La fata e il pirata

di eremita88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** rhum ***
Capitolo 2: *** famiglia (amore e vendetta) ***
Capitolo 3: *** shopping ***
Capitolo 4: *** Influenza ***



Capitolo 1
*** rhum ***




 

"Hai smesso di credere in te stessa."

Continuava a ripetersi mentalmente queste parole da quando Turchina le aveva pronunciate, spiazzandola, tanto che avevano cessato di avere un vero significato ormai da almeno mezz'ora. 


Sciacquarsi il volto non le aveva rinfrescato le idee come aveva pensato, si disse sbuffando mentre usciva dal bagno. Tanto persa nei suoi pensieri non si accorse nemmeno di Hook che tirava dritto nella sua traiettoria.
La collisione fu inevitabile. il pirata , come lei, stava onerando a tutt'altro, e sembrò solo in quel momento accorgersi della sua presenza… Consapevolezza che si tramutò subito in un sorriso a mezza bocca dei suoi, decisamente irritante , pensò Trilli.


Non le era mai piaciuto Killian Jones, lo sguardo malizioso che vagava sempre dagli occhi ai seni. Le dava fastidio il modo in cui li sguardo profondo cerchiato di scuro del capitano si fissava su di lei e, in generale su qualsiasi donna, senza mai considerarla per davvero, interessato solo a se' stesso, perso in qualcosa oltre la realtà, una dimensione che non riusciva a identificare. 


Trattenne il respiro per un attimo nel trovarsi faccia a faccia con gli occhi azzurrissimi del capitano. Riprendendo il contegno  che le era proprio cercò di darsi un tono e di liquidarlo con un sorriso.

-Ciao Hook, come va?-

Il capitano  ebbe la risposta pronta…  

-Bene, bene…-

Trilli si affrettò a sorridere velocemente e a superarlo cominciando a precorrere il corridoio. Tuttavia il tentativo si rivelò inutile, perché quello le venne dietro di corsa e, fissandola negli occhi con profondità allarmante, disse: 

-Ma la vera domanda è… tu stai bene?- 


Trilli non poté essere più stupita della domanda: nessuno le chiedeva come stava da troppo tempo perché lei avesse una risposta pronta .

-Perché non dovrei?-  Rispose guardinga. Ma abbassò lo sguardo, lui se ne accorse,  e troppo in fretta per i suoi gusti.

-Insomma, so che Storybrook può… Disorientare a volte.-


Lo disse con noncuranza , eppure a Trilli, per un solo momento, sembrò che lo vedesse davvero, il disagio datole da quel posto, senza le sue ali, senza il suo potere, come un pesce fuor d'acqua, sembrò che glielo vedesse dentro con quei maledetti occhi azzurri.
La miglior difesa, pensò, sarebbe stato uno sguardo tagliente. Invece il capitano sorrise  diverito al suo broncio, e le allungò la sua immancabile bottiglia di rhum. Lo stupore di Trilli salì alle stelle.

-Vuoi un sorso?-

E allora capì… Le avevano insegnato a chiamarlo in tutt'altro modo quello che le offriva il pirata. 


"Ma per chi mi ha presa??? per una delle sue donnine da osteria?" Era forse il giocattolo di un uomo deluso o desideroso di divertirsi?

Eppure lui non si fece scoraggiare nemmeno dallo sguardo di lei, gli occhi ridotti a due fessure, e tornò all'attacco con un micidiale sorriso.

-Senti, la verità è che quello che vuoi davvero è che ti aiuti a dimenticare Emma per un po' .-

Trilli  l'aveva visto come il pirata guardava la salvatrice: come non guardava nessun'altra donna. Probabilmente anche un pirata come lui in fondo era capace di sentimenti, pensò circospetta.


-Emma, e chi è? io vedo solo te tesoro.- Disse il pirata con voce suadente, spiazzandola. 

Trilli, suo malgrado, sentì le guance imporporarsi. Ma che ti prende? "Questa specie di uomo", si disse, "vuole usarti". non le era mai capitato mai nulla di simile… Essere usata per far ingelosire con un'altra donna.

 
Eppure, pensò, era davvero triste quanto era disposto a fare il pirata nella speranza di dimenticare o, forse, sollecitare l'attenzione dell'amata. Hook cominciò a farle quasi pena, ma subito dopo la rabbia le offuscò la vista...  Come fata il suo compito era aiutare la gente a trovare la felicità, l'amore ma, di certo, non le avevano mai anticipato quanto le sarebbe stato chiesto in cambio.

-Avrò anche perso le mie ali, ma non ho certo perso la mia dignità.- Disse la fata, con mento alto e aria fiera, al piarata.


Lui incassò il colpo in maniera ammirevole ma, per un momento, Trilli vide ,o credette di vedere , qualcosa di sconosciuto sul suo sguardo… Delusione?

Fu allora che sentirono il rumore.

-Cos'è stato?-  Chiese al pirata.
Si scambiarono uno sguardo veloce, e corsero all'esterno.

Emma era già lì. Trilli chiese velocemente cosa fosse accaduto, lei rispose che non lo sapeva, subito dopo il suo sguardo si puntò su Hook, e si spostò rapidamente su di lei, ritornando poi al pirata indagatore.
Per la seconda volta in quella giornata, Trilli sentì le guance imporporarsi.

-Ehi… Per caso voi due stavate…-

-NO!!!- Si affrettò a rispondere, inorridita dal fatto che qualcuno potesse davvero pensarlo: ritenerla davvero così , come dire, disperata…

-Forse…- Rispose invece un raggiante capitan Uncino.

Lo guardò a bocca aperta, umiliata. Come si permetteva quel  "PIRATA"? Un oggetto: ecco cos'era diventata per lui in quel momento.
Il pirata la guardò malizioso, come a dire :"Hai fatto bene il tuo lavoro" ; era ufficiale: detestava quell'uomo.
Intanto l'irritazione cresceva dentro di lei al pensiero di non poter fare nulla, almeno per quel momento.


Si sentì di nuovo un grido: stava succedendo qualcosa di grave, ormai era chiaro. Al pirata avrebbe pensato dopo ma, considerando che i problemi erano solo all'inizio, un goccio di quel suo rhum non ci sarebbe stato male in quel momento…


NOTA DELL'AUTRICE
Allora, premetto che avrei voluto scrivere molto di più nell'introduzione , ma le 200 parole mi hanno frenata. Quindi tutti i miei sproloqui siete costretti a subirveli voi coraggiosi che siete arrivati alla fine di questo capitoloprodotto della mia mente malata...
Come si sarà capito, ho voluto riprodurre in questo primo capitolo la mia amatissima scena della 3X10. Infatti, personalmente, ho amato quella puntata e, in particolar modo, quella scena: desidero precisare che sono perfettamente consapevole che non può essere definita una scena Hook/Tinkerbell, e che, anzi, si capisce chiarametne che, per riprendersi Emma, Hook è disposto persino ad usare le persone come oggetti... Eppure ho pensato,  e non mi squartate CaptainSwan, che da quello che è stato un tentativo, seppur malriuscito, di usare la fata come strumento per ingelosire Emma, potrebbe nascere qualcosa di inaspettato: una copipa meravigliosa. 
A mio parere Hook , il mio amatissimo Hook, non riuscirà a conquistare Emma... Per il semplice fatto che lei è troppo innamorata del dolce Neil, anche se ha ancora paura di darsi una nuova possiibilità con lui ... Eppure io, da quando ho visto Hook la prima volta, non penso ad altro che a dargli un lieto fine!!! Tink, che è un persongaggio che io ho amato da quando è comparsa, mi offre nuovi e inaspettati spunti di riflessione sull'argomento. 
All'inizio, presa la decisione di shippare questi due, l'idea principale era quella di fare una semplice raccolta di one shot, fra loro indipendenti: ognuna doveva raccontare un momento fluff fra questi due fantastici personaggi, il tutto partendo da questo momento, che ha costituito la mia ispiarazione primaria.
Eppure ,man mano che le mie dita battevano sulla tastiera dle computer, nella mia mente prendeva forma una long eccessivametne romantica e un tantino campata in aria come è nelle mie corde... Avendo dovuto seguire le linee guida date dai dialoghi della scena (che, perdonatemi, non ho rispettato alla lettera) mi sono dovuta limitare un po', e perciò questo capitolo aspira solo a rispettare i caratteri dei personaggi e a dare un'idea di ciò che pensavano in quel momento ma, in futuro, aspettatevi di tutto, perchè, con libertà totale, la mia immaginazione partorirà di tutto ...
Per il momento ho adottato il punto di vista di Trilli ma, nei capitoli successivi, che spero di pubblicare a breve, aspettatevi  anche che il mio amore per Hook prenda il sopravvento, portandomi a proporre il suo punto di vista alternato a quello di lei.
Che dire...  Grazie di aver letto questo capitolo, e scusate per la digressioni eccessivamente lunga, ma dovevo pur cercare di dare una giustificazione a questa mia espressione di follia pura...
Spero di riuscire a rendere questa coppia come è mio intento fare, di riuscire a farvela amare come io la amo :) per finire, scusate eventuali lapsus o errori di battitura. 
Recensite numerosi, vi prego, datemi consigli, criticatemi e, se possibile, abbiate  anche pietà per questa povera pazza. ;)

Eremita88

 

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Capitolo 2
*** famiglia (amore e vendetta) ***


Si rannicchiò vicino ad un cespuglio. Era riuscita a soffocare i singhiozzi, ma quando le lacrime cominciarono a rigarle le guance non poté fare nulla per evitarlo. 

Sentì un rametto spezzarsi a qualche passo di distanza , e scattò subito in piedi , ortando istintivamente la mano al pugnale che teneva alla cintura.
 -Rilassati ,Tesoro, sono io.- Hook uscì fuori con le mani in alto. -
Che vuoi, pirata?- Si voltò di scattò cercando furiosamente di asciugare le lacrime, pregando silenziosamente che lui non le vedesse. 
-Sai, fare un uro di ricognizione non vuol dire esattamente sparire, ero preoccupato, temevo che…- Si mosse verso di lei. 
-Aspetta, ma stai piangendo…-
 -Ti sbagli Hook- -Ehi , le lacrime le so riconoscere anche io, sai…- Provò a metterle una mano sulla spalla, ma lei si ritrasse. 
-Ehi, non mi dire che è per prima. Ormai dovresti conoscermi… Io non volevo offenderti o che, io stavo…-
 -Ti sopravvaluti Hook, ma sono sicura che succeda spesso, non è per te che piango…-
-E allora di che si tratta?- 
Si sedette sull'erba, gli avambracci posati sulle ginocchia. -Non credo ti riguardi…- -Sicuramente no ma, sai, mi dicono che sono piuttosto bravo a consolare le donzelle .- Suo malgrado, in quel momento, quella battuta la fece ridere. O forse rideva perché stava per raccontare ad un pirata con l'eye liner la causa della sua tristezza. 

-E' morta. E' morta e le sue ultime parole sono state "hai smesso di credere in te stessa" capisci?- Lo guardò freddamente, aspettandosi una reazione, una qualsiasi reazione e, invece trovò solo , ad attenderla dietro la matita nera, uno sguardo comprensivo. 
-Mi dispiace tanto per Turchina.- 
-Grazie.- Disse, stupita. 
-Era tipo il tuo capo?il tuo superiore?E' così fra le fate, no?- 
-No,no, lei era molto di più… Lei era la mia maestra. Lei era un modello per me: a volte era dura, ma lo faceva sempre per il mio bene, lei…" 
Aveva cominciato a singhiozzare ora, e sapeva che stavolta non sarebbe riuscita a fermarsi . Si sedette sull'erba di spalle ad Hook: non voleva guardarlo, non l'avrebbe mai capita. -Un po' come una madre…- 
-che cosa hai detto?- -una madre. la tua non è stata questa gran cosa immagino.-
 Le mise la mano sulla spalla, e stavolta lei non si ritrasse. 
- no, io, io non ho una madre, le fate, loro non ce l'hanno, nascono in modo diverso dagli umani.- -a maggior ragione Turchina deve essere stat importante per te. Tutti vogliono una famiglia-
 -TU NON CAPISCI ! - 
Trilli scattò in piaci, gridando a pieni polmoni, riversando su Hook tutta la frustrazione di quel momento. -Non sai che cosa significa perdere qualcuno che ami! 

Qualcuno che è stato la tua famiglia! Non sai nemmeno che cosa significa questa parola! a quelli come te non importa niente degli altri!!!- 
voleva incenerirlo con lo sguardo, fargli capire che non l'avrebbe ingannata mai, che aveva capito perfettamente quanto era meschino.
 Improvvisamente, però, si ricordò di quando l'aveva incontrato la prima volta a Neverland, lo sguardo velato di tristezza, il desiderio di vendetta che ardeva in lui. 

Lo sguardo languido che le aveva rivolto l'aveva affascinata,si, eppure le era bastato poco per capire che non ci si poteva fidare di quell'uomo, che la disperazione lo avrebbe condotto a fare qualsiasi cosa. Nonostante ciò non si sentì in colpa. 
Milah non era come Turchina per lei: era molto diverso. Hook stette zitto mentre lei singhiozzava guardandolo con gli occhi pieni di pianto, due fessure verdi. 

-Mio fratello.- Disse lui all'improvviso. 
-Che cosa?-Trilli rimase stupita a fissarlo. Sapeva che aveva perso la sua amata Milah, ma di cosa parlava ora? 
-Mio fratello. Lui era tutta la mia famiglia. Da bambini abbiamo perso entrambi i nostri genitori, e lui è stato come un padre per me, tutto ciò che avevo, il mio modello. Mi fidavo di lui e del suo giudizio come per nessun altro. - Trilli lo guardò come se non lo avesse mai visto prima. 
Lui non le aveva parlato del fratello quando si erano conosciuti. Era la verità?
 -Che cosa gli è successo?-
 -E' morto all'isola che non c'è- Il pirata tirò su col naso con finta noncuranza. 
-Mi dispiace, non ne avevo idea.-
 -Anche a me dispiace. Ma non dire mai più che non so come ti senti ,tesoro. E anche se non ho più una famiglia da anni, non significa che non abbia passato tutta la vita a cercarla. Milah… Ecco, sai che l'ho persa, e in merito non c'è altro da dire. Lei era l'ultima possibilità di una famiglia per uno come me: è stata la mia amata, una madre, una sorella, è stata tutto per me.- 

La vergogna si impadronì della fatina, che abbassò lo sguardo, sovrastata dal silenzio che li circondava. Fu lui il primo a interrompere nuovamente il silenzio. -Sono sicuro che non lo pensava davvero.- 
-Che cosa?- -Che non ti meritavi le ali. Lei sapeva che meritavi di essere una fata.- 
-E questo tu come lo sai?- Trilli sorrise impercettibilmente .
 -Lo so e basta. A volte ci si può arrabbiare con la propria famiglia, ma rimane sempre famiglia. 
Quando sei arrivata qui Turchina non credeva ai suoi occhi. L'hai stupita, e lei era pronta a farsi stupire ancora , ne sono sicuro. Sarebbe stata fiera di te se glielo avessero concesso.- 
Riflettè un attimo sulle parole del pirata. 
-Come si chiamava tuo fratello?- Lui parve colto alla sprovvista: 
-Liam. Si chiamava Liam.- -Anche lui sarebbe orgoglioso di quello che hai fatto per noi a Neverland.-

 Lui le sorrise, un sorriso senza malizia stavolta, un sorriso vero, il più bello che avesse mai visto. -Grazie, tesoro.- Forse, in fin dei conti, pensò Trilli in quel pirata c'era davvero qualcosa che non avrebbe mai immaginato esserci.
 L'ombra guizzava da una parte all'altra della stanza, un'apparizione preceduta da un sibilo. Erano tutti nascosti dietro le panche del convento, speravano che l'ombra non li vedesse. -Vado io .- Hook aveva rotto il silenzio che regnava fra loro, offrendosi come esca all'ombra. 
Trilli, rannicchiata a fianco al pirata, lo guardò eloquente -Credevo che rischiassi la vita solo per due cose …- 

Se la ricordava quella sera a Neverland, quando aveva conosciuto il pirata, quando lui le aveva parlato del suo desiderio di vendetta e le aveva detto che "per amore e per vendetta sono disposto a rischiare ogni cosa…" -oltre all'amore e alla vendetta però… -cominciò lui -c'è qualcosa di molto più importante per cui sono disposto a rischiare…- 
Lei lo guardò interrogativa. -ME!!!- detto ciò il pirata si buttò in avanti, scattando, con la fronte aggrottata e le labbra contratte.

 Trilli non ebbe il tempo di pensare. "non morirà, non morirà, non morirà…" continuava a ripeterselo in quei secondi che scorrevano inesorabili, e la cosa più strana era che non capiva perché avesse tanto bisogno di dirselo, perché avesse tanto bisogno di crederci, perché il pensiero che quel pirata venisse ucciso dall'ombra la terrorizzasse tanto: non erano amici e, benché si conoscessero da molto più tempo rispetto alla maggior parte de membri della compagnia, e lui si ostinasse a farle avance senza capo ne' coda, non si poteva dire che fra loro vi fosse un rapporto stretto di alcun tipo ; eppure, solo in quel momento, Trilli pensò che desiderava salvarlo, che doveva fare qualcosa. fece per muoversi, ma Neil la trattenne per un braccio, guardandola eloquentemente.

 Hook si buttò a terra. Non ci fu nemmeno bisogno di attirare l'attenzione dell'ombra, perché essa si fiondò immediatamente su di lui. L'impatto fu più forte di quanto si sarebbe aspettato. 
"ecco, Hook, sei giunto al capolinea." Pensò senza malinconia. 
Prima di sentire lo stomaco che si stingeva nella caduta chiuse gli occhi, e l'ultima immagine che gli apparve sotto le palpebre furono un paio di occhi verdi dall'espressione intensa e spaventata.
 Atterrato a terra gli mancò il fiato, ma non perse i sensi… Stranamente l'ombra aveva deciso di lasciarlo vivere, forse non gli interessava, e i compagni si affrettarono a metterlo in salvo acanto a loro. 
-Tutto bene, amico?- Chiese David. Hook annuì piano. E ,quindi, in fin dei conti, era ancora vivo. 
Per un istante aveva pensato che gli occhi che l'avevano fissato prima di atterrare fossero quelli di Milah che lo fissavano dal regno delle ombre ma, si ricordò improvvisamente, gli occhi della sua Milah non erano verdi, ma neri come il carbone. 
Incredibile, pensò allora, aveva pensato agli occhi di Emma… 
-Bisogna salire fino a lassù…- Disse Neil a voce alta. Come ?- chiese di rimando Trilli. 
Ma Emma, realizzò in un istante, aveva gli occhi castani, non verdi. 
-Beh… Tu hai ancora la polvere di fata…- -Ma io non posso… Io non ho le ali!- Gridò la fata disperata. 
-Trilli, l'hai già fatto una volta, puoi farlo di nuovo.- 

Ma se non erano nemmeno gli occhi della sua amata Emma , a chi appartenevano? 
La fata si guardò intorno esitante… Cercò istintivamente lo sguardo di Hook…. Ed eccoli là: come due smeraldi incastonati su quel delicato viso di fata. Con gli occhi spalancati ricambiò lo sguardo di lei, le disse con gli occhi quello che lo stupore e il timore gli impedirono di dire a voce: "Io ho fiducia in te". 
La fata si alzò solenne, andò verso il centro della navata e, dopo un respiro profondo, aprì la boccetta contenente la polvere di fata. 

Hook non riusciva a credere che tutte le loro speranze fossero riposte in quella giovane fata. 
Nemmeno quando l'aveva vista la prima volta a Neverland aveva pensato che fosse una persona forte, eppure la fata l'aveva stupito allora e continuava a stupirlo adesso. Non era solo una ragazzina, era una donna, una donna coraggiosa, pensò. 
Si vergognò, in quel momento, di come aveva voluto trattarla. Era più forte di quanto lui era mai stato, pensò d'impulso: il dolore le aveva dato forza, l'aveva resa migliore. 
Magari poteva imparare qualcosa da lei. Poteva cominciare con il rispettarla, magari. La polvere di fata creò una cascata di luce intorno a loro. 
Ma Hook si ritrovò a guardare lei, il suo sguardo felice oltre ogni limite.
 - Io so perché l'hai fatto- Disse avvicinandosi a lui, il sorriso dolce ancora stampato in volto. -Perché hai rischiato la vita… Non è stato per egoismo o per vendetta…- 
Hook le rivolse un sorriso a mezza bocca, per qualche strana ragione stavolta Trilli non lo trovò irritante, per niente. -E' stato per Emma.- 

Detto ciò la fata si allontanò con uno sguardo vittorioso, forte della sua sicurezza, stampato in viso, eppure a Hook parve ancora, per un motivo che non riuscì a spiegarsi, velato di tristezza. Non gli diede il tempo per risponderle ma, in fin dei conti, che cosa avrebbe potuto dirle? 
Che quando si era buttato davanti all'ombra l'immagine della donna gli era si apparsa, ma come sfocata, sfumata all'orizzonte, mentre la cosa più chiara a cui era riuscito a pensare erano gli occhi verdi che l'avevano fissato nell'oscurità? 
No. Non glielo avrebbe detto, perché non aveva importanza, perché non aveva senso. 
O perché aveva tremendamente paura che ne avesse. 
Ora avevano la bacchetta: potevano andarsene, così avrebbero raggiunto 
Emma e risolto la situazione. 
Così avrebbe ricordato qual era il suo scopo da quando il suo cuore aveva smesso di cercare vendetta. 


NOTE DELL'AUTRICE Eccomi qui con il nuovo capitolo miei cari Oncers!!! innanzitutto, come ho già detto a coloro che hanno commentato il primo capitolo, la 3X11 mi ha sconvolta.Ho dovuto anche fare dei cambiamenti nel capitolo 2... Come avrete notato, questo capitolo si compone di due parti, la prima è costituita da un momento inventato, che si svolge durante la 3X10, dopo la morte di Turchina, che costituiva il capitolo originario che doveva intitolarsi "famiglia"(il titolo attuale non mi soddisfa totalmente ma rispecchia di più i cambiamenti che ho dovuto apportare) ... Mi aveva abbastanza sconvolta il fatto che non avessero mostrato cosa provava Trilli in seguito alla morte della fata Turchina, quindi ho deciso di creare, su questa base, un momento sentimentale , che serviva a mostrare alla nostra fata e al nostro pirata che, forse non sono poi così diversi.... La seconda parte è il mio personale tributo alla sconvolgente 3X11.... A sua volta si scinde in due mini parti, entrambe trattate dal punto di vista di Hook, che era quello più particolare da trattare in quel contesto, secondo me... Ovviamente è in quel momento che Hook si accorge di aver sottovalutato Tinkerbell, e comincia a esserne davvero affascinato, più di quanto vorrebbe. Naturalmente nei prossimi capitoli mi prefiggo di rimanere a Storybrook, perchè così era astato programmato in principio, e perchè ho in mente un paio di scene che possono avere senso solo lì... Ma poi giuro che mi adeguerò ai cambiamenti e volerò nella foresta incantata: intanto vi chiedo solo uno sforzo di fantasia e di godervi questa bella coppia al di là di tutto... Ovviamente non posso fare a meno di aggiungere, a questo capitolo, il mio personale commento alla famigerata 3x11: 1- Tremotino è morto... insomma, non so se ci rendiamo conto: è morto!!! io non volevo crederci!!! cioè, la rumbelle è una delle poche certezza della vita, insieme all'universo e alla stupidità umana! come possono far crollare le mie certezze così?? ma io, stoica, continuo a confidare nei produttori: IO VI INVOCO, FATELO RESUSCITARE!!! 2- NEIL. e non dico altro... cioè: tuo padre muore davanti ai tuoi occhi, le sue ultime parole sono dichiarazione di profondo ed eterno amore paterno per te, e tu che dici??? "ha fatto quel che doveva. ci ha slavati." ma sei deficiente o cosa??? 3- Emma e Henry che perdono la memoria? geniale, lo riconosco. ma ora tutto si complica... cari Oncers, scusate di nuovo la nota chilometrica, ma non potevo trattenermi ancora a lungo... scusate eventuali errori e refusi, ma ho pubblicato il più velocemente possibile il capitolo! come sempre vi prego di recensire numerosi e di prepararvi al prossimo capitolo che, ve lo anticipo, si intitolerà "shopping", (andiamo più sul futile, per bilanciare un po' il momento sentimentale di oggi che spero vi sia piaciuto). e scusate come è venito pubblicato, ho avuto problemi di grafica, sono stata costretta a fifare tutto da capo, perdonatemi... detto ciò, grazie di aver letto il capitolo 2 :)

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Capitolo 3
*** shopping ***


.-

Di regali alle donne, Killian Jones non aveva mai fatti. Diciamo pure che non ne aveva mai avuto bisogno.

 

 Con Milah era diverso, fra loro non c'era mai stato bisogno di quel genere di cose. 

Ma era sicuro che ad Emma avrebbe fatto piacere un regalo, qualcosa che le dimostrasse che lui ci teneva a lei e, ora che la maledizione era stata spezzata, che le facesse capire che lui era pronto per essere preso seriamente in considerazione .  

 

E perciò  eccolo lì, in un negozio d'abbigliamento, senza troppa convinzione, e senza alcuna idea di che cosa comprarle. 

 

Scorreva le grucce con vestiti, magliette, pantaloni  appesi, senza trovare nulla.

La commessa aveva impiegato circa mezz'ora per spiegargli come funzionavano le taglie, per poi allontanarsi evidentemente irritata e felice di poter iniziare a servire un atro cliente. 

 

Lui annaspava specchiava, ormai sperando solo in un miracolo. 

 

E fu allora che il campanello appeso alla porta emise un suono acuto, annunciando che era entrato un nuovo cliente.

 

-Buon giorno- la voce conosciuta  risuonò in tutto il negozio, e attirò l'attenzione di Killian, distogliendola dai top di strass. 

-Ehi tesoro- Trilli si girò di scatto, accorgendosi solo allora della presenza di Killian.

-Hook, che ci fai qui? Stai… facendo shopping?- Il sopracciglio alzato a manifestare tutto il suo scetticismo. 

-Perché dovrei tesoro? Sono certo che mi preferisci senza vestiti…-

 

Trilli sbuffò ormai abituata alle battutine volgari del pirata, che , ma non lo avrebbe mai ammesso, cominciava a trovare divertenti.

-Veramente anche col tuo fascino avresti bisogno di cambiarti ogni tanto… Sai, la puzza non attira esattamente le signore.-

 

Lui, ormai abituato ai loro scambi di battute, parve divertito della risposta, ma appena lei si girò si odorò velocemente la camicia e l'interno della giacca, soppesando la possibilità di imparare a far funzionare la "doccia". 

-E tu? - disse avvicinandosi di più. 

-Io sono qui per comprarmi qualcosa di nuovo. Sai com'è , questa è un po' rovinata.-  Trilli si indicò l'abitino verde acceso con l'aria imbarazzata.

 

Killian guardò il vestito corto pieno di strass, abbastanza rovinato, strappato e lacero in alcuni punti, e non riuscì a non pensare che, nonostante tutto, le donava moltissimo. 

-Come mai? Non ti piace più?- chiese con finta noncuranza.

-Ecco, il fatto e che… Sono in città da qualche giorno e non sapeva bene dove andare e… era da un po' che ci pensavo ma volevo aspettare di essermi ambientata un po' …-

 

-Non potevano prestarti qualcosa Mary Margaret o Emma?-

-Snow si era offerta di aiutarmi ma, ecco, i suoi vestiti mi vanno tutti lunghi, lei è molto più alta di me… E poi mi vergognavo, insomma,  mi sta già aiutando molto ospitandomi, non volevo pesare troppo su di lei, e ora che la maledizione è spezzata ha molto da fare, e vuole passare del tempo con Emma: è giusto.-

-E' per questo che sei venuta da sola?-

La fatta annuì piano. 

Però, penso Hook, era davvero orgogliosa la ragazza…

-In fin dei conti" Disse lei "Quanto potrà essere difficile?- E detto ciò, con un'aria allegra, prese un abito corto color senape da una delle grucce e si avviò verso uno dei camerini …

 

-Ah, no no no, tesoro..- Disse Hook prendendole l'abitino di mano 

-Questo non è della tua taglia. Se te lo provi probabilmente di andrà talmente grande che ti cadrà di dosso prima che tu faccia un passo. Non che mi dispiacerebbe vedere la scena.-

-E da quando sei un esperto di, come la chiamano?, moda…-

-Come vedi sono piano di risorse, tesoro-

-Già.. Beh,grazie, allora. Ora meglio che chieda di qualcuno che lavora qui-

-Beh, è il tuo giorno fortunato,si dà il caso che io ormai sia un esperto. Posso aiutarti a scegliere quello che vuoi.-

 Trilli diffidava non poco della disponibilità del pirata.

-E che cosa vuoi in cambio, pirata?- Chiese Trilli guardandolo negli occhi.

-Pensavo a un consiglio per questa volta…-

 

Lo sguardo di lei si fece ancora più interrogativo.

 

-Sto scegliendo un regalo per Emma. Qualcosa per festeggiare la fine della maledizione, ma sono in alto mare. Tu sei, ecco, una donna, quindi hai gusto femminile, e la cosa mi farebbe comodo al momento.-

-ecco che ci facevi qua, pirata. Affare fatto. Ma poi dovrai insegnarmi una volta per tutte come funzionano queste… Taglie. Ci sono sia numeri che lettere! ma dico,  è normale?-

-Lo so, anche io ero un po' confuso al principio…-

-Posso aiutarvi?- 

Una commessa con la coda di cavallo e lo sguardo gentile si avvicinò loro con una pila di maglioni in mano.

Dopo aver dato una rapida scorsa ai loro abiti sorrise condiscendente: -Sembrate un po' smarriti, magari cercate qualcosa in particolare…-

 

Trilli fu la prima a reagire: -Si, in effetti, dovremmo fare un ragalo ad una nostra amica. Cerchiamo qualcosa di speciale-

Killian la guardò riconoscente.

 

-Ah, capisco perfettamente…- Il suo sguardo vagò da lui a lei.

Killian a quel punto guardò a terra con la mano sulla nuca, la fronte aggrottata, Trilli lo fissò confortante e, mentre la commessa mostrava loro borse, cappotti e sciarpe, valutava con attenzione ogni capo, e se lo trascinava dietro attraverso tutti gli scaffali, sicura come solo una donna, istintivamente, sa essere in un negozio di abbigliamento. 

 

Alla fine scelsero una morbida sciarpa di cachemere , di un rosa cipria delicato ed elegante.

-Molto bene. vado a farvi un pacchetto. C'è dell'altro?- Chiese alla fine la commessa.

-In effetti si.- Disse timidamente Trilli. -Mi servirebbero dei vestiti nuovi qualcosa di… beh, capisce… -

-Naturalmente- La donna parve sollevata -Sapevo che l'avrebbe chiesto o, almeno , lo speravo.-

Trilli sorrise imbarazzata. 

 

-Vuole vedere qualcosa in particolare? pantaloni, maglioni?-

-Ecco, in realtà un po' di tutto…-

-Va bene. Per qualsiasi problema con le taglie o altro mi chiami. Per quando vuole, i camerini sono laggiù, ci sono anche dei divani dove il signore può accomodarsi.-

 

Hook non ebbe il tempo di ribattere. 

La commessa si avviò versò uno scaffale e cominciò a estrarre capi, soddisfatta. Trilli lo stava guardando:  -Sai, posso cavarmela da sola, tu puoi tranquillamente andare.-

 

 Aveva cominciato a tormentarsi la borsetta di perline .

 

-Sei gentile, tesoro, ma penso proprio che rimarrò, sai? In fin dei conti le mie conoscenze in fatto di abbigliamento femminile nonché di donne, fanno d me un ottimo giudice: potrei esserti utile. E, inoltre, i divani sembrano comodi.- Le sorrise gentile.

 

Trilli non lo avrebbe mai ammesso, ma quelle parole la resero davvero felice.

 

 

 

Quasi due ore dopo Hook si era già pentito della sua scelta. 

In realtà non sapeva nemmeno bene cosa lo avesse spinto a compierla! 

E' vero, la fata si era rivelata un'alleata preziosa, lo aveva aiutato con il regalo per Emma, ma perché sprecare ora preziose in un negozio d'abbigliamento ? 

La verità è che non avrebbe mai capito completamente la mente femminile…

Mentre aspettava pensava ai fiori che avrebbe preso ad Emma insieme alla sciarpa,perché, insomma, voleva mostrare di essere un tipo romantico, di saper fare le cose come si deve, di saper corteggiare senza essere pressante. 

ma pensava a questo come a qualcosa su cui aveva riflettuto talmente a lungo che all'improvviso non sembrava più reale, importante.

 

 "Ora capisco perché gli uomini qui di solito non vanno a fare shopping …. "

Gli sembrava di star vedendo maglioni, jeans e tubini da tempo interminabile. 

 

Senza contare quella commessa che, ogni volta che portava a Trilli qualcosa di nuovo da provare, lo fissava in modo strano, come se stesse controllando perché fosse ancora lì. 

Trilli, dal canto suo, si era rifiutata categoricamente di provare tutto ciò che le aveva consigliato lui. 

In effetti, dovette ammettere con se' stesso, le minigonne che le aveva consigliato era un po' troppo corte, ma rimaneva convinto che le sarebbero state da urlo. 

 

-Sono ridicola- 

La voce di Trilli giunse esasperata dal camerino… 

Probabilmente nelle ultime due ore aveva detto la stessa cosa per quasi tutti i capi che aveva provato. 

Non era abituata all'abbigliamento umano, e provare montagne di vestiti era stressante per lei,  lo si capiva benissimo dallo sguardo che aveva ogni volta che veniva fuori dal camerino con qualcosa di nuovo, insoddisfatta.

 

-Fatti coraggio tesoro, questo è l'ultimo.-

-Non è questo Hook, beh, non solo. Ma è che  sono ridicola vestita così…-

-Beh, esci fuori di lì, così posso dare un parere. Sono qui per questo.-

-NO.-

-Come sarebbe a dire "no"??-

-Non puoi capire, sembro, sembro… Mi sta malissimo, ecco tutto . E' troppo lungo, tanto per dirne una.-

-Esci e basta, tesoro, non abbiamo tutto il giorno. -

-Prometti che non riderai…-

-Ehi, ma per chi mi hai preso?- Le gridò divertito Hook.

Ma dentro di se' già si preparava a prendere in giro la fatina, e aveva già in mente qualche bella battutina, quando giunse la voce di lei dal camerino, 

-E va bene…-

La tendina venne scostata piano timidamente , e poi ne venne fuori lei. 

 

Hook era tranquillo, perso ancora nei suoi pensieri, ma quando la vide trattenne il respiro spalancando gli occhi e tutto il resto che non era l'immagine di lei scomparve dalla sua mente, diventando improvvisamente poco importante, privo di senso…

-Ecco, lo sapevo, sono orribile.- 

Trilli incrociò le braccia al petto mettendo il broncio. 

-Beh, pirata, dì qualcosa, almeno!! E chiudi la bocca, o ti ci entreranno le mosche!-

-Ridicola non è esattamente la parola che avrei usato.- 

Hook  riuscii a balbettare solo questo, mentre sbatteva gli occhi incredulo. 

 

I lunghi capelli color biondo cenere della fatina erano sciolti e le ricadevano morbidi sulla schiena in splendidi boccoli morbidi. 

L'abito elegante blu scuro le fasciava alla perfezione la vita sottile, lo scollo ampio incorniciato da piccoli strass , le bretelle spesse che ,dalle spalle, scendevano alla base della schiena lasciandone scoperta la maggior parte. 

Il drappeggio della gonna era splendido , quasi prezioso: sembrava una principessa vestita in quel modo. 

-E' così diverso….io…- 

La fatina si scrutava insoddisfatta allo specchio.

"sei bellissima. bellissima. bellissima." Riusciva a pensare solo questo Hook, ma non glielo avrebbe detto, lo sapeva, non lo avrebbe mai fatto. 

-Sai, in fin dei conti non ti sta malissimo…- 

"sei uno stupido Hook, perché fai così?" Si chiese il capitano, stupito della sua codardia: "Quando mai non hai avuto il coraggio di fare un complimento a una donna? sei diventato timido o cosa?". 

-Ma forse, e dico forse… Manca qualcosa.- 

Un'idea si affacciò alla mente dal capitano…

 

Trilli si girò curiosa verso di lui, interrogativa.

-Aspetta qui.- 

Hook volò verso l'angolo degli accessori, mentre la fata, critica, continuava a contemplarsi . 

Dopo aver preso  con la mano buona quello di cui aveva bisogno, si avvicinò da dietro alla fata e, mentre lei gli rivolgeva un femminile broncio, lui disse -Stai ferma.- 

-Ma cosa…- 

E Hook, spostandole delicatamente i capelli dalla nuca con l'uncino, le mise al collo una splendida collana con l'altra mano, armeggiando abilmente con il gancio . 

Trilli, inizialmente troppo sorpresa, la guardò ammirata dallo specchio. Era d'argento probabilmente, ed era una catenella con un ciondolo stilizzato, in un primo momento non capì che cosa rappresentava, ma poi le vide: due ali spiegate .

 

-Hook…-

-Ora si che sei bellissima.- Ecco, pensò il pirata, l'aveva detto .

 

Lei si voltò a guardarlo, gli occhi nei suoi,e  solo allora si accorse che il suo volto era ad un soffio dal suo, vicino, pericolosamente vicino. 

Non ebbe nemmeno il tempo di chiedersi se lo voleva o no. La commesso corse verso di lei.

-Signorina, è un incanto vestita così!!!!-

-Grazie.- Disse lei timidamente , allontanassi di scatto da un Hook visibilmente scocciato.

 

-Torno fra un attimo, sistemo questi e arrivo.- 

Fece per allontanarsi, poi si girò di nuovo e diresse il suo sguardo raggiante verso Killian Jones. 

-Signore, la sua ragazza è davvero bellissima così!-

-Oh no , lei non è la mia…-

-Io non sono la sua…-

Reagirono nello stesso istante, con troppa sincronia, ma la commessa era già andata via con il suo passetto veloce, senza ascoltarli.

 

Hook  e Trilli si guardarono e scoppiarono entrambi in una risatina nervosa, imbarazzata.

 

-E adesso che si fa, fatina??-

-Beh, io avrei qualcosa in mente…- 

Trilli gli si avvicinò nuovamente,  con lo sguardo ora privo d'imbarazzo e piano di qualcos'altro… Malizia?

Hook aveva tutta la voglia di scoprirlo. 

-Sono curioso, tesoro.-

 

Trilli lo afferrò per il bavero della giacca e lo tirò verso di lei.

"Le cose si fanno interessanti" Pensò Hook. 

Il suo volto cercò quello della ragazza istintivamente ,dimentico di tutto e tutti, ma lei si ritrasse con un sorrisetto. 

 

-Diciamo che pensavo di ricambiarti il favore.-

Lo sguardo di Hook si fece interrogativo . 

-Vieni con me.-

-E dove mi vuoi portare, tesoro?-

 

-Al reparto uomo.-

-Che cosa???- 

Tutte le speranze di Hook scomparvero in quell'istante.

-Mi hai sentito bene, pirata, non uscirai di qui senza un guardaroba nuovo.-

-Ma…-

-Niente ma, capitano: come ti ho già detto… La puzza non attira le signore.-

 

La bocca di Hook si piegò in un sorriso: quella ragazza era davvero piena di sorprese . 

Seppur riluttante, si lasciò trascinare verso gli scaffali pieni di camicie e completi.

NOTE AUTRICE Eccomi con un nuovo capitolo!!! Innanzitutto mi scuso mille e mille volte per tutti i casini che ci sono stati con il mio capitolo due!!! Sono un'imbranata e un'incapace quando si tratta di tecnologia, e vado nel panico facilmente quando non funziona qualcosa... A mia difesa è partito tutto dal mio computer che non mi ha impaginato bene, per qualche strana ragione, il capitolo, che è uscito fuori come un blocco di marmo che sicuramente non invitava alla lettura... (un po' come le mie note, ahahah!).... Quindi siate pazienti vi imploro!!!! Nonostante tutto, eccomi tornata all'attacco con un capitolo che per me è stato un vero piacere scrivere ! spero tanto che vi piaccia, sapete... è futile e, forse, anche un po' banale nel suo romanticismo, ma vi assicuro che far rimanere Hook a bocca aperta quando Trilli esce da camerino, è stata una soddisfazione pazzesca. Qui il nostro pirata già comincia a capire che, anche quando pensa a Emma, il pensiero di Trilli si insinua sempre, e gli fa più paura di qualsiasi altra cosa... Come avrete notato, ho finto che il gran finale della 3X11 non ci sia mai stato, o quantomeno la parte in cui Storybrook viene distrutta. Nella mia mente malata credo che, almeno in questa long, rimarremo a Storybrook per parecchio. Detto ciò, stavolta non vi tedio oltre. soltanto, e qui divento ripetitiva: VI PREGO RECENSITE!!! con affetto, eremita88

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Capitolo 4
*** Influenza ***


 

Se gli abitanti di Storybrook avessero visto l'uomo che camminava a passo svelto per le strade della città quel giorno, di certo da nulla avrebbero potuto dedurre che si trattava del capitano Killian Jones.
Infatti l'uomo indossava dei pantaloni scuri e degli stivali neri, ma questi erano di foggia moderna, ed esaltavano il fisico slanciato, la camicia macchiata e lurida era stata sostituita da una morbida camicia blu scuro, ma sempre di foggia piratesca, con maniche larghe e laccetti che lasciavano dischiusi i lembi della camicia sul petto del pirata.
Anche lo sguardo era diverso dal solito: era raggiante e fiducioso, e il passo non era più guardingo, ma leggero.

 Il pirata entrò a grandi passi nel palazzo dove si trovava l'appartamento di Snow e di Azzurro.I due coniugi dovevano essere in casa a quell'ora, pensò Hook, ma lui non stava cercando loro, bensì Trilli che, da qualche tempo, era ospite dalla coppia, non avendo una casa sua . Emma , già da un po' di tempo, si era spostata in un piccolo bilocale vicino alla spiaggia.
Hook bussò alla porta e, non avendo nessuna risposta, entrò ugualmente, sperando di non essere capitato in un brutto momento.
In quei giorni c'erano ben poche persone con cui parlare in città, e lui aveva, in quel contesto, decisamente bisogno della fata. Insomma, David, lui era suo amico, ma di certo non avrebbe mai potuto parlare con lui della situazione con Emma. Regina, lei sembrava, paradossalmente, capirlo meglio di chiunque altro (erano fatti della stessa pasta, in fin dei conti), ma in quei giorni non era reperibile: Henry aveva l'influenza ormai da qualche giorno, e lei era rimasta in casa la maggior parte del tempo per accudirlo, alternandosi con Emma.

 In tutto questo Hook aveva perso ogni interlocutore e, la fatina … Beh, lui si rendeva perfettamente conto che il loro rapporto aveva qualcosa di estremamente instabile. Hook si divertiva a flirtare un po' con lei,come faceva più o meno con tutte le donne della sua vita ma , in linea di massima, era anche la miglior alleata che aveva avuto nel tentativo di riconquistare Emma.
Non sapeva nemmeno se erano amici, in realtà, quello che avevano era altalenante, privo di forma: erano estremamente diversi eppure, in alcuni momenti, sembravano capirsi al volo. Ma poco importa, pensava Hook, tu ami Emma, e questo non cambierà mai … Eppure, quando doveva parlare con qualcuno, pensava sempre a quella strana ragazza.

Ed eccolo lì, affacciato alla sua porta, a guardare sospettoso le stanze vuote.
-Trilli? Snow?David? c'è qualcuno?-
Una voce giunse da una delle stanze da letto, flebile:
-Chi è?-
-Sono Hook? Trilli, esci fuori!-
-Non posso Hook, sono a letto! Che vuoi?-
-A letto? Beh, potevi dirlo subito! Vuoi che ti raggiunga?-
-Non sono dell'umore per il tuo sarcasmo oggi Hook…-
Hook raggiunse a grandi passi la stanza da cui proveniva la voce della fata, e la trovò rannicchiata nel letto, completamente ammantata nelle coperte pesanti, tremante, con i capelli sparsi disordinatamente a raggiera sul cuscino, le labbra esangui e il volto pallido.
-Ehi tesoro! Che ti è successo?-
-Hook...-  La fatina si girò dall'altro lato del letto dandogli la schiena  -Sto male. Henry è stato qui un paio di giorni fa: credo che mi abbia attaccato l'influenza ….-
-Oh, beh, mi dispiace. Ma le fate possono prender l'influenza?-
-Non l'avevo mai avuto prima d'ora, ma sicuramente il contatto umano e l'aver cessato di essere una fata per molto devono aver influenzato il mio organismo, o qualcosa del genere … -
A quel punto la fata tossì sonoramente, per poi riabbandonarsi con la testa sul guanciale …
-Ma tu che ci fai qui, pirata?-
-Beh, non sapevo che stessi male … Ero venuto a darti una buona notizia … -
-In questo momento non mi farebbe male, in effetti: parla pure.-
Hook fece una piccola pausa ad effetto.
-Ha funzionato.-
La fata parve non capire a che cosa si stesse riferendo.
-Il regalo, quello che mi hai aiutato a scegliere per Emma. Le è piaciuto moltissimo! E, ciliegina sulla torta, ho ottenuto un appuntamento con lei! -
-Davvero?- La fata sembrava stranamente poco interessata.
-Si- Hook continuò raggiante. - Oggi a pranzo da Granny's! -
-Beh, congratulazioni.-
-Non sembri felice fatina.-
-Lo sono, e molto, per te, s'intende. Ma in questo momento davvero non ho la forza di manifestartelo, scusa, pirata.-

 Il pirata fece per alzarsi, poi però pensò improvvisamente che quella ragazza malata era completamente sola.  -Senti, ma.. Come ti senti, esattamente?-
Trilli lo guardò fra l'irritato e l'interrogativo.
-Una favola ... Secondo te?- 
-No, intendo, in che cosa consiste esattamente la forma di influenza che hai?-
-Mal di gola e febbre. Ah e credo che ci sia anche del raffreddore in mezzo … -
-Ti hanno dato delle medicine?-
Lei pareva non aver nemmeno minimamente considerato l'opzione.
-No, avrebbero dovuto?-
-Naturalmente si! Qui si usano. Snow e David non te lo hanno detto quando ti hanno vista così?-
-Loro non ci sono-
-Che cosa?-
-Sono via. Sono andati a fare un weekend di campeggio nel bosco. Non ritorneranno prima di stasera.-
-E tu?-
-Io che cosa?-
-Tu come farai? Sei malata, sola, e non hai idea di che cosa fare … -
-Tranquillo pirata. Me la sono cavata una vita a Neverland da sola, non sarà una banale influenza a mettermi ko. E poi il frigo è piano di brodo di pollo. Basterà.-
-Ma … -
-Hook, ormai noi due ci conosciamo. Non voglio che tu abbia compassione di me.-
-Sarebbe meglio se chiamassi Snow e le dicessi che stai male, così tornerebbero a darti una mano-
-E rovinarle il fine settimana? Non se ne parla. Fa già troppo.-
-Ma non puoi rimanere da sola. Regina è tua amica … -
-Henry ha ancora la febbre alta, no può venire, l'ho chiamata-
-Io potrei … -
-Hook, è quasi ora di pranzo … Devi andare, ma ti ringrazio comunque, davvero.-

 La ragazza era tremendamente imbarazzata da quella situazione, ma tentò di non darlo a vedere, cercò di assumere un'espressione rassicurante ma con gli occhi lucidi e il naso rosso l'insieme risultava irrimediabilmente comico, anche se Hook non poté fare a meno di pensare che anche in quello stato era davvero carina.
Trilli congedò Hook con un sorriso forzato, e il pirata pensò che si, forse era ora di andare …
-Va bene, augurami buona fortuna Trilli, e tu rimettiti, mi raccomando.-
-Giuraci, starò alla grande.-
-D'accordo allora … A dopo.-
Hook uscì dalla stanza a grandi falcate, lievemente irritato, "perché questa fatina è così dannatamente orgogliosa??"
Non lo avrebbe mai ammesso ma, forse, la cosa che lo irritava davvero era che la fata non gli aveva chiesto di rimanere.

 Ma che importa? Lui aveva il suo appuntamento, e poi la sua influenza non era affatto grave. In quel mondo era una cosa assolutamente normale, niente di cui preoccuparsi … Eppure lui non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine della fatina con il viso pallido posato sul guanciale .

Si sentiva in colpa? Non propriamente. Ma , in qualche modo, sentiva il bisogno di stare vicino alla fata in quel momento. Ma no, non si sarebbe negato di passare il pomeriggio con il suo vero amore Emma per un raffreddore, o una febbre, anche se si trattava di lei: aveva pensato a sé stesso per una vita intera, e non era il caso cambiare proprio in quella circostanza, negandosi l'opportunità che aveva sognato per tanto tempo.
Si incamminò verso la spiaggia, dove aveva appuntamento con Emma.

La trovò lì, a fissare l'oceano.
Era bellissima, pensò, con i capelli biondissimi al vento e gli occhi di quel castano ambrato. Finalmente ce l'aveva fatta:stavano uscendo insieme.
-Ehi Swan.-  La salutò il capitano.
-Ehi Hook.-
Si guardarono affascinati l'uno dall'altra.
-E' una mia impressione o hai cambiato look?-
-Non ti piace forse?- Chiese di rimando il capitano con una risata
-Stai molto bene.- Ammise Emma con un sorriso.

I due cominciarono a parlare del più e del meno tranquillamente.
-Come sta Henry?- chiese dopo un po' Hook, mentre stavano camminando verso il Granny's.
Lei sembrava a suo agio.
-Sta meglio. Stanotte non ha avuto febbre. Regina mi ha detto che era meglio per me tornare a casa e riposarmi un po' nel mio letto, e che lei mi avrebbe chiamato se ci fosse stato bisogno. -
-Vuoi dire che tu e lei vi siete occupati ininterrottamente di lui negli ultimi giorni? Non sei nemmeno tornata a casa tua?-
Emma fece un'alzata di spalle.
-Si, beh, è giusto così. Insomma, quando qualcuno che ami molto sta male, prendertene cura è la cosa più naturale … Anzi, quando ami qualcuno, devi esserci e basta; è vero, ho passato un paio di giorni stancanti, ma sono decisamente felice.-

Hook  riflettè attentamente. Le parole della salvatrice continuarono a risuonargli in testa lungo tutto il tragitto verso Granny's. Non si accorgeva nemmeno delle persone che fissavano quella strana coppia sul marciapiede.
Emma invece se ne accorse, e rise gaia guardandolo in viso.
-Sai, credo che la gente ci stia fissando … -
-Come scusa?- Hook si riscosse dai suoi pensieri, gli sembrava di non essere più in grado di concentrarsi su nulla.
-Mi ascolti, Hook ? Ho detto che ci stanno fissando … Probabilmente è strano per loro vederci insieme.-
Il capitano si riscosse e fissò i suoi occhi in quelli della donna.
-E per te? E' strano?-
-Non credo. Anzi, credo che potrei abituarmici … -
Un'espressione sorpresa apparve sul volto di Hook.
-Quello che hai fatto per noi. Per tutti noi Hook … Tu non sei un "cattivo", anzi, hai ottime possibilità di diventare un eroe in futuro, secondo me… -
Detto ciò gli rivolse un sorriso dolce, di quelli a cui lui agognava da tanto. Lui tentò di mascherare con un po' d'ironia quanto il complimento lo lusingava.
-Per quel ruolo i candidati sono fin troppi, temo, e poi non sono nemmeno interessato, a dirti la verità.-
-Hook, sai che ti dico? Sei una continua sorpresa.-
La donna si avvicinò. Ormai erano quasi davanti al Granny's. Lo guardò negli occhi, vedendolo DAVVERO, stavolta, come non lo aveva mai visto.

Mentre pensava a questo, il capitano invece rifletteva incessantemente. I minuti scorrevano inesorabili, e ogni minuto che passava gli sembrava di star sprecando tempo. Aveva atteso quel momento con Emma per moltissimo tempo. Aveva sperato che quella donna lo guardasse in quella maniera, l'aveva corteggiata, assecondata, attesa ma, ora, non aveva più senso, non importava più quanto fosse vicino a ricevere un bacio da quella che credeva la donna della sua vita. Non sembrava più così importante, realizzò all'improvviso.

Mentre la donna avvicinava il volto a quello del capitano, lui, sconcertato da sé stesso, si ritrasse.
Emma lo guardò basita.
-Mi dispiace. Io pensavo che tu, beh, che tu lo volessi. Io non … -
-Emma, io lo voglio. Sul serio. Il fatto è che … -
"Già Killian, qual è il fatto?" si chiese annaspando.
- Il fatto è che devo fare una cosa. Una cosa che non posso rimandare. Mi dispiace Emma, ti andrebbe di spostare il nostro appuntamento ad un altro giorno?-
-Va bene … Non fa nulla, Hook.-
La donna appariva confusa, e non sapeva bene come interpretare il suo strano comportamento.
Hook le diede un bacio veloce sulla fronte, con un sorriso suadente.
-Grazie.-  Ma, mentre le sorrideva pensava a tutt'altro. Senza voltarsi indietro nemmeno un istante, ricapitolava mentalmente quello che doveva fare, sicuro di dove doveva recarsi.
Si allontanò correndo dal Granny's, e prese la prima traversa che incontrò. Prima fermata: negozio del signor Gold. Da quello che ricordava, il coccodrillo doveva certamente vendere o saper fabbricare qualche rimedio contro la febbre.


Stavolta Hook non bussò nemmeno. Entrò di gran carriera in casa di Snow e del principe azzurro.
-Sei sveglia tesoro?-
Sentì un gemito provenire dalla camera di Trilli. -Ma chi è?-
-Il lupo cattivo tesoro … -
-Hook?-
-In persona.-
Posò le buste che aveva sul piano della cucina ed entrò nella camera della donna, che si era messa a sedere a fatica sul letto, e aveva un'espressione corrucciata di sorpresa.
-Ehi, come stai?-
-Ho ancora la febbre alta, credo, e ho freddo-  Un accesso di tosse la interruppe.
Il capitano si sedette accanto a lei sul bordo del letto e la guardò semplicemente.
-Tranquilla, tesoro. Da adesso finché non mi caccerai, ci sono io .-

T
rilli lo guardò incredula. Non lo avrebbe mai ammesso, ma quelle parole l'avevano resa veramente felice.Aprì bocca per ringraziarlo, quando una consapevolezza la fulminò: facendo attenzione a non scostare le coperte pesanti, si girò verso l'orologio.
Pur nella confusione causata dalla febbre si rese conto che era ora di pranzo.
-Hook, ma è ora di pranzo … E il tuo appuntamento?-
-Che appuntamento tesoro?- Chiese Hook con disinvoltura.
-Hook, non prendermi in giro … Il tuo appuntamento con Emma. E' successo qualcosa? E' saltato?-
-Non proprio … -
Lei lo guardò interrogativa.
-Ora sono qui, ti basti sapere questo.-
-Hook … -
-Sai, la verità è che mi son reso conto che avevo una gran voglia di brodo di pollo, e ho pensato che in casa di una malata doveva essercene un po'-

Trilli sorrise divertita.
-C'è n'è un poco nel frigo.-
-Grandioso … Dividiamo?-
-In effetti ho un po' di appetito, ora che ci penso.-
-Buon segno!-
E così Hook si avviò verso la cucina, appagato e felice.
Trilli si chiedeva perché il pirata fosse venuto lì da lei.

Lui non si poneva più alcuna domanda. Era esattamente dove voleva essere.

 

 

 NOTA DELL'AUTRICE

Ciao mondo :D allora, innanzitutto comincio con lo scusarmi tanto della mia assenza lunghissima e imperdonabile … Purtroppo ho avuto problemi con l'account e, inoltre, benché avessi profondamente creduto in questa ff e in questa ship a suo tempo (ho un debole per le ship sfigate che posso farci?), i nuovi sviluppi della serie mi avevano un po' scoraggiata dal continuarla: in primis la morte di Neal ha scombussolato i miei piani, perché non avevo dubbi che lui ed Emma fossero destinati a stare insieme, e poi il finale della scorsa stagione in generale ecc. ecc.
Insomma, da allora ho lasciato nel dimenticatoio i capitoli che avevo già scritto, convinta che non era destino che questa storia venisse conclusa. E invece quando ho riaperto il mio account la scorsa settimana ho trovato una splendida recensione, relativamente recente, di Merope che mi ha ispirata e convinta che forse, dopotutto, questa storia meritava il suo lieto fine. La ringrazio tantissimo :)
Tornando alla storia, facciamo il punto della situazione: io avevo ambientato questa long dopo il ritorno vittorioso dei nostri protagonisti da Neverland, e prima del tragico finale in cui c'è chi quasi muore come Rumple e chi perde la memoria ecc. ecc. ecco, diciamo che avevo ambientato il tutto in un momento di transizione, trasformando quell'unico giorno di pace che i nostri protagonisti avevano avuto tra il ritorno da Neverland e l'arrivo di Pan a Storybrook , in una settimana di pace, più o meno, e ho deciso di dedicare a ogni giorno un capitolo che vede protagonisti questi due bei personaggi …
In secondo luogo ci tengo a precisare che avevo scritto questo capitolo un po' di tempo fa, quindi CHE IL MONDO SAPPIA che l'idea di Hook vestito con abiti moderni che va ad un appuntamento con Emma l'avevo avuta prima io, ok???
Bene, volevo chiarirlo …Detto ciò, spero che ci siano ancora lettori interessati a questa ship tanto strana quanto, a mio parere carina, e a questa mia storia senza pretese.
Spero recensiate numerosi! Al prossimo capitolo :)

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