Vivimi

di FrancyCece9
(/viewuser.php?uid=241120)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nuovi inconti ***
Capitolo 2: *** Nomignoli e litigi ***
Capitolo 3: *** Che segreto nascondi? ***
Capitolo 4: *** Risveglio con sorpresa ***
Capitolo 5: *** Duettiamo? ***
Capitolo 6: *** Scontri pericolosi ***
Capitolo 7: *** Scintille ***
Capitolo 8: *** Ricominciamo (forse no) ***
Capitolo 9: *** Aiuto Michele! ***
Capitolo 10: *** Convivenza ***
Capitolo 11: *** Di crisi, cuscini e voglie ***
Capitolo 12: *** Roma testimone ***
Capitolo 13: *** Tra color che son sospesi ***
Capitolo 14: *** In incognito ***
Capitolo 15: *** Ballando sotto la pioggia ***
Capitolo 16: *** Ti voglio bene ***
Capitolo 17: *** Niente fiori ***
Capitolo 18: *** Wendy ***
Capitolo 19: *** Come Sandy e Danny ***
Capitolo 20: *** Pericolo scampato ***
Capitolo 21: *** No, non è la gelosia ***
Capitolo 22: *** Sorprese e bugie ***



Capitolo 1
*** Nuovi inconti ***


Benedetta aspettava, seduta in un angolo del lungo corridoio dell’Accademia di canto e ballo, il suo turno. Stringeva in mano i fogli con i testi delle canzoni che, di lì a poco, avrebbe dovuto cantare davanti alla commissione della scuola. Le cuffiette dell’I-Pod nelle orecchie e le gambe rannicchiate vicino al petto completavano il fotogramma
-Ehi ciao!- la salutò una voce femminile, Benedetta alzò lo sguardo, davanti a lei si stagliava una ragazza dai capelli castani con uno shatush biondo, che le sorrideva amichevolmente –Io mi chiamo Maria Sofia, ma tutti mi chiamano Mia-
-Ciao! Io sono Benedetta- la salutò Benedetta pochi secondi dopo –Sei qui per le audizioni di canto o di ballo?- le domandò dopo averle sorriso
-Canto- rispose Mia, poi squadrò Benedetta, jeans, maglietta stile impero e ballerine –E dal tuo abbigliamento, scommetto che ti presenti per la mia stessa categoria- suppose la castana, Benedetta si guardò
-Si si- confermò accennando un sorriso –Sono un’aspirante cantante anche io- disse poco dopo, prese in mano tutti i suoi fogli e si alzò in piedi, un lieve giramento alla testa, la obbligò ad appoggiarsi al muro, Mia l’aiutò a reggersi in piedi
-Ehi!- la guardò Mia preoccupata –Tutto bene?- le domandò subito dopo, Benedetta annuì poco convinta
-Non ti senti bene?- le domandò un ragazzo dall’accento siciliano, Benedetta scosse la testa –Vieni- la invitò –Siediti qui- disse indicandole una sedia poco lontana, Mia condusse Benedetta fino alla sedia per poi aiutarla a sedersi, il ragazzo, intanto, si era procurato un bicchiere d’acqua fresca.
-Stai meglio?- le domandò ancora il ragazzo, Benedetta stavolta annuì convinta –Non mi sono neanche presentato, sono Federico- si presentò spostandosi di lato il ciuffo di capelli che gli pendeva davanti agli occhi
-Io sono Benedetta- disse sorridendo al ragazzo
-E io sono Mia- le fece eco la castana, posizionata dietro la sedia su cui Benedetta era seduta –Sei un ballerino?- le domandò subito dopo, lui annuì –Noi due invece siamo cantanti- disse ancora la romana, un rumore attirò l’attenzione dei tre ragazzi, si girarono verso il corridoio dove un ragazzo molto alto con i capelli lunghi raccoglieva, piegato per terra, molti spartiti, di fianco a lui, la chitarra nel suo involucro, poggiata malamente per terra, si avvicinò una ragazza dai lunghi capelli neri che lo aiutò a recuperare tutti i fogli, Federico si avvicinò al gruppetto, il moro alzò lo sguardo verso la ragazza e Federico
-Grazie mille, davvero- ringraziò il ragazzo con un forte accento trentino
-Ma figurati!- minimizzò la ragazza, Federico incontro i suoi occhi verdi –Io sono Cristina- si presentò tendendo la mano verso Federico, che era impietrito dalla bellezza della ragazza
-Io sono Giulio- si presentò l’altro ragazzo vedendo l’espressione di Federico
-E io sono Federico- concluse il ragazzo dopo essersi ripreso, stringendo la mano a Cristina, si alzò in piedi e l’aiutò ad alzarsi – Loro due sono Benedetta e Mia- disse indicando la biondina, che nel frattempo si era alzata dalla sedia, e la castana vicino a lei
-Ciao- le salutò Cristina –Cantanti?- chiese
-Eh già!- annuì Mia –Tu balli come Federico?- le domandò indicando il ragazzo, lei si girò verso di lui
-Si, è il mio grande sogno. Voglio provare ad entrare qui all’Accademia- spiegò ravviandosi i capelli
-Io è il terzo anno che ci provo. Arrivo fino alla fine e poi non mi scelgono mai- sbuffò Federico, la porta della commissione si aprì ed uscì una signora di media statura con una cartelletta in mano
-Benedetta Ferrari- annunciò, Benedetta raccolse la sua borsa e i suoi fogli
-Incrociate le dita per me- disse al gruppetto di ragazzi, poi scomparì dietro la porta. Appoggiò la borsa e la giacca su una sedia vuota, poi si posizionò al centro della stanza davanti alla commissione di canto
-Buongiorno- salutò un professore con foglio davanti –Allora signorina Ferrari, cosa ci canta?- le chiese poco dopo
-Ho portato “Skyfall” di Adele. Ho la base- disse mostrando un cd, si avvicinò al tavolo e l’appoggiò, una professoressa lo prese e lo inserì in un lettore cd, alcuni secondi dopo partì la base e Benedetta cominciò a cantare, venne travolta da un turbinio di emozioni, la mente vagava nel cielo, tra le nuvole e i raggi del sole, le succedeva sempre così quando cantava, lei amava cantare, la faceva stare bene
-Perché dovremmo scegliere proprio lei?- le domandò un membro della commissione, Benedetta rimase in silenzio
-Perché amo cantare e voglio perfezionarmi, perché senza la musica non riesco a vivere- raccontò con gli occhi che brillavano
-Grazie mille signorina, le faremo sapere- la congedò un altro membro della commissione, Benedetta riprese il suo cd e i suoi spartiti, si mise la borsa a tracolla e tirando fuori il cellulare dalla tasca uscì nel corridoio, pochi passi e si scontrò con un ragazzo che passava nello stesso punto, alzò lo sguardo per guardarlo, alto più di lei, capelli castani chiari con un ciuffo molto pronunciato, un espressione irritata e due occhi color nocciola fissi nei suoi
-Scusami- sussurrò Benedetta
-Guarda dove cammini la prossima volta- detto questo si girò e riprese a camminare lasciando Benedetta impietrita in mezzo al corridoio
-Benedetta!- la chiamò una voce, si girò e vide Mia correrle incontro –Com’è andata?- le chiese dopo averla raggiunta
-Spero bene. Deve andare bene- affermò decisa la biondina
-Cosa ti hanno fatto fare?- le chiese Giulio che le aveva appena raggiunte assieme a Federico e Cristina
-Mi hanno fatto cantare il brano che avevo portato e poi mi hanno fatto alcune domande. Non posso fallire, non posso- continuò Benedetta abbassando lo sguardo sulle sue scarpe
-Sei giovane, ci puoi riprovare l’anno prossimo- ipotizzò Cristina, per convincere Benedetta e se stessa, Benedetta alzò lo sguardo verso Cristina
-Io non ce l’ho un altro anno- dichiarò secca Benedetta, rimasero tutti senza parole, per quale recondito motivo Benedetta non avrebbe avuto un altro anno?
-Allora, ci vediamo stasera per i risultati?- chiese Cristina risollevando gli animi di tutta la compagnia
-Certo, e se siamo tutti promossi andiamo anche a mangiarci una bella pizza?- propose Federico
-Ok, io ci sto- acconsentì Benedetta, Giulio, Mia e Cristina si unirono al suo sì –Io vado, ci vediamo stasera- li salutò
-Secondo voi perché non ha un altro anno?- domandò Giulio confuso
-Non so- rispose Mia.

La sera stessa, dopo aver passato il pomeriggio in giro per Roma, Benedetta tornò all’Accademia per vedere il responso del suo esame. Entrò nel grande atrio deserto, un cartello diceva “Risultati esami”, una freccia indicava la porta a destra dalla quale uscivano alcuni ragazzi, Benedetta si avviò verso la stanza
-Benedetta!- la chiamò una voce con accento trentino, Giulio
-Ciao! Allora sei passato?- gli domandò avvicinandosi
-Si, io sono passato- le rispose sorridendo
-Gli altri?- chiese ancora, mentre il cuore batteva sempre più veloce
-Tutti passati. Tu?- gli domandò lui
-Ora vado a vedere. Incrocia le dita- disse prima di allontanarsi verso i tabelloni dove erano esposti i risultati, andò davanti a quello su cui campeggiava, a caratteri cubitali, la scritta “Canto”, puntò il dito sul foglio e scorse lungo tutti i nomi, prima di arrivare alla lettera F, si scontrò con un altro dito, istintivamente si girò verso destra per guardare il proprietario del dito
-Ancora tu?- gli domandò il proprietario del dito, che era lo stesso con cui si era scontrata la mattina stessa
-Senti… non so come ti chiami, ma già mi hai rotto, è il caso che ci ha fatto scontrare, non sono io che ti cerco. E ora fammi vedere se sono stata ammessa- disse Benedetta piuttosto irritata, il ragazzo la guardò sconcertato, alzò le spalle e si girò nuovamente verso il tabellone
-Ammessa!- esultò Benedetta, si girò verso il ragazzo e lo guardò –E tu?- gli chiese, lui si girò ancora più sconvolto, era la stessa ragazza che cinque secondi prima le aveva urlato addosso?
-Ammesso- disse abbozzando un sorriso
-Scusami per prima, l’ansia mi trasforma e poi  questa mattina mi hai trattata male- si scusò Benedetta tendendogli la mano destra –Comunque sono Benedetta, piacere- si presentò successivamente
-Fa niente, scusami tu per questa mattina, ero molto agitato per il provino. Io sono Michele- disse lui stringendo la mano della ragazza
-Senti, io e degli altri ragazzi andiamo a festeggiare mangiando una pizza, vuoi unirti a noi?- propose Benedetta
-Ok- accettò Michele, poi seguì Benedetta verso un gruppetto di ragazzi, due ragazzi e due ragazze
-Ammessa!- annunciò Benedetta ai suoi compagni, tutti esultarono, poi guardarono Michele –Lui è Michele, un cantante…- lo presentò poi, vedendo gli sguardi dei suoi amici
-Io sono Giulio, cantante- si presentò poi
-Io invece sono Federico, ballerino- gli fece eco il ragazzo dal ciuffo ribelle
-Io mi chiamo Cristina e sono un’aspirante ballerina-disse la ragazza
-Piacere Mia, provo a fare la cantante- disse tendendo la mano verso Michele
-Ciao a tutti- salutò Michele
-L’ho invitato alla pizza, ho fatto male?- domandò Benedetta, Giulio prese Michele sottobraccio
-No no, Michele mi sta già simpatico- commentò il trentino cominciando a camminare, si fermò e si girò verso gli altri –Allora andiamo a mangiarla questa pizza? Avrei una certa fame- chiese ancora


Angolo dell'autrice:
Chiedo scusa a tutti quelli che leggevano la mia fanfiction, ma purtroppo l'amministrazione mi ha obbligato a cancellarla perchè violava il regolamento, non potevo scrivere di due cantanto famosi, così, dato che non mi piace lasciare le cose a metà e visti i molti messaggi che mi sono arrivati dove mi chiedevate dove fosse finita la mia FF, ho cambiato i nomi e l'ho ripubblicata, Alessio è Michele e Giada è Benedetta, Sara si chiama Mia, Federica è diventata Cristina e Giacomo e Nick sono rispettivamente Federico e Giulio. La cosa che mi dispiace più di tutto è l'aver perso tutte le 154 recensioni, mi farebbe piacere che recensiste la storia, anche se già l'avevate recensita.
Ci sentiamo presto
Un bacio a tutti
Francesca
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Nomignoli e litigi ***


Scelsero una pizzeria non molto distante dall’Accademia, Benedetta si era scambiata il numero di cellulare con Mia e Cristina, mentre i ragazzi parlavano di calcio. Il cameriere gli assegnò un tavolo da sei, loro si sedettero e cominciarono a scegliere cosa ordinare
-Allora? Cosa vi porto?- domandò il cameriere ai sei ragazzi
-Allora, per me una capricciosa- scelse Mia, chiudendo con un botto il suo menù
-Per me invece una vegetariana- optò Cristina, dopo aver osservato attentamente tutti gli ingredienti
-Io prendo una salsiccia e funghi- disse Michele, che condivideva il menù con Giulio
-Io tonno e cipolla, tanto non devo baciare nessuno- rise Federico seguito a ruota dagli altri
-Per me una margherita- annunciò Benedetta
-Io invece prendo una marinara- affermò Giulio convinto
-E da bere?- chiese ancora il cameriere, dopo aver segnato le pizze
-Io direi birra per tutti- disse Federico, Benedetta alzò lo sguardo dal menù
-Io prendo una bottiglia di acqua naturale- dichiarò poi davanti agli sguardi basiti degli altri commensali
-Per gli altri birra?- chiese ancora Federico, tutti gli altri risposero affermativamente
-Allora?- chiese Michele –Io sono di Tarquinia e voi?- domandò poi agli altri
-Io vengo da Bolzano- spiegò Giulio posando il bicchiere di birra sul tavolo
-Io sono di Trabia, in provincia di Palermo- disse Federico, dopo aver ascoltato Giulio
-Io sono di Catania- affermò Cristina sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio
-Io sono di Pomezia, romana doc- disse Benedetta guardando Michele che le sorrideva
-Io sono di Fiumicino- concluse Mia proprio mentre arrivarono le pizze ordinate dai ragazzi.

Il giorno successivo, la mattina tutti i ragazzi ammessi avrebbero avuto un incontro con il preside dell’Accademia e successivamente, sarebbero state assegnate le stanze. Michele aspettava appoggiato alla colonna fuori dall’Accademia, una gamba piegata all’indietro che premeva sulla colonna di marmo, le cuffie nelle orecchie e gli occhi puntati sulla scalinata in attesa di Benedetta, quella ragazza lo affascinava, i suoi occhi color nocciola nascondevano qualcosa, voleva farsela amica, la trovava simpatica. Ancora assorto nei suoi pensieri, la vide girare l’angolo e cominciare a salire la scalinata, il vento le gonfiava la camicetta arricciata sul seno che scendeva più larga, i capelli biondi le svolazzavano sulla schiena, un manico della borsa continuava a cadere dalla spalla, lei prontamente lo rimetteva al suo posto, Michele spense l’MP3 e si tolse le cuffie, si posizionò alla fine delle scale sorridente ad aspettarla.
Benedetta alzò la testa e si ritrovò davanti Michele che le sorrideva, le mani sui fianchi e le gambe leggermente divaricate
-Ciao!- lo salutò trafelata per la corsa, temendo di arrivare in ritardo
-Certo che ti fai attendere Principessa- commentò lui
-Mi stavi aspettando?- domandò lei riprendendo a camminare verso l’entrata
-Si, ti stavo aspettando- puntualizzò lui seguendola all’interno dell’Accademia, lei si fermò di scatto e lui le andò addosso
-Anche se non ti fermi così all’improvviso- commentò quasi acido lui staccandosi da lei
-Anche se non mi stai sempre attaccato al culo- rispose per le rime Benedetta, girandosi verso di lui –Comunque potevi anche non aspettarmi se poi ti devi lamentare- puntualizzò ancora prima di entrare nell’aula magna dell’Accademia, lui continuò a seguirla
-Posso sedermi vicino a te, oppure ti do fastidio, puffa?- le chiese poi, indicando la poltroncina rossa vicino a quella su cui si era seduta Benedetta
-Puffa?- domandò lei con una smorfia –Prima principessa, adesso puffa. Se non ti ricordi il mio nome te lo dico un’altra volta-disse lei ironica, lui si sedette e si avvicinò al viso di lei che lo guardava con un sorrisetto irritante
-Guarda che il tuo nome me lo ricordo benissimo. Ti chiami Benedetta e sei romana, vabbè che ti conosco da ieri, ma non sono così smemorato- le rispose lui acido
-Allora, visto che te lo ricordi, smettila con questi soprannomi- concluse la bionda romana, poi si girò dall’altra parte incrociando le braccia, lui rimase appoggiato al bracciolo che avevano in comune le due sedie a fissarla, poi le si avvicinò all’orecchio
-Facciamo pace?- le sussurrò poco dopo
-No- dichiarò lei decisa, poi alzò un braccio e cominciò a muoverlo per salutare qualcuno, lui seguì lo sguardo della ragazza appoggiandosi sulla sua spalla, vide Giulio e Cristina che indicavano Benedetta
-Ciao Benedetta, ciao Michi- salutò Cristina sedendosi vicino ad Benedetta
-Ciao Fede, ciao Giulio- salutò Michele sorridente ,Cristina lo guardò arricciando il naso
-Ma come sei messo?- gli domandò poco dopo, Michele non accennava a  togliersi da dove era
-Volevo fare pace, ma lei non me lo permette- il rapper accusò la cantante, Benedetta sospirò continuando a fare finta di niente
-Ciao ragazzi- salutò Federico, seguito da Mia, alle spalle di Michele, che si girò di scattò per salutare i due ragazzi
-Pronti per l’inizio di questa avventura?- domandò Mia prima di sedersi
-Prontissimo- esultò Giulio
-Prova, prova….- una voce proveniente dal microfono attirò e azzittì tutti i ragazzi presenti nella sala - Bene, il microfono va, mi sentite bene?- domandò il signore con in mano il microfono, in molti annuirono –Perfetto, allora, innanzitutto benvenuti nella nostra Accademia, io sono il preside Lorenzo Zorzi- si fermò pochi secondi e un applauso riempi il silenzio –Alle audizioni eravate veramente in tanti, ma noi abbiamo ammesso solo voi, perché crediamo che abbiate del talento e che possiate sfruttarlo al meglio solo studiando costantemente- altro applauso da parte dei ragazzi che affollavano l’aula magna –Domani iniziano i corsi, ora verrete smistati nelle varie classi, che saranno formate da ballerini e cantanti, successivamente vi verranno assegnate le stanze, se avete richieste precise potete parlarne con il professore incaricato del vostro corso- detto questo, cominciò a chiamare uno alla volta tutti i ragazzi e li divise nelle varie classi, Michele, Benedetta, Cristina, Giulio, Federico e Mia erano nella stessa classe. Vennero condotti in un aula dove presero posto assieme agli altri ragazzi della loro classe
-Buongiorno a tutti!- salutò una signora bionda sulla cinquantina che si era seduta sulla cattedra, davanti ai ragazzi –Io sarò la vostra professoressa incaricata del vostro corso, mi chiamo Margherita Di Famio- si presentò, dopo aver letto il regolamento dell’Accademia informò i ragazzi che le lezioni iniziavano tutti i giorni tranne la domenica, che era libera, alle ore nove e trenta, poi espose gli orari dei pasti della mensa interna all’Accademia –Per quanto riguarda il sabato, alla mattina proveremo i pezzi che vi assegneranno i vari professori durante il corso della settimana, mentre il pomeriggio ci esibiremo, non sempre tutti, davanti alle altre classi. Ora, qualcuno ha delle preferenze per la scelta dei compagni di stanza, altrimenti pescherò con i bigliettini, ovviamente, maschi e femmine rimarranno divisi, vi lascio alcuni minuti per pensare- concluse ancora la professoressa, Benedetta si girò verso Cristina e Mia
-Che ne dite se ci facciamo mettere in camera assieme?- propose la bionda tutta sorridente
-Si, sarebbe una bella idea, in fondo, conosco solo voi e i ragazzi- constatò Cristina guardando i tre ragazzi che parlavano tra di loro
-Io ci sto- affermò convinta Mia –Vi giuro che non russo di notte- puntualizzò facendo ridere le altre due ragazze
-Va bene, ci sto anche io- accettò anche Cristina dopo alcuni attimi di silenzio, si girò verso la professoressa, ma prima lanciò uno sguardo a Federico che rideva, dopo una battuta di Giulio
-Allora? Qualcuno vuole essere messo in camera con qualcun altro?- domandò la professoressa richiamando all’ordine i ragazzi e le ragazze presenti nella piccola aula, Benedetta e Michele alzarono la mano, la prof li vide e fece un cenno di assenso –Prima di parlare mi dite anche il vostro nome, così li imparo bene in poco tempo- annunciò prima di dare la parola a Benedetta con un cenno della mano verso di lei
-Mi chiamo Benedetta Ferrari, volevo, di comune accordo con le altre due ragazze, essere messa in camera con Cristina Contini e Mia Dantei- disse indicando le due ragazze tra cui era seduta
-Perfetto, a voi do la camera 35, terzo piano, la terza a sinistra- disse prendendo tre mazzi di chiavi, che consegnò alle ragazze –Dopo aver deciso le altre camere vi accompagnerò nella residenza- disse prima di girarsi verso Michele che aspettava di parlare
-Io sono Michele Corsi, e vorrei, se possibile, condividere la camera con Giulio Boni e Federico Milani- chiese indicando il cantante e il ballerino seduti alla sua sinistra
-D’accordo, vi assegno la camera 36, proprio di fronte a quella delle ragazze- esordì la prof, Benedetta si girò di scatto verso Michele, che la stava guardando e le sorrise, Benedetta si girò dall’altra parte arrossendo. Dopo aver assegnato le altre stanze la professoressa li accompagnò alla residenza, attraversarono un parco, poi entrarono in uno stabile, a destra c’era una palestra con microfoni e stereo, a sinistra la sala da pranzo con annessa la cucina, al centro un ascensore e una scala che conduceva ai vari piani e alle varie stanze, arrivarono al terzo piano, quello assegnato alla loro classe e ogni gruppo cercò la loro stanza
-Bene, le lezioni cominciano domani, per ora è tutto, potete tranquillamente portare i bagagli che avete qui, siete liberi- li congedò la professoressa prima che ognuno entrasse nella propria camera –Ah, per qualsiasi problema non esitate a chiamarmi, sono a vostra completa disposizione- aggiunse prima di chiamare l’ascensore.


Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti! Eccomi con un nuovo/vecchio capitolo della storia tra Michele e Benedetta, lo so che vi eravate affezionati a Alessio e Giada, ma purtroppo mi hanno imposto di cambiare i nomi. Mi lasciate una recensione?
Un bacio
Francesca
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Che segreto nascondi? ***


Le tre ragazze entrarono nella stanza, due letti erano posizionati addosso al muro con vicino un comodino a testa, un altro letto era appoggiato per la sua lunghezza al muro di fronte agli altri letti, anch’esso con vicino un comodino, la parete dove c’era la porta era occupata da due armadi, il terzo armadio era tra la finestra e la portafinestra di fronte alla porta d’entrata. Appoggiato al muro vicino al letto c’era un tavolo con tre sedie, subito dopo la porta che conduceva al bagno.
-Wow!- disse Cristina spalancando la bocca in segno di stupore –Ma è grandissima!- si stupì entrando e facendo un giro nella stanza
-E si!- le diede manforte Mia sedendosi sul letto vicino al tavolo
-Camera mia a Pomezia è circa un terzo di questa- commentò Benedetta guardando il soffitto –Ok, io mi prendo il letto vicino alla finestra- disse prima di sedercisi sopra
-Io questo qui- disse Mia che era ancora seduta sul letto vicino al tavolo, Cristina si girò verso le due compagne di stanza e si mise le mani sui fianchi
-Quindi non ho scelta?- chiese Cristina, Benedetta annuì e scoppiò a ridere –Va bene, mi farò andare bene questo letto- concluse buttandocisi sopra a peso morto, bussarono alla porta, Cristina e Mia si girarono verso Benedetta, lei le guardò, volevano che andasse ad aprire, sbuffò e si alzò per andare alla porta, quando la aprì si ritrovò il viso sorridente di Michele davanti
-Ciao puffetta!- la salutò dandole una piccola pacca sulla spalla, senza chiedere il permesso entrò e si buttò sull’unico letto libero, quello di Benedetta, lei si girò sconvolta dall’atteggiamento del ragazzo, lo raggiunse e si posizionò con le mani sui fianchi, ai piedi del letto
-No, no, ma vai tranquillo- gli disse ironica, lui si tirò su e si mise in ginocchio, era all’altezza di Benedetta
-E su Principessa, lasciati andare- le disse alzando gli occhi al cielo, le prese un braccio e la tirò verso di lui, ricaddero sul letto, lui cominciò a farle il solletico, lei cominciò a dimenarsi e a ridere, contro la sua volontà
-Lasciami Michele!- gli intimò, lui non accennava a smettere –Lasciami!- Benedetta urlava e tirava pugni sul petto di Michele che continuava a ridere
-Smetto solo se mi supplichi- le disse il cantante, Cristina e Mia ridevano come delle matte
-Neanche per sogno!- urlò Benedetta che tentava di non ridere e fare l’arrabbiata, Michele si fermò, Benedetta era di fianco a lui che rideva, lui la guardò era davvero bella quando rideva, le si illuminavano gli occhi
-Michele, sei uno scemo- le disse girando la testa verso di lui
-E tu sei la principessa più bella del Fantabosco- disse lui sorridendo, un sorriso dolce che fece sciogliere Benedetta
-Ma che Fantabosco e Fantabosco! La smetti?- gli chiese prima di alzarsi e buttargli un cuscino sulla faccia,bussarono ancora alla porta, questa volta andò Mia ad aprire
-Ma che cazzo succede?- chiese Federico entrando seguito da Giulio
-In corridoio sono usciti tutti, erano preoccupati per gli urli che provenivano da questa stanza- spiegò Giulio sedendosi accanto a Cristina
-Questo scemo mi faceva il solletico- spiegò Benedetta mettendosi a sedere
-E c’era bisogno di fare questi urli, sembrava ti stessero sgozzando- commentò Federico, Mia e Cristina cominciarono a ridere
-Effettivamente no- constatò Benedetta mentre Michele si tirava su e si sedeva accanto a lei –Ma cos’eri venuto a fare qui?- si girò verso Michele
-Ero venuto per farti- cominciò –Un’offerta che non puoi rifiutare- disse imitando l’accento siciliano, Benedetta scoppiò a ridere, Michele aveva il potere di farla incazzare e ridere
-E sarebbe?- chiese lei incrociando le braccia al petto
-Ti accompagno all’albergo dove alloggiavi per prendere i tuoi bagagli- spiegò lui, Benedetta rimase in silenzio, si girò verso Mia che stava parlottando con Federico e Cristina, Giulio guardava fuori dalla finestra e sembrava non prestare attenzione a quello che succedesse tra i due cantanti
-E va bene, ma solo perché sono stanca e devo lasciare la stanza libera entro mezzogiorno- accettò dopo aver guardato l’orologio che segnava le ore undici –Ehi! Io vado a prendere le mie valigie, mi accompagna Michele- annunciò agli amici
-Va bene, ciao ciao- salutò Cristina prima di ritornare a parlare con Federico, Benedetta prese la borsa e uscì dalla stanza seguita da Michele, usciti dall’Accademia, Michele la condusse alla macchina
-Allora puffa, raccontami di te- la esortò Michele, dopo averle chiesto la strada per l’hotel, Benedetta si girò verso di lui stupita
-E cosa vorresti sapere?- gli chiese passandosi una mano nei capelli biondi
-Non saprei, dove vivevi lo so, come ti chiami anche, quanti anni hai?- le chiese sempre guardando la strada
-Ho 19 anni e tu?- chiese lei a sua volta –Non penserai di farmi solo tu l’interrogatorio- aggiunse subito dopo
-Ne ho 22. Sei fidanzata?- arrivò alla domanda che gli premeva sapere di più, Benedetta appoggiò la testa al finestrino, il sorriso le si spense sulle labbra
-Esco da una storia importante, stavamo insieme da quando avevamo 14 anni, è stato il mio primo bacio, la mia prima volta- raccontò lei malinconica, Michele si girò a guardarla
-Come mai è finita?-chiese lui mettendo la mano sul cambio
-C’è stato un imprevisto, che lui non ha accettato- lo liquidò in fretta, non le andava di parlare di Francesco, l’aveva fatta stare male, non meritava di essere ancora nei suoi pensieri
-Ok, non ti va di parlarne- disse Michele, poi accostò la macchina, erano arrivati
-Vieni su ad aiutarmi a portarle giù?- chiese Benedetta accennando un mezzo sorriso, Michele scese dall’auto e andò ad aprirle lo sportello della macchina
-Certo, mia principessa- le disse tendendole una mano, Benedetta lo guardò alzando un sopracciglio, scese senza prendere la mano di Michele e andò avanti, il cantante rimase li impietrito a guardarla mentre entrava nell’hotel, chiuse in fretta la portiera e la inseguì -Mi stai diventando sempre più simpatica, capisco perché il tuo ex ti ha mollato- Benedetta, che nel frattempo era arrivata alla reception e aveva preso la sua chiave, si girò verso di lui, gli lanciò un’occhiataccia, si avviò verso l’ascensore e lo chiamò, lui la rincorse –Guarda che scherzavo- disse dopo aver visto la sua reazione, lei si girò con le lacrime agli occhi
-Se non conosci la storia, non parlare- gli consigliò entrando nell’ascensore, lui la seguì ancora
-Non me l’hai spiegata, non la posso sapere, scusami- lui abbassò la testa
-No, scusami tu, è che la ferita è ancora aperta, divento irritabile, non mi va di parlarne, scusami- si scusò lei entrando nella stanzetta, la valigia era chiusa sul letto, Michele entrò dopo di lei, nella stanza c’era profumo di Benedetta, quello che aveva sentito poco prima mentre le faceva il solletico, lei provò a sollevare la valigia, ma un conato di vomito glielo impedì, l’appoggiò nuovamente sul letto
-Stai male?- le chiese avvicinandosi alla bionda romana, lei annuì mettendosi una mano sulla bocca, si girò di scatto e scomparì nel bagno, Michele rimase immobile a fissare la porta del bagno, la sentì vomitare, si avvicinò al bagno e si appoggiò alla porta del bagnetto, la vide, inginocchiata davanti al gabinetto –Tutto bene?- chiese in modo scontato, si maledì per la frase appena detta, gliel’avrebbe fatto notare, Benedetta alzò la testa e si girò verso di lui
-Si si, solo un po’ di indigestione- disse alzandosi e andando verso il lavandino per lavarsi la faccia
-Sei sicura?- gli domandò ancora
-Si si, andiamo in accademia- concluse uscendo dal bagno, lui la seguì con lo sguardo, Benedetta gli nascondeva qualcosa, che cosa?

Angolo dell'autrice:
Eccomi con il terzo capitolo, Benedetta e Michele iniziano ad avvicinarsi. E Michele sospetta che Benedetta menta, ma su cosa? Lo scopriremo nel prossimo capitolo, forse. Ci sono lettori nuovi? I lettori "vecchi" stanno ripassando in attesa del gran finale? Lo so che fa strano chiamarli Benedetta e Michele, ma purtroppo non posso farci niente.
Un bacio a tutti
Francesca
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Risveglio con sorpresa ***


La mattina successiva sarebbero iniziate le lezioni all’Accademia, Cristina e Mia si svegliarono verso le otto, Benedetta non ne voleva sapere di alzarsi
-Benedetta!- urlò Mia scuotendola perché si svegliasse, Benedetta aprì gli occhi e guardò la castana –Svegliati!- le intimò ancora dopo averla scossa ancora
-Lasciami dormire ancora un po’- disse girandosi dall’altra parte e coprendosi con le coperte
-Guarda che oggi e il giorno in cui iniziano le lezioni, non vorrai perderti la colazione e arrivare in ritardo alla prima lezione- le disse Cristina mentre preparava la borsa
-Ancora cinque minuti, vi prego, ho sonno- le pregò Benedetta sempre sotto le coperte
-Ok, donna avvisata mezza salvata. Noi andiamo- l’avvisò Mia aprendo la porta
-Ciao Benedetta- la salutò Cristina chiudendo la porta, Benedetta mormorò un timido ciao, prima di ripiombare nel mondo dei sogni, quando si svegliò, si ritrovò davanti la faccia sorridente di Michele, si tirò su di scatto e gli tirò una testata
-Ahi! Che testa dura che hai! Se vuoi farmi finire all’ospedale, sei sulla strada buona- commentò Michele mettendosi una mano sulla fronte, Benedetta si alzò e prese il ghiaccio istantaneo dal beauty-case, lo sbatte contro il muro e corse verso Michele, glielo appoggiò sulla fronte
-Scusami tanto, non volevo, mi dispiace. Mi perdoni?- lo supplicò, lui mise la sua mano su quella della bionda, un brivido percorse la schiena di Benedetta, il contrasto tra il freddo del ghiaccio e il caldo della mano di Michele le piaceva, avrebbe volentieri fermato la scena, come si ferma un DVD con il tasto pausa, lo sguardo di Michele si scontrò con quello di Benedetta, lui tolse la mano e Benedetta gli diede il ghiaccio in mano. La bionda romana si girò verso lo specchio e si guardò, aveva i capelli arruffati, la faccia rossa e il segno del cuscino su una guancia, ma soprattutto era in canottiera e pantaloncini, si alzò velocemente, prese una maglietta viola, arricciata sullo scollo rotondo, stile impero e dei jeans e, senza dire una parola scappò in bagno, Michele si alzò e le corse dietro, lei aveva chiuso la porta, lui appoggiò la mano sulla maniglia
-Stai male?- chiese allarmato, Benedetta non rispondeva, cosa faceva, apriva? Non apriva?
-No no, tutto apposto, mi vergognavo a farmi vedere in pigiama- rispose lei, proprio mentre lui abbassava la maniglia, la lasciò andare
-Ah ok- disse sedendosi sul primo letto che aveva trovato, dopo poco Benedetta uscì, era bella come sempre, Michele ci rimaneva secco tutte le volte, i capelli le cascavano alla perfezione sulle spalle, i jeans erano arrotolati in fondo, segno che, anche a lei andavano sempre lunghi i pantaloni
-Cosa ci fai qui? Ma soprattutto, come sei entrato?- disse Benedetta appena uscita dal bagno
-Mia e Cristina, mi hanno chiesto di venire a prenderti, e mi hanno dato la chiave, mi hanno anche detto che non devo tornare giù senza di te, sei pronta?- chiese lui –An, dimenticavo, ti sei persa la colazione, ma sono riuscito a rubare una brioche, la migliore, secondo me- aggiunse poi prendendo un piccolo cartoccio dal letto di Cristina
-Con cos’è la brioche?- chiese lei cercando nella valigia una spazzola
-Alla Nutella- rispose lui, aprendo il tovagliolino in cui l’aveva avvolta –L’ho presa alla Nutella, alla crema e alla marmellata non mi piacciono e vuota mi sembra che…- disse sempre guardando la brioche ancora calda
-…sia incompleta- completarono la frase all’unisono, Benedetta si fermò, come immobilizzata, alzò la testa dalla valigia e Michele dalla brioche, cominciarono a ridere
-Ottima scelta, a me piace solo con la Nutella, non sto scherzando- disse la romana alzandosi e prendendo la borsa –Andiamo, io sono pronta- poi passò davanti ad Michele, per farsi dare la brioche, lui la guardò e gliela porse
-Un bacetto?- domandò avvicinando una guancia al viso della ragazza, lei lo guardò e riprese a ridere
-Ma ti puoi figurare- commentò aggrottando la fronte, poi aprì la porta, lui la seguì nell’ascensore. Arrivati al piano terra, ad aspettarli fuori dall’ascensore c’erano Mia e Cristina, Benedetta appena le vide gli sorrise, poi addentò la brioche
-Menomale che erano cinque minuti!- l’ammonì Cristina, Mia dietro la ballerina annuiva
-Mi sono addormentata- si giustificò Benedetta prima di mordere nuovamente la brioche alla Nutella
-Domani finché non ti alzi, non veniamo giù- disse Mia cercando di mettere fine a quell’inutile discussione
-Ora andiamo, che non mi sembra carino arrivare in ritardo alla prima lezione- disse Michele, prendendo per mano Benedetta e cominciando a correre, lei presa in contropiede venne strattonata, poi si staccò dal cantante
-Guarda che so camminare da sola- gli urlò mentre lui correva verso l’Accademia,  lui si girò verso di lei e le sorrise
-Lo so, mia Aurora- disse lui fermandosi per aspettarla
-Vedi che non te lo ricordi il mio nome, mi chiamo Benedetta, non Aurora- disse lei raggiungendolo, lui le avvolse un braccio attorno alle spalle
-Ma lo so che ti chiami Benedetta, Aurora è il nome della Bella Addormentata- disse lui spiegandole, lei si fermò, la Bella Addormentata? Lo guardò con aria interrogativa
-Il film della Disney- le ricordò lui, lei ancora non capiva –Ma che infanzia difficile hai avuto?- le domandò ricominciando a camminare, lei lo guardò offesa
-Scusa sai, se non ero sempre incollata alla tv, come qualcuno- rispose lei seguendolo. Entrarono nell’aula poco prima che iniziasse la lezione
-Allora, ora vi dividerete tra ballerini e cantanti, così conoscerete i vostri insegnanti, con cui lavorerete- disse la loro coordinatrice dopo aver salutato i ragazzi, i ballerini vennero condotti in una palestra, mentre i cantanti in un’altra stanza, dove c’era un pianoforte, dei divanetti, delle sedie e degli sgabelli, un bellissimo impianto stereo con microfoni, una cattedra e un computer con stampante, tutti presero posto Benedetta che era passata dal bagno non trovò posto, Michele le fece cenno di avvicinarsi a lui
-Siediti qui- le disse indicandogli le sue gambe, lei lo squadrò
-No- disse secca, lui alzò un sopracciglio –Dopo ti copro e non vedi niente- continuò prendendolo in giro
-Ma vaffanculo va- disse lui, incrociando le braccia imbronciato, lei lo guardò, le spuntò un sorriso sul volto, adorava quando faceva lo scemo, cioè sempre, poi si sedette sulle sue gambe –Vedi che alla fine, vinco sempre io- le fece notare, circondandola con le braccia, lei si appoggiò al suo petto, lui fece scivolare le mani sulla pancia di Benedetta, lei subito gliele tolse
-Mi danno fastidio- si giustificò, lui non chiese altro. La prima lezione andò bene, i professori fecero cantare tutti quanti, con la promessa che il giorno dopo avrebbero assegnato brani singoli e duetti, così andarono a mangiare e si incontrarono con i ballerini. Mia, Giulio, Benedetta e Michele decisero di pranzare con Federico e Cristina
-Allora? Voi cos’avete fatto?- chiese Giulio riferendosi ai ballerini, dopo che lui e gli altri tre cantanti aveva-no raccontato la loro lezione
-Noi abbiamo fatto un cerchio e a turno bisognava andare in centro e ballare sulla musica che c’era e poi andavi da un ragazzo o una ragazza e lo invitavi a ballare- raccontò Cristina davanti ad un insalata
-E poi ognuno ha fatto il pezzo con cui si è presentato, è stato divertentissimo- aggiunse Federico mentre tagliava un petto di pollo ai ferri,  Benedetta che aveva finito di pranzare si alzò e andò in bagno, Michele si alzò e la seguì, aspettò che uscisse dal bagno
-Stai male?- le chiese appena la vide uscire bianca in volto, lei si appoggiò al muro
-No, non sto male, non devi corrermi dietro tutte le volte che vado in bagno, non vomito sempre, non mi succede quasi mai, te l’ho detto, avrò mangiato qualcosa e non l’avrò digerito bene- disse lei scattando sulla difensiva
-Scusami se mi preoccupavo per te- si scusò lui, lei lo guardò arrabbiata
-E smettila di venirmi dietro in ogni cosa che faccio- aggiunse lei
-Senti Benedetta, puoi darla a bere agli altri, ma non a me. Non bevi alcolici, non fumi, vomiti ogni giorno, mangi poco e cerchi di nascondere la tua pancia con maglie stile impero- fece un respiro –Sei bulimica?- domandò il cantante alla biondina davanti a lui
-Bulimica? Ma che cazzo dici? Io…io…io…- tentennò Benedetta sentendosi messa alle strette da Michele
-Tu cosa?- la incalzò sempre più collerico il ragazzo
-Non è facile- confessò lei, abbassando lo sguardo non riuscendo a sostenere quello di Michele
-Dai Benedetta, non renderla ancora più lunga- commentò il romano irritato dal comportamento sfuggente dell’amica
-Sono incinta!- sputò Benedetta esasperata da Michele, ora lui stava zitto e la fissava con la bocca legger-mente aperta per lo stupore –Sono quasi tre mesi, è del mio ex, ma appena gliel’ho annunciato mi ha detto che era un problema mio e che io non avrei dovuto cercarlo, lui non voleva saperne niente di lui/lei- spiegò Benedetta rompendo il silenzio creatosi dopo la rivelazione
-Lui/lei?- domandò Michele non capendo cosa intendesse Benedetta
-Lui/lei- ripetè Benedetta toccandosi la pancia –Non so se è maschio o femmina, allora lo chiamo lui/lei- spiegò lei a Michele che fissava ancora incredulo la pancia della bionda
-Ciao Lui/lei, sono Michele, un amico della mamma, ho saputo adesso della tua presenza, scusa se non ti ho mai salutato prima d’ora, ma prometto che mi farò perdonare- sussurrò Michele abbassandosi vicino alla pancia di Benedetta
-Dai scemo!- rise Benedetta dando una pacca sulla schiena del moro, ancora accucciato vicino alla pancia
-Come farai con l’Accademia?- domandò poi, facendosi serio, Michele
-Non lo so, so solo che sono sola contro tutti- disse Benedetta abbassando lo sguardo sulla pancia
-Non sei sola, c’è lui/lei e poi ci sono io, ti aiuterò, te lo prometto- le promise lui prendendole una mano e fissandola negli occhi, lei lo abbracciò improvvisamente
-Grazie puffo, mi sono tolta un peso, questo piccolo segreto è troppo grande per essere portato da sola, avevo bisogno di condividerlo con qualcuno- disse stretta nel suo abbraccio, lui le accarezzò dolcemente la schiena
-Insieme ce la faremo, ne sono sicuro- la rincuorò lui


Angolo dell'autrice:
Chiedo umilmente perdono per il ritardo imbazzante! Mi dovete scusare, ma sono alle prese con la maturità che mi lascia davvero poco tempo libero. Per farmi perdonare però ho deciso di pubblicare ben 4 capitoli così mi rimetto in pari con il tempo perso, nel frattempo la storia continua Benedetta rivela a Michele il suo più grande segreto e lui promette di aiutarla. Cosa succederà nei prossimi capitoli? Non vi resta che andare avanti con la lettura, ma mi raccomando lasciate una recensione :)
Un bacio
Francesca
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Duettiamo? ***


La mattina dopo, Benedetta scese a colazione assieme alle compagne di stanza, dopo aver preso, una brioche, una tazza di caffè e una mela si sedette al tavolo, dove stavano già seduti, Federico, Giulio e Michele -Buondì- li salutò Benedetta raggiante, Michele la squadrò, indossava come suo solito, per coprire la pancia, una vestitino blu stile impero, dei leggins neri e le ballerine, poi osservò quello che aveva nel piatto, brioche alla Nutella, mela, caffè… caffè?!!? -Ciao puffa- la salutò, poi prese il caffè di Benedetta e lo bevve tutto d’un sorso, Benedetta gli tirò un calcio sotto il tavolo, lui emise un gemito di dolore, Giulio e Federico li guardarono sconvolti, cosa nascondevano quei due? -Non ti fa bene il caffè che…- disse Michele, poi si fermò, non poteva continuare la frase, avrebbe svelato il segreto di Benedetta -…che poi diventi isterica- mentì cercando di essere il più naturale possibile -Vabbè, io vado in camera, così mi faccio una doccia veloce e mi cambio per la lezione, Giulio vieni con me?- disse Federico, alzandosi con il suo vassoio vuoto in mano -Si si, vengo anche io - accettò Giulio, poi seguito da Federico lasciò Benedetta e Michele da soli a fare colazione -Complimenti!- disse Benedetta ironica, Michele la guardò con aria interrogativa –Per poco non sveli il mio segreto- lo rimproverò -Ma se sono stato bravissimo a salvare la frase- si giustificò lui –Comunque se tu non prendevi il caffè, non succedeva niente- la rimproverò lui appoggiando le braccia sul tavolo -Non fa mica male un po’ di caffè- minimizzò lei -Ti ricordo che sei incinta!- disse lui abbassando la voce e avvicinandosi al viso della ragazza -Non c’è bisogno che me lo ricordi ogni due minuti- lo riprese lei avvicinandosi a lui, Michele incontrò lo sguardo di Benedetta, si fissarono per alcuni secondi interminabili, Benedetta era immobilizzata, gli occhi di Michele erano delle calamite, non riusciva a staccagli gli occhi di dosso, Michele si avvicinò ancora di più ad Benedetta, i loro nasi si sfiorarono -Dobbiamo andare, sennò…- Benedetta provò a parlare, le parole le morivano sulle labbra, non riusciva a connettere il cervello, ma cosa le succedeva, con Francesco non le era mai capitato -Sennò…- riprese Michele, che aveva fissato i suoi occhi in quelli della ragazza -Facciamo tardi- concluse Benedetta, girò lo sguardo e si tirò indietro, Michele scosse la testa per ripren-dersi e seguì i movimenti di Benedetta, prese il vassoio e lo svuotò nel cestino, poi la aspettò per andare a lezione. -Bene- disse il maestro Perris, dopo essersi seduto dietro il pianoforte –Abbiamo assegnato i brani singoli e anche qualche duetto, o meglio, qualche esperimento- esordì prendendo dei fogli in mano –Ora chiamerò ognuno di voi, a cui assegnerò un pezzo, voi lo preparerete, poi giovedì vi dirò chi si esibirà sabato davanti agli altri ragazzi. Sarà così tutte le settimane- spiegato il meccanismo, cominciò ad assegnare i brani -Ad Benedetta ho assegnato “Wreacking ball”, a Mia “Dedicato”, ad Michele “Mi ritorni in mente”, a Giulio “Balliamo sul mondo”- disse dando ad ognuno il testo del brano assegnato, poi continuò con gli altri ragazzi -Adoro Battisti, sarà un onore per me cantare questa canzone- sussurrò sottovoce Michele a Benedetta che era seduta di fianco a lui, lei si girò verso il cantante -A me piace questa qui di Miley Cyrus, vediamo se mi viene bene- disse lei -Ed ora passiamo ai duetti, per primo vorrei chiarire questo duetto che a mio modo di vedere potrebbe venire molto bene, ho assegnato “Vivimi” a Benedetta e Michele, questa canzone non nasce come un duetto, ma vi ho diviso le parti, in realtà sarebbe un ipotetico duetto tra Laura Pausini e Biagio Antonacci, secondo me, se vi impegnate vi viene in modo superbo- esordì il maestro, Benedetta guardò Michele, Michele guardò Benedetta -Un duetto- disse malizioso Michele, Benedetta lo guardò corrugando la fronte -E allora?- chiese lei brusca -Dovremmo passare molto tempo insieme- le fece notare lui -Solo durante le ore di lezione- Benedetta demolì le supposizioni di Michele, a cui si spense il sorriso sul volto, Benedetta sorrideva sorniona -Ma noi ci impegneremo di più, e proveremo anche in camera- continuò lui ricominciando a sorridere -Non ci provare, tu in camera mia non entri più- gli vietò lei, spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio -Si da il caso che sia anche la camera di Mia e Cristina, che loro siano mie amiche e che quindi io possa an-dare a trovare loro- ragionò lui ad alta voce per smentire Benedetta –Non sei sempre al centro dei miei pensieri cara puffa- concluse lui rigirando il testo di “Vivimi” tra le dita -Allora, fai finta che non esista- disse Benedetta imbronciata, Michele la guardò per alcuni secondi, quando si arrabbiava era ancora più bella La sera stessa le tre ragazze erano in camera, dopo cena, i ragazzi avevano deciso di andare in discoteca, loro tre non si erano volute aggiungere -Senti Benny- cominciò Cristina, Benedetta alzò la testa dal foglio su cui stava facendo delle annotazioni con la matita –Io e Mia, volevamo sapere cosa c’è tra te e Michele- disse lei andando dritta al punto, Benedetta ebbe un colpo al cuore, cosa c’era tra lei e Michele, oltre al segreto che insieme condividevano, non lo sapeva neanche lei -Niente, siamo solo amici- disse lei tranquilla, dopo alcuni secondi, Cristina si girò verso Mia e si guardarono per alcuni secondi, Benedetta osservava agitata gli sguardi che si lanciavano le sue compagne di stanza -Siamo sicure?- domanda ancora Mia, Benedetta la guardò, poi deglutì -Certo, siamo solo amici, è lui che si attacca a me, fosse per me, lo vedrei solo alle prove, ma lui mi sta sempre addosso- cominciò Benedetta a blaterare -Vabbè- concluse Cristina poco convinta, Benedetta la guardò preoccupata -Perché, scusa, cosa c’è tra te e Federico?- chiese Benedetta a Cristina, Cristina si girò verso di lei di scatto -Niente, fra me e Federico non c’è niente- disse lei preoccupata, Benedetta la guardò alzando un sopracciglio -Vedi, siamo pari, uno a uno palla al centro- concluse Benedetta raccogliendo tutti i fogli sparsi sul letto –Comunque adesso ho sonno, quindi buonanotte- disse posando i fogli sul comodino e spegnendo la sua luce, poi si tirò su le coperte e si girò verso la porta-finestra. Non chiuse gli occhi, il suo sguardo rimase fisso sulle tende della porta che conduceva al balcone, Cristina e Mia avevano ragione, cosa c’era tra lei e Michele? Cosa provava per Michele? Domattina avrebbe chiarito con il cantante, tutta la situazione.

     Angolo dell'autrice:
Ecco il quinto capitolo! Benedetta comincia ad avere dei dubbi sulla sua relazione con Michele, cosa prova per lui? Cosa si diranno quando chiariranno? Si avvicineranno o si allontaneranno? Continuate a leggere, recensite sempre, mi fate contenta ;)
Un bacio
Francesca

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Scontri pericolosi ***


La mattina successiva, Benedetta si alzò presto,andò in bagno, si vestì in fretta, prima di mettersi la ma-glietta, si girò di profilo e si guardò allo specchio, la pancia cominciava a sporgere, come avrebbe fatto a nasconderla, a sei, sette mesi, e poi, quando sarebbe nato, come lo avrebbe potuto nascondere? Si mise la maglietta e si ravviò i capelli, uscì dal bagno, Cristina e Mia dormivano ancora, scrisse un messaggio a Michele, sapeva che l’avrebbe visto, lo teneva sempre accesso, si sedette davanti alla porta della camera dei ragazzi e attese Michele, tempo dieci minuti e il cantante aprì la porta, occhiali da sole e maglietta con stampa militare si stupì di trovare Benedetta li davanti, piccola, rannicchiata con le gambe strette al petto, appena lo vide, si alzò, Michele la aiutò
-Buongiorno principessa, vedi che non riesci a fare a meno di me- disse lui ridendo, Benedetta lo guardò poco convinta
-Macchè! Solo, che ti devo parlare- disse lei abbassando la testa, Michele alzò la testa con aria interrogativa
-Di cosa?- chiese lui curioso
-Andiamo fuori- lo esortò lei andando verso l’ascensore
-Allora?- chiese lui  impaziente quando furono in giardino, lei che stava camminando si fermò di colpo e si girò verso Michele, gli prese le mani e lo guardò negli occhi
-Ma noi cosa siamo?- domandò lei di botto, Michele la guardò stupito
-Due cantanti?- ipotizzò lui, Benedetta lo guardò e alzò gli occhi al cielo
-Ma non in quel senso- sbuffò lei –Intendo, che rapporto abbiamo, noi due?- domandò ancora lei
-Noi…- Michele si trovò spiazzato da quella domanda, non ci aveva mai pensato, che rapporto avevano loro due –Noi siamo compagni di corso, compagni di duetto e…- lasciò in sospeso la frase, Benedetta abbassò lo sguardo
-Non siamo amici?- chiese lei sempre tenendogli le mani, lui la guardò sorridendo
-Si, siamo amici- annuì lui –Ma perché?- chiese lui subito dopo non capendo il perché di quella chiacchierata 
-Così, era per sapere- divagò lei –Comunque, tra una settimana, ho la prima ecografia, mi accompagni?- chiese lei tutta sorridente, Michele spalancò gli occhi, Benedetta stava chiedendo proprio a lui di assistere alla prima ecografia
-Ok, ma perché?- chiese lui sorridendo, lei abbassò lo sguardo e poi lo rialzò per incontrare gli occhi del cantante
-Beh, sei l’unico che sa del mio segreto- spiegò lei, a Michele si spense il sorriso sulle labbra, non l’aveva scelto fra tanti perché era più importante, ma perché era l’unico che sapeva del suo segreto –Dai, andiamo a fare colazione, sennò oggi non ci fanno provare il nostro duetto- disse prendendolo per mano, lui la seguì
-Altrimenti domani non ci scelgono- aggiunse lui sorridendo, mentre stavano facendo la coda per il self service, Benedetta prese una brioche, una mela, quando arrivò al banco delle bevande prese una tazzina, poi si fermò a mezz’aria, Michele la osservava, lei si girò verso di lui
-Niente caffè- disse lei riponendo la tazzina assieme a le altre, Michele le sorrise- Che poi fa male al pesciolino- continuò lei prendendo un bicchiere per versarci un buon succo d’arancia
-Brava, vedo che fai progressi- si complimentò lui, lui prese una tazzina, lei prima guardò la tazzina, poi guardò lui
-Eh no! Scusami, così mi fai venire voglia di bere una bella tazza di caffè!- piagnucolò lei, Michele si mise a ridere e la sorpassò, poi azionò la macchinetta per prendersi il caffè
-Senti principessina, devi imparare a resistere agli impulsi, non è che perché adesso, tu- disse –Sei incinta- abbassò la voce –Nessuno può più bere caffè, fattene una ragione, per qualche mese, ne dovrai fare a meno, altrimenti farai male a pesciolino- disse lui, poi si avvicinò a lei con la testa, fino a toccare la sua –E tu non vuoi fare del male a pesciolino, vero?- domandò lui, lei alzò gli occhi per incontrare i suoi, poi scosse la testa –Ecco, allora lasciami bere il mio caffè in pace- concluse lui prendendo la tazzina e lasciandola li da sola con il vassoio della colazione in mano, lei lo seguì con lo sguardo finché non si sedette ad un tavolo, poi s’incamminò verso lo stesso tavolo, gli si sedette di fronte
-Sei proprio stronzo- disse lei sorridendo, lui la guardò con la tazzina in una mano e la brioche nell’altra
-Piano con le parole, vuoi che pesciolino impari questo linguaggio così scurrile ancora prima di nascere?- le domandò lui dopo aver addentato la brioche
-Ma non sente- lo contraddisse lei prontamente
-Invece secondo me si- disse lui ridendo avvicinandosi al viso di lei

La sera, dopo aver provato tutto il giorno, le ragazze invitarono i ragazzi nella loro stanza per chiacchierare, Benedetta, prima che arrivassero era andata a farsi una doccia, quando aprì la porta trovo Federico seduto sul letto di Cristina con Cristina seduta in braccio Mia distesa a pancia in giù sul suo letto e Giulio seduto per terra con in braccio la sua chitarra, si frizionò i capelli con un asciugamano, all’appello mancava solo Michele
-Ma Michi?- chiese Benedetta sedendosi sul suo letto a gambe incrociate
-È in camera al telefono con la sua ragazza- disse Giulio, Benedetta si girò di scatto verso il trentino, con un’aria sconvolta
-La…ragazza?- domandò lei mandando indietro le lacrime, come aveva potuto non dirglielo, come non aveva potuto chiederglielo lei, come ci era riuscito a  nascondere una cosa così importante
-Si, ce l’ha detto ieri sera, non lo sapevamo neanche noi- disse Federico mentre circondava Cristina con le braccia, Benedetta buttò l’asciugamano sul letto, prese il cellulare in mano
-Vado a fare una telefonata- disse prima di uscire dalla stanza sbattendo la porta, si piantò davanti alla porta della camera dei ragazzi aspettando che Michele aprisse, le lacrime cominciarono a scendere sul suo volto, terminavano il loro percorso sulla sua maglietta bagnandola tutta, poi pensò al discorso che avrebbe dovuto fare a Michele, non doveva vederla in lacrime, si asciugò pochi istanti prima che Michele aprisse la porta, lei gli appoggiò una mano sulla spalla e lo spinse nella stanza
-Ehi! Allora la piccola puffetta si è svegliata?- gli domandò lui con un sorriso malizioso, lei lo guardò sempre più infuriata, chiuse la porta alle sue spalle e tolse la mano dalla spalla del cantante, senza rispondere alla sua domanda gli tirò un schiaffo in pieno viso
-Ma che cazzo fai?- urlò lui tenendosi la mani sulla guancia dolorante, lei rimase immobile, cosa aveva fatto? Non le era mai successo in vita sua di mettere la mani addosso a qualcuno
-Quando pensavi di dirmelo che avevi la ragazza?- chiese lei mettendo le mani sui fianchi e chiudendo gli occhi fino a farli diventare due fessure
-Non lo so, e comunque non sono affari tuoi!- si giustificò lui incrociando le braccia al petto
-Non sono affari miei? Hai ragione, ma da come ti comportavi sembrava ci stessi provando- disse lei arrabbiandosi ancora di più
-E anche fosse? Ti eri presa una cotta?- domandò sfidandola Michele
-No, non mi potrei mai innamorare di uno come te, troppo narcisista per i miei gusti- gridò lei, le lacrime ripresero a scendere
-Giusto, a te piacciono quelli che ti mettono incinta e poi scappano, hai ragione, io non sono così- disse lui, Benedetta continuava a piangere davanti a lui –Non ci stavo provando, volevo solo aiutarti- continuò lui abbassando lo sguardo sulle sue scarpe e incrociando le mani dietro la schiena
-Allora ti facevo pena?- chiese lei, poi continuò –Beh, me la cavo benissimo anche da sola, non ho bisogno della balia- disse senza farlo parlare
-Mi sembrava ti andasse bene, quando oggi mi hai chiesto se ti accompagnavo a fare l’ecografia- rincarò la dose lui –Scordati il mio aiuto, non lo avrai, beviti tutti i caffè che vuoi, tanto non sono io quello incinto, non sono io quello abbandonato dal ragazzo- concluse, Benedetta era immobile in mezzo alla stanza, il telefono stretto nella mano, le lacrime solcavano le sue guancie rosse, i capelli bagnati per la doccia gocciolavano sulla maglietta, Michele la guardò, le faceva tenerezza, non pena, avrebbe voluto baciarla non sbatterla fuori dalla porta, perché non gli aveva detto di Ilaria? Perché sperava di conquistarla, perché credeva che la sua storia non fosse una cosa seria, ma non aveva fatto i conti con Ilaria, che invece la considerava una storia seria –E adesso prenditi i tuoi ormoni impazziti e vattene da questa camera- disse aprendo la porta per far uscire Benedetta, lei senza neanche alzare la testa uscì, Michele chiuse la porta alle sue spalle e ci si appoggiò, si fece scivolare fino ad arrivare a terra, cominciò a piangere, “i duri non piangono”, avrebbe detto Benedetta con la sua faccetta da puffa, al diavolo i duri, se lui aveva voglia di piangere piangeva. Benedetta piangeva appoggiata alla porta dall’altra parte, cosa provava per Michele? Lui aveva ragione, lei non aveva nessun diritto di andare a fargli quella scenata, erano solo amici, lo avevano definito quella stessa mattina, ma allora, quel quasi bacio in mensa, le sue attenzioni quasi morbose, perché lei si attaccava a questa flebile speranza che a Michele importasse qualcosa di lei?

Angolo dell'autrice:
Benedetta e Michele non riescono proprio ad andare d'accordo, riescono sempre a litigare, come andrà a finire?
Un bacio
Francesca
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Scintille ***


Dopo esser tornata in camera e aver inventato una scusa, Benedetta si mise a letto per poter piangere in silenzio. Michele invece rimase in camera sua, steso sul letto a pancia in su, mani dietro la nuca, lo sguardo fisso sul soffitto bianco a pensare, quando Federico e Giulio ritornarono in camera si fermarono sulla porta e scambiarono un’occhiata
-Ehi amico!- disse Giulio sedendosi sul letto del cantante, lui non rispose, fissava immobile il vuoto –Oddio Fede, è morto!- urlò Giulio a Federico che era in bagno, il ballerino si precipitò vicino a Giulio che guardava in ansia il cantante immobile con gli occhi sbarrati, Federico ci si buttò addosso
-Michi!- urlò scuotendolo, Michele sbatté le palpebre  e i suoi compagni di stanza tirarono un sospiro di sollievo
-Ma che c’è?- chiese Michele quasi scocciato mettendosi a sedere
-Eri immobile, sembravi morto- disse Giulio sedendosi sul letto accanto a quello di Michele, lui lo guardò, aveva in faccia un espressione spaventata
-Ma voi siete scemi!- cominciò a ridere –Ora però ho sonno, vado in bagno un attimo e poi vado a letto- disse entrando in bagno e chiudendo la porta dietro di se, Federico lo seguì con lo sguardo
-Ma c’ero io in bagno- si lamentò il ballerino sedendosi affianco al trentino
-Tranquillo amico, ci mette poco, deve solo lavarsi i denti- lo rincuorò Giulio battendogli una mano sulla spalla.
Il mattino dopo, Benedetta si alzò presto, si vestì e andò in farmacia, per comprare una panciera, avrebbe dovuto in qualche modo coprire la pancia che cresceva inesorabilmente, poi tornò in camera e s’infilò in bagno, Cristina e Mia dormivano nei loro letti, dopo pochi minuti sarebbe suonata la sveglia. Aprì il sacchetto che conteneva la panciera, la estrasse dalla scatola in cui era, si alzò la maglietta e si fasciò con la panciera, la strinse ancora un po’ per comprimere meglio la pancia, lasciò scivolare sopra la maglietta blu, si girò di profilo, la pancia non si vedeva, sentì suonare la sveglia e un rumore di coperte che si spostavano, segno che Cristina si stava alzando, Mia invece avrebbe come al solito tirato indietro per dormire ancora un po’. Prese il sacchetto della farmacia e uscì dal bagno, Cristina era girata verso l’armadio, ne approfittò per buttare il sacchetto sotto al letto
-Buongiorno ragazze!- disse subito dopo, Cristina si girò verso di lei e le sorrise, Mia alzò la testa per poi ributtarsi sul cuscino
-Allora? Passato il mal di testa?- chiese Cristina a Benedetta, Benedetta senza girarsi annuì –Pronte per cantare, oggi scelgono chi si esibirà sabato- disse eccitata Cristina, Benedetta, che stava rifacendo il letto, si fermò, si era dimenticata, avrebbe dovuto duettare con Michele, non ne aveva la minima voglia
-Si si, pronta- bofonchiò Mia mettendosi a sedere, Benedetta non rispose
-Allora? Andiamo a fare colazione, io ho fame- disse Benedetta prendendo la borsa, per cambiare discorso
-Io arrivo- disse Mia mentre entrava in bagno, ancora mezza addormentata
-Eccomi- disse Cristina seguendo Benedetta –Ti aspettiamo giù- urlò riferita a Mia prima di chiudere la por-ta.
Dopo aver fatto colazione, Benedetta e Mia si precipitarono a lezione, erano in ritardo come tutte le mattine, appena entrate Giulio, seduto vicino a Michele alzò un braccio per fargli segno che gli avevano tenuto il posto, Mia li raggiunse, Benedetta si sedette su uno sgabello lontano dai tre amici, Michele la guardava, lei si sentiva il suo sguardo addosso, sentiva che la stava fissando, cercò di fare finta di niente, prese i testi dei due brani che aveva preparato per ripassarli
-Allora, oggi è il giorno delle scelte- esordì sorridendo il maestro –Sono curioso di sentire cosa avete preparato, comincerei con i duetti- disse poi lanciò uno sguardo all’elenco per chiamare una coppia –Voglio sentire, Benedetta e Michele “Vivimi”- annunciò, Benedetta si girò di scatto verso Michele, fece un respirò profondo e andò davanti al pianoforte, dove c’erano i microfoni, Michele la raggiunse, le sorrise, lei gli lanciò uno sguardo intimidatorio, la base partì, Michele cercava lo sguardo di Benedetta, lei era troppo impegnata a fissare un punto indefinito dietro le spalle di Michele, lui si avvicinò a lei, lei indietreggiò

Non ho bisogno più di niente, adesso che, m’illumini d’amore immenso fuori e dentro, credimi se puoi, credimi se vuoi, credimi e vedrai non finirà mai

Fusero le loro voci insieme nel ritornello, poi toccò ad Michele che cercava continuamente il suo sguardo, ma lei, era sfuggente, i suoi occhi saettavano da una parte all’altra della sala, non si fermavano su niente, lui le si avvicinò ancora, quasi a cercare un contatto fisico, lei si scansò e riprese a cantare il ritornello, poi mentre la base sfumava, Benedetta lo guardò di sfuggita, mentre lui era intendo a guardare la reazione del maestro, poi al primo movimento della testa del cantante girò lo sguardo e si concentrò sul maestro
-Wow- disse dopo alcuni secondi di silenzio –Mi avete stupito, piacevolmente, sapevo che se vi foste impegnati sarebbe venuto fuori un duetto spettacolare e da brividi, perché, mi avete fatto venire i brividi- il maestro sorrideva e si complimentava con i due ragazzi, Benedetta abbassò lo sguardo imbarazzata, Michele si girò verso di lei, sembrava proprio una puffa quando faceva così, sorrideva con quella faccetta da topolino timido, era capace di far sorridere anche Michele, lei alzò la testa, lui si girò, Benedetta lo guardò, stava sorridendo come lei, ieri avrebbe voluto ammazzarlo, ma ora voleva saltargli al collo dalla felicità -Beh, che dire se non, preparatevi per sabato, vi esibirete- disse il maestro dopo alcuni secondi di silenzio, tutti applaudirono, Michele si girò vero Benedetta e le sorrise, lei abbozzò un sorriso e si voltò per tornare a sedersi, lui rimase immobile a guardarla per alcuni secondi, poi si girò e tornò a sedersi vicino a Giulio e Mia
-Oh, ma cos’è successo tra te e Benedetta?- domandò Giulio dopo che l’amico si fosse seduto, Mia si avvicinò a loro per sentire, Michele non rispondeva
-Niente- mentì il cantante alcuni minuti dopo, Mia e Giulio si scambiarono un’occhiata poco convinta
-Ma che cazzo dici? Ieri eravate pappa e ciccia e oggi non vi guardate neanche in faccia- Mia analizzò i fatti
-Abbiamo avuto una discussione, ma non è importante- disse Michele spazientito
-Ma su cosa?- lo incalzò Giulio, Michele si girò verso di lui rabbioso
-Cazzi nostri- rispose lui, Giulio ci rimase male, guardò Mia che gli fece segno di lasciar perdere.

A pranzo si trovarono assieme a Cristina e Federico, Mia dopo aver preso il vassoio si sedette vicino a Cristina, che era di fronte a Federico, Giulio si sedette vicino a Mia e Michele di fianco a Federico, Benedetta che era rimasta indietro dovette sedersi vicino a Michele, in mancanza di altri posti
-Allora? Com’è andata?- chiese Federico tutto sorridente
-Bene, ci esibiamo tutti sabato, sono stra contenta- disse Mia contenta, Cristina guardò Benedetta e Michele che mangiavano in silenzio, si girò verso Mia e mimando con le labbra le chiese cosa fosse successo, Mia scosse la testa, che stava a significare niente di importante, Cristina guardò Federico poco convinta
-Sapete, che Benny e Michi hanno fatto un duetto strepitoso, dovete vederlo- disse Mia, cercando l’attenzione di Benedetta e Michele
-Davvero?- chiese Cristina stupita, come potevano due che neanche si parlavano fare un duetto strepitoso?
-Dovevate vederli, erano incazzati e l’hanno fatto benissimo- esclamò Giulio, Michele fissava il piatto vuoto e Benedetta si versava l’acqua come se nessuno stesse parlando
-Benedetta, ti esibisci anche con Wreacking Ball?- chiese Cristina, Benedetta alzò la testa e annuì sempli-cemente –Beh, in quella sei veramente brava, ti ho sentito in camera- le confessò Cristina inforcando l’insalata
-Beh, io vado- disse Michele alzandosi e prendendo il suo vassoio, Federico lo seguì con lo sguardo, poi si girò verso Giulio, s’intesero subito, dalla sera prima Michele era diverso
-Io vado a fare qualche commissione- disse Benedetta, Cristina la salutò con la mano, ma lei non la vide, appena ebbe lasciato la mensa gli altri quattro ragazzi si lanciarono uno sguardo
-Ma cos’hanno?- chiese Federico
-Non lo so, Michele non parla, anzi è infastidito se gli chiedi cosa c’è che non va- disse Giulio, con il bicchie-re in mano
-Quei due stanno insieme secondo me- ipotizzò Cristina –Lei dice di no, però vi ricordate ieri, quando ha scoperto che Michele ha la ragazza, se ne andata sbattendo la porta ed è tornata quasi in lacrime- ricordò la ballerina ai tre amici
-E Michele non è più venuto in camera vostra e quando siamo tornati era immobile sul letto a fissare il soffitto, sembrava in catalessi- raccontò Federico –Che abbiano litigato perché lui non le ha detto che aveva la tipa?- suppose ancora appoggiando la forchetta e il coltello nel vassoio
-Potrebbe essere- disse Cristina, Mia rimase in silenzio
-E come glielo facciamo confessare?- chiese Mia, Federico la guardò
-Ma secondo voi starebbero bene insieme?- chiese dubbioso poco dopo il ragazzo con il ciuffo
-Sì, secondo me sì, si completano- disse Cristina battendo le mani, Giulio la guardò poco convinta
-Secondo me no, troppo diversi- disse Giulio
-Mai sentito parlare del detto “Gli opposti si attraggono”?- disse Cristina, confermando la sua tesi
-E di quel detto che dice “Chi si somiglia si piglia”?- ribadì Giulio, tirando l’acqua al suo mulino
-Sentite il detto che vale di più è “Al cuore non si comanda” va bene con quelli uguali, con quelli diversi- disse Federico per far smettere i due –Secondo me, prima di fare tanti castelli in aria, dobbiamo capire se davvero stanno insieme e non ce l’hanno detto- continuò il ballerino
-Dovevi vedere l’alchimia che avevano quando cantavano, tra un po’ o facevano a pugni o si baciavano appassionatamente- disse Mia
-Sentite, stiamo a vedere cosa succede sabato- disse Federico alzandosi e mettendo fine al discorso.

Angolo dell'autrice:
Eccoci arrivati all'ultimo aggiornamento per oggi, come andrà avanti tra i due cantanti? La loro ahimia riuscirà a superare le incomprensioni tra i due? Spero di aggiornare presto ma non prometto niente
Un bacio
Francesca
 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Ricominciamo (forse no) ***


Il sabato pomeriggio, subito dopo mangiato, si ritrovarono, tutti in aula magna per assistere alle esibizioni degli allievi premiati quella settimana. Benedetta era seduta tra Mia e Cristina, in ansia, come sarebbe andato il duetto? E l’assolo? Aveva paura, paura di sbagliare, di stonare, di non arrivare alla nota, paura di fare brutta figura, paura di sentirsi male durante l’esibizione, si toccò la pancia, sentì la panciera che le comprimeva il ventre, si sentiva bene, nessun problema, nausee zero, giramenti di testa non ne aveva, sperava continuasse così, almeno fino alla fine delle sue esibizioni. Michele la fissava, seduto due file più indietro con Giulio e Federico, lei aveva una mano sulla pancia, gli occhi sul foglio pieno di scritte a matita e la testa per aria
-Benvenuti ragazzi!- li salutò il preside, Michele non distolse lo sguardo da quella piccola donna indifesa con un segreto più grande di lei –Oggi alcuni ragazzi si esibiranno in assoli, duetti e corali, abbiamo stilato un programma, i primi a scendere sono Marta e Nicolò con un passo a due- disse ancora, Michele era sempre concentrato su Benedetta, aveva alzato gli occhi e preso in mano una matita e mentre gli altri si esibivano aveva cominciato a scarabocchiare sul foglio, cosa scriveva però, Michele non lo vedeva. Cristina buttò un occhio al foglio di Benedetta, continuava a rimarcare una B, e un cuore, continuò a osservarla, a un certo punto scrisse anche una M, di Michele, pensò Cristina, tirò una gomitata a Mia
-Ahi!- sussurrò la castana girandosi verso la mora mentre si massaggiava il braccio –Che c’è?- chiese subito dopo, Benedetta continuava a scarabocchiare
-Guardala, una B di Benedetta, un cuore, una M di Michele, è cotta a puntino- disse Cristina, Mia lanciò un’occhiata al foglio e ci trovò tutte le cose che diceva Cristina
-Ma dici?- disse poco convinta la ragazza
-Si si, te lo dico io- ammiccò l’altra tornando a guardare il palco, Mia si girò casualmente indietro per vedere Michele, che appena la vide distolse lo sguardo, stava guardando Benedetta, pensò la castana
-E ora tocca a Benedetta e Michele- disse il preside dopo alcune esibizioni, Benedetta alzò lo sguardo, prese i fogli e si alzò, poi mise sul tavolino attaccato alla sedia i fogli coprendo quello con il cuore e le iniziali, e scese per andare sul palco, anche Michele si alzò, scese dalla scalinata opposta a quella di Benedetta, salirono insieme sul palco, e dopo aver preso i microfoni si ritrovarono uno di fronte all’altra, lei abbassò lo sguardo sulle sue scarpe, Michele approfittò del momento, fulmineo si avvicinò alla bionda, la strinse in un abbraccio e le lasciò un bacio tra i capelli poi tornò al suo posto, il pubblico sussultò, lei alzò la testa e lo guardò, lui le sorrise, lei inarcò le sopracciglia, la base partì,  le voci dei due si fusero insieme durante il ritornello, Benedetta lo fissava negli occhi, Michele le teneva testa, sembrava una partita a chi chiude prima gli occhi, nessuno dei due accennava ad abbassare lo sguardo, si fissavano occhi negli occhi, mentre cantavano il ritornello, poi toccò ad Michele, Benedetta lo guardava seria mentre lui cantava la prima strofa, il pubblico era rapito da quell’esibizione, Cristina e Mia continuavano a scambiarsi occhiate di assenso
-Hai preso me, sei la regia, mi inquadri e poi mi sposti in base alla tua idea- cantò Michele rimarcandola, Benedetta lo guardò con aria interrogativa, lui scosse la testa e continuò a cantare assieme a lei il ritornello, quando la canzone finì, il pubblicò esplose in un applauso, Michele guardò Benedetta sorridendole, e si avvicinò a lei, Benedetta abbassò lo sguardo sorridendo, poi fece un passo verso Michele e lo abbracciò, lui si ritrovò spiazzato, poi l’abbracciò
-Però non ti ho perdonato- sussurrò Benedetta al cantante, lui si staccò dalla bionda e la guardò in modo enigmatico, perché l’aveva abbracciato se non l’aveva perdonato, non ebbe il tempo di chiederglielo, il preside comparse tra di loro
-Molto bello questo duetto- disse complimentandosi, poi li prese abbracciandoli dalle spalle e li strinse a se, loro si trovarono disorientati, si lanciarono uno sguardo –Bravo Michele- disse guardando il cantante –E brava Benedetta- continuò posando lo sguardo sulla piccola bionda –Ora andate- gli disse lasciandoli, loro si guardarono e lasciarono il palco.
La sera stessa, dopo che tutti gli altri si furono esibiti e dopo aver cenato, decisero di ritrovarsi in camera dei ragazzi, Benedetta non era ancora entrata e Michele era in giardino a telefonare alla sua fidanzata, Federico, Cristina, Giulio e Mia sfruttarono quei momenti per parlare in libertà dei due ragazzi non presenti
-Sono cotti- disse Mia eccitata
-E come lo sapresti?- chiese Federico scettico
-Oggi Benedetta ricalcava su un foglio una B, un cuore e una M- disse Cristina dando manforte all’amica, Giulio ci pensò su
-B di Benedetta e M di Michele- disse alcuni minuti dopo, Cristina annuì convinta mentre Federico si girò verso di lui e alzò il sopracciglio
-E se invece fosse B di Bontà e M di Mare- ipotizzò Federico, Cristina scosse la testa
-Stai per caso facendo l’avvocato del diavolo?- chiese la ballerina scocciata dal comportamento di Federico
-No, sto solo analizzando gli eventi, voi date tutto per scontato e se invece fosse solo un enorme sbaglio?- chiese lui.
Nel frattempo Benedetta s’incamminava nel corridoio per andare in camera dei ragazzi, Michele la vide uscendo dall’ascensore, le corse dietro e la prese per un polso, lei trasalì per lo spavento, poi si girò e guardò il ragazzo
-Cosa vuoi?- gli chiese lei quasi scocciata
-Voglio sapere perché non mi hai perdonato- disse lui mollando il polso della ragazza, lei alzò gli occhi al cielo –Non ti capisco, ti sei incazzata perché ho la morosa, ma noi siamo, anzi eravamo amici, ora siamo conoscenti, non ti dovevo spiegare nulla- disse lui calmo
-Ma io non sono incazzata per il fatto della tua ragazza, è vero ho gli ormoni in subbuglio e forse ingigantisco le cose. Ma mi ha fatto male sapere che mi consideri una facile solo perché sono rimasta incinta- disse lei abbassando lo sguardo sulle sue scarpe
-Beh, questo non è vero- la corresse lui
-Però l’hai detto- continuò lei
-Ero incazzato- si giustificò lui
-E allora? Se qualcuno dice delle cose, vuol dire che le pensa!- urlò Benedetta, Michele la guardò morden-dosi il labbro inferiore per il nervoso –E comunque mi hai aiutato solo perché ti faccio pena- continuò
-Ancora? Non mi fai pena, ma non ne vale la pena di aiutarti se questo è il ringraziamento!- disse riducendo  gli occhi a due piccole fessure
-Non lo voglio il tuo aiuto, ce la faccio benissimo da sola- disse lei avanzando verso la camera dei ragazzi
-Sei solo orgogliosa- le rispose lui rimanendo immobile in mezzo al corridoio.


     Angolo dell'autrice:
Eccomi qui, con un nuovo/vecchio capitolo, l'ottavo per la precisione. Siamo arrivati al primo duetto tra Benny e Michele, ma i battibecchi non sono ancora finiti, quei due non riescono proprio a non litigare ogni volta che si parlano. Che ve ne pare? Un bacio
Francesca
 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Aiuto Michele! ***


Era passata quasi una settimana dall’ultima litigata di Benedetta e Michele, era il giovedì, e Benedetta il pomeriggio aveva la sua prima ecografia, prese l’autobus e andò nello studio ginecologico, aspettò in sala d’attesa per alcuni minuti, poi la dottoressa la fece entrare, la fece stendere sul lettino, lei si alzò la maglietta, la pancia continuava a crescere, cominciava a vedersi anche con le magliette  larghe, anche Federico l’aveva notato
-Smettila di mangiare solo cornetti e merendine, dai, diventerai una botte- aveva detto Benedetta una mattina al ballerino che si era preso tre brioche e due fette di torta, lui l’aveva guardata
-Senti, vedi  un po’ di starci attenta te alla linea- aveva ribattuto lui arrabbiato per una litigata con Cristina, Benedetta si era guardata la pancia con un velo di tristezza sul volto –Senti, no, guarda che stavo scherzando, sei sempre bellissima e magrissima-  le aveva detto vedendola reagire così per cercare di riparare al commento, lei aveva sorriso e lui le aveva dato una bacio sulla guancia

-Questa è la tua prima ecografia?- le chiese la dottoressa ancora seduta alla sua scrivania
-Si- rispose Benedetta
-Quando hai avuto l’ultimo ciclo?- le chiese ancora la dottoressa scrivendo sul computer, Benedetta ci pensò
-Giugno- rispose dopo aver ripercorso gli ultimi mesi
-Quindi, il tuo bambino nascerà alla fine di marzo, sei entrata nel terzo mese da una settimana- le annunciò dopo alcuni minuti di silenzio –Hai avuto dei malori in questi ultimi giorni?- le domandò poi
-Si, un giorno ho avvertito un dolore lancinante nel basso ventre, tanto forte da dovermi sedere e slacciarmi la panciera, ho avuto una piccola perdita- le spiegò, la dottoressa alzò il viso e la guardò
-Allora- disse alzandosi dalla sedia –Vediamo come sta questo piccolo esserino- le annunciò avvicinandosi a lei e spruzzandole sulla pancia il gel apposito, poi accese il monitor e si sedette su di uno sgabello, successivamente prese la sonda e si avvicinò a Benedetta appoggiandogliela sulla pancia, la ragazza si girò verso lo schermo, riuscì a distinguere la figura di un corpicino minuscolo, sorrise, quell’esserino era suo figlio, sangue del suo sangue, guardò la dottoressa
-Questo tum tum tum che senti, è il cuoricino del tuo bimbo- le annunciò, Benedetta si tirò su per veder meglio lo schermo, era davvero incinta, sorrise al pensiero che pochi mesi dopo l’avrebbe tenuto fra le braccia, che tra qualche mese avrebbe dovuto tenere contro di un'altra persona, che non era più sola, poi la dottoressa cambiò espressione
-Perché fa quella faccia dottoressa?- le chiese –Alla fine ho soltanto avuto una piccola perdita, nient’altro- minimizzò
-Si, ma c’è un distacco placentare di circa quindici millimetri- la informò –Che non è molto, ma neanche po-chissimo- continuò –Comunque il battito del piccolo è regolare e le tue condizioni sono buone- disse to-gliendo la sonda e passandole un pezzo di carta per pulirsi la pancia, poi si sedette sul lettino vicino a lei –Ascoltami Benedetta, tu e il bambino dovrete stare a riposo per circa una settimana, a letto senza sforzi e senza stress d’accordo?- le disse con fare materno, Benedetta si girò triste, come avrebbe fatto con l’accademia? –Benedetta, vedila così, il tuo bambino sta camminando sulla trave di equilibrio che non è così difficile, però se qualcuno da sotto la muove potrebbe anche cadere, per cui noi dobbiamo rendergli la cosa più semplice possibile. Hai capito?- le spiegò, Benedetta si mise a sedere e annuì.
Quando tornò al residence si mise sotto un albero a pensare, dove avrebbe potuto andare? Due ragazzi passarono davanti a lei
-Davvero un peccato che l’ultimo piano del residence non sia sfruttato, mi hanno detto che ci sono della sale grandi, dovrebbe essercene una con una cucina- disse uno dei due ragazzi all’altro
-Si potrebbe fare una mansarda- ipotizzò l’altro
-Si, certo, per ora però è disabitato, nessuno va mai lassù- concluse il primo dei due che aveva parlato. Una stanza con una cucina? Era perfetta per lei, andò all’ultimo piano per un sopralluogo, in una stanza c’era un letto, e un armadio, poi guardò l’angolo cucina, nella dispensa c’era tutto l’occorrente per mangiare, mancava solo il cibo, andò a fare una spesa e portò tutto in quella stanza, poi la chiuse a chiave, andò all’Accademia per cercare la coordinatrice, voleva chiedere una settimana per tornare a casa, per motivi familiari. Dopo un breve colloquio, la professoressa le diede il permesso per tornare a casa, allora Benedetta tornò in camera dove trovò Cristina e Mia, spiegò l’accaduto, si preparò la valigia e fece finta di chiamare un taxi, poi salutò le amiche e uscì dalla stanza, si accertò che nessuno l’avesse vista, poi prese l’ascensore e arrivò fino all’ultimo piano, trascinò la valigia fino alla porta e poi entrò, avrebbe vissuto li per una settimana, il tempo per riposarsi e per stare tranquilla.

Il giorno dopo, Michele tornò in camera e trovò Federico e Cristina seduti sul letto, si sedette con loro a fargli compagnia
-Di che parlavate?- chiese il cantante ai due ballerini
-Di Benedetta- lo informò Federico, Michele spalancò gli occhi, fece mente locale, Benedetta alla lezione della mattina non c’era, infatti non gli avevano fatto provare il nuovo duetto che avrebbero cantato il gior-no successivo, cosa le era successo?
-Cosa le è successo?- domandò cercando di rimanere calmo il romano
-Ha chiesto di poter tornare a casa per una settimana, ha avuto dei problemi in famiglia- spiegò Cristina, Michele si calmò, alcuni minuti dopo squillò il suo cellulare, guardò il mittente “Benedetta”, senza dire niente rispose
-Pronto Luca?- rispose lui, per non insospettire i due ballerini
-Michele ti prego corri, sto male, sto malissimo- disse Benedetta in lacrime al cellulare, Michele si guardò attorno, Cristina e Federico lo guardavano con aria interrogativa, chi era Luca?
-Si, arrivo, mi muovo subito- disse lui agitato
-Scusami, ma non so chi chiamare- disse lei piangendo, poi deglutì –Per favore corri, mi sento malissimo Michele- disse lei in preda ai dolori, lui tolse il telefonino dall’orecchio
-È Luca, un mio amico di Roma, ne avrà combinata una delle sue, ma tutto apposto, tranquilli- disse ai due amici piuttosto preoccupati, poi riprese il telefonino –Dove sei?- chiese a Benedetta che attendeva un aiuto rannicchiata in un angolo della stanza
-Sono in una stanza del residence, all’ultimo piano, quello disabitato, la prima stanza a destra- spiegò al ra-gazzo, mentre si asciugava le lacrime –Michi corri, ti prego corri- gli disse ancora tenendosi la pancia, Mi-chele chiuse la chiamata, lei appoggiò il telefono sul pavimento e si mise anche l’altra mano sulla pancia, lui lasciò con una scusa i due ballerini, si precipitò su per le scale, fino ad arrivare all’ultimo piano “prima porta a destra” le aveva detto, s’incamminò nel corridoio, spinse la maniglia della prima porta ed entrò
-Benedetta!- urlò lui sulla soglia della porta, Benedetta era  seduta per terra con le ginocchia al petto, che ansimava dal dolore
-Michele- sussurrò lei, appena lo vide, con un filo di voce, lui le corse incontro
-Che succede?- chiese accucciandosi vicino a lei
-Ho un dolore fortissimo qui- disse lei tirando la testa indietro e appoggiando una mano sul basso ventre
-Ti metto sul letto, ok?- le chiese prima di sollevarla
-No, no, no, no!- urlò lei fermandolo –No, no, non mi toccare ti prego- lo supplicò –Ho troppa paura Michele, ieri sono andata dal medico e mi ha detto che forse c’è il pericolo del distacco della placenta- disse ancora lei respirando faticosamente
-Allora dobbiamo chiamarlo- disse lui estraendo il cellulare dalla tasca
-L’ho già chiamato, sta arrivando- lo fermò lei, lui rimise il cellulare in tasca, la guardò che soffriva
-Ma tu che ci fai qua? Dopo la visita ti porto in camera- le disse lui, lei si girò in preda al panico
-No no, non posso tornare in camera, no no no, non sanno niente, capisci, io non gli ho detto niente, loro sanno che sono andata a casa, a Pomezia, per una settimana, cosa faccio, torno giù, incinta e piena di pro-blemi, io devo rimanere qua, e devo stare tranquilla- riprese a piangere –Perché il medico mi ha detto che devo avere un po’ di tranquillità, perché sennò poi il bambino rischia, e se il bambino rischia…- scoppiò in lacrime, Michele si avvicinò a lei
-Benedetta- le disse prendendo la sua faccia tra le mani -È chiaro che tu qui, da sola, non ci puoi stare, ma non ti preoccupare che faremo di tutto per salvare questa situazione, senza che tu debba tornare in camera da Mia e Cristina. Va bene?- le chiese, lui la guardò, lei strinse gli occhi, allora lui le asciugò le lacrime che rigavano il suo volto, lei si appoggiò a lui, Michele l’abbracciò stretta, voleva farle sentire che non era da sola a combattere contro il mondo, che lui era con lei, che nonostante i litigi, le incomprensioni, le fidanzate gelose, nonostante tutto lui ci sarebbe stato, l’avrebbe aiutata, avrebbe tenuto nascosto assieme a lei quel segreto enorme che si portava dentro.


   Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti! Eccomi con il nono capitolo, a me piace molto come capitolo, Michele appena Benedetta ha bisogno corre da lei per aiutarla. Vedo che non recensite più e mi dispiace, ringrazio comunque _FraLaroscia che recensisce sempre e  mi incita a proseguire.
Un bacio a tutti
Francesca

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Convivenza ***


Dopo che il medico ebbe visitato Benedetta, Michele la lasciò sola e andò alla ricerca di un hotel dove farla stare, non poteva rimanere lassù da sola, e se si fosse sentita male un'altra volta? E se fosse svenuta? E se sentendosi male non fosse riuscita a chiamarlo? Avrebbe chiesto anche lui una settimana di sospensione e sarebbe andato a farle da infermiere. Trovo un piccolo hotel economico, ben lontano dall’Accademia, prenotò una stanza matrimoniale con un letto piccolo, poi tornò all’Accademia e chiese un colloquio con la loro coordinatrice
-Ciao Michele- lo salutò la professoressa quando il ragazzo entrò nello studio della suddetta
-Buonasera prof- Michele si sedette davanti alla scrivania
-Mi hanno detto che volevi chiedere una settimana di permesso per tornare a casa, cos’è successo?- chiese la professoressa distogliendo lo sguardo dal computer
-Si, mio padre si è sentito poco bene e volevo tornare a casa per supportare mia madre, sa senza di me è da sola, è molto fragile e potrebbe crollare in una crisi depressiva- spiegò Michele che aveva architettato tutto il piano nei minimi particolari
-Va bene, ti concedo questo permesso, puoi andare anche subito- disse la prof, Michele si illuminò
-Grazie davvero, prof- la ringraziò stringendole la mano. Dopo essersi congedato, andò da Benedetta per informarla del piano
-Ehi! Come stai?- le chiese appena entrato nella stanza, Benedetta tirò su la testa, era distesa sul letto con un libro sulla pancia, gli sorrise
-Abbastanza bene, mi sono presa un grosso spavento- disse lei, Michele le si avvicinò e si sedette sul letto accanto a lei
-Non  è successo niente, stai tranquilla- la rincuorò lui –Senti, ho prenotato per una settimana una stanza in un hotel, ci andremo a stare fino a quando scade il tuo permesso per ritornare a Pomezia, poi torneremo all’Accademia- le spiegò
-Ma tu devi rimanere qua- gli ricordò lei, lui sorrise sornione
-Eh no! Ho chiesto un permesso anche io, così per questa settimana mi prendo cura di te. Allora sei d’accordo?- le chiese spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio
-Anche se non lo fossi, tu mi ci porteresti comunque, quindi, si, sono d’accordo- rise lei, il cantante si alzò dal letto
-Ok, allora vado a prendere la valigia, tu fatti trovare pronta tra dieci minuti che ti vengo a prendere- disse lui prima di uscire dalla stanza, Benedetta si alzò e cominciò a prendere le sue cose, Michele intanto tornò in camera e in fretta e furia buttò dentro alla valigia quante più cose riusciva, fortunatamente Giulio e Federico non erano in camera, gli lasciò un biglietto scritto in fretta e tornò da Benedetta, prese anche la sua valigia e le caricò in macchina, poi tornò su da Benedetta e scesero le scale, facendo attenzione a non farsi vedere da nessuno. Arrivati al primo piano sentirono dei passi, Michele guardò Benedetta, non potevano vederla, dovevano nascondersi, vide lo stanzino delle scope, aprì la porta ed entrò, tirandosi dietro Benedetta, chiuse la porta e fece segno alla ragazza di stare in silenzio, i due erano l’uno di fronte all’altra, le loro pance si toccavano, Benedetta lo fissava quasi divertita, Michele era terrorizzato, cosa sarebbe successo se li avessero scoperti, lo stanzino era buio e angusto
-Per quanto dobbiamo stare qua dentro?- chiese sottovoce la ragazza
-Non lo so, non posso aprire la porta, si da il caso, ci sia davanti una balena- disse ironico lui, la bionda spalancò gli occhi, poi gli tirò uno schiaffo sulla spalla
-Ehi! Piano con le parole, ti stai prendendo troppa confidenza- lo ammonì lei, Michele si mise l’indice sulla bocca in segno di silenzio, poi le mise le mani sulle spalle, e le fece fare un mezzo giro, così da trovarsi dove poco prima si trovava lei, si girò di schiena e socchiuse la porta, nel corridoio non c’era nessuno, non si sentivano passi, si girò nuovamente verso Benedetta
-Ora scendiamo e usciamo dal retro, li ho parcheggiato la macchina, sali dietro e distenditi, così non ti vedono, poi usciti da qui, ti siederai davanti- le spiegò Michele, lei annuì, lui diede un’ultima occhiata al corridoio deserto, dopodiché aprì la porta e  fece uscire Benedetta, che fulminea scese le scale e salì in macchina, Michele la seguì.
Quando arrivarono, le mostrò la stanza
-Sia chiaro, io non dormo con te- puntualizzò Benedetta appena entrata nella camera
-Infatti, tu dormi nel letto matrimoniale e io nel lettino singolo- spiegò Michele portando dentro le due valigie –Senti, tu sistemati, io torno tra un po’, chiamami per qualsiasi cosa- si raccomandò prima di chiudere la porta e lasciare Benedetta da sola nella stanza. Cominciò a svuotare la valigia e a riporre tutto nell’armadio, quando ebbe finito si mise sul letto e accese la tv, alcuni minuti dopo entrò Michele con un sacchetto e una scatola
-Ma dove sei andato?- le chiese guardandolo
-A fare delle commissioni, fammi spazio sul letto- le disse, lei si spostò e lui si sedette
-Cosa hai comprato?- chiese lei con sguardo indagatore, lui sorrise
-Riviste- disse estraendo dal sacchetto delle riviste –DVD, ne ho presi di tutti i generi, non sapevo quali ti piacessero- specificò tirando fuori alcuni DVD –E un lettore DVD, altrimenti come li guardiamo i film- rise lui girandosi verso di lei
-Ma quanto hai speso?- domandò lei quasi imbarazzata
-I DVD e il lettore sono solo in prestito e le riviste non costano tanto- spiegò lui sorridendole dolcemente
-E su cosa sarebbero le riviste?- chiese ancora Benedetta
-Gossip, bimbi, moda, casa…- illustrò Michele
-Casa?- domandò lei
-Magari ti potranno essere utili, magari non adesso, ma tra un pochino- si giustificò lui
-Speriamo per un bel po’, io voglio finire l’Accademia- s’impuntò la bionda, Michele si fece serio
-E come farai con il bambino?- chiese lui osservando la pancia di Benedetta
-Non lo so, ma se non mi accettassero incinta, allora niente. Il bambino è più importante delle mie passioni- annunciò sicura la ragazza. Michele rimase in silenzio, la guardò era piccolina, ma aveva una grande forza di volontà, doveva prendersi cura del piccolino, a tutti i costi, non avessero accettato la sua gravidanza, lei avrebbe anteposto la vita di suo figlio alle sue passione, una scelta coraggiosa, molte coetanee di Benedetta avrebbero abortito, ma lei amava già quel piccolo esserino e come ogni mamma aveva scelto di mettere in secondo piano se stessa per suo figlio. Michele ne era sicuro e convinto, Benedetta sarebbe stata una bravissima mamma.



Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti! Eccovi un nuovo/vecchio capitolo, dove i nostri protagonisti vanno a convivere, chissà cosa succederà durante questa convivenza? Lo scopriremo solo vivendo, oppure qualcuno se lo ricorda? Questa settimana non aggiornerò poichè vado in gita a Praga fino a venerdì. Appena torno però vi prometto che aggiorno la storia, che nel frattempo io sto continuando a scrivere. Fatemi sapere cosa ne pensate,
Un bacio
Francesca
 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Di crisi, cuscini e voglie ***


Il lunedì Michele si svegliò presto a causa di un raggio di sole che arrivava dritto in faccia a lui, si tirò su con gli occhi ancora chiusi, si passò una mano sui capelli e guardò con odio la finestra, la fissa di Benedetta di tenere la tapparella socchiusa, si alzò in piedi e la guardò, dormiva con un lieve sorriso sul viso, un braccio appoggiato sopra la testa, un gamba piegata, i capelli sulla faccia, il respiro regolare, le coperte tutte sfatte, un sorriso spuntò sulle labbra del ragazzo, era la tenerezza fatta a persona, guardò l’orologio, andò in bagno e si vestì, poi senza fare rumore uscì dalla stanza.
-Buongiorno Principessa!- sussurrò Michele circa una mezz’oretta dopo a pochi centimetri dal corpo addormentato della bella romana, Benedetta aprì un occhio e si ritrovò davanti Michele sorridente
-Ciao- borbottò stropicciandosi gli occhi e accennando un sorriso
-C’è una sorpresa- annunciò Michele, Benedetta si mise a sedere puntellandosi sulle braccia e lo guardò con aria interrogativa
-E sarebbe?- domandò lei ravviandosi i capelli, lui si girò e prese un vassoio dal suo letto
-Colazione in camera!- rivelò appoggiando il vassoio sulle gambe della bionda, lei sorrideva e guardava il vassoio, una briosche, una mela, un succo di frutta, alzò la testa e incontrò lo sguardo del cantante
-Wow- riuscì a dire Benedetta, poi notò una rosa rossa –E la rosa?- domandò poi indicandola
-E la rosa è per la mamma più brava del mondo- le sussurrò lasciandole un bacio tra i capelli
-Michele- disse con aria triste, Michele la guardò preoccupato
-Dimmi- le rispose sedendosi sul letto vicino a lei, lei si girò e si inumidì le labbra
-Non riuscirò a fare la mamma- scoppiò in lacrime, Michele la guardò sconvolto, prese il vassoio della colazione e lo poggiò sul suo letto, e adesso cosa doveva fare? Era uno di quegli sbalzi di umore che hanno le donne in gravidanza?
-Ma non è vero!- la rassicurò lui –Sarai la mamma migliore del mondo, ne sono sicuro- continuò abbracciandola, lei lo circondò con le braccia
-Ho paura Michele- gli confessò stretta nel suo abbraccio continuando a singhiozzare –Ho paura di non farcela, ho paura perché sono sola, ho paura Michele- continuò la bionda, Michele le accarezzava i capelli dolcemente, non sapeva cosa fare, come poteva prenderla?
-Ehi Benedetta!- le disse, lei si tirò su –Guardami- la esortò, lei alzò gli occhi per incontrare quelli del romano –Togliti dalla testa che sei da sola, ci sono qui io, ti aiuterò, ti sosterrò. Non sei da sola- le ripeté tenendole la testa fra le mani
-E se quando piange non riesco a calmarlo e se non capisco cosa vuole- Benedetta scoppiò nuovamente in lacrime, Michele alzò gli occhi al cielo
-Ma nessuno nasce imparato e nessuno sarà la mamma di tuo figlio, solo tu avrai quel feeling, quel rapporto speciale che ti legherà per sempre, sarà tutto più facile- la rincuorò –Anzi, solo tu capirai cosa vuole quando piange, solo tu riuscirai a calmarlo, perché sarà come se lo conoscessi da sempre. Fidati Principessa, sarai la mamma più brava del mondo- concluse passandole il pollice sul viso asciugandole le lacrime -E ora fai colazione, non vorrai mica che nasca deperito- disse ancora prendendo il vassoio, Benedetta ci rimase male –No no no, scherzavo, non piangere ancora- le disse preoccupato, lei lo guardò e si mise a ridere
-Non nascerà deperito, ho una fame allucinante- disse lei continuando a ridere.
Dopo la crisi di Benedetta la giornata passò tranquilla, Michele si era assentato per alcune commissioni e Benedetta era rimasta in camera a guardare la tv, dopo cena lei si mise a guardare uno dei film che le aveva portato Michele, mentre lui si faceva una doccia
-Cosa guardi?- domandò Michele uscendo dal bagno con solo un asciugamano attorno alla vita, Benedetta si girò verso di lui e rimase incantata, gli addominali scolpiti, una bella tartaruga
-Oh- disse lui guardando lo sguardo di lei
-Eh, stavo guardando…i tatuaggi, ne hai davvero tanti- constatò dopo alcuni secondi di silenzio, Michele le passò davanti, Benedetta lo seguì con lo sguardo, Michele aveva tutto al proprio posto e soprattutto era ben proporzionato
-Intendevo alla tv- continuò Michele, lei si riprese
-Alla tv?- domandò –Sto guardando “Due cuori e una provetta”, già che siamo in tema- disse ridendo, Michele prese i suoi vestiti e scappò in bagno, Benedetta lo guardò finche la porta non si chiuse alle sue spalle. Va bene che era incinta, però lei non si era mai soffermata sui certi particolari in un uomo, quei particolari che adesso la facevano avvampare per l’imbarazzo, lei che era sempre stato così pudica, sperava di rivedere ancora Michele senza maglietta, con Francesco, non era mai successo… vero anche che Francesco non aveva il fisico di Michele
-Allora balenottera, posso mettermi qui a vedere il film?- Michele entrò nei suoi pensieri
-Balenottera?- domandò fintamente offesa, prese un cuscino e lo tirò in piena faccia a Michele, lui accusò il colpo, poi si alzò dal letto e prese un altro cuscino e lo tirò addosso alla ragazza, Benedetta si mise in ginocchio al centro del letto, tra le mani un cuscino, Michele in piedi di fronte a lei, con le gambe leggermente divaricate e un cuscino pronto da tirare addosso alla piccola romana
-Ehi balenottera, conta i tuoi giorni- urlò Michele ridendo, Benedetta gli tirò un cuscino
-Michi ti devo ricordare che noi siamo in due, ti sconfiggeremo- gridò Benedetta, Michele guardò la pancia di Benedetta che s’intravedeva sotto la felpa di Winnie Pooh che indossava la bionda
-Non mi farò intenerire da una piccola puffa incinta, ci vuole ben altro- detto questo cominciò a lanciare a raffica cuscini addosso a Benedetta.
-Ok, hai vinto- si arrese Michele buttandosi sul letto di fianco a Benedetta –Anzi avete vinto- si corresse alzando l’indice
-Noi due piccolo mio, domineremo il mondo- disse Benedetta accarezzandosi la pancia, poi si girò verso Michele –Ho voglia di gelato alla nocciola- annunciò lei, Michele si tirò su
-E dove lo troviamo del gelato alla nocciola?- chiese lui, Benedetta scosse la testa –Ok, allora vado io in giro, tu stai qua- disse alzandosi e mettendosi una felpa
-Ma vai fuori così?- chiese lei squadrandolo, pantaloni della tuta e maglietta del pigiama, nascosta dalla felpa, lui si guardò
-Non c’è tempo, che dopo al bambino vengono le voglie- disse prima di uscire di volata dalla stanza, Benedetta rimase lì seduta in mezzo al letto ad aspettare Michele.
Michele girò mezza Roma prima di trovare una gelateria ancora aperta che avesse un kilo di gelato alla nocciola, quello che voleva Benedetta, poi tornò in fretta verso l’albergo, quando aprì la porta della camera si fermò impietrito sulla porta, Benedetta si era addormentata sul letto, un libro sulla pancia, la testa inclinata su un lato e la tv accesa per nessuno, Michele chiuse la porta e le si avvicinò, le scostò una ciocca di capelli dal viso svegliandola
-L’hai trovato il gelato?- fu’ la prima cosa che domandò lei ancora assonnata
-Si, l’ho trovato, sono dovuto andare fino a Trastevere, ma l’ho trovato. Ne vuoi un po’?- le domandò dolcemente mentre lei si metteva seduta
-Si si, ho una voglia matta di gelato alla nocciola- annuì lei, Michele tirò fuori un cucchiaino e lo porse alla ragazza, lei apri l’involucro e affondò il cucchiaino nel gelato nocciola, dopo aver messo il gelato in bocca sul suo viso comparse una smorfia di piacere, Michele la guardava soddisfatto, lei alzò lo sguardo
-È buonissimo- poi guardò Michele –Ne vuoi un po’?- gli avvicinò il recipiente di gelato, Michele non se lo fece ripeter due volte, fece il giro del letto e ci si buttò sopra, si sistemò vicino a Benedetta e estratto un altro cucchiaino lo affondò nella vaschetta
-Mmm, buonissimo- disse Michele –L’ho scelto proprio bene- disse ancora, Benedetta lo spintonò
-Sei sempre il solito scemo- l’apostrofò lei ridendo
-Questa convivenza mi piace sempre di più- commentò Michele, continuando a mangiare il gelato
-E lasciamene un po’- disse Benedetta prendendo la vaschetta
-Dammelo qua, che sennò diventi una superbalenottera- rise Michele, Benedetta lo seguì e riprese a mangiare il gelato.



Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti! Sono tornata da Praga e ho postato il capitolo, un po' in ritardo, ma alla fine ce l'ho fatta. Comincia la convivenza "forzata" tra i nostri due protagonisti e loro si avvicinano sempre di più, chissà che succederà. Recensite per dirmi cosa ne pensate, anche se pensate che sia orribile :)
Un bacio
Francesca
 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Roma testimone ***


La mattina successiva Benedetta aprì gli occhi lentamente, mise a fuoco la stanza, il mobile con la televisione, le riviste sparse per terra, la coperta ai piedi del letto, la porta del bagno socchiusa, le tende gonfiate dal vento freddo, non si erano ricordati di chiudere la porta-finestra, girò lentamente la testa, la porta chiusa, la valigia vuota di Michele, il letto intonso di Michele, il comodino,un attimo … il letto intonso di Michele? Gli occhi di Benedetta vagarono alla ricerca del telefono per guardare l’ora, lo vide appoggiato al comodino, allungò la mano e lo afferrò, lo schermo s’illuminò, le nove e mezza segnava l’orario sul cellulare, posò il telefono sul bordo del letto confusa, dov’era Michele? Alzò la testa e si girò di scatto verso l’altra parte di letto, Michele dormiva dolcemente disteso su un fianco un braccio attorno al suo corpo, la mano appoggiata sulla pancia di lei tra loro due c’era la vaschetta vuota del gelato, due cucchiaini abbandonati dentro, si spostò cercando di fare meno movimenti possibili, ma lo svegliò
-Buongiorno Principessa- disse lui liberandola, lei si sedette sul letto e si girò verso di lui
-Ciao- lo salutò, poi andò velocemente in bagno per vestirsi, Michele mise a fuoco il letto, era sul letto di Benedetta, avevano dormito nello stesso letto, poi pensò al braccio sulla pancia di Benedetta, erano stati abbracciati tutta la notte, gli spuntò un sorriso
-Cosa ridi?- gli domandò Benedetta passandogli davanti, Michele aveva uno sguardo perso
-Niente- mentì lui mettendosi in piedi
-Avanti, vestiti che andiamo a fare colazione- lo esortò lei riponendo i vestiti nella valigia, lui si trascinò fino in bagno mugugnando un si, Benedetta lo guardò per tutto il percorso poi si mise a ridere e ritornò a sistemare la valigia, si sedette sul letto e aspettò Michele per andare a fare colazione, appena lui uscì, lei saltò in piedi e si diresse alla porta
-Ehi, ehi, ehi!- la fermò lui mentre lei appoggiava la mano sulla maniglia –Dove stai andando?- le chiese con le mani sui fianchi
-A fare colazione- rispose lei come se fosse ovvio
-No, no, no, tu non devi fare sforzi, la colazione la vado a prendere io- si offrì lui raggiungendola
-Dai Michi!- lo supplicò lei, lui scosse la testa –Ti prego! Sono stufa di stare rinchiusa in questi dieci metri quadri di camera!- si lamentò ancora lei
-Ma c’è il balcone, ti siedi li fuori e prendi un po’ d’aria- disse lui aprendo la porta
-E ti pare la stessa cosa?- domandò lei cercando di rimanere calma, lui annuì e uscì
-Rimani qua!- le intimò lui
-No dai! Portami con te!- le disse lei in mezzo al corridoio mentre lui s’incamminava verso l’ascensore, Michele si fermò e si girò verso di lei
-E va bene, vieni- le disse arrendendosi, Benedetta fece un sorriso a trentadue denti, prese la borsa appoggiata sul letto di Michele e dopo aver chiuso la porta corse per tutto il corridoio arrivando da Michele e buttandogli le braccia al collo, lui si ritrovò spiazzato e la abbracciò di conseguenza, poi staccandosi le loro guancie si sfiorarono, rimasero a pochi centimetri l’uno dall’altra, occhi negli occhi, Benedetta aveva ancora le mani attorno al collo del ragazzo, lui le teneva le mani sui fianchi
-È arrivato- disse Benedetta staccandosi da Michele
-Eh?- chiese lui senza capire
-L’ascensore… è arrivato- ripeté lei più chiara e indicando l’ascensore vuoto dietro Michele, lui si girò
-Ah si… andiamo- disse lui entrando in ascensore seguito dalla biondina.

-Cosa farai quando dovremo tornare all’Accademia?- domandò Michele, prima di addentare la sua brioche alla Nutella, a Benedetta che mescolava con aria svogliata un te al limone che il ragazzo le aveva obbligato a prendere al posto del solito cappuccino con tanta schiuma
-Non lo so, cioè, io vorrei finire il mio anno di accademia e magari anche gli altri due, bisogna vedere cosa dice il preside e la Di Famio- spiegò lei
-Ma tu…- Michele sembrava imbarazzato -… ci hai mai pensato a…- lasciò la frase in sospeso
-A fare che?- chiese Benedetta non capendo
-Ad abortire- sussurrò lui guardando nella sua tazza, Benedetta alzò la testa e incontrò gli occhi scuri del ragazzo
-Si- confessò lei –Ci ho pensato, poco prima di fare il provino per l’Accademia, Francesco mi aveva appena lasciato, io volevo fare il provino, cantare era quello che volevo fare per tutta la mia vita e questo bambino me lo stava impedendo, avevo prenotato pure l’operazione, ma quando sono stata li, con il camice distesa sul lettino, mi sono fatta un sacco di domande, non volevo più ucciderlo, poi mi sarei sentita peggio, così me ne sono andata, uscita dall’ospedale mi sono sentita sollevata, ero felice, ho pensato che se fossi riuscita a nasconderlo ce l’avrei fatta, sarei entrata all’Accademia e avrei portato avanti la gravidanza contemporaneamente- raccontò Benedetta ad un Michele molto attento
-Ma i tuoi cos’hanno detto?- chiese il ragazzo
-I miei non lo sanno, lo sapete solo tu e Francesco- rispose lei
-E quando glielo dirai?- domandò ancora Michele
-Non lo so, se torno a Natale si vedrà, la pancia sarà cresciuta, si capirà senza neanche dire una parola- disse lei positiva
-E cosa diranno? Cioè, secondo te come la prenderanno- chiese ancora il moro
-Mah non so, mia cugina è rimasta incinta a 18 anni e devo dire che non l’hanno presa male, poi magari con me hanno una reazione diversa- rispose lei, Michele posò la tazzina  e si alzò
-Beh, dai basta parlare di queste cose. Cosa vuoi fare oggi?- chiese lui alla ragazza che si era alzata di conseguenza
-Oggi voglio uscire, andare a fare un giro- disse lei dopo aver pagato
-E se ti stanchi? La dottoressa ha detto che devi stare tranquilla- disse il ragazzo preoccupato
-Eh dai, ti prometto che se sono stanca ci fermiamo, ho voglia di girare un po’ Roma, è da secoli che non vengo qua- disse lei cercando di convincere Michele, lui la guardava con aria divertita
-E va bene, a patto che tu venga in un posto con me- disse lui dirigendosi verso la macchina, lei lo seguì
-Va bene, portami dove vuoi- disse Benedetta, salirono in macchina e lui mise in moto, circa un quarto d’ora dopo si fermò e parcheggiò –Il Gianicolo- disse lei riconoscendo il posto guardando fuori dal finestrino
-Ti piace?- chiese Michele, lei annuì sempre guardando fuori dal finestrino, poi aprì la portiera e uscì prese una boccata d’aria e andò verso il parapetto da dove si vedeva tutta Roma, Michele la seguì, Benedetta si appoggiò e fissò l’orizzonte, Roma era sotto di lei, la Basilica di San Pietro era li imponente, l’altare della Patria sovrastava i tetti delle case romane, adorava il fascino di Roma, le venne in mente un aneddoto –Sai- si girò ma Michele era dietro di lei, si trovarono faccia a faccia, vicini, occhi negli occhi, le parole le morirono in bocca, Michele era bellissimo, le sorrideva e la guardava
-Sai?- chiese lui, lei si riprese e sorrise
-Da piccola, avrò avuto undici anni, sono scappata da casa, un pomeriggio ho preso la cartella di scuola e dei vestiti, sono andata alla stazione e mi sono presa un biglietto per Roma, appena arrivata ho cercato di orientarmi e sono venuta qui, Roma mi ha calmato, credo di essere stata qui tutto il pomeriggio, poi mi hanno trovato, ero troppo prevedibile, mio padre era andato a colpo sicuro- raccontò lei, lui sorrise
-Come mai eri scappata di casa?- chiese Michele sedendosi sul parapetto di marmo
-Ero scappata perché non mi volevano portare al concerto di Tiziano Ferro, dicevano che ero troppo piccola per andare ad un concerto, la musica era troppo alta- spiegò lei, poi si mise seduta vicino ad Michele, fianco a fianco, le gambe penzoloni, con Roma alle spalle
-E dopo che sei scappata, ti ci hanno portato al concerto?- domandò lui
-No, ho dovuto aspettare tre anni prima che mi permettessero di andare ad un concerto- disse lei ridendo, lui rise assieme a lei, la trovava bellissima, così piccola ma anche così grande, abbassò lo sguardo sulla sua pancia, ancora non si vedeva, la felpa la copriva, poi alzò gli occhi verso di lei, che rideva contenta, le piaceva quando rideva perché di Benedetta rideva tutto, gli occhi, le guance, perfino i capelli.
Ridendo si trovarono vicinissimi, Benedetta smise di ridere e iniziò a fissare gli occhi castani di Michele, lui le accarezzò un guancia e le sorrise, si avvicinarono ancora di più fino a sentire il respiro dell’altro sulle labbra, i loro nasi si sfiorarono, Benedetta lo guardò un’ultima volta negli occhi, le labbra di Michele si posarono lentamente e dolcemente su quelle di Benedetta, lei mise un braccio attorno al collo del ragazzo, lui le teneva delicatamente la mano sulla guancia. Dopo alcuni secondi si staccarono, Benedetta abbassò gli occhi colpevole e sorrise, lui la guardò, era bellissima
-Roma, sei testimone di questo bacio- disse girandosi verso il panorama, lei lo guardò e rise, poi si girò a guardare la sua adorata Roma –E poi c’è un altro testimone d’eccezione…- disse lui ritornando a guardare la biondina, lei si girò verso di lui con aria interrogativa -… non vorremo dimenticarci di pesciolino- concluse lui abbassando lo sguardo sulla pancia di Benedetta, lei si guardò la pancia e ci mise una mano sopra in segno di protezione, poi si mise a ridere
-Michele!- una voce interruppe i due che si girarono di scatto verso la via, una ragazza castana sulla ventina fissava il ragazzo sorridendo, lui la guardava senza dire una parola, Benedetta guardava Michele senza capire.


Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti! Eccomi qui, con un nuovo capitolo e scusatemi se non mi sono fatta sentire ma la scuola mi impegna. Eccoci al fatidico bacio, finalmente si sono baciati quei due. Che ne pensate? Questo è uno dei miei capitolo preferito, qual è il vostro capitolo preferito? Vi posto subito un altro capitolo per farmi perdonare.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Tra color che son sospesi ***


-Ilaria..- disse lui, poi si girò verso Benedetta, la ragazza avanzò verso di loro fino ad arrivare di fronte ad Michele per baciarlo, Benedetta spalancò gli occhi, Michele la guardava terrorizzato
-Benedetta, lei è Ilaria…- le presentò -… la mia ragazza- disse poi, Benedetta si girò di scatto quasi sconvolta, poi facendo finta di niente sorrise alla ragazza e le diede la mano –Ilaria, lei è Benedetta, una mia amica, andiamo all’Accademia insieme- spiegò alla ragazza, le due si strinsero la mano, Michele non sapeva cosa fare –Ila, cosa ci fai qua?- chiese poi
-Sono venuta a salutare mamma e papà, sai che abitano poco distante da qui- rispose lei, lui annuì –Voi invece, cosa ci fate qua?- chiese lei, Benedetta e Michele si guardarono
-Noi siamo venuti a fare un giro, avevamo un po’ di tempo libero all’Accademia- rispose in fretta Michele
-E perché non mi hai chiamato?- domandò Ilaria –Potevamo passare un po’ di tempo insieme, ora con l’Accademia non ci vediamo mai- continuò lei
-Pensavo dovessi studiare per gli esami, così non ti ho scritto- rispose lui cercando di sembrare credibile, Benedetta osservava la scena senza dire una parola
-Ah, ok- sorrise Ilaria –Beh, ora vado, fatti sentire qualche volta- riprese Michele accarezzandogli il volto, lui fece un sorriso un po’ forzato, Benedetta fissava la strada cercando di non guardare i due fidanzati –Ciao… Benedetta- la salutò poi Ilaria, lei ricambiò con un cenno della mano e un “ciao” sussurrato, Benedetta e Michele rimasero seduti uno accanto l’altro senza dire una parola mentre Ilaria si allontanava, quando ebbe girato l’angolo, Benedetta scese dal muretto e si diresse verso la macchina a passo spedito, Michele la rincorse, la prese per un polso e la fece girare verso di se
-Portami in hotel- disse lei a denti stretti cercando di non piangere
-Ti prego Benedetta- la supplicò lui –Ascoltami-
-Non renderla più difficile, per favore- disse lei, lui lasciò il polso della bionda e lei si precipitò in macchina, poi arrivati all’hotel, lei si chiuse in bagno, Michele l’accompagnò in stanza, poi uscì lasciandola da sola. Si ritrovò in strada, iniziò a camminare senza sapere dove andare, passava tra la gente e pensava, pensava al bacio dato a Benedetta, a Ilaria che aveva interrotto quel momento, percorse un ponte, e si fermò a metà, si appoggiò al parapetto e guardò il Tevere che scorreva lento sotto il ponte, voleva prendersi a schiaffi per aver involontariamente rovinato quel momento con Benedetta, il suo pensiero tornò a lei, la piccola e indifesa Benedetta, la sua principessa, anche se lei odiava essere chiamata così.
Benedetta, nel frattempo, piangeva chiusa in bagno appoggiata alla porta, le gambe stese, le mani sulla pancia, pensò a Michele e a quel bacio che le era piaciuto
-Quanto sei stupida Benedetta!- si disse ad alta voce –Complimenti, di meglio proprio non potevi fare- continuò a dirsi –Ti metti sempre nei casini, e questa volta, non ne uscirai a breve- si alzò da terra e si appoggiò al lavandino –Ma come hai fatto a prenderti una cotta per Michele?- si domandò guardandosi riflessa nello specchio –Che tra l’altro è pure fidanzato- disse ancora uscendo dal bagno, si buttò a letto e rimase li tutto il pomeriggio, non pranzò e non cenò, le era passata la fame, aspettava Michele che ancora non era tornato, anche se era arrabbiata con lui perche prima l’aveva baciata e poi le aveva presentato la sua ragazza, erano passate tante ore da quando l’aveva accompagnata in albergo, poi sentì la chiave girare nella toppa, istintivamente chiuse gli occhi per fare finta di dormire. Michele entrò nella stanza e vide Benedetta addormentata in una parte del letto, rannicchiata su un lato, Michele non poté non sorridere dolcemente davanti a quella scena, prese il piumone che era ai piedi del letto e la coprì, poi facendo meno rumore possibile si svestì e si mise a letto.

La settimana di convivenza tra Benedetta ed Michele era finita, ma non era finita molto bene, dopo quel giorno al Gianicolo i due non si erano più parlati, avevano vissuto nella stessa stanza senza degnarsi di uno sguardo, se Benedetta era in camera, Michele usciva oppure il contrario, non si erano più detti una parola. Anche quella mattina infatti, si erano svegliati e senza fare caso all’altro si erano preparati le valigie per tornare all’Accademia. Benedetta uscì dalla stanza senza considerare Michele che era ancora intento a farsi le valigie, scese alla reception e pagò la sua parte, poi prese un autobus e tornò all’Accademia, percorse il giardino ed entrò nella residenza, salì con l’ascensore fino al terzo piano
-Ehi ehi! Sono tornata!- salutò appena entrata in stanza, Mia alzò la testa dai fogli sui quali era concentrata e si tolse le cuffiette, Cristina fece capolino dal bagno con solo una maglietta addosso, appena videro Benedetta sorridente le corsero incontro
-Ehi Benedetta!- la salutò Mia buttandole le braccia la collo
-Mia! Come stai?- le chiese la biondina
-Tutto bene- le disse l’amica lasciando Benedetta tra le braccia di Cristina
-Oh Fede, quanto mi sei mancata- le disse abbracciando la siciliana
-Anche tu, Benny- le rispose l’altra
-Perché io no?- domandò Mia sentendosi esclusa, le due si girarono e si misero a ridere
-Mi sei mancata anche tu, Mia- disse poi Benedetta prima di includere nell’abbraccio anche Mia
-Vi voglio bene ragazze- disse Mia stretta tra Cristina e Benedetta
-Anche io- sussurrò Cristina
-Io pure- si unì Benedetta stringendole più forte.
Michele bussò alla porta e aspettò che qualcuno gli aprisse, si girò e guardò verso la porta dietro di lui, la camera di Benedetta, chissà se era già arrivata
-Michi!- urlò Giulio felice prima di abbracciarlo, Federico sentendo Giulio urlare distolse l’attenzione dal borsone e andò alla porta per vedere cosa  stava succedendo
-Michele!- urlò anche lui dopo aver visto l’amico, appena Giulio ebbe finito di abbracciarlo, lo abbracciò pure lui
-Ma come stai?- chiese Giulio
-Io bene dai- rispose Michele –Voi? Cosa mi raccontate?- chiese poi entrando nella stanza e portandosi dietro la valigia
-Noi stiamo benone, vero Fede?- disse Giulio, Federico annuì prima di ritornare al suo borsone –Ma adesso vieni a lezione?- chiese ancora il trentino, Michele si sedette sul letto
-Certo che vengo a lezione, ma prima volevo andare a salutare le ragazze- disse il romano con le mani appoggiate sulle ginocchia
-Beh, allora vai adesso così dopo andiamo a lezione insieme- gli suggerì Federico, Michele si alzò dal letto
-Ok, allora vi aspetto da loro- disse prima di uscire dalla porta e chiudendosela alle spalle, bussò alla porta davanti a se.
-Saranno Giulio e Federico- ipotizzò Cristina rifacendo il letto
-Vado io- si offrì Benedetta, si diresse verso la porta e la aprì, quando si ritrovò davanti Michele, non riuscì a dire niente, lui rimase in silenzio a fissarla, Mia che era appena uscita dal bagno con spazzolino, dentifricio in mano vide Michele e Benedetta che si guardavano in silenzio, guardò Cristina ed entrambe si misero a fissare i due che sembravano non fare caso a niente, in quel momento c’erano solo loro due, in silenzio sulla soglia di una camera, cos’era successo tra i due, certo, prima che partissero entrambi avevano litigato, ma si erano chiariti, pensò Cristina
-Michi!- lo salutò Mia dopo alcuni secondi, lui alzò lo sguardo e guardò la ragazza, Benedetta si girò dando le spalle a Michele e lasciandolo entrare nella stanza, lui andò ad abbracciare Mia e successivamente Cristina
-Come stai?- chiese Cristina al ragazzo lui rispose mentre cercava con gli occhi Benedetta, lei appoggiata alla porta in silenzio e con lo sguardo fisso sulle converse blu che aveva ai piedi, non prestava attenzione ne al ragazzo ne alle compagne di stanza
-Benedetta ma non saluti Michele?- le chiese provocatoriamente Mia, Benedetta alzò lo sguardo verso l’amica, poi guardò l’orologio
-Ma non è ora di andare a lezione?- disse cercando di non fare caso alla domanda
-Si, hai ragione- rispose Mia assecondandola, prese la borsa e seguita da Cristina ed Michele uscì dalla stanza, nello stesso momento Giulio e Federico uscirono dalla loro stanza
-Ehi Benedetta!- la salutò Federico
-Fede!- disse lei contenta, Mia e Cristina si guardarono, Michele camminava senza prestare attenzione alla scena
-Come stai Benny?- disse Giulio abbracciando la biondina
-Tutto bene dai. Beh ora andiamo, sennò arriviamo in ritardo- disse lei avviandosi verso l’ascensore
-Si si, voi andate, noi arriviamo subito, devo chiedergli una cosa di questa settimana che è passata- inventò Cristina, Michele annuì e entrò in ascensore, Benedetta si fermò a guardare l’amica, lei le fece segno di seguire Michele in ascensore, lei  sbuffò ed entrò nell’ascensore con le braccia conserte


Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti! Eccomi con il nuovo capitolo, che ne dite? Benedetta e Michele torneranno a parlarsi? Benedetta si è innamorata oppure no? E Michele che intenzioni ha? Siete sempre in meno a leggere la storia e mi dispiace molto, purtroppo per i capitolo "inediti" dovrete aspettare ancora un po', ma non temete che sono già pronti!
Ci sentiamo presto
Un bacio
Francesca
 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** In incognito ***


Benedetta si appoggiò al muro dell’ascensore e iniziò a fissarsi le scarpe, Michele la guardava senza sapere cosa dirle, cosa poteva dirle? Prima l’aveva baciata e poi Ilaria aveva rovinato tutto, ma era stata Ilaria a rovinare tutto oppure era stato lui?  Benedetta aveva tutte le ragioni per essere arrabbiata con lui
-Ti prego Benedetta, parliamone- la supplicò Michele,
-No- rispose la biondina secca, senza neanche guardarlo in faccia
-Per favore, ti prego, Benedetta ascoltami- Michele pregò la ragazza davanti a lui, le porte dell’ascensore si aprirono e Benedetta dentro di se esultò, lanciò un occhiata arrabbiata ad Michele e uscì dall’ascensore, lui la guardò e rimase zitto, Benedetta corse lontano da Michele con le lacrime agli occhi, si rifugiò in bagno, appoggiò le mani sul lavandino e si guardò allo specchio, gli occhi pieni di lacrime, guardò in alto cercando di non piangere
-Stupidi ormoni impazziti!- disse guardandosi allo specchio, Benedetta si maledisse perché non aveva lasciato parlare Michele, perché l’aveva lasciato li in ascensore, perché adesso era in bagno a piangere davanti allo specchio. Ma perché piangeva specchiandosi nel suo riflesso? Perché si sentiva sola, abbandonata, senza nessuno con cui confidarsi, che la consolasse, che le battesse una mano sulla schiena dicendole “andrà tutto bene”, che l’aiutasse nei momenti in cui diventava difficile mentire su fagiolino, abbassò lo sguardo sulla sua pancia riflessa nello specchio, già fagiolino, l’aveva soprannominato così dopo aver visto il film con quel gran figo di Luca Argentero “Solo un padre”, aveva pianto tantissimo durante il film rispecchiandosi in lui, rimasto da solo ad occuparsi della bambina appena nata, fece un respiro profondo, si spostò indietro i capelli e si sciacquò la faccia, poi si guardò allo specchio, sorrise e uscì dal bagno per dirigersi in sala prove.
Nel frattempo, al terzo piano Cristina, Giulio, Federico e Mia stavano commentando ciò che era appena successo
-Qua è successo qualcosa!- disse Cristina, Mia annuì
-In che senso?- domandò Giulio
-Ma li hai visti? Neanche si parlano- disse Mia
-Pensavo si fossero salutati prima- continuò Giulio
-Macchè, lei ha aperto la porta e si sono fissati in silenzio per un po’ di secondi. Se non parlavamo noi, quei due stavano ancora zitti a fissarsi sulla porta- disse Cristina
-Cavoli- commentò Federico impressionato –Quindi cosa facciamo?- chiese poi
-Stiamo a vedere cosa fanno, come si evolve la situazione- disse Giulio, Cristina annuì
-Sta di fatto che qualcosa è successo- aggiunse Mia –Ma finché non capiamo cosa, non possiamo agire, e ho idea che loro negheranno fino alla morte- concluse
-Beh, adesso andiamo che davvero arriviamo in ritardo- disse Cristina sbrigativa, così i quattro ragazzi si precipitarono a lezione.

Quando Mia e Giulio arrivarono in sala canto, Michele era seduto sul divanetto e Benedetta chiacchierava con altre ragazze seduta su uno sgabello dall’altra parte della stanza, Giulio e Mia si guardarono, poi si sedettero, una vicino a Benedetta e l’altro vicino ad Michele, non ebbero il tempo di iniziare un discorso perché subito entrò il professore
-Buongiorno ragazzi, buona settimana!- disse entrando nella stanza il professore, tutti salutarono e si alzarono in piedi –Oggi abbiamo un sacco di cose da fare, Saranno molto divertenti- annunciò sedendosi sullo sgabello vicino al pianoforte –Per questa settimana, ad ogni classe è stato assegnato un tema o meglio un musical- nella classe si diffuse un brusio –E il musical dal quale prenderemo i brani sui quali vi esibirete questa settimana è…- tutta la classe attese che il professore dicesse il nome del musical -… Grease- disse, tutti commentarono entusiasti della scelta –Ho già scelto chi si esibirà e su quale brano, sono più che altro duetti o corali, quindi vi esibirete tutti- la classe continuava a commentare con i vicini di posto –Bene, ora assegno i pezzi- disse per richiamare l’ordine, la classe si zitti –Per cominciare “Grease” la canteranno Andrea, Sabrina, Matteo, Miriam ed Elisa, “Summer night” sarà cantata da Paolo e Deborah, Giorgia, Mia, Benedetta, Giulio, Michele e Matteo farete il coro- iniziò a dire, Mia e Benedetta si guardarono e si sorrisero -… “Grease lighting” la canteranno Giulio, Paolo, Luca, Marco e Matteo, “Look at me I’m Sandra Dee” la cantano Deborah, Miriam, Sabrina e Elisa, “Hopelessly devoted to you” se la dividono Mia e Giorgia, “Sandy” invece la cantano Giulio e Samuele, “You are the one that I want” la cantano invece Benedetta e Michele, “Vivimi” è stata esplosiva, voi due insieme siete perfetti- Benedetta rimase immobile, Mia la fissava, Michele guardava per terra –“We go together” la cantate tutti assieme come pezzo finale- concluse il professore, tutti furono entusiasti, Mia e Giulio si guardarono, Giulio scosse la testa –Bene ora vi dividete nei gruppi delle canzoni e vi distribuite nelle varie stanze, ogni tanto verrò a vedere cosa fate e vi aiuterò- disse il professore, tutti si alzarono e  dopo aver formato i gruppi ognuno di questi si cercò una sala per iniziare a provare, Michele e Benedetta fecero tutto ciò in silenzio, entrati in una sala musica vuota Michele si mise al computer per cercare la base, Benedetta leggeva il testo in silenzio
-La conosci?- chiese Michele, Benedetta tirò su la testa
-Cosa?- domandò senza capire
-La canzone, la conosci, sai il ritmo?- chiese ancora Michele seduto davanti al computer
-Si, si la conosco, è il mio musical preferito- disse lei a bassa voce
-Ok, allora proviamo- disse lui mettendo la base, iniziò a cantare, si alzò dalla sedia e andò vicino a Benedetta –I got chills, they're multiplyin', and I'm losin' control- Michele era andato vicino a Benedetta che era rimasta seduta sullo sgabello impassibile -Cause the power you're supplyin', it's electrifyin'- disse vicino all’orecchio di Benedetta
-You better shape up, cause I need a man- Benedetta si alzò dallo sgabello e andò lontana da Michele -And my heart is set on you- lo guardò, lui sorrise e le andò vicino -You better shape up, you better understand,
to my heart I must be true- lei scappò dall’altra parte della sala -Nothing left, nothing left for me to do- cantarono insieme, Benedetta abbassò lo sguardo, Michele la raggiunse e si ritrovarono di nuovo l’uno di fronte all’altra, lei strinse il microfono a se, lui la guardò dall’alto, la base andava avanti
-Allora, come andiamo qua?- li interruppe il maestro, Benedetta distolse lo sguardo da Michele, lui si girò e istintivamente si allontanò un po’ da Benedetta, lei rimase zitta
-Noi stavamo provando- rispose Michele, il maestro Perris si sedette davanti al computer e stoppò la base, i due rimasero immobili, Benedetta appoggiata al muro e Michele in mezzo alla stanza
-Beh, lo riprovate davanti a me?- domandò retorico il maestro, Benedetta annuì, Michele pure; il maestro dopo alcuni secondi fece ripartire la base, Michele ripartì a cantare, Benedetta guardava da un'altra parte, non prestando attenzione a Michele, lui dopo aver notato questo comportamento, si avvicinò a lei e le prese il mento affinché lei lo guardasse dritto negli occhi, lei non riuscendo a sostenere lo sguardo si scostò e andò dall’altra parte della stanza, il maestro li guardava con occhio critico, Michele la guardò fisso negli occhi e lei a metà strofa non riuscì a proseguire, si girò verso il maestro e allargò le braccia, lui stoppò la base –Benedetta, concentrati, se ancora non hai in mente il testo, che può anche essere, dato che non lo avete neanche da un ora, tieniti sotto il foglio- le disse il maestro, lei annuì e prese il foglio tra le mani, ricominciarono a provare, ma Benedetta non riusciva a concentrarsi, ogni volta sbagliava qualcosa, una parola, l’intonazione, si dimenticava intere frasi, andava fuori tempo, i due non riuscivano ad andare oltre il primo ritornello,  a Benedetta venne da piangere
-Scusatemi- disse velocemente prima di uscire di corsa dall’aula

Angolo dell'autrice:
E quindi, anche se tentano in ogni modo di starsi lontani, il destino li riavvicina sempre, forse Michele riuscirà a farsi perdonare da Benny o forse sarà lei a sotterrare l'ascia di guerra, dopo aver sbollito la rabbia. Che ve ne pare? Mi lasciate una recensione? Se penso a quante recensioni avevo prima che mi cancellassero la storia, beh vi ringrazio comunque anche se leggete in silenzio.
Un bacio
Francesca
 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Ballando sotto la pioggia ***


Michele la guardò uscire e subito uscì anche lui, la vide camminare veloce di spalle verso l’uscita
-Benedetta!- la chiamò, Benedetta si fermò a quel richiamo e si girò, lui la raggiunse
-Cosa ti è successo?- le chiese, lei fissava il pavimento senza parlare, le braccia incrociate al petto, allora Michele le prese il mento e le alzò il viso per guardarla negli occhi –Guardami- le sussurrò, gli occhi di Benedetta si erano riempiti di lacrime, alle parole del ragazzo lei sbuffò
-Per favore- disse lei distogliendo lo sguardo
-Senti Benedetta, io voglio aiutarti, però se non so come, mi è difficile farlo- le disse lui prendendole le braccia
-Il problema è che non sei tu che mi deve aiutare, lo capisci?- gli domandò lei allontanandosi dal ragazzo, si appoggiò al muro e iniziò a fissare il temporale fuori dalla finestra
-No. Io non ti capisco Benedetta- disse Michele allargando le braccia –Io ci provo, ma tu parli a rate- si giustificò lui
-Ti ho chiesto di provare a capirmi?- domandò lei retorica sempre guardando fuori dalla finestra, Michele perse la pazienza
-Senti Benedetta, io sto cercando di aiutarti perché ti voglio bene, capisco che tu non mi voglia vedere ne tanto meno muoia dalla voglia di parlare con me, ma ci hanno affidato un duetto che volenti o nolenti dobbiamo fare- disse lui –Quindi se tu hai un problema con la canzone, questo problema importa anche me- concluse lui avvicinandosi a lei
-Vuoi sapere il problema?- chiese lei –Non lo so nemmeno io, oggi è così, non riesco a concentrarmi- disse ancora allargando le braccia
-Ok, forse dobbiamo provarla un po’ di più,  ma vedrai che ce la faremo- la rassicurò lui accarezzandole un braccio, lei si irrigidì e poi annuì.
Il pomeriggio stesso Benedetta, Giulio, Michele e Federico erano seduti nel salotto della residenza e chiacchieravano, Giulio guardava fuori dalla finestra la pioggia che cadeva costantemente dalla mattina, ad un certo punto si alzò e uscì così, senza l’ombrello bagnandosi, gli altri tre lo seguirono fino alla porta, lui saltava e correva contento sotto la pioggia
-Adoro troppo la pioggia- urlò lui
-Non ci credo- disse Federico incredulo
-Ti ammali Giulio- lo avvisò Benedetta, Michele e Federico ridevano –Se domani c’hai la febbre…- continuò Benedetta appoggiata alla porta, il trentino nel frattempo saltava sotto la pioggia scrosciante
-Venite anche voi- Giulio invitò i tre amici a raggiungerlo, Federico scosse la testa
-Io mi ammalo- si giustificò Benedetta rimanendo sulla porta, Michele le fece l’eco
-Poi ci facciamo una doccia calda, dai?- insistette Giulio –Federico, vieni!- chiamò l’amico, lui disse no, ma Giulio era già partito per andare a prenderlo, il ballerino con uno scatto, facendo spostare Michele e Benedetta, infilò la porta e rientrò in salotto scappando dal cantante trentino, i due cantanti indietreggiarono, ma Giulio prese Benedetta per un braccio –Vieni Benedetta!- la invitò lui, lei oppose resistenza con i piedi, vedendo che non funzionava circondò Michele con un braccio, poi si attaccò alla sua maglietta, lui mise la sua mano su quella della ragazza e si spostò
-Mi ammalo Giulio!- rise Benedetta, poi scivolò per terra sempre tenendo il lembo della maglietta di Michele, Giulio non la mollava, il romano gioco forza dovette fare un giro su se stesso perché Benedetta stringeva la sua maglietta, Giulio finalmente la lasciò
-Lasciame la maglietta, a matta!- disse Michele a Benedetta che si stava rimettendo in piedi, lei lo guardò sorridendo
-Andiamo a ballare sotto la pioggia?- propose lei, lui la guardò stranito
-Con gli ombrelli- aggiunse lei, poi prese il giaccone e due ombrelli, ne aprì uno ed uscì, porse l’altro a Michele invitandolo a seguirla, lui guardò il cielo, poi guardò lei che lo guardava sorridendogli, si infilò il giaccone e corse sotto l’ombrello di Benedetta, prese l’altro ombrello e lo aprì, iniziò a volteggiare sotto la pioggia, Benedetta camminava spensierata facendo roteare l’ombrello, poi si girò a guardare Michele che goffamente imitava Frank Sinatra in “Singing in the rain” canticchiando la medesima canzone in sottofondo, prima le spuntò un sorriso divertito, poi quando non riuscì più a trattenersi scoppiò in una risata fragorosa, Michele si fermò e si girò di scatto nella direzione della ragazza, si mise una mano sul fianco e fintamente offeso aspetto che la biondina dicesse qualcosa
-Scusami, ma facevi troppo ridere- disse lei continuando  a ridere –Avresti dovuto vederti- proseguì Benedetta
-Sei bella quando ridi- Michele andò verso di lei fino ad essere sotto lo stesso ombrello, Benedetta smise di ridere, lui chiuse il suo ombrello e lo appoggiò per terra, mise una mano sulla schiena di Benedetta e si strinse a lei, poi prese la sua mano destra che teneva l’ombrello, l’alzò e la strinse sempre mentre la ragazza teneva l’ombrello sotto cui si stavano riparando
-Che fai?- domandò Benedetta, lui la guardò
-Balliamo no?- rispose lui pacato, lei lo guardò sgranando gli occhi -Mai ballato un valzer sotto la pioggia?- le domandò poi, lei scosse energicamente la testa, lui sorrise –C’è una prima volta per tutto- disse prima di spostare il piede sinistro indietro e obbligando Benedetta a seguirlo, poi spostò il piede destro verso la sua destra fino a ricongiungere i piedi, Benedetta si lasciò trasportare in quel ballo sotto l’ombrello muovendo i piedi simmetricamente a Michele, lui la condusse perfettamente, lei non prestava attenzione al ragazzo ma si concentrò su dove mettere i piedi per non sbagliare, Michele staccò la mano dalla schiena di Benedetta e le alzò il mento in modo che la guardasse dritto negli occhi –Non pensare ai passi, concentrati sul movimento- le suggerì lui, Benedetta annuì e iniziò a mordersi il labbro agitata mentre guardava Michele, il giardino era deserto, c’erano solo loro due che ballavano sotto un ombrello blu occhi negli occhi, mano nella mano, dopo alcuni minuti Benedetta iniziò a  sciogliersi, sorrise a Michele, aveva ragione, non serviva guardarsi i piedi per metterli al posto giusto.
Dalla finestra della camera delle ragazze Mia e Cristina osservavano la scena indisturbate
-Guardali che carini- commentò Mia
-Sono fatti per stare insieme- proseguì Cristina in adorazione dei due amici che, incuranti di essere osservati, continuavano a volteggiare per il prato sotto la pioggia, Giulio entrò nella camera dopo essersi fatto la doccia e si avvicinò alle ragazze di spalle senza farsi sentire
-Che fate?- gli domandò, Mia sobbalzò e Cristina sussultò girandosi di scatto verso il cantante
-Ci hai spaventato- gli fece notare Mia incrociando le braccia
-Mi dispiace- si scusò lui dandole un bacio tra i capelli –Allora cosa guardate?- domandò ancora
-Quei due- rispose Cristina indicando Michele e Benedetta, Giulio si affacciò
-Che stanno facendo?- chiese quasi sconvolto
-Ballano- rispose Mia –Sotto la pioggia- aggiunse poi, Giulio continuò a guardare la scena divertito
-Ma se prima hanno fatto tante scene- replicò lui quasi offeso
-Giulio, non stanno correndo sotto la pioggia cercando allo stesso tempo di prendersi una broncopolmonite, come hai fatto tu- gli fece presente Mia, lui la guardò un attimo poi ritornò alla scena idilliaca che stava avvenendo proprio sotto di loro
-Non sono carini?- chiese Cristina adorante, Giulio annuì senza dire una parola.
Benedetta si lasciò condurre da Michele per diversi minuti
-Sei bravo nel valzer- commentò la bionda
-Grazie- ringraziò lui –Ti confido un segreto- disse abbassando la voce e avvicinandosi a lei –Da piccolo mia nonna mi ha iscritto  ad un corso per fare balli da sala- proseguì, Benedetta sorrise e lo guardò
-Stai scherzando?- domandò incredula, lui scosse la testa
-Ha iscritto sia me che mia cugina, poi ci portava  a vedere le gare, era una grande appassionata- raccontò Michele, lei scoppiò a ridere buttando la testa indietro
-Benedetta!- la chiamò una voce maschile, lei si girò e guardò chi la chiamava
-Francesco- sussurrò sconvolta davanti al ragazzo che stava di fronte a lei ed Michele, il romano la guardò non capendo, Benedetta senza dire una parola si staccò da Michele e scappò all’interno della residenza lasciando i due ragazzi li sotto la pioggia.


     Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti!!! Questo lo eleggo, mio capitolo preferito, in assoluto. Mi piace quando ballano sotto la pioggia, sono molto teneri. Vi annuncio che, dato che ho finito di scrivere la storia, e quindi piano piano la pubblicherò, sto scrivendo dei missing moments della storia. Ci sentiamo presto
Un bacio
Francesca
 

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Ti voglio bene ***


Benedetta corse su per le scale fino ad arrivare in camera e a chiudersi dentro, Mia e Cristina la guardarono stupite
-Benedetta che è successo?- le chiese Mia
-C’è Francesco- disse Benedetta sedendosi sul letto con sguardo assente
-E chi è Francesco?- domandò Cristina non capendo
-È il mio ex-ragazzo- rispose lei distendendosi sul letto
-E cosa vuole?- chiese Mia
-Non lo so- rispose vaga Benedetta che fissava il soffitto. Nel frattempo, Michele era ancora davanti a Francesco
-Ciao- improvvisò Michele preso alla sprovvista –Io sono Michele, un amico di Benedetta- si presentò tendendo una mano al ragazzo davanti a lui
-Francesco, sono l’ex-ragazzo di Benedetta- disse stringendo a mano di Michele, lui rimase senza parole
-Se vuoi ti porto su da Benedetta- propose Michele dopo alcuni secondi durante i quali Francesco lo fissava senza dire niente
-No grazie- disse Francesco –Magari torno- aggiunse poi, Michele rimase li sotto la pioggia a guardare Francesco che si allontanava verso l’uscita, poi entrò nell’accademia salì fino al terzo piano e si diresse verso la camera delle ragazze, poi bussò alla porta
-Non ci voglio parlare con lui- sentì dire dall’interno della camera, sorrise, era Benedetta arrabbiata
-Benedetta sono Michele- disse lui poi, Cristina gli aprì e lo fece entrare, Benedetta era distesa sul letto con le mani sulla pancia che grazie alla felpa non si vedeva, lui andò vicino  a lei e si sedette sul letto, Benedetta lo guardò e poi si mise seduta
-Scusami se ti ho lasciato li da solo, ma io Francesco non lo voglio vedere- si scusò la biondina che ora era faccia a faccia con Michele
-Ha detto che forse ritorna- la informò il romano, lei sbuffò
-Speriamo di no- disse lei
-Ma ti ha lasciato lui oppure sei stata tu?- s’intromise Mia mentre si piastrava i capelli
-È stato lui- rispose laconica Benedetta
-Perché?- domandò ancora la ragazza, Benedetta guardò Michele poi guardò Mia
-Storia lunga- la liquidò lei
-Andiamo giù a provare il pezzo?- le propose Michele cercando di darle una mano
-Si dai- Benedetta gli sorrise e con lo sguardo lo ringraziò per averla tolta da quel discorso, Mia si strinse nelle spalle e guardò Cristina che non seguiva quello che stava accadendo perché era impegnata a mettersi lo smalto sulle unghie dei piedi, Michele si alzò dal letto e andò verso la porta, Benedetta prese il suo quaderno con i testi e lo seguì –Noi andiamo, ci vediamo  a cena- salutò Benedetta prima di uscire, Mia non ebbe il tempo di rispondere che l’amica aveva già chiuso la porta.
-Mic, ho paura che ritorni- si confidò Benedetta
-Magari non torna- ipotizzò Michele
-Magari si e conoscendolo, ritornerà- continuo la ragazza –Ho paura che gli altri scoprano il mio segreto- proseguì, Michele si avvicinò  a lei
-Stai tranquilla- la rassicurò lui
-E se è venuto per prendersi il bambino?- chiese ancora timorosa Benedetta
-Beh, adesso è impossibile- iniziò guardando la pancia di Benedetta, lei sorrise –Se poi vorrà, noi glielo impediremo, ti assicurò che sarò sempre al tuo fianco e che lui non potrà farti del male, ne a te, ne a pesciolino- continuò Michele, Benedetta lo abbracciò istintivamente, li in mezzo alla sala prove deserta, Michele guardò la scena nello specchio, sorrise mentre abbracciava Benedetta, le accarezzò la schiena e la rassicurò solo con la sua presenza
-Grazie- sussurrò ancora Benedetta appoggiata al petto del ragazzo, fece un respiro profondo, le sue narici furono invase dal profumo dell’amico che odorava di muschio e salsedine, il profumo che si ricollega al mare
-Proviamo- disse Michele, Benedetta si stacco e si sedette sullo sgabello, poi si guardò allo specchio, e iniziò a fissarsi la pancia, Michele cercò la base e la fece partire, poi iniziò  a cantare - I got chills, they're multiplyin', and I'm losin' control cause the power you're supplyin', it's electrifyin'- cantò mentre guardava Benedetta, poi aspettò che cantasse lei, ma la ragazza era intenta a fissare lo specchio  con aria assente, Michele si fermò e la guardò, poi sorrise, Benedetta era davvero bella e sembrava così piccola e indifesa, poi ritornò alla realtà, la musica continuava di sottofondo e Benedetta non accennava a cantare
-Benedetta!- la richiamò, ma lei non rispose –Benny!- la chiamò nuovamente, lei finalmente si girò verso di lui
-Scusami, ero assorta nei miei pensieri- si scusò lei, Michele fermò la base
-Pensavi a Francesco?- domandò il ragazzo quasi sottovoce
-No, mi guardavo nello specchio e fantasticavo sul mio fagiolino- rispose lei accarezzandosi la pancia
-Ti piace guardarti allo specchio?- le domandò il cantante, lei lo guardò e rise
-No, non molto, ma di questi tempi devo guardarmi di più per vedere se si vede la pancia- spiegò lei –E a te piace guardarti allo specchio?- domandò lei di rimando
-Per nulla, quando mi guardo mi vedo brutto, ma proprio brutto, così evito di guardarmi- raccontò lui, Benedetta lo guardò
-Davvero non ti piace guardarti allo specchio?- ripeté lei, lui annuì abbassando la testa
-Ma invece ti devi guardare, ogni tanto fa bene guardarsi, anche per l’autostima- ribatté Benedetta
-Eh ma proprio io non ci riesco, cioè proprio quando mi guardo proprio me vedo brutto, così evito de guardamme- replicò lui, lei si avvicinò a lui che stava seduto sulla sedia, e d’istinto lo abbracciò, lui si trovò spiazzato –Ma che fai?- le domandò retorico
-Ti abbraccio, no?- rispose lei, lui la guardò e la abbracciò anche lui –Ti voglio bene Mic- sussurrò Benedetta all’amico, lui per la seconda volta si trovò spiazzato dall’amica, e lui le voleva bene, si domandò tra se e se
-Anche io ti voglio bene Benny- confessò lui dopo averci pensato alcuni secondi, rimasero abbracciati per alcuni secondi, finche Giulio non li interruppe
-Ehila!- li salutò il trentino entrando nella stanza, Benedetta e Michele si staccarono automaticamente, Giulio si sedette sull’unica sedia libera e Benedetta rimase in piedi, Michele fece per alzarsi e lasciarle il posto –Vieni qua Benedetta, siediti sulle mie gambe- Giulio lo batté sul colpo, Michele quindi rimase seduto e Benedetta si sedette in braccio al gigante di Trento –Che facevate?- domandò Giulio, Michele guardò Benedetta
-Noi stavamo provando il nostro duetto- spiegò Benedetta, Michele annuì
-Volete che vi metto la base?- domandò Giulio, Benedetta girò lo sguardo in direzione di Michele, lui la guardò non sapendo cosa fare
-Ok- rispose lui, Giulio fece per alzarsi ma prima lasciò un bacio sul collo a Benedetta che non sfuggì di certo a Michele, la ragazza  fece finta di niente, Giulio andò al computer e aspettò che i due fossero pronti per far partire la base
- I got chills, they're multiplyin'- Michele partì a cantare, si mise davanti a Benedetta e iniziò a guardarla negli occhi, lei fece lo stesso, quanto era bella, pensò fra se e se -And I’m…- come andava avanti? Michele non si ricordava più la canzone, Benedetta lo guardò preoccupata –I’m… lose…- cercò di fare mente locale ma in mente aveva solo Benedetta, i suoi occhi verdi che a seconda della luce del sole diventavano grigi o addirittura azzurri, i suoi capelli biondi che le cadevano sempre in modo perfetto sulle spalle, il sorriso spettacolare che contagiava anche lui, il profumo fruttato che sapeva di pesca e di albicocca, la sua risata fresca e vivace come lei –And I’m lose the control, ‘cause the power…- si fermò di nuovo, le parole se ne erano andate e non sapeva come continuare la canzone, Giulio stoppò la base, Michele si girò verso di lui
-Mic, che ti prende?- gli chiese Giulio appoggiandosi al pianoforte davanti a lui
-Non so, me so scordato le parole, proprio un vuoto, non me ricordavo più niente- si giustificò lui
-Comunque è “And I’m losing control, ‘cause the power your supplying, it’s electrifying”- Giulio gli lesse il verso che si era scordato, lui annuiva colpevole, in quel momento Mia fece capolino nella sala
-Ehi stacanovisti!- li chiamò ironica –Andiamo a cena?- domandò subito dopo, Benedetta annuì e subito uscì dalla stanza, Giulio la seguì, Michele rimase nella saletta per alcuni secondi, poi seguì gli amici, Giulio nel frattempo aveva messo un braccio attorno alle spalle di Benedetta e rideva assieme a lei, Michele li guardò per pochi attimi poi girò lo sguardo per non fissarli troppo.




Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti! Eccomi con un nuovo capitolo ed ecco che nella nostra storia compare anche Francesco, il papà di Fagiolino, cosa farà Benedetta? Lo eviterà per sempre oppure accetterà di incontrarlo? Lo scopriremo molto presto. Nel frattempo Michele e Benedetta diventano sempre più amici, anche se Michele si scorda i testi delle canzoni guardandola. Ci sentiamo presto
Un bacio
Francesca
 

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Niente fiori ***


Alcuni giorni dopo, Michele e Benedetta erano a lezione e stavano provando per la millesima volta il loro duetto, questa volta anche con il balletto che gli era stato imposto di fare, finalmente, dopo le tante risate di Benedetta perché Michele si muoveva goffamente, il duetto sembrava filare liscio
- If you're filled with affection- Benedetta mise una mano sulla spalla di Michele e lo guardò in modo provocante, lui la guardava con distacco - You're too shy to convey, meditate in my direction- fece un giro attorno  a lui sempre guardandolo -Feel your way- si avvicinò all’orecchio destro quasi a sussurrarglielo
-You better shape up, cause you…- nuovamente Michele si scordò le parole, Benedetta alzò gli occhi al cielo, lui fece un gesto di stizza e il maestro fu costretto  a interrompere la base
-Che è successo Michele? – chiese il maestro
-Scusatemi, mi sono deconcentrato- si scusò Michele, Benedetta si sedette
-Che fai, guardi Benedetta e t’imbarazzi, ti dimentichi addirittura le parole?- ipotizzò il maestro, Michele diventò rosso in un attimo
-Beh, non è una brutta ragazza- balbettò il ragazzo passandosi una mano nei capelli
-Quindi è per questo?- lo incalzò il maestro divertito dalla situazione, Michele guardò per un attimo Benedetta che lo osservava imbarazzata
-No…no…, sono solo un po’ stanco- si giustificò lui
-Però vedo che ti distrai spesso, facciamo una prova, ora guardi Benedetta negli occhi e mi dici il testo della canzone- disse il maestro, Michele sgranò gli occhi
-Davvero?- domandò incredulo il ragazzo, il maestro annuì –Questa canzone?- chiese poi
-No, cantale “A chi mi dice”- gli ordinò –E tu non ridere eh!- mise in guardia Benedetta che stava già ridendo, subito si fermò e Michele si mise davanti a lei
-Sorriderai e ti rivedo come sei- cominciò fissando la bella ragazza negli occhi, lei cercò di non scoppiare a ridere e si limitò a sorridergli dolcemente –Incrocerai lo sguardo mio per poi dirgli… dirmi- esitò alcuni secondi sempre guardando Benedetta  -Addio e mentirei se ti dicessi ora vai, oramai, oramai…- si riprese –A chi mi dice, che sto male pensandoti, tu sorridi voltandoti verso lui- continuò
-Ok, ok la sai. Ogni tanto ti agiti e ti sconcentri, ma non capisco perché sei distratto o perché guardi lei e ti imbarazza, di conseguenza ti dimentichi le parole- spiegò il maestro, Michele lo guardò e annuì –Bene dai, a parte la testa di Michele, con il duetto ci siamo, vi viene molto bene, si vede che vi state impegnando e ricordatevi che quando poi i professori vi valuteranno, ne terranno conto dell’impegno che ci mettete settimana dopo settimana per l’esibizione del sabato- continuò il maestro, poi guardò l’orologio –Beh, è ora di pranzo, quindi vi lascio andare- concluse congedando i due ragazzi. Michele e Benedetta dopo aver salutato il maestro si diressero verso la sala mensa
-Quindi quando mi guardi perdi le parole?- domandò maliziosa Benedetta, Michele spalancò gli occhi e diventò subito rosso
-No,…. cioè… non mi sconcentro perché ti guardo- si giustificò Michele passandosi una mano sulla nuca, Benedetta lo guardò e poi annuì, una ragazza andava verso di loro con in mano un mazzo di fiori, Benedetta non la considerava
-Scusa- la ragazza si rivolse a Benedetta che si fermò e le sorrise amichevolmente –Sei tu, Benedetta Ferrari?- chiese ancora la ragazza, Benedetta annuì, la ragazza le porse il mazzo di fiori –Li ha lasciati un ragazzo per te in segreteria- spiegò, Benedetta li prese stupita, Michele assisteva alla scena in silenzio
-Grazie- ringraziò Benedetta, la ragazza li lasciò soli nel corridoio vuoto, Benedetta guardò il maestoso mazzo di fiori che teneva tra le braccia, Michele la osservava mentre camminava spedita verso l’esterno –Lo sapeva…lo sapeva- ripeteva a bassa voce Benedetta che sembrava arrabbiata, uscì in giardino seguita da Michele, individuò un cestino e ci buttò dentro il mazzo di fiori, Michele la guardò sconvolto
-Perché li hai buttati?- le domandò subito
-Odio i fiori- sentenziò arrabbiata
-Perché?- chiese il ragazzo
-È una cosa stupida- ribatté lei, si mise le mani tra i capelli –Lo fanno tutti, e poi è troppo romantico- continuò lei andando verso la residenza seguita da Michele che le correva dietro –Fiori per festeggiare i mesi, fiori per dire qualcosa, fiori per farsi perdonare- disse entrando all’interno della residenza e imboccando le scale dirigendosi in camera sua –Per non parlare delle rose, le detesto- continuò mentre Michele la seguiva, a metà corridoio si fermò e si girò verso il ragazzo che aveva il fiatone –E lui lo sapeva, che detesto le rose e che odio quando mi regalano i fiori e lui me li ha mandati comunque- Michele si appoggiò al muro e fissò la ragazza infuriata davanti a se –E crede che lo perdoni? Ma non ci penso proprio- concluse la ragazza
-Dai Bene, non te la prendere, magari non si ricordava- le disse Michele, lei si mise le mani sui fianchi e  si tirò la maglietta lasciando intravedere la pancia
-Non difenderlo Michele!- gli intimò lei –Non ci provare, voi siete tutti uguali!- continuo lei, Michele le fissava la pancia, poi sentii dei passi dietro di se, istintivamente abbracciò Benedetta che si ritrovò spiazzata, Giulio e Mia ridevano camminando per il corridoio, Benedetta rimase in silenzio, perché Michele l’aveva abbracciata, Mia guardò i due stretti nell’abbraccio poi lanciò un’occhiata a Giulio
-Mic, Benny!- li chiamarono i due ragazzi, Michele si staccò e Benedetta rimase allibita ma cerco di mascherarlo, Michele si passò una mano nei capelli
-Ehi Giulio- salutò il compagno –Mia- la salutò, Benedetta non parlò
-Non venite giù a mangiare?- domandò Mia
-Si si, stavamo andando- s’inventò Michele, Giulio li squadrò poco convinto
-Beh, noi arriviamo subito- disse Giulio –Voi avviatevi- disse a Michele e alla biondina, loro annuirono e si diressero verso l’ascensore, quando furono dentro, lontani da orecchie indiscrete, Benedetta iniziò a fissare Michele
-Che c’è?- domandò Michele
-Perché mi hai abbracciato?- chiese lei di rimando
-Ti si vedeva la pancia, se qualcuno ti avesse visto avrebbe capito- spiegò Michele, Benedetta non rispose, si girò verso lo specchio e si guardò, di profilo, per osservare la pancia che cresceva, poi si girò verso Michele
-Mi sa che dovrò dirlo, tra un po’ si vedrà anche con le felpe e i maglioni pesanti- disse Benedetta
-Lo sai che se hai bisogno io ci sono- le ricordò Michele, lei gli sorrise dolcemente e annuì.



Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti! Ho finalmente un attimo libero per aggiornare questa storia, ma purtroppo sono stata impegnata con la maturità e purtroppo lo sono ancora, non potrò dire di essere matura fino al 7 Luglio, giorno del mio esame orale. Detto questo mi scuso per il ritardo, ma il motivo credo sia validissimo. Mi dispiace che questa storia che riceveva sempre molte recensioni, oggi non ne riceva più, nonostante tutto manderò avanti la storia per i lettori affezionati e anche per chi legge in silenzio, ciò non toglie che le recensioni, negative e positive, facciano sempre piacere. Non credo che posterò prima del 7, ma può essere
Buone vacanze a chi va a scuola e buono studio/lavoro a tutti gli altri
Francesca
 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Wendy ***


Passarono alcuni giorni e finalmente arrivò il sabato, mentre i ballerini rifinivano le coreografie, ai cantanti era stata concessa una mattinata libera, così Mia decise di andare a fare un po’ di shopping assieme ad altre ragazze mentre Benedetta preferì rimanere in camera a riposarsi, iniziò  a leggere un libro che si era comprata alcune settimane prima che ancora non era riuscita a leggere, ci riuscì finché non bussarono alla porta, così abbandonò il libro per andare ad aprire
-Ehi! Ciao- salutò Benedetta, Giulio e Michele che stavano sulla porta –Entrate- li invitò facendogli spazio, i due entrarono, Michele si buttò sul letto di Cristina mentre Giulio dopo aver dato un bacio sulla guancia a Benedetta la prese in braccio e si andò  a sedere sul letto di Mia –Quanto sei scemo- lo rimproverò ridendo Benedetta, Michele li guardava in silenzio, Giulio senza dire niente iniziò a fare il solletico a Benedetta che subito cominciò a ridere e a contorcersi, Michele li guardava senza espressione, un po’ contrariato, i due d’altro canto sembravano divertirsi senza fare troppo caso ad Michele, proprio in quel momento bussarono alla porta, Giulio e Benedetta non sentirono, così Michele si schiarì la voce un paio di volte e finalmente i due smisero di ridere e guardarono il cantante con il ciuffo
-Hanno bussato- annunciò Michele indicando la porta, Benedetta si alzò e dopo essersi messa apposto la felpa andò ad aprire, quando si ritrovò davanti Francesco, d’istinto chiuse la porta, ma lui glielo impedì mettendo un piede tra lo stipite e la porta, Michele si mise una mano sulla fronte, Giulio lo guardava interrogandosi su chi fosse
-Non ti voglio vedere, ne tantomeno parlare- disse Benedetta spingendo la porta
-Ti prego- la pregò Francesco, lei lo guardò negli occhi arrabbiata
-Ho detto di no- ripeté alzando la voce
-Benny- la chiamò Michele, lei si voltò –Magari vuole dirti qualcosa d’importante- provò a dire il ragazzo, lei sbuffò ed aprì la porta per far entrare Francesco, che sbarrò gli occhi quando trovò Michele seduto su un letto e Giulio su di un altro
-Vi dispiace uscire?- domandò Benedetta ai due ragazzi, loro senza dire niente si alzarono e uscirono chiudendo la porta
-Chi è?- domandò Giulio ad Michele appena furono in corridoio
-È l’ex-ragazzo di Benedetta- rispose Michele, Giulio lo guardò sembrava agitato
-Ah beh, io vado un po’ fuori, tu che fai?- domandò il trentino al romano
-Io vado in camera, ne approfitto per ripassare per oggi pomeriggio- rispose Michele, Giulio annuì e andò verso le scale, Michele fece per aprire la porta ma, appena Giulio scomparse sulle scale, la richiuse e si sedette davanti alla camera delle ragazze.
-Vedo che ti tratti bene- le fece notare Francesco riferendosi a Michele e Giulio, Benedetta teneva le braccia incrociate al petto
-Sono solo amici, e comunque non te ne deve fregare di quello che faccio io-  le disse la ragazza –Cosa sei venuto  a fare? Cosa vuoi da me?- gli chiese dura
-Sono venuto a vedere come stai- rispose lui abbassando la testa, lei alzò gli occhi al cielo
-Adesso?- domandò retorica –Solo adesso mi vieni a chiedere come sto?- chiese ancora –Tre mesi fa, quando chiedermi come stavo era la cosa più giusta da fare, tu non l’hai fatto, anzi…- riprese fiato – Quando ti ho detto che ero incinta perché non mi hai chiesto come stavo? Quando avevo bisogno di te, tu dov’eri?- continuò senza volere una risposta –Mi hai lasciato da sola, mi sono ritrovata da sola con un segreto più grande di me da nascondere- continuò con le lacrime agli occhi
-Scusami, avevo paura- fu l’unica cosa che Francesco riuscì a dire, Benedetta allargò le braccia
-Avevi paura? E io? Credi non avessi paura? Francesco, ho solo 19 anni, cosa credevi? Che fossi la ragazza più felice dell’universo? Ho avuto paura anch’io, e tu, invece di starmi vicino, di dirmi che sarebbe andato tutto bene, cos’hai fatto? Mi hai urlato addosso dandomi della stupida perché ero incinta, perché secondo te tutta la colpa ricadeva su di me- disse tutto d’un fiato la bionda, Francesco si avvicinò a lei -Mi hai abbandonato, e ora hai il coraggio di venire qui a chiedermi come sto?- domandò retorica lei –Sei arrivato tardi, il treno è già passato, ti svegliavi prima- continuò Benedetta, Francesco si avvicinò ancora di più, Michele da fuori sentita tutto, Benedetta urlava –Quando sei scappato sono stata malissimo, mi sono vista cadere il mondo addosso, ho inventato scuse su scuse per non rivelare che ero incinta ed era quello il motivo per cui mi avevi lasciato. Mi hanno detto “eliminalo” e io l’ho fatto, ti ho eliminato dagli amici di Facebook, dai contatti e-mail, dalla rubrica. Mi hanno detto “togli le sue foto” e io l’ho fatto, ho tolto tutte le foto che avevo appeso in camera, quella su comodino, quelle nel diario. Mi hanno detto “Liberati di tutto ciò che ha a che fare con lui” e io l’ho fatto, ho buttato via magliette, scatole di cioccolatini, lettere, cancellato messaggi, eliminato canzoni che mi ricordavano te. Mi hanno detto “dimenticalo” e io l’ho fatto, mi sono trasferita qui, mi sono fatta nuovi amici, ho iniziato a ridere di nuovo, ho anche iniziato a preoccuparmi per lei o lui, e ora, dopo che io ho fatto tutto questo, tu arrivi qui, pretendi che ti perdoni e che ricominci la mia vita con te?- urlò Benedetta tra le lacrime, Francesco le tirò uno schiaffo, Michele da fuori sentì il rumore sordo, non ci pensò due minuti, entrò nella stanza, Benedetta piangeva, la sua guancia era rossa, Francesco lo guardò sconvolto, Michele si avventò su di lui prendendolo per il bavero della giacca
-Non la devi neanche toccare!- gli urlò Michele fuori di se –Vattene da qui, esci dalla vita di Benedetta- continuò lui, Francesco lo fissava stringendo i pugni
-Ma tu chi cazzo sei?- gli domandò furioso Francesco prima di scagliargli un pugno nell’occhio destro, Benedetta si mise ad urlare e andò a dividere i due ragazzi
-Sono quello che ti riempie di botte se entro due secondi non sei fuori da questa stanza- lo intimidì Michele fuori di se -Lascia in pace Benedetta!- gridò ancora lasciando Francesco, che subito uscì dalla stanza lasciando soli i due ragazzi, Benedetta subito si rifugiò tra le braccia di Michele, appoggiò la testa sul suo petto fino a sentire il battito accelerato del ragazzo, lui la strinse a se senza dire niente, lei piangeva
-Scusami Mic, scusami tanto, è tutta colpa mia- si scuso la biondina tra le lacrime, Michele la strinse a se
-Non dirlo neanche per scherzo, non è colpa tua- le rassicurò Michele, lei si staccò e guardò l’occhio destro di Michele, si stava gonfiando
-Ti fa tanto male?- chiese Benedetta, lui annuì
-Ma per te questo ed altro- rispose Michele, toccandosi l’occhio, Benedetta aprì il piccolo frigo che avevano in camera
-Vediamo se trovo del ghiaccio- annunciò cercando dentro il frigo –Con Cristina in camera può essere che ne abbiamo- continuò mentre Michele si sedeva sul letto –Trovato!- gioì Benedetta tirando fuori una busta ghiacciata che prontamente appoggiò sopra l’occhio dolorante di Michele
-Cosa ti ha fatto quel bastardo?-domandò Michele tenendosi il ghiaccio sull’occhio
-Mi ha tirato uno schiaffo, ma così, senza un motivo apparente, e poi sei entrato tu e…- si fermò -…sappiamo com’è andata a finire- concluse indicando l’occhio di Michele -Mic?- lo chiamò, lui si girò verso di lei –Ho paura che mi venga a picchiare di nuovo- disse sottovoce, lui le prese il mento e glielo alzò facendo in modo che la guardasse negli occhi
-Non ci pensare minimamente, ci sarò io a difenderti, non devi avere paura- la rassicurò lui abbracciandola, lei annuì -Sai, non assomigli affatto ad una principessa- le disse cercando di cambiare discorso e di distrarla un po’, lei si staccò dall’abbraccio –Sei più Wendy di Peter Pan- le disse, lei sorrise
-E allora tu sei il mio Peter Pan- rispose Benedetta spostandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio
-Ma poi Peter Pan e Wendy si mettono insieme?- domandò lui
-Beh, invece questa volta Peter Pan si metterà con Trilly- continuò Benedetta, lui la guardò senza capire -Trilly sarebbe Ilaria- le fece capire lei
-Ah ok, ora ho capito mia piccola Wendy- le disse ridendo
-Ti voglio bene, Peter- gli disse lei abbracciandolo.


Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti! Vi ho fatto una sorpresa! ho aggiornato prima del 7. Non vedo l'ora di farvi leggere i nuovi capitoli, così ho pensato di accelerare la pubblicazione di capitoli già editi.Ringrazio infinitamente chi ancora recensisce, siete molto importanti. Ora vi lascio
A presto
Francesca
 

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Come Sandy e Danny ***


Quando scese a pranzo, l’occhio di Michele si era gonfiato e scurito e subito i suoi amici lo notarono
-Che hai fatto all’occhio?- gli domandò Giulio mentre il romano si sedeva a tavola
-Ho sbattuto contro lo spigolo del comodino- mentì Michele, Giulio guardò Federico
-Ma come hai fatto?- gli chiese incredulo il ballerino
-Mi era caduta una cosa sotto il letto e quando mi sono tirato su ci ho preso contro- spiegò Michele mentre Benedetta entrava in sala mensa assieme a Cristina, i due amici annuirono poco convinti, sapevano che l’amico era un po’ sbadato ma addirittura prende contro il comodino, sembrava troppo anche a loro
-Oddio Mic! Che hai fatto?- gli domandò sconvolta Cristina mentre Benedetta lo guardava preoccupata
-Ho preso una bella botta contro il comodino- raccontò lui, Benedetta si sedette e abbassò la testa
-Ma scusa e ti esibisci così oggi pomeriggio?- gli chiese Cristina mentre si condiva l’insalata
-Ho altre possibilità?- chiese lui, Cristina scosse la testa
-Beh, veramente se vuoi posso provare a nasconderlo con i trucchi- ipotizzò Benedetta prendendo parte alla discussione
-Magari poi gli metti un po’ di mascara, un ombretto nero e anche il rossetto rosso- la prese in giro Giulio seguito da Federico che si mise a ridere
-Spiritosi- li apostrofò Cristina –Benedetta ha ragione, il trucco fa miracoli, a volte pure io, i lividi che ho sulle gambe li copro con il fondotinta- raccontò la ballerina, Benedetta annuiva mentre Michele ascoltava serio e Giulio e Federico ridevano
-Ok, solo se non mi fate diventare un pagliaccio- accettò Michele, Cristina e Benedetta si guardarono e si batterono il cinque
-Non si vedrà più- gli assicurò la bella siciliana.
Subito dopo pranzo, Michele si recò in camera delle ragazze per farsi sistemare, l’occhio nero, Benedetta lo fece sedere sul letto, gli puntò la luce della lampada addosso  e gli posizionò la testa per riuscire a coprire, ne modo migliore, il livido
-Ahia!- urlò Michele appena Benedetta gli passò il dito pieno di fondotinta sotto l’occhio, lei subito si fermò
-Allora- disse ad Michele –Patti chiari e amicizia lunga, se vuoi che lo nasconda devi farti toccare. Non urlare in continuazione, sei una maschio, un po’ di resistenza- gli disse alterata gesticolando, lui annuì e si rimise in posizione, Benedetta ritornò a sistemare il fondotinta per compattarlo, Cristina seguiva le operazioni e dava istruzioni su dove coprire di più, Michele soffriva in silenzio stringendo il copriletto a fiori di Benedetta, così dopo svariati minuti e strati di fondotinta l’occhio del ragazzo appariva come nuovo, il livido era stato coperto, proprio in quel momento Mia entrò nella stanza, Benedetta prese Michele per le spalle e lo girò verso la ragazza che era appena entrata nella camera
-Mia, vedi qualcosa di strano?- le domandò la biondina, la castana si fermò  e osservò Michele
-No, cosa dovrei vedere?- chiese senza capire Mia
-Niente niente, Michele aveva un livido sotto l’occhio così glielo abbiamo coperto per l’esibizione- spiegò Cristina mentre si riscaldava sul pavimento della stanza, bussarono alla porta e Mia aprì immediatamente
-Ma come?- si chiese Giulio entrando nella stanza seguito da Federico  –E il rossetto rosso dov’è?- continuò scherzando, Michele sorrise, Cristina alzò la testa seria e Benedetta incrociò le braccia, Mia osservò la scena divertita
-Siete pronti?- chiese Federico, Benedetta annuì e Michele si alzò dal letto, Mia appoggiò alcuni sacchetti sul suo letto, Cristina si alzò e prese la borsa e assieme si recarono nell’auditorium e aspettarono che il preside facesse cominciare le esibizioni, Michele si sedette vicino a Federico, Benedetta vicino a Giulio e Mia e Cristina trovarono posto una fila più indietro, Giulio e Benedetta iniziarono a ridere e scherzare tra di loro e ogni tanto si scambiavano qualche bacio sulla guancia, Michele chiacchierava con Federico ma fissava i due amici
-Buongiorno ragazzi- il preside finalmente prese la parola –Sono felice di vedervi tutti qui- disse –Questa settimana avevate un compito speciale, ballare e cantare su dei pezzi da musical, ogni classe aveva un musical da interpretare- spiegò il preside –Bene, direi di non perdere altro tempo e partire con “Mamma mia”- concluse.
Dopo l’esibizione di due classi il preside chiamò finalmente “Grease” così i ragazzi andarono a prepararsi, i pezzi si susseguirono uno dietro l’altro
-Pronta?- chiese Michele cingendo Benedetta per i fianchi, lei annuì, poi si guardò fasciata in un paio di leggins e un top nero non troppo aderente
-Non si vede vero che sono incinta?- gli chiese la ragazza agitata, Michele la scrutò alcuni secondi, il pancino si intravedeva appena, ma non dava nell’occhio
-Stai tranquilla- la rassicurò lui
-Tu cerca di non dimenticarti le parole- rispose Benedetta, lui le sorrise dolcemente –Non sbagliare i passi, mi raccomando- gli raccomandò lei pochi secondi prima che la base iniziasse, lui le fece un segno di assenso e la girò verso il palco, Benedetta uscì sul palco appena la base partì, guardò Cristina che ballava sullo sfondo stretta in uno di quei gonnelloni anni ’50 con due code di cavallo, la siciliana strizzò l’occhio alla bionda
-I got chills, they're multiplyin', and I'm losin' control- Michele iniziò a cantare seguendo Benedetta che camminava con fare seducente -Cause the power you're supplyin', it's electrifyin'- si buttò ai suoi piedi
-You better shape up, cause I need a man- Benedetta mise un dito sotto il mento di Michele e lo aiutò a tirarsi su -And my heart is set on you, you better shape up, you better understand- gli mise una mano sul petto e lo spinse facendolo indietreggiare -To my heart I must be true- disse lei appoggiandosi le mani sul petto, cantarono insieme il ritornello e ballarono, a Benedetta veniva da ridere, Michele copiava spudoratamente dai ballerini
-If you’re filled , you’re to shy to convey- Benedetta mise una mano sulla spalla di Michele e fece un giro attorno a lui -Meditate in my direction. Fell your way- Michele la prese e le fece fare un casque, poi subito la tirò su
-You better shape up, cause you need a man- Michele canto allontanandosi da Benedetta a cui girava leggermente la testa
-I need a man, who can keep me satisfied- Benedetta continuo a cantare cercando di non far vedere che stava male e a muoversi
-You better shape up, if I’m gonna prove- Michele le si avvicinò e si trovarono di nuovo di fronte
-You better prove, that my faith is justified- Benedetta prese la mano ad Michele e gliela strinse, lui la guardò non capendo quel piccolo fuori programma
-Are you sure?- Michele mise la mani sui fianchi di Benedetta e si spostò in avanti
-Yes I’m sure down deep inside- Benedetta gli mise le braccia attorno al collo, i ballerini iniziarono a ballare il ritornello, mentre Michele e Benedetta si muovevano prima verso l’uno e poi verso l’altra
-The one I need, oh yes indeed- Michele prese in braccio Benedetta che ancorò le gambe attorno al bacino del ragazzo, iniziarono a volteggiare e Benedetta si sentì svenire più di prima, chiuse gli occhi e li riaprì quando la canzone terminò
-Mic, mi gira la testa- sussurrò la bionda
-Come ti gira la testa?- chiese, stupidamente, il ragazzo
-Non ti è mai girata la testa?- rispose Benedetta retorica
-Ma adesso c’è l’ultima canzone…- le fece notare Michele, lei si girò lentamente verso di lui
-Ma secondo te, l’ho programmato?- chiese lei sarcastica, lui scosse la testa
-Non ce la fai a resistere?- domandò lui
-Se non svengo, si- concluse Benedetta, Michele la prese per un braccio e la trascinò verso il fondo del palco, nascondendosi dietro gli altri ragazzi che stavano prendendo posizione per l’ultima esibizione corale
-Ora stammi vicino, se ti senti svenire, cerca di avvertirmi prima- le disse Michele tentando di muoversi al meglio e cantare, Benedetta annuì e iniziò a muoversi.
Quando il tutto finì, Michele e Benedetta si precipitarono fuori dall’auditorium, il cantante sosteneva la biondina
-Mic io… mi sen…- Benedetta non fece in tempo a finire la frase che si accasciò a terra, Michele cercò di tenerla su, ma Benedetta era diventata improvvisamente più pesante, lentamente la mise per terra e le alzò le gambe, aveva sempre visto fare così nei film, solitamente però si riprendevano subito, mentre Benedetta non sembrava volersi risvegliare, Michele guardò a destra e poi a sinistra, il corridoio era deserto, ritornò a guardare Benedetta incosciente, senza pensarci due volte la prese in braccio, uscì dalla scuola e si diresse più veloce che poté verso la residenza, prese l’ascensore e Benedetta non dava alcun segno di vita, riuscì ad aprire la porta della sua stanza e ad adagiarla sul primo letto libero
-Benedetta, Benedetta!- la chiamò scuotendola delicatamente.


Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti! Sono ritornata con un nuovo/vecchio capitolo, Benedetta si riprenderà? Michele sarà in grado di prendersi cura di lei? Grazie a chi legge ancora
Un bacio
Francesca
 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Pericolo scampato ***


Alcuni secondi dopo lei sbatté le palpebre e Michele tirò un sospiro di sollievo, Benedetta mise a fuoco l’immagine e vide Michele con un espressione preoccupata, cosa era successo? Girò lo sguardo per captare il luogo in cui si trovava, comodino disordinato, una valigia aperta sul letto vicino al quello dove era lei, una chitarra, anzi la chitarra di Giulio, se la ricordava bene, cercò di ragionare, se quella era la chitarra di Giulio allora lei era in camera di Giulio, che poi era anche quella di Federico e Michele … Michele, puntò lo sguardo su di lui

-Mic…- disse soltanto, poi si girò verso la finestra, era aperta, eppure, era quasi novembre e il freddo cominciava a farsi sentire, Michele la guardava aspettando che parlasse –Ho freddo- disse poi, Michele si alzò di scattò dal letto e si guardò intorno

-Una coperta, una coperta. Dove la trovo una coperta?- continuò a ripetere agitato, iniziò a cercare dappertutto, aprì l’armadio, fissò i letti, poi si accorse che la finestra era aperta, così si precipitò a chiuderla, subito si mise a cercare ancora qualcosa che tenesse al caldo Benedetta –Non c’è una coperta!- constatò mettendosi le mani sui fianchi –E ora con cosa ti copro?- chiese a Benedetta, lei lo guardò senza rispondere –Ce l’ho!- esultò tutto d’un tratto, aprì nuovamente l’armadio e rovistò in uno dei cassetti fino a quando ne tirò fuori una felpa rossa con il bordo bianco, aprì la zip e la stese sopra il corpo di Benedetta a mo’ di coperta, poi si sedette vicino  a lei

-Cos è successo?- domandò lei con un fil di voce

-È successo che sei svenuta- le raccontò Michele accarezzandole i capelli

-Dove?- chiese ancora Benedetta

-In corridoio, subito fuori dall’auditorium, non ti svegliavi, così ti ho portato qua- spiegò il ragazzo, lei lo guardò senza rispondere –Come ti senti?- domandò Michele

-Mi gira tutto, ho la sensazione di precipitare nel vuoto - disse Benedetta lentamente

-Ti prendo un bicchier d’acqua con lo zucchero- annunciò Michele alzandosi dal letto

-Secondo te qualcuno ha capito qualcosa?- domandò quasi sottovoce mentre Michele trafficava con l’acqua e lo zucchero

-In che senso?- chiese lui, Benedetta si puntellò sui gomiti e si mise seduta, la testa le girava ancora più forte

-Hanno capito che sono incinta…- continuò la ragazza, Michele si girò verso di lei e le porse il bicchiere

-Non lo so se hanno capito, spero di no. Resta il fatto che dobbiamo affrontare questo argomento una volta per tutte- disse Michele mentre Benedetta beveva

-Ok, per ora posso ancora tenerlo nascosto, quando la pancia comincerà a farsi vedere allora lo dirò- replicò Benedetta appoggiando il bicchiere sul comodino –Fammi vivere questi ultimi giorni da ragazza normale, quando tutti lo verranno a sapere scatterà il finimondo- continuò lei facendo gli occhioni dolci ad Michele, lui incrociò le braccia e guardò verso la finestra

-Ok- sbuffò Michele, Benedetta gioì battendo le mani -Quando fai gli occhioni come il gatto con gli stivali di Shrek non riesco a dirti di no- continuò lui

-Ti si compra con poco, Corsi- notò la piccola bionda

-È solo perché sei incinta, non ti esaltare- la fermò subito il ragazzo, lei fece finta si rattristarsi appoggiandosi al cuscino –Ora come stai?- domandò Michele cambiando discorso

-Meglio- rispose lei facendo per alzarsi dal letto, subito le gambe le cedettero, ma prima che potesse cadere, Michele la tenne in piedi, lei alzò lo sguardo per incontrare quello del romano col ciuffo, Michele la fissò negli occhi castani tenendola stretta a lui, si fissavano immobili, occhi negli occhi, corpo a corpo

 -Mi sa che è meglio che ti porto nella tua stanza, così riposi un po’- si riprese Michele allontanandosi di alcuni passi, lei annuì e dopo aver guardato un ultima volta Michele, uscì dalla stanza, lui la guardò uscire e poi si lasciò cadere sul letto, si maledisse, l’avrebbe potuta baciare, ma lei sicuramente lo avrebbe respinto. Benedetta si appoggiò alla porta della sua camera e guardò quella dei ragazzi da cui era appena uscita barcollando un po’, lei e Michele erano stati vicini, forse troppo vicini e lei avrebbe voluto baciarlo e lasciarsi andare stretta nelle sue braccia, scosse la testa e si distese lentamente sul suo letto, chiuse gli occhi e pensò a Michele, il suo ciuffo sempre a posto, il sorriso splendido che riusciva a far ridere anche lei, gli occhi color nocciola con i quali si era scontrata la prima volta che si erano visti. Che avesse una cotta per il bel cantante, le era ormai chiaro, ma se provasse qualcosa di più non riusciva a capirlo, dava la colpa agli ormoni, dopotutto era incinta e si sa, le donne incinte sono più vulnerabili, ma se questo porti anche a ingigantire le cotte, Benedetta non lo sapeva.

 

La sera stessa i ragazzi si trovarono nella stanza delle tre ragazze per chiacchierare e fare compagnia a Mia che aveva la febbre, Federico e Cristina erano seduti vicini e ascoltavano la musica dallo stesso Ipod, Michele stava seduto appoggiato all’armadio e Giulio seduto sul letto di Benedetta la teneva tra le sue gambe

-Scusateme rigà, so che non è il sabato sera che ve aspettavate- si scusò Mia  tirando su con il naso

-Stai tranquilla Mia…- iniziò Giulio -È un sabato sera….alternativo- concluse poi stringendo a se la piccola biondina, Michele osservava la scena seduto e non staccava gli occhi di dosso dal trentino, che, secondo il romano dal ciuffo ribelle, stava prendendosi troppa confidenza con la piccola e indifesa Benedetta, era pure fidanzato, pensò ancora mentre Giulio rideva e scherzava assieme alla romana, ridevano, vicini troppo vicini, ad Michele iniziava veramente a stare sui nervi il comportamento dei due amici, erano sempre attaccati, ridevano, giocavano, scherzavano e no, questo non andava bene ad Michele. Eppure il romano non riusciva a spiegarsi tutto il nervoso nei confronti dell’amico, certo gli voleva bene, ma appena iniziava a sbaciucchiare Benedetta, parlare con lei, stringerla a se, non riusciva a volergli bene, l’avrebbe, invece, appeso al muro volentieri

-Oh Michè!- lo chiamò con voce flebile Mia, Michele fu costretto a girarsi

-Che voi?- domandò infastidito all’amica

-Intanto te calmi- iniziò Mia sistemandosi il cuscino per sedersi più comodamente –Poi, niente t’ho chiamato perché me parevi incantato- rispose Mia

-No, stai calma te… e comunque, non m’ero incantato- disse Michele piccato

-Lascialo stare Mia, c’ha la luna storta- s’intromise Giulio

-Oh ma te, de che t’impicci?- chiese seccato Michele all’amico, lui rimase in silenzio per alcuni secondi

-Te l’ho detto ha la luna storta- concluse il ragazzo parlando con Mia, Michele lo guardò arrabbiato, poi allargò le braccia, si alzò e andò verso la porta

-Vado  a letto, buonanotte- disse freddo prima di uscire dalla stanza sbattendo la porta, Mia rimase in silenzio a fissare la porta chiusa, Benedetta guardava Giulio incredula, cos’era successo a Michele? Cristina e Federico avevano abbassato il volume dell’Ipod e assistito alla scena

-Che cavolo gli è preso?- chiese Cristina

-Ma che ne so, è stato in silenzio tutta la sera e adesso s’incazza per niente, avrà le scatole girate- ipotizzò Mia, Cristina fece spallucce e si infilò nuovamente le cuffiette assieme a Federico.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** No, non è la gelosia ***


Il lunedì successivo i ragazzi tornarono a lezione, Michele era seduto vicino a Mia mentre Benedetta e Giulio stavano l’uno in braccio all’altro dalla parte opposta della sala prove

-Buongiorno ragazzi- li salutò come al solito il maestro Pino Perris entrando in aula e zittendo i ragazzi –Volevo farvi i miei complimenti per sabato- disse sedendosi alla scrivania –Siete stati tutti bravissimi, in particolare mi hanno colpito Giulio e Benedetta che ho deciso di premiare con un duetto per sabato prossimo, che ve ne pare?- chiese ai due ragazzi, Giulio prima guardò il professore e poi Benedetta che lo stava fissando sorridente

-Magnifico- disse Giulio incredulo  e stringendo Benedetta a se, lei cerco di stare lontana dal trentino per paura che questo le toccasse la pancia, Michele li guardava inespressivo

-Perfetto, ora dirò gli altri pezzi assegnati, a Paolo e Deborah “You shook me all night long”, a Michele e Miriam “Endless Love”. A Giulio e Benedetta “The lady is a tramp”, poi come singoli a Mia”Can’t hold us”, a Deborah “I have nothing”, a Luca “Mad world”, a Benedetta “Rather be”, ad Michele “Against the odds”, a Nicole “La notte”-poi continuò con altri brani, terminato poi di distribuire i testi invitò i ragazzo a cominciare ad esercitarsi, Giulio, Benedetta, Mia e altri ragazzi andare a provare nelle sale prove, qualcuno optò per iniziare a memorizzare il testo, altri, come Michele decisero di ascoltare il brano assegnatoli per cercare di capirlo ed interpretarlo al meglio. Il romano si mise in un angolo della stanza e accese il suo Ipod con il foglio del brano in mano, premette il tasto play e iniziò  a leggere il testo tradotto in italiano “And you comin back to me is against the odds” andò a vedere cosa significasse in italiano, anche se già ne aveva una vaga idea, era sempre stato bravo in inglese “E tu che ritorni da me é contro ogni probabilità”, ripenso a quel bacio dato a Benedetta e a ciò che era successo dopo, Ilaria, l’arrabbiatura di Benedetta. Certo avevano fatto pace ed erano tornati amici come prima, ma come diceva la canzone era contro ogni probabilità che lei tornasse da lui. Poi pensò che mentre lui era li a studiare il testo, lei era con Giulio che provava il duetto, gli salì una rabbia improvvisa ed un istinto di strangolare Giulio che stringeva troppo Benedetta, passava troppo tempo assieme a lei, stavano sempre troppo vicini, nelle sue orecchie la canzone continuava a suonare a vuoto, Michele era troppo perso nei suoi pensieri per fare attenzione al testo. Abbandonò i fogli sul tavolo e si diresse nelle sale dove stavano provando i suoi amici, entrò e li vide, in piedi uno vicino all’altra che ridevano assieme mentre il maestro cercava la base, Mia seduta assieme ad altri compagni intercettò lo sguardo di Michele e lo invitò a sedersi accanto a lei

-Che fai qui?- gli domandò Mia dopo che il ragazzo gli fu vicino

-Sono venuto a seguire le prove, così dopo provo pure io- s’inventò Michele, Mia annuì  e si girò verso i due amici che avevano iniziato a provare, Michele puntò gli occhi addosso a Giulio che guardava Benedetta negli occhi, lei ricambiava lo sguardo sorridente, si alternava cantando la canzone e facendo evoluzioni con la voce, Michele adorava la voce della biondina, così piccola  con una voce potentissima, lasciava sempre tutti a bocca aperta, Giulio si avvicinò pericolosamente a Benedetta, Michele distolse lo sguardo solo per un attimo, Giulio stava esagerando, ma cosa poteva fare per impedirglielo?

 

Il pomeriggio Michele e Giulio erano da soli in camera, Federico era uscito assieme a Cristina per un po’ di “shopping da ballerini”, come l’avevano chiamato loro, così Michele scrutò l’amico che stava ripassando il duetto con Benedetta, le cuffie in testa e il foglio davanti agli occhi, alcuni secondi dopo alzò lo sguardo verso Michele che subito abbassò il suo sul testo della canzone

-Come va con i testi?- gli domandò il trentino, il romano alzò la testa e guardo l’amico, fece una smorfia di insoddisfazione

-Mah, è il primo giorno, il testo è in inglese, per adesso sono in alto mare- rispose poi il ragazzo con il ciuffo –Te invece?- gli domandò poi, per cortesia

-Mi sembra bene, il singolo abbastanza memorizzato, mentre il duetto con Benedetta lo conoscevo già, quindi bene- concluse, Michele abbassò la testa sul foglio –Come ti è sembrato il duetto con Benedetta?- gli chiese ancora il trentino, Michele non alzò subito lo sguardo, rimase con gli occhi puntati sulle parole che piano piano diventavano sempre più sfocate, il duetto con Benedetta? Se proprio doveva dire la verità avrebbe detto che “Vivimi” e “You are the one that I want” erano venuti molto meglio, ma il  suo amico si aspettava un commento positivo, non poteva dirgli ciò che realmente pensava

-Il duetto, beh vi viene bene, dovete lavorarci su, ma per essere la prima volta- fece una piccola pausa –Mi siete piaciuti- continuò, poi si zittì, Giulio tornò a studiare, lui lo guardò cercando un modo per affrontare l’argomento  “Benedetta” senza destare sospetti –Sai l’unica cosa?- chiese attirando nuovamente l’attenzione del cantante trentino –I ragazzi vicino a me ipotizzavano il fatto che tu e Benedetta steste assieme, come coppia intendo- Michele lanciò il sasso aspettando la reazione di Giulio

-Beh in un duetto ci sta anche, il feeling e tutto- replicò il trentino

-Ma loro intendevano anche fuori dalle vesti di cantanti, cioè proprio quando vi vedono in saletta buttati sul divano abbracciati oppure a lezione sempre seduti vicini- continuò Michele

-Ma noi siamo amici, è normale, il bacio, l’abbraccio- disse Giulio –Poi vabbè in saletta, stiamo bene a parlare a stare insieme- continuò lui difendendosi

-No, ma io lo dico per te, perché me sembra irrispettoso pure per la tua ragazza, stare sempre appiccicato a ‘naltra- replicò Michele non mollando il colpo –Capisco che non c’è lei qui, però non credo le faccia piacere sapere che stai sempre incollato a un'altra, sta sempre abbracciati a baciarse, c’è non me sembra da amici quello- cercò di spostare il discorso su Benedetta

-Che poi quand’è che sto co Benedetta? In camera solitamente studio e quando sto con Benedetta è perché c’abbiamo quei dieci minuti- si discolpò Giulio sentendosi accusato

-Ma che stai a dì, stai sempre attaccato a Benedetta, Giulio, ogni volta, giù sui divani, davanti alla tv, quando ci troviamo qui o in camera delle ragazze, a lezione, sempre- riprese Michele

-A lezione, davanti alla tv, sti cazzi, mica tutta la giornata- disse minimizzando il trentino, Michele non si diede per vinto

-Si ma non so se te te ne rendi conto- gli disse ancora –Sempre state appiccicati. Non so che concezione c’hai tu dell’amicizia- disse prima di allargare le braccia, l’amico non rispose –Ma tanto eh, è proprio sbaciucchiamento- prese a baciarsi il braccio per mimare ciò che facevano solitamente Giulio e Benedetta –Non in bocca ma…- lasciò cadere la frase

-Mah, secondo me esageri un pochino- ipotizzò Giulio dubbioso

-Ma proprio non me piace l’atteggiamento un po’, che so, da mollicone- continuò il romano ignorando l’ultima frase dell’amico

-Da parte mia non la vedo così- replicò Giulio

-Se poi fuori da qui, dall’accademia sto insieme a ‘naltra persona, non me viene a me da abbraccicamme co una, per amicizia poi- Michele iniziò a gesticolare mentre Giulio si era alzato in piedi per prendersi un bicchier d’acqua –Con gli amici ce se gioca, ma mica ce se sbaciucchia eh- riprese il romano col ciuffo

-Vabbè giochiamo anche- disse Giulio dopo aver bevuto –Quanto giochiamo?

-Si si ma infatti- Michele cercò di tornare ad un punto di vista più oggettivo

-Ma vabbè, io so così un po’ co tutte, anche con Fede o con Mia- Giulio si ributtò sul letto

-Poi fai come te pare- Michele alzò le mani quasi a tirarsi fuori

-Ma poi io Benedetta la vedo piccola, c’è ha ancora diciotto anni, ha finito la scuola tre mesi fa, io ne ho 24 di anni- riprese Giulio sistemando i fogli sparpagliati sul suo letto

-Ma se sa… cioè lo so io che non ve piacete- disse Michele cercando di convincere anche se stesso di ciò che aveva detto -Però a me, personalmente, co una mia amica, una che non mi piace, non ce la faccio neanche ad essere così “attaccato”- Michele fece il segno delle virgolette per aria -C’è una m’ha da piacé pe staglie attaccato così- concluse, Giulio rimase in silenzio

-Mah io in realtà sono così con tutte, pure in classe no, ci stava il bacino, l’abbraccio, ma poi sono io affettuoso- continuò il trentino muovendosi i capelli –Poi è il bello del rapporto che c’è tra me e Benedetta- disse ancora

-Ma se sa, però gli altri che ve vedono così tutti abbracciati, sempre a baciarvi, mica lo sanno che siete solo amici- ripetè Michele

-Allora da oggi cercheremo di limitarci- si arrese finalmente Giulio

-Ma io t’ho dato solo un consiglio, poi vedi te- mise le mani avanti Michele

-Ma hai fatto bene, lo sai come sono, istintivo che non penso troppo alle conseguenze- riprese Giulio

-Poi fai come te pare, non è che te lo sto a di perché sono invidioso o geloso eh, era solo un consiglio- concluse Michele proprio mentre bussavano alla porta, Giulio si alzò e andò ad aprire trovandosi Benedetta davanti

-Parli del diavolo…- disse facendola entrare

-…e spuntano le corna- concluse Michele dopo averla vista fare capolino nella stanza

-Eh?- chiese Benedetta senza capire

-Niente, niente che volevi?- gli domandò Giulio

-Avevo bisogno un attimo di Michele- disse la biondina girandosi verso il romano disteso sul suo letto, lui annuì –Se possiamo andare fuori, non è per niente eh Giulio, ma…- non sapeva che dire, gesticolava a vanvera, Michele la salvò alzandosi e uscendo dalla porta, così dopo aver rivolto un sorriso a Giulio lo seguì in corridoio.

Angolo dell'autrice:

Ciao a tutti! Scusatemi  per il ritardo imbarazzante, ma ho avuto molto da fare con l'inizio dell'università e cose varie, per farmi perdonare, posterò alcuni capitoli, uno dietro l'altro così, mi metto in pari, tra poco arrivano i capitoli inediti, se avete pazienza, riuscirete a scoprire come va a finire questa storia. Ringrazio chi legge e chi recensisce, anche se sono pochi

un bacio a tutti

Francesca

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Sorprese e bugie ***


Dopo aver chiuso la porta si allontanarono un po’ dalla camera dei ragazzi fino ad arrivare vicino alla tromba delle scala dove si trovava l’ascensore

-Dimmi tutto, baby- disse Michele appoggiando un braccio al muro

-Sorvolando sul baby…- Benedetta fece una pausa –Mi accompagneresti a fare l’ecografia venerdì, sempre se non litighiamo prima?- chiese tutto d’un fiato, Michele rimase in silenzio a fissare la biondina

-Io verrò solo se dopo l’ecografia affronterai il discorso con il preside e la Di Famio- Michele pose questa condizione, Benedetta aprì la bocca stupita da quella minaccia

-Questo è un ricatto bello e buono, però- gli fece notare lei scuotendo l’indice davanti al viso di Michele

-Per me puoi andare anche da sola…- rispose Michele distogliendo lo sguardo dall’amica, lei sbuffò

-Va bene- cedette–Ma solo perché non ho voglia di farmi un’altra ecografia da sola- puntualizzò la biondina

-Guarda che lo faccio per te, tra un po’ la tua pancia la vedranno tutti e non potrai più rimandare l’annuncio ufficiale a tutti- le disse Michele sorridendo

 

Il venerdì pomeriggio, appena finite le prove i sei amici si ritrovarono in camera delle ragazze come loro solito, Benedetta continuava a guardare l’orologio agitata, Giulio la osservava non capendo l’ansia della ragazza

-Benedetta, che hai?- chiese il trentino alla bionda romana all’ennesima volta che controllava l’orario

-Niente, ho un appuntamento e non vorrei fare tardi- rispose Benedetta alzandosi in piedi

-Con chi?- domandò curiosa Cristina

-Mia sorella- inventò la ragazza –Viene a trovarmi così ci facciamo un giro per Roma- disse ancora prendendo la borsa, Michele la osservava quando si illuminò il telefono, guardò chi gli aveva scritto ”Benny”, alzò lo sguardo per cercare quello di lei, ma la biondina non lo stava guardando, aprì il messaggio “Inventati una scusa ed esci dopo di me, aspetta un po’ però, io ti aspetto fuori dal cancello principale”, lei prima di uscire lo guardò e lui le fece l’occhiolino, aspettò dieci minuti poi si alzò e si sistemò i capelli

-Io vado- disse prima di uscire, Federico lo guardò stupito

-Dove?- gli chiese il ballerino

-Fuori con la mia ragazza, mi ha chiesto se ci vediamo…- disse prima di uscire dalla porta, appena fu fuori Federico guardò prima Cristina, poi Giulio

-Questi sono usciti assieme- disse Mia vedendo le occhiate che si lanciavo gli amici, interpretando il pensiero comune a tutti, Federico annuì senza dire niente

-Michele è geloso- annunciò Giulio, Mia si girò di scatto con aria sorpresa

-Cosa te lo fa pensare?- chiese Cristina

-Un giorno mi ha fatto un discorso abbastanza delirante sul fatto che io sto troppo attaccato a Benedetta, ha tirato fuori mille scuse e continuava a ripetere “Non è perché sono geloso”- raccontò Giulio

-Beh, allora dopo questo siamo arrivati ad una conclusione: Michele è cotto di Benedetta, ora rimane da capire se Benedetta è cotta di Mic- disse Mia battendo le mani.

Nel frattempo, Benedetta e Michele arrivarono nello studio ginecologico, si sedettero nella sala d’attesa uno accanto all’altra

-Sei agitata?- gli chiese Michele appoggiando la mano sul ginocchio di Benedetta, lei annuì fissando il muro bianco davanti a lei

-Ferrari- disse la dottoressa sulla porta, Benedetta si alzò e Michele la seguì, quando furono dentro la dottoressa fece accomodare Benedetta sul lettino e le fece togliere il maglione lasciandola con addosso una canotta, gli occhi di Michele percorsero tutto il busto della ragazza, dal seno, che secondo il ragazzo era diventato più grosso con la gravidanza, alla pancia che senza maglioni larghi si vedeva bene –Questa volta Benedetta, ti sei portata pure il ragazzo- disse ancora la dottoressa accomodandosi sullo sgabello, Benedetta e Michele si guardarono

-Veramente…- Benedetta iniziò la frase per smentire il fidanzamento tra lei ed Michele

-Michele, vieni pure qua vicino a Benedetta, così vedi anche tu il tuo bambino- la interruppe la dottoressa facendo segno a Michele di mettersi vicino a Benedetta, lui andò vicino a Benedetta sorridente, le accarezzò i capelli, lei lo guardò dolcemente, la dottoressa spruzzò il gel sulla pancia di Benedetta e poi ci mise sopra la sonda, sul monitor apparì l’ecografia in bianco e nero, Michele guardò fisso il monitor, un brivido gli percorse la schiena, quell’esserino nel monitor era dentro la pancia di Benedetta, lei aveva le lacrime agli occhi, sentiva il tum tum tum del cuore, Michele se ne accorse e le prese la mano, lei la strinse –Allora, vediamo un po’, sembra andare tutto bene, il cuore batte regolarmente, i parametri sono giusti, il distacco della placenta si è ridotto e non preoccupa più- li informò la dottoressa –Questo non vuol dire che ti puoi dare alla pazza gioia, non devi strapazzarti e mi raccomando non fare sforzi- ribadì la dottoressa, poi si girò verso il monitor

-Digli di quando sei svenuta- suggerì Michele all’orecchio di Benedetta

-Un pomeriggio in seguito ad una giravolta sono svenuta per alcuni minuti, non devo preoccuparmi?- chiese impaurita Benedetta, la dottoressa scosse la testa

-Svenire in gravidanza è molto frequente, in seguito poi ad una  giravolta è più che normale, è un calo di pressione, non c’è da preoccuparsi- la rassicurò la dottoressa, poi ritornò a guardare il monitor –Vediamo, questa è la testolina, queste le braccine, le gambine- la dottoressa spostava il mouse sul monitor illustrando le varie parti del corpo della piccola creatura, Benedetta si commosse

-Il mio fagiolino- disse tra le lacrime, Michele le strinse la mano e si accucciò su di lei per lasciarle un bacio in fronte

-Allora papà, come ci si sente?- domandò la dottoressa ad Michele, lui alzò la testa e guardò la dottoressa, poi guardò Benedetta che era assorta a guardare il suo fagiolino nel monitor

-È una bella sensazione, emozionante- disse Michele cingendo le spalle di Benedetta con un braccio

-Volete sapere il sesso?- chiese la dottoressa, Benedetta annuì -Vediamo se riesco a dirvelo- disse poi la dottoressa guardando verso il monitor –Ora si è girato, gli piace giocare a nascondino, non riesco a vederlo- si scusò la dottoressa, Michele e Benedetta si scambiarono uno sguardo complice e si sorrisero –Eccolo, eccolo che si è spostato di nuovo, ora dovrei riuscire a vederlo…- Benedetta strinse la mano ad Michele –Mamma Benedetta e papà Michele avrete una femminuccia- annunciò poco dopo, Benedetta iniziò a piangere dalla gioia, Michele sentì una stretta allo stomaco, la dottoressa lo aveva chiamato papà, ma lui non sarebbe mai stato il papà di quella bambina, al massimo avrebbe potuto essere uno zio “acquisito”, la dottoressa si alzò e Benedetta si pulì la pancia, dopo alcuni consigli i due ragazzi uscirono dallo studio e furono in strada

-Mic, il mio fagiolino è una bambina!- disse entusiasta Benedetta –Avrò una bambina- urlò lei, Michele le sorrise contento

-Un piccola Benedetta- disse Michele lasciandosi trasportare dall’entusiasmo

-Oddio mio! Una bambina!- esultò ancora la biondina avvicinandosi ad Michele, lui la guardava era felicissimo per lei, sentiva l’impulso di baciarla, sapeva che era sbagliato, che sarebbe stato respinto, la fissava mentre saltellava vicino a lui in preda alla felicità del momento, Michele la prese per le braccia e la baciò con trasporto, non riuscì a trattenersi, voleva sentire le labbra di Benedetta sulle sue, inebriarsi del suo profumo, infilare le mani nei suoi capelli, stringerla a se, Benedetta si trovò spiazzata, ma non le dispiacque affatto, in realtà non aspettava altro dal bacio sul Gianicolo, ma aveva dovuto fare la dura, perché Michele aveva la ragazza… e pure ora aveva la ragazza, Benedetta si staccò ed indietreggiò allontanandosi da Michele, lui la guardò colpevole, si mise una mano nei capelli ed abbassò lo sguardo sulle scarpe

-Scusami, non volevo- disse Michele non guardandola

-No no, scusami tu- si scusò Benedetta senza sapere perché

-È stato il momento, la gioia e il resto- cercò di giustificarsi Michele

-Tranquillo, non c’è problema, non succederà più- disse Benedetta maledicendosi interiormente, Michele alzò lo sguardo ed incontrò gli occhi di Benedetta, si avvicinò a lei, furono di nuovo vicini, i loro nasi si sfiorarono, un altro passo e ci sarebbero ricascati –No, no, no- disse Benedetta scostandosi, Michele scosse la testa

-Hai ragione, no- disse lui alzando le mani, poi fissò lo sguardo sulle sue scarpe, imbarazzato, come poteva riparare la situazione? Benedetta era immobile con i fogli dell’ecografia in mano, nessuno dei due accennava a parlare, a fare qualcosa, tra di loro solo un silenzio imbarazzato –Andiamo in macchina?- propose Michele estraendo dalla tasca le chiavi del veicolo, Benedetta senza dire niente annuì e andò verso la macchina. Il viaggio di ritorno lo fecero in silenzio con la musica in sottofondo, Benedetta evitò di guardare Michele, mentre lui si concentrò sulla strada

-Senti…-iniziò Michele, Benedetta si girò di scatto verso l’amico -… quello che è successo qui…- Benedetta annuì alle parole di Michele -… per me non significa niente, è stato un errore, mi sono fatto prendere dal momento- spiegò Michele, la bionda continuava ad annuire

-Si si, anche per me non è significato niente, poi tu hai la ragazza e io sono incinta…- Benedetta cercò di trovare mille scusanti, Michele la osservò solo un attimo, era molto agitata

-Amici come prima?- chiese Michele girandosi verso l’amica, lei rimase in silenzio alcuni secondi

-Amici come prima- ripeté lei sorridendo, ma sarebbe stato veramente così? S’interrogò Benedetta ritornando a guardare fuori dal finestrino.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2981229