Lady Helena II - Viaggio nell'Altro Mondo

di YukiWhite97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** IL DEBUTTO! SONO UNA DIAVOLO DI LADY! ***
Capitolo 2: *** L'ANGELO CADUTO! PASSANDO DAL MONDO DEGLI SHINIGAMI! ***
Capitolo 3: *** REGNO IMMOBILE! L'ANGELO GUARDIANO! ***
Capitolo 4: *** ARRIVO ALL'INFERNO! IL RE E I SETTE LORD! ***
Capitolo 5: *** KESSHITEBORU! CADERE IN TENTAZIONE! ***
Capitolo 6: *** RABBIA E FAME! FUGGENDO DALL'INFERNO! ***
Capitolo 7: *** PURGATORIO! DEI VECCHI NEMICI! ***
Capitolo 8: *** PROFEZIA! PAURA E INDECISIONE! ***
Capitolo 9: *** DOLCI AMORI! ANDANDO VIA! ***
Capitolo 10: *** FORESTA DI MEZZO! DRIADI E ANIMALI PARLANTI?! ***
Capitolo 11: *** IL MARE DI LUCE! FINALMENTE IL PARADISO! ***
Capitolo 12: *** UN'ACCOGLIENZA SPIACEVOLE! TUTTI IN TRAPPOLA! ***
Capitolo 13: *** LIBERARE BIANCA! LIBERARE IL POTERE! ***
Capitolo 14: *** ALLEANZA! SENSO DI COLPA! ***
Capitolo 15: *** SACRIFICIO! IL DOLORE PIU' GRANDE! ***
Capitolo 16: *** CORAGGIO! SUL FRONTE DI GUERRA! ***
Capitolo 17: *** LA GUERRA! IL PRIMO MIRACOLO! ***
Capitolo 18: *** IL KAMI! IL SENSO DI OGNI COSA! ***
Capitolo 19: *** UNIONE! LA VITTORIA TANTO ATTESA! ***
Capitolo 20: *** LA NUOVA ALBA DEI TEMPI! IL REGNO ETERNO! ***



Capitolo 1
*** IL DEBUTTO! SONO UNA DIAVOLO DI LADY! ***


Quattro anni possono essere un piccolo lasso di tempo, così come possono rappresentare una distanza infinita.
Quattro anni possono portare a tanti  cambiamenti.
Quattro anni è un piccolo numero che in una vita eterna non rappresenta nulla...
 
Ciao amica mia, come stai? Oggi sono quattro anni precisi da quando te ne sei andata, e come ogni anno, come ogni mese, io sono qui, inginocchiata sulla tua tomba  a parlarti. Se solo sapessi quante cose sono cambiate da quando non ci sei più, saresti molto fiera di me, però chissà, magari mi osservi lì dove sei adesso. 
Se davvero puoi vedermi, allora saprai anche della mia morte, della mia rinascita, della mia nuova vita, della mia vera essenza.
Hai lasciato un grande vuoto dentro di me, però io non ti ho mai dimenticato, ne mai lo farò, anche se la speranza di poterti incontrare si è ormai estinta.
Questo perchè io non sono più un umana... Ma un demone... Sono Helena Phantomhive e sono una diavolo di lady.
Nelly si alzò, pulendosi il vestito che si era sporcato di terra, e lanciò un'altra occhiata alla lapide su cui stava inciso il nome "Ila Yasmine Kadar", la sua migliore amica, colei che un tempo che era stata come una sorella.
"Soma, Agni - mormorò rivolgendosi al principe e al maggiordomo che stavano alle sue spalle - Secondo voi... Ila potrebbe essere una specie... Di angelo?"
"Può darsi - mormorò Soma sforzandosi di sorridere, sorpreso da quella domanda   - L'abbiamo sempre cresciuta cercando di inculcarle i nostri riti, le nostre tradizioni, la nostra religione... Ma lei era uno spirito libero e credeva un pò in quello che voleva... Quindi si, magari è davvero un angelo, chissà..."
"Ne sono sicura - sorrise - Sono sicura che lei ci osserva. Proprio per questo non dobbiamo mostrarci tristi, andare sempre avanti, e portarla nei nostri cuori. Io lo farò, continuerò a vivere e a sorridere, così anche lei starà bene".
"Ne sarebbe felice. La nostra Ila... - mormorò Agni -  A quest'ora avrebbe la tua età..."
"Ricorda cosa ho detto - fece la lady andandogli incontro - Dobbiamo cercare di essere felici. Dopotutto, lei è sempre con noi, solo che noi non possiamo vederla".
"Hai ragione piccola lady... Hai ragione..."- rispose il maggiordomo indiano.
La lady alzò gli occhi bicolore, accorgendosi di una carrozza poco distante da lei.
"Sono venuti a prendermi - disse - Adesso devo proprio andare. Ciao Soma, ciao Agni, ciao Ila". Dicendo ciò lanciò un' ultima, malinconica, occhiata alla lapide, per poi dirigersi verso la carrozza che l'attendeva, lasciando lì i due giovani indiani che nel frattempo erano rimasti a guardarla attoniti mentre  si allontanava.
"E' cambiata molto - sospirò Soma - Ad Ila sarebbe piaciuto avere un'amica così "particolare" "
"Su, mio principe - lo consolò Agni accarezzandogli teneramente la testa - La piccola lady ha ragione. Dobbiamo andare avanti e cercare di essere felici"
"D'accordo - rispose sorridendo e ricacciando le lacrime - Lo farò per Ila".
Helena Phantomhive, conosciuta come Nelly, aveva quattordici anni compiuti, e più i giorni passavano, più la graziosa lady si trasformava da bambina a giovane donna, e con lei crescevano anche la sua bellezza e la sua infinita forza da demone che aveva ormai imparato a controllare. La sua "innocente bellezza" aveva lasciato posto ad una bellezza "in grado di ammaliare qualsiasi persona incontrasse sul suo cammino": andava somigliando sempre di più a Sebastian, ma aveva ovviamente dei tratti più delicati, i capelli ormai le arrivavano al fondo schiena, il viso cambiava un pò alla volta, trasformandosi sempre di più in quello di una ragazza, affascinante e seducente, gli occhi che le diventavano rossi ogni volta che il suo potere si attivava, apparivano ora più grandi e luminosi, contornati dalle lunghe ciglia simili a quelle delle bambole. Se qualcuno avesse dovuto paragonarla a qualcosa, quasi sicuramente l'avrebbe paragonata ad una bambola di porcellana: perfetta, bellissima e candida. Perchè così Nelly appariva agli altri, dopotutto però era un demone, il fascino, la capacità di ammaliare gli altri e la forza non potevano mancarle.
Nelly stava crescendo fisicamente, e anche caratterialmente qualcosa era diverso rispetto a quattro anni prima: era diventata più coraggiosa, più matura, gli eventi accaduti l'avevano portata ad essere una persona nuova, anche se alcuni tratti come la dolcezza, l'essere affettuosa o la delicatezza, non si estinsero mai in lei, così come non si estinse mai la capacità di farsi voler fare bene dagli altri, soprattutto da Ciel e Sebastian, i suoi genitori.
Erano una strana, inusuale, sorprendente famiglia, ma Nelly non avrebbe potuto chiedere di meglio.
Le cose trascorrevano tranquillamente per i tre ormai da quattro anni, ma si sa, chi ha un cammino straordinario come i demoni, è portato a ritrovarsi in delle situazioni straordinarie...
 
Nelly si guardò attorno, facendo guizzare i suoi occhi rossi a destra, a sinistra, in alto e in basso, dopodiché prese ad annusare l'aria, da quando i suoi poteri erano stati sprigionati anche i suoi sensi si erano rafforzati parecchio.
Avvertì delle vibrazioni, come se qualcuno si stesse avvicinando alle sue spalle, ma non ebbe neanche il tempo di voltarsi che una figura le fu alle spalle, bloccandola completamente. Ella ebbe la forza sufficiente per liberarsi dalla presa e per compiere un salto all'indietro, allontanandola dalla persona che l'aveva attaccata.
Prese e guardarlo, mentre i suoi occhi passavano dal semplice rosso ad un viola rosato, e ad un  certo punto spiccò un salto che per un attimo sembrò scomparire, i salti che compiva erano sempre così impressionati da far sembrare che volasse in qualche modo. Ricadde poco dopo sulle spalle della figura di prima, bloccandone il collo come per soffocarla, ma fu nuovamente respinta. Non doveva arrendersi, ne valeva del suo orgoglio.
A quel punto alzò le mani al cielo, e da quelle stesse mani poco dopo ne uscirono fuori delle scie nere, dense come fumo, che sembravano animate di vita propria, le quali raggiunsero il suo rivale e lo circondarono, impedendogli di muoversi, forse di respirare. Bene, finalmente era riuscito a bloccarlo.
Alcuni minuti più tardi stese nuovamente le mani, e le scie tornarono a lei, dissolvendosi del tutto.
Sebastian si alzò in piedi, ricomponendosi.
"Questa volta ci sei andata pesante - costatò - Per quanto avevi intenzione di lasciarmi in balia dei tuoi poteri oscuri?"
"Beh, volevo fare sul serio Seby, questa è la quarta volta di fila che ti batto" - sorrise la lady.
"Ovviamente, sei ancora una neo demone, io sono ormai troppo vecchio per queste cose" - sospirò
"Sei troppo vecchio o effettivamente io sono troppo forte, eh caro papi?" - chiese Nelly facendogli una linguaccia
"Ah, la metti così? - fece il maggiordomo andandole in contro e bloccandola per un braccio iniziando a solleticarla - Sbaglio o qualcuno qui è diventata un pò troppo insolente?"
"No, ti prego, lasciami, avanti...!" - rise la lady. Da quando Sebastian aveva finalmente ripreso "possesso" del suo ruolo di padre, si era sempre mostrato affettuoso e protettivo nei confronti di Nelly, non che prima non lo fosse, ma adesso aveva un motivo in più per esserlo, a dire il vero si dimostrò ancora più protettivo di Ciel ( quindi era praticamente ansioso e preoccupato 24 ore su 24 ), certo era dura di fronte alla "nobiltà" far finta di essere un estraneo per lei, ma dopotutto era così che doveva andare.
"Oh - disse ad un tratto il maggiordomo guardando l'orologio da taschino - Si è fatto tardi, devo tornare alla magione e aiutare la servitù per i preparativi per la festa di stasera, senza di me combineranno solo disastri".
"Uffa - sbuffò a braccia conserte e sedendosi sull'erba - Io non voglio venirci"
"Devi Nelly, è il tuo debutto nella società" - cercò di spiegarle
"Perchè? - protestò - Io sono una diavolo di lady, queste cose le fanno le fanno gli umani"
"So che sei una diavolo di lady, ma sei appunto una lady, e porti anche il cognome Phantomhive, quindi non hai altra scelta"
"D'accordo - sbuffò distendendosi sull'erba - Però io rimango qui per adesso, se papà mi cerca digli che mi hanno rapita".
"Credo che mi ucciderebbe se gli dicessi una cosa del genere - disse Sebastian non riuscendo a trattenere un sorriso immaginandosi il conto preoccupato a morte - Comunque d'accordo, ti lascio qui, ma cerca di tornare entro due ore".
Dicendo questo il maggiordomo si ritirò, scomparendo come al suo solito.
Nelly sospirò, lasciandosi andare alla gentile ebbrezza dell'estate e lasciandosi andare ad una marea di ricordi. Pensare che pochi anni prima aveva inizialmente odiato l'idea di essere un demone, mentre invece adesso adorava la sua vita, adorava avere una forza disumana, adorava non sentirsi mai stanca, non sentire mai dolore, adorava pensare che sarebbe vissuta per tanto, tanto tempo, forse per sempre chissà... Anche se questo aveva i suoi lati negativi: conosceva tanti umani a cui voleva bene, non sarebbe stato piacevole vedere morire tutte le persone a cui teneva, ma dopotutto queste erano le cose negative dell'essere demone, così come era una cosa negativa non riuscire più a provare il piacere di dormire, o il riuscire a controllare la propria fame di anime. Quella era davvero stata forse la cosa più difficile da affrontare, era difficile trattenere il proprio istinto, lo era stato soprattutto all'inizio, insomma, lei non voleva divorare le anime di nessuno, ma era un demone, faceva parte della sua natura, fortunatamente col tempo, tra il placare la fame con il cibo degli umani (di cui poteva anche nutrirsi) e tra Sebastian che le aveva insegnato come trattenersi, era riuscita a tenere sotto controllo la situazione.
Anche se in realtà, il vero pensiero che la tormentava in quel momento era: quella stessa sera ci sarebbe stato il suo debutto e lei non voleva assolutamente andarci! Va bene, era una lady, ma aveva sempre odiato questo genere di cose, molto probabilmente poi sarebbero anche venuti giovani re, conti e marchesi a chiedere la sua mano, tanto per conlcudere in bellezza. A volte le mancava tanto un'amica con cui parlare, le mancava Ila.
"Va bene che non sono Ila, ma magari potrei andare bene lo stesso, non ti pare?" - chiese una voce. La lady si tirò su, guardandosi intorno, quella voce acuta e argentina poteva appartenere solo ad una persona.
"Destiny - sorrise a braccia conserte - Tu non conosci proprio il significato della parola privacy, vero?". A quelle parole due figure le comparvero improvvisamente di fronte.
"Oh, su amica mia, non dirmi che te la sei presa" - fece la rossa ammiccando, seguita da suo fratello Antony. Anche i due shinigami gemelli erano cresciuti come la loro amica: Destiny era diventata leggermente più alta, e si faceva man man sempre più graziosa, con la carnagione bianca come la neve, i capelli rossi come una rosa e gli occhi verde smeraldo, anche se il suo carattere era rimasto sempre quello un pò infantile e lunatico di una volta. Antony invece stava lentamente abbandonando la fisionomia da bambino gracile e si stava irrobustendo, cosa che si sarebbe notata di più se non fosse stato per quello pesante smoking nero che indossava, cosa che avrebbe dovuto indossare anche la rossa, che ovviamente non avrebbe mai potuto rinunciare alle sue adorate calze a rete, ai suoi short e alla sua maglietta che poco contenevano il seno che era fin troppo prosperoso per una quattordicenne (infatti Nelly era completamente piatta).
"No che non me la sono presa, sciocca - sorrise - Però, cosa ci fate qui? Non dovreste essere al vostro tirocinio speciale per diventare shinigami diplomati?"
"Non dirlo a me - borbottò Antony - Mi ha praticamente trascinato"
"Trascinato? - fece Destiny - Ma se mi ha praticamente seguita!"
"Cosa? No... Non... E' vero!" - sbottò arrossendo. Già, il caro Antony era rimasto composto e amante delle regole come un tempo, a quanto pare faceva parte del suo DNA.
"Hey, amica - disse la rossa correndole intorno - Ho casualmente sentito che stasera farai il tuo debutto nella società degli umani! Wow, che gran figata, dunque ti ci vuole un vestito, magari potrei prestarti qualcosa di mio, credo che ti starebbe bene il rosso..."
"Va bene, va bene - rise la lady fermandola - Ti ringrazio, ma ho già un vestito ed è blu"
"Oh, d'accordo, vorrà dire che indosserò io quello rosso!"
"Cosa? - fece Antony - Non pensarci neanche, tu non andrai da nessuna parte! Se i nostri genitori scoprono che abbiamo saltato il tirocinio anche oggi ci uccideranno!"
"Oh, avanti, di che ti preoccupi? Dovresti uscire una volta ogni tanto, come me" - disse la rossa.
"Certo, tanto ogni volta a dovermi sorbire i rimproveri sono io - sbottò il moro gonfiando le guance - Riesci sempre ad arruffianarteli in qualche modo".
"Questo è perchè sono adorabile e tenera! Allora che dici musone, verrai con me stasera?"
"D'accordo - sospirò - Ma è l'ultima volta, giuro"
 
Qualche ora dopo, alla magione Phantomhive...
"Bene - dichiarò Ciel guardando l'immenso salone decorato - Fortunatamente è tutto pronto, ovviamente è merito tuo Sebastian"
"Queste sono delle vere e proprie lusinghe, Ciel" - rispose il maggiordomo cingendogli i fianchi da dietro.
"Non chiamarmi per nome quando siamo qui, e soprattutto giù le mani" - protestò il conte arrossendo leggermente.
"Ma non c'è nessuno - sorrise l'altro - E poi non potrò resistere standoti lontano tutta la serata se non mi dai qualcosa adesso". Il giovane conte si voltò a guardarlo, capendo perfettamente ciò che intendeva dire.
"Se ti do un bacio adesso mi starai a debita distanza tutta la sera?" - chiese.
"Credo di potermi accontentare, my lord" - rispose il maggiordomo. A quelle parole, Ciel afferrò dolcemente il viso di Sebastian e lo attirò a se, baciandolo. Da quattro anni a questa parte, non solo il rapporto con Nelly era migliorato, ma anche il loro rapporto di "coppia", perchè in fondo questo erano, una coppia di amanti formata dal padrone e dal suo maggiordomo, un legame che poteva essere vissuto completamente soltanto di sfuggita, come in quei momenti, momenti di dolcezza, momenti speciali, momenti che ripagavano tutte quelle volte in cui i due dovevano essere distaccati.
Si amavano ed era questo che contava. Si staccarono appena in tempo , prima che una porta si aprisse e la cameriera Meyrin facesse il suo ingresso.
"Padrone - sorrise raggiante - Lady Helena è pronta". Poco dopo, Nelly si fece avanti, mostrando tutta la sua eleganza e bellezza: indossava un ampio vestito blu, con delle sfumature verde acqua sul fondo della gonna, un vestito semplice, senza fronzoli, a lei piacevano le cose semplici, indossava dei guanti bianchi, indumento che da quattro anni a questa parte  doveva indossare sempre, anche se le davano fastidio, i capelli invece erano semi raccolti, ed un ciuffo era stato fermato da due rose, una più grande bianca, e una più piccola blu. Le rose blu erano ormai sempre presenti nel suo guardaroba.
Ciel e Sebastian spalancarono gli occhi a quella vista, lanciandosi poi un occhiata di commozione, si erano davvero resi conto che la loro bambina stava crescendo, ed era così bella e delicata. Il conte più di una volta si ritrovò a pensare quanto Nelly somigliasse a Sebastian, praticamente era identica, ed era davvero strano che fin ora nessuno se ne fosse accorto, ma dopotutto era meglio così.
"Nelly - bisbigliò il conte sorridendo - Sei bellissima"
"Davvero? - chiese la lady arrossendo - Non so, è la prima volta che indosso un vestito così. Tu che dici Sebastian?"
"Io... Trovo che siate splendida, my lady" - rispose facendo un piccolo inchino.
"Bene - dichiarò Ciel - Meyrin, tu pensa agli ultimi preparativi, Nelly, vieni con me". Dicendo ciò si spostarono in un'altra stanza, in modo da poter parlare più tranquillamente.
"Devo farlo per forza?" - sbuffò la lady a braccia conserte.
"Di cosa stai parlando? - chiese il conte, accorgendosi successivamente delle occhiate che la figlia mandava a Sebastian - Cosa mi state nascondendo voi due?"
"Ah, Nelly non vuole partecipare al ballo di stasera" - sospirò il maggiordomo.
"Perchè no?"
"Perchè pensa che essendo un demone queste cose siano superflue"
"In realtà non è solo per questo - disse la lady abbassando lo sguardo - E che... La mia entrata in società equivalerebbe anche alla mia entrata "nell'età adulta", e ho paura che questo possa allontanarmi da voi. Insomma... Se sarò costretta a fare tutte quelle cose che le lady fanno, sarò costretta comunque ad allontanarmi da questa casa, da voi. Io non voglio, non voglio che questo vi porti a non trattarmi come mi avete sempre trattata. Sto crescendo, questo lo so, ma non voglio che il nostro rapporto cambi mai, e ho paura che questa cosa possa influire...".
Il conte e il maggiordomo rimasero un attimo in silenzio di fronte quell'affermazione tanto dolce quanto triste, Nelly era sempre stata dotata di tanta intelligenza, saggezza e delicatezza.
"Oh, Nelly - fece Ciel accarezzandole il viso e non riuscendo a non commuoversi - Non ti devi preoccupare. Le cose non cambieranno mai, tu rimarrai sempre la nostra bambina adorata, qualsiasi cosa tu decida di fare".
"E' vero, tesoro - aggiunse Sebastian accarezzandole anche lui il viso - Tu sei la cosa più preziosa che abbiamo".
"Ah, questo mi fa sentire meglio" - sorrise la lady arrossendo.
"Già, però mi sento comunque in dovere di dirti una cosa - fece il conte sgranchiendosi la voce - Questa sera al ballo parteciperanno molti giovani di riguardo, e non è escluso che uno di questi potrebbe... Chiedere la tua mano".
"CHE COSAAAAAAAAAAAAAAAAA?!" - chiesero in coro gli altri due.
"Non pensarci neanche, Ciel - disse Sebastian a braccia conserte - Non permetterò che la mia unica bambina vada in moglie a qualche sporco umano con cattive intenzioni".
"Beh, neanche io lo vorrei, ma credo che debba essere lei a decidere, tu che dici Nelly?". La lady sembrò pensarci seriamente su, ma fortunatamente la sua risposta tranquillizzò i due.
"State scherzando?! Io non mi sposerò mai" - dichiarò decisa.
"Brava tesoro, continua a pensarla così" - sospirò Sebastian.
"D'accordo voi due, adesso basta - disse Ciel sorridendo - A quanto pare gli ospiti stanno cominciando ad arrivare. Vogliamo andare, lady Helena?". Dicendo ciò porse la mano alla figlia, cercando di rassicurarla con lo sguardo.
"Va bene - sospirò - Ma non azzardatevi a lasciarmi in balìa di quegli umani pervertiti".
 
La magione Phantomhive si riempì presto di persone avvolte nei loro abiti super costosi e firmati, intenti a parlare tra di loro dei loro affari e delle loro ricchezze.
Essendo estate, non solo era stato addobbato il salone dei ricevimenti, ma anche il giardino, che con le sue fontane e le sue piante curate, faceva una brillante figura. Quasi tutti in quel luogo erano persone di alto rango come conti, marchesi. uomini d'affari importanti, tutta gente di riguardo, anche se tra di essi c'era sicuramente chi si distingueva.
"Che meraviglia! Che meraviglia! - fece Destiny guardandosi intorno mentre gli occhi le brillavano - Quanta gente, quanti bei vestiti, oh, guarda quante cose da mangiare!"
"Destiny, ti prego - cercò di fermarla il fratello - Cerca di non attirare troppo l'attenzione, e poi sei proprio sicuro che quel vestito sia adatto? Che io sappia mostrare le gambe è considerata una vergogna". Antony non aveva poi tutti i torti visto che la rossa indossava un tubino rosso attillato e che lasciava poco spazio all'immaginazione.
"Sta tranquillo - lo rassicurò - Qui non mi guarda nessuno". Peccato che proprio in quel momento la sbadata shinigami si era lasciata cadere addosso un bicchiere di champagne che le aveva macchiato l'abito.
"Dannazione! - sibilò - Il mio povero vestito!"
"Signorina, avete per caso bisogno di aiuto?" - chiese una voce. A quelle parole i due fratelli alzarono lo sguardo, ritrovandosi davanti un uomo dai tratti asiatici, letteralmente appiccicato ad una signorina poco vestita e dallo sguardo vitreo.
"Emh - rispose Destiny - No, no, vi ringrazio"
"D'accordo - disse l'uomo - Scusate se mi permetto, ma non vi avevo mai vista da queste parti, qual'è il vostro nome?"
" E' Destiny Spears"
"Oh, capisco. Il mio nome è Lau, e questa signorina è mia sorella Ran Mao"
"Aaaw, è davvero deliziosa" - fece la rossa iniziando a trasudare cuoricini
"Siete per caso una principessa? O una contessa? - chiese - Siete davvero molto bella, è la prima volta che incontro qualcuna come voi". A quelle parole Antony si mise in mezzo, quell'umano stava palesemente facendo la corte a sua sorella!
"Insomma, avete finito o no?" - chiese scocciato.
"Oh, mi scuso - rispose Lau - Non avevo capito che voi foste il compagno"
"Infatti non lo sono, sono il fratello!" - disse corrugando la fronte.
"Capisco, ragazzino. Bene allora, spero che più tardi vogliate concedermi un ballo, my lady" - disse infine Lau baciando la mano di Destiny per poi allontanarsi.
"Wow - fece la rossa sorridendo - Gli umani sono davvero adorabili"
"ADORABILE? Quello che pensava non era tanto adorabile!" - urlò. La loro conversazione fu improvvisamente interrotta da Sebastian, il quale, dopo aver ottenuto l'attenzione di tutti i presenti, fece un annuncio.
"Signore e signori, è arrivato il momento delle presentazioni. Partiamo anzitutto con il capo della Phantom Company, il giovane conte Ciel Phantomhive". A quelle parole, Ciel si fece avanti, lanciando poi un occhiata a Nelly la quale si trovava ancora nascosta, lontana dalla vista di tutti.
"E adesso - disse il maggiordomo - Farà il suo ingresso in società l'unica figlia del conte, Lady Helena Phantomhive".
Nelly si fece avanti, a piccoli passi, cercando di non cadere rovinosamente davanti a tutti, non c'era nulla di complicato, dopotutto aveva affrontato situazioni peggiori nella sua vita, poteva superare anche questa. Cercò di tenere lo sguardo basso, già il solo pensiero di essere al centro dell'attenzione di tutti i presenti la faceva sentire a disagio, se poi avesse alzato lo sguardo e avesse visto tutti quegli occhi su di se, sarebbe entrata nel panico.
Si limitò a sorridere, senza dire una parola, anche se la cosa peggiore fu vedere un esercito di giovani nobili che cercavano in tutti i modi di rivolgerle la parola, ma fortunatamente lei badava bene a stare nascosta dietro Ciel, sperando di poter trovare una via di fuga in mezzo a quella confusione.
"Chi me l'ha fatto fare?" - fece arrossendo per l'imbarazzo.
"Nelly - bisbigliò Ciel - Non stare lì nascosta, ci sono un sacco di giovani che vogliono invitarti a ballare, però ti prego, scegli bene o Sebastian finirà col fare una carneficina!"
"Non voglio ballare con nessuno" - sbuffò.
"Conte Phantomhive?" - disse una voce che attirò immediatamente l'attenzione del conte.
"Cosa? - fece Ciel - Tu sei..."
"Lord Marvin Haunt, felice di rivedervi" - sorrise il biondo ragazzino, il quale come i suoi coetanei era cambiato parecchio.
"Mmm, lord Marvin? - chiese Nelly facendosi timidamente avanti - Salve, è un pò che non ci vediamo"
"E' vero. Vi trovo splendida, mi concedereste un ballo?"
"Io... Ecco... Va bene" - rispose la lady al quanto sorpresa da quelle parole, Marvin non sembrava più tanto il ragazzino timido che era qualche anno fa, le aveva addirittura chiesto un ballo. Così, le danze si aprirono, e la lady si ritrovò a danzare con un giovane lord che probabilmente avrebbe avuto intenzione di sposarla dopo quella sera. Non che Marvin non le piacesse, anzi, gli era molto affezionata, ma era stata chiara, non si sarebbe mai sposata, certo che era difficile dover fare tutto quello che gli altri si aspettavano. Era un demone che giocava a fare l'umana, dopotutto non avrebbe potuto far altro, per dieci anni era stata cresciuta come qualsiasi altra bambina, non poteva cambiare da un giorno all'altro, neanche volendo.
Mentre danzava sotto gli occhi degli invitati si chiese come sarebbe stata la sua vita: avrebbe vissuto altre esperienze strane? O semplicemente avrebbe vissuto quella finta vita per poi ricominciare da capo una volta che tutte le persone attorno a lei non ci fossero state più? Era tutto un grande punto interrogativo, fino a qualche anno prima non si sarebbe fatta questi problemi, ma adesso era più consapevole delle cose che le capitavano.
Chissà, per adesso l'unica cosa che poteva fare era danzare e rispecchiarsi negli occhi azzurri del lord.
"Oh, guarda che cosa carina Antony! - disse Destiny entusiasta - Stanno ballando insieme"
"Si, davvero una cosa meravigliosa!" - sbuffò il ragazzo infastidito senza un apparente motivo.
"Scusate - disse ad un tratto una voce familiare - My lady, sbaglio o poco fa le avevo chiesto un ballo?". La rossa si voltò, trovandosi davanti Lau che le porgeva la mano.
"Avete ragione - disse sorridendo - Ballerò con voi volentieri".
"COSA? DESTINY MA...!" - provò a fermarla il fratello, senza successo, ovviamente. C'era davvero una bella atmosfera in quella casa, e pian piano i pensieri di Nelly, non proprio adatti ad un'occasione come quella, lasciarono posto a qualcosa di più piacevole. Non era male avere un cavaliere con cui danzare, tante volte era stata a dei balli ma era la prima volta che si trovava a vivere un'esperienza del genere in prima persona. Si, stava iniziando a sentirsi meglio, l'ingresso nella società era qualcosa di semplice.
Poi i suoi pensieri furono interrotti da qualcosa. I suoi occhi guizzarono su ciò che era oltre il  portone principale, lasciato aperto in modo da poter rendere possibile  guardare il cielo che quella notte era pieno di stelle. Una scia bianca attraversò velocemente la volta blu notte, una semplice stella cadente, o forse qualcosa di un pò più grande.
Nelly rimase immobile, mentre la musica e la gente intorno a lei continuava a danzare come se nulla fosse, era come se avesse avvertito che qualcosa stesse per succedere. Di fatti, poco dopo, si sentì un boato assordante, seguito dal tremare della terra, come se si fosse trattato di un terremoto. A quel punto, la gente che si trovava nel soggiorno iniziò a farsi prendere dal panico e cominciò a correre a destra e a sinistra, spaventati da quell'improvviso evento.
"Lady Helena - fece Marvin afferrandola per un braccio - Dobbiamo scappare da qui, potrebbe essere pericoloso!". Ella però non rispose, era rimasta con lo sguardo fisso verso l'esterno e con un pensiero che le ronzava per la mente. Il boato che aveva udito poco prima sembrava provenire proprio dal giardino, che fosse precipitato qualcosa?
Poi, ad un tratto, la scossa si fermò di botto, così com'era arrivata. La lady ebbe come un sussulto: era come se avesse avvertito una presenza, una presenza che non aveva nulla a che vedere con umani, demoni o shinigami.
"Perdonatemi - disse rivolgendosi a Marvin - Ma c'è una cosa che devo fare". Dicendo ciò, corse fuori, verso il giardino.
"Sebastian - disse Ciel osservando la figura di Nelly - Hai sentito anche tu?"
"Si, ma non ne sono sicuro - rispose accennando poi un sorriso - A quanto pare la serata si conclude qui".
La lady arrivò all'esterno, e dopo essersi guardata per alcuni minuti intorno, si accorse di una piccola voragine che si era formata nella terra, non c'erano dubbi che fosse precipitato qualcosa, ma di certo non si trattava di una stella. Andò verso il buco da cui usciva addirittura del fumo, si inginocchiò e sporse la testa, rimanendo senza parole di fronte la vista di ciò che aveva davanti. La causa di quel boato, di quella voragine, non era stata una stella cadente, si trattava di una ragazza.
La fanciulla, che mostrava appena la sua stessa età, stava distesa con gli occhi socchiusi, ed era pallida, sembrava molto delicata, aveva dei lunghi riccioli albini con delle sfumature argentee, gli occhi sembravano di un colore misto tra l'azzurro e il grigio, il suo abito simile a quello delle bambole era dello stesso colore della pelle. Ma la cosa che a Nelly non poté sfuggire furono le sue ali: ali grandi, bianche, morbide, come quelli di un angelo. E se si fosse trattato davvero di un angelo? Questo avrebbe spiegato il perchè avesse avvertito una stranza presenza poco prima.
Rimase a guardarla per qualche secondo: quella ragazza aveva uno sguardo sofferente e sembrava che stesse dormendo, inoltre era molto, molto bella. Poi ad un tratto si destò. Aprì completamente gli occhi e si tirò su, mostrando la reale grandezza delle sue ali le quali fino a quel momento erano rimaste leggermente piegate, dopodiché si volto verso la lady, assumendo un'espressione di paura.
"Tu! - urlò - Sporco demone, stammi lontana, non osare metterti contro un Angelo!"
"Allora è proprio così - rispose semplicemente la lady - Sei davvero un Angelo"
"Si - disse l'altra - Vai via immediatamente, oppure sarò costretta a farti qualcosa di molto spiacevole!"
"Io non voglio farti del male" - cercò di spiegarle.
"Certo, voi demoni, siete tanto bravi con le parole!". Dicendo ciò, la fanciulla provò ad alzarsi, ma cadde di peso, perdendo completamente i sensi, fortunatamente però, Nelly riuscì a sorreggerla, portandola al sicuro dentro la sua dimora.

Angolo dell'Autrice
Eccomi tornata ^^ *squillano le trombe*. Un capitolo pieno di tenerezza e comicità per ricominciare, caratteristiche che non mancheranno nella storia così come l'avventura e i colpi di scena! Penso ( e spero xD) che la trama sia abbastanza interessante, ma questo lo lascio decidere a voi!
Piccola nota importante: come sapete, in genere aggiotno ogni giorno, ma non credo che mi sarà possibile, poichè i capitolo sono più lunghi e complessi e devo lavorarci di più! Niente di che tranquilli, al massimo 1/2 giorni in più, quindi se non mi vedete aggiornare ogni giorno tranquilli non sono morta xD. Con questo, cominciamo :P

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Capitolo 2
*** L'ANGELO CADUTO! PASSANDO DAL MONDO DEGLI SHINIGAMI! ***


La fanciulla aprì gli occhi, e solo dopo pochi secondi di smarrimento, si rese conto di trovarsi su un letto, in una stanza.
Come ci era finita lì? Eppure era svenuta poco prima. Poi, una voce attirò la sua attenzione.
"Vedo che ti sei svegliata, finalmente" - disse la voce del conte Ciel. La ragazza sussultò, accorgendosi un attimo dopo con orrore di ritrovarsi in una stanza con quattro esseri che la fissavano curiosi.
"Cosa ci faccio qui? - chiese iniziando ad agitarsi - Cosa volete da me? Lasciatemi stare!"
"Calmatevi my lady - la rassicurò Sebastian facendo un piccolo inchino - Non le faremo alcun male. E' una fortuna che lady Helena vi abbia trovato"
"Lady... Helena?" - chiese titubante. A quelle parole, un sesto ospite fece ingresso nella stanza, presentandosi.
"Si, sono Helena Phantomhive - disse la piccola lady - Ma tu puoi chiamarmi semplicemente Nelly"
"Helena Phantomhive - ripetè squadrandola - Allora non mi sbagliavo, sei davvero uno sporco demone!"
"Hey, datti una calmata bambolina! - fece Destiny avvicinando il suo viso a quello della ragazza - Ti ha salvato la vita, dovresti essere un pò più gentile!"
"Cosa...? - chiese guardandosi intorno - Ci sono anche degli shinigami? Demoni e shinigami insieme?"
"Proprio così! - disse Nelly sorridendo - Sta tranquilla, non ti faremo del male. Loro sono due miei cari amici, Destiny e Antony Spears, loro sono i miei genitori, Sebastian Michealis e Ciel Phantomhive"
"Oh, si lo so - rispose la fanciulla apparendo un attimo più calma - Si è sentito tanto parlare di voi nell'Altro Mondo"
"Altro Mondo?" - chiese Ciel.
"Si, è da dove vengo io. Il mio nome e' Bianca e sono un Angelo" - rispose.
"Un Angelo qui sulla terra? - chiese Sebastian - E perchè mai?". A quella domanda, Bianca sembrò rattristirsi improvvisamente, e  Nelly le andò incontro,  poggiando una mano sulla sua. 
"Ti andrebbe di raccontarci la tua storia?" - le chiese gentilmente. L'Angelo annuì.
"Come vi ho detto poco fa, come qualsiasi altro essere che non fa parte del Mondo Terreno, vivo nell' Altro Mondo, più comunemente chiamato Aldilà...".
"Sappiamo cos'è l'Aldilà - la interruppe bruscamente Antony - Ti ricordo che hai degli shinigami davanti"
"Antony, ti prego - lo rimproverò la lady per poi rivolgersi a Bianca - Scusa, continua pure..."
"Si. Essendo un Angelo vivevo ovviamente nel Paradiso, il Regno Eterno, la Casa delle Anime Nobili. Vivevo felicemente insieme agli altri Angeli, avevo dei poteri sensazionali, ero in grado di volare per un arco di tempo quasi indefinibile, e inoltre, facevo parte dell'Armata Celeste, ovvero un'armata di cui fanno parte gli Angeli il cui compito è proteggere il Paradiso..."
"Quindi tu sei una specie di..." - mormorò Ciel.
"... Di Angelo Guerriero, proprio così - sospirò - O almeno lo ero. E' accaduto un giorno, durante il Controllo. Soltanto a noi Angeli Guerrieri è permesso uscire dal Paradiso, è nostro compito fare in modo che negli altri regni ci sia la pace e l'armonia che ognuno è  predestinato a seguire, in altri casi, l'uscire o l'entrare da un posto all'altro diventa praticamente impossibile. Comunque, mi trovavo in ricognizione nel Kuredoru, penso dovreste sapere di cosa si tratti".
"Si - rispose Nelly - Abbiamo avuto l'occasione di capirlo un pò di tempo fa". Era ovvio che quella frase fosse riferita ad Harry, il Kesshiteboru che l'aveva uccisa, ma che le aveva anche permesso di sprigionare i suoi poteri.
"Capisco. Ad ogni modo, mentre mi trovavo lì, i miei occhi si sono incrociati con quelli di un Kesshiteboru - rispose sorridendo, mentre nei suoi occhi iniziavano a brillare di una strana luce - Credo che si sia trattato di amore a prima vista. Nessuno mai come lui mi aveva fatto battere così forte il cuore, sì, eravamo innamorati, nonostante sapevamo che il nostro fosse un' amore impossibile, ma comunque sia ignoravamo ciò, e facevamo di tutto per vederci di nascosto"
"Che cosa romantica!" - sospirò Destiny con un'aria sognante.
"Già. Avremmo potuto continuare così per sempre... Se solo non ci avessero scoperto - si fermò improvvisamente, come se stesse trattenendo le lacrime - Il capo degli Angeli Guardiani mi scoprì. Per il Kesshiteboru non ci furono conseguenze, poichè c'è molta poca considerazione per le anime del Kuredoru, colore che devono essere perfetti, d'esempio, sono quelli come me, e quel giorno si scoprì che non ero poi così tanto perfetta e pura come si pensava. I tre Regni dell'Aldilà sono separati tra di loro e vivono separatamente, se il solo passaggio da un regno all'altro viene punito severamente, pensate un pò cosa succede quando due anime così opposte decidono di amarsi!"
"E' un'ingiustizia! - sbottò Nelly davvero provata da quelle parole - Non capisco, voi vi amavate, qual'è il problema? La purezza non si basa forse sull'amore?"
"Si, ma non per un Angelo e un Kesshiteboru - sospirò - E' come una specie di piramide. Il Paradiso si trova in cima, il Kuredoru alla base, nella parte più remota degli inferi. Non solo mi è stato tolto il ruolo di "Angelo Guardiano", ma mi è stata inflitta anche la pena msssima, la vergogna più grande". Si fermò, iniziando a tremare, iniziando a versare lacrime che presero a rigarle le guance, avrebbe tanto voluto continuare a parlare, ma era come se la voce non riuscisse a venire fuori.
"Sei stata cacciata, vero?" - chiese Sebastian.
"Si - rispose Bianca annaspando col naso - Sono stata cacciata, e in più, tutti i miei ricordi riguardanti il mio amato sono stati cancellati. Non ricordo più il suo viso nè il suo nome, però almeno non sono riusciti a cancellare il ricordo del sentimento. Adesso sarò ricordata come l'Angelo Peccatore costretto a vagare per la Terra..."
"Su, avanti - cercò di consolarla Nelly - La vita qui sulla Terra non è poi così male..."
"Tu non capisci - rispose stringendo tra le mani le lenzuola - Perchè credi che mi abbiano mandata qui? Per impedirmi di tornare, più sto qui, più i miei poteri s'indeboliscono, e ci vuole tanto, tanto potere per passare da un mondo all'altro. Se resto qui troppo a lungo... Rischio di.. Morire..."
"No, non lo permetterò! - fece la lady afferrandola per mano - Ci deve essere un modo per riportarti a casa, io.. Io ti aiuterò!"
"Perchè un demone dovrebbe aiutare un Angelo?" - chiese Antony a braccia conserte.
"Ha ragione, Nelly - disse Bianca - Perchè mai? Nel mio mondo Shinigami, Demoni e Angeli si odiano"
"Non nel mio mondo - rispose la lady - Ho deciso che ti aiuterò a tornare a casa, convinceremo gli altri Angeli a riprenderti con loro!"
"COSA?! - sbottò ad un certo punto Ciel - E' fuori questione, Nelly. Cosa pensi di fare? Avventurarti in un mondo sconosciuto e affrontare chissà quali pericoli?"
"Non intendo andare da sola - spiegò - Ma con tutti voi, ho bisogno del vostro aiuto"
"Nelly! - cercò di farla ragionare il conte - Non è possibile, è una cosa... Che va oltre le nostre capacità, anche se siamo dei demoni!"
"E cosa vorresti fare? - chiese guardandolo serio - Lasciare morire Bianca?". A quelle parole Ciel avrebbe voluto controbattere, ma non ci riuscì, dopodiché rivolse lo sguardo alla candida ragazzina: aveva negli occhi un'aria davvero disperata, la sua storia era molto triste, e inoltre non aveva nulla di diverso da Nelly. Anche se erano l'una l'opposto dell'altra, erano comunque uguali, quindi perchè non aiutarla?
"D'accordo - sospirò il conte - Io verrò con te"
"Che bello! - fece la lady sorridendo  per poi rivolgersi verso gli altri tre - E voi che dite?"
"Io farei qualsiasi cosa per la mia adorata Nelly, inoltre vado dove Ciel va" - rispose Sebastian lanciando un'occhiata al conte, facendolo arrossire.
"Ovviamente io verrò con te, amica mia!" - disse Destiny.
"Beh - sbuffò Antony - E' inutile che mi faccia pregare, tanto finisco sempre col farmi coinvolgere nelle vostre stranezze, quindi d'accordo!"
"Bene, ti aiuteremo tutti, sei contenta, Bianca...? - chiese la lady interrompendosi poi di colpo vedendo l'Angelo piangere nuovamente - Cosa ti prende?"
"Non è nulla - rispose sorridendo e asciugandosi le lacrime - E' solo che... Sono sempre stata convinta che i demoni e gli shinigami, e qualsiasi altro essere sotto di me fosse.... Malvagio. Ma conoscendo voi credo di dovermi ricredere, mi dispiace..."
"Sta tranquilla - le sorrise Nelly - Sappi che hai trovato dei nuovi amici".
"Sono davvero felice. Però credo di dovervi mettere in guardia su una cosa: Non c'è modo di raggiungere il Paradiso se non raggiungendolo dal basso".
"Questo significa che dovremmo attraversare tutti e tre i Regni, vero?  - chiese Sebastian sospirando - Allora temo che non sarà un viaggio facile. Anche io vengo dall'Aldilà, so bene cosa significhi viverci. Avremmo a che fare con delle situazioni difficili, non è detto che riusciremo a tornare...". In quel momento Nelly gli andò incontro, afferrandolo per mano e guardandolo seriamente, come se stesse cercando rassicurazioni: "Tu però ci proteggerai, non ci accadrà niente, vero?"
"Certo che si, Nelly - rispose il maggiordomo accarezzandole il viso, sorpreso da quelle parole - Tu e Ciel, siete la mia famiglia, e proteggerò anche i tuoi amici se sarà necessario. Io però sono solo un diavolo di maggiordomo, c'è chi è molto più forte di me".
"Non importa - rispose ella - Se mi prometti che ci proteggerai allora sarò tranquilla"
"Va bene. Te lo prometto allora, ve lo prometto a tutti voi" - rispose. Ciel gli lanciò uno sguardo preoccupato, quella era davvero una promessa azzardata da mantenere.
"Bene allora, Bianca, sei pronta?" - chiese la lady entusiasta.
"Credo di sì - disse l'Angelo provando ad alzarsi in piedi - Però mi sorge una domanda. Io non ho potere necessario per permetterci di lasciare questa dimensione, come faremo?". I sei si guardarono tra di loro, quello sarebbe stato un problema, chi mai poteva avere tanto potere? Nelly sarebbe stata la più adatta essendo una neo demone, ma rimaneva il fatto che non sapeva in che modo dovesse agire.
"Ci sono! - disse improvvisamente Destiny - Fortuna che ci sono io, bisognerà semplicemente usare questa! - Dicendo ciò, la shinigami estrasse dal nulla una specie di falce, tanto piccola da poterla reggere su una mano - Mi basterà aprire un varco con questo adorabile strumento! Però... Ecco... Non sono ancora ufficialmente una shinigami, quindi non sono sicura di riuscirci"
"D'accordo, Destiny - la rassicurò Nelly mentre nel frattempo aiutava Bianca a reggersi in piedi - Andrà bene, ti prego concentrati, sei l'unica che in questo momento può aiutarci!"
"Ok - sospirò la rossa - Ci proverò". Dicendo ciò, chiuse gli occhi, tendendo la falce davanti a se. Concentrò il suo potere nello strumento, per un attimo sembrò addirittura che si trovasse in uno stato di trance, dopodiché fece un gesto: era come se con la falce stesse cercando di tagliare l'aria, ma sorprendentemente ciò che si formò dopo era un qualcosa simile ad un portale che emanava una luce bianca ed accecante, per mantenere tutto ciò costante però, aveva bisogno di continuare a rimanere concentrata, quindi non ebbe il tempo di vedere.
"... Wow..."- ebbe appena il tempo di mormorare Antony, poco prima che sia lui che gli altri fossero attirati e trascinati da quella luce. Quello che doveva essere il "passaggio" in un altro mondo, fu quasi una cosa istantanea, quasi un battito di ciglia, anche se in quell'attimo tutti e sei poterono avvertire i cambiamenti che ciò comportava, era come se qualcosa nell'aria, nella superficie, nei suoni, fosse cambiato in quel passaggio, ed effettivamente era così.
La prima ad aprire gli occhi fu proprio Nelly, la quale reggeva ancora Bianca, alla quale era rimasta aggrappata tutto il tempo. Vide gli altri intorno a se avere ancora gli occhi chiusi, poi si guardò intorno. Si trovavano in una specie di edificio, non sembrava si trovassero in un altro mondo, era un semplice edificio, un corridoio con ai lati una moltitudine di uffici.
"Eh...? - chiese la lady - Dove siamo?". A quella parole gli altri aprirono gli occhi, tra cui Destiny, che fino a quel momento era rimasta concentrata.
"Oh - fece la rossa - Non posso crederci! Non posso crederci! Ce l'ho fatta! Avete visto, Antony hai visto?"
"Devo dire che mi hai sorpreso, sorellina" - ammise Antony. Dopodiché la shinigami prese a guardarsi intorno e improvvisamente il suo entusiasmo lasciò spazio alla preoccupazione.
"Oh, accidenti! - disse delusa - Credo di aver sbagliato indirizzo! Questo è il Mondo degli Shinigami!"
"Ti sbagli - la rassicurò Bianca, la quale riusciva finalmente a reggersi in piedi da sola - Siamo nel posto giusto. Il Mondo degli Shinigami è l'ingresso per l'Altro Mondo"
"Ah si? - rispose Destiny deglutendo - Non so perchè ma non ho una bella sensazione".  Ad un tratto, sia lei che Antony ebbero come l'impressione che un'aurea maligna aleggiasse sopra le loro teste, ed effettivamente non era solo una semplice impressione. Si sentirono afferrare da dietro da due braccia che conoscevano molto, molto bene.
"GIUSTO VOI! - urlò una voce terribilmente simile a quella di Grell - DOVE VI ERAVATE CACCIATI, EH? E' UN SACCO DI TEMPO CHE VI CERCO, AVETE SALTATO IL VOSTRO TIROCINIO ANCHE OGGI!"
"Ah... Ecco cos'era quella brutta sensazione" - sbuffò Destiny mentre il fratello le lanciava una miriade di occhiate omicide.
"Non pensate di poterla scampare tanto facilmente, io... - lo shinigami alzò lo sguardo e s'interruppe, andandosi a catapultare verso Sebastian - SEBASSSS-CHAAAAN! COSA CI FAI QUII?!!! SEI VENUTO A TROVARMI VERO? CHE CARINO CHE SEI!"
"Togliti immediatamente, idiota" - sbuffò il maggiordomo infastidito da quell'abbraccio, un  contatto fin troppo ravvicinato.
"Guarda c'è anche la graziosa lady e il conte, siete così carini!" - fece poi rivolgendosi a Ciel e provando ad afferrarlo.
"Non provare a toccarmi!" - sbottò dandogli un sonore pugno sulla testa.
"COS'E QUESTA CONFUSIONE?!" - urlò improvvisamente una voce che fece trasalire e alzare lo sguardo al numeroso e casinista gruppo . Quel qualcuno era Will, apparso di fronte ad essi con uno sguardo decisamente contrariato e infastidito.
"Ecco, adesso si mette male sul serio" - piagnucolò Destiny. Lo shinigami dai capelli neri andò verso i due gemelli, afferrandoli per le spalle in modo da tenerli fermi, e lì scattò subito una delle sue classiche paternali.
"NON SONO AVETE SALTATO IL VOSTRO TIROCINIO - urlò - MA AVETE ANCHE PORTATO QUI UNA BARAONDA DI DEMONI, NEL MONDO DEGLI SHINIGAMI!"
"Emh... Ecco... Posso spiegarti papino adorato - cercò di calmarlo la rossa - Vedi, noi... Abbiamo una missione da compiere, dobbiamo riportare quell'Angelo in Paradiso o rischia di morire, è stata cacciata e dobbiamo aiutarla a tornare a casa!!". A quelle parole, Will mollò la presa dei due per rivolgere lo sguardo a Bianca a cui non aveva ancora rivolto l'attenzione.
"Un... Angelo...?" - chiese.
"Sì  - annuì la candida ragazza - Per amore  verso un Kesshiteboru ho dovuto subire quest'alto prezzo. So che il rapporto tra Angeli e Shinigami non è molto buono, però ti supplico... Lasciaci passare".
"E' proprio necessario - intervenne Ciel facendo qualche passo in avanti  - A quanto pare, per entrare nell'Aldilà dobbiamo prima attraversare il vostro mondo, quindi, se sarete così gentili da lasciarci passare..". Lo shinigami però lo bloccò, impedendogli ulteriori movimenti
"Non andrete da nessuna parte  - disse aggiustandosi gli occhiali - Pensate che lascerò passare dei demoni da qui? Sarebbe contrario ai miei principi"
"Ascolta - fece Sebastian mettendosi in mezzo - So che noi demoni non ti piacciamo, ma qui la situazione è diversa. C'è un Angelo in mezzo, e se morirà sarà soltanto colpa tua".
"Non mettetemi in mezzo ai vostri casini" - dichiarò. A quel punto Destiny pensò che forse sarebbe stato meglio intervenire con una delle sue strategie infallibili.
"Papino - fece guardandolo in modalità "occhi da cucciolo" - Abbiamo davvero bisogno di arrivare nell'Aldilà. Ti prego facci passare, quell'Angelo è anche mia amica".
"Destiny - sospirò addolcendosi leggermente - Non posso. Hai idea di quanto sia pericoloso avventarsi nell'Aldilà? Sarà pressoché impossibile arrivare fino al Paradiso, inoltre tu ed Antony non siete ancora degli Shinigami veri e propri, come pensate di cavarvela? Sarei più tranquillo se uno Shinigami responsabile venisse con voi, visto che non intendo fidarmi di quei demoni..."
"QUALCUNO CERCA UNO SHINIGAMI RESPONSABILE?" - disse ad un tratto una voce nuova. La rossa alzò lo sguardo, sorridendo alla vista di ciò che aveva davanti.
"Ronald! - fece con gli occhi che le brillavano - Sei proprio tu!"
"Proprio così, piccola rosa  - rispose lo shinigami andandole incontro - E' passato così tanto tempo dall'ultima volta che ti ho vista, sei diventata così bella".
"Oh - rispose l'altra arrossendo - Sai sempre come farmi arrossire"
"Questo ti rende ancora ancora più bella - disse accarezzandole il viso - Un giorno ti avrò, piccola Destiny, perchè io...". Lo shinigami s'interruppe in seguito a due pugni che gli erano arrivati dritti in testa da parte di Will e Grell.
"PIANTALA LATIN LOVER DA STRAPAZZO, E' ANCORA UN BAMBINA!" - urlarono i due.
"Non preoccuparti Ronald, quando sarò abbastanza grande ti sposerò di certo" - gli sussurrò la rossa divertita.
"D'accordo, d'accordo - fece sollevandosi da terra e massaggiandosi la testa - Parlando di cose serie, mi trovavo per caso ad origliare il vostro discorso. Una fanciulla che soffre per amore merita di essere aiutato da un cavaliere, quindi, ho deciso che sarò io stesso ad accompagnarvi nell'Aldilà!"
"Davvero ci accompagnerai?" - chiese Nelly speranzosa.
"Assolutamente, my lady. Non direi mai di no a delle signore, e soprattutto non direi mai di no alla mia Destiny". Ronald fu nuovamente interrotto da Will, il quale lo afferrò per la camicia, guardandolo dritto negli occhi.
"Te lo scordi, principino! - fece strattonandolo - Con "shinigami responsabile" non intendevo uno come te!"
"Suvvia mio adorato superiore, sappiamo entrambi che negli ultimi tempi sono stato riconosciuto come uno dei migliori shinigami". A quelle parole l'altro non poté controbattere: era vero, quel tipo era un latin lover da strapazzo, era odioso e maniaco, però era forte come pochi, era effettivamente l'unico di cui potersi fidare al 100%. Quel pensiero lo portò a prendere una grossa, drastica decisione per un tipo rispettoso delle regole come lui.
"Stammi bene a sentire - disse serio guardandolo negli occhi - Spero per te che tu riesca a portarli fino al Paradiso sani e salvi, perchè ti sto affidando la mia Destiny, la cosa più importante che ho, e se solo osi metterle un dito addosso, giuro su che ti farò conoscere una parte di me non molto piacevole, intesi?"
"Emh, si, si, ho... Capito!" - balbettò Ronald, seriamente impaurito da quelle minacce.
"Tsk - sbuffò Antony a braccia conserte - Grazie per la considerazione"
"Antony - lo chiamò poi Will - Questo vale anche per te. Dimostrami che sei in grado di proteggere Destiny, perchè quello sarà il tuo compito quando noi non ci saremo".
"D'accordo" - rispose sorridendo. 
"Questo significa che.... Ci lascerai passare?" - chiese la rossa.
"Beh - sospirò - Non ho... Altra scelta..."
"AAAW, CHE BELLO, GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE, TI VOGLIO BENE, TI ADORO!" - fece poi correndo ad abbracciarlo.
"Va bene, va bene - rispose Will ricambiando l'abbraccio - Adesso seguitemi, e cercate di non dare troppo nell'occhio, se si viene a sapere che ho fatto una cosa del genere è la fine".
Lo shinigami guidò il gruppo per una moltitudine di corridoi, quando dopo pochi minuti dopo, si fermarono di fronte una stanza vuota, isolata dalle altre, l'unica cosa al suo interno era una semplice porta di ferro.
"Cos'è questo?" - chiese Nelly.
"Questo è il passaggio che vi porterà nell'Aldilà - spiegò Will - Sembra una porta comune perchè così a nessuno viene in mente di aprirla, è stata una mia idea. Dovrete fare attenzione, vi ritroverete a viaggiare per un mondo turbolento e con delle regole rigide". Dicendo ciò, estrasse dalla tasca una specie di piccola chiave di cristallo, la inserì nella serratura, e dopo un paio di click, la porta si aprì tutt'ad un botto, lasciando intravedere ciò che c'era oltre: il buio, il nulla più totale.
"Accidenti - deglutì Bianca - L'oscurità non è proprio il genere di cosa a cui sono abituata"
"Stai tranquilla, angioletto - la rassicurò Ronald mostrandosi forte, temerario e affascinante - E' solo buio"
"D'accordo, allora andiamo?" - chiese Nelly titubante.
"Si, andiamo - disse Destiny per poi voltarsi verso Will e Grell che apparivano molto preoccupati - Non fate quella faccia! Torneremo prima di quanto pensate!". Dicendo ciò, fece un respiro profondo e attraversò la porta a passo spedito, seguita successivamente dagli altri che avanzavano in fila indiana. Solo Sebastian, prima di entrare anche lui, si rivolse verso Will e gli disse qualcosa.
"Grazie" - disse sorridendo.
"Non ringraziarmi. Non lo sto facendo per te" - sbottò aggiustandosi gli occhiali. Detto ciò, anche il maggiordomo attraversò il portale, scomparendo nel buio. Lo shinigami tornò a richiuderlo, sospirando.
"Non pensavo li avresti fatti passare" - gli disse Grell abbracciandolo da dietro.
"Non potevo non farlo - rispose - L'Aldilà è un posto terribile, ma qualcosa mi dirà che ne usciranno vittoriosi, anche se un lungo viaggio è lì pronto ad attenderli..."

Angolo dell'Autrice
Ho riso taaaanto scrivendo questo capitolo xD
Lo dico da subito, Destiny e Ronald insieme per me sono la fine del mondo *ì* perchè sono teneri, eccentrici e soprattutto insieme fanno incazzare da morire quel povero shinigami di Will che dopo questa verrà a prendere la mia anima xD

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Capitolo 3
*** REGNO IMMOBILE! L'ANGELO GUARDIANO! ***


Questa volta, il passaggio dal Mondo degli Shinigami  a quel luogo sconosciuto sembrò  durare più a lungo, e ognuno poté avvertire meglio le sensazioni. 
Nelly per un primo momento stese istintivamente le braccia in avanti, come se avesse avuto paura di cadere. In realtà non sapeva ben definire su che superficie si trovasse, non avvertiva niente sotto i piedi, non riusciva neanche a capire in che posizione si trovasse, aveva completamente perso il senso di ciò che le stava attorno, era come trovarsi dentro l'acqua o sospesi in aria, sentiva di poter assumere tutte le posizioni che voleva.  
"Questo buio è .... Terribile..." - mormorò la lady con la voce che le tremava, stringendosi successivamente a qualcuno che le stava accanto, nonostante non riuscisse a capire di chi si trattasse.
"Stai tranquilla, Nelly - la rassicurò Ciel, che si rivelò poi essere la persona a cui la lady si era stretta - Non ti accadrà nulla". L'oscurità era sicuramente l'elemento più evidente in quel luogo: un'oscurità prepotente, massiccia, sembrava avere una forma propria, un' oscurità gelida. Non c'era infatti un minimo di vento, essi riuscivano a respirare, nonostante l'aria sembrasse non esistere. Così come l'aria e la luce mancava anche il suono, l'oscurità persisteva anche nei rumori, il silenzio che aleggiava era fin troppo surreale per poter essere credibile. 
Non seppero per quant tempo stettero lì immobili, forse minuti, forse ore, ma neanche il tempo sembrava esistere. Era come se quello fosse un luogo dove nulla accadeva, nulla si creava e nulla si distruggeva. Era semplicemente il nulla.
"Bianca - la chiamò Sebastian - Io sono un demone, ma non ricordo un posto del genere nell'Aldilà. Sai dove ci troviamo?"
"Non ne sono sicura - rispose la ragazza - Ma credo che ci troviamo nel Regno Immobile"
"Regno Immobile?" - chiese Destiny, affascinata dal suono misterioso di quel nome.
"Si, non ci sono mai stata, ma credo sia un luogo dove non accade nulla. Qui il tempo non scorre, non c'è luce, non c'è vita, è il Nulla per l'appunto".
"Però provo un'assurdo senso di pace a stare qui" - mormorò la lady lasciandosi cadere, come se volesse accasciarsi ad un suolo che non esisteva.
"Anche io - aggiunse Ciel - Qui non c'è nulla però c'è pace. Il silenzio è oscuro ma è piacevole, se non fosse per il buio pesto e la mancanza d'aria sarebbe un posto perfetto dove rimanere. Quasi quasi  mi lascerei andare..."
"Ciel! - fece Sebastian afferrandolo, avvertendo che stesse per cadere - Dannazione, questo posto da talmente tanta pace da farti dormire! Ragazzi, state svegli per favore, non lasciatevi andare! Che razza di posto è questo?"
"Purtroppo non sono preparata ad una simile evenienza - sospirò Bianca - Sono un Angelo Guerriero, ma non mi sono mai spinta fino a qui perchè per l'appunto non succede nulla, quindi sarebbe inutile. Nonostante ciò è considerato un Regno dell'Aldilà, e almeno siamo riusciti ad arrivarci in qualche modo"
"Dobbiamo fare qualcosa - disse Antony cercando di non lasciare che i suoi si chiudessero - Non abbiamo tempo per dormire!"
"Ma qui il tempo non esiste - rispose Destiny con un tono decisamente assonnato - Potremmo finire col dormire per sempre e non cambierebbe niente"
"Destiny! - l'afferrò Ronald avvertendo anche lui un movimento brusco da parte della shinigami - Dobbiamo andarcene di qui, non c'è una via d'uscita?"
"Non lo so - rispose Bianca - Per me questo è un luogo sconosciuto"
"Bianca - mormorò Nelly - Pensi che continuando a camminare usciremo da tutto questo buio? In fondo, se è davvero un Regno dell'Aldilà, prima o poi arriveremo da un'altra parte, no?"
"Credo di sì - rispose la ragazza - Ma non so da che parte andare. Il Regno Immobile è diviso in  due parti, se solo riuscissi a vedere almeno qualcosa!"
"Sicuramente non possiamo stare qui - aggiunse Sebastian sorreggendo ancora Ciel - Tutto quello che possiamo fare è basarci sui nostri sensi. Nelly, in questo momento colei che ha i sensi più sviluppati sei tu"
"Io? - chiese la lady - Ma non vedo ne sento nulla! Tutto ciò che posso fare e basarmi sul mio olfatto!". Dicendo ciò iniziò ad annusare l'aria, sperando di trovare un indizio che l'aiutasse a trovare la direzione da seguire. Tutto però in quell'aria ferma sembrava uguale e monotono, dopotutto se non esisteva l'aria come sarebbero potuti esistere gli odori? Fece un giro su se stessa di 270°, fermandosi poi all'improvviso e aprendo finalmente gli occhi che fino a quel minuto aveva tenuto chiusi.
"Hai trovato qualcosa?" - chiese Bianca.
"Non ne sono sicura - rispose tentennando - Ma l'odore da quella direzione è diversa". Probabilmente Nelly avrebbe voluto spiegarsi meglio, il problema era che non c'era il senso dello spazio, quindi era davvero difficili dire da dove avesse avvertito quella nota di diversità.
"D'accordo - disse poi la lady - Proverò a seguire la scia che sento, voi provate in qualche modo a starmi dietro". Dicendo ciò provò a muovere qualche passo in avanti, cosa che risultò essere molto difficile, ogni volta che avanzava aveva la terribile sensazione di cadere nel vuoto, poichè praticamente stava camminando nel nulla, e senza neanche un appiglio o un punto di riferimento era difficile. Poi qualcuno si aggrappò a lei, come a volersi impedire di cadere.
"Dannazione! - urlò Antony - Non ce la farò mai!"
"Sta tranquillo - lo rassicurò la lady - Probabilmente, la sensazione di cadere nel vuoto è una nostra impressione". 
"Amh... Si..." - balbettò lo shinigami arrossendo e dandosi dello stupido per essersi lasciato prendere per "fifone" da Nelly.
"Mi stavo chiedendo una cosa - disse la lady mentre continuava a camminare goffamente - Perchè per raggiungere il Paradiso bisogna prima attraversare l'intera Aldilà? Non sarebbe più facile arrivarci tramite qualche strumento per esempio la falce di Destiny?"
"E' proprio questo il punto - spiegò Bianca - Sarebbe fin troppo facile. Tu non hai idea di quanto siano ferree le leggi dell'Altro Mondo. Nessuno può entrare o uscire dal proprio regno, a parte le eccezioni, per esempio gli Angeli Guerrieri, oppure l'Angelo Guardiano"
"Angelo Guardiano?" - chiese la voce di Ciel il quale era riuscito a rimanere sveglio.
"L'unico Angelo eccetto gli Angeli Guerrieri che ha il permesso di vigilare, per l'appunto. Il suo compito è quello di impedire agli estranei di entrare nei Tre Grandi Regni, non solo in Paradiso, possiamo dire che è una figura che lavora per tutti, e il suo ruolo è molto, molto importante. Il problema arriverà appunto quando dovremo affrontarlo. Non ci permetterà di attraversare l'Aldilà, ne sono sicura"
"Invece io dico di sì! - sbuffò Destiny a braccia conserte - Dopo tutto quello che ho fatto per arrivare fin qui non sarà un angioletto a fermarmi!"
"Bada bene, Destiny - l'avvertì la fanciulla - Sei una dea della morte, ma finchè ti trovi in un Regno che non è il tuo devi sottostare alle regole di quel regno..."
"Non ricordavo che l'Altro Mondo avesse una simile gerarchia" - disse ad un certo punto Sebastian.
"E' da un pò che ti sento parlare di questo - rispose Ciel - Tu vieni da qui?"
"Assolutamente, da dove pensavi che venissi?"
"Non mi ero mai posto il problema" - rispose seccato. Ad un certo punto la loro conversazione fu interrotta dalla voce di Nelly.
"Guardate, guardate! - disse la lady - C'è una luce! Finalmente!". Dicendo ciò prese ad avanzare a passi più decisi, e man mano che si avvicinava la luce diventava più luminosa, quasi accecante. Successivamente prese a camminare più velocemente, quasi a correre, sollevata di potersi finalmente lasciare alle spalle quel buio tanto ambiguo. 
"E' grandioso, Nelly! - disse l'Angelo entusiasta - Come sei riuscita a trovare la direzione giusta?"
"Beh, non sarebbe la mia adorata figlia se non fosse in grado di orientarsi nell'Aldilà!" - disse Sebastian accennando un sorriso.
"Accidenti! - fece Ronald togliendosi un attimo gli occhiali e stropicciandosi gli occhi - Questa luce bianca è accecante, è completamente l'opposto di dov'eravamo prima!"
"Aw! - fece Bianca stiracchiandosi e sorridendo - Finalmente un pò di Luce Divina! Questo mi farà bene!"
"Trovo che sia troppo forte - costatò Ciel - Provo fastidio..."
"Già, anche io" - aggiunse Nelly.
"E' normale che sia così - spiegò l'Angelo - I Demoni e gli Shinigami sono abituati ad una certa oscurità. Comunque state tranquilli, non vi farà male. Quello che conta è che siamo finalmente arrivati nella seconda parte del Regno Immobile".
"Perchè è diverso?" - chiese Destiny.
"Questo è... Il luogo in cui finiscono le persone in bilico tra le vita e la morte - spiegò - Non so, per esempio coloro che si trovano in coma o cose del genere..."
"Una specie di lista d'attesa, insomma" - aggiunse Ciel
"Precisamente"
"Ma non c'è nessuno!" - fece notare Antony.
"Non c'è nessuno perchè non possiamo vederli. L'anima di coloro che si trovano qui è fatta della stessa sostanza di questa luce, probabilmente in questo momento hai qualcuno accanto!"
"Sigh - sbottò lo shinigami - Questo è inquietante!". Si guardarono intorno: quella luce, al contrario dell'oscurità di prima, era bianca, calda, piacevole, non era ambigua, anzi, era molto, molto accogliente, anche la percezione dei suoni e dello spazio era migliore, nonostante non ci fosse nulla attorno ad essi, stavano nuovamente galleggiando nel vuoto, ma sta volta si sentivano più tranquilli, inoltre ebbero come l'impressione di essere osservati, forse erano le anime di coloro che si trovavano in quel posto, eppure non provavano disagio, era un luogo che dava una pace maggiore rispetto a quello di prima, con la differenza che non causava cose simili alla sonnolenza
"Dunque - disse Bianca - Da qualche parte dovrebbe esserci un varco che ci permetterà di lasciare il Regno Immobile e andare avanti, non sarà difficile da trovare". Improvvisamente, Nelly trasalì.
"Che ti prende?" - le chiese Sebastian.
"Avverto una presenza con una forza incredibile - spiegò sgranando gli occhi - E' una sensazione simile a quella che ho avvertito con te, Bianca"
"Con me? - sussultò l'Angelo - Oh Cielo, fate attenzione!". Fece appena in tempo a dire ciò, che il gruppo fu letteralmente inondato da qualcosa, erano degli oggetti affilati, luccicanti, che cadevano con una violenza inaudita, inoltre bruciavano. Nelly ebbe appena il tempo di fare un salto indietro con tanta forza da rimanere sospesa per aria, ma rimase comunque ferita da qualcosa che le era finito addosso, facendola cadere e urlare dal dolore, prima che però potesse precipitare, Sebastian riuscì ad afferrarla.
"Nelly, stai bene?" - chiese preoccupato.
"Credo... Di sì..." - mormorò sfiorandosi il collo che le bruciava terribilmente.
"COS'E' QUESTA ROBA?" - chiese Ciel cercando a sua volta di farsi colpire.
"Sono Comete! - rispose Bianca - Frammenti di stella in grado di bruciare qualunque cosa incontri sulla sua via, questa è opera dell'Angelo Guardiano!"
"ADESSO CI PENSO IO! - urlò Destiny spazientita, tirando fuori la sua piccola falce - DOVE TI NASCONDI, ANGELO DEI MIEI STIVALI? FORZA, VIENI A COMBATTERE CONTRO UNA SHINIGAMI SE NE HAI IL CORAGGIO!". La rossa alzò in tempo lo sguardo per vedere una figura volare vorticosamente sulla proprio testa, ma non si accorse che quella stessa figura mirava a lei.
"DESTINY, STAI ATTENTA!" - urlò Ronald  insinuandosi tra la rossa e la Cometa che altrimenti l'avrebbe colpita.
"Ronald! - urlò preoccupata - E' tutto apposto?"
"Si, piccola rosa - mormorò lo shinigami cercando di mostrarsi sorridente - Però fai più attenzione, sei sotto la mia responsabilità, non siamo neanche a metà del viaggio e ti stavi già mettendo nei guai"
"Taci, latin lover! - fece Antony correndo abilmente senza farsi colpire - L'unico che può proteggere Destiny sono io!". Dicendo ciò si fermò di scattò, alzò gli occhi al cielo e vide l'Angelo  svolazzare sopra le sua testa, così saltò in alto e si fermò a mezz'aria, come se stesse volando, dopodiché lo raggiunse, andandogli incontro con la falce, non accorgendosi però in tempo che la figura verso dove stava andando, era in realtà apparsa alle sue spalle.
"Antony, dietro di te!" - urlò Nelly. Lo shinigami si voltò, e poté finalmente vedere da vicino la causa di tutto quel trambusto. Era un Angelo, questo si capiva, ma aveva il viso coperto da una maschera argentata, anche se una cosa era evidente: in mezzo a tutto quel candore tipico delle creature angeliche, spiccavano il violaceo dei capelli. Non ebbe però tempo di osservarla meglio, poichè quella gli lanciò un colpo con la lancia che aveva tra le mani, era una lancia lunga, color metallo e con la punta a forma di chiave di violino, nonostante questo però, rischiò di ferire seriamente Antony il quale se la cavò con qualche graffio che lo costrinse però a fermare il suo volo.
"Voi di qui non passerete, stranieri!" - disse la voce dell'Angelo Guardiano che aveva raggiunto il gruppo tendendo le ali.
"Devi assolutamente farci passare!" - disse il conte andandogli incontro e provando a colpirla, accorgendosi però che la maschera che ella portava le copriva anche gli occhi, e ciò rendeva il tutto ancora più straordinario: era in grado di colpirli e combattere anche senza l'uso della vista.
"Non osare colpirmi, demone!" - fece l'altra provando a colpirlo con la sua arma che fu abilmente deviata da Sebastian che si era messo in mezzo.
"Sarai anche un angelo - sorrise egli - Ma io sono un diavolo di maggiordomo!"
"Visto che lo sei dovresti stare all'Inferno, ma oramai è tardi per affermare ciò che sei!". Nelly riuscì a bloccarla colpendola alle spalle e impedendole di colpire gli altri due.
"Chi è la feccia che osa colpirmi?" - chiese stizzita.
"Non ho mai conosciuto un'Angelo con il carattere come il tuo - rispose la lady sorridendo - Davvero tosta"
"Ti ringrazio demone, ma non pensare di potermi corrompere con le tue lusinghe. Mmh, la tua voce, la tua voce non mi è nuova, ma sicuramente stai cercando di farmi cadere in tentazione, di farmi cedere con i tuoi poteri oscuri!". Ella andò addosso alla lady spiegando le ali, ma l'altra riuscì ad evitare il colpo spostandosi in maniera elegante, come se fosse stata una piuma.
"Sai, c'è una cosa che non capisco - disse - Se è all'Inferno che i demoni devono stare, perchè non vuoi farci passare?"
"Non mi sorprende che un essere come te non sappia questo genere di cose - rispose - Chi abbandona l'Altro Mondo difficilmente riesce a tornare, dipende dai casi, e sicuramente tu non rientri tra essi!". L'Angelo le andò contro con più foga, afferrando con due mani la sua arma e provando a trafiggerla, Nelly però riuscì a difendersi tendendo le mani e facendo uscire da esse delle scie nere che andarono a colpire il viso della rivale, la quale gettò fuori un urlò e cadde in ginocchio.
La lady attirò nuovamente a se i suoi poteri poco dopo, e si accorse con sorpresa che la maschera dell'altra era caduta.
"COME OSI TU, DEMONE, FARMI QUESTO - fece alzandosi e coprendosi il viso con la mano - IO SONO ILA YASMINE KADAR, L'ANGELO GUARDIANO PRESCELTO DAL KAMI!".
In quel momento tolse la mano dalla faccia, rivelando gli occhi dorati e la pelle ambrata, rivelando un viso che tutti riconobbero all'istante.
"Non posso crederci - sussultò Nelly rimanendo immobile - Non può essere". L'altra si avvicinò alla lady a piccoli passi, fermandosi a pochi centimetri dal suo viso.
"Nelly...?" - balbettò.
"ILA! - urlò stringendola mentre le lacrime iniziavano ad solcarle il viso - Non è un sogno, vero? Sei proprio tu, come... Com'è possibile!?"
Sebastian aiutò Ciel ad alzarsi, il quale non poté fare a meno di esprimere la sua sorpresa.
"Quella è propria Ila?" - chiese.
"A quanto pare si" - rispose il maggiordomo.
"Accidenti - mormorò sorridendo - Soma e Agni sarebbero così felici... Anche se non penso che crederebbero che quella specie di Angelo incredibile sia la stessa ragazzina dalla salute cagionevole che ci ha lasciato quattro anni fa!"
"Nelly! - fece Ila asciugandosi le lacrime e tremando dalla felicità - Oh Cielo, mi dispiace, mi dispiace di avervi colpito, io, io... Non ho riconosciuto le vostre voci, mi dispiace..."
"E' tutt'apposto principessa! - fece Destiny correndo ad abbracciarla - Stiamo bene!"
"Destiny ci sei anche tu! - disse poi guardandosi intorno emozionata - Ci siete tutti e.... Tu sei Bianca?"
"Emh - rispose l'altra - Si, sono io, come sai il mio nome...?"
"Tutti conoscono il tuo nome qui nell'Altro Mondo" - spiegò.
"Giusto - mormorò - E voi... Voi vi conoscete?"
"Se ci conosciamo? Questa è Ila, è la mia migliore amica, è morta quattro anno fa! - rispose la lady per poi rivolgersi entusiasta all'altra - Ila, ho sempre pensato che tu  fossi un angelo, ma...  Com'è possibile? Non eri induista o una cosa del genere? Oh mio Dio, avrei tante cose da raccontarti, non sai quante cose sono successe..."
"Vuoi dire che hanno cercato di farmi essere induista - rispose facendo una linguaccia - I miei genitori ci hanno provato in tutti i modi, ma io ho sempre creduto in ciò che volevo! Inoltre, sta tranquilla, so già tutto riguardante quello che è successo dopo la mia morte, chi l'avrebbe mai detto che la mia migliore amica fosse un demone"
"Wow, è strabiliante. Sei davvero meravigliosa! E le tua ali sono... Splendide!" - fece abbracciandola. Ciel e Sebastian si avvicinarono a loro volta.
"Maggiordomo, conte - sorrise l'Angelo - Mi dispiace per prima"
"Non importa piccola Ila - rispose Ciel - Non potevi vederci"
"Si, per l'appunto - disse Sebastian prendendo la maschera da terra - Perchè questa?"
"Devo indossarla per forza - spiegò Ila - Come vedete copre gli occhi, e questo è per  fare in modo che un Angelo Guardiano non faccia passare nessuno, non facendosi condizionare da ciò che vede!"
"Come hai fatto a diventare un'Angelo Guardiano?" - chiese il conte.
"Beh... In poche parole... Più alto è il ruolo che occupavi sulla terra più alto sarà il ruolo che occuperai in Paradiso! Oltre a dimostrarti coraggiosa, intraprendente e responsabile!"
"E' perfetto! - disse Nelly afferrandola per mano - E' tutto risolto! Vedi, dobbiamo assolutamente riportare Bianca in Paradiso, e con te sarà facile arrivarci!"
"Volete... Riportarla in Paradiso...? - chiese titubante cambiando poi espressione improvvisamente - Mi dispiace, ma non posso lasciarvelo fare"
"Cosa? - fece la lady - Perchè no?"
"Io sono un Angelo Guardiano, Nelly. Devo adempire ai miei doveri". A quella parole, Bianca le si avvicinò, supplicandola a parole ma anche lo sguardo.
"Oh, ti prego - fece non riuscendo a trattenere le lacrime - Se sei davvero amica della dolce e buona Nelly, per favore aiutami! Da Angelo ad Angelo, penso che puoi capirmi! Se sai la mia storia allora saprai anche che sono stata condannata per un amore che i miei superiori consideravano impuro! Sono stata umiliata e cacciata sulla terra, dove avrei rischiato di morire se non fosse stato per Nelly, la quale è un demone e non avrebbe avuto motivo di aiutarmi! Non ricordo ne il viso ne il nome del mio amato poichè i miei ricordi sono stati cancellati! Questa è un'ingiustizia!"
"Bianca ha ragione - sospirò la lady - Ila, ti prego, fallo per me, fallo per Bianca. Quando eri in vita avresti fatto di tutto per aiutare gli altri, dicevi sempre che l'amore era una cosa meravigliosa, adesso perchè non vuoi aiutarci?"
"Io... Vorrei - tentennò - Però... Non so quello che potrebbe accaderci..."
"Combatteremo ogni pericolo - la supplicò ancora - So che sarà difficile, ma non possiamo andare da nessuna parte senza di te". Ila la guardò un attimo seriamente, per poi cambiare nuovamente espressione.
"Dannazione, di solito ero io a corromperti guardandoti in quel modo così... Dolce. Va bene, d'accordo, mi caccerò in guai grossi, ma sarebbe molto peggio rimanere coi sensi di colpa per non aver aiutato delle persone a cui voglio bene! Vi guiderò per l'Altro Mondo attraverso i Tre Regni".
"AAAW, CHE MERAVIGLIA, DOLCE E PICCOLA ILA SEI COSI' BUONA!"- urlò Destiny correndo ad abbracciarla.
"Va bene - rise per poi rivolgere lo sguardo a Bianca - Ovviamente lo sto facendo anche per te. Sembro dura e temeraria, ma devi sapere che quando ero in vita ero molto, molto diversa. Inoltre anche io penso che sia ingiusta la punizione che ti sia stata inflitta"
"Davvero? - fece l'altra - Ti ringrazio enormemente, ti sono grata!"
"Molto bene - disse poi Sebastian improvvisamente - E' stata una fortuna averti incontrato. Adesso è ora di andare, no?"
"Assolutamente sì! - disse  Ila mentre nei suoi occhi dorati spiccava una luce di entusiasmo puntando il suo strumento verso la direzione opposta - Che il viaggio abbia inizio!"

Angolo dell'Autrice
Premetto che non sono brava a descrivere le scene di "combattimento", se così si possono chiamare, quindi se avete qualche consiglio da darmi, vi prego fatelo, perchè successivamente mi serviranno T.T
Così ho anche ripagato il mio debito verso Ila, vista la brutta fine che le avevo fatto fare xD

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Capitolo 4
*** ARRIVO ALL'INFERNO! IL RE E I SETTE LORD! ***


Ila guidò il numeroso gruppo per l'ultima parte del Regno Immobile, e dopo quelle che sembrarono diverse ore di cammino,  arrivarono ad una crepaccio, che altro non era che un'insenatura tra due muri di roccia alti e stretti tra loro, nere come il carbone.
"Dobbiamo attraversarlo da sotto?" - chiese Nelly preoccupata, rimanendo senza parole di fronte quella vista così possente.
"Non abbiamo  altra scelta - le spiegò Ila - Arrivare fin lassù è impossibile anche per coloro che hanno le ali. State tranquilli, non dovrebbe accadere nulla". Dettò ciò, fece segno agli altri di seguirla. 
S'infilarono in quell'insenatura, accorgendosi poi con sorpresa che in realtà lo spazio all'interno era molto più largo rispetto a come sembrava dall'esterno. Adesso potevano finalmente godere della sensazione di avere un terreno stabile sotto i piedi, un terreno roccioso e solido, nonostante l'aria fosse quasi completamente rarefatta, ma fortunatamente non era un grande problema. Attorno era buio, ma non un buio fitto come nella prima parte del Regno Immobile, un buio più naturale, sembrava quasi illuminato dal candore della luna, anche se era evidente che non esisteva ne la luna così come non esisteva il cielo in quella frazione di spazio.
"Di qui si arriva all'Inferno, se non ricordo male" - mormorò Bianca guardandosi intorno.
"Proprio così - confermò Ila - Appena arrivati dovremmo fare attenzione"
"Mmh - fece Sebastian - Sono millenni che non torno da dove sono venuto, non ricordo neanche più come sia fatto". Ciel gli lanciò un occhiata: ormai erano diversi anni che aveva il maggiordomo al suo fianco eppure pensandoci non sapeva nulla della sua vita prima del contratto, erano già diverse volte che lo sentiva parlare in quel modo, e più avanti gli avrebbe sicuramente chiesto spiegazioni.
"Wow - sospirò Nelly andando dietro l'Angelo Guardiano - E' tutto così strano. Mi sento un pò spaventata, ma anche molto eccitata, e poi sono così felice di averti reicontrata Ila"
"Già - sorrise l'altra per poi assumere un'espressione di tristezza - Nelly... Loro come stanno...?"
"Per loro intendi...?"
"Sì, i miei genitori.. Li osservo spesso ma non riesco mai a capire come stanno realmente"
"Beh - fece la lady prendendola per mano - Hai lasciato un grande vuoto nelle loro vite, ma posso assicurarti che ti pensano sempre"
"Sono contenta di questo... Se solo non fosse stato per quel Kesshiteboru maledetto non sarei qui...." - rispose assumendo un'espressione di rabbia. A quelle parole, Bianca tirò su la testa.
"Kesshiteboru?" - chiese.
"Sì - disse Ila guardandola seria - Sono stata uccisa da un Kesshiteboru, che sia dannato". Nelly rimase molto sorpresa nel vedere il viso dell'amica assumere quell'espressione, non l'aveva mai vista così infastidita.
"Non tutti i Kesshiteboru sono cattivi" - le fece notare Bianca.
"Molto probabilmente sarà come dici tu, ma quello che mi ha ucciso lo era abbastanza!" - rispose stizzita.
"Non è così Ila, sai bene anche tu qual'era la verità!" - provò a fermarla la lady cercando di evitare che si scatenasse una rissa tra le due.
"Voi tre, piantatela - le richiamò Ciel - Questo non è il momento di litigare. Nelly, vieni qui, stammi vicino, non ho una bella sensazione"
"Nemmeno io - ammise la lady andandogli vicino - Mi sento terribilmente inquieta man mano che ci avviciniamo"
"E' all'Inferno che stiamo andando, che ti aspetti..." - le fece notare Antony. Però era vero. Più avanzavano per quella via più si sentivano inquieti, spaventati e ansiosi, lo stesso valeva per Sebastian, il quale nonostante fosse un demone quasi sempre controllato, l'idea di attraversare l'Inferno non gli faceva molto piacere.
"Ciel - disse poi il maggiordomo prendendolo un attimo per mano - Hai paura?"
"Non se sei con me" - rispose rassicurandolo con un sorriso. Dopo un'altro centinaio di metri arrivarono di fronte un muro roccioso, sulla quale  stava una specie di piccola porticina che appariva come bruciata e corrosa. Vedendola, Nelly non poté fare a meno di indietreggiare.
"All'Inferno c'è il fuoco?" - chiese mentre teneva gli occhi spalancati.
"Non preoccuparti, tesoro - la rassicurò Sebastian - Tutti credono che sia così, ma posso assicurarti che non c'è fuoco"
"Bene - disse Antony fermandosi di fronte la porta - Non vedo l'ora di trovarmi in mezzo a quella baraonda di demoni bastardi... Emh, ovviamente senza offesa.."
"State indietro - fece Ila - Adesso entreremo. Mi raccomando, cercate di non parlare con nessuno, non toccate niente, andate avanti e non guardate nessuno negli occhi!"
"Ma Ila - disse Nelly - Sono solo demoni, come me!"
"Non tutti i demoni sono buoni come te - le spiegò - Sicuramente non quelli dell'Inferno".  Dicendo ciò, infilò la sua arma (che si rivelò essere in realtà una chiave) dentro la serratura della porta, nella quale si incastonò perfettamente, e dopo un paio di giri, essa si aprì.
Fu così, che essi mossero il primo passo verso l'Inferno, il primo dei Tre Regni, che a dir la verità appariva molto diverso da come se lo immaginavano. Era un luogo sicuramente tetro, il paesaggio era arido, secco, la terra era nera, e tutt'intorno era pieno di rocce del medesimo colore, sembrava di trovarsi all'interno di un vulcano. Si accorsero con sorpresa che lì esisteva un cielo, nero, senza stelle e con un sole rosso, un sole che sembrava decisamente antico, tanto antico da non riscaldare ne illuminare poi tanto. La cosa più sorprendente però fu vedere la reggia che s'innalzava di fronte ai loro occhi. Sembrava un castello, anch'esso nero, l'unica forma di ricchezza in quell'ambiente così povero.
"Questo sarebbe l'inferno? - fece Destiny mettendosi le mani sui fianchi - Io pensavo di vedere sangue e terrore ovunque, qui non c'è nessuno!"
"Beh, meglio così - fece Ila - Andiamo, per un Angelo come me stare qui non è l'ideale, inoltre questo posto è raccapricciante!"
"Sebastian - disse Ciel guardandosi intorno - E'... Da qui che vieni?"
"Sì - rispose - Devo dire che non è cambiato molto negli ultimi millenni. Qui vivono le creature come me, te e Nelly..." - s'interruppe di colpo, accorgendosi di come la lady tremava.
"Non voglio stare qui - disse indietreggiando - Ho... Paura...Voglio fuggire..."
"Nelly, ti prego, non farti prendere dal panico, se hai paura loro ti... Prenderanno!". A quelle parole, Ciel alzò lo sguardo, e vide come delle ombre catapultarsi su di essi.
"DEMONI! - urlò Antony all'istante - MALEDETTI DIVORATORI DI ANIME, NON OSERETE METTERVI CONTRO TRE SHINIGAMI!". Dicendo ciò andò contro essi, provando invano a colpirli senza successo.
"STUPIDO MARMOCCHIO VUOI FARE ATTENZIONE?" - urlò Ronald accorrendo in suo aiuto seguito da Destiny e Sebastian, il quale si voltò prima verso il conte per dirgli qualcosa.
"Cerca di tranquillizzare Nelly, o le cose peggioreranno!". La lady, dal canto suo, stava raggomitolata su stessa, era come se si trovasse in uno stato di ipnosi, di solito non si faceva mai prendere dal panico, ma la paura, le voci, quelle ombre a pochi metri dalla sua testa gli facevano provare qualcosa di inspiegabile.
"Nelly, ti prego calmati - disse Ciel accarezzandole il viso - Non capisco, cosa le succede?"
"E' la paura che prova che ha portato qui dei demoni, i quali non sono altro che la rappresentazione delle paure e dei vizi umani, però questo è strano, poichè lei non è un'umana, dovrebbe essere in grado di gestirsi!" - rispose Ila, cercando con l'aiuto di Bianca di tenere lontane le ombre che provavano ad avvicinarsi alla lady.
Sebastian nel frattempo, assieme agli shinigami, stava fronteggiando i demoni che si trovavano più su.
"Non osate toccare la mia Nelly!" - fece il maggiordomo provando a colpire una delle ombre, ma fu inevitabilmente bloccato, quegli esseri, nonostante fossero uguali a lui, sembravano decisamente più forti.
"MALEDETTI, ODIOSI E SCHIFOSI ESSERI! - fece Antony agitando la falce a destra e a sinistra - Lasciate stare Nelly oppure vi ammazzo tutti!". A quel punto si udì una risata sinistra,  provenire da una delle ombre.
"Osa forse uno shinigami provare a sfidare noi demoni?" - fece la voce.
"ANTONY! - gli urlò Ronald - FAI ATTENZIONE!". 
Dicendo ciò, lo shinigami più grande lo afferrò appena in tempo prima che potesse essere circondato da delle scie nere che provenivano dalle ombre, e fra tutti, il maggiordomo non poté non notare che quel tipo di potere era lo stesso che apparteneva a Nelly, la quale non riusciva ancora a calmarsi.
"Via - sussurrò reggendosi la testa tra le mani - Voglio che vadano via, non voglio che mi prendano!"
"Nelly, avanti, calmati - la rassicurò Ciel - Se non riesci a gestire la paura cadrai loro vittima!"
"NO, NON VOGLIOOOO!" - urlò la lady, un urlo che attirò l'attenzione di tre di quei tanti demoni  che si diressero verso la sua direzione, ma furono tempestivamente fermate da Ciel, il quale afferrò due per il collo con l'intento di soffocarli, mentre con un calcio potente spedì al suolo un terzo che altrimenti avrebbe messo mano su Nelly.
"Ciel...?" - mormorò Sebastian dall'alto, rimanendo stupito di fronte alla prontezza del conte.
"Tsk, dopotutto sono un diavolo di conte, mio amato Sebastian. E poi non erano nulla di che." - rispose sorridendogli. Improvvisamente, udirono un frastuono, il quale fece allontanare i demoni da essi, sembrava che si stessero dissolvendo nel nulla, così come erano arrivati.
"CHI OSA DISTURBARE LA PACE DELL'INFERNO?" - urlò una voce che fece tremare la terra. Sebastian raggiunse Nelly, la quale sembrava essersi zittita di colpo anche se era evidente che appariva molto scossa, mentre Antony invece fu costretto ad accasciarsi al suolo, poichè le scie nere lo avevano attaccato e gli avevano tolto molta energia.
"Antony, stai bene?" - chiese Destiny poggiandogli una mano sulla spalla.
"Non ti facevo così avventato - fece Ronald provando a sfiorarlo - Fortunatamente non ti è successo nu..."
"NON TI ASPETTARE CHE TI RINGRAZI!" - lo interruppe bruscamente.
"Hey, voi, non è il momento di litigare - fece Ila la quale si trovava ancora schiena contro schiena con Bianca - Non vorrei spaventarvi, ma temo la confusione abbia disturbato il Re"
"Il... Re?" - chiese Ciel. Poi, come dal nulla, videro i cancelli della reggia di fronte loro spalancarsi lentamente, facendo un rumore che ricordava quello delle catene. In seguito, una figura seguita da altre sette, la quale non non si poteva ben definire, si avvicinò a loro, a passi lenti. Quella vista provocò a tutti un forte senso di paura, dopotutto era del Re degli Inferi che si stava parlando, nessuno di loro lo aveva mai visto e non avevano idea di quello che egli e i suoi apparenti "scagnozzi" potevano fare.
"Oh.. Mio Dio..." - fece Ciel stringendo a se Sebastian e Nelly.
"Sta tranquillo - lo rassicurò il maggiordomo - Siamo demoni, non farà noi nulla". Dopo alcuni secondi di silenzio, il tanto temuto Re si avvicinò ad essi rivelando un viso incredibilmente simile a quello degli umani, stessa cosa per gli altri sette.
"Oh, che meraviglia! - fece il Re divertito guardandoli uno ad uno - Ci sono ospiti! Bene, bene, benvenuti! Io sono Lucifero, il Re degli Inferi!". Ciel lo squadrò dall'alto in basso: fisicamente ricordava molto Sebastian, solo che aveva la pelle più scura, il viso era perfetto, i denti appuntiti, gli occhi erano ovviamente rossi e i capelli erano color oro, in più era vestito in una maniera simile a quella degli alti aristocratici inglesi, anche se la cosa che lo stupì di più furono le piccole corna che sbucavano tra l'ammasso di capelli, e la coda per l'appunto da diavolo che trascinava per il terreno. Inoltre aveva un'aria così... Sciocca, quel tipo sembrava tutto tranne che il Re degli Inferi.
"Oh, su, su, non guardatemi in quel modo - disse accorgendosi di essere osservato in malo modo - Mi dispiace per come gli altri demoni vi abbiano colto, ma erano così eccitati nel vedere un paio di facce nuove!"
"Eccitati? - fece Ila stizzita - Non oso allora immaginare come si comportino quando sono infastiditi!"
"Oh, Ila, mio adoratissimo Angelo Guardiano! - fece Lucifero andandogli calorosamente incontro - Cosa ci fa una delizia come te in questo postaccio del genere?"
"Devo riportare Bianca in Paradiso" - rispose in modo sbrigativo. Il Re lanciò un occhiata all'altro Angelo.
"Oh,  capisco, capisco - disse sorridendo - Bianca, l'Angelo Guardiano caduto per aver fatto la birichina con una dei miei sudditi, capisco perfettamente! Oh, quanta grazia, quanta dolcezza - fece poi guardando una per una le ragazze - Non ho mai visto delle bellezze simili prima d'ora, angeli, shinigami e demoni, tutti nel mio Regno, non è meraviglioso?"
"Emh - disse Sebastian sgranchendosi la voce - E così voi siete il Re? ". A quelle parole Lucifero degnò finalmente d'attenzione il maggiordomo e la sua particolare famiglia che non poté sfuggirgli.
"Oh, guarda un pò chi si rivede - fece andandogli incontro - Il demone che ora porta il nome di Sebastian. Sono millenni che non ti fai più vedere, e questo è un peccato, un tempo eri il Demone Guerriero più forte..."
"Demone Guerriero?!" - urlò Ciel sgranando gli occhi.
"Mmh? - fece Lucifero - Oh, tu devi essere "il nuovo acquisto". Ciel Phantomhive, l'umano che si è trasformato in uno di noi, nonchè compagno e amante di Sebastian. E questa qui - disse abbassando poi lo sguardo verso Nelly - Deve essere la vostra adorata figlia, il frutto di un amore un pò insolito..."
"Vi prego - cercò di spiegarli il maggiordomo - E' molto spaventata, credo che sia per questo che siamo stati attaccati". Una volta udito ciò, Lucifero assunse un espressione più dolce e si avvicinò a Nelly, provando a rassicurarla.
"Non avete paura cara - disse guardandola negli occhi - Qui siamo tutti demoni, proprio come te, nessuno ti farà del male, parola mia". Senza sapere il motivo, la lady si sentì davvero tranquillizzata da quelle parole, e la sua espressione di paura lasciò presto posto ad un sorriso
"Bene, così mi piaci. Oh, ma aspetta, che maleducato che sono, non vi ho ancora presentato i Sette Lord - disse indicando i sette demoni dietro di se, i quali erano immobili, in silenzio -  Loro sono i sette Lord, chiamati anche Sette Vizi".
"Sette vizi? - chiese Destiny - Intendete dire proprio i sette Vizi Capitali?"
"Proprio così, adorabile bambolina dai capelli rossi" - fece ammiccando.
"Tsk, brutto demone bastardo..." - borbottò Ronald facendo attenzione a non farsi sentire dal "temibile Re".
"Dunque - disse iniziando dal primo - Lui è Lord Lust, la Lussuria, ogni essere umano cede alle sue "particolari" tentazioni". Forse gli altri si erano immaginati che la "lussuria" fosse raffigurata da una figura femminile, e in effetti quel tipo ricordava più una donna, a causa dei tratti delicati, i capelli lunghi e corvini, le lunghe ciglia e gli occhi languidi, però in effetti trasudava molto fascino.
"Lord Envy, l'Invidia, la causa di molti litigi tra uomini, talmente stupidi da farsi accecare". Egli aveva uno sguardo attento, un'espressione corrugata, capelli verdi e brizzolati.
"Lord Anger, l'Ira. State molto attenti, farlo arrabbiare non è mai saggio". Aveva uno sguardo cupo, un'espressione nervosa, capelli rossi e scombinati che  sembravano fuoco.
"Lord Gluttony, la Gola, e beh, penso che si veda abbastanza". Per l'appunto, quest'ultimo era più grassottello rispetto agli altri sei che avevano un fisico praticamente perfetto, inoltre sembrava un bambino, si poteva dire che fosse addirittura buffo.
"Lord Haughtiness, la Superbia, non è molto facile fare amicizia con lui". Quest'ultimo a differenza degli altri stava a braccia conserte, un viso diffidente ed occhi di sfida.
"Lord Avarice, l'Avarizia, non provate mai a chiedergli nulla, sarebbe inutile". Vestito elegantemente e in modo sfarzoso, un viso duro che non permetteva repliche.
"E infine Lord Sloth, l'Accidia". Egli era molto simile a Gluttony, si poteva quasi dire che sembrassero fratelli.
Nelly li guardò uno ad uno, era la prima volta che faceva la conoscenza di altri demoni (oltre Ciel e Sebastian s'intende), e rimase molto sorpresa dalla loro stranezza, tanto che ben presto la sua paura iniziale lasciò posto alla curiosità.
"Bene - disse Lucifero battendo le mani - Adesso seguitemi, vi mostrerò che magnifico Regno è L'Inferno!"
"Possiamo fidarci davvero di quel tipo?" - bisbigliò Ciel.
"Non lo so - rispose Ila - Dopotutto è un demone... Cioè senza offesa!"
"In realtà vorrei proseguire il viaggio - aggiunse Bianca - Però ho la sensazione che sia meglio assecondarlo per il momento". 
Fu così che il gruppo si ritrovò a seguire il Re, il quale li portò verso sinistra rispetto a dove si trovavano, da quel lato il paesaggio sembrava più "vivo", c'era perfino l'acqua, e qualche strano arbusto che però non aveva nulla a che vedere con la flora della terra, anche se la cosa più sorprendente fu vedere gli altri demoni e soprattutto le anime delle persone, andare in giro come se nulla fosse. Essi non degnavano i nuovi arrivati neanche di uno sguardo, ma era evidente che non erano dei bei tipi con cui avere a che fare, avevano tutti uno sguardo triste, o arrabbiato, o disperato, ma dopotutto era dell'Inferno che si parlava, se quelle anime si trovavano lì c'era sicuramente un motivo serio dietro.
Nelly prese a guardarsi intorno più incuriosita che mai, praticamente quelle erano le sue origini, non si sarebbe mai aspettata che quel posto fosse così, insomma, si aspettava fuoco e terrore ovunque, non una specie di regno vero e proprio.
"Purtroppo l'Inferno non ha una bella nomina, ma posso assicurarvi che è un posto davvero meraviglioso se ci fai l'abitudine!" - disse Lucifero entusiasta, guidandoli. La lady era rimasta qualche passo indietro, e li avrebbe raggiunti sicuramente se non si fosse sentita tirare per i capelli.
"Hey!" - urlò voltandosi, accorgendosi di due strani ragazzini poco distanti da lei, i quali avevano delle scie nere che fuoriuscivano dalle mani.
"Hai visto i suoi occhi?" - bisbigliò uno.
"Si, sono strani, lei non è come noi!" - rispose l'altro. Sicuramente non era come loro, lei non aveva delle corna e una coda, l'unica cosa che l'accomunava con quegli esseri era il potere delle scie nere. Decise di ignorarli e di raggiungere gli altri che erano di molto più avanti.
"Re Lucifero...? - chiese la lady una volta che l'ebbe raggiunto - Avrei una cosa da chiedervi"
"Dimmi pure tesoro...!" - rispose.
"Ecco... Quei demoni laggiù... Ho visto che hanno i miei stessi poteri, io come loro sono in grado di far uscire delle scie nere dalle mani"
"Mh, è vero - costatò Sebastian - Anche i demoni con cui abbiamo avuto a che fare poco fa ne erano in grado"
"Tesoro, il tuo è un dono - rispose il re - E' un abilità chiamata "Arte Nera", e ti permette per l'appunto di materializzare i tuoi poteri, la tua forza, concentrarla in quelle "scie" come le chiami tu e gestirle come vuoi. E' una grande abilità, non tutti i demoni ne sono capaci, se sfruttata al massimo ti darà grande risultati"
"Che forza! - fece la lady entusiasta - Allora ero davvero più forte di te papà Seb".
"A quanto pare..." - ammise il maggiordomo. Dopo alcuni metri, arrivarono a quello che sembrava un dirupo, da cui si poteva vedere benissimo una città molto, molto più in fondo.
"Bene - disse Lucifero - Quella è l'ultima parte dell'Inferno, il Kuredoru. Lì vivono i Kesshiteboru, le anime "mai nate", poveretti, a nessuno importa nulla di loro. Oh, ma non serva che io vi dica altro, dopotutto ne sapete abbastanza, vero?". Era evidente che questa frase fosse rivolta a Bianca, la quale non poté far altro che abbassare lo sguardo, per lei era davvero difficile trovarsi così vicina al suo amato ma sapere di non poterlo raggiungere. Nelly invece pensò ad Harry, dopotutto quello era il luogo in cui viveva, si chiese per l'appunto se fosse riuscita ad incontrarlo.
Alla fine di quell'"itinerario" un pò bizzarro, Lucifero condusse i suoi ospiti nella sua reggia, la quale si scoprì poi trovarsi al "centro" del Regno. L'interno si rivelò essere più accogliente dell'esterno, e tutti, perfino gli shinigami, iniziavano a sentirsi un pò più a loro agio, tutti tranne Ila, che in quanto Angelo Guardiano abbassava difficilmente la guardia.
"Questa è la mia casa - disse il Re - Potete rimanere qui quanto volete, non capita tutti i giorni di ricevere ospiti". In realtà, la loro intenzione non era quella di fermarsi, avevano già perso abbastanza tempo, eppure nessuno, neanche lo stesso Sebastian riuscì a dirgli "no", era come se fossero portati ad ubbidire a quegli occhi cremisi. Poco più tardi, il re chiese al maggiordomo di poter parlare in privato con lui, cosa che a Ciel non fece molto piacere, infatti pensò bene di nascondersi e origliare.
Sebastian ora si trovava  di fronte al Re ed ai Sette Lord, seduti accanto a quest'ultimo ognuno nel proprio trono.
"Di cosa volete parlarmi?" - chiese.
"Sebastian - disse Lucifero alzandosi e andandogli incontro - Così è questo è il tuo nuovo nome, vero?"
"Lo so, non è un granchè" - sospirò.
"Hai ragione, è molto meglio il nome che portavi prima, Hades" - rispose sorridendogli. Il maggiordomo si irrigidì nel sentire quel nome, oltre ad agitarsi terribilmente.
"Hades, il Demone Guerriero più forte, colui che aspirava a diventare Re dell'Inferno - disse iniziando a girargli lentamente intorno - Combattere al tuo fianco era davvero un onore, eri così spietato, nessuno riusciva e tenerti testa"
"Non ricordo tutto questo - mentì - Dopotutto sono passati millenni"
"Già, e io sono diventato il Re. Se non te ne fossi andato a gironzolare per la terra a quest'ora avresti tutto questo" - disse indicando la sua reggia.
"Una casa così bella non mi manca - rispose - Inoltre non penso che sarei stato tagliato per fare il Re. E' un compito subdolo, preferisco essere un diavolo di maggiordomo"
"Davvero? Che peccato, e io che pensavo di inserirti nel mio esercito. Non potrai essere Re, ma potrai combattere per me a fianco degli altri demoni"
"Mi dispiace rifiutare la vostra offerta. Ma io ho una famiglia adesso, non posso abbandonarla..."
"Che rimangano anche loro qui, qual'è il problema?  - chiese Lucifero sorridendo - Dopotutto, la tua ragazzina mi sarebbe utile col tipo di abilità che possiede"
"Non posso - sospirò Sebastian - Il nostro posto è nel mondo umano, almeno per il momento"
"E tu, il grande Hades, vuoi rinunciare a tutto questo solo per quei due demoni di second'ordine?" - fece mettendosi faccia a faccia con il maggiordomo.
"Io non mi chiamo più Hades, mi chiamo Sebastian, e quei due non sono "demoni di second'ordine", sono rispettivamente il mio compagno e mia figlia, e niente mi potrà separare da loro!" - rispose serio senza però scomporsi. Ci fu un attimo di silenzio tra i due, l'atmosfera si era fatta pesante, sembrava che stesse per nascere un conflitto, poi come se nulla fosse, Lucifero scoppiò in una risata fragorosa.
"D'accordo, d'accordo - fece - Come vuoi. Saresti stato proprio un Re tosto, non ci sono dubbi, ma se vuoi continuare a fare la vita che fai adesso, non sarò di certo io a impedirtelo!"
"Bene. Adesso posso andare?" - chiese spazientito.
"Si, va pure Hades" - lo congedò con un gesto della mano. Il Re aspettò che Sebastian uscisse, per poi cambiare completamente espressione e rivolgersi ai Sette Lord.
"Miei cari - disse sghignazzando - E' il caso di fare divertire i nostri ospiti. Forza, andate e fate in modo che cadano. Tu, Lord Lust, occupati di Hades-Sebastian, Haughtiness dell'Angelo Guardiano, Lord Envy e Lord Hanger, voi occupatevi rispettivamente dell'Angelo Caduto e dello shinigami occhialuto, mentre tu Lord Gluttony, occupati della ragazzina dai magnifici occhi bicromatici. I demoni molto spesso possono cadere vittima di loro stessi.
Sono sicuro che sarà un bello spettacolo".

Angolo dell'Autrice
Lo so cosa state pensando... Da dove cavolo mi è venuta questìidea su Sebastian? Beh, purtroppo quando voglio scirvere una cosa devo farlo, e poi mi sembrava interessante provare a immaginare quale fosse la sua vita prima di incontrare Ciel. Comunque sono molto soddisfatta di questo capitolo :3 Un ringraziamento speciale lo faccio a NikkyP per i consigli che mi ha dato e per la disponibilitàà che ha nell'aiutarmi :3
Per questo fino settimana Yuki non ci sarà, quindi ci vediamo lunedi con il quinti capitolo ;)

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Capitolo 5
*** KESSHITEBORU! CADERE IN TENTAZIONE! ***


Sebastian si affrettò a lasciare la "Sala del trono", e una volta fatto ciò si richiuse la porta alle spalle, poggiando la schiena contro il muro e lanciando un respiro di sollievo. Era davvero dura essere rigidi e composti in quel momento, ma assolutamente non poteva lasciarsi andare a cose come l'agitazione o la rabbia.
Poi si sentì afferrare per il colletto della camicia, ma non era difficile capire di chi si trattasse, dopotutto era soltanto uno colui che aveva così poca delicatezza.
"Brutto bastardo! - fece Ciel attirandolo a se in modo da poterlo guardare dritto negli occhi - Cos'altro ancora mi stai nascondendo, Sebastian? O forse dovrei chiamarti Hades?"
"Almeno Hades non è un nome "da cane" " - sbuffò il maggiordomo.
"Non scherzare, io sono serio! - fece il conte stringendolo ancora di più - Cos'è questa storia, eh? Perchè non ne so niente?"
"Abbassa la voce - fece poggiandogli una mano sulle labbra e trascinandolo in una delle tante stanze che vi erano in quel corridoio buio - Parliamo qui"
"Ebbene? - fece Ciel a braccia conserte - Sono pronto ad ascoltarti"
"Eh va bene - sospirò il maggiordomo - Non mi piace parlarne ma visto che sei tu non ho altra scelta. Ti racconterò:
Devi sapere che, circa un millennio fa, io vivevo qui, ma non solo. Ero un Demone Guerriero, il più forte, il più sanguinario. Il mio scopo era quello di divorare più anime possibili e difendere l'Inferno. Lucifero era un mio "compagno d'esercito" potremmo dire, e come me aspirava a diventare il nuovo sovrano.  Molto probabilmente lo sarei diventato se solo non avessi avuto l'idea di uscire dall'Inferno. L'ho fatto per curiosità, ero annoiato, la mia vita consisteva nel combattere e nulla di più, non conoscevo nulla al di fuori di questo Regno, ma nel farlo "caddi" nel tuo mondo. Per più di mille anni ho provato e riprovato a ritornare, non era divertente avere a che fare con gli umani, anche se potevo approfittarne mangiando le loro anime, Poi però... Quando quel giorno mi hai invocato... Ecco, quello è stato il giorno in cui ho capito che... Il mondo degli umani non era così noioso come sembrava... Questo perchè avevo incontrato te..."
".. Ah si? - fece Ciel arrossendo per poi ritornare di nuovo serio - Comunque adesso siamo qui, che cosa hai intenzione di fare? Vuoi rimanere e lasciare me e Nelly?". A quelle parole, Sebastian lo afferrò per il viso, portandolo a pochi millimetri dal suo.
"La prossima volta origlia meglio - gli sussurrò - L'ho detto chiaro e tondo: Tu e Nelly siete la mia famiglia ed è compito mio proteggervi, potrei restare, è vero, ma la mia tornerebbe ad essere una vita priva di significato"
"E con Nelly come la metti? - chiese - Devi dirglielo, lei deve sapere chi in realtà sei, ricordati che abbiamo promesso che non lo avremo nascosto più nulla".
"Glielo dirò, promesso. Adesso però ho bisogno di sapere se sei ancora arrabbiato con me" - disse sorridendogli.
"Beh, no - borbottò il conte arrossendo - Però per favore, non nascondermi più nulla"
"D'accordo. Allora non ti nascondo che voglio fare questo". Dicendo ciò, Sebastian lo attirò a se e lo baciò dapprima in modo dolce, poi in modo un po più spinto e passionale, mentre con le mani che già fremevano di eccitazione iniziava a percorrergli il corpo.
"Sebastian - mugugnò Ciel  - Avanti, non possiamo..."
"Perchè no? - chiese leccandosi le labbra - Nelly e gli altri non sono nei paraggi, e poi è un pò di tempo che non stiamo un pò in intimità"
"Beh... Su questo hai ragione..." - mormorò lasciandosi andare e lasciandosi baciare avidamente il collo dal maggiordomo. Poteva accadere di tutto, poteva accadere la fine del mondo, ma Ciel era convinto che niente e nessuno lo avrebbe mai separato da quel demone, quel corpo che adesso stringeva e che si strusciava contro il suo. Lo amava, anzi, si amavano entrambi, e insieme avrebbero affrontato l'impossibile. Stare insieme era la cosa migliore che potesse esserci per entrambi, e quando poi Sebastian si ritrovò dentro Ciel, unito a lui per l'ennesima volta, entrambi furono trascinati dalla passione e dall'amore che provavano l'uno per l'altro.
"Oh - ansimò il conte abbracciandolo mentre si trovava sopra di lui - ... E' davvero... Bellissimo... Mi chiedo perchè non lo facciamo più spesso..."
"Quando vuoi io sono sempre disponibile" - scherzò il maggiordomo accarezzandogli i capelli e mordicchiandogli il lono dell'orecchio.
"Seb... astian... - mugolò sul punto di arrivare al culmine - Ti amo... Ti amo... Ti amo..."
"Ti amo anche io - mormorò afferrandolo con foga e baciandolo, mentre arrivava anche lui al culmine del piacere - E amerò sempre e solo te, per l'eternità..."

In una stanza poco distante, stavano invece Nelly, Destiny, Ila e Bianca, le quali si trovavano ina stanza separata da quella dei ragazzi (E' inutile dire che a decidere ciò era stato Antony, non voleva assolutamente che Ronald si avvicinasse a sua sorella più del dovuto), e visto che non avevano bisogno di dormire, sfruttarono l'occasione per rilassarsi un pò dopo quel lungo viaggio.
"Finalmente un letto! - urlò Destiny catapultandosi tra i morbidi cuscini - Questo posto è davvero più accogliente di quel che pensavo!"
"Già, ma dobbiamo rimetterci in viaggio al più presto - disse Bianca - Altrimenti non arriveremo mai in Paradiso, inoltre questo posto non mi piace, mette i brividi, odio stare in mezzo a tutti questi dannati demoni... Ecco, senza offesa Nelly.."
"Oh, non preoccuparti - la tranquillizzò la lady stendendosi nel letto - Sono ormai abituata a questo genere di complimenti"
"Capisco - sospirò l'Angelo Guerriero - Non vedo l'ora di tornare a casa, spero che il Kami voglia darmi la Grazia Divina e che mi permetterà di restare"
"Chi è il Kami?" - chiese Nelly curiosa.
"Il Kami è - rispose Bianca assumendo un espressione sorridente e solenne allo stesso tempo - E' il Re del Paradiso. Nessuno l'ha mai visto in viso, ma si dice che sia molto buono e gentile. Purtroppo non è quasi mai presente,quindi molto spesso a fare le sue veci è uno degli Angeli Guerrieri, in genere il più forte, quindi spero vivamente che quest'ultimo voglia concedermi la Grazia Divina, voglio tornare a casa...". Venne interrotta bruscamente da Ila, la quale lanciò violentemente un pugno sulla parete, causando un profondo buco e lasciando senza parole le altre tre, in particolare la lady, la quale la conosceva da una vita come una dolce e delicata  ragazzina, e non l'aveva mai vista in un impeto di rabbia tanto violento.
"Ila...?" - chiese.
"Perchè? - fece l'Angelo Guardiano con lo sguardo basso  - Perchè vuoi tanto tornare? Tornare in un Regno che ti ha cacciata solo perchè eri innamorata di un Kesshiteboru? Un Regno che dovrebbe rappresentare la purezza, la giustizia e la pace che invece tende a schiacciare ogni cosa sia inferiore ad essa? Perchè, eh? Non fai altro che blaterare e blaterare, come se vivessimo in un mondo perfetto!"
"Ila - la richiamò Nelly - Cosa ti prende? Calmati"
"Io devo tornare - provò a spiegarle Bianca - Rischiavo di morire altrimenti"
"Morire sarebbe comunque meglio! - urlò mettendosi faccia a faccia con quest'ultima - Guarda me! Io l'Angelo Guardiano temuta da tutti gli estranei che provano a varcare la soglia del nostro mondo, vorrei tanto invece fuggire e tornare nel Mondo Terreno! Tu non puoi assolutamente capire quanto la mia vita fosse felice lì! Avevo tutto, una famiglia, degli amici, ma sono stata uccisa da quel maledetto Kesshiteboru che tu ami tanto! Chi ti credi di essere? Perchè non scappi finchè sei in tempo? Se fossi stata al tuo posto mi sarei accontentata di restare a marcire in uno degli altri due Regni, ma no, perchè ovviamente la signorina "tuttociòcheèdiversodamefaschifo", vuole stare in Paradiso, insieme a quei dittatori che dovrebbero rappresentare la Pace e invece scatenano solo guerra...!"
"ORA BASTA! - urlò Nelly mettendosi in mezzo - Ila, da quando in qua hai questo atteggiamento di superiorità?"
"Io non ho un atteggiamento di superiorità - rispose fredda - Ma sicuramente sono superiore a questa qui e qualsiasi altro essere come lei!"
"Smettila! - urlò ancora afferrandola e guardandola negli occhi - Che diamine ti prende? Che fine ha fatto la dolce e allegra Ila? Che fine ha fatto la mia migliore amica?".
La lady si voltò, volgendo lo sguardo a Bianca, la quale appariva molto provata da quelle parole, aveva gli occhi lucidi, era evidente che presto sarebbe scoppiata in un pianto fragoroso. Invece, si alzò in piedi, e molto silenziosamente svolazzò via.
"Bianca, aspetta! - urlò la lady correndo per inseguirla - Dove stai andando?". Fu in quel momento che Ila ebbe come un sussulto, era come se fosse tornata improvvisamente in se stessa e si fosse resa conto delle cattiverie che aveva detto.
"Io... - mormorò con lo sguardo attonito - Mi dispiace.... Non so cosa mi sia preso....".
Ad accorgersi di tutto quel trambusto fu anche Antony, il quale aveva visto Nelly all'inseguimento di Bianca, così, ben attento a non farsi vedere da Ronald che stava facendo tutt'altro, decise di di seguirla.
Per quanto riguarda Nelly, fu costretta a inseguire l'amica per un lungo traggitto, e ovviamente era difficile raggiungerla visto che al contrario suo non era munita d'un paio d'ali.
"Bianca! Bianca, aspetta!" - urlò correndo per il paesaggio arido, riuscendo di tanto intanto a scansare gli altri demoni che incontrava sulla sua via. Si fermò tutt'ad un botto, strisciando le scarpette di vernice contro il terreno: appena in tempo, se non si fosse fermata sarebbe caduta di sotto, in quello che era il Kuredoru. Proprio così, si trovava nel precipizio che dava alla vista l'intero Regno dei Mai Nati, il quale si trovava molto più in basso, sembrava quasi una città sprofondata.
Per un attimo si dimenticò di Bianca e del resto:  si trovava lì, quindi perchè non proseguire il viaggio? Non aveva paura, dopotutto aveva già avuto a che fare con un Kesshiteboru, sapeva bene come affrontarli, anche se il più grande problema era arrivarci, non c'era una strada o un sentiero che portasse fin dentro il Kuredoru, era praticamente isolata da tutto. L'unico modo per arrivarci era saltare, e fortunatamente questo non era un problema per Nelly, la quale era sempre stata molto agile. Quindi, prese la rincorsa e dopodichè spiccò un potente salto in avanti, era un pò come volare, con la differenza che l'atterraggio fu molto più brusco.
"Accidenti! - sbuffò una volta arrivata al suolo - Le mie povere scarpe sono tutte rovinate!". Poi si guardò intorno: non gli sembrava che ci fosse nessuno nei paraggi, inoltre quel luogo era così deprimente, perfino l'Inferno sembrava venti volte più accogliente. In quel luogo non c'era nulla, c'era terra, rocce e polvere, ma nient'altro. Iniziò a camminare e a voltare la testa a destra e a sinistra, sperando di incontrare qualcuno, stare da sola era veramente deprimente, aveva addosso una sensazione di tristezza inimmaginabile. Era lì quindi che aveva rispedito Harry quattro anni fa? Non si stupiva affatto che non volesse tornarci, lì non c'era luce, era un luogo spoglio e insignificante. Poi si chiese perchè il Kuredoru facesse parte dell'Inferno e fosse addirittura considerato "peggiore", insomma, quelle anime non avevano colpa, erano semplicemente state sfortunate, quindi perchè dovevano dannare in quel luogo?
Alzò lo sguardo, ed ebbe come l'impressione di aver avvertito dei passi alle sue spalle. Beh, finalmente almeno si era resa conto che ci fosse qualcuno, anche se in effetti aveva avvertito in quello stesso momento una sensazione familiare, non ebbe però il coraggio di volarsi.
"Chi sei?" - chiese continuando a rimanere di spalle.
"Io chi sono? - rispose la voce di una figura che probabilmente si trovava nascosta - Dovrei chiedertelo io, questa è casa mia"
"Ma non vedo nessuno qui, dove sono gli altri?"
"Si nascondono. Hanno paura, noi viviamo nell'ombra, noi siamo la feccia di questo Regno" - spiegò
"La feccia? - continuò a chiedere - Perchè? Voi non avete colpa di nulla, anzi, siete delle vittime di una vita che non vi ha preso con se"
"Queste parole sono ammirevoli da parte di un demone come te - rispose la voce - Mi ricordi tanto una persona"
"Sai, anche la tua voce mi ricorda tanto quella di una persona" - costatò la lady. Alcuni secondi dopo si decise a voltare lo sguardo, ritrovandosi davanti qualcuno che molto probabilmente si aspettava di vedere, ma adesso che l'aveva davanti era comunque rimasta senza parole. L'anima di fronte ad ella, la quale aveva l'aspetto di un umano, con la differenza che appariva più "sbiadito", quasi trasparente, fece qualche passo in avanti.
"Lady... Helena...?" - chiese flebilmente.
"Harry - mormorò la lady bloccandosi improvvisamente per poi cambiare espressione - Harry! Sei proprio tu, sapevo che ti avrei trovato!". Dicendo ciò corse ad abbracciarlo, accorgendosi con sorpresa di essere diventata più alta di lui diversamente da quattro anni fa, però per il resto era perfettamente come se lo ricordava, con il viso perfetto e pallido, i capelli chiari e lunghi e gli occhi azzurro ghiaccio che quasi quasi davano un tocco di luce a quel "corpo" così slavato.
"Helena - rispose imbarazzato staccandosi dall'abbraccio - Cosa... Come... Insomma, che ci fai qui?"
"Oh, è' una storia lunga - spiegò entusiasta - Dopo ti spiegherò. Harry, non sei contento di vedermi?"
"Non è questo - rispose  - E' che... Non pensavo tu fossi così felice di rivedermi... Dopo tutto quello che è successo..."
"Ormai è acqua passata - disse afferrandogli le mani - E poi è solo grazie a te se sono quella che vedi"
"Beh, sono contento che tu mi abbia perdonato - sospirò sollevato - Alla fine ci siamo rincontrati per davvero"
"Sì, e ne sono davvero felice! - fece donandogli un'altro abbraccio - Allora è qui che vivi"
"Già - rispose guardandosi incontro - Non è un granchè, ma oramai ci ho fatto l'abitudine. Certo sarebbe meglio vivere in un posto dove non vieni trattato come uno "scarto".
"Immagino, beh, sono davvero felice che tu stia bene!" - fece la lady sorridendo. Harry si fermò a guardarla per qualche secondo: era davvero molto più bella di quel che si ricordava, era a dir poco incantevole, e pensare che le aveva fatto così tante cose cattive, eppure era grazie a lei se ormai era una "persona" nuova, la cattiveria non faceva più parte del suo cuore.
"Hey! - scherzò poi Nelly - Adesso che ci penso dovrei restituirti il bacio che mi hai dato quella volta, no?". Dicendo ciò, ella posò un bacio sulla guancia del Kesshiteboru, il quale non poté fare a meno di arrossire.
Lady Helena, la ragazza che aveva ucciso, la ragazzina che a suo tempo gli aveva fatto battere così tanto il cuore. Già, Harry aveva sempre provato qualcosa per lei, nonostante prima il suo sentimento fosse offuscato dalla malvagità e dalla voglia di vendetta, inoltre sarebbe stato inutile ricamare sopra un sentimento così impossibile. Eppure adesso lei era lì.
"Così adesso siamo pari" - scherzò. A quelle parole, Harry l'afferrò per mano, guardandola seriamente negli occhi.
"Davvero mi chiedo come possa un'anima dannata come me aver ottenuto il tuo perdono - disse - Io ti ho fatto così male, e tu invece adesso sei così gentile con me come se nulla fosse"
"Sta tranquillo, ti ho già detto che è acqua passata" - lo rassicurò.
"Sei davvero un demone in gamba - rispose - E sei anche così bella. Se solo i miei sentimenti quella volta non fossero stati così offuscati e confusi"
"Di cosa stai parlando?"
"Dei miei sentimenti verso di te - rispose attirandola a se - Helena... Io ti amavo..."
"Che... Che cosa stai dicendo?" - chiese sgranando gli occhi.
"La verità. Ti amavo... Credo di amarti ancora... Ho provato a dimenticarti per tutto questo tempo, perchè il mio è un amore impossibile, ho anche provato ad amare qualcun altro, ma nessuna è comparabile a te. Purtroppo però, per un'anima dannata come me non può esistere la felicità"
"Harry - mormorò Nelly guardandolo negli occhi - Io... Non ne avevo idea... Non l'avrei mai immaginato.."
"Forse... Forse dovrei rubarti un altro bacio" - sussurrò avvicinandosi ancora di più al suo viso.
Peccato che nel frattempo Antony avesse seguito Nelly, e stesse osservando ben nascosto la situazione. Qualcosa in lui stava pian piano cominciando ad accrescere: gelosia, tanta gelosia, ma anche tanta ira, tanta rabbia, di solito era sempre estremamente calmo e riflessivo, ma in quel momento aveva come l'impressione che sarebbe esploso da un momento all'altro. Per quella volta, solo per quella volta, avrebbe reagito, accompagnato dalla rabbia che lo stava distruggendo come non mai.

Angolo dell'Autrice
Come promesso, il quinto capitolo :P so che corto, ma posso assicurarvi che il prossimo capitolo praticamente è infinito (o almeno per me che l'ho scritto xD)


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Capitolo 6
*** RABBIA E FAME! FUGGENDO DALL'INFERNO! ***


Antony si fece avanti reggendo con una mano la falce e gettando fuori un urlo:
"MALEDETTO KESSHITEBORU DI MERDA, STALLE LONTANO!" . I due trasalirono e Nelly alzò lo sguardo, rimanendo senza parole di fronte alla vista di Antony così arrabbiato, quella  era la prima volta da quando lo conosceva che lo vedeva con quell'espressione in viso.
"Antony? - chiese - Per caso mi hai seguita?"
"Si - sbottò facendo qualche passo verso di loro e afferrando Harry per il collo  - E ho fatto bene. Tu, maledetto, piccola anima dannata, con quale coraggio provi a metterle un solo dito addosso, eh? Sei un indegno, me la pagherai!". La lady non ebbe neanche il tempo di chiedere spiegazioni, che già lo shinigami si era catapultato contro Harry, cosa che in realtà non aveva molto senso, dopotutto egli era un'anima, non era neanche detto che sentisse il dolore o cose del genere, anche se la cosa che in quel momento la lasciò più sorpresa, era vedere Antony con quella luce di rabbia negli occhi, con quell'impulsività che si opponeva al suo carattere tanto calmo. Ultimamente coloro che aveva accanto apparivano insolitamente diversi dal solito.
"Vieni qui, brutto spiritello effeminato - fece lo shinigami saltandogli addosso e atterrandolo facendolo finire con la schiena contro il suolo - Voglio darti una bella lezione"
"E' inutile che provi a colpirmi - rispose Harry rimanendo assolutamente calmo e composto - Non ho un corpo vero e proprio, anche se mi colpisci non mi farai nulla"
"TACI, TACI DANNAZIONE, TI DETESTO!" - urlò lo shinigami provando a colpirlo, ma Nelly intervenne, insinuandosi tra i due in modo  che evitassero di farsi male. Sfortunatamente, quel colpo arrivò comunque, al suo braccio destro però, dove adesso vi era una ferita profonda, su cui era sprofondata la punta della lama che era penetrata per qualche centimetro nella sua carne. In genere un demone non dovrebbe provare dolore, ma quella era la falce di uno shinigami ed era molto diverso.
"AH!" - urlò accasciandosi al suolo e toccandosi con una mano il braccio ferito.
"Oh no! Nelly! Nelly, mi dispiace! - urlò Antony impallidendo di colpo - E' stato un incidente, non l'ho fatto apposta! - in seguito voltò nuovamente lo sguardo verso Harry - Che tu sia dannato a bruciare tra le fiamme dell'Inferno Harry Faustus Trancy, non solo hai provato a mettere le tue luride mani da anima maligna su Nelly, ma per colpa tua l'ho anche ferita, e questa non te la perdonerò! Ti odio, ti odio, ti odio!". La "colorata" conversazione fu interrotta dall'arrivo di una quarta ospite, la quale si era avvicinata a piccoli passi, tanto silenziosamente da non attirare fino a quel momento la loro attenzione. Si trattava di Bianca: ella aveva uno sguardo decisamente sconvolto, gli occhi pieni di lacrime e sembrava inquieta, quasi scossa.
"Eh...? Bianca? - mormorò Nelly cercando di staccare la punta della falce dal suo braccio  - Dove... Dove ti eri cacciata?". Nell'udire quel nome, Harry si voltò a guardarla, sgranando gli occhi azzurri.
"BIANCA?" - urlò tirandosi su.
"Harry - mormorò lentamente l'Angelo - Harry Faustus Trancy... Era questo il tuo nome..."
"Non capisco - disse Nelly tirandosi su a fatica - Voi due vi conoscete?"
"Si che ci conosciamo - rispose l'altra con lo sguardo ancora attonito - Lui è la causa per cui io mi trovo qui adesso. Lui è il Kesshiteboru che mi ha rubato il cuore e a causa di cui sono stata cacciata dal Paradiso". 
"Eh? - sussurrò la lady - Harry....?"
"Che cosa?! - sbottò Antony voltandosi a guardandolo - Sei proprio un essere immondo! Non solo ci provi con i demoni, ora anche con gli Angeli!". A quelle parole, Bianca guardò prima il Kesshiteboru, e poi Nelly. Anche lei come lo shinigami aveva visto e udito tutto, quella dichiarazione d'amore, quel quasi bacio. Prese ad avvicinarsi lentamente ad Harry, guardandolo in modo inquietante, con gli occhi fissi e immobili nel vuoto.
"Non capisco - mormorò fermandosi a pochi centimetri dal suo viso - Cos'è questa storia? L'hai sempre amata? Tu amavi me, Harry, ci amavamo entrambi, per te sono stata cacciata... Non riesco proprio a capire..."
"Ascolta - provò a spiegarle l'altro poggiandole le mani sulle spalle - Sono davvero... Dispiaciuto che a causa mia tu sia stata cacciata. Inoltre sì, sì, è vero... Io ti amavo, però - disse poi volgendo uno sguardo a Nelly - Tu non eri lei"
"Che... Che cosa?  - balbettò l'Angelo ricacciando le lacrime - Non ero lei? Io sono un Angelo, la rappresentazione della perfezione, cosa ho che non va?"
"Non hai nulla che non va. E' che... Quello che provavo per Helena era un sentimento forte che però era offuscato dalla mia voglia di vendetta, un sentimento che comunque non avrei mai ammesso, inoltre era anche un amore impossibile. Quando sono tornato qui ho incontrato te Bianca, e grazie a te mi sono sentito di nuovo vivo. Amo anche te, però Helena... Lei è speciale...". Nelly non poté fare a meno di rimanere senza parole di fronte a quell'affermazione: l'amore "impuro" di Bianca era Harry, il quale amava anche lei... Era una cosa insensata, o almeno così credeva, non aveva ancora avuto a che fare con l'amore. Per quanto riguarda l'Angelo invece, era rimasta qualche secondo in silenzio, con lo sguardo basso che rialzò subito dopo.
"Io ti amo Harry - sussurrò guardandolo negli occhi - Per te ho rinunciato a tutto, per te sono andata contro tutto. Pensavo che anche tu mi amassi veramente, e invece cosa vengo a scoprire adesso... Che in realtà hai sempre pensato a quel demone, uno degli esseri peggiori del nostro mondo?"
"Ma... Ma.. Bianca...!" - Nelly provò a dirle qualcosa, ma il dolore lancinante che la ferita gli causava non le permetteva neanche di muoversi.
"Dannazione - mormorò ancora l'Angelo - Quindi vorresti dire che se lei non ci fosse tu ameresti solo me?"
"Che cosa vuoi dire?" - chiese Harry accorgendosi della strana luce che l'altra aveva negli occhi.
"Voglio dire che non voglio che ami anche lei - fece mostrando uno sguardo che fino a quel momento non le era mai appartenuto - Tu devi amare me, e nessun demone schifoso può mettersi in mezzo!"
"Hey! - intervenne Antony - Adesso non ti sembra di stare esagerando...?". Fu interrotto bruscamente da Bianca, la quale gli andò addosso, e ponendo le mani in avanti fece uscire da esse una sorta di luce bianca e accecante, la quale alla velocità della luce aveva raggiunto gli occhi dello shinigami, accecandolo momentaneamente.
"Antony! - urlò la lady - Bianca, cosa stai facendo? Sei impazzita?". Per tutta risposta, l'altra le si avvicinò, sollevandola pesantemente per un braccio, ignorando il fatto che quello stesso braccio fosse ferito.
"Perchè non posso essere io al tuo posto?" - le chiese guardandola negli occhi.
"C - Cosa dici?" - balbettò Nelly guardandola dritto negli occhi.
"Adesso basta, smettila! - provò a fermarle Harry - Lei non ha colpa, è con me che devi prendertela!"
"Possibile che non capisci?  Se la uccido potrai amare sempre e solo me!". Dicendo ciò la strinse sempre per il braccio con più forza, digrignando i denti.
"Smettila - la implorò Nelly - Io non voglio combattere con te!"
"Perchè no, lady? - rispose l'altra guardandola con aria di sfida - In fondo abbiamo gli stessi poteri, con la differenza che io utilizzo la luce, tu l'oscurità. Non posso assolutamente permettere che Harry ami qualcun'altra che non sia io!". La spinse con violenza al suolo, talmente tanto che sembrò quasi che la terra tremasse, l'altra però non accennava neanche a reagire, perchè semplicemente non voleva combattere.
"Bianca, no! - urlò Harry mettendosi in mezzo tra le due - Perchè ti comporti così? Tu non sei aggressiva e perfida, che ti prende?"
"La stai forse difendendo, mio amato Harry? - le chiese l'Angelo - Certo, certo, se io fossi come lei allora sarebbe diverso! Ma devi sapere che io non potrò mai essere come lei, quindi è meglio che sparisca, adesso!". Ella fece qualche passo in avanti , spingendo con violenza il Kesshiteboru, e inginocchiandosi, in modo da poter guardare Nelly dritta negli occhi.
"Forza, fammi vedere quanto sei forte!" - la schernì.
"No, Bianca - rispose la lady provando ad alzarsi in piedi - Io non combatterò contro di te, non so cosa ti sia preso, ma non intendo farlo!"
"Se non intendi farlo allora sarai costretta a soffrire!" - urlò. Congiunse le mani e chiuse gli occhi, mormorando alcune strane parole inudibili, quando poco dopo, una sfera di luce aveva lentamente avvolto l'intero corpo dell'Angelo, la quale adesso appariva più forte, così come le sue ali che le avevano permesso di sollevarsi di qualche metro da terra. Successivamente si voltò verso Nelly, lanciandole un occhiataccia, in quel momento avrebbe voluto che sparisse, qualcosa dentro di lei le diceva che era la cosa giusta da fare, doveva liberarsi di quel demone. Prese come una "rincorsa", spiccando il volo verso la lady, un volo che fu bruscamente frenato da qualcuno.
"BIANCA! - urlò la voce di Ila, la quale l'aveva bloccata, impedendole di avanzare ulteriormente - FERMATI IMMEDIATAMENTE! DICO, SEI MATTA? SE ERI ANCORA ARRABBIATA DOVEVI PRENDERTELA CON ME!". L'altra cambiò immediatamente espressione a quelle parole, era come se si fosse "risvegliata" dallo stato in cui si trovava prima, e dopodichè prese a guardarsi in torno, rendendosi conto finalmente di ciò che aveva combinato.
"Nelly! - urlò Ciel raggiungendo la lady e aiutandola ad alzarsi da terra, seguito da Sebastian - Mio Dio, stai bene?"
"Emh... Io... Credo di sì..."- balbettò Nelly. Il conte a quel punto si accorse Harry, e successivamente gli lanciò un occhiata poco piacevole.
"TU! - urlò andandogli incontro - Ancora tu? Dannazione, perchè non sparisci, combini solo guai, tu porti il male!"
"Papà, ti prego!" - lo supplicò la figlia.
"Il conte ha ragione! - disse Ila puntando la sua arma contro il Kesshiteboru che aveva preso ad indietreggiare - Inoltre, credo che sarà divertente potermi vendicare per quello che questo signorino mi ha fatto, non credi caro Harry?". D'altro canto, la situazione non si stava scaldando solamente per loro, visto che anche qualcun altro si stava lasciando andare.
"Dannato moccioso! - sbuffò Ronald soccorrendo Antony che si trovava ancora accasciato al suolo - Non ti si può lasciare un attimo da solo!". Lo shinigami più piccolo però, sentendosi sfiorare dall'altro, si scansò violentemente, lasciandosi andare ad un'altra crisi di rabbia isterica.
"NON DEVI TOCCARMI! - urlò - Devi lasciarmi in pace! Non sei ne mio padre ne mio fratello, quindi smettila di trattarmi come un poppante!".
"Ma... Antony, cosa stai dicendo?!" - urlò a sua volta Destiny strizzando gli occhi.
"COSA?! - rispose lo shinigami maggiore attirandolo a se con violenza - Poppante lo sei sicuramente! E poi io vi sto solo aiutando, perchè non la pianti e inizi a renderti utile, eh?".
In quel momento sembravano tutti impazziti, con Ciel e Ila che volevano "far fuori" Harry, e i tre shinigami che si stavano ammazzando tra di loro, la situazione era assurda, era scoppiato il caos e nessuno sapeva perchè, sembravano tutti degli sciocchi umani che si erano lasciati trasportare dalle emozioni, cosa che un essere sovrannaturale non dovrebbe mai fare.
Gli unici in tutto quel trambusto a mantenere la calma erano Bianca, ancora sconvolta per ciò che era successo, Nelly, e Sebastian, il quale però non aveva intenzione di fermare il suo adorato compagno, forse la pensava un pò come lui, e dopotutto come dargli torto, anche se era strano, Ciel non era mai stato un tipo che "attaccava", era più tipo che "si lasciava attaccare".
"Smettetela, finitela tutti! - urlò ad un tratto la lady - Si può sapere cosa cavolo sta succedendo....?". S'interruppe di colpo, avvertendo una dolorosissima sensazione allo stomaco, un dolore talmente forte che la costrinse ad accasciarsi al suolo.
"Nelly, cos'hai?" - le chiese Sebastian sorreggendola, e attirando finalmente l'attenzione degli altri che a quella vista avevano smesso di cercare di uccidersi tra di loro. 
La lady avrebbe voluto rispondere, ma era come se la voce non riuscisse a venire fuori. Improvvisamente aveva avvertito una strana sensazione, sentiva lo stomaco e la gola bruciare da impazzire, sentiva di avere voglia di qualcosa, qualcosa che l'aiutasse a colmare quel vuoto che tanto  sentiva. Poi, poco dopo, si rese conto che quella sensazione non le era del tutto nuova: quelle erano le stesse cose che aveva provato fino a pochi anni prima, quando era ancora "umana":
Fame. Ecco cosa aveva, tanta, tanta fame, ma una fame diversa da quella che avrebbe avvertito qualche tempo prima, la sua era una fame che poteva essere saziata solo con le anime, una fame che per tanto tempo si era allenata a trattenere, e che adesso le stava sfuggendo di mano.
"Anime! - urlò tirandosi in piedi con uno sguardo a dir poco pauroso - Ho bisogno di nutrirmi, datemi delle anime, subito, immediatamente!"
"Cos'è che vuoi? - le chiese il maggiordomo - Nelly, cosa stai dicendo? Sai controllare benissimo la tua fame, non dire stupidaggini"
"Io ho bisogno di anime, adesso! - urlò aggressivamente - Datemele oppure giuro che vi uccido tutti!"
"Sei impazzita anche tu adesso? - disse Ciel provando a calmarla - Non dire queste cose oppure..."
"TACI! - urlò la lady mentre i suoi occhi diventavano pian piano sempre più cremisi  - Io sono un demone e ho bisogno di nutrirmi di anime, se non volete darmele allora sarò costretta a cercarmele da sole!". Ella fece per fare un salto in aria come per voler spiccare il volo, ma prontamente Sebastian riuscì a frenarla, bloccandola da dietro e stringendola forte.
"Nelly - le sussurrò - Calmati. Ti è già successo, ricordi poco dopo che sei diventata un demone? Era la stessa cosa, ma alla fine ce l'hai fatta, e ce la puoi fare anche ora!"
"NO, NON VOGLIO, NON VOGLIO ASCOLTARTI!" - urlò la lady riuscendo incredibilmente a colpire il maggiordomo in viso, con una tale forza da riuscire addirittura a ferirlo, lanciandogli uno gomitata all'altezza della tempia destra, e questo era sorprendente, nessuno mai era riuscito neanche a sfiorare quel diavolo di maggiordomo, mentre invece Nelly ci era riuscita così come niente, e soprattutto però, perchè aveva fatto una cosa del genere? Era questa la domanda che gli altri si facevano, soprattutto Ciel, il quale non l'aveva mai vista con quello sguardo così assetato di anime, quella aggressività, quegli occhi.
"Invece mi ascolterai! - insistette Sebastian ignorando il fatto che la figlia continuasse a colpirlo e a dimenarsi - Calmati! Tu sei più forte di così! Tu sei un demone diverso, tu non mangi anime! Lo sai che è come dico io, torna in te stessa avanti!"
"Io... Non ce la faccio! - urlò la lady cercando di staccarsi dalla presa e iniziando a versare qualche lacrima - Vorrei fermarmi ma non ci riesco, è impossibile, non riesco a controllarlo!"
"Si che ci riesci - insistette ancora cercando a rassicurarla con lo sguardo - Devi solo calmarti e concentrarti, va tutto bene, non preoccuparti...". A quelle parole Nelly sembrò calmarsi di colpo, tornò a respirare regolarmente e il suo sguardo era tornato più rilassato, sembrava che avesse avuto una specie di crisi, eppure non era mai successo, salvo i primi tempi.
"Nelly - fece Ciel avvicinandosi a lei e abbracciandola - Tutto apposto, è passato ormai..."
"Non è passato niente, invece! - rispose piangendo più fore di prima - Dico mi hai vista? Ho perso il controllo, perchè?".
In effetti, non era stata l'unica a perdere il controllo: tutti, in un modo o nell'altro si erano mostrati deboli e vulnerabili come un qualsiasi essere umano, e questo Ila l'aveva capito sin da subito, lo aveva capito nello stesso momento in cui anche lei si era lasciata andare alla superbia, c'era sicuramente qualcosa sotto. Prese a guardarsi intorno, quando i suoi occhi dorati si posarono su una figura grassottella ben nascosta, che però le sorrideva in maniera davvero poco piacevole: Quel tipo era lord Gluttony. Fu li che capì. Erano effettivamente caduti vittima di qualcosa, anzi, di qualcuno.
"Dannazione! - urlò - Sono stati loro!"
"Loro....?" - chiese finalmente Bianca, riuscendo a spiaccicare qualche parola.
"Si, loro! Quei maledetti lord! Lo sapevo io che non dovevamo fidarci, me lo sentivo! Dobbiamo andarcene!"
"Cosa... Intendi?" - le chiese Ciel.
"Intendo che siamo stati manipolati! - spiegò agitata - La mia superbia, l'ira di Antony, l'invidia di Bianca e la fame di Nelly, sono tutta opera dei Sette Lord"
"Sette Lord? Questo significa che... Oh, accidenti...!" - sbottò il conte arrossendo, ricordandosi del rapporto che aveva vuto poco prima con Sebastian, il quale era sicuramente anch'esso la conseguenza di uno dei Sette Vizi, anche se pensandoci forse non era stato poi così male.
"Dobbiamo andarcene subito allora - mormorò Nelly ritrovando la forza di alzarsi in piedi - Non ho intenzione di cadere di nuovo vittima di quei tizi, è stato terribile".
"Ma non potete andarvene! - intervenì Harry
"Non sparare cazzate, piccolo spiritello maligno...!" - lo interruppe Ciel.
"Io temo invece che abbia ragione - costatò Sebastian - Ti ricordi quando ti ho parlato del fatto che fosse difficile poter entrare all'Inferno? Il fatto è che... E' difficile anche uscirne.."
"Non importa! - fece il conte - Usciremo di qui, non m'importa come!"
"Vi prego, portatemi con voi!" - provò a supplicarli il Kesshiteboru.
"Harry, non è possibile - gli spiegò gentilmente Nelly - Hai già sperimentato cosa vuol dire fuggire dal proprio mondo"
"Si però.... Se adesso te ne vai non potrò più rivederti!"
"Si d'accordo - intervenne Ciel mettendosi tra i due - E' stato un vero piacere sotto specie di "brutta copia di Alois", ma adesso dobbiamo proprio  andarcene,  su saluta anche tu Nelly".
"Papà, non mi sembra il momento di scherzare!" - la rimproverò la lady.
"Nelly, non abbiamo tempo da perdere, dobbiamo andarcene di qui, hai già dimenticato come ti sei ridotta poco fa?". Il conte s'interruppe di colpo, trasalendo al suono di una risata grottesca che proveniva proprio al di sopra delle loro teste.
"Oh, volete già andare via?" - chiese una voce terribilmente simile a quella di Lucifero. Difatti, subito dopo, l"ambiguo" Re degli Inferi comparve alle loro spalle, seguito come sempre dai sette fedelissimi Lord.
"Non posso credere che vogliate andarvene, stavo cominciando a divertirmi!" - disse il Re apparendo dispiaciuto.
"Voi! - fece Nelly andando incontro a quest'ultimo  - Io, anzi, tutti noi ci siamo stupidamente fidati, eppure guarda come ci avete trattato!"
"Ma tesoro - rispose donandogli una languida carezza - Io sono il Re degli Inferi, è un ruolo molto subdolo, non trovi anche tu caro Hades?"
"Eh...? Hades? - chiese la lady - Con chi stai parlando?."
"Dannazione - fece Sebastian rivolgendosi all'Angelo Guardiano - Ila! Dovete assolutamente andarvene! A lui ci penso io, non c'è altro modo!"
"Voi non ve ne andrete - disse il Re sorridendo e volgendo uno sguardo altrettando languido a Nelly - Tu... Tu saresti una sovrana perfetta per questo regno, perchè non rimani qui? Con i tuoi poteri poi saresti invincibile, dopotutto ce l'hai nel sangue!"
"Nelly, non ascoltarlo! - urlò il maggiordomo - Via! Uscite di qui, al bastardo qui presente ci penso io!"
"Io... Io non me ne vado! Posso usare i miei poteri e lo sconfiggerò!" - provò a protestare la lady.
"Per favore, Nelly! - urlò Sebastian supplicandola con lo sguardo - Fallo per me, vai. Non me lo perdonerei se ti accadesse qualcosa un'altra volta!"
"Ma... Io..."
"Non c'è tempo! - urlò Ila afferrandola per mano - Dobbiamo raggiungere il Fiume Chuyo se vogliamo uscire di qui, e di fretta anche!"
"Aspettate! - urlò Harry - Vi prego portatemi con voi!"
"Ancora? - fece Ciel irritato - Non verrai da nessuna parte, questo è il tuo posto, rimani dove sei!". Dicendo ciò, il conte voltò lui le spalle e prese a correre insieme agli altri verso la direzione opposta, poi però si fermò improvvisamente, rimanendo di qualche passo indietro e voltando uno sguardo verso il maggiordomo. Non poteva scappare, non poteva lasciarlo solo, lui lo aveva sempre protetto, era giusto ricambiargli il favore
Nelly! - urlò tremando - Corri e non voltarti indietro, vi raggiungeremo presto, promesso!"
"Anche tu no! Per favore!" - urlò la lady che fu però trascinata dagli amici prima che la situazione degenerasse del tutto.
"PENSATE DAVVERO CHE VI PERMETTERÒ DI FUGGIRE? - urlò Lucifero improvvisamente - CHI VA ALL'INFERNO NON PUO' PIU' USCIRNE!". Dicendo ciò fece per "teletrasportarsi" (anche se in realtà i suoi erano movimenti talmente veloci da essere quasi impossibili da percepire), verso Ciel, seguito dai suoi scagnozzi.
"Cazzo! Ciel spostati da lì! - urlò il maggiordomo insinuandosi tra i due - Non lo toccherai! Stagli lontano!"
"Oh, mio caro Hades, perchè  mi dici questo?  - fece il Re assumendo un'aria divertita - Che dispettoso! Guarda, ti perdonerò se vorrai prendere in considerazione  la mia offerta!"
"Dimenticatelo! - fece mentre i suoi occhi passavano dal rosso ad un viola rosato  - Non ho più nulla a che fare con questo mondo! E il nome è Sebastian, il nome che il mio padrone, colui che amo, mi ha dato!"
"Tsk, ridicolo. Sei una vergogna per tutti i demoni. Uno forte come te che si sottomette ad un'umano, se ne innamora e insieme e poi ci fa anche un figlio, il quale ha in parte del sangue umano nelle vene. Siete la cosa più sporca che possa esistere, è davvero troppo anche per L'inferno! Ucciderò sia te, che lui!". Dicendo ciò il Re fece un gesto con la mano, e dal suo dito ne uscì qualcosa di molto simile ad un fulmine in direzione del conte, il quale fu prontamente protetto da Sebastian, il quale lo aveva spinto violentemente.
"Vai via anche tu, Ciel! urlò serio per poi rivolgersi al Re - Tu, maledetto bastardo, giuro che ti ammazzo!"
"Ah, ah, ti ti trovo davvero indebolito. L'amore ti fa male, un demone non dovrebbe neanche conoscere cose come  l'amore. Cosa diamine sei diventato? Adesso vedrai, mio caro Hades!". In quel momento schioccò le dite, e i Sette Lord che fino a poco prima si erano trovati alle sua spalle, si lanciarono contro il maggiordomo , affrontandolo prima in un combattimento fisico a cui quest'ultimo riuscì prontamente a tenere testa, anche se il difficile arrivò quando i poteri demoniaci di ognuno di essi prese a sprigionarsi verso la "povera preda" che si ritrovava da solo ad affrontare sette demoni molto più forti di lui. 
Lord Envy gli andò alle spalle e lo bloccò con forza, impedendogli di muoversi, mentre nel frattempo Lord Lust gli si avvicinò, e afferrandogli languidamente il viso tra le mani, lo guardò negli occhi, e dopo essersi leccato le labbra, gli sussurrò qualcosa di appena udibile, qualcosa che provocò nel maggiordomo un senso di dolore atroce che lo costrinse a urlare più forte che mai, si poteva forse dire che fosse la prima volta che in vita sua provasse dolore. In seguito, anche gli altri lord gli furono addosso, e lanciando su di lui le loro piaghe presero a torturarlo, facendogli provare in una sola volta tutti quei mali che sin dall'Alba dei Tempi avevano afflitto l'umanità, un dolore inimmaginabile.
Ciel alzò gli occhì. Vedere Sebastian in quella condizione di debolezza era strano, vederlo soffrire era strano e faceva star male anche lui, e soprattutto vedere quel bastardo di Lucifero sorridere compiaciuto a quella vista, gli faceva provare una rabbia inimmaginabile. Si era sentito dire delle cose terribili fin ora, e adesso se ne stava lì a guardare la persona che amava mentre veniva "scalfito" ogni minuto di più dalle piaghe di quei maledetti demoni. Qualcosa nel conte crebbe improvvisamente, qualcosa come una forza sovrumana, forse si era stancato di sentirsi inutile, forse si era stancato di non poter essere lui ogni tanto a proteggere ciò che amava. I suoi occhi passarono dall'azzurro - blu, direttamente al viola - rosato, e tendendo instintivamente le mani in avanti, sprigionò la sua forza, il suo potere demoniaco che fino a quel momento non sapeva neanche di avere.
"Ah, ah! - rise Lucifero vedendo Sebastian contorcersi per il dolore - Che bellezza, questo sì che è divertente! Forse non eri così temerario come credevi mio caro Hades!". Poco dopo quelle parole, il Re alzò lo sguardo e si accorse che una strana aurea nera era giunta fino a lui e ai suoi scagnozzi, di cui aveva avvolto i corpi che pian piano si erano accasciati a terra in seguito a dei terribili versi di dolore, lasciando finalmente libero il povero maggiordomo, il quale si accasciò al suolo.
"Cosa succede?" - chiese il re sgranando gli occhi a quella vista e voltandosi dopo aver udito una voce familiare.
"Stammi a sentire, brutto demone del cazzo - disse la voce di Ciel - Vorrei mettere in chiaro alcune cose: anzitutto, il nome di quel diavolo a cui hai osato fare del male si chiama Sebastian, non Hades, il nome che gli ho dato io, il suo padrone, colui che ama! Secondo, la nostra Nelly non  è una "cosa sporca", è un demone puro e ti conviene non mettertela contro! Terzo... Non osare toccarlo un'altra volta!". Egli si avvicinò a passi lenti al Re, tenendo puntati su di lui gli occhi che erano come attraversati da un fulmine di rabbia.
"Ciel? - urlò Sebastian asciugandosi un rivolo di sangue che gli colava dalla bocca  - Che cazzo... Che ci fai qui? Scappa dannazione, pensavo te ne fossi andato"
"Secondo te potevo lasciarti qui? Insieme nel bene e nel male, nella buona e nella cattiva sorte.!"
"Cosa siamo, sposati?" 
"Più o meno"
"Basta voi due! Siete ridicoli, mi avete stancato!". Dicendo ciò, Lucifero corse verso Ciel provando a colpirlo a suono di calci e pugni, tutte cose che l'altro riuscì abilmente a deviare. Dopodichè, come se si fosse trattata della cosa più naturale del mondo, lo afferrò per il collo come se niente fosse.
"Tsk, sapevo che eri un buffone - rise il conte - Ora capisco perchè ti farebbero comodo demoni con il potere dell'Arte Oscura. E' perchè questo potere ti rende invincibile, potere che tu non possiedi!"
"Di cosa stai parlando, bastardo...!" - mugugnò l'altro.
"Sta a vedere!" - rispose. In seguito, agì nella stessa maniera di poco prima: come guidato da una sorta di istinto primordiale, lasciò per un secondo la presa dal collo dell'altro, tese le mani in avanti, dalle quali si sprigionò un'altra aurea nera, molto più potente della prima, un'aurea che aveva "la forma" di uno stormo di corvi nervi i quali si erano catapultati sul corpo del re come a voler divorare ogni centimetro della sua carne.
"Sofferenza - iniziò a mormorare Ciel con un tono quasi solenne e tenendo gli occhi chiusi per concentrarsi meglio - Paura... Buio... Odio.. Morte...!". Scandì bene ogni parola, alla quale Lucifero rispondeva con un urlo straziante, poichè quel potere demoniaco sembrava ubbidire al proprio padrone, il quale era in grado di gestirlo come meglio credeva. Alla parola "morte", il Re si accasciò pesantemente al suolo, e così com'era arrivata, l'Arte Oscura, le scie nere, si dissolsero, ritornando letteralmente nelle mani del proprio padrone. Ciel lo aveva piegato.
"Accidenti - fece il conte accasciandosi - Non pensavo di esserne in grado"
"Ciel! - urlò Sebastian ritrovando la forza per corrergli incontro - Io... Cosa, cosa è successo?"
"Non lo so neanche io! - sbuffò - Piuttosto, credi che sia morto?"
"Non credo - rispose lanciando un occhiata al corpo del re e dei Lord - Li hai sicuramente tramortirti, ma uccidere un Re è molto più difficile di così. Ciel, tu... Possiedi l'Arte Oscura"
"A quanto pare. Beh, Nelly doveva aver pur preso da qualcuno"
"Sì. Lo sai che questo ti rende molto più forte di me, vero?"
"Tsk, sciocchezze. Non sono più forte di te, a parte quando mi incazzo di brutto. Io... Non potevo lasciarti... Tu ci sei... sempre stato per me..." . balbettò arrossendo.
"Oh.... Ciel...." - sussurrò il maggiordomo stringendolo forte a se e baciandogli dolcemente la fronte.
"Umh, si - sbottò l'altro arrossendo - Piuttosto, mi aiuti ad alzarmi? Sono completamente stremato!"
 
Nel frattempo, dopo aver percorso tutta la strada a corsa, gli altri erano arrivani al fiume Chiyo, un fiume che in teoria avrebbe dovuto condurli al di fuori di quel postaccio.
"Accidenti! - piagnucolò Nelly - Perchè mi avete trascinato? Dovevo restare lì, io non voglio rimanere orfana!"
"Non dire sciocchezze, quei due insieme non possono essere sconfitti!" - la tranquillizzò Ila. Arrivati alla riva, videro quella che avrebbe dovuta essere una barca ( anche se era molto più grande) su cui stava seduto un omino tutto rannicchiato e con la coda arrotolata su se stessa.
"Hey, tu! - urlò Ila - Caronte, portaci via di qui!". L'altro essere non rispose, si limitò a fare un cenno col capo e far loro segno di avvicinarsi.
"Non possiamo andarcene! Dobbiamo aspettarli!" - disse Nelly.
"Lo so, ma vedrai che ci raggiungeranno dopo, non c'è tempo adesso!" - rispose Ila. La lady voltò lo sguardo dall'altro lato, mentre gli occhi iniziavano ad inumidirsi: non voleva proseguire il viaggio " da sola", aveva paura, per tutto il tempo aveva avvertito delle sensazioni terribili e se quei due non ce l'avessero fatta? Dopotutto era di un Re che si stava parlando. Annaspò col naso, provando a farsi forza, forse, tutto quello che doveva fare era fidarsi.
"D'accordo" - sussurrò ricacciando le lacrime. Fece per mettere un piede sulla barca, quando avvertì una sensazione che le provocò un sussulto. Girò lentamente il capo, fino a quando i suoi occhi bicromatici non scorsero in lontananza le figure di Ciel e Sebastian che si avvicinavano lentamente a loro.
"SI! EVVIVA, SIETE QUI!" - urlò la lady correndo in direzione dei due e saltando loro tra le braccia una volta che fu abbastanza vicina.
"Finalmente! - piagnucolò - Non potete capire quanto ho avuto paura!"
"Su, è tutto apposto adesso - la rassicurò Ciel donandole una carezza - Certo, abbiamo avuto un pò da fare, ma se non fosse stato per me tuo padre sarebbe ancora in balia di quei demoni odiosi!"
"Sì, d'accordo - fece Sebastian sgranchendosi la voce - Va bene che tutti e due avete il potere dell'Arte Oscura, ma non fatemi sentire così inferiore..."
"Tutti e due...? - fece Nelly guardandoli entrambi - Oh, ho capito! E' una cosa stupefacente! Ecco perchè... Ora capisco tutto! Sono così felice che ce l'abbiate fatta!" - urlò felice e donando ai due un'altro abbraccio.
"Certo che ce l'abbiamo fatta - sorrise Sebastian - Dopotutto siamo una diavolo di famiglia. Adesso possiamo proseguire, andiamo via da questo postaccio".

Angolo dell'autrice
Mamma mia quante cose che ho sparato in un solo capitolo xD
Dunque le spiegazioni xD: intanto, l'amore doppio di Harry, come spiegarvelo... Avete presente Twilight? (non mi è venuto esempio migliore) ecco, la stessa cosa circa.

Poi, povero, Ciel, ogni tanto anche lui deve mostrare un pò di forza, povero Sebastian anche lui è rimasto senza parole xD
Il nome del fiume Chuyo, dovrebbe significare qualcosa tipo "collegamento" in giappinese xD E si lo so che Caronte è colui che ti porta dentro l'Inferno e non fuori ma non sapevo come altro chiamarlo xD Ok ora basta sono esausta xD

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Capitolo 7
*** PURGATORIO! DEI VECCHI NEMICI! ***


La barca prese a muoversi, iniziando a galleggiare dolcemente nell'acqua, guidata da Caronte, il quale silenzioso e appartato, stava alla destra dell'enorme imbarcazione, dando le spalle agli altri che  stavano ancora riprendendosi da ciò che era accaduto poco prima.
Nelly si guardò intorno, tirando un sospiro di sollievo e  accennando nello stesso tempo un' espressione di tristezza: fin ora tutti i demoni che aveva incontrato nell'Inferno erano dapprima apparsi tutti così gentile, mentre si erano poi rivelati tutto l'opposto, essi erano in grado di ammaliare con le parole per poi colpirti alle spalle. Lei era un demone, ma non era così, lei non ingannava, ne trascinava gli altri nelle tentazioni, anche perchè non ne sarebbe stata capace. Forse però era questo che appariva agli occhi di tutte le altre creature dell'Altro Mondo: un mostriciattolo con cui è meglio era meglio non avere nulla a che fare..
Spostò gli occhi bicromatici su Bianca, la quale  stava seduta a gambe incrociate a qualche centimetro da lei e non aveva ancora spiaccicato una parola dal loro "scontro" avvenuto poco prima, appariva come scossa e il suo sguardo era attonito, immobile, non lasciava intravedere nessuna emozione.
"Hey - disse la lady allungando una mano e  sfiorandole una spalla - Bianca tutto apposto? Non devi essere spaventata, oramai siamo fuori dall'Inferno!"
"Non è quello - sussurrò pianissimo l'Angelo non riuscendo però a guardarla negli occhi - E' che... Io sono un Angelo... E ho lasciato che il demone dell'invidia s'impossessasse di me..."
"Se è per questo, io sono un demone e ho lasciato che la fame d'anime si impossessasse perfino della mia mente" - rispose l'altra mestamente.
"Forse - mormorò l'Angelo tenendo lo sguardo basso - E' per questo che Harry non mi ama. Io ero soltanto qualcosa per "sostituire" colei che davvero possiede il tuo cuore... Cioè tu Nelly..."
"Su, non dire così - cercò di consolarla - Sai, io credo invece che lui provi qualcosa per te, non so perchè ma ho questa sensazione, ciò che prova per me potrebbe semplicemente essere ammirazione o qualcosa di questo tipo... E poi anche se fosse io non lo amo, dico sul serio!"
"Ti sbagli - disse guardandola seria - Lui ti ama, e io sono stata talmente sciocca da lasciarmi trascinare dall'amore, io, un Angelo, ho dovuto rinunciare al paradiso per un Kesshiteboru. Il problema è che io lo amo ancora, Nelly. Cosa dovrei fare?"
"Non sono un'esperta in queste cose - sospirò - Però, sono sicura che voi due siate destinati a stare insieme, sono gli amori che sembrano impossibili a rivelarsi più veri di solito. Vedrai che andrà tutto bene, Harry si sentirà solo un pò confuso, come tutti i maschi del mondo e dell'universi, fidati".
"Lo spero tanto - sospirò accennando un sorriso - Inoltre... Volevo chiederti scusa per averti attaccato poco fa! Giuro che se avessi avuto il pieno controllo della mia mente non l'avrei mai fatto!"
"E' tutto apposto - la rassicurò la lady abbracciandola - Io so che tu non sei cattiva, l'ho sempre saputo, anche la prima volta che ci siamo incontrate e mi hai amabilmente insultato. E poi non soffrire, come ti ho già detto, tu ed Harry siete destinati a stare insieme, d'accordo, forse avrà preso una "sbandata" per me, ma l'amore vero, Bianca, è un'altra cosa"
"Pensavo che non fossi un esperta" - sorrise asciugandosi una lacrima che le era scivolata sulla guancia.
"Infatti è così, ma mi basta guardare loro" - sorrise indicando Ciel teneramente "akkoalato" a Sebastian. Le due si lanciarono un sorriso di complicità, ma quel momento fu interrotto da Ila, la quale si era avvicinata alle due giocando nervosamente con la sua treccia.
"Emh - balbettò "torturandosi" i capelli  - Scusate io..... Vorrei... parlare con te, Bianca..."
"Con ... Me?" - chiese l'altra alzando il capo.
"Si. Credo di dover anche io chiederti scusa - sospirò -  Non volevo... Farti soffrire... Però è vero.. Ho provato molta rabbia nel sentirti fare quei discorsi. Non sai quanto sia stata dura per me. Sono morta giovane e improvvisamente mi sono ritrovata qui, da sola, non conoscevo nessuno, mi mancava la vita. Poi però.... Ho cominciato ad abituarmi, nonostante io odiassi e continuo a odiare questa specie di piramide che è stata costruita, e sono stata nominata Angelo Guardiano. Per me è difficile... - mormorò poi abbassando lo sguardo e cercando di ricacciare le lacrime  - ... E' difficile volgere lo sguardo alla terra e vedere ogni giorno la mia famiglia che piange la mia assenza. A volte vorrei poter tornare almeno per un giorno, per fargli capire che io veglio sempre su di loro. Invece sono qui, intrappolata in questo mondo che tanto tu ti ostini a volere, così come ti ostini ad amare quel Kesshiteboru. Io lo odio, per ciò che mi ha fatto, è vero, ma non posso odiare te per le scelte che hai deciso di seguire. Lo so, non abbiamo cominciato nel migliore dei modi, sono stata dura con te sin dall'inizio, ma io non ero così quando ero in vita, posso assicurartelo! In fondo... Sono rimasta sempre quella ragazzina allegra e spensierata che odiava far del male agli altri... E' quella la mia vera essenza..."
"Oh.. Ila - mormorò Bianca alzandosi e barcollando leggermente fino ad arrivare vicino all'altra - Non avrei mai immaginato che ti sentissi così. Mi dispiace... Se solo ci fosse un modo per... Per esaudire il tuo desiderio.. Io lo farei!"
"Purtroppo non esiste un modo e ne sono consapevole - sospirò -  Devo solo rassegnarmi. Però se proprio vuoi esaudire un mio desiderio allora... Ti piacerebbe essere mia amica?"
"Oh... Si ... Assolutamente! - rispose abbracciandola e commuovendosi un'altra volta, così come Nelly che nel vedere quelle due riappacificarsi non aveva potuto fare a meno di farsi sfuggire una lacrimuccia.
Dal canto suo, anche Antony era in preda ai complessi più totali, poichè lui, uno shinigami, si era lasciato controllare da  un demone, ovvero uno di quegli essere che odiava e che considerava "qualcosa di inutile e di cui liberarsi". Certo era contraddittorio pensare ciò, dato che i suoi sentimenti verso Nelly gli susuurravano costantemente tutt'altra cosa.
"Hey marmocchio! - fece Ronald scuotendolo - Stai bene?"
"Più... O meno..." - rispose destandosi dai suoi pensieri, lasciando sorpreso l'altro che si aspettava di essere mandato a quel paese come sempre.
"Non provare mai a mentire a uno shinigami, noi sappiamo sempre tutto  - scherzò sedendosi accanto al moro - Forza avanti, spara, ti ascolto". Ancora una volta quest'ultimo si sarebbe aspettato una poco piacevole risposta da parte dell'altro, mentre invece dovette ricredersi poco dopo.
"Sono inutile - sospirò Antony togliendosi un attimo gli occhiali  - Non sono in grado di proteggere nessuno. Nè mia sorella.. E neanche...."
"Neanche Nelly? - chiese l'altro alzando un sopracciglio - Quindi hai mal d'amore, beh, non posso capirti essendo un latin lover, però potrei comunque aiutarti"
"Aiutarmi?! - sbottò l'altro - Se proprio vuoi aiutarmi, allora fammi diventare come te!"
"Come me?"
"Si, come te! - fece arrossendo leggermente - Tu sei coraggioso, sei forte, riesci a proteggere la ragazza che ami!"
"Oh, Antony, sei così ingenuo - rise l'altro scompigliandogli i capelli - Tu vorresti essere come me? Hai idea di com'ero io fino a qualche anno fa? Ero un ragazzino, esattamente come te, un completo idiota, non ero serio per nulla, nella mia testa c'erano soltanto ragazze e divertimento..."
".. Non che questo sia cambiato..." - mugugnò.
"Il punto è che crescendo sono cambiato per davvero! Certo, so che di me pensi solo che sia un maniaco che vuole mettere mano sulla tua innocente sorellina, ma non è così: ho sudato tanto per diventare uno shinigami serio e costruirmi passo dopo passo una dignità. Inoltre, anche il mio modo di relazionarmi con le donne è cambiato: so che non mi crederai - rispose lanciando un occhiata dolce e tenera a Destiny, la quale si trovava più distante, stesa sul legno della barca con gli occhi semichiusi intenta a godere finalmente di un pò di sole  - Ma io la amo davvero. Lei è bella come il tramonto, è radiosa, ed è forte, passionale, sexy, provocante e..."
"D'accordo, ho capito - sbottò l'altro - Ma tu sei diverso! Tu non sei me. Insomma, guardami!  - disse indicandosi - Come potrebbe mai Nelly amarmi? Io odio i demoni ed è risaputo, eppure ho finito con l'innamorarmi di uno di loro, dannazione, e non sono neanche in grado di proteggerla, ne di dichiarargli i miei sentimenti , sono... Un fallito!"
"Non sei un fallito - rispose Ronald serio - Solo penso che dovresti essere un pò meno controllato e agire d'impulso. La forza e l'intelligenza non ti mancano, devi solo sfruttare queste doti al meglio, e credimi che non lo dico tanto per dire"
"Beh... E' la prima volta che qualcuno mi di dice una cosa del genere - disse accennando un sorriso per poi assumere un espressione imbarazzata - Inoltre emh... Mi... Mi dispiace per prima... Ovviamente non era mia intenzione trattarti in quel modo..."
"Oh, tranquillo, ci sono abituato" - scherzò.
"Si.. emh - disse aggrottando la fronte e gonfiando le guance - Lo so che sembra strano detto da me però... Inizio a sentirti come un fratello... Si.. ecco... Circa...Quindi... Se davvero vorrai stare con Destiny... potrei... Mettere una buona parola..."
"Davvero lo faresti?" - chiese mentre gli occhi gli si illuminavano.
"Beh... Si... Ma questo non significa che smetterò di tenerti d'occhio" - sbuffò rimettendosi gli occhiali. Ronald sgranò gli occhi, per scoppiare poi in una fragorosa risata. "Sei davvero in gamba marmocchio" - disse infine scompigliandogli nuovamente i capelli.
Dopo quella riappacificazione, il gruppo proseguì il suo silenzioso viaggio per il fiume Chuyo, il quale, pian piano che la barca avanzava, andava somigliando sempre di più ad un lago e poi successivamente a un mare. Fu lì che Nelly affacciò il capo dalla barca, e si divertì a toccare l'acqua, la quale si porto poi vicino le labbra per provare ad assaggiarla: era dolce, eppure le avevano sempre detto che il mare fosse salato.
"Mare?" - chiese sorridendo.
"Già - rispose Ila alzandosi in piedi - Sia vicino al purgatorio che al Paradiso esiste il mare, ma ovviamene è un mare diverso da quello del Mondo Terreno, come vedi è dolce"
"Wow - sospirò Ciel alzandosi anche lui e respirando fino in fondo la "nuova aria" - Non ho mai visto il mare neanche nel mio mondo, non pensavo che l'avrei visto qui..."
"Guardate! - urlò Bianca indicando un isola enorme che s'innalzava di fronte a loro  - Quello è il Purgatorio!"
"Il Purgatorio è un'isola? - chiese Destiny - Pensavo fosse come l'inferno"
"Oh no - rispose l'Angelo - Non è affatto come l'inferno, ne come il Paradiso. Anche se è vietato uscire e o entrare in questo Regno, il Re e anche tutti gli abitanti sono più  flessibili e gentili, hanno come un'aria di rassegnazione, dopotutto si tratta di un "luogo di transito", per coloro rifiutati da entrambi i Regni e che vogliono accedere al Regno Eterno, cosa molto difficile, non serva che vi ripeta quanto gli Angeli siano severi e temerari, non permettono a nessuno di entrare, per loro chiunque che non sia un Angelo è inferiore"
"Wow, e io che ho sempre pensato che gli angeli fossero creature carine e dolci" - sbuffò Destiny. Man mano che essi si avvicinavano potevano notare quanto effettivamente il Purgatorio apparisse più colorato e pieno di vita rispetto all'Inferno, la flora era colorata e in lontananza si potevano udire delle voci. Così come l'aspetto, cambiavano anche le sensazioni, non più costituite da angoscia ed ansia, ma da speranza e tranquillità..
"Sarà pericoloso?" - chiese Ciel a Sebastian.
"Non necessariamente - lo rassicurò il maggiordomo - L'Aldilà non è formato solo da posti brutti o da esseri spregevoli"
"Questo lo sapevo già, mi basta vedere te per rendermene conto" - rispose il conte arrossendo, scatenando un sorriso lusingato da parte dell'altro. Dopo una decina di metri, arrivarono  alla riva, e la prima a gettarsi nella distesa di sabbia bianca fu Nelly.
"Waa - sorrise guardandosi intorno - Questo posto sembra tutto tranne che un Purgatorio! E' bellissimo, sembra un'isola dei Caraibi o qualcosa del genere!". Bianca e  Ila si fecero avanti respirando fino in fondo l'aria  che finalmente appariva più pulita e respirabile, e questo fu di ringiovanimento soprattutto per la prima, la quale finalmente aveva riacquistato del tutto la sua forza.
"Bene - disse Ila puntando la sua arma verso una distesa di alberi dinnanzi a loro  - Dobbiamo proseguire per quella direzione. Qui possiamo stare più tranquilli, ma dobbiamo comunque fare attenzione al Re, in genere è una "persona"  a modo, ma non so come reagirebbe vedendo tutti nel suo Regno, potrebbe arrabbiarsi".
"Dobbiamo per forza proseguire? - fece Destiny prendendo tra le mani un cumulo di sabbia - Qui si sta così bene!"
"Non è una vacanza, ma una missione importante - sbuffò Antony - Non dobbiamo perdere tempo". Dicendo ciò si insinuarono per qella che apparentemente sembrava una foresta, cercando di farsi spazio tra i robusti alberi che crescevano, alberi fatti di un materiale strano che non aveva nulla a che vedere con quelli del Mondo Terreno.  Nelly si guardò intorno entusiasta reggendo tra le mani le scarpette di vernice che aveva deciso di togliere per poter godere meglio della sensazione della sabbia calda. Quel luogo era bellissimo e se si trattava soltanto del Purgatorio allora si ritrovò a pensare a come sarebbe stato bello il Paradiso. Si voltò improvvisamente quasi trasalendo, accorgendosi di qualcosa che stava alle sua spalle, sembrava un'anima, ma era molto diversa da quelle che erano nell'Inferno, essa aveva uno sguardo più sereno, lo sguardo di chi ha sofferto e di chi ha trovato nella proprio sofferenza la pace. Quest'ultima alzò la mano e accennando un sorriso salutò la lady, la quale ricambiò volentieri.
Man mano che proseguivano il paesaggio diventava più libero, gli alberi e la sabbia lasciavano posto all'erba verde, adesso sembrava addirittura di trovarsi in aperta campagna e sulle collinette che decoravano il paesaggio stavano addirittura quelle che sembravano delle case, per non parlare poi  dell'aria  calda e piacevole così come il sole. Insomma, era davvero una vista piacevole, e Nelly ebbe più volte l'impressione di trovarsi nella sua casa di campagna che l'estate era solita a frequentare
"Siamo sicuri di trovarci nel posto giusto? - chiese Sebastian guardandosi intorno - Mi sembra di essere nel Mondo Terreno"
"Si, siamo nel posto giusto  - lo rassicurò Bianca - Sono venuta qui diverse volte, il Purgatorio è conosciuto per essere un luogo d'attesa molto accogliente...". Camminarono ancora per una decina di metri, e il paesaggio che fin ora appariva immobile, divenne presto animato: come dal nulla, cominciarono  pian piano a vedere anime che sbucavano dappertutto che camminavano  allegramente e che si fermavano improvvisamente a guardarli, essi non sembravano avere cattive intenzioni, più che altro sembravano incuriositi.
"Umh... Mi sento in imbarazzo......"  - fece Destiny sistemandosi i capelli.
"Non hai motivo... Sei bellissima...  - rispose Ronald facendo arrossire visibilmente l'altra.
"Non ci faranno del male, vero?" - chiese Nelly.
"No,  puoi stare tranquilla - la rassicurò Ila - Questo Regno è più elastico". La loro camminata fu improvvisamente fermata da un'anima che venne loro incontro, sembrava l'anima di una ragazza molto giovane.
"Salve! - fece ella avvicinandosi al gruppo con passi piccoli e leggeri - Benvenuti nel Regno de Purgatorio, il Regno di Transito più accogliente che ci sia, mi chiamo Sofy e il mio compito è accogliere tutte le anime appena arrivate.."
"Oh, no, no, non è necessario - fece Nelly - Vedi, noi veniamo dal Mondo Terreno.."
"Per l'appunto, la maggior parte di coloro che sono qui provengono dal Mondo Terreno..." - rispose Sofy.
"No, no, non hai capito - s'intromise Bianca - Siamo Angeli, Shinigami e Demoni, non siamo venuti per restare, ma per andare in Paradiso..."
"Tutti aspirano per andare al Paradiso..."- continuò l'altra.
"Giuro che questa qui mi sta dando sui nervi" - sbottò Antony.
"Questo è il luogo dove vivono le anime che non vanno ne all'Inferno ne al Paradiso - spiegò Sofy costringendo i "nuovi arrivati" a seguirla - Anime che aspirano al meglio ma che per il momento vivono qui, proprio per questo, il nostro Re ha cercato di rendere questo luogo più confortevole possibile, in modo da rendere la loro attesa più ... Piacevole....."
Ciel si guardò intorno scrutando attentamente ogni anima che incontravano sul loro cammino, anime di gente qualsiasi, i quali apparivano sì sereni ma anche rassegnati. Successivamente, senza un'apparente motivo, una domanda gli attanagliò la mente.
"Accogliete qui proprio tutti? - chiese a Sofy - Anche le anime di coloro che non sono umani?"
"Assolutamente si - rispose ella - Noi accogliamo tutti, sta poi al Re decidere dove ognuno deve effettivamente andare". Continuarono a camminare guardandosi incuriositi intorno, anche se ovviamente quella più entusiasta era come sempre Nelly, la quale fu molto felice di vedere di come le altre anime le andassero incontro per salutarla, per conoscerla, forse erano incuriositi da lei e dai suoi occhi, sta di fatto che alla fine la lady si ritrovò circondata da una baraonda di anime amichevoli che volevano stringere amicizia con lei. Tra le risate  e la tanta confusione però, la sua attenzione fu catturata da una figura poco distante, la quale stava però di spalle
"Mmh? - chiese riuscendo ad avvicinarsi a piccoli passi  - Harry? Harry sei tu! Ma cosa ci fai qui...?" - gli andò incontro e gli sfiorò una spalla, ma quando l'altro si voltò, rimase stupita. Era un ragazzino, un ragazzino terribilmente simile ad Harry, ma era evidente che si trattava di un altra persona.
"Posso aiutarti?" - chiese quest'ultimo.
"Emh... No - rispose la lady  titubante - Ti ho scambiato per un mio.. Amico....."
"Oh, capisco - sorrise -  Sei una nuova arrivata?"
"Al dire il vero sono solo di passaggio"
"Lo siamo tutti"
"Si, emh... E' una storia lunga - sorrise per poi osservarlo meglio - Tu mi sembri davvero fin troppo familiare al mio amico... Posso sapere il tuo nome?"
"Il mio nome è ..."
"ALOIS! - urlò una voce seguita poi da una mano che lo afferrò per una spalla - Ti ho trovato finalmente, andiamo, ci sono dei nuovi arrivati". La lady alzò lo sguardo, strabuzzando gli occhi.
"Micheal? - chiese - Cioè... Volevo dire... Claude?!"
"Mmmh? - chiese l'altro guardandola dall'alto  - Tu sei.... Helena Phantomhive...?". I tre rimasero a guardarsi per qualche secondo, poi,  Ciel e Sebastian apparvero come dal nulla mettendosi in mezzo, forse avevano avvertito anche loro la presenza di quei due.
"Voi?" - chiese Alois vedendoli comparire - Ma che diamine... Che cosa sta succedendo?"
"E' quello che dovrei chiedere io! - sbottò Ciel guardandolo con aria di sfida  - Guarda un pò chi si rivede dopo anni!"
"Tu sei... il conte Ciel? - fece il biondo  - Sei cresciuto! Sei cambiato! Sei completamente diverso!"
"Sì, tu invece sei lo stesso bambinetto effeminato e insignificante di sempre..." - sbottò.
"Cosa? Ma che cavolo..! - fece Alois andandogli incontro e accorgendosi solo dopo di essere "diventato" visibilmente "un pò" più basso  - Sei venuto qui per litigare, idiota?"
"Idiota a me? - urlò mettendosi faccia a faccia con l'altro - Come osi brutto depravato! Io di te non mi fido, cosa volevi fare alla mia Helena?""
"La tua Helena? Io non la conosco neanche, perchè non ti calmi brutto cagnaccio dei miei stivali....!". Quei due avrebbero finito sicuramente per litigare se non fosse stato per i rispettivi compagni che li seprararono in modo brusco.
"D'accordo - disse Claude - Adesso calmiamoci. Alois, lei è Helena, figlia di Sebastian e Ciel"
"Per Helena intendi...?" - chiese assumendo un espressione di tristezza.
"Intendi cosa?!" - s'intromise Ciel.
"Intendo colei che Harry ha provato ad uccidere.." - mormorò mestamente.
"Harry?! - chiese Nelly - Allora non mi sbagliavo, ecco perchè siete così uguali! Tu sei sua madre! Cioè... Non proprio.. però insomma, avete capito, dico bene?"
"Sì è così - sospirò il biondo  - Claude è riuscito a incontrarlo e a restargli accanto per un pò, al contrario mio. Da quello che mi ha raccontato sembra sia la mia fotocopia sputata..."
"Già, in tutto anche..." - sbuffò il conte.
"Ciel - lo rimproverò Sebastian - Comunque stai tranquillo, Harry è felice adesso, posso assicurartelo.."
"Davvero?" - chiese.
"Sì è vero - s'intromise Nelly - Sono andata a trovarlo nel Kuedoru!"
"Nel Kuredoru? - chiese afferrandola per le spalle  - Come hai fatto?"
"Hey, stalle lontano biondino frocio del....!" - urlò Ciel provando ad afferrarlo, anche se non ebbe poi il tempo di portare al termine l'azione. La sua attenzione, come quella degli altri e delle altre anime che si erano radunate attorno a loro, era stata catturata da una gracile e silenziosa figura che a piccoli passi si era avvicinata a loro e che si era fermata di botto non appena si era resa conto di essere stata avvistata.
"Nom non può essere - sussurrò Nelly voltandosi a guardandolo  - Non è possibile...". La stessa minuta figura si avvicinò a piccoli passi a quest'ultima, tenendo lo sguardo basso e sentendo gli occhi di tutti i presenti tenuti su di essi.
"HARRY! - urlò la lady gettandogli le braccia al collo  - Tu qui? Come hai fatto? Alla fine ci hai seguiti per davvero?"
Il Kesshiteboru alzò lentamente il capo, mostrando gli occhi lucidi e uno sguardo davvero provato.
"Volevo - mormorò - Soltanto venire con voi, tutto qui.....". Detto ciò Harry alzò lo sguardo, cambiando improvvisamente espressione vedendo due anime di fronte a se, una delle quali conosceva molto bene, mentre invece l'altra non l'aveva mai vista eppure sentiva di conoscerla. Rimase qualche secondo in silenzio, guardando Claude e Alois che come lui erano rimasti immobili a fissarlo, senza dire una parola, cosa di cui Nelly si accorse.
"Harry! - disse la lady sorridendo - Sei arrivato al momento giusto. Credo che tu debba conoscere qualcuno". Il Kesshiteboru la guardò come per voler sentirsi rassicurato, e solo successivamente si avvicinò silenziosamente ai due sotto gli occhi curiosi dei presenti che stavano intorno ad essi.
"A... Alois...?" - mormorò tremante Harry fermandosi a pochi centimetri dal viso dell'altro.
"Ciao Harry - lo salutò Alois cercando di ricacciare le lacrime mentre la sua mano stringeva quella di Claude - Sei davvero identico a me..."
"Sono felice di rivederti! - disse poi Claude sorridendogli - E soprattutto vedere che stai bene. Però ti vedo strano, non sei felice?"
"No, non è questo! - rispose agitato per poi scrutare meglio Alois - E' che... Non ti immaginavo così... Tu... Insomma... Hai... La mia stessa età, è strano..."
"Beh, vorrà dire che avremo più cose in comune, no?" - scherzò. Harry strinse i pugni, cercando invano di trattenere le lacrime.
"Harry? Che ti succede?" - chiese preoccupato Claude.
"Io - mormorò - Sono... Non so... Forse felice... Sapete quanto ho desiderato poter stare con la mia famiglia?"
"Adesso siamo qui - sorrise Alois avvicinandosi a lui - Harry, certo che possiamo capirti. Avrei tanto voluto vederti nascere e crescere, anche se forse non ne avrei avuto comunque la possibilità. Temevo che non avrei mai potuto vedere il tuo viso... Invece adesso sei qui..."
"Si - mormorò lasciandosi andare ad un pianto quasi sommesso - Sono qui, finalmente... Siamo insieme...!". Detto ciò si gettò tra le braccia di Alois, stringendolo in un caldo abbraccio a cui si unì poi anche Claude, il quale insieme al suo compagno non aveva potuto fare a meno di lasciarsi andare a un pò di "debolezza".
Nelly li guardò, non riuscendo a non commuoversi, era la prima volta che vedeva Harry così felice, inoltre, quella era una strana famiglia, forse ancora più della sua, eppure non riusciva a vederci effettivamente nulla di strano.

Angolo dell'Autrice
Harryucciooooooooooooo sono passata dall'odiarlo all'adorarlo cucciolinooo ahahah xD 
Hanno fatto tutti pace, teneri vero? ^^

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Capitolo 8
*** PROFEZIA! PAURA E INDECISIONE! ***


Quel momento pieno di dolcezza e commozione fu interrotto da una voce alle loro spalle.
"Cosa succede?" - chiese quest''ultima. Nelly si voltò, osservando una figura alta e imponente a pochi metri da loro. Essa aveva l'aspetto di un uomo anziano dai lunghi capelli bianchi così come la barba, vestito con una semplice toga, e nonostante l'umile aspetto sembrava trattarsi di qualcuno di importante e soprattutto di saggio a giudicare dall'espressione che aveva in volto.
"Guardate... E' il Re!" - sussurrò qualcuno tra la folla. La lady continuò a fissarlo immobile, temendo che si fossero cacciati nuovamente nei guai. Il Re mosse qualche altro passo in avanti, avvicinandosi ai nuovi arrivati e scrutandoli attentamente uno per uno, per poi sorridere.
"Avevo avvertito che fosse arrivato qualcuno, ma non avrei mai immaginato tutto questo" - disse gentilmente. Egli aveva un tono per l'appunto gentile e molto umile, che si contrapponeva all'aspetto solenne, saggio e importante, era assolutamente l'opposto di Lucifero.
"Voi quindi siete...?" - provò a chiedere Ciel tentando di rompere il silenzio.
"Re Rengoku, Re del Purgatorio - rispose mestamente per poi rivolgere lo sguardo ad Harry - Vedo che abbiamo una riunioncina di famiglia. Come ti chiami, ragazzo?"
"Emh... Il mio nome è ... Harry..." - balbettò.
"Capisco... Sei un Kesshitebroru, non è così?" - chiese. il biondo annuì, stringendosi spaventato a Claude e Alois.
"Volete... Cacciarmi via?"- chiese con voce tremante.
"Se dipendesse da me ti farei restare volentieri - rispose - Ma non posso farlo".
"Perchè no? - chiese la voce squillante di Nelly - Voi siete il Re, potete farlo!". Rengoku si voltò, accorgendosi finalmente della lady a cui fin ora non aveva fatto caso.
"E' vero, bambina - rispose sorridendo - Io sono il Re, ma devi sapere che esistono delle leggi, leggi a cui neanche io posso oppormi".
"Vi prego Re Rengoku, permettete a mio figlio di restare - fece ad un tratto Claude facendo un piccolo inchino - Se qui in Purgatorio c'è posto per un essere che ha fatto cose orribili come me allora ci sarà posto anche per un'anima innocente come lui!"
"Claude Faustus - rispose il Re scrutandolo attentamente -  Sì, tu sei l'anima che tempo fa  ha lasciato il Purgatorio per far qualcosa che nessuno dovrebbe  mai fare - fece poi  lanciando uno  sguardo ad Harry il quale stava ben nascosto dietro il maggiordomo - Avrei dovuto punirti severamente allora, però... Hai fatto quel che hai fatto per un nobile motivo, quindi non avrei mai potuto..."
"Perchè non può restare allora?" - chiese ancora Nelly spazientita.
"Lasciate che vi spieghi - disse porgendo una mano in avanti - Tutto ciò che vedete coesiste grazie a delle leggi. Io sono il Re di questo Regno, ma non sono assoluto, esiste infatti qualcuno che sta al di sopra di me e al di sopra di ogni essere vivente e non: quel qualcuno è il Kami, il quale non è solo il Re del Paradiso, ma il Re dei Re, tutto ciò che esiste e che conoscete appartiene a lui. Io sono un Re, ma sono soltanto uno dei suoi tanti  sudditi, e assolutamente non posso andare contro le regole, l'unico a poter decidere qualcosa di così importante è il Kami"
"Allora convinceremo il Kami a far rimanere Harry qui quando arriveremo in Paradiso!" - esclamò la lady gonfiando le guance.
"Arrivare in Paradiso?" - chiese Rengoku. A quella domanda un suo informatore gli si avvicinò sussurrandogli qualcosa che in realtà fu ben udibile da tutti.
"Mio signore, coloro che vedete sono coloro che hanno sconfitto il Re degli Inferi e che hanno preso con l'oro Bianca, l'Angelo Caduto  a causa dell'amore verso quel... Kesshiteboru...". - disse quest'ultimo lanciando un occhiata ad Harry, un gesto che non poté sfuggire ad Alois, il quale era a conoscenza della storia dell'Angelo Caduto, ma non avrebbe mai immaginato che il "Kesshiteboru in questione" fosse suo figlio.
"Capisco, capisco perfettamente -  rispose accarezzandosi la lunga barba - Beh, non siamo qui per giudicare nessuno, dico bene? Noi siamo qui per accogliere coloro rifiutati dagli altri due Regni, e momentaneamente i nuovi arrivati possono restare. Per quanto riguarda te ragazzo, so che adesso sei qui con la tua famiglia, e se fosse per me ti fare rimanere, ma parlare con il Kami è impossibile".
"Ha ragione lui - sospirò Bianca- Ve l'ho già detto una volta, nessuno lo ha mai visto, come possiamo solo pensare di rivolgere lui la parola?"
"L'Angelo Caduto ne sa più di me - disse il Re - Adesso però ascoltatemi bene: il vostro viaggio verrà messo a dura prova"
"Non importa! - fece Nelly - Noi riporteremo Bianca in Paradiso e affronteremo tutti i i pericoli che incontreremo sul nostro cammino!"
"Mi sorprende la tua forza, bambina - disse Rengoku per poi rivolgersi a Ciel e Sebastian - Voi due. Credo di dovervi parlare in privato, per quanto riguarda voialtri invece, potete tranquillamente andare in giro per il Regno. Nessuno farà voi del male, promesso". Dicendo ciò fece segno ai due demoni di seguirlo, mentre gli altri avevano preso a disperdersi per le strade del Regno, entusiasti di essere arrivati finalmente in un luogo più tranquillo.
L'unica che in quel momento era rimasta immobile e in silenzio era Bianca, che da quando era apparso Harry non aveva fatto altro che fissarlo tutto il tempo, una cosa di cui il Kesshiteboru si era accorto e che ricambiava volentieri.
"Bene, bravo! - fece Alois scompigliandogli i capelli e destandolo dai suoi pensieri - Non sapevo che la tua ragazza fosse l'Angelo Caduto, non sei neanche mai nato eppure fai già scintille in amore".
"Cosa? - sbottò arrossendo - Silenzio, non dire queste cose, mi metti in imbarazzo!"
"Perchè no? Dai avanti, voglio conoscerla. Hey, bell'Angelo...!" - disse andando verso Bianca.
"No, no fermo! - disse Harry provando a fermarlo senza però molto successo - Dannazione! E quel ragazzino dovrebbe essere lo stesso che avrebbe dovuto darmi alla luce?!"
"Direi proprio di sì - rispose Claude sistemandosi gli occhiali - La cosa che mi sorprende di più e' che tra i due tu sembri quello più maturo". Il Kesshiteboru si lasciò scappare un sorriso a quell'affermazione, lanciando poi un occhiata ad Alois intento a parlare amichevolmente con Bianca come se la conoscesse da una vita. Poi si lasciò andare ad un sospirò e i suoi occhi si posarono sull'Angelo. L'aveva fatta soffrire parecchio, e questo lo faceva sentire più "sporco" di come si sentiva del solito, avrebbe tanto voluto poter darle una risposta, ma il suo cuore era come diviso a metà.
 
Ciel e Sebastian intanto avevano seguito Rengoku fino alla sua reggia, chiedendosi per tutto il tempo perchè mai il Re avesse tanto bisogno di parlare con loro.
Il castello che troneggiava su una collina appariva molto diverso da quello dell'Inferno: esso sembrava infatti fatto di cristallo, appariva come trasparente, leggero, sembrava una struttura così fragile anche se era evidente che non lo era, mentre tutt'intorno era circondato da un giardino infinito pieno di alberi rigogliosi probabilmente mai tagliati o potati.
Il conte più volte si guardò intorno rimanendo sbalordito di fronte tutta quell'umile ricchezza che faceva parte non solo dei luoghi, ma anche del Re stesso, così come i suoi sudditi. Rengoku li condusse fin dentro la reggia, attraversando una miriade di stanze e corridoi che condussero i tre ad un'ultima stanza chiusa a chiave che il Re aprì subito dopo utilizzando un piccolo aggeggio simile all'arma di Ila, probabilmente tutte le chiavi dell'Altro Mondo avevano quella forma particolare. 
Entrarono, ritrovandosi in una normalissima stanza piena di scaffali a loro volta strapieni di libri, alcuni tra i quali apparivano antichissimi, e al centro, stava una semplice scrivania in legno. Rengoku entrò nella stanza velocemente, e dopo aver richisuo la porta alle sue spalle, fece un respiro profondo come per volere riprendere aria.
"Scusate se vi ho trascinato qui senza nessuna spiegazione - disse afferrando un bastone poggiato ad una parete e aiutandosi a stare in piedi - Ma di certe cose preferisco parlarne in privato"
"Di cosa volete esattamente parlarci?" - chiese Sebastian.
"Del vostro viaggio, miei cari - disse andando verso uno scaffale e tirando fuori un libro enome e che sembrava anche abbastanza pesante per poi poggiarlo sulla scrivania - Qui c'è  tutta la storia dell'Aldilà".
"La storia dell'Aldilà? - chiese Ciel tossendo a causa della polvere che si era alzata a causa del libro impolverato - E' impossibile, come fa un libro a contenere una storia così grande?"
"Oh, qui tutto è possibile - spiegò aprendo il tomo e puntando un dito su dei disegni che stavano raffigurati su una pagina - In questo libro c'è tutto, il passato, il presente, e anche il futuro che però non mi è permesso rivelare a nessuno, è una delle tante leggi che presiedono il nostro Mondo"
"D'accordo, ma c'è una cosa che non capisco - disse Sebastian - Per quale motivo ci state dicendo ciò? Noi siamo demoni, non dovreste odiarci?"
"Dovrei sì, ma le mie idee sono un pò diverse da quelle di chi le ha ideate" - scherzò - Inoltre, voi non siete dei demoni comuni, dico bene Hades?"
"Cosa...? - mormorò il maggiordomo - Voi... Come fate a sapere...?"
"Oh, rilassati - lo tranquillizzò continuando a sfogliare il libro - Tutti i Tre regni ti conoscono. Hades, il demone guerriero più forte e spietato sin dall'Alba dei tempi che, circa un millennio fa, è sparito senza lasciare più traccia. E' tutto scritto qui". Il maggiordomo sporse il viso, in modo da poter vedere la sua immagine raffigurata su una pagina, con accanto delle scritte che oramai difficilmente dopo anni riusciva a leggere. 
"Sì.... Sono io... Cavoli è vero - rispose - Qui c'è proprio scritto tutto...."
"Già, così com'è scritto che avete dato una bella lezione a Lucifero - scherzò ancora - Dopotutto però, c'era da aspettarselo da un Demone Guerriero e da un Demone che possiede l'Arte Oscura. Ora però, parliamo di cose più serie". Dicendo ciò raccolse con forza il libro e lo poggiò bruscamente al suolo. Inizialmente, ne il conte ne il maggiordomo capirono cosa il Re stesse facendo, capirono solo dopo, quando intorno a loro si materializzò quella sembrava una specie di mappa che si era estesa per tutto il perimetro della stanza, solo che anzichè essere raffigurato un paesaggio, erano raffigurate delle immagine seguite da delle scritte che parevano geroglifici.
"Wow, sbalorditivo" - mormorò Ciel entusiasta.
"Dovete sapere - disse Rengoku iniziando a camminare avanti e indietro assumendo un'espressione quasi solenne - Che l'Aldilà è sempre esistita, e nel corso dei millenni, tanti Re hanno governato i Tre Grandi Regni. Il più potente tra i tre è ovviamente il Kami, il Re dei Re, colui che ha potere assoluto su tutto. Il nuovo Kami che da qualche hanno regna, ma non governa sul Paradiso, si dice sia molto saggio e di buon cuore, nonostante nessuno l'abbia mai visto, ne nessuno sa dove si trovi".
"Che significa? - chiese Ciel - Non dovrebbe stare in Paradiso?"
"Il Paradiso è infinito - rispose voltandosi a guardarlo - Chissà, forse si trova nel Cielo della Luna, o nel Cielo del Sole, questo non possiamo saperlo. Ovviamente, un Regno tanto numeroso come il Paradiso ha bisogno di qualcuno che li governi, per questo, a far le veci del Kami è l'Angelo Guerriero più forte dell'Armata Celeste. Sfortunatamente, l'attuale sostituto del Kami non si è dimostrato "pacifico" come dovrebbe essere: ha istituito questa "piramide", gettando i demoni e noi anime del Purgatorio in basso, e innalzando gli Angeli, le creature perfette, alla cima, oltre ad aver vietato ovviamente il passaggio da un Regno al'altro, cosa che prima era invece possibilissima. In pochi anni è riuscito a "sistemare" l' Aldilà come voleva, e la situazione non accenna a migliorare, anzi, temiamo che presto ci sarà una guerra tra i Tre Grandi Regni".
"Una guerra? - chiese ancora il conte - Dannazione, ma che razza di Re è uno che se ne va in giro per il Paradiso e lascia il suo Regno nelle mani di un Angelo assetato di potere?"
"Il Kami tornerà - rispose seriamente Rengoku - Così è scritto nel libro Sacro. Non dovrei svelarvi ciò che accadrà in futuro, ma non ho altra scelta. C'è una profezia: "Quando l'Angelo Guerriero verrà sconfitto, il Kami ritornerà e sarà lì che si ritornerà alle origini: non più Demoni, Angeli e Shinigami separati tra di loro, costretti ad odiarsi, ma un'unico Grande Regno. A sconfiggere l'Angelo saranno due demoni... Quei demoni siete voi..."
"N- noi? - chiese Ciel balbettando - Noi dovremo combattere contro un Angelo Guerriero? State scherzando, vero?"
"No, ragazzo - rispose andandogli incontro - E' la Profezia, ma non è finita qui. Quando la pace tornerà, alla destra del Kami regneranno i vincitori della guerra e la loro discendenza porterà avanti un Regno che diventerà davvero Eterno"
"Si sta parlando sempre di noi, vero?" - chiese Sebastian titubante.
"Esatto. Due demoni regneranno al fianco del Re del Paradiso".
"Tutto questo non ha senso! - disse il conte sconvolto - Perchè due demoni dovrebbero regnare sul Paradiso?"
"Avrà senso quando riporterete l'Aldilà al suo antico splendore, inoltre questo è quello che dicono le Sacre Scritture. Voi siete destinati a sconfiggere l'Angelo Guerriero e a divenire i futuri Re, così come la ragazzina dai magnifici occhi bicromatici. Dopo voi, toccherà lei a regnare, e così via, fino alla fine dei tempi...."
"No, no, non è possibile, assolutamente! - sbottò Ciel - Non è possibile! Noi siamo demoni e il nostro attuale posto è nel Mondo Terreno! Stiamo affrontando tutto ciò solo per riportare Bianca in Paradiso..."
"Il Mondo Terreno, eh? - chiese Rengoku sorpreso - Miei cari, voi non potrete tornare nel Mondo Terreno. Si dice che quando l'Aldilà tornerà al suo antico splendore, la vita smetterà di esistere, il Grande Giudizio arriverà, e tutte le anime lascerenno quel luogo per ritrovarsi insieme ai loro fratelli nel Regno Eterno che a quel punto non sarà più diviso come se fosse una piramide"
"... Mi sembra un incubo! - urlò Ciel portandosi le mani alla testa - Il mio Mondo cesserà di esistere? Io e Sebastian non possiamo regnare, io sono un diavolo di conte, non voglio combattere ne fare nulla!"
"Ciel, ti prego, calmati adesso - fece il maggiordomo afferrandolo per le spalle - Non abbiamo altra scelta, vuoi capirlo? Oramai non possiamo tornare indietro!"
"Come pensi che faremo? - chiese scansandosi - Non riusciremo mai a sconfiggere quell'Angelo Guerriero, e inoltre io non voglio lasciare la mia vita!"
"Ognuno è predestinato a seguire il cammino che il Fato ha scelto per lui - rispose mestamente il Re - Non potete non combattere, oramai siete qui. Tu che porti il nome di Ciel Phantomhive possiedi l'Arte Oscura, un potere assai importante, è come te anche la tua Helena, la quale sarà d'aiuto durante la guerra...."
"Cosa? No, no, no non esiste assolutamente! - sbottò il conte - Lei non combatterà, nessuno combatterà, dobbiamo andarcene, adesso!"
"Ascoltami! - provò a calmarlo il maggiordomo - Senti, nemmeno io avrei mai potuto immaginare una cosa del genere, ma non possiamo lasciare le cose così!"
"E cosa dovremo fare? Combattere? Non era questa la vita che avevo in mente per noi tre!"
"Chi segue un cammino diverso è automaticamente portato ad affrontare una vita straordinario, miei cari - disse Rengoku - Voi potreste anche andarvene da qui, ma l'Aldilà cadrebbe nel buio più totale senza i suoi futuri re..."
"Ancora con questa storia?! - sbottò - Non ce la faccio, no, è impossibile!"
"Davvero ti accontenteresti di vivere una vita "normale?" - chiese Sebastian attirandolo  se in modo da poterlo guardare negli occhi - Siamo demoni, per noi non può esistere la normalità. Credi che io sia pronto a questo? Certo che no, dannazione! Evidentemente però quello che ci aspetta è un cammino straordinario, e io non mi tirerò indietro! Un tempo il mio nome era Hades ed ero un guerriero, adesso anche se il mio nome è cambiato, non posso comunque sfuggire al richiamo della guerra! Il destino di questo posto dipende da noi, e io non ho intenzione di lasciarlo andare in rovina!". Ciel lo guardò, rimanendo sorpreso nel sentire quelle parole dette con quel tono tanto duro che di solito Sebastian non adottava mai, anche se in fondo però, sapeva che quelle parole rappresentavano la verità.
"Ti odio quando cerchi di essere saggio - sbuffò - Eh va bene! Non sto dicendo che combatterò, ma almeno arriverò in Paradiso, d'accordo?"
"Molto bene - disse Rengoku sorridendo - Adesso però c'è qualcosa che voglio donarvi". Dicendo ciò si diresse verso uno scaffale, e dopo aver frugato un pò, ne estrasse una boccetta contenente un liquido color rosso rubino.
"Questo è il Sangue degli Dei - spiegò porgendo la boccetta a Ciel - Un liquido in grado di poter guarire ogni ferita, anche quelle più terribili. Ve la dono perchè dovrete fare attenzione, neanche gli immortali saranno al sicuro".
"Vi... ringrazio..." - disse il conte prendendo tra le mani quella strana boccetta.
"Ma... Sarà il caso di dirlo agli altri? E soprattutto a Nelly?" - chiese Sebastian.
"Ogni cosa a suo tempo - fece il Re - Per adesso, l'unica cosa che dovrete fare è raggiungere il Paradiso, il resto verrà da se. Per il momento potete restare qui, immagino che il viaggio vi abbia portato via molte delle vostre energie". Dicendo ciò il Re prese tra le mani il libro Sacro e con un movimento "pesante" lo sistemò al suo posto.
Ciel e Sebastian lasciarono la reggia, rimanendo in silenzio per un arco di tempo che sembrò indefinibile. Avevano ricevuto una "botta" così, senza preavviso, un qualcosa a cui a quanto pare non potevano tirarsi indietro. il maggiordomo si voltò ad un certo punto per guardarlo, non potendo non notare quanto il suo sguardo apparisse avvilito.
"Andrà tutto bene - lo rassicurò - Niente ci ha mi sconfitto"
"Sebastian - mormorò stringendo tra le mani la boccetta - A un demone è permesso avere paura?"
"Certo che sì - sorrise - Però perchè dovresti avere paura?"
"Per me... Per te... Per Nelly... Per tutto... Combattere, regnare... Non sono sicuro di esserne all'altezza. Tu potresti benissimo farcela, ma io..."
"Da quando sei così insicuro di te? - disse l'altro afferrandogli dolcemente il viso - La notizia ha scioccato anche me, e di certo l'idea di andare a combattere contro qualcosa che non conosco non mi fa piacere, ma è mio compito, non potrei definirmi un diavolo di maggiordomo se non mi assumessi le mie responsabilità?"
"E Nelly allora? Vuoi che combatta anche lei?" - chiese.
"L'idea non mi piace, ma se questo è il suo destino non posso fare nulla. Però credo che di lei non dobbiamo preoccuparci, dopotutto è nostra figlia, è la nostra unione, credo che sarà forte abbastanza..."
"Io davvero non mi sarei mai immaginato una cosa simile - mormorò stringendo il braccio del maggiordomo - Già solo il fatto di essere diventato un demone rappresentava per me la cosa più straordinaria che potesse accadermi... Ma io... Essere destinato ad essere un guerriero e un Re? Non l'avrei mai detto"
"Nemmeno io - rispose Sebastian stringendolo forte - Ma non devi avere paura. Qualunque cosa accadrà, qualunque cosa che dovremo affrontare, anche la più assurda, non mi separerà da te. Io ti starò accanto per l'eternità e ti seguirò, sia che tu decida di accettare la carica di Re oppure di lasciarti sconfiggere così come se nulla fosse. Il Fato ha riservato per noi una vita straordinaria"
"La mia vita è diventata straordinaria il giorno in cui ti ho invocato, e tu, tendendo la tua mano mi hai preso e mi hai condotto qui dove sono ora. Da un lato ti ucciderei, perchè penso che se non ti avessi mai incontrato adesso non sarei qui. Poi però però - mormorò stringendolo più forte  e non riuscendo a trattenere le lacrime - Penso a tutto quello che mi hai dato. Una nuova vita, una figlia, e soprattutto adesso grazie a te so a cosa sono, anzi siamo destinati. Se adesso sto andando avanti è solo grazie a te..."
"Non è da te dirmi queste cose - sorrise Sebastian - Ogni tanto è bello riuscire a farti sciogliere..."
"Stupido demone... Ti amo" - mugugnò.
"Ti amo anche io, my lord" - sussurrò languidamente donandogli  poi un bacio appassionato. 
In quello stesso instante, i due si resero conto che ciò che fin ora era successo, era stato solamente il preludio di qualcosa ancora più straordinario.

Angolo dell'Autrice
Miei cari ragazzi e ragazze, vi giuro che anche se sono io a scrivere la storia, non mi sarei mai aspetattata che prendesse una piega simile! xD E' un'idea che mi è venuta mentre scrivevo e sapete che quando ho un'idea devo metterla in atto! Inoltre volevo dirvi che da questo capitolo in poi, molte cose saranno tratte/ispirate alla saga "Le cronache di Narnia" ( saga che io amo alla follia e di cui ho divorato tutti i lbri *^*). Arrivati a questo punto non so che dirvi perchè non so quali altre idee mi verranno in mente xD 

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Capitolo 9
*** DOLCI AMORI! ANDANDO VIA! ***


Nelly gettò le scarpette di vernice in mezzo ai granelli di sabbia e, reggendosi il lungo vestito con le mani, corse verso la riva del mare, infilandosi poi nell'acqua quasi fino alle ginocchia, puntando gli occhi verso la gentile luce del sole che le carezzava la pelle bianca. Era la prima volta in vita sua che vedeva quell'infinita distesa d'acqua che anche nel suo mondo veniva chiamato mare, eppure già adorava stare a mollo nell'acqua dolce e tanto trasparente da riuscire a fare intravedere i pesci colorati che guizzavano tra le sue gambe, con sotto una distesa di sabbia bianchissima, mentre una brezza leggera le scompigliava i capelli che si erano anch'essi leggermente bagnati.
Si tolse i guanti bianchi che fin ora aveva portato e li gettò via, iniziando con un dito ad accarezzare la superficie dell'acqua, ammirando poi le increspature che si formavano successivamente.
"Wow - mormorò sognante - Non ho mai visto niente di più bello". Poco distante da lei, seduto svogliatamente  sul bagnasciuga, stava Antony, il quale aveva tolto gli occhiali e li aveva posati accanto a se, facendo attenzione però a non sporcarli. Dopodichè lanciò un'occhiata a Destiny, la quale era intenta a giocare con Ronald in acqua, a schizzarsi l'acqua o ad abbracciarsi dolcemente. Se fosse stato quello di un tempo probabilmente si sarebbe messo in mezzo e li avrebbe separati, ma ormai quegli atteggiamenti non facevano più parte di lui, anzi. Più guardava l'amore tra quei due che stava sbocciando come un fiore di ciliegio, più desiderava poter fare le stesse cose con Nelly. Certo, non era mai stato un tipo romantico, anzi, considerava certe smancerie "futili" o "imbarazzanti", però se solo la dolce lady fosse venuta da lui per fare qualcosa del genere lui non le avrebbe mai detto di no.
Volse gli occhi verde smeraldo verso Nelly che oramai si era quasi completamente immersa nell'acqua e ne era uscita poco dopo, mostrando i lunghi capelli e i vestiti completamente zuppi. Arrossì terribilmente, lei era sempre stata bellissima sin da quando l'aveva conosciuta, ma più cresceva e più diventava bella, e più se ne innamorava. Se solo avesse avuto il coraggio di rivelare i suoi sentimenti e mettere da parte quello stupido orgoglio da shinigami.
"Antony! Antony! - urlò la lady andandogli incontro a fatica a causa del vestito bagnato - Forza, vieni anche tu! Il mare è la cosa più bella che abbia mai visto!"
"Mmh... Non ci penso neanche - sbottò a braccia conserte - Non mi va di diventare zuppo come te"
"Ah! D'accordo - sbuffò l'altra andandogli poi incontro e avvicinandosi al suo viso - Hey, è la prima volta che vedo i tuoi occhi così da vicino, sai che sono davvero fantastici?"
"Cosa?" - chiese arrossendo.
"Proprio così! - rise afferrando agilmente i suoi occhiali - Adesso questi li prendo io e non te li ridarò più!"
"Hey, piantala, ridammi i miei occhiali!" - urlò battendo un pugno sulla sabbia.
"Eh va bene - sospirò la lady porgendoglieli - Sai cosa penso, Antony? Che dovresti ridere un pò di più"
"Non sono mai stato un tipo a cui piacere ridere..." - borbottò poggiando le braccia sulle ginocchia.
"Che peccato! - fece sedendosi accanto a lui per rivolgere poi lo sguardo ai due shinigami che stavano ancora sguazzando in acqua - Guarda tua sorella e Ronald! Si vede che si piacciono, secondo me insieme starebbero così bene! E tu invece cosa mi dici? Non sei innamorato?"
"Perchè.... Mi fai questa domanda?" - chiese arrossendo.
"E' soltanto per parlare - rispose stiracchiandosi - Ti conosco da tanto tempo ma non abbiamo mai parlato di queste cose!"
"Beh se davvero ne vuoi parlare, perchè non parliamo di te! - sbuffò infastidito - Sei innamorata di Harry, non è vero?". Lo shinigami si portò una mano alla bocca, come se si fosse lasciato sfuggire qualcosa, arrossendo ancora di più vedendo poi come Nelly lo guardava, che si fosse accorta della punta di gelosia nella sua voce?
"Oh, certo che no - rispose sorridendo - Gli voglio bene, ma non credo che potrebbe essere nulla di più che un amico. E poi... Lui è un Kesshiteboru..."
"Ebbene? - chiese guardandola - Perchè? Due esseri diversi non possono stare insieme?"
"Eh? Ma sentite l'anti demone, da quando la pensi così?". Antony non rispose subito a quella domanda, rimase qualche secondo in silenzio, lanciando un occhiata al mare. Quello sarebbe stato il momento perfetto per rivelare i suoi sentimenti alla ragazza che amava, però non era per niente una cosa facile. Sentì il suo cuore iniziare a battere fortissimo e cominciò a sentirsi strano, come se fosse in preda a delle vertigini, per lui era strano sentire di stare perdendo il controllo. Avvicinò una mano a quella di Nelly, sfiorandola appena.
"Nelly, tu.. - chiese deglutendo - .. Pensi che qualcuna potrebbe mai amare... Un tipo antipatico e fragile come me?"
Lei si voltò a guardarlo, iniziando a sentirsi vagamente accaldata nonostante quel tocco fosse leggero, mentre i suoi occhi bicromatici si incontravano con quelli verdi e brillanti dell'altro.
"Antony, ma cosa dici? - chiese mentre le guance le si arrossavano - Non sei antipatico, non sei neanche fragile. Certo, per la tua età sei troppo riflessivo e rigido, e a volte sembri vagamente "razzista" contro quelli della mia specie. Sei un pò freddo , tutto qui. Ma sai cosa penso? Penso che coloro che sono più freddi hanno in realtà il cuore più grande". Lui sussultò a quella frase, quel complimento che aveva contribuito a far battere di più il suo cuore. Allungò una mano verso i capelli d'ebano della lady, afferrandoli delicatamente tra le dita.
"Questo significa che... Anche una come te potrebbe amarmi?"
"Emh... Io - mormorò passando dal rosso al bordeaux - Io non sono mai stata innamorata. Io... Credo.. Credo di sì...". Alzò lo sguardo: quella era la prima volta che si ritrovava a pensare a quanto gli occhi di Antony fossero dolci e meravigliosi allo stesso tempo, così come era la prima volta che lui la afferrava così dolcemente, era la prima volta che i suoi tocchi le facevano sussultare il cuore ogni minuto di più. Che fosse questo che si provava quando si ci innamorava? Si guardarono per alcuni minuti che sembrarono infiniti, e molto probabilmente  la situazione sarebbe "precipitata" se solo Nelly, spinta dall'imbarazzo, non avesse subito cambiato discorso.
"Ah, ma perchè mi fai queste domande! - rise cercando di interrompere l'atmosfera - Voglio dire, il mio parere non conta"
"Conta invece, perchè io...." 
"OH, MA GUARDA CHI C'E', CIAO BIANCA!" - lo interruppe la lady catapultandosi sull'Angelo che si stava avvicinando a loro. Antony sbuffò, pensando di aver perso un importante occasione. Poi però si lasciò andare ad un sorriso, principalmente per due motivi: intanto per quel "credo di sì" di risposta alla sua domanda, e  poi perchè era stata Nelly a dirgli di sorridere di più, e per lei lo avrebbe fatto.
"Bianca, Bianchina! - fece la lady avvicinandosi a lei e sussurrandogli qualcosa - Fortuna che sei arrivata in tempo! Credo di essere molto malata!"
"Malata tu? - disse inarcando un sopracciglio - Non ho mai sentito di un demone che si ammala! Cosa ti senti?"
"Non lo so, credo che Antony mi abbia immischiato una specie di virus - sbuffò toccandosi nervosamente i capelli - Possibile che quando mi tocca o mi guarda mi sento  in preda alle vertigini? Fin ora non ci avevo fatto caso, ma poco fa ho quasi rischiato di svenire! Sai per caso cosa ho?"
"Oh, Nelly! - rise l'altra - Tranquilla, non sei malata. I tuoi sono i sintomi di qualcuno che si sta innamorando!"
"Inn... ammorando? - chiese arrossendo - Io?!  Accidenti, no! Avevo detto che non mi sarei mai innamorata! Perchè a me?"
"Credo che siano le gioie della pubertà" - scherzò Bianca allontanandosi dalla lady e muovendosi verso il mare.
"Che... Cosa?" - chiese Nelly rimanendo immobile a fissare nel vuoto.
 
In quel momento però, Nelly e Antony non erano gli unici ad avere problemi di cuore.
Anche Harry aveva  l'impressione di essere "tanto malato". Stava seduto su una roccia piatta con le gambe incrociate, con gli occhi rivolti al gruppo che tanto si divertiva, anche se particolarmente la sua attenzione era rivolta all'Angelo. Da quando l'aveva rivista i sensi di colpa lo stavano divorando, insomma, Bianca era stata cacciata dal Paradiso per colpa sua, e lui in cambio cosa aveva fatto? Praticamente l'aveva "scaricata" per qualcun'altra. Poi guardò Nelly. Lei era stato il suo primo amore, la prima ragazza che gli aveva fatto battere quel suo "cuore senza vita", e per questo era speciale. Poi però una volta tornato nel Kuredoru aveva incontrato Bianca, e per lei aveva cominciato a nutrire un sentimento ancora più forte di quello precedente. Cominciò a pensare a tutte le volte che si erano visti, rigorosamente di nascosto, ai baci rubati di fretta per la paura di essere visti, ai "ti amo" sussurrati, alla promessa che mai nessuno li avrebbe separati e che il loro amore impossibile avrebbe vinto su tutti, una promessa che a quanto pare non era riuscito a mantenere.
Il vero problema era che sentiva il suo cuore spaccarsi a metà di fronte a quelle due. Vedere Nelly gli aveva rievocato alla mente tanti bei ricordi, ma si trattava quindi di amore o soltanto di un "rimuginare su quello che avrebbe potuto essere?" E c'era anche il fatto che continuava a provare qualcosa per Bianca, ma non era sicuro che fosse effettivamente amore! Inoltre, adesso sicuramente l'Angelo lo avrebbe odiato a morte e avrebbe avuto ragione.
"Accidenti! - sbottò prendendosi la testa tra le mani - Perchè un'anima mai nata deve per forza avere a che fare con l'amore?". Harry successivamente sussultò, visto che effettivamente non si aspettava di ricevere una risposta.
"Perchè nessuno può sfuggire all'amore!" - disse una voce alle sue spalle.
"Ah! - sussultò voltandosi - Ah, sei tu Alois"
"Non puoi chiamarmi semplicemente "papà?" - chiese a braccia conserte.
"Eeeh... No. Mi fa impressione chiamare uno della mia età in questo modo".
"D'accordo, ho capito - rispose sedendosi accanto a lui - Ti ho sentito borbottare, problemi d'amore?"
"Stavi origliando?" - chiese stizzito.
"Non stavo "origliando" visto che effettivamente non parlavi con nessuno. E poi sei mio figlio, ne ho il diritto".
"Ti sei abituato troppo in fretta a questa cosa - sbuffò - Comunque sì, ho problemi d'amore"
"Aaah, lo sapevo! E' per Bianca, non è vero? - fece pizzicandogli una guancia - Quella ragazza è così simpatica, mi piace proprio tanto per te, dopotutto tu meriti il meglio...!"
"Sì, ma non è quello il punto! - disse imbarazzato - Il punto è che non so che fare! Sono combattuto! Insomma, ho spezzato il cuore a Bianca dicendole che amavo Nelly, ma adesso non ne sono più tanto sicuro!"
"Ah, si capisco - rispose Alois annuendo - Mi ricorda tanto quando tuo padre mi ha mollato e poi fatto fuori per andare a divorare l'anima di Ciel... Sì, non è stato piacevole, ma adesso almeno capisco da chi hai preso..."
"Grazie, mi sei molto d'aiuto! - sbuffò poggiando le mani sui fianchi - Seriamente, cosa dovrei fare? Credo di stare per impazzire!"
"Va bene, calmati. Dunque, tu tieni a Bianca?"
"Accidenti, certo che ci tengo! - rispose arrossendo - Non l'avrei messa così in pericolo altrimenti! Però tengo anche a Nelly, ma non allo stesso modo! Cioè... Nelly è stato il mio primo amore... Oltre che la mia prima grande nemica... Per questo rimarrà sempre speciale... Con Bianca però è diverso! Lei mi ha amato e mi ha dato tutto, e anche io l'ho amata, però... Temo di aver confuso l'ammirazione che provo per Nelly in amore... Non che io l'abbia mai scordata... Rivederle entrambe mi ha confuso le idee.."
"Tesoro mio adorato, quello che devi fare è ascoltare il tuo cuore.Non devi rimanere incatenato al passato e pensare "come sarebbe andata se...", adesso sei qui, e quell'Angelo ti ama sul serio, posso capirlo da come ti guarda".
"E che dovrei fare? Sicuramente adesso mi odierà a vita!"
"E avrebbe ragione. Però credo che dovresti comunque provare a parlarle e a mettere le cose in chiaro. Forse non ti crederà, forse reagirà in malo modo, ma almeno provaci. Anche perchè ho l'impressione che voi due siate destinati a stare insieme.."
"Non sei il primo che me lo dice - sbuffò alzandosi in piedi - Eh va bene, andrò a parlarle.
"Bravo, Harryuccio, chi meglio di me può consigliarti?" - fece Alois sorridendo.
"E' vero - rispose guardandolo negli occhi - Grazie"
"Non devi ringraziarmi, Harry" - rispose l'altro cercando di non commuoversi come uno stupido.
Il Kesshiteboru si fece avanti, tremando come una foglia e come un perfetto idiota. Non sapeva se Bianca avesse voluto parlare con lui o se lo avesse direttamente mandato a quel paese, e questo lo rendeva nervoso. Si avvicinò all'Angelo, il quale stava seduto a guardare gli altri che sguazzavano allegramente nell'acqua, con le ali piegate, il vestito di seta sporco di sabbia e i lunghi riccioli sfumati d'argento scombinati deliziosamente sulle spalle. Lui la guardò attentamente, ricordandosi della prima volta che si erano incontrati: in genere, quando gli Angeli Guerrieri andavano nel Kuredoru non c'era mai da stare tranquilli poichè si divertivano a torturare a tormentare i povero Kesshiteboru che puntualmente dovevano nascondersi. Harry si trovava nascosto anche quella volta, ma un Angelo lo trovò: un bellissimo angelo dal colore degli occhi ambigui e meravigliosi allo stesso tempo, con delle ali morbide e sublimi. I loro occhi si erano incrociati per pochi secondi, e quella fu l'idealizzazione che un Angelo e un Kesshiteboru non dovevano per forza essere nemici. Lei gli si era avvicinata con fare gentile e non gli aveva fatto del male, anzi, avevano preso a parlare. Poi dopo quella volta... Iniziarono a vedersi più spesso, utilizzando tutti i sotterfugi possibili... Fino a innamorarsi. Un amore che però non aveva ancora avuto il suo lieto fine. Si sedette silenziosamente accanto a lei, la quale non si era accorse di lui finchè non l'ebbe accanto. Alzò lo sguardo, assumendo un'espressione confusa.
"Harry?" - chiese.
"Umh... Ciao Bianca - la salutò non guardandola però negli occhi - Come mai non sei anche tu in acqua con loro?"
"Sai che odio l'acqua - rispose - Mi si bagnano le ali"
"Giusto, me ne ero dimenticato - rispose cercando di non finire in uno di quei silenzio imbarazzanti - Da quando ci siamo rivisti non abbiamo ancora avuto l'occasione di parlare"
"A dire il vero abbiamo parlato anche abbastanza - disse guardandolo seria - Non credo di avere più nulla da dirti"
"Si lo so, mi dispiace! - fece guardandola - Io non volevo ferirti! Non puoi immaginare quanto i sensi di colpa mi stiano divorando! Non volevo dire quello che ho detto... Insomma... Bianca io ti ho amato veramente..."
"Anche io ti ho amato veramente - rispose tristemente - E dovrei picchiarti per ciò che mi hai detto rima. Ma non ne ho il coraggio"
"Picchiami invece! - esclamò prendendola per mano - E' giusto così! Sono uno stupido spiritello dalle idee confuse! Di te ho sempre pensato che fossi fantastica e.... Non puoi immaginare quanto ho sofferto quando sei stata cacciata, oramai mi stavo rassegando all'idea di non rivederti mai più! Invece mi sbagliavo! Ora sei qui! C'è anche Nelly, ho detto di amarla, ho detto che non sarai mai come lei, e infatti è così!"
"Ma che diamine....? Ti sembrava il caso di dirlo, razza di idiota?" - disse facendo per lanciargli un pugno.
"Non hai capito! - disse fermandola - E' vero che non potrai mai essere come lei. Nelly è stata il mio primo amore, è stata importante e sarà sempre importante, ma non in quel senso. Lei è il mio passato. Tu sei il mio presente e vorrei che fossi anche il mio futuro e il mio per sempre". Bianca si fermò a guardarlo, tirando indietro il pungo che l'altro aveva prontamente fermato. 
"Ma... Tu... Hai detto che... Hai sempre amato lei..." - balbettò.
"Lo so. Sono talmente stupido dal confondere l'invaghirsi con l'innammorarsi. Nelly è in gamba, ma non so se potrei stare con lei. Inoltre... Il mio cuore batte solo quando tu mi guardi". L'Angelo arrossì a quelle parole, assumendo poi però un'espressione un pò più dura.
"Sei l'essere più idiota che esista - disse a braccia conserte - Nemmeno le peggiori ragazzine umane si fanno tutti questi complessi, sei stupido, stupido, stupido!"
"Cosa?! Non voglio che tu mi prenda per stupido! - piagnucolò - Cavolo, lo sapevo che non dovevo ascoltare i consigli di Alois!"
"Ah, ah - fece l'altra inarcando un sopracciglio - Quindi è stato lui a dirti di venire a parlare con me!"
"Si - sospirò - Tu gli piaci. Dice che sei perfetta per me"
"Com'è carino. Se tu non fossi suo figlio ci farei volentieri un pensierino..." - disse assumendo uno sguardo malizioso.
"Questa era davvero una battuta cattiva, ma credo di essermela meritata - ammise - Questo significa che mi hai perdonato?"
"Non lo so - disse tornando seria - Ho sofferto molto ma continuo ad amarti nonostante tutto, anche se questo mi fa sentire così stupida. Vorrei tanto rispedirti nel Kuredoru a marcire, ma da un alto vorrei tenerti con me, quindi non so".
"Non voglio metterti fretta. Hai ragione a dubitare di me, ma io farò di tutto per farmi perdonare. L'importante è sapere che non mi odi..."
"No che non ti odio - sussurrò arrossendo - Maledetto Kesshiteboru..."
 
Alois, dal canto suo, non poteva fare a meno di "gingillarsi" di fronte quella scena così adorabile che si limitava ad osservare da lontano.
"Aw, il mio piccolo Harry sta diventando grande" - disse con gli occhi sognanti.
"Quando fai così dai davvero l'idea dell'effeminato" - disse una voce alle sue spalle. La voce si rivelò poi essere quella di Ciel, il quale gli si era avvicinato a lui poco dopo.
"Ma ciao conte - lo salutò assumendo un espressione inquietante e languida allo stesso tempo - Sei venuto qui a controllare la tua Nelly?"
"Tsk, certo che sì. Piuttosto inizia anche tu a controllare il tuo marmocchio, combina solo guai" - sbottò.
"Aw, si lo so, ha la mia stessa indole da "pazzoconcomportamentiossessivicompulsivi", non è meraviglioso?!"
"Santo Cielo - fece portandosi una mano sul viso - Davvero mi chiedo come abbia fatto un soggetto pessimo come te a finire in Purgatorio"
"Mai sentito parlare dei pentiti sul punto di morte?" - chiese.
"Pentiti? Tu meritavi di andare all'Inferno!" - urlò puntandogli il dito contro.
"Sentirmi dire questo  fa male - disse fingendosi offeso - Adesso sono cambiato. Tutto quello che voglio è vivere con il mio amato Claude, e spero, se sarà possibile, anche con Harry"
"Tsk, voi siete una famiglia di pazzi" - sbuffò.
"E' un pò come la tua, non credi?"
"Non paragonateci a voi - disse mettendosi faccia a faccia con quest'ultimo - Io non sono come te, mio caro Alois, non lo sono mai stato"
"Lo so, Ciel - disse sorridendo - Ma dopotutto vogliamo le stesse cose: vivere insieme alle persone che amiamo, dico bene?". Il conte avrebbe tanto voluto lanciargli un pugno, ma non riuscì comunque a far di quel pensiero un fatto.
"Odioso, effeminato e inquietante come sempre! - sbottò spingendolo leggermente - Però su questo ti do ragione. Siamo diversi ma vogliamo le stesse cose. Odio te e odio anche quella specie di spiritello maligno che contiene la metà dei tuoi geni... Però... Se davvero sei cambiato buon per te...". Il biondo lo guardò sorridendo, probabilmente quello non sarebbe stato l'inizio di una magnifica amicizia, ma almeno il fatto che stessero parlando senza ammazzarsi tra di loro era già una grande cosa. Qualche secondo dopo Ciel avvertì come una potente fitta vicino all'addome, talmente forte da non dargli neanche il tempo di dire qualcosa, semplicemente si piegò su stesso e svenne.
"Eh? Ciel? Ciel?! Che ti prende? - chiese Alois - Ti senti male? Hey!". In quel momento Sebastian e Claude raggiunsero i rispettivi compagni, visto che come sempre potevano avvertire tutto ciò che succedeva.
"Ciel! - esclamò il primo sorreggendogli la testa - Maledetto Alois! Cosa gli hai fatto?"
"Ma... Non gli ho fatto niente, che diamine!" - protestò l'altro.
"E' vero idiota, calmati - s'immischiò Claude - Il tuo compagno è di costituazione debole, è svenuto da solo". Vedendo tutta quella confusione, e soprattutto, avvertendo una stranza sensazione, Nelly sollevò lo sguardo, e uscendo velocemente dall'acqua si diresse verso di loro, spaventandosi nel vedere Ciel svenuto al suolo.
"Ah! - urlò - Cos'ha papà?"
"Io... Non lo so... Non riesco a capire... Non riesco ad avvertire nulla... E' strano!" - cercò di spiegare Sebastian.
"Credo di aver capito - disse Alois - Probabilmente sarà la stanchezza. Per passare da un Regno all'altro c'è bisogno di molta energia, forse ha avuto un crollo"
"Assurdo! - sbottò il maggiordomo - Perchè proprio lui fra tutti avrebbe dovuto crollare e svenire? Non è più così debole!"
"Stavo solo facendo una supposizione...!" - provò a difendersi il biondo.
"SILENZIO! - urlò ad un tratto la lady attirando la loro attenzione - Si sta già riprendendo".
Ciel aprì debolmente gli occhi, sentendo il suo corpo scosso da fitte lancinanti che erano sì sopportabili ma comunque molto fastidiose, inoltre si sentiva debole, stanco, una sensazione che non provava ormai da molto tempo.
"Ciel! - urlò Sebastian - Ciel! Ti senti bene?"
"Credo di sì - sussurrò il conte tirandosi su - Mi sono sentito un pò... Indebolito..."
"Sei sicuro di non avere niente di grave?" - chiese Nelly con gli occhi lucidi.
"Certo tesoro, tranquilla - la rassicurò - Non preoccupatevi, anche ai demoni più forti capita di avere qualche momento di debolezze, sto bene, guardatemi!". Dicendo ciò si tirò su, mostrandosi effettivamente in buona salute, anche se era evidente che faticava a stare in piedi. Sebastian più di una volta aveva cercato di capire cosa ci fosse che non andava, ma non riusciva a leggere nulla in Ciel, niente di niente, il vuoto assoluto.
Dopo  quelle che sembrarono diverse ore, arrivò il momento di lasciare il Purgatorio e rimettersi in viaggio, quello era un bel posto, ma si erano già fermati abbastanza e probabilmente avrebbero avuto ancora tante cose da affrontare.
Re Rengoku salutò gentilmente il gruppo, e una volta arrivato a Ciel e Sebastian lanciò loro un'occhiata, sussurrandogli una frase che diceva: "Ci rincontreremo presto. La nuova Alba dei Tempi è vicina". Quelle parole avevano provocato nei due demoni un brivido, ma anche un senso di speranza e di pace assoluta, essi non sapevano ancora a cosa sarebbero andati in contro, sta di fatto che il loro futuro era già stato scritto e non avevano modo di sottrarsi indietro.
"Qual'è la nostra prossima tappa?" - chiese Nelly a Ila. L'Angelo Guardiano puntò il suo strumento verso nord, indicando un'infinita distesa di alberi di fronte a loro.
"La Foresta di Mezzo - rispose - Solo una volta che l'avremo superata arriveremo nel Mare della Luce, attraverso il quale raggiungeremo il Paradiso"
"Wow! - fece la lady entusiasta - Non vedo l'ora, sono pronta a partire...!". S'interruppe di colpo, volgendo lo sguardo verso Harry, il quale aveva in volto un'espressione mista tra la tristezza e la preoccupazione.
"Hey, tu! - fece andandogli incontro - Non fare quella faccia! Vedrai che quando arriveremo in Paradiso convinceremo il Kami a farti restare qui, con la tua famiglia!"
"Sì, lo so" - rispose annuendo e posando poi gli occhi su Bianca. Si sentiva un perfetto idiota, quell'Angelo stava affrontando un viaggio pericoloso solo per colpa sua, mentre invece lui se ne stava lì con le mani in mano.
"ALLORA CI RIVEDIAMO!" - urlò la lady salutando con la mano il Re e le simpatiche anime con cui aveva stretto amicizia. Il Kesshiteboru rimase lì attonito a salutarla con la mano, non riuscendo ad assumere un'espressione più rilassata.
"Cosa c'è che non va, Harry?" - chiese Alois avvicinandosi a lui.
"Niente... E' solo che - rispose titubante - Mi sento inutile a stare qui. Voglio dire.... Dovrei essere con loro, con lei in questo momento. So che forse neanche lì sarei di nessuna utilità, ma se loro stanno facendo tutto questo è per colpa mia, mi sento in debito". Claude e Alois si lanciarono un'occhiata, come se avessero capito perfettamente quello che il figlio intendesse dire.
"Vuoi andare con loro, vero?" - chiese il primo.
"Io... Sì! - rispose - Però... Noi ci siamo appena ritrovati... Non vorrei lasciarvi... E se non riuscissi a tornare?"
"Harry - mormorò Alois avvicinandosi a lui - Sei l'anima di un mezzosangue, siamo sicuri che ce la farai. Inoltre, tu sei ancora in tempo per ripagare i tuoi debiti, al contrario mio. Se devi andare, va, non sarebbe giusto fermarti". Il Kesshiteboru si scostò i capelli dalla fronte, non riuscendo a nascondere due lacrime che gli scivolarono per le guance.
"D'accordo, vi giuro sulla mia anima che tornerò! - mugugnò stringendoli entrambi - E quando sarà potremo stare insieme per sempre!"
"Non lo mettiamo in dubbio - rispose il biondo cercando di ricacciare le lacrime e sorridendo - Adesso va e cerca soprattutto di riconquistare Bianca"
"Lo farò! Vado!" - dicendo ciò si asciugò un'ultima lacrima, voltò le spalle e prese a correre verso gli alberi di fronte a se per raggiungere gli altri che erano pochi metri avanti.
"Avremo davvero fatto bene a lasciarlo andare?" - chiese Alois stringendosi a Claude.
"Io dico di sì. Harry è forte, e le sue intenzioni sono nobili. E' davvero... In gamba quel ragazzino, non posso credere che in parte contenga anche un pò di me..."
"Oh mio amato Claude - fece stringendolo di più e cercando di non farsi scappare una risata - Fortunatamente quella parte di te non si vede neanche..." 
Harry nel frattempo era corso a gambe levate verso gli altri che si erano già insinuati tra gli alberi.
"Hey! Aspettatemi! Ci sono anch'io!" - urlò  una volta riuscito a scorgere le loro teste.
"Cosa?! - fece Ciel voltandosi - Dannazione, ma perchè la discendenza di quello lì deve perseguitarmi? Oh, d'accordo, vieni pure, ma al primo passo falso che fai giuro che ti rispedisco nel Kuredoru...!"
"Ah...! - fece il Kesshiteboru fermandosi di scatto - Sì signore!"
"Bravo, così mi piaci! - disse sorridendo - Il nostro viaggio può adesso proseguire".

Angolo dell'Autrice
Che capitolo "fluffoso" [?] Amorucciii belli tuttiiii, ok basta la pianto ><

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Capitolo 10
*** FORESTA DI MEZZO! DRIADI E ANIMALI PARLANTI?! ***


"Sebastian, dannazione, mettimi giù!" - urlò Ciel iniziando a dimenarsi tra le braccia del maggiordomo.
"Non ci penso neanche - sbuffò sistemandoselo meglio - Hai avuto un mancamento e finchè non riuscirò a capire cos'hai cercherò di farti sforzare il meno possibile!"
"Ti dico che non ho niente! Sono semplici fitte e un pò di debolezza, riesco comunque a stare in piedi, idiota!" - si lamentò arrossendo, non amava essere "protagonista" di cose così sdolcinate se non in privato.
Nelly rise, era sempre divertente vedere i due che litigavano come una coppietta di ragazzini innamorati. Eh già, l'amore. La lady non aveva certo dimenticato la sua emozionante conversazione con Antony, il quale in quel momento  era impegnato a lanciare occhiate poco piacevoli a Harry, il quale a sua volta cercava di ignorarlo e di avvicinarsi a Bianca.
Lo guardò, facendo attenzione a non farsi "scoprire". Da quando lo conosceva, Antony non era mai stato un tipo molto aperto o che lasciava intravedere le sue emozioni, eppure il fatto che si fosse aperto in quel modo a lei le faceva piacere. Arrossì coprendosi il viso con una mano, pensando a quel momento in cui i loro occhi erano stati così vicini, per poi prendere a sorridere come una scema. Lo shinigami si voltò a guardarla, e i loro occhi s'incrociarono per un'ennesima volta. Nelly gli sorrise, mentre il suo cuore iniziava a battere era forte. Ok, aveva sicuramente qualcosa che non andava, ma non sapeva come bisognava comportarsi in questi casi, non era mai stata innamorata e mai aveva avuto un ragazzo, e soprattutto le faceva impressione il fatto che lei, un demone, stava iniziando a provare qualcosa per uno shinigami, insomma, Antony odiava i demoni, eppure perchè le aveva fatto quella domanda? Sì, sapeva che quella non era la situazione adatta per pensarci, avevano una missione da compiere, ma non riusciva a non pensarci.
Camminarono a lungo per una radura erbosa e spoglia, fatta eccezione per dei meravigliosi fiori rossi e bianchi che crescevano in una forma quasi geometrica.
Ronald si fermò a raccoglierne uno e lo porse a Destiny.
"Un piccolo pegno del mio amore - disse facendo un piccolo inchino - Direi che questo fiore e' bello come te, ma in realtà non esiste niente di più bello di te"
"Grazie..." - balbettò la rossa per guardarsi poi intorno e accorgendosi di essere rimasti un pò indietro rispetto agli altri.
"Cosa c'è? - chiese lo shinigami più grande vedendo una strana espressione negli occhi dell'altra.
"Io - mormorò arrossendo - Vorrei che... Che tu mi baciassi...". Ronald la guardò, sgranando gli occhi, di solito era sempre lui a prendere l'iniziativa, per cui era strano che un ragazza, perdi più anche molto più piccola, gli stesse chiedendo ciò di sua spontanea volontà.
"Adesso...?" - chiese spiazzato. La rossa annuì.
"Non ci vede nessuno - disse attirandolo dolcemente a se - Secondo me abbiamo aspettato fin troppo"
"Mi metterai nei guai piccola rosa, per questo mi piaci..." - le sussurrò. Lui le afferrò dolcemente il viso e le accarezzò una guancia, guardandola a lungo. Nella sua vita aveva amato tante donne, eppure quella ragazzina gli aveva rubato il cuore in tempo niente, con la sua vivacità, spontaneità e forse anche un pò di stranezza. Lei però era diversa, era pura, dolce e meravigliosa, proprio per questo non voleva "sporcarla", se fosse stato quello di un tempo se ne sarebbe fregato, ma adesso era cambiato.  Però, poteva pur sempre permettersi un piccolo gesto di follia. Si avvicinò a Destiny, attirandola di più a se tanto da costringerla a stare in punta di piedi. Ecco un'altra cosa che lo faceva impazzire, era piccola, e nonostante fosse una shinigami abbastanza tosta sentiva di volerla proteggere a tutti i costi. Spostò le sue labbra su quelle della rossa e le donò un bacio semplice ma che fece rabbrividire entrambi. Lei lo strinse a se in modo che potesse stare in equilibro e si lasciò andare al fascino magnetico dello shinigami più grande, e a quel bacio, il suo primo bacio, sentire le labbra di Ronald sulle sue era una sensazione inappagabile, ma nonostante la sua giovane età, Destiny sapeva come fare impazzire un uomo. Decise di andare più in fondo e di passare da un bacio casto ad uno più passionale. La sua lingua non incontrò resistenza, e presto sia lei che Ronald si ritrovarono a baciarsi dapprima con dolcezza, poi con un pò più di foga. La rossa poteva sentire l'eccitazione fremere sia in lei che nell'altro, e quando capì che la situazione stava per scaldarsi, si staccò improvvisamente, accarezzandosi le labbra con le dita e sorridendo.
"Non finisce qui, appena avremo l'occasione continueremo" - disse Destiny con un sorriso malizioso e passandosi una mano sul top scollato. Ronald la guardò ancora rosso in viso. Certo che era difficile essere casti quando certe cose te le sbattevano davanti, e vedendo la shinigami voltarsi e prendendo a camminare con una certa andatura sexy, si chiese come avrebbe fatto a resistere alle sue provocazioni.
Comunque sia si sbrigarono a raggiungere gli altri visto che erano rimasti abbastanza indietro.
"Vedo che ti sei dato da fare" - sbuffò Antony lanciando un occhiata minacciosa allo shinigami.
"Non guardare me perchè sta volta non c'entro nulla!" - rispose alzando le mani. Camminarono ancora un pò, e quando si ritrovarono davanti una distesa di querce che pareva infinita, Nelly alzò il capo e sgranò gli occhi, sorridendo.
"Ila, Ila! - urlò entusiasta - E' quella la Foresta di Mezzo?"
"Sì, è quella... Però non facciamoci prendere dall'eccitazione... Dobbiamo stare uniti... Hey!!" - urlò accorgendosi di come la lady l'avesse ignorata e di come avesse preso a correre verso gli alberi, insinuandosi tra essi.
"Coraggio, venite! - urlò voltandosi e poggiando una mano sul tronco di un albero dietro di se - Una volta superata saremo a pochi passi dal Paradiso!"
"No, no, no! - fece Ila portandosi una mano sui capelli - Non va bene! Sebastian, fermala!"
"Perchè dovrei?" - chiese.
"Perchè è pericoloso! La foresta è protetta dalle Driadi!"
"Dalle.. Cosa...?" - chiese il maggiordomo per poi voltare lo sguardo verso Nelly. Ella era rimasta immobile, avvertendo poco dopo una presenza alle sua spalle. Girò lentamente il capo, aspettandosi di trovare l'albero a cui si era poggiata poco prima. Invece no, la sua mano stava ora stringendo il braccio di qualcuno: aveva le sembianze di una bellissima donna, alta, con  pelle era di un colore tendente al verdino delle foglie di primavera, le orecchie a punta, i capelli sembravano fili sottili di legno di quercia intrecciati tra loro così come l'abito che la ricopriva. Il suo viso era perfetto, gli occhi grandi, grigi e magnetici. La lady rimase a guardarla attonita per qualche secondo, rimasta incantata dalla bellezza e dal fascino di quella creatura che sembrava uscita da un libro fantasy, si ritrovò a pensare di non avere mai visto una donna così bella e dallo sguardo duro allo stesso tempo.
"Voi di qui non passerete, stranieri - disse ella ad alta voce, lanciando un'occhiata di sfida a coloro che aveva davanti - Io sono Aria, la protettrice della Foresta di Mezzo, il mio compito è impedire alla feccia come voi di poter solo pensare di arrivare al Paradiso". Dopodichè abbassò lo sguardo, accorgendosi finalmente di essere ancora tenuta ben stretta per il braccio dalla lady.
"Un demone - disse con tono sprezzante - E' impossibile che tu sia arrivata fin qui, avrebbero dovuto fermarti molto prima!"A quelle parole, Ila intervenne, "materializzandosi"  tra le due prima che la situazione degenerasse.
"Aria - la chiamò - Sono io, Ila, l'Angelo Guardiano, ho bisogno di attraversare la Foresta"
"Ila - mormorò la Driade fissandola - Come hai potuto portare qui dei demoni e degli shinigami?"
"Ho una missione da compiere - disse avvicinandosi a lei - Il mio compito è portarli fino al Paradiso"
"Questo è un sacrilegio! - urlò Aria dando l'impressione che tutto ciò che fosse intorno a lei tremasse - Non andrete da nessuna parte! Non vi permetterò di passare di qui! Tornate indietro se non volete affrontare la mia ira"
"A quanto pare non abbiamo altra scelta - sussurrò Sebastian divertito - Sarà interessante combattere contro una ninfa, è una cosa che non ho mai fatto nella mia lunga vita"
"Che seccatura! - sbottò Nelly lasciando finalmente andare la presa e puntandole il dito contro  - Senti tu, noi dobbiamo assolutamente passare, sono stanca di incontrare ostacoli per la mia strada!"
"Non puntare il tuo dito contro di me, empio demone - fece guardandola con ribrezzo e avvicinandosi per guardarla negli occhi e incutendole in un primo momento timore - Quelli come voi non dovrebbero mai mettersi contro la Protettrice della Foresta". Dicendo ciò, la Driade chiuse gli occhi e lanciando un urlo potente e acuto, la terra prese a tremare sotto i suoi piedi, gli alberi presero a muoversi, e improvvisamente essi si mutarono pian piano in donne, donne simili ad Aria, probabilmente altre driadi come lei.
"E questo che significa?" - chiese Ila osservando le altre creature che stavano avvicinandosi a loro.
"Soltanto chi può sconfiggere me, la Driade più potente, può solo pensare di attraversare la Foresta - rispose per poi voltarsi verso le altre - Insieme a voi, sorelle, io mi libererò di questi estranei!". Detto questo puntò un dito contro "gli estranei", e a quel gesto le driadi presero a correre verso i propri rivali. 
"Dannazione - urlò Nelly -  Sono stanca di essere trattata in questo modo solo perchè sono un demone! Inoltre sono ancora più stanca di incontrare ostacoli, ora basta!!" . A quel punto, la lady chiuse gli occhi, mentre una potente aurea nera prese a circondarle il corpo. I suoi occhi passarono direttamente dall'azzurro e rosso ad un colore quasi simile ad un viola brillantato. Congiunse le mani come se stesse pregando, si voltò su un lato puntando lo sguardo verso Aria che nel frattempo stava dirigendosi verso Ciel e Sebastian, e si concentrò. Liberò i suoi poteri demoniaci tutt'ad un colpo, concentrando nelle sue mani congiunte l'Arte oscura che adesso appariva più nera del solito se possibile. Fece un passo indietro, e con un movimento quasi "a scatto", "lanciò" il potere che aveva accumulato e materializzato verso la Driade. Prima che potesse raggiungerla però, la creatura stava già arrivando di fronte ai due demoni.
"Stai indietro - disse il maggiordomo a Ciel  - Non sei nelle condizioni"
"Non dire stupidaggini - sbottò - Nessuna Driade da quattro soldi può mettersi contro di me. Ce la posso fare, tu vai ad aiutare gli altri".
"Ma Ciel..." - provò a controbattere.
"Sebastian ti devi fidare di me - disse guardandolo serio - Ti ho salvato una volta, posso rifarlo se voglio". Il maggiordomo lo guardò per qualche secondo, per poi sospirare e assumendo un'espressione di rassegnazione.
"Eh, va bene - disse - Mi fido di te, ma fa attenzione". Dicendo ciò spiccò un salto e iniziò a correre verso la direzione dove gli altri stavano affrontando le driadi, in modo da poterli aiutare.
Ciel era quindi rimasto solo, ma non si sarebbe fatto intimidire, se era riuscito a "sconfiggere" il Re degli Inferi poteva anche far fuori una "fatina dei boschi". Dopo aver pensato ciò si alzò in piedi e i  suoi occhi passarono dal blu al rosso acceso e per un attimo si dimentico del dolore e delle fitte lancinanti che continuavano a tormentarlo da dentro. Spostò lo sguardo, venendo come il potere di Nelly stesse "inseguendo" la rivale da dietro, così fece anche lui lo stesso prima che quest'ultima potesse raggiungerlo: stese una mano in avanti, dalla quale sprigionò con violenza una scia che presto assunse la sembianza di uno stormo di corvi neri che andarono contro la Aria, la quale per un attimo si fermò, essendo colpita sia alle spalle che frontalmente.
"Tutti voi occupatevi delle sue amichette!" - urlò il conte rivolgendosi agli altri cercando di rimanere concentrato e soprattutto cercando di essere più forte del dolore che provava in quel momento - "A questa qui ci penso io"
Incredibilmente però, la Driade riuscì a liberarsi dalla presa di entrambi i poteri oscuri, alzando le braccia in alto e "spingendo" via le scie color pece.
"Questa è Arte Oscura - disse lanciando uno sguardo poco piacevole a Ciel - Maledetto e schifoso demone...!". Ella s'interruppe prima di poter fare qualche passo in avanti, poichè Harry l'aveva prontamente bloccata alle spalle.
"Cosa...? Un Kesshiteboru...?" - mormorò ella incredula.
"Proprio così - rise l'altro - Quelli della mia specie sono sempre stati presi poco in considerazione, ma nessuno sa che possiamo anche noi essere utili durante una guerra!". Dicendo ciò le lanciò un pugno da dietro all'altezza delle costole, facendola piegare in avanti.
"Bastardo - mugugnò ella massaggiandosi la parte dolorante - Hai osato colpire me con le tue luride mani Che tutto ciò che ti circondi sia contro di te!". A quel punto, sembrò proprio che Aria diventasse più alta di quanto fosse già se è possibile, e la terra prese nuovamente a tremare come scossa da un potente terremoto.
"Dannazione!" - sbottò Harry avendo la netta sensazione che quello fosse solo il preambolo di qualcosa di più pericoloso. Aria si voltò a guardarlo e dalle sue mani uscirono come dei fili intrecciati fatti di legno di quercia, i quali incatenarono il Kesshiteboru in modo talmente stretto da impedirgli di muoversi.
"La feccia come te dovrebbe solo sparire - sussurrò  aumentando la presa - Sarà divertente vederti trasformato in un albero, o magari una pianta velenosa!"
"No... Accidenti no, lasciami!" - mugugnò Harry cercando invano di liberarsi. Vedendo quella scena, Nelly sgranò gli occhi. Era rimasta ancora a debita distanza da quella tipa, e insieme a lei anche l'Angelo Guerriero.
"Bianca! - urlò - Dobbiamo assolutamente fare qualcosa!". L'Angelo si voltò e e dopo essersi conto della situazione, e dopo aver visto il suo Harry tra le grinfie di quella Driade maledetta, cambiò subito espressione.
"Vieni, mi è venuta un idea!" - urlò improvvisamente quest'ultimo facendo segno alla lady di seguirla.  Spiegò le ali e come un fulmine si avvicinò in modo veloce e furtivo allo stesso tempo alla Driade, mettendosi tra lei ed Harry in modo da poterlo difendere.
"Tu! - urlò Aria bloccando il suo potere di colpo - Io so chi sei! L'Angelo Peccatore! Sparisci dalla mia vista!"
"Non credo proprio!" - rispose l'altra. Mentre accadeva ciò, Nelly aveva avuto il tempo di concentrare nuovamente la sua energia, cercando di utilizzare più forza  visto che in quel momento la situazione dipendeva in parte anche da lei. Tese entrambi le mani mentre gli occhi questa volta passarono al colore del sangue appena fresco e poi al viola brillantato, e sprigionò il suo potere andando a colpire alle spalle la Driade che fu costretta a piegarsi e lasciare andare definitivamente Harry.
"Bianca adesso!" - urlò cercando di rimanere concentrata. A quelle parole, l'Angelo Guerriero  si posizionò meglio  davanti la driade e cominciò anche lei a sprigionare il suo potere "della luce", ma prima che questo potesse colpirla, la rivale si alzò in piedi, nonostante fosse colpita da due forze opposte e fortissime sia davanti che dietro, anche se era  evidente che era faticava  solo a reggersi in piedi.
"Questa qui non si arrende, sarà il caso di intervenire!" - fece Ciel alzandosi e raccogliendo le forze che per qualche motivo sconosciuto iniziavano a scemare. Si concentrò nuovamente e  andò accanto a Nelly, cercando di darle man forte. Harry, che in quel momento li guardava, pensò a come rendersi utile. Quando era "in vita" aveva riconosciuto più volte di avere una forza e un modo di uccidere senza pietà, come aveva fatto con Nelly. Anche se si era "addolcito" questa era l'occasione perfetta per tirare fuori la parte demoniaca-macabra di se. Si alzò in piedi e provò anche lui per la prima volta a sprigionare i suoi poteri demoniaci, cosa che prima non aveva mai fatto. Si concentrò, e chiuse gli occhi sentendo una pressione da dentro che diveniva sempre più grande. Dopodichè riaprì occhi delle cui iridi erano passati dall'azzurro ghiaccio al rosso/dorato. In quel momento si sentì pieno di forza, si sentì bruciare dal profondo della sua anima.
 Spiccò un salto in avanti e finì addosso la driade che adesso si trovava in balia di tre poteri diversi a cui ancora si ostinava a resistere. Le afferrò la testa tra le mani, e in quel momento tutta la sua voglia di sangue e di fare a pezzi le persone gli tornò alla mente come quattro anni prima: se sarebbe stato possibile gliel'avrebbe spezzata. Iniziò a spingerla con forza all'indietro finchè non sentì un "click", certo non l'avrebbe uccisa, ma le avrebbe procurato un bel danno. Mentre faceva ciò gli altri tre continuavano a infliggerle il loro potere, quando ad un tratto Nelly arrivò al culmine della sua forza. Si avvicinò ad ella, e l'aura che per tutto il tempo l'aveva circondata divenne ancora più nera ed estesa.
"Sparisci!" Dolore! Angoscia, Morte!" - urlò aumentando la foga con cui le scie ricoprivano e consumavano il suo corpo. A quel punto accadde una cosa strana: la testa  di Aria sembrò spezzarsi grazie alla continua pressione che Harry  esercitava. Poi si sentì un urlo da parte della stessa, la quale sparì subito dopo, un gesto seguito da un 'altro potente tremolio da parte della terra, questa volta più violento degli altri. Insieme ad ella, anche le altre driadi scomparvero, disperdendo il loro spirito nell'aria e ritirandosi dentro le querce. Sebastian e gli altri si fermarono all'improvviso, guardandosi intorno: le Protettrici della Foresta si erano arrese a avevano dato la loro ritirata.
"Oh - fece Nelly accasciandosi al suolo - Quella tipa mi stava antipatica, mi ha prosciugato via un bel pò di forza". Come lei anche il conte si lasciò cadere sul terreno mentre i suoi occhi ritornavano al colore originale, per poi lanciare uno sguardo ad Harry.
"Perchè hai cercato di difendermi?" - chiese duro.
"Diciamo che sto cercando di ripagare il mo debito - sorrise per poi voltarsi verso Bianca - Grazie per essere intervenuta"
"Grazie per aver ritrovato la tua forza nel momento giusto" - rispose l'Angelo ammiccando. Sebastian e gli altri li raggiunsero.
"State tutti bene?" - chiese loro Nelly guardandoli uno per uno.
"Assolutamente! - la rassicurò Destiny - Ci vuole più di una stupida fatina per fermare una shinigami!"
"Ciel! - fece il maggiordomo andandogli incontro e aiutandolo ad alzarsi - Stai bene?"
"La smetti di preoccuparti così? Ti ho detto che sto bene" - sbottò il conte arrossendo.
"Noi abbiamo veramente... Sconfitto la protettrice della Foresta?" - chiese Nelly con lo sguardo attonito verso la distesa di querce.
"Sembra assurdo ma è così - rispose Ila riprendendo fiato - Sono pochi coloro che sono riusciti a dare del filo da torcere ad Aria"
"Siamo grandi, sì! - fece Nelly ritrovando il suo entusiasmo - E il merito e anche vostro Harry e Bianca, insieme siete perfetti!". I due si guardarono, arrossendo imbarazzati a quell'affermazione.
 In quel secondo accadde qualcos'altro. Essi videro qualcosa volare sopra le loro teste: sicuramente non era un angelo, però aveva delle ali maestose e si avvicinava sempre più a loro.
"Che cos'... è?" - chiese Harry scrutandolo.
"Un nemico? - chiese Ciel
"No - rispose Ila sognante - Quello non è un nemico". Qualche secondo dopo, ciò che volava in modo aggraziato come una piuma, arrivò a toccare il suolo: esso non era ne un angelo ne un nemico: era un bellissimo unicorno dal manto e dalla criniera bianca, le ali morbide come quelle di un angelo e un corno argentato. Ila lo guardò un pò, per poi corrergli incontro seguita da Bianca.
"Piuma! - urlò correndo ad accarezzargli la criniera - Sei proprio tu!"
"Non posso crederci, è così tanto tempo che non ti vedo!"- aggiunse Bianca. Quello era proprio un unicorno, e forse per questo gli altri non si sarebbero mai aspettati che rispondesse.
"Ero sicuro di trovarvi qui" - rispose l'unicorno accennando un sorriso. E' inutile dire che questo gesto lasciò tutti di stucco, in particolare Ciel.
"Un... Cavallo parlante? - chiese sgranandogli occhi  - No, dunque, io ho accettato tutto fin ora, demoni, angeli, anime e fatine dei boschi, però adesso siamo al delirio, non gli animali parlanti, vi prego!"
"Non è un animale parlante - spiegò Ila - Lui è Piuma, un unicorno, gli unicorni sono i destrieri degli Angeli".
"Oh, grazie, questo fa molta differenza" - sbuffò.
"Vi stavamo aspettando" - disse Piuma. Nelly si avvicinò all'animale quasi incantata ma anche un pò intimidita, insomma, certe cose si vedevano solo nei libri.
"Ci stavate aspettando?" - chiese titubante la lady.
"Assolutamente sì, principessa Helena" - rispose Piuma abbassando il capo e a mo di inchino. Nelly ebbe come un sussulto nel sentirsi chiamare in quel modo: era sempre stata chiamata con l'appellativo di "lady", ma mai con quello di "principessa", questo perchè non lo era.
"Princi... pessa...?" - chiese titubante
"Capirete a tempo debito, principessa. Voi dovreste essere..." - disse voltandosi verso il conte e il maggiordomo.
"Ciel Phantomhive, piacere di conoscerti cavallino bello"- rispose nervoso, evitando che l'unicorno si lasciasse sfuggire qualcosa di troppo.
"Piumino, cosa ci fai qui?" - chiese Ila.
"Sono venuto per condurvi fino al Mare di Luce" - rispose.
"Davvero ci porterai al Mare di Luce?" - chiese Nelly.
"Assolutamente, principessa. Venite, vi porterò io stesso, è meglio che ci facciate l'abitudine". La lady dapprima non capì il significato di quella frase, ma l'idea di volare in groppa ad un unicorno le portava un certo entusiasmo.
"Davvero? Che meraviglia! Posso davvero?". Dicendo ciò si avvicinò a Piuma, accarezzandogli la criniera e anche e il manto bianco e immacolato, per poi compiere un salto e accomodarsi sulla schiena dell'animale.
"Angelo Guardiano - disse rivolgendosi ad Ila - Basterà alzare lo sguardo per poter vedermi. Vi porterei tutti in groppa ma non mi è possibile, e la principessa ha la priorità. Vi aspetteremo lì. Siete pronta, principessa?"
"Assolutamente sì! - rispose ridendo - Ci vediamo lì!". Piuma iniziò a battere le ali, e qualche secondo dopo si era già alzato in volo, verso la Foresta.
"Ma guarda tu - fece Ila portandosi una mano in testa -  Un unicorno destriero di un demone. Beh, arrivati a questo punto più nulla dovrebbe sorprendermi"
"Giù - aggiunse Bianca - Quello che non capisco è... Perchè ha chiamato Nelly "principessa"?". Quasi istintivamente le due si voltarono a guardare Ciel e Sebastian, sperando di ottenere una risposta.
"E beh? - fece il conte poggiando le mani sui fianchi - Perchè mi guardate così? Non ne so niente! Piuttosto rimettiamoci in viaggio, dobbiamo sbrigarci! Sebastian, avanti prendimi!"
"Pensavo volessi essere lasciato in pace" - rispose l'altro divertito.
"Sì, ma sono senza forze adesso - sbottò arrossendo - Quindi taci e prendimi". Dicendo ciò, essi ripresero a camminare, affrontando quella che sarebbe stata l'ultima tappa prima di arrivare alle Porte del Paradiso.

Angolo dell'Autrice
Nella mia mente ci deve essere qualcosa che non va.... Unicorni! Unicorni? Da dove mi è venuto? Perchè amo tanto questi animali? Perchè? *si prende a schiaffi*, ok basta così xD . Non potevo non inserire un momento Destiny/Ronald, li sto amando. Eh, Destiny alla faccia della "pura".
Destiny: La lussuria fa parte del mio DNA
YukiWhite: Azz... Che diamine ci fai tu qui? o.o
Destiny: Sono entrata dalla finestra! ^^
YukiWhite: Cosa?! o.o Ma vattene, tu sei pazza o.o
Destiny: Ha parlato quella che mette gli unicorni ovunque...
YukiWhite: ... Eh che balle... Ha ragione però..

T.T Ci vediamo al prossimo capitolo :D


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Capitolo 11
*** IL MARE DI LUCE! FINALMENTE IL PARADISO! ***


Piuma volava veloce ed elegantemente nello stesso momento, sfrecciando tra le nuvole bianche.
Nelly si reggeva forte, stringendo tra le mani la criniera dell'unicorno, un pò impaurita da quel volo che la faceva fremere dall'eccitazione. Nonostante fosse un demone non si sarebbe mai aspettata di vivere una cosa del genere: stava volando e la sua testa era appena baciata dai raggi del sole, mentre le morbide nuvole erano così vicine da poter essere sfiorate con un dito. Tutto ciò aveva un non so che di surreale, ma quello non era un sogno: era la realtà, la sua realtà, ed aveva la netta sensazione che quella fosse solo una delle cose meravigliose e spettacolari che avrebbe visto.
Lanciò uno sguardo in basso, notando che stavano sorvolando la distesa di alberi di querce: quella vista la fece rabbrividire, erano talmente in alto che veniva difficile distinguere altro. Poi però prese a nuovamente a guardare davanti a se, e il suo cuore ebbe un sussulto alla visto di ciò che aveva davanti: mare. Era però un mare diverso da quello che aveva visto in Purgatorio, esso appariva infinito, sconfinato, non era simile a niente che avesse mai visto.
"Dovremo attraversarlo?" - mormorò pianissimo, tanto da non aspettarsi una risposta.
"Sì principessa - rispose Piuma - Una volta arrivati giù vi poggerò delicatamente sulla superficie dell'acqua, e una barca sarà lì ad attendervi, in modo che possiate proseguire il viaggio insieme agli altri. Io volerò sopra le vostre teste e rimarrò con voi fino a che non arriveremo in Paradiso"
"Wow..." - mormorò la lady non riuscendo più ad aggiungere altro. Si sentiva incredibilmente bene, in pace, tranquilla, come non lo era mai stata. Una sensazione simile ad una piacevole sonnolenza la trovò all'improvviso, e per questo Nelly si lascio cadere con il viso sul manto morbido dell'unicorno, socchiudendo gli occhi ed entrando in una sensazione simile al "dormiveglia", solo più dolce e tranquilla.
"Piuma - sussurrò poi - Il Paradiso com'è?"
"Non credo ci siano parole per poterlo descrivere - rispose continuando a battere le ali - E' un qualcosa che puoi capire solo se lo vedi. Sapete principessa, questa è la stessa domanda che mi fanno ogni volta tutte le anime che porto in groppa verso il Paradiso"
"Gli Angeli?" - chiese.
"No, principessa - rispose - Il compito di noi Unicorni non è solo quello di essere i destrieri degli Angeli, ma anche quello di portare le anime dalla Foresta di Mezzo al Paradiso"
"Trovo che sia una cosa meravigliosa - mormorò sorridendo - Non vedo l'ora di essere lì". Fino a quel momento, l'unico motivo per cui Nelly voleva raggiungere il Paradiso, era per riportare Bianca indietro. Adesso invece, sentiva l'irrefrenabile desiderio di raggiungere quel Luogo, voleva vederlo, voleva perdersi nell'immensa luce divina  che avrebbe trovato al suo arrivo. Forse era un controsenso per un demone, portatore dell'oscurità, voler vedere la Luce, eppure erano queste le sensazioni che provava.
"Principessa - sussurrò Piuma - Siamo quasi arrivati". A quelle parole Nelly si tirò su ancora assonnata, spalancando gli occhi do fronte al Mare di Luce che visto da vicino appariva ancora più splendido e magnifico, poichè le stesse acque sembravano fatte di luce. 
Piuma prese a scendere di quota e Nelly dovette fare a meno della dolce sensazione del sole sulla pelle, anche se un'altra ancora più forte sopraggiunse a quest'ultima: l'odore dell'acqua salmastra e della brezza delicata che gli scompigliava i capelli. Quando furono proprio a pochi metri dalla superficie dell'acqua, Nelly si sporse e poté vedere una barchetta di legno che galleggiava sull'acqua, il mezzo di trasporto che in teoria avrebbe dovuto portarla sino alle Porte del Paradiso.
"Puoi poggiarmi sulla barca? - chiese continuando a stringerlo per la criniera - Non vorrei bagnarmi"
"Come volete principessa" - rispose l'unicorno fermandosi a circa mezzo metro d'altezza dalla barca, in modo che la lady potesse finrci dentro con un salto. Ella si tirò poi su, accorgendosi con piacere di essere cullata non dalle onde, ma da un leggero movimento dell'acqua sottostante. Dopodichè voltò il capo, guardando ciò che stava alle sue spalle: un piccolo pezzo di terra, preceduto da quello che doveva essere l'ultimo pezzo della Foresta di Mezzo. Successivamente si voltò di nuovo, cercando con gli occhi di scorgere un orizzonte o qualche altro pezzo di terra, ma invece non trovò nulla: solo un mare infinito che si estendeva chissà per quanto, un mare che arrivato fino ad un certo punto si univa al cielo.
"Principessa, gli altri sono qui" - sussurrò poi Piumino distraendola dai suoi pensieri, indicando col muso le figure degli altri che sbucavano dagli alberi.
"Finalmente! - sbottò Ciel a braccia conserte - Quella è più una giungla che una foresta!"
"Di cosa ti lamenti se ti ho portato in braccio io?" - chiese Sebastian.
"Mi lamento! - disse - La prossima volta vado anche io su un unicorno, che è sicuramente meglio di te!"
"Siamo nervosetti, a cosa sono dovuti questi sbalzi d'umore?" - chiese ancora divertito.
"Non è divertente idiota, io...!" - s'interruppe di colpo, volgendo lo sguardo a Nelly e successivamente alla distesa d'acqua che aveva davanti.
"Il Mare di Luce! Finalmente!" - fece Bianca correndo incontro alla barca con gli occhi lucidi.
"Siete qui! - disse Nelly sorridendo - Bianca, è meraviglioso, non ho mai visto niente di più bello"
"Aspetta di arrivare alla Porta del Paradiso, lì vedrai che spettacolo - rispose accomodandosi - Forza, venite!"
"Il viaggio durerà un pò, principessa - disse Piuma alla lady - Comunque veglierò su voi e i vostri amici per tutto il tempo con il mio volo"
"Grazie, Piuma!" - lo ringraziò. Dopo che anche gli altri ebbero raggiunto la barca, essa fu dolcemente trascinata e cullata dalla corrente del mare nonostante quest'ultimo apparisse piatto e immobile. Nelly guardò nuovamente di fronte a se perdendosi nell'infinito di un  un oceano che la stavano portando verso la Luce, poi guardò in alto vedendo come Piuma volasse sopra le loro teste e al loro stesso passo. Avrebbe tanto voluto lasciarsi andare ad un sonno piacevole e pieno di sogni tanta era la tranquillità e la beatitudine di quel luogo, eppure si sentiva talmente eccitata da non riuscire a lasciarsi andare. 
Passarono diverse ore, ma nessuno seppe dire con esattezza quante di preciso, sembrava che fosse passata almeno mezza giornata, eppure era impossibile capirlo, sia per via del sole che rimaneva sempre alto come a mezzogiorno, sia perchè nell'Aldilà il tempo non esisteva effettivamente.La lady più volte si divertì a sfiorare l'acqua che nonostante l'odore si rivelò poi essere dolce, e talmente trasparente da lasciare intravedere i pesci color arcobaleno che guizzavano allegramente sopra la sabbia bianca come neve. A spingere la barca non era un vento fastidioso o impetuoso, bensì una brezza leggera e dolce come una ninna nanna che li cullava sempre avanti, verso il nord. La cosa più sorprendente però fu vedere le Naiadi materializzarsi di tanto in tanto di fronte i suoi occhi: donne bellissime alla pari delle Driadi, ma col corpo interamente formato d'acqua, le quali si divertivano tra di loro a rincorrersi sulla superficie dell'acqua e che ogni tanto si voltano per salutare con la mano la lady che ricambiava volentieri. Per non parlare poi del delfini che sbucavano improvvisamente quasi a farla trasalire, l'acqua doveva essere davvero alta, eppure si riusciva a intravedere il fondo come se fosse stata alta pochi centimetri. Quello era davvero uno spettacolo a dir poco sublime, e anche gli altri come Nelly erano stupiti, meravigliati di fronte quelle creature, quel luogo e quell'atmosfera così magica, tranquilla, divina. L'unico che forse non riusciva a stare tranquillo era come sempre ultimamente il povero Ciel, il quale si sentiva una pezza, stava malamente poggiato al bordo della barca con la testa all'indietro.
"Ah... Povero me - si lamentò - Sto per vomitare"
"Che schifo! - sbottò Bianca - Senti, cerca di non sporcare queste Acque Sante, d'accordo?"
"Non è colpa mia - sospirò - E poi quand'è che si arriva? Il mio corpo implora pietà"
"Ti stai indebolendo, Ciel - disse Sebastian che oramai aveva capito quanto fosse divertente stuzzicarlo - E' strano, i demoni dovrebbero rafforzarsi di più, non indebolirsi"
"Oh, e stai zitto! - sbuffò - Ho solo un pò di nausea, il che è strano, visto che non ho mai sofferto il mal di mare...". S'interruppe di colpo poichè un pensiero gli attraversò la mente, un pensiero che non poté portare a termine a causa della voce squillante di Nelly che lo fece trasalire.
"Oh mio Dio! - urlò la lady alzandosi all'improvviso - Guardate là, che cos'è?". Gli altri si voltarono, accorgendosi di come davanti a loro, il mare avesse assunto un'aspetto diverso: c'era qualcosa che galleggiava in acqua, anzi per meglio dire, per tutta l'acqua dinnanzi ad essi, e nonostante non si capisse bene di cosa si trattasse era davvero uno spettacolo meraviglioso da guardare. Solo quando la barca ebbe raggiunto quella "strana distesa", poterono capire di cosa si trattasse.
"E'... Bellissimo - mormorò Sebastian rimanendo davvero colpito a quella visto - Cosa sono?"
"Ninfee in fiore - rispose Ila sporgendosi un po per raccoglierne una - Come quelle che si trovano negli stagni o nei laghi. Da questo momento in poi ne vederete una miriade galleggiare sulla superficie dell'acqua". L'Angelo Guardiano aveva ragione: la barca continuò ad avanzare per quel mare che adesso sembrava costituito da quelle meravigliose ninfee dai colori bianco e rosato. Nessuno di loro, a parte i due Angeli, aveva mai visto nulla di così spettacolare, tanto che anche Ciel non poté fare a meno di lasciar perdere per qualche secondo il suo malumore e di rimanere meravigliato.
La barca continuò ad avanzare e di tanto in tanto Nelly alzava gli occhi al cielo limpido per essere sicura di poter vedere Piuma, il quale sembrava guidarli verso una direzione precisa. Il sole era piacevole, l'aria salata, nonostante l'acqua fosse dolce e la tranquillità e la pace regnavano assoluti, donando a tutti un senso di tranquillità ineguagliabile. Solo dopo un'altro paio d'ore (o almeno sembrarono un paio d'ore) Nelly interruppe il silenzio, iniziando a indicare incessantemente qualcosa dinnanzi a se.
"Vedo qualcosa - disse sgranando gli occhi - Siamo arrivati?"
"Sì - rispose Ila sorridendo - Quella è la Porta del Paradiso". A quelle parole la lady si zittì di colpo, rimanendo a bocca aperta di fronte quello spettacolo che seppure non riusciva a vedere bene gli provocava giù un certo senso di meraviglia. Qualche metro più tardi accadde qualcosa: la barca si fermò di botto, come se si fosse incastrata su qualcosa, ed effettivamente era così. Sebastian sporse il capo, e guardò giù spalancando gli occhi: l'imbarcazione aveva toccato terra, terra costituita da bianchissima sabbia. Dopodichè voltò lo sguardo dietro di se, rendendosi finalmente conto dell'incredibilità della situazione: arrivati a quel punto, mare e sabbia s'incontravano senza fondersi, erano ben separati tra di loro, come divisi da una linea precisa.
"Questa poi... Cos'altro devono vedere i miei occhi?" - si chiese il maggiordomo scuotendo il capo.
"Credo... Che ci sia qualcos'altro che dovresti vedere.." - mormorò pianissimo Ciel, il quale era rimasto con lo sguardo attonito fisso davanti a se. Sebastian seguì lo sguardo del conte, alzando gli occhi e spalancandoli un attimo dopo.
D'innanzi ad essi s'innalzava un imponente muro verde alto chissà quanti metri. Guardandolo più attentamente si resero poi conto che quello non era un semplice muro, bensì un onda perennemente innalzata, perfettamente verticale, la cui superficie invisibile si fondeva col cielo e formava un arcobaleno, mentre la brezza che in quel punto diventava più violenta la spingeva all'indietro, nonostante l'onda fosse per l'appunto ben stabile. Era di color verde acqua ma trasparente, e nonostante ciò non si riusciva a vedere ciò che c'era oltre.
"Ma... E' possibile una cosa del genere?" - chiese il maggiordomo che pareva completamente in stato di shock.
"E'... La cosa più... Straordinaria che abbia mai visto...." - mormorò la lady, riconfermando il suo pensiero di poco prima: avrebbe avuto ancora tante cose meravigliose da scoprire.
"Finalmente! - urlò Bianca entusiasta e scendendo dalla barca - La Porta del Paradiso, finalmente! Forza venite!". Ci volle qualche secondo prima che gli altri si destassero dallo stupore, e dopotutto come dargli torto, stavano osservando qualcosa che non esisteva in nessun altro mondo.
"Siamo ai limiti dell'assurdità - borbottò Antony sistemandosi nervosamente gli occhiali - Questo è troppo per uno shinigami razionale come me... E' troppo..."
"E' meraviglioso - disse Nelly saltando dalla barca e afferrandolo istintivamente per mano - Antony, lo attraverseremo insieme, d'accordo?". Lo shinigami arrossì a quella proposta e il suo sguardo "duro" lasciò posto ad uno sguardo piuttosto confuso ma felice allo stesso tempo.
Si diressero vicino al muro d'acqua fino a ritrovarsi a pochi centimetri da essa. Provarono più volte a sforzarsi per vedere cosa c'era oltre, ma era inutile, non si vedeva niente. Bianca si voltò a guardarli, sorridendo.
"Arrivati a questo punto, vi direi che il viaggio finisce qui. Però sento che non finisce qui"
"Certo che non finisce qui! - esclamò la lady trascinando con se lo shinigami - Entreremo con te in Paradiso!"
"Lo so - rispose Bianca - Non so cosa accadrà quando attraverseremo la Porta. Dovrete fare attenzione, molta più attenzione di quella che avete avuto all'Inferno o al Purgatorio. Stiamo per entrare nella Casa delle Anime Nobili"
"Che bello! Sono così eccitata! - urlò la lady sorridendo - Ti seguo a ruota!"
"Molto bene allora - sorrise l'Angelo affiancata dall'Angelo Guardiano - Attraverseremo prima noi. Voi, veniteci dietro!"
"Sì! - disse voltandosi verso Antony con il quale era ancora mano nella mano - Tu sei pronto?"
"Adesso sì" - mormorò l'altro lanciando prima un'occhiata alle loro mani strette tra loro e poi al viso della lady, gesto che la fece arrossire visibilmente.
Bianca allungò una mano verso il muro d'acqua, fece come per trattenere il respiro (anche se in realtà non era così) e si spinse per metà in avanti, facendo poi agli altri segno di seguirla. I primi dopo di lei ad attraversarlo furono Ila, poi Nelly ed Antony, Harry, Destiny e Ronald. Dopodichè sarebbe toccato a Sebastian e Ciel, il quale appariva vagamente stralunato in viso.
"Mh? Cosa ti prende? - chiese il maggiordomo voltandosi a guardarlo - Hai paura di attraversare?"
"Non è questo - mormorò l'altro - E che... C'è una cosa che dovrei dirti..."
"Me la dirai dopo, Ciel - lo rassicurò l'altro afferrandogli dolcemente una mano e baciandola - Adesso, siamo finalmente arrivati alla meta del nostro viaggio, my lord"
"Stupido - borbottò l'altro arrossendo - Eh va bene, andiamo. Ma non osare lasciarmi, è un ordine"
"Yes, my lord" - rispose l'altro facendo un piccolo inchino. Fu così che anche i due attraversarono la Porta del Paradiso. Quello che provarono durante il passaggio fu la stessa sensazione che si prova attraversando effettivamente un muro d'acqua: si sentirono bagnare i vestiti, sentirono freddo e sentirono l'aria per qualche secondo, eppure non era una sensazione fastidiosa. Nelly strinse la mano di Antony per tutto il tempo, oramai aveva capito che averlo accanto gli trasmetteva sicurezza, nonostante non avesse avuto ancora l'occasione di dirlo apertamente.
Tenne gli occhi chiusi, anche quando la sensazione di umido e freddo sulla pelle fu sparita, nonostante la curiosità di vedere il Paradiso era più forte di qualsiasi altra cosa. Soltanto alle parole di Bianca, lei e gli altri aprirono pian piano gli occhi.
"Finalmente a casa. Benvenuti in Paradiso" - disse la voce carica di emozione dell'Angelo.
La lady aprì gli occhi, avvertendo un fremito lungo la schiena. La luce era così potente e dolce allo stesso tempo da farle venire voglia di piangere, ma ovviamente dovette trattenersi. La prima cosa che fece fu guardare in basso: i suoi piedi erano poggiati su un tappeto di nuvole color oro, o forse era luce a donargli quel colore. Il cielo  era dello stesso colore delle nuvole, seppure non ci fosse un sole ad illuminarlo, anche se la cosa più sorprendente fu alzare lo sguardo e vedere come le stelle puntellassero il cielo come in piena  notte, stelle piccole, grandi, stelle di una miriade di colori diversi. Più in fondo però, il cielo appariva nero come la notte e ancor più pieno di stelle, e al di sotto di questo cielo c'era un castello anch'esso in oro, luminoso e splendente, il quale nonostante fosse abbastanza lontano, lasciava intravedere l'interno grazie alle finestre grandi per quasi tutto il perimetro delle mura. La lady strinse ancora di più la mano dello shinigami, provando un emozione indescrivibile di fronte quel luogo piena di Luce Divina, e pieno allo stesso tempo di tutti quei colori, probabilmente dovevano esserci più cieli che coesistevano in una stessa dimensione, perchè Nelly vide "pezzi" di cielo completamente diversi tra loro, in uno molto distante sembrava addirittura che ci fossero i pianeti, in un'altro la luna, in un altro ancora il sole. 
Nello stesso momento in cui era entrata in Paradiso aveva provato una sensazione di pace assoluta, era arrivata al culmine della beatitudine e della tranquillità. Si sentì più viva che mai e in pace col mondo, sentì in quel momento di aver raggiunto la perfezione interiore.
"Oh - mormorò pianissimo - Il Paradiso..."
"Sì - rispose Antony a bassa voce - Ora si che siamo ai limiti dell'assurdità. Ma non ho mai visto un posto come questo".
Si lasciarono andare per ancora qualche minuto alla pace del Paradiso, ignorando però il fatto che fossero delle creature all'interno di un Regno da cui erano assolutamente odiati, così come si dimenticarono presto che stare lì si sarebbe rivelato più pericoloso che piacevole...

Angolo dell'Autrice
Un capitolo quasi del tutto descrittivo, ma ci tenevo a descrivere bene bene :3 E' palese che per il Mare di Luce e la Porta del Paradiso mi sono ispirata a "Le Cronache di Narnia - Il viaggio del veliero", non so se sono riuscita a spiegare tutto bene, ma chi ha letto il libro o visto il film può capire meglio xD . Per quanto riguarda il Paradiso.... L'ho descritto così perchè quando era piccola roba di tipo 5 anni, ho fatto un sogno in cui il Paradiso era proprio così e da quel momento non l'ho più dimenticato xD
Comunque, non penso proprio che i nostri amici avranno una bella accoglienza, voi che dite? :3

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Capitolo 12
*** UN'ACCOGLIENZA SPIACEVOLE! TUTTI IN TRAPPOLA! ***


Ci volle un pò prima che riuscissero a riprendersi da quella visione meravigliosa. Era tutto così perfetto e tranquillo che per un attimo di scordarono di trovarsi una situazione di "pericolo".
"Sono così felice di essere tornata! - esclamò Bianca entusiasta - Non avrei mai sperato di rivedere la mia casa!"
"Quindi questo è... Il Paradiso? - mormorò Harry - E' davvero.... Incredibile. Un Kesshiteboru come me non avrebbe mai pensato di ritrovarsi dall'oscurità più totale del Kuredoru a questa Luce Divina"
"Ila... Bianca... - sussurrò poi Nelly - Quindi vivete in questo luogo meraviglioso?"
"Proprio così - rispose Ila dando una pacca sulla spalla all'amica - Non sarà l'India ma è comunque un posto favoloso, anche se lo stesso non si può dire per gli altri Angeli...".
"Accidenti, è vero! - sbottò Bianca - Gli altri Angeli! Me ne ero completamente dimenticata! Se vi vedono qui è la fine...!". S'interruppe di colpo, accorgendosi di essere completamente ignorata da Destiny e Nelly, le quali avevano preso a saltellare allegramente per le nuvole come se fossero state leggere come piume, e in effetti li tutto appariva così leggero e delicato che si aveva l'impressione di poter volare anche senza ali.
"Waa! Che cosa strabiliante! - urlò la rossa - Certe cose me le sogno nel mio mondo!"
"Piantatela! - urlò Ila - Finirete col mettervi nei guai, non dovreste dare troppo nell'occhio!"
"Di cosa stai parlando? - chiese Nelly ridendo - Mi bastano un paio d'ali e posso passare benissimo per un Angelo!"
"Che cosa?! - chiese ancora l'Angelo Guardiano per poi rivolgersi a Ciel e Sebastian - Insomma, voi due volete fare qualcosa anzichè stare lì immobili?".
I due demoni in effetti non si erano ancora mossi ne avevano proferito una parola, sembravano essere ancora catturati dall'atmosfera magica/santa di quel posto.
"E noi dovremmo regnare in questo posto?" - sussurrò Ciel stando ben attento a non farsi sentire dagli altri.
"A quanto pare - rispose l'altro apparentemente tranquillo - Credo che dovremo abituarci a tutta questa luce"
"Mi chiedo come fai ad essere sempre così indifferente a tutto" - sbuffò il conte. Dal canto loro, Nelly e Destiny non avevano di certo pensato di ascoltare Ila, si sentivano entrambe così entusiaste di essere arrivate fin li, così tanto da non riuscire a trattenere la loro allegria.
"Insomma! - le rimproverò Bianca - Volete capire che non è un gioco, state ferme....!" - s'interruppe nuovamente al suono di una voce acuta che chiamava il suo nome. Voltò il capo verso sinistra giust'in tempo per vedere una graziosa e minuta figura saltarle addosso e circondarla con le braccia.
"Bianca! - urlò la piccola figura che si rivelò essere un Angelo - Sei tu? Sei davvero tu! Non ci posso credere!"
"Nuvola! - la chiamò l'altra guardandola attentamente per poi restituirle l'abbraccio - Oh Cielo, non sai quanto mi sei mancata!". A quel punto Nelly decise finalmente di frenare il suo entusiasmo e di volgere uno sguardo al piccolo Angelo: ella avrà avuto si e no otto anni, e come Bianca era pallida, vestiva con una tunichetta bianca, gli occhi erano celesti e i capelli albini portati a caschetto, mentre le sue ali erano addirittura troppo grandi per un corpo così piccino. 
"Bianca, cosa ci fai qui?" - chiese il piccolo Angelo tenendola stretta.
"Sono tornata! - esclamò l'altra - So che sicuramente non capirai cosa voglio dirti, ma grazie ai miei nuovi amici sono riuscita a tornare qui!". A quell'affermazione, Nuvola spostò lo sguardo sui demoni e sugli shinigami, lasciandosi andare poco dopo ad un urlo acuto.
"Ah! - fece sollevandosi un pò dalle nuvole - Cosa ci fanno quegli essere qui?"
"Non gridare - disse Bianca attirandola a se - Loro non sono nostri nemici!"
"Si che lo sono! Sono shinigami, e demoni e..." - non riuscì a completare la frase, poichè il suo sguardo si posò subito dopo su Harry, il quale si accorse di essere osservato.
"E un Kesshiteboru, esatto" - rispose a braccia conserte, continuando la frase.
"Li hai portati tu qui?" - chiese Nuvola cercando di darsi una calmata.
"Direi che è il contrario - sorrise - Loro mi hanno portata qui. Non sono nostri nemici". Nuvola prese ad osservarli meglio uno ad uno, finchè il suo sguardo non si posò su Nelly, la quale pensò bene di farsi avanti e porgerle una riverenza.
"Piacere di conoscerti - disse - Mi chiamo Helena e ti assicuro che non voglio farti del male!". Il piccolo Angelo sembrò tranquillizzarsi un attimo a quelle parole, e si avvicinò un pò tremante alla lady.
"Helena? - ripetè per poi guardarla negli occhi ed avere un sussulto - I tuoi occhi! - esclamò - I tuoi occhi sono di colore diverso!"
"Eh? Oh, sì, è strano già..." - rispose la lady imbarazzata. Dopodichè l'Angelo si voltò nuovamente in modo da poter guardare Ciel e Sebastian.
"Emh... C'è qualcosa che non va, my lady?" - chiese il maggiordomo sentendosi osservato.
"Voi due - mormorò l'Angelo scrutandoli attentamente - Voi due siete... Ma certo! Bianca, dovete fare qualcosa subito prima che lei sia qui!"
"Lei...?" - chiese il conte.
"Sì, lei - mormorò Bianca a denti stretti - L'Angelo Guerriero più forte dell'Armata Celeste, colei che fa le veci del Kami..."
 
Intanto, al castello d'oro...
Un Angelo dall'aspetto incantevole stava in piedi su una nuvola d'oro con lo sguardo rivolto  ad una delle tante finestre che davano su un cielo nero, infinito e ricoperto di stelle.
Ella aveva un'aspetto davvero incantevole, molto probabilmente era l'Angelo più bello del Paradiso: un corpo perfetto, coperto da una veste più pesante rispetto alle tuniche degli altri Angeli, di colore azzurro e con una pelliccia che ricopriva i polsi e la parte sotto il collo, abito che si concludeva poi con uno spacco che lasciava scoperta la gamba sinistra, il quale le dava sicuramente un aspetto più sensuale. I suoi capelli più che albini risultavano di un biondo paglierino, elegantemente acconciati in una treccia  di mezzo lato. Il viso era ovviamente privo di ogni singola imperfezione, le labbra erano rosse e gli occhi color verde acqua erano ben truccati. E poi c'erano ovviamente le sue ali, grandi, maestose, belle come quelle di una farfalla ma che parevano forti come quelli di una rondine o un gabbiano.
Ella afferrò un calice d'oro e dopo averne versato dentro dell'ambrosia, lo portò vicino alle labbra, sussurrando prima una frase.
"Oh, caro il mio Kami - disse accennando un ghigno - Oramai è sicuro che non tornerai. I tuoi adorati "eroi" cantati nella Profezia non si sono ancora fatti vivi, questo sai cosa significa, vero? Significa che senza te tra i piedi e senza ulteriori fastidi, io diventerò ufficialmente la Regina del Paradiso e potrò sterminare l'Inferno, il Purgatorio, e tutti i Regni che stanno sotto la perfezione della Casa delle Anime Nobili. Sì, credo proprio che sarà perfetto...". Prese un sorso di ambrosia, versandosene accidentalmente un pò sul vestito, a causa di un rumore che l'aveva fatta trasalire.
"Shiro, razza d'idiota! - urlò rivolgendosi alla figura che era appena entrata sbattendo la porta - Guarda cosa mi hai fatto fare!"
"Le mie scuse, Candida - rispose l'Angelo dalle sembianze maschili porgendole un piccolo inchino - Sono qui per informarti di un'emergenza"
"Un emergenza? Di che si tratta, spero che sia qualcosa d'importante, il mio vestito è tutto rovinato!" - fece sbuffando.
"Bianca, L'Angelo Guardiano, si trova sulla soglia del Paradiso" - rispose mestamente.
"Oh, tutto qui? - chiese versandosi un altro pò di ambrosia - Pensavo chissà cosa. Basterà rispedirla a calci nel di dietro sulla terra, e questa volta farò ben attenzione che non possa tornare..."
"Non si tratta solo di questo - rispose Shiro - Con lei ci sono degli Shinigami... E dei Demoni..."
"Demoni? - chiese voltandosi e assumendo un'aria decisamente incuriosita - Che Demoni?"
"E' molto probabile che si tratti dei Demoni citati nella Profezia" - disse rimanendo immobile. A quelle parole l'Angelo posò violentemente il calice su un tavolino, tirando un respiro nervoso, per poi alzare nuovamente lo sguardo che appariva soddisfatto e furioso allo stesso tempo.
"Oh, bene mio caro Shiro - sussurrò dandogli una leggera pacca sulla spalla - Cosa ci facciamo ancora qui? Dovremmo andare a dare il giusto benvenuto ai nostri ospiti". Dicendo ciò, ella si levò dal morbido suolo di nuvole e spiccò il volò in alto, attraversando perfettamente il tetto alto senza causargli alcun danno.
"Mh - sorrise Shiro soddisfatto prima di andare anche lui dietro la sua "regina" - Era ora che questo momento arrivasse. Presto la tua volontà sarà fatta, mio Re".
 
Bianca in quel momento ebbe come un sussulto che le fece involontariamente trattenere un gemito di terrore.
"E' già qui..." - mormorò tenendo lo sguardo fisso  verso nord, come se sapesse che il pericolo venisse da quella direzione. A quell'affermazione, l'atmosfera di pace e tranquillità lasciò posto ad un'atmosfera cupa, un'atmosfera di ansia e paura, come se tutti avessero avvertito lo stesso presagio di Bianca. Quella ad avvertire più di tutti che stesse per accadere qualcosa fu Nelly, la quale prese ad indietreggiare quasi istintivamente fino ad arrivare a Ciel e Sebastian, stringendosi a loro. 
"Cosa sta succedendo?" - mormorò iniziando a tremare. 
"Non lo so, Nelly - rispose Ciel accarezzandole la testa - Ma temo che siamo in grave pericolo". Il conte ebbe appena il tempo di battere le ciglia, che come dal nulla si ritrovarono circondati da una miriade di Angeli che si erano improvvisamente materializzati di fronte ad essi., ognuno di loro aveva uno sguardo poco piacevole e reggeva tra le mani un'arma simile a quella di Ila ma dalla forma più appuntita, simile ad una lancia.
Ila deglutì rumorosamente, iniziando anche lei a tremare: sapeva che sarebbe stata punita severamente, dopotutto era "colpa" sua se gli "estranei" erano riusciti ad arrivare sin dove erano adesso. Vide Shiro farsi avanti, egli era un bellissimo Angelo Guerriero, ma le sue mansioni ultimamente si limitavano nel fare da maggiordomo e soprattutto da lecchino a Candida, la quale apparve poco dopo dall'alto, poggiando i piedi su una morbida nuvola e ripiegando le ali. Quello che seguì fu un silenzio surreale, così intenso che era possibile udire il battito del proprio cuore.
Stavano tutti sulla difensiva, e nessuno osava attaccare o fare un passo falso, sembrava che stessero attendendo un segnale, qualcosa. Candida posò il suo sguardo duro e freddo come il ghiaccio prima su Ila, la quale di riflesso aveva chiuso gli occhi aspettandosi come minimo un rimprovero, poi su Bianca, rimasta stretta alla piccola Nuvola.
"Ma guardate un pò chi c'è! - disse sorridendo e squadrandola dall'alto in basso - L'Angelo Peccatore! Cosa ci fai qui?"
"Ecco - balbettò tenendo lo sguardo basso - Io sono... Tornata a casa..."
"Oh, ma tesoro - fece andandole incontro e guardandola con un'espressione mista tra il languido e la cattiveria - Sei stata cacciata, ricordi? Il  tuo destino è quello di marcire sulla terra". Bianca abbassò lo sguardo, abbastanza intimorita dagli occhi e dal tono di voce dell'altra, non riuscendo più a dire nulla. Poco dopo, Candida passò a guardare Harry, il quale non fu proprio contento di ricevere quel tipo di attenzioni.
"Oh, tu devi essere l'amore eterno di Bianca, non è vero? - chiese accarezzandogli i capelli - Colui per cui ha rinunciato a tutto. Beh, come posso dargli torto, dopotutto sei così affascinante...". Dicendo ciò ritirò la mano, e cambiando nuovamente espressione, prese a parlare con un tono decisamente più duro.
"Ila Yasmine Kadar!" - urlò voltandosi a guardarla.
L'Angelo Guardiano si avvicinò tremando, in genere riusciva a dimostrarsi abbastanza sfacciata di fronte a tutti, ma non in quel caso. Si fermò di fronte ad ella, sforzandosi di guardarla negli occhi.
"Che essere inutile - disse guardandola disgustata - Il compito di un Angelo Guardiano dovrebbe essere quello di impedire alla feccia come quella di arrivare fin qui!"
"Non ho potuto fare altrimenti - mormorò - Loro sono miei amici... Inoltre Bianca non meritava tutto questo..." Non poté terminare la frase poichè Candida l'afferrò violentemente per la tunica, attirandola a se.
"Non sta a te decidere cosa è giusto e cosa no - disse digrignando i denti - Il tuo compito è quello di fare la guardia! Ma dopo tutto c'era da aspettarselo da una ragazzina sciocca come te. Non mi sei mai piaciuta, inoltre si vede lontano un miglio che sei diversa da tutti gli Angeli, insomma, dove si è mai visto un Angelo dalla pelle scura e gli occhi color oro? Semplicemente assurdo, mi chiedo come tu sia riuscita a ottenere una carica così importante!"
Taci! - sibilò Ila ritrovando la forza di guardarla negli occhi - Non osare mettere in dubbio il volere del Kami e dei suoi avi! Tutto che vedi è stato creato grazie ai Kami che si sono susseguiti nell'arco del tempo, e la mia carica è stata voluta dal nostro attuale Re! E vedrai che quando tornerà, lì sarà la tua fine!".. A quelle parole, Candida fu catturata da un impeto di rabbia, e con una violenza inaudita lanciò uno schiaffo in pieno viso ad Ila, la quale non pensò neanche di tirarsi indietro.
"Che tu sia maledetta, Kadar! - sibilò iniziando a strattonarla - Hai voluto lasciare la religione che ti era stata predestinata per seguire una che non ti appartiene! Tu qui sei di troppo, dovresti solo sparire!"
"Non sono di troppo - sorrise - In ogni religione c'è un Aldilà, quindi che ti piaccia o no, finiamo tutti nello stesso posto, anche se prendiamo strade diverse".
"Piccola sporca bastardella, io...!" - l'Angelo le avrebbe lanciato sicuramente un altro schiaffo o peggio se  non fosse stato per il tempestivo di Nelly, la quale aveva abbandonato la paura iniziale per aiutare l'amica.
"Lascia stare Ila! - disse scansando aggressivamente la sua mano - Lei non ha colpa! Sono stata io a convincerla a portarci fin qui!". Candida in un primo momento indietreggiò, per poi avvicinarsi nuovamente per osservare meglio gli occhi della lady. 
"... I tuoi occhi - mormorò disgustata - Allora è vero... La principessa dagli occhi azzurri come la vita e rossi come il sangue..."
"Mh? Di cosa stai parlando?" - chiese. Ignorandola completamente, l'Angelo rivolse il suo sguardo questa volta a Ciel, e infine a Sebastian, il quale si sentì per la prima volta leggermente intimidito.
"Oh, si, è proprio vero - rise Candida - Tu sei Hades, il Demone Guerriero citato nella Profezia..."
"Demone... Cosa?!" - chiese Nelly voltandosi a guardarlo.
"Taci - sibilò Sebastian mentre i suoi occhi già cambiavano colore - Non una parola di più!"
"Vuoi gia iniziare a combattere adesso? - chiese divertita - E dimmi, vorresti affrontarmi insieme a questi quattro marmocchi?"
"Marmocchia a chi?! - chiese Nelly stizzita - Senti, non so di cosa tu stia parlando, ma sarà meglio non farmi arrabbiare..."
"Sarà meglio non farti arrabbiare? - chiese guardandola con due occhi di fuoco - No. Voi fecce avete osato varcare le sacre Porte del Paradiso. Non vi permetterò di rovinare i miei piani, e soprattutto non permetterò che quella maledetta Profezia si avveri. Catturateli!". A quell'ordine, la schiera di Angeli armati si gettò a capofitto sui loro rivali, non dando loro neanche il tempo di reagire, perfino Sebastian, che di solito era impossibile da fermare, fu prontamente catturato e legato con delle catene dure d'oro e d'acciaio che gli impedivano di muoversi. Come lui, anche gli altri furono catturati,  e fu li che si resero conto quanto gli Angeli fossero forti, oltre che spietati, sembrava che facessero tutto senza il benché minimo sentimento o emozione.
"Hey! - urò Nelly provando a dimenarsi - Lasciatemi, lasciatemi, subito, non toccatemi!"
"Angeli bastardi, lasciate stare la mia Nelly oppure giuro che vi ammazzo tutti...!" - fece Sebastian cercando di liberarsi.
"Parla poco, caro il mio Hades - fece Candida andandogli incontro - Hai fatto un viaggio inutile. L'unica che può regnare sul Paradiso sono io! Tu e la tua misera discendenza marcirete all'interno delle prigioni del mio Castello!"
"No! - urlò Ciel che nel frattempo veniva trascinato via - Sebastian, ti prego, fa qualcosa, è un ordine!"
"Ah! - rise l'Angelo divertita - Che spettacolo pietoso che siete! E voi dovreste essere i guerrieri che mi sconfiggeranno? Assurdo! Morite tutti, feccia! E per quanto riguarda te! - urlò puntando il dito verso Bianca - Ti infliggerò la pena che va oltre l'essere cacciata dal Paradiso: Ti taglierò le ali, così dopodichè morirai!"
"NO! LE MIE ALI NO, NON VOGLIO!" - urlò disperatamente provando a liberarsi invano.
"Bianca! - urlò Harry tendendole una mano - Giuro che non ti lascerò morire! Non ti lascerò sola un'altra volta!"
"Shiro, portala via! - disse infine Candida rivolgendosi al suo maggiordomo - E rinchiudete gli estranei nelle prigioni! Vedrete come ci divertiremo, questa sera giustizia sarà fatta!".
La povera Nuvola nel frattempo era rimasta lì, a guardare la scena e a guardare la sua adorata sorella che veniva trascinata via da quella perfida di una "regina".
 
Così come Candida aveva ordinato, furono tutti rinchiusi nelle prigioni sotterranee del castello d'oro, tutti eccetto Bianca, la quale sarebbe stata giustiziata la sera stessa. Ribellarsi, provare a liberarsi, a reagire, era stato inutile, erano tre Demoni, un Kesshiteboru, tre Shinigami e un Angelo, eppure non erano riusciti ad alzare un dito contro quegli Angeli maledetti. E non era facile neanche provare a scappare di lì: le sbarre delle celle erano fatte di un materiale simile alle catene che avevano usato per bloccarli, un materiale quasi invisibile al tatto ma difficilissimo da scalfire. Questo Harry lo sapeva bene, eppure non poteva rassegnarsi all'idea di stare per perdere nuovamente Bianca, proprio per questo non faceva altro che usare la proprio forza bruta per forzare inutilmente quell'uscita impossibile.
"Dannazione! - urlò battendo un pugno al muro - Devo uscire di qui, adesso!"
"Harry, piantala! - disse Ciel - Mi stai davvero facendo innervosire"
"Come faccio a stare calmo? Devo andare da Bianca, devo salvarla!" - disse lanciando un'altro pugno questa volta sulle sbarre.
Nelly si guardò intorno tristemente, lanciando un'occhiata a Destiny che cercava consolazione in Ronald, e poi ad Antony, il quale appariva molto preoccupato.
"Perchè devo sempre lasciarmi trascinare da voi e dalle vostre sciocchezze..." - sbottò lo shinigami a braccia conserte.
"Mi... dispiace... Antony - sussurrò Nelly tenendo lo sguardo basso e agitando nervosamente le gambe - Come darti torto. Finisci nei guai sempre per colpa mia".
"Eh? No, non intendevo questo! - disse prendendola per mano - Non volevo dire che mi metti sempre nei guai! Tu non hai colpa di niente, anzi, pensa a quanto sarebbe monotona la mia vita senza di te!"
"Oh, Antony..." - sorrise la lady arrossendo.
"Avete finito voi due?" - s'intromise Sebastian abbastanza scocciato.
"Noi due? - fece la lady infastidita - Piuttosto voi due! Sbaglio o c'è qualcosa che mi state nascondendo?". A quella domanda Sebastian e Ciel si lanciarono un'occhiata, stranamente si ritrovavano sempre a dover "confessare" qualcosa che si erano ostinati a nascondere e stranamente sempre nel momento sbagliato.
"Eh va bene - sospirò il conte - Tanto ormai è inutile continuare a tenertelo nascosto. Però questa volta te lo spiega lui" - disse indicando il maggiordomo.
"Cosa? perchè io?"- chiese.
"Perchè l'ultima volta è toccato a me, si chiama spartizione dei ruoli" - sorrise divertito.
"Ma io..." - provò a ribattere.
"E un ordine"
"Ma che... D'accordo - sospirò - E' una storia un pò lunga, Nelly". Così alla fine, Sebastian raccontò a Nelly tutto ciò che doveva sapere sulla Profezia, sul passato del maggiordomo, sul fatto che avrebbe dovuto combattere e sul fatto che successivamente lui e Ciel sarebbero diventati i nuovi re, e di conseguenza lei una principessa. Entrambi si aspettavano una reazione da parte della lady un pò come quella "dell'ultima volta", invece furono molto sorpresi nel vedere come ella avesse ascoltato tutt'ad un fiato senza interrompere un attimo, seguita dagli altri che ascoltavano come incantati quella storia.
"Wow - fece Ila - Quindi tu sei una principessa? Che roba! e pensare che quando ero in vita quella ad essere una principessa ero io!"
"E' una cosa fantastica, Nelly! - commentò Destiny - Essere una principessa vuol dire vivere in un castello, indossare abiti strepitosi, principi...!"
"Principi? - chiese Antony con una punta di gelosia nella voce - Avanti non dire sciocchezze..."
"No - disse Nelly alzandosi improvvisamente e assumendo un espressione stranamente calma - Se il mio destino è combattere per poter riportare alla luce il Paradiso, lo farò volentieri, non mi tirerò indietro. Però... Non potrei regnare. Io sono una lady, e il mio posto è nel Mondo Terreno nonostante tutto". A quelle parole Sebastian e Ciel si lanciarono un'occhiata: con quale coraggio potevano dirle che una volta avverata la Profezia un Mondo Terreno non sarebbe più esistito? Se fin ora aveva reagito con calma e tranquillità, una volta saputa una cosa del genere sarebbe scoppiata o in una crisi di rabbia o in lacrime, e non era proprio il caso almeno per il momento.
"E poi quello che mi chiedo - continuò la lady pensierosa - Perchè proprio noi?"
"Non lo so - rispose Sebastian - E quello che mi piacerebbe sapere..."
"Comunque - disse Ciel cercando di spostare il discorso - Profezia o no, non possiamo fare nulla se prima non usciamo di qui!"
"Giusto! - disse Nelly - Adesso che so questo, mi sento molto più motivata ad andare avanti. per prima cosa dobbiamo uscire di qui e liberare Bianca dalle grinfie di quella specie di Angelo perfido e malvagio!"
"Non sarà così facile! - provò a fermarla Ila - Candida è spietata quanto forte! Non hai visto poco fa com'è riuscita a fermarci senza sforzarsi minimamente?"
"Non ne avrà la possibilità se uniamo le forze - rispose poggiando una mano sulla spalla di Harry - E mi serve anche il tuo aiuto. Dopotutto hai detto anche tu che non l'avresti lasciata da sola, giusto?". Il Kesshiteboru annuì.
"Ah, beh - disse Sebastian alzandosi in piedi - Non sarei un vero maggiordomo se non riuscissi a fare una cosa del genere. Non è detto che ci riesca, ma devo per forza provarci..." - s'interruppe, vedendo come il conte si fosse aggrappato al suo braccio.
"Sebastian... C'è una cosa che devi sapere..." - mormorò.
"Che cosa?"
"Io... Credo di..." - le sue parole furono interrotte da un boato seguito da un tremolio, sembrava che fosse scoppiata una bomba all'improvviso.
"Cos'è stato?" - chiese Antony.
"Dannazione, quello è il segnale - disse Ila battendo la sua arma sul pavimento - Dobbiamo sbrigarci, la giustizieranno tra poco!"
"D'accordo - disse il maggiordomo per poi accarezzare il viso del conte - Me lo dirai dopo, Ciel, adesso ho una cosa più importante da fare"
".. Più importante?Ma...!" - si fermò, capendo che sarebbe stato inutile, tanto non sarebbe stato ascoltato in quella situazione di pericolo. Sospirò, e decise che avrebbe rimandato per l'ennesima volta...

Angolo dell'autrice
Lo so... Candida... Nuvola... Shiro.. sono nomi scemi, ma non posso farci nulla, se penso ad un angelo sono questi i nomi che mi vengono in mente xD Comunque ho finalmente presentato l'antagonista ( che tra l'altro per descriverla fisicamente mi sono ispirata ad Elsa di Frozen o.o) e poi questa qua non solo è perfida ma è pure razzista contro la mia Iluccia adorata e.e ( amo la mia principessa indiana/Angelo Guardiano) :3. E poi povero Ciel, mai cagato da nessuno, punti a sfavore da te, caro Sebastian uu.u
E adesso ragazzi, USCITE DI Lì E ANDATE A ROMPERE LE OSSA A QUELLE'ANGELO DA STRAPAZZO! 
OK BASTA XD

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Capitolo 13
*** LIBERARE BIANCA! LIBERARE IL POTERE! ***


Bianca provava un dolore inimmaginabile nello stare lì, immobile con le ali e l'intero corpo legato ad una lastra di ghiaccio, mentre nelle sue orecchie risuonavano boati assordanti frutto chissà di cosa.
Ma come diamine era potuta finire lì? Non pensava neanche che potesse esistere una punizione peggiore dell'essere cacciati del Paradiso, anzi, non pensava neanche che ci fosse un modo per uccidere un Angelo, e invece c'era eccome. 
Le avrebbero tagliato le sue adorate ali, il senso del suo essere, e dopodichè sarebbe morta. Con quale colpa poi?
Se ci fosse stato il Kami forse si sarebbe potuta salvare... Allora perchè il Re si ostinava a non tornare e lasciare il Regno nelle mani di Candida? Cosa stava aspettando?
Era scoraggiata, ma assolutamente non poteva lasciarsi sconfiggere dopo aver affrontato quel lungo viaggio, doveva sopravvivere per se stessa, per i suoi amici che avevano rischiato per lei il tutto per tutto, e anche per il suo Harry. Doveva vivere e dimostrare che il loro amore poteva sconfiggere ogni legge e ogni ordine e che era più forte di qualsiasi altra cosa, perchè infondo era inutile continuare a nasconderlo, lei lo amava nonostante tutto.
Trasalì al rumore di qualcosa, e prese a guardarsi intorno: si trovava nella Sala del Cristallo, una specie di prigione sotterranea del castello fatta interamente di ghiaccio dove di solito venivano tenuti i prigionieri da giustiziare. Il problema era che in quella circostanza si trovava da sola, quindi non aveva idea da dove quel rumore provenisse.
Improvvisamente si sentì cingere, ma le sue labbra furono serrate da una mano che prontamente si era poggiata su essa.
"Fa silenzio!" - disse una voce. L'Angelo guardò meglio la figura che le si era posizionata davanti, e non le ci volle molto tempo per capire che si trattava di Shiro.
".. Mphhtu? Mpplasciami!"- mugugnò Bianca provando inutilmente a dimenarsi.
"Calmati Non voglio farti del male!" - provò l'altro a tranquillizzarla.
"Perchè dovrei crederti? - chiese con ostinazione una volta riuscita a liberarsi dalla presa - Tu sei il lecchino di quella vipera di Candida, tu come lei sei perfido e presuntuoso!"
"Non dovresti parlare in questo modo ad un servo del Re, non pensi?" - chiese divertito a braccia conserte.
"Un servo del... Re? - chiese Bianca assumendo poi un'espressione più dura - Di cosa stai parlando?"
"Adesso ascoltami attentamente - sussurrò Shiro avvicinando le labbra vicino l'orecchio dell'Angelo - Io sono dalla tua parte, e come me anche molti altri Angeli dell'Armata Celeste. Abbiamo deciso di ribellarci a Candida"
"Cosa?!" - chiese trasalendo.
"E' così - continuò assumendo un'espressione e un tono più solenne - Il Kami sta tornando"
"Eh? - mormorò pianissimo - Com'è possibile?"
"E' possibile perchè gli eroi citati nella Profezia sono finalmente qui grazie a te: Re Hades, o forse Sebastian, come lo conosci tu, e Re Ciel"
"Loro? - fece incredula - Loro sono i Re? Questo significa che Helena è..."
"La futura regina dagli occhi del colore della vita e del colore del sangue - rispose continuando la frase al posto suo - Figlia dei due Re, la prima principessa per successione di questa discendenza. Quando sarà arrivata la sua di alba, regnerà sul Paradiso come i suoi avi e come coloro che verranno..."
"Mio Dio, non è possibile - mormorò scuotendo il capo - Loro i nostri Re? Sapevo della Profezia, ma non avrei mai immaginato una cosa del genere"
"Già - disse Shiro iniziando a toglierle le catene di dosso - Io e la maggior parte degli altri Angeli lavoriamo per Candida, ma la nostra vera intenzione è scatenare una rivolta. E' tanto tempo che aspettiamo questo momento, con i due Re e il ritorno del Kami, liberarci di lei sarà facile, noi vinceremo, perchè il Fato ha parlato e così sarà"
"Come faremo a sconfiggerla? - chiese preoccupata - Ha preso il posto del Kami proprio perchè è l'Angelo Guerriero più forte!"
"Fidati, non bisogna mai dubitare delle parole del Fato o del Re. Adesso ascoltami - disse afferrandola per le braccia - Il mio compito è quello di portarti al rogo, ma non ti lascerò morire. Al mio segnale, io e i miei altri alleati attaccheremo Candida, in modo che tu sia libera. Per fare ciò però è necessario che tu ti fida di me..."
"Fidarmi di coloro che mi hanno cacciato?" - chiese guardandolo con rabbia.
"Se vuoi che le cose cambino sì, Bianca" - rispose l'altro mestamente. A quelle parole l'Angelo si zittì e prese un lungo sospiro, decidendo di partecipare seppure contro la sua volontà, al piano di Shiro. Non che si fidasse di lui, è ovvio, però si fidava degli amici che fin ora non l'avevano abbandonata, e sicuramente sarebbe stato così anche adesso.
 
Sebastian dovette colpire ripetutamente le sbarre per farle crollare. Quel materiale inossidabile era resistente come pochi, e tanta era stata la forza che aveva usato che le sue mani avevano preso addirittura a sanguinare.
"Che diamine - sbottò il maggiordomo cercando di pulirsi - Più passano gli anni e più mi indebolisco, penso che stare con te mi faccia male, Ciel.."
"Vuoi tacere, razza di stupido?" - replicò il conte offeso.
"Ila! - urlò Nelly correndo fuori dalla cella - Da che parte dobbiamo andare?"
"Nel Bosco degli Ulivi - rispose guardandosi intorno - Si trova praticamente dall'altro lato del castello, non ci arriveremo mai in tempo!"
"Cosa?! - urlò Harry agitato - Quando diamine è grande questa reggia? Dobbiamo assolutamente arrivare a Bianca, oppure giuro che ucciderò ogni dannato Angelo che incontrerò sulla mia via!"
"Datti una calmata, bel biondino - sbuffò Ciel - Non sei l'unico a volerla salvare..."
"LEI E' IMPORTANTE PER ME, L'HO GIA' PERSA UNA VOLTA!" - urlò il Kesshiteboru trovando per la prima volta il coraggio di rispondere a tono al conte.
"Voi due, ora basta! - s'intromise la lady - Non è il momento di litigare! Bianca ha bisogno di noi, non risolveremo nulla continuando così!"
"Beh - sospirò Antony - Suppongo che a questo punto ci vorrebbe, non so, una specie di miracolo caduto dal cielo.."- s'interruppe improvvisamente, volgendo lo sguardo all'insù e accorgendosi che affettivamente c'era qualcosa che volava sopra le loro teste, su nel cielo che oramai era diventato di un colore blu notte.
"Quello è... - fece la lady scrutando all'insù - ... E' Piuma!". Ci vollero alcuni altri minuti prima che l'unicorno potesse piegare le ali e poggiarsi delicatamente al morbido suolo, anche se, la cosa che più li sorprese, fu vedere la figura mingherlina che stava in groppa all'animale.
"Piuma! - urlò Nelly correndo ad accarezzargli la criniera - Sono così contenta che tu sia qui!"
"Mi scuso per avervi lasciato, principessa - rispose l'animale chinando il capo a mo di riverenza - Da questo momento in poi sarò ufficialmente il vostro destriero, e quando sarete Regina, vi porterò in sella per il Regno.."
"Che meraviglia! - disse entusiasta la lady per poi volgere lo sguardo alla figura sopra Piuma - Eh? Tu sei... Nuvola?"
"S', sono proprio io! - rispose il piccolo Angelo con un sorriso - Devo salvare mia sorella a tutti i costi, e voi siete gli unici che potete aiutarmi!"
"Tua sorella? Bianca?" - chiese Ciel.
"Esatto! - rispose Nuvola rivolgendosi poi a Nelly - Ho potuto riconoscervi subito, principessa Helena. Avanti, salite qui, Piuma ci porterà da lei!". Sentendo quelle parole, la lady non esitò un attimo nel saltare abilmente in groppa all'unicorno, sistemandosi poi meglio.
"Aspettate! - li fermò Harry - Portatemi con voi!"
"Harry, non si può - gli spiegò la lady - Tu vai con gli altri, ci vedremo lì!"
"Cosa? - chiese il Kesshiteboru guardandosi intorno - Io devo arrivare al più presto! Chi tra noi ha un paio d'ali così potenti e veloci da permettermi di battere il tempo?". Quella domanda fu seguita da un silenzio e infine da un'occhiata la quale finì su Ila, la quale aveva capito bene che l'oggetto della discussione fosse certamente lei.
"Oh, e va bene! - sbuffò puntando la sua arma contro il Kesshiteboru - Ti porterò io! Ma questo non ti autorizza a prenderti certe confidenze, chiaro?"
"Chiarissimo...!"  - balbettò.
"Bene allora! - dichiarò la lady - Andiamo! Per quel che mi riguarda sono pronta ad affrontare il mio destino..." - s'interruppe di colpo, accorgendosi che una mano ormai fin troppo familiare si era poggiata sulla sua.
"Io - disse la voce balbettante di Antony - Non ti lascerò combattere da sola.... Lo giuro". Nelly provò come un brivido a quella affermazione e a quel tocco che oramai le faceva venire i capogiri, anche nella situazione più disperata, il suo cuore riusciva sempre a palpitare di gioia grazie allo shinigami.
"Non lo metto in dubbio - rispose sorridendogli - Forza Piuma, si va!"
"Come volete principessa!" - obbedì l'unicorno innalzandosi finalmente al cielo con le ali spiegate, mentre nel frattempo Antony rimaneva lì a guardare la sua adorata lady che si elevava verso un cielo blu notte e pieno di stelle. Lady o principessa, debole o forte, demone o non, egli era sicuro che oramai il suo cuore fosse arrivato a un punto di non ritorno, era completamente perso e innamorato di Nelly, e tutto ciò che voleva in quel momento era proteggerla e dimostrarsi degno di stare accanto a lei. Rimase immobile e in silenzio per qualche secondo con le guance arrossate, ma i suoi pensieri furono fermati dalla mano di Sebastian che si era catapultata con violenza dritto sulla testa del povero shinigami.
"AHI! - urlò - Ma che....?"
"Vedi di guardare poco - disse il maggiordomo guardandolo con due occhi degni di un omicida - E frena i tuoi pensieri perchè ricorda che ti osservo..."
"Ah - balbettò l'altro - Da... D'accordo...".
Dal canto loro, Nelly, Piuma e Nuvola si erano per l'appunto innalzati nel cielo, e la loro meta era il Bosco degli Ulivi, ovvero il rogo, la tomba di tante anime giustiziate ingiustamente dalla cattiveria di Candida.
La lady si strinse forte alla criniera dell'Unicorno, respirando finalmente a fondo quell'aria viva e fresca come l'aria di campagna, e osservando meravigliata da tutti quei cieli dalle sembianze e sicuramente anche dai nomi diversi che si fondevano tra di loro uniformemente, creando uno spettacolo davvero sublime, questo perchè nella stessa volta celeste coesistevano una luna, un sole, stelle, costellazioni, pianeti... E visto da quella prospettiva, era tutta un altra cosa.
"Quindi tu sei la sorella di Bianca?" - chiese la lady all'Angelo che stava ben stretto a lei, come impaurita.
""Sì - rispose strizzando gli occhi - Quando vi ho visto ho provato paura, ma mi è bastato guardare i vostri occhi per capire, principessa"
"I miei occhi? - chiese voltandosi a guardarla - Oh, giusto, perchè tutti l'avete con i miei occhi?"
"Perchè nella Profezia era narrato che un giorno il Kami sarebbe tornato, e insieme a lui sarebbero venuti a noi due Re e una principessa dagli occhi azzurri come la vita e rossi come il sangue, che un giorno avrebbe regnato come regina"
"Wow... E'... Davvero sorprendente" - mormorò la lady, sinceramente colpita dal fascino di quelle parole recitate come una poesia, dimenticandosi per un istante del suo rifiuto sulla questione "regnare".
"Anche Candida ovviamente sa della Profezia - spiegò Nuvola - Credo sia per questo che vi ha presi a gettati nelle prigioni al vostro arrivo. Credo che abbia avuto paura"
"Paura?" - chiese inarcando un sopracciglio.
"Ovviamente. Sia voi che i due Re siete molto, molto più forti di lei, e questo lo sa bene. E poi voi e Re Ciel possedete l'Arte Oscura, non potete non sconfiggerla..."
"Io - mormorò lentamente - Non sono sicura di essere poi così forte come tutti voi credete. E poi, io una principessa?  Perchè proprio io?"
"Così ha voluto il Kami - rispose ridendo - Quando lo incontrerete potrete chiederlo direttamente a lui e alla sua regina"
"Regina?" - chiese stupita, poichè fino ad ora non aveva mai immaginato che esistesse una regina, anche se effettivamente non ci sarebbe stato nulla di strano.
"Certo, ogni re ha la sua regina, un giorno anche voi ne avrete uno!" - disse Nuvola ridendo.
"Amh, d'accordo - fece Nelly arrossendo - Comunque l'importante per ora è salvare Bianca, tu ci aiuterai, vero?"
"Oh, ma io non posso combattere" - sbuffò gonfiando le guance.
"Perchè no?"
"Perchè sono un Angelo Custode!". La lady avrebbe tanto voluto rispondere, ma non avrebbe potuto comunque trovare le parole. In quel momento si rese conto delle tante cose a cui non aveva pensato, come per esempio la gerarchia del Paradiso: a quanto pare, al di sopra di tutto c'era il Kami, seguito da Candida, gli Angeli Guerrieri e gli Angeli Custodi, e probabilmente c'erano ancora così tante cose che non conosceva! Si voltò, scuotendo il capo: come avrebbe mai potuto regnare su un Regno tanto caotico quanto meraviglioso? Una piccola parte di lei, forse la più remota, le sussurrava incessantemente che quello fosse il suo straordinario destino, ma un'altra parte le diceva che il suo posto era sulla terra nonostante tutto, nonostante la sua natura da demone. Non aveva idea di come sarebbe andata a finire, così come non sapeva che ne sarebbe stato della sua vita.
 
Shiro guidò Bianca per una "strada" oscura che profumava di foglie d'autunno. Un'ultimo assaggio prima della morte, avrebbe pensato se non fosse stato per la mano rassicurante che era poggiata sulla sua spalla. Non voleva arrivare a fidarsi di quell'Angelo, nonostante le sue parole di poco prima apparissero tanto sincere. Stesse in silenzio per tutto il tempo, mentre Shiro continuava a ripeterle il piano.
"Al mio segnale gli altri Angeli miei alleati punteranno le loro armi contro Candida, e io stesso ti libererò, hai la mia parola". Lei annuì, chiedendosi come mai i suoi amici non fossero già accorsi ad aiutarla, ma era impossibile che si fossero già dati per vinti.. I suoi pensieri furono improvvisamente interrotti da un odore di bruciato. Alzò gli occhi umidi avvertendo come un brivido  alla vista di un piccolo altare dinnanzi a se circondato da cerchi di fuoco. Quello era il patibolo dei giustiziati, dei peccatori come lei.
"Sta tranquilla - le disse Shiro - Devi fidarti di me"
"Sai, stai diventando seccante con questa storia del "fidarsi" " - sbuffò ella ammutolendosi nuovamente alla vista di Candida che compariva sull'altare con in mano un'arma biforcuta, l'arma che avrebbe usato sicuramente per strapparle le ali. Una folla aleggiava intorno alla "regina", una folla di Angeli silenziosi e dallo sguardo assente, tra cui tra tutti avrebbero dovuto anche esserci i suoi "alleati". Candida le si avvicinò a passo felpato, agitando lo strascico del lungo vestito e fermandosi a pochi centimetri dal suo viso, fissandola per qualche secondo.
"Avresti fatto meglio a restartene sulla terra - le sussurrò malvagiamente per poi voltarsi ed alzare la voce - Questo è l'Angelo Peccatore! Colei che ha tradito il Paradiso e la sua Perfezione per amare un Kesshiteboru e per aver portato qui quegli empi demoni! - si voltò verso Shiro, dicendo qualcosa - Il tuo compito qui è finito"
"Sì" - rispose quest'ultimo facendo un passo indietro. Candida afferrò violentemente Bianca per un braccio, e la trascino poi per un braccio sino all'altare per poi spingerla con violenza. Lei la lasciò fare, cercando di ricordare le parole di Shiro, a cui aveva rivolto uno sguardo ricambiato. Aveva davvero fatto bene a fidarsi di lui? Chiuse gli occhi alla vista della mano dell'altra che mirava dritta al suo viso, ma li riaprì subito dopo, al suono di una voce familiare.
"BIANCA! - urlò la voce di Nelly - Siamo qui!". A quell'esclamazione tutti i presenti alzarono lo sguardo, rimanendo sbalorditi di fronte a quel "fuori programma".
"Cosa vedono i miei occhi? - fece Candida scrutandoli attentamente - Un demone su un unicorno, è un oltraggio!". Bianca lanciò un ultima occhiata a Shiro, il quale finalmente si voltò verso i suoi "alleati" dell'Armata Celeste, facendo loro un segnale con la mano, piccolo e veloce, e a quel segnale, la tanto attesa rivolta ebbe finalmente inizio.
Bianca approfittò della distrazione della rivale per tirarsi su e spingendola abilmente con un calcio, facendola finire rovinosamente al suolo, e allontanarsi di qualche passo. Ben presto la sua schiena si scontrò con Piuma, il quale portava ancora in groppa Nuvola e Nelly.
"Sapevo che non mi avreste abbandonato!" - disse sorridendo e guardando le due.
"Cosa succede?" - chiese la lady indicando buona parte dell'Armata che aveva iniziato a volare  e ad agitare minacciosamente la armi contro Candida.
"Beh, è una storia lunga, sappi solo che anche altri Angeli sono dalla nostra parte! - disse trascinandola giù per un braccio - E gli altri dove sono? Sopratutto, dov'è Harry....?"
"Loro sono...." - la lady venne interrotta da un frastuono ancora più grande di quello che aleggiava intorno a lei, e bastò voltarsi per capire di chi si trattava. Era Harry, il quale si trovava malamente trascinato per aria da Ila, la quale a dir la verità non sembrava molto felice, mentre poco più in la e un pò più in basso, c'erano gli altri.
"Harry!"- disse l'Angelo mentre i suoi occhi iniziavano a brillare.
"Bianca! - urlò il Kesshiteboru guardandola - Te l'avevo detto che non ti avrei lasciata da sola!". Poco dopo, Sebastian e Ciel arrivarono anche loro di fronte alla confusione che si era creata, bloccandosi un attimo.
"Bene - disse il maggiordomo sorridendo - E' un pò di tempo che non combatto contro degli Angeli"
"Possibile che trovi divertente tutto...? - chiese il conte accorgendosi in lontananza che Candida si stava avvicinando minacciosamente a Bianca - BIANCA, FAI ATTENZIONE!" - urlò.
L'Angelo ebbe appena il tempo di voltarsi che vide l'arma biforcuta dell'altra cercare di colpirla, un colpo che fu fortunatamente deviato da Ila ed Harry, i quali all'unisono erano arrivati a fermare l'attacco, la prima usando la sua arma, il secondo i poteri demoniaci che aveva finalmente imparato a gestire come voleva.
"Non ti ci abituare - sussurrò poi Ila al Kesshiteboru - Io non lavoro con chi mi ha ucciso"
"E' un peccato - sorrise Harry - Siamo una bella squadra insieme, no?". Avevano appena avuto il tempo di distrarsi che Candida si era nuovamente gettata sul gruppo, lanciando però questa volta l'attenzione su Nelly.
"Tu! - fece indicandola - Io so bene chi sei! Non prenderai il trono del Paradiso! Non permetterò mai che un demone sporco  come te possa regnare su questo Luogo così perfetto!". A quelle parole la lady si fece avanti, aggrottando la fronte.
"Il trono non ti appartiene - disse senza paura - Tu non sei la regina di questo posto, un demone sarebbe sempre meglio di te!". Candida la squadrò qualche secondo senza parlare, quando all'improvviso, senza scomporsi minimamente, afferrò la sua arma e facendo dei strano movimenti per aria, da questa ne uscì poco dopo una scia simile ad un fulmine, bianca, luminosa, bollente, un potere che probabilmente si opponeva a quello di Nelly, la quale non ebbe neanche il tempo di schivare il corpo talmente tanta era la velocità. Conosceva quel tipo di dolore: era lo stesso che le era stato inflitto da Bianca una volta, ma questo era più intenso, più potente, sentì il suo fianco destro (ovvero dov'era stata colpita) bruciare, era come se la sua carne si stesse disfando poco a poco.
Antony aveva avvertito che qualcosa non andava, oramai sentiva di essere collegato a lei in qualche modo, così, quando si voltò e la vide così sofferente, il suo primo pensiero fu quello di aiutarla.
"Nelly! - urlò per poi rivolgersi a Candida - Tu! Brutta puttana...!"
"Antony no! - lo fermò la lady - Tu, Destiny e Ronald occupatevi degli altri! A lei ci pensiamo noi, fallo per me!". Lo shinigami avrebbe tanto voluto soccorrerla, ma vedendo con quali occhi lei gli stesse chiedendo una cosa simile, non poteva non ascoltarla, anche perchè gli "altri" da affrontare non erano certo pochi: si trattava di una buona metà dell'Armata Celeste, visto che non tutti erano "alleati", ma anzi sostenitori dell'attuale "sovrana".
Afferrò la sua falce, concentrandosi.
"Destiny - disse rivolgendosi alla sorella - Ammazzane il più possibile, ma non tutti, a quanto pare alcuni sono anche nostri alleati"
"Tranquillo! - rispose la rossa ammiccando - Sarà un gioco da ragazzi....!". Dicendo ciò ella si catapultò nella mischia, sempre allegra come se fosse un gioco.
"Destiny aspetta! - cercò di fermarlo - Accidenti! Ronald per favore, va con lei!"
"Ti fidi così tanto di me, marmocchio?" - chiese lo shinigami più grande.
"Dannazione sì! - sbottò - Se la ami devi proteggerla! Adesso va!". 
D'altro canto, anche Sebastian si dava il suo bel da fare: quegli Angeli dell'Armata Celeste erano dei tipi tosti, ma non potevano competere con la sua incredibile forza da demone. Ne colpì uno dopo l'altro abilmente, senza fermarsi un secondo, riusciva a darle di santa ragione a tutti quelli che si schieravano contro di lui. Poi, improvvisamente, si ritrovò spalla contro spalla con qualcuno. Si voltò, vedendo davanti a lui un Angelo che gli somigliava davvero molto: aveva i suoi stessi lineamenti, ma al contrario suo era pallido e vestito interamente di bianco.
"Tu? - disse il maggiordomo - Perchè stai combattendo contro i tuoi compagni?"
"Loro non sono i miei compagni - spiegò egli voltandosi a guardarlo - Il mio nome è Shiro e sono il capo militare dell'Armata Celeste. Sono dalla vostra parte e soprattutto sarò pronto a servirvi e a combattere accanto a voi quando arriverà il momento della Grande Guerra, Re Sebastian". Shiro si calò, facendo un inchino che lasciò senza parole Sebastian: di solito era lui a "prostrarsi" dinnanzi agli altri in quanto maggiordomo, quindi sentirsi chiamare "Re" e vedere fare quel genere di cose proprio per lui gli faceva uno strano effetto. Guardò poi l'Angelo che si rialzava in piedi e che prontamente tornava a colpire senza pietà i propri simili, tutto questo solo per servirlo e per servire il Kami.
Nel frattempo, la povera Nelly si trovava ancora in balìa di Candida, la quale non accennava a darle tregua.
"Lasciala stare, maledetta stronza! - urlò Ila rabbiosa - Non devi neanche osare sfiorarla, lei è la principessa di questo Regno, dovresti solo inchinarti!"
"Ma guarda, l'Angioletto ha imparato a tirare fuori il coraggio? - chiese con cattiveria - Togliti di mezzo, non è una questione che ti riguarda!"
"No, ferma! - urlò Bianca mettendosi tra le due - E' mia la colpa, è con me che devi prendertela!"
"No, Bianca - mugugnò Nelly reggendosi il fiacco sanguinante - Sta indietro. Ha ragione, questa è una questione tra me e lei. Non avrò pietà, te lo giuro". A quelle parole la lady chiuse gli occhi e concentrando la rabbia, ma anche il suo potere, fece in modo che un'aura dal colore nera questa volta mischiata al colore oro, la circondasse completamente, e che la sollevasse addirittura da terra.
"La tua Arte Oscura non mi spaventa - disse Candida - Anche io posso giocare al tuo stesso gioco!". Anche l'Angelo quindi si concentrò, facendo in modo che il suo corpo brillasse di luce propria, e poco dopo si levò in alto, apparendo molto più maestosa e terrificante.
"Vieni qui, principessina bastarda" - la schernì facendo segno di avvicinarsi.
Nelly aveva intanto accumulato più energia, e la sua aura era passata dal nero/dorato ad un nero d'ebano così innaturale, anche se la cosa strana che accadde fu che il suo corpo iniziò ad innalzarsi come se avesse le ali, fino a raggiungere la rivale.
"Non sapevo che i demoni sapessero volare!" - disse ancora prendendola in giro. Candida agitò un dito, dalla quale uscì un altro fulmine di luce che andò a colpire dritto al cuore la lady, la quale ebbe in un primo momento un sussulto, ma nello stesso tempo questo sembrò risvegliare in lei qualcosa. Aprì gli occhi all'improvviso: i suoi occhi adesso non apparivano ne rossi ne viola, erano di un colore misto tra l'argento e l'oro, così brillanti da fare invidia a qualsiasi Angelo.
"Cosa?! - fece Candida - Ma che diamine!...!". Non ebbe il tempo di concludere la frase, poichè Nelly aveva già congiunto le mani in modo da far uscire non solo da esse questa volta, ma da tutto il corpo scie nere che apparivano adesso più intense e pericolose. Quest'ultime andarono ad avvolgere il corpo dell'Angelo, la quale si ritrovò vittima delle piaghe dell'Arte Oscura, piaghe che questa volta non avevano bisogno di essere sussurrate, sembrava che Nelly potesse controllare anche solo col pensiero quel potere. Candida prese a gridare in modo disumano mentre sentiva l'oscurità avvolgere ogni centimetro del suo corpo e della sua luce, quella che aveva addosso era come una scarica di potere incredibile, qualcosa che non aveva mai visto in vita sua, qualcosa di così forte da impedire a lei, l'Angelo Guerriero più forte, di reagire. Poi, così com'era stata catturata, fu "lasciata" poco dopo: le scie nere si dissolsero nel nulla tornando nelle mani della "padrona". Le sue ali in quel momento erano così deboli e appesantite che fu costretta ad abbandonarsi al suolo.
"Cosa... E' stato?" - chiese Bianca guardando incantata la scena.
"NELLY!" - urlò Ila guardando in alto e accorgendosi di come la lady stesse anche lei precipitando. Fortunatamente, il suo volo fu fermato da Ciel, il quale l'afferrò prontamente tra le braccia. La guardò attentamente, accorgendosi di come il suo fianco e anche il suo petto fossero gravemente feriti, poi lanciò uno sguardo a Candida, vedendo come fosse momentaneamente fuori gioco.
"Sebastian! - urlò il conte - E' meglio ritirarci per adesso! Sento che Nelly è troppo debole, è pericoloso!"
"D'accordo! - rispose il maggiordomo guardandosi intorno, e accorgendosi di come avesse fatto fuori ormai quasi tutti i suoi rivali - Shiro, dobbiamo ritirarci, almeno per il momento"
"Come volete Maestà! - disse spiccando un salto in alto - Seguitemi, vi porterò in un posto sicuro". Ascoltando quelle parole, Sebastian e gli altri seguirono l'Angelo, lasciando il Bosco degli Ulivi in preda alla distruzione più totale. Quasi tutti gli Angeli "nemici" dell'Armata Celeste erano stati fatti fuori. Candida si tirò su, vedendo come fosse rimasta sola, quei demoni l'avevano momentaneamente sconfitta. Lanciò un urlò al cielo, rabbiosa poichè lei, un Angelo, la perfezione, era stata messa alla prova da un demone, da quel demone che avrebbe regnato sul Paradiso. Lanciò uno sguardo alla distruzione intorno a se, sussurrando a denti stretti qualcosa
 "La mia ira sarà la mia forza! Preparatevi sporchi demoni!"

Angolo dell'Autrice
Eh, ma quanto è figa Nelly? Diventa sempre più forte *^*. Io intanto spero che non mi ammazziate per quello che succederà prossimamente T.T XD 

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Capitolo 14
*** ALLEANZA! SENSO DI COLPA! ***


Candida riacquistò presto le sue forze, ma questa sua sconfitta non la portò sicuramente ad arrendersi, anzi, tutto il contrario. Ciò che fece fu un qualcosa che andava  contro i suoi ideali, ma l'Angelo aveva ammesso amaramente a se stessa di essere più debole di Nelly, quindi, per sconfiggere lei e i due futuri Re, aveva bisogno di aiuto da parte di qualcuno che detestava più di ogni altra cosa...
Rincasò nel suo castello d'oro, "accendendo" l'enorme lampadario di cristallo che scendeva verso il basso, e si sedette, versandosi un pò d'ambrosia nel calice, qualcosa di cui non riusciva a fare a meno, un pò come gli umani con l'alcol, in attesa dei suoi ospiti. Lei non li aveva chiamati ne avvertiti di nulla, coloro che avrebbero dovuto aiutarla sapevano già quale fosse il destino da affrontare, così come ella stessa era consapevole del fatto che sarebbe stata sconfitta, ma assolutamente non poteva permettersi di darla vinta a dei demoni. Proprio per qusto, era giunta ad una drastica decisione...
Il portone dell'enorme soggiorno in cui si trovava si spalancò all'improvviso, facendola trasalire. Ella si voltò, vedendo due figure avanzare, la prima con passo allegro e dinamico, la seconda con un passo un po più lento.
"Bene, bene, bene - disse la prima arricciando la coda - Chi non muore si rivede, eh?"
"Taci, Lucifero - sbuffò Candida avvicinandosi al Re degli Inferi - Non pensare che mi faccia piacere averti qui, anzi, per me è una cosa pessima, davvero pessima..."
"Su, non dire così - rispose egli attirandola languidamente a se - Ricordi da bambini come ci divertivamo insieme? O come da ragazzini eravamo così innamorati?"
"Quello è stato prima di diventare la quasi regina di questo posto e soprattutto prima di scoprire quanto voi demoni siate inferiori! - sbottò staccandosi violentemente per poi prendere a parlare con l'altra figura - Re Rengoku, allegro come sempre vedo". Il re del Purgatorio la guardò, non proferendo però alcuna parola. L'Angelo fece accomodare i due in un lungo tavolo anch'esso in oro che si estendeva verticalmente per tutta la stanza, e lì, prese a parlare con loro.
"Credo che sia inutile spiegarvi il perchè ho bisogno di voi - spiegò - Dopotutto lo sapete già"
"E' perchè sentivi troppo la mia mancanza, non è vero, Candy?" - fece Lucifero sorridendogli nuovamente in modo languido. Quella, per tutta risposta, non esitò a lanciare uno dei suoi "fulmini" vicino al collo del povero Re.
"Ahi! - fece egli - Cattivella! Non sai che se mi colpisci al cuore mi ucciderai?"
"Sarebbe un pensiero in meno per tutti! - sbottò rivolgendosi poi all'altro Re - Rengoku, tu sei l'unico con cui si può parlare seriamente. Voglio che tu e quell'idiota che ti siede accanto, siate miei alleati durante la Grande Guerra contro il Kami e contro i due Re, e insieme a voi, i vostri eserciti"
"Oh, ma sentitela! - disse Lucifero prendendo ad accarezzarsi il viso - E perchè mai Candida, il perfido Angelo che odia tutto ciò che non fa parte del Paradiso, chiederebbe aiuto proprio a noi?"
"Non pensare che mi faccia piacere! - rispose mettendosi faccia a faccia con quest'ultimo - Il mio intento è solo quello di usarvi per i miei scopi, nonostante questo pensiero mi faccia ribrezzo"
"Ah, ah, ah - rispose egli accarezzandole il viso - Il Re degli Inferi non lavora gratis. Il Re degli Inferi lavora soltanto in cambio di qualcosa... Non so... Magari qualcosa che soddisfi entrambi....". Dicendo ciò il Re aveva "casualmente" fatto scivolare la sua mano vicino il seno del'Angelo, il quale l'aveva prontamente afferrata.
"Scordatelo! - disse seria - Non sarò mai di un demone, tanto meno di un Re dei demoni!"
"D'accordo! - sbuffò sconsolato - Però voglio qualcosa in cambio comunque..."
"Come vuoi! - sbottò alzando gli occhi al cielo - Immagino invece che un pover'uomo come te non voglia niente in cambio, vero Rengoku?". Per tutta risposta, il Re del Purgatorio si alzò lentamente, mostrando tutta la sua stazza e imponenza di gran lunga maggiore rispetto a quella degli altri due, e poggiandosi leggermente al suo bastone, iniziò finalmente a parlare.
"Io non mi alleerò " - disse semplicemente.
"Che cosa?! - sbottò Candida andandogli incontro - Non ti alleerai con me? Baggianate, si che lo farai, io sono la regina del Paradiso, e io decido per chi sta al di sotto di me"
"Chi ha deciso che noi altre anime stiamo solo al di sotto? - chiese Rengoku con il suo solito fare calmo e pacifico - Chi ha fatto di te una regina? Io credo solo nel Kami e nei due Re leggendari che libereranno il Paradiso e con i quali inizierà la Nuova Alba dei Tempi..." - egli non poté finire la frase, poichè l'Angelo lo afferrò violentemente per la veste, iniziando a strattonarlo.
"VUOI FORSE ANDARMI CONTRO? - urlò con stizza - ANDARE CONTRO DI ME PER AIUTARE QUEI DEMONI MALEDETTI?! NON HA SENSO CIO' CHE DICI!"
"Io dico che non avrebbe senso aiutare colei che ha spedito l'Aldilà dritta alla rovina" - rispose egli continuando a rimanere assolutamente calmo. Candida avrebbe tanto voluto poter controbattere, ma non trovò che dire di fronte quell'affermazione tanto veritiera.
"FA COME VUOI! - urlò lasciandolo andare - Traditore, mi ricorderò di te quando ci ritroveremo sul fronte di guerra, che tu sia maledetto! Adesso sparisci di qui!". Obbedendo, Rengoku afferrò con più forza il suo bastone, ma prima di scomparire, diede all'Angelo l'ultima "botta finale".
"Si può cercare di cambiare le cose, ma non quando è il Re a stabilirle. Lunga vita al Kami e alla sua discendenza" - sussurrò piano, prima di dissolversi nel nulla. L'Angelo rimase lì a guardare il Re sparire, portandosi poi una mano alla testa e volgendo la sua attenzione sul calice di ambrosia che troneggiava sul tavolo. Tremante gli si avvicinò, afferrandolo e provando a portarselo alle labbra, ma i suoi brividi presero ad aumentare quando una mano le si poggiò su una spalla scoperta.
"Stai tremando, Candy - le sussurrò Lucifero - Cos'hai, paura forse?"
"Sciocchezze - deglutì rumorosamente - Mi fa solo ribrezzo l'essere toccata da te"
"Un tempo non la pensavi così - sorrise l'altro prendendo a circondarla con le braccia - Un tempo ti lasciavi andare volentieri alla lussuria con me, ricordi? Quando l'Aldilà era un unico grande Regno dove tutte le anime vivevano in pace e armonia..."
"Questo finchè il Kami era qui - rispose ella non riuscendo però a levarselo di dosso - Lui ci ha abbandonati, e in quanto io Angelo Guerriero più potente ho preso il suo posto e ho cambiato le cose a mio piacimento. E' inammissibile che Angeli, Demoni, Shinigami e Anime Di Mezzo vivano insieme e si mescolino tra loro"
"E così hai pensato bene di gettarmi nell'Inferno, dico bene? - chiese Lucifero leccandosi le labbra - Comunque mi sento generoso, e voglio aiutarti, ma ovviamente voglio qualcosa in cambio, e visto che non vuoi darmi il tuo corpo vorrà dire che mi accontenterò di diventare il Re del Paradiso accanto a te..."
"Scordatelo! - fece Candida scansandolo - Non esiste, è fuori questione. Te l'ho detto, un demone non sarà mai Re del Paradiso". A quelle parole, il Re degli Inferi afferrò Candida per un braccio, attirandola a se e guardandola dritta negli occhi verde acqua che facevano da contrasto con i suoi occhi rossi.
"Allora permettimi semplicemente di starti accanto - disse sorridendo - Tutto quello che voglio sei tu... E anche il tuo corpo..". Dicendo ciò iniziò a percorrerle il corpo con le mani, bramando di averlo per se dopo tanti anni di solitudine.
"Non posso farlo... Io e tu... E' una cosa orribile..." - sussurrò lei cercando di resistere a quelle mani, a quel tono e a quei occhi ai quali sapeva in realtà di non poter resistere.
"Non lo saprà nessuno - le sussurrò all'orecchio - Io ti do il mio esercito, tu la tua più intima carezza, mi sembra un patto equo, no?". Egli l'attirò ancora di più con violenza, serrando le sue labbra in un bacio vorace e sentito allo stesso tempo, un bacio alla quale neanche lei seppe opporsi, ma che anzi la catturò completamente. Lei, l'Angelo Perfetto, l'Angelo che perseguitava i peccatori e malediceva i demoni, stava cadendo vittima del fascino di quest'ultimo, si stava facendo trascinare dalla passione, ma forse era un piccolo prezzo da pagare. Candida si staccò poco dopo, avendo ancora tra le labbra il sapore di quel bacio impuro.
"D'accordo - disse ansimando - L'affare è fatto".
"Molto bene - sorrise Lucifero inchinandosi ad ella e porgendole un bacio sulla mano - Sicuramente ti concederò la corona della vittoria"
 
Shiro aveva portato i suoi Re e gli altri in una reggia che sorgeva tra le colline a sud, una reggia che a quanto pare doveva la casa dei Kami, il vero Castello, la Casa del primo Re e della sua discendenza, il Castello in cui ,in poche parole, avrebbero vissuto Ciel e Sebastian una volta saliti al trono.
La prima cosa che fecero fu quella di portare Nelly in una delle tante stanze e sistemarla su un letto, la quale era ancora svenuta, cosa alquanto strana visto che non era mai successo.
Shiro la guardò attentamente, la controllò per bene mentre gli altri attendevano in silenzio un qualche suo verdetto.
"Questo è davvero un miracolo - disse ad un tratto portandosi una mano sul mento - E' stata colpita al cuore, eppure è ancora viva, in genere i colpi al cuore da parte degli Angeli risultano essere fatali"
"Cosa?! - fece Ciel lanciando uno sguardo preoccupato a Nelly - Com'è... Possibile...?". Riuscì a stento a trattenere le lacrime, ultimamente era più emotivo del solito, anche per la minima sciocchezza.
"Stiate tranquillo - lo rassicurò l'Angelo - Ha solo perso i sensi, si risveglierà a breve. Anche se però mi chiedo cosa sia effettivamente successo...."
"Io credo di saperlo - rispose Bianca tenendo lo sguardo basso - Mentre combatteva contro Candida è... Successo qualcosa.. Non so esattamente cosa... Ma il suo potere sembrava diverso... Più potente e intenso delle altre volte..."
"Più potente, eh? - fece Shiro inarcando un sopracciglio - Potrebbe essere che il suo potere sia passato ad uno stadio più avanzato, e forse questo le ha prosciugato gran parte della sua energia... Sì, credo sia la spiegazione più plausibile..."
"Uno stadio più avanzato? - chiese Ciel tirando su con il naso - Wow, la mia piccola è davvero più forte di quel che credevo..."
"Bene, sarà il caso di lasciarla riposare - suggerì l'Angelo per poi rivolgersi ai due demoni - Nel frattempo noi potremo parlare della questione"Guerra". "
"Non posso - sbottò il conte - Non potrei sapendo che Nelly è qui, da sola..."
"Emh... Se volete potrei restare io con lei..." - azzardò a dire Antony tenendo lo sguardo basso.
"Scordatelo - disse Sebastian - Non ci penso neanche...." - non poté finire la frase, poichè Ciel lo aveva afferrato per un braccio, attirandolo a se.
"Vuoi piantarla? - gli sussurrò - Sembri uno stupido quando fai queste scenate!"
"Parli proprio tu? - fece il maggiordomo - Non lascerò la mia bambina da sola con quello shinigami..."
"Preferiresti che rimanga con Harry? Perchè se vuoi posso chiederglielo..." - disse il conte assumendo una finta aria maliziosa.
"Non oseresti"
"Oh, si che oserei, posso fare tutto, sono pur sempre il suo padrone". A quel punto Sebastian dovette arrendersi, lasciare Nelly da sola con Antony era sicuramente meglio che lasciarla da sola con quello "spiritello dagli atteggiamenti da maniaco/ossessivo/pazzo/omicida, e poi in caso lo shinigami avesse solo pensato di fare qualcosa di male lo avrebbe potuto fermare quando voleva. 
Così i due seguirono Shiro, lasciando Nelly ed Antony da soli. Dopo aver attraversato un lungo corridoio, finirono in una sala illuminata da delle candele che dava una certa aria soffusa, con un lampadario che pendeva dal soffitto anch'esso composto da una miriade di piccole candele l'una accanto all'altra, mentre al di sotto stava un tavolo di legno con su sparse carte e roba varia.
"Qui è dove io e gli altri soldati discutiamo sul da farsi ogni qual volta che ce ne sia bisogno - spiegò facendoli accomodare - Dunque, adesso ascoltatemi bene: molto probabilmente, Candida si sarà già alleata con gli altri due Regni dell'inferno e del Purgatorio"
"E perchè dovrebbe allearsi con i suoi "rivali"?" - chiese Sebastian.
"Perchè è impaurita - spiegò l'Angelo puntando il dito su un foglio che raffigurava qualcosa - Il nostro esercito sarà formato dagli Angeli Guerrieri dell'Armata Celeste miei alleati, ma saremo aiutati anche da altri Angeli, unicorni e le Ninfe, poichè il nostro numero sarà di gran lunga minore rispetto a quello dei nemici, quindi avremo bisogno di tutto l'aiuto possibile. Io combatterò al vostro fianco, ma sarà compito vostro guidare la Guerra, vostro del Kami che a quel punto tornerà".
"Quindi è deciso - disse Ciel - Si combatte"
"No - disse Sebastian - Ho deciso che io combatterò, ma non permetterò che tu e Nelly siate coinvolti in questa storia"
"E quando l'avresti deciso?!" - chiese stizzito.
"Nel momento in cui mi sono reso conto di quanto la situazione sia critica - rispose il maggiordomo guardandolo serio - E' pericoloso, e io devo proteggervi"
"Perchè non mi permetti di dimostrarti che anche io sono in grado di proteggervi?" - chiese il conte mettendosi faccia a faccia con l'altro. Rimasero a guardarsi per pochi secondi, e negli occhi dell'altro essi potevano leggere il desiderio di proteggersi a vicenda, ma anche tanta preoccupazione.
"Dovete combattere entrambi - spiegò Shiro cercando di separare i due - E temo anche la principessa Helena, soprattutto adesso che sembra che il suo potere sia diventato più forte".
"D'accordo - disse Sebastian - Però, va bene che noi siamo i Re, e tutto il resto, ma come faremo ad affrontare quasi Tre Regni con il nostro piccolo esercito...?" - non poté finire la frase, poichè qualcosa, una presenza alle sua spalle lo distrasse. Si voltò, vedendo una figura che nell'arco di pochi secondi si era materializzata davanti a lui, e quella figura era Re Rengoku.
"Voi?" - trasalì Ciel alzandosi istintivamente in piedi.
"Sono contento di sapere che state bene - disse il Re sorridendo ai due - Vi avevo detto che ci saremmo incontrati"
"Il Re del Purgatorio qui? - fece Shiro con aria di sfida - Ti ha mandato forse Candida?"
"Non mi manda Candida, ragazzo - spiegò con calma - Non ho intenzione di unirmi a lei. Il mio intento è servire il Kami, servire questo Regno, e soprattutto servire voi, Vostra Maestà" - dicendo ciò si inchinò di fronte ai due demoni, certo per Ciel era una cosa abituale, ma per Sebastian risultava ancora una novità.
"Davvero ci aiuterete?" - chiese Shiro abbastanza stralunato da quelle parole.
"Assolutamente sì - confermo il Re - Io e il mio Regno vi daremo tutto l'aiuto necessario, certo non siamo guerrieri, ma faremo di tutto per far cadere nell'abisso quella "falsa regina". "
"Se queste sono le tue vere intenzioni tanto meglio - sbuffò l'Angelo diffidente - Comunque la situazione non cambia di molto. I Demoni e gli Angelo Guerrieri sono potenti da far paura, e il nostro numero così ridotto non ci aiuterà. Spero solo che il Kami tornerà come ha promesso, perchè la situazione non promette bene..."
 
Bianca dal canto suo si trovava in una delle tante stanze, seduta sul freddo pavimento, con il viso sprofondato nelle ginocchia. Tutto ciò a cui riusciva a pensare fin ora erano soltanto i sensi di colpa, un sentimento a cui fin ora aveva cercato di non fare caso. Per tutto il viaggio i suoi amici avevano rischiato la vita per lei, Nelly aveva rischiato più di tutti per salvarla, e lei invece se ne stava sempre lì, senza far nulla, senza essere di alcuna utilità. Si ritrovò a pensare che fosse tutta colpa sua se adesso si sarebbe scatenata una guerra: insomma, se lei non li avesse portati fino al Paradiso, adesso loro non si sarebbero ritrovati in questa situazione disperata. Lei non era semplicemente stata d'aiuto a nessuno e per nessuno... Era un Angelo Guerriero, un guerriero dovrebbe essere impavido e temerario, qualità che avevano sempre fatto parte del suo essere, ma che adesso stavano andando scemare poco a poco.
Si scostò i capelli dalla fronte, sbuffando. Se solo ci fosse stato un modo per fermare Candida e ripagare allo stesso tempo i suoi "debiti", dopotutto, lei era l'Angelo Peccatore, ci sarebbe stato motivo di giustiziarla, e magari poteva usare la cosa per favorire la loro situazione.
Ad un tratto la porta si aprì debolmente, facendo entrare uno spiraglio di luce. Alzò gli occhi che presto s'incontrarono con quelli azzurro ghiaccio di Harry, il quale la guardava con un sorriso.
"Cosa ci fai qui?" - chiese.
"Nulla... Pensavo" - rispose pianissimo.
"Capisco - rispose il Kesshiteboru andando a sedersi accanto a lei e non riuscendo a non notare il suo sguardo così triste - Emh... Ti infastidisco?"
"Mh? Oh, no, certo che no! - sbottò arrossendo - Non mi daresti mai fastidio". Harry le regalò un altro sorriso che la fece sciogliere, poi, come se fosse la cosa più naturale del mondo, le afferrò una mano e la strinse forte come ormai non faceva da tempo.
"Va tutto bene, Bianca - la rassicurò - Non ti accadrà niente, te lo giuro". L'Angelo rimase piacevolmente colpita da quelle parole, e lo guardò ancora. A suo tempo, Harry l'aveva conquistata con il suo fascino e il suo viso perfetto, con la sua voce e i suoi modi di fare sempre cosi pacati e rassicuranti.
"Lo so - rispose lei stringendo ancora di più la sua mano - In tutto questo contesto, la cosa positiva è che noi due ci siamo ritrovati. Forse non è vero che è un amore impossibile"
"Forse - fece il Kesshiteboru sorridendo per poi cambiare espressione - Anche se... Ora che ci penso.... Io sono un bambino... Nel senso... La mia anima ha la conformazione di un dodicenne, io non cambierò mai, non crescerò mai perchè non esisto, anche se il tempo passerà..."
"Di cosa stai parlando? - chiese Bianca - Qui il tempo non esiste, così come non esiste l'età"
"Lo so, ma tu sei un Angelo. Non rimarrai sempre così, cambierai, andrai sempre ad assomigliare ad una donna prima di fermarti del tutto, io invece rimarrò cosi per sempre. A quel punto come faremo? Io voglio essere l'uomo che ti starà accanto, non il bambino che dovrai "crescere", il problema è che io uomo non sarò mai"
"Non avevo mai pensato a questo - sussurrò tristemente - Però... Per me non sarà un problema. Potrò cambiare, potrà cambiare tutto, ma non i sentimenti che provo per te..." - non potè finire la frase. Harry le si era già piombato addosso, stringendo il suo busto contro il suo e baciandola dolcemente, come un tempo era abituato a fare. Bianca poté finalmente godere della sensazione di avere colui che amava stretto a te, e avere quel bacio, quelle attenzione, quel tutto che le era stato tolto ingiustamente. Forse era vero che il loro era un amore impossibile, ma non per questo non lo avrebbero vissuto. Il Kesshiteboru si staccò poco dopo, ancora rosso in viso.
"Scusa - mormorò - Non so cosa mi sia preso...". Per tutta risposta, l'Angelo lo abbracciò senza preavviso, affondando il viso sulla sua spalla e facendosi scivolare due lacrime rumorose.
"Bianca - le sussurrò all'orecchio accarezzandole i capelli - Perchè piangi?"
"Piango perchè sono inutile! - borbottò stringendosi a lui ancora di più - Fin ora cosa ho fatto? Nulla! Tutti voi avete rischiato le vostre vite per riportarmi in Paradiso, e ancora adesso state rischiando tutto per salvare questo Regno! Pensavo di essere un guerriero, invece non sono nulla...!"
"Smettila di dire queste cose - rispose l'altro stringendola all'altezza dei fianchi - Tu non inutile. Tu sei un guerriero, l'hai detto anche tu. Non hai motivo di sentirti una buona a nulla, ma se davvero senti un debito verso gli altri, o verso te stessa, quello che devi fare e cercare di ripagarlo, un pò come sto facendo io...". A quelle parole Bianca spalancò gli occhi, avendo come un illuminazione: ma certo, doveva ripagare i suoi debiti, e forse un modo c'era. Si staccò da quell'abbraccio, indietreggiando.
"Bianca...?" - chiese Harry.
"Io devo andare...." - sussurrò.
"Dove? Dov'è che vuoi andare?". prima che l'altro potesse avvicinarsi, l'Angelo ebbe il tempo di colpirlo alla testa, causandogli una temporanea perdita di sensi. Era davvero necessario, non poteva permettere che lui la seguisse. Si chinò, accarezzando il viso e i capelli del Kesshiteboru, e trattenendo a stento le lacrime.
"Perdonami Harry - gli sussurrò - Quello che sto per fare lo farò anche per te...."
 
Antony invece, era rimasto per tutto il tempo con Nelly, come promesso. Ovviamente l'unica cosa che poteva fare era guardarla, se avesse soltanto provato a pensare qualcosa di "strano", Sebastian l'avrebbe ucciso in tempo niente. Inoltre, l'unica cosa a cui riusciva a pensare era la sua preoccupazione: va bene che Nelly era forte e tutto il resto, eppure appariva così fragile in quel momento, stesa a letto, pallida, con i capelli neri come l'ebano che le circondavano il viso. La guardò per qualche secondo, afferrandole poi la mano e stringendola tra la sua. La prossima volta una cosa così non sarebbe successa, giurò a se stesso che l'avrebbe protetta in qualche modo, anche a costo della sua vita, a costo di ogni cosa. Dopotutto, era forse questo l'amore, fare di tutto per la persona che si è accanto. E lui sentiva Nelly così sua, nonostante non l'avesse mai avuta in "nessun senso". Avrebbe tanto voluto baciarla in quel momento, però forse era meglio aspettare, dopotutto doveva essere un momento speciale, un momento che superasse il primo bacio "rubatole" da Harry quattro anni prima.
I suoi pensieri furono distratti da un movimento da parte della lady. Ella infatti aveva preso a muovere debolmente il braccio, e poi aprì gli occhi come spaventata, come se si fosse appena svegliata da un incubo.
"Nelly! - urlò Antony abbracciandola istintivamente - Finalmente ti sei svegliata!"
"Oh... Oh, Antony! - fece la lady abbracciandolo a sua volta, perdendosi nella dolcezza di quel gesto così inconsueto da parte dello shinigami, ma poi il suo pensiero passò ad altro, quell' "altro" che l'aveva destata dal suo sonno - Dov'è Bianca?"
"Non lo so, perchè?"
"Ho una pessima sensazione - disse - Dobbiamo trovarla assolutamente"

Angolo dell'Autrice
Scrivendo questo capitolo ho amato la LuciferoxCandida o.o Tutte le coppie più strane le trovo io xD
Ovviamente la farse "sicuramente ti concederò la corona della vittoria", l'ho presa dal manga u.u E poi beh, quante cose dolci, ma non penso dureràà a lungo (non uccidetemi xD)

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Capitolo 15
*** SACRIFICIO! IL DOLORE PIU' GRANDE! ***


Stando ben attenta a non essere vista da nessuno, Bianca scivolò via dal Castello, e volando ad ali spiegati per la volta del cielo blu, si diresse verso l'ultimo posto dove sarebbe voluta andare, ma oramai non aveva altra scelta. Si asciugò le lacrime, pensando che sarebbe stato meglio sfogarsi adesso che poteva, piuttosto che dopo. Successivamente non volle pensare a nulla, aveva paura di avere dei ripensamenti.
Dopo alcuni minuti di volo silenzioso, i suoi occhi si posarono sul castello d'oro, la casa della "regina". Pian piano scese di quota, arrivando poi all'immenso ed alto portone che le avrebbe permesso di entrare. Avrebbe potuto tirarsi indietro, continuare a lasciar fare agli altri come secondo lei aveva sempre fatto, però il momento di giocare era finito, lei era un guerriero ed essere un guerriero vuol dire avere il coraggio di affrontare tutto, anche la morte. Cercò di incoraggiarsi mentalmente, sussurrandosi qualcosa. In quel momento avrebbe tanto voluto che la mano di Harry si poggiasse sulla sua, il suo Harry sempre pronto a consolarla e a strapparle un sorriso. Ma lui non era lì, e lei stava per fare quel che doveva fare anche per salvare lui, insieme a tutti gli altri. 
Fece un respiro profondo, e con un colpo secco aprì il portone, chiudendo gli occhi che riaprì qualche secondo più tardi. Di fronte a lei, nell'immenso salone, stavano seduti ad un tavolo Candida, seguita da Lucifero, dai Sette Lord che riconobbe subito (anche se erano più malconci di come se li ricordava), e da un'altra miriade di demoni che però non conosceva. La "bella" comitiva si voltò a guardarla all'unisono, fissandola sorpresi per qualche secondo. Gli occhi di Bianca però, miravano dritti ad una creatura in particolare: Candida, la quale appariva molto sorpresa ma anche divertita di vederla, probabilmente stava già organizzando nella sua testa chissà cosa.
"Bianca - disse ella squadrandola tranquillamente - Razza di sciocca, cosa ci fai qui? Hai anche il coraggio di venire da sola?". L'altro Angelo prese a tremare, starle vicino le procurava sempre timore, ma non voleva farsi vedere impaurita almeno in quel momento.
"Io non sono venuta qui per combattere - disse facendo qualche passo in avanti - Ma per trovare un accordo"
"Un accordo? - chiese divertita avvicinandosi a lei e prendendo a girarle intorno - E di che accordo si tratta, sentiamo"
"Dunque... Siamo tutte e due d'accordo nel pensare che la colpa di tutto questo sia mia. Sì, io sono l'Angelo Peccatore, ho portato qui Demoni e Shinigami, ho praticamente dato il "via" a questa Guerra non ancora avvenuta. Visto che non voglio che cominci stavo pensando di fare un patto con te"
"Un patto?! - fece Lucifero alzandosi di scatto - Perchè mai dovremmo fare un patto con te, Angelo Peccatore?"
"Taci! - sbraitò Candida a quest'ultimo per poi rivolgersi nuovamente all'Angelo - Continua pure, sono molto interessata"
"Il patto che voglio fare con te è - disse tremando - La mia vita per la libertà dei miei amici". Quell'affermazione tanto azzardata lasciò senza parole tutti i presenti, tanto che lo stesso Re degli Inferi prese a ridere a crepapelle.
"AH! Che assurdità! - fece - E' la cosa più stupida che abbia mai sentito!!"
"STAI ZITTO!! - gli urlò Candida incutendogli timore con il solo sguardo - La tua vita? - fece avvicinandosi a lei - Tu rinunceresti alla tua vita per quella feccia?"
"Sì - rispose risoluta - Se io ti do la mia vita, tu permetterai loro di andarsene e soprattutto non scatenerai una Guerra?". Candida sembrò pensare seriamente alla risposta da dare, ma fu come al solito interrotta da Lucifero.
"Cosa? No, no, no, è una follia! Candy, tu non accetterai mai, vero? VERO?!"
"Accidenti, zitto una buona volta! - urlò lanciandogli un fulmine di luce con la sua arma, la quale fu abilmente schivato dal Re, anche se per poco - Beh... potrei anche accettare, ma io cosa otterrei in cambio?"
"Come ti ho già detto avrai la mia vita, in modo che potrai punirmi a dovere. Inoltre, nessuno usurperà il tuo trono"
"Neanche la principessina dagli occhi bicromatici?" - chiese guardandola negli occhi.
"No.. Nemmeno lei..." - rispose Bianca abbassando lo sguardo. A quella frase Candida si tirò su, assumendo un espressione soddisfatta e malvagia allo stesso tempo.
"Molto bene, angioletto - le sussurrò - Vedo che hai capito bene come trattare. D'accordo allora, la tua vita in cambio della libertà di questo Regno. Sì, l'affare è fatto"
"EEEH? - fece Lucifero che a quanto pare non aveva ancora imparato la lezione - DOPO TUTTO QUELLO CHE ABBIAMO PASSATO?"
"Perchè dovrei complicarmi la vita se la soluzione mi si presenta su un piatto d'argento? - chiese gelandolo con lo sguardo - Io e Bianca siamo scese ad un compromesso, vero Bianca?" - dicendo ciò allungò la mano verso l'Angelo, come a voler sancire ufficialmente quel patto. Lei la guardò, avendo per un attimo un ripensamento. Chi le diceva che poteva davvero fidarsi? Nessuno, eppure, perchè avrebbe dovuto rifiutare la sua proposta visto che le stava dando proprio quello che voleva? Non poteva avere paura, doveva essere coraggiosa e fare qualcosa di buono almeno per una volta. Allungo la mano e gliela strinse.
"Sì - disse a denti stretti - Il patto è fatto"
 
Nelly corse per tutti i corridoio del Castello, nonostante si reggesse appena in piedi e le sue forze non fossero ancora tornate, e nonostante il fatto che Antony cercasse di fermarla in tutti i modi.
"Si può sapere dove stai andando?" - chiese lo shinigami cercando di stare al suo passo.
"Ho avuto una pessima sensazione - rispose la lady senza voltarsi a guardarlo - Spero tanto che mi stia sbagliando". Si fermò di botto, puntando lo sguardo in direzione di una porta che risultava semichiusa. Si avvicinò in punta di piedi, aprendo del tutto la porta e rimanendo allibita di fronte la figura di Harry che stava steso sul pavimento ad occhi chiusi.
"Ma cosa...? Harry...!" - fece la lady correndogli incontro.
"Eh? - chiese Antony vedendo la scena - Che diamine... Quale Kesshiteboru è così idiota da farsi colpire! Questo qui non lo dovrebbe sentire neanche il dolore!"
"Antony - lo rimproverò per poi prendere a scuotere il corpo dell'altro - Harry! Svegliati subito, hey!". Al terzo schiaffo in viso da parte della lady, il Kesshiteboru si destò, aprendo gli occhi quasi trasalendo.
"Harry - lo chiamò Nelly reggendolo per le spalle - Cosa... E' successo?".
"Io... Non lo so - rispose egli guardandosi intorno spaesato - Ero con Bianca... Poi lei mi ha colpito... Non so perchè... Diceva di voler andare da qualche parte..."
"Da qualche parte? - chiese la lady preoccupata - Dannazione, allora la mia sensazione non era sbagliata!"
"Di che sensazione parli?" - chiese Harry preoccupato.
"Non lo so... Però... Mentre dormivo ho avvertito qualcosa di strano... Era come se nel mio subconscio riuscissi a percepire i pensieri di Bianca... E i suoi pensieri mi dicono che... E' andata da Candida"
"COSA?!" - chiesero il Kesshiteboru e lo shinigami insieme.
"E' così. Adesso sono sicura che non mi sto sbagliando. Devo andare a cercarla, subito" - dichiarò la lady stringendo i pugni.
"Io vengo con te! - disse Harry alzandosi in piedi - La colpa è mia! Sono stato io a dirle di "ripagare i suoi debiti", chissà che cosa ha in testa adesso!"
"D'accordo, Antony tu...." - provò a dire Nelly.
"Io vengo con voi - dichiarò - Non ti lascio sola con questo qui. E poi... Che razza di cavaliere sarei se non accompagnassi una principessa ad affrontare qualcosa di così pericoloso?" - fece infine arrossendo come non mai. La lady rimase piacevolmente colpita dall'evidente gelosia e soprattutto dalla dolcezza dello shinigami che finalmente stava abbandonando il suo carattere "freddo" e soprattutto il suo odio verso i demoni.
"Va bene allora - rispose cercando di non perdersi in un "brodo di giuggiole" - Andremo tutti e tre, ma occhio a non farvi scoprire dagli altri, soprattutto dai miei, non mi farebbero avvicinare sicuramente a Candida dopo quello che è successo". 
Fu così che i tre uscirono furtivamente dal Castello, anche se all'inizio non sapevano bene da che parte andare, sapevano da chi Bianca stesse andando, ma non dove stesse andando. Vagarono per buona parte del Regno per un pò, e come ultima meta lasciarono per ultimo, senza un'apparente motivo, proprio il Bosco degli Ulivi. 
Arrivarono al suddetto luogo che ormai sembrava quasi notte fonda, era buio, le stelle e i coloratissimi astri davano un tocco al cielo, e l'aria profumava come sempre di campagna. Si fecero spazio tra gli alberi fitti, camminando alla cieca ma con un continuo presagio di qualcosa di terribile. 
"Pensi che sia andata di qui?" - chiese Harry alla lady cercando di non inciampare.
"E' quello che sento - rispose Nelly - Accidenti, cos'ha in mente Bianca? Spero che stia bene!". Proseguirono in silenzio senza sapere come e quando fermarsi precisamente, era come se si fossero persi arrivati ad un certo punto.
"Cavolo! - sbottò Antony frustrato - Siamo in tre e non riusciamo neanche ad arrivare dove vogliamo!"
"Aspetta! - fece la lady indicando una luce arancione dinnanzi a se - Vedo qualcosa lì, andiamo!". Avanzarono ancora, e man mano camminavano più la luce diventava forte e calda come fuoco, tant'è che arrivati ad un certo punto dovettero fermarsi.
"Che cos'è....?" - chiese Harry guardandosi intorno.
"Io.... Non lo so..." - rispose Nelly puntando gli occhi su quello scenario così lugubre, uno scenario che gli era comunque troppo familiare: lo stesso altare, lo stesso fuoco e la stessa atmosfera che aveva già incontrato una volta per salvare Bianca da morte certa. Nella sua mente si fece spazio un pensiero, pensiero che cercò di scacciare ma che fu confermato quando vide Candida comparire sull'altare, mentre intorno a lei una miriade di demoni urlavano e strepitavano come una folla impazzita. Poi voltò lo sguardo in basso, rendendosi conto di una figura ai piedi dell'altare: si trattava di Bianca.
"Bianca?! - fece Harry accorgendosi di lei - Cosa ci fa lì?". Nessuno però gli rispose, gli altri due erano completamente assolti in quel momento: videro l'Angelo compiere qualche passo per salire sull'altare, mentre le creature intorno a lei continuavano a fare il "tifo" con foga ad ogni suo passo. Il suo sguardo era così serio, disperato ma tranquillo allo stesso tempo. Ella salì fino ad arrivare a Candida, la quale aveva negli occhi una certa aria da pazza omicida mentre reggeva tra le mani la sua arma. La "regina" le si avvicinò, guardandola da prima con fare minaccioso e per rivolgersi poi al suo "pubblico".
"Creature dell'Aldilà e miei alleati! - urlò puntando un braccio in cielo - Questa sera porterò al termine ciò che avevo già cominciato. L'Angelo Peccatore sarà punito!". A quelle parole ci fu un boato di approvazione, parole che non poterono sfuggire ai tre, soprattutto ad Harry, il quale prese a correre per cercare di raggiungere Bianca, ma sorprendentemente, non riusciva ad arrivarci. Era come bloccato da una specie di muro in visibile che c'era tra lui e tutto il resto.
"DANNAZIONE! - urlò iniziando a calciare l'aria - COS'HANNO FATTO QUESTI BASTARDI?"
"Harry, calmati! - cercò di fermarlo Nelly - Io non sono sicura di esserne in grado!"
"PERCHEE' NO?! - fece andandole aggressivamente incontro - PERCHE' NON USI I TUOI POTERI PER BUTTARE GIU' QUESTO MURO INVISIBILE E SALVARLO, EH? PERCHè NON LO FAI...?" - non ebbe il tempo di finire la frase poichè Antony lo afferrò violentemente per il collo, avvicinandolo al suo viso.
"Ora basta, Harry! - disse serio guardandolo negli occhi - Non possiamo intervenire! Lo vuoi capire o no che non abbiamo possibilità di uscire vivi di qui? Se adesso noi interveniamo moriremo!"
"Se non interverremo morirà Bianca!" - urlò afferrandolo per il colletto della camicia.
"Ora basta, piantatela tutti e due! - urlò la lady cercando di ricacciare le lacrime - Guardate lì!". I due alzarono lo sguardo, vedendo ciò che accadeva di fronte quel muro invisibile.
Candida afferrò Bianca per il collo e la gettò al suolo, mentre alcuni demoni le andavano addosso per legarla al suolo con delle corde, in modo tanto stretto da impedirle di muoversi. Lei si lasciò fare tutto, aveva deciso di non opporre resistenza, di sacrificarsi senza paura. L'altro Angelo rise divertita a quella scena, e con una violenza disumana afferrò i bei ricci dell'altra strappandone una manciata così, a vivo. Bianca a quel punto non poté fare a meno di farsi sfuggire un urlo acuto, un urlo che nello stesso frattempo fece fremere Harry, il quale non poteva far altro che guardare, mentre qualcosa dentro di se non faceva altro che spezzarsi.
"No - sussurrò piano - Vi prego... Basta... Lasciatela stare...". Nel frattempo Nelly stava provando in tutti i modi ad abbattere quel muro, non riuscendo però a trattenere le lacrime di rabbia e di dolore di fronte a quella vista tanto atroce.
"Maledetti - mormorò a denti stretti - Maledetti... Maledetti... Perchè non ci riesco, perchè?!". Avrebbe voluto urlare tanto forte da farsi sentire, ma era evidente che non sarebbe stata ascoltata.
D'altro canto, Candida stava continuando a torturare Bianca, ormai le aveva mal ridotto i suoi adorati riccioli e avevo preso a stravolgere il suo corpo di percosse, con così tanta semplicità come se trattasse di un rifiuto. 
Si sentiva così inerme in quel momento, così stupida, fragile e inutile, ma la speranza che forse quel gesto sarebbe servito a qualcosa le faceva sopportare tutto con un accenno di sorriso. Il dolore subito, il freddo del suolo e il calore del fuoco così forte sulla sua pelle, le risate malefiche dei demoni, tutto quanto sarebbe presto finito appena avrebbe chiuso gli occhi per finire in qualcosa che non era neanche il Nulla, poichè in fondo il Nulla era qualcosa, lei sarebbe finita in qualcosa di peggio a cui non sapeva dare neanche un nome. Sentì la fredda mano di Candida afferrarla per il collo, ed ebbe la forza di guardarla un attimo negli occhi, quegli occhi che adesso le apparivano più malvagi e spietati se possibile.
"Guardati! - disse ella scatenando una risata tra gli altri demoni - Sei davvero ridicola, e tu dovresti essere un'Angelo Guerriero? Fammi il favore, dovresti solo marcire insieme alla feccia come te!". Ancora una volta ella non rispose, che importava morire se coloro che amavano avrebbero potuto salvarsi? Si lasciò andare ad una sorta di pacifica rassegnazione, entrando in pace con se stessa, dopotutto la fine era arrivata.
"Povera piccola ingenua - le sussurrò infine Candida - Davvero credevi che questo tuo gesto avrebbe salvato i tuoi sporchi amichetti? Sì, sei davvero ridicola. Io ucciderò te, e anche quella principessina dagli occhi così particolari, per non dimenticarsi poi del tuo amato, oh, com'è che si chiamava? Oh, sì, Harry... Giusto!". Bianca spalancò gli occhi, passando da una sensazione di pace ad una sensazione di terrore assoluto. Era sciocca è vero. Era stata sciocca anche solo a pensare di potersi fidare di qualcuno così. Si era sacrificata inutilmente, anzi no, non si era sacrificata, praticamente il suo era stato un suicido, e facendo questo si era dimostrata più codarda di quanto non si sentisse già.
Candida le afferrò le morbide le ali con violenza. Lei avvertì le urla, il dolore, l'angoscia, la disperazione accrescere ogni secondo di più, avvertì qualcosa di indescrivibile, sentì le sua ali venir staccate con una lentezza estenuante, come se volessero infliggerle tutto il dolore possibile. Poi le vennero staccate tutte assieme, mentre nel frattempo una frase carica di odio le veniva sussurrata.
"Buon viaggio nel nulla, sgualdrinella" - le disse Candida finendo di compiere quel gesto così doloroso. Con un ultimo sussulto, Bianca spirò, e chiuse gli occhi, lasciandosi andare a quel viaggio senza ritorno.
"BIANCA! - urlò Harry - BIANCA, NO! NO! CAZZO, FATEMI USCIRE DI QUI, BIANCA!". Il Kesshiteboru vide gli occhi di Candida alzarsi in alto fino a raggiungere i suoi, come se avesse sempre saputo che loro si trovassero lì. Poi gli lanciò un sorriso e le sentì urlare trionfante le parole:" Giustizia è stata fatta!", mentre la baraonda di demoni intorno lei prendeva ad esultare gioiosa. 
"No, no, non ci credo - mormorò Harry tremando - Non è possibile, non può essere....!"
"Cosa succede adesso?" - chiese Antony accorgendosi di come pian piano le figure davanti a se presero a sparire nel nulla, ed insieme ad essi anche il muro che fin ora li aveva separati dall'Angelo. Che quella maledettissima "regina" avesse architettato tutto dall'inizio? Che avesse fatto tutto ciò per mostrare ai suo rivali la sua forza e il suo coraggio? Domande che non potevano avere risposta, anche perchè l'unica cosa a cui i tre pensarono una volta liberi di correre, fu quella di raggiungere Bianca. Il fuoco era ormai spento e su tutto l'altare aleggiava il silenzio e il buio. 
"BIANCA! BIANCA! -urlò Harry esasperato correndo verso il contro dell' Angelo ormai senza vita e stringendolo a se, iniziando a tremare, a gemere, a parlare come se fosse diventato pazzo - No... Bianca... No... Perchè l'hai fatto...? Perchè? Maledizione, la colpa è solo mia, che la mia anima sia dannata....!". Dicendo ciò si lasciò andare ad un pianto isterico, uno di quei pianti a cui non si lasciava andare da molto tempo, stringendo il corpo di Bianca ormai freddo, pieno di lividi e pieno di ferite. Provò anche a sentire il battito del suo cuore, ma non sentì niente. Nelly si accasciò accanto ai due, non riuscendo a proferire una parola di fronte a quella scena. Se c'era qualcuno che sarebbe dovuta morire affrontando Candida avrebbe dovuto essere lei, non Bianca. Conosceva fin troppo bene il sentimento che si trova nel perdere una persona cara, questa volta era un per sempre, non poteva esistere un "Aldilà dell'Aldilà", l'anima di Bianca si era come sgretolata, era diventata polvere. Le lacrime iniziarono a solcarle il viso, e con le unghie prese a stringersi le braccia, come se volesse infliggersi del dolore.
"NO! - urlò - Non ci credo! Non è possibile! Sono io quella che doveva morire! Non lei! Non doveva andare così...!" - si sentì improvvisamente abbracciare da dietro da due braccia che riconobbe all'istante.
"A.... Antony?" - balbettò stringendogli le mani.
"Se vuoi piangere devi farlo tra le mia braccia - sussurrò non riuscendo per la prima volta a trattenere le sue lacrime - E' mio compito asciugare le tue lacrime...". A quella frase così dolce, sussurratole in quel contesto così amaro, Nelly si voltò. abbracciando lo shinigami e poggiando la testa sul suo petto, lasciandosi andare ad un pianto più calmo e sommesso, mentre Harry accanto a lei continuava a disperarsi di fronte a quell'evidente fine.
 
Nel frattempo, al Castello c'era tutt'altra atmosfera, soprattutto per Destiny e Ronald. I due, approfittando di quella situazione di "confusione", ne approfittarono per stare un pò da soli in "intimità".
"Credi che sia giusto stare qui?" - chiese la rossa stringendosi accanto allo shinigami più grande.
"Non fa male un pò di amore, neanche in un contesto di guerra - gli sussurrò l'altro donandole un bacio in fronte - E poi, sai che non posso resistere un minuto di più senza averti con me"
"Oh, Ronny! - fece Destiny tirandosi su - Anche io! E sai una cosa? Ho intenzione di riprendere da dove ci eravamo interrotti l'ultima volta!"
"Che cosa vuoi....?" - Ronald non ebbe neanche il tempo di finire di parlare che già la shinigami più piccola gli si era catapultata di sopra, circondandolo con le braccia e baciandolo sulle labbra. Era inutile, per quanto si sforzasse non riusciva a resistere, Destiny risvegliava in lui sensazioni e voglie che aveva provato in tutti i modi a reprimere. Da bravo latin lover qual'era stato, decise di prendere il controllo della situazione: fece stendere la rossa sul letto, e lui le si mise di sopra, in modo da poterla guardare negli occhi, dopotutto era così bella quando arrossiva e diventava dello stesso colore dei suoi capelli, mentre nel tutto spiccavano il verde smeraldo degli occhi. Senza paura, Destiny lo attirò a se per la cravatta, baciandolo appassionatamente, perdendosi nel profumo e del fascino del più grande, il quale prese a percorrerle il corpo con le mani, per passare poi ad un "gioco di bocca". Le baciò il collo per poi scendere più in basso e sfilandole il top striminzito che nascondeva un seno prosperoso. Ronald si sfilò la camicia e la giacca, in modo da poter avere la sua pelle a contatto con quella della rossa, la quale iniziava a gemere di piacere, soprattutto nel momento in cui l'altro iniziò a giocare con i suoi capezzoli per stuzzicarli poi voracemente con la lingua. Destiny lo afferrò per i capelli, stringendolo e arrossendo ancora di più nel sentire le loro intimità che si strusciavano tra loro, tant'è che gli fece capire esplicitamente che volesse qualcosa di più. Ronald si staccò, porgendogli un dolce bacio sulla fronte.
"Destiny, ne sei convinta? - sussurrò - Tu sei così pura, io non vorrei macchiarti con la lussuria, l'unica cosa che voglio è proteggerti"
"Oh, che cosa tenera - disse l'altra - Ma dici così perchè lo pensi o perchè sai che mio padre e mio fratello ti uccideranno?"
"Per entrambe le cose, credo - scherzò - Ma se davvero vuoi essere mia voglio prima sapere il perchè lo vuoi"
"Che domande - fece la rossa sistemandosi nervosamente gli occhiali che le erano scivolati - Perchè... Perchè Ti amo...."
"Ridillo ancora"
"E' imbarazzante! - sbuffò strizzando gli occhi e accaldandosi di più - Ho detto che Ti amo! E tu invece?"
"Io ho amato tante donne - rispose avvicinandosi a lei - Ma quello che provo per te è il vero Amore". Dicendo ciò catturò le sue labbra in un bacio, lasciandosi andare ad ogni inibizione.
Sfortunatamente, il bel momento fu presto interrotto: la porta della loro stanza si aprì, e la piccola Nuvola si fece timidamente avanti a piccoli passi.
"Emh, ragazzi... Sapete dov'è la mia sorellona?  - chiese con lo sguardo basso per poi alzarlo e arrossendo di colpo - AH! Cosa state facendo?"
"Mm... Che cazzo! - sbottò Ronald tirandosi su di colpo - Vuoi andare via, stupida mocciosa? Perchè non bussi prima di entrare?"
"Oh, Ronny! - fece Destiny coprendosi imbarazzatissima, era perfino diventata più rossa dei suoi capelli - Ti sembra il modo di rivolgerti ad una bambina?"
"Mi dispiace - piagnucolò Nuvola - E che ho avuto una brutta sensazione!"
"Mmm.... Ora che ci penso ero disturbata anche io da qualcosa..." - disse la rossa pensierosa.
"Cosa? E io che pensavo fossi presa!" - sbuffò lo shinigami più grande. In quel momento, come se fossero tutti stati attirati da un pensiero comune, Sebastian, Ciel, Ila e Shiro raggiunsero i tre, ritrovandosi gli uni davanti agli altri.
"Avete sentito anche voi? - fece Ila tremando - Vi prego, ditemi che è stata solo una mia impressione..."
"Ila... Temo di no... - le disse Ciel - Non avverto più l'anima di Bianca...". Quell'affermazione fu seguita da un silenzio quasi tombale, silenzio che fu interrotto subito dopo dalla voce di Nuvola.
"La mia sorellona è... Morta?" - chiese con lo sguardo vitreo.
"NO! - urlò Ila portandosi una mano sui capelli - Non può essere morta!"
"Mi dispiace - disse ancora il conte scuotendo il capo - Avverto anche i pensieri di Harry, Nelly ed Antony che sono con lei.... Candida l'ha uccisa". Sentendo quelle parole Ila ebbe come un sussulto al cuore, in genere i rapporti tra gli Angeli erano molto forti, e lei voleva bene Bianca, come poteva non starci male?
"Quella puttana! - urlò fuori di se - La ucciderò! Giuro che l'ammazzo con le mie stesse mani! Maledetta... Maledetta...!". Fu fermata da due braccia forti che la strinsero per i fianchi. Ella alzò gli occhi dorati che s'incontrarono con quelli chiarissimi di Shiro. Lo aveva a pochi centimetri dal viso, e il suo sguardo appariva così bello e affascinante allo stesso tempo da fargli provare una sensazione mai provata prima.
"Ila, calmati - le disse - Non servirà a niente agitarsi..."
"Ma quella ha.. - mormorò asciugandosi le lacrime -...  Ha ucciso Bianca... Come potrei stare calma?"
"Lo so, ma devi ascoltarmi e devi mantenere la calma"
"D'accordo, ma solo per adesso. Quando avrò davanti Candida la ucciderò in modo atroce" - fece aggrottando la fronte.
"Molto bene - sorrise Shiro - Mi piaci, adoro il tuo carattere forte e intraprendente". A quelle parole Ila arrossì terribilmente, si sbagliava o quell'Angelo le stava palesemente facendo la corte? Non aveva mia conosciuto l'amore nella sua vita terrena/ultraterrena, era sempre stata una che preferiva guardare gli altri amarsi. E poi... Doveva proprio corteggiarla in quel momento così critico?
"E adesso cosa dovremmo fare?" - chiese Sebastian.
"Candida ha attaccato - disse - Questo significa che la Guerra è cominciata. Vado a convocare immediatamente l'esercito, domani mattina saremo sul fronte, spero che siate pronti"
"Mai stati più pronti di così" - sbuffò il conte, il quale si era ormai arreso all'idea che doveva combattere, non aveva altra scelta, era una responsabilità. Poi, il suo sguardo si posò su Nuvola, la quale piangeva disperatamente.
"Bianca - chiamò il piccolo Angelo - No... Bianca... Dove sei?". Intenerito da quella scena tanto familiare, Ciel le si avvicinò e poggiò una mano sulla sua testa, e s'inginocchiò in modo da poterla guardare negli occhi. Nuvola si zittì, guardandolo.
"Sai, mi ricordi tanto mia figlia quando fai così" - disse Ciel.
"La principessa Helena?" - chiese.
"Già. Sai io ho sempre odiato vederla piangere, così come odio veder piangere qualsiasi altra bambina per colpa della feccia che c'è in questo o in qualsiasi altro mondo. Ti faccio una promessa, Nuvola: libererò il tuo Regno e vendicherò la morte di Bianca, hai la mia parola". Dicendo ciò Ciel si alzò in piedi, accorgendosi di essere guardato da Sebastian che se la rideva alla grande.
"Cos'hai da ridere, stupido?" - sbottò.
"Niente, è che hai davvero l'aspetto del Re, adesso" - disse il maggiordomo
"Io non ho l'aspetto. Io sono il Re, così come lo sei tu - disse serio - Sei pronto ad affrontare ciò che verrà accanto a me?". A quella domanda Sebastian si chinò, porgendo un inchino al conte.
"Yes, my lord" - rispose sorridendo.

Angolo dell'Autrice
Ok, non è giusto che durante questo tragico momento quei due facciano le loro cose, ma se non metto un momento tra Destiny e Ronald non sono contenta, soprattutto per la gioia della mia cara amica e collega di fangirlismo Debyh 115 , che saluto vivamente ( CIAOOO DEBYYYY AMAMI XD), e spero che non mi uccida così come spero non mi uccidiate voi T.T
E poi Shiro *pedofilia portami via* xD, no dai scherzo, va bene che Ila è una bimba tenera, ma sono due angeli, l'età non conta u.u
E dopo questo, che la guerra abbia inizio ( se resto viva xD)

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Capitolo 16
*** CORAGGIO! SUL FRONTE DI GUERRA! ***


Nelly, Antony e Harry non seppero esattamente quanto stettero lì, accasciati vicino al corpo dell'Angelo ormai senza vita. Quando la lady porse lo sguardo verso in alto, si accorse di come il cielo sembrava dipinto dall'aurora, come se il sole stesse sorgendo. Aveva pianto tutte le sue lacrime, e nel silenzio di una notte di morte era rimasta accanto allo shinigami, stretta a lui, l'unico che potesse dargli conforto, mentre Harry era arrivato a quella linea sottile che separa la pazzia dalla ragione. Era ovvio che fosse impazzito, aveva visto la ragazza che amava venire uccisa davanti ai suoi occhi. Era davvero terribile vederlo in quello stato pietoso, con gli occhi sgranati e senza luce, lo sguardo perso e disperato.
"Harry - provò a consolarlo Nelly - Forse... C'è un modo per riportarla in vita... Mio padre mi ha parlato una volta del Sangue degli Dei, una specie di "pozione" in grado di guarire ogni ferita..."
"Nelly - gli disse gentilmente Antony - Non credo che arrivati a questo punto ci servirà molto...". La lady abbassò lo sguardo, arrendendosi alla verità di quelle parole. Non era una novità per lei provare tristezza per queste cose, anche se oltre alla rabbia si aggiungeva un sentimento d'ira tanto grande che era quasi impossibile da contenere. Lei era un demone e non era stata capace di proteggere Bianca. E come lei, anche Harry non riusciva a fare a meno di farsi questi complessi.
"Io le avevo... Giurato che non le sarebbe successo niente..." - mormorò il Kesshiteboru stringendo ancora il corpo dell'Angelo tra le braccia.
"Oh, Harry, non è colpa tua - disse la lady - La colpa di tutti noi. Arrivati a questo punto mi chiedo se perderemo qualcun altro..."
"Non è da te dire queste cose - le fece notare Antony - Bianca si è sacrificata con l'intento di salvarci, no? Bene, il nostro compito è non rendere la sua morte vana". La lady lo guardò negli occhi, stringendogli un pò di più la mano che si era resa conto di avere ancora tra la sua. Di solito lo shinigami non era molto incoraggiante, ma ultimamente riusciva a trasmettergli tranquillità anche nelle situazione più disperate. 
I suoi pensieri furono distratti da un suono quasi cristallino che si avvertiva in lontananza, come il suono di una tromba.
"Che cos'è?" - chiese la lady.
"Credo che ci siamo - rispose Antony alzandosi in piedi - La Guerra sta per cominciare. Dobbiamo andare"
"Sì. Harry... Dobbiamo andare". il Kesshiteboru si voltò a guardarla con due occhi così paurosi e terrificanti, l'unica volta in cui l'aveva visto con quello sguardo era stato quattro anni prima.
"Si - mormorò Harry con lo sguardo vitreo - Dobbiamo andare. E giuro sulla mia anima che li ammazzerò tutti uno per uno fino a sterminarli". Dicendo ciò, egli spiccò un alto in alto, e come se stesse per prendere il volo, andò in alto, atterrando poi tra gli alberi poco più avanti, lasciando gli altri due lì da soli.
"Sembra che qualcuno sia abbastanza motivato" - sbuffò Antony.
"Sì... Già..." - disse Nelly abbassando lo sguardo.
"Cosa c'è che non va? - le chiese - Hai paura?"
"Non lo so - rispose ella - Io sono una diavolo di lady, ma non ho mai combattuto una Guerra"
"Nemmeno io - disse afferrandola nuovamente per mano - Ma non permetterò che tu venga uccisa. L'ho già permesso una volta, adesso ti difenderò ad ogni costo". Nelly si lasciò andare per un attimo ad una delle tante dolcezze che ultimamente Antony le concedeva, e lo abbracciò. Solitamente era una cosa che faceva di raro, visto che poco tempo prima lo shinigami avrebbe ucciso chiunque si fosse avvicinato troppo a lui (specialmente se un demone), adesso invece le veniva così naturale. Egli ricambiò volentieri l'abbraccio, poggiando il mento sulla testa della lady e donandogli un leggero bacio sui capelli, arrossendo poco dopo. Adesso che era diventato più alto di lei queste cose poteva permettersi di farle al contrario di  quattro anni prima.
"D'accordo - disse la lady staccandosi con dispiacere e arrossendo - Ora va meglio. Possiamo andare". Lo shinigami le tese una mano, lei l' afferrò, si aggrappò a quell'appiglio che le dava così sicurezza, e insieme tornarono al Castello.

In quello stesso momento, Shiro aveva già organizzato il suo esercito, formato ovviamente dagli Angeli dell'Armata Celeste e dalle Anime di Mezzo che avrebbe guidato Re Rengoku. Sebastian e Ciel avrebbero dovuto guidare i guerrieri alla rivolta, per il primo era già più facile pensare di fare una cosa del genere, ma per il secondo proprio no, per tutta la vita era stato cresciuto per essere un lord, non un guerriero, non è che avesse molta esperienza in campo. Il povero conte si sentiva  davvero in pessimo stato, aveva la nausea, era nervoso, se qualcuno l'avesse visto in quel momento non avrebbe mai detto che quel demone tanto fragile sarebbe presto diventato Re. E ovviamente, a reincaricare la dose c'erano anche un paio di problemini in più...
"Yuuuu, Ciao Cieeeel!" - salutò la voce fastidiosa e penetrante di Alois. Il conte si voltò, impallidendo nel vederlo lì.
"Tu? Ah no, no, no, no, io non combatterò accanto a questo qui, vogliamo scherzare?" - sbottò.
"Avanti conte, non fare l'antipatico. O forse dovrei chiamarti vostra Maestà?" - chiese avvicinandosi decisamente troppo al suo viso.
"Stammi lontano, accidenti, sei troppo vicino!" - fece spingendolo. Era davvero uno spettacolo divertente vedere quei due litigare come due bambini, questo Claude e Sebastian lo sapevano bene, visto che nel contempo si erano ritrovati accanto a parlare nonostante l'antipatia reciproca.
"Chi avrebbe mai detto che un tipaccio come te sarebbe diventato Re..." - disse il primo sistemandosi gli occhiali.
"Chi avrebbe mai detto che un tipaccio come te sarebbe diventato il mio compagno di guerra..." - rispose il secondo alzando gli occhi al cielo e cantilendandolo.
"Beh, sappi una cosa. Tolto l'astio che c'è tra le nostre due famiglie ti rispetto come Re. E assolutamente farò di tutto per portare il Regno del Paradiso alla vittoria"
"Strano sentirmi dire queste cose proprio dal mio peggior nemico" - rispose Sebastian.
"Strano anche per me. Ma visto che quei due non andranno d'accordo nemmeno sotto tortura, forse è meglio che una tregua la facciamo noi due, no?" - chiese Claude allungando una mano. L'altro lo guardò, pensando che l'Aldilà fosse davvero un posto strano dove poteva accadere di tutto.
"Eh va bene - sospirò stringendogliela - Ma soltanto momentaneamente...". La loro conversazione fu interrotta, così come l'attenzione di tutti i presenti, dall'arrivo di Harry che era comparso dal nulla con un salto.
"Il mio bambino!!! Harry! - urlò Alois correndo ad abbracciarlo - Come stai piccino? E dov'è Bianca? Voglio abbracciare anche lei!". Il Kesshiteboru alzò lo sguardo, mostrando due occhi tristi e e pieni di rabbia allo stesso tempo.
"Lei... E' morta..." - rispose semplicemente staccandosi bruscamente da quell'abbraccio e allontanandosi.
"Cosa? - fece Alois - Figliolo, ma perchè tutte le ragazze che ti piacciono finiscono col morire?!"
"Ah! - sbottò Ciel portandosi una mano sulla fronte - Alois, sei davvero ridicolo, quasi quasi provo pena per Harry"
"Eh? Ma cosa diamine vuoi?" - rispose l'altro offeso. Il loro litigio fu fortunatamente interrotto da Re Rengoku, il quale spiegò loro la situazione: il loro numero non li avrebbe aiutati in battaglia, Candida era forte, così come Lucifero e gli altri demoni, solo quando il Kami si sarebbe unito a loro, solo allora avrebbero avuto la certezza di una vittoria. Per adesso, tutto quello che ci voleva era quanto meno un numero decente di guerrieri, una richiesta che fu esaudita subito dopo. 
"Hey, hey, hey! Salve, salve, salve! - disse una voce che attirò facilmente l'attenzione di tutti gli altri - Abbiamo portato i rinforzi". Quella voce non poté sfuggire a Sebastian, il quale non fu molto felice di vedere chi aveva davanti.
"Grell? - fece inarcando un sopracciglio - Per quale scherzo della natura, proprio tu...."
"PAPINII ADORATIIIIIIII! - lo interruppe Destiny correndo ad abbracciare i due - MI SIETE MANCATIIIIII!". Ciel lanciò uno sguardo a Grell e Will, accorgendosi con sollievo di aver portato davvero dei rinforzi, di fatti una miriade di shinigami pronti all'attacco stavano alle loro spalle.
Ronald si avvicinò a Will, provando a "prenderlo con le buone".
"Hey, salve capo..." - lo salutò.
"Con te faccio i conti dopo, bastardo..." - rispose lo shinigami passandogli accanto e senza degnarlo di uno sguardo.
"Felice anche io di rivederla, capo..." - rise l'altro istericamente. Lo shinigami si avvicinò a Ciel e Sebastian assumendo quasi un espressione riluttante, come al suo solito.
"Quando mi hanno detto che voi sareste stati coloro che avrebbero liberato l'Aldilà e avrebbero poi regnato non volevo crederci - disse aggiustandosi gli occhiali - Mi da molto fastidio il fatto che nessuno abbia tenuto in considerazione noi Dei della Morte. Ho sempre pensato che noi Shinigami fossimo superiori a voi demoni... E lo continuo a pensare nonostante il fatto che molto probabilmente io mi ritroverò ad essere un vostro "suddito" - scandì quest'ultima frase con disgusto - Comunque, noi siamo disposti ad aiutarvi. Che sia chiaro però, questo non cambia assolutamente il mio pensiero..."
"SIII! - urlò Destiny entusiasta - COMBATTEREMO TUTTI INSIEMEEEE!". Una strana atmosfera di paura ed emozione intrappolava Ciel. Era decisamente preoccupato per una miriade di cose diverse, a partire dal fatto che tutto il Regno dipendeva da lui adesso, le sorti di quel Mondo erano sotto la sua responsabilità. E poi... Chi gli diceva che il Kami sarebbe tornato proprio in quel momento? Stava iniziando a dubitare sulla reale esistenza di questa figura, ma forse era un pò troppo scettico. Si portò una mano sul ventre, trattenendo un conato di vomito, davvero si sarebbe chiesto come avrebbe fatto in quelle condizioni.
"Ciel - lo chiamò Sebastian poggiandogli una mano sulla spalla - Tutto bene? Ti vedo preoccupato?"
"Beh - rispose abbassando lo sguardo - Lo sono abbastanza. Per me, per te, per Nelly, per tutto. La mia vita mi è sfuggita di mano"
"Per quanto riguarda me - disse attirandolo a se e accarezzandogli il viso - Sta tranquillo, non sono cosi debole. Per quanto riguarda te, ho promesso di proteggerti per l'eternità. Per quanto riguarda Nelly, non c'è motivo di preoccuparsi, lei ha il tuo coraggio e la mia forza, affronterà bene la situazione"
"Perchè la forza deve averla ereditata per forza da te?" - chiese inarcando un sopracciglio.
"Sappiamo entrambi che è così" - disse sorridendo.
"Già - mormorò - Sebastian... Cosa pensi che accadrà quando sarà tutto finito?"
"Non lo so, Ciel - rispose stringendolo e portando la testa del conte vicino il suo cuore - Questa è una di quelle domande a cui non so darti risposta. Ma qualsiasi cosa accadrà io ci sarò"
"Questo lo so - disse alzando lo sguardo e guardandolo - Inoltre... So che non te lo dico spesso, però... Ti amo davvero tanto, Sebastian"
"Ti amo tanto anche io, Ciel" - rispose il maggiordomo godendo della vista del rossore nelle guance dell'altro per poi baciarlo dolcemente. Quel momento di tenerezza fu interrotto dall'arrivo di altre due figure questa volta più "consone": si trattava infatti di Antony e Nelly, arrivati mano nella manco come se fosse la cosa più naturale del mondo, cosa che non poté sfuggire ne a Sebastian ne a Will.
"VOI DUE? - chiesero i due all'unisono - COSA CI FATE INSIEME?". I due non risposero, guardandosi tristemente negli occhi
"Noi... Abbiamo provato a salvare Bianca.... Ma non ci siamo riusciti...." - mormorò lo shinigami con voce tremante, sembrava molto scosso da quello che era successo, se per tutto il tempo aveva cercato di mostrarsi forte adesso stava decisamente crollando. Nelly gli strinse la mano, provando a rassicurarlo con lo sguardo, era evidente che Antony stesse cercando di mostrarsi di trattenersi a causa del tuo orgoglio.
"D'accordo, ho capito - sbuffò Will - Visto che siamo in tempo di guerra sarà meglio lasciare per dopo queste cose. Antony - disse poi in tono più addolcito - Asciuga le tue lacrime perchè è arrivato il momento di combattere e di fare l'uomo". A quelle parole lo shinigami più piccolo tirò su con il naso, asciugandosi con un dito una lacrima che gli era scappata giù per la guancia e cercando di ricomporsi.
Successivamente, anche per Nelly arrivò il momento di darsi da fare: più di una volta provò e riprovò la sua Arte Oscura, accorgendosi però con sorpresa che il suo potere non diventava potente e intenso come l'ultima volta contro Candida, e non sapeva se questa fosse una cosa buona o brutta. Lei, colei che era stata denominata "principessa" e "futura regina", era poco più di una bambina, e per tutto il tempo il suo cuore fu occupato da una sensazione forse di angoscia, ma era lecito per un demone avere paura? La lady non era sicura che sarebbe riuscita ad affrontare una Guerra, le guerre non erano cose che le piacevano, soprattutto se doveva esserle lei a combatterle. Si chiese anche come mai il suo destino fosse cambiato così drasticamente, più di una volta si era domandata se avesse vissuto una vita "normale"oppure no, e quel fatto che stava accadendo sembrava la risposta alle sue domande. E se non ce l'avesse fatta? Se fosse stata rovinosamente uccisa e insieme a lei la sua famiglia, i suoi amici e i suoi "sudditi"? Già, perchè oramai non era più la semplice "Helena Phantomhive", adesso era "Helena Phantomhive, principessa del Paradiso", ma non era sicura che fosse questo  ciò che volesse. Il suo destino era stato deciso da qualcosa di molto più in alto di quanto pensava, tutto ciò che fino in quel momento era accaduto l'aveva semplicemente "preparata" a quell'evento. Questi erano i pensieri a cui si lasciava andare mentre si apprestava a salire in groppa a Piuma, il quale sarebbe stato il suo destriero. Si sentiva così nervosa, avrebbe tanto voluto piangere ma sapeva che non sarebbe stato dignitoso. Ma come poteva assumersi la responsabilità di qualcosa di così grande?
Il suo fare tremante e i suoi respiri affannosi non poterono sfuggire a Sebastian, il quale gli si avvicinò subito dopo.
"Nelly - la chiamò - Avverto che qualcosa non va in te"
"Sto bene... - si sforzò di sorridere - Ho solo..."
"Paura?"- chiese avvicinandosi al suo viso.
"Forse - rispose la lady abbassando lo sguardo - Papà Seb, non so se sarò in grado di combattere"
"Lo immaginavo - sospirò il maggiordomo - La colpa è mia. E' mia la colpa se adesso tu e Ciel dovete affrontare tutto questo, è colpa mia se la vostra vita è sempre stata così difficile. Un demone come me avrebbe meritato di rimanere all'Inferno, allora sì che niente di tutto questo sarebbe successo"
"Se fosse andata così io non sarei venuta al mondo - rispose aggrottando la fronte - Non ti do la colpa di niente. Venire al mondo è stata la cosa migliore che mi poteva succedere... Venire al mondo qui... In questa famiglia... Vivere questa vita... Tutti noi nasciamo seguendo il destino che ci è stato predestinato... E anche io...". Il maggiordomo la guardò, provando un brivido a quelle parole così intense e piene di significato. L'abbracciò stretta, baciandole in fronte.
"Ti ho protetta dal giorno in cui sei venuta al mondo e continuerà a farlo per l'eternità" - le sussurrò.
"Lo so che lo farai sempre" - rispose la lady ricambiando l'abbraccio e cercando di non lasciarsi andare a sentimentalismi.
"Hey! - disse ad un tratto la voce di Ciel che fece destare i due - Non è il momento di commuoversi, abbiamo una guerra da combattere". Stranamente, il suo sguardo e il suo tono parevano fin troppo convinti, ma nessuno ci fece troppo caso. Nelly saltò quindi in groppa a Piuma, il quale volò fino a raggiungere una radura erbosa e completamente deserta. In seguito, anche l'esercito raggiunse il luogo, sistemandosi sul fronte che avrebbero occupato e difeso.  Il suddetto esercito ero formato dagli Shinigami, dalle Anime di Mezzo, dagli Angeli dell'Armata Celeste e dalle Ninfe. Davanti a tutti, al comando, stavano ovviamente Ciel e Sebastian, affiancati a sinistra da Re Rengoku e Shiro, dietro c'erano Nelly, Harry, Antony e Destiny, mentre alla sinistra del conte si trovava Alois.
"Mi chiedo perchè dobbiamo ritrovarci a combattere insieme" - sbuffò il conte mentre un soffio di vento gelido gli accarezzava i capelli.
"E' per il tuo Regno, mio Re" - rispose l'altro sorridendo, anche se sembrava più che altro una presa in giro. Dopodichè il conte si voltò verso Nelly, la quale stava ancora sopra Piumino.
"Se non vuoi combattere sei ancora in tempo per andartene" - le disse sperando che lei lo ascoltasse.
"No - rispose ella scuotendo il capo - Affronterò ciò che il cammino mi metterà davanti"
"Già - disse poi Harry stringendo forte i pugni - Ucciderò tutti. Non permetterò che nessun altra persona che amo venga ferita"
"Tsk, a proteggere Nelly ci penso io" - sbuffò infastidito Antony.
"Non contendervela - sorrise Ciel voltandosi dall'altro lato - Nelly è davvero molto più forte di quello che noi tutti crediamo...". Le sue parole furono interrotte come dal suono di una tromba, segno che voleva dire che i nemici erano in avvicinamento. Si misero sull'attenti, e sforzando leggermente lo sguardo, il conte poté effettivamente rendersi conto che l'esercito opposto che appariva molto più numeroso, avanzava a passo deciso verso di loro.
"Non attaccate! - disse rivolgendosi a coloro che aveva accanto e dietro di se - Aspettate che si avvicinino". Successivamente  fece un lungo respiro, cercando di non pensare al continuo dolore che provava ormai da un pò di tempo a questa parte, e chiuse gli occhi, riaprendoli poco dopo.
"Se il mio Regno deve cominciare - sussurrò accennando un sorriso - Voglio che cominci da qui e da adesso..."

Angolo dell'Autrice
Questo capitolo è stato più tragicomico ( e fluffoso) che altro xD Mi odio io stessa per essermi fermata sul più bello T.T Ma tranquilli, aspettate domani e potrete vedere tutti che si ammazzano come animali (felicitàààà xD) 
E poi... QuanTo è dolce il mio Sebaschan con Nelly? *^* Lo dico io che è perfetto <3 E poi non so perchè, ma pensare Ciel a capo di un esercito mi fa raggiungere "la pace dei sensi", è strafigooo :3 **


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Capitolo 17
*** LA GUERRA! IL PRIMO MIRACOLO! ***


L'esercito di Candida avanzava spedito verso i propri rivali: migliaia e migliaia demoni che strisciavano dietro se le proprie code e anche se stessi, una miriade di Angeli suoi alleati che le andavano dietro, e infine Lucifero, il quale proseguiva accanto a lei mentre stava seduta comodamente su un unicorno.
"Bene, bene - sghignazzò il Re degli Inferi - Sarà divertente avere a che fare di nuovo con Hades..."
"Di lui, dell'altro demone e della principessina mi occupo io - disse Candida a denti stretti, avanzando in tutta la sua bellezza e cattiveria - Voi occupatevi degli altri, uccideteli tutti, sono solo dei traditori, la feccia di questo Mondo, faranno la stessa fine della loro amichetta".  L'armata nemica era forse dieci volte più numerosa rispetto a quella di Ciel, anche se loro avevano un aiuto in loro vantaggio: l'aiuto del Kami che però non si era ancora degnato di farsi vedere. Si chiesero tutti più volte perchè ci mettesse tanto, ma non dubitarono mai della parola del loro Re, al contrario del conte, il quale pensava che fosse una "fregatura" bella e buona, pensava che un vero Re non dovesse lasciare il proprio Regno nella disperazione, o almeno lui non lo avrebbe mai  fatto. Erano questi i pensieri che gli attraversavano la mente mentre i suoi occhi erano rivolti fissi verso l'armata nemica.
"Ci siamo - disse Ciel rivolgendosi poi a Shiro - Adesso". A quel segnale, l'Angelo fece un gesto con la mano, e a quel gesto, su nel cielo si elevarono una miriade di unicorni galoppati da altri Angeli che avanzavano dall'alto verso i nemici, provando a lanciare contro di essi i loro "Poteri della luce". In pochi secondi il cielo si riempì di Guerrieri che riuscirono a colpire e a sterminare sul colpo alcuni demoni, anche se ovviamente quel solo gesto non bastò per fermare l'avanzata dei nemici. Ciel guardò immobile la scena che si estendeva davanti i suoi occhi: si rese conto di essere stato creato per uccidere. O forse no, non stava uccidendo, stava solo proteggendo ciò che era suo. Di cose straordinarie o pericolose ne aveva affrontate tante, ma adesso era arrivato al culmine massimo della sua esistenza. Combattere e forse morire per riportare il Paradiso al suo antico splendore, lasciare che la paura che fin ora lo aveva accompagnato scivolasse via. Come lui, anche Nelly si raddrizzò, sentendo che il suo cuore iniziava a battere fortissimo e stringendo tra le mani la criniera di Piuma.
"State tranquilla - gli disse l'unicorno - Mi leverò al cielo al segnale del Re. Non dovete avere paura, voi siete qui per proteggere il Regno, ma anche il Regno è qui per proteggere voi". Leggermente rassicurata da quella frase, la lady lanciò uno sguardo prima ad Antony, il quale sembrava così serio in quel momento come non mai, e poi ad Harry, nei cui occhi si poteva leggere solo un desiderio irrefrenabile di vendetta. E dopotutto, la vendetta era una cosa che voleva anche lei nonostante non facesse parte del suo essere.
Il più apparentemente tranquillo in quel momento pareva decisamente Shiro, forse era abituato a quel genere di cose, ma rimaneva comunque sorprendente il suo fare così calmo e pacato, anche se quella volta particolare, un pizzico di qualcos'"altro" poteva leggere nei suoi occhi. L'Angelo infatti, volse poco dopo lo sguardo verso Ila, la quale si trovava accanto a lui e provava in tutti i modi a frenare il suo tremore, nonostante nei suoi occhi si potesse leggere il panico più totale.
"Immagino che tu non abbia mai combattuto" - le disse sorridendo.
"Accidenti no! - sbottò ella - Quando ero in vita era una principessa, e di solito sono gli altri a combattere per le principesse. Adesso sono un Angelo Guardiano, non ho familiarità con cose come... Queste..."
"Non farti prendere dal panico - le disse - Tu sei molto più forte di così, lo vedo nel tuo carattere e nel tuo modo di fare così coraggioso e intraprendente. E' per questo che ho deciso che, quando usciremo di qui, ho intenzione di farti innamorare di me". Ila sgranò gli occhi di fronte quella dichiarazione tanto sfacciata quanto inusuale: si trovavano sul campo di battaglia, aveva sempre pensato che una dichiarazione dovesse essere una cosa più romantica, eppure quella frase, detta con quel tono, le aveva fatto battere di più il cuore e le aveva inconsciamente fatto desiderare di uscire viva da quella guerra solo per potersi innamorare.
Ciel vide l'armata nemica avvicinarsi ancora e ancora, oramai erano davvero pochi i metri che li separavano. Al suo tanto entusiasmo si contrapponeva la voglia di voler avere qualcuno che lo facesse sentire protetto in qualsiasi modo. Volse lo sguardo alla sua destra, puntando gli occhi su Claude e Alois.
"Non deludermi, Claude" - disse quest'ultimo al maggiordomo stringendosi al suo braccio.
"Quando l'ho mai fatto?" - chiese l'altro accarezzandogli i capelli.
"Tante volte. Però ti amo, è per questo mi fido, così come Harry si fida, quindi non deludere neanche lui" - dichiarò arrossendo.
"Non vi deluderò allora - disse attirandolo a se e baciandolo sulle labbra - Ti amo anch'io...". Il conte pensò che fosse proprio una cosa stupida fare i piccioncini pochi secondi prima dello "scoppio" di una guerra, anche se la verità era che gli avrebbe fatto tanto piacere ricevere quello stesso tipo di attenzioni da Sebastian. Si voltò verso il maggiordomo, il quale stava serio e con lo sguardo ben dritto di fronte a se.
"Sebastian - disse - Questo è l'ultimo ordine che ti do, visto che quando saremo usciti vittoriosi non saremo più padrone e maggiordomo, ma due Re al pari merito. Quindi... Ti ordino di condurci alla vittoria...."
"Yes.... My lord..." - mormorò il maggiordomo portandosi una mano sul petto.
"E inoltre - disse cambiando tono - ...  Non osare lasciarmi...."
"Mai - disse afferrandolo per mano - Sarò con te fino alla fine dei tempi". I due si lanciarono uno sguardo in cui stava racchiuso tutto, la promessa di amarsi per sempre e la promessa del non lasciarsi mai e poi mai. Sebastian cambiò poi espressione, illuminandosi poi di una luce che non aveva mai avuto prima, gridando a pieni polmoni.
"Vi condurrò ala vittoria! Che il mio Regno cominci da adesso!" - fece alzando una mano in alto. In seguto a quelle parole ci fu un boato da approvazione, e successivamente anche il suo esercito prese a correre contro l'armata nemica. In quei secondi, sembrò quasi che il tempo rallentasse e riprendesse a scorrere velocemente un attimo dopo, quando furono finalmente gli uni contro gli altri. Alle parole di Sebastian, come promesso, Piuma si era levato in cielo, sorvolando il panorama.
"Che cosa faccio? - chiese Nelly in preda al panico - E' me che vuole, cosa posso fare?"
"Combattere, principessa - rispose l'unicorno scendendo pian piano di quota - E' l'unico modo". Più in basso, la situazione era degenerata sin dall'inizio: Shinigami, Anime di Mezzo e Demoni presero ad uccidersi tra di loro senza pietà, anche se ovviamente tra tutti c'era qualcuno che Candida cercava disperatamente guardandosi intorno. Fu in quello stesso momento che Sebastian gli fu addosso, spingendola con violenza di lato e facendola cadere al suolo.
"Tu! - fece l'Angelo alzandosi di scatto - Dove nascondi tua figlia, demone bastardo!"
"Se la vuoi prima dovrai passare sul mio corpo!" - dichiarò il maggiordomo schierandosi. Dopo aver detto ciò le fu addosso, ma l'Angelo riuscì abilmente a schivarlo e a comparirgli pochi secondi dopo alle spalle.
"Muori!" - urlò poi Candida lanciandogli addosso una "bomba" di luce bianca e accecante la quale il maggiordomo non riuscì ad evitare. Si accasciò al suolo, portandosi una mano sul cuore e mugugnando qualcosa.
"Maledetta. Tu non mi ucciderai" - disse.
"Ah no? - fece l'altra chinandosi e guardandolo negli occhi - E chi me lo impedirà?". A quelle parole l'Angelo trasalì improvvisamente sentendosi stringere con forza da dietro, e si voltò.
"Cosa vuoi stupido Kesshiteboru?" - chiese squadrandolo.
"Voglio ucciderti, maledetta puttana" - sussurrò Harry guardandola con due occhi pieni di odio e rabbia, non riuscendo a distrarsi dal pensiero che quella che stringeva altro non era che l'assassina di Bianca. Prese a stringerla con più forza come se volesse spezzare il suo corpo in due, ma la sua attenzione si posò presto sulle sue ali: doveva strapparle via, come avevano fatto con Bianca, e allora si che sarebbe morta atrocemente. Con un urlo disumano, quasi di sfogo, Harry allungò una mano per afferrare le enormi ali bianche di Candida, la quale riuscì però a voltarsi e ad allontanare il rivale con una scia di luce potente come un fulmine, facendolo atterrare rovinosamente al suolo pochi metri più indietro.
"Piccolo stupido - mormorò Sebastian alzandosi in piedi - Perchè ti sei immischiato? Lo sai bene che non hai possibilità". L'Angelo si voltò nuovamente a guardarlo con due occhi quasi infuocati e degni di un'assassina, con stampato in viso un ghigno agghiacciante.
"Sai, mio caro Hades - disse puntandogli la sua arma contro - Mentre tu te ne stai qui a giocare con me, il tuo caro compagno sta affrontando un grande pericolo..."
"Puttana....... Che cosa volete fare a Ciel?" - sussurrò mentre i suoi occhi passavano dal rosso ad un viola rosato, segno che tra pochi secondi avrebbe liberato il massimo del suo potere forse a causa della rabbia che aveva in quel momento, nessuno doveva osare fare del male a Ciel, il quale in quel momento si trovava in balia di un vecchio nemico.
Il conte prese a guardarsi intorno cercando di darsi un contegno: era sempre stato un nobile e non aveva mai avuto a che fare con delle guerre, ma proprio adesso non poteva permettersi di mostrarsi debole. Si portò una mano sul ventre e abbassando lo sguardo sussurrò un flebile:" Questo è necessario per tutti noi...". Poi trasalì, quando una voce comparve alle sua spalle.
"Oh, ma guarda un pò chi si rivede - disse Lucifero - Il fidanzatino di Hades, colui che ha osato sfidarmi". Si voltò, guardando dritto negli occhi il Re degli Inferi, accorgendosi subito dopo di essere circondato dai Sette Lord.
"Voi...." - fece guardandoli uno ad uno.
"A quanto pare qualcuno sta giocando a fare il re - sghignazzo l'altro - Ma io non ti permetterò di diventarlo. Fra demoni bisognerebbe in genere andare d'accordo, ma non quando uno di noi decide di opporsi e seguire una strada diversa"
"Tsk, non osare paragonarmi a voi - rispose disgustato - Io sono sempre stato diverso"
"Lo vedremo, Ciel Phantomhive" - sussurrò il Re facendo segno ai suoi scagnozzi di avventarsi contro il conte, il quale non ebbe neanche il tempo di poter concentrare il suo potere che subito venne fatto vittima delle piaghe di quei sette.
 
Nel frattempo, nel Bosco degli Ulivi qualcosa stava accadendo all'insaputa di tutti gli altri.
Sull'altare dei Giustiziati, giaceva ancora immobile il corpo senza vita di Bianca, che adesso appariva ancora più pallida se possibile, i suoi occhi erano rimasti spalancati, come a voler rappresentare tutto l'orrore che aveva provato.
Un'atmosfera diversa prese ad aleggiare per quel luogo che fin ora aveva solo assunto il significato di morte: la luce divenne pian piano di un colore misto tra l'oro e il colore del crepuscolo, per un attimo sembrò quasi che gli alberi si drizzassero per prendere vita e cantare, mentre il cielo iniziò a costellarsi di stelle nonostante fosse pieno giorno. Qualcosa, o forse qualcuno, nessuno avrebbe potuto dirlo con certezza, sia avvicinò al corpo senza vita dell'Angelo a passi talmente leggeri da non essere udibili. Una mano si posò sulla sua testa e un viso si avvicinò al suo, delle lebbra gentili si avvicinarono alle sue. Era morta, eppure com'era possibile dal profondo della sua anima sentire tutte queste sensazioni così meravigliose? Una dolce voce le sussurrò chiaramente qualche parola.
"Alzati e cammina Bianca, oh Angelo Leggendario" - disse la voce che successivamente soffiò sul suo viso, come a volergli dare una seconda vita. Da quel gesto, il corpo immobile dell'Angelo prese a muoversi, e in seguito una luce accecante apparve alle sua spalle. Bianca aprì gli occhi come per miracolo, vedendo di sfuggita quel viso che le aveva ridato la vita solo di sfuggita, poichè scomparve subito dopo. Con un sussultò saltò in piedi, ritrovando tutte le forze di prima, se non di più, poi allungò una mano per sfiorarsi la schiena dove si aspettava di non trovare nulla, e invece no, c'erano due splendide ali bianche molto più grandi e anche molto più forti di quelle che aveva prima. Si sfiorò il viso e poi si guardò le mani, rendendosi conto con gioia di brillare di luce propria come se il suo copro fosse ricoperto di stelle. Soltanto uno era colui che poteva fare un Miracolo, e quel qualcuno era il Kami.
"Oh, mio Re - sospirò sorridendo - Anche se non mi è dato vedervi, ora so che siete qui". Poi la sua mente fu attraversata da un pensiero: non c'era tempo per contemplarsi, c'era una Guerra da portare avanti, una guerra che era anche la sua. Si levò in alto, tanto in alto che il suo copro poté per un attimo confondersi con il sole. Bianca era rinata per la secondo volta  e questa volta nessuno avrebbe messo la parole "fine" alla sua esistenza.
D'altro canto, Ciel si trovava ancora torturato dai Sette Lord, i quali non provarono neanche un briciolo di pietà nel torturarlo.
"BASTARDI! - urlò cercando istintivamente di proteggersi il busto - Aspettate chi ritrovi le forze e vi ammazzerò tutti come cani rognosi!"
"Attento alle parole Re - fece Lucifero prendendolo in giro - Adesso in vantaggio siamo noi"
"Perchè... - disse trovando la forza di guardarlo negli occhi - Perchè ti sei alleata con quella...?"
"Mi stai chiedendo perchè? - fece inarcando un sopracciglio - Ma è ovvio, per quella cosa che viene chiamata amore. Io amo Candida e farei di tutto per garantirle la vittoria"
"Il vostro è un amore malato!" - balbettò sentendo che le forze lo stavano abbandonando.
"Io...? - fece avvicinandosi e afferrandogli il viso - Non sono io che ho messo al mondo una bestia". Sentendo quelle parole, Ciel sentì come se qualcosa si spezzasse dentro se. Non gli importava nulla di morire, ma chiunque osava dire che ciò che c'era tra lui e Sebastian era soltanto qualcosa di sporco meritava di essere ucciso all'istante. Si accasciò al suolo, e gridando e battendo un pugno al suolo riuscì a circondarsi di un'aura nera che allontanò immediatamente i Sette Lord.
"VOI! VOI! - urlò - VOI SIETE CIO' DI CHE PIU' SPORCO POSSA ESISTERE! IO SONO UN DEMONE MA NON SONO IMPURO! NOI NON SIAMO COME VOI!"
"Oh, sì che lo siete - sghignazzò il Re per nulla intimorito - Noi demoni siamo destinati a fare tutta la stessa fine: bruciare all'Inferno poichè siamo l'essenza stessa del peccato"
"NO! - urlò ancora tirandosi su - Ucciderò te e tutta le feccia che ti viene dietro, perchè questo è il mio Regno!". In quello stesso frattempo, il conte alzò lo sguardo, accorgendosi di qualcosa che sorvolava il cielo, così come gli altri. Avrebbe potuto benissimo trattarsi di qualche unicorno, ma era evidente che si trattasse di qualcos'altro. Per un attimo tutti smisero di combattere, rimanendo immobili.
Harry, che si trovava ancora steso al suolo, alzò lo sguardo.
"Bianca...?" - chiese puntando ciò che stava in cielo. Come lui, anche Ila si fermò a guardare, capendo immediatamente di cosa si trattasse.
"Oh mio Dio - fece trattenendo le lacrime - Bianca è....."
"Diventata un Angelo Leggendario" - disse Shiro poco più in la. Qualche secondo dopo, l'Angelo scese di quota posando poi i piedi al suolo in mezzo alle due truppe che per tutto il tempo erano rimaste a fissarla.
"BIANCA! - urlò Harry alzandosi di scatto - Sei tu! Non ci credo, sei proprio tu!"
"COSA? - urlò Candida distraendosi un attimo da Sebastian - Come sei tornata in vita, sgualdrinella!"
"Il Kami è qui, Candida - sussurrò l'altra sorridendo - Per te adesso è davvero la fine"
"NO! - urlò battendo la sua arma per terra - Il vostro adorato Re vi ha abbandonato! Siete destinati tutti a morire...!" - non riuscì a terminare la frase poichè il maggiordomo, approfittando della sua distrazione, l'aveva afferrata per le ali, e la reggeva stretta. Avrebbe avuto il tempo di staccargliele solo se in contemporanea qualcuno l'avesse colpita di davanti impedendole di muovere, e visto che Ciel era impegnato l'unica alternativa era Nelly.
La lady se ne stava lì con gli occhi sgranati, non avendo il coraggio di muovere un passo. Le guerre erano davvero un brutto affare, dove trovare il coraggio per andare avanti? Cosa doveva fare? Non credeva di avere abbastanza coraggio.
"Nelly! - urlò la voce di Sebastian - Avanti, colpiscila, forza!". Ella si girò a guardare i due. Si avvicinò di qualche passo, non sarebbe stato difficile, doveva solo concentrarsi. Eppure, la paura stava iniziando ad avere il sopravvento come non mai. Si rifece l'ennesima domanda: era lecito per un demone avere paura? Se non era in grado di affrontare le sue paure che poteva essere definita una principessa o una guerriera? Il suo cuore prese a battere tanto forte che per un momento le sembrò che le stesse per uscire dal petto. Iniziò a provare terrore, angoscia, forse, forse stava cadendo vittima delle sue stesse piaghe, o forse era solo un demone che si stava lasciando andare alla codardia degli umani.
"Nelly! - urlò ancora il maggiordomo - Sbrigati!". Non era in grado, no che non era in grado, altrimenti l'avrebbe già fatto. Non poteva andare avanti, era fin troppo anche per lei. Si fermò improvvisamente, tenendo lo sguardo chino. Antony da lontano le porse uno sguardo, avvertendo che qualcosa in lei non andava.
"Cosa ti prende, Nelly?" - chiese guardandola più attentamente.
"Perdonatemi - mormorò la lady stringendo i pugni - Io non sono in grado". Dicendo ciò si voltò, e prese a correre a gambe levate verso la direzione opposta. Troppe responsabilità, troppe cose in una sola volta. Si sentì una codarda e lo era veramente a lasciare coloro che voleva bene in quella situazione. 
Sentì di aver perso la sua dignità.
"Mh, a quanto pare la tua principessina ti ha abbandonato, eh Hades?" - fece Candida sorridendo.
"No... Nelly...." - sussurrò il maggiordomo ancora con lo sguardo attonito per ciò che era successo. 
Una creatura straordinaria in genere era sempre portata a vivere una vita straordinaria, era quello che Nelly aveva sempre voluto nel suo subconscio, eppure l'unica cosa che sentiva adesso, era il bisogno di fuggire.

Angolo dell'Autrice
Sembra che Nelly se la stia vedendo brutta, ma non temete al prossimo capitolo succederà una cosa che spero vi faccia piacere :D 
A domani miei fedeli seguaci xD <3

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Capitolo 18
*** IL KAMI! IL SENSO DI OGNI COSA! ***


Corse più veloce che poté, lasciandosi alle spalle quello scenario di guerra e disperazione. Vedere venire uccisi Angeli, Demoni e quant'altro era stato troppo per i suoi occhi, eppure Nelly sapeva bene che senza il suo fondamentale aiuto anche coloro a cui voleva bene e la sua famiglia avrebbero potuto fare la stessa fine. Loro erano lì a combattere per un Regno che gli apparteneva, lei era scappata non riuscendo a trovare le forze di vivere la vita che le era stata predestinata, era scappata non trovando il coraggio di proteggere coloro che fino a quel momento l'avevano protetta a tutti i costi. Dopotutto, la colpa di tutto era sua, se Candida l'avesse avuta nessun altro sarebbe stato ingiustamente ucciso, ma come trovare la forza per sacrificarsi? Non capiva cosa le stesse passando per la testa, in quel momento l'unica cosa a cui riusciva a pensare era alla scarica di adrenalina che l'aveva portata a correre e ad insinuarsi per gli alberi fitti, nonostante sapesse che non l'avrebbe scampata così, sarebbe arrivato anche il suo turno di combattere.
Ad un tratto cadde, inciampando in qualcosa. Si tirò su, coprendosi il viso con le mani e appallottolandosi su se stessa, iniziando a versare lacrime di paura, senso di colpa e disperazione.
"Perdonatemi! - disse tra i singhiozzi - Perdonatemi di avervi lasciato così... Io non merito di essere protetta...!". Il suo pensiero fu rivolto ai suoi genitori, ai suoi amici, ad Antony, che nonostante la paura che provasse era andato a combattere solo per lei e per mostrarle il suo coraggio. A cosa serviva essere un demone e possedere l'Arte Oscura se poi non si era in grado di affrontare le cose? Se solo avesse trovato quell'input che le avesse fatto dimenticare tutte le sue paure...
Ad un tratto smise di piangere, bloccandosi di colpo e guardandosi intorno: aveva avvertito qualcosa nell'aria di diverso, era come se una presenza fosse vicino a lei, ma quella stessa presenza non era simile a niente che avesse mai visto, non si trattava ne di Demoni, Angeli o Shinigami, ne di Anime comune o di Ninfe, era qualcosa di decisamente più sublime e potente. Alzò lo sguardo, e come se stesse sognando, una figura le apparve davanti sorridendo: ella era una donna, la donna più bella che avesse mai visto, aveva uno sguardo così dolce e protettivo, così familiare, era come se avesse già visto da qualche parte quegli occhi azzurri. L'intero volto era immerso in un espressione misto tra qualcosa di materno e qualcosa che infondeva coraggio, il viso era perfetto, liscio come quello delle bambole, i capelli erano biondi, lunghi e mossi, e il suo abito era degno di quello delle migliori regine. Di un Demone non poteva trattarsi di sicuro, ma neanche di un'Angelo poichè ella non aveva ali dietro la schiena, eppure il suo corpo sembrava così luminoso. Nelly la guardò attentamente, non conosceva quella donna, eppure era come se si sentisse collegata a lei in qualche modo, sentiva di esserle molto legata, sentiva che nel rispecchiarsi nei suoi occhi poteva vedere se stessa. La donna le si avvicinò sorridendo teneramente, fino ad arrivare ad un passo da lei.
"Perchè piangi, piccola Helena?" - chiese ella con un tono di voce femminile e caldo allo stesso tempo. La lady avrebbe voluto rispondere subito, ma si sentiva rassicurata e allo stesso tempo sperduta di fronte la tanta maestosità di quella donna.
"Come... Come sai il mio nome?" - riuscì a chiedere qualche secondo dopo.
"Oh, in genere so molte cose, tesoro - rispose ella donandole una carezza al viso che le scaldò il viso - Hai paura di me?". La lady la guardò ancora, pensando che avesse davvero un buon odore e che paresse così rassicurante e protettiva.
"No - rispose scuotendo il capo - Sei... La Regina...?"
"Sì - disse sorridendo ancora - Sono la moglie del Kami"
"La moglie del Kami? - fece sussultando - Voi siete... Allora lui è qui! Dov'è?"
"Ci raggiungerà tra poco, piccola - le disse - Ma ora dimmi, cosa ci fai qui tutta sola? Dovresti essere ad affrontare una guerra..."
"Io - mormorò tremando - Sono scappata, Regina. Non sono degna di combattere ne di regnare. Questo perchè ... Ho avuto paura..."
"Tutto proviamo paura - la consolò accarezzandola - Non c'entra l'essere demone o  umano, suddito o Re. La paura è un emozione, e nessuna creatura può sfuggire alle emozioni e ai sentimenti, poichè tutti possediamo una coscienza e un cuore"
"Si ma... Tutti fanno affidamento su di me.. Non so se sarò in grado di essere colei che tutti si aspettano..."
"Tu lo sei perchè è scritto, Nelly" - disse infine. La lady la guardò ancora, rimanendo sorpresa nell'essere chiamata in quel modo dalla Regina, il suo tono pareva così familiare, era come se non fosse la prima volta che pronunciasse il suo nome.
"La domanda giusta è: Cosa vuoi essere? Un semplice demone o la salvatrice del tuo Regno?". A quella domanda, Nelly la guardò, accorgendosi di come la donna brillasse ancora di più come una stella. Lei non voleva essere un demone e basta, lei voleva poter vivere quel destino sublime che le era stato preservato, e nonostante la paura iniziale, la mano della Regina poggiata sulla sua testa le faceva provare una sensazione di pace assoluta. Si alzò in piedi, asciugandosi le lacrime ormai secche sulle guance.
"Io - mormorò - Io voglio essere colei che è in grado di proteggere e dare sicurezza agli altri, voglio essere colei che porterà il Regno del Paradiso al suo antico splendore. Però... Questo non significa che non avrò paura..."
"La paura è la normalità - le disse dolcemente - La paura accompagna tutti noi in ogni cosa. Ricorda piccola Nelly: coraggioso non è chi non ha paura ma chi è in grado di affrontare le proprie paure senza voltarsi mai indietro. Tu sai e hai sempre saputo qual'è la tua via"
"Sì - disse seria - Regina io... Spero di diventare come lei...."
"Lo sarai - le disse guardandola negli occhi - Anzi, avrai una parte di me, ma sarai molto, molto diversa, e magari anche migliore". La lady non capì sin da subito il senso di quella frase, ma quasi istintivamente afferrò per mano la donna, provando un ennesimo senso di tranquillità.
"Verrete con me?" - chiese.
"Ma certo - rispose - Il Nostro tempo è arrivato". Dicendo ciò, le due presero a camminare verso la parte opposta, accompagnate dal canto degli alberi in fiore che si erano animati di vita propria.
 
Nello stesso frattempo, la Guerra aveva continuato ad avanzare senza pietà. Candida era riuscita a liberarsi dalla presa di Sebastian e aveva contrattaccato, e le cose non andavano meglio per gli altri, a partire da Ciel.
Il conte si era dunque momentaneamente ripreso, e pian piano stava cercando di concentrare la sua forza come aveva già fatto una volta contro i Sette Lord. Congiunse le mani e aspettò che l'aura nera intorno a se diventasse sempre più potente e scura fino ad avvolgerlo del tutto., mentre i battiti del suo cuore scandivano ogni minimo movimento e i suoi occhi passavano dal rosso al rosa violaceo. Dalle sue mani presero ad uscire scie nere come la pece, le quali sembravano più deboli rispetto alle altre volte, e questo Lucifero lo notò subito.
"Non riuscirai ad usare i tuoi poteri, demone di "quart'ordine" - disse prendendolo in giro - Guardati, non ti reggi neanche in piedi!". Ciel cercò di ignorare sia lui che l'evidente e atroce dolore che continuava ad accrescere in lui: fitte dolorosissime al ventre, forse perchè stava utilizzando il suo potere e le sue forze, ma non aveva altra scelta. Provò a sforzarsi, a ignorare il dolore come aveva sempre fatto, a portare a termine il suo compito in qualità di futuro Re, ma in quel momento il dolore fisico era più forte di qualsiasi altra cosa. Si accasciò al suolo pesantemente, e di colpo la sua aura e le scie scomparvero nel nulla.
"Dannazione - mugugnò col fiatone - Perchè... Perchè..."
"Te l'aveva detto! - fece il Re minaccioso avvicinandosi a lui - Quella volta tu hai vinto una battaglia, questa volta io vincerò la Guerra!".
Dal canto suo, anche Candida aveva il suo bel da fare, soprattutto perchè adesso contro di lei non era schierato solo il maggiordomo, ma anche Bianca, tornata trionfalmente dal viaggio verso la morte più forte e coraggiosa di prima.
"Maledetta sgualdrina! - fece l'Angelo guardando i due e rendendosi conto di essere accerchiata - Quale scherzo è mai questo?"
"Non è uno scherzo - rispose Bianca sicura di se - E' opera del Kami. Lui sarà qui a breve"
"TACI, DANNAZIONE!" - urlò l'altra lanciandole senza preavviso una sfera di luce dritta sul viso che però fu abilmente schivata. Vedendo quella scena Harry ritrovò le forze di alzarsi in piedi, e quasi trascinandosi arrivò sino a Bianca, abbracciandola senza preavviso e non riuscendo a trattenere qualche lacrima di commozione.
"Bianca! - fece stringendola - Non posso crederci che sei qui! Ho temuto di perderti, sai cosa significa?"
"Sta tranquillo, Harry - lo rassicurò accarezzandogli il viso - Avremo tutto il tempo quando questa guerra sarà finita. Adesso quello che conta è far fuori quella strega"
"Hai ragione - rispose - Chi ti ha fatto del male merita di morire". Dicendo ciò i due si schierarono contro Candida, Bianca le volò incontro ad una velocità quasi fulminea mentre nelle mani concentrava il suo potere oramai diventato Divino e luminoso, Harry invece le saltò addosso, aggrappandosi al suo collo e reggendole la testa come aveva già fatto una volta con la ninfa Aria.
"Toglimi le mani di dosso sporca anima mancata!" - ruggì Candida spingendolo via ma non riuscendo ad evitare il colpo dell'altro Angelo, la quale se fosse riuscita a colpirla al cuore l'avrebbe uccisa, ma non era facile capire qual' era il modo più efficace per farla fuori, o questo o strapparle le ali, cosa che Sebastian provò a fare un ennesima volta: riuscì ad afferrarle abilmente mentre con un braccio le bloccava il collo, e tirò forte, usando tutta la sua forza, ma niente, quelle ali sembravano fuse con il corpo stesso dell'Angelo, la quale nonostante anche il colpo quasi mortale di Bianca era al pieno delle sue forze.
"Arrenditi mio Re - disse rivolta a Sebastian - Tu non puoi vincere, questo Regno è mio"
"Non sarà mai tuo, maledetta puttana...!" - fece il maggiordomo tenendola ben stretta ma bloccandosi poi di colpo, volgendo istintivamente lo sguardo verso Ciel e avvertendo che fosse in pericolo. In lontananza vide infatti la mano di Lucifero posarsi sul conte e poi vide il Re provare a lanciargli un pugno "animato" da una strana aura. Ora si trovava di fronte ad un bivio: lasciare l'Angelo ed essere sicuramente attaccato o correre in aiuto di Ciel? Fare il suo dovere da Re senza pensare alle conseguenze o seguire il suo compito da maggiordomo ma anche da amante?
Come lui, anche Ciel, nello stessa frazione di secondo in vide per lui una fine certa dinnanzi a se, si ritrovò a pensare ad una moltitudine di cose diverse: come poteva lui essere il Re, il Salvatore, colui che avrebbe salvato il Paradiso, se adesso non riusciva neanche a reggersi in piedi? Se non trovava neanche la forza di reagire? Il caos e la distruzione che aleggiava intorno a lui era già segno di sconfitta, soprattutto nel vedere tanti Angeli cadere per mano dei Demoni come lui, e vedere qualcuno come Antony, come Destiny, o in caso anche come Nelly, che anche se erano delle creature del sovrannaturale erano poco più che bambini, combattere una Guerra a cui non avevano scegliere di appartenere, eppure c'erano finiti dentro come lui. Volse lo sguardo al cielo, chiedendosi infine perchè il tanto amato Kami li stesse lasciando a morire così...
Poi ad un tratto, tutto si fermò. Per qualche strano motivo Lucifero non portò al termine il suo colpo, anzi, si fermò bruscamente, volgendo poi lo sguardo verso dietro di se, e come lui, anche tutti i coloro che stavano combattendo, si fermarono e si zittirono di colpo, alzando anch'essi lo sguardo. Come loro, anche il conte girò istintivamente lo sguardo per vedere cosa avesse causato un interruzione in un simile momento. Dapprima, ciò che vide fu Nelly, avvicinarsi mano nella mano con una donna alla quale non rivolse subito la sua attenzione, poichè era fin troppo felice che la lady fosse tornata.
"Oh... Nelly - sussurrò Sebastian nel silenzio e stringendo ancora forte Candida - Lo sapevo che non ci avresti abbandonata"
"No... Non è possibile... Non può essere" - mormorò poi Candida iniziando a tremare. Sebastian seguì lo sguardo dell'Angelo, accorgendosi con sorpresa che la stessa non guardava Nelly o chi aveva accanto, bensì ciò che era apparso dietro quasi silenziosamente.
Il silenzio divenne ancora più forte se possibile e la Guerra sembrò arrestarsi per qualche secondo, tutti, Shinigami, Anime, Demoni e Angeli rimasero in silenzio e immobili di fronte il momento della Liberazione che tutti avevano atteso per molti anni. Fu in quel momento che Ciel trovò la forza di alzarsi in piedi mentre il suo cuore aveva un sussulto l'uno dietro l'altro. Ciò che si stava avvicinando a loro non era possibile neanche lontanamente.
"Oh Cielo - sussurrò Ila immobile - il Kami è tornato". Quella frase detta così silenziosamente echeggiò per l'aria guidata dal vento, arrivando anche alle orecchie degli altri, arrivando a Nelly, la quale si trovava ancora mano nella mano con la Regina e non si era ancora voltata per vedere chi c'era dietro di se. Si girò quasi all'improvviso, sgranando gli occhi e rimanendo pietrificata dinnanzi alla figura sorridente che camminava pian piano verso di loro. Poi quella stessa figura cominciò a parlare mentre camminava, con una tranquillità surreale.
"Perdonatemi per avervi fatto aspettare, miei sudditi - disse mentre la luce del sole gli copriva ancora il viso - So che la maggior parte di voi non mi ha mai visto, ma il mio viso non ha nulla di nuovo". Il cuore della lady prese a battere fortissimo, e cominciò a provare una sensazione mista tra la gioia, la felicità, il timore, e tante altre e emozioni a cui non sapeva dare risposta. Aspettò che la figura si avvicinasse a lei, e tremando, fece una domanda che poteva sembrare stupida, ma che anzi fu di fondamentale importanza.
"Chi sei?" - chiese la lady non riuscendo quasi a respirare.
"Io   - disse mostrando finalmente il suo viso - Io ho tanti nomi, Re dei Re, Re del Paradiso, Re dell'Eterno, ma sono semplicemente uno dei tanti Kami che ha regnato sul Paradiso. Oh, ma forse tu piccola Helena, mi riconoscerai meglio se ti dico il mio vero nome..."
"Il... vero nome?" - chiese mentre un brivido le attraversava la schiena.
"Sì - disse sorridendo - Il mio nome è Vincent... Vincent Phantomhive... 298730° Kami del Paradiso, è un bel numero non trovi?".
Quel nome arrivò portato dal vento ad ogni anima, ad ogni creatura lì presente, e più di tutti arrivò a Ciel. Prese a tremare come non aveva mai fatto, nonostante il suo corpo apparisse immobile e gli occhi spalancati. La sua attenzione adesso non era solo rivolta al Kami, ma anche alla donna accanto a lui e a Nelly. Si portò una mano sul cuore, iniziando a sussurrare a se stesso qualcosa.
"Non è vero.. Non è vero... E' solo un sogno" - mormorò. Come lui, anche Nelly aveva provato una sensazione simile, e non aveva trovato neanche il coraggio di rispondere subito. I suoi occhi erano fissi sul Kami, il quale a quanto pare doveva per forza essere il padre di suo padre, perchè era praticamente identico, e poi volse lo sguardo verso la donna, capendo finalmente il perchè delle sensazioni provate poco prima.
"Il mio nome invece è Rachel - disse la Regina sorridendole - Avrei voluto dirti prima il mio nome ma era il caso di aspettare"
"Voi - sussurrò poi senza finire la frase- Siete...?"
"Sì, noi siamo - rispose Vincent capendo perfettamente cosa volesse dire - So che ti sembriamo un pò troppo giovane per esserlo, ma sostanzialmente è così". Nelly si zittì nuovamente, stupida dalla semplicità ma anche della maestosità di chi aveva davanti, che poi altro non erano che parte della sua famiglia.
"Scusa tesoro - le disse poi - Dopo parleremo quanto vuoi, ma adesso c'è anche qualcun altro da cui devo andare".  Dicendo ciò Vincent prese nuovamente a camminare di fronte a se, mentre il silenzio regnava sovrano anche da parte dei nemici che mai in vita loro avrebbero pensato che il Kami fosse così... Normale, l'anima di un semplice essere umano.
Sebastian sgranò gli occhi vedendo come il Re si stesse avvicinando a Ciel, perdendo tutta la sua formalità che di solito lo accompagnava in tutto.
"Io non ci posso credere - fece - Ma una cosa del genere è possibile...?". Volse lo sguardo a Candida, la quale aveva ormai smesso di dimenarsi, e pareva tanto impaurita e terrorizzata da quella vista.
Il conte prese a tremare in modo irrefrenabile alla vista del tanto atteso Re che gli si stava avvicinando, e nessuno faceva niente per interrompere quel momento: sembrava che tutto si fosse interrotto apposta, e forse era davvero così.
Lo vide compiere altri due passi prima di fermarsi a qualche centimetro da lui. Lo guardò, oramai si era dimenticato del suo viso da quando era morto, nonostante fosse praticamente identico a lui. I suoi occhi si inumidirono, quello che provava in quel momento era un emozione talmente grande e talmente inspiegabile che forse non esisteva neanche un nome per definirla.
"Pa... dre?" - riuscì a sussurrare poco dopo.
"Ciao Ciel - sorrise - Sei cresciuto molto vedo... Oltre all'essere diventato un demone..."
"Tu... Il Kami? - chiese - Come... Come..."
"A quanto pare noi Phantomhive continuiamo ad essere importanti anche nell'Aldilà - scherzò - Sono stato nominato nuovo Kami poco dopo il mio arrivo, sono diventato Re, così come i nostri avi e così come sarà per la nostra discendenza..."
"Quindi... E' per questo che...."
"Che sei tu uno dei due Re citato nella Profezia. In fondo, a regnare sarà il Kami e la sua discendenza, nonostante io faccia parte di questa stessa discendenza che continua sin da quando il Mondo ha avuto inizio. Adesso il Re sono io, avrei potuto esserlo per sempre poichè la tua morte probabilmente non sarebbe mai esistita, ma la Profezia narrava che saresti arrivato a liberare il Paradiso, e adesso sei qui...". Provò ad allungare una mano verso il suo viso, ma Ciel indietreggiò.
"Perchè? - fece assumendo un'espressione di rabbia - Perchè te ne sei andato? Perchè hai lasciato il Regno che sin dall'Alba dei Tempi i nostri avi si sono impegnati a conservare? Tu non sei un Re! Hai lasciato il tuo Regno nella disperazione e sei sparito proprio come hai fatto con me anni fa..!". Il conte aveva alzato la voce, e tutti i presenti intorno a lui rimasero di stucco nel vedere qualcuno osare andare contro il Re di cui tutti avevano aspettato il ritorno. Senza scomporsi minimamente, Vincent allungò una mano verso la sua spalla, e continuò a parlargli in modo pacato.
"Esiste un tempo per ogni cosa - spiegò - Il mio Regno tramonterà e un nuovo Regno, una Nuova Alba dei Tempi, il Regno Eterno sorgerà con te, un Unico Regno dove anime di ogni tipo potranno vivere insieme senza essere più divisi"
"L'Aldilà è in questo stato proprio perchè tu sei andato via e hai lasciato il tuo Regno nelle mani di Candida!" - fece guardandolo dritto negli occhi
"Era così che doveva andare - disse ancora - Era necessario che andasse così per poterti permettere di arrivare fin qui. E' tutto collegato, è tutto stato scritto sin dalla Prima Alba dei Tempi, è il senso di ogni cosa, il senso di ognuno". Ciel non riuscì a reggere a lungo lo sguardo di Vincent, e una lacrima prese a rigargli il viso.
"Non hai idea... Di quanto ho sofferto...." - sussurrò portandosi una mano dritta in faccia.
"Non nascondere le tue lacrime - fece l'altro scansandogli la mano - Sei sempre stato troppo maturo, anche da bambino. So  quanto hai sofferto, è dura dover guardare i propri cari dal Paradiso senza far nulla. Hai sofferto, ma hai anche vinto: hai avuto la tua trasformazione in demone, hai trovato l'amore, hai avuto una figlia, sei diventato un uomo. Adesso puoi vincere ancora una volta e diventare Re, portandoci alla vittoria".  Il conte si calmò quasi subito nell'udire quelle parole: erano successe così tante cose che parevano impossibili, ma adesso era accaduta l'unica cosa a cui non avrebbe mai pensato, anche se in effetti aveva senso. Sin da prima della sua nascita, Ciel era sempre stato destinato ad essere diverso, da semplice piccolo nobile, era passato ad essere un giovane lord in cerca di vendetta, poi un demone, adesso guerriero, successivamente Re...Forse, era vero che le cose straordinarie accadono solamente alle persone straordinarie.
"Combatterò con voi - disse poi Vincent - Ma a distruggere Candida dovrete essere tu, Sebastian e anche Nelly, poichè il suo potere una volta sprigionato sarà magnifico". Ciel lo guardò ancora, perdendosi nell'inverosimile di quel momento.
"Come faccio a sapere che non ve ne andrete di di nuovo?" - chiese riferendosi anche alla madre.
"Perchè quando il tuo regno sorgerà, allora sarà per sempre" - gli sussurrò. Si sentì stranamente in pace dopo aver udito quelle parole e tutta la rabbia che aveva sin ora provato stava pian piano scemando. Successivamente anche Rachel si avvicinò a lui, abbracciandolo senza preavviso.
"Ciao, mio adorato Ciel - fece stringendolo - Non sai quanto ho atteso questo momento..."
"Madre - sussurrò stringendola e perdendosi nel calore di quell'abbraccio che non sentiva da tanto tempo - Siete davvero... Meravigliosa...."
"Lo è anche la tua Helena - rispose sorridendo - Tu e il tuo compagno avete fatto davvero un bel lavoro".  Sebastian arrossì leggermente accorgendosi di essere fissato dalla Regina.
Quello sarebbe potuto essere un momento perfetto se solo non si fossero trovati nel bel mezzo di una guerra. Il "magico" momento che sembrava essere stato creato apposta s'interruppe bruscamente al grido di Candida che si era abilmente liberata dalla presa del maggiordomo.
"VI UCCIDERO' TUTTI! - urlò levandosi in alto - E soprattutto, ucciderò te, principessina!" - fece indicandola.
"Bene - sussurrò Nelly dal basso - Questa volta non scapperò. Preferisco morire che fuggire. Io non sola Candida, non avrò più paura di te ne di nient'altro". Dicendo ciò sollevò lo sguardo. Quella era la Sua Guerra e l'avrebbe combattuta fino a all'ultimo respiro.


Angolo dell'Autrice
Siete rimasti di stucco? E' un barbatrucco! (basta la pianto xD)
Emozionarsi scrivendo certe scene non ha prezzo :'), adesso si che ne vedremo delle belle :,)
"Le cose straordinarie accadono solamente alle persone straordinarie" - frase tartta da "Le cronache di narnia - Il viaggio del Veliero" *^*
 
 

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Capitolo 19
*** UNIONE! LA VITTORIA TANTO ATTESA! ***


Nelly rimase a fissare a lungo l'Angelo che si era levato in alto mentre il silenzio continuava ad aleggiare. Solo qualche secondo più tardi il caos prese nuovamente a incombere sull'Armata che oramai aveva con se non solo due Re, bensì tre, il Kami era finalmente con loro e questo voleva dire che la vittoria era più che assicurata, ma non per Candida. Ella appariva così piena di rabbia, nei suoi occhi si poteva leggere il fuoco e la voglia di distruzione, e soprattutto non era difficile capire chi sarebbe stata la sua vittima.
"MUORI!" - urlò improvvisamente l'Angelo lanciandole un fulmine di luce che la lady riuscì abilmente a schivare con un salto all'indietro.
"Cavolo! - sbottò Bianca vedendo la scena - Forza andiamo! Dobbiamo aiutarla!". Dicendo ciò, l'Angelo, seguito da Harry, Destiny e Ronald, andò incontro la lady.
"Bianca? - fece ella voltandosi a guardarla - Andatevene di qui, è pericoloso!"
"Non pensarci neanche! - s'intromise Destiny - Non mi interessa se sei forte o cosa, noi ti proteggeremo!". La shinigami non diede all'amica neanche il tempo di rispondere che con un salto stava già arrivando verso Candida, ma la verità era che non ci arrivò mai. Lucifero, comparso dal nulla, si era insinuato tra le due, e con un pugno, simile a quello che aveva usato poco prima per provare a colpire Ciel, colpì in pieno viso la rossa, per poi scaraventarla in basso, verso il suolo, utilizzando quella che sembrava una "scarica" di potere immensa e forse mortale.
Destiny non ebbe il tempo di reagire, e una volta colpita frontalmente cadde verso terra, ma fortunatamente Ronald riuscì a prenderla in tempo. 
"Ro... Ronny - sussurrò sforzando un sorriso, nonostante era evidente la sua sofferenza a causa delle ferite inflittole da quel potere - Stai cercando di conquistarmi? Guarda che ci sei già riuscito". Lo shinigami inizialmente non rispose subito, poichè il suo sguardo era rivolto proprio verso Destiny: qualcuno aveva osato sfiorarla e farle del male, quando solo lui poteva permettersi di toccarla, solo lui poteva permettersi di proteggerla, e nessuno doveva permettersi di farle solo un graffio.
"Destiny - mormorò a denti stretti - Nessuno può toccarti tranne me. Proprio per questo ucciderò quel figlio di puttana". dicendo ciò la posò delicatamente al suolo, e volò in alto verso il Re degli Inferi pronto per prendere la sua sporca anima.
"Mmh? - fece Lucifero inarcando un sopracciglio - Cosa c'è, sei geloso perchè ho toccato la tua fidanzatina? Solo perchè sei un Dio della morte non mi fai alcuna paura, bell'imbusto...!". S'interruppe di colpo, accorgendosi di qualcuno che lo teneva ben stretto da dietro.
"Tu! - fece non riuscendo a voltarsi - Da dove spunti, piccolo...."
"Non essere notato ha i suoi lati positivi - disse Harry sorridendo - Avanti Ronald, ammazzalo adesso!". Obbedendo, lo Shinigami gli andò addosso, estraendo come dal nulla quella che sembrava una falce. Lucifero provò a liberarsi, ma ogni qualvolta che provava a farlo, Harry utilizzava la sua forza fisica ferma per infliggergli un dolore atroce, tanto da costringerlo a non potersi muovere.
Nello stesso frattempo, Nelly e Bianca si trovavano ancora in balia di Candida.
"Bianca, ho detto vattene! - la supplicò - Non vedi cos'hanno fatto a Destiny?"
"Non m'importa! - dichiarò l'Angelo - Sono un Angelo Leggendario adesso, posso aiutarti!"
"Non capisci, io sono l'unica che può fermarla!". La loro conversazione fu interrotta dalla stessa Candida, la quale lanciò loro un altro dei suoi fulmini con la sua arma, facendole trasalire entrambi.
"Mi avete stancata voi due! - urlò dall'alto - La feccia come voi dovrebbe solo sprofondare nell'abisso più profondo che esista...!"- l'Angelo s'interruppe, accorgendosi di essere stata accerchiata da tre figure che conosceva sin troppo bene, ovvero Ciel, Sebastian e Vincent, i quali si trovavano beatamente sospesi in aria come se fossero stati provvisti d'un paio dal'ali.
"Oh, mia cara - fece ironicamente quest'ultimo - E io che credevo che lasciandolo in mano a te, il Paradiso sarebbe rimasto per come l'avevo lasciato!"
"Maledetti - sussurrò trasalendo - Che siate tutti maledetti, voi è la vostra discendenza, siete tutto ciò di che più sporco può esistere!"
"Stai tremando Angioletto bello, come mai?" - chiese Ciel schernendola. L'Angelo si voltò a guardarlo con due occhi che potevano ucciderti solo guardandoti, e senza un minimo di preavviso lo afferrò per il collo, tenendolo stretto.
"Tu! - disse digrignando i denti - Avresti fatto meglio a rimanere uno squallido umano! Anche se mi rendo conto che la colpa di tutto questo è di Hades!". Dopo aver detto ciò lo lasciò con violenza, puntando la sua attenzione verso Sebastian.
"Hades... Colui che ha provato a strapparmi le ali" - mormorò avvicinandosi a lui In quel momento accadde anche qualcos'altro: Lucifero riuscì ben presto a liberarsi dalla presa di Harry, e velocemente si era diretto verso Ciel, che era in realtà la preda a cui mirava sin dall'inizio. Al maggiordomo non poté sfuggire questo movimento da parte degli Inferi, al contrario del conte, il quale non se ne era minimamente accorto, e se l'altro l'avesse colpito alle spalle lo avrebbe fatto fuori in un istante. 
"CIEL! - urlò - ALLE TUE SPALLE!". Il conte si girò giust'in tempo per vedere Lucifero avvicinarsi a lui, ma non riuscì ad arrivare alla sua meta: Ronald lo aveva trafitto dritto alla schiena con la sua falce, ma non era però riuscito ad ucciderlo, a quanto pare era più difficile far fuori un Re e riuscire a separare la sua "anima" dal corpo, ma riuscì comunque a tramortirlo. Quest'ultimo ebbe come un sussulto, e fu costretto a piegarsi in avanti e a buttar fuori un gemito di dolore.
"Ben fatto, Ronald" - gli disse il conte mentre nel frattempo Candida osservava allibita la figura del suo "compagno" riversa a mezz'aria che si concentrava.
"IDIOTA! - urlò l'Angelo riferendosi al Re degli Inferi - Sei inutile! e tu dovresti essere un Re? Ma fammi il favore, sei solo un demone come un altro!". Ciel si avvicinò a Lucifero, guardandolo e godendo alla vista della sua sofferenze.
"Vediamo - disse divertito - Cosa potrei farti?"
"Tsk - mugugnò l'altro dolorante - Non potrai farmi nulla, io non morirò così".
"Se davvero lo credi..." - - rispose lui sorridendo. Dopo aver detto ciò, Ciel ritrovò la forza per potersi concentrare: congiunse le mani come aveva fatto poco prima, e spinto dall' irrefrenabile voglia di uccidere colui che aveva davanti, fu in grado di creare un aura intorno a se così forte da sembrare essere animata di vita propria. Chiuse gli occhi, e dopo pronunciato delle parole inudibile, dalle sue mani uscirono veloci e violente delle scie nere che ben presto avvolsero il corpo del Re, impedito nel muoversi anche a causa della falce che lo aveva trafitto da dietro e che stava cercando di portare via con se la sua anima. Le piaghe dell'Arte Oscura presero su di lui il sopravvento, mentre gli occhi di Ciel apparivano di un bel viola luminoso, e l'oscurità intorno a lui sembrò quasi brillare di luce per un attimo.
"Soffri le pene del tuo stesso inferno per tutto ciò che hai detto e fatto - sussurrò aumentando la foga della violenza dei suoi attacchi - Non tutti i demoni sono come te. Io non lo sono di certo". Con quest'ultima frase, lanciò il suo attacco decisivo, l'oscurità avvolse completamente il Re degli Inferi che aveva preso a dimenarsi, cercando in qualche modo di invocare l'aiuto di Candida la quale però si accontentava di guardarlo con una certa aria di disgusto, non poteva credere di essersi fidata di un demone che poi si era dimostrato essere anche debole. La sua espressione cambiò soltanto quando vide quest'ultimo arrendersi ai poteri di Ciel e cadere rovinosamente e con un tonfo verso il suolo, col corpo interamente sfigurato dalle piaghe. Il conte tirò un respiro di sollievo, ritirando il suo potere e aprendo gli occhi. forse, adesso l'aveva fatto fuori veramente. Un brivido percorse Candida, la quale si guardò intorno, rendendosi conto di essere con le spalle al muro: quell'essere inutile era stato fatto fuori come niente, e anche gli altri suoi alleati, Angeli e Demoni, venivano uccisi con tanta facilità davanti i suoi stessi occhi. Lo sconforto e la rabbia presero il sopravvento su di ella, talmente tanto che ben presto l'aria fu scossa da un grido atroce da parte di quest'ultima.
"NO! - urlò - Non finirà così! Io sono la Regina di questo Regno! E nessuno, nessuno potrà prendere il suo posto!". Dicendo ciò, volse il suo sguardo verso il basso, rivolgendo le sue attenzione alla "preda" da lei tanto prediletta: gli occhi bicromatici di Nelly si incrociarono per qualche minuto con quelli dell'Angelo, nei quali si poteva leggere chiaro la sua voglia di ucciderlo.
"Ci penso io!" - fece Bianca mettendosi in mezzo.
"No, Bianca - rispose lei seria, fermandola per un braccio - E' il mio dovere, è finito il tempo di fuggire". L'Angelo avrebbe tanto voluto poter controbattere, ma lo sguardo della lady pareva così fiero e serio che non ne aveva avuto la forza. 
"Io ti ucciderò" - mormorò a denti stretti. Come se l'avesse sentita, Candida concentrò in un solo punto del suo corpo tutta la luce lì presente: la luce del sole, delle stelle, di ogni cosa possibile, una luce che si poteva addirittura vedere materializzare pian piano e che scendeva dal cielo come stelle cadenti verso quest'ultima. Anche la lady però, prese a concentrarsi: se il Fato voleva che lei vincesse, lei avrebbe vinto, non importa come. Poi si ricordò dell'ultima volta che aveva sfidato l'Angelo: quella volta il suo potere era esploso come una bomba, ma cosa doveva fare per riuscirci ancora una volta? Congiunse le mani è si concentro più che mai, pregando di riuscire a fare il suo dovere. Pian piano l'aura intorno ad ella prese a crescere, e per un attimo fu come isolata da tutto ciò che la circondava.
Nello stesso momento, qualcuno un pò più distante, non aveva mai smesso di guardarla.
Antony si trovava in piedi, dolorante, ferito, col fiatone, aveva ucciso più Demoni che poteva, non si era fatto ammazzare, ma per tutto il tempo il suo pensiero era stato rivolto alla lady. Guardandola in quel momento, si lasciò per un attimo andare alla speranza che tutto sarebbe finito bene, ma ben presto un presagio prese il sopravvento nel suo cuore: in quanto Shinigami era in grado di poter vedere il futuro, la morte di ogni individuo, umano o non, e ciò che vide dentro di se in quell'attimo gli provocò un brivido agghiacciante.
"Oh, mio Dio - sussurrò facendo un passo in avanti - Devo fare qualcosa...!" - s'interruppe di colpo, accorgendosi di una mano sulla sua spalla che gli impediva di muoversi.
"Non pensarci neanche! - disse la severa voce di Will - Il tuo compito non è cambiare il futuro"
"Che cosa? - rispose Antony voltandosi a guardarlo - Io sono uno Shinigami, posso se voglio!"
"Non sei ancora un vero Shinigami! - disse l'altro - E inoltre, perchè preoccuparsi tanto per quel demone? Loro sono inferiori, lo vuoi capire!". Fu in quello stesso istante che Antony decise di abbandonare la sua veste " da bravo ragazzino sempre obbediente" e tirare fuori il coraggio.
"E' inferiore a me?! - fece alzando la voce - No che non lo è! E' come me, se non meglio! E vuoi sapere un'altra cosa? Io la amo e la proteggerò sempre, non m'importa se a rimetterci sarò io! Non saranno le nostre differenze di razza o qualsiasi altro stupido pensiero a separarci! Io cambierò il suo futuro, io le permetterò di vivere...!" - si bloccò, cercando di riprendere aria e lanciando uno sguardo a Will, aspettando da quest'ultimo una reazione poco piacevole. Invece, inaspettatamente, la reazione fu completamente l'opposto.
"Hai ragione - disse lo Shinigami adulto poggiandosi una mano sulla testa - Non saresti un vero Shinigami se non fossi in grado di cambiare il futuro altrui... E tu sei un vero Shinigami, adesso ne ho la certezza". Antony cercò di ricacciare le lacrime a quell'affermazione che gli aveva fermamente toccato il cuore.
"Io..." - provò a dire.
"Non dire. Va da lei è salvala, se la ami davvero come dici" - disse infine Will sistemandosi gli occhiali. Lo shinigami più piccolo fece un cenno con il capo, e dopodichè si voltò, correndo verso la lady, la quale nel frattempo stava ancora concentrando il suo potere.
"Piccola stupida, non potrai fermarmi! - urlò Candida dall'alto mentre il suo copro si imbeveva di luce - La mia luce sconfiggerà la tua oscurità".
"Dovremmo intervenire?" - sussurrò Ciel.
"Mh? No, credo proprio che se la caverà" - rispose. Un piccolo "fuori programma", però, mandò a monte l'intera situazione. Lucifero, il quale si trovava apparentemente morto e disteso al suolo, era riuscito in qualche modo a sopravvivere e furtivamente era riuscito a scappare. Avrebbe potuto benissimo andare contro Candida, dopo che questa l'aveva lasciato nei guai, e invece no, ciò che voleva era compiacerla, uccidendo Nelly. Aveva estratto con forza la falce dalla sua carne, la stessa che avrebbe usato per far fuori la lady. Nessuno si accorse di quel gesto, di quei movimenti. Ciel avvertì improvvisamente qualcosa, ma si rese conto troppo tardi di non aver fatto in tempo.
"CAZZO! - urlò vedendo Lucifero comparire davanti  lady con la falce già pronta a colpirla - Nelly!"
"Fai buon viaggio, principessina!" - sorrise quest'ultimo lanciando un colpo ben fermo. In realtà, quel colpo non arrivò mai alla sua metà: Antony, si era infatti messo in mezzo i due, usando il suo stesso corpo come scudo, si era rovinosamente fatto colpire al cuore, ma agilmente era anche riuscito a colpire al cuore l'altro, il quale, pochi secondi dopo, esalò l'ultimo respiro, e cadde al suolo, con gli occhi sgranati.
"ANTONY! - urlò Nelly ritornando improvvisamente alla realtà - COSA HAI FATTO?". Lo shinigami non rispose: debolmente si accasciò al suolo con la lama della falce ancora conficcata a circa quattro centimetri nel cuore, era forse un miracolo che non fosse morto all'istante. La lady gli andò incontro, accasciandosi al suolo, e trascinandolo su di se, sporcandosi la veste di sangue.
"Antony - mormorò mentre le lacrime iniziavano a scendere in modo copioso - Perchè hai fatto una cosa simile....?"
"Che razza di uomo sarei se non fossi in grado di proteggerti - rispose flebilmente l'altro sforzando un sorriso - Sono finalmente riuscito a rendermi utile, ho potuto cambiare il tuo futuro, e adesso tu vivrai, al contrario mio!"
"Cosa stai dicendo? - fece l'altra prendendo a piangere in modo più disperato - Tu non puoi morire, sei uno shinigami!"
"Ma la falce ha ferito il mio cuore - disse boccheggiando - Non devi essere triste, io non ho rimpianti: sto morendo per te, e soprattutto - fece allungando un braccio per togliersi gli occhiali - Posso morire guardandoti negli occhi"
"No! - urlò abbracciandolo stretto - Tu non morirai, non lo permetterò!"
"Non piangere - disse infine ricambiando l'abbraccio - Solo il fatto che tu sia viva mi permette di morire in pace. Ti amo Nelly, mi dispiace aver dovuto aspettare questo momento per dirtelo..". A quelle parole, la lady lo guardò, rispecchiandosi nei suoi occhi verde smeraldo. Lo vide esalare l'ultimo respiro, e la presa di quella mano che fin ora l'aveva stretta con così tanta gentilezza e protezione diventò improvvisamente lenta. Lui era... Morto? Non una parola uscì dalla sua bocca, per un attimo sembrò quasi che il silenzio di poco prima fosse tornato. 
"Dannato moccioso - riuscì solo a sussurrare Ronald non riuscendo a trattenere le lacrime - Hai sempre scelto il momento sbagliato  per essere impulsivo... Ma questa volta hai colto il momento giusto...".
"Oh, no - mormorò poi Ciel portandosi una mano al viso - Nelly....". La lady, dal canto suo, era l'unica ad avere negli occhi un' espressione così assente da fare paura. Si alzò in piedi, lanciando un ultima occhiata al corpo dello shinigami. Dopodichè, un urlo agghiacciante, sentito, carico di rabbia, uscì dalla sua bocca, facendo tremare anche la terra stessa.
"MALEDETTA! - urlò portandosi le mani sul viso - LA COLPA DI QUESTO E' SOLO TUA! TI AMMAZZERO' ATROCEMENTE PER AVERMI PORTATO VIA QUALCUNO DI COSì IMPORTANTE!". Come se fosse impazzita, la lady sgranò gli occhi, e con un salto che le permise forse di volare, andò incontro a Candida.
"Non c'è più tempo - disse Vincent rivolgendosi ai due demoni e tendendo una mano davanti a se - E' arrivato il momento: andate e portate al termine la vostra missione". I due si guardarono, e dopo essersi lanciati un occhiata andarono anche loro contro l'Angelo. Il Kami rimase lì a guardarli, e con un gesto soave, soffiò, come se volesse dare vita a qualcosa.
"Volate sul mio respiro e fatene di questo la vostra forza" - dichiarò mestamente.
La lady era già arrivata invece dinnanzi a Candida, e senza che ci fosse bisogno di concentrarsi, il suo corpo si ricoprì di un aura nera dalle incredibile sfumature color oro.
"Cosa? - fece l'Angelo indietreggiando - Non è possibile, non di nuovo!"
"Giuro che ti ammazzerò, puttana!" - urlò la lady andandogli inizialmente addosso, mentre i suoi occhi diventavano sta volta di una miriade di colori indefinibili.
"Tsk, non pensare di farmi paura, principessina del cavolo" - rispose l'altra cercando di non mostrarsi impaurita. Di meno ci riuscì quando davanti a se comparvero anche Ciel e Sebastian, i quali apparivano molto più forti del solito.
"Voi! - disse indicandoli - Vi ammazzerò!"
"Ti sbagli bell'angioletto - disse il conte - Saremo noi ad ammazzarti, perchè noi siamo i Re". In effetti, i due demoni avevano assunto un' aria così maestosa, sicura e importante, molto simile a quella di Vincent. Possibile che fossero proprio loro i guerrieri che l'avrebbero mandata nel baratro?
"NO, MAI!" - urlò lanciando dalle mani una scia di luce potentissima, conseguenza di tutto l'accumulo di poco prima. Questo però non sembrò disturbare ne i due ne la lady, che al contrario sembrò acquisire più forza. Ella tese le mani per far si che la sua Vera Arte Oscura si liberasse, e nello stesso istante, Sebastian andò contro l'Angelo, lanciandole un pugno sullo stomaco pieno di forza, come mai ne aveva avuto sin ora.
"Bastardo - fece l'Angelo gettando fuori un pò di sangue - Non osare toccarmi!". Il maggiordomo fece un saltò indietro, ritrovandosi accanto al conte.
"Sei pronto?" - chiese quest'ultimo.
"Yes, my lord" - rispose il maggiordomo. Egli, nonostante non avesse il potere dell'Arte Oscura, aiutò Ciel nel completamente del suo attacco: Il conte si concentrò, unendo tutta la forza, l'anima e il cuore di cui era provvisto,e ben presto dalle sue mani apparvero le scie nere, che aumentarono sostanzialmente nello stesso istante in cui Sebastian lo prese per mano infondendogli anche il suo di potere, quello era un colpo che erano destinati a dare insieme. La lady, nello stesso momento, concentrò finalmente nel suo intero corpo la forza, la vera Forza di un demone, concentrò tutto il male, le sofferenze, la paura, la morte, le piaghe, tutte in un unico colpo, utilizzare l'oscurità per sconfiggere un'oscurità ancora più grande, era questa l'unica soluzione. Il suo corpo prese a brillare di luce propria, una luce che si contrapponeva alla sua aura, e ben presto sulle sue mani apparve come una sfera luminosa, ma anche oscura, qualcosa di brillante, qualcosa di splendente.
Ciel continuò a concentrare il suo potere, insieme all'aiuto di Sebastian. Da quel momento in poi, mai più padrone e maggiordomo, da quel momento sarebbero stati due Re che insieme avrebbero protetto il Paradiso da ogni sorta di minaccia unendo i loro poteri demoniaci. Inutili erano i tentativi da parte di Candida di contrattaccare, i tre sembravano assolutamente inermi e tranquilli, come avvolti nella loro buia luce.
Il conte ebbe, prima di lanciare l'attacco finale, il tempo di voltarsi e lanciare uno sguardo a Vincent.
"Volerò sul tuo respiro, e farò di questo la mia forza, padre" - mormorò, capendo che il potere, la forza d'animo e tutto, gli erano stati dati dal Kami. Adesso sì, che poteva definirsi un vero Re. 
Con un urlo disumano, lui e il maggiordomo tirarono indietro le braccia come se volessero lanciare qualcosa, e con uno scatto in avanti si prepararono all'attacco decisivo.
"NELLY! - urlò il conte nello stesso frattempo - Adesso!". La lady obbedì, e fu in quello stesso momento che sia lei, che i due demoni, rilasciarono un unico, grande attacco in cui si mescolavano la luce, le tenebre, la sofferenza ma anche la futura libertà. La sfera di luce e buio colpì violentemente l'Angelo, la quale, con un urlo disumano, vide le sue ali staccarsi così come niente, mentre il resto del suo copro veniva divorato dall'oscurità e dalle piaghe.
"NOOOO! - urlò disperatamente provando a liberarsi - NON PUO' FINIRE COSI'!"
"Brucia nel vero Inferno, stronza!" - disse infine Ciel guardandola sorridendo, in segno che oramai la vittoria era la loro. Con un ultimo, potente e assordante urlo, Candida cessò di esistere, una volta che l'intero suo corpo fu letteralmente fatto a pezzi, divorato dal potere demoniaco che per tanto tempo aveva osato prendere in giro. Quando ciò accadde, l'intero cielo prese a brillare e tutto divenne ancora più luminoso se possibile. 
Ciel esalò un lungo respiro, incredibilmente non si sentiva ne stanco ne indebolito, stava così bene, si sentiva... In pace. La prima cosa che però fece, fu quella di alzare gli occhi al cielo che adesso appariva costellato nonostante fossero in pieno giorno.
"E' finita - dichiarò sorridendo - C'è l'ho fatta".

Angolo dell'Autrice
Oh, mio Dio, siamo quasi alla fine  T.T *si asciuga le lacrime*
Accidenti, ovvio che non finisce così, che razza di persona sadica sarei? T.T Vi dirò, non sapevo come impostare questo capitolo, però ne sono abbastanza soddisfatta, anche se sta a voi giudicare :3



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Capitolo 20
*** LA NUOVA ALBA DEI TEMPI! IL REGNO ETERNO! ***


Nelly si accasciò improvvisamente su se stessa, come se avesse avuto un mancamento, ma la verità era che non si era mai sentita così viva, la felicità le esplodeva dentro, la consapevolezza di essere riuscita a fare qualcosa di buono, la consapevolezza di essersi resa utile la faceva sentire bene. Aveva usato la sua forza demoniaca per liberare il Paradiso da un Angelo maligno, strano da dire, ma il buio aveva sovrastato la luce, e questo era un fatto positivo. Si voltò verso Ciel e Sebastian, e sorridendogli  si catapultò immediatamente tra le loro braccia.
"Ce l'abbiamo fatta! Finalmente!" - urlò la lady con la sua voce cristallina, un pò come la voce pure e innocente dei bambini.
"Sì, Nelly - rispose Sebastian stringendo a se lei e il conte - Sei stata incredibile!"
"Siamo stati incredibili - aggiunse Ciel - Era proprio destino che fossimo noi a sconfiggerla". Vincent li guardò, notando con piacere che quei tre, nonostante quel momento in cui si erano per così dire "lasciati andare", apparissero maestosi, regali, quasi luminosi, così come un vero Re deve essere. Rachel si avvicinò a loro, raggiante come non mai.
"Avete fatto sì che la Profezia divenisse realtà - disse la donna sorridendo - Avete portato al termine la vostra missione".
"E' vero - aggiunse il Kami voltandosi verso la sua gente e dicendo a gran voce - Il Paradiso è stato liberato! Non più divisioni o rivalità, soltanto un Unico Regno, questa sia la mia volontà!". A quelle parole ci fu un urlo da parte di tutti i presenti, un urlo di gioia, approvazione, felicità e commozione.
"Sì, sì! - urlò Ila completamente fuori di se e abbracciando istintivamente Shiro - La mia migliore amica è un portento! Siamo liberi finalmente....!" - s'interruppe di colpo, arrossendo dopo essersi accorta di chi effettivamente stesse stringendo tra le braccia.
"Non c'è bisogno di arrossire - le disse l'Angelo sorridendo - E' adorabile il tuo modo di esprimere la felicità". Così come lei, tutti gli altri non poterono fare a meno di esprimere la loro felicità, il loro Regno era stato liberato, l'intera Aldilà era stata salvata da un destino che l'avrebbe altrimenti portata a sprofondare nell'abisso più profondo. Il Paradiso era stato paradossalmente salvato da dei demoni, portatori del buio e della discordia, ma non si poteva dire certo questo sui loro salvatori.
"Bianca, Bianca! - urlò Harry correndo ad abbracciare l'Angelo - E' finita! Lo sai che significa, vero? Potremo stare insieme per sempre, per sempre!". Ella lo guardò teneramente, provando a ricacciare le lacrime per quel momento che in cuor suo aveva aspettato da tanto tempo.
"Sì' - mormorò attirandolo a se - Per sempre...". Dicendò ciò lo baciò teneramente sulle labbra, un bacio che avrebbe sancito la loro promessa del per sempre, poichè eterni erano loro ed eterno sarebbe stato il loro amore.
Nelly si guardò intorno, provando una sensazione che si avvicinava molto all'estasi, alla felicità più assoluta: non si era mai considerata una guerriera ne un'eroina, eppure adesso lo era diventato in qualche modo, aveva lasciato la "normale" via della sua vita e ne aveva a sua insaputa presa una ancora più emozionante. Rachel e Vincent le si avvicinarono sorridendo.
"Ben fatto, Nelly - disse teneramente la donna - Hai saputo usare il tuo potere dell'oscurità e hai saputo mescolarlo alla grande luce che possiedi dentro. Sei un demone con una grande luce e un grande cuore"
"Io... Grazie..." - rispose ella sorridendo, ancora un pò intimorita e incantata di fronte tanta beltà.
"Si vede che nel tuo cuore scorre il sangue di due grandi demoni e di due grandi Re - aggiunse Vincent stringendosi alla moglie - Il vostro lavoro è stato impeccabile, e le vite che sono andate perdute non lo sono state di certo invano...". A quelle parole la lady si destò, dimenticandosi per un attimo tutta la felicità e la gioia di quel momento: era soltanto uno il motivo per cui era riuscita a sprigionare il suo potere, ovvero la rabbia per la morte di Antony. Nello stesso frattempo in cui quel pensiero gli attraversò la mente ebbe voglia di scoppiare in un pianto fragoroso, poi però un altro pensiero si susseguì al precedente, anche se si trattava per lo più di una sensazione.
"Antony!" - disse ad un tratto rivolgendo il suo sguardo verso il corpo steso al suolo dello shinigami. Si avvicinò di corsa, vedendo che  anche gli altri si trovavano attorno a lui.
"Fratellino, non puoi lasciarmi! - fece Destiny che si era malamente trascinata fino a lui nonostante le ferite - Senza di te che senso ha il mio essere così stupida e iperattiva?". Rimase per un pò in silenzio, mentre i sensi di colpa iniziavano già ad affiorare: lui era morto per colpa sua, e questa volta non c'erano scusanti, era così e basta. Rivolse poi lo sguardo a Will, il quale si poteva capire lontano un miglio che stesse cercando invano di trattenere le lacrime.
"Sai, dovrei odiarti - disse ad un tratto quest'ultimo alla lady - Ma comunque non ci riuscirei. Antony è morto per salvarti, perchè ti amava, e sacrificarsi per chi si ama è il gesto più nobile che possa esistere. Sembrava così freddo e apatico, e invece.... Mi rendo conto che probabilmente non lo conoscevo affatto... Chi avrebbe mai detto che uno Shinigami sarebbe morto così, ironia della sorte, eh lady?". Ella non rispose, il suo sguardo era fisso sul corpo immobile dello shinigami, un corpo che adesso molto probabilmente non avrebbe più potuto stringere. E tutto questo solo per salvare lei, la quale pensò per un attimo che forse sarebbe stato meglio morire piuttosto che far sacrificare la persona che amava, perchè le lo amava e rimpiangeva di non essere arrivata a dirglielo. Cadde in ginocchio, voleva poter scoppiare a piangere, ma la sensazione che poco prima l'aveva frenata continuava ad accrescere.
"Io - mormorò con gli occhi spalancati - Sento il suo cuore battere..."
"Come può un cuore trafitto continuare a battere?" - chiese Will diffidente.
"Non lo so, ma io lo sento. Forse, forse non è ancora tutto finito" - dicendo ciò alzò gli occhi e rivolse lo sguardo verso Ciel, il quale aveva capito benissimo cosa la lady intendesse.
"Ma certo - disse poi il conte - Il Sangue degli Dei, è l'unica cosa che può salvarlo...!" - allungò una mano verso una tasca, e impallidì di colpo quando si accorse che quella stessa tasca adesso appariva vuota. Come aveva potuto non prestarci attenzione? In quel momento serviva loro più che mai!
"Cazzo, non ci posso credere! - fece il conte - Non posso averla perduta, non è possibile...!". Sentendo quelle parole Nelly si rattristì nuovamente, pensando che anche quell'ultima speranza fosse sfumata via.
Vincent le si avvicinò, poggiandole delicatamente una mano sulla spalla quasi a farla fremere. Lei si voltò a guardarlo con gli occhi pieni di lacrime e uno sguardo perso, lo stesso sguardo che si ha quando si perde qualcosa a cui si tiene molto.
"Il tuo sguardo mi fa pensare che tieni davvero molto a quello shinigami, non è vero?" - chiese sorridendo. Lei annuì.
"Lui c'è sempre stato. E silenziosamente ha preso il mio cuore" - sussurrò. 
"D'accordo, in questo caso..." - dicendo ciò, il Kami si alzò in piedi e si diresse verso Antony sotto lo sguardo sbigottito di tutti i presenti. Ciò che fece fu portarsi un dito vicino le labbra e successivamente morderlo con violenza, così tanto da permettere al sangue di cominciare ad uscire a fiotti.
"Eh? - chiese la lady - Ma cosa....?"
"E' il Sangue degli Dei che ci serve, no? - fece Vincent sorridendo - Questo è sangue, e io sono un dio, quindi va bene". S'inginocchiò accanto al corpo dello shinigami e ne estrasse lentamente la falce che ancora si trovava impiantata nel suo cuore. Poi, delicatamente, gli sollevò la testa con una mano, mentre con l'altra si apprestava a portare un dito vicino le labbra semichiuse di quest'ultimo, in modo che il suo sangue potesse scivolare all'interno della sua bocca. Dopo aver fatto ciò, soffiò su di lui, come aveva fatto già una volta con Bianca, gesto seguito da una frase.
"Svegliati Antony, che la morte ritorni sui suoi passi" - sussurrò. Passò qualche secondo di totale silenzio e attesa. Poteva un Dio della Morte essere riportato in vita così? Era davvero possibile? Erano questi i pensieri che affollavano la mente di Nelly, la quale però dovette ricredersi non appena vide gli occhi di Antony aprirsi, due occhi che adesso brillavano di una luce nuova.
"Benvenuto - gli disse Vincent sorridendo - Oggi sei rinato". Lo shinigami si guardò intorno, sentendosi nuovamente forte come non mai, ma non ebbe neanche il tempo di terminare i suoi pensieri che Grell e Destiny gli furono addosso per abbracciarlo, iniziando a piangere dalla gioia. Lui, Shinigami, era stato salvato da un altro tipo di Dio che gli aveva restituito una seconda vita e una seconda possibilità verso la vera immortalità. Alzò lo sguardo, notando di come Will lo fissasse: molto probabilmente avrebbe passato i guai, si sarebbe sentito dire che non voleva niente o cose del genere poichè si era fatto uccidere così, senza la minima difficoltà. Invece, lo shinigami adulto s'inginocchiò e lo attirò a se, abbracciandolo e scoppiando per la prima volta in un pianto che voleva essere sommesso, che in realtà non fu. Stupito da quel gesto inconsueto, Antony ricambiò l'abbraccio cercando anche lui di non commuoversi anche se era impossibile.
"Sei il mio orgoglio più grande..." - gli sussurrò flebilmente Will.
"Ho imparato tutto dal migliore..." - rispose lui lasciandosi andare a quel momento di tenerezza. Dal canto suo, Nelly era invece rimasta lì a guardare sbalordita ciò che il Kami era stato in grado di fare con tanta semplicità e maestosità: era un vero Dio, la vera essenza di tutto ciò di che più bello potesse esistere. Successivamente si tirò su, e corse verso Antony, abbracciandolo con foga senza dargli un minimo di preavviso e lasciandosi andare questa volta ad un pianto di felicità.
"Antony! - gemette stringendosi al suo petto - Mi dispiace!"
"Non mi devi chiedere scusa di niente - rispose lui abbracciandola forte - L'ho fatto e lo rifarei altre mille volte". Lei lo guardò lasciandosi andare ad un sorriso, accorgendosi con piacere che anche l'altro adesso stava sorridendo come non mai, sembrava che una nuova luce splendesse nei suoi occhi verdi. La lady si staccò mal volentieri da quell'abbraccio, ma era giusto rivolgere le sue attenzioni all'autore di quel gesto così nobile. Si avvicinò a Vincent, come sempre un pò intimorita nonostante non ci fosse motivo.
"Io... Vi ringrazio...." - gli disse non riuscendo ancora a capire esattamente in che modo dovesse rivolgersi a lui.
"Non ringraziarmi - rispose lui - Era il minimo che potessi fare". Nelly sospirò, guardandosi intorno: adesso che era tutto finito sarebbe dovuta diventare una principessa, ma assolutamente non voleva lasciare la vita che aveva sempre fatto, nonostante anche quel tipo di vita le piacesse tanto, se non di più. Poteva nuovamente scappare dal Fato? 
"... Adesso che è tutto finito - chiese tenendo lo sguardo basso - Posso tornare a casa mia?". Sentendo quella domanda, Ciel e Sebastian si lanciarono uno sguardo preoccupato, non si erano di certo dimenticati che la Profezia doveva ancora essere completata a dovere, e nonostante avessero cercato di tenerlo nascosto adesso era arrivato il momento.
Vincent posò una mano sulla testa di Nelly, continuando a sorridere come sempre e dicendo lei qualcosa.
"Piccola, non potrai tornare a casa. Il tuo mondo è giunto alla fine" - disse. La lady sgranò gli occhi a quell'affermazione che le provocò nello stesso tempo un angoscia e una felicità che non erano comparabili a nulla.
"Che... Significa... Non potrò tornare...? E i miei amici... Finnian, Meyrin, Tanaka, Bard, Marvin e tutti gli altri?" - chiese mentre un brivido le percorreva la schiena. Ciel le si avvicinò, poggiandole una mano sulla spalla.
"E' parte della Profezia - le spiegò - Non so bene neanche io cosa voglio dire però... Ci sarà una nuova Alba dei Tempi..."
"... Eh...?" - chiese flebilmente.
"Non avere paura, Nelly - la rassicurò Vincent assumendo un espressione e un tono così soave e dolce allo stesso tempo da mettere i brividi - Adesso vedrai la meraviglia sublime. Il Grande sonno è finito, è arrivato il momento del Risveglio, del Regno Eterno. Guarda dinnanzi a te, principessa, e saluta il tuo nuovo Regno". Guidata da quelle parole, Nelly si voltò pian piano, avvertendo una sensazione inspiegabile dentro di se. Il Kami fece un gesto con la mano, e fu in quello stesso preciso instante che un pò più lontano, probabilmente in un altra dimensione impossibile da raggiungere fisicamente, il Mondo, la Vita Terrena cessò di esistere. Quello era il giorno in cui le anime sulla terra si sarebbero ricongiunte a quelle dell'Aldilà, un' Aldilà nuova, la Vera Casa delle Anime Nobili, la Nuova Casa della Vita Eterna. Istintivamente, tutti i presenti si tirarono su, guidati da qualcosa, e come incantati rimasero a fissare il cancello d'oro del Paradiso dinnanzi a loro , essi si trovavano come in una sorta di estasi che neanche il più geniale degli essere umani avrebbe potuto capire.
Anche la lady, come gli altri, si trovava in questo stato d'animo, e ben presto si rese conto che il suo corpo non era più "corpo", era diverso, appariva quasi trasparente ma allo stesso tempo c'era, era come se la sua anima fosse divenuta il suo stesso corpo, un anima che prese a brillare di luce propria come il più splendente degli Angeli, se non di più. Voltò gli occhi prima verso Ciel, poi verso Sebastian, accorgendosi di come anche i loro corpi stessero cambiando, accorgendosi di come adesso i due apparissero molto più simili a Vincent. 
La luce del suo cuore si materializzò su ogni centimetro della sua anima, e in quell'istante ogni paura della lady si dissolse, sarebbe dovuta essere terrorizzata di fronte al fatto che il suo mondo fosse finito, e invece si sentiva così bene, era come se il suo cuore avesse raggiunto la Pace, quella a cui solo i Santi e le Anime Nobili erano in grado di arrivare. E lei ci era arrivata.
"Oh, che meraviglia - mormorò Bianca stringendosi ad Harry, riuscendo per qualche secondo a distrarsi dalla sensazione dell'estasi - Le anime di ogni essere vivente sono qui". Ciò che aveva affermato l'Angelo era vero: il cancello d'oro si aprì improvvisamente, e presto il suolo di nuvole d'oro si riempì di anime scalpitanti, miliardi e miliardi di anime, dopotutto, si trattava delle anime di tutta l'umanità, ma il Paradiso sarebbe stata una casa abbastanza grande per tutti. Nelly si destò dalla sensazione di estasi, e alzando gli occhi al cielo ebbe come l'impressione di potersi rispecchiare nel blu cobalto: adesso  appariva molto diversa, era un demone, ma aveva la luce di un Angelo e l'aspetto di una Dea. Poi voltò lo sguardo verso Vincent, il quale sussurrò qualcosa, come se stesse ordinando agli astri, ai pianeti e al sole di fare qualcosa, ed effettivamente fu così: i pianeti si distrussero con un boato fragoroso, boato che fu seguito da una miriade di colori che discendevano giù dal cielo come lingue di fuoco, la stessa volta celeste si dipinse dei colori dell'aurora boreale, colori sublimi che si rispecchiavano tra di loro a formare un meraviglioso gioco di colori. Il sole e la luna si unirono dando vita al Nuovo Sole, una stella eterna di colore bianco  che avrebbe accompagnato l'eternità del paradiso, mentre il resto delle stelle presero a posizionarsi nel cielo e a formare tante costellazioni diverse. Anche il suolo prese a cambiare: il tappeto di nuvole d'oro fu sostituito da un terreno simile ad un prato profumato di gelsomino, ma le nuvole, anzichè sparire, si elevarono in alto fino ad arrivare all'aurora e fondersi con essa, donando più luce. L'acqua, che fin ora nessuno aveva avuto la possibilità di vedere, iniziò a sgorgare dalle montagne come fiumi fino a finire nelle depressioni terrene e riempirle: quelli sarebbero stati i futuri laghi e mari. Sul manto di prato verde iniziarono a comparire dei fiori che però non avevano nulla a che fare con quelli della Terra: essi sembravano seguire lo stesso profilo delle stelle e soprattutto sembravano illuminarsi insieme ad esse. Ogni cosa, anche la stessa aria prese a brillare di una nuova, meravigliosa luce, un pò come la dolce luce che ci accoglie quando veniamo al mondo.
Nelly guardò tutto ciò con gli occhi ben aperti mentre il suo cuore sussultava di gioia: aveva capito di stare assistendo alla Nuova Creazione di un nuovo Mondo ultraterreno. Dopo qualche secondo, Vincent fece un gesto con la mano, e successivamente a questo ogni cosa si fermò: l'aurora, gli astri e il nuovo sole rimasero insieme sulla stessa volta, mentre già nell'aria si poteva sentire il profumo di rose dell'acqua che stava dipingendo il Paradiso.
Le anime dell'umanità presero a disperdersi per quel luogo, essi sembravano così felici e sereni come se non avessero risentito della fine del loro Mondo.
Ciel si guardò intorno, sussurrando qualcosa.
"Tutte le anime... Qui....?" - chiese.
"Sì - rispose Sebastian - Ogni corpo con un anima è destinata a finire qui. E visto che il Mondo è finito, ogni singola vita umana si ritrova adesso qui". 
"Anche... coloro che conoscevo...?" 
"Molto probabile...". Finalmente, Nelly tornò completamente in se stessa, rivolgendo lo sguardo ai suoi amici.
"Questa... E' casa nostra adesso?" - chiese.
"Sì, Nelly! - rispose Ila entusiasta - E poi, guarda! Tutti coloro che conosci sono qui adesso, quindi non devi essere triste!". Seguita da quella frase, Nelly presto si rese conto che fra le tante anime lì presenti, c'erano anche quelle delle persone che aveva conosciuto nel suo mondo, primi fra tutti i domestici della sua casa.
"Mmh? - chiese Finnian guardandosi intorno - Che posto è questo?"
"Siamo morti, stupido! - lo rimproverò Bard - Dove credi che ci troviamo?"
"Davvero, è il Paradiso questo? - fece l'altro sorridendo - Che bello, ci sono dei fiori meravigliosi!"
"COSA?! - urlò - Siamo morti e l'unica cosa a cui riesci a pensare sono i fiori?". Meyrin si guardò intorno, rendendosi presto conto che una piccola figura le era saltata addosso.
"MEYRIN! RAGAZZI!" - urlò la lady abbracciandola.
"Lady Nelly?" - chiesero gli altri all'unisono.
"Ma... Ma... Io... Voi... Come... EH?" - provò a dire Bard sconvolto.
"Si, ho capito, vi spiegherò tutto dopo, infondo abbiamo l'eternità!" - sorrise la lady, felice di avere adesso la conferma che anche le conoscenze della sua "vecchia" vita adesso avrebbero potuto stare con lei per sempre, nonostante gli altri non capissero momentaneamente, ma avrebbero capito più avanti. Un pò più distante dall'allegra riunioncina, anche un'altra figura esprimeva il suo dissenso nel trovarsi in quel Luogo in cui in realtà non si aspettava di finire.
"E questo cosa dovrebbe essere? - chiese Soma a braccia conserte - Perchè non mi sono reincarnato? E soprattutto perchè non vedo la dea Shiva?! Qualcuno vuole spiegarmi cosa sta succedendo?!"
"Soma, ti prego, calmati" - cercò di fermarlo Agni.
"Non dirmi di stare calmo! - sbuffò lui - Sono morto, ebbene? Non dovrei trovarmi qui, io sono induista e questa è una fregatura bella e buona! Voglio assolutamente sapere chi è a capo di questo scherzo di cattivo gusto!"
"Oh, ti prego, hai intenzione di lamentarti così per l'eternità?" - chiese il maggiordomo seccato.
"Hai forse qualche problema?! - chiese il principe mettendosi faccia a faccia con quest'ultimo - Soltanto perchè sono il tuo compagno questo non ti autorizza a mancarmi di rispetto! Portami via da questo postaccio...!"
"Ma..." - provò a ribattere.
"Ho detto portami V - I- A!" - rispose scandendo bene quest'ultima parola.
Le anime dei "vivi" si erano finalmente unite con quelle dei "non vivi", e un'atmosfera di festa e allegria prese ad aleggiare per l'aria appena rinata del Paradiso. Ila, dal canto suo, non riusciva a stare serena, non faceva altro che guardarsi intorno, come se stesse disperatamente cercando qualcuno. Vedendola così intenta, Ciel le andò vicino, poggiandole una mano sulla spalla e dicendogli teneramente.
"Guarda, sono lì" - disse indicando qualcuno. Seguendo il dito del conte con gli occhi, lo sguardo di Ila si posò su una figura che poco dopo, spinta da una strana sensazione, si girò anch'essa a guardarla.
"Ila...?" - sussurrò Soma attirando  anche l'attenzione di Agni. L'Angelo rimase per qualche secondo a fissare i due, poi una sensazione che non provava da molto tempo le scaldò il cuore, mentre gli occhi iniziavano impetuosamente a riempirsi di lacrime. 
"Pa..." - provò a sussurrare senza però trovare la forza di continuare. Come spinta da qualche forza misteriosa, Ila sfrecciò il volo verso i due, catapultandosi per prima tra le braccia del principe.
"Non può essere - mormorò quest'ultimo stringendola e  non riuscendo a trattenere le lacrime - Sei... La mia Ila...?"
"Sì padre, sono io! - esclamò ella guardandolo negli occhi - Sono io! Ila Yasmine Kadar, principessa dell'India, la vostra erede...!". Sentendo quelle parole, Soma la guardò per qualche secondo, sfiorandole il viso e riprendere a versare copiosamente altre lacrime poco dopo.
"Sei davvero tu... - mormorò tremando e stringendola nuovamente - Sei davvero tu! La mia Ila!". L'Angelo si perse in quel caldo abbraccio di cui aveva dimenticato il sapore da ormai talmente tanto tempo, mai avrebbe sperato di poter vivere un momento simile, e invece adesso quel momento era arrivato. Non aveva mai pianto, ne in vita ne da morta, ma per quella volta avrebbe potuto lasciarsi andare a un pò di sano sentimento. Sollevò il capo poco dopo, volgendo lo sguardo verso Agni e accorgendosi di come egli fosse rimasto immobile a guardarla.
"Padre! - esclamò ella asciugandosi le lacrime - Non siete felice di rivedermi...?"
"Non è questo - sussurrò il maggiordomo commosso - E' che... Quelle sono ali?". 
"Eh? - fece Soma - E' vero! Tu... Un Angelo?"
"Sì - rispose sorridendo - Un Angelo Guardiano per la precisione. Credo di aver fatto bene a volere sfuggire a tutti i costi ai vostri insegnamenti sulla "perfezione della religione induista".
"Beh - dichiarò il principe - Anche se mi duole ammetterlo, devo darti ragione. Sì, hai fatto bene a fare di testa tua"
"Già - sussurrò - Siamo tutti destinati a finire nello stesso posto. E adesso potremo stare insieme per sempre, ne morte ne niente  ci dividerà più". 
D'altro canto, Shiro era rimasto a fissare l'Angelo attentamente, quando una mano si poggiò sulla sua spalla, facendolo trasalire.
"Non essere geloso - gli fece Ciel sorridendo - Sono solo i suoi genitori..."
"Amh, non sono geloso infatti!" - rispose l'Angelo arrossendo.
"D'accordo... Comunque loro sono dei reali, spero che ti considerino un buon partito..." - scherzò.
"Ah - sbottò - E io che pensavo che avrei avuto vita facile"
"Ci sono ancora tante cose che devi imparare" - disse il conte.
"Già... Vostra maestà - disse Shiro voltandosi a guardarlo - E' stato un vero onore per me combattere a vostro fianco. Spero che mi permetterete di continuare a restarvi accanto, sarei molto felice di servire finalmente la discendenza dei Kami, di servire voi"
"Volentieri - rispose Ciel sorridendo - Credo che avrò bisogno di te per abituarmi. Adesso tutto questo appartiene a me, e lo proteggerò sempre come ho fatto oggi. E poi, che in realtà non ho più un maggiordomo, penso che potresti prendere tu questa carica!"
"Io sono un'Angelo Guerriero, Maestà...." - provò a spiegargli.
"Essere un mio maggiordomo vuol dire anche questo" - sorrise Ciel infine. Si guardò intorno, volgendo lo sguardo verso Sebastian: era finalmente arrivato il momento tanto atteso, non occorrevano parole per descrivere quel momento
 
Il Castello dei Kami aveva anch'esso assunto un altro aspetto: era completamente rivestito d'oro, un oro che si mescolava alla luce. Quella sarebbe stata la casa della discendenza dei Kami, com'era sempre stata dall'alba dei tempi. 
Ciel e Sebastian avanzarono per la navata del Castello, seguiti da Nelly, la quale si guardava sorridente intorno: la sua volontà aveva superato le sue paure, e adesso aveva deciso di non sfuggire più al Fato. I tre arrivarono fin sopra un altare sul quale stavano tre troni, due grandi e uno più piccolo. Ciel si fermò un attimo prima di arrivare: per tutta la vita era stato cresciuto come un nobile, ma adesso stava per ricoprire una carica di molto più sublime. Lanciò uno sguardo ai suoi genitori, i quali si trovavano ad attenderli vicino i troni.
Rachel andò incontro a Ciel, stringendolo in un abbraccio sentito.
"Adesso tocca a voi portare avanti questo Regno" - sussurrò la donna.
"Lo farò madre" - dichiarò il conte sorridendo. 
"Ne sono sicura - aggiunse per poi rivolgersi alla lady - E tu Nelly, sarai una principessa e un giorno una regina in gamba"
"Lo spero" - rispose ella facendo una piccola riverenza. Dopodichè, Vincent andò loro incontro, facendo segno a Bianca, Ila ed Harry di avvicinarsi: essi reggevano infatti ognuno dei cuscinetti, su cui stavano posizionate delle corone.
"Bene, miei sudditi - disse egli rivolgendosi alla miriade di anime e creature li presenti - E' arrivato il giorno della nascita del nuovo Regno". Dicendo ciò, afferrò una coroncina d'oro dal cuscino di Ila, si avvicinò a Nelly e gliela posizionò delicatamente sulla testa, dicendo qualcosa.
"In nome della bianca luce del sud, la principessa Helena, il demone angelico" - disse dolcemente. La lady lo guardò non riuscendo a nascondere il suo sorriso. Si avvicinò poi a bianca, afferrando un'altra corona, rivolgendosi questa volta a Sebastian.
"In nome dell'aurora dell'est, Re Sebastian, il demone guerriero" - disse posando la corona sulla sua testa. Infine prese quella dal cuscino di Harry, rivolgendosi per ultimo a Ciel, guardandolo dritto negli occhi.
"In nome dello splendente sole del nord, Re Ciel, il magnifico flagello dell'oscurità". Dopo che Vincent finì di dire ciò, per il castello si udì come un grido di felicità e commozione da parte tutti i presenti. I tre presero posto sui loro troni, risplendendo di una luce che non era neanche lontanamente paragonabile a quella del sole. Ciel e Sebastian si lanciarono uno sguardo, e poi guardarono Nelly, la quale si trovava seduta al centro. Di cose straordinarie ne avevano passate, ma questo era sicuramente l'apice.
"Che possiate regnare con saggezza e coraggio - disse poi Vincent voltandosi a guardarli - Oggi il mio Regno tramonta, ma ne sorge uno nuovo con voi, ancora più splendente. Ricordate: anche se c'è un'alba e un tramonto per ogni cosa, si è sempre Re del Paradiso. Che la luce sia con voi". Successivamente a quelle parole, si udì un altro grido che questa volta acclamava festoso i nomi dei nuovi sovrani. Nelly si guardò intorno, sorridendo come non mai: finalmente aveva trovato il senso del suo essere, aveva trovato quella vita straordinaria da vivere, insieme a coloro che amava.
Successivamente, l'intero Castello entrò in una grande festa, dopotutto c'era anche molto da festeggiare, la fine della "dittatura", i nuovi Re, il ritorno all'Antico Splendore. Per un attimo Ciel ebbe addirittura l'impressione di ritrovarsi a casa propria vista la somiglianza con le feste che era di solito portato a tenere nella sua dimora, c'era perfino la musica, anche se era molto diversa da quella che conosceva. Finalmente, dopo tanti anni, Angeli, Demoni, Shinigami e Anime di ogni tipo potevano stare insieme e vivere pacificamente tra di loro, stare insieme per sempre. Harry prestò la sua attenzione alle anime che danzavano felici davanti a lui, non riuscendo a credere che anche un'anima eternamente dannata come lui avesse trovato la sua pace. Poi, una mano gli si posò sulla testa.
"Ciao figlio!" - lo salutò la voce di Alois, accompagnato da Claude.
"Ciao pa... Emh... Alois... Tu - rispose imbarazzato - Non è che avete per caso visto Bianca?". A quella domanda, l'Angelo fece la sua comparsa materializzandosi davanti ai tre, e fu prontamente catturata da Alois.
"Bianca! - fece abbracciandola -Sono così felice che tu e mio figlio potete stare insieme! Una donna in famiglia era proprio quello che ci voleva. Eh, beh - disse poi sussurrandole qualcosa e scatenandole successivamente una risata - Ti svelo un segreto, io in realtà volevo una figlia!"
"Che cosa?! - fece Harry stizzito di fronte ai due che se la ridevano alla grande - E' per questo che tutti mi danno dell'effeminato?!". D'altro canto, una cosa simile stava accadendo ad una certa famiglia di Shinigami...
"Emh... Senti, Destiny - disse Will rivolgendosi alla rossa accanto a se - Ronald... Ti piace davvero?"
"Ma certo che sì, papino! - rispose ella entusiasta - Come potrebbe non piacermi? Lui è gentile, tenero e così protettivo!"
"Capisco - disse sistemandosi gli occhiali - Suppongo che saresti felice accanto a lui...."
"Molto...." - rispose ella bloccandosi di colpo poichè Nelly l'aveva trascinata con se a danzare. Lo shinigami adulto guardò Destiny, e capì che forse era arrivato il momento di cambiare un pò le cose, un pensiero che fu subito notato da qualcuno.
"Yo, capo! - disse Ronald avvicinandosi a lui - Prevedo belle notizie per me!"
"Sì - dichiarò cercando di mostrarsi duro - Senti, io non mi fido di te, ma Destiny ti ama veramente e a quanto pare tu la rendi davvero felice... Per cui.... Mio malgrado non posso non accettare la vostra relazione..."
"Cosa?!" - rispose con gli occhi che gli brillavano.
"Hai sentito - disse Will nervoso - Ma ti avverto, tu prova a sfiorarla come hai già fatto una volta e ti ficco una falce su per il...." - fu interrotto dallo stesso Ronald, il quale prese a dargli ripetutamente sonore pacche sulla spalla.
"ho capito, ho capito perfettamente! - disse sorridendo - Sarà fiero di me capo, tratterò Destiny come merita, inoltre, questo significa che posso chiamarla "papà", vero?"
"Tu fallo e ti uccido" - dichiarò infine fulminandolo con lo sguardo. Come al solito, l'unica a rimanere in disparte a guardare era Ila: era molto felice per avere avuto di nuovo indietro la sua famiglia, però era un pò deprimente vedere l'amore che sbocciava intorno a lei con la consapevolezza di non poter partecipare a quella primavera... o magari si sbagliava. Shiro le si avvicinò furtivamente, facendola quasi trasalire.
"Stai qui tutta sola, Ila?" - chiese a braccia conserte.
"Già - rispose mestamente - Ho sempre amato guardare"
"E non ti piacerebbe partecipare ogni tanto?" - chiese tendendole un braccio. Lei lo guardò , non capendo inizialmente quel gesto.
"Ti andrebbe di ballare?" - chiese sfacciato come sempre.
"Con... Me?!" - rispose ella arrossendo.
"Certo. Ti avevo promesso che se saremmo usciti vivi dalla Guerra avrei fatto di tutto per fari innamorare di me. Allora, vuoi?". Inizialmente un pò incerta, Ila allungò una mano e afferrò quella dell'Angelo più grande, il quale era così affascinante, maturo e intelligente, ogni suo sguardo gli provocava un sussulto, ma non aveva idea se si trattasse di amore, o magari era solo l'inizio, dopotutto, tutti erano destinati a trovare l'amore, anche una come lei. Era sempre rimasta in disparte a guardare, adesso era arrivato il momento di partecipare a quel gioco chiamato Amore.
Dopo diverse ore di ballo, Nelly corse fuori nella terrazza del suo Castello, dal quale si poteva ammirare il suggestivo spettacolo dell'aurora boreale.  Sospirò felice, mai in vita sua si era sentita così viva e felice, anche se forse c'era qualcos'altro che poteva completarla.
"Buonasera, principessa!" - disse una voce alle sua spalle. Ella si voltò, accorgendosi che ad aver parlato era Antony.
"Antony - disse ella tenendogli una mano - Sono così felice!"
"Si vede - rispose lui afferrandole la mano - Sei radiosa... E bellissima..."
"Grazie... - rispose arrossendo - Non so se esiste un modo per ringraziarti per ciò che hai fatto per me!"
"Dici che non sai se c'è, eh? - disse attirandola a se e arrossendo visibilmente - Nelly... Io... Io Ti amo... Sarei lo Shinigami più felice del mondo se tu decidessi di stare con me... Anche se mi rendo conto di non essere forte, affascinante o cose di questo tipo... Però un cuore... O per meglio dire... hai tu il mio cuore...." . Senza aspettare una vera e propria risposta, la lady afferrò dolcemente il viso di Antony tra le mani, e posò le sue labbra su quelle dischiuse dell'altro, un bacio che scaldò immediatamente i visi di entrambi, un bacio che ben presto divenne più passionale per entrambi. Lo Shinigami la strinse per i fianchi, unendo la sua lingua a quella dell'altra, intrecciandola in un lungo bacio sentito che entrambi bramavano da tanto tempo. I brividi percorsero i loro corpi, i brividi del loro primo e sicuramente eterno amore, il bacio che segnava la loro unione. Lui le accarezzò i lunghi capelli con una mano e successivamente una gote arrossata, godendo della sensazione delle labbra morbide della lady che adesso andava sempre più in fondo. Furono costretti a staccarsi qualche secondo dopo, non tanto per la mancanza d'aria, più che altro perchè la cosa sarebbe potuta sfociare in qualcosa di un po più spinto, e non era proprio il momento adatto. Si abbracciarono stretti, rimanendo qualche secondo in silenzio gli uni nelle braccia degli altri.
"Ti amo anche io, Antony. E' ovvio che voglio stare con te, nessuno sarebbe in grado di proteggermi o trattarmi come fai tu!" - gli sussurrò affondando il viso nel suo petto. 
"Non ti lascerò più andare, Nelly" - disse infine donandole un bacio in fronte. Dopo un'altra manciata di secondi, Nelly tirò su il capo, assumendo uno strano sorriso.
"D'accordo, adesso è meglio che torno dentro! Ci vediamo dopo!" - disse correndo via.
"Aspetta, ma...." - provò a ribattere, ma si fermò improvvisamente avvertendo che una strana aura maligna stava alle sua spalle, e purtroppo non fu tanto difficile capire di chi si trattasse. Si voltò  pian piano, finchè i suoi occhi non si voltarono con quelli rossi di Sebastian, il quale pareva molto contrariato.
"Cosa stavi pensando di fare alla mia bambina, eh?" - chiese inarcando un sopracciglio.
"Emh - balbettò Antony tremando - Io... Non volevo fare niente... Giuro... Non uccidermi ti prego....!". Lo shinigami chiuse istintivamente gli occhi vedendo la mano di Sebastian andare verso di lui, probabilmente si aspettava un colpo doloroso, invece quello che ricevette fu qualcosa di molto simile ad una carezza.
"Ah - sospirò - Stupido ragazzino. La mia Nelly ti ha proprio rubato il cuore, vero?"
"Eh... Io.... Sì" - balbettò aprendo pian piano gli occhi.
"Capisco - disse ritirando la mano - Sai, io sono sempre stato molto protettivo nei suoi confronti, perchè ovviamente non mi fido di nessuno. Ma ahimè, devo ammettere che nonostante la tua indole razzista contro i demoni, ti sei rivelato essere davvero in gamba. Se Nelly dovrà stare con qualcuno, quel qualcuno dovrà essere colui che la saprà proteggere da ogni male, qualcuno che non ci penserà due volte prima di difenderla a costo della sua stessa vita. E fino adesso... Queste caratteristiche le ho riscontrate solo in te..."
"Ah... Eh... Davvero?!" - chiese Antony imbarazzato.
"Già - rispose Sebastian sorridendo - Quindi, proprio per questo, ho deciso di darti la mia benedizione, dopotutto, posso leggere chiaramente che i sentimenti che provate l'uno per l'altra sono sinceri"
"Sì - disse lo shinigami portandosi una mano sul petto - Io la amo, e la proteggerò finchè il mio cuore batterà"
"Molto bene - disse infine l'altro - Puoi stare con lei allora. In fondo, so che non la farai soffrire ne oserai sfiorarla. Perchè io sono un demone e adesso sono anche il Re, e un Re può giustiziare chi vuole, vero Antony?". Lo shinigami deglutì rumorosamente alla vista dello sguardo velato di minaccia di Sebastian, essere ricattato in questo modo non era piacevole, ma almeno era riuscito a ottenere il consenso del padre della sua ormai ragazza, e questo era già un grande passo considerando l'astio fra i Demoni e gli Shinigami. Certo, sarebbe stata dura imparentarsi con un'intera famiglia di Demoni, ma in fondo per amore si fa tutto...
 
E infine...
 
Ciel sbuffò rumorosamente, seduto sul suo trono con il viso poggiato su una mano. Era riuscito a portare alla vittoria un Regno, aveva combattuto, aveva affrontato tante cose... Peccato che ci fosse ancora qualcosa a cui far fronte.
Si destò dai suoi pensieri, vedendo Sebastian sedersi accanto a lui.
"Vedo che sei riuscito a non uccidere Antony..." - disse divertito.
"Già - sospirò l'altro - E' un bravo Shinigami, ma preferisco che continui a temermi..."
"Capisco" - rispose Ciel assumendo uno sguardo un pò preoccupato.
"Che ti prende? Sei strano, ti vedo preoccupato. Su, avanti, non c'è motivo di esserlo. Adesso che io e te siamo i Re, andrà tutto bene, e la cosa che più conta e che noi tre staremo insieme per sempre...."
"Io... Non credo che rimarremo in tre ancora per molto..." - sussurrò tenendo lo sguardo basso.
"Che... Vorresti dire?" - chiese Sebastian spalancando gli occhi.
"Voglio dire che aspetto un bambino - disse serio a braccia conserte - E mi domando com'è che ne tu ne nessun altro se ne sia accorto, deve avere una qualche sorta di potere particolare.... Dannazione, sai quante volte ho provato a dirtelo....?" - s'interruppe di colpo, accorgendosi di come l'altro apparisse immobile, quasi sconvolto dalla notizia appena ricevuta.
"Che.... Ti è venuta la paralisi? - sbottò - Neanche la prima volta hai reagito così!" - fu nuovamente interrotto, questa volta dallo stesso Sebastian che l'aveva dolcemente attirato a se.
"Questa era davvero la ciliegina sulla torta, Ciel - disse accarezzandogli il viso - Sono davvero molto felice"
"Già... Anche io... Però... - fece abbassando lo sguardo - Come credi che faremo? Hai idea di cosa vorrà dire ricominciare dopo quattordici anni?"
"Ebbene? - chiese divertito - Abbiamo affrontato Demoni, Angeli, viaggi pericolosi... E questo ti spaventa?"
"Non mi spaventa - sbottò - E' solo che... Crescere un altro bambino... Come faremo?"
"Beh, la prima volta non è andata tanto bene, non trovi?" - chiese divertito.
"Odioso come sempre - disse arrossendo per poi cambiare tono e assumere un'espressione più dolce - Quante altre cose meravigliose ci attendono?"
"Non lo so - rispose Sebastian poggiando una mano sul suo ventre - Ma per adesso cominciamo da qui". Ciel lo guardò, e commosso da quelle parole, gli afferrò il viso dolcemente e lo baciò.
"Ti amo, Sebastian" - sussurrò.
"Ti amo anche io, Ciel. Da adesso saremo Eterni".
Sebastian aveva ragione: quello sarebbe stato l'inizio dell'Eternità.

Angolo dell'Autrice
La fineeeeeeeeee T.T Mi sento depressa, piango a momenti, non scherzo! T.T Sapete quanto sono legata alla mia FF T.T Spero vi sia piaciuta... Inoltre  se vi state chiedendo se ci sarà un seguito del seguito la risposta è... Se l'ispirazione mi colpirà in testa (come è stato per il sequel), ben volentieri, anche perchè vorrei dare spazio al nuovo/a piccolo/a phantomhive *^*.
Un ringraziamento particolare a NikkyP, Lunettaop e Debyh 115 che sono state le mie fedeli seguaci in questa avventura :3
Ora vado a deprimermi per sempre... Addio T.T <3

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