Diversi ma uguali

di Farkas
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I due soli ***
Capitolo 2: *** I Due Poli Della Terra ***
Capitolo 3: *** Anche i signori dei morti devono distrarsi ***
Capitolo 4: *** I due guerrieri ***
Capitolo 5: *** Quando la morte incontra la morte ***
Capitolo 6: *** Piume al vento ***
Capitolo 7: *** Vera Saggezza ***
Capitolo 8: *** I nostri figli si sono incontrati ***
Capitolo 9: *** Caos ***
Capitolo 10: *** Famiglia ***
Capitolo 11: *** L'altra metà del cielo ***
Capitolo 12: *** La forza dell'amore ***
Capitolo 13: *** Le due facce della luna ***
Capitolo 14: *** Nuove prede ***
Capitolo 15: *** Le regine delle badanti ***
Capitolo 16: *** Bere per sopportare ***
Capitolo 17: *** Grandi dei per grandi idee ***
Capitolo 18: *** Un incontro dovuto a un incontro ***



Capitolo 1
*** I due soli ***


I DUE SOLI

 
Per Apollo quella giornata era cominciata in modo normale.
Aveva preso la sua Maserati, pronto a far sorgere il sole come al solito senza nessuna particolare emozione … quando di colpo mentre si librava sopra il quartiere di Brooklyn la sentì.
Era una sensazione stranissima a cui il dio non seppe dare un nome: percepiva qualcosa o qualcuno di simile a lui, qualcosa o qualcuno  che gli sembrava al tempo stesso di conoscere e non conoscere … qualcosa che neppure il suo oracolo poteva comprendere …
Tuttavia  Apollo rimase sconcertato, solo quando vide un altro sole di fronte a lui, che navigava in cielo a bordo di  una barca fatiscente.
Ma le sorprese per il gemello di Artemide non finirono lì: senza che lui facesse nulla la sua macchina, riprese il suo antico aspetto di carro e si teletrasportò esattamente sopra la misteriosa barca.
Ben deciso a dare una spiegazione a tutti quei misteri, il dio greco-romano fermò il carro e si gettò sull’imbarcazione. Fu lì che ricevette l’ennesimo shock della giornata, che si presentò nella forma del vecchio che stava mangiucchiando una corda.
Erano passati millenni dall’ultima volta che si erano visti, ma Apollo lo riconobbe immediatamente: era Ra.
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Apollo rimase fermo a fissare il dio più vecchio mentre in cuore gli esplodeva uno strano miscuglio di gioia, incredulità e preoccupazione.
Come potessero esistere vari dei che incarnavano in modi diversi le stesse forze o concetti, su diversi piani della realtà era qualcosa che sfuggiva alla comprensione degli dei stessi. In genere tra i vari Pantheon c’era la tacita regola di lasciarsi stare reciprocamente, e gli dei che li componevano avevano ben pochi contatti con i loro colleghi stranieri … e quei pochi non erano molto amichevoli la maggior parte delle volte.
Certo non sempre era così; a volte dei di diverse mitologie avevano tra di loro rapporti amichevoli e il caso di Ra e Apollo era uno di questi.
I due dei avevano una sorta di legame telepatico a volte ignorato, ma mai dimenticato che li portava a far sorgere il sole contemporaneamente e che li rendeva in grado di comunicare con il pensiero, quindi non era raro che lo usassero per fare lunghe chiacchierate, anche se gli altri immortali sia egizi, sia greco-romani non apprezzavano molto la loro amicizia ritenendola pericolosa (d'altronde può essere un po’noioso, fare ogni giorno la stessa cosa per tutta l’eternità, ed è ovvio che ci si approfitti di tutte le occasioni di svago disponibili).
E tutto era continuato così per secoli, finchè una mattina Apollo non aveva più avvertito la presenza di Ra: per il figlio di Latona era stata un’esperienza orribile:  gli era sembrato che gli avessero amputato una parte del corpo e la scomparsa del suo omologo egizio l’aveva profondamente rattristato.
Si era spinto a chiedere a sua sorella di informarsi presso Khonsu e scoprire che il suo amico era stato costretto ad andare in pensione, lo aveva portato a credere che non si sarebbero mai più rivisti.
E invece adesso il primo faraone degli dei egizi era lì davanti a lui … anche se non doveva essere troppo in forma, visto che non faceva che biascicare di biscotti e zebre.
-Ehm … ehi Ra!- urlò alla fine il figlio di Zeus – era un bel pezzo che non ci vedevamo! Ti ricordi di me?-
Il dio egizio si voltò verso di lui con un largo sorriso: - L’altro sole!- esclamò tutto contento battendo le mani;  vagamente rincuorato Apollo fece per avvicinarsi ma udì un sibilio che lo spinse a voltarsi e a tuffarsi di lato per evitare un coltello da lancio.
Immediatamente nelle  mani del dio del sole, comparvero arco e frecce ma quando riconobbe la sua assalitrice rimase incredulo: - Bast! E così che si salutano i vecchi amici?!-.
La dea gatto lo fissò inizialmente con aria sospettosa ma poi, si aprì in un sorriso triste: - Scusa ma non ti avevo riconosciuto dopo tutto questo tempo e ho pensato che fossi un nemico che volesse attaccare lord Ra. Come vedi non è proprio in forma.-
-Già me sono accorto. Che gli è successo?-
-E’ appena stato riportato indietro dalla Duat - rispose in tono cupo Bast - ma la sua rinascita non è stata completata temo, ma dobbiamo farlo tornare in se alla svelta: senza di lui non possiamo sconfiggere Apophis -.
Al nome del serpente del caos Apollo rabbrividì: lui si vantava di essere l’uccisore di Pitone, ma paragonare il suo scontro con lui all’eterna guerra di Ra e Apophis, era come paragonare una rissa da Bar alla guerra di Troia.
-Mi dispiace molto che Ra sia ridotto così- disse alla fine- c’è nulla che posso fare?-
-E’ molto gentile da parte tua- sospirò Bast - ma temo che non ci sia nulla che tu possa fare, tranne avvertire i tuoi parenti di quello che sta succedendo. Apophis potrebbe dare molti problemi anche voi.-
Apollo annuì con aria grave e stava per aggiungere qualcos’altro, quando un tuono squarciò l’aria : - Quel rompiscatole di mio padre, mi chiama- sbuffò.- Bè ci vediamo presto spero. Schiacciate quel serpentaccio anche per me .-
-Ci puoi contare. Saluta tua sorella da parte mia e di Neith.- rispose la dea egizia
Ridacchiando all’idea della vecchia rivalità tra le tre dee, Apollo tornò al suo carro, ben deciso a far brillare quella giornata e a mantere la vecchia forma, in nome dei vecchi tempi
Solo un altro dio del sole può illuminare la giornata di un dio del sole.
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Quando il carro di Apollo fu scomparso all’orizzonte, Ra mormorò:- Sarà bello rivederti ogni giorno, vecchio amico.-
-Lord Ra!- scattò Bast. – Cosa avete detto?-
-I Wallaby sono malati.-
Bast sospirò: inutile quel barlume di sanità mentale era scomparso rapido com’era venuto. Chissà forse la presenza di Apollo aveva contribuito a riattivare parte dei poteri del suo omologo egizio, ma l’effetto era stato solo momentaneo. Avrebbe dovuto parlarne con Thot …
In fondo solo un dio del sole, può illuminare la mente di un altro dio del sole.
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTORE
Ed eccomi qui con la mia seconda fic in questo fandom; nel primo libro di “The Kane Chronicles” Thot mi ha dato l’impressione che dei egizi e dei greco-romani si conoscessero, e da lì è nata l’idea di questa raccolta che vedrà interagire fra di loro i due pantheon.
Ho voluto cominciare con Ra e Apollo, perché ho sempre creduto che fossero in rapporti amichevoli: non so perché ma ho quest’impressione.
Se ci fosse una particolare coppia di cui vorreste vedere i rapporti, ditemelo nelle recensioni e vedrò di accontentarvi.
Oh avete saputo? Zio Rick ha deciso di scrivere una terza saga sugli dei Norreni: forse metterò qualche accenno anche a loro in questa fic .
Arrivederci e auuuuuuuuuuuuuuuuu da Farkas!
PS: Ogni recensione è ben gradita; accetto anche critiche, purchè costruttive e ben educate.

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Capitolo 2
*** I Due Poli Della Terra ***


I DUE POLI DELLA TERRA

 
Geb sospirò fissando il cielo: era lieto che i fratelli Kane fossero riusciti a sconfiggere Apophis, ma lui è sua moglie rimanevano comunque separati.
Era assurdo pensare che erano due dei pochi dei sempre rimasti nel mondo mortale e che non potevano contattarsi in alcun modo.
-Papà svolge davvero bene il suo lavoro non c’è che dire- borbottò il dio.
Oh bè almeno i suoi figli stavano tutti bene. E suo nipote Anubi era riuscito a coronare il suo sogno d’amore.
Vendetta.
-Cosa? Chi l’ha detto?- fece sorpreso il dio della terra.
Hanno fatto del male ai miei figli. La pagheranno. Li distruggerò.
Geb poteva capire la rabbia di quella voce, anche lui amava i suoi figli e se qualcuno avesse fatto loro del male la sua vendetta sarebbe stata tremenda.
Eppure … eppure c’era qualcosa di gelido in quella voce, che era anche stranamente familiare … in quella voce che sembrava parlare nella sua testa.
-Chi sei? Fatti vedere!-  urlò il dio egizio.
In risposta alle sue parole la terra di fronte a lui cominciò a muoversi, come a voler formare una figura e quando cercò di fermarla Geb si rese conto con orrore di non avere alcun controllo su essa.
Com’era possibile? Lui era il dio della terra! Come poteva questa rifiutare di obbedire ai suoi ordini?
A meno che non ci fosse qualcuno che avesse un controllo su di essa pari al suo … e gli venivano in mente solo due esseri capaci di tanto *.
Ma chi era delle due?
Il dubbio fu immediatamente sciolto quando pietre e sabbia formarono l’immagine di una bellissima donna, che indossava un abito verde foresta, aveva lunghi capelli neri e teneva gli occhi chiusi.
Non la vedeva da millenni e i contatti tra di loro erano sempre stati sporadici, ma il marito di Nut la riconobbe immediatamente: era Gea.
Maledizione” pensò il figlio di Shu “ e ora che cosa devo fare?”
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Gea e Geb condividevano molto più del legame psichico che c’era in genere tra due dei omologhi: condividevano lo stesso corpo.
Essendo delle personificazioni della terra, l’intero pianeta era parte di loro ed il loro collegamento sarebbe potuto essere molto più stretto, se Gea non avesse passato la maggior parte del tempo addormentata.
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-Che ci fai qui?- ringhiò Geb – hai dimenticato che i rapporti tra i vari pantheon devono essere al minimo, per non danneggiare l’equilibrio del Maat o del Kosmos come lo chiamate voi?
- Quanto astio Geb – sussurrò la sua controparte greca- sono venuta solo a darti una notizia. I miei adorati figli, i giganti stanno rinascendo.-
-Sono contento per loro- fece il dio egizio in tono neutro- e perché vieni a darmi una notizia del genere?-
In realtà questa era una pessima notizia: Geb ne sapeva qualcosa sui figli di Gea e Tartaro e dubitava che se avessero rovesciato l’Olimpo, avrebbero continuato a rispettare il tacito patto di non belligeranza tra i vari gruppi di divinità.
Per non parlare poi delle conseguenze disastrose che avrebbe avuto la fine degli dei greco-romani per i mortali.
-Sono qui per farti una proposta . Unisciti a noi. Con il potere di due divinità della terra contro di loro, i greci e i romani non avranno scampo. E dopo di loro faremo crollare gli egizi. Potrai riavere indietro tua moglie-.
Geb per un attimo fu quasi tentato, ma poi scosse il capo: - No .-
-Cosa? Perché no?-  ruggì la ex-moglie di Urano.
-Perché non sono come te- rispose Geb -  tu non capisci qual è il vero significato del potere della terra. –
-Certo che lo so!-  ruggì la madre di Crono.- Su di noi camminano un sacco di insetti, e se fanno del male a chi amiamo, possiamo schiacciarli-.
-Ti sbagli- rispose scuotendo il capo- la terra non deve essere una tiranna, ma una madre generosa che condivide le sue ricchezze con tutti, non una madre egoista che predilige solo i figli che la compiacciono. E poi mia moglie non ne vorrebbe più sapere di me se causassi tanto dolore.-
- Ti pentirai della tua scelta Geb. Te ne farò pentire amaramente-.
Dopo quest’ultima frase Gea svanì in un turbine di polvere, lasciando da solo il suo preoccupato omologo egizio.
-Li aiuterò!- decise di colpo il padre di Set. – Per quello che mi sarà possibile aiuterò i semidei che ti si opporranno, Gea**.-
“Tutte le cose sono collegate, come il sangue che unisce una famiglia.
qualunque cosa che capita alla terra, capita anche ai figli della terra.
Non è stato l’uomo a tessere la tela della vita, egli ne è soltanto un filo.
qualunque cosa egli faccia alla tela, lo fa a se’ stesso. E qualunque cosa la terra faccia all’uomo lo fa a se stessa.”
Gea e Geb avevano molto in comune.
Il corpo, l’elemento che dominavano, l’aver sposato una divinità celeste e l’amore che entambi avevano per i loro figli. Perfino i loro nomi si somigliavano.
Ma tra loro c’erano anche delle differenze.
E la più grande era che solo Geb aveva compreso l’insegnamento il valore e il significato dei loro poteri.
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  • L’altra creatura che ha un controllo pari a quello di Geb e Gea sulla terra è Jor dea della mitologia norrena.
  • Mi piace pensare che Geb abbia cercato di aiutare i semidei: va bene Gea sarà pure mezza addormentata, ma se è riuscita a rivitalizzare i Giganti, a spalancare le Porte della Morte, e a ordire tutti quei complotti contro gli dei, cosa le impediva di aprire un bel crepaccio nella terra per inghiottire entrambi i Campi? Si vede che qualcuno o qualcosa glielo ha impedito.
 
ANGOLO DELL’AUTORE
 
Ed eccomi al secondo capitolo della mia seconda long in questa sezione … Capitolo che vorrei dedicare alla mia amica Fantasy Heart, sempre la prima a leggere e a commentare le mie storie.
Grazie mille Fantasy: il tuo sostegno per me vuol dire molto.
Grazie anche a CharlieC che ha recensito lo scorso capitolo, spero darai un’occhiata anche a questo.
Grazie anche a marion_and_love che ha messo la fic tra le preferite; spero che tu prima o poi voglia anche lasciarmi un commento.
Grazie a tutti voi che leggete e basta ma una recensione, mi farebbe molto piacere: accetto anche critiche purchè costruttive sapete come si dice no?
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Bè perché non provare?
Farkas.

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Capitolo 3
*** Anche i signori dei morti devono distrarsi ***


ANCHE I SIGNORI DEI MORTI DEVONO DISTRARSI
 
 
 
Una delle cose peggiori dell'essere un dio è che non puoi neppure prendertela con un potere superiore quando le cose vanno storte (non che per i mortali farlo risolva qualcosa, ma poter dare la colpa a qualcun altro, li aiuta a sentirsi meglio).
Ade poi in quella particolare occasione, non poteva neppure togliersi lo sfizio di maledire suo fratello Zeus perché aveva avuto lui la malsana idea, di invitare sua suocera Demetra a nascondersi nel suo regno per sfuggire all’esercito di Crono.
E naturalmente Demetra, non faceva che lagnarsi: di Ade, degli Inferi che erano poveri di piante (ma come faceva a pretendere che ci fossero tante piante con così poca luce?), di Ade, di Nico a cui trovava mille difetti diversi ogni giorno, di Ade … erano solo alcuni dei suoi argomenti di conversazione preferiti oltre alle tecniche di coltura.
Con un sonoro sospiro, Ade si diresse verso i confini del proprio regno.
Solo per controllarli naturalmente. Figurarsi se era una scusa per sfogarsi con il suo collega.
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Pochi mesi prima dopo il Solstizio d’Inverno*, quando era ritornato nel suo palazzo Ade aveva avvertito qualcosa di diverso.
Era come … come se qualcosa ai confini degli Inferi, si stesse muovendo … stesse riprendendo forza.
Il figlio di Rea recatosi in tutta fretta ai confini del suo regno, vide con stupore che quei movimenti provenivano dalla Duat.
Poi lo sentì.
Erano passati millenni ma Ade lo riconobbe all'istante. Forte come un tempo, lui stava avvertendo il potere di Osiride
“Allora era vero” pensò il greco.
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Durante la riunione protattasi per giorni, dopo la fine del monologo di Atena sulle strategie da impiegare nella guerra, Ares aveva preso di colpo la parola: -Ehi ora che ci penso, devo dirvi una cosa importante ... qualcosa di cui tu non ti sei accorta cara sorellina.-
- E cioè?- aveva fatto scocciata Atena.- Seconde te c'è qualche falla nei miei piani?-
Ares per tutta risposta aveva riso e poi detto:- Per me il piano di guerra è solo questo: attacco i nemici finchè non li sconfiggo. No quello che io ho scoperto, è molto più interessante di un tuo errore.-
-Piantala di girarci intorno!- tuonò Zeus.- Non abbiamo tempo per giocare! Che hai scoperto?-
-Ho avvertito il potere di Horus *.- Questa era stata la tranquillissima risposta del figlio di Era.
Nella sala del consiglio era calato di colpo il silenzio più assoluto (cosa che a memoria di Ade non era mai successa).
-Il ... il potere di Horus?- aveva boccheggiato, Atena con l'aria di chi spera vivamente di aver capito male- ma ... ma sei sicuro che fosse davvero lui?-
Godendo del fatto di aver finalmente zittito l'odiosa sorellastra Ares aveva detto allegro: -Altrochè! Poi l'ho visto e ci ho parlato, era proprio lui! L'altro sapientone con la testa di Ibis, non ti ha detto nulla? Pare che i nostri colleghi egizi, si siano liberati dalla prigionia!-
Tutti gli dei avevano preso a parlare contemporaneamente, emettendo i commenti più diversi.
Alcuni sembravano felici, come Afrodite che non vedeva l'ora di andare a fare shopping con Iside e Athor.
Altri come Artemide, parevano oltremodo seccati di dover tornare a dividere le loro aree di competenza con gli egizi dopo tanti anni.
Ade invece aveva provato una strana sensazione che sul momento non era riuscito a identificare.
Poi quando Ares si era messo a parlare di come il suo omologo egizio e Set, si stessero di nuovo contendendo il trono di faraone era di nuovo esploso il caos.
-Proprio adesso?- aveva esclamato Era con un gemito- ci mancava solo questa. E ora che facciamo?-
-Niente- aveva detto Zeus.- Qualunque cosa facciano gli egizi, non sono affari nostri. Set in fondo è già stato re, e ha sempre rispettato il patto di non belligeranza, quindi non ci riguarda. E poi abbiamo già i nostri problemi. Comunque terremo d'occhio la situazione.-
Ade poi si era rivolto al suo nipote preferito chiedendogli se sapeva qualcosa su Osiride.
-Osiride? E’ morto di nuovo quello smidollato.-
A quelle parole, Ade si era sentito stranamente deluso. E aveva compreso quale sensazione aveva provato poco prima: speranza.
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Quando aveva sentito la Duat premere contro gli Inferi ed era stato travolto dal potere di Osiride, Ade non aveva avuto altra scelta che attivare il contatto telepatico.
Quello che un tempo usava così spesso … per informarsi di ciò che accadeva agli egizi, non certo per chiacchierare, si disse in fretta il figlio di Crono.
Figurarsi se era come suo nipote Apollo, che per i suoi standard era praticamente caduto in depressione, quando Ra se ne era andato!
Cacciando quei futili pensieri Ade si concentrò sul messaggio.
“Osiride? Osiride ci sei?”
“Si Ade” -rispose la familiare voce del dio egiziano- temo di aver poco tempo da dedicarti però; sono stato a lungo assente e l’oltretomba egizio, necessita di molti interventi. Anubi è un ottimo sottoposto e ha fatto tutto ciò che ha potuto, ma alcune cose le posso risolvere solo io .-
“Volevo solo sapere come sei riuscito a liberarti dalla prigionia che ti ha imposto Set.”
Osiride gli mandò l’equivalente mentale di un sospiro, prima di rispondere: “ Quindi anche voi avete saputo? Bè versione corta: mi hanno liberato Iside e Horus, con l’ausilio dei loro nuovi ospiti umani.
Versione lunga: il mio attuale ospite Julius Kane, ha fatto esplodere la stele di Rosetta …”.
Per circa un’ora Osiride si era dilungato a parlare degli ultimi eventi nel mondo degli dei egizi e Ade si era scoperto interessato ad ascoltare una storia appassionante, e perfino a commentare : “Qualche umano ne potrebbe trarre un romanzo”.
Quando poi era toccato a lui informare il suo omologo, sugli ultimi avvenimenti nel modo greco-romano Osiride aveva commentato: “Bè questo, invece sarebbe degno di una saga di romanzi per i mortali. Temo di dover andare adesso: abbiamo parlato per ore e devo informare anche Hel, * del mio ritorno.”
“D’accordo. A presto”.
 
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Dopo quel primo dialogo Ade si era poi ritrovato a contattare quasi quotidianamente Osiride un po’ per sapere come andavano le cose nella Duat, un po’ perché era stato costretto ad ammettere che era piacevole, poter parlare con qualcuno che se ne intendeva di cerimonie funebri e soprattutto non metteva la parola “cereali” in metà delle frasi che pronunciava.
Ed entrambi erano lieti di potersi sfogare con qualcuno; i morti sono tali e quali ai vivi: sempre a lamentarsi e perciò molto difficili da gestire.
Sono a pezzi” - fu quel giorno il saluto di Osiride - ho migliaia di casi arretrati e solo Anubi e Disturbatore ad aiutarmi.”
“Almeno tu sei stanco per il lavoro. Io anche quando mi riposo ho Demetra a farmi impazzire! Comunque ti potrei inviare alcuni dei miei giudici, se lo desideri …”
“Meglio di no, danneggerebbe l’equilibrio del Maat. Dovrò arrangiarmi con quello che ho.”
“Guarda il lato positivo: almeno Anubi non ti stressa con richieste di aumento come Caronte … “
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Demetra sbuffò annoiata:- Se mi avessero detto che gli dei del sole e quelli dei morti avevano qualcosa in comune, mi sarei messa a ridere e invece a quanto pare … -
-Perché?- chiese sorpresa Persefone.- Che ha in comune Ade con Apollo?-
-Il fatto che entrambi amano così tanto chiacchierare con i loro colleghi stranieri direi- rispose la dea dell’agricoltura- e poi entrambi, mangiano pochi cereali.
 
Plutone era il dio della ricchezza. Possedeva tutto ciò che c'era sottoterra.
Eppure anche se non l'avrebbe mai ammesso, in nessuna delle sue due forme uno dei suoi tesori più preziosi, era l'amicizia che aveva con Osiride.
Perchè due sono amici veri sopratutto quando ci mettono tanto a rendersene conto.
 
 
 
 
 
  • Dato che Carter ha un anno in meno rispetto a Percy, “La Piramide Rossa” dovrebbe essersi svolta tra “La Battaglia del Labirinto” e “Lo Scontro Finale”.
  • Ares/Marte dovrebbe essere il primo ad aver notato il ritorno degli egizi, essendo il “parallelo” di Horus: visto che Set aveva imprigionato Osiride, non credo che Ade potesse percepirlo, mentre Set e Iside dovrebbero avere come omologhi rispettivamente Eris e Ecate che non avrebbero informato gli dei dell’Olimpo.
  • Hel è la dea dei morti nella mitologia norrena.
 
 
ANGOLO DELL'AUTORE
 
Ed eccomi qui con il terzo capitolo della mia raccolta.
E’ uscito un po’ più tardi di quanto avrei voluto, ma non ho avuto molto tempo per scrivere, causa esami.
Bè comunque che ne dite? Onestamente credo che sia un lavoro duro governare i morti e che ogni occasione per distrarsi sia ben accetta, solo che Ade non ammetterebbe mai di essere affezionato ai suoi “colleghi”.
E ora i ringraziamenti:
Due grandissimi in particolare vanno a Iri_Potter e ad annabeth25 (contenta? Ho messo già qualche accenno ad Anubi) non solo per aver recensito entrambi capitoli precedenti, o per aver inserito la mia storia tra le preferite, ma per aver recensito molte altre mie creazioni. Davvero grazie di cuore.
Grazie come sempre alla mia fedelissima Fantasy Heart (molto bella la tua nuova immy), che ha messo la storia tra le seguite e ne ha recensito tutti i capitoli.
Grazie anche a CharlieC che ha recensito entrambi i capitoli precedenti spero ti piaccia anche questo.
Grazie a AllisonHermioneEverdeen, e marien_and_love che hanno messo la storia fra le preferite.
Un grazie ad Alhena Devon e a Sabaku No Konan Inuzuka (la tirò un po’ a indovinare fan di Naruto?) oltre che alla sopracitata annabeth25 per aver messo la fic tra le seguite.
Grazie anche a voi che leggete queste righe e basta, ma una recensione mi farebbe molto piacere.
“Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit: Dona l’8% del tuo tempo alla causa pro-recensioni. Farai felice milioni di scrittori. “

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Capitolo 4
*** I due guerrieri ***


I DUE GUERRIERI
 
Afrodite o Venere, che dir si volesse era la perfezione fatta dea, agli occhi del primogenito di Zeus e Era.
Che tragico spreco che fosse finita in sposa a quel fabbro zoppo!
“Bè almeno, ha trovato qualcosa di buono con cui consolarsi” si disse il dio prima che lei lo baciasse.
Ares era certo che nulla tranne una guerra mondiale, sarebbe stato in grado di separarlo dalla dea dell’amore in quel momento.
Come al solito si sbagliava.
La distrazione infatti era in pieno svolgimento, all’aeroporto Reagan National di Washington .
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Carter gridò, quando le zanne dell’Animale di Set si chiusero sul suo braccio.
Il ragazzo però non si perse d’animo e invoco il potere di Horus.
Si sollevò da terra e l’aura dorata del guerriero-falco gli si formò attorno, costringendo il mostro a lasciare la presa.
Sfruttando l’avatar il ragazzo lo allontanò con un calcio.
“Bravo!” esclamo Horus. “Ora spediscilo all’Inferno!”
“Sta’ calmo, bello. Penso a tutto io.”
“Ora però non siamo in Egitto*”- si disse il dio, facendo attenzione a non trasmettere al suo ospite quei pensieri. “ I miei colleghi mi percepiranno.”
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Ares si staccò di colpo di Afrodite sobbalzando.
Si sentiva come se l’avesse colpito un fulmine.
C’era un … un che di strano nell’aria.
Strano e vagamente familiare.
-Che hai?-gli chiese la dea dell’amore.
-Ma tu non hai sentito?- fece incredulo il dio della guerra
-Sentito cosa?-
-Ma non so … una strana sensazione. Come se ci fosse qualcosa di simile a me, e poi un  suono simile al verso di un uccello.-
La dea sospirò: in un'altra occasione avrebbe convinto l’amato a ignorare quelle percezioni, ma con la seconda Titanomachia in atto …
-Và a controllare- disse tranquilla la dea.
-Non ti dispiace?- indagò lui.
- No. E’ una potenziale minaccia e noi siamo in guerra. Vai ti aspetterò.-
Rassicurato da quella frase il guerriero sparì in una fiammata … e dopo appena due minuti la signora dell’amore si diresse verso un ragazzo che aveva occhieggiato poco prima: -Ti aspetterò- ripetè - ma se pensi che me ne stia qui a far nulla sei pazzo!-
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Ares intanto si era rimaterializato nell’aeroporto che ai suoi occhi esperti, mostrava chiaramente tracce di battaglia.
E quel pizzicore che sentiva al naso era senza dubbio provocato dalla magia egizia.
-Cos’è successo qui?- chiese il figlio di Zeus in tono sbrigativo a un addetto alla sicurezza.
-E’ entrato un alce e poi è fuggito- rispose quello.
-Non è vero!- urlò una bimba.- L’ha fermato il super pollo!-
-Super pollo?- esclamò il dio.
-Si!- esclamò la bimba in tono entusiasta- era enorme, luminoso e aveva una spada laser!-
-Non infastidire il signore con queste sciocchezze!- sbottò la madre della piccola.- Scusi – aggiunse poi rivolta al dio della guerra –sa i bambini … -
Ma Ares non la stava ascoltando: il sentore di magia egizia, e quella descrizione potevano riferirsi solo a un individuo.
E così il vecchio testa di falco è tornato. – Si disse.- Devo saperne di più”.
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Horus fissò ammirato gli studenti della scuola militare, mentre si sottoponevano agli allenamenti quotidiani.
Gli riportavano alla mente l’addestramento delle truppe egizie, anche se mancavano le mutilazioni involontarie e gli allenamenti con la spada.
Ma per quanto fosse interessato, si accorse comunque di chi stava arrivando.
-Guarda un po’ chi si rivede- esordì Marte (uno dei sui figli insegnava lì, quindi era dovuto passare alla sua forma romana).- Sei uscito da quella stele eh? Certo ci hai messo un paio di millenni, ma meglio tardi che mai-.
Irato per il tono beffardo dell’altro dio Horus gli rispose per le rime:- Visto che tu sei rimasto fuori aggiornami un po’… quanti mortali, ti hanno sconfitto ultimamente? Ricordo ancora la figuraccia che ti fece fare quel Diomede *.-
Rabbuiato il dio romano ricordò di come Roma avesse soggiogato l’Egitto ed esclamò: - Un vero peccato che le vostre spade non fossero affilate come la tua lingua, altrimenti non vi avremmo conquistati così facilmente.-
-Già per poi farvi sottomettere un ‘altra volta dai Vichinghi, che invece noi riuscimmo a scacciare. *-
La discussione proseguì su questi toni, per un bel po’.
-Mia figlia- ruggì Ares tornando per un attimo alla sua forma greca- ha sconfitto un dragone con una mano sola!-
- Dopo anni addestramento. Il mio ospite, ha sconfitto l’Animale di Set la seconda volta che ha usato il mio potere!-
Alla fine si passò dalle parole ai fatti: i due presero l’aspetto di studenti e si sfidarono in tutte le discipline sportive possibili, gridandosi insulti e raccontandosi le ultime novità.
A sera dopo aver raggiunto un risultato di assoluto pareggio, gli dei della guerra si salutarono a modo loro.
-Vedi di non farti battere da tuo zio- ringhiò Marte- voglio essere io a farti nero.-
- A tua disposizione- sibilò Horus- sempre se tuo nonno, non ti avrà già fatto a pezzi.-
Detto questo i due sparirono con un suono simile a uno sparo.
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-Scusa il ritardo dolcezza- borbottò Ares appena ricomparve.- Ma non immagini con chi ho avuto a che fare.
-Oh non fa nulla- rispose la dea, mentre guardava sul cellulare la dozzina di numeri che aveva raccolto- qualche pericolo in vista?
-No, ma preferirei raccontare tutto al consiglio. Sarà un’ottima occasione per zittire quella so –tutto-io di Atena.-
-Meraviglioso- esclamò la figlia di Urano- ora però andiamo. Direi che hai un gran bisogno di rilassarti: sembri esausto!-
Ridacchiando il dio la abbracciò:- Ti assicuro che ho ancora moltissima energia, ma se insisti …-
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I rivali hanno strani rapporti.
Alcuni si odiano .
Altri pur non sopportandosi, non possono evitare un reciproco rispetto.
E altri ancora nascondono sotto rivalità e rispetto l’amicizia.
 
 
 
  • La prima volta in cui Carter usa il potere di Horus è quando combatte con Sadie, di fronte a Ziah in Egitto ma dato che quella è appunto la patria degli dei egizi, non credo che gli dei di altri Pantheon abbiano un gran controllo su quello che succede lì.
  • La Grecia pre-ellenica, dei regni micenei venne invasa dai “Popoli del mare” di cui si trova traccia anche nei resoconti degli egizi, che però riuscirono a scacciarli: qualcuno ha ipotizzato che si trattasse (come dei barbari che distrussero l’Impero Romano ), di popoli antenati dei Vichinghi (termine che nacque solo nel Medioevo).
  • Nell'Iliade il guerriero Diomede ferì sia Ares che Afrodite
 
 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTORE
Salve! Scusatemi il ritardo, ma l’ispirazione per questo capitolo non voleva saperne di venire.
Ed ecco a voi l’incontro fra Ares e Horus che vi avevo preventivato nel capitolo precedente: vista però la somiglianza dei nomi, per evitare di fare confusione ho preferito usare Marte per il dialogo.
Credo che tra gli dei della guerra ci sia una forte rivalità voi che ne dite? L’ ho resa bene?
Spero che il cameo di Carter e la citazione di Clarisse, vi abbiano fatto piacere.
Ed ora passiamo ai ringraziamenti.
Grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo, cioè a Iri_Potter, annabeth25, e The_Warrior_Of _ The_Storm (ex Fantasy Heart, ex Helen Black).
Un enorme grazie a chi ha messo la storia fra le preferite (mi onora), quindi di nuovo ad annabeth25 e a Iri_Potter e poi a AllisonHermioneEverdeen (fan di Harry immagino) e marien_and_love. Spero che mi lascerete anche una recensione.
Un grazie e un saluto ai vecchi seguitori della storia Alhena Devon, Sabaku No Konan Inuzuka e annabeth25 The_Warrior_Of _ The_Storm e alla nuova arrivata Ailary.
Grazie anche a te che ora stai leggendo queste righe e ricorda: per me ogni commento è ben accetto.
“Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit: Dona l’8% del tuo tempo alla causa pro-recensioni. Farai felice milioni di scrittori. “
 
Io l’ho fatto perché non provate anche voi?
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Quando la morte incontra la morte ***


Diversi ma uguali
QUANDO LA MORTE INCONTRA LA MORTE
 
Anubi era letteralmente distrutto.
Erano giorni che non faceva altro che correre di qua e di là a raccogliere anime.
In genere erano molte di meno, ma dopo la scomparsa di Thanatos, Osiride gli aveva imposto di prendere anche la quota che solitamente spettava a lui, per impedire che troppi sopravvivessero oltre il loro tempo.
Comunque non potrò fare gli straordinari per molto”- si disse il dio .- “E sto trascurando Sadie. Se qualcuno non libera Thanatos al più presto le cose si metteranno male”.
Con un sospiro l’egizio si diresse verso una casa di riposo.
“Pure il capo che vuole aiutare il collega in difficoltà, mi doveva capitare” non riuscì a fare a meno di pensare Anubi quando dopo due giorni, era ancora costretto a correre di qua e di là come un matto.
La stanchezza non è qualcosa che in genere si assocerebbe agli dei, tantomeno a quelli che incarnano la morte ma il dio sciacallo era convinto di avere un aspetto pietoso … sospetto che trovò conferma quando a Boston (ma quel vecchio mago doveva decidere di andarsene ad abitare, proprio dove c’erano loro?*) un giovane senzatetto * lo indirizzò, al centro accoglienza più vicino.
Anubi per quanto fosse un dio paziente (o almeno Carter, gli diceva che doveva esserlo per forza per sopportare sua sorella) fu seriamente sul punto di rispondere male a quel tipo, ma quando a un esame più attento si rese conto di cosa fosse in realtà quel ragazzo deciso a evitare incidenti diplomatici (bastava un nonnulla per far infuriare quelli ), si limitò a ringraziare e a tirare dritto.
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Thanatos si stiracchiò: dopo tutto quel tempo in catene, non vedeva l’ora di sgranchirsi un po’ le ali.
Di colpo una musica a lui molto familiare risuonò nell’aria.
 How can you see into my eyes like open doors 
leading you down into my core 
where I've become so numb without a soul my spirit sleeping somewhere cold 
until you find it there and lead it back home 



Riconoscendo la sua suoneria il dio della morte afferrò il cellulare.
Era Plutone. Che volesse dargli disposizioni per quella sua figlia?
-Dove sei Letus?- fece la voce del signore dei morti.
-In volo sopra Los Angeles - rispose lui.- Mi sto dirigendo al Campo Giove-.
-Aspetta, prima devi andare a Boston.-
-Boston? Ma quello è territorio … -
-Lo so, ma in questi giorni Anubi ha dovuto raccogliere anche la tua parte di anime e ora è necessario avvertirlo che non è più necessario. Pensaci tu .-
Sbuffando la personificazione greco-romana della morte chiuse la telefonata e si diresse verso il Massachuttes.
Pure il capo in buoni rapporti con il collega straniero mi doveva capitare” pensò stizzito il figlio di Nix.
Invece di rimettersi a lavoro, doveva andarsene in pieno territorio ostile, per cercare testa di sciacallo!
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Anubi era entrato in un ospedale, per proseguire il suo lavoro quando si sentì chiamare.
-Finalmente- sbottò appena vide Thanatos. – Sono giorni che me ne vado in giro a fare la tua parte di lavoro sai? Si può sapere dov’eri?-
Naturalmente lo sapeva già, ma dopo giorni e giorni di lavoro extra, poteva pur prendersi una piccola rivincita no?
-Ero prigioniero di Alcione, come sai benissimo- gli rispose a denti stretti la sua controparte.
Forse ha ragione zia Iside, a dire che comincio a somigliare a Sadie ” pensò il figlio di Set, quando si rese conto che aver causato il nervosismo di Thanatos, gli procurava un certo piacere.
Ciò però non gli impedì di stuzzicare un altro po’ il collega: - Bè cerca di fare più attenzione in futuro: è già la seconda volta che ti capita. Ho meglio da fare che sostituirti.-
-Ma davvero? Non sarà, che hai paura di far arrabbiare la tua fidanzatina?- rispose il figlio di Erebo mettendo più disprezzo possibile nell’ultima parola. – A quanto ho sentito è un tipo tremendo … -
Anubi si trattenne dal ringhiargli in faccia, solo perché non voleva attirare l’attenzione di quelli là, passando alla sua forma tradizionale .
-E non fare quella faccia- sbuffò il greco.- Lo so cosa ti brucia in realtà-.
- Ma davvero?-
-Si : ti secca che la cremazione sia ancora praticata, mentre la mummificazione no .-
Quello ovviamente era un tasto sensibile infatti Anubi sbottò irato: - La gente moderna ha un pessimo gusto! Il mio rituale ha molta più classe del tuo!-.
-Certo come no- sbuffò l’altro.- Continua a ripetertelo, magari te ne convinci-.
Anubi stava per ribattere, ma di colpo i due vennero sorpassati da un infermiere che gridava:- Dottor Jenkis! Dottor Jenkis! Venga a vedere, è incredibile!-
-Che diavolo ti prende Dave ?- fece irato il medico.- E’ questo il modo di urlare? Hai dimenticato, dove ci troviamo?-
-Sì, mi scusi- fece debolmente quello.- Ma sta succedendo una cosa pazzesca!-
- Cioè?- chiese in tono sbrigativo l’uomo.
- Tutti i malati, di tutti i reparti stanno peggiorando rapidamente! Ed anche a me gira un po’ la testa- mormorò l’infermiere, mentre il suo tono di voce si indeboliva sempre più.
-Che cosa?!- urlò il medico.- Ma è imposs … cough cough!-.
Entrambi gli uomini (perfettamente in salute fino a quel momento), di colpo presero a tossire tanto forte da accasciarsi sul pavimento.
Anubi sbiancò. Non ci voleva molto per capire, che quello che stava succedendo era opera sua e di Thanatos; insieme nello stesso posto creavano un’aura mortifera, dannosissima per i mortali eccetto forse i semidei degli inferi.
Anche Thanatos l’aveva capito e difatti aveva spalancato le ali pronto a volare via: - Bè quello che Plutone voleva che ti dicessi, te l’ho detto. Ci si vede.-
-Certo. Prima o poi quel discorso sui funerali lo concluderemo.-
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Come molte cose la morte e mutevole.
A volte è silenziosa, altre chiassosa.
Se le morti invece sono due … bè lo avete appena visto.
 
  • Boston secondo alcuni dovrebbe essere il luogo dove sono sbarcati i Vichinghi quando sono arrivati in America. Essendo territorio norreno gli dei egizi e greco-romani non ci vanno volentieri (anche perché ricordiamolo: nel pantheon vichingo ci sono cinque divinità dedite alla guerra).
  • Il senzatetto con cui parla Anubi è Magnus Chase, protagonista della futura saga norrena. Dopo aver letto gli estratti pubblicati da zio Rick, non ho resistito alla tentazione di fargli fare un cameo in questa fic.
 
 
Angolo dell’autore
E rieccomi qui con il quinto capitolo di questa raccolta.
Scusate per il ritardo, ma non ho avuto molto tempo per scrivere ultimamente.
Questo capitolo è stato un po’ difficile da scrivere, perché se Anubi è presente in tutti i libri della saga egizia, Thanatos è lo vediamo solo ne “Il figlio di Nettuno” e per di più solo per un breve tratto.
Spero comunque di aver scritto un capitolo soddisfacente … anche perché sarà l’ultimo per un bel po’: tra circa una settimana infatti partirò per le vacanze, e sarò impossibilitato a connettermi a internet fino a Settembre.
La stesura delle mie fic riprenderà allora e così la mia attività di recensore.
Spero vi abbia fatto piacere le citazioni su Carter, Sadie e Hazel, e che abbiate riconosciuto la canzone che ha per suoneria Thanatos.
Ed ora passiamo ai ringraziamenti.
Grazie a tutti coloro che hanno recensito lo scorso capitolo cioè a Hermione_Jackson (che quando era  annabeth25 mi aveva chiesto se avessi in mente un capitolo con Anubi), a The_ Warrior_ Of_ The_ Storm (inquietante ma carina la tua nuova immy), a Classicboy (ex CharlieC), a Chryses Dankares (un nuovo arrivo), a Iri_Potter e un’altra faccia nuova fenris.
Grazie a chi ha messo la fic fra le seguitele sopracitate  The_Warrior_Of _ The_Storm ed Hemione_Jackson ed Alhena Devon, Sabaku No Konan Inuzuka, e Dreamer_10.
Un enorme grazie a chi ha messo la storia fra le preferite e quindi a AllisonHermioneEverdeen , marien_and_love e di nuovo a Chryses Dankares, Iri_Potter, e Hermione_Jackson.
Grazie anche a tutti voi lettori silenziosi, ma sappiate che ogni commento è molto gradito.
Non mi resta altro da dirvi credo tranne buone vacanze e auuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu da Farkas!
 

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Capitolo 6
*** Piume al vento ***


Diversi ma uguali
PIUME AL VENTO
 
 
Un irritatissimo Shu si diresse a tutta velocità verso il monte Washington * .
Che nervi gli aveva fatto venire quella ragazzaccia irrispettosa di Sadie Kane! Ma che ci trovava Anubi in lei?
-I giovani d'oggi- borbottò il padre di Geb.- E' dalla seconda metà del'ottocento, che non c'è più rispetto. E l'aria pura? Ormai credo di essermela immaginata. Maledetta benzina!-.
Le critiche del dio dell'aria sul XXI secolo tuttavia vennero di colpo stoppate da una voce imperiosa che esclamò:- Ehi vecchio scemo! Come ti permetti di venire qui e scombinarmi le previsioni? Per colpa tua dovrò tornare in onda dopo appena un minuto invece che cinque! Non riuscirò a riposarmi e la mia immagine sullo schermo ne risentirà! Se non sarò impeccabile come al solito, rischierò la promozione!-
Shu gemette e si lasciò sfuggire un sospiro esasperato (leggasi "improvvisa folata di Scirocco, a causa della quale la temperatura di San Diego subì una colossale impennata).
Ma che aveva fatto di male per imbattersi in quel plebeo, esibizionista , idiota e ruffiano di Eolo?
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Eolo fino a poco fa era nel suo ufficio a prepararsi per la prossima diretta, quando con suo grande stupore aveva percepito una variazione nell'aria non voluta da lui.
La cosa lo aveva mandato su tutte le furie.
Come poteva sperare di essere finalmente promosso a dio, se non riusciva nemmeno a mantenere il controllo sul suo elemento?
Schiumando di rabbia, si era materializzato nel luogo in cui si era verificata l’anomalia e quando vide chi l’aveva provocata non potè non sbuffare irritato (causando una folata di tramontana, che avrebbe provocato un rapido abbassamento della temperatura di Seattle).
Ma che aveva fatto di male per imbattersi in quell’obsoleto, pisquano, bigotto di Shu?
-Ehi vecchio scemo!- gli gridò.- Come ti permetti di venire qui e scombinarmi le previsioni? Per colpa tua dovrò tornare in onda dopo appena un minuto invece che cinque! Non riuscirò a riposarmi e la mia immagine sullo schermo ne risentirà! Se non sarò impeccabile come al solito, rischierò la promozione!-
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Villano rifatto” si disse stizzito il dio egizio prima di rispondere a tono: - Ma tu guarda! Cosa abbiamo qui? Un dio? Un semidio? Uno spirito dell’aria? Oh aspetta … è solo un fallito!-.
-Come osi!- ruggì Eolo mentre i suoi vestiti venivano ricoperti di nubi .- Io sono famosissimo! Sono il più famoso tra gli dei dell’aria! Su di me si scrivono biografie e trattati. Ispiro anche i musicisti io. O credi forse che “I colori del vento” sia stato dedicato a te?!-.
Shu esplose in una risata:- Ah guarda se credessi mi dedicassero una canzonetta tanto mielosa, andrei a nascondermi. E poi quando capirai che non centri automaticamente con qualcosa, solo perché dentro c’è la parola “vento”?-.
-Taci! La verità è che sei invidioso e allora cerchi di farmi perdere autostima!-.
- IO- tuonò Shu mentre il vento ruggiva alle sue spalle- dovrei essere invidioso di TE ?! E per quali motivi di grazia?-.
-Oh oh oh- ridacchiò Eolo – non posso certo perdere il mio prezioso tempo ad elencare tutti gli innumerevoli motivi! Mi limiterò ai principali: il mio gusto nel vestire, la mia presenza scenica, la mia modernità e ovviamente il mio essere un lavoratore più capace di te. Io non avrei mai deluso Zeus, come hai fatto tu con Ra!-.
Quello fu decisamente troppo.
Shu fischiò come una locomotiva, e avrebbe di sicuro scagliato un tifone contro Eolo, infischiandosene altamente del patto di non belligeranza fra pantheon se non avesse notato in lontananza sua figlia Nut, che si tuffava verso terra di sicuro sperando di vedere Geb approfittando della sua momentanea distrazione.
A quella vista il figlio di Ra scattò come una molla verso la dea del cielo, non prima di aver gridato al suo omologo greco: - “Ascoltiamo troppo il telefono e ascoltiamo troppo poco la natura. Il vento è uno dei miei suoni. Un suono solitario, forse, ma rilassante. Ognuno di noi dovrebbe avere il proprio suono personale e il suo ascolto dovrebbe renderlo euforico e vivo, o silenzioso e tranquillo …” Andrej Kostelanec * ha scritto questa frase dopo aver conosciuto me sappilo! E l’evocarmi gli è costata l’espulsione dal diciottesimo nomo! Prova a capirne l’insegnamento se ne sei capace-.
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Eolo ricomparve turbato nel suo ufficio.
-Signore- squittì la sua assistente- siamo in ritardo per la diretta.
-Ora non mi interessa la diretta!- fece irato il figlio di Melanippe .- Chiamami l’ufficio marketing: in Russia un mio concorrente è più famoso di me. Devo assolutamente migliorare la mia immagine lì!-.
-Ehm … - balbettò la sventurata- lei ha licenziato l’intero ufficio marketing ieri-.
-Oh davvero?- fece l’immortale in tono svagato.- Bene allora da oggi sei tu, la direttrice dell’ufficio marketing. Và ad assumere uno staff. E programma un certo numero di tifoni su Haiti prima di ricevere la promozione. Non mi piace quell’isola. –
-Signore aveva già programmato un ciclone su Firenze … -.
-Annullalo, e poi come dicevo … dicevo … cos’è che dicevo? Ah sì forma uno staff … per cosa dovevi formare uno staff ? –.
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Il vento tocca tutto e tutti senza discriminazioni, ma visto chi lo comanda certo non è nella posizione di farne.
 
 
 
* Il monte Washington è il luogo più ventoso d’America, quindi mi pareva potesse essere un luogo amato dalle divinità legate all’aria
* Andre Kostelanec (o Andrej Kostelanez), nella realtà è stato un direttore d’orchestra e pionere della musica easy listening che nel 1922 fuggì dalla Russia per sottrarsi al regime bolscevico- comunista. Ho voluto fingere fosse un mago del diciottesimo nomo che evocò Shu per fuggire venendo così espulso dalla Casa della Vita.  
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTORE
Ciao sono tornato!
Spero che le vostre vacanze siano andate bene e che il rientro a scuola non sia stato troppo traumatico.
Torno con un capitolo breve lo so, ma Eolo e Shu sono comparsi entrambi solo in un libro e poi non facile scrivere su tipi così … ehm originali.
Avevo quest’idea da un bel po’ però e ho voluto provare a realizzarla. Mi auguro che il capitolo vi piaccia.
Ehi con sei capitoli all’attivo questa fic finora è la più lunga che abbia scritto
Bè ora passiamo ai ringraziamenti.
Grazie a tutti quelli che hanno recensito lo scorso capitolo: Helen_TheDarkLady, Chryses Dankares, Classicboy, Hermione_Jackson, Iri_Potter, e fenris.
Grazie a chi ha messo la storia tra le seguite, le preferite e le ricordate.
Grazie anche a chi legge queste righe e basta, ma ogni commento è ben gradito se costruttivo e ben educato.

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Capitolo 7
*** Vera Saggezza ***


Diversi ma uguali
VERA SAGGEZZA
 
Thot, si spostò per evitare di urtare un uomo.
"Non credevo che le metropolitane fossero così affollate" - pensò il dio.- "Bisognerebbe scrivere un manuale su come spostarsi nella folla. Mmm ... questa potrebbe essere una buona idea per il futuro. Sono certo che spopolerebbe".
Ma era un’idea che doveva aspettare. In quel momento era lì per verificare la teoria di Bast.
Mesi prima quando Ra era ancora fuori fase, secondo la dea-gatto, durante un incontro con Apollo * il loro faraone per un istante, aveva recuperato le sue facoltà mentali.
Ed adesso con l’incontro tra i due campi di semidei, e gli dei greco-romani che avevano dato libero sfogo al disturbo dissociativo d'indentità era proprio il caso di fare un esperimento per scoprire se si trattava di un fenomeno isolato o meno.
La sua bussola interna non aveva sbagliato. Eccola lì con tanto di bastone da passeggio, intenta a farneticare, mentre osservava una mappa delle linee metropolitane.
Anche lei doveva averlo percepito. Si voltò e lo guardò con aria rabbiosa.
- Thot - disse infine, come se pronunciare quella parola le costasse uno sforzo immane.
-Precisamente- affermò il dio sorridente.- E tu chi sei delle due? Atena o Minerva?-
-Io … io … -balbettò lei- io una volta ero grande, temuta e rispettata … dovrei essere più di così … io mi vendicherò e … -
-Capito. Sei Minerva-.
-NO!- urlò la dea romana attirando l’attenzione dei passanti. –Non chiamarmi così testa di ibis!—.
-Sei Minerva- dichiarò Thot mettendo un po’ di persuasione magica nella sua voce.
-Sono Minerva- concesse alla fine quest’ultima in tono abbacchiato.
-Bene- fece l’egizio facendo un leggero applauso.- Ora che abbiamo chiarito questo punto, che ne dici di un tè? Preferisco il barbecue ma non credo tu voglia spostarti, troppo o sbaglio?-.
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Poco dopo i due erano in un piccolo bar della stazione intenti a sorseggiare un Earl Grey.
-Allora cara collega- fece tranquillamente il dio dalla testa di Ibis. - Posso sapere quali sono i tuoi attuali progetti? E per favore non rispondere “distruzione di Roma”-.
-Devono pagare!- tuonò Minerva.- Mi hanno declassata, non posso avere figli o discendenti al loro campo, per loro conto meno di zero!-.
-Sì è davvero terribile- sbuffò Thot alzando gli occhi al cielo.- Non conta immagino che la definitiva assoggettazione della Grecia e la sua inclusione nella repubblica romana siano avvenute nel 146 A.C. , nè che Lucio Mummio * e tutti i suoi legionari siano morti e sepolti da millenni-.
- I loro discendenti … -.
-Non hanno colpa- dichiarò Thot in tono definitivo.- E se te la prendi con loro non sei degna del tuo ruolo di dea della saggezza. Forse sei intelligente, ma non saggia-.
Minerva parve sul punto di esplodere e fece per colpire il suo omologo egizio con il bastone (bofonchiando che era tutta colpa dei romani se non aveva più la lancia) ma il figlio di Ra riuscì a schivare il colpo proclamando: - Le botte sono l’ultima risorsa dell’ignorante-.
-Come ti permetti, di sparare sentenze?!- urlò furiosa la dea .- Che ne sai delle umiliazioni che ho subito? I romani … - .
-I romani hanno conquistato anche l’Egitto- la interruppe Thot in tono sferzante.- E prima di loro, i tuoi amati greci hanno dedicato la città a me sacra a Ermes. Ti risulta che io abbia cercato di distruggere l’Olimpo o il Campo Mezzosangue? Alcuni degli altri dei del mio pantheon, ce l’avevano con me perché ho suggerito io la Casa della Vita di bandirli ma era la cosa giusta da fare in quel momento. Così come è stato giusto aiutare i fratelli Kane. E in tutto questo non ho preteso che mi dedicassero un tempio, una città, o uno stadio. Il mondo cambia di continuo Minerva. Ai tempi di Luigi XIV avere le pulci, era considerato un segno di eleganza *, mentre ora è indice di sporcizia e povertà. L’intelligenza, serve a comprendere e migliorare ciò che ci circonda, non a farci dire da tutti quanto siamo bravi-.
La figlia di Giove si ritrovò temporaneamente ammutolita, poi mormorò:- Forse hai ragione … Tacito diceva che la saggezza si acquista attraverso la sofferenza. Forse io dovrei accettare ciò che è successo-.
Thot sorrise:- Bene. Spero di poter discutere delle mie teorie con te nel prossimo futuro, quando sarai guarita dalla schizofrenia- disse prima di allontanarsi.
Minerva rimase lì meditabonda, poi decise. Avrebbe invito un messaggio alla ragazza a cui aveva dato la moneta, per dirle che fare della statua che aveva recuperato … quella che ora si trovava nel Tartaro … qual’era il suo nome? Annetta?
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Thot era compiaciuto. Pareva che la teoria di Bast fosse esatta.
Eppure … eppure qualcosa non lo convinceva.
Dopo millenni di inattività Apophis, Crono, e Gea risorgevano a così breve distanza l’uno dall’altro? Singolare come coincidenza … un po’ troppo per i gusti di Thot.
Il dio diede un’occhiata alla mappa delle linee metropolitane, fissando gli occhi su quella che portava a Boston.
“Se capiterà qualcosa anche a loro” si disse “vorrà dire che tutti questi avvenimenti, sono collegati. Per ora e inutile fare congetture, tanto vale che tornato a casa mi concentri sul mio nuovo saggio e sul manuale”.
 
  • Vedi primo capitolo.
  • Lucio Mummio fu un console romano, che sconfisse la Lega Achea e saccheggiò Corinto nel 146 A. C. anno in cui la Grecia divenne una provincia romana.
  • Lo so che è assurdo, ma è davvero così. Alla corte del Re Sole i parassiti erano segno di eleganza.
 
ANGOLO DELL’AUTORE
Lo so sono in un ritardo mostruoso, ma ultimamente l’ispirazione mi è proprio mancata.
Il capitolo è forse un po’ corto, ma in fondo questo è stato un incontro di breve durata.
Spero che vi sia piaciuto comunque: nella serie non ho apprezzato granchè Atena/ Minerva, ma ho amato Thot sin da “La Piramide Rossa”. Dai come si fa a non apprezzarlo? E’ troppo simpatico!
Avete letto Magnus Chase e gli dei di Asgard? Io l’ho divorato in due giorni e vi assicuro che è davvero fantastico.
Piuttosto vorrei richiamare la vostra attenzione su un punto: Apophis risorge pochi mesi dopo che Crono si è impossessato del corpo di Luke (come un dio egizio), e nello stesso anno la madre di Magnus Chase viene uccisa e le barriere tra i nove mondi cominciano a indebolirsi . Un po’ strano no? Che ci sia un burattinaio dietro le quinte che ha organizzato tutto?
Vabbè lasciamo perdere le teorie del complotto e passiamo ai ringraziamenti.
Grazie mille a chi ha recensito lo scorso capitolo: Onix Crysus, Hermione_Jackson e fenirs.
Grazie a chi ha messo la fic tra le preferite: AllisonHermioneEverdeen, Angelo della Morte, Anny2001, la sopracitata Hermione_Jackson, Iri_Potter, marien_and_love,il già citato Onyx Crysus e _Abyss_.
Grazie a chi ha la fic tra le seguite: aleov7, Alhena Devon, Dreamer_10, fandom_is_forever
Helenebytheway, Hermione_Jackson, Krista Kane , Sabaku No Konan Inuzuka, ZerrieShipper_Abyss-.
Grazie per aver messo la fic tra le ricordate Alice_ Jackson.
Mille grazie anche a chi legge e basta, ma ogni recensione è ben accetta.
Farkas.
 
 

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Capitolo 8
*** I nostri figli si sono incontrati ***


DIVERSI MA UGUALI
I nostri figli si sono incontrati
 
Poseidone quando aveva percepito quella tempesta era rimasto sorpreso.
Naturalmente sapeva che era stato Percy a scatenarla, ma percepiva anche un altro potere legato all’acqua che non riusciva a identificare.
La cosa lo aveva inquietato e quindi aveva raggiunto il luogo in cui aveva avvertito quel potere, una palude di Long Island. Appena giunto lì il figlio di Rea non riuscì a trattenere un gemito. Egizio. Quello che aveva avvertito era un potere egizio.
In che altro guaio si era cacciato suo figlio?
Anzi no la domanda da farsi era un’altra: perché Moros e le Parche ce l’avevano tanto con quel ragazzo? Non bastavano già tutte le sciagure che gli erano capitate? Ora doveva essere coinvolto pure con la Casa della Vita?!
E se qualche egizio gli avesse fatto del male?
“Non saltare alle conclusioni” si disse il padre di Percy.
Gli incontri tra maghi e semidei in fondo non erano poi una cosa tanto inaudita. Ce n’era almeno uno ogni dieci anni o giù di lì e in genere le cose andavano in modo piuttosto semplice: il semidio credeva che il mago fosse un mostro e cercava di ucciderlo, il mago credeva che il semidio stesse ospitando un dio e cercava di ucciderlo. Queste cose non avevano mai causato problemi tra i due pantheon: innanzitutto, perché era difficile che tutti gli dei volessero entrare in guerra per un paio di morti, poi perché in fondo nemmeno gli dei potevano controllare ogni azione dei loro devoti.
I problemi davvero gravi li avevano causati una figlia di Atena che si era convinta di essere la reincarnazione di Hatshepsut, un figlio di Trivia che era penetrato di nascosto in un Nomo per cercare di rubare dei papiri su cui erano scritti incantesimi, e un figlio di Ramses il Grande di cui Poseidone, non ricordava il nome *.
Deciso a scoprire cosa fosse successo a Percy, non si rese conto di un grosso coccodrillo che lo spiava da poco lontano sott’acqua. Si accorse però dell’onda che gli si scagliò contro e del fatto che non riusciva a controllarla.
Con un ruggito Poseidone evoco un’onda a sua volta e la scagliò contro l’altra. Le due muraglie d’acqua si annullarono a vicenda.
Guardingo il signore di Atlantide si voltò temendo un altro attacco e udì una risata.
Di fronte a lui si ergeva un uomo dalla testa di coccodrillo, da cui scendevano dei capelli neri, la cui fronte era dotata di corna.
-Sobek!- tuonò il fratello di Ade .- Sei stato tu ad attaccarmi?!-.
Il figlio di Set rise sguaiatamente:- Quello era solo un saluto amichevole. Se avessi voluto attaccarti avrei fatto ben di peggio. Volevo solo vedere se eri ancora in forma-.
-Hai qualcosa a che fare con l’energia che ho percepito qui?- indagò sospettoso l’altro.
-Qualcosa- Sobek sogghignò mettendo in mostra delle zanne, grosse come coltelli da macellaio e affilate come rasoi.- Sai qui c’era il mio petsuchos … finchè un tuo figlio e l’occhio di Horus non l’hanno sconfitto-.
Poseidone deglutì. Era sorpreso che Percy fosse riuscito a collaborare con l’ospite di un dio egizio, ma il fatto che avesse eliminato un animale sacro a Sobek era molto preoccupante.
Il figlio di Neith era a dir poco una testa calda, e non ci avrebbe pensato due volte ad assalire Percy o l’intero Campo Mezzosangue.
-Mi dispiace per il petsuchos- disse Poseidone.- Ma sono sicuro che mio figlio non voleva … -.
-Per Ra cos’hai da scusarti? E’ stato fantastico!- lo interruppe il dio egizio in tono entusiasta.
-Cioè vuoi dire – fece incredulo Poseidone.- Che non sei arrabbiato per ciò che è successo al tuo animale sacro?-.
-Certo che no- sbuffò Sobek- i deboli non meritano di vivere. Se tuo figlio e Carter Kane sono riusciti a sconfiggerlo vuol dire che il petsuchos era più debole di loro. E io non tollero che le mie mascotte siano deboli. Va bene così-.
Notando la faccia sconcertata del figlio di Crono Sobek aggiunse:- Ehi io sono anche il dio del valore militare. Apprezzo i guerrieri valorosi-.
Rincuorato il greco abbassò il tridente ma poi venne folgorato da un pensiero improvviso:- Sei stato tu a liberare qui il coccodrillo?- .
-No, anzi mi piacerebbe proprio sapere chi si è impossessato della collana magica . Comunque voi olimpici avete combattuto qualche battaglia interessante ultimamente?-.
-Ho personalmente salvato tutti gli altri dei da Tifone durante la seconda Titanomachia- fece in tono di finta modestia il greco.- E ho combattuto nella penultima battaglia della seconda Gigantomachia con tutti gli altri dei-.
-Non male- ridacchiò Sobek.- Ma io ho fatto di più: ho combattuto contro Apohis in persona! Sei mai stato in sella al serpente del caos mordendolo? Ti assicuro che non è facile-.
Poseidone sbuffò :- Bè comunque ti assicurò che Crono e Gea non sono da prendere sottogamba. Contro di loro nemmeno tu ce l’avresti fatta da solo-.
-Tu mi sottovaluti. Anzi ci sottovaluti; l’acqua è il più potente dei cinque elementi: può dilavare la terra, spegnere il fuoco, far arrugginire un pezzo di metallo e consumarlo. Persino il legno, che è il suo complemento naturale, non può sopravvivere se non viene nutrito dall’acqua- fece Sobek in tono tronfio.
-Questa frase è scopiazzata da un’ aforisma di Arthur Golden *- notò l’altro
Il dio coccodrillo cambiò discorso per non rispondere:- Bè ora devo andare. Per venire qui ho preso il corpo di una lucertola, e quel rettile sta per esplodere. Ah comunque ieri ho sentito Njord …
-Non nominarlo nemmeno- sbuffò l’altro- da un po’ di tempo è diventato insopportabile. Non fa altro che vantarsi di quel suo nipote che ha ritardato il Ragnarok-.
-Senti da che pulpito viene la predica! Chi è che non fa altro che dire che un suo figlio è stato inserito in ben due grandi profezie?-.
Stavolta fu il greco a cambiare discorso per non rispondere notando che la lucertola era davvero arrivata al limite.
Quando Sobek se ne fu andato Poseidone tirò un sospirò di sollievo. Percy stava bene e il suo omologo egizio non intendeva fargli del male … in più a differenza dell’ultima volta in cui un suo figlio aveva avuto a che fare con gli egizi nessun tifone aveva causato una strage di mortali. Una splendida cosa e non solo perché gli avrebbe evitato di dover fare rapporto. Mancava solo una cosa per rendere perfetta la giornata: sapere chi si era impadronito della collana e perché aveva scatenato il mostro.
 
 
  • Si tratta Setne. Ho scoperto che nell’antichità il principe Khaemwaset è esistito davvero: molti studiosi lo ritengono il primo egittologo, e gli antichi egizi lo ritenevano un mago. Tuttavia la maggior parte dei pochi miti su di lui che ci è giunta lo dipinge in modo positivo al contrario di zio Rick.
  • Arthur Golden è uno scrittore americano. Il suo lavoro più famoso è probabilmente Memorie di una geisha.
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTORE
Salve gente! Auguro a tutti una felice epifania e spero abbiate passato bene le feste. So di essere molto in ritardo, ma fra le feste e prima lo studio non ho avuto molto tempo per scrivere. Inoltre ultimamente mi manca l’ispirazione …
Che ne ne dite del capitolo? So che non succede poi molto, ma almeno chiarisce un po’ come funzionano i rapporti tra gli egizi e i greco-romani.
Sobek credo rispetti Poseidone per la sua forza, quindi lo tratta abbastanza bene e Poseidone cerca di assecondarlo per evitarsi problemi. Inoltre dato che Sobek è comparso poco nella saga egizia, cercare di renderlo è un po’ difficile.
Il capitolo è ambientato subito dopo Il figlio di Sobek, racconto che ho adorato e di cui ho     creato una mia versione dal punto di vista di Percy (fu la mia prima fan fiction in assoluto) . Se vi va potreste darci un‘occhiata.
E ora i ringraziamenti.
Grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo: Onyx Crysus, _Abyss_ e in particolar modo fenris che nella sua recensione al quarto capitolo, mi aveva suggerito l’idea di un confronto tra Poseidone e Sobek. Mi dispiace averci messo tanto per realizzarlo ma volevo dare la precedenza ad altre idee.
Grazie a chi ha messo la fic tra le seguite cioè aleov7, Alhena Devon, Clezio_Odio, Dreamer_10, fandom_is_forever, Helenebytheway, Hermione_Jackson, Krista Kane , Milla Renzi De Medina, RoriB2001 , Sabaku No Konan Inuzuka, ZerrieShipper_Abyss-. Alcuni di voi sono delle graditissime new – entry.
 
Grazie a chi ha messo la fic tra le preferite: AllisonHermioneEverdeen, Angelo della Morte, Anny2001, la sopracitata Hermione_Jackson, Iri_Potter, marien_and_love,i già citati Onyx Crysus e _Abyss_.
 
Grazie per aver messo la fic tra le ricordate Alice_ Jackson.
 
Grazie anche ai lettori silenziosi ma ricevere un parere mi piacerebbe molto. Anche le crtiche sono ben accette se educate e costruttive.
 
A presto.
 
  1.  

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Capitolo 9
*** Caos ***


DIVERSI MA UGUALI
Caos
               
Quel giorno il Tartaro fremeva.
I mostri si rigeneravano molto più velocemente del normale e l'aria si era fatta perfino più pesante del solito.
Era come se tutto in quell'orribile luogo quel giorno andasse più veloce, e ciò poteva avere un'unica ragione. Il Tartaro era eccitato .
La causa di ciò non poteva che essere orrenda qualunque fosse ... ed era la probabile distruzione del mondo che in quel momento si stava scatenando nel Cairo.
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Apophis era pieno di gioia malvagia.
Finalmente dopo millenni quell'immonda palla di fango sarebbe tronata al caos da cui era stata strappata!
E tutte quelle orribili scimmie glabre anche ... Ahh erano millenni che attendeva quel momento.
Tutti quegli spocchiosi dei e i disgustosi mondi sarebbero tornati al nulla da cui provenivano.
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Tartaro esultava. Ancora un po’ e quei ridicoli dei egizi sarebbero stati sopraffatti, ancora un po’ e il mondo si sarebbe trasformato in un enorme zuppa primordiale, dove lui e i suoi figli avrebbero dettato legge!
Apophis e i suoi demoni non avrebbero certo avuto da obbiettare se altre creature del caos si fossero divertite un po’ … e se così non fosse stata ci avrebbe pensato lui a renderli un po’ più solidali .
Muoviti stupido biscione” -pensò stizzito il padre dei giganti.- “Ma quanto ci vuole per divorare un dio del sole ?”
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Apophis conobbe per la prima volta la paura quando vide l’esecrazione dei fratelli Kane.
Sarebbe stata la sua fine. Il caos avrebbe perso e lui ricacciato nella Duat in una tale profondità e in un tale stato da non riuscire mai più a riemergere.
A meno che …
Era una scommessa azzardata, ma era anche la sua unica possibilità.
Un attimo prima che la sua ombra venisse distrutta il serpente riuscì a scagliare via un minuscolo frammento della sua coscienza.
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L’atmosfera nel Tartaro cambiò di colpo.
La rigenerazione dei mostri rallentò di botto e i fiumi presero a scorrere più lentamente.
Maledetto incapace!” – pensò Tartaro.
Quella biscia troppo cresciuta si era fatto fermare da due nullità, da due UMANI!
Quel meraviglioso mondo popolato unicamente da mostri e fatto di violenza e anarchia era stato, così vicino … ed era sta perso a causa dell’incompetenza di quella sottospecie di crotalo!
“Forse tutto sommato è meglio così” si disse l’orribile marito di Gea. “Almeno adesso non dovrò condividere il potere con nessuno. E quando i miei adorati giganti rinasceranno, ci penseranno loro a creare il mio mondo ideale”.
Preso da questi pensieri Tartaro non notò il minuscolo serpente rosso che strisciava pian piano sul suo orrendo corpo.
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Apophis ghignò. Aveva atteso mesi e mesi quel momento e aveva ottenuto il suo scopo grazie ai due mezzosangue.
Tartaro era arrivato ad assumere forma fisica pur di sbarazzarsi di loro e comunque era stato beffato!
“Ben ti sta, vecchio presuntuoso” gongolò il serpente.
Approfittando del suo scontro con Giapeto e Damaseno era riuscito ad introdursi dentro di lui … dove avrebbe potuto assorbire l’energia necessaria al suo ritorno.
Certo ci sarebbero voluti secoli … ma lui sapeva aspettare. E al momento giusto sarebbe tornato nel mare del caos dove avrebbe potuto preparare la sua rivincita.
Sotto la fragile crosta della civiltà si agita il freddo caos. E in certi posti il ghiaccio è pericolosamente sottile
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTORE
 
Salve gente.
Come sempre sono in ritardo, ma lo studio mi ha portato via un sacco di tempo e oltretutto questo capitolo era piuttosto difficile da scrivere.
Mi è venuto fuori molto breve lo so, ma era necessario liquidarli in fretta questi due: la loro natura infatti rendeva l’incontro estremamente difficoltoso, dato che non credo che Tartaro possa lasciare gli Inferi e che Apophis è rimasto sigillato per millenni e la sua ultima gita nel mondo mortale è finita come sappiamo.
Mi piace pensare che un frammento del grande serpente sia sopravvissuto e si sia rifugiato di nascosto nel Tartaro ed un’idea che magari in futuro potrebbe essere sviluppata.
Bè e adesso si può passare ai ringraziamenti.
Grazie a tutti coloro che hanno recensito lo scorso capitolo: la nuova arrivata f_irefly, il Onix Crysus, Hermione_Jackson e fenris (che nella sua recensione al quinto capitolo mi aveva chiesto quest’incontro. Che ne dici?).
Grazie a chi ha messo la fic tra le seguite cioè : aleov7, Alhena Devon, Clezio­_Odio, Dreamer_ 10, fandom_is_forever, Helenbythewey, Hermione_Jackson, Krista Kane, Milla Renzi De Medina, RoriB2001, Sabuku No Konan Inuzuka, Zerrie Shipper, _Abyss_.
Grazie mille a Alice_Jackson che ha messo questa storia tra le ricordate.
Grazie a AllisonHermioneEverdeen, Angelo della Morte, Anny2001, Iri_Potter, marien_and_love e di nuovo a Onyx Crysus e _Abyss_ che mi hanno fatto l’onere di mettere questa storia tra le preferite.
Grazie anche a chi legge e basta, ma sappiate che ogni recensione è ben gradita.
Colgo l’occasione anche per augurare buona Pasqua a tutti, sia pure con una settimana d’anticipo.
A presto.
Farkas.

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Capitolo 10
*** Famiglia ***


DIVERSI MA UGUALI

Famiglia



Estia sorrise, mentre invisibile vedeva l'uomo e la donna tutti tremanti avvicinarsi alla porta di casa.
Dopotutto stavano conoscere la loro figlia dopo che per sedici anni avevano allevato quella di qualcun altro.
La dea provava pena per loro: erano stati defraudati della cosa più importante della loro vita a causa dell'errore di un ospedale, e per quanto amassero la ragazza che avevano cresciuto, avevano perso per sempre l'infanzia della figlia.
-Ma ti pare possibile che per colpa di un’infermiera distratta, tutta la nostra vita debba essere sconvolta?- borbottò l’uomo rivolto alla moglie.
“Per merito di quell’infermiera distratta fra poco avrete due figlie invece che una” pensò allegra Estia. Per qualche ragione credeva che entrambe le famiglie sarebbero uscite rafforzate da quella storia.
Il campanello suonò.
La donna si precipitò ad aprire ed entrarono un’altra donna, un’adolescente e … un dio egizio invisibile.
Estia rimase un po’ sorpresa nel vederlo lì ma ne fu felice:- Bes!- chiamò (ovviamente inudibile dai mortali).
-Estia!- rispose contento lui.- Da quanto tempo!-.
-Sì … trentacinque anni vero?- rispose sorridente la cronide .- Che ci fai qui?-.
- Bè –rispose il dio dei nani. – Ho sempre protetto Daphne e Regina … sai lei single, lei sorda … ho pensato avessero bisogno di aiuto, così quando hanno saputo dello scambio, ho pensato di accompagnarle per trasmettere loro forza. E tu?-.
-Anche se non sembra questa famiglia è abbastanza unita- fece con un sorriso la dea del focolare.- Volevo essere presente mentre si allargava-.
Mentre le due ragazze si avvicinavano i due dei si diressero in un’altra stanza.
-Sono felice che tu sia tornato- mormorò Estia.
Quando poco prima dello scontro finale aveva percepito il ren di Bes indebolirsi si era sentita malissimo e quando sua nipote l’aveva informata da ciò che aveva saputo da Khonsu aveva temuto di aver perso per sempre il suo omologo.
Vederlo lì le faceva davvero piacere
In fondo quando Roma l’aveva “adottato” avevano passato parecchio tempo insieme. -Ti ricordi delle feste alla villa di Colli Albani * ?- disse passando alla sua forma di Vesta.
-Un vero spasso- sorrise l’egizio.- Ci veniva sempre anche Tawaret … ti ricordi di lei ? Ci siamo messi insieme!-.
Vesta sorrise:- Come sai io non mi intendo molto di relazioni, ma sono felice per voi … oh e complimenti per come ti sei battuto contro Apophis -.
Bes gonfiò fiero il petto:- In effetti non me la sono cavata male … lord Horus mi ha anche dato una menzione d’onore!-.
-Lo so- rispose sorridendo la dea romana. – Me l’ha detto Marte. Lui e Horus non fanno che discutere su quale scontro è stato il migliore … se il vostro contro il serpente o il nostro contro i giganti … anche se forse dovrei dire il loro visto che io non ho combattuto-. 
Le ultime parole della figlia di Rea avevano un tono piuttosto amaro che portò Bes ad esclamare:- Guarda che non tutti sono fatti per combattere. E poi al mondo c’è bisogno anche di valori diversi dal coraggio, come la fiducia e la serenità-. 
Vesta sorrise e il dio dei nani un po’ imbarazzato aggiunse: - Bene è ora che vada. Daphne e Regina stanno per andarsene-.
Bes aveva quasi raggiunto l’uscita quando la dea lo richiamo.
-Sì?-.    
-La famiglia, non comincia o finisce con il sangue. Volevo solo farti sapere che io ti considero un membro della mia famiglia-.
Il volto del dio nano si aprì in un radioso sorriso:- Lo sapevo. E tu sappi che penso lo stesso di te-.

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Non c’è niente che ti rende più folle del vivere in una famiglia. O più felice. O più esasperato. O più … sicuro.

•    Villa romana in cui è stata ritrovata una statua di Bes.




ANGOLO DELL’AUTORE
Manco da tre mesi e pubblico un capitolo breve … siete liberi di linciarmi, ma purtroppo la mia lunga assenza si spiega in due parole: esame universitario.
Ne ho da poco affrontato uno particolarmente impegnativo così da marzo a giugno ho deciso di concentrarmi unicamente sullo studio. 
Mi dispiaceva ve lo assicuro ma l’ho ritenuta una decisione necessaria.
Questo capitolo poi è stato parecchio ostico: sappiamo così poco di Estia e onestamente non avevo idea di come farli incontrare. Essendo poi dei decisamente "normali" il capitolo doveva necessariamente essere più breve. L’idea mi è venuta guardando Switched At Birth- Al posto tuo una serie Tv che io amo moltissimo (e al quale ho dedicato due fic) che parla di due ragazze adolescenti che scoprono casualmente di essere state scambiate alla nascita, ed ho voluto omaggiarla ambientando questo capitolo nel primo episodio.
E ora FESTEGGIAMO! Questa raccolta infatti è arrivata al capitolo numero 10 confermandosi mia fic più lunga e di maggior successo. Davvero quando l’anno scorso pubblicai il primo capitolo, non mi sarei mai sognato di arrivare fino a questo punto.
Una curiosità che mi dite delle Sfide di Apollo? Io devo ancora leggerlo.

Ed ora i ringraziamenti:
Grazie infinite a fenris e Onyx Crysus che hanno recensito lo scorso capitolo
Grazie mille ad Alice_Jackson che ha messo questa storia fra le ricordate.
Grazie aleov7, Alhena Devon, Clezio¬_Odio, Dreamer_ 10, fandom_is_forever, Fiore_, Helenbythewey, Hermione_Jackson, Krista Kane, Milla Renzi De Medina, RoriB2001, Sabuku No Konan Inuzuka, Saroyan, Zerrie Shipper, _Abyss_ che hanno messo la storia fra le seguite. Siete aumentati sempre di più e cercherò di fare del mio meglio per non deludervi (e forse potrei aggiornando un po’ più in fretta vero?). 
Non so come ringraziare : AllisonHermioneEverdeen,Angelo della Morte, Anny2001, Iri_Potter, Elisasbrilluccicosa, Fiore_, marien_and_love ,Onyx Crysus ,_Abyss_, Hermione_Jackson che hanno messo quaesto mio lavoro fra i preferiti.
Davvero vedere che non fate che aumentare mi riempe di gioia.
Grazie anche te che stai leggendo queste righe e ricorda: un tuo parere non può che aiutarmi a migliorare.
Tra poco partirò per le vacanze e purtroppo temo che questa fic finirà di nuovo in pausa fino a settembre, dato che fino al mio ritorno sarò sprovvisto di internet e vorrei aggiornare altre long in altre sezioni.
Sperando che recensiate in molti vi auguro buone vacanze e vi lascio un bell’AUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!
Farkas.

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Capitolo 11
*** L'altra metà del cielo ***


DIVERSI MA UGUALI
L'altra metà del cielo
Zeus sbuffò irato.
Per la seconda volta in appena un anno, lui e i suoi sudditi erano stati salvati da dei mortali.
E uno di loro era stato in entrambe le occasioni quel suo insopportabile nipote Percy Jackson.
Almeno dovrò sforzarmi di sopportarlo al massimo, per un’altra settantina d’anni” cercò di consolarsi il Cronide.
Il signore del cielo si stava godendo un voletto rilassante, dopo la sconfitta di Gea ma era ancora nervoso … anche a causa di quel corvo che aveva osservato tutto ciò che era accaduto ad Atene.
Che nervi pensare che quello si sarebbe goduto tutto il racconto delle sue peripezie seduto comodamente nella sua sala del trono * .
Magari potrei scatenare una bella tempesta su Verona” – si disse il dio per calmarsi mentre si librava sopra Denver. “ E approfittarne per corteggiare qualche bella italiana”.
Preso dai suoi pensieri il re dell’Olimpo non notò l’arrivo della donna dalla pelle blu cosparsa da costellazioni, galassie, e nebulose finchè non ce l’ebbe davanti.
-Nut!- fece sorpreso il greco.- Che ci fai qui?-.
-Dovrei chiedertelo io, dato che siamo a casa mia- rispose l’altra pacatissima.
A quelle parole il marito di Era alzò lo sguardo, e notò effettivamente vari mobili sospesi nell’aria.
-Scusa- borbottò Zeus. – Ero sovrappensiero e non ho fatto caso a dove stavo andando.
-Non fa niente- minimizzò la moglie Geb con un’alzata di spalle.- Già che sei qui, perché non ti fermi un po’? Ho appena fatto il sahlab -.
Il dio dei fulmini a dirla tutta non era poi un grande estimatore di quella specie di vaniglia calda, ma l’idea di una chiacchierata non gli dispiaceva, e dopotutto non aveva niente di meglio da fare, così accettò.
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Poco dopo i due erano comodamente seduti nel salotto fluttuante della figlia di Tefnut a sorseggiare l’antica bevanda.
-Sai non ho mai invitato qui tuo nonno- esclamò di colpo l’egizia.- Non era un tipo molto alla mano-.
-Non stento a crederlo, vista la moglie che si era scelto. Per fortuna ci siamo liberati di etrambi-.
A quella risposta Nut parve intristirsi: l’accenno a Gea le aveva riportato in mente Geb; Zeus probabilmente se ne accorse perché esclamò subito:- A proposito di Urano … non è che anche lui si sta riprendendo? Visto tutto quello che è successo di recente non mi sorprenderebbe-.
La madre di Set capì il perché del dirottamente del discorso, da parte del suo ospite e ne fu grata:- Non è c’è pericolo. Tu non hai idea di quanto fosse stretto il nostro legame: io e lui condividevamo lo stesso corpo, fidati se si stesse riprendendo lo saprei. Nel caso prometto che ti avviserò-.
“Almeno per questo, non dipenderò dall’Oracolo di Apollo” pensò il fratello di Ade. “A proposito non ho ancora deciso la sua punizione”.
Le chiacchiere proseguirono per un bel po’ e quando Zeus si alzò per andarsene Nut lo pregò di tornare a fargli visita: - Sai com’è ho compagnia di rado, ora che la maggior parte delle divinità egizie si sono ritirate nella Duat. Che rabbia se penso, che io e Geb siamo entrambi qui e non possiamo vederci! Ra ci ha tolto una delle cose che per noi contano di più per punirci-.
Nut non era mai stata un’ispiratrice, ma proprio lei aveva acceso la scintilla dell’immaginazione di Zeus: il signore degli dei greci decise in quell’istante, che dopo aver lasciato il figlio in sospeso per un po’, lo avrebbe privato di poteri e immortalità.
Oh sì, ci sarebbe stato da divertirsi.
 
 
 
 
 
  • Nella mitologia norrena Odino aveva due corvi che volavano per tutto il mondo per tenerlo aggiornato su quanto accadeva. Suppongo che lo informino anche di ciò che succede agli altri pantheon.
 
ANGOLO DELL’AUTORE
E rieccomi qui, in un ritardo mostruoso. Viva la novità.
Mi dispiace moltissimo, ma purtroppo problemi e imprevisti che mi hanno completamente ignorato durante le vacanze, al mio ritorno si sono avventati in massa su di me.
Oltretutto non avevo uno straccio d’idea per questo capitolo e onestamente non sono convintissimo del risultato, quindi a voi lettori l’ardua sentenza.
So che è corto ma purtroppo Zeus e Nut non sono mai stati in scena a lungo, quindi non avevo molto da dire su di loro.
Ho pensato di mettere qualche accennò anche a Urano essendo stato lui il primo “parallelo” greco-romano di Nut e ci tenevo a fare un richiamo a Odino, dato che sta per uscire il secondo volume della serie di Magnus Chase ( non vedo l’ora).
Mi raccomando lettori: “Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit: Dona l’8% del tuo tempo alla causa pro-recensioni. Farai felice milioni di scrittori. “
E ora i ringraziamenti.
Grazie mille a Onyx Crysus e a Fenris che mi hanno recensito lo scorso capitolo (il secondo si era chiesto già dal capitolo sei chi avrebbe incontrato Nut).
Un enorme ringraziamento anche a chi preferisce/ricorda/segue la storia e ricordate: qualunque commento sarà ben accetto (vi spingo a recensire, dicendo che è appena stato il mio compleanno?).
Farkas.
 

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Capitolo 12
*** La forza dell'amore ***


DIVERSI MA UGUALI
La forza dell'amore

    
Ah, la bellezza di avere un ritrovo, un luogo in cui incontrare le amiche per spettegolare, e programmare le sessioni di shopping, e make-up è qualcosa di davvero meraviglioso anche per una dea.
Il luogo usato da Afrodite per tale scopo era un elegante bar che si trovava poco distante dai Butchart Gardes *.
La signora delle colombe stava sorseggiando un tè quando si sentì chiamare allegramente, da una donna bella quanto lei (anche se non l'avrebbe ammesso neanche sotto tortura).
-Hathor! Siediti cara- cinguettò la figlia di Urano.- Da quanto non ci si vede-.
-Già secoli- ridacchiò l'altra accomodandosi di fronte all'amica dopo aver fatto la sua ordinazione.
- A proposito saremo solo noi due oggi- fece la madre di Piper.- Freya si scusa ma non può venire: deve assistere suo nipote, e quel suo figlio schiavo di Mimir in un'impresa-.
La moglie di Horus fece spallucce, : - Peccato. Bè vorrà dire che il mio scoop lo dirò solo a te-.
-Non ci posso credere!- fece Afrodite dopo che la collega le ebbe rivelato il pettegolezzo.- Ha davvero detto così?-.
-Cito testuali parole: "Prima di incontrare te non avevo mai sentito altro che noia per le altre dee"-.
-Pffff gli dei della morte nostrani, non se la cavano così bene con le frasi da rimorchio, te lo assicuro- sbuffò l'amante di Ares.- Povera , povera Anput * - aggiunse poi scuotendo la testa.- Anche se si è ridotta a una vecchia rincretinita, non meritava certo che il marito fingesse che non fosse mai esistita!-.
-Concordo in pieno. Anche se chiunque ha il diritto di rifarsi una vita il passato è importante. Certo se la Kane lo scoprirà, credo proprio che vedremo un'altra esecrazione. Cambiando totalmente discorso, che ne dici di una sfida, come ai vecchi tempi?-.
L'altra dea si leccò le labbra:- Mi hai letto nel pensiero. A chi forma le coppie migliori?-.
-Andata-.
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"Avrei voluto accarezzare le cheerleader in ben altro modo al liceo" si disse l'infermiere Peter Twentymiles mentre massaggiava la gamba di una sedicenne bionda Claire Baker, il cui troppo audace tentativo di spaccata, aveva costretto l’allenatrice a chiamare l’ambulanza.
Però … era così carina quella ragazza, con quei capelli biondo chiaro lunghi fino alle spalle, quegli occhi verde smeraldo in cui ci si poteva perdere …
Frena” si disse l’uomo. “Che sto pensando? Io sono un uomo adulto, lei una ragazzina!
Eppure l’infermiere, proprio non riusciva smettere di carezzare quella caviglia.
Claire dal canto suo non avvertiva più alcun dolore, anzi si sentiva in paradiso: aveva proprio scelto il mestiere adatto quell’infermiere così gentile, paziente e delicato.
Mentre le massaggiava la caviglia Claire, avrebbe tanto voluto passare le mani fra quei disordinati capelli castani, e stringersi a lui …
“Ma che pensieri ti vengono?” cercò di rimproverarsi la biondina pur senza riuscire a scacciarsi né quelle, né altre immagini simili dalla mente.
E quando lui le chiese di passare in ambulatorio di pomeriggio, la ragazza si sentì felice come se le avesse chiesto un appuntamento.
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-Mossa audace- commentò Hathor. - Ci saranno almeno dieci anni di differenza. La gente sparlerà parecchio-.
-Appunto- fece la madre di Drew con aria saputa.- Affrontando tante difficoltà il loro amore diventerà sempre più forte.
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-Che c’è?- borbottò una ragazza dai lunghi capelli castani mentre si preparava a monitorare su un tablet i segnali vitali, del corridore davanti a lei.
-Niente- mormorò l’altro.- E’ che non ti vedo mai sorridere-.
-La mia promettente carriera in bioingegneria è finita, il mio capo è su una sedia a rotelle a vita, l’esplosione che ti ha mandato in coma ha anche ucciso il mio fidanzato … l’inespressività rispecchia il mio sentire- rispose la scienziata senza nemmeno sospettare, che presto il ragazzo le avrebbe donato parecchi sorrisi.
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-Far dimenticare a lui l’amica d’infanzia, e a lei il ragazzo che avrebbe dovuto sposare … complicato … - fece la sorellastra di Crono.
- Ma non impossibile- rispose tranquilla la forma alternativa di Sekhmet.- Certo dovrò agire a piccoli passi-.
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-Ciao!- fece allegramente una pallida ragazza dai capelli neri, a un coetaneo dai capelli biondo-rossicci.- Daphne non ha il suo corso qui oggi-.
-Sono venuto qui per vedere te- le rispose lui nel linguaggio dei segni.
-Guarda se è per quella faccenda di mio padre, non voglio più parlarne …  tu a Daphne avete parlato di me e te?-.
L’altro fece cenno di no e aggiunse un “Mi piaci” prima di unire le loro labbra in un tenero bacio. 
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-Perché spasimare per la tua migliore amica che conosci da sempre, se puoi avere la ragazza con cui è stata scambiata alla nascita?- domandò retoricamente la greca.
-Sono molto carini- sorrise l’egizia.- Ma i miei non saranno da meno!-.
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Una piscina termale italiana era deserta tranne che per due diciottenni.
-Senti se non me li ridai esco fuori e me li prendo da solo i vestiti!- sbottò il ragazzo a mollo nell’acqua.
-Non ne hai il coraggio- lo sbeffeggiò l’altra.
Invece il coraggio lo ebbe eccome … e quando lei rimase in intimo per dimostrargli di non essere da meno, la gettò in acqua dove presto gli spruzzi vennero sostituiti dai baci.
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-Sei davvero terribile!- ridacchiò Afrodite ammirata.- I loro fratelli sono ex e i loro genitori lo diventeranno!-.
-Vorrà dire che il loro legame sarà anche più saldo di quello tra l’infermiere e la cheerleader-.
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Terminata la gara le due si diedero allo shopping e quando Hathor se ne fu andata la moglie di Efesto combinò un uscita con Freyja per il weekend successivo. La gemella di Freyr si disse, non l’avrebbe battuta nella gara a chi rimorchiava di più, orecchini nuovi o meno.


•    Giardini presenti sull’isola di Vancouver, giudicati uno dei posti più romantici del pianeta. Mi pareva un posto che potesse piacere alle dee dell’amore (Parigi era troppo scontata).
•    Nella mitologia egizia Anubi aveva una moglie Anput, che però non è mai stata una divinità importante. E’ quindi probabile che nella serie sia finita alla casa di riposo e che Anubi abbia detto quella frase da manuale a Sadie solo per fare colpo. Certo Riordan potrebbe semplicemente aver scelto di ignorare l’esistenza di Anput dato che a volte modifica i miti … però i due avevano una figlia Kebechet dea della freschezza che sarebbe un’ ottima candidata come divinità il cui percorso è seguito da Felix. Se ne volete sapere di più vi consiglio l’ottima saga di fanfiction “Servi del Kosmos” di Fan of the doors


ANGOLO DELL’AUTORE

E rieccomi qua, una volta tanto non in ritardo.
Prima di tutto, ci tengo ad augurare buon anno a tutti i lettori, spero che abbiate trascorso un buon Natale e che per voi il 2017 sia pieno di belle cose!
Avevo questo capitolo in mente da un po’ e dato Hathor è comparsa per appena un paio di righe in “La piramide rossa” ho scelto di darle una caratterizzazione simile a quella di Afrodite/Venere (in fondo anche Freyja è le somiglia, anche se si rivela più intelligente e attiva a mio parere a causa del suo essere anche dea della guerra e della magia).
Non potevo non aggiungere qualche accennò a Magnus; ho adorato “Il martello di Thor”: storia coinvolgente e ottima evoluzione dei personaggi. Non male anche la new entry Alex Fierro, anche se forse non è stata sfruttata al meglio.
Tornando alla mia fic, tutte le coppie formate dalle due amiche vengono da serie tv, vi sfido a riconoscerle. Le frasi dette sono originali dei programmi, tranne per la prima dove, ho trovato necessario modificare sia il primo incontro che i cognomi.

Ed ora i ringraziamenti.
Grazie infinite a Aiko_Miura_36, e ai fedelissimi Onyx Crysus e fenris che hanno recensito lo scorso capitolo.
Grazie ai 15 che seguono questa fic, all’uno che la ricorda e ai 10 che la preferiscono: vuol dire molto per me.
Grazie anche a te che stai leggendo ora queste righe, ma sappi che una recensione mi farebbe molto piacere. Anche le critiche sono ben accette, se costruttive ed educate.
Farkas.

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Capitolo 13
*** Le due facce della luna ***


Diversi ma uguali
LE DUE FACCE DELLA LUNA
                   
Per Artemide era una notte come un’altra in cui doveva semplicemente trainare la luna nel cielo, quando di colpo vide la luce dell’astro staccarsi da quest’ultimo e creare una specie di discesa.
La gemella di Apollo non si era ancora ripresa dallo shock quando la sua slitta scivolò sul sentiero di luce.
Gridando la dea cercò di inutilmente di riprendere il controllo del veicolo magico mentre nell’aria si diffondevano … note musicali?
“So love me like you do, la-la-love me like you do
Love me like you do, la-la-love me like you do
Touch me like you do, ta-ta-touch me like you do
What are you waiting for?”

“Chi osa farmi perdere il controllo del carro della luna e costringermi ad ascoltare una canzone del genere?” pensò irata la gemella di Apollo cercando intorno a sé una qualsiasi presenza.
-Ciao Arty!- esclamò una voce fintamente gioviale al fianco della dea vergine, che si ritrovò seduta accanto una figura fastidiosamente familiare: certo ai vecchi tempi non indossava un abito italiano fatto su misura, né portava un Rolex al polso, ma la pettinatura era rimasta la stessa e quello sguardo inumano, freddo e minaccioso non si dimenticava facilmente.
-Khonsu- ringhiò la figlia di Leto come se fosse una parolaccia.
-Proprio io mia cara-.
-E non chiamarmi così cannibale che non sei altro!-.
Artemide odiava essere legata a una creatura del genere. A differenza del fratello, non si era certo dispiaciuta per la scomparsa della sua controparte egizia.
Non che avesse qualcosa contro chi si nutriva di altre creature, dopotutto era anche dea della caccia, ma Khonsu divorava anime. Non uccideva per cibarsi, ma solo per accrescere il proprio potere e soddisfare la sua crudeltà.
La dea avrebbe tanto voluto sfruttare il legame telepatico che li univa solo per questioni riguardanti il moto della luna, ma sfortunatamente il fratello di Serqet non la pensava così, e non perdeva occasione di disturbare Artemide, mandandole messaggi nei momenti meno adatti.
Per esempio quando secoli orsono, la dea stava dando la caccia con le sue devote ad enorme dragone proprio nel momento cruciale dell’assalto, di colpo le era risuonato in testa, il menù del pranzo di nozze della figlia del faraone.
La cosa l’aveva deconcentrata e il dragone era fuggito via ed era stato abbattuto poco dopo da un certo Cadmo.
Piuttosto imbarazzante senza contare che la figlia di Zeus, poi aveva avuto voglia di fenicottero arrosto e datteri ripieni per giorni.
-Oh andiamo … non sei contenta di rivedere un collega dopo tanto tempo? Dovresti uscire di più fidati: la musica e il cibo hanno fatto passi da gigante nel corso dei secoli! Comunque sono qui per darti una notizia … -.
-Ti sei di nuovo giocato la luce della luna vero?- ringhiò l’altra. Era passato tanto di quel tempo dall’ultima volta che era accaduto che sul momento, la cacciatrice non aveva capito cosa fosse successo ma nel vedersi l’egizio davanti non ci aveva messo molto a fare due più due.
-Eh già, ho perso tre ore- ammise serafico l’egizio.- Però ho divorato il ren di Bes quindi direi che mi è andata bene!-.
Artemide era disgustata dall’allegria della sua controparte: all’epoca delle battute di caccia con Neith, aveva conosciuto il dio nano e tutto sommato le era parso un tipo decente, anche se aveva traviato Tawaret.
-E sentiamo chi te le avrebbe vinte quelle ore?-.
-Due maghi, fratello e sorella, che se ne vogliono servire per evitare il trionfo di Apophis. Sono aperte le scommesse sul risultato! Tu vuoi fare una puntata?-.
-Non finirò mai di stupirmi della tua insensibilità- mormorò l’altra.- Due persone stanno cercando di evitare una catastrofe rischiando le loro vite, e tu ci scommetti sopra come a una corsa di cavalli o un combattimento fra galli!-.
-Sempre la solita noiosa- sospirò il figlio di Ra. – Dovresti prendere esempio dai norreni. Alcuni di loro scommettono forte, e sono decisamente di compagnia, anche se sono legati a una roccia. Voi greci siete una pizza. Anche tuo nonno non ha mai voglia di chiacchierare-.
Un attimo dopo il figlio di Ra sparì com’era arrivato e Artemide riprese il proprio allungato lavoro … sforzandosi di ignorare le note che le riecheggiavano nel cervello (“In another life, I would be your girl
We keep all our promises, be us against the world
In another life, I would make you stay
So I don't have to say you were the one that got away
The one that got away
”), e la paura che le ispirava l’idea del ritorno del serpente; non era una che si spaventasse facilmente, ma l’idea di un possibile ritorno di Apophis la innervosiva.
-----------------------------
Khonsu ricomparve in un casinò di Los Angeles di ottimo umore: adorava prendersi gioco di Artemide. Era così stoica, seria e pragmatica che era quasi un obbligo per lui prenderla in giro.
Quanto aveva riso quella volta in cui con l’inganno le aveva vinto al gioco la promessa di rinunciare ad arruolare dodici ragazze fra le Cacciatrici, o quella pelle di leone di cui si vantava tanto!
D’altronde solo un dio della luna può adombrare la giornata di un’altra dea della luna.
Non gli rimaneva che una cosa da fare: riscuotere da Afrodite la ricompensa promessa, per essere riuscito a mettere paura alla sorella di Ares.
 
 
ANGOLO DELL’AUTORE
E rieccomi qui. Scusate per il ritardo ma ultimamente ho dovuto dedicare molto più tempo allo studio e poi oltre che a questa volevo dedicarmi ad altre fic (nello specifico una long nella sezione di Victorious e una one-shot nella sezione di The Flash. Se vi va dateci un’occhiata).
Che ne dite? Più che buona/malvagio emerge il confronto allegro/seria ma non volevo fare qualcosa di troppo simile al capitolo due.
Forse sono stato un po’ breve ma la scarsa visibilità di alcuni dei mi ci obbliga.
Comunque rivedremo entrambi in capitoli successivi.
E ora passiamo ai ringraziamenti:
Grazie mille ai recensori dello scorso capitolo: a fenris (che mi ha recensito anche la OS su Flash, grazie ancora) Onyx Crysus, e in particolar modo a Fan of The Doors che dall’ultimo aggiornamento ha recensito ogni capitolo della storia.
Grazie ai 15 che seguono questa fic, all’uno che la ricorda e agli 11 che la preferiscono: il vostro sostengo mi fa davvero piacere. Grazie anche a te che leggi queste righe e basta ma se tu mi dessi la tua opinione mi farebbe molto piacere.

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Capitolo 14
*** Nuove prede ***


DIVERSI MA UGUALI
Nuove prede

 
 
 
Artemide camminava stizzita per la foresta facendo grandi respiri per calmarsi.
L’incontro avuto di recente con Khonsu aveva messo a dura prova i suoi nervi, dopo secoli in cui non era stata costretta a tenerli a bada tanto a lungo.
“Per lo meno il mondo c’è ancora” si consolò la dea. “Pertanto quei maghi devono essere riusciti a svegliare Ra. Apollo sarà contento di rivedere il suo amico”.
Di colpo si udì un fruscio appena percettibile, ma che le orecchie allenate di Artemide non ebbero problemi a captare.
Silenziosa come un’ombra la figlia di Zeus si acquattò pronta a sorprendere qualunque nemico: un veloce combattimento l’avrebbe di certo aiutata a scaricare i nervi.
La freccia già incoccata, l’orecchio teso a udire ogni minimo rumore… Artemide era una perfetta macchina per uccidere.
-MALEDIZIONE! MI E’ SCAPPATO DI NUOVO!-.
Quell’urlo improvviso per poco non le forò i timpani e tesa com’era se fosse stata umana, probabilmente le avrebbe procurato un infarto.
-TI TROVERO’ SAPPILO! NON MI SFUGGIRAI! HO GIURATO CHE VI AVREI ACCHIAPPATI TUTTI!- tuonò ancora la misteriosa voce, che dal timbro doveva appartenere a una donna.
L’avvicinamento silenzioso era stato inutile: col baccano che stava facendo quella tizia, non si sarebbe accorta della presenza della figlia di Leto, nemmeno se quest’ultima si fosse avvicinata gridando e agitando le braccia, calzando stivali chiodati.
Dopo qualche altro passo la figura dell’urlatrice si rivelò come una donna magra e pallida con zigomi alti, occhi infossati e sopracciglia arcuate, e lucenti capelli neri.
-Neith?!-fece sorpresa Artemide.-Che ci fai qui?-.
-Sto cacciando ovviamente. Perché non si vede da come sono vestita?-.
Solo allora notò l’inusuale abbigliamento della collega: indossava un cappellino con la visiera, aveva sulle spalle uno zainetto verde, e impugnava uno smartphone.
-Ti piace la mia nuova tenuta di caccia?- fece allegramente Neith.- E’ la migliore per questo tipo di prede!-.
Alla greca sembravano più abiti adatti a chi frequentasse la scuola media, ma non era mai stata tipa da sottilizzare sull’abbigliamento altrui.
-Ehm… e cosa staresti cacciando? Io qui non vedo nulla…-domandò perplessa l’arciera. Magari potevano cacciare insieme… sarebbe stato un bel ritorno ai vecchi tempi.
-Ovvio. Solo con questo magico congegno è possibile vederli-sentenziò la moglie di Khnum sventolando il telefonino in faccia alla collega.- Non lo avrei mai creduto possibile… ma sono ovunque. Sulla vetta più alta, in mezzo a un deserto, nel profondo del mare, nelle città … si nascondono nei posti più assurdi e hanno le forme più strane! Ma ormai li ho trovati quasi tutti quei mostraciattoli!-.
Artemide ora era davvero preoccupata: un’invasione di mostri in tutto il pianeta? Perlopiù invisibili anche agli dei? E da dove proveniva quel cellulare, era forse opera di Ptha? Efesto sarebbe riuscito a procurarle una tecnologia del genere?
-Ormai li ho imprigionati quasi tutti- concluse in tono molto soddisfatto Neith.
-Imprigionati?- ripetè sconcertata la figlia di Zeus.- Perché non li hai uccisi?-.
-Non avrei acquisito i loro dati- fece l’egizia col tono di chi deve spiegare una cosa elementare.- Me ne mancano pochissimi, e presto saranno miei. Preparativi Ditto, Moltres, Mewtwo, Zapdos e Bulbasaur!-.
A quella frase, poco ci mancò che la mascella della dea si staccasse per la sconcerto:- Cioè fammi capire bene… tu stavi giocando con…?-.
-Pokémon GO!- esultò la madre di Sobek.- Un grandissima esperienza di caccia! Tutti dovrebbero provarlo!-.
Di fronte all’esultanza della collega Artemide non potè che annuire… pur sentendo dentro di sé aumentare l’irritazione.
Si era allarmata perché Neith, aveva perso la testa per un giochetto da bambini! Che roba!
“Ma perché non posso avere delle controparti normali?” si chiese la dea ormai sull’orlo di una crisi di nervi, mentre pensava a un modo veloce per andarsene senza rischiare incidenti diplomatici.
Bè qualcuno con cui sfogarsi in effetti ce l’aveva, anche se andare a trovarla voleva dire fare un viaggio un po’ lungo…
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-Wailord… di certo piacerebbe al mio ex-marito- commentò distrattamente Skadi mentre decideva che attacco usare.
-Padrona, c’è Artemide alla porta- la informò un servitore.
-Davvero? Bè una bella battuta di caccia non mi spiacerebbe… la prossima medaglia aspetterà- sentenziò la gigantessa, spegnendo il Nintendo 3DS.
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTORE
E rieccomi qui dopo più di un anno. Mi spiace ma ormai ho quasi esaurito le coppie, ed è difficile trovare nuove idee… inoltre ho cominciato altre due long che mi assorbono molto tempo.
Questo è un capitolo puramente comico, ma non si poteva fare altro: Artemide è una persona normale dopotutto, mentre Neith è una pura e semplice macchietta, e come tale va trattata.
Skadi che gioca con i videogame forse è un po' irreale, ma se Thor è in fissa con le serie tv (lo capisco) e Ran colleziona immondizia… e poi pochi sono immuni al fascino dei mostriciattoli tascabili!
Grazie mille a chi legge/segue/preferisce/ricorda e sappiate che ogni recensione è gradita.
Un grazie speciale a fenris, e Fan of The Doors recensori dello scorso capitolo.
 

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Capitolo 15
*** Le regine delle badanti ***


                                   DIVERSI MA UGUALI

Le Regine delle Badanti

 
 
Una delle mie conquiste migliori” si compiacque Zeus osservando la figura sottile, ma formosa di Stacey Bishop.
Almeno era stato liberato da quel noioso giuramento… di una cosa doveva essere grato a quel piantagrane di suo nipote.
Stop ordinò a sé stesso. Non voleva rovinarsi l’umore pensando a lui.
Sorridendo il dio abbracciò da dietro la ragazza ricoprendole il collo di baci; Stacey sorridendo sgusciò via dall’abbraccio.
-A cuccia tesoro- ridacchiò la biondina.- Il dolce si serve alla fine, della cena e io la sto ancora preparando-.
Canticchiando la ragazza ricominciò ad affaccendarsi ai fornelli.
-Sei di ottimo umore- commentò Zeus.
-Non posso farne a meno. Quella smorfiosa di mia cugina Kirsten è stata arrestata per ubriachezza molesta e possesso di droga, venendo condannata a duecento ore di servizi sociali… in una casa di riposo. Così miss spocchiosa, passerà un bel po' di tempo a ripulire le mutande dei vecchi. Un lavoro umile, duro, e ingrato è la cosa peggiore per una persona presuntuosa!-.
Un ghigno stile stregatto si dipinse sulla faccia del cronide:- Tesoro, tu sei un’ispirazione!-.
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“E’ un incubo. Questo è solo un incubo” continuava a ripetersi Era mentre fissava scoraggiata i Campi Soleggiati. Quando Zeus le aveva annunciato di aver deciso come punirla, aveva temuto che l’avrebbe di nuovo appesa in cielo con delle incudini attaccate ai piedi o che l’avrebbe resa mortale come Apollo, ma così si arrivava a un livello di umiliazione del tutto nuovo!
Essere costretta a fare da assistente a Tawaret! Lei regina
dell’Olimpo, degradata al rango d’infermiera!
Con un sospiro la madre di Ares bussò alla porta e ricevuto l’invito ad entrare avanzò tra le file di colonne colorate, da cui le fiaccole ardenti, insieme alla luce proveniente dal Lago di Fuoco garantivano l’illuminazione.
Era rischiò di cadere almeno venti volte a causa degli shabti che spingevano vassoi di medicinali e sedie a rotelle, nel tragitto fino alla scrivania dell’accettazione.
-Che bello vederti!- esordì giuliva Tawaret.- Confido che tu stia bene!-.
Era si limito ad annuire con un sorriso forzato, mentre un nibbio si posò delicatamente accanto a lei assumendo poi la forma di una bella donna, con capelli scuri intrecciati con diamanti, occhi marroni e ali multicolori.
Nel vedere Iside lì Era, pensò che fosse venuta a prenderla in giro e desiderò sprofondare, ma quando Tawaret esclamò tutta contenta:- Oh ci sei anche tu! Allora potete incominciare subito- la moglie di Zeus si sentì decisamente sollevata.
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Iside aveva tremato quando Ra l’aveva convocata. Nelle ultime settimane pareva spesso di cattivo umore, e borbottava spesso tra sé e sé … solo che invece di nominare biscotti e zebre, pareva indirizzare insulti a qualcuno. Quando la dea della magia entrò nella sala del trono, il dio del sole era per l’appunto impegnato a bofonchiare:- Totalmente ingiusto… affrontare tutti quei pericoli da mortale … speriamo che il fulminato si decida a darmi retta, visto che ho acconsentito alla sua richiesta…-.
-Lord Ra avevate chiesto di vedermi?- esordì Iside.
-Sì- borbottò il faraone.- Confido tu sappia della seconda Gigantomachia e del ruolo giocato da Era… o Giunone come preferisci-.
-Certo-.
-Bene. Zeus ha deciso di punirla spedendola a lavorare nei Campi Soleggiati, avendo avuto il mio benestare a farla entrare nella Duat-.
All’idea di miss Vacca, spedita a far da infermiera a quei vecchi rimbambiti, sul volto della dea apparve un ghigno incredibilmente simile a quello di suo fratello Set, ma che scomparve non appena Ra aggiunse:- Essendo stato a lungo ospite della struttura, ho notato anch’io come sia necessario un aumento di personale… pertanto anche tu presterai servizio lì finchè lo farà Era. Un ringraziamento per quella faccenda del serpente e della saliva-.
Iside si sentì svenire solo all’idea. Lei dea della magia, lei regina degli dei, lei il cui occhio aveva contribuito a salvare il mondo degradata al rango di badante!
Tuttavia non aveva la coscienza abbastanza pulita per protestare, così si limitò a inchinarsi e andarsene mentre Ra borbottava:- Millenni di assenza, e quando torno uno dei miei migliori amici è in simili condizioni. E io sono del tutto impossibilitato ad aiutarlo!-.
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-Tu hai tradito il tuo re, ma io ho riunificato la mia famiglia- borbottò Era mentre lei e Iside si avvicinavano a una grossa dea ippopotamo, addormentata per cambiarle la flebo. -Perché abbiamo la stessa punizione? Perché dovrei essere punita?-.
-La tua famiglia è un disastro- la rimbrottò irata la dea egizia.- E io volevo solo assicurare a mio marito e mio figlio un grande avvenire. Mio marito merita tutto il mio sostegno, e mio figlio mi rende orgogliosa. Bah se Sadie mi vedesse adesso…-.
Era non seppe mai cosa avrebbe fatto la Kane se avesse visto Iside, dato che al sentire il nome “Sadie” una dea dalla testa di sciacallo cacciò un guaito (nel tentativo di ringhiare) e azzannò il polpaccio ad Iside.
-Ahi! Staccati Anput, staccati!- urlò Iside mentre cercava di divincolarsi. Ma la moglie Anubi pur con qualche dente in meno, aveva mandibole forti come tenaglie, mentre Era sghignazzava senza ritegno.
-Vuoi darmi una mano o no?!- ululò la moglie di Osiride.
-Mi piacerebbe moltissimo mia cara, ma non vorrei creare incidenti diplomatici… andrò a chiamare Tawaret-.
A quella frase, la dea ippopotamo svegliatasi a causa del trambusto mugghiò, e caricò la sorella di Poseidone.
-Ma che le è preso?- urlò Era mentre le mandibole dell’ippopotamo si chiudevano a mezzo millimetro dalla sua gonna.
-E’ Reret, una dea minore che veniva sempre confusa con Tawaret. Evidentemente sentirla nominare l’ha fatta inferocire!- ringhiò Iside mentre cercava d’impedire ad Anput di graffiarle la faccia. Con rabbia pronunciò la parola egizia per “Sonno” e pochi secondi dopo tre dee ronfavano sul pavimento. Inutile dire, quale venne subito svegliata da un potente khefa*, e da un acuta risata.
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Iside prese a scuotere gentilmente Onuris:- E’ ora della medicina, Onuris-.
Il dio della guerra si limitò a rigirarsi, portandosi al petto il kopesh, con cui dormiva.
“Proprio come Ares con la sua spada corta da bambino” si ritrovò a pensare la greca, mentre cercava di svegliare il vecchio dio.
Dopo un po’ Onuris aprì gli occhi… e menò un fendente che recise di netto una ciocca di capelli a Iside. Le due si erano dimenticate dell’avvertimento di Tawaret riguardo agli dei della guerra: alcuni si svegliavano pensando di essere in battaglia e agivano di conseguenza.
-Nel nome di Ra, di Amon, di Ptah e di Set*!- ululò Onuris distruggendo un paio di Shabti.
-Ricordatevi di Alamo!- strillò poi il dio lanciando il cuscino in faccia alla madre di Horus.
Alla fine le due riuscirono a fagli prendere le medicine , mentre il dio cercava di strozzarle al gridò di “Libertè, egualitè, fraternitè”.
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Dopo aver impedito a Heket di saltare in mezzo alle scorte di medicinali, le due dee si stavano riposando in sala d’attesa quando un rumore le fece voltare.
Un dio con la testa da falco era in piedi su un carrello lanciato a tutta velocità, che aumentava grazie all’asta della flebo adoperata come remo.
-Ooh! Aho!- gridava Nemty dio delle imbarcazioni.- Molla a sinistra! Vira di tribordo! Ammaina le vele!-.
Era con un gemito era già scattata in piedi, ma Iside si limitò a strillare: -Tawaret!-.
A quel grido Reret uscì mugghiando dalla sua stanza, giusto in tempo per fare un frontale con “l’imbarcazione” di Nemty e spedirlo sul pavimento.
-Che c’è?- domandò in tono innocente la sorella di Nefti all’altra dea ippopotamo appena sopraggiunta.- Speravo ci dessi una mano a fermarlo, ma fortunatamente la situazione s’è risolta da se!-.
Era riuscì a stento a trattenere una risata: Iside di certo aveva assorbito qualcosa dalla sua ultima ospiteveva sempre trovato disdicevole che gli dei egizi dovessero, unirsi a delle creature inferiori per manifestarsi nel mondo mortale… ma per la prima volta realizzò che doveva essere un modo ancora migliore per capire gli umani, dell’avere figli con loro. E che nemmeno questo le era concesso.
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-Frigg non dovrà mai sapere di questo- esclamò Era, mentre lei ed Iside uscivano dalla casa di riposo, con un aspetto molto più consono a due allevatrici di maiali, che a due regine degli dei.
-Quel che succede nella Duat, rimane nella Duat- concordò Iside.
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-Si dimenticano sempre che sono anche la dea della preveggenza- commentò Frigg mentre si rialzava dal letto.- Meglio andare a cercare Bragi*… credo di avere l’argomento per la sua nuova ballata comica!-.
Per completezza va detto che quindici anni dopo Zachary Bishop si sarebbe chiesto spesso, perché Era sembrasse detestare più lui, di tutti i suoi dodici compagni di cabina messi insieme… e che la ballata“Le regine delle badanti” divenne una delle più amate dagli einerjhar.
 
 
 
 
  • Nomi dei battaglioni utilizzati nella battaglia di Qades
  • Dio norreno della poesia, che secondo la mitologia cantava per gli eroi del Valhalla.
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

E rieccomi qui. Spero che durante le vacanze vi siate riposati e divertiti.
Ci terrei a dedicare questo capitolo a fenris che mi ha suggerito l’idea in una recensione al terzo capitolo di questa storia. Spero che abbiate gradito i camei
Saluto come sempre tutti coloro che preferiscono/ricordano/seguono, i lettori silenziosi che spero sempre escano dall’anonimato, e di nuovo fenris per aver recensito lo scorso capitolo.

Farkas.

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Capitolo 16
*** Bere per sopportare ***


                                                                       DIVERSI MA UGUALI
 
Bere per sopportare
 
Bacco sbuffò irritato mentre attraversava quella strada polverosa del Kansas. I semidei greci gli davano sempre sui nervi! Quello coi capelli neri poi era davvero insopportabile!
Oltretutto il risveglio di Gea, gli impediva anche di andare a godersi una festa da qualche parte. Con la terra inquieta le coltivazioni erano in pericolo. Non sarebbe riuscito a rilassarsi con quel chiodo fisso in testa.
Però visto che era in Kansas, poteva concedersi una visita alla fabbrica di birra di Kansas City*… in fondo Giove aveva altro a cui pensare che le sue restrizioni… e non era un suo dovere verificare cosa avesse significato il risveglio di Gea  anche per quel settore?
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Finalmente” pensò il marito di Arianna, mentre avvicinava il boccale alle labbra. “Birra. Birraaaa! Erano decenni che morivo dalla voglia di sentirne il profumo!”.
Altro che nettare, altro che Pepsi... la schiuma bianca, il colore ramato, la spuma negli angoli…. ah quanto gli era mancato tutto questo!
Le sue labbra incontrarono il freddo vetro. Inclinò il polso, e l’adorato liquido si tuffò nella sua gola.
Il sapore freddo e amaro lo rinvigorì. Poteva dimenticare Gea, gli dei, e i semidei per un po’. Finalmente poteva godersi un po’ di pace…
-Bacco!- urlò una voce.
Il figlio di Semele sobbalzò, facendosi andare di traverso il primo sorso di alcool che si concedeva da decenni. A chiamarlo era stato un uomo, a torso nudo con la pelle rossastra, e la testa da leone da cui pendevano dei dreadlocks neri. Sembrava sorridesse, sebbene il fatto che dalla bocca spuntassero zanne affilate come rasoi, sporche di sangue, non lo rendesse uno spettacolo piacevole.
-Ebbene non mi riconosci?- tuonò.- Sono io Shezmu, Massacratore di Anime, Volto della Ferocia!-.
“O anche distruttore della meritata, altrui quiete” pensò irato il romano. Ma tanto valeva assecondarlo. Magari così si sarebbe tolto prima dalle scatole.
-Certo che ti riconosco. Come mai da queste parti?-.
-La bocca di un uomo completamente felice è piena di birra*- rispose trionfante il boia di Osiride.- Vengo qui ogni settimana! Bè non dovrei più perché lord Ra, ha detto che gli Dei devono allontanarsi dal mondo mortale per un po’… ma… la bocca di un uomo completamente felice è piena di birra! E anche se io sono un dio quando la bevo sto benissimo!-.
Bacco non potè non sorridere:- Bè vale anche per me. E neanch’io tecnicamente dovrei essere qui, quindi siamo proprio… come dicono oggi i mortali? Sulla stessa lunghezza d’onda?-.
-Meno male- sospirò Shezmu.- Allora non farai la spia, e io dopo non dovrò ammazzare le baccanti per rappresaglia, e fare il vino col loro sangue-.
-A proposito non avresti qui un po’ di quel tuo vino?- s’informò in tono casuale il padre di Dakota. Era rivoltante trasformare il vino in sangue, ma il risultato aveva un ottimo sapore. Non aveva certo sfigurato a quel banchetto offerto da quel mago, agli ambasciatori di Cesare…  dopo aveva anche dato una figlia a una delle serve di quest’ultimo…
-No. Però ho il mio nuovo profumo. Eccoti un campioncino!-. Preso dai ricordi, il fratellastro di Diana non potè impedire che l’egizio gli spruzzasse in faccia il contenuto di una boccetta dall’odore dolciastro e acre.
Mentre lo sciagurato dio del vino cercava di liberarsi i polmoni a suon di potenti colpi di tosse, il suo omologo egizio esclamò in tono trionfante:- Che ne dici? Non è stato facile armonizzare gli aromi dello sterco di cammello, e delle foglie di palma, ma erano indispensabili per ricreare l’atmosfera dei birrifici dell’antico Egitto!-.
A quell’affermazione la birra bevuta, mostrò una chiara intenzione di rifare il tragitto all’inverso, ma il nipote di Vesta riuscì a lasciarla dov’era.
La tentazione di assestare un bel colpo di tirso sulla testa di Shezmu era decisamente forte, ma il desiderio di evitare incidenti diplomatici in un momento già critico, e soprattutto l’enorme sciabola del dio del profumo, aiutarono Bacco a vincerla.
Svuotato in un sol sorso il boccale, si affrettò a riempirne un altro per il boia di Osiride in modo da tenergli la bocca occupata. Lo sapevano Minerva e Thot che gli girava in quella testa. Purtroppo non erano solo gli umani a fare lavorare troppo la lingua, e troppo poco il cervello.
Meglio darci dentro con la birra: oltre al fatto che prima o poi quel rompiscatole di suo padre sarebbe stato di nuovo in grado di applicargli le restrizioni, era l’unico modo per digerire Shezmu. Quasi invidiava i mortali per la loro minore resistenza all’alcool.
In quel momento udì una voce maschile declamare:-Dioniso. O Bacco… o quello che è. Tu hai reso possibile questa vittoria, pur non essendo qui con noi. I tuoi nemici tremano al suono del tuo nome… o al cospetto della tua Diet Coke. Per cui… ecco…grazie. Ti offramiamo questa nave come tributo. Speriamo che l’apprezzerai-.
Di colpo un’orrenda maschera d’oro gli comparve di fronte mentre l’ombra di una nave apparve su di lui. Il dio la ridusse alle dimensioni di un modellino con un semplice schiocco di dita.
-Cos’era?-domandò perplesso Shezmu.
-Oh un piccolo tributo dei miei devoti- rispose tranquillamente il figlio di Semele.- Una nave piena di Dieta Coke e sei milioni in oro e gioielli. Uno dei continui omaggi dei miei seguaci-.
-Urca!- fece sorpreso l’egizio.- I tuoi seguaci ti offrono spesso… urca!-.
-Che vuoi farci quando hai classe…- rispose tranquillo il romano.- Ora se vuoi scusarmi credo di dover progettare una mia visita, per ringraziare dell’omaggio: va bene farsi desiderare ma ogni tanto bisogna anche concedersi ai fan-.
“E soprattutto scaricare gli inopportuni” si disse il figlio di Giove. Già avergli dato la scusa per liberarsi di quell’idiota, rendeva il gruppo di Giunone meritevole di una possibilità.
 
 
 
 
  • Luogo realmente esistente e visitabile.
  • Antico proverbio egizio. Dico sul serio!
 
 
ANGOLO DELL’AUTORE
 
E finalmente riesco a rimettere mano a questa storia. Capitolo non molto lungo, ma Shezmu è rimasto in scena davvero poco, quindi non è stato facile scrivere su di lui. Anche a causa di ciò questo capitolo ci ha messo molto a uscire. Spero che lo gradiate.
Un ringraziamento ai recensori dello scorso capitolo fenris, Beauty_Queen e Fan of The Doors.
Grazie anche a chi legge e basta e a chi segue/ricorda/preferisce la storia. Come sempre se avete un suggerimento per le prossime coppie fatemelo sapere nelle recensioni.

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Capitolo 17
*** Grandi dei per grandi idee ***


DIVERSI MA UGUALI

Capitolo 17: Grandi dei per grandi idee

 
“Tutto ciò che ha valore nella societàumana dipende dalle opportunità di progredire che vengono accordate ad ogni individuo.” Albert Einstein.
Efesto adorava visitare le United Airlains. I mortali avevano una grande inventiva dovendosela cavare senza poteri divini e anche se non tollerava molto le persone, doveva ammettere che non riusciva a stare senza vedere le nuove scoperte nei vari campi scientifici e spesso si infiltrava nei laboratori e nelle officine per dare un’occhiata a ciò che vi veniva prodotto.
In quel momento stavano lavorando a un aereo ecosostenibile: le ali erano state ricoperte di pannelli solari, quindi una volta in aria si sarebbe alimentato da sé, riducendo le emissioni inquinanti*.
-Il progetto Arca di Ra sarà un successo, me lo sento- annunciò l’ingegnere che supervisionava i lavori.
“Meglio che non abbiano preso il nome da Apollo. Se c’è una cosa non gli serve è un’altra scusa per vantarsi”.
-Fa piacere vedere che i mortali osannano ancora il mio re- commentò una voce familiare alle sue spalle.
Efesto si voltò e con sua sorpresa s’imbatté in un viso blu a lui gradito.
-Ptah-.
-Salve collega- fece educatamente il dio egizio. - Immagino che siamo venuti qui per lo stesso motivo-.
-Direi di sì. Bisogna ammettere che certi mortali hanno grande inventiva-.
-Già a differenza di molti dei-.
-Non me ne parlare. Ares risponde a tutti i problemi allo stesso modo: impugna la spada e va alla carica. Perché devo avere un fratello come lui? -.
-Fidati neanche Shu e Serqet sono tanto divertenti-.
-Ti va un caffè? Mi piacerebbe mostrarti alcuni miei progetti- azzardo poi il figlio di Era.
-Volentieri, grazie. Dammi solo il tempo di trovare un ospite-.
Poco dopo i due dei chiacchieravano animatamente a un bar poco lontano, divertendosi come non gli capitava da tempo.
-Premendo contemporaneamente quattro tasti si crea una schermata che…
-Certo, ma il procedimento si può snellire, se…-.
“I soliti nerd” si disse la cameriera, dopo aver portato loro le bevande. “Ah, se tutti i clienti fossero come quel motociclista strafigo dell’altro giorno”.
Intanto Efesto aveva portato il discorso sul lavoro di Leo sulla Argo II.
-Però. L’ultimo tuo figlio di cui sei stato tanto orgoglioso è stato Henry Ford-.
-Un genio assoluto. Grazie a lui ogni macchina viene elaborata più velocemente. Incredibile che sia riuscito a far sì che tante persone lavorassero bene insieme*-.
I due dei rimasero a chiacchierare per ore e quando la cameriera seccata fece notare loro che stavano per chiudere (avrebbe fatto volentieri un’eccezione il giorno seguente, quando a rimanere fuori orario sarebbe stato il misterioso motociclista, ma questa è un’altra storia).
 
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Dopo il poco gentile invito della cameriera a sloggiare il figlio di Era aveva invitato Ptah in una delle sue fucine e il figlio di Ra ispezionò interessato i suoi ultimi lavori.
-Sai penso che potrei lavorare anch’io sulle energie alternative- commentò il figlio di Era. Devo solo procurarmi i materiali…-.
-Ci penso io- rispose l’egizio prima di pronunciare far comparire le cose di cui avrebbe avuto bisogno il collega.
-Comodo fare così- commentò divertito Efesto.
-Lo so- ammise Ptah.
-Be’ già che sei qui, perché non mi dai una mano? -.
-Volentieri-.
 
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Le migliorie ai pannelli solari inventate dai due dei si rivelarono ovviamente eccelse. E i due quindi decisero di ispirare quel mortale così intelligente e illuminato che tanto credeva nella preservazione dell’ambiente, in modo che le scoprisse a sua volta. Certo, non potevano consegnargli il loro lavoro su un piatto d’argento (la società umana doveva progredire alla sua velocità), ma gli avrebbero fatto capire da dove cominciare in modo che potesse attuare in fretta il suo progetto. Certo, avrebbe passato anni a migliorarlo, ma è così che funziona la scienza.
E fu così che un giorno Stephan Chen sentì la mente girare a velocità folle, ed in poche ore elaborò nuove efficacissime teorie su come migliorare l’approvvigionamento energetico del suo progetto. Teorie che convinsero i finanziatori e che dopo un anno portarono al decollo dell’Arca di Ra.
Il giorno della grande prova, Stephan aveva il cuore a mille, certo di essere arrivato al momento culmine della sua carriera. Mentre controllava per l’ennesima volta che fosse tutto apposto, notò un uomo spaventosamente brutto intento a confabulare con un tale con gli occhi stranamente chiari. Non riconobbe nessuno dei due, ma diede per scontato che fossero giornalisti o investitori.
L’areo decollò e poco dopo vennero spenti i motori. Ovviamente erano state prese tutte le precauzioni per garantire la sicurezza dei piloti, ma tutti trattennero il fiato. Poi l’aereo prese quota.
-Ce l’abbiamo fatta! CE L’ABBIAMO FATTA! - urlò Stephan Chen. E fu una pioggia di congratulazioni e di pacche sulle spalle per i membri dello staff. L’uomo rilevò distrattamente che i due uomini di prima erano spariti, ma la sua gioia certo non venne danneggiata da una tale piccolezza.
 
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-È sempre soddisfacente vederli progredire, vero? - commentò Ptah mentre lui e il dio greco comparivano in una delle fucine del secondo.
-Già. Il sestante, la stampa, la mongolfiera… ogni volta è come la prima. Nel mondo entra qualcosa di nuovo che lo cambia per sempre. Ed oggi succede sempre più velocemente, visto quanto in fretta i mortali possono confrontare e diffondere le loro scoperte-.
-Già. Peccato che invece in passato le unioni delle civiltà abbiano portato al massimo a folli tentativi di divinizzazione o alla nascita di dei ibridi… se gli umani avessero imparato a confrontarsi prima chissà dove sarebbero adesso-.
Efesto rimase in silenzio. Molti pensavano che odiasse tutti, ma non era affatto così. I mortali gli piacevano: senza poteri divini dovevano ingegnarsi nella vita di tutti i giorni e così avevano creato invenzioni senza prezzo, né età.
Forse era per quello che Percy Jackson aveva rifiutato l’immortalità? Vedeva gli dei come statici e pigri? Possibile che gli olimpici, come gli egizi fossero sempre bloccati negli stessi schemi?
-Tutto bene? - chiese il figlio di Ra, notando l’aria pensierosa del collega.
“E se provassi a uscire dagli schemi?” si stava chiedendo il padre di Leo.
-Sì, sì. Solo… be’ sai che non sono mai stato bravo con le persone o con gli dei… però… è un piacere collaborare con te-.
-Per me è lo stesso- rispose sorridendo Ptah.- E spero che lo faremo di nuovo presto-.
-Anch’io-. Era bello sentire e dire parole del genere.
Oltre che bello collaborare con Ptah era proficuo. Lo avrebbe fatto più spesso.
 
 
 
 
  • È una cosa a cui si sta lavorando sul serio. A quanto ne so almeno un veicolo che funziona così esiste già, ma non è adibito al trasporto passeggeri, solo di merci.
  • Henry Ford Henry Ford (30 luglio 1863 – 7 aprile 1947) è stato un imprenditore statunitense inventore della catena di montaggio, cosa che di certo ha dato un grande impulso allo sviluppo tecnologico. Mi pareva adatto al ruolo di figlio prediletto di Efesto.
 
 
 
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

 
Lo so, ho lasciato questa storia immobile per secoli, ma non proprio non avevo idee. Tuttavia ho continuato a lavorarci e alla fine leggere la raccolta di crossover, mi ha spronato (devo dire però che Riordan sfrutta sempre Percy e Annabeth per queste cose. A mio parere sarebbe stato più interessante far incontrare Nico a Sadie, oppure far incontrare lui e Walt).
Efesto e Ptah li abbiamo visti poco e per gli standard degli dei sono pure abbastanza normali, quindi c’era poco da dire su di loro, ma spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto. Ci vediamo nelle recensioni!

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Capitolo 18
*** Un incontro dovuto a un incontro ***


Diversi ma uguali

Capitolo 18: Un incontro dovuto a un incontro

 
Atena aveva seguito lo scontro tra Annabeth, l’occhio di Iside e Serapide, ma per paura che il dio tolemaico assorbisse la sua energia non aveva voluto intervenire in alcun modo, se non ridando i poteri al berretto della figlia. Una volta che le due bionde se n’erano andate, la dea si era recata a Rockaway Beach per indagare.
Chi aveva destato Serapide e soprattutto perché? Che si poteva guadagnare dal rimettere in libertà una minaccia del genere? Era davvero una fortuna che fosse stato sconfitto immediatamente. Ricordava benissimo quando tutti loro e gli dei egizi erano stati depotenziati, a causa di quanto Tolomeo avesse promosso il culto del dio, nel tentativo di unire le culture che dominava. Un tentativo non molto ben riuscito oltretutto: nell’epoca attuale, l’integrazione culturale veniva vista perlopiù come una cosa positiva, ma nel quarto secolo avanti Cristo, le cose erano ben diverse.
Sia pure a denti stretti, la figlia di Zeus doveva ammettere che Tolomeo I non era stato un cattivo sovrano: bastava ricordare che il faro e la biblioteca di Alessandria erano sorti sotto il suo regno. Ma la sua presunzione e il tentativo di divinizzarsi, alla fine avevano perduto lui e la sua dinastia.
- “La presunzione può gonfiare un uomo, ma non lo farà mai volare” *… quanto avevi ragione figliolo- sospirò Atena, mentre continuava le sue indagini.
Certo, malgrado tutto era stato un peccato che un insieme di conoscenza come quello della biblioteca di Alessandria fosse stato distrutto per sempre e sarebbe stato bello ricostruirne una versione moderna, ma il prezzo da sarebbe stato semplicemente troppo alto. Nemmeno un tale insieme di conoscenze, valeva la consumazione di due pantheon da parte di Serapide. E poi in un mondo in cui la conoscenza era a portata di click, forse la perdita in qualche modo era stata colmata…
Presa da quelle riflessioni la figlia di Metis non notò il nibbio che voleva intorno alla zona, esaminando i residui di potere magico. L’uccello invece la vide e la chiamò. Sebbene la dea non sentisse quella voce da secoli, la sua eccellente memoria la identificò all’istante.
 
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Quando aveva percepito Serapide, Iside era rimasta raggelata. Com’era possibile che fosse tornato? Al crollo della dinastia tolemaica il suo culto, aveva perso importanza, ma aveva resistito fino al quarto secolo dopo Cristo. Quando Teodosio aveva vietato i culti pagani, c’era stato un unico lato positivo: non essendo entrato nell’immaginario collettivo, Serapide aveva perso il poco potere rimastogli ed era caduto in un sonno profondo. Iside ne era stata felicissima. Quel deucolo minore, quando era stato scelto da Tolomeo per unire le culture, aveva guadagnato spocchia quanto potere. Iside era rimasta oltraggiata, quando aveva iniziato a farle la corte e inferocita quando aveva assorbito il potere di Osiride, ma alla fine anche Horus non aveva più potuto proteggerla e lei aveva dovuto rassegnarsi a sposare quell’arrivista.
Sadie non avrebbe gradito la sua assenza durante lo scontro, ma non gli importava: non si sarebbe mai riavvicinata a Serapide, potendo evitarlo. Tuttavia, voleva indagare per scoprire chi lo avesse risvegliato, e soprattutto assicurarsi che fosse stato davvero distrutto. Mentre si avvicinava al luogo dello scontro, vide una donna in tuta da ginnastica, con lunghi capelli neri e la riconobbe subito. Sarebbe stata un valido aiuto per le sue indagini.
 
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-Immagino che siamo qui per lo stesso motivo- dichiarò Atena.
-La ricomparsa di Serapide. Terribile vero? -.
La greca annuì: -Il faro avrebbe attirato gli dei e Serapide ne avrebbe assorbito essenza e potere-.
-Già e poi quell’odioso parvenu, mi avrebbe costretto di nuovo a essere la sua sposa… meno male che il mio occhio e quella tua figlia se ne sono occupate! Serapide non è mai stato il mio ideale di marito. Preparava un salab disgustoso, tanto per cominciare e poi si vantava di continuo di essere il protettore di Alessandria. “La più grande città mai esistita e che esisterà mai”. Be’ è stata superata da un bel pezzo, e io ero certa che sarebbe successo. Ho visto ascesa e declino di tutte le grandi città dell’Egitto, ma figurati se quello stupido mi ascoltava. Pensava che la gloria di Alessandria sarebbe stata eterna perché era la sua città. Osiride era tutta un’altra cosa… ahh…-.
“Oh, per tutti gli dei, eccola che ricomincia. E dire che a volte penso che Freya sia ossessionata da Odur! Inaudito! Qui si è sfiorata la tragedia, ancora non sappiamo cosa l’abbia provocata e lei si preoccupa solo di se stessa. Ah, l’egocentrismo di certe dee”.
-E meno male che i romani lo hanno dimenticato in fretta, permettendomi di liberarmi di lui… uno dei motivi per cui mi sono sempre stati simpatici-.
A quella frase Atena lanciò un’occhiataccia a Iside, che alzò gli occhi al cielo: -Che c’è? Non dirmi che sei ancora arrabbiata per come sono stata popolare a Roma! Perfino Cerere non se l’è mai presa tanto, e il mio culto ha inglobato elementi del suo*! -.
Come sempre quando si toccava quel tasto Minerva prese il sopravvento. Malgrado la riconsegna del Atena Partenons, sia lei che Atena avevano ancora il dente un po’ avvelenato con i romani.
-Ma ti rendi conto che io una delle dee più importanti in Grecia, sono stata considerata l’ultima ruota del carro per millenni? Tutte le altre dee mi sono passate davanti, tu, Venere, Giunone… perfino Bellona! Bellona una dea minore! -.
“Ed ecco che ricomincia… dovrebbe proprio prendere esempio da Thot: d’accordo non ha fatto i salti di gioia dopo che i greci lo hanno assimilato ad Ermes e hanno rinominato Khemno, Ermepolis, ma almeno non inizia a parlarne ogni volta che qualcuno cita la Grecia!” pensò sconsolata Iside, mentre la tiritera di Minerva continuava.
“Entrambi i nostri pantheon hanno corso un grave pericolo, ancora non sappiamo perché e lei si lamenta di cose accadute millenni fa. Ah, l’egocentrismo di certe dee”.
-Va bene, ora mettiamoci al lavoro- sbuffò la madre di Horus interrompendo la collega, per poi cominciare a mormorare parole in antico egizio.
-Setne. È stato lui- mormorò. – Lo sospettavo, ma dovevo esserne certa-.
-Quel maledetto fantasma, è ancora in circolazione quindi- commentò Minerva. -Ha combinato un bel po’ di guai durante la storia-.
-Sì, lo so. Be’ avvertirò mio marito che è necessario intensificare le sue ricerche. Se è sta cercando di ibridare la magia egizia e quella greco-romana, deve avere piani ben precisi in mente-.
-Bene. Dirò agli altri olimpici di stare in guardia. Comunque, la versione tolemaica del tuo culto, ha contribuito a…-.
-Scusa, ora devo proprio andare. Non c’è tempo da perdere, Setne potrebbe ricominciare subito a complottare- la stoppò il nibbio, prima di volare via.
Quando mesi dopo emerse la verità sul Triumvirato, Minerva si ripromise di raccontare a Iside che ne era stato di quelli che tanto si erano prodigati per accoglierla nel pantheon romano. Dopo averle ricordato per filo e per segno, quanto la versione tolemaica del suo culto avesse contribuito all’ascesa di Serapide, ovviamente.
 
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Esopo scrisse che dopo aver fabbricato gli uomini Prometeo mise sulle loro spalle due bisacce: quella davanti piena dei difetti altrui, quella dietro piena dei propri. Per questo tutti vedono le mancanze degli altri e mai le proprie. Nessuno tuttavia ha mai spiegato chi abbia messo allo stesso modo quelle sulle spalle degli dei.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  • Frase di John Ruskin (1819-1900) poeta, pittore, storico, critico d'arte inglese, la cui interpretazione dell'arte e dell'architettura influenzò fortemente l'estetica vittoriana ed edoardiana. Fu anche il primo professore di arte di Oxford, quindi ho pensato che potesse essere inquadrato come figlio di Atena nel Riondanverse.
 
  • I romani tendevano a inglobare gli dei delle popolazioni sconfitte nel loro pantheon e Iside ebbe un gran successo fra loro, tanto che nel secondo secolo D.C. Roma divenne il centro del culto della dea. Commodo, Nerone e Caligola furono tra gli imperatori che approvarono e sostennero questo culto facendo anche costruire dei templi in onore di Iside (tuttavia si può dire lo stesso anche di imperatori e atri leader decenti).
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

 
E rieccoci qui. Iside e Atena/Minerva erano già comparse, ma avendo diversi attributi, certi dei compariranno più di una volta come è già stato per Artemide. Anche Iside è dea della saggezza, perciò un incontro con la mamma di Annabeth ci doveva stare.
Mi pareva azzeccato ambientare il capitolo dopo il crossover ufficiale come ho fatto con Poseidone e Sobek, in più avendo finalmente letto Le Sfide di Apollo ho voluto fare riferimento anche a quella saga ed è possibile che nei capitoli futuri ce ne siano altri.
Ci terrei a ringraziare fenris che malgrado la mia lunga assenza e che dall’ultimo aggiornamento ad adesso, si è fatto risentire sullo scorso capitolo e anche Dahyss che ha recensito i primi quattro capitoli. Non sono molto convinto di questo capitolo sinceramente, ma spero vi piaccia comunque.
Alla prossima!

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