Anger is the most powerful emotion

di Cassie78
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Quando il passato ritornata... ***
Capitolo 3: *** Una proposta allettante... ***
Capitolo 4: *** Voglia di scappare... ***
Capitolo 5: *** Ti amo, ma.... ***
Capitolo 6: *** Strade separate... ***
Capitolo 7: *** Cambimenti radicali ***
Capitolo 8: *** Restare se stessi... ***
Capitolo 9: *** Nostalgia... ***
Capitolo 10: *** Gli anni passano ma i sentimenti restano... ***
Capitolo 11: *** Incontri inaspettati... ***
Capitolo 12: *** Ritornare a casa... ***
Capitolo 13: *** Chi si cela dietro la maschera? ***
Capitolo 14: *** Ritorni inaspettati... ***
Capitolo 15: *** Si può essere arrabbiati e anche felici?! ***
Capitolo 16: *** Ritorno alla vecchia vita ***
Capitolo 17: *** Tutto per una cicatrice... ***
Capitolo 18: *** Nuovi arrivi in città ***
Capitolo 19: *** Sbagli... ***
Capitolo 20: *** Malintesi e chiarimenti ***
Capitolo 21: *** Momenti difficili ***
Capitolo 22: *** Ti accetto perché ti amo... ***
Capitolo 23: *** La battaglia che aspettavi... ***
Capitolo 24: *** Tempo di riconciliarsi ***
Capitolo 25: *** Ritorno alla normalitá ***
Capitolo 26: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


"quando mi hai detto ti amo ci avevo quasi creduto...sei stato un bravo attore!"

"anche tu"

sono passati due mesi da quel momento in cui mi è crollato il mondo addosso e ho potuto sentire il suono del mio cuore andare un pezzi. Mi ci è voluto tutto l'autocontrollo possibile per non scoppiare a piangere li davanti a lui...il mio orgoglio non me lo permetteva e in quel momento volevo provare a salvarne quel poco che ne era rimasto. Il fatto di essere stata usata per salvare l'amore della vita dell'uomo che amavo faceva davvero male.
In questi due mesi tutto era tornato alla normalità: Oliver riaveva la sua azienda e il suo grande amore, Laurel; Dig era preso dalla gravidanza di sua moglie; Roy si era ripreso dopo la partenza di Thea e ogni sera passavamo le serate insieme a divertirci da buoni amici, ora eravamo diventati questo, era il mio migliore amico. Anche la città aveva ricominciato a tornare alla vita di prima...a quanto pareva ero solo io a non essere tornata quella di prima ,mi era impossibile, solo Roy era a conoscenza della mia situazione perché con Oliver e Dig fingevo di stare bene e a quanto pareva diventavo sempre più brava. Ora sono a casa ad aspettare l'arrivo di Roy per una delle nostre serate film in cui lui l'unica cosa che deve fare è la scorta di birra per la serata. Qualcuno suona alla porta e sicura che sia lui vado ad aprirgli con un mega sorriso stampato sulla faccia pronta a prenderlo in giro per la sua strana puntualità:
- ahahahah o mio dio sei puntua...
non riesco a finire la frase perché la persona davanti a me è assolutamente l'ultima che aspettavo di vedere. Oliver.
-Ciao
-Ciao, cosa ci fai qui?
-Emmm...hai lasciato la borsa al covo e ho pensato di riportartela...
Solo allora mi accorgo della borsa nella sua mano
-Ah grazie mille...non mi ero nemmeno resa conto di averla scordata 
-Figurati...
Brrrr...questa atmosfera ha un non so che di freddo mamma mia!!
-...Bhe biondina tieniti forte che qui ho fatto ampia scorta di birra che può bastare per...
Roy appena arrivato sul pianerottolo del mio appartamento si blocca di colpo non appena nota Oliver sulla mia porta e assume un'aria sbalordita...Anche Oliver nel vedere Roy assume un'aria sbalordita mista a qualcosa che potrei definire...fastidio?!...Entrambi si ricompongono poco dopo e Roy mi raggiunge entrando in casa e dandomi un bacio sulla guancia per poi voltarsi e salutare Oliver poco prima di scomparire in cucina.
Mi giro verso Oliver e mi accorgo dello sguardo intenso che mi sta rivolgendo ma non riuscendo a sopportarlo abbasso lo sguardo.
-Bhe, vedo che sei impegnata...Buona serata.- mi dice duro
-Buona serata e..e grazie per la borsa.
Lo vedo girarsi e andarsene.
Chiudo la porta alle mie spalle per poi appoggiarmici esausta. Alzo lo sguardo incrociando quello divertito di Roy che mi fissa con le braccia incrociate
-mi ha solo riportato la borsa- dico dirigendomi in cucina
-oh ma come è premuroso il nostro eroe!-dice seguendomi
-ahahahahah scemo!!- gli dico tirandogli una palletta di carta
e con questa atmosfera gioiosa ci prepariamo alla nostra seratina film...
_______________________________________________
Era davanti a me bella come non mai così al naturale, niente occhiali niente trucco e solo con quella mega maglietta che arrivava a mala pena a metà gamba. 
C'era uno strano disagio nell'aria e questo mi fece male.
-Ah grazie mille non mi ero nemmeno accorta di averla scordata...
-Figurati...
-...Bhe biondina tieniti forte che qui ho fatto ampia scorta di birra che può bastare per...
Sapevo a chi apparteneva a quella voce solo che non riuscivo a collocarla in quell'ambiente...mi voltai all'istante trovandomi un Roy sbalordito almeno quanto me della presenza dell'altro lì, davanti alla casa di Felicity.
Che diavolo ci faceva li da lei? e poi...aspetta un attimo...BIONDINA...e tutta questa confidenza?!
provavai una sorta di fastidio nel vederlo li. Fastidio che poi divenne furia quando oltrepassandomi raggiunse Fel per darle un bacio sulla guancia...
La salutai e quasi scappai via da lei e da quella furia che era sorta dentro di me e di cui quasi non capivo la motivazione...
Salii in sella alla mia moto e mentre sfrecciavo per la città continuavo a rivedere la scena appena vissuta...
Arrivai a casa e mi diressi subito a letto esausto ...Ciao a tutti questa è la mia prima fanfiction quindi accetto volentieri critiche e consigli. Amo Arrow e sono pazza della coppia Olicity. Spesso mi sono trovata ad immedesimarmi in Felicity, e questo mi ha fatto venire voglia di scrivere una storia per "riscattare" l'immagine di Felicity...Capirete di cosa parlo... Alla prossima.

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Capitolo 2
*** Quando il passato ritornata... ***


Ecco a voi il secondo capitolo, chi sarà mai questo ritorno dal passato?...


I rapporti tra me e Oliver negli ultimi tempi si si erano freddati, ma almeno ci parlavamo ancora, invece dopo ieri sera l'unica cosa che mi aveva detto appena arrivato in ufficio era stata un CIAO... Chissà per quale motivo poi! Si sarà arrabbiato nel vedere Roy da me?...no, non sono così importante per lui. Sicuramente sta così per qualcosa che é successo con Laurel, io non ho il potere di turbarlo tanto. Per tutta la giornata non mi parlò se non per darmi ordini e la situazione non cambiò al covo. Non lo sopportavo più, mi era impossibile stargli accanto sentendolo così freddo.
-Ragazzi guardate chi ho incontrato qui fuori!
e insieme a un Roy sorridente entrò una Sara altrettanto felice. Andai subito ad abbracciarla ed Oliver e Dig mi seguirono.
-Bhe dillo che sei tornata perché ti mancavo tanto- disse Roy a Sara.
-Pff...che egocentrico!-dissi per prenderlo in giro
-Ehi tu zitta che non riesci più a fare a meno di me- disse Roy abbracciandomi da dietro e dandomi un bacio sulla guancia facendomi ridere.
-Roy falla finita!- fu Oliver ad interrompere quel momento di risate e solo allora notai che il suo sguardo era pieno di rabbia...il suo umore contrastava proprio con la felicità del momento...che guastafeste! Ma che problemi aveva?
Lo guardai male e Roy mi sussurrò all'orecchio :"qualcuno qui è geloso..." Per poi lasciarmi andare.
-Bhe Sara fino a quando ti fermerai?- chiese Dig per cambiare discorso.
-Fino a quando non mi rivorranno indietro-disse Sara sorridente
Continuammo a parlare per un po' fino a quando, vista la tranquillità della serata, non decidemmo di andare ognuno a casa sua.
Arrivata a casa mi ripromisi che il giorno dopo avrei chiarito con Oliver qualsiasi cosa lui avesse contro di me.

Al risveglio ero ancora più assonnata di quando ero andata a dormire, tutta colpa dei continui incubi o meglio di immagini di una vita passata che si susseguivano ,una vita talmente lontana e talmente nascosta da non sembrare neanche la mia, così ricca di segreti che dovevano restare nascosti. Posi fine ai miei ricordi. Mi vestii e uscii di casa e subito quella sensazione mi colpì...Mi sentivo osservata e seguita. Mi guardai intorno cercando di capire chi potesse essere, ma non c'ero nessuno. Perfetto ora sono anche paranoica! Devo andare in analisi...Arrivai in ufficio e salii al mio piano, avevo un ritardo di 30 minuti...
Appena uscii dall'ascensore captai lo sguardo di Oliver su di me, lo ignorai e presi posto alla mia scrivania.
Subito lui mi raggiunse
-Sei in ritardo- disse freddo
-Si lo so scu....
-Fa che non capiti più Felicity- disse per poi andarsene
Basta non ne potei più mi alzai e lo segui. Mi stava davvero rimproverando per il mio UNICO ritardo quando lui aveva il primato come ritardatario cronico?! Ma che faccia tosta!
-Ehi che ti prende non hai nessun diritto di trattarmi male!
-Sono il tuo capo posso farlo- disse alzando la voce
-Ma mi spiegi che ti ho fatto- dissi arrabbiata
-Niente...torna al lavoro
-No adesso me lo dici perché mi sono stufata di te e dei tuoi sbalzi di umore continui...-poi mi bloccai- ah giusto, non ti puoi confidare con me, questa é una cosa che si fa con i veri amici e io e te siamo a malapena colleghi ora!- e me ne andai infuriata con il suo sguardo che mi seguiva...non mi fermò ne mi disse nulla. Lo avevo ferito? Non lo so ma non mi importava affatto.
Per tutto il giorno sentii quello sguardo intenso su di me, non ne potevo più ...ogni tanto per distrarmi messaggiavo con Roy sfogandomi con lui... Poverino, mi sopportava anche troppo.
Quando si fece sera ci recammo al covo e passarono davvero pochi minuti tra il nostro arrivo e il suono che ci informava che una nota banda di rapinatori/ninja stavano assaltando l'ennesima banca per rapinarla.
Erano tutti pronti nelle loro divise: Roy, Oliver e Sara e insieme a loro anche Dig con la sua pistola...tutti pronti per entrare in azione tranne me che sarei rimasta li in ascolto sperando di vederli tornare il meno ammaccati possibile, ma quando li vidi tutti e 4 pronti ad andare mi accorsi di quanto mi sentivo fuori luogo tra un gruppo di eroi ben addestrati...e con gli occhi tristi li vidi andare via.
Iniziai a vagare per il covo immersa nei miei pensieri mentre dall'auricolare del mio orecchio si sentivano i rumori dello scontro.
-stiamo rientrando- disse Roy
-bene-dissi. Quella frase era solito dirmela Oliver e ora me l'aveva detta Roy. Perfetto non ce la faceva neanche più a parlarmi. Che codardo.
Al loro ritorno erano tutti un po' ammaccati, chi più chi meno ma niente di grave così mi congedai per tornare a casa con la scusa del mal di stomaco. Durante il viaggia di ritorno verso casa sentii di nuovo quella sensazione dell'essere seguita. Arrivai a casa, entrai e accesi la luce. Davanti a me di spalle si trovava un uomo vestito di nero. La paura mi invase.
-Che bell'appartamento che ti sei trovata, sono fiero della donna che sei diventata...Alexandra.
A sentire quel nome mi venne la pelle d'oca...nessuno mi chiamava così da anni.
-Lei chi è e come conosce quel nome?
-Bhe sarebbe alquanto strano se non conoscessi il nome che ho dato a mia figlia quando è nata!
Non potevo credere alle mie orecchie e soprattutto a quello che avevo davanti agli occhi. L'uomo si era voltato mostrandomi il suo volto così familiare solo più vecchio di come lo ricordavo...e quegli occhi blu così simili ai miei...non ci potevo credere...
-Papà...?!

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Capitolo 3
*** Una proposta allettante... ***


-Papà...?!
-Si sono io tesoro- e così dicendo aprì le braccia
Non resistetti mi fiondai tra le sue braccia...mi era mancato da morire da quando...ci aveva abbandonate!
Quando me ne ricordai lo allontanai...guardandolo con astio.
Lui se ne accorse
-Forse è meglio se parliamo un po'...
-non ho detto di voler parlare con te!
-so quanto tu sei curiosa, sicura di non voler sapere nulla?!
Aveva toccato il tasto giusto, sembrava proprio che mi conoscesse. Come era possibile? Senza parlare mi misi seduta pronta ad ascoltarlo.
-dai dimmi ti ascolto, ti do qualche minuto
-La storia è lunga e ti prego di non interrompermi ok?
Alzai un sopracciglio...davvero mi stava chiedendo di stare zitta? No, non mi conosceva affatto.
-so quanto a causa della tua parlantina sia difficile, ma provaci!- disse. Ok va bene, forse un po' mi conosceva.
-ok sto zitta- dissi alzando le mani in segno di resa.
-Perfetto allora... non so cosa tua madre ti abbia raccontato...non so se sai che io sono per metà russo e per metà americano.- disse
-Sisi lo so, so che sei russo e che sei discendente della ricca casata dei Vladinov , storia già sentita!-dissi sventolando la mano
-ti avevo chiesto di non interrompermi-mi disse serio
-scusa- dissi abbassando lo sguardo.
-Comunque, si NOI apparteniamo alla casata dei Vladinov. Quando conobbi tua madre ero in visita a Las Vegas dai miei nonni materni e la vidi in un locale che faceva la cameriera. Era bellissima, la donna più bella che avessi mai visto. Iniziai a corteggiarla ma inizialmente lei mi respingeva, mi ripeteva "tu sei come tutti gli altri"- fece una piccola risata- ma alla fine cedette e finimmo per innamorarci, solo che io dovevo tornare in Russia, avevo delle responsabilità in quanto unico ereditario di un impero industriale russo. Tua madre accettò di partire con me, ci sposammo e dopo un anno nascesti tu. Ti ho amata sin dal primo momento. Per 7 anni abbiamo vissuto indisturbati fino a quando dal passato tornarono persone cattive che avevano sofferto per mano di mio padre e ci hanno minacciato. Non potevo permettere che ti succedesse nulla di male così di comune accordo con tua madre ho inscenato la nostra morte e voi due siete partite per las vegas... Ho detto a tua madre di cambiarti nome e di darti il suo cognome e a lei ho detto di tingersi i capelli...nessuno doveva trovarvi, nemmeno Io.-
Vidi il suo sguardo triste e capii che stava dicendo la verità...ma non era tutto, c'era dell'altro lo sapevo, qualcosa di molto più grosso.
-cos'altro non mi stai dicendo?
-Perspicace eh...bhe non è tutto...o meglio, tutto quello che dovresti sapere tel'ho detto, ora voglio dirti qualcosa in più. Anche io mi nascosi, mi recai a Nanda Parbat e li feci la conoscenza di un uomo che divenne mio amico e fratello. Si presentò col nome di Ra's al Ghul...-
A quel nome rabbrividii e mio padre se ne accorse
-Immagino tu lo conosca come il capo della lega degli assassini...per fartela breve lui mi accolse come un fratello e mi fece allenare con loro...dopo 7 anni ero diventato il suo più bravo apprendista. fino a quando un giorno non decisi che era ora di tornare a casa; non avevo giurato fedeltà alla lega quindi ero libero di scegliere ma promisi a Ra's al Ghul che sarei tornato a trovarlo, per me era come uno di famiglia... Quando tornai mio padre era in fin di vita e così entrai io a gestire l'impresa di famiglia ma ogni anno mi recavo sull'isola per andare a trovare il mio mentore...Alla mia prima visita mi disse di aver avuto un'idea quasi folle: fondare una lega degli assassini in Russia sotto la mia gestione. Inizialmente mi misi a ridere, ma poi vidi nel suo sguardo la serietà della sua affermazione. Non potei dirgli di no. Così accettai e ora sono il capo della lega degli assassini russa.-
Avevo smesso di ascoltare, non potevo crederci, mio padre capo della lega degli assassini russa...ASSURDO!
-O mio dio!...- non riuscivo a dire altro
-So che è uno shock per te ma devo dirti ancora una cosa, anzi proporti una cosa-
Con la mano feci il gesto per invitarlo a proseguire.
-Sono tornato per chiederti di tornare con me e far parte della mia vita in ogni aspetto, anche all'interno della lega-
Ero incredula non sapevo cosa dire.
-Ti ho osservata ultimamente so chi sei e so cosa fai e per chi lavori...- disse per poi continuare visto che io ero senza parole, il che per me è impossibile diciamo...- ...ho visto anche come ti senti esclusa e inadeguata rispetto ai tuoi amici e io non intendo permettere che MIA figlia si senta in questo modo.-
I suoi occhi e la convinzione con cui disse quelle parole mi fecero pensare che effettivamente aveva ragione e la voglia di riscattarmi con gli altri dimostrando che potevo essere forte come loro mi allettava.
-non devi rispondermi ora, chiamami entro domani, dormici su... notte tesoro- mi diede un bacio sulla fronte e mi lasciò un biglietto con il suo numero in mano.
Rimasi sola a pensare tutta la notte alla mia scelta, non chiusi occhio...come avrei potuto, troppe cose da assimilare.

Ecco a voi il terzo capitolo. Si lo ammetto ho lavorato abbastanza di fantasia ma infondo non sappiamo nulla del passato di Felicity ne tantomeno lei sa qualcosa di suo padre. Spero solo di non aver deluso nessuno e soprattutto di non farlo in seguito.. Ditemi che ne pensate, alla prossimaa!

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Capitolo 4
*** Voglia di scappare... ***


Non chiusi occhio tutta la notte ma almeno così non avevo il problema di arrivare tardi a lavoro. Sembravo uno zombie e il mio unico pensiero era rivolto a mio padre e alla sua proposta.
Arrivai in ufficio e mi accomodai alla mia postazione sprofondando nella sedia. Dopo poco arrivò Oliver ma ero talmente distratta che non mi accorsi di lui e del suo buongiorno...dopo poco mi ridestai dal mio sonno ad occhi aperti giusto in tempo per vedere Oliver lanciarmi una leggere occhiata preoccupata ed entrare in ufficio.
Entrai a dargli gli appuntamenti.
- Mr.Queen si ricordi dell'appuntamento con l'investitore alle 15 e poi...
-Aspetta aspetta, perché mi chiami per cognome e mi dai del lei?- chiese veramente perplesso
-signor Queen siamo sul posto di lavoro, non credo sia il caso di darle del tu come se fossimo in confidenza- dissi fredda lanciandogli una veloce occhiata. Vedi il suo sguardo rattristarsi
-ma non lo hai mai fatto fino ad ora!- rispose con il mio stesso tono freddo.
-c'è sempre una prima volta!- dissi e vidi il suo sguardo passare da triste ad arrabbiato mentre vedevo la sua mascella serrarsi.
-che ti prende?- chiese 
-assolutamente nulla, sto benissimo, ma grazie per il suo interessamento...- dissi per poi girare sui tacchi e andarmene, ma feci giusto in tempo a vederlo abbassare lo sguardo e scuotere la testa. Passarono ore tranquille mentre sentivo lo sguardo insistente di Oliver su di me.
Avevo troppo sonno, stavo per addormentarmi sulla scrivania quando arrivò Roy con la sua innata delicatezza a svegliarmi per portarmi a pranzo fuori.
-hai l'aria di qualcuno che ha passato una notte in bianco..dimmi, chi è il fortunato?- disse Roy malizioso.
-ahahhahahha e chi lo sa...- risposi stando al gioco, in fondo era riuscito a farmi ridere
Ad un tratto lo vidi avvicinarsi al mio orecchio:"Dovevi vedere la faccia di Oliver quando hai detto questa cosa ma se ti giri subito puoi vedere la sua faccia ora che ti sto sussurrando all'orecchio!..."
Mi girai e aveva ragione, aveva lo sguardo di una persona furiosa che avrebbe ucciso il ragazzo accanto a me. Che fosse geloso?...la cosa mi intrigava. 
Il pensiero scomparve quando in ufficio arrivò Laurel che spedita andò da Oliver, il quale era più che felice di vederla. Li vidi chiacchierare. Poco dopo uscì con lei a braccetto dall'ufficio.
-Felicity annulla i miei appuntamenti pomeridiani, mi prendo il pomeriggio libero!-
disse sorridendo alla donna al suo fianco.
-certo Mr. Queen- dissi nascondendo il dolore che stavo provando in quel momento.
Lo vidi allontanarsi con lei. 
Roy mi abbraccio subito 
-Dai bionda andiamo che ho fame!-
presi la borsa e uscimmo.
Il resto del pomeriggio passò veloce troppo veloce per prendere quella decisione che tanto premeva di essere presa. La proposta di mio padre era qualcosa di troppo grosso, non cel'avrei mai fatta ad andarmene. Il team, Oliver...Avrei mai resistito ad una vita senza di lui?Vista da questo punto di vista il mio sarebbe sembrato un no. Ma d'altra parte mi ritrovai a pensare alla mia vita ora qui, piena di sofferenza e di dolore. Avevo bisogno di più tempo per decidere.
Arrivai al covo ancora molto confusa, erano già tutti li tranne Oliver. Come se lo avessi chiamato arrivò poco dopo, con Laurel.
-Ragazzi abbiamo una notizia bellissima da darvi...-si guardarono complici- Laurel entrerà a far parte del team!-
E fu così che sganciarono la bomba, la notizia che non avrei mai voluto sentire...nessuno si mostrò entusiasta, nemmeno Sara. Da brava attrice qual'ero
feci finta di esserne contenta e mi congratulai. Fu in quel momento forse che presi la decisione che avrebbe cambiato radicalmente la mia vita, spinta dalla consapevolezza che nel team non c'era più posto per me. Non avrei sopportato la vista dei piccioncini felici ogni sera e soprattutto sapevo che avrei iniziato a sentirmi inutile più di quanto già non mi ci sentissi..
Per fortuna la serata era tranquilla e me ne andai presto. Una volta fuori dal covo chiamai mio padre
-Papà sono io...
-Tesoro, hai preso una decisione?
-Si, accetto!- dissi con tutta la decisione che avevo in corpo
-Fantastico, tra pochi minuti sarò a casa tua che pianifichiamo tutto. A dopo.
Riagganciai. Ormai ero decise e nulla mi avrebbe fermato.
Una volta a casa mio padre era già li, mi abbracciò e io ricambiai.
-Allora parliamone.
-Che cosa devo fare?- chiesi seria
-Per prima cosa ti devi tingere i capelli, neri anche perché se ti devo presentare come mia figlia alla stampa non possiamo rischiare che ti riconoscano.
-Va bene-dissi perplessa
-Riprenderai il tuo vecchio nome ovviamente, Alexandra Vladinov, ergo dovremmo rifarti i documenti ma li rifaremo una volta in russia. Ora passiamo alla tua morte. Dobbiamo inscenare qualcosa di semplice, un incidente d'auto, la macchina va a fuoco e del tuo corpo nessuna traccia...-stava per continuare ma lo interruppi
-scusa scusa scusa... Cosa? La mia morte? Non mi avevi detto che avrei dovuto fingere la mia morte- dissi sconvolta
-pensavo fosse ovvio
-Bhe non lo era!
-mi dispiace allora, avrei dovuto essere più chiaro, ma é una cosa necessaria, devi letteralmente sparire dalle loro vite- disse con calma- comunque hai un amico in polizia potrebbe aiutarci.- lo guardai sconcertata, come lo sapeva?- si so anche questo, so tutto di te.
-devo chiamarlo?-chiesi titubante
-si...ora!- disse 
Mi decisi e chiamai il Detective Lance
-Salve detective
-buonasera signorina smoak
-ho bisogno del suo aiuto..
-per arrow?
-no per me...
-la ascolto
Il detective nonostane molte titubanze iniziali alla fine accetta di contribuire.
-Bene ora direi che abbaimo pianificato tutto...e a quando?
-Prima è meglio è, anche domani!-dissi decisa a mettere un taglio a tutto, o forse avevo solo fretta perché avevo paura di cambiare idea...non lo so, non ero più certa di nulla.
-Mi piace la tua determinazione - disse e mi baciò sulla fronte.
-Senti una cosa, va bene tutto ma...c'è una persona che deve sapere che sono viva e di lui so che mi posso fidare, non dirà nulla a nessuno e vorrei che continuasse a far parte della mia vita anche in Russia...
-chi?
-si chiama Roy Harper, è il mio piu caro amico e non ha nessuno se non me
-va bene ok in fondo è un tuo caro amico non potrei separarti da lui- disse anche se non del tutto convinto di quello che stava dicendo.
-grazie mille papà
-senti quando dici far parte della tua vita anche in Russia intendi che dovrà venire da noi?- chiese curioso
-bhe la mia idea era questa effettivamente, pensavo a una visita ogni 4/5 mesi
-va bene ok mi sembra un buon compromesso-disse sorridendo e io anche sorrisi.
Passammo il resto della notte a pianificare, ero triste all'idea di dover abbandonare tutti qui ma non potevo più permettermi di soffrire. Domani a quest'ora Felicity Smoak non esisterà più .

Bhe che dire...il padre di Fel ha portato un po' di cambiamenti. Felicity avrà preso la giusta decisione secondo voi? Chi può biasimarla? chiunque vedendo la persona che ama con un'altro vorrebbe solo scappare! E ora? Cosa succederá? ...Alla prossima, un bacio!

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Capitolo 5
*** Ti amo, ma.... ***


Sotto consiglio di mio padre passai la mia giornata normalmente senza dare segni di stranezze da parte mia ma cercai di passare il resto del giorno il più possibile coi miei amici: pranzo con Roy e Dig e poi Oliver in ufficio. Mi sarebbero mancati questi momenti perché sapevo che non sarebbero mai tornati. Si Roy avrei continuato a vederlo ma non sarebbe stata la stessa cosa. É l'intera situazione che mi sarebbe mancata...andare in ufficio, vedere Oliver ogni giorno, pranzo con Dig e Roy, andare al covo ecc... Sarei sopravvissuta senza tutto questo? Basta Felicity, non é il momento di far prendere il sopravvento alla parte emotiva di te! Dovevo andarmene e basta! La giornata passò tranquillamente.

Era quasi ora di andare quando entrai in ufficio da Oliver per consegnargli dei documenti
-tieni Oliver i documenti che avevi chiesto
-ah grazie- disse senza alzare lo sguardo, non resistetti più
-Oliver guardami- dissi decisa e lui mi guardò subito. Se dovevo dirgli addio tanto valeva farlo in grande stile.
-Una volta eravamo amici e ora per motivi ovvi tra di noi è calato un muro freddo, mi dispiace che sia andata a finire così tra noi, ci tenevo a te e alla tua amicizia, anche se a me questo non bastava...
-Felicity non devi...-disse lui ma lo interruppi
-Ti amo Oliver e tu lo sapevi anche quando mi hai usata per salvare la tua Laurel e questo fa male...hai idea di quello che ho provato sapendo che per te volevo meno di niente, che non ti importava nella maniera più assoluta di mettermi in pericolo per salvare la donna che ami?-mi dispiace- disse abbassando lo sguardo, ormai non mi potevo fermare, le parole stavano uscendo da sole.
-ho acconsentito a quel tuo folle piano per te! Nonostante avessi una paura fottuta di morire! E tutto per cosa? Per sentirmi dire non GRAZIE ma SEI STATA UNA BRAVA ATTRICE... Ma mi prendi in giro?-dissi piena di rabbia, vedevo il dolore nei suoi occhi, forse non si aspettava queste parole piene di astio da parte mia. Mi ricomposi- scusa dovevo dirtelo...- feci per andarmene ma sentii la sua mano sul mio polso, mi girai lentamente e lui mi fissava 
-ti chiedo scusa per averti fatta soffrire ma io amo Laurel, da sempre e per sempre...non ho mai voluto ne illuderti, ne metterti in pericolo e ne tantomeno farti soffrire.
-Lo so- dissi guardandolo sapendo che sarebbe stata l'ultima volta, mi girai tra le lacrim-ma lo hai fatto...-e me ne andai.
Mio padre mi aspettava...secondo il piano la mia macchina sarebbe dovuta andare fuori strada e poi prendere fuoco. Lasciai che la macchina si schiantasse contro un albero. Mio padre scese dando fuoco a quello che ne restava della mia vettura e subito chiamai Lance mentre vedevo le fiamme aumentare. Mi guardai con mio padre e i nostri sguardi sapevano di complicità e questo mi fece sorridere... Cosa molto inappropriata vista la situazione.
-sei ancora sicura di quello che stai facendo?
-si, non intendo passare la vita a soffrire per un uomo che non sarà mai mio. E poi probabilmente mi dimenticheranno già dopo qualche settimana.-dissi tristemente.
-Alexandra sei una ragazza forte, non essere triste per le persone a cui stai dicendo addio. Sono loro che dovrebbero essere tristi perché ti hanno perso...- mi aggrappai a quelle parole perché erano l'unica cosa che mi aiutava a non cambiare idea.
In 10 minuti il detective fu lì 
-Bhe credo che il piano stia funzionando
-per fortuna si...grazie dell'aiuto
-figurati te lo devo...- si voltó a guardarmi preoccupato- starai bene?
-è quello che spero 
Ci sorridemmo 
- deve farmi un ultimo favore
-se posso...
-deve dare questa al signor Roy Harper- dissi estraendo una lettera- è un mio caro amico e almeno a lui vorrei dire la verità...
-certo non si preoccupi- prese la lettera e la mise in tasca- una scusa per convocarlo in centrale la trovo sicuramente
-ahahahahah vero- dissi ricordando i suoi precedenti con la giustizia.
Guardai mio padre...era ora di andare. Abbraccia il detective ringraziandolo
-direi che ora lei possa chiamare i pompieri e si ricordi dovrà informare il signor Queen solo domani 
-Emmm senti pensavo che in macchina dovrebbe esserci almeno qualcosa di tuo tipo gli occhiali e la tua collana per dare segni della tua presenza li..
Ebbene si a questo non avevo pensato e aveva ragione mi tolsi gli occhiali e le catenina di Tiffany e le gettai tra le fiamme...
E con un sorriso amaro mi voltai da quella che ormai era la mia vecchia vita verso la nuova mentre il detective mi augurava buona fortuna.
______________________________
Avevo ancora i suoi occhi tristi davanti a me...l'avevo ferita, lo sapevo, lo avevo sempre fatto.
Le avevo detto che Laurel era il mio grande amore, mai detta bugia più grossa. Ma dovevo farlo per il suo bene per proteggerla da me perché so che se le avessi detto che provavo qualcosa per lei si sarebbe messa in gioco a suo rischio e pericolo. Ho avuto bisogno di tutto l'autocontrollo del mondo per non abbracciarla, baciarla e dirle che non era mai stata mia intenzione spingerla nelle mani di Slade e tantomeno per salvare un'altra donna. Avrei voluto farle capire quanta paura avessi quella notte al pensiero che le potesse succedere qualcosa.
Ma non potevo farlo e vederla andare via con la consapevolezza di averle fatto del male mi faceva sentire uno schifo.
Mi sentivo male al pensiero di averla ferita e la consapevolezza che mano a mano la stavo perdendo era terribile. Cosa avrei fatto? Come avrei gestito la situazione? E se tutto mi fosse sfuggito di mano? La stavo allontanando da me e un giorno probabilmente sarebbe stata di un'altro, il solo pensiero di vederla con qualcun'altro mi faceva stare male. Ma sarebbe successo.
Andai a dormire ma non riuscii a chiudere occhio, chissà cosa le avrei detto domani.

Ci siamo, nel prossimo capitolo vedremo la reazione di Olly alla notizia della morte di Fel. In quanti lo vorrebbero vedere soffrire parecchio? *alzo la mano* in fondo se lo merita! Fel é convinta che probabilmente la notizia non lo toccherá minimamente. Sará così o dovrá ricredersi?! Alla prossima!!!


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Capitolo 6
*** Strade separate... ***


Arrivai a lavoro con la mia solita mezz'ora di ritardo , anche se non potevo averla non vedevo l'ora di vedere la mia Felicity(ma potevo davvero definirla mia?)... Il suo sorriso aveva il potere di calmarmi anche se ultimamente non mi era concesso il lusso di vederlo tanto spesso.

Ma quel giorno non era lì alla sua scrivania e qualcosa mi preoccupava, lei non era mai in ritardo. La chiamai ma il telefono risultava spento. Ero veramente preoccupato ora. Inizia con un fastidioso tic al piede per colpa del nervosismo. Dove diavolo era? Perché era in ritardo? Avevo un brutto presentimento. Provai a richiamarla ma niente. Sempre spento.
Alzai lo sguardo dal telefono e davanti a me c'era il detective Lance con una faccia seria e cupa.
- Detective Lance salve cosa la porta qui?- mi alzai per stringergli la mano
-Salve, purtroppo non le porto buone notizie-disse e a quelle parole iniziai a temere il peggio, nella mia mente già si stavano collegando le cose- ieri sera c'è stato un incidente stradale molto grave una macchina è uscita fuori strada schiantandosi contro un albero per poi prendere fuoco e a bordo c'era una persona...- 
Il terrore mi invase, non poteva essere...
-chi era?- dissi in preda al panico
-la signorina Smoak- 
Il mondo mi crollò addosso 
-ma sta bene vero? É viva? - chiesi speranzoso sapendo già la risposta, solo che non ero sicuro di volerla sentire.
-no, mi dispiace- disse abbassando lo sguardo. Pensare di saperlo era un conto sentirselo dire fu un pugnale al cuore, mi sentii morire, mi appoggia al tavolo con una mano e il mio sguardo era vuoto ed iniziai a piangere continuando a ripetere il nome di Felicity. La vista mi si era offuscata per le tante lacrime mentre fissavo un punto  fermo senza davvero vedere qualcosa. Sentii una voragine crearsi nel petto, pensai davvero ti poter morire. Forse in quel momento lo volevo anche.
-tra i resti- a sentire quelle parole iniziai a sentirmi mancare - siamo riusciti a trovare solo due cose... i suoi occhiali e la sua catenina.
Così dicendo me li porse in una busta trasparente e li vidi, i suoi occhiali e la sua catenina che indossava sempre.
Non riuscivo a muovermi, il mio corpo rifiutava di rispondere a qualsiasi impulso venisse dal mio cervello. Poi dopo minuti interminabili mi decisi a prenderli.
-mi dispiace Oliver- e così dicendo Lance uscì dalla stanza lasciandomi da solo nel vuoto più totale. L'avevo persa per sempre, non avrei più potuto vedere lei, i suoi occhi, il suo sorriso... Le gambe mi cedettero e mi accascia a terra e iniziai a piangere disperatamente. Non avrei mai dovuto allontanarla da me. Il mio unico rimpianto ora era quello di averla fatta morire non sapendo cosa in realtà provavo per lei. Questo mi stava divorando. Continuai a piangere accasciato al suolo. Non sapevo di avere tutte queste lacrime e soprattutto non riuscivo a fermarle. Poco dopo arrivò Dig insieme a Roy e nel vedermi così si allarmarono. Riuscii a formulare una sola frase in quel momento
-felicity é morta...
Passato lo shock iniziale della notizia i due scoppiarono a piangere e si unirono a me in un pianto di disperazione. La nostra vita sarebbe stata diversa senza di lei, la mia sicuramente! Sarebbe diventata spenta buia e senza alcun senso. Fummo interrotti dal telefono di Roy che prese a suonare...si ricompose e si allontanò per rispondere. Stette dei minuti al telefono poi tornò.
-era Lance mi vuole in centrale
-e per quale motivo?- chiese dig
-non ne ho idea
E così dicendo se ne andò.
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Dopo ore di viaggio riaprii gli occhi...eravamo quasi arrivati finalmente. Avevo dormito per tutto il viaggio e appena sveglia ìl mio primo pensiero era stato per Oliver cercando di non pensare alla sua reazione disinteressata alla notizia della mia morte. Poi subito mi venne in mente invece la reazione di Roy, poverino, ma mi sentivo meno in colpa sapendo che la sua sofferenza avrebbe avuto breve durata, la mia lettera lo avrebbe rassicurato. Dovevo smetterla di pensare, quella non era più la mia vita.
-tesoro tutto bene?- era mio padre che con il viso apprensivo e preoccupato si accomodò accanto a me
-Sisi tutto bene solo qualche pensiero...- cambia discorso- e così questo é il tuo jet privato?
-Anche il tuo d'ora in avanti- disse sorridendomi
Giusto d'ora in poi sarei stata la figlia di un miliardario a capo di del più importante impero industriale russo...subito mi venne in mente una cosa
-dovrò studiare il russo suppongo...
-e il francese, l'italiano, lo spagnolo e l'arabo
Rimasi a bocca aperta, non cel'avrei mai fatta...
-appena arriveremo ci sarà una macchina ad aspettarci e ci porterà subito a casa e ho detto al mio parrucchiere personale di farsi trovare li, per la tinta sai.-
Ah giusto...non so perché ma il pensiero di me con i capelli neri mi attirava molto! Forse per via degli occhi blu, erano una bella combinazione.
-stiamo per atterrare...- disse mio padre 
Una volta a terra una macchina era già lì per noi...non vedevo l'ora di vedere la casa.
Ma casa effettivamente era alquanto riduttivo per descrivere la mega villa che mi trovai davanti. Era enorme, più di casa Queen, e il giardino era immenso.
-Sbalordita eh
Solo in quel momento mi resi conto che ero a bocca aperta come una scema, la richiusi subito.
-Wow- dissi- é bellissima.
-Vieni ti faccio fare il giro della casa
L'ingresso era enorme e il salone era qualcosa di spettacolare. Davanti all'ingresso subito una bella e sontuosa scalinata in marmo, sembrava davvero il castello.
- vieni ti faccio vedere il salone- mio padre mi prese per mano e mi portò con se.
Avrei dovuto fargli i complimenti, arredamento molto moderno.c'era una splendida vetrata che dava sul giardino interno. Lui l'aprì e quello che mi trovai davanti bastò a farmi sentire in paradiso: una fantastica piscina. Si era decisamente la casa dei miei sogni.
-Bhe adesso tocca alla tua stanza...- e così dicendo mi trascinò su per le scale .
-ero sicuro che ti avrei convinto a venire così avevo già fatto rimettere apposto la tua camera, sai la maggior parte sono rimaste inutilizzate per anni. 
Si fermò davanti ad una porta 
- Apri
Quasi titubante aprii la porta e...
-O MIO DIO- rimasi di nuovo a bocca aperta. Era una stanza bellissima, enorme, troppo grande per una sola persona. Una grande finestra rendeva la stanza molto luminosa, come piace a me. I colori della stanza erano fantastici, bordeaux e bianco. I quattro muri erano tutti bordeaux mentre il soffitto era bianco. 
-non sapevo quali colori ti piacessero così ho scelto quello che secondo me era il più bello...- disse mio padre
-grazie è fantastico amo questo colore-
Il pavimento era parquet, fantastico. Il letto era a due piazze a baldacchino bianco.
Un'intera parete era occupata dall'armadio a muro con le porte scorrevoli, le ante erano degli specchi. Spettacolare.
Poi intravidi una porta.
-e...quella?- chiesi curiosa ed eccitata
-apri- disse mio padre sorridendo
La aprii e....Wow...era il bagno, e che bagno! Enorme anche quello bordeaux e bianco. Due lavandini e poi...una vasca da bagno bellissima. Che lussooo!!
-allora?- chiese mio padre
Non resistetti, lo adoravo, gli saltai addosso e lo abbracciai.
-grazie mille Papá- sembravo una bambina.
-prego piccola- disse lui stringendomi a se.
Ero felice per la prima volta dopo tempo. Sentimmo il campanello suonare.
-deve essere arrivato August, il parrucchiere... Pronta per il restauro?- mi chiese
Bhe cavolo no che non lo ero!! Troppi cambiamenti in poco tempo.
-certo che si- dissi sorridendo...e così dicendo mi avviai verso il mio primo cambiamento.


Ecco a voi il tanto atteso capitolo sulla reazione di Oliver alla morte di Felicity. L'ho fatto soffrire abbastanza o siete rimasti delusi? Fel invece sembra trovarsi in paradiso. Nel prossimo capitolo vedremo come procederanno le loro vite separati. Ci riusciranno? Olly riuscirà a vivere senza di lei?... Alla prossimaa!!



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Capitolo 7
*** Cambimenti radicali ***


Siamo al covo, é sera ma io ho perso la cognizione del tempo da quando so che lei non c'é più...come se il tempo si fosse fermato. Devo andare avanti se no sento che potrei morire. Dig è tristissimo ma anche preoccupato per me, lo vedo da come mi guarda 
-Dig smettila di guardarmi così ti prego...
-hai un aspetto orribile amico sembri uno zombie e hai lo sguardo perso nel vuoto...
Era davvero così che apparivo? Non mi meravigliavo affatto.
La porta del covo si aprì, era Roy, aveva l'aspetto confuso ma anche un dolce sorriso sulle labbra, sembrava che stesse pensando a qualcosa.
-ehi che voleva lance -chiede Dig
-Emmm...- sembrava a disagio- pensava che io avessi a che fare con un furto avvenuto ieri...già....
Questo ragazzo é strano a me sembra tanto una scusa ma non faccio in tempo ad indagare che arrivano Sara e Laurel entrambe sorridenti
-ehi perché avete quelle facce?- chiede Sara
Non ce la facevo a ridirlo, lasciai il compito a Dig che raccontò il tutto a grandi linee. Sara aveva le lacrime agli occhi, si era affezionata a quella biondina. A Laurel invece la notizia non fece alcun effetto a parte la sorpresa iniziale.
-Bhe ragazzi sembra una serata tranquilla...andiamo a casa...- dissi
-ok vengo con te- mi dice Laurel
-No!- grido - voglio restare solo
E così dicendo esco andandomene. Arrivo a casa e mi siedo sul letto. Poi mi ricordo di quella busta con le ultime cose di Felicity la prendo e resto a contemplare i due oggetti. Prendo la catenina e resto a guardarla sul palmo della mia mano per poi chiuderla a pugno stringendo la catenina con forza sentendo una rabbia sconosciuta montarmi dentro e di cui non so la provenienza. Fu allora che decisi che quella collanina sarebbe stata il mio portafortuna, un ricordo di lei che avrei sempre portato con me. E con gli occhi umidi dalle lacrime mi addormentai sfinito.
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Stento a riconoscermi allo specchio...il cambiamento è stato lungo ma cavolo se ne è valsa la pena...August ha fatto proprio un bel lavoro. 
-Bhe sei un'altra...- dice mio padre
-é vero...- dico ancora sbalordita
-Ora...visto che di tuo non hai nulla qui...direi che puoi andare a fare un po' di shopping- disse porgendomi una carta di credito
-Bhe non sono mai stata un'amante dello shopping-dissi prendendo titubante la carta-a meno che non si trattasse di elettronica, computer...- vedendo la faccia di mio padre mi ricomposi- ok vado...- dissi avviandomi verso la porta -a e grazie- alzai la mano mostrandogli la carta che avevo.
Mi diedi a un rilassante pomeriggio di shopping comprai il telefono nuovo e una marea di scarpe e vestiti...mi sono rifatta il guardaroba. Strano non era da me, ma...insomma, sono pur sempre una donna ed è risaputo che con una carta di credito in mano diventiamo pericolose, soprattutto se il budget è illimitato.
Mi fermai spesso a guardarmi negli specchi dei negozi in cui entravo. Vedevo la mia immagine ma allo stesso tempo non riconoscevo me stessa. Mi sentivo... Svuotata?! Forse era la parola giusta. 
Tornai a casa per l'ora di cena, mio padre era lì ad aspettarmi e appena mi vide sorrise
-shopping folle mamma mia!
- si un po' troppo ma non avevo nulla di mio e un budget illimitato e non mio e...la smetto di parlare.
-hai fatto bene
Cenammo chiacchierando del più e del meno, così per conoscerci meglio. Possibile che padre e figlia potessero sentirsi così estranei?...a fine cena si alzò 
-Bhe ora credo di doverti far vedere un'altra cosuccia
Mi alzai incuriosita e lo segui... Al piano terra c'era una porta che non avevo notato e aprendola notai delle scale. Scendemmo giù in quello che pensavo fosse la cantina  e davanti a noi c'era un'altra porta con accanto un piccolo schermo...mio padre mise il pollice sopra e la porta si aprì...mmmm fico riconoscimento digitale.
Mio padre mi tenne la porta aperta e quello che vidi quando entrai mi fece restare sbalordita... Era una sala enorme piena di attrezzature per allenarsi...il covo era niente in confronto. C'erano tappeti da allenamento, la salmon ladder (che purtroppo mi ricordò Oliver), una parete da rampicata. Ma la cosa più affascinante erano le molteplici armi attaccate tutte su un lungo muro: pistole, coltelli, spade, arco e frecce e la stecca di metallo che usava anche Sara per combattere. 
-Bhe questa é la sala di allenamento mia personale ma anche dei componenti della lega...dei pochi componenti per così dire
-quanti sono?-chiesi curiosa
-3 uomini, tu diventeresti l'unica donna, ma sono talmente micidiali da valere per 6 uomini.
L'unica donna in mezzo ai maschi...vabbe dai ci sono abituata.
-Quando cominciamo?- chiesi impaziente
-Anche domani se vuoi...- disse dolcemente mio padre
-Va bene domani- dissi decisa
Poi notai che una porzione abbondante della stanza era delimitata da spesse lastre di vetro a formare un grande rettangolo.
-E quello cos'è?- chiesi
mio padre sorridendo andò a prendere arco e frecce
-guarda- e cosi dicendo entro in quella parte di sala digitando qualcosa su uno schermo lì vicino . Incoccò la freccia e vidi materializzarsi una figuara di forma arancione che correva verso di lui...lui scoccò la freccia e mandò in mille pezzi "l'uomo"...e così fece per le seguenti tre figure.
Quando ebbe finito uscì.
-hai capito a cosa serve?
-è un poligono di tiro con bersagli mobili alquanto realistici?!- chiesi ironica
-esattamente, sai per usare le armi non si possono usare vere persone in allenamento- disse ridendo
bhe non aveva tutti i torti effettivamente, deglutii all'idea di me con delle armi in mano...
-invece per l'allenamento corpo a corpo userai me o i tuoi compagni, con i nostri metodi nel giro di 4 mesi sarai già bravissima, è con le armi che ci vuole più pratica...-
-perfetto
-in camera ti ho messo una tenuta da allenamento, le scarpe non serviranno, si sta piu comodi scalzi.-
Annuii pensando che ero eccitatissima di iniziare ad allenarmi. 
-adesso dobbiamo parlare di un'altra punto...
-quale?
-la tua presentazione pubblica come mia figlia
-oh giusto ora sono importante, sono passata da essere la segretaria di un miliardario ad essere la figlia di un miliardario, Wow - dissi scherzando
- bhe Alexandra abituati è la tua vita questa...comunque dicevamo, la tua presentazione avverrà a un ballo ufficiale che si terrà qui in casa nostra e inviteremo le persone che contano qui in Russia. Si terrà tra due settimane.
-due settimane?...wow...cavoli...quindi posso chiamare Roy quel mio amico per il ballo.
-va bene ok in fondo lo vedremo spesso qui giusto?!- disse sorridendomi
-giusto 
Mio padre era un uomo fantastico lo guardavo e pensavo che non poteva capitarmi di meglio, non perchè era ricco,non sono così superficiale, ma perchè era una persona fantastica e iniziavo a volergli davvero bene nonostante non lo conoscessi affatto. Sicuramente non mi aspettavo tutta questa gentilezza da parte di un capo della lega degli assassini!
-allora vado a chiamarlo- dissi. Lui annuì e io andai via. Uscii in giardino, presi il mio telefono e lo chiamai. Ero nervosissima. Uno squillo...due...tre...
-Pronto- sentire la sua voce era un sollievo.
-Ehi...Roy...sono io...-dissi titubante
Passarono secondi che mi sembrarono ore prima che parlasse
-O mio dio Fel...o mio dio...tu sei completamente pazza mi devi una spiegazione signorina. Prima apprendo la notizia della tua morte, piango, sto male, poi leggo una tua lettera in cui mi dici che non sei morta ...ho tralasciato qualcosa?
-tecnicamente hai tralasciato il fatto che non lo devi dire a nessuno!- dissi ironica
-fai anche la spiritosa?
-No scusa hai ragione mi dispiace ma era l'unico modo...
-L'unico modo per cosa?
-Per sparire...senti Roy ti racconterò tutto ma lo farò di persona perchè è una storia lunga sappi che la mia finta morte è stata necessaria e devi sapere delle cose...
-ok dimmi
- D'ora in poi il mio nome è Alexandra, tu mi chiamerai con questo nome
-aspetta aspetta...hai cambiato nome?- chiese sbalordito
-no...in realtà è il mio vero nome, è Felicity il mio finto nome...apetta fammi finire. Allora ti viene concesso di venirmi a trovare qui in Russia ogni 4 mesi, viaggio pagato da me ovviamente, fidati ho abbastanza soldi ora per farlo...
-Wow davvero- era eccitato, lo sentivo dalla voce, era felicissimo- oddio si grazie!
-di nulla...allora potrai venire la prossima settimana e ricorda porta un vestito elegante poi ti dirò perchè...-
-Oddio sono felicissimo va bene...ma tu stai bene?- chiese immediatamente serio
-Mai stata meglio Roy- mentii
-Bene ne sono felice. Senti e per i miei improvvisi viaggi...agli altri che dico?
-Non lo so...affari di famiglia digli così e mi raccomando non dire niente a nessuno..
-Muto, ciao splendore io vado...tanto ti scriverò di continuo...
-ok ciao Roy un bacione
Una volta finita la telefonata mi sentivo felice di avergli parlato. Ma subito si fece largo nel mio cuore la nostalgia. Oliver mi mancava da morire, come avrei resistito? Questa nuova vita avrebbe fatto per me? Uccidere delle persone...no non lo avrei mai fatto... Assonnata decisi che era il caso di andare a dormire e dormii come non facevo da tempo.


Diciamo che questo é un capitolo un po' di "passaggio" come lo definisco quindi mi scuso se risulta un po' noioso, mi rifarò con i prossimi! Poi per quanti di voi hanno visto hunger games avranno notato nella mia descrizione al poligono di tiro della sala degli allenamenti il riferimento a quella che si vede nel film, diciamo che l'ho voluta inserire perché l'idea mi piaceva. Come abbiamo visto Felicity inizierá il suo allenamento ma è decisa a non uccidere. Riuscirá nel suo intento? Una donna in mezzo a tre maschi...magari non sono neanche niente male! Ciao alla prossima!!

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Capitolo 8
*** Restare se stessi... ***


Mi sveglia molto riposata, erano le 9:30 e scesi a fare colazione, ad aspettarmi c'era mio padre che mi sorrise appena mi vide
-Ciao tesoro dormito bene?
-Ciao papà si tutto bene tu?- non so perché ma mi chinai e gli diedi un bacio sulla guancia come ho visto fare a tutte le figlie con i papà. Lui non si scompose anzi gli fece piacere.
-tutto bene...ti vedo riposata- disse sorridendo
-bhe diciamo che ho dormito come non facevo da tempo, ero troppo impegnata a passare le notti con il mio capo- poi mi resi conto di quello che avevo detto- non nel senso che credi di aver capito, non che mi dispiacerebbe anzi, ma ecco io...-ok era meglio se stavo zitta. Abbassai lo sguardo avvilita ma sentivo mio padre ridacchiare.
-pronta per oggi?
-certo a che ora iniziamo?
-tra un'ora, per queste due settimane lavoreremo da soli, i 3 ragazzi sono andati in "vacanza"- disse lui facendo le virgolette con le dita. Non chiesi il perchè.
-bene ok-  meglio meno figuracce
-a tesoro io tendo ad essere duro durante gli allenamenti perchè pretendo il meglio quindi mi scuso in anticipo se...
-nono non ti preoccupare- lo bloccai- anzi meglio così mi sproni a fare del mio meglio, mi serve.
Lui sorrise orgoglioso.
-senti io ti devo dire una cosa e vorrei che sia chiaro!
-ti ascolto
-io ho accettato di allenarmi nella lega per diventare più forte e difendermi da sola ma non ho intenzione di uccidere nessuno, non ce la farei mai- dissi. Lui rimase qualche istante a fissarmi.
-sai quando anche io mi allenavo a Nanda Parbat la pensavo come te..."non é da me" o "non lo farò mai"... Ma poi ti trovi in alcune situazioni a dover fare delle scelte, e scegli la cosa più conveniente!
-cosa è successo per farti cambiare idea?
-la prima volta che uccisi fu per autodifesa, o lo uccidevo io o sarei morto per mano sua. E capii che se volevo restare vivo non c'era altro modo. Ma c'era qualcos'altro per cui avrei ucciso e lo scoprii poco dopo.
-ovvero?- chiesi seria
-per salvare le persone che ami, fidati saresti disposto a sacrificare ogni buon proposito!-disse tristemente- ti sto dicendo questo non per dirti che devi uccidere ma per dirti che potrebbe succedere, anche se non vuoi e fidati so che non vorresti.
Rimasi colpita dalle sue parole. Lo avrei davvero fatto un giorno?!
Andai su in stanza e mi cambiai per l'allenamento . Avevo dei leggins neri o degli shorts neri e canottiera o t-shirt nera...tutto nero. 
Optai per shorts e t-shirt e scesi giu.
-allora per prima cosa dobbiamo potenziare la muscolatura del tuo fisico per prepararlo all'allenamento vero e proprio quindi per tre giorni ci incentreremo su questo...ok?!
Io annuii e così iniziò la tortura: corsa, addominali, flessioni, pesi ecc...Dai ce la posso fare...SPERO

1 SETTIMANA E MEZZO DOPO...
Ero distrutta...mio padre era un tipo davvero tosto, adesso ero a conoscenza delle basi delle tecniche di difesa, apprendevo molto facilmente, stavo diventando brava e la mia muscolatura si stava rafforzando nonostante l'indolenzimento iniziale. Mio padre sembrava soddisfatto dei miei progressi e questo mi rendeva felice. Gli allenamenti con Dig si rivelarono molto utili.
-Sai che sei molto portata?! diventerai molto brava ed agile non ho dubbi!
Io gli sorrisi e mormorai un grazie
-allora quando arriva il tuo amico?-chiese alludendo a Roy
-tra due giorni, puntuale per il ballo
-i miei allievi arriveranno lo stesso giorno del ballo così te li presento- disse felice
-mi sembra perfetto
-ok dai ricominciamo ad allenarci
Controvoglia mi alzai e riprendemmo la sessione di allenamento
_____________________________
Era passata più di una settimana dalla sua morte ed io ancora non riuscivo ad accettarla.
Ero continuamente scontroso ed arrabbiato con tutti e a pagarne le conseguenze era il team e soprattutto Dig con il quale mi sfogavo durante l'allenamento.
Roy invece era il più strano, si comportava come se non fosse successo nulla, come se Felicity fosse ancora tra noi.
-ragazzi vi volevo informare di una cosa- disse Roy entrando nel covo - domani parto per motivi familiari e starò via solo per una settimana non vi preoccupate
-spero nulla di grave- disse Sara
-o no sono solo dei cugini che hanno deciso di voler riallacciare i rapporti con me- disse abbassando lo sguardo
-Bhe sbrigati a tornare allora!- dissi con il mio solito tono duro
Vidi che stava per rispondermi ma Dig lo ammonì con lo sguardo...visto il mio comportamento era ovvio che nessuno del team mi sopportasse più.
-ciao ragazzi-disse Laurel entrando nel covo sorridente - allora...ho pensato alla nostra situazione e abbiamo bisogno di qualcuno che durante le missioni ci aiuti da qui tramite computer e ho pensato che visto che per ultimare il mio allenamento occorrerà del tempo ora potrei ricoprire io il ruolo di Felicity in fondo me la cavo.-
Nel sentire quelle parole la mia rabbia crebbe ancora di più.
Come si era permessa?! già il fatto che qualcuno avesse sostituito Felicity come mia segretaria a lavoro mi faceva imbestialire e ora questo?...No no non lo accetto!!
-CHE COSA HAI DETTO?-dissi furioso- Tu? il posto di Felicity?scherzi spero! Tu non hai alcun diritto di prendere il suo posto!- le gridai contro.
E così dicendo uscii dal covo nel buio della notte, sentivo ancora la rabbia scorrer,i dentro. Sentii qualcuno prendermi il polso per trattenermi. Laurel.
-ma che ti prende Oliver? io sto facendo tutto questo per aiutarti e tu...-
-Basta Laurel basta... non posso continuare così- dissi passandomi una mano tra i capelli esasperato- ...io non ti amo più dovremmo lasciarci mi dispiace ...- stavo per girar i ma mi ricordai una cosa- ah e un'altra cosa,  tu non prenderai il posto di Felicity! chiaro?
Dicendo così feci per andarmene ma la sua voce mi raggiunse
-La amavi vero?!
La domanda mi spiazzò ma risposi comunque
-SI!- dissi sicuro.
Stavo andando via ma Laurel iniziò a gridarmi contro
-Sei un idiota Oliver, Felicity è morta capito? è morta e tu non puoi fare nulla non tornerà mai indietro!- chiusi gli occhi e le strizzai per trattenere le lacrime nel sentire quelle parole, mi voltai e furioso mi misi di fronte a lei.
-non mettere mai più piede nel covo o la pagherai cara!
e così dicendo mi voltai e filai via. 
Avevo ammesso di amare Felicity solo dopo averla persa per sempre, un classico. Sono proprio un idiota.


Bhe la vita di Oliver e Felicity procede separatamente. Felicity é decisa a non cambiare ma ci riuscirá o qualcosa la porterà a cambiare? Il nostro Oliver é perso senza di lei ma posso dirvi che non aspetterete molto per rivederli insieme! Nel prossimo capitolo vedremo l'arrivo di Roy. Cosa dirá a Fel?
PS. E se nella vita di Felicity arrivasse un secondo uomo?!
Ciao alla prossimaa!!

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Capitolo 9
*** Nostalgia... ***


Ero fuori all'aeroporto e stavo aspettando Roy appoggiata alla macchina. Altro che Dig, il mio autista era una noia mortale..."si signorina....subito signorina..."
Ogni volta che cercavo di fare un discorso con lui in macchina mi sembrava di fare dei monologhi, che persona noiosa e rigida!
 Vidi Roy uscire con il suo borsone, subito gli corsi incontro e lo abbracciai. Lui lasciò cadere il borsone e mi prese al volo.
-Mio Dio come mi sei mancata Fel- mi disse stringendomi forte
-Alexandra ricorda...e anche tu mi sei mancato tanto!
ci staccammo
-Cavolo non ti avevo riconosciuta con questi capelli, wow sei fantastica e ti sei anche dimagrita, come è possbile in una settimana?
-emmm...te lo spiego vieni andiamo a berci qualcosa-
Così davanti a un bell'aperitivo gli raccontai tutto nei dettagli divertendomi nel guardare le sue facce sbalordite. Era davvero buffissimo!
-C'è fammi capire...tuo padre non è solo un miliardario ma anche grande amico di Ra's al Ghul e capo della lega degli assassini russa?
-Shhhh...parla piano...comunque si 
-e TU ti stai allenando con lui?- chiese scioccato
-ebbene si
-Wow...bhe...mi hai spiazzato cavolo.-disse lui portandosi il bicchiere alla bocca. Erano tante le domande che volevo fargli...si soprattutto su Oliver ma mi tenni sul generale.
-senti e.... Al covo...come va?
-tutto bene, le cose hanno cominciato a tornare alla normalitá- disse lui. Mi sentii delusa, non mi aspettavo che piangessero in eterno la mia morte... Ma già dopo una settimana?!
-no non è vero! Va malissimo, Dig è triste e Oliver è intrattabile da quando non ci sei più...dovevi vedere come ha reagito quando ha appreso della tua morte...era distrutto e ora è sempre arrabbiato e a pagarne le conseguenze siamo io Sara e Dig che ci alleniamo con lui.
Sentire quelle parole in parte mi fece piacere...cosa sbagliatissima lo sapevo anche da sola.
Cavolo non me lo aspettavo che Oliver avrebbe avuto questa reazione...
-ah...- fu la mia unica esclamazione.
-Senti una cosa, perchè mi hai detto di portare un vestito elegante?-cambiò discorso Roy.
Gli raccontai anche del ballo e lo forzai ad accompagnarmi a comprare il mio abito. Lo trovai dopo ore di ricerche era bellissimo di seta blu senza spalline e con un nastro in vita che dietro formava un fiocco.
-Wow sei fantastica
-grazie
-senti Alexandra è troppo lungo ti devo trovare un diminutivo
-puoi chiamami ....- ci pensai un po' - che ne dici di Alex?
-Alex...mi piace- disse felice
Tornammo a casa e ad accoglierci trovammo mio padre che salutò Roy stringendogli la mano. 
-ciao Roy piacere di conoscerti mia figlia mi ha parlato di te! L'aiutante di Arrow.
-Si signore sono io é un piacere conoscerla- sembrava un po' a disagio Roy ma grazie ai modi di mio padre subito si rilassò -quindi lei sa di Arrow?
-Bhe si infondo é mia figlia, so tutto di lei
-Mi sembra più che giusto signore- ci accomodammo sul divano in salotto
-oh non chiamarmi signore, chiamami Nicolas, signore mi fa sentire vecchio!
-ok, Nicolas
-allora raccontami qualche aneddoto divertente su mia figlia
-Bhe non saprei da dove cominciare sua figlia ha una lunga lista di figuracce una peggiore dell'altra- disse sorridendomi- diciamo che ha la tendenza a dire tutto quello che le passa per la testa
-tecnicamente non é così, o meglio si é così ma se dico qualcosa è sempre la veritá...tranne nei casi eccezionali ovviamente, Bhe sono sempre bugie a fin di bene e...lo sto rifacendo...- dissi guardando Roy che era sul punto di scoppiare a ridere così come mio padre -vado a prendere da bere...
 Al mio ritorno i due stavano chiacchierando e ridendo
-Bhe Alexandra questo tuo amico mi piace è in gamba- mi disse mio padre
-Si lo so - dissi sorridendo al mio amico
-Senti Roy stavo pensando...ti andrebbe di allenarti con noi della lega le settimane che verrai qui? tanto per migliorare il tuo livello di preparazione...
-Si certo! O mio dio ne sarei onorato!- sembrava un bimbo a natale
-perfetto...allora andiamo a cena?!
Andammo a cena e chiacchierammo a lungo per poi andare a dormire. Ero felice di aver rivisto Roy ma la sua presenza qui aveva fatto aumentare il senso di nostalgia che tanto mi opprimeva...e la cosa peggiore era che sentivo nostalgia di Oliver.
Il mio risvegli fu a dir poco traumatizzante, Roy mi era appena saltato addosso e mi faceva il solletico
-giorno dormiglionaaaa- gridò per poi darmi un bacio sulla guancia
-giorno idiota, mi hai fatto prendere un colpo
-dai a colazione che poi ci si allena- disse tutto esaltato
Avevo sonno ma non ci feci caso mi alzai mi vestii e scesi a colazione.
Salutai mio padre con un bacio e poi feci una linguaccia a un Roy alquanto divertito.
Iniziammo ad allenarci...riuscii a mettere Roy al tappeto per ben 5 volte...su 20 ma vabbe dettegli ero solo una principiante in fondo. Era l'ora di pranzo e mi ricordai di avere l'appuntamento dal parrucchiere, per il ballo di quella sera.
 August mi aspettava per le due e io avevo assolutamente bisogno di una doccia fresca. 
Purtroppo la doccia è l'unico posto in cui ti ritrovi sempre a pensare e ripensare alla tua vita, agli errori fatti e alle scelte prese... pensai a come mi ero sentita bene in queste due settimane...avevo preso la giusta decisione e col tempo avrei dimenticato Oliver. O meglio, ci speravo.
Uscii dalla doccia e ad attendermi c'era già August. Optai per un'acconciatura morbida con i capelli raccolti. Dopo ore di lavoro ero favolosa per non parlare del trucco ...ero WOW. 
-Grazie mille August
-Di niente tesoro
-Alex hai visto il mio...- Roy entrò nella stanza e mi fissava a bocca aperta. La sua faccia mi fece ridere
-Attento hai un po' di bava qui- dissi scherzando e indicando con l'indice l'angolo della bocca.
-Si spiritosa guarda
-Alexandra scendi un attimo- era mio padre che mi chiamava 
Scesi le scale seguita da Roy. Solo quando alzai lo sguardo notai tre ragazzi uno più bello dell'altro, sicuramente gli allievi di mio padre. Uno di loro in particolare mi attirava, bellissimo, carnagione dorata, capelli neri e occhi di un blu spettacolare...mi stava fissando sembrava imbambolato, come anche gli altri due. Questo mi fece sorridere.
-Bhe ragazzi lei è mia figlia Alexandra- disse mio padre
Il primo a farsi avanti fu un ragazzo biondo con gli occhi marroni
-Piacere Dimitri- disse sorridendomi
-Alexandra- risposi stringendogli la mano, devo abituarmi a questo nome cavolo...
-Piacere io sono Damian- disse il ragazzo biondo occhi azzurri
Gli strinsi la mano -ma....tu sei americano?!- dissi sorpresa
-si, di Los Angeles per la precisione- disse sorridendo -come anche mio cugino Austin...- disse per poi dare una gomitata al ragazzo moro accanto a lui che era ancora imbambolato a guardarmi.
-Austin- disse svegliandosi di soprassalto e porgendomi la mano
-piacere- risposi stringendo la mano sorridendo e lui mi sorrise a sua volta con un sorriso malizioso. Ritirai subito la mano. Poi sentii qualcono mettermi la mano sul fianco, era Roy.
- e lui é Roy un amico di mia figlia- disse mio padre
Austin continuava a fissarmi.
- credo sia ora di andarci a preparare- dissi e così dicendo trascinai via Roy con me.
Arrivammo nella mia stanza e chiusi la porta.
-sbaglio o hai fatto colpo?!- chiese Roy sorridendo malizioso
-stai zitto o ti uccido a costo di restare senza accompagnatore- dissi per poi sparire in bagno a vestirmi. E se Roy avesse ragione?
Dopo poco eravamo entrambi pronti e bellissimi. Ci guardammo allo specchio.
-che bella coppia- disse Roy sorridendomi e porgendomi il suo braccio.
-lo penso pure io- risposi prendendogli il braccio.
La festa era già iniziata appena mi vide mio padre sali in cima Alle scale 
-signore e signori, questa sera vi ho riunito qui per presentarvi una persona che ho ritrovato da poco e non ho intenzione di lasciarmela scappare di nuovo...ed è con piacere che vi presento mia figlia Alexandra- tra gli applausi e le esclamazioni di sorpresa di tutti io uscii dal mio nascondiglio e presi la mano che mio padre mi porgeva e scendemmo le scale tra gli scatti dei tanti paparazzi. Mi sentivo stranamente a mio agio. Mio padre mi diede un bacio sulla fronte e mi lasciò a Roy. Talmente tante persone vennero a presentarsi e a stringere la mia mano che alla fine non mi ricordavo nessuno di loro. Per il tempo che mi rimase ballai con Roy e una volta con mio padre.
-mi concedi questo ballo?- Austin era accanto a me che mi offriva la mano.
-ok- guardai Roy e presi la mano di Austin che subito mi attirò a se e mi mise una mano sulla schiena stringendomi a lui...ok era imbarazzante e cavolo mi faceva uno strano effetto questo ragazzo.
-allora che mi dici di te?- mi sussurrò all'orecchio
-Bhe non molto... Mi sono laureata all' MIT e sono un'esperta informatica. Lavoravo per il supereroe della mia cittá ed ero la segretaria di un milionario playboy di cui ero innamorata...no questo non l'ho detto davvero- lo sentii ridere- vabbe ora invece mi credono tutti morta e mi ritrovo ad essere la figlia di un miliardario e mi sto allenando per diventare un'assassina - dissi sarcastica
-Wow hai una vita movimentata- mi sussurrò accarezzandomi l'orecchio con le labbra...brividi...
-e...e di te che mi dici?
-non c'é molto da dire ero una testa calda e ho fatto tanti errori nella mia vita con mio cugino,anche se in effetti mio cugino é molto più riflessivo di me, ma per sopravvivere si fa di tutto...  e prima che arrivassimo al limite tuo padre ci ha salvato e ha deciso che eravamo abbastanza determinati da poterci allenare per la lega...-
-da quanto ti alleni?- 
-4 anni 
Wow era tanto tempo
-quello che è con te è il tuo ragazzo?- mi chiese di punto in bianco 
-Oh nono, Roy é solo il mio migliore amico!
-bene meglio così- sorvolai su questa risposta
-e tu hai una ragazza?- chiesi stranamente curiosa
-no per carità io voglio solo divertirmi per ora,nulla di serio- mi ricordava qualcuno - a dire il vero sono l'unico single dei tre, mio cugino e Dimitri hanno già una ragazza, storie serie- disse ridendo
Bene un'altro montato, ma tutti a me?! lui però non lo so mi attirava come una calamita, dovevo stare attenta.
La festa finì ed io andai a letto esausta dopo una lunga doccia calda e come sempre prima di andare a dormire il mio pensiero fu rivolto ad Oliver e a quanto, secondo Roy avesse sofferto e soffrisse per la mia morte. Fui colta da un attimo di pazzia presi il cellulare e composi quel numero che ormai conoscevo alla perfezione... 
-pronto!- eccola, la sua voce profonda. Mi portai una mano alla bocca mentre le lacrime scorrevano sul mio viso. Risentire la sua voce fu emozionante e bellissimo. Mi mancava tanto.
-pronto c'é nessuno?- chiese ancora. Decisi di attaccare e mentre le lacrime continuavano a scorrere sul mio viso chiusi gli occhi e mi addormentai.


Bhe c'era chi pensava che Roy non avrebbe detto la veritá a Fel e invece l'ha fatto spingendola così a chiamare Oliver... Sono entrati nella storia i componenti della lega, a quanto pare un gruppo di fotomodelli, ma uno in particolare attira la sua attenzione...cosa fará la nostra Fel? Baci alla prossima!!
PS. Volevo ringraziare tutte le persone che recensiscono la storia o che la seguono! Grazie mille!!

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Capitolo 10
*** Gli anni passano ma i sentimenti restano... ***


Dormii per 3 ore poi mi sveglia di soprassalto. Scesi giù in cucina a prendere un bicchiere d'acqua e mi sedetti sul bancone di marmo al centro della cucina
-anche tu non riesci a dormire eh?!- mi girai di scatto, era Austin che mi sorrideva
-No effettivamente no
-Lo so faccio questo effetto alle donne- disse. Io mi girai di scatto e lo fulminai con lo sguardo
-Come prego?- e scesi dal bancone
-Dai lo so che ti piaccio ammettilo- disse avvicinandosi
-O mio dio ma ti senti? spero tu stia scherzando, nemmeno ti conosco!- arretrai mentre lui si avvicinava a me
-No affatto non sto scherzando- disse e io mi trovai spalle al muro e lui poggiò le sue mani alla parete chiudendomi in una gabbia- Vuoi contraddirmi?- chiese vicinissimo alle mie labbra, troppo vicino...
Non riuscivo a rispondere, il cuore a mille, ma perchè mi faceva questo effetto.
-A..Assolutamente si!- dissi e spingendolo corsi via. Ma chi diavolo si credeva di essere questo tipo?!
Ovviamente non riuscii a chiudere occhio ma ero abbastanza sveglia, non avevo affatto sonno e quindi non avevo bisogno di dormire. Decisi di vendicarmi di Roy. Così entrai in camera sua e gli saltai addosso
-Sveglia sveglia sveglia-
-Oddio...ti odio...- disse Roy con voce assonnato mi chinai sul suo orecchio
-Vendetta ahahahahah
Andai subito a vestirmi per l'allenamento dopo una doccia fredda e scesi giu in cucina erano già tutti li, tranne mio padre...strano.
-Buongiorno a tutti- dissi
-Buongiorno- risposero in coro
-...Stronza...- sentii aggiungere a Roy 
-Scusa Roy hai detto qualcosa?- dissi e gli diedi un bacio sulla guancia sotto lo sguardo di Austin che non ne sembrava molto felice- ma mio padre?- chiesi.
-è dovuto andare in azienda per un problema ma non ti preoccupare, ha lasciato a me il compito di allenarti- mi disse Austin con un sorriso malizioso.
-fantastico- dissi con poco entusiasmo- a proposito di questo, so che siete tutti bravi ovviamente quindi vi chiedo di non prendermi in giro se faccio qualcosa di buffo perfavore- chiesi pregandoli
-Non ti preoccupare ci siamo passati tutti- disse Damian dolcemente- non ci permetteremmo mai di ridere di te
-ma vi concedo di ridere con me se dovesse succedere- dissi
e scoppiammo a ridere. Scendemmo giù nella sala. Gli altri iniziarono ad allenarsi, inutile dirlo erano bravissimi
-Bene allora mettiamoci a lavoro!- disse Austin con un sorriso malizioso
Io lo guardai male
-OkOk- disse alzando le mani- Tregua giuro-
Si rivelò un bravissimo insegnante, tutto procedeva bene fino a quando non decise di farmi fare pratica con il tiro con l'arco. Ignorare le sue mani sui miei fianchi mentre era dietro di me era quasi impossibile ma ce la feci...presi piu volte il centro del bersaglio e stavo per scoccare l'altra freccia ma...
-Sai che sei bravissima?-mi disse sfiorandomi l'orecchio con le labbra mentre tiravo. Inutile a dirlo, mancai il bersaglio.
-Ops...-disse
-Lo hai fatto apposta!- dissi girandomi furente
-Forse...bhe almeno ho avuto la mia conferma
-ovvero?- 
-che ti faccio un certo effetto- disse avvicinandomi e allora mi avvicinai di piu
-Sogna pure- gli sussurrai per poi andare via.
Iniziavo ad odiarlo, ok forse non gli ero proprio indifferente ma lo odiavo comunque.
-Ehi atmosfera bollente giu eh?!- chiese Roy divertito entrando in camera mia
-Zitto perfavore- dissi per poi scomparire in bagno
Sarebbe stata davvero una lunga convivenza...

3 ANNI DOPO....

-Siiiiiii troppo forte!!- dissi gridando e alzandomi dal tappeto su cui avevo appena atterrato Damian e Austin.
-Dai così Alex!!!- disse Dimitri battendomi il cinque 
-Sisi molto brava- disse Austin quasi infastidito
-Povero bimbo ci sei rimasto male? atterrato da una ragazza!- dissi prendendolo in giro
-Sisi spiritosa...- disse per poi bloccarsi- credo tu mi abbia rotto l'osso sacro
Scoppiammo a ridere
-Bhe che ne dite stasera di andare a festeggiare gli ottimi progressi della nostra Alex al locale nuovo che ha aperto, quello latino americano?-propose Damian su di giri
-Si approvo alla grande, amo i locali latino americani!- dissi entusiasta
-Bene anche noi, siamo tutti bravissimi ballerini di latino americani- disse Austin
-...c'è QUALCOSA che non sapete fare?- chiesi 
-no- risposero in coro. Era snervante davvero! Alzai gli occhi al cielo.
Andammo a prepararci per uscire. 
Arrivammo al locale, era fantastico, sofisticato e molto grande. La music era contagiosa.
Brindammo subito piu e piu volte, ci stavamo divertendo molto.
-Ehi bellissima potrei invitarti a ballare?- mi chiese un ragazzo carinissimo, guardai Austin stringere forte il bicchiere, pensai che si sarebbe rotto.
-Certo- risposi sorridente
Era veramente bravo a ballare, anche gli altri avevano trovato una compagna...anche Austin. 
Mi infastidiva... 
Giusto il tempo di voltarmi un attimo e stava già baciando la sua partner davanti a me. Bene mi stava risuccedendo di nuovo, mi "interessa" un ragazzo e lui sta con tutte tranne che con me. Mi congedai dal mio ballerino e andai in bagno a rinfrescarmi. Dopo poco sentii la porta aprirsi, alzai lo sguardo e dallo specchio vidi Austin entrare.
-Stai bene?- chiese preoccupato
-Si torna a baciare quella li...
-Aaaa ho capito...sei gelosa!- disse avvicinandosi a me e poggiando le sue mani sui miei fianchi, eravamo vicinissimi.
-Guarda sei proprio sulla strada sbagliata perchè io...- non finii di parlare. Mi ritrovai con la sua bocca sulla mia, ero stordita. Le nostre lingue si incontrarono e le sue mani scesero sotto le mie cosce e mi tirarono su facendomi sedere sul ripiano in marmo dei lavandini e si sistemò tra le mie gambe. Le sue mani vagarono sul mio corpo. 
Quando ci staccammo ci guardammo negli occhi e vidi i suoi...blu, profondi come il mare, ma fu un errore, perchè in quegli occhi rividi quelli azzurri di qualcun'altro, Oliver.
 Austin stava per riprendere a baciarmi ma io lo allontanai.
-Mi dispiace non posso...- dissi rimettendomi in piedi e girandomi verso lo specchio
-Perché no? - disse lui abbracciandomi da dietro e baciandomi il collo- ti prego... 
-No mi dispiace non ce la faccio- incrocia il suo sguardo attraverso lo specchio ma fu un secondo errore, ci lessi solo dolore. 
-è ancora per lui?- chiese...non risposi e diede un calcio alla porta del bagno -perchè? è il tuo passato non lo rivedrai mai più e non ti ha MAI amata, io invece....lascia perdere- disse in preda alla rabbia e con gli occhi lucidi
Mi avvicinai e gli toccai una guancia 
-mi dispiace sei un ragazzo fantastico ma io non ce la faccio ancora, provo qualcosa per te ma nel mio cuore c'è ancora Oliver, forse un giorno...- mi avvicinai e gli diedi un bacio sulla guancia prima di uscire dal bagno.
Tornammo a casa, Ma Austin non era voluto tornare con noi. Aveva detto di voler restare li ancora un po'.
-Grazie per la serata sono stata benissimo- dissi ai miei amici, feci per salire
-Cosa è successo tra te ed Austin stasera?- chiese Damian
-Nulla perchè?- chiesi fingendo
-Conosco mio cugino e ho visto come si comporta con te...e ho visto che ti ha seguita in bagno prima...quindi parla- disse calmo
-Ci siamo baciati e io l'ho respinto perchè...-risposi
-pensi ancora al tuo capo...capito...bhe gli deve passare, sei la prima ragazza che gli interessa davvero e soprattutto che lo rifiuta. Gli servirà da lezione- disse Damian facendomi l'occhiolino.
Gli sorrisi e andai a letto. Ero frastornata e confusa. Come sempre, negli ultimi tre anni prima di addormentarmi il mio pensiero andò ad Oliver e a come la sua vita stesse andando avanti senza di me.
____________________
Erano passati 3 anni eppure io non l'avevo ancora dimenticata. La amavo ancora e ogni sera come anche stasera tiravo fuori dalla tasca la sua catenina e la guardavo per poi addormentarmi mentre la stringevo. Ora ero in Russia e il giorno dopo avrei dovuto incontrare Nicolas Vladinov il proprietario dell'impero industriale russo per cercare di risollevare anche la mia filiale russa. Era sera ed ero sdraiato sul letto a pensare a quando anni prima ero venuto in Russia con lei....anche in quel caso l'avevo fatta soffrire, non avevo mai saputo fare altro con lei...l'avevo sempre solo ferita. 
Cosa darei per averla qui...


Sono passati ben tre anni ma come si dice, il vero amore vince su tutto e i loro sentimenti non sono cambiati. Ognuno a modo suo ha continuato le proprie vite ma senza dimenticarsi dell'altro. Oliver è in Russia...chissà che succederà... 
PS. Ho già scritto i prossimi 3 capitoli e posso dirvi che non dovremmo aspettare a lungo per il loro ricongiungimento! Ciao al prossimo baciii!!

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Capitolo 11
*** Incontri inaspettati... ***


Sentii il rumore della risata di una donna e mi svegliai...erano le 5 del mattino. Mi affacciai alla porta e vidi qualcosa che mi congelò sul posto. Austin e una ragazza. Si stavano baciando per poi entrare in camera di lui e chiudere la porta. Era ovvio cosa stesse per succedere. Scena già vista anche questa. Tornai a dormire, per quanto mi fu concesso... 
Mi risvegliai la mattina presto per vestirmi. Come succedeva da due anni a questa parte io lavoravo con mio padre in azienda, lo aiutavo in alcune cose. Infondo quello sarebbe stato il mio futuro, l'eredità di famiglia. Mi vestii e scesi a colazione. C'erano tutti, anche Austin.
-Buongiorno a tutti- dissi sorridendo- Austin la tua amica è già andata via?- chiesi sarcastica.
-Come prego?- chiese sbalordito da quella domanda
-Bhe sai cugino sarebbe stato impossibile non sentirvi!- intervenne Damian
-Mi devi ore di sonno Austin- lo accusò Dimitri
-buongiorno ragazzi- disse mio padre entrando in cucina - ciao tesoro- e mi baciò sulla guancia- di che parlate?-
-delle sue attività notturne- dissi io sedendomi il più distante possibili da Austin.
-ma non mi dire, non é da te Austin!- disse mio padre scherzando. Io risi.
-quante volte lo ha già fatto?- chiesi curiosa. 
-Vediamo c'è stata Anastasia, Isabella, Roxy...- disse mio padre tenendo il conto con le dita mentre si versava il caffè con l'altra mano.
-non dimenticare Alexia- disse Damian ridendo. Mio padre gli puntò il dito contro come a dire "ah si giusto bravo!"
-e anche le altre 15 o 16 ragazze di cui anche lui ignora il nome!- disse Dimitri
-Insomma come avrai capito é la prima volta che lo fa!- disse mio padre rivolto verso di me. Io risi, sicuramente era la prima volta che lo faceva da quando ero io qui. Mi voltai verso Austin che fino a quel momento aveva alternato il suo sguardo omicida tra i tre mentre parlavano. Sembrava volergli dire di tacere.
-che dire, sono un tipo tranquillo- disse poi.
Facemmo colazione e poi ci alzammo tutti.
-Bene è ora di andare a lavoro.
Ebbene si anche i tre ragazzi lavoravano in azienda. Arrivammo lì e ci mettemmo tutti a lavoro. Sentii qualcuno alle mie spalle 
-mi dispiace- disse Austin, io mi girai
-Austin è la tua vita fai quello che...- ma non finii di dire la frase. Non riuscivo a credere a quello che vidi attraverso la vetrata dell'ufficio. Tutto quello che avevo in mano cadde. In quel momento il tempo si fermò, importava solo cosa, o meglio chi, avevo davanti. 
-Oliver- dissi in un sussurro
Austin si voltò. Davanti a me che parlava con la segretaria di mio padre c'era Oliver, più bello che mai. Mio padre mio raggiunse correndo.
-Alex devi andartene nasconditi, non sapevo fosse lui il mio appuntamento. Non deve vederti ti riconoscerebbe.
Aveva ragione ma non riuscivo a muovermi. La stanza prese a girare e le gambe divennero molli. Volevo correre da lui e abbracciarlo e dirgli quanto mi fosse mancato, ma una parte di me non lo voleva.
Austin mi prese per mano e mi trascinò fuori facendo in modo che Oliver non mi vedesse.
Mi portò in un'altra stanza. Io ancora fissavo il vuoto.
-Stai bene?-mi chiese. La sua domanda mi fece svegliare e solo allora mi accorsi che stavo trattenendo il fiato.
-No per niente- dissi- devo chiamare Roy!- presi il telefono e composi il numero...
-Pronto Roy
-Ehi Alex 
-Perché Oliver è qui in Russia?-chiesi di getto
-O merda...sapevo che doveva partire per lavoro ma non sapevo venisse in Russia- disse preoccupato anche lui - non ti preoccupare dovrebbe ripartire stasera.
-Perfetto meno male...-dissi più calma e sollevata- come va?- chiesi....
silenzio...
-Roy?
-Alex qui non va bene per niente. I criminali sembrano raddoppiati e noi non ce la facciamo da soli soprattutto perchè...perchè Malcom è tornato e ha le stesse intenzioni di anni fa...distruggere la città e i suoi abitanti e per farlo ha ideato una formula simile al mirakuro solo che non è il mirakuro, abbiamo provato ad iniettare la cura che avevamo e non ha funzionato...Non sappiamo come fermarli...-
-O mio dio- non potevo crederci l'incubo si stava ripetendo - mi dispiace...
-anche a me...-era triste e io mi sentivo così impotente- io vado ciao un bacio.- disse Roy 
-ciao- dissi.
Austin mi guardava preoccupato 
-Ci sono problemi gravi dai miei amici-
Mi abbracciò subito. 
Restammo in silenzio per una buona mezz'ora poi arrivò Damian.
-è andato via Alex puoi tornare-
Feci un sospiro di sollievo e ritornai, mio padre mi sorrise dolcemente e io ricambia. Mi accomodai alla mia scrivania. E iniziai a pensare. 
Erano 3 anni che ero via. La mia vita qui era bellissima e poi ero diventata una combattente coi fiocchi, ero bravissima e ora sapevo usare ogni tipo di arma ma me la cavavo soprattutto con i coltelli e la stecca di ferro. Ancora mi ricordo quando venne Roy qualche mese fa e mi vide allenarmi a lanciare coltelli nella stanza a vetri, era rimasto impaurito. Risi al ricordo.
Ero pronta e ben addestrata e così arrivai a quella decisione che inconsciamente avevo già preso...Sarei tornata a Starling City per aiutare i miei amici!
Mi alzai subito e andai da mio padre, raccontai tutto quello che Roy mi aveva detto e gli comunicai la mia decisione.
-è questo che ti senti di fare?- mi chiese 
-si, non mi perdonerei mai di non averli aiutati- dissi decisa
-ok non posso fermarti è una scelta lecita -disse tranquillo
-sapevo avresti capito -e lo abbracciai- pensavo di partire domani sera con l'aereo privato così ho il tempo di prepararmi.
-ok ne riparliamo meglio stasera a casa così ti consegno delle cose.-disse lui.
 La giornata passò veloce e tornammo a casa.
Entrai in stanza ed iniziai a fare le valige. Austin entrò come una furia. 
-Non te lo permetto nella maniera più assoluta, tu non andrai da sola a Starling City!- era furioso
-Austin...
-No niente Austin non sono d'accordo per niente! Potrebbe succederti qualcosa e io non posso accettarlo!- disse deciso
Nel sentirlo dire queste cose mi girai gli andai incontro e gli stampai un bacio sulle labbra, lo sentii rilassarsi e stringermi a se. Ok, non era una mossa leale effettivamente e tantomeno era da me, ma ormai non capivo più cosa fosse da me e cosa no.
Mi staccai prima di andare oltre
-Tornerò te lo prometto..- gli dissi ancora tra le sue braccia
-ok...-disse rassegnato- ti aspettiamo giu a cena
Scesi giu e cenammo, c'era uno strano silenzio. 
-Tornerò non dovete preoccuparvi-dissi
-Facile a dirsi è ovvio che ci preoccupiamo- disse Damian
-Non puoi pretendere che non lo facciamo sei come una sorella per noi- aggiunse Dimitri
-Lo so e vi ringrazio ma davvero me la caverò- dissi sorridendo.
Finimmo di cenare e restammo seduti fino a che mio padre si alzò 
-Alexandra vieni con me...e anche voi seguitemi- ci alzammo tutti e scendemmo giu nella sala degli allenamenti.
-Avrei dovuto consegnartela quando sei andata in missione per la prima volta ma ho voluto aspettare- così dicendo premette un bottone sul muro e si aprì una porta nascosta ed entrai. 
Era li che tenevano le divise da combattimento, tutte nere. Erano riposte come l'uniforme di Arrow in 5 teche di vetro. Riconobbi subito la mia, l'unica da donna. una tutina nera aderente, di tessuto elasticizzato, accompagnato con degli stivali altrettanto neri e bassi. In vita aveva una cinta in cui suppongo vadano le armi. Guanti in tessuto di quelli che lasciano le dita scoperte e poi il tocco forte. Una mascherina nera e una parrucca nera e riccia.
-Wow, è mia?- chiesi sbalordita
-Si e anche queste- disse mio padre porgendomi delle chiavi.
-Cosa sono- chiesi perplessa
-Le chiavi del mio mega appartamento a Starlig City, attico e superattico ma diciamo che la vera casa è al piano di sotto, al piano di sopra c'è la sala d'allenamento con tutte le armi che vedi qui.- disse sorridendomi- avrai bisogno di un posto dove stare e di armi da usare.
Rimasi a bocca aperta e lo abbraccia. 
-Grazie papà e...la mia divisa è stupenda!- dissi commossa
-Provala, credo che tutti noi vogliamo vedere come ti sta.- disse mio padre
Andai a cambiarmi per poi tornare dopo poco.
-Ti sta davvero bene!- disse mio padre sorridendomi
-Concordo!- disse Dimitri
-Pure io- si aggrgò Damian
Austin era rimasto a bocca
-Sei...Sei bellissima...- disse per poi sorridermi
Mi avvicinai allo specchio e mi guardai. Rimasi sbalordita. Ero davvero io? avevo un'aria così non da me...sexy e letale allo stesso tempo.
- Manca una cosa al costume, una cosa che tutti noi abbiamo, lenti a contatto colorate...Rosse... si è inquietante ma almeno non ci hanno mai riconosciuto. Camuffano lo sguardo- e mio padre mi porse le lenti- sono graduate come quelle che già porti!
Ebbene si avevo definitivamente abbandonato gli occhiali, ora portavo solo lenti a contatto. Gli occhiali non sono pratici se ti cadono ogni volta che combatti...
-mi piace l'idea delle lenti rosse- dissi
-idea mia- disse Austin.... Ovviamente, e di chi altro poteva essere...
Dopo aver a lungo chiacchierato andammo a dormire. Austin mi prese per mano prima che entrassi in stanza.
-è una richiesta assurda ma non so per quanto non ti vedrò e...bhe...potrei dormire con te, solo abbracciandoti nulla di piu..- mi disse speranzoso
-ok- dissi , lo presi per mano ed entrammo in camera mia. Ci stendemmo sul letto e lui mi attirò a se.
-notte-disse
-buonanotte- risposi per poi addormentarmi tra le sue braccia.


OkOk... Non odiatemi...Fel e Oliver non si sono incontrati
Ma come avrete ben capito manca davvero poco visto che la nostra Felicity (ora Alexandra) sta per far ritorno a Starling City. Che cosa succederá? Posso solo dirvi che il suo ingresso sará in grande stile!
Ciao alla prossima bacii!!!

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Capitolo 12
*** Ritornare a casa... ***


Mi sveglia tra le braccia di Austin e per la prima volta negli ultimi anni mi sentivo in pace, mi sentivo bene li con lui.
-Buongiorno bellissima- disse attirandomi a se e baciandomi il collo
-Buongiorno sei già sveglio?- chiesi girandomi verso di lui
-Da poco, volevo vederti dormire- disse sorridendo
-Dai andiamo a colazione- feci per alzarmi ma lui mi trattenne e mi strattonò così che mi ritrovai su di lui e mi baciò dolcemente.
-Volevo farlo prima che partissi- disse staccandosi lentamente e guardandomi negli occhi.
Arrossii e sorrisi imbarazzata.
Ci alzammo e scendemmo giù in sala.
-Giorno a tutti- dicemmo all'unisono.
Vidi lo sguardo perplesso dei presenti.
-Voi due...avete dormito insieme?- chiese malizioso Damian
-emmm...-io guardai imbarazzata Austin
-Ma no vi pare ci siamo incontrati per le scale- disse Austin, lui si che era un ottimo bugiardo.
-Lo spero per te Austin- disse mio padre minaccioso. Io sorrisi. Eccola la famosa gelosia dei padri per le figlie!
Facemmo colazione e poi io andai a terminare le mie valige. Le finii nel pomeriggio. Ben due valige, il minimo indispensabile insomma. Qualcuno busso.
-Posso?- era mio padre
-Si vieni vieni
-Volevo dirti che nel garage del palazzo dove si trova l'appartamento c'è una moto nera, era mia ed è molto bella e visto il tuo recente amore per le moto ho pensato che potrebbe esserti utile per muoverti- disse porgendomi le chiavi. Si ero diventata una patita di moto nonché abile pilota. Ero commossa.
-Papà è troppo davvero ma grazie mille, per tutto e per questi 3 bellissimi anni. Non mi sono mai sentita così viva come ora ed è merito tuo.- mi alzai e lo abbracciai- Ti voglio bene papà-
-Anche io tanto tesoro- e mi strinse a se -Quelle sono le tue valige? ma ti sei portata tutta casa?!- chiese lui ridendo tra lo sconvolto e lo sbalordito.
-No, in una c'è l'uniforme e nell'altra i vestiti, il minimo indispensabile
- Ok quindi sei pronta?
-Sisi andiamo?
-Ok dammi ti aiuto...- prese le valige e scendemmo le scale. -gli altri ci aspettano in macchina-
Dopo 15 minuti di macchina, un viaggio così silenzioso mai sentito, arrivammo in areoporto.
-Bhe credo che ora dovremmo salutarci- dissi triste
-Tesoro stai attenta e ricorda per qualsiasi cosa chiama- disse mio padre dandomi un bacio sulla fronte. Annuii.
-Bhe mi mancherai torna presto ok- disse Dimitri abbracciandomi.
-Certo-dissi staccandomi
-Ritorna intera mi devi una rivincita, mi mancherai- disse  Damian abbracciandomi e avvicinandosi al mio orecchio -...cognatina...
Lo guardai male senza trattenere un sorriso, mi voltai verso Austin che mi si avvicinò
-manco solo io allora...- disse per poi abbracciarmi stretta a se- torna presto ti prego
-lo farò- dissi dandogli un bacio sulla guancia.
Mi voltai e andai verso l'imbarco, salii sull'aereo...era bello averne uno tutto tuo. Dormii e pensai, ancora non avevo detto nulla a Roy sarebbe stata una sorpresa.
Dopo interminabili ore di volo atterrammo.
Quando uscii dalla portiera dell'aereo tirai un sospiro...ero di nuovo lì, a casa mia. Scesi e andai a prendere i bagagli. L'autista mi stava aspettando e mi portò al palazzo dove si trovava il mio appartamento.
Intanto io guardavo fuori dal finestrino e ammiravo la città sfrecciare davanti ai miei occhi. Era sempre lei, sempre la stessa, sempre la mia Starling City. 
Arrivammo al palazzo/grattacielo e presi l'ascensore e salii. 
Quando entrai rimasi senza fiato. Che spettacolo, c'era un bellissimo salone enorme con cucina, 4 camere da letto e 3 bagni, salii subito su e mi trovai davanti la copia della sala degli addestramenti in Russia, leggermente più piccola ma uguale e poi una grande vetrata che dava su un terrazzo enorme. Uscii e mi affacciai al bancone e rimasi senza fiato. 
La vista era bellissima, potevo vedere tutta la mia cittá...Ero a casa di nuovo.
Mi feci una doccia....era quasi sera. Mi cambiai e uscii. Scesi subito e presi la moto, era bellissima, uguale a quella usata da Oliver. Misi il casco e uscii in cerca di Roy. 
A quest'ora doveva essere al Verdant con gli altri. Decisi di andare li senza farmi vedere ovviamente. Parcheggiai la moto abbastanza distante. E arrivai a piedi. Salii su uno dei palazzi e osservai la scena dall'alto. Vidi Roy arrivare da solo e lo chiamai al cellulare.
-Alex?
-Ehi Roy! Come va ?
-come mai tutto questo entusiasmo?
-voltati e alza lo sguardo ...
-ma che stai...- lo fece e le parole gli morirono sulla bocca -O MIO DIO che ci fai qui?- disse lui con un grande sorriso.
-SORPRESA! Ora ovviamente non lo deve sapere nessuno, entra di che ti senti male e vieni da me! Ti aspetto qui fuori.
-oooook capo- disse entusiasto.
Entrò per poi riuscire dopo 5 minuti. Scesi dal tetto del palazzo dove stavo e lo abbraccia.
-vieni- lo presi per mano ed iniziammo a correre fino ad arrivare alla moto 
-e questa?
-regalino di papà
-tuo padre é un grande 
Salimmo in sella alla moto ed arrivammo al mio appartamento. Aprii la porta.
-ok, posso venire a vivere qui con te? È il paradiso! E casa mia é inagibile...Tutta allagata!
-ahahahahahah veramente te lo stavo per chiedere io...Non mi va di stare da sola e finché non troverò l'occasione per rivelare la verità agli altri non posso farti le poste.
-io stavo scherzando...ma accetto molto volentieri.- disse abbracciandomi felicissimo.
-senti vuoi restare già da stasera, porti la tua roba qui domani...
-va bene così parliamo un po' 
-aspetta vado a preparare qualcosa di caldo che ho troppo freddo, cioccolata?-chiesi ridendo.
-oh si hai scoperto il mio punto debole.- disse lui ridendo. Scossi la testa e mi girai per andare in cucina. Iniziai a prepararla. Aprii uno sportello della cucina e trovai dei mashmallow. Sorrisi e li presi subito. Cioccolata calda e mashmallow, ottima combinazione.
Mi chiesi se anche a Roy piacesse così mi diressi in salone per chiedere.
-ehi Roy ti piace la...- ma la mia frase si bloccò perché quando alzai lo sguardo Roy che era davanti a me con il telefono all'orecchio e la sua mano verso di me agitandola convulsamente per farmi capire di stare zitta.
-no Oliver nessuno non ti preoccupare- disse lui. Oh merda era Oliver al telefono. Mi bloccai subito sul posto. Roy attaccò e si avvicinò a me.
-non preoccuparti non credo ti abbia riconosciuta.- disse lui rassicurandomi, mi rilassai- cosa volevi chiedermi?
-se ti piacciono i mashmallow nella cioccolata calda- chiesi io ancora stordita.
-assolutamente si-
Io tornai in cucina per poi tornare con due tazze fumanti ed iniziammo a parlare.
-quindi sei tornata per aiutarci?
-si
-e quando pensi di "mostrarti" agli altri?
-quando ne avrò l'opportunità...prima pensavo di fare qualche apparizione durante qualche missione e poi mi mostrerò
-mi sembra un buon programma, quindi io ti dovrei informare ogni volta che andiamo in missione per far si che tu sia li?!
-esattamente..ah hai visto la sala dall'allenamento? Perché tu lo sappia ci passeremo molto tempo, io di sicuro.
-si ho visto prima mentre curiosavo in giro.
-vabbe dai andiamo a dormire che sono distrutta- dissi io alzandomi e avviandomi verso la mia camera.
-Alex...-io mi voltai verso di lui- É bello riaverti qui
Sorrisi e andai a dormire, felice di essere di nuovo qui con il mio amico.
______________________________
Ero solo, immerso nel silenzio del covo. Avevo appena chiuso la telefonata con Roy.
Quella voce....l'avrei riconosciuta in mezzo a una sala piena di persone che parlavano. Ma non era possibile, lei era morta. Era ovvio che stavo impazzendo. 
Ora più che mai pensavo a lei e quanto, in questo momento difficile, avessi bisogno di lei e delle sue parole confortanti e dei suoi abbracci che io avevo sempre ricambiato con freddezza. 
Lei con la sua mente brillante avrebbe saputo cosa fare ora e come fermare il pericolo che ormai incombeva su questa città...


Ciao a tutti, ho finito da poco di vedere la puntata 3x03, ma pare che il regista abbia deciso di tenerci per un po' a corto di scene Olicity, forse ha pensato che ne abbiamo avuto abbastanza nel primo episodio...e invece no!
Passiamo al capitolo...Bhe Felicity è finalmente tornata a Starling City!! A breve la vedremo di nuovo con Oliver. A proposito di Oliver, pare proprio che abbia riconosciuto la voce della sua informatica per telefono ma non sembra neanche lui crederci tanto...avrà fatto bene a lasciar correre? Ciao alla prossima baci!!

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Capitolo 13
*** Chi si cela dietro la maschera? ***


Roy era già andato a prendere la sua roba e io decisi di andare a farmi una doccia. Una volta finita mi fermai ad osservare il mio corpo nudo allo specchio, era cambiato, sembrava quello di una modella se non fosse stato per la lunga cicatrice che si propagava sul mio addome, ricordo della mia seconda missione, decisamente mi aveva segnata e non solo per la cicatrice ma perché fu in quella occasione che feci qualcosa che non avrei mai voluto fare..
In questi anni avevo ucciso delle persone non molte solo alcune, ma non me ne ero mai pentita. Lo avevo fatto sempre e solo se era indispensabile a salvare chi amavo, proprio come aveva detto mio padre tempo fa. Il più delle volte, in missione, tendevo a trovare sempre un altro modo e spesso ci ero riuscita ma altre volte avevo scoperto che c'era solo un modo, sicuramente discutibile ma inevitabile.
-Alex sono tornato- Roy mi richiamò distogliendomi dai miei pensieri. Mi vestii in fretta e andai da lui.
Quando arrivai in salone la scena che vidi mi fece ridere. Due borsoni posati a terra e Roy davanti al frigorifero aperto che si ingozzava.
-prego serviti pure fa come fossi a casa tua!- dissi io ridendo.
Lui si alzò di scatto con la bocca piena e rischiò di strozzarsi. Io cercai di non ridere di più.
-scusa avevo fame! Non ho fatto colazione- disse lui con noncuranza.
-Io vado ad allenarmi, vieni con me ?- chiesi sorvolando su quello che era appena successo.
-si arrivo tra poco.- disse lui.
Salii le scale e arrivai alla sala. Per prima cosa iniziai allenarmi con la salmon ladder e poi presi arco e freccia e mi misi nella sala a vetri (come la chiamavo io). 
Si materializzò il primo uomo e lo uccisi e poi altri e altri ancora. Li colpii tutti. Sentii qualcuno applaudire.
-complimenti fai paura avevi uno sguardo così duro e freddo che non sembravi neanche tu!- disse Roy 
-è la serietá del momento, di certo non posso ridere mentre uccido qualcuno, sembrerei una sadica.- dissi - passami quei 5 coltelli.
Lui me li passò e io feci la stessa identica cosa che avevo fatto con l'arco e quando si materializzò l'ultimo bersaglio mi girai di spalle e lo lanciai colpendolo in pieno. Sorrisi soddisfatta. 
-ok fai davvero paura!- disse sbalordito
- possibile, dai vieni alleniamoci- presi due stecche di legno e gliene lanciai una.
Combattemmo parecchie volte e io ne uscii vincitrice quasi sempre. Alla fine si arrese e passammo il resto del tempo a chiacchierare e guardare film. 
Questo fino a sera quando Roy venne richiesto d'urgenza al covo.
-Bhe credo tu possa fare la tua prima apparizione, banda di uomini ben addestrati che svaligiano banche- disse Roy agitando il cellulare che aveva in mano per poi andare.
Io andai subito ad indossare la divisa e mi recai alla banca che mi aveva detto Roy.
La lotta era già iniziata c'erano Sara Oliver e Roy. Ad un certo punto qualcuno stava per attaccare Oliver alle spalle, intervenni in quel momento. 
Mi frapposi tra lui e il ladro e con un'abile mossa lo atterrai. 
Quando alzai lo sguardo vidi Oliver osservarmi sbalordito. Il tempo si fermò, io mi rialzai piano mentre il mio sguardo sembrava incatenato al suo, a quei due occhi blu che risaltavano ancora di più in contrasto con il verde della mascherina. Mi costrinsi a distogliere lo sguardo, non potevo restare li a guardarlo. 
Presi la mia stecca di metallo ed iniziai a combattere. Tra una mossa e l'altra Roy mi guardò e mi sorrise e io ricambiai. Quando ormai erano stati atterrati tutti  ritrovai i tre ad osservarmi. Vidi un uomo rialzarsi alle loro spalle.
Accadde tutto in un secondo. 
Alzò un braccio e solo allora vidi la pistola nella sua mano mentre la puntava contro Oliver che seguendo il mio sguardo si voltò e portò una mano sulla faretra vuota. L'istinto prevalse su tutto. Presi un coltello dalla mia cintura e lo lancia.
Il coltello finì nel petto dell'uomo prima che sparasse uccidendolo. Oliver si voltò verso di me.
-Chi sei?- risentire quella voce mi fece venire i brividi sulla schiena.
-Un grazie sarebbe bastato! Comunque sono Una che sta dalla tua parte, per ora non devi sapere altro- dissi con la voce camuffata.
Mi voltai per andarmene ancora provata da quello che era appena successo.
-non dovevi ucciderlo, noi non uccidiamo!- disse con rabbia
-avresti preferito morire?! E poi...- presi un grosso respiro- La lega non fa prigionieri!- dissi piano per poi correre via verso casa con la moto.
----------
Chi diavolo era quella ragazza?...
Eravamo al covo e io non facevo che pensare a chi potesse essere. 
"La lega non fa prigionieri" aveva detto... una della lega degli assassini. 
Mi voltai verso Sara.
-è della lega, la conosci?- chiesi
-no, io e Nissa siamo le uniche donne nella lega...-si bloccò pensierosa- a meno che...o mio dio...
-A meno che cosa?- dissi
-Ne avevo sentito parlare ma... Ecco, c'è un'altra lega, la lega degli assassini russa il cui capo è stato il miglior allievo di Ra's Al Ghul.
-un'altra lega?- chiese Dig sbalordito
-si, e in quella lega c'è un'unica donna, la figlia del capo!
-quindi quella ragazza è la figlia del capo della lega degli assassini russa?!- dissi sorpreso e terrorizzato davanti a quella verità 
-di che colore aveva gli occhi?, tu l'hai vista da vicino! -disse Sara
-erano...rossi- dissi un po' perplesso.
-tratto distintivo della lega russa, lo fanno per camuffare lo sguardo- disse annuendo.
-io credo che lei non sia un problema per noi, ha detto lei stessa di essere dalla nostra parte!- disse Roy disinvolto, fino a quel momento non aveva parlato e non era sembrato minimamente scosso da quella rivelazione. Perchè?
-sempre meglio tenere alta la guardia!- dissi io - forse é il caso di andare a dormire, penseremo domani a questa cosa- disse Diggle.
Annuii e uscimmo. Dormii poco quella notte.. 
pensavo a quella ragazza, dovevo scoprire chi fosse.
-------------
-posso dire che eri a dir poco sexy in quella tutina nera?!- disse Roy entrando in casa
-hanno detto qualcosa?- gli chiesi
-si sanno chi sei- vedendo il terrore nei miei occhi si corresse- nono scusa mi sono spiegato male, sanno che sei della lega russa e che sei la figlia del capo ma non hanno alcuna idea sulla tua vera identità.
Mi rilassai leggermente - Bhe questo non è un problema, ancora un'apparizione e poi mi mostrerò io stessa!
-Bhe fai qualcosa in grande Alex, voglio vedere le loro facce!- disse ridendo
-si effettivamente anche io!- dissi ridendo con lui.
La serata passò piacevolmente e più tempo passavo lì e più mi convincevo di aver preso la scelta giusta a tornare qui.


Ciao a tutti! Ebbene finalmente Oliver ha incontrato la nostra Fel nei panni della ragazza misteriosa. Sicuramente ne é rimasto molto colpito, ma cosa dirá quando scoprirá chi si cela dietro la maschera? Lo scoprirete nel prossimo capitolo ;)
In molte recensioni parecchi mi avevano chiesto di non far diventare Felicity un'assassina, purtroppo ai fini della storia ho dovuto dire che ha ucciso qualcuno, capirete il perché, ma ho anche precisato che se lo ha fatto é perché voleva salvare qualcuno che amava e questo un po' la "giustifica".
Mi raccomando recensite, voglio sapere le vostre opinioni ;) al prossimo capitolooo!!

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Capitolo 14
*** Ritorni inaspettati... ***


Passarono due giorni prima che Roy mi dicesse che c'era una missione.
Il mio telefono squillò e mi precipitati subito verso il bancone della cucina dove lo avevo lasciato.
-pronto- dissi 
-pochi uomini la gestiamo da soli ma se vuoi puoi anche solo farti vedere...
Non me lo feci ripetere due volte. Presi la moto e mi appostai sul tetto di un palazzo indossando ancora il casco, pronta a scappare ad ogni evenienza.
Osservavo la scena dall'alto.
Senza alcuna difficoltà mettono i criminali ko... poi ad un tratto Oliver alza lo sguardo e mi vede. 
Decido che è ora di filarmela.
-ehi ferma!- mi grida. 
Io salgo in sella alla mia moto e parto. Anche lui sale in sella alla sua moto e parte all'inseguimento.
Tento di seminarlo senza riuscirci continuo ad accelerare, mi ha quasi raggiunta.
Ad un tratto davanti a me si para un camion fermo al semaforo. Non posso fermarmi o mi prenderá! 
Prendo una decisione alquanto rischiosa. 
Continuando ad andare ad alta velocità arrivo a poca distanza dal camion e con una mossa veloce mi metto frontale alla vettura e mi chino da una parte in modo da toccare il terreno con il lato sinistro della moto e passando illesa sotto al camion per poi tornare normale e continuare la mia corsa. 
-SI!- gridai, ero molto orgogliosa di me stessa. Ormai lo avevo superato non c'era dubbio. Si era fermato prima del camion. E così sfrecciai per il traffico della città fino a casa.
----------
Mi voltai ed era lì, sul terrazzo. La vidi scappare sulla moto. Anche io salii in sella alla mia.
-restate qui!- gridai a Sara e Roy. Per poi partire all'inseguimento. L'avevo quasi raggiunta quando vidi un camion. Ero convinto si sarebbe fermata e invece accelerò. 
Voleva morire? 
Ma poi la vidi passare raso terra sotto il camion. Rimasi a bocca aperta. Cavolo che mossa. Ormai era andata. Mi era sfuggita di nuovo maledizione! Tornai indietro da Roy e Sara.
-l'hai presa?- chiese Roy, sembrava in ansia. Per cosa poi non si sa!
-no è un pilota niente male e mi è sfuggita...- dissi. Lo vidi rilassarsi. Bah vabbe.- dai torniamo al covo, la prenderemo un'altra volta!- dissi sicuro che la prossima volta lo avrei fatto davvero.
---------------------- 
Arrivai a casa e mi feci una doccia, avevo ancora l'adrenalina addosso dopo quella corsa in moto. Che esperienza spettacolare!
Uscii dalla doccia, mi misi il pigiama e andai in cucina per mangiare. C'era Roy seduto sul bancone.
-lasciami dire sei stata a dir poco spettacolare! Oliver ci ha raccontato la tua mossa con la moto. Sei una pazza incosciente!- disse ridendo
-ahahahahahah ho imparato ad amare il rischio - poi notai delle buste bianche con delle cose dentro accanto a lui -cosa sono?
-cinese, ho deciso che dovevo ricambiare in qualche modo la tua ospitalità- disse prendendo una busta e alzandola.
-Bhe grazie mille, amo il cibo cinese.
Iniziammo a mangiare, eravamo stranamente silenziosi. Eravamo entrambi pensierosi, lui non so per cosa, ma sapevo cosa tormentava me. Come se potesse leggermi nella mente Roy disse a parole quello che tormentava la mia mente.
-allora la prossima sarà la volta della verità?- chiese Roy stranamente serio
-si...e un po' questa cosa mi agita
-ehi ehi...andrà tutto bene- disse prendendomi la mano
-non lo so...Non so Oliver come reagirà...avrà sicuramente da criticare per quello che ho fatto e...
-guardami!- disse bloccandomi - non ha nulla di cui rimproverarti sei andata via per te stessa e ora sei tornata più forte di prima. È l'ultima persona che può permettersi di giudicarti. Stai tranquilla, gli terrai testa. Come hai sempre fatto d'altronde.- disse facendomi sorridere
-grazie mille Roy- dissi abbracciandolo e mentre lo abbracciavo mi resi conto di quanto le sue parole fossero vere, era un ragazzo d'oro. 
Ma la mia paura nonostante tutto era ancora li, e non mi lasciò dormire.
Il giorno dopo mi allenai più del dovuto cercando di scaricare l'ansia e il nervosismo che avevo addosso. A tarda serata il mio telefono squillò. Era Roy. Sapevo cosa mi avrebbe detto. Aprii la conversazione e strinsi i pugni.
-Alex é ora! Abbiamo bisogno di te, fatti bella entri in scena!- disse lui.
Mi preparai come sempre ma per questa volta decisi di lasciar stare le lenti, non avrei avuto bisogno di nascondermi, e mi avviai.
Arrivai sul posto come sempre a lotta già iniziata. Mi fiondai subito nel combattimento ed iniziai a lottare. 
Questi avversari erano ben addestrati a combattere. Ormai erano rimasti in pochi. Stavo combattendo spalla a spalla con Roy.
-Bhe sono onorato di combattere al tuo fianco- mi disse.
-oh ma il piacere é tutto mio- dissi ridendo.
 Mi allontanai un attimo per attaccare un uomo davanti a me. Poi mi girai e lo vidi. Roy stava per essere attaccato alle spalle.
-Roy alzami!- gridai correndo verso di lui. Capisce al volo e mi fa leva con le sue mani. 
Metto il piede e lui mi lancia. Atterrai alle sue spalle atterrando l'uomo e mettendolo ko. Mi girai verso Roy che alzó la mano sorridendomi e io gli diedi il cinque.
-Scusate...- sentii una voce arrabbiata alle nostre spalle. Quella di Oliver.
Lui e Sara ci stavano guardando. Dedussi che avevano visto la nostra "esibizione"
-chi sei?- disse Oliver duro. Io guardai Roy per prendere coraggio, poi mi voltai verso Oliver.
-Oliver vuoi davvero saperlo?-chiesi incrociando le braccia al petto.
-Come conosci la mia vera identità?- chiese nervoso
-Anche tu conosci la mia, ero una tua amica. Davvero non mi riconosci?!-chiesi sorridendo sarcastica. Non rispose.
-Lo prendo come un no...- e così dicendo feci un respiro profondo, mi avvicinai a lui togliendomi parrucca e maschera con un unico movimento. Lo shock era impresso nei suoi occhi...
------------------
L'avevo vista combattere con Roy e l'avevo sentita chiamarlo per nome, ma nel momento in cui lei gli batté il cinque capii...si conoscevano. Non so come ma tra loro c'era sintonia e complicitá.
-scusate...-dissi arrabbiato- chi sei?
-Oliver vuoi davvero saperlo?- mi gelai sul posto...
-come conosci la mia vera identitá?- perché lo sapeva?
-anche tu conosci la mia, ero una tua amica. Davvero non mi riconosci?!- chiese, ma davvero non riuscivo a riconoscerla. La vidi avvicinarsi a me e levarsi parrucca e la maschera...
Non era possibile...quegli occhi, quel viso... O mio dio non era possibile...
-Felicity...- riuscii a sussurrare ma non credevo a quello che vedevo
-sorpreso di vedermi Queen?- o mio dio era proprio lei...era viva!
-Felicity sei viva?- anche Sara era sbalordita e aveva dato voce a quella domanda che io non riuscivo a porle
-Ebbene si, ciao Sara- le rispose con un sorriso sincero in cui rividi la Felicity di una volta.
-la vedo sotto shock Mr. Queen- la guardavo. Certo che ero sotto shock che si aspettava? -Bhe vi lascio un po' di tempo per digerire la notizia!- disse girandosi e allontanandosi e solo allora vidi Roy sorriderle.
-bella entrata in scena- disse dandole il cinque. Lui sapeva?...
Lei scomparve sulla sua moto. Avrei dovuto fermarla ma non riuscivo a muovermi. Ancora non ci credevo. Era viva... La mia Felicity!


E finalmente ecco a voi il tanto atteso capitolo sull'incontro tra Felicity e Oliver! Lui é sotto shock poverino, chissá quando si sará ripreso quale sará la sua reazione? Posso solo dirvi che qualcuno sará vittima della sua reazione... Ma non posso dirvi chi ;) 
Nel prossimo capitolo li vedremmo fronteggiarsi, che penserá Oliver della nuova Felicity?!
Aspetto le vostre recensioni per sapere le vostre opinioni! Ciao baci al prossimo capitolo!!

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Capitolo 15
*** Si può essere arrabbiati e anche felici?! ***


Arrivammo al covo ed io non avevo ancora proferito parola. 
Dig chiese cosa fosse successo e Sara spiegò tutto.
Anche lui rimase sorpreso ma non stavo ascoltando cosa stessero dicendo, o cosa avesse detto lui. Un pensiero mi tormentava...
-Tu lo sapevi?- dissi con voce bassa e minacciosa a Roy che era al mio fianco mentre guardavo in basso e stringevo i pugni.
-Come scusa?- chiese lui preso alla sprovvista
Mi alzai di scatto e mi parai davanti a lui furioso.
-TU LO SAPEVI?!- gli urlai in faccia
-Si!- disse per nulla intimorito.
In un secondo nella mia testa tutti i tasselli si unirono, come un puzzle. I suoi comportamenti negli ultimi giorni, negli ultimi anni e infine la voce che avevo sentito per telefono mentre parlavo con lui. Non ero pazzo!
-Da quanto?- chiesi al limite.
-Da sempre- mi disse
Non ci vidi più dalla rabbia lo colpii con un pugno più forte che potevo. Cadde a terra. Sentii Sara gridare di fermarmi ma non la sentivo ero sopra Roy e lo stavo picchiando. Sentii qualcuno prendermi per le spalle e tirare per staccarmi dal ragazzo. Era Dig. 
Senza accorgermene mi ritrovai in piedi e Dig mi teneva da dietro mentre Sara aiutava Roy ad alzarsi.
-Calmati Oliver!- mi disse Dig 
-No!- gridai- tu lo sapevi brutto bastardo e non ci hai detto nulla! Hai visto quanto sono stato male in questi anni e non mi hai detto nulla!!- gli gridai puntandogli il dito contro.
-É stata una scelta sua!- mi gridò- come é stata sua la scelta di farlo sapere solo a me! É colpa tua se se ne é andata! Ed é colpa tua se non ha voluto dirti niente!- Stavo per riattaccarlo ma Dig mi tenne più saldamente, faceva male sentire le parole di quel ragazzino ma ancora di più il fatto che fossero vere mi distruggeva, perché sapevo che aveva ragione.
-Fidati é stata meglio dove è stata fino ad ora, non l'ho mai vista meglio di così!- mi disse
-e tu come lo sai?- gli ringhiai contro
-dove credi che andassi ogni 4 mesi? Da lei!- mi disse. Eccolo. Un'altro misterioso tassello che si univa quasi a completare il disegno.
Fu un colpo al cuore, lui era stato parte della sua vita in questi anni ed io no! Ne fui geloso.
-Io me ne vado!-e vidi Roy andarsene ancora in preda alla furia ceca. Ero arrabbiato, furioso, deluso ma felice. Lei era viva e questo contava. 
Ma avevo una domanda. 
Era ancora la stessa Felicity?
_______________
Ero arrivata a casa.
Avevo ancora i suoi occhi pieni shock davanti a me. Mi sentivo più leggera, mi ero tolta un peso.
Uscii dalla doccia e mi misi una tuta. Andai in salone e nello stesso momento entrò Roy coperto di sangue sul naso.
-o mio dio Roy che è successo?- chiesi preoccupata correndogli incontro.
-un omaggio di Oliver- disse sdraiandosi sul divano
-cazzo... Vado a prendere la cassetta del pronto soccorso.-dissi e me ne andai. 
Quando tornai iniziai a medicarlo.
-è colpa mia?- chiesi colpevole.
-si è un tantino arrabbiato nel sapere che sapevo...strano giro di parole ma il senso è quello...- disse
-mi dispiace...- ammisi dispiaciuta
-non preoccuparti...diciamo che anche io ci ho messo del mio. Dovresti parlargli, e da sola!- disse
Aveva ragione, dovevo.
-ce la fai qui da solo?
-si vai vai. Prima gli parli e prima si calmerà.
Annuii e andai a vestirmi. Misi dei leggins neri e degli stivali di pelle nera alti, una canottiera bianca e un giacchetta di pelle nero.
Uscii di casa e presi la moto diretta a casa Queen. 
Era già li, lo vidi attraverso le vetrate del salone. Era seduto sulla poltrona, con la testa fra le mani e quando alzò lo sguardo mi accorsi che piangeva. Decisi di entrare da una delle finestre. Con calma arrivai in salone. 
Ora era in piedi di spalle e guardava fuori dalla finestra. Presi coraggio e parlai. Inspirai profondamente.
-ciao Oliver- dissi
Lui si voltó di scatto, la sorpresa sul suo volto.
-Felicity...- disse quasi in un sussurro poi lo vidi correre verso di me è mi ritrovai le sue braccia che mi stringevano forte a lui.
_____________________________
Dopo secondi interminabili lei ricambiò l'abbraccio. Non volevo staccarmi mi era difficile.
-mi sei mancata tantissimo Fel...- dissi
-si anche tu- disse ma nella sua voce c'era una freddezza mai sentita.
Mi staccai perplesso. 
Mi ricordai che nonostante tutto ero arrabbiato con lei e che volevo delle spiegazioni. 
Adesso ci stavamo guardando e io non potei non notare quanto fosse diventata ancora più bella, e quei capelli neri le stavano benissimo e il volto privo di occhiali metteva in risalto i suoi splendidi occhi blu...
Lei non sembrava voler parlare, così lo feci io.
-mi devi delle spiegazioni Felicity!- dissi duro e freddo
-si lo so! Vogliamo sederci, é un po' lunga da spiegare?- disse con lo sguardo dolce della Felicity di una volta
-no io sto bene in piedi- dissi, nonostante tutto ero arrabbiato.
-come vuoi- e si sedette.- io Emmm...
-Felicty parla!- dissi arrabbiato
-dammi il tempo!!- disse- allora so che tu sei a conoscenza di chi era la persona dietro la maschera, ovvero me!- disse lei indicandosi col pollice.
Aveva ragione, non avevo ancora collegato questo tassello al puzzle. Lei faceva parte della lega. Rabbrividii.
-si!- dissi semplicemente
-Bhe é un inizio!-disse.
Iniziò a raccontarmi tutto, di suo padre , della Russia, degli allenamenti, della lega e dei molti cambiamenti che aveva fatto.
- ...l'ho fatto per me stessa, ne avevo bisogno!- disse.
A quella frase la furia si impossessó di me
-sei stata davvero cosí egoista?! Hai idea di quello che ho provato...che abbiamo provato quando ci hanno detto che eri morta. Non ti sei preoccupata neanche un po' di quello che avremmo provato?- le urlai contro
Lei furente si alzò e mi si parò davanti
-stai davvero accusando me di egoismo? Tu? Oliver Queen? - il sarcasmo con cui lo disse mi fece male - e poi non è vero che non mi sono preoccupata di nessuno di voi. L'ho detto a Roy, e solo lui doveva saperlo! Ha mantenuto il segreto perché glielo avevo chiesto.
-perché non lo hai detto a me?- sibilai 
-perché eri tu la causa per cui me ne sono andata!- mi gridò in faccia come se quella fosse la cosa più ovvia del mondo.
Rimasi a bocca aperta non riuscivo a parlare.
-mi sentivo così esclusa e fuori posto al tuo fianco e nel team...
Era ridicolo quello che diceva ma tutto ora tornava e forse aveva ragione.
-scusa...- dissi
-no le scuse non servono Oliver, sono una persona diversa e non soffro più ma questo non vuol dire che permetterò a te o chiunque altro di rifarmi quello che hai fatto tu!
Aveva sofferto molto lo sapevo...meglio cambiare discorso...preferivo scappare da questa verità , da codardo qual'ero 
-perché sei tornata?- chiesi. 
Effettivamente ne ignoravo il motivo, non sembrava fosse tornata perché gli mancavamo.
-ho sapute di Malcom e del siero simile al mirakuro e ho deciso di tornare per dare una mano...
-perfetto, ci servi qui- dissi sorridendo ricordando quando glielo avevo detto al suo ritorno da Central City. Lei mi sorrise di rimando, forse anche lei ricordava... -dove alloggi?
-in un attico, era di mio padre, vivo li. Mi ha dato quella e la sua moto
-a proposito della moto, mi hai lasciato a bocca aperta con quella mossa quel giorno!- dissi- a dire il vero ci sono molte cose che ti ho visto fare in questi giorni che mi hanno lasciato a bocca aperta, non pensavo ti avrei mai vista combattere...
-Bhe di certo in questi anni non ho giocato a dama- disse lei scherzando.
-é stata dura?- le chiesi. Non volevo pensare a quanto avesse sofferto e faticato fisicamente per essere quello che é ora. Lei fece un sorriso amaro e tirandosi su le maniche del giacchetto mi mostró i polsi. E fu allora che notai segni di ustione sull'interno dei polsi. Un brivido mi percorse la schiena e serrai la mascella. Lesse la domanda muta che le ponevano i miei occhi.
-é stata una delle prime prove che ho affrontato. La resistenza al dolore e ho imparato che il dolore é solo nella tua mente, se non lo vuoi provare non lo provi. Per affrontare quel tipo di allenamento devi essere portato al limite sia fisico che mentale. E questo é servito a rendermi più forte.- disse. Io non ci credevo che a parlare fosse lei, sapevo che era forte ma queste parole mi fecero capire che lo era diventata ancora di più.
-è stata dura ma sono sempre stata determinata quindi non ho mai mollato e ho scoperto di essere forte in un modo che non pensavo minimamente di poter essere e tutto questo grazie a mio padre che...è a dir poco fantastico- disse sorridendo
-sono felice per te- dissi. E lo ero davvero, in parte. 
Rimanemmo in silenzio a guardarci
-io credo sia ora andare a casa...ho lasciato un ragazzo con il naso che sanguinava... Per colpa tua
-aspetta, Roy è a casa tua?- chiesi infastidito
-si vive da me-disse come se fosse la cosa più naturale del mondo- da quando sono tornata a dire il vero...- disse lei con disinvoltura.
Viveva da lei, che cosa fastidiosa!! Quel ragazzino era sempre in mezzo. Strinsi le mani a pugno.
-ci vediamo domani al covo.- disse
E con la rabbia dentro la vidi andare via da me. 
Di nuovo...
----------------
Roy era in pigiama ad aspettarmi.
-allora come é andata?- chiese impazienze e ansioso
-bene bene...era incazzato, come mi aspettavo ovviamente ma come giustamente hai detto tu gli so tenere testa-
-pensavo saresti rimasta di più con lui- affermò perplesso.
-no gli ho detto che dovevo venire a curarti-dissi- cosa di cui ti ringrazio perché mi hai dato una scusa per andarmene da quella...- ma lui mi bloccò alzandosi di scatto.
-no aspetta un attimo, gli hai detto che vivo da te?- sembrava terrorizzato
-si perché?
-ma sei impazzita, oddio sono un uomo morto- disse nervoso iniziando a camminare per casa
-e perché mai?
-Oliver sarà su tutte le furie, già mi odia così figuriamoci se sa che vivo da te-
Non ne capivo davvero il problema...ma decisi di sorvolare. Lo calmai e lo feci sedere. Parlammo per un po' di tempo del più e del meno e alla fine decidemmo di andare a dormire esausti da quella giornata. Il giorno dopo serei potuta tornare alla mia vecchia vita e muovermi per la cittá.
E con Oliver che sarebbe successo?

Furioso ma felice, ecco come si sente il nostro Olli. Il povero Roy ci ha rimesso, forse un po' se lo meritava, ha un po' rigirato il coltello nella piaga. Invece...che ne pensate della discussione tra Felicity e Oliver? Ovviamente siamo ancora all'inizio, la questione non è finita e neanche le rivelazioni! Ci sono ancora un po' di cose da sapere su quello che é successo a Felicity/Alexandra in questi tre anni. Nel prossimo capitolo vedremo ancora le reazioni di Oliver alla nuova Fel. Chissà che dirá.
Mi raccomando voglio sapere se il capitolo vi è piaciuto quindi fatevi sentire!! ;)) ciao baciii al prossimo capitolooo!!

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Capitolo 16
*** Ritorno alla vecchia vita ***


Girare per Starling City come una persona "normale" era davvero bello. Si intende, per normale mi riferisco al fatto che la verità é venuta fuori, quindi posso andare in giro senza problemi.
Andai a fare shopping nei negozi in cui anni prima ero solita recarmi. 
Passando mi specchiai un attimo alla vetrina di un negozio, ero completamente diversa: i capelli lisci e neri, i Ray-Ban neri il giacchetto di pelle marrone aperto con sotto una maglietta bianca. I jeans attillati e gli stivali marroni col tacco alto. 
Ero una gran figa effettivamente. 
Senza accorgermene ero davanti al palazzo della Queen Consolitaded. 
Giusto in tempo per vedere Oliver uscire. Appena mi vide si bloccò restando a bocca aperta. Ma poi qualcun'altro attirò il mio sguardo. 
Diggle era sceso dalla macchina parcheggiata davanti all'ingresso e mi fissava. 
Non resistetti...gli corsi incontro e gli gettai le braccia al collo e lui fu subito pronto a prendermi tra le braccia.
-Fel non sai come mi sei mancata.- mi disse lui vicino all'orecchio.
-anche tu Dig, tanto....il mio fratellone- dissi stringendolo a me per poi staccarmi.- o mio dio e il bambino?
-bambina...- disse Dig sorridendomi
-o che carina e come si chiama?- chiesi curiosa
-Felicity, come te. Eri morta da poco e volevo darle il tuo nome. Lyla é stata subito d'accordo- rimasi sbalordita da quella confessione. Non riuscivo a trattenere le lacrime
-grazie Dig ne sono onorata- e lo abbracciai- ovviamente voglio conoscerla!
Ma non arrivò nessuna risposta perché qualcuno si schiarì la gola e solo allora mi ricordai di Oliver. Era lì e ci guardava serio.
-ciao- dissi sorridendo
-ciao- disse lui con un sorriso tirato -ti va di venire a pranzo con noi? 
Valutai la proposta, non sapevo che dire. Poi guardai Dig che mi sorrideva.
-ok- dissi sorridendo e abbassando timidamente lo sguardo.
-che bello come i vecchi tempi, così mi racconti tutto, visto che Oliver già sa...-
Annuii e andammo a pranzo. In macchina sentivo lo sguardo di Oliver su di me e quando mi girai non distolse lo sguardo, anzi continuò a guardarmi intensamente.
-avrei voluto che abbracciassi anche me così come se fossi entusiasta di rivedermi...- disse lui sorridendo amaramente -invece a me hai detto a malapena che ti mancavo- e distolse lo sguardo. 
Mi spiazzò non sapevo cosa dire mi dispiaceva vederlo così. Mi sporsi in avanti e gli misi una mano sotto il meno per fargli alzare lo sguardo su di me.
-sai che mi sei mancato da morire-vidi i suoi occhi illuminarsi-ma puoi biasimarmi se dopo quello che é successo ho deciso che era il caso di non lasciarmi andare troppo alle dimostrazioni d'affetto?
-no- disse quasi un sussurro. Mi prese la mano e me la strinse.-io...
-ragazzi siamo arrivati!- disse Dig bloccando la frase di Oliver. Scendemmo dalla macchina. 
A pranzo parlammo molto, o meglio io parlai e Dig ascoltava. Gli raccontai tutto a grandi linee.
_________________
Ascoltai di nuovo quella storia ma intanto pensavo a quanto potesse essere bella la mia Fel. Così diversa ma così sorprendentemente lei! Ne ero stregato, lo ero sempre stato...
Ma una frase di Dig mi riportò alla realtà. 
-Bhe non ti sei fatta mancare nulla,nemmeno le cicatrici scommetto
Cicatrici?...quel pensiero mi spaventò. Lei sorrise timidamente.
-16 per l'esattezza, 10 da arma da fuoco, 3 coltelli, una freccia e due in testa, l'ho sbattuta tante volte- disse con disinvoltura e accarezzandosi con la mano destra poco sopra la nuca. Come faceva ad avere questa leggerezza a parlare di questa cosa. 
Era per questo che volevo allontanarla da me, per non farla ferire, ma era successo comunque. 
-Wow niente male- disse Dig ammirato-hai sempre avuto la testa dura!- lei rispose con un sorriso fiero.
-non c'é niente di cui essere fieri- dissi arrabbiato. Fel mi guardò perplessa e Dig prima mi guardò come a rimproverarmi, poi abbassò la testa e la scossa come a dire "sei un caso perso"...
-vado un attimo in bagno scusate- disse Fel andandosene. Era colpa mia?
-Oliver che diavolo ti prende- chiese Dig 
-hai visto come va fiera delle sue cicatrici- chiesi furioso
-Oliver non puoi farci nulla, sono parte di lei ora. Accettalo!
Aveva ragione. Come sempre. Ma mi era davvero difficile farlo.
Fel stava tornando così cambiammo discorso.
-scusate io vado a casa sono un po' stanca, Ciao a stasera ci si vede al covo.
E così dicendo andò via e io mi ritrovai a sperare vivamente che la sera arrivasse presto. 
___________________
Mentre facevo su e giù sulla salmon ladder continuavo pensare a Oliver. Mi ero sbagliata. Gli ero davvero mancata e mi era dispiaciuto vederlo così triste.
Tra un esercizio e l'altro si era quasi fatta l'ora di andare. Mi feci una doccia e mi vestii mettendo quelli da allenamento e la mia uniforme dentro un borsone. 
Uscii di casa e in sella alla moto arrivai al club. Rientrare li mi fece un certo effetto.
-Ehi splendore che fai ti sei persa?- Roy era dietro di me che rideva 
-No scemo- dissi ridendo
Ora ci ritrovavamo davanti alla porta del covo
-pronta?- mi chiese
Annuii ed entrai. Tutto era come lo ricordavo. E i miei computer erano lì. 
-Felicity!- disse Sara entusiasta per poi venirmi ad abbracciarmi.
-ciao Sara- dissi abbracciandola
-é bello riaverti tra noi!- disse sorridendomi
-Fel- disse Dig sorridendomi e facendo un cenno con la testa.
-bentornata Felicity - disse Oliver anche lui sorridente
-non glielo hai detto?- disse Roy alle mie spalle -se loro ti chiamano così posso farlo anche io?!- chiese Roy. E allora capii a cosa si riferiva.
-no non gliel'ho detto- dissi
-detto cosa?- chiese Oliver 
-Felicity era un nome falso, il mio vero nome di battesimo è Alexandra e ora ho ripreso quel nome.
-e quindi come ti dovremmo chiamare?- mi chiese Oliver in un misto tra l'irritato e il sorpreso.
-chiamatemi Felicity, va bene per ora, tu no Roy hai già preso l'abitudine- dissi sorridendo al ragazzo.
-eddai Alex sei seria?- chiese
-mai stata così seria- dissi e nel vedere la sua faccia scoppiammo tutti a ridere insieme, come i vecchi tempi.
______________________
Era di nuovo lì al covo ed ero felicissimo. Non riuscivo a credere che si chiamasse Alexandra e Roy le aveva anche dato un soprannome. Alex....
No, io avrei continuato  a chiamarla Felicity...
-Bhe Felicity perché non ci fai vedere di cosa sei capace?- chiese Sara
-si vado a cambiarmi- disse lei.
Quando tornò aveva un paio di shorts neri ed una canottiera nera e lunghi capelli legati in un'alta coda. Era veramente bella, era una calamita per il mio sguardo.
-allora con cosa vuoi combattere?- chiese Sara
-il bastone di legno- disse lei seria- Roy vuoi unirti al nostro combattimento a due? 
- non lo so l' ultima volta mi hai fatto un po' male- disse lui -va bene dai.
Iniziarono a combattere due contro uno ma alla fine Roy fu il primo ad essere messo ko. Ora restavano solo Fel e Sara. Era fantastica mentre combatteva Felicity. Roy la stava per riattaccare da dietro ma lei parò il colpo e alla fine riuscì ad atterrare tutti e due. Il sorriso soddisfatto era evidente sul suo viso e io invece mi sentivo orgoglioso di lei. Mi concessi un momento per ammirarla meglio e fu in quel momento che le vidi. Delle cicatrici sulle braccia e sulle gambe, non molto evidenti fortunatamente, ma erano lì e questo mi disturbava .
-Cavolo Fel sei stata bravissima- disse Sara
-Capito perché non volevo riprovarci...ahiiii che male- disse Roy massaggiandosi il fondoschiena.
-Felicity sei agilissima, complimenti, ma il tuo sguardo era così serio che facevi paura- disse Dig
-e non l'hai vista tirare coltelli...- disse Roy
-coltelli?- chiesi deglutendo
-sisi, coltelli, ma la cosa più inquietante è il suo sguardo mentre li lancia. Un'assassina a sangue freddo mamma mia.- disse Roy
-grazie Roy, bel complimento- disse Fel sarcastica. Ma io personalmente ero rimasto colpito da quelle parole. Coltelli...assassina...due cose che ora le appartenevano ma che io non avrei mai voluto collegare a lei.
Ma ormai dovevo accettarlo.
-Bhe direi che adesso tocca a me- dissi sorridendole -solo tu ed io.
-Ci sto- rispose con un sorrisetto furbo
Presi il bastone e mi misi difronte a lei. Attaccai e lei mi schivò roteando su se stessa e poi i nostri bastoni si colpirono. Ci guardammo per un lungo istante e poi iniziammo un vero combattimento. Andammo avanti per parecchio. Poi preso dalla foga del momento le diedi una botta sulla tempia con l'estremità del bastone. Si portò una mano sulla tempia e quando la tolse aveva del sangue.
-Oddio Fel mi dispiace..-dissi avvicinandomi. Ma quando alzò lo sguardo su di me vidi un lampo di rabbia nei suoi occhi. 
-Ops...l'hai fatta incazzare!- disse Roy.
Feci appena in tempo ad alzare il bastone per parare il suo colpo ...ma fu troppo veloce, mi passò il bastone dietro le gambe facendomi cadere all'indietro ed io mi ritrovai col bastone puntato sul petto e lei che mi guarda dall'alto.
Intorno a noi il silenzio mentre lei mi guardava serio. Poi ad un certo punto mi guardò e rise.
-Paura eh?- disse porgendomi la mano -era tanto tempo che volevo farlo!
Gli sorrisi e presi la sua mano e mi aiutò ad alzarmi.
-Bhe devo ammetterlo, mi hai fatto davvero paura, sono sorpreso che tu mi abbia battuto- dissi e lo ero davvero.
-Qualcuno tempo fa mi disse che l'amore é l'emozione più forte di tutte, ma in questi anni ho capito che non c'é niente di più forte della rabbia!- disse
-Bhe ho notato- dissi poi mi accorsi del taglio che aveva sulla tempia e d'istinto mi avvicinai passandogli il pollice sulla ferita.- scusami ti fa male?
-no ho sopportato cose peggiori- disse e io tolsi la mia mano pensando che forse era vero. Chissá che cosa aveva passato in quegli anni...
-non mi avete sostituita ai computer?- chiese a nessuno in particolare
-no, Oliver si é valorosamente opposto a quest'alternativa -disse Dig guardandomi divertito-. Abbiamo usato un po' tutti la tua postazione
-oh capisco- la vidi pensare a qualcosa- e Laurel non doveva unirsi al gruppo?
Speravo non avrebbe fatto questa domanda
-abbiamo avuto una brutta discussione, e l'ho cacciata. Abbiamo ripreso dopo mesi a parlarci ma non entrerá mai nel team.- dissi sperando non indagasse oltre. Non lo fece.
-bhe ragazzi vista la serata tranquilla direi che potremmo andare a casa- disse Dig 
-sono d'accordo- dissi 
-anche io, ho una fame...che mi prepari stasera di buono?- chiese Roy a Felicity. 
-non lo so devo vedere cosa abbiamo a casa!- disse lei. Giusto, quei due vive a insieme. Che nervi.
-scusate voi due vivete insieme?- chiese Dig divertito guardandomi. Lo fulminai.
-si, almeno per un'altra settimana. Stanno risistemando casa mia, i tubi perdevano...- spiegò Roy. Almeno non era per sempre, mi rincuorai.
-ok allora buona serata, ciao a tutti a domani.- e così dicendo Fel si allontanò con Roy. 
-amico se serri un'altro la mascella ti si romperanno i denti!- disse Dig divertito
-fai meno lo spiritoso...- dissi minaccioso
-e tu fai meno il geloso- ribatté lui.
-non sono geloso- dissi arrabbiato
-oh si che lo sei e non negarlo!- disse Sara, anche lei divertita.
-ma è una congiura?- chiesi per poi girare i tacchi e andarmene. Io geloso?... Ok forse solo un po'....
_______________________
-stavo per intervenire giuro, sembrava volessi ucciderlo!- disse Roy arrivando a casa.
-oh fidati, l'ho pensato anche io in quel momento!- dissi -oggi ho pranzato con lui e Dig, non sembrava molto felice del fatto che avessi delle cicatrici....-dissi ripensando alla sua faccia.
-davvero? Pensa che direbbe se vedesse quella che hai sulla pancia!- disse Roy. 
-meglio che non ci penso, tanto prima o poi la vedrà, non tutto quello che uso per allenarmi arriva a coprirmi la pancia!- dissi
-hai ragione, ma in quel caso non vorrò esserci...- disse lui.
Iniziammo a cucinare e dopo aver cenato andammo a letto entrambi stremati da quella giornata.


Ciao a tutti!! Che dite vi è piaciuto? Non so voi ma la parte che più mi sono divertita a scrivere é stata quella del combattimento tra Oliver e Felicity *-* che ne pensate?... Mi raccomando tenete a mente questa cicatrice che Fel ha sulla pancia perché sará importante per la storia del prossimo capitolo che ci porterá a qualcosa di Olicitoso *-* visto che ne siamo a corto! Fatemi sapere che ne pensate ciao al prossimo capitolo!!
BACIII

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Capitolo 17
*** Tutto per una cicatrice... ***


Dopo una mattinata a casa ad annoiarmi decisi di uscire a fare un giro. 
Era un'oretta ormai che vagavo senza meta così decisi di andare covo. 
Essere sola lì dentro mi portò alla mente molti ricordi.
Poi i miei occhi si fermarono sulla Salmon Ladder, quante volte ero rimasta a fissare Oliver allenarsi a bocca aperta sbavando dietro ai suoi addominali perfetti. Scossi la testa e misi freno a quei ricordi.
Decisi che non mi avrebbe fatto male un po' di riscaldamento con quell'attrezzo. 
Mi cambiai, mi misi dei leggins neri e il reggiseno da ginnastica nero. Iniziai a fare su e giu e intanto pensavo alla Russia, a mio padre e agli altri....Austin... Mi mancavano....mi mancava...
Non sentii la porta aprirsi, ero troppo impegnata.
-Non pensavo facessi anche quella- sentendo la sua voce mi bloccai di colpo. Oliver...con un salto atterrai e mi misi in piedi. Mi stava fissando a braccia incrociate e mi sorrideva.
-bhe si la uso per riscaldarmi- dissi disinvolta indicando alle mie spalle. 
Ad un certo punto vidi il sorriso sparire dal suo volto e una strana espressione che non riuscivo a decifrare era li sul sulla sua faccia. 
Mi stava fissando e seguendo il suo sguardo abbassai il mio e allora capii cosa lo avesse turbato tanto. La mia cicatrice era li, in bella vista. 
Quando rialzai lo sguardo lui mi stava ancora fissando e aveva gli occhi lucidi. Cercai di coprirmi mettendo sopra il braccio. Dovevo sbloccare la situazione.
-Ero venuta prima per allenarmi, non avevo nulla da fare- dissi muovendomi per andare verso i computer
-Felicity- disse lui il un sussurro. Lo ignorai sapendo già che voleva una spiegazione, una storia che non avrei mai potuto dargli, o almeno non tutta...
-Gli altri non sono ancora arrivati- dissi continuando ad ignorarlo
-Felicity- disse il mio nome come se mi stessa pregando.
-Pensavo Dig venisse con te- continuai mettendomi la maglietta.
-Fe-li-ci-ty!- disse alzando la voce, ora era arrabbiato e io mi bloccai sul posto -Guardami!- mi ordinò
-Che vuoi Oliver?- dissi voltandomi contro voglia.
-Io...- ma non riuscì a finire la frase perchè arrivarono Diggle e Sara. 
Tirai un sospiro di sollievo che non sfuggì ad Oliver che mi guardò come per dire 'ne riparliamo dopo' e sicuramente non l'avrei scampata.
____________
vedere quella cicatrice così grande su di lei mi turbò. Mi sarei fatto spiegare come aveva fatto a procurarsela.
-Allora, Roy non viene ha un appuntamento stasera mi ha appena chiamato- annunciò evitando accuratamente il mio sguardo
-Era ora che si rivedesse con qualcuna, dopo Thea- disse Diggle. Thea...quanto mi mancava era molto che non la vedevo, non una chiamata, non una visita. La mia piccola Speedy.
-allora passiamo alle cose serie- dissi riprendendomi- abbiamo un problema, un problema grave, Malcom è tornato e io non ho idea su come fermarlo.
-Se avessi un campione di sangue di questi super uomini potrei trovare la sostanza e quindi far elaborare una cura, come l'altra volta- disse Felicity
-Oliver non è una cattiva idea- disse Dig- dovresti solo infilzarne uno e riportare indietro la freccia.
-Ok allora aspettiamo che si facciano vivi e...- ma Felicity mi bloccò -Ma noon credo ce ne sia bisogno- disse digitando qualcosa sui computer.- la radio della polizia sta parlando di due uomini con una forza incredibile che stanno facendo una rapina in un laboratorio chimico.
-Andiamo- dissi. 
Anche Felicity si alzò. Io serrai i pugni. Dovevo abituarmi al fatto che venisse anche lei sul campo. Si mise la sua uniforme. 
Era dannatamente sexy e...letale. Uscimmo di corsa e arrivammo sul luogo delle rapina. Iniziammo a combattere contro i due uomini. Provai a colpirli più volte fino a quando venni distratto dalla scena che avevo davanti agli occhi. L'uomo con cui Felicity combatteva la spinse via e lei volò sbattendo dolorosamente contro il muro.
-Felicity-gridai ma non potevo distrarmi. Per fortuna la vidi rialzarsi a scagliarsi furiosamente contro l'uomo. Stavamo ancora combattendo quando Sara gridò. 
Era a terra e si teneva la gamba ferita. Mi distrassi e venni colpito dietro la testa cadendo a terra. Era rimasta solo Felicity che ancora combatteva. 
L'uomo la spinse e lei cadde a terra.
Entrambi scapparono.
-State bene?- chiesi rialzandomi.
-No, mi fa male la gamba- disse Sara. La aiutai ad alzarsi. E poi guardai Felicity. Che annuì.
Tornammo al covo. Dig si mise subito all'opera per fasciare la gamba di Sara.
-non son riuscito a colpirli - dissi sconsolato e frustrato un calcio al tavolo
-TU non ci sei riuscito- disse Fel con un sorriso compiaciuto mentre in mano teneva un coltello sporco di sangue. 
-come ci sei riuscita- chiesi sbalordito.
-mentre combattevamo, l'ho tagliato, neanche se ne é accorto- disse buttandolo sul tavolo di metallo. Io ancora la guardavo a bocca aperta.
-Bhe abbiamo fatto un passo avanti- disse Dig sorridente - forse è meglio se accompagno Sara a casa.
-si grazie mille- disse Lei e così dicendo la prese in braccio e la portò via. 
Rimanemmo solo io e Fel. Era il momento di parlare.
____________________
Ero di spalle. Sapevo già che voleva parlare.
-come te la sei fatta?- mi chiese calmo. Io mi girai.
-la mia seconda missione- iniziai- a Las Vegas in un casinò...le cose si sono messe male. Un coltello. Era un taglio troppo profondo. Ho rischiato molto.- dissi, era il minimo che potessi dirgli. Odiavo dover tenere dei segreti con lui ma dirgli la verità equivaleva a parlargli di Austin e io non volevo...
Vidi Oliver irrigidirsi e serrare la mascella e i pugni.
-non volevo che tu ne avessi neanche una sul tuo corpo- disse dopo interminabili minuti- volevo tenerti il più lontana possibile dai guai e invece ora...sei piena di cicatrici e soprattutto hai passato tanti guai. Ho fallito in tutto quello che mi ero ripromesso.- disse distogliendo lo sguardo
-ehi non è colpa tua, sono solo cicatrici e la loro causa sono frutto di scelte di mia responsabilità, quindi non ne sei colpevole- dissi avvicinandomi e accarezzandogli il braccio. Lui prese la mia mano e si premette la punta delle dita sulle sue labbra.
-Non avrei mai dovuto allontanarti da me, ho solo peggiorato le cose fingendomi indifferente nei tuoi confronti...non sai cosa ho passato, in questi anni senza di te. Ho dovuto perderti per capire quanto tenessi a te e cosa provavo per te. Sono stato un idiota e ora guardandoti sento solo un grande rimorso....- disse guardandomi e tenendo ancora la mia mano nella sua.
-rimorso per cosa- chiesi io perplessa.
-per non aver fatto prima questo- disse per poi tirare il mio braccio e ritrovarmi tra le sue braccia in una stretta possessiva e subito dopo le sue labbra furono sulle mie. 
Il bacio diventò passionale ed iniziò a spingermi contro il muro così che io mi ritrovai schiacciata tra il muro e lui mentre le sue mani vagavano sul mio corpo. Una arrivò sotto la mia coscia destra e la alzò fino a farla arrivare all'altezza del fianco. Le mie mani erano sul suo petto e lo accarezzavano. Non riuscivo a credere che stesse succedendo davvero, ero frastornata e non riuscivo a ragionare, il modo in cui mi baciava non lasciava spazio alla ragione. Mi sollevò e io ancorai le gambe ai suoi fianchi. La foga con cui mi baciava lo faceva sembrare affamato, come se aspettasse questo momento da tanto tempo, troppo. Si spinse ancora di più il suo corpo caldo contro il mio facendomi gemere.
Raggiungemmo il tappeto di allenamento e cademmò lì sdraiati l'una sull'altro. Mano a mano i vestiti sparivano e le mani di uno esploravano il corpo dell'altro. Iniziò a torturare il mio collo con dei baci dolci, poi lui alzò lo sguardo intenso su di me.
-Sei bellissima Fel- disse per poi riavventarsi con foga sulle mie labbra
___________________
Quando riaprii gli occhi era mattina. Tenevo ancora Fel stretta tra le mie braccia. Mi presi un po' di tempo per osservarla. Era forse la donna più bella che avessi mai visto, era perfetta e forse l'amavo. Forse? No...sicuramente l'amavo ma non ero pronto ad ammetterlo a me stesso ne tantomeno a lei. Era di nuovo lì con me e questo bastava per ora. Si mosse tra le mie braccia per poi alzare lo sguardo su di me. 
-buongiorno- le dissi sorridendole
-buongiorno- disse lei. Mi chinai per darle un leggero bacio sulle labbra.
-credo che sia l'ora di andare il lavoro mi aspetta!- dissi io
-a te...io sono una mantenuta...- disse facendomi l'occhiolino ed alzandosi. Era irresistibile.
Iniziammo a vestirci e io non le staccavo gli occhi di dosso.
Un cellulare iniziò a squillare, il suo. Si avvicinò al tavolo dove era il telefono. Vidi le sue spalle irrigidirsi. Poi il telefono smise di suonare. Mi avvicinai curioso e la abbracciai da dietro poggiando il mio mento sulla sua spalla.
-Chi era?- chiesi stringendola a me.
-nessuno- rispose togliendo il telefono. Sembrava nervosa, decisi di lasciar correre.
Le scostai i capelli da un lato e gli tracciai dei baci sul collo. Quando rialzai lo sguardo notai qualcosa sulla nuca. Le scostai i capelli fino a scoprire quello che c'era sotto. Un tatuaggio, una rosa nera per la precisione con una scritta in cinese.
-cos'é questa?- chiesi perplesso. Prima non l'aveva ne ero certo, me ne sarei accorto visto che portava sempre la coda.
-oh Bhe... Quello, è il tatuaggio della lega.- disse lei- e la frase vuol dire 'uccidi o vieni ucciso'...é il motto della lega.
-quante persone hai ucciso- chiesi intimorito dalla mia stessa domanda.
-quattro-disse lei- ma preferirei non parlarne- continuò lei. C'era tristezza e rabbia nella sua voce, ma non rimpianto...
Era ovvio che avesse ucciso visto chi era ora, ma sentirselo dire era un'altra cosa.
-dai andiamo, spero Roy non mi abbia distrutto casa- disse ridendo per poi andare via.
_______________
Appena avevo visto che l'interlocutore della telefonata era Austin avevo rifiutato la chiamata. Lo avrei richiamato più tardi, quello non era certo il momento adatto per rispondere.
 Mi diressi a casa pensando a quella magnifica notte che avevamo appena trascorso. Cosa eravamo ora? Non ne avevo la minima idea. 
Arrivai a casa e vidi Roy trafficare con la sua roba.
-ehi che cosa fai?- chiesi
-la mia casa è stata risistemata levo le tende, amo vivere qui ma la mia casuccia mi manca- disse
-tanto puoi venire qui quando vuoi!- dissi
-passerò molto tempo qui sappilo- disse- a proposito, dove sei stata stanotte?- chiese malizioso
-non te lo dico mi dispiace- risposi ridendo
-va bene non chiedo nulla...- disse lui alzando le mani- ma solo perché vado di fretta- disse puntandomi il dito contro in segno di avvertimento. Risi e scossi la testa.
-vado su ad allenarmi un po'- dissi allontanandomi.
-va bene, io ne avrò ancora per un po'- disse lui.
Mi diressi subito alla sala a vetri per fare un po' di tiri. Presi l'arco ed iniziai a tirare velocemente e colpendo i bersagli per poi passare ai coltelli che avevo sulla cintura. Quando finii sentii qualcuno battere le mani. Mi voltai di scatto, era Oliver. Un sorriso sul volto come per dire 'ben fatto'
-che ci fai tu qui, pensavo fossi a lavoro?- chiesi andandogli incontro.
-avevi dimenticato il giacchetto e la tua casa era di strada- disse- certo che Roy aveva ragione, facevi paura lì dentro 
-Bhe allora stai attento!- dissi attirandolo a me tirandolo per la cravatta e baciandolo. Lui mi posò le mani sui fianchi e mi strinse di più a se. Provò ad approfondire il bacio ma mi staccai.
-vai su!- dissi sorridendo.
Lui controvoglia si allontanò - Bhe a stasera allora- e così lo accompagnai giù alla porta e dandogli un ultimo bacio la chiusi. 
-emem...- solo allora mi accorsi di Roy -vuoi ancora non dirmi cosa hai fatto stanotte?-mi chiese.
-non parlare se no ti uccido- dissi poco convincente visto che avevo un sorriso stampato in faccia.
-per fortuna me ne sto andando, ma non finisce qui!- disse per poi uscire da casa mia con le sue borse. Ridendo andai a farmi una doccia. Quando uscii presi i primi vestiti che avevo a portata di mano e andai in salone e mi misi a vedere un film ma mi addormentai. Mi risvegliai che era tardo pomeriggio. Avevo davvero saltato il pranzo??il mio stomaco brontolò facendomi capire che la risposta era si. Decisi di uscire. Presi la mia moto e sfreccia per il traffico della cittá e mi ritrovai non so come a passare davanti alla Queen Consolidated, e quello che vidi per poco non mi fece perdere il controllo della moto. 
Oliver e Laurel. 
Che si baciavano.

Ciao bella genteee!! Piaciuto il capitolo? Non uccidetemi vi prego, prometto che la parte finale ha una spiegazione e l'avrete presto promesso!! La cicatrice ha avuto il suo effetto che dite? ;) ovviamente non finisce qui la storia di quella cicatrice perché pare proprio che c'entri anche un certo assassino russo di nostra conoscenza che, dulcis in fundo, fará il suo ingresso a Starling City scatenando la gelosia di una certa persona. Ciao baci alla prossimaaa!!

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Capitolo 18
*** Nuovi arrivi in città ***


-Mr.Queen c'é la signorina Lance che la aspetta
Laurel...qui? Che voleva?Uscii dall'ufficio
-Ciao Ollie- disse lei raggiante
-Ciao Laurel non mi aspettavo di vederti qui
-neanche io credimi, sono qui per chiederti se volevamo andare a pranzo insieme, per parlare un po' - disse lei sorridendomi.
-certo va bene- dissi sorpreso da quella proposta.
Uscimmo chiacchierando e andammo a pranzo fuori. Fu piacevole. Erano ormai mesi che non ci parlavamo, negli ultimi tre anni le nostre conversazioni erano diminuite a tal punto da diventare inesistenti.
Tornammo davanti alla Queen Consolidated un'oretta dopo
-é stato bello parlare di nuovo con te, come i vecchi tempi- dissi veramente sereno.
-giá, come i vecchi tempi- fu un secondo e mi ritrovai le sue braccia al collo e le sue labbra sulla bocca. Ero così sorpreso che ci misi un po' a reagire. Quando mi svegliai misi le mie mani sui suoi fianchi e la spinsi via.
-no, Laurel no- dissi. Vidi il dolore passare sulla sua faccia, che poi si tramutò in rabbia.
-ancora lei?- chiese dura.
-sempre- risposi io. 
Lei allorá si girò e se ne andò.
--------- 
Arrivai a casa e mi chiusi sonoramente la porta alle spalle. Mi ci appoggia e scivolai a terra scoppiando a piangere. Ero stata una stupida. 
Laurel, sempre e per sempre sarebbe esistita solo lei per lui. Che stupida che ero stata ad illudermi che fosse cambiato e che volesse solo me. Mi sentivo ferita, tradita e distrutta. Spiegare cosa provavo era impossibile, stare li a sopportare quel dolore era impensabile.
Il mio cellulare squillò, era Oliver. Rifiutai la chiamata. 
Le seguenti sei volte lo lasciai semplicemente squillare fino a quando il nome sullo schermo non cambiò.
-pronto- dissi tirando su col naso.
-ehi splendore che mi dici?- era Austin. Come mi mancava quella voce.
-nulla le solite cose- dissi cercando di tenere la voce il più neutra possibile.
-sei a casa?- mi chiese
-si perché- chiesi perplessa
-apri la porta-disse lui.
Mi alzai di scatto ed aprii la porta. Era lì. Davanti a me. Lo abbracciai. E senza accorgermene piangevo avevo ricominciato a piangere. 
-ehi sei così felice di vedermi?- mi chiese asciugandomi le lacrime.
Ero ovviamente felicissima di rivederlo, ma questa reazione non era certo dovuta alla felicità di rivederlo.
-sono contentissima, che ci fai qui?-chiesi 
- sono venuto per aiutarti mi sembra ovvio, domani arriveranno anche Damian e Dimitri, non ti lasceremo sola- disse lui
-grazie- e lo abbracciai di nuovo- vieni entra.
-Bhe tuo padre non si risparmia mai eh, guarda che casa!- disse
-lo conosci è mio padre, non si risparmierá mai. E non hai visto la sala su!
-ti prego andiamo voglio vederla!- disse lui prendendomi la mano e correndo verso la scala a chiocciola che portava alla sala. Salimmo su di corsa e lui si bloccò subito spalancando la bocca.
-ti prego dimmi che ti va di allenarti perché mi é venuta un'improvvisa voglia di farlo- disse lui ridendo.
-va bene ci sto devo scaricare un po' di rabbia repressa.- dissi io sorridendo a mia volta. Lui sollevò un sopracciglio ma non chiese altro.
Ci allenammo per circa quattro ore ma era piacevole allenarsi con lui. 
Ci si aspetta un minimo di serietà e di concentrazione in un momento del genere ma con lui era impossibile, non si faceva altro che ridere e scherzare e in quel momento era la cosa di cui avevo più bisogno.
-Bhe dobbiamo andare al covo tra un po' e abbiamo bisogno di una doccia.-dissi io rialzandomi dopo aver riso alla sua ultima battuta. Mi avviai verso le scale.
-sono d'accordo- disse lui.
Scesi giù e presi il mio telefono in mano e vidi 20 chiamate perse e tre messaggi, ovviamente di Oliver. 'Fel dove sei rispondi alle mie chimate!' - 'rispondimi ti prego'- 'sto iniziando seriamente a preoccuparmi, dove diavolo sei finita!'
Ignorai quei messaggi e corsi a farmi una doccia. Una volta finito entrambi andammo giù in garage dove Austin rimase a dir poco rapito dalla mia moto.
Insistette per guidare lui la moto. 
Guidava da pazzo, e per dirlo io ce ne voleva. Appena si fermò scesi dalla moto di scatto e levandomi il casco furiosa lo buttai a terra.
-tu hai rischiato di ucciderci!- dissi puntandogli il dito contro
-tu stai zitta o ti devo ricordare l'inseguimento a Mosca?
Decisi che effettivamente era meglio se stavo zitta. 
Arrivammo ridendo alla porta ed entrammo ridendo attirando l'attenzione di tutti. Per fortuna Oliver non c'era ancora, evitarlo dopo sarebbe stato facile. 
Forse...
-Austin che piacere rivederti- disse Roy andandogli incontro e abbracciandolo.
-anche per me Roy- disse l'altro. Ebbene si,  erano diventati buoni amici perché erano molto simili in realtà.
-Felicity vuoi presentarci il tuo amico- chiese Dig
-si certo, lui è Austin un mio compagno della lega, ha deciso di venire a darci una mano e domani arriveranno anche gli altri due.- dissi sorridendo e indicando il ragazzo alle mie spalle.
-Bhe allora se sei qui per dare una mano sono davvero felice di conoscerti, piacere John Diggle- disse stringendo calorosamente la mano ad Austin
-sicuramente più siamo e meglio é, Sara piacere di conoscerti- disse la ragazza
-grazie per il caloroso benvenuto- disse Austin inizialmente intimidito.
-Bhe ragazzi dopo le presentazione vi devo dire che a breve arriveranno i risultati delle analisi del sangue.- dissi
-perfetto allora noi continuiamo ad allenarci- dissero Dig e Sara 
-e io prima ho visto qualche pecca nel corpo a corpo con te quindi ci alleniamo anche noi!- mi disse Austin serio. Quando faceva così l'autoritario era meglio assecondarlo. Sapevo che che era inutile controbattere così mi misi shorts e reggiseno da allenamento ed iniziammo il corpo a corpo.
--------
Era la ventesima chiamata che le facevo e non rispondeva. Ero preoccupato. Il che era alquanto riduttivo visto che ero in preda al panico ad essere sincero.
Arrivai al covo e scesi di corsa le scale. Dig mi guardò.
-Felicity è qui?- chiesi subito.
-Si è di la con..- non lo feci finire lo oltrepassai e andai verso il nascosto tappeto di allenamento pronto a rimproverarla. 
Ma quando giunsi lì davanti sentii la furia montarmi dentro. Felicity era stesa sul tappeto e sopra di lei c'era un ragazzo a torso nudo e con solo dei pantaloni della tuta. 
C'era una minima distanza tra i loro volti.
Lui teneva le mani sui fianchi di lei e la stavano accarezzando. Doveva sbrigarsi a toglierle le mani di dosso o lo avrei trafitto con una freccia. 
Li vidi ridere e allora mi risvegliai da quel momento in cui ero fermo sul posto a stringere con forza i pugni.
-chi diavolo sei tu?- sibilai furioso
Si girarono entrambi a guardarmi e si alzarono subito.
-Oliver lui é Austin, é nella lega con Felicity, é venuto qui ad aiutarci- disse Dig alle mie spalle
-Questo non spiega perchè aveva le mani su di lei!- dissi furioso guardando Dig, poi mi rigirai a guardare Felicity- posso parlarti? In privato!- dissi e senza aspettare una risposta la presi per il braccio e la portai dove nessuno poteva sentirci. 
La gurdai furioso.
-che vuoi?- mi chiese quasi spazientita incrociando le braccia al petto.
-che voglio? Ti chiamo e non mi rispondi, vengo qui e trovo quel belloccio sopra di te che ti tocca e tu mi chiedi che voglio?- chiesi tra l'incredulo(per la sua domanda) e il furioso.
-francamente non vedo dove sia il problema e comunque ci stavamo Solo allenando. Per quanto riguarda le chiamate e i messaggi se vuoi saperlo non ho voluto risponderti io!- mi disse di getto.
-perché? Cosa ti ho fatto?- chiesi perplesso e ferito.
-ti ho visto oggi Oliver, tu e Laurel. Ho davvero creduto che tu fossi cambiato, ma no io sono una delle tante ad essere state vittima del fascino del grande Oliver Queen.-disse mentre gli occhi le diventarono lucidi. Provai a fermarla ma lei mi bloccò. - ci sono caduta una volte, non capiterá mai più, ora saremo solo colleghi di lavoro.- disse allontanandosi ma io la fermai afferrandola con forza per il braccio.
-Fel ti prego ascoltami lasciami spiegare- dissi disperato, come poteva credere che avessi baciato io Laurel.
-no Oliver basta, abbiamo del lavoro da fare- disse per poi allontanarsi strattonando il braccio per liberarsi dalla mia presa. Non la fermai. Le sue parole mi avevano ferito. 
Come potevo biasimarla se non mi credeva, visti i miei trascorsi, neanche io ci avrei creduto. Ma non mi sarei arreso. Tornai di la. Lei era seduta al computer.
-Bene ragazzi hanno analizzato il sangue e hanno identificato il siero. Ora spedisco i risultati alle industrie STAR che ricreeranno una cura come per il mirakuro.- disse lei soddisfatta -emmmm...un'altra cosa, pare che un bel gruppo di persone che hanno assunto il siero stiano attaccando la centrale di polizia.
-andiamo subito!- dissi io.
Fel si alzò, disse qualcosa al suo amico e poi andò a cambiarsi. 
Uscimmo tutti e ci dirigemmo alle moto.
-Austin non viene?- chiese Roy
-no, non stasera- rispose Fel. 
In poco arrivammo alla centrale ed entrammo di corsa.
-mi raccomando attenti, non fatevi uccidere.- dissi.
Iniziammo a combattere. Ce la stavamo cavando, erano pochi. Il peggio sembrava passato.
Quando avevamo finito la figura di una ragazza mascherata ci apparve davanti. 
Si tolse la maschera rivelando la sua identitá. 
Thea...
ero sconvolto. Era proprio lei...
-sorpresi vero?- disse Lei. La mia sorellina.

Ciao a tutti!! Sono reduce dal settimo episodio della terza stagione e il mio cuoricino si sta ancora riprendendo, come quello di Oliver credo. Esorto chi non l'avesse ancora vista a vederla.
Bhe che ne pensate di questo capitolo?? Abbiamo capito che il povero Olli non ha fatto nulla, è solo vittima di quella vipera di Laurel. Ma poverino mi sa che per lui ci sono altri problemi in vista sul fronte amoroso perché Austin porterá un po' di confusione. 
Chissá che succederá... Ciao al prossimo capitolo baciiiii.

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Capitolo 19
*** Sbagli... ***


Non poteva essere lei. Non volevo che fosse lei.... Mi rifiutavo di crederlo anche se la veritá era proprio li chiara davanti ai miei occhi e anche se ci provavo non trovavo altre spiegazioni... 
Lei era lì, con una sorta di divisa da combattimento, combatteva col nemico, con Malcom... Suo padre...
Quindi in tutto questo tempo era stata con lui. Era stata addestrata da lui. 
Sentii come se qualcosa dentro di me si stesse spezzando.
-Thea- sussurrai io ancora. Lei mi guardò. L'odio nei miei confronti era evidente nei suoi occhi.
-Oliver é un po' che non ci si vede. Ti trovo bene.- disse lei
-sei scomparsa per anni- dissi io
- non avevo motivo di restare con un fratello bugiardo- disse sprezzante. Poi si voltò a guardare alle sue spalle.- Bhe ci si vede!- e così dicendo corse via scomparendo dalla nostra vista. Volevo fermarla ma non riuscivo a muovermi, ancora troppo scosso.
-torniamo al covo- disse Sara mettendomi una mano dietro la schiena ed invitandomi a seguirla. 
Annuii e iniziai a muovermi ma non ero cosciente dei movimenti che stavo facendo, era come se corpo e mente fossero separati.
Arrivammo al covo. 
Io ero ancora frastornato, il silenzio dominava la situazione. 
Poi sentii un gemito di dolore. 
Mi voltai e quando capii chi lo aveva emesso pregai di sbagliarmi. 
Era stata Felicity. 
Si era accasciata sul tavolo dei computer mentre si teneva la mano sul fianco, il viso contratto in una smorfia di dolore mentre si mordeva con forza il labbro.
Quella vista mi fece subito rinsavire e scattai in avanti ad aiutarla ma qualcuno con dei riflessi più pronti dei miei già la stava aiutando. Austin.
-Felicity tutto bene?- chiesi preoccupato accarezzandole la guancia. 
-no..- sussurrò abbassando lo sguardo sulla sua mano. Era sporca di sangue. Mi si gelò il sangue nelle vene. 
-é ferita- disse il suo amico che la prese in braccio poco prima che le gambe le cedessero. La portò sul tavolo dove venivo spesso medicato. Sembrava molto più concentrato di quanto lo fossi io in quel momento. Io ero bloccato dalla paura. 
- datemi la cassetta del pronto soccorso.- disse. 
Iniziò a slacciarle la lampo della sua tuta nera che si trovava sul davanti. 
Appena capii che stava facendo d'impulso gli bloccai la mano guardandolo truce. Ma lo sguardo che mi restituí sapeva di rimprovero.
-ma sei serio? Non credo che sia il momento adatto per fare il ragazzo geloso!- disse lui sprezzante spostando la mia mano. 
Aveva ragione, che idiota che sono, c'era in ballo la salute di Fel.
Che stupido!
-vuoi che lo faccia io?- chiese Dig 
-nono non é la prima volta che la curo- disse lui. Io alzai il mio sguardo su di lui con un misto di odio e tristezza. Chissà quante volte erano stati in quella situazione. 
Lui che curava lei, lei che curava lui... Ma non era il momento di pensarci.
Io ero concentrato su di lei mentre le accarezzavo la testa. Ero preoccupatissimo.
-Alex tieniti forte ti farà male!- disse lui. Lei annuì mordendosi il labbro. 
Ad un certo punto iniziò a gridare. 
Era straziante vederla soffrire e io non potevo fare altro che soffrire con lei. Sentivo gli occhi riempirsi di lacrime ma le respinsi. 
Non ce la facevo. 
Mi girai a guardare il ragazzo che aveva appena estratto il proiettile prendere ago e filo. 
Guardai quel piccolo proiettile con tutto l'odio e la rabbia possibile.
Tornai a guardare Felicity che ora era tornata a mordersi con forza il labbro per non gridare. 
Io continuavo ad accarezzarla e a guardarla.
-finito ora sei apposto!- disse Austin una volta messa la garza.
-grazie, come sempre- disse lei alzandosi a fatica. Stavo per fermarla ma lei mi fece segno di fermarmi e stare indietro. Quel semplice gesto ebbe il potere di provocarmi una fitta di dolore.
Arrivó Sara con una mia camicia e gliela porse. Era la mia.
-tieni metti questa così ti puoi levare la tuta- disse e Fel la prese e scese dal tavolo. La lampo della tuta leggermente abbassata lasciando intravedere una porzione della sua perfetta pelle. Anche così tutta sconvolta e con i capelli arruffati era bellissima.
-grazie, voi andate a casa a riposarvi- disse.
-no io non ti lascio da sola- dissi deciso avvicinandomi.
-va a casa a riposarti Oliver, non sono sola ho Austin che é qui con me- disse fredda. 
Quelle parole mi fecero male. Non volevo lasciarla sola con lui. Ma decisi che era meglio lasciar perdere per quella sera. Così me ne andai arrabbiato da quel trattamento. L'indomani avrei risolto questa situazione.
_______________________
-allora noi andiamo Alex?- chiese Roy abbracciandomi
-Sisi andate starò bene- dissi e andai a mettermi la camicia.
Quando tornai c'era solo Austin che mi sorrideva. 
-mi hai fatto preoccupare-mi disse con un leggero sorriso sulle labbra.
-non come quella volta- dissi tristemente al solo ricordo.
-quella volta ho pensato di poter morire vedendoti in quello stato- mi disse accarezzando la cicatrice sulla mia pancia attraverso la camicia. Non c'era bisogno di vederla, l'avrebbe trovata anche ad occhi chiusi perché sapeva perfettamente dove si trovava. Era impressa nella sua mente come lo era sulla mia pelle.
-lo so mi ricordo il tuo sguardo- dissi guardandolo negli occhi. Lui lo abbasso subito dopo. 
-sai che sei sexy solo con la camicia-disse sorridendomi malizioso.
- ahahahah no sei il primo che me lo dice- dissi
-Alex io devo dirtelo- disse improvvisamente serio- quando ti vidi la prima volta pensai che eri una visione, bellissima. Poi più passava il tempo più ogni volta che ti vedevo mi mancava il fiato, più mi respingevi e più volevo stare con te. Quando ci siamo baciati ho sentito qualcosa di forte dentro di me. Ho capito che non posso rinunciare a te senza almeno combattere. Ti amo Alexandra.- disse tutto d'un fiato.
Io ero stordita, aveva appena detto di amarmi. Lo fissai negli occhi e vidi quanto le sue parole fossero vere. Lo vidi avvicinarsi e posare le sue labbra sulle mie con dolcezza. 
Ma sta volta non lo respinsi anzi lo attirai di più a me. Mi sollevò facendomi sedere sul tavolo e posizionandosi fra le mie gambe come aveva fatto in Russia. 
Iniziò a slacciarmi la camicia fino ad aprirla completamente ed iniziò ad accarezzare la mia cicatrice. Le sue mani arrivarono sotto alle mie cosce. Mi sollevò riportandomi in piedi e io lo spinsi fino al muro. Poi capii che stavo per fare una cavolata.
Stavo per fermarmi ma inaspettatamente fu lui a fermarsi per primo.
-non voglio che la nostra prima volta sia mentre tu ancora sei innamorata di un altro- disse accarezzandomi la guancia- io volevo solo che sapessi cosa provo per te. Non preoccuparti aspetterò. Ora vatti a vestire che andiamo a casa. Devi riposare.- disse lui guardandomi intensamente.
Gli sorrisi e andai a cambiarmi. Sono contenta che si sia fermato, andare a letto con un altro non avrebbe risolto le cose con Oliver. Non ero quel tipo di ragazza.
Andammo a casa e prima di andare a dormire fermai Austin e gli diedi un bacio sulla guancia.
-grazie!- gli sussurrai e poi andai a dormire esausta e senza forze.
_______________
Non chiusi occhio quella notte. Avevo troppa paura di perderla di nuovo. E non avrei potuto accettarlo. 
Era sabato mattina. Non dovevo andare a lavoro così decisi di andare al covo per scaricare un po' di tensione.
Quando arrivai lì un impulso di curiosità mi spinse verso i computer per vedere le registrazioni delle telecamere della sera prima. 
Si lo so ero paranoico e geloso ma volevo sapere cosa era successo dopo che me ne ero andato. Le trovai e arrivai al punto in cui vedevo me che me ne andavo. 
Misi play. Gli altri se ne andarono e rimasero solo Austin e Fel. Questo si faceva interessante. Quando Fel ritornò nella visuale della telecamera aveva solo la mia camicia addosso. Le sembrava questo il modo di andare in giro davanti ad un ragazzo che non fossi io? Li vidi parlare e avvicinarsi sempre di più e io stringevo sempre più i pugni e la mascella. E poi successe. Lo vidi avvicinarsi e baciarla, posarla sul tavolo e aprirle la camicia. La mia mente mi diceva di non guardare ma nonostante tutto i miei occhi rimasero fissi sullo schermo. La vidi spingerlo e poi sparire dalla mia vista. L'immaginazione lasciava poche opzioni per quello che stava succedendo. La rabbia salì dentro di me. Quel tipo l'aveva toccata e baciata. 
Pochi minuti dopo tornarono nella visuale vestiti e pronti ad andare via sorridenti. Presi la prima cosa che avevo a portata di mano e la scagliai contro il muro con tutta la forza che avevo. Mi portai le mani tra i capelli e iniziai a piangere accasciandomi a terra. L'avevo persa ed era tutta colpa mia.

Ciao a tuttiiii :) piaciuto questo nuovo capitolo? Bhe che dire la cicatrice di Fel torna ad incuriosire. Sappiamo che c'entra il nostro caro Austin. Qualcuno si é fatto una vaga idea su cosa sia successo?! 
Cosa fará ora il nostro Oliver, combatterá per Fel o si arrenderá facilmente?
Ciao baci al prossimo capitolo!!

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Capitolo 20
*** Malintesi e chiarimenti ***


Mi svegliai il mattino seguente e mi sentivo stranamente leggera. 
Forse perché avevo dormito molto, forse perché la notte prima non avevo fatto l'errore più grande della mia vita consolandomi tra le braccia di Austin.
Mi alzai velocemente a sedere sul letto, troppo velocemente perché sentii una fitta al fianco. Mi ero dimenticata della ferita. 
Mi alzai e mi feci una doccia per poi cambiare la fasciatura. 
Decisi di andare al covo per vedere se c'erano novità. 
Austin ancora dormiva, decisi di lasciargli un biglietto.
Andrai dritta al covo. Fui sorpresa di trovare le luci accese così presto e poi sentii il rumore di qualcuno che stava usando la salmon ladder.
Li trovai Oliver che si allenava.
-ciao- dissi
-ciao- rispose lui freddamente
-non pensavo fossi già qui- dissi perplessa.
-e invece sono qui, è te che non mi aspettavo di vedere qui così presto stamattina- disse scendendo dall'attrezzo.
-perché?- chiesi ancora più perplessa di prima.
-Bhe sai dopo la notte che hai passato con il tuo amico non mi aspettavo fossi sveglia così presto- disse lui avvicinandosi. Vidi la rabbia nei suoi occhi mentre si sfilava i guanti neri.
-come prego?- chiesi intuendo il senso delle sue parole.
-non fare la finta tonta!- mi gridò contro e lanciando furioso i guanti a terra - ho visto le riprese delle videocamere di ieri sera del covo, per fortuna siete scomparsi dal video prima di approfondire ma non ci vuole molto a capire cosa è successo dopo.- disse fissandomi.
Io lo guardavo a bocca aperta. Credeva davvero che fossi andata a letto con Austin?
-Oliver non è successo nulla, ci siamo baciati soltanto ma ci siamo fermati prima di andare oltre. Ho la mente e il cuore ancora troppo occupati da te per lasciarmi andare con un altro- dissi arrabbiata da quelle accuse. Mi dava fastidio il semplice fatto che ci avesse anche solo pensato.
-quindi non siete andati a letto insieme, io credevo...- disse lui scettico.
-credevi male Oliver, sei tu quello che ha baciato un'altra. Io sono troppo innamorata di te per lasciarmi andare con un altro, sai ho sempre una certa persona nella mia testa!- dissi ironica.
Subito mi ritrovai le sue labbra sulle mie con foga. Ci staccammo quasi subito ma lui teneva ancora il mio viso tra le sue mani, le nostre fronti si toccavano.
-nonono Fel c'è stato un malinteso, è stata Laurel a baciarmi io l'ho allontanata da me subito- disse sorridendomi- non puoi capire come sono stato male nel vedere quel video,ho pensato che ti avevo persa di nuovo e vedere le sue mani su di te è stato devastante io....- ma sta volta lo baciai io per far smettere quel flusso di parole. 
Avevamo sbagliato entrambi come due idioti. 
Stavamo rinunciando al nostro amore per degli stupidi malintesi. 
Lui mi strinse a se mettendomi le braccia intorno alla vita in una presa solida e possessiva che non mi lasciava alternativa se non quella di mettere le mie braccia intorno al suo collo avvicinandolo a me ancora di più. 
Sentii la sua lingua gentile entrare nella mia bocca e unirsi alla mia. 
Mille emozioni mi assalirono, la testa mi girava ed ero percorsa da brividi in tutto il corpo.
Ci separammo per riprendere fiato.
-non ti voglio perdere di nuovo, mai più.-disse accarezzandomi. La disperazione nella sua voce.
-mai più-ripetei. Poi sentii un dolore al fianco sulla ferita. Mi staccai premendo la mano sul fianco.
-tutto bene?- mi chiese lui preoccupato.
-si devo solo cambiare la fasciatura- dissi alzando la maglietta e vedendo la fasciatura tutta sporca di sangue. Sentii Oliver rabbrividire accanto a me.
-ti si sono riaperti i punti- disse, poi alzò lo sguardo su di me - devi esserti mossa un po' troppo ieri sera...- disse lui quasi arrabbiato. 
Capii dove voleva andare a parare e lo fulminai con lo sguardo. Lui capì al volo.
-ok scusa non volevo, vieni te la cambio io- disse accompagnandomi al tavolo.
Mi sdraiai e mi alzai la maglia. 
Con delicatezza mi tolse la fasciatura e si bloccò.
-non pensavo mi sarei mai trovato a farti da infermiere, o meglio, ci speravo- disse scuotendo la testa.
-se vuoi lo faccio io- dissi io leggermente mortificata di averlo turbato tanto.
-no voglio farlo io, devo iniziare ad accettare questa cosa- disse sorridendomi.
Con tutta la delicatezza possibile iniziò a disinfettare la ferita e a ricucirla fermandosi a ogni mia smorfia di dolore, quando finì mi diede un bacio sulla testa.
-finito- disse. 
Feci per abbassarmi la maglietta ma lui mi fermò mettendo una mano sulla mia. 
Iniziò a passare il pollice sulla mia cicatrice, quella vecchia con una storia tormentata.
Poi le sue mani si spostarono sui miei fianchi e lo vidi abbassarsi. Un attimo dopo sentii le sue labbra percorrere il contorno della stessa cicatrice con dei baci leggeri. 
Rabbrividii.
La sua bocca iniziò a salire tracciando una scia di baci.
-Oliver non è il momento...- dissi- devo tornare a casa, ho da fare.- ma che diavolo stavo dicendo? Ero forse pazza?!
-qualsiasi cosa tu abbia da fare può aspettare- disse arrivato alle mie labbra.
Iniziò a baciarmi con passione ma, non so con quale forza di volontà, lo allontanai da me.
-no davvero ho delle cose da risolvere a casa devo andare... Ci vediamo stasera- dissi accarezzandogli la guancia.
-uffaaaa...va bene- disse lui. Sembrava un bambino e mi fece ridere.
Gli diedi un bacio veloce poi mi alzai e me ne andai, ma prima di uscire mi voltai a sorridergli e lui era lì a fissarmi, felice e spensierato, come non lo avevo mai visto. 
Andai a casa. 
Quando entrai c'era uno strano silenzio. 
Mi guardai intorno e mi avvicinai al divano.
Sentii un rumore alle mie spalle. Mi voltai di scatto.
-SORPRESAAA- davanti a me c'erano Damian e Dimitri. 
Corsi ad abbracciarli.
-che accoglienza non ci vedi solo da due settimane eh!- disse Damian
-e dove li trova ragazzi come noi, quest'accoglienza è il minimo-disse Dimitri scherzando.
-presuntuoso!- dissi dandogli un pugno scherzoso sulla spalla. Ero felicissima che fossero qui.
-Bhe io proporrei di andare a pranzo tutti insieme- disse Austin mettendomi un braccio intorno alla vita e attirandomi a se. Ne rimasi sorpresa, mi sentivo così male per lui.
-si magari che bello! vi porto in un buon posto- dissi staccandomi da lui. 
Questo ovviamente non passò inosservato ad Austin che mi guardò perplesso.
-ok andiamo allora- disse Damian avviandosi con Dimitri verso la porta. 
Feci per raggiungerli ma Austin mi bloccò per il braccio. 
Mi guardava serio, duro.
-che succede?- chiese
-nulla, perché?- dissi mentendo
-ti sei allontanata da me- disse stringendo i denti.
-no davvero non succede nulla- dissi sorridendogli. Sembrò calmarsi.-dai andiamo.
Andammo fuori a pranzo e li portai in un fast food poco lontano da casa.
-Bhe allora com'è la situazione?- chiese Damian
-stiamo facendo creare una cura per il siero che è stato iniettato a queste...superpersone?- chiesi incerta sul termine da usare per definirli- ...si ecco e una volta ottenuto potremmo curarli e fermarli-dissi bevendo la coca cola dal bicchiere.
-Alex io so che per "fermare" tu non intendi uccidere, ma questo é il nostro metodo, e anche il tuo se vuoi salvare le persone che ami. Se vogliono l'aiuto che gli offriamo devono accettare anche i nostri metodi.- disse Dimitri serio
-lo so- mi limitai a dire. So che aveva ragione. Oliver sicuramente non avrebbe condiviso. Gliene dovevo assolutamente parlare.
-che ne dite di tornare a casa, ho mangiato troppo e devo smaltire...- disse Damian sprofondando sulla sedia e portandosi una mano sulla pancia sazio.
-Sei un animale hai mangiato per un esercito- dissi ridendo e tirandogli una patatina.
-ehi non osare mai più- disse lui tirandomene un'altra. 
Ci lanciammo uno sguardo di sfida per poi scoppiare a ridere come dei bambini seguiti a ruota da Austin e Dimitri. 
Quando ritornai in me riuscii a parlare.
-dai torniamo a casa- poi mi girai a guardare con occhi socchiusi Damian- ho accolto la tua sfida. 
E così dicendo tornammo verso casa senza smettere di ridere.
-------
Era stato tutto un malinteso, un doloroso malinteso che avrebbe mandato all'aria tutto quello che ero diventato. 
Il mio proposito di non uccidere non sarebbe valso a nulla perché era proprio quello che volevo fare a quel ragazzo, piantargli delle frecce nel petto. 
Non che non volessi ancora farlo fuori, insomma l'aveva baciata, toccata...ma non era "niente" in confronto al pensiero che potesse essere andato a letto con la mia ragazza....il solo pensiero mi mandava in bestia. 
Mentre pensavo a queste cose stavo passeggiando per strada e passai davanti alla vetrata di un fast food e fu lì che la vidi. 
La mia Felicity, bella e sorridente come non l'aveva mai vista. Era in compagnia di tre ragazzi. Uno di loro era Austin e quindi dedussi che gli altri fossero i compagni della lega. Stavano ridendo e scherzando, sembravano spensierati. Vederla così con quei ragazzi mi fece provare una fitta di invidia, non gelosia, solo invidia, per quello che lei aveva condiviso con loro in questi tre anni. 
Sembrava a suo agio e soprattutto sembrava se stessa. Abbassai lo sguardo rattristato.
E con la malinconia nel cuore continuai la mia passeggiata.

Ciao gente!! Allora piaciuto?? Finalmente i nostri cari Oliver e Felicity hanno chiarito, ma qualcos'altro sta per succedere. Cosa succederá con l'arrivo della lega a Starlig City? E tra Felicity e Austin come andrá avanti ? 
Ciao baci al prossimo capitolo!! 
Ps. Grazie a tutti coloro che recensiscono :))

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Capitolo 21
*** Momenti difficili ***


-Allora pentito di avermi sfidato- chiesi divertita a Damian mentre mi rialzavo dal tappeto di allenamento dopo averlo atterrato per la decima volta.
-non mi pento mai- disse lui alzandosi con difficoltà, una volta in piedi sentii la sua schiena scrocchiare- ...tranne che con te- disse lui lamentandosi e portandosi una mano sulla fronte.
Io sorridevo soddisfatta e dispiaciuta allo stesso tempo. Lo avevo distrutto! 
-ragazzi andiamo è ora- dissi guardando l'orologio
-andare dove?- chiese Dimitri perplesso.
-nel covo di Arrow- dissi io facendogli l'occhiolino e fuggendo in bagno.
Avevo bisogno di una doccia. 
Era bello riavere con me i miei compagni ma pensai: e quando tutta questa storia sará finita?
Che farò? Dove andrò? Chi sarò? Chi sceglierò? 
Erano tutte domande collegate ma senza risposta. Russia o Starling City? 
Starling City voleva dire Oliver, l'uomo che amavo, Russia voleva dire Papà famiglia e responsabilità che ormai avevo sulle mie spalle. 
La scelta sembrava alquanto facile e ovvia ma in realtà non era ne facile e ne tantomeno ovvia.
Sentii bussare alla porta e mi ridestai dai miei pensieri.
-Alex hai fatto?! É tardi!- disse Austin in tono spazientito.
-Sisi ho fatto!- dissi per poi chiudere l'acqua e rivestirmi.
Scendemmo giù in garage, l'atmosfera si era fatta stranamente tesa.
Avevamo solo due moto e Austin insistette per riguirdare la mia. 
Pessima idea. Come sempre...
Credo di aver visto la morte in faccia per almeno 5 volte, il che é davvero strano detto da una come me, vuol dire che la sua guida era proprio da omicidio.
Appena si ferma davanti al Verdant scendo subito dalla moto e togliendomi il casco mi butto a terra in ginocchio
-terra! Benedetta terra!- dissi teatralmente
-e falla finita sono un pilota con la P maiuscola- disse lui guardandosi le unghie con aria snob mentre era poggiato alla moto.
-si col cavolo, ma si può sapere chi ti ha dato la patente?- chiesi alzandomi.
-nessuno- rispose lui con disinvoltura. Io lo guardai sconvolta.
-ah.. Ecco perché- poi gli puntai il dito contro- tu la mia bimba non la toccherai più.- mi girai e me ne andai via.
Davanti a me all'ingresso del locale c'era Oliver che mi fissava.
Gli andai incontro sorridendogli. Lui mi sorrise di rimando.
-ehi- dissi con molto entusiasmo, davvero troppo entusiasmo.
-ehi- lui fece per avvicinarsi mai gli misi una mano sul petto e lo allontanai.
-no non ora Oliver- dissi. Lui inarcò un sopracciglio, probabilmente non aveva capito perché ma non volevo che Austin ci vedesse.
Lui doveva aver capito perché lo vidi serrare la mascella infastidito.
-tu immagino sia il famoso arrow!- sentii dire a Damian alle mie spalle.
-immagini bene- disse Oliver serio- e voi due dovete essere gli altri della lega
-in carne ed ossa- disse Dimitri usando lo stesso tono freddo. 
La famosa freddezza russa pensai tra me. L'atmosfera era glaciale.
-Bhe entriamo- dissi prendendo Oliver per il polso e portandolo via prima che qualcuno ci rimettesse e ci avviammo verso il covo. 
Presi subito posto ai computer e controllai le mail.
-SI! Sisisisisi- gridai felicissima.
-che succede?- chiesero in coro i presenti.
-hanno creato la cura, è pronta, ma dobbiamo andare a prenderla noi di persona, sapete dopo l'ultima volta non vogliono rischiare, insomma l'ultimo che ce lo ha portata ci ha rimesso la pelle- dissi.
Pensai un attimo alle alternative. Quello che stavo per dire avrebbe scatenato una discussione con una certa persona...
 -andiamo noi della lega, il trasporto non potrebbe essere più sicuro.- dissi sicura.
-no non se ne parla vengo anche io- disse Oliver.... Come non detto... Assolutamente prevedibile!
-Oliver tu sarebbe meglio che rimanessi qui in caso di attacco- disse Dig. 
Menomale che esisteva il saggio Jhon
-é vero non ti preoccupare ce la facciamo da soli- dissi fulminando Oliver con lo sguardo.
-non se ne parla tu non vai, é escluso!- disse lui risoluto. Ora stava gridando.
-ehi bello lei fa quello che le pare, non sei nessuno per dirle cosa fare!- disse Austin avvicinandosi. 
Vidi Oliver diventare sempre più furioso per poi girarsi verso Austin e fulminarlo con lo sguardo. 
O no....sfuriata tra tre, due, uno...
-tu è meglio che stai zitto, ho desiderato farti fuori sin dal primo momento che ti ho visto e avevi le mani sopra la MIA ragazza- disse sottolineando mi- non costringermi a farlo davvero perché sei vicino a farmi perdere davvero la pazienza!- continuò gridando. Io lo guardavo a bocca aperta.
-provaci biondino!- disse Austin avvicinandosi con aria di sfida.
I miei riflessi erano veloci ma non così veloci da poter evitare l'inevitabile. 
Il pugno di Oliver arrivò con forza sulla faccia di Austin che stava per riattaccare ma io gli bloccai il polso.
-BASTA!- gridai- siete due bambini!- ero furiosa con entrambi.
-ma ha cominciato lui!- dissero in coro indicandosi a vicenda.
-non mi interessa!- tuonai nuovamente- tu sta fermo!- dissi girandomi e puntando il dito verso Austin.-e tu vieni con me!- dissi prendendo il polso di Oliver e trascinarlo verso un angolo del covo.
-che diavolo ti é preso?- chiesi furiosa. Lui distolse lo sguardo e guardò in aria spazientito. Come fanno i bambini quando vengono rimproverati.
-mi ha provocato!- disse lui.
-Bhe e tu non rispondere alle sue provocazioni!- dissi ormai sull'orlo di un esaurimento.
-io lo odio!- disse in un sussurro duro e minaccioso.
-ma lo conosci a mala pena, non ti ha fatto niente!- 
-oh si invece, ha messo le sue manacce addosso a te e ti ha quasi portata a letto! Questo basta a farsi odiare da me!- disse lui pieno di rabbia. Io ero a bocca aperta.
-tu...tu sei geloso?!- dissi compiaciuta avvicinandomi a lui.
- si è allora?! Non dovrei?- disse lui serrando la mascella. Gli misi una mano sulla guancia.
-non dovresti perché voglio solo te- dissi sfiorandogli le labbra con le mie. Lo sentii rilassarsi e mettermi le mani sui fianchi per stringermi a se.
-Lasciami andare in missione- dissi tra un bacio e l'altro. Lui si ritrasse di scatto.
-no- disse risoluto. Io gli baciai il mento e poi la mandibola. Lo so stavo giocando sporco ma dovevo.
-e va bene- disse alla fine.
-grazie- dissi entusiasta e tornai dilla.
- Bhe andiamo!- poi mi girai verso Austin- guido io!
Lui alzò le mani in segno di resa. 
Si avviarono tutti verso l'uscita ma sentii la mano di Oliver trattenermi e scendere fino alla mia mano ed intrecciare le nostre dita. 
Il suo sguardo era intenso e preoccupatissimo.
-stai attenta ti prego- disse supplicandomi
-te lo prometto- dissi accarezzandogli la guancia e sorridendogli dolcemente. 
Poi mi girai ed andai via.
-----------------
Andavo avanti e indietro per il covo nervoso.
-Oliver calmati- disse Dig
-Come faccio a stare calmo?!- gridai lanciando un pugno sul tavolo- doveva già essere qui, sono due ore che sono via.
Il panico mi colse subito, e se le fosse successo qualcosa? 
Sarei morto...perderla di nuovo era impensabile.
Avevo provato quella sensazione una volta e quel dolore non lo avrei mai voluto riprovare.
Non l'avrei augurata a nessuno.
-Oliver fermati che mi fai innervosire- mi urlò contro Roy.
Mi girai verso di lui pronto ad urlargli contro ma la porta del covo si spalancò con violenza. Alzai subito lo sguardo vidi Fel scendere le scale di corsa con una valigetta, il sollievo mi pervase, e dietro di lei i suoi compagni. 
Poi notai che Austin veniva sorretto. E solo allora vidi che Felicity piangeva.
-sdraiatelo li- disse lei prendendo la valigetta del pronto soccorso. 
Si tolse la maschera e la parrucca. Aveva un taglio in testa e sanguinava. 
Si avvicinò velocemente al suo amico 
-ehi va tutto bene, Austin guardami resta con me ti prego.- disse lei accarezzandogli la fronte.
-Che diavolo è successo- chiese Dig. 
Intanto Fel era già all'opera per estrarre il proiettile dalla sua scapola. Lui urlava.
-Ci hanno attaccato mentre ritiravamo la cura alle industrie S.T.A.R. É stato difficile venirne fuori. Siamo tutti un po' messi male ma lui è quello ridotto peggio.- disse il ragazzo russo.
Austin continuava a gridare. Fel gli accarezzò la guancia. 
So che non dovevo, ma anche in quel momento non riuscivo a non essere geloso del loro rapporto.
-shhhh non ti preoccupare stai calmo ho quasi fatto- e così dicendo gli tolse il secondo proiettile dalla coscia.
-e come avete fatto a venirne fuori?- chiesi riprendendo l'uso della parola.
-li abbiamo uccisi, tutti. Un colpo in testa- disse l'altro ragazzo freddamente.
-li avete uccisi?- chiese Roy. Non rispose nessuno di loro -oh qualcuno non sembra d'accordo...- continuò indicandomi.
-non è questo il nostro metodo- dissi serio e freddo.
-Bhe è il nostro- disse Felicity mentre si puliva le mani dal sangue- perché mai dovremmo farci degli scrupoli per delle persone che non avrebbero esitato un attimo ad ucciderci- disse lei alzando la voce e indicando Austin privo di sensi sul lettino -uccidi o vieni ucciso, é la regola per noi.
Sentirle dire quelle parole mi fece male, non mi aspettavo di sentire quelle parole da lei, soprattutto cariche di tutta quella rabbia. Non riuscivo a dire nulla.
-vieni ti medico quella ferita in testa- dissi infine prendendola per mano. Si sedette sul tavolo e io iniziai a tamponarle la tempia con un batuffolo di cotone.
-sei silenzioso- disse lei. Mi fermai per guardarla negli occhi.
-sai quanto ero preoccupato?- dissi infine guardandola negli occhi.
-lo so- disse lei accarezzandomi la guancia -ma è andato tutto bene- disse. Ci fu un lungo silenzio.
-un tempo non avresti detto quelle cose, non ragionavi così, quello ero io.- dissi abbassando lo sguardo. Le presi la mano -la mia Felicity era quella che mi ha insegnato che c'era un altro modo, che si faceva mille scrupoli quando mi aiutava a depennare i nomi dalla lista e che mi ha reso l'uomo che sono oggi- dissi rialzando lo sguardo. I suoi occhi erano lucidi.
-quella Felicity non c'é più Oliver,  sono cambiata. O mi accetti così oppure mi dispiace non posso darti quello che cerchi...- disse lei scendendo dal tavolo e dirigendosi verso le scale per poi uscire....
No...non l'avrei persa di nuovo!
Uscii correndo e la raggiunsi, la presi per la vita e la voltai facendo aderire il mio corpo al suo e poi la baciai con tutta la disperazione e l'amore che provavo per lei.


Ciao a tutti :)) che ne dite di questo capitolo?!
Allora rivediamo cosa é successo in questo capitolo... Oliver e Austin si sono scontrati e Oliver ha ammesso di essere geloso *-* ma lo abbiamo visto anche molto preoccupato e ansioso...
Ma come mai Felicity piangeva così tanto mentre medicava Austin, qualcuno ha notato questa stranezza? Nel prossimo capitolo scopriremo il perché di questo comportamento che  sará collegato alla tanto attesa storia sulla cicatrice di Felicity/Alex che verrà svelata sempre nel prossimo capitolo ;)
Ciao baci alla prossima!!



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Capitolo 22
*** Ti accetto perché ti amo... ***


Uscii piangendo dal covo il più veloce che potevo. 
Poi d'un tratto qualcuno mi prese da dietro e mi fece girare. 
Era Oliver. 
Non mi diede il tempo di pensare di parlare o allontanarlo da me. 
Mi baciò, con foga e amore provocandomi brividi in tutta la schiena. Io ricambiai subito. 
Anche lui stava piangendo lo sentivo mentre gli accarezzavo le guance.
Quando ci staccammo le nostre fronti si toccarono e lui mi teneva stretta ancora a se. 
Poi il suo sguardo si incatenò al mio e mi prese il viso tra le mani. Un'ultima lacrima gli scese sulla guancia.
-Non mi importa se sei cambiata, se ora sei quello che sei, io SO che sei sempre tu, sei sempre Felicity, la mia Felicity. Diversa e più forte ma ugualmente dolce e quando ti guardo negli occhi rivedo anche la vecchia te. Quella di cui mi sono innamorato tempo fa e....io ti amo ancora. Ti accetto come sei oggi domani e per sempre. Sono stato già troppo lontano da te e non voglio permettere che tu mi stia ancora lontana neanche un minuto di più. Ti amo e questo non cambierebbe per nulla al mondo.- disse lui guardandomi con intensità e facendomi capire quanto amore provava per me -insomma...in questi tre anni ti ho creduta morta eppure ho continuato ad amarti- disse ridendo nervosamente.
Io ero a bocca aperta, aveva detto di amarmi. Ero sbalordita. 
Il mio cuore aveva iniziato a battere all'impazzata. In mezzo a tutta quella confusione che provavo riuscii a dire qualcosa.
-Ti amo anche io Oliver
Lui mi prese tra le braccia e mi strinse forte a se mettendo la sua testa nell'incavo del mio collo e respirando . Restammo così per un po' di tempo.
-Ora sei mia e non ti lascerò andare via facilmente- disse lui per poi staccarsi da me.
-sicuro? Potresti stancarti!- dissi ridendo
-mai!-disse sicuro di se- dai rientriamo il tuo amichetto avrá bisogno di te...- disse irrigidendo la mascella.
-ehi ma che sei geloso?- chiesi con una certa soddisfazione.
-io? Si e tanto- disse- ti devo per caso ricordare il motivo?!- chiese alludendo al bacio tra me ed Austin -a proposito, mi devi delle spiegazioni.
-si ma ne parliamo dopo- dissi aprendo la porta del covo.
Rientrammo e subito Roy si avvicinò a me.
-ehi tutto bene?- chiese Roy
-Sisi certo- dissi avvicinandomi ad Austin e gli misi una mano sulla testa -dai idiota svegliati- dissi accarezzandogli i capelli. 
Passò una buona mezz'ora prima che aprisse gli occhi.
-A...Alex...-fu un sussurro a malapena udibile che attirò subito la mia attenzione.
-ehi ciao- dissi accarezzandogli la guancia- come ti senti?
-come uno scolapasta- disse lui
Io, Damian e Dimitri scoppiammo a ridere.
-cugino ci hai fatto preoccupare parecchio- disse Damian
-perché tu lo sappia, sei pesante- disse Dimitri poggiandogli una mano sulla spalla.
Scoppiammo a ridere di nuovo fino a quando Austin non fece una smorfia di dolore.
-piano campione- gli disse Damian vedendolo alzare.
-ehi calmo sono sopravvissuto a ferite peggiori, mi ci vuole solo una lunga notte di sonno e domani sarò come nuovo- disse mettendosi in piedi e poi girarsi verso di me- grazie per avermi salvato, di nuovo.
- ora siamo pari- dissi. Lui capì la mia allusione e mi passò la mano dove si trovava la cicatrice sul mio addome mentre mi fissava intensamente. 
Mi voltai e vidi Oliver con i pugni serrati abbassare lo sguardo e voltarsi...doveva calmarsi
-Bhe andiamo a casa?- chiesi a disagio per quella situazione.
-meglio sono distrutto- disse Austin.
Uscimmo dal covo trascinando un Austin più addormentato che sveglio. 
Una volta a casa presi il telefono e mandai un messaggio ad Oliver "raggiungimi a casa mia, sala degli allenamenti. Ti aspetto li, lascio la porta aperta..." 
Poi mi diressi verso la camera di Austin. Quando entrai pensai che stesse dormendo ma si girò le talmente rivolgendomi un sorriso stanco, ma sincero.
-come ti senti?- gli chiesi avvicinandomi.
-ho avuto momenti migliori- disse poi mi prese la mano - quando me lo dirai?
-cosa?- chiesi perplessa
-che tu e il tuo Oliver fate coppia fissa- disse lui stringendo ancora di più la mano.
-come...- iniziai io sorpresa
-lo so?.... Escludendo il tuo modo di allontanarmi ogni volta che c'era lui e il suo sguardo omicida ogni volta che ti toccavo...Bhe da come vi guardavate, per quanto mi costi ammetterlo si vede che lui ti ama molto e il vostro è quel tipo di amore forte e indistruttibile- disse sorridendo triste- non mi resta che farmi da parte.
-mi dispiace Austin- dissi prendendogli la mano- sappi che però tengo moltissimo a te e che sei importante per me.
-lo so, ma non come tu lo sei per me- disse lui accarezzandomi una guancia - Bhe buonanotte- e si avvicinò lasciandomi un leggero bacio sulla guancia
-notte- dissi scostandogli i capelli dalla fronte. 
Uscii dalla camera e mi chiusi la porta alle spalle. 
La casa era silenziosa, erano tutti a dormire. Da quando era qui non c'era mai stato così tanto silenzio.
Non mi era mai piaciuto il silenzio, come si diceva? 
"La quiete prima della tempesta..." Rabbrividii.... 
Andai su nella sala degli allenamenti ad aspettare Oliver. 
Iniziai ad allenarmi alla salmon ladder mentre le immagini di qualche ora prima riaffioravano nella mia mente. 
Die spari....Austin che grida il mio nome...I due proiettile che non mi raggiunsero mai...
Dopo 5 minuti sentii dei passi alle mie spalle nonostante il rumore della sbarra di metallo fosse assordante. 
I miei sensi erano diventati più acuti.
-non pensavo ti avrei mai vista usarla- disse. Io lasciai la presa ed atterrai sul pavimento con grazia- la prima volta che ti ho visto usarla sono stato attirato da qualcos'altro per dirtelo. 
Io mi girai e mi avvicinai a lui -me lo ricordo- dissi sorridendo. Era arrivato il momento.
-é stato lui vero? A ricucirtela intendo-disse alzando lo sguardo fino a quel momento puntato a terra.
-si- dissi io poi presi un respiro profondo- eravamo in missione a Las Vegas in un casinò. Stavamo per catturare un gruppo di mafiosi, il casinò era di uno di loro. Qualcosa andò storto e ci ritrovammo a combattere contro una ventina di uomini.
Andava tutto bene stavamo per vincere ma ad un certo punto vidi un uomo che stava per lanciare un coltello.- mi bloccai io tra le lacrime- il destinatario era Austin. Non pensai, seguii l'istinto e mi parai davanti a lui facendogli scudo col mio corpo. Poi avvenne l'impatto, il coltello si conficco nel mio addome. Il dolore fu lancinante.
Sentii Austin che gridava NO e l'ultima cosa che vidi fu lui che uccideva l'uomo. Quando mi risvegliai ero a casa sul mio letto. Erano tutti lì ed Austin era seduto accanto a me. Il volto rigato dalle lacrime. Mi disse che era stato lui a curarmi -presi un altro respiro più profondo mentre stringevo la mano di Oliver che mi guardava preoccupato.- ha vissuto con il peso di quello che é successo, fino ad oggi.- dissi.
-di che stai parlando Felicity?- chiese Oliver.
-oggi stavo per morire Oliver- dissi ormai in lacrime. Oliver mi guardò, la paura nel suo sguardo.- quei due proiettili erano indirizzati a me ma Austin mi ha salvata. Si sente più leggero, sente di aver ripagato quel debito...
-così dovrei anche ringraziarlo?!- disse lui facendomi sorridere.
-sembra proprio di si- risposi io.
-cosa c'é tra di voi?- disse distogliendo lo sguardo e serrando la mascella -é successo qualcosa tra di voi?- chiese.
-vieni sediamoci- e lo portai alla cassapanca che era lì nella sala. Lo guardai dritto negli occhi -lui era come te, cambiava una ragazza al giorno. Da quando ero arrivata aveva iniziato a provarci con me, chiedi a Roy!- dissi sorridendo al ricordo- abbiamo iniziato a legare e tra noi si sentiva e si vedeva che c'era un legame speciale. Che si é rafforzato la notte in cui sono stata ferita dal coltello. Più passava il tempo e più diventavamo amici. Io continuavo a pensare a te ma mi ripetevo che tanto non ti avrei mai più rivisto, tanto valeva andare avanti. La prima volta che ci baciammo incrociai i suoi occhi blu e non potei fare a meno di pensare ai tuoi e così lo respinsi. Il giorno dopo tu eri lì in Russia che te ne andavi tranquillamente in giro nell'azienda di mio padre- dissi
-aspetta aspetta, tu eri lì in azienda quel giorno?- disse sbalordito -tuo padre? Tu sei la figlia di Nicolas Vladinov?
-si e....si...non mi hai visto perché mi sono nascosta, chiamai Roy per chiedergli perché non mi avesse avvertita e poi mi disse dei problemi che c'erano qui. Cosi sono tornata. Il bacio che hai visto è stato il secondo. Ma oltre un bacio, non siamo mai andati.- dissi guardandolo negli occhi.
-e tu mi hai anche chiesto se ero geloso? Ringrazia se non lo uccido per averti toccata!- disse lui ridendo
-non sei serio?!- dissi
-secondo te- disse d'un tratto freddo. Mi mossi e mi misi seduta sulle sue gambe.
-tu sei pazzo- dissi ridendo
-di te?...da morire- e poi si fiondò sulle mie labbra con foga. La sensazione di quelle labbra sulle mie era indescrivibile.  
D'un tratto lui mi spostò una gamba in modo da ritrovarmi a cavalcioni su di lui. 
Una sua mano era sulla mia schiena e mi teneva stretta a lui in modo possessivo mentre l'altra era tra i miei capelli. 
Le mie erano tra i suoi capelli corti e incredibilmente morbidi. Ad un certo punto le sue mani finirono sotto le mie cosce e mi sentii sollevare mentre continuava a baciarmi con foga. Istintivamente gli allacciai le gambe ai fianchi mentre lui si muoveva lasciandosi cadere sul tappeto di allenamento. Le sue mani mi accarezzavano ovunque mentre era sopra di me. 
Inizio baciarmi il collo salendo fino alla mandibola.
Poi mi guardò con i suoi occhi intensi.
-un giorno lo faremo su un letto vero- disse ridendo per poi tornare a baciarmi.
-resta con me- dissi mentre lui tracciava una scia di baci sul mio collo. 
Tornò sulle mie labbra.
-Per sempre- mi disse sulle labbra. Ci amavamo era chiaro a tutti e forse c'era chi lo aveva capito prima di noi. Ora eravamo solo noi, avevamo visto entrambi la parte migliore e la peggiore dell'altro e ci amavamo comunque e così sarebbe stato. 
Per sempre.
Ma quello che non sapevamo era che il per sempre non esisteva...

Ciao a tuttiiii!! Allora che ne dite? Che ne pensate della storia della cicatrice?
Finalmente Oliver e Felicity stanno felicemente insieme e si sono detti finalmente TI AMO *-*... Ma sará tutto rose e fiori?
Vi anticipo che nel prossimo capitolo ci sarà un colpo di scena. Molti vorranno uccidermi, altri saranno troppo occupati a disperarsi per volere me morta. 
Ma non dico nulla... Non voglio spaventarmi.
Recensite mi raccomando... Mi fa piacere sapere i vostri commenti ;)
Ciao al prossimo capitolooo!!

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Capitolo 23
*** La battaglia che aspettavi... ***


Quando mi risvegliai fui accecato dalla luce che filtrava dalla grande vetrata della camera.
Eravamo nel letto matrimoniale della camera di Felicity. 
Era stata la notte più bella della mia vita, quello che avevo provato facendo l'amore con lei non si avvicinava lontanamente a quello che avevo provato in precedenza, neanche con Laurel mi ero sentito così felice, in pace e ...innamorato. 
Lei era sdraiata accanto a me a pancia in sotto. 
Mi alzai lentamente su un lato e mi misi ad osservare la sua figura. 
I capelli corvini erano sparsi sul cuscino e le lenzuola la coprivano solo fino a poco sopra la vita lasciando scoperta la sua pelle nuda. 
Inizia a seguire la linea della spina dorsale con delicatezza. Aveva delle piccole cicatrici sparse per la schiena, per fortuna a mala pena visibili. 
Mi chinai e le baciai una spalla indugiando per un pò e chiusi gli occhi respirando il suo profumo. La sentii muoversi e la vidi girarsi lentamente verso di me aprendo quei suoi bellissimi occhioni blu.
-buongiorno- dissi io sorridendogli leggermente.
Si mosse velocemente e mi trovai sdraiato a pancia in su con lei a cavalcioni su di me che mi sorrideva furba. Si abbassò e mi baciò dolcemente. 
Io reagii quasi subito mettendo le mani sui suoi fianchi e stringendola possessivamente a me.
-buongiorno- disse lei. Dio come mi faceva impazzire questa donna. 
-Wow, però...che bel risveglio- dissi portando la mano destra tra i suoi capelli- mi ci potrei abituare.
-Bhe abituatici- disse lei. 
Poi si scostò in fretta da me e si alzò dal letto portando il lenzuolo con se 
-io vado a farmi la doccia...- disse. Stavo per alzarmi e andare con lei ma mi fermò- no! Da sola! Tu resti lì buono- disse facendomi l'occhiolino. Io sbuffai e la vidi scomparire in bagno. 
Ero seduto sul letto mentre ancora fissavo il punto fino a dove pochi secondi fa c'era lei. 
Scossi la testa e mi buttai all'indietro sprofondando tra i cuscini. 
Solo allora mi resi conto di star ridendo come un idiota. 
Ero felicissimo come non lo ero da tempo. Quella ragazza era il miglio che potesse capitarmi.
-come mai sorridi?- Felicity era riemersa dal bagno ed ora era appoggiata allo stipite della porta e mi guardava. 
Aveva intorno al corpo un asciugamano striminzito e i capelli raccolti in una cipolla. Era la donna più bella che avessi mai visto. Lei si avvicinò al letto e io mi alzai. La presi per la vita e la attirai a me dandole un lungo bacio.
-rido perché sono finalmente felice con la donna che amo, che tra l'altro é la più sexy del pianeta- dissi sorridendo malizioso- ora se non ti dispiace vado io farmi una doccia- dissi lasciandola lì da sola.
-no scusa! Mi lasci qui così?!- chiese lei.
-occhio per occhio- dissi io chiudendomi in bagno.
Una doccia fredda era davvero quello che mi ci voleva. Dovevo tornare in me per poter riprendere la giornata e l'uso di quella parte razionale di me oppure avrei passato tutta la giornata a letto con Felicity infischiandomene del lavoro dando retta alla parte di me meno responsabile.
Quando uscii dal bagno sentii qualcuno parlare in...arabo?
Era Fel ,già vestita che era al telefono, si girò e quando mi vide disse due parole per poi chiudere la conversazione.
-da quando parli arabo?- chiesi io curioso.
-da quando sono il futuro amministratore delegato di un'azienda multimiliardaria che fa affari con tutto il mondo- disse lei tranquillamente sciogliendosi i capelli e scuotendo la testa per sistemarli.
-quindi che lingue parli ora?- chiesi ancora più incuriosito incrociando le braccia al petto.
-Russo, francese, spagnolo e arabo- io la guardavo a bocca aperta -ahahahhah dovresti vedere la tua faccia- fece avvicinandosi. Io la presi per i fianchi e l'attirai a me.
-Felicity Smoak sei una donna piena di sorprese- dissi
-si Bhe...dobbiamo rivedere anche questo punto. Puoi chiamarmi Felicity quando siamo io e te ma quello non é il mio nome- disse lei
-giusto...non mi ci abituerò mai- dissi baciandola.
-devi andare a lavoro- mi disse allontanandosi
-vero ma Oliver Queen é conosciuto per essere un ritardatario cronico- dissi io riavvicinandomi a lei ma sentii delle dita sulle mie labbra.
-ho da fare anche io, devo andare a ritirare delle cose importanti.
-uff...ok va bene vado- e controvoglia andai a vestirmi. 
Quando ebbi finito la salutai con un bacio veloce e me ne andai in sella alla mia moto. Sembrava volesse sbarazzarsi di me. 
Allontanai subito quel pensiero e andai a casa a cambiarmi. Diggle era fuori in macchina ad aspettarmi.
-scusami da dove vieni?-chiese Dig
-da casa di Fel- dissi oltrepassandolo
-ma davvero!- disse lui. Sentivo la soddisfazione nel suo tono. Solo allora mi resi conto di quello che avevo detto. Mi voltai verso di lui che mi sorrideva divertito
- finalmente! Ce l'avete fatta!
-si Bhe abbiamo aspettato abbastanza- dissi io sorridendo-torno subito..
Entrai in casa e mi cambiai velocemente mettendo il completo grigio. 
In ufficio era tutto tranquillo e la giornata passò senza problemi.
Erano quasi le sei di sera quando ci fu un'esplosione lì nelle vicinanze. Mi girai subito per guardare fuori dalla vetrata del mio ufficio e la vidi in lontananza.
Guardai Dig allarmato e poi il mio cellulare squillò. Era Fel.
-Oliver devi venire subito qui- disse
-arrivo- dissi. Sapevo già che stava succedendo. 
Mi ricordava la notte di tre anni fa in cui la cittá era in pericolo e Slade stava attaccando. Malcom aveva iniziato la sua guerra.
------------
-ci siamo allora...- disse Roy.
-pare di si, incredibile, proprio come tre anni fa...- disse Sara.
-ho chiamato Oliver, sta arrivando!- dissi.
Iniziammo tutti a vestirci ognuno con la sua uniforme.
-sicuro di farcela Austin- gli chiesi preoccupata.
-certo che si, come nuovo, ricordi?!- disse sorridendo
La porta si spalancò di botto ed apparve Oliver.
-Dig?- chiesi allarmata
-é andato a casa da Lyla, non si fida a lasciarla sola con la bambina- disse lui avvicinandosi ai computer- la situazione?
- 5 palazzi in fiamme, 200 persone evacuate e parecchi morti... C'è il caos in strada- dissi
-dove si dirige l'esercito?- chiese Oliver prendendo il costume dal manichino.
-Emmm...- cliccai dei tasti sulla tastiera ed apparvero i video delle telecamere della città
-verso ovest della cittá.- dissi
-bene, la cura é pronta?- chiese lui.
-si le frecce ci sono tutte, la cura é stata mischiata ad un forte sedativo che lascerà incoscienti quegli uomini per alcune ore, così non dobbiamo uccidere nessuno- dissi guardando Oliver. Lui mi sorrise orgoglioso. Austin e gli altri non ne erano contenti ma non potevo fare altrimenti. Non volevo nessun'altro sulla coscienza. 
-perfetto, andiamo- disse Oliver.
Prendemmo tutti i nostri archi e le faretre, mi misi dei coltelli nella cinta insieme a una pistola e la stecca di ferro.
Uscimmo dal covo e ci dirigemmo verso il punto dove era l'esercito. 
Li trovammo lì davanti a noi che avanzavano velocemente e a passo deciso. 
Per la prima volta ebbi davvero paura. 
Io ero in prima fila accanto ad Oliver. 
Lui si girò a guardarmi e poi mi prese la mano stringendola.
-ti voglio accanto a me ok?- disse con quel tono duro che non ammetteva repliche.
-ok- dissi. Lo vidi deglutire. Era teso e molto.
L'unica cosa che mi preoccupava era che sapevo che lui non sarebbe mai stato concentrato totalmente sulla lotta finché io gli fossi stata accanto, una parte di lui sarebbe stata concentrata sul proteggermi ed io iniziai seriamente a chiedermi se fossi nel posto giusto in quel momento. Io ero una distrazione per lui in quel momento. Lo sapevo.
-ORA!- lo sentii gridare ed iniziammo tutti a correre. 
Scagliammo più frecce che potemmo e gli uomini stavano mano mano cadendo a terra prive di sensi. Stava funzionando!
-Fel vieni con me, sul tetto- disse Oliver che era accanto a me.
Lo seguii e salimmo sul tetto. Da li iniziammo a lanciare frecce dall'alto. 
Ne presi tre insieme, le lancia e colpii tre bersagli diversi.
-niente male amore- disse Oliver
-ti sto superando...aspetta! AMORE?- chiesi sotto shock
-si, amore...ti da fastidio?- chiese senza smettere di scagliare frecce.
-affatto...AMORE- dissi ridendo. Lui rise con me.
-Oh ma che teneri- disse una voce alle nostre spalle. Voce fin troppo familiare a tutti noi. Una voce maschile. Ci voltammo lentamente. 
Malcom era lì e accanto a lui c'era Thea.
-fratellino non sapevo avessi una nuova ragazza... Che carini- disse quest'ultima.
-Thea, ti prego ascoltami. Ti voglio bene ti prego torna in te- disse Oliver
-ma davvero?- disse lei sarcastica, si avvicinò in fretta e diede uno schiaffo ad Oliver che cadde a terra- mi hai sempre e solo mentito su tutto Oliver, questo non é volere bene ad una persona!- disse dandogli un calcio nello stomaco che volò dall'altra parte del tetto. 
Thea aveva preso il siero. Non potevo più stare a guardare. 
Mi avvicinai e mi scagliai contro di lei. Iniziammo a combattere ma era troppo forte.
Mi ritrovai a terra sovrastata da lei. Rotolai su un lato schivando il pungo di Thea, presi l'arco e una freccia con la cura e gliela scagliai contro. Venne colpita al collo e la vidi accasciarsi a terra e perdere i sensi.
----------
Mi rialzai il più velocemente possibile per aiutare Felicity. Vidi Thea accasciarsi a terra con la freccia conficcata nel collo. 
Le aveva iniettato la cura. 
Fel si rialzò da terra e mi guardò con lo sguardo di chi vuole scusarsi per aver fatto qualcosa di brutto ma io la rassicurai facendole un piccolo sorriso. 
Eravamo a due parti opposte del tetto. 
Iniziai ad avvicinarmi a lei ma quando stavo per raggiungerla Malcom si mise tra di noi.
Alternava lo sguardo tra me e lei. Poi fece un sorriso, uno di quelli che non preannunciano niente di buono.
-e così questa é la donna che ami davvero...-disse guardandola- lo capisco da come la guardi!- continuò fermando poi il suo sguardo su di me- Bhe mi dispiace dovertene privare!-
Tutto accadde troppo in fretta, Malcom estrasse una pistola e la puntò verso Fel e poi...
-NO!- il mio fu un grido disperato e... Inutile.
E nel silenzio si udì uno sparo...

Ciao a tutti! Vi avevo detto che molti avrebbero voluto uccidermi alla fine di questo capitolo.
Prima di chiedervi le vostre opinioni volevo solo dirvi che che sono ancora devastata dalla 3x09...ATTENZIONE SPOILER PER CHI NON L'HA VISTA (Senza accorgermene alla fine dell'episodio ero scoppiata in lacrime. Quando Oliver ha pensato a tutte le persone che ama prima di cadere giù dal burrone ho iniziato a piangere! É stato traumatizzante... Ho amato il fatto che finalmente lui abbia detto a Felicity "TI AMO" ESPLICITAMENTE) 
Ora passiamo al capitolo. Ho paura a chiedervi che ne pensate effettivamente ma...che ne pensate? Intanto però volevo ringraziare chi ha recensito fino ad ora! GRAZIEE!!!

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Capitolo 24
*** Tempo di riconciliarsi ***


-Noooooooo! - gridai, era un gridò ricco di disperazione e terrore. Lo sparo aveva sovrastato il mio grido.
Felicity si portò una mano al petto abbassando lo sguardo. 
Lo rialzò subito su di me. I suoi occhi erano pieni di lacrime. 
-Oliver- sussurrò indietreggiando di poco. Era arrivata al limite del tetto. Un altro passo e sarebbe precipitata.
Perse l'equilibrio e cadde all'indietro così mi spinsi in avanti per afferrarla e sorreggerla ma ero stato troppo lento e lei era già caduta dall'altra parte del muretto e stava precipitando nel vuoto. 
Mi gettai sul cornicione cercando di prenderle la mano ma la sfiorai a malapena. 
Il tempo sembrò rallentare. 
Lei stava cadendo nel vuoto. 
La bocca aperta in un gridò che non riuscii a sentire e le braccia tese verso di me. 
Le lacrime le rigavano il viso, poi chiuse gli occhi e ci fu l'impatto.
Il rumore dei vetri e di un corpo che pesantemente entrava in collisione con qualcosa mi raggiunse. 
Il suo corpo era atterrato su una macchina ed era lì immobile che non dava segni di vita.
-nooooooooo!- gridai di nuovo tra le lacrime. 
Non era vero! 
Non di nuovo! 
-hai perso Oliver arrenditi! La donna che ami è morta sotto i tuoi occhi e tu non sei riuscito a salvarla!- disse la voce di Malcom alle mie spalle. 
Ora il dolore si stava mischiando a rabbia e ne venne fuori una combinazione potente e micidiale. Mi ritornarono alla mente le parole di Fel "la rabbia é l'emozione più forte di tutte" serrai i pugni e mi voltai.
Fino ad ora non sapevo per cosa stessi lottando. Ora lo sapevo. Per lei!
- Brutto bastardo- gli gridai contro e mi scagliai con forza su di lui. 
Iniziammo a combattere.
Ero furioso e non riuscivo a pensare al fatto che lo volevo morto, più di ogni altra cosa.
Volevo privarlo per sempre della sua vita come lui aveva privato me della mia ragione di vita.
-tu me l'hai portata via, bastardo- dissi dandogli un pugno -tu l'hai uccisa!- gridai.
Presi una freccia con la cura e gliela conficcai nel collo con violenza.
Era a terra privo di sensi e io mi misi sopra di lui. 
Presi una freccia normale dalla faretra la alzai per conficcargliela nel petto con tutta la violenza di cui ero capace.
-Oliver fermati- gridò Sara alle mie spalle
-l'ha uccisa!- dissi a denti serrati
-Felicity non vorrebbe che tu tornassi ad uccidere! Pensavi bene Oliver, credi che questo sia veramente quello che lei vorrebbe?-chiese lei.
Rimasi fermo con la freccia alzata per un po'. Poi la abbassai e mi voltai verso Sara. 
Aveva ragione? Ero diventato un uomo migliore grazie a Felicity, tornare ad uccidere sarebbe stato come infangare la sua memoria. 
Poi mi ridestai di colpo e mi alzai di scatto in piedi.
-Felicity!- gridai. 
Corsi giù e mi fiondai verso la macchina dove era lei. Ora il corpo giaceva sull'asfalto e intorno a lei c'erano Roy e i suoi tre amici della lega. 
Piangevano tutti. 
Mi feci largo tra loro. 
Quando vidi il suo corpo senza vita mi mancarono le forze e caddi in ginocchio accanto al corpo mentre piangevo disperatamente. Presi il suo corpo tra le mani e la strinsi a me cullandola.
-no non di nuovo! Amore ti prego svegliati apri gli occhi guardami ti prego!- dissi accarezzandole il viso.
Non vi fu risposta ovviamente.
- cazzo Felicity apri gli occhi non posso vivere senza di te! Devi svegliarti- ora stavo gridando. Avvicinai la sua fronte alla mia e chiusi gli occhi.
-Oliver...- un sussurro. Alzai lo sguardo e i suoi occhi erano lì a fissarmi. 
Non potevo crederci.
-Fel o mio dio credevo che fossi...- stavo dicendo ma lei mi precedette
-morta? Perché ho fatto un volo di 10 metri?!- disse lei sarcastica.
-e una pallottola nel petto...- dissi toccando il punto in cui era stata colpita. 
Ma non c'era sangue. 
Vedendo il mio sguardo perplesso la vidi abbassarsi la cerniera del costume rivelando una sorta di corazza nera sotto. Una sorta di doppia pelle ma molto resistente.
-ecco a te l'ultima moda, nonché capolavoro dell'ingegneria militare araba! Ricordi? La telefonata di stamattina? Ho fatto qualche favore a parecchi arabi, volevano sdebitarsi. Bravi eh?- disse lei sorridendomi si portò una mano alla testa.- ho solo un mal di testa atroce.... Ahiiii!- disse alzandosi.
-o mio dio non sai quanta paura ho avuto di perderti di nuovo!- dissi e l'abbracciai stretta a me. Non l'avrei lasciata andare, mai più!
-Mi dispiace- disse staccandosi. Poi guardò Roy.
-brutta Stronza me l'hai fatta di nuovo.- disse lui abbracciandola forte. Anche lui aveva pianto.
-Alex non farlo mai più cavolo- disse Austin. I tre erano lì a guardarla. Lei si avvicinò a loro e si abbracciarono tutti insieme. 
Poi si udì il suono delle volanti della polizia.
-voi andate io devo fare una cosa- dissi. Risalii sul tetto e portai Thea via con me e mi avviai verso il covo.
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-oddio che fatica- dissi abbandonandomi sulla mia sedia al covo.
-mamma mia dopo stasera ho bisogno di un anno sabbatico- disse Roy
-vacanza per tutti- chiese Sara disse sedendosi sul tavolo e alzando le mani. Ridemmo tutti.
La porta si spalancò ed entrò Oliver con in braccio Thea ancora priva di sensi. La adagiò sul tavolo da medicazione e Roy corse subito accanto a lei. 
Oliver si voltò verso di noi e per poi fissare il suo sguardo su di me. Corse verso di me e mi strinse a se così forte che mi mancò il fiato. Lo sentii respirare sul mio collo.
-Ti amo- mi sussurrò all'orecchio
-Ti amo anche io- dissi per poi staccarmi da lui -con Thea che farai?
-appena si sveglierá cercherò di calmarla e di parlarle soprattutto...- disse tristemente
-andrá tutto bene- dissi accarezzandogli il braccio.
-ragazzi si sta risvegliando- disse Sara indicando Thea. Oliver si precipitò subito da lei.
-forse é meglio se li lasciamo soli- dissi e così dicendo uscimmo lasciando Oliver solo.
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Mi avvicinai a Thea pronto a qualsiasi cosa sarebbe successo da quel momenti in poi. La vidi muoversi e sbattere le palpebre.
-Ehi Speedy sono qui...- dissi accarezzandole la testa.
-OLIVER!- disse lei alzandosi di botto dal lettino. 
Iniziò ad arretrare. 
Il suo sguardo era spaventato.
-ti prego Thea lasciami spiegare- dissi avvicinandomi
-cosa vuoi spiegare? Che sei un assassino? Che mi hai sempre e solo mentito?- gridò lei furiosa
-ERO un assassino- dissi sottolineando con enfasi il verbo- e si ti ho mentito lo ammetto, ma l'ho fatto solo per il tuo bene, sapere il mio segreto non ti avrebbe tenuto al sicuro, anzi saresti stata nel mirino dei miei nemici già più di quanto non lo fossi semplicemente come sorella di Oliver Queen. Ti prego credimi- dissi esasperato sperando che mi credesse. Smise di indietreggiare, buon segno, e nei suoi occhi non c'era più traccia di quella furia che c'era prima. Forse perché aveva visto la sinceritá nei miei.
-avresti dovuto dirmelo comunque- disse abbassando lo sguardo.
-lo so e mi dispiace ma...- dissi, ma lei mi bloccò alzando una mano verso di me.
-mio padre?- chiese alzando nuovamente lo sbaglio
-lo abbiamo consegnato alla polizia, è ancora vivo, e non per merito mio..- dissi abbassando lo sguardo.
-perché non hai consegnato anche me?- chiese lei perplessa e allo stesso tempo calma.
-secondo te? Sei mia sorella e ti voglio bene, te ne ho sempre voluto e sempre te ne vorrò indipendentemente da chi sei e chi sarai. Non hai idea di quanto mi sei mancata...- dissi io avvicinandomi a lei e abbracciandola. Non resistevo più. 
Passarono secondi interminabili prima che anche lei mi abbracciasse.
-anche tu mi sei mancato ma ero anche arrabbiata con te- disse staccandosi poi da me- che intendi dicendo che Malcom é vivo ma non per merito tuo?- chiese lei. Speravo che questa domanda non sarebbe mai arrivata.
-dopo che sei svenuta tuo padre ha puntato la pistola contro Felicity e le ha sparato- dissi rabbrividendo al ricordo- e lei è caduta dal tetto atterrando di peso su una macchina, credevo che fosse morta- chiusi gli occhi e serrai pugni e mascella- non ragionavo più, stavo per ucciderlo ma Sara mi ha fermato- dissi abbassando lo sguardo.
Thea mi stava fissando, mi aspettavo una sua sfuriata ma, inaspettatamente, mi mise una mano sulla spalla.
-la ami tanto vero?- mi chiese sorridendomi
-più di quanto credevo di poter fare-dissi
-sono felice per te- disse abbracciandomi. 
Io la strinsi a me felice di riaverla li.


Ciao a tutti!! Allora piaciuto il capitolo?
Quanti di voi a inizio capitolo volevano uccidermi perché pensavano che Felicity fosse morta?? Ma per fortuna mi sono fatta perdonare! ;)
Mancano pochi capitoli alla fine, non so quanti, ma manca poco :) chissà che succederá nel prossimo capitolo? Indizi? Diciamo che sarà il momento di risolvere alcune questioni importanti.
Ciao baci al prossimo capitolo e recensite mi raccomando! ;)

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Capitolo 25
*** Ritorno alla normalitá ***


 1 settimana dopo...
-amico ti avverto se rompi anche questo manichino poi non ce ne sono più- mi disse Dig.
-tranquillo mi sto solo sfogando- dissi io tirando un pugno forte al manichino. 
-lo hai già detto anche per gli altri 5 manichini, e sono tutti nella spazzatura!- non aveva tutti i torti. Quei 5 manichini distrutti avevano subito tutta la mia ira e la mia frustrazione.
Qual'ero il motivo? 
Molto semplice.
Dopo che avevo risolto con Thea ero corso a casa di Felicity. Li l'avevo trovata intenta a fare le valigie.
-torno presto! Aveva detto. Mi farò sentire spesso! Aveva detto.- dissi a denti stretti continuando a tirare pugni.
-Oliver é solo finché non risolve alcune cose!- disse Roy che era rimasto lì a guardare la scena.
Diedi un ultimo pugno al manichino con tutte la forza che avevo poi mi girai verso di loro stringendo forte i pugni.
-non sono arrabbiato perché é partita! Sono furioso perché sono 3 giorni che non la sento e che tiene il cellulare spento!- dissi io. Poi presi il mio telefono e provai a chiamarla.
"Segreteria telefonica..."
In un impeto di rabbia presi e lo lanciai mandandolo contro il muro con forza.
-che cazzo ha da fare che non mi risponde?! Perché tiene quel benedetto cellulare spento?!- gridai.
-vedrai Oliver tornerà presto!- disse Dig cercando di calmarmi.
-oppure non tornerá mai più perché si trova troppo bene in Russia!- dissi io. Da quando ero così paranoico?
-io direi più che altro con QUALCUNO che é in Russia!- disse Roy con un sorrisetto furbo. Non risposi. Quel ragazzino aveva effettivamente centrato il problema.
-visto?! Ho ragione!- disse lui indicandomi. Io lo fulminai.
-Buonasera ragazzi!- disse Thea sorridente scendendo le scale. Si avvicinò a Roy e gli stampò un bacio sulle labbra. Ero contento che fossero tornati insieme, per quanto quel ragazzino mi desse ai nervi lo ritenevo adatto a mia sorella.
-che...succede?- chiese lei guardandomi.
-o tesoro sei arrivata giusto in tempo per assistere alla versione geloso/paranoica di tuo fratello!- disse Roy stringendo a se Thea.
-ma non mi dire?!- disse lei ridendo.
-io non sono n'è geloso n'è paranoico!- gridai io. Ma risultai poco credibile persino a me stesso.
-come no...- disse Diggle. Poi si avvicinò a me.- Oliver, Felicity ti ama non ti devi preoccupare. Ti ha detto che tornerá e lo fará!- disse lui.
-aveva anche detto che avrebbe chiamato. E sono 3 giorni che non la sento!- dissi io alterato.- ok si sono geloso e anche un po' impaurito che capisca che io non sono IL MEGLIO per lei. Ma la verità è che mi manca da morire e che la vorrei qui in questo momento. Io la amo e...- mi bloccai perché li vidi sghignazzare. Mi stavano prendendo in giro? -perché ridete?- chiesi serio.
Poi sentii due mani piccole e delicate mettersi suoi miei occhi. Lì per li il mio primo istinto, quello che avevo maturato col tempo, fu quello di reagire.
Ma quando fui circondato da un profumo dolce femminile e fin troppo familiare feci un grosso sorriso.
Mi girai in fretta e la presi tra le braccia stringendola a me e sollevandola. 
Non avevo bisogno di vedere chi era. Lo sapevo già. Era lei. Era Felicity.
Quando la posai a terra le presi il viso tra le mani. Era bellissima. 
La guardai intensamente negli occhi e poi la baciai. Non c'era niente di delicato in quel bacio. In quel bacio misi tutto l'amore e cercai di farle capire quanto avessi bisogno di lei.
-se é questo il benvenuto che mi dai ogni volta che non mi vedi per qualche giorno allora credo che partirò più spesso- disse lei tra un bacio e l'altro.
Io scossi la testa.
-non ci provare neanche!- dissi io guardandola negli occhi.
Poi di punto in bianco mi diede una spinta e poi un pugno sul braccio.
-Ahia! E questo per cos'era?- chiesi toccandomi il braccio.
-perché sei un IDIOTA!- disse lei seria.
-lo sapevo già ma per cosa mi staresti accusando tu esattamente?- chiesi curioso e anche un po' divertito.
-Quando capirai che ti amo e che IL MEGLIO per me?- disse lei ridandomi un pugno sul braccio.
-ehi biondina basta così ce lo distruggi- disse Roy che stava guardando la scena con gli altri. Stavano tutti ridendo.
-io direi di lasciarli soli a risolvere questo battibecco!- diss Dig avviandosi verso l'uscita.
-no ma io mi divertivo!- disse Roy piagnucolando ma controvoglia se ne andò con Thea che ci fece l'occhiolino.
Quando la porta del covo si chiuse riportai il mio sguardo su Felicity.
-cosa hai fatto in questi giorni? Dove sei stata?- chiesi io.
-te lo avevo detto- affermò lei perplessa.
-ma davvero? "Devo andare in Russia, questioni da risolvere" ti sembrano delle spiegazioni?- chiesi io alterato. Lei sbuffò.
-ero in Russia, avevo delle cose da risolvere con mio padre, la lega e l'azienda. Contento?- disse lei scocciata.
-no. Ti prego dimmi che non devi tornare a vivere li perché se no sarebbe un problema-
-te lo avrei detto più in la ma se proprio ci tieni... - disse lei prendendomi la mano.- visto come stanno andando le cose tra noi due ho pensato che, per quanto entrambi possiamo permettercelo per via degli aerei privati- disse sorridendo e facendomi ridere- una relazione a distanza non è esattamente quello che voglio e vista la tua reazione quando sono tornata non credo che sia neanche quello che vuoi tu! Ergo ho dovuto sistemare le cose per trovare un modo di conciliare me, te, la Russia e l'azienda.- disse lei. 
Non sapevo se ero più ansioso o più impaurito per la risposta.
-e?- chiesi io per incitarla a continuare.
-pare che a partire dalla tua visitina in Russia la tua azienda e la "mia" azienda siano in affari, affari grossi, e il mio paparino ha bisogno di un rappresentate della nostra impresa qui per gestire gli affari tra le due ed è per questo che sta facendo costruire una filiale qui a Starling City che sarò io a gestire. Mio padre posso vederlo quando voglio, la lega mi chiamerà solo quando avranno bisogno di me e quindi io resterò qui.- disse lei avvicinandosi a me e mettendomi le braccia intorno al collo - qui con te.
Solo allora mi resi conto di aver trattenuto il fiato e mi lasciai andare ad un sospiro di sollievo. 
Le sorrisi, le presi il viso tra le mani e la baciai.
La strinsi e a me con possessivitá e continuai a baciarla. 
Poi mi spostai sul suo collo lasciando una scia di baci.
Le sue mani erano tra i miei capelli e mi attiravano ancora di più a se. 
D'istinto spostai le mie mani sotto le sue gambe e la misi a sedere sul tavolo.
Le mie mani iniziarono a risalire accarezzandole le cosce, i fianchi e le braccia fino alle spalle. 
Slacciai la cerniera del suo giacchetto di pelle e provai a sfilarglielo ma lei mi bloccò.
Io la guardai interrogativo.
-so che abbiamo una predilezione per le sale da allenamento, ma non intendo farlo di nuovo su un tappeto da allenamento, e tantomeno sul tavolo dove sono i miei computer!- disse lei.
Ok aveva ragione non potevo darle torto. Lei scese dal tavolo e mi prese per mano.
-dove vuoi andare?- chiesi divertito e perplesso. Lei si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò....
-nel mio attico non c'é nessuno- disse facendomi rabbrividire.
-ah ecco dove andiamo- dissi con un sorriso malizioso per poi seguirla fuori dal covo.
Era ufficiale ero irrimediabilmente innamorato di lei.


Ciao a tutti ;) innanzitutto buon natale a tuttiii! Seconda cosa, non so voi, ma sono in crisi da astinenza da Arrow, aspetto con ansia il 21 gennaio per rivederlo.
Ma passiamo al capitolo. Allora piaciuto? Lo so rispetto agli altri é un po' breve, inizialmente era più lungo perché doveva essere l'ultimo, ma visto che sarebbe venuto davvero troppo lungo ho deciso di dividerlo in due capitoli.
Il prossimo sará l'ultimo, o il penultimo, non ho ancora deciso ;).
Recensite mi raccomando. Ciao baci alla prossimaaa!!

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Capitolo 26
*** Epilogo. ***


-Noi non usciamo da qui senza prima aver deciso!- dissi io risoluta poggiando le mani sul tavolo.
-Non c'é niente da decidere! Abbiamo già deciso!- disse Oliver mettendosi di fronte a me e guardandomi duro.
-Nonono! TU hai deciso IO non ho parlato!- gridai puntandogli un dito contro.
-Ok allora parliamo!- disse lui incrociando le braccia sul petto.
-piccioncini perché non risolvete tutto questo- disse Roy che ci stava indicando ruotando il dito- fuori...- aggiunse indicando la porta.
-NO!- gridammo io e Oliver all'unisono guardandolo.
-almeno su qualcosa sono riusciti a mettersi d'accordo!- disse Dig ridendo. 
Lo fulminai poi tornai a guardare Oliver.
-tu vorresti che io venissi a vivere a casa tua lasciando il mio attico in modo definitivo?!- chiesi io.
Lui annuì sorridendo.
-e secondo te io lascerò il mio attico così?- dissi schioccando le dita.
-si!- disse Oliver sollevando le spalle come se fosse la cosa più normale del mondo.
-Tu sei..- dissi io avvicinandomi ma mi bloccò.
-l'uomo che ami si lo so!- disse lui sorridendo soddisfatto.
-un idiota!- dissi io fulminandolo con lo sguardo.
-ehi questa è la mia proposta. Accetti?!- chiese speranzoso.
-accetto? Mi stai chiedendo se accetto?- chiesi io con dei toni un po' più alti - credo tu abbia qualche problema di logica. PRIMA si fa la proposta e solo DOPO che avessi accettato avresti dovuto prendere la mia roba da casa mia e portarla nella tua!- affermai io puntandogli un dito sul petto.
-amore pensavo di farti una sorpresa!- disse lui alzando le mani. In risposta gli diedi un pugno sulla spalla. E lo superai.
-questo é un si?- chiese lui massaggiandosi la spalla.
-si- mormorai di spalle a lui.
-come scusa?- chiese lui avvicinandosi a me.
-si ho detto si- dissi io sbuffando. Odiavo dargliela vinta. Ad un certo punto sentii due forti braccia abbracciarmi da dietro.
-Si! Ha detto si eh ci siete anche voi come testimoni!- disse lui stringendomi forte a se e facendomi ridere.
-Sembrate due bambini!- disse Diggle scuotendo la testa e ridendo.
Ad un tratto mi sentii sollevare da terra mi ritrovai sulla spalla di Oliver.
-che diavolo stai facendo?mettimi subito giù!- chiesi io tutt'altro che calma
-no ti sto portando a casa!- disse lui avviandosi verso le scale.
-Ci so arrivare anche da sola a casa tua!- 
Nessuna risposta. Se possibile mi infuriai ancora di più.
Una volta arrivati nel parcheggio del locale mi posò a terra vicino alla sua moto e mi porse il casco.
-No! Assolutamente No! Ho la mia moto guido la mia e tu la tua!- dissi avvicinandomi alla mia bellissima moto. Lo vidi scuotere la testa rassegnato.
-facciamo a chi arriva prima?-chiesi io sorridente.
-e il premio sarebbe..?- chiese lui curioso
-decideremo una volta arrivati. Ma non preoccuparti tanto vinceró io- dissi mettendomi il casco e salendo in sella alla moto.
Guardai Oliver attraverso il vetro nero del casco.
-tre- dissi
-due-disse lui
-VIA!- gridai e partimmo a tutto gas.
Sfrecciammo con le nostre moto per le strade della città poco trafficate visto l'orario.
Lanciai uno sguardo ad Oliver che proprio in quel momento svoltò a sinistra in uno di quei vicoli interni.
Accelerai ancora di più insospettita da quel gesto.
E avevo ragione ad essere insospettita! 
Quando arrivai a casa Queen lui era già lì appoggiato tranquillamente alla moto a braccia conserte che mi guardava con quel sorrisetto soddisfatto.
Spensi la moto scesi e sbuffai togliendo il casco.
-hai barato!- dissi io.
-no sono stato furbo, è diverso. Conosco OGNI strada o scorciatoia che porti a casa mia- disse avvicinandosi a me e mettendomi le mani sui fianchi- e se non sbaglio c'è ancora una cosa da sistemare. - aggiunse sorridendo.
-e sarebbe?- chiesi io mettendogli le mani sul petto.
-Bhe ho vinto la scommessa posso chiederti qualsiasi cosa no?- disse lui.
Io annuii incerta.
-Bhe allora colgo l'occasione così sono sicuro che non mi dirai di no!-disse mettendosi una mano nella tasca del giacchetto di pelle.
Io lo guardai perplessa ma poi lo vidi estrarre una scatoletta di velluto blu.
Il cuore iniziò a battermi all'impazzata mentre lui si inginocchiava davanti a me sempre tenendo lo sguardo fisso nei miei occhi. 
Aprì la scatolina e rimasi senza fiato. Era un bellissimo anello con dei piccoli diamantini incastonati e al centro un grande diamante quadrato.
Era splendido. 
-Dal giorno in cui ti ho conosciuta ho capito che eri diversa da chiunque avessi mai conosciuto così innocente, la prima di cui io sia riuscita a fidarmi dopo l'isola e la prima che ho iniziato a vedere come una persona e non come un bersaglio. Qualcosa di te mi ha colpito.- disse lui abbassando lo sguardo.
-stavo masticando una penna..- dissi io ricordando con un sorriso il nostro primo incontro.
-era una penna rossa- disse lui guardandomi e io lo fissai sorpresa. Se lo ricordava?-mano a mano che andavamo avanti il nostro rapporto si cambiava e si evolveva allontanandosi di gran lunga da quello che è il concetto di amicizia. Inconsciamente già sapevo di amarti ma solo dopo averti creduto morta ho capito quanto ti amavo!- disse lui. Le lacrime mi stavano rigando il viso e vedevo che anche Oliver aveva gli occhi lucidi ma vidi anche il dolore al ricordo della mia morte.- non sarà facile, non lo è mai stato, ma so che voglio te accanto nella mia vita. Per sempre.- disse lui.-Vuoi sposarmi...Alexandra Vladinov ?- chiese speranzoso.
Ero senza fiato. Aveva usato il mio nome, il mio vero nome, e questo significava tanto per me. Voleva dire che mi aveva completamente accettato!
Ero i preda a tremila emozioni ma quella che predominava era la felicità, ovviamente. Chiusi gli occhi e ripresi fiato.
-Si!- dissi io convinta.
Lo vidi sospirare di sollievo e sorridere. Prese l'anello e me lo mise al dito.
Poi si alzò e mi abbraccio forte e io lo strinsi a me a mia volta.
-aspetta!- disse staccandosi da me- non mi hai detto si solo per la scommessa?!- chiese sospettoso.
-No ti pare!- dissi io attirandolo a me e posandogli un leggero bacio sulle labbra- l'ho fatto per l'anello ovviamente!- dissi io.
Scoppiamo a ridere.
-a si?- chiese lui fingendosi infastidito, ma con scarsi risultati.
-già- dissi io
-bene- e così mi caricò in spalla portandomi fino alla porta mentre ridevo.
Una volta entrati mi mise a terra.
-ti amo sai?- mi disse guardandomi negli occhi con quello sguardo intenso che mi convinceva ogni volta di quanto quelle parole fossero vere. Gli misi le mani sul viso.
-lo so. E io amo te, più di quanto immagini Oliver Queen- dissi io. Non bastava quella frase per fargli capire quanto lo amassi ma glielo avrei fatto capire ogni giorno della mia vita.
Lui si fiondò con forza sulle mie labbra stringendomi a se. Schiusi le labbra lasciando entrare la sua lingua, che si unì alla mia. Mi stringeva a se possessivo e questa volta ne aveva tutte le ragioni, avevo accettato di sposarlo ed era un modo per dire "si sono tua per sempre!"
---------------
4 anni dopo....
-amore sono a casa!- dissi io entrando a casa.
-papá!- gridò Tommy sbucando dal salotto e correndomi incontro.
-ehi campione!- dissi prendendolo al volo -la mamma dov'è?- chiesi non sentendo la voce di Felicity.
-é in bagno, sta facendo il bagno a Rosie!- disse lui sorridendomi.
-ah e tu che combinavi?- chiesi io guardandolo sospettoso.
-la mamma mi ha detto di non combinare disastri e di stare buono così giocavo ai videogiochi- disse lui con aria innocente ma in realtà era tutto tranne che un bambino innocente. Era la mia fotocopia da bambino.
-mh- gli diedi un bacio sulla fronte- continua a giocare io vado dalla mamma!- dissi mettendolo a terra.
Mi avviai verso il bagno e udii subito la risata della bambina. Aprii la porta e Felicity era lì sorridente con i capelli raccolti che faceva il bagno alla piccolina. Vederla mi faceva ancora lo stesso effetto. L'amore per lei non era diminuito, se possibile era aumentato.
Mi fermai sullo stipite della porta ad osservare la scena sorridendo poi mi schiarii la gola facendomi notare. Lei si girò sorridendomi con uno di quei sorrisi smaglianti che amavo.
-bentornato- disse lei. Io mi avvicinai e la baciai dolcemente sulle labbra. 
Poi mi girai verso mi figlia che era nella vasca che giocava con una paperella e mi avvicinai dandole un bacio sulla testa.
-ciao piccolina- dissi accarezzandole la testa. Lei mi guardò continuando a giocare con la paperella. Ovviamente lei non mi rispose forse non mi aveva neanche capito, aveva solo pochi mesi ed era bellissima. Da quando la prima volta l'avevo presa in braccio, così picciola e fragile, mi ero innamorato di lei.
-ehi Inizio ad essere gelosa di come la guardi- disse Felicity dandomi una botta sulla spalla e tirando fuori dall'acqua la bambina.
-ehi devi abituarti a dividere il mio cuore con un'altra donna!- dissi prendendo un asciugamano e avvolgendo Rosie.
-lo stesso vale per te, anche tu devi iniziare ad abituarti all'idea che il mio cuore é diviso tra due uomini!- disse lei facendomi la linguaccia.
-touché- dissi fingendo una faccia ferita.
-a proposito dell'ometto che sta dilla, sai qual'è il suo desiderio?- chiese lei- vorrebbe che stasera sia Arrow a portargli i regali, e non Babbo Natale- disse lei.
-stai scherzando?!- dissi io sbalordito- quindi Roy vestito da babbo natale lo scorso anno non é stato abbastanza convincente?!- chiesi ridendo e lei con me.
-sei il suo idolo Oliver- disse lei sorridendomi
-lo so. É una cosa che mi rende felice ma allo stesso tempo mi fa paura. Almeno se dovessi deluderlo come padre ho sempre speranza di rifarmi come Arrow- dissi ridendo. Lei si avvicinò a me e mi diede un bacio sulle labbra.
-tu non lo deluderai mai, sei un padre fantastico.- disse lei. Poi prese Rosie dalle mie braccia e uscì dal bagno sorridendomi prima di chiudere la porta.
Quella donna era unica, riusciva a far uscire il meglio di me. Era la mia luce. 
Uscii dal bagno e andai nella camera da letto per cambiarmi, a breve sarebbero arrivati gli ospiti per la cena di Natale.
Mentre mi cambiavo fui attirato dalla foto sul comodino. Quella del nostro matrimonio.
Ritraeva me e Felicity mentre ci baciavamo. Sorrisi al ricordo di quel giorno, non ero mai stato nervoso come allora. 
Solo quando avevo visto Felicity splendida nel suo bellissimo abito bianco tutto ricamato che mi veniva incontro mi ero finalmente calmato.
Qualche mese dopo era rimasta incinta. C'era stato un timore generale inizialmente, da parte di entrambi, per via della vita che facevamo ma poi la felicità ha preso il sopravvento.
Avevamo litigato a lungo sul fatto che lei non doveva più entrare in alcun modo al covo per la sicurezza di lei e del bambino, ma testarda com'era non aveva voluto ascoltarmi e le concessi di restare ai computer.
Questi anni erano stati tranquilli ed era andato tutto alla perfezione e più di una volta mi ero ritrovato a darmi dell'idiota per aver provato a negarmi il lusso di essere felice con la donna che amo. Anche ora che ero sotto la doccia.
Quando uscii dal bagno c'era Felicity davanti allo specchio che si stava mettendo gli orecchini. Non appena si accorse di me si girò sorridendomi.
-allora che ne pensi?- chiese girando su se stessa.
Non avevo parole per descriverla, era splendida. Aveva un tubino rosso che fasciava alla perfezione il suo splendido corpo. 
-Wow- dissi io avvicinandomi- credo che quel vestito sia illegale in alcuni paesi- dissi mettendole le mani sui fianchi.
-hai detto la stessa cosa per il vestito nero che avevo messo per il ballo di beneficenza- disse lei.
-ricordo di averti anche proibito di uscire con quel vestito, quella sera ho fulminato con lo sguardo parecchi uomini- dissi io chinandomi a baciarla mentre lei sorrideva.
Portai la mia mano alla lampo del vestito ma lei mi fermò.
-non ora signor Queen stanno per arrivare degli ospiti, vai a vestirti!- disse lei facendomi l'occhiolino e avviandosi verso la porta. Io alzai gli occhi al cielo.
-signora Queen- la richiamai io. Lei si girò interrogativa -facciamo i conti più tardi- dissi io con un sorriso malizioso.
La vidi arrossire ed uscire dalla stanza sorridendo. Il fatto che riuscissi ancora a farla arrossire mi dava una certa soddisfazione e mi ritrovai a sorridere.
Dopo essermi vestito scesi giù giusto in tempo per sentire il campanello ed andai ad aprire.
-Buon Natale- dissero in coro. Erano Dig, Layla con la piccola Felicity, Roy, Thea e Sara.
-Buon Natale anche a voi- dissi salutandoli e facendoli entrare.-venite Felicity è in salone con i bambini.- dissi avviandomi verso la grande sala.
-ciao ragazzi- disse lei mentre finiva di sistemare la tavola. Poi si avvicinò a salutare tutti.
Parlammo un po' tutti insieme prima di cena fino a quando il campanello non suonò di nuovo.
-deve essere Papá- disse Felicity.
Lei si alzò e andò ad aprire e io la seguii.
Quando aprì la porta ci trovammo davanti il padre di Felicity a cui lei saltò letteralmente al collo. Non si vedevano da molto.
-buon Natale Nicolas- dissi io porgendogli la mano. 
-buon Natale Oliver- disse lui stringendomi la mano sorridendomi.
-ti ho portato una sorpresa tesoro- disse poi rivolto alla figlia.-RAGAZZI!- disse a voce alta.
-------------
-SORPRESAAA!!- da dietro mio padre sbucarono i ragazzi. Austin, Damian e Dimitri.
Subito corsi ad abbracciarli per quanto ero felice di vederli.
-ma voi non eravate in missione?- chiesi io.
-scherzetto- disse Austin. E ridemmo tutti insieme.
-dai entrate, dilla in salotto ci sono gli altri- dissi facendoli passare. 
Una volta entrati io mi fermai all'entrata del salone ad osservare la scena sorridente.
Roy e Dig giocavano con la piccola Felicity e con Tommy mentre mio padre teneva in braccio Rosie e gli altri gli stavano intorno sorridendo e giocando con la piccolina.
Oliver si avvicinò abbracciandomi da dietro.
-a cosa pensi mi chiese!- vicino all'orecchio.
-che sono felice come non avrei mai pensato di poter essere. Ci sono qui con noi tutte le persone che amiamo. Sará davvero uno splendido Natale!- dissi io sorridendo e girandomi verso di lui.
-lo penso anche io- disse lui.
-ti amo Oliver- dissi io.
-anche io ti amo- disse lui chinandosi a baciarmi.
Era davvero tutto quello che volevo, tutto quello di cui avevo bisogno ed era tutto mio, per sempre.

FINE

Ciao a tutti! Ebbene siamo giunti alla fine. Spero che l'ultimo capitolo vi sia piaciuto e che sia stato all'altezza delle vostre aspettative ;) 
Prima però volevo chiarire la storia del nome. Alexandra...Felicity...molti mi avevano chiesto se Oliver avrebbe mai chiamato Felicity con il suo vero nome e lo ha fatto, quando le ha fatto la proposta. Allora perché nella parte dopo lui la chiama ancora Felicity? Giusta osservazione anche se effettivamente Oliver non l'ha mai chiamata ad alta voce Felicity. Questo nome era solo nella sua testa questo perché per lui resterà sempre Felicity e poi anche perché io stessa non volevo stravolgere troppo la storia "reale" della serie tv , avrebbe fatto strano anche a me se Oliver si fosse riferito a lei con un'altro nome ;) spero di aver chiarito.
Ora che siamo alla fine voglio davvero ringraziare tutti coloro che hanno recensito la mia storia ma anche tutti coloro che hanno messo la storia tra le preferite, le seguite o quelle da ricordare. Spero davvero che la mia storia vi sia piaciuta. Grazie ancora davvero a tutti quanti. 
Ora lascio a voi i commenti su questo finale! Fatemi sapere.
Un bacio.

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