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di Ghillyam
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Mancavano pochi minuti alle 11, il treno sarebbe partito di lì a poco. Centinaia di ragazzi stavano salutando le proprie famiglie, entusiasti di partire per quello che sarebbe stato un nuovo anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Regina, dal suo scompartimento, che, come sempre, si era preoccupata di occupare con un largo anticipo, osservava alcuni ragazzi del primo anno che parlavano animatamente tra di loro "Probabilmente si staranno chiedendo a che Casa apparterranno" pensò Regina, consapevole che quello era l'argomento preferito dai maghi e dalle streghe novelli. Regina era al settimo anno e quello, per lei, sarebbe stato l'ultimo; quei sette anni erano stati i migliori della sua vita, a Hogwarts si sentiva davvero a casa e avrebbe voluto restarvi ancora a lungo. Dopo i M.A.G.O. avrebbe voluto studiare per diventare insegnante e restare in quella che era la sua vera casa, peccato che sua madre non fosse d'accordo. La strega si riscosse da quei pensieri e salutò Elsa, che era appena entrata nello scompartimento, con un sorriso appena accennato: le due ragazze si erano conosciute il primo anno, durante il viaggio in treno, e, nonostante Regina fosse stata assegnata a Serpeverde e Elsa a Corvonero, erano diventate grandi amiche. Erano entrambe molto riservate, ma determinate e avevano scoperto da subito di andare d'accordo, si capivano all'istante e sapevano esattamente quando all'altra andava di parlare o meno.
«Pensierosa?» chiese la Corvonero.
«Sto solo pensando a quanto siano passati in fretta questi anni... e a quante cose sono successe» aggiunse Regina con un tono malinconico.
Elsa era fin troppo consapevole di quello che la sua amica intendeva dire ed era più che mai decisa a farla distrarre da quei pensieri, quindi disse «Sai, ho visto Killian stamattina. Da quando lui e la Swan si sono messi insieme non sembra più lui, non fa altro che fare gli occhi dolci e pare che quest'estate a Diagon Alley non ci sia stata una sola "esplosione a catena" di caccabombe, sembra sia intenzionato a far credere ai genitori di lei di essere un bravo ragazzo.»
Killian era un Serpeverde del loro stesso anno, famoso per i guai che nel corso degli anni aveva causato a Hogwarts e a Diagon Alley, che, come Regina sapeva bene, piaceva molto a Elsa, nonostante lei non lo ammettesse. Purtroppo per la sua amica, però, lui era interessato a Emma Swan, una Grifondoro che, non si sa bene come, era riuscito a conquistare pochi mesi prima delle vacanze estive e che adesso non faceva altro che compiacere, cercando di farsi accettare dai Nolan, i genitori adottivi di Emma nonchè insegnanti a Hogwarts.
«Bhe, potremmo sempre tentare con un incantesimo Confundus, non sia mai che faccia esplodere i sotterranei con un paio di pozioni sbagliate» disse Regina, che non era esattamente in buoni rapporti con la Grifondoro: la Swan era una dei pochi in grado di tenerle testa, non era un segreto che Regina mettesse soggezione a quasi tutti gli studenti della scuola, non era persona molto cordiale e il suo aspetto tenebroso, ma, al tempo stesso, affascinante non aiutava a farla sembrare meno minacciosa e, inoltre, era una delle migliori studentesse che ci fossero nella scuola, ma ad Emma questo non sembrava importare e non perdeva occasione per provocarla con frecciatine che innervosivano la Serpeverde non poco. Il fatto che, oltretutto, appartenessero alle due Case che, per eccellenza, erano famose per il loro non sopportarsi, se non si considerava la relazione della Swan e Killian, non aiutava affatto.
Le due amiche continuarono a parlare per il resto del viaggio: si raccontarono di quello che avevano fatto durante l'estate e di quello che pensavano di fare dopo gli esami, ritornarono un paio di volte sull'argomento Killian-Swan e spettegolarono sulle ultime novità riguardo i cuori innamorati di Hogwarts. Su quell'argomento le cose da dire erano molte: negli ultimi due anni ne erano successe davvero tante, alcune, per Regina, era meglio non ricordarle, ma quell'estate sembrava che molti dei loro compagni, pochi dei quali potevano essere considerati amici, almeno per quanto riguardava la giovane Serpeverde, fossero riusciti a mettersi insieme e a risolvere i loro problemi. Le due streghe smisero di chiacchierare solo quando si accorsero che il treno stava rallentando. Scesero insieme a tutti gli altri studenti e si diressero alle carrozze, quando arrivarono davanti all'entrata del castello Elsa salutò l'amica e le disse che l'avrebbe raggiunta dopo il banchetto.
Regina aspettò che fossero entrati tutti per godersi da sola quel momento: finalmente, era tornata a casa.


NdA: Ciao a tutti. Prima di tutto voglio dire che questo è il mio primo crossover quindi perdonate eventuali errori e, secondo, ringrazio quelli che hanno letto fin qui. So che il capitolo non è molto lungo, ma l'ho fatto così giusto per non dare un inizio troppo pesante alla storia. Le relazioni tra i personaggi non saranno esattamente uguali a quelle di OUAT, ma le personalizzerò un po'. Sono ben accetti dei primi pareri riguardo la storia, grazie ancora a chi ha letto e alla prossima :)

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Il preside Hopper aveva appena finito il solito discorso di apertura per i nuovi studenti e l'insegnante di Trasfigurazione, la professoressa Blanchard, aveva cominciato a chiamare i nuovi arrivati per lo smistamento: il primo ad essere chiamato fu un ragazzino mingherlino con i capelli di un castano chiaro che saltellava per l'emozioone e sorrideva in un modo tale che Regina si chiese se la faccia non gli facesse male, si chiamava Henry Allen e fu assegnato a Tassorosso. Fu accolto con un fragoroso applauso da parte degli altri membri della Casa, compresa la professoressa Blanchard, che ne era la direttrice, e prese posto tra Aurora McBrian e Ariel Underwater, due studentesse del quinto anno.
Lo smistamento finí con l'assegnazione a Grifondoro di Ava e Nicholas Zimmer e, quando si furono accomodati al tavolo con gli altri, il banchetto ebbe inizio. A Regina non era mai piaciuto cosí tanto il cibo di Hogwarts, quella sera le sembrava tutto più buono e anche le chiacchiere di Malefica, la sua più vecchia amica d'infanzia, le parvero più piacevoli rispetto al solito. Solo in quel momento si rendeva conto davvero di quanto le fosse mancata la Scuola e decise di assaporare ogni momento di quella serata; con grande sorpresa dei suoi compagni Serpeverde fu molto più loquace del solito, parlò e scherzò tutto il tempo e si allontanò dal gruppo solo alla fine della cena per recarsi al settimo piano, dove si trovava la Stanza delle Necessità nella quale, da sette anni a quella parte, lei e Elsa, trascorrevano molte delle loro serate a parlare di come avevano passato la giornata e delle novità studentesche che in poche ore facevano il giro di tutta Hogwarts. In particolare, la prima sera al castello era importante per le due perché era il momento in cui festeggiavano il loro ritorno e si rivelavano i loro propositi per il nuovo anno scolastico.
Le ragazze avevano trovato la Stanza durante il loro primo Natale a Hogwarts mentre cercavano un posto dove poter stare insieme senza che ci fosse la possibilità che venissero disturbate da altri. Regina entrò nella Stanza, che, in quel momento, consisteva in una grande camera con due grandi e comode poltrone scarlatte e un tavolino, posti vicine ad un camino perennemente acceso, e con alcune librerie stracolme di libri. Si diresse verso uno degli scaffali per prendere un libro per passare il tempo nell'attesa di Elsa. Mentre cercava qualcosa di interessante da leggere sentí delle mani prenderla per i fianchi e, a quella presa, sorrise leggermente.
«Mi sei mancata.» disse il nuovo arrivato.
Regina si girò leggermente e, subito, sentí le labbra di lui premere sulle sue, la ragazza dopo qualche secondo si staccò e guardò il ragazzo «Anche tu, Will» rispose.
Will Scarlett era un Grifondoro del suo stesso anno, con il quale aveva scoperto di andare molto più che d'accordo alla fine dei G.U.F.O, ma stavano insieme solo dal Natale scorso poiché, per Regina, era stato difficile ammettere il perché si trovasse cosí bene con lui e, nonostante non glielo avesse mai detto, Will lo sapeva.
«Come facevi a sapere che ero qui?» chiese Regina
«Elsa. Le ho chiesto se sapesse dove fossi dato che sul treno non ti ho vista e volevo darti il mio bentornato, cosí mi ha detto che ti avrei trovata sicuramente qui.»
La Serpeverde alzò gli occhi al cielo e disse «Allora ti avrà anche detto che dopo dovrò ucciderti per non farti dire nulla di questo posto, anche se, nel tuo caso, potrei essere buona e accontentarmi di un incantesimo di memoria.»
Will rise e rispose «Maledizione! Questo non me lo aveva detto. Bhe, me ne occuperò quando sarà il momento, ma, nel frattempo, ho di meglio da fare.»
Detto questo avvicinò nuovamente il suo viso a quello di Regina, che non si era staccata dalla sua presa, e la baciò: un bacio più appassionato rispetto al precedente. Le loro lingue si intrecciarono e toccarono in una danza che sembrava non volesse finire, ma, ad un certo punto, dovetterò separarsi per riprendere fiato
«Wow, Scarlett.» sospirò Regina.
« Te l'ho detto che mi sei mancata, Mills.» disse lui riprendendo la sua abitudine di chiamarlo per cognome.
Regina stava per replicare, ma furono interrotti da una risatina proveniente dall'ingresso della Stanza. Elsa era appena entrata e li stava guardando con un'espressione mista tra l'imbarazzato e il divertito «Ops, scusate.» disse la Corvonero
«Figurati, sono io che ho invaso il vostro spazio.» rispose Will lanciando un'occhiata ironica a Regina «Adesso vado, vi lascio a fare quello che di solito fate voi ragazze» aggiunse e, dopo aver dato un altro bacio veloce alla sua ragazza, uscí.

«Che c'é?» chiese Regina. Era già da qualche minuto che Elsa la stava fissando e non ne poteva più, odiava quando le persone la osservavano, si sentiva incredibilmente vulnerabile.
«Sto solo pensando che tu e Will non parlate mai.» rispose calma la Corvonero
«Che intendi dire? Parliamo sempre.»
«Certo, parlate di scuola e di come passate la giornata, ma non parlate mai di voi.»
Regina posò bruscamente la tazza di the, che era comparsa magicamente poco prima, e disse «Non so di cosa tu stia parlando.»
Quando la sua amica reagiva cosí Elsa era solita lasciar perdere, ma quella volta non avrebbe mollato facilmente «Invece lo sai. Da quando state insieme non avete mai discusso di quello...di quello che é successo.»
«Non c'é niente di cui discutere. Ora scusa, ma si é fatto tardi. Buonanotte.» replicò la Serpeverde con un tono deciso e si girò per andarsene.
«Perché? Perché fai cosí, Regina?! Continui ad ignorare il problema, so che fa male, ma non puoi andare avanti cosí! Stai solo prendendo in giro te stessa e Will!»
Regina si bloccò, ricacciò indietro le lacrime e uscí dalla Stanza sbattendo la porta. Elsa sprofondò nella poltrona. L'aveva combinata grossa.

NdA: ecco un nuovo capitolo! Spero vi piaccia. Il cognome di Henry (a proposito scusate per la scarsa originalità) ho dovuto cambiarlo per ovvi motivi e so che Regina e Will non si sono mai neanche parlati, ma li adoro troppo tutti e due e vorrei tantissimo che interagissero quindi mi é venuta questa idea. Ringrazio chi ha aggiunto la storia alle preferite e chi l'ha letta, alla prossima :)

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Era passata una settimana da quando Elsa e Regina avevano litigato e quest'ultima sembrava intenzionata a mantenere il silenzio che si era creato tra loro ancora a lungo.
Quella mattina, Regina era seduta ad uno dei quattro tavoli della Sala Grande insieme a Will e Malefica quando Elsa si avvicinò e si sedette con loro.
«Buongiorno» disse timidamente.
«Ciao, Elsa» la salutò Will con la bocca piena di uova strapazzate e salsiccia, ottenendo un'occhiataccia da parte di Malefica che non si disturbò a salutare la Corvonero; la ragazza rivolse uno sguardo speranzoso a Regina che, però, la ignorò e si alzò da tavola dicendo «Devo andare. Mal, tu vieni? La lezione comincia tra poco.»
«Si, certo.»
«Ehi! Non mi saluti nemmeno? Potrei offendermi» disse il ragazzo con un tono ironico venato da una nota melodrammatica che divertiva sempre Regina. La Serpeverde gli diede un veloce bacio sulle labbra e gli augurò una buona giornata, sempre ignorando Elsa, e uscí dalla Sala.
La Corvonero sospirò e cominciò a giocare con il cibo che aveva nel piatto. Will la osservò per qualche minuto prima di esclamare «Maledizione! Si può sapere che cosa é successo?»
«Di che cosa parli?» chiese Elsa facendo finta di niente.
«Invece sai bene cosa intendo. Maledizione, tu e Regina é da una settimana che non vi parlate. Cosa é successo?»
«Sai, dovresti perdere quest'abitudine di inserire la parola maledizione in ogni frase e, comunque, perché non te lo fai dire da lei?»
«Credi che non ci abbia provato? Ogni volta che tocco l'argomento lei se ne va o cambia discorso. É cosi grave?»
Elsa sospirò: era proprio questo che intendeva quando aveva detto a Regina di non parlare con il suo ragazzo. Non gli confidava mai niente, si limitava a parlare di cose inutili che non interessavano a nessuno dei due e che, probabilmente, li annoiavano a morte, oppure passavano il tempo ad amoreggiare in qualche ala del castello e Will non faceva niente per cambiare la situazione. Certo, la parte dell'amoreggiare, di sicuro, non gli dispiaceva, ma il fatto che non sapessero nulla l'uno dell'altra gli sarebbe dovuto importare, in una relazione il dialogo era importante, almeno secondo Elsa. La giovane strega si riscosse da quei pensieri e disse «No, non ti preoccupare»
Il ragazzo non sembrava convinto, stava per aggiungere qualcosa, ma in quel momento arrivò uno dei suoi amici Grifondoro, Sean Herman, il fidanzato dell'amica e compagna di dormitorio di Elsa, Ashley Boyd, che gli disse «Amico, vieni! Non ci crederai, Aurora McBrian e Mulan Fa si sono appena baciate davanti a mezza scuola! Filippo non riusciva a crederci!»
«Ne parliamo dopo, ora devo andare. Ciao Elsa» disse Will mentre correva verso l'ingresso. La ragazza alzò gli occhi al cielo: i ragazzi. Si esaltavano per qualunque cosa, senza contare che era già da un bel po' che Mulan faceva il filo ad Aurora quindi, quello, era solo il momento che tutti stavano aspettando. "Bhe, non prorpio tutti" pensò Elsa; di certo Filippo non se lo aspettava.
La Corvonero guardò l'orologio e si accorse che mancavano pochi minuti all'inizio di Storia della Magia. Prese i libri e si diresse di corsa verso l'aula, il professor Booth non tollerava ritardi.

Regina stava seguendo distrattamente la lezione della professoressa Blanchard. Malefica era intenta nel disegnare sul suo libro di Trasfigurazione una donna che si trasformava in un drago e lei la osservava divertita, per quanto divertita potesse essere considerando la situazione che era venuta a crearsi con Elsa. Regina sapeva di dovere delle scuse alla sua amica, la sua reazione era stata abbastanza esagerata, ma aveva deciso di tenere la ragazza un po' sulle spine, non voleva ritornare sull'argomento che le aveva portate a litigare, anche se non era sicura che la Corvonero avrebbe lasciato perdere facilmente.
La Serpeverde si accorse di non aver più ascoltato una sola parola pronunciata dalla professoressa solo quando, quest'ultima, disse «Bene ragazzi, la lezione é finita, ma prima che andiate vorrei fare un annuncio che sono sicura farà piacere a molti di voi. Sono felice di dirvi che da oggi sarà di nuovo con noi Robin Locksley!»
Un fragoroso applauso si levò dai Grifondoro presenti nell'aula mentre un ragazzo sui diciassette-diciotto anni, muscoloso e molto robusto, con i capelli di una tonalità castano chiaro e gli occhi azzurri, entrava da una porta in fondo alle classe. Solo la prfessoressa Blanchard poteva pensare ad un' entrata del genere.
Per Regina era come se il tempo si fosse fermato. Non riusciva, e non voleva, credere ai suoi occhi. Lui, Robin, era tornato. Era convinta che non lo avrebbe rivisto mai più e, forse, sarebbe stato meglio cosí. Velocemente si alzò dalla sedia e fece cadere i libri dal banco che atterrarono sul pavimento con un rumore forte, troppo. I ragazzi si girarono dalla sua parte e i suoi occhi incontrarono quelli di lui che la stava guardando con uno sguardo che palesava mille emozioni diverse: rimorso, felicità, sorpresa. Regina si chinò a raccogliere i libri e uscí dall'aula come un fulmine. Aveva bisogno di stare da sola.

 

NdA: eccomi con un nuovo capitolo! Mi é piaciuto particolarmente scriverlo e spero che piaccia anche a voi. Fatemi sapere cosa ne pensate ;)

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Regina camminava per i corridori di Hogwarts con le lacrime che le offuscavano la vista. Senza che se ne rendesse conto si ritrovò davanti al punto in cui si trovava la Stanza delle Necessità, ci passò davanti tre volte pensando a quello di cui aveva più bisogno in quel momento ed entrò nell'ormai familiare sala che lei e Elsa erano solite occupare. Non appena fu dentro si accasciò sul pavimento e iniziò a piangere tutte le lacrime che aveva trattenuto per quasi due anni.

Era ora di pranzo e tutti gli studenti erano seduti ai quattro tavoli nella Sala Grande in attesa dell'inizio del banchetto, tutti tranne uno.
Malefica fece scorrere lo sguardo lungo il tavolo dei Serpeverde in cerca di Regina, non la vedeva da Trasfigurazione e, adesso, non era nemmeno a pranzo. La ragazza cominciava a preoccuparsi: sapeva cos'era successo tra la sua amica e Robin ed era consapevole del fatto che, probabilmente, fosse chiusa da qualche parte a piangere, tuttavia l'aveva cercata dappertutto e non l'aveva trovata. Con riluttanza, si avvicinò al tavolo dei Corvonero, non era un segreto che non provasse simpatia per Elsa, ma era una grande amica di Regina e, forse, avrebbe saputo dove cercarla. Inoltre, in quel momento, Will non le sembrava la persona più adatta a cui chiedere di trovarla. La strega si avvicinò alla Corvonero e la prese da parte. Elsa pensò che doveva trattarsi di qualcosa di importante se Malefica veniva a parlarle «Robin é tornato» disse la Serpeverde senza troppi giri di parole.
La ragazza restò a bocca aperta per qualche secondo, ma capí subito il punto della situazione, non per niente era stata assegnata a Corvonero «Dov'é Regina?» domandò.
«Non ne ho idea. Ho cercato ovunque, ma non l'ho trovata da nessuna parte, hai idea di dove potrebbe essere?»
«Si, ce l'ho» rispose Elsa prima di catapultarsi fuori dalla Sala Grande.

Elsa era certa che avrebbe trovato Regina lí. Non appena entrò nella stanza vide la sua amica seduta sul pavimento, le testa appoggiata alle gambe che aveva portato vicinissime al petto, come se volesse usarle come protezione, e lo sguardo perso nel vuoto. La ragazza si avvicinò, si chinò e posò una mano sul braccio di Regina. A quel tocco sentí il corpo della mora irrigidirsi, ma non ci fece caso e cominciò a parlarle «Ehi. Sono io. Guardami.»
La Serpeverde non diede segno di volersi muovere quindi Elsa riprese a parlare «Mills, guardami.»
Questa volta, Regina, alzò la testa e incrociò il suo sguardo con quello di Elsa. Riconobbe la chioma bionda dell'amica e il suo volto dai tratti gentili e si gettò letterlmente tra le sue braccia, cominciando a singhiozzare «É... é q-qui» disse con la voce tremante
«Lo so, ma vedrai che si risolverà tutto.» la consolò la Corvonero.
«N-non credo. Sai quanto ci tenessi ed ora é qui e sarà tutto più complicato, ma io... io non posso davvero farmi distrarre da questo, ci sono gli esami e mia madre, se non andrà bene sarà un disastro, lo sai come é fatta, no?»
«Ehi, ehi, ehi! Gli esami e tua madre in questo momento non sono un problema, manca ancora molto ai M.A.G.O, ci penserai quando sarà il momento. Per ora pensiamo a questo: non devi preoccuparti, la tua vita va avanti indipendentemente da lui, é passato tanto tempo e tu ora hai una nuova vita, okay?» disse Elsa tranquillamente, Regina annuí, ma, in fondo, sapevano tutte e due che non era cosí.

Regina era in biblioteca, stava cercando di scrivere un saggio per Aritmanzia, sperando di riuscire a distrarsi con lo studio, tentativo che era risultato vano: le uniche parole che era riuscita a scrivere erano il suo nome e cognome, per non contare i numerosi disegnini con cui aveva decorato il libro di Pozioni. Stava per mettere via tutto e andarsene quando sentí qualcuno sedersi al tavolo con lei. Alzò lo sguardo e vide un ragazzino di circa 11 anni che la guardava incuriosito. Le sembrava di averlo già visto, ma non si ricordava dove. Stava per dirgli di sloggiare, ma lui la anticipò «Sei seduta qui da un bel po', ma non hai scritto una sola parola su quella pergamena, c'é qualcosa che non va?»
«Non credo siano affari tuoi» rispose acida.
«Magari vuoi parlarne, fa sempre bene, sai?»
«Non ho bisogno di parlare con nessuno, men che meno con un ragazzino.»
«Mi chiamo Henry, comunque. Piacere» disse con il sorriso sulle labbra.
Regina si ricordò dove lo aveva già visto: era stato il primo ad essere chiamato allo smistamento.
«Regina» si presentò la Serpeverde.
Quel piccolo impiccione era cosí entusiasta che non riuscí a rispondergli male.
«Allora, sei sicura di non voler parlare?» domandò Henry.
Regina si chiese come quel ragazzino appena undicenne potesse rivolgesi a lei in maniera cosí sfacciata, di solito quelli del primo anno erano impauriti da lei, ma si disse che, forse, parlare con qualcuno completamente estraneo alla situazione che si era creata tra lei e Robin avrebbe potuto aiutarla.
«Si, mi va di parlare» disse la ragazza e cominciò a raccontare.

 

NdA: ciao a tutti, eccomi con un nuovo capitolo! Ringrazio chi ha messo la storia tra le preferite, le seguite o le ricordate e anche tutti i lettori silenziosi. Fatemi sapere cosa pensate della storia e di cosa, secondo voi, é successo tra Robin e Regina. Alla prossima :)

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


[Flashback: due anni prima]
La neve cadeva copiosa fuori dalla finestra. I prati e la foresta attorno ad Hogwarts erano avvolti completamente da un soffice manto bianco. Nella sala comune dei Grifondoro, Robin sedeva su una poltrona accanto al camino con in mano una copia de "Il Quidditch attraverso i secoli" di Kennilworthy Whisp, ma la sua attenzione era rivolta a tutt'altra cosa: ripensava alla discussione avuta con Regina prima che partisse per Hogsmeade per la solita visita programmata prima delle vacanze natalizie, e si chiedeva cosa avesse di sbagliato per far sí che lei non potesse passare il Natale a casa dei suoi.
"«Robin, ne abbiamo parlato altre volte, non posso e basta»"
Le parole della ragazza risuonavano nella sua testa, cosí come il suo sguardo gli appariva tutte le volte che chiudeva gli occhi: quei bellissimi occhi scuri, che avrebbe guardato anche tutto il giorno, racchiudevano un mare di emozioni. Regina sembrava davvero triste per il non poter passare il Natale con lui, ma, insieme alla tristezza, c'era anche la paura, Robin si chiedeva di cosa Regina, potesse avere tanta paura, non era una ragazza che si faceva spaventare facilmente eppure quella vena di quasi-terrore non abbandonava mai i suoi occhi. Nonostante stessero insieme da più di un anno il Grifondoro non aveva ancora capito a fondo ciò che turbava la ragazza e, la Serpeverde, non gli rendeva facile il provare a capirlo, ogni volta che le chiedeva qualcosa a riguardo lei si chiudeva in se stessa, più di quanto normalmente facesse, e non gli rivolgeva più la parola.
"«Come sarebbe che non puoi e basta?! Te l'ho chiesto l'anno scorso a Natale e hai detto di no, te l'ho chiesto a Pasqua e anche in quel caso non hai accettato e lo stesso é successo per le vacanze estive. Hai rifiutato per ben tre volte e, adesso, mi respingi di nuovo. Io non so più che fare, cos'é che ti impedisce di stare con me?» Regina era immobile, sembrava volesse scomparire.
«RISPONDIMI, REGINA! -adesso stava urlando- Ti vergogni di me?»
La Serpeverde si girò verso di lui, lo stava guardando come se non potesse credere alle sue orecchie «Come ti viene in mente una cosa del genere? Non potrei mai vergognarmi di te» la voce le tremava, cercava di trattenere le lacrime: odiava quella situazione, ma non poteva fare diversamente.
«E allora qual é il problema?!» chiese lui, sempre con un tono più alto del normale.
«Io...Robin, é complicato»
«É complicato? Dovresti trovare una scusa migliore»
«Lo é davvero, mia madre...»
«Cosa centra tua madre adesso?!» Robin guardò Regina: sembrava stesse per scoppiare a piangere, ma non capiva il perché. Doveva semplicemente spiegargli il motivo per cui si rifiutava di trascorrere le vacanze con lui e, invece, continuava ad usare scuse per non dirgli cosa non andasse «Senti, se non ti fidi abbastanza di me per confidarti allora dovremmo chiuderla qui» disse il ragazzo, non riusciva a credere di aver pronunciato davvero quelle parole.
«Io mi fido di te! É solo che...» la giovane strega aveva quasi urlato quelle parole.
«É solo che COSA, REGINA?! Sono stufo di questa situazione, cerco di capirti e di aiutarti da sempre, ma tu non me lo permetti, cosa dovrei pensare eh? Dimmelo tu perché io non lo so più»
«Ti prego, Robin. É difficile da spiegare.» la Serpeverde non si era mai trovata nella posizione di dover supplicare qualcuno, ma Robin non era semplicemente qualcuno per lei e non poteva pensare di lasciarlo andare via da lei.
Il Grifondoro stava per risponderle quando Elsa e Will li raggiunsero nella Sala d'Ingresso, dove erano rimasti solo loro, per andare a Hogsmeade «Allora, andiamo?» chiese la Corvonero con entusiasmo.
«Io non vengo. Il Quidditch mi ha tenuto molto occupato e devo portarmi alla pari con i compiti» disse Robin cupamente.
I due amici lo guardarono dubbiosi mentre Regina gli lanciò un'occhiata sofferente, ma non disse nulla. Will ruppe il silenzio che si era creato «Maledizione, amico! Mi lasci solo con queste due? Mi uccideranno!»
«Sopravviverai, vedrai. A più tardi» ribatté Robin dirigendosi verso le scale che conducevano alla Torre dei Grifondoro. Dietro di sé sentí il portone che si chiudeva e si maledisse per quello che era appena successo"

Le immagini della discussione con Regina continuavano a farsi spazio nella sua mente, ma non voleva pensarci in quel momento. Con un gesto della bacchetta fece comparire una Burrobirra direttamente dalle cucine che bevve tutta d'un fiato. Subito dopo ne fece comparire un'altra e un'altra ancora: se doveva ubriacarsi per non pensare a Regina allora é esattamente quello che avrebbe fatto. Era alla quarta Burrobirra quando sentí il passaggio della Sala Comune aprirsi, accompagnato dalle lamentele della Signora Grassa per essere stata svegliata. Il ragazzo si sbrigò a finirla e con un rapido movimento della bacchetta fece scomparire i quattro boccali, era piuttosto sicuro di essere l'unico Grifondoro rimasto a scuola, eccetto gli studenti del primo e del secondo anno che, però, erano tutti fuori a giocare a palle di neve. Si voltò per vedere chi fosse entrato e osservò la figura snella di Marian Holland prendere posto nella poltrona accanto alla sua.
«Anche tu qui, Robin?» disse lei.
«A quanto pare. Perché sei rimasta qui?» chiese il ragazzo gentilmente.
La ragazza avvicinò lentamente la poltrona a quella di Robin, le loro gambe si toccavano, ma nessuno dei due si spostò dalla posizione in cui era.
«Non serve essere cosí formali. Io sono rimasta per finire una ricerca sulla Guerra dei Goblin. Tu, piuttosto, perché sei qui? Ti credevo in giro, mano nella mano con la tua bella Serpeverde» rispose Marian senza nascondere una nota di disprezzo nel pronunciare l'ultima frase.
Robin non seppe perché fece quel che fece, ma, senza alcuna spiegazione, si fiondò sulle labbra della Grifondoro che non lo respinse, ma ricambiò il bacio con foga. Tutta Hogwarts sapeva della cotta della ragazza per il bel capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro e, di certo, non si sarebbe tirata indietro proprio ora. Quasi automaticamente, il ragazzo prese in braccio Marian e la portò nel dormitorio maschile, nel quale non c'era nessuno, e si buttò sul letto insieme a lei. Gli effetti delle Burrobirre, per quanto leggere potessero essere, cominciavano a farsi sentire e Robin, ormai non rispondeva più delle aue azioni. In un attimo si ritrovarono entrambi senza vestiti e lui, sopra di lei, voleva solo possederla. 

Regina camminava per le strade innevate di Hogsmade insieme ai suoi migliori amici, ma non stava prestando attenzione a quello che dicevano, troppo presa dal pensiero della discussione avuta con il suo ragazzo. Chissà cosa stava facendo? Regina era preoccupata: Robin aveva dichiarato di voler chiudere con lei, ma la Serpeverde non voleva nemmeno pensarci. Aveva deciso. Non appena fosse tornata a Hogwarts sarebbe andata da lui e gli avrebbe detto tutto quello che voleva sapere, per quanto difficile potesse essere, lo amava troppo per rovinare cosí la loro relazione. Di certo, non immaginava quello che stava succedendo in quel momento al castello.

[Presente]
Regina era felice di aver parlato con quel ragazzino. Era stato bello sfogarsi con qualcuno e Henry era stato un ottimo acoltatore. Certo, non gli aveva detto tutto, ma, dirgli anche una sola parte della storia l'aveva fatta sentire molto meglio e sentiva che, adesso, sarebbe stato un po' più facile affrontare la situazione.


NdA: ed eccomi con un nuovo capitolo! Finalmente si scopre qualcosa di quello che é successo tra Regina e Robin, ho scritto la maggior parte del capitolo dal punto di vista di Robin perché mi sembrava il modo migliore per descrivere la situazione, spero vi sia piaciuta comunque. Ringrazio chi ha messo la storia tra le seguite, le preferite o le ricordate e tutti i lettori silenziosi. Grazie anche a chi a recensito, spero lascerete qualche altra recensione per farmi sapere cosa ne pensate. Alla prossima :)

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


«Per la prossima lezione voglio che mi portiate un rotolo di pergamena in cui spiegate in che modo e con quali ingredienti si prepara la Felix Felicis, anche detta Fortuna Liquida»
La lezione di pozioni, tenuta dal professor Gold,il direttore della Casa Serpeverde, era appena finita e Regina e Elsa uscirono dall'aula nei sotterranei per dirigersi alla lezione successiva «Ho saputo che ci saranno le selezioni per la squadra di Quidditch domenica, parteciperai?» chiese la Corvonero.
«Di pure che le coordinerò, sono stata nominata capitano.» rispose Regina con orgoglio.
«Wow, é fantastico! Sono contenta per te.» disse Elsa con entusiasmo, forse troppo. Era già da alcuni giorni che cercava di mostrarsi allegra e di parlare il più possibile in presenza di Regina, non voleva che la sua amica pensasse troppo a Robin ed era per questo che lei, Will e Malefica non la lasciavano mai da sola e la facevano distrarre in svariati modi: passavano dal parlare dei M.A.G.O, per i quali erano tutti preoccupati, a eccezione di Will, che non era esattamente il tipo che gli insegnanti definivano studioso e diligente, al pianificare qualche scherzo a discapito di quelli del primo anno o del custode, Thomas Clarke. La Serpeverde si era accorta di questo, anche se, a suo parere, trovavano maggior divertimento loro, in particolar modo Malefica e il Grifondoro, che non lei stessa, ma, nonostante questo, gliene era grata.
«Devo andare a Incantesimi, ci vediamo dopo» disse la mora, salutando l'amica.
«A dopo. Ci vediamo più tardi in biblioteca?» chiese Elsa.
«D'accordo, ciao».
Regina arrivò in classe con dieci minuti di anticipo, l'aula era vuota. Si sedette nel banco più appartato dell'aula, come aveva fatto durante tutti gli anni da quando aveva cominciato gli studi a Hogwarts. Per ingannare l'attesa prese dalla borsa il libro "Harry Potter e i Doni della Morte": trovava incredibilmente avvincenti le vicende che si erano susseguite nella vita del Ragazzo Che É Sopravvissuto, per quanto potessero essere tragiche e difficili da affrontare per un ragazzo di diciassette anni. Erano passati quasi cento anni dalla fine della Seconda Guerra Magica e lei era estremamente grata al cosiddetto "Trio dei Miracoli" che aveva deciso di raccontare la propria storia, sotto lo pseudonimo di J.K. Rowling, attraverso quei sette meravigliosi libri. Certo, durante Storia della Magia ne avevano discusso più volte, ma leggere quei libri, scritti direttamente dai protagonisti della storia, era completamente diverso; Regina non era stupita dal fatto che la pubblicazione dei volumi fosse andata avanti per cosí tanto tempo, erano semplicemente fantastici, li aveva riletti più e più volte e trovava sempre qualche particolare che non aveva notato la volta precedente. Ora, era arrivata a circa metà libro: la parte in cui Harry, Ron e Hermione si trovavano a Villa Malfoy quando, quest'ultima, veniva torturata da Bellatrix. Quella era, senza dubbio, la sua parte preferita. Quando si trattava di personaggi letterari la sua parte più sadica prendeva il sopravvento: fin da quando era piccola aveva sempre trovato più affascinanti i cattivi delle storie (l'influenza di sua madre Cora aveva contribuito, almeno in parte) in quanto, secondo lei, più complessi e ricchi di sfumature che li rendevano assai più interessanti rispetto ai buoni e, tra tutti quelli che aveva amato e conosciuto, Bellatrix Lestrange era in assoluto la sua preferita. La Serpeverde era consapevole del fatto che la persona che le piaceva cosí tanto era realmente esistita e che le azioni descritte in quelle pagine erano successe davvero, tuttavia, per lei, era diventata il semplice personaggio di un libro, come tanti altri, quindi non vedeva niente di male nel parteggiare per la strega, che Elsa puntualmente definiva "la più folle che il Mondo Magico avesse mai conosciuto".
La lettura di Regina fu interrotta dall'entrata della professoressa Blue, la quale intimò agli studenti, che nel frattempo avevano riempito la stanza, di prendere posto.
«Bene ragazzi, da oggi, per un mese, imparerete cosa sia l'oc...» la direttrice della Casa Corvonero fu interrotta dalla brusca entrata di due ragazzi piuttosto affannati che stavano ridendo come pazzi, ma smisero subito dopo aver visto l'espressione seria, irritata e niente affatto divertita della professoressa.
«Scarlett, Locksley, direi che dieci punti in meno a Grifondoro possano servirvi da lezione e, adesso, prendete posto. Scarlett, lei può sedersi qui, vicino alla signorina Lucas. Locksley si sieda accanto alla signorina Mills.»
Regina impallidí. Un conto era far finta che lui non esistesse quando non c'era o, perlomeno, quando si trovava almeno a trenta metri da lei, ma far finta che tra loro non ci fosse e non ci fosse mai stato niente le risultava piuttosto difficile con lui vicino a lei. Robin si sedette e iniziò a rigirarsi la bacchetta tra le mani: non sapeva cosa fare. Se salutarla, sorriderle semplicemente oppure non fare e dire niente. Il momento di imbarazzo tra i due fu interrotto dalla voce della professoressa che aveva ripreso a spiegare «Dunque, come stavo dicendo, prima di essere interrotta, da oggi per un mese vi eserciterete con la difficile arte dell'occlumanzia.»
Un mormorio di voci eccitate si espanse per l'aula.
«Io e la vostra insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, la professoressa West, abbiamo deciso di collaborare per insegnarvi a padroneggiare questa disciplina, sarete divisi in coppie e, insieme, vi eserciterete. Con me imparerete l'incantesimo e il modo corretto per pronunciarlo, mentre, la professoressa West vi insegnerà come bloccare la persona che cercherà di leggervi la mente. Eseguirete il lavoro con il vostro o la vostra compagna di banco, alla fine del mese ci sarà un test e mi auguro che voi tutti sarete pronti.»
Regina si sentí mancare. Non poteva credere alle sue orecchie: esercitarsi con Robin, per di più per un incantesimo del genere. Sapeva bene in cosa consisteva la Legilimanzia, sua madre la praticava, talvolta anche su di lei, e il pensiero che il Grifondoro avrebbe potuto vedere tutto ciò che le passava per la testa la metteva davvero a disagio. Dal canto suo, Robin era nervoso, ma vedeva quella situazione come un modo per riavvicinarsi alla Serpeverde, sapeva di averla fatta soffrire e voleva farsi perdonare a tutti costi, non sarebbe stato facile, ma ci avrebbe provato.
La lezione continuò per un'altra ora, al suono della campana la professoressa disse «Iniziate ad esercitarvi, ci vediamo lunedi. Godetevi il finesettimana.»
Regina e Robin si alzarono per dirigersi a pranzo e, quest'ultimo, disse «Ti va di vederci in biblioteca, domani? Potremmo iniziare a provare l'incantesimo»
«Si, certo» rispose fredda la ragazza e, detto questo, uscí velocemente dall'aula.


NdA: ed eccomi con un nuovo capitolo! Scusate se ci ho messo tanto, ma ho avuto da fare con la scuola. Spero che vi piaccia. Recensite e fatemi sapere che ne pensate. Il riferimento alla saga, e in particolar modo a Bellatrix, non ho potuto fare a meno di metterlo. Alla prossima! Per chi non lo avesse capito la professoressa West corrisponde a Zelena.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Era una limpida giornata di fine settembre, nonostante fosse autunno da poco faceva già freddo e le giornate come quella erano sempre più rare. Quel giorno, il cielo era sereno e il vento non soffiava particolarmente forte: erano le condizioni perfette per le selezioni di Quidditch.
Regina era la cercatrice di Serpeverde da quando aveva dodici anni e, arrivata al suo settimo anno, era diventata il capitano della squadra. La ragazza si stava dirigendo al campo di Quidditch e cercava in tutti modi di non ripensare agli avvenimenti del giorno prima. Era ancora scossa. Non poteva credere di averlo fatto davvero, non riusciva a concepire di essere stata cosí impulsiva.
Si costrinse a non pensarci e, di corsa, arrivò agli spogliatoi. Si mise la divisa e, con la scopa in mano, una bellissima Firebolt160, entrò nel campo. Notò con piacere che i suoi vecchi compagni si trovavano già lí. Oltre a loro, erano pochi quelli che avrebbero partecipato alla selezione. Da quando Regina aveva ottenuto il ruolo di cercatrice, i Serpeverde erano diventati la squadra più forte di Hogwarts, non che prima non lo fossero, ma l'entrata della mora aveva contribuito notevolmente, e nessuno aveva l'intenzione di fargli perdere il primato. Erano pareggiati solamente dai Grifondoro, e, le due squadre, negli ultimi quattro anni avevano vinto, rispettivamente, due campionati a testa, arrivando sempre insieme alla finale. Quell'anno si sarebbero giocati il tutto per tutto poiché quasi tutti  i giocatori stavano frequentando il loro settimo anno.
Regina lanciò un'occhiata veloce agli spalti e vide Elsa che le sorrideva e, a qualche metro da lei, c'erano Will e Robin. Trasalí, si era completamente dimenticata che, quest'ultimo, era un ottimo cacciatore e che, per ben due anni, era stato il capitano della squadra. Probabilmente, sapendo del suo ritorno a scuola, gli avevano dato nuovamente il titolo. Sperò che nessuno notasse il rossore che era comparso sulle sue guance e cominciò a spiegare ai neo-giocatori quello che avrebbero dovuto  fare per riuscire a entrare in squadra. I ragazzi presero posto e la selezione cominciò. I cacciatori sfrecciavano veloci sulle scope, cercando di segnare e i battitori erano incredibilmente rapidi nel respingere i bolidi che cercavano di disarcionare i loro compagni. I portieri se la cavavano alla grande e furono poche le pluffe che andarono a segno. Regina era fiduciosa, quell'anno la coppa sarebbe stata loro.
Dopo quarantacinque minuti di gioco la ragazza fermò i giocatori e li fece radunare al centro del campo. Senza troppi giri di parole disse «I cacciatori saranno Sidney Glass, James Spencer e Anastasia Jewels. Come battitori ho scelto Tamara Trent e Greg Mendell, mentre il portiere sarà Killian Jones. Vi farò sapere quando si terrà il primo allenamento. Gli altri sono sicura che avranno maggiore fortuna l'anno prossimo, continuate ad allenarvi. Ciao a tutti.»
La Serpeverde era soddisfatta, la squadra era la stessa degli anni precedenti, ad eccezione di Greg e Tamara, ma, entrambi, erano eccellenti battitori ed era sicura che avrebbero potuto solo far migliorare il gruppo.
Regina raggiunse Elsa sulle gradinate e la Corvonero la salutò con un largo sorriso «Ehi! Grande squadra, vincerete di sicuro. Anche se sarebbe carino che lasciaste spazio anche alle altre squadre.» disse la bionda.
«Prima dovrebbero imparare a giocare, però» rispose la Serpeverde con il suo solito ironico.
Elsa rise, scuotendo la testa «Ora tocca a Will, ti fermi, vero?»
Regina esitò prima di rispondere, lanciò un veloce sguardo al suo ragazzo, per poi soffermarsi su Robin: ancora una volta, le immagini di loro due, il giorno prima, in biblioteca le attraversarono la mente.

"«Avanti, pronuncia l'incantesimo» disse Robin.
Regina lo guardò dubbiosa, non si sentiva a suo agio. Odiava trovarsi in quella situazione, non poteva avere sfortuna peggiore che trovarsi a provare quel maledetto incantesimo con lui. In fondo, però, sapeva che la sua era paura, paura di quello che avrebbe potuto vedere. Dopo dei minuti che le parvero interminabili si decise a pronunciare la formula «Legilimens» la sua voce era tremante, ma la concentrazione non mancava, nonostante non avesse affatto voglia di farlo, non sopportava di non riuscire in qualcosa quindi si impegnò più che poté.
All'improvviso si ritrovò nella Sala Comune dei Grifondoro, un Robin di dodici anni stava facendo levitare distrattamente una piuma sotto lo sguardo infastidito di quello che riconobbe come Will il quale non ci riusciva; subito dopo stava osservando un ragazzo di circa quattordici anni volare velocemente sulla sua scopa sopra una grande prateria inglese, alla larga da occhi babbani, i capelli scuri erano scompigliati dal vento e gli occhi chiari brillavano dall'emozione. Pochi secondi dopo si trovò nella Sala d'Ingresso di Hogwarts. Un Robin sedicenne e, con suo stupore, una Regina più giovane di un paio di anni si stavano baciando con passione, prima di sentire dei passi sulle scale che si stavano avvicinando a loro. Si separarono velocemente e cominciarono a parlare come se nulla fosse, aspettando che il professor Gold passasse oltre. Regina aveva gli occhi lucidi per l'emozione, ricordava bene quel giorno, cosí come tutti i momenti passati con Robin, e, riviverli, la faceva sentire in un modo in cui non si sentiva da tanto tempo, nemmeno Will riusciva a farla stare cosí.
Improvvisamente la scena cambiò di nuovo. Adesso, era in quello che doveva essere il dormitorio del ragazzo, un groviglio di corpi e lenzuola si agitava in un letto. La Serpeverde si avvicinò e vide Robin insieme a...Marian, la ragazza con cui l'aveva tradita due anni prima. Si voltò dall'altra parte. Gli occhi, prima lucidi per l'emozione, adesso erano pieni di lacrime: era proprio quello che temeva di vedere. Sperava che Robin riuscisse a chiudere la sua mente in fretta. Non voleva più rischiare di vedere ricordi come quello, ma non voleva nemmeno essere lei ad inrerrompere l'incantesimo. Ed ecco che la scena cambiò di nuovo: si trovava in una casa che, da quello che poteva vedere dalla finestra, vicino alla quale si trovava, doveva essere in Francia, più precisamente nel centro di Parigi, da lí poteva vedere la torre Eiffel. Si guardò intorno: vide Robin osservare dalla porta una ragazza, che doveva essere Marian, leggere una favola ad un bambino di circa un anno. Il cuore di Regina perse un battito. Sapeva il motivo per cui Robin, di un anno più grande di lei, aveva lasciato Hogwarts alla fine del suo sesto anno e non era tornato l'anno dopo, ma vederlo in una casa con la sua nuova fidanzata e...suo figlio la faceva sentire, più che mai, triste, arrabbiata e perfino gelosa. Sperava di essere lei quella ad avere un figlio con lui, certo, dopo che entrambi avessero finito la scuola e avessero trovato un lavoro, ma ormai quella possibilità era sfumata. Osservò nuovamente Robin, non riusciva a decifrare la sua espressione. Il ragazzo si allontanò dalla porta e salí le scale. Regina lo seguí e si trovò in una camera da letto. Robin si avvicinò ad un cassettone, prese una scatola da uno dei cassetti e tirò fuori una fotografia. Regina la guardò da sopra le sue spalle e vide che si trattava di una loro fotografia, scattatagli vicino al Lago Nero. Con stupore della Serpeverde Robin iniziò a parlare «Auguri Regina» la ragazza capí che doveva essere il giorno in cui aveva compiuto diciassette anni «Mi manchi moltissimo» continuò lui «So di aver fatto una cazzata, ma non posso più stare senza di te. Voglio bene a Marian e il piccolo Roland é il bambino migliore del mondo, ma io ti amo, non ho mai smesso di amarti e voglio rimediare. Tornerò a Hogwarts e, in un modo o nell'altro mi farò perdonare»

Regina, ormai, stava piangendo a dirotto, ma, all'improvviso si ritrovò nella biblioteca di Hogwarts e si asciugò le lacrime. Guardò Robin, che la stava osservando con un'espressione indecifrabile. Lentamente si avvicinò a lui e, prima, gli diede uno schiaffo, quello che non gli aveva dato due anni prima e, poi, lo baciò. Non fu un bacio lungo, ma bastò ad entrambi per rivivere le emozioni del periodo passato insieme. Regina si staccò da lui e, con voce sommessa, disse «Scusami, i-io non so perché l'ho fatto» e poi uscí dalla biblioteca, lasciando Robin, con un mezzo sorriso stampato sulle labbra.
"

La ragazza fu riportata alla realtà da Elsa «Allora, ti fermi?»
«Si, mi fermo»
Le due ragazze si sedettero e osservarono i ragazzi di Grifondoro prendere posizione. Robin fischiò e diede inizio alla selezione. I giocatori se la cavavano bene, ma, ad un certo punto, un battitore, Filippo Porter, invece di scagliare il bolide fuori dal campo lo indirizzò contro Mulan Fa, che stava lanciando la pluffa verso gli anelli proprio in quel momento. In un secondo, il capitano, si parò davanti alla cacciatrice, che era una sua grande amica, e fu colpito dal bolide sul braccio, con un sonoro crac. Il gioco si fermò e, Regina, senza nemmeno che se ne rendesse conto si catapultò giù dagli spalti e raggiunse Robin, sotto lo sguardo attonito di tutti. Con voce calma, ma decisa disse «Vieni, ti porto in infermeria»
Il tono che aveva usato non ammetteva repliche cosí il ragazzo, appoggiandosi leggermente a lei, si fece accompagnare senza proferir parola.


NdA: et voilà! Ecco un nuovo capitolo. Intanto un paio di chiarimenti:
1- Robin ha tradito (sigh :-( ) Regina a dicembre di due anni prima rispetto alla storia. Ha lasciato Hogwarts alla fine del suo sesto anno (il quinto per Regina) e durante il sesto anno della ragazza non ha frequentato la scuola, ma é tornato per ottenere i M.A.G.O. e farsi perdonare dalla sua bell(issim)a. Roland é nato a circa inizio settembre del sesto anno di Regina, quindi nell'agosto (mese del compleanno di Regina) dell'anno in cui si svolge la storia ha quasi un anno.
2-James e David non sono gemelli, mi serviva un altro Serpeverde da far entrare in squadra.
Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto e ringrazio tutti coloro che leggono silenziosamente o hanno inserito la storia tra le seguite, le preferite o le ricordate e grazie infinite a chi ha recensito, questa storia, per me, é molto importante e sono felice quando mi dite che vi piace. Fatemi sapere cosa ne pensate e alla prossima.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Regina spalancò la porta dell'infermeria. Con un braccio stava ancora sorreggendo Robin, che era impallidito notevolmente a causa del dolore al braccio.
Madame Astrid uscí velocemente dal suo ufficio e chiese, con il suo solito tono di voce allegro «Bhe, che ti é successo?»
«Un bolide gli ha colpito il braccio - rispose la Serpeverde per lui - Potrebbe guarirlo?»
«Ovvio, che domande! Lasciami solo prendere la bacchetta. Accidenti, ma dove é finita?»
Regina fece sedere Robin su uno dei lettini e, guardando la strega in cerca della sua bacchetta, sospirò. Madame Astrid era una Medimaga davvero straordinaria, ma, al tempo stesso, era anche molto goffa e sbadata. Questo la rallentava incredibilemente e non giovava di certo alla salute dei suoi pazienti. Finalmente, la Medimaga trovò la sua bacchetta, che era in una tasca della veste, come al solito, e si avvicinò al ragazzo. Con voce squillante pronunciò l'incantesimo «Epismendo - poi disse - Ecco fatto, cerca di non sforzare troppo il braccio per un paio di giorni. Ti porto del succo di zucca e poi potrete andare»
Madame Astrid uscí dalla stanza, rischiando di cadere inciampando nella gamba del letto, e i due ragazzi rimasero soli. Il primo a parlare fu Robin «Ehm... grazie»
«Per cosa?»
«Bhe, ti sei catapultata da me non appena ho toccato terra e mi hai portato subito qui»
«Non potevo permettere che il capitano dell'unica squadra che sa giocare in questa scuola, oltre alla mia, rimanesse con il braccio fuoriuso - disse Regina accennando un sorriso - e, poi - continuò la ragazza - devo ancora uccidere Porter. Ma che accidenti gli é saltato in testa?!»
«Ho saputo che la sua, ehm... la sua ex-ragazza, Aurora McBrian, e Mulan si sono messe insieme e, ecco, lui e Aurora stavano insieme da tanto perciò non deve essere stato facile»
Robin pronunciò l'ultima parte della frase con un tono che univa rimorso, tristezza e dispiacere.
«Già, immagino che non lo sia st...»
La Serpeverde non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò con le labbra di Robin premute sulle sue e la lingua del ragazzo che cercava la sua. Senza pensarci, Regina rispose al bacio. Le braccia del ragazzo le cinsero i fianchi e, lei, lo afferrò per i capelli. Inspirò profondamente, lasciando che il profumo del Grifondoro le penetrasse fin dentro le ossa.
I due, furono riportati alla realtà dalla voce di Madame Astrid. Regina si scostò bruscamente da quella posizione, anche se, dentro di sé avrebbe voluto che quel momento non finisse mai, e guardò nella direzione in cui si trovava la Medimaga, che sembrava non essersi accorta di nulla «Scusate se ci ho messo tanto, ma ho... C'é stato un piccolo imprevisto. Comunque, ecco il tuo succo di zucca.» disse la donna, porgendogli un bicchiere.
Il ragazzo bevve, ringraziò la donna e prese Regina per un braccio e la trascinò fuori dall'infermeria. La Serpeverde provò a divincolarsi, ma la presa del Grifondoro era salda, nonostante non le facesse male, e non aveva intenzione di lasciarla. Robin percorse numerosi corridoi prima di sollevare un arazzo ed entrare in un passaggio con Regina.
«Si può sapere che diamine stai facendo?!» urlò la ragazza
«Sssh, non vorrai che tutta la scuola ci senta - sussurrò lui di rimando - Ho bisogno di parlarti»
«E di cosa?»
«Avanti Regina, lo sai esattamente. Di quello che é successo»
«Non c'é niente di cui parlare. Mi hai tradita, te ne sei andato con la tua fdanzata e...tuo figlio e io ho provato ad andare avanti. Fine della storia»
Una lacrima solcò la guancia di Regina e Robin, istintivamente, gliel'asciugò e, con ancora la mano che le sfiorava il viso, continuò a parlare «É vero, hai ragione. Sono stato uno stupido, ho fatto un'enorme cazzata, non nego di non voler bene a Marian e Roland, ma non é quello che voglio, so di non poterli lasciare da soli e non lo farò, ma, questo, non significa che io non ti ami e che non possa stare con te»
«No, Robin, non puoi stare con me. Se anche volessi tornare con te c'é Will adesso e non posso lasciarlo cosí, lui mi é stato vicino e ha saputo capirmi e proteggermi, non lo ferirò in questo modo.» disse Regina scostando la mano del Grifondoro dalla guancia.
«E allora perché ieri mi hai baciato?»
«I-io, ecco, non lo so»
Quella domanda aveva messo in difficoltà Regina, lei, che aveva sempre una risposta per tutto, non sapeva cosa rispondere, o meglio, lo sapeva, ma non voleva dirlo ad alta voce. Per lei, rispose Robin «Si che lo sai. Tu mi ami e so che non hai mai smesso perché lo stesso vale per me. Quello che ho provato quando ci siamo baciati lo hai sentito anche tu perché proviamo gli stessi sentimenti. Non negarlo.»
La mora, a quell'affermazione, restò in silenzio. Robin aveva ragione, lei lo amava e non poteva negarlo, ma non poteva nemmeno mollare Will in quel modo, anche se, dentro di lei lo sapeva, lui aveva sempre saputo o perlomeno immaginato che i suoi sentimenti per Robin fossero sempre rimasti vividi e che, quello che provava per lui, era solo una forte amicizia che avevano cercato di far diventare qualcosa di più, spinti dal desiderio di avere qualcuno vicino. Questi pensieri attraversarono la mente di Regina in un momento e, la Serpeverde, disse «Hai ragione, ma non posso farlo»
«Io ti aspetterò, so che tornerai da me e io farò di tutto per farmi perdonare e permettere che succeda. Grazie ancora per avermi aiutato.»
Detto questo, Robin, liberò la ragazza dalla sua presa e uscí dal passaggio, lasciandola da sola e piena di dubbi. 


NdA: eccomi con l'ottavo capitolo, so che non é molto lungo, ma volevo chiarire la situazione e non disperdere l'attenzione. Cosa farà Regina secondo voi? Tornerà da Robin? Fatemi sapere cosa pensate del capitolo e cosa succederà per voi. Alla prossima!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Era lunedí mattina e, come ogni lunedí, alzarsi dal letto diventava la cosa più difficile che qualcuno avesse mai potuto fare. Se poi si pensava alle otto ore di lezione che aspettavano impazienti di rendere la giornata estremamente noiosa l'intera situazione diventava una vera tortura.
Regina si alzò controvoglia, la giornata che le si prospettava davanti non era di certo tra le migliori. Mentre si infilava la divisa sentí Anastasia borbottare «Sarebbe meglio una Cruciatus che alzarsi tutte le mattine a quest'ora.»
«Si può sempre provare» replicò Crudelia che aveva sempre avuto un debole per le Arti Oscure, subito dopo i vestiti di pelle e le pellicce, che occupavano numerosi il suo baule. Regina rise a quello scambio di battute e uscí dal dormitorio. Nella Sala Comune Malefica, che si svegliava sempre prima delle altre poichè riteneva che dormire comportasse una perdita di tempo, la stava aspettando; i capelli biondi raccolti in una coda di cavallo e la divisa perfettamente in ordine.
«Mi spieghi come diamine fai ad avere questo aspetto alle 7:10 del mattino?» esordí la mora avvicinandosi all'amica.
«Come dicono i Babbani? Ah giusto, la classe non é acqua» disse Malefica ridendo.
Regina alzò gli occhi al cielo e rispose «Come dicono i Babbani? Ah si, l'importante é crederci.»
Detto questo le due ragazze uscirono dalla Sala Comune e si diressero verso la Sala Grande, dove le aspettava un'abbondante ed invitante colazione. Si sedettero al solito tavolo, vicine a Killian e James. I due ragazzi stavano parlottando tra loro con un'espressione che non faceva intendere niente di buono. «Dai ragazzi non fate tanto i misteriosi, sappiamo che state tramando qualcosa.» disse Malefica, prendendo posto.
«A noi potete dire di cosa si tratta» aggiunse Regina.
I due si scambiarono uno sguardo poi James disse «Prima di tutto chiariamo una cosa: io sto tramando qualcosa visto che il signorino non vuole aiutarmi e, secondo, non penso sia qualcosa che possa riguardarvi. Comunque, state tranquille, saprete presto di cosa si tratta.»
La bionda sbuffò e, mentre riempiva il piatto con uova e pancetta, disse «Avrei potuto aiutare, me la cavo meglio di voi in...fammi pensare: qualunque cosa»
«Ehi! Non c'é bisogno di offendere, ci saranno altre occasioni» replicò il ragazzo, facendole l'occhiolino, che la ragazza ricambiò con un'alzata d'occhi; un leggero, però, rossore si impossessò delle sue guance. Regina interruppe il breve silenzio che si era creato tra i quattro dicendo «E sentiamo, Jones. Per quale motivo non ti va di partecipare a questa bravata? Paura di prendere un Troll in Trasfigurazione? O, forse, hai timore che la Swan non te la perdonerebbe?»
«Che c'é Mills? Sei gelosa?» ribatté lui.
«Perché dovrei essere gelosa? Avanti, rispondi alla domanda» lo incalzò la mora.
«Si, Jones, rispondi.» aggiunse Malefica, che non perdeva mai l'occasione di prendere parte a quegli scambi di battute. Killian, capendo che nessuna della due avrebbe mollato facilmente, disse «Bhe, bellezze, se proprio volete saperlo, si da il caso che sia cresciuto anch'io quindi, da oggi in poi, é meglio che non vi stupiate più di tanto per certe cose»
«Ahh, amico -sospirò James- L'ho sempre detto che le Grifondoro fanno male alla salute. Molto meglio le Tassorosso» disse, guardando Ariel Underwater che, proprio in quel momento, era passata accanto al tavolo dove erani seduti loro e che, a quell'affermazione, si voltò accenando un sorriso nella direzione del ragazzo. Erano poche, ad Hogwarts, quelle che riuscivano a resistere al fascino di James Spencer.
«Da quel che ho sentito, non solo le ragazze. Anche i ragazzi Grifondoro non scherzano, giusto Mills?» riprese Killian.
«Cosa vorresti dire con questo?» chiese Regina, visibilmente irritata.
«Oh andiamo! Non far finta di niente, tesoro. Lo sanno benissimo tutti che sei stata con ben due di loro, o forse anche di più»
«Se é per questo, tu sei andato con la maggior parte delle ragazze di questo posto, non ne vedo una che non sia stata con te.» ribatté la mora, la mano aveva già afferrato la bacchetta.
«Però, ora che mi ci fai pensare -continuò lui, come se non l'avesse sentita- credevo che con Locksley fosse finita, ma forse mi sbaglio. Eravate cosí intimi in infermeria ieri.»
Regina sbiancò, ma puntò la bacchetta contro il petto del ragazzo «Ti conviene tacere, Jones. Non sai di cosa stai parlando.» disse con voce incredibilmente calma, ma che lasciava trasparire un tono minaccioso.
Killian stava per ribattere, ma, a quel punto, Malefica che era rimasta a guardare, insieme a James, prese l'amica per il braccio dicendo «Regina, dobbiamo andare, abbiamo Pozioni e sai quanto Gold detesti i ritardi.»
La bionda la dovette strattonare per far sì che Regina la seguisse e, non appena furono sole, sbottò «Si può sapere di che accidenti parlava?»
«Chi stava parlando?»
Le due si girarono e videro una sorridente Elsa che le stava guardando con curiosità.
«Tanto vale che vi racconti tutto in una volta sola» disse la mora, sospirando e facendo alle due amiche di seguirla. 

«Tu e Locksley avete fatto cosa?!» urlò Malefica nel silenzio dell'aula di Pozioni, ancora vuota.
«Abbassa la voce, non vorrei che tutta Hogwarts ti sentisse. Si, io e Robin ci siamo baciati e non so cosa fare»
«Mi sembra ovvio quello che devi fare. Devi dirlo a Will e, poi, capire per chi provi amore e per chi, invece, provi solo una forte amicizia, anche se, mi sembra chiaro come il sole chi ami davvero» ragionò Elsa.
«La biondina ha ragione -aggiunse Malefica- Non puoi prendere in giro Scarlett e, nonostante ti abbia fatto soffrire, tu ami Locksley.»
«Sai, sarebbe carino se imparassi ad usare i nomi delle persone» puntualizzò la Corvonero rivolta alla bionda.
«Avete ragione, dopo glielo dico» disse Regina, prima che la classe cominciasse a riempirsi.


NdA: ed ecco il nono capitolo! Spero sia di vostro gradimento. Che dite? Come la prenderà Will? Fatemi sapere le vostre idee. Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno inserito la storia tra le preferite, le ricordate o le seguite e a chi legge silenziosamente e un grazie speciale a chi ha recensito i capitoli precedenti. Alla prossima!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


«Ma che acciden... Diamine, Jones, ancora tu?!»
«Ti sono mancato dolcezza?»
«Affatto e adesso togliti, guarda cosa hai combinato!»
Regina si inginocchiò e cominciò a raccogliere gli ingredienti della pozione che stava preparando e che Killian aveva appena fatto cadere. Il ragazzo si abbassò, fingendo di aiutarla e disse «Allora, come l'ha presa Scarlett questa tua intimità con il gran capitano Grifondoro?»
La mora alzò gli occhi al cielo e lo guardò come se volesse affatturarlo o, peggio ancora, cruciarlo lí su due piedi, ma sembrò ripensarci e disse «Si può sapere cosa ci facevi in infermeria?  Non stavi ammirando la tua bella volare sulla scopa?»
«Non che siano affari tuoi, ma dopo che Porter ha lanciato quel bolide, può darsi che lo abbia colpito con un piccolo, innocente incantesimo, dato che ha quasi sfiorato Emma. E lui me lo ha restituito, con una speciale aggiunta di cazzotto al sangue. Tu e Locksley non avete un grande spirito di osservazione, é bastato che mi nascondessi dietro ad una colonna»
Regina soffocò una risata mista ad irritazione «Dovresti vergognarti, farti battere da un Grifondoro, non é da te»
«Da dove arriva tutta questa altezzosità? Non sei tu che te la fai con ben due di loro?» disse Killian riportando la conversazione al punto iniziale.
«Non ti conviene giocare col fuoco se non hai idea di come spegnerlo»
«E questa cos'era? Una minaccia? Andiamo, so che puoi fare di meglio.» la punzecchiò lui.
La ragazza, per tutta risposta, lo fulminò con lo sguardo e ribatté «Ascoltami bene, impara a farti gli affari tuoi e a non impicciarti in questioni che non ti rigurdano perché, davvero, non sai contro chi ti stai mettendo quindi rifletti bene prima di fare qualcosa di cui potresti pentirti. Mi hai capita?»
Killian sembrò riflettere sulle parole della mora: sapeva che erano in molti quelli che avevano provato a sfidarla e, per quanto Regina potesse sembrare semplicemente una ragazza un po' tenebrosa, era, una che, se veniva messa con le spalle al muro più di quanto permettesse di solito, sarebbe stata in grado di spedirti in infermeria per almeno una settimana, se non di più, ma non aveva intenzione di dargliela vinta cosí facilmente.
«Sei tu che dovres...» il ragazzo non riuscí a finire la frase che sentí una mano schiaffeggiargli la testa e la voce, piuttosto irritata, del professor Gold dire «Jones! Torni al suo posto immediatamente e lei, signorina Mills, raccolga i suoi ingredienti e torni al lavoro, non vorrei vedermi costretto a togliere punti a Serpeverde.»
I due fecero quello che gli era stato detto e andarono avanti a preparare le loro pozioni senza, però, smettere di lanciarsi sguardi carichi d'odio per tutta la lezione.

Regina era riuscita a  superare la giornata senza avere altre discussioni con Killian e, adesso, si stava dirigendo verso la Sala Comune dei Grifondoro. Era tutto il giorno che pensava a cosa dire a Will e, alla fine, aveva deciso di optare per la pura, dolorosa e semplice verità. Odiava i giri di parole e non aveva intenzione di usarne per una situazione importante, ma che andava risolta il prima possibile, erano già state troppe le volte in cui i suoi sentimenti per Robin le avevano creato dei problemi. Finalmente arrivò davanti al ritratto della Signora Grassa che le diede un'occhiata veloce e si rimise a dormire, dopo aver appurato che la ragazza non doveva entrare. Quel pomeriggio, la Serpeverde,  aveva mandato un messaggio a Will chiedendogli di vedersi fuori dalla sua Sala Comune alle 17 in punto, alle quali mancava poco più di un minuto e, Regina, sentiva che avrebbe potuto far esplodere qualcosa, tanta era l'agitazione che la opprimeva. Il ritratto si aprí, ma con sua grande delusione non fu il Grifondoro che voleva ad uscire bensí Emma Swan che era in compagnia di Ruby Lucas e Mulan. Le ragazze la guardarono, ma passarono oltre, evitando qualsiasi tipo di commento vedendo come si contorceva le mani e si mordeva il labbro inferiore. Dal passaggio non uscí più nessuno per altri dieci minuti e Regina stava iniziando davvero a spazientirsi quando, finalmente, dei rumori di passi la fecero voltare mettendola faccia a faccia con Will. Il ragazzo aveva un'aria più cupa del solito e un brutto presentimento si impossessò di lei; nessuno dei due si avvicinò all'altro per colmare la distanza che c'era tra loro e, dopo qualche minuto di silenzio, fu Will il primo a parlare «Scusa il ritardo, ma ho incontrato Jones venendo qui e...»
Regina non gli fece nemmeno finire la frase: il suo presentimento era diventato una realtà, sapeva che Killian non avrebbe perso l'occasione di dire tutto a Will. Da quando era stata nominata capitano della squadra era diventato decisamente più acido nei suoi confronti e voleva punirla, per cosí dire, per avergli soffiato il posto, che anelava dal suo quarto anno, ma sperava comunque di riuscire a parlare al Grifondoro prima di lui.
«…e ti ha detto tutto di me e Robin» sputò tutto d'un fiato, il ragazzo annuí: vedeva la tristezza che velava gli occhi di Regina alla consapevolezza di quello che aveva fatto, tuttavia non vedeva l'ombra del rimorso o del senso di colpa. La Serpeverde prima che lui dicesse qualcos'altro continuò «Mi dispiace, so di aver sbagliato e non avrei mai voluto ferirti, tu per me conti tantissimo e sei una delle persone più importanti della mia vita, ma... io amo Robin. Ho cercato di reprimere questo sentimento e credevo di essersi riuscita, grazie a te, ma da quando é tornato tutti i miei sentimenti per lui sono riemersi e non ho potuto farci niente. Non volevo che lo sapessi da qualcun altro, mi dispiace»
Will lasciò finire Regina e sembrò riflettere sulle sue parole: lui aveva sempre saputo che i sentimenti della ragazza per il suo migliore amico non erano mai spariti del tutto e lo stesso valeva per Robin. Proprio lui, non appena era tornato, gli aveva confessato, non sapendo della relazione tra i due, di voler farsi perdonare da lei e riconquistarla; Will non aveva saputo rispondere e gli aveva detto solo qualche giorno dopo che lui e Regina stavano insieme, ma gli aveva anche detto che, con il suo ritorno, le cose tra loro non sarebbero potute andare avanti, a causa dell'amore che lei ancora provava nei suoi confronti. Il ragazzo, alla fine, disse «Regina, sapevo che la nostra relazione non sarebbe durata ancora molto; non ho mai creduto che i tuoi sentimenti per Robin fossero scomparsi, nonostante tu provassi qualcosa per me, ciò che provi per lui é più forte. Io lo capisco e so che rimarremo comunque degli ottimi amici, ma... maledizione, Mills, come diamine hai fatto a farti beccare da Jones?» Regina non riusciva a credere alle proprie orecchie, pensava che almeno una minima scenata gliel'avrebbe fatta e, invece, se ne era uscito semplicemente cosí. La ragazza, ancora stupita, disse «Accidenti Scarlett, potevi almeno farmi finire tutti i discorsi che mi ero preparata.»
«Bhe, vedila in questo modo: ti ho fatto risparmiare fiato»
Detto questo, Will, pronunciò la parola d'ordine per entrare nella Sala Comune, ma, prima che entrasse nel passaggio, fu bloccato dalla ragazza «Sei davvero eccezionale. Pochi avrebbero reagito come hai fatto tu, grazie»
«Non ringraziarmi, un pugno se lo merita comunque e, quasi quasi, gli faccio prendere anche un bello spavento» e, con queste parole, lasciò Regina da sola, vicina al ritratto, con un sorriso stampato in faccia. 



NdA: bhe, che dire? Sono già al decimo capitolo e sono contentissima di esserci arrivata, non credevo di riuscire a superare i cinque. So che i personaggi possono risultare OC, ma non sempre riesco ad esprimere al meglio le loro personalità, soprattutto considerando la situazione che stanno vivendo. Ringrazio molto tutti i lettori silenziosi e coloro che hanno inserito la storia tra le preferite, le seguite o le ricordate e anche quelli che hanno recensito. Alla prossima, critiche e commenti sono sempre ben accetti.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


La Sala Grande si stava svuotando. La cena era finita, il preside aveva augurato la buonanotte a tutti e gli studenti si stavano dirigendo alle rispettive Sale Comuni. Elsa e Malefica, che avevano iniziato ad andare più d'accordo, stavano ascoltando Regina, mentre le metteva al corrente di ciò che aveva detto a Will e di come aveva reagito il ragazzo. Le due erano rimaste stupite alla notizia che il ragazzo avesse reagito cosí bene, ma erano felici per Regina.
«Mah, non so. Non mi convince. Sei sicura che non abbia mostrato segni di rabbia o gelosia? So che ti ho detto di non prenderlo in giro, ma non é detto che lui non possa prendere in giro te.» disse Malefica.
«In effetti anche io, inizialmente, sono rimasta perplessa, ma l'ho guardato bene e diceva la verità» ribatté la mora.
«Secondo me é stato sincero, anche io conosco bene Will e non é uno che lascia perdere facilmente, soprattutto se si tratta di qualcosa o qualcuno a cui tiene e a Regina tiene molto. Per me ha capito davvero la situazione» aggiunse Elsa.
«Io non sono ancora convinta. Chissà, magari anche lui ha trovato qualcun altro a cui interessarsi e ha approfittato dell'occasione» continuò la bionda Serpeverde.
«Se fosse cosí gli avrei fatto un favore» commentò Regina.
«Direi proprio di si» rise Malefica, mentre Elsa, invece, alle parole della bionda aveva cambiato improvvisamente espressione: sembrava infastidita.
Regina sembrò accorgersene e le chiese se andsse tutto bene.
«Ma certo che va tutto bene» rispose, forse troppo sbrigativamente, la Corvonero.
«Ne sei sicura?» replicò Regina.
«Assolutamente.»
Le due furono distratte da quella conversazione dall'urlo di Malefica, che stava inveendo contro dei ragazzini del primo anno che le erano appena venuti addosso ed erano caduti sul pavimento della Sala d'Ingresso portando con loro la bionda. Le ragazze non poterono non ridere alla vista della loro amica sovrastata da tre maghi undicenni che stavano cercando di liberarsi da quella posizione, mentre Malefica urlava insulti di ogni tipo. Con compostezza la strega si alzò, spingendo malamente i ragazzini e disse «Imparate a guardare dove andate, Mezzosangue»
Elsa, che odiava le distinzioni di sangue, essendo figlia di babbani ed avendo una sorella minore, Anna, che si era trovata spesso nella situazione di essere insultata per le sue origini, cosí come lei, la riprese aspramente e aiutò i tre ad alzarsi.
«Tutto a posto?» domandò.
«Si, grazie» rispose Nicholas Zimmer.
«Scusaci tanto» disse, invece, una ragazzina bionda dallo sguardo gentile rivolgendosi a Malefica, la quale la ignorò. Il terzo ragazzino stava guardando con sguardo truce la Serpeverde, a causa dell'insulto appena ricevuto, ma i suoi occhi si illuminarono quando riconobbe Regina, accanto alla ragazza che li aveva appena aiutati ad alzarsi. La salutò allegramente «Ciao, Regina»
«Ciao, Henry. Non ti sei fatto male, vero?» disse lei.
«Tutto okay, grazie.»
«Perfetto»
«Bene, io andrei. Ava, Nicholas ci vediamo domani. Ciao, Regina»
I due giovani Grifondoro salutarono l'amico che se ne andò correndo e poi si diressero verso la loro Sala Comune.
«Da quando intrattieni conversazioni con Tassorosso undicenni?» chiese Malefica.
«L'ho conosciuto in biblioteca, diciamo che mi ha aiutata» replicò Regina, non bruscamente, ma lasciando intendere che voleva chiudere lí quella conversazione.
«Se lo dici tu»
«Non é un crimine parlare con persone più piccole e, come le chiami tu, Mezzosangue» ribatté Elsa.
«Se provieni da una famiglia come la mia o quella di Regina lo é» disse senza scomporsi la Serpeverde: nonostante fosse passato quasi un secolo dalla Seconda Guerra Magica certi principi, seppur indebolitosi per un certo periodo di tempo, esistevano ancora e, in alcune famiglie Purosangue, vi si credeva ancora fermamente.
«Lasciamo perdere la mia famiglia, va bene?» esclamò Regina.
«Si, scusa. Ma sai anche tu che non dovresti, te l'ho detto quando hai iniziato a frequentare lei e Locksley e te lo ripeto adesso» replicò Malefica.
«Scusami, fammi capire bene: io non ho mai potuto passare l'estate da te per il semplice fatto che la tua famiglia non vuole che frequenti Mezzosangue?»
«Mezzosangue e Nati Babbani» specificò la bionda Serpeverde, ricevendo un'occhiataccia sia da parte di Elsa che di Regina, la quale era arrossita violentemente.
«In effetti, sì, ma io non la penso come mia mad...come loro».
La discussione delle ragazze fu interrotta dall'arrivo del professor Pan, l'insegnante di volo «Detesto intrrompere discussioni del genere, ma ho bisogno di parlare con la signorina Mills»
«Mi dica professore» disse Regina, ricomponendosi.
«Volevo informarla di aver organizzato un'amichevole partita a Quidditch domani pomeriggio alle due tra la sua squadra e quella di Grifondoro»
La mora rimase stupita a quella notizia e replicò «Ma, professore, ci sono appena state le selezioni e non abbiamo avuto modo di allenarci. E poi abbiamo lezione a quell'ora»
«Lo so benissimo, Mills. Sarete esonerati dalle lezioni e riguardo all'allenarvi ho deciso di organizzare questa partita per vedere di cosa siete capaci, non ho dubbi che saranno queste due squadre ad arrivare alla finale, ma voglio vedervi improvvisare. Lo dica lei a Locksley» detto questo il professore se ne andò, non lasciando il tempo a Regina di replicare. La ragazza guardò le sue amiche, che sembravano più tranquille rispetto a qualche minuto prima, e disse «Bhe, sarà meglio che vada dirlo a Robin prima che si faccia troppo tardi»
«Non puoi madargli un messaggio via gufo?»
«Avrei dovuto parlargli comunque, tanto vale approfittare dell'occasione. Mal, puoi dirlo tu agli altri? Se vedo Killian potrei ucciderlo.»
«Certo, a dopo» la bionda si congedò con queste parole e se ne andò, lasciando sole Elsa e Regina.
La Corvonero guardò l'amica e le disse «Vai e fammi sapere tutto quello che vi direte o farete, ma questo discorso lo continueremo.»
«Okay e okay, a domani»
Le due amiche si separarono e Regina, per la seconda volta in un giorno, salí le scale che portavano alla torre dei Grifondoro. Arrivata davanti al ritratto della Signora Grassa, che come al solito dormiva, si ricordò di non poter entrare quindi decise di aspettare qualcuno a cui potesse chiedere di dire a Robin che gli doveva parlare. Per sua fortuna dopo pochi minuti arrivò la sorella di Elsa, più piccola di loro di tre anni, insieme al fidanzato, Kristoff Swelt, e le chiese, sbrigativa, di informare Robin che era lí e che doveva parlargli. Anna annuí, con fare pimpante, ed entrò nel passaggio. Poco dopo vide Robin uscire e gli fece un cenno con la mano, per tutta risposta il ragazzo le rivolse uno dei suoi sorrisi smaglianti e pieni di calore che riuscivano a far sciogliere il cuore a Regina.
«Ehi»
«Ehi. Come mai sei qui? Non che non mi faccia piacere» chiese lui.
«Pan mi ha detto di dirti che domani alle due ci sarà un'amichevole di Quidditch tra Serpeverde e Grifondoro e che saremo esonarati dalle lezioni da quell'ora»
«Ma... non abbiamo potuto allenarci»
«Anche io gliel'ho detto, ma vuole vederci "improvvisare"» disse la mora mimando con le dita le virgolette sulla parola improvvisare.
«Bhe, va bene. Lo dico agli altri – rispose lui, prima di aggiungere – Sei sicura di essere venuta solo per questo?»
Regina esitò un attimo prima di rispondere «In realtà... no. Volevo dirti che io e Will ci siamo lasciati e che io, insomma, ti amo ancora» pronunciò quella frase tutta d'un fiato e senza che se ne rendesse conto si trovò con le sue labbra su quelle di Robin e le loro lingue che si intrecciavano in una danza sfrenata, come se non avessero aspettato altro che quello e, in effetti, era cosí.
Quando si separarono lo fecero solo per riprendere fiato, le fronti che si toccavano e i loro nasi che si sfioravano apppena; avevano entrambi il respiro pesante, ma sorridevano felici.
«Sai, quell'idiota di Scarlett mi ha fatto prendere un accidente: credevo fosse infuriato e mi ha quasi rotto il naso prima di dirmi che sapeva che saremmo tornati insieme prima o poi e che voleva fossimo felici.»
Regina rise e disse «In fondo te lo sei meritato»
«Ti prego, non farmi soffrire più» aggiunse lei, poi.
«Te lo prometto» bisbigliò lui al suo orecchio prima di coinvolgerla in un altro bacio passionale.
«Mi ami?» chiese la ragazza, ancora non del tutto sicura di star facendo la cosa giusta.
«Non ho mai smesso» replicò Robin.
«Continuerai a farlo?» chiese ancora lei.
«Sempre»


NdA: ecco un nuovo capitolo, scusate so di averci messo un po' a pubblicarlo, ma volevo scriverlo bene e in più mi serviva della sana e buona ispirazione. Spero vi piaccia e, come sempre, ringrazio tantissimo tutti coloro che hanno inserito la storia tra le seguite, le preferite o le ricordate. Grazie infinite a coloro che recensiscono (sono contentissima, siete sempre di più), mi siete molto d'aiuto. Alla prossima!

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Erano le 14:05 ed entrambe le squadre erano in sella alle loro scope pronte a sfidarsi in quella che l'insegnante di volo aveva definito un'amichevole partita di Quidditch.
I due capitani si trovavano al centro del campo, insieme al professor Pan, e si strinsero la mano. A quel tocco, un brivido attraversò i corpi di Robin e Regina e i due si sorrisero, ma il sorriso sparí velocemente dai loro volti: in fondo erano lí per scontrarsi, sorrisi e parole dolci avrebbero dovuto aspettare.
«Non preoccuparti, ci andremo leggeri» disse il Grifondoro, facendo un'occhiolino canzonatorio alla ragazza che, con uno sguardo di sfida, rispose «Via quel sorrisetto, Locksley. Sarai fortunato se riuscirai a finire la partita senza romperti un'altra volta il braccio»
«Lo vedremo, Mills».
Con queste parole salirono sulle scope e presero posizione. Il professore liberò bolidi e boccino e, con il lancio della pluffa, diede inizio alla partita.

«A quanto pare ci siete andati fin troppo leggeri» disse Regina, ridendo: la partita era durata circa un'ora; la mora aveva avvistato il boccino dopo pochi minuti ed era stato solo per amore di Robin e per lasciare che anche i suoi compagni potessero divertirsi almeno un po' che lo aveva perso di vista intenzionalmente e si era rimessa alla sua ricerca solo una quindicina di minuti dopo. Naturalmente era stata bene attenta a non farlo prendere alla cercatrice di Grifondoro, Ruby Lucas, sviandola con improvvisi scatti e numerose finte. Anche i due nuovi battitori erano stati d'aiuto poiché, avendo capito il suo gioco, avevano indirizzato numerosi bolidi verso la Grifondoro. La partita era finita 210 a 60 per Serpeverde, ma il professore era sembrato soddisfatto di entrambe le squadre: avevano giocate egregiamente.
Adesso, Regina e Robin si trovavano seduti in riva al Lago Nero per godersi una tranquilla serata prima che il clima diventasse troppo freddo per permettere di rilassarsi all'aperto e stavano parlando allegramente della partita di quel pomeriggio, mentre si tenevano abbracciati stretti.
«Non dovresti prendere in giro in questa maniera il tuo ragazzo» rispose Robin alla provocazione di lei, calcando leggermente sull'aggettivo "tuo".
«Ahh e cosí saresti il mio ragazzo» disse Regina sciogliendosi dall'abbraccio e sedendosi a cavalcioni sulle gambe del ragazzo.
«Precisamente»
«Bhe, allora non credi che dovresti dimostrarmelo?» chiese lei maliziosamente.
«In che modo esattamente?» rispose lui, con un sorriso accattivante.
«Mmm... potresti stringermi – disse la ragazza portando le braccia del Grifondoro all'altezza del suo collo – Avvicinarmi a te – continuò, facendo una breve pausa – E poi, baciarmi» disse, mentre Robin si avvicinava sempre di più al suo viso; il ragazzo non se lo fece ripetere due volte e coinvolse Regina in un bacio dapprima dolce e, poi, sempre più passionale, tanto che si ritrovarono sdraiati sul prato, avvinghiati l'uno all'altro, non staccandosi nemmeno un secondo. Quando, alla fine, dovettero riprendere fiato si guardarono intensamente, leggendo uno negli occhi dell'altro tutte le emozioni che a parole erano impossibili da esprimere. Restarono immobili a fissarsi per un tempo che nessuno dei due sarebbe stato in grado di definire: poteva trattarsi di due minuti come di due ore. Fu Regina a rompere il silenzio «Non per rovinare l'atmosfera, ma c'é una cosa che devo dirti. Ero intenzionata a farlo già due anni fa, ma, bhe, sai anche tu come sono andate le cose»
Robin si mise a sedere e si girò verso di lei, prendendole la mano e incoraggiandola a parlare. La Serpeverde, dopo aver inspirato a fondo, cominciò a parlare «Sai quando mi chiedevi di passare le vacanze con te e io rifiutavo?»
Il ragazzo annuí, un velo improvviso di tristezza a coprirgli gli occhi.
«Non é mai stato perché non volessi stare con te, anzi, l'ho fatto proprio perché volevo stare con te»
«Regina, non ti capisco.» disse lui.
«Vedi, é da quando sono nata che mia madre controlla la mia vita, ho sempre dovuto seguire alla lettera tutto ciò che mi diceva. Mi ha insegnato a disprezzare i Mezzosangue e i Nati Babbani, mi ha fatto crescere secondo principi che quasi più nessuno ha seguito dai tempi in cui le casate dei Black e dei Malfoy erano ritenute le più importanti del Mondo Magico ed io ci ho creduto, per un po', ma poi ho conosciuto te ed Elsa. Ad Hogwarts lei non poteva arrivare, era... é l'unico posto in cui io posso essere me stessa ed é per questo che non le ho mai detto niente di te, non volevo che rovinasse l'unica cosa bella della mia vita»
Robin rimase in silenzio per alcuni minuti, tanto che Regina pensò di aver rovinato tutto.
«Sono un coglione – il Grifondoro esordí con queste parole, lasciando la ragazza visibilmente stupita – Regina, mi dispiace. Tu stavi cercando di non farci separare e io, invece, ho fatto un terribile errore, ti ho fatta soffrire immensamente. Io ti amo, perdonami, non avrei mai dovuto farlo».
La ragazza non gli diede il tempo di finire che lo tirò a sé e, per una volta, fu lei a sorprenderlo con un bacio vorace, pieno di calore e desiderio. Finalmente era riuscita a dirgli tutto quello che si era tenuta dentro durante quegli anni e si sentiva incredibilmente leggera, come se fosse stata liberata da un'enorme peso. Robin si separò da lei e disse «Credo che dovremmo rientrare»
«Si. Andiamo»
Si alzarono e camminarono fino alla Sala Grande tenendosi per mano, felici come non mai.


NdA: ecco il dodicesimo capitolo! Non manca molto alla fine e ringrazio tutti quelli che mi hanno seguita fino a qui. Alla prossima!

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


«Avanti, Mills, poche storie.»
Malefica stava cercando in tutti i modi di far scendere Regina dal letto, con scarsi risultati.
«Malefica ti ho già detto che non vengo, é sabato»
«Non mi interessa, per dormire hai sempre domani. Andiamo, la prima uscita a Hogsmeade é una tradizione. Avresti dovuto pensarci ieri sera, prima di chiuderti con Locksley nella Stanza delle Necessità, sai anche tu che non ti lascerò in pace finché non ti alzerai.» disse la bionda con un tono che non ammetteva repliche.
«D'accordo mi alzo, ma me la pagherai -replicò Regina ancora mezza addormentata- E per tua informazione ero con Robin, ma ci siamo esercitati. Lunedí c'é il compito di Difesa, in caso te lo fossi dimenticata, e se non lo supero solo Merlino sa che scenata mi farà la West»
«Oh andiamo, sappiamo entrambe che supererai quel test con il massimo dei voti, sei un'eccellente occlumante quindi smettila di lamentarti e vestiti»
«E va bene, ma non capisco come mai tra tutti i maghi e le streghe presenti su questo pianeta Hopper abbia assunto proprio lei, sarà uscita da Hogwarts si e no cinque anni fa!» disse la mora, sistemandosi capelli e vestiti con un veloce colpo di bacchetta.
«Per quanto non possa piacerti, e tu non piaccia a lei, era una delle migliori studentesse di Hogwarts e, in ogni caso, chiunque ci fosse prima di lei ora é sepolto da qualche parte quindi non pensarci e andiamo, Elsa ci aspetta fuori con Scarlett e il tuo amato. Comincio a sentirmi la quinta in comodo»
«Ma scusa, non hai appena detto che ci sono anche Will e Elsa?»
«Regina, non ci credo! Sei diventata cieca? Avrai notato anche tu che quei due passano un sacco di tempo insieme e, come se non bastasse, non fanno altro che farsi gli occhi dolci».
In risposta alle parole di Malefica, quando arrivarono nel cortile fuori dalla Sala d'Ingresso, videro una radiante Elsa e un Will altrettanto sorridente stretti in un abbraccio, che di amichevole aveva ben poco. Stavano raccontando qualcosa a Robin, il quale non sembrava stupito più di tanto da quello che gli stavano dicendo.
«Potrei sapere cosa sta succedendo qui?!» Regina pronunciò quelle parole con un falso tono minaccioso, mentre si avvicinava al gruppetto.
«Oh, buongiorno Milady.» la salutò Robin, dandole un dolce bacio sulla tempia.
«Buongiorno tesoro, ma mi sembrava di averti detto di non usare quell'appellativo, o sbaglio? Comunque, voi due -disse indicando Elsa e Will- mi spiegate che succede?»
«Volentieri, ma solo davanti ad una Burrobirra» rispose il Grifondoro, mentre Malefica commentava la situazione, sospirando «Ecco, adesso sono davvero la quinta in comodo»
«Non dire sciocchezze, vedrai che rimediarai di sicuro qualcuno, prima di stasera» la consolo la bruna, prima che si avviassero tutti insieme verso Hogsmeade.

«Bene, adesso potete parlare» disse Regina dopo che gli furono servite cinque Burrobirre dal cameriere de "I Tre Manici di Scopa": quel locale era sopravvissuto dopo tutti quegli anni e, se possibile, era ancor più frequentato.
«Non che ci sia molto da dire, é cominciato tutto circa due settimane dopo l'inizio della scuola. Will mi aveva chiesto di dargli ripetizioni, sappiamo tutti che é un caso disperato»
«Grazie amore» disse il ragazzo, facendo ridere gli altri quattro.
«Abbiamo iniziato a passare molto tempo insieme -continuò Elsa- E, insomma, mi sono accorta di provare qualcosa per lui...»
«Ed io per lei»
«...dopo le selezioni di Quidditch, ma ho pensato che fosse meglio non dire niente dato che voi stavate ancora insieme -riprese la Corvonero, indicando Will e Regina- ma, poi, vi siete lasciati e ho pensato che non ci fosse niente di male a dirgli quello che provavo, e provo, e...»
«...e, dato che io ricambio, ci siamo messi insieme» concluse per lei il Griffondoro.
«Spero che tu non te la sia presa, Regina»
«Perché dovrei prendermela? Mi avete risparmiato il senso di colpa» disse la mora provocando, cosí, le risate di Will e Robin, un'alzata d'occhi da parte di Elsa e il commento sarcastico di Malefica «Altruista come sempre»
«Ormai mi conosci» replicò Regina.
«Hai ragione, non dovrei stupirmi più, ormai. Comunque, con il vostro permesso, andrei a fare un saluto al mio futuro marito» disse la bionda, alzandosi e prendendo il suo boccale, prima di dirigersi verso un tavolo dove erano seduti James, Killian e Emma.
«A proposito di futuri mariti, non mi avevi detto che avresti sposato Jones?» chiese la mora rivolgendosi ad Elsa.
«Ho trovato di meglio» rispose la bionda, prima di baciare Will.
«Che dici -disse Robin- Lasciamo soli i due piccioncini e andiamo a fare una passeggiata?»
«Mi sembra un'idea eccellente».
Regina e Robin uscirono da "I Tre Manici di Scopa" e, mentre camminavano per le vie del villaggio, la ragazza non poté fare a meno di pensare che quell'anno sarebbe stato il migliore che avrebbero mai passato ad Hogwarts.


NdA: ed ecco l'ultimo capitolo della mia prima long! Ho pensato di chiuderla in un modo leggero e soprattutto lasciando un finale moolto aperto perché penso che in futuro la riprenderò in mano per un seguito. Ringrazio infinitamente tutti coloro che hanno seguito questa storia e quelli che l'hanno recensita. Spero vi sia piaciuta e vi ringrazio ancora molto :)

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