City Hunter x Lupin III-Atomi e Attimi

di Fujikofran
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una mattina a Shinjuku ***
Capitolo 2: *** Presentazioni ***
Capitolo 3: *** Le ricerche di Ryo ***
Capitolo 4: *** Le preoccupazioni di Saeba e le intuizioni di Fujiko ***
Capitolo 5: *** Situazione in fermento ***
Capitolo 6: *** Il Kosekai ***



Capitolo 1
*** Una mattina a Shinjuku ***


Shinjuku, Tokyo, aprile 1987.
-Nooooo, uffa, di già?-
-Che cosa, la sveglia? Ma se sono le nove! Ringrazia il Cielo che l’ho impostata un’ora più tardi del solito, visto che oggi è sabato-
-E siccome è sabato io non ho voglia di andare a lavorare. L’importante è che ti sia alzata tu: esci e vai in stazione, io ho ancora sonno-
Non era un dialogo insolito, di mattina, questo tra Ryo e Kaori, ma una consuetudine logorante, almeno per la giovane donna, che ogni mattina doveva buttare giù dal letto il suo socio, che non voleva saperne di alzarsi, dopo una notte di bagordi trascorsa per i night di Kabukicho. Essere sweeper non solo era pericoloso, ma anche una rottura di scatole, specie per Kaori, che doveva recarsi quasi sempre da sola a cercare lavoro, andando a leggere la bacheca della stazione di Shinjuku.
-Allora, che devo fare se il cliente è uomo? Far finta di nulla? Che stress che sei, Ryo!-
-Brava, cara coinquilina, ormai mi conosci-
-Ok, la coinquilina ora va a fare colazione e nel frattempo ti manda a quel Paese senza biglietto di ritorno. Dormi e poi preparati tu da mangiare. Mi hai seccato…Anzi, facciamo così: uomo o donna che sia me la sbrigo io col cliente-
-Non ti azzardare…-
Ryo schizzò dal letto, ma non aveva voglia di uscire lo stesso. Kaori però si sbrigò presto a fare colazione ed era pronta ad incontrare il cliente.
-Sciocca, ma davvero esci senza di me? Avevo cambiato idea e volevo…-
-Torna a far la nanna, bimbo. So cavarmela da sola-
Kaori si recò alla stazione e, per la calca di gente davanti alla lavagna, non riusciva a leggere un’eventuale messaggio. Da giorni nessuno scriveva, ma quel giorno la fortuna stava bussando alla porta: il cliente c’era.
“XYZ: vi prego di aiutarmi a cercare una persona che sta smarrendo la retta via. Contattatemi al numero xxxxxxxxxxxx. G.I.”
Kaori lì per lì rimase perplessa, specialmente per il linguaggio forbito utilizzato. Di solito la maggior parte dei clienti lasciava messaggi laconici, a volte anche sgrammaticati, ma questa volta no, chi aveva contattato City Hunter doveva essere di estrazione alta. “Oh no, sarà la solita principessina che poi si innamora di Ryo. Uff…” pensò la giovane tra sé e sé, deprimendosi all’istante. Segnò il numero di telefono e chiamò da una cabina. “oh,no” pensò non appena udì la voce “il cliente è uomo…Ryo non accetterà e saremo ancora senza soldi per l’affitto”. Mentre tornava a casa, Kaori si sentiva turbata, poiché nella sua testa riecheggiava la voce calda del probabile cliente. In cuor suo sperava che Ryo avrebbe accettato l’incarico, soprattutto perché…quella voce…sì, voleva capire se l’uomo fosse bello come la sua voce. Non poteva essere solo il suo socio a far i complimenti all’altro sesso!
 
-Nooo, per carità…te l’ho detto: non voglio uomini come clienti, nein, nada de nada, zero…capito?- disse Ryo non appena Kaori gli parlò del cliente.
-Di solito sai fare eccezioni…perché questa volta te ne esci con la solita storia che non vuoi clienti uomini? Rischiamo di non pagare l’affitto e altre spese che ci toccano. Tu sperperi i nostri guadagnati andando per quegli insulsi localini pieni di donnette, mentre io non riesco nemmeno a comprarmi un vestito nuovo. Stiamo anche per risparmiare sul cibo…Vergognati, Ryo, sei un maniaco insopportabile-
Kaori scappò nella sua stanza, piangendo. Ryo la raggiunse e si scusò con lei.
-Dai, accettiamo…non ti sei nemmeno accorta che scherzavo…chissà che ti sta passando per quel cervellino complicato. Hai già contattato l’uomo?-
Kaori annuì, ma girò la testa dall’altra parte. Si sentiva ancora turbata al pensiero della voce del misterioso G. I.
Nel primo pomeriggio i tre si incontrarono nei pressi di un palazzo in costruzione, nella parte Est di Shinjuku. Appena arrivati, Ryo e Kaori notarono un uomo vestito elegantemente che, di spalle, sembrava guardare il suo orologio.
-Mi scusi- parlò per prima Kaori-lei è il signor…-
-Goemon Ishikawa- rispose quello, girandosi e alla giovane venne quasi un colpo: quell’uomo, sulla quarantina, era bellissimo, raffinato e, con la sua aria austera, le aveva fatto venire le palpitazioni. La sua bellezza era diversa da quella di Ryo, che lei, amandolo, trovava l’uomo più bello del mondo, ma era comunque notevole. Anche a Ryo venne una specie di accidente, ma per un altro motivo: Goemon Ishikawa era uno dei criminali più pericolosi al mondo, “socio” del ladro più scaltro al momento in vita, ossia Lupin III.
 

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Capitolo 2
*** Presentazioni ***


Ryo e Kaori erano indecisi sulle mosse da compiere, avendo davanti un cliente come Goemon Ishikawa, e fecero un passo indietro, non appena quest’ultimo si avvicinò.
-Tranquilli, non voglio farvi del male, ma solo il vostro aiuto. Solo voi potete risolvere il mio problema- disse l’uomo, che poi guardò per un attimo Kaori negli occhi, facendola arrossire.
-D’accordo, signor Ishikawa, possiamo parlare a casa mia e della mia socia - intervenne Ryo, guardando poi velocemente Kaori, come se volesse cercare consenso alle sue azioni  – Lei sarà il benvenuto e potrà esporci con tutta serenità il suo problema-
Appena giunti in casa Saeba, Goemon si accomodò e sorrise ai due sweeper.
-Gradisce un sakè o un whiskey o una birra? – domandò Ryo, leggermente imbarazzato.
-…un the verde, grazie- rispose Goemon, chiudendo gli occhi.
-Subito! Ah, ehm, no, the verde…Kaori, abbiamo the verde?-
Kaori disse di no, facendo spallucce.
-Però abbiamo un ottimo succo di frutta…Kaori, io l’ho visto nella credenz…-
-Non si disturbi…va bene un bicchiere d’acqua, il succo di frutta mi dà acidità-
-Non c’è problema, signor Ishikawa. Abbiamo dell’ottima acqua della sorgente di…oddio, non mi ricordo. Comunque non è l’acqua del rubinetto-
Ryo corse in cucina cercando una bottiglia di acqua confezionata.
-Kaori, la bottiglia, porco cane…-
-Dagli questa- rispose Kaori, porgendogli una vecchia bottiglia vuota, che fortunatamente aveva l’etichetta di una marca di acqua minerale. Ryo la riempì con l’acqua del rubinetto, l’asciugò per bene e la portò in soggiorno, versandola nel bicchiere dell’ospite.
-Prego, signor Ishikawa, ci dica…-
-…Goemon. Chiamatemi così, basta con questi convenevoli. Vorrei essere informale, con voi, altrimenti non avrei nemmeno sorseggiato la vostra preziosa acqua del rubinetto-
Ryo rimase di sasso.
-Dunque, cari Ryo e Kaori, vi ho contattati per un motivo molto semplice: dovete ritrovare mio cugino. Anche lui, come me, ha seguito la via della spada, poiché discende da una famiglia di samurai ladri, però venendo qui a Tokyo pare che si sia infilato in un clan della yakuza di Shinjuku. Non riesco ad avere notizie certe su di lui da mesi e solo voi sareste in grado di ritrovarlo. Purtroppo i miei amici, Lupin e Jigen, sono altrove, in questo momento, così come la mia don…ehm, la mia, cioè nostra socia Fujiko Mine, che si trova a Parigi. Ecco la foto del giovane Hiroki, mio cugino. Vi pagherò profumatamente, anche se non so se gradirete il compenso di un ladro come me-
-Incarico accettato!Non è tanto per il denaro, ma perché lei, Goemon, si vuole fidare di noi. Ha una sistemazione qui a Tokyo? Altrimenti saremmo lieti di ospitarla-
-Accetto l’ospitalità, ma solo se la smettiamo, una volta per tutte, di parlaci in maniera formale. Ok, Ryo?-
Lo sweeper rimase sorpreso per il modo amichevole con cui si stava ponendo Goemon, che non sembrava poi così austero. Kaori, inoltre, rimase colpita dal suo modo di fare gentile, sapeva metterla a proprio agio, anche se la faceva arrossire quando i loro sguardi si incrociavano. Pranzarono insieme e, dopo un caffè, che anche l’ospite gradì, Ryo tirò fuori la sua agenda e iniziò a fare delle telefonate: i suoi informatori dovevano essere tutti all’erta. I metodi di lavoro dello sweeper erano poco ortodossi e, quando si trattava di cercare una persona, contattava anche la feccia più impensabile di Shinjuku.
-Partiamo male, a quanto pare- constatò Ryo.
-Perché, scusa?- domandò Kaori.
-Perché mi toccherà parlare coi peggiori elementi della zona-
-E io?- domandò Kaori.
-Tu? Non pensarci nemmeno. Questa volta te ne stai a casuccia, cara-
-Ma con chi ti credi di avere a che fare, sweeper da strapazzo, io…-
Kaori stava per dare una delle sue martellate al suo socio, ma fu fermata da Goemon.
-Calmati, Kaori, il tuo fidanzato ha ragione: per te potrebbe essere troppo pericoloso, questo incarico-
A ricevere la martellata fu Goemon.
-Il mio che? Fidanzato? Ryo è solo il mio socio…e non me importa nulla di lui, specie quando mi considera una ragazzina imprudente. Comunque, andate a quel Paese. Entrambi-
Kaori si ritirò nella sua stanza e non uscì fino all’ora di cena. Non solo si sentiva sminuita da Ryo, per averle detto che l’incarico lo avrebbe portato avanti da solo, ma anche in profondo imbarazzo dopo che l’ospite aveva definito “fidanzato” il suo socio. Ma si notava così tanto che tra loro ci fosse qualcosa? Ma soprattutto, si sentiva turbata dalla presenza di Goemon, a cui sentì di dovere delle scuse. Ryo era uscito per iniziare le ricerche, la sera gli sarebbe servita per dare un’impronta precisa alla sua indagine. Aveva deciso di non mettere in mezzo Saeko Nogami, la sua amica poliziotta, perché altrimenti Goemon sarebbe finito in carcere. Era pur sempre un criminale.
Ryo aveva la sua lista di informatori, tra i quali Jin Pan Yuk, anziano immigrato coreano che gestiva un chiosco nel cuore della peggiore area di Shinjuku; Lee Wong, giovane cinese esperto di computer, e Joao Da Silva, nerboruto travestito brasiliano che rimorchiava clienti nei locali gay della zona.
Kaori stava pulendo la cucina, senza proferir parola, Goemon si era messo a leggere un giornale e ogni tanto sollevava lo sguardo verso la giovane donna, la quale si sentiva osservata da lui, che le parlò.
-Lo so, tu sei arrabbiata con Ryo e allo stesso tempo in apprensione per lui. Ma sono convinto che starà già facendo il suo lavoro, me lo sento: nei suoi occhi ho visto il coraggio e l’amore come elementi imprescindibili tra loro. Le sue scelte non nascono per sminuirti né per offenderti, ma sono solo dettate dal sentimento che ha per te. Ecco perché ho subito pensato che fosse il tuo compagno…non potrebbe essere altrimenti-
-Penseresti lo stesso che lo sia se ti dico che le sere in cui è libero le passa spesso per i night club di Kabukicho, a trastullarsi con signorine a pagamento?-
-Non lo so, non ho quel tipo di abitudini, le mie serate libere le trascorro a meditare o con la mia donna-
-Non sapevo fossi sposato-
-Non sono sposato e…dire che sono fidanzato è una grossa parola, perché…-
-Anche lei fa parte del mondo del crimine?-
-Sì, credo che tu abbia sentito parlare di lei
-Fujiko Mine? Perdonami, ma è la prima persona che mi è venuta in mente-
-E ti è venuta bene: sì, è lei. La nostra storia è simile alla vostra: un grande amore, tanti impegni, distrazioni, la malavita…solo che, a differenza di Ryo, il mio amore gliel’ho confessato subito. Con lei è stato il classico colpo di fulmine, che ha totalmente annullato una parte della mia esistenza-
-Perché lei non è con te, ora?-
-Perché lei è un po’ come Ryo: non sta mai ferma. Però mi è fedele, anche con la costante presenza di Lupin e Jigen, i miei soci. Lupin le ha sempre fatto la corte e Jigen non è indifferente a lei. Forse ha avuto un flirt con loro in passato, ma la verità non me l’ha mai voluta confessare e io rispetto la sua scelta. Ecco perché come coppia siamo simili a voi. Appena avrò modo  di contattarla, vedrai che mi raggiungerà-
Kaori si sentì risollevata dalle parole di Goemon e trovava gentile il suo modo di porsi e di parlarle. Le piaceva la sua compagnia e andò a dormire serena.
Nel frattempo Ryo aveva trovato Joao Da Silva, che, in cambio di un drink insieme, aveva pronti per lui un paio di indirizzi a cui lo sweeper poteva rivolgersi.
-Saburo Kiyoji è un po’ il mentore dei nuovi adepti yakuza, nonostante si sia sempre tenuto fuori dalle logiche dei clan- disse il travestito –lui potrebbe aver conosciuto Hiroki Ishikawa, il cugino di Goemon. Mmmm, che bel ragazzo, però, spero non abbia fatto una brutta fine. Comunque è come cercare un ago in un pagliaio, perché Shinjuku è grande e poi non siamo davvero certi che lui sia diventato uno yakuza-
Poco dopo, Ryo riuscì a parlare a Jin Pan Yuk, a mostrargli la sua foto e a farsi dare dei contatti.
-Fai attenzione se parli con Ken Shizuoka. Io ti ho fatto il suo nome perché potrebbe sapere molte cose, ma è un uomo molto pericoloso, perché ha il grilletto più facile del tuo, Ryo- gli disse il vecchio coreano.
Ryo non replicò e pareva perplesso, quasi preoccupato.
-Se vuoi, posso mettermi in gioco in prima persona per farti parlare addirittura con Tito Chiba. Lui è ancora più in alto di Shizuoka, è sempre molto impegnato, ma almeno è sicuro che non ti sfiorerà nemmeno con un dito-
Lo sweeper ringraziò Jin Pan Yuk e il suo coraggio. Sapeva di potersi fidare di lui e confidava nella sua diplomazia.
 

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Capitolo 3
*** Le ricerche di Ryo ***


Era esausto e, nonostante ciò, non riusciva ad addormentarsi. Sdraiato sul suo letto, Ryo fumava una sigaretta e rimetteva insieme tutti i tasselli della ricerca. “Hiroki, se ti trovo mi offrirai da bere”, pensò tra sé e sé, spegnendo poi la sua sigaretta. Kaori e Goemon erano nelle rispettive stanze e Ryo voleva accertarsi che la sua socia dormisse tranquilla. Spesso si affacciava per guardarla, per mormorarle quanto la trovasse bella, con una –nemmeno tanto- inconscia voglia di avvicinarsi a lei per darle anche un solo bacio. L’amore che provava per quella giovane donna era talmente grande da rappresentare, per lui, un ostacolo insormontabile da confessare. Appena si rimise a letto sentiva di desiderarla, come sempre, ma poi il sonno prese il sopravvento sui suoi impulsi.
La mattina seguente, Kaori fu la prima a svegliarsi. No, era lei a crederlo, perché, appena mise piede in cucina, trovò Goemon seduto a meditare sul divano. Ryo, invece, chissà quando si sarebbe alzato! Come era diverso, l’ospite, contento per l’ottima colazione preparata dalla giovane, che pensava a quanto fosse scortese il suo socio nel dirle che la colazione era spesso di scarsa qualità. Sapeva che scherzava, che si divertiva a prenderla in giro, ma la cortesia di Goemon era qualcosa di cui voleva aver bisogno.
-Scommetto che Ryo si alza sempre tardi, vero?- domandò l’uomo –Ma posso comprenderlo: deve aver girato tutta la notte per Shinjuku per cercare notizie su Hiroki-
-Ne sei così sicuro? Beh, sì, le ricerche più pericolose lui le compie di notte ma spesso, come ti ho già detto, lui…-
Le parole di Kaori furono interrotte dallo squillare del telefono.
-Pronto, Ryo? Sono Jin Pan Yuk, ho delle dritte su Hiroki-
-Pronto, ehm, sono Kaori, Ryo ora…un attimo, vado a chiamarlo-
Goemon alzò lo sguardo, Ryo corse a parlare col coreano e, quando mise giù la cornetta, sembrava raggiante.
-Il vecchio ha fatto le  cose per bene!- esclamò poi.
Ma poco dopo il telefono suonò nuovamente.
-Hai altro da dirmi, vecchiaccio bastardo?- domandò scherzosamente Ryo rispondendo, ma sbiancò rendendosi conto di aver udito una voce femminile –uh, mi scusi, credevo che…oh, ma che voce suadente…lei ha chiamato il numero giusto!-
-Ma fa il cascamorto anche al telefono?- domandò Goemon a Kaori, a bassa voce.
-Come dice? Lei è Fujiko Mine? Non mi è nuovo questo nome…-  continuò a dire Ryo.
Lo sweeper non finì di parlare, poiché Goemon si era precipitato per strappargli la cornetta del telefono dalle mani. La sua espressione, solitamente austera, si era trasformata in gioiosa e, per Ryo e Kaori, non fu difficile notarlo. “Quanto amore le dimostra, solo parlandole al telefono! Questo idiota, invece, non è capace di farmi una gentilezza” pensò tra sé e sé quest’ultima, voltandosi a osservare Ryo con amarezza.  Goemon comunicò ciò che gli sweeper si stavano aspettando: Fujiko Mine sarebbe giunta a Tokyo, precisamente in casa Saeba/Makimura. E così, nel giro di un paio di giorni, la ladra era già arrivata a destinazione, suscitando gli entusiasmi di Ryo, che, non appena la vide, le fece le feste come un cagnolino. Mezz’ora dopo, però, si presentarono altre due conoscenze di Fujiko e Goemon: Arsene Lupin III e Daisuke Jigen. Mentre Ryo continuava a riempire Fujiko di complimenti, sotto gli occhi attoniti di Goemon, Lupin e Jigen concentrarono la loro attenzione verso Kaori.
-Signor Saeba!- esclamò Lupin- Fujiko e Goemon mi hanno parlato di lei e del fatto che lei sia il famigerato City Hunter, ma non sapevo che avesse una fidanzata così carina-
Kaori arrossì di colpo, Ryo anche, ma per fortuna intervenne Goemon:
-Non è la sua fidanzata, è la sua socia: City Hunter sono loro due insieme!-
-Bene, allora posso avere campo libero?-
Ryo fulminò Lupin con lo sguardo. Dopo tutti questi convenevoli dai toni che a Kaori parvero tra l’assurdo e il semiserio, la situazione sembrò divenire tranquilla, dopo attimi di silenzio, spezzato dalle parole dello sweeper, che illustrò l’incarico affidatogli da Goemon. Ma non entrò troppo nei dettagli: le ricerche che stava compiendo erano solo affar suo. 

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Capitolo 4
*** Le preoccupazioni di Saeba e le intuizioni di Fujiko ***


In casa Saeba si era rischiato il caos, dopo l’arrivo degli amici di Goemon. Ma, fortunatamente, Lupin e Jigen si erano sistemati altrove. Fujiko, invece, avrebbe condiviso la stanza con Goemon, come aveva supposto Kaori, che, nei confronti di quella coppia, provava una sorta di imbarazzo, nonché invidia: Fujiko sembrava assolutamente dissimile da lei, perché si mostrava sicura di sé, già dalle sue movenze sensuali (che stuzzicavano gli istinti di Ryo) e dall’aria ammiccante. Così diversa dal suo compagno, eppure combaciava benissimo con lui. Erano lo ying e lo yang, l’uno sembrava compensare l’altro, a differenza di lei e del suo socio, che pareva distante.
Da alcuni giorni, Ryo si comportava stranamente, da quando, tramite i suoi informatori, era venuto a contatto con alcuni clan yakuza e con una strana ragazza cinese, Pan Li, che sembrava sapere molte cose. Conosceva, forse, Hiroki? Di una cosa era certo Ryo: nonostante fosse carina, anzi, bella, no…non glielo faceva drizzare all’istante, come accadeva con tutte le altre donne; esclusa Kaori, ovviamente.  Lo sweeper si mostrava silenzioso con tutti, quasi scostante e sentiva che non era solo la ricerca del cugino di Goemon, a renderlo di un umore incerto. Kaori aveva saputo che il suo socio aveva conosciuto questa ragazza cinese e si era rattristata. “Tanto si sa che fa sempre così”, pensava tra sé e sé  “ci prova con tutte e vede me come un mezzo uomo”. Pan Li emanava un’aura di sofferenza, la stessa che proveniva dalla sua storia, fatta di miseria e soprusi e che l’aveva indotta a diventare una prostituta. Sapeva, però, cavarsela, nel mondo della mala, evitando rischi. L’unico, forse, era quello di rimanere condannata a una vita insoddisfacente.
-Allora, saputo qualcosa?- domandò Jigen a Goemon, che però ignorava le mosse di Ryo.
-Quel Saeba ne sa una più del diavolo- affermò Lupin –perché hai scomodato lui, Goemon? Potevamo benissimo cavarcela da soli…-
-…no- lo interruppe Goemon –non mi sporco le mani con gli yakuza di Shinjuku…e poi Saeba conosce questo mondo mille volte più di noi tre messi insieme!-
-Anche di Fujiko?-
Goemon non rispose. Quando qualcuno nominava Fujiko lui non parlava, faticava a non arrossire, anche se ormai la sua relazione con lei non era più un segreto, ammesso che lo fosse mai stato. Anzi, non lo era affatto mai stato. La sua donna era qualcosa di sacro, quasi da non nominare, anche se non si era mai permesso di darle ordini.  
Ryo stava riordinando su un taccuino le notizie che aveva ricevuto e, grazie a Pan Li, aveva individuato il clan presso cui si era affiliato Hiroki: il Kosekai, uno dei più pericolosi dell’area Shinjuku/Kabukicho. “Bella m….”pensava tra sé e sé “Goemon Ishikawa con la sua spada tagliatutto poteva benissimo sbrigarsela lui”. Lo sweeper certamente non temeva di non essere in grado di affrontare un intero clan, dato che lui era parte del famigerato “City Hunter”, un duo che, fino a quel momento, non aveva mai fallito. Già, un duo. Perché Ryo non era solo e ciò che lo preoccupava era che qualcuno potesse far del male all’altra metà di quel duo: Kaori. Quel clan non faceva sconti a nessuno, quando qualcuno provava a intralciare il proprio operato e ogni passo falso commesso poteva mettere in pericolo la vita della donna che lui amava e la cui presenza era l’eredità lasciata dal fratellastro Hideyuki, ucciso perché aveva scoperto un grosso giro di narcotraffico. “No, Kaori non deve far la fine di Hide…”. Faticava a non mostrarsi preoccupato e decise che avrebbe rivelato parzialmente le sue mosse a Goemon e, forse, avrebbe coinvolto anche Lupin, Jigen e Fujiko, così diversa da Kaori e quasi simile alla sua amica poliziotta, Saeko Nogami. Donne bellissime e sicure di sé, ma Kaori per lui era l’universo intero.
 
-Buongiorno, Fujiko!- esclamò Kaori, mentre apparecchiava la tavola per la colazione. Quando la ladra si avvicinò e si sedette, la giovane sweeper avvertì un moto di imbarazzo, misto a una specie di senso di inferiorità. Fujiko era sensualissima anche vestita con la felpa e i jeans, che in quel momento indossava. E arrossì quando le fece un sorriso, lo stesso che sicuramente aveva fatto innamorare l’impassibile Goemon.
-Come è bella questa casa, Kaori…- disse, poi –certo che l’avete anche arredata bene, non c’è nulla che sia stonato, qui…che bel design…si vede che siete una coppia affiatata, anche sull’arredamento. Goemon e io non abitiamo sempre insieme e spesso ci piacciono cose diversissime tra loro-
-Ehm…ti ringrazio, Fujiko, sei gentilissima, ma, vedi, Ryo e io non siamo una coppia: io vivo con lui perché sono la sorellastra del suo socio, che purtroppo è venuto a mancare tragicamente. Ryo ha promesso che si sarebbe occupato di me. Tutto qui-
-E nel frattempo si è innamorato di te, giusto?-
-N-no, non è come…-
-…mi dispiace, ma non me la dai a bere…perdona l’indiscrezione, ma siete molto più affiatati di me e Goemon e…-
-Buongiorno!- la interruppe Ryo, che scese dalle scale con aria raggiante –Che bel risveglio trovarti qui, Fujiko cara…mmmmm…che profumo hai messo, Chanel n.5? Ma non ti metti nuda come Marilyn Monroe?-
Kaori lo colpì con una martellata potente.
-Cattiva…- piagnucolò Ryo- La prossima volta chiamo Goemon così mi difende!-
-Goemon ti taglierà gli attributi a fette, se continui a fare il cascamorto con la sua donna, maledetto!-
-Ahahahahaha, Ryo, ma sei peggio di Lupin, che con me ci prova quasi ogni minuto…sareste ottimi amici tu e lui!- intervenne Fujiko.
Ryo corse in bagno a tamponarsi il naso, Kaori era ancora furiosa e Fujiko rideva.
-Avevo ragione: siete una coppia magnifica! Almeno così tenete vivo il vostro amore. Io ho sempre paura che con Goemon possa spegnersi la fiamma: andiamo troppo d’accordo, pur nelle nostre diversità-
Kaori arrossì, ma non contraddisse la ladra.
 
 

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Capitolo 5
*** Situazione in fermento ***


-Kosekai? Ma perché mi chiedi di loro? Che diavolo stai combinando, Ryo Saeba?- Le parole di uno dei migliori amici di Ryo, Falcon, detto Umibozu, tuonarono come un pesante monito verso lo sweeper, che fece spallucce -Per chi diamine stai lavorando, se ti ritrovi ad avere a che fare con un clan del genere?-
-Goemon Ishikawa…hai presente? Si tratta di un tizio che vive ancora secondo il bushido, ma che sa il fatto suo…-
-Ma non è uno dei complici di Lupin III, il ladro infallibile?-
-Esatto!-
-Ma questa gente non è capace di cavarsela da sola?-
-Me lo sono chiesto anche io…Però io conosco bene Shinjuku e loro no! Comunque, non farne parola con Miki, né con Saeko né con Reika. Kaori, ovviamente, non sa nulla del pericolo in cui mi sto infilando. Rischierò la vita, ma…-
-…e come ti pagheranno, con soldi rubati? Opere d’arte preziose frutto di razzie?-
-Non so…ma, Umi, guardami: sono a pezzi, ultimamente lavoro pochissimo e poi…ho intenzione di lasciare il mio non-lavoro, perché…voglio dire a Kaori che la amo e sposarla, per vivere insieme una vita da persone normali-
-Ah, così? Di punto in bianco?-
-Beh, che c’è di male? Goemon Ishikawa involontariamente mi ha già pagato: ho visto che affiatamento ha con la sua donna, Fujiko Mine, così diversa da lui eppure così legata a quell’uomo. Una donna difficile da gestire, mentre Kaori, anche se a volte è gelosa fino all’inverosimile, è una ragazza dolcissima, con cui ho in comune molte cose e, una volta che avremo fatto il passo giusto, andremo sempre più d’accordo-
-E se tu avessi preso un abbaglio e lei non ti amasse?-
-Ti sembrerò presuntuoso, ma l’unico abbaglio che potrei prendere è lasciarla andare via-
 
A casa Saeba c’erano Lupin e Jigen, mentre Goemon faceva meditazione in camera e Fujiko era uscita con Kaori. Ryo sentì suonare il campanello e, con pistola alla mano, aprì, trovandosi davanti Saeko e Reika, che si presentarono ai due noti ladri, facendo finta di non sapere chi fossero. Lupin iniziò a far gli occhi dolci a Saeko, la cui sensualità ricordava quella di Fujiko, mentre Reika arrossì quando Jigen si tolse il cappello, mostrando i suoi occhi penetranti. Le due sorelle Nogami domandarono il perché della presenza di quei due uomini e Ryo rivelò che li stava aiutando a trovare una persona, ma non accennò minimamente al clan Kosekai.
-Caro Saeba, se hai intenzione di cacciarti nei guai per colpa di questi due ladracci, sappi che non verrò a pararti il sedere- intervenne Saeko.
-Ah, ti permetti di parlarmi così…con tutte le bottarelle di cui mi sei debitrice!- rispose Ryo.
-Ancora con questa storia? Fortuna che Kaori è assente. Comunque, se sono qui, c’è un perché: perché ti interessa il clan Kosekai?-
-Ma come diavolo hai fat…-
-Beh, vedi…un giorno passavo da queste parti e…semplice: ho visto Goemon Ishikawa entrare nel portone di casa vostra e ho fatto le mie indagini. Non ti dico altro, ma se siete in pericolo potete contare su di me. Quel clan è uno dei più spietati di Tokyo e non si scherza. In caso di difficoltà, il mio aiuto sarà la ricompensa che ti darò, Ryo; per cose di altro tipo sarebbe ora che ti rivolgessi a Kaori. Quanto a voi due, ladri presuntuosi, per il momento sto facendo finta di non avervi visto, altrimenti avrei già chiamato l’ispettore Zenigata, che vi dà la caccia da una vita-
 
Kaori era seduta in un bar di Shibuya con Fujiko: insieme avevano fatto shopping e la ladra aveva comprato anche un vestito di seta di colore beige chiaro.
-Non so se questo vestito piacerà a Goemon…è un po’ succinto, ma se ne farà una ragione- commentò Fujiko
-Beata te…lui ti accetta come sei, non come Ryo, che mi prende sempre in giro per il mio look, ritenendomi poco femminile-
-Cara Kaori, se vuoi che Ryo stia bene con te, devi stare bene con te stessa, non devi assoggettarti né sentirti remissiva. Il segreto del successo di una donna è essere indipendenti a livello mentale. Io lo sono sempre stata, ma Goemon mi ha insegnato a esserlo ancora di più, con le sue tecniche di concentrazione.  Funzionano bene, a volte. Il tuo problema più grande è che, anche se abbai contro Ryo, poi non mordi, sei sempre pronta a servirlo e riverirlo. Non sei mica una geisha! E comunque, ricordati che devi lavorare sul tuo comportamento e non sul tuo look: per me sei bellissima già così-
Kaori osservava il volto fiero di Fujiko, nel pronunciare quelle parole, che però sembravano assolutamente sincere. Sentiva di dover tenere a mente i consigli di quella donna e sperava di poter cambiare, per farsi davvero amare da Ryo; almeno un po’.
 

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Capitolo 6
*** Il Kosekai ***


Lupin e Jigen erano nella loro camera d’albergo. Chi gliel’aveva resa disponibile era un amico di vecchia data di Fujiko. Un amico, appunto, anche se sosteneva di aver avuto un flirt con quella donna. Jigen era alla finestra a fumare, Lupin giocava con uno yo-yo e sembrava perplesso. Pensava a Goemon e a Ryo Saeba. Pensava, soprattutto, al clan Kosekai.
-Jigen, tu ne sai quanto me del Kosekai?-
-Dipende da quanto ne sai tu…-
-Poco o nulla, ma la cosa più importante la so: fanno tremare anche le viscere della terra. Lo ammetto: avrei una fifa tremenda ad affrontarli-
-Ma Saeba è pronto a farlo, per aiutare Goemon-
-Uhm, i supereroi non mi sono mai piaciuti…-
-Nemmeno a me…ed è per questo che ho pensato di potergli dare man forte. Verrai con me, Jigen?-
-Certo, altrimenti mi annoierei-

Ryo era pronto per affrontare il clan Kosekai, con un pensiero rivolto ai suoi informatori e soprattutto a Pan Li, che era intenzionato a salvare togliendola dalla strada. Come avrebbe fatto lo ignorava, ma era un impegno che era intenzionato a prendere, dopo aver risolto questa faccenda pericolosa. Doveva però rimandare tutto questo, perché doveva aiutare Goemon e, soprattutto, non voleva che Kaori equivocasse, su quella ragazza. Era stanco di farla soffrire, fingendo di essere interessato ad altre donne. Doveva dirle che l’amava, una volta per tutte. Ecco perché  la questione di Pan Li non poteva essere prioritaria. 
Si mise a mangiare di fretta, come se non assaporasse il cibo, come se un’azione meccanica come quella di ingurgitare fosse già sufficiente. Kaori lo osservava, la sua preoccupazione traspariva anche senza il suo solito modo brusco di dire al suo socio di non cacciarsi eccessivamente nei guai. Fujiko guardava la giovane con espressione sorniona, quasi per dirle che l’amore non doveva essere sinonimo di repressione del proprio stato d’animo. 
-Vedrai che Ryo saprà cavarsela in maniera eccellente- affermò la ladra, con occhi quasi maliziosi nei confronti dello sweeper –un uomo come te non potrebbe agire diversamente, specie se sa in cuor suo che la sua socia gli infonderà tutto il suo sostegno e coraggio. 
Kaori mostrò a Fujiko uno sguardo complice e allo stesso tempo dolce. Sì, per lei quella donna aveva ragione: l’amore per Ryo era per lui la sua forza più grande.  Goemon fece un cenno a Fujiko di avvicinarsi a lui, dicendole che avrebbe fatto in modo di affiancare Saeba, ma a sua insaputa. Le diede un bacio sulle labbra, accarezzandole la schiena con un movimento unico e sensuale, le disse di amarla, come faceva ogni volta che stava per affrontare una situazione di pericolo, e decise di uscire.

Ryo fu accolto dal portavoce del clan Kosekai, pronto a trattare tutti con le molle: avrebbe detto che era lì solo per parlare con Hiroki. Il luogo faceva pensare a tutto tranne che a un covo di yakuza: un giardino curatissimo, in stile giapponese, con la tipica lanterna e la fontanella in bambù, pietre piatte e disposte in modo da formare un sentiero, alberi di media altezza e bonsai ai lati. Ryo credeva di trovarsi nei pressi di un onsen di lusso e invece, non appena gli furono aperte le porte, si trovò davanti un folto gruppo di uomini dozzinali, alcuni con una stazza enorme e più muscolosi di lui. Faticava a celare il fiato che si era fatto corto e, non appena gli si avvicinò uno dei portavoce, pensò alla sua pistola e poi a Kaori.
-Ryo Saeba...il famoso sweeper...per noi del Kosekai è un onore averla qui. Insomma, vuole parlare con Hiroki...-
L’aria spavalda del portavoce, alto e zazzeruto e con una cicatrice vistosa sul sopracciglio destro, non preoccupavano Ryo, che però voleva muoversi cauto. Fingeva di essere ignaro, ma si era accorto che Goemon lo aveva seguito e forse c’erano anche Lupin e Jigen. Fu poi invitato a bere del sake e non appena arrivò il presidente del clan si inginocchiarono tutti di colpo, tranne lo sweeper, colto da batticuore, che però sapeva nascondere.  
-Saeba-san... Il suo modo di porsi con noi è stato inaspettatamente cordiale e rispettoso. I miei uomini si erano informati bene sul suo conto...Hiroki sta arrivando, sarà ben lieto di parlare con lei. Deve sapere che il nostro clan è fatto di atomi e di attimi: gli atomi compongono un insieme, senza il quale da soli sono perduti e non hanno senso di esistere. Viviamo di attimi, senza i quali noi atomi non siamo nulla. Mi deve scusare, ma con ogni persona nuova io faccio questo discorso, che le sembrerà astruso e contorto-
Ryo infatti non comprese fino in fondo le parole “filosofiche” del presidente e cercò di sorvolare.
-Ringrazio tutti voi per l’impeccabile accoglienza...Io sono qui perché una persona vuole incontrare Hiroki-
-Bene...potrei sapere di chi si tratta?-
-Suo cugino-
Quando Hiroki, paffuto, corpulento e dall’aria poco sveglia, fece la sua comparsa, si mise subito a seguire Ryo e, non appena si trovò fuori dalla covo, Goemon si palesò, ma si mostrò scosso. Vennero fuori anche Lupin e Jigen.
-Ma lui non è mio cugino!-
-Tu non sei Hiroki Ishikawa?-
-Si che lo sono!-
-Non mi dire che è un omonimo? Ho smosso mezza Shinjuku per...-
-Che cosa vorresti insinuare? Che ti ho fatto perdere tempo?- Goemon sembrava si fosse innervosito, ma poi si calmò –chiedo perdono-


A casa Saeba c’era un clima di imbarazzo generale, era presente anche Lupin, che cercava di tirare su il morale a tutti. Jigen, invece, era uscito con Reika.
-Beh, almeno sappiamo che tuo cugino non è uno yakuza e non ha la faccia da beota...- disse Il ladro francese con ironia.
-Eppure mi erano giunte voci su cui non avevo dubbi... – affermò  Goemon -Comunque, io sono un uomo d’onore e vi pagherò, come da accordo-

Due giorni dopo, Kaori si dilettava con lo shopping, mentre Ryo la seguiva svogliatamente. Ma, più la guardava sorridere e muoversi con grazia ed entusiasmo per le affollate strade di Ginza, più faticava a non dirle di essere completamente pazzo di lei. Al ritorno, decisero di passare alla stazione di Shinjuku e, controllando la lavagna degli annunci, ma frettolosamente, convinti che non avrebbero trovato alcuna richiesta di lavoro e invece... La XYZ saltò subito ai loro occhi. Nel messaggio c’era già il nome del committente: Hiroki Ishikawa.
“Aiutatemi a trovare mio cugino Goemon” recitava il messaggio.
Ryo e Kaori si guardarono.
-Noooooooo!- dissero all’unisono.
-Ryo, tu pensi che dovremmo accett..-
-No no, che se lo cercasse da solo! E poi Goemon è in giro con la banda e non voglio altre grane-
-E allora?-
-Ci prendiamo qualche giorno, non diciamo nulla a nessuno e ci andiamo a far una bella vacanza, che ne dici delle Hawaii?-
 -Ma... Tu e io?-
-Certo! E chi altro vuoi con noi?-
-Ryo, ma tu...-
-Beh, ma una volta che saremo lì tu farai quello che vuoi e io andrò a caccia di belle hawaiane...ahahhaahha-
Una martellata violenta lo colpì 
-Dillo, che sei il solito cretino, Ryo... Anche se so che scherzi, mi dai i nervi, ecco!-
“Ti dirò che ti amo, altro che!” pensò lo sweeper “se troverò il coraggio di farlo”
(C) by Fujikofran

https://www.youtube.com/watch?v=b9DBafBhDSc

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