltandosi verso la voce. - si - rispose semplicemente lui, un si secco, freddo, che non traspirava alcuna emozione, proprio del resto come era il ragazzo. non provava più alcuna emozione da quella notte che per lui era ancora un ricordo chiaro in mente. la figura più alta e grande dei due iniziò a muovere i primi passi verso il ragazzo che rimase fermo ed inespressivo finchè l'altro non aprì la giacca e da lì, stando attento a come si muoveva, non ne estrasse due sacchetti rossi. - due sacchetti da mezzo litro l'uno. B positivo come richiesto - disse lui e sul volto del ragazzo comparve un gigno che sarebbe benissimo essere stato scambiato per un sorriso, se non fosse stato per quell'espressione quasi famelica che aveva in volto e per i denti aguzzi e perfettamente bianchi. - perfetti - disse il ragazzo allungando una mano per afferrare i sacchetti ma l'uomo li ritrasse scuotendo la testa e sorridendo divertito - non sono uno stolto signorino, tuo padre mi fregò già in precedenza e non sarai di certo tu il prossimo a fregarmi. sono 150 sterline - disse la figura e il ragazzo arricciò le labbra contrariato - l'ultima volta erano 100 - disse lui che iniziò a sentire la gola pizzicare - c'è crisi anche nel nostro mondo, tomlinson - rispose la figura più grande divertendosi ogni volta a vedere come reagissero quelle creature per lui tanto strane e curiose, ma allo stesso tempo tanto pericolose, alla presenza del sangue. - mi sembra giusto, johnson - rispose il ragazzo prima di estrarre dalle tasche una busta contenente i soldi e passarla al signore che dopo aver controllato annuì lanciandogli i due sacchett e il ragazzo dopo una mossa fulminea li afferrò al volo fulminando con lo sguardo la figura più grande. - è sempre un piacere fare affari con la tua famiglia, ragazzo mio. - disse la figura maggiore intascando la busta mentre il ragazzo annuì poco interessato ormai ad averlo davanti ora che aveva tra le mani ciò che gli interessava. - alla prossima, louis - disse la figura voltandosi per poi sparire tra il buio dei vicoli del quartiere - alla prossima, Craig -


Lei odiava la luce. era anche per questo motivo se era una delle tante regine delle tenebre, no?!

Kimberly sbuffò scocciata avendo fatto un bel sogno, anzi, un ottimo sogno, per poi portare le mani a stropicciarsi con poca delicatezza gli occhi e tirarsi su con la schiena rimanendo comunque seduta a letto. amava passare le giornate a letto, pensare, sognare su come sarebbe stata la sua vita se fosse nata come una ragazza normale. il loro era un mondo completamente diverso, nascosto nell'ombra e nel terrore, tutte cose che a lei intrigavano ed eccitavano particolarmente. ma a volte in quei pochi istanti di mattina si perdeva nei suoi pensieri ad immaginarsi come una ragazza normale che si diverte con le amiche, esce la sera a festeggiare e si lascia andare a qualsiasi cosa, tutte cose che non poteva assolutamente permettersi di fare per la vita che aveva. - buongiorno signorina evans - disse rose la sua anncella che era con lei da quando era piccola. si, anche se erano nel ventunesimo secolo i suoi genitori continuavano a preferire che intorno alla loro unica figlia ci fosse qualcuno di fidato e che avesse soddisfatto qualsiasi desiderio della ragazza. kim era la figlia primogenita della famiglia più importante del posto, la loro era una di quelle famiglie che tutti avrebbero voluto come amici e nessuno come nemico. ogni cosa desiderasse la piccola kim lo otteneva senza troppi sforzi. - buongiorno rose - rispose lei sorridente alzandosi dal letto e andando a pettinarsi davanti il grande specchio che aveva in camera. - la vedo di buon umore oggi - disse l'ancella dai capelli color rame mentre kim sorrise annuendo - oh si, ho fatto un bel sogno - rispose lei posando la spazzola e saltellando poi verso il suo guardaroba mentre rose era già intenta a rifare il letto della ragazza. - avuto o.. rubato? - chiese con un po' di titubanza rose finendo di sistemare i cuscini mentre kim aveva scelto cosa indossare quel giorno e fece spallucce indifferente - che importanza ha? - rispose per poi prendere anche le scarpe e tornare in camera - se non ti dispiace rose vorrei fare un bel bagno caldo, grazie - la liquidò senza troppe parole mentre la ragazza annuì ed uscì dalla stanza di kim che si chiuse in bagno accendendo la radio e alzando il volume mentre la vasca si riempiva sempre di più e lei si voltò per guardarsi allo specchio. non succedeva da un po' ormai che non avesse le occhiaie a solcarle il volto e quella cosa la fece sorridere felice e soddisfatta di se stessa. aveva scoperto di avere un talento particolare con i sogni da quando aveva compiuto 17 anni d'età. era innamorata di un ragazzo e continuava a sognarlo, ogni notte per circa due mesi, finchè una notte curiosa di vedere fin dove la sua soglia dei sogni potesse arrivare, riuscì a trovare una soglia tra il mondo dei sogni, tra i suoi sogni e quelli degli altri. accecata dall'amore e presa dall'irrequietezza kim riuscì a trovare la porta per il mondo dei sogni del suo amato. da quel momento la sua vita cambiò completamente e il suo cuore si spezzò in centinaia di pezzi vedendo che i sogni del suo amato, John non erano ciò che voleva vedere lei e così da quella notte iniziò a tormentare John con incubi che portarono il ragazzo alla pazzia finchè non si uccise per la disperazione e da quel giorno kim si sentì un mostro, ma col passare del tempo capì come usare al meglio quel suo strano ed insolito potere e come esercitarlo solo su chi volesse lei. e come diceva sempre suo padre, a volte non era importante per come si era nati, ma le scelte fatte vivendo.
 

Niall odiava passare per quei vicoletti della città da solo ed era per quello che aveva chiesto al suo migliore amico josh di accompagnarlo, visto che da poco si era trasferito lì non ricordava nemmeno troppo bene la strada di casa. niall sapeva di josh, sapeva chi era o meglio cos'era e si fidava. erano amici da sempre e anche quando il biondino scoprì cosa fosse realmente il moro gli restò accanto non dando molta importanza alla sua natura attuale. - mi fa venire i brividi questa strada - disse niall tenendo le mani nelle tasche della giacca e la testa bassa stando attento a dove metteva i piedi vista la strada rovinata mentre josh ridacchiò divertito. - secondo te come sarebbe ora il mondo se noi umani normali non vi avremmo accettato? - chiese niall stando attento a tenere il tono di voce basso viste tutte le creature strane che vivevano in quella zona. - non saprei.. probabilmente mi avremmo ucciso e mangiato tutti già un bel pezzo - rispose josh vedendo l'espressione quasi traumatizzata di niall per poi dargli una spallata giocosa facendolo sentire più sollevato capendo che stesse scherzando. la terra era diventata un posto strano negli ultimi secoli, creature come josh se non anche peggiori avevano iniziato a diventare sempre più numerose e gli umani a quel punto non ebbero scelta se non accettarli tra loro imponendo comunque delle regole ferree. - c'è davvero differenza tra il sague puro e quello non? - chiese il più piccolo dei due che nonostante sapesse già quasi tutto sulla natura dei vampiri, aveva sempre mille domande da fare a josh che non sembrava per niente infastidito o stufo, semplicemente gli piaceva vedere quanta curiosità potesse avere il biondo e così annuì sicuro - ovviamente. il puro è il più buono! è come.. mangiare la nutella e l'imitazione. insomma, c'è differenza - cercò di spiegargli josh mentre niall annuì iniziando a capire meglio cosa volesse dire l'amico. la società aveva chiamato così il sangue che avevano gli umani in corpo: puro e ai vampiri fu vietato di farne uso, cioè vietarono loro di uccidere o semplicemente succhiare sangue dalle persone, vietandone così anche la trasformazione. perciò lo stato aveva aperto delle specie di fabbriche in cui filtravano il sangue umano donato appositamente per poi far si che dopo numerosi trattamenti il sangue fosse così 'commestibile' per i vampiri. ovviamente ciò fece nascere molto contrabbando di sangue puro, rubato dagli ospedali o addirittura preso contro la volontà a persone innocenti. - era il 27 giusto? - chiese josh leggendo i numeri sulle cassette dei condominii che stavano passando e niall annuì per poi vedere la porta di casa sua e sorrise - emozionato? - chiese josh divertito vedendo la felicità negli occhi di niall che da quando aveva scoperto di avere anche lui un potere lo usava per qualsiasi minima cosa - tanto, è divertente avere i poteri, sai?! - rispose il biondo avvicinandosi alla porta di casa prima di allungare la mano e sfiorare con il palmo la maniglia della porta e dopo aver pronunciato una strana frase in una lingua che josh non aveva mai sentito, la portà si aprì e niall iniziò ad esultare mentre josh scoppiò in una sonora risata. - sei uno spettacolo davvero stupendo, horan - disse josh che di risposta si beccò una linguaccia dal biondino - ci vediamo stasera alla festa - disse niall salutando l'amico con un gesto della mano mentre josh annuì e dopo un sorriso si voltò diretto verso casa.

 

Chi conosceva michs non avrebbe mai detto che lei fosse davvero la creatura che in realtà era. aveva un faccino così delicato e fragile, sempre sorridente e con gli occhi così chiari da sembrare un' angel, la famiglia benigna che comandava sull'altro lato del fiume di Londra. - grazie mille, le faremo sapere per l'A positivo - disse la ragazza dai capelli biondo scuro prendendo nota su un agendina chi avesse richiesto quel sacchetto di sangue con quel gruppo sanguino. gli umani non avrebbero mai pensato che esseri come loro sarebbero stati capaci di organizzarsi così bene, sopratutto per quanto rigurdava sulle risorse di sangue. - che brava la mia piccola, dovremmo prenderti a lavorare qui - la voce di craig il papà di michelle la fece voltare e sorrise divertita avvicinandosi a lasciargli un bacio sulla guancia felice di rendersi utile quando poteva. non lavorava lì con i suoi genitori, perchè non era proprio il suo lavoro, ma le faceva piacere sapere di non essere solo un peso per loro e voleva sdebitarsi per tutto ciò che avevano sempre fatto per lei, sopratutto all'inizio che la ragazza scoprì il suo potere sovrannaturale. - mi fa piacere rendermi utile - rispose la ragazza riordinato alcune cartelle per poi infilarle in un cassetto e tornare a guardare suo padre - domani gli evans daranno una festa e mi chiedevo se potevo andare. insieme ad ems, ovviamente! - disse michelle guardando il padre e mordendosi il labbro in attesa di una risposta sperando che essa sia positiva. - starete sempre insieme? - chiese l'uomo che non sembrava affatto convinto, forse perchè sapeva dei poteri degli evans e del lato vendicativo della loro figlia, non volendo che avrebbe mai preso di mira la loro michelle - ovviamente - rispose lei sicura - e non vi caccerete nei guai, vero? - chiese conferma il padre - assolutamente no - scosse la testa la ragazza guardandolo speranzosa finchè l'uomo non sospirò arreso e annuì lasciandole capire che aveva avuto il permesso per andare alla tanto famosa festa della quale si parlava da un bel po'. - grazie, grazie - disse michs uscendo da dietro la scrivania e andandogli incontro abbracciandolo prima di andare a prendere il cellulare ed infilarlo in tasca. - vado a dirlo a ems! - disse michs uscendo dal grande edificio bianco sentendo l'aria fredda colpirla in faccia e sbuffò infilandosi il cappellino di lana bordeaux sentendosi strana, in soggezione, quasi osservata. si voltò più volte e guardò intorno non riuscendo a capire cosa fosse quello strano freddo che sentiva intorno mentre camminava per le strade della città e troppo presa sul capire cosa o chi la stesse facendo sentire così, perchè sapeva che quello strano effetto non era il tempo, ma era qualcuno, non si accorse di dove stava andando e così si scontrò con qualcuno. - oddio scusa non volevo - disse lei alzando lo sguardo e vedendo la sua migliore amica che la stava offendendo in mille lingue, cosa che la divertì parecchio. - oh sei tu! - disse ems sbuffando e levandosi le cuffiette visto che stava ascoltando la musica e probabilmente era per quello che non l'aveva notata a sua volta. - sei buffa - disse michs sorridendo divertita - e tu no, mi hai fatto cadere l'ipod nuovo - si lamentò la mora iniziando a borbottare tra sè e sè. - sei davvero buffa e goffa per essere un demone - specificò michs che aveva visto la sua amica completamente trasformata solo in un occasione e le era bastata quella per far si che non avrebbe voluto si trasformasse ancora. - già, ma intanto posso mangiarti l'anima, quindi.. stai attenta a come parli johnson - disse ems facendo le spallucce mentre michelle iniziò a gesticolare per fermare quella conversazione - non ti converrebbe perchè così non potrei dirti che papà mi ha dato l'ok per andare alla festa in maschera degli evans! - disse michelle con un mega sorriso - oh mio dio. dici davvero?! - urlò quasi ems mentre la bionda annuì battendo le mani. - ma è fantastico! - aggiunse sempre ems così felice che avrebbe voluto volare. quella festa era sempre stato un sogno irrealizzabile per ems, perchè solitamente i poteri venivano maturati e manifestati all'età di 16 anni e senza quelli non si poteva partecipare a molte cose nella loro società, come per esempio la festa annuale degli evans e lei li aveva maturati all'età di 19 anni perciò ora voleva riscattarsi e non vedeva l'ora di partecipare alla sua prima festa ufficiale. - dai andiamo a scegliere qualcosa da mettere, su - disse michs vedendo che la sua amica si era persa per i suoi pensieri e così la prese sotto braccio e con un grande sorriso sulle labbra le due iniziarono a girare per le vie della città di Londra alla ricerca di un vestito per la famosa e tanto attesa festa. 

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Capitolo 2
*** CHAP 02 -- ***


  

                                            


 

Aveva provato almeno quindici vestiti e sentiva che quella serata sarebbe stata una delle più belle della sua vita. ems continuava a canticchiare saltellando per la camera mentre si pettinava i capelli visto che si era già truccata e non vedeva l'ora di uscire di casa per andare alla festa - perchè devo mettere questo vestito? - chiese michs che girava in mutande per la camera di ems come se fosse a casa sua e l'amica la guardò facendo spallucce non facendo nemmeno più caso all'abbigliamento dell'amica - perchè ci ho messo tanto a cercarli e perchè ti starà benissimo - rispose ems sapendo quanto michs non fosse d'accordo ad indossare quel tipo di abiti. il bianco era sempre stato il colore preferito della ragazza e nonostante la sua personalità, il suo visino e quel colore fossero davvero compatibili, la sua anima scura stonava con il colore chiaro dell'abito. - ok mi fido - disse lei alzandosi per fuggire in bagno a cambiarsi mentre ems sorrise soddisfatta delle sue ottime doti persuasive nonostante non fosse una manipolatrice della mente. finì di truccarsi ed infilarsi il suo abito mentre michelle uscì dal bagno attenta a dove metteva i piedi per non cadere dai tacchi che aveva scelto anche quelli la sua amica che quando la vide sorrise come non mai - accidenti, qualcuno qui stasera farà colpo - la canzonò ems dandole una leggera spallata mentre michs sbuffò visto che non credeva nell'anima gemella, sopratutto dopo che iniziò a conoscere le nature delle persone che la circondavano, aveva sempre più paura ad esporsi non sapendo mai se un giorno si sarebbe trovata davanti ad uno zombie o un lupo mannaro o peggio ancora uno spirito. - anche te non scherzi emsie bella - sorrise michs dandole un pizzicotto sulla guancia per poi sentire uno strano freddo sulle spalle, lo stesso freddo che sentì il giorno prima uscita dal lavoro di suo padre e non sapè come mai ma il suo sguardo si spostò fuori la finestra sentendosi osservata. forse stava iniziando ad essere matta, perchè si affacciò dalla finestra ma non c'era assolutamente nulla e la cosa lasciò michs spazientita e confusa perchè quel freddo che sentiva era davvero fuori dal comune e poteva benissimo scommettere che non era l'aria fredda della notte che entrava dalle finestre. - michs che fai alla finestra? - chiese ems guardando confusa l'amica che sembrava caduta in uno stato di trance e sentendo la voce della mora, michs si voltò scuotendo velocemente la testa - niente, prendevo un po' d'aria - disse non volendo sembrare una pazza totale agli occhi dell'amica e non voleva nemmeno allarmala o altro, voleva solo che quella sera ems si divertisse al meglio perchè era la serata che si meritava da tanto. - ok.. mi aiuti con il bottone? - chiese la mora voltandosi e michs le allacciò il bottone del colletto del vestito dicendo poi che fossero ufficialmente pronte e dopo gli ultimi ritocchi le due uscirono.

Quella era una delle serate decisamente no per kim che continuava a sbuffare spazientita da tutto e tutti. odiava quando c'erano troppe persone per casa e quella notte non era riuscita a rubare nemmeno un sogno perciò il suo livello di tolleranza era completamente sparito. - il suo vestito, signorina evans - disse rose mostrando il costoso e raffinato abito nero che i genitori avevano comprato a kim appositamente per quell'evento. - rose, perchè mi chiami sempre signorina? insomma non siamo più nell'800 - disse la ragazza alzandosi dal letto e raggiungendo la sua scrivania per guardarsi allo specchio notando quell'accenno di occhiaie, troppo spesso marcate sul suo volto, sotto i suoi bellissimi occhi azzurri. - non saprei. sono sempre stata abituata così, mi dispiace - rispose rose arrivando dietro kim iniziando a pettinarle i capelli mentre la mora fece una smorfia con le labbra odiando quando erano gli altri a fare le cose al posto suo, le dava sempre uno strano senso di inutilità. - non devi scusarti - disse kim facendo spallucce e per non stare immobile a fare niente iniziò a truccarsi coprendo al meglio i segni neri sul suo viso per poi passare sulle labbra un rossetto così rosso da sembrare sangue fresco. tra un dettaglio e l'altro kim fu pronta per scendere alla festa, anche se non voleva, preferiva rimanere a letto e leggere un libro e magari riuscire ad addormentarsi prima del solito. - kimberly ti voglio giù tra cinque minuti! - la voce di sua madre le arrivò alle orecchie con uno stridolio simile da sembrare di passare le unghie su una lavagna, perciò strinse i denti concentrandosi sul non scoppiare ad urlare esasperata dovendo ripetere ogni giorno le stesse cose decise da altri e non da lei. kim sarà anche potuta essere una ragazza alla quale era tutto dovuto e tutti davano tutti, ma lei era stufa di quella vita, voleva scappare lontano e ricominciare, sognare ed iniziare a prendere in mano la sua vita decidendo per ciò che desiderava davvero e non per ciò che desideravano altri per lei!

La musica alta riempiva la sala dove già parecchia gente ballava mentre ems si guardava intorno come se stesse ammirando un'opera d'arte e michs sospirò quasi un po' delusa dato che le sembrava come una serata in discoteca solo che lo spazio era decisamente molto di più e gli invitati erano mascherati. - non avrei mai immaginato fosse così forte! - disse ems spostandosi per far passare un ragazzo che correva verso l'uscita e michs non volendole rovinare il momento annuì sorridendo sentendo improvvisamente e di nuovo quello strano freddo che la colpiva fin dentro e iniziò a guardarsi intorno vedendo quanta gente ci fosse ed iniziò a cercare qualcosa che l'aiutasse a capire come mai si sentiva in quel modo, quando i suoi occhi ne incontrarono un paio azzurri nascosti da una maschera nera. il ragazzo dagli occhi glaciali portò il bicchiere che aveva in mano alla bocca mentre continuava a fissare michs che faceva lo stesso notando che il freddo che sentiva andava ad aumentare finchè per un momento non pensò di andare da lui per chiedergli spiegazioni, se non fosse stato per il fatto che ems la prese per la mano e la tirò in mezzo alla folla facendole staccare lo sguardo da quel ragazzo e sentì che il freddo era scomparso, anzi a quel punto faceva un caldo davvero straziante viste tutte le persone troppo vicine. - adoro questa canzone - disse ems facendo ridere michs per le strane espressioni che faceva mentre continuava a ballare sotto le poche luci colorate che c'erano. le due erano così perse dal ballare che non pensavano a nient'altro se non a quello, quando ems si fermò sentendo la gola secca - vado a prendere qualcosa da bere. non fare troppi danni, biondina - disse lei e michs annuì alzandole il pollice prima di voltarsi di scatto e andare contro qualcuno - scusa - disse aprendo gli occhi che aveva strizzato in quei pochi secondi e vedendosi davanti il ragazzo dagli occhi chiari che prima la stava fissando. stranamente il ragazzo non disse nulla, le allungò una mano che michs studiò per qualche secondo scettica prima di stringerla nella sua e spostarsi con il ragazzo tra le persone iniziando a ballare con lui.

Niall afferrò il bicchiere del punch portandolo alla bocca sfinito dal troppo ballare e visto che aveva perso di vista josh non poteva nemmeno andarsene prima perchè avrebbe voluto dire lasciare lì il suoi amico dato che erano andati con la sua auto, perciò poggiò la schiena contro il muro vicino al tavolo dei drink e iniziò a passare lo sguardo sui presenti in sala vedendo attirato da una voce che non aveva mai sentito, diversa. si voltò vedendo una ragazza lottare contro il punch e rise quasi divertito visto che non riusciva ad afferrare il mestolino che permetteva di prendere la bevanda dalla grande ciotola di cristallo e poterlo versare nel bicchiere. - stupido mestolo - sbuffò ems che stava combattendo contro un utensile da cucina e che iniziava ad infastidirsi mentre i suoi occhi cominciavano a farsi sempre più scuri, brutto segno per un demone. - serve una mano? - chiese una voce che la fece voltare e il suo sguardo quasi del tutto nero come la notte incontrò uno chiaro come la luce del sole e le sembrò un incontro così strano che rimase confusa per un attimo prima di iniziare a calmarsi e annuire leggermente sentendo che i suoi occhi stavano tornanando al loro colore naturale. - non riesco a... ecco.. prendere il mestolo. è normale? - chiese lei sentendosi davvero la persona più stupida del mondo mentre il biondino mascherato ridacchiò per un attimo prima di annuire posando il bicchiere sul tavolo. - se vuoi posso spiegarti come si fa - disse lui ed ems annuì impaziente, più che altro di avere la sua bibita visto che stava davvero morendo di sete - allunga la mano e punta l'indice contro il punch - disse lui così che ems annuì facendo ciò che gli aveva detto e il ragazzo scivolò dietro di lei allungando la mano a sfiorarle il braccio per poi posare la sua mano su quella di ems che spostò la testa di lato per guardarlo confusa non capendo le intenzioni di quello che per lei era uno sconosciuto. - ora è tutto un gioco psicologico.. immagina il mestolo muoversi e il tuo bicchiere pieno di punch - disse il ragazzo sorridendo divertito - emh.. ok - sospirò ems non sapendo cosa aspettarsi, anzi in quel momento iniziò persino a credere che quel ragazzo fosse pazzo, finchè non vide il mestolino nero muoversi nell'aria verso il suo bicchiere e riempirlo e dopo essere rimasta qualche attimo sorpresa sorrise emozionata e si allontanò di scatto dal ragazzo per poter prendere il bicchiere e bere sentendosi decisamente sollevata e molto meglio. - grazie mille, sarei morta di sete senza di te - disse ems voltandosi verso il ragazzo che fece spallucce - l'ho fatto perchè so cosa vuol dire quando ti fanno gli incantesimi per dispetto - disse lui facendo spallucce mentre ems aggrottò le sopracciglia nuovamente confusa, ok che non era mai stata ad una festa del genere, ma così si sentiva come se non fosse mai uscita di casa! - come scusa? - chiese lei posando il bicchiere ora vuoto sul tavolo - il mestolo era sotto incantesimo, l'ho sentito subito. non potente, probabilmente fatto da qualche cretino dei più evoluti che voleva vedere una bella ragazza in difficoltà per attaccare bottone dopo essersi divertiti a riderci su - spiegò il biondino che sembrava davvero molto più esperto di lei in quelle cose, anche se in quella situazione chiunque sarebbe stato più esperto di ems! - wow - sussurrò lei abbassando lo sguardo sentendosi come il primo giorno di scuola - comunque sono niall - si presentò lui allungando una mano verso la ragazza che alzò nuovamente lo sguardo verso di lui e sorrise - ems - si presentò stringendo la sua mano ma prima di potergliela lasciare lui l'avvicinò alle sue labbra lasciandole un leggero bacio sul dorso della mano sorprendendo la ragazza che sentì le guance prendere colore prima di sorridergli lusingata - ti va di ballare? - chiese niall con un sorriso mentre ems annuì e senza lasciare la sua mano seguì il ragazzo.

Era passato ormai un bel po' di tempo da quando michs e il ragazzo che le dava i brividi stavano ballando insieme senza essersi ancora detti niente, ma a lui andava bene e lei non riusciva a trovare le parole giuste da dire perchè qualsiasi cosa le sembrasse così un clichè o sbagliato. - posso almeno sapere come ti chiami? insomma, sto ballando con uno sconosciuto da ormai quasi mezz'ora - disse lei spostando i capelli da un lato vedendo che lo sguardo del ragazzo si spostò dai suoi occhi al suo collo scoperto e lui accennò un sorriso. - anche io - rispose il moro riferendosi al fatto che stesse ballando con lei non conoscendola nemmeno, anche se quella era una bugia visto che lui la conosceva anche troppo bene. - allora che ne dici di rimediare? - chiese michs allontanandosi da lui indietreggiando di un passo per poterlo guardare - sono michelle - si presentò lei mentre lo sguardo chiaro passava su di michs come un fulmine prima di decidersi a rispondere - sono louis - si presentò lui sorridendo maggiormente e michs si sentì per un attimo più rassicurata vedendolo sorridere e poi annuì riavvicinandosi a lui passando le braccia attorno al suo collo tornando a ballare come prima non sentendosi ancora pronta a chiedergli altro per paura di rovinare quel momento che le piaceva così tanto perciò annuì leggermente ricominciando a ballare. Kim sentiva che la sua pazienza si stava esaurendo e che non ci sarebbe voluto molto prima che fosse esplosa come una bomba col timer. sorrise falsamente all'ennesima persona che le si avvicinava dicendole che era una festa fantastica, distraendola dai suoi pensieri e dalle sue manipolazioni mentali. era così, a volte kim durante quelle feste che lei considerava sempre tutte uguali, si divertiva a prendere di mira qualcuno e soggiogare la mente del soggetto. quella sera toccò ad un ragazzo che indossava una maschera argentata e si guardava intorno alla ricerca di qualcuno, probabilmente della sua ragazza pensò kim. - tanto lei non ti ama davvero. l'amore non esiste - parlò tra se kim mentre guardava il ragazzo come un cane guarda un osso e sorrise malignamente iniziando ad intensificare il suo sguardo iniziando ad entrare nella mente di lui vedendolo che si piegò sulle ginocchia portando le mani alla testa mentre sul volto della ragazza comparve un gigno malefico che sua madre poco distante notò e le andò incontro dandole uno schiaffo. - kimberly danielle evans II - la richiamò con un urlo sovrastando la musica dovendo farsi sentire dalla figlia che voltò lo sguardo e anche se era in parte coperta dalla maschera, si vedeva la rabbia che traspirava. - madre - righiò lei a denti stretti - non osare nemmeno riprovarci. sei la padroncina di casa, devi comportarti come tale e mostrare rispetto ai tuoi ospiti - la riprese la madre alzando un dito come per precisare la cosa, riprendendola perchè la madre era una persona che teneva al giudizio altrui e voleva semrpe apparire al meglio, mentre kim era il suo opposto - no - sussurrò abbassando lo sguardo - cosa hai detto? piccola insolente! - disse la madre guardandola con rabbia - ho detto no! - urlò kim e la furia che teneva dentro uscì tutta insieme fuori facendo tremare il pavimento mentre i lampadari di casa vibrarono facendo fermare tutti gli ospiti in sala che si voltarono verso la ragazza che si vedeva benissimo fosse fuori di se. il volume della musica calò improvvisamente e nessuno osò muoversi, pietrificati tutti dal terrore. - me ne fotto di ciò che pensano loro. loro non sono niente in confronto a me - urlò nuovamente kim facendo scoppiare qualche bicchiere di vetro sui tavoli e le urla delle persone vicino a lì risuonarono come una dolce armonia perle orecchie della ragazza che sorrise intenzionata a non far dimenticare a nessuno quella serata, ma non in modo positivo. - sono tutti come me, siamo tutti maledetti perchè i nostri doni sono una maledizione! perchè dovrebbero sentirsi in grado di giudicarmi? - urlò e alcune sedie si alzarono da terra volando per la stanza schiantandosi poi contro il muro e finendo in mille pezzi mentre quasi tutti i presenti in sala si abbassarono portando le mani sulle loro teste nella paura più totale. kim sapeva che stesse facendo una cosa sbagliata, ma quella era la sua natura, era una creatura delle tenebre e per lei non sarebbe mai esistita la luce, perciò tanto valeva utilizzare il proprio potere per fare ciò che preferiva di più: spaventare e far soffrire le persone. - NO! - urlò nuovamente e il suo urlo fece tremare nuovamente i lampadari di cristallo sul soffitto che si staccarono e michs tra la folla rimase pietrificata mentre in lontananza vide la sua migliore amica proprio sotto la triettoria di uno di questi lampadari - ems, no! - urlò la bionda alzandosi di scatto vedendo tirata però via da louis che aveva i rifletti più che pronti, evitandole di finire sotto un altro lampadario e michs portò le mani davanti agli occhi per evitare i vetri mentre ems rimase pietrificata per poi lanciare un urlo capendo cosa stesse succedendo, ma prima che riuscì persino a formulare l'idea, niall vicino a lei si alzò e puntò una mano verso il lampadario fermandone la caduta e tenendolo sospeso in aria mentre i suoi occhi azzurri si erano colorati di uno strano giallo e le sue mani sembravano quasi brillare. ems rimase a guardare il ragazzo trasformare il lampadario in piccoli brillantini dorati che caddero sulla folla e tirò un sospiro di sollievo sentendo che da lì a poco sarebbe scoppiata a piangere per il nervosismo perchè nonostante tutte le cose strane che aveva visto e vissuto non si sarebbe mai abituata a dover vedere la morte in faccia. kim guardò tutti quasi delusa di non essere riuscita a fare qualche vittima mentre sua madre le afferrò il braccio così forte che sentì le unghie nella carne - fila in camera tua - ringhiò la donna per poi voltarsi verso la folla e alzare le mani - mi scuso per questo inconveniente..a questo punto posso dichiarare la festa finita - disse la donna con espressione delusa e desolata mentre le persone iniziarono ad uscire di casa, chi correva via nel panico, chi camminava lentamente ancora pietrificati dallo shock e chi come michs non si muoveva per niente. - stai bene? - le chiese louis facendola voltare verso di lui e studiandola vedendo se si fosse fatta qualcosa ma michs annuì leggermente - si, tutto ok - disse lei fregando le mani tra di loro sentendo poi bruciare e si guardò la mano destra nella quale una scheggia di cristallo del lampadario le aveva tagliato la pelle e si morse le labbra con una smorfia alzando lo sguardo verso louis vedendolo che fissava la sua mano dalla quale usciva un po' di sangue - è tutto ok, è solo un taglietto - rispose lei facendo spallucce mentre il ragazzo strinse i denti annuendo sentendo la gola bruciare e se non fosse stato per il suo grande autocontrollo le sarebbe già saltato addosso per via di quel piccolo taglietto come lo aveva chiamato lei. - scusami, ma devo andare - disse lui e michs notò subito un cambiamento nella sua voca ora più roca e sforzata così annuì semplicemente mentre il ragazzo si voltò e a passo veloce uscì dalla casa degli evans prendendo un grande respiro e dopo essersi levato la maschiera si passò le mani sul volto cercando di calmarsi visto che l'odore del sangue della ragazza lo aveva fatto completamente impazzire.
- emsie! - urlò michs correndo incontro all'amica e abbracciandola di slancio mentre ems ricambiò l'abbraccio felice che fosse finito tutto bene - bhè, di sicuro è stata una serata indimenticabile! - disse ems con un sorriso cercando di sdrammatizzare il tutto facendo ridere leggermente la bionda che asciugò una lacrima vista la tensione che si era creata in pochi attimi e michs odiava sentirsi sotto pressione. - menomale è finito tutto per il meglio - sospirò michs prendendo la mano dell'amica e annuendo freneticamente come a scaricare la tensione che aveva addosso - si, tutto grazie a niall - disse ems spostando lo sguardo sul ragazzo che parlava con un altro ragazzo dalla maschera argentata e michs seguendo lo sguardo dell'amica capì di chi stesse parlando - si, menomale c'era lui - sorrise michs spostando lo sguardo in tutta la sala vedendola completamente distrutta e sospirò mentre ems le lasciò la mano - vado a salutarlo e torniamo a casa, dai stellina - spiegò prima di lasciare michs che iniziò ad incamminarsi verso l'uscita della villa ed ems andò incontro al biondo che si voltò vedendola arrivare - hey tutto ok? - chiese nuovamente niall ed ems annuì - si, anche la mia amica sta bene - rispose accennando un sorriso - mi fa piacere - annuì niall - volevo ringraziarti. se non ci fossi stato tu probabilmente ora non sarei qui a parlarti - disse ems mordendosi il labbro sentendosi in debito con il ragazzo che scosse la testa - ho solo fatto quello che era giusto e mi sentivo di fare - rispose niall con quel sorriso e quello sguardo che riuscivano a far sentire protetta la ragazza che sorrise a sua volta - grazie - disse nuovamente prima di voltarsi stando attenta a dove camminava, ma prima che potè allontanarsi dal biondo niall la prese per il polso facendola voltare - aspetta - disse guardandola - ci rivedremo ancora, vero? - chiese lui speranzoso cosa che fece sentire ems ancora meglio di quanto si sentisse in quel momento e sorrise - con il ragazzo con cui ho passato una bellissima serata e poi mi ha salvato la vita? direi proprio di si - rispose lei avvicinandosi al ragazzo e lasciandogli un leggero bacio sulla guancia prima di sorridere imbarazzata e uscire da quella casa.

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Capitolo 3
*** CHAP 03 -- ***


  

                                            


 

Josh quella mattina si era svegliato con un terribile mal di testa e nonostante avesse dormito relativamente poco e niente e fossero le 5 di mattina, era già sveglio pronto per andare al suo nuovo lavoro. a volte pensava che sua madre avesse ragione, avrebbe dovuto prendere la professione di suo padre e lavorare per le industrie johnson, ma a lui non piaceva stare rinchiuso in qualche ufficio magari anche tutto bianco e obbedire agli ordini. certo, il suo nuovo lavoro impricava che avrebbe dovuto obbedire ad una piccola peste viziata che solo la settimana scorsa aveva rischiato di far crollare la sua stessa casa, ma per lui era una cosa diversa. si trascinò fuori dal letto con fatica aiutato dalla sua super velocità, che la maggior parte delle volte era una delle cose migliori che i suoi poteri avessero da offrirgli e si spostò in bagno per chiudersi nella doccia rinsanandosi grazie all'acqua fredda che anche se fuori fosse inverno, tra la temperatura del suo corpo e quella dell'acqua non c'era alcuna differenza perciò non si faceva troppi problemi. diventare un vampiro non fu stato uno shock per josh, aveva sempre saputo fin da piccolo di essere diverso dagli altri. aveva una strana passione per il colore rosso e per il sangue, infatti ogni volta che qualche suo compagnio di scuola si faceva male era sempre lui che si offriva di aiutarlo con la ferita perchè solo l'odore ferreo del liquido lo faceva sentire meglio, come se fosse.. sazio. aveva sempre avuto la pelle più chiara degli altri e sapeva che non era per colpa del poco solo presenza a Londra. la sua temperatura corporea era sempre inferiore a quella dei suoi amici e non si ammalava mai. il suo telefono suonò informandolo che tra nemmeno mezz'ora si sarebbe dovuto presentare davanti la famiglia evans. passò l'asciugamano che aveva intorno alla vita tra i capelli per tamponarli dall'acqua, prima di iniziare a vestirsi e dopo essersi asciugato anche il ciuffo di capelli color cioccolato si diresse in quella che per una casa normale era una cucina. non sapeva nemmeno come mai aveva tutte quelle cose in casa. un letto, una cucina, gli specchi. tutte cose inutili per gli esseri della sua razza. ma josh aveva sempre provato a vivere nel modo più normale possibile, voleva semplicemente sentirsi come uno dei tanti, solo con qualche aggevolazione in più nella vista, udito, forza e velocità. dopo un bicchiere di ciò che lui considerava pane quotidiano si infilò il cappotto rigorosamente nero ed uscì di casa arrivando di fronte al cancello di quella degli evans dopo qualche attimo. - desidera? - una voce robotica parlò dal citofono al quale josh si avvicinò - sono la nuova guardia. devine - si presentò josh aspettando che aprissero il cancello, cosa che successe poco dopo ed il ragazzo percorse il vialetto con la velocità umana per potersi guardare intorno e vedere quanto fosse cambiato dalla settimana prima, non che ricordasse poi molto visto che era buio pesto quella sera e ora alle luci del giorno sembrava tutto più vivo e candido. - signor devine, la stavamo aspettando - la signora evans fuori la porta sorrise cordiale mentre josh la guardò vedendo quanto fosse sempre così composta ed ordinata sia nel vestire che nei modi. - per favore mi chiami solo josh - disse lui storcendo il naso perchè odiava quei modi così formali dei suoi tempi, quelli passati, quei tempi così vecchi che avrebbe voluto tanto poter cancellare dalla sua memoria. ma una delle tante maledizioni degli essere come lui era anche quella di non poter dimenticare. - mi scusi, josh. prego, entri che le mostro la casa - disse la donna sorridendo cordiale facendo entrare il ragazzo mentre le porte di casa si chiusero alle loro spalle.

Di mattina il profumo forte di caffè e dolci era una cosa che amava, quei profumi non l'avrebbero mai stancata perchè da quanto potesse sembrare il contrario per il suo fisico così minuto, michelle amava mangiare. la colazione era sempre stato uno dei suoi momenti preferiti della giornata in cui si sedeva a tavolino, si rilassava e lasciava che i gusti dolce/amaro del cornetto e del caffè impossessassero la sua bocca. forse era anche per il fatto che fosse in un certo senso cresciuta nei bar dei locali a far crescere in lei questa abitudine. ems serviva le persone con un sorriso radiante in volto mentre la bionda la scrutava curiosa non capendo come mai la tanta felicità e radiezza dell'amica. era così da quella sera, quella sera che l'avrebbe dovuta lasciare traumatizzata e bloccata dallo shock invece aveva avuto l'effetto contrario. soffiò sulla bibita che aveva nella tazza bianca portandola poi alla bocca con attenzione per non scottarsi la lingua come succedeva spesso per la sua solita smania di fare le cose di fretta. - grazie e arrivederci - salutò ems un ragazzo con un cenno della mano per poi tornare ad ordinare i cornetti nella teca davanti il bancone e michs si alzò dal suo tavolo portandosi appresso la tazza sedendosi poi sulle sedie alte davanti il bancone. - allora, come mai tutto questo buon umore? - chiese la bionda girando il cucchiaino nella tazza ed ems fece spallucce - niente, non lo so..- rispose semplicemente nascondendo un sorriso che a michs non sfuggì e la scrutò ancora meglio. era strano vedere tanti esseri diversi in un bar, insomma loro erano mostri, considerati scarti della società, eppure tendevano a copiare gli umani come se fossero migliori quando non lo erano se non erano capaci nemmeno di accettare qualcosa o qualcuno diverso da loro. - mhh vediamo.. questo 'niente' comprende magari il ragazzo mago della festa di una settimana fa al quale hai promesso che vi sareste rivisti? - chiese michs sorridendo divertita mentre ems la fulminò - che c'è? ho tirato ad indovinare! - si giustificò la ragazza sapendo quanto ems odiasse quando lei entrava nella mente degli altri per leggere i pensieri altrui senza un motivo più che valido. ma era un potere che michs non riusciva a tenere dentro, riusciva a controllarlo, si ma era davvero difficile e le richiedeva un grande sforzo e tutti sapevano quanto michs fosse svogliata, figuriamoci di prima mattina. - certo, come se io dicessi che tu non stai aspettando altro che rivedere il ragazzo dagli occhi chiari della festa - rispose ems pulendo il ripiano del bar sentendo che ci mancò poco che la sua amica si strozzasse con il caffè e la guardò sbarrando gli occhi - ho tirato ad indovinare - rispose ems facendole una linguaccia rispondendo con lo stesso tono di voce che aveva usato la bionda prima. - cos'è, hai anche tu il mio potere e non me lo hai mai detto? - chiese michs mentre ems scosse la testa - no, ti conosco e te lo si legge in faccia - rispose semplicemente mentre la bionda sentì le guance prenere colore e borbottò fra se e se tornando a bere voltandosi con la sedia girevole verso l'entrata vedendo che entrarono due ragazze, seguite da una coppietta e poi un ragazzo. testa bassa, capelli color cioccolato che uscivano da un cappellino di lana e cappotto lungo nero. teneva lo sguardo basso e senza dire niente o guardarsi intorno si andò a sedere ad un tavolo che sembrava fosse riservato apposta per lui perchè lo puntò senza nemmeno controllare se fosse libero o meno. michs lo riconobbe subito, non per i capelli o il modo di camminare, ma per quello strano freddo che sentiva ogni volta che era nei paraggi. - che strano..- sussurrò fra se e se pensando che ne avevano appena parlato e poi lui fosse comparso senza avviso e niente, era una cosa interessante. senza nemmeno pensarci due volte michs si alzò dalla sedia e con la sua tazza di caffè caldo in mano si spostò verso il tavolo del ragazzo sedendosi davanti a lui che alzò lo sguardo e accennò un sorriso cosa che fece rassicurare michs pensando che magari lui neanche la ricordasse e avesse fatto la figura della pazza. - ciao - fu la prima cosa che passò per la mente a michs e che disse per poi merdesi la lingua sentendosi poco normale in quel momento. - ciao, michelle - disse lui lasciando sopresa la ragazza più del fatto che ricordasse il suo nome che non l'avesse presa per matta. - posso offrirti un caffè? o un succo? sempre se non hai già fatto colazione - disse michs rendendosi conto solo dopo di aver detto tutto troppo velocemente, un suo grande difetto, come l'iniziare a straparlare quando si trova in difficoltà. questo particolare fece sorridere louis, mostrando alla ragazza i suoi perfetti denti bianchi e appuntiti - no grazie, non mangio - disse lui senza problemi lasciando confusa la ragazza - sei a dieta? non ne hai bisogno, sai? - rispose lei guardando il ragazzo ricordandosi della festa visto che ora aveva il cappotto a coprirlo mentre louis scosse la testa davvero divertito dalla bionda e se non fosse stato per le conoscenze che aveva sui poteri della ragazza pensò che sarebbe stata la vittima perfetta perchè troppo ingenua. - non proprio.. diciamo che la mia dieta è un po' particolare - rispose louis facendo spallucce vedendo lo sguardo interessato e curioso di michs - sono un vampiro - aggiunse a bassa voce facendo uscire un sonoro 'ooh' dalle labbra di lei. - mi dispiace, non vendono sangue qui, ma se vuoi conosco un club qui vicino che lo fa molto buono - rispose lei come se niente fosse perchè conoscere un vampiro non era poi così grave alla fine. i vampiri erano sempre stati visti come la ragazza più pericolosa del loro mondo, insieme agli zombie perchè considerati incapaci di contenere i propri istinti ma a michs poco importava, sapeva che tutti gli esseri non erano in grado di contenersi e poi la sua migliore amica era un demone. se non aveva paura di lei non avrebbe dovuto avere paura di nessun'altro! - no. sono venuto qui per stare tranquillo, lontano dal sangue - rispose lui facendo annuire michs - grazie comunque - aggiunse con un sorriso che riuscì a far smettere alla ragazza di sentire per un momento quel freddo. - non sei come gli altri vampiri, vero? - chiese lei che si era fissata sugli occhi del ragazzo cercando da un po' di leggere i suoi pensieri, ma tutto ciò che riusciva a vedere era una strana nebbia che le impediva di vedere, tutto ciò che sentiva era solo una strana melodia al pianoforte. niente pensieri, niente ricordi. era impossibile! - in che senso? - chiese lui guardando a sua volta la ragazza sapendo perfettamente cosa stesse cercando di fare, ma sapeva anche che non avrebbe ottenuto nulla. - tu..sei diverso - rispose lei cercando ancora ed inutilmente di leggere nella sua mente - no, non lo sono - rispose lui accennando un sorriso e michs uscì da quel suo stato di trance accorgendosi solo in quel momento di essersi sporta verso di lui e di essergli troppo vicina, così vicina da sentire il suo respiro così si schiarì la voce e tornò seduta composta come se niente fosse mentre il ragazzo si alzò. - devo andare - disse semplicemente e michs si sentì come se lo avesse infastidito e per questo si maledì mentalmente visto che quella era l'ultima cosa che voleva fare - è stato bello rivederti, louis - disse lei alzandosi a sua volta lasciando la tazza sul tavolino e guardandolo con un sorriso allungandogli la mano così da stringere quella del ragazzo che annuì leggermente prima di recarsi verso la porta del locale e michs sbuffò. - ah, michelle! - la richiamò louis facendo voltare la ragazza - mi piacerebbe andare a quel pub con te stasera - disse lui infilando le mani nelle tasche del cappotto prima di sorridere quando michs annuì più che felice di rivederlo e poi come era entrato, con tanto silenzio e velocità uscì dal bar.

Il ragazzo con la maschera argentata era diventato la sua ossessione. dalla sera del ballo in cui si era divertita così tanto ad entrare nella sua mente e farlo soffrire, kim aveva fatto le sue ricerche per le varie porte dei sogni e finalmente lo aveva trovato. i sogni del ragazzo erano belli, pacifici, le davano un senso di libertà e non aveva mai provato così piacere a rubare i sogni di qualcuno come era successo con il ragazzo. non le dispiaceva affatto se a lui sarebbero toccati gli incubi che risuonavano nella mente di lei da anni ormai, era il prezzo da pagare per donare a lei il suo mondo notturno felice. qualcuno bussò alla porta della sua stanza e lei smise di pettinarsi, voltandosi verso essa sapendo che fosse sua madre, perchè se fosse stata rose sarebbe entrata subito - si, avanti - disse kimberly vedendo poi la figura della madre seguita da un ragazzo a lei sconosciuto anche se aveva qualcosa di famigliare. - buongiorno principessa - sorrise la mamma aprendo per bene le tende della camera di kim che fece un verso di dissenso mentre josh si parò gli occhi da quella luce che pur se fosse poca vista la giornata cupa di londra, era una cosa che gli dava fastidio, andava contro la sua natura. - chi è lui? - chiese kim essendo sempre stata una ragazza diretta che voleva sapere le cose senza girarci troppo intorno. - lui è josh. josh devine, sarà la tua guardia personale per qualsiasi tipo di emergenza - spiegò la madre mentre kim alzò un sopracciglio decisamente stupita - non ho bisogno di un baby sitter - rispose lei acidamente voltandosi e andando verso l'armadio giusto per non rimanere a fare niente ed iniziò a rovistare tra le sue cose. josh non amava l'attitudine della ragazza, tutti sapevano che fosse viziata, egoista e preponte ma nessuno avrebbe dovuto sopportarla per lavoro, mentre lui si e quella cosa lo demoralizzava alquanto. - non è un baby sitter. cerca di essere ragionevole piccola, dopo tutti gli eventi degli ultimi tempi serve qualcuno che sappia proteggerti - disse la madre avvicinandosi alla figlia mentre josh avanzò per la stanza di kim iniziando ad osservarsi intorno e studiare l'aria che tirasse lì dentro e poteva già dire che non era un'aria piacevole e felice. sentiva l'elettricità scorrere persino delle coperte perfettamente rifatte del letto della ragazza, la tensione che scorreva sul pavimento e anche un po' di tristezza e nostalgia nelle foto sulle pareti. - so benissimo difendermi da sola e con tutto il rispetto madre non penso abbiate fatto un buon affare prendendo questo nano da giardino come mia guardia del corpo - ringhiò kim lanciando uno sguardo di fuoco a josh che con un'espressione allibita non si scompose - con tutto il permesso signorina evans, penso che sua madre abbia fatto un'ottima scelta. a contrario di quanto può far sembrare la mia altezza, sono forte e so il fatto mio - rispose josh mentre la ragazza si avvicinò a lui guardandolo con quello sguardo che avrebbe fatto rabbrividire molti, ma non josh - ma davvero? - chiese retoricamente lei con un sorriso maligno mentre lui annuì convinto - bene, vediamo allora se riesci a parare questo. - disse lei decisa prima di sferrargli un pugno che lui fermò con una mossa veloce, lasciando sorpresa la ragazza dalla velocità che usò. - non male - sorrise divertita. kim era fatta così, prendeva tutto come una sfida che doveva vincere a tutti i costi, anche quando non era così. alzò l'altra mano sfoderando le sue unghie lunghe e perfettamente appuntita avventandole sul volto del ragazzo che le prese il polso con l'altra mano e la bloccò nuovamente per poi sorriderle come meglio poteva e lei si rigirò sferrandogli un calcio sulla schiena facendo così in modo che le sfuggì dalle mani mentre la madre di kim che stava assistendo alla scena emise un leggero urlo non sapendo fino a che punto sua figlia avrebbe continuato. - quella mossa me l'ha insegnata mio nonno dicendomi che da grande mi sarebbe servita e aveva ragione - disse lei avventandosi nuovamente sul ragazzo che da essere in ginocchio sul pavimento si tirò su velocemente facendo uno scatto indietro così che kim colpì il pavimento e dopo un ringhio gli si avventò addosso mentre josh parava tutte le sue mosse, cosa che iniziava a far perdere la pazienza alla ragazza e quando lui la scaraventò contro la parete opposta, nella sua stanza lei prese un respiro e stringendo i pugni lo guardò con rabbia iniziando ad entrare nella sua mente. cosa che kim non sapeva era che josh era in grado di creare una specie di barriera trasparente, protettiva attorno a se che impediva al nemico di prendere controllo sulla sua mente o sul suo corpo e kim non riuscendo a fare nemmeno quello, cosa che la rendeva tanto temuta e potente, si sentì per la prima volta in vita sua battuta. per di più da uno sconosciuto che le avrebbe fatto da bodyguard per non sapeva nemmeno quanto tempo. - che diavolo..- disse a se stessa ma prima che riuscì a fare un altro pensiero josh le era arrivata alle spalle e le prese le mani portandole dietro la sua schiena immobilizzandola - allora, questo nano da giardino è abbastanza per la signorina evans? - chiese josh avvicinandosi al suo orecchio, con il fiatone per quella piccola dimostrazione mattutina mentre kim provò a divincolarsi dalla presa ma senza successo e perciò dovesse annuire leggermente non volendogli dare la soddisfazione di rispondergli davvero e così josh la lasciò allontanandosi e ricomponendosi. - piccola mia, stai bene? sei ferita? - chiese la madre avvicinandosi a kim che scosse la testa guardando josh - no, sto bene - rispose lei odiandolo di già e non vedendo l'ora che arrivasse sera per tornare nel suo letto e rifugiarsi nei sogni del ragazzo al quale doveva ancora trovare il volto, perchè stranamente nei suoi sogni non lo aveva ancora incontrato.

Non era una cosa del tutto anormale per loro esseri sovrannaturali, insomma dovevano pur vivere anche loro no?! quel pomeriggio ems era al supermercato dove gli umani dire che la guardavano era poco, la squadravano completamente e lei si sentiva in parte a disagio, ma in parte aveva imparato a conviverci perciò cercava di non badarci troppo. girare per i reparti al supermercato e vedere tutte quelle cose da mangiare, tutti quei colori le avevano sempre messo allegria. iniziò a spostarsi dal reparto dei biscotti a quello delle bibite, scorrendo poi al pane e guardando un po' i congelati mentre muoveva la testa a ritmo di musica che ascoltava dalle cuffiette collegate al suo fedele ipod sempre presente nella tasca del suo giacchetto. canzone dopo canzone, canticchiando una strofa per volta si fermò alla frutta e alla verdura. era incredibile come la gente si allontanasse di colpo quando uno del loro mondo fosse in circolazione, come se davvero loro non avessero niente da fare nella vita se non uccidere gli umani! gli umani. loro si che erano una specie strana che ems non avrebbe mai capito e che non ci teneva per niente a capire. prese un paio di pesce, le mele per sua nonna, e poi due pere. amava comprare la frutta, era fresca e le ricordava quando era più piccola che d'estate andava sempre al mare e poi in campagna con i suoi cuginetti e a mangiare dalla nonna. la sua vita era sempre stata normale, finchè non sviluppò i suoi poteri ed iniziò a capire chi e come fosse veramente, da quel giorno tutti la rinnegarono e smisero di parlarle con lei tranne sua nonna e i suoi genitori che erano della sua stessa natura. da piccola non avrebbe mai pensato di poter diventare come era in quel momento, aveva sempre letto le favole con le principesse come protagoniste e il loro principe azzurro accanto con un matrimonio perfetto e il lietofine che tutte le ragazze si meritano. era cresciuta con questa convinzione, questa speranza di poter avere anche lei prima o poi tutto ciò, finchè non si rese conto che per persone come lei non c'erano favole scritte apposta. si distrasse per un attimo quando vide i chicchi d'uva volteggiare nell'aria e rimase quasi stupita non incredula ed iniziò a guardarsi intorno mentre un chicco la colpì sul naso facendole abbassare lo sguardo vedendo che tutti i chicchi avessero formato la scritta 'ciao' non sapendo cosa fare ems sfilò le cuffiette mettendole in tasca per poi abbassarsi verso la frutta - emh.. ciao?! - disse parlando con nessuno per poi vedere i chicchi formare una faccina sorridente e lei sorrise divertita non capendo cosa stesse succedendo, perciò si spostò verso il reparto della verdura vedendo le carote che formavano una freccia, spostò lo sguardo seguendola e vedendo una melanzana indicare sempre avanti, così sempre più incuriosita seguì quegli indizi fino ad arrivare al baco dei fiori e niall si avvicinò a lei con un sorriso mozzafiato che la lasciò per un attimo incredula di rivederlo lì e in quel modo. - per te - disse lui porgendole un fiore arancione facendola sorridere guardando il colore acceso e amando quanta allegria riuscisse a portare anche un semplice colore. - non pensavo di incontrarti di nuovo qui, tra i fiori e il pane - scherzò ems non immaginandosi davvero di averlo rivisto così ma niall fece spallucce portando le mani nelle tasche dei jeans - sono più fantasioso degli altri che si incontrano sempre e solo la notte nei locali - rispose lui facendo abbassare lo sguardo ad ems per un secondo - mi è piaciuto il giochino con l'uva - disse lei quando tornò a guardarlo, prima di iniziare a camminare perchè lo stare ferma non le riusciva proprio mentre niall la seguiva. - ho notato.. parlavi da sola - disse niall accennando una risata mentre lei gli diede uno schiaffo sul braccio - non è colpa mia! non sapevo cosa fare - sorrise ems prendendo un pacco di pasta, amando cucinarla, quello era uno dei suoi talenti umani che aveva ereditato da sua nonna e che la ringraziava ogni volta per averla fatta capace di cucinare ed anche molto bene. - allora, mi sono perso altre feste in cui hanno cercato di ucciderti per caso? - chiese niall avendo della serata in cui aveva conosciuto ems un'idea bella chiara e forte e la stessa cosa era per lei, infatti storse il naso per poi fargli una linguaccia sentendosi davvero a suo agio a parlare con lui, come se lo conoscesse da tanto tempo - no, sto cercando di rimanere in vita - rispose lei guardandosi un po' intorno per vedere se avesse tutto e una volta sicura di aver preso tutto si diresse alle casse dove pagò ed uscì da lì insieme a niall continuando a parlare senza stancarsi mai. non si erano ancora chiesti cosa fossero, anche se per ems era alquanto chiaro cosa fosse il ragazzo, ma lui non aveva ancora idea a chi si stesse legando. - emh.. casa mia è per di qua - disse ems indicando un vicolo e niall annuì guardandola - mi piacerebbe accompagnarti. porto io la spesa, dammi! - disse lui rubandole praticamente la spesa dalle mani con un sorriso sembrando più che felice di passare altro tempo con lei, cosa che fece sentire ems apprezzata e voluta dopo tanto tempo e così annuì con un sorriso prima di camminare accanto al biondo e tra una risata e una chiacchiera arrivarono a casa della ragazza.

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