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di canfyy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio dell'attesa ***
Capitolo 2: *** Il buio ***
Capitolo 3: *** L'incontro ***
Capitolo 4: *** Insisto ***
Capitolo 5: *** E' stato un piacere ***
Capitolo 6: *** il miglior giorno ***
Capitolo 7: *** E io non so che fare ***
Capitolo 8: *** Mantieni la calma ***
Capitolo 9: *** Oggi realizziamo un po' di sogni ***
Capitolo 10: *** Tu mi vuoi morta Horan ***
Capitolo 11: *** Di bene in meglio ***
Capitolo 12: *** Morire di Horan... ***
Capitolo 13: *** ..riflessioni.. ***
Capitolo 14: *** ritrovare me stessa.. ***
Capitolo 15: *** ..Rivelazioni.. ***
Capitolo 16: *** vivere ***
Capitolo 17: *** si tratta solo di recitare ***
Capitolo 18: *** ritorno al passato ***
Capitolo 19: *** Partenze ***
Capitolo 20: *** Mancanze ***
Capitolo 21: *** E' difficile sentire il tuo nome dopo tutto questo tempo ***
Capitolo 22: *** Ricominciare ***
Capitolo 23: *** Erasolo che voleveo stare vicino a te ***
Capitolo 24: *** Riprendiamoci tutto ***
Capitolo 25: *** 'Poi torni?' 'Sempre' ***
Capitolo 26: *** Dovevo trovarti ***
Capitolo 27: *** I missed you. ***



Capitolo 1
*** L'inizio dell'attesa ***


~~Capitolo 1

~ L'inizio dell'attesa ~

Sabato mattina, sono le sei e la mia sveglia suona.

No dai, non ci credo, quel rumorino fastidioso è lievemente penetrato nei miei sogni, e piano piano, il ronzio di una zanzara si è trasformato nella sirena di un'ambulanza in corsa. "Che qualcuno la disintegri- penso- nessuno può interrompere le mie fantasie notturne, proprio no. E adesso? Spero di riaddormentarmi stanotte e ripartire da quell'istante, lì su quella grande cesta appesa al ramo di un albero, lì con lui".

Il tempo di piangermi addosso ha breve durata a quanto pare,devo sbrigarmi se non voglio fare tardi, così, decido di sgattaiolare per casa, nel buio e nel silenzio, mentre tutti gli altri dormono. Mi infilo i jeans con in bocca una brioches e mi trucco mentre assaporo il mio caffè; corro giù per le scale del condominio infilandomi le scarpe e allacciando i bottoni del mio maglione, arrivo al portone, e scopro che piove.

Non ho tempo per prendere l'ombrello, decido si mettermi la cartella sopra la testa e di correre sotto la pioggia.

Fradicia finalmente raggiungo l'edicola, lì c'è Alessia che mi aspetta:

"Possibile che sei sempre in ritardo?"

"Scusami ma stamattina è stato difficile alzarmi dal letto"

"Fammi indovinare interroga in Latino oggi"

"E non solo, ho pure la verifica d'Inglese"

"Dai tanto hai dei bei voti in inglese"

"No infatti non è per la verifica, è perché ce l'ho in terza ora, e tu sai cosa succede oggi alle 10"

"Sì lo so, lo so, ti ricordo che mia sorella è Directioner come te. Tranquilla, mia madre è un asso nel trovare i biglietti. Li avrai sicuramente"

"Lo spero"

Fuori piove eppure sul pullman c'è un caldo insopportabile, e schiacciata come una sardina tra questi giganti, realizzo che i ragazzi di quarta odiano farsi la doccia tanto da puzzare già di mattina.Ogni tanto mi capita di scorgere la testolina bionda di Alessia, che come me non brilla per la sua altezza, e quindi è sommersa dagli spilungoni che popolano la scuola.

Tra le ascelle maleodoranti dei ragazzi e l'aria che inizia a manacare, l'unica nota positiva, che non può mancare, è la musica: One Direction.

Non riesco neanche a canticchiare tra me e me talmente sono agitata, spero proprio di avere quei biglietti...

...

Non riesco ad ascoltarla mentre parla, chissà se l'ha capito che non me ne frega niente del Latino, chissà se l'ha capito che ho la testa da tutt'altra parte, chissà se Elisabetta è già davanti al computer aspettando che i biglietti vengano messi in vendita, chissà cosa sta facendo Niall adesso, chissà se non avrò i biglietti, e io come farò? Non posso non vederli, no non posso, sono la mia vita ne morirei, non riesco neanche a pensarci...

"Allora ragazzi iniziate a separare i banchi avete 50 minuti per finire la verifica"

...

La professoressa ha poca stima delle nostre capacità, sono passati venti minuti e ho già finito la verifica. Alzo la testa per controllare se sono l'unica ad aver finito, tutti scrivono, vedo facce spaventate, ragazzi che cercano di incrociare il mio sguardo per chiedermi suggerimenti.

Cerco di aiutarli mentre la prof compila il registro elettronico, ma ecco che un tremolio mi cattura la gamba portandomi al riso, e io rido, rido come se fossi a piedi nudi e mi stessero solleticando con delle piume.

"Qualche problema Marta? Ti divertono le verifiche o semplicemente vuoi farti un giro in presidenza?"

"Mi scusi prof"

Era IL messaggio, era lei, era Francesca:

"Non morirmi", 10:31. "Abbiamo i biglietti", 10:32

"Non predermi per il culo", 10:36

"Non scherzo sulla nostra vita", 10:38

"Allora, scusa, ma vado in bagno a piangere. Ciao :'(", 10:43

Gioia.

Emetto uno stridolo acuto che sembra rimbombare nella classe, mi copro il viso e scoppio in lacrime, mi alzo e senza dire niente consegno la verifica e vado in bagno per piangere, saltare e gridare in pace.

...

Non posso dire di aspettarmelo ma dentro di me so già che quell'esaurita della prof mi sbatterà fuori dall'aula: "Che ci fai ancora qui? Su forza vai in presidenza, sono sicura che il preside sarà ben contento di sentirsi raccontare storie tanto divertenti da farti ridere e tanto tristi da farti piangere".

Non faccio una piega, chiudo la porta e mi avvio, subito però riapro la porta e chiedo alla prof :

"Mi scusi, dov'è la presidenza?"

"Primo piano, salite le scale gira a destra, vai in fondo al corridoio e gira a sinistra, da lì devi andare sempre diritta, superi la sala stampa, appena vedi il tuo amico Caruso, sei arrivata"

Mi siedo in una delle tre sedie fuori dall'ufficio del preside, e accanto a me c'è lui, Eugenio, mio migliore amico. Ci guardiamo e scoppiamo a ridere.

Ecco che ci fanno entrare.

"Signor Caruso che piacere rivederla"

"Riccardo"

"Chiamami signore, che hai combinato stavolta"

"Senta non è come sembra, ci sono persone che possono testimoniare..."

"Non voglio saperne altro..."....

La loro conversazione va avanti circa 10 minuti, sembra che entrambi tentino di sfottere l'altro usando parole ironiche, io rido, ma poi nella stanza cade il silenzio e ancora una volta rimbomba il mio riso.

"E tu, mi sembri nuova, come ti chiami?"

"Marta"

"In che classe sei?"

" 1^A"

"Come mai tutta questa timidezza?"

"Riccardo -interviene Eugenio- lei è una primina è nuova qui"

"ah capisco, perciò credi che io adesso ti farò un discorso sulla responsabilità la compostezza e poi chiami i tuoi genitori?"

Annuisco timidamente. Ridono. Mi sento sollevata, allora posso stare tranquilla e continuare a pensare al concerto, oddio li vedrò che emozione. Piango.

"E che hai adesso?"

"Riccardo lo so io che ha- si rivolge a me- biglietti vero?"

Annuisco, il preside accenna ad un'espressione stupita e contrariata, so che dirà "E allora?", io lo precedo:

"Signor preside lei non può capire, loro sono la mia vita, il mio sorriso, il mio pianto, io li amo e sono troppo contenta, le loro voci solo la colonna sonora della mia vita"

"Ok ok ho capito, non mi serve altro, chi ti ha spedita qui?"

"La Pepe, ho riso e pianto durante la verifica. Prima ho riso perché mi è arrivato il messaggio e la vibrazione del cellulare mi ha fatto il solletico, poi ho pianto perché ho saputo di avere i biglietti"

"Mio Dio, guarda, io quella non so quando se ne va in pensione. Parlano di questa scuola come una scuola pressante, certamente non è merito mio, è colpa degli esauriti che insegnano qui; in quanto al cellulare, non ti dico di non usarlo perché tanto lo so che lo userai, ma sii furba. In quanto alle crisi di panico da adolescente isterica, ti concedo i cambi dell'ora e l'intervallo, ma non voglio rivederti qui".

Il preside ci liquida con un paio di battute e un sorriso, io ritorno in classe e mi chiudo in me stessa a fantasticare sul concerto.

Tornata a casa, subito dopo pranzo in lacrime, corro a casa di Francesca e lei mi viene in contro correndo giù dalle scale, ci abbracciamo:

"Ehi"

"Dimmi"

"Ce l'abbiamo fatta"

"Sì non ci posso credere, saremo lì!"

Inutile dire che il pomeriggio andò avanti tra pianti, grida, canti e danze sfrenate. Intanto lo spazio vuoto sullo schermo del mio cellulare venne occupato da un enorme conto alla rovescia:

"-9 MESI".

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Capitolo 2
*** Il buio ***


~~Capitolo 2

- Il Buio -

Caro Diario,

scusa se è un po' che non ti aggiorno sulle novità, l'ultima mia nota è stata: "Andrò al concerto ancora non ci credo, finalmente vedrò i miei idoli, finalmente vedrò il mio amore"

Oggi mancano 3 giorni al concerto, sono molto agitata, ma, forse ero più agitata 9 mesi fa.

Sono stati 8 mesi difficili questi. A scuola mi hanno pressata e sono entrata in uno stato d'ansia e depressione molto preoccupante.

Ho iniziato a dubitare del mio lavoro, delle mie notti insonni passate a studiare, in più adesso, ho avuto qualche difficoltà in latino, ho cercato di fare il meglio che ho potuto ma credo proprio che avrò il debito a settembre. Non è il debito in se che mi fa stare di merda, ovvio, comunque non mi fa piacere, però ci sta in prima superiore, comunque è un anno difficile e latino è una materia nuova, io però non voglio cercare scuse per giustificare le mie mancanze.

Sono sempre stata brava a scuola e forse era l'unica nota positiva dato che anche agli allenamenti i miei allenatori hanno iniziato a farmi pressione perché a Luglio ci saranno stage importanti; insomma in parole povere, qualsiasi cosa io faccia mi viene di merda.

I miei genitori sono molto preoccupati per il mio stato d'animo, loro sanno che sto male, mi vedono sempre chiusa in camera da sola, imbronciata con frequenti crisi di pianto, ma li rassicuro dicendo che sono semplicemente stanca, ovviamente non lo sono, ma io non potevo dirgli tutta la verità.

Ho sempre avuto dei dubbi su me stessa. Da piccola mi avevano sempre presa di mira per il mio aspetto, inutile dire che odio l'immagine che vedo riflessa nello specchio, vedo qualcuno, anzi qualcosa, qualcosa di orrendo, non sono quello che ho sempre sognato di essere, per una volta vorrei poter avere la certezza di non essere in imbarazzo in mezzo alle altre persone, di poter andare in giro a testa alta e sentirmi bellissima e potente. Ho seri problemi ad accettare me stessa, forse perché sin da bambina venivo esclusa e presa in giro, in fondo non facevo niente di male, semplicemente dopo scuola non andavo al parco giochi con gli altri bambini ma andavo ad allenarmi, non era niente,ma a loro bastava, bastava a tutte le bambine tanto da scappare da me gridando quasi fossi una bestia feroce, bastava per rovesciarmi la vinavil tra i capelli, bastava per isolarmi, per chiamarmi mostro.

Le altre persone non capiscono quanto sia difficile per me convivere con quello che sono, ogni singola virgola che mi compone per me è un difetto, e ne sono talmente tanto convinta che credo di vedermi peggio di quello che sono.

Non sono mai stata la ragazza bella, spesso le persone mi hanno trattata male facendomi soffrire volontariamente usando il mio aspetto per colpirmi.

Una bambina di 10 anni però, non ha alternative oltre all'iniziare ad odiarsi e a dubitare di se quando a scuola la isolano e la chiamano cicciona, quando va all'oratorio a catechismo e tutte le bambine l'aspettano schierate ma appena si avvicina scappano urlando.

Sport,sono stata presa in una squadra di pallavolo a livello agonistico, in cui essere alti 1.60 significa essere sotto la media di 10 cm ed é considerato un handicap, una squadra dove ti fanno test fisici ogni mese, una squadra che se entri nei bagni senti sempre qualcuno che sta rigurgitando il pranzo dopo la visita o semplicemente perché lo fa abitualmente, dopo che l'hanno fatta sentire un obesa per i 3 chili di troppo. Una squadra che ti occupa 3 ore al giorno. Tra l'altro, per me la pallavolo è sempre stato 'il secondo sport' la faccio solo perchè il mio vero amore, l'equitazione, non è uno sport in cui ci si muove molto. Devo anche trovare un modo per dire ad Eugenio che ho deciso di abbandonare la mia passione, tanto la federazione non ci sovvenziona più e costa troppo.... Ci sto male, ma questa è la vita, fortunatamente mi hanno presa in questa squadra, dopo le gare a Helsinkisarà tutto finito, e io ancora non gli ho detto niente.

Scuola, sono stata costretta da mio padre a questa scuola, che alleva piccoli Heistein senza una vita sociale, una scuola di perfettini bastardi, in cui la mia capigliatura etichetta la mia intera persona come lesbica, in aggiunta al fatto che una delle mie migliori amiche é lesbica e abita accanto a me perció facciamo il tragitto assieme, io sono lesbica per proprietá transitiva, inutile dire che é una scuola di omofobi. Mi giudicano per tutto e spesso mi isolano solo perché sono impossibilitata dal prendere 20 e lode come loro perché 3 ore al giorno sono o in palestra o in maneggio.

La prof di latino mi odia,mi perseguita, mi diceva che sarei stata bocciata, solo perché avevo 5.3 in latino, e per farmi stare male, rimarcava sempre sul fatto, rimarcava sempre sui miei tagli. Per fortuna che ora é finita.

Mi taglio da 4 anni e mai nessuno se ne é accorto prima di quest'anno, prima che finissi in ospedale, quella sera.

In casa il litigio é di prassi ormai, io sono il mostro che ha diviso la famiglia secondo mio fratello. Io e mia madre litighiamo sempre e comunque, e ormai litigano i miei tra di loro e poi loro con me e mio fratello, e il bello é che non ci sono problemi di soldi, ci scanniamo a vicenda e alziamo le mani per semplici cazzate, roba che esco di casa e vado da mio zio che viaggia per lavoro e non c'é mai,e passo 2 giorni a casa sua con il frigo vuoto e vado avanti a tonno in scatola.

Nessuno mi considera fino in fondo,davvero, sono invisibile, basta sorridere.
Ed è brutto da dire, ma ho cercato di riconsiderare la mia vita e i miei obbiettivi, e sono giunta alla solita conclusione 'Se fossi magra sarebbe tutto migliore', e ne sono convinta, cazzo se ne sono convinta. È vero, se fossi magra sarebbe tutto migliore, soprattutto la mia vita sociale, visto che a sto mondo non interessa a nessuno a meno che tu non sia morta o non sia carina. Ma siccome sono fortunatamente sana e non sono magra, quindi carina, diciamo che in soldoni sono ignorata, e fa male. Fa male perchè nella mentalità di una quindicenne è necessario e di vitale importanza, avere qualcuno a cui importi di te, che non può fare a meno di te. Io personalmente, non ho mai avuto nessuno. Non mi ritengo una persona superficiale che vive del giudizio degli altri, ma una volta tanto vorrei non essere "l'amica grassa", vorrei essere "la figa magra". Personalmente mi sono stancata di essere questa persona
'L'amica di quella figa'
'Quella sempre disponibile'
'Il cupido della situazione'
'La spalla su cui piangere'
'Il sorriso piú finto di tutti'
Eh si, perchè mi sono stufata, sono sempre stata "l'amica di quella Bella", la simpatica, quella che, si, è carina, ma l'altra di più! Insomma, sono quella che sta in secondo piano, quella dolce e comprensiva, che ispira fiducia, a cui si può raccontare tutto anche a costo di romperle i coglioni, un bel pozzo senza fondo in cui gettare la propria merda,
ma a cui rare volte si chiede "come stai?"
Mi accontenterei di poco ora come ora,
Anche di uno lì cagato giusto perchè non si sa come riempire la nuvoletta di whatsapp. Forse è anche un po' colpa mia, sai, ho acquisito negli anni, la capacità di apparire calma, mentre dentro di me tutto sta cadendo a pezzi. Funziona così bene, che a volte mi viene da piangere, perchè nessuno si accorge che ho bisogno di aiuto. Sono una di quelle persone che consola sempre gli altri, gli dice che andrà tutto bene, di non essere triste, che tutto passa, sono una che "Resisti, ce la puoi fare, credo in te" , e poi alla fine, sono proprio io a prima che quando torna a casa si chiude in camera a piangere mandando tutto a puttane, come se quello che dicessi agli altri non valesse anche per me .
È brutto, alzarsi al mattino e non trovare ragioni valide per tirare avanti, sedersi su un banco di scuola, e abitualmente sentirsi dire 'Stai bene? Sembri un po' sciupata'. Non so neanche come poterlo nascondere ai miei, mia madre sembrava così entusiasta, che stavo bene, dopo il ricovero , la realtà è che non ho mai smesso di stare male, ho solo imparato a cadere senza far rumore, o forse ho raggiunto il fondo, mi ci sono sdraiata e mi sono addormentata, ma quando non riesci più a svegliarti da un incubo, forse è perchè è reale.
Mi sento così sbagliata, sempre. Me lo sono scritta addosso, non ho resistito, è inciso tra il mio polso l'intaccatura del pollice 'WRONG', e adesso sto cercando di trovare ogni scusa plausibile per giustificare la mia benda. Il fatto è che, non me ne pento, mi piace, ma lo so, se qualcuno le vede è la fine, inizieranno a chiamarmi mostro un'altra volta, e non posso, non riesco. Devo essere forte, me l'hanno gia detto troppe volte, ci sono però, quelle sere in cui te lo concedi, te lo concedi di crollare, almeno per una sera, ti lasci andare al freddo che hai dentro e sprofondi nel buio. Non sei debole, solo stanca. L'indomani riprenderai a lottare, sarai la solita ragazza di sempre, l'ancora di tutti, il mare di nessuno, indosserai uno dei più bei sorrisi appena uscita dalla porta. Per quella sera però te lo concedi, crolli,e resti chiusa in un angolo della stanza, inerme.
Ho letto su qualche libro 'Monsters are real, they live inside us, and sometimes, they win'
e se fosse vero?
E se invece avessero ragione gli altri, se non li avessi dentro, ma fossi proprio io il mostro?

Ma ripeto, nessuno capisce e io non posso spiegarlo, come si fa a spiegare a qualcuno di voler smettere di vivere? Che si è stufi della propria esistenza di merda, che tutto va male? Che tutti i sorrisi sono finti perche si è morti dentro da parecchio tempo?

E poi c'é lui, uno dei tagli più dolorosi, il più profondo, Niall, tu lo sai, quante pagine ho scritto su di lui... ma ovviamente, non sa neanche chi sono, che esisto, questa cosa mi distrugge, mi fa odiare ancora di più me stessa. Mi sono autoconvinta che se mai in un mondo parallelo io fossi stata più bella, magra, alta e speciale, lui mi avrebbe notata; non riesco ad entrare in camera mia senza piangere, perché quel muro tappezzato di poster è lì e sembra guardare me.

In conclusione, vorrei soltanto trovare qualcuno, qualcuno di nuovo, che non sappia nulla della tristezza che mi circonda quotidianamente, qualcuno che veda in me qualcosa di speciale, che mi renda felice come solo 1D sanno fare.

Ho bisogno di qualcuno a cui interessa, qualcuno che mi salvi.

EUGENIO'S POV

Vorrei capire che le passa per la testa, perché è sempre così triste e in ansia, perché arriva a scuola e finge di star bene, perché non mi parla.

Il fatto che tutti gli altri non capiscono, non osservano, non notano, non mi riguarda, io lo vedo. Non ci vuole tanto a capirlo.

Io ho paura, il suo gatto non la graffierebbe mai, e io lo so, non si è mai scottata secondo me, non si è mai tagliata facendo cadere una fioriera, eppure, le sue braccia si riempivano, giorno per giorno di graffi, bende.

Una mattina è arrivata a scuola più strana del solito, per la prima volta anche a scuola era imbronciata e non solo a casa, non sapevo perché, all'intervallo l'ho vista con un suo compagno, non indossava la felpa, aveva un braccio totalmente avvolto in una benda, non ha saputo darmi spiegazioni, ma il giorno dopo, il giorno dopo entrambe le braccia erano avvolte in delle bende, ma ovviamente tentava di nasconderle, come tutti gli altri tagli o bende che ho notato finora, stringendo nei pugni le maniche delle felpe, ma in estate con 30 gradi, non si usa la felpa.

Ho paura, ogni volta che mi rassicura, io avverto una seconda vocina, e quando mi dice:

"E' tutto ok" questa rettifica "Aiutami sto crollando"

"Sono solo stanca"... "Ho pianto tutta la notte".

"Vai via tranquillo"... "Dimostrami che ci tieni abbastanza da restare".

"Ho solo freddo"... "Non voglio che tu veda i miei tagli".

"Sto bene, davvero"... "Non sono mai stata peggio".

"Tutto a posto"... "Voglio morire".

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Capitolo 3
*** L'incontro ***


~~Capitolo 3

- L'Incontro -

Finito di aggiornare il mio diario mi affretto a prepararmi.

Oggi apre il 1D store a Milano, devo arrivare presto, so già che ci sarà una lunghissima fila, perciò mi sono svegliata molto presto. Mentre mi lavo i denti ogni singolo muscolo del mio corpo mi dice di tornare a letto, dentro di me una vocina fastidiosa sussurra: "Sono le 5 del mattino di una mattina di Giugno torna a dormire!"

No non posso, DEVO andare, devo comprare quella maglietta che piace tanto a Francesca, il suo compleanno si avvicina.

Attraverso piazza del Duomo stranamente deserta, l'unica presenza fioca che percepisco è quella dei piccioni, che animano il silenzio della piazza dormiente con il loro volo, piano piano, sento che qualche serranda si sta alzando.

Nell'aria c'è odore di brioches appena sfornate, i bar stanno aprendo, questo mi ricorda che non ho mangiato, ma ormai sono in fila non posso lasciare il mio posto, eppure ho tanta fame. Nel frattempo la città ha iniziato ad animarsi, uomini e donne si dirigono tristemente al lavoro, ed io, io li guardo passare uno ad uno nei loro pesantissimi completi tutti tirati a lucido, con la 24 ore in mano, mentre cercano di oltrepassare la lunghissima fila che occupa il marciapiede, bofonchiando qualche parola sicuramente non fine e rispettosa.

Finalmente alle 10 lo store apre, in quel momento, tutte iniziano a correre io pure, corro corro, cerco disperatamente tra gli scaffali quella maglietta finchè non la vedo, là in fondo al corridoio, un sacco di altre ragazze solo lì intorno, devo fare in fretta. Inizio a spostare letteralmente chiunque intralci il mio passaggio, scavalco chi cade a terra, tiro gomitate a chi cerca di passarmi davanti. Finalmente sono arrivata alle magliette, ma non ne è rimasta nessuna, accanto a me una ragazzina con sua madre con in mano due magliette.

"Che dici secondo te mi sta meglio questa o quest'altra?"

Non esito. Afferro la maglietta e mentre corro freneticamente verso le casse le grido: "Scegli quella si intona coi tuoi occhi!"

La madre della ragazzina cerca di dirmi qualcosa, vedo che entrambe iniziano a correre dietro di me. Panico. La maglietta deve essere mia.

Inizio a correre freneticamente verso le casse, vedo sul volto della ragazzina un'espressione di odio profondo nei miei riguardi, forse ha capito che il verde della maglietta che le ho consigliato non le dona.

"Ok, penso, per la Fra". Corro come una pazza strattonando chiunque si metta in mezzo, spintoni, grida, litigate per l'ultima maglietta riempiono lo spazio intorno a me, ma io corro, sembra una scena a rallentatore, ad un tratto appesa ad una stampella vedo una maglietta, anzi due: "LIAM'S GIRL" e "NIALL'S GIRL". Inutile dire che dovevo averle, chissà Jud quando avrebbe visto il mio regalo.

Dopo qualche spallata finalmente afferro le due magliette e corro alla cassa, intanto la ragazzina satanica e sua madre mi stanno ancora alle costole. Sono sempre più vicine, arriva il mio turno di pagare. Mi sono addosso. Mentre la donna, a dir poco isterica, dimostra che quella creaturina satanica è sicuramente sua figlia e che entrambe hanno bisogno di calmanti, io passo alla cassiera le tre magliette ma nel frattempo continuo a guardarle, la cassiera terrorizzata mi fa pagare e mi da' il sacchetto, e mentre la donna sta ancora parlando io le sorrido:

" E' stato un piacere, arrivederci -e guardando la figlia- ciao, piccola".

Finalmente sono uscita dal negozio. Ansimo. Sono fiera di me, già mi immagino la faccia di Francesca e di Jud quando vedranno le magliette, non vedo l'ora.

Passeggio allegramente sotto i portici in piazza Duomo, una leggere brezza mi solletica il collo, sorrido, è una bella giornata e il sole splende. Ad un tratto uno strimpellare di chitarra riempie l'aria di una dolce melodia, mi avvicino al musicista, è un ragazzo non tanto alto, magro, ha i capelli biondi, indossa un cappellino nero e degli occhiali da sole.

Resto a osservarlo per qualche minuto.

Nel frattempo una grande folla si raduna intorno a lui.

Lo osservo, lo osservo bene, mi sembra familiare, ma non capisco chi sia, ad un tratto inizia a suonare una melodia "Little things" mi si è accesa una fiamma nel cuore, non c'è dubbio,

è Niall.

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Capitolo 4
*** Insisto ***


~~Capitolo 4

- Insisto -

"Mantieni la calma -mi ripeto- non fare cazzate, non gridare, non piangere, ahh al diavolo! Cosa faccio adesso?"

Ogni singola particella del mio corpo grida, trema, suda, trattengo le lacrime a fatica mentre tento di muovere qualche passo ma i miei piedi sono incollati al terreno; una donna che passa si accorge del mio momentaneo malessere, io la guardo, la guardo che preoccupata mi dice qualcosa, ma è come se non la sentissi, subito inizio a cantare: "I won't let these little things slip out of my mouth, but if I do, it's you, oh it's you, they add up to, I'm in love with you, and all these little things".

Il ragazzo mi guarda.

Sorride. Io muoio dentro.

...

Sono passate quattro ore da quando sono qui a guardarlo, dentro di me, tempesta; fuori calma piatta, eppure tremo. Sono le tre e un quarto di pomeriggio, e io non ho ancora mangiato niente, ma non m'importa, ho trovato qualcosa nella mia vita più importante del cibo...

...

Il mio telefono continua a squillare, è mia madre, guardo i messaggi: "Dove sei? Perché non sei a casa? Marta non fare scherzi rispondimi". Arrivano delle chiamate di mio padre, capisco che mia madre è arrivata alla frutta, mi conviene chiamarla.

"Pronto?"

"Ciao mamma!"

"Ma dove sei? Con chi sei? Che stai facendo?"

"Mamma sono in Piazza del Duomo"

"Ancora in giro?! Vedi di tornare a casa sono le 8 di sera!"
Ma come... Di giá?
Vorrei poter scoppiare a piangere e dirle che ho trovato l'amore della mia vita, spiegarle, dirle che non mi muoverò da qui finchè non se ne saranno andati tutti e io potrò abbracciarlo, ma so che mi griderà contro sia tramite telefono che a casa, decido di agire d'astuzia:

"Scusami mi sono dimenticata di avvisarti ho incontrato Fra e mi ha invitata a fare un giro con lei, magari mangiamo un boccone al Mac e poi torniamo"

"La prossima volta vedi di avvisarmi altrimenti ti scordi le uscite con le amiche per un mese"

"Va bene mamma, ciao..."

Chiudo il telefobo e mi volto.

Lui non c'é più.

Ok, penso, odio mia madre e la sua mania ossessiva compulsiva di sapere sempre dove sono!! Prontooo?!?!?!? Ma ciò scritto 'stuprami' in faccia?! No. Cazzo per colpa sua mi sono persa la mia ragione di vita, non mi resta che prendere un panino da qualche parte e annegare il dispiacere nel cibo.

Mentre cammino per strada con il mio panino in mano penso a come mi sentivo in quei momenti, a quanto mi sentivo speciale quando mi guardava, a come pensavo che ogni suo gesto fosse rivolto a me anche se non era così, a quanto avrei voluto gridare e piangergli addosso, perché lo amo troppo.

Non ho neanche più fame, il dispiacere mi ha chiuso lo stomaco, e mentre cerco in tutti i modi possibili di non far colare il mascara arriva un messaggio di mia madre.

"Non mi piace che esci e resti in giro tutto il giorno senza avvisarmi. Vedi di regolarti, per una settimana non puoi uscire"

Vaffanculo, penso, vaffanculo alla grande. Un po' di musica mi farà bene, prendo l'ipod e metto le cuffiette. Pessima idea, le loro voci mi ricordano quanto mi sono sentita speciale e favolosa e come adesso sto di merda.

Sto per scendere le scalinate della metro, il mio cuore si ferma, inizio ad ansimare, le mie pupille si dilatano e un lieve gemito mi colora il fiato.

Eccolo, eccolo lì che cammina, viene verso di me. Oddio e adesso che faccio?!?!? Neanche il tempo di realizzare di essere al mondo che lui mi passa davanti, e mi guarda. Non resisto, piango. Il ragazzo si ferma e mi guarda. "Tutto ok?"

Io lo guardo con la faccia di chi ha appena visto un lama mongoplettico che mangia una banana rubata da una scimmia, animale da compagnia di un barbone. Ma... miei deliri a parte:

"Si sto bene"

"Non raccontarmi bugie, dai vieni con me"

"Davvero sto bene grazie"

"Insisto".

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Capitolo 5
*** E' stato un piacere ***


~~Capitolo 5
 - E' stato un piacere -

 


Camminiamo mentre lui mi stringe il polso, mi trascina letteralmente per il marciapiede mentre io terrorizzata cerco di capirci qualcosa, ma niente.
 Ci sediamo al tavolino di un bar.
“Devi aver fame sei stata lì tutto il pomeriggio”
 “Sì mi piace come suoni sei molto bravo”
 “Grazie, anche tu canti bene”. Arrossisco e abbasso lo sguardo timidamente
“Che hai?”
 “No niente” Sorrido.
“Sei italiana?”
 “Sì lo sono, infatti non parlo Inglese molto bene, ma mi sembra che tu te la cavi. Di dove sei?”
 “Mi chiamo Ni… ehm Nicholas, sono Irlandese -sorride, io mi perdo per un attimo nei suoi occhi, in quell’oceano profondissimo e blu che sono i suoi occhi, sto per piangere- sono qui ospite da mia zia, Ellen, lei abita qui”
 “Ah capito, io mi chiamo Marta, piacere”
 “Piacere di conoscerti, quanti anni hai?”
 “Quindici te?"
“Venti, ma tra poco ventuno”
“Sì lo so il 13 di sett…-mi fermo un attimo a pensare.. sono un imbecille, mi sono rovinata con le mie stesse mani, lui non mi ha rivelato di essere Niall, indossa pure una sorta di parrucca sotto il berretto-  dicevo, il 13 di settembre anche Niall ne compie 21”
 “Ah perciò sei una.... com’è che vi chiamate?”
Ok sta palesemente mentendo, ma perché? Decido di reggere il gioco. “Directioner. Tra tre giorni c’è il concerto a Milano”
 “Emozionata?”
 “Beh si.. giusto un po’, mi piacerebbe poterli incontrare, così, giusto per ringraziarli”
 “Di cosa?”
 “Loro sono, sono l’unica cosa di bella che ho, mi fanno sentire così… è difficile da spiegare, mi fanno star bene, sono sempre felice quando li ascolto, quando sono triste loro sono sempre lì per me, mi basta una sola nota e già tutto risplende, loro sono la musica per me, e la musica salva le persone, loro mi salvano”

I suoi occhi si sono illuminati, sorride mentre mi guarda
“Ti salvano da cosa di preciso?”, allunga le braccia e mi accarezza gli avambracci e i polsi, mi sento morire.
 Ok ha sicuramente notato i miei tagli. “Babe you shouldn’t do this, look, you are so beautiful”
Inizio a piangere, lui mi prende la mano. “Tranquilla”.

Parliamo per circa un’ora finchè, in balia delle emozioni, non lo interrompo bruscamente: “Perché non me l’hai detto?”
 “Volevo passare una giornata a fare cose da ragazzo normale, non pensavo mi riconoscessi, non pensavo che qualcuno si sarebbe fermato ad ascoltarmi. Non gridare, per favore”
 “Certo, non griderò”
Si toglie la parrucca e il cappello, i miei occhi si illuminano d’immenso, immediatamente una guardia del corpo entra nel bar e lo trascina via, lui mi guarda e sembra dispiaciuto.“Mi dispiace, è stato un piacere”
Impietrita: “Anche per me”.

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Capitolo 6
*** il miglior giorno ***


~~Capitolo 6

- Il Miglior Giorno -

Mentre torno a casa, spensierata, triste, incredule e stanca, passo davanti a San Siro.

Panico.

Ed é in quei momenti in cui passi davanti allo stadio, e pensi che mancano solo dei giorni e non piu mesi e mesi.

In quei momenti in cui sei così fiera dei tuoi ragazzi, tu già vedi tutto quello che sará...

io vedo già tutte le directioner, le vedo qui con me, ci scambio ricordi, parole, immagini, numeri di telefono, sono qui, aspetto per 12 ore davanti ai cancelli a cantare, ballare, gridare, piangere con loro e non mi importa se non conosco queste ragazze perché sono mie sorelle. Ecco che i cancelli si aprono e tutte ci spintoniamo per cercare di entrare per prime, io e Fra ci mettiamo a gattoni e passiamo tra le gambe delle ragazze, finalmente risalgo in superficie riesco a passare, stordisco con le mie urla il tizio che mi timbra il biglietto.

Come una matta corro su per la rampa di scale, corro, corro, fino a non respirare più, fin quando non arrivo in cima.

In quel momento, piegata in due per la fatica, sudata, ansimante, vedo davanti a me la distesa del campo da calcio occupata dal palco, quel palco,

cado a terra e piango come una matta, ho bisogno di piangere da sola, anzi ho bisogno di abbracciare Francesca, abbracciarla stretta stretta, darle un bacio e dirle: "Ce labbiamo fatta finalmente, eccoci qui".

Seguono altri pianti altri canti, fin quando tutto non inizia, Ashton suona la prima nota sulla sua batteria, eccoli lì: i 5sos in tutto il loro spendore, inizio a gridare e a cantare a squarciagola.

Arriva l'ultima nota dalla chitarra di Michael, ecco finalmente ci siamo...

Tutte emozionate, eccitate, ull'orlo di un opotetico orgasmo, arriveranno a breve.....


Ecco che parte la macarena...
Tutto lo stadio balla, è impressionante. 80mile parsone che si muovono all'unisolo, unico.

Stavolta ci siamo, parte il video, quel video di cui ho visto solo cortissimi Vine fin'ora. Li guardo che fanno gli scemi in ogni parte del mondo, e giá grido da perdere la voce, e poi, eccoli....

In una nube di fumo tra l'esposione del pubblico, delle luci,

con lo stadio che trema sotto i piedi e le urla delle fan ed ecco arrivano loro,

Liam, Niall, Harry, Zayn, Louis, quei ragazzi che vedo tutti i giorni appesi a quel muro, quelli per cui piango tutti i giorni, che mi hanno salvata, sono lì.

Louis grida: "Milan are you ready?!?!?!?!"
E Liam "c'mon Melano let's go!"
E' quel momento, quello che ho sognato per mesi, lo stadio crolla, e io sono qui, proprio dove ho sempre sognato di essere.

Eccoli che tentano come al solito di ballare ma con scarsi risultai, anch'io ballo e canto, anche se assomiglio a un tricheco obeso in calore.

Niall inizia a saltare come una cavalletta, e io grido, piango, crollo per terra agonizzante, mi passano per la mente gli attimi al bar, mi paralizzo per qualche secondo, ma ecco che Niall sfodera la sua mossetta in "Better than words" agitando i miei ormoni più del dovuto, grido, grido quanto lo amo.

Noi fan con in mano le carote per Louis, le risate per le loro cazzate sul palco, per le loro cadute.

Harry che grida: "Milano fatevi sentire!!!!!", e sulle note di "Kiss you": "Vorrei baciare ogni ragazza in questo stadio", e io, beh credo di aver bisogno di una rianimazione. Ecco Styles che ci sputacchia l'acqua addosso ed ecco che le ragazze del prato si ammazzano per prendere la bottiglietta che lancia una volta finita.

Zayn canta e io, io sto qui imbambolata cercando di cantare ma per fortuna la mia voce da gallina strozzata viene coperta dalla sua, dai suoi acuti, quegli acuti strepitosi, e quando credo che non si possa più piangere per niente Zayn grida: "What's happening?", e io crollo in una risata misto pianto tipica di chi ha bisogno di stare in una casa di cura.

Canto ogni canzone con loro, finchè arriviamo a 'Little things', numero 12, ecco in questo momento vorrei che si potesse fermare il tempo per sempre a questi istanti, ripetere fino all'infinito questi 3 minuti e 37 secondi, circondata dalle luci dei cellulari, dalle voci che mi danzano intorno, voci di ragazze come me che aspettano solo questa canzone.
'Right now' è impressionante, vedere i cartoncini in mano ad ogni ragazza sull'anello che vanno a formare la grande bandiera italiana e la scritta "we are 1D family"
La commozione di questi 5 ragzzi che realizzano di aver vinto, di aver realizzato il loro sogno resta impressa negli schermi giganti.

Louis che dice ai ragazzi di togliersi le cuffie e ascoltarci cantare, e vedere riprodotte sul grande schermo le loro lacrime di commozione.

'What makes you beautiful' cigliegina sulla torta, e poi solpresa da noi fan: 'Torn'.

I ragazzi sorridono ringraziano e si commuovono mentre cantiamo, e io, io mi sento come già morta e in paradiso.

Il concerto.

...

Non riesco ancora a pensare che qualche giorno fa mentre tornavo a casa ero lì ad immaginarmi come sarebbe stato, e adesso sono in macchina e guardo lo stadio che si addormenta, le luci si spengono, le fan tornano a casa.

Il miglior giorno di sempre

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Capitolo 7
*** E io non so che fare ***


~~Capitolo 7

~ E io non so che fare~

Un raggio di sole penetra in una fessura nella persiana e mi illumina il volto, i miei occhi si aprono.

Guardo il telefono, 12:54.

Alzo la testa e mi strofino gli occhi, dentro di me sento ancora le grida, sento ancora le loro voci, sento ancora le mie gambe tremare, le lacrime sul mio volto, mi sembra ancora di essere lì, secondo anello rosso, lì a cantare, ballare, piangere, abbracciare complete sconosciute, lì a guardali, lì con loro.

"Ma buongiorno",

Euge entra in camera mia.

"Dormito bene?"

"Insomma... sento dentro di me ancora tutto quel frastuono"

"Mi immagino, com'è stato?"

"Indescrivibile, lo stadio nella sua immensa stazza era piegato sotto i nostri piedi, tremava". Una lacrima scorre giù per la mia guancia, Eugenio la asciuga dolcemente.

"Uhm, vediamo di rendere questa lacrima un sorriso, preparati, oggi è il grande giorno"

"Di che stai parlando?"

"Vedrai"

Inizio subito a prepararmi. Mi tuffo nel mare di vestiti che ho gettato a terra ieri sera, dovevo essere elegante per il concerto, scelgo il primo paio di shorts che mi passa tra le mani, una canotta, mi lavo i denti, copro i miei occhi con un velo di trucco ed esco con in bocca un biscotto, trascinandomi dietro Eugenio.

...

"Ma dove mi stai portando?"

"Ehi non sbirciare -dice rimettendomi la benda sugli occhi- Ti rovini la sorpresa"

"Ma quale sorpresa? Ehi, ho visto delle macchine ma dove mi stai portando?"

"Ciao principessina".

Non ci credo i miei zii! Che bello sentirli.

"Ciao zii!!" Ancora una volta il mio entusiasmo viene stroncato, mio zio Stefano e mio zio Max mi tirano giù la benda mentre cerco di sbirciare.

...

Non so dove sono, dopo che mi hanno coperto di nuovo gli occhi mi hanno leggermente trastullata, ho perso il senso dell'orientamento, sono salita in macchina, hanno chiacchierato come se niente fosse:

"Ti ricordi del tuo compleanno? -dice Eugenio stringendomi la mano- mi hai raccontato di tuo zio Stefano che conosce persone nell'ambiente, gli ho chiesto se poteva darmi una mano"

"Ma una mano a fare cosa?! Io non vedo niente Eugenio mi sto arrabbiando"

"Non ti arrabbiare col tuo amico che è stato molto gentile -interviene mio zio Max- piuttosto, stai calma"

"Ok...", dentro di me un mare di domande mi trapano i pensieri, cerco in tutti i modi di scoprire dove mi stanno portando, ma non capisco.

Sorrido, qualcuno finalmente si è interessato a me, ha fatto qualcosa. Questo pensiero mi rende felice, ma sto ancora cercando di capire dove siamo...

Finalmente scendo dalla macchina, credo di essere inciampata almeno 20 volte da quando mi hanno bendata, se non altro la mia palese figura di merda è stata alleggerita dal fatto che ero bendata.

Siamo entrati in un palazzo, c'è un ronzio di sottofondo.

Un sacco di persone che mi circondano, ma io non vedo niente, ho la tentazione di togliermi la benda, la curiosità mi ha rapita, eppure, dentro di me sento che se aspetto la sorpresa mi renderà cento volte più felice. Ecco che una voce femminile si distingue dal ronzio, e piano piano si avvicina.

"Oddio Stefano ma quanto tempoo!!!", ok, desidero che questa donna dalla voce stridula si allontani, le mie orecchie ne hanno bisogno.

"Ciao Titti" Risponde mio zio col tono di chi dice: "Ma sei ancora viva?! Che aspetti a crepare?!"

"Ma questa deve essere la festeggiata!! Ma che dolci l'avete bendata, come ti chiami?"

"Marta"

"Bene Marta, allora seguimi vieni con me"

"Ma scusi e i miei zii? Loro non vengono? E Eugenio?"

"No mia cara -disse la donna trascinandomi per il polso, mentre cerco di fermarla- loro ti osserveranno grazie alle telec..."

Mio zio grida coprendo la sua voce: "Noi non possiamo entrare, è solo per te goditelo"

"No, voglio Eugenio, voglio abbracciarlo al momento della sorpresa"

"Tranquilla pulce sarò qui ad aspettarti!", la sua voce mi rassicura, è davvero un grande amico, chissà cosa ha escogitato, resta di fatto che sono ancora bendata e c'è questa gallina che mi trascina.

Superata quella che mi è sembrata una grande porta con un maniglione antipanico, sento un tonfo; nell'aria c'è uno strano odore di vernice fresca, sento che ad ogni mio passo è come se stessi pestando un grosso telo di plastica, ma dove mi hanno portata in un cantiere?!?

"Ecco ora puoi guardare" La donna mi toglie la benda, una forte luce mi acceca per qualche secondo, sono in una grande sala bianca, attorno a me un sacco di statue di cera, bellissimo, i più grandi artisti, Rihanna, Will i am, Justin, Michael Jackson e là in fondo alla sala ci sono Lady Gaga, Madonna e Beyoncè.

"Ti piace? Qesto è il cantiere del nuovo museo di Madame Tussauds a Milano, ci troviamo nel piano dedicato alla musica"

"Ma è stupendo- sussurro mentre guardo attonita tutti quei capolavori- davvero sono senza parole, ma questo cosa centra con me?"

"Seguimi"

La donna mi porta verso un piccolo angolo, coperto da dei teli di carta, e lì sollevati i teli, le loro statue di cera, eccoli lì, in tutto il loro perfetto modo di essere, gli One Direction. Scoppio in lacrime.

"Sei la prima a vedere le nuove statue, o almeno la prima fan"

"O mio Dio io non ci credo -la donna mi guarda perplessa mente io mi copro il viso con le mani- sono, così orgogliosa di loro, lei non può capire, ieri io ero seduta lì allo stadio, ad aspettare che il loro concerto iniziasse, il loro concerto, uno dei tanti del loro tour mondiale nei grandi stadi, loro, i 5 ragazzini impacciati di xfactor, loro.

Zayn, guardi quella statua -la indico- guardi come è cresciuto, che bell'uomo che è diventato, se solo sentisse la sua voce le giuro che i chili di trucco sul suo viso si cancellerebbero, guardi come è bello quando sorride, con la lingua che preme conto i denti.

E guardi Louis, lo guardi, l'eterno Peter Pan, Superman, il ragazzo che ha un piccione impagliato, che ama le ragazze che mangiano le carote, ma questo ormai stereotipo di lui non potrà mai descriverlo a pieno, lui è speciale, stupendo, riesce sempre a strappare a tutti un sorriso.

Guardi Liam, quel ragazzo, nato praticamente morto, vittima di bullismo, e adesso lo guardi, questo ragazzo è nelle band più meravigliosa del mondo, lui, lo stesso ragazzo che per i suoi 16 anni, organizzò una festa ma nessuno andò, adesso questo ragazzo si esibisce in grandi stadi, un sacco di persone lo amano e lui si commuove ogni volta per le sue fan.

E guardi Harry, lo guardi, lui e quella sua bandana, lui il mangiatore di banane, il ragazzo più dolce del mondo, quello a cui non importa dei numeri, importa dell'amore, quello che con le sue mossette da supereroe che tira i pugni all'aria, con quei suoi tatuaggi troppo sexy, il panettiere, il ragazzo che si sentì il vincitore della lotteria ad aver trovato un lavoretto in panificio nel weekend, il ricciolino, lo guardi, guardi come sorride, non sono adorabili le sue fossette??? -mi avvicino alla statua di Niall in lacrime-

e guardi questo ragazzo, lo guardi, lui è l'amore della mia vita, è cresciuto tanto e io sono così orgogliosa di lui, non mi guardi di merda se sto qui a piangere, io li amo, li amo tutti"

In quel momento da dietro di me si alza una voce: "Babe please don't cry, I am moving deeply".

Un brivido mi attraversa la schiena, mi paralizzo ma trovo il coraggio di voltarmi, dietro di me Liam ha parlato.

Grido.

Niall mi abbraccia, io crollo in un totale mancamento.

I ragazzi sorridono e mi stringono tra le loro braccia, e io, io non so che fare.

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Capitolo 8
*** Mantieni la calma ***


~~Capitolo 8

~ Mantieni la calma ~

Buio.

Una dolce mano mi sfiora la fronte e si posa sulla guancia. Non capisco più niente sono molto frastornata:

"Ehi pulce che hai? Fatto un brutto sogno"

Non oso aprire gli occhi, era davvero un sogno? Mi ero immaginata tutto? Che giorno è oggi?

Apro gli occhi.

Di fronte a me, in mezzo al delirio più totale di camera mia, c'è Eugenio.

Solo Eugenio.

Sto qui, lo guardo, lo guardo con le lacrime che mi scorrono sulle guance, lacrime talmente amare e tristi che sembra mi brucino la pelle, lo guardo e lo vedo come sempre, il solito ragazzo, lo guardo e so che al suo posto vorrei qualcun'altro.

"Ma che ho detto"

"Niente Euge, vai via per favore"

"Manno, oggi.... oggi ti dovevo far vedere la sorpresa"

"Non voglio vedere niente"

"Ma... davvero per favore 5 minuti -dice con un sorriso d'incoraggiamento- ti scongiuro ci ho lavorato tanto...". Eugenio mi toglie il lenzuolo di dosso e mi tira giù dal letto di peso.

"Ho detto di no!", mi rintano nel mio letto, prendo il lenzuolo e me lo tiro fin sopra i capelli, la porta sbatte.

Eugenio se ne è andato.

Ora posso piangere.


EUGENIO'S POV

Puttana la cagna in calore.

Pensavo che almeno dopo il concerto potesse essere minimamente felice, pensavo di essere un amico abbastanza importante da poterla rendere felice, e invece niente. Mi sono stufato.

Evidentemente sono davvero una palla al piede, o forse sono semplicemente uno che le sta sui coglioni, non ho mai voluto ferirla, mai, e mai l'ho fatto, l'ho sempre cullata, coccolata, consolata, tutti i giorni la aspetto sul pianerottolo di casa giusto per sapere che sta bene e augurarle buona giornata, anche se probabilmente la incrocerò a scuola, o a casa, e sicuramente agli allenamenti, ma nell'eventualità che fosse ammalata lo saprei, poi però torno a dormire, non devo prendere i mezzi posso anche riposarmi di più, e se potessi la porterei sempre a scuola in motorino con me, almeno so che nessun maniaco la può aggredire.

Quanto sto in pensiero quando mi dice che frequenta qualcuno che non conosco, quanta paura mi viene tutte le volte che è in campo e deve andare veloce, ho paura che cada e che come in quel giorno di metà febbraio no si rialzi più...ma quanto sono orgoglioso di lei tutte le volte che sale su quel maledetto podio, e io anche se eterno secondo sarò sempre felice.

Quante volte in corridoio la seguo con gli occhi quando passa davanti alla mia classe, la vedo, mi saluta con un piccolo sorrisetto, e io invece la guardo ammiccando, ci comprendiamo, ci comprendiamo talmente tanto che so che quando passa davanti alla mia classe senza salutarmi è perchè qualcosa non va, io lo so che è perchè sta correndo in bagno e deve piangere...

Quante volte sono entrato nel bagno delle ragazze, mio Dio quante figure di merda.

Il fatto è che le voglio troppo bene per essere arrabbiato con lei ma nello stesso tempo ci sto troppo male. Non ci sto male perchè mi tratta di merda, ma perchè so che mi tratta di merda perchè sta male e non mi vuole dire niente... che cosa le sta succedendo?

MARTA' S POV
Non ne posso più, perchè la mia esistenza deve essere così terribilmente una merda?

Perchè una volta ogni tanto non la smette di piovere sul bagnato e un miracolo accade anche a qualuno come me?

Ero lì, e lui, Niall, era davanti a me, non l'ho abbracciato, non gli ho detto niente, e lui, lui non mi ha detto niente. Io ero lì. Cazzo perchè una volta ogni tanto il Signore non prevede per me una bella scena da film strappalacrime, quella in cui la ragazza incontra il ragazzo dei suoi sogni e con uno sguardo subito capiscono che quello è l'amore della loro vita. Probabilmente non gliene frega niente di una come me, ma a me di lui si, io lo amo con tutta me stessa, davvero, lo amo, è la mia vita. Non voglio più vivere così, così insoddisfatta di me, di quello che sono.

Vorrei camminare a testa alta, mostrare a tutti quanto sono stupenda, ma faccio schifo.

EUGENIO'S POV
Cammino sul marciapiede, corro da un portico all'altro per cercare di non bagnarmi, piove e non voglio tornare a casa, non so dove andare in realtà.

MARTA'S POV

Una lacrima rossa macchia il lenzuolo, due, ora tre.

Guardo il mio braccio ornato di rigoli scarlatti, ma non è abbastanza, continuo...

... Ora il lenzuolo è rosso, tutto rosso, ma non è ancora abbastanza...

... Guardo le mie braccia, le guardo grondare, no non mi basta, guardo le mie cosce, quanto le odio...

 

EUGENIO'S POV

Adesso torno a casa prendo quello stupidissimo biglietto e lo brucio, lo brucio.

 

MARTA'S POV

Mi alzo, prendo l'alcol e lo passo sopra i tagli.
Brucia.
Sto per mettere via tutto, ma poi...


EUGENIO'S POV

Me lo ricordo ancora adesso

#Flashback
 Entrai in casa con la convinzione che per una volta si sarebbe sentita come mi sento io, l'avrei sollevata dal letto le avrei mostrato il biglietto, quello per cui ho risparmiato mesi, quello per cui ho chiamato 10000 persone, e poi l'avrei bruciato, l'avrei fatto a pezzi... ma poi...

MARTA'S POV

Lui è entrato

EUGENIO'S POV

La fissai, stava lì, in un angolo buio della stanza, chiusa nel buio come un piccolo e orrendo mostriciattolo della notte, come un demone.

Accesi la luce, la vedi sempre lì, ranicchiata nel lenzuolo, piangeva.

"Ma che ci fai lì?"

"Lasciami stare"

"No non ti lascio stare -tirai fuori il biglietto- Lo vedi questo? Beh tanti auguri Marta... Sì, sì lo so, sono il migliore amico del mondo, dai dillo, un biglietto per il backstage, 6 Luglio 2014 Torino, sai, siccome in quei giorni siamo lì in ritiro, pensavo che saresti andata volentieri.
Ma no, a Marta importa soltanto di Marta, Marta è superiore, Marta non si fa aiutare, Marta non parla con nessuno perchè Marta è il Dio indiscusso e sa risolvere tutti i problemi del mondo"

Tirai fuori l'accendino, ero pronto a farlo.

MARTA'S POV

Da rannicchiata nel lenzuolo come ero mi alzai.

"Non osare a toccare quel biglietto"

EUGENIO'S POV

Era di fronte a me, eppure sembrava che venisse da qualche altro posto, non era lei.

Occhi dapprima vivaci e felici, annegati in lacrime amare; viso dapprima  imacolato, candido, allegro, così triste; guance bianche, di porcellana, ora sporche di ditate rosse; braccia un tempo linde, massacrate; gambe fino a ieri perfette, segnate anche loro.

Stavo lì attonito mentre cercavo di chiudere gli occhi, riaprirli e vedere qualcun altro, vederte Marta, non un demone che si era impossessato del mio angelo.

MARTA'S POV

Mi guardava. Aveva  dipinta in volto la disperazione....

Aveva ancora in mano il biglietto. Non puoteva bruciarlo.

EUGENIO'S POV

Non potevo vederla così, prorpio no. Non so perchè era ridotta così, ma sapevo che avrei dovuto aiutarla. La abbracciai, la strinsi forte.

"Ora ci penso io a te"

Le disinfettai le ferite, le fasciai, buttai via tutte le lame, ma nessuna aveva tracce di sangue, devevo trovare quella che aveva usato...

Le asciugai le lacrime sul volto, presi la sua valigia, le mostrai vestito per vestito tutto ciò che il suo armadio potesse contenere e lo sollevai da terra, lei con un cenno della testa o annuiva o faceva cenno di no come per dirmi: "Mettilo in valigia", oppure: "No, lascialo a casa".

Finita di fare la valigia la feci lavare e vestire, al suo ritorno chiusi definitivamente i suoi bagagli.

"Allora Signorina Horan siamo pronti per partire?" Sorrise forzatamente

"Si"

"Più convinta"

"...Sì..."

"Beh abbiamo un'intera giornata per renderlo più intenso, sappi che una volta a Torino saremo circondati da membri del comitato Internazionale, gente venuta apposta per vedere noi e buttarci addosso merda finchè possono, ci detestano e lo sai, finchè continuiamo a vincere l'equitazione under 18 deve restare in vita e i soldi sono i loro, dobbiamo sorridere e portare a casa questa vittoria"

"Lo so"....
#Fine fashback.


MARTA'S POV
Il viaggio in treno non è stato dei migliori, ma ho dormito un po'...

Arrivati in albergo sono rimasta meravigliata dal tanto lusso, davvero formidabile, molto bello, in stile barocco.

Per la cena mi sono dovuta abbindare, e mi sento terribilmente fuori posto, circondata da così tate persone, tutte tirate a lucido, guardo i ragazzi che come me sono qui e vedo sulle loro facce il mio stesso disagio. Vorrei buttarla sul ridere e fare qualche battuta, ma non mi importa di farmeli amici, devo vincere questo venerdì e dovrò anientarli tutti...

E poi di loro non mi importa, mi importa solo sapere che fine ha fatto quel biglietto, l'ha bruciato? L'ha fatto a pezzettini? Io ho troppo bisogno di quel biglietto, io devo vederli, devo abbracciarli e non deve essere un sogno, devono sapere che esito e devo sentirmi dire un "I love you" per quanto falso possa essere devo sentirlo e poi posso morire in pace.....

...

Sono le due di notte, continuo a pensare a ieri mattina, a come mi sentivo, forse sono davvero sbagliata.

Ma io perchè ho scelto di innamorarmi prorprio dei 5 ragazzi più famosi al mondo? Forse perchè sono stupendi? Perchè sono perfetti? Inutile continuare con queste domande, loro sono l'unica cosa che da un senso a tutto questo.

La mia stanza è enorme, e io sono tutta sola. Chiamo Eugenio.

"Pronto"

"Non hai la voce di uno che viene svegliato nel bel mezzo della notte"

"Infatti non è così, questo posto mi mette i brividi"

"Anche a me, è enorme"

"Dai aspettami che vengo lì"

In due minuti lo vedo arrivare.
...

Parlammo tutta notte delle peggio cazzate, Paolo, il mio allenatore, è venuto a richiamarci almeno 10 volte. "Ragazzi, dormite che domani mattina presto c'è la chiama". Ma non ci importava. Solo alle prime luci del giorno capimmo che forse avremmo dovuto dergli retta, perchè eravamo distrutti...
....

Scendo per fare colazione, tutta abbigliata, pronta per la gara, passo in mezzo agli sguardi vispi e pungenti dei miei avversari, e penso tra me e me: "E questi sono solo gli italiani, mi immagino quelli di altri paesi"

...

La gara è andata bene, sono prima a parimerito per ora, ma è soltanto Lunedì, prima della finale ci sono ancora dei giorni lunghi e stancanti...

...

Terzo girno di gara concluso per fortuna e dopo una cena passata di nuovo a sentirmi fuori posto tra tutti quei signori pompati, panciuti e pieni di soldi, giocando ad imitarli silenziosamente con Eugenio, finalmente mi alzo da tavola. Mentre lo tengo per mano saliamo le scale e torniamo nelle nostre stanze.

...

Questa settimana è passata veloce, è già venerdì, sono le 5 del mattino e io sono qui a guaradre fuori dalla finestra, sono terribilemte agitata, è una finalte tutta Europea, e io sono tra i migliori 8, ho paura, non posso deludere nessuno. Euge è caduto, è stato squalificato, solo io sono rimasta a rappresentare il tricolore...

...

Ancora una volta per i corridoi della scuderia i miei avversari mi guardano inviperiti, forse gli sto antipatica perchè sono la più giovane, forse è semplicemente perchè gli ho dato del filo da torcere e non se l'aspettavano...

...

"Devi andare più veloce degli altri se vuoi vincere, devi andare veloce e non devi sbagliare nulla"

"Quanto devo fare"

"36 secondi massimo"

"Paolo si ammazzerà se cade, conosci il suo cavallo, basta un nonnulla che si spaventa, poterbbe farsi male"

"Eugenio stai stranquillo, so quello che faccio"

...

Sono l'ultima a gareggiare, entro in campo gara e saluto i giudici, poco prima che suoni la campana d'inizio, guardo i miei avversari che seduti sulla recinzione del campo sono tutti lì a gufare, chiudo gli occhi e sussuro: "A noi bastardi".

...

Scendo le scale per l'ultima volta avvinghiata come una contessina, e per quanto fuoriposto mi possa sentire sono felice.

Entro in sala e tutti i membri del comitato mi stanno aspettando, ci sono tutti, e iniziano ad applaudire, anch'io applaudo, ma Eugenio accanto a me mi ferma.

"Sono per te, complimenti"

La cena prosegue monotona, sento delle grida provenire da fuori, grida isteriche, mi spavento, mi alzo e vado verso le finestre, tutte stranamente serrate dalle tende, le scosto. Un'orda di ragazzine urlanti è davanti all'albergo, ragazzine che si stringono spiaccicandosi contro una transenna, non capisco.

"Sorry can you...?"

Mi giro, un uomo enorme dall'aspetto familiare mi è alle spalle. Chiudo la tenda.

"Thank you. We closed the windows 'cause the guys prefer eat without disturb the other guests of the hotel"

Lo guardo impietrita. Allungo il collo giusto per scorgere oltre le sue massicce spalle, oltre di lui, seduti ad un tavolo, loro. Guardo l'uomo indicandoli.

"One Direction?" sussurro pietrificata.

"Yeah, are you ok? You look scaried".

Corro verso il mio tavolo. Devo raccontarlo ad Eugenio. Ma prima di poter sedermi qualcuno stappa una bottiglia di champagne.

"Complimenti a Marta!!"

Tutti applaudono e anche gli altri ospiti dell'albergo, mi giro, vedo che i ragazzi si sono voltati, sento che sto per sciogliermi.

"Champagne per tutti!!!".

Tutti si alzano e si avvicinano al tavolo. Ci mancava! C'è pure una mia foto di oggi in gara su una gigantesca torta, che imbarazzo.

I ragazzi si sono alzati, si avvicinano, Niall prende una fetta di torta e io non ne sono per niente sorpresa, Harry guarda la torta, poi mi guarda, chiama gli altri e mi indica, sussurra qualcosa, ma prima che possano dirmi qualcosa facendomi svenire Eugenio mi sussurra nell'orecchio:

"Stai calma andrà tutto bene"

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Capitolo 9
*** Oggi realizziamo un po' di sogni ***


~~Capitolo 9

~Oggi realizziamo un po' di sogni~

Mi indica, ma perché?!

Ho paura, Louis mi guarda, sembra anche che mi stia guardando male.

Sussurrano tra di loro mentre Niall continua a mangiare la sua torta, finchè anche lui si accorge della mia foto, e di lì a pochi secondi si accorge anche della mia presenza, dei miei occhi terrorizzati che li stanno guardando, di me che come un cerbiatto impaurito accecato dai fari di un auto, li fisso in quel loro confabulare tetro e misterioso.

E in quel momento, proprio mentre le lacrime stanno per saltare la diga delle palpebre per arrivare a colpire le colline rosee sottostanti, in quel momento Lou si avvicina:

"Quanti soldi ti ha dato?"

In me c'è solo un grande e un totale black-out, sulla mia fronte c'è solo un gigantesco punto di domanda. "Mi ha dato per fare cosa? E poi chi?"

Mi guardano quasi disgustati, il mio cuore si spezza, Harry a testa bassa mi passa il telefono. Lo guardo,vi è aperta la pagina di uno dei più famosi giornali scandalistici britannici:

" SI TRAVESTE PER POTER INCONTRARE LA SUA NUOVA RAGAZZA ITALIANA

Niall Horan, il biondino Irlandese degli One Direction ci stupisce ancora.

Scattate delle sue foto in giro per Milano che lo ritraggono travestito, probabilmente per non attirare l'attenzione dei media, mano nella mano con una ragazza, e seduto con lei ad un bar inviandole sguardi dolci, finchè non si toglie il travestimento e la saluta trascinato via dalla sua guardia del corpo, ma senza mai distogliere lo sguardo, sarà scoppiato l'amore?...

Non si sa nulla della ragazza, sappiamo solo che ha la cresta, è italiana, directioner e molto probabilmente di Milano...

La ragazza è ben lontana dagli standard che ci si aspetta per uno dei membri di 1D, infatti come mostrano le foto, non è una ragazza molto alta e neanche tanto magra, i suoi capelli delineano una grande mascolinità e un carattere forte, e inoltre, presenta evidenti segni di autolesionismo sugli avambracci, che il nostro biondo stia cercando una versione più giovane della cantante Demi Lovato?"

Guardo le foto.

Tenerci per mano?

Ricordo quel momento, era quando mi trascinava verso il bar per tranquillizzarmi. Seduti ad un bar a guardarci dolcemente se vabbè... mi stava solo accarezzando gli avambracci perché aveva notato i miei tagli...

Le lacrime mi riempiono il viso, io non ero stata pagata da nessun giornalista...

E i ragazzi di fronte a me che mi guardano, e la rivista che mi descrive come una ragazza che non se lo può nemmeno sognare uno come Niall... sto lì impalata cercando di sciogliermi.

Vengo salvata da Eugenio che mi abbraccia e mi porta via. Mentre mi aggrappo alle sue spalle guardo dietro di noi i ragazzi, che disgustati si girano e tornano al loro tavolo, mentre Niall prende la terza ed ultima fetta di torta e raggiunge gli altri.

...

Sono le tre di mattina e ancora non dormo, piango, vorrei tanto avere qualche lametta. E mentre in sottofondo sento ancora le grida delle fan appostate fuori, muoio dentro, ma letteralmente, vorrei poter morire, mi sento uno schifo. Dopo che Eugenio mi ha portata in camera mi sono buttata nel letto, indosso ancora il vestito, e il mio cuscino da bianco è diventato nero. Continuo a rivedere i loro sguardi, i loro sguardi così delusi. I miei idoli mi odiavano, ed io ero lì a guardarli odiarmi. Continuo a pensare a come sono stata descritta, ribaltata, spogliata di tutta la mia essenza, tramutata in un qualcosa di orrendo, usata come mezzo per gettar merda su di loro, la mia ragione di vita...

...

Danno di me stessa decido di scendere a fare colazione, sono le sette di mattina, sono sicura che nessuno mi vedrà, potrò scendere struccata in tuta e felpone, con gli occhi rossi e lucidi, bere il mio cappuccino e tornare in camera a sperare di morire.

Scendo le scale, la mia coerenza spiccata mi spinge a mettermi la tuta grigia felpata di Eugenio, quella che mi sta enorme, avvolgermi in un caldo e largo felpone, mettermi il cappuccio, indossare le infradito e scendere. La sala è vuota, come sospettavo, o almeno quasi.

Appena mi siedo al mio tavolo, guardo la schiuma del mio cappuccino perdere volume ogni minuto che passa senza che io lo tocchi, la guardo affondare, guardo il caffè raffreddarsi mentre le lacrime mi incorniciano ulteriormente il viso. Là in fondo alla sala, niente meno che lui, Harry Styles.

Non ho il coraggio di alzare lo sguardo, ho paura e mi sento terribilmente in colpa e non so perché.

Harry's Pov

La vedo entrare in sala, avvolta da una voluminosissima tuta, mentre fissa la tazza di fronte a lei e i suoi occhi si riempiono di lacrime. Non credo sia stata lei, non credo proprio, mi sono sentito terribilmente disagio ieri ad accusarla così, non ci voleva un genio a capire che era la sua festa e gliel'abbiamo rovinata. Il suo sguardo parlava, lei era sorpresa quanto me, le sue lacrime erano vere, e se non fosse arrivato quel ragazzo l'avrei sicuramente abbracciata e portata via, siamo stati troppo duri.

Non penso se lo meriti.

Devo fare qualcosa, vedo scintillare appesa al suo collo una bellissima collana con il simbolo dell'infinito e la scritta "Directioner".

E' una fan, aspettava solo di incontrare i suoi idoli, e noi l'abbiamo resa la persona più triste del mondo.

Devo fare qualcosa

Marta's Pov

Assaporo l'ultimo sorso di quello che ormai è un semifreddo al caffè, ho visto Harry alzarsi, guardarmi di sfuggita e andarsene. Il mio cuore non può reggere oltre.

Mentre abbasso la tazza, vedo davanti a me tre donne e due uomini, so già dove andranno a parare.

"Sentite io non centro niente con questa storia, dovreste sapere come sono i media, pensavo poteste essere più flessibili a riguardo"

I cinque si guardano, sorridono forzatamente e mi rispondono: "Noi siamo i manager dei ragazzi, in quanto appunto riteniamo che questo sia un altro manipolamento dei fatti da parte dei media e il signor Horan ci ha narrato dei fatti accaduti, siamo venuti a porgerle le nostre scuse"

"Beh sarebbero potuti venire loro cinque invece di mandarmi i manager". Mi alzo, indignata sto per dirigermi in camera mia, a buttarmi su quel letto,a piangere.

"Il fatto è che...".

Mi giro, li guardo, li guardo con lo sguardo di chi dice: 'Avete due secondi per stupirmi, muovetevi'

"Il fatto è che ci serviva una novità per il film dei ragazzi oltre anche a una svolta nella loro vita durante il tour, in modo da poter attirare l'attenzione, di far sentire le fan ancora più vicine"

Ridacchio tra me e me e mi dirigo verso le vetrate della sala ancora serrate dalle tende sin dalla sera precedente, le apro mostrando ai cinque l'orda impazzita appostata lì dal giorno prima.

"Seriamente? Attirare l'attenzione? Far sentire le fan vicine?"

"Ci serve solo un espediente per giustificare quelle foto, e in più l'idea è originale pensiamo"

"Ma quale idea? E io che centro?"

"Ci serve una fan, una fan che diventi amica dei ragazzi, a cui loro si affezionino, che portino in tour con loro alla scoperta del mondo, una fan pronta a rappresentare le directioner in tutto il mondo, ci sembra un buon modo per strutturare il loro film, il tuor e i ragazzi visto dagli occhi di una fan"

"E perché proprio me? Solo per la storia di quelle foto?"

"Ma ovviamente no, i tuoi profili twitter instagram e facebook ci hanno dato prove sufficienti a fare di te una grande fan"

Li guardo. Mi strofino gli occhi, cerco di essere sicura di non sognare, inizio a tirarmi dei pizzicotti, poi schiaffi. Loro mi guardano perplessi finchè non gli dico:

"Cosa devo fare per accettare?"

"Dobbiamo chiarire alcuni punti e parcelle legali in quanto sei minorenne...".

Personalmente non li ascolto, mi basta sapere dove devo mettere la firma e concludere queste burocrazie in fretta, il mio sogno si sta avverando.

Una dei cinque si alza e telefona mia madre, sta al telefono con lei per tanto tempo, percepisco poco del dialogo:

"Sì non si preoccupi potrà continuare a studiare, assumeremo un professore... si non si preoccupi verrà continuamente sorvegliata è scritto nel contratto... si non si preoccupi pensiamo a tutto noi... no stia tranquilla niente vestiti succinti...". La donna si avvicina, sorride, ha il pollice in su, mi passa il telefono:

"Pronto?"

"Quando pensavi di parlarmi del tuo incontro con Neil Haron?"

"Innanzitutto è Niall James Horan, e poi non mi avresti mai creduto ammettilo"

"Sì ok ok... hai ragione"

"Marta non sono molto sicura, hai solo 15 anni, il contratto è buono, insomma si prenderanno bene cura di te, ti faranno vivere da regina, chiedono solo i diritti sulla tua immagine, saresti pronta a diventare un personaggio pubblico?"

"Personalmente ho sempre sognato di sfondare, di fare qualcosa di grande"

"E'molto importante per te vero?"

"Mamma loro sono la mia vita, e anche se mi hai sempre mandata a cagare quando lo dicevo, ora il mio sogno si sta realizzando"

"Va bene ho capito, firma su, io ho dato il consenso, a tuo padre ci penso io"

La facilità con cui mia madre ha mollato l'osso mi colpisce, avrà finalmente capito che loro per me sono il mondo? O semplicemente oggi è presa bene? Non m'importa, io firmo e mi fiondo in camera a raccontarlo ad Eugenio che incredulo e contrariato mi ascolta, mi aspettavo una reazione diversa da lui..

Eugenio's Pov

Non possono portarmela via, non possono, quel mondo la ucciderà, verrà sottoposta a continue critiche, e lei crollerà schiacciata dal giudizio. Chi la consolerà nelle notti in cui piangerà? Chi le chiederà tutti i giorni se sta bene? Nessuno, diventerà ben presto una loro pedina, e il suo sogno diventerà incubo, più incubo di quello che è già stato ieri sera.

Ed io? Io come vivrò senza lei? Mia amica, sorella, spalla, compagna di dormite random dove capita, di avventura, mio più piccolo e dolce tesoro, mio sorriso nei giorni bui...

Marta's Pov

Mi presentano il mio nuovo manager, sono decisamente esaltata, e mi sento particolarmente importante, io piccola ragazzina di 15 anni, fino a ieri una bellissima "Miss nessuno" oggi catapultata qui.

La donna è giovane, sulla trentina, ha uno stile molto particolare, emo-chic se così lo si può definire, mi piace, sembra simpatica, si chiama Cher.

Appena entra nella mia stanza d'albergo vi vengono portati miriadi di vestiti da provare e un estetista che mi fa le unghie mentre la maschera di argilla sul viso mi fa sentire una donna arricchita di New York, io in accappatoio guardo Cher che cammina avanti e indietro sbraitando per la stanza contro i facchini che portano dentro vestiti, scarpe, borse e nel frattempo inizia a dettare una grande lista dei NON DEVI ASSOLUTAMENTE FARE.

Finite le molteplici raccomandazioni Cher mi presenta il mio nuovo stile, non diverso da quello che già ho, mi piacciono tutti quei vestiti, sapere che sono tutti miei, e tutte quelle scarpe di ci così tanti colori diversi, mi fa sentire così fuoriposto se ripenso che ieri ero una qualunque. Comunque penso che mi perderò ore nel mio armadio e ne sono entusiasta.

Finito di preparami Cher mi lascia le ultime raccomandazioni: "Sii te stessa, sorridi, oggi i ragazzi ti presenteranno al mondo intero, tu non ti scoraggiare se qualcuno ti criticherà, io sono qui per te" mi appoggia una mano sulla spalle e mi sorride, mi infonde sicurezza.

...

Arriviamo ad un piccolo set allestito nella hall dell'hotel, i ragazzi stanno già registrando, io mi perdo momentaneamente nei loro sorrisi perfetti, nel loro modo spontaneo e non costruito di essere terribilmente sexy, finchè Liam, subito dopo avermi presentata dice:"Quindi, eccola qua, vieni piccola"

Mi avvicino, questo è il momento in cui entro nella storia, entro a far parte delle loro vite, piano piano la mia figura entrerà nell'obbiettivo e verrà registrata, registrerà i primi istanti di quella che sarà la svolta della mia vita.

Durante la scena i ragazzi mi guardano, sorridono, assicurano a tutte le fan quanto io potrò essere d'aiuto, un punto di riferimento, mi abbracciano, io un paio di volte non resisto, e scoppio in lacrime, credevo già che si dovesse tagliare la scena, ma la mia incontenibile gioia piaceva ai manager che mi lasciarono fare, io guardo i ragazzi e sorrido, li vedo che mi guardano con sguardi felici, eppure li sento molto distaccati, finti, anche se l'unica cosa che desidero è che diventino sorrisi veri, abbracci affettuosi, amicizia stretta e infinita, questo vorrei.

Lancio il mio messaggio alle directioner del mondo: "Sono molto emozionata di poter vivere i mio sogno, io sono una grande fan e spero di potervi rappresentare al meglio, ogni giorno vi aggiornerò su twitter postando video inediti del backstage e sul mio nuovo canale you tube, parteciperò alle interviste e sarò sempre vicina a ciascuna delle mie sorelle directioner"

Bene, avevo seguito il copione e tutto era andato liscio. Le telecamere si spengono e i ragazzi si allontanano, mi lasciano lì, senza neanche guardarmi, il mio cuore si spezza.

Nei giorni successivi la situazione non sembrò cambiare, di fronte alla telecamera amiconi, abbraccioni, a riflettori spenti sembravo una completa estranea, in effetti lo ero, ma avrei voluto poter fare qualcosa...

Nel frattempo il numero dei miei seguaci sui social aumentava, e io ero felice, ancora un'altra volta mi sentivo potente. Persone che mi avevano trattata sempre di merda che tornavano strisciando, mi sentivo magnifica, ma ancora molto ma molto triste...
...

"Te l'avevo detto Marta, sei solo una pedina, sapranno a malapena il tuo nome"

"No loro non sono così -rispondo ad Eugenio in lacrime- sono sicura che sono solo un po' sospettosi, non sanno chi sono. Magari sono una maniaca ossessionata pericolosa che li assale"

"Ma non lo sei, il fatto è che neghi l'evidenza. Ora scusa, ma devo andare. Ciao"

Il modo brusco in cui chiude il telefono mi rende più triste di quello che già sono, mi rannicchio in un angolo del backstage, e me ne sto lì a contemplare il caos attorno a me, nella mia mente soffoco le grida delle fan fuori dalla stadio e mi concentro sul mio dolore, il mio senso di vuoto....

Harry mi passa davanti una volta, due, tre quattro volte insieme a tutti gli altri mentre fanno i cretini come al solito, dopotutto mancano ancora due ore al concerto, non sia mai che non facciano gli scemi su qualche buggy... Ogni volta che mi passano di fronte si girano a guardarmi, non so se quella dipinta in viso è pena , pena di come sono rannicchiata qui con gli occhi lacrimanti e il cuore a pezzi o semplicemente è disprezzo, sospetto.

Harry mi si avvicina, mi porge una tazza di starbucks

"Hey, non stare qui tutta sola, perché non stai mai con noi? Hai paura che ti mangiamo?"

"No ho solo paura che non mi vogliate tra i piedi"

"tranquilla, Louis è il solito, se la prende molto per i media, ma non è arrabbiato, pensavamo solo che non volessi parlarci perché ti eri offesa per come ci siamo comportati quella sera a Torino"

"Beh si un po' mi sono offesa ma è tutto finito"

"Ah allora non hai proprio voglia di stare con noi? Io ci terrei a diventare tuo amico e anche tutti gli altri a prescindere dal film"

Ancora le lacrime mi scorrono sul viso "E' tutto ciò che desidero"

Harry sorride, quasi commosso. Mi abbraccia e dice:"Allora vieni, realizziamo un po' di sogni oggi"

Iniziava la mia avventura, e io gia me la stavo facendo sotto.

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Capitolo 10
*** Tu mi vuoi morta Horan ***


~~Capitolo 10

~ Tu mi vuoi morta Horan ~

"3... 2... 1... siete in onda!"

Si accendono i riflettori, mi accecano. Guardo le mie scarpe, che belle scarpe, mi sento davvero fuori luogo, vorrei andarmene se non fosse per il braccio di Liam introno alle mie spalle, quindi me ne sto qui, in questo studio televisivo seduta su questo divanetto, spero solo che non mi chiedano niente, potrei dire qualche cazzata e fare un'epica figura di merda in diretta mondiale, ed è l'ultima cosa di cui ho bisogno.

"Allora Marta, ti hanno già chiesto molte volte come ti senti a vivere il tuo sogno in questi ultimi 5 giorni, e hai risposto sempre con sorrisi e lacrime di gioia ma dal social ci arrivano risposte diverse. Raccontaci realmente come ci si sente, non seguire un copione, parlaci di quello che provi"

Sullo schermo dietro di noi proiettano alcuni tweet

"La odio."

"E' orrenda"

"Io amo gli One Direction, non ho bisogno di una testa di cazzo che si metta in mezzo"

"chissà quanto ha pagato papino per farla arrivare lì"

"Se si potesse descrivere qunato è brutta con 140 caratteri lo farei, ma non si può"

"Deve mettere giù le mani dai ragazzi, sono miei"

"Non conosco bene 1D ma sta qui mi sembra veramente stronza, con quale coraggio si crede meglio di tutte le altre milioni di fan?"

Leggo la sfilza di tweet, ingoio il dispiacere e mentre Liam mi guarda infondendomi coraggio, iguardo gli altri ragazzi, tutti mi lanciano sguardi incoraggianti. Inizio a parlare:

"Vedi Kelly, non mi aspettavo di piacere a tutti, non sono abituata a queste reazioni. Io sto provando a piacere a tutti ma si sa che non è possibile"

" 'Why her' è stato nelle tendenze mondiali per almeno tre giorni, come ti sei sentita?"

"Ripeto, non si può piacere a tutti" Sorrido, forzatamente, cerco un appiglio per cambiare discorso. Per fortuna interviene Lou:

"Ci stiamo concentrando troppo sulle persone che non la apprezzano, Marta ha anche un sacco di ragazze che le sono riconoscenti, lasciami solo cercare un attimo e te lo dimostro"

Louis si alza, si siede al posto della conduttrice e cerca qualche video su youtube:

"Come potete vedere Marta a Barcellona è uscita dall'hotel in piena notte ed è andata dalle fan fuori da tutto il giorno, si è seduta con loro, ha iniziato a parlarci, per quanto non sia molto ferrata in spagnolo- tutti sorridono in studio e il clima si è rilassato, quanto amo Lou- ecco vedete, le ha abbracciate e ha preso i loro nick di twitter, ha ballato con loro, ha cantato, finchè non ci ha svegliati tutti e siamo scesi dalle fan.

Guardate i video sul suo canale, guardate, continua a postarne, a tampinarci nelle ore di sonno per parlare un po'a quella telecamera. Guardate questa foto che la ritrae mentre sotto il palco prende i cellulari delle ragazze per fare dei video sul palco. Guardate questo video in cui trascina Zayn giù in mezzo alla strada dalle fan in piena notte visto che non si era svegliato con le grida come tutti noi. E questo video che hanno girato di lei che ha raccattato delle ragazze in fila fuori dallo stadio sin dalla sera prima e le ha portate da noi. Marta ha realizzato dei sogni. Cercate dei tweet in cui è menzionata.

"@OnceInALouTime_ thanks to made my dream come true"

"Marta ti adoriamo grazie a te sappiamo sempre dove sono i ragazzi e che cosa combinano!"

"Le Directioner in una persona sola, sei tutti noi Marta!"

"Non bisogna soffermarsi sulle persone a cui non piace, quante persone ci insultano, noi andiamo avanti" Interviene Niall

"Esatto, e poi si sbagliano, Marta è una ragazza che cerca solo di fare del bene a tutte le Directioner" continua Hazza.

L'intervistatrice sembra dura di comprendorio perché continua:

"Bene, allora proseguiamo con le domande per Marta che ci giungono da Twitter, ecco, il sondaggio ci rivela che il 78% delle persone vorrebbe sapere una cosa..."

Proietta dei miei tweet prima che tutto cambiasse:

"Mi sono innamorata di qualcuno che starà sempre dall'altra parte della transenna"

"Confido nella possibilità che sappiano chi sono, un giorno"

Poi ne proietta degli altri

"Patetica, ma perché si taglia, giusto per attirare l'attenzione? Non sarà mai all'altezza di Niall"

"Poverina la piccola bambina insicura... ma tagliati na vena e fai un favore al mondo"

"Vorrei sapere il perché di quelle braccia tagliate, le piace sembrare la vittimuccia coccolata da tutti?"

Le lacrime mi cingono il viso, leggo i tweet mentre penso a tutto quello che ho passato, a come mi sentivo, a come stavo prima che tutto questo accadesse, a come mi sono sentita male nel vederli odiarmi, a come mi si è distrutto il cuore a vederli gentili e buoni con me solo davanti alle telecamere, ma adesso che grazie ad Hazza inizio ad essere loro amica, ecco che milioni di persone mi giudicano, dicono di odiarmi, ma perché? Che ho fatto di male? Io crollo, aveva ragione Eugenio, loro non mi consolano, non siamo ancora abbastanza amici. Appena spengo la mia telecamerina e smetto di pubblicare video, a volte mi ritrovo ancora da sola a stare male con me stessa. Vorrei davvero tanto che qualcuno di loro venisse a salvarmi, ma non lo fa. Non gli importa di me, le ragazzine mi odiano, vorrei morire, ho bisogno di Euge, devo chiedergli scusa per tutte quelle volte che non l'ho ascoltato.

La tristezza mi si legge in volto, intanto quella gallina riprende:

"Allora, vuoi parlarne con noi?"

La guardo di un male ma di un male che peggio non si può. Mi alzo liberandomi dalla stretta forte di Liam che cerca di tenermi sul divanetto:

"E levati quel sorriso finto Kelly"

I ragazzi si alzano preoccupati e mi guardano. Zayn mette una mano su una telecamera e fa segno di interrompere la diretta.

Inizio a correre.

Corro lungo i corridoio dello studio, scendo rampe di scale all'apparenza infinite, e finalmente arrivo nell'atrio. Vedo fuori l'orda di fan, decido di disperdermi nella folla. Esco e mentre la luce del sole mi assale vedo davanti a me la strada, vuota. Ai lati, delimitate dalle transenne, due grandi masse di giovani ragazze urlanti, iniziano a gridare vedendomi, ma non so neanche il perché, io sto immobile a guardarle, mi sembra di essere Mosè che separa le acque. Non ho tempo di stare a parlare con loro, dovrei ma non posso, devo correre da Eugenio e devo ancora pensare a come fare, è certo che non voglio più stare qui. Dietro di me vedo Lou e subito dietro Harry, Niall, Liam e Zayn.

Corro.

Fino a una settimana fa sarei corsa nella direzione opposta, verso di loro, ma adesso scappo. Appena escono alla luce le fan gridano ancora più forte, ma continuano a correre. Corro più veloce che posso ma non è abbastanza, in poco tempo Lou mi è addosso e mi prende il braccio. Mentre cerco disperatamente di correre via mi abbraccia, arrivano anche gli altri e mi abbracciano anche loro. Continuo a piangere con il viso che affonda sul petto di Louis, e mentre piango i ragazzi mi legano tra le loro braccia mi rassicurano: "Andrà tutto bene piccola".

...

Niall: Its time to get up, in the morning.

Louis: In the morning.

Niall: Got McDonalds breakfast for you.

Liam: Just for you.

Louis: or any other brand..

Niall: we drove 2 miles just to get it.

Liam: So you better get up and eat it.

Liam & Louis: You don't wanna be a selfish lazy (crazy)
girl

All: So we gotta get up

(get )Time to get up!

Its time to get up!

its time to get uupp.

IT'S. TIME. TO. GET. UP

Its time to get up!

(time to get up)

Niall: ITS TIME TO GET UP!

Liam and lou: ITS TIME!

Niall: Its time to get up-

Liam: Its time too..

Louis: SHH!

Liam: Get up.

Louis: Its time.

Liam: Doobie doo

Liam and Louis: waaakee UPPPP..

Harry: Time to get up!

Niall: Yay!

Mentre il mio sonno viene bruscamente interrotto da tre rintronati che saltano sul mio letto, uno che strimpella una chitarra e un altro con una colazione di McDonald in mano sulla soglia della porta, io sorrido. E' iniziato un nuovo giorno per me, e andrà per il meglio ne sono certa.

Dopo l'incidente durante l'intervista i ragazzi hanno fatto un annuncio su twitter:

"Marta è una nostra amica, le vogliamo bene, vederla soffrire ci fa star male, lei lavora per tutte voi Directioner e non si merita tutto questo"

In seguito a quell'annuncio tutto ha iniziato ad andare meglio, il mio rapporto coi ragazzi è cambiato, ho parlato loro di tutta la mia storia, di quello che mi è successo, di quanto li ammiro, e loro hanno concluso son dei grandissimi occhioni lucidi che hanno fatto piangere pure me. Ero diventata amica dei miei idoli e adesso tutto andava per il meglio.

Mentre Niall mi augura il buongiorno con un dolce abbraccio io concludo la breve canzoncina alzandomi in piedi e gridando "It's time to get uuuppp!!!"

Mangio seduta sul balcone dell'albergo e scherzo coi ragazzi su quanto sia straordinario la presenza di Zayn sveglio e cosciente prima delle tre di pomeriggio, tutti ridono e scherzano e Zayn allunga la mano verso di me concludendo con un ponfetto sul mio naso. Paul mi presenta i suoi figli, adorabili. Passo con loro un po' di tempo finchè non mi ricordo della presenza delle fan in mezzo alla strada da ieri pomeriggio.

Decido di vestirmi e di trascinare i ragazzi con me. Corro in cucina e chiedo allo chef di preparare tutte le patatine che riesce. Appena le prime sono pronte esco con un megafono in mano:

"Chi ha fame?" Si alza un grido

"Bene bene, e oggi abbiamo anche dei camerieri d'eccellenza, RAGAZZIII?!?!"

I ragazzi escono con delle patatine in mano e mi aiutano a distribuirle alle fan. Rimaniamo lì fuori per circa due ore, e dopo un milione di foto, di abbracci, di ringraziamenti, di autografi, di canti e balli ecco che Paul ormai esasperato ci trascina dentro all'hotel...

"Bellissima mattinata grazie Marta" dice Niall mentre mi abbraccia, io sorrido. Non posso nascondere il mio amore per lui, che non è cambiato, è ancora lo stesso, e dentro di me c'è ancora tutto disordine della prima volta, di quel giorno in cui ho sentito strimpellare una chitarra sotto i portici in Duomo, e tutto è cominciato.

Sto per rientrare in camera mia quando Niall mi ferma

"Hey..."

"Hey, dimmi" ammicco a un sorriso mentre dentro di me scoppia la tempesta.

"Adesso che i concerti in Europa sono finiti, abbiamo 10 giorni liberi, che farai?"

"Penso che tornerò a casa e mentre i miei lavorano... beh starò a casa ad annoiarmi"

"Capisco, senti, io torno a casa, se vuoi puoi venire con me"

"Credo che i miei genitori vogliano rivedermi, sai, sono leggermente appiccicosi" Niall sorride.

"Beh capisco, allora facciamo così, tutti e due torniamo a casa, poi io tra 6 giorni vengo a Milano e tu mi porti un po' in giro, poi insieme torniamo a Londra che io e i ragazzi dobbiamo farti entrare nel giro"

"Ma quale giro?"

"Piccola mia sei una star adesso, vedrai ci divertiremo"

"Ma quale star! E dove mi volete portare?"

"Ah non te l'ha detto Cher? Sei stata invitata con noi ad un party che Demi terrà a Londra, ci saranno un sacco di star"

"Tu mi vuoi morta Horan"

"Ahahah no dai non è vero"

Mentre ride il mondo sembra fermarsi, quella risata, quanto vorrei che esistesse un tasto "REPLAY" per queste cose.

Scendo nella hall dell'hotel con le mie valigie in mano, saluto Cher che mi raccomanda di non fare cavolate a casa e di chiamarla tutti i giorni, le sorrido.

I grossi suv ci portano all'aeroporto, io sono in macchina con Liam e Zayn, durante il tragitto scherziamo e facciamo gli stupidi inventandoci strani balletti sulle note delle canzoni che passano in radio mentre Paul dal sedile anteriore ha in mano la mia telecamera e ci filma, questo video finisce dritto sul mio canale appena a casa.

Arriviamo in aeroporto, abbraccione di gruppo.

Ognuno di noi va' verso il proprio volo, o almeno, io vado verso un aereo di linea, loro verso i loro jet privati... mentre ci separiamo continuo a voltarmi e a salutarli con la mano, loro ricambiano. Alcune ragazzine sul volo si accorgono di me e mi chiedono di seguirle su twitter, i prendo i loro nick e le seguo, mi chiedono di fare un paio di foto con loro e io felice le accontento.
Strano. Non hanno accennato ai ragazzi se non per chiedermi come stavano. Allora non sono solo un mezzo per essere seguita su twitter la proprio idolo, gli piaccio, mi apprezzano.
Mentre gongolo con me stessa su quanto sono potente e bella scrivo un tweet menzionando i ragazzi.

"Mi mancate"

Poco dopo Liam risponde

"Anche tu nanetta xx."

Poi Zayn

"Anche tu elfa dormigliona xx."

Harry con un tweet stranamente comprensibile:

"Anche tu, canterò 'it's time to get up' tutte le mattine in tuo onore ahah x."

Louis

"mi mancherà essere svegliato tutte le notti dalla tua vocina stridula per registrare qualche video da mettere su youtube. No anzi non mi mancherà ah xx. Love you"

E infine Niall

"Anche tu, grazie per averci fatto scoprire il mondo delle nostre fan trascinandoci sempre fuori dagli alberghi o davanti ad una telecamera"

Finalmente arrivo a casa, mi mancava, mangio in compagnia dei miei familiari e infine mi butto sul mio letto. Guardo il muro tappezzato di poster e li osservo con occhi diversi. Apro il mio pc e mi preparo a rispondere a un po' di tweet e ad ascoltare la musica.

Finito di rispondere a tutti i DM, poco prima di andare a dormire mi arriva un ultimo messagio:

"Good night crazy mofo I love you"

"I love you too but don't call me in that way"

"Okok.. xx."

"Ahahah Good night"

I giorni a casa sono passati velocemente. Non ho più sentito i ragazzi se non di sfuggita con qualche tweet in cui scherzavamo. In teoria oggi Niall dovrebbe farsi vivo, io ho la valigia pronta, poi chissà...

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Capitolo 11
*** Di bene in meglio ***


~~CAPITOLO 11

DI BENE IN MEGLIO

~~Sono le 3 di pomeriggio e ancora nessuna traccia di Horan, inizio a pensare che si sia dimenticato, probabilmente adesso è da qualche parte con i suoi amici circondato da belle ragazze, SICURAMENTE si è dimenticato.

Non posso darla vinta ad Eugenio, eppure è così.

Nei giorni in cui ero a casa non si è fatto vivo, né un messaggio né una chiamata, l'ho incrociato a volte sul pianerottolo, ma non mi ha neanche calcolata.

"Facciamo il conto di ciò che mi resta- dissi tra me e me- i miei idoli mi snobbano, l'amore della mia vita si dimentica di me, e giusto per non farci mancare niente il mio migliore amico mi odia, ma che bella giornata!" Non mi resta nient'altro da fare se non buttarmi a capofitto nel mio letto a piangere aspettando che Cher venga a darmi un sistemata prima di ripartire.

Ripartire, non sono neanche sicura di voler tornare, perché tornare? Stare lì a farmi prendere in giro? Comincio a pensare che sia stata tutta una grandissima montatura. Massì certo, loro facevano i carini con me finquando erano davanti alle fan o a una telecamera, insomma si ritorna al punto di partenza. Che sciocca, illudermi di essere davvero loro amica. Ma allora io cosa sono per gli One Direction?

Troppe domande, non ho neanche voglia di pensarci, mi butto nel mio letto per i prossimi 4 giorni e chi s'è visto s'è visto.

...

Non so bene che ora sia, credo le 5, improvvisamente i mio cellulare inizia a lanciare notifiche a random. Che pizza, ma chi ha da scrivere così tante cose su twitter? Guardo la mia TL ed è tempestata di messaggi tipo "Che carino @.@" "Che dolce +_+" .... Ma chi? E perché?

Guardo le notifiche:"Più di 20mila persone hanno ritwittato un tweet in cui sei menzionato"

Apro il tweet, chissà di cosa si tratta.

Tweet di @NiallOfficial :"Waiting for my little girl outside her house. @OnceInALouTime_ I am Hungry Hurry Up!!"

In allegato una foto di casa mia vista da fuori il cancello.

Sorrido... Poi piango, poi rido, ripiango, salto sul letto, grido come un'isterica. Corro in bagno e mi levo il mascara colato, mi ritrucco, mi vesto, lavo i denti, grido di nuovo. Corro freneticamente alla finestra, mi fermo un attimo, mi ricompongo e la apro con una certa nonchalance, eccolo là, in fondo al vialetto, subito dietro al cancello, circondato da fan, è seduto su una vespa nera. Appena apro la persiana si leva un grido, Niall incita le fan a continuare, poi le fa zittire e grida:

"Te ne eri per caso scordata?"

"Ehm... è complicato"

"Facciamo che me lo spieghi appena scendi"

Corro freneticamente giù dalle scale, corro, inciampo, smadonno, ricorro, grido, salto e scendo di nuovo.

Arrivo davanti al portone e mi fermo, mi prendo ancora un secondo per ricompormi, e apro la porta. Percorro il vialetto come se stessi sfilando alla settimana della moda indossando gli abiti di Armani, tutti gli occhi puntati su di me, tutte quelle persone che dapprima mi avevano trattato male, ora eccole qui che sembrano sbavare nel vedermi arrivare.

Ma non ha importanza, a pochi metri da me c'è lui. Apro il cancelletto e mi precipito tre le sue braccia, resto lì, imbambolata, a guardarlo fisso negli occhi mentre mi abbraccia, lui non ricambia lo sguardo, ma non mi importa.

"Dai allora salta su" mi porge un casco.

"Ma che?!"

"Che hai non ti fidi?"

"No mi fido, è solo che..."

"Shhh- mi appoggia due dita sulle labbra- allora stai zitta e vieni con me"

Indescrivibile come mi sento, sono qui, abbracciata a lui, mentre mi porta chissà dove con questa vespa, la mia testa poggia sulla sua spalla destra, e sembra tutto così perfetto quando lui si gira a incrociare il mio sguardo e sorride, tutto troppo surreale.

"Ti sei divertita a casa?"

"Diciamo che più che altro ho dormito"

"Anch'io, sai, in tour c'era una piccola bimba rompiscatole che mi veniva a svegliare nel bel mezzo della notte per girare qualche video"

"Ah si? Non pensavo che Lux sapesse come si usa una telecamera"

Ridiamo, io lo abbraccio ancora più forte e lui con una mano accarezza la mia. La morte.

"Quindi non me lo dici dove mi porti"

"Certo che te lo dico, andiamo a Milano, in centro, ho fame"

"Non l'avrei mai detto"

"Vedi di farti perdonare"

"Perdonare? E perdonare per cosa?"

"Beh direi che due ore sotto casa tua siano qualcosa che devi farti perdonare"

Sorride, uno dei suoi sorrisi, quelli dolci, veri, quelli per cui tutti i giorni ho tirato giù l'ira di Dio.

"Ehm.. ecco è che..."

"Vabbè ma tanto si sa che gli uominii devono sempre aspettare sotto casa agli appuntamenti..."

Fermi tutti, l'ho sentito solo io o ha detto APPUNTAMENTO? Sclero. Inizizio a saltare, gridare, dimenarmi, stritolare la mia sciarpa e soffocarci dentro le mie grida, salgo sul palco degli Oscar e ringrazio tutti, anche i poveri stagisti che hanno collaborato alla realizzazione del mio grandissimo film mentale.

La realtà è che sono ancora qui, abbracciata a lui, imbambolata, con gli occhi fissi al vuoto, ancora agonizzante dopo quello che ha detto.

"Che strano, hai smesso di parlare"

Gli tiro uno strattone "Pensa a guidare Horan"

Ride, per un attimo i nostri sguardi si incontrano, la sua mano lascia il manubrio delle vespa e si posa ancora sulla mia attorno al suo petto. Questa era la risurrezione.

Ancora una volta resto attonita a guardare il vuoto.

Legata la vespa proseguiamo a piedi fino a piazza Duomo. E' snervante, camionate di ragazzine riversatesi nel centro di Milano appena hanno saputo che Niall era atterrato in Italia ci saltano addosso. Vengo stritolata, spinta, strapazzata e calpestata, in un attimo mi ritrovo fuori dal gruppo, mentre tutte gli vanno addosso e lui senza neanche opporsi lascia che io venga spinta via mentre il gruppone urlante e isterico che lo assale si allontana portandoselo dietro, ma dov'è Paul quando serve? No seriamente, ma Paul?

Me ne sto qui, seduta ad un angolo dei portici, quasi come una mendicante che veste firmato, e aspetto che qualcuno mi raccatti e mi porti via.

Dopo qualche minuto vedo le ragazzine che si allontanano dalla piazza, col mascara colante e l'adrenalina a mille.

Bene, se ne vanno, ma allora dov'è Niall?

Neanche il tempo di formulare un pensiero compiuto che il mio telefono squilla 'Cher'

"Pronto?"

"Si può sapere che combini?"

"Io? Ma che ho fatto?"

Di bene in meglio, scaricata, strattonata, sudata, spinta, seduta ad un angolo della strada, e adesso... adesso mi tocca pure subire le ramanzine di Cher sull'immagine... il business, la popolarità, come li chiama lei...

"Marta te l'ho già detto, devi passare sopra alla tua cottarella non si tratta di te lo sai..."

"Sì, sì... è questione d'immagine e bla bla bla..."

"Ecco allora se lo sai mi spieghi perché sei uscita on Niall senza contattarmi?"

"Non pensavo ci fosse nulla di male, infatti non c'è neanche Paul"

"Ti passa mai per la testa di fare 2+2?"

"Ehm... in realtà non ci ho pensato ero troppo su di giri"

"Marta mi dispiace, hai 15 anni e capisco che gli ormoni partono, ma devi tornare a casa"

"Ok lo farò ma almeno dimmi perché"

"Ti ricordi l'intervista al 'Kelly morning show'?"

"Sì..."

"Niall è il LORO ragazzo, le fan ricominceranno ad odiarti, e questo non fa bene alla tua immagine e alla tua salute, mi dispiace"

"Non dispiacerti, appena gli sono saltate addosso mi hanno scaraventata fuori dalla mischia, e lui neanche si è opposto, se n'è andato, così"

Una lacrima mi cinge il viso e il mio tono di voce cambia in quello di un bambino frignate.

"Ehi non piangere. Prendo il primo volo e ti raggiungo, ora asciugati le lacrime prima che qualcuno ti veda, e torna a casa"

"Ok..."

Ad ogni passo, ad ogni respiro, ad ogni battito di ciglia sale in me la voglia di tornare indietro, correre, e cercarlo, trovarlo e avere la conferma che il ragazzo che mi ha aspettata sotto casa, quello della Vespa, era reale, che mi sta cercando e che anche lui vuole scappare con me cavalcando verso il tramonto.

In metro scorro la mia TL. Perfetto, è piena di tweet minatori contro di me. Alleluja!

Le lacrime sono così tristi e amare che sembrano scorrere sulle mie guance lasciando dei profondi e insormontabili solchi. Non resisto a non piangere. Li ho visti i fotografi, giusto due carrozze più avanti, ma davvero non ne posso più.

Arrivo alla mia fermata, scendo dalla metro e salgo le scale, giro l'angolo e vengo bloccata, presa per un braccio e trascina via.

"Perché sei andata via"

"Perché tu hai lasciato che mi spingessero via" inizio a dimenarmi, voglio andare via.

"Perché fai così, non è colpa mia"

"Ah ma davvero?"

"Sì davvero"

"Allora spiegami, perché non c'era Paul?"

"Perche il mio manager non me l'avrebbe mai permesso"

Riesco a liberarmi dalla sua stretta. Corro.

Arrivo a casa e mi butto sotto le coperte. Piango.

Credo di aver passato almeno un giorno emmezo nel letto a piangere, giusto il tempo per far arrivare Cher a casa mia che come un fulmine ha aperto tutte le finestre lasciando entrare la luce che entrando nella stanza mi ha fatta sentire tanto Lou nei video diari "Ahhh the light!!!".

"Alzati e rientra nel mondo" Mi passa un giornale

"RELAZIONE GIA' SMENTITA VIENE RICONFERMATA, HORAN PERO' NON CONTENTO SPARISCE PER QUALCHE ORA IN CENTRO A MILANO, E SI RIFA' VIVO GIUSTO IN TEMPO PER ESSERE SCARICATO, IN ALLEGATO LE FOTO"

"Bello vero?"

"Ma Cher ti giuro niente di quello che scrivono è vero"

"Lo so, ma guarda c'è di meglio..." Mi passa un'altra rivista.

"LA COPPIA PIU' 'TIRA E MOLLA' DI SEMPRE

Il nostro irlandese continua a stupirci, ecco le foto di come va in giro per Milano in motorino

mano nella mano con niente meno che Marta, la ragazza misteriosa di qualche settima fa

e poi smentisce la relazione con grande nonchalance

'Niente di tutto questo è vero, siamo solo grandi amici'

E quindi rieccolo giusto ieri sera a Londra mano nella mano con Selena Gomez

CHE RUBACUORI!"

Il mio cuore si frantuma in mille pezzi, e poi ogni piccolo scarto si dimezza ancora, e ancora, e ancora, riverso sulle riviste tutto il mio dispiacere e il mio odio, le strappo e mi ributto sotto le lenzuola.

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Capitolo 12
*** Morire di Horan... ***


~~Capitolo 12

Morta di Horan

Sei sicura di volerlo fare"

"Cosa?"

"Andartene di nuovo"

"Devo. Ho firmato un contratto"

"Promettimi una cosa"

"Che non starai così male"

"Ci proverò"

"Ehi"

"Dimmi"

"Ti voglio bene, sei l'amore mio, chiamami se stai male"

"Anch'io ti voglio bene Fra, macchè dico, io ti amo"

"Ahahah anch'io, chissene di Horan sposa me"

Vorrei poter ridere e scherzarci su, ma mi si dipinge in viso solo una smorfia scomposta misto pianto.

"Piccola non piangere"

"Marta tra 45 minuti abbiamo il volo dobbiamo andare!!"

"Devo andare, mi chiamano"

"Ok, senti... io non so realmente cosa accade laggiù, magari ci sono cose che per contratto non puoi dirmi, però, correggimi se mi sbaglio, quei ragazzi sono la tua, la nostra vita, allora, per quanta merda ci sia da ingoiare, tu pensa che stai realizzando il tuo sogno e quello di milioni di ragazze. Pensami quando sarai triste. Pensami e ricordati tutte quelle volte che come un piccolo cucciolo ti ho raccolta mentre piangevi perché chi amavi non sapeva che esistessi e tutte le volte che tu hai raccolto me. Se sono gli stessi ragazzi per cui tutte noi crolliamo allora resta che prima o poi ritornano, ma se non sono loro allora torna a casa. Ce ne faremo una ragione"

"Ok"

La abbraccio e come una piccola anima grigia vado verso la macchina strisciando i piedi. Vorrei poter tornare indietro e dirle che in realtà è tutto falso, che non dobbiamo piangere perché tanto loro sceglieranno sempre la bellissima, magrissima, perfettissima e puttanissima modella, pop star o qualsiasi altra persona, che non si abbasseranno mai a noi mortali teen ager. Ma lo so che quella vocina che mi logora la farebbe solo stare peggio, che lei non deve saperlo e deve vivere ancora nel piccolo mondo di sogni, quello in cui ho vissuto io prima del crollo. Se crollerà sarò io la prima a portarla via.

...

Cammino. Questa giornata sembra infinita, forse perché sono partita da casa a mezzogiorno verso l'America, e tu guarda un po', sono appena atterrata ed è ancora mezzogiorno, inutile dire che non ho chiuso occhio in viaggio, ero troppo impegnata a trucidarmi le braccia col pensiero mentre guardavo sulle riviste le foto di Niall e Selena. Ora so come ci si sente quando ti si logora il cuore.

Arrivo all'albergo, assaltata da giornalisti

"Come ti senti ad essere stata scaricata?"

"Perché non sei arrivata insieme ai ragazzi? Hai chiuso con loro dopo la rottura con Niall?"

"Mollerai i ragazzi?"

"Com'è il tuo rapporto con la Gomez?"

"Ti mette in suggestione?"

"Marta non risponderà a nessuna domanda, lei non ha niente da dire"

Paul esce di corsa dall'albergo, mi fa largo tra la folla, tra i giornalisti e le fan isteriche contro di me. Finalmente arrivo nella hall. Vedo Hazza, gli salto addosso.

"Hey piccola, mi sei mancata"

"Anche tu cupcake"

"Ahahah anche tu!"

"Hanno ragione, ci assomigli!"

"Ma insomma tutti gli abbracci per lui?"

"Liam!!" Lo abbraccio, sono così felice, in un attimo mi rimangio tutto quello che ho pensato in questi giorni.

"Giusto! Abbraccia solo loro non noi siamo niente!"

"Ahaha mannò ho tenuto il meglio per utimo, i miei amichetti di canna ahahah"

"Ancora la meni con sta storia, ma allora sei prprio una bimbetta" Dice Lou mentre amichevolmente mi prende alla vita e inizia a fare dei versetti da orso spastico con la bronchite"

"Beh, c'è solo una cosa che resta da dire: 'VAS HAPPENINGGGG!!!"

Ridiamo. Per un attimo il paradiso mi cattura. Ma giusto un attimo.

Là, in fondo alla hall, che scende le scale, nientemeno che lui; a braccetto con lei.

"Ciao ragazzi" Fanno gli scemi, non mi sorprende, lo salutano, ma nessuno guarda da Selena, la snobbano, come se non esistesse.

Yeep. Marta 1- Selena 0

Di lì a pochi secondi scendono i 5sos, che emozione, me li avevano già presentati, e io come una cogliona li ho guardati da ebete mentre sorridevo come una mongola, chissà cosa hanno pensato. Nessuno caga Selena, ma tutti salutano me. Vittoria personale gente.

Inizio a parlare con tutti i miei splendori di come il 5 di giugno avessi preso letteralmente a sportellate delle ragazzine davanti a Radio 102.5 per vedere i 5sos che uscivano, di come avevo gridato da gallina strozzata quando Luke si era avvicinato e aveva tirato su il pollice quelle centinaia di volte e io le vedevo tutte rivolte verso di me.

"Insomma, una fan" interviene Ash

"Non pensavo fossi così tanto una fan, l'altra volta quando ci hanno presentati hai sorriso e basta, ho avuto il presentimento che non sapessi chi fossimo" continua Cal. Io arrossisco.

"Mannò, è che io.."

"Ah nonono, lei sa perfettamente chi siete tranquilli, vi canta sempre sotto la doccia"

"Tomlinson mi spii?!"

"No è che la tua camera era vicina alla mia"

"Comunque siamo offesi che non canti noi"

"Perdonami Zayn, prometto, quando mi lavo penso anche a te ok?"

Risata generale, mi sento in paradiso, i miei idoli tutti in una stanza che scherzano con me. Eppure, qualcosa non va, come un sassolino nella scarpa, come quando in vacanza ti godi il sole svaccato in spiaggia e pensi alla montagna di compiti che stagna sulla tua scrivania, così Selena e Niall, stavano lì a rovinare tutto. Sono arrivata ad odiarlo eppure, eppure è la mia vita.

"Beh, noi andiamo, ciao"

Niall saluta i ragazzi, Selena muta, e nessuno la considera. Godo.

Prima di uscire mi passano davanti.

"Ciao.." Lo guardo, mi saluta a testa bassa, come un cane bastonato, come un bambino che viene rimproverato dalla maestra, e lei, lì accanto a lui che mi squadra dall'alto al basso, mi guarda male, io vorrei poterlo fare, ma a vedere Niall così mi si spezza il cuore. I miei occhi si riempiono di lacrime, non resisto, vederlo così, ripensare a questi ultimi giorni, vederlo con lei, è tutto fin troppo per me. Corro via.

Alle mie spalle la sento ridere:

"Ahahahah adolescenti, si innamorano del primo artista biondo con gli occhi azzurri" Mi giro, sono pronta a saltarle addosso per la grandissima minchiata che ha detto, e come un puma, una belva assetata di sangue strapparle le exstention, e invece no, me ne sto qui, a guardarli, a guardare Niall, lo vedo, lo vedo che mi guarda mentre grondo di dispiacere, mentre annego nella mia stessa depressione. Guardo il silenzio, quello imbarazzato, gelido, quello che avvolge Selena dopo la grande cazzata che ha detto. Nel giro di due secondi Hazza si accorge delle mie lacrime, Niall e Selena escono, intanto Hazza e gli altri si sono accorti di me e stanno venendo a consolarmi, ma prima che Haz riesca a sfiorarmi, proprio mentre Niall e Selena varcano la porta e lui per l'ultima volta mi rivolge lo sguardo, io crollo, intanto si sente il boato delle fan, io cado a terra, e piango. Haz dice agli altri di allontanarsi, che ci pensa lui. Mi prende in braccio e mi porta nella sua stanza.

"Ti vedo che soffri, che pensi, tieni, asciugati le lacrime" mi porge un fazzoletto.

"Non sono brava a nascondere che lo amo"

"Se non altro non gli sei saltata addosso e l'hai denudato"

"Ci mancava una battuta sconcia, Sei un pervertito Styles" Ridacchiamo, ancora una volta mi perdo nei suoi occhioni verdi, a guardare le sue fossette. Intorno a me, finalmente le cose andavano bene, eppure stavo come un cane.

"Harreeeh!!! Facci entrare!" Louis fuori dalla porta non perde occasione di fare il pirla, fa un tale casino, sembra che stia tirando calci e pugni alla porta mentre grida e piagnucola "Facci entrare, abbiamo fame" Haz apre la porta, e tutti e 7 si precipitano nella stanza.

"Ehi compagna di canna tutto ok?"

"Non possiamo vedere una fan piangere così, quindi sai che facciamo? La tiriamo su!"

Ben presto mi ritrovo ad un ritrovo di piccole apette scout, di quelle che vanno di porta in porta a vendere i biscotti, solo che non mi ritrovo circondata da bambine, mi ritrovo circondata dai peggio scemi, tutti insieme per cavarmi un sorriso, e non ci vuole molto, avete presente cosa solo questi 8 tutti nella stessa stanza? Dopo qualche risata Tommo interviene

"Comunque fai bene a guardarla così, non piace neanche a me"

"In realtà- interviene Luke- non piace a nessuno"

"Secondo me neanche a Niall, può essere anche qualcosa che gli ha imposto il suo manager, noi siamo amici ma ciò che ci dice il manager resta col manager, il lavoro non intralcia la nostra amicizia, anzi..." Continua Payno.

...

Non ricordo bene come sia continuata la discussione, ora mi ritrovo qui, ingarbugliata tra le lenzuola di Styles che mi risveglio col sorriso stampato in faccia

"Dormito bene?"

"Ma che è successo?"

"Niente, ti sei addormentata e li ho mandati a fare gli scemi in camera loro"

"Ah, grazie"

"Di niente, vuoi un te?"

"No grazie"

"Sai - sorseggia un po' di te, si ricorda che è bollente fin troppo tardi, fa una smorfia impagabile e tira fuori la lingua. Ripeto, impagabile -Per quanto noi possiamo consolarti se continui a stare male ti conviene pensare ad una soluzione"

"Che intendi?"

"Non voglio che tu te ne vada sia chiaro, ma ci pensavo, forse staresti meglio"

"Forse..."

...

"Allora sei pronta?"

"Sì"

"Bene andiamo che una macchina vi aspetta"

"Qualche raccomandazione?"

"No, vedi solo di non buttarti in piscina"

"Okay Cher, adesso che me l'hai detto provvederò a far sì che tutti quanti si buttino in piscina con me"

Mi tira una pacca sul sedere

"Tu provaci che io ti cambio il look e ti faccio andare in giro con le minigonne"

"Io? Piscina? Ma che sei matta?!"

"Cammina và!!!"

Salgo in macchina avvolta dalle grida delle fan, so di non andare a genio alle americane, ma ci posso lavorare, per il momento mi godo i miei Ziam che sono in macchina con me.

Arriviamo alla festa, prima di entrare, mentre le luci dei flash mi accecano, le voci dei giornalisti e le grida delle fan mi assordano Harry mi dice "Ricorda, è per il tuo bene".

Passo la serata con i ragazzi, ma di Niall ancora nessuna traccia, la serata va' avanti nel migliore dei modi,qualche fan che è riuscita ad imbucarsi si fa delle foto con noi e stranamente non mi guarda come se fossi un armadillo spaziale con la lebbra, sono circondata da persone importanti e nonostante ciò mi sento bene, a mio agio, i miei idoli e io siamo più affiatati che mai e io, io mi sento come se avessi trovato il mio posto al mondo, non mi sento più quella sbagliata, fuoriposto. E' tutto perfetto, ma ecco che ritorna il sassolino nella scarpa. Arrivano Niall e Selena. Lei gli sta attaccata come una ventosa tutta la serata, Niall parla con i ragazzi e non mi guarda neanche, solo qualche sguardo, ancora sguardi da cane bastonato; intanto Selena mi guarda, sembra sfidarmi, quanto vorrei che qualcuno le versasse per sbaglio da bere sul vestito. Io però le sorrido, bisogna fare i cordiali con gli stronzi no?

Siamo qui, seduti su questi divanetti a guardare Zayn e Paul sulla pista da ballo completamente andati, quanto ridere, e poi seduti di fronte a noi, loro due che si tengono per mano. Guardo Niall, lo vedo quasi triste, come questo pomeriggio, ogni volta che mi giro a guardarlo mi sale il magone, ma prima Liam che mi stringe la mano, poi Lou con una carezza sulla nuca e un bacetto, Hazz con un ponfetto sul naso, Michael che improvvisa con Cal un piccolo balletto da scemi, poi Zayn che mi trascina sulla pista da ballo mi distraggono, è come se fossi la loro piccola bimba, e in tutti i modi cercassero di non farmi star male, ma per quanto ci provino, anche mentre Zayn mi fa letteralmente roteare, il mio sguardo cade sempre là, su quella testolina bionda, su quel ragazzo che sembra essere lì, sofferente, che scambia quattro chiacchiere con i compagni, mi guarda, abbassa tristemente lo sguardo e ricomincia.

D'un tratto un fotografo riesce ad entrare, corre inseguito dalle guardie e grida

"SELENA, NIALL, UNA FOTO DI UN BACIO?!?!?!?"

"Certamente" Risponde lei.

No. No per favore, sta per farlo, si avvicina ancora di più a lui, per un nano secondo mi guarda, io prego l'Eterno che non lo faccia, ma lo fa, sta lì, e lo bacia, continua senza che lui si opponga, il fotografo scatta la foto e viene trascinato via, nel frattempo la sala si rianima, ma io sono ancora qui ferma a fissarli.

Il mio cuore esplode, mi sento morire, ho bisogno di lanciarmi giù da un grattacielo e di morire spiaccicata sull'asfalto, come una mosca sul cofano di un tir.

Sono qui, immobile, mentre Zayn cerca di muovermi, Liam si alza e anche gli altri, si avvicinano.

"Tutto ok?"

"Sì ho solo bisogno di un po' di aria"

Corro. Esco sul terrazzo deserto, mi siedo su uno dei bordi della piscina, mi rannicchio tutta su me stessa, e piango.

Piango. Piango e vedo i miei sogni volatizzarsi, piango e vedo ancora davanti a me l'amore della mia vita che bacia un'altra ragazza. "In fondo lei cos'ha in più di me- penso- lei ha tutto più di me". Piango perché non so che fare, se buttarmi in piscina e aspettare di annegare, se andarmene o restare qui a piangere. Non riesco a muovermi, sono distrutta, non esisto più, sono solo un residuo di anima che aspetta di vedere la luce alla ricerca della tipa di 'ghos whisperer'. Marta Canfora, è morta.

Mentre sto qui a disperarmi vorrei tanto poter avere una lametta, quanto pagherei per averne una, darei oro.

Sono ancora qui, anima persa, aspetto solo che qualcuno mi trascini via in lacrime, io non mi alzo.

Intanto inizia a piovere e io accolgo la pioggia come compagna, "Piangiamo insieme- penso- almeno non sono sola" ma lo sono, e lo so perfettamente.

"Come hai fatto a ridurti così" Mi giro, lo vedo, e non ci posso credere. Eugenio.

"Ma che ci fai qui"

"Mi ha fatto chiamare un certo Harry Styles, ti ringrazio, hai allungato la mia vacanza negli States, sai, il Tennessee solo con mio padre era una vera noia, non poteva comprarsi una casa in California quell'uomo?" Cerca di scherzare ma non ho neanche la forza di muovere le labbra, voglio solo morire, non mi resta nient'altro.

"Perché sei venuto"

"Perché io ti voglio bene"

"Perché non mi parlavi quando ci incrociavamo a casa?"

"Perché pensavo che non volessi parlarmi"

"Ah"

"Dai veni, mi sto inzzupando" Mi mette la sua giacchetta sulle spalle e rientriamo in sala. Mentre Euge abbracciandomi mi porta verso l'uscita guardo i ragazzi, li guardo tristi e scioccati perché sanno che me ne sto andando per sempre, vorrei poter morire seriamente, giusto per non stare qui a vedermi portata via dal mio sogno, da quello che era il paradiso. Poi guardo Niall, che adesso accenna ad un sorriso mentre la guarda. Il mio cuore, o quello che ne resta, ora si è polverizzato. I nostri sguardi si incrociano. Dov'è finito il ragazzo che amavo? Quello che sogno tutte le notti, quello che mi ha aspettata sotto casa, quello dei tweet.. Dov'è andato il ragazzo con la vespa? Era davvero solo una mia grandissima fantasia?

NIALL'S POV

La vedo passare tra le braccia del suo amico avvolta in una giacca, sono fradici. Mi accorgo di come le sue pupille sono rosse di pianto. Non mi parla, non mi dice niente, ma mi ammazza con lo sguardo, con un'occhiata, come se volesse dirmi "Tu mi hai ridotta così"

EUGENIO'S POV

Usciti dal locale i paparazzi ci hanno assaltati e riempiti di domande, subito hanno fatto domande su di me, a fantasticare su chi fossi. Chissà cosa scriveranno domani sui giornali. Non mi importa. Ora devo pensare a riportarla sana e salva a casa. Al resto penseremo domani.

Mi si è addormentata in braccio mentre eravamo in macchina, ora l'ho lasciata dormire su una poltroncina nella hall coperta dalla mia giacca mentre parlo con la sua manager.

"La tengo con me qualche giorno, se se la sente torneremo"

"Ma io cosa dico ai produttori"

"Filmerete delle scene extra da qualche altra parte. Ora non ne può più e non può girare in queste condizioni"

"Non mi faccio dire da un ragazzino come lavorare"

"Infatti le sto solo dicendo la realtà dei fatti. Verrà con me in Tennessee qualche giorno ok? Lasciamola riprendere"

"okay, ma la devo sentire tutti i giorni"

"okay, ma a patto che non le parli dei giornali"

"Va bene andata"

Nello stesso istante in cui finisco di parlare con lei gli One Direction rientrano in albergo, sono strani, non sono gli stessi ragazzi sorridenti dei poster in camera di Marta, ma appena si accorgono di lei su quella poltroncina ci si fiondando contro.

"Wowo -mi metto in mezzo- sta dormendo"

"Almeno lasciacela salutare" Dice un ragazzo con i capelli legati in una bandana

"Si dai" Continua Zayn, o almeno, credo che sia lui

Come se non bastasse arrivano pure quegli altri, come si chiamano, i 5 seconds of qualcosa, e pure loro si fiondano.

"Ragazzi mi dispiace, ma sta dormendo, lasciatela riprendere"

"Tornerà?" chiede un altro imbandanato

"Forse" La prendo in braccio, una macchina ci aspetta fuori

"Ma aspetta che significa forse?"

Guardo la manager "Sai dove spedire alcuni abiti".

Mentre stiamo per uscire arriva in albergo Niall, da solo, lo riconosco perché sì, come poteri non sapere chi è. La guarda, sembra distrutto. Lo guardo malissimo.

"Aveva occhi solo per te, ma tu guardavi da un'altra parte"

...

In viaggio ha continuato a dormire, a volte le accarezzavo il viso per vedere se respirava, ma lei neanche apriva gli occhi, semplicemente si stringeva ancor di più alla mia giacca.

Arrivati finalmente l'ho lasciata dormire nella camera degli ospiti.

Oggi è il terzo giorno che entro in quella stanza e le chiedo se vuole uscire, ma lei risponde di no, a volte le porto qualcosa da sgranocchiare, le persiane sono serrate e la notte riesco a sentire i suoi singhiozzi da pianto, riesco a sentire il rumore di ogni singola lacrima che bagna il cuscino.

...

Quarto giorno, si è decisa ad uscire, sta malissimo, ma faccio come se nulla fosse, lei mangia, passa la giornata in pigiama sotto la veranda, da sola, a guardare i cavalli nel recinto del ranch di fronte a casa

"Belli vero? Magari domani andiamo a fare un giro a cavallo che dici"

"Sì magari..."

Queste le sue uniche parole, lei, che viveva di questo.

...

Quinto giorno. Ho letto online qualche articolo, come avevo previsto, piena di notizie su quella serata, la foto del bacio. Eppure, Niall, io l'ho visto arrivare da solo quella sera, sembrava di corsa, come se stesse cercando qualcuno... Ora non ho tempo per pensarci. Devo pensare a lei.

"Buongiorno principessa"

"Ciao"

"Dai preparati, andiamo"

"Dove?"

"Al ranch qui di fronte"

"Scordatelo"

Ci ho messo un po' ma alla fine l'ho convinta, si è divertita, e ha passato una bella giornata, ma la notte la sento ancora piangere. Ho paura.

...

Sesto giorno.

Mi sveglio e lei è già in veranda a guardare i cavalli

"Allora, allora hai deciso di andartene"

"No, non voglio"

"Ha chiamato Cher"

"Quando?"

"Tutti i giorni"

"Devi finire il film"

"Lo so"

"Hey, è tutto okay? Come ti senti? Pensi di riuscire a tornare? Se vuoi puoi restare qualche altro giorno"

"Non lo so"

MARTA'S POV

Me ne sto qui ad accogliere la brezza mattutina assaporando l'odore di grano, guardando i cavali che trotterellano nel prato di fronte a casa, perché dovrei volermene andare. Qui sto così bene.

Il mio amore ha finito per lacerarmi, non potrei resistere, non so neanche come farò a sopportare i giornali, chissà cos'altro si saranno inventati. Però, questo è il mio sogno, loro sono la mia vita, Niall nonostante tutto, lo amo. Forse dovrei tornare.

No. Non torno a farmi lacerare l'anima.

Però forse... ahh al diavolo!

Il mio telefono squilla 'Cher'.

Ho deciso.E' arrivato il momento di cambiare le cose...

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Capitolo 13
*** ..riflessioni.. ***


~~Capitolo 18

..Riflessioni..

"Pronto Cher"

"Ciao Marta, come stai?"

"Potrei stare meglio"

"Pensi di ritornare nel mondo o starai laggiù ancora un po'?"

"Ecco Cher... non credo di voler tornare"

"Capisco, ma comunque qualche scena per il film va girata, non ti chiedo di restare, vieni solo ad un paio di tappe, non ti chiedo di stare con loro, solo fingi davanti ad una telecamera"

"Ah è di questo che si tratta quindi, di fingere davanti ad una telecamera, allora dimmi Cher, quanto hanno finto loro? Fino a che punto? Era tutto finto?"

"Non lo so"

"No dai dimmelo"

"Non erano tanto entusiasti che tu facessi parte del film, eri comunque un altro lavoro per loro"

Sono qui, che la ascolto smontarmi e ricompormi come peggio poteva, ero quindi un lavoro, altro stress, non gli importava. Non mi volevano. E allora perché tutto questo?

"Ok allora dimmi dove devo venire"

"Abbiamo bisogno di riprese in tutti gli stadi, ma alcuni hanno più tappe, potresti tornare nel Tennessee quando ci sono più concerti nello stesso stadio.."

"Vabbè ho capito Cher, devo stare lì tutto il tempo"

"Sì... e.. ecco dovresti anche riprendere i video diari..."

"Ah, qualcosaltro?"

"Sì... dovresti cercare di piacere di più alle fan americane"

"Sì e magari poi me la trovo da sola la motivazione della mia assenza nell'ultima settimana"

"...Beh..."

"Ti pagano per un motivo, trovamela poi in aeroporto me la spieghi, sai tu come deve risultare la mia 'immagine'"

"Va bene ho capito che non è giornata, manderò una macchina al più presto e ti prenoto il volo, ti aspettiamo qui a Foxboro"

"Mi aspettate? Tu e chi altro?"

...

EUGENIO'S POV

Sto qui a cercare di origliare la sua conversazione. Non lo nego, prego in tutte le lingue che non sia costretta a stare lì, la voglio qui con me, dove sono sicuro che sta bene, o comunque meglio che laggiù. Non riesco più a sentire costa sta dicendo, ho solo captato un "Tu e chi altro?" Poi si è allontanata, ma sembrava nervosa.

Chiude la telefonata.

"Allora?" Mi avvicino a lei.

MARTA'S POV

Si avvicina, a passo felpato, e mi guarda, quasi implorando di avere buone notizie.

"Eh allora niente, devo tornare"

"Ma tu vuoi?"

"No"

"E allora perché vai"

"E chi ti ha detto che vado, ho detto che devo andare ma non ti ho detto che vado"

"Quindi?"

"Quindi resto"

"Ma... ma tu lo dici sempre, che sono la tua vita, che lo ami quel ragazzo"

"Fino a qualche minuto fa eri il primo a dirmi che avrei dovuto starmene qui"

EUGENIO'S POV

Ha ragione, ma, è come se... Sento come se tutto non sarebbe più la stessa cosa per lei, come se mi fossi già rassegnato al fatto che sceglierà sempre loro per quanto possa farle male. Perché mi ha sempre detto che quello era il suo posto e anch'io so che lo è. Ma in fondo, ho sempre sognato di averla tutta per me da quando è andata via...

"Sì in effetti hai ragione mi sembrava solo un po' strano"

...

Ha trascorso la giornata come se nulla fosse, sorrideva, o almeno, tentava di darmela a bere. Come se non li riconoscessi i sorrisi finti..

L'indomani l'abbiamo portata in una cittadina a qualche miglio di distanza, in macchina ho aperto twitter. Un sacco di persone avevano ritwittato un suo tweet:

"I'm sorry if I say, I need you, but I don't care, I'm not scared of love, 'cause when I'm not with you I'm weaker, is that so wrong? Is it so wrong?"

...

La situazione stava diventando quasi preoccupante, Marta non ascoltava più la musica, o almeno non in mia presenza, passava il tempo a guardarsi attorno, persa, quasi alla ricerca di un punto fisso tra la sua tempesta interiore e la noia che la circondava. Al mattino quando la svegliavo trovavo sempre le cuffiette sotto al cuscino, è anche vero però che tutte le notti la sentivo piangere...

Arrivati alla cittadina, mentre mio padre faceva la spesa, lei è uscita. Io l'ho seguita, furtivamente. E' entrata in una specie di libreria, non so bene cosa fosse, era più che altro una specie di edicola che vendeva anche libri. L'ho osservata dalla vetrina per almeno mezz'ora mentre sfogliava tutte quelle riviste e trovava articoli su di lei, su Niall, su Selena, sugli One Direction in generale, la guardavo che leggeva, a volte sorrideva, a volte corrucciata sfogliava le pagine, ma la maggior parte del tempo le lacrime le cingevano il viso. Quando è uscita ha fatto come se nulla fosse, è risalita in macchina e siamo tornati a casa.

...

Quella sera mi era sembrata leggermente depressa, a cena non aveva toccato cibo, l'aveva letteralmente snobbato. Mi ricordo che era rimasta tutta la sera fino a notte fonda in veranda, a guardare le lucciole illuminare i campi e ad ascoltare le cicale.

MARTA'S POV

Ho passato intere giornate a non fare niente, ad annoiarmi, deprimermi. Non riesco a fare altro se non a pensare a quella sera, e morire dentro. Il fatto è che non ho trovato nulla che potesse distrarmi da questo pensiero,perché oltre a stare qui in questa veranda non posso fare niente. Non mi ricordavo quanto fosse noioso vivere. Questo mi fa pensare a quanto mi sentissi un microbo prima che tutto questo accadesse, a come odiavo camera mia e starci rinchiusa intere giornate, a piangere pensando al mio idolo che neanche sapeva della mia esistenza, voglio davvero cancellare tutto così?

Sicuramente non posso tornare e stare ancora così male... Non so che fare...

EUGENIO'S POV

Non so più che fare con lei, non parla, sta tutto il giorno in veranda, su quella sedia, e guarda il vuoto. Non è questo che vuole, ma non vuole neanche tornare lì per stare ancora male, ma allora cosa posso fare io per lei? Continuo a rigirarmi nel letto con la speranza di trovare una risposta, ma niente...

Un rumore folgora il silenzio, diminuisce, si dilata, poi ricomincia, è il che il telefono squilla.
Come un gatto nero nella notte striscio fino alla cucina, in attesa di origliare

"Pronto?... Oh hi... No I am in the US... I could feel better... I miss you too... You were right I should have come back home... I don't know if I want to come back, but I realized that I can't stop thinking about you guys... yes I read the magazines... ok I'll wait..."

Perchè parla in inglese? Ma chi è? E poi aspetta cosa?

MARTA'S POV

Mi era mancata la voce di Haz, dice che gli manco, anche loro mi mancano. Nessuno di noi sa che fare, mi manca stare con loro, ma non posso star male di nuovo, certamente non me ne resterò qui ad aspettare che qualcuno venga a prendermi perché non accadrà.

EUGENIO'S POV

Decido di tornarmene a dormire, ho già capito che se ne andrà.

MARTA'S POV

Ho sonno, è ora di andare a letto, cammino lungo il corridoio e osservo il silenzio tetro di ogni stanza, continuo a camminare finchè non ne trovo una che per quanto buia possa essere non mi fa paura. Mi fermo e pian piano butto dentro la testolina. Un lieve riflesso di luna emana una luce fioca, lieve e fragile, ma sufficiente a farmi scorgere la sua figura scura. Lo guardo, e per quanto il buio che mi circonda mi terrorizza, sto qui e lo osservo mentre dorme. Lo guardo e mi sento come un piccolo demone, un'anima abbandonata che lo tormenta, in fondo io gli voglio bene, eppure gli creo solo danni.

In preda ai sentimenti di colpa le lacrime mi cingono il viso. Un singhiozzo rimbomba nel silenzio.

"Non pensi di aver pianto a sufficienza?"

"No per questa cosa no"

"Dai su vieni qui"

Salgo sul letto e mi sdraio proprio accanto a lui, appoggio la testa sul suo petto e il suo braccio mi stringe forte a lui.

"Che ti succede piccola"

"Niente, stavo solo pensando a come sono stata egoista, ti ho fatto soffrire, non te lo merti"

"Ehi, dai non ci pensare"

"No io ci penso, ti voglio bene"

"Anch'io, perché credi che sia venuto a prenderti"

"Non lo so"

Mi stringe ancora più forte, io scoppio in lacrime e affondo il viso nel suo petto.

"Tornerai indietro vero?"

"Perché dici questo?"

"Ho sentito prima, con chi parlavi?"

"Era Harry"

"Ah capisco, il tuo AMICO... e che ti ha detto?"

"Gli manco"

"E che hai intenzione di fare?"

"Non lo so, non me la sento di tornare e stare ancora male" Ricomincio a piangere, il solo pensiero di quella sera mi distrugge.

"Ehi tranquilla, ci sono qui io"

Mi abbraccia ancora, io mi stringo forte a lui.

...

Credo di essere rimasta abbracciata ad Euge qualche ora. Adesso sono qui e mi ritrovo accanto a lui, decido di alzarmi e tornare sulla veranda a guardare nascere l'alba. Mi avvicino a lui e gli stampo un bacio sulla fronte. Lui si sveglia, e senza che io lo veda, quando ormai sono di spalle, mi prende il braccio e mi tira a se. In una frazione di secondo mi ritrovo sdraiata addosso a lui mentre mi bacia.
Terrore.
Per un attimo mi assale la sensazione di aver tradito. Tadire?
Ma tradire chi?
Niall.
Niall? Ma io non ho nessun rapporto con lui. Eppure, mi sento così sporca. In un attimo mi passa davanti agli occhi tutto, TUTTO. Lo strimpellare di chitarra in piazza Duomo, la chiacchierata al bar, le giornate passate con gli altri, il viaggetto in vespa fino a Milano, e poi, e poi vedo il resto, vedo il gruppo di fan che mi sbatte via e lui non si oppone, vedo le notizie sui giornali di lui che smentisce ogni cosa, ogni brivido che avevo percepito, vedo Selena, vedo i tagli, le giornate passata rinchiusa in camera a piangere, vedo il bacio.

Baciare Eugenio non è stato un gesto volontario, è stata una di quelle reazioni incondizionate e spontanee che rapiscono le persone.

E' stata una mia vendetta personale verso qualcuno che non mi stava osservando.

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Capitolo 14
*** ritrovare me stessa.. ***


~~Capitolo 14

ritovare me stessa...

"Il volo 35674 diretto a Milano, Italia, è in partenza al gate 5"

Come al solito sono in ritardo. Corro.

Stamattina mi sono svegliata tardi, ieri, dopo che Eugenio mi ha baciata, sono corsa in camera mia, ho cominciato a fare la valigia e ho chiamato Cher:

"Devo tornare a casa"

"Ma come a casa, ehi dobbiamo lavorare qui"

"Lo so, solo qualche giorno promesso"

Dopo qualche ora mi ha inviato il biglietto e tutto il resto, non avevo realmente intenzione di trattenermi a casa solo qualche giorno. Avevo intenzione di chiudermici dentro e buttare la chiave.

Appena Eugenio è venuto a svegliarmi e ho realizzato che era tardissimo sono schizzata giù dal letto, senza degnarlo di uno sguardo; ho iniziato a correre per la casa saltellando come una pallina infilandomi i vestiti mentre cercavo di raccattare le mie ultime cose in giro. Non sono arrabbiata con lui, ma quello che è successo è un ulteriore problema che ora come ora non posso affrontare.

Arrivati davanti all'aeroporto di Nashville abbiamo notato una marea di persone tra cui giornalisti, non so realmente che cosa stessero aspettando, ma era ovvio che non potevo entrare da sola, mi avrebbero assalita, così Eugenio ha dovuto accompagnarmi dentro cercando di coprirmi avvolgendomi i una grande felpa.

Superato l'assalto dei media, le loro infinite domande sugli ultimi 10 giorni, subito dopo aver mostrato il mio biglietto per poter entrare nell'aeroporto stranamente blindato, quello che ne restava del mio corpo flagellato dalle loro domande è stato trascinato su questi seggiolini dove sono seduta ora.

"Hanno sollevato troppi ricordi- penso- di nuovo"

Mentre ancora una volta muoio dentro, Eugenio mi scuote

"Ehi il tuo volo sta per partire. Marta? Devi andare"

"Eh? Cosa? Ah si il volo" Già mi si è dipinta la tristezza in volto, le lacrime stanno per incorniciarmi il volto.

"No ehi, non piangere- prende il mio volto tra le sue mani- li vedi là fuori i paparazzi? Non puoi. Dai coraggio ora prendi quel volo e vai a casa"

"E' quello che vogliono, vedermi piangere"

"Non devi Marta"

"Non ho ragioni per non farlo" Mi bacia, attorno a noi si alza un grandissimo lampo di luce, i flash dei paparazzi. Che bel casino.

"Ecco ora ne hai una"

Non può averlo fatto di nuovo, no non può. Afferro i miei bagagli e in lacrime corro verso il gate, mentre corro le borse continuano a cadermi dalla spalla e il loro peso mi fa sbilanciare portandomi ad inciampare, ma continuo a correre. Corro, come se qualcuno mi stesse alle calcagna, e in effetti è così. Dietro di me una coppia di ragazzine corre come matte, non stanno inseguendo me, eppure vanno nella mia stessa direzione.

"Sei sicura che è di qua?" dice una

"Sì sì- risponde l'altra- però corri prima che si accorgano di noi"

Chissà dove corrono, ma poi perché l'aeroporto è così blindato? La vera domanda è perchè continuo a farmi queste domande, che cosa mi importa io il biglietto ce l'ho, possono fermarmi quanto vogliono per chiedermelo.

Ritorno a pensare ad Eugenio, al bacio, ai media, a Niall, a tutte quelle cose che mi fanno star male. Corro indietro. E' ancora lì, seduto su quella seggiola ad aspettare che i media se ne vadano per poter uscire, in un attimo gli sono addosso

"L'hai fatto apposta vero? Era tutto calcolato! Dovevano saperlo tutti dovevi ulteriormente dar prova che prima di essere loro io sono tua. E' per questo che ti sei preso cura di me? Per un bacio? O forse per essere finalmente al centro dell'attenzione, sì ecco forse è per questo, beh congratulazioni" Apro le braccia e faccio un giro su me stessa, quasi per dimostargli che tutto il delirio che ci stava circondando era solo opera sua.

"In realtà io non volevo"

"Cosa non volevi?"

"Io l'ho fatto per ovvi motivi che non sono questi, e tu lo sai"

"No- mi avvicino a lui, le nostri fronti si incontrano per un istante e poi mi tiro indietro- tu hai colto la palla al balzo, ma comunque complimenti, ora sei al centro dell'attenzione, tutti ti hanno visto"

"Ti giuro Marta io..."

"Ultima chiamata per il volo 35674diretto a Milano al gate 5"

"Non osare a parlare"

Mi allontano, in lacrime, tradita ancora, tradita dal mio migliore amico.

Mentre corro ancora più in fretta verso il gate la borsa pesantissima mi scivola dalla spalla, così mi sbilancio ancora e inciampo, inciampo una, due, tre volte. Corro ancora, facendo lo slalom tra le persone che mi sono davanti, scavalcano i loro bagagli e a volte spintonandoli per poter assare. Non riesco a trovare il gate, inciampo, smadonno, corro, rinciampo, apro la borsa prendo il tablet per aver subito pronto il biglietto da mostrare. Finalmente trovo un cartello con l'indicazione verso il gate 5. Corro. Rinciampo, non trovo più il biglietto, sto impazzendo mentre corro ancora più velocemente, inciampo nella valigia di una signora e continuo a smadonnare contro il tablet.

Buio. Mi ritrovo per terra, davanti a me un grande omone.

"Ehi, ma che ci fai qui? E dove corri così di fretta?" Non ci posso credere. E' Mark.

"No Mark la vera domanda è che ci fai tu qui"

"Io sto lavorando, piuttosto tu dove scappi?"

"Lontana da qui" inizio a correre, inutile dire che Mark mi afferra per un braccio e con la sola forza di una mano riesce a trattenermi senza sforzo mentre disperatamente mi dimeno per cercare di correre al gate.

"Ma mi spieghi che ci fai qui a Nashville?"

"Ripeto, sto lavorando"

"Lavori?"

"Domani c'è un concerto qui, non so se hai presente"

"Ah... quindi con te ci sono anche..."

"Esattamente"

"Dimmi che sono distanti"

"In realtà no"

"Ma guarda un po' chi si rifà viva" Un braccio mi cinge il collo, delle labbra mi sfiorano la guancia, una voce sussurra al mio orecchio "Mi sei mancata"

Mi volto. E' Harry. Mark si allontana e ci lascia soli. Appena mi volto Harry nota il mio pianto

"Ehi ma che hai? Perché piangi?"

"Basta fingere Harry, dillo, lo so me l'ha detto Cher, io sono solo un lavoro per voi"

"A dire il vero no, sai, se non avessi parlato io con i produttori tu non saresti qui" Il mondo crolla. Mi sento una grandissima merda ad averlo accusato così, lo abbraccio.

"Scusa Haz, ma mi sta crollando tutto addosso"

"Ehi non ti preoccupare, ci sono qui io" stessa frase, ancora una volta qualcuno mi ripete questa maledettissima frase e io prego che almeno questa volta non venire delusa. Haz mi abbraccia e mi accarezza la nuca, io mi abbandono tra le sue braccia mentre piango come un bambino che si è perso al supermercato. Subito però mi ricordo del volo

"Devo andare"

"Andare? E andare dove?"

"A casa"

"A casa? E che ci vai a fare lì?"

"Vado a ritrovare me stessa"

"Ma il tuo posto è qui, con noi"

"Non sono pronta a star male, di nuovo"

"Lo so che quella sera ci sei rimasta male, che eri triste e hai il cuore a pezzi ma dovresti ascoltarmi"

Non posso restare, mi libero dalla sua stretta e corro verso il gate. Lui mi afferra il braccio

"Aspetta" Mi volto, lo guardo con lo sguardo segnato dal pianto, lui mi osserva e sul suo volto traspare la tristezza

HARRY'S POV

La guardo e non mi sembra più la stessa, mi sembra di rivedere la ragazza all'albergo, quella perennemente in lacrime, con le bende sugli avambracci, quella che si sedeva a guardare il vuoto, quella dai sorrisi finti, quella che aspetta di essere salvata.

EUGENIO'S POV

Sto qui, seduto su questa panchina, ad aspettare che questi giornalisti si levino.

"Ma cosa ho fatto-penso-non era mia itenzione, ma adesso sarà distrutta, e io dovevo aiutarla"

Non esito, mi alzo e mi dirigo verso il gate, devo chiederle scusa. Corro, continuo a cercare disperatamente un cartello che mi indichi la retta via... nada. Incrocio due ragazzine

"Ciao sapete dove poso trovare un ufficio informativo?"

"No noi siamo qui solo per gli One Direction"

"Come come? One Direction?"

"Sì il loro volo è atterrato poco fa ma non troviamo il gate"

Ora era tutto chiaro, i giornalisti, l'aeroporto blindato, il delirio generale... E se Marta li ha incontrati? Oddio. Non resisterebbe. Devo trovarla.

La chiamo.

"Pronto?"

"So che non vuoi parlarmi ma devo parlarti, dimmi che sei sull'aereo e aspetti di decollare"

"No"

"Beh salici e alla svelta"

"Perché?"

"In aeroporto ci sono gli One Direction"

"Sì lo so..."

"Non dirmi che li hai incontrati"

"Sì -sussurra- sono stata bloccata da Mark e Harry, ho paura Euge, se vedo Niall è la fine"

"Stai calma- ansimo- sto arrivando, dove sei?"

"Ti vedo"

MARTA'S POV

Lo vedo e per quanto lo odi, mi abbia creato un altro problema non potrei essere più felice di vederlo.

EUGENIO'S POV

La vedo, sta là, seduta su un divanetto, mi guarda e mi fa cenno di avanzare, davanti a lei Harry e un uomo molto grosso.

Mi guardo attorno, e cerco una direzione in cui trascinarla appena la raggiungo. Davanti a me, proprio nella direzione opposta, li vedo, Louis e Liam, l'hanno vista e si dirigono verso di lei, io corro, corro, e l'afferro per il braccio pronto a portarla via, lei corre assieme a me, ci vedono e iniziano a correrci dietro.

Corro, corro e me la trascino dietro ormai, continuo a spintonare le persone che intralciano la nostra fuga, continuo a cercare disperatamente un'uscita, mentre la borsa pesantissima di Marta continua a scivolarmi dalle spalle; ci infiliamo in uno stretto corridoio che porta ai bagni, intanto il mio telefono squilla 'papà', "Cavolo-penso- è là fuori da un pezzo".

MARTA'S POV

Ormai persa nei miei complessi mentali, mi faccio trascinare via da chiunque mi afferri; in balia delle decisioni altrui, io corro.

Eugenio mi trascina, a volte si gira e mi sorride, quasi per rassicurarmi; so che ciò che ha fatto è sbagliato, è un problema, ma sono talmente persa che ora come ora non riesco a pensarci, vedo solo la mia grande tempesta interiore e la noia che mi ha circondata in questi ultimi giorni, un punto fisso tra le due all'apparenza non esiste, e allora che fare?

Tutto a un tratto mi giro, e vedo Harry Liam e Mark che ancora ci stanno dietro, il corridoio sembra stringersi mano a mano che avanziamo. Eugenio si ferma di colpo, ma io sto ancora guardando lo sguardo di Harry, uno sguardo rassegnato, ma non del tutto, e continuo a correre.

Ancora una volta la luce si spegne, ma si riaccende in un lampo, ed eccomi, circondata da un sacco di persone ansimanti, io ed Eugenio ci ritroviamo nel mezzo, ed io, sono finita di nuovo a terra, tra le braccia di nientemeno che Niall James Horan.

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Capitolo 15
*** ..Rivelazioni.. ***


~~Capitolo 15

...Rivelazioni...

Per la prima volta, dopo tutto questo tempo, lo vedevo davanti a me, e non mi sembrava vero.

NIALL'S POV

E' successo tutto in una frazione di secondo, giusto il tempo di accorgermi di lei nella folla, che mi è finita addosso. BRIVIDO. Ed ora eccola qui. Ricordo l'ultima volta che l'ho vista... e sembra ormai così lontana, quando tra le braccia del suo amico avvolta in una giacca e fradici si allontanavano; le sue pupille, rosse di pianto, non mi parlò, non disse niente, ma mi ammazzò con lo sguardo, con un'occhiata, come se avesse voluto dirmi "Tu mi hai ridotta così"...

Per un attimo distolgo lo sguardo per riuscire a dimenticare tutto quel dolore che aveva dipinto in faccia, ed eccola che ancora una volta, distrutta, si allontana.

MARTA'S POV

Rivederlo qui, davanti a me, è qualcosa di troppo forte, non so neanche come poterlo definire, è qualcosa che prende lo stomaco e lo contorce, lo tagliuzza, sminuzza, calpesta, che lo mastica e lo sputa per poi ricalpestarlo; è felicità o dolore, non lo so.

...

EUGENIO'S POV

Sto qui , fuori dalla porta di un bagno per cercare di parlare con lei

"Ehi, dai esci"

"No"

Con la testa cerco tra la folla i 5 ragazzi, che, seduti ancora su quel divanetto, sembrano disperatamente cercare da parte mia un cenno, una frase, una parola, un qualcosa, in modo che io possa dirgli 'E' tutto ok'

"Marta guarda che sono ancora là fuori"

"A loro non importa di me, lo dicevi pure tu"

"Allora mi sbagliavo"

"L'ha detto pure Cher, io sono solo lavoro per loro"

"Marta, so che dopo quella sera alla festa tutto è cambiato, ma ecco.. Io so che quella ragazza esiste, quella che difendeva a spada tratta 5 completi sconosciuti, quella che piuttosto di ammettere che lei stessa per era solo un lavoro ha smesso di parlarmi. Io lo so, hai il cuore a pezzi, ma quei ragazzi ci tengono davvero a te, perché dovrebbero stare ancora lì altrimenti? Li ho letti i giornali, li ho guardati i video e le interviste..."

"Sì certo, i video e le interviste... l'ha detto Cher, si tratta solo di fingere davanti ad una telecamera, fingevano, non gli interessa..."

"Marta sì che gli interessa, senti, non te l'ho mai detto, ma..."

MARTA'S POV

Qui, rannicchiata sul water, in questo bagno, mentre Eugenio parla fuori dalla porta:"quella che difendeva a spada tratta 5 completi sconosciuti, quella che piuttosto di ammettere che lei stessa per era solo un lavoro ha smesso di parlarmi" allora realizzo. Cinque sconosciuti, SCONOSCIUTI. In effetti era così...Io sapevo tutto di loro, ma solo per amore, per passione, ossessione, perché sono loro, gli One Direction, sono i miei idoli. Quindi, anche il mio amore per Niall, era solo ossessione? Solo ossessiva, infantile e convulsiva mania da quindicenne eccitata dalla sua fama? Tutto qui?

"...Non mi piace quando le persone mi dicono che sono famoso, non amo questa parola, ti priva di ogni sostanza, non è come dire che sei un bravo ragazzo o una persona divertente, tutto si annulla dietro alla frase 'è famoso', è una cosa così strana, la detesto...

...Ho paura di incontrare qualcuno che non sia sincero con me, che stia con me non perché sono io, ma per tutto questo, e allora mi chiedo, se non ci fosse tutto questo, questa persona starebbe ancora con me?"

Le parole di Liam e Harry in 'This is Us' mi rimbombano nel cervello come un campanello d'allarme. E' ufficiale, io amo i miei idoli, in quanto tali,non per le persone che sono... mi sento uno schifo. E Eugenio, il mio migliore amico, l'ho messo in secondo piano a questa mia ossessione, senza parlargli più..

EUGENIO'S POV

Singhiozza. "No ehi dai ascoltami un attimo, io non te l'ho mai detto, forse per egoismo, o forse perché effettivamente ti avrebbe ferita, ma quella sera, quella del bacio, mentre tu dormivi e ti stavo portando via, i ragazzi sono tornati in albergo e cercavano te, io mi sono messo in mezzo, volevo che tu stessi tranquilla, so che ti arrabbierai perché sì.. perché loro sono i 1D, ma io ho fatto tutto questo perché pensavo che ti avrebbe fatto meglio- silenzio, ho quasi paura di aver fatto qualcosa di male, decido di continuare- s-sai, anche Niall è tornato in albergo, da solo, e sembrava cercasse qualcuno, sembrava cercasse te, e aveva dipinto in faccia il dispiacere, secondo me per quello che era successo, sapeva che stavi male ed era tornato, perché ci tiene"

"Tu l'hai visto?"

"Sì, e lui ha visto anche te"

"E che cosa ha detto?"

"Niente, ho voluto per una volta intervenire con una delle mie solite frasi fatte per spezzare l'atmosfera e portarti via"

"E che hai detto?"

"Aveva occhi solo per te, ma tu guardavi da un'altra parte" La sento, ridacchia. Sollievo.

MARTA'S POV

"Devo dire che se non altro la tua figura da grande salvatore anime perdute l'hai fatta"

"Ahahah si forse sì"

L'atmosfera si è fatta meno pesante, ora tutto sembra diverso, migliore, e per quanto il mio atteggiamento da adolescente eccitata mi abbia dominata in tutto questo tempo, mi rendo conto che a questi ragazzi nel poco tempo passato insieme qualcosa di me è rimasto, forse ha ragione Eugenio, ci tengono.

"Allora usciamo o non usciamo da ques.."

EUGENIO'S POV

Neanche il tempo di finire la frase che già lei apre la porta e mi abbraccia

"Grazie"

Mi si dipinge in volto la felicità, quella che si prova nel rendere felice qualcuno, e finalmente dopo tutti questi giorni di inutili tentativi, per quanto questo bagno sia puzzolente, lei sorride, tutto si è chiarito.

"Ehi- sussurro- che stai aspettando?" Sorride.

"Che intendi dire?"

"Che stai aspettando a corrergli incontro"

"Aspetto che tu venga là fuori con me"

"No davvero... io non credo ch..."

Ancora una volta, prima di poter finire di parlare vengo trasportato dalla sua emotività. Mi prende il braccio e mi trascina da quei ragazzi, che sorridenti la accolgono, io me ne sto in disparte, e la guardo felice, che ritrova il suo posto nel mondo.

"Ehi amico, grazie" Mi volto, un ragazzo, sono apparentemente sicuro che sia Harry, mi tende la mano, io gliela stringo

"Di niente"

"Come ti senti a vedere tutto questo" indica Marta che parla con Niall

MARTA'S POV

Eccoli, i miei ragazzi, da qui in poi è tutto da ricostruire, abbraccio Zayn

"Ehi amichetta di canna" dice mentre mi sorride e con il dito mi da un ponfetto sul naso.

"Ciao amichetto, mi sei mancato"

Ecco che due bisonti mi saltano addosso.

"Che bello rivedervi ragazzi"

"Ah fai pure l'ironica, Payno, sai cosa fare" In una frazione di secondo mi ritrovo rivolta a testa in giù da due bambini di 20 e 22 anni

"Okok ho imparato la lezione" I due mi lasciano cadere a terra come un salame, e tutto sfocia in una risata.

"Ehi fate con calma- interviene Niall che mi porge la mano- che qui siamo delicati"

Esito a dargli la mano, non perché non mi fidi, è più una di quelle situazioni imbarazzanti, in cui la timidezza prende il sopravvento e le guance cominciano ad arrossire, a tal punto che dietro di me, mentre gli sto porgendo la mano, dal silenzio imbarazzante creatosi si leva, probabilmente da Liam, un "Ooow".

"Grazie" gli dico arrossendo sempre di più

"E di cosa" Mentre mi sorride il mondo sembra fermarsi, ed è come se nulla fosse cambiato, lo guardo ancora come la prima volta, come sempre; allora qualcosa c'era, e non era solo ossessione, allora io realmente ero innamorata di lui. Lo abbraccio.

"Temevo che non mi avresti mai più rivolto la parola" gli dico mentre già da dentro mi parte la crisi di panico e le lacrime stanno per scendere.

"Anch'io temevo lo stesso da parte tua"

"Mi dispiace Niall... il fatto è..."

"Nono davvero, non c'è bisogno di spiegazioni, io...io ho cercato di fartelo notare, quel giorno alla metro, ma tu sei scappata, avrei dovuto dirtelo prima che succedesse tutto questo..."

EUGENIO'S POV

Mentre Harry me li fa notare che stanno parlando, io rispondo

"Beh, come dovrei sentirmi, mi sento bene"

Mi fa vedere il telefonino, a quanto pare la notizia del nostro bacio è volata

"Davvero?" mi domanda con fare malizioso

"Sì davvero"

MARTA'S POV

"Mi sembra giusto il povero Harry non conta niente" Harry mi arriva alle spalle, e per quanto l'avessi già salutato e abbracciato un'ora prima, non potevo essere più felice di farlo di nuovo.

"Sì in effetti non riesco a capacitarmi del fatto che sia ancora nella band"

"Ahahah ti piacerebbe" Mi si avvicina, le sue braccia mi avvolgono, e io mi sento come rapita da un vortice di allegria. Lo abbraccio.

"Ciao Haz"

"Bentornata"

...

Ritornata in albergo, subito dopo la ramanzina di Cher, mi sono resa conto di come mi è mancato tutto questo. Il fatto di alzarmi al mattino e trovarmi circondata da tutti loro, dai miei idoli, anzi mi correggo, dai miei nuovi amici. Quella sera l'abbiamo passata seduti al tavolo del ristorante dell'albergo, a parlare del più del meno. La metà delle conversazioni sfociavano in una battuta di Lou, in una risata collettiva o in qualcos'altro di stupido e divertente. Eugenio è rimasto con noi dopo aver parlato con suo padre, sono felice che sia rimasto. Mentre parlavamo tutti assieme, ogni tanto Eugenio mi tirava un colpetto al polpaccio con il piede, quasi come per dirmi 'Lo stai fissando da mezz'ora ti conviene ritornare nel mondo' in effetti, per quanto io mi stia concentrando a ricostruire tutto, continuo a perdermi nel blu dei suoi occhi, nel suo sorriso così genuino, in ogni sua piccola virgola, mi perdo nel guardarlo rendere una stanza luminosa, per quanto mi trovo circondata da persona altrettanto sensazionali.

EUGENIO'S POV

Ieri in aeroporto non ho mentito ad Harry, ero davvero felice, ho capito che è quello il suo posto, vedere come lo guardava, lui, il perfetto sconosciuto, mi ha fatto capire che è questo ciò di cui ha bisogno. Se solo lui la conoscesse meglio saprebbe quanto è stracotta di lui. Il mio posto è questo, stare con lei, consolare lei quanto lei consolerebbe me. Non ho rimpianti, ora mi aspettano questi giorni da passare con loro. Spero solo che tutto vada bene. Per il momento mi accontento di stare in questa stanza bellissima di quest'albergo lussuosissimo a guardare le fan che alle 4 di notte stanno là fuori con Marta a fare casino. E' tutto come una volta, è tutto tremendamente perfetto.

MARTA'S POV

Stamattina mi sono svegliata di buon ora e ho deciso di chiamare Euge, per vedere di organizzare una bella sveglia a tutti, da immortalare in uno dei miei nuovi video diari.

"Beh sì direi che i gavettoni sono d'obbligo, fa un caldo qui... ahahah"

Così eccoci qui, che rubiamo le pistole d'acqua di Lux e le riempiamo

"Non è strano però?"

"Cosa?"

"Selena, non si è più fatta viva"

"Bo, non ne ho idea, se fosse per me potrebbe pure andarsene e non tornare"

"Ahah sei la solita, ma Niall non ti ha detto niente?"

"No, niente"

Per un attimo ripenso alle parole di Niall, proprio prima che Harry ci interrompesse cercava di dirmi qualcosa
 'quel giorno alla metro ho cercato di avvisarti'
avvisarmi?
Non mi ricordo tanto di quel giorno, mi ricordo solo che cercavo disperatamente di andarmene e gli ho chiesto perché non ci fosse Paul, al che lui ha risposto che... cosa aveva risposto? Ah già, che il suo manager non gliel'avrebbe mai permesso.

Fermi tutti.
Mi sembra di vivere nel telefilm 'Raven' quello della veggente, di essere dentro quelle scene allucinanti in cui l'occhio le diventa argento e legge il futuro, solo che non vedo cose future, vedo cose passate, mi torna alla mente una conversazione in albergo con i ragazzi in assenza di Niall e Selena "Comunque fai bene a guardarla così, non piace neanche a me... In realtà non piace a nessuno... Secondo me neanche a Niall, può essere anche qualcosa che gli ha imposto il suo manager, noi siamo amici ma ciò che ci dice il manager resta col manager, il lavoro non intralcia la nostra amicizia, anzi..." Le parole di Louis, Luke e Liam folgorano i miei pensieri come un fulmine a ciel sereno.

O mio Dio.

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Capitolo 16
*** vivere ***


~~Capitolo 18

vivere.

A volte mi chiedo, perché mai, tra tutte le persone che popolano questo universo, ho avuto io la fortuna di trovarmi qui, e se mai, per caso, non fossi stata io, se fosse stato qualcun altro, io dove sarei? A volte ci penso... ci penso e mi rendo conto di quanto le coincidenze siano fatali nella vita, di quanto tutte queste piccole cose che vanno a formare il nostro essere, siano importanti tanto quanto non lo sono, non sono niente in realtà, tutto si basa su quanta fortuna hai raccolto il giorno in cui tutti erano in fila aspettando che gli venisse distribuita. Proprio stamattina, dopo l'agguato ai ragazzi, tutto sembrava perfetto. Poi una ragazza è entrata correndo nell'albergo, non cercava i ragazzi, cercava me. Mi ha dato una lettera, poi, trascinata da Mark, è uscita. Nella lettera parlava di quanto lei ami i ragazzi, di tutte quelle piccole cose di lei in cui anch'io mi riconosco... "Io non ti odio Marta, trovo solo ingiusto che quel giorno al tuo posto non ci fossi io, e come tutte le altre ragazze del globo, il mio atteggiamento sprezzante è solo un altro modo per farti capire quanto sono invidiosa che il regista abbia dato la parte da protagonista a te, mentre io sono solo una comparsa, un pezzo di sfondo, anche tu eri come me, e allora tu cosa hai di diverso? Di migliore? Che hai fatto per meritarti questo?" Ha ragione, io cosa ho di meglio? Niente, proprio niente.

Così, mentre sto qui allo stadio, qualche ora prima che il concerto inizi, piano piano realizzo il piccolo granello di sabbia che sono. Guardo lo stadio, pieno. Anch'io ero lì, giusto due mesi fa, solo una delle 60mila persone sullo sfondo. E ogni sera, al mio posto, una ragazza diversa, sempre, e lo stadio, sempre pieno; l'indomani al mio posto si sarebbe seduta un'altra ragazza, e poi un'altra ancora...

E' davvero importante quindi? Sapere se realmente quella era una trovata dei manager? Mi importa davvero? Sì che mi importa, ma è rilevante? No. Io, io sono solo un granello di sabbia trasportato dalla corrente giusta, non ho niente. E per quanto Selena non fosse niente, io per Niall ero, sono e sarò sempre un granello di sabbia, simpatico magari, un granello amico, ma pur sempre un granello.

Ma è finito il tempo di piangersi addosso, è arrivato il momento di sorridere, come dice Cher, meglio interpretabile come il momento di fingere e fare il proprio lavoro.

FAN'S POV

Stamattina quando mi sono svegliata puzzavo terribilmente e la mia testa poggiava sulle gambe di una qualche sconosciuta, che come me, era in fila dalla sera precedente sperando di riuscire a trovare un posto menchemeno decente, il prato funziona così, e nonostante ciò, sapevo che avrei dovuto tirare tante sportellate per sperare di arrivare in prima fila. Per tutta la mattina c'è stato un grande trambusto attorno ai cancelli dello stadio, ma all'ora dell'apertura è calato il silenzio, silenzio colmato solo dai grandi tonfi dei nostri piedi, che correvano lungo le rampe per piazzarci sotto quel palco. Ho atteso ore, ma finalmente ce l'avevo fatta, e attaccata alla mia transenna come un Koala alla sua mamma aspettavo che lo show iniziasse.

Quando è arrivata Marta, lo stadio ha continuato imperterrito a tacere e ristagnare nel suo lieve ronzio di sottofondo, nessuno l'ha calcolata, e lei, rannicchiata su una delle rampe del palco, stava lì e ci guardava. Le uniche volte che si è avvicinata alle fan, queste le hanno chiesto dove fossero i ragazzi, se avrebbe potuto consegnargli le loro lettere, i loro disegni, e se durante il concerto avrebbe preso i loro telefoni per fare qualche video con esso saltellando per il palco. Una schiavetta insomma, e lei, con un grandissimo sorriso e una scritta 'depressa' tatuata in fronte, prendeva tutte le lettere e i peluches e rispondeva "Farò il possibile, voi teneteli carichi". Non mi ero mai accorta realmente di come questa ragazza soffre, forse perché mi immagino sempre di essere al suo posto e che viva una vita fatta solo di sorrisi e One Direction, oh ma sicuramente lei vive di questo, ma allora perché si raggirava per il palco come una piccola anima grigia accesa da un grandissimo e fintissimo sorriso scintillante?

Appena mi si è avvicinata avevo quasi paura di disturbare il suo lento e repentivo riflettere, ma ho preso coraggio.

"Scusa, ti dispiacerebbe per caso..?" Credo che qualsiasi altra persona non mi avrebbe degnata neanche di uno sguardo, avrebbe continuato la sua traversata nel piccolo corridoio che separa il palco dalle fan e seccatamente avrebbe risposto "Sì te lo faccio il video col cellulare, se passo". E invece, lei si è voltata, ha sorriso "Sì dimmi"

"No è che volevo sapere se ti andava di fare una foto" Per un attimo si è guardata attorno, quasi per cercare qualcuno.

"I ragazzi non sono ancora arrivati"

"Nono, io intendevo una foto con te" Sbigottita mi ha guardata come se stessi parlando in aramaico, poi la sua espressione è cambiata

"Volentieri"

"Posso metterla su twitter?"

"Sì certo, taggami che ti aggiungo"

"Ok senz'altro"

MARTA'S POV

Apro twitter e vedo tra le notifiche u post in cui sono stata taggata

"Nice to meet you @OnceInALouTime_ and thank you for all you have done for directioners" cito il post
"Felice dell'esistenza di qualcuno che non mi vede come un mezzo per raggiungere I ragazzi, felice di conoscerti, grazie a te"

FAN'S POV

Non credevo che realmente mi avrebbe aggiunta, che mi avrebbe risposto, ma se non altro le avevo parlato, avevo una foto con lei, ma soprattutto l'avevo fatta sorridere.

Appena appare tra le notifiche il suo tweet inizio a gridare. Grido, mentre vedo i RT e i FAV che aumentano. Grido quando vedo che anche Niall interviene nella faccenda e mi segue. Subito dopo il mio sclero passato non indifferente, tutte le ragazze hanno iniziato a chiamare Marta, ma ormai lo show stava per iniziare, ed è tornata indietro.

MARTA'S POV

"Quindi hai intenzione di rubarci i riflettori?"

"Ahahah, vai a lavore Clifford!"

"Ottimo lavoro- interviene Cher dandomi una pacca sulla spalla- ti senti meglio?"

"Che intendi"

"Prima mi sembravi un po' giu"

"No, sto bene tranquilla" La rassicuro con un sorriso, in effetti quella ragazza mi aveva resa di buon umore, e adesso ero pronta a tornare laggiù, nella terra di nessuno, tra le fan e il palco, a scatenarmi.

...

Finita l'esibizione dei 5sos corro dietro le quinte, direttamente dal direttore di scena

"Ehi"

"Che vuoi ragazzina non vedi che sto lavorando?"

"Ehi amico- dietro le mie spalle arriva Liam, lo aggredisce con lo sguardo- non trattarla così"

Improvvisamente l'atteggiamento del quarantenne frustrato davanti a me cambia, e voltandosi verso di me continua

"Di che hai bisogno tesoro?" Il suo tono gentile sapeva tanto di finto, se non altro solo perché appena finito di pronunciare questa frase ha guardato Liam.

"Volevo sapere se potevo annunciarlo io l'inizio del concerto" l'espressione dell'uomo si fa corrucciata, ma la voce di Cher interrompe la sua momentanea crisi isterica

"Ottima idea!". Ricevuto il mio microfono mi avvicino a Liam

"Grazie"

"Di niente, lo faccio volentieri per la mia piccola pazza" Mi passa una mano tra i capelli e me li scompiglia, io ricambio. Dietro di lui passa Niall, e come un segugio che adocchia la preda lo seguo con lo sguardo, lui mi nota e Sorride; "Che Dio maledica ogni suo sorriso" penso, quelli in cui cado stregata ogni singola volta, e resto a guardalo come un ebete anche 5 minuti dopo che se ne è andato.

"Ehi- Cher mi scrolla- bell'addormentata nel bosco è arrivato il tuo momento"

"Eh? Cosa? Ah sì, vado allora..."

Cammino, intorno a me inizia ad alzarsi la musica, mentre sono sul montacarichi, le casse emettono un rumore così forte da far tremare l'aria che mi circonda, finalmente intravedo il palco, continuo ad alzarmi, i riflettori mi accecano, il pubblico alza un grido devastante e capisco perche gli auricolari dei ragazzi sono isolanti. Tremo, l'agitazione mi rapisce, davanti a tutte queste persone, a differenza di questo pomeriggio, non mi sento più un granello insignificante, sono felice.

"Nashville are you ready?!?!?- delirio, le fan alzano le mani e iniziano a gridare, mi sento tanto Lou a dire queste parole,magari adesso è dietro le quinte a dire 'Diamine mi ha rubato la battuta'- Come on, make some noiseee!!!!"

Tutto è iniziato con un grido, e dopo canti balli, salti, grida, video con i telefonini di ragazze che poi non ritrovavo più, sguardi scambiati con i ragazzi, il concerto è finito con un altro grido, con altro delirio e amore dalle fan.

...

Mentre corriamo verso i suv vedo Cher in lontananza che mi saluta, sto per dirigermi verso di lei per salire in macchina quando la mia corsa viene interrotta da qualcuno che mi afferra ad un braccio

"Vieni con noi che andiamo ad una festa"

"Ehm non so... devo chiedere a Cher" La guardo in lontananza con lo guardo di un bambino che indica le caramelle implorando la madre dicendo 'posso?' Con un cenno fatto con la mano Cher approva.

"Ecco ora vieni?"

"Certo" In un attimo mi trovo catapultata in una macchina con Lou che mi trascina dentro e Zayn che come al solito tenta una pennichella.

"E' forse uno dei nostri raduni di amichetti di canna?"

"Ah-ah spiritosa" interviene Malik in uno dei suoi scatti pre-pennica.

"Ragazzi mi dispiace ma non possiamo andare alla festa" coi interrompe Paul seduto sui sedili anteriori

"Perché?" esclamiamo assieme come bimbi a cui viene tolta la merenda

"Motivi di sicurezza, la città è bloccata, vi riportiamo in albergo, regalatevi un po' di riposo"

"Sono d'accordo" interviene Zayn

"E non ne avevamo dubbio" continua Lou.

"Beh allora mettetevi comodi che l'albergo è abbastanza distate e il traffico sembra non scorrere"

Mi accucciolo in mezzo ai miei Zouis e crollo in un sonno profondo.

...

"Marta? Ehilàh? Svegliati... MARTAAAAA?!?!?"

Grido "Che succede?!"

"Niente siamo arrivati" Risponde Lou con un sorriso innocente

"Scusami e tu gli hai permesso di gridare in questo modo?" Dico rivolgendomi a Zayn che irritatamente si stiracchia

"Tu che dici?!" Ridiamo.

Scendo dalla macchina e do la buona notte a tutti i ragazzi con un caldo abbraccio, entro in camera mia e mi butto nella vasca da bagno.

Finito il bagno mi vesto e decido di vedere cosa posso fare per le fan laggiù in mezzo alla strada; salgo sul terrazzo dell'albergo e sporgo la testa, ma giusto quel poco per spiarle da quassù, senza alimentare delirio inutile. Quest'albergo deve essere decisamente sperduto nel nulla, le ragazze non sono tante, sono anche le 4 del mattino tutto sommato.

"Anche tu non riesci a dormire?" Mi volto, lo vedo. Panico.

"Sì in effetti ho dormito un po' troppo in macchina per venire qui"

"Ah capisco"

"E tu che ci fai qui?"

"Avevo voglia di prendere un po' d'aria"

"Capisco, beh ora io devo andare, ci sono delle ragazzine che mi aspettano laggiù"

"Ehi ehi- mi prende e mi trascina a lui- perché scappi sempre, non riusciamo mai a parlare"

"E' solo che.." Cerco di distogliere lo sguardo, sarò diventata tutta rossa, che imbarazzo. Spero solo di non iniziare a tremare, appunto, l'ho citofonata.

"Ma che hai senti freddo? In effetti c'è una bella arietta qua fuori, vieni dai andiamo a riscaldarci un po'"

"No davvero sto bene"

"Dai non c'è problema stai tremando tutta, vieni andiamo in camera mia e beviamo qualcosa di caldo"

"Ma io devo andare dalle fan..."

"Andremo dopo, promesso"

"Ok Horan mi hai convinta"

Rientriamo in albergo e già sento che dentro di me si sta scatenando uno tzunami, una tempesta, pioggia torrentizia, uragano. Continuo a camminare accanto a lui e mi ripeto tra me e me "Stai calma, stai calma, stai CAL-MA!"

Entriamo in ascensore e cala il silenzio, imbarazzante e gelido silenzio. Sembra la scena di un film, ritti uno accanto all'altro con la coda dell'occhio guardiamo l'altro ma appena i nostri sguardi si incontrano, imbarazzati facciamo finta di guardare da un'altra parte.

"Ecco benvenuta nel mio mondo"

"Beh devo dire che la tua stanza è giusto un filo più grande e più bella della mia"

"Beh- mi arriva alle spalle, le sue braccia mi cingono le spalle e la sua bocca mi solletica il collo- diventa una star mondiale e ne riparliamo" Ridacchio imbarazzata e con un paio di balzi mi allontano dalla sua stretta, la sua espressione sembra cambiare.

"Allora, hai fame?"

"Un po', non ho mangiato"

"Io sì ho mangiato, però ho ancora fame"

"Che strano" Sorride, mi si avvicina e con le dita mi accarezza il naso, quasi come quando da piccola un adulto imbesuito mi si avvicinava e diceva "Ti ho preso il nasinoo!"

"Se mi permetti ordinerei qualcosa, una sorpresa"

"ehm...ok"

"Bene allora, mettiti comoda torno tra un attimo"

Mi siedo sul divanetto e prendo un cuscino in mano, lo strizzo forte e ci soffoco dentro un grido.

Rientra e mi si siede accanto, il suo braccio ancora una volta mi avvolge, ed ecco che in automatico riparte il mio tremore.

"Hai fatto un bel lavoro oggi, con le fan"

"Si beh.." Arrossisco e abbasso lo sguardo. Lui mi prende il mento e mi alza la testa.

"Ma che hai? Sembra così difficile parlare con te, ogni volta mi liquidi con qualche parolina, che ti succede"

"Non... no davvero niente" Riabbasso lo sguardo e ancora una volta lui mi rialza il viso

"Ehi, guarda come fai, perché riempi con il silenzio ogni istante che passiamo assieme? Sai quante cose si potrebbero fare al posto di guardare nel vuoto?"

Impietrita. Non so che rispondere sono rimasta paralizzata. Vorrei poter piangere, ma non posso. Sto qui e lo guardo che disperatamente aspetta una mia risposta. Gli occhi mi si riempiono di lacrime.

"Scusa, non sono molto socievole"

"No ehi, non fare così, tu sei fantastica, guarda tutte le cose che fai. Il mondo ti ama"

"Non credo proprio..."

"Beh se non lo faranno loro lo farò io" Che cazzo ha detto? Ecco questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Inizio a tremare freneticamente, non so che fare davvero sento di star per scoppiare, potrei dare vita ad uno scoppio nucleare ma tutto ciò che mi esce dalla bocca è un lieve e sibilante "grazie" mentre lo abbraccio stretto. Mi accarezza la nuca

"Di niente" Alzo lo sguardo e per la prima volta sono io a cercare i suoi occhi

"No grazie davvero" Mi sembra di vivere in un film, in una di quelle scene stupende e perfette, in cui tutto si cela in un dolce, sexy e bellissimo bacio.

"SERVIZIO IN CAMERAAAAAAAA!" Tutta la magia viene interrotta da Harry che entra in camera con le pizze indossando un paio di occhiali giganti, che lo fanno sembrare una piccola e dolce mosca.

"Ho visto la cameriera con in mano le pizze e sapevo che era diretta in camera tu...- Mi vede e si paralizza- c-ciao Marta!!"

Ecco, che bello, imbarazzo time!

"Ehi Haz!" Mi alzo dal divano e lo abbraccio.

"Ho una gran fame sgancia la pizza"

"Sei sempre il solito Niall" Harry ci lascia la pizza e si dirige verso la porta

"Aspetta- lo fermo- ti va di restare? Io non mangio tutta"

"Sì dai..."

Abbiamo passato la serata nei meglio modi, facendo scherzi telefonici a Lou, che arrabbiato ci ha raggiunti ma si è subito unito alla ciurma degli scherzi, poi abbiamo fatto uno scherzone a Liam svegliandolo mentre dormiva, e infine abbiamo racchiuso Zayn nelle lenzuola del suo letto e lo abbiamo trascinato giù dove le fan ci hanno accolti, tutto ripreso fedelmente dalla mia telecamerina.

Ora sono all'incirca le otto del mattino, prima di ritornare in camera sono dovuta ripassare in quella di Niall perché avevo dimenticato il mio telefono, e poi non so come mi sono risvegliata stringendo la sua felpa sul divano di camera sua. Davanti a me, su un tavolino da salotto, su un piccolo vassoi etto, un cappuccino e una brioches

"Siamo ad una intervista radio, torno presto x :)".

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Capitolo 17
*** si tratta solo di recitare ***


~~Capitolo 18

Si tratta solo di recitare

Affondo la mia testa nella sua felpa e assaporo il suo profumo, profumo di Horan, profumo di bello. Addento la mia brioches e seduta sul terrazzo attendo ansiosamente che ritorni indietro, non vedo l'ora di poterlo rivedere.

Per un attimo porgo attenzione alla vera ragione della mia presenza in quella stanza: il mio telefono; trovo un sacco di notifiche, ma non ne leggo quasi nessuna. C'è un messaggio da Eugenio "Dove sei? Sono entrato in camera tua ma non c'eri" poi una chiamata persa da Cher, mi ha chiamata pochi minuti fa, la richiamo

"Pronto?"

"Ciao Cher, mi hai chiamata?"

"Sì, ho bisogno di parlare con te e il tuo amico, dove sei mi sto preoccupando non ti trovo" Non posso farmi vedere qui da lei, so cosa pensa di questa cosa 'E' solo una cotta' dice, 'Solo grande e espansivo amore verso il suo successo'.

"Ehm... sono uscita a prendere una boccata d'aria -corro, mi infilo le scarpe mentre continuo a parlarle, mi assicuro di aver preso tutto- vediamoci tra 10 minuti in camera mia" Nel momento esatto in cui apro la porta e esco, davanti a me, indaffarata a parlare al telefono nientemeno che lei.

"Una boccata d'aria eh?"

"Beh... sai il suo terrazzo è esposto ai venti da Ovest.."

"Che ci facevi lì?"

"Ma... ma io.."

"No niente ma, lo sapevo che ti avrei trovata qui, ti prego, ti scongiuro dimmi che non hai dormito in questa stanza"

"Sarebbe un problema?"

"Mi prendi in giro?"

"No"

"Eppure un telefono collegato al mondo ce l'hai" alzo gli occhi al cielo e inclino il capo. Sì è vero, non guardo più il telefono recentemente, ma se prima lo guardavo era solo per loro, per scrivere di loro, guardare le loro foto, guardare i loro tweet, ora li ho già letti prima che li pubblichino, e in più non mi sembra proprio il caso di sprecare il tempo con loro a fare l'adolescente asociale.

"No non ho letto niente, ho visto tante notifiche"

"Leggile"

Prendo il telefono e scorro la mia TL 'troia' 'lo sapevo, come si è permessa' 'ma come fa una così'; guardo le notifiche, stessa solfa. Alzo lo sguardo

"Continuo a non capire"

"Dio Santo!" Stizzita prende in mano il suo tablet e mi mostra un articolo

"BECCATI

Ecco le foto inedite, Marta entra nella stanza di Niall. I due sembrano essere rimasti soli fino all'arrivo, all'incirca dopo un quarto d'ora, di Harry e tutti gli altri componenti della band. Alla fine del loro 'incontro' però, ognuno dei componenti è tornato nella propria stanza eccetto Marta"

Guardo le foto, ci sono foto che ritraggono me e Niall nel corridoio, ci sono foto di Haz con le pizze, di Lou in pigiama che ce le tira dietro, di noi che andiamo a svegliare Liamo, che prendiamo Zayn avvolto nel lenzuolo, ci sono foto con le fan e ci sono anche degli spezzoni di video.

"Ma queste sono riprese dalle telecamere di sicurezza"

"Sì lo so, è entrato nell'albergo e ha salvato su un disco mobile i filmati"

"Da quanto è in rete"

"Ormai qualche ora"

"Ma in tutto il mondo?"

"Sì"

"Ah, e Niall ne sa qualcosa?"

"Ma chissene se lui lo sa, vieni" Mi trascina per i corridoi, ma sempre buttando qualche occhiata in giro, corre nonostante i tacchi a spillo, finchè non si chiude definitivamente la porta della mia stanza alle spalle; seduto su una poltroncina c'è Eugenio.

"Allora ragazzi il fatto è questo,siamo- si gira verso di me- SEI un po' nella merda, indi per cui, ci avvaliremo della presenza di...-indica Eugenio, non si ricorda il suo nome, agita disperatamente la mano nella sua direzione cercando qualcuno che le dica il suo nome, alla fine, impietosita rispondo e lei continua- sì Eugenio, per sviare le voci"

"E cosa hai intenzione di fare" chiede freddo lui

"Ci sono in giro le foto di un bacio o sbaglio?"

"Sì- intervengo io- ma la questione si è conclusa con un nulla di fatto"

"A me non importa!-stridula voltandosi verso di me, e mentre mi sembra sempre di più Effie di Hunger Games, sia per il look che per l'atteggiamento e la vocina- si tratta di immagine, e in quanto tale, siccome nessuno può dire cosa sia realmente successo in quella stanza, questo pomeriggio alla conferenza stampa che ho organizzato, tu- mi indica- dirai a tutti la verità"

"Cioè" la interrompo

"Zip!- serra il pugno- tu andrai lì, e spiegherai a tutti che le cose stanno diversamente"

"E come starebbero le cose?" Interviene lui. Ormai allo stremo dell'isteria Cher si gira e gli sorride forzatamente, io so già che cosa ci chiederà di fare, ma lui ancora non ci arriva "Benvenuto nel mondo delle star ragazzino"

"No non posso farlo- intervengo- non con lui"

"Scusa ma non abbiamo tempo di reclutarti un fidanzato e di renderlo credibile prima di questo pomeriggio" Dice mentre davanti allo specchio si mette il rossetto.

"Aspetta cosa?- finalmente anche Eugenio ha collegato i neuroni e ha capito- no non posso farlo"

"Oh si, tu puoi" Mi sembra di stare in un film, uno di quelli stupidi, in cui sembra tutto calcolato al secondo, troppo irreale, di quelli in cui gli attori cantano una canzone per la prima volta e sanno già tutti gli accordi e le intonazioni, sanno il balletto a me na dito, e tutto va nel verso giusto.
Con lo stesso ritmo di High school Musical, appena Cher finisce la frase, entrano in camera, senza bussare, decine di fattorini con vestiti, scarpe, seguiti da un hair stylist.

...

Sono passate due ore ormai, e lui non sembra più lo stesso, non che prima fosse brutto, ma adesso è tutta un'altra cosa.

"Come ti sembra?"

"Può andare"Gli sistemo il colletto della camicia e gli sorrido. Usciamo da camera mia, Cher ci ha dato il compito di andare a fare un giro mano nella mano, giusto per iniziare a smentire quello che di fatto era solo un rumor. Scendiamo le scale, continuo a guardarlo, il tentativo di Cher è chiaro, l'ha trasformato in una copia di Niall che cammina. Arrivati nella hall sentiamo un grandissimo frastuono, i ragazzi sono tornati. Decido di perdere tempo, "Devo riuscire ad incontrare Niall dentro l'albergo-penso- perché se lo incrocio fuori va a finire che non posso parlarci, neanche guardarlo sognando- Mi abbasso e fingo di allacciarmi la scarpa, niente; faccio qualche passo e mi riabbasso- ok adesso ho finito i piedi e siamo a metà della hall, ha dieci secondi per..."

Eccoli. Per un attimo mi si blocca la circolazione, devo smetterla di reagire in questo modo, o non vado da nessuna parte, però cavolo come si fa a non reagire così a loro. "Ok Marta adesso ti calmi- mi riperto- ricordati, loro prima di essere i tuoi idoli sono i tuoi amici" Sono appena fuori dalla porta, ok è fatta li incrocerò dentro. Proprio qualche metro prima di entrare si fermano a salutare le fan mandando in fumo ogni speranza, se non altro stanno seguendo i miei consigli. Cammino rassegnata, e proprio mentre io sto uscendo, loro entrano, ci scambiamo un'occhiata all'interno della porta girevole, con tutti un'occhiata d'intesa, ma non con lui, ha uno sguardo quasi contrariato, io lo guardo, e con la bocca mimo un 'ti chiamo dopo' facendo un gesto con la mano, poi vengo trascinata fuori da Eugenio.

...

Abbiamo camminato tanto, a zonzo, mano nella mano, e nell'altra mano avevamo un grosso caffè, che io annoiata sorseggiavo spesso. Abbiamo incontrato qualche fan che mi ha squadrata dalla testa ai piedi, ma altre invece mi hanno dato delle lettere e dei disegni, altre mi hanno chiesto una foto e altre ancora volevano solo chiacchierare; credo che sia questo il bello di essere odiata da metà della popolazione adolescente, se non altro quando incontro qualcuno che mi apprezza non c'è Paul a spingerli via.

Tornati in albergo abbiamo trovato Cher che ansiosa ci aspettava

"Allora?"

"Che ti aspettavi" Le chiedo

"Schweppes" Interviene Eugenio. Ti tiro una pacca sul braccio

"Ma è andato tutto ok? Vi siete tenuti per mano? A braccetto?- si rivolge ad Eugenio- L'hai baciata?- mi guarda- L'hai guardato con occhi sognati?" "Quelli solo per Horan" penso

"Abbiamo fatto il possibile" La ferma Eugenio

"Beh mi raccomando questo pomeriggio"

"Sì certo"

Appena salite le scale, lontana dalla vista di Cher, corro in camera mia. Mi precipito sul telefono sul comodino e chiamo la stanza di Niall

"Alo?" Una voce femminile. Maccome

"Ehm, hello Marta's speaking I was looking for Niall"

"Oh so you are the famous girl! Nice to meet you" La famosa ragazza? Ma di cosa parla?

"Yes I am, but sorry you are...?" Ma chi è questa, cosa vuole, il mio cuore aumenta I battiti, sta per scoppiare, frantumarsi ed essere spazzato via dal vento

"Oh sorry I forgot to introduce myself, I am Maura, Maura Gallagher" Che figura di emmental, è la madre di Niall

"Really? Wow.. Nice to meet you Maura"

"Niall is asking me if you like to eat something with us"

"Ehm... yes but only if we eat in the Hotel"

"I don't think that he can exit, there are a lot of fans outside"

"I know"

"So we're waiting for you"

"Ok I am coming"

Aspetta. Ho appena parlato con Maura Gallagher. Niall mi ha invitata a pranzo. Delirio.

Superata la mia momentanea crisi d'identità mi ricompongo, prendo fiato, mi sistemo la camicetta ed esco.

Cammino spavalda per il corridoio finchè non realizzo: Aspetta ma se Cher mi vede, mi fa tornare in camera. Panico. Furtivamente sgattaiolo fino all'ascensore. Prego in aramaico che nessuno salga facendolo fermare. Ecco appunto, l'ascensore si ferma

"Wee piccolina" Mi mette la mano tra i capelli e inizia a scompigliarli

"Ehi Liamo!!" Per fortuna, è Liam.

"Allora come hai passato la mattinata?" Il suo braccio mi avvolge, è così dolce, così Liam

"Mah sai le solite, twitter, ramanzina di Cher e ho caricato i video di ieri sul canale"

"Ah davvero? E quel ragazzo con cui ti ho vista uscire? Eh piccola mangia uomini..."

"Ma a dire la verità quello è il mio amic...- non so, dovrei dirglielo, non dovrei dirglielo, esito- è solo Eugenio"

"Ah era lui? Non sembrava"

"Sì" Tin!, ascensore è arrivato al piano.

"Beh io mi fermo qui a dopo piccolina"

"No in realtà questa è anche la mia fermata"

"E che cosa ci fai sul nostro piano?"

"Eh, ecco..." Mi guarda e sorride maliziosamente

"Ahahah ci sei cascata, non ti faccio il terzo grado- mi abbraccia, io ricambio- però sei diventata stranamente pallida"

"Ahah smettila Payne"

"Okok, ma ti tengo d'occhio" Dopo avermi fatto segno con le dita come per dirmi 'ti osservo', Liam entra in camera. Fiuf scampata per un pelo. Eccomi arrivata finalmente, suite 109.

...

Il pranzo è andato benissimo, Maura è davvero molto simpatica, abbiamo mangiato e scherzato tutto il tempo, Niall è stato davvero gentile ad invitarmi. Dopo aver pranzato e chiacchierato un po' Maura è andata in camera sua dicendo che si sarebbe fatta una dormita.

E così eccomi qui, seduta su una sedia sul terrazzo di Horan cercando di capire perche non mi sono ancora alzata e non ho tolto il disturbo.

"Beh allora, grazie per il pranzo, è stato davvero bello, tua madre è una persona simpaticissima" Mi alzo e mi dirigo verso la porta, mentre ogni singola particella del mio lo implora a chiedermi di restare.

"Ma che fai? Te ne vai di già?- mi volto e gli sorrido- questo pomeriggio ho un'intervista e volevo riposarmi un po' " Si alza, cammina e rientra nella stanza, si avvicina al divano e ci tira un paio di pacche, quasi come dire 'Siediti'. Con le spalle ancora rivolte verso la porta e la testa verso di lui, dietro di me, volto il viso distante dal suo sguardo e sibilo un lieve "Evvai". Mi giro e sorridente mi sdraio sul divano, lui prende una coperta da sopra il suo letto

"Grazie" sussurro. Mi copre, sorride, allunga la mano fino al mio viso e conclude accarezzandolo teneramente

"Di niente"

Quanto vorrei che esistesse un tasto 'PAUSA', per questi momenti. Si siede, continua a guardarmi e io ricambio, sorridiamo, proprio come due ebeti, con la mano inizia a giochicchiare con i miei capelli facendo dei piccoli riccioli. Lentamente le mie palpebre si chiudono in un dolce e cullante sonno.

...

"Buongiorno" Ancora prima di aprire gli occhi assaporo il sapore degli attimi passati con lui, a guardarlo, a sorridergli, a ridere con lui. Sfortunatamente la magia viene interrotta, il mondo crolla, così. Davanti a me, nel delirio più totale di camera mia invasa da persone, Cher.

"Ma.. che ci faccio qui?" Mi strofino gli occhi, cerco di capirci qualcosa e vengo catapultata su una sedia, rapita da un pazzo hair stylist che mi taglia i capelli, una truccatrice che mi pastrucchia il volto, e Cher che davanti a me, mi espone il look per il pomeriggio.

"Fermi tutti- grido seccata, il mondo si ferma, le punte delle forbici dell' hair stylist si scontrano tra di loro e poi cade il silenzio- esigo sapere come sono arrivata fin qui"

"Ti ci ho portata"

"Perché? E come facevi a sapere dov'ero?"

"Per questo" Mi mostra una foto su instagram, dal profilo di Niall, E' una foto di me e lui che dormiamo sul divano testa contro testa 'Sometimes bromances grow up in few seconds, 'cause when someone is your person, is your person', Che dolce.

"Ma Cher perché mi hai portata via"

"Non vorrai mica discuterne ancora- che pizza, perché, perché deve essere tutto così difficile. Non importa, coraggio, calma e sangue freddo, Ma per dincibacco! Ha detto che sono la sua persona. Delirio interiore- Ehilah?! Ma mi stai ascoltando?" Cher mi scuote la mano davanti agli occhi, sì, mi ero persa ancora a guardare nel vuoto

"No ho capito l'antifona"

"Bene, allora ripassiamo tutto... questo pomeriggio saranno presenti grandi membri della stampa...- Cher cammina avanti e indietro gesticolando di fronte a me mentre continuano ad acconciarmi e a truccarmi, la sua voce sembra sempre più grave e fioca, annebbiata dai miei pensieri. Scrivo un tweet 'Cause when someone is your person, is your person' Pochi minuti dopo arriva la risposta 'Yes and you are mine'. Neanche il tempo di realizzare quello che stava succedendo che subito mi arriva un DM

"Che fai questo pomeriggio"

"Ho una stupida conferenza stampa"

"Perché la stampa vorrebbe parlare con te"

"Ah-ah simpatico Horan, scusa se non sono una star mondiale e non ho la suite strafiga"

"Ti perdono giusto perché sei tu, ma davvero che ci fai lì"

"Li ha chiamati Cher"

"Allegria... vabbè allora vado da Starbucks con qualcun altro, magari con i ragazzi"

"Sì mi sembrano un ottimo ripiego"

"Ahah non riusciremo neanche ad uscire dall'albergo"

"Se non altro sei realista"

"Buona intervista piccolina, che ne dici ci vediamo dopo?"

"Sì dai non dovrebbe durare molto"

"Ok a dopo allora x." - allora subentrerà il tuo amico- Cher indica Eugenio, che mezzo addormentato si riprende con uno scossone- che ti abbraccerà TENERAMENTE e ti stamperà un bacio sulle labbra"

"Non vedo l'ora" borbotto

"Non ci sono alternative" Risponde stringendo i denti.

...

Esco dalla macchina spinta da Cher, fa un gran caldo, cammino e vedo davanti a me un piccolo palco, uno di quelli che di solito si allestono per le piccole fiere di paese, solo che avanti ad esso non ci sono piccoli e docili paesani, ci sono paparazzi pronti a gettarci merda addosso, belve assetate di sangue che scrutano ogni singola sillaba delle mie parole per trasformarlo a loro piacimento.

"Mi raccomando- Cher sistema la maglietta di Eugenio- credibili e non rispondete a nessuna domanda se non vi faccio cenno che potete, io sarò alla vostra destra dietro una tenda, per qualsiasi cosa, guardatemi"

...

Cammino e i miei passi sembrano rimbombare nel grande silenzio che si è creato, prendo posto sulla piccola pedana rialzata che usiamo chiamare 'palco', e li osservo assatanati, pronti a svestirmi del mio essere dall'altra parte del filo di velluto.

"Come giustifichi il tuo attaccamento a Niall di questi ultimi giorni?"

"Cosa è successo nella sua camera questa notte?"

"Quando annuncerete la relazione?"

"Quella di Selena era giusto una bugia per nascondere la vostra già annunciata relazione?"

"La tua presenza tra gli One Directione è solo un modo per nasconderla?"

"Come ti senti adesso che milioni di fan ti si sono riversate contro?"

Picchietto sul microfono che emette un sibilo assordante. Cade il silenzio. Con voce tremante e fioca inizio la mia recita della fidanzatina innamorata

"E-ecco, non c'è nessuna relazione tra me e Niall, siamo solo amici- si alza il caos, ricominciano con le domande, si aggrappano a qualsiasi cosa, continuano a tartassarmi- la verità è che... io... io sono coinvolta in un'altra relazione- si alzano alcuni commenti contrariati- da prima che io iniziassi a vivere quest'avventura- Eugenio mi si avvicina e mi abbraccia, io alzo le spalle- ecco vedete, le cose passano, il tempo passa, ma lui non passa mai" Entrambi guardiamo Cher che da dietro alla tenda con tutto il corpo fa segno di andare avanti, Eugenio mi guarda, io lo guardo, spero con tutta me stessa che non lo faccia, ma lo fa, mi bacia. Mi volto e li guardo tutti, guardo tutte le lampadine che si accendono e immortalano la mia grande recita, che immortalano il sorriso più finto che potessi sfoderare. Così mentre sto qui, a fare la piccola innamorata e attendo ansiosamente che qualcuno venga a portarmi via, proprio mentre Cher ci trascina lontani, realizzo. Con quel gesto, mi ero ufficialmente proclamata pedina, pedina del grandissimo gioco che si chiama popolarità, ero diventata un personaggio, fatto e ideato come faceva più comodo alle circostanze, con quel gesto avevo perso tutta la mia sostanza lasciando che mi venisse succhiata via, e mentre trascinata in macchina il mio sguardo incontra quello di un piccolo ragazzo biondo, che ha scritto in faccia un grande 'Perché' che non è legato a particolari sentimenti, solo al fatto che lui non era stato avvisato, che era rimasto dietro le quinte a guardarmi recitare, magari senza neanche rendersene conto, forse il suo perché è nei confronti della recita, o di ciò che essa ha comunicato, penso al fatto che quello sguardo resta lo sguardo di qualcuno che è stato travolto e non doveva essere coinvolto.

Mi libero dalla stratta di Cher e gli corro incontro. Ha la faccia più distrutta e confusa che gli avessi mai visto fare, Niall è felicità, allegria, risata, non si merita questo. Lo prendo a braccetto e lo trascino con me.

Saliamo in stanza, ancora non parla, gli verso del te, lui continua a guardarmi

"Non so se vuole che tu lo sappia, ma voglio davvero che tu capisca, tutto questo, tutta questa è una grande recita, e io- gli occhi mi si riempiono di lacrime, lui mi si avvicina e con un braccio mi stringe a se- io mi sono fatta risucchiare da questa bugia, privando me stessa di ogni sostanza, si è annullato tutto dietro alla persona che devo fingere di essere là fuori" Piango. Mi stringe forte a le e cerca di calmarmi

"Tutti noi dobbiamo dare di noi un'immagine ben precisa, per quanto questa possa essere sbagliata, per quanto questa persona non siamo noi"

"Io non sono te, non sono una star, non sono nessuno"

"No ti sbagli, tu sei la mia piccolina, e sei importante- con le mani mi avvolge il viso, come a formare una piccola scodella che racchiude il mio viso, con i pollici mi asciuga le lacrime- non piangere, se là fuori devi essere qualcuno che non ti piace, tu qua dentro sarai la persona che ti va di essere, tranquilla, noi ragazzi sappiamo come siamo realmente, anche se i manager ci impongono di dare una certa immagine, le persone che siamo non se ne andranno mai, vivono con noi per sempre, appena tornati a casa, possiamo essere noi stessi, dire parolacce, grattarci il sedere, fare e dire cose che non potremmo mai dire nella vita di tutti i giorni, là fuori, davanti ai riflettori, noi lo sappiamo, le nostre fan lo sanno, e loro sanno chi siamo, loro conoscono i 5 ragazzini di x-factor, loro esistono, siamo noi, solo, 4 anni più vecchi. Con te non sarà diverso, chi ti ama saprà sempre chi sei, nonostante le recite"

Non avrebbe potuto dire parole migliori. Scoppio ancora in lacrime e lo abbraccio.

"Allora, andiamo a spassarcela?"

"E dove, non posso farmi vedere con te là fuori"

"Hai detto bene, là fuori, ma noi abbiamo un intero albergo a disposizione"

Abbiamo passato il resto del pomeriggio a rincorrerci per i corridoi dell'albergo sui dei monopattini, a scherzare con gli altri ragazzi, a mangiare gelato e a fare l'imitazione dei personaggi di un film che alla fine non abbiamo guardato. Al concerto, la sera, è andato tutto bene, le fan si sono scatenate e i ragazzi sono esausti. Ora siamo in macchina, stiamo andando verso l'aeroporto, dove un aereo ci porterà a Dallas.

EUGENIO'S POV

Siamo atterrati e appena entrati in albergo, si è staccata da me e se ne è andata, è da quando sono qui ormai che non mi presta più attenzione, mi raggiunge un attimo prima di uscire, e se ne va l'attimo dopo che siamo rientrati. Ho il cuore in frantumi, ogni piccolo sentimento per lei che era rimasto è stato ridotto in cenere, cosa è rimasto di noi? Dei due migliori amici, dei due compari?

Continuo a pensare al fatto che sono stato sostituito, sostituito dai 5 perfetti sconosciuti... io, che l'ho vista crescere.

...

MARTA'S POV

"Marta... dai svegliati..."

"Ancora 5 minuti..."

"So che quello di ieri sera è stato un show pesante per te, che hai dovuto correre sotto la pioggia, ma l'aereo parte lo stesso,con o senza di noi" Sembra incredibile che 4 giorni fa siamo atterrati a Dallas, mi sembra ieri che lasciavamo l'aeroporto di Hudson... In questi giorni tutto è andato per il verso giusto, aveva ragione Niall, posso essere la persona che voglio lontana dai riflettori, posso essere loro amica, ma amica veramente, senza aver paura di averli abbracciati una volta di troppo, posso stare con Niall senza sentirmi le pressioni di Cher, posso scherzare con Zayn sugli amichetti di canna e non sentirmi addosso qualche fan, oppure passare del tempo con Louis, guardare un film con Haz, rincorrere Liam con un cucchiaio, senza avere qualche directioner che mi appende il collo ad un cappio. Mi basta agguantarmi ad Eugenio quando devo uscire e tutto fila liscio, mi è sembrato strano in questi giorni, un po' freddo, non ha preso tanto bene questa recita, ma alla fine non si tratta di recitare più di tanto, qualche bacio lo si sopporta, per il resto possiamo continuare a fare i soliti ragazzi che scherzano e si divertono, ma è diventato tutto così serio e monotono: passeggio, braccetto, abbraccio, bacio, foto e si riparte. Non capisco.

...

EUGENIO'S POV

La situazione continua a non cambiare, cambiano i paesi, gli stati, le città, ma lei si comporta sempre nello stesso modo. Sono dunque un ripiego? Sono stanco, sono due settimane ormai che andiamo avanti a fingere. Siamo arrivati a Settembre, c'è già aria di autunno a Los Angeles, e adesso ci restano 6 giorni di pausa e poi si cambia di nuovo, si viaggia, si va,sono stanco. Ero rimasto solo per lei, e lei mi sta ignorando completamente. Alle feste mi trascina sempre vicino ai ragazzi e mi considera in loro presenza solo perché deve fingere, loro sanno tutto e le reggono il gioco. Ogni notte sento Marta che esce dalla sua stanza, la seguo a volte, e va sempre a trovare lui; l'altra mattina li ho trovati sul terrazzo dell'albergo, dove c'è la piscina, non so cosa ci facessero lì alle 5 di mattina, io tornavo dopo una sbronza, loro non so.

Ero davvero innamorato di lei, davvero tanto, ed anche prima che questa avventura iniziasse, ero disposto ad amarla, anche se ero cosciente che prima di me ci sarebbe sempre stato un perfetto sconosciuto, anche dopo che si è trasferita non è passato un giorno senza che io la pensassi, ho provato un sacco di volte a cercare di parlarle, ma appena arrivavo a finire i miei messaggi chilometrici o avevo composto il numero e dovevo solo chiamare, spegnevo il telefono.

Mi infilo un berretto e prendo una felpa con il cappuccio, se cammino a testa bassa dovrei riuscire a non essere notato, sono le tre di notte, ma a Los Angeles un bar aperto lo trovo di sicuro...

MARTA'S POV

"Buongiorno" Sono le 6 di mattina di un sabato di inizio settembre, piove e raggomitolata nella copertina trovo riparo e coccole. Quasi ogni sera da quando Niall mi ha parlato dopo una mia crisi, vado in camera sua e ci divertiamo con i ragazzi, la maggior parte delle volte poi, io resto sempre in camera sua e parliamo un po', credevo di sapere tutto di lui, e invece non avevo capito niente della persona fantastica che è; qualche volta mi capita di risvegliarmi sul suo divano nel bel mezzo della notte, così mi alzo e torno in camera mia, l'altra sera però si è accorto di me e mi ha chiesto di restare, mi sono sdraiata accanto a lui e ci siamo riaddormentati, mi sono risvegliata alle 5 del mattino abbracciata a lui, ci siamo alzati e siamo andati sul terrazzo a guardare sorgere il sole. Niall non è la persona che credevo che fosse, è molto meglio, è una persona che fa fatica ad esternare i propri sentimenti a volte, può sembrare strano ma è così, li tramuta tutti in un sorriso, in qualcosa che faccia ridere, in una nota suonata con la sua chitarra, così è sicuro di non sbagliarsi mai, gli piace il silenzio, stare un po' di tempo a meditare e a me lo stesso. Mi trovo bene con lui è come un fratello maggiore, si preoccupa, mi chiede sempre come sto, e cerca di farmi ragionare sui miei tagli, mi chiede perché l'ho fatto come mi sentivo, a volte si sconvolge, mi guarda, quasi spaventato e mi chiede cosa possa fare, cerca sempre di farmi ragionare sulle cose quando sono triste, di farmi vedere il bicchiere mezzo pieno. Niall è la parte della mia vita che capovolge le cose brutte tramutandole in belle.

"Buongiono, a cosa devo la vostra visita?"

"Niente"

"Perché avete una telecamera in mano?"

"Così, perche ci piace"

"Che avete in mente" Li guardo, sono qui davanti a me, mi guardano e sorridono, Liam ha in mano una telecamera, la mia telecamera. Neanche il tempo di svegliarmi e riprendere coscienza che una secchiata d'acqua mi inonda

"Vendettaaa" grida Zayn

...

Siamo stati da Starbucks a bere un caffè, è stato bello anche se breve, Paul ci ha subito ritrascinati in hotel per le troppe fan. Ci siamo appena salutati, Zayn è tornato nella sua stanza a dormire, Liam andava in palestra, Harry in camera e Niall è qui accanto a me, sta zitto, e guarda il vuoto

"Ehi è tutto ok?" Sorrido. Mi guarda e sembra quasi triste

"Sì certo"

"Sicuro? Sai che puoi dirmi tutto vero?"

"Certo, vedi, poco prima che ti svegliassi è suonato il tuo cellulare, era tua madre, io sono uscito e ho risposto così che la suoneria non ti svegliasse.. e mi ha dett..."

"Oddio mi ha chiamata? Se non la richiamo mi ammazza"

"No aspetta ascoltami, mi ha detto che devi tornare a casa"

"Perché"

"Tuo fratello, è in ospedale" Mi si ferma il cuore. Cosa era successo? In preda a una crisi di panico e al pianto chiamo mia madre

"Pronto?"

"Mamma- la mia voce è quasi incomprensibile, tremolante di pianto- che cosa gli è successo" Piange.

"Era con tuo cugino alla gara di rally- singhiozza- era al suo posto dietro la transenna, il pilota ha perso il controllo e lui è stato travolto"

"Adesso come sta?"

"Non risponde, ha subito un forte trauma cranico e non si sveglia, ha gravi lesioni interne" Scoppio in lacrime, Niall mi abbraccia a se. Devo andare da lui. Mi libero dalla sua stretta e piangendo, senza parlarne con nessuno e senza pensarci mi dirigo verso la strada, alla ricerca di un taxi che mi porti in aeroporto.

Esco, mi ritrovo davanti una miriade di ragazzine che mi vedono piangere e inizano a riprendermi, mi copro la faccia, dietro di me arriva lui, che mi prende il braccio e non mi lascia più andare, mi tira a se e mi abbraccia. "Andrà tutto bene" continua a ripetermi mentre coprendomi il viso mi riporta dentro.

...

Ho parlato con Cher, mi ha lasciata subito partire, Eugenio voleva venire con me, non voglio nessuno con me, voglio stare sola. Ho passato tutta la durata del volo a contare i minuti che mancavano all'atterraggio. Arrivata in aeroporto sono subito corsa all'ospedale, ora sono qui, è sera ormai, ho passato tutto il pomeriggio qui di fianco al suo letto, aspettando che si svegliasse, ma niente. Ho tanta fame e sonno, ma continuo a pregare Dio che si risvegli, ma niente, continua a stare immobile nel suo sonno profondo.

...

Oggi è il terzo giorno che vengo in ospedale e porto con me un dolcetto al cioccolato, uno dei suoi preferiti, ogni mattina mi alzo presto per prenderlo dal fornaio, poi prendo la metro e vengo a trovarlo. I medici mi dicono che parlargli lo aiuta a iniziare a macchinare un eventuale risveglio, eventuale, quasi come se dovesse dormire per sempre. Gli racconto di tutte le cose che faccio durante la mia giornata in tour, di quanto mi manchi casa, di quanto vorrei poter averlo sempre con me, gli racconto di tutte le cose del mio viaggio che mi ricordavano lui, di tute quelle cose che avrei voluto mostrargli.

"Sai ho visto I 5SOS, il gruppo che ti piace tanto, hanno firmato una maglietta per te e hanno anche registrato un video, però ho lasciato tutto in albergo sono partita con solo il portafogli il biglietto e il cellulare, speravo di arrivare e trovarti sveglio, magari arrivare e restare giusto il tempo che partisse una altro aereo, di trovarti sano, allegro e giocherellone come sempre".

Tutte le notti, come anche stanotte, l'infermiera che passa all'una per controllare il respiratore mi scrolla, mi ritrova sempre con la testa appoggiata al letto e le mani strette alla sua, io gli scosto i capelli dalla fronte e con una carezza gli auguro, invece di una buona notte, un buon, eventuale, risveglio.

...

Quarto giorno, stamattina mi sono presentata con il solito dolcetto, che ho lasciato sul vassoio, proprio come tutti gli altri, e come tutti gli altri giorni lui è qui, disteso davanti a me, e non si muove.

TIN! Il mio telefono continua a lanciare notifiche, ieri ho guardato twitter, i ragazzi hanno lanciato una nuova tendenza #WeAreWhitYouLollo, alcune fan fingono di preoccuparsi, altre continuano ad insultarmi dopo l'episodio con Niall fuori dall'albergo, altre ancora se ne fregano. I ragazzi mi hanno scritto cercando di sapere come sto, ma io non ho risposto, la realtà è che neanche io so come sto, non sento niente, quasi come se quella in coma fossi io. Mi mancano è ovvio, ogni notte quando esco dall'ospedale mi chiedo se anche io gli manco, se anche loro non vedono l'ora di riabbracciarmi, qui spiegato il mio ultimo tweet "When I see the moon I always think of you, 'cause no matter where we are, we always see the same moon". Eugenio invece non si è fatto sentire, dimostrando il vero amico che è.

NIALL'S POV

Mi era mancata l'Italia, il bel clima, il caldo, il cibo, ma ancora più bello trovo il fatto che nessuno sa che sono qui, e bastano una parrucca un berretto e degli occhiali per camuffarmi nel caos di questo aeroporto, dovrebbero essere le 7 di mattina, Marck cammina a qualche metro di distanza da me, e io sono pronto a farle una sorpresa. Non si è fatta sentire in questi giorni e ci siamo preoccupati. E' strano quanto il caso abbia agito a mio favore, sono passato accanto a Cher ed Eugenio nel momento esatto i cui lei cercava di convincerlo a partire, e lui, probabilmente ancora arrabbiato perché Marta non l'ha voluto, si rifiutava, faceva i capricci insomma. Ho colto la palla al balzo "Ci vado io", ovviamente, come mi avevano già suggerito i racconti di Marta non era d'accordo, ma io l'ho convinta, ho i miei mezzi.

E così eccomi qui, nelle corsie di questo ospedale a cercare qualcuno che sappia parlare l'inglese, ma niente. Dopo una sosta al distributore di merendine ho continuato a cercare finchè non l'ho vista, in fondo al corridoio, attraverso lo spirale creatosi tra le porte mentre l'infermiera passava, stava là a camminare avanti e indietro ansiosamente mentre parlava al telefono e si asciugava le lacrime che non era riuscita a trattenere... Io sono ancora qui, dopo cinque minuti,a fissare il corridoio, anche se ormai è entrata in stanza, un'infermiera urtandomi mi ha risvegliato dal mio stato di trans, decido di raggiungerla.

MARTA'S POV

Dopo una chiacchierata con mia madre rientro in stanza, sempre vuota, silenziosa, mi siedo accanto a lui e inizio a parlargli, oggi sono particolarmente malinconica, quindi gli parlo dei ragazzi

"Voglio raccontarti una storia, ..."

NIALL'S POV

Sto per entrare in stanza, la porta è socchiusa e la sento parlare

"Sai, ho visto cinque ragazzi arrivare da piccoli paesini, perdere x-factor ed esibirsi negli stadi, incredibile vero?- silenzio, dopo un minuto di puro rumor bianco riprende- ma perché non rispondi" Singhiozza. Decido di entrare

"Ehi piccolina"

"O mio Dio non ci posso credere- mi salta addosso e mi abbraccia, sembra quasi che stia piangendo- mi sei mancato così tanto"

"Anche tu"

"Stavi raccontando proprio una bella storia"

"Ah grazie" Continua a stringermi forte forte

MARTA'S POV

Non lo lascio più, mi è mancato troppo. Gli occhi mi si riempiono di lacrime.

"Sì una.. una storia che non racconti mai" una piccola vocina fioca interrompe il silenzio della stanza, io guardo Niall

"Ma che intendo dire"

"Non ho parlato" Mi volto, guardo Lorenzo, i suoi occhietti da serrati come erano sono socchiusi. Mi precipito su di lui e gli stringo la mano "O mio Dio come ti senti"

"Bene" La sua voce è fioca e lieve, come il rumore prodotto da un respiro, sorride, o almeno ci prova. MI precipito dal primo dottore che incrocio

"Si è svegliato! Si è svegliato!" Gioia. Chiamo mia madre e mio padre che si precipitano, ed è tutta una grande festa.

...

E' tardi ormai, e i miei sono tornati a casa, io e Niall siamo rimasti a tenergli compagnia, abbiamo scherzato un po' per tirargli su il morale dato che qualche orafa, in seguito alle visite che gli sono state fatte, gli hanno comunicato che sarà molto dura per lui ritornare a camminare, se ce ne fosse realmente la possibilità. E' forte, nonostante la notizia è riuscito a trovare la forza di ridere e scherzare con noi

...

Io e Niall siamo rimasti in ospedale stanotte, abbiamo dormito su delle sedie accanto al letto, stamattina Lorenzo si è svegliato di buon ora e ci ha chiesto di portarlo fuori, e dopo aver pregato i medici e aver fatto firmare a Niall un autografo per la figlia del caporeparto, ci hanno dato il permesso di portarlo nel cortile dell'ospedale per una mezzoretta. Così l'abbiamo caricato su una carrozzina e l'abbiamo portato fuori, il sole si era appena alzato e l'aria era ancora pungente. Fuori c'erano alcuni giornalisti, si vede che tra le infermiere la voce è girata. E' stata fatta una foto di me e Niall che spingiamo la carrozzina e intratteniamo Lorenzo, ovviamente la foto e allegati rumor hanno fatto il giro del mondo in poco tempo.

Ora sono qui, che saluto Niall, stasera hanno un concerto, e lui deve tornare a Los Angeles, prenderà l'ultimo volo che potrebbe portarlo in tempo, ed io non voglio che se ne vada. Lo abbraccio e li stringo forte "Grazie". Lui sorride, o almeno ci prova

"Ci vediamo presto" Esce dalla stanza e mi crolla addosso il mondo. Mi rannicchio su una sedia e inizio a guardare il vuoto mentre continuo a ripetermi di non piangere

"Puoi andare con lui, se vuoi"

"Devo restare qui con te- mi avvicino al letto e gli sorrido, o meglio provo a sorridergli- finchè non cammini"

"Posso cavarmela da solo, tu vai" Non me lo lascio ripetere di nuovo, raccatto la mia roba, prima di uscire gli sorrido

" Ci sentiamo appena arrivo". Corro, scendo le scale e corro di nuovo, finalmente lo vedo che cammina accanto a Mark

"Niall!" Grido. Si volta, apre le braccia e sorride

"Non sai quanto ho pregato di girarmi e di vederti arrivare"

...

Sono distrutta, durante il volo non sono riuscita a dormire, ora sono al concerto, ho corso come una matta come al solito, siamo arrivati all'ultima canzone ormai, quando Harry si ferma e inizia a parlare

"Abbiamo bisogno del vostro aiuto, del vostro silenzio. Con questo- tira fuori il suo telefono- chiameremo via skype un ragazzo molto speciale che adesso non può essere qui, e tutto verrà riprodotto sullo schermo gigante, pronte?" Le fan gridano, io sto a guardare.

"Hi guys!" Oddio, ma è Lorenzo

"Ehi ragazze potete dire tutte 'Ciao Lorenzo?' Forza 1..2..3" Le fan salutano. Lorenzo sorride

"Ciao"

"Hey- continua Harry- come stai"

"Bene"... I ragazzi scherzano un po' con Lorenzo, poi mi passano il telefono, io parlo un po' con lui mentre I ragazzi suonano l'ultima canzone, io cammino per il palco con il telefono

"Hai visto? Altro che prima fila!" Sorride, sono felice di poterlo far sorridere. Non so come poter ringraziare i ragazzi.

Finito il concerto li ho abbracciati commossa e loro hanno ricambiato.

...

Distrutta appena torno in albergo mi butto nel letto e mi abbandono ad un sonno profondo...

EUGENIO'S POV

Stasera c'è il terzo e ultimo concerto a Los Angeles, e poi si riparte; da quando Marta è tornata è ancora più fredda, mi usa solo per poter uscire a prendere una boccata d'aria, non mi parla quasi più. Dopo il suo ritorno la trovo spesso in camera sua che con Niall chiama su Skype suo fratello. Come adesso ad esempio, dalla mia stanza li sento ridere mentre parlano con lui

MARTA'S POV

Sono così fiera di lui, da quando l'ho lasciato ha fatto grandi progressi, ha iniziato a fare fisioterapia e ci ha inviato un video in cui tenendosi ad un sostegno, riusciva a restare in piedi da solo per qualche secondo... sembrava così felice. Tutte le volte che lo chiamiamo ci parla dei suoi progressi e noi lo ascoltiamo, a volte anche i ragazzi si uniscono con noi per sapere come sta. Il segno che aveva in faccia pian piano sembra cicatrizzarsi e lui ne è prorprio felice, ed io non potevo chiedere di più...

...

Tornati dal concerto stasera ci eravamo ripromessi di andare a letto presto perché domani mattina dobbiamo ripartire, ma non ce l'abbiamo fatta, è un rito ormai, e a noi si uniscono anche i ragazzi qualche volta, restiamo in camera di Niall e facciamo gli stupidi, ci divertiamo, continuo a conoscerli meglio, ciascuno di loro, e ogni giorno mi affeziono a loro, sento che non potrei mai fare a meno di loro ormai...

"Marta, sveglia!"

"MMn, che succede?" Sono stanca, non ho neanche la forza di aprire gli occhi

"Ero sceso per parlare con Marck, volevo chiedergli a che ora saremmo arrivati, pensavo di andare a giocare a tennis appena arrivati"

"E mi dovevi svegliare per dirmelo?"

"Ahah che simpatica, comunque no, devi venire a vedere una cosa- mi trascina giù dal letto, e mi porta nella hall- Guarda" Indica un uomo seduto sul marciapiede davanti all'albergo, sotto la pioggia.

"Bello! Un uomo ubriaco"

"Nono guardalo bene, chi è?"

"E io che ne so"

"E' Eugenio"

"Nooo"

"Sì"

"Noo"

"Sì"

"NAAh"

"NA-AH"

"Che pizza Horan guardalo, non può ess...- guardo le scarpe del ragazzo, Eugenio le ha uguali, lo osservo bene e in effetti e proprio lui- ma scusa se sapevi che era lui, perché l'hai lasciato lì?"

"Appena mi ha visto, ha cominciato a dire 'scusa' e non mi ascoltava" Corro, in pigiama e a piedi nudi, esco sotto la pioggia e mi precipito verso di lui, gli alzo il viso fino a poterlo guardare negli occhi

"Scusa" sussurra. Il suo viso è pallido e i suoi occhi stanchi sono rossi di pianto, lo sollevo e lo trascino in camera. Dopo avergli fatto fare una doccia calda e averlo buttato sotto le coperte abbiamo riprovato a parlargli

"Euge come ti senti"

"Scusa"

"Che hai bevuto ieri sera"

"Scusa"

"Non hai preso delle droghe vero?"

"Scusa"

"Ma scusa di cosa?!" Interviene Niall. In quello stesso momento entrano correndo Louis e Cher. Cher si precipita addosso ad Eugenio con aria arrabbiata, quasi come un puma che assalta la preda, Niall e Louis la tengono

"Tu!- grida mentre gli punta il dito addosso- hai rovinato tutto!"

"Stavo guardando twitter e ho visto il link, ho chiamato Cher"

"Quale link?- intervengo- Cher che ti succede"

"Guardate" snervata e frustrata ci porge il tablet

TUTTA UNA MESSA IN SCENA

La relazione tra Marta e Eugenio si è rivelata una messa in scena, una grande recita, ma perché recitare? Per nascondere una già annunciata smentita e riso spettata relazione, o meglio flirt.

C'è un video, in esso Eugenio è ubriaco, completamente, e appena gli viene posta una domanda sulla nostra relazione, in preda all'alcool e alla sua fantomatica rabbia di questi ultimi giorni risponde "Non cè nessuna relazione in realtà, vi siete fatti prendere in giro.. idioti, a Marta non importa di me, lei pazza di quello, il biondino, com'è che si chiama? Ah si Niall quello lì, se lo mangia con gli occhi, pensa sempre a lui, solo che lui non l'ha ancora capito. Era tutta una presa in giro e voi, ci siete cascati. Ma non vi preoccupate, siamo in due ad essere stati presi per il cul" Finito di parlare cade per terra e vomita.

Guardo il video, paralizzata, le lacrime mi riempiono gli occhi e Niall a bocca aperta continua a guardarmi

"Ma è vero quello che dice?" Lo guardo, guardo Cher, imbufalita, Louis che pietrificato assiste alla scene a Eugenio distrutto che si auto infligge una manica di insulti. Mi guardo intorno e non so che fare.

Corro.

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Capitolo 18
*** ritorno al passato ***


~~Capitolo 18

ritorno al passato

Corro.

Corro lungo il corridoio appoggiandomi con le mani al muro per evitare di cadere, distrutta. Corro, mi appoggio e spingo, finisco sull'altro muro mi appoggio e rispingo, corro di nuovo. Inciampo ma non cado, corro ancora. Continuo a cercare un posto dove rintanarmi, nascondermi, e morirci nascosta, ma niente. Illuminazione, il terrazzo. Corro e salgo le scale, giusto perché sono sicura che nessuno le usa, salgo fino in cima, apro la porta e davanti a me, circondata da un cielo grigio, Los Angeles si sta svegliando, le tapparelle si alzano, ed io sto qui ad aspettare che il bambino della pubblicità del Nesquik inizi il suo concerto con il cucchiaio e la tazza, contagiando mezzo mondo, così che il casino possa coprire il suono del mio pianto.

...

Sono ancora qui, rannicchiata in un angolo di questa terrazza, dietro ad un contatore, su questo grattacielo di LA, piove, le piccole e fini stille d'acqua sembrano rimbalzare sulla superficie della piscina, rilasciando le vibrazioni del loro dolce cadere sulla lastra d'acqua. Circa mezz'ora fa qualcuno ha aperto la porta del terrazzo, credo fosse Lou "Marta?!- ha gridato- ehi dai, dobbiamo partire questo pomeriggio, hanno ritardato il volo, ma davvero devi uscire... Niente non è neanche qui!".

Ora sono qui, che cerco di non respirare, mentre guardo Horan, che sotto la pioggia, percorre tutto il terrazzo fino alla ringhiera, sta là da circa 10 minuti, e guarda, spero solo che si volti guardando dall'altra parte, così da non potermi vedere. Continua a stare lì sotto la pioggia, guarda il vuoto, poi, si volta, mi da le spalle, io sospiro sollevata, gli si avvicina Harry

"Che succede? Perché stai qui sotto la pioggia"

"Speravo di trovarla qui, credo che sia il suo posto preferito, ci viene sempre, a pensare" Se lo ricorda. Piango, mi metto una mano a coprirmi la bocca e il naso giusto per non far rumore. Haz lo abbraccia, e roteano leggermente, giusto il poco che fa si che Haz mi veda, i suoi occhi si illuminano, sorride. Mi copro il volto con le mani, sono stata scoperta. Harry non dice niente, lo stringe ancora più forte e continua

"Tranquillo la troveremo e si risolverà tutto, ora vai a berti un te caldo, sei fradicio" Gli da una pacca sulla spalla mentre si allontana, attende qualche istante dopo che porta si è chiusa e si dirige verso di me sorridendo

"Ehy piccolina, bel nascondiglio, ma, che ne dici di uscire dal rifugio apocalittico e asciugarti un po'?" Il suo sorriso è quasi scoraggiante, lo guardo mentre si infradicia e sorridendo come uno scemo mi porge la mano, io gli porgo la mia e mi tiro su, lo abbraccio, lui ricambia sollevandomi da terra e dondolandomi un po'.

Entrati in camera sua mi ha fatta asciugare, ha fatto come se nulla fosse, facendomi sbellicare mentre strizzava la sua bandana. Mi ha dato la su a felpa, quella verdone con la scritta 'Obsession', la indosso, è enorme, ci ballo dentro. Chiama Louise

"Hey Lou, sono io, Harry... senti avrei bisogno di un favore, hai presente quella parrucca bionda lunghissima che hai nel tuo baule, quello blu?...No senti l'importante non è come l'ho vista, l'importante è, me la presti?... No non andrò in giro a fare il trans serve a Marta... ok, eh, già che ci sei, portale dei jeans, non so qualcosa... Grazie Lou, ti voglio bene" Harry lusinga Louise come un piccolo bimbo lecchino, io sorrido.

In pochi minuti arriva Lou, che mi porta un paio di jeans neri e la parrucca, io li indosso, Harry mi si avvicina e mi porge un cappellino nero "Ecco qui, e come tocco finale questi" Mi porge un paio di occhiali da sole, di quelli a cerchio, non sono proprio adatti al clima ma li indosso. La realtà è che non dovrei farmi i complessi su quanto non siano adatti questi occhiali, dovrei farmi i complessi sulla bionda finta che sono diventata, senza neanche chiedere spiegazioni, dopotutto è Styles.

"Ora siamo pronti per uscire"

"Direi di sì" Gli sorrido, gli sono così grata.

Per tutta la mattina mi ha trascinata in giro per LA, abbiamo fatto un po' di shopping, abbiamo incontrato molte fan, mi sono spacciata per un'amica, era giusto un modo per non far sapere a tutte che fossi io, giusto per non mostrare a tutti la piccola macchietta triste che ero. Ci sediamo ad un bar a sorseggiare del caffè

"Allora, che hai intenzione di dirgli quando lo vedrai"

"Devo dirgli qualcosa?"

"Beh mi pare che restare là fuori sotto l'acqua a cercarti si merita qualche parolina"

"Non lo so, non so cosa dirgli"

"Digli quello che provi, una volta per tutte"

"No, non posso"

"Perché?"

"Voglio illudermi ancor un po' "

"Illuderti di cosa?"

"Lascia perdere" abbasso lo sguardo, quasi triste, era finito il tempo di farmi i film mentali, era arrivato il momento di tornare al mondo, quello in cui, nonostante tutto questo, sono irrilevante. La nube che mi ha sempre avvolta di tristezza è tornata, mi sento ancora un piccolo mostriciattolo,è arrivato il momento di sentirsi ancora male. Di vedere ancora piccoli rigoli scarlatti sulla mia pelle.

"No ascoltami- mi prende il mento e solleva il mio viso, asciugando con il pollice una lacrima- che ti prende"

"Dopo quel giorno in aeroporto, quando ci siamo incontrati, ho iniziato a pensare positivo, senza pensare a tutte le cose, passando sopra al fatto che nella maggior parte dei casi recitate con me, e capisco, sono una sconosciuta, e anche voi dovreste esserlo per me Harry, ma non è così, tu non osi immaginarti cosa siete voi per me, ma per una volta, sentivo di essermi affezionata, di avere degli amici, non degli idoli" Scoppio in lacrime

"Ogni singola volta che una fan mi dice che sono tutto per lei, tu non sai quanto mi piange il cuore"

"Perché, sei il ragazzo più desiderato al mondo, essere io come te, non sarei qui a piangere"

"Perché io non posso stare con ognuna di loro a migliorare le cose che vanno storte, perché se uno 'sconosciuto' come lo chiami tu, è la ragione di vita di una persona, vuol dire che tutto ciò che la circonda è davvero davvero difficile"

"Non sai quanto. Vedi il fatto è che, da quando ho iniziato ad avvicinarmi a lui, mi sentivo finalmente felice, non sai quanti notti, non sai quanti pianti, quante giornate passate a guardare il tempo scorrere sul mio orologio, senza trovare ragione se non lui, se non voi; da quando sto qui con voi, la mia vita è felice. E' talmente felice che passo sopra a tutte le ragazze che mi odiano, giusto perché vorrebbero essere al mio posto, passo sopra al fato che magari non vi importa, io cerco solo di fare il meglio per me stessa, e voi mi fate star meglio, passo anche sopra al fatto che ad ogni festa che ci presentiamo, un sacco di ragazze bellissime gli ronzano attorno, passo sopra a Selena, a Balbara, ci passo sopra ma non dimentico, come posso io, competere con loro.

Non sono pronta a ricevere da lui una delusione Harry, no davvero non posso, non ho intenzione di andare in giro con gli occhiali da sole per nascondere gli occhi rossi di pianto, di andare in giro con i felponi per nascondere ciò che accade" La sua mano si allunga e stringe la mia

"Noi siamo qui apposta"

"Nascondimi Harry, non voglio vederlo, non voglio ritrovarmelo davanti e tacere imbarazzata"

"Andiamo a procurarci dei documenti falsi, da oggi sei la bionda Trixie"

"Ah-ah esilarante" Ci alziamo, mi mette un braccio intorno alle spalle e ci dirigiamo verso l'hotel.

Abbiamo camminato per circa un paio di isolati, senza essere stati particolarmente ostacolati, manca poco ormai, se guardo in alto scorgo il nostro albergo che è altissimo, ma veniamo fermati. Una grande massa di ragazze ci assale, veniamo travolti, mi faccio da parte così che facciano più velocemente. Dopo aver fatto una foto una di loro mi nota, e avverte tutte le sue amiche. Non mi piacciono, nonostante siano directioner, non mi piacciono davvero, sono delle classiche 18enni, di quelle robustelle, acide e cattive, quelle che pretendono un riconoscimento perché sono fan da praticamente sempre dato che erano adolescenti e non bambine quando i ragazzi sono stati formati, che sono disposte a picchiare, non spingere semplicemente, per raggiungere la prima fila. Sono vestite tutte in vestiti scuri, i loro capelli, tutti tinti di colori diversi, cingono il loro visi schiacciati dalla pioggerellina fine che cade, rendendogli il viso ancora più rotondo, il loro trucco cola, rendendole ancora più terrificanti, devono essere rimaste fuori un po' di tempo. Una di loro mi si avvicina e afferra la mia felpa, sollevandomi quasi da terra

"Credevi che non ce ne saremo accorte? Mi tira sempre più verso di lei, cerco in tutti i modi di liberarmi dalla sua stretta- Chi sei tu, noi siamo fan da più tempo"

"Si esatto" Interviene un'altra. Mi circondano, sono terrorizzata, una di loro prende una ciocca dei capelli della parrucca tra le dita e inizia a fare dei piccoli riccioli

"Ma che bel travestimento" In un attimo mi strappano via dalla testa parrucca cappello e occhiali

"I ragazzi sono nostri"

"Ma... ma-ma io vi giuro, sono qui solo per aiutarvi, per aggiornarvi, per girare video divertenti... non ho nessuna intenzio..."

"Ahah avete sentito ragazze? Ci vuole aiutare!" Si alza una risatina generale, con lo sguardo cerco Harry, che però sembra ancora circondato, riesco giusto in tempo a scambiarci uno sguardo che la ragazza mi prende i capelli, la mia crestina, tutta scompigliata tra le sue mani, mente tira sempre più un alto, finchè non tocco quasi più per terra e mi afferro al suo braccio

"Vuoi davvero aiutarci?- piango, sono spaventata e amareggiata, ho paura, perché mai delle ragazze dovrebbero comportarsi così, le altre almeno dimostravano un minimo di educazione e si limitavano a guardarmi storto- Muori"Mi spinge contro una rete che cinge il giardino di una casa, uno dei fili di ferro non è stato tagliato bene, e sporge, ma faccio in tempo a notarlo solo quando ormai mi ha già lasciato un grande graffio sul labbro, comincio a metterlo in bocca, così da non macchiare la felpa di Haz. Mi appoggio con le spalle alla rete e impaurita le guardo che mi circondano di nuovo

"Harry!" Grido. In pochi secondi Harry si avvicinano e le ragazze cercano di dileguarsi, ne afferra una per il polso "Aspetta un attimo" La ragazza ha dipinto in faccia il terrore e Harry le sta infondendo tutto l'odio che quegli occhioni verdi non potrebbero mai trasmettere tanto dolci che sono, per quanto sia stata scortese e poco delicata nei miei confronti so benissimo cosa vuol dire sentirsi odiata dai propri idoli, e nonostante tutto, lei ama i ragazzi

"Lasciala andare, non ne vale la pena- si allontana, io mi alzo, lo abbraccio e scoppio in lacrime- perché mi odiano così tanto?"

"Non lo so, non apprezzeranno il fatto che adesso il biondo è tuo" Sorrido e gli con un piccolo ponfo gli solletico la guancia

"Se magari" Riprendo subito il sorriso grazie a lui, con un fazzoletto tampono la ferita, che a quanto pare è abbastanza profonda, ma niente di che, posso ancora respirare, non sono così pappamolle.

Arrivati in hotel sono stata strappata a lui da Cher, che preoccupata come una madre apprensiva mi trascina nell'infermeria e mi medica il labbro.

Tornata in stanza passo un'oretta preparare i bagagli. Scesa nella hall mi siedo su una poltroncina e mi preparo a passare una mezzoretta su twitter aspettando che arrivino i suv per portarci all'aeroporto.

Mentre scorro le mie notifiche piene di tweet da parte di ragazze che come quelle di oggi non sanno controllarsi sento un grande grido levarsi dalle fan appostate fuori, chissà chi è arrivato...

No, No, nonononono. Ci sono cinque membri in questo gruppo, perché proprio lui? Il cuore inizia a battere sempre più velocemente, inizio a tremare e a sudare freddo, eppure ero abbastanza sicura di aver superato le crisi ogni volta che li vedo, a quanto pare no. Cerco di coprirmi il volto sudato affondando nella mia poltroncina sempre di più.

I miei tentativi si mostrano ben presto inutili, alzo la testa dal mio cellulare e me lo ritrovo di fronte, che sorride, io gli sorrido.

"Dobbiamo parlare"

"Così senza salutare?"

"Ok- mi tira su dalla poltrona e mi stampa un bacio sulla fronte- ciao piccola"

"Ciao Ni..." Mi trascina

"Dai su andiamo" Ridiamo mentre mi trascina e iniziamo a correre per il corridoio. Mentre mi sento al settimo cielo, mentre corro con lui, ripenso a stamattina, a come mi sentivo, e mi rendoconto, che dentro di me nulla è cambiato, mi sento ancora così, male, insignificante. L'espressione sul mio viso cambia, e lui lo nota subito quando ci chiudiamo la porta della sua stanza alle spalle

"Tutto ok?"

"Sì certo"

"Ma, ma che cosa ti è successo" Con l'indice indica il labbro

"Niente di che, sono sopravvissuta" Sorride

"E' questo l'importante"

Silenzio. Un grande infinito e imbarazzante silenzio cattura l'aria, continuiamo a guardarci. Finito di fare la valigia si siede vicino a me sul divanetto

"Allora... parta prima tu- diciamo assieme. Imbarazzo. No no vai tu" Continuiamo

"Ok allora comincio io- mi guarda e sorride, ma sorride in maniera diversa, meno allegramente di prima- volevo parlarti di stamattina"

NIALL'S POV

Sono pronto, le dico tutto. E' inutile far finta che non sia successo.

MARTA'S POV

Spaventata di affrontare l'argomento lo interrompo, non so realmente cosa dirgli, cosa inventarmi, dico la prima cosa che mi viene in mente

"Torno a casa!"

NIALL'S POV

Maccome.

MARTA'S POV

E ovviamente, tra tutte le stupidate che potessi dire, ho scelto la peggiore. Lo guardo mentre cerca disperatamente spiegazioni

"Te ne vai? Perché?"

FINE PRIMA PARTE

-SPAZIO AUTRICE-

Ciao ragazze, sono io, Marta!! Eccoci arrivate alla fine della prima parte, domani parto per le vacanze, di nuovo, e mentre starò via penso di usare il pc solo per studiare, anche perché se vado avanti così non li finirò mai sti maledetti compiti. Volevo chiedervi... fatemi sapere cosa ne pensate della fic, un commentino con vi costa nulla no? Se ci sono cose che vi sono piaciute particolarmente non esitate a farmelo sapere, ma soprattutto se ci sono state cose che non vi sono piaciute sono pronta a correggere e cercare di migliorare nella prossima parte della storia, aspetto solo voi, mi raccomando. Un commentino con costa nulla, mi raccomando però siate precise. Lo faccio per voi. Inoltre, se avete qualcuno a cui parlare della fic questo è il momento giusto, possono leggerla con calma perché non aggiornerò tanto presto, ma prometto che proverò a scrivere. Dai fatemi questi due favorini se tenete alla fic<3

Un BACIONE

P.S ho creato una nuova copertina, vi piace?

ATTENDO RISPOSTE UN BACIO!!

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Capitolo 19
*** Partenze ***


~Capitolo 19~

Partenze

"Te ne vai? Perché?"

Le sue parole rimbombano nel mio cervello, rimbalzano, rotolano e infinte tacciono, rimareggiano infrante, e scompaiono, scompaiono come ogni altro pensiero nella mia testa, si perdono mentre guardo i suoi occhi, così blu, così belli, così profondi, così, vuoti.

"Non riesco più a reggere, tutti questi rumors questi problemi, non sono brava a recitare"

"Ma... ma il film? Abbiamo bisogno di te per le riprese"

"Ci sono riprese a sufficienza, se ci sarà bisogno farò una comparsata a Miami, adesso scusami, ma devo fare i bagagli" Lo abbraccio, lui impietrito non ricambia, mi avvicino alla porta, la apro e mi volto "Niente di personale, ma vedrai, sarà meglio anche per te, non ti tormenteranno più- silenzio, interrompo questo momento di imbarazzo e sorrido forzatamente- allora a dopo" Sorride anche lui quasi più forzatamente di me "A dopo" resto sulla porta per qualche istante a guardarlo, e nel frattempo nella mia testa la nostra conversazione continua, continua più o meno così:

"Scusa, scusa, il fatto è che non reggo più, non reggo più questa recita, non reggo più tutta questa gente che mi odia, non reggo più il fatto di svegliarmi al mattino accanto a te, e sapere che non sarai mai mio, non reggo più, chiamami scema, me ne sto andando dall'unica cosa che mi rende felice, il fatto è che mi sono innamorata di te, Niall Horan cantante e chitarrista nella band più famosa al mondo, ed è stato uno sbaglio, ma se potessi lo rifarei, perché sei lo sbaglio migliore di tutti."

E invece Silenzio. Solo silenzio.

Entro in camera e mi butto sul letto, distrutta. Preparo i bagagli.

'Toc, toc!' qualcuno bussa alla porta

"Avanti è aperto" E' Cher, non mi volto neanche per salutarla, continuo a fare le valige, continuo a guardare questi vistiti, e ognuno di loro porta impressa una giornata diversa, un ricordo indimenticabile. Cher entra, non chiude neanche la porta, la lascia socchiusa alle sue spalle mentre ha ancora in mano il pomello

"Ho trovato un volo, domani sera da Phoenix"

"Bene" Sgattaiola via fuori dalla stanza, e chiude la porta, senza fare rumore, lei, il piccolo peperino da un metro e settanta di cotonatura e tacchi a spillo.

Finiti i bagagli decido di scendere, tutto quello che voglio è un enorme tazza di caffè da assaporare seduta vicino alla finestra di camera mia guardando la gocce d'acqua scorrere sulla finestra, a guardare il cielo piangere, giusto per non sentirmi l'unica.

Scendo, e sulle scale, lo vedo, Eugenio. Mi stringe forte le spalle e mi trascina su con se

"Che stai facendo" Sorrido, ci provo.

"Ti porto in stanza"

"Ma io devo scendere" Mi libero dalla sua stretta e scendo due gradini, ma ecco che di nuovo il suo braccio mi sbarra la strada.

"Dove devi andare?"

"A prendere un caffè"

"Bene, vado io" Sorride, ma che ha da sorridere, in pratica si è appena offerto di farmi da cameriere

"No dai ho voglia di sgranchirmi un po'" Cerco di scendere ma ecco che mi stringe tra le sue braccia e non mi lascia andare, mi dimeno, ma niente.

"Mettimi giù!"

"Ok" Mi molla, cado, mi ritrovo per terra davanti a lui, che sorride come un bimbo di 8 anni che ha appena infastidito la bimba che gli piace, un sorriso di sfida, compiaciuto.

EUGENIO'S POV

E' qui, davanti a me, e mi guarda, sorride. Il silenzio regna, l'imbarazzo mi avvolge, è uno di quei classici momenti in cui si arrossisce e ci si guarda le scarpe, e mentre io lotto con me stesso giusto per trovare il coraggio di chiederle come sta mi rendo conto che non ce ne è bisogno, mi basta guardarla, sorride, ma ha gli occhi rossi, lucidi, piove, ma qui dentro fa caldo, e lei sfodera un bellissimo felpone blu tenendo il fondo delle maniche stretto tra le mani, è chiaro. Sorride, ma è sempre la stessa solfa.

MARTA'S POV

"Se non ti dispiace, io andrei"

"No!!" grida mentre mi prende il braccio e mi ritrascina a sé, trattengo a fatica le lacrime dal dolore, mi ha afferrata, ma le mie braccia bruciano.

"Si può sapere che cosa c'è giù che non posso vedere?"

"Ehm... niente, assolutamente niente" Ride quasi sarcasticamente.

"Beh allora ripeto, se non ti dispiace...- i libero dalla sua stretta e corro più che posso giù dalle scale- io vado!"

Arrivo in fondo alle scale, davanti a me, la hall. Ghiaccio. Resto pietrificata.

Giusto stamattina parlavo di come non avrei saputo reggere il confronto, e infatti.

NIALL'S POV

Ancora una volta, la vedo pietrificata che cerca spiegazioni mentre mi guarda che le spezzo il cuore.

MARTA'S POV

"Oh my God, so here you are, I am such a big fan. Can we take a selfie?"

Si avvicina, lei, Barbara Palvin, una barbie, pietrificata annuisco, lei scatta la foto e io continuo a guardare lui, in cerca di spiegazioni

"Can I post it on Instagram?" Annuisco di nuovo, e resto lì, immobile a guardare la mia vita andare in frantumi, secondo copione.

Continuo a guardarlo e lui guarda me, le lacrime mi riempiono gli occhi, i suoi si riempiono di dolore, quello che gli riflettono i miei. Eugenio mi trascina via, io mi strattono via dalla sua stretta e salgo le scale, correndo e piangendo.

Salgo, e continuo a piangere, inciampare, correre, cadere, rialzarmi e correre di nuovo.

Salgo, e gradino per gradino sento che quello che sta per arrivare è l'ultimo, che cadrò e non mi rialzerò più.

Entro in stanza, mi tolgo felpa e maglietta, chiudo le tende, chiudo a chiave la porta, spengo le luci, afferro una lametta e mi chiudo a chiave in bagno.

...

Il frenetico bussare della porta mi sveglia

"Inutile non risponde, mi dia la copia della chiave- una voce maschile penetra nel mio sonno, e io mi ritrovo con solo la biancheria addosso, rannicchiata in questo angolo del bagno- ti sei chiusa in bagno? Fammi entrare dai piccola"

"Chi sei"

"Come chi sono, dai fammi entrare- apro la porta, davanti a me, pietrificato, niente meno che lui, Styles- cosa hai combinato.." Il suo sguardo terrorizzato alimenta le mie lacrime come un fiume in piena.

"Allora l'hai trovata? E' qui?- Zayn sporge la testa nella stanza e subito si copre gli occhi- scusa davvero non volevo vederti seminud...-subito si scopre gli occhi- ma che hai fatto- mi si avvicina e con le mani stringe il mio volto- no baby, don't cry, I am here, for you" Styles ancora pietrificato mi stringe la mano, che ancora serrata nasconde la lametta, apre il pugno e la afferra.

"Non ne hai bisogno- la butta via- abbiamo 20 minuti per scendere nella hall, si parte, diamoci da fare, vado ad avvisare Cher che ti abbiamo trovata" Si allontana, affranto.

HARRY'S POV

E' così, così forte, il dolore delle nostre fan? E' davvero così che si sentono, abbandonate, dal mondo, da tutti, così tristi, amareggiate e depresse, da fare questo? Marta non è così, io lo so, lei è allegria, amore, dolcezza, cosa l'ha resa così...

MARTA'S POV

"Ehi amichetta- guardo Zayn che per quanto imbarazzato sia cerca di rincuorarmi- che ne dici, tu adesso ti fai una doccetta e io vado a cercare qualcosa per disinfettarti, ci vediamo qui tra 10 minuti, così decidiamo come vestirti ok?" Sorride, mi pizzica la guancia ed esce.

Faccio la doccia, mi asciugo, mi trucco ed esco dal bagno, e trovo Harry, gli sorrido e mi siedo accanto a lui mentre cerco di sistemare l'asciugamano il modo tale che non mi si apra. In pochi secondi arriva Zayn, che sembra aver fatto di rifornimento di bende e fasce per un intero reggimento di marines sopravvissuti ad un attacco-bomba. Mi disinfetto e fascio le braccia, poi inizio con le gambe, intanto Malik e Styles riaprono le mie valige e giocano a 'Zarry passione stilista' assieme. Finalmente pronta usciamo dalla camera, Zayn mi si avvicina

"Ehi amichetta, lo so, non sono tanto presente, ma sono fatto così, io ti voglio bene- sorridiamo- non farlo più promesso?" Sorrido, ci avviamo.

In aereo mi siedo in disparte, mi avvolgo nella musica, e guardo fuori dal finestrino.

NIALL'S POV

La guardo distrutta che osserva fuori, mentre cerca di trattenere le lacrime. Io adrei, andrei a parlarle, ho solo paura di farla stare male, ma andrei, andrei a dirglielo 'piccola cosa ti succede, dove sono finiti i sorrisi e le risate, lo sai piccola che si tratta di recitare, te l'ho detto. Parlami, dimmi cosa c'è che non va, dimmi cosa sono i felponi che hai iniziato a metterti, dimmi cosa sono le bende che nascondi, dimmi cosa sono le lacrime che trattieni, dimmelo, e io ti prometto che sistemerò, qualsiasi cosa sia, nel bene e nel male'

MARTA'S POV

Alzati cazzo, alzati e vieni qui, vieni a rallegrarmi la giornata come solo tu sai fare, dimmi che era tutto falso, che mi sono immaginata tutto, alzati e vieni a parlarmi, esisto, sono qui, non scordarti di me.

"Ehi nanetta tutto a posto?" Lou mi si avvicina e mi tira a sé

"Certo tutto ok" sorrido

"No mentire... sai, ho sempre voluto chiedertelo, ci sono state delle occasioni in cui ti ho vista sorridere, per davvero, e il mondo si è fermato per un istante, ma allora mi chiedo, quello che fai tutti i giorni cos'è?- mi sfiora le labbra mentre sorrido ancora- questo che cos'è?"

Senza neanche lasciarmi pensare ad una risposta si alza, e mi lascia qui, appesa.

...

Arrivati in albergo mi chiudo in camera e mi butto sotto le coperte, a piangere.

...

Mi sveglio, il sole è già alto, la mia valigia è rimasta chiusa, mi sono addormentata vestita. Mi alzo e cerco di truccarmi, gusto per far sembrare un po' di meno che ho pianto tutta la notte. Chiamo il servizio in camera e mi faccio portare un caffè.

Resto seduta sul mio piccolo terrazzino che si affaccia sulla strada circa un oretta a guardare le fan appostate sotto all'albergo. Il mio telefono continua a lanciare notifiche, ma le ignoro.

Passo il resto della mattinata a guardare video e fan-art su Niall, e continuo a piangere.

Mi cambio e decido di uscire a mangiare qualcosa, non ho ancora incontrato nessuno dei ragazzi, ma non mi importa, cammino incappucciata e nascosta da un paio di occhiali cercando di nascondermi da sguardi di odio.

Mi siedo ad un bar ed ordino un toast, guardo la sedia di fronte me e penso a quanto vorrei che venisse occupata, quanto vorrei poter sorridere con lui adesso.

Ma la sedia resta vuota, continuo a fissarla, il cameriere mi porta il toast, e mentre si raffredda, io guardo ancora il posto vuoto di fronte a me, continuo a guardarlo e a fare finta di averlo di fronte a me, qui a sorridermi, a farmi star bene, e quando ormai il toast è immangiabile, mi alzo pago e mi allontano, scrutando il cameriere che lo porta dietro al bancone e lo addenta.

Ritorno in albergo, salgo in camera mia, e mi butto sul letto a guardare il soffitto, mi sento così vuota, così, insignificante. Sento delle grida provenire da fuori, mi affaccio dal balcone e guardo in strada, Niall e Barbara stanno tornando. Presa un impulsivo ma più che normale scatto di gelosia incondizionata cerco su internet gli ultimi articoli su di loro:

"Pare che i due abbiano rincominciato a vedersi 'Siamo amici' afferma la star, ma chissà che non rinasca del tenero tra lui e la famosissima modella?"

Già, la FAMOSSIMA MODELLA.

Mi guardo allo specchio, quasi ad autoinfliggermi tutto l'odio e il dolore che ho, perché lei è perfetta, e io non sono niente, mi hanno sempre detto di inseguire i sogni, il mio mi sta distruggendo.

...

"Marta... ehi... dai, svegliati, devi partire, c'è il tuo volo ricordi?" Cher mi scrolla

"Cosa? Chi? Quando? Ah, ciao Cher"

"Buongiorno, adesso alzati, per l'ultima volta voglio prendermi cura del tuo aspetto, prima di lasciarti libera"

Cher si prende cura di me come una madre con la figlia il primo giorno di scuola, mi veste mi sistema mi trucca,. Finita l'opera poggia le mani sulle mie spalle e sussurra

"Ora sei pronta"

"Grazie- sorrido e l'abbraccio- mi mancherai" La sento che con il mento appoggiato alla mia spalla singhiozza

"Anche tu piccola mia, sono davvero fiera del lavoro che hai fatto"

Non avrei mai pensato che dietro alla freddezza e alla rigidità che mi imponeva sempre, ci fosse in realtà una mamma, una tenera e affettuosa 'mamma in tour'.

"Vai, giù ci sono 5 ragazzi che ti aspettano" Sorridendomi Cher mi da il suo addio, con ancora gli occhi lucidi e un pezzo del mio cuore in mano.

Scendo con le mie valigie, me le trascino dietro a fatica, ma appena li vedo, mollo tutto e corro da loro, ormai in lacrime.

Ci abbracciamo, tutti assieme, e testa contro testa, iniziano a ridere, io invece piango, di felicità però, avevo realizzato il mio sogno, eravamo tutti amici.

"Ragazzi vi ringrazio, è stato un onore per me poter passare questo tempo con voi, avete realizzato il mio sogno" I loro occhioni lucidi mi illuminano l'esistenza, e ci stringiamo tutti assieme in un ultimo, grande abbraccio di gruppo.

Guardo Styles

"Mi mancherai bella" sorride, come sempre, uno dei suoi sorrisi, uno di quelli che tiene in vita le persone

"Ehi amichetta" Zayn e Lou mi trascinano tra le loro braccia

"Ecco i miei amichetti di canna" mi stringono tra le loro braccia, non riusciamo a trovare parole, ci restano solo sorrisi.

Mi avvicino a Liam

"Ehi Liamo, ti voglio bene" Lo abbraccio e scoppio in lacrime tra le sue braccia, lui mi accarezza il capo e canticchia mentre mi donola sollevandomi da terra

"Non piangere, ovunque tu sia, io sarò qui- prende in mano il telefono- basta comporre il numero"

Mi mette giù e sorride, io ricambio.

Mi volto e resta solo lui, il biondo, per quanto in questi ultimi giorni il suo ignorarmi, Barbara e tutto il resto mi abbia fatta star male, io mi getto tra le sue braccia. Resto qui, a farmi avvolgere dalle sue braccia, e vorrei non dovermene mai andare, le mie lacrime bagnano la sua maglietta, il mio mascara la colora, ma lui continua ad abbracciarmi sempre più forte, e penso che sia la cosa più bella, abbracciare qualcuno che a sua volta ricambia abbracciandoti più forte.

"Mi mancherai- I suoi occhi lucidi danno un senso al mio vivere- non piangere piccola ci rivedremo presto" Mi prende la testa tra le mani, con i pollici mi asciuga le lacrime, il mio cuore batte all'infinito, dietro di noi si alza un fischio, probabilmente da Liam, i miei occhi sognati si perdono nel blu dei suoi, credo che sia reale, credo che questa sia la terra, che io sono viva e questo non è il paradiso, eppure mi sembra di non respirare più, siamo così vicini...

"Niall c'mon we have to go now" Barbara entra nella stanza e interrompe la magia in un millisecondo, Niall subito distoglie lo sguardo e la segue come una marionetta. Escono e si alza il boato delle fan.

Io dopo 5 minuti sono ancora qui, con un solco in pieno petto, lasciato dal mio cuore, che se ne è andato via con lui.

Saluto tutti un ultima volta, e distrutta mi dirigo verso l'aeroporto.

Era finito il mio sogno in mezzo agli One Direction.

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Capitolo 20
*** Mancanze ***


~~-Capitolo 18-

Mancanze

1. 13 Settembre 2014

Ciao, mi chiamo Lorenzo Canfora e lotto per poter camminare. Non so più che scrivere.

Giorno 2. 14 Settembre 2014

Ciao, sono sempre io, la picologa non ha apprezzato il fatto che ieri non ho scritto niente, non ho niente da dire, sono circondato da queste quattro mura da troppo tempo, mi annoio, non vedo altri orizzonti se non il fondo del letto, non posso alzarmi, non riesco. Sorrido grazie a delle chiamate skype di mia sorella e dei suoi amici, perciò, in assenza di cose da dire, oggi racconto la mia storia. Sono un ragazzo di 14 anni, vivo di calcio e auto da corsa, ma la cosa più bella che ho scoperto recentemente è mia sorella, l'ho riscoperta. Marta ha 15 anni ed è una ragazza molto particolare, banalmente definita solare, ma è molto di più. E' una grande fan degli One Direction ed è una 5sos fam coi fiocchi (sì mi ha anche contagiato, w i 5sos). Non abbiamo mai avuto un grande rapporto devo dire, stava sempre sulle sue, si isolava da sola con i suoi problemi, era brutto vederla stare male e non accorgersene neanche, sarebbe stato meglio forse, se me ne avesse parlato. Ma non sono qui per parlare dei soi problemi, la sua vita ora è cambiata, Marta adesso è in tour con i nostri idoli, non so neanche come, o perchè, so che un giorno è tornata a casa, accompagnata da una piccola donnetta tutta lustrini, ha fatto i bagagli ed è andata via. "Ti porterò qualsiasi cosa riesco a raccattare, autografi, bandane, magliette, e spero di poterteli fare incontrare, ti voglio bene" queste furono le sue uniche parole; lì per lì non capivo, mi sembrava impazzita, credevo che stesse scerzando, che come al solito stesse fantasticando in pevisione di un ipotetico meet and greet, e invece no. L'ho aspettata, giorni, ma niente. La vita in casa dopo che è andata via, è rimasta la stessa, come se ci fosse ancora, la sua camera taceva e cullava il proprio vuoto, il letto aveva ancora le lenzuola stropicciate, come le aveva lasciate dopo che se ne ra andata, nella mia mente lei era ancora in casa, a volte mi capitava di parlarle, ma poi mi accorgevo che non c'era quando nessun replicava. I momenti in cui si sentiva la sua mancanza era quando accendevo la musica, e nessuno canticchiava con me dall'altra parte del muro, la musica rimbalazava ulle pareti che la respingevano verso di me, era come se la stanza, dovesse tacere, restare come quando lei la abitava: chius, buia, silenziosa, a tratti malinonica.

Giorno 3. 15 Settembre 2014

Quel giorno era un giorno come un altro, ero alla solita corsa, al solito posto, non avrei mai pensato che sarebbe successa una cosa come questa.

Ero seduto al mio posto e facevo accarezzare dal vento che le macchine in corsa portavano con sè, ascoltando il dolce suono dei motori. Era tutto perfetto, una bella giornata di sole, Tommy davanti a me, dall'altra parte della strada sterrata, si divertiva a a farmi facce strane tra il passaggio di un auto e l'altra, io ridevo e mi univo a lui, è bastato un attimo, e il buio mi ha travolto. Mi sono svegiato qualche giorno dopo, trastullato, ma non troppo, era come se avessi dormito profondamente per qualche giorno, senza sognare qualcosa in particolare; mi ricordo di aver sentito la voce di mia sorella, a volte, e spesso vedevo dei piccoli dolcetti al cioccolato, i miei preferiti, uno di quelli che la signora Pina del panificio mi riserva sempre in un sacchettino vicino alla cassa, uno di quelli che mi gusto ogni giorno mentre vado a scuola, sarà stata la fame. Mi sono svegliato, e stranamente Marta parlava degli One Direction, e come una citofonata, pochi minuti dopo è entrato in scena Niall, che ho sempre ritenuto abbastanza vuoto insignificante, ma invece è una brava persona, tutti quei 5 ragazzi sono delle brave persone, per quanto ne possano parlare male, pure io lo riconosco. E' stato bello passare con quei due le ore del risveglio, sono esilaranti, o meglio, mia sorella lo è, quante risate ha bloccato la mia debolezza momentanea, era bellissimo vederla perdersi nelle parole di quel ragazzo.

Il resto è storia, i medici mi hanno detto che sarebbe stato difficile per me camminare, e devo dire che a quel punto mi sono alquanto depresso, ma andiamo, ci non lo sarebbe? Ho 14 anni, non vedevo futuro per me in sedia a rotelle. Detto ciò, continuo a non vedere il senso di questo diario, della costrizione a scriverci tutti i giorni, sto bene, o almeno, fino a ieri, quando Marta e Niall erano qui, ho sempre e comunque trovato modo di ridere un po' se non altro ridere di Marta. Da quando sono partiti ho ricevuto già un paio di chiamate skype, una in grande stile, con tanto di grido isterico da ragazzine arrapate, le altre due le ho ricevute da Marta e Niall, ah sì, in una era presente anche Calum, e ho disimparato a parlare, tacevo. Mi sono sentito tanto mia sorella. Da quando mi sono risvegliato ho iniziato a fare fiseoterapia, e ho anche fatto una prova, tenendomi ad un sostegno sono riuscito a stare in piedi giusto tre secondi, ne ero felice, fino ad un certo punto, mentre dall'altra parte della webcam già stappavano lo spumante e mi vedevano scorrazare nei campi di granturco, la verità è che mi sono tenuta sulle braccia, le gambe non le sentivo, ma sembravano così felici.

...

Giorno 74. 27 Novembre 2014

Sono così felice, il mio recupero và migliorando, riesco a stare in piedi, sulle gambe, per qualche secondo, e mi sento un dio. Oggi ho provato a reggermi a sostegno e fare un paio di passetti, e al di là del fatto che non piego le ginocchia e sempro tanto l'uomo di latta, che sono cauto dopo il secondo passetto da formichina, ci sono riuscito :).

Tornato a casa ero tutto euforico, ho suonato il campanello, e mi ha aperto la porta uno spettro, Marta. Da quando è tornata sta lentamente calando, dal primo istante, forse era questa, la presenza misteriosa e cupa nella sua stanza, la sua depressione, e tornata, l'ha riindossata proprio come si fa con un soprabito, e lentamente è scesa con lui. Dice di essere felice, ma lo so che si sente male, non so che cos'abbia realmente, ma è come se adesso non avesse pù motivi per vivere. Non guarda più il telefono, lei, la drogata di twitter, tumblr perennemente connessa a TeamWorld per sapere le ultime notizie e annunciarmele stridolando e rimbalzando per la stanza; la vedo spesso in camera sua che guarda il sofitto, ha anche smesso di asoltare la musica, le ho regalato il nuovo album, Four, è uscito una decina di giorni fa, e non ha nemmeno tolto la plastichina dalla confezione, non l'ha neanche aperto; non sembra magiare tanto, è dimagrita, dice che probabilmtente la pubertà l'ha colpita, ma non credo, credo solo che non mangi, che lasci apposta un piatto sporco per farci credere di aver mangiato, anche se fa arrabbiare mamma, ma se il piatto è sporco di pomodoro, perchè non c'è nessuna pentola a lavare? Se ha realmente mangiato della pasta, deva averla pur cucinata no? Non mi sono ancora accertato se porta felponi per nascondere i polsi o solo perchè è inverno, ma penso che quelo che vedo è sufficiente. E' vuota, smarrita, quasi annoiata dalla vita, certo che però, se si annoia ancora un po' e continua a passare il tempo a guardare il soffitto, tra poco quello intelligente in famiglia sarò io, il che è singoare, non perchè io sia stupido, ma perchè lei è nettamente un mostro dello studio, o meglio, era.

MARTA'S POV

Vuoto. Le mie giornate sono vuote, la mia vita lo è, le cose che faccio lo sono. Ed è triste, vedere come tutto sia cambiato, come tutto sia maledettamente così privo di senso. Sono tornata alla stessa vita, allo stesso via vai, alle stesse persone, quelle che mi passano accanto e neanche mi salutano, quelle che adesso se non nella speranza di un incontro con loro non mi noterebbero neanche, sono tornata, nello stesso angolo, della stessa classe, tutto mi passa davanti e io lascio fare, aspettando che qualcosa accada, succedeva sempre qualcosa con loro, e anche una stupidaggine diventava divertente. Osservo il tempo scorrere lentamente e portarmi via con sè, il brutto delle emozioni forti, delle cose belle, è il vuoto che lasciano dopo, che poi è incredibile, ti svegli una mattina, guardi il soffitto e non senti più niente, niente di niente. E sì, mi mancano ancora. Per quanto incomprensibile possa essere, io me ne sono andata, ma non ho mai smesso di sentire la loro mancanza. La sento soprattutto in queste situazioni, quando esco mi siedo a scuola, sull'autobus o ad un bar, quando vienen un po' di sole dopo che ha piovuto, quando la gente intorno parla del più e del meno, quando la normalità incalza. E' soprattutto in questi momenti che mi viene da chiedermi cosa ci faccio ancora qui. Perchè rimango, perchè non me ne vado, perchè quello che mangio non sa di niente, e perchè delle cose che mi dicono le persone, cose per cui dovrei pur provare qualche interesse, non mi importa più niente, e rispondo per pura cortesia, sperando che se la bevano e pensando che se pur non se la bevono fa lo stesso, e perchè quando mi sembra di cominciare a rilassarmi, finalmete, vengo subito attaccata da uno piccolo stormo di ricordi felici che vuole portarmi via da dove sto, ma soprattutto, perchè mi sembra di aver lasciato la vita da qualche parte. Ma dove?

Fanculo va'.

...

"Li senti più?"

"Chi?"

"Loro, i ragazzi"

"No, il mio telefono ha smesso di accendersi troppo tempo fa"

"Ti mancano?"

"..."

"Ma tu come stai adesso"

"Bene"

"Non mentirmi, no non farlo, ti mancano, hanno lasciato un vuoto in te, e allora perchè andartene? Perchè negare tutto adesso? Perchè tutte le volte che sei in giro cerchi neglio occhi degli altri i loro sguardi, perchè tutte le volte che senti parlare di loro alzi la testa, come se i loro nomi ti apprtenessero, dimmi perchè adesso passi le giornate in silenzio, ad ascoltare il rumore intorno a te, a renderlo silenzio, perchè, dove sono le cuffiette, dove sei tu con la testa"

"Tu non lo senti? Questo silenzio spacca i timpani, ti distrugge, ti annienta"

"Torna in te Marta, torna da loro, torna felice, non ricascare nel tuo oblio"

"Quel mondo non fa per me, non è mio"

"Torna da loro, ti cercano, lo so"

"No non credo, e poi, la vita è come il gioco delle sedie, se non ti sbrighi ti rubano il posto"

*Flash Back*

5 ottobre

"Niall tu l'hai sentita?"

"No non mi risponde, tu?"

"No, nessuno la sente più"

"Aveva detto che sarebbe tornata per l'ultimo concerto se ce ne sarebbe stato bisgno, io ho bisogni di lei, adesso dov'è?"

"Non lo so, dobbiamo decidere se invitarla o no alla premiere del film"

"Beh direi di sì ha partecipato"

"Ragazzi è ora"

"Ok Paul arriviamo, ragazzi qui le mani... 1, 2 , 3 spacchiamo!!!"

RAFFAELLA'S POV (8 ottobre)

La busta. Me l'aspettavo, speravo solo di non trovarla io, perchè da madre avrei potuto regire solo in questo modo, non voglio vederla ancora là, con le star, l'hanno cambiata "La invitiamo alla premiere del film..." no, non posso permettere che ritorni, so che resterebbe là con loro, l'hanno riempita di materia inutile, di illusioni, e tornata a casa è tornata la stessa, si è svuotata di tutta la sua essenza, tornare sarebbe solo provvisorio, quando tutto sarà finito chi raccoglierà i pezzi?

*fine flashback*

...

MARTA'S POV

Il soffitto è sempre bianco. Bianco, vuoto, come me, assisto al lento scorrere delle giornate, assisto al mio stesso sprofondamento, e sì, ha ragione Giud, posso spegnere le luci, posso chiudere gli occhi, ma nella testa ho sempre loro, il loro modo di farmi sorridere, e non è che mi mancano, è solo che se non ci sono loro, io sono meno.

"Marta- una piccola vocina penetra nel mio sprofondare nel dolore dei ricordi- mi aiuti a scrivere la letterina per Babbo Natale? Oggi è il primo di Dicembre e la maestra ha detto che la letterina a Babbo Natale si scrive oggi perchè i postini lavorano di più per portargli le lettere"

Sporgo gli occhi oltre il bordo del letto, laggiù piccola in tutto il suo essere, la mia cuginetta Emma porta con se pastelli e fogli

"E andiamo" Ci sediamo in cucina

"Ecco il tuo foglio- la guardo che in ginocchio sulla sedia perchè troppo piccina, scrive una lunga lista di giocattoli, che si spreme le meningi per ricordarseli tutti. Alza lo sguardo verso di me- E tu? Non scrivi niente a Babbo Natale?"

"Non desidero niente"

"Ci sarà qualcosa che desideri tanto tanto, qualcosa che desideri anche più di un pony"

Presa da una totale e ingiustificata frenesia prendo la matita e scrivo 'desidero tornare indietro'.

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Capitolo 21
*** E' difficile sentire il tuo nome dopo tutto questo tempo ***


~~Nuovo giorno. Stessa sveglia, stesso specchio, stessa ragazza, stessa voglia di romperlo, stessa metro, stesso autobus, stesse persone, solite spallate che mi colpiscno in corrdioio a scuola, stesse gambe che non si sorregono, che lasciano che la spinta della prossima persona mi rimetta dritta. Stesso banco, stessi professori, stesse parole messe a tacere dai miei pensieri, dai miei rimpianti. La realtà è che ce la prendiamo con il destino, che ci ha fatti nascere qua e non là, perchè con qualcuno ce la dobbiamo pur prendere, perchè non c'è niente di peggio del pensiero che, partendo da presupposti diversi, le cose sarebbero andate ugualmente.

Mi mancano i ragazzi lo ammetto, avevo letto da qualche parte, che non possiamo sempre contare sugli altri perchè ci rendano felici. Dobbiamo trovare la felicità in noi stessi.

Ma quando una persona ce l'hai dentro, dove vuoi scappare?

Mi manca cazzo, quel biondino, e sì lo ammetto, lo penso sempre, non posso farne a meno, perchè alla domanda "A chi pensi per sorridere?" beh, sicuramente penso a lui, nonostante tutto, nonostante tutti.

...

"Ti preoccupi di come stiano i capelli, le scarpe, i pantaloni, ma di come stai tu, ci hai mai pensato?"

"Non insistere Giud"

"Insisto quanto mi pare, mai rinunciare a qualcosa che vuoi veramente. E' difficile aspettare, ma è peggio rimpiangere"

...

"Provaci"

"E se va male?"

"E se invece va bene?"

Il telefono squilla. Uno squillo. Due squilli. Tre squilli. Quattro squilli. Cinque squilli. Allonatano il telefono dall'oreccchio

"Inutile non risponde, ci ho provat.." Il telefono si illumina e in lontananza, sento un lieve, meccanico ma lindo "Pronto?"

"C- ciao Niall, sono io, Marta"

"..."

NIALL'S POV

Mi era mancata. Cazzo se mi era mancata. La voce tremolante, l'insicurezza in ogni virgola, l'imbarazzo di ogni suo gesto, mi era mancata, ed io aspettavo di mancarle. Finalmente.

MARTA'S POV

"Pronto? Ei ci sei?"

".. E' difficle sentire il tuo nome, quando non ti vedo da così tanto tempo"

"Scusa, hai ragione"

"Dove sei, dove sei finita, dimmelo"

"Sono a casa adesso"

"Avevi detto, che saresti tornata, a Miami, se ci sarebbe stato bisogno di te, io avevo bisogno di te, dov'eri"

"Sì scusami, hai ragione"

"No, non chiedere scusa, tu, tu non le hai lette, non le hai lette le mille cose che ho scritto su di te, sul diario, sui fogli, sugli spartiti, sulle note del telefono, sullo schermo sul muro. Ti ho lasciata dovunque, e tu, tu dimmi almeno hai pensato a me?"

"Tutti i giorni, aspettavo solo di mancarti"

"Allora non sparivi"

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Capitolo 22
*** Ricominciare ***


~Capitolo22~
Ricominciare

"Allora non sparivi... avevo bisogno di te, dove eri?... Ti ho lasciata dovunque, tu almeno a me hai pensato?"

Le sue parole, sono entrate nel mio cuore trafiggendolo, l'hanno trapassato, lacerato, attaversato da parte a parte, laciando però, una calda sensazione, un brivido, una stretta, che mi ha subito raggiunto lo stomaco, hanno tormentato la mia anima e si sono librate nel vento, sussurrandomi "Mi sei mancata".

Le emozioni mi travolgono, mi trasportano, mi trascinano versandomi addosso tutte le lacrime che ultimamente non avevo versato.

"Mi manchi" sibilo.

NIALL'S POV

Il cuore non resiste, ansima, scoppia.

"Anche tu mi manchi piccola, vieni qui"

"No scusa, non voglio dare in pasto i miei smarrimenti a nessuno" singhiozza, vorrei solo abbracciarla e farla sentire protetta, so che ne ha bisogno, so che dietro a tutte le maschere, alla sua tristezza, c'è qualcuno che aspetta di essere salvato. Hazza si avvcina e mi sussurra "E' ora. Vieni" Non volevo abbandonarla, volevo solo starle accanto, farle sentire che anche se sono qui e non sono con lei, io c'ero

"Ok, io devo andare, ma te lo dico, nel caso non fosse chiaro, qualsiasi cosa avvenga di me e te, comunqe si svolga la nostra vita, non capiterà mai che avrai bisogno di me e mi trovi sordo al tuo appello. Mai. Chiaro?"

"Ok" sussurra singhiozzando.

Chiudo la telefonata e alzo lo sguardo verso Haz

HARRY'S POV

Alza lo sguardo, un oceano di emozioni gli colora gli ochhi

"Chi era al telefono?- Tace mentre ci avviamo per andare a provare- Oh? Amico che succede"

"Mi ha chiamato Marta" Mi blocco. Dentro di me tutto sobbalza.

"Sta bene? Dove era finita?"

"Io.. io non lo so"

"Come stava?"

"Bene... credo"

GIUD'S POV

In lacrime riattacca il telefono

"Allora?"

"Allora niente"

"Come niente"

"Ha dovuto chiudere" I suoi occhi si riempiono di lacrime. Si allontana e si chiude in camera

MARTA'S POV

Ci sono quelle sere in cui te concedi, te lo concedi di crollare, almeno una sera, di lasciarti andare al freddo che hai dentro e sprofondare nell'oblio. Non sei debole, solo stanca. Quanti giorni passati a star male, senza un domani, nè una buonanotte tra le mani, senza dimenticare la distanza, la mancanza, e con un vuoto da colamare. Domani riprenderai a lottare, sarai sempre la ragazza forte di sempre, l'ancora di tutti e il mare di nessuno. Una di quelle che consola gli altri dicendo che essere tristi non serve a nulla, una che"Resisti ce la puoi fare!!" per poi essere la prima a mandare tutto a puttane chiudendosi in camera a piangere, come se quello che avesse detto agli altri non valesse per se stessa. Ti rialzerai. Per quella sera però te lo concedi, crolli e stai a terra, inerme.

GIUD'S POV

Entro in camera e la vedo stesa sul letto, con con la testa affondata nel cuscino, gli zigomi colorati di mascara, l'anima volata via.

"Che ti ha detto?"

"Niente di che"

"Ah" mi siedo accanto a lei sul letto, le accarezzo la nuca solleticandole il collo, continua a singhiozzare cercando di soffocare i gemiti conto il cuscino, cercando di fare l'orgogliosa, cercando di essere forte, ma io lo so, da quando è tornata non ha smesso di stare male. Ha solo imparato a cadere senza far rumore. Ha acquisito, negli anni, la capacità di apparire calma, mentre dentro di lei tutto cade a pezzi. Funziona così bene, che a volte sembra che le venga da piangere, nel vedere che nessuno di accorge che ha bisogno di aiuto. Io lo vedo. Mi si distrugge l'anima, ma ho relizzato, che non posso fare niente, il suo dolore, le sue sofferenze, le sue paure, sono qui, di fronte a me, la parte di lei, quella oscura, è tornata a casa, tutto il resto, è ancora laggiù, con lui.

...

MARTA'S POV

Mi era mancato così tanto, lo avevo amato, così intensamente, le nostre anime, non si erano mai lasciate, anzi, la mia, la mia è sempre stata sua.

Sto qui a piangere mentre Giud mi consola, un lieve sibilo mi colora il fiato, un gemito, un soffio di vento, la mano di Giud poggia sulla mia spalla, il suo lieve tocco mi consola, sa farmi stare bene questa ragazza, glielo concedo

"Ho bisogno di lui. Adesso"

NIALL'S POV

Devo andare da lei. Tutto attorno a me adesso, ruota, ho bisogno del mio punto fisso, lei. Non pensavo di affezionarmi così, mi ricordo ancora la prima volta, la sua timidezza, il suo tremore, la sua insicurezza, la magia e l'ammirazione nei suoi occhi, che non si è mai spenta. Il suo modo di fare, la sua dolcezza, la sua forza, il suo sorriso contagioso di chi ha sofferto tanto, era dannatamente bella vestita dei suoi sbagli. Mi è entrata nel cervello, e si sa, che l'attrazione mentale è più forte di quella fisica, perchè quella persona, anche quando non la vedi, continui a pensarla.

Esco dalla sala prove e afferro il telefono, non resisto.

"Pronto" Singhiozza, mi si spezza il cuore, vorrei solo poterla salvare, portarla via, farla stare bene

'Ho bisogno di te, e si, scusa, scusa per tutte le volte che il mio lavoro mi ha spinto a spegnerti, a farti così male, fidati di me, avrei preferito odiarti, piuttosto che perderti in un modo così indelebile, ho realizzato che senza te non posso stare. Ti ricordi in tour? Mentre il giorno moriva, eravamo io e te, la notte era amore io e te, la mente era troppo stanca perchè potessimo raccontarci bugie, le nostre anime si sono viste, e adesso non possono più stare lontane, ti prego, torna da me, e ridammi la mia anima, condividiamole assieme, prometto che ti porterò a vedere le meraviglie del mondo'

"... Pronto ?"

Avrei tanto voluto dirglielo, trovare il coraggio, ma non l'ho fatto

"I ragazzi vogliono rivederti, stiamo provando, 'On The Road Again' ricordi?"

"Mi piacerebbe tanto"

"Ti aspettiamo, chiama Cher e fammi sapere"

"Ok"

''Scemo'' sussurro, ''Imbecille'' continuo

MARTA'S POV

I ragazzi, i ragazzi vogliono vedermi.

"Allora, che ha detto?"

"Si va amore mio, partiamo"

...

"Tu vuoi portare chi?"

"Non si discute Cher, sono le mie condizioni"

"E da quando detti le condizioni?"

"Da quando ti sto ridando un lavoro a cui tieni tanto, non mentire"

"Ok ragazzina, ok... ti faccio sapere, devo parlare con i produttori"

...

Il telefono squilla, mi fiondo sul letto, lo afferro e ripondo

"Dammi buone notizie"

"Sì ho buone notizie"

"Spara"

"Il tuo canale youtube hai milioni e milioni di contatti al giorno ogni volta che pubblichi un video, e tu sai benissimo, che arrivati ad un certo numero di iscritti, condivisioni eccetera, si diventa partner di youtube e si guadagna, siccome pubblichi contenuti di proprietà dei ragazzi e della Modest, beh hanno deciso che è meglio assumerti che chiederti di pagarli, perchè fai una barca di soldi amore mio"

O. Mio. Dio

"Ci sto"

"Ti mando i dettagli dei biglietti e dell'albergo appena posso, un bacio" Mi volto verso Giud

"Tesoro" le sussurro mentre mi avvicino a lei con aria delusa, distrutta, quasi come le stessi per dire che non potrà starmi accanto, che non potrò portarla con me, che non potrà far risplendere le mie giornate.

GIUD'S POV

Non mi piace questo sguardo, non mi piace, non mi piace l'idea che debba partire da sola, lo so, laggiù, lontana da me, lei starà male, e continuerà a dire che sta bene. E io non potrò raccogliere i pezzi. Dio salvi, per favore, quelle ragazze che abbassano lo sguardo quando camminano per strada, con le cuffie nelle orecchie e mille sogni nella testa, quelle che si innamorano, che vorrebbero essere diverse, abbastanza, che vorrebbero qualcuno che le abbracciasse strette. Salvi il modo che hanno solo loro di concentrarsi sulle cose, di essere belle senza saperlo.

Dio risparmi la sua felicità e il suo modo di far risplendere il mio mondo.

Ormai tremante, mentre prego di poterle stare accanto, gemito:

"Dimmi"

"Prepara i bagagli".

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Capitolo 23
*** Erasolo che voleveo stare vicino a te ***


~~"Il cielo è una sfera infinita il cui centro è ovunque e la circonferenza in nessun posto. Il mio finestrino è un oblò verso l'infinito, le stringo la mano, non la lascerò più andare, lei è venuta con me ed è venuta per restare."

-


GIUD'S POV

Ieri mattina mi sono alzata maledicendo il mio giorno libero, i giovedì a casa sono belli, ma nello stesso tempo significa dover lavorare il sabato. Odio il mio lavoro, stare lì in piedi, pulire e sistemare le vetrinette, sorridere, servire i clienti, stare di nuovo in piedi, ripulire le ditate dalle vetrinette, riservire qualche svitato, e ricominciare; a volte li prenderei a schiaffi, si presentano in un oreficeria, che per definizione vende oro, e pretendono di spendere poco, e tirano su moine e discorsi, il mio capo, Marco, è moto severo, non voglio essere licenziata. E' così noioso a volte, stare là in piedi e veder passare le persone, consapevole che il giorno dopo mi sarò dimenticata di loro, e loro di me, consapevole che e nostre anime si sono incontrate e si sono trapassate a vicenda, lievemente, come due fantasmi che cercano un abbraccio, invani.

A volte rimpiango, di non aver finito gli studi, ma non posso farci assolutamente niente, dopo Tom e il trasferimento, non avevo più voglia di stare in vita, personalmente, ringrazio di cuore i Rossi, per avermi portata in Italia, li ringrazio, per il loro modo tenero di sopportare la mia continua assenza, i miei silenzi, le mie cuffiette a tavola, le mie uscite, i ritorni a casa troppo tardi.

Continuo a tenerla per mano, la stringo forte e la tengo come un piccolo tesoro, il mio.

Ricordo ancora il giorno in cui ci siamo conosciute, era un periodo buio della mia vita, i nostri genitori affidatari non ci vollero più vedere, e i servizi sociali hanno affidato me e mio fratello maggiore Tom a mia zia, Faith, l'ubriacona, come la chiamava Tom. Un giorno tornai a casa ed era andato via, 'Ti voglio bene, arrivederci. Sii sempre forte' non scrisse nient'altro, lasciò solo quel biglietto nella nostra stanza, insieme al segno indelebile della sua assenza. Ben presto anche Faith mi lasciò, mi sentivo quasi sollevata quella mattina, quando la vidi sul letto che non si muoveva più, con la siringa ancora in mano e gli occhihi spenti. Passai qualche mese in un orfano trofio, orai progettavo la mia vita, a 18 anni, una volta uscita da lì, e invece, arrivarono questi signori Italiani, sulla sessantina, carini ed educati, straricchi. Sono entrata a casa loro, e mi sembrava un palazzo; sono entrata nelle loro vite, ma loro non nella mia, e nonostante ciò, nonostante la mia freddezza costante, la mia assenza, hanno sempre trovato modo di dimostrarmi il loro affetto, e col tempo ho iniziato ad amarli. Adesso ho 19 anni, e ancora nonostante tutto, sono il loro orgoglio, non li tratto come se fossero i miei genitori, più che altro, li tratto come se fossero i miei nonni, quelli che non ho mai avuto, con i nonni funziona così no? Non potrai mai farli arrabbiare giusto? Solo renderli fieri vero? Nessuno si arrabbia con nessuno, nessuno se la prende, nessuno si arrabbia con me. Ultimo ma non meno importante, non smetterò mai, e dico MAI, di rigraziarli, per avermi portata al circolo.

Ero abbastanza imbarazzata allora, una piccola ragazzina americana in mezzo a tutti quei signori italiani, passavo i pomeriggi in un angolo del circolo, ad ascoltarli parlare, senza capire. Quel giorno però, quel giorno è arrivata lei, e sorridendo, ha cercato di capire se fossi qualcosa di vivente, o se fossi semplicemente una bella statuina, era bellissima, mentre cercava di parlarmi, gesticolando nei peggio modi, una piccola bimba di 9 anni, che ogni due secondi si tirava su la visiera del cap, che era troppo grande per lei nonostante fosse uno dei più piccoli, che navigava dentro degli enormi stivali di gomma, che usava una scaletta per spazzolare il suo cavallo, una piccola elfa, che amava i cavalli, quanto li amava, e in sella, sembrava un leone, forte coraggiosa, non temeva niente, quanto era bella, quando si sdraiava a terra nel recinto acanto a lui, e giocava a rincorrerlo, senza timore, era innamorata, in trans. Ben presto sconfisse lei per me la paura degli enormi bestoni, e mi ha trascinata con lei, in questo mondo magico

"Ecco vedi, questo è il cavallo che monterai tu, non è tanto giovane, ma si da' da fare, è tranquilla, non temere" Fu quello il giorno in cui mi innamorai di un cavallo orecchiuto, Charlene.

Non potrò mai ringraziare abbastanza questa ragazza, che malgrado tutti i suoi problemi ha sempre cercato di farmi stare bene, come se la mia felicità venisse prima, mi ha sempre dato motivo di sorridere sorridendo prima lei, anche se moriva dentro. L'ho vista crescere, prendere il volo, l'ho vista lottare per riuscire ad avere il sovvenzionamento, per continuare il suo sogno, l'ho vista salire in cima e tornare a casa da me tutte le volte con l'umiltà scritta nel sorriso. L'ho amata tanto.

MARTA'S POV

Non potrò mai ringraziarla abbastanza, è grazie a lei, se ogi è successo tutto questo, mi sembra ieri, che tra anni fa un giorno, si presentò al circolo con in mano un ipod, e io ipnotizzata guardavo la tecnologia materializzarsi nelle sue mani

"Dovresti ascoltare questa canzone"

"Di chi è"

"Mah, una boyband Inglese, sono bravini"

Le ultime parole famose.

...

L'aereo atterra, e già le farfalle mi hanno invaso lo stomaco. Al gate ci aspetta Cher, le corro in contro, mi era mancata. Mentre ci avviamo verso la macchina prendo iniziativa e aumento il passo, sbagliando ovviamnete la strada un centinaio di volte

"Scusala è un po' agitata" le sussurra Giud alle mie spalle. Cher mi afferra per il braccio e mi tira a sè

"Non ci siamo capite- mi fissa come un puma fa con la sua preda. Sono alquanto certa che, qualche minuto fa mi ha salutata come se fossi stata il suo cucciolo- devo ricominciare con il discorso sulla popolarità?"

"No"

"Sarà meglio, ora più che mai hai bisogno di popolarità"

Giud la guarda basita, non si aspettava certe reazioni, spero solo che si abitui in fretta, è un petalo di rosa, tanto bella quanto fragile non voglio che soffra.

...

Entriamo in albergo tranquille, dopotutto non ci sono i ragazzi e non c'è nessuno fuori ad aspettarli accampato, per fortuna, l'ho scampata.

Salite in stanza mi faccio abbracciare dal calore di una stanza, che non era mia, ma era come se lo fosse, mi ero innamorata dell'ordine e del vuoto delle stanze non mie, del modo di cambiarle come i vestiti, dei bauli pieni di abbigliamento sparsi per la stanza, del disordine lasciato al mattino e dell'ordine e della pulizia che ritrovavo la sera.

...

La prima sera è trascorsa tranquilla, ci siamo divertite a sistemarci i capelli, farci le unghie, e mettendo in scena la settimana della moda nella nostra stanza, ribaltando tutti i bauli di vestiti che Cher mi aveva appena portato.

GIUD'S POV

"Buonanotte Giud, mi raccomando riposati, domani inizia l'avventura"

...

Non so veramente, cosa intenda lei per avventura, forse è perchè non provo le sue stesse sensioni, perchè sento solo una fredda indifferenza verso al delirio giovanile nei confronti di questi ragazzi. Ma lei, oh lei, lei è fottuta. La vedo che cammina lungo il corridoio, in preda all'agitazione, non l'avevo mai vista così, a nessuna gara, mai. Cammina agitata e nello stesso tempo è così fragile, sento che potrei soffiare e farla cadere.

MARTA'S POV

Cammino, e ad ogni passo una stretta allo stomaco mi impedisce di correre fino alla sala, vorrei correre fin sopra alla rampa di scale, correre senza fermarmi, ma questo dolore è così forte che mi riporta sulla terra, senza farmi volare. Giud al mio fianco tace, quasi impressionata dalla mia reazione.

GIUD'S POV

E' una piccola bomba nucleare, avverto nel profondo la sua agitazione quando ormai siamo davanti alla porta della sala prove, e lei, non trova neanche la forza di bussare, restiamo due minuti a fissarci, impietrie, ci guardiamo, guardiamo la porta, cerchiamo l'una nell'altra la forza e il coraggio di aprirla, ma veniamo precedute

MARTA'S POV

Ritrovermelo qui di fronte, è stato come nascere una seconda volta

GIUD'S POV

Quindi, è così che funziona, quando ci si innamora

NIALL'S POV

La stringo tra le mie braccia. Non la lascio più.

"Ma che ci fai qui"

"Niente. Era solo che volevo stare vicino a te"

Faccio combaciare il suo vlto con il mio petto, era così bello averla accanto.

MARTA'S POV

Devo ufficialmente ventilare. Guardo Giud, disperata, in paradiso.

GIUD'S POV

Cerco di capire cosa intende dirmi con il suo sguardo, ma il nostro tentativo poco profiqui di imitare i prestigiatori viene interrotto da 4 ragazzi, che vedendola, le si fiondano addosso.

E' così bella, con le lacrime agli occhi, finalmente ritornata nel suo posto, nel suo mondo, nel suo paradiso.

...

LIAM'S POV

Riaverla è così bello, il nostro abbraccio è così intenso, così forte, eppure, quei due occhi che ci guardano, è così intenso il suo fissarci con le lacrimucce ai alti delle palpebre, ma chi è questa ragazza.

MARTA'S POV

Mentre i ragazzi si presentano a Giud e la inondano di domande, mi assicuro solo che non la stiano traumatizzando, e mi dirigo in bagno. Ho bisogno di stare da sola. Mi chiudo dentro un bagno e lascio uscire tutte le emozioni, le libero.

Esco dal bagno e mi guardo allo specchio, dietro di me, lui. Le sue mani all'improvviso mi stringono forte, a me fanno venire i brividi

"Tutto ok piccola?" Mi guardava e sorrideva, non sapeva che intanto mi tremavano le mani.

"Tutto ok" mi si avvicina, mi guarda con occhi diverso rispetto all'ultima volta, ma dentro di me è tutto incasinato come la prima, l'aveva capito, che era sua, che poteva avermi, che ro sua.

"Vieni da me oggi, ci sono tante cose, che dobbamo raccontarci"

"Non posso farmi vedere con te, non voglio che succeda come l'altra volta, ho paura di perderti di nuovo"

"Se vuoi avere paura va bene, ma abbi paura insieme a me"

NIALL'S POV

Si allontana dalla mia stretta, quanto amo la sua timidezza.

MARTA'S POV

E' la prima volta, che si comporta così, questo era lui, era Niall, non è solo il mangione irlandese, come credono tutti, e Dio solo sa, quanto avrei voluto baciarlo in quel momento.

...

Nuovo giorno nuova sfida, come sospettavo alcune fan, molte, non sono state contente del mio ritorno, ma devo dire che mi aspettavo peggio, la realtà è che non mi importa, continuo a pensare a ieri, al nostro pranzo, al modo in cui ci siamo guardati tutto il pomeriggio, in silenzio.

NIALL'S POV

Non c'era stato niente tra noi. Niente baci, niente sesso, niente di niente.

Però mi sentivo pieno, riempito di lei.

Sazio.

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Capitolo 24
*** Riprendiamoci tutto ***


~Capitolo 24~
Riprendiamoci tutto

GIUD'S POV

"Sapevo che sarebbe stato difficile ambientarmi qui, questi ritmi frenetici questi continui sotterfugi, tutto per il pubblico, per i soldi. Ma tu come fai" La guardo che frenetica si veste e si sistema, mentre io ancora aggrovigliata nelle coperte, con la bavetta che pende dal labbro, sto sul letto aspettando la colazione. Al suono delle mie parole si volta, mi squadra indemoniata

"Farò finta di non averti sentita" e si rigira a truccarsi.

-

Stamattina deve lavorare, la seguo a stento mentre tremante cammina lungo il corridoio

"Ti calmi?" le sussurro

"E come faccio"

MARTA'S POV

Come faccio, dimmelo Giud, come mi calmo? Nella mia testa c'è tutto un gran casino, non è razionale, non lo puoi spiegare, tremano le gambe mentre grida il cuore.

GIUD'S POV

ci mancava solo che si mettesse a citare Arisa, semo messi bene..

"Amore, devi stere calma, sei cotta di lui ok, ma calmati, ricordati cosa ti ha detto Cher"

MARTA'S POV

Come diavolo faccio, COME.DIAVOLO.FACCIO?!

La mattinata scorre velocemente, tra risatine, scherzi e prove, o meglio, tentativi poco efficaci di seguire una coreografia... le riprese sono buone, ma penso che a pranzo ne farò delle altre.

GIUD'S POV

Finalmente usciamo da questa sala calda e afosa. E' stata una bellissima mattinata, tutto sommato mi sono divertita, questi ragazzi sono bravi a coinvolgere nelle loro risate, glielo concedo. Ad un tratto un lieve tocco mi sfiora la spalla, è Liam.

"Ciao" Mi saluta, cordiale il ragazzo. Sto qui, fissa a guararlo come uno stoccafisso in piedi davanti a me

"Ciao- freddamente lo liquido, non so perchè, non era neanche mia intenzione rispondere così glacialmente, ma l'ho fatto. A testa bassa si avvia, lo fermo- scusa, non sono stata molto gentile"

"Ahah tranquilla" Sorride, una scintilla gli illumina gli occhi, okay sì, sa sorridere prorprio bene.

MARTA'S POV

Mentre controllo le riprese della telecamera un moro mi appare alle spalle, mi avvolge, i suoi ricci sfiolano la mia pelle, le sue guance poggiano sulla mia nuca, e il suo sussurrare mi solletica il collo

"Che combini?" Mi guarda con aria maliziosa, provocante.

"Io niente, lavoro. Te?"

"Si, e con il biondo laggiù?" Indica Niall che con gli altri ragazzi cerca di far sciogliere Giud, è un po' fredda a volte, ma è così speciale, per un attimo mi perdo nel guardarla, è la mia ancora.

"Niente" replico. Mi volto, lo guardo negli occhi, nei suoi cocchi, i profondi abissi color smeraldo.

"Non mentire- riattacca con il sorrisetto malizioso che gli scolpisce una lieve e irresistibile fossetta sulla guancia- ieri guardacaso per un attimo, sei sparita tu e con te anche lui"

"Harry..." Lo guardo, con fare di sfida

"Si... ?" accentua sempre di più lo sguardo, ormai più che malizioso sembra un po' spastico

"Fatti i fatti tuoi" Rido mentre guardo crollare nei suoi occhioni il castello di carte che si era sognato,

o forse non se l'era sognato...

Sbatte dolcemente la sua fronte contro la mia, conclude con un sorriso e si allontana

" Ti tengo d'occhio" cammina molleggiando sulle gambe, con fare menefreghista. Ci aveva beccati.

NIALL'S POV

Mangiamo e lei continua a girare con questa maledetta videocamera, voglio solo che lasci da parte il mondo e stia con me. Cerchiamo di coinvolgere la sua amica, Giud, non è una ragazza tanto facile, a tratti anche spigolosa, forse è solo spaventata

GIUD'S POV

Continuano a starmi addosso, quante domande, non stiamo giocando ad 'indovina chi'. Centinaia di migliaia di ragazzine mi staranno maledicendo per quello che sto pensando, il fatto è che sono tremendamente timida, e la presenza di Marta che rotea qui intorno con questa telecamera non aiuta. Aiuto.

MARTA'S POV

Finito di riprendere mi siedo a mangiare, assisto alle conversazioni come sempre, ma lui che mi guarda, no, lui che mi guarda mi atterrisce come se fosse la prima volta, mi annienta, mi sotterra.

NIALL'S POV

Mi diverto a giocare con la sua timidezza, ad aspettare che il suo sguardo incroci il mio, per poi mordermi il labbro inferiore ogni volta che abbassa lo sguardo arrossendo, vorrei solo che tutto sparisse e ci fossimo solo io e lei.

MARTA'S POV

Il mio telefono bippa, una, due, tre volte

'Oggi mi fai l'onore della tua presenza?'

'E se ci beccano?'

'Senti, tu vieni in macchina con me, entri nel parcheggio, è chiuso nessuno ti vedrà e ti nascondi, ho i vetri oscurati, ti basta abbassarti, nel garage di casa mia esci di nuovo'

'Ah andiamo a casa tua'

'Dove altrimenti'

Ok. Sto ufficialmente morendo, ma okay.

...

GIUD'S POV

"Vuoi andare dove? E io cosa mi invento con Cher?"

"Non lo so, ti prego Giud" Siamo qui, nel bagno di questa specie teatro (?) non so cosa sia, e lei, come una bambina mi sta implorando, non so neanche perchè, non sono mica sua madre...

"Ma poi sei impazzita? A casa sua? Da soli?"

"E' Niall non un maniaco"

"E' un ragazzo. mi basta"

"Lo amo"

La guardo, quasi arrabbiata, non glielo permetto, so meglio di lei cosa succede, non voglio che le accada niente, non deve neanche sfiorarla. La guardo, ha gli occhi pieni di lacrime, ama proprio questo ragazzo, spero solo che non la faccia star male.

MARTA'S POV

Cerco di impietosirla, non sarei mai andata senza il suo consenso.

"E va bene, vai! Ma poi raccontami tutto" Sorride dolcemente e mi tira una pacca sulla spalla, spingendomi verso la porta..

GIUD'S POV

Non c'è di che Niall James Horan...

Esco poco dopo dal bagno e dei ragazzi già nessuna traccia, prendo la mia borsa ed esco alla ricerca di un taxi.

Mentre sto alzando il braccio per chiamare un taxi che noto in lontananza, una mano mi stringe la spalla, mi tira a sè

"Ehi" davanti a me sorridente, ancora lui, Liam

"Ehi"

"Dove vai"

"In albergo"

"Se ti va, potresti venire con noi, andiamo alle terme" Indica i ragazzi dietro di lui, si avvicinano.

"Grazie ma preferisco tornare in camera e riposarmi"

"Possiamo venire con te?"

"Ehm...- come posso rifiutare, non posso sembrare così acida, ma ho sonno cazzo, voglio dormire- ok certo, vi offro un te magari"


...

MALEDIZIONE.

MARTA'S POV

Apre la porta e mi tira su dalla posizione in cui ero messa, rannicchiata tra un sedile e l'altro, porta il mio sguardo verso il suo e sorride. Mi sento morire.

Mi poggia sull'isola in cucina

"Vuoi un po' di aranciata?" parla calmo mentre si avvicina al frigo, la prende e la versa nel bicchiere, mi guarda, ammicca ad un sorrisetto. Mentre sorseggio la bibita e un brioso sapore di agrumi mi solletica il palato lo osservo, si avvicina, ogni secondo di più, il piano è spazioso, ma con il senno di poi ci troviamo l'uno attaccato all'altro, il suo bacino stretto tra le mie gambe, le sue braccia attorno alla mia vita, i nostri sguardi continuano a stuzzicarsi

"Davvero, non sei meravigiosa"

Senza parole "Ma che significa"

"Fammi finire- mi interrompe sfiorandomi con un dito le labbra, lo fa scivolare lungo il collo, accarezzandomi- il fatto è che ci sono tante ragazze meravigliose. Immagino che oggi centinaia di uomini abbiano chiamato 'meravigliosa' la propria innamorata, e sono solo le due di pomeriggio, Non puoi essere come centinaia di altre"

NIALL'S POV

Niall James Horan, ma che stai dicendo? Queste carinerie da dove escono?

Mi guarda, imbarazzata abbassa lo sguardo mentre le sue guance si colorano, la sua innocenza scaccia via ogni pensiero sporco che qualsiasi ragazzo avrebbe il questo momento, la guardo ammiccare e arrossire con quel modo di fare che solo lei ha.

"Quindi, sono la tua innamorata"

"Lo sai"

"Cosa so"

"Che ho occhi solo per te" Con le mani cingo il suo volto, mi avvicino a lei

MARTA'S POV

Sta succedendo. Le sue labbra combaciano con le mie, come combaciano tra di loro gli ultimi due pessi di un puzzle, si sfiorano, si ricercano, e si incontrano di nuovo, è un gioco di sguardi quello tra noi, continuiamo a guardarci, sorridere, richiudere gli occhi e baciarci di nuovo. E' uno di quei baci lenti, uno di quelli che hai già i brividi solo a sfiorargli le labbra.

NIALL'S POV

Mi sento come un bambino con la sua prima cotta.

Stracotto appunto.

Le mie mani lentamente, scorrono lungo le sue cosce, arrivo al fondo della sua schiena e rapidamente la spingo ancor di più verso di me, fino a quando non riesco a sentire che i nostri fiati si scontrano ad ogni nostro sospiro, finchè non percepisco il tocco del suo inguine contro il mio.

Continuo a baciarla.

MARTA'S POV

Accosta ancora di più il suo torace al mio, sento il peso del suo respiro lungo il mio collo, inizia a baciarmelo lasciando una live scia umida che mi fa venire i brividi, con le mani raggiunge la schiena, con i pollici stringe i bordi della mia maglietta, e lentamente mi scopre il ventre. Inarco la schiena spingendomi ancora di più contro di lui.

NIALL'S POV

La stuzzico, mi divento, tutto questo è fottutamente eccitante, ma non posso farle del male, non voglio, dopotutto, è così giovane.

"Piccola" le sussurro

"Si dimmi" Mugula

"Che fai piangi?" Sento una lacrima che mi sfiora la fronte poggiata sulla sua guancia, la sormonta, e cade sul piano di granito.

"No, è solo un modo di sfogare le emozioni"

"Ma quali emozioni- la guardo maliziosamente, scendo di nuovo verso il suo fondoschiena e la stringo forte a me- questo è solo piacere piccola"

MARTA'S POV

Lo guardo, poggia la sua fronte sulla mia, mi solletica il naso con la punta del suo, si morde il labbro inferiore. Nessuno può capire come mi sento in questo momento

NIALL'S POV

Una lacrima le incornicia il viso, ancora.

Mi allontano, allento la stretta, allontano i nostri corpi, lei continua a cingere la mia vita con le sue gambe, poggio una mano sul suo fianco, e con l'altra le accarezzo la guancia

"Che hai"

"Niente- sussurra - è solo che non mi sembra vero, io e te, qui, a baciarci, è così surreale, poco meno di un anno fa, pregavo Dio solo di poterti incontrare"

Mi stacco completamente da lei, distrutto

"Quindi, è per questo, perchè sono io, è per questo, 'Niall from ONE DIRECTION' è questo quello che ti piace di me.

Mi allontano, percorro velocemente il corridoio e mi chiudo a chiave la porta alle spalle.

MARTA'S POV

Si allontana, mi lascia così, appesa.

Cerco di raggiungerlo, ma ha già chiuso la porta alle sue spalle, inizio a batterci contro

"Aprimi"

"Vai via, non c'è niente qui per te"

"No ti prego, lasciami spiegare"

"Vuoi i soldi? La popolarità? Che cerchi?"

Non capisco, tutto quello che avevamo passato assieme, lo cancella così. Tutte quelle notti, ad addormentarci assieme, tutte le cose che ci siamo detti. Si dice che la notte si dicono cose che il giorno dopo non si direbbe mai, perchè la mente è troppo stanca per mentire. E allora perchè? Come fa, a cancellare tutto così? Piango. Distrutta.

Appoggio la schiena alla porta e scivolo a terra, morta, con i capelli che mi solleticano le ginocchia, e piango.

...

GIUD'S POV

Ho passato tutto il pomeriggio a bere il te con questi ragazzi, e io stessa ho percepito che l'iceberge che sono, lentamente ha iniziato a sciogliersi, ha innalzato il livello delle acque, la portata dei torrenti, e ben presto sui prati crescono i fiorellini. L'atmosfera è calma, per quanto mi senta ancora a disagio, adesso trovo quasi piacevole la presenza di questi ragazzi, il loro modo di essere tutti un pianeta a se, ognuno di loro su una propria orbita, ma che ruotano tutti intorno allo stesso sole. E' adorabile il loro modo di partecipare alle conversazioni, intervenendo tutti in modo simpatico aggiungendo la propria opinione, mi diverto a vederli incrociare le loro idee, è come trovarsi al delta di un fiume, tutti i piccoli rigoli si allontanano, la parte più bella è vederli poi confluire tutti nello stesso mare.

Ad un tratto il mio osservarli viene interrotto da Cher che sorseggiando un caffè e scrollando le mail sul tablet entra nella stanza, e senza neanche fare attenzione alle persone presenti nella stanza prorompe

"Piccolo tesoro com'è che non hai ancora pubblicato un video?- Il silenzio tombale che la circonda la irrita, alza lo sguardo. Sgrana gli occhi- e questi qui?"

"Siamo venuti a prendere un te- Harry si alza e le cinge le spalle con il braccio- che c'è non va bene?"

"No va bene, vorrei solo che qualcuno facesse il suo dovere, senza che io debba starle attaccata come un cane da guardia, ma approposito- continua a squadrare la stanza, esaminando ogni angolo- Marta dov'è?"

"E' andata..." "E' Andata a prendere un bel caffè a tutti" La voce di Harry copre la mia, la sovrasta, come se le dicessi davvero la verità, Liam mi stringe il braccio, anche lui come se cercasse di dirmi di tacere. Ma che sono una bambina?

"Ah, e Niall?" Guarda il riccio con fare sospettoso

"E' tornato a casa, era un po' stanco" Lo squadra

"Non me la racconti giusta"

"Prometto quando torna le faccio pubblicare il video" Sorride angelicamente, la donna molla l'osso ed esce dalla stanza

"Sarà meglio" Ribadisce stizzita

"E' stato un piacere rivederti" Louis alza il braccio in segno di saluto , finchè Harry, assicuratosi che la donna si è allontanata chiude la porta. Si volta e velocemente si dirige verso di me

"Chiama la tua amica".

...

Uno squillo, due, tre, quattro... niente, ancora non risponde. Alzo lo sguardo verso i ragazzi e scrollo la testa, mimando un secco, e preoccupato 'No'.

"Ma dove sono andati" Interviene Zayn

"Non lo so" rispondo. Non so, non credo debbano saperlo.

"Possibile che non te l'abbia detto" Liam mi si avvicina, mi fissa gli occhi attendendo che abbassi lo sguardo, quasi a conferma del mio men ire, ma niente. Orgogliosa rispono ancora più freddamente alla provocazione

"Se non vi dispiace, vado ad incipriarmi il naso" stizzita, o almeno provando ad esserlo, mi dirigo verso il bagno.

Mi chiudo velocemente la porta alle spalle e poggio la mia schiena ad essa, afferro il telefono: ripartono gli squilli

"Rispondi.. dai rispondimi..."

NIALL'S POV

Ha passato l'intero pomeriggio a piangere fuori dalla porta, ogni sula lacrima è come una pugnalata al cuore, odio sentirla piangere, vorrei poterla abbracciare e farla sentire al sicuro, ma non posso cancellare quello che è successo.

E forse ho sbagliato, l'ho fatta star male, l'ho fatta piangere tutto il pomeriggio, ma si sa, un vuoto nel petto ti rende uno stronzo.

MARTA'S POV

Sembrava l'inizio di una qualche felicità. Poi si sa come vanno le cose: scivolano sempre, impercettibili, non c'è verso di fermarle, se ne vanno, semplicemente se ne vanno.

"Per quel che ne vale- sussurro appoggiando la testa alla porta- ti sbagli. E' vero, ho amato il tuo successo, la tua fama, ma stare con te mi ha cambiata, ti ho amato per la persona che sei, il ragazzo dolce, l'inguaribile tenerone, il ragazzo semplice, quello che ama le feste, ma fino ad un certo punto, quello che ha rinunciato a tante serate per stare abbracciato a me a chiacchierare fondamentalmente del niente, ho amato il tuo modo di comprendermi, di apprezzare il mio silenzio, di essere così maledettamente il contrario di quello che tutti pensano, stare con te e scoprirti tutti i giorni è un' avventura- mi manca il fiato, singhiozzo- per quanto riguarda prima, beh mi dispiace, il fatto è che non hai idea, ma proprio non ce l'hai, di quante volte ho sognato quel momento, di come mi piangeva il cuore a lasciare la tua stanza tutte le notte, era orrendo accarezzarti il volto sorridente e sapere di non poterlo ritrovare al mio risveglio, Dio solo sa quanto avrei voluto baciarti, quante volte me lo sono sognata. Il problema dei miei film mentali è che me ne faccio a milioni, ma non arrivo mai alla fine perchè ripeto sempre milioni di volte la scena più bella, il nostro film nella mia testa continuava a ripetersi senza sosta, come un disco rotto, la realtà è che conoscevo già la fine, e non mi piaceva. Ti amo Niall, davvero. E' stato bello fare l'amore con te, anche se solo con lo sguardo, in quei due secondi, ma è stata la cosa migliore degli ultimi anni, subito dopo il nostro primo sguardo, te lo ricordi? Io si, ci piango ancora la notte, scusami se continuerò ad amarti, ma prometto lo farò in silenzio".

Mi alzo, annientata, Lentamente trascino i piedi lungo il corridoio, asciugandomi con la manica della felpa le lacrime sul viso, è arrivato il momento di essere forte.

NIALL'S POV

Ma che cazzo avevo fatto.

Esco dal bagno e corro da lei. Le afferro il braccio che dondola lentamente, la stringo forte a me e la sollevo. Le sue gambe subito stringono la mia vita, la porto con la schiena contro il muro, avvicino sempre di più il mio torace a lei, talmente tanto che sento il suo seno comprimersi contro di me ad ogni suo respiro, con le mani strige la mia nuca, intrecciando le dita ai miei capelli, inclina leggermente il volto, i nostri corpi così pericolosamente vicini, le nostre labbra ansiose di rincontrarsi. La bacio, le nostre lingue giocano a sfiorarsi, a intrecciarsi. Conclude il bacio mordicchiandomi il labbro inferiore e baciandomi ancora, come se non potesse resistere, concludendo con un sorriso, irresistibile.

"Quanto tempo perso a rincorrersi. Sarebbe bastato fermarci, guardarci negli occhi e dirci tutto. Per non perderci in una di quelle sere, in cui ci addormentavamo assieme e ci svegliavamo distanti. Perchè questo mondo è pieno di emozioni perdute, di baci mancate, di parole taciute" Sorrido nel sentire le sue parole, è così perfetta

Mi avvicino a lei, sempre di più. La bacio. Porto i miei pollici all'orlo dei suoi jeans, leggermente scavalco i suoi slip, e li lascio i miei pollici lì, ad accarezzare quella parte inviolata di lei. Mi stringo sempre di più a lei, ancora una volta a sentire il tocco del suo inguine sul mio, porto un pollice fuori dal suo slip e addentro la mia mano nei suoi skinny jeans, stringo il suo fondoschiena lievemente, mimando piccole spirali. Mugula lievemente mentre continua a mordermi il labbro

"Piccola"

"Dimmi"

"Riprendiamoci tutto".

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Capitolo 25
*** 'Poi torni?' 'Sempre' ***


~Capitolo 25~
'Poi torni?'  'Sempre'

GIUD'S POV

"Rispondimi... rispondimi cazzo!" Chiudo il telefono e lo scaravento dentro la doccia, inviperita. Perchè diamine le avevo detto che poteva andare?! Mi sento tanto una madre apprensiva, e forse lo sono, ma è sbagliato preoccuparsi per lei?

NIALL'S POV

Mi bacia, i nostri corpi combaciano le nostre intimità si sfiorano, le nostre lingue giocano ad inttreciarsi, il mio bacino preme contro il suo ripetivamente, mentre ancora schiena al muro con le mani mi cinge il volto.

Mi ero ripromesso di non fare cazzate, è così giovane, piccola, innocente, ma...

cazzo.

"Muoio dalla voglia di averti" Sussurro. Per un attimo tutto si ferma.

Ma che cazzo avevo detto.

MARTA'S POV

Chiudo gli occhi e faccio un enorme sospiro, decido di buttarmi, in fin dei conti non avevo mai provato, potrei essere impazzita, ma con lui, con lui tutto è diverso.

Capisce e inizia a trascinarmi su per le scale tenendomi per il polso, mi porta in camera sua, buia, davanti al letto, e si ferma.

Riprende a baciarmi, a stringermi forte, le sue mani lentamente alzano la mia maglietta fino a togliermela di dosso e arrivano al mio seno, chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dalle emozioni di questo momento, tastandomi le sue mani raggiungono la mia vita e ibizia ad accarezzarmi i fianchi nudi.


Inizia a muoversi sempre più velocemente, ancora una volta mi ritrovo spalle al muro mentre ansimante mi sfila scarpe e pantaloni e resto seminuda. Lo abbraccio, mi avvicino sempre di più a lui, con le gambe cingo il suo bacino, anche lui mi stringe forte a se, deve aver capito che in questo modo mi sento più tranquilla.

"Piccola- sussurra ansiamando- tocca a te adesso"

Mi stacco leggermente da lui e non esito, mi sento molto più sicura adesso. Gli sfilo la maglietta, con il pollice percorro il suo petto, mentre gli stampobun bacio sulle labbra.

Lambisco l'orlo dei suoi jeans, porto le mia mani ai suoi fianchi e faccio pression per abbassarli, ma non scendono. Tento ripetutamente finchè non mi sussurra "Il bottone, svelta" lo slaccio e gli sfilo i pantaloni. Che imbarazzo.

Al tocco delle mie mani sul suo petto nudo mi afferra e mi spinge sul letto aprendo leggermente le mie gambe facendo combaciare il mio bacino sotto al suo. Comincia a baciarmi con foga, le sue mani sfiorano ogni parte del mio corpo, il contatto dei nostri corpi seminudi lo eccita, lo sento, sento tutta la sua foga ad ogni spinta del suo bacino, ad ogni contatto.

Lentamente scende baciandomi l'addome, poi il ventre, fino a solleticare con il mento il mio inguine, non sono pronta, mi spaventa troppo questo contatto, é chiaro che sono terrorizzata. Istintivamente mi alzo, seduta, lui subito si allontana per poi stampare un bacio sulle mia labbra, intrecciare le sue dita con le mie, e riportami sdraiata sotto di lui.

NIALL'S POV

Sono estremamanete eccitato, porto le mie labbra al suo orecchio "Non fare la difficile piccola"

Inizio a spingere sempre più veloce con il mio bacino contro il suo, ansimando. Le prendo la mano e la porto ai miei boxer, facendole accarezzare l'innalzamento creatosi sotto di essi. Tra i miei gemiti e la mia mano che le solletica le spalle nude prende confidenza, inizia a muoversi sempre più velocemente, inarco la schiena e sprofondo nel piacere. Avvicino il suo volto al mio, non resisto, devo andare oltre


"Ti prego, toglimeli" E' la sua prima volta, ma é eccitata, vogliosa, più di quanto potessi pensare. La sua mano sale sul mio torace per poi scendere disegnando piccoli girali ed intrufolarsi sotto la stoffa dei mei boxer, afferra la mia lunghezza e comincia a muoversi sempre più velocente, sempre di più. I miei gemiti si fanno sempre più frequenti e pieni di piacere, sento salire dentro di me tutta l'eccitazione del mondo, non resisto più

"Sul serio, toglili- continua imperterrita, accelerando, facendo salire la mia erezione. Piegato su un fianco comincio a baciarle il collo, poi le spalle nude,fino a scendere al seno mentre con la mano le solletico la schiena, non resisto, pulsa, grida di essere liberato- cazzo toglili, sto venendo!" di colpo, con le mani mi cinge la vita e li abbassa, vengo rapito da una sensazione di pacere, calore, avolto in uno status di trans momentaneo... Mi devo fermare a riprendere fiato, ma lei nel sentire i miei gemiti continua con un sorriso malizioso che le sottolinea due adorabili fossette sulle guancie, continua a toccarlo, a muoverlo fino a farmi male. Afferro la sua vita e la porto sopra di me, le sussurro un 'ti amo' mescolato ai miei gemiti fiochi, e lascio che le sue gambe cingano i miei fianchi, le mie mani il suo sedere, irresistibile. Mi riprendo e la catapulto di nuovo sotto di me, la bacio, stringo forte i miei denti al labbro inferiore, quanto vorrei andare oltre, quanto vorrei. Mi limito a scansarmi da sopra di lei, e lentamente, sfliarle gli slip.

Una lieve luce penetra dalla tapparella, la vedo che imbarazzata cerca un punto fisso nella stanza, un preteso per non incrociare il suo sguardo con il mio. Che bella.


Faccio percorrere alla mia mano tutto il suo corpo, fino a fermarmi all'inguine, percorro la sua intimità finchè non infilo il primo dito, la sento contorcersi e aggrapparsi alle lenzuola, la sua mano stringe il mio braccio mentre si morde il labbro soffocando un grido in un lieve gemito.

Entro una seconda e poi una terza volta, la sua espressione è dolorante, sofferente. D'improvviso cambia, non mi ferma, anzi, mi sollecita a continuare, ansimando lievemente e assecondando le mie spinte con dei movimenti del bacino. Così, come se lo facesse tutti i giorni. La bacio, e continuo a farla dgodere, accelero, mentre cerca di soffocare un grido e si aggrappa alle lenzuola. Mi ritrovo sotto di lei, i suoi polpacci cingono le mie cosce, le sua braccia le mie spalle, le sue dita si intrecciano tra i miei capelli, tesa, geme mentre le mie dita sono ancora dentro di lei, e la spinta della mia mano la fa sobbalare lievemente, facendo schioccare le mie cosce sotto le sue.

I suoi gemiti mi implorano di fermarmi, ma non riesco, vado fino in fondo.

D'un tratto si stacca da me


"Fermati basta"

Si lascia cadere nel letto e si copre con le lenzuola, mi sdraio accanto a lei. I nostri fiati pian piano si normalizzano, la abbraccio, sento che il contatto della sua schiena con la mia intimità la fa rabbrividire, la stringo ancora più forte e le mordicchio l'orecchio

"Sei un disastro" Ridacchia

"Abbi pietà, era la prima volta"

"Sei il mio disastro, e sei fottutamente eccinante"

GIUD'S POV

Esco dal bagno, disperata. Guardo questi 4 ragazzi davanti a me, non c'entrano niente, ma li travolgo

"Ditemi dove abita questo Niall"

La loro espressione si fa più tesa, mi osservano, debole, stressata, provata.

"Perchè"

"Tu dimmelo e basta"

"Sono lì vero?" Mi interrompe Harry, che impietrito assiste alla mia rabbia prematura da madre.

"Credo di sì, dimmi dove abita."

"Mi spiace contraddirti- interviene Zayn- ma casa sua come minimo è circondata, se ti vedono entrare, e poi uscire con lei, ne esce fuori un casino che non ne hai idea"

"Ti sembro una a cui importa?" Dico sorridendo ironicamente ed indicando l'eruzione vulcanica che ho dipinta il volto

"Ha ragione, non puoi andare, ragiona, combineresti solo guai. Tornerà"

"Sì ma, Cher? Cosa le racconto?"

"Cosa devi raccontarmi?" La porta della stanza si apre, lei retta sulla soglia ci guarda, inviperita

"Lo ripeterò una volta sola: DOVE. E' . MARTA. "

NIALL'S POV

Sono qui stretto a lei da qualche decina di minuti, mi piace così tanto

"Come mai così silenziosa?" sorride

"Niente, stavo solo pensando a quanto sarebbe bello ogni sera sprofondare nelle tue braccia"

La stringo ancora più forte "Così sarà te lo prometto- tace. La stanza rimbomba placida nel suo silenzio- Piccola...?" Singhiozza

"E' solo che, cercano in tutti i modi, di tenerci lontani, ed io... cazzo mi sento come se, non potessi mai stare tranquilla capisci? Non sei tu, è tutto questo. Tutto questo e anche il fatto che non sarò ma abbastanza"

MARTA'S POV

Devo stare lontana da lui, da quest'amore impossibile. Devo farmelo passare.

NIALL'S POV

La sento che cerca di parlare mentre il pianto la fa singhiozzare e balbettare. La stringo forte e la porto sopra di me, le accarezzo la nuca con una mano, le sue gambe incorniciano le mie, i nostri corpi nudi così vicini. Con il naso le sfioro la fronte per poi portare le mie labbra al suo orecchio

"Dimmelo, dimmi che dormiremo in un letto stretto dove stringerci la notte a stare male dalla felicità per averci accanto. Che faremo l'amore, ogni giorno, ogni ora, fino a consumarci l'anima"

MARTA'S POV

Fanculo. Io lo amo. Ho già perso troppe cose per decisioni altrui, è la mia vita, decido io.

NIALL'S POV

Sorride, ma continuano a scorrere lacrime sul suo viso. Mi bacia, ancora, uno di quei baci, indimenticabie. Si alza.

"Devo andare- ammicca mentre mi bacia ancora- mi stanno aspettando"

La guardo allontanarsi dal letto e rivestirsi, mi infilo veocemente i boxer e mi metto davanti alla porta, bloccando il suo passaggio. Mi fissa sorridendo, mi bacia, ancora, e ancora, vorrei solo non finisse. Le sorrido, non se ne è ancora andata eppure già mi manca.

"Poi torni?" Sorrisi di nuovo.

"Dove?"

"Da me"

"Sempre" dice, dandomi un rapido bacio sulla guancia

"Okay- chiudo gli occhi, sospiro- ti aspetto"

La guardo scendere le scale mentre chiama Paul

"Ehy Paul.... sei qua fuori? Perfetto. Entra nel garage, dal retro...si bravo... ti aspetto lì allora... Sicuro che non verrò vista?... Grazie mille" Prima di uscire dalla porta che porta al garage si sofferma, mi fissa qua sul pianerottolo sopraelevato che dalla cime delle scale la osservo, sorride. Un rumore di motore alle sue spalle la distrae. E' arrivato Paul, mi rivolge lo sguardo ancora una volta. Poi si lascia la porta alle spalle.

MARTA'S POV

Salgo versola camera, dal fondo del corridoio vedo Cher che entra, si ferma sulla soglia e irritata parla con qualcuno

"Lo ripeterò una volta sola: DOVE. E' . MARTA. "

Arrivo alle sue spalle, la sorprendo, nella stanza, i ragazzi e Giud sbigottiti mi guardano, quasi fossi piena di cacca di piccione

"Eccomi- la interrompo- ero andata a fare quattro passi, sono stata al bar"

"Pensavamo ti fossi persa, stavamo per chiamare i soccorsi" interviene Lou

"Certo- lo interrompe Liam- e il caffè a noi non lo porti? Ti ricordo che eri uscita apposta!"

Mi guarda in modo strano, so dove vuole andare a parare

"Pensavo non lo voleste più"

"No infatti, abbiamo ordinato un te, se aspettavamo te..." Giud interviene. ha capio tutto, Dio quanto la amo.

Cher arretra di un passo e stupita continua "...Beh vi tengo d'occhio- con le dita mima il gesto vesto ciascuno di noi, poi puntando il dito verso di me- il video. ADESSO."

"Subito" sussurro.

Chiudo la porta alle mie spalle. Se ne è andata.

NIALL'S POV

Sdraiato sul letto sto qui ad osservare il soffitto, è così vuota la casa, anche il suo silenzio, il suo silenzio era diverso, migliore. E' una di quelle persone che quando non ci sono lo senti. come se il mondo deventasse un po' più pesante, tutto d'un tratto.

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Capitolo 26
*** Dovevo trovarti ***


~Capitolo 26~
Dovevo trovarti


MARTA'S POV

Raccatto da sotto il letto la borsa della palestra e mi fiondo in bagno, mi cambio ed esco, percorro la stanza nel silenzio trafitto dai loro sguardi increduli nel vedermi comportare così naturalmente, quasi fregandomene. Afferro il pomello e lo ruoto

"Hai intenzione di dirci dove sei stata?" La voce di Haz rompe il silenzio

"Ve l'ho detto, al bar"

"E Niall, mica ti aveva invitata a casa sua?" Mi giro verso Giud e la fulmino con lo sguardo. Non doveva dirlo. I ragazzi mi fissano. Vogliono sapere.

"Niente, poco dopo che sono arrivata a casa sua, Paul mi ha chiamata dicendo che dovevo uscire alla svelta, è entrato nel garage, mi ha nascosta in macchina e mi ha lasciata di fronte al bar che c'è in fondo alla strada"

"E tu credi che ci casco" Incrocia le braccia, i capelli biondo platino ricadono dolcemente sul suo viso, incorniciando uno sguardo corrucciato. Corro in bagno e rovisto nella tasca dei pantaloni, trovo una piccola pallina di carta, la srotolo e gliela sbatto sul palmo della mano, afferro la mia borsa e mi dirigo alla palestra dell'hotel.

GIUD'S POV'S

'Candace's Bar, importo 3.50£, ore 18:07' Controllo l'ora sul telefono: 19:35.

MARTA'S POV

Mi avvicino all'attrezzo e appoggio la borsa, con attenzione apro la cerniera della minuscola tasca interna e sfilo il mio piccolo quadernetto prendendo in mano la matita

'Giorno 174:

Mangiato: te, 4 pavesini, un toast

Digerito effettivamente: te, 4 pavesini

Controllo specchio: schifo

Peso: / N.B cercare bilancia

Esercizio: 1:30 h corsa

Aspettative prossime: essere all'altezza d Niall James Horan'

Salgo sull'attrezzo e lo programmo 'Esercizio intenso, 1.30 h'

NIALL'S POV

Mi sveglio e noto che l'innalzamento dei miei boxer è particolarmente pronunciato, ricordo poco di quello che è successo. Afferro il telefono e le scrivo un messaggio

"Sei a casa? Te ne sei andata e mi hai lasciato da solo, mi sono spaventato non vedendoti"

"Niall me ne sono andata quasi due ore fa, mi hai anche salutata ricordi? Eri salito in camera, e io mi sono avviata verso il garage, dove mi aspettava Paul"

"Ah"

Impossibile.

MARTA'S POV

Non avevo voglia di scrivergli, ero imbarazzata, dopo quello che era successo.

#FLASHBACK

Ero rimasta fuori dalla porta di questo bagno per troppo tempo, a piangere implorandolo di ascoltarmi, e sono ancora qua. Sembrava l'inizio di una qualche felicità. Poi si sa come vanno le cose: scivolano sempre, impercettibili, non c'è verso di fermarle, se ne vanno, semplicemente se ne vanno.

"Per quel che ne vale- sussurrai appoggiando la testa alla porta- ti sbagli. E' vero, ho amato il tuo successo, la tua fama, ma stare con te mi ha cambiata, ti ho amato per la persona che sei, il ragazzo dolce, l'inguaribile tenerone, il ragazzo semplice, quello che ama le feste, ma fino ad un certo punto, quello che ha rinunciato a tante serate per stare abbracciato a me a chiacchierare fondamentalmente del niente, ho amato il tuo modo di comprendermi, di apprezzare il mio silenzio, di essere così maledettamente il contrario di quello che tutti pensano, stare con te e scoprirti tutti i giorni è un' avventura- mi mancò il fiato, singhiozzai- per quanto riguarda prima, beh mi dispiace, il fatto è che non hai idea, ma proprio non ce l'hai, di quante volte ho sognato questo momento, di come mi piangeva il cuore a lasciare la tua stanza tutte le notti, era orrendo accarezzarti il volto sorridente e sapere di non poterlo ritrovare al mio risveglio, Dio solo sa quanto avrei voluto baciarti, quante volte me lo sono sognata. Il problema dei miei film mentali è che me ne faccio a milioni, ma non arrivo mai alla fine perchè ripeto sempre milioni di volte la scena più bella, il nostro film nella mia testa continuava a ripetersi senza sosta, come un disco vecchio, la realtà è che conoscevo già la fine, e non mi piaceva. Ti amo Niall, davvero. E' stato bello fare l'amore con te, fare anche se solo con lo sguardo, in quei due secondi, ma è stata la cosa migliore degli ultimi anni, subito dopo il nostro primo sguardo, te lo ricordi? Io si, ci piango ancora la notte, scusami se continuerò ad amarti, ma prometto lo farò in silenzio".

Mi alzai, annientata, Lentamente trascinai i piedi lungo il corridoio, asciugandomi con la manica della felpa le lacrime sul viso, era arrivato il momento di essere forte.

Dietro di me la porta si aprì, sentii i suoi passi veloci avvicinarsi a me, mi afferrò il braccio che dondolava leggermente, portò il mio petto contro il suo e mi strinse forte, con e gambe gli cinsi la vita e gli stampai un bacio sulle labbra. Mi portò a schiena contro il muro, avvicinando sempre di più il suo torace al mio, con le mani incorniciai il suo volto intrecciando le dita con i suoi capelli, inclinai leggermente il viso, i nostri corpi così pericolosamente vicini, le nostre labbra ansiose di rincontrarsi, sorrisi

"Quanto tempo perso a rincorrersi. Sarebbe bastato fermarci, guardarci negli occhi e dirci tutto. Per non perderci in una di quelle sere, in cui ci addormentavamo assieme e ci svegliavamo distanti. Perchè questo mondo è pieno di emozioni perdute, di baci mancate, di parole taciute" sorrise, quasi commosso, nessuno può immaginarsi quanto fosse bello

"Piccola..."

"Dimmi"

"Riprendiamoci tutto"

Mi baciò, con foga. Forse avevo sbagliato. Non avrei dovuto dirglielo, ma lo pensavo, lo penso tutt'ora. Il fatto è che in quel momento, lì stretta a lui, fui rapita da tutto l'imbarazzo, quello della prima volta, e forse non solo da quello, ero quindi, davvero pronta? Ero quindi, alla sua altezza? No. E Cher? La mia carriera? Non posso neanche stargli troppo vicino, figuriamoci questo. Ma al di là di certe cose, sotto certi aspetti sentii quasi come se si stesse approfittando di me, come se stesse approfittando del mio amore, perchè allora, di punto in bianco sembrava gli interessasse?

Continuava a stringersi contro di me

"Muoio dalla voglia di averti" Sussurrò. Automaticamente con le mani scesi percorrendo il suo collo raggiunsi il torace per poi arrivare alle sue spalle e allontanare i nostri volti

"No"

"Ma che cos..?"

"Scusa Niall, ma, non mi sento pronta"

"Ma.. tu hai detto che mi ami"

"No, scusami, dimentica tutto quello che ho detto, mi sono solo... lasciata prendere dalla foga del momento"

Mi staccai da lui, raccolsi da terra la mia borsa e mentre cercavo di ricompormi chiamai Paul

"Ehy Paul.... sei qua fuori? Perfetto. Entra nel garage, dal retro...si bravo... ti aspetto lì allora... Sicuro che non verrò vista?... Grazie mille" Prima di uscire dalla porta che comunica con il garage mi fermai, lo fissai che dalla cima delle scale mi guardava perplesso, mi si spezza il cuore solo a ripensarci. Un rumore di motore alle mie spalle mi distrasse. Era arrivato Paul, gli rivolsi lo sguardo ancora una volta. Poi mi lasciai la porta alle spalle.

#FINE FLASHBACK

"E' andata davvero così?"

"Sì, davvero non ti ricordi niente?"

Non risponde. Bello.

NIALL'S POV

Mi ero immaginato tutto, bel pervertito che sono. O forse no, forse, sono davvero innamorato di lei.

MARTA'S POV

Corro, guardo lo specchio che sta di fronte a me, e cerco in tutti i modi di trattenere le lacrime. Continuo a correre. Ora come ora prenderei a cazzotti qualcuno con tutto sto nervoso che ho dentro. Ma se mi allungassero le braccia per abbracciarmi, inizierei solo a piangere. Trattenere le lacrime è terribile, brucia la gola, il naso, si respira male, e non si fa nient'altro che continuare a ripetersi 'NON QUI'

D'un tratto vedo apparire dal fondo della palestra ormai vuota, un piccolo omino capelluto.

Ferma l'attrezzo, sono sfinita. Appoggia una mano sulla mia spalla, mentre l'altra mi accarezza il viso asciugando una piccola lacrima

"Allora, me lo dici o no, cosa è successo?"

"Niente" Cerco di sorridere, tra il fiatone e i lacrimoni, non so quanto possa risultare credibile

"Non mentirmi"

"Vedi Harry, oggi le cose, sono andate così..."

...

"E' davvero successo questo?"

"Sì"

"Come ti senti"

"Come dovrei sentirmi"

"Lo ami?"

"Cazzo sì Harry, sì! Ho una voglia matta di vederlo appena sveglio, la mattina, coi capelli spettinati, lo sguardo ancora addormentato, sentire la sua risata, sentirlo sbadigliare e dire 'Ma che capelli c'ho?'.

Lui che sorride e l'alba come sfondo"

HARRY'S POV

E' pazza di questo ragazzo. L'amore e le sue responsabilità sono ancora troppo grandi per lei, è così tenera che annega nell'imbarazzo, non ha neanche compiuto i 16 anni, continua a soffrire, ma non le importa. L'unica cosa che vuole e possederlo, in un modo o nell'altro, ed essere felice.

"Ehi piccina- le asciugo le lacrime- là fuori nel mondo, un ragazzo, o una ragazza, è nato per essere la tua metà, la tua anima gemella, il tuo migliore amico, non deve essere per forza Niall, guarda, finisci sempre per stare così male"

"Soltanto i più forti fanno i conti con la solitudine. Gli altri la riempiono con chiunque"

...

Stamattina tutto sembra fermo, statico. Lo studio tace nel suo silenzio rotto soltanto dalla monotonia dei nostri discorsi, Marta sta rannicchiata in un angolo del divano circondata dalle braccia di Lou, impegnata a far roteare il cordino della sua felpa tra le dita. E' assente, persa. Il suo sguardo sembra cadere sulla macchinetta del caffè alle mie spalle, ma so che è rivolto ben oltre, chissà dove.

Ad un tratto il biondo arriva in studio, saluta tutti con un grande sorriso e mi si siede accanto. Si guarda attorno

"Liam?"

"Sta arrivando, ha avuto problemi ad uscire di casa"

"Capisco, Giud?"

"Ha la febbre" Marta interviene nella conversazione, risponde alla domanda, ma continua a fissare il vuoto e a giochicchiare con il cordino della felpa di Lou

"Ah ma buongiorno- Il biondo nel sentirla parlare porta lo sguardo su di lei e sorride, si protrae leggermente verso di lei, che ancora non lo degna di uno sguardo- ho detto, BUONGIORNO ne'h!"

Si volta cercando di sembrare acida e fredda, ma l'incontro del suo sguardo con il suo sorriso la manda in tilt, facendola sorridere

"Buongiorno"

La conversazione procede monotona, fino a quando non si spegne completamente, cala il silenzio. Che imbarazzo. Il biondo continua a lanciarle occhiatte sorridendo mentre la ragazza sempre più imbarazzata sprofonda nel felpone di Louis rannicchiata nel suo spicchio di divano

"Beh noi andiamo da Starbucks qui di fronte ok?" Lou afferra tra le sue braccia la piccola ragazzina che felice di essere liberata da quella posizione scomoda e imbarazzante si lascia trascinare fuori dalla stanza.

MARTA'S POV

Scendiamo fino al garage interrato, lo seguo, a volte si gira, mi osserva e sorride, io ricambio.

Arriviamo alla sua macchina e saliamo

"Ma scusa se Starbucks sta qui di fronte perchè prendiamo la macchina?"

"Perchè secondo te riusciamo ad uscire da quella porta senza essere assaliti?"

"No perchè invece l'uscita dal garage è bella sgombra" La sua ingenuità è allarmante quanto dolce, sincera.

"Vorrà dire che resteremo in macchina, dai su racconta, che succede"

"Niente" il suo sguardo parla da solo

"Almeno le cazzate raccontamele con convinzione"

"Ma che devo dire"

"Parlami, dimmi come mai di punto in bianco mi ritrovo solo con Zayn e Liam escluso dai tuoi intrecci, completamente all'oscuro di quello che succede" Avevo ragione, non gli raccontavo mai niente, mi ricordo ancora quella volta in aereo, quando mi ha detto 'sai a volte ti vedo sorridere, ma sorridere veramente. Sembra che il mondo si fermi ad osservarti, se quelli sono i tuoi veri sorrisi, cosa sono quelli di tutti i giorni?' Avevo sbagliato con i ragazzi.

"Lou, è difficile..."

HARRY'S POV

Continua a parlare con me e Zayn come se niente fosse, sorridendo.

"Non puoi comportarti così"

"Così come scusa"

"Ehm, ragazzi, che succede?" Zayn ci interrompe, non sa niente

"E' una ragazzina, è una fan, non è la classica ragazza di cui ti puoi vantare la mattina dopo"

"Scusami?"

"Ragazzi, ma mi state ascoltando?"

"Si Niall, non puoi farlo, non puoi presentarti qui e provocarla sorridendo, non puoi"

"Ma mi dite che succede o no?!- nessuno lo considera, ancora- oh ma vaffanculo" Zayn esce stizzito sbattendosi la porta alle spalle

"Zayn no aspett..- cerco di richiamarlo quando ormai se ne è andato, Rivolgo ancora il mio suardo al biondo- Niall, ma che combini, ha 16 anni Niall, 16, e ti ama davvero, più di se stessa. Dovresti vederla quando parla di te, ha uno sguardo che fa paura, ha negli occhi un velo di stristezza, la malinconia addormentata agli angoli della bocca, ha l'aria di chi cerca ma non trova, di chi sogna, e sognare non è roba da tutti. Fa paura Niall, ha lo sguardo di chi sarebbe felice di sentirsi tua solo per un istante per poi poter morire felice"

"IO?! Che combino? Niente. Ma credi che mi diverta? Io ci sto di merda Harry, okay? Ieri ero pronto, in tutti i sensi, non solo in quello. Ero pronto a dirle 'ti amo' a portarla in tutti i posti del mondo e farle vedere che sarebbero stati nostri per sempre, ero pronto a farle le sorprese sotto l'albergo, a rifugiarmi in bagno per un bacio, a farla dormire due ore a notte, a vedere tutti i suoi sogni realizzarsi in me e tutti i miei in lei. Io ero pronto, e lei è andata via, smentendo tutto quello che mi aveva detto.Ci sto di merda Harry. Perchè quando perdi qualcosa che non puoi rimpiazzare, quando ami qualcuno ma finisce male, potrebbe andare peggio?"

Sorrido e scuoto il capo "Sei cosciente del fatto che se ne è andata perchè era imbarazzatissima?"

"Si lo so, quanto può essere bella?"

Sorrido ancora, quanto era incoerente.

Erano finalmente finite le sofferenze di quella ragazza.

ZAYN'S POV

Prendo il telefono e chiamo Lou

"Senti Lou, sto per uscire, arrivo da Starbucks... ma aspetta un attimo, qui è tutto bloccato, come avete fatto ad uscire"

"Ehm bro siamo siamo nel garage sotterraneo, nella mia macchina, bloccati"

"Arrivo"

Salgo in macchina nei sedili posteriori, con le mani circondo i loro poggiatesta e mi infilo tra i loro sguardi

"Allora di che si parla?"

"Di quello di cui abbiamo parlato ieri sera"

"Ah, quindi?"

"Niente stava per raccontarmi" Entrambi la guardiamo sorridendo come due idioti mettendola in soggezzione, lei timidamente abbassa lo sguardo

"Dai su picci- interviene Lou- non non ti vogliamo vedere così, dicci cosa succede"

"Già siamo qui per aiutarti, ti vogliamo bene"

Lei alza lo sguardo, e sorride

"beh ecco, ieri dopo le prove..."

NIALL'S POV

Continua a ridere e a scuotere il capo

"Non capisco che ci trovi da ridere"

"No niente"

"Che faccio adesso?"

"Vai da lei, di corsa"

MARTA'S POV

".... E poi niente, sono tornata in albergo e c'eravate voi"

Zayn sorride

"Non ci posso credere" continua a ridere e a scuotere il capo abbassando lo sguardo

"Ma scusa che ci trovi da ridere"

"No niente, solo...niente-lo guardo seccata mentre continua a ridere-ma scusa, tu sto ragazzo, insomma lo ami o no"

"Si- Lou gli tira una pacca sulla testa- ma non ci arrivi?"

"Beh sai, dopo tutti i tira e molla, tesoro- si gira verso di me- forse è arrivato il momento di cambiare strada"

"No. Mi stavo quasi abituando a questa cosa, di sentirmi sua per un attimo e quello dopo rirovarmi abbondata a me sessa, e mi piaceva, giusto perchè in tutto quel casino un po' lui centrava, e rendeva tutto migliore. Non voglio più abituarmi a nessuno, a nessuna buona notte, a nessuna voce, a nessun profumo, a nessun modo di farmi sorridere, a nessun difetto, a nessuna felicità"

"Allora va da lui, alla svelta"

"E cosa gli dico?"

"Tutto. Chiarisci sto casino"

"Ho paura Zayn"

"Ehi senti, se c'è qualcosa che posso dirti, è che per quanto l'amore delle persone timide sia speciale, il fatto che loro ti comprendono con gli sguardi, che ti amano con gli occhi, è vero, ma, adesso tu, devi andare da lui, e dare un taglio a questa storia"

"E se poi..." La mano di Lou si appoggia sulla mi a bocca, sento le sue dita comprimersi sulle mie guance

"Poi niente, basta menate, chiudi questa faccenda" Zayn con gli occhi sgranati e un cenno del capo annuisce distogliendo lo sguardo dal suo telefono.

NIALL'S POV

Mi lascio la porta alle spalle e inizio a scendere le scale travolgendo Liam

"Dove corri?"

"Da Marta, da Starbucks" alza il braccio e con un cenno della mano che stringe il telefono richiama la mia attenzione

"Sono nel garage, me l'ha appena detto Zayn, con l'aggiunta di tante faccine colorate e accese..." Mentre un'espressione corrucciata e confusa si stampa sul suo viso, lo lascio solo ad interrogarsi sui colori vivaci delle emonji del telefono e corro verso l'ascensore. Con foga premo il pulsante "Andiamo... su apriti!" la porta si apre, e la vedo.

Con le mani accarezzo leggermente le sue spalle fino a spingerla indietro, le porte si chiudono alle mie spalle.

Con gli occhi fissi sui suoi, il fiato su di lei, la osservo

"Ti stavo cercando"

"Dimmi" interviene sgranando gli occhi come un cerbiatto impaurito

"Dovevo trovarti, per dirti quanto ho bisogno di te"

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Capitolo 27
*** I missed you. ***


~Capitolo 27~
I missed you


"Sapevo che la nostra storia aveva una data di scadenza, ma non credevo sarebbe stato così difficile da accettare"

-

Mi manca, cazzo se mi manca, da quando ci siamo salutati, poco prima dell'inizio del tour, quando saltellavano in giro per il globo come ospiti al 'Good Morning show' di chissà quale paese, da quel giorno, sono passati tanti altri giorni, tante altre notti.


Lo so che non dovrei pretendere tanto, lui è una star, ha i suoi impegni, le sue cose, io sono... Io sono SOLO LA SUA... cosa sono? Non lo so, non sono la sua ragazza, non sono una sua amica, non sono niente per lui, eppure mi ha dato l'impressione di essere fin troppo, ma questo non ha portato a miei picchi di orgoglio, a scene tremendamente pietose di me davanti al cellulare, davanti alla sua conversazione, senza scrivergli, aspettando, lo so che non funziona così, che non si testano le persone, che non è più forte chi se ne va per vedere se all'altro importa, è più forte chi ama e lo grida in faccia, nonostante tutto, nonostante tutti.


Gli scrivevo tutti i giorni, e da quando hanno aggiornato whatsapp (maledetta spunta blu) non è passato un giorno senza che io gli scrivessi, e la mattina dopo mi si spezzasse il cuore nel vedere quelle due spunte illuminate e nessuna risposta.


Non ho smesso di scrivergli perché sono orgogliosa, è che, ho come la sensazione di averlo perso, sono passati mesi ormai.


Ma sarei cattiva se non raccontassi dei giorni subito prima del nostro 'arrivederci' che ora mi suona molto di più come un addio. Sarei davvero un mostro, se adesso, per il suo ignorarmi dimenticassi tutto quanto.

#FLASHBAK

"Dovevo trovarti per dirti quanto ho bisogno di te" queste le sue ultime parole, la porta dell'ascensore si chiuse alle sue spalle e io rimasi a fissarlo mentre quello che mi aveva appena detto rimbombava nell'aria e mi spaccava i timpani, era così bello.
"I love you" sussurrai
"I love you too" rispose
Rimasi a fissarlo, rimasi a guardarlo essere così tremendamente perfetto.
"Era un ti amo, o un ti voglio bene?- Gli chiesi parlando in italiano, senza accorgermene, lui mi guardò strano- There's a massive difference between 'ti amo' and 'ti voglio bene' in italian yuo know,
'Ti amo' means.."
"I know what it means, and yeah, TI AMO"
Ci baciammo per cinque minuti di fila, senza neanche guardarci, con gli occhi serrati....

Penso che quella sia stata la settimana più bella della mia vita, sembravamo due dodicenni al loro primo amore: fottutamente impegnati ad amarsi di nascosto, e ci siamo baciati dovunque, nei bagni, nei sottoscala, sui balconi e perfino nelle cucine dei ristoranti. Ci baciavamo, ci abbracciavamo, poi ci guardavamo intorno, e ridevamo, ridevamo come due ragazzotti che ne avevano appena combinata una, ridevamo perché eravamo felici insieme, all'oscuro di tutti, o almeno quasi.
Tutte le notti veniva da me, lasciava che una macchina andasse a casa sua, entrasse nel garage e uscisse, anche se lui non era a casa, ma lasciava che tutti lo credessero.
Era la sensazione più bella del mondo, svegliarmi di botto la notte e trovarmelo accanto, con ancora i vestiti e le scarpe addosso, sfilargliele e coprirlo con una coperta, stampargli un bacio sulle labbra, e riaddormentarmi.
Finalmente potevo addormentarmi accanto a lui, senza avere il rimorso che il giorno dopo non l'avrei ritrovato.
Erano così belli i nostri risvegli.
Il giorno che dovevamo salutarci mi sono svegliata e lui era già sveglio, su una sedia, seduto a fissarmi, era inquietante e allo stesso tempo maledettamente stupendo.
"Che hai- chiesi, non rispose- Niall?"
"Non possono essere già finiti"
"Cosa?"
"Come cosa, i giorni che ci restano"
"Di già?"
"Sì"...

Il nostro 'arrivederci è stato molto lungo, triste, ma non ho pianto, tutte le lacrime le ho versate appena sono arrivata a casa, e un vuoto incolmabile mi ha invaso l'anima.
Me lo ricordo ancora, la macchina si allontanava, e io dal vetro del portabagagli lo guardavo che mi salutava, non so come si sentisse lui in quel momento, ma io lo guardavo come si guarda il mare alla fine dell'estate.

#FINE FASHBACK


Eppure desso sono qui, a fare i conti con i chilometri, e forse è la distanza minore che esiste tra me e lui, il fatto è che non posso accettare il fatto di averlo perso, eppure dentro di me già lo so, lo so che mi mancherà, anche se non riuscirò ad ammetterlo, fingerò per sempre, che lui sia ancora mio.


NIALL'S POV

Mi manca, mi manca troppo, davvero.


Cerco di convincermi che le distanze siano una cosa bellissima, e lo sono, ma vaffanculo, mi manca così tanto che mi mancano tutti i pavimenti. Chissà se poi sono solo io a sentire la sua mancanza, o se anche lei ha bisogno di me....

Appena è partita sono iniziate delle giornate snervanti, davvero, i primi tempi ho provato a scriverle, lo facevo, la notte, molto tardi, e non so perché, ma lei rispondeva, era come se mi stesse aspettando.


Con l'andare avanti dei giorni non ce l'ho fatta, tornavo a casa la sera, e mi fiondavo sul letto, mi sentivo quasi una merda il giorno dopo, a visualizzare i suoi messaggi, non sapevo neanche come scriverle che mi dispiaceva, e infatti non l'ho fatto.

Vorrei solo poter tornare indietro a quella mattina, e dirle di restare con me, non mi importa come, avremmo trovato un modo.


Me lo dicordo, come mi ha salutato quel giorno, per un attimo ha cancellato tutta la mia malinconia, e mi ha baciato. E' stato quel genere di bacio di cui non puoi parlare a voce alta con i tuoi amici. Quel genere di bacio che mi ha fatto capire che non ero mai stato così felice, prima.

Fanculo alle distanze, le scrivo.


4.38 del mattino, spero solo che risponda


"Ehy ciao, devi perdonare la mia assenza, lo giuro, non è voluta, sono un coglione"4.38


"Senti, non ho mai smesso di pensare a te piccola, davvero" 4.56


"Anche adesso, io sto pensando a te"4.58


"Mentre tu dormi"4.58


"E domani mattina, che ormai è stamattina, scrivimi ti prego" 4.59


"Anche se starò ancora dormendo, o forse starò già lavorando, tu fallo"4.59


"Fammi svegliare sapendo che tu ci sei"4.59


"Che noi esistiamo"4.59


"Che noi ci amiamo"5.00

"Dimmi che non sei ubriaco e che l'hai scritto perché lo pensi" 5.03


"Oddio, sì piccola, sì, mi sei mancata così tanto" 5.03

Mi ha risposto, non mi odia, mi sento morire e rinascere allo stesso tempo, mi alzo dal letto e inizio a saltare a dimenarmi come un idiota, mi viene da piangere.

Appoggio il telefono sul petto, mi sdraio e fisso il soffitto in attesa che la sua risposta mi solletichi il petto facendo vibrare il cellulare.


D'un tratto si illumina la stanza, il telefono continua a vibrare, una chiamata facetime, era lei.


Rispondo.


Lo schermo si apre e la vedo, é tremendamente diversa dall'ultima volta che l'ho vista, il suo viso si é snellito, un lungo caschetto bruno arriva a solleticarle le spalle e un brillantissimo apparecchio le illumina i denti che sfoderava in un brillantissimo sorriso proprio davanti a me.


"Wow, sei cambiata... i.. i tuoi capelli" Sussurro mentre faccio un gesto con e mani imitando il suo taglio


"Che ti aspettavi, dopo tutti questi mesi, i capelli crescono"


"sì.. hai ragione- un freddo glaciale mi rapisce, era stata cinica, ma forse me lo sono meritato- allora, come sono stati questi mesi"


"Come credi che sia stata Niall?"


"Non so come tu abbia fatto, credevo che ti fossi stufata di aspettarmi"


"Faceva male, non te lo nascondo, faceva male vedere che leggevi e non rispondevi, che twittavi di tutte le partite del Derby che sei andato a vedere, l'Arsenal, il Liverpool, e potrei continuare per giorni, pubblicavi foto, video, e non trovavi neanche 5 minuti sputati per scrivermi un messaggio.


Ma sai cosa- mi sta anientando, prende una sigaretta, la accende, ah, adesso fuma- ho realizzato che sei l'unica persona che probabilmente mi mancherà sempre, più del dicibile, più di tutto, più dell'aria. E non importa quanto tempo sia passato, non importa quanta distanza ci separi, fisicamente e moralmente; non importa la gente, come sia andata a finire e come finirà -fa un tiro dalla sigaretta, aspira e lascia che il fumo si liberi intorno a lei- Perché tu mi mancherai sempre e comunque, anche se non ci fossimo mai conosciuti"


"Come farei a mancarti se non ci conoscessimo"


"Sai dovremmo un po' riflettere sul significato della parola 'mancare',


da piccoli dicevamo 'mi manca' parlando della figurina che ci serviva per completare l'album, non l'avevamo mai posseduta, eppure ci mancava, sapevamo che solo quella figurina avrebbe potuto completare l'album e renderci felici, per quanto quella felicità potesse essere superficiale e momentanea, era felicità"


"Sono fortunato"


"Perché?"


"No dico, sono fortunato che tu non sia passata oltre, non mi sarei mai perdonato di averti persa in un modo così indelebile- sbadiglia, poi sorride, uno dei suoi sorrisi, uno di quelli timidi, imbarazzati, che le scolpisce tue fossette e le colora le guance, irresistibile- sei stanca piccola, vai a dormire"


"Magari ci sentiamo domani mattina, che dici?"


"Lavoro piccola"


"Okay, ma almeno un messaggio potrai scrivermelo"


"Si certo, appena ho un momento lo farò, ma voglio anche chiamarti, tutti i giorni, okay?"


"Okay. Allora buonanotte"


"Buonanotte"


Entrambi fissiamo il cellulare, io la guardo, la sua immagine mi era mancata così tanto, è così tremendamente bella in shorts e felpone seduta sul letto, con i capelli un po' scompigliati, e gli occhietti stanchi, vorrei solo potermi svegliare al mattino e vederla sempre così, sempre accanto a me.


"Ehy-sussurra-se non ci decidiamo a chiudere questa chiamata resteremo qui per sempre a fissarci"


"No aspetta!"


"Cosa?"


"Ti amo - lei ridacchia- che c'è? L'ho detto sbagliato?"


"No, è solo il modo in cui lo pronunci, è buffo"


"Ah.... TI AMO, questo era meglio?"


"Perché l'hai cambiato?"


"Hai detto che era buffo"


"Era adorabile"


"Va bene, buonanotte, ti amo"


"Anche io, notte"


"Nono, devi dirmelo"


"Cosa"


"Ti amo, voglio che tu me lo dica" Sorride


"Okay, Buonanotte, .. TI AMO".

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