Perfect.

di Jomaima
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Specchio. ***
Capitolo 2: *** Non sono io. ***
Capitolo 3: *** Fanculo. ***
Capitolo 4: *** Marrone. ***
Capitolo 5: *** Non voglio! ***
Capitolo 6: *** Un altra volta. ***
Capitolo 7: *** Fun. ***
Capitolo 8: *** Faccio quello che mi pare! ***
Capitolo 9: *** Mi rilassa ***
Capitolo 10: *** TRAILER! ***
Capitolo 11: *** Ha ragione ***
Capitolo 12: *** Rabbia ***
Capitolo 13: *** Non riuscii a finire la frase.. ***
Capitolo 14: *** Famiglia ***
Capitolo 15: *** L'inaspettato ***
Capitolo 16: *** Michael. ***
Capitolo 17: *** A new friend. ***



Capitolo 1
*** Specchio. ***


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"Non pensare di poterci andare da sola" David mi disse stringendomi leggermente più forte la mano
"Infatti non ci sarei mai andata da sola, sciocco" dissi avvicinandomi di più a lui, in modo da poggiare la testa sul suo braccio, in moda da renderlo tranquillo. Si preoccupava davvero troppo, pensai alzando gli occhi al cielo.
"Puoi andarci con Hanna" mi disse
"No, non ci voglio andare, ho da fare oggi, una cena con gli amici di mio padre" dissi facendo ondeggiare i miei lunghi capelli biondi. David si limitò ad annuire e continuare a camminare di fianco a me, mano nella mano, senza lasciarmi neanche per un secondo, e sorridendo ai suoi amici, e io ero il suo trofeo, la sua bambolina diceva. Tutti quanti dicevano che io e David eravamo la coppia perfetta, bellissimi e ricchissimi, stupendi, fatti l'uno per l'altro. Eravamo perfetti, troppo perfetti..
David si fermò davanti alla mia aula e si voltò per fissarmi il volto, alla ricerca di qualche segnale.
"Perchè me lo hai chiesto allora?" mi chiese improvvisamente
"Chiesto cosa?" risposi sorpresa
"Mi hai chiesto della festa. Sai che noi non frequentiamo quelle cose li" disse con il volto serio
"Ah.. non ti ho chiesto di andarci" dissi scrutando il suo sguardo da sotto gli occhiali da sole "Ti ho informato che oggi ci sarebbe stata la festa penose degli sfigati della scuola" dissi scuotendo la testa
"Ah.." disse David visibilmente rilassato "Pensavo.."
"Shh" lo zitti e mi alzai in punta di piedi per dargli un lungo bacio a stampo "Non mi importa di quelle stupide feste, a me importa ben altro" gli dissi una volta che mi staccai da lui
"Okay" mi disse David "Ci vediamo dopo" e si voltò sparendo tra la folla del corridoio.

Mi infilai subito in classe con la mia borsa in mano e mi sedetti al mio solito posto, e di fianco a me si sedette timidamente Ashley.
"Ehi" mi salutò timidamente. Mi tolsi gli occhiali da sole e li appoia sul banco, poi la fissai, scrutandola attentamente.
Era una delle sdolite ragazze che io non avrei mai frequentato, per ninente al mondo. Quelle sfigate che passano la vita a comprare vestiti in saldo pensando di spacciarli per vestiti firmati, una di quelle che volevano essere come me.

"Ehi" dissi in tono annoiato
"Come va?" mi disse
Cosa? Voleva continuare il discorso? "Mm.. bene" dissi
"Hai fatto inglese?" mi chiese per iniziare un discorso. Oh no, non poteva davvero poter pensare di socializzare con me
"Si" sbottai "Li faccio sempre i compiti io." per chi mi aveva preso, per una che non faceva il suo dovere? Bah.
"N-non intendevo questo.. vabbe, era per socializzare un po.." balbettò visibilmente imbarazzata
"Si, scusa" dissi portandomi una ciocca dietro i capelli, forse avevo esagerato con lei, forse in fondo lei voleva solo parlare con me, un cosa che avrebbero voluto tutti.
Mi sorrise debolmente e tir fuori i libri


"Katrin, per favore, non mi interessa" dissi tirando fuori il telefono dalla borsa "Lo sai che odie ste stronzate"
"Si ma.. volevo solamente farti sapere chi ci sarebbe stato e chi meno.." mi disse
"Beh, evidentemente non mi interessa visto che non ci vado e visto che ho di meglio da fare." sbottai rimettendo il telefono nella borsa
"Tanto lo sapevo che non ci saresti venuta" sbottò acidamente Katrin.
"E allora perchè me lo hai chiesto?" sbottai a mia volta "Sai che odio queste feste pulciose in cui non si fa altro che drogarsi e bere."
"Robyn, è una festa! E' ovvio che si fanno ste cose" disse esasperata
"Beh, non per me" dissi alzandomi dalla sedia con Katrin che mi seguiva a ruota.
"Dovresti smetterla di essere così arrogante con le persone" mi disse da dietro le spalle.
Neanche mi voltai per ascoltarla. Parlava troppo, certe volte l'avrei presa a pugni in faccia.

Katrin era la mia migliore amica dalle elemntari, da quando ha comnicato a leccarmi il culo finchè un giorno non mi resi conto della sua esistenza. Era simile a me, a parte il fatto che lei era di colore. Eravamo entrambe di famiglie ricche, ma una cosa ci distingueva, lei amava andare alle feste ed ubriacarsi, tipo Paris Hilton, mentre io no, preferivo fare la figlia perfetta, tipo Kate Middelton, annoiarmi insomma, non tanto perchè lo volevo io, ma perchè ero abituata così. Dovevvo essere perfetta, in un certo senso ero quasi costretta.
E uno dopo un po di tempo si stanca di fingere.

"Bene, dovertiti allora" dissi voltandomi e sorridendogli in falsetto, e salendo sulla macchina del mio autista che finalmente era arrivato.
E ora si ritorna alla solita noiosa vita, pensai.


"Tesoro, vieni che ti tiro su il vestito" mi disse mia madre irrompendo in camera mia con i suoi tacchi a spillo e il rossetto impeccabile.
"Okay" dissi voltandomi e lasciando che mi tirasse su la cerniera
"Sei davvero bella stasera, farai un figurone con i nostri ospiti" mi disse sorridendomi dallo spacchio
"Grazie mamma" mi limitai a dire.
Mi osservai allo specchio.
Alta, fisico perfetto, capelli biondi, occhi azzurri. Di fianco mia madre, identica a me.
Due bambole di porcellana, che vivevamo nel nostro mondo, nella nostra bolla di vetro indistruttibile.

Eravamo perfetti, troppo.
Ma la perfezione non esiste, no?

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Capitolo 2
*** Non sono io. ***


Image and video hosting by TinyPic "Ma che cazz.." sibilai rigirandomi nel letto e infilando la testa sotto il cuscino.

"Diiio!" sibilai accendendo la lampada nel comodino e prendo il telefono da li.
Stava squillando, alle 2:18. Katrin.
Ma che problemi aveva? L'avrei ammazzata. Sicuro.
"Pronto" sbottai rispondendo alla chiamata
"Oh Robyn!" sentii urlare "Non sai cosa è successo.."
"Non mi interessa Katrin, sono le due di notte e la gente a que-" Katrin mi interrompette
"No Robyn, è successo un casino.. ho bisogno che tu mi venga a prendere.." disse Katrin con voce tremante..

In quel momento capii, la mia migliore amica aveva bisogno di me, erano le due di notte e lei chissa dove era dispersa. Le era sicuramente successo qualcosa.
"Dimmi Katrin, cos'hai? Dove sei?"
"Sono dai Perkes, alla festa.. hai presente?" mi disse
"Si.." risposi
"Ecco.. abbiamo bevuto un po.. io e Shila, e lei è sparita con un ragazzo.. non so bene chi sia.. e io, cioè lei, non sapevamo avesse la ragazza.. e lei ha picchiato Shila.. e vuole picchiare me perchè sono una sua amica.. ma io non ho fatto niente.." disse Katrin scoppiando a piangere "Ho bisogno che tu.."
"Si non preoccuparti, ora arrivo" dissi alzandomi dal letto e prendendo il coprispalle
Scesi silenziosamente le scale e mi diressi all'atrio, e aprii lentamente la porta.

"Robyn?" mi disse Adam che stava fumando fuori nel giardino "Dove hai intenzione di andare a quest'ora?"
"Oh Adam, è proprio te che cercavo, ho bisogno che mi porti da Katrin, sta male.. è successo un casino.. dobbiamo muoverci" dissi prendendolo per il braccio e trascindolo per il sentiero di pietra del mio giardino.
"Ow, calma" mi disse spegnendo la sigaretta sotto la scarpa "Che è successo? E i tuoi genitori sanno che sei fuori?"
"Adam!" sbottai "Chissenfrega! La mia amica ha bisogno di me e tu pensi a ste minchiate?"
Adam sgranò leggermente gli occhi e annui
"Okay" e si diresse verso l'auto nel garaje. Io lo seguii.

"Dai veloce!" gli dissi mentre fummo in strada
"Va bene signorina" si limitò a dire
"Tranquillo, non avrai casini con mamma e babbo, loro non lo verranno mai a sapere" dissi alzando le spalle, e poi, a loro non sarebbe importato, basta che uno dei vicino non lo fosse venuto a sapere e che la nostra immagine non fosse infangata, pensai disgustata.

Appena arrivammo vidi una fila di macchine una dietro l'altra e scesi di fretta ma Adam mi prese per il braccio impedendomi di proseguire.
"Non hai intenzione di andare da sola spero? Se ti succedesse qualcosa i tuoi genitori non me lo perdonerebbero mai" disse
"No.." dissi riflettendo un attimo. Presi il telefono e chiamai Katrin, che rispose all'istante
"Dove sei?" mi disse subito
"Sono fuori dalla villa, tu piuttosto dove sei?"
"Anchio.. aspetta.. ti vedo!" strillo
Mi guardai intorno e vidi una figura impacciata correre verso di me.
"Oh Robyn.. " mi disse non appena mi vide e mi abbracciò
Puzzava di alcol e di fumo. "Ma che casini combini?" dissi
"Oddio" disse scoppiando in lacrime "Quella ragazza voleva ammazzarmi, e ha picchiato Shila molto.. non so dov'è Shila.. forse l'hanno portata via credo.. ma questa qui.. mi ha minacciato.. ha detto che se mi prendeva.. Oddio" disse scoppiando a piangere e abbracciandomi
"Oh mi dispiace" mi limitai a dire "Te l'ho detto quete cose sono pericolose, dai su, andiamo a casa" dissi prendendola per mano e dirigendomi verso la macchina

"Eccola lì, la puttana!" sentii urlare da dietro e una ragazza con lunghi capelli neri insieme ad altre persone si stava dirigendo verso di noi "Pensavi di scappare, eh? Non osare, non dopo che ti sei scopata il mio ragazzo, troia" sibilò.

Era evidentemente ubriaca.
L'avevan seguita in molte persone, in cerca di scena probabilmente.
"I-io non ho fatto niente.. non l'ho tocca-to" balbetto Katrin
"Non mi interessa, sei amica di quell'altra puttana, e le amiche delle puttane sonon puttane a loro volta" urlò la ragazza
"Tu non puoi dare della puttana a Katrin, non la conosci neanche per poterla giudicare" dissi in difesa di Katrin

In quel momento la ragazza con capelli neri parve notarmi, e infatti mi squadrò da testa a piedi.
Sentii bisbigliare il mio nome tra la folla.
"E tu? Sei venuta qui in pigiama?" disse ridendo
In quel momento mi resi conto che indossavo i pantaloncini e una canotta con sopra una piccola vestaglia rosa. E avevo la coda!

"Quindi?" sbottai
Lei alzò un sopracciglio e camminò barcollando verso di me "Zitta puttana viziata"
Sentii dei fischi dietro ma li ignorai
"Puttana viziata a chi scusa?" dissi facendo un passo verso di lei.


Ero stata per troppo tempo qualcuno che non ero, ero stata per troppo tempo cio che gli altri volessero che fossi. Ero per stata troppo tempo un altra persona, una l'opposto di me. Forse era giunto il monmento di smetterla, forse era giunto il momento di far vedere agli altlri quello che ero. Forse quel momento era ora.

"A te" disse puntantomi il dito contro
"Oh bella" dissi togliendomi la vestaglia e buttandola per terra "Tu non sai con chi parli! Chi cazzo ti credi di essere? Cosa vuoi fare con la tua arroganza? Non puoi andartene in giro a fare quello che vuoi, picchiando chi vuoi. Se il tuo ragazzo si è fatto una, bene, forse te la dovresti prendere con lui,  non con tutti gli altri. Non pensi che sia colpa del tuo moroso idiota? Eh? No, tu te la devi prendere con le altre perchè vuoi fare scena, e forse domani te ne dimenticherai di tutta sta storia, farai finta che il tuo ragazzo non te le abbia fatte le corna perchè, chissenfrega, quelle come te sono abituate ormai. Si vede che sei abituata!" sbottai con tutto l'ofio che avevo in corpo.

Calò il silenzio.
"C-cosa?" disse la ragazza "Come ti sei permessa?" e detto ciò si fiond su di me, ma non fece in tempo che alzai il ginocchio e gli diedi un calcio in pieno volto, che la fece cascare all'inidetro. Rimase sdraiata per terra per un tempo che mi parve infinito.
Quando si rialzò stava asputando sangue dalla bocca, e stava tremando. No, stava singhiozzando.. piangeva.
"S-sei una stronza" disse tra le lacrime e un paio di ragazze la soccorsero
"Ommioddio" urlò Katrin venedomi incontro "L'hai stesa!"
"Signorina Robyn, come le è saltato in mente?" mi sgridò Adam "Ma lo sai che se"
"Basta Ada! Non è sccesso niente" dissi alzando gli occhi al cielo
"Nno posso crederci.." disse Katrin piano
"Neanche io" dissi guardandomi le mani che mi tremanvano per l'adrenelina che mi circolava nelle vene. Non avevo mai provato un emozione così, mai.


Mi voltai per guardare le persone che erano rimaste in disparte a fissare la scena, chissa se se ne sarebbero ricardati.
Un ragazzo mi venne incontro, non riuscivo a vederlo con il buio.
Feci un passo indietro per evitare che mi toccasse, ma non si avvicinò di molto.
"Beh, per stendere la mia ragazza ce ne vuole sai? Comlimenti" disse infilandosi le mani nelle tasche.
Il palo che illuminava la strada mi fece intravedere i suoi occhi marrone chiaro, poi lui si voltò verso gli altri, sparendo tra la folla.


Ecco, lui era la causa di tutto sto casino.

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Capitolo 3
*** Fanculo. ***


Image and video hosting by TinyPic Mi portai una ciocca dietro i capelli e continuai a camminare lungo il corridoio, mano nella mano con David e con Katrin di fianco a me. Aveva passato la notte a casa mia e i miei genitori non si erano accorti di niente.
"Ma perchè sti sfigati ci fissano tutti? Ho qualcosa fuori posto?" mi chiese David alzando un sopracciglio
"No tesoro, ma lasciali che ci guardino pure" dissi alzando le spalle, come se niente fosse, ma in realtà ero eccitatissima.
"Non glielo hai detto?" mi bisbiglio Katrin
"No!" sbottai "Ma sei impazzita? Si arrabbierebbe moltissimo"
"Ah.. non lo biasimerei, sei stata davvero imprudente" mi disse strizzandomi il braccio in modo amichevole
Mi limitai a sorriderle.

"Beh, io ho educazione fisica, ci vediamo dopo tesoro" disse baciandomi e voltandosi per andare in palestra.
"Ciao" dissi e ripresi a camminare con Katrin di fianco.
"Pensi che incontreremo la ragazza a scuola?" mi chiese Katrin con una nota di ansia nella voce
"Ma vala, con tutte le persone che ci sono in questa scuola vuoi proprio incontrare l-"
Neanche finì la frase che venni scaraventata contro un armadietto molto brucamente
"Ooh!" lanciai uno stillo che si voltarono tutti per la sorpresa
"Eilà" mi sentii dire, e dei lunghi capelli neri mossi mi sfiorarono la guancia. La sua faccia era troppo vicina alla mia e potevo sentire il suo alito in faccia
"Lasciami stare, o passerai dei grossi guai" la minacciai cercando di divincolarmi dalla sua stretta
"Non ci penso neanche, non dopo quello che mi hai fatto passare ieri notte! Sai che figura di merda ci ho fatto facendomi battera da una stronza viziata come te?" mi sibitò in un orecchio
"Non me ne frega un cazzo, te la sei cercata" dissi sfidandola con lo sguardo.
Notai con la coda dell'occhio una folla di curiosi che si era fermata intorno a noi e bisigliava
"A si?" dissi stringendo la presa sul mio polso "Me la pagherai, cagna!"

"Basta Vanessa!" e improvvisamente la ragazza venne tirata via in modo che io potei sgaiattolare via e raccogliere la mia borsa
"Ma che cazzo vuoi? Vaffanculo!" urlò
"Smettila di fare la strinzetta e prendertela anche con lei, non ne vale la pena, non qui a scuola" disse il ragazzo.
Lo guardai meglio.. era lo stesso che avevo visto ieri notte.. si, il fidanzato della ragazza, che evidentemente si chiamava Vanessa!
"Non mi interessa, mi ha sbaccato la bocca quella e io gli spaccherò la faccia!" urlò agitando le braccia e cercando di divincolarsi dalla presa del tipo
"Non fare la bambina" le sibilò lui con uno sguardo di pietra
"Sei tu il bambino, e io ti odio Bieber!" disse urlando e ne andò non prima di avermi lanciato uno sguardo di fuoco.
"Allora, volete rimanere qui ancora a vedere lo spettacolo per molto?" urlò il ragazzo, evidentemente incazzato
Piano piano le persone se ne andarono, senza smettere di parlare però.

"Robyn, tutto aposto?" mi disse Katrin correndomi incontro
"Si" dissi sistemandomi le pieghe della maglia.
"Scusala" disse il ragazzo infilando le mani in tasca "E' un'idiota"
"Lo so" sbottai sistemandomi le ciocche dietro i capelli
"Ieri l'hai picchiata" disse sorridendomi in modo strano "Ce ne vuole di coraggio per picchiare una così, si vede che non sei delle parti basse della città" disse scuotendo la testa

Lo guardai allucinata, ma che discrsi faceva?
"Non so a cosa ti rifersica, ma grazie per.. beh, avermi difesa, cioè, potevo benissimo farcela da sola, pero vabbe" dissi alzando le spalle
Lui alzò un soracciglio e scoppio a ridere.
"Sei spassosa" disse mettendosi le mani in tasca e andandosene
Rimasi a bocca aperta, come si permetteva?
Beh, mi voltai e guardai Katrin "Beh, andiamo in classe o no?"
Katrin annui con gli occhi sgranati.

Uscii dalla scuola con David con me di fianco, penso che dovevo parlargli.
"Tesoro, tutto ok? E' tutta stamani che sei strana" mi disse squadrandomi
"Mm, in realtà una cosa devo dirti" dissi guardandolo
Mi guardai intorno e vidi una bellissima ragazza coi capelli marroni, erano bellissimi quei capelli.
Ieri avevo detto che ero stanca di essere un altra persona, forse era giunto il momentodi cambiare.
"Mi tingo i capelli" dissi sorridendogli
Lui sgrano gli occhi "Come?"
"Si mi farò castana" dissi, e più ci pensavo ero sicura di me stessa.
"Questa è bella" disse ridendo "Oggi sei particolarmente simatica" disse non smettendo di ridere
Ci rimasi male. Si. Il mio ragazzo mi doveva sostenere, non umiliarmi per una mia scelta.
"Sei uno stronzo" dissi spingendolo via e andando dalla parte opposta del parcheggio. Dietro la scuola. Cominciai a correre, gli occhi pieni di lacrime, lacrime che avevo trattenuto per troppo tempo tempo. Ero stata forte per troppo tempo, dopo un po uno cede, questo era il momento, non ce la facevo più.
Mi misi dietro il muretto e mi accasciai a terra, portando le ginocchia al volta e cominciai a piangere, per molto molto tempo.
Non mi accorsi di niente, fino a quando     qualcuno mi toccò la spalla. Alzai improvvisamente la testa terrorizzata, pensavo fosse Vanessa.
No invece, era quello strano ragazzo che mi fissava in modo strano.

Mi asciugai con la manica le lacrime e tirai su col naso.
"Cosa vuoi?" sbottai
Lui si limitò ad alzare le mani al cielo e a sedersi di fianco a me. Alzai un sopracciglio vedendo che faceva quello che voleva, non riusciva a capire che non lo volevo.
"Volevo solamente farmi una canna in santa pace lontano da tutti, e trovo te nel mio solito nascondiglio" disse alzando le spalle e tirando fuori dalla tasca una cartina e un sacchettino piccolino con dell'erba dentro.

Lo guardai con la bocca spalancata e gli occhi sgranati. Mi prendeva in giro?
Non riuscii a dire una parola.
Stava facendo chissa che cosa con le mani e quella strana roba quando improvvisamente alzò lo sguardo verso di me
"Che c'è?" mi chiese come se fosse la cosa piu normale al mondo cio che stava facendo.
"Mi prendi per il culo?" chiesi scioccarta
Lui mi guardò come se non mi capisse
"N-non si può avere queste cose a scuola!" sbottai e mi alzai
"Beh, a me risulta che la scuola sia finita" disse piegando leggermente la testa
"Chissenefrega!" dissi alzando e abbassando rapidamente le mani "Non puoi e basta"

Lui se ne fregò di quello che dissi, si limitò ad accendere la sua bella canna e ispirare profondamente.
"Ma che cazzo vuoi?" mi disse in maniera tranquilla e scrutandomi da testa a piedi "La vita è una sola, e se non te la godi adesso, quando pensi di godertela?"
Ah, era anche poetico il ragazzo?
"Non ti interessa di come uso la mia vita" sbottai e presi la borsa da terra
"Ma guarda, si vede come la usi senza bisogno che io vado ad indagare" disse aspirando di nuovo dalla canna
"Ah si? E come?" dissi irritata da questo sconosciuto che voleva darmi lezioni di vita
"Innanzitutto" disse alzandosi da terra "Sei una figlia di papà. Con una casa perfetta, una famiglia perfetta, soldi a palate, un fidanzato perfetto"
Lo guardai schifata, scuotendo la testa. Non poteva giudicarmi da come mi vedeva, non sono cio che indosso.
"Ma" disse aspirando di nuovo "Odi la tua vita" disse con un sorrisoammiccante in pieno volto e facendo u passo verso di me
"Chi te lo dice?" disse come se fosse la cosa più stupida quell0 che avesse detto
"Beh, non ti avrei trovata qua dietro a piangere da sola dopo la scenata col tuo ragazzo" disse afcendomi l'occhiolino e facendo un'altro tiro dalla cannna.
"Oh.. non vuol dire niente" dissi alzando le spalle "Sono piccole litigate"
"Dai, non mi inganni" disse facendo dei passi verso di me. Ne feci uno indietro ma andai a sbattere contro il muro.
"Ingannarti?" dissi con una nota di nervosismo nella voce
"Ehi, hai paura di me? Non mordo mica" disse mettendosi a ridere e continuando a fumare
"Ma chi ha dett-"
"Vuoi fumare?" mi chiese improvvisamente guardandomi con occhi distanti
"Sei scemo?!" dissi con voce strozzata. Okay, stavo cominciando ad avere paura.
"no, vuoi o no che la sto per finire? Mi sembri una che segue troppo le regole. Dai, tresgredisci, visto che dici di non avere una vita perfetta"
"Io non l'ho mai detto" sbottai
"Senti, fai mo quel cazzo che ti pare" sbotto a sua volta "Mi hai rotto il cazzo"

Impallidii leggermente, si stava incazzando, e soprattutto nelle condizioni che era.
Lo scrutai attentamente. Non era molto alto, capelli biondo scuro e occhi marrone chiaro. Non era per niente male.. pensai ma subitò dopo ritiai quello che dissi.
"Hum?" disse guardandomi con le sopracciglia alzate "Che hai da guardare?"
Era proprio stronzo.
"Ninete" sbottai e mi voltai per andarmene.

"Sei incazzata?" mi sentii dire da dietro
"Perchè dovrei?!" dissi in tono arrogante
"Se non lo sai tu" disse alzando le spalle
Alzai gli occhi al cielo per ala sua cretinaggine "Sai, non parlo con gli sconosciuti" dissi e mi rivoltai cominciando a camminare
"Beh, io sono Justin" disse
"Bene" dissi senza voltarmi
"E tu sei quella che non ha una vita per caso?" disse in tono arrogante.

Oh, questo era troppo. Come si permetteva qull'insulso pezzo di scarto umano a rivolgersi a me così?
"Ma come ti permetti?" sibilai facendo marcia indietro
"Oh.oh si è incazzata" disse ridendo
"E non poco!" strillai arrabbiata
"Dai cazzone, non prendertela, ho appena fumato" disse grattandosila nuca e piegando leggermente la testa, e comincio a scrutarmi per l'ennesima volta.
"Non capisco perchè sto perdendo tepo con  te" dissiscuotendo la testa
"Perchè io sono bello." sbotto mettendosi le mani in tasca "E anche tu" disse avvicinadosi"
Non riuscii a trattenermi dal ridere.
Alla faccia della modestia.
"Cos'hai da ridere?" mi chiese
"Oh, niente vala" dissi ascuigandomi una lacrima
"Sai, voglio scoparti, qui, ora." Disse sorridendomi.
Sgranai gli occhi e sbiancai "C-cosa hai detto?"
"Scherzavo" disse alzando le mani al cielo "Però.."
"Hai beccato la persona sbagliata, maiale!" urlai e mi voltai e cominciai a correre.


Vaffanculo, ma solo io potevo incontrare maniaci del genere?
 

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Capitolo 4
*** Marrone. ***


Image and video hosting by TinyPic Presi il telefono dalla mia borsa e chiamami Adam, il mio autista.
"Dove sei?" disse subito lui appena rispose al telefono, senza neanche lasciarmi il tempo di parlare per prima "Ti sto aspettando davanti a scuola da quasi mezz'ora, lo saiche tua madre siarrabbia se fai tardi.."
"Scusa" dissi mentre camminavo verso il parcheggio col telefono all'orecchio "Ma mi hanno intrattenuto un attimo"
"Ah, okay, ma non tardare" disse visibiilmente rilassato
"Sono qui infatti" dissi prima di riattaccare e infilarmi in macchina.

"Davvero, ti ha detto questo?" mi chiese Katrin appena finii diraccontarle l'accaduto.
"Già" dissi appoggiando lo specchietto e il cipria nel letto "E' davvero un maleducato"
"Immagino.." disse scuotendo la testa.
Era pomeriggio, e Katrin si era offerta di venire a casa mia per fare i compiti insieme
"Comunque, sai, i ragazzi di quel tipo li sono tutti uguali, voglio la stessa cosa" dissi prendendo una mia ciocca di capelli e ispezionando le punte attentamente
"Si, tutti" brontolò
"Ah, ho deciso di tingermi i capelli di marrone" dissi con tono annoiato
Gli occhi di Katrin si sgranarono leggermente per la sorpresa "E perchè?"
"Boh" dissi facendo spallucce "Mi sono rotta di questo biondo da Barbie. Voglio il castano, pensi che non mi possa stare bene?"
"N-no, ma è strano questo cambiamento improvviso. Come mai?"
"Non so, penso che dovrei cambiare un paio di cose nella mia vita, a partire dai capelli"
"Cambiare?" Mi chiese perplessa "Ma se sei perfetta così"
"Appunto, sono perfetta e mi sto stancando di esserlo. Cosa pensi, che sia bello e divertente fare la parte della figlia perfetta? Della figlia senza difetti? Pensi che io non pianga come tutte le ragazze ogni notte? Per causa di questa vita di merda che sono costretta a fare? Pensi che io non abbia i miei problemi con la mia famiglia? Ne ho troppi invece! Ogni mattina devo alzarmi dal letto e pregare che mia madre non mi picchi, ogbni giorno devo fingere i miei sorrisi, ogni giorno devo stare con un ragazzo che nemmeno amo!" Dissi con tutta la rabbia che avevo, le lacrime che mi bagnavano il volto.
Ero stanca, mi ero tenuta tutto per troppo tempo, e ora finalmente avevo l'opportunità di sfogarmi, di tirare tutto fuori, di essere chi volevo essere.
"Dio.. io.. non volevo assolutamente dire cio.." Disse Katrin, evidentemente a disagio, visto che non era abituata a vedermi in quello stato e a sentirsi dire quelle cose soprattutto da me.
"Scusa.." dissi capendo che lei non aveva nessuna colpa in tutto ciò.
"Io ti consideravo la persona più perfetta e stupenda in questo pianeta, e solo adesso mi renso conto che anche tu hai le tue imperfezioni.." disse cercando di consolarmi.
"Lo so" dissi asciugandomi le lacrime con il dorso della mano.
"Se vuoi, possiamo andare dalla parrucchiera insieme dopo" mi disse sorridendomi
Mi limitai ad annuire e tirare su col naso.

In quel momento sentii bussare e poco dopo fece capolino nella mia camera mia madre, impeccabile nel suo abbigliamento come sempre, neanche un capello fuori posto.
"Robyn, ho comprato un bellissimo colla-" ma appena mi vide si blocco e i suoi occhi diventarono due fessure di ghiaccio
"Che cosa ti prende?" disse con voce tagliente
"Niente, ho solamente litigato con David" dissi ricomponendomi e cercando di evitare il suo sguardo di ghiaccio. Lei strinse le labbra e si limitò ad annuire
"Ne parliamo dopo" disse e si voltò per uscire dalla stanza
"Mamma, io più tardi vado dalla parrucchiera con Katrin, e probabilmente farò anche shopping.." dissi tutto d'un fiato
"Ah si? Ma non ci sei andata una settimana fa?" disse con una voce che non lasciava sfuggire nessuna emozione
"Lo so, ma voglio cambiare colore" dissi senza guardarla in faccia e contorcendomi le mani. Non mi rispose, non subito
"Spero che tu stia scherzando" disse e si voltò chiudendo la porta dietro di sè.

"Wow" disse Katrin non appena uscì "E' davvero fredda tua madre"
"Lo so, e non poco" dissi.

Pensai a tutte quelle volte che mi aveva picchiata, per motivi stupidi, inutili. Perchè avevo rotto un bicchiere per sbaglio, mi ero dimenticata di spazzolare il cane, avevo saltato un appuntamento con il personal trainer, avevo dimenticato di mettere la mano davanti alla bocca mentre sbadigliavo, non ero andata ad un appuntamente conDavid, il preferito di mamma, etc..
Per troppo tempo ero rimasta una marionetta nelle sue mani, ogni scusa era buona per picchiarmi, schiaffarmi, punirmi. Ero sottomessa, e mio padre non diceva mai niente, se ne stava sempre in disparte, faceva finta di non vedere e di non sentire. Ora ero stanca.

"Andiamo" dissi decisa, e, alzazndomi dal letto, andai ad aprire l'armadio e tirando fuoriuna giacchetta
"Ma tua mamma.." intervenne Katrin
"Chissenfrega di lei" sbottai infilandomi la giacca, e andai allo specchio per sistemarmi i capelli. Appena vidi il mio riflesso storsi la bocca. alla vista della gonna ambia che portavo, ballerine e una giacca color panna. Tutto firmato.
"Devo comprarmi anch qualche vestito, questo look da bambina non mi piace" dissi
"Beh, è il tuo stile questo" disse indicandomi
"No, è il loro stile, non il mio" e mi voltai pe prendere la mia Louis Vutton.


"Questo è bellissimo" dissi prendendo un ampia maglia grigia con una cerniera sulla schiena
"Si.." si limitò a dire Katrin con uno sguardo perplesso
"Anzi no, questa è meglio" dissi prendendo una giacca di pelle militare
"Non è il tuo stile.." disse Katrin "E per favore, smettila di saltellare per questo negozio"
"Okay" dissi facendo un finto broncio e prendendo la giacca per infilarmela.
Mi guardai allo specchio.
Ero totalmente diversa con i capelli scuri. Mi stavano meglio, pensai.
Sembravo una dura, pensai sogghignando. Perchè non ci avevo pensato prima a farmeli così?


"Facci l'abitudine Adam" dissi entrando dal cancelloe dirigendemoverso l'ampia entrata di casa mia. Adam rimase in silenzio con la fronte aggrottate, e non disse niente, anzi, si limitò a tornare al garaje ad aggiustare l'auto.
Entrai in casa e mi diressi verso le scale. Molly corse contro di me, all'inizio incerta, visto che non mi aveva riconosciuto subito, ma subito dopo mi leccò tutta.
"Via Molly" brontolai spingendola via
"OMMIODDIO!" Sentii urlare da dietro le mie spalle, e mi voltai terrorizzata
Vidi mia madre con una mano in bocca e la faccia segnata dall'orrere "C-cosa hai fatto hai tuoi poveri capelli??"
"Me li sono tinta" dissi alzando gli occhi al cielo per la sua reazione esagerata
"M-ma.. come ti è.. andiamo subito dalla parrucchiera!" urlò venendoomi incontro e prendendomi per il braccio.
"Mollami!" urlai scaraventando via il suo braccio "Non toccarmi"
Mia madre sgranò gli occhi sorpresa
"Sono stanca del tuo atteggiamento! Lasciami vivere la mia vita in pace! Per una volta, almeno una, lasciami faer quello che piace a me! Sono stanca delle tue stupide regole, delle tue stupide botte! Lasciami in pace!" urlai correndo su per le scale. Appena arrivai in cime e mi voltai a guardarla, con aria di sfida. Presi una ciocca in mano e le urlai "Abituati mamma, perchè io cambio." e mi girai, lasciandola a bocca aperta.

Quella sera non scesi a cena, neanche mi vennero ad avvisare che era pronto, ma la domestica mi venne a portare lo stesso un po di cibo.
"Grazie" dissi prendendo il piatto e sorridendole
Lei annuì, e prima di uscire mi disse "Sai Robyn? Fai bene a ribellarti. L'ho sempre detto io che tu non eri quel tipo di persona che cercavi di voler essere"
Uscii lasciandomi a bocca aperta. Aveva ragione, io non ero quel tipo di persona che ero stata in tutti questi anni, io non ero una stronza viziata. Io ero ben altro.

Katrin mi aspettava davanti a scuola, e non appena scesi dall'auto, faticò un po prima di riconoscermi.
"L'hai già detto a David?" mi chiese mentre ci incamminavamo verso l'entrata della scuola
"No, ma sinceramente so già come la prenderà" dissi alzando gli occhi al cielo al pensiero di cio che averebbe detto.
"Non so come tu possa essere così tranquilla.:" mi disse
"Perchè non dovrei esserlo?" dissi corrugando la fronte "Se mi vuole mi prende anche così" dissi e mi fermai al mio armadietto per tirare fuori i miei libri.
"Vabbè" disse Katrin

"Hai cambiato colore di capelli Robyn?" mi sentii dire da dietro. Mi voltai e mi ritrovai davanti un poaio di ragazze che conscevo di vista.
"Hum.. si.." dissi
"Ti sta meglio" dissero e sparirono subito, continuado a mormorare e sghignazzare
Chiusi l'armadietto e in quel momento arrivo David.
"Ehi Katrin, hai visto Robyn? Non la vedo e sento da ieri, da quando abbiamo litigaato.. beh sai.." disse grattandosi la nuca "Ma lei voleva tingersi i capelli, roba da stupidi" sbotto. Non mi aveva neanche notato.
Katrin si voltò verso di me visibilmente imbarazzata. David alzò lo sguardo,e, appena capii che ero io impallidii.
"Ma che cosa hai combinato?" sbraitò. Rimasi scioccata dalla sua reazione, e un paio di persone si fermarono a fissare la scena.
"David.. calmati.." dissi imbarazzata guardandomi intorno
"Ma ti sei vista? Ma come ti sei conciata?" disse indicandomi "W quei vestiti!" disse scuotendo la testa disgustato.
Indossavo dei semplici Jeans stretti, stivaletti neri al tallone e una felpa che lasciava la spalla scoperta. Forse non ero abituata a vestirmi così,sempre di rosa o bianco, con vestini firmati e di pizzo.
"Ma che cosa ti cambia a te?"  dissi esasperata "Ho cambiato solamente look, non chissa che cosa!"
"Lo ritieni solo questo? Cosa pensaranno gli altri vedendoti!" sbotto arrabbiato
"Pensi solo alla tua reputazione!" sbraitai con le lacrime pronte ad uscire
"E a cosa dovrei pensare allora?" disse come se cio fosse la cosa più normale al mondo
Lo guardai con tutto l'odio che avevo "Vaffanculo David, te e tutta sta merda!" urlai e corsi via.

Mi infilai in bagno e ci rimasi per un tempo che mi parve inifito, a piangere e a riflettere.
"Hai visto Robyn?" sentii dire
"Si che sfigata hahaha" disse qualcun'altra ridendo
"Dio, ma chi si crede diessere quella stronza viziata? Gli sta soloo bene il fattoche David le abbia cagnato in faccia, deve abbassare la cresta quella viziata del cazzo."
"Si, hai ragione, così capisce cosa si prova ad essere tratta in quel modo!" sbotto
"Già, e poi con quei capelli non è per niente bella."
"Si, ma gli stanno meglio di quei capelli da barbie che aveva"
Ne abbi abbastanza.Aprii la porta ed uscii, dirigendomi verso il lavandino. Loro, non appena mi videro impallidirino all'istante. Tirai fuori il rossetto e me lo misi.
"R-robyn" disse una di loro "Non stava-" alzai la mano interrompendola
"Ho sentito tutto.Ed è inutile che ti inventi scuse per pararti il culo. Forse sono stata stronza un tempo con tutte voi, ma ora sto cercando dicambiare" dissi rimettendo bruscamente il rossetto nella borsa "E se non sapete quello che è successo, non potete giudicarmi, soprattutto per uno stupido colore di capelli!" Sbottai, ed uscii dalla porta, lasciandole a bocca aperta.

Mentre uscivo, venni presa da un braccio e trascinata all'inidietro fino ad un aula in cui venni scaraventata con molta forza, e andai a sbattere contro un banco"
"Cazzo" imprecai e alzai la testa alla ricerca della causa di tutto ciò.
Un ragazzo era in piedi, di fronte a me, con uno sguardo di fuoco.
"Ma chi diavolo sei? E che cosa vuoi da me?" dissi con voce strozzata, massaggiandomi la schiena.
"Sono qui per darti una lezione, da parte di Vanessa" disse leccandosi le labbra e chiudendo la porta dietro di sè.

In quel momento il panico si impossessò di tutto il mio corpo.

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Capitolo 5
*** Non voglio! ***


Image and video hosting by TinyPic "L-lasciami uscire" dissi con voce debole
"Non ci pensoneanche, soprattutto un bocconcino come te" dissi guardandomi dall'alto veros il basso
"Non azzardarti a toccarmi" strillai correndo dall'altra parte dell'aula "Quando uscirò da qui andrò a farti causa!"
"Se uscirai da qui" disse sorridendomi in modo scifoso
"C-cosa?" dissi con voce tremante
Lui venne subito verso di me, neanche me resi conto che mi ritrovai il suo alito in faccia.
Mi prese i polsi e me li sbatte contro il muro, in modo da non farmi usare le braccia e le mani.
"Aaaaaa!" urlai ma subito dopo lui mi mollo una ginocchiata prendendomi lo stomaco. Stavo per vomitare dal dolore.
"Non azzardarti a farlo un altra volta, o la prossima volta ti farò ancora più male" disse contro il mio collo, e comincio a baciarmelo.
"T-ti prego, lasciami.. non ti h-ho fatto n-niente.." dissi con le lacrime che mi rigavano il volto
"Lo so, ma a Vanessa hai fatto qualcosa" disse continuando a succhiare il mio collo
"T-ti prego, giuro che non dirò niente se non mi lasci uscire" lo supplicai
"Non ci penso neanche" disse mettendosi a ridere e staccandosi dal mio collo, ma senza mollarmi i polsi "Non sono mica uno stupido"
"No-non vo-" non ebbi tempo di finire la frase che lui mi baci con violenza, afcendomi molto male alla bocca
Cercai di spingerlo via, ma non ero abbastanza forte. cosi decisi di giocare di furbizia.
Gli infilai la lingua in bocca e lui spalancò gli occhi dalla sorpresa ma ricambiò subito dopo. Mi lasciò i polsi per portare le mani ai miei fianchi e io lo spinsi ancora più a me.
"Mm, vedo che vuoi collaborare disse staccondosi e baciandomi il collo
Alzai la testa per permettergli di avere più spazio e lui non esitò a tuffarsi in esso.
Ne approfittai per guardarmi intorno e vidi che eravamo nel laboratorio di chimica. C'erano delle provette e una scatola di bottigliette di vetro. Cercai di allunra la mano e ne afferrai una.
Lui era molto eccitato, visto che sbatteva il suo bacino ripetutamente contro il mio.
Non esitai neanche un istante a prendere la bottiglia e sbattergliela in testa.
"Cazzo fai?!" urlò e prese la sua testa fra le mani, imprecando per il dolore.
 
Mi fiondai alla porta e giarai la chiave, ma appena cercai di aprire la maniglia fui presa per i capelli e trascinata all'inidetro, finendo a sbattere contro il pavimento. Il dolore era insopportabile, e urlai, non tanto per farmi soccorrere, ma per il dolore e la botta improvvisa.
"Non provarci più lurida puttana" e mi diede un calcio dopo l'altro allo stomaco, continuando ad offendermi. Il dolore ella allucinante, e per un momento pensai che stavo per svenire.
"Mi hai fatto male lurida stronza" disse massaggiandosi la testa e tirando fuori il telefono dalla tasca. Non capii cosa fece col telefono, ma in quel momento ne approfittai per strisciare verso la porta, e appena ci arrivai vicina cercai di alzarmi, senza fare rumore. Lui stava parlando al telefono.
Aprii la porta lentamente
"Che cazzo fai?" sbraitò lui e mi corse incontro, ma ormai io ero fuori, e mi fiondai sul corridio, e comincia a correre, non sapevo bene dove, ma corsi, corsi finchè non andai a sbattere contro qualcuno, e non esitai ad abbracciarlo.
"Aiutami" piagniucolai "Ti prego" dissi tra unsinghiozzo e l'altro
Il corpo dello sconosciuto era rigido,ed io alzai la testa per vedere in chi mi ero imbattuta.

Justin.
Fra tutte le persone lui.
Non ci credo.

"Che cazzo ti prende?" disse alzando un sopracciglio e guardandosi intorno
"Aiutami e basta!" urlai nel corridoio mezzo vuoto, le uniche persone in giro erano i soliti sfigati che cercavano di perdere tempo in bagno.
"Ma perchè? Che hai fatto?" Disse guardandomi con un enorme punto interrogativo in faccia.

Ma come diavolo faceva ad essere così stupido? Ero spettinata, in un bagno di lacrime, con i vestiti stropicciati e una mano insangiunata.
Come faceva a non capire che avevo bisogno di andarmene da quel posto? Che avevo bisogno d'aiuto?
"Portami via di qua, ti prego" dissi con un filo di voce, ero troppo stanca.
Justin corrugò la fronte e poi mi esaminò attentamente, da testa a piedi, e poi annuì.
Mi prese per mano e mi trascinò fuori, dalla porta sul retro.
Appena fummo fuori non ce la face più, mi accasciai al suolo, e mi presi la testa tra le mani, e cominciai a singhiozzare.

"Ehi.." disse Justin, visibilmente turbato dalla scena "Calma" e mi poggiò una mano sulla spalla
La scrollai via, avevo bisogno di rimanere da sola.
"Vattene" dissi
"Cosa? Prima mi chiedi aiuto e poi mi vuoi cacciare?" disse con una nota di rabbia nella voce
Alzai la testa e mi asciugai le lacrime con il dorso della mano, e scossi la testa "Mi dispiace.." dissi "Ma.." e ricominciai a piangere ripensando a tutto cio
Justin si passò una mano tra i capelli e si inchinò, prendendomi in braccio.
Fui sorpresa, molto srpresa da quella mossa. Non obbiettai, anzi, mi fece piacere
"D-dove mi porti?" dissi
"Voglio solamente toglierti dal mezzo della strada" mi disse portandomi lontano dalla scuola.

Arrivammo nel parcheggio, e tirò fuori le chiavi della sua moto
Mi poggio a terra, e mi ressi al suo braccio per non perdere l'equilibrio.

"Dai sali" disse non appena salì in moto e porgendomi il casco.
Rimasi scioccata, ma ormai oggi ne avevo viste talmente tante che cio non era niente per me.
"Okay" dissi prendendo il casco e saledo dietro di lui. Misi le mani intorno alla sua vita e lui fece partire il motore.
"Non preoccuparti, so giudare" disse strizzandomi l'occhio attraverso lo specchietto.
Abbassai lo sguardo per l'imbarazzo.
Non mi capitava spesso di sentirmi in imbarazzo con i ragazzi, specialmente con uno di questo genere.

Arrivammo dopo circa dieci minuti, davanti ad un alto palazzo, un condominio molto probabilmente.
Si fermò davanti e io scesi, togliendomi il casco e porgendoglielo.
"Abiti qui?" chiesi sorpresa che mi avesse portata a casa sua
"Si" disse togliendo le chiavi dalla moto e voltandosi verso di me "Ti devo prendere in braccio o ce la fai a camminare?" chiese piegando leggermente la testa
"No ce la faccio, grazie" dissi
Lui si limitò a prendermi per un braccio e mettrlo dietro alla sua spalla, in modo che potessi apporgiarmi a lui mentre camminavo.
Gli sorrisi debolmente e cominciammo a camminare verso il palazzo.

Justin abitava al socondo piano, e non c'era l'ascensore per arrivarci. L'appartamento non era molto grande, modesto.
Mi guardai intorno e Justin chiuse la porta, e mi trascinò in bagno.
"Fammi vedere la mano" mi disse, e io gliela porsi. La prese e la mise sotto l'acqua calda, e poi la tamponò con l'aciugamano e ci mise un cerotto sopra.
"Uhm.. grazie" dissi appena mi lasciò la mano
Lui si limitò a fare spallucce ed uscire dal bagno "Sicura che stai bene?" mi chiese
"Si" dissi seguendolo verso il piccolo salotto. Sentii un crampo allo stomaco, per via dei calci, ma cercai di non farci caso, sarebbero passati.
Justin tornò con due bottiglie di birra in mano e me ne porse una. Gli sorrisi e la poggia sul tavolo, senza neanche dargli un sorso.
"Ora" disse Justin mettendo i piedi sul tavolo "Mi dici cosa ti è successo?"
"Beh.. è colpa di Vanessa.. la tua ragazza.." dissi con lo sguardo rivolto verso il pavimento
Justin rimase zitto per un momento.
"Vanessa? Ti ha picchiata?"
"No, non è stata lei, ha mandato qualcuno" dissi alzando lo sguardo verso di lui, ma non mi stava nemmeno guardando, era assorto nei suoi pensieri.
"Mi ha presi e ha cercato.. beh.. di violentarmi.. e poi mi ha picchiata.. ma sono riuscita a scappare, e poi ho incontrato te" continuai con voce tremante, al pensiero di ciò che era accaduto
Justin rimase zitto per un bel po, e quel silenzio mi parve molto imbarazzante.
Insomma, cosa ci facevo a casa sua? Nemmeno lo conoscevo, magari era una persona peggiore di quel ragazzo..
"Senti.." dissi alzandomi dal divano "Grazie di tutto.. ma insomma.. beh, nemmeno ti conosco, e tu mi sembri troppo gentile.." dissi portandomi una ciocca di capelli dietro le orecchie imbarazzata
"Quindi? Ora se uno vuole aiutare una persona viene preso per un maniaco?" chiese alzando un sopracciglio, in quel modo arrogante che solo lui sapevo renderlo così.. beh, sexy.

"Non intendevo questo.." dissi imbrazzata "Senti, lascia stare, ti ringrazio per tutto" dissi prendo la mia borsa, ma appena mi inchinai in dolore allo stomaco si fece molto più forte e mi appoggiai a terra dal dolore
"Cazzo" sibilai
"Non penso che tu stia bene" disse scuotendo la testa e bevendo un'altro sorso della sua birra
Non risposi, e mi limitaia soffrire in silenzio.
Justin si alzò e mi prese in braccio, senza dire una parola, e mi portò in camera, poggiandomi sul letto.
"Riposa" e uscì dalla stanza
Rimasi sorpresa anche stavolta. Non pensavo che era una persona talemte.. buona.


"Aaaaaa!" urlai ma subito dopo lui mi mollo una ginocchiata prendendomi lo stomaco. Stavo per vomitare dal dolore.

Mi svegliai improvvisamente, tutta sudata. Avevo avuto un incubo..
Mi guardai intorno allarmata, e vidi una stanza a me sconosciuta, con le pareti arancioni e illetto matrimoniale. Molto accogliente.
C'era una foto sul comodino, di una famiglia molto numerosa.
Mi ricordai improvvisamente di tutto. Non era un'incubo, era la realtà.
Mi alzai dal letto e constatai che il dolore era sparito. Visto? Era questione di tempo e sarebbe passato, pensai.

Mi rimisi le scarpe e mi controllai allo specchio. Tutto il trucco sbavato. Notai un paio di trucchi e ne approfittai per rifarmelo, mascara, fondotinta ed eylainer.
Cercai la mia borsa e la trovai sul comodino, presi il telefono e constatai che erano l'una passata.Cazzo, avevo dormito quasi tutta la mattinata.
Avevo molti messaggi, che ignorai. Vaffanculo.
Andai in salotto, alla ricerca di Justin, e lo trovai a guardare la tv, con un enorme pizza mezza mangiata sul tavolo.
Appena entrai si voltò a guardarmi e piegò la testa
"Finalmente ti sei alzata" disse
"Hum.. si" dissi lievemente in imbarazzo "Grazie.."
"Smettila di ringraziarmi, odio ste smancerie" disse ritornaando a guardare la tv.
Alzai gli occhi al cielo per la sua arroganza, ma in fondo lui mi aveva aiutata, pensai sorridendo.
Mi avvicinai e mi sedetti di fianco a lui. Lui si voltò e mi esaminò per bene, questa volto per un tempo un po più lungo.
"Ti sei sistemata finalmente, mi sembravi una barbona" disse sorridendomi e facendomi l'occhiolino
Finsi una risata ironica "Mi sono ripresa, questo non lo noti?" dissi sorridendo
Lui mi guardo perplesso e annuì. Spense la tv e si avvicnò a me al divano. Molto.

"Beh, visto che ti sei ripresa, dovresti smetterla di ringraziarmi a voce e farlo in un altra maniera" disse in tono tranquillo e mettendo le mani dietro al collo e sorridendomi.
Rimasi paralizzata, scioccata. Il bello è che lui era serio. Troppo.
"S-stai scherzando?" balbettai, il cuore che mi batteva all'impazzata
"No" disse facendo spallucce, e mi prese per la vita attirandomi a sè. Io non riuscii a reagire, avevo il copro bloccato, ma non tanto per la paura, ma per la sorpresa.
Mi sorrise in modo ammiccante e mi comincio a baciare il collo, provocandomi scosse in tutto il corpo, non come stamattina.

Stranamente non lo mandai via.

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Capitolo 6
*** Un altra volta. ***


Image and video hosting by TinyPic "S-senti.. non p-penso che sia il caso" balbettai imbarazzata spingendolo leggermente via dal mio collo
"Perchè? Che male c'è?" chiese Justin con un sopracciglio alzato
"E' che ho il ragazzo.." dissi pensando a David, e alla litigata di stamattina
"Quindi? Anche io, ma sai quante corna gli ho fatto e quante gliene farò ancora" disse alzando le spalle

Mi morsi il labbro per la disperazione misto elettrizzazione.
Volevo ma allo stesso tempo non volevo. Volevo violare le regole, farmi qualcuno che sicuramente non avrei mai più rivisto. Ma allo stesso tempo non volevo tradire David


Presi un respiro profondo e mi avvicinai al suo volto, e cominciai a baciargli il collo, mordendoglielo e succhiandoglielo delicatamente, provacandogli dei piccoli gemiti.

"Brava" sospirò lui tra un gemito e l'altro, con voce molto roca che mi portava in estasi.
Continuai finchè non succhiai più forte, e lui gemette molto rumorosamente, e poi si stacco mi baciò, con molta violenza, senza passione, ma con sfogo, e io feci altrettanto. Fu un bacio molto lungo, e piano piano Justin portava le mani sempre più giù, fino alla cintura dei miei pantaloni.
Mi fece sdraiare lentamente sul divano e si posizionò sopra, senza mai staccare le labbra dalle mie. Era tutto, tutto davvero eccitante.
Mi infilò le mani tiepide sotto la maglia, per sfilarmela, e io lo lasciai fare.
Mi slaccio molto bruscamente il regiseno e si stacco dalle mie labbra per ammirarmi.
"Minchia" disse e cominciò a tortuarmi i capezzoli con le labbra, provocandomi dei piccoli brividi per tutto il corpo.
Decisi di sfilargli la maglia, e lui mi lascio fare senza esitazioni.
Sentii la sua erezione contro il mio bacino, sentii che voleva me, ora.
Non esitai ad aprirgli la cercnienra dei Jeans e a sfilarglieli, e rimase in boxer.

"Beh, non aspetti tu" mi disse strizzandomi l'occhio
Scossi la testa imbarazzata e nascosi il volto tra i capelli.
Lui rise e cominciò a baciarmi la pancia fino ad arrivare ai Jeans, che mi sfilò in una sola mossa. Lascindomi solo in slip. Mi tolse gli slip in una sola mossa, e si allontanò per ammirarmi, mordendosi il labbro.
"Cazzo Robyn, ma ti sei mai vista?" disse e io gli sorrisi facendo spallucce
Justin non esitò a affondare la faccia nel mio punto.. beh, intimo e cominciò a fare magie con la lingua.

Si, magie.

"Cazzo Justin.." ansimai
"Lo so" disse sorridendomi, i suoi occhi scintallinti
Spinsi il mio bacino verso il suo, ne volevo di più. Justin non esitò ad alzarsi e, con una sola mossa, neanche me ne resi conto, era dentro di me.


Alzai la testa e vidi Justin con la testa poggiata sulla mia pancia, che ansimava rumorosamente. Era stanco, come me. Aveva tutti i capelli spettinati, che gli davano un aria molto sexy..
Alzò la testa e mi becco fissarlo, e si mise a ridere scuotendo la testa. Dall'imbarazzo girai la testa e feci finta di niente.
"lo so che mi stavi fissando" disse con voce sensuale
"E allora?" dissi imbarazzata, evitando  di guardarlo
"Niente" dissi alzandosi da sopra di me "E comunque sei stata fantastica"
Gli feci un timido sorriso
"Davvero, non sto scherzando, una delle mie migliori scopate" disse
Wow, era davvero un gentiluomo pensai.
Annuì e mi alzai bruscamente dal divano, scostandolo in modo frettoloso.
"Ma che hai?" chiese mentre osservava i miei moviemnti che facevo per la stanza cercando di raccattare i miei vestiti, sentii il suo sguardo ispezionarmi tutta, e mi sentrii molto in imbarazzo

"Niente" dissi infilandomi i jeans
"A me non sembra" disse lui raccattando i suoi boxer dal pavimento
"Senti, evitiamo di parlarne" dissi prendendo le mie scarpe dal pavimento e sedendomi sul divano per iniflarmele.
Mi alzai e andai a prendere la mia borsa e ne tirai fuori il telefono, mandando un messaggio ad Adam dicendo di venirmi a prendere.

"Beh.. grazie e.. ciao" dissi mettendo il telefono nella borsa e andando verso la porta, con Justin che mi seguiva da dietro

"Hei Robyn" mi disse una votla che uscii dalla porta "Lo dobbiamo rifare qualche altra volta"

Lo guardai a bocca aperta "Senti, non sono quel tipo di persona, mi hai fatto un favore e io ti ho ringraziato come si deve. E basta. Ho anche un fidanzato, e quindi vorrei che ciò che è accaduto oggi non lo venisse a sapere nssuno." sbottai
"A me sembra che ciò che abbiamo fatto ti sia piaciuto" mi disse con un sorriso ammaliante
Alzai gli occhi al cielo "Non ho detto il contrario, ma non vglio e basta"
"Okay" disse Justin alzando le braccia. Gli sorrisi e mi voltai per scendere le scale, ma Justin mi prese dal braccio, facendomi voltare contro di lui.
"Non saluti?" disse e mi baciò, senza violenza, senza eccitazione come prima. Ma fu un bacio normale, strano..
Lo spinsi delicatamente via e gli sorrisi "Ciao" e mi voltai per scendere le scale
"Ci vediamo domani" lo sentì dire prima che chiudesse la porta dietro di sè.
Scossi la testa, "A mai più" bisbigliai


Quando arrivai a casa, mi infilai direttamente sotto la doccia, dovevo lavarmi via di dosso tutta la fatica del giorno, non ce la facevo più.
Quando finii, andai incamera mia, e presi il telefono con l'initento di chiamare Katrin, ma poi non lo feci, chissà come avrebbe reagito, pensai.
In quel momento mi squillò il telefono.
David.
"Cosa vuoi David?" dissi con tono scocciato
"Possiamo vederci?" disse con tono indeciso
"Perchè? Vuoi urlarmi ancora in faccia?" dissi in tono ironico
"No. Voglio parlarti" disse freddamente
Sbuffai "Okay, vieni da me, tanto non c'è nessuno in casa"


David arrivò poco dopo, e andammo in salotto.
Non mi aveva nemmeno guardato negli occhi.
Mi sedetti "Vuoi bere qualcosa?" chiesi per romperre il ghiaccio
"No, grazie" disse finalmente guardandomi in faccia
"Okay" annuì, e accavallai le gambe in attesa che lui parlasse.
"Senti Robyn" cominciò grattandosi la nuca "Mi dispiace per stamattina.. non dovevo urlarti in faccia, ho esagerato e me ne rendo conto solo adesso"
Io annuì senza dire niente, aveva ragione, ha sbagliato lui.
"E' che non capisco perchè tu devi cambiare in questo modo.. non ne vedo il bisogno"
"E' solamente uno stupido taglio di capelli" sbottai
"Non mi riferisco a questo, è che ultimamente non.. non sei più quella di un tempo"
"Lo so, infatti sto appena aprendo gli occhi, sono stanca di essere una stronza odiata da tutti, e voglio cambiare" dissi sorridendogli debolmente.
David non avrebbe mai capito ciò, lui non era il tipo per ste cose, ma io gli volevo molto bene.
"Mi dispiace, devo accettarti per come sei.." disse prendomi per una mano.

Non riuscii a credere a cio che sentii. David stava parlando come una persona normale.
Ormai mi misi a piangere dalla felicità.

"Grazie" gli dissi e gli presi il volto tra le mani e lo baciai.


"Ti accompagno fino alla tua classe" mi disse David teneramente
"Okay tesoro" dissi guardandolo e mordendomi il labbro. Era davvero bello.
Stavamo percorrendo il corridoio mano nella mano verso l'aula di filosofia. Una volta che ci arrivai davanti, david mi prese per la vita e mi attirò a sè.
"Non litighiamo più" mi sussurò all'orecchio e mi baciò appassionatamente.. troppo tanto che un paio di persone cominciaarono a fischiare.
Si staccò e mi sorrise e io mi pensii di quello che avevo fatto con Justin ieri.
Inspirai a fondo e mi girai per entrare in classe ma venne blloccata per il polso e tirata all'indietro, e mi voltai improvvisamente, trovandomi faccia a faccia con Justin
"Cosa vuoi?" chiesi acida
"Niente, volevo solo salutarti" mi disse strizzandomi l'occhio
"Va bene ciao!" dissi e cercai di farmi mollare il braccio
"Ho visto che tu e il tuo ragazzo vi divertite a dare spettacoli per i corridoi" mi disse con un mezzo sorriso in faccia
"Non sono affari tuoi" sbottai
"Lui lo sa che ho scopato la sua ragazza?" chiese con un sorriso beffardo in faccia. Dio, l'avrei voluto prendere a schiaffi
"Dove vuoi arrivare con ciò?" sbottai esasperata
"Lo sai cosa voglio" disse attirandomi verso di sè
"Senti" dissi strizzando gli occhi con rabbia "Sia tu che io siamo fidanzati,e non mi sebra rispettoso nei loro confronti comportarsi in questo modo. E poi che cosa vuoi da me? Con tutte le persone che ci sono devi rompere solo a me??"
"Ma chi cazzo se ne frega delle altre, tu sei molto meglio" disse con le sopracciglia alzate

Mi  guardai in torno, le persone erano ormai tutte nelle proprie classi, e io stavo facendo tardi.
"Senti, io ho un ragazzo, a cui tengo mo-" non fini la frase che Justin mi prese con forsa e mi spinse contro il muro, cominciando  baciarmi con foga.
"Ma che cazzo fai?!" dissi spiangendolo via "Potrebbero vedermi!"
"Cazzo me ne importa" disse alzando le spalle "Tanto so che lo vuoi"
"No, tu  non sai cosa voglio!" sbottai "E ora lasciami andare in classe"
Feci per voltarmi ma Justin mi prese di nuovo per il braccio e mi trascinò per il corridoio, infischiandosene delle mie proteste, fino all'aula di informatica, e mi ci buttò dentro, chiudeno la porta a chiave dietro di sè, e io andai a sbattere contro la cattedra, facendo male.

"Ma che cazzo ti prende?!" sbraitai, ma justin neanche mi calcolò, mi venne incontro e mi spinse contro la cattedra, basciandomi con rabbia.
Mi prese di peso e mi fece sedere sulla cattedra, mettendosi in mezzo alle mie gambe e continuando a baciarmi.
"Lo vuoi vero?" disse appena si staccò. Mi fissò intensamente, con quello sguardo che era in grado di far dire di si anche ad un mostro. Come cazzo ci riusciva?
Prese il mio silenzio per un si e mi sorrise in modo sensuale e cominciò a baciarmi il collo, mentre mi slacciava i Jeans
Neanche me ne resi conto che aveva già una mano dentro i miei pantaloni.


"Ogni volta è sempre più bello" disse sistemandosi i Jeans
Come potevo biasimarlo, era stato fantastico.
"Beh, siamo scopamici, no?" mi chiese con un sorriso alzato
Sbattei le palèebre incredula un paio di volte. Scherzava?
"Non lo verrà a saperre nessuno, se è cio che ti preoccupa" disse sistemandosi i capelli
"Ma per chi mi hai preso?" chiesi incredula
"Non ti ho giudicata, ti ho solamente chiesto di fare un patto, e anche moloto bello mi sembra" mi disse facendomi l'occhiolino
"No" dissi incrociando le braccia. Mi sembrava di essere in uno stupido telefelm. Era tutto irreale.
"Ma non eri tu quella che voleva vivere la vita al  massimo, cambiare e tutte quelle stronzate li?" disse
"E quindi?" sbottai
"Beh, questa è una cosa smile, tragredisci alle regole, fai quello che vuoi, perchè so che lo vuoi" mi disse venedomi incontro e prendendomi per la vita
Insiprai a fondo e buttai fuori l'aria rumorosamente.
"Queste cose finiscono sempre male" dissi
"Non sempre. Non succederà ninete tranquilla" mi sussurrò, il volto ad un millimetro dal mio "Non ci sarà mai niente fra noi due. Amici con benefici"

"Okay" dissi dopo un po "Ma se giuro, se tu provi o chiedi di più di essere amici, io giuro che ti uccido." sbottai
Justin corrugò la fronte e poi scoppiò a ridere, allontanandosi da me.
"Ma per chi mi hai preso? Io non cerco ciò" disse scuotendo la testa


"Beh.. non si sa mai" sussurrai imbronciata.

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Capitolo 7
*** Fun. ***


Image and video hosting by TinyPic "Come mai hai saltato la prima ora di filosofia?" mi chiese Katrin mentre ci diregevamo verso la mensa
"Mmh,bè, dovevo parlare con la prfo su certi argomenti" mentii imbarazzata
Katrin mi guardò con un sopracciglio alzato, non ci era cascata, ma non disse niente.

Ci sedemmo nel nostro tavolo, poggiando i vassoi.
David arrivò poco dopo e mmi diede un bacio in bocca
"Ehi tesoro" disse e si sedette di fianco a me, stringendomi la vita
Strano, in questo periodo era diventato molto affettuoso...
Gli sorrisi e iniflai in bocca una forchettata di insalata
"Questa scuola mi distrugge, e dire che mi aspettano due ore di fisica" disse David scuotendo la testa
"Tesoro, non lamentarti, c'è chi si è annoiato di più oggi" dissi, ma poi mi ricordai di cio che successe prima e quasi mi ando di traverso il cibo.
"Che ti prede?" mi chiese david corrugando la fronte
"Niente" dissi tossendo e nascondendo l'imbarazzo
David scosse la testa e mi attirò più vicino a se, in modo protettivo, troppo protettivo..
Che cosa aveva?
Mi guaradai intorno e notai Justin dall'altra parte della mensa, con la sua ragazza in braccio intenti a baciarsi.
Scossi la testa schifata. Dio, ma come mi era saltato in mente di stringere quel patto con lui.
Ritornai a guardare Justin, e lui alzò lo sguardo verso di me.

Fu un istante, non so cosa successe, ma qualcosa mi prercorse la schiena, non un brivido, ma qualcosa di più forte. Mi si spezzo il respiro, ma non smisi di guardare Justin negli occhi, e lui non smise i guardarmi negli, nonstante fossimo a metri di distanza.
Deglutii a fatica e distolsi lo sguardo, sconcentraata per ciò che era accaduto.
Katrin mi stava fissando con un sopracciglio alzato. Gli sorrisi e tornai a mangiare.

Finii di mangiare e Katrin porto via il vassoio, e David ne approfittò per prendermi per mano e portarmi fuori, c'era ancora una mezz'ora prima dell'inizio delle lezioni.
"Sai.." disse quando fummo fuori, nel cortile pieno di gente della scuola "Voglio darti una cosa"
Lo guardai meravigliata mentre tirava fuori dalla tasca una scatola lunga imbottita. Proveniva da una gioielleria.
Me la porse, e io lo guardai. La presi e l'aprii delicatamente.

Dentro c'era una collana d'oro, con delle pietre azzurre incastonate, e contenava la parola Amore.
Gli occhi mi si riempirono di lacrime. Lui non si meritava cio che gli stavo facendo, era troppo buono per me.
Una lacrima mi scesa e David si meraviglio della mia reazione ma me ne fregai, lo abbracciai e poi lo baciai con passione, me ne fregai se avevo tutti gli sguardi addosso.
Appena mi staccai David mi sorrise "Volevp chiederti scusa per bene"
"E' bellissima" dissi porgendola e girandomi in modo che me la potesse mettere al collo.

Mi rigirai e lo abbracciai.
"Penso di amarti Robyn" disse, e le lacrime cominciarono a scorrermi interrottamente per il viso.
Ma non gli risposi, rimasi zitta.

Dopo aver accompagnato David in palestra, mi diressi verso la mia classe e incontrai Justin appoggiato agli armadietti.
Presi un respiro profondo e gli passai davanti, facendo finta di non vederlo.
Continuai a camminare, ma mi senti prendere per il polso, ma tanto sapevo chi era.
"Justin, mollami" sibilai
"Che ti prende?" mi disse lasciando la presa
"Devi starmi lontano" dissi con le lacrime che mi pungevano gli occhi, pronte ad uscire.
"Non capisco perchè" disse prendendomi per il braccio e facendomi girare imprvvisamente, e mi guardò dritto negli occhi.
"Ti prego.. non posso fargli questo.." dissi e le lacrime cominciarono a scendermi initerronatamente
"Fare a chi?" chiese sorpreso dalle mie lacrime
"A David.." dissi "Lui.. mi ha regalato una collana.. ha detto di amarmi.. ha-ha detto che ci tiene a me, che non mi vuole perdere" dissi continuando a piangere, e un paio di ragazze mi guardarono in modo strano
Ma Justin non parve turbato da cio "Cosa vuoi che mi importi di lui?" sbotto
"A me importa invece!" sbottai a mia volta e mi voltai per andarmene, ma Justin non me lo permise,  mi prese con forza il braccio e mi avvicinò di più a lui
"Se ti importa davvero di lui, ne ieri e oggi avresti scopato con me" sibilò
"Oggi è diverso" lo guardai con aria di sfida, i nostri volti a pochi centimentri di distanza
"Non  è vero. Prima.." disse "In mensa, mi hai guardato"
Mi venne un tonfo al cuore. Anche lui aveva avuto la stessa reazione?
"E quindi?" sbottai
"Mi hai guardato e.. boh.. non lo so!" sbotto lascindomi il braccio
Lo guardai senza dire una parola. Era il momento di chiuderla con sto gioco patetico che non ci avrebbe portato da nessuna parte

"Senti Justin" dissi con voce più tranquilla "Mi è piaciuto cio che abbiamo fatto insieme. beh, ieri e stamattina, ma questo era un piccolo gioco, una specie di fuga dalla realtà. Ma deve finire qui, la realtà non è quella, è questa" dissi aprendo le braccia e indicando il corridoio semivuoto "E ci sono persone che non voglio ferire solo per soddisfare i miei piaceri, ci sono cose molti più importanti del sesso" dissi
"Hai ragione" si limitò a dire Justin infilandosi le mani in tasca
"Già, ho ragione" dissi sorridendogli debolente "Scusami se ti hopromesso qualcosa che alla fine non ho neanche mantenuto"
"Fa niente" disse Justin con occhi freddi 
"Si, ci sono molte altre ragazze con cui scopare" dissi avvicinandomi a lui e alzandomi in punta di piedi, baciandogli la guancia.
"Infatti" disse con tono freddo, mi dispiace solo che ho perso tempo con te, pensavo che avremmo potuto scopare per più tempo"
Cercai di non arrabbiarmi, ma di mantenere il controllo
"Già, mi dispiace" sbottai e mi voltai andandomenea lunghi passi per il corridoio.

Mi bloccai improvvisamente, e mi ricordai di ciò che mi aveva detto Justin.
Ritornai indietro e ritonai da lui "Justin, cosa ha detto che hai sentito in mensa quando mi hai guardato?"
"Niente" disse leccandosi le labbra
"Non è vero" sbottai incrociando le braccia
"Niente ho detto" disse lui irratato e si voltò andandosene, lasciandomi li, nel corridoio, da sola.


Mi girai assonnata nel letto, con David di fianco, che mi abbracciava.
Guardai l'ora, 9:37.
Mi alzai senza svegliare David e andai in bagno. Quando uscii David non era più li, ma in piedi già vestito.
"Sei veloce" dissi andando a dargli un dolce bacio sulle labbra
"Beh, oggi ho un incontro col mio club di golf, e non posso perdermelo" disse sistemandosi il maglione e infilandosi la giacca.
"Ah.." dissi "Ma oggi non usciamo?" dissi
"No, ho da fare" disse "Ah, e salutami tua madre" disse uscendo dalla stanza.


"Quindi non fai niente stasera?" mi chiese Katrin al telefono
"No" sbuffai "David ha di meglio da fare"
"Beh, vieni con me alla festa di Andrea, compie 18 anni e da una grande festa" disse euforica
"No grazie, non sono tipo da feste" dissi sdraiandomi nel letto e fissandomi le unghie perfattamente curate
"Ma non avevi detto che volevi cambiare e provare cose nuove?" disse
"Fidati, ne ho provate gia abbastanza di cose nuove" dissi
"Vabbe, dai, almeno per una volta" disse
Inspirai a fondo e risposi "Va bene, tanto non succederà niente"

"Cazzo quanta gente" dissi mentre camminava verso l'entrata della grande villa con Kstrin di fianco.
Notai che tutti quanti avevano Jeans e scarpe da ginnastica, io e Katrin eravavmo le uniche con un vestito aderente ed i tacchi.
"Non pensi che siamo vestite in un modo un po esagerato?" chiesi imbarazzata da tutti gli sguardi delle persone.
"No, questo è il nostro stile, e fidati, ce ne sono di ragazze vestite come noi" disse dandomi una gomitata.

Appena entrammo dentro, vidi una marea di gente fumare e bere, ragazze strusciarsi al ritmo di musica con altre ragazze, insomma, cose che non avevo mai visto, ma solo sentito, cose che non facevano parte del mio mondo.
Katrin mi prese per mano e mi trascinò in mezzo alla pista, e cominciò a saltellarmi intorno.
La guardai allibita, e non mossi neanche un muscolo.
"Dai suu!" mi urlò spinotnandomi, ma davvero, non riuscivo ad abituarmi
Katrin scosse la testa e mi portò fuori pista, da dei tipi.
"A te ti serve la spinta per ballare" mi disse facendomi l'occhiolino, ma io non capii dove voleva arrivare
Non so cosa fece e disse, ma tornò da me con una canna in mano.
Per un momento pensai di svenire.
Katrin fece un paio di tiri e poi me la passò "Dai, così ci divertiamo"
"Non credo di esserne sicura.." dissi indecisa 
"E dai!" inistette lei, così la presi in mano e cominciai a fumarla, e per poco non vomitai.
Cominicai a tossire, e un paio di persone mi risero dietro. Imbarazzata, feci altri tiri, e piano piano mi abituavo. Ma non mi arrivava nessuno sballo, niente.
Continuai finchè non la finii, e Katrin mi sorrise orgogliosa.
Mi prese per il braccio e mi portò di nuovo in mezzo alla pista, ma mi sentii pesante, stanca improvvisamente.
Katrin cominciò a ballarmi intorno, e io la imitai, senza farmi troppi problemi.
Ballammo e ballammo, neanche sentii la stanchezza, tanto che un paio di persone ci circondarono, cominicando a ballarci intorno.
"Cazzo Katrin" strillai "Mi sto divertendo un mucchio" e cominciai a ridere, non riuscivo a smettere, per ogni minima cosa ridevo.

"Ehi Katrin" urlai "Devo fare pipì" 
Kartin neanche mi sentì, visto che era intenta a ballare inisieme ad uno che nemmeno conosceva.
La lasciai e uscii dalla pista alla ricerca del bagno, oltrepassai la piscina, rischiando di scivolare sui tacchi un paio di volte e chiesi a tutti della piscina, ma nessuno mi rispondeva, anzi, mi ridevano ni faccia o ci provavano con me.
Stavo per mettermi ad urlare  dal'ansia e dalla rabbia.
E per di più mi comincio a venire anche mal di testa.

"Ehi, ti sei persa?" mi chiese qualcuno
Mi voltai, e mi imbattei in un ragazzo, molto bello, con gli occhi grigi, dei bellissimi occhi grigi, e a torso nudo. Non smisi di guardargli la tartaruga
"Ehi" disse ridendo
"Voglio fare pipì" dissi tornando a guardarlo negli occhi
"Ti accompagno io" mi disse ammiccante
"Dai" dissi e lo presi a braccetto.
Lui si mise a ridere e mi accompagno in bagno, in cui io entrai e ormai ci scivolai.
Uscii e lo trovai fuori dalla porta a fumare una sigaretta. Lo osservai. 
"Ne vuoi una?" mi chiese con un sopracciglio alzato
Annui e lui me ne diede una che io accessi, e quasi mi intossicai dal fumo.
"Non si fuma così idiota" disse avvicinandosi e prendendo la mia sigaretta in mano, e insegnadomi
Notai che non la smetteva di guardarmi le labbra e che parlava in modo molto sensuale
"Grazie" dissi non smettendo di sorridergli
"Mm" disse e si avvicinò a me, mettendomi un braccio intorno alla vita, ed attirandomi contro di sè "Sei veramente sexy, chissà che nascondi sotto il vestito"
"Niente" dissi allontanandolo, ma lui insistette, stringendomi di più
"Lasciami" dissi con tono stanco
"Baciami" e si protese per darmi un bacio
Cercai di scansarmi, ma ero troppo debole per fare molto, e lui appoggio le sue labbra alle mie labbra

Successe tutto troppo velocemente, il ragazzo venne scaraventato via, e io caddi all'indietro sbattendo la testa per terra, molto forte.
"Lei non vuole, hai capito?!" ringhiò una voce familiare, e poi sentii tante botte.

Mi alzai lentamente, massaggiandomi la testa, il dolore allucinante. Mi guardai intorno, in cerca della causa di questo trambusto, ma non riuscii a vedere nessuno, anzi, me ne fregai, e mi alzai.
Andai verso la piscina e buttai via i tacchi, mi slacciai il vestito e rimasi in intimo, e presila rincorsa per tuffarmici dentro, ma mentre correvo scivolai.
Già mi immaginavo la botta, ma fui presa, miracolosamente, da qualcuno.
"Cazzo!" urlai e scoppiai a ridere. 
Alzai la testa e mi imbattei in due profondi occhi color miele che mi guardavano arrabbiati.

"Ma che cazzo combini?!" sbilò.

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Capitolo 8
*** Faccio quello che mi pare! ***


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"Eh?" dissi frastornata dalla forte musica e dal mal di testa
"Ti ho chiesto che cazzo stai facendo!" disse stringendomi il braccio
"Mollami" dissi scuotendo il braccio "Mi fai male"
"Non me ne frega un cazzo! Ma cosa volevi fare in quel bagno prima?" disse con due occhi di ghiaccio
"Non sono affari tuoi!" strilla e lo spinsi via, voltandomi per andare a tuffarmi nella piscina

Justin non mi ascoltò, e mi prese di nuovo dal braccio, facendomi girare bruscamente verso di lui
"Hai fumato?" chiese aggrottando la fronte, sempre con lo sguardo arrabbia
"E anche se fosse? Non sei mica mio padre, neanche so nranche chi sei!" sbottai rispingendolo via, ma Justin non mi mollò, anzi si limitò a scuotere la testa
"Non so nemmeno perchè cazzo ti sto dietro" disse sbuffando, e mi mollò il braccio

Alzai lo sguardo verso di lui e lo presi per la sua maglia, attirandolo il più vicino a me. Justin mi guardò disorientato
"Facciamo il bagno" dissi sorridendogli come una bambina di cinque anni e lo tirai all'indietro, e per poco non scivolai, visto che nemmeno guardavo dove mettevo i piedi, visto che non smettevo di guardarlo negli occhi
"Ma che cazz-" disse Justin, ma neanche fini di parlare che ci schiantammo in acqua, io in intimo, e lui coi vestiti.

Appena riemersi lanciai uno strillo di eccitazione, e mi misi a nuotare per la piscina, scansando tutte le persone all'interno di essa.
"Robyn!" sentii urlare il mio nome, ma non ci feci caso.
Mi sentii richiamare, e mi voltai, e vidi Justin con espressione arrabbiata venirmi incontro a nuoto
"Ma che cazzo ti è saltato in mente?" sbraitò
"Sai che hai dei begli occhi?" disse inclinando la testa di lato e avvicandomi di più a lui "E delle belle labbra"
Justin mi guardò con la bocca aperta, e poi si mise a ridere scuotendo la testa
"Sei proprio fatta" mi disse
"Non è vero!" protestai e gli saltai addosso, facendolo andare sott'acqua. Per poco non affogò, e appena riemerse gli sorrisi e lo baciai di scatto, mettendogli le braccia intorno al collo, e, per quanto si dimenasse, continuai a baciarlo.

"Ora mi hai perdonato?" dissi appena mi staccai, con lo sguardo da cane bastonato
"Sei pazza? Quasi affogavo!" sbraitò lui
Alzai le spalle gli rimisi le mani intorno al colla, senza lasciarlo finire di parlare e lo ribaciai, e stavolta lui ricambiò.
Quando mi staccai, Justin stava per dire qualcosa, ma me ne fregai e cominciai a nuotare, verso le scalette per uscire dalla piscina. Quando uscii, presi la rincorsa e mi rituffai, proprio addosso a Justin.

Riemersi e risi, non riuscivo proprio a smettere, davvero.
"Robyn, smettila" disse "Non fare l'infantile"
"Ma io mi diverto" dissi con voce sensuale e mi avvicinai a lui, prendendolo per la maglia e attirandolo a me "Tu no?"
"No" sbottò
"Come sei noioooso" brontolai e lo baciai "Mi piace baciarti, baciami sempre"
Justin alzò le sopracciglia e scosse la testa "Dai usciamo di qua"
"Non voglio, voglio stare con te in acqua" brontolai 
"Dai" disse lui prendendomi per il braccio e trascinandomi verso il bordo della piscina
"Noo" protestati "Voglio restare qui, e tu resterai con me!" 
"No" si limitò a dire
"Non vuoi restare con me?" dissi con tono dispiaciuto
Justin inspirò bruscamente e mi fissò serio "Smettila Robyn"
"Ma perchè cazzo fai il serio!" dissi arrabbiata "Io voglio divertirmi e tu non mi lasci, non sei mica mio padre!" e lo scansai via, arrampicandomi per il bordo e uscendo dalla piscina.

Cominciai a camminare arrabbiata, sotto gli sguardi maniaci dei ragazzi
Andai verso un divanetto e mi ci sedetti sopra, con le braccia incrociate e il broncio. Un ragazzo si avvicinò a me, con un drink in mano.
"Come mai sola?" mi chiese sedendosi di fianco a me
"Perchè Justin mi ha lasciata!" sbottai
"Beh, posso consolarti io" disse mettendomi un braccio sulla gamba.
Lo guardai allibita, e lo spinsi via "No grazie"
"Come vuoi" disse porgendomi il bicchiere "Vuoi bere?"
"Si" sbottai e gli afferrai il bicchiere con rabbia, bevendolo tutto in una volta, sotto il suo sguardo scioccato
"Ancora" dissi ridandogli il bicchiere

"Robyn!" mi sentii dire e vidi Justin con lo sguardo arrabbiato, e mi prese per un braccio, facendomi alzare bruscamente "Che cazzo fai di nuovo?"
"Ma cosa vuoi?!" gli dissi spingendolo via "Io e il mio amico vogliamo bere"
"Non lo conosci nemmeno" disse lui
"No, ma lo conoscerò, e ora" dissi risedendomi sul divanetto "Ritorno da lui"
Justin scosse la testa, mi riprese per un braccio e mi trascinò via, lontano da tutti, e mi sbatte in un divanetto appartata
"Devi smetterla con ste minchiate" disse
"Eh?" dissi non capendo "Cosa vuoi?"
Justin si passo una mano tra i ccapelli, ma non disse niente
Gli porsi la mano "Dai, siediti di fianco a me"
Justin aggrottò la fronte e si sedette di fianco a me, ignorando la mia mano
"Sei arrabbiato con me?" gli chiesi inclinando la testa
"No" disse lui tranquillamente
"Mi vuoi bene?" gli chiesi
"No" disse lui con un sopracciglio alzlato "Ma non voglio che la ragazza con cui scopavo si metta a scopare davanti a tutti con chiunque, passi per puttana dopo"
"Ah.." dissi abbassando lo sguardo "Io ti voglio bene però" dissi sorridendogli
Justin fu sorpreso, visto la sua espressione
"E sei uno stronzo!" sbottai dandogli una gomitata 
"Uno stronzo?" chiese con tono divertito
"Si" dissi e poi lo guardai dritto negli occhi.
Mi inclinai verso di lui e lo baciai, molto dolcemente, e per molto tempo.
"Si, perchè per colpa tua sto facendo le corna a David" dissi una volta che mi staccai

"Ma sei tu che mi stai baciando" disse lui con aria divertita

"No, sei tu che col tuo fascino mi costringi" dissi facendo il broncio "E poi io faccio quello che voglio!" sbottai
"Scusa allora" mi disse alzandosi
"Dove vai?" chiesi allarmata, e alzandomi a mia volta
"Dagli altri" disse con tono tranquillo e inifilandosi le mani nei Jeans bagnati
"E mi lasci sola? Io voglio che tu resti con me" dissi speranzosa
"Sbaglio o sei stata tu a dirmi stamattina di starti lontana?" chiese
"Si ma ora è diverso, ora ti voglio" dissi avvicinandomi a lui e predendolo per la maglia, attarandolo a me "So che non ha senso, ma in questo momento ho bisogno di te"
"Di me?" chiese allibito
"Si, proprio te" dissi guardandolo dritto neglio occhi.

Potevo anche essere fatta, ubrica e bagnata, non arrivarci con la testa in quel momento, dire le cazzate più strane, ma in quel momento, me lo sentivo, avevo bisogno che qualcuno mi stesse vicino, avevo bisogno che lui mi stesse vicino. Non so perchè, non saprei spiegarlo, ma era qualcosa che il mio corpo, la mia testa lo volevano, volevano c he lui rimanesse con me in qeuel momento.

Justin mi prese il volto e mi bacio lui stavolta, non io. Mi baciò delicatamente, come non aveva mai fatto, come nessuno aveva mai fatto.

Quel bacio, non so, fu una specie di campanello d'allarme, una specie di segnale che proveniva da dentro di me, dalle parti più profonde di me stessa, e mi diceva di stare attenta, che me ne sarei pentita.
Ma lo ignorai, e gli misi le braccia intorno al collo.

Che cosa sarebbe mai potuto succedere di così grave?



"Ho freddo" dissi mettendomi le mani intorno alle mie braccia, avvolgendomi.
Justin mi guardò e scosse la testa, attirandomi di più a sè.
Eravamo sdraiati sul divano, appartati dalla festa, che ormai stava finendo, e io e Justin eravamo l'uno abbracciato all'altra, che ci riposavamo dal sesso.
"Ci credo, non hai i vestiti, solo l'intimo"
"E dove gli ho messi?" chiesi alzandomi improvvisamente da sopra di lui, con un gran mal di testa
"Cazzo ne so" disse lui, alzandosi a sua volta e sistemandosi i capelli arruffati
"E Katrin? Cazzo, mi starà cercando! Non posso tornare da lei così" dissi disperata
Justin si sfilò la maglia, ancora un po umida, e la passò "Mettitela" disse
La presi emgli sorrisi, me la iniflia e per fortuna mi riusciva a coprire il sedere
"Oh grazie" dissi "E ora devo solo trovarla" dissi cominicando a camminare verso l'entrata della villa
"Si" si limitò a dire lui, dietro di me

Cercai fra tutti i volti, fra le persone accasciate a terra a quelle che pomiciavano in ogni angolo.
Niente.
Mi rassesnai e mi voltai, ma in quel momento la vidi, accavallata sopra ad uno e intenta a baciarselo.
Andai da lei e la tirai via bruscamente "Katrin, andiamo" dissi
Appena si accorse che ero io si compose subito "Ma dov'eri?" 
"Ti stavo cercando" dissi e la trascinai fuori, senza neanche aspettare una sua risposta
"Aspetta, devo andare a prendere le nostre borse nel guardaroba" disse e si fiondò su per le sacle
Inspirai esasperata, e mi appoggiai allo stirpe della porta, regendomi la testa tra le mani, mi faceva davvero male

"Stai bene?" mi sentii dire da dietro, e mi voltai, ritrovandomi faccia a  faccia con lo stesso ragazzo a cui avevo rubato il drink fuori.
"Si" dissi
"Beh, mi devi un drink" disse mettendomi una mano intorno al collo
"Senti" dissi spostandomi da lui "Non ho tempo" e mi voltai per andarmene, ma lui mi prese per il polso bloccandomi
"Non avere fretta" disse
"Robyn?" disse Justin, che intanto era sbucato nella sala "Non sei ancora andata via?" ma, appena si accorse che lo sconosciuto mi stava reggendo, il suo volto si rabbuiò.
"No, non mi lascia" protestai
"Lasciala" disse Justin con voce tranquilla, e ciò mi sorprese
"ho trovato le borse" disse Katrin venedomi incontro, e appena vide la scena aggrotto la fronte.
Il ragazzo mi mollò il polso e se ne andò, senza dire una parola
"Chi era quello?" chiese indicandolo
"Non lo so" dissi e presi la mia borsa, tirando fuori il cellulare. Le 3:12 "Mglio se ci muoviamo"
"Già" disse Katrin
"Beh, ciao Justin.." issi sorridendogli debolmente, e lui neanche ricambiò il saluto, ma si limitò a girarsi ed andarsene

"Perchè l'hai salutato?" mi chiese una volta che fummo saliti sulla macchina di Adam
"Lo conosco" dissi con nonchalnce.
"E quella maglia?" mi chiese con fare circospetto
"Mi sono fatta un tuffo in piacina e mi hanno rubato i vestiti, così Justin mi ha prestato la sua mglia" dissi alzando le spalle "Niente di più"
"Sicura?" chiese alzando le sopracciglia
"Si Katrin, non rompere" dissi e mi rigirai dall'altra parte dell'auto, ero troppo stanca


Il giorno dopo mi alzai alle 11:54, con un gran mal di testa.
In casa non c'era nessuna, solo la domestica e il giardinere, intenti a parlare in cucina. I miei erano dai miei zii, e sarebbero tornati stasera tardi.
Mi feci un lungo bagno, e vomitai un paio di volte. Stavo davvero male, e non mi ricordavo quasi niente della sera prima.
Mi ricordavo solamente che ero tornata a casa alle tre e mezza, con un gran mal di testa, che Katrin mi aveva dato da fumare, che avevo fatto un bagno in piscina, e che mi ero scopata Justin.
I paricolari no.

E per fortuna, non volevo nemmeno ricordarmeli.

Chiusi gli occhi nella vasca, e un vago ricordo mi riaffiorò la mente.
C'ero io Justin, in piedi, io in intimo e lui che mi fissava negli occhi, in un modo strano.

"Nonpensare di sfuggirmi, Bieber" dissi
"Senti Robyn.." disse Justin
"No" obbiettai, mettendogli una mano in bocca "Non voglio storie" e lo baciai, spingendolo contro il divanetto e dedendomi sopra di lui. 
Gli slacciai subito i pantaloni, ma lui mi fermò
"Robyn, mi avevi detto che non volevi avere problemi col tuo ragazzo, e io non voglio problemi con la mia ragazza, quindi è meglio se la finiamo qui"
"Ma io non voglio!" sbottai "Voglio che tu e io viviamo un avventura, senza sentimenti, soo un avventura, che cominciamo a volerci bene ma non di più. Io voglio te, tu mi dai qualcosa che David non mi sa dare" obbiettai
Justin sbuffo, ma gli si leggeva negli occhi che lo volevva, lo voleva anche lui
Mi prese per i fianchi e mi fece sedere proprio soprail suo membro, e mi cominciò a baciare il collo
"Anchio ti voglio Robyn, tu non immagini quanto" disse abbassandomi gli slip

Quasi non affogai nella vasca.
Ma in che guaio mi stavo cacciando.
Ma stranamente, ero felice. Per la prima volta non mi pentii di un mio sbaglio. CONTINUO QUESTA STORIA A DIECI RECENSIONI AMORI MIEI:)

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Capitolo 9
*** Mi rilassa ***


Image and video hosting by TinyPic "Ieri ho avuto un tale forte mal di testa che neanche ti immagini, ho dormito pure di pomeriggio" mi lamentai con Katrin mentre ci dirigemmo verso i nostri armadietti
"Ah immagino" disse Katrin scuotendo la testa e aprendo il suo armadietto
"Per me poi era la prima volta" dissi tirando fuori i miei libri.
"Già" disse "Anche per me è  stato così all'inizio, ma ti ci abituerai"
"Bah" dissi chiudendo l'armadietto

"Abbiamo le prove oggi con le altre" mi disse chiudendo anche lei a sua volta l'armadietto
"Già, me ne ero dimenticata" dissi sbuffando
"Beh, sarà meglio che alla prossima ora ci presentiamo in palestra, stasera c'è la partita poi" mi disse Katrin mentre ci dirigemmo nell'aula di matematica
"Si, ma sono sfinita" 


"Quindi Robyn? Facciamo la giravolta e spaccata o con piroetta?" mi chiese Hanna
"Con spaccata mi sembra meglio" dissi
"Si, hai ragione" mi sorrise Hanna, e tornò indietro dalle altre Ceerleader, muovendo i suoi sinuosi cpelli mossi biondi.
Un'altra che voleva assomigliare alla vecchia me, pensi scuotendo la testa

"Hey capo Cearleder" mi disse Katrin prendendomi per mano "Alzati e fai allenamento anche tu"
"Okay" brontolai, e mi alzai per provare con le altre ragazze. Katrin fece partire la musica

Presi la riconrsa insieme a Denise e feci una copriola doppia, e, facendo un salto più alto, mi lanciai sopra Katrin, che mi prese dai piedi e mi resse in equilibrio in piedi. Feci una piroetta sopra di lei e mi buttai all'indietro, con una capriola come atterraggio. Tutto in sincronia con Hanna.
"Merda Robyn" mi disse Hanna asciugandosi le gocce di sudore "Sei in perfetta forma"

Mi limitai ad alzare le spalle e continuai ad allenarmi insieme ad Hanna sulla coreografia per la partita di football di stasera.

"Ecco i rompipalle" sbotto Denise sventolando i suoi capelli, con quella sua aria da perfetta stronza. 
Mi voltai e vidi molti ragazzi e ragazze, fare casino mentre entravano.
Tra di loro c'er anche Vanessa, mano nella mano con Justin. Neanche mi notò lui.
Stronzo. Pensai.

"Dai ragazze" urlai "Rifacciamo tutto, ma stavolta in modo più sensuale" dissi con una nota di rabbia nella voce.
Katrin mi guardò con un sopracciglio alzaato, ma le altre lanciarono quei fastidiosi gridolini di gioia.
Feci partire la musica, una diversa, e cominicia ad agitare la minigonna insieme ad Hanna
"Due capriole verso le altre, poi Katrin ne fa una all'idietro, e poi si ferma venendomi incontro, e io le ruoto inttorno" dissi "E tu Hanna e Jazmine fate lo stesso"

La musica ripartii e io mi voltai verso gli altri, che lanciavano fischi. Vanessa era seduta sopra Justin e lanciava gridi e Justin le circondava la vita con le braccia.

Li guardai con aria schifata, e mi voltai  verso Hana "Fallo molto sensualmente" e comiciai a correre facendo le capriole, per poi dopo cominciare a ballare in maniera davvero provocante intorno a Katrin, portando le braccia in alto e abbassamdole molto sensualmente.

"Dai, riproviamo" dissi finito l'esercizio
"Perchè non ci riposiamo?" mi chiese Jazmine, e le altre annuirono
"Ok, ma dieci minuti" sbottai, e andai agli spogliatoi segiuta da Katrin.

"Mi dici come mai ti sei comportata in.. quella maniera prima?" mi chiese incrociando le braccia una volta che fummo negli spogliatoi
"Non so di cosa parli" dissi specchiandomi allo specchio
"Lo sai benissimo" sbotto "Ho visto come ogni tanto cercavi il suo sguardo."
"Ma di chi stai parlando?" chiesi con aria innocente mentre mi mettevo il lucidalabbra
"Senti, tu sei fidanzata, e fartela con quello non ti porterà da nessuna parte, e poi la sua ragazza è Vanessa.. e con lei devi stare alla larga, lo sai." dissi incrociando le braccia al petto e scuotendo la testa. 
"Non ti seguo" dissi dandomi una sistemata ai capelli e facendo l'aria di una che non sapeva di che stesse parlando
"Robyn, sono la tua migliore amica da dieci anni ormai, e ti conosco molto bene. Circolano delle voci tra te e Justin, e penso che non vada bene cio, sia per te che per lui, e David non se lo merita" disse sospirando "E poi non ti ha calcolato per niente prima, ha pensato solamente a limonarsi la sua ragazza mentre tu facevi quelle mossette che tutti hanno notato esagerate" disse con rabbia ed uscì dallo spogliatoio, lasciandomi allibita.


Uscii dallo spogliatoio, e mi diressi dalle altre, che ormai erano tutte al centro della palestra che facevano streccing.
"Sentite ragazze, è meglio secondo me l'esercizio che abbiamo provato all'inizio per stasera, e penso che non dobbiamo aggiungere pezzi.. beh, sensuali" dissi e cominciai a fare streccing anchio.
Nessuna di loro disse niente, e Katrin mi fece un piccolo sorriso.

Non mi voltai nemmeno per guardare gli altri e Justin, non mi importava.


"Arrivo" dissi appoggiando i pom.poon per terra e dirigendomi verso l'uscita.

Non ce la facevo più. Ogni volta che mi piegavo, qualcuno fischiava, ogni volta che mi voltavo verso Justin, lui era intento a limonarsi Vanessa o a baciarle il collo.
E perdipiù le ragazze mi stressavano ogni cinque minuti chiedendomi che smalto mi sarei messa stasera.
Era stressante, avevo bisogno di una sigaretta. Volevo rilassarmi.

Ieri avevo cominciato a fumarne un paio a casa, e mi ero resa conto che rilassavano un mucchio.
Così pensai che ora era proprio il caso di fumarsene qualcuna.
Uscii quatta quatta e mi appartai dietro il muretto della palestra, e tirai fuori il pacchetto dal regiseno. Me l'accesi e inspirai a fondo.
Mi accasciai a terra dalla stanchezza, ero davvero sfinita.


"Me ne dai una?" mi sentii dire, e per poco non mi venne un infarto.
"Ma che cazz-" dissi, ma mi bloccai appena notai Justin in piedi con le mani nelle tasche.
"Non ce le ho" sbottai, e tornai a fumare
"Perchè fumi?" chiese con sguardo assente
"Perchè non ti fai i cazzi tuoi?" sbottai 
"Ma che cazzo hai?" chiese passandosi una manotra i capelli 
Mi alzai dal pavimento e feci un ultimo tiro, prima di buttarla a terra e spegnerla sotto il piede "Niente" dissi pulendomi la minigonna dalla terra e sistemandomi i capelli
"A me non sembra" sbotto lui
"Niente, è che sono solo stanca e nervosa, scusami" dissi con aria annoiata. Volevo andarmene, non affrontarlo, non dopo cio che era successo ieri.
"Ho notato" disse mettendosi le mani in tasca

"Beh, che vuoi? Perchè sei venuto a cercarmi?" chiesi incrociando le braccia
"Voglio sapere perchè cazzo continuavi a fissarmi e sculettare subito dopo. Vanessa se n'è accorta e ha fatto storie" sbotto lui
"Non ti avevo nemmeno visto" dissi con aria innocente "E poi non sculettavo, noi ceerleader facciamo così sempre"
"Senti Robyn, non sono stupido. Smettila, ho una ragazza e ci tengo a lei, e non voglio litigarci per una stronzata simile" disse lui passandosi una mano tra i capelli esasperato

Senti una fitta al petto. Stranamente, non so nemmeno perchè, mi diede fastidio quello che disse.
Ricacciai indietro il pensiero.

"Vedo come ci tieni a lei, ogni volta devi scoprati una ragazza diversa, chissà com'è fiera di te" dissi con aria arrogante "E poi non mi intrometterei mai tra te e la tua ragazza, non me ne frega niente di te"
"E quindi? Non vuol dire che non ci tengo" sbottò con sguardo di fuoco "E poi ti importa di me, ieri dicevi cose del tipo: non lasciarmi, ti voglio bene, resta con me" disse imitando la mia voce in maniera davvero arrogante e presuntuosa
Lo guardai a bocca aperta, le lacrime pronte ad uscire 
"Stronzo" fu tutto quello che dissi prima di cominciare a correre verso la pelestra.


"Ce ne hai messo di tempo" mi disse Katrin non appena rientrai
"Stavo parlando al telefono" mentii
"Ah bene, noi vogliamo provare un utilma volta prima di andare a farci la doccia e andare via" mi disse
"Okay" dissi, e cominciammo a fare l'esercizio, e dalla rabbia che avevo in corpo, quasi feci male ad Hanna.


Mi voltai verso la tribuna e vidi che Justin era tornato, e che mi stava fissando, conuno sguardo indecifrabile.
"Che ti succede Robyn?" mi chiese Katrin notando il mio sguardo
"Niente" dissi con freddezza "Voglio solamete che questa giornata finisca"
"Infatti.." si limitò a dire Karen, e io mi voltai per andare verso lo spogliatoio, sculettando il più possibile.


"David, vieni con me stasera?" gli chiesi mentre percorravamo il corridoio mano nella mano
"Si tesoro, è importante questa partita" disse dandomi un veloce bacio sulla guancia
"Oh grazie" dissi meravigliata.
David non mi aveva mai accompagnata a nessuna mia partita in cui facevo la cerleder.
Noti con la coda del'occhio Justin venire vesrso la nostra direzione con nu paio di ragazzi, e presi di scatto David e lo baciai, con molta foga.
"Stasera, dopo la partita, dormi a casa mia" gli dissi, in modo che Justin potesse sentirmi David mi sorrise in modo seducende e mi ribaciò, con molta sensualià.



Presi un respiro profondo, e cominciai a cammincare a testa alta, segiuta in fila indiana dalle altre.
Appena entrammo dentro lo stadio, cominciammo a saltellare in giro, agirando i nostri pom.-pon e facendo capriole, sotto uno scroscio di applauisi e fischi.
Andai dal capitano della squadra, e gli feci un giro sensuale intorno a esso, un rituale del capitano delle ceerleader. Il capitano mi fisso in maniera ammiccante e io gli feci l'occhiolino e partirono gli applausi, e io gli presi la mano e l'alzai.

Feci una corsa verso le altre ragazze, e facemmo l'esercio, sotto fischi dei ragazzi.
Fu fantastico, e alla fine presi il microfono "Forza Ranger, vincerete voi!" e tutti applaudirono.
Uscimmo dal campo saltellando, e andammo a sederci in tribuna d'onore, riservata a noi ceerleader.


"Minchia Robyn, sei stata grande" mi disse Jazmine dandomi il cinque "La tua entrata e uscita è stata fenomenle"
"Davvero!" disse Hanna
"Grazie ragazze, ma voi siete state le migliori" dissi sorridendo a tutte
Tutte appludirono, compresa io, a noi stesse, alla nostra performance perfetta.

Dopo il primo tempo uscii dalla nostra tribuna, alla ricerca di David, che doveva essere da qualche parte con i suoi amici.
C'era troppa gente, e qualcuno mi adva persino il cinque o mi chiamava per nome. 

Non c'era.. strano. Forse era in bagno, ma non penso, la partita stava per riniziare.
Andai di fretta in bagno, che era vuoto, e controllai in quello dei maschi.
Allora controllai in quello dei disabili, che era occupato.
Bussai, ma nessuno rispose, allora mi misi ferma li vicino aspettando che qualcuno uscisse, e dopo cinque minuti buoni uscì una ragazza che non avevo mai visto, tutta rossa in faccia e molto imbarazzata, che nemmeno mi guardò in faccia. 


Poco dopo ne uscì Justin.

Rimasi a bocca aperta, scioccata, delusa, frustrata.

Ma in fonodo non capivo perchè ero delusa, cosa mi aspettavo da lui? Che un giorno bussasse alla mia porta con una rosa rossa in mano e mi dicesse che aveva prenotato ad un ristorante solo per noi due?
Il massimo che poteva fare era presentarsi davanti alla mia classe con un preservativo e una margherita con metà petali, il suo massimo di galanteria.

Lo guardai con pieno odio negli occhi, e mi voltai senza dire una parola.
Ma Justin fu più svelto di me, mi prese per il braccio e mi sbattè dentro il bagno, chiudendo a chiave la porta dietro di sè.

"Lasciami uscire Justin, devo andare dalle altre" dissi cercando di mantenere la calma e di non mettermi ad urlare
"Lo so, ma voglio parlarti" disse lui portandosi una mano tra i capelli
"Perchè? Cosa mi vuoi dire? Cosa ti importa di cio che penso di te? Cosa ti importa se ti becco scoparti un'altra? Non ti importa niente, non deve importanrti niente. Non sono la tua ragazza, non sono la tua scopamica, non sono una tua amica. Sono solamente un errore. Uno sbaglio che nè io nè te dovevamo fare." dissi scuotendo la testa, e con la malinconnia nei miei occhi 
Justin inspirò con forza, non sapendo cosa dire.
"Non so Robyn perchè mi preoccupi di quello che pensi" disse evitando il mio sguardo
"Infatti, non lo sai, e nemmeno io so perchè tutte le volte che ti vedo con Vanessa, o con qualunque altra ragazza divento nervosa, divento strana. Non lo so cosa mi sta succedendo, e non lo voglio nemmeno sapere. Non voglio stare male, non voglio poter addormentarmi tutte le notti piangendo, perchè sia io che te Justin, lo sappiamo come andrà a finere questa storia, sappiamo che uno dei due prima o poi si innamorerà, sappiamo che è così. Lo sappiamo dal giorno in cui ci siamo guardati in mensa, dal giorno in cui mi hai baciato tenerametne alla festa. Lo sappiamo, ed è per questo che non dobbiamo rischiare" dissi, con una lacrima che mi percorreva il volto.

Ero arrabbiata, con Justin, con me stessa. Era difficile ammettere quelle cose, ma era la cosa giusta da fare. Non volevo rischiare, non volevo ferire i sentimenti di David e delle altre persone, ma soprattutto non volevo ferire i miei di sentimenti.
Avevo sofferto abbastanza, per troppo tempo.

"Senti Robyn.." disse Justin, con la tristezza, per la prima volta, nei suoi occhi "Non era mia intenzione che tu cominciassi a provare dei sentimenti per me, non è quello che volevo quando ti ho incontrato la prima volta. Volevo solo scoparti, ma poi tu hai cominciato a fare e dire cose strane, e più stavo insieme a te, più mi rendevo conto che.. beh, eri come una sorella minore per me, mi sentivo in dovere di proteggerti dagli altri. Ma evidentemente, l'unica persona da cui dovevo proteggerti ero io. Mi dispiace, non volevo ferirti" disse guardandomi seriamente.

"Oh tu non mi hai ferito" lo corressi asciugandomi la lacrima "Tu mi hai salvato. Tu mi hai fatto capire che la vita è un avventura, che devo trasgredire le regole per provare qualche emozione, che la vita è unica. Tu non mi hai ferito, anzi, mi hai reso davvero felice per la prima volta in vita mia. Mi hai fatto provare brividi che nessuna mi ha mai saputo dare." dissi sorridendogli timidamente "E io ti ringrazio per cio, ma ora è meglio farla finita, perchè fra noi due non può funzionare, vogliamo cose essattamente diverse dall'altro. Tu vuoi scopare, io voglio che ti presenti a casa mia con una rosa in mano" dissi avvicinandomi a lui e dandogli un dolce bacio sulla guancia "Ma so che questo non è possibile, e non lo sarà mai."

Aprii la porta e uscii, fregandomi degli sguardi della gente, e Justin stranamente non mi seguì.



"David non è venuto, aveva una cena con dei soui amici" dissi al telefono a Katrin
"Che stronzo" disse

Ero a casa da sola, e la partita era finita bene, cinque a tre.
Avevamo festeggiato con una bottiglia di Shapagne, e alle undici ero gia a casa sul letto, mentre Katrin era ancora li che feteggiava con le altre.
Io ero troppo esausta, sia fisicamente che mentalemnte.
"Vabbe, ci vediamo tanto domani pomeriggio" dissi, e in quel moemento suonò il campanello. 
I miei genitori.

"Vado io" urlai alla cameriera, e mi precipai giu dalle scale, mi mancavano, nonnostante le litigate.
"I tuoi genitori sono tornati?" chiese Katrin dall'altra parte del telefono
"Si" dissi aprendo la porta


Per poco non caddi all'indietro.

Davanti a casa mia c'era Justin, fermo in piedi, con le mani in tasca e una margherita malconcia in una mano.

"Non sono riuscito a trovare una rosa, ma una margherita va bene lo stesso?" mi chiese porgendomela. Rimasi sconcentrata, non sapendo cosa fare.

"Cosa vuoi Justin?" chiesi con gli occhi serrati

"Beh, ho ragionato sulle tue parole, e ho capito che non serve a nulla allontanarci se poi alla fine continuiamo a cercarci" disse sorridendomi.


Per poco non urlai.
Ma non di rabbia o spavento.
Ma di gioai.


_______________________________________________________________________________
LEGGETEMI:)

Vi è piaciuto? Spero di si:) 
Ho fatto il trailer, e ora lo pubblico su youtube, e mettetrò il link, in modo che possiate vederlo (ci ho messo quasi 4 ore a farlo.)
Ah, un ultima cosa, recesite vi prego, voglio che questa ff arrivi tra le prime! 

Vi amo voi che leggete,e scrivere, il perdere due ore al giorno solo per scrivere, e tutto il resto, lo faccio solo per voi, e voi mi rendete immensamente felice con i vostri messaggi e le recensioni. 

Vi amo.

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Capitolo 10
*** TRAILER! ***


http://www.youtube.com/watch?v=a6lF6Fgg8zg&feature=youtu.be

BEH, FORSE NON SARA' IL MASSIMO COME VIDEO, MA IO CI HO PROVATO.. E CI HO MESSO ORE E ORE A FARLO, A TROVARE TUTTO. SPERO CHE VI PIACCIA E VI CONVINCA A SEGUIRE DI PIU LA MIA FF. GRAZIE AMORI MIEI SE LO GUARDATE:)

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Capitolo 11
*** Ha ragione ***


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Rimasi ferma davanti alla soglia della porta, non sapendo cosa fare.
"Senti Justin.." dissi grattandomi il capo della testa "Non mi sembra davvero il caso.."
"Ho beccato il momento sbagliato?" chiese
"No, sono in casa da sola" dissi scuotendo la testa "Ma è che non penso che, beh, io e te dovremmo.. sai, fare questo" dissi indicando il fiorellino, che teneva fra due sue dita.
"Non stiamo facendo niente di male" sbotto lui "Voglio solamente chiarire con te"
"Non abbiamo niente da dirci Justin, ciò che ti volevo dire te l'ho detto prima, e non voglio aggiungere altro" dissi senza muovermi di un millimetro, i miei occhi nei suoi.
"Già, sto facendo una cazzata. Non so nemmeno perchè sia venuto da te, non so cosa voglio ottenere" dissi scuotendo la testa con fare arrabbiato "Senti, dimentica tutto e ciao" 
Justin si voltò, e cominciò a percorrere il pianterrottolo.
Strinsi le labbra e presi forza.

"Justin" lo chiamai e gli andai incontro "Non volevo cacciarti.." dissi imbarazzata "E' che tutto questo.. mi sembra strano, davvero strano. Io e te non siamo niente, e mai lo diventeremo, perchè siamo l'opposto dell'altro, e come tu mi hai detto stamattina, hai una ragazza, e io un fidanzato. Non possiamo tradirli in questo modo, non così. E se sei venuto da me solo per scopare" dissi con una fitta allo stomaco "Beh, hai sbagliato persona, perchè non voglio più continuare a fare così con te"
"Senti, non mi devi spiegazioni, sono stato solamente uno stupido a presentarmi qua. Non so cosa volevo ottenere, so solametne che quando prima allo stadio mi hai visto con Rachele, beh, per la prima volta mi è importato di cio che qualcuno pensava di me, mi è importato quell che pensi tu di me"disse, iniflandosi una mano in tasca.
"Davvero?" chiesi, colta di sorpresa
"Si" disse lui con tono freddo
"Ah.." dissi, non sapendo davvero cosa dire.

Justin, il ragazzo con cui andavo a letto per puro divertimento e sfogo, era qui, davanti a casa mia che mi diceva che gli importava di me.
Cazzo, non potevo crederci, anche lui aveva dei sentimenti, pensai sorridendo.

"Nessuno si era mai presentato a casa mia con un fiore in mano per farsi perdonare" dissi sorridendogli
"Io non mi voglio far perdonare proprio di ninete" sbotto Justin
"Si invece, per esserti fatto beccare con un altra prima" dissi facendogli l'occhiolino
"No, voglio solo che tu sappia che è inutile che tu mi mandi via, che mi urli dietro e che io faccia la stessa cosa, ritorneremo sempre inisieme, in un letto o in un bar, ma ritoneremo a fissarci negli occhi, per quanto io e te vogliamo il contrario, sarà così. Quindi è inutile che cerchiamo di scappare, affrontiamo la realltà e siamo sinceri l'uno con l'altro: per quanto scappiamo, io e te siamo destinati a rincontrarci" sbottò Justin, con la frustrazione negli occhi.
Rimase per la milionesima volta in questo giorno a bocca aperta.

Aveva ragione, per quanto cercassi di non pensare a lui, non ce la facevo, mi importava di lui, e ogni momento che passava di più.
"Hai ragione" dissi "Ma non possiamo farci niente, possiamo solamente continuare" dissi e feci un passo verso di lui, consapevole che stavo andando dalla parte sbagliata, consapevole che ungiorno saeri rimasta ferita, consapevole che lui non mi avrebbe mai potuto dare qualcosa più del sesso. 
Ma che mi importava? 
Lui era qui, per me, ora, e aveva una margherita in mano. 
Per me.

Lo presi dal colletto della camicia e lo attirai a me, e lo baciai, molto dolcemente, un bacio lungo, di quelli che esprimono mille cose, che sembrano urlare a tutto il mondo che quel momento è solo nostro, che nessuno doveva rovinarlo.

Quando mi staccai, vidi una scintilla nei suoi occhi. Non capii cos'era, ma me ne fregai, e ripresi a baciarlo.

"Entriamo?" gli dissi appena mi staccai
"Okay" disse, e lo presi per mano e lo portai dentro casa, verso camera mia.
Una volta entrati Justin andò ad esaminare e mie cose, prendendo una foto incorniciata di me e David.
La esaminò per un po, e io mi avvicinai a lui
"Sei felice con lui?" mi chiese guardandomi
"Si molto" dissi mettendo una mano intorno alla sua viita e dandogli un bacio nel collo
"Non sembra" disse
Corrugai la fronte, cosa ne poteva sapere lui?
"Non è vero" sbottai, poi mi vennero a galla tutti i nostri migliori ricordi insieme.

Quando David mi regalò la collana.
Quando david mi regalò un braccialetto di diamanti.
Quando David mi regalò una borsa Chanel.

Solo oggetti mi aveva dato, non sentimenti, non ricordi, non avventure.
Non mi aveva mai portato al mare, non mi aveva mai regalato una vacanza, non mi aveva mai dimostrato i suoi sentimenti apertamente.

Deglutii a fatica.
Non ero felice con lui.
"Non è vero.." dissi con un filo di voce "Non sono felice con lui."
"Lo so, si vede" mi disse giranosi verso di me e fissandomi negli occhi
Aveva dei bellissimi occhi marroni

I miei occhi si innumidirono, e abbassai lo sguardo.
"David.. beh, lui è strano. Secondo me tutti abbiamo bisogno di essere scelti. Di avere la consapevolezza che qualcuno ci accetti così come siamo. David non mi ha mai scelto, nemmeno una volta, ha sempre preferito le sue stronzate a me, è stato costretto in un certo senso dalla famiglia a mettersi con me. Io sono concasapevole che anche solo spostando lo sguardo, ci sia qualcuno di migliore." dissi guardando Justin, le lacrime che mi percorrevano il volto ininterrottamente. "Tutti quanti abbiamo bisogno di essere scelti, almeno per una volta. Tutti ne abbiamo bisogno." e appooggiai la testa sul petto di Justin, mettendomi a piangere, lasciando che tutta la mia frustrazione, la rabbia, le bugie uscissero fuori.

"Devo smetterla di fare la depressa" dissi staccandomi da lui e fingendo una risata "Devo smetterla di sentirmi sola tutti i giorni, devo cominciare a sorridere di più. Devo smetterla di pensare e basta senza agire mai, devo smetterla di sognare ma ci devo credere davvero. Devo crescere" dissi
Justin mi sorrise, e mi portò a letto, facendomi sdraiare di fianco a lui, e mi circondò con abbraccio.

"Smettila di darti delle colpe, tu non hai fatto niente di male" disse accarezzandomi i capelli
"Smettila Justin di fare il saputello" dissi dandogli una piccola pacca sul braccio
Justin corrugò la fronte e scosse la testa
"Che testa di cazzo" disse
"Che sei" dissi, e mi rannicchiai tra le sue braccia, sprofondando in un sonno profondo.

La sveglia sul comodino comnciò a suonare improvvisamente, e gli diedi un pugno, facendola cadere per terra.
MI rigirai nel letto e scoprii che non avevo più le coprte.
Dov'erano? 
Mi alzai assonnata, e vidi Justin raggomitolato in sè stesso con tutte le coperte.

Sbuffai e guardai che ore erano. Le 7:45.
Alle nove dovevo essere a scuola, quindi ne avevo di tempo. Mi iniflai nella doccia e mi lavai velocemnte, poi mi asciugai i capelli e andai a iniflarmi i vestiti.
Justin era ancora li che dormiva.
Mi infilai gli stivaletti di pelle e mi misi il rossetto, dopo essermi truccata.
Andai a scuotere Justin
"Non rompere" disse rigirandosi
"Dai" dissi scuotendolo più forte "Dobbiamo andare"
Justin aprii gli occhi assonnato e appena mi vide rimase sopreso, ma subito dopo si rilassò.
Si mise a sedere e si gratto la testa, e mi squadrò da testa ai piedi.

"Vieni qui" mi disse e mi tirò da una mano, facendomi sedere sopra di lui
"Che c'è?" chiesi portandomi una ciocca di capelli dietro i capellli 
"Sai qual'è la parte migliore dello svegliarsi ogni mattina?" mi chiese
Scossi la testa
"Nessuna, fa schifo" disse "Ma oggi no, stranamente mi è piaciuto sveglairmi accanto a te"


Gli sorrisi raggiante, e lo abbracciai, facendolo ribaltare all'indietro nel letto.

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Capitolo 12
*** Rabbia ***


Image and video hosting by TinyPic "Ci vediamo dopo allora" dissi andando verso l'auto in cui Adam mi aspettava.
Justin prese il casco e se lo inifilò in testa "Va bene, ci vediamo dopo"
Aspettai che sparisse dalla strada, prima di salire in macchina.
"Chi è quello signorina Robyn?" mi chiese Adam mentre ci dirigevamo verso la scuola
"Un mio amico" mi limitai a dire
"Ah" disse, e non aggiunse altro. Sapevo che aveva capito tutto, ma non mi  interessava. Lui era solo il mio autista, e veniva pagato per accompagnarmi in giro e basta, non per altro. 

Appena scesi dalla macchina, vidi David venirmi incontro, con uno sguardo arrabbiato.
"Robyn, dobbiamo parlare" disse, e mi prese bruscamente per il braccio, trascinandomi dietro un albero.
"Che succede David?" dissi preoccupata
"Me lo vuoi dire tu che succede?" sbraitò
"N-non so a cosa ti riferisca" balbettai, il cuore che mi batteva a mille.
"Non prendermi per il culo" disse "Cosa cazzo pensavi quando l'hai fatto? Non hai pensato che lo sarei venuto a scoprire e che mi sarei arrabbiato??" 
"Mi d-dispiace David.. non volevo ferirti.." dissi, con le lacrime pronte ad uscirmi
"Ma ti rendi conto?" disse passandosi una mano tra i capelli
"Mi dispiace.. non so cosa mi è passato per la mente.. non volevo.. ma lui.." dissi con voce tremante
David scosse la testa, poi mi portò una mano nel volto, accarezzandomi la guancia. Rimasi sorpresa, molto sorpresa da quel gesto.

"Vanessa non ti ha fatto male vero?" mi chiese con voce più morbida
"Eh?" chiesi spalancando gli occhi. Di cosa parlava?
"Vanessa, la ragazza con qui hai avuto da ridire ad una festa. E che hai picchiato" disse scuotendo la testa di nuovo
"Ah.." dissi.

Cazzo, per poco non mi facevo beccare. David stava parlando della sera in cui avevo menato Vanessa, la ragazza di Justin.

"Stavo solametne difendendo Katrin.." dissi
"Lo so, e mi dispiace se ti ho urlato in faccia, ma mi sono preoccupato, e molto" disse, e poi mi abbracciò.

Rimasi molto ma molto scioccata da questo gesto.
David che mi abbracciava? Che si preoccupava? Che era in asia per me?
Rimasi immobile, non sapendo che fare. Non ero abituata a quelle manifestazioni di sentimento in pubblico con David.

"Mi preoccupo, ci tengo a te, sei la mia ragazza" disse accarezzandomi i capelli
"Okay" dissi, ma non riuscii a ricambiare l'abbraccio, davvero, mi era troppo difficile, soprattutto dopo la nottata che avevo appena passato abbracciata con Justin.

Appena david sciolse l'abbraccio mi prese per mano, e ci dirigemmo verso l'entrata della scuola.
Notai Justin con i suoi amici, e mi stava guardando, con gli occhi fermi.
Non riuscivo a capire cosa pensasse.

"Me lo ha detto Katrin" mi disse David, cogliendomi di sorpresa
"Cosa? E perchè lo avrebbe fatto?" chiesi arrabbiata
Insomma, lei è la mia migliore amica, e non dovrebbe dire le mie cose, soprattutto al mio ragazzo.
David non mi rispose subito 
"Me lo ha detto e basta" disse in tono freddo "E ha fatto bene"
Fanculo, pensai.

Andai con i pugni stretti verso Katrin, che stava infilando i libri nell'armadietto.
Non era venuto a lezione di scienze, e nemmeno a quella di matematica
La presi per le spalle e laa feci girare bruscaemente. 
Katrin spalancò gli occhi, impaurita "Che cosa fai?" disse con voce agitata
"Perchè glielo sei andata a dire?" sibilai
"A dire cosa?" chiese lei sorpresa
Alzai gli occhi al cielo "A David" 
"Ah" disse lei, e abbassò lo sguardo "Mi sembrava giusto che lo sapesse.." 
"Ma che cazzo centri tu? Sei la prima che fa stronzate e devi essere l'ultima a intromettersi nelle mie faccende personali." ringhiai 
"Ma-" disse, ma l'interruppi
"Volevi farmi litigare con David?" sibilai. C'era qualcosa che mi nascondeva, lo capivo dai suoi occhi.
"No, assolutamente no" disse
"E allora cosa?" urlai, e delle persone si voltarono sorprese
"Non puoi capire" disse, e richiuse l'armadio bruscamente, e si incamminò via, a passi veloci.
"Fanculo Katrin" le urlai dietro.

"Aggressiva" mi sentii dire, e mi voltai, incrociando il sorriso enigmatico di Justin, che era appoggiato agli armadietti con le mani in tasca
"Smettila" dissi scuotendo la testa con un piccolo sorriso tra le labbra.
Prima ero arrabbiata, e molto, ma ora, alla sola vista di Justin, mi ero calmata improvvisamente.
"Che cosa hai fatto?" mi chiese
"In pratica Katrin è andata a dire a David che io ho picchiato Vanessa, e David si è incazzato, ma poi subito dop abbiamo fatto pace!" dissi in tono arrabbiato
"Ah si? E perchè glielo ha chiesto?" mi chiese alzando un sopracciglio
"Non lo so" dissi arrabbiata "E ora ho proprio bisogno di una sigaretta" dissi voltandomi e cominciando a camminare verso l'uscita.
Voltai la testa verso Justin, che era ancora appoggiato agli armadietti, con lo sguardò più perplesso di prima.
"E tu verrai con me" dissi facendogli l'occhiolino.
Justin rise e scosse la testa, e poi mi venne incontro.


Appoggiai la testa sulla spalla di Justin, ero stanca, questa giornata stava andando di male in peggio.
Feci un tiro dalla sigaretta, e buffai il fumo molto bruscamente.
"Che hai?" mi chiese Justin mentre messaggiava per telefono.
"Niente" sbuffai"Come vai con Vanessa?" dissi in tono annoiato
Justin non mi rispose
"Allora?" gli chiesi alzando la tesat dalla sua spalla
"Bene" disse lui mettendo via il telefono.
"E ti piace?" chiesi, con la curiosità nella mia voce 
"Ma perchè?" mi chiese Justin alzando un sopracciglio "Cosa ti interessa?"

Mi colse alla sprovvista.
Già, cosa mi interessava?

"Vabbè" dissi alzandomi da terra e spazzandomi via la polvere dal sedere 
Justin si limitò ad annuire, e io raccolsi la borsa da terra, senza guardare Justin in faccia.
Ero imbrazata, davvero.
Ma che cazzo di domande facevo? Chi ero io per intromettermi nelle sue faccende amorose?

Robyn, si è presentato a casa tua con un fiore in mano dicendoti che per lui tu eri importante.
Mi disse una voce dentro di me. Cercai di ignorarla, ma aveva ragione.
Che sensoaveva afer tutte quelle cose per me se poi alla fine liu doveva trattarmi in questa maniera?
Forse fa così solo per scoparti più facilmente, disse la mia vocina interiore.
Cercai di cacciare via il pensiero con disgusto.. ma se avevo ragione? Se Justin vo-

"A cosa pensi?" disse Justin strappandomi dai miei pensieri
"Cosa ti interessa?" dissi in tono acido, e mi voltai per dirigermi verso l'entrata della scuola
Justin mi seguii da dietro e mi fermò per il polso
"Ma che cazzo di problemi ti fai?" mi chiese con freddezza
"Justin" dissi scansando bruscamente la sua mano "Non voglio che la gente mi vedas con te. Ho un ragazzo io, e tu hai Vanessa" pronunciai il suo nome con più rabbia che potei.
Vidi la sconcentrazione negli occhi di Justin.
Scossi la testa esasperata e mi girai, ma, appena feci due passi, venni bloccata di nuovo.

"Senti Justin" dissi con rabbia voltando la testa "Smet-" 
Non riuscii a finire la frase che le miei ossa si pietrificarano. Il mio sangue si gelò.
Due occhi grigi mi fissavano con rabbia.
"Ci rincontriamo Robyn" mi disse, con un sorriso arrogante in faccia.
Deglutii a fatica, e un brivido mi percorse il corpo.

"C-cosa vuoi?" balbettai, non riuscendo a staccare i miei occhi dai suoi.
"Ancora mi chiedi cosa voglio?" mi sibilò con rabbia "Ti sei dimenticata ciò che mi hai fatto in quell'aula prima di scappare?"
"Lasciami" dissi con voce sottile, non riuscivo a parlare, il terrore ormai si era inpossessato di me.
"Non ci penso neanche" dissi strattonandomi dal braccio, e trascinandomi di peso dietro a scuola.
"Non voglio venire!" dissi, e gli diedi un calcio.
"Cazzo!" imprecò lui, e poi mi guardò con ferocia "Non hai ancoar imparato la lezione puttana?"

Fu una questione di secondi. Neanche me ne resi conto, ma mi ritrovai a terra, in ginocchio. Con un ougno ricevuto in piena faccia.
Le lacrime cominciarono a rigarmi il volto, neanche me ne resi conto che qualcuno aveva dato un pugno al ragazzo, che erano stesi a terra che si menavano, che la gente cominciava a riunirsi intorno e a cercare di dividerli.
No, non me ne resi conto, me ne fregai.
Stava andando tutto a merda.

Mi alzai, raccolsi la borsa da terra e, tenedo sempre una mano sulla mia guncia, me ne andai, a passo veloce, sotto gli occhi di tutti.

Non volevo stare li, avevo bisogno di stare sola.

"Ommioddio!" sentii urlare, ma non mi voltai.
Non mi voltai.
Continuai a camminare.

Non ci riuscii, sapevo cosa stava succedendo. Mi voltai, e vidi in lontanza Justin in piedi che riempiva di calci il ragazzo.
Tutti che cercavano di dividerli, Vanessa che strillava cercando di fermare Justin.
Ma lui non lo mollava.
Feci dietro-front e comnciai a correre verso gli altri, verso Justin.
"Justin!" urlai, con le lacimr agli occhi, ma lui non im sentiva.
Mi avvicinai a lui e lo presi per un braccio "Fermati!" gli urlai, ma lui non mi ascoltò, e ricevetti uno spintone da lui che mi fece cadere all'indietro.

"Ai!" urlai, e in quel mometno Justin si voltò. Appena mi vide per terra la sua espressione cambiò totalmente.
Mi venne subito incontro e si abbassò a terra, sotto gli occhi sorpresi di tutti.
"Scusa.. ti ho fatto male?" chiese con sgurdo assente, vuoto.
Scossi la testa "Smettila di piacchiarlo, per favore" gli sussurrai.
Justin mi guardò dolcemente, e mi mise una mano tra i capelli, cominciando ad accarezzarli.
Mi diede un bacio in fronte, cogliendomi di sorpresa.
"Mi dispiace, nonmi piace Vanessa. Mi piaci tu." mi sussurro, in modo che lo sentissi solo io.

Deglutii a fatica. 
Gli occhi mi si riempirono di lacrime e Justin mi prese il mento tra le mani e mi baciò, molto dolcemente, un bacio a stampo, veloce.


Tutti, dico tutti erano rimasti a bocca aperta.

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Capitolo 13
*** Non riuscii a finire la frase.. ***


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Non riuscivo a muovermi, ero immobile, ero scioccata dal gesto di Justin.
Non potevo crederci, non volevo crederci. Come poteva uscire allo scoperto con me? Si rendeva conto che mi metteva in un orrenda posizione?

Alzai lo sguardo verso la folla riunita intorno a noi, tutti quanti a bocca aperta e che bisbigliavano, o che mandavano messaggi.
"Sei una troia!" mi sentii urlare, e vidi Vanessa venirmi incontro bruscamente. Justin mi si mise davanti come uno scudo, ma lo spostai bruscamente, e cominciai a correre, a correre senza fermarmi un istante.
Volevo andarmene, non volevo affrontare i problemi adesso, non avrei retto, troppe emozioni in una sola giornata.

Mi diressi verso l'entrata della scuola, facendomi spazio tra le persone che erano ferme nei corridoi a chiaccherare.
Arrivai nella classe di storia, e mi infilai nell'ultimo banco.

Non feci caso alla lezione, la mia testa era altrove. 
Appena suonò la campana, aspettai che tutti quanti uscissero prima di rimettere i libri nella borsa. Tirai fuori i miei occhiali da sole e me li misi agli occhi. Non volevo farmi riconoscere.
Rimasi ferma immobile, aspettando che tutti la gente cominciasse un po a dispedersi.

Tirai fuori il telefono, e chiamai Adam, per farmi venire a prendere. Non ce la facevo a stare qiu, non con tutti gli sguardi addosso.

"Robyn? Perchè sei ancora qui?" mi chiese il prof con un sopracciglio alzato "Sbaglio o adesso dovresti avere ginnastica?"
"No, vado a casa" dissi facendogli un mezzo sorriso
"Come mai? Ti senti poco bene?" mi chiese chiudendo il quaderno davanti a lui e fissandomi meglio, in cerca di qualcoas che non andasse in me
"Si, ho mal di testa" dissi, e non mentii neanche, avevo davvero mal di testa
"Sollo quello?" chiese con fare interrogatorio. Cazzo, certe volete sembrava che gli adulti riuscissero a leggermi nella mente.
"Si" dissi, e uscii dalla classe con la testa bassa, mi sentivo gli sguardi addosso, e sentivo bisbigliare. Non ci feci caso, e continuai a camminare, fino all'uscita del retro della scuola, dove cominciai a correre verso la macchina di Adam, che era gia arrivato.
Quando entrai non mi chiese niente per sua fortuna, non avevo voglia di parlare.


Corsi subito in camera mia, e non feci caso allo sguardo scioccato di mia madre.
Mi infilai dentro e lanciai la borsa dall'altra parte della stanza, con rabbia.
Non potevo, non volevo crederci.
Oggi avevo perso troppe cose: la mia reputazione, la mia migliore amica, il mio ragazzo, la mia dignità. Sono passata per troia baciando Justin, e mi ero creata una bella nemica, Vanessa.
Mi stesi sul letto e misi la faccia sul cuscino, mettendomi a piangere, senza riuscire a smettere.
Non ci riuscivo, davvero. Mi sentivo una merda.

Improvvisametne sentì un tonfo dietro di me, mi voltai e vidi mia madre entrare improvvisamenet nella mia stanza.
"Cosa stai facendo? E perchè sei arrivata due ore prima?" mi urlò contro
Mi asciugai le lacime e cercai di compormi.
"Niente mamma" dissi
"Pretendo una risposta!" ringhiò
"Ho solamente litigato con David.. e me ne sono andata arrabbiata" mentii, ma non volevo parlare dell'argomento, soprattutto con mia madre, l'ultima persona al mondoche era capace di approcciare un discosrso senza alterarsi o usare le mani.
"E ti sembra una scusa per scappare?!" urlò, e neanche feci in tempo a rispondere che mi arrivò uno schiaffo dritto in faccia "Ti ho insegnato a comportarti così?" mi disse, ridandomi uno schiffo.
"Smettila!" urlai portandomi le mani al volto per proteggermi
"Non ci si comporta così" e mi tirò per i capelli "Ti ho cressciuta cosi?!"

Non potevo credderci. Mia madre mi stava picchiando solamente perchè ero scappata da David? Non perchè avevo lasciato la scuola o avevo un occhio nero. Ma perchè ero scappata di casa.
Roba da pazzi.

"Sei" disse dandomi uno schiaffo "Uno" me ne diede un 'altro "Schifo!"

"Basta!" urlai spingendola via, con le guance che mi bruciavano dal dolore "Smettila, mi fai male!" e mi allontanai da lei, scavalcando il letto, in modo che ci fosse solo il letto a dividerci.
 
"Non azzardarti a urlarmi contro!" mi urlò
"Non mi interessa!" urlai a mia volta "Non sono il tuo stupido burattino, non puoi picchiarmi quando vuoi! Non puoi fare quello che vuoi con me! Sono stanca! Non sei mai venuta, nemmeno una volta a consolarmi, non ti sei mai accorta che stavo male tutti i giorni, non ti sei mai accorta che sto cambiando! Nemmeno ti sei accorta che ho un occhio nero! Tu pensi solo a te stessa e alle tue stupide stronzate! Pensi solo alla mia relazione con David, che sta andando a puttane, pensi solo al mio abbigliamento, che ormai ho cambiato. Pensi solo a te stessa, mai una volta hai pensato a me come figlia. Mai una volta sei venuta ad abbracciarmi, mai una volta mi hai sorriso in modo sincero" dissi con le lacrime che mi scorrevano le guance "Mai sei venuta e mi ha detto ti voglio bene.. mai" dissi, e, non facendocela più, presi la miaa borsa da terra e uscii dalla mia stanza, lasciando mia madre ferma immobile in mezzo alla stanza.


Mi stavo dondolando sull'altalena, immersa nei miei pensieri.
Mi sentivo una merda. Mi sentivo sola.
Avevo litigato con tutti, e nessuno si era preso la briga di venire da me a consolarmi.
Non avevo smesso un momento di piangere questo pomeriggio, avevo gli occhi gonfissimi.
Avevo bisogno di qualcuno.
Avevo bisogno di Justin.

Tirai fuori il telefono adlla mia tascae composi il suo numero, ignorando i messaggi che continuavano ad arrivarmi.
Rispose quasi subito.
"Robyn" disse
"Ehi Justin" dissi con voce debole
"Ma dove cazzo sei sparita?" chiese
"Mi dispiace, avevo bisogno di stare da sola.." dissi
"Potevi rispondere ai messaggi e alle chiamate" sbottò
"Mi dispiace" dissi di nuovo "Senti Justin.." dissi
"Si?" lo sentii dire
"So che non ha senso.." dissi, col cuore che mi batteva a mille "E' solo che mi manchi, mi manchi così tanto" dissi tutt'o d'un fiato
Justin non mi rispose, ma rimase in silenzio
Trattenni il respiro, in ansia di cio che mi avrebbe potuto dire.

In fondo lui prima aveva detto che gli piacevo, pensai, con un sorriso in faccia.
E non potevo negarlo che anche a me piaceva, forse dal momento che lo avevo incontrato quella notte, sotto il lampione dopo la festa.

"Dove sei Robyn?" si limitò a dire lui
"Nel parco dietro la chiesa" dissi, con una nota di delusione nella voce.
In fondo cosa volevo che mi dicesse? Che gli ero mancata da morire? Pff, era gia tanto se mi aveva detto che gli piacevo.

"Rimani li" disse lui, e subito dopo riattaccò.
Mi sentii molto sollevata al pensiero che Justin stava per venire da me, stava per venire a prendermi.

Non passarono nwanche dieci minuti che sentii il rombo del motore dietro di me, e vidi Justin sfilarsi il casco per poi rimetterlo nella moto.
Mi venne incontro, con passo deciso, e appena mi fu vicino mi mise una mano sul volto, e mi bacio, come se fosse onrmale per lui.
Rimasi sorpresa, scioccata, non me lo aspettavo, davvero.
Si comportava come se fossi la sua ragazza..

"Ciao anche a te" gli dissi con ironia
Justin scosse la testa e arricciò la bocca "Perchè sei qui?"
"Ho litigato con mia madre" dissi alzando le spalle
"Perchè?" mi chiese, sorpreso da cio che gli svevo detto

Non volevo dirgli cio che era successo.
"Varie cose" dissi, evitando il suo sguardo
"Ah" disse "E perchè te ne sei andata da scuola?"
Lo guardai a bocca aperta "Scusami, dovevo restare li?" dissi in tono leggermente acido
Justin alzò le spalle
"Ma tu non ti rendi conto!" sbottai "Ho preso un pugno in faccia, tradito il mio ragazzo davanti a tutti e mi sono fatta dare della tria dalla tua ragazza! Secondo te dovevo restare li?" chiesi con ironia
"Beh, io però non me la sono data a gambe" sbottò Justin con gli occhi di ghiaccio. Si stava arrabbiando.
"Ma come ti è saltato in mente di baciarmi?!" sbraitai.

Ero io quella arrabbiata invece. Lui mi aveva rovinato la reputazione.
"Non ti rendi conto di cio che hai causato? Cosa penseranno le persone di me?" ringhiai
"Ma chi cazzo se ne frega del giudizio altrui!" urlò Justin a sua volta
"A me importa!" urlai, con gli occhi lucidi, ma non volevo sembrare debole, non volevo piangergli davanti.
"E allora? A me no" disse lui, riducendo i suoi occhi a fessura "E sai cosa ti dico? Puoi andartene a fanculo. Penso che ho fatto troppo per te e tu non fai altro che urlarmi in faccia?" disse scuotendo la testa con un mezzo sorriso in faccia.
Da vero stronzo.
"Fanculo a te!" sibilai.

Non poteva creare i problemi, farmi litigare con tutti e andarsene. 
No, non poteva.
Justin si voltò, andandosene.

Non potevo crederci, se ne stava andando davvero, mi stava lasciando da sola, per una stupida litigata.

Non è una stupida litigata, ti ha fatto lasciare con David, con cui stavi da nove mesi, mi disse la mia voce interiore
Si ma ha menato un ragazzo per me, e David non l'ha mai fatto.. si è presentato a casa mia di notte con una margherita, e David non l'ha mai fatto, mi ha fatto arrabbiare e perdonarlo più velocemente diquanto facessi con David, mi ha fatto vivere esperienze che David non mi ha mai fatto provare, mi accetta così come sono, mentre David ha fatto storie per un colore di capelli.
Justin se ne frega del parere degli altri, per David è tutto il giudizio altrui.
Justin è ribelle, divertente e unico.
David è la esatta copia di altri migliaia di ragazzi snob.
Io piaccio a Justin anche struccata. A David faccio schifo.

David, dopo nove mesi ancora non mi piace.
Justin, dopo tre ore già provavo qualcosa.


Cominciai a camminare, poi a correre verso Justin, verso il ragazzo con cui volevo davvero stare, ma che mi vergognavo ad ammettere.

Robyn, smettila di essere orgogliosa e corri da lui.

"Justin!" urlai "Tu mi piaci, mi piaci molto più di David, e se potessi tornare indietro a stamattina, non cambierei neanche una virgola!" urlai, finchè non arrivai da liu, e mi trovai faccia a faccia con quei due occhi color miele.
"Mi dispiace, sono troppo testarda e orgogliosa e voglio sempre che le cose vadano come io voglia. Ma alla fine chisseneferga, la vita è un avventura, e che senso a se non esco dalle righe e colgo l'attimo, che senso ha continuare a vivere senza una persone che mi fa cogliere l'attimo, che mi fa dire tutti i giorni 'grazie di esserci'. Che senso ha?" dissi, con un sorriso e il fiatone, ma chissenefrega, lui era qui, e io ero li.

Lo spiansi verso di me e lo baciai, lo baciai con rabbia, con tristezza, con eccitazione, con delicatezza.

Lo baciai in tutti i modi che conoscevo, perchè se volevo cogliere l'attimo, dovevo cominciare a farlo da adesso, con lui.

"Ti giuro però" dissi poggiando la mia fronte sulla sua e riprendendo fiato entrambi "Se mi farai stare male anche una sola volta, io giu-"

Non finii la frase, che Justin mi ribaciò, e sentii contro le sue labbra un sorriso.

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Eiilaa, sono io, Alia:)
Vi piace? Spero di si, ma non recensite molto, e voglio che lo facciate amori miei, cosi la facciamo salire e cosi mi rendete felice, almeno vengo ricambiata per il lavoro che faccio

Comunque vi adoro lo stesso, giuro, tutto questo lo faccio solo per voi, e cerco di non essere mai in ritardo a postare i post.

Comunque, continuo a dieci recesioni, giuro;)

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Capitolo 14
*** Famiglia ***


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Salimmo in motorino insieme, e Justin mi porse il casco, che mi infilai.
Misi le mani intorno alla sua vita, e mi venne in mente la prima volta che ero salita su quel motorino.


Arrivammo nel parcheggio, e tirò fuori le chiavi della sua moto
Mi poggio a terra, e mi ressi al suo braccio per non perdere l'equilibrio.

"Dai sali" disse non appena salì in moto e porgendomi il casco.
Rimasi scioccata, ma ormai oggi ne avevo viste talmente tante che cio non era niente per me.
"Okay" dissi prendendo il casco e saledo dietro di lui. Misi le mani intorno alla sua vita e lui fece partire il motore.
"Non preoccuparti, so giudare" disse strizzandomi l'occhio attraverso lo specchietto.
Abbassai lo sguardo per l'imbarazzo.
Non mi capitava spesso di sentirmi in imbarazzo con i ragazzi, specialmente con uno di questo genere.


Risi al pensiero di quel ricordo. Quante cose erano successe. Non lo conoscevo bene Justin, e ancora adesso non lo conosco bene, ma qualcosa mi spingeva a stare vicino a lui, a non lasciarlo andare. Qualcosa che non riuscivo a spiegare.

"Dove ti porto?" mi chiese Justin, strappandomi dai miei pensieri.
Non eravamo ancora partiti.
"Non lo so, dove vuoi" dissi facendo spallucce
"A che ora devi tornare a casa?" mi chiese
"Io non torno a casa" sbotta, come se fosse la cosa più normale da dire
"Cosa?" mi chiese Justin voltandosi e guardandomi seriamente negli occhi
"Io non ci torno, ho litigato con mia madre" dissi
"E dove vorresti andare?" mi chiese
"Non lo so" dissi imbarazzata, e abbassando lp sguardo "Non ci ho pensato"
"Ma se io non fossi venuto qui, tu avresti dormiito in una panchina?" mi chiese in tono acido
"No" dissi scioccata, non avrei mai potuto dormire su una panchina. Che schifo.
Justinscosse la testa "Sei davvero infantile" disse

Cercai di tenere a freno la lingua. Non volevo litigarci, non di nuovo.

Justin fece partire il motore e ci avviammo. Non gli chiesi dove stavamo andando, non volevo parlargli.
Arrivammo dopo dieci minuti in una strada familiare.

Scesi senaza dire niente e mi sfilai il casco, porgendolo a Justin.
Alzai la testa e guardai l'alto condominio in cui abitava Justin.


Arrivammo dopo circa dieci minuti, davanti ad un alto palazzo, un condominio molto probabilmente.
Si fermò davanti e io scesi, togliendomi il casco e porgendoglielo.
"Abiti qui?" chiesi sorpresa che mi avesse portata a casa sua
"Si" disse togliendo le chiavi dalla moto e voltandosi verso di me "Ti devo prendere in braccio o ce la fai a camminare?" chiese piegando leggermente la testa
"No ce la faccio, grazie" dissi
Lui si limitò a prendermi per un braccio e mettrlo dietro alla sua spalla, in modo che potessi apporgiarmi a lui mentre camminavo.
Gli sorrisi debolmente e cominciammo a camminare verso il palazzo.

Justin abitava al socondo piano, e non c'era l'ascensore per arrivarci. L'appartamento non era molto grande, modesto.



RIcaccai indietro il ricordo con un sorriso.
"A cosa pensi?" mi chiese Justin, mentre chiudeva a chiave il motorino
"Alla prima volta che sono stata qui" dissi imbarazzata
"Ah" si limitò a dire Justin, alzandosi e cominciando a incamminarsi verso il portone del palazzo. Gli camminai dietro.
Salimmo le scale in silenzio, un silenzio alquanto imbarazzante.
Mi sentivo un intralcio, di troppo.
E se lui non voleva che andassi a casa sua? Era ovvio che c'era la sua famiglia

"Senti Justin.." dissi fermandolo per un braccio e facendolo girare "Non penso che io debba entrare. E' meglio che chiamo Adam.." 
"Perchè?" chiese Justin alzando un sopracciglio
"Perchè si.. mi sento di troppo, sento che non dovrei essere qui.." dissi abbassando lo sguardo
Justin non mi rispose, ma sentii la sua mano sul mio braccio, alzai lo sguardo.

I suoi occhi, non mi sarei mai stancata di guardarli, mai.

Mi mise una mano sul volto e mi baciò teneramente, a lungo.
Rimasi sconcentrata, non sapevo cosa rispondere, non sapevo come reagire.
Ma stranamente im rilassai, capii che li era il mio posto, che dovevo essere li, tra le sue braccia.

Fu in quel momento che si aprii la porta, e ne uscii una donna, non molto alta e lunghi capelli neri.
Justin si staccò subito da me e io diventai subito rossa.
"Justin?" chiese la donna, che era evidentemente sua madre.
"Mamma" disse Justin infilandosi una mano in tasca e grattandosi la testa "Robyn rimane qui stanotte"

In quel momento volevo morire, sparire, evporare, uccidere Justin, svenire.

Gli diedi una gomitata, forte, tanto che Justin si voltò e mi guardò rabbioso
Io feci altrettanto.

"Ah.. va bene" disse sua mamma sconcentra, che rientrò subito
Justin entrò e io lo seguii, e fui subito invasa da un profumo fantastico.

Justin entrò in salotto, e io rimasi in corridoio, sperduta.
Che cazzo dovevo fare? 
"Mamma cosa hai cucinato?" disse Justin, e sentii un tonfo. Justin si era seduto sul divano.
E si era dimenticato di me.
"Cibo" disse sua madre
Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva.

"E tu chi sei?" mi sentii dire da dietro
Mi voltai allarmata e mi ritrovai faccia afaccia con due bambini.
"Robyn.." dissi con voce agitata
"E cosa ci fai qui?" chiese la bambina, che era più grande del bambino
"Sono con Justin" dissi.

"Ma dove hai lasciato la tua amica?" sentii dire dal salotto
"Sarà li in giro" disse Justin
"Valla subito a chiamre!" strillo sua madre "Idiota!"

"Jazmine, chiamiamo la polizia?" disse invece il bambino
"Forse è meglio" rispose lei
Li guardai a bocca aperta. Ma dov'ero finita?

"Ma che cazzo ci fai ancora qui?" mi disse Justin che improvvisamente si era materializzato dietro di me
"Sei tu che mi hai lasciata sola" sbottai
"Dovevi seguirmi e basta" disse lui in tono severo
Alzai gli occhi al cielo esasperata. Ma che cazzo pretendeva?

"Justin, chi è quella?" disse la bambina
"Una mia amica" sbottò Justin

Mi pietrificai a quella risposta. Non so cosa mi aspettavo, ma mi incazzai.
"Penso proprio che ho fatto male a veenire" dissi in tono leggermente di ghiaccio
"Senti Robyn, non cominciare con ste stronzate" sbottò lui "Dai, vieni in salotto che mangiamo"
"Non ho fame" sbottai
"Non fare la bambina" mi disse Justin in tono tranquillo.

Lo avrei preso a schiaffi.

"Stronzo" sibilai, e in quel momento fece capolino la mamma di Justin
"Allora? Venite o no?" chiese con un sorriso in faccia
"Arriviamo" sbotto Justin
Gli sorrisi debolemte e andai in salotto, passando davanti a Justin come se non esistesse
Mi sedetti al tavolo, e i due bambini si sedettero vicino a me, uno a sinistra e l'altra a destra.
Perfetto, così Justin non si sarebbe sedetu di fianco a me.

"Sei la ragazza di Justin?" mi chiese il bambino
"No" dissi sorridendogli
"E allora chi sei?" chiese
"Nessuno" dissi

Non feci caso a Justin che si sdeette davanti a me, ma feci caso all'uomo che gli si sedette di fianco.
Il padre.
Era davvero molto bello, muscolo e con un paio di tatuaggi.
Mi sorrise non appena notò che lo stavo osservando.
Abbassai lo sguardo imbarazzata.

"Allora" disse la madre entrando in salotto con una grande pensola  e poggiandola al centro della tavola "Da quanto state insieme?"
"Non stiamo insieme" disse Justin.
Gli sorrisi in maniera arrogante.
Gli avrei dato un pugno.

Cominciammo a mangiare, tra battutine del padre e dei bambini.
Io non dissi niente, eri troppo imbarazzata, e Justin non mi aveva nemmeno calcolata.
Fu  in quel momento che mi vibrò il telefono in tasca, e per tirarlo fuori quasi buttai a  terra il mio piatto.
Mi alzai dal tavolo imbarazzata "Scusate" dissi e risposi al telefono

"Robyn, dove cazzo sei?!" sbraitò David non appena risposi
"Non posso parlare adesso" dissi, cercando di mantenere il controllo
"Non me ne frega un cazzo! Ma ti rendi conto?" sbraitò.
Cazzo, non si era mai arrabbiato così.

Uscii dal salotto, sotto lo sguardo di tutti.
Entrai nella prima stanza che trovai.
"Senti David, sono impegnata, non possiamo parlarne domani?" dissi
"Perchè non mi rispondevi al telefono?" disse
"Avevo bisogno i tempo" dissi, cercando di non urlare
"Pensavi che non lo avrei mai scoperto? Pensi davvero che io sia così stupido?!" urlò
"No.. non l'ho mai pensato" dissi, con le lacrime che mi cercavano di uscire dagli occhi.

Mi sentivo una merda per averlo trattato così-

"Me lo merito?" mi chiese dopo un attimo di silenzio
"No.. nessuno se lo meriterebbe.. sono una stronza.. scusami.." dissi, con le lacrime che mi scorrevano per il viso
"Si sei una stronza. Dopo tutto quello che ho fatto per te tu mi ringrazi facendo la puttana in giro?" sbraitò

Non riuscii a credere alle mie parole..
In quel momento entrò Justin nella stanza in maniera rabbiosa.

"Mi siapice.." dissi tra i singhiozzi
"Non me ne faccio niente delle tue scuse!" urlò.

Justin mi mise una mano sulla spalla, ma io la scrollai via bruscamente
"David.." dissi "Non volevo.."
"Fanculo" e riattaccò.

Le lacrime continuarono a scorrermi ininterrottametne, e mi sedetti ai bordi del letto.
"E' tutta colpa tua" dissi 
"Cosa?" disse Justin sorpreso
"Si" dissi alzandomi improvvisamente dal letto "Se non ti avessi incontrara, se tu non mi avessi chiesto di scopare, forse oggi stare ancora con David!" dissi con rabbia "Lui non si merita questo"
Justin si passo una mano tra i capelli con rabbia, e mi guardò con rabbia
"Va bene, è colpa mia. E allora? Quel che è successo è successo, e prorpio tu mi hai detto che non avresti cambiato una virogla di cio che abbiamo fatto" disse lui con rabbia

Deglutii a fatica. Aveva ragione.
"Mi dispiace" dissi risedendomi nel letto "Non me la devo prendere con te.. è che mi sento male al pensiero che una persona ora deve soffrire per le mie stronzate"
"E quindi? Tu non hai diritto di fare quello che vuoi? Non hai il diritto di essere felice?" mi chiese sedendosi di fianco a me
"Si" dissi asciugandonmi le lacrime
"E mi dispiace se prima me la sono presa con te, ma capiscimi, tutto questo è nuovo per me. Non sono abituato a presentare le ragazze ai miei genitori, non sono abituato ad una cosa.. così" disse.
"Tranquillo" disse facendogli un debole sorriso
"Mi diapice che tu ti debba trovare in questa situazione per colpa mia" disse mettendomi una mano intorno alla spalla e attirandomi a lui
"Non è colpa tua. Se io non lo volevo non sarebbe sucesso, no?" chiesi sorridedogli

"Già" e mi diede un bacio in fronte

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Capitolo 15
*** L'inaspettato ***



Poggiai stancamente la testa sul petto di Justin.
"Non mi va di andare a scuola domani" dissi pigramente
"Non andiamoci" disse lui impassibile
Alzai lo sguardo verso di lui "No, devo andarci, non posso scappare dai problemi"
"Allora andiamoci" ribattè lui
"Cosa? Così la gente mi osserverà e mi sparlerà tutto il giorno?" dissi sorpresa e allontanandomi da lui
"E allora cosa vuoi fare?" mi chiese Justin evidentemente scocciato da questo argomento
Sprofondai la faccia sul cuscino e lanciai un piccolo grido, soffocato da cuscino.

Stavo immpazzendo. Avevo la testa piena di pensieri.
Domani mi sarebbe toccato vedere David, Katrin, l'intera scuola, affrontare la realtà. Non potevo restare a casa, prima o poi avrei dovuto affrontare la realtà 
Meglio prima che dopo mi diceva sempre mia nonna.

"Domani andiamo a scuola" dissi alzando la testa dal cuscino e sorridendo a Justin.
"E come mai adesso sei improvvisamente contenta?" mi chiese prendendomi per i fianchi e avvicinandomi improvvisamente a lui
"Perchè tanto prima o poi le persone se ne dimenticheranno, e come dici tu, chissenfrega degli altri e di quello che pensano" dissi col sorriso stampato in faccia
"Mmm" disse Justin sfiorandomi l'orecchio con il naso.
"Mi fai il solletico!" sghignazzai dimenandomi sotto la sua stretta
Justin si limitò a stringermi più forte i fianchi e si avvicinò col corpo più a me, in modo che il mio petto fosse appicicato a suo petto.

Cominciò a baciarmi e succhiarmi il collo, provocandomi brividi per tutto il corpo.
"J-Justin.." balbettai
"Shh" mi disse continuando ad esplorarmi il collo, andando sempre più in basso, fino a raggiungere il mio regiseno, che tolse così rapidamente che nemmeno me ne accorsi. Cominciò a torturarmi i capezzoli, facendomeli indurire al solo contatto delle sue labbra.
Imprecai un bel po di volte, pregandolo di smetterla e di avere di più.
Cazzo, solo liu riusciva ad eccitarmi così velocemente.
"Con calma piccola" mi sussurrò contro i miei seni. 

Gli misi una mano dentro i boxer, cogliendolo di sorpresa. Aggrottò la fronte, ma subito dopo si rilassò, e riprese a torturarmi i seni.
Cominciai ad accarezzargli il suo membro, provocandogli vari gemiti.
Feci scorrere la mani su e giù per il suo membro, e sentii il suo respiro farsi sempre più affannoso
Lui cominciò ad esplorarmi il pube, neanche me ne resi conto per quanto ero impegnata.

Fece dei delicati movimenti circolari sul mio clitoride, poi infilò il dito dentro. Lanciai un piccolo gemito, mi aveva colto alla sprovvista. Cominciò ad andare giu e su, aggiungendo sempre più dita.

Stavo per esplodere, smisi anche di fare quello che stavo facendo con il suo membro.
Ciò disturbò Justin, visto che si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò "Non dovevi smettere"

Mi provocò dei brividi, e gli misi una gamba intorno alla vita, e attirandolo a me, in modo che mi potesse dare di più.
"Con calma" mi disse ridendo, e tirò fuori le dita da dentro di me
"Noo.." pigniucolai
Justin mi abbassò le mutandine delicatatamente, lasciandomi piccoli baci nei fianchi
"Dai" sbottai
Justin si mise a ridere e scosse la testa
Si posizionò sopra di me, con una scintilla negli occhi "Ora ti do quello che vogliono tutte"

Rimasi un po sconcentrata a cio che disse, ma non ci feci molto caso, visto dopo pochi istanti era dentro di me.
"Cazzo.." dissi con il respiro pesante

In quel momento la porta si spalancò.

Vidi i miei anni di vita passarmi davanti.

Justin non si disturbò neanche ad uscire da me, ma si sdraiò su di me, portando le coperte sopra di noi, in modo che nessuno potesse vedere.

"Justin.." disse Jazmin stropicciandosi gli occhi "Ho paura"
"Cazzo Jazmine, esci" sbottò Justin 
"No.. posso dormire con voi?" disse avvicinandosi al letto.

Mi mossi leggermente sotto Justin, e subitò dopo Justin mi fulminò con lo sguardò
"Non posso scoparti davanti a mia sorella" sussurrò "Quindi smettila di muoverti"
Rimasi a bocca aperta.

"Esci Jazmine" disse Justin
"No. E poi Jaxon scoreggia" disse lei incrociando le braccia al petto
Justin si limitò a sbuffare
Jezmine camminò verso il lettone, e i salì sopra.

Mi misi a ridere sotto le coperte, e cinsi Justin in un abbraccio, facendolo sprofondare più dentro a me.
Justin inspirò bruscamente 
"Dai Justin.." gli sussurrai all'orecchio
"Mi prendi per il culo?" chiese lui staccandosi da me.

Poi si alzò, uscendo da me.
Ci rimasi malissimo

Ma che ci potevo fare? Non potevo pretendere che mi scopasse davanti a sua sorella.

Mi alzai e mi infilai la maglia di Justin, e andai in bagno, senza dire niente a Justin.
Ero davvero imbarazzata. 
Pretendevo cose che non potevano succedere.

Mi guardai il volto allo specchio.
Ero spettinata e rossa in volto. Uno schifo.

Mi sentii cingere in vita. E vidi il volto di Justin attraverso lo specchio
"La scopata migliore della tua vita eh?" dissi con ironia
"Già" mi disse baciandomi il collo
"Scusa" sospirai
"Perchè?" mi chiese alzando un sopracciglio
"Perchè ti ho istigato prima.. con tua sorella vicino.." dissi imbarazzata
Justin si lasciò scappare una risata
"Beh, mi hai dato più voglia" mi disse con voce roca, davvero, davvero sexy.

Mi voltai e gli misi una mano intorno al colla, e lo baciai a stampo, molto delicatamente.
Justin mi spinse contro il lavabo
"Non pensare che non cel'abbia più duro" mi disse facendomi l'occhiolino

Rimasi a bocca aperta, per l'ennesima volta.
Justin mi fece salire contro di lui, e gli misi le gambe intorno alla vita, cingendolo.

Non passo poco che era di nuovo dentro di me.
Ma non aveva paura che i suoi genitori lo sentissero?
Cosa avrebbero pensato di me?

Justin continuò a darci dentro, incurandosene di questi piccoli particolari.
Ma d'altronde cosa potevo pretendeer da uno così?

Lo osserva attentamente, così serio mentre si dava da fare, il suo respiro mozato da piccoli gemiti, piccole gocce di sudore che gli scendevano dalla testa.
E quelle labbra, quelle labbra scolpite perfettamente. Sembrava un dio.
Non mi ero mai resa conto fino ad edesso di quanto fosse bello. Davvero bello.
E bravo a scopare.


"Shh" dissi spingendolo dentro camera sua, dove c'era Jazmine che dormiva trnaquillamente.
Ci infilammo sotto le coperte, e Justin mi cinse la vita con le braccia, e mi addormentai subito.

Dormii tranquillamente, finchè la sveglia non cominciò a suonare.

L'incubo stava per cominciare.


"Non voglio" dissi incrociando le braccia al petto.

Eravamo davanti a scuola, ed ero appena scesa dal motorino di Justin. 
"Non fare la bambina" sbottò Justin
"Cosa? Non lo sto facendo, ma non voglio affrontare le cose adesso." dissi in tono acido
"Non mi interessa" sbottò lui, incamminandosi verso scuola
"Sei uno stronzo" gli dissi dietro, e cominciai a camminare dalla parte opposta in cui andava lui. Attraversai la strada arrabbiata e girai l'angolo.


Fu in quel momento in cui li vidi.

In cui vidi ciò che non avrei mai voluto dire, in cui vidi il mio peggior incubo, ciò che non mi sarei mai e poi mai aspetttata.


Gli occhi mi si riempirono di lacrime.

AVVISO IMPORTANTE.

OKAY, lo so, mi odierete tanto per il fatto che non metto un capitolo da tipo nove mesi.. so che questa storia è seguita e piaciuta da molti ma vi giuro, ho AVUTO UNA SERIE DI PROBLEMI che non sto a raccontarvi.
In più, GO SCRITTO UNA VUOVA FF INTITOLATA REMEMBER; la potrete trovare nella mia pagina qui di efp, è bella, ve la consiglio.

VI CHIEDO ANCORA SCUSA MA E VI PROMETTO CHE METTERò I CAPITOLI.


Se avete bisogno, contattatemi su fb mi chiamo Alia Bedrani.

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Capitolo 16
*** Michael. ***




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Deglutii a fatica, la gola mi  si era improvvisamente seccata. Avevo bisogno di acqua, non tanto per berla, ma per spruzzarmela in faccia a vedere se quello che vedevano i miei occhi era vero o no. 

Volevo voltarmi e cominciare a correre, anzi no, volevo prendere a schiaffi Katrin. 
Ma soprattutto volevo sputare in faccia a David.

"Robyn?" disse Katrin appena si accorse della mia presenza.
Si affrettò a staccare il braccio dal collo da David e abbassò lo sguardo imbarazzata.
"Si proprio io" dissi in tono arrogante incrociando le braccia al petto e ticchettando il piede ripetutamente contro il suolo.

Ero nervosa, molto nervosa. Ed arrabbiata.

La mia migliore amica? Con il mio ex? 
Da quanto? E perchè?

"Senti Robyn.." disse Katrin con voce tremante "Non è come pensi"

Non so cosa mi prese, non so perchè lo feci, forse la rabbia, forse la frustrazione, forse il momento sbagliato.
Sta di fatto che gli diedi uno schiaffo.
Ma non me ne pentii di averglielo dato, anzi, gli diedi anche uno spintone e diedi ripetuti calci a David.

Non riuscivo a controllare il mio corpo.

"Smettila!" mi tuonò David prendendomi per entrambi i polsi "Possiamo spiegarti"
"Non me ne frega un cazzo!" urlai, le lacrime che mi rigavano il volto
"Robyn.." disse tra i singhiozzi Katrin
"Stammi lontana tu" sibilai cercando di divincolarmi dalla stretta di David che non aveva intenzione di mollarmi "Non ti azzardare a rivolgermi mai più la parola"

Katrin scosse la testa "Non puoi.. almeno non prima di averci ascoltato"
"Mollami!" urlai a David dandogli un forse calcio al ginocchio.

Ero stanca di farmi mettere i piedi in testa. Avevo subito abbastanza.
Tradita. Dalla mia migliore amica.
Tutto, ma non questo.
Katrin, la ragazza con la quale avevo condiviso tutto, alla quale avevo raccontato tutta, quella con qui andavo ovunque e che mi dava consiglia.
Lei, la mia migliore amica da otto anni mi aveva tradito. Mi aveva umiliato, mentito.
Un pugno allo stomaco avrebbe fatto meno male, la perdita del mio cane avrebbe fatto meno male.
Me lo meritavo?

Forse è per questo che parlava molto con David, che gli aveva detto della rissa tra me e Vanessa, che si lanciavano sguardi strani alla mensa, che parlavano poco fra di loro quando c'ero io, che David non lo vedevo quasi mai nei week-end e anche Katrin.
Si spiegava tutto, ma non il perchè. Non a me.
Non pensavano che cio mi avrebbe ferito? Che ci sarei rimasta male?

Scossi la testa, cacciando via questi disgustosi pensieri. Mi veniva da vomitare, da vomitargli in faccia.

"Non me lo merito..." dissi con voce debole, una volta che David mi mollò, e si massaggiò il ginocchio.
"Robyn, se ci lasci parlare" intervenne David con rabbia
"Cosa? Tu hai anche il coraggio di volermi dare delle spiegazioni?" sbraitai a David, con il dito puntato minacciosamente contro il suo petto e i miei occhi che ardevano di rabbia.

Ripensai al discorso che io e David avevamo avuto ieri al telefono.


"Me lo merito?" mi chiese dopo un attimo di silenzio
"No.. nessuno se lo meriterebbe.. sono una stronza.. scusami.." dissi, con le lacrime che mi scorrevano per il viso
"Si sei una stronza. Dopo tutto quello che ho fatto per te tu mi ringrazi facendo la puttana in giro?" sbraitò
[..]
"Mi siapice.." dissi tra i singhiozzi
"Non me ne faccio niente delle tue scuse!" urlò.
[..]
"David.." dissi "Non volevo.."
"Fanculo" e riattaccò.


Sorrisi con ironia scuotendo la testa.
 "Proprio tu che ieri sera mi hai chiamato dicendomi che sono una troia e una stronza. Che tu non te lo meritavi e stronzate del genere" dissi infilando il dito ancora di più nel suo petto "Hai ragione, forse io non sono da meno visto che anche io ho fatto la mia oarte andando con Justin, ma tu e Katrin? La mia migliore amica?" dissi indicando Katrin.
Neanche la guardai in faccia.
"Mi correggo, la mia ex migliore amica" sbottai

"Robyn tu non capisci. Noi te lo avremmo detto. Era solo questione di tempo" disse Katrin
"Cosa?" dissi con rabbia voltandomi verso di lei "Me lo avresti detto prima o poi? Ma ti rendi conto? Tu. Katrin. Te. La persona con cui ho condiviso tutto. La persona a cui ho dato tutto."
"Non è così.. io ti voglio bene.. e non era mia intenzione farti soffrire"
"Dovevi pensarci prima" sbottai con rabbia

"Non azzardarti ad aggredirla. Sbaglio o sei tu quella che mi ha fatto le corna? Pensi di essere migliore di lei?" mi disse con rabbia David
"Si" sbottai "Sono migliore di lei. Sono migliore di te. Perchè io ho tradito il mio ragazzo, una sola persona, mentre io sono stata tradita da due persone, due persona importanti per me. Dalla mia migliore amica e dal mio ex. E questo fa la differenza"

"Robyn.. non capisci.. anzi.. capisci.. visto che anche tu sei stata tenta da Justin.. era più forte di te, era più forte di noi. Non so come sia successo.. ma è successo e basta, e fidati, nessuno di noi voleva ferirti, nessuno di noi voleva farti del male. Non ci abbiamo pensato.. abbiamo pensato subito che sarebbe finita subito,che sarebbe stata una cosa da poco, che non te ne saresti mai accorta. Che tanto.." disse Katrin tra le lacrime

"Che tanto? Tanto io sono abituata alle prese per il culo? A fare quello che gli altri mi dicono di fare? Sono la stupida di turno? Massì dai, fate quel cazzo che volete, tanto io non ho sentimenti." dissi alzando le braccia al cielo con rabbia "Tanto ci sono abituata alle prese per il culo dalle persone che amo. Tanto chissenefrega di Robyn, tanto lei prima o poi dimenticherà tutto, tanto lei è abituata" 
"No.." disse Katrin portandosi una mano alla bocca e singhiozzando di più "Non è così.."
"Senti" dissi scuotendo la testa e pulendomi il viso con il dorso della mano "Non mi interessa. Ci sono abituata"
E mi voltai, camminando verso la scuola.
Sembravo un fantasmi, i miei occhi azzurri due pozze di dolore, gonfi e rossi. 
Camminavo fissando il vuoto, non degnadomi del mormorio nel corridoio, non degnado di uno sguardo Justin che mi aveva chiamato. Non degnando di uno sguardo nessuno.

Mi infilai in classe, una classe a caso, che forse nemmeno era la mia, e mi sedeti in fondo, nell'ultimo banco che c'era, nascosto da tutto e da tutti.
Appoggiai le braccia al banco e ci misi la testa sopra, e cominciai a singhiozzare, a piangere, a sfogarmi, a urlare interiormente contro me stessa. Perchè ero stanca, stanca di farmi prendere per il culo, stanca di sentirmi dire cio che devo o non devo fare, staca di soddisfare gli altri e mai me stessa.

Avevo perso tutto, e stavo ancora perdento tutto.
Avevo perso la mia migliore amica, il mio ragazzo, mia madre, gli amici, la dignità e non la finivo mai di litigare ocn Justin.

Nessuno ti vuole, mi disse la mia voce interiore, e non aveva tutti i torti.
Ero sola, non avevo nessuno, tutti mi evitavano e mi tradivano.

Nessuno resta, se ne vanno sempre tutti, anche chi ti aveva promesso di rimanere per sempre, soprattutto chi ti aveva promesso di rimanere per sempre.

"Tieni" mi sentii dire
Alzai la testa, e  vidi un fazzoloetto che mi penzolava davanti alla faccia 
Riabbassai la testa senza neanche rispondergli
"Almeno un no grazie farebbe piacere" mi sentii dire.

Alzai la testa scocciata e presi bruscamente il fazzoletto, senza degnare di uno sguardo chi me loaveva offerto.
Mi asciugai gli occhi e mi pulii il trucco sbavato, e poi mi ci soffiai il naso.

"Stai bene?" mi chiese
"Secondo te?" sbottai con rabbia voltandomi verso di lui

Mi ritrovai faccia a faccia con un ragazzo con gli occhi marrone scuro e i capelli spettinati.
Carino.

"Scusa" dissi subito dopo "Non è giornata"
"Ho notato" disse lui con distacco e tornando a fissare il professore che stava spiegando non so cosa

"Che lezione è?" chiesi dopo un po imbarazzata
"Letteratura inglese" disse lui non degnadomi di uno sguardo
"Senti, mi dispiace" gli dissi con tono esasperato "Scusa se ti ho aggredito, ma davvero, oggi non è giornata" 
"Lo so" disse lui guardandomi e accennandomi un piccolo sorriso
"Okay" dissi sorridendogli debolemente a mia volta, e ritornai a poggiare la testa sul banco, intenta a ritornare nei miei pensieri.


"Forse è meglio se esci dalla classe" sentii dire mentre qualcuno mi scuoteva delicatamente per la spalla.

Alzai di scattp la testa rendendomi conto che mi ero addormentata.
Avevo gli 0cchi appesantiti e stanchi.
"Oddio" farfugliai raccogliendo la mia borsa da terra e mettendomela nella spalla "Mi sono addormentata"
"Ho notato" disse il ragazzo con una nota di umorismo nella voce
"Merda, non se n'è accorto nessuno?" chiesi ansiosa
"Se ne sono accorti tutti da come russavi, e tutti si sono accorti che stavi anche piangendo, e tutti si sono anche accorti che sei Robyn Parker, quella che è stata menata fuori da scuola e che ha tradito il ragazzo" disse con un sorriso ammicante sul volto

Rimasi a bocca aperta.
Cazzo.
"Ehm.." dissi, più che altro farfugliai, perchè non sapevo che cosa dire
"Ma tranquilla, ti capisco, e non ti giudico per questo. La maggior parte delle cose che dice la gente sono stronzate, e non mi piacciono i pettegolezzi" disse facendo spallucce
"Grazie" dissi affrettandogli un sorriso "Davvero" aggiungi, notando il suo sguardo poco convinto.
"Comunque piacere, Michael" disse porgendommi la mano
"Robyn" dissi stringendogliela "Anche se non mi serve presentarmi"

Lui azzardò un piccolo sorriso
"Comunque scusa ancora per prima" dissi mentre uscivamo dalla classe
"Niente" disse lui facendo spallucce "Ma come mai piangevi così molto prima?"

Ma non si poteva fare gli affari suoi? Nonsapevo neanche chi fosse diamine.

Merda Robyn, poi ti lamenti se le persone dopo non ti voglio più, mi disse la mia vocina interiore.

Forse aveva ragione, forse non dovevo essere così stronza.

"La mia migliore amica se la fa con il mio ex" dissi tutto d'un fiato, trattenendo le lacrime che volevano uscire.

"Cazzo.." disse lui grattandosi la testa
"Già" dissi con rabbia "Che merde eh?"
"Non so cosa dirti.. davvero" disse

Ma che cosa voleva fare lui d'altronde? Tornare indietro nel tempo e aggiustare tutto? No. Non so neache perchè stavo prendeno così tanta confidenza con questo ragazzo.

"Niente, non puoi dire e fare niente" sospirai "L'unica cosa che puoi fare è smettere di chiedermi cose su quest'argomento, perchè più ne parlo e più ci penso, più sto male"
"Scusa" disse lui imbarazzato "Se vuoi posso parlarti di altro"
"Mi dispiace" dissi fingendo un sorriso "Ma devo andare a lezione e questa è la mia aula" dissi indicando l'aula di biologia di fronte a noi
"Ah" disse lui visibilmente imbrazzato, di nuovo "Sarà per un altra volta"
"Sarà per un altra volta" dissi io sorridendogli, anzi, fingendo di sorridergli.

Perchè si vedeva che stavo male, si vedeva per davvero.

Entrai nella classe, e la prima cosa che vidi fu Katrin seduta al mio solito banco.
Non mi aveva visto entrare. Per fortuna.

Uscii dall'aula e camminai velocemente, fino a raggiungere un ciuffetto spettinato in mezzo alla folla.


"Michael!" dissi tirandolo dalla manica "Che ne dici di parlare di altro ora?"

Lui si voltò e mi fissò sconcentrato.
Poi un leggero sorriso gli sfiorò le labbra, e scosse la testa
"Sei davvero strana" disse e cio mi strappo un sorriso.
Alzai le spalle "Lo so, non sei il primo che me lo dice" e cominciammo ad incamminarci nel corridoio.


Sapevo che niente da quel momento sarebbe stato più come prima.

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Capitolo 17
*** A new friend. ***


A new frined.

 

"Da quand'è che fumi tu?" mi chiese alzando un sopracciglio sconcentrato, come se non fosse abituato a vedere una ragazza fumare.
"Non da molto" dissi facendo un altro tiro dalla sigaretta "Ma sai, il nervoso"
"Ci sono altri modi per alleviare il nervosismo" mi disse Michael continuando a guardarmi in modo perplesso.

Mi limitai ad alzare le spalle e continuare  fumare senza dire una parola.
In realtà, non sapevo nemmeno cosa rispondergli. Si, c'erano molti modi per alleviare lo stress. C'era chi faceva pugilato, chi si sfogava scrivendo o altro, E c'era chi fumava. I o ero nella cerchia dei fumatori. Non che fumassi da tanto, ma avevo cominciato perchè avevo il bisogno di farlo, anzichè farmi fare un occhio nero in un incontro preferivo fumare, e mi piaceva il sapore del tabacco sulla lingua, dannazione se mi piaceva.
Quindi continuai a fumare senza dare troppo peso alle occhiatacce di Michael. 

Decisi anche che era meglio cambiare argomento, ma cosa dirgli?
Avevamo parlato davvero tanto. Gli avevo parlato di Katrin e David, dei miei hobby e stronzate simile.
In pratica una normale chiaccherata che si ha tra amici.


Eravamo seduto sotto un albero da praticamente mezz'ora, nel parco di fronte alla grande scuola, nascosti dalle finestre scolastiche e dalle varie persone, in modo che nessuno si accorgesse di noi e della nostra assenza alle lezioni.

"Sicuro che non ti dispiace perdere un ora di lezione?" gli chiesi
"No" disse scuotendo la testa "Matematica posso recuperarla"
Gli sorrisi debolmente e feci un ultimo aspiro dalla sigaretta, prima di buttare il mozzicone per terra e calpestarlo con la suola delle scarpe.

"Con il tuo ragazzo come va?" mi chiese Michael per rompere il ghiaccio
"Niente, litighiamo molto, anzi, troppo" dissi alzando gli occhi al cielo "E lui è troppo orgoglioso per chiedere scusa o per ammettere di avere torto. E' lunatico, cambia sempre umore, certe volte mi aggredisce senza motivo" dissi facendo spallucce, come se la cosa fosse assolutamente normale.

Ma non era normale, per niente. Pensai.

"E perchè ci stai insieme allora?" chiese Michael, senza però guardarmi. Teneva lo sguardo fisso di fronte a sè.
Seguii la sua stessa traiettoria e vidi che stava guardando due ragazzine, probabilmente del primo anno avvinghiati l'uno con l'altro.

Poveri stupidi, pensai, sicuramente credono di essere innamorati ma loro cosa ne sanno dell'amore?


"Non lo so" dissi dopo averci riflettuto un attimo.

Davvero, non lo sapevo. 
Lui mi faceva urlare, arrabbiare e farmi pentire di aver lasciato David per lui.
Lui era l'opposto di me, lui è inaffidabile,  uno stupido ragazzo.
Non capivo nemmeno cosa ci trovassi in lui.


"E perchè hai lasciato David per lui?" chiese
"Perchè.." dissi "Perchè David non è Justin"

Michael corrugò la fronte, come se la mia risposta provenisse dalla bocca di un bambino.
E in effetti sembrava una risposta stupida, però era la verità. 
Michael però non disse niente, rimase in silenzio come per riflettere su quelle mie parole.
Io invece non avevo bisogno di pensare a quelle parole, erano vere e basta.

"Scusa se mi intrometto così" disse interrompendo il silenzio di nuovo "E' che davvero non capisco le scelte di certe persone"
"In che senso?" chiesi scrutandolo attentamente
"Cioè, perchè scegliere la via più insidiosa e non quella più facile? Perchè scegliere qualcuno che già sai che ti farà stare male e non uno che sai che non ti ferirebbe mai?" chiese

Sgranai gli occhi a quelle sue parole. Aveva ragione, aveva dannatamente ragione però io non lo volevo ammettere con me stessa.
Io ero di un opinione diversa al momento.

"Non è vero.. David mi ha ferito.. lui mi ha tradito con Katrin" dissi scuotendola testa, non volevo ancora crederci.
"Si ma anche tu l'hai tradito, quindi non lo dovresti biasimare" mi disse 
"Lo so.. ma la cosa è diversa" obbiettai "Lui mi ha tradito con la mia migliore amica, non con una qualunque. Io sono andata con Justin, uno sconosciuto per David e Katrin, non sono andata con un amico di David o l'ex di Katrin. Lui è andato con Katrin, la mia migliore amica"
Disse le ultime parole con rabbia, gli occhi cominciarono a pizzicarmi segno che stavo per piangere.

Michael si passò una mano tra i capelli, non sapendo cosa dire.
"Non sto dicendo che hanno ragione loro, per carità" disse "Ma sto semplicemente dicendo che in fondo dovresti capirli, che anche loro, come te, sono stati" disse cercando di trovare la parola giusta "Spinti in un certo senso, nessuno di loro se lo aspettava, e nessuno di loro voleva ferirti. Come te con Justin. Scommetto che tu non volevi farlo soffrire e pensavi che prima o poi sarebbe finita"

Riflettei su quelle parole.
Aveva ragione, non volevano farmi del male, ma era troppo tardi, lo avevano fatto.
Ma anche io avevo ferito David, e non posso dire di non essere dalla parte del torto anche io.

"Smettila di farmi sentire in colpa" dissi dandogli una leggera gomitata
Michael si mise a ridere e mi mise un braccio intorno alle spalle, attirandomi a lui
"Sei davvero un ingenua" e continuò a ridere

Fui sorpresa da quel gesto inaspettato.
Sapevo che era un gesto amichevole.. ma una leggera ondata di calore mi avvolse lo stesso a quel contatto.
Gli sorrisi a mia volta "Idiota"


Mi staccai da lui e mi alzai da terra, pulendomi il sedere con entrambe le mani.
"Forse è meglio se torniamo a scuola" dissi mentre mi inchinavo a raccogliere la borsa da terra.
"Forse è meglio" disse alzandosi a sua volta e raccogliendo lo zaino
Una volta che se lo mise sulle spalle e mi fu di fianco, non potei fare a meno di sorridergli calorosamente e ringraziarlo.

"Smettila di ringraziarmi, non hai fatto altro oggi" si lamentò lui in tono scherzoso
"Mi dispiace, non posso fare a meno di ringraziarti" dissi ridacchiando "Mi hai aiutato molto, mi hai dato consigli e fatto aprire gli occhi!"
"Lo so, sono un fenomeno in questo" disse spazzandosi un granello invisibile dalla maglia in modo vanitoso
"Dai" dissi spingendolo "Non fare l'idiota"
"Non mi chiamo mica Robyn" mi disse strizzandomi un occhio

Mi misi a ridere e lo spintonai di nuovo "Stronzo"
Lui fece spallucce e continuò a camminarmi di fianco

"Ma soprattutto" continuai "Mi hai fatto ridere, proprio oggi, proprio nel momento in cui ne avevo più bisogno"
Michael mi sorrise in modo affettuoso e mi circondò le spalle di nuovo, stringendomi a sè
"Gli amici servono a questo, anche se ci conosciamo da poco"
"Già" dissi poggiandogli la testa sulle spalle "Gli amici fanno questo"


E mentre camminavamo, uno stretto nell'altro, coi sorrisi che aleggiavano sui nostri volti, una voce ghiacciante mi riportò sulla terra ferma.
"Finito con le smancerie?" sentii dire e mi voltai.
Justin ere lì, due passi da noi, la schiena poggiata contro gli armadietti verdi di metallo e le braccia rigorosamente incrociate al petto.

"Justin" boccheggiai allontanandomi da Michael "Che ci fai qui?"
"Forse la domanda dovrei fartela io" disse freddamente
"Sono qui con.. Michael" dissi indicando con un dito Michael di fianco a me
"E perchè?" disse freddamente
"Avevo bisogno di parlare con qualcuno" mi giustificai cercando lo sguardo di Michael come conferma
"E non potevi chiedermelo a me anzichè prenderti il primo che capita?" sbottò lui
"Io faccio quello che voglio" sbottai a mia volta irritata.
"No invece" disse lui avvicinandosi in maniera minacciosa a me

"Senti amico" dissi Michael mettendosi in mezzo a noi due "Non è il caso di prendersela così tanto"
"Perchè non ti fai i cazzi tuoi?" gli urlò Justin in faccia.

Caspita, Justin era davvero arrabbiato!

"Dovresti smetterla di aggredire Robyn in questa maniera, non se lo merita, non ti merita" sbotto Michael a sua volta, con tono leggermente alto.

Arrossii leggermente a quelle parole.

"Non ti permettere a dirmi quello che devo fare stronzo" lo minacciò Justin dandogli una spintonata "Se no giuro che ti riduco in poltiglia"

Sgranai gli occhi quando vidi Michael barcollare all'indietro, rischiando quasi di cadere.
Lui stava per reagire, ma io glielo impedii mettendomi in mezzo a loro due.
"Basta!" urlai alzando le braccia, toccando entrambi i loro petti "Smettetela subito!"
"Levati" sbraitò Justin spingendomi via, e facendomi andare a sbattere contro gli armadietti.

Per fortuna non mi feci male.. ma ero vicina al sbattere la testa e farmi male davvero.

"Robyn" disse Michael avvicinandosi a me "Ti sei fatta male?"
Scossi la testa "No, ma forse è meglio se te ne vai" dissi piano "Non voglio che litighiate"
Michael inspirò profondamente, e poi, dopo avermi guardato negli occhi, si allontanò da me poco convinto.
"Okay" disse "Se hai bisogno sai dove trovarmi" e poi se ne andò.


Staccai la schiena dagli armadietti e mi liasciai la maglia poi alzai lo sguardo su Justin, che non aveva ancora detto una parola.
Ero veramente arrabbiata con lui, davvero tanto.
Però la mia rabbia sparì nell'istante in cui incrociai il suo sguardo.
Era spaventato, impaurito.. perchè?
Fui sorpresa da quel suo cambio improvviso d'umore.

Senza dire una parola, si avvicinò a me e mi circondò il corpo in un abbraccio cogliendomi di sorpresa.
Non risposi al suo abbraccio subito, non capivo perchè lo stesse facendo.

"Scusami" mi sussurrò.

Rimasi altrettanto sorpresa nel sentire quelle parole dalla sua bocca.
Lui non si scusava quasi mai e sopratutto dopo una cosa simile. Non era da lui.

Non ricambiai l'abbraccio, avevo il timore che lui stesse architettando qualcosa o mi stesse mettendo alla prova. Ero ancora arrabbiata con lui.

"Ti prego scusami per tutto, davvero" disse stringendomi più forte.
Quelle parole mi sembrarono tanto sincere al momento che non potei fare a meno di abbracciarlo a mia volta, gli occhi lucidi pronti ad esplodere.
Ma mi trattenni, e strofinai il viso sul suo petto.

"Scusa ma invece" dissi con voce dolce
"No" disse staccandosi dall'abbraccio ma rimanendo sempre a pochi millimetri dal mio volto "Sei tu che devi perdonare me, ti prego. Non lo so cosa mi prende quando mi arrabbio in quel modo con te, non è mia intensione ti giuro. Voglio solo il meglio per te."

Gli sorrisi e lo baciai, lo baciai teneramente, dimostrandogli con quel bacio che lui era perdonato.

"Okay" dissi staccandomi da lui "Ti perdono"
Justin mi sorrise e mi prese per mano e cominciammo a camminare verso l'uscita della scuola, verso fuori, dove poter stare soli, in intimità.

"Cosa stavate facendo te e quello?" mi chiese dopo un po.

Sapevo che me lo avrebbe chiesto, sapevo che lui era talmente testardo che non si sarebbe arreso facilmente su sta cosa.
"Niente, abbiamo parlato di quello che è successo prima.." dissi
"Prima?" chiese Justin scrutandomi sconcentrato "Cosa è successo prima?" 

Merda, è vero che non lo sapeva.

"Hum.. prima.. quando abbiamo avuto da ridire.." cominciai grattandomi la testa "Sono corsa via dalla frustrazione.. e voltando l'angolo.. ho trovato.." 
"Hai trovato?" mi chiese Justin con sguardo curioso
"Ho trovato David e Katrin" sbottai con rabbia

Justin rimase scioccato, poi diventò rosso.
Poi fu il colmo.
Si misi a ridere, non smettendo più.

Lo guardai con gli occhi spalancati.
Come si permetteva di giocare con i miei sentimenti? Io ci stavo male per queste cose.

"Justin!" dissi spingendolo e quasi non si ribaltò dalla panchina "Smettila, non è divertente!"
Justin continuò a ridere, con le lacrime agli  occhi, e cingendosi la pancia con le braccia.

"Oh vaffanculo!" dissi alzandomi e andandomene con passo furioso.

Come si permetteva? Lui rideva e io piangevo?!

"Dai Robyn!" mi sentii chiamare, ma non mi voltai, ero troppo arrabbiata con lui.
"Non fare la bambina e torna qui" disse con tono divertito.

No, questo no.
Mi voltai con rabbia e tornai da lui, ancora più arrabbiata di prima.

"Bambina lo dici a te stesso, visto che ti permetti di ridere su ste cose mentre io ho passato l'intera mattinata a piangere!" urlai a lui "Non ti rendi conto di quanto puoi essere irritante e stronzo?! Io ci sto male per ste cose e tu ti permetti di ridere e darmi della bambina!"

Justin rimase sconcentrato dalla mia reazione, e non disse niente

"Sei uno stronzo e pensi solo a te stesso, Michael aveva ragione, tu non mi meriti!" e mi voltai andandomene, con la rabbia che mi si leggeva negli occhi palesemente.

Ero incazzata, e non poco.

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