La vendetta dell'ispettore Nara

di rocchi68
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Cap 1 ***
Capitolo 3: *** Cap 2 ***
Capitolo 4: *** Cap 3 ***
Capitolo 5: *** Cap 4 ***
Capitolo 6: *** Cap 5 ***
Capitolo 7: *** Cap 6 ***
Capitolo 8: *** Cap 7 ***
Capitolo 9: *** Cap 8 ***
Capitolo 10: *** Cap 9 ***
Capitolo 11: *** Cap 10 ***
Capitolo 12: *** Cap 11 ***
Capitolo 13: *** Cap 12 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Freddo. Faceva freddo, di quel giorno ricordo solo che strisciavo al suolo e che ero a terra con un proiettile nella gamba destra.
Da quanto raccontato dai miei colleghi quel giorno stavo inseguendo un killer su commissione che, in 10 anni di carriera, aveva ammazzato 25 persone e come al solito ero accompagnato dal mio fidato collega.
Quella soffiata era arrivata al momento giusto, in quanto stavo cercando quel tizio da 3 anni, ovvero da quando aveva ucciso il mio mentore e da quando avevo promesso che prima di morire l’avrei trovato e gliel'avrei fatta pagare cara per quanto fatto.
Erano le 5 di pomeriggio quando ricevetti in ufficio una telefonata anonima che mi informava che l’uomo che stavo cercando era stato visto per l’ultima volta nei pressi della piazza principale. Quando chiesi chi era che mi passava quell’informazione avevano ormai riagganciato e con la speranza di raggiungere quel mascalzone per arrestarlo, non avevo ipotizzato che potesse trattarsi di una trappola orchestrata alla perfezione per eliminarmi definitivamente.
Dopotutto ero l’unico che aveva la fama di poter acchiappare quel maledetto e probabilmente aveva paura di finire in carcere per i tanti crimini commessi.
Salii in macchina con il mio fidato collega e percorsi a velocità folle i 15 minuti che separavano la questura dal luogo dell’avvistamento. Appena giunti e scesi dal veicolo qualcuno sparò alle ruote della macchina rendendola inutilizzabile e rincorsi subito quella figura oscura che avevo visto solo una volta e che mi aveva portato via una persona a cui tenevo molto.
Mancavano 500 metri e avremmo raggiunto un vicolo e finalmente il killer sarebbe stato con le spalle al muro. Purtroppo in quel frangente avevo dimenticato la 2° regola che insegnano ad ogni bravo investigatore: mantenere la calma e analizzare ogni piccolo dettaglio.
Il mio mentore amava ripetere che un topo è più pericoloso quando è chiuso all’angolo e che bisogna mantenere un certo margine di sicurezza per non rischiare di ricevere una pallottola in fronte. Infatti poteva succedere che il predatore diventasse la preda e che tutto il lavoro fatto andasse in frantumi per un errore dettato dalla fretta, dalla paura o dal desiderio di vendetta che non dovrebbe mai corrodere l'animo di un poliziotto.
All’improvviso quel mascalzone si era fermato, si era girato e mi aveva sparato un colpo che prese in pieno la gamba destra.
Vedendomi a terra ferito e privo della pistola che mi era caduta a qualche metro di distanza decise di avvicinarsi ,tenendosi comunque a di distanza di sicurezza, per darmi il colpo di grazia.
Era a circa 10 metri e mi osservava con un ghigno che non prometteva nulla di buono. Dopotutto avevo scombussolato diverse volte i suoi piani e ora che non c'era nessuno e che eravamo lontani dalla piazza poteva liberarsi di uno scomodo avversario.
“In questi ultimi 3 anni mi hai reso la vita difficile, ma dopo la tua morte caro Shikamaru Nara nessuno interromperà più i miei affari.Sei stato veramente bravo a rovinare qualche piano e questo ti rende l'avversario migliore che mi sia mai passato davanti, ma è ora di farla finita. ”
“Sei troppo sicuro di te Orochimaru, fossi in te non sottovaluterei i miei colleghi, che sanno ormai chi sei e che conoscono il tuo volto.” stavo bluffando, nessuno tranne me lo aveva mai visto in faccia, ma ciò che non sapevo era che lui eliminasse chiunque non rientrasse più nei suoi piani, anche se ne avevo il vago sospetto.
“Stai scherzando vero? Io ho sempre ucciso chiunque fosse una minaccia per i miei piani, come feci 3 anni con il tuo caro maestro, che si era avvicinato troppo alla verità. Ha fatto la fine che si merita, come quando le zanzare si avvicinano troppo e vengono schiacciate. Inoltre non ho mai permesso a qualcuno che mi ha visto in volto di rivedere la luce dell’alba e questa è la fine che farai. Ti eliminerò e poi penserò a tutti gli scarafaggi che oseranno mettersi sul mio cammino, e ora pronuncia le tue ultime parole.”
Oramai era giunta la mia ora, certo che morire a 30 anni non deve essere proprio il massimo, ma almeno mi posso consolare pensando che non dovrò più ascoltare quelle stramaledette battute insipide di Naruto, che non dovrò aiutare gli altri a sollevare da terra Hinata che sviene, che non riceverò pugni in testa da Ino e Sakura, non dovrò più ascoltare i latrati di quel cane di un Kiba e che non dovrò più sborsare mezzo stipendio per offrire il pranzo a Choji.
Non appena Orochimaru premette sul grilletto mi aspettavo di avvertire un forte dolore per poi morire e invece non appena riaprii gli occhi mi accorsi che erano sopraggiunte 2 macchine della polizia e che il mio collega era esanime a pochi metri da me. Quell’idiota si era sacrificato per salvarmi la vita e la morte lo aveva accolto tra le sue braccia, rendendomi prima di svenire ancora più triste e infelice di quanto non fossi poche ore prima.
Orochimaru come al solito era riuscito a fuggire insieme al suo complice e come ogni volta che entravano in azione anche questa volta avevano lasciato dietro di se sangue e disperazione.
Dopo essere stato trasportato in ospedale venni curato e fu qui che venni a sapere che Choji era morto per salvarmi e che prima di morire chiese a Naruto e Kiba di farmi avere il suo distintivo e pistola.
Ormai ero rimasto da solo e questo mi rendeva furibondo, nessuno avrebbe mai avuto la stessa importanza che aveva Choji per me, eravamo amici inseparabili e colleghi affiatati come mai si era visto in quella caserma ed ora ero rimasto come un fesso a rigirarmi tra le mani il suo distintivo e la sua pistola. Nessuno poteva consolarmi, ero solo.
I miei genitori erano morti anni fa, non ero sposato o fidanzato, avevo perso il mio migliore e unico amico e se non fosse stata per la promessa da mantenere che avevo ricevuto in punto di morte da Asuma mi sarei già ucciso da un pezzo, subito dopo aver acciuffato quel tizio.
Prima di morire gli avevo promesso che avrei cresciuto suo figlio e che se lui avesse desiderato diventare poliziotto gli avrei insegnato le basi per diventare il migliore, come aveva fatto suo padre con me.
Ora ciò che provavo era rabbia, odio e vendetta e avevo promesso sul distintivo di Choji che avrei trovato quell’infame, che l’avrei ucciso, che avrei fatto crescere il bambino di Asuma, che l'avrei addestrato se lui voleva e che completate queste missioni mi sarei ucciso.
Era un piano perfetto, ma come al solito non esiste la perfezione e di lì a pochi giorni quella vecchia racchia di Tsunade avrebbe scombussolato i miei piani con l’assegnazione del posto lasciato vacante da Choji ad una recluta considerata promettente.

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Capitolo 2
*** Cap 1 ***


Erano passati appena 10 giorni da quel maledetto giovedì pomeriggio e ora quei due brutti vecchi pervertiti di Jiraya e Tsunade volevano che avessi un nuovo partner con cui collaborare per risolvere i casi all’ordine del giorno. La cosa non mi andava a genio, ma dopotutto serviva una rinfrescata a quel posto, con la speranza che quella persona svegliasse gli altri membri in catalessi della centrale. La caserma in cui avevo lavorato per oltre 5 anni era così composta:
 
Kiba e Naruto erano coloro che erano impegnati a dirigere il traffico e a fare multe, nonostante entrambi avessero la miseria di 5 punti sulla patente. Erano due impiastri in ufficio e delle autentiche furie scatenate in auto, in quanto le foto degli autovelox ritraevano stranamente sempre le loro automobili. Naruto è ancora convinto di diventare il prossimo capitano al posto della racchia, ma nessuno gli assegnerebbe un titolo tanto importante.
 
Ino e Sakura due pazzoidi di 28 anni che si chiamavano porcellino e fronte spaziosa non erano un bello spettacolo e comunque si occupavano di autopsie e fortunatamente erano poco in ufficio. Erano in guerra tra di loro per verificare quale fidanzato tra Sai e Sasuke fosse il più carino, peccato che uno non capiva una mazza di ragazze e l’altro faceva paura solo con lo sguardo.
 
Neij e Lee si occupavano di persone scomparse ed era il team peggio assortito della storia. Uno sembrava uno stoccafisso imbambolato e l’altro un coniglio drogato che parlava di giovinezza e cavolate simili.
 
TenTen e Hinata si occupavano di pratiche irrisolte ed erano stranamente le persone più normali in quel posto di scalmanati.
Jiraya e Tsunade erano i capi che dirigevano l’orchestra e se erano gli esempi da seguire come spesso andavano dicendo in giro a quest’ora tutti sarebbero già morti.
 
Io invece dovevo controllare ogni singola azione in quel postaccio da 4 soldi. Lo stipendio era da fame in quanto quella tirchia di Tsunade spendeva tutto in poker e sakè, mentre l’atro pervertito si divertita a comprarsi giornalini discutibili e amava spiare le ragazze.
La città era rappresentata da un sindaco che rasentava il ridicolo: Kakashi era il peggiore primo cittadino nella storia di quella città e aveva vinto le ultime elezioni solo perché l’altro candidato Gai era ancora più fesso di lui.
Insomma in quella città di matti era abbastanza ovvio che i cattivi la facessero da padrone, ma con la collaborazione promessa da Tsunade con una caserma di prima categoria, tutto sarebbe cambiato in meglio o almeno era quello che speravo.
 
La giornata era iniziata malissimo in quanto Naruto per risollevarmi il morale aveva deciso di nascondere il quadretto, che avevo sopra la scrivania piena di scartoffie, nel quale eravamo immortalati io e Choji ai tempi dell’accademia con il maestro Asuma. Era l’oggetto al quale ero più affezionato e se non fossero intervenuti Kiba e Lee avrei ucciso quell’idiota. Avevo la pistola carica e avrei fatto volentieri a pugni con qualcuno, ma decisi per essere più convincente di puntare l’arma in mezzo alla fronte di Naruto, così non mi avrebbe più disturbato. Fortunatamente i due fessi erano intervenuti al momento giusto restituendomi la foto, ma ciò non aveva placato la mia ira.
Dieci minuti dopo Naruto era ancora vivo, purtroppo, ma sicuramente i suoi bernoccoli in testa gli ricorderanno che rompermi le scatole di prima mattina non è la cosa migliore da fare.
 
Inoltre pensare che avrei dovuto trovarmi un altro partner mi rendeva piuttosto triste anche perché
non volevo nessuno con cui collaborare, in quanto avevo ancora in mente quelle poche immagini di quanto era accaduto al mio amico. Volevo risolvere il caso da solo e avrei allontanato il pivello che mi volevano assegnare adottando un comportamento odioso.
Mi sarei divertito molto, avrei spaventato per bene il candidato e avrei lavorato tranquillamente al caso Orochimaru che era al primo posto della mia lista.
Il ragazzo sarebbe scappato via o peggio non avrebbe mai più fatto il poliziotto, o almeno era quello che speravo prima di incontrare nell’ufficio dei 2 vecchi rintronati.
Appena varcato l’ufficio incontrai 2 occhi verdi appartenenti ad una ragazza veramente carina e attraente, ma dato che non potevo fare il pesce lesso preferii fare l’indifferente. I suoi voti all’accademia erano ottimi, ma molte volte è meglio testare il comportamento di questi giovani sul campo.
 
“Bene Shikamaru per una volta sei puntuale, questa ragazza è la recluta che ti avevo promesso e se non ti va bene la mia decisione ti ritroverai all’ufficio di reclutamento.” Ordinò Tsunade
“Che seccatura! Mi chiedo perché dovrei badare ad una nuova recluta e per giunta ad una donna che difficilmente potrebbe sostituire al meglio Choji.” chiesi a Tsunade.
 
Il mio unico scopo era quello di vedere se quel candidato aveva la spina dorsale per rispondere a tono, anche se avevo qualche dubbio a riguardo.
“Il cry-baby ha paura di essere battuto, mi fai veramente pena e se credi che quella pettinatura ad ananas ti renda figo sei un povero illuso.” la sua voce era fastidiosa e mi stava urtando il sistema nervoso.
 
“Sarà una seccatura lavorare con una come te , ma dato che hai avuto il coraggio di dirmi in faccia quello che pensi sono contento di assegnarti il posto del mio ex collega. Dopotutto sei l’unica persona che mi ha affrontato e che mi ha lasciato spiazzato in questo posto di mollaccioni. Piacere sono Shikamaru Nara e sono il collega che ti affiancherà per risolvere i casi all’ordine del giorno”
“La seccatura sarà tutta mia. Comunque piacere mio sono Temari Sobaru e sono pronta a svolgere il primo incarico giornaliero, non prima di aver discusso con la signorina Tsunade dello stipendio. Lei prima mi aveva promesso 700 dollari per il mio lavoro, beh per il disturbo voglio almeno il triplo della cifra e un ulteriore bonus mensile per i casi risolti pari al 20% della cifra”
“Ti offro 1500 dollari e il 10 % di bonus e detto questo non sborserò un centesimo in più” gracchiò Tsunade che vedeva già le sue finanze in rosso
“Accetto quanto proposto e resto a vostra disposizione” rispose Temari.
Certo che questa ragazza ci sa fare in quanto il mio stipendio ammonta appena a 2000 dollari e se lei è, che è una recluta è riuscita a farsi promettere una tale cifra deve essere un tipo che non ha paura di nulla.
Tsunade facendo due calcoli capì di essersi fregata con le sue mani in quanto gli restava una cifra da far pena e di certo non poteva licenziare nessuno
“Capo se proprio è in crisi può benissimo ridurre lo stipendio di Naruto e Kiba che tanto non si accorgerebbero mai di un calo nello stipendio, uno pensa solo al ramen e a far svenire Hinata, l’altro è un mezzo cane a cui basta una ciotola di cibo e una passeggiata al parco” proposi ben sapendo che la vecchia sarebbe stata felice.
“Credo che farò come mi hai detto e premierò il tuo consiglio con un periodo di pausa della durata di 2 settimane al termine del caso che vi sto per assegnare”
“Con il vostro permesso signorina le 2 settimane di ferie pagate le prenderò non appena risolverò il caso Orochimaru”
“Come vuoi purché ti prenda una pausa al termine di quel caso, sono stanca di vedere la tua brutta faccia in giro. Ora torniamo alle cose serie, in quel dossier ci sono tutte le informazioni che mi sono appena arrivate per l’omicidio al magnate Sasori e a quanto pare ci sono delle modalità interessanti in questo delitto. Sakura e Ino hanno, prima di starnazzare come galline e di picchiarsi a sangue, completato l’autopsia e i risultati sono tutti all’interno di quel fascicolo. Shikamaru non infilarti in qualche guaio e risolvi in fretta questo caso se non vuoi che cambi idea sulle ferie e che ti riduca lo stipendio.”
“Ok sarà fatto signorina, arrivederci” Quella brutta racchia maledetta mi ha fregato un’altra volta e per fortuna che non capisce un tubo e che ha 60 anni. Mi chiedo ancora cosa farebbe quella nonnetta se avesse solo 30 anni, sarebbe capace di spararmi contro. Fortunatamente ho sentito in giro che ben presto Tsunade sarebbe andata in pensione e che nel giro di 1 anno al massimo, avremmo avuto un sostituto con gli attributi necessari. Da quello che ho letto in un fascicolo top-secret il sostituto sarà un certo Gaara e facendo qualche ricerca ho letto che è un capitano efficiente, intelligente, ma un po’ strano. Spero solo che non si faccia influenzare da Kiba e Naruto e che anzi li licenzi, quei 2 sono una palla al piede per chiunque.
 



Scusate se in qualche punto le virgole sono fuori posto, ma è da anni che litigo con questi segni di punteggiatura.

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Capitolo 3
*** Cap 2 ***


Appena saliti in auto ci siamo presentati adeguatamente e sono venuto a conoscenza del fatto che ha 28 anni, che ha molti hobby e che Gaara era suo fratello maggiore.
I suoi genitori erano morti in circostanze misteriose quando lei era ancora piccola e questo fatto la spinse a diventare investigatrice per risolvere misteri che sarebbero rimasti insoluti.
Inoltre mi aveva promesso che in caso di bisogno lei aveva molte conoscenze al di fuori del paese e in caso di bisogno mi avrebbe aiutata a cambiare distretto. Dopotutto aveva conosciuto il resto della marmaglia con cui lavoravo e leggendo le varie scartoffie che avevo compilato affermò che ero sacrificato per quel posto e che avevo talento per ottenere gratificazioni maggiori.
 
Avevo sbagliato a giudicare quella ragazza, non era una vipera come volevasi dimostrare, ma era dolce e sensibile e mi stavo pentendo dell’idea di eliminare quella recluta solo perché volevo vendicarmi di Orochimaru senza nessuno in mezzo ai piedi.
 
Lei non aveva nessuna colpa di quanto era successo, Choji era morto a causa mia e della mia incompetenza.
Quante volte Asuma mi aveva detto di affrontare ogni situazione con intelligenza e invece come sempre avevo fatto di testa mia. Asuma era morto solo perché era riuscito a decifrare il codice necessario per avvicinarsi a Orochimaru e lui l’aveva eliminato. Mi pento di non essere riuscito a risolvere l’arcano insieme al mio maestro, in quanto forse avrei potuto aiutarlo e invece avevo fallito di nuovo.
 
Quanti fallimenti avevo accumulato nella mia breve vita? Troppi. Asuma e Choji erano morti per colpa mia, ero assente quando i miei genitori erano morti a seguito di un incidente in auto, non ero fidanzato, non avevo avuto il piacere di osservare i miei genitori felici con un nipote che avrebbero tanto voluto e non avevo ascoltato il consiglio di mio padre di proseguire nel percorso di studi per diventare capitano. Mia madre che era una donna di grande carattere mi avrebbe visto bene come sindaco, ma viaggiare con la scorta sarebbe stata una seccatura
 
Non potevo sbagliare di nuovo, Orochimaru sapeva che ero vivo e ben presto mi avrebbe cercato e mi avrebbe ucciso e questa era la mia ultima possibilità. La cosa che mi preoccupava era che non volevo che anche Temari facesse la fine di Choji per questo se venissi a conoscenza del nascondiglio di Orochimaru lo affronterei da solo e non fornirei a nessuno le indicazioni per trovarlo.
 
Osservando la ragazza che avevo vicino mi promisi che l’avrei aiutata e protetta, dopotutto volevo redimermi da quanto successo e non volevo rischiare di perdere una delle prime persone che era riuscito a scalfire la mia corazza.
Sicuramente avrei pensato alla sua proposta e iniziai a descrivere i miei hobby, tra cui giocare a scacchi, i miei interessi e i miei sogni e successivamente iniziò a leggere il fascicolo e a sfogliare le varie fotografie scattate.
 
Iniziò quindi a leggere e a sfogliare le foto del delitto e come ci aveva anticipato Tsunade c’erano alcuni particolari che mi lasciavano perplesso.
Durante il viaggio in auto mi informò che il delitto era stato compiuto a seguito di una rapina finita male, in quanto dal corpo della vittima mancavano un braccialetto d’oro, un orologio Rolex dal valore inestimabile, il portafoglio, due anelli d’oro e alcuni quadri di pittori molto conosciuti che al mercato nero avrebbero fruttato un’immensa fortuna ai colpevoli.
 
Rivendere quadri di Van Gogh, Picasso e Leonardo Da Vinci per quanto conosciuti era una bazzecola per questi farabutti, anche se avevo qualche buon aggancio per recuperare i quadri.
A questo mondo ero riuscito ad evitare a molte persone la galera solo se in cambio mi avessero fornito informazioni interessanti. Pain faceva molti affari con la merce rubata anche se prima di rivenderla preferiva chiamarmi per essere sicuro di non incappare in qualche tranello e in qualche guaio con la giustizia. Stranamente questa volta non mi ha chiamato ed essendo il migliore in questo campo e avendo molti colleghi con i quali fare passaparola non era venuto a conoscenza di nessuno quadro famoso, affermando invece che era da giorni che nessuno entrava nel suo negozio con tele rare.
 
Il signor Sasori era stato colpito alle spalle con un coltello affilato che non gli aveva lasciato scampo. La prima persona ad accorgersi della mancanza del signor Sasori era stata la cameriera che non aveva visto il padrone prendere le medicine necessarie per i suoi malanni. Cercandolo nelle varie stanze lo aveva trovato riverso al suolo nel suo studio, mentre stava compilando alcune carte sparse per il tavolo.
 
Era terribilmente ricco e al momento della tragedia la moglie Yuri stava giocando a tennis con l’istruttore nel campo a poco distanza dalla villa.
Il figlio Tobi che lavorava nella stessa azienda del padre era impegnato in un viaggio in aereo verso l’Europa per completare un affare milionario che avrebbe permesso all’Organizzazione Alba di espandersi anche in Asia e in Africa. Gli altri dipendenti della villa erano due chef stellari che lavoravano per il padrone da oltre 10 anni, tre cameriere che si occupavano dei vari lavori da oltre 7 anni, il giardiniere che da oltre 5 anni si prendeva cura del giardino della villa e l’istruttore di tennis che nonostante vivesse fuori dall’edificio era al servizio della signora Yuri da solo 2 anni.
 
La villa era sorvegliata da una guardia giurata che aveva svolto servizio anche tra i marine e da tre mastini che si avvicinavano solamente al personale della villa e ovviamente ai padroni.
Da questa descrizione dettagliata sembrava impossibile entrare nella villa, ma stranamente dal resoconto rilasciato qualcuno era riuscito a trovare una breccia in quella costruzione invalicabile.
 
Una volta giunti alla villa mi accorsi che la guardia giurata non era altro che un mio vecchio amico d’accademia e che aveva fatto fortuna in diversi ambiti. Dopotutto aver accettato di proteggere il signor Sasori era traducibile con uno stipendio bello sostanzioso, vitto e alloggio assicurato.
Yamato aveva recentemente declinato anche l’offerta della signorina Tsunade anche se credo che il suo talento il quel postaccio sarebbe stato sprecato.
“Ehi Shikamaru lavori ancora per la nonna Tsunade e per il vecchio rospo?” mi chiese Yamato ridendo.
“Già vecchio mio, ma credo che ben presto cambierò distretto”
“Va bene salutami Naruto e Neij se li vedi e buona fortuna”
“A presto Yamato”
Detto questo aprì il cancello, spostò i tre mastini che mi guardavano in cagnesco e parcheggiammo l’auto nel garage che vantava veicoli costosi.
Avere una Ferrari era una sciccheria per pochi, ma possedere anche una Lamborghini, due Porsche, una Bugatti Veyron, due Harley-Davidson e la serie completa della Ducati, Honda e Aprilia degli ultimi 30 anni era una faccenda per pochi ricconi con la puzza sotto il naso.
Prima di entrare in casa decisi di fare coraggio alla nuova ragazza anche perché essere catapultati dall’accademia alla realtà è spesso spiazzante.
 
“Bene Temari dato che sei nuova, voglio proprio vedere come te la cavi con gli interrogatori del personale della villa, io ti osserverò e se hai bisogno di pormi qualche domanda prima di cominciare dovresti farle ora”
“Vorrei sapere cosa ne pensi della descrizione fornita dal dossier”
“Temari fidati non sono stati dei ladri qualunque ad uccidere quell’uomo, qualcuno all’interno della villa lo voleva morto e probabilmente si è fatto aiutare da un complice e quindi non farti troppi scrupoli a dubitare di più di una persona”
“Va bene”
“ Ricordati che se non sei sicura su chi siano i colpevoli ti posso dare qualche consiglio, anche se credo che con la tua intelligenza e la tua perspicacia tu possa riuscire facilmente ad arrestare i responsabili del delitto.
“Grazie”
“Nonostante non abbia ancora ascoltato gli interrogatori delle persone della villa ho già qualche idea su chi possa essere il colpevole, ma non ne sono sicuro al 100%.” Detto questo prima di entrare mi fermai per fumare una sigaretta indisturbato, dato che in questi ultimi dieci giorni ho fumato meno di un pacchetto. Sto cercando di farmi passare questo dannato vizio, anche se qualche passo in avanti l’ho fatto dato che prima ero solito spazzolarmi una dozzina di cicche al giorno e finita anche questa rapida operazione entrai nell’edificio.

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Capitolo 4
*** Cap 3 ***


Entrato nel salotto dove si trovava il personale della villa mi sedetti tranquillamente su una poltroncina aspettando e ascoltando silenziosamente le domande fatte agli indiziati.
I primi ad essere interrogati furono i due cuochi che, mentre il signor Sasori era stato ucciso, stavano preparando le pietanze da consumare e stavano controllando l’inventario della merce, per eventualmente ordinare ad una delle cameriere di andare a fare la spesa.
Alla domanda se si fossero accorti di qualcosa di strano affermarono che avrebbero chiamato immediatamente la polizia se qualche veicolo sospetto o qualche persona si fossero intrufolati nell’edificio.
Già da questo e dalla testimonianza del signor Yamato si poteva escludere a priori che qualcuno si fosse intrufolato nella villa e quindi i colpevoli erano ancora all’interno della casa.
I due cuochi coprendosi a vicenda avevano fornito una testimonianza più che valida e poi a dire il vero mancava il movente per compiere un’azione tanto deplorevole.
 
La stanza da dove erano entrati i ladri non era facilmente accessibile e il foro praticato per entrare era troppo lontano dalla maniglia anche per un braccio umano, avevano inscenato la rapina.
 
L’istruttore che arrivò dieci minuti dopo di noi affermò che era in ritardo a seguito di un contrattempo e che aveva avvertito per tempo la signora, inoltre era uscito la sera verso le 18 e non era più rientrato per tutta la giornata. Inoltre la sera precedente alla morte del signor Sasori era uscito con la fidanzata al cinema e al ristorante e aveva fatto le ore piccole e quindi era impossibile che avesse compiuto tale delitto.
 
Le tre cameriere stavano semplicemente ripulendo le varie stanze e avevano un alibi di ferro, in quanto il signor Sasori aveva una piccola mania riguardante il fatto che entrambe dovevano lavorare nella stessa camera per velocizzare il lavoro. Alla domanda se colei che aveva trovato il corpo avesse notato qualcosa di strano lei affermò che tranne per gli oggetti rubati tutto era al proprio posto. Affermò inoltre che si era recata da sola dal signor Sasori per le medicine, ma il tempo era troppo scarso per compiere un delitto simile.
 
La signora Yuri disse che a quell’ora stava guardando un film alla televisione a seguito del ritardo dell’istruttore e che essendo sola non aveva un testimone. Questa nuova dichiarazione era diversa rispetto a quella fornitaci nel dossier, ma sicuramente anche Temari noterà un simile particolare. Nel fascicolo stava giocando a tennis e ora dice che era davanti alla televisione da sola, ha fornito troppe contraddizioni e questo significa che il caso si è già quasi chiuso da solo.
 
 
Il giardiniere che si chiamava Deidara era un uomo sulla quarantina che stava lavorando al giardino come tutti i giorni e stava potando il roseto che si trovava dietro alla villa e nemmeno lui aveva un testimone valido.
Il figlio Tobi era in viaggio da oltre una settimana ed era praticamente impossibile che tornasse indietro per uccidere il padre per poi essere di nuovo in Europa.
Questa ipotesi era da scartare, come era da scartare la possibilità che le cameriere, Yamato, i cuochi e l’istruttore avessero ucciso il loro padrone. Morto il signor Sasori non è detto che avrebbero mantenuto il posto di lavoro e ucciderlo non era l’idea migliore se non volevano rischiare di rimanere disoccupati, anche se la signora li aveva più volte rassicurati sul loro futuro.
 
Dopo che l’interrogatorio ebbe termine, pregai il personale di tornare al proprio lavoro e iniziammo a girare per le varie stanze in cerca di indizi.
 
La casa era grandissima, ma in poche ore riuscimmo a controllare ogni singola camera senza trascurare il fatto che se avessimo trovato gli oggetti rubati saremmo riusciti a risalire al colpevole. L’arma del delitto era a poca distanza dal corpo del signor Sasori e quindi a noi spettava cercare gli oggetti rubati. In casa ogni angolo era stato controllato e nessun oggetto prezioso era stato rinvenuto e quindi dove si potrebbero nascondere questi beni tanto preziosi?
Una botola, un anfratto o una buca in giardino potrebbero essere i luoghi migliori e chi potrebbe lavorarci senza creare sospetti? Ovviamente il giardiniere.
 
Cercammo per qualche ora anche indizi nel vasto giardino e trovammo nei pressi di due querce una botola coperta dal fogliame che nascondeva tutti gli oggetti rubati. Fare parola della nostra scoperta con il personale della villa poteva essere un errore in quanto il criminale si sarebbe sentito in trappola e avrebbe potuto reagire violentemente.
Una cosa che non mi era ancora chiara era perché aveva rubato questi oggetti se poi sapeva di rischiare di essere braccato dalla legge? Ammettendo che la colpevole fosse la moglie perché avrebbe dovuto rubare i propri averi? La signora non centrava con il furto, ma allora vuoi vedere che il giardiniere aveva qualche problema finanziario e forse questo colpo gli avrebbe risolto un sacco di problemi? Da quanto letto nel dossier Deidara aveva pregato più volte il signor Sasori a concedergli un aumento, dato che il figlio aveva una malattia rara e aveva bisogno di molto denaro per curarlo.
 
 
“Temari credo che il giardiniere sia implicato nel furto, ma non ha ucciso nessuno, penso che abbia deciso di rubare solo perché aveva bisogno di denaro, inoltre il signor Sasori non trovava un motivo valido per concedere un aumento al signor Deidara. Prova a chiamare Ino perché mi sembra che recentemente in caserma abbia raccontato una notizia inerente questa famiglia”
Dopo aver passato il cellulare a Temari iniziai a passeggiare per il giardino e parlai a lungo con Yamato.
 
“Buongiorno sono l’agente Temari vorrei parlare con la signorina Ino”
“Dimmi pure Tem, come va il lavoro con Shikamaru? Come hai potuto constatare è un tipo impossibile e impertinente”
“Non mi sembra sia così malaccio, certo è un po’ troppo sicuro di se, ma nonostante tutto mi sembra un bravissimo ragazzo”
“Allora va tutto alla grande con il tuo nuovo fidanzato?”
“Non è il mio ragazzo! Comunque vorrei sapere se sai qualcosa sulla famiglia Sasori?”
“Mi chiedo ancora dove vivi, è da tre settimane che si parla del fatto che il signor Sasori volesse chiedere il divorzio dalla signora Yuri e che volesse tagliarla fuori dal testamento favorendo: il figlio Tobi, i domestici e la guardia. Lui era convinto che sua moglie spendesse troppi quattrini ed era stanco di dover sempre sborsare tanti soldi per accontentare quella viziata. Inoltre aveva recentemente contattato un investigatore privato che gli aveva riferito che la moglie la sera si divertiva in ristoranti extra lusso, facendo mattina con un uomo ogni volta diverso dall’altro. Lei si era difesa dicendo che ormai il marito non la guardava più è che per lei spendere soldi in gioielli, cene, viaggi e auto era diventata una valvola di sfogo.”
 
Quella ragazza sul gossip sapeva tutto e sarebbe andata avanti ancora mezzora su quella notizia se Temari non avesse riagganciato.
 
“Per fortuna che hai riagganciato, avevo paura di rimanere senza credito e farmi una ricarica è troppo seccante.”
“Il cry-baby ha paura di impoverirsi per una breve chiamata?”
“20 minuti sarebbero una breve chiamata? Per questa volta non importa, purché questa telefonata ti sia servita per risolvere il caso”
“Certamente ora so chi è il colpevole”
 
Dopo aver riunito il personale nel salotto della villa, Temari iniziò ad esporre i fatti:
“Signora Yuri la dichiaro in arresto per l’omicidio del signor Sasori”
La signora trovandosi all’angolo si gettò a terra in preda allo sconforto e confessò di aver ucciso il marito.
 
Shikamaru ricordava ancora una delle ultime lezioni di Asuma prima della sua scomparsa:
“Shikamaru e Choji ricordate che solo i criminali incalliti riescono a mantenere sempre la calma, se un assassino occasionale si ritrova all’angolo confesserà ogni crimine.”
 
“Quel maledetto voleva il divorzio e voleva tagliarmi fuori dal testamento e questo voleva significare che non avrei avuto più soldi da spendere. Chiedendo al mio avvocato se quell’azione fosse corretta mi confermò che era con le mani legate e che al contrario se avessimo intentato causa avremmo sicuramente perso e avremmo dovuto pagare il danno di immagine e le azioni legali della controparte.
La soluzione era quella di uccidere quell’uomo prima che la pratica di divorzio diventasse effettiva, così facendo avrei potuto continuare a fare la vita di signora che si spetta ad una donna del mio rango. Sono pentita di quanto fatto e spero che il giudice riduca la pena.”
“Signora colui che ha ucciso era suo marito, io se fossi sposato e se la mia signora mi trascurasse non gli avrei mai fatto nulla del genere. Piuttosto avrebbe potuto contattare un consulente matrimoniale per risolvere la questione e per risollevare le sorti di questo matrimonio. Dopotutto quando vi siete sposati, avete visto qualcosa nell’altro che vi ha attratti. Il vostro amore non era morto si era solamente affievolito, bastava qualche parola dolce e qualche sorriso e tutto sarebbe tornato al suo posto. Sono profondamente disgustato. Agenti portatela via” ordinai
 
“La signora Yuri ha confessato l’omicidio, ma il ladro è ancora in mezzo a noi, non è vero signor Deidara?” “Lei ha rubato i quadri e gli effetti personali del signor Sasori perché aveva bisogno di soldi per curare suo figlio. Questo non lo implica fortunatamente nel caso di omicidio, ma verrà condotto in centrale per rilasciare la dichiarazione relativa a questo fatto. Dovrebbe cavarsela con una ramanzina e chiederò al giudice Bradley di essere clemente con lei, dato che ha ancora la fedina penale pulita.
Inoltre dato che ha bisogno di aiuto si rivolga al mio medico. Si chiama Kevin, gli parli di me e lui le darà una mano e le farà un prezzo da amico. Spero solo che abbia compiuto questo gesto perché disperato, ma se dovesse ripetersi un’altra volta non sarò così buono. Naruto, Kiba portate via questo signore.”
“Grazie ispettore, vedrete che ricambierò il favore in futuro.”
 
Detto questo la signora Yuri e il giardiniere vennero portati in centrale, il personale tornò al suo lavoro e dato che si era fatto tardi decisi di offrire la cena alla mia collega. Per essere al primo caso si era comportata egregiamente.
 
 
Intanto in un magazzino abbandonato:
“Kabuto questa è l’ultima volta che sbagli. Ti avevo detto di controllare e proteggere Sasori, non solo non l’hai fatto, ma quella zoccola l’ha ucciso e tu hai fallito. E ora morirai ” e detto questo Orochimaru imbracciò il fucile.
“No capo. Mi dispiace, abbiate pietà”
“Addio” disse prima di uccidere il suo complice.
Con questo omicidio le vittime assassinate da Orochimaru a sangue freddo erano salite a trenta.
 
 
 
 
 
Ringrazio tutte le persone che hanno recensito e spero che la storia stai prendendo una bella piega.
 
 
 

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Capitolo 5
*** Cap 4 ***


“Senza Sasori che mi sgancia la grana per la sua protezione ho ancora pochi polli da spennare e tutti questi numeri sono scesi anche per colpa di Shikamaru, me la pagherà cara.” Orochimaru era fuori di se dalla rabbia e decise per non fare sciocchezze di andare a dormire.
“Il mio piano andrà nei migliori dei modi, me lo sento inizia a pregare Shikamaru.”
 
 
“Bene Temari hai risolto il caso egregiamente e anche abbastanza velocemente e dato che sono il tuo superiore ti premierò con una bella cenetta, sempre se a te sta bene. Ovviamente se hai altri impegni puoi declinare l’offerta.”
“Non rifiuto mai una cena offertami da un collega e quindi accetto con piacere”
 
Dopo dieci minuti di viaggio lo portai nel mio ristorante preferito, dove ero solito con Choji a rimpinzarmi di cibo. Questo pensiero mi fece ricordare come una pugnalata alla schiena quanto dolore avevo provato in quel frangente, ma grazie al figlioletto di Asuma e a Kurenai stavo iniziando ad accettare l’errore commesso e alla vicinanza con Temari stavo cambiando.
 
Questa ragazza sembra avere un effetto benefico su di me e quindi decisi di farle un ulteriore regalo. Chiamai la nonna alla centrale e le chiesi:
“Signorina Tsunade sono Shikamaru vorrei che ci concedesse due giorni di ferie per il caso Sasori.”
Stranamente rispose con un perentorio sì, forse era ubriaca e non capiva una mazza e quando diedi la bella notizia a Temari anche lei pensava già a come passare i due giorni di ferie.
 
Giunti al ristorante, ci fecero accomodare su uno dei tavoli liberi e in una zona molto appartata e qui iniziammo a consumare la cena, scambiandoci di tanto in tanto qualche parola e qualche sguardo.
Dopo un’ora mentre stavamo aspettando il dolce mi accorsi che la ragazza voleva pormi una qualche domanda.
 
“Temari se c’è qualcosa che vuoi sapere dovresti dirmelo” ripresi prima di sorseggiare il sorbetto al limone.
“In centrale ho sentito parlare di un certo Choji e anche tu esalti sempre il suo comportamento e il suo atteggiamento. Non vorrei sembrare indiscreta, ma vorresti parlarmi di lui?”
“Choji e io eravamo compagni in accademia, ma ci conoscevamo già dall’asilo. In poche parole era la persona che conoscevo meglio di tutte. Sapevo quando era triste, quando avrebbe voluto scappare da tutti, sapevo che non gli piaceva l’attività fisica e sapevo che a scacchi era una frana. Il maestro Asuma aveva sempre visto in noi delle ottime potenzialità e spesso ci spronava affermando che se ci fossimo impegnati al massimo saremmo potuti diventare Capitano e Vice capitano. Io ho sempre sperato che si avverasse tutto ciò, ma poco meno di due settimane fa un colpo di pistola ha disintegrato quel sogno. Come un sasso quando viene scagliato contro una vetrata il mio sogno era andato in frantumi e non sono ancora riuscito a ricomporre i cocci, ma spero di riuscirci quanto prima. Una cosa è sicura quella persona che ha ucciso il mio amico la pagherà cara, quando c’è l’avrò davanti gli scaricherò contro l’intero caricatore anche se lui fosse disarmato. Per quanto mi ha fatto passare in questi ultimi anni lo ucciderei un milione di volte utilizzando le pratiche più disumane conosciute.”
 
“E poi una volta ucciso, cosa faresti Shikamaru? Avresti ucciso solo per il gusto di farlo, ti abbasseresti al suo livello. Sai quale la migliore vendetta? La migliore vendetta è il perdono.
Alcuni anni fa mio fratello Kankuro è stato investito da un pirata della strada, che l’ha lasciato esanime a terra. Mi chiamarono in ospedale e dopo poco la visita in stanza, spirò lasciandomi da sola con Gaara. Dopo pochi giorni il ragazzo che era stato arrestato per omicidio si scusò per l’errore fatto e affermò che era pronto a pagare per il male fatto. Secondo il tuo ragionamento avrei dovuto aspettarlo fuori dal carcere per poi ucciderlo? Violenza chiama altra violenza, ma se riesci ad estinguere questo tarlo fastidioso la vita ti sembrerà migliore.”
 
Il suo ragionamento non faceva una grinza e stranamente per la prima volta avevo pensato all’ipotesi di arrestare quel farabutto senza torcergli neanche un capello. Questa ragazza mi avrebbe cambiato in meglio e già ora iniziavo a vedere una luce in fondo al tunnel, ma su una cosa ero ancora convinto. Ammettendo per un istante che mi trovassi faccia a faccia con Orochimaru, lui cercherebbe di uccidermi e se ci fosse Temari al mio fianco rischierei di perderla. Ho perso troppe persone importanti nella mia vita, lei deve vivere e per questo la terrò lontano a tutti i costi da quella serpe velenosa.
All’improvviso risvegliandomi dallo stato di trance nel quale ero caduto mi chiese:
“Shikamaru ti prego non fare cose delle quali potresti pentirti. Qualsiasi cosa ti abbia fatto perdonalo. La vendetta non risolve nulla e promettimi che non ti vendicherai di lui”
“Ci penserò”
“Promettimelo se non vuoi che chieda alla nonna Tsunade di assegnarmi ad un’altra unità”
Ormai ero con le spalle al muro, era veramente brava a parlare di perdono e poi mi minacciava di cambiare partner.
“Va bene lo giuro, non farò nulla a quell’essere.”
 
Era ormai tardi, mi affrettai a pagare il conto e la riaccompagnai a casa non prima di aver preso un caffè da lei gentilmente offerto. A dire il vero mi rivolse una frase del genere:
“Se non ti fermi a prendere un caffè, non ti rivolgerò mai più la parola.” 
 
Prima di salire in auto la salutai e le dissi di divertirsi e di riposarsi in questi due giorni di ferie perché probabilmente ritrovare un’altra occasione nella quale la nonna sarebbe stata ubriaca sarebbe stato impossibile e pensare di scroccare ferie quando era sobria equivaleva a morte certa.
Saltai in macchina e durante il viaggio verso il mio alloggio, presi a pensare cosa avrei potuto fare l’indomani. Era da tre settimane che non facevo visita a Hiruzen e a Kurenai e questa idea mi piacque particolarmente.
Terminata la visita alla famiglia Sarutobi, sarei andato al cimitero a salutare i miei genitori, il mio maestro e Choji. Era da troppo tempo che non portavo un fiore ai miei cari e ripensando quanto era passato dalla mia ultima visita, mi resi conto che neanche un animale si sarebbe dimenticato dei propri amici.
 
“Ciao zio Shika mi insegni a giocare a scacchi?”
“Ti sei comportato bene con la mamma?”
“Sì” rispose con la faccia angelica
Quella piccola peste di Hiruzen voleva che gli insegnassi a giocare a scacchi, ma dopo due partite si era già appisolato e lo portai nella sua stanza.
 
Nel frattempo Kurenai mi stava preparando il caffè e iniziammo a parlare dei cari vecchi tempi e di quanto lei fosse “crudele” con le nuove reclute. Rimasta incinta di Asuma lasciò l’incarico con il sollievo dei vari agenti per fare la mamma a tempo pieno.
“Allora Shikamaru ho sentito che Choji è stato ucciso da Orochimaru, è vero?”
“Purtroppo è tutto vero, ma ormai sono vicino alla soluzione del caso, mi mancano pochi tasselli per completare il puzzle e le morti di tutte le persone uccise verranno vendicate.”
“Mi piacerebbe vederlo dietro alle sbarre e spero che tu riesca ben presto ad acciuffarlo.”
“Non ti preoccupare.”
“Ho sentito piuttosto che hai una nuova collega, una certa Temari, come pensi di comportarti con lei con il caso Orochimaru?”
“Vedi Kurenai è una questione tra me e quel serpente velenoso e…” non ebbi tempo di finire la frase.
“Farai come ha fatto Asuma, quando ti ha lasciato in caserma, mentre lui correva a prenderlo?”
“Non voglio perderla, è troppo importante, troppo giovane e poi potrebbe diventare un ottimo agente. Per questo motivo con una scusa la lascerò a terra e proseguirò ad arrestare Orochimaru.”
“Shikamaru la storia non ti ha insegnato nulla? Non puoi farcela da solo”
“Kurenai ho imparato la storia, ma la paura è cattiva consigliera e poi se sono solo nessuno al di fuori del sottoscritto e di Orochimaru pagherà e mal che vada si piangerà su una sola tomba anziché su due. Ti prego Kurenai non dire nulla agli altri, sarebbero capaci di fare una follia per aiutarmi. Per questo motivo se spiffererai qualcosa mi vedrò costretto a non farti più visita.”
“Anche se non condivido i tuoi metodi, manterrò la bocca chiusa. Dopotutto Hiruzen è felice di vederti e di giocare con te, non posso fargli questo torto. Il tuo segreto con me è al sicuro.”
“Grazie Kurenai.
 
Dopo aver passato un'altra mezzora con Kurenai a chiacchierare di Tsunade e dell’altra gentaglia con la quale ero costretta a lavorare, decisi di fare visita ai miei amici scomparsi.
Lasciai un fiore alla tomba dei miei genitori, chiedendogli di vegliare su di me.
 
Mi fermai molto di più sulla tomba del maestro Asuma dove gli chiesi di pregare per la sua famiglia, di proteggermi e di non far ingozzare di cibo Choji lassù in Paradiso che poi si sarebbe sentito male. Dato che era un accanito fumatore, ero solito fare un gesto quasi per ricordarmi che lui vegliava sempre su di me. Accesi, come sempre, l’accendino porgendolo in alto verso il cielo. Con questo gesto mi piaceva pensare che si sarebbe accesso una sigaretta e dato che l’avevo reso contento lui mi avrebbe guidato e sostenuto.
 
Mancava ancora una persona da salutare. Il vecchio Choji mi guardava sorridendo ed io avevo quasi le lacrime agli occhi, mentre stavo pensando ai fatti del passato che non sarebbero tornati mai più. Ricordo ancora tutti gli scherzi che avevamo fatto al povero Asuma e di quanto ci eravamo divertiti all'ultimo viaggio insieme in Germania. Di tanto in tanto avrei voluto essere al suo posto, vagando tra gli angeli del Paradiso urlando a tutto e a tutti:
“Che seccatura”
Questo pensiero mi risollevò e non so per quanto tempo abbracciai quella lapide, so solo che mi risvegliai verso le cinque del pomeriggio e mi avviai verso l’uscita, quando in lontananza al calar del sole vidi una figura a me ben nota.


Ringrazio tutti colori che hanno recensito questa e le storie precedenti e vedo che questi commenti positivi sono un segno che non sono poi così scarso a scrivere (pensavo di essere una frana).

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Capitolo 6
*** Cap 5 ***


Non era possibile che fosse lei, ma perché ovunque mi giro vedo la sua figura. Ditemi Asuma e Choji cos è questo? Non sarà mica un segno del destino?
Non erano passate neanche 24 ore da quando l’aveva salutata e da quando le avevo ordinato di divertirsi e lei era venuta come me a deprimersi in un cimitero.
Possibile che fosse in grado di leggere nella mia mente, se aveva davvero questo potere potevo essere spacciato senza accorgermene.
 
Mi avvicinai lentamente per farle uno scherzo, ma si girò di colpo e il mio piano fallì.
 
 
“Ehilà Shikamaru, cosa ci fai in questo posto?”
“Ciao Temari. Sono venuto a salutare i miei cari e i miei vecchi amici, ma dato che si sta avvicinando l’orario di chiusura ho deciso di andarmene. A proposito ti serve un passaggio?”
“Sì grazie volentieri.”
 
Qualche minuto dopo eravamo in macchina e stavamo percorrendo la Statale 22 che ci avrebbe ricondotto in città nell’arco di pochi istanti. Stavo per riaccompagnarla a casa quando il cellulare squillò e subito risposi, dopotutto poteva essere una faccenda importante. Sfortunatamente era Naruto che mi aveva chiamato per sapere dove fossero le pratiche di un caso risolto 5 mesi prima.
Quel pesce lesso non capisce un tubo e dovrebbe sapere che le scartoffie appena risolte le passo a Hinata che poi le corregge e le archivia.
Vuoi vedere che quell’idiota vuole chiamarmi per rovinarmi la giornata e l’esistenza.
“Naruto non rompere, le carte le ho già date a Hinata”
“Grazie Shika, se non le avessi trovate la nonna mi avrebbe licenziato”
“Ciao Naruto e salutami gli altri”
“Sarà fatto”
 
Parlare con quel testone era una scocciatura e poi se ci si aggiungeva anche Temari i guai erano assicurati.
“Shikamaru lo sai che se si guida senza auricolare o vivavoce sono 5 punti in meno sulla patente?”
“Certo che lo so”
“Allora perché hai parlato al telefono mentre stavi guidando?”
“La fretta, sarebbe stato troppo seccante fermarsi per una chiamata da 30 secondi”
“Lo sai che potrei dirlo a Tsunade e che lei potrebbe farti una bella multa per questo, ma per questa volta lascerò perdere se tu…”
“Se io? Cosa dovrei fare?”
“Domani è il nostro ultimo giorno libero e quindi ho deciso che mi accompagnerai a sciare”
“Dato che il stipendio è misero non posso permettermi di pagare una multa, quella taccagna di Tsunade potrebbe tenersi metà della mia paga. Purtroppo sono costretto ad accettare.
“Bene mi verrai a prendere domani verso le 8 e nel giro di due ore saremo già sulle piste da sci.”
Non ebbi il tempo di ritrattare, che eravamo arrivati a destinazione e che era già scesa dall’auto prima ancora che fossi riuscito a salutarla.
 
Decisi di tornare alla mia abitazione e di preparare purtroppo l’occorrente l’indomani, ma dato che ero di fretta non avevo controllato le condizioni meteorologiche. Questa disattenzione l’avrei pagata cara.
Alle 8 ero davanti al portone in attesa che si preparasse per questa “gita” che mi avrebbe sfiancato sicuramente. Ero convinto che avrei passato l’ultimo giorno dormendo e guardando la televisione, ma quando mai i piani con le ragazze non vanno a monte?
Se hai la sfortuna di avere un’amica stai pur certo che ti renderà la vita un inferno solo per divertirsi e questa è la seccatura che mi è capitata.
Stranamente Temari arrivò puntuale, carica di valigie e di attrezzature e dopo quasi due ore eravamo giunti a destinazione. Nelle ultime due ore avevo guidato senza fermarmi, dato che lei per tutto il tempo si era messa a dormire.
Devo dire che anche quando dorme ha un certo fascino che suscita attenzione, ma cosa vai a pensare Shikamaru, nessuno potrebbe innamorarsi di un tipo come me. Sono troppo pigro per correre dietro a una ragazza così energica.
Giunti a destinazione, siamo entrati in un hotel dove il proprietario ci aveva informati che una tempesta nel pomeriggio ci avrebbe costretti a rimandare il viaggio di ritorno. Le autorità avevano avvertito tutti che le strade sarebbero rimaste bloccate per tutta la giornata a causa dell’inagibilità e che solo nella giornata di venerdì tutto sarebbe tornato alla normalità
Di solito quando arrivano le brutte notizie piove sul bagnato e dato che non potevamo tornare indietro avevamo deciso di affittare due stanze singole.
“Mi dispiace ragazzi, ma sono pieno in questa stagione ho solo una stanza matrimoniale per voi” disse l’anziano proprietario.
“Temari credo saremo costretti ad accettare”
“Te lo scordi, tu dormirai per terra. Il letto è mio”
“Sempre meglio dormire al coperto che fuori al freddo, credo che accetteremo.”
“Oggi è mercoledì fino a quando volete trattenervi?”
“Fino a venerdì”
“Allora fanno 200 dollari”
“Grazie”
“Buon divertimento ragazzi”
 
Appena salite le scale ci recammo nella nostra stanza, mentre la signorina prese l’ascensore dato che era troppo stanca.
“Hai sentito Temari dovremmo passare due notti nella stessa stanza”
“Se provi solo a toccarmi ti riduco in polvere”
“Ok non ti scaldare. Ora chiamo la signorina Tsunade e l’avverto del contrattempo”
 
Mentre formulavo il numero, Temari era già scesa per farsi qualche discesa e trovai il vecchio pervertito all’altro capo.
“Jiraya sono io Shikamaru, mi servirebbe un favore. Potresti avvertire la signorina Tsunade che io e Temari ci ripresenteremo al lavoro solo venerdì pomeriggio?”
“Non ti preoccupare Shika, me ne occupo io”
“Grazie mille signore”
Fortunatamente anche questo intoppo è stato risolto e ora vado ad investire la gente con il mio paio di sci
Purtroppo a sciare sono una frana e sono più le volte che vado fuori pista o che mi schianto contro un albero o contro qualcuno che riesco a finire il giro.
Anche quella giornata, nonostante qualche consiglio di Temari, finì con tre alberi che mi avevano tagliato la strada e due vecchi investiti.
Il mio record di 8 alberi colpiti e 14 vecchi investiti era ancora lontano, ma in due giorni lo avrei raggiunto e superato.
 
Temari neanche a dirlo a vedermi a terra si divertiva un mondo perché avrebbe avuto un motivo valido per sfottermi per qualche settimana.
Odio sciare.
 
Si era fatta sera e ricordavo ancora la minaccia che mi aveva formulato in mattinata:
“Se provi solo a toccarmi ti riduco in polvere”
Quando una donna promette una cosa, la mantiene sempre e quindi ero spacciato.
Avevo preso già le coperte dall’armadio per sistemarmi sul pavimento gelido, quando mi fermò.
 
“Non credevo prendessi alla lettera le mie parole. Per queste due notti ti permetto di dormire nel mio stesso letto, purché tu tenga le tue mani lontane da me.”
“Ho qualche altra scelta, se non dormire per terra come un cane qualunque?”
“Per tua fortuna, no.”
 
Presi quindi le mie coperte le appoggiai sopra il letto, occupai il mio angolo, spensi la luce e mi addormentai non appena sistemai la testa sul cuscino.
Dovete credermi che non so come e non so con quale forza mistica, ma la mattina appena sveglio me la ritrovai abbracciata e cercai di scostarmi. Al minimo movimento aprì gli occhi e questo segnò la mia fine.
Mi tirò un cazzotto talmente forte che restai KO per non so quanti minuti. Non appena mi ripresi mi incolpò del fatto, come se mentre si dorme una persona riesce a controllare i movimenti del proprio corpo.
Probabilmente dopo averla pregata per qualche istante di non uccidermi ha avuto compassione di me ed ha affermato che lei si era svegliata mentre ancora dormivo e mi aveva abbracciato per vedere la mia espressione e il mio comportamento appena risvegliato.
 
Stavo per morire a causa di un pugno e lei pensa a farmi questi scherzi, state pur certi che gliela farò pagare con gli interessi.
 
Quella giornata era quella migliore per ottenere la mia piccola vendetta per quanto mi aveva fatto e dopo una guerra a palle di neve che vinsi alla grande e una cenetta ci recammo a letto.
Il mio piano era semplice. Lei mi aveva abbracciato mentre dormivo, questa volta l’avrei spaventata ripagandola con la stessa moneta. Inutile dire che il venerdì mattina sganciò un urlo degno dei film horror quando mi ritrovò abbracciato a lei. Stranamente questa volta non arrivò nessun cazzotto e potei vedere la sua faccia sorpresa per quanto era successo.
Questa volta la guerra l’avevo vinta io e senza indugio ci rivestimmo e andammo a pagare il conto del hotel.
 
Salutai il vecchietto del hotel e lo ringraziai per quanto aveva fatto per noi.
“Si figuri giovanotto per me è sempre un piacere aiutare due fidanzati così affiatati”        
“Si sbaglia signore noi non siamo fidanzati”
“Mi lasci dire che è un vero peccato, stareste bene insieme, ma in fondo sono i pensieri di un vecchio sognatore”
“Mai dire mai” bisbigliai per non farmi sentire dalla mia collega.
 
Non sapevo e non mi ero accorto che Temari aveva ascoltato la conversazione e con un sorriso malizioso incrociò l’anziano signore come per dirgli:
“Piacerebbe anche a me che questo sciocco si desse una svegliata”
 
Le vacanze erano già finite e ora ci aspettava il rientro in caserma dove quel vecchio pervertito aveva già spifferato della sciata con Temari e della mia probabile relazione con la mia collega.
 
Da quando quella ragazza era comparsa la mia vita era cambiata in meglio e non potevo immaginare che involontariamente mi aveva salvato la vita.
 
Orochimaru infatti giovedì notte aveva fatto irruzione silenziosamente nella casa di Shikamaru per completare il lavoro lasciato in sospeso, ma fortunatamente il ragazzo non era nei paraggi.
 
“Sei fortunato Shikamaru goditi questi ultimi momenti di felicità. Tra due settimane mi prenderò la tua vita ed entrerai nel club delle persone che ho eliminato. Pensaci sarai la 31° vittima e questo sarà un grande onore per te. Ora sono stanco, penso che tornerò nel mio covo per elaborare una strategia per sbarazzarmi definitivamente di te ed eventualmente dei tuoi colleghi. Per renderti la vita un incubo ho deciso che scombussolerò un po’ questa casa.”
Dopo aver distrutto alcuni oggetti personali di Shikamaru, Orochimaru uscì senza essere visto da nessuno dall’abitazione non prima di aver lasciato un messaggio sul comodino:
“Shikamaru morirai. Da il tuo peggiore incubo”
 
Anche quella volta l’avevo scampata bella.
 
 

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Capitolo 7
*** Cap 6 ***


Ero appena tornato in caserma quando la vecchietta mi chiamò nel suo ufficio per discutere di quanto successo. Temari essendo una recluta non aveva alcuna colpa e quindi la responsabilità gravava tutta sulle mie spalle.
La signorina Tsunade convinta anche dal vice Jiraya decise, dato che ero il migliore in quel posto, di non sanzionarmi e di punirmi al massimo con qualche ora straordinaria non retribuita che tanto non avrei mai svolto. Anche questa volta avevo portato in salvo lo scalpo, ma dato che le scartoffie nella scrivania stavano via via aumentando, decisi di svolgere qualche pratica in arretrato.
Dopo 3 ore nelle quali ero rimasto l’unico nell’ufficio avevo completato alla perfezione una buona parte del lavoro e decisi dopo essermi preso un altro caffè di dirigermi a casa dove ebbi un’amara sorpresa.
Qualcuno aveva fatto irruzione in casa mia, ma fortunatamente gli oggetti a cui tenevo di più e i gioielli erano ancora al loro posto. Quel vigliacco mi aveva distrutto solamente il televisore, il computer, il letto, la lavatrice e il frigorifero.
Ero stanco morto e decisi che quella notte l’avrei passata in bianco a riordinare e ad accumulare gli oggetti da buttare.
Quando mi avvicinai all’armadio della camera per prendere una coperta mi accorsi di un biglietto.
Orochimaru era passato in casa mia e l’aveva annientata, strappai il biglietto con rabbia e andai a dormire sul divano.
Erano le 3 di mattina e non ero ancora riuscito a chiudere gli occhi, non appena ci provavo venivo svegliato dagli incubi.
I miei amici e Temari erano in un lago di sangue ed era stato Orochimaru a farlo, si divertiva a vedermi soffrire. Il sogno si faceva sempre più ricorrente e per questo nonostante fosse ancora presto decisi di farmi una passeggiata.
Era inutile che restassi in quello stato di dormiveglia, mi sarei innervosito ancora di più e avrei fatto un macello in tutta la casa. Decisi di recarmi nel parco dove ero solito dormire e parlare con Choji, ma neanche qui ebbi la fortuna di essere accolto da Morfeo nel mondo dei sogni.
Erano le 7 di mattina quando decisi di fermarmi al bar e di proseguire poi al lavoro, dove stranamente fui il primo ad arrivare.
Mancava ancora mezzora all’apertura degli uffici e tutti, tranne Kiba e Naruto, avevano le chiavi e questa era la prima volta che venivano utilizzate. Iniziai a pensare che tutti mi avrebbero visto in uno stato comatoso e di certo non potevo informarli che qualcuno aveva fatto irruzione nella mia abitazione.
Non potevo nemmeno denunciare il fatto e quindi decisi di lasciar perdere e iniziai a formulare una scusa convincente. Trovato, potrei dire che i bambini della casa vicina facevano troppo baccano e piangevano in continuazione e così nessuno avrebbe notato il mio aspetto trasandato.
I primi ad entrare furono Tsunade e Jiraya che non si accorsero nemmeno della mia presenza, ma cosa sono un fantasma?
Poi arrivarono Neij, Lee, TenTen, Hinata, Ino, Temari, Sakura e ovviamente per ultimi Kiba e Naruto.
“Siete puntuali una buona volta” feci imitando Tsunade
“Shikamaru, cosa ci fai qui a quest’ora, sembri uno zombie” mi chiese Ino
“Sai Ino i miei vicini hanno dei bambini che piangono con un volume di decibel troppo alto e non ho dormito a causa dei loro piagnistei. Quindi ho deciso di fare una passeggiata in giro per poi venire qui, ma sono arrivato troppo presto.”
“Capito”
 
La mia scusa era efficace in quanto nessuno mi pose ulteriori domande anche se all’improvviso la mia attenzione fu colta dall’arrivo di Naruto che appena arrivato baciò Hinata.
Ma cos era successo mentre ero via?
Vuoi vedere che Naruto si è fidanzato con Hinata, spero solo che metta la testa apposto, il resto non mi interessa.
Sono stato fuori 3-4 giorni al massimo e ci sono stati tutti questi cambiamenti? La prossima volta vedrò di andarmene per qualche anno, chissà che la città non si sposti solo per farmi un dispetto.
 
“Congratulazioni Hinata ho sentito che ti sei fidanzata con Naruto” urlò Ino.
“Ino non urlare ho mal di testa” bisbigliai
“Non sei felice che due nostri amici si siano messi insieme?” mi chiese Sakura
“No”
“Quanto sei acido, vedi di non restare single per tutta la vita” rise Kiba
“Non mi importa”
“ Ragazzi non sono gli unici che si sono messi insieme anche io e Neij ci siamo fidanzati proprio ieri” urlò TenTen.
“Congratulazioni cugino”
 
Basta sono stufo, spero che nessun altro si sia fidanzato. Non sopporterei altri urli e festeggiamenti, ma in quel frangente il destino aveva deciso che era giunta la mia fine.
Lee si era fidanzato la scorsa settimana con una sua ex compagna delle elementari e aveva deciso di tenere tutto nascosto per farci una sorpresa. Ino e Sakura erano fidanzate ormai da anni rispettivamente con Sai e Sasuke. Restavamo solo io e Kiba sulla piazza o almeno lo credevo fino a quando lui non disse che si era fidanzato con Hanabi la veterinaria in fondo all’isolato.
 
“A quanto pare sei rimasto l’unico Shikamaru senza la ragazza” mi dissero in tono canzonatorio.
“Sopravvivrò lo stesso”
“Non è vero morirai di solitudine” riprese Ino
“Meglio di solitudine che di infarto”
“Perché pensi che noi ragazze siamo pericolose?” chiese Sakura
 
Attento Shikamaru questa è una trappola, se rispondi di sì potresti aver il posto assicurato nel cimitero. L’onestà però è la migliore delle virtù.
 
“Sai Sakura direi proprio di sì.”
 
Perfetto sono morto
“Vi siete mai chiesti perché gli uomini vivono meno delle donne? Ve lo dirò io. Le donne ci massacrano, ci sfiancano e poi piangono sulla nostra morte. Sapete cosa proviamo noi uomini quando moriamo? Un profondo sollievo è come se ci fossimo tolti un grosso peso di mezzo. Personalmente non sono così folle nell’uccidermi con le mie mani, preferisco che sia il destino ad uccidermi. Potrei paragonare i ragazzi e le ragazze ai topi e al formaggio.
I ragazzi (topi) attratti dalle ragazze (formaggio) si avvicinano al loro oggetto di interesse, ma non si accorgono che sono caduti in una trappola mortale. Questa è la fine per i topi e per noi uomini.” 
 
“Dove pensi di andare?” mi chiese Naruto
“Molto molto lontano, da voi”
“Ecco vedi come sei Shikamaru, allontani tutte le persone che ti vogliono bene. Tutti siamo stanchi di questo tuo atteggiamento disfattista. Anche Choji…”
“Ino non parlare di Choji, lui era l’unico qui dentro che avrebbe meritato di vivere a lungo e di avere una famiglia. Io invece… lasciamo perdere.” ringhiai
 
Mi diressi verso l’ufficio di Tsunade, ma avendo lasciato Temari da sola con quegli avvoltoi sapevo che le avrebbero fatto il terzo grado.
 
“Temari tu che conosci Shikamaru sai cosa voleva dire con quella frase lasciata a metà” chiese Neij.
“Si sente responsabile e mi ha confidato che Choji non meritava una tale fine e che anzi per quello che gli importa avrebbe preferito essere lui quello ucciso e non il contrario. Mi ha raccontato che ha infranto i suoi sogni per colpa di un errore e questi errori non si dovranno più ripetere. Per questo motivo si autoesclude dalle vostre conversazioni, dai vostri dibattiti e dai vostri litigi, non vuole essere un peso per voi e non vuole avervi sulla coscienza. Vi prego solamente che questa conversazione resti tra noi e che non diventi di dominio pubblico
 
Tutti sbiancarono, nessuno si aspettava che Shikamaru avesse un tale peso sulla coscienza e che dovesse portarne la gravità sulle spalle da solo.
 
“Ascoltami Shikamaru mi hanno riferito che il complice di Orochimaru, un tale Kabuto è stato rinvenuto morto in un magazzino abbandonato. Come nella missione precedente la tua partner sarà Temari, vedete di fare in fretta e di risolvere presto questo caso. Shikamaru ti prego di fare attenzione ho un brutto presentimento.”
 
“Sarà fatto signorina. Arrivederci Tsunade e signor Jiraya” e uscii dall’ufficio.
 
Arrivato nei presi della mia scrivania, presi il fascicolo che conteneva i dettagli del caso, il distintivo e la pistola di Choji, che erano diventati i miei portafortuna. Naruto mi corse incontro abbracciandomi e sussurandomi:
“Mi dispiace non immaginavo cosa provassi”
 
Chiamai Temari e uscii dalla centrale, ripensando alle parole di Naruto. Vuoi vedere che Temari ha spifferato agli altri ciò che mi porto dentro,  tutta la mia tristezza e la mia amarezza per aver fallito.
Ecco trovata la scappatoia per evitare a Temari l’incontro con Orochimaru, l’accuserò di essere una ficcanaso e di aver riferito agli altri il mio segreto più profondo
La lascerò in centrale e proseguirò per la mia strada, sperando che non sia l’ultima volta che la riveda.

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Capitolo 8
*** Cap 7 ***


Prima di dirigermi nel magazzino dove Kabuto era stato ucciso, avevo preferito fermarmi a salutare Hiruzen e Kurenai che quando videro Temari restarono sorpresi e meravigliati da quella ragazza.
 
La nonna non sarebbe mai venuta a sapere di questa visita e poi era risaputo che la signora Sarutobi era ancora più tremenda quando si arrabbiava e quindi era meglio non farla infuriare.
Stranamente Kurenai aveva da subito preso in simpatia Temari e mentre ero con Hiruzen a giocare stavano chiacchierando degli anni in accademia e altre cose simili.
 
Durante una partita a scacchi con la piccola peste non ero concentrato, stavo ancora ripensando alle parole del biglietto di Orochimaru e alle ultime parole di Tsunade. Ero tutto un fascio di nervi e il piccolo capì immediatamente che qualcosa non andava.
“Zio Shika quando ti sposi con Temari?”
“Hiruzen non siamo neanche fidanzati e poi credo non mi sopporti”
“Non credo sai ho visto con che occhi ti guarda e poi la mamma mi dice sempre che durante le prime uscite con mio papà non andavano molto d’accordo e guarda come sono cambiate le cose.”
“Mi dispiace deluderti, ma le due storie non combaciano alla perfezione” e con questo gli mangiai il re per la terza volta di seguito.
“Hiruzen hai giocato bene, ma sai perché perdi di continuo?”
“No, potresti spiegarmelo”
“Lo sai chi è veramente il re nella nostra società?”
“Il sindaco?”
“No hai sbagliato, ma lo capirai crescendo. Inoltre non ti preoccupare di sacrificare qualche pezzo, il re ha l’importanza di guidare le azioni, ma se le pedine non lo difendono e lui viene catturato, non hanno più alcuno scopo nel vivere. Il re senza le pedine non vale nulla e le pedine senza il re non hanno alcun motivo per cui vivere. Ti dico questo per farti capire come vincere contro di me. Anche Asuma mi fece questo discorsetto qualche anno fa e ora io lo rifaccio a te. Vedi di allenarti mi raccomando.”
“Grazie zio”
 
Quel bambino era veramente adorabile e mi sarebbe dispiaciuto morire senza vederlo crescere, ma le possibilità che sopravviva al veleno di quel viscido serpente erano scarse. Spero solamente di riuscire a salvare e a proteggere i miei amici, non potrei vivere con il rimorso di aver fallito per la 3 volta consecutiva. Sarebbe un peso troppo grosso da sopportare, ma se invece riuscissi ad evitare guai a tutti potrei andarmene con il sorriso tra le labbra.
 
Scesi velocemente dalla cameretta di Hiruzen e mi diressi verso il salotto dove le signore stavano giocando a carte.
“Bene Temari, credo che sia giunto il momento di andare nel magazzino dove hanno trovato Kabuto, ma se tu vuoi restare qui a fare compagnia a Kurenai, non ti costringerò a seguirmi.”
“Aspettami adesso arrivo, arrivederci signora Sarutobi, spero di rivederla presto.”
“Piacerebbe pure a me Temari, arrivederci. Hiruzen saluta i ragazzi.”
“Ciao zio Shika, ciao zia Temari.”
“Ciao furfante, ricordati di ripensare a quello che ti ho detto.”
“Va bene zio.”
 
Saliti in macchina Temari mi fece il terzo grado riguardo alla frase detta al piccolo Hiruzen.
“Suvvia Temari non fare l’impicciona è un consiglio che ho dato a Hiruzen. Gli ho confidato un segreto per aiutarlo in una questione che gli sta molto a cuore.”
“Uffa Shika dimmi cosa gli hai consigliato. Mi ha chiamato zia vorrei sapere cosa gli hai raccontato.”
“Temari è un bambino di 4 anni, pensa che siamo fidanzati e dato che io sono suo “zio” crede che tu sia la zia. È il pensiero di un bambino, non puoi arrabbiarti per questo. Le donne che seccatura a volte.”
 
Dopo questo battibecco l’aria si fece pesante e nessuno aprì più bocca fino a quando non giungemmo al magazzino abbandonato.
“ Che bel posticino che si è scelto Kabuto, non mi sarebbe mai passato per l’anticamera del cervello a nascondermi in questo postaccio. Temari fai attenzione, potrebbero esserci delle trappole, quello era il complice di Orochimaru e se si è nascosto qui avrà posizionato qualcosa per renderci la vita difficile.”
Giunti ad un bivio del corridoio principale, io girai a destra e lei a sinistra senza tuttavia aver trovato la benché minima traccia di trappole, ordigni o cose simili.
 
L’unico posto che mancava da controllare era la stanza dove Kabuto era stato ucciso da Orochimaru.
Quella serpe sarà anche un killer spietato, ma non ama uccidere alle spalle, preferisce vedere il terrore negli occhi delle persone mentre vengono uccise e questo per lui è il suo premio preferito migliore anche dei gioielli, del denaro e del potere. È un sadico criminale che non si accontenta di uccidere, vuole distruggere il mondo perché lo trova divertente.
 
Giunto nei pressi del luogo dove si trovava qualche ora prima il corpo mi accorsi di 3 lettere quasi invisibili che Kabuto aveva lasciato prima di morire
“7UP”, ma cosa diavolo vuol dire quel numero seguito da due lettere?
Vuoi vedere che mi ha lasciato l’indicazione per risalire al suo ex capo?
Soltanto recentemente ero venuto a conoscenza del fatto che Sasori si faceva proteggere da Orochimaru e se l’incaricato del serpente fosse Kabuto?
Sasori era morto e quindi Kabuto doveva pagare con la vita. Il ragionamento non fa una grinza, ma allora cosa significa 7UP? Un codice, un indirizzo, una coordinata cosa significa 7UP?
 
Decisi di controllare anche altre zone per essere sicuro che Kabuto non avesse lasciato altre tracce, ma non trovai più nulla.
Risalimmo quindi in macchina diretti in centrale per raccontare a Tsunade le novità di quel caso quando i miei dubbi aumentarono.
E se Kabuto al posto del 7 avesse avuto intenzione di scrivere L, tutti sanno che quando si viene uccisi non si ha più alcuna lucidità, forse si è sbagliato. No sono sicuro che era 7UP, ma chi o cos è questo 7UP. Possibile che non conosca un posto con il codice 7UP.
 
Mi stavo martellando con questo pensiero quando venni folgorato da un’illuminazione divina.
 
“Ehi Shika, mi accompagni alla gelateria che si trova all’angolo di Update Street?”
“Un attimo Choji, non vedi che sto studiando il libro del maestro Asuma, dovresti farlo anche tu.”
“Dai Shika ho fame.”
“Va bene dai andiamo.”
 
Quindi 7UP significa Update Street n°7. Indirizzo interessante, si vede che Orochimaru è affascinato da magazzini abbandonati nei quali si producono armi. Dopotutto per un seminatore di odio questo era il posto adatto.
 
“Bene Temari, hai spifferato in centrale il mio segreto. Lo sai che doveva rimanere tra di noi?”
“Ma come, chi te lo ha detto?”
“Naruto, prima di investigare su Kabuto.”
“Se lo prendo gli tiro il collo.”
Odiavo prendere le difese di qualcuno e se poi quel qualcuno era Naruto la faccenda era di pessimo gusto.
 
“Naruto non ha nessuna colpa, davvero pensavi che non sarei mai venuto a saperlo? Davvero credi che sia così stupido da non accorgermi di quando qualcosa non va secondo i miei piani?
Temari mi hai deluso. Ti avevo confidato un mio segreto e tu lo hai spifferato a mezzo mondo, dato che c’eri potevi pubblicarlo su tutti i giornali della contea.
Non mi sarei mai aspettato un simile comportamento da una ragazza come te. Sono profondamente deluso dal tuo comportamento.”
“Ma Shika io l’ho fatto per aiutarti e per…”
“Io per te sono Shikamaru Nara e sono il tuo superiore. Tu l’avresti fatto per aiutarmi? Ahahahahah. No tu hai fatto tutto questo per assicurarti il mio posto. Speri che con questa mossa di riuscire ad allontanarmi dalla mia centrale. Non mi ero mai accorto di aver avuto una vipera che ambisse alla mia posizione per tutto questo tempo, ma forse dovevo aspettarmelo. Sono stato uno stupido a non accorgermi che come un ragno mi stavi somministrando il tuo veleno.”
 
Ormai stava per piangere, ma fortunatamente eravamo giunti in centrale.
“Signorina Temari le devo chiedere di scendere dall’auto. Siamo ormai giunti a destinazione.”
“Grazie Signor Nara, ma dove pensa di andare?”
“Ho una commissione da sbrigare di una certa importanza, avverta la signorina Tsunade di questo. Grazie e arrivederci.”
 
Accellerai a tutta velocità diretto verso Update Street che distava ancora una buona mezzora. Con tutti questi viaggi spenderò una fortuna in carburante, ma se mi va male non dovrò più recriminare sui miei debiti. Mi dispiacerebbe morire per mano di Orochimaru, ma se questo è il mio destino così sia.
Avevo ormai le lacrime agli occhi e giunsi al luogo dove ci saremmo confrontati per l’ultima volta.
 
“Mi dispiace Temari cerca di capire che tutto questo l’ho fatto per proteggerti. Non mi interessa nulla di quel segreto che hai spifferato, mi interessa solo che tu stia bene. Non incolparmi di questo e non fartene una colpa. Sono io colui che ha fallito più volte, non volevo sbagliare di nuovo. Qualsiasi cosa accada ti prego di non dimenticarmi e di proteggere Hiruzen e Kurenai, sono le persone a cui voglio più bene dopo di te. Ti prego di prendere anche il mio distintivo e la mia pistola e di tenerli come un regalo se dovessi morire.
Ti prego inoltre di non vendicarti di Orochimaru, non corrodere il tuo buon cuore con la vendetta. La vendetta non è una buona medicina per una ragazza bella e solare come te.
 
Dal tuo amico Shikamaru Nara.”
 
Dopo aver scritto questo biglietto lo appoggiai sul sedile del passeggero.
Se non mi fossi ripresentato in centrale nei prossimi giorni probabilmente avrebbero capito che avevo fallito nel caso Orochimaru e che sarei stato il 31° del club del serpente. Avrebbero iniziato le ricerche, avrebbero ritrovato il veicolo e le avrebbero consegnato il biglietto del mio addio.
Orochimaru se fosse sopravissuto sarebbe scappato lontano dal ritrovamento del mio corpo per poi rifarsi vivo quando le acque si fossero calmate. Al mio funerale ci sarebbero state poche persone, ma a me non importava, anzi meglio. Meno gente ipocrita che piange su una persona che tutti odiano. Con questi pensieri in mente ricaricai l’arma ed entrai nel magazzino.
 
 

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Capitolo 9
*** Cap 8 ***


Quel posto era grandissimo, del resto cosa potevo aspettarmi da un killer spietato?
Dopo pochi passi mi ritrovai in un grande salone dove Orochimaru mi aspettava con aria di sfida: eravamo giunti allo scontro finale.
“Buon pomeriggio ispettore Nara, la stavo aspettando con ansia.”
“Orochimaru sai benissimo perché sono qui. Non ho voglia di scherzare.”
“È questo il suo errore. Prende tutto troppo sul serio come me del resto.”
“Cosa vuoi insinuare?”
“Come sta il suo collega?”
“Sai benissimo che è morto a causa tua.”
“E il suo maestro sta bene con una pallottola in mezzo al cuore?”
“Smettila.”
“Lo sai che non posso. Sono il tuo peggiore incubo. Cosa vuoi mai aspettarti da un uomo come me?”
“Tu non sei un uomo, sei solo un viscido serpente.”
“Definizione azzeccata ispettore.”
 
L’aria era carica di tensione e Orochimaru fece la prima mossa
“Nara sei il mio avversario più temibile, cosa ne dici se noi due ci alleassimo? Con la tua intelligenza e il mio sangue freddo questa città sarebbe nostra. Questa città merita dei criminali di classe e noi potremmo essere i primi della lista. Pensa ricchezza, potere e fama sarebbero nelle nostre mani.”
“Se lo facessi che coraggio avrei di guardare in faccia i miei amici. Mi farei schifo da solo.”
“Sa ispettore lei ed io siamo abbastanza simili. Tutte e due lottiamo per qualcosa e tutti e due resteremmo disgustati di noi stessi se accettassimo una proposta del genere. Io se fossi ispettore avrei fatto come lei, non accetterei mai di scendere a patti con nessuno. Su questo campo lei ha il mio profondo rispetto.”
“Non mi interessa nulla del tuo rispetto. Orochimaru ti ordino di seguirmi in centrale. Sei in arresto.”
“Non così in fretta Nara. Non verrò mai con te in carcere, preferirei andarmene all’Inferno. Del resto arrestando me, è come se chiudessi un animale libero e selvatico in una gabbia. Come credi che si senta?”
“Impazzirebbe, farebbe di tutto per fuggire e probabilmente si farebbe del male fisico.”
“Esatto, se lei mi arrestasse tenterei il suicidio. Per tutti i crimini commessi non rivedrei mai più la luce del giorno. Colui che ha perso è sempre lei ispettore. L’unica soluzione è che lei mi uccida, se vuole avere un minimo di pace sulla coscienza.”
“Non mi piace uccidere e tu lo sai.”
“Vedo già i titoli delle testate giornalistiche. Nara non salva la città perché è un codardo. È il disonore della polizia. Choji e Asuma si stanno rivoltando nella tomba vedendo la tua inadeguatezza.”
“Smettila.”
“È questa la rabbia che voglio vedere in lei. Facciamo un bel giochino. Comportiamoci come i vecchi pistoleri nei film western: dieci passi e poi ci giriamo di colpo. Vince chi resta in piedi. Cosa ne pensa ispettore?”
“Non ho voglia di giocare lurido ratto.”
“Si ricordi di Asuma e Choji, le direbbero di accettare. Del resto avrei già potuto ucciderla un milione di volte da quando è entrato. Consideri questo una sorta di premio prima della sua morte.”
“Se non ho altre via di uscita credo che accetterò la sua proposta, purché le pistole siano caricate con un solo proiettile.”
“Finalmente sta parlando la mia lingua ispettore. 10 passi ne uno di più ne uno di meno.”
 
Cosa sto facendo? Mi sono abbassato al suo livello, ma tanto che differenza può mai fare.
Cosa cambia a morire giocando come i pistoleri o come un eroe? Nulla solo che probabilmente perderò io. Non sono in grado di uccidere e sto giocando sul suo terreno. Ecco il terzo errore che ho fatto, devo essere proprio un’idiota ad aver accettato tutto questo.
 
“Prima di cominciare, Orochimaru promettimi che non farai del male ai miei colleghi.”
“Ha la mia parola d’onore. Ora cominciamo.”
 
“1”
Addio amici mi mancherete. Choji, Asuma sto per raggiungervi.
“2”
Quanto avrei voluto diventare Capitano, ma ho perso tutto. Il mio ipotetico Vice è morto e io sono qui che sto per fare la stessa fine.
“3,4,5”
Altri 5 passi e la mia ora sarà giunta. Ho deluso tutti, ma non posso fare questo a Kurenai, Hiruzen, ai miei compagni e a Temari.
“6,7,8”
Ce la posso fare abbiamo solo un colpo a testa, ci giochiamo il tutto con una sola pallottola.
“9”
Concentrati Shikamaru è la tua ultima possibilità.
“10”
Ci girammo tutti e due allo stesso momento e lo colpii in testa.
“Ben fatto Nara, hai vinto, ma non potrai godere di questa gioia.”
L’incubo Orochimaru era finito, ma io lo stavo per raggiungere.
Mi aveva colpito in pieno petto e ormai sentivo le forze venire meno. Stavo per morire, ormai mancava poco, forse altri 10 minuti di agonia e poi sarei finito a far compagnia a Choji e ad Asuma.
Stavo per chiudere gli occhi quando udii il rumore di un’ambulanza. Possibile che qualcuno avesse sentito gli spari? No eravamo troppo lontani perché qualche passante si accorgesse di qualcosa.
Ma come facevano a sapere che ero lì? Non è possibile che Temari si fosse accorta di quel codice ero convinto di essere stato l’unico a vederlo e invece era pure riuscita a decifrarlo.
Insieme all’ambulanza arrivarono anche due pattuglie della polizia dalle quali scesero Temari, Ino, Naruto e Kiba.
“Shikamaru non morire. Non puoi farci questo.”
“Tem… Temari, sei tu? Sputai un filotto di sangue, venni condotto in ospedale e operato ininterrottamente per oltre 3 ore da Kevin.
 
All’ospedale erano giunti proprio tutti: Naruto e Kiba con aria affranta passeggiavano avanti e indietro per il corridoio, innervosendo le altre persone e le infermiere che più volte gli avevano chiesto di stare calmi.
Neij sembrava assente, frastornato e aveva lo sguardo perso nel vuoto. Lee non sopportando la tensione andava avanti e indietro tra il giardino e il corridoio.
Sakura, Ino, Hinata e TenTen stavano piangendo come fontane, del resto ero burbero, ma avevo un buon cuore.
Temari di tanto in tanto parlava con le infermiere per sapere delle mie condizioni.
In quella circostanza persino Jiraya e Tsunade avevano deciso di chiudere gli uffici per controllare il mio stato.
Kurenai era preoccupata, era come una madre per me e non voleva che facessi la fine del marito, mentre il piccolo Hiruzen non capiva il perché tutti fossero tristi.
“Hiruzen lo zio sta poco bene, siamo venuti qui per fargli compagnia.”
“Capito mamma.”
 
Passate le tre ore di operazione il dottor Kevin era uscito dalla stanza e aveva fornito i seguenti particolari:
“L’ispettore è stato molto fortunato, pochi centimetri più in basso e sarebbe morto. L’operazione ha avuto successo, non è in pericolo di vita, ma…”
“Ma?” chiese Tsunade
“Le sue condizioni erano critiche e ora è in coma. Non sappiamo tra quanto tempo si risveglierà. Ci potrebbero volere qualche ora, qualche giorno o peggio potrebbe non risvegliarsi mai più. Monitoreremo continuamente la situazione e vi terremo aggiornati.”
 
In quel frangente giunse anche il sindaco che saputo del gesto compiuto, mi assegnò un riconoscimento, sperando in un qualche buon segno.
 
“Shikamaru svegliati.”
“Choji sei proprio tu?”
“Sì amico, sono io.”
“Dove siamo?”
“Sei nel limbo, sei nello stato tra la morte e la vita e sta a te decidere se tornare indietro.”
“Mi piacerebbe tornare indietro, ma non c’è nessuno che mi voglia bene.”
“Ne sei proprio sicuro? Cosa mi dici di quella ragazza che ti hanno affiancato.”
“Noi due siamo solo amici, ma dopo quello che le ho detto ho qualche dubbio a riguardo.”
“Solo amici? Andiamo Shika si serio per una volta. Non dirmi che quel biglietto lo hai scritto per perdere tempo?”
“No, l’ho scritto perché le pensavo veramente quelle cose, ma dopo quello che le ho fatto e che lo ho detto, ho paura che non mi rivolgerà mai più la parola.”
“Abbi un po’ di fede. Il tuo errore è non avere fiducia nelle tue capacità, avresti potuto ottenere molte gratificazioni e invece ti stai auto commiserando. Il ruolo di Capitano è nelle tue mani basta solo volerlo. Prima di morire avevo ascoltato la nonna Tsunade dire a Jiraya che le sarebbe piaciuto se avessi preso il suo posto.”
“Mi piacerebbe molto avere un po’ della tua sicurezza.”
“Shika sono tutti preoccupati per te perfino la signorina Tsunade, non puoi fare questo ai tuoi amici e poi non ti ricordi del piccolo Hiruzen? Lo sai che rivede in te la figura paterna che non ha mai avuto. Se tu dovessi morire chi mai potrebbe prendere il tuo posto? Te lo dico io nessuno.”
“Lo so Choji, ma non posso continuare a sperare…”
“Sciocchezze. La speranza è l’ultima a morire.”
“Prima di andartene Choji vorrei sapere come si sta da queste parti e vorrei parlare con il maestro Asuma.”
“Questo posto è magnifico, è sempre pieno di belle ragazze, il cibo è gratis e Asuma si sta divertendo ad insegnarmi a giocare a scacchi. Adesso ti chiamo il maestro.”
“Ascolta Choji non è che potrei trasferirmi qui?”
“Non ci pensare nemmeno. Tu hai la tua vita da vivere, non pensare a noi.”
 
Dopo pochi istanti Choji scomparve e il suo posto fu preso dalla sagoma di Asuma.
“Shikamaru sono molto fiero di te, continua a migliorarti e proteggi le persone a te care.”
“Grazie maestro, ma non penso di farcela.”
“Smettila di dire sciocchezze, lo sai anche tu che hai ottime possibilità di farcela.”
“Vedremo.”
“Ciao Shika e divertiti con la tua fidanzata.”
“Temari non è la mia fidanzata.”
“Come vuoi figliolo. Salutami Kurenai e la piccola peste.”
 
 
“Maestro, Choji grazie di tutto. Un giorno ci rincontreremo e staremo insieme per sempre .”

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Capitolo 10
*** Cap 9 ***


Aprii lentamente gli occhi e girai la testa verso la finestra. Quel posto non era la mia stanza e non era nemmeno la centrale di polizia.
 
Dove sono? In un ospedale? E cosa ci faccio con una garza sul petto.
 
“Dottore il paziente si è svegliato.”
“Magnifico.”
 
“Buongiorno ispettore Nara, ci ha fatti preoccupare, siamo in ospedale e come può ben vedere Orochimaru per un pelo non l’ha uccisa.”
“Dove si trova?”
“Orochimaru è stato ucciso. È riuscito a salvare la nostra città siamo in debito nei suoi confronti. Qui fuori ci sono delle persone che la vorrebbero salutare.”
“Davvero? Beh cosa aspetta le faccia entrare”
“Agli ordini. Ragazzi potete entrare.”
 
Da lì a pochi minuti la mia stanza fu invasa da una marea di persone. Il sindaco mi consegnò un riconoscimento per il lavoro svolto che venne appoggiato sul comodino.
“Ciao Shikamaru, te la passi bene.”
“Ehilà Naruto, stranamente sono felice di vederti e scusa se lo faccio in ritardo, ma congratulazioni per il tuo fidanzamento con Hinata. Rendila felice e vedi di non farla soffrire, altrimenti anche da moribondo ti bastono.”
Kiba e Naruto mi avevano portato una scatola di cioccolatini da mangiucchiare durante la convalescenza in ospedale, mentre le ragazze mi avevano regalato un magnifico mazzo di fiori.
Ino sapeva perfettamente quali fiori preferivo e con quel mazzo mi avrebbero reso meno amara la convalescenza di 2 settimane in quel posto.
 
Scherzare con quei ragazzi mi mancava da un pezzo. Era da qualche mese che non mi divertivo così tanto e ora il peggio era ormai alle spalle.
“Ehi ragazzi avete paura ad abbracciare un vecchio moribondo?”
“Non scherzare, non vorremmo farti male.”
“Sciocchezze vecchio mio.”
Uno alla volta si avvicinarono e mi salutarono augurandomi una pronta guarigione.
 
Quando si avvicinò Tsunade la feci sbiancare
“Signorina 2 settimane di convalescenza più 2 settimane di ferie per il caso Orochimaru fanno un mese di riposo meritato sia per me che per Temari.”
“Chissà perché quando si tratta di riposo non sbagli mai.”
La signorina Tsunade era burbera, ma aveva anche un cuore d’oro, quando voleva.
 
“Scusate ragazzi, ma il paziente è ancora debole, deve riposare.”
“Kevin aspetta, vieni qui vicino un attimo.”
“Ok ispettore vedrò di fare come desidera. Il signor Nara ha chiesto di poter parlare con una persona, in privato. Sapete dove si trova la signorina Temari?”
“Eccomi sono qui.”
“L’ispettore ha chiesto di parlare con lei. Tutti gli altri fuori dalla stanza e vedete di non origliare, se si accorge che qualcuno lo sta spiando vi scarica contro il caricatore.”
 
Mi stava guardando e non sapeva cosa volessi. Ha dei bellissimi occhi, mi ci potrei perdere per ore, ma cosa vai pensando Shikamaru? Non farneticare. Gli effetti di queste schifose medicine hanno effetti strani e sembravo un drogato a farmi queste seghe mentali.
 
“Temari avvicinati su, non avrai paura di me?”
 Prese la sedia che era vicina alla finestra e si sedette al mio capezzale, quando mi accorsi che tra le mani aveva un biglietto. Impossibile, non può essere il biglietto che ho lasciato in macchina prima di entrare nel magazzino.
 
“Sai Shikamaru, sapevo che eri andata da Orochimaru, non sono una stupida. Giunta in centrale ho richiamato l’attenzione di Kiba, Naruto e Ino che mi hanno accompagnato dove eri tu. Prima di andarmene la signorina Tsunade mi consegnò il secondo mazzo di chiavi della tua auto e durante il tuo viaggio in ospedale trovai questo bigliettino. Perché non mi hai mai detto nulla?”
“Paura di troppe cose.”
“Certo come no.”
“Suvvia Temari, avevo paura che ti succedesse qualcosa, avevo paura di perderti, avevo paura di non rivederti più e temevo di sbagliare di nuovo. Probabilmente se da un lato ti ho protetto, dall’altro ti ho deluso e mi dispiace. Non sono degno di esserti amico e quindi se vorrai cambiare partner lo capirò e me ne farò una ragione.”
 
Ormai stavo per piangere, nonostante avessi protetto la persona a cui tenevo di più, ora dovevo rinunciarvi per colpa mia e dei miei troppi errori. Sapevo che dovevo restare con Choji e Asuma, magari mi sarei divertito di più, piuttosto di stare qui a soffrire come un cane.
 
“Non dire cavolate, mi secca soltanto di essere stata all’oscuro per tutto questo tempo e per colpa del mio ritardo avrei potuto perderti.”
“Allora ci tieni a me?”
“Un pochino.”
“Così poco? Pensavo che contassi di più di un semplice pochino, in fondo mi sono sacrificato per salvarti.”
“E va bene, conti un po’ di più di un pochino.”
 
Scese un silenzio imbarazzante che fu interrotto dopo pochi istanti. Avevo deciso, ero stanco di aspettare, dovevo confidarmi a quella ragazza. Del resto cosa mi avevano detto Choji e Asuma?
Shikamaru qualche volta se vuoi ottenere qualcosa devi pur rischiare, mal che vada ti ritroverai con il cuore spezzato consapevole di averci provato, piuttosto che vivere su mille indecisioni e su mille illusioni.
 
“Temari io ti voglio molto più bene di un pochino. Farei di tutto per proteggerti e per starti accanto. Lo so che ti conosco da poco tempo, ma è come se ti conoscessi da una vita intera. Non è che…”
“Cosa?”
“Insomma, tranne che per qualche piccolo battibecco, noi due ci intendiamo alla grande. Siamo molto più che due semplici amici.”
“Su questo non ci piove.”
“Insomma volevo chiederti, Temari cosa ne dici se provassimo…”
“Se provassimo?”
“A metterci insieme. So che è una follia e forse non sono degno di una ragazza come te, ma lo spero.”
“Sciocchino, quanto tempo ancora avevi intenzione di farmi aspettare. Sapevo che eri cotto di me, come io lo sono di te, ma aspettavo che facessi tu la prima mossa.”
“Che imbecille…” non ebbi tempo di terminare la frase che Temari mi baciò.
“Quindi è un sì?”
“Shikamaru, ma ti sei rincoglionito? Certo che è un sì.”
 
Per una volta nella mia intera vita avevo fatto qualcosa di giusto, nessun errore, nessuna conseguenza negativa in futuro, tutto perfetto finalmente.
 
“Scusami Temari se non ho nessuno anello da darti, non avevo ancora pensato a un regalo.”
“Non importa vorrà dire che prenderai l’anello più costoso.”
“Ho un regalo migliore da proporti. Ascolta ho chiesto a Tsunade che ci concedesse 1 mese di ferie pagate e lei ha accettato.”
“Un’ottima notizia.”
“Aspetta non ho finito, resterò purtroppo ancora 2 settimane qui in città a fare la riabilitazione e poi negli ultimi 14 giorni cosa ne pensi di tornare in quel bel hotel per farci una bella sciata tutta in tranquillità?”
“Mi piacerebbe, ma ci costerà una fortuna.”
“Non preoccuparti il sindaco mi ha assicurato che per un mese si farà carico di tutte le mie spese personali se…”
“Se cosa?”
“Se accetterò l’incarico di Capitano della centrale di polizia. Tsunade e Jiraya sono prossimi alla pensione e quindi penso di accettare di buon grado questa possibilità, ma…”
“Con tutti questi se e ma mi stai facendo innervosire.”
“Calmati, ho bisogno di un buon Vice cosa ne pensi di diventare il mio braccio destro?”
“Non so cosa dire.”
“Semplice, devi accettare.”
“Va bene, però voglio un aumento di stipendio.”
“Ne riparleremo quando torneremo in ufficio. Scusami Temari ma ora sono un po’ stanco, queste medicine sono tremende.”
“Dormi pure caro. Io resterò qui a farti compagnia.”
 
Finalmente tutto andava per il verso giusto, avevo un mese di riposo, Temari aveva accettato di diventare prima la mia ragazza e poi il mio Vice capitano.
Non finirò mai di ringraziarti amico mio. Sono terribilmente in debito con te, un giorno vedrò di ricambiare in qualche modo.
Ho trovato, proporrò al sindaco Kakashi di costruire in piazza una piccola statua con una dedica a caratteri cubitali per la tua memoria e di tutte le persone che sono state uccise da Orochimaru.
 
Erano già passati 15 giorni ed ero pronto a divertirmi e a dimenticare finalmente i miei incubi e problemi. Stare con Temari mi faceva star bene, pensavo di essere Paradiso e con cambierai questa situazione con tutto l’oro del mondo.
 
“Allora Shika sei pronto a sciare?”
“Ho qualche altra scelta?”
“No, ma prima dovremmo affittare una stanza in qualche hotel se non vogliamo dormire al freddo.”
 
“Scusi signore, ci servirebbe una stanza. Avete una matrimoniale per me e la mia ragazza?”
“Certo giovanotto. Ragazzo l’avevo avvertita che me ne intendo di coppiette innamorate.”
“Lei è un veggente. Grazie signore e buona giornata.”
 
Ora sì tutto era perfetto, nessuno ci avrebbe mai separato. Pensare che il fiore del nostro amore fosse cresciuto in una tempesta rendeva il nostro legame veramente speciale.
 
 
Ho deciso di aggiungere altri 2-3 capitoli a questa storia per renderla veramente completa. I capitoli successivi sono il sequel che avevo in mente da un po', ma ho deciso di riunire il tutto sotto un unico titolo.

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Capitolo 11
*** Cap 10 ***


Ero appena tornato dal mio mese di ferie meritate in compagnia della mia ragazza quando mi informarono che Tsunade e Jiraya si erano ritirati, dopo oltre 35 anni di servizio, in pensione.
Non avrebbero più avuto alcun problema, ma di tanto in tanto avrebbero fatto qualche visita per controllare che tutto andasse secondo le regole.
La signorina Tsunade mi aveva avvertito che sarei stato scelto come suo successore e ciò mi lascio molto sorpreso. Le notizie riguardanti l’arrivo del signor Gaara erano chiacchiere d’ufficio e quindi non valevano nulla.
Jiraya al contrario terminato il suo contratto di pubblico ufficiale aveva deciso di comprarsi una bella casetta in un posto tranquillo e avrebbe passato i prossimi giorni della sua vita a pescare.
Tsunade invece aveva deciso di restare in città in quanto voleva stare vicino ai suoi pochi parenti e a sua nipote.
 
“Allora Shika, dato che sono il tuo Vice, esigo che il mio stipendio aumenti un po’.”
“Me lo avevi già chiesto un mese fa, mentre ero drogato dalle medicine. Ti propongo un contratto da 2500 dollari più eventuali riconoscimenti e giorni di permesso compresi. Credo che sia un’opzione alquanto vantaggiosa per entrambi.”
“Concordo.”
 
Da quando ero diventato Capitano avevo anche il compito di far quadrare il bilancio e non mi ero mai accorto di quanto il mio predecessore spendesse per tutti i suoi vizi con i nostri soldi.
Eliminati poker e sakè decisi di aumentare di 500 dollari lo stipendio di ogni membro della nostra centrale. Era incredibile quanto spendesse la signorina Tsunade per divertirsi e ci credo che noi pativamo la fame, con tutti i soldi che si era spazzolata poteva ricoprirsi l’ufficio d’oro.
 
Kiba e Naruto stranamente avevano iniziato ad avere la testa sulle spalle e finalmente potevo assegnargli qualche incarico un po’ più complesso rispetto al solito. Lee dopo essersi fidanzato non era più un coniglio drogato che parlava a raffica e Neij invece era diventato leggermente più loquace.
Ino e Sakura di tanto in tanto litigavano, ma almeno non si pestavano più a sangue, dato che non sopportavo simili comportamenti.
Da quando ero salito in carica, avevo più responsabilità, ma avevo iniziato a sistemare un po’ quel posto utilizzando soltanto un po’ di buon senso.
 
Appena nominato Capitano mi ero ripromesso che non avrei fatto la fine di Tsunade, io volevo continuare a risolvere i casi e non mi sarei mai messo a poltrire nel mio ufficio.
 
Appena tornato in ufficio, venni informato che una nuova recluta sarebbe giunta ad aiutarci nelle indagini. La mia speranza era che fosse preparata quanto Temari e che per una buona volta fosse un ragazzo a collaborare con noi, ma anche quella volta si presentò alla nostra porta una giovane recluta.
“Buongiorno Capitano Nara e Vice Capitano Temari, sono la nuova recluta. Mi chiamo Erin e sono pronta a iniziare a risolvere i vari casi che mi assegnerete. Potrei sapere con chi collaborerò?”
“Avrai il piacere di lavorare con il sottoscritto e con il mio Vice. Da quanto mi hanno descritto i suoi ex insegnanti, sembra un’agente molto competente, ma vorrei testare tutto ciò sul campo.”
“Come desidera signore.”
“Quel fascicolo sopra il tavolo mi è appena arrivato e quindi dobbiamo iniziare ad investigare. Si procuri tutto l’occorrente e si faccia trovare pronta tra 20 minuti all’ingresso.”
 
Quando la recluta uscì dal nostro ufficio osservai il mio computer in attesa di un e-mail importante da un mio amico, ma probabilmente era impegnato altrove.
 
“Shika, cosa ne pensi di quella ragazza?” mi chiese Temari.
“Spero solo che sia quantomeno al tuo livello. Appena arrivata mi colpisti molto per la tua intelligenza e furbizia, ma anche per il comportamento un po’ ribelle. Rivolgersi al proprio superiore con aria di sfida non è da tutti, ma dopotutto ti amo anche per questo.”
“Non so perché, ma quella ragazza non mi piace.”
“Sesto senso femminile, immagino. Oppure paura che ti freghi il ragazzo?”
“Mi dispiace tu sei mio e chiunque vorrà portarti via da me dovrà vedersela con il mio gancio destro.”
 
Questa ragazza mi piace da impazzire e prima di uscire ci scambiammo un bacio veloce, farlo in corridoio voleva dire attirare troppo l’attenzione. Sempre meglio mantenere nascoste queste cose e lontane dagli sguardi indiscreti.
 
Durante il mio periodo di ferie e subito dopo la morte di Orochimaru, la città venne sconvolta da un aumento incredibili di delitti.
La mia scrivania era sempre piena di fogli, ma in quest’ultimo mese le scartoffie si erano accumulate velocemente. Gli omicidi dell’ultimo mese si verificavano giornalmente e il metodo utilizzato era sempre lo stesso.
Entravano nella casa di una persona qualunque e uccidevano silenziosamente la vittima. Nessun testimone, nessun indizio, nessuna traccia rilevante, se non che questa sembrasse una strategia degna di Orochimaru.
Molte volte mi ero chiesto se Orochimaru fosse vivo, ma sia Kevin, sia l’autopsia avevano chiarito ogni dubbio. Quel viscido serpente era morto, ma allora perché si sta verificando un’ondata così eccessiva di omicidi.
Non è che abbia sbagliato persona? Impossibile, l’ho visto uccidere Choji deve essere lui, ma allora perché sta ricopiando le movenze di Orochimaru?
Possibile che voglia screditarmi e farmi credere di aver sempre sbagliato?
Questi dubbi mi stavano preoccupando sempre più e anche il mio Vice aveva la stessa preoccupazione.
 
“Bene Erin sei puntuale. Questo caso è il più complesso che ci sia capitato. Recentemente il killer Orochimaru è stato ucciso, ma le caratteristiche di questi ultimi omicidi sono uguali a quelli commessi da quel serpente.”
 
Dopo 20 minuti di macchina, giungemmo in un appartamento isolato, nel quale si era svolto il delitto.
Il signore era un certo Mark, che lavorava al supermercato all’angolo. Non aveva parenti e non era sposato, quindi nessuno poteva avere qualche interesse verso il suo misero patrimonio.
Nessun problema con la giustizia e tantomeno con gli strozzini, praticamente un cittadino modello, ma era stato ucciso senza un motivo apparente.
Come era ovvio non trovammo alcun indizio rilevante in quel appartamento e tantomeno sul corpo della vittima.
Chiunque stia uccidendo, lo sta facendo senza un filo logico. Orochimaru invece era un killer selettivo che lo portava ad accettare solo sfide interessanti e che gli permettessero di riempire il portafoglio.
Questa persona invece non viene mai pagata e sembra come un ombra che scompare all’improvviso per attaccarti alle spalle.
 
Dopo qualche ora passata a controllare minuziosamente ogni angolo, ogni cassetto di quella casa, decidemmo di tornare in centrale dove fui sommerso di telefonate dai giornalisti.
Quegli avvoltoi riuscivano a fiutare uno scoop ovunque e ogni giorno su qualche quotidiano vi erano delle critiche al lavoro dei vari agenti e in particolar modo del sottoscritto. Credevano infatti che gli avessi abbandonati al loro destino, ma mi stavo forzando di capire chi ci fosse dietro a tutto ciò.
 
Il pensiero martellante di qualche ora prima, riprese a tormentarmi. Quella persona mi stava colpendo e mi stava distruggendo mentalmente. Voleva annientarmi, ma quale fosse il motivo per cui mi odiasse così tanto non ero ancora riuscito a capirlo.
Ero appena tornato ed ero stressato da morire, il sindaco mi stava togliendo fiducia, i giornali mi criticavano e gli squali si stavano avvicinando.
 
“Shika, sono quasi le 20 non credi sia ora di andare a mangiare.”
“Scusami cara, ero sovrappensiero.”
“Andiamo a cenare nel ristorantino dell’ultima volta?”
“Come desideri.”
 
Mancavano 5 minuti alle 20, decidemmo di chiudere gli uffici e di cenare al ristorante che si trovava a pochi chilometri dal nostro appartamento.
Prima di partire per le ferie infatti avevo deciso di vendere il mio vecchio appartamento, per comprarne uno nuovo nel quale poter convivere con la mia ragazza.
 
 
Intanto in un altro edificio.
“Orochimaru ben presto la nostra vendetta sarà completa, riuscirò a distruggere Shikamaru e tutti i suoi amici e così sarai felice.
Mi manchi molto fratellone e non preoccuparti il mio piano avrà successo. Scusami ma ora devo sacrificare un’altra vittima innocente”.

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Capitolo 12
*** Cap 11 ***


Erano passati pochi minuti da quando ci eravamo seduti al nostro tavolo e il cameriere ci aveva consegnato il menù. Mi ero accorto che Temari era alquanto strana ed irrequieta, ma durante la giornata ero così preso che non me ne ero neanche accorto.
“Cosa c’è che non va Temari?”
Non si aspettava quella domanda, ma da quando mi ero fidanzato avevo trovato una specie di sesto senso che mi permetteva di capire quando c’era qualcosa che non andava.
 
“Vedi Shika, stavo pensando ad una cosa. E se…”
Quando una donna inizia una frase con “E se…” per noi uomini è finita. I milioni di dubbi che la tormentano usciranno e noi verremmo scannati se diamo una risposta che lei reputa negativa o di dubbio gusto.
“… io morissi. Cosa faresti?”
 
Possibile che per una simile sciocchezza mi devo rovinare il pasto, ma chi me lo ha fatto fare di fidanzarmi.
“Sarei disperato e non ti dimenticherei mai. Tu sei l’unica donna della mia vita e di certo non mi fidanzerei più con nessuna ragazza.”
“E se…”
 
Ecco di nuovo questo “E se…”, ma è mai possibile consumare una cena tranquilli.
“… trovassi una ragazza che mi assomiglia come una goccia d’acqua, cosa faresti?”
“Non lo so. Se tu fossi morta e trovassi una ragazza uguale a te forse potrei provarci.”
“E come ti comporteresti con i tuoi conoscenti?”
“Hiruzen ti chiamerebbe zia, Kurenai non lo so e i miei colleghi sarebbero sorpresi di ritrovarsi davanti una sosia.”
“Bene.”
 
Ragazzi quando una donna conclude una frase con “Bene” non credetele, sono capaci di ammazzarvi nel sonno e di farvi del male, molto male.
“Shika, appena torneremo a casa tu dormirai per terra.”
“Perché?”
“Perché hai sbagliato il mio test comportamentale. Se tu fossi morto e avessi trovato un ragazzo uguale a te non mi ci sarei mai fidanzata.”
“Ma stavo scherzando.”
“Non si scherza su queste cose.”
 
Per tutta la cena restammo in religioso silenzio, pagai il conto e uscimmo. Purtroppo la sua minaccia era ricaduta sulle mie spalle, fui costretto a dormire per terra come un cane e senza coperte per di più.
 
Ragazzi ve lo ripeto per sicurezza, se una ragazza vi fa una domanda trabocchetto, mentite spudoratamente. Ditele ciò che loro vogliono sentire anche se quella cosa non vi venisse mai in mente. Sono tremende e la punizione che mi ha inflitto mi costringerà a sopportare un ulteriore mal di schiena aggiuntivo.
 
La mattina ero talmente indolenzito che a malapena riuscivo ad alzarmi e a stare in piedi, mentre lei era bella vispa e allegra.
“Shika tornando sul discorso di ieri. I miei vestiti e i miei oggetti a chi li daresti, se dovessi morire?”
“I tuo vestiti li metto io, così non ti puoi lamentare che li butto e i tuoi oggetti li conservo come una reliquia.”
Speriamo che non mi costringa a dormire per terra per la seconda notte di seguito. La mia schiena impazzirebbe e io sarei costretto ad andare da Kevin per farmi dare una sistemata.
Stranamente quella battuta le era piaciuta e mi baciò.
Vuoi vedere che sono riuscito a fare pace con Temari?
La risposta la riceverò soltanto questa sera.
 
Anche quella mattina venni assalito dalle telefonate dei giornalisti per via dell’assassinio del signor Gai. Il signor Gai era colui che nelle ultime elezioni aveva battagliato con Kakashi per il posto da sindaco, ma per una manciata di voti aveva fallito miseramente.
 
Le modalità di questo omicidio, manco a dirlo, erano le stesse dei crimini precedenti, solo che questa volta il criminale aveva omesso un piccolo particolare.
Vicino al luogo dove si trovava il corpo martoriato della vittima, c’era un capello lungo nero che di certo non poteva appartenere che al colpevole.
Il signor Gai aveva i capelli bianchi e nessuno della sua famiglia aveva i capelli di quel colore.
 
Incredibilmente dopo oltre un mese di indagini, eravamo riusciti a capire che il colpevole aveva i capelli lunghi neri e che probabilmente si trattava di una donna.
Dopo essere scampato nel pomeriggio alle domande incalzanti dei giornalisti, ero riuscito a rinchiudermi nel mio ufficio per poter pensare tranquillamente, ma dato che non ero riuscito a chiudere occhio non feci altro che russare.
 
Mi risvegliai verso le 17:30 e decisi con una scusa di andare a trovare il piccolo Hiruzen insieme alla zia Temari. Il piccolo stava leggendo un libro e quando mi vide volle affrontarmi ad una partita a scacchi.
 
“Bene Hiruzen sei migliorato moltissimo in queste ultime settimane, ma hai ancora molta strada da fare.” detto questo gli mangiai di nuovo il re.
“Zio sei fortissimo, non riuscirò mai a batterti.”
“Suvvia non dire così.”
“Allora zio quando hai deciso di sposarti con la zia Temari?”
“Ancora con questa idea malsana del matrimonio.”
 
Non l’avessi mai detto, la mia ragazza entrò in quel preciso istante e sentendo la mia ultima frase mi scoccò uno sguardo omicida. Scese velocemente giù per le scale, prese la macchina e mi abbandonò a piedi.
“Che seccatura, ora dovrò farmela a piedi per oltre 10 chilometri. Arrivederci Kurenai, arrivederci Hiruzen.”
“Ciao zio torna presto.”
 
Dopo 10 chilometri ero stanco morto e quindi decisi di farmi una bella doccia, di cenare velocemente e di andare a dormire. Peccato che la zia Temari non era della stessa opinione, in quanto aveva occupato l’intero letto matrimoniale.
 
“Signorina Temari gradirei dormire nel mio letto per una buona volta.”
“No.”
“Perché?”
“Perché hai detto al piccolo Hiruzen che non vuoi sposarmi perché non ti piaccio.”
“A dire il vero volevo dire che è ancora troppo presto per il matrimonio e poi non è vero che non mi piaci. Tu sei fin troppo perfetta, semmai sono io che sono leggermente strano. Suvvia Temari fammi dormire nella mia parte di letto, non posso restare sveglio anche questa volta.”
“Cosa vuoi che sia dormire per terra?”
 
Mi avvicinai al letto, deciso a riprendermi la mia parte, ma venni allontanato bruscamente. Ecco il bacio di questa mattina non era altro che un bacio di Giuda, altro che fare pace, mi aveva dichiarato guerra.
 
Come la sera precedente mi sistemai per terra e provai a dormire.
 
La mattina seguente il mio viso era costellato da occhiaie, mentre lei felice e allegra svolazzava da una parte all’altra della cucina.
 
“Queste donne che seccature e pensare che la vita da scapolo era uno spasso. Chi me lo ha fatto fare di fidanzarmi con questa iena?” pensai al alta voce.
“Se sono una iena è il caso che tu ti cerca un’altra casa. Basta abbiamo rotto.”
 
Perché ogni cosa che faccio mi si ritorce contro con gli interessi? Meglio che vada in centrale a schiarirmi le idee e a trovarmi un’altra sistemazione temporanea. Sicuramente Temari avrà le sue cose, tra qualche giorno tornerà ad essere buona e un po’ meno aggressiva.
 
In centrale i miei colleghi videro subito che tra di noi c’era qualcosa che non andava, ma avevano paura di mettersi in mezzo. Avevano paura di Temari, anche perché io ero abbastanza tranquillo, mentre lei sembrava volesse uccidermi solo con il potere dello sguardo.
 
Giunto in centrale, aprii il giornale e come al solito in prima pagina era evidenziato il titolo di un crimine commesso durante la serata.
Nuovo giorno uguale nuovo delitto.

Il signor Garden importante orologiaio della città era stato barbaramente ucciso, sempre dallo stesso tizio e questa volta stranamente aveva lasciato un altro indizio.
Era sicuramente un donna dai capelli lunghi neri e amava utilizzare il rossetto, in quanto sul collo della camicia della vittima ne erano state rinvenute tracce. Inoltre questa volta aveva lasciato qualche impronta digitale sparsa in giro che venne subito analizzata, ma il risultato da confrontare con le varie impronte nei registri sarebbe stato pronto solamente tra 2 settimane.

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Capitolo 13
*** Cap 12 ***


Era trascorsa una settimana da quando avevo rotto con Temari e in centrale non si faceva altro che parlare di ciò.
La mia ex aveva deciso di prendersi qualche giorno di ferie e per questo mi ritrovai a lavorare a stretto contatto con la recluta.
Non so come a Temari era venuta quell’idea che Erin fosse una persona malvagia. Valle a capire le donne.
Le confessai qualche piccolo problema e non so come, ma mi ritrovai attaccato a lei in uno strano bacio che purtroppo Temari vide. Le mie speranze di riconciliarmi a Temari erano ormai andate in frantumi e ormai non eravamo più in grado nemmeno di parlare in santa pace. Lei mi evitava continuamente, ma perché sono così stupido nel commettere tutti questi errori.
 
I giornalisti erano furibondi con me, stavo perdendo la faccia davanti all’opinione pubblica e come se non bastasse la mia macchina era stata prima rigata con una chiave e poi tutta imbrattata dalla vernice verde di una bomboletta spray.
Questo ultimo gesto era opera di qualche ragazzaccio che vedeva in me una persona che non proteggeva nessuno, ma se avesse saputo la verità probabilmente anche lui si sarebbe ritrovato con le mani legate dietro la schiena.
Dopo 2 settimane stranamente il killer aveva ridotto il numero delle vittime, ma nonostante tutto sembrava si divertisse a vedermi soffrire, ma finalmente sarebbe stata catturata.
 
“Bene Orochimaru, credo che abbia capito chi sia il colpevole, l’ho avvicinato a me e ora lo ucciderò e poi penserò a tutti i suoi amici e a tutte le persone che ci hanno sempre odiato.”
 
La colpevole era una ragazza mora che amava il rossetto e che negli ultimi mesi come una serpe mi aveva allontanato da Temari. La colpevole non era altro che la recluta Erin che era riuscita a distanziarmi dagli altri, ma ora che sapevo chi era potevo arrestarla.
Avevo contattato anche gli ex insegnanti e loro mi avevano riferito che non avevano mai addestrato una certa Erin e che era da mesi che non ricevevano l’ordine di mandare una recluta nella nostra centrale. Erin apparteneva allo stesso gruppo criminale del fratello, per questo conosceva le sue tattiche e sapeva come preferiva uccidere le sue vittime.
 
“Ciao Shikamaru, sono Erin so che hai capito che ho ucciso io tutte queste persone. Cosa aspetti a venirmi a prendere? Sono nel magazzino dove hai ucciso Orochimaru e vedi di venire da solo, se non vuoi che continui ad uccidere molte persone.”
Prima di partire verso il magazzino abbandonato dove mi ero confrontato con Orochimaru 2-3 mesi prima decisi di telefonare ad una persona che volente o dolente mi avrebbe aiutato ad acchiappare quella maledetta serpe.
 
Dopo mezzora di viaggio, mi ritrovai di nuovo in quel magazzino che avrei preferito non rivedere mai più.
 
“Benvenuto Capitano Nara nel mio covo.”
“Cosa vuoi Erin? Arrenditi e consegnati alla polizia.”
“Non vuoi sapere perché ho fatto tutto ciò?”
“No.”
“Allora te lo dirò lo stesso. Tu e la tua spregevole squadra avete distrutto il mio sogno e quello di mio fratello. Avremmo ottenuto tutto: denaro, potere, fama e molti altri riconoscimenti, ma tu e la tua sete di giustizia avete infranto tutto ciò.
Ora tu la pagherai cara per il male che ci hai fatto. Tutti pagheranno, solo che tu sei in cima alla mia lista nera personale. Nel mio piano tu morirai in questo magazzino e io riuscirò a vendicare la morte di mio fratello.”
“Per questo mi hai chiesto di venire da solo? Perché vuoi uccidermi in pace e senza troppi testimoni scomodi in giro.”
“Sì e anche perché da quando tu e Temari vi siete lasciati, tu non hai più nessuno. Nessuno si fida delle tue capacità e questo mi diverte. Quando tu venivi assalito dai giornalisti furibondi o quando il sindaco preoccupato vedeva questa città andare a rotoli, io ridevo pensando a quanto tempo ci avresti messo per risalire a me. Gli indizi che hai trovato sono stati dei regali per aiutarti a capire chi fossi, altrimenti tu saresti lontano ancora anni luce dalla verità. Il mio scopo era quello di farti odiare da tutti in questa città, nessuno doveva più sostenerti, tutti avrebbero rimpianto i signori Tsunade e Jiraya e tu saresti diventato lo zimbello di questo postaccio.”
“Hai fatto apposta a sbagliare, ma questo lo sapevo. È impossibile che un killer che non ha mai commesso il minimo errore improvvisamente diventi così goffo e impreciso. Hai commesso un errore a farmi tutti questi regali, come ha fatto tuo fratello del resto. Sapevo che volevi che scoprissi la verità, ma ho sempre pensato che tu non fossi implicata in tutto ciò, ma evidentemente mi sono sbagliato. E ora sono da solo.”
“Esatto sei da solo, come sono rimasta io da sola quando hai ucciso mio fratello e ora la pagherai cara. Cosa credi? Sapevo che con quel bacio che ti ho dato, Temari ti avrebbe lasciato. Ha fatto tutto parte del mio subdolo piano, ma ora basta con le chiacchiere è ora che tu muoia.”
“Erin lo sai che dietro di te c’è una persona che ti odia terribilmente?”
 
Odiavo bluffare, ma alcune volte i miei bluff erano straordinariamente perfetti.
“Stai bluffando Nara.”
“No. Hai la mia parola d’onore che anche se non ci fosse nessuno dietro di te non prenderò mai la pistola. Ci metteresti pochi secondi ed io non è che sia così veloce con le armi. Comunque vada tu usciresti vincitrice dallo scontro, perciò fammi felice, prova a girarti.”
 
Appena si girò un gancio destro le arrivò in pieno volto e una ragazza la ammanettò velocemente.
“Ehi Erin cosa credevi di fare al mio ragazzo? Lui è mio e ora andremo in centrale e vedrai che il giudice non sarà felice di tutti crimini che hai commesso. Non rivedrai più la luce del giorno.”
“Vedi Erin se c’è una cosa che ho imparato incontrando tuo fratello è che prima di risolvere quel caso ero veramente solo, ma ora la faccenda è molto diversa. Io non sono più solo perché ho molti amici e non mi importa se i giornalisti sono furibondi per un motivo o se lo sono perché una squadra di basket ha perso il titolo. Questi non sono affari che mi riguardano, quello che mi importa di più è che io riesca sempre a proteggere le persone a me care. Sei caduta nel mio piano, era già da qualche settimana che sospettavo di te, ma non avendo prove non potevo incriminarti ed è per questo motivo che ho fatto finta di avercela contro il mondo intero, volevo che credessi che io fossi da solo.”
 
Dopo aver portato Erin in carcere finalmente passai tranquillamente il resto della giornata.
Il caso Erin era in cima alla lista, ma ora che anche questo caso era stato risolto nel migliore dei modi, rimanevano ben poche scartoffie da completare
 
“Temari dove vuoi andare? È da tanto che non usciamo insieme, insomma fare finta davanti a quella vipera di esserci mollati è stata veramente dura. Andiamo al cinema e poi al nostro bel ristorantino?”
“Per me va bene, purché sia tu a pagare. Cosa credi non è stata facile nemmeno per me fare finta di non vederti, di non stare insieme a te e di non baciarti. Insomma questi ultimi giorni sono stati un Inferno e quindi il minimo che tu possa fare per averti aiutato nel tuo piano è quello di offrirmi il pranzo.”
 
Stranamente Temari era riuscita ad accettare quel piano folle, a perdonarmi e dato che non avevo ancora dimenticato la nostra discussione avuta settimane prima decisi che dì li a poco le avrei fatto una bella sorpresa.
 
Mancavano ancora pochi giorni al Natale e in casa eravamo tutti indaffarati per la preparazione degli addobbi e dei regali da fare agli amici, ma Temari non sapeva ancora qual era il suo regalo e di certo non appena lo avrebbe saputo le sarebbe venuto un colpo.
 
“Tieni Temari, questo pacchettino è per te. Lo so che è piccolo, ma è il pensiero che conta.”
“A me importa stare solo con te. È questo il regalo più bello che tu possa farmi.”
“Aprilo, sono sicuro che ti piacerà.”
 
Scartò velocemente il regalo e si ritrovò davanti una scatola variopinta. Titubante aprì la scatolina e nel mezzo stava un bellissimo anello.
Non appena spostò lo sguardo dall’anello verso di me ormai ero inginocchiato.
 
“Sobaru Temari, lo so che ho molti difetti, ma io sono innamorato pazzo di te. Per questo motivo vuoi passare con me il resto della tua vita, vorresti sposarmi?”
“Sì lo voglio.”
“Grazie non potevi farmi regalo più bello che dirmi di sì alla mia proposta. Sono veramente felice, vorrei urlarlo al mondo intero, ma prima…”
“Cosa?”
La baciai, restammo abbracciati per non so quanto tempo e ora finalmente tutto sarebbe stato veramente perfetto. Inoltre quella piccola peste di Hiruzen non mi avrebbe più rotto le scatole con questi matrimoni.
 
Mancavano solo poche cose da scegliere: lista invitati, chiesa, locale per il pranzo, vestiti, bomboniere e ovviamente il viaggio di nozze.
 
Devo dire che ero pronto al grande passo, ma se vicino a me c’era Temari nessun passo sarebbe stato grande o difficile, perché con la persona che si ama tutto si può superare.
                                                                                                                        
 
 
 
 
 
Eccoci giunti alla fine di questa prima storia, spero vivamente che sia piaciuta a tutti coloro che l’hanno letta. Non so ancora se la prossima storia avrà sempre come protagonisti i personaggi di Naruto o se cambierò genere.
Non so nemmeno se continuare in futuro questa storia che al momento reputo completa.
Ringrazio tutti coloro che l’hanno letta, l’hanno seguita e l’hanno recensita.

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