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*Questa fanfic contiene alcune scene di
carattere violento e alcune relative al sesso. Non
sono particolarmente eccessive e descrittive, tuttavia chi pensasse di poter
non sopportare questo genere di situazioni, è pregato di non continuare a
leggere.*
Il
morso del serpente
CAPITOLO
1
Una mano rosa
e aggraziata sbucò dal groviglio di lenzuola viola, andando alla ricerca del
secondo cuscino, finito chissà dove in quella che, qualcuno, avrebbe definito
la cuccia di un cane, più che il letto di una ragazza. Un mugolio infastidito,
provenne da sotto le coperte e la mano corse lungo il tessuto morbido, fino ad
incontrare il legno duro della bacchetta, proprio accanto al cuscino.
In un
istante, una seconda mano, molto più pallida e ruvida, bloccò il polso pronto
ad agitare la bacchetta e una risatina sarcastica e pungente risuonò nel
silenzio della camera da letto, rotto solo dal cinguettio di qualche uccellino
rompiscatole.
Da sotto le
lenzuola, sbucò dapprima una chioma rosso sangue e qualche attimo dopo il
visetto sbattuto e pallido di Ginevra Weasley. Gli occhi azzurri, ancora
semichiusi e appannati dalla stanchezza, tentarono più volte di aprirsi del
tutto, inutilmente.
Quando finalmente, la ragazza fu in grado di focalizzare la vista, su chi le
teneva ancora -fastidiosamente- fermo il braccio, si disse che avrebbe di gran lunga preferito evitare di averlo fatto.
Davanti a
lei, seduto sul suo letto, Draco Malfoy la fissava divertito.
"Che-diamine-vuoi?" Scandì bene le parole, cercando di
capire il perché di quella intrusione così mattiniera
da parte del biondino, che sapeva perfettamente quanto tardi fosse andata a
letto la sera prima, dal momento che erano insieme alla riunione indetta nella
Sala Principale.
Gli occhi
grigi del ragazzo brillarono di divertimento. "Oh nulla. Solo vedere la
tua faccia inferocita al mattino presto, dopo una
notte passata quasi in bianco... è un vero buongiorno per me."
Ginny
sbadigliò, mettendosi a sedere e togliendosi di dosso la coperta, rivelando
quella che aveva tutta l'aria di essere una sottoveste bordeaux, con i bordi in
pizzo nero. "Aspetta che... yawn... mi
sia ripresa da questo bel risveglio e il buongiorno te lo do io!"
Replicò furiosa.
"Weasley..."
Si apprestò a commentare il giovane, incrociando le braccia al petto e
squadrandola con aria di sufficienza. "Non dovresti andare in giro conciata così, sai bene che tipo di gente gira qui
intorno... finirà che qualche giorno qualcuno approfitterà di
te..."
La rossa posò
sul comò di legno la spazzola, con cui fino a quel momento si stava spazzolando
i capelli ormai lunghi oltre le spalle e si avvicinò con passo leggiadro al
biondino. "Dì, Malfoy... vuoi essere tu, il primo? Perché... è questo,
quello che pensano, visto e considerato che passi gran
parte delle tue mattine qui, con me, prima di andare in missione."
Draco ghignò
sornione, scostando la mano che la ragazza aveva posato sulla sua guancia
pallida e fredda. "No, mia cara... provo solo un
gusto sadico nel disturbarti la mattina presto."
Ginny gli
fece una linguaccia bambinesca e arricciò il nasino costellato di efelidi. "Me ne sono accorta, Malfoy dei miei
stivali!!" Si infilò velocemente nel bagno del
suo mini appartamento, sfuggendogli.
Pochi minuti
dopo, mentre se ne stava immersa nella vasca, cercando di riprendersi da quel
risveglio più che brusco, sentì chiaramente un "a più tardi" e la
porta che sbatteva violentemente, nel solito gesto di delicatezza del
biondino.
Sorrise
furbescamente e si immerse ancora di più nel liquido saponato, afferrando la bacchetta e accendendo la radio con
un incantesimo. Sapeva che c'era il rischio che si addormentasse nella vasca,
ma sapeva altrettanto bene che per sua fortuna, quel mattino, non aveva
impegni. Lo sapeva anche Draco, pensò amaramente imbronciandosi, peccato
che godesse davvero troppo nel svegliarla molto
presto.
Uscì dopo un
po', avvolgendo il corpo ormai da donna, in un accappatoio blu e legando le
lunghe ciocche rosse con una clip dentata, asciugandosi alcune gocce d'acqua
che scivolavano leste sul collo marmoreo. Faceva un caldo tremendo e quindi,
indossato un semplice vestitino corto rosso scuro, a mo di sottoveste, aprì le
finestre della stanza che fungeva da camera da letto e da salotto, lasciando
entrare un po' di aria, non propriamente fresca.
"Colazione!"
Esclamò, prendendo posto al tavolino, correlato di quattro sedie, in metallo,
che andava a completare quella stanza multi funzioni.
Fortuna che in quel residence che avevano creato, lavoravano gli elfi
domestici! Questo faceva risparmiare loro tempo e fatica.
Immediatamente,
un vassoio contenente un bicchiere di succo di zucca, un piatto di uova strapazzate e pancetta e un muffin,
comparve sul tavolo metallico. Contenuto che... pochi minuti dopo, era già
stato spazzolato.
Stirò la
schiena, allungando le braccia in aria e lasciò andare di scatto, abbandonando
la testa all'indietro e ascoltando la nuova canzone delle Sorelle Stravagarie, che in quel momento stavano promuovendo alla
radio.
Un forte
bussare alla porta, la distrasse.
"Chi
è?" Domandò, evitando di aprire subito la porta e impugnando saldamente la
bacchetta in una mano. Si accostò al legno, per osservare dallo spioncino;
ottima e comoda invenzione babbana.
Dall'altra
parte, la voce giunse ovattata. "Sono Theodore, dai apri..."
Ginny sbuffò
scocciata e aprì con uno scatto secco, facendo sussultare l'ospite sulla
soglia. Lo guardò, palesemente irritata dalla sua presenza là, e con un gesto
del braccio lo esortò ad entrare, sempre controvoglia.
Theodore Nott, una delle persone più invadenti ed appiccicose del
giro. Però... tutto sommato, c'era anche da dire che, per quanto impiccione fosse, era anche l'unica persona con cui si potesse avere un
dialogo intelligente e non frustrante. Un ragazzo colto, di
buona famiglia, purosangue ovviamente, ma non assetato di potere come i suoi
simili e soprattutto... non assetato di donne. L'unica nota negativa di
quel ragazzo, invadenza a parte, era la sua netta somiglianza con Draco Malfoy.
Somiglianza che si mostrava specialmente in alcuni lati del carattere: quali
l'arroganza, la superbia e la convinzione di essere
gli unici esemplari di essere umano perfetti, presenti sulla faccia della
Terra.
"Che hai, Ginevra? Ti vedo... nervosa!"
La rossa
parve sorpresa. "Oh ma dai! E tu come ti
sentiresti, se di primo mattino, qualcuno venisse a scocciarti, dopo che tu hai
dormito sì e no tre ore?" Si sedette stancamente su un piccolo divanetto
nero, posto di fronte ad un televisore babbano.
"Malfoy..."
Replicò conciso il biondino. "Ah però!" Prese a
fissarsi intorno, scrutando l'arredamento della casetta della giovane collega.
"Ah
però... che?"
Theodore
sorrise. "Beh, credevo che avessi arredato il mini
appartamento come tutti gli altri. Mobili antichi, tende pregiate,
armi... invece qua noto che è tutto in stile moderno.
Non ero mai entrato in casa tua, ora che ci penso!"
"Sì, di
solito mi comunichi qualcosa sulla soglia della porta e corri via, sei sempre
super impegnato..." Ridacchiò Ginny, accavallando
le lunghe gambe bianche. "Piuttosto... cosa ti porta, qui?"
"Ah sì,
dunque... mi mandano a dirti che la riunione di stasera, è stata spostata di
un'ora." Le annunciò, continuando a sorriderle.
"Almeno avrai tempo di riposare un po' nel pomeriggio, sempre che non
vengano a disturbarti ancora, ma... ora che ci penso, come diavolo fa ad entrare in casa tua? Gli hai dato le chiavi?"
Ginevra
inarcò un sopracciglio, perforandolo con uno sguardo eloquente. "Theodore,
te l'ha mai detto nessuno, che di primo mattino sei sveglio e
astuto come un colibrì? Siamo maghi, non ha certo bisogno di una chiave
per entrare in casa mia... e poi stai parlando di Malfoy..."
"Ah...
sì, giusto..." Mormorò flebile, alzandosi e aprendo la porta di casa.
"Ora devo proprio scappare, a stasera, Ginevra!"
Non appena la
porta si fu chiusa e lei ebbe udito i passi del collega, allontanarsi, si alzò,
prendendo un libro dalla biblioteca, provvista di ogni
tipo di tomo inerente alle arti magiche e oscure. Le capitò tra le mani un
oggetto fin troppo familiare. Un libro dalla rilegatura nera
e spessa, ormai vecchio, dalle pagine ingiallite e consunte. Il diario
del Signore Oscuro. Se l'era
fatto restituire dal signor Malfoy, qualche tempo dopo essere arrivata al
residence.
Le sue labbra
si incurvarono in un sorriso strano, mentre si sedeva
nuovamente sul divanetto, con ancora tra le mani quel diario e ricordava
l'effetto che le aveva fatto il suo arrivo in quei posti. Si aspettava che
sarebbe stata portata in un maniero inquietante, avvolto da nubi oscure e energia negativa. Invece si era ritrovata in un residence,
certo... non era esattamente un posto da eden, questo no, ma le sembrava
alquanto strano che Lord Voldemort, si servisse di un
normale palazzo, attorniato da numerose palazzine tutte intorno, in cui
ospitava i suoi Mangiamorte più vicini, quelli di cui aveva bisogno 24 ore su
24.
Ricordava
ancora la faccia stupita della famiglia Malfoy, dei Lestrange e di Marcus
Flitt, convocati dallo stesso Signore Oscuro, non
appena Codaliscia l'aveva condotta a palazzo. L'unico che nel mezzo pareva poco
stupito era il biondino, quello che era stato un acerrimo nemico fino alla fine
del suo sesto anno, quando il ragazzo aveva concluso
la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts... Draco Malfoy. Quando lo rivide,
dopo un annetto buono in cui aveva perso i contatti
con l'ex Serpeverde, notò che l'arroganza dipinta sul suo volto e la superbia,
scintillante nei suoi occhi grigi, erano aumentate a dismisura e non le fu
difficile intuire che fosse diventato uno dei pupilli di Colui-che-non-deve-essere-nominato,
a giudicare dal modo con cui si comportava con lui.
Nessuno, e
meno che mai nessuna, dei suoi colleghi Mangiamorte, aveva voluto stringere
rapporti con lei. Sebbene fosse una purosangue, era pur sempre considerata una
stracciona babbanofila, sorella e amica di numerosi Auror dell'Ordine della
Fenice, nonché ex fidanzata di Harry Potter... il
bambino sopravvissuto. Gli unici colleghi che l'avevano avvicinata, le avevano
dimostrato apertamente cosa volessero in realtà da
lei... e cioè i suoi favori. Che lei, come era
logico, non era disposta a concedere a nessuno, ragion per cui preferiva
mantenersi distaccata da tutti gli altri.
E se qualcuno
avesse mai potuto pensare che a lei questa situazione
dispiacesse, si sbagliava. Sapeva sin dall'inizio che non sarebbe stata accolta
bene, in quel posto, ne era consapevole, ma era
altrettanto sicura che avrebbe mostrato a tutti di che pasta era fatta e del
perché si trovava lì... perché, che ancora nessuno aveva capito.
Questo
perché, rifletté più volte, di motivi per cui aveva
deciso di intraprendere la strada sbagliata ce n'erano vari. Non solo
uno. Forse troppi. Alcuni importanti e di rilevanza
straordinaria, altri probabilmente trascurabili. Motivi suoi, comunque, che aveva preferito continuare a nascondere, a
tutti. Nessuno escluso.
E Merlino
solo sapeva cosa le era costato dover conquistare il rispetto del Signore Oscuro che, non conoscendo le ragioni di quel
voltafaccia non riusciva a fidarsi di lei. Ma...
d'altronde come spiegare che la timida, innocente e buona Ginevra Weasley,
aveva deciso di sua spontanea volontà di unirsi a lui?
"Weasley..."
Una voce la
riportò al presente.
Aprì a fatica
gli occhi, color del cielo, sbattendo più volte le palpebre pesanti. Voleva
dormire ancora. Non le andava proprio di svegliarsi, di nuovo. Sbadigliò piano,
coprendosi la bocca con una mano e avvertendo la bocca impastata. Si accorse di
essere distesa sul divanetto, con il diario che le solleticava il viso, a pochi
centimetri dalla pelle. Si tirò su, stirando i muscoli della schiena e
coprendosi immediatamente le gambe con quel pezzo di stoffa, che osava definire
abito.
Imbronciò le
labbra color ciliegia e riuscì finalmente a concentrarsi sulla persona china
davanti a lei. "Draco, ma lo fai apposta?" Mugolò con tono
rassegnato. "Ho ancora sonno, dai, lasciami riposare un po'..."
Il ragazzo sorrise beffardo e si alzò, puntellandosi sulle ginocchia.
"Caffè!"
In pochi istanti, un delizioso profumo solleticò le narici di Virginia,
che parve riprendersi dal torpore, almeno in parte. Traballò un po' e raggiunse Draco,
comodamente seduto al tavolo, intento a versare lo zucchero in una delle due
tazze di caffè fumante.
"Ma che ore sono?" Domandò confusa, passandosi una mano
tra i capelli sconvolti.
Lui la
osservò, con le sopracciglia inarcate e scosse la testa. "Sono le otto,
Weasley! Mi meraviglio di te, addormentarsi così... te l'ha mai detto nessuno
che quando hai sonno, hai riflessi lenti? E' pericoloso per una Mangiamorte."
Ginevra
contrasse il viso in una smorfia. Odiava quel suo modo di fare arrogante e
presuntuoso. "E a te l'ha mai detto nessuno che sei
un grandissimo rompipalle?!"
Le labbra
rosate del biondo, si curvarono in un ghigno sprezzante. "No, è una tua prerogativa,
Weasley."
"Ah
ecco, povere stolte quelle che si infilano nel tuo
letto..." Mugugnò, trangugiando il liquido nero e caldo, ancora in piedi,
dritta di fronte a lui. Posò la tazza sul tavolino e si voltò, dirigendosi
verso l'armadio.
"Chi
disprezza vuol comprare, mia cara Weasley... ricordalo sempre!" Ribatté
sicuro Draco.
Ginny non lo
ascoltò neppure. Incurante della presenza del ragazzo, si sfilò velocemente
l'abitino rosso fuoco, restando in completo intimo rosa. Frugò un po' nel
guardaroba e afferrò la divisa. Un tutone
nero, aderente, correlato da una cerniera sul davanti, senza maniche e con i
pantaloni lunghi.
"Oddio
che strazio!" Si lamentò, infilando la tuta e richiudendola con
attenzione, per non far capitare la stoffa sintetica nei dentini della
cerniera. "Come si fa a portare questo coso in piena estate? E' una
sauna portatile!"
"Più che
altro..." Puntualizzò il biondo, con la tazza di
caffè in mano e una spalla appoggiata al muro di divisione, accanto
all'armadio. "Mi domando come puoi cambiarti con tanta nonchalance
in mia presenza, Weasley... sono pur sempre un uomo."
Ginevra
sollevò lo sguardo su di lui, interrompendo per un attimo l'allacciamento dei
pesanti anfibi neri, alti fin sotto al ginocchio e
riservandogli un'occhiata sconvolta. "Oh... beh sai com'è, vivo a contatto
con talmente tanti Mangiamorte perennemente in calore, che tu al confronto mi
sembri totalmente innocuo."
Malfoy posò
la tazza, che pochi istanti dopo svanì assieme a quella della rossa. La guardò
serio, con una luce di malizia negli occhi grigi. "Se lo dici tu..."
"Ma tu
non devi vest-" Si interruppe,
notando che il ragazzo di fronte a lei, già indossava la sua divisa, uguale
alla sua, se non per la parte superiore della tuta, che era dotata di giro
manica, invece che di bretelline.
Si diresse
spedita in bagno, pettinandosi i lunghi capelli rosso fuoco e legandoli in una
coda alta, comoda e soprattutto, molto fresca. Dal soggiorno-camera da letto,
le giunse la voce di Draco, che la intimava di muoversi o avrebbero fatto tardi
a cena e successivamente, alla riunione indetta.
Quando uscì
dalla stanzetta da bagno, coi capelli legati e un
lieve filo di trucco sul viso, il Mangiamorte la fissò qualche istante,
completamente serio, prima di passarle il mantello nero, dotato di cappuccio.
"Mi
domandavo..." Incominciò, guardandola dritta negli occhi. "...che ci fa una come te, qui?"
Ginevra
sbuffò e avvertì il Marchio Nero bruciare, era il primo segnale di avvertimento. Quando l'orario in cui era stata stabilita una riunione si avvicinava, il Signore Oscuro, li
avvisava ogni ora facendo loro pizzicare il braccio.
"Me
l'hai già chiesto, Draco... sei monotono."
Rispose acida, prendendo ad allacciarsi il mantello. "Non c'è una ragione,
è stata una mia scelta... ti dà così fastidio che io sia
qui?!"
Il ragazzo sorrise sarcastico, mantenendo il tono pungente e cattivo. "Sì...
molto, a dir la verità."
Aprì la porta
e la fece accomodare fuori, seguendola e affiancandosi in seguito.
"Spiacente,
dovrai sopportare la mia presenza ancora a lungo, suppongo..."
Fece lei sardonica, con tanto di linguaccia, aumentando il passo e
addentrandosi lungo i corridoi angusti, illuminati da torce, che conducevano al
palazzo principale, senza il bisogno di uscire nel parco circostante.
Incredibile
come si trasformasse quel posto, di sera.
Tacquero per
un po', fino a quando non furono in prossimità della Grande Sala Ottagonale,
luogo di ritrovo dei Mangiamorte per la cena e molto vicina alla Sala delle
Riunioni.
Ginevra
allungò la mano sulla maniglia, controllando di non aver dimenticato armi e
bacchetta, ma il braccio di Draco la bloccò.
"Spero
solo di non averti influenzato coi miei racconti,
Weasley..." Le disse serio, scrutandola nuovamente negli occhi, luccicanti
in maniera sinistra.
La rossa
scosse la testa, studiandolo come se fosse impazzito di colpo. "Ma cosa vai a pensare!! Ora per favore, entriamo, ho fame...
e si sta facendo tardi."
Una voce gelida,
sibilante... li accolse nella Sala, già occupata da quasi tutto l'esercito di
Mangiamorte. "Buonasera... miei giovani fedelissimi."
Continua...
Note dell’autrice: Eccomi qua con una nuova storia. Il pairing
sembrerebbe palese, è vero, ma no... vi consiglio di non cantar vittoria troppo
presto, in quanto, sebbene come personaggi io abbia
messo Draco-Ginny, sono presenti un po' tutti i nostri personaggi preferiti (e
non).
Ringrazio di cuore, le persone che mi
hanno ispirato questa storia: Marcycas - The Lady Of Darkness, Ryta Holmes e Lynn Wolf.
Ringrazio il mio PC, che sopporta i
miei continui tic ticsulla tastiera.
Ringrazio mia madre... che mi sopporta
in generale, tra ff, musica sparata a palla,
caratterino di merda...ecc...ecc.
Ringrazio la mia persona speciale,
perché esiste, perché è costante fonte di ispirazione
(prendetevela con lui anche, dunque >.<) e perché... è anche un esempio
per me, che scrivo, essendo lui bravissimo a tradurre qualsiasi tipo di
pensiero e/o emozione, in parole *-*
Detto questo, vi
prego di recensire, per farmi sapere se volete che continui questa storia o
meno. Se non
riceverò almeno una decina (anche di più, se ci tenete alla pelle NdDraco Eh adesso non c'allarghiamo
-.-'' NdLuna) di recensioni, lascerò perdere questa
idea e la cancellerò. Inutile continuare a scrivere una cosa che non piace, no?
^^
*Questa fanfic contiene alcune scene di
carattere violento e alcune relative al sesso. Non
sono particolarmente eccessive e descrittive, tuttavia chi pensasse di poter
non sopportare questo genere di situazioni, è pregato di non continuare a leggere.*
Il
morso del serpente
CAPITOLO
2
Ginevra
Weasley, 16 anni, percorreva silenziosa uno dei tanti e labirintici corridoi di
Hogwarts. La luna, pallida e spettrale, giocava a nascondersi dietro le nuvole,
per poi riapparire in tutta la sua magica presenza. Il luogo, angusto e poco
illuminato, avrebbe potuto incutere timore nella piccola e riservata
Grifondoro, ma non era così.
Scese le scale che conducevano ai sotterranei; si sentiva
incredibilmente protetta dal Mantello dell'Invisibilità, che per l'ennesima
volta aveva soffiato al suo ex ragazzo, Harry Potter. Le permetteva di sgattaiolare fuori dalla sua Sala Comune, e in giro per i corridoi
scolastici, senza il rischio di essere beccata da Pix, Gazza o Mrs Purr.
Scivolò
nell'oscurità fino all'aula di Pozioni, chiudendosi la porta alle spalle con un
rumore impercettibile e si voltò, trovando la stanza ancora vuota.
Scelse un
tavolo a caso, lo stesso che spesso le capitava di occupare durante le lezioni
del professor Piton; ne accarezzò la superficie ruvida
e sedette sulla panca, osservando con attenzione una macchia sul legno. Sorrise
pensando a quella volta che aveva rovesciato la Pozione Refrigerante e aveva
fatto perdere 10 punti a Grifondoro; non che ci fosse qualcosa da sorridere,
per quel particolare, ma ripensandoci in quel momento, le venne da farlo...
così, senza motivo.
Si rialzò e
posò le mani sul banco, dando le spalle alla porta che, qualche istante dopo,
scattò.
"Ami farti aspettare, ammettilo..."
Pronunciò, con tono di voce moderato, sorridendo e voltandosi, per incrociare
lo sguardo del nuovo arrivato.
Draco Malfoy
era lì, di fronte a lei. "Ehh che ci
vuoi fare, Weasley... è la caratteristica di noi, splendidi ragazzi, amati da
tutte..."
Lo sguardo
azzurrino della giovane indugiò sulla "C" di Caposcuola, che
troneggiava imperiosa sul mantello scolastico del ragazzo di fronte a lei. Poi
sorrise sarcastica. "Piano... piano signor Malfoy, ti stai gonfiando
come un tacchino."
Lui le rivolse
un ghigno dei suoi, sedendosi con uno scatto su uno dei banchi vuoti. "Oh,
noto che il tuo amatissimo Sfregiato, è stato nuovamente
privato del suo mantellino!"
Ginny gli
fece la linguaccia, prendendo in mano il mantello che aveva abbandonato a terra
e avvicinandosi, fino a posargli le mani sulle ginocchia. "Primo non è
il mio amatissimo, secondo non lo chiamare Sfregiato e terzo... l'ho solo preso
in prestito, che vuoi che sia?!"
"Assolutamente
nulla di che, sai cosa me ne frega di quel bamboccio?!" Si corresse immediatamente il biondino, piegando le labbra in
un sorriso volutamente provocatorio. "Piuttosto, a cosa è dovuta questa tua urgentissima convocazione?"
"Devi
finire il racconto che hai iniziato l'altra volta..."
Ribatté secca, sedendosi sul banco di fronte al suo e incrociando le braccia al
petto, pronta ad ascoltare tutto e intenzionata a non perdersi neanche un
virgola.
Draco sbatté
le palpebre un paio di volte, confuso; i suoi occhi grigio metallo, scintillarono
alla luce gialla delle torce appese ai muri, che si erano accese all'ingresso
della giovane nell'aula. "Andiamo Weasley, mi hai fatto venir fin qui,
per sentire la fine del mio racconto?...Non è mica una
favola, cosa credi!!"
Ginevra
arricciò il naso, in quella smorfia bambinesca che mostrava ogni volta quanto
fosse scocciata, quando veniva ripresa o la sua parola
messa in discussione. "Lo so bene, Malfoy... per cosa credevi che ti avessi convocato?"
Uno spiffero
gelido attraversò l'aula deserta, fatta eccezione per loro due. La rossa si
strinse nel mantello nero, lui la fissò malizioso, ma tacque per qualche
istante. "Se non erro, ti stavo raccontando di come vengono
selezionati i Mangiamorte, giusto?"
La ragazza
annuì, interessata.
"Bene,
devi sapere, che il Signore Oscuro seleziona di
persona solo ed esclusivamente i candidati che vengono portati dai suoi
fedelissimi, una cerchia di incappucciati parecchio ristretta. Per gli altri,
invece, sono questi 'seguaci più importanti' ad
occuparsene." Spiegò breve, notando l'aria
della rossa, pronta a domandargli qualcosa.
"E in che cosa consiste questa selezione, Malfoy?"
"Dunque,
per quel che ne so, il candidato viene condotto dal
Signore Oscuro, presso l'abitazione o il luogo di lavoro di un mago o babbano,
che secondo lui deve essere eliminato. In base alla rapidità, al modo e alla
riuscita dell'azione, si decide se questi può diventare Mangiamorte o meno. Ti assicuro, che quando è Lord Voldemort ad occuparsi
del cosiddetto 'esame di ammissione'
non è affatto una passeggiata." Fece serio e improvvisamente scuro in
volto.
Ginevra
rabbrividì. "Tu l'hai già sostenuto?"
Draco annuì.
"Quest'anno, a Natale. Quando sono
tornato a casa per le vacanze, mio padre mi ha condotto da lui."
Lo sguardo
della ragazza fu più che eloquente. Voleva sapere com'era andata, se davanti
agli occhi aveva ancora il suo odiato compagno di scuola o il nuovo Mangiamorte
della schiera di Voldemort.
"L'ho
passato." Disse, avendo intuito la successiva domanda. "Appena
uscirò da Hogwarts, entrerò a far parte della cerchia dei fedeli e là inizierà
la mia nuova vita..."
Ginny tacque,
prendendo a fissarsi i mocassini neri, che dondolavano seguendo il movimento
delle sue gambe, su è giù, penzoloni dal tavolo.
Aveva fatto
bene a chiedergli tutte quelle informazioni; dalla prima
volta, qualche mese prima, che aveva parlato con lui e il discorso era
caduto sull'argomento "Mangiamorte", si era subito mostrata più che
interessata a tutta la faccenda. Eppure non era stato
facile convincerlo a parlare. La conosceva fin troppo bene, a parer suo e
probabilmente anche in quei momenti la considerava una...
"Scommetto
che adesso andrai a spiattellare tutto all'Ordine, vero?" Interruppe i
suoi pensieri, il biondo Caposcuola Serpeverde. "Che scoop..."
Lei sospirò
rassegnata, scuotendo la chioma rosso sangue. "Ancora con questa
storia, Malfoy? Come te lo devo ripetere che io non sarò un Auror, né tanto
meno una Guaritrice, come si aspetta mia madre!?"
"Ma davvero..." Borbottò per nulla
convinto Draco, con una nota più che sarcastica nella voce e uno sguardo che
mostrava appieno quanta poca fiducia avesse in lei.
"Stanno
freschi se si aspettano che segua le loro decisioni."
Ricominciò, con un cipiglio fiero. "Non sono una marionetta, sono una
persona come loro, né più, né meno... e come tale ho
le mie idee..."
Il ragazzo
non parve mutare affatto le sue convinzioni; seguitò ad osservarla con in testa l'idea che era una spia, pronta a rivelare
tutto all'Ordine della Fenice, a capo del quale c'era Silente... il vecchio
mago preside di quella scuola. Forse anche per quello non si sbilanciò più di
tanto nei racconti, non subito... almeno.
"Ti ammiro..."
Lo stupì, non poco e all'improvviso, destandolo da un momento di distrazione in
cui era scivolato, perdendosi nei suoi pensieri.
"Cos'è
Weasley?" La canzonò con una smorfia. "Cerchi di comprarmi con
le lusinghe? Non sai che sono assolutamente inutili?...Non
mi fanno più alcun effetto ormai, spiacente."
Ginny gli
rivolse una smorfia furba. "Credi che potrei essere così ingenua, da
cercare di comprarti con dei semplici complimenti? No...dico sul serio, ti
ammiro."
L'espressione
di Draco, tradì confusione. Rimase a studiarla per qualche istante, in
silenzio, incerto sul da farsi. "...e come
mai?"
La giovane
Grifondoro, si passò una mano nel caschetto di
capelli rossi; scese dal banco e camminò un po', verso la cattedra del
professore, sistemata su un gradino poco più alto del pavimento. Si voltò a
guardarlo e accostò la schiena alla scrivania, appoggiando le braccia sulla
superficie. "Perché nonostante tu sappia che la strada che stai per percorrere è quella del male, la strada...
sbagliata, tiri dritto lo stesso, a testa alta. Fiero e caparbio nella tua
decisione, nessuno potrebbe farti mai cambiare idea e questo è da ammirare...
non ci sono più tante persone capaci di non farsi influenzare da ciò che le
circonda."
"La
vedi un po' troppo ottimistica, Weasley..."
"Dimmi
allora come la vedi tu." Ribatté, cambiando di nuovo
postazione e compiendo qualche passo, fino ad arrivare di fronte a lui,
lasciando cadere il mantello -abbandonato ai piedi del biondo- sul banco
accanto a quello che occupava.
Draco ghignò
sprezzante. Sollevò le sopracciglia in un gesto sarcastico e la fissò dritta
negli occhi color del cielo. "La vedo... che questo è il mio destino.
Diventare Mangiamorte. Mi è stato impresso a fuoco nella mente fin da quando
ero piccolissimo, quale fosse il mio dovere come attuale ultimo discendente dei
Malfoy. Quindi credo sia normale che la mia decisione
sia questa, no?"
"Avresti
potuto ribellarti..." Mormorò con un tono tra l'incuriosito e
l'annoiato. Ansiosa di sapere, ma decisa a non darlo troppo a
vedere al mago oscuro che aveva di fronte.
Questi la guardò come se fosse una bestia rara, inarcando un
sopracciglio. "Scherzi? Primo non ne vedo il motivo. Sono un Malfoy e
non c'è ragione al mondo che mi spinga a interrompere
le tradizioni di famiglia. Secondo... se lo facessi dovrei allearmi con San
Potter e Silente, e non ci penso nemmeno. Senza
contare che sarei obbligato a vivere con la scorta degli Auror, non penso tu
abbia neanche una vaga idea, di ciò che succede ai traditori, sbaglio Weasley?"
"No,
non sbagli... ma-" Una mano pallida del ragazzo, sceso in fretta e
furia dal banco, le premette sulla bocca interrompendola. Lo sentì stringerla a
sé e alzò gli occhi giusto in tempo per vederlo guardarsi intorno con circospezione.
"Fa'
silenzio..." Le intimò rapido, abbassando di molto il tono della voce
e riducendolo ad un misero sussurro. "...sta
arrivando qualcuno..."
La spinse
contro un angolo dell'aula e puntò la bacchetta sulle torce, spegnendole.
Ginny si
sentì soffocare, stretta tra la dura parete di pietra e il corpo alto e fin
troppo solido del Serpeverde. La spilletta a forma di
C, applicata sul mantello del ragazzo, le premeva contro una guancia, a causa
della sostanziale differenza d'altezza che c'era tra i due.
"Malfoy...
sei un Caposcuola, non possono farti nulla, puoi dire che eri in giro in
ispezione." Soffiò cauta lei. Stava per
morire di caldo, a stretto contatto col maglione grigio e pesante di Draco. Se si fosse concentrata avrebbe tranquillamente potuto udire
il battito del cuore del biondino, ma la sua mente sembrava non collaborare e
il rimbombo che udiva nelle orecchie, apparteneva al suo di cuore, che aveva
preso a battere freneticamente, in preda al panico.
Draco però le
mise di nuovo la mano sulle labbra, in un gesto tutt'altro
che gentile. "Tu no però. Come posso spiegare la presenza di una
Weasley, per giunta più piccola, nel mio giro d'ispezione?!"
La sedicenne
Grifondoro sgranò gli occhi, puntandoli nel posto più alto che riuscisse ad
osservare: il ricamo verde/argento del collo del suo pullover. Pensò seriamente
che Malfoy si fosse bevuto il cervello. Da quando in qua si preoccupava per
lei? Si sarebbe aspettata più una reazione da... Draco.
In stile "io-mi-salvo-e-non-ti-copro".
Respirò a
fatica, attraverso le fessure tra le dita della sua mano e moderò ancora la
voce, prendendo esempio da lui. "Io... però... sto... soffocando..."
"Sopporta..."
Le sibilò a denti stretti, seguitando a non mollarla.
Non ne era sicura, ma nonostante la modulazione vocale fosse
molto bassa, per un attimo credette di aver sentito un'incrinatura, dovuta
forse al nervoso, sfuggire alla bocca del Serpeverde. In fondo, non ci sarebbe
stato nulla di male. Se Gazza... o chiunque altro avesse
avuto la brillante idea di gironzolare a quell'ora
della notte, nella zona dei sotterranei... li avesse beccati in quella
situazione, nessuno dei due ne sarebbe uscito indenne.
Strinse la
presa sul Mantello, che aveva stretto in una mano e respirò piano, cercando di
non morire asfissiata e nel contempo, di non far troppo rumore. Non appena
rilassò i muscoli addominali, avvertì qualcosa di molto rigido, premerle sullo
stomaco. La bacchetta di Draco. Se avesse fatto un
movimento sbagliato, sarebbe stata impalettata a mo' di succhiasangue.
Nel
frattempo, un rumore di passi si faceva sempre più vicino, più nitido... fin
troppo. Non appena l'eco di quel rumore inquietante, raggiunse la porta
dell'aula, tutto tacque.
I due
deglutirono, spingendosi ulteriormente contro la parete. Se
non fosse stato per i capelli biondi di Malfoy, il mantello nero del ragazzo li
avrebbe coperti entrambi perfettamente, mimetizzandoli col resto della parete
al buio. Il problema sarebbe sorto se avessero deciso di accedere
nuovamente la luce.
Finalmente
decise di liberarla, per voltarsi in direzione della porta. La maniglia di
finissimo ottone si stava abbassando pericolosamente, se ne era
accorta persino lei. D'istinto si coprì le labbra coi
palmi delle mani, spaventata e gettò uno sguardo apprensivo a Draco.
Questo tirò
fuori la bacchetta e pronunciò un incantesimo, che persino lei non riuscì ad
udire.
"Andiamo, questo lo terrà impegnato..." Le
sussurrò, trascinandola per un braccio e spingendola verso una porta, dalla parte
opposta dell'altra.
Presero a
correre furiosamente, cercando di allontanarsi il più possibile dall'aula di
Pozioni. Ginevra lanciò qualche occhiata furtiva intorno. I corridoi erano
tappezzati di quadri che non aveva mai visto prima e che la fissavano con aria
incuriosita, bisbigliando tra di loro; non si perse
molto ad ascoltare e, tenendo ben stretto in una mano il Mantello
dell'Invisibilità di Harry, cercò di tenere il passo di Draco, che continuava a
trascinarla lungo il corridoio, stringendole il braccio con forza quasi
eccessiva.
Quando
svoltarono l'ennesimo angolo, la rossa si rese conto che erano giunti in
prossimità delle scale che conducevano all'ingresso. Da lì sarebbe stato
facilissimo raggiungere la Torre dei Grifondoro.
Malfoy però
non mollò subito la presa; si appostò dietro l'angolo, al buio, e controllò che
dalla parte opposta non venisse nessuno. Udirono un rumore ovattato e Ginny
pensò bene di tirare il giovane Serpeverde, accanto ad un'armatura poco
distante da loro, coprendo entrambi col Mantello.
Si strinse
ulteriormente a lui, sentendo mancare l'aria in quell'accozzaglia
di caldo, e pungente acqua di colonia che aveva addosso lui.
Afferrò con entrambe le mani i lembi del mantello
nero, corredato dallo stemma delle Serpi e cercò di moderare il forte affanno
che aveva, per via della corsa. Le mani di Draco le strinsero la schiena,
schiacciandola se possibile ancora di più al suo petto, nel tentativo di
occupare il minor spazio possibile. Anche a lui, venne
automatico cercare di respirare con più calma.
Dal corridoio
perpendicolare al loro, videro passare la figura trasparente di Pix il
Poltergeist.
A Malfoy
sfuggì uno strano verso, molto simile ad un ringhio.
"Maledetto..."
Lei tacque,
seguendo con lo sguardo il fantasma, fino a quando non sparì attraverso un
muro. Sospirò di sollievo e alzò la testa sorridente. "Tutto o-"
Si zittì, ritrovandosi a pochi centimetri dal volto chino del biondo
Caposcuola.
I loro
respiri, ancora un po' pesanti, si condensavano in morbide nuvolette di vapore.
Presero a guardarsi dritti negli occhi, restando ancora abbracciati, quasi fosse una situazione più che normale.
Ginevra deglutì rumorosamente e abbassò lo sguardo all'altezza della bocca del ragazzo,
accorgendosi immediatamente dello sbaglio e riportando la sua attenzione sulle
iridi grigie e metalliche. Uno strano scintillio le attraversò, prima che si
rendesse conto di ciò che stava avvenendo.
Draco Malfoy,
suo confidente da qualche mese... se confidente poteva definirsi, dato il
rapporto alquanto bizzarro che intercorreva tra i due...
si era chinato e le aveva sfiorato le labbra con le proprie. A tale contatto,
il cuore della rossa ebbe un sussulto e lei parve non realizzare subito quanto stesse
accadendo, fino a quando la bocca del biondino incominciò a diventare pressante
ed esigente e percepì la sua lingua calda e umidiccia, esplorarle la cavità
orale, semichiusa per lo stupore.
Portò le mani
candide e piccole al petto del ragazzo, premendo il suo corpo vigoroso contro
al muro e cercando di divincolarsi da quella presa. Quando
ci riuscì, cerco di riprendere l'autocontrollo perso, un po' per lo spavento,
un po' per la fatica di doverlo allontanare. Lo guardò con astio, ignorando lo
sguardo stupito e forse un po' confuso che aveva sfoderato il giovane Malfoy,
probabilmente meravigliato di quel rifiuto così netto e deciso. Non durò molto,
poiché qualche istante dopo, anche lui la fissò col suo solito cipiglio
altero.
"Non
ci provare mai più, Malfoy... sono stata chiara?" Sibilò tagliente,
stringendo i pugni lungo i fianchi e digrignando i denti, in parte per rabbia e
in parte per trattenersi dall'alzare eccessivamente il volume della voce.
Draco
incrociò le braccia, ma non ebbe modo di replicare, poiché lei gli voltò le
spalle, scoprendolo dalla protezione del Mantello e gettandoselo completamente
addosso, per poi salire le scale velocemente.
"Weasley...!
Ehi sveglia, Weasley!!"
Uno scossone
più forte la destò di soprassalto. Come una furia, si mise a sedere su quello
che, si rese conto, era il suo letto. Tastò un po' con le mani le lenzuola
lisce, con ancora gli occhi appannati dal sonno e la vista non perfettamente a
fuoco. Si strofinò gli occhi con forza, cercando di capire esattamente, dove fosse, con chi e soprattutto... l'ora.
Quando
i suoi occhi si decisero a mostrarle chi avesse davanti, non si stupì affatto
di scoprire che il suo assalitore mattutino (o almeno credeva fosse mattino, a giudicare
dal sole che proveniva dall'esterno), altri non era che Malfoy.
"Ma tu la delicatezza, quando vieni a trovarmi, la lasci in
camera?" Domandò ironica, scostando con le dita una ciocca rosso sangue
ribelle, finitale sul naso; si mise in ginocchio sul materasso.
Il biondo
Mangiamorte, si esibì in un'espressione di finta sorpresa. "Oh, perché?
Vuoi forse dire che con te, Weasley, ci vuole delicatezza?!" Ridacchiò della sua stessa interpretazione.
Ginevra gli
gattonò più vicina, tornando poi in ginocchio. Una sua mano corse al lato del
pallido viso del biondino e sull'orecchio... e sui capelli, le dita affondate
nella chioma biondo platino. "Draco, quello che non riesci
a capire, è che se continui a scherzare col fuoco..." Afferrò alcuni
ciuffi, tirando questi e di conseguenza la sua testa all'indietro. "...ti
scotterai..."
Quando lo lasciò andare, alzandosi dal letto e mostrandosi in tutto il
suo splendore, il ragazzo la guardò imperterrito, come se nulla fosse successo.
"Ti stai comportando come una zitella repressa, Weasley..."
La rossa
roteò gli occhi, sfilandosi la sottoveste che le fungeva da camicia da notte e
tornando a puntare gli occhi -quel mattino di un azzurro intenso- su di lui.
"Non è colpa mia, se non riesco a trovare un uomo all'altezza... in questa
massa di ragazzini, con la bava alla bocca."
"Potrei
considerarmi offeso..."
Sorrise
maliziosa, chiudendosi in bagno. "Puoi anche fare a meno del
condizionale... Draco."
______
Il numero 12
di Grimmauld Place, base segreta dell'Ordine della Fenice, quel mattino
sembrava fosse stato investito da un tornado.
Intorno alle
9.05, era arrivata una comunicazione urgente secondo la quale, alcuni
incappucciati avevano seminato il terrore in una strada del centro di Londra,
fortunatamente ancora non gremita di persone dedite allo shopping, vista l'ora.
NinphadoraTonks, Remus Lupin e Sirius Black,
erano accorsi sul luogo con un numero esiguo di Auror.
Chi era
rimasto nell'ex Palazzo dei Black, però, non era stato risparmiato dal
trambusto. Un'affaccendata Molly Weasley, si era materializzata dalla Tana di buon ora, per preparare la colazione ai figli, impiegati
nelle forze Auror. Fu suo preciso compito, andare di camera in camera a buttar
giù dal letto Ronald, Bill, Charlie e persino Harry, che come sempre fu
trattato in maniera più.... umana.
Ron scese barcollando le scale, ancora in pigiama, seguito da un
altrettanto assonnato bambino sopravvissuto. I due fratelli maggiori del rosso,
li attendevano già pronti docciati e sbarbati in cucina, intenti a sorseggiare
un caffè preparato dalla madre e sbocconcellare la colazione: uova e
pancetta.
"'Giorno..." Biascicò ancora intontito il piccolo
Weasley, grattandosi la nuca con una mano e raggiungendo a tentoni
il tavolo da pranzo. Bill alzò lo sguardo dalla copia della Gazzetta del
Profeta e sorrise.
"Oh
Ronald! Per l'amor del cielo!" Esclamò sua madre, lasciando a cuocere la
razione dei due nuovi arrivati. "Ancora in pigiama!! Tra poco scenderà
Hermione, è così che ti vuoi mostrare?!"
Il ragazzo
roteò gli occhi e Harry pensò bene di salvarlo in extremis. "Buongiorno,
signora Weasley!"
L'espressione
della donna si raddolcì. "Buongiorno a te, Harry caro... hai
dormito bene?!"
"Harry caro
ha dormito benissimo... è stato il risveglio a traumatizzarlo!"
Commentò acido Ron, con una smorfia di disappunto rivolta alla madre. L'amico
trattenne a stento una risatina, impresa che non riuscì ai due fratelli
Weasley, che scoppiarono a ridere senza ritegno.
Molly parve
innervosirsi. "Fai poco lo spiritoso tu! Sai bene che oggi devi andare al
Ministero da tuo padre e da Percy... quei due stamattina si sono alzati alle 6,
senza nemmeno lamentarsi."
"Io devo
andarci?!" Gemette il figlio più piccolo. "...ma
non può sostituirmi Charlie? O Bill!!"
Quest'ultimo
scosse la testa, agitando il codino rosso. "Spiacente, io devo andare al
Ministero per ben altre questioni, anche se ammetto che vorrei davvero tanto
venire con te." Si fece serio.
Charlie sbuffò,
scuro in volto. "Anche io vorrei e neanche
immagini quanto, ma sono di turno. Devo pattugliare la parte nord di Hogsmeade."
Ron si incupì. "D'accordo, d'accordo... ora posso avere la
mia colazione?!"
"Buongiorno
a tutti!!" Esclamò una voce argentina. Hermione, vestita con la divisa da
Auror, i capelli legati in una morbida treccia, era ferma sulla soglia della
cucina.
I due Weasley
più grandi salutarono con un sorriso, Molly l'accolse con un trillante
"Buongiorno!", Harry fece spazio sulla panca, per farla accomodare
tra lui e Ron che, invece, si limitò ad un grugnito che la lasciò
perplessa.
Sbuffò,
scrollando le spalle e rivolgendosi all'amico seduto alla sua sinistra. "Che ha oggi, il nostro eterno mus-"
Un cenno di diniego dei fratelli maggiori e di Harry, la zittì. Fu un attimo e
gettando lo sguardo al calendario, appeso accanto al frigorifero babbano,
ricordò esattamente cosa ci fosse di tanto importante
quel giorno, da rendere Ron più nero del solito.
Tutti
tacquero e ripresero a mangiare, non staccando mai gli occhi dal piatto, se non
quando l'Auror Weasley, più piccolo, si alzò da tavola e si diresse su per le
scale, annunciando alla famiglia che si sarebbe fatto una doccia.
"Comincia
oggi, vero?!" Domandò mesta Hermione, non appena fu sicura che Ron non la
potesse sentire.
Harry annuì.
"Sì, oggi cominciamo le indagini..."
"...ma è assurdo, per quale motivo non affidano il caso a
qualcun altro?!" Sbottò improvviso Charlie, battendo una mano sul
tavolo.
Bill sospirò.
"Il comandante ritiene nostro fratello, in grado di non farsi coinvolgere
da questa storia... io conoscendo Ron, dico che è proprio l'esatto contrario.
E' troppo impulsivo e irrazionale!"
A discapito
delle apparenze, fu proprio Molly a smentire tutti. "Io mi fido del mio
bambino. E poi c'è Harry con lui ed Hermione! Vi
ricordo che è in gioco il destino della mia Ginny e vi assicuro che non
lo affiderei a nessun altro, che a loro!"
I due ex
Grifondoro si scambiarono uno sguardo, preoccupato.
Continua...
Note dell’autrice: *-* /me non credeva che la sua umile fanfiction riscuotesse tanto successo.
Dunque, dunque, ecco in parte svelato un piccolo pezzetto di passato della
giovane Weasley, e un altrettanto piccolo spiraglio di presente del nostro
trio, in piena crisi SalviamoLaPoveraAnimaTraviata.
Idioti... -.-'
Non voglio bruciarmi tutto in un
capitolo, la storiella si prospetta lunghina e non vorrei rovinarvi le sorpresine ^^ Mi sembra giusto, no?
Passiamo ai ringraziamenti °-° Uddiu quanti!! Lo sapete vero che vi adoro? Sìì? Lo sapete? Beneee ^^
[L'animo sadico, perverso e smaciullaossa di Luna
pare calmarsi per il momento... tanto a sostituirlo c'è quello di Lady. ^^''']
Sasha: eccoti accontentata col secondo capitolo, spero che anche
questo sia di tuo gradimento e che mi farai sapere cosa ne pensi =)
Cloe: concordo sì e in
effetti io scrivo per me stessa, ma non storie di questo tipo, che se
non apprezzate non mi danno soddisfazione. Per puro gusto di scrivere mi occupo
di ff originali e/o poesie. Sono felice che tu abbia
apprezzato il primo capitolo, spero di non averti deluso col secondo ^^
Sissichi: felice che ti sia piaciuto come
inizio, eccoti qui il seguito. Ovviamente per sapere il perché di questa decisione di Ginny,
dovremo aspettare un po', altrimenti bruciamo le tappe. Per quanto riguarda i
racconti... sei stata accontentata... quasi =P
Pallina: sì, effettivamente quando Draco si
ritrova nel suo contesto di "cattivo" della
storia, rendere il suo personaggio è molto più semplice. Lo ammetto. Comunque consideriamo che il ragazzo è cresciuto, il
carattere si è modellato, e che quindi potrebbe avere lati nuovi del
carattere... continua a seguirmi, mi raccomando ^^
Angele87: felicissima che segui anche questa
storia, ormai ci tengo molto al tuo parere. Sei una fedelissima delle mie ff
(ehhh zio Voldie, tu c'hai i Mangiamorte fedelissimi, io i lettori NdLuna Ma zitta, esaltata NdVoldyOk, taccio u.uNdLuna) e ne sono davvero lieta. Spero che anche il secondo
capitolo sia stato all'altezza delle tue aspettative
^^
Ninfea_82: grazie infinite per i complimenti. Per
quanto riguarda il perché e il per come la nostra amata Virginia (e non
m'importa se la Rowling la chiama Ginevra, finché non lo leggo nel libro, Virginia
resta u.u) è entrata a far parte degli Incappucciati,
aspetteremo un po' a scoprirlo, nemmeno Draco sa niente o meglio non tutto XD
Roy: effettivamente, tranne alcune storie bellissime
Draco/Ginny, alcune delle quali le troverai in fondo
alla pagina, ormai molte delle storie stavano scadendo nel banale. Ma questa è
una mia opinione, non è legge, ovvio. Proprio per
questa mia idea, ho deciso di prendere in mano questa coppia e stravolgere un
po' tutto... niente di originale, solo qualche
modifica qua e là e una storia un po' ambigua ^^ Continua a seguirmi...
come vedi non ho cancellato ^^
MaryAngel: beh una ragione ci potrebbe essere, anzi forse due. O.o Se mia madre sbrocca e decide che passo troppo tempo al PC, potrebbe
prendere in considerazione l'idea di staccarmi l'adsl...
(preghiamo... anche se credo sia impossibile avvenga). Seconda possibilità,
potrebbe essere il fatto che il mio PC sta
invecchiando e che quindi, prima o poi tirerà le cuoia, a meno che non mi
decida a dargli una sistematina ^^'' Comunque eccoti
accontentata... ansiosa di sapere cosa ne pensi... ^^
Marcycas - The Lady Of Darkess:
ed ecco qui la mia
musa ispiratrice [Luna allontana Lady con un colpetto sul braccio] No tu sta'
buona, stavolta il palco va a Marcycas, non fare
l'esibizionista [Lady impugna la bacchetta e Luna indietreggia, facendole un mega sorrisone non troppo convincente.]
Dicevo, essì che come avrai notato, l'ispirazione me
l'ha data la tua storia (collegamento a fondo pagina).
Ginny infatti è dalla parte dei cattivi, insieme a
Draco. ^^ Per evitare di morire così giovane, per mano della mia efferata
assassina preferita, nonché collega di macelleria, ho
provveduto a sbrigarmi... e spero di farlo anche in seguito ^^'''
Cris: detto fatto!! Eccomi con l'aggiornamento... credimi, in
così poco tempo è veramente un record per me, almeno ultimamente, i lettori che
seguono le altre mie storie, possono confermare ^^'''
Kirei: sì, sei stata chiara ^^ infatti
eccoti qui il secondo capitolo, come vedi non ho cancellato proprio niente e ho
cercato di darmi da fare!! =D
JalyChan: chiara e concisa. Perfetto... sarei
tentata di rispondere "agli ordini" =P
Gajra: anche io avrei ribaltato Draco, se mi avesse svegliato a quell'ora, anzi Ginny è stata fin troppo buona. Se al posto suo ci fossi stata io, si sarebbe ritrovato una
bacchetta nell'occhio -.- Comunque, ripeto, l'idea non è originale. C'è già
un'altra magnifica storia che ha un contesto più o
meno simile e cioè con Virginia e Draco, schierati col nemico ^^ Leggi a fondo
pagina...
Ryta Holmes: oh! Ma
salve!! Beh sì, direi che come idea può essere interessante, ma bisogna vedere
come riesco a svilupparla... intanto spero che tu sia soddisfatta del capitolo
tuffo nel passato/spiraglio del presente =) Da brava bambina ho deciso che,
salvo imprevisti, aggiornerò questa storia ogni 4 giorni ^^ L'attesa non sarà
lunga come quella di NpS, promesso ^^
Lynn Wolf: sei riuscita a manipolare e
distruggere persino questa storia XD Incredibile! Effettivamente Ginny non è
proprio una santarellina nella mia storia e ovvio, un motivo c'è. Peccato che per il momento si stia sfogando sul povero Draco che...
non so fino a quando reggerà. Lei gli dà persino del "cucciolino
innocuo" e beh, è vero... fino ad ora... è stato così... ma chissà!
¬_¬
Pubblicità occulta -> queste sono
alcune delle storie che considero le migliori, per
quanto riguarda la coppia Draco/Ginny. Se siete fan di questo pairing, non perdetevele ^^
The
Little Scarlet Rose -> scritta da Marcycas
- The Lady of Darkness, anche in questa storia,
Ginny e Draco si alleano con Voldemort *-* leggetela, è un vero e proprio
capolavoro! =)
Sei Il
Mio Nemico ->
scritta da Ryta Holmes (e chi non la conosce ormai? E' un'infiltrata nei
miei commenti/recensioni, ex fidanzata di Harry Potter, castigatrice di Sirius
Black sotto falso nome e giornalista della Gazzetta del Profeta, oltre che
Auror dei Sunrise -.-' una donna iper
impegnata), leggetela, è davvero bella *-*
*Questa fanfic contiene alcune scene di carattere violento e
alcune relative al sesso. Non sono particolarmente
eccessive e descrittive, tuttavia chi pensasse di poter non sopportare questo
genere di situazioni, è pregato di non continuare a leggere.*
Il
morso del serpente
CAPITOLO
3
La sede del
Ministero della Magia, era immersa nel caos più totale. Il Primo Ministro,
Cornelius Caramell, tornato al potere dopo tre anni di sconfitte elettorali,
aveva deciso di apportare grandi cambiamenti; molto personale era stato
licenziato in tronco e alcuni lavori erano stati ottimizzati, grazie alla
tecnologia babbana.
"Che seccatura!!" Sbraitò Ron, facendosi largo lungo
l'atrio principale della sede ministeriale, seguito da Harry ed Hermione; tutti
e tre, impeccabili nella loro divisa da Auror.
Hermione
rischiò di finire addosso ad una pila di documenti, sospesi per aria per mezzo
della magia e diretti in chissà quale dei tanti uffici. "...concordo."
Harry
trattenne a stento una risata, precedendoli nell'ascensore magico, che li avrebbe condotti nell'Ufficio Misteri; non appena le griglie
dorate si chiusero, la cabina sferragliò, prendendo a scendere sino al nono
livello. Quando l'ascensore si bloccò, rivelando alla loro vista, un lungo
corridoio scuro e spoglio, un nodo si impossessò della
gola dell'ex bambino sopravvissuto. Ricordava ancora quando durante il suo
quinto anno, era stato accompagnato dal signor Weasley in quel posto, anzi, un
livello più in basso. Nei vecchi tribunali in disuso.
«Nono
Livello. Ufficio Misteri»
Una voce
metallica, annunciò il loro arrivo a destinazione.
"Certo
che c'è un'allegria qui sotto..." Borbottò Ron, camminando appena dietro
all'amico, seguito da Hermione.
Harry sbuffò.
"Non dirlo a me."
Poco distante
da loro, fermo di fronte ad una delle tante porte che avevano incontrato in
quello stretto corridoio, un gruppo di maghi, tutti più o meno sulla
quarantina, attendeva molto probabilmente il loro arrivo.
"Ben
arrivati." Biascicò atono uno di questi, facendo spazio per consentir loro
di entrare nella saletta, messa a disposizione dagli Auror. Harry fu il primo
ad entrare, salutando appena con un cenno del capo.
"Ci
siamo tutti?!" Domandò quello che doveva essere il Capitano; aveva preso
posto a capo di un tavolo ovale, allungato, attendendo che gli altri presenti
sedessero, per poter cominciare la "riunione". Al sì di uno
dei sottoposti, congiunse le mani davanti alla bocca, per poi riprendere a
parlare. "Bene, come tutti sappiamo, i Tenenti
Potter, Weasley e Granger, sono stati incaricati dalla Commissione Disciplinare
di svolgere indagini sulla ragazza sparita un anno fa. Ora, per facilitare loro
il compito, un gruppo di Auror specializzati, nonché
qualche infiltrato tra le fila dei Mangiamorte, ha pensato bene di condurre
qualche indagine personale, giungendo finalmente ad un esito."
Hermione si irrigidì sulla sedia, gettando un'occhiata in tralice a
Ron, seduto al suo fianco; il ragazzo, almeno all'apparenza, non sembrava
prestare attenzione a quello che veniva detto nell'aula, ma lei era certa che
continuasse ad ascoltare tutto, nonostante sembrasse molto preso dalla
superficie del tavolo.
"Quale
esito hanno avuto, queste... indagini, Capitano Betrayal?" Chiese Harry,
sporgendosi un po' in avanti.
L'uomo alzò
gli occhi sul ragazzo, freddandolo con un magnetico sguardo azzurro.
"Potter, lasciami finire di spiegare."
Per tutta
risposta il giovane Tenente sbuffò, ignorando volutamente la risatina nervosa e
sarcastica, che era sfuggita alle labbra di Ron.
"Ricapitolando,
per chi non fosse stato presente alle prime
riunioni... la ragazza in questione è Ginevra Weasley. Sorella del Tenente qui
presente, nonché figlia di due membri storici e
fondamentali dell'Ordine della Fenice."
Un brusio
sommesso, si levò in sala; la risatina di Ron si fece più acuta, quasi udibile
al resto dei presenti in quell'aula. Hermione si passò una mano sulla fronte,
cercando di respirare con più intensità possibile, per evitare di trascinare
fuori il suo migliore amico e farlo tornare serio a suon di ceffoni. Harry
mantenne l'aria imperscrutabile di sempre, gli occhi fissi sul Capitano.
"Quando ci è giunta notizia di questa sparizione, abbiamo
immediatamente pensato che la ragazza fosse stata preda di qualche Mangiamorte.
Pare che fosse molto tesa nell'ultimo periodo,
nervosa... a dirla tutta, quindi supponiamo che si fosse accorta di qualcosa che
non andava, probabilmente qualcuno la pedinava... e questo ci porta al giorno
prima della scomparsa." Fece serio l'uomo, alzandosi dalla poltroncina e
prendendo a camminare dietro agli ospiti, con le mani dietro la schiena e una
posa impettita.
"La lite..."
Sibilò Harry, scrutando ancora il posto dove prima sedeva Betrayal.
Il Capitano
si schiarì la gola, indicando il suo disappunto per l'ennesima interruzione.
"Dicevo... il giorno prima della scomparsa di
Ginevra Weasley, la ragazza è uscita di casa nel tardo pomeriggio, dopo una
lite furibonda con i suoi genitori e alcuni membri dell'Ordine, tra cui... i
Tenenti presenti oggi tra noi. Pare che la ragazza in un impeto di rabbia,
abbia espresso la sua volontà ad unirsi con qualcuno che meritava davvero la
sua presenza. Ovviamente, visto il carattere sì ribelle, ma anche
giudizioso che ha sempre mostrato, non si può pensare
che si sia unita di sua spontanea volontà ad un gruppo potente come quello dei
Mangiamorte, al servizio di Voldemort. Riteniamo più logico che sia stata
aggredita da uno o più di loro e che l'abbiano costretta a seguirli nel-"
"Ma non diciamo cazzate!!" Esclamò Ron furioso,
sbattendo i palmi aperti sul tavolo. I due amici si voltarono a guardarlo, un
po' sorpresi, un po' rassegnati; il Capitano invece lo guardò malissimo, prima
che un sorrisino maligno gli curvasse le labbra.
"Sentiamo,
Weasley... che cazzate avresti riscontrato, nella mia
spiegazione?!"
Il rosso
ricambiò il sorriso, con aria di sfida. "Mia sorella non è stata rapita
proprio da nessuno... possibile che non ve lo mettiate
in testa?! Se n'è andata... chissà dove! Non è tanto
stupida da farsi aggredire da un Mangiamorte, nonostante glielo avessimo
severamente proibito, si è allenata come Auror, stava
per conseguire la specializzazione. E' per questo che
è andata via."
"Allora,
pensi che si sia alleata di sua spontanea volontà coi
Mangiamorte, Weasley?!" Lo provocò, continuando a fissarlo negli occhi e
poggiando le mani sul tavolo, il busto inclinato in avanti.
Ron sembrò
metterci un po' a comprendere il tono pungente del Capitano. Il suo sguardo si incupì parecchio e un verso gutturale fuoriuscì dalla sua
gola. "No, non credo questo..."
"Allora
dimmi tu, Weasley... cosa credi." Rincarò l'uomo, ghignando. "Sai con
chi è stata vista l'ultima volta, Ginevra Weasley, la
sera in cui è scomparsa? Eh dimmi... lo sai?"
Harry ed
Hermione drizzarono le orecchie. Nessuno aveva mai parlato loro di un
avvistamento della rossa. Nessuno. Mai. Fino ad allora,
almeno. Temevano ciò che avrebbero udito di lì a pochi istanti, eppure con la
stessa veemenza desideravano sapere. Ron scosse la testa, ammutolito e
curioso.
"Con
Draco Malfoy."
"M-Malfoy?!"
Balbettò il rosso, scotendo la testa in segno di incredulità
e stringendo i pugni. Quando il Capitano Betrayal,
aveva pronunciato quel nome, era stato investito da un'ondata di calore
pazzesca e una rabbia improvvisa si era impossessata della sua testa e delle
sue membra.
______
Draco Malfoy
percorreva i corridoi del residence. La luna splendeva pallida in cielo,
rischiarando grazie a qualche lucernario, quei luoghi stretti e angusti. La
riunione serale era finita da un pezzo, ma la piccola Ginevra era stata
trattenuta dal Signore Oscuro, che doveva comunicarle
alcune decisioni importanti in merito al suo arrivo tra loro, nonché un nuovo
incarico... e ora, era finita chissà dove!
Ormai erano
settimane che Voldemort pressava affinché gli allenamenti di Ginny si intensificassero. Aveva ordinato a Severus Piton di
preparargli una serie di pozioni fortificanti, e una per combattere il dolore
causato dal Marchio Nero appena fatto. Tutto questo,
mantenendolo all'oscuro sull'identità della sua cavia.
Non era male
il piano del Signore Oscuro. Sembrava fosse studiato
nei minimi dettagli. La cerchia ristretta di Mangiamorte al suo servizio
(appena un centinaio di incappucciati), non doveva
avere alcun contatto con le fila esterne. Coloro i quali non erano stati
sistemati nel residence privato, restavano all'oscuro di chi ci abitasse e che compiti esplicassero. Persino in battaglia,
se richiesto il loro intervento, venivano mantenuti
nell'anonimato grazie ad alcune maschere indossate sotto i pesanti mantelli
neri. Tutto ciò dava... sicurezza.
Gli
dispiaceva solo, che il suo padrino fosse mantenuto
nella cerchia esterna, tra il gruppo di aiutanti. Era stato mischiato a gente
di rango inferiore, relegato ad elaborare pozioni, incantesimi e incartamenti,
insieme a maghi neri, specializzati in ogni genere di settore, tutto su
commissione del suo Lord.
Doveva
ammettere che come strategia non faceva una piega. In
questo modo, esaminando lui stesso i fedelissimi, ci sarebbero state molte
poche possibilità che un traditore li giocasse, o li prendesse
di sorpresa. Inoltre approvava il trattamento
riservato a spie o Mangiamorte improvvisamente pentiti e redenti.
Si passò la
lingua sulle labbra.
Nell'ombra
dei corridoi, scorse una figura.
Marcus Flitt
procedeva a passo spedito verso di lui, la divisa da Mangiamorte in disordine e
i capelli arruffati; il tutto correlato da un sorriso soddisfatto, dipinto
sulle labbra rosee. Quando gli fu abbastanza vicino si
fermò e lo guardò sgranchirsi le braccia sopra la testa.
"Ahhh
ora va decisamente meglio!"
Draco inarcò
un sopracciglio e incrociò le braccia al petto. "Hai un aspetto
orribile... si può sapere che hai combinato?!"
Il moro
sorrise sornione, passandosi una mano sotto al mento
coperto da una leggera barbetta, quasi invisibile. "Oh niente di che! Ho
solo sfogato un po' del mio stress quotidiano, nel migliore dei
modi!"
"E... dove, di grazia?!" Rimbeccò deciso l'ex
Serpeverde, con espressione di rimprovero. Sapeva bene quali fossero
le Mangiamorte disponibili a simili trattamenti verso i colleghi... ma sapeva
altrettanto bene quanto poco d'accordo fosse il Signore Oscuro, sui rapporti
tra i loro fedeli. Nessun problema se a dar piacere al suo amico, fosse stata una esterna alla cerchia ristretta.
Marcus
aggrottò la fronte, perplesso. "Oh beh... sono andato nell'appartamento
della rossa ma-"
D'impulso, le
mani del biondino si serrarono attorno alla gola di Flitt, che impallidì per
qualche istante, lasciando poi spazio ad un'espressione tra lo stupito e il divertito,
per l'aria furiosa dell'altro, che lo aveva sbattuto contro il muro,
impedendogli quasi di respirare.
"Non ho
ben capito..." Sibilò Draco, stringendo meglio la presa attorno al collo
del moro, che deglutì piano, cercando di non dar modo a Malfoy, di stringere
ulteriormente.
"Non mi
lasci neanche il tempo di replicare..." Mugolò
beffardo, traendo ben poca aria da quella morsa soffocante. "Cos'è? Non
essere il primo brucia al grande Draco Malfoy?!"
Questo lo
guardò gelido, facendogli scorrere un brivido lungo la schiena. "Cosa
diavolo vai blaterando, Marcus? Sai perfettamente che
il Signore Oscuro non tollera e non ammette che lei
venga toccata, non senza la sua approvazione!!"
Flitt
tossicchiò, cercando di allentare la presa sul suo collo con le mani.
Inutilmente. "Certo... certo. Dì la verità
coraggio. Mi sono accorto di come la guardi, grand uomo! Cosa
credi? Non vedi l'ora di infilarti tra le sue lenzuola..."
Le dita
pallide di Draco assunsero una lieve tonalità violacea, mentre andavano a
spingere in punti quasi vitali della gola del collega. Sorrise malevolo,
emettendo un verso divertito. "...ma di cosa
parli?! E' una Weasley, devo ricordartelo? E sebbene
sia una delle nostre, adesso, resta pur sempre una sciocca bambinetta... non sono così disperato come te, Marcus! Spero che ti sia
divertito... perché il nostro Lord non sarà così contento di questa novità..." Lasciò andare la presa, osservando compiaciuto il
moro, piegarsi in due e tossire violentemente.
Quando
riprese a respirare a sufficienza, alzò lo sguardo verso il biondino,
scrutandolo soddisfatto. "Non c'è nessuna novità, Malfoy."
Draco lo
guardò stupito, cercando immediatamente di recuperare il suo cipiglio altero.
"Che vuoi dire?!"
"Che se
mi avessi lasciato finire... ti avrei spiegato che ero
andato nell'appartamento di Ginevra, ma lo avevo trovato vuoto. Così... ho
pensato di ripiegare su Millicent, sai com'è, lei non fa parte dei fedeli. E
questo la rende ben disposta verso i rapporti interpersonali."
Spiegò Marcus, appagato dall'espressione confusa dell'amico. "Beh... come
vedi, l'onore della fanciulla è al sicuro... per
ora."
Il biondo
Mangiamorte restò a fissare il punto in cui prima si trovava l'altro. Ignorò
persino quando questi, contento di essersi preso una rivincita sul giovane
Malfoy e di aver smascherato quella che poteva rivelarsi una debolezza, si
allontanò con un sorriso tronfio dipinto sulle labbra, abbandonandolo in mezzo
al corridoio.
______
Il leggero
venticello, che si era piacevolmente alzato, andando a rinfrescare quella afosa serata estiva, scompigliava a malapena i già
disordinati ciuffi neri della chioma di Harry. Il moro se ne stava seduto su un
muretto, nel parco antistante la villa del padrino, a Grimmauld Place.
Subito dopo
cena, si era defilato con una scusa, sotto lo sguardo come al
solito apprensivo di mamma Weasley, che gli aveva persino domandato se andava
tutto bene. Come di consueto la sua risposta era stata positiva.
Non gli andava di certo, di metterle addosso ulteriori
preoccupazioni. Quella povera donna doveva già combattere abbastanza con tre
figli Auror, un figlio e il marito al Ministero e due scavezzacollo intenti a far soldi a palate a Diagon Alley, ma totalmente
privi di qualsiasi senso di responsabilità. Senza contare la costante angoscia
per la sua bambina, scomparsa dalla bellezza di un anno. No, senza dubbio non
era il caso di farla preoccupare ulteriormente, dicendole qualcosa che sarebbe risultato di poco conforto.
Ginny...
Le parole del
Capitano Betrayal gli risuonavano nella mente. Si era vista con Malfoy la sera
in cui era sparita, senza lasciare traccia. Malfoy, quel maledetto Mangiamorte!
Chissà cosa le aveva detto, o fatto... chissà dove
l'aveva portata, costretta a subire Dio solo sapeva cosa!
Scosse la
testa.
Gli tornò
alla mente il periodo in cui si era accorto di lei. Durante il suo sesto anno.
La ormai non più piccola Ginevra, si apprestava a cominciare il quinto. L'aveva
incontrata sull'Espresso per Hogwarts, con suo fratello erano arrivati in
anticipo e lei aveva pensato bene di andarsene in giro per il treno, in cerca
della sua amica Luna.
"...ma guarda dove vai!!" Aveva borbottato la rossa,
crollata a terra dopo essersi scontrata con lui. Harry era rimasto imbambolato
a fissarla, studiarla, quasi la vedesse per la prima
volta. Le aveva teso una mano, in segno di aiuto e si
era scusato, sorridendole gentile.
Aveva visto
le sue guance arrossire e ne era stato deliziato.
Avvolta in quella divisa ormai troppo piccola per lei, aveva riscoperto una
bambolina graziosa e ormai matura.
Da lì, alla
loro prima conversazione il passo era stato breve. Si erano ritrovati in uno
scompartimento vuoto, ignari che Ron ed Hermione li stessero
cercando per tutto l'Espresso. Avevano parlato di tutto. Da ciò che avevano fatto durante l'estate, alla preoccupazione di Harry
per l'inizio del suo sesto anno con Voldemort ormai ritornato ufficialmente,
alla tensione di Ginny per i suoi imminenti G.U.F.O.
E dopo quello, c'era stato il loro primo appuntamento. Ad Hogsmeade. In una delle tante uscite organizzate dalla
scuola. Durante il quale l'aveva baciata per la prima volta.
Se chiudeva gli occhi e passava la lingua sulle
labbra, era certo di poter sentire distintamente il sapore di fragola della
giovane Weasley. Quel modo di baciare così... speciale.
Si era un po'
sentito in colpa, perché era avvenuto tutto così in fretta, che Ginny non aveva
pensato a dare spiegazioni dettagliate a Dean, lasciandolo in pochissimo tempo,
con giustificazioni assurde, poco credibili... fino a quando l'amico non li
aveva sorpresi in Sala Comune, durante un bacio un po' troppo passionale, in
cui la mano di Harry era scivolata accidentalmente sotto al maglione della ragazza.
Si trovava
così bene, a suo agio, a parlare con lei. Neppure a dirlo, Ron era felicissimo
che sua sorella stesse col suo migliore amico, così come mamma Weasley che
forse, aveva esagerato un pochino, quando aveva deciso di avvisare Fred, George
e persino Bill e Charlie della lieta novella. Persino Arthur era così contento
della notizia, che aveva festeggiato offrendo da bere a tutti i membri
dell'Ordine, una sera. O almeno... questo gli avevano
raccontato i gemelli.
A loro però
non importava di niente, o così sembrava. C'erano solo loro due e la loro
storia d'amore. Dopo Draco Malfoy e Pansy Parkinson, la loro coppia era la più
"famosa", ad Hogwarts. L'eterna innamorata
dell'ex bambino sopravvissuto, che dopo mille peripezie riesce a conquistare il
suo amato.
Respirò a
pieni polmoni l'aria fresca notturna.
Ormai era
certo di avere le allucinazioni. Sentiva quell'inconfondibile profumo di fiori
che la distingueva, che gli avrebbe permesso di riconoscerla tra mille.
Lo stesso, identico, profumo che gli era entrato in testa, nella
loro prima notte insieme. A Natale. Quando lei si era offerta di
fargli compagnia, rinunciando a tornare a casa con suo fratello e si erano
ritrovati a passare la Vigilia da soli, dal momento che anche Hermione aveva
deciso di passarla in famiglia.
Chiudendo gli
occhi e concentrandosi, poteva riassaporare quei momenti. La consistenza di
quella pelle vellutata sotto le sue dita, il sapore delicato delle gocce di
sudore che imperlavano i corpi di entrambi, i muscoli
tesi e la sua voce, spezzata da gemiti e sospiri... ce l'aveva ancora stampata
a fuoco in mente.
E
poi... poi era stato così cretino da farsela sfuggire dalle mani. E tutto per una-
"Harry?!"
La voce di
Hermione aveva interrotto quel flusso di ricordi.
Aveva alzato
lo sguardo, intento ad osservare le scarpe da ginnastica che indossava e lo
aveva rivolto a lei, incrociandolo con quello color
cioccolato dell'amica, che lo fissava preoccupata, stretta in un giubbottino
jeans.
"Hermione..."
L'amica gli sorrise dolcemente. "Che
succede? Malinconie notturne...?"
Harry scosse
la testa, ricambiando il sorriso. "Riflettevo..."
La ragazza dai capelli castani prese posto accanto a lui, sul
muretto. "Su
cosa, se posso chiedertelo?!"
"Niente
in particolare..."
"Niente
in particolare..."
"Già..."
Replicò secco, ma gentile lui, in un evidente tentativo di non far proseguire
quella conversazione. Non che gli dispiacesse trovarsi a parlare con la sua
migliore amica, ma quello non era il momento adatto per rivelarle tutti i suoi
rimorsi, le sue angosce, le sue frustrazioni. Aveva solo bisogno di essere
lasciato a pensare.
Hermione posò
i gomiti sulle ginocchia e il mento sulle mani. Respirò a fondo. "Pensavi
a Ginny, dì la verità."
Harry si irrigidì un po'. "No... cioè
sì."
"No...
sì... forse... ma! Oh insomma ragazzi, si può sapere che vi succede?!" Sbottò esasperata la ragazza, gesticolando nervosamente con
le mani. "Dentro casa c'è Ron che sembra colpito da una Pastoia, tu qui a
rimuginare su Merlino solo sa cosa! Vi sembra questo
il modo di reagire? Andiamo... non è ancora detta
l'ultima parola, insomma!"
"La fai
facile tu..." Sospirò il moro, chiudendo gli occhi e scuotendo la testa
con rassegnazione.
Hermione
spalancò occhi e bocca. "La... faccio... facile? Harry Potter!! Quella che
stiamo cercando è anche una mia amica. Non solo la sorellina di Ron, non solo
la tua ex ragazza, vi entra in testa?! Non siete gli unici a soffrire, quindi
non vi atteggiate a depressi uomini sull'orlo del baratro. Non vi si
addice!"
L'ex bambino
sopravvissuto la fissò in silenzio, per qualche istante. Aveva ragione lei. Era
inutile rinchiudersi in un mondo di pensieri negativi e sensi di colpa.
"Scusami..."
"La fai
facile tu..." Lo canzonò, facendogli il verso.
Harry le sorrise, di nuovo, passandole una mano tra i ricci
castani. "E'
che mi sento un vero sciocco... è anche colpa mia, lo so."
L'altra
distolse lo sguardo dai suoi occhi verdi e prese a studiare il cielo limpido e
stellato, stringendosi ulteriormente nel giubbottino. "Non ti dirò che non
è così. Abbiamo sbagliato tutti con Ginny. Anche io."
Gli sfuggì un verso ironico. "E cosa
avresti fatto di sbagliato, tu?!" Le chiese sorpreso.
"Non le
ho dato fiducia." Rispose semplicemente.
"L'ho trattata come una bambina, abituata com'ero a sentirla considerare
tale da suo fratello. E tu?!"
Il corpo di
Harry fu attraversato da una scarica elettrica, un brivido freddo lungo la
spina dorsale. Un senso di paura e amarezza gli entrò in testa, mozzandogli
momentaneamente il respiro.
Una serie di immagini... Pasqua del suo sesto anno, una camera, la
Sala Grande, lo schiaffo, le parole taglienti e avvelenate di Ginny... gli
corsero davanti agli occhi, svuotandolo di ogni energia.
Non ne era certo, anzi con tutta probabilità era stato solo
suggestionato dal suo senso di colpa, ma quando incrociò lo sguardo color caffè
della sua amica, gli parve di leggerci rimprovero e biasimo. Scosse la testa,
cercando di scacciare quei pensieri assurdi e prese un forte respiro.
"L'ho
tradita..."
Continua...
Note dell’autrice: *-* Terzo capitolo, concluso!
Mi scuso umilmente
per il ritardo, ma purtroppo, non ho potuto aggiornare entro i quattro
giorni, dal secondo capitolo. Proprio no, cause di forza maggiore. ^^
Dunque dunque dunque, che dire?! In questo
capitoletto, si scoprono un po' più di cose... su Ginny, Harry e... basta se no
spoilero poi. Vi posso solo dire che nel prossimo, ci sarà un po' più di azione...! Un'ultima cosa: per evitare che io venga linciata per mano di Marcycas e Ryta, vi pregherei di
non odiare immediatamente Harryno caro, dal momento che ancora non sapete nei
dettagli cosa è successo. D'accordo?! ^^''''
Ah dimenticavo una piccola nota:
questa storia, segue per filo e per segno, gli avvenimenti del Quinto Libro
fatta eccezione per la morte di Sirius. Come avrete notato,
infatti, l'animagus è vivo. Spiacente se vi creerà qualche problema, ma
sono troppo affezionata a questo personaggio, non me la sento di ucciderlo ç.ç
Noto con rammarico che le recensioni
sono calate, ma non importa ^^ sono contenta che la storia continui a piacere a
qualcuno =D
Cloe: grazie per i complimenti su come
scrivo. ^^ Sei gentile. Ginny in quel frangente sogna, perché come hai
potuto vedere, Draco la sveglia per l'ennesima volta e lei si
infastidisce. Spero che questo capitolo di transizione non ti abbia
annoiato troppo, ma almeno vi ho spiegato qualcosa... molto
poco, in verità =)
Sariketta Malfoy: eccoti qui il nuovo capitolo, con
ritardo... ma ce l'ho fatta. Mi fa piacere che la
storia sia di tuo gradimento ^^
Angele87: wow ti rileggi NpS? O.o
io non ce la farei ^^'' Beh che dire?! Sì, effettivamente in
questa storia ci sarà la coppia Ron/Hermione, ma per come la vedo io, non certo
adesso. Complicherebbe non poco le cose e già, sono abbastanza
incasinate per conto loro ^^ Il trio ce l'ho messo e
infatti, come puoi notare, in questo capitolo ha un ruolo ben rilevante, spero
che ti sia piaciuto ^^
MaryAngel: beh, Draco non era un vero e proprio
narratore. Diciamo che spiega a Ginny com'è il suo mondo... tutto qua. Ginevra
cattiva, ce la vedo. Non perché lo sia, no no, ma diciamo che la parte di
maliziosa/furbetta/cattivella le si addice un po' ^^
Almeno... poi dipende da come fai sviluppare una storia ^^
Jaly Chan: effettivamente... però c'è da dire che
il trio non riesce a capacitarsi del fatto che la dolce rossina, si sia
trasformata in cattiva, non può. Credo che apriranno gli occhi e accetteranno
la cosa, solo quando se la ritroveranno incappucciata davanti. -.- Beh, ora però
hanno qualche indizio in più... peccato che insieme, abbiano pure le fette di
prosciutto sugli occhi -.-'''
Marcycas
- The Lady of Darkness: ok, ok non offendo. A patto che tu e Lady aggiorniate prima della partenza, o ti assicuro che nei
capitoli di NpS e de Il morso del serpente che vi perderete mentre siete in
viaggio, ne succederanno delle belle. Chiaro?!?!
(NdLunaInferocita) Che dire?! Ah giusto... beh, probabilmente non riuscirete a
leggere il nuovo capitolo di NpS... che peccato! C'erano tante novità belline!!! =\ va beh, vi rifate con questo, peccato che sia solo di
transizione e che nel prossimo ci sia una scenetta Draco/Ginny niente male ^^
...ah dimenticavo!! Buon viaggio e buone vacanze (Luna batte il cinque con Ryta)
Nyla: detto fatto!! Appena mi è stato
possibile, ho aggiornato questa storia!! ^^ Spero che ti sia piaciuto questo
chap! =)
Ryta Holmes: come vedi alla fine
ce l'ho fatta (e ho pure minacciato Lady e Marcycas... XD)!! Con ritardo sì, ma
l'aggiornamento è qua. Tu vedi di non fare tanto la
spiritosa con Draco, altrimenti potrei sempre decidere
di mettere in atto una mia vecchia (e anche nuova) minaccia!! Sai com'è... i capitoli sono ancora tanti tanti tanti XDD eheheh
*Questa fanfic contiene alcune scene di
carattere violento e alcune relative al sesso. Non
sono particolarmente eccessive e descrittive, tuttavia chi pensasse di poter non
sopportare questo genere di situazioni, è pregato di non continuare a leggere.*
Il
morso del serpente
CAPITOLO
4
Ginny era
comodamente sdraiata sul letto, la pancia a contatto col soffice cotone delle
lenzuola e le lunghe gambe magre piegate e incrociate. L'aria fuori dal residence era soffocante, per il troppo caldo e
l'unica soluzione per combattere quell'afa
insopportabile era starsene rinchiusi in camera, con un incantesimo
refrigerante a rendere vivibile l'ambiente.
Accatastati
accanto al corpo, gettati alla bene meglio, dei
libricini colorati. Uno di questi, tra le mani della rossa, non sembrava aver
tregua e ogni tanto, una pagina veniva voltata.
"Che leggi?!"
La voce di
Draco Malfoy, in piedi vicino a lei, la fece sussultare. Non l'aveva sentito
neppure arrivare, il che, dato il suo lavoro, non era una buona cosa. Tutt'altro.
Alzò lo
sguardo verso il ragazzo, incrociando quegli occhi grigi che la fissavano
curiosi e penetranti; gli ormai lunghi capelli biondi, ricadevano scomposti
sulle spalle. Sorrise nel constatare che non aveva
resistito e, seppur odiasse farlo, avesse optato nuovamente per la tenuta in
borghese. Pinocchietti di jeans azzurro, maglietta giro
manica nera e sandali di pelle del medesimo colore.
Si spostò
sull'altro lato del letto, facendogli posto per potersi sedere. "Uhm,
credo si chiamino... manga."
"Illuminami..."
"Manga,
fumetti giapponesi, roba Babbana... niente di che!" Spiegò lesta Ginevra,
gettando di tanto in tanto un'occhiata alla pagina su cui si era fermata.
Draco inarcò
un sopracciglio. "E allora perché li
leggi?!"
"Ah
eh... li ho presi nella casa di quella famiglia di babbani che abbiamo torturato l'altro giorno. Mi sono sembrati interessanti
e ho pensato di prenderli dalla camera della ragazza, in fondo a lei mica servono più!" Rispose cinica, eppure divertita,
sorridendogli.
Inaspettatamente,
il ragazzo contraccambiò. "E si sono rivelati
così interessanti?!"
"Direi
di no." Ammise un po' delusa. "Cioè ammetto
che sono una piacevole lettura, ma sono tutti... come dire... troppo
sdolcinati. Storie d'amore, prive di qualsiasi contatto con la realtà.
Inverosimili."
"Addirittura?!"
Domandò divertito, afferrandone uno a caso nel mucchio.
Ginny annuì,
osservandolo sfogliare il libretto con apparente interesse.
"Bah...
che roba!" Si lamentò qualche minuto dopo, gettando il manga sul letto e
assumendo un'aria schifata. "Come diavolo fai a leggerli?!" Le chiese,
notando che la rossa aveva ripreso la lettura.
La ragazza
posò ciò che stava leggendo e fece spallucce. "Curiosità, penso. In fondo
avevo iniziato a dare un'occhiata. Comunque
non mi meraviglia che non ti piaccia, non ti ci vedo a leggere storie di amore,
non sei esattamente un tipo tutto zucchero e miele!"
Draco cercò
di non far caso alla sua frase, o almeno lei ebbe quest'impressione.
Afferrò la bacchetta e mormorò un incantesimo in direzione del comodino, poco
distante da lui. Comparvero immediatamente due bicchieri con ghiaccio e una
bottiglia di Whisky Incendiario.
"Ci
diamo all'alcool?!" Chiese perplessa. "Non
sai che d'estate fa male?!"
Il biondo
sfoderò un sorriso malizioso, versandole da bere e passandole un bicchiere
colmo di liquido ambrato. "Non fare tanto la precisina,
Weasley. Non farà male per una volta." Le scostò
una ciocca rosso fuoco dietro l'orecchio.
Ginevra
sorseggiò il liquore, avvertendo subito il leggero bruciore alla gola,
provocato dal forte sapore del Whisky. Di sottecchi, attraverso il bicchiere
trasparente, guardò il biondino fare lo stesso. "Ancora..." Allungò
la mano verso di lui.
Malfoy
aggrottò la fronte. "Ma come?! Non dicevi che fa male?!"
La rossa gli
scoccò un'occhiata più che eloquente, prima di sorridere sorniona. "Le
cose si fanno per bene o non si fanno, ragion per cui... versa."
"Giustissimo!"
Accordò, annuendo col capo e versandole altro liquore nel bicchiere.
Un paio,
forse anche di più, di bicchieri dopo, Ginny avvertì le palpebre farsi un po'
più pesanti e le guance prenderle fuoco. Non mancò di notare una certa euforia,
alquanto strana poiché immotivata e una sensazione di leggerezza nella testa.
Non era ubriaca, questo no. Capiva tutto, seguiva i
discorsi di Draco e rispondeva a tono, ma era sicuramente alticcia.
Il biondino
le tolse di mano il bicchiere vuoto, ad esclusione del
ghiaccio ormai quasi del tutto sciolto. La guardò cercare di alzarsi dal letto
e franargli sulle gambe, al lato del letto. Ridacchiò divertito dalla scenetta
che aveva di fronte. La piccola, indifesa Ginevra Weasley,
Mangiamorte e ubriaca. No, non del tutto ubriaca
per fortuna.
La ragazza
parve riprendersi, almeno un po'. Sollevò la schiena e sedette sulle gambe di
Draco, a cavalcioni, gettandogli le braccia al collo per non rischiare di
finire a terra. "Mhm..."
"Allora,
Weasley, come ti sen-"
"Ginevra..."
Puntualizzò lei, arricciando il nasino, con voce strascicata.
Lui sembrò
non afferrare.
"Voglio dire... chiamami Ginevra." Precisò. "Mi
sono stancata di essere chiamata col cognome, io ti chiamo Draco da... già, da
quando?!" Allargò gli occhi, sconcertata.
Draco scrollò
le spalle. "Ah boh, non me lo ricordo proprio ad
essere sincero."
"Insensibile."
Biascicò lei, chiudendo gli occhi e tappandogli la bocca con un bacio.
Il giovane
restò per qualche istante interdetto e indeciso sul da farsi. Era la prima
volta che lei si lasciava baciare, anzi no, meglio, era la prima volta che si
baciavano di proposito e cosa ancora più assurda, era stata lei a prendere
l'iniziativa! Per un attimo si fece trasportare, lasciando scivolare la lingua
nelle labbra schiuse della rossa, che non rifiutò quelle attenzioni e anzi,
sprofondò le dita nei suoi capelli biondi.
"Weas-" Uno sguardo tagliente di Ginny, che aveva
riaperto gli occhi di scatto, pur continuando a baciarlo, lo fece tacere
immediatamente.
Fu solo dopo
un minuto abbondante, che Draco riuscì a staccarsi, a fatica e controvoglia, dalla
sua bocca, allontanandola appena e guardandola negli occhi azzurri, con
evidente sorpresa. Lei sbuffò. "Che c'è?!"
"Come
sarebbe a dire, che c'è?!" Ribatté stizzito il ragazzo. "Mi baci così
all'improvviso, senza motivo e dovrei starmene
zitto?!"
"Esattamente."
Replicò Ginny, convinta, regalandogli poi un'aria maliziosa. "Vorresti
farmi credere che non vuoi?!"
Draco
inghiottì il vuoto, meditando su ciò che sarebbe stato giusto rispondere. Dire
la verità e approfittare del momento di allegria della
collega, o mentire, salvando così la faccia? "E se anche fosse!?"
Ginevra fece
una smorfia compiaciuta, passandogli le mani sulla nuca. "Andiamo Draco...
non sono più la sprovveduta babbanofila che hai conosciuto ad
Hogwarts. Ora sono semplicemente me stessa e se
proprio ci tieni a saperlo, non ci credo minimamente che tu non voglia."
Sussurrò, facendolo distendere sul letto. "Inoltre... se una cosa la
voglio, io me la prendo."
Il biondo sobbalzò, avvertendo la punta della lingua della rossa, scendere a
stuzzicagli il collo. Cercò di trattenersi il più
possibile, quella situazione non gli piaceva. Doveva essere lui a
prendere l'iniziativa e le redini del gioco. Non lei. Fu per questo e per un
impulso puramente fisico che la afferrò per le spalle e la gettò di peso sul
letto, facendola stendere sotto di lui.
Le accarezzò
l'esterno di una coscia, lasciata scoperta dal vestitino corto e azzurro che
indossava. Un ghigno si allargò sulle sue labbra pallide e rosee, quando
percepì un fremito sulla pelle bianca che stava sfiorando. Si abbassò,
spostando il peso del corpo su un gomito, mentre l'altra mano si infilava sotto al vestito, raggiungendo la linea del
seno.
Fu in quel
momento che la guardò.
Aveva le
palpebre abbassate, la bocca leggermente dischiusa e i capelli sparsi a creare
un contrasto netto sul cuscino di cotone bianco. Il respiro più pesante, fu il
segnale che Ginny si era addormentata, profondamente.
Sbuffò,
allontanando le mani dal corpo esile della rossa e distendendosi al suo fianco,
dandole le spalle. Pochi istanti dopo, quando ormai aveva chiuso gli occhi
cercando di riposare e calmarsi, sentì le gracili braccia di Ginevra,
stringerlo da dietro.
______
Ron sedeva su
una delle panche, che attorniavano l'immensa tavola in
legno, a Grimmauld Place. Il caldo torrido lo stava buttando a terra, e quella
era l'unica stanza un po' più fresca delle altre. Molly l'aveva refrigerata a
dovere con un incantesimo, in modo da renderla meno fastidiosa, specie nei
momenti in cui doveva cucinare.
Tra le mani
aveva un bicchiere di birra babbana gelata. Avrebbe di gran
lunga preferito una bella burrobirra, molto più gustosa, ma con quella
temperatura, non era proprio il caso. Lo rigirò per l'ennesima volta,
osservando il contenuto, color oro, che andava a cozzare contro il vetro.
Betrayal
aveva ragione. Doveva riconoscerlo. E lui detestava
ammettere che quel fanfarone avesse ragione. Qualcosa non tornava sulla
sparizione di sua sorella, qualcosa gli sfuggiva, ma non riusciva proprio a
concentrarsi per capire cosa. Aveva passato l'intera mattinata a
scartabellare i verbali dei primi giorni di ricerca, in
attesa che Harry ed Hermione tornassero dall'Archivio del Ministero della
Magia.
Sospirò
affranto, scuotendo i ciuffi rosso fuoco, ormai lunghi sino al collo.
Una mano si
posò sulla sua spalla. Calda, rassicurante. Quando
voltò il viso di lato, incrociò gli occhi grigi e stralunati della Lovegood, seduta accanto a lui. Nonostante
avesse l'aria di chi è tra le nuvole, un sorriso le curvava le labbra, come a
volerlo tranquillizzare un po'.
"Non
angosciarti..."
Ron ricambiò
con un misero sorriso. Si ritrovò a pensare a quanto fosse
perspicace quella ragazzina. Apparentemente sembrava fuori
dal mondo e in realtà, era sempre lì. Osservava tutto ed era pronta a
dare una mano, a chi ne aveva bisogno.
"Già...
non ne vale la pena. Giusto?"
Luna fissò i
suoi occhi in quelli azzurri di Ron, con aria assente. "Non è questo. E'
solo che non c'è motivo di angosciarsi per qualcosa di cui ancora si sa così
poco."
"Non
dovrebbe essere proprio questo, un motivo per allarmarsi?!"
Chiese scettico, inarcando un sopracciglio.
I capelli
biondo sporco della ragazza ondeggiarono, quando scosse la testa. "Oh no! Finché non sai, non ha senso fasciarsi la testa!"
Il rosso
restò un attimino interdetto da quell'affermazione.
Sospirò, passandosi una mano nella chioma. "Luna... tu eri la migliore
amica di Ginny, non... non ti ha detto niente?!"
Rigirò tra le mani il bicchiere di birra, ormai intiepidita.
L'ex
Corvonero lo guardò di nuovo e di nuovo con quell'espressione
che non tradiva alcun pensiero. "Non ero la sua migliore amica, Ron. Ero
la persona adatta ad ascoltarla senza ribattere. Ero l'unica a non attaccarla
per ciò che pensava, decideva e faceva."
Lui parve
sconvolto da ciò che aveva udito. Non batté ciglio neanche quando la vide
allungare la mano verso il suo bicchiere, rubandogli un sorso di bibita fresca.
"...ma che dici?!"
"La
verità." Replicò schietta e sincera. "Non mi ha mai detto niente che
possa farmi capire dove si trova adesso, ma mi ha rivelato abbastanza da sapere
che qua non stava bene."
Lo sguardo di
Ron non si staccò neanche per un istante, dal suo. "Non è
possibile... la trattavamo bene! Cosa le mancava?!"
La ragazza
scoppiò in una risata cristallina. "La trattavate troppo bene. Per
quanto riguarda cosa le mancava, direi la libertà."
La mano
aperta del ragazzo, sbatté violentemente sul tavolo di legno, provocando una eco fastidiosa nella immensa cucina del vecchio Palazzo
dei Black. "Non diciamo assurdità! Era libera di..." Inghiottì il
vuoto.
"Di...?!"
Lo esortò a continuare, ma non ricevette risposta. "Non era libera di far
niente. Non poteva scegliere il lavoro che preferiva, non poteva frequentare le
persone che voleva lei e soprattutto, i ragazzi. Sia tu che Harry siete stati fin troppo protettivi, anzi, direi
ossessivi."
"Ma sono suo fratello!!" Si giustificò il rosso, con la
bocca semi aperta.
Luna gli
scoccò un'occhiata accigliata. "Che vuol dire?
Solo perché ha il tuo stesso sangue, pensi di avere il diritto di tarparle le
ali e di mettere il naso in situazioni che non ti riguardano?! E Harry...? Lui che diritti aveva su di lei?!"
"Ne era innamorato!" Esclamò scandalizzato, quasi la
domanda della biondina fosse totalmente insensata. "E' logico che si preoccupasse di Ginevra!"
"Innamorato
dici?!" Chiese divertita, aggrottando la fronte
con fare saccente. Mai come in quel momento, pensò Ron, Luna gli ricordò
Hermione, in maniera spaventosa. "Anche quando si è infilato nel letto di Cho, ne era innamorato?!"
Ron aprì e
chiuse la bocca più volte. "Ma... ma che
dici?!"
"Te l'ha
mai detto nessuno che sei monotono, Ronald Weasley?!" Ironizzò lei.
"Ginny l'ha sorpreso a letto con Cho, durante le
vacanze di Natale del vostro settimo anno. Mi disse che voleva restare a fare
una sorpresa ad Harry, credo che ricorderai,
no?!"
Il rosso
annuì, con una faccia sbalordita e incredula.
"Beh, ha
pensato di non mostrarsi subito, per far credere ad
Harry di essersene andata. Poi, quando lui si è ritirato nella vostra Sala
Comune, lei l'ha seguito e si è chiusa in camera... ha aspettato un bel po',
prima di entrare nei dormitori maschili. Credeva di trovarlo addormentato...
invece... b-beh per essere a letto, era a letto. Peccato che fosse sveglissimo
e in pieno amplesso con Cho."
Borbottò imbarazzata, piegando la testa di lato e scrutando un punto
imprecisato del muro di fronte.
"Co-come ha reagito, lei?" Balbettò Ron, cercando di
riacquistare una salivazione normale.
Luna spostò
un ciuffo dietro l'orecchio. "Ehm... non ha detto niente. Mi ha raccontato
di essersi sentita male e di essere scappata."
"N-non riesco a crederci..." Mormorò frastornato,
scuotendo la testa in segno di diniego.
L'aria si
fece immediatamente tesa e silenziosa. Nonostante i
passi al piano superiore, indicassero la presenza di qualcuno, la casa sembrava
vuota e soprattutto fredda, nonostante fosse piena estate. Ron strinse i pugni
fino a farsi male e avvertì distintamente un senso di frustrazione scorrergli
dentro, fin quasi a soffocarlo.
"Ehilà!
Siamo tornati!"
La voce di Harry, anticipata da uno scoppio improvviso, tipico
rumore della Metropolvere, rese quell'atmosfera
ancora più rigida.
Inutile dire che il rosso sentì una vena pulsargli ad altezza tempia e che solo
un forte respiro e qualche istante di training
autogeno, lo bloccò dal correre in soggiorno e assalire il suo migliore amico,
come una tigre furiosa.
Non gli
riuscì altrettanto bene, mascherare l'ira, quando i suoi occhi azzurri,
incrociarono quelli verdi -lievemente perplessi- del ragazzo, appena arrivato.
Hermione fissò entrambi, tentando di capirci qualcosa.
"Che hai Ron?!"
Questi lanciò
uno sguardo a Luna e subito tornò a studiare il ragazzo di fronte a lui.
"Dimmi Harry... amico mio." Gli poggiò una
mano sulla spalla, guardandolo torvo.
"Ron...
che ti succede?!" Domandò preoccupato, inarcando un sopracciglio e posando
la cartellina con alcuni fogli, tra le mani della sua migliore amica.
"Harry..."
Incominciò freddo. "Dimmi.... com'è stato...
scoparsi Cho e ferire mia sorella?!?!" Gli
sferrò un pugno in pieno stomaco, facendolo piegare in due.
Hermione si
coprì le labbra con entrambe le mani. Luna continuò a fissare il muro, con
noncuranza, voltandosi appena un istante per assistere ai lamenti del moro,
inginocchiato a terra.
______
Ginny aprì a
fatica gli occhi. Non avrebbe saputo dire quanto aveva dormito, ma poteva affermare con sicurezza che stava morendo di fame.
Inoltre, se non ricordava male, quella sera Voldemort aveva indetto una
riunione particolare, per discutere i dettagli di non sapeva neanche lei bene
cosa. Sgranò gli occhi, sperando che non fosse già l'ora x.
Il sole c'era
ancora, segno che non erano più delle sei del
pomeriggio, le cicale si facevano sentire più che mai, ufficializzando il caldo
torrido di quell'estate e un braccio possente le
impediva di alzarsi, premendo sul suo addome...
Un
momento... un braccio!?!?!
Voltò il capo
alla sua destra, notando il corpo disteso accanto a lei. Dormiva comodamente a
pancia in giù, un braccio sul suo stomaco e l'altro piegato sotto al cuscino. I lunghi capelli biondi
arruffati e le palpebre serrate, a nascondere un paio di profondi occhi grigi e
freddi. Arrossì notando l'eccessiva vicinanza delle loro labbra e cercò
di districarsi da quella morsa.
Trattenne il
respiro, allontanandosi il più possibile dal suo viso, ma un attimo dopo, il
biondo si mosse appoggiando il capo nell'incavo del suo collo. Ginevra arrossì
ancora di più. Forse anche per colpa dell'abbraccio, che in quell'istante si era fatto più saldo.
Cercò di far mente locale.
Esattamente, perché erano addormentati l'uno accanto all'altra?Cosa ci
faceva Draco Malfoy a così poca distanza e soprattutto, perché la stava
abbracciando?! Un campanello d'allarme, risuonò nella sua testa. Non è che...
"Non
abbiamo fatto niente... Wea-Ginevra... rilassati." Biascicò semi addormentato Draco, seguitando a
rimanere in quella posizione, che nonostante tutto riteneva abbastanza
comoda.
Un ringhio
sommesso fuoriuscì dalle labbra rosso ciliegia della
ragazza. "Alzati..."
"Mhm?!"
"Non
mugugnare, alzati!" Esclamò nervosa, puntellandosi sui gomiti per tentare
di alzarsi a sua volta.
Il biondino
sbuffò scocciato. "Uff... d'accordo, d'accordo
non ti scaldare. Mi dà fastidio discutere appena sveglio!" Si ribaltò da
un lato, lasciandola libera di muoversi e di conseguenza, di togliersi da sopra
il letto.
"Tsk..." Fu l'unica risposta di Ginevra. Non lo degnò
neppure di uno sguardo, mentre si sfilava il vestitino azzurro, con cui si era addormentata
e si dirigeva in bagno per farsi una doccia. Ne uscì qualche istante dopo,
ancora asciutta e con indosso solo un corto asciugamano blu elettrico, che
faceva risaltare in maniera incredibile il cupo colore dei suoi occhi.
"Non mi meraviglia che non abbiamo fatto niente,
Draco... sai?"
Lui parve non
prenderla come le altre volte. Ancora a piedi scalzi la raggiunse e la afferrò
per i polsi, sbattendola contro il muro. Avvicinò la bocca al suo orecchio e
soffiò piano. "Ti sbagli, signorina... sono
arrivato a tanto così -le puntò davanti al volto il dito indice e il pollice,
distanziati da un centimetro appena- dalle tue graziose mutandine. Ma... primo non sono così disperato da farmela con te,
secondo... sei crollata. Perché, mia piccola Ginevra... sei
ancora una ragazzina, e a malapena mi reggi neppure l'alcool, figurati una
nottata di sesso col sottoscritto!"
La rossa
digrignò i denti, divincolandosi dalla presa sulle sue braccia. "Lasciami
Draco! Sei uno stupido pallone gonfiato! Cosa ti fa
pensare che passerei mai una notte di sesso con te eh? Non c'entra
il fatto che io sia una ragazzina, c'entra piuttosto che sia sana di
mente e nessuna con un briciolo di cervello verrebbe a letto con te!!"
Il biondo
Mangiamorte ghignò perfido. "Dici?!" Una sua mano
corse lungo la gamba scoperta della ragazza, alzandole ulteriormente
l'asciugamano e posandosi su una natica. Ginny emise un verso strano, a metà
tra un sospiro e un gemito. "Non si direbbe... la tua lingua dice una
cosa, il tuo corpo un'altra... come la mettiamo?!"
"Ho
detto di lasciarmi!!" Sibilò rabbiosa, spingendolo lontano per le spalle.
"Non toccarmi mai più... chiaro?!"
Draco la
guardò con astio e si allontanò, sedendosi al tavolino in metallo. "Comunque non è successo niente."
Ginny
ricambiò lo sguardo, con decisione. "Lo so anche io..."
Affermò, prima di entrare in bagno e infilarsi sotto il getto della doccia,
lasciato aperto da qualche minuto.
Il ragazzo
inarcò un sopracciglio e la seguì, fermandosi sulla soglia. "E come fai ad esserne così sicura?!" Urlò, per farsi
sentire.
"Perché sì..."
L'altro non
parve soddisfatto dalla risposta ricevuta. Incrociò le braccia al petto e
aggrottò la fronte. "Non è una risposta, lo sai,
vero?! Non puoi esserne certa..."
"Oh sì
invece..." Continuò imperterrita, dedicandosi al lavaggio dei capelli.
Odiava essere disturbata mentre faceva la doccia, ma era pienamente convinta
che Draco-testa-dura-Malfoy,
non l'avrebbe lasciata in pace, neanche se lo avesse pregato in ginocchio. No,
forse in quel caso sì, ma lei non aveva alcuna intenzione
di abbassarsi a tanto.
Quando
richiuse la doccia e uscì, avvolgendosi di nuovo nell'asciugamano, Draco non
era più nel bagno, ma di nuovo seduto al tavolino, intento a sorseggiare un
caffè, che doveva aver richiamato col solito incantesimo. Il suo stomaco
brontolò. La fame aumentava.
"Non è
successo niente, perché quando... quando succede, ho l'abitudine di fare una
cosa, che ora come ora, non sto affatto facendo..."
Rispose finalmente alla sua domanda. Peccato che in quel momento il biondo ex
Serpeverde, fosse tutto, meno che interessato a sapere di cosa si trattasse.
Dopo l'ultimo
sorso di caffè, la tazza tintinnò sul piattino. "Sei la donna più
enigmatica nel modo di rispondere, che conosca."
Ginevra fece
una smorfia di scherno, passandosi un asciugamano più piccolo tra i capelli e
strofinando forte. "No, forse sono l'unica donna che sappia
esprimersi in maniera corretta, senza espressioni che riguardino il sesso e che
sappia fare almeno due più due."
Draco rise
sarcastico. "Ah, ah, ah... che spirito."
La rossa lo
ignorò di nuovo. Afferrò la tuta da Mangiamorte e la indossò sbrigativa,
puntando poi la bacchetta sulla chioma e mormorando un incantesimo per farla
asciugare più in fretta. Al resto avrebbe pensato dopo. Doveva risolvere un
problema ben più grande. Una fame da lupi.
Sedette al
tavolo di fronte a lui e non prestò attenzione all'occhiata strana che le lanciò.
Si concentrò su ciò che voleva mangiare e si inumidì
le labbra con la punta della lingua. "Cena!"
Un vassoio
con un hamburger, patatine, un bel bicchierone di coca cola e una enorme fetta di torta al cioccolato, comparve dopo pochi
istanti. Ginevra si sfregò le mani, in un gesto poco signorile.
"Uh!
Questo non è semplice appetito, è fame nera!" La schernì Draco,
premurandosi di fissare poi un punto, che non fosse il
viso infuocato e furibondo della rossa che aveva davanti.
Ginny afferrò
il panino e fece per addentarlo, quando lo sguardo le cadde sulla fetta di
dolce, quasi la vedesse e se ne rendesse conto solo in
quel momento. Gli occhi azzurri si sgranarono. Il panino per poco non le cadde
di mano.
Il biondo la
guardò interdetto. "Che ti prende, adesso?!"
"Oh. Per
la barba di Merlino!!" Quasi urlò. "C-Cioccolata..."
Continua...
Note dell’autrice: Eccomi qui col quarto capitolo.
Gh, per chi si aspettava una scena
Draco/Ginny all'insegna di non so cosa, spiacenti! La
nostra bella rossa è ancora troppo ritrosa nei
confronti del biondino e neanche la sbornia è servita a scioglierla più del
minimo storico XD In compenso il bacio c'è stato, accontentatevi =P Ah ehm...
se volete sapere cosa vuol dire quel "Oh per la barba di Merlino!
C-Cioccolata..." ehehehe
dovrete aspettare un bel po', ma sicuramente qualcuno ci arriverà, se ha letto
attentamente tutto ^^''''
Per chi, dopo questo capitolo,
credesse che questa storia è una Harry/Hermione -
Ron/Luna... no, neanche a parlarne. La coppia Ron/Hermione nella mia storia ci
sarà sempre... per quanto riguarda Harry... chi vivrà vedrà ^^
Passiamo ora ai ringraziamenti.
Dovuti, visto l'accanimento dei fedeli che seguono questa storia ^^
Nene_89:una Harry/Hermione?
Mai! Ne ho letta solo una... di Sunny e sebbene mi
sia piaciuta, non è affatto una coppia che mi piace. Tutt'altro.
Hermione e Ron vanno senz'altro meglio. Comunque l'ho
specificato anche su, nel caso ci fosse stato il dubbio sul pairing
^^''
Nyla: grazie! Come vedi, eccomi qui con un nuovo aggiornamento.
Avevo promesso che avrei scritto ogni 4 giorni, ma gira che ti rigira, stavolta
ce ne ho messi 5... fidati, comunque, e qualcuno lo
potrà confermare, che questa storia per me è un record negli aggiornamenti, per
l'altra (NpS) molti hanno dovuto aspettare anche mesi
^^'''
Marcycas - The Lady of Darkness:ehehehe [Luna ridacchia divertita,
pensando che quando Lady e Marcycasleggeranno questo capitolo, lei avrà già concluso la storia,
o quasi XD] Bella la scenetta Draco/Ginny, vero?! E
sono certa che col vostro cervellino super attivo, avrete già capito la battuta
finale... ne sono più che convinta =P Per quanto riguarda Harry? Che fate? Lo fustigate o lo perdoniamo? In fondo non si sa
ancora bene come siano andate le cose, no? XDDD Mi
mancheranno le vostre recensioni ç.ç
Jessy Potter: no, sta' tranquilla. Era solo una
battuta di Ryta. In realtà è proprio la bacchetta, ma siccome lei è una tipa
maliziosa, ha pensato bene di mettere la pulce nell'orecchio. ^^
JalyChan:ehhh se mai
Ron la vedrà... e se la vedrà... chissà se la
riconoscerà! In fondo è passato un anno, in fondo i
Mangiamorte hanno i loro modi per non farsi identificare! Mi preoccupa
più che altro, che Harry esca vivo da quella
conversazione ^^'' Non vorrei perdere uno dei personaggi principali, a neanche
metà storia XDD
Alexiel: Draco è Draco, effettivamente. E' adorabile proprio
perché viziato, crudele, sadico, perfido... XD Sempre meglio di San Potter, almeno secondo me! ^^ Sono contenta che la storia ti
piaccia, ci tengo veramente tanto a questa nuova fanfiction^^
Angele87: ehilà!! E' sempre un piacere leggere
le tue recensioni!! Beh, per quanto riguarda la hit
parade, mi suggeriscono di avvisarti che già ero tra le prime in classifica,
insieme a Lady, in quanto a crudeltà e perfidia ^^'' Invece, per ciò che
concerne Draco... eh boh, chi lo sa! In fondo hai
visto come si comporta con lei, no?! E'... strano! =)
Thilwen: concordo con te sul giudizio riguardante Ginny. E' uno
dei miei personaggi preferiti, insieme a Draco. L'abbiamo sottovalutata un po'
troppo quella ragazzina, specie se si considera che è stata protagonista
proprio nel secondo libro. Essere posseduti da Lord Voldemort non è mica poco
eh! Ti ringrazio per i complimenti, non credo di meritare tanto... ma mi
commuove sentirmelo dire =°) Continua a farmi sapere che ne pensi!
Lynn Wolf: ehhh Betrayal... sta un po' sulle palle a
tutti. Ed effettivamente Ron sembra matto da legare,
ma direi che in questo capitolo si è comportato divinamente. In fin dei conti,
Harry se lo meritava quel trattamento! (O forse no?!
XD) Comunque almeno in questo capitolo, non c'è
traccia dell'uomo cattivo... =P consolati!! ^^
Alexiel(?!): faccio confusione *.* non sei la
stessa Alexiel che aveva già commentato! O sì? ?_? Va beh, lo scoprirò con questo capitolo,
spero! ^^ Intanto, grazie infinite per i complimenti che mi
hai fatto. Sono felice che ti piaccia il mio stile di scrittura... sto cercando di migliorarlo via via
^^
Ryta Holmes: [Luna batte ripetutamente il piede a
terra, bloccando la fuga di Ryta con tanto di corpo di Harry caricato sulle
spalle.] No dico, ti pare il
modo? Cosa fai? Mi distruggi uno dei personaggi più
importanti?!!??!?! Ma sei fuori!?!?!
Guarda che questo potrebbe costare la fine della storia in questo punto!!! [Lynn, Lady e Marcycas
ritornano da fuori, materializzandosi e puntano katane,
pugnali e quant'altro contro Ryta] Vedi di rimetterlo
in sesto, altrimenti io non continuo!!!!! >_<
*Questa fanfic contiene alcune scene di carattere violento e
alcune relative al sesso. Non sono particolarmente eccessive e descrittive,
tuttavia chi pensasse di poter non sopportare questo genere di situazioni, è
pregato di non continuare a leggere.*
Il
morso del serpente
CAPITOLO
5
Il sole stava
ormai tramontando dietro i palazzi e il cielo aveva assunto un colore pieno,
rosso, con sfumature arancioni e viola. Il tramonto era quel genere di fenomeno
che amava guardare: la fine di un giorno, l'inizio di una notte. Di certo,
avrebbe preferito poterlo ammirare con qualcuno al suo fianco e, si disse,
c'era stato un tempo in cui aveva potuto.
Harry volse
lo sguardo al suolo. Un lieve venticello smuoveva i fili d'erba del parchetto.
Portò una mano allo stomaco e strinse gli occhi. Ron si era messo proprio
d'impegno con quel pugno, ne risentiva anche ad un giorno di distanza, ma che
razza di Auror, era?!
Sospirò
sconfortato.
In fondo Ron
aveva ragione. Il suo comportamento era stato imperdonabile, si era rivelato un
verme. Era ovvio che, prima o poi, quando fosse venuto a saperlo, gliel'avrebbe
fatta pagare. Ginny, nonostante fosse scomparsa nel nulla, era pur sempre sua
sorella, le voleva bene e continuava a cercarla in lungo e largo da un anno.
Probabilmente,
si ritrovò a pensare, in quel pugno c'era anche una grossa frustrazione per
tutta quella faccenda. Pensando questo, non ebbe alcun problema ad accettare
quella punizione dal suo migliore amico, se questa poteva essergli utile a
migliorargli l'umore, almeno un po'.
"Ehi."
Harry si
voltò. Di fronte a lui, un Ron visibilmente irritato, fatta eccezione per gli
occhi, accesi di una luce tormentata.
"Non
sono qui per picchiarti, se è questo che stai pensando." Esclamò
duramente. "Anche se credimi, lo rifarei volentieri."
Il moro
abbassò il capo, con aria colpevole. "Lo so e non ti biasimo."
"Ci
mancherebbe!" Tuonò nervoso. "Comunque sono qui perché sono arrivati dei
gufi importanti. Pare ci siano novità, il nostro informatore ha parlato di
qualcosa di grosso."
"Un
attacco?!" Domandò scosso Harry, scendendo dal muretto e seguendo, a
distanza, l'amico.
Ron scrollò
la testa, continuando a dargli le spalle. "Qualcosa del genere, ma ancora
ne sappiamo troppo poco."
Un silenzio
irreale cadde tra i due, rotto solo dal crocchiare dei fili d'erba sotto le
scarpe.
"Ron..."
Il rosso
diminuì l'andatura. "Mhm?!"
L'altro prese
un forte respiro. "Scusami, ti preg-"
"Non è a
me che devi rivolgere le tue scuse, Harry." Lo interruppe gelido.
"Quindi risparmiati queste scene pietose, non mi commuovi!"
"Non
intendo commuoverti." Replicò secco. Gli occhi verdi, saettarono per un
istante. "Ho tentato di scusarmi anche con tua sorella ma..."
"Fammi
indovinare..." Fece sarcastico, voltandosi e incrociando le braccia al
petto. "Ginny non ha avuto la benché minima intenzione di ascoltarti e ti
ha dato il ben servito, giusto?!"
Harry annuì
brevemente. "Ovvio che me lo aspettavo."
Ron scosse i
ciuffi rosso sangue, chiudendo per un attimo gli occhi. "Dimmi solo una
cosa... perché?!"
"Io..."
Respirò a fondo. Improvvisamente il manto erboso sembrò risultargli molto
interessante. "...non lo so."
"Mia
sorella sapeva della tua cotta per Cho, l'ha sempre saputo. Ne ha sofferto e ne
è venuta fuori grazie a Micheal e a Dean. Proprio con Dean stava recuperando un
po' di serenità e tu... l'hai illusa." Soffiò avvilito, rilassando le
spalle e le braccia lungo i fianchi.
Harry fece
qualche passo avanti. "No, questo no! Io l'amavo... no, cioè probabilmente
l'amo ancora, Ron! Credimi!"
"Probabilmente
l'ami ancora?!" Ridacchiò sarcastico, Ron. "Ma ti rendi conto di
quello che dici?!"
"Io...
sono stato a letto con Cho solo quella volta." Spiegò abbattuto, tornando
a scrutare il suolo. "...era solo... un puntiglio, credo. In quel momento
ho giustificato la cosa, pensando che forse volevo solo capire cosa provavo
realmente per Cho e per Ginny."
Ron aprì e
chiuse la bocca un paio di volte. "Sai cosa ti dico, Harry?!"
Il moro non
ebbe neppure il coraggio di chiederglielo.
"...dopo
questo, mi fai ancora più schifo."
_____
Ginevra guardò con
impazienza fuori dalla finestra del suo mini appartamento. Il sole era ormai tramontato
e una luna, pallida ed eterea, spiccava nella volta celeste, tempestata di
stelle. Sospirò, lanciando un'occhiata al suo orologio da polso babbano e
sorridendo come una bambina.
Nella zona letto, il caos
regnava sovrano. Una montagna di vestiti, occupava quasi interamente il letto
matrimoniale. Qualche paia di scarpe, era gettata alla meno peggio tra il
tavolino e l'armadio, creando un disordine inimmaginabile. Ridacchiò pensando
che se sua madre avesse visto quello scempio, probabilmente l'avrebbe
diseredata. Il sorriso si spense sulle sue labbra e il volto tornò serio,
rendendosi conto dove era volata la sua mente.
Indossò velocemente il
mantello nero e la maschera argentata da Mangiamorte e infilò la porta,
sfuggendo da quel casino. I corridoi del residence erano quasi vuoti, ad
eccezione di qualche collega impegnato nella ronda notturna. Salutò in fretta e
furia qualche persona di sua conoscenza e si diresse all'ingresso.
L'aria fresca della sera
le mosse i ciuffi sfuggiti al cappuccio. Un cicaleccio notturno, rompeva il
silenzio inquietante di quei posti, durante la notte così tetri.
Sussultò sentendo un
rumore alle sue spalle. Un'ombra saettò di fronte a lei, spaventandola. Mise
mano alla bacchetta e la puntò nel vuoto, pronta a colpire chiunque si fosse
avvicinato, con un incantesimo o se necessario, con una maledizione.
"Chi è là?!"
Domandò nervosa, riducendo gli occhi a due fessure per scrutare nel buio.
Di nuovo un rumore di
passi sull'erba. Un ramo spezzato.
"Non ho né tempo, né
voglia di giocare." Ripeté incavolata nera. "Quindi chiunque tu sia,
esci allo scoperto o te ne pentirai amaramente, appena ti scopro!"
Una risata alquanto
divertita, si levò nell'aria. "Guarda guarda... Ginevra in fuga
notturna!"
"Oddio che
palle..." Mormorò scocciata la rossa, passandosi una mano sugli occhi e
abbassando la mano che impugnava l'arma.
L'inseguitore uscì dalla
penombra, mostrandosi alla luce di uno dei lampioni esterni. I capelli biondi,
scompigliati, brillarono e un paio di occhi color ghiaccio, si posarono sulla
figura della ragazza. "Smettila di fare tanto la superiore, ragazzina, mi
stai dando sui nervi."
Il tono con cui aveva
sibilato la frase, la fece rabbrividire. "Capirai, a te dà tutto sui
nervi, Draco!" Sorrise per sciogliere la tensione.
"Tsk..." Disse
contrariato, mantenendo il suo classico ghigno velenoso. "Piuttosto. Dove
vai così di corsa? Non lo sai che non ti è consentito uscire dal residence?! A
meno che... tu non abbia qualche missione..."
Lo sguardo di Ginevra si
incupì. Imbronciò le labbra color ciliegia e giocherellò con la bacchetta tra
le mani. "Niente missione..."
"Quindi?!" La
esortò a giustificarsi, a braccia conserte.
"Quindi avevo voglia
di uscire." Spiegò ancora crucciata, passando una mano tra i capelli rosso
sangue e spostandoli dietro l'orecchio.
Il verso di un gufo,
coprì il sospiro esasperato di Draco. "Indossa la mascherina, di
nuovo."
"Come scusa?!"
Domandò perplessa, sbattendo le palpebre e allargando gli occhi azzurri.
"Oh! Ho detto:
indossa di nuovo la mascherina!" Ripeté scocciato, chiudendo il mantello
da Mangiamorte sul davanti per nascondere la tenuta "borghese":
pantaloni di rayon neri larghi e canottiera grigio fumo aderente.
Ginny aggrottò la fronte.
"Spiegati, grazie!"
"Andiamo! Infilati
questa mascherina del cavolo e vieni con me!" Esclamò con tono seccato.
Gli anfibi babbani rinforzati, provocarono un rumore di erba spezzata,
inducendola a seguirlo lungo il parco del residence.
Quando si furono
allontanati dall'entrata principale, piantonata da due Mangiamorte guardiani,
Draco le disse di smaterializzarsi ad Hogsmeade, vicino alla Testa di Porco,
prima di sparire. Un po' scettica, indugiò prima di obbedire e seguirlo con un
fastidioso crack.
Non appena comparve nel
vicolo buio e sudicio, che ospitava il pub, lo trovò ad aspettarla appoggiato
di schiena ad una zona di muro pulita. Aveva il suo ormai ben noto ghigno
stampato sul volto e la guardava soddisfatto, a braccia incrociate. Il vociare
della gente, che camminava per le vie della cittadina magica, suonava festoso e
a tratti lontano.
"Perché siamo
qui?!" Gli chiese, avvicinandosi con passo incerto. Si spolverò il
mantello nero, aprendolo e rivelando gli abiti che aveva deciso di indossare,
dopo ore e ore di cambia e scambia: jeans a vita bassa chiari e top nero,
incrociato. Le scarpe da ginnastica, dello stesso colore del top, non facevano
alcun rumore sul selciato.
Draco sorrise sornione.
"Ti annoiavi, no?! Bene... ti porto in un posto dove la noia ti
passerà."
Gli occhi di Ginevra si
illuminarono. "Davvero?! Dove?!" Le labbra curvate in una smorfia
vivace.
Il biondino non le
rispose, indossò nuovamente la protezione argentata e le fece cenno di
seguirlo. Si addentrarono in stradine strette e buie, girando e rigirando a
destra e a sinistra, come in un labirinto. Ginny temette più volte che si
sarebbero persi, ma non osò esporre questo suo dubbio al ragazzo, neppure una
volta.
Dopo l’ennesimo vicolo,
un palazzo all’apparenza diroccato si stagliò di fronte a loro. La porta
principale, logora e mangiata dalle termiti in più punti, sembrava ben messa,
rispetto alla muratura esterna, priva di intonaco in più zone e ad alcune
finestre, rotte dal gioco di qualche ragazzino dispettoso.
La rossa si fermò
scandalizzata e orripilata da quella scena. “Ma dove mi hai portata?!”
Draco la fissò divertito
dalla reazione che aveva avuto. Si tolse la maschera e la invitò ad entrare,
colpendo il portone in legno (o meglio, quel che ne restava) con la bacchetta e
infilandosi in quello che doveva essere un ingresso. Ginny lanciò uno sguardo
stupito alle due imponenti scalinate che scendevano nell’ampio salone, ai lati
di una seconda porta, tenuta decisamente meglio della principale.
Quando il biondo posò una
mano sul legno lucido, questa si aprì, rivelando un ambiente caldo e
confortevole.
Entrando, Ginevra fu
colta da un senso di vertigine. Una musica assordante e un forte odore di
alcool la stordirono, lasciandola un tantino disorientata sulla soglia. Alla
sua sinistra, un numero sostanzioso di tavolini e panche, rivestite di stoffa
scura, riempiva parte della sala, mentre a destra, un lungo bancone, corredato
di sgabelli, era occupato da ragazzi e ragazze di non più di vent’anni. Il
barista, in quel momento impegnato a servire un liquido rosato ad una giovane
dai lunghi capelli biondi, fece un cenno di saluto a Draco, tornando poi a
dedicarsi delle ordinazioni.
“Allora?!” La richiamò
Draco, fermatosi a metà del pub. “Hai deciso di rimanere là impalata tutta la
sera?!”
La rossa scosse la testa freneticamente,
riprendendo a camminare e infilando la maschera argentata nella tasca interna
del mantello.
Presero posto ad uno dei
tavolini in fondo al locale. Le luci erano parecchio soffuse e ogni posto era
dotato di candela antitabacco e posacenere. Una leggera coltre di fumo si
levava nell’ambiente, andandosi a mescolare con la penombra e creando
un’atmosfera del tutto singolare. Ginny sorrise grata al suo accompagnatore. Le
piaceva quel posto.
“Ti vedo soddisfatta,
ragazzina!” Scherzò richiamando con un cenno della mano una cameriera del
posto.
Ginny osservò con
attenzione la ragazza che si avvicinava. I lunghi capelli neri boccolosi,
ricadevano morbidi sulle spalle e su parte del decolleté, lasciato scoperto da
un gilet decisamente scollato e nero. Le gambe, snelle e affusolate, per nulla
coperte dalla minigonna dello stesso colore, si incrociarono quando si sporse
in avanti, per prendere l’ordinazione di Draco. La vide fare un occhiolino al
biondo.
“Ciao… “ Lo salutò con
fare smorfioso. “…era da un po’ che non ti facevi vedere, temevo fossi stato
preso!” Le belle labbra carnose e rosse, piegate in modo bambinesco.
Draco sorrise seducente.
“Ma per chi mi hai preso? Ne deve passare acqua sotto i ponti, prima che
riescano a catturare il sottoscritto. Tsk…”
Ginevra si sentì tagliata
fuori, per qualche momento e voltò lo sguardo infastidita, quando vide la
giovane mora, piegarsi a livello dell’orecchio del biondino per sussurrargli
qualcosa e ridacchiare.
“No… non stasera,
spiacente! Piuttosto… portaci due burrobirre fredde, Michelle!” Ordinò ancora
sorridente, mostrando i denti bianchissimi e perfetti.
La canzone di sottofondo
cambiò, mentre la cameriera si allontanava ancheggiando. Il tutto sotto lo
sguardo clinico di Draco che non perse neppure una mossa. “E’ una di noi.”
Ginny inarcò un
sopracciglio, a mo’ di ‘ma chi te l’ha chiesto?’. “Una di noi?!”
“Non hai visto il Marchio
Nero, sul suo braccio?!”
In risposta, la giovane
Weasley ridacchiò divertita, coprendosi la bocca con una mano. “Direi proprio
di no. In compenso mi stupisco di come tu te ne sia accorto, in precedenza, dal
momento che mi sembri preso da tutto… fuorché dal suo braccio!”
Draco ghignò. “Infatti!
Ma sai com’è… dopo uno studio approfondito del suo corpo, sono arrivato a
notare anche il suo braccio e il Marchio Nero e comunque me l’ha detto lei
stessa…”
“Sei disgustoso…” Lo
riprese, con una smorfia schifata, passandosi una ciocca rossa dietro
l’orecchio con noncuranza.
Il biondino sorrise
ambiguo e le afferrò il mento tra due dita. “Mia piccola Ginevra, non essere
gelosa. Basta chiedere…”
“Draco!” Lo richiamò
all’ordine una voce maschile. “Cos’è? Adesso importuni anche le ragazzine?!”
Il ragazzo mollò la presa
sulla pelle bianca di Ginny, portando la sua attenzione sull’uomo che si era
avvicinato al loro tavolo. I capelli, piuttosto lunghi e castano scuro,
scendevano in ciocche mosse sul torace e la frangetta, copriva almeno in parte
gli occhi, blu. Ginny spalancò gli occhi, notando l’abbigliamento decisamente
strano del nuovo arrivato.
“Donaghan!”
I due si scambiarono una
stretta di mano poderosa. Sembravano conoscersi da tempo, o almeno la rossa
ebbe questa sensazione. Si sentì a disagio, sotto lo sguardo indagatore e
curioso dell’uomo, che le allungò la mano destra.
“Donaghan Tremlett… molto
piacere.” Si presentò, con un sorriso accattivante.
Ginny strinse la mano con
titubanza. “Ginevra Weasley, piacere mio.”
L’uomo scostò dagli occhi
alcune ciocche di capelli e rivolse a Draco un sorriso complice. “Ti scegli
sempre le migliori eh?!” Il biondo fu sul punto di rispondere qualcosa, ma
questi lo anticipò. “D’accordo, d’accordo. La smetto di fare l’impiccione. Vi
lascio alla vostra seratina, ci si vede!”
Inaspettatamente a Draco
sfuggì una smorfia, molto simile ad un sorriso, mentre l’uomo che si era
presentato come Donaghan, si allontanava verso l’uscita del pub.
“Un altro dei nostri?!”
Domandò incerta Ginevra, sfilandosi il mantello divenuto ormai soffocante.
Il ragazzo inarcò un
sopracciglio. “Vuoi dirmi che non l’hai riconosciuto?!” La giovane scosse la
testa in segno di diniego. “…incredibile! Donaghan Tremlett è il famoso
bassista del complesso delle Sorelle Stravagarie! Hanno suonato persino al
Ballo del Ceppo, durante il Torneo Tremaghi, non ricordi?!”
La rossa spalancò occhi e
bocca. “Q-quello… era… il…”
“…bassista delle Sorelle
Stravagarie, sì te l’ho detto.” Continuò per lei, con aria infastidita. “E
chiudi la bocca, sembri un pesce lesso!”
Gli occhi azzurri di
Ginny, saettarono. L’arrivo della cameriera però, bloccò qualsiasi tentativo di
risposta, impedendole così di farsi scappare qualche epiteto poco gentile, nei
confronti del ragazzo.
“Ecco a te, Draco.”
Mormorò maliziosa, mordendosi poi il labbro inferiore come dispiaciuta. “Per
quella cosa… sei proprio sicuro che non vuoi?!”
Draco roteò gli occhi.
“No, stasera no… come vedi sono in compagnia. Sarà per la prossima volta, Michelle.”
La ragazza si congedò con
il vassoio tra le braccia, lasciando un tranquillo Malfoy e una irritata
Weasley. Lui parve non farci caso, o perlomeno diede quell’impressione,
prendendo in mano il calice di burrobirra appoggiato sul tavolo e bevendone un
sorso piuttosto consistente. Ginny, invece, lasciò il bicchiere là dove era
stato messo, prendendo a scrutare con attenzione minuziosa le venature del
tavolo di legno.
“Povera Pansy…” Biascicò
scuotendo la chioma rossa.
Il biondo appoggiò il
calice e si leccò le labbra, pulendole dal residuo di bibita. “Che c’entra
Pansy… adesso?!”
“Beh non credo le farebbe
piacere, vederti in atteggiamenti lascivi con un’ochetta da pub!” Affermò
secca, alzando lo sguardo dal tavolo e squadrando i suoi occhi grigi e
taglienti.
Draco aggrottò la fronte.
“Non credo le dovrebbe interessare ciò che faccio… come del resto non interessa
a me chi si porta a letto!”
“Ma… che razza di
rapporto avete?!” Domandò scioccata, fermando il calice a metà tra il tavolo e
la sua bocca.
“Nessun rapporto!”
Esclamò indignato lui, allargando le labbra in una smorfia. “Andiamo Ginevra…
svegliati! Non crederai che io e Pansy siamo fidanzati, spero…”
Ginny gesticolò insicura.
“…ma a scuola…”
“Ero un Serpeverde e lei
anche. Soprattutto… lei era un’ottima copertura… i miei erano convinti che
stessimo insieme. Un modo perfetto per fare ciò che volevo, quando volevo e
specialmente con chi volevo…” Spiegò indifferente, continuando a sorseggiare la
bevanda.
Un silenzio pesante, calò
tra i due. Ginevra non sapeva cosa dire, né probabilmente aveva intenzione di
parlare. Per dire cosa poi? Aveva intavolato quel discorso per… eh, per quale
motivo? Per prenderlo in giro… forse. Ma in fondo, a lei cosa importava?
Si schiarì la voce.
“Com’è che conosci il bassista delle Sorelle Stravagarie?!”
Draco la guardò stupito,
per quel repentino cambio di discorso. “Me l’hanno presentato alcuni amici di
mio padre, ad una festa.”
“Capisco…” Fece un po’
abbattuta, cercando un modo per non far languire la conversazione. “Ma… anche
lui…?”
Il biondo scosse la
testa, passandosi la lingua sulle labbra. “No, lui non è un Mangiamorte e non
sa della mia alleanza con il Signore Oscuro.”
“Capisco…”
“Stai diventando
ripetitiva Ginevra… ti si è incantato il disco?!”
Di nuovo, il suo
tentativo di rimetterlo a posto con una frase ben assestata, fu interrotto
dall’arrivo di Michelle. Stavolta senza vassoio.
Draco le rivolse ancora
quel sorriso sensuale. “Quanto pago?!”
La cameriera gli si
sedette in braccio, infischiandosene dello sguardo sbalordito della rossa,
seduta proprio di fronte a loro. Gli passò una mano tra gli ormai lunghi
capelli biondi e intrecciò le dita dell’altra con le sue. “Cinque falci.”
“Solo?!”
Michelle sorrise
provocante, annullando del tutto la distanza tra i due corpi. “Paghi solo
quella della ragazzina. Per te offro io.”
Il ragazzo rivolse uno
sguardo strano alla rossa, prima di tornare a guardare chi aveva seduto in
braccio. “Sempre molto gentile…” Sussurrò, prima di baciarle avidamente le
labbra.
Ginny sfoderò un’aria
nauseata e si alzò in fretta e furia dal suo posto, incapace di continuare ad
assistere a quell’esplorazione reciproca di cavità orali. Camminò fino alla
porta d’uscita, infilando una mano in tasca e recuperando la maschera
argentata.
Un rumore di passi la
fece voltare di scatto. Di fronte a sé, un uomo incappucciato.
“Non avere paura.” Le
disse immediatamente, allungando il braccio e mostrandole il Marchio Nero ben
evidente sulla pelle chiara.
Ginevra d’istinto, mise
comunque mano alla bacchetta. “Chi sei?!”
“Non ha importanza…”
Rispose deciso. Si avvicinò di qualche passo e quando le fu affianco, la rossa
poté distinguere due occhi scintillanti, sotto al cappuccio del mantello. “…ti
do un consiglio… sta’ attenta, sei in pericolo.”
Ginny fece per bloccarlo,
ma le sfuggì, smaterializzandosi. “Miseria ladra…” Sibilò tra i denti.
“Ehi!” La chiamò Draco,
appena uscito dalla porta del pub. “Si può sapere perché non mi hai aspettato?
E poi, chi era quello con te?!”
La ragazza gli scoccò
un’occhiata gelida. “Perché mi fa profondamente schifo vederti in piena crisi
da calore. E chi era quello… non ti interessa…” Detto ciò, sparì da quel luogo
con un fastidioso crack.
_____
Remus Lupin, seduto a
capotavola, nella cucina dell’ex palazzo dei Black, salutò con un cenno della
testa Harry e Ron, appena arrivati. Hermione sedeva alla sua destra e Luna alla
sua sinistra, il resto del tavolo era occupato dagli altri membri dell’Ordine:
Sirius, Tonks e Malocchio compresi.
“Sono stato contattato da
un nostro informatore.”
Ron sedette di fronte
all’uomo, ascoltando con attenzione. “I gufi che sono arrivati poco fa?!”
L’uomo annuì. “Come stavo
spiegando agli altri…prima che arrivaste… si tratta del titolare di un negozio
a Nocturn Alley.”
“Che tipo di negozio?!”
Chiese Luna, con la sua solita aria tra le nuvole.
“Una libreria.” Spiegò
breve Sirius. “Ci serviamo di lui perché possiede molti tomi, contenenti
antiche magie potenti. Magia nera, ovvio. Spesso i Mangiamorte utilizzano
incantesimi che conosciamo a malapena e di cui disponiamo poco materiale.”
“Stavolta… pare che abbia
trovato qualcosa di interessante.” Continuò Remus, incrociando le mani davanti
alla bocca e fissando il trio.
“Cioè?!” Incalzò Hermione
ansiosa di sapere.
La voce di Silente, fermo
sulla soglia della cucina, si levò nella stanza. “Un diario…”
Continua...
Note dell’autrice: Quinto capitolo concluso e inviato! So che dovrei scusarmi per il
mostruoso ritardo… ma purtroppo ho avuto motivi più che validi e quindi vi
prego di passarci sopra. Come chi segue NpS saprà, ho avuto un brutto periodo,
molto brutto… ragion per cui solo ora mi è tornata la voglia di scrivere e
anzi, ne ho così tanta… che ho sviluppato nuove idee per questa storia… ^^ (me
contenta)
Ho notato che molti si sono posti il
problema “che significa quella frase della cioccolata?” ehehehe mi dispiace per
chi pensava che rivelassi la soluzione in questo capitolo, ma no… troppo
semplice! Lo svelerò sì, ma non certo adesso!
Potrei anche lanciare un bel sondaggio
XD Ma sarebbe davvero un grattacapo in più per voi e per me e ciò rallenterebbe
il mio lavoro di scrittura!! (ti uccido NdRytaé.è scherzavo! NdLuna) <- ecco, appunto, vedete?!
Per i fan della coppia Draco/Ginny vi
rimando alle mie oneshot: Minuetto-The Perfect Drug-Strade
Fatemi sapere che ne pensate, mi
raccomando…
Inoltre, vi comunico una bella
notizia… sempre che possa interessarvi. Sto lavorando ad una long fic nuova
(spoiler! Spoiler!). Non vi dico il pairing, perché è un po’ complicato, ma non
ho intenzione di pubblicarla al momento. Ho deciso che prima la finirò, in modo
tale che, anche quando partirò, potrò aggiornare di tanto in tanto o far
aggiornare dalle mie amiche ^^
Passiamo ora ai ringraziamenti. *-*
Siete assolutamente adorabili, lo sapete… vero?!
Nyla: oddio… con questi complimenti, prima
o poi finirò per crederci *-* Ti ringrazio infinitamente, sei davvero gentile.
Sono contenta che tu sia pazza della mia storia! =) Come vedi, ecco il
continuo… per quanto riguarda il fatto della cioccolata, penso che come tutti…
dovrai aspettare un bel po’ ^^ Beh, tutti… qualcuno forse l’ha anche capito, ma
io non mi pronuncio XD Fammi sapere che ne pensi del nuovo capitolo!! ^^
Cloe:
effettivamente, chi non è abituato all’alcool può avere la botta di sonno. Per
quanto… c’hai lì Draco e non ne approfitti… ehm -.- va beh, dettagli! In fondo
Ginny è ragazzina ancora ^^’’ Cioccolata… ehhhh… prima o poi si svelerà il mistero
XD
Angele87:
non preoccuparti se la recensione è lunga, a me non dispiacciono! Anzi! Sono
davvero felice che il capitolo precedente ti sia piaciuto e spero che anche
questo sia soddisfacente, ormai il tuo parere è importantissimo! Sei una delle
mie lettrici più fedeli ed essendo tu una bravissima autrice, ne sono davvero
lieta ^^
Nakoruru: cioccolata…
santa cioccolata XD Beh mi fa piacere che ti piaccia il mio stile di scrittura,
sto cercando di migliorare di storia in storia, esercitandomi anche con delle
oneshot! ^^ I personaggi… beh si può dire che è mia premura farli apparire al
meglio, d’altronde Ginny e Draco sono i miei preferiti ^^ E poi ammetto che non
mi riesce difficile rendere il loro carattere… anzi! =) Continua a seguirmi! ^^
Lavy: se la tua
teoria è giusta o meno… lo scoprirai tranquilla ^^ Non in questo capitolo, di
certo… ma lo scoprirai! =) Harry… ehhh beh oddio, si è comportato maluccio, ma
direi che ne sta pagando tutte le conseguenze, tu che ne dici? In fondo, un
pugno di Ron è un pugno di Ron… poraccio XD
MKeira: eheheh Ginny
al lato oscuro non è poi una novità. Anche Marcycas ha scritto una storia
divina con una Ginny “cattiva”. Per quanto riguarda Harry, no castrarlo no!
Altrimenti poi non può far parte dell’ordine e me lo reclutano nel coro delle
voci bianche… =\ mi serve ancora per la storia… poi si vedrà XD
Ryta Holmes: sassi…
falci… minacce… senti, ma un personaggio, che sia uno… me lo lasci incolume?
Mica per altro… è che qua c’è un fuggi fuggi generale ogni volta. Harry si spaventa,
Pansy è sotto shock, Ron c’ha paura di aver esagerato con Harry che poi te la
prendi con lui, Hermione teme per l’incolumità di Ron, Luna se ne frega, Draco…
va beh -.- Ginny pure… oh!!! E basta!! Mi scombini tutto >.<
Jaly Chan: infatti Ron
non gliel’ha fatta passare liscia!!! XD Anzi!! Direi che lo sta sistemando a
dovere!! ^^ No, Ginny non è allergica al cioccolato, tranquilla… ma posso dirti
solo questo, spiacente!! =P
Lynn Wolf: ed ecco qui
Lynnina lottatrice, che spinge affinché Ron mi uccida il suo migliore amico -.-
ma dai!!! Non si fa!! Come faccio senza il personaggio principale della serie?
Lasciamelo vivo ancora per un po’! Per quanto riguarda la cioccolata… direi che
per quello che mi hai detto al telefono… l’hai capito, ma non dire nulla
>_< deve rimanere ancora un mistero!!!
Thilwen:
direi che Ron non si è accontentato di un pugno… proprio no! XD Per il fatto
Harry/Cho, la spiegazione c’era… confusa, ma c’era. In fondo Harry aveva una
cotta per Cho, bella forte e quindi un attimo di sbandamento era anche
prevedibile, o quanto meno possibile! Ma non gliela faremo comunque passare
liscia XDD
Alexiel84:
ma figurati! Ci sono Lynn e Ryta che mi minacciano di morte… ormai non mi
spaventa più niente ç_ç Sono contenta che la mia storia ti piaccia e spero che
tu sia riuscita ad individuare il mistero della cioccolata… se continua così
lancerò un sondaggio XD
*Questa fanfic contiene alcune scene di
carattere violento e alcune relative al sesso. Non
sono particolarmente eccessive e descrittive, tuttavia chi pensasse di poter
non sopportare questo genere di situazioni, è pregato di non continuare a
leggere.*
Il
morso del serpente
CAPITOLO
6
Ginny sbuffò affondando
ancora di più nella vasca da bagno, traboccante di schiuma. I ciuffi di capelli
più corti, sfuggiti al mollettone d’osso, si bagnarono appena, sfiorandole il
collo insaponato. Alzò una gamba e la rituffò nell’acqua, sollevandone qualche
goccia. Passò una mano sul braccio liscio, lavandone la superficie.
Quel giorno gli
allenamenti erano stati più duri del solito. Sembrava quasi che Voldemort si
divertisse a spremere le reclute come limoni. Si diede
mentalmente della stupida, riconoscendo che doveva essere proprio così. Quel
pomeriggio poi, si era veramente impegnato. Li aveva addestrati, per l’ennesima
volta, a resistere ad una Imperio e fu grata al suo
vecchio addestramento da Auror, poiché in mezzo a quella banda di imbecilli,
era risultata l’unica capace di vincerla. Gli altri suoi colleghi avevano rischiato di farsi seriamente male, ubbidendo ai
comandi imposti dal Signore Oscuro, mentre erano sotto
Imperius.
Ripensò con rabbia
all’espressione divertita di Draco. Era rimasto fermo, accanto al suo signore,
per tutta la durata dell’addestramento. L’aveva fissata per tutto il tempo, a
braccia conserte, mantenendo quel cipiglio severo e sprezzante di sempre.
Detestabile… questa era la parola esatta per descrivere quel ragazzo.
Allungò una mano sul
bordo della vasca in marmo, afferrando una mascherina
rinfrescante per occhi. Gliel’aveva regalata Theodore
qualche mese prima, quando passava le notti in bianco rigirandosi nel letto e
al mattino aveva occhiaie spaventose.
Le usava una mia ex, era babbana…diceva che sono ottime contro i segni della stanchezza… le aveva detto, con tono gentile, passandole un
pacchettino di cinque mascherine.
Chiuse gli occhi e gettò
la testa indietro, rilassandola su un cuscino gonfiabile da vasca. Le venne
spontaneo domandarsi che diamine ci facesse Theodore Nott tra i Mangiamorte, quando non aveva niente a che
spartire con loro e per di più… frequentava le babbane.
Ridacchiò pensando alla reazione che avrebbe potuto avere il Signore
Oscuro, se mai fosse venuto a sapere che qualche suo seguace, aveva a che fare
con non maghi o peggio Mezzosangue.
“Ginevra!”
Parli del diavolo…
“Sono in bagno Theodore…”
Lo informò, spostando dagli occhi la mascherina e aprendoli proprio nel momento
in cui il ragazzo varcava la soglia della stanza, bloccandosi vicino ad un appendi accappatoi.
Lo sguardo blu, tendente
al viola, del ragazzo indugiò un po’ sulla figura della collega. Arrossì
furiosamente e si passò una mano tra i capelli biondi. “Ahem…
volevo sapere come stavi… stamattina ti ho vista parecchio a pezzi, dopo gli
allenamenti.”
“Sto bene Theo… sono solo
molto stanca.” Biascicò trattenendo a stento uno
sbadiglio; si morse il labbro inferiore, con malizia, alzando una gamba bianca
e immergendola di nuovo nell’acqua.
Theodore arrossì di
nuovo, distogliendo gli occhi e prendendo a balbettare. “A-ah d-d’accordo. Se… se è tutto apposto,
allora io…”
Adorava prendersi gioco
di quel ragazzo. Nonostante fosse così simile a Draco,
in alcuni atteggiamenti, in altri rimaneva talmente ingenuo! Se
avesse punzecchiato a quel modo Malfoy, probabilmente non avrebbe fatto una
piega o si sarebbe limitato ad intimarle di non scherzare col fuoco, ma lui no. La guardava e arrossiva.
“Ma no dai
Theo, resta!” Esclamò festosa, sbracciandosi un po’ per afferrare
l’asciugamano rosa che pendeva da un gancio vicino alla vasca da bagno.
Il biondino sgranò gli
occhi, prima di voltarsi, agitato e imbarazzato.
Ginny si alzò, rimanendo
per metà insaponata. Coprì il corpo con l’asciugamano non proprio lungo e posò
i piedi sulle mattonelle fresche del pavimento. Con passo felino si avvicinò a
Theo e gli picchiettò sulla spalla, sorridente. “Ohi pronto!...
Ti va una tazza di caffè?!” Inclinò la testa di lato.
Nott mosse il capo, annuendo, ancora un po’ turbato e
la seguì nella camera accanto. “Vorrei sapere perché ti diverti tanto a
mettermi a disagio. Se avessi saputo che sarei
diventato un giocattolo, non avrei mai cominciato a venire a trovarti…”
Ginevra, che stava
smanettando nell’armadio, si bloccò alzando gli occhi azzurri sulla figura
seduta al tavolino. Sorrise sorniona. “Caffè!... Ma
no, Theo, sei tu che sei esagerato! E’ inutile che fai il pudico, lo sanno
tutti che hai la fama di playboy come Draco… no oddio,
forse tu un po’ di meno.” Puntualizzò inarcando un sopracciglio. “Fatto sta che
non dovresti imbarazzarti per così poco… no?!”
Theodore vide comparire
le tazze di caffè fumante e colse la palla al balzo, prendendo a fissare i
recipienti di ceramica. “Non è… così poco,
Ginny!”
La ragazza aggrottò la
fronte perplessa, prima di scoppiare in una risata argentina. “Oh… va bene, va bene. Mi vesto di là-precisò- e ci beviamo
questo benedetto caffè. Per quanto sono certa che non
succederebbe niente. Tu sei Theo, non sei come quell’impunito
di Draco.”
La voce del biondino la
bloccò, sulla soglia del bagno. “Non sottovalutarmi, Ginevra…”
Ginny lo guardò stupita,
ignara che qualcun altro stesse ascoltando la conversazione dall’esterno del mini appartamento.
_____
Hermione si versò una
dose abbondante di caffè nella tazza di porcellana, la testa appoggiata
stancamente ad una mano. Non aveva chiuso occhio per tutta la notte e anche al mattino, invece di andarsene a dormire, aveva continuato
a studiare antichi volumi, alla ricerca di una soluzione a quell’enigma.
“Hermione!!”
La voce di Remus la destò
da un momentaneo abbiocco, facendole perdere
l’equilibrio sul gomito e rischiando di battere una testata sul tavolo di
legno. Sbatté un paio di volte le palpebre, mostrando un paio di occhi color cioccolato parecchio arrossati.
“…mio dio… hai
un’espressione tremenda.” Commentò poco delicatamente Lupin, prendendo posto
accanto alla ragazza. “Ma quanto hai dormito?!”
Hermione scosse la testa,
con una smorfia amara. “Non ho dormito affatto… ma non è un problema, mi
dispiace solo non aver trovato niente di utile.”
“Che
libri hai consultato?!” Domandò stupefatto, pescando a caso qualche tomo dalla
pila immensa appoggiata davanti a lei.
“Dunque… ‘La mia vita di carta
e penna’,
‘Come consultare una vita umana’… tutta
roba così.” Spiegò prendendo tra le mani due dei libri più grossi tra quelli
che aveva consultato e gli unici che parevano poter avere un legame con ciò che
cercavano.
Remus spalancò occhi e
bocca. “Hai letto anche i libri delle liste degli altri incaricati!... E non hai trovato niente?!”
Hermione scosse la chioma
riccia e crespa, con un’espressione di pura frustrazione. “Niente di niente.
Però c’ho riflettuto.”
Lupin lasciò perdere un
grosso volume rilegato in verde bottiglia ‘Come
scrivere un diario personale con la magia’ e le prestò tutta l’attenzione necessaria.
“Il proprietario di
questo diario è una donna. Una ragazza, si presuppone. Giusto?!” Remus annuì.
“Dalla descrizione che mi avete fornito, di questo
manoscritto, sembra si tratti di una biografia completa di questa persona.
Anzi, pare proprio una sceneggiatura. Ci sono pensieri, considerazioni, frasi,
episodi…” Disse piegando le dita della mano e contando
tutto ciò che riportava il resoconto di Silente, sull’oggetto in questione.
“Sì… è proprio così.”
Confermò l’uomo, puntandole addosso gli occhi verdi e
ambrati. “Il nostro informatore, dice che ce
ne sono delle belle… testuali parole sue.”
“Ecco!” Esclamò
soddisfatta Hermione, battendosi un pugno sulla mano aperta. “Rifletti Remus:
quale ragazza darebbe mai questo potere ad un diario… senza accertarsi poi che
questo non cada in mani sbagliate?!”
Lupin allargò gli occhi.
“Effettivamente… non è un comportamento da ragazza. Cioè,
per quello che ne so siete riservate e gelose dei vostri segreti e quel diario
racchiude in sé troppe cose personali, a quanto dice chi ne è in possesso!”
“Esatto…” Continuò lei,
gli occhi illuminati di piena soddisfazione. “Non vorrei sbagliarmi, ma… ho formulato una teoria che non mi sembra niente male!”
L’uomo
le sorrise gentile. “Sei sempre la migliore, Hermione.” La ragazza
arrossì. “Che ne dici, se più tardi ti accompagno
nella libreria? So che Silente vuole trattare personalmente per avere quel
diario, ma potremmo trovare qualche libro interessante per la tua teoria.”
“La trovo un’ottima
idea!!”
_____
La mano rosea di Ginevra,
scorse sugli scaffali della sua libreria personale, fino a raggiungere il
famoso diario -ormai bucato- appartenuto al Signore
Oscuro. Lo conservava come un cimelio prezioso e sperava ardentemente che
Voldemort non lo rivolesse indietro, anche se pensandoci attentamente,
rifletté, quel libricino apparteneva al suo passato come TomRiddle e di conseguenza, ritenne poco probabile che
il mago lo volesse indietro. Non era più la stessa persona.
Sistemò una ciocca rosso
sangue, sfuggita alla bassa coda di cavallo, dietro l’orecchio e aprì il volumetto. Le pagine, ormai vuote e prive di qualsiasi
magia, erano ingiallite.
“Sempre con quel diario
in mano.” La riprese una voce sibilante, seguita dal
rumore di una porta sbattuta.
Ginny si voltò,
innervosita, incrociando la sguardo derisorio di
Draco. “…cosa diavolo vuoi dalla mia vita?!”
Una risatina pungente
sfuggì alle labbra pallide del biondo. “Sempre molto femminile
ed educata, vero Ginevra?!”
Gli occhi azzurri della
ragazza, si posarono su un punto preciso del corpo del collega e un sorrisino
dispettoso si dipinse sulla sua bocca color ciliegia. “Già… a differenza di
qualcun altro. Dovresti dire a Michelle… -pronunciò quel
nome con tono diverso, distogliendo lo sguardo da lui e posandolo nuovamente
sul libro- di farti dei segni meno evidenti sul collo. Non è per niente
decoroso andare in giro con quei cosi…”
Draco si toccò la base
del collo, sentendo un accennato fastidio non appena sfiorò la parte offesa.
“Non sono fatti tuoi, ragazzina. Anzi mi meraviglio che tu
abbia notato questo coso. La
nomea di pura non ti calza più a pennello, ti sto traviando.”
Ginevra lo guardò
tagliente, sorridendogli candida. “Tu? Ma non farmi
ridere! Non sei certo un gran maestro... troppo preso dalle oche da pub!
Piuttosto… -levò gli occhi al cielo, pensierosa- Dean era
un grande per queste cose… sì, davvero bravo…”
Quel paragone, parve non
renderlo felice. Digrignò i denti e le scoccò uno sguardo sfrontato. “Dean
Thomas? Il tuo ragazzo al quarto anno? Andiamo! Ma se non c’hai
messo più di quattro mesi a piantarlo per San Potter! Non ho mai riso così
tanto come durante la rissa che ha scatenato quella
volta a fine partita…”
“…colpa tua, idiota! Era
già arrabbiato per fatti suoi, dopo che c’ha beccati in
Sala Comune, ma tu ovviamente dovevi fargli presente che quel pomeriggio, prima
della partita io e Harry ci stavamo baciando nello spogliatoio della squadra…
avrebbe dovuto spaccare a te il labbro e non ad Harry!” Ringhiò offesa,
chiudendo con uno scatto secco il diario nero.
“Che
fai? Adesso difendi Potter?!” Domandò incredulo. Gli
occhi grigi brillarono, come ogni volta che si divertiva a provocarla.
Ginny scosse la testa,
con fare esasperato. “Mai nella vita! Dico solo che per una volta, qualcuno avrebbe dovuto rovinare il tuo faccino di porcellana,
Draco.”
“Devo ricordarti cos’era
successo l’anno prima?!” Borbottò inacidito, sedendosi
sul divanetto e incrociando le gambe. “Un vero peccato che la
Umbridge sia stata tolta di mezzo dai centauri, ho goduto come un matto
quando Sfregiato è stato punito.”
“Non ne dubitavo…”
Ribatté sardonica la rossa, prendendo posto accanto al biondino e rannicchiando
le gambe di lato. “…mi meraviglia solo che tu ti sia fatto picchiare. Non mi
sei mai sembrato uno sprovveduto, sebbene tutti ti reputassero tale.”
Draco sogghignò. “Cosa vuoi che sia qualche livido o contusione, in confronto
alla cieca soddisfazione di vedere San Potter fuori dal Torneo di Quidditch
della scuola?!”
Ginevra spalancò gli
occhi, momentaneamente stupita. Un sorriso compiaciuto, si formò poi sulle sue
labbra. “Non ti credevo tanto astuto, lo ammetto.”
“Mi sottovaluti!” Si
finse offeso, sorridendo poi con aria di superiorità.
“Comunque…”
Fece, mettendosi in ginocchio sul divano e sfiorandogli la guancia con una
mano. “Non è rimasto alcun segno delle loro percosse.”
Scese con le dita vicino alle labbra.
Il biondino le afferrò il
polso, facendo tintinnare il braccialetto che indossava. L’altra mano affondò
nei capelli vermigli, attirando il viso costellato di lentiggini verso il suo.
Distinse subito il suo profumo fruttato e sentì il respiro caldo e regolare di
Ginny sulla sua pelle.
“Non sono poi così delicato… ragazzina.” Sussurrò con voce sommessa, prima di
impossessarsi delle sue labbra.
La rossa in un primo
momento sgranò gli occhi, cercando di opporre resistenza e di allontanarsi. Quando però, la mano che le reggeva il polso passò dietro la
schiena, avvicinandola ulteriormente a lui, la sua mente vacillò e le sue
braccia si mossero autonome, passando dietro al collo di Draco.
Il bacio si fece subito
più audace e il ragazzo diminuì la distanza rimanente, stringendola con forza
al suo petto e costringendola contro il bracciolo del divano. Ginny percepì il
bordo del diario dietro la schiena, ma non se ne curò troppo continuando a
lasciarsi baciare con passione crescente.
Un verso strozzato
fuoriuscì dalla sua gola e proprio quando credette di soffocare per la foga del
bacio, il ragazzo si staccò bruscamente, lasciando la presa.
“Però!
L’altra volta eri ubriaca e ok… ma ora ne ho la
conferma.” Ridacchiò sadico il biondo, passandosi due
dita ai lati della bocca. “Per essere poco più di una bambinetta
non te la cavi niente male, coi baci!”
Ginevra digrignò i denti
e lo spinse con quanta forza aveva, facendogli sbattere la schiena sul divano.
“Sei un idiota Draco! Un perfetto idiota e guai a te se ci riprovi… non sono una delle puttanelle da pub
che ti sbatti…!”
“Ci sei stata… però.”
Precisò maligno alzandosi e spolverandosi il mantello nero.
La rossa si riavviò una
ciocca di capelli dietro le spalle, sorridendo perfida. “Era un bacio,
dopotutto. Sebbene tu sia un cretino completo, baci
benino e quindi mi sono limitata a seguire l’istinto…”
Draco la guardò
stupefatto.
“Inoltre…”
Continuò, ghignando. “Ho sempre avuto lo spirito da crocerossina. Non sia mai
che non insegni qualcosa in cui sono brava, ai meno
competenti.”
Il biondo serrò la
mascella e la fissò torvo. “Troppa sicurezza ti farà male… Ginevra Weasley,
stai attenta.”
“Non ha ucciso te, non
ucciderà me…” Puntualizzò sardonica. “Comunque, nel
caso ti venga voglia di riprovarci… Esilio!”
Pronunciò sfoderando velocemente, troppo velocemente, la bacchetta e facendogli
sbattere, con violenza, la schiena contro il muro.
Malfoy non fu felice del
trattamento, sebbene il colpo contro la parete non gli avesse provocato poi un
gran dolore. “Non scherzare troppo con me, Ginevra.”
Disse, alzando le sopracciglia con fare minaccioso e poi uscendo, lasciandola
confusa per la sua non-reazione.
_____
Gli occhi di Hermione si
erano illuminati alla vista di tutti quei libri più che rari. Volumi rilegati in velluto, pelle di drago e cuoio, contenenti
qualsiasi tipo di magia bianca e magia nera. Incantesimi antichissimi,
alcuni per niente conosciuti, molti fin troppo potenti.
Scosse la testa,
rimettendo al suo posto ‘Il rituale della potenza’. Non sapeva che esistesse un rito capace di rendere
così potente una persona, peccato che presentasse un rovescio della medaglia, un po’ eccessivo. Forse per questo, quasi
nessuno provava a praticarlo, pensò sorridendo.
“Trovato niente?!” Le
domandò Ron, che aveva insistito per accompagnare lei e Remus in quella
libreria di Nocturn Alley, piuttosto che rimanere a
Grimmauld Place insieme ad Harry.
“Niente…” Sospirò
afflitta la ragazza. Era circa un’ora che girava e rigirava tra vecchi e
tarlati scaffali polverosi e le si erano presentati
davanti una marea di tomi interessantissimi, ma assolutamente inutili per la
sua teoria. Inutile
dire che stava perdendo la pazienza. “Eppure ci
deve essere qualcosa che spieghi come…” Gli occhi le saettarono.
Ron si accigliò. “Che hai visto?!”
Prese tra le mani un libro, con la rilegatura liscia e marroncina. I caratteri, eleganti e dorati, componevano il
titolo. “Una copia antica de ‘Il Quidditch attraverso i secoli’!! Harry farebbe carte false per
averla!”
Il rosso scrollò le
spalle e sbuffò annoiato. “Oh beh, allora lascialo lì…”
Hermione scosse i ricci,
affranta. “…Ron, finirà mai questa guerra tra te e il tuo migliore amico?”
“Ha sbagliato e per
quanto mi riguarda… con la persona con cui non doveva neppure permettersi di
farlo!” Esclamò indignato, incrociando le braccia e assumendo una posa rigida.
“…ma
è un essere umano, come gli altri.” Cercò di spiegare concitata. “Capita di
sbagliare Ron, l’importante è che se ne sia accorto… l’ha ammesso, no?!”
“Troppo comodo.”
La ragazza increspò le
labbra, con stizza. “Cosa dovrebbe fare?
Inginocchiarsi davanti a tutti, chiedendo perdono e fustigandosi
pubblicamente?!”
Gli occhi azzurri di Ron
brillarono. “Però! Mica male
come soluzione…”
Hermione lo guardò
scandalizzata. “Stai scherzando vero?!”
“…”
“Vero?!”
“Ok…
ok, sì scherzavo, certo.” Rispose finalmente,
gesticolando un po’ con le mani. “Resta comunque il
fatto che non mi scende ciò che ha fatto a Ginny, ragion per cui, sono
spiacente, ma non avrà il mio perdono finché non mi sarà passata del tutto…”
“…il che con la tua testa
dura, accadrà fra cent’anni. Forse!”
Concluse amareggiata Hermione, scuotendo la chioma riccia.
“Sarà quel che sarà…”
Fece stiracchiando le braccia e portandole dietro la testa. Le rivolse uno
sguardo incomprensibile e si allontanò tra le librerie di legno.
“Gli passerà…
sta’ tranquilla.” La rassicurò la voce di Remus; le posò una mano sulla
spalla, in segno di conforto. “Quei due sono dei gran testardi, ma si vogliono
troppo bene per passare la vita ai ferri corti.”
La ragazza annuì poco
convinta. “Lo so, ma non sopporto di vederli così…!” Scosse la testa. “Lasciamo
perdere, ascolta Remus… non ho ancora trovato niente
di interessante per la mia teoria e la cosa non mi quadra.”
“Spiegati…” Disse,
facendosi subito attento.
“Usciamo di qui… prima.”
Hermione non fece ciò che
le aveva detto Ron. Prima di uscire dalla libreria,
recuperò la copia del libro sul Quidditch e la comprò, intenzionata a regalarla
all’amico, per tirargli un po’ su il morale. Doveva averne abbastanza di essere
emarginato; glielo si leggeva in faccia che sapeva di aver commesso un grosso
sbaglio e di essersene pure pentito amaramente. In fin dei conti, anche Harry
era il suo migliore amico e così come stava vicina a Ron, doveva trovare il
tempo da dedicare a lui.
Infilò la busta con il
libro nello zainetto che aveva appresso e seguì Remus e Ron, già avviati lungo
la strada che conduceva a Diagon Alley, fuori da quel
luogo sinistro e troppo controllato dal nemico.
“Sediamoci…” Suggerì, una volta immersi nel piacevole caos della via magica.
Una fioriera, appena
fuori il negozio di Madama McClan: abiti per tutte le occasioni, sembrò il luogo
più adatto. I maghi che si fermavano nelle vicinanze erano troppo presi dagli
abiti esposti in vetrina, per prestare attenzione a tre persone del tutto comuni, intente a chiacchierare.
“Sentiamo…” La esortò
Ron, tra i curioso e l’annoiato. Non era certo il suo
passatempo preferito, passare un intero pomeriggio tra vecchi libri polverosi,
nella zona oscura di Diagon Alley, a contatto con esseri inquietanti, ragni
grossi come tazzine da thé e volumi grossi e noiosi.
“Non vi sembra strano…
che la stessa libreria in cui è spuntatoquell’oggetto, che chiamano diario, non abbia un qualche
libro che specifichi come può essere creato? Perché in qualche modo è stato
creato… e da che mondo è mondo, ciò che nasce con la magia è riportato sui
libri, per far sì che le generazioni future e presenti, abbiano modo di
imparare.” Illustrò Hermione con fare saccente,
puntellando le mani sulle gambe tese.
“Beh, certo, è una cosa
strana…” Riconobbe Remus, passandosi una mano sotto al mento.
“A meno che…”
Il volto della ragazza si
contrasse. “A meno che, la stessa persona che ci ha fornito quell’informazione,
non abbia nascosto tutto ciò che ci può riportare a
quel diario e come è saltato fuori…”
“Vecchiaccio…” Borbottò
Ron furibondo, facendo scrocchiare le dita. “Se lo
piglio lo concio per le fes-”
“Ron!!!”
Lo riprese Hermione con sdegno. “Non è certo questo il modo di ottenere le
cose…”
“Ma…”
“No niente ma…” Continuò,
sotto lo sguardo divertito di Remus, che se la rideva sotto i baffi. “Sentite,
l’ho osservato bene durante tutto il tempo che abbiamo passato nella sua
libreria. Non c’ha persi di vista un solo istante e
stava ben attento a cosa sfogliavamo e in quale sezione. Era troppo tranquillo…
il che mi fa presupporre che abbia tolto di mezzo i
libri che ci servivano, già da tempo…”
“Magari immaginava che
saremmo andati a cercare informazioni da lui…” Suppose Lupin, spostando con una
mano il codino, che gli era scivolato sulla spalla.
Hermione annuì.
“E
quindi? Adesso come la mettiamo?!” Chiese Ron appena appena confuso.
“Adesso… dobbiamo
aspettare che Silente, riesca a convincerlo a darci quel benedetto diario.” Soffiò la ragazza, un po’ abbattuta. “…non che non mi fidi
del professor Silente eh! E’ solo che quell’uomo non
mi convince…”
Il licantropo scosse la
testa. “Per essere apposto è apposto. Solo che tende a
contrattare troppo. Le voci tra i maghi oscuri circolano in fretta,
quindi anche se non hanno prove certe, sospettano che collabori con noi, di
conseguenza… il lavoro gli va male e…”
“…cerca di spillare soldi
all’Ordine…” Concluse Hermione, che ormai aveva ben chiara la faccenda.
“Esatto.” Annuì l’uomo.
“Pensate che l’ultima volta, è riuscito a farsi pagare
un libro sulle Maledizioni, ben 15 galeoni.”
“Qu-quindici
galeoni?!” Balbetto Ron, il cui volto aveva assunto la
colorazione dei capelli.
“Beh dipende… era un
libro molto antico e pregiato, Remus?!” Si intromise
Hermione.
Lupin scosse la testa.
“Oh no! Era un libro abbastanza recente, che hanno smesso di pubblicare non si sa bene perché. In realtà valeva sì e no 4 galeoni, direi
che c’ha guadagnato…”
Un Ron
ancora scosso, borbottante qualcosa come “dovrei farlo io il ricettatore…”
seguì Hermione e Remus fino a Grimmauld Place, utilizzando la metropolvere.
Ne avevano approfittato per salutare il gestore del
vecchio pub “Il paiolo magico” e avevano utilizzato il collegamento con il suo
camino, quello sul retro però, per non far sentire la destinazione.
Quando erano apparsi nel salone del vecchio palazzo dei
Black, la casa era apparsa inizialmente vuota. Un improvviso rumore di pentole
però, aveva fatto capire loro che qualcuno in casa c’era e o doveva trattarsi
della signora Weasley intenta a cucinare, o di Tonks
che non stava mai attenta a ciò che faceva.
In cucina, trovarono
entrambe, affaccendate per apparecchiare e cucinare.
Al tavolo, immersi in un
silenzio spettrale, sedevano Harry e Luna. Il primo, sembrava
stesse contando i segni sul legno, la seconda… fissava le due donne
intente a preparare per la cena, senza battere ciglio.
Hermione lanciò
un’occhiata a Ron che, avendo notato la compagnia, si era subito dileguato al
piano superiore accampando scuse, seguito da Remus che doveva informare Sirius
e Malocchio delle recenti supposizioni.
“Harry…”
Il moro parve
risvegliarsi dallo stato di trance. “Oh Hermione…”
L’espressione
malinconica sul volto dell’amico, strinse il cuore della ragazza, che gli si
avvicinò. “Guarda cosa ho
trovato in libreria… ho pensato potesse piacerti.”
Harry ricambiò il sorriso
della sua migliore amica e per un attimo, i suoi occhi verdi furono
attraversati da un lampo di gioia. “E’ stato un bel pensiero, grazie…” Disse,
sotto lo sguardo delle due donne impegnate a cucinare, che si erano fermate per
assistere alla scena.
Quando il ragazzo aprì il libro, un piccolo foglietto
cadde dalle pagine, scivolando con lentezza al suolo.
Hermione aggrottò la
fronte, curiosa e si abbassò per raccoglierlo. “Ma
questo…”
Continua...
Note dell’autrice: Sesto capitolo ooooook!! =)
Vi lascio sempre sul più bello, lo so,
ma d’altronde è meglio così! Altrimenti vi rovino tutto il gusto di questa
storia!! ^^
Quanto adoro
il rapporto strambo che si è creato tra Ginny e Draco *-* è un vero tira e
molla e poi lui è il solito bastardo! XD Ginny però si fa valere! Brava la mia rossina preferita!! ^_^ Per quanto riguarda Ron ed Harry…
eh… qualcosa si è incrinato, ma direi che stavolta lo sfig- ehm, Harry (Luna sente la falce di Ryta,
passarle troppo accanto) se l’è meritato… voi che ne dite?!
Per i fan della coppia Draco/Ginny vi
rimando alle mie oneshot: Minuetto-The PerfectDrug-Strade
Per i fan della coppia Harry/Ginny...
beh... ho scritto una oneshot particolare: E' tempo
di volare
Fatemi sapere che ne pensate, mi
raccomando…
Passiamo ora ai ringraziamenti. *-* Lo
sapete che vi adoro, vero?!
Nyla: e per la mia lettrice impaziente... ecco qui il sesto
capitolo! ^^ Sono felice che la storia ti piaccia e che continui a seguirmi!
Visto che sviluppi?
Angele87:
no, posso assicurarti che non è il bassista delle
Sorelle Stravagarie, in quanto
come ha spiegato Draco, non è un Mangiamorte e non sa che lui e Ginny lo sono.
Ovviamente non dico chi è, altrimenti addio suspance
XD Grazie ancora per la fedeltà con cui segui le mie
storie =° Mi commuovi ogni volta =*
JalyChan:
per la cioccolata, mi sa che dovrai
aspettare ancora un po'. Ginny sta diventando maliziosetta
e misteriosa, quindi... ^^'' Però per il resto... Harry
sta continuando a pagare (Harry Mealdocet, ne vuoi un po'?!) e la situazione si evolve XD
Lynn Wolf:buhauhauhauhauhaLestrangeBurger,
MacStrekonDeluxe, DoppioLestrangeBurger
o RodolphusToast?! Un Harry Meal...
XDDDD buhauhauhauhauhauha ti giuro, sono ancora
piegata in due dalle risate XDDDD Non me le fare più ste
cose, o continuerò a ridere e non scriverò più XDD
Alexiel84:
Harry mi sa che spera che tu mi tormenti... così almeno eviterai di ucciderlo
^_^ Ma io ti consiglio di meditare vendetta un po' su tutti, non solo su Harry,
perché... ehm... beh non lo dico ^^ [Luna sadica]. Comunque
sappi, che le tue intenzioni omicide nei confronti di Sfregiato, presto si
propagheranno al resto del gruppo... ne sono convinta XD Continua a seguirmi!
^^
*Questa fanfic contiene alcune scene di
carattere violento e alcune relative al sesso. Non
sono particolarmente eccessive e descrittive, tuttavia chi pensasse di poter
non sopportare questo genere di situazioni, è pregato di non continuare a
leggere.*
Il
morso del serpente
CAPITOLO
7
“Maledetti
bastardi.”
Draco
Malfoy, con indosso la tenuta da Mangiamorte, camminava lungo uno dei corridoi
del residence. In mano, stringeva la maschera argentata, in parte coperta di
sangue, mentre con l’altra cingeva il fianco, in apparenza ferito. La pelle
lattea del braccio, era sporca di liquido vermiglio.
L’attacco
di quella sera non era andato come sperato. Quegli stupidi dei suoi compagni si
erano fatti mettere in difficoltà dagli auror. Un ringhio sommesso uscì dalle
sue labbra, al ricordo della tenacia con cui aveva combattuto il soldato che
gli si era parato di fronte e che, grazie alla mascherina, non l’aveva
riconosciuto. Ronald Weasley. Il fratello babbanofilo di Ginny.
Non
gli aveva mai letto tanta rabbia negli occhi, si trovò
a pensare. Neppure quando lo chiamava “lenticchia” o
insultava la sua famiglia di pezzenti, ai tempi di Hogwarts.
“Che ti è successo?!”.
Una, non troppo preoccupata, Ginevra Weasley, gli era comparsa
davanti, impedendogli di andare oltre. Non riusciva a distinguere bene la sua
figura e vacillò un momento, sotto la luce fioca delle torce appese alle mura
di pietra nuda.
“Lasciami
passare… Weasley.” Le intimò con la voce ridotta ad un sibilo raggelante.
La
rossa inarcò un sopracciglio, infastidita. “Per andare dove? A morire nella tua
stanza? A malapena ti reggi in piedi, furetto malriuscito, vedi di non fare
troppo l’orgoglioso e di non imitare il Signore
Oscuro, ti riesce male. Piuttosto, lasciati aiutare… stupido.”
“Ma come-”
“…oso,
sì sì. Lo so, Draco. Sei monotono.”
Scherzò, afferrandolo per la vita e tirandosi il braccio sporco di sangue
dietro il collo.
Il
biondino tentò di staccarsi da quella presa, biascicando che riusciva a
cavarsela da solo, ma un capogiro lo convinse a tacere, per non rischiare di
trovarsi morto dissanguato, da una nuova ferita provocata magari dalla collega
stessa.
Ginny
lo trascinò fino a quello che lui le indicò, essere il suo appartamento. Non
c’era mai stata prima di allora e al primo impatto, la intimorì.
A differenza del suo, le cui finestre erano sempre aperte a dar luce alla
stanza, tranne nelle ore in cui il sole dava il
massimo del fastidio, quello di Draco sembrava avvolto nelle tenebre. Non
odorava di chiuso, questo no. Probabilmente perché,
nonostante le tapparelle fossero abbassate, le finestre erano comunque aperte per dar ossigeno nuovo alla camera. Non vi
era traccia di modernità. Tutto era arredato nel più totale e rigoroso stile
tra l’antico e il gotico.
Sorrise al pensiero di quanto poco fosse stupita della cosa.
Non ce lo vedeva mica Malfoy, in un appartamento
cibernetico, dotato di confort babbani e chincaglierie elettroniche. No, non
gli si addiceva.
Lo
aiutò a sedersi sul letto a baldacchino, le cui lenzuola, di
seta blu notte purissima, sembravano fondersi con l’oscurità
dell’ambiente.
“Ora
vattene.” Brontolò seccato, togliendosi di dosso il mantello nero dotato di
cappuccio. Alcuni ciuffi biondi gli caddero davanti agli
occhi e con un gesto fluido della mano li spostò, incrociando lo sguardo
azzurro e deciso di Ginevra. “Ti ho detto di andartene. Faccio da solo.”
“…ah
puoi continuare a dirmelo altre mille volte, se decido di non andarmene non me
ne vado.”
“Potrei
costringerti.”
“Oh
sì certo!” Ridacchiò sarcastica, passando una mano sui capelli color sangue e
sistemandoli dietro l’orecchio. “Dai Draco, costringimi ad uscire, sto tremando
di paura.”
“Stupida…”
Ginny
scattò in avanti, impedendogli qualsiasi tipo di movimento e respingendolo sul
letto. Non che le piacesse particolarmente quella situazione, considerato il fatto che, date le condizioni in cui versava
il biondino, sarebbe toccato a lei aiutarlo… a meno che non avesse chiamato
Theodore. Scacciò quasi subito quel pensiero, scotendo la testa. No, sarebbe
stato inutile. Già stava creando un sacco di problemi quando era lei ad
aiutarlo, non osava neppure immaginare cosa avrebbe creato, se si fosse
ritrovato in giro per la camera qualcun altro pronto a prestargli aiuto.
“I
Malfoy non-”
“...hanno
bisogno dell’aiuto di nessuno.” Lo anticipò pungente lei,
sfilandogli la maglietta giro manica della divisa, impregnata di sangue
sul fianco.
Draco
storse le labbra, reprimendo l’impulso di farle Dio solo
sapeva cosa. “No, dicevo che i Malfoy non hanno
bisogno dell’aiuto di un Weasley.”
Contrariamente
a ciò che si aspettava il biondino, la rossa si limitò a corrugare la fronte e
a rivolgergli un ghigno sornione. “Oh allora siamo a cavallo! Ho smesso di
essere una Weasley tanto, tanto tempo fa.”
_____
Una
concentratissima Hermione, sedeva compostamente all’immensa tavola della cucina
dell’ex palazzo Black. Era nella stessa posizione da
almeno due ore e non accennava a muoversi. Le uniche parti del suo corpo, che
lasciavano intuire che non fosse caduta vittima di una Pastoia Total Body,
erano le mani che di tanto in tanto sfogliavano le pagine dei libri che
consultava, sollevavano gli occhiali da vista, rettangolari, sul naso e
scostavano qualche ciocca riccia da davanti agli occhi.
Chiuse
il libro con aria trionfante, esclamando un impercettibile “Eureka!”
“Devo
dedurre che la tua full immersion in quella pila di libri è servita a qualcosa,
Hermione.” Disse Remus Lupin, alle sue spalle,
spaventandola e facendola sobbalzare sulla panca di legno.
Le
labbra della mora si curvarono in un sorriso. “Direi proprio di sì.”
“Posso
sapere cosa hai scoperto, adesso?!” Domandò, togliendosi il mantello dalle
spalle e prendendo posto accanto a lei, con fare curioso.
“Certamente.”
Detto ciò, afferrò il piccolo foglietto che era volato fuori
dalle pagine del regalo per Harry. “Ah! Come stanno gli altri?!”
Lupin
la rassicurò con uno sguardo gentile e un accennato sorriso. “Tutto apposto.
Torno adesso dal St. Mungo. Nessuno ha riportato
ferite gravi, anzi direi che ne hanno procurate…”
“Eh?!”
“Eheh… no, non chiedermelo.” Chiuse il discorso, leggermente
divertito. “C’è una persona che, probabilmente, vorrà raccontarti tutto nei
dettagli, appena gli permetteranno di uscire dall’ospedale.”
“V-va bene.” Fece poco convinta, aggrottando le sopracciglia
e tornando a dedicare la sua attenzione al foglietto che stringeva tra le mani.
“Allora, come stavo dicendo… questo, l’ho trovato
nelle pagine del libro che ho acquistato per Harry, ricordi?!”
“Sì,
la copia antica de Il Quidditch attraverso i secoli, no?!”
Chiese conferma, puntandole addosso gli occhi castano-verdi. “Di che si
tratta?!”
Hermione
tolse gli occhiali e gli appoggiò al tavolo, facendo ondeggiare per qualche
istante la chioma riccia. “E’ un elenco di libri che, stranamente, non
compaiono più nella libreria che abbiamo visitato
l’altro giorno. Sono assolutamente certa che l’abbia compilato quell’uomo.”
“Come
fai ad esserne così convinta?! Magari apparteneva al vecchio proprietario del
libro!”
“No,
impossibile.” Lo smontò immediatamente, scuotendo il capo. “E’ troppo recente
come pergamena, per nulla rovinata. Inoltre quell’uomo
è così pignolo che sono quasi sicura ispezioni libro
per libro, ogni acquisto. Senza contare che… ho proceduto alla prova
calligrafica, con un incantesimo e alcuni documenti che aveva
firmato il nostro negoziante.”
“Hermione
te l’ha mai detto nessuno che sei geniale?!”
La
ragazza assunse un’aria pensosa, battendosi il dito indice sul mento e
guardando in alto. “Uhm, fammici pensare… sì! Una marea di volte, anche.”
Remus
scoppiò a ridere. “Ora resta solo un problema da risolvere: trovare i libri mancanti.”
“Beh,
adesso che abbiamo una lista, sarà molto più semplice. Sono certa che ha trascritto i titoli per non dimenticarli, sono parecchi,
in effetti.” Esclamò risoluta, decidendosi ad alzarsi da quel posto e
stiracchiandosi le ossa, indolenzite.
“Semplice?!”
“Sì,
certo.” Continuò imperterrita, dirigendosi verso il frigo per prendersi da
bere. “Ora che so quali sono i libri da cercare, mi farò aiutare da ‘certe persone’, per trovarne qualche copia in giro.”
Il
licantropo la guardò basito. “Certe persone?! Hermione ti ha dato di volta il
cervello?!”
“…e perché mai?!” Domandò confusa, sbattendo gli occhi un paio
di volte e versandosi del succo di frutta in un bicchiere di vetro. “Mica ho detto che devono aiutarmi dei Mangiamorte!”
“E chi?!”
Lo
sguardo confuso di Remus, non riuscì nell’intento di far sbottonare la ragazza.
“Lo saprai.”
_____
Quella
dannatissima testarda di Ginevra si era impuntata e lo aveva accompagnato sino
alla Sala delle Riunioni, dove era stato convocato dal Signore
Oscuro. Sapeva perfettamente cosa lo aspettava in quella sala. Aveva fallito,
era stato colpito e tutto il resto del combattimento, come si era svolto e
quante persone aveva ucciso non contava. Benché lui,
come Nott e qualche altro Mangiamorte, fosse uno dei
protetti di Lord Voldemort, non sarebbe sfuggito alla punizione e non gli
andava per niente bene che la Weasley assistesse a quella scena. Gli bruciava
non poco l’idea che la rossa, lo vedesse piegarsi al
volere del suo signore.
“Tornatene
nel tuo appartamento.” Le sibilò a mezza bocca, approfittando di un consulto
veloce tra Voldemort e un incappucciato, di ritorno da una missione
fortunatamente per lui andata a buon fine.
Ginny
storse il naso, seccata. “Non ci penso neanche, sei ferito e ti riporto indietro non appena avrai terminato.”
Ciò che resterà di me… vuoi dire.
Malfoy
non riuscì a controbattere. Il Signore Oscuro aveva
smesso di parlare e gli aveva puntato addosso i suoi occhi color sangue. Un
ghigno pericoloso ed inquietante gli curvava le labbra. “Draco… ho saputo che
l’incarico che ti avevo affidato, non è stato portato a compimento.”
A
differenza di quanto pensasse Ginevra, il biondino non
si scompose. Si ritrovò a pensare che al suo posto avrebbe perlomeno deglutito,
cercato una giustificazione, balbettato… ma queste erano tutte reazioni da lei,
non da Draco Malfoy.
“Mi
rincresce, Lord Voldemort, ma è così.” Rispose
schietto e sincero, non abbassando mai neppure lo sguardo. “Ho avuto qualche
imprevisto a metà del lavoro. Sono stato attaccato a sorpresa e-”
“Sei
stato sconfitto.”
Il
ragazzo serrò la mascella. “Non esattamente. Anche il mio avversario ha
riportato ferite uguali, se non peggiori delle mie.”
“Mi
pare irrilevante, dal momento che uno dei miei migliori elementi è ridotto in
questo stato, Draco.” Sibilò innervosito il mago
oscuro, appoggiando il mento su una mano.
Ginevra,
qualche gradino più in basso del biondo, era rimasta in silenzio tutto il
tempo. Voldemort non le incuteva grande timore e tutto
questo grazie a Draco, che le aveva spiegato un aspetto fondamentale della vita
di un Mangiamorte che ci teneva a vivere a lungo: mai mostrare la propria paura
al Signore Oscuro o lui se ne sarebbe cibato. In quel momento però, proprio
mentre Draco era sottoposto a quella specie di interrogatorio,
si sentì piccola e debole, al cospetto di Colui-che-non-deve-essere-nominato.
“Mio
piccolo fiore vermiglio…” Soffiò nella sua direzione, facendola sobbalzare in
maniera impercettibile. Malfoy si voltò appena, incrociando i suoi occhi
metallici con quelli azzurri e velati di spavento, della sua collega.
La
rossa fece qualche passo, salendo un paio di scalini. “Mio signore…” Inchinò
appena il capo.
“…cosa ti porta qui, al mio cospetto, in compagnia del giovane
Malfoy?!”
Calma…
Draco
fece per parlare, ma lei fu più veloce. “Volevo riuscire a capire chi ha potuto
ridurre in quello stato, un Mangiamorte del suo calibro. Devo
conoscere bene il mio nemico, per combatterlo, non voglio certo
rischiare di far ritorno da una missione in quelle condizioni…”
Il
Lord Oscuro la fissò per qualche istante. Sul volto, un
chiaro segno di poca convinzione. “Mia cara, verrà il giorno in cui ti verrà assegnato un ruolo in qualche incarico… ma non credi
che sia troppo presto?!”
Quella
voce sibilante, le provocò un brivido gelido dietro la schiena. “Io obbedirò a
ciò che lei mi ordinerà. Se pensa che sia troppo
presto per un mio intervento in battaglia, ebbene aspetterò…”
“Ti
vedo molto determinato, mio piccolo fiore.” La schernì
Voldemort, curvando le labbra in un ghigno che aveva del famelico. Gli occhi rosso sangue, illuminati di perfidia. “Sai che
dovrai allenarti molto…?!”
Ginevra
annuì lentamente. “Ne sono consapevole, ma se questo può servirmi nel mio
intento… non mi spaventa.”
“Valuterò…
ora, ho da impartire una lezione al signor Malfoy.”
Sogghignò sadico, alzandosi dallo scanno e impugnando la bacchetta magica.
“Vuoi rimanere ed assistere allo spettacolo?”
Qualcosa,
nello sguardo di Draco, le disse che il giovane non era propenso, né favorevole
alla sua presenza là… ma lei doveva capire, doveva sapere a cosa andava
incontro con un errore, seppur piccolo. E se possibile,
voleva farsi svelare chi era l’artefice del fallimento del biondino. “D’accordo.”
“Bene,
Draco… è mio dovere farti capire che nessun Mangiamorte può essere colto alla
sprovvista da un Auror.”
Il
ragazzo abbassò di poco la testa, ma non lo sguardo. “Sì, mio signore…”
“Meno
che mai se il Mangiamorte in questione è un Malfoy… e l’Auror, è un Weasley!”
Spiegò con voce seria, corrugando la fronte e puntandogli l’arma, contro. Ginny
sussultò, sgranando gli occhi. “Crucio!”
_____
Ron
Weasley, se ne stava comodamente seduto sull’erba fresca del parchetto. Di quel parchetto. Quel
posto così familiare, dove trascorreva i pomeriggi estivi, insieme ai suoi
migliori amici e a sua sorella. Rimanevano ore e ore a fissare il cielo,
scherzando su quale forma assumessero le nuvole, oppure prendevano a
rincorrersi ridendo. E tutto fino a quando la sua piccola
Ginny lo aveva abbandonato, sparendo all’improvviso senza lasciare tracce
concrete del suo passaggio. Da nessuna parte.
Sospirò,
lasciandosi cadere di schiena sul prato. In quel momento, una nuvola solcò il
cielo, facendolo sorridere. Aveva la forma di un coniglio.
“Guarda Ron!! Guarda!!”
Un
Ronald dodicenne, alzò lo sguardo verso la sorellina, di appena undici anni.
Era tutta presa dal cielo azzurro, distesa sul prato della collinetta poco
distante dalla Tana.
“Cosa devo guardare?!”
Ginny
lo guardò con aria divertita, indicandogli un punto imprecisato di quel manto
celeste. “Le nuvole! Guarda che belle
forme!”
“Ron?!”
La
voce, per nulla bene accetta del suo migliore amico, lo ridestò da quei ricordi
felici. Incredibile, come fino a qualche tempo prima, entrambi si ritrovassero nel medesimo parchetto per parlare, chiarirsi,
discutere e come ora invece, lui non riuscisse neppure a guardarlo in faccia.
Persino sentire la sua voce gli procurava fastidio.
“Che vuoi?!”
Harry
si strinse nelle spalle, sbuffando appena. “Parlare, suppongo.”
“Cosa ti fa credere che io sia d’accordo?!” Domandò con tono
acido il rosso, alzando la schiena da terra con fare scocciato.
Il
giovane Potter non si perse d’animo. Avanzò di qualche passo, sedendosi a
distanza di sicurezza dall’amico e lo scrutò con aria seria. “Il fatto che sei
il mio migliore amico e che non mi hai neppure lasciato modo di spiegarti… per
bene…”
Le
labbra rosee di Ron si allargarono in un sorriso, che aveva del cattivo. “Cosa vuoi spiegare, Harry?! Sei stato abbastanza chiaro. Ti
sei scopato Cho per puntiglio e hai spezzato il cuore
a mia sorella. Cosa vuoi? Una medaglia?!”
Il
moro scosse la testa, posandosi una mano sulla fronte e toccando la cicatrice a
forma di saetta, che per un attimo aveva vibrato. “Ascolta, so che può
sembrarti una cosa riprovevole… lo è anche per me. Mi sono odiato per quello
che ho fatto a Ginevra.”
“Oh
poverino! Si è odiato lui!!” Ironizzò Ron,
ridacchiando con stizza. “Sai quanto me ne importa? Meno di zero! Mia sorella è scomparsa, capisci?”
“Ron
per la miseria!! Mi ascolti sì o no?!”
L’altro
si girò di scatto, fulminandolo con lo sguardo. “Ti sto ascoltando e mi disgusti sempre di più, ogni minuto che passa…”
“Stai esagerando!” Esclamò a voce improvvisamente
più alta, zittendolo. “Non puoi scaricare addosso a me tutta la colpa della
scomparsa di tua sorella, Ron! Io l’amavo… ti è
chiaro?!”
“Ma non hai perso tempo a
tradirla…”
“…e tu a trattarla come una bambina!” Tuonò secco,
alzandosi in piedi e spolverandosi il retro dei jeans,
incrociando gli occhi verdi, con quelli blu furiosi dell’amico.
“Cosa c’entra?!”
Harry aggrottò le sopracciglia. “Non ti è mai
venuto in mente… che Ginny sia scappata anche da te?!”
Ron si alzò da terrà e
gli si parò davanti, con aria incazzata. “Ma come osi?! E’ tutta colpa tua se è andata via…!!”
“Andiamo Ron, offendi l’intelligenza di Ginevra
dicendo questo.” Fece sarcastico, incrociando le
braccia. “Pensi davvero che se ne sia andata solo ed esclusivamente perché l’ho
tradita?! A distanza di tempo, poi!”
Il rosso tentennò, aprendo e chiudendo la bocca un
paio di volte. “I-io non…”
“Riflettici un po’ su…! Mi sono
stancato di fare il capro espiatorio… soffro già abbastanza per cavoli
miei!”
_____
Ginevra spinse leggermente la
porta di legno massello, entrando in quell’appartamento
che se possibile, ora le pareva ancora più tetro. La luce di una singola
candela, donava quel poco di luminosità a quella camera immersa nelle tenebre
più fitte. Un intenso odore di sangue e alcool aleggiava
a mezz’aria, stordendole appena i sensi.
“Draco?!”
Attese qualche istante, prima di richiudersi la
porta alle spalle e fatto un cenno con la mano a Theodore (che l’aveva
accompagnata fin là), compì qualche passo, richiudendo l’uscio. Non vedeva a
più di un metro dal suo naso e cercò a tentoni, di raggiungere qualche mobile
da usare come appoggio.
“Draco?!” Riprovò ancora, aspettando una risposta
che però… non ebbe.
Camminò lentamente, addentrandosi in quella che
ricordava, essere la zona occupata dal letto a baldacchino del giovane
Mangiamorte. Rischiarata dalla flebile luce della candela, posta sul comodino,
una figura appariva distesa nel letto. Si avvicinò con cautela, dalla parte
opposta a quella in cui giaceva il corpo di Draco, apparentemente addormentato.
Con un colpo di bacchetta, aumentò l’intensità della luce, facendo comparire
qualche altra torcia sulla mobilia di legno antico.
Un mugolio si levò dal letto, prima che gli occhi
metallici del biondino si aprissero, pietrificandola sul posto. “Che ci fai, tu, qui?!”
Lo vide tentare di alzarsi e lo costrinse a
restare sdraiato, sospingendolo con una mano sul petto. “No, non muoverti.”
“Lasciami, devo alzarmi…”
Ginevra si mordicchiò il labbro inferiore,
cercando di pensare ad un modo per non farlo spostare. “Sei ancora debole,
Draco. Tutte quelle Crucio…e la ferita…”
Le iridi argentate di Malfoy scintillarono. Le
afferrò un polso con violenza e l’avvicinò a sé. “Bazzecole! Sono in perfetta
forma… piantala di fare la petulante. Sto benissi-” Una fitta di dolore lo
colse in piena frase, costringendolo a zittirsi e deglutire, per
trattenere un gemito.
“No che non stai benissimo… la vuoi smettere di
fare il bambino capriccioso?!” Lo rimproverò bonariamente, addolcendo lo
sguardo più di quanto lei stessa non volesse. “Cosa ti costa ammettere che sei ferito e che hai bisogno di
riposo?!”
“Non ho bisogno di niente… solo di essere lasciato
in pace… chiaro?!” Ringhiò, mantenendo la stretta sul
suo braccio e sorridendo provocatorio.
Ginny deglutì, cercando di non mostrarlo. “Sei un
testardo, Draco… meriteresti-”
“Cosa?! La morte? O una lenta e dolorosa tortura?!”
La ragazza cercò di divincolarsi dalla sua presa.
Se in un primo momento, quando l’aveva visto disteso nel letto, privo di sensi,
si era sentita strana… forse dispiaciuta, nei suoi confronti, ora come ora
l’avrebbe preso a sberle. Aveva riacquistato quel tono
sprezzante e quell’atteggiamento borioso che
detestava.
“Lasciami!”
“Vuoi fare qualcosa per me, eh?!” Sibilò con voce
strascicata, rivolgendole un ghigno malizioso. “Vuoi essermi di
aiuto…”
Con uno scatto di reni impensabile per chiunque avesse una ferita come la sua, le afferrò l’altro braccio e
la tirò sul letto. Con una forza e una violenza inaspettate, le appiccicò le
braccia contro il materasso e le pressò il corpo minuto con il suo. Uno
scintillio perfido, illuminò i suoi occhi.
“C-cosa vuoi fare?!”
La smorfia tra lo spaventato e l’arrabbiato di
Ginevra non sortì alcun effetto. Le pallide labbra di
Draco si impossessarono di quelle rosso ciliegia della
ragazza che, dopo un attimo di smarrimento, tentò di staccarlo da lei. Qualche
istante dopo, la lingua del biondino si insinuò nella
sua bocca e, senza reagire, Ginny glielo permise, smettendo di dimenarsi e
stringendolo possessivamente per le spalle.
Continua...
Note dell’autrice: Settimo capitolo pronto!! Inutile che mi scusi
per il ritardo, ma ho avuto degli imprevisti… e quindi, niente capitoli per un
po’. Se poi ci aggiungiamo che ho un botto di ispirazione,
ma per le nuove storie… le vecchie ne hanno risentito. Ho notato comunque, con piacere, che molti di voi hanno apprezzato
l’inizio della nuova storia “Un’ancora nel buio”, prometto che non attenderete
molto prima del secondo capitolo. E questo, vale anche
per l’ottavo capitolo di questa storia ^^ Ovvio!
Per i fan della coppia Draco/Ginny vi
rimando alle mie oneshot: Innocence - Angeli in
Catene -Minuetto-The PerfectDrug-Strade
Per i fan della coppia Harry/Ginny...
beh... ho scritto una oneshot particolare: TwoHearts and a Snitch - E' tempo
di volare
Fatemi sapere che ne pensate, mi
raccomando…
Passiamo ora ai ringraziamenti. *-* Lo
sapete che vi adoro, vero?!
Osyen: sono felice che ti piaccia come rendo la coppia
Draco/Ginny, che come ormai avrai capito è una delle mie preferite! ^^ Sono
così… particolari insieme!! Spero che anche questo nuovo
capitolo sia stato di tuo gradimento ^^
JalyChan:
beh, ormai sarai di ritorno dal
mare… e troverai il capitolo nuovo… meglio di così! ^^ Per quanto riguarda
Harry… pare si sia stufato di soffrire e Ginny… mi sa
che qualcosa si è incrinato… ma cosa? =) Ehhh per ora
non si sa ^^
Nyla: ti chiedo scusa per il ritardo,
ma come vedi, eccomi qui! Harry-sfigato-Potter,
ha tirato fuori le unghie finalmente… e Ginny… Ginny mi sa che ha
momentaneamente abbandonato l’idea del femminismo… forse! ^^ In fondo mica è detto, no?!
Nakoruru: ehhh Draco
maniaco… *-* magari!! Cioè… ehm… voglio dire… insomma…
va beh, lasciamo perdere ^^’’ comunque Ginevra gli da un bel po’ di lavoro da
fare e anche il fratello, a quanto sembra =D Beh beh,
se la deve sudare un po’ la sua carica di Mangiamorte, no?!
Kristel: eccomi qua con l’aggiornamento.
Mi scuso per il ritardo e spero che sia di tuo gradimento…!! Grazie per i
complimenti!! ^^
Ryta Holmes:uhauhauhauhauhauhavisto che colpo
di scena? E io ho interrotto sul più bello! Ok, rinfodera le armi… lo sai che nel prossimo chap, scoprirai qualcosa di più… se non consideriamo le
cose che già sai e gli altri no! Ghghghgh non picchiatela dai, in fondo è la beta-reader
^^
*Questa fanfic contiene alcune scene di
carattere violento e alcune relative al sesso. Non
sono particolarmente eccessive e descrittive, tuttavia chi pensasse di poter
non sopportare questo genere di situazioni, è pregato di non continuare a
leggere.*
Il
morso del serpente
CAPITOLO
8
La mano sinistra di Draco scivolò sotto il vestito
rosso che indossava Ginevra, mentre l’altra si destreggiava sapientemente con
la spallina dell’abito, abbassandola. La rossa tentò, invano, di respingere il
corpo del giovane, ancora una volta, ma si arrese dopo un po’, incapace di
razionalizzare le sue emozioni.
Affondò i denti nel labbro inferiore, mozzando in
gola un gemito di piacere, quando la bocca di Draco, raggiunse il suo collo,
baciandolo avidamente. Sentì la lingua umida e tiepida, lambirle la pelle
dell’incavo e poi la spalla e gettò la testa all’indietro, sul cuscino, per
godere appieno delle sensazioni che le stava
provocando.
“D-Draco…”
Il biondino non le rispose. Fece scivolare
entrambe le spalline lungo le braccia, prendendo a torturarle il decolleté con
baci sempre più pretenziosi e morsi delicati. Le dita di
Ginevra, si strinsero attorno ai ciuffi biondi del ragazzo, non appena percepì
una sua mano fresca, stuzzicarle il basso ventre.
“…Draco no…”
Il giovane Malfoy sorrise contro la sua pelle, scendendo a morderle un
seno. “…hai scherzato troppo col fuoco, Ginny…”
Annaspò, quando con un gesto
secco della mano, Draco le divaricò
le gambe, sistemandosi in maniera più comoda e bloccandole i polsi con entrambe
le mani. Tornò a baciarla con passione, giocando con la sua lingua, mordendone
le labbra scarlatte. Avvertì la pelle liscia del torace muscoloso, lasciato
scoperto dalla camicia bianca, contro il suo seno e l’eccitazione, ormai
palese, seppur celata dal paio di pantaloni di raso nero, premuta contro la
pancia.
Si lasciò baciare più volte, ricambiando con la
stessa intensità.
“…n-non possiamo…” Tentò di nuovo, non appena
Malfoy ebbe abbandonato la sua bocca, ma dovette tacere e deglutire per soffocare
un urletto, quando le labbra rosee del suo amante,
passarono a sfiorarle e poi a morderle voracemente il lobo dell’orecchio.
“Non avevi detto che volevi aiutarmi?!” Le
sussurrò malizioso, tornando ad accarezzarle il collo con la punta della lingua.
“…ebbene… lo stai facendo.” Continuò, lasciando
scivolare una mano di nuovo sotto al tessuto rosso del
vestitino, a stretto contatto con gli slip.
Ginny ebbe un sussulto.
Non aveva mai pensato, che un rapporto tra due
persone raggiungesse una tale intensità. Non credeva, e forse neppure
immaginava, che qualcuno sarebbe riuscito a coinvolgerla a tal punto, anche se
solo fisicamente. Era sempre stata convinta, da romantica, che solo con un
certo tipo di sentimento, il legame tra due amanti sarebbe stato assolutamente
perfetto. Maquello
era assolutamente perfetto! E lei non aveva alcun
legame sentimentale con Malfoy! Neppure se lo sarebbe mai sognato…! Draco
Malfoy non era tipo da “amare”.
Si mordicchiò il labbro, imponendosi un minimo di autocontrollo e un tono di voce basso. Si lasciò andare a
quelle sensazioni, fin quando nell’aria, si sentì il fruscio dei pantaloni di
raso nero, che il biondino si stava togliendo, restando in boxer aderenti.
Ginevra allungò le mani esili e
delicate, fino all’elastico della biancheria di Draco, forzandola e
giocandoci, ricambiando quel bacio febbrile, che si stavano scambiando da
interminabili minuti.
Toctoctoc
Il ragazzo sobbalzò.
Tre colpi… sapeva già chi era.
“Draco…”
La voce di Lucius
Malfoy, all’esterno del mini appartamento, destò seria
preoccupazione in entrambi i Mangiamorte. Ginevra si catapultò giù dal letto,
passandosi una mano nella chioma fulva, color sangue e rassettandosi alla meno peggio il vestito rosso, ormai completamente sgualcito.
Draco sospirò frustrato, tirandosi indietro i ciuffi color platino e indossando
nuovamente camicia e pantaloni, con una velocità impressionante, quanto
fastidiosa.
Aspettò che la rossa si fosse accomodata su una
poltrona, fingendo di consultare un tomo antico, rilegato in pelle di drago,
alla luce di una candela, prima di avviarsi alla porta e aprirla con fare
assonnato.
“Padre…”
L’uomo entrò con eleganza nell’appartamento,
facendo frusciare il mantello dietro di sé. “…noto che sei in compagnia.”
“Ginevra è passata a richiedermi un libro e a
domandare come mi sentivo.” Spiegò brevemente,
cercando di moderare il tono della voce, ancora scosso da qualche
impercettibile tremolio, dovuto all’eccitazione. “…piuttosto, cosa vi porta da
me?!”
“Vento di riunione, Draco.” Rispose Lucius, impettito, lanciando un’occhiata obliqua al letto
disfatto del giovane figlio. “Dovresti essere ancora a letto… perché non hai
lasciato che aprisse Ginevra?!”
Il biondino scrollò le spalle, stringendo i denti per
un fastidio dovuto alle ferite. “Avevo voglia di sgranchirmi le gambe…
conoscete la mia scarsa propensione allo starmene disteso in un letto.”
Uno strano silenzio calò tra i presenti. Ginny
alzò appena gli occhi dal volume, incrociando il suo sguardo azzurro cupo, con quello grigio metallico del ragazzo.
Lucius ghignò malevolo, dirigendosi nuovamente verso la porta e aprendola. “…non se la compagnia è
piacevole, figliolo. Piuttosto… vedi di essere
puntuale alla riunione di stasera, ci sono novità…”
Sbatté la porta alle sue spalle.
Draco si voltò verso la rossa, la quale, non
appena ebbe la certezza che Lucius
fosse sufficientemente lontano, non degnò di uno sguardo il biondino e
si incamminò verso l’uscita.
“…riguardati.” Disse solamente, prima di ripetere
il gesto del signor Malfoy.
_____
Sirius Black e un alquanto scocciato Remus Lupin,
seguivano in silenzio Hermione, lungo una stradina laterale di Diagon Alley. Il
posto, decisamente angusto, sporco e maleodorante,
conduceva quasi sicuramente verso le zone peggiori di Nocturn
Alley e, sebbene non fosse la prima volta che ci mettevano piede, avrebbero
volentieri evitato di ripetere l’esperienza non proprio entusiasmante.
“Hermione…” Provò Lupin, stringendo la presa
intorno alla bacchetta e avvicinandosi di più alle spalle dell’amica. La
ragazza, in risposta, si voltò a fulminarlo con lo
sguardo, facendo un cenno con la testa a Ron, che aveva insistito per
accompagnarli, affinché svoltasse a destra.
Una vecchia insegna, in legno, cigolò in maniera
sinistra facendoli sobbalzare sul posto. Sirius, esasperato, si portò una mano
nella capigliatura corvina, imprecando sottovoce. “…si può sapere dove diamine
ci stai portando?!”
Hermione non diede risposta. Tirò fuori dalla tasca un pezzetto di pergamena ingiallita e
consunta e sorrise tronfia. Ron le lanciò un’occhiata complice, alla quale la
moretta rispose con un cenno di assenso.
Remus superò velocemente la coppia di giovani
amici, accostandosi al negozio ormai abbandonato, al quale apparteneva
l’insegna. Sulla stessa, scritta a caratteri eleganti, vi era inciso il nome: “Requiem”.
Uno senso di deja-vù lo spiazzò. Lui, conosceva quel
posto! Come del resto, quasi certamente lo conosceva Sirius.
Non che ci fossero mai entrati, no… ma quel posto era abbastanza famoso.
“Come fai a conoscerla?!” Domandò sconcertato il
licantropo, incrociando per puro caso lo sguardo nero e cupo del suo migliore
amico. Sirius scrollò le spalle. “Solo i maghi purosangue possono accedervi. Dovresti saperlo… e poi… si parla di anni fa, per quel che mi ricordo, quando andavamo ad
Hogwarts noi, la libreria già era in fase di chiusura.”
La ragazza sorrise brevemente. “Chiusura al pubblico, Remus.”
“Hermione non… come…?!”
“Calmo, c’è una spiegazione logica.” Lo rassicurò
la ragazza, sorridendo. “Sai che non lascio nulla al caso. Se siamo qui, è
perché c’è qualcuno che può aiutarci.”
Remus e Sirius si scambiarono un’occhiata confusa,
poi l’uomo dai capelli corvini, si decise a chiedere qualche informazione in
più. “Allora, cerchiamo di andare con calma. Il proprietario di questa baracca
è un noto Mangiamorte, purosangue… detesta i ‘nati babbani’
e tu vuoi farci credere… che sia disposto ad aiutare noi?! Andiamo… Remus non è
mai riuscito a mettere un piede in questo posto, Tolomeus
ha fiutato subito in lui un ‘mezzosangue’.
Solo io sono riuscito a prendere un libro… una volta… prima che Regulusraccontasse che, seppur ‘purosangue’, ero un rinnegato.”
La riccia si mordicchiò il labbro inferiore. “Hai
detto bene… Tolomeus. Quell’uomo
è morto cinque anni fa. La libreria ora è in mano a
suo nipote.”
Ron a quell’affermazione
sbuffò infastidito, suscitando ulteriore curiosità in
entrambi gli uomini, fermi fuori da quel postaccio e intenzionati a saperne di
più.
“Ora che ci penso…” Intervenne Lupin, portando una
mano sotto al mento, con fare pensoso. “L’ho sempre
sentito chiamare Tolomeus, ma non ho la più pallida
idea, di quale sia il suo vero nome.”
Sirius allargò gli occhi chiari, screziati di
grigio, con stupore. “E’ vero!”
Hermione si rigirò la bacchetta tra le mani. “Oh…
è semplice! Vi dice niente il nome BlaiseZabini?... Beh, è il nipote dell’ex
proprietario!”
_____
Torce rosse e catene, erano i soli ornamenti di
quella Sala. La pietra nuda, viscida e sporca, rilasciava un cattivo odore,
rendendo ancor più angusto e inquietante quel posto.
Draco calò il cappuccio, interrompendo le domande che stava
rivolgendo al padre, sulla strada lungo il corridoio che conduceva alla Sala
Torture. Non era lì che, di solito, si tenevano gli incontri con il Signore Oscuro. Il Lord, in genere, preferiva le riunioni
nella sala apposita, posta accanto a quella della
mensa. Molto più… confortevole, se così poteva definirsi, una
qualsiasi stanza di quel residence per Mangiamorte.
“Giovane Malfoy… spero che abbia avuto il tempo
per riflettere sui tuoi errori.”
Il biondino annuì, con un mezzo inchino. “Certamente
mio Signore. Può essere certo che non ci saranno ulteriori
sbagli, da parte mia.”
“Ne sono convinto… tuttavia…” Si
interruppe, picchiettando le dita scheletriche di una mano, contro
quelle dell’altra, con un sorriso sadico dipinto sulle labbra sottili. “…è mia
premura, informarti che sei stato scelto per due compiti fondamentali. Spero che non mi deluderai…”
“Di che si tratta?!”
Il Lord Oscuro ghignò perfido. “Da’ tempo al
tempo, mio fedele Mangiamorte. Per il momento ti basti sapere che ci sarà una
battaglia… molto dura e importante.”
“Auror?!” Domandò incuriosito Draco, rimanendo
ancora inginocchiato per terra… gli occhi grigi puntati sulla figura del suo
Signore.
“Precisamente.”
Il ragazzo sorrise malevolo. “Considerateli già morti.”
“No!” Lo interruppe, gelido, il Mago. “…non è mia
intenzione uccidere gli Auror. Non questa volta, perlomeno. Devi semplicemente…
spaventarli. Il mio piccolo fiore vermiglio, verrà con te. E’ ora che si mostri…
è ora che quegli stolti sappiano, che il loro prezioso tesoro… è nelle nostre
mani e per suo volere… oserei aggiungere.”
Il sorriso si allargò maggiormente, sul volto di
Malfoy. Era da tempo che aspettava di gustarsi le
facce scioccate di Sfregiato e Lenticchia, alla notizia che la piccola Ginevra,
aveva scelto il lato ‘malvagio’, abbandonandoli al
loro destino e rinnegando quella vita che, in tutti gli anni scolastici, aveva
difeso a spada tratta, umiliandolo spesso e volentieri.
“Tra quanto?!” Chiese impaziente, cercando di
mantenere un minimo di distacco. Nessuna emozione, mai, doveva trapelare dal
suo sguardo o dalla sua voce. I Malfoy erano freddi come il ghiaccio, sempre.
Lord Voldemort si aggiustò meglio sullo scanno. “Questione
di giorni…”
“Sarà fatto…”
“In quanto al resto…”
Continuò con voce strascicata, simile ad un serpente. “…voglio che controlli la
piccola Weasley.”
Draco inarcò un sopracciglio, perplesso. “Controllare,
mio Signore?!”
“Precisamente.” Confermò l’uomo, fissandolo con
gli occhi rosso rubino. “Pare che la giovane Ginevra, sia oggetto di attenzioni di molti tuoi colleghi, Draco.”
Il ragazzo storse le labbra, con fare seccato. “E’
una donna ormai… e aggiungerei piacente. L’esercito di
Mangiamorte, per quel che ne so, è effettivamente molto influenzabile dal
fascino femminile.”
“Ragion per cui… ti assicurerai
che nessuno e ribadisco ‘nessuno’, attenti all’incolumità
del mio piccolo fiore vermiglio.”
Il biondino sbatté le palpebre un paio di volte. “Non…
credo che nessuno di noi… si permetterebbe di farle del male, mio Signore.”
“Draco… mio devoto Mangiamorte, parlo della sua
incolumità sessuale.” Spiegò meglio Lord Voldemort,
intrecciando le dita delle mani e sorridendo in modo minaccioso. “Ginevra mi
serve viva e… vergine.”
_____
“BlaiseZabini?!” Esclamò stupefatto Sirius Black, passandosi una
mano dietro la nuca, visibilmente scioccato dalla notizia. “…ma
è il figlio, di uno dei Mangiamorte peggiori. Non è… assolutamente possibile
che…”
“Tutto è possibile.” Sibilò una voce alle loro
spalle. Dal buio del locale, all’apparenza abbandonato e
spoglio, comparve la figura di un giovane. Di certo, era molto più basso
di Ron, imponente nel suo metro e ottanta, abbondantemente
superato. I capelli, di un nero cupo, tenuti in ordine da un po’ di gel e gli
occhi, di un viola acceso, tendente all’azzurro, gli conferivano un’aria
gradevole. Affascinante, meglio.
Remus allungò l’arma verso il ragazzo, sebbene il
suo volto mostrasse la chiara intenzione di non usarla. “Zabini…
credo che tu ci debba qualche spiegazione. Precisa, se possibile e…”
“…no! Non ci sono Mangiamorte o colleghi di mio
padre e… non sono armato o meglio, lo sono, ma non intendo utilizzare il mio
potere contro di voi.” Precisò il ragazzo,
interrompendo qualsiasi tentativo di accusa di Ron o
chi per lui.
“Bene.”
Il negozio, era effettivamente molto sporco e
trascurato. Nulla era rimasto del vecchio arredamento, fatta eccezione per i
numerosi volumi, disposti su scaffalature, accuratamente ripuliti e ben
conservati. Il registratore di cassa giaceva, distrutto, sul bancone
principale, ormai tarlato.
Blaise, con circospezione e quel passo dannatamente
elegante, che per quanto potessero ricordare Hermione
e Ron, era tipico degli appartenenti alla Casa di Serpeverde, aggirò l’ostacolo,
entrando in una stanza più piccola sul retro.
“Accomodatevi.”
Remus fu colpito dalla presenza di una moltitudine
incredibile di volumi antichi, ordinatamente sistemati su librerie di legno
pregiato. Al centro, illuminato da qualche lampada magica, un tavolo circondato
da sei sedie, pareva adibito a zona studio.
“…come è possibile-”
“Tutto questo?!” Lo anticipò Blaise.
Lupin annuì, imitato da Sirius. “Mio nonno mi ha lasciato in eredità questa
libreria. Contiene un numero impressionante di testi antichi, manuali
introvabili e incantesimi vecchi e complicati. Mio padre se ne
è totalmente disinteressato e, personalmente, non ho tempo da perdere
cercando di ristrutturare questa catapecchia. Ciò che vi è, mi appartiene… e lo
sfrutto a mio piacimento.”
Ron si schiarì la voce, sedendosi su una delle
sedie intarsiate, dotate di cuscino. “Remus ci ha raccontato… che all’epoca di
tuo nonno, in questa libreria non era possibile l’accesso ai ‘mezzosangue’ o ‘nati babbani’.
Come mai, adesso non hai fatto storie… su Remus e… Hermione?!”
Blaise sedette compostamente, di fronte al rosso,
incrociando le braccia al petto. “A differenza di ciò che potete pensare,
sebbene sia stato un Serpeverde e sono… tutt’ora, figlio di Mangiamorte, non faccio distinzioni di
sangue. Un mago è un mago, a prescindere dal suo stato di famiglia.”
“Vedete…” Incominciò Hermione, prendendo posto
accanto al suo ex compagno di scuola. “Io e Blaise,
ci siamo conosciuti ai tempi di Hogwarts. Mi sembrava incredibile che uno
studente verde argento, avesse queste idee e non sono state poche le volte in
cui, ci siamo ritrovati a chiacchierare in biblioteca. Ho scoperto solo più
tardi, durante i soliti acquisti pre scuola, che suo
nonno era il proprietario del Requiem… e siccome ero curiosa…”
“…le ho gentilmente concesso una visitina.”Concluse il giovane Zabini, per lei, con un sorriso beffardo dipinto sulle
labbra.
“Curiosando tra i volumi, ho scoperto molte cose
interessanti… e credo che alcune di queste, potranno aiutarci col ‘diario’.” Spiegò brevemente la
ragazza, lanciando occhiate indagatrici a Sirius e Remus, cercando di studiarne
la reazione.
Il licantropo tacque per un po’. “Beh, complimenti
Hermione… sei una continua scoperta.”
Sirius gettò uno sguardo poco convinto a Blaise, che si alzò, facendo per uscire. “Ehi, dove pensi
di andare?!”
“Vi lascio la libreria in custodia… non entrerà
nessuno, ci sono incantesimi a protezione.” Disse,
voltandosi e intercettando lo sguardo incerto del mago dai capelli neri.
Ron balzò in piedi. “E
dove te ne vai? Non sarà una trappola, vero?!”
“Non mi riguarda ciò che pensate… Hermione sa.” Ribatté sprezzante, girando nuovamente i tacchi e
allontanandosi. “Ho un’altra faccenda molto importante, da sistemare…”
Continua...
Note dell’autrice: perdono… perdono… perdono!!! [Luna si
inginocchia, con la testa bassa e le mani appoggiate al pavimento] Pensavo di
riuscire ad aggiornare presto, ma la saga di NpS mi
ha preso troppo tempo e dovevo finirla, o non avrei potuto mandare il seguito.
Sono perdonata?! [Luna alza la testa e si ritrova davanti, l’orda di lettrici
inferocite] Qualcosa mi dice che siete qui per Draco e Ginevra, vero?! Eh… ehm…
[Luna deglutisce spaventata.] Non è colpa mia se Lord Voldemort la vuole… ‘intatta’. Dracuccio
dovrà evitare di toccarla… ammesso e non concesso che ci riesca…
viste le reazione che gli provoca. (Ehi! Ma scherzi?
Quella… quella… ndDracooh! Ginny ti prego, non
uscire in accappatoio, prendi freddo! ndLunaIngenuadove?! Come?! Quando?! ndDracoConLaBavaAllaBoccapatetico -.-
ndLuna&Sid&Ryta&Atalarico) e ammesso e non concesso che lei… e che
lui… e che loro… uhahuhauhauhauhauha [Luna non dice
più niente, se no svela troppo del passato e troppo del futuro.]
Per chi si domandasse: “perchéBlaiseZabini?!”
sappiate che è uno dei miei personaggi (Serpeverde) preferiti. Sebbene si sappia veramente poco di questo ragazzo, lui e Nott, sono i miei favoriti. (E
certo! Meglio di Tiger e Goyle!
ndSidquelli non li considero neppure… neanche li
nomino -.- ndLunaDisgustata) Inoltre, sappiate che la
piccola Granger e il bel tenebroso Zabini, hanno in
serbo parecchie sorprese. [Luna si agita notando lo sguardo rosso fuoco di Marcycas. (no no!! Non fraintendere!!
Non si metteranno insieme!! °-° ndLunaPreoccupatalo spero per le tue ossa ndMarcycasConVoceSibilanteoh Signore Oscuro…
ah no, sei tu =P ndLunaCheSiConfonde)]
Un’ultima cosa: per chi se lo stesse
domandando… Preludio rinascerà dalle ceneri! XD Ho intenzione di lavorare al
quinto capitolo, non appena avrò terminato il terzo di
UANB! Spero che la notizia vi renda felici =P
Passiamo ora ai ringraziamenti. *-* Vi
voglio un mondo di bene! ^^
Osyen: all’apparenza calma… mhm… e
ora che hai letto l’aggiornamento, dopo un ritardo pauroso tra l’altro, che
succederà?! Si scatenerà la tempesta?! [Luna spera ardentemente di no ._.]
Dunque, prima che io venga colta da un’improvvisa Maledizione senza Perdono, o
da qualche freccia avvelenata (e non dare suggerimenti, cretina! ndSidahem giusto…
dicevamo!? ndLuna) io emigro
e vado a scriverti l’aggiornamento di… mhm cosa
preferisci? Un’ancora nel buio? FallingAgain?! Dimmi tu ^^’’ [Luna spera
di salvarsi]
JalyChan:
ecco… secondo te, Malfoy, di fronte
al Signore Oscuro, dopo che l’ha visto conciato in
quelle condizioni… poteva dire “Sa’ o potente Lord
Voldemort, Weasley Lenticchia mi ha aperto il fondoschiena come una scatoletta
di tonno e io sono stato tanto idiota da non fargli quasi un graffio!” ?!? No,
direi di no -.- (ehi piano piano! Se
non ho fatto *troppo* male a Lenticchia, c’è un motivo! ndDracoah sì?
E quale? *.* ndJalyChanCuriosafatti i fatti tuoi te… non… non te lo dico!! ndDracoStileBambinoCapriccioso) <- e l’autrice spoileraXD
Sissichi: purtroppo… l’ispirazione c’era
e c’è, ma è il tempo che è mancato. Troppi impegni,
troppi momenti bui… e quindi, niente voglia di stare al PC o attimi liberi per
starci e scrivere. Mi dispiace. Sono felice che ti sia innamorata di questa
storia. E’ nata come un esperimento, ma mi ci sono affezionata e quindi… fa
sempre piacere che venga apprezzata! ^^
Angele87: ma
figurati! Sei l’unica che a malapena mi salta un capitolo, due ad esagerare! Se tu sei distratta… Ryta che è? E’ sempre l’ultima a
recensirmi -.- (stronzandRytaecco, appunto
-.- ndLuna) I tuoi complimenti e il tuo continuo
sostegno, mi danno veramente la carica per continuare a scrivere… quindi… non
so che dirti, se non… GRAZIE ^^
Fredyck: sono lusingata di tanti
complimenti e che la mia storia ti piaccia.
Effettivamente, una storiella cattiva nel mio portfolio
ci mancava (perché NpS è buona, vero? ndRytadettagli, dettagli -.- ndLuna)
Spero che continuerai a seguirmi e a darmi un giudizio, anche se ho tardato
così tanto ad aggiornare ._.
_Kristel_: per il nome,
non preoccuparti! Capita anche a me… ^^ In compenso… grazie
infinite per il votone e scusami per il
ritardo nell’aggiornamento =°
ScarletBlood:ommioddio
*-* ma allora è vero che i miracoli esistono!! Così tante recensioni di Scarlettina *me si commuove* ora
che la chat ha chiuso, non so mai dove trovarti! Uffiuffi… volevo commentare con
te le nuove idee… mannaggia =° Grazie mille dei
complimenti!! ^^
Lynn Wolf:uhauhauhauhauha hai visto il caro Potterino?!
Bene, direi che Draco si deve dare da fare e macinare ancora, perché qua verranno serviti moooltiGinnyMenù, ma altrettanti Harry Meal,
mi sa =P Ma chissene… giusto?! (no, giusto un corno ndRytaIncazzatatu,
taci! E consolati con Ciro -.- ndHarrygiusto…ndLuna)
Marcycas – The Lady of Darkness: eh, per
sapere cos’è il diario, mi sa che dovrete aspettare un pochinino…
ehm ehm [Luna fissa la bacchetta di Lady, puntata
sotto alla sua gola] No, forse poi… mica così tanto
eh! ^^’’ Intanto ho svelato qualche altro altarino… e ne ho tirato fuori
qualcuno che… ehehe, servirà in futuro. [Luna nota
che lo sguardo assassino delle due non è svanito.]
Ehm, mi sa che non vi è andata giù la storia del “mi serve viva e vergine”
vero?! ^^’’’’ ma… ecco… se non rimane… mhm vergine
lei… [Sid le tappa la bocca
velocemente (ehi stupido neurone! Io voglio vivere ndLunalo so,
ma stavi spifferando tutta la trama! ndSidoh ehm ops… ndLunaSpaventataSiiiid, vieni qui che ti dobbiamo parlare… ndLady&Marcycasohi ohindSidCheTentaLaFuga)]
***ginny*** :no, Preludio non è finita. Proprio in questo periodo sto lavorando al
quinto capitolo e spero vivamente di riuscire ad aggiornare tutte le mie
storie, inclusa UANB… così non rischierò la pelle. Inoltre ho letto la tua recensione su NpS
The War. Sappi che anche se l’epilogo non c’è, viene
tutto spiegato nel primo capitolo di FallingAgainNpS 2.0, il seguito!! ^^
Ryta Holmes: lo so che lo
sai come continua il capitolo! Altrimenti mica ero ancora viva per poter
scrivere il seguito -.- quando ti ci metti sei peggio di Lady! (seeeeeeeeendLadyscommetti?! ndRytaCheRicordaALadyIlSuoRitardoNelPubblicareLaStoriama forse Luna ha ragione ^^’’ ndLadyTerrorizzata) Eccoti il nuovo capitolo =P
*Questa
fanfic contiene alcune scene di carattere violento e alcune relative al sesso.
Non sono particolarmente eccessive e descrittive, tuttavia chi pensasse di poter
non sopportare questo genere di situazioni, è pregato di non continuare a
leggere.*
Il
morso del serpente
CAPITOLO
9
“Ginevra
mi serve viva e… vergine.”
Le
parole del Signore Oscuro, risuonarono per l’ennesima volta nella sua testa.
Era ormai un’ora, o forse di più, che se ne stava disteso sul letto a
baldacchino dei suoi appartamenti, ignorando le continue richieste di alcuni
colleghi, di uscire con loro a bersi un Whisky Incendiario.
Tremò
al solo pensiero di ciò che era accaduto appena poche ore prima.
Se
non fosse stato per l’intervento inatteso di suo padre… avrebbe fatto sesso
con Ginevra. Avrebbe continuato a sfiorarla, toccarla, baciarla… fino a quando
non l’avesse pregato di darle di più. Perché sapeva che sarebbe successo.
Era come una droga per lui, oramai. Da quando aveva assaggiato le sue labbra e
l’aveva sentita sospirare il suo nome, gemere parole incoerenti… si era
perso. In lei, e in quello che riusciva a provocargli il contatto con il suo
corpo.
E
Dio solo poteva sapere che cosa gli avrebbe riservato il futuro, qualora il
Signore Oscuro ne fosse venuto a conoscenza.
Appoggiò
le braccia sugli occhi, nascondendoli alla semi oscurità della camera. Una
fitta fastidiosa, all’addome, lo costrinse a cambiare posizione. “Maledetto
Lenticchia… pagherai anche questa.”
“Parli
da solo?!”
Draco
alzò gli occhi al cielo e maledisse la sua sfortuna. Perfetto! Gli mancavano
giusto i commentini pungenti e sarcastici di Zabini. “Che vuoi, Blaise?!”
“Ho
saputo che sei stato ferito.” Giunse immediatamente al sodo il moro,
arricciando le labbra pallide in un sorrisino compiaciuto.
Non
si erano mai amati particolarmente, loro due. Fin dai tempi della scuola c’era
sempre stato un grande rispetto ed un’accesa rivalità. Entrambi Serpeverde,
entrambi purosangue, entrambi ottimi elementi e fedeli servi del Signore Oscuro.
O quasi.
“...e
punito.” Marcò bene l’appunto, interrompendo qualsiasi tentativo di Draco
di parlare, mentre un guizzo particolarmente soddisfatto attraversava i suoi
grandi occhi blu pervinca.
Il
biondino serrò la mascella, stringendo la presa sulla coperta per reprimere il
nervoso. “Vedo che le notizie volano, qui al residence. Bene… un errore
capita anche ai migliori, specie a quelli che osano…
in battaglia. Ah già… ma tu cosa puoi saperne…”
Blaise
ridacchiò divertito. “Vero… è da un po’ che non combatto, però c’è
da dire che uso il mio cervello, Draco.” Disse, toccandosi la tempia col dito
indice. “E nonostante tutto resto uno della cerchia dei fedelissimi. Non lo
trovi… perfetto?!”
Il
tono da folle che aveva utilizzato, lo irritò. “Un perfetto alibi, per un
perfetto codardo… sì. Perfetto è il termine che più ti si addice.”
“Codardo
o no, quello ancora integro tra i due sono io.” Lo sbeffeggiò, prendendo a
giocherellare con la bacchetta. “Piuttosto… circola voce che te la fai con
una delle protette…”
A
quelle parole, Draco ebbe un sussulto impercettibile. Maledisse le lingue lunghe
dei suoi colleghi Mangiamorte, ma non si scompose, mantenendo il cipiglio altero
e distaccato di sempre. “Voci sbagliate. Non sono così ingenuo da rischiare
la vita, per una delle protette del Lord Oscuro. Ho donne ben più appetibili
che frequentano le mie stanze. A differenza di qualcun altro.” Lo sguardo
furbo e malizioso, si posò sull’ex Serpeverde.
“…Draco,
Draco, Draco… dovresti aggiornare il tuo repertorio. Stai diventando
banale.”
Il
giovane Malfoy appoggiò nuovamente la schiena sui cuscini di morbido raso nero,
e sorrise soddisfatto. “Meglio essere banale, piuttosto che infilarsi sotto le
gonne di una lurida mezzosangue.” Riaprì gli occhi grigi, sentendo qualcosa
premere contro il suo pomo d’Adamo. “Che c’è?! La verità brucia, Blaise?!”
Il
moro era stato velocissimo. Era scattato in avanti e con un’agilità inaudita
gli aveva puntato la bacchetta contro la gola. I denti digrignati e gli occhi
blu ridotti a fessura, esprimevano appieno tutta la sua collera. “…non
chiamarla a quel modo!”
Draco
spostò l’arma dell’altro con un gesto secco, inarcando un sopracciglio e
mettendo mano alla sua di bacchetta, nascosta sotto al guanciale. “E’ una
sporca mezzosangue e le do il nome che merita. Continua a sbatterti la tua
puttanella, Blaise… e non rompere i coglioni al sottoscritto.”
Un
ringhio nervoso sfuggì alle labbra del mago, mentre le dita della mano si
stringevano attorno alla bacchetta. Avrebbe voluto schiantarlo o peggio, là sul
suo letto… lasciandolo incapace di muoversi. Una luce strana attraversò il
suo sguardo e lo fece sorridere. “Attento a chi ti sbatti tu, piuttosto.
Potrebbe avere ripercussioni piuttosto gravi, sulla tua già cagionevole
salute… arrivederci, Malfoy.”
Blaise
infilò la porta e la richiuse alle spalle, nel frattempo che Draco, inviperito,
metteva mano alla sua arma e scagliava un incantesimo sull’uscio, cercando di
sfogare l’ira accumulata durante quella sgradita conversazione.
Chiuse
gli occhi, respirando a pieni polmoni e rilassando le spalle.
Dannazione!
Aveva bisogno di riposo! Non voleva certo che le sue condizioni peggiorassero o
non sarebbe riuscito a combattere nella prossima battaglia… e lui doveva
combattere. Aveva un conto in sospeso con un certo pel di carota.
Il
rumore della porta che si apriva, cigolando appena, lo fece imprecare. Ma che
diamine volevano tutti da lui?!
“Draco…
posso entrare?!”
…forse
però… la serata poteva prendere una piega inaspettata.
_____
Hermione
se ne stava accoccolata sulla poltrona del salotto di casa Black. Aveva le gambe
incrociate e coperte da un morbido pantalone di lino beige, e su di esse, aperto
e pronto ad essere consultato, quello che doveva essere il sesto libro della
giornata. In una mano, stringeva e ruotava una piuma, rovinata all’estremità
da numerosi morsi dovuti al nervoso. Una pergamena ingiallita e piena di
scritte, giaceva abbandonata sul bracciolo della poltrona.
Stanca
di tutte quelle ore di ricerca, la ragazza abbandonò la piuma nella scanalatura
del libro e tirò le braccia in aria, stiracchiando la schiena indolenzita. Si
lasciò andare con uno sbuffo sullo schienale e mugugnò qualcosa di molto poco
comprensibile.
“Finito,
per oggi?!”
Sobbalzò
sul posto, colta di sorpresa dalla voce del suo migliore amico. “Ron!
Accidenti, mi hai fatto prendere un colpo!”
Il
ragazzo dai capelli rossi inarcò un sopracciglio, grattandosi una guancia con
fare perplesso. “So di non essere così affascinante, ma addirittura
spaventarti così… mi sembra un po’ offensivo.” Scoppiò a ridere
sguaiatamente, sotto lo sguardo divertito di Hermione, che gli riservò una
linguaccia.
“Scemo…”
Lo apostrofò, riacquistando la postura composta sulla poltrona. “Sì, credo
di aver finito. Non ho trovato molto, ma mi sto dando da fare.”
Improvvisamente,
un profumo di dolci invase il soggiorno e il salotto. La maga dai capelli ricci
chiuse gli occhi e inspirò a fondo, passandosi la lingua sulle labbra.
“…qualcosa mi dice… che Molly ha preparato la torta di mele.” Sospirò
con tono sognante.
Adorava
quella torta. Era l’unico dolce che riuscisse a rilassarla dopo interminabili
ore di compiti e ricerche. Dischiuse gli occhi color caffè, per trovarsi di
fronte Ron che la osservava con una smorfia decisamente allegra.
“Che
c’è da guardare?!” Domandò arrossendo e gonfiando appena le guance come
una bambina, che è appena stata
colta a compiere qualche marachella.
Il
mago ridacchiò, puntandole addosso lo sguardo azzurro cielo. “Nulla. Hai
indovinato. Mamma sapeva che dovevi fare alcune ricerche importanti per
l’Ordine e ha pensato bene di prepararti il dolce per la merenda. Quasi
quasi… sono geloso… con me non ha mica tanti riguardi.”
“…forse
perché tu non fai nulla per meritarteli.” Lo canzonò, mostrando appena la
punta della lingua e scoccandogli un occhiolino.
Ron
si finse offeso. Curvò un angolo della bocca all’insù e sorrise beffardo.
“Ah ma davvero?! Scommetti che adesso ritiri tutto quello che hai detto,
signorina?!” Le chiese con voce bassa, alzandosi dalla poltrona di fronte alla
sua e avvicinandosi con passo felino.
Hermione
sgranò gli occhi e istintivamente arretrò verso lo schienale, schiacciandosi
contro il tessuto morbido del sedile. Le bastò guardare le mani alzate del suo
migliore amico per incominciare a ridere come una matta, bisbigliando qualcosa
che suonava molto come un “no… no ti prego… niente solletico… no
no…”
Ma
il ragazzo dai capelli rossi non sembrò per nulla turbato da quella supplica.
Quando le fu accanto la imprigionò tra il suo corpo e la poltrona e incominciò
a farle il solletico all’altezza della vita, godendosi con sguardo
compiaciuto, tutta una serie di mugolii e risatine disperate della ragazza. Non
l’avrebbe mai ammesso, specialmente a lei, ma era un vero e proprio piacere
torturarla a quel modo. Aveva un’espressione ed emetteva dei versetti che
avevano il potere di farlo sciogliere. Sì, non aveva dubbi. Le avrebbe fatto il
solletico in eterno, se avesse potuto.
“Basta
Ron! Ti prego… non-non respiro… ahahaha…”
Il
giovane Weasley sembrò soddisfatto, almeno per il momento e la lasciò andare,
incrociando le braccia al petto e osservandola contorcersi sulla poltroncina che
occupava, in preda ad una crisi di riso.
“…allora,
signorina?! Ancora convinta di quello che dicevi poco fa?!” Domandò con fare
provocatorio, arcuando le sopracciglia in maniera eloquente.
Sulle
labbra rosee di Hermione si distese un sorrisetto furbo. “Sì.”
Prima
che Ron potesse afferrarla di nuovo e farle il solletico, balzò via dalla sua
postazione e sgusciò in cucina, dove Molly stava preparando la cena e aveva
apparecchiando per la merenda. Con i capelli ricci spettinati, a metà sul viso,
il volto arrossato e il respiro affannoso per la corsa, toccò il tavolo in
legno massiccio e si voltòa
guardare la faccia sconvolta del suo migliore amico.
“Prima!
E… la prima fetta di torta è mia… così impari a farmi il solletico, brutto
antipatico!” Lo canzonò, prendendo posto accanto alla signora Weasley, che li
guardava intenerita scuotendo la testa.
Ron
mise le mani, strette a pugno, sui fianchi. “…ma sentila un po’ questa
sfacciata! Visto che fai tanto la superiore… verrai punita severamente.”
Hermione
posò la caraffa di latte fresco che c’era sul ripiano, dopo averne versato
una buona quantità nel bicchiere di vetro trasparente e lo guardò accigliata.
“Prego?!”
“Hai
capito bene! Sei obbligata… ad uscire con me, stasera! Pizza… e offro io,
naturalmente!” Fece con tono duro e cipiglio ostinato, prima di prendere posto
accanto a lei, aspettando la torta di mele.
Un
sorriso felice si fece largo sul volto di Hermione Granger.
_____
Ginevra
percorreva a passo svelto i corridoi che collegavano i vari appartamenti del
residence. Aveva ancora addosso la tuta da Mangiamorte, reduce da una riunione
col Signore Oscuro, che pareva non volesse terminare mai.
Draco
non si era presentato e a nulla erano valse le richieste a Malfoy Senior o a
Theodore, su dove si trovasse il ragazzo. Nessuno dei due aveva saputo dirle
niente al riguardo e l’idea che potesse essere peggiorato, la mise un po’ in
agitazione. In effetti, se quel damerino da strapazzo avesse sofferto un po’
per la ferita infertagli da suo fratello, lei ne avrebbe goduto parecchio. Ma…
qualcosa da un po’ di tempo era cambiato e complice ciò che era accaduto poco
prima, unito a un po’ di sana insensatezza tutta made in Weasley, l’ansia
era accresciuta e l’aveva portata a correre svelta lungo quei labirinti, per
andare ad accertarsi di persona delle sue condizioni.
Era
tutto il giorno che ripensava a quello che era avvenuto, o meglio, che non era
avvenuto nella camera da letto di Malfoy. Non riusciva a capacitarsi di come il
suo cervello e il suo corpo si fossero totalmente separati, trasmettendole
pensieri e sensazioni opposte. La sua parte razionale che la supplicava di
mollargli un ceffone e rimetterlo al suo posto e quella emotiva, che ancora
bruciava per le carezze e i baci di Draco.
Chiudendo
gli occhi, aveva ancora l’impressione di vederlo steso su di lei, con le sue
iridi grigie come un cielo autunnale fisse sul suo viso. I suoi capelli biondi
solitamente impeccabili, appiccicati alla fronte imperlata di sudore. Il suo
profumo speziato e pungente, capace di annullare qualsiasi pensiero coerente
avesse nella testa. Il fiato caldo e la voce roca, bassa, dannatamente sensuale.
Quelle mezze frasi sussurrate al suo orecchio. Le sue labbra, morbide e fresche
sulla sua pelle e la sua lingua – ma che diamine stava pensando?!
No.No.No.
Tutto ciò era sbagliato. Si era ripromessa sin da quando aveva messo piede
nelle schiere dei Mangiamorte di Lord Voldemort, che sarebbe stata alla larga da
quel viscido serpente. Sapeva di che cosa era capace, lo aveva sempre saputo.
Sin dai tempi della scuola. E se si era avvicinata a lui come una… pseudo
amica, non significava necessariamente che dovesse – sì insomma…
infatuarsene.
Sospirò
scuotendo la testa e si accostò alla porta degli appartamenti di Malfoy Junior.
Un enorme uscio scuro la divideva da quell’arrogante e presuntuoso ragazzino
viziato.
Le
sue mani si mossero veloci contro il legno e la maniglia in ottone, abbassandola
con cautela, provocando il minor rumore possibile. Non voleva certo rischiare di
svegliarlo.
Ciò
che giunse alle sue orecchie, quando la porta fu socchiusa, la paralizzò sulla
soglia. Dallo spiraglio appena aperto, poté chiaramente vedere la schiena nuda
di una donna.
Lunghi
capelli neri boccolosi e un corpo alto e statuario. Non c’erano dubbi.
Michelle
Quella
era la ragazza che aveva incontrato qualche tempo prima, in quello squallido pub
dove l’aveva portata Draco. Non poteva sbagliarsi. Riconosceva il tono di voce
più alto di un’ottava, quella stessa voce che -in quel momento- emetteva
gemiti morbidi e sconnessi.
Ginny
abbandonò le mani lungo i fianchi e deglutì. Nell’aria invasa dai sospiri di
piacere dei due amanti, si respirava un forte odore di… sesso.
Beh -si disse, dandosi mentalmente della sciocca- in fondo era ciò che
stavano facendo.
Lottò
contro se stessa per lasciare quel posto, per chiudere gli occhi a quella vista
che la nauseava. Sentiva lo stomaco contorcersi e la gola serrarsi. Un forte
capogiro la costrinse ad appoggiarsi nuovamente allo stipite esterno
dell’ingresso.
Eppure
più guardava la schiena nuda di Michelle, accarezzata dai lunghi capelli color
notte, muoversi in maniera regolare, al ritmo delle sue gambe strette al bacino
di Draco… più uno strano turbamento si faceva strada in lei. Annebbiandole la
ragione.
Guardò
ancora le mani del mago, poste sui fianchi formosi della ragazza, risalire e
sparire dietro il suo corpo flessuoso. Lo osservò gettare la testa indietro e
chiudere gli occhi, col respiro corto e la fronte corrugata, probabilmente
prossimo all’orgasmo.
Lo
sentì gridare, nello stesso istante in cui anche lei invocava il suo nome e
prendeva possesso delle sue labbra in maniera violenta, vogliosa.
E
non ce la fece più.
Sedette
a terra, con la faccia nascosta tra le mani e il battito cardiaco accelerato,
mentre la bizzarra consapevolezza che qualcosa in lei si era rotto, si faceva
reale e tangibile.
_____
La
luce aranciata del sole al tramonto, penetrò attraverso le sottili tende
bianche della camera da letto, risvegliando Harry Potter da un obbligato
sonnellino pomeridiano.
Da
quando lui e Ron avevano litigato, il tempo sembrava non voler passare mai.
Troppe volte si era ritrovato senza nulla da fare ed era stanco, di dover
attendere nuove missioni o turni di ronda con Remus o Sirius, da parte del
comandante Betrayal. Iniziava ad odiarlo quell’uomo e non sapeva dire perché,
ma era certo che il sentimento fosse reciproco. A partire dal gioco di sguardi
assassini che si lanciavano con piacere, quando venivano indette riunioni,
durante le quali non solo non si venivano a sapere sviluppi riguardo la faccenda
“Ginevra” o “diario”, ma si perdeva tempo. Assegnando turni di guardia
in zone pericolose a novellini senza spina dorsale e relegando gli Auror più
competenti a missioni stupide.
Non
si sarebbe di certo stupito se da un momento all’altro lo avessero richiamato
per salvare uno dei gatti della signora Figg.
Sbuffò
mettendosi seduto e passandosi una mano tra i capelli. Quella situazione stava
diventando davvero insostenibile. Ok, lo capiva. Aveva commesso un errore. Ma
quale essere umano non ne commette uno in tutta la vita? Ron aveva sotto al naso
l’amore della sua vita eppure sembrava far di tutto per non rendersene conto e
lui, solo perché aveva tradito la donna che gli riscaldava il cuore -ok, forse
era il caso di tralasciare il ‘solo’- doveva essere usato come punchball dal
resto della truppa? E tutto perché suddetta donna era la sorellina del suo
migliore amico.
No,
ok, non c’erano giustificazioni. Il suo comportamento era stato a dir poco
allucinante, ma era anche vero che lo sapeva, che ne era pentito e che
l’avrebbe raggiunta in capo al mondo se questo fosse bastato a farla tornare
indietro.
Peccato
che nessuno volesse capire che Ginevra tutto voleva, meno che varcare la
stramaledette soglia del numero dodici di Grimmauld Place. Pensavano davvero che
Draco Malfoy si fosse messo in contatto con lei, per puro caso? No, non lo
credeva possibile. E sì che aveva pensato a tutte le possibili spiegazioni,
senza però trovarne una adeguata e sufficientemente convincente.
Toc
toc
Decisamente
sorpresa, Harry si voltò velocemente verso la porta della camera. “Avanti.”
Chi diavolo poteva voler parlare con lui? In quella casa metà delle persone lo
ignoravano bellamente, mentre l’altra metà -per quanto ne sapeva lui- a
quell’ora doveva essere a lavoro.
La
figura di Luna Lovegood, con la sua classica aria spaesata e fuori dal mondo,
entrò un po’ titubante, fissandolo coi grandi occhi grigi sbarrati. “Ti
disturbo, Harry?!”
“No,
entra pure… mi sono appena svegliato.” Fece conciliante, reprimendo uno
sbadiglio poco signorile ed educato e sorridendole, per quanto l’aria ancora
assonnata potesse permetterglielo. “Che succede?!”
Luna
si spostò una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio e abbassò lo
sguardo verso l’enorme borsa, che portava a tracolla. Uno strano pezzo di
stoffa verde marcio, con decorazioni e pendagli di tutti i tipi. “Ho trovato
questo…”
Il
mago inarcò un sopracciglio, allungando una mano verso il tomo che l’amica
aveva estratto dalla borsa e gli aveva porto. “Cosa sarebbe?!”
La
ragazza guardò fuori dalla finestra, prendendo un ciuffo della chioma bionda su
un dito e arrotolandolo con aria distratta. “…credo sia uno dei libri che
stanno cercando Hermione e Ron. L’ho trovato nella vecchia biblioteca di casa
Black, l’altro giorno… c’era una strana tana di Doxy e-”
“Aspetta…”
La interruppe Harry, improvvisamente interessato, dopo aver aperto e sfogliato
le prime pagine di quel libro dalla copertina marrone scuro. “Era in
biblioteca?! Nella libreria personale di casa Black?!”
Luna
riportò l’attenzione su di lui, annuendo piano. “Ho pensato di andare ad
avvisare Hermione, ma quando sono scesa, Molly mi ha detto che lei e Ron erano
usciti e quindi…”
“…l’hai
consegnato a me.” Sorrise compiaciuto il mago. Un lampo di soddisfazione
attraversò i suoi occhi verdi. “Grazie. Lo consegnerò io agli altri.”
La
bionda afferrò saldamente la bretella della borsa e ricambiò il sorriso.
“Io… allora vado. Ci vediamo a cena, Harry.”
Il
mago ricambiò il saluto velocemente e con altrettanta fretta riaprì il libro,
tornando a sfogliare le pagine che aveva intravisto durante la prima lettura.
Qualcosa… una frase, per la precisione, lo aveva colpito.
Lo
avrebbe consegnato ad Hermione e Ron, certamente, ma prima avrebbe svolto
qualche indagine per fatti suoi.
_____
Ginevra
era ancora lì, seduta sul pavimento di quei corridoi sudici, quando il sole
tramontò del tutto. Non c’era differenza in quei luoghi bui e tetri,
comunque.
I
gemiti e i sospiri erano cessati da un po’ di tempo. Aveva atteso, immobile,
come una bambola rotta, sino a quando i due non avevano placato la loro lussuria
e si erano -perlomeno così immaginava lei- addormentati. Aveva ascoltato in
silenzio il loro piacere e ne era stata trafitta.
Se
uno dei suoi pensieri infelici, era stato quello di aver provato gelosia, lo
aveva cancellato dalla sua testa. Nonostante ciò, però, tornava insistente,
martellante nella sua mente come un chiodo fisso. Ma no… forse era solo
questione di orgoglio e puntiglio.
Fino
a qualche ora prima le mani di Draco vagavano sul suo corpo e ora che lei non
era lì, disponibile a sfogare i suoi bisogni, aveva accolto nel suo letto quella.
Fu
disgustata di se stessa e di ciò che stava pensando.
Non
si era neppure accorta che aveva pianto, fino a quando non aveva passato la
manica della tunica sulle guance e aveva visto gocce trasparenti bagnarla.
Ridicola… era solo una bambina ridicola. Ecco cos’era.
Sentì
dei passi, lontani, poi sempre più vicini, ma non ci badò più di tanto.
Voleva che chiunque fosse andasse via, che la lasciasse alla sua confusione. Che
la lasciasse in pace. Quando due braccia forti e robuste la sollevarono da terra
e alzando la testa, si ritrovò a pochi centimetri da un volto pallido e bello,
coi serici capelli biondi appena scompigliati e due occhi chiari e profondi. Le
sorrise incoraggiante, baciandole una tempia e la guancia, ad asciugare le sue
lacrime.
“Ginevra…”
Ginny
pianse di nuovo, gettandogli le braccia intorno al collo e baciandolo a fior di
labbra. Si accoccolò contro il suo petto e cercò di rilassarsi, cullata dalla
sua fragranza fresca e pulita. “Theodore…”
Continua...
Note
dell’autrice:ok, se mi lasciate spiegare…
forse… [Luna guarda le lettrici, armate sino ai denti, che avanzano.] ma se
mi uccidete io come la continuo la storia?! Proprio ora che ho ritrovato
l’ispirazione!! E su, fate le brave ^^
Piega
inaspettata in questo capitolo eh?! Ebbene sì, il nostro Dracuccio (non
chiamarmi così -.- ndDraco zitto, non hai diritto di replica -.- ndGinnygiusto ndLettriciInferocitemiao…
ndDraco) ha trovato conforto tra le braccia della dolce Michelle e Ginny…
beh Ginny ha tutto il diritto di farsi coccolare un po’ da Theo no?! E che
cos’è quella sensazione? Si tratta veramente di orgoglio femminile oppure
finalmente la nostra Ginevra ha aperto gli occhietti e si è resa conto di
cosa prova per il bel Malfoy?! Chissà… ed Harry? E Ron? Hermione? Che
combineranno con la storia del diario?! Ehhh ^^ Tempo al tempo, intanto mi darò
da fare ad aggiornare UANB ^^ Il quarto capitolo dovrebbe arrivare ad inizio
settimana prossima, salvo imprevisti ^^
Passiamo
ora ai ringraziamenti. *-* Vi adoro, lo sapete, vero?! ^^
_Kristel_:
grazie
mille per i complimenti…e scusa per l’abnorme ritardo
dell’aggiornamento… ^^’ Spero che anche questo capitolo ti sia
piaciuto… ^^
Oryenh:
adori ancora
Blaise? Io spero vivamente di sì… perché ancora non si è svelato molto
sul passato/presente/futuro di questo personaggio. Si è capito solo che fa il
doppio gioco e… d’altronde, come dargli torto?! Preparate le armi per
Michelle?! Mi raccomando eh! Conto su di te ^^
Marcycas
– The Lady of Darkness: ehm
ecco… ora come ora… più che con me, io me la prenderei con la morettina
tutta curve che ha insidiato il letto di Draco. Una nuova Beatrice è nata! (e
io la uccido! ndLadyFestosafa’
pure -.- ndLuna&Ginny)
Serendi:
ovvio!
Sempre w DracoxGinny! Sono una coppia assolutamente adorabile ^^ a mio modesto
parere =P
Erda:
grazie mille
dei complimenti. Sei sempre gentilissima e mi dispiace un casino di aver
tardato così tanto ad aggiornare… ma quando prendono le crisi
d’ispirazione e la mancanza di tempo… è tragica ç_ç
JalyChan:
ahhh
io non saprei che fare senza le tue recensioni ^^ Adoro il modo in cui tieni
in pugno i Malfoy, brava, così si fa!! ^^ (ma… ma…
ndLuciusAncoraDolorantePerIlPosacenere)
ScarletBlood:
lo so, lo
so… appena vedrai l’aggiornamento (se lo vedrai :P) griderai al miracolo
^^ e pensa che ho quasi pronto l’aggiornamento di UANB XD Tremendo!
Kagura:
accontentata
^^ eccoti qui il nuovo capitolo… fammi sapere che ne pensi eh! ^^
Opalix:
*me molto
lusingata dai tuoi complimenti* è un onore ricevere simili incitamenti da
un’autrice brava come te ^^ Spero che continuerai a seguire questa storia e
a dirmi cosa ne pensi ^^
Cass93:
dai! Meglio
tardi che mai no?! Adesso hai anche un nuovo capitolo da leggere, così mi
dici se vuoi ancora uccidere Harry XD tanto non sei l’unica, tranquilla ^^
Lily90:
in effetti
della verginità di Ginny io non ho mai parlato. Chissà! Potrebbe esserlo,
come anche no. In fondo storie ne ha avute eh! Ti ringrazio per i complimenti
e spero di non aver deluso le tue aspettative con questo nuovo capitolo. ^^
Attendo di sapere…