Yu-gi-oh GX and 5D's Reality

di Keily_Neko
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Premessa: Quella strana voragine ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: I due giudici ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Spiegazioni... alla lunga ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Esplorazione! Una stanza pericolosa ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4: Karaoke, che passione! ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5: Esplosioni in cucina ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6: Disastri in soggiorno ***
Capitolo 8: *** 1° Prova: Tutti a caccia! ***
Capitolo 9: *** 1° Prova: Come riprendersi l'Amore ***
Capitolo 10: *** 1° Prova: Il premio per la rivelazione ***
Capitolo 11: *** Capitolo 7: Doppiosensi d'amore ***
Capitolo 12: *** 1° Eliminazione: Do you want dance? ***
Capitolo 13: *** 1° Eliminazione (Intervallo): Il giardino dell'incertezza e della tentazione ***
Capitolo 14: *** 1° Eliminazione: E le altre coppie? ***
Capitolo 15: *** Capitolo 8: Problemi (?) di Coppia ***
Capitolo 16: *** 1° Eliminazione (effettiva): La grande scalata ***
Capitolo 17: *** Capitolo 9: SOS Sparizioni in corso ***
Capitolo 18: *** Di fuoco, ghiaccio e fulmine: Ghiaccio ***
Capitolo 19: *** Di fuoco, ghiaccio e fulmine: Fuoco ***
Capitolo 20: *** Capitolo Extra: La giornata tipo di un pescespadaccino ***
Capitolo 21: *** Di fuoco, ghiaccio e fulmine: Fulmine ***
Capitolo 22: *** Capitolo 10: Le tre pedine ***
Capitolo 23: *** Capitolo 11: Salvataggio in extremis ***
Capitolo 24: *** Capitolo 12: Squadra di Soccorso ***
Capitolo 25: *** Rescue #1: Bring me to Life ***
Capitolo 26: *** Rescue #2: Girl on Fire ***
Capitolo 27: *** Capitolo 13: Caos nell'attesa ***
Capitolo 28: *** Capitolo 14: Accettazioni ***
Capitolo 29: *** 2° Eliminazione: Anima e Corpo ***
Capitolo 30: *** 2° Eliminazione: Sopravvivere è l'unica cosa che conta... o no? ***
Capitolo 31: *** 3° Eliminazione: Finta ***



Capitolo 1
*** Premessa: Quella strana voragine ***


eccomi di ritorno con una storia che sfiora la demenzialità XD mi sono chiesta cosa succederebbe se prendessimo 6 personaggi di GX e 6 di 5D's e li mettessimo a convivere stile Grande Fratello OwO premessa, detesto quel programma, ma l'idea della convivenza mi piace molto *A* tornando alla storia, cosa succederebbe? e se alcuni di loro avessero appena litigato prima di essere obbligati a convivere sotto lo stesso tetto?
prima del capitolo metto i personaggi che sono presenti dalle due serie, poichè ho usato i nomi originali e non tutti li conoscono (soprattutto di GX)



PERSONAGGI PARTECIPANTI

 

GX: Judai Yuki/Jaden Yuki

Jun Manjoume/Chazz Princeton

Asuka Tenjouin/Alexis Rhodes

Fubuki Tenjouin/Atticus Rhodes

Johan Anderson/Jesse Anderson

Rei Saotome/Blair Flannigan

 

5D's: Yusei Fudo

Jack Atlas

Aki Izayoi/Akiza Izinski

Carly Nagisa/Carly Carmine

Crow Hogan

Mikage Sagiri/Mina Simmington


e now andiamo a iniziare XD

 

“Andiamo a destra, punto”

“Ma quanto sei cocciuto! Ti dico che siamo venuti da sinistra!”

Il primo a parlare era stato un ragazzo più o meno sui 18 anni, vestito con una giacca rossa aperta davanti e una maglietta nera sotto e un paio di jeans; stava litigando con una sua coetanea, leggermente più alta di lui: la ragazza teneva i lunghi capelli biondi in una coda di cavallo legata con un nastro blu; indossava una felpa azzurra chiusa e anche lei un paio di jeans...

“La mia memoria è molto più forte della tua”, disse il ragazzo.

“Non farmi ridere Judai”, replicò l'altra, “una cosa in cui non sei cambiato è di sicuro la distrazione, per cui ho ragione io”
“Non mi vedi da un anno, come fai a sapere che non sono cambiato?!”

“Certe cose sono stampate nel DNA”

“Asuka io ti...”

“Time Out!”, esclamò un ragazzo moro sulla ventina d'anni, frapponendosi fra i due, “Ragazzi calmatevi, in fondo ci siamo solo persi”

“E già qui è tutto dire...”, commentò sarcasticamente un altro ragazzo dai capelli neri, incrociando le braccia, “Persi a Domino... se si sapesse in giro che Jun Manjoume si è perso ne andrebbe della mia carriera”
“Ehi calmati Jun”, disse un ragazzo dai capelli verde acqua, “non lo saprà nessuno”
“Lo spero per Judai!”
“E io che centro!?”, esclamò Judai, “ho la situazione sotto controllo! È la signorina qui presente che non si fida del mio istinto!”

“Già, perché qui non siamo in un duello”, disse Asuka, “e il tuo senso dell'orientamento è pessimo”
“Anche il tuo a quanto pare”

“Per favore calmatevi”
“Non ti intromettere Fubuki!”, esclamarono i due litiganti al moro, che si ritirò in disparte per non essere azzannato.

“Certo Rei che perdersi a Domino è veramente da scemi”, disse in tono leggero il ragazzo dai capelli azzurrini a una giovane a fianco a lui, di qualche anno più piccola.

“Non so che dirti Johan”, rispose, “finalmente ci eravamo ritrovati per caso... mi era sembrata una buona idea andare in giro come una volta; in fondo è da quando avete lasciato l'Accademia che non ci si vedeva”
“Già...”, asserì Johan, “a proposito, come va con il professor Chronos?”

“Come sempre, ma ce l'ha meno con gli Slyfer”, rispose Rei.

“Vi pare il momento per questi discorsi?!”, esclamò Fubuki, “I piccioncini si stanno per uccidere a vicenda”

Mai li avesse chiamati così: Jun e Rei gli tirarono due pugni consecutivi e lo mandarono a gambe all'aria: “Non sono ancora una coppia!”, esclamarono all'unisono.

“...Allora mettiamola ai voti!”, disse Judai.

“Per una volta sono d'accordo”, rispose Asuka guardando il compagno in cagnesco, “chi pensa che dobbiamo andare a sinistra venga qui”

Fubuki e Johan ci pensarono, ma Jun non ebbe alcun dubbio e si precipitò dalla ragazza di slancio: “Asuka, luce dei miei occhi, è ovvio che hai ragione tu!”, disse, con gli occhi a forma di cuoricini, tentando di abbracciarla.

Asuka si spostò facendo finire il povero Jun a terra, “Grazie Jun”, disse senza fare una piega.

Allo stesso modo Rei si precipitò dalla parte di Judai: “Per me dobbiamo andare a destra”, disse.

“Meno male che c'è ancora qualcuno dotato di buon senso”, commentò Judai ringraziando l'amica.

Dopo averci pensato un po', Fubuki andò da Judai: “Mi dispiace sorellina, ma secondo me ha ragione lui”

“Traditore”, disse Asuka.

Johan invece andò dalla parte della ragazza.

“Eccone un altro”, commentò Judai riferendosi al fatto che l'amico avesse preferito la 'rivale'.

“Desolato amico”, si scusò Johan.

“Siamo in una situazione di stallo”, disse Asuka.

“Ma che sagacia! Come hai fatto a capirlo?”, domandò sarcasticamente Judai.

“Ha parlato il quoziente intellettivo pari a meno 0 virgola 0 periodico, e se non sai cosa vuol dire, vai a ripassartelo a casa, sempre che tu ci arrivi!”

“Adesso mi hai stufato!”, disse Judai, facendo per saltarle addosso, venendo però provvidenzialmente fermato da Fubuki e Rei, “è la prima volta che ho l'istinto di picchiare una donna!”
“Anche per me è la prima volta in cui ho il desiderio di picchiare un cretino!”, esclamò Asuka, trattenuta da Jun e Johan.

“Per favore ragazzi!”, esclamò Rei, “Andavate così d'accordo un anno fa!”

“Era prima che scoprissi quanto lui sia arrogante e presuntuoso!”, disse Asuka.

“E prima che IO scoprissi quanto LEI fosse testarda e infantile!”
“Tu...!”

Asuka non riuscì a finire la frase di insulto che le era venuta in mente perché sotto ai loro piedi si aprì una voragine nera e i sei ragazzi precipitarono nel vuoto.

Dopo aver inghiottito i giovani, il buco si chiuse, facendo ritornare finalmente la pace in quella strada.

 

 

Neo Domino City, in un garage-qualche decennio (e oltre) dopo, più o meno nella medesima situazione...

“Yusei ti odio!”, urlò una ragazza dai capelli rossi sui 18 anni.

“Ma se non ho fatto niente!”, replicò il ragazzo di fronte a lei.

“Niente? Per te ignorare qualcuno che ti sta per dire una cosa importante è niente?!”

“Aki calmati...”, disse una ragazza dai capelli verdi prendendola per un braccio.

“No Carly, non mi calmo per niente!”

“Ma che problema c'è?”, chiese un ragazzo dai capelli arancioni, “Digli quello che volevi dirgli e festa finita”

“Crow ha ragione”, si intromise un ragazzo alto biondo, “puoi parlare adesso che ti sta ascoltando”

“Non è mica così semplice Jack...”, commentò Carly.

“Esatto”, annuì Aki.

“Ma è quello che penso che voglia dirgli?”, chiese l'ultima persona nel garage, cioè una donna dai capelli azzurro/blu, a Carly.

“Sì genio”, rispose la ragazza.

“Allora? Sto aspettando”, cominciò Yusei.

Aki lo guardò e diventò bordoux: “Tu proprio non sai cosa volevo dirti, vero?!”, disse con le lacrime agli occhi.

“No, se non me l'hai ancora detto”, replicò il ragazzo.

“Ma non riesci neanche a intuirlo?”, chiese la donna vicino a Carly.

“Mikage non sono un indovino”, replicò Yusei, “Ma perché adesso sta piangendo?”

Aki si asciugò le lacrime di rabbia che le erano uscite da sole: “Non sto piangendo! Sei tu che sei un insensibile! Ti importa di più di quella dannata moto che di....”
“Lascia stare la mia moto che non ha fatto niente”, replicò irritato Yusei; guai parlare male della sua moto.

A quel punto Aki ci vide rosso: “Lo vedi?”, disse, stranamente calma.

I campanelli di allarme di tutti iniziarono a suonare; Jack, Yusei e Crow arretrarono, mentre Carly e Mikage tentarono di calmare l'amica: “Aki... non è il caso di arrabbiarsi tanto..:”, iniziò Carly, “glielo dirai in un altro momento...”

“No, non sarà mai il momento giusto”, disse Aki, “a lui interesseranno solo i 'sentimenti' di quella sua stupida moto”; lo stabilizzatore di poteri che aveva tra i capelli iniziò a brillare, segno che non avrebbe trattenuto la furia della ragazza ancora per molto.

“Aki trattieniti!”, esclamò Mikage tenendola per un braccio.

“Se almeno avessi il coraggio di dirmi quello che ti eri proposta!”, disse Yusei, incurante della furia omicida che scaturiva dalla ragazza.

“Yusei stai zitto!”, esclamò Crow spaventato.

“Ora ti ammazzo!”

Quando lo stabilizzatore stava per saltare via, una voragine nera si aprì sotto i piedi dei ragazzi, inghiottendoli nel nulla in un istante, per poi richiudersi come se nulla fosse successo.

 

 

“Sono arrivati?”, chiese un tizio con una tunica nera e arancio e gli occhiali da sole.

“Già già”, gli rispose una specie di robot, “adesso inizia il divertimento”

“Ti batterei il cinque se non avessi paura di fratturarmi qualcosa”, disse un uomo con i capelli bianchi e dei segni rossi sul viso al robot, “ma come ti è venuta in mente quest'idea?”
“..... un po' mi imbarazza dirlo...”, disse come a disagio l'androide.

“Dai, ormai ci conosciamo”, disse l'uomo con gli occhiali da sole, “sputa il rospo”

“...... leggendo un giornale in bagno”

…............................................................ Gli altri due rimasero senza parole e non osarono chiedere altro; pregustavano però le scene a cui avrebbero assistito di lì a poco.


allora cosa ve ne pare? avete già capito chi sono quei tre disgraziati a cui è venuta l'idea? XD avviso subito che nei prossimi capitoli si susseguiranno scene comiche e romantiche *A* a voi il commento <3

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Capitolo 2
*** Capitolo 1: I due giudici ***


salve a tutti! sono ritornata prima di quanto avessi previsto uhuh ah si, prima di passare al capitolo preciso una cosa che mi hanno giustamente fatto notare, cioè il tempo in cui si svolge la storia: per i pg di GX, è passato più o meno un anno dall'ultima serie, quindi i ragazzi hanno sui 18-19 anni, apparte Fubuki che ne ha sui 20 e Rei che ha 16-17 anni; per 5D's, siamo immediatamente dopo la fine della saga di Zone, quindi i ragazzi hanno tutti 18-19-20 anni. quindi Yusei e Judai si conoscono già, dato che il film è ambientato prima degli eventi di cui narro *A* detto questo vi lascio al capitolo, ringraziando Gattino Bianco, Kiara e Alma per le recensioni <3


“Ahi ahi ahi, che male...”

Asuka si risvegliò con un grande dolore alla testa, forse per la caduta; aprì gli occhi: intorno a lei c'era il buio; riusciva a malapena a riconoscere il sotto dal sopra.

“Dove sono finita?”, si chiese guardandosi intorno.

Ad un tratto notò una figura non ben definita per terra, a qualche metro da lei; si alzò e andò vicino a quella che scoprì essere una persona.

“Rei?”, chiamò, avendo identificato nella figura una ragazza; le cose però non tornavano, Rei era molto più bassa, “Ehi, stai bene?”, chiese Asuka, toccando la figura distesa.

La ragazza si mosse e tossì: “Dove sono?”

“è quello che sto cercando di capire anch'io... comunque chi sei?”

“Mi chiamo Aki Izayoi”, rispose l'altra ragazza, mettendosi a sedere, “E tu?”

“Asuka Tenjouin, piacere”, disse aiutandola ad alzarsi, “Come sei finita qui?”

“Ero a casa di un amico, nel garage, e ad un tratto si è aperta una voragine nel pavimento che mi ha risucchiata insieme a dei miei amici”

“La stessa cosa è successa a noi!”, disse Asuka, “Anch'io ero a Domino City con degli amici e ad un tratto siamo caduti in quella voragine”
“Vorrai dire Neo Domino City”, la corresse Aki.

“Perché Neo? Da quando la città ha cambiato nome?”, chiese perplessa Asuka.

“Come da quando? Da quello che ricordo io è sempre stata così”
Le due ragazze rimasero un attimo in silenzio.

“Qui c'è qualcosa che non quadra...”, commentò Aki.

“Già... intanto però cerchiamo una via d'uscita”, disse Asuka.

“Concordo, però da che parte andiamo? Non si vede un tubo”

“Andate verso la luce!”, disse una voce rimbombando in quello spazio vuoto.

Una luce apparve all'improvviso a una cinquantina di metri dalle ragazze.

“Chi sei?!”, chiese Asuka, “E poi casomai vacci tu verso la luce”, commentò sarcasticamente; dopo l'esperienza nella Società della Luce aveva sviluppato un'avversione personale per le parole 'luce' e 'destino'.

“Però direi che non abbiamo scelta”, commentò Aki, e iniziò ad incamminarsi verso la potenziale uscita, seguita a poca distanza dalla bionda un po' riluttante.

Dopo aver attraversato il varco di luce, le due ragazze non credettero ai loro occhi: “Ma in che razza di posto siamo finite?”, chiese Asuka.

“Io direi in una piscina...”, commentò l'altra.

In effetti davanti a loro c'era una piscina olimpionica di quelle al chiuso, completa anche di trampolini e corsie.

“Che ne direste di farvi un tuffo?”, chiese ancora la voce.

“Fatti vedere!”, esclamò Asuka; più sentiva quella voce, più era sicura di conoscerla.

“Come vuoi signorina”

Da una parete venne fuori una specie di nebbiolina nera che si contorceva nell'aria e continuava a riformarsi: “Desiderio esaudito”, disse la nuvola.

Una bella gocciolina stile anime comparve sulle teste delle due ragazze: “Ma... avrai un corpo normale... solido”, commentò Aki, presa alla sprovvista.

“Sì, ma lei ha chiesto solo di farmi vedere”, rispose la nuvola, “Comunque è arrivata l'ora del bagno”

Prima che le due ragazze potessero chiedere cosa volesse dire, due fasci neri partirono dalla nebbiolina e si diressero verso di loro avvolgendole completamente, per poi ritirarsi e ritornare alla propria fonte, lasciando Aki e Asuka basite per quello che era successo: infatti ora si ritrovavano con addosso un costume a due pezzi ciascuna, Aki rosso, Asuka azzurro.

“Ma come diavolo hai fatto?!”, esclamò Aki arrossendo di colpo.

“Ah non lo so”, rispose la nebbiolina, “chiedilo all'autrice della fiction” (in verità non lo so neanch'io XD ndAutrice mi cadono le braccia -.- ndAki)

“Comunque cosa dobbiamo fare?!”, continuò la rossa.

“Mi pare ovvio, dovete fare una gara di nuoto”, disse la nebbiolina e così facendo andò dietro alle due ragazze spingendole verso il bordo della piscina.

“U-una gara di nuoto?”, chiese Asuka, quasi spaventata.

“Se sei diventata sorda all'improvviso non è colpa mia”, replicò la nuvola, “Dai, muovetevi, che non ho tutto il giorno”

“Ma senti questo!”, esclamò Aki, “Dopo averci trascinate qui pretendi anche che ci muoviamo? E dacci un attimo!”, concluse seccata.

“Aaah... donne”, commentò la nebbiolina.

Aki e Asuka sentirono il commento e minacciarono la nuvola con un aspirapolvere tirato fuori chissà da dove: “Ripeti se hai il coraggio”, minacciò Aki.

“No, niente!”, disse spaventata la nebbiolina nera, “Comunque muovetevi lo stesso”

Asuka era sul bordo della piscina, incapace di fare anche un solo passo; aveva sviluppato una forte paura per l'acqua di mare (o in questo caso della piscina) per colpa di suo fratello, che quando erano piccoli aveva rischiato di affogarla giocando. Pertanto lei non ne aveva voluto sapere di imparare a nuotare.

“Ma... se io non sapessi n...”, la bionda non terminò la frase perché la nuvola nera la spinse in avanti, facendola finire in acqua.

Una volta che fu completamente immersa, Asuka si fece prendere dal panico, e nel tentativo di tornare a galla e respirare, iniziò ad annaspare e a inghiottire acqua a secchi.

“Oh-ho”, fece la nebbiolina, “ho idea che non sappia nuotare...”
“Asuka!”, gridò Aki, prima di tuffarsi in acqua e recuperare l'altra ragazza.

Asuka si aggrappò a lei e si fece portare fino al bordo, al quale si ancorò: “Ma sei stupido o cosa?!?”, gridò la bionda alla nebbiolina, dopo aver tossito molto, “Per poco non affogavo!”

“Esagerata!”, fece la nuvola, “Al massimo avrai bevuto un po'... comunque pensavo che tu sapessi nuotare”

“Anch'io lo pensavo”, fece Asuka, “ma quella che sta scrivendo ha pensato bene di togliermi questa capacità!” (Gomenasai Asuka-san XD ndAutrice)

“Ah capisco”, disse la nuvola.

“Comunque grazie mille Aki”, ringraziò la bionda.

Aki fece un cenno con la testa.

“Bene!”, disse d'un tratto la nebbiolina, “Questo fa di Izayoi la vincitrice”
“Prego?!”, esclamarono le altre due.

“è ovvio, tu non sai nuotare!”

“Sì ma è ingiusto!”
“Senti non le ho fatte io le regole”, disse scocciata la nebbiolina tirando fuori un manuale dal nulla e mettendosi gli occhiali (anche questi presi da chissà dove), “dunque... ecco: qualora in una gara di nuoto uno dei concorrenti non sapesse nuotare, la vittoria verrà assegnata all'altro, a prescindere dal resto”, concluse, chiudendo il manuale.

“Ma te lo sei inventato!”, esclamò Aki uscendo dalla piscina e aiutando anche Asuka a salire, “Fammi vedere!”

La nuvola deglutì: “Ehm... forse avete ragione voi”, disse, spaventata dagli sguardi delle due ragazze, “vado... vado a chiamare un altro giudice”, e detto questo sparì attraversando una parete, lasciando le due ragazze sconcertate per quello che stava succedendo.

Dopo poco la nebbiolina rientrò nella stanza da una porta apparsa dal nulla, con al suo seguito una specie di proiettore: “Ecco, aspettate un attimo”
“Fai con comodo”, commentò Aki, “tanto non abbiamo niente da fare”

Il proiettore si accese e sparò in alto l'immagine di un uomo con i capelli bianchi che con il colore rosso si stava disegnando delle righe sul viso davanti allo specchio; Aki lo riconobbe subito: “Rudger Goodwin!”, esclamò spaventata.

“Che diavolo fai Truman!?!”, esclamò Rudger, imbarazzato dall'essere stato scoperto in un momento... strano.

“Aspetta...”, iniziò Aki, “Io avevo sempre pensato che i segni dei Dark Signer fossero come quelli della Struttura”

“Ehm... sai com'è, per fare scena ci vogliono tanti particolari”, iniziò Rudger, “e visto che i truccatori costano.... Comunque non è questo il punto! Perchè mi hai chiamato?! E soprattutto smettila di girare sotto forma di nebbia! Mi irriti profondamente”

“Va bene...”, fece la nuvola; in un attimo il gas nero si modellò fino a formare la sagoma di un uomo, che alla fine divenne visibile: aveva i capelli neri con delle punte; indossava una specie di armatura, anch'essa nera, con al centro del petto una pietra rossa; infine portava gli occhiali da sole.

“Truman!”, esclamò Asuka, riconoscendolo.

“Eeeeh già, chi non muore si rivede”, disse lui.

“Infatti! Judai ti aveva battuto insieme a Nightshroud!”, continuò Asuka.

“Beh, sai com'è, per esigenza di copione i cattivi tornano sempre, non importa quante volte li ammazzi”

“Finitela!”, fece Rudger, “Perché mi hai disturbato?!”

Truman spiegò la situazione della gara di nuoto al Dark Signer.

“Sei un cretino! Non ti avevo forse detto che avremmo iniziato con le prove una volta spiegato loro tutto?!”

“Sì, ma mi annoiavo...”, ammise Truman.

Rudger sospirò: “Va bene, ormai il danno è fatto... dove sono gli altri?”

In risposta Truman fece comparire due gabbie oltre la piscina: in una c'erano gli amici di Aki e nell'altra quelli di Asuka: “Ragazzi!”, esclamarono le due.

Gli altri riconoscendole chiamarono i loro nomi: a Jun, vedendo Asuka in costume, partirono i neuroni e cadde a terra in seguito a un'emorragia nasale; Judai invece non fece una piega e lo stesso quasi accadde a Yusei, se non ché il ragazzo dopo un paio di secondo che aveva visto Aki, abbassò lo sguardo leggermente rosso in viso.

A quel punto tutti si accorsero dei due uomini vicini alle ragazze e rimasero sconcertati per i motivi che già sappiamo.

“Bene”, iniziò Rudger, “adesso che ci siete tutti posso dare iniziò alla spiegazione...”

“Quale spiegazione?!”, chiese Crow allarmato.

“Sarà il solito modo per salvare il mondo altrimenti lo distruggeranno...”, commentò Jack, abituato ormai a quella solfa.

“Veramente non è così”, replicò Truman, “Ora vi spiegheremo le regole del vostro Reality”


tadan XD ecco che sono venuti fuori i primi due "cattivi" uhuh in questo capitolo mi sono concentrata sulle due ragazze protagoniste, ma nei prossimi prometto che ci saranno tutti gli altri^^ quindi non mi resta che salutarvi *__* arrivederci al prossimo capitolo <3

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Capitolo 3
*** Capitolo 2: Spiegazioni... alla lunga ***



*a volte ritornano* eccoci XD sono riuscita a scrivere nonostante abbia dei professori che pensano che non abbiamo una vita sociale fuori da scuola O.O comunque riguardo a questo cap, all'inizio non era così; avevo pensato di fare una breve introduzione sulle regole e poi iniziare subito dal primo giorno di convivenza, ma scrivendo ho aggiunto troppe cose e alla fine è venuto un capitolo a sè XD quindi dovrete pazientare ancora un po' per veder sclerare i nostri amici XD ringrazio Alma, Gattino Bianco e Jennymatt per le recensioni <3


"Reality?!?", esclamarono in coro tutti e 12 i ragazzi.

“Oh ma cos'è oggi, c'è un picco della sordità?”, chiese Truman.

“E tu invece sei in un picco di stupidità”, lo riprese Rudger, “è ovvio che non se l'aspettavano”

“E direi!”, disse Jun, “Cos'è questa storia?!”

“Allora, adesso vi spieghiamo...”, fece Rudger.

“Sarà meglio”, disse Jack.

“Se mi lasci parlare forse riuscirò a dirvi!”, esclamò scocciato il Dark Signer.

Visto che nessuno aprì bocca, iniziò a parlare: “Dunque, un nostro... collega diciamo, facendo un viaggetto fra le varie dimensioni è approdato in uno strano mondo dove il Duel Monster è visto solo come un gioco e passatempo, e dove noi siamo dei cartoni animati famosi chiamati 'anime'”

Ci fu un silenzio di tomba.

“Lo dicevo io che la mia fama sarebbe arrivata a oltrepassare le dimensioni”, disse Jun pavoneggiandosi, “come miglior duellante del mondo mi pareva ovvio”
“Tira il freno!”, esclamò Jack, “Sono io il miglior duellante del mondo! L'unico e solo Re”

“Re? Re di cosa scusa, di arroganza?”, sghignazzò Jun.

“Guarda che tu non sei messo meglio”, replicò Jack.

“Sai, non ti conosco, ma già non ti sopporto”, disse Jun.

“La cosa è reciproca”, commentò Jack, “E comunque il migliore sono...”
“FINITELA!”, esclamarono Crow e Johan, “Siete entrambi bravi, e comunque”, fece quest'ultimo, “tu non hai mai battuto Judai”
“... e tu mai Yusei”, concluse Crow, “almeno, non attualmente”

“Yusei?”

“Judai?”

I due ragazzi si accorsero solo in quel momento della presenza l'uno dell'altro.

“Ma che sorpresa!”, commentò felice Judai, “Non avrei mai pensato di rivederti”
“Lo stesso vale per me”, fece Yusei.

“Aspettate, voi vi conoscete?”, chiese Johan.

“Eeeh già”, disse Judai, “è una lunga storia che....”
“BASTA!”, gridò Rudger e come per magia dei pezzi di nastro adesivo (quelli argentati per i pacchi per intenderci) tapparono le bocche di tutti i ragazzi, mentre le ragazze guardavano la scena con la solita gocciolina sulla testa.

“Meno male che li avete zittiti”, commentò Aki, “altrimenti l'avrei fatto io”

“Continuate per favore”, disse Mikage, mentre Carly diceva a Jack una cosa simile a 'Per questa volta ti sta bene'.

“Grazie ragazze”, fece Rudger, “è commovente trovare qualcuno che ti ascolti fino alla fine senza interrompere, non come mi succedeva da piccolo quando venivo deriso da tutti e mi toccava sempre giocare da solo e...”; una nuvola di depressione si abbatté su Rudger che iniziò a raccontare la storia della sua vita e delle sue sofferenze, sotto lo sguardo sconcertato di Truman e delle ragazze.

“Ma in che razza di fiction siamo finite?”, commentò Asuka.

“Secondo me l'autrice è una di quelle otaku, e mi dà anche l'impressione di essere fissata con le shipping... bah” (beh Aki, non ti va tanto male se ti metto con Yusei u.u ndAutrice per quello che mi ha combinato potresti anche tagliarlo dalla storia ora -.- ndAki ma dai dai che non l'ha fatto apposta, e se te lo dico io *A* ndAutrice piantatela! E tu torna a scrivere che se no non finiamo più! ndAsuka)

Coff... coff... dicevo, la situazione era la seguente: i ragazzi tentavano invano di tirarsi via dalla bocca lo scotch da pacchi che Rudger aveva messo loro, e lo stesso Dark Signer era caduto in una specie di stato depressivo, mentre Asuka e Aki si stavano lamentando di una scrittrice di fan fiction non ben definita.

“Sapete, penso che qui andremo per le lunghe”, disse Rei alle altre due.

“Non posso che concordare”, commentò Carly, “Però qualcuno mi spiega che fine hanno fatto li gabbie?”

In effetti le due gabbie erano sparite all'improvviso senza che nessuno vedesse niente (ehm... errore mio XD ndAutrice).

Ad un certo punto in tutta quella confusione risuonò una voce metallica: “Basta! Finitela di fare confusione! Ho già preso un Moment a causa vostra e non ho voglia di prenderne un altro!”

Da un'apertura nel soffitto apparve un robot simile al segno dello yin, con due mani enormi che fluttuavano in aria, staccate dal resto del corpo.

“Mpfnfrp!”, cercarono di esclamare Yusei, Jack e Crow, ma a causa dello scotch non riuscirono a dire niente; invece Aki, Carly e Mikage poterono parlare: “Zone!”

“Sì sono io, e prima che lo chiediate, mi hanno fatto resuscitare gli autori perché avevano paura che questi due”, e indicò Rudger e Truman, “non riuscissero a fare niente (tra parentesi, avevano ragione), comunque è il caso di riprendere il discorso... se state zitti vi tolgo il nastro”
Il cenno di assenso di tutti i ragazzi li fece liberare dall'ingombrante impedimento.

“Bene”, ricominciò per l'ennesima volta Zone, “eravate arrivati al fatto che avevo trovato una dimensione in cui Duel Monster fosse solo un gioco; allora, in quella stessa realtà, per la televisione facevano vedere un mucchio di reality, alcuni anche stupidi, ma la mia attenzione si è focalizzata su uno in particolare: in pratica si prendono 12 concorrenti e li si tiene rinchiusi nella stessa casa per un tot di tempo, eliminandone ogni settimana uno o più. L'ultimo rimasto vince un bel premio, così mi è venuta l'idea di avvertire Truman e insieme anche a Rudger vi abbiamo prelevati dai vostri rispettivi spazio-tempo... Prima che lo chiediate, loro”, e indicò il gruppo dei Signer, “vengono da un futuro molto più lontano del vostro, ma la realtà è la stessa”

“Quindi”, iniziò Jun, “potrebbero essere anche nostri parenti”

“Io parente di uno come te?!”, disse quasi schifato Jack, “Dio me ne guardi”

“Lo stesso vale per me, cretino, figurati se voglio avere un figlio come te! Anche se sei biondo...”, commentò Jun, guardando Asuka all'ultima parola.

“Jun!”, esclamò lei arrabbiata e imbarazzata.

“Comunque”, riprese Zone, “adesso siete qui, e oltrepassata quella porta”, e indicò un'uscita di servizio dall'altra parte dello spazio in cui si trovavano, “entrerete nella casa, da cui non potrete uscire fino a quando non ne rimarrà solo uno”

Proteste di tutti.

“Ma ti pare?!”, esclamò Jack, “Come pensi di costringerci a convivere insieme?!”

“Semplice”, disse Truman, “per il fatto che non sapreste tornare a casa e anche perché...”, si fece comparire in mano 12 carte, “qui ci sono le vostre carte migliori”

Tutti videro la propria carta preferita in mano a Truman e partirono gli insulti, che per ovvi motivi censuro.

“Potete continuare quanto volete”, commentò Zone, “fatto sta che finché non completerete il gioco, non riavrete le vostre carte... e ora vi lascio che c'è la partita in tv”, e detto questo salì e uscì dalla stessa parte da cui era entrato.

“Non vi resta che oltrepassare quella porta”, fece Truman ai ragazzi, ritornando a essere una nuvola nera, “prima di lasciarci, avete domande?”

Crow alzò la mano: “Una sola... siamo al chiuso, potresti anche toglierti gli occhiali da sole”

Silenzio di tomba.

“Però ha ragione”, commentò Judai, “perché non te li togli?”

“Ehm ehm...”, fece Truman imbarazzato, “perché non andate verso quella maledetta porta evitando domande sceme? A proposito”, si rivolse ad Aki e Asuka, “i vostri vestiti sono là, anche se così non siete per niente male...”

Per il commento malizioso, in cinque nanosecondi si ritrovò in un aspirapolvere dentro la piscina; soddisfatte le due ragazze andarono verso i loro vestiti, appoggiati in due cabine, si cambiarono e raggiunsero gli altri che nel frattempo si erano avvicinati alla porta.

“Allora? Entriamo?”, chiese Carly.

“Direi che non abbiamo molta scelta...”, commentò Rei.

Nessuno aveva voglia di convivere, tanto meno Yusei e Aki e Judai e Asuka; oltretutto prima ancora di conoscersi Jack e Jun avevano sviluppato una forte antipatia l'uno per l'altro, ma d'altronde entrambi tenevano molto rispettivamente ad Arcidemone Drago Rosso e Drago Armato LV10, così, con riluttanza aprirono la porta e la oltrepassarono, seguiti dagli altri.

 

“.......... e poi sono diventato un Dark Signer... devo dire che l'esperienza mi è piaciuta... ma ehi! Dove siete finiti tutti?”

Il proiettore era rimasto aperto tutto il tempo, e Rudger aveva veramente raccontato la storia della sua vita per un tempo indefinito: “Potevano almeno avvertirmi”, disse seccato il Dark Signer, prima di interrompere la comunicazione e ritornare a ripassarsi le linee rosse del segno che aveva sul viso.


Zone! e così il trio è al completo uhuh non ci resta che vedere cosa architetteranno quei tre XD

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Capitolo 4
*** Capitolo 3: Esplorazione! Una stanza pericolosa ***


salve! sono ritornata con un nuovo capitolo *A* sono stufa di ripetere che non l'avevo immaginato così ma che mi è venuto a caso XD pertanto non lo ripeterò u.u detto questo ringrazio Alma, Gattino Bianco e Jennymatt per le recensioni e passiamo al capitolo <3



Dopo aver oltrepassato la porta, il gruppo si ritrovò in una grande entrata che dava su un soggiorno, anch'esso di ampie dimensioni, provvisto di un enorme divano al centro, posizionato di fronte alla televisione (inutile dirlo, al plasma); attaccate alle pareti c'erano molte librerie provviste di ogni genere di libro; dietro al divano, c'era un tavolo con dodici sedie abbinate. Dal soggiorno si accedeva ad un corridoio a cui si affacciavano la cucina, un ripostiglio e un bagno; sempre da quella stanza partiva una rampa di scale che portava al piano superiore, provvisto di camere, due bagni e una stanze adibita a una specie di studio.

“Almeno il posto è carino”, commentò Aki.

“Ti pare il momento di dire una cosa del genere?”, le chiese sarcastico Yusei.

Aki si irritò: “Neanch'io sono contenta di sapere che per chissà quanto tempo, ti vedrò tutti i giorni”

“E chi ha mai detto questo”, replicò l'altro, “anche se era proprio quello che avrei voluto dire”

“Non è difficile leggere nella mente di una persona così superficiale”, disse la rossa.

“Superficiale?!”

“Piantatela!”, disse Crow, “Non è il caso di iniziare a litigare già da subito; ora, è meglio se diamo un'occhiata in giro, dato che quei disgraziati non ci hanno dato neanche un aiuto”

“Però prima io voglio sapere come fate a conoscervi”, disse Johan, indicando Judai e Yusei.

“Giusto...”, iniziò lo Slyfer, “è accaduto non molto tempo fa...”

E iniziò a raccontare dell'avventura che aveva vissuto con Yusei e Yugi, fino al duello con Paradox che avevano battuto.

“E quindi nel futuro ci saranno questi nuovi mostri, Synchro giusto? Figo!”, disse Johan esaltato.

“Bah, ti esalti per poco”, commentò Jun, “nessuno mostro Synchro, o che altro, potrà mai battere il mio Drago Armato”
“Si dia il caso che il mio Arcidemone sia molto più forte del tuo draghetto da strapazzo”, disse Jack.

“Draghetto?!?”, esclamò Jun, “Te lo faccio vedere io il draghetto!” (e qui per i più maliziosi c'è il doppiosenso non voluto O.O ndAutrice)

Gli altri ragazzi si adoperarono per fermare i due litiganti.

“Ma è mai possibile che Jun debba litigare con chiunque?”, disse Rei sconsolata.

“Mi sembra però che abbia trovato un degno avversario”, commentò Asuka.

“Se ti riferisci in quanto arroganza, ti assicuro che Jack va ben oltre”, disse Aki.

“Aki non esagerare! Il signor Jack non è così arrogante”, replicò Mikage.

“Signor Jack?”, chiese perplessa Rei.

Mikage arrossì di colpo: “Ecco... nel nostro tempo lui è il Re dei Duelli Turbo, quindi gli porto rispetto”

“Sono tutte scuse”, disse Carly, “Il fatto è che gli gironzoli sempre intorno perché vuoi che si accorga di te”
“Senti chi parla!”, esclamò Mikage, “Per te ogni scusa è buona per saltargli addosso, razza di giornalista ficcanaso!”
“Ripetilo se hai il coraggio!”

“Giornalista da quattro soldi!”

“Leccapiedi!”

“è una mia impressione o quelle due non vanno d'accordo?”, commentò Asuka.

“Il fatto è che a tutte e due piace Jack...”, disse Aki, “... quindi sono spesso in contrasto, comunque in confidenza”, e abbassò la voce, “preferisco senza dubbio che sia Carly a vincere; è l'unica che riesce a far tacere il borioso duellante” (mi sembra un commento suggerito da qualcuno... -.- ndAki naaaa, è una tua impressione :D ndAutrice)

“Adesso si capisce tutto...”, commentò Rei, “Comunque, visto che i ragazzi non accennano a voler continuare l'esplorazione della casa”, disse indicando i ragazzi che stavano trattenendo in tutti i modi Jun e Jack, “andiamo noi a vedere un po' in giro”

Aki e Asuka annuirono e dopo aver recuperato Carly e Mikage prima che si sbranassero, si diressero per prima cosa al piano di sopra.

Una volta salite le due rampe di scale, le ragazze si ritrovarono in un altro ampio corridoio, che dava su più stanze: “Ok”, disse Carly, “iniziamo l'esplorazione”

La ragazza aprì la prima porta alla sua sinistra: era una camera da letto molto grande, con cinque posti per dormire, un armadio che dire enorme era poco, e una scrivania; era provvista anche di un terrazzino che dava sull'esterno.

“Mi sa che noi dormiremo qui”, commentò Rei entrando.

“Ehi ragazze, guardate!”; Mikage aveva aperto l'armadio e ci aveva trovato dentro decine, se non centinaia di vestiti, “Direi che per gli abiti non ci sono problemi”

“E neanche per le scarpe”, fece Rei, notando che sotto ai vestiti erano posizionate ordinatamente molte paia di scarpe, di tutte le misure, “...e chi ha mai messo tacchi!”, esclamò prendendone un paio blu in mano.

“Non è difficile”, le disse Aki, “è solo l'inizio che è un po' duro... ma ti ci abitui” (nota: io non ho mai messo tacchi, quindi ditemi se mi sbaglio XD ndAutrice)

Finito di ispezionare la loro camera, le cinque duellanti uscirono e continuarono il giro; quasi di fronte alla loro stanza, si trovava un bagno (è inutile che ripeto enorme?), provvisto di tutto il necessario.

“Beh, almeno hanno pensato a tutto”, commentò Asuka.

Con l'assenso delle altre, chiuse la porta e si diresse verso la stanza vicino: era un'altra camera da letto, ma questa volta con sette posti: “Avete idea del disastro che faranno quei sette scalmanati in questa stanza?”, disse Asuka.

“Non voglio neanche immaginare come sarà questa camera fra una settimana”, commentò Carly.

Più in là della camera maschile, si trovava una specie di studio, con delle ampie vetrate e due grandi scrivanie, con vicino una libreria; a fianco, un altro bagno, un po' più piccolo del precedente.

Prima della fine del corridoio, che dava su un'altra rampa di scale, c'era un'altra porta, un po' diversa dalle altre: era di un rosso bordoux, mentre le altre erano di un normale marrone legno, e aveva un cartello attaccato sopra scritto a lettere d'oro: “Da usare solo in QUEL caso”

“Mmm...”, commentò Rei, “chi ha pensato male, alzi la mano”
Tutte e cinque alzarono il braccio (Ma ci fai passare per pervertite! NdTutte direi di no visto che scrivo io XD ndAutrice).

“Proviamo ad aprire?”, chiese Carly.

“Ok... al limite, la richiudiamo e ce la defiliamo”, disse Asuka e si avvicinò alla porta.

Questa era chiusa, ma la chiave era nella toppa; la bionda la girò e abbassò la maniglia socchiudendo l'entrata, così da far passare solo la sua testa e quella delle compagne per dare un'occhiata; praticamente subito tutte vennero fuori e Asuka chiuse velocemente la porta, facendo fare alla chiave quattro giri per sicurezza.

“.... Non dite mai a Jun di questa stanza”, disse Asuka, avvampando, come le altre del resto.

“Non dovremmo dirlo a nessuno di quelli qua sotto... ma come mai Jun nello specifico?”, chiese Mikage.

“Dovete sapere che quello là è un po'... fissato con Asuka”, spiegò Rei.

“Solo un po'?”, disse la bionda, “Sono quattro anni che non mi lascia stare! Ormai mi sono rassegnata, ho provato di tutto... però questo no!”

“Va beh... l'importante è non farlo entrare qua dentro”, commentò Rei, “se no sarebbe capace di venirti a prendere di notte”

Asuka rabbrividì e diede un altro giro di chiave alla porta prima di levarla dalla serratura e mettersela in tasca: “Questa è meglio se la teniamo noi”
Le altre annuirono e proseguirono il giro senza più parlare di quella stanza.

Le cinque ragazze salirono le scale alla fine del corridoio e si ritrovarono davanti ad una porta a vetri, che comunque non lasciava intravedere l'esterno; Aki la aprì e insieme alle altre si ritrovò su un grande terrazzo sul tetto, da cui si poteva vedere tutto il paesaggio intorno.

“Wow”, commentò Carly.

Intorno alla casa si estendevano chilometri di campi, arati o incolti, e da un lato si vedevano pure delle montagne con delle foreste; poco distante dalla casa, scorreva un fiume dalle acque limpide.

“Se siamo in un'altra dimensione, non sembra”, disse Mikage.

Il terrazzo era collegato ad un'altra scala che andava in basso, con cui si poteva accedere a un giardino provvisto pure di piscina: “Sapete, non credo che sarà poi così male”, disse Rei.

Quasi non finì la frase che dal basso provenne un acuto spacca-timpani; tutte e cinque le ragazze si tapparono le orecchie.

“Ma cos'è?! Un attacco di alieni urlatori?”, chiese Carly.

“No, peggio”, disse Asuka, “è mio fratello che canta”

Le altre a parte Rei guardarono sconvolte la bionda: “Non può essere così stonato”, disse Aki.

“Infatti non lo è”, rispose Asuka, “solo che quando vuole fare il superiore tira di quegli acuti micidiali... ora è meglio se lo vado a fermare prima che distrugga la casa”; detto questo Asuka ritornò sui propri passi, seguita dalle altre.


e fu così che la fiction finì perché Fubuki distrusse la casa XD scherzi a parte, qui ho cercato di dare maggior spazio alle ragazze, tutte e non solo le due A (Aki&Asuka) e spero di esserci riuscita, anche perché io detesto sia Mikage che Rei XD
riusciranno i nostri eroi a salvare la casa dalla devastante voce di Fubuki? Rei sarà in grado di non ribaltarsi dai tacchi? e cosa diavolo c'è in quella stanza così ambigua O.O? questo e altro (forse) nel prossimo capitolo <3

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4: Karaoke, che passione! ***


eccoci! come potete vedere, Fubuki non è riuscito a distruggere la casa XD l'hanno fermato prima, ma bando alle ciance XD ringrazio Gattino Bianco per la recensione <3


“Fubuki piantala!”, esclamò Jun con le mani sulle orecchie.

“Mi sta fracassando i timpani”, disse Crow.

“Se canto almeno quei due non si ammazzano”, rispose Fubuki.

“Ci credo!”, esclamò Jack, “Sei più letale di una vipera!”
“Allora, chiedetevi scusa”, disse convinto il moro; per il suo carattere, tentava sempre di mettere d'accordo tutti.

Jun e Jack si guardarono: “Mai!”

“Already oveeeer noooooooooooooooooow!!!”, cantò Fubuki (la canzone è Already Over di Red ndAutrice)

“Ti prego risparmiaci!”, implorò Judai.

Un libro volò in direzione di Fubuki e lo colpì in pieno, facendolo cadere a terra stordito.

“Quante volte ti ho detto che non devi torturare il prossimo cantando?!”, chiese Asuka irritata; lei e le altre erano appena entrate nel soggiorno.

“Bravissima Tenjouin-kun!”, disse Jun estasiato.

“Punto numero uno, non chiamarmi per cognome”, disse la bionda seccata, “punto numero due, spero di essere arrivata in tempo per salvarvi i timpani”
“Sì, non preoccuparti”, disse Johan, ancora frastornato, “il fatto è che mentre tentavamo di fermare questi due, Fubuki ha trovato un gioco da collegare alla televisione provvisto di microfono...”
“... e quando vede un microfono, lui impazzisce”, concluse Rei.

“Ma non potevi restartene buono buono come nei capitoli precedenti?”, chiese Asuka a suo fratello.

“Neanche per idea! Prima non sono neanche stato nominato, quindi volevo far capire che c'ero anch'io!”, rispose lui alzandosi (in realtà ha ragione, negli altri due capitoli non l'ho mai nominato^^'' ndAutrice).

“Ci mancava anche il karaoke...”, commentò Aki, guardando i due microfoni collegati al gioco.

“Invece c'è pure quello”

Aki cacciò un urlo e fece un balzo in avanti; dietro di lei, sulla parete, era posizionato un altoparlante, da cui era uscita la voce di Truman: “Dai, vogliamo sentire un'altra canzone”, disse lui divertito.

“Ma anche no”, disse Jack, “non diventerò un fenomeno da baraccone con qualche stupido gioco”
“Se è per questo lo sei già”, commentò Jun.

“Ripeti se hai il coraggio?!”

“Vi ricordo”, li interruppe Truman, “che voi dovete fare quello che vogliamo noi, se no potrete dire addio alle vostre cartine...”

Jun e Jack si zittirono pensando ai loro Draghi.

“Allora, chi ha voglia di esibirsi? Ci vuole un volontario”
“Io! Io! Io!”, saltellò Fubuki.

“NO!”, esclamarono spaventati gli altri 11 ragazzi, cercando di salvare i propri timpani.

Fubuki non si diede per vinto e insistette, finché un altro libro non gli finì addosso, questa volta tirato da Crow.

“Però se nessuno si offre, lo lasceremo cantare”, disse Truman.

Silenzio fra gli altri coscienti (dato che Fubuki era momentaneamente assente perché svenuto).

“...... va bene, provo io se nessun altro si offre”
Fra lo stupore generale, a parlare era stato Yusei.

“Così il motofissato saprebbe anche cantare?”, commentò sarcastica Aki, a cui non era ancora passata l'arrabbiatura.

“Motofissato?!”, chiese Yusei irritato, “No che non so cantare, ma se vuoi provare tu, sei ben accetta, oppure preferisci che Fubuki demolisca la casa?”

La ragazza si zittì.

“Mi fa piacere che la pensiamo allo stesso modo”, disse Yusei, prendendo in mano il microfono, “Com'è che si sceglie la canzone?”
“La sceglie automaticamente e a caso”, disse Truman, “Così è più divertente”
“Giuro che se ti becco da qualche parte, hai finito di vivere”, commentò Yusei a bassa voce.

Il gioco finì di caricarsi e selezionò una canzone a caso; Yusei inorridì: “Ma anche una canzone d'amore devo cantare?!”

Crow, Johan e Judai sghignazzarono.

“E voi non osate ridere!”

La base partì; sullo schermo dove c'era il video della canzone, venivano visualizzate le parole in basso; in mezzo un cursore si muoveva su e giù a seconda dell'intonazione della voce (mai giocato a Singstar? ndAutrice).

Yusei iniziò a cantare...

La voglia che non vorrei - Nek

 

 

Il ragazzo non conosceva bene la canzone, e non era neppure molto intonato, ma cercò di cantare lo stesso mettendoci del suo; qualcuno però si impressionò veramente: Aki rimase incantata da certe strofe e da come le sembrava che riguardassero lei e Yusei...

 

Sei l'unica voglia che non vorrei
ti ho vista piangere su di me
ma sono il tuo passato ormai...

 

........................

 

So che un fuoco splendido
lo accendi e dura poco
So che scioglierò
io per primo l'incantesimo....

 

Ad Aki ritornò in mente il primo duello che aveva avuto contro Yusei, molto tempo prima, quando ancora non sapeva di essere usata da Divine e si celava dietro ad una maschera; con quel duello, si poteva dire che Yusei avesse veramente sciolto l'incantesimo...

“Ehi, Aki?”, la chiamò Rei.

La rossa si riscosse dai suoi pensieri: “E?”
“Stai bene? Mi sembri un po' assente”

“Sì, non preoccuparti”, disse Aki.

Yusei finì di cantare e totalizzò un punteggio medio; per tutta la durata della sua esibizione Crow, Jack, Johan e Judai non avevano smesso un attimo di sghignazzare.

“Piantatela!”, esclamò Yusei, completamente rosso.

“Ma dai, non dovrai mica sciogliere un incantesimo?”, lo preso in giro Crow.

“Che spiritoso... Truman possiamo anche chiuderla qui vero?... Truman?”
Dall'alto parlante provenne una risata soffocata.

“EHI! Ti ci metti anche tu ora?!?”, chiese arrabbiato Yusei.

“Scusa, ma sei stato troppo comico”, rise Truman, “Comunque, tornando seri, direi che può andare, ma per concludere in bellezza ci vuole la controparte del gentil sesso”

Le cinque ragazze deglutirono; Johan rise: “Adesso vi voglio vedere”
“Questa volta però la cantante la scelgo io... Izayoi, prego, vai e canta”
Aki si pietrificò, ma pensando al suo Drago Rosa Nera, si avviò verso il microfono, con delle saette che partivano verso l'altoparlante.

L'ha fatto apposta! Lo so che l'ha fatto apposta, ma se lo becco lo... - censura-

Il gioco scelse la canzone.

“Mmm... per quella lì serve una seconda voce... Saotome, vai”, disse Truman.

Rei prese l'altro microfono in mano nervosa; a lei piaceva cantare, ma di sicuro non davanti a tutti (soprattutto davanti a Judai).

Aki iniziò a cantare...

I won't say I'm in love – colonna sonora Hercules della Disney

 

Questa volta ad ascoltare attentamente fu Yusei: la ragazza, al contrario di lui, era molto intonata, e anche Rei non era male come seconda voce; poi la canzone lo colpì particolarmente: di Inglese capiva abbastanza, quindi riuscì a tradurre al volo la maggior parte delle frasi della canzone... gli sembrava che Aki stesse veramente esprimendo i suoi pensieri cantando I won't say I'm in love, cioè Non dirò che sono innamorata... Quindi Aki amava qualcuno?... Forse era proprio questo che cercava di dirgli nel garage? Sarebbe stato plausibile quindi la sua sfuriata e le lacrime che le aveva visto scendere... E lui l'aveva si e no ascoltata di striscio, concentrandosi sulle modifiche alla sua moto!... Ma forse si stava inventando tutto e la ragazza non stava veramente esprimendosi con la canzone... A Yusei venne mal di testa (troppi pensieri in una volta, e? NdAutrice ah ah ah, spiritosa -.- ndYusei).

Aki e Rei finirono di cantare e totalizzarono un punteggio molto sopra la media.

“Grande Aki!”, disse Rei battendole felice il cinque.

“Direi che hanno vinto loro”, decretò Truman.

“Ma ci credo!”, esclamò Yusei, “Erano in due!”

“Guarda che avrebbe cantato meglio di te anche un cane stonato”, rise Crow.

“Avrei voluto vedere te!”, replicò il leader dei 5D's.

“Bene, ora devo lasciarvi”, disse Truman, “Rudger si è depresso di nuov.... voglio dire, ha bisogno di aiuto, quindi vi lascio”

“Aspetta!”, esclamò Johan, “Cosa dobbiamo fare?”

“Vivere”, rispose semplicemente Truman, “e combinare disastri”

“E quest'ultima parte cosa voleva dire?!”, chiese Jun.

Ma Truman se n'era già andato.

“Che antagonista inutile”, commentò Jack, “non sa neanche lui cosa dobbiamo fare”

“Il problema comunque rimane”, disse Fubuki, “Cosa facciamo ora?”

Nel silenzio che calò rimbombò un gorgoglio noto; Judai rise: “Beh, potremmo fare la cena”, disse sorridendo imbarazzato toccandosi lo stomaco che aveva appena reclamato il pasto; in effetti i ragazzi non si erano accorti che era calata la sera.

Asuka si portò una mano sul viso sconsolata: “Ma è incredibile... o pensi solo ai duelli, o pensi solo al cibo”, commentò.

“Mi pare ovvio, sono le due cose più importanti della vita, oltre agli amici”, replicò Judai.

“E non pensi che ce ne sia un'altra che inizia per A?”, gli chiese lei.

Judai ci pensò su: “Mmm... Asteroide! È vero che potrebbe caderci sulla testa!” (sia chiaro, non credo assolutamente nella teoria del 2012 u.u ndAutrice)

Asuka sospirò rassegnata per l'ottusità dell'amico (perché è così è.è asteroide? Ma come diavolo fa a venirti in mente una cosa del genere! NdAutrice guarda che sei tu che scrivi O.O ndJudai) e si diresse verso la cucina: “Qualcuno di voi sa cucinare?”, chiese, sapendo già chi non avrebbe risposto.

Crow, Mikage, Carly e Johan alzarono la mano: “Ok”, fece Asuka, “allora andiamo a preparare qualcosa di commestibile”



la Yuaki primeggia! in questa parte erano loro i protagonisti indiscussi <3 <3 ma adesso voltiamo pagina: preparatevi ai disastri culinari che combineranno in cucina XDXD a proposito, vi consiglio di ascoltarvi le due canzoni che ho nominato se già non le conoscete *A*

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Capitolo 6
*** Capitolo 5: Esplosioni in cucina ***


*cofcof* tranquilli, non sono morta XD diciamo che ho avuto un calo di ispirazione che sembra essere tornata in questi due giorni *stappa bottiglia di champagne* per farmi perdonare ho anche scritto un capitolo piuttosto lunghetto *___*  ehm dicevo, ecco finalmente il capitolo! ringrazio Gattino Bianco per la recensione <3


Crow, Mikage, Johan e Carly seguirono Asuka in cucina; la stanza era proporzionata al resto della casa (vale a dire che era enorme): c'erano un numero infinito di scansie e dispense; in un angolo era situato un frigorifero a due ante, con annesso congelatore; in mezzo alla stanza c'era un lungo ripiano dove poter preparare da mangiare, provvisto di cassetti in cui si trovavano le posate; i fornelli erano situati a ridosso di una parete ed erano sei...

“Spiegatemi la logica di questa cosa”, disse Crow, andando vicino ai fornelli, “in tutta questa abnorme cucina ci sono solo sei fornelli e sono tutti attaccati! Ma dove hanno la testa quei tre?!”

“Tranquillo”, disse Johan, “basteranno”

“E come fai a dirlo con così tanta sicurezza?”, chiese Mikage.

“Perché io...”

Un rumore metallico di più cose che cadono interruppe le parole di Johan: i ragazzi si voltarono e videro una piccola montagnetta di scatolette appena caduta da una scansia posta in alto; Mikage si avvicinò: “E queste da dove vengono fuori?”

In risposta Carly spuntò dal mucchio facendo prendere un mezzo infarto a Mikage.

“Carly!”, esclamò Asuka, “Cosa stavi facendo?”
“Stavo controllando cosa ci fosse da mangiare”, rispose la ragazza, ancora sommersa dalle scatolette, “e devo dire che non hanno molta fantasia”
Asuka guardò il mucchio e ne prese una in mano: “Ma sono tutte di tonno!”

“Già, tonno in scatola”

“Ragazzi”, chiamò Johan, “mi sa che la cena sarà monotematica”

Il ragazzo aveva aperto il frigo e su tutti i ripiani c'erano pesci e molluschi di tutte le forme e grandezze.

“Fantastico”, commentò Crow, “io non so cucinare il pesce”

Le ragazze si trovarono d'accordo.

“Come fate a non saper cucinare il pesce?!”, esclamò Johan scandalizzato.

“Non ho mai provato personalmente”, disse Mikage.

“A me sembra troppo difficile”, commentò Carly, “E poi non è che mi attiri molto...”
Johan sembrò esplodere: “Aaaaaah quanta ignoranza culinaria! Il pesce è arte”, prese una scatoletta di tonno in mano e si mise in posa stile Amleto, “la sua delicata fragranza e il suo sublime sapore allietano il palato in una maniera che nessun'altra pietanza riesce a dare; in più è anche semplice da cuocere il che fa di lui il cibo per eccellenza” (mi credete che non ho idea di quello che ho scritto? XD ndAutrice)

Gli altri guardarono il ragazzo come se fosse un alieno: “Quindi tu sai cucinare il pesce?”, chiese Crow titubante.

Johan lo guardò duro: “Io so esaltarne i sapori e le proprietà caratteristiche!”; detto questo aprì il frigorifero e iniziò a dare in mano agli altri gli involucri dove era incartato il pesce, dopo averne guardato il contenuto, “Bene, poggiateli sul tavolo e lavatemi le mani! Adesso tenterò di inculcarvi l'arte pescifera” (pescifera? O.O ndAutrice certo u.u mai sentito? NdJohan veramente no XD ndAutrice).

I ragazzi presero gli involucri di carta e li poggiarono sul tavolo in mezzo alla stanza, poi li aprirono.

“Vediamo cos'abbiamo qua...”; Johan aprì gli involucri e ne ispezionò il contenuto, “mmm... sardoni, salmoni, un pezzo di pesce spada, tonno, calamari, polpi, granchi e qui... sardine. Ottimo! Avremo da mangiare per un esercito”

“Sempre che riusciamo a cucinare questa roba...”, commentò Crow, prendendo un sardone per la coda e guardandolo perplesso.

“Lo so, sarà un'impresa ardua infilare in quelle teste la nobile arte del pesce in poco tempo, ma cercherò di mettercela tutta!”, esclamò convinto Johan.

“Ma è sempre così?”, chiese Carly ad Asuka.

La bionda scosse la testa: “No, è molto allegro, ma così euforico non l'avevo mai visto”

“Allora! In riga sull'attenti qui davanti!”, fece Johan.

Gli altri si misero uno a fianco all'altro molto perplessi.

“Ho detto sull'attenti!”, esclamò il 'capo' prendendo un pesce spada e brandendolo come... una spada, appunto. I ragazzi spaventati ubbidirono.

“Da questo momento siete tutti miei subordinati! Nella mia cucina non tollero disordini di alcun genere! Da adesso cercherò di immettere in quelle menti il modo migliore per cucinare il pesce! E non tollero ammutinamenti! Tutto chiaro soldati?!”

“Sissignore!”, risposero in coro gli altri.

“Molto bene cadetti! Avete domande prima di iniziare?”

Mikage alzò la mano. Johan le diede la parola indicandola con la punta del pesce spada.

“Mi dica soldato...”

“Mikage Sagiri signore...”
“Sagiri! Mi esponga il suo dubbio”
“Ecco... è normale che il forno faccia quel rumore e abbia quel colore?”

I cinque ragazzi si girarono verso il forno posto alle spalle di Johan; in effetti l'apparecchio aveva incominciato a fischiare e stava diventando color rosso acceso.

“Per tutti i gamberetti!”, esclamò Johan andando vicino al forno, “Avete infilato qualcosa dentro voi?!”

Gli altri negarono con la testa; il forno iniziò a gonfiarsi e a quel punto Johan fu costretto ad aprirlo: con un boato assordante dalla bocca del forno vennero sparate come proiettili decine e decine di patate ancora da sbucciare (quelle normali per intenderci).

“Ci attaccano, al riparo!”, esclamò Crow, appiattendosi per terra e prendendo uno scolapasta dal ripiano per poi metterselo in testa.

Il forno finì di sparare i tuberi.

“Sono sicura che centrano quei tre”, disse Asuka, massaggiandosi la testa appena colpita da una patata volante.

“Che macello...”, commentò Carly; in effetti, a causa delle patate che si erano spiaccicate contro i mobili, la cucina era diventata un disastro: “Forse è meglio che chiamiamo qualcuno a darci una mano anche a pulire”
Johan annuì: “Mozione approvata soldato...”

“Carly Nagisa...”, rispose lei perplessa.

“Soldato Nagisa!”

“Questo è partito!”; esclamò Crow portandosi una mano sulla testa.

“Ho detto che non sopporto gli ammutinamenti soldato Hogan!”

“Aspetta, come fai a sapere il mio cognome?”
Johan socchiuse un occhio e facendo di no con l'indice della mano destra si rivolse a Crow: “Beh, questo è un segreto” (i fan di The Slayers capiranno subito a chi mi sto ispirando *________* ndAutrice)

Crow lo guardò: “Sì... ok”, si girò verso le ragazze, “I pazzi è sempre meglio assecondarli”

Mikage e Carly risero piano e Asuka sospirò: “Vado a chiedere una mano agli altri”, disse, avviandosi verso la porta.

Appena fuori dalla stanza fece per andare verso il soggiorno quando si vide venire incontro Yusei, all'apparenza agitato: “Ehi!”, fece lui.

“Ciao... Yusei, giusto?”, disse Asuka.

“Sì, e tu sei Asuka vero? Ehm... dove staresti andando?”, chiese noncurante.

“Beh, abbiamo fatto un po' di... casino di là, e ci serve una mano a pulire”

Yusei ci pensò su: “Vengo io!”, esclamò di colpo.

“Va, va bene”, disse Asuka spiazzata, “vado a vedere se gli altri possono darci una mano”, e detto questo cercò di andare verso il soggiorno.

“No!”, esclamò Yusei bloccandola, “Cioè... non serve.... basto io, sono un asso nelle pulizie”, aggiunse sorridendo nervosamente.

“Ma se chiamo gli altri faremo prima...”, rispose Asuka, sempre più perplessa.

“Gli altri non possono”

“E perché?”

“Perché? Perché... perché.... perché Fubuki ha rotto un vetro e stanno raccogliendo i pezzi da terra, e ora perché non andiamo?”, concluse il ragazzo, spingendo Asuka verso la cucina.

“Va bene”, disse lei arrendendosi alle stranezze del ragazzo.

Yusei e Asuka tornarono in cucina: “Cavolo! Avete fatto veramente un casino!”, esclamò Yusei, vedendo il disastro che gli altri stavano già tentando di pulire.

“Ah, Yusei”, salutò Crow, “ma proprio tu dovevi venire? Non era meglio chiamare qualcun altro?”

“Non possono, al momento”, rispose sbrigativo il ragazzo, “Ok, mettiamoci al lavoro”, concluse di fretta.

I sei ragazzi si misero a lavorare di buona lena e alla fine riuscirono a pulire abbastanza bene la cucina.

“Ok, è il momento del pesce!”, esclamò Johan.

“Pesce?” chiese Yusei.

Mikage gli spiegò che avevano trovato solo quello in frigorifero, e lo mise in guardia dagli attacchi da 'comando' di Johan.

“Meno male che con il pesce un po' me la cavo...”, commentò Yusei, prima di vedersi rifilare un sardone ancora da pulire; Johan diede istruzioni a tutti su cosa fare e come procedere: “Bene! Se non ci sono domande (e il forno ci risparmia), possiamo iniziare! Rompete le righe!”

“Con quel pesce spada in mano mi fa un po' paura...”, disse sottovoce Carly ad Asuka.

“Non farti sentire, che in questo stato è capace di infilzarti se offendi quel pesce”

Detto questo ognuno si ritagliò uno spazio sul grande tavolo nel mezzo della stanza e iniziò a cucinare; in effetti non era molto difficile preparare il pesce (che cosa avevo detto io? u.u ndJohan adesso non gasarti eh! NdAutrice): per prima cosa bisognava pulirlo, cioè togliere la testa e le squame, poi la lisca e gli organi interni (io adoro fare questo lavoro *_____* ndAutrice); successivamente si seguivano le istruzioni e il gioco era fatto. Ognuno aveva ricevuto l'ordine di preparare qualcosa: chi pesci fritti, chi impanati, chi in forno, chi un'insalata di mare dato che c'erano anche molluschi, chi un brodetto; visto che c'erano anche delle verdure come patate (quelle che si erano salvate dall'esplosione) e insalata, si potevano creare anche molti contorni.

Dopo un'ora e qualcosa, quasi tutti avevano finito e stavano dando gli ultimi ritocchi alla cena...

“Ahia!”

Affettando dei pomodori, Asuka si era tagliata il dito con il coltello, e la ferita aveva iniziato a sanguinare; istintivamente la ragazza si mise la parte ferita in bocca.

“Ti conviene sciacquare subito sotto il getto dell'acqua fredda”, le disse Yusei, che nel frattempo si era avvicinato con dei coltelli da pulire, dato che aveva finito il suo lavoro.

Asuka seguì il consiglio e andò al lavandino; aprì l'acqua e mise il dito sotto il getto.

“Io mi taglio spesso a causa del mio lavoro”, disse Yusei, che l'aveva seguita per pulire le posate.

“Cosa fai?”, chiese la bionda.

“Il meccanico... prevalentemente... Senti, posso chiederti cosa hai fatto a Judai?”

Asuka si bloccò e lo guardò: “In che senso scusa?”, chiese sospettosa.

“Nel senso che prima in un discorso, mi sembrava che avesse paura e rispetto per te, da come parlava”, cercò di dire Yusei.

“Fa bene ad aver paura”, disse tagliente Asuka, “se restassi sola con lui potrei non resistere dal provare ad ucciderlo!... è un testardo, infantile, orgoglioso e arrogante!”, continuò dopo una pausa.

“Però in fondo gli vuoi bene”, commentò Yusei.

Asuka lo guardò: “E chi te lo dice?”

“Perché fra amici si litiga”, rispose palesemente Yusei.

“E perché tu sei nella mia stessa situazione, vero?”, disse a sua volta Asuka, maliziosa.

Questa volta fu Yusei e guardare la ragazza sorpreso, per poi alzare lo sguardo velocemente: “Non è vero!”

“Oh sì”, continuò Asuka, “cos'è successo con Aki?”

Una delle doti della ragazza era riuscire a rigirare un discorso a suo vantaggio in qualunque situazione.

“Con Aki?! Te l'ha detto lei?”

“Beccato”, disse divertita Asuka, “dai, puoi dirmelo”

“Si batte la fiacca qui?!”

Yusei e Asuka sobbalzarono al sentire la voce di Johan alle loro spalle: “Ecco... stavamo... pulendo i coltelli!”, disse Asuka, sulla difensiva. Yusei annuì.

“Lasciate perdere i coltelli soldati! Dobbiamo portare di là l'approvvigionamento (che parola difficile O.O ndAutrice)”

“Sissignore!”, esclamarono loro, andando ad aiutare gli altri che stavano già prendendo le pentole per portarle in soggiorno.

Per le risposte ci sarebbe stato tempo a sufficienza.


fatto XD chissà se scopriremo mai di cosa hanno parlato Yusei e Judai XD mah *lei sa già la risposta* comunque cercherò di aggiornare il prima possibile *A*

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Capitolo 7
*** Capitolo 6: Disastri in soggiorno ***


*coffa* erm erm... so che dovrei scusarmi, ma non ho le parole adatte ç_ç il fatto è che in questi giorni sono stata occupata con una faccenda molto importante, quindi ho finito solo poco fa di scrivere... comunque spero di farmi perdonare con un capitolo piuttosto lungo *A* ringrazio Jennymatt e Gattino Bianco per le recensioni <3
 

E mentre i nostri eroi erano alle prese con la megalomania di Johan riguardo i pesci spada, gli altri nostri amici cosa facevano? (ma che domande sono? Se non lo sai tu che scrivi! NdJack e poi da quando siamo diventati amici tuoi? NdJun smettila di interrompermi! NdJack piantala tu di copiarmi! NdJun finitela entrambi! E continuiamo va! NdAutrice).

Dicevo, cosa stavano facendo gli altri in soggiorno? Sicuramente non se ne erano rimasti con le mani in mano...

Appena si erano separati dai loro compagni, il gruppo in soggiorno aveva iniziato a ispezionare la stanza e a socializzare: Aki parlava con Rei e le due erano diventate subito ottime amiche; Fubuki continuava a dire che Jun e Jack dovevano provare ad andare d'accordo perché avevano molte cose in comune: la superbia, l'arroganza, la voglia di diventare il migliore ma senza riuscirci, l'iniziale del nome (e basta! NdJackeJun scusate XD ndAutrice)... ma i due non sembravano proprio intenzionati ad instaurare un rapporto pacifico; Yusei e Judai invece stavano ricordando i momenti passati, cioè, la battaglia contro Paradox...

“Quella volta ce la siamo cavata alla grande”, disse Judai con un sorriso trionfante sulla faccia.

“Già, a quell'automa gliele abbiamo proprio suonate”, rispose Yusei soddisfatto.

“Ma dimmi... erano loro gli amici per i quali combattevi?”, chiese lo Slyfer.

“Sì, certo, sono la così più importante che ho”
“E fra loro c'è qualcuno più importante?”
“In che senso?”, chiese Yusei perplesso.

Judai sorrise maligno: “Se ti ricordi, mi avevi detto che ti stavi battendo, sì per i tuoi amici, ma in particolare per una persona...”
Yusei arrossì di colpo: “T...ti stai sbagliando, l'avrà detto Yugi”, disse deglutendo.

“Se...se... come si chiama la rossa? Aki giusto?”, disse Judai girandosi a guardare la ragazza che parlava con Rei.

“M chi ti dice che parlavo di lei?!?!?”, esclamò Yusei, cercando di mantenere un tono di voce basso per non farsi sentire.

“Allora lo ammetti che l'hai detto”, disse Judai trionfante.

Il D-Wheleer aprì bocca per ribattere, ma non sapeva cosa dire.

“Bingo! Dai, racconta”, continuò l'altro interessato, “sono curioso di saperne di più in materia 'ragazze'” (e che è sta roba? Siamo diventate materie?!? ndAutriceelealtreragazze)

A Yusei si accese la lampadina (che si premunì poi di spegnere) su come tirarsi fuori da quella situazione: “E invece tu non hai nessuna vero?”, chiese ironicamente.

Anche Judai rimase perplesso: “Perché scusa?”
“Anche tu hai detto una frase adesso che ci penso... del tipo 'meglio che salvi il nostro futuro, altrimenti quella chi la sente'”, concluse il meccanico.

“Ho detto veramente così?”, chiese Judai, cercando di mimare sorpresa, “Avrò voluto dire 'quelli chi li sente', cioè tipi come Jun”, concluse anche lui.

“Secondo me hai detto proprio al femminile, quindi ribalto la domanda... è la bionda.”, e questa era un'affermazione.

Judai stette zitto per un po': “Ma andiamo! Mi conosci! Penso solo ai duelli io, e comunque...”
Ma non finì la frase che vide qualcosa volargli davanti al naso per poi andare verso le librerie...

“è un'ultra-rara!”, gridò Judai, avendo identificato nell'oggetto una carta, e avendo visto il riconoscibile luccichio delle ultra-rare; il ragazzo scattò per afferrare la carta, ma questa fu più veloce di lui e si infilò sotto una delle librerie.

“Dannazione!”, esclamò lo Slyfer, “Ragazzi! Aiutatemi a spostare questa libreria!”

La chiamata di Judai fece avvicinare tutti gli altri: “Scusa perché dovremmo farlo?”, chiese acido Jun.

“Ho appena visto una carta ultra-rara volare sotto la libreria”

“Ma ne sei sicuro?”, chiese Rei, “Io non ho visto niente”
“Neanch'io”, fece Yusei, “Sicuro di non essertela immaginata?”, chiese sospettoso, pensando che quella fosse una trovata dello Slyfer per non rispondere alla domanda di prima.

“Sicuro come la morte”, disse Judai alzando una mano e mettendo l'altra sul petto per giurare.

“Bah, non mi metterò a fare il facchino solo per un'allucinazione”, disse Jack.

“Però se la carta è veramente un'ultra-rara potrebbe anche essere forte”, fece notare Aki.

Momento di silenzio (scimmietta che batte i piatti nella testa di Judai XD ndAutrice).

“Chi la trova se la tiene!”, esclamò Jun, precipitandosi verso una armadio e cercando di spostarlo da solo.

Classica gocciolina in testa a tutti i presenti quando Jun non riuscì a spostare l'armadio.

“Sei proprio un idiota”, commentò Jack, “da solo non ce la farai mai”

“Allora vieni a darmi una mano, sottospecie di ananas!”, esclamò Jun.

“Ananas a chi?!?”, rispose il biondo.

“Basta!”, disse Fubuki, “Adesso troviamo quella dannata carta e poi vi voglio agli estremi della stanza! Non voglio più vedervi vicini, chiaro?!”

Jun e Jack non ebbero niente da obiettare; Jack si scelse una libreria e insieme a Judai (che l'aveva raggiunto), iniziò a spostarla facendola ruotare; Yusei diede una mano a Jun e Fubuki aiutò le ragazze per un altro ripiano. Fra armadi, librerie e ripiani per posate varie, le cose da spostare erano otto, però i ragazzi ci misero poco a girarli (anche se non lo davano a vedere, erano interessati all'ipotetica carta che aveva visto Judai); alla fine i vari armadi erano stati ruotati a 90° rispetto alla parete, così che si erano ritrovati in fila... della carta nessuna traccia.

“Eppure sono sicuro di averla vista!”, disse Judai perplesso.

Fubuki sospirò e Jun si arrabbiò: “Lo sapevo! Non dovevamo dar retta ad un visionario come lui!”
“Guarda che sei tu quello che per primo si è fiondato su un armadio per spostarlo”, commentò maligno Jack.

“Chiudi il becco”, disse Jun appoggiandosi alla libreria più esterna, “perché anche tu ci hai dato una mano e...”

Premessa: le librerie sono fatte per essere appoggiate al muro, giusto? Quindi cosa succederebbe se facessimo appoggiare un ragazzo di corporatura normale quando una di esse è in equilibrio precario? Eeeeeh già, potete rispondervi da soli (ma che razza di domande sono? NdJack domande retoriche, lei non voleva veramente chiedere queste cose u.u ndAki senti maestrina, evita di spiegarmi cose che già so è.è ndJack ma sentitelo questo! NdAki ma perché sono capitati a me personaggi così schizofrenici! NdAutrice non sai neanche cosa vuol dire O.O ndAki ssssssssh! Dettagli u.u ndAutrice).

Dicevo, Jun si era appoggiato alla libreria, e ovviamente l'aveva sbilanciata, facendola cadere; il problema è che aveva innescato una reazione catena per la quale la prima libreria urtò la seconda e così via facendo cadere tutto, per terminare con l'ultimo armadio che si schiantò al suolo con un frastornante rumore.

Poi silenzio. Di quelli in cui si è mezzi sconvolti.

“Ahia...”, commentò Rei, rompendo il silenzio.

Tutti si voltarono verso Jun.

“Perché mi guardate?!”, fece lui, fingendo di non capire.

“Mah, non so, forse perché hai devastato mezzo soggiorno?”, chiese Jack ironico.

“è tutta colpa di Judai!”, si difese il ragazzo.

“Mia?”, disse Judai, offeso.

“Ovvio! Se non avessi avuto le allucinazioni, non avremmo combinato questo disastro!”

“Non avresti combinato! E comunque io non ho le allucinazioni!”, rispose lo Slyfer.

“Ok, ragazzi...”, iniziò Aki.

“Come non hai le allucinazioni?! Vedi carte che volano! Magari adesso ti giri e urli che c'è un pony volante rosa fuori dalla finestra!”, esclamò sarcastico Jun.

“Un pony volante rosa?”, chiese Jack, “Ma che razza di esempio perverso è?”
“Ragazzi...”

“è un mio esempio!”, ribatté Jun.

“Ma ti pare che io potrei vedere cavalli volanti?!”, disse Judai.

“Tu potresti vedere anche pecore verdi! Come pure lui!”, disse Jun indicando Jack.

“Ma tu sei fuori di testa!”

“Andiamo, calmatevi!”, iniziò Yusei.

“Non intrometterti Yusei!”, esclamarono gli altri tre in coro.

Yusei fece per ribattere, ma Aki lo spostò malamente e, andata più vicina ai tre litiganti, evocò Leone Botanico, che grazie ai suoi poteri divenne reale (non chiedetemi dove diavolo ha trovato il duel disk, e! NdAutrice).

La comparsa del mostro zittì i ragazzi.

“Ora”, iniziò Aki freddamente, “mettiamo a posto questo casino... se solo uno di voi proferisce parola con l'altro, gli scaglio a dosso Leone Botanico, e vi assicuro che non scorderete il momento tanto facilmente”

Jack, Jun e Judai deglutirono: gli ultimi due avevano sentito dei poteri della ragazza e non avevano sicuramente voglia di testarli sulla loro pelle.

“... Bene”, iniziò Jun, “però dobbiamo lavorare tutti”

“Mi pare ovvio”, rispose Rei iniziando a raccogliere qualche libro qua e là.

“Per fortuna che non si è rotto niente”, commentò Fubuki; miracolosamente infatti, i piatti che si trovavano in una delle scansie, si erano salvati dalla rottura.

“Ci servirà un po' di aiuto”, disse Jack, “Yusei vai a chiamare qualcuno da di là”

“Va bene”, rispose il ragazzo e si allontanò.

Judai sbiancò e corse dietro al D-Wheleer; gli si parò davanti e lo fermò.

“Che c'è Judai?”, chiese perplesso Yusei.

“Ti prego non andare a dire cosa ho combinato”, disse lo Slyfer implorante.

“Ma non è stata colpa tua”, disse Yusei, “O meglio, non è stata solo colpa tua... e comunque perché non dovrei chiedere aiuto?”

“Ehm... beh... ecco.... perché....”, farfugliò Judai abbassando lo sguardo per cercare una scusa.

“Fammi indovinare”, disse Yusei incrociando le braccia sul petto, “centra qualcosa lo bionda vero?”

“Nonononononono! Come fanno a venirti in mente certe cose!”, esclamò Judai dopo un attimo di silenzio.

Yusei lo guardò alzando un sopracciglio.

“... Va bene, potrebbe anche centrare”, ammise Judai, “il fatto è che già ce l'ha con me, poi se sa del disastro che ho combinato mi ricomincerà a dire che sono un idiota, al che potrebbe anche aver ragione...”

Yusei sospirò: “Va bene, allora è meglio che vada in cucina a vedere se nessuno ha sentito niente”

Judai sorrise: “Grazie amico”, disse dandogli il cinque.

“Di niente”

Judai ritornò in soggiorno e Yusei si avviò verso la cucina (indovinate un po' cosa succederà ora al nostro duellante dei rottami XD ndAutrice).

Nel frattempo i cinque rimasti avevano già iniziato a raccogliere libri e quant'altro da terra.

“Bah, tutta colpa di quel cretino di Judai”, commentò Jun, tirando su un romanzo d'avventura e poggiandolo su una pila sul tavolo lì vicino.

“Se non sbaglio è soprattutto colpa tua”, disse Jack, appoggiando malamente delle stoviglie sul ripiano.

“Ricominciamo?”, chiese di malavoglia Jun, “Senti, non ho voglia di passare il tempo a litigare; io detesto te, tu detesti me, quindi fammi il favore di starmi alla larga”, e detto questo si allontanò per raccogliere altri oggetti, lasciando Jack a pensare (non ci credo! Sai pensare?! È un miracolo! XD ndAutrice se non avessi le mani occupate dalla roba che TU hai fatto in modo cadesse, non te la caveresti tanto facilmente -.- ndJack); forse quel ragazzo aveva ragione, non aveva senso continuare a darsi contro... soprattutto perché avrebbe finito col stufare una certa persona alla quale teneva con il suo comportamento... (vi lascio immaginare chi XD inizia con la C e finisce con la Y uhuh ndAutrice)

 

“Stranamente non litigano da un po'”, disse Fubuki, dopo parecchio tempo dall'inizio dei lavori; avevano quasi finito, rimanevano solo una libreria da riempire con i libri sul tavolo.

“Già”, commentò Aki, “magari hanno capito che non ha senso continuare”

“O forse hanno capito che non ci sarebbe un vincitore, dato che sono allo stesso livello”, disse Rei, poggiando dei libri sulla scansia.

Aki rise: “Può essere, è molto difficile trovare qualcuno all'altezza di Jack”

“Ed è molto difficile trovare qualcuno all'altezza di Jun”, rise Fubuki.

“Sapete, forse questa convivenza non sarà così drammatica”, ammise Rei, “Basterà preservare la pace fra Jun e Jack e...”

“...e che Fubuki non canti mai più”, concluse insieme ad Aki, guardando il ragazzo.

Il moro fece l'offeso: “Solo perché ho voluto strafare!”

“Ecco, speriamo che tu non lo faccia più”, lo prese in giro Rei.

Lo stomaco di Aki gorgogliò rumorosamente, facendola arrossire: “Eh eh”, rise nervosa.

“Qualcuno qua ha fame”, disse divertito Fubuki, “e non si fa mai aspettare una ragazza così bella”, continuò prendendole la mano e facendole un inchino, “vado a vedere come va in cucina”

“Non ce n'è bisogno”, disse una voce fredda all'improvviso.

Yusei prese Fubuki per una spalla e lo alzò di forza; “Abbiamo finito”, continuò guardandolo male.

Fubuki sorrise furbo: “Non vedo l'ora di assaggiare!”, esclamò, tornando quello di sempre e avvicinandosi al tavolo.

Aki era rimasta interdetta da quello che era successo, ma appena rimase sola con Yusei, ritornò a fare lo sguardo duro: “Spero solo che tu non abbia avvelenato il cibo”, disse aspra.

“Tranquilla, puoi chiedere conferma ad Asuka”

La maschera di rabbia di Aki svanì a quell'affermazione, lasciando il posto alla sorpresa e sì, anche ad una punta di gelosia: “Perché dovrei chiederlo a lei?”
“Mi ha dato un mano a cucinare, e non solo quello”, rispose ambiguo Yusei, con un sorriso trionfante sulle labbra, prima di andare verso il tavolo e iniziare ad aiutare ad apparecchiarlo, lasciando Aki più che mai sorpresa e sconvolta da quell'affermazione (in effetti è parecchio ambigua, stupido pinguino! NdAutrice per la centesima volta, sei tu che scrivi! NdYusei).

Cosa aveva voluto dire? L'avrebbe scoperto preso.



aaaaaah... ecco cosa si erano detti Judai e Yusei XD poveri, sono ancora tanto scemi in materia sentimenti *sospira* XD avviso fin da subito che queste due settimane saranno per me un inferno causa scuola -.- perché mi hanno messo tutte le verifiche e le interrogazioni possibili, tutte appiccicate O.O ma spero comunque di riuscire a scrivere presto ^_____^

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Capitolo 8
*** 1° Prova: Tutti a caccia! ***


 eccomi di ritorno con un nuovo capitolo! alla fine ho deciso di fare un salto nella narrazione di una settimana, e vi avviso che credo che questo accadrà spesso XD ringrazio Gattino Bianco, Alma e Yukicross per le recensioni (e anche Jennymatt perché so che ha letto) <3 detto questo passiamo al capitolo *___*


“Aaaaaaaaaaaah!” (della serie, bell'inizio di capitolo XD ndAutrice).

L'urlo di Carly rischiò di risvegliare praticamente tutta la casa, se non fosse stato per una mano che le aveva tappato la bocca.

“E non urlare!”, esclamò Jack, per la prima volta in vita sua imbarazzato, stringendo la presa.

Carly mugugnò qualcosa e Jack le tolse la mano dalla bocca; la ragazza però non si voltò verso di lui.

Carly aveva l'abitudine di svegliarsi presto per andare al lavoro, ma era da una settimana (ovvero dal loro ingresso in quella casa) che scendeva in cucina di buon'ora a preparare la colazione per tutti (tra parentesi, nessuno è morto a causa della cena a base di pesce XD ndAutrice perché avevi qualche dubbio?! NdJohan nono O.O ndAutrice). Dicevo, quella mattina, alle 7 e 40 circa Carly era uscita piano dalla stanza delle ragazze per scendere come d'abitudine in cucina; dato che non incontrava mai nessuno prima delle 8 e mezza, non si preoccupava di vestirsi subito e andava a preparare la colazione ancora con una maglietta azzurrina a maniche corte sopra, dei pantaloni a tre quarti del medesimo colore sotto e una vestaglia bianca a coprire il tutto, aperta davanti. Ormai si era abituata a quella casa, quindi quel giorno, dato che aveva fatto cadere gli occhiali dal comodino e non voleva svegliare le altre cercandoli, non li aveva indossati, ed era uscita dalla camera...

Jack doveva andare in bagno. Perché ridete? Capita a tutti no? La sera prima era rimasto sveglio fino a tardi e aveva bevuto troppi tè, che per lui funzionavano un po' come la caffeina, quindi è più che logico che dovesse 'svuotarsi' (MA DICO IO?! Che bisogno c'è di questi particolari?!? ndJack dai! Sei una delle colonne portanti di questo capitolo, lasciami prenderti un po' in giro, che poi toccherà anche a Jun XD ndAutrice mmm... se poi toccherà anche a Jun va bene u.u ndJack).

Comunque, Jack era uscito dalla camera mezzo assonnato e invece di andare verso la porta del bagno riservata ai ragazzi alla sua destra, non si sa perché aveva girato a sinistra e si era ritrovato di fronte al bagno per le ragazze, vicino alla loro camera; quando stava per entrarci, la porta a fianco si era aperta e ne era uscita Carly, che come ho detto all'inizio, alla vista di Jack aveva cacciato un urlo... Perché mi chiederete voi. Ebbene il bel biondino non consapevole di che ora fosse in realtà, non aveva calcolato l'ipotesi che potesse aggirarsi una ragazza per casa, men che meno Carly, quindi era uscito dalla stanza come era andato a dormire, cioè a torso nudo e con un paio di boxer blu... ecco spiegata la reazione di Carly, la quale pur non avendo gli occhiali, aveva visto perfettamente come gli si era presentato il suo 're' di fronte, e si era comportata di conseguenza. Ed ora torniamo alla narrazione vera e propria.

“Cosa fai in piedi a quest'ora?!”, domandò Jack, mantenendo il tono della voce basso.

“Hai mai considerato che la colazione non si prepara da sola tutte le mattine quando scendi in cucina?”, domandò sarcastica Carly, ancora voltata e rossa in viso.

“Allora prepari tutto tu!”, esclamò stupefatto Jack.

“Grazie per la fiducia”
“No scusa, intendevo dire che sei stata brava”

Carly arrossì ancora di più: “Perché adesso non ti vai a vestire già che ci sei?”, gli chiese.

Jack si guardò e assunse il colorito di un peperone: al contrario di come molti penseranno, il duellante prima non era arrossito perché si era accorto di essere poco presentabile, ma perché aveva visto la ragazza; senza occhiali, le sue iridi verdi e magnifiche lo avevano ammaliato, e poi vestita in quel modo... insomma diciamo la verità, aveva formulato pensieri non proprio casti e puri (sento che la mia dignità si sta disintegrando riga dopo riga... ndJack ma dai! Ditegli anche voi che rimarrà sempre il migliore (ex) re :D ndAutrice).

“Ehm sì, scusa, dovevo andare in bagno...”, riuscì a scusarsi il biondo.

“Nel nostro bagno?”, sospirò esasperata la ragazza.

“Penso di aver sbagliato coordinate”

“Direi...”
“Senti, posso venire giù con te adesso? Così magari ti do una mano”, disse all'improvviso Jack.

Carly rimase spiazzata a quella proposta: “Devo ricordarti i disastri che hai combinato quando hai tentato di cucinare?”, disse alla fine (ricordate nell'episodio 69 quando Jack cerca lavoro? In quell'occasione ha tentato pure di cucinare, con scarsi risultati ndAutrice).

“Dai! Cosa vuoi che ci voglia a mettere sul tavolo biscotti, tazze e quant'altro e a far bollire latte e l'acqua per il tè!”, replicò Jack.

“... Va bene, però vai a vestirti”, si rassegnò Carly, “ti aspetto giù”, e dopo avergli dato una breve occhiata, iniziò a scendere le scale.

 

Jack la raggiunse poco più tardi, dopo aver infilato una maglia e dei jeans trovati nell'armadio e dopo essersi 'svuotato' (*saluta la sua dignità* ndJack); il ragazzo trovò Carly già intenta a preparare tutto il necessario per la colazione: aveva messo sul tavolo della cucina biscotti (per fortuna non a base di pesce), cereali e altro, e aveva messo a bollire il latte.

“Sai che sei proprio brava?”, le disse il biondo.

Carly non si era accorta di lui e sobbalzò facendo quasi cadere il pane che stava tagliando.

“Attenta che ti tagli”, disse Jack andandole vicino.

“G-grazie, ma ce la faccio anche da sola”, rispose lei, con un tremolio nervoso nella voce.

“E chi ha mai avuto intenzione di aiutarti”, replicò l'altro con la sua solita aria arrogante.

“E allora perché sei venuto giù?”

Jack fu preso alla sprovvista: perché era andato in cucina? Risposta: perché c'era Carly... e questo cosa significava?

“Ehm ehm... perché.......... perché oggi volevo mangiare prima”, sparò alla fine.

“Ok...”, rispose perplessa Carly.

Ci fu un momento di silenzio in cui entrambi stavano pensando a una cosa che riguardava l'altro; ad un tratto Carly si girò di scatto (dimenticandosi di avere il coltello in mano).

“Ehi! Mica mi vorrai uccidere!”, esclamò Jack.

“Nono”, rispose sicura la ragazza poggiando il coltello dietro di sé, “ecco io devo dirti una cosa”, ammise abbassando lo sguardo.

Jack deglutì: aveva un buon-pessimo presentimento: “Spara”, disse alla fine.

“Ecco...”, incominciò la ragazza, Ma tu guarda!, pensò, Riesco tranquillamente a dirlo a Mikage e Stephanie e non riesco a dirlo a lui! Forza e coraggio Carly!, “sì, insomma... è una cosa importante... ma non è tanto importante! Cioè, dipende dai punti di vista, per me lo è, non so poi per te...”

Quasi si sentiva il rumore che la ragazza faceva arrampicandosi sugli specchi con quelle frasi sconclusionate.

Jack all'inizio era perplesso, ma ad un certo punto ebbe l'illuminazione divina e tutto gli divenne chiaro; si avvicinò alla ragazza e prese le mani nelle sue: Carly deglutì.

“Forse è la stessa cosa che devo dirti anch'io”, disse il biondo, “è un po' di tempo che ci penso, ma vivo nel terrore di poterti perdere di nuovo, quindi mi sono deciso”
“Come 'di nuovo'?”, chiese la ragazza.

Jack si morse la lingua: era vero che Carly non ricordava niente della sua esistenza come Dark Signer! Ok, doveva riprovare: “Lascia perdere, il punto è che non sopporterei il fatto di perderti in qualche modo, o anche solo il fatto che tu ti ferisca (la grammatica non è il tuo forte vero? NdAutrice cosa rompi!? Intanto sei tu che scrivi, e poi la costruzione è più o meno giusta u.u si ma sei tu che pensi XD ndAutrice) mi fa venire l'ansia, ragion per cui volevo dirti che io....”, e si bloccò, non riuscendo a continuare subito; ma ripensando a quello che aveva passato tempo addietro a causa dei Dark Signer trovò la forza per continuare e si buttò: “...Volevo dirti che ti amo!”

….. Vi sarebbe piaciuto che fosse andata così bene vero? Sfiga vuole invece che quelle parole fatidiche furono coperte da un molestatore improvviso...

“Buongiorno!”, esclamò Fubuki entrando in cucina con la sua solita allegria, facendo immediatamente separare Jack da Carly, “Come va ragazz...”
Ma il moro non finì la frase perché un pugno lo fece volare oltre per oltre la stanza e schiantare contro la porta a vetri stile piccione.

“Tu... zitto mai, è?!?”; si poteva ancora vedere la vena che pulsava sulla fronte di Asuka; il suo pugno destro era ancora alzato in direzione del fratello.

“Ma guarda te...”, commentò sottovoce Aki, “Dopo tutta la fatica che abbiamo fatto per trattenere Mikage”

Sì perché mentre Jack e Carly stavano parlando, le altre quattro ragazze erano scese per far colazione, ma vedendo i due in procinto di dichiararsi, si erano fermate sulla porta a osservare... tutte meno Mikage, che avrebbe voluto intervenire, se non fosse stato per Rei che le aveva tirato una botta in testa, e le altre due che la trattenevano e la facevano stare zitta.

Rei sospirò entrando: “Buongiorno... Come mai in piedi così presto Jack?”, chiese.

“Ecco... volevo mangiare prima oggi”

“Sese”, commentarono ironicamente le altre tre; nel frattempo entrò anche Mikage massaggiandosi la testa.

Poco dopo iniziarono ad arrivare anche i ragazzi, che al contrario delle signorine, erano molto meno presentabili la mattina (ma scusaci sai?! NdRagazzi io dico sempre la verità u.u ndAutrice), ma sorvoliamo; tutti iniziarono a fare colazione tranquillamente, come ogni giorno. Nel frattempo Carly si era andata a cambiare e ora indossava dei jeans e una maglietta nera a strisce blu, oltre agli immancabili occhiali.

“Sapete, sto pensando che non è ancora successo niente”, commentò Judai, mettendo in bocca un biscotto.

“Ssssssssh! Non dirlo!”, esclamò Crow.

“Perché?”

“è una questione di scaramanzia!”, continuò il duellante degli Alanera, “Ogni volta che si dice qualcosa che non accade da un po', accade! Succede così in tutti i film”

“Ma andiamo Crow!”, rise Johan, “Perché dovrebbe succedere proprio a...”

Il ragazzo non riuscì neanche a finire la frase che improvvisamente, nonostante fosse mattina, nella cucina calò il buio, seguito da svariati urli di sorpresa.

“TI AVEVO DETTO DI STARE ZITTO!”, urlò Crow.

“Scusami, non l'ho mica fatto apposta”, replicò lo Slyfer alzandosi.

“Ok, va bene”, disse Yusei, “cerchiamo di mantenere la calma e... ehi! Chi è qua?”

“S-scusami!”, disse Asuka con voce bassa e tremante, “è che io... ho paura del buio, e mi sono attaccata al primo che ho trovato”, continuò con un filo di voce; in effetti la ragazza quando era andata via la luce, era sobbalzata e aveva afferrato il braccio al primo che aveva trovato... meno male che non era stato Jun.

“Non ci credo, hai paura del buio?”, le chiese Yusei.

“è come quella storia del nuoto... non lo sapevo neanch'io”

Ad un tratto, nel marasma generale dalla porta entrò del fumo bianco; all'improvviso le luci si riaccesero e si sentì un: “TATARATATATTATTATTààààààààà!” provenire dal fumo.

Judai e Aki non fecero caso però allo strano rumore, perché avevano visto in che posizione erano Yusei e Asuka; quest'ultima, una volta che aveva potuto di nuovo vedere, si era staccata dal braccio del ragazzo chiedendogli scusa... la rossa divenne del colore dei suoi capelli, e lo Slyfer di quello della sua divisa, ma prima che poterono dire altro, dalla porta entrarono Zone, Rudger e Truman, i primi due sotto forma di ologrammi.

“Avete visto che entrata teatrale?”, si pavoneggiò Rudger.

Il silenzio dei ragazzi gli fece capire che gli sarebbero saltati addosso se avessero potuto.

“Lasciatelo stare”, disse Zone, “è l'ora della prima prova”

Crow si girò verso Judai che mimò uno 'scusa'.

“In cosa consisterebbe questa prova?”, chiese Jun rassegnato..

“Già, in cosa consiste?”, chiese Truman a Zone.

Zone sorrise (o meglio, sembrò sorridere, dato che era un robot): “La prova consiste in......... svelare il segreto degli occhiali di Truman”

“EEEEEEEEEEEH?!?!?”, esclamarono i ragazzi, con l'aggiunta dello stesso Truman..

“Ma... ma.... ma ZONE!!”, esclamò lui, “Non puoi farmi questo!”

“O si che posso”, rispose l'automa divertito, “D'altra parte anche noi siamo curiosi di sapere perché porti sempre quegli occhiali da sole”

“Fatemi capire”, iniziò Jack, “noi dovremmo semplicemente togliere quegli occhiali a Truman?”

“Esattamente”, rispose Rudger, “e a quello che ci riuscirà andrà un ricco premio”

Tutti, alle parole 'ricco premio', diventarono improvvisamente interessati: “Quindi potremo riavere le nostre carte migliori?”, chiese Aki speranzosa.

“Chi lo sa”, continuò Goodwin, “potrebbe anche essere, in ogni caso il vincitore sarà uno solo, quindi datevi da fare”

“Ma siete scemi! Cosa pensate, che io me ne resti qui a farmi mettere in ridicolo?! Me la squaglio”, disse Truman, prima di trasformarsi nella solita nuvoletta nera e cercare di oltrepassare la porta a vetri; stranamente non ci riuscì.

“Ah dimenticavo”, disse Zone, “questa prova si svolge all'interno della casa, e a nessuno è permesso uscire; quindi adesso vi lasciamo”
“Un attimo!”, esclamò Rei, “Adesso che è sotto forma di nuvola, come facciamo a togliergli gli occhiali?”
“Esiste un modo per costringerlo a tornare in forma umana”, spiegò Rudger, “ma lo dovrete scoprire da soli. Buona caccia”

E detto questo, lui e Zone svanirono, lasciando il povero Truman alle prese con i dodici agguerriti ragazzi.


ed ecco l'inizio della prova XD riusciranno i nostri eroi a svelare il segreto di quegli occhiali? lo scoprirete solo leggendo LOL XD

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Capitolo 9
*** 1° Prova: Come riprendersi l'Amore ***


 no, non sono morta XD semplicemente la mia ispirazione si era presa un periodo di riposo (ispirazione: e lei mi ha riportata qua con la forza -.-) ehm... comunque ecco quello che ne è venuto fuori XD se pensate che dal titolo del capitolo non si capisca un'H, aspettate di leggere LOL ringrazio Gattino Bianco, Almachan, Jennymatt e Yukicross per le recensioni <3


“P-perché mi guardate così?”

Truman sotto forma di nuvoletta aveva indietreggiato fino a un angolo e ora guardava i visi ragazzi improvvisamente divenuti terrificanti.

“Al mio tre gli saltiamo addosso”, disse Judai.

Jun, Jack, Johan e Crow annuirono.

“Ma ragazzi...”, iniziò Mikage.

“Uno...”

“Scusate...”, tentò Yusei.

“Due...”

“Ma vi...”, provò Asuka.

“TRE!”

Jun, Johan, Jack, Judai e Crow saltarono letteralmente addosso alla nuvola, che però salì di quota, facendo finire i cinque ragazzi contro il muro con un sonoro SDANG! Successivamente Truman uscì dalla porta per andare nascondersi in qualche parte della casa.

“Siete proprio cretini”, disse Aki.

“Concordo”, aggiunse Fubuki, “come si fa a saltare addosso a qualcosa di inconsistente?”
“è colpa di Judai!”, dichiarò Jun.

“Oh sì, è sempre colpa mia!”, rispose sarcastico lo Slyfer massaggiandosi la testa.

“Non ricominciate!”, esclamò Yusei, “Quello che ci serve ora è un piano di battaglia”

“Yusei ha ragione”, disse Asuka, “tanto per cominciare dobbiamo scoprire come farlo ritornare in forma, diciamo umana”

“Però non abbiamo neanche un indizio...”, ammise Carly.

I dodici ragazzi iniziarono a pensare (chi più chi meno... il numero di neuroni non era lo stesso in tutte le teste).

“Secondo me invece la prima cosa che dobbiamo fare e ingabbiarlo”, disse decisa Aki battendosi un pugno sul palmo.

“Concordo”, disse Judai.

“Però...”, iniziò Crow, “Zone ha detto che il vincitore sarà solo uno...”

I ragazzi rifletterono sulle sue parole: il vincitore era solo uno, quello che probabilmente alla fine si sarebbe trovato gli occhiali in mano. In questo caso, anche se avessero lavorato di squadra, a chi sarebbe andato il premio visto che era merito di tutti? Nessuno avrebbe rinunciato alla possibilità, anche se remota, di riavere la propria carta più rara, e fin qui non ci pioveva.

“Secondo me potremmo dividerci a coppie”, propose Mikage.

Gli altri undici la guardarono: “E scusa, dopo come si farebbe?”, chiese Johan.

“Si lavorerebbe solo in coppia, e alla fine, i due vincitori sceglierebbero a chi far avere il premio”

“Non è un'idea malvagia”, ammise Fubuki.

“Non se ne parla neanche!”, esclamarono Jack e Jun all'unisono, per poi guardarsi in cagnesco.

“Io lavoro da solo!”, disse Jack incrociando le braccia sul petto.

“Ah-ehm!”, fece una voce dall'altoparlante, “Vi ricordo che il tempo passa”

“Quale tempo scusa?”, chiese Rei.

“Come quale tempo?”, fece Rudger, “Non vi abbiamo detto che avete otto ore per la prova?”

“No!”, esclamarono tutti.

“O beh, adesso lo sapete, e se per caso nessuno riesce a superarla, potrete dire addio alle vostre carte”, e detto questo chiuse l'altoparlante.

L'atmosfera si ghiacciò. Iniziarono a piovere ingiurie di ogni tipo contro gli 'organizzatori'; Aki lasciò un attimo la stanza per tornare pochi minuti dopo, con un foglio e una penna.

“Ok, ascoltatemi!”, disse alzando la voce, “Faremo come propone Mikage: adesso, mettetevi in sei da un lato”

Tutti si guardarono perplessi.

“Muovetevi se non volete che le nostre carte diventino cibo per pesci!”, tuonò la rossa.

Spaventati i ragazzi decisero; si staccarono dal gruppo Yusei, Judai, Crow, Mikage, Carly e Rei.

“Vedo che avete capito... adesso scriverò il nome di noi sei che siamo rimasti su dei foglietti che voi estrarrete a sorte”, e detto questo Aki scrisse velocemente i loro nomi, vale a dire lei, Asuka, Jun, Jack, Fubuki e Johan.

Una volta finito li piegò, li chiuse fra le due mani e le agitò in modo che si mescolassero.

 

“Non lasceremo mica scegliere al caso, vero?”, chiese allarmato Rudger.

“Ovviamente no”, rispose Zone, “Se no che gusto ci sarebbe? Per fortuna che mi ricordo ancora qualche gioco di prestigio”

 

Piccola domanda: come pensate saranno le coppie? Vi lascio qualche secondo per immaginare (credetemi, non è così difficile)........................ Fatto? Allora vi riporto gli abbinamenti conclusivi (voluti da Zone, per intenderci).

 

Crow – Johan

Mikage – Fubuki

Rei – Jun

Carly – Jack

Yusei – Asuka

Judai – Aki

 

Vi lascio immaginare le facce di una parte dei ragazzi, perché ovviamente Mikage voleva stare con Jack, Jun con Asuka, Rei con Judai e Aki e Judai si infuriarono abbastanza quando videro che Yusei e Asuka erano insieme; questi ultimi invece non si lamentarono, perché andavano molto d'accordo, come anche Carly non poteva assolutamente dire niente (e anche se non lo ammetteva, pure a Jack andava bene).

“Rivoglio l'estrazione!!!”, protestò Jun.

“Tic-Tac!”, fece l'altoparlante, “Il tempo scorre, è già passata un'ora”

“Direi che non c'è tempo per discutere”, disse Fubuki, “è meglio iniziare la caccia”, e detto questo prese Mikage per un braccio e uscì dalla cucina.

“Ok, allora è meglio andare”, disse a sua volta Crow, prima di incamminarsi con Johan.

 

“Ok, ecco un'idea”, disse Asuka a Yusei, quando furono in soggiorno, “possiamo catturare quella pseudo nuvola con un aspirapolvere, e poi torturarla finché non si ritrasforma”

“E come pensi di torturarla?”, chiese il ragazzo.

“A quello devo ancora pensare”, ammise Asuka.

“Bene, ma intanto possiamo catturarlo”, continuò Yusei, appoggiando l'idea dell'amica.

“Allora andiamo a prendere un aspirapolvere”

E detto questo i due ragazzi si incamminarono velocemente per avviare il loro piano.

 

“Hai qualche idea?”, chiese Mikage a Fubuki.

“Effettivamente no”, rispose pensieroso il ragazzo.

“Secondo me Truman non sopporta l'acqua”, iniziò Mikage, “Me l'ha fatto pensare quella storia della piscina...”

“Può essere un inizio”, disse Fubuki, “Andiamo a prendere una bottiglia d'acqua in cucina”

 

“Lo odio”
“La odio”

Judai e Aki stavano girando la casa in attesa che venisse loro qualche idea, ma la loro capacità creativa era offuscata dalla gelosia e dalla rabbia: Aki odiava Yusei, perché non credeva possibile che Asuka la tradisse prendendosi il ragazzo; allo stesso modo Judai odiava Asuka perché si fidava troppo del meccanico.

Alla frase detta all'unisono i due si guardarono.

“Sei innamorato di Asuka”
“E tu di Yusei”

“Purtroppo me ne sono reso conto troppo tardi”, disse Judai, “Non credo che Yusei sia così spregevole da innamorarsi di lei...”

“... e io penso il contrario”, sospirò Aki, “però d'altronde al cuor non si comanda... Forse è solo colpa nostra”

“Sto iniziando a pensarlo anch'io”, ammise lo Slyfer, “mmm.... che ne dici se proviamo a riconquistarli?”

“E in che modo scusa?”, chiese la rossa.

“Per esempio potremmo catturare Truman e farci ridare Drago Polvere di Stelle e Cyber Angelo Benten”

“Ma vinceva solo uno, mi pare... però come idea non è malvagia”

“Allora è deciso: ci batteremo per questo obbiettivo”, disse convinto Judai alzando la mano destra.

“Ok!”, esclamò Aki battendogli il cinque.

I due ragazzi però non sapevano che sarebbe andata in modo diverso da quello pensato da loro.

 

“Eccolo! Tagliagli la strada dall'altra parte!”

Dopo alcune ore dall'inizio, finalmente una coppia era riuscita a stanare la nuvola Truman.

“Ti punirò in nome del pesce spada!” (NOTA: la fissa dei pesce spada di Johan è stata gentilmente offerta da Jennymatt che ringrazio <3)

La tattica usata da Crow e Johan era la seguente: Johan doveva inseguire Truman e spingerlo verso un punto prefissato nel quale ci sarebbe stato Crow a intrappolarlo in un sacco (trovato chissà dove). Truman era stato scoperto nel corridoio al piano superiore, il quale come sappiamo era collegato al corridoio del piano terra, ma non solo: i ragazzi un paio di giorni prima avevano scoperto una scala nascosta che lo collegava anche all'ingresso, per cui il piano superiore era accessibile da due parti. Detto questo, il piano dei due ragazzi avrebbe anche funzionato, se non fosse accaduto un imprevisto: Johan stava spingendo la nuvola verso le scale collegate al corridoio, ma non sapeva che, oltre a Crow che era appostato alla fine della scalinata, nascosto c'era anche Yusei, che aspettava la sua compagna.... la quale si trovò sulla traiettoria della corsa di Johan una volta uscita da una stanza che aveva controllato.

“Waaaaa! Spostati Asuka!”, fece Johan, tentando di frenare, però scivolando.

Johan riuscì ad aggrapparsi a una maniglia, ma ci riuscì solo dopo aver urtato la ragazza, che purtroppo si era accorta troppo tardi dell'amico e venne sbalzata in avanti, cadendo malamente dalle scale.

“ASUKA!”

Yusei assistette alla rovinosa caduta della ragazza e anche Crow fu partecipe.

“Ahi....”; dopo essere atterrata, Asuka si mise a sedere portandosi una mano alla fronte; Yusei le andò subito vicino e accucciandosi la prese per le spalle: “Come stai?”

“Mi sento un po' rincretinita, per non usare espressioni più colorite”, disse lei aprendo solo l'occhio sinistro mantenendo il destro chiuso per il dolore.

“Johan sei un cretino! Tu hai i pesce spada al posto del cervello!”, urlò Crow al suo compagno, prima di salire le scale e raggiungerlo per vedere se fosse ancora vivo. (NOTA: come sopra XD)

“Aspetta... Ma stai sanguinando!”, disse Yusei, notando solo in quel momento una ferita sulla tempia destra da cui colava un rivolo di sangue.

Asuka si toccò la parte ferita e si guardò la mano sporca: “Ah, non è niente...”

Quasi non finì la frase che si ritrovò la giacca di Yusei a tamponarle la parte: “è meglio fermare subito il sangue, e poi disinfettare”, disse semplicemente il ragazzo.

“Grazie”, sussurrò lei.

“Figurati”

“Non ci voglio credere...”

“Io non ci posso credere!”

Aki e Judai erano arrivati in quel momento e avevano assistito alla scena lei quasi sull'orlo delle lacrime e lui furioso come non mai.

“Ma non sono teneri?”

Aki e Judai si riscossero dai loro pensieri per guardare alla loro sinistra: Truman aveva riassunto l'aspetto umano e guardava Yusei e Asuka con un'espressione, possiamo dire tenera?, sul viso.

“è umano...”, commentò Aki.

Truman si accorse di essere osservato e si affrettò a riprendere lo stato di nuvola; sicuro di essere... al sicuro (permettetemi il gioco di parole), si girò e fece per andarsene.

“Aki, baciami”

“C-come scusa?”

La proposta di Judai aveva completamente preso alla sprovvista la ragazza che lo guardò come se fosse un estraneo: “Judai che hai...”
“Il punto debole di Truman sono le scene romantiche”, spiegò in fretta Judai mettendosi di fronte alla ragazza, ma continuando a tenere d'occhio Truman, “o almeno credo; quindi per farlo ritrasformare dobbiamo offrirgliene un'altra”

“Ma io... no, non posso”, disse Aki, abbassando lo sguardo.

“Non sarà un bacio vero”, replicò Judai, “Servirà allo scopo, e anche come rivincita”, concluse alludendo a Yusei e Asuka che non si erano ancora accorti di loro.

Aki guardò i due ragazzi e un fuoco si accese in lei: “.... Va bene”

Judai sorrise trionfante: “Ehi Truman!”, gridò.

La nuvola si fermò e si voltò: lo spettacolo a cui assistette fu Judai che si chinò su Aki per poi premere le sue labbra su quelle della ragazza, venendo assecondato da lei.

Ma il richiamo di Judai aveva attirato gli sguardi anche di Yusei e Asuka i quali assistettero alla scena senza poter fare assolutamente niente.



ossignoresanto! si sono baciati! si sono baciati! e adesso? (ispirazione: e se non lo sai tu...) XD da quello che avete capito, adoro far interagire Yusei e Asuka, ma questa volta sono stati Judai e Aki a combinarne una grossa *uhuh* vedremo gli sviluppi *^*

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Capitolo 10
*** 1° Prova: Il premio per la rivelazione ***


eccomi tornata! avviso subito: questo capitolo non so perché ma l'ho odiato, quindi non l'ho riletto prima di postarlo... pertanto, se ci dovessero essere errori, ripetizioni, o frasi senza senso, segnalatemelo pure^^ ah si *prende un fazzoletto* 6 recensioni *_* ma voi attentate alla mia vita *commossa* vi ringrazio immensamente, sono felicissima che la storia vi piaccia *A* quindi grazie a Gattino Bianco, Jennymatt (che sopporta le mie sclerate sui pescespada XD), Michy_ONDPDeYL, Yukicross, Alma (che pure mi sopporta XD) e Kimiko <3


Yusei e Asuka si alzarono in piedi continuando ad osservare quella scena horror, incapaci di proferire parola.

Judai e Aki si staccarono e osservarono il risultato del loro operato: Truman era più o meno imbambolato davanti a loro: “Bene! Ce l'abbiamo fatta!”, disse soddisfatto il ragazzo; Aki però sembrava meno orgogliosa.

“Sì...”, disse semplicemente.

“Ora non rimane solo che...”
“LEVALE LE MANI DI DOSSO!!!”

Judai non riuscì neanche a finire la frase che Yusei, che nel frattempo si era ripreso, gli era saltato addosso furioso come non lo era mai stato; una volta a terra i due iniziarono a lottare senza esclusione di colpi.

“Non avrei mai pensato che saresti arrivato a tanto!”, esclamò Yusei rifilando un pugno nello stomaco a Judai.

“OUC! Senti chi parla! Almeno io vado diritto al punto senza troppi sotterfugi!”, replicò l'altro, rispondendo al colpo.

“Non sai neanche cosa significa quella parola!”
“Perché tu lo sai?! E poi non mi pare che Aki sia una tua esclusiva!”

“Neanche di questa parola sai il significato!”

Lasciando perdere le conoscenze linguistiche dei due ragazzi, torniamo alle dolci fanciulle, le quali erano restate al loro posto; Asuka guardava Aki in un misto di disprezzo e tristezza inverosimile. Per quanto riguardava Aki, la ragazza non era mai stata così male in vita sua: “Asuka... io non...”

“TRUMAN é UMANO!”

L'urlo di Johan interruppe il discorso di Aki; il ragazzo si tuffò dalla rampa di scale direttamente addosso all'uomo, atterrandolo a terra: “Crow l'ho preso!”

“Finalmente ne hai fatta una giusta”, commentò Crow scendendo rapidamente le scale.

“Ora non ci resta che togliergli questi occhiali”, Johan fece per sfilarglieli quando una secchiata d'acqua gli arrivò addosso, bagnandolo completamente.

Truman approfittò di quel momento di distrazione per scrollarsi di dosso Johan e alzarsi: “è mio! È mio!”; Fubuki arrivò di corsa e fece per saltare addosso a Truman quando un boomerang lo colpì in pieno, rimbalzando poi addosso a Crow che si stava anche lui avvicinando all'uomo.

“No, invece è mio!”, urlò Jack spuntando da un corridoio con Carly al suo seguito; il biondo saltò addosso a Truman, atterrandolo per l'ennesima volta.

“Sei finito!”

Jack stava per dare il colpo di grazia all'uomo mezzo distrutto per terra quando venne scaraventato a terra da una massa volante nera: “Evapora da qui sottospecie di ananas!”

A parlare era stato Jun che aveva atterrato Jack e lo stava trattenendo: “Rei vai!”

La ragazza si era già tuffata per portare a termine la missione ma venne fermata da Carly e Mikage: “Mi dispiace ma vinceremo noi!”, esclamò la giornalista.

Quindi, analizziamo la situazione: Yusei e Judai erano ancora a terra a lottare per chissà quali principi morali e letterali; Aki era incapace di muoversi perché continuava a pensare all'orribile azione che aveva commesso; idem Asuka, ma perché in quel momento detestava la rossa come non mai; Johan una volta ricevuta la secchiata d'acqua ed essersi ripreso era ri-corso da Truman approfittando del fatto che Jun e Jack stessero lottando, ma era stato fermato da Fubuki che gli era saltato addosso, finendo contro Crow e facendo cadere entrambi nella mischia delle due J; Carly, Mikage e Rei a modo loro stavano lottando per andare da Truman... Insomma, c'era un grande casino (ma non puoi usare questi termini! Sei una scrittrice, contieniti! NdAki taci per favore, che è tutta colpa vostra, e poi nelle avvertenze ho scritto che è una fiction comica, devo usare un linguaggio appropriato u.u ndAutrice se lo dici tu O.O ndAki).

Ma allora insomma, chi avrebbe vinto la sfida dato che mandavano pochi minuti all'ora X? Le scommesse sono aperte! Signore e signori accorrete! Avanti, non siate timidi, potete puntare sulla vostra coppia preferita o su quella che pensate abbia più possibilità! Puntate una somma e se avete visto giusto riceverete il triplo di quello che avete lasciato! (ma le scommesse clandestine sono illegali! NdYusei o ma piantala! Devo pur rimborsare le spese di scrittura! NdAutrice quali spese? Scrivi al computer! NdYusei quelle della corrente! E ora lasciami lavorare! NdAutrice).

STOP! Scommesse chiuse, ora saprete la risposta.

Dal gruppo dei lottatori si staccò un individuo che si riscagliò sul povero e stordito Truman, buttandolo a terra e togliendogli finalmente gli occhiali... ebbene quell'individuo è nientepopodimeno che l'unico, inimitabile, arrogante, presuntuoso e unico ex-Re di questa fiction... Jack Atlas (alcuni aggettivi potevi risparmiarteli, ma comunque è ovvio che avrei vinto io u.u ndJack sese, come no XD ndAutrice).

Ed ora torniamo alla storia.

Jack tolse gli occhiali a Truman: “Ce l'ho fatta!!!”

La sua esclamazione venne sentita da tutti i presenti che si voltarono verso di lui: il ragazzo avrebbe continuato a festeggiare se non avesse guardato gli occhi di Truman e non si fosse bloccato con le braccia in aria; improvvisamente iniziò a ridere come mai aveva fatto in vita sua. Vedere la serietà in persona che si rotola sul pavimento deve essere uno spettacolo da non perdere, ma cosa aveva fatto scomporre il freddo Jack?

Anche gli altri ragazzi si avvicinarono e guardarono l'uomo disperato per terra: avete presente Truman vero? Sempre vestito di nero, con un deck molto potente, il cattivo principale di GX dopo Nightshroud. Solo in questa fiction è stato preso in giro, se no rimarrebbe un personaggio temibile... immaginate se questo personaggio temibile avesse dei grandi occhi, con delle ciglia lunghissime e il colore fosse di un rosa tenerissimo, simile a quello dei coniglietti o cerbiatti peluches che molti di noi hanno in camera, con tutti i riflessi che la luce provoca. Insomma, impiantate questi occhi su un uomo come Truman e avrete il risultato che è capitato a quei dodici; anche le ragazze che di solito sono più rispettose per gli altri, si misero a ridere con la mano davanti alla bocca per mascherarlo.

Truman dal canto suo voleva sprofondare per terra: aveva tenuto segreti quegli occhi da quando quei disgraziati di autori glieli avevano affibbiati, in un momento di sadismo puro; in quel momento voleva solo sparire, ma non aveva neanche la forza di trasformarsi in nuvola, figuriamoci alzarsi.

Ad un tratto apparvero gli ologrammi di Zone e Rudger che ancora se la ridevano, ma che tentavano di darsi un contegno... o per lo meno ci provava l'automa, perché il Dark Signer stava dando segno di non riuscire a fermarsi.

“Ehm... dunque la sfida è stata vinta da Jack Atlas”, incominciò Zone dopo un po', “ma siccome da bravi vi siete divisi a coppie, direi che possiamo premiare anche Carly”

I ragazzi si acquietarono: “Ma quindi... riavrò Arcidemone Drago Rosso?”, chiese speranzoso Jack.

“Beh.......”, iniziò Zone, “no”

“Ma come?!”, protestò infuriato il biondo.

“Nessuno vi ha mai promesso le vostre carte, abbiamo solo detto che c'era una possibilità di riaverle”, spiegò il robot.

“Allora quale sarebbe questo premio?”, chiese Fubuki.

“I due vincitori dovranno dormire nella stessa stanza”, disse 'maliziosamente' Zone.

“COMEEE?!?”, esclamarono tutti, ma più sonoramente Jack e Carly.

“Mica siete sordi no? Dovranno dormire nella stessa stanza”

Ci fu un attimo di silenzio.

“Ah, pensavo peggio”, commentò Jack, “possiamo usare il soggiorno”
“Quello non capisce un tubo”, commentò Aki.

“Al tempo”, fece Rudger che si era un po' ripreso, “la stanza l'abbiamo già scelta: è quella del piano di sopra che le ragazze il primo giorno hanno chiuso a chiave”

Le cinque ragazze ammutolirono di colpo e Carly sbiancò: “Ma non si può!”, esclmò rei che aveva improvvisamente assunto un colorito porpora.

“Appunto!”, protestò Mikage, “Non è corretto”

“E chi ha mai detto che siamo corretti?”, commentò Zone, “Vi diamo un giorno di tempo: domani sera vi vogliamo entrambi là dentro”

“Ma l'abbiamo chiusa a chiave”, commentò Asuka.

“Pensi che non ne abbiamo una di riserva?”, rispose retoricamente Rudger, “Noi siamo furbi”

“Sì...”, disse Carly a bassa voce, “furbi e stronzi” (ma Carly! Queste parole! NdAutrice ma guarda che scrivi tu! E poi voglio vedere se fosse successo a te! >////< ndCarly aspetta, non anticipare niente che nessuno oltre a me e voi sa cosa c'è la dentro u.u ndAutrice).

I due ologrammi scomparvero, e pure Truman trovò la forza di annuvolarsi (verbo che ci sta a pennello XD) e di sparire velocemente.

Le ragazze si guardarono (tranne Aki e Asuka che distolsero velocemente lo sguardo l'una dall'altra).

“Carly... come va?”, chiese Aki.

“Come vuoi che vada?”, rispose pacatamente lei.

“Non lo so, se non lo dici tu... che facciamo?”

Silenzio.

“Oooh insomma!”, esclamò di colpo Asuka, tirando fuori un'energia che fino a due secondi prima non aveva, “Non si può evitare questa sorta di punizione, quindi se non si può evitare qualcosa... tanto vale finirci dentro fino al collo”

Le altre la guardarono: “Asuka ha ragione”, disse Rei, “Visto che non possiamo evitarti questa situazione, ti prepareremo a dovere all'evento”

“Eeeeee?!?”, esclamò Carly.

“Ma sì, in fondo dovrai solo cuocere a puntino il re”, disse Aki facendo l'occhiolino.

“Ma dico!”, esclamò la giornalista.

“No, io non ci sto!”, disse Mikage.

“Mikage mettiti il cuore in pace e fatti da parte; la più indicata a stare con Jack è Carly”, disse Rei spazientita, “lo dicono anche i sondaggi”, e tirò fuori un foglio da dietro la schiena, “guarda: la JackxCarly al primo posto; secondo il sondaggio tu dovresti stare con Ushio”

“Ma quelli sono voti dati da delle otaku/fangirl impazzite! Non sanno niente del mio amore per Jack!”

In quel momento un pezzo di scotch da pacchi si stampò sulla bocca di Mikage (scusate, non la reggevo più è.è ndAutrice).

“Allora è deciso!”, esclamò Rei prendendo Carly per una mano, “Ti prepareremo a dovere”, e detto questo trascinò Carly su per le scale verso la loro camera, seguita da Asuka e, a un paio di metri di distanza, da Aki e da Mikage.

Salendo le scale la rossa incontrò lo sguardo di Yusei: il ragazzo la guardò freddamente. Aki salì le scale lasciando una scia di silenziose lacrime dietro di sé.

“Potrei anche ammazzarti”, disse Yusei a Judai una volta che le ragazze se ne erano andate.

“Provaci, che aspetti? O forse non ne hai il coraggio”, rispose l'altro, arrogante.

Yusei si scagliò verso Judai ma venne provvidenzialmente fermato da Crow e Fubuki che lo tennero fermo: “Ma che vi è successo?!”, chiese Johan

“Patetico”, disse Judai, ignorando la domanda del duellante dei cristalli.

Yusei diede uno strattone per liberarsi dalla presa: “Ricorda, non finisce qui”

E detto questo il ragazzo si avviò verso il giardino della casa.



eccoci alla fine del capitolo *___* quante ne sono succese, vero? penso che adesso si possa anche capire cosa cavolo c'è in quella stanza che fa tanta paura a Carly XD devo dire che questi capitoli mi stanno annoiando, quindi tenterò di scriverli il più in fretta possibile per mettere in atto un'altra ideuzza che mi è venuta in mente *_* spero che continuerete a seguire questa scrittrice pazza e psicopatica XD

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Capitolo 11
*** Capitolo 7: Doppiosensi d'amore ***


eccomi di ritorno! come promesso non ho abbandonato questa storia *^* un po' di cosette per iniziare... primo, solo per questo capitolo ho pensato di alzare il rating al Giallo (precauzione dovuta xD) secondo, questo capitolo è la sagra dei doppiosensi, quindi non spaventatevi XD terzo, grazie per le recensioni, sono sempre di più *___* ringrazio Jennymatt, Silphyde, Gattino Bianco, Jack and Carly Love e Yukicross, e detto questo andiamo ad incominciare <3


 “No Jack ti prego, non ce la faccio”

“Ma dai, sei già stanca Carly?”

“Sai com'è, non l'avevo mai fatto”

“Appunto, c'è sempre una prima volta per ogni cosa, quindi perché non ora”

“Se lo dici tu...”

ALT! Che frasi ambigue! Per capire meglio dobbiamo fare un salto indietro di alcune ore...

 

Il premio di Jack e Carly, come avevamo visto, era di passare una notte nella stessa stanza (non dico la parola 'insieme' se no Jack sarebbe capace di uccidermi, e voi non volete certo questo, giusto?); dal loro punto di vista non era un premio, era un ingombrante e imbarazzante obbligo pieno di doppi sensi. Fatto sta che non potevano sottrarsi quindi, per riprendere le parole di Rei, tanto valeva prepararsi a dovere; le quattro ragazze (sì, anche la riluttante Mikage) avevano dato una mano a Carly a prepararsi a dovere, ed ecco cosa era successo: Asuka si era fatta portare da Truman delle lenti a contatto che Carly doveva indossare la sera e tenerle fino alla mattina, per poi toglierle e vederci benissimo (il concetto è questo per spiegarmi meglio: si mettono su le lenti la sera, si dorme con esse, alla mattina le si toglie e si vede bene fino alla sera stessa).

Ah una cosa, vi chiederete come mai Truman abbia aiutato le ragazze... riassumerò quello che era successo brevemente: dopo la caccia e la scoperta del suo segreto, l'uomo si era rifugiato in uno sgabuzzino per la vergogna; siccome Aki doveva prendere uno straccio per pulire dell'acqua che era caduta, aveva aperto quella porta e lo aveva trovato accucciato per terra con un'aura nera intorno da far concorrenza al più scuro dei temporali. La ragazza aveva quindi chiamato le sue amiche che alla vista di Truman si erano intenerite per la sua situazione, dato che i ragazzi ogni tanto facevano dei paragoni o delle battute su di lui, e lo avevano tirato su di morale dicendogli che non era poi così grave come faccenda, e che ognuno aveva le sue particolarità... si sa che le donne sono più sensibili a certi argomenti, e Truman riuscì a superare il momento (ehi! Stai forse insinuando che noi non siamo sensibili?! NdFubuki tu sei un caso speciale caro mio, comunque direi che gli altri sono abbastanza rozzi e superficiali u.u ndAutrice ma dico! NdRagazzi).

L'uomo si offrì di aiutare le nostre fanciulle nel loro intento e quindi aveva assecondato il desiderio di Asuka di ricevere quelle lenti (ora hai spiegato anche questo... possiamo andare avanti? NdAki sei nervosa per caso? O.O ndAutrice no, è che con tutti questi flashback secondo me la gente si è un po' persa u.u ndAki in effetti... ma adesso stavo continuando ndAutrice).

Quindi torniamo a quando lo stesso giorno della prova, Asuka aveva fatto mettere a Carly quelle benedette lenti per la notte.

La mattina dopo la ragazza le aveva tolte e doveva dire che non aveva mai visto così bene (fidatevi, le lenti a contatto salvano la vita ai poveri ciechi *lei compresa* ndAutrice).

Ma se Carly sperava che fosse finita lì, si sbagliava di grosso: Aki e Rei passarono tutto il pomeriggio a provare su di lei le pettinature più strane che venivano loro in mente, mentre Asuka, aiutata a forza da Mikage, cercava un vestito appropriato nell'armadio: si aspettava di trovare qualcosa di sexy e che magari si riuscisse a togliere facilmente... mi sono spiegata no? (ma non è vero! Cercavo qualcosa di appropriato! Mica sono quel genere di persona >///< ndAsuka se, se, dicono tutte così XD ndAutrice).

Il risultato finale fu il seguente: Aki e Rei alla fine avevano optato per una coda alta, con dei ciuffi lasciati fuori apposta ai lati del viso e la frangia resa più leggera da dei fermagli color smeraldo che bloccavano i capelli; Asuka e Mikage invece avevano tirato fuori un abito lungo verde scuro, con o spacco a sinistra abbinato a dei guanti bianchi... commento di Carly: “Ma voi siete suonate! Devo andare a dormire, non a una serata di gala!”, aveva detto, rossa in viso.

“Te l'avevo detto che non andava bene”, aveva commentato Mikage ad Asuka.

Le due allora proposero alla giornalista altri abiti, che lei rifiutò categoricamente, quasi senza guardarli; alla fine Asuka, stremata, le aveva proposto l'ultima accoppiata vincente: un paio di jeans scuri che arrivavano a metà polpaccio e sopra una camicia verde scuro (ormai si capisce che adoro il verde, soprattutto su Carly ndAutrice) da abbinare a un foulard da mettere al collo di colore bianco. Su questo Carly non aveva avuto niente da ridire (anche perché se l'avesse fatto, Asuka le avrebbe tirato dietro sicuramente qualcosa).

Per cui Carly era pronta... già, ma perché le ragazze si erano prese l'impegno di aiutare la giornalista così a fondo? Insomma, era solo una notte dopotutto... ma: primo, l'istinto delle donne per gli accoppiamenti era molto forte.... no, aspettate, rigiriamo questa frase... nel senso che le fanciulle volevano a tutti i costi far dichiarare Jack a Carly così da avere una coppia in casa (come avrete notato, questo è il capitolo dei doppiosensi -.- ndRei Rei sei un genio! Mi hai dato l'idea per il titolo del capitolo *^* ndAutrice ma perché non sono stata zitta! NdRei); secondo, perché sapevano che quella cosa era inevitabile data la natura della stanza (ma insomma, piantala! NdCarly ma io mi diverto con le frasi ambigue XD ndAutrice) e quindi era meglio andarci preparati.

E Jack? Cosa aveva fatto per prepararsi alla grande serata? La risposta è molto semplice: assolutamente niente! Punto numero uno, non sapeva cosa avesse di tanto particolare quella stanza, punto numero due, stranamente non pensava a quello (se scrivi ancora una volta 'quello' sottolineato, farai una brutta fine! NdRagazze aiuto mi accoppano! NdAutrice).

 

E arrivò finalmente l'ora fatidica, vale a dire le 23 e 30, ora in cui i bravi bambini vanno a dormire (ma non le brave bambine dato che la sottoscritta adesso che è l'1 e 17 sta ancora scrivendo XD ndAutrice).

Jack era davanti alla porta incriminata vestito con la tuta con la quale andava di solito a dormire (certo che un po' di ingegno no e! NdAutrice) e aspettava Carly che non era ancora uscita dalla stanza; a pensarci bene, era tutto il giorno che non vedeva nessuna delle ragazze e la cosa stranamente lo inquietava (fai bene caro uhuh ndAutrice stai rompendo con i tuoi commenti, per favore piantala! È già difficile così >.< ndMikage).

Infine la porta della camera delle ragazze si aprì e ne uscì solo Carly che si diresse verso Jack... se il duellante fosse stato il tipo di persona che esprimeva i suoi sentimenti, sarebbe probabilmente svenuto per la bellezza e la grazia della ragazza, che mai si sarebbe aspettato.

“Ciao Jack...”, disse imbarazzata Carly; fortunatamente il corridoio era buio e il rossore sulle sue guance non si poteva percepire.

“C-ciao...”, rispose l'altro riprendendosi dalla sorpresa, “Bene, andiamo dentro che sto morendo di stanchezza”, continuò, ritornando al suo solito tono sicuro.

“Va bene”; il cuore di Carly andava a mille e quando Jack aprì la porta ed entrò, le sembrò che stesse per scoppiare.

Anche Carly entrò, e la porta si chiuse di scatto alle sue spalle, facendo sussultare la ragazza; Jack appena si guardò intorno pietrificò e la ragazza volle sprofondare.

La stanza si articolava così (e finalmente posso descriverla XD ndAutrice): un letto a due piazze ne faceva da padrone, occupando metà di tutto lo spazio enorme a disposizione; sopra di esso c'erano delle lenzuola rosse e nere, con i bordi di pizzo. Ah sì, il letto era a forma di cuore. Ai due lati erano sistemati due comodini con due cassetti ciascuno, sopra i quali oltre ad esserci due candelabri, c'erano anche delle scatoline dei più svariati metodi... ehm... contraccettivi. Alla destra dei ragazzi ad occupare una parte del muro c'era una libreria piena di libri su un argomento particolare (non serve che lo dica, vero? NdAutrice). Alla loro sinistra invece c'era un appendiabiti formato da un tubo orizzontale, sorretto da dei sostegni verticali, sul quale erano appesi ogni genere di vestito provocante che si possa immaginare; si poteva anche notare un frustino appoggiato lì a fianco. Inoltre, la stanza era illuminata da decine, centinaia di lumini sparsi un po' dappertutto, che producevano assolutamente un'atmosfera 'calda'; infine, un odore dolciastro ma gradevole impregnava l'aria (*tira colpo in testa* scusatela, qualcuno doveva fermarla se no andava avanti per ore ad elencare altri oggetti u.u ndAsuka @.@ ndAutrice).

“Ecco perché avevamo chiuso questa stanza...”, iniziò ad un tratto Carly, “Avevamo soprattutto paura che Jun potesse rapire Asuka di notte e portarla qua...”

“... Capisco perfettamente il problema”, commentò Jack facendo un passo in avanti verso il letto, “E noi dovremmo dormire su questo coso?? Ma quei tre sono suonati!”, esclamò il biondo.

L'occhio di Jack cadde su quello che c'era sul comodino e il duellante assunse il colore acceso di una parte delle coperte; Carly si sedette dall'altra parte del letto: “Beh, direi che non ci resta che dormire... in effetti sono stanca”, disse tentando di sdrammatizzare.

“Concordo”, rispose Jack girandosi a guardarla, “in fondo sarà una notte come... tante...”; Jack si bloccò alla vista della ragazza: sembrava che i suoi ormoni assopiti da tempo immemorabile (o forse mai svegliati, proprio come i neuroni XD ndAutrice), si fossero improvvisamente svegliati e si stessero impadronendo pian piano della sua mente, offuscando tutti gli altri pensieri, finché non rimase solo il desiderio di..... Jack scacciò a forza quel pensiero scuotendo violentemente la testa; no, non poteva.

“Qualcosa non va Jack?”, chiese Carly preoccupata.

Il suo tono di voce così dolce non fece altro che aumentare il desiderio del biondo. Dall'altra parte, anche Carly stava iniziando a provare quella sensazione, ma la ragazza riusciva meglio a trattenersi perché non aveva mai negato a se stessa il suo amore per Jack (cosa che invece aveva fatto il ragazzo, che ora si trovava in conflitto fra il suo orgoglio e i suoi ormoni).

Qui c'è bisogno di aria, pensò Jack, alzandosi e andando all'unica finestra della stanza con l'intento di aprirla; una volta portato a compimento il suo scopo, si sentì meglio: l'aria fresca della notte riuscì a bloccare momentaneamente sia i suoi ormoni che i suoi neuroni (ma ti piace proprio questa battuta? -.- ndJack da morire XD ndAutrice), ma alcuni di entrambi in gruppi rimasero in attività e lo fecero iniziare a riflettere; ripensò a quello che stava per fare il giorno prima in cucina, cioè la dichiarazione, e valutò che quella sera era l'occasione perfetta per portarla a compimento: non ci sarebbe stato nessuno Fubuki a interromperlo questa volta. Ma dove dirglielo? Restare lì era escluso, anche perché più che parlarle, le sarebbe saltato addosso... no, decisamente non era l'azione giusta... ma allora dove? In quel momento Jack notò la luna piena alta nel cielo, circondata da una miriade di stelle che scintillavano e rischiaravano la notte nera; al ragazzo si accese una lampadina: guardò in alto e sorrise: perfetto!

Jack uscì sul mini-davanzale posizionato fuori dalla finestra e ben presto si ritrovò in una posizione pericolosa, poiché con un passo falso sarebbe caduto a terra, e dubitava che sarebbe sopravvissuto ad una caduta del genere.

“Jack cosa stai facendo?”, chiese Carly alzandosi e andando vicino alla finestra; era rimasta in silenzio fino a quel momento, ma quando Jack aveva superato il davanzale per uscire, si era sorpresa.

La ragazza si affacciò sulla finestra.

“Vieni con me”; Jack era salito sul tetto e or le stava porgendo una mano per aiutarla a salire.

“Ma sei impazzito?! Potremmo cadere di sotto!”

“è uno dei rischi, ma c'è assolutamente una cosa che non posso rimandare”, disse deciso Jack; i suoi occhi viola ametista brillarono per un attimo nel buio, convincendo Carly a quella pazzia.

La ragazza afferrò la mano del duellante e riuscì a salire sul tetto, per poi iniziare a scalarlo. Il tetto era molto alto e ad un tratto Carly perse la presa su una tegola, compromettendo il suo equilibrio; per fortuna le gambe e l'altra mano mantennero salda la ragazza al tetto.

“No Jack ti prego, non ce la faccio”

“Ma dai, sei già stanca Carly?”

“Sai com'è, non l'avevo mai fatto”

“Appunto, c'è sempre una prima volta per ogni cosa, quindi perché non ora”

“Se lo dici tu...”

Ed eccoci arrivati alla prima parte del capitolo (e voi malfidenti che avevate pensato male, tsè! NdAutriceoffesa beh, guarda che si poteva pensare solo male con quelle frasi O.O ndCarly).

Finalmente Jack arrivò in un punto dove il tetto si inclinava a 90° e diventava orizzontale, permettendogli di sedersi (il punto si incontrava con la grondaia, ed era largo almeno un metro). Il ragazzo aiutò Carly a percorrere l'ultimo pezzo di strada.

“Ma perché sei voluto venire quassù?”, chiese Carly, ansimando per lo sforzo.

“Guarda”, disse semplicemente Jack indicando un punto nel cielo.

Carly seguì la direzione indicata e rimase affascinata: la luna era enorme, e rischiarava tutto il grande cielo, aiutata da un turbinio di stelle, di alcune delle quali si poteva intuire che facessero parte di una costellazione.

“è splendido”, disse Carly estasiata.

“Già”, commentò Jack guardandola.

“Questo sì che è uno scoop: il grande Jack Atlas ha anche un lato tenero”, scherzò la ragazza, aspettandosi una delle solite reazioni da parte del duellante; la reazione però non arrivò.

Carly si girò sorpresa verso Jack e lo trovò a pochi centimetri da lei, gli occhi ametista fissi nel suoi.

“Jack...”

“Adesso niente e nessuno potrà interrompermi”, iniziò il biondo, “Ieri in cucina volevo dirti una cosa importante, non posso più rimandare”; coraggio! Doveva farcela questa volta!, “Ecco, volevo dirti che... che... che io”

Ma le parole gli morirono in bocca, sigillate nella gola dalle labbra della ragazza che di slancio lo aveva teneramente baciato.

“Volevi dire questo?”, chiese Carly, con un dolcissimo sorriso sulle labbra e gli occhi lucidi.

“”Veramente no”, ammise Jack sorridendo, “io intendevo questo”

E la baciò con più vigore e passione di prima, perché finalmente l'aveva fatta sua, e niente l'avrebbe più separato da lei.
“Ti amo”, le disse

“Anch'io”

E sotto le stelle Jack e Carly finalmente si appartenerono a vicenda.

(come concludere un momento romantico con una frase ambigua -.- ndCarly come concludere uno splendido capitolo con un mio discorso mentale! NdAutrice).



*commossa* sig, che volete farci, ero in vena di scene romantiche *^* spero vivamente che questo capitolo vi sia piaciuto, perché lo ritengo uno dei migliori che abbia mai scritto *A*

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Capitolo 12
*** 1° Eliminazione: Do you want dance? ***


Buonasera! anche se sarebbe meglio dire buonanotte XD chissà perché aggiorno sempre a queste ore insolite (è mezzanotte e 15 XD) O.O oh va beh, basta che aggiorni in fondo no? XD eccomi ritornata con un nuovo capitolo, di cui non anticipo nulla a parte il fatto che ne vedremo delle belle uhuh ah sì *riprende il fazzoletto* 8 recensioni *soffia* non me le merito, siete troppo buoni *^* quando le ho viste tutte insieme mi sono detta "ok, devo assolutamente aggiornare al più presto" e così ho cercato di fare *__* quindi ringrazio *prende lista* Jack and Carly love, Silphyde, Yukicross, Gattino Bianco, _Michy_, Kingdom, Alma e per ultima (ma non ultima) Jennymatt <3



 “Allora?”

“Allora?!”

“Allora?!?”

“Ragazze mi state assillando!”, disse Carly alle amiche una volta che furono in camera loro.

Alle 11 della mattina dopo Jack e Carly non erano ancora scesi per la colazione e le ragazze erano in fermento: Asuka, Rei e Aki saltellavano nervosamente per la cucina, attirando gli sguardi dei ragazzi che pensavano avessero bevuto qualcosa; solo Mikage era nervosamente seduta al suo posto e aspettava la venuta di Carly con un coltello in mano (oddio calmati O.O ndAutrice ma io sono calmissima +.+ ndMikage). I ragazzi invece sembravano più tranquilli, anche se avevano intuito che avrebbe potuto succedere qualcosa; Fubuki e Chazz avevano anche pronunciato qualche battutaccia.

Finalmente i due 'eroi' entrarono nella stanza e Carly venne praticamente assalita dalle altre ragazze, che la portarono di peso in camera loro per l'interrogatorio.

“Raccontaci tutto!”, disse Rei euforica, sedendosi sulle ginocchia sul letto.

“Ma cosa volete che vi dica?!”, chiese Carly impacciata.

“Come 'cosa volete che vi dica'! Quello che è successo là dentro!”, esclamò Aki.

Asuka annuì: “Sputa il rospo!”

“Beh...”, iniziò la giornalista, “c'era un profumo molto particolare, che diciamo aveva risvegliato in me...”

Ma non ebbe il tempo di finire la frase che Rei la interruppe: “L'avete fatto?!”

“Ma no!”, esclamò rossa Carly”Lasciami finire! Dicevo”, e raccontò tutto alle amiche senza omettere particolari, a scanso di equivoci.

Arrivata al momento del bacio gli occhi di Rei, Aki e Asuka iniziarono a brillare; Carly finì il racconto.

“Aspetta, fammi capire”, iniziò Rei, “Avete dormito tutta la notte sul tetto?!”

“Pare di sì, ma non era tanto scomodo alla fine”

“Ci credo, c'era lui”, disse Rei maliziosa dando una gomitata a Carly.

“Tutte stupidaggini”

Mikage, che fino a quel momento era rimasta in disparte, interruppe il discorso: “Scommetto che non è vera una parola di quello che hai detto. Non è nello stile del mio Jack fare certe cose!”

“Infatti mi sono sorpresa anch'io! Ma è stato così, che ti piaccia o no”, ribatté Carly.

“No vi prego, non ricominciate!”, disse Asuka andando vicino a Mikage per trattenerla.

“è stata lei a iniziare!”, esclamò Carly.

“Solo perché tu sei una gran bugiarda!”, replicò Mikage.

“Vi prego finitela!”, esclamò Rei; in quel momento la ragazza non voleva altri litigi: sapeva che Asuka e Aki per qualche motivo non si parlavano, e se ora iniziavano anche Carly e Mikage, sarebbe stata veramente dura continuare a vivere sotto lo stesso tetto.

“Oca della Sicurezza!”

“Giornalista da quattro soldi!”

Ad un tratto si sentì un fischio acutissimo che sembrava provenire direttamente dalle pareti, che fracassò i timpani delle ragazze, costringendole a tapparsi le orecchie; il fischio cessò come era iniziato e subito dopo si sentì una voce familiare all'altoparlante: “Prego riunirsi tutti in soggiorno grazie”, disse Rudger.

Rei sospirò: “Ci mancavano solo quei due...”

“Guarda che sono tre”, corresse Mikage.

“Sì ma Truman mi è iniziato a stare simpatico”, ammise Rei, raccogliendo il consenso delle altre ragazze.

Le giovani abbandonarono la loro stanza e si diressero verso il soggiorno dove trovarono già i ragazzi, tutti vogliosi di sapere cosa sarebbe loro accaduto (nota: da leggere in tono sarcastico).

“Ci siamo tutti?”, chiese Zone, apparendo ologrammato insieme a Rudger; Truman invece era in forma nuvola.

“No”, iniziò Jun, “Manca Yusei”

In effetti il leader dei 5D's non era presente nella stanza.

“Sarà andato a suicidarsi”, commentò Judai, ricevendo una sonora gomitata da Johan.

“Judai piantala!”

Aki si morse il labbro ansiosa; si sentiva responsabile del litigio fra Judai e Yusei, e anche del suo distaccamento da Asuka.

“Ti sarebbe piaciuto vero?”

Yusei entrò nella stanza scrollandosi della terra di dosso; guardandolo meglio si potevano notare vari graffi sul viso e sulle braccia, dato che indossava una maglietta a maniche corte.

“Dove sei stato Yusei?”, chiese Crow preoccupato.

Yusei con un gesto del capo fece capire che non aveva voglia di parlarne, così lasciò che Zone iniziasse il discorso.

“Bene, ora che siamo tutti posso spiegarvi cosa succederà adesso: abbiamo concluso la prima prova...”

“Abbiamo?”, chiese sarcastico Jack.

“... e abbiamo avuto dei vincitori, ma è arrivato il momento fatidico della prima eliminazione”

Zone si interruppe un attimo gustando l'atmosfera di gelo che aveva creato.

“Eliminazione?”, disse titubante Asuka.

“Sì, in fondo questo è un Reality, ci devono essere anche le eliminazioni”, rispose Rudger soddisfatto.

“E come si svolgerebbero?”, domandò Johan.

“Beh, sarà molto semplice...”, iniziò Zone

“Ahia...”, commentò a bassa voce Rei; il semplice di quei tre, avrebbe voluto dire il disastro per loro.

“... Formerete delle coppie per una serata dedita alla danza”, concluse l'automa.

Silenzio.

“CHE COSA?!?!?!?”, esclamarono i dodici ragazzi impallidendo.

“Questo mai!”, disse Judai.

“Va beh tutto, ma quando è troppo è troppo!”, esclamò Crow.

“E poi scusa un secondo”, iniziò Johan, “Le ragazze sono cinque, noi siamo sette, è impossibile riuscire a fare delle coppie!”

“Tecnicamente saranno quattro ragazze e sei voi, dato che Nagisa e Atlas non parteciperanno”, rispose ghignando Rudger.

Jack e Carly si guardarono e riuscirono a riprendere fiato.

“E allora come facciamo?!”, chiese adirato Jun.

“Ve l'ho detto”, rispose Zone, “Formerete delle coppie per ballare; gli unici che resteranno senza dama dovranno affrontarsi per vedere chi sarà eliminato”

“Ma è assurdo!”, esclamò Fubuki, “Così sarà impossibile che venga eliminata una delle ragazze! Toccherà sicuramente a uno di noi!”

“E' vero!”, aggiunse Crow, “E' ingiusto!”

“In effetti all'inizio non volevamo proporvi questa sfida”, ammise Rudger, “ma Truman ci ha messo la pulce nell'orecchio, e l'idea ci è piaciuta”

Le ragazze guardarono la nuvola-Truman e lo ringraziarono mentalmente; un sentimento opposto invece provenne dai giovani.

“Io mi rifiuto”, disse Jun incrociando le braccia, “Jun Manjoume non si abbassa a questi livelli”

“Liberissimo di rifiutarti”, iniziò Zone, “ma allora il tuo Drago Armato finirà nell'inceneritore”, e detto questo, l'automa fece vedere la carta del Drago che aveva in mano.

Jun impallidì: “E va bene!”, esclamò alla fine, nero di rabbia.

“Lieto di aver trovato un accordo”, rispose saccente Zone.

“Allora volete spiegarci nei dettagli?”, disse Fubuki.

“Per la terza volta”, iniziò Rudger, “dovrete formare delle coppie in modo che domani sera siate tutti pronti; basterà che vi presentiate (opportunamente vestiti) oltre la porta dalla quale siete entrati la prima volta; i due che rimarranno senza partner dovranno sfidarsi il giorno dopo per decidere finalmente chi sarà eliminato”

“Una domanda...”, iniziò Johan, “dove finiscono le persone eliminate”

“Ooo amico mio”, iniziò Zone, “è meglio non scoprirlo mai”

Zone era riuscito a far deglutire dodici persone con una frase sola.

“E se per caso non riuscissimo a formare le coppie entro domani?”, domandò Crow.

“In quel caso le vostre carte saranno tagliuzzate in tanti piccoli pezzetti”, rise sadico Rudger, prima di sparire insieme a Zone.

I ragazzi imprecarono: quella storia delle carte era un ricatto bello e buono, avrebbero dovuto trovare il modo per riprendersele una volta per tutte.

Truman si avvicinò fluttuando alle ragazze: “Grazie”, disse Aki.

“Dovere”, rispose la nuvola, “e direi che con questo siamo pari”, concluse, prima di volatilizzarsi, lasciando una situazione allarmante nel gruppo di sesso maschile che abitava la casa.

 

“Quindi dovete fare delle coppie...”, commentò Carly sedendosi sul divano con le amiche.

“Pare di sì...”, iniziò Aki, “il problema è con chi”

“Direi che tu non hai il minimo problema”, le rispose acida Asuka.

Aki gelò, ma non aveva intenzione di sentirsi in colpa ancora per molto: “Lo stesso... lo stesso potrei dire io di te”

“Ma figurati!”, esclamò la bionda, “Io non ho mai fatto niente, a differenza di te!”

“Ma basta!”, esclamò esasperata Rei, “Adesso nessuno si alza da qui fino a che voi due non spiegate cosa diavolo è successo”

“Lei flirtava con Yusei”, disse Aki.

“Lei ha baciato Judai”, rispose Asuka.

“Non è vero! Lui ha baciato me, e solo per far diventare Truman umano”

“E ti aspetti che ti creda?!”

“Ferme ferme ferme”, si intromise Mikage, “Chi ha baciato chi?”

“Aki ha baciato Judai, l'ho visto con i miei occhi”, disse Asuka.

Rei sbiancò ma lasciò proseguire le altre.

“Solo perché tu facevi la carina con Yusei!”, esclamò Aki.

“Ma quale carina!”

“Vi abbiamo visti mentre eravate seduti come due piccioncini sulle scale!”

“Ma sei scema! Ero appena caduta e Yusei mi aveva tamponato una ferita alla testa!”, e così dicendo Asuka alzò la frangia per far vedere un taglio sulla tempia.

Aki si interruppe: “Ah”, riuscì solo a dire.

“Adesso mi credi?!”, continuò Asuka.

“Sì...”, disse Aki, “e tu mi ascolterai se ti dirò come sono andate le cose?”

Asuka annuì. Aki le spiegò perché lei e Judai avevano compiuto quel gesto, cioè per vincere la prova e per prendersi la rivincita sulla bionda e Yusei.

“Mi sembra la trama di una soap opera”, commentò Carly (credimi, anche a me XD ndAutrice).

Aki finì di parlare: “... quindi in parole povere, mi dispiace molto”, disse sinceramente.

Asuka stette un po' in silenzio poi parlò: “Scuse accettate, anche perché so come ti sei sentita”

“Quindi avete fatto pace?”, chiese Rei, avendo più o meno capito tutto il discorso.

Vedendo che le due amiche annuivano, la ragazza tirò un sospiro di sollievo: “Alleluia! Non ne potevo più di vedere gente che litigava”

“Mi associo”, commentò Carly.

“Ma se tu sei tutto il tempo che litighi con Mikage”, disse Aki.

“Ma il mio è un motivo plausibile”, replicò Carly.

“Semmai il mio è un motivo plausibile!”, esclamò Mikage.

“Oh no, non ricomincerann...”, ma Rei non finì la frase che Mikage e Carly avevano già ricominciato a battibeccare, ma del resto era normale.

Lasciamo le ragazze ai loro problemi e rechiamoci dai baldi giovani, che nel frattempo si erano spostati in giardino.

“Qualcuno qua resterà a bocca asciutta”, commentò Jack sereno.

“E bravo lui, sei così tranquillo perché non sei a rischio”, lo attaccò Crow.

“E' la dura legge del più forte”, disse Jack facendo spallucce.

“Ora lo ammazzo!”, esclamò Crow facendo per saltargli addosso ma venendo provvidenzialmente fermato da Johan.

“Amico calmati”, disse il ragazzo.

“Io so già chi portare”, iniziò Jun, “l'unica ragazza alla mia altezza, anzi, non capisco perché rimango ancora qui quando posso benissimo andare da Tonjouin-kun e chiederle di sposar...”

“Al tempo Jun”, disse Fubuki prendendolo per il colletto della divisa nera, “primo, non chiamarla per cognome se no farai una brutta fine; secondo, se vai là e glielo dici così, farai una brutta fine; terzo, se le chiedi di sposarti senza prima averlo detto a me, ti farò fare una brutta fine” (in poche parole Jun è fregato XD ndAutrice).

“Ma cavolo Fubuki!”, esclamò Jun, “Se la amo perché dovrei trattenermi!”

“Perché rischi di finire con la testa conficcata in un muro per l'eternità”, rispose Fubuki, “lei sarebbe anche capace di farlo; credimi, lo sto dicendo perché tengo alla tua sicurezza”

“Bah, mi sembra un'emerita stupidaggine”, commentò Judai di colpo.

“Ma tu sapresti già chi invitare, traditore”, gli disse Yusei.

“Traditore un corno, sei tu quello che ha tradito per primo”, gli rispose Judai.

“Ah davvero? E cosa avrei fatto scusa?!”

“Cosa... cosa avresti fatto?! Ma ci sei o ci fai?!”

“Oh no, vi prego...”, commentò Crow.

“Ammetti le tue colpe!”, esclamò adirato Yusei.

“Ma quali colpe!”, replicò Judai, “Mica sulla sua pelle c'è scritto 'proprietà di Fudo'!”

“E neanche 'proprietà di Yuki'!”, disse Yusei avvicinandosi come una furia su Judai.

“ADESSO PIANTATELA!”

Un pesce spada separò i due litiganti per poi essere rinfoderato da Johan (sì, è sempre in onore di Jennymatt *alza pesce spada in segno di vittoria ndAutrice): “Non ho la più vaga idea della cosa per cui state litigando, anche se penso di aver capito, ma con la violenza non si risolve niente! Invece di menarvi, siate uomini e affrontate il problema alla radice: invitate le due ragazze”

Il discorso di Johan aveva lasciato interdetti gli altri ragazzi.

“Questo sì che è parlare!”, disse Fubuki con gli occhi che brillavano, “Ascoltate il pesciaro che ne sa più di voi”

“Tsè!”, commentò Judai incrociando le braccia, “Tanto lui non avrebbe il coraggio di farlo”

Yusei non disse niente, ma prese, si voltò e corse verso una siepe dall'altra parte del giardino, che saltò abilmente prima di sparire.

“Ma dove è andato?!”, chiese Crow.

“Di là mi pare di aver visto una distesa di alberi e cespugli”, disse Fubuki, “Ma non ci sono mai stato”

“Lo andiamo a cercare?”, domandò perplesso Crow.

Judai si voltò e si incamminò verso casa: “Se la sa cavare, tornerà quando vorrà”

 

I ragazzi finirono di cenare. Yusei non era ancora rientrato e più di una persona aveva iniziato a preoccuparsi. Verso le 21 Aki si alzò dal divano dove era seduta: “Gli è successo qualcosa”, disse agli altri, tutti in soggiorno, “io vado a cercarlo”, e detto questo si avviò verso la porta a vetri che conduceva in giardino; fece per aprirla ma questa la precedette. Yusei entrò, scrollandosi foglie e terra di dosso prima di entrare; aveva nuovi graffi sulla pelle, e alcuni sanguinavano ancora.

“Yusei! Ma dove diavolo sei stato?!”, esclamò Aki, nascondendo l'enorme felicità e sollievo, ma anche preoccupazione per le ferite.

Il ragazzo entrò, e senza rispondere alla domanda parlò: “Aki Izayoi”, disse, “ballerai con me?”, e così dicendo le porse una splendida rosa rossa dalle mille sfumature.

La ragazza non ci pensò neanche un millisecondo: “Sì”


O_____O evvai! bravo Yusei! *esulta lei che scrive XD* in questo cap ne sono successe di cose *^* volevo assolutamente scriverle ora, visto che andrò in vacanza *eeeh già, ci va anche lei XD* e non avrò il pc, quindi non potrò scrivere per due settimane, cioè dall'1 al 16 di agosto T.T però potrò immaginare come andrà avanti, e quindi aggiornare magari più velocemente al mio ritorno *__* nella speranza che vi piaccia questo lungo capitolone (il più lungo che ho mai scritto O.O) vi saluto XD

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Capitolo 13
*** 1° Eliminazione (Intervallo): Il giardino dell'incertezza e della tentazione ***


tattaratàààààààààààààààààààààààà tattataratàààààààààà!!!! *musica di Superman* sono tornata! per la vostra felicità *sese* XD come promesso, sono tornata ieri, e a mezzanotte e 3 ho ricominciato a scrivere, finendo qualche minuto fa *^* ma adesso basta parlare di me e passiamo al capitolo in questione...
come nei film c'è l'intervallo fra una parte e l'altra, anche in questa ficition l'eliminazione si prende una pausa per un capitolo a sè *^* non so se sono stata condizionata dal libro Shining che ho letto in queste due settimane, fatto sta che questo capitolo mi sembra inquietante O.O ma lascio a voi i commenti XD a proposito, il titolo del capitolo è messo veramente a caso O.O
10 recensioni *______* io vi amo, non ci sono altre parole u.u ringrazio quindi *prende lista*
Alma, Jack and Carly Love, Frà, _Michy_, Gattino Bianco, Yukicross, Silphyde, Kingdom, Lily e (ultima ma non ultima) Jennymatt <3


Le ragazze si stavano recando in camera per prepararsi a dormire, quando Yusei si avvicinò alle scale e chiamò Aki.

La ragazza si voltò, il viso ancora un po' rosso per la proposta di poco prima: “Che c'è Yusei?”

“Puoi restare un minuto giù?”, disse serio il giovane, “Devo parlarti”; la sua voce era un misto fra la determinazione e la freddezza, o comunque sia, un tono al il quale è difficile dire di no.

Aki si rigirò nervosamente la rosa fra le mani; sentì una spinta sulla schiena: era Asuka che la incitava a restare, per quanto anche lei, insieme alle altre ragazze, avesse una voglia matta di parlare con la rossa di quello che era successo.

Aki allora annuì a Yusei e scese un paio di gradini, quando fece improvvisamente dietrofront e salì di corsa le scale.

“Dove stai andando??”, chiese Asuka allarmata.

“Voi andate pure in camera”, rispose Aki, ormai alla fine della rampa, “io vado a prendere una cosa e poi scendo giù”, e detto questo scomparve nel corridoio.

Yusei capì che la ragazza sarebbe scesa, per cui andò in soggiorno con l'intenzione di sedersi, ma era così ansioso e nervoso che prese a camminare su e giù per la stanza; per una volta si poteva vedere chiaramente i sentimenti che provava in quel momento. Non sapeva ancora cosa sperava di ottenere: parlare con Aki era il suo obbiettivo, ma di cosa voleva discutere con lei? Forse della proposta di poco prima, ma neanche lui sapeva perché l'aveva fatto... era stato sfidato dalla provocazione di Judai oppure c'era dell'altro? O forse voleva chiedere chiarimenti ad Aki su... sull'azione compiuta da lei e lo Slyfer? Yusei non lo sapeva, ma l'avrebbe scoperto presto.

Il ragazzo sentì un rumore di passi e guardò verso le scale: Aki stava scendendo i gradini con in mano uno straccio, o un fazzoletto, non riusciva a capire, e nell'altra una bottiglietta trasparente con un liquido verde all'interno.

“Eccomi, scusa”, disse la rossa arrivando con un po' di fiatone.

“Figurati, ma cos'hai in mano?”, chiese Yusei.

“Questi?”, disse Aki alzando i due oggetti, “è un disinfettante, per le tue ferite”; detto questo la ragazza si sedette, “Forza, vieni qui”

“No, tranquilla che non serve”, ringraziò il ragazzo scuotendo la testa.

“Invece serve, e se ti facesse infezione?”

“Ma dai! Sono solo graffietti!”

“Yusei metti da parte l'orgoglio maschile”, disse Aki in tono comprensivo, “e fatti curare”

Yusei si sorprese: “No sul serio, non è quello... è che proprio non mi fanno ma...ahio!”

Aki, sempre restando seduta, aveva premuto il dito su un graffio del braccio sinistro del ragazzo, provocando dolore nel diretto interessato; gli lanciò un'occhiata come per dire “visto?”, al che Yusei si sedette rassegnato vicino a lei.

Aki iniziò pazientemente a passare il pezzo di stoffa imbevuto di disinfettante su tutte le ferite delle braccia di Yusei, in alcuni casi facendo pressione per rimuovere i rimasugli di terra che erano rimasti, e provocando smorfie di disappunto sul viso di Yusei. Per molti minuti i due non parlarono; si sentivano soltanto i rumori dei loro respiri e ogni tanto il verso di un gufo in lontananza.

“Dimmi se ti faccio male”, disse alla fine Aki, mentre stava per iniziare a passare il fazzoletto sul viso del ragazzo.

“Ok”, rispose semplicemente l'altro; era teso come una corda di violino, e quando Aki mise la mano sinistra sulla sua guancia per tenerlo fermo, e con la destra iniziò a strofinargli l'altra guancia, si irrigidì ancora di più. Troppo vicini.

“Certo che sono proprio tanti...”, commentò Aki, passando all'altra parte del viso, “Come te li sei procurati?”

“Diciamo che è una lunga storia”, rispose Yusei.

“Ma non sei curiosa di sapere perché ti ho fatto venire qua?”, riprese dopo un paio di minuti; in effetti, non aveva previsto che la ragazza avrebbe curato le sue ferite.

Aki distolse un attimo gli occhi dal suo lavoro per guardare quelli di Yusei: “Se non me l'hai ancora detto, vuol dire che non era importante, oppure che non lo sai nemmeno tu”

Yusei deglutì; Aki aveva colto nel segno, nemmeno lui sapeva il motivo.

La giovane gli sollevò un ciuffo della frangia, scoprendo un taglio più profondo degli altri, abbellito da alcuni pezzi di pianta che evidentemente si erano impigliati; si chiese come avesse fatto a non accorgersene prima: “Ok, adesso sta' fermo”, gli disse, e si mise in ginocchio sul divano per avvicinarsi meglio con gli occhi alla ferita.

In quella posizione Yusei si trovò a guardare per sbaglio la scollatura della maglia di Aki, e l'occhio gli cadde sull'attaccatura dei seni, visibile in quel momento a causa di un gioco di pieghe del vestito. Il ragazzo appena si scoprì a guardarli, distolse lo sguardo verso destra arrossendo (e ti pareva! Mi sembrava che in questo capitolo tu non avessi scritto ancora niente di sconcio -.- ndYusei ma che sconcio e sconcio! Questa è una descrizione vera e propria, senza demenzialità, e anzi, mi stai rovinando il capitolo! Torna a fissare la maglia di Aki *asd* ndAutrice ma sentitela! O///O ndYusei).

“... Perché l'hai fatto?”

Yusei aveva interrotto il silenzio mentre Aki era ancora alle prese con la ferita; il soggetto della domanda era ovvio.

La ragazza fermò un attimo la mano con il fazzoletto: “Non sempre si fa la cosa giusta”, disse, riprendendo a disinfettare; avrebbe potuto rispondere un miliardo di altre cose, dire la verità, o che era stato uno sbaglio, invece quella frase le era salita alla bocca da sola.

“E tu hai sbagliato?”

Aki stava per annuire, ma si mise a riflettere; nella foga del momento la testa le aveva subito detto che aveva commesso un'atrocità, che chissà come avrebbe fatto a rimediare, ma ora a mente lucida rifletté: in fondo non aveva ammazzato nessuno, né ferito... almeno non superficialmente come quei graffi; la ferita che poteva aver inferto era più grave, si trovava all'interno e lo sapeva, era lunga da guarire. Non era sicura però di aver causato quel genere di dolore, tanto meno su Yusei, il quale non aveva mai manifestato alcun tipo di interesse nei suoi confronti... prima di quella sera...

“Aki, stai bene?”

La ragazza si ridestò da quei ragionamenti e si accorse di essersi immobilizzata sotto l'onda di quei pensieri.

“Sì...”, disse, pulendo la pelle vicino alla ferita, finalmente libera di rigenerarsi naturalmente.

Si tornò a sedere tenendo il fazzoletto tra le mani posate sulle ginocchia. Si sentiva strana e Yusei se ne accorse; il ragazzo stava per chiedere cosa avesse, ma per una volta in lui, invece che la ragione, prevalse l'istinto: si avvicinò ad Aki e quando la giovane si girò perplessa verso di lui, appoggiò le labbra contro le sue in un tenero bacio. Sulle prime Aki rimase confusa da quel gesto, ma poi chiuse gli occhi e lo assecondò.

Yusei, sentendo l'accondiscendenza della ragazza approfondì il bacio; per la prima volta si sentì bene, bene come non lo era mai stato. Per lei avrebbe rottamato la sua moto; per lei avrebbe costruito ponti e strade solo per farle fare meno fatica; per lei avrebbe affrontato tutti i Dark Signer, Yliaster e Zone contemporaneamente senza farsi togliere un Life Point. Lei, la sua rosa.

Ma dall'altra parte, Aki non era dello stesso avviso: da quando aveva conosciuto Yusei, aveva sognato quel momento ogni notte, se non quasi, senza illudersi però che arrivasse mai; ma in quell'istante, quando il cuore e i sentimenti non avevano ancora preso il sopravvento, un pensiero le attraversò la mente come un fulmine a ciel sereno: perché lui doveva averla così facilmente? Lei aveva penato molto, dimostrandosi gelosa nei confronti di Sherry e Bruno; aveva fatto di tutto per stargli vicino, come diventare una D-Weehler per sentire le sue stesse emozioni; lo aveva sempre sostenuto e gli era sempre rimasto accanto senza mai ricevere niente in cambio, neanche un segnale. E ora lui, che finalmente sembrava aver capito i suoi sentimenti, arrivava lì, la baciava come se fosse la cosa più ovvia del mondo, e magari le avrebbe detto anche di amarla! Era troppo comodo.

E così, mentre il cuore le urlava di lasciarsi andare, la testa la obbligò alla ritirata.

“No”, disse a bassa voce ma fermamente.

Yusei la guardò confuso; pensava che la ragazza lo ricambiasse.

Aki si alzò e gli parlò girata di spalle: “Mi dispiace Yusei... scusami”
“No... scusami tu”, rispose il giovane.

Per alcuni secondi calò il silenzio, poi Yusei si alzò e andò accanto ad Aki: “Vuoi vedere come mi sono ferito?”, chiese.

Aki lo guardò e annuì.

“Allora vieni con me”, disse lui, e aprì la porta che dava sul giardino uscendo, seguito dalla ragazza.

Quella notte la luna non si vedeva, così solo il debole chiarore delle stelle illuminava un po' la via.

Yusei mostrò la strada ad Aki fino ad arrivare al muretto che segnava uno dei confini del giardino; il ragazzo aveva pensato che fosse più facile da scavalcare di una siepe; prese la rincorsa e saltò, aiutandosi anche con le mani, ma salendo abilmente sul muro alto più o meno un metro e mezzo. Aki fece la stessa cosa, ma avendo meno forza scivolò di nuovo a terra.

“Dammi la mano e salta”, disse Yusei.

Aki gli porse la mano destra in modo che le sue dita si avvolgessero intorno al polso del ragazzo, e la stessa cosa successe a quelle del giovane; a quel contatto Aki arrossì violentemente, ma fortunatamente la poca visibilità nascose il suo viso. La ragazza tenendosi a lui e con l'altra mano al muretto, si diede una spinta con le gambe e riuscì a salire. Yusei saltò giù dall'altra parte, seguito da Aki, e iniziò ad incamminarsi verso un piccolo bosco, a poche decine di metri dalla casa, fino ad addentrarvisi.

“Sicuro che sia sicuro?”, chiese Aki, dopo un tempo indefinito nel quale si erano spinti sempre di più in profondità.

“Fidati, so la strada a memoria”, rispose sicuro Yusei, ma non riuscì quasi a finire la frase che inciampò in una radice finendo per terra.

Aki ridacchiò: “Certo, saprai anche la strada a memoria, ma ti consiglio di farti una mappa delle radici” (era un capitolo così serio che dovevi per forza mettercela la stupidaggine vero? -.- ndYusei ma hai finito di rompere?!? Mi stai infastidendo i lettori u.u ndAutrice io li infastidisco?? Ma se mi adorano u.u ndYusei abbassa la cresta pinguino O.O ndAutrice).

Yusei si tirò su, scrollandosi la terra di dosso: “Che spiritosa...”, commentò riprendendo a camminare.
“Ma dove

...Baciala...

staremmo andando?”
...Baciala...

Yusei era stato attraversato da un pensiero così violento che non aveva sentito le parole di Aki.

Baciala!

“Come?”, chiese.

“Ho detto dove stiamo andando e se manca ancora molto”, ripeté Aki.

Baciala!

“Ah... non manca ancora molto, e lo scoprirai”, rispose spaesato Yusei; quel pensiero non voleva andarsene....

Baciala!

… e ora che ci pensava era come se fosse una voce vera e propria più che una sua tentazione.

“Non posso...”, mormorò Yusei, riuscendo a non farsi sentire da Aki; ci mancava solo che pensasse che parlava da solo.

Sì che puoi! Lei lo vuole, e anche tu!

Yusei scosse violentemente la testa e scacciò quella voce: no che non poteva.

Per fortuna intravide la fine degli alberi e quindi la loro meta.

“Ci siamo”, disse.

I due ragazzi uscirono dal folto del bosco e sbucarono in una grande radura; in quel momento, una mezza luna riuscì a farsi vedere da uno squarcio di nubi, e illuminò proprio quel pezzo di terra, facendo sussultare il cuore di Aki: davanti a lei si apriva un groviglio di spine, dalle quali spuntavano centinaia e centinaia di rose delle tonalità più vaste dal rosa più chiaro al rosso più scuro.

La ragazza avanzò fino al limitare dei cespugli: “Ma sono splendide”, riuscì a dire.

Yusei sorrise: “Ho trovato questa radura più o meno una settimana fa, mentre esploravo il bosco”

Aki accarezzò una rosa bianca: “Sono splendide”, ripeté, “Ma come ti sei fatto quei tagli? Sei andato tra i cespugli?!”

“Volevo trovare la rosa perfetta per te”, rispose, strappando delicatamente uno dei fiori color sangue e infilandola attentamente fra i capelli di una Aki commossa.

“Oh Yusei...”

La luna sparì all'improvviso fra le nuvole e si sentì il rombo di un tuono: si stava avvicinando un temporale.

“E meglio tornare”, disse Aki, ripercorrendo la strada che li separava dagli alberi.

“... Sì, è meglio...”

 

Baciala!

Di nuovo la voce. Avevano appena scavalcato il muro. Yusei scosse la testa.

Avanti, fallo!

Il ragazzo strinse i pugni tendendo i muscoli.

Baciala!

Aki aprì la porta del soggiorno ed entrò; avevano lasciato la luce aperta, così lei la chiuse e aprì quella delle scale, lasciando in penombra il punto in cui si trovava.

“Grazie Yusei”, gli disse, realmente felice.

“Di nulla...”, rispose lui distaccato, evitando di guardarla.

Aki notò il comportamento del ragazzo: “C'è qualcosa che non va?”, chiese preoccupata.

Cosa aspetti?!?

“Niente...”

Un rombo di tuono.

Yusei guardò per un'istante la ragazza e il suo corpo si mosse da solo: spinse leggermente Aki fino a farle toccare il muro con le spalle e la bloccò tra le sue braccia e la parete.

“Yusei cosa fai?!”, chiese confusa lei.

“Io...”

Ma neanche lui sapeva come rispondere, perché era come se il suo corpo si muovesse contro la sua volontà; ormai nella sua testa rimbombava la stessa parola come amplificata da un megafono: Baciala. Era come se sapesse che per far smettere quella tortura, avrebbe dovuto compiere quello che la parola gli diceva di fare. Ma lui non voleva. Cioè, voleva sì, ma non contro la volontà di Aki.

Yusei strinse i denti, ma non ce la fece più.

“Aki, perdonami”

E la baciò di nuovo, con più foga di prima, perché quello non era un bacio volontario, né acconsentito.

La ragazza tentò di opporre resistenza, ma anche in lei combattevano due forze, ragione e sentimento, razionalità e irrazionalità, mente e cuore.

Yusei la baciò ancora e ancora, spinto da quella forza invisibile alla quale tentava di opporsi senza risultato; gli iniziò a mancare il fiato.

Anche Aki aveva il fiatone, ma finalmente vinse la sua battaglia mentale; prevalse la ragione: così non andava bene. Però non riusciva a sfuggire alla presa del ragazzo, comunque molto più forte di lei.

no...No...NO!!!, urlò Yusei mentalmente, e con uno sforzo enorme si spinse lontano dalla parete, il più distante da Aki.

Vattene”, disse straziato il ragazzo; la voce nella sua testa era scomparsa, lasciando spazio ad una confusione immane.

Yusei cosa...”, disse piano Aki, riprendendo fiato.

Vattene!”, esclamò Yusei appoggiando la testa contro l'altro muro.

Aki ascoltò il ragazzo e salì in fretta le scale per poi scomparire in camera sua.

Yusei batté forte un pugno sulla parete, pensando al perché fosse così stupido.

Iniziò a piovere.


omiodiossignoresantamadonna!!!! cosa sarà successo?? perché Yusei si stava comportando da perfetto maniaco?? (non ti sembra di esagerare? O.O ndYusei) la risposta fra qualche capitolo XD perché ora finirò questa eliminazione e finalmente dopo arriverà la parte che tutti desiderano (cioè quella che non vedo l'ora di scrivere *_*); e qual è? mi chiederete, e io rispondo: boh, che ne so XD *sclera* 
bene, dopo questa sclerata vi saluto *^* al prossimo capitolo (se mai ci sarà, magari mi rinchiuderanno in un manicomio prima di finire XD)

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Capitolo 14
*** 1° Eliminazione: E le altre coppie? ***


Bonsoire! eccomi qui, più veloce della luce *piùomeno* XD non ho niente da dire a discolpa di questo capitolo (?) per cui vi lascio subito leggere *^* ringrazio *tira fuori la lista* Jack and Carly love, Gattino Bianco, Lily, Kingdom, Yukicross, Jennymatt, Silphyde, Bedhness, Frà e Alma per le recensioni <3



Aki chiuse di colpo la porta alle sue spalle, incurante del fatto che era mezzanotte passata e forse le altre stavano dormendo da un bel po'.

“Aaaah!”, gridò Rei spaventata.

“Ma che succede?!?”, esclamò Mikage aprendo la luce del suo comodino, facendo strizzare gli occhi alle quattro, data l'intensità improvvisa.

Quando gli occhi si furono abituati alla luce, le ragazze scorsero Aki ancora ferma, appoggiata alla porta d'entrata. Un lampo da fuori illuminò ancora meglio il viso sconvolto della ragazza.

“Aki cosa succede?”, chiese Carly mettendosi a sedere sul letto.

Aki aprì la bocca per rispondere, ma iniziò a singhiozzare di colpo, senza riuscire a formulare alcuna parola di senso compiuto.

Le altre si allarmarono, e mentre Carly, Mikage e Rei avevano appena messo i piedi a terra per raggiungerla, Asuka le era già vicina e l'aveva presa per le spalle guardandola.

“Aki calmati”, disse.

La rossa ci provò, ma i singhiozzi continuavano a bloccare la sua voce; Asuka notò che i suoi occhi erano solo leggermente velati di lacrime, segno che non piangeva di tristezza, ma più probabilmente di paura.

Abbracciò forte l'amica: “Su... calmati...”, le disse accarezzandole la schiena.

Dopo qualche minuto, Aki sembrò essersi calmata; scostò il viso dalla spalla di Asuka, mantenendo però lo sguardo basso.

“Bene, adesso ci sediamo e ci racconti cosa ti ha spaventata”, le disse rassicurante Asuka.

Aki si mosse verso il suo letto e si sedette di colpo, fissando le mani che teneva in grembo.

“Quando te la senti puoi iniziare”, le disse Asuka, sedendosi a gambe incrociate sull'altra estremità del letto.

Carly, Mikage e Rei si erano invece poste sul letto di quest'ultima, essendo il più vicino a quello della rossa.

“... Mi sono spaventata”, iniziò Aki in un sussurro.

“E perché?”, chiese Carly cauta.

“Perché...”

E iniziò a raccontare cosa era successo con Yusei, senza omettere nessun particolare, nemmeno le sue sensazioni e la battaglia fra il suo cuore e la mente.

Le altre ragazze ascoltarono senza fiatare e nel momento in cui Aki arrivò alla parte in cui Yusei la baciava con forza, Rei e Carly sussultarono e Mikage si mise una mano davanti alla bocca; Asuka invece sembrava tranquilla, iniziava però a irritarsi.

Aki finì di raccontare del “vattene!” così straziato che aveva ricevuto, e un altro singhiozzò le attraversò la gola fino alla bocca. Calò un silenzio assoluto, rotto solo dalla pioggia che iniziava a farsi insistente sui vetri.

“L'ho detto io”, interruppe Asuka scuotendo la testa, “tutti i maschi sono maniaci in fondo”

Aki alzò la testa verso di lei scandalizzata.

“Ma Asuka!”, esclamò Rei, “Non puoi dire questo! Qui è successo qualcosa di molto strano: è vero, conosco Yusei da poco, ma non mi sembra il tipo di persona da calpestare i sentimenti altrui”

Mikage annuì: “Infatti, anzi, è molto rispettoso delle sensazioni degli altri; ci deve essere sicuramente un'altra spiegazione”
Aki scosse la testa: “... Io lo conosco meglio di voi”, riprese, con un filo di voce, “e mai, mai mi sarei aspettata una cosa del genere...”

Asuka sbottò: “Quanto la fai lunga però! Ma scusa, non era quello che volevi?”

Aki la guardò.

“Insomma, lui ti piace e da quello che abbiamo capito, tu piaci a lui, quindi non vedo il problema!”, e dicendo questo si alzò dando le spalle al letto

“E' diverso! La seconda volta sentivo che non era lui; non era lo Yusei che conoscevo, che mi aveva salvata”

“Salvata?”, chiese Rei perplessa, “Stavi per essere tirata sotto da un camion?”

Aki scosse la testa sorridendo: “No, è un'altra cosa”, e iniziò a raccontare di cosa era stata, cioè un mostro.

Ma mentre Aki parlava, qualcun altro era alle prese con una persona che sembrava uscita di senno...

 

“Secondo me adesso fa un buco nel muro”, commentò Jun.

“Jun non scherzare”, lo ammonì Crow, “qua la situazione sembra grave”

Yusei era salito pochi minuti dopo Aki, e come lei, chiudendo la porta, aveva svegliato tutta la camerata. I ragazzi avevano chiesto cos'era successo, ma lui aveva iniziato a tirare testate al muro dicendo solo che era uno stupido; di quel passo il buco lo avrebbe fatto veramente.

“Andiamo Yusei!”, esclamò Fubuki, “Cosa ti è successo?!”

Yusei si fermò e rispose come in trance: “Sono praticamente saltato addosso ad Aki e l'ho baciata con la forza senza il suo consenso”

I ragazzi si ammutolirono; persino Jack e Jun non fecero commenti a causa del tono così straziato dell'amico.

“... Che cosa hai fatto?”, chiese Fubuki pensando di non aver capito.

Yusei raccontò loro di cosa era successo, senza omettere il particolare della voce nella testa.

“... Non è che hai bevuto qualcosa oggi?”, chiese Johan perplesso.

“Ecco la stupidaggine del momento”, commentò Crow dando una pacca sulla nuca al ragazzo.

“Adesso mi odierà...”, riprese Yusei tirando un'altra testata, “... anzi peggio, avrà paura di me, paura!”

“Dai Yusei”, iniziò Crow, “lei ti conosce bene, sa che non le faresti mai del male”

Nessun altro sapeva cosa dire: nel tema “amore” erano tutti molto scarsi, e a Fubuki non era mai capitata una cosa simile; lui era abituato a essere inseguito dalle ragazze.

“Ma avresti dovuto vedere la sua espressione”, continuò il ragazzo; si stava deprimendo sempre di più, “terrore, paura, spavento”

“Hai detto tre sinonimi”, commentò sarcasticamente Jack, ma non con il tono di sempre.

“Vi prego, sparatemi e mettete fine alla mia deplorevole vita”, disse il meccanico, tirando un'altra poderosa testata.

“Yusei! Smettila di dire stupidaggini e comportati da uomo”

A parlare era stato Judai, il quale era rimasto in silenzio fino a quel momento: “Devi chiarirti, non c'è altro da fare”, continuò, andandogli vicino.

“Ma non vorrà mai stare di nuovo con me”

“Vorrà dire che si porterà le guardie del corpo! L'importante è che le parli”
“Ma... e se succedesse di nuovo?”
“Guardami”, disse Judai.

Yusei lo guardò e lo Slyfer gli assestò un pugno sulla spalla sinistra facendolo gemere debolmente.

“Reagisci! Questo è niente in confronto a quello che ti farò se non le parlerai”

Yusei abbassò lo sguardo, facendo irritare ancora di più Judai: “Bah! Quando ti sarai deciso fammi un fischio”, e detto questo aprì la porta e uscì sul corridoio, con l'intenzione di fare una camminata e sbollire la rabbia.

 

Judai uscì sul corridoio chiudendosi la porta alle spalle; la luce era spenta e lui decise di lasciarla così. Si avviò verso le scale.

Ma non era solo.

Un lampo squarciò il cielo illuminando una figura davanti all'unica finestra del corridoio: Asuka.

Ci mancava anche lei...

Se da una parte il ragazzo non avrebbe voluto parlarle, dall'altra non vedeva l'ora di chiarirsi con lei, per cui alla fine si avvicinò.

Asuka sentì un passo alla sua sinistra e si voltò, riconoscendo la figura di Judai grazie ad un altro lampo esterno. “Ciao”, salutò.

“Ciao... cosa ci fai a quest'ora qua fuori?”

“Potrei chiederti la stessa cosa”

Judai sorrise nel buio: sfacciata come al solito.

“Diciamo che Yusei sta avendo un esaurimento nervoso e sta per forare il muro con delle testate... tu?”

“Più o meno lo stesso, ma con Aki”, rispose Asuka, tornando a guardare fuori dalla finestra., “Cioè, non sta prendendo a testate la parete, ma continua a singhiozzare per quello che è successo senza reagire, e la cosa mi irrita profondamente”

“Quindi tu sai cosa è successo?”
“Solo la versione di Aki... Yusei ha detto qualcosa?”

Judai le raccontò quello che il ragazzo aveva confidato loro.

“Ah ecco, lo dicevo io che non poteva averlo fatto intenzionalmente”, commentò la giovane con il tono di chi aveva sempre saputo tutto.

“Già, ma ora Yusei si sente uno schifo e non so come fare a farlo tornare in sé...”, ammise Judai.

Asuka lo guardò; le sue iridi ambrate brillarono nel buio: “Allora avete fatto pace?”

“Non esattamente”, confessò lui, “Diciamo che mi dava fastidio vederlo in quello stato, ecco”

“Uomini...”, commentò piano Asuka.

Rimasero in silenzio per una manciata di minuti, ascoltando il rumore della pioggia che batteva insistente sui vetri.

“Asuka volevo dirti che io...”

Ma Judai non riuscì a finire la frase perché la porta della camera maschile si era aperta e ne era uscito Jun che si diresse verso di loro.

“Judai, Yusei sembra tornato in sé e vorrebbe parlarti di.... ciao Asuka!”, disse illuminandosi.

“Ciao Jun”, salutò lei.

“Allora è meglio che vada dentro”, disse Judai girandosi.

“Aspetta!”, lo chiamò la ragazza, “Cosa stavi per dirmi?”

Judai si fermò: “Niente di importante”, disse infine.

“Asuka verresti al ballo con me?”, chiese improvvisamente Jun.

Si era chiesto come, dove e quando chiederglielo, ma alla fine aveva sfruttato il momento più propizio, nel quale la ragazza non manifestava irritazione.

Asuka sospirò: si aspettava quella domanda da quando Zone aveva detto le parole “ballo a coppie” e anzi, cominciava a chiedersi perché tutto quel ritardo.

Judai si bloccò ad ascoltare la risposta.

“Senti Jun, io”, ma le parole le morirono in bocca perché aveva alzato lo sguardo sul ragazzo, guardandolo negli occhi; invece della solita espressione da ora-ti-salto-addosso, o da pazzo maniaco, o peggio, da pazzo esaltato, nei suoi occhi neri si leggeva solo la speranza unita ad un amore infinito e triste. Mai Asuka si era accorta come in quel momento di quanti Jun la amasse, e di come lei a volte si fosse comportata ingiustamente nei suoi confronti; certo, Jun non era di quelle persone facili da sopportare, ma non aveva colpe se si era innamorato.

In quel momento tentennò; non aveva il coraggio di rifiutare: “Jun io...”

Adocchiò la schiena di Judai, ancora fermo a un paio di metri da loro; magari l'avrebbe aiutata ad uscire da quella situazione: “Judai... non hai niente da...”

“Fa' un po' come ti pare”, rispose noncurante il ragazzo.

Asuka sentì come se qualcuno le avesse trafitto il cuore con una freccia; era vero, non si erano ancora chiariti, ma trattarla così era troppo! Non aveva fatto niente per meritarsi quel trattamento.

Guardò di nuovo Jun: vide in lui la sua stessa espressione di quando parlava con Judai, ovvero quel sentimento infinito di amore non ricambiato.

Asuka aggrottò la fronte: se la ricompensa per averlo sempre aiutato e sostenuto era quella, tanto valeva fare coppia con qualcuno che tenesse veramente a lei, per cui...

“... va bene, accetto”

“Come?”, chiese incredulo Jun, pensando di non aver capito.

“Verrò al ballo con te”, ripeté la bionda.

Jun rimase un attimo in silenzio poi esplose: gridò, fece un salto di un metro, si tramutò in un razzo, uscì dalla finestra ed esplose fuori, illuminando la notte e la pioggia con tanti fuochi artificiali e lucine colorate (della serie, è una storia, per cui cari pampini, leggere ma non imitare, mi raccomando XD ndAutrice).

Quando ritornò sulla terra, il ragazzo prese una mano di Asuka e la baciò: “Vedrai, non ti deluderò!”

“Sese...”, commentò Asuka, però sorridendo.

“Evvai”, disse ancora Jun dileguandosi in camera sua, “Allora a domani Milady”, concluse, prima di scomparire dietro la porta.

Judai era rimasto fermo nella stessa posizione di prima.

“Se è questo che vuoi...”, commentò.

“Perché, hai qualcosa contro?”, lo sfidò Asuka.

“No, niente”, disse Judai, e detto questo entrò in camera sua, per andare a vedere cosa diavolo voleva Yusei.

 

“Rei... verresti al ballo con me”

La ragazza ci pensò un paio di secondi; ma sì dai, in fondo non le costava nulla, e anzi, la cosa poteva rivelarsi interessante...

“Va bene, accetto”

Johan sorrise, un po' perché si era salvato, un po' perché si era sempre interessato in modo particolare alla ragazza: “Grazie”, disse.

E detto questo entrambi si avviarono verso la cucina per consumare il pranzo.

 

“Mikage-san, vorresti farmi l'onore di essere la mia dama per il ballo?”

Dicendo questo, Fubuki si era inginocchiato e aveva preso la mano della donna, facendola arrossire.

“Tenjouin-kun...”

Mikage pensò: perché no, in fondo se Jack era stato escluso come scelta, avrebbe potuto benissimo andare con Fubuki; in fondo nonostante la voce non proprio intonata, l'esuberanza e la troppa sicurezza in sé, era un bravo ragazzo e sì, pure molto bello, per cui...

“... accetto, mio cavaliere”

Fubuki le baciò la mano: “Vedrò di non deluderti”

 

E così le coppie furono formate! Ricapitolando: Yusei con Aki, Jun con Asuka, Johan con Rei, Fubuki con Mikage e infine Jack (perché costretto a forza) con Carly; secondo questi calcoli, avrebbero dovuto contendersi la salvezza gli unici che non si erano fatti avanti, ovvero Crow e Judai, ma per il momento concentriamoci sul ballo imminente, perché se da una parte i due maschietti avrebbero dovuto fare di tutto per salvarsi la pelle, dall'altro si erano tolti il peso di dover ballare. Già, perché voi davate per scontato che tutti sapessero ballare? Io no.


*si prepara a ricevere pomodori e padellate* sisisi, lo so che Asuka con Jun vi da fastidio, sarebbe stato meglio che Judai le chiedesse di ballare, ma sapete com'è, esigenze di copione XD *mette elmetto* comunque si chiariranno, fidatevi XD

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Capitolo 15
*** Capitolo 8: Problemi (?) di Coppia ***


*arriva con la musica della cavalcata delle valchirie* eccomi!!!! fiù, pensavo che questo capitolo non lo avrei mai postato O.O sul serio, mi era venuto il blocco e non riuscivo più a scrivere una riga OWO ma per fortuna ho incontrato la mia salvatrice *fa statua* un grande grazie a Jennymatt, senza la quale questo capitolo non sarebbe mai venuto fuori *^*
continuando, è un capitolo infinito, ma siccome volevo fare la parte del ballo in un'unico pezzo, non l'ho tagliato u.u detto questo, aggiungo solo che verso la fine ci saranno delle frasi tra parentesi di cui apparentemente non si capisce il senso, ma che nascondono la canzone di Nek "Se una regola c'è" per cui quando arrivate a quella parte, vi consiglio caldamente di ascoltare questa canzone *^*
bene! ringrazio Jack and Carly Love, Frà,  Kingdom, Gattino Bianco, Lily, Alma e Jennymatt per le recensioni e passiamo finalmente al capitolo <3





Asuka soffiò in un fischietto e finalmente riuscì ad acquietare le tre ragazze che stavano girando euforicamente per la stanza.

“Ragazze calmatevi... se quei tre hanno detto che i vestiti arriveranno per le 8, vuol dire che sarà così”

“E come fai a saperlo?”, chiese Mikage.

“Perché non avrebbero fatto così tanto casino per niente”, rispose la bionda.

Circa un'ora prima dall'altoparlante erano arrivate le istruzioni per l'uso: alle 20 in punto negli armadi sarebbero comparsi i vestiti che ognuno avrebbe dovuto mettere, così da essere tutti pronti massimo per le 20:30, in modo da raggiungere il luogo del ballo oltrepassando la porta d'entrata.

Salite in camera, Mikage, Rei e Carly si erano subito fiondate verso l'armadio, trovandolo però vuoto, e avevano preso a disperarsi... Un'altra disperata era Aki, che in quel momento se ne stava seduta sul letto immersa nei suoi pensieri. Diciamo che Asuka era l'unica che conservasse ancora un po' di buon senso (grazie autrice u.u ndAsuka dovere cara XD ndAutrice).

Alle 20 in punto Rei aprì di scatto l'armadio: ancora vuoto.

“Visto?!”, disse ad Asuka, “Ci prendono in giro!”
Un sonoro POP! provenne dall'armadio, e dopo che Rei lo ebbe aperto di nuovo, le cinque ragazze videro altrettanti vestiti e paia di scarpe, ognuno con una targhetta con il loro nome sopra.

“Lo dicevo io che erano suonati...”, commentò Asuka, prendendo il suo vestito in mano, “E io dovrei mettere questa roba?”

 

“Certo che le donne si fanno sempre attendere”, commentò Jun senza nascondere l'entusiasmo, continuando a camminare su e giù per l'entrata.

Anche i ragazzi avevano ricevuto i loro abiti: si trattava di tre smoking neri, eccetto Fubuki, che indossava lo stesso abito con la quale aveva duellato con sua sorella qualche anno prima (lo ricordate? Quell'ep della seconda serie di GX quando Asuka e Fubuki combattono, prima che Judai lasci l'isola ndAutrice); Crow e Judai invece indossavano degli abiti bianchi da cameriere, con un farfallino nero a testa.

“Le 8 e 25”, commentò Johan, “se non arriveranno in tempo, ho paura che quei tre ce la faranno paga... re...”

La voce gli era morta in gola alla vista di Rei che stava scendendo le scale: la ragazza indossava un abito lungo arancione scuro, che brillava alla luce, con alcune decorazioni ai lati in rosso acceso, provvisto di un'abbondante scollatura; inoltre di alcune ciocche di capelli su entrambi i lati della testa aveva fatto due trecce, che partivano quasi dalla fronte e si rincontravano un po' più sopra della nuca, tenute insieme da un fermaglio a forma di farfalla. Ai piedi portava un paio di scarpe basse, anch'esse arancioni (se vi ricordate, Rei aveva detto che non aveva mai messo i tacchi *vedi capitolo 3* XD ndAutrice).

Dietro di lei comparve Mikage: lei portava un abito lungo fino a poco sotto il ginocchio di colore blu elettrico, tenuto su da un girocollo collegato alla stoffa che passava dietro il collo fino a riunirsi al petto, formando un piccolo rombo regolare in mezzo alle clavicole (se non avete capito pazienza, perché non so spiegarmi meglio XD ndAutrice); ai piedi calzava un paio di tacchi, del medesimo colore del vestito (e qui mi fermo perché non ho altro da aggiungere, dato che Mikage mi sta antipatica è.è ndAutrice).

Subito dopo scese Carly, che portava il vestito verde scuro che le avevano suggerito Asuka e Mikage per la sua 'notte con Jack'; anche i capelli erano legati allo stesso modo e ai piedi portava tacchi abbastanza alti, del colore del vestito.

“Wow...”, commentarono Johan, Fubuki e Jack contemporaneamente, prima di avvicinarsi alle proprie dame.

“E Asuka?”, chiese agitato Jun.

“E' qui”

Era la voce di Aki, che stava scendendo le scale in quel momento; per poco a Yusei non venne un colpo: la ragazza indossava un abito rosso bordeaux lungo fino a terra, con delle cuciture nere qua e là; calzava un paio di scarpe nere con un tacco basso (Yusei è già un tappo, perché farlo sfigurare? XD ndAutrice ma dico io?! NdYusei ma è vero XD ndAutrice); alle mani portava un paio di guanti di seta rossi, lunghi fino al polso; Aki si era tolta lo stabilizzatore dai capelli (tanto non prevedeva di arrabbiarsi) e li aveva legati in una piccola coda di cavallo, lasciando i due ciuffi principali liberi sulla fronte, ma la cosa che più colpì Yusei fu la rosa che lui le aveva regalato la sera prima, ben visibile fra i capelli.

Aki finì di scendere le scale e si girò verso la cima: “Asuka muoviti!”

“... Ma mi vergogno...”, si sentì rispondere dall'alto.

“Ooo! Sta' zitta che stai bene, e vieni giù”
Asuka si vide costretta a mostrarsi, per cui venne fuori da dietro il muro e iniziò a scendere le scale; il cuore di quasi tutti i presenti perse un battito. La ragazza indossava un abito completamente bianco dai riflessi d'argento, lungo fino a terra, dove si potevano notare delle scarpe basse, pure queste argentate; alla vita era legata una cintura bianca con un fiocco sul lato sinistro; anche i guanti che portava, lunghi fino a poco sotto il gomito, erano del colore più candido fra tutti. I capelli lunghi biondi ricadevano sulle spalle, tranne per una piccola parte sulla nuca, legata da un elastico a formare una piccola coda, abbellita con un fermaglio a forma di giglio bianco, con sfumature rosa fra i petali (piccola parentesi: il giglio rappresenta la fierezza d'animo, la purezza e la nobiltà, per cui mi è sembrato perfetto *^* ndAutrice)... in poche parole, era splendida, forse la più bella fra tutte.

Vi lascio immaginare la reazione di Jun... mettete insieme le immagini di un appassionato di dolci davanti ad una torta di dieci strati, un Otaku nella più grande fumetteria del mondo e un cane in calore e avrete l'espressione del ragazzo.

“Sei... sei stupenda!”, esclamò con gli occhi che brillavano, andandole vicino e prendendole delicatamente una mano.

“Grazie Jun...”, rispose la ragazza, completamente rossa.

Ad Asuka non piaceva proprio quel vestito, troppo appariscente; su una cosa però rimase soddisfatta, e cioè il vedere la faccia di Judai: il giovane infatti probabilmente non si era accorto di essere rimasto a bocca aperta davanti allo splendore della fanciulla. Ci pensò Johan a fargliela chiudere: “Judai, chiudi la bocca e cerca di non sbavare”, gli disse, divertito.

Judai fece una smorfia di disappunto, ma non ribatté.

I ragazzi con le loro rispettive compagne si diressero verso la porta dalla quale erano entrati la prima volta.

“La apriamo?”, chiese Fubuki.

“Vedi altre alternative?”, disse sarcastico Jack.

Fubuki imitò sottovoce il tono di Jack, scatenando una risatina da parte di Mikage e una smorfia dall'interessato; infine aprì la porta e i dodici ragazzi la oltrepassarono.

L'enorme salone che si mostrò davanti a loro era grande almeno come mezzo campo di calcio; su una pedana, più o meno al centro del lato destro, c'era una grande orchestra, con il suo direttore che comandava le danze, che si svolgevano al centro della sala. La pista da ballo era piena di gente che danzava, e anche ai lati, le persone che parlavano erano veramente tante. Sempre sul lato destro si estendeva un lungo tavolo, con cibi e bevande sopra.

I ragazzi erano sbalorditi, e alcuni di loro quasi si presero un infarto quando videro chi stava venendo loro incontro...

“Benvenuti”, salutò un uomo agghindato in una maniera stranissima.

“Professor Chronos?!?”, esclamarono i ragazzi dell'Accademia del Duellante (NOTA: Chronos de Medici è il nome originale di Vellian Crowler, il prof dell'Accademia).

Chronos li guardò titubante: “Sì, mi chiamo così, ma... noi ci conosciamo?”

I sei ragazzi rimasero basiti.

“Non si preoccupi, li accogliamo noi questi giovani”

Rudger era appena arrivato e aveva congedato Chronos, che andò incontro ad altri nuovi arrivati; il Dark Signer indossava un completo completamente bianco, stessa tonalità dei capelli. Venne presto raggiunto da Truman, in forma umana, che indossava un frac a due code nero. I due scatenarono l'improvvisa ilarità di alcuni ragazzi.

“E' meglio per voi se non ridete”, commentò Truman, “Perché questa sera saremo noi a divertirci”

“Come due settimane a questa parte...”, commentò piano Crow.

“Come avrete notato”, inizò Rudger, “qua potreste incontrare alcune vostre conoscenze, che però non vi potranno riconoscere”

“Come mai?”, chiese Johan.

“Perché siamo in un'altra dimensione, quindi il Chronos che c'è qui, non è lo stesso della vostra Accademia”, rispose Truman.

“Quindi... cosa dovremmo fare?”, chiese Rei.

“Domanda scontata”, commentò Rudger, “Dovete ballare!... Tranne voi due, che ora verrete con me”, continuò, prendendo Crow e Judai per le braccia.

E detto questo i due uomini si dileguarono tra la folla, seguiti dai due 'prigionieri', lasciando i ragazzi un po' perplessi.

“Ma allora che stiamo aspettando?!?”, esclamò ad un tratto Fubuki, con un espressione estasiata sul volto. Prese la mano di Mikage e si fiondò sulla pista.

Gli altri si guardarono perplessi ma li seguirono.

Dopo cinque minuti chi più chi meno, quasi tutti si erano fatti largo tra la folla per occupare un pezzo di pista (e ora mi diverto *faccia sadica* ndAutrice).

I più disinvolti erano Fubuki e Mikage: lui era un ottimo ballerino (e ci credo, non sa cantare, almeno balla bene XD ndAutrice), ma soprattutto aveva tanta voglia di mettersi in mostra (come sempre); dal canto suo la ragazza sapeva ballare discretamente, quindi i due passavano come una accoppiata superba a confronto delle altre.

Rei e Johan. Semplicemente una gag comica: dei due, l'impressione era che fosse il ragazzo ad avere una padronanza assoluta della danza, ma andando loro più vicino, si poteva vedere che il pesce-fissato pestava un piede a Rei ogni due per tre, mantenendo sempre un'aria disinvolta; Rei da parte sua, cercava di condurre Johan ad un ballo indolore, ma senza risultato... comunque si stava divertendo un mondo per i discorsi che lui le stava facendo, come per esempio “milleuno modi per cucinare il pesce spada by Johan Anderson”.

Jack e Carly. Che dire, la coppia perfetta. Entrambi se la cavavano con il ballo, forse Jack di più visto che, essendo stato un ex-campione (togli quell'EX!!! ndJack *gli tappa la bocca* ndAutrice), aveva dovuto partecipare a molti galà e quindi aveva dovuto a forza imparare a danzare; comunque sia, i due erano affiatatissimi e in quel momento il biondo si era dimenticato della sua maschera di freddezza e guardava la ragazza amorevolmente attraverso i suoi occhi ametista. Anche Carly era a suo agio e ricambiava lo sguardo allo stesso modo.

Vengono poi Jun e Asuka: proprio come Jack, anche Jun aveva dovuto imparare a ballare dato che la sua famiglia era prestigiosa, e se la cavava abbastanza; la ragazza invece, per dispetto nei confronti di suo fratello, non aveva mai voluto cimentarsi nella danza (io ti stimo sempre di più u.u ndAutrice), ma visto che nel ballo è l'uomo a condurre, le bastava seguire i movimenti del giovane, e ci stava riuscendo molto bene. I due attiravano molti sguardi, perché emanavano un bagliore tutto loro: sembravano come il giorno e la notte, il nero e il bianco, due opposti ma nello stesso tempo concordi e affiatati.

Ad un certo punto le luci si spensero all'improvviso, per poi riaprirsi con la stessa fulminea velocità al centro della pista: nel mezzo, con un microfono in mano, in una posa da coreografia, c'era Fubuki (e ti pareva che doveva mettersi in mostra XD ndAutrice).

“Vorrei dedicare questo ballo al fiore che mi accompagna e a tutte le donne qui presenti”, disse con la solita disinvoltura, lanciando un bacio volante con la mano; le donne presenti in sala emisero gridolini ed esclamazioni del tipo 'quanto è figo quello!', tipiche reazioni scatenate da Fubuki.

Il ragazzo lanciò il microfono a chissà chi, con l'orchestra che riprese a suonare un tango, più precisamente il Libertango (vi consiglio di ascoltarlo *_* è veramente splendido ndAutrice), per poi inscenare il ballo con le mosse più acrobatiche e spettacolari che conosceva, coinvolgendo ovviamente la povera Mikage, che all'iniziò si imbarazzò, ma poi ci prese gusto e iniziò ad assecondare il suo cavaliere. Fubuki tentò di trascinare a ballare anche la sua sorellina, se non che quest'ultima gli assestò un pugno in testa con la vena che pulsava sulla tempia stile anime.

Bene, non manca nessuno.... ah già! E Yusei e Aki?

I due a differenza degli altri, non si erano ancora messi a ballare... ci credo! Non riuscivano neanche a guardarsi, figuriamoci a danzare insieme!

Aki aveva il volto inespressivo; guardava di lato con gli occhi socchiusi, il viso in una maschera di gelo. Yusei invece non sapeva come fare a farsi accettare di nuovo, fino a che...

“TENJOUIN PIANTALA DI FARE IL DEFICIENTE!”

A urlare era stato Truman, che era disceso come un avvoltoio, appollaiato su una di quelle piattaforme mobili dei registi di film, e urlava a squarciagola in un megafono.

Il fatto che nessuno dei ballerini se ne accorgesse, confermò la teoria di Rei che sosteneva che i due fossero quasi inesistenti per la folla.

“Balla come i comuni mortali!”, esclamò Truman, “E vi voglio tutti a ballare! TUTTI! Nessun Fudo o Izayoi escluso!”

Yusei sospirò rassegnato, ma prese coraggio: si mise di fronte ad Aki, e con la voce più dolce possibile le chiese: “Aki, mi faresti l'onore di questo ballo?”, e le offrì la mano.
La ragazza alzò lo sguardo, e vedendo che comunque era costretta, accettò titubante l'invito del giovane.

Yusei e Aki iniziarono a ballare. Nessuno dei due ci aveva mai provato, ma straordinariamente lui riusciva a condurre bene la sua compagna, nonostante qualche momento di goffaggine.

Aki si ricordò improvvisamente di una scena di quasi un anno prima: lei voleva prendere la patente da D-Wheeler e Yusei, per migliorare il suo equilibrio, l'aveva portata a pattinare... al primo passo, gli era rovinosamente caduta addosso e imbarazzata gli aveva chiesto scusa, ricevendo come risposta uno dei suoi rari sorrisi. In quel momento era più o meno lo stesso: a condurre era lui; era lui che le stava insegnando implicitamente a ballare... Forse doveva dargli un'altra possibilità; in fondo lei lo amava alla follia, e se anche lui ricambiava come aveva dato mostra la sera prima... Già, la sera prima. Ad Aki vennero di nuovo i brividi al pensiero di quello che era successo: Yusei sembrava come posseduto. La ragazza in quel momento era molto titubante e indecisa, non sapeva che pesci prendere (prendi i pesce spada asd ndAutrice ti prego, è un momento di tensione -.- ndAki appunto bisogna sdrammatizzare u.u ndAutrice).

Da parte sua anche Yusei pensava alla sera precedente: quello che era successo non sapeva come spiegarselo e gli faceva paura. Guardò Aki che in quel momento aveva lo sguardo distolto dal suo; era splendida, ma non solo fisicamente, era come se emanasse una bellezza che solo lui poteva vedere, perché lui l'amava, e molto. Ripensò poi alle volte in cui aveva combattuto con lei e l'aveva compresa; in quei momenti lei aveva pianto, per la rabbia e per la frustrazione certo, ma sempre lacrime erano, e Yusei aveva sofferto a vedere quelle lacrime sporcare il suo viso e intristirlo... e la sera prima era stato lui a causare quelle lacrime, con il suo comportamento, che neanche lui sapeva spiegarsi e che

Baciala di nuovo

Oh no... no, no, NO!

Di nuovo quella voce, ma Yusei questa volta reagì d'istinto, per difendere se stesso e la ragazza che amava; lasciò di colpo la presa su Aki e senza guardarla negli occhi le parlò: “Scusami... ho sete, vado un attimo a bere”, e si dileguò tra la folla.

Aki sapeva che c'era qualcosa che non andava; aveva cominciato a considerare l'idea che non fosse causa di Yusei quello che era successo. Aveva capito anche che lui non la voleva vicino in quel momento, quindi si mise a sedere ad uno dei lati della pista, guardando tristemente la sala addobbata a festa.

 

Judai e Crow parlavano in un angolo; avevano il compito di servire da bere agli invitati, ma in quel momento ce n'erano pochi al tavolo, per cui si erano presi una pausa.

Parlavano dell'eliminazione del giorno dopo, di come e dove sarebbe finito il malcapitato.

“... per cui secondo me potremmo sperare di ritornare a casa”, concluse Crow con una delle sue teorie.

“Già ma conoscendo quei tre dubito che sarà così facile”, ribatté Judai.

“Può darsi... fatto sta che sarà uno di noi due e su questo non ci piove”
Judai annuì: “Io non posso andarmene ora”, commentò a bassa voce guardando la pista da ballo, “devo ancora...”

“Devi chiarirti con Asuka vero?”, lo precedette Crow, avendo sentito il discorso dello Slyfer.

Judai arrossì vistosamente e abbassò la testa.

“Sai, non posso dire che mi piacerebbe uscire”, iniziò Crow, mettendosi le mani dietro la testa, “del resto non sappiamo dove andremo a finire, e potrebbe non essere un posto piacevole... e poi mi piace stare con voi, ma se proprio...”

“Vincerà chi vincerà”, lo interruppe Judai, sapendo dove l'amico voleva andare a parare, “Domani affronteremo questa prova e lealmente e giustamente stabiliremo il vincitore; in ogni caso, cerchiamo di divertirci”, e detto questo sorrise e porse la mano a Crow, che l'afferrò sorridendo a sua volta.

“Ci puoi scommettere amico”

“Judai...”
I ragazzi si girarono e videro di fronte a loro Yusei, con l'espressione da cucciolo bastonato che invoca aiuto (ma che carinooooooooooooooo *________* io ti adotto >///< ndAutrice scusate, qualcuno verrebbe a prendere questa pazza e portarla via? O.O ndYusei).

“Ma che succede Yusei?!”, chiese preoccupato Crow.

Il ragazzo scosse la testa e guardò Judai, segno che voleva parlare solo con lui; lo Slyfer sospirò ma annuì deciso: doveva chiudere la faccenda una volta per tutte.

Si allontanò dal tavolo verso l'angolo più distante, seguito come un cane da Yusei.

“Mi vuoi, accidenti, dire una volta per tutte cosa cavolo hai?

(Mi dici cosa c'è che non va)

Se stai pensando ancora a ieri sera, ti ho già detto cosa fare

(Pensi ancora a quella storia là)

Yusei annuì: “Lo so, hai ragione; però ho provato ad essere disinvolto, ma non ci riesco! E poi è ritornata quella voce...!”, e dicendo così si prese la testa fra le mani.

Judai tolse la fredda maschera di sempre e si calò nei panni dell'amico: “Yusei... lo sai che voglio aiutarti,

(Sai che rimango qua finché vuoi)

ora più che mai, perché ho capito come ti senti... beh, quasi

(Io capisco bene come stai)”, continuò, guardando la sua Asuka sulla pista da ballo.

“Però secondo me l'unica cosa da fare è reagire

(Fossi in te credo che reagirei)

Yusei abbassò la testa sconfortato.

Judai allora esclamò: “Ma che cosa posso dirti io se poi non mi ascolti?!?

(Che consigli vuoi da me, se poi fai quel che vuoi te)

Potrei dirti milioni di cose, esporti miliardi di regole che ho sentito sull'amore che tu non mi staresti a sentire! Che poi in questi casi penso che dovresti pensarci tu da solo... non sono proprio un grande esperto; per questo c'è già Fubuki

(Se una regola c'è non la chiedere a me)

“Ho capito, ma è suo fratello, non mi verrebbe naturale chiedergli aiuto”, rispose Yusei.

Judai ripensò alla strategia adottata da Fubuki per aiutare Jun a mettersi con Asuka e diede mentalmente ragione al ragazzo: “Hai ragione, però continui ad avere il morale a terra...

(Se l'umore va giù, se non ce la fai più)

Forse non devi intestardirti su di lei”, continuò; aveva cambiato strategia.

“In che senso?”, chiese il meccanico.

“Nel senso che non è l'unica ragazza al mondo,

(Guarda che non esiste solo lei)

ce ne sono molte altre...”

Yusei reagì: “NO! Lei è mia, e non cambierò idea su questo!”

Judai sorrise furbescamente; finalmente aveva reagito: “E allora dimostralo!”

La faccia di Yusei rese palese la risposta.

“Non sai come dirglielo, vero?

(E ti apriresti il petto poi per mostrarle in quale posto è lei)

Yusei scosse la testa: “Adesso sembra che quando mi avvicino le possa saltare addosso”, disse con la voce incrinata.

“Io ho una mezza idea...”, iniziò Judai, “Ma se ti fidi, lasciami fare e quella voce sparirà”

In effetti Judai aveva avuto un'illuminazione guardando una persona...

“Ora però non usare questa voce come pretesto”, continuò, “Va' da lei! In fondo ci vuole solo un po' di pratica”, finì sorridendo.

(E se ti ha lasciato addosso un male fisico

qua ci vuole solo un po' di senso pratico!)

(La prima frase non centra niente con il discorso, ma per me è perfetta sul caro Yus, visto il numero ragguardevole di volte in cui se le è beccate da Aki - Rosa - Nera XD ndAutrice grazie =.= ndYusei ma è vero! Secondo me e una mia amica sei un po' masochista XDXD MA PER FAVORE! NdYusei).

Yusei ci pensò su un attimo: Judai aveva ragione, doveva reagire; per prima cosa avrebbe chiesto scusa ad Aki, poi le avrebbe confessato il suo amore.

“Hai ragione!”, esclamò carico Yusei, “Ora vado da lei e...”

Ma non finì la frase perché il mondo gli iniziò a diventare di mille colori, poi nero. Yusei cadde svenuto a terra.

“Yusei!”, esclamò Judai, facendo per precipitarsi da lui, ma anche lo Slyfer vide il mondo tremare, poi il buio.

Successe la stessa cosa anche agli altri dieci, che svennero senza un motivo preciso nella grande sala.




alleluja =.= non ne potevo più di lasciare questa parte in sospeso O.O bene, vi lascio con una domanda di vitale importanza: secondo voi, la sto dilungando troppo? siamo già al quindicesimo capitolo e appena alla prima eliminazione... di questo passo, finirò se dio vuole fra tre anni XD quindi la domanda è questa: vi state annoiando? rispondetemi tranquillamente, così mi adeguerò alla maggioranza^^ detto questo, passo e chiudo *^*

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Capitolo 16
*** 1° Eliminazione (effettiva): La grande scalata ***


*si affaccia dalla sua tana* dico solo una parola: schifo. questo capitolo mi fa assolutamente, enormemente e inconfutabilmente schifo .-. sul serio, non ho neanche avuto coraggio di rileggerlo perché mi sarei orrorata (?) da sola, quindi per eventuali errori, ditemi pure XD ringrazio Luna, Gattino Bianco, Jack and Carly Love, Alma, Kingdom, Jennymatt, Frà e Michy per le recensioni <3 e detto questo, passate a leggere velocemente questo obbrobrio O.O



 “Allora, hai fatto il tuo dovere?”, chiese Zone.

“Certo! Per chi mi prendi?!”, rispose Rudger alterato, “Ho messo la tua invenzione nelle bevande”
“E quelli che non hanno bevuto?”

“Gliel'ho fatta respirare”, rise sadico il Dark Signer.

“Eccellente...”, commentò Zone incrociando le grandi dita metalliche fra loro.

“... Non capisco se siete incredibilmente malvagi, o assolutamente infantili”, disse Truman.

Rudger e il robot lo guardarono: “Sta' a sentire un po' tu”, disse il primo, “non è che ti sei rammollito a causa di quei ragazzi?!”

“Io? Ma figurati!”, replicò Truman offeso, “La mia era solo una considerazione...”
“Sarà...”, disse Zone, “Comunque tacete entrambi che si stanno svegliando”

 

Crow cadde giù dal divano. Aveva sognato che veniva eliminato, cadendo in una voragine senza fine, ed evidentemente si era agitato nell'incoscienza, finendo a terra... già, ma che ci faceva sul divano? Il ragazzo scosse la testa per ricordare: l'ultima cosa che gli veniva in mente era il ballo e Yusei e Judai che parlavano distante da lui, poi era svenuto...

Si guardò intorno: era nel soggiorno, ed era appena caduto dal divano; come aveva fatto ad arrivarci? La scena che vide però, fece passare in secondo piano quel dilemma...

Cadendo aveva rischiato di finire addosso a Rei, la quale dormiva vicina a Johan, che stringeva tra le braccia un peluches a forma di pesce-spada (Crow si domandò da dove diavolo spuntasse fuori).

Poco più distanti alla sua sinistra, stavano Mikage e Fubuki, nella stessa posizione degli altri due.

Sull'altro divano invece Jack premeva con la schiena sulla stoffa in posizione rilassata, e Carly era appoggiata all'altra spalla; a Crow scappò un sorrisetto.

Quelli che però colpì il duellante degli Alanera furono gli altri cinque: sulla sua destra Aki era distesa per terra e teneva una mano fra i capelli di Yusei, che dormiva all'altezza del suo busto, rivolto verso di lei; dopo quello che avevano passato, Crow si stupì molto, ma non come quando vide gli altri tre. Asuka era distesa sul fianco destro: il braccio sinistro era sporto all'indietro e le dita della mano si incrociavano con quelle di Jun, privo di coscienza dietro di lei; ma la ragazza non era rivolta verso di lui, bensì verso Judai, il quale le cingeva la spalla con il braccio. Crow ringraziò qualunque dio avesse permesso quel miracolo; avrebbe volentieri fatto rotolare Jun da un'altra parte, ma già quello era un inizio.

“Buongiorno fanciulli!”

Crow si prese un infarto: Rudger era entrato dalla porta principale seguito da Truman-nuvola e aveva esclamato quelle parole ad alta voce.

“Sssssssh”, disse Crow abbassando la voce, “Se li svegliate ora, rischiate di provocare la terza guerra mondiale!”

“Ma è quello che vogliamo!”,sghignazzò Rudger, “Anzi... perché dobbiamo essere noi a svegliarli se ci possono pensare da soli?”

Crow assunse un'aria perplessa mentre il Dark Signer compì uno strano gesto con la mano verso i belli addormentati.

Pochi secondi dopo, si sentirono due urli: i tre si girarono e videro Mikage in piedi con gli occhi chiusi e rossa come non mai, e Fubuki ancora a terra e in imbarazzo in un modo tale che nessuno aveva mai visto (quando mai si era visto Tenjouin imbarazzato?).

“Scusa scusa scusa! Non volevo!”, disse velocemente lui.

Era successo che Rudger, con il gesto, aveva mosso il braccio e la mano di Fubuki, fino a fargli toccare... una parte del petto di Mikage (si bon, avete capito no? XD ndAutrice) e lei, sentendo pressione, si era svegliata e aveva cacciato un urlo, ridestando pure il duellante e facendolo sbiancare, perché lui non aveva mai commesso un gesto così... audace.

Crow maledisse Rudger, però ormai il danno era fatto e anche gli altri ragazzi si stavano svegliando...

A Rei e Johan non successe nulla di particolare; in fondo dormivano solo vicini e non si sentirono in imbarazzo (il ragazzo nascose il suo peluches dietro la schiena).

Carly si svegliò e trovò Jack che le accarezzava i capelli, ormai privo di qualsiasi imbarazzo; sorrise e allungò il collo dandogli un tenero bacio a fior di labbra.

Stranamente, anche il risveglio di Aki e Yusei fu indolore: il primo a riprendere conoscenza dei due fu Yusei, il quale sentendo qualcosa sulla testa, allungò un braccio per vedere cosa fosse, e quando anche la ragazza si ridestò, trovò la sua mano stretta in quella del ragazzo, e divenne rosso bordeaux, prima di rendersi conto che quel contatto la faceva stare meravigliosamente bene; d'altra parte, Yusei non era intenzionato a mollare la presa, e i due avrebbero anche finito col parlarsi, se il risveglio di Asuka non li avesse distratti.

La bionda aprì gli occhi, ma essendo ancora confusa dal sonno, non si accorse di essere attaccata a Judai; sentì però qualcosa alla mano sinistra: si voltò allora di lato e si trovò faccia a faccia con un Jun ancora sognante e incosciente, che stringeva la sua mano nel sonno.

“Jun mollami”, disse Asuka.

Il ragazzo continuò a dormire.

“Jun! Lasciami!”, e detto questo riuscì a levare la mano dalla stretta dell'altro, facendolo però svegliare di soprassalto, intontito dal sonno.

“Cosa! Chi! Dove! Come!”, esclamò lui.

Asuka si mise a sedere con le gambe da una stessa parte: “Niente, lascia perdere...”

“Stavo facendo un bellissimo sogno”, commentò Jun con la voce impastata, “Che io e te dopo aver ballato siamo andati a letto insieme...”

Jun mise a fuoco e constatò che forse era andata veramente così, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, si beccò una martellata dalla ragazza; il giovane aveva voluto dire che erano andati a dormire vicini, ma gli era uscita di bocca una frase un po' infelice (oppure era proprio quello che aveva sognato, chi lo sa).

“Evitiamo i commenti”, disse lei.

Ad un tratto si sentì presa per i fianchi da qualcuno.

“Asuka...”
La ragazza si girò e vide Judai, ancora addormentato, di cui non si era accorta fino a quel momento, che nel sonno in chissà quale modo le aveva cinto la vita con le braccia, e successivamente l'aveva chiamata per nome (sai, è un po' inverosimile quello che hai descritto u.u ndAsuka ma qua siamo nella fiction dell'inverosimilità, ergo, tutto può accadere uhuh ndAutrice se lo dici tu O_O ndAsuka).

Asuka lo guardò e arrossì di colpo; l'avrebbe anche spostato delicatamente se non fosse stato che una mano di Judai non fosse scivolata più in basso.... (ma dico io?!? >///< ndAsuka ma stai tranquilla! Tanto non è successo davvero u.u o si? *sguardo perverso* ndAutrice ma che vai a pensare! >///< dicevo nel senso che non puoi descrivere queste azioni! NdAsuka ma era incosciente! E poi a me piace descrivere scene così u.u che poi neanche avessi scritto chissà cosa... andiamo avanti va'! NdAutrice).

“JUDAI!!”

Asuka scaraventò il povero ragazzo ad almeno cinque metri di distanza, facendolo rimbalzare sui mobili come una pallina del flipper, che finì la sua corsa contro una colonna.

“Ahi ahi ahi...”, disse Judai massaggiandosi la testa, “Ma cosa è successo?”

“Succede che è ora di svegliarsi”, commentò Rudger, “e di affrontare l'eliminazione”

Judai e Crow deglutirono guardandosi.

“Però prima andatevi a cambiare...”, commentò Truman; in effetti erano tutti ancora con l'abito elegante, “e poi raggiungeteci in giardino; ah, voi due è meglio che vi mettiate qualcosa di comodo”, concluse rivolto ai due candidati.

I ragazzi salirono in camera loro a cambiarsi, per poi tornare giù una decina di minuti dopo; si diressero quindi in giardino.

Quello che videro li paralizzò e slogò la mascella di quasi tutti: davanti a loro c'era un enorme, immenso, larghissimo e altissimo.... castello gonfiabile.

“... No, sul serio, ci hanno preso per cretini?”, disse Crow incredulo.

“Parrebbe di sì”, confermò Judai, andando vicino alla struttura piana d'aria, “E cosa diavolo dovremmo farci?!?”

“Dovete scalarla”

Dall'alto discese Zone che rimase sospeso a mezz'aria vicino al castello: “Questo gioiellino è stato costruito da me in persona...”
“In persona?”, commentò Fubuki alludendo al fatto che fosse un robot, scatenando le risate degli altri.

“... proprio per questa prova; è molto semplice, dovrete arrampicarvi su questa struttura, utilizzando qualsiasi appiglio troviate. Il primo che arriverà (intero) in cima, si salverà, eliminando l'altro... non vale bucare il castello, VERO ANDERSON?!?”

Johan sfoggiò un sorriso colpevole a trentadue denti, perché era stato sorpreso a tentare di sgonfiare la struttura con un pesce spada.

“Tutto qui?”, chiese scettico Judai.

“Beh, non proprio”, ammise Zone, “la salita non sarà sempre piacevole”, concluse 'sogghignando'.

Crow e Judai deglutirono.

“E... e possiamo sapere quant'è alta questa roba?”, chiese Crow.

“Naturalmente, diciamo che sono circa trenta metri”

“CHE COSA?!?”, esclamarono tutti.

“E se dovessero cadere?”, chiese Rei preoccupata.

“Per questo che ho detto che avrebbe vinto chi sarebbe arrivato su INTERO”, rise l'automa, prima di alzarsi in volo.

Crow guardò Judai: “Amico, è stato un piacere conoscerti, ma forse io dovrei proprio lasciarti...”
“Neanche per idea”, ribatté Judai, “Come ho detto ieri, che sia una sfida leale”, e gli batté il cinque.

“Forza! Non ho tempo da perdere!”, disse Truman, sbucato da chissà dove, tenendo in mano un cronometro, “Siete pronti?”

“Pronto!”, esclamò Crow, andando da una parte del castello.

Judai rivolse uno sguardo ad Asuka, ma la ragazza lo evitò girando la testa.

“Pronto”, disse anche lui.

“Bene, ai vostri posti... pronti... VIA!”

Judai e Crow scattarono e iniziarono a salire, a volte sfruttando gli scaloni simili a quelli delle piramidi, a volte tirandosi su con delle corde penzolanti.

“Posso sapere a cosa serve il cronometro?”, chiese Jun.

“A misurare il tempo ovviamente”, rispose Truman, “Vediamo se uno dei due batte il record”

“E quale sarebbe questo record?”, domandò Jack.

“A dire la verità, sarebbe arrivare in cima, dato che gli innumerevoli tester che ha usato Zone non ci sono mai riusciti”

Gli altri dieci deglutirono e continuarono ad osservare quella insolita scalata.

I due ragazzi erano arrivati circa ad un quarto del percorso e Crow era molto più avanti di Judai; il duellante degli Alanera infatti, essendo cresciuto al Satellite, aveva sviluppato molta più agilità e forza dell'altro, e quindi procedeva a passo spedito. Judai incontrava serie difficoltà quando c'ea da tirarsi su con le corde, dato che nelle braccia non aveva molta forza.

Ad un tratto la scena cambiò: invece che la gomma e le corde, i due ragazzi si ritrovarono a scalare una specie di giungla, con liane e piante. Crow incappò ad un certo punto in un nido contenente tre uova: “Oh che carine!”, disse lui, avendo per i volatili una grande simpatia.

Le uova iniziarono a muoversi e si schiusero una dietro l'altra, liberando tre candidi pulcini bianchi: “Ma quanto siete belli”, commentò con gli occhi luccicanti.

I pulcini lo guardarono un attimo e poi si trasformarono in uccelli-mannari, provvisti di denti aguzzi e occhi rossi: “Aiutooooooooooo!”, gridò Crow, prima di iniziare a fuggire lungo il gradone dove si trovava, venendo inseguito e beccato dagli ex pulcini 'cariniecoccolosi'. Questo fece guadagnare a Judai un po' della distanza che li separava, se non che lo Slyfer iniziò a venire inseguito da una tartaruga carnivora che lo mordeva da dietro (chiedo scusa per la poca fantasia, ma voglio assolutamente finire ^^'''' ndAutrice che autrice poco sera .-. tu dovresti raccontare al meglio ogni capitolo u.u ndCrow sssssh taci! Ho detto che non ho voglia e non ho voglia è.è e ora torna di tuoi polletti u.u).

Crow riuscì a liberarsi dei pulcini ma dovette fare i conti con la vegetazione, che gli si era impigliata addosso, mentre Judai era alle prese con un cannone spara marshmellow che non lo lasciava proseguire.

I due superarono molte altre avversità, come serpenti sdentati, rane-toro in calore, porte a vetri invisibili (dove andarono a sbattere) e alberi con la bronchite che tossendo li rimandavano indietro (ma che razza di castello gonfiabile è?!? ndCroweJudai il mio u.u e se avete problemi, sporgete reclamo in direzione è.è).

Un po' ammaccati, ma entrambi arrivarono arrivarono agli ultimi 7 metri di salita, con Crow sempre davanti a Judai, quando accadde qualcosa che bloccò il duellante: aveva pestato una specie di pulsante e alla sua destra era comparso un braccio meccanico con una ruota dentata e affilata in movimento, che si dirigeva verso di lui.

“Ma qui si sta esagerando!”, esclamò Judai, sbiancando; se quella ruota l'avesse raggiunto, avrebbe fatto la fine di un affettato.

Cominciò a indietreggiare velocemente, cercando corde, liane o qualsiasi altra cosa, per salire un enorme gradone, ma non c'era niente; sbatté la schiena contro una morbida parete. Deglutii. Era in trappola. Guardò giù: gli altri ragazzi sembravano formiche rispetto a dove si trovava in quel momento; di saltare, anche per ritornare al livello inferiore, non se ne parlava, rischiava di spiaccicarsi al suolo... Era finita; non solo sarebbe stato eliminato, ma probabilmente ci avrebbe pure rimesso le penne. Il suo pensiero andò ad Asuka, e a quanto era stato stupido a non rivelarle la verità, spiegarle il perché non avrebbe voluto vederla ballare con Jun... Asuka... gli sembrava quasi di sentire la sua dolce voce che lo chiamava per nome...

“JUDAI, RAZZA DI CRETINO!”

Judai si ridestò dai suoi pensieri per accorgersi che effettivamente la ragazza gli stava urlando qualcosa dal basso.

“Se osi perdere, giuro che meno quei tre finché non mi eliminano, così vengo da te e ti elimino a modo mio! E ti assicuro che non ti riconoscerai neanche quando avrò finito!”

Judai deglutì, però poi sorrise: aveva riconosciuto il modo di incoraggiare di Asuka quando era arrabbiata.

La ragazza infatti era seriamente preoccupata; aveva visto la situazione di pericolo dell'amico, ma visto che teoricamente era ancora arrabbiata con lui, aveva dovuto trovare un modo di incoraggiarlo che non intaccasse il suo orgoglio, spaventando così gli altri ragazzi rimasti a terra.

Judai apprezzò il gesto, ma non vedeva vie di fuga! Non c'era modo di sopravvivere a quel dannato castello di gomma!.... Gomma? A Judai si accese una lampadina: i castelli gonfiabili erano fatti di gomma e aria apposta perché i bambini non si facessero male saltando con balzi fuori dal normale, quindi ecco cosa doveva fare.

Judai fece un piccolo saltino e rimbalzò sulla superficie morbida, per poi accrescere l'altezza del salto ogni volta che la toccava; riuscì infine per un pelo a salire sul livello successivo, evitando la ruota dentata. Recuperò velocemente il distacco che lo separava da Crow, ormai a soli tre metri dalla cima.

Perdonami Crow, ma devo vincere io!

Crow lo video balzare velocemente verso il traguardo e sorrise, pensando che la vittoria se l'era meritata. Un buco bianco si aprì sotto di lui quando Judai arrivò in cima, risucchiandolo verso l'ignoto, nello spavento generale.

“Crooooooooooooow!”, urlò Judai che aveva assistito alla scena dall'alto.

Anche a terra l'atmosfera era delle più tese e tristi; il loro amico li aveva lasciati per essere catapultato chissà dove.

Judai strinse il pungo: quei tre l'avrebbero pagata molto cara.

Si girò verso l'interno; era arrivato sotto la cupola in cima al castello, sorretta da quattro colonne sugli angoli, e al centro si trovava un ripiano rotondo.

“Bene, bene, bene”

Truman arrivò sotto forma di nuvola per poi umanizzarsi una volta sotto la cupola: “Complimenti, hai vinto”

Judai gli si scagliò addosso, prendendolo per la gola con una mano e sbattendolo contro la colonna: “Noi due abbiamo un discorsetto da fare”, gli disse infuriato, “Numero 1, dove avete spedito Crow?!”

Truman deglutì; il ragazzo era veramente arrabbiato: “Ecco... io non posso dirtelo”

Judai strinse di più la presa.

“Aspetta aspetta! Veramente non posso dirlo, ma ti assicuro che sta bene, non l'abbiamo mandato in posti sperduti, devi credermi!”
Judai allentò la presa; Truman sembrava seriamente spaventato, quindi quella doveva essere la verità: “Va bene ti credo... numero 2, smettila di entrare nella testa di Yusei”

Truman deglutì di nuovo: “N-non so di cosa tu stia parlando... Ok ok, ero io a fargli sentire quelle voci... ma solo perché mi hanno obbligato! Dopo quello che è successo tre giorni fa (ebbene sì gente, dalla prima prova sono passati solo tre giorni, anche se ho scritto una marea di capitoli XD ndAutrice), ho iniziato a provare simpatia per voi, e non volevo più aiutare Zone e Rudger, ma quei due mi hanno minacciato e sono stato costretto a insinuarmi nella mente di Yusei per provocare scompiglio in voi”

Judai lo lasciò andare: “Stranamente ti credo, ma se lo rifarai di nuovo, altro che occhi da peluches, ti cambierò tutti i connotati”
“Messaggio ricevuto”, rispose Truman massaggiandosi il collo, “Ora prendi il tuo premio”, e detto questo, fece un gesto ad arco con la mano e sul ripiano rotondo si materializzarono undici carte di Duel Monsters: il Drago Alinere non era presente tra quelle.

“Avanti, prendi il tuo Neos e torniamo giù”, disse Truman.

Judai si avvicinò al ripiano: le carte giravano in senso orario brillando; ognuna di esse voleva essere ricongiunta al proprio padrone, poi eccolo lì, il suo Neos Eroe Elementale, la sua carta preferita. Stava per prenderla quando chiese una cosa a Truman: “Posso prenderne solo una vero?”
“Ovviamente”

“E le altre carte?”
“Torneranno a essere custodite da Zone”
Judai annuì e poi prese la carta. Appena essa venne sollevata, le altre scomparvero come erano apparse. Il giovane osservò la figura constatando che era proprio reale, poi si diresse verso una delle estremità della superficie e guardò in basso: i suoi amici avevano gli occhi puntati su di lui, in attesa che scendesse; Judai si aspettava che Yusei fosse infuriato perché aveva eliminato uno dei suoi migliori amici, invece il meccanico alzò una mano e gli fece il segno dell'ok, visibile anche a quell'altezza.

Judai sorrise.

“Asuka!”

La ragazza lo guardò alzare un braccio e tirare qualcosa, che poi identificò come una carta; la afferrò con maestria tra l'indice e il medio della mano destra per poi guardarla: Cyber Angelo Benten.



*tira un respiro di sollievo* fiuu... è andato è.è sul serio, questo capitolo mi repelle, ma finalmente (e non vedevo l'ora di dirlo) dal prossimo capitolo inizierà la parte che più bramo *_______* dico solo che sarà una specie di mini-avventura, e ne vedremo delle belle *^* ah, per gli aggiornamenti potrei metterci ancora più del solito perché è ricominciata la scuola e devo darmi da fare O.O chiedo scusa per il contrattempo^^

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Capitolo 17
*** Capitolo 9: SOS Sparizioni in corso ***


 *arrivainciamparuzzolacadesirialza* Gomesaiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii! mi dispiace per questo ritardissimo T.T non ho scuse, veramente! no, anzi, la scusa ce l'ho, e si chiama scuola O.O mi sta portando via un sacco di tempo fra interrogazioni e verifiche, e siamo appena al primo mese *paura* quindi mi dispiace fin da subito se gli aggiornamenti saranno lentissimi T.T
detto questo ringrazio per le recensioni Jack and Carly love, Gattino Bianco, Luna, M3loDy, Kingdom, Michy e Jennymatt <3 e finalmente andiamo al capitolo *^*





Aprì una porta incastonata nell'oscurità più totale. Venne abbagliata da una fortissima luce che la introdusse in uno spazio che conosceva anche troppo bene: fluttuava in aria nella stanza adibita a garage; sotto di lei Yusei stava discutendo con... lei?!

Aki guardò la scena e se la ricordò: mesi prima aveva chiesto a Yusei di aiutarla con dei compiti di fisica, ma lui era troppo impegnato con la sua cara moto per aiutarla.

“Bene”, disse l'Aki del passato in tono freddo, “cercherò di arrangiarmi da sola visto che hai troppe cose da fare”, e se ne andò sbattendo la porta.

L'urto fece cadere un barattolo di chiodi da una mensola, che finì sulla parte davanti della moto. Yusei impallidì e corse a verificare i danni: “Serviva essere così violenti?”, disse fra sé e sé un po' alterato, “Per fortuna non ti ha fatto niente Red Storm”, e accarezzò la sua moto.

L'Aki del presente ribolliva di rabbia: Red Storm? Quell'ammasso di ferraglia aveva anche un nome? E Yusei l'aveva accarezzata come se fosse un cane! E soprattutto aveva preferito passare il tempo con la moto piuttosto che con lei!

La ragazza però ripensò a come l'aveva guardata il giorno prima: sembrava che si fosse realmente innamorato di lei...

Stai mentendo a te stessa

Nel buio una voce aveva rimbombato.

Stai pensando a quello che vuoi tu, e non a quello che realmente è

“Questo lo dici tu!”, replicò Aki, “Yusei è cambiato”

Davvero? Allora torniamo ad un momento che ricorderai anche troppo bene...

La realtà intorno ad Aki si distorse ma quando tutto si riassestò, la ragazza vide che era ancora nel garage, ma evidentemente in un altro giorno: Yusei stava trafficando con un computer collegato alla moto; poi notò se stessa che entrava nello spiazzo.

“Yusei... devo dirti una cosa”, disse.

In tutta risposta il ragazzo annuì distratto.

“Ecco... si tratta di una cosa importante”, continuò avvicinandosi, “quindi se non hai tempo non inizio neanche... ma mi stai ascoltando?”

Yusei sospirò e si alzò dalla sedia: “Dimmi”

“Sì però se inizi con questo atteggiamento io perdo tutta la voglia”, si lamentò lei.

“Quale atteggiamento?”

“Lasciamo stare... comunque devo dirti una cosa che non posso più nasconderti”; Aki arrossì: si era decisa a fare quel passo.

“Se me la dicessi magari... aspetta, è morto qualcuno?!”

“Ma no!”

“Ah meno male”, si rassicurò il ragazzo, “Perché hai una faccia tesissima”

“Sì beh ecco... Yusei, noi due ci conosciamo da abbastanza...”

“Aki taglia corto, vuoi che ti faccia i compiti di fisica?”

“Ma nooo!”,sbottò lei, “Lasciami finire!”

Doveva dirglielo, anche se non era più dell'umore giusto.

“Insomma, io volevo dirti che...”
Un 'bip' si levò dal pc e Yusei si catapultò su di esso: “Sì! Ce l'ho fatta! Ora sarai la più veloce”, disse rivolgendosi alla moto.

Aki non si trattenne più: “Yusei ti odio!”

“Ma se non ho fatto niente!”

E il resto della storia la conosciamo tutti: l'urlo di Aki aveva fatto arrivare Jack, Crow e Mikage, e anche Carly che era nascosta dietro un muro per vedere la scena.

Il garage scomparve davanti all'Aki del presente.

Sei ancora convinta di quello che dici?

Aki sorrise: “L'unica cosa di cui sono convinta ora è che Yusei me la pagherà cara”

Un turbine di petali di rosa taglienti come lame la circondò, e tutto divenne rosso sangue.

 

Jun era all'Accademia, nascosto dietro un cespuglio, senza avere la più vaga idea di cosa ci facesse lì; una forza misteriosa lo alzò e lo fece volare verso il faro.

“Ma che cavolo!”, esclamò Jun avendo paura di sfracellarsi al suolo da un momento all'altro.

Era notte, e quando arrivò nei pressi del molo gli fu difficile riconoscere le due figure intente a scrutare il mare, ma quando i suoi occhi si furono abituati li riconobbe: Ryo e Asuka (Ryo Marufuji è Zane Truesdale per chi non lo sapesse ndAutrice).

“Allora, come ti senti?”, chiese Asuka, “Intendo da neo diplomato”

“Come ieri, se devo dirtela tutta”, rispose Ryo, “Certo che Judai riesce sempre a sorprendermi”
“Già, siete riusciti a chiudere in pareggio”

A Jun venne un colpo: diploma? Pareggio? Allora si trovava nel passato, alla fine dell'ultimo anno di Accademia di Ryo... com'era possibile?!

“Lo ammetto, ho dovuto faticare per non farmi battere”, continuò Ryo.

“Lo immagino... e ora che cosa farai?”, chiese la ragazza.

“Parteciperò ad un campionato di professionisti”, rispose Ryo, “e poi chissà... e tu? Hai ancora tre anni davanti, pensi di riuscire a farcela?”

“Ci puoi contare! Non mi farò battere da nessuno!”, esclamò decisa Asuka.

Jun sospirò innamorato: quella era la sua donna.

“Io volevo dire se riuscirai a non farti uccidere da qualcuno”, sorrise nel buio Ryo, “Dopo quello che è successo, non mi meraviglierei se vi cacciaste in qualche altro guaio”

“Hai così poca fiducia in me?”, chiese Asuka, fingendo di essere offesa.

“Assolutamente no, ma visti i precedenti... E come pensi di fare con lui?”, continuò dopo una breve pausa il ragazzo.

“Lui? Intendi Judai?”

“Veramente parlavo di Jun”, disse perplesso Ryo, “Non mi pare abbia capito che lo hai respinto”

“Sai com'è fatto, si è intestardito e neanch'io posso farci niente”, ammise Asuka scuotendo la testa, “Cercherò di fargli capire che non è il mio tipo”

“Mmm già...” disse Ryo, per poi riprendere subito dopo, “Perché hai pensato che parlassimo di Judai?”

Asuka stette in silenzio e Jun trattenne il respiro.

“Asuka?”

“Ryo posso chiederti di fare un esperimento?”
“Esperimento?”
“Sì, a scopo puramente scientifico e dimostrativo”, continuò la ragazza.

Ryo rimase interdetto ma poi accettò: “Va bene, cosa devo fare?”

Asuka si girò verso di lui, gli prese il viso con una mano e lo baciò dolcemente.

A Jun si spezzò il cuore. Letteralmente. Si sentiva addirittura il rumore dei pezzi che si frantumavano. Crick crack. Era impossibile descrivere il dolore del ragazzo.

Non ti basta? C'è dell'altro

La scena cambiò e Jun vide scorrere davanti a sé tutti i suoi duelli contro Judai: li aveva persi tutti, mai una volta che fosse riuscito a battere quello Slyfer del..... sì beh, evitiamo le volgarità.

Si rese conto in quel momento che era sempre stato secondo a Judai in tutto... e anche a Ryo: era secondo anche a Ryo, non per i duelli, ma per Asuka; la ragazza aveva scelto lui.

Puoi diventare il re se lo desideri

“... Lo voglio”, disse Jun, “Voglio essere il primo in ogni cosa!”

è questo che voglio sentire

Una luce blu avvolse Jun per poi confondersi con l'oscurità che inghiottì ogni cosa.

 

“Devi andartene”

“Andarmene?”

“Ho una battaglia da combattere”

“E io devo scrivere il mio articolo, fammi almeno scattare un'ultima foto!”

Jack prese in mano la macchina fotografica.

“Che fai?”
Il duellante ruppe la memoria della fotocamera, vanificando tutto il lavoro fatto.

“Ma perché?”

“Non immischiarti in questa storia Carly, non puoi immaginarne le conseguenze e i gravi pericoli a cui andresti incontro”

…......

“Significa che non mi vuoi più tra i piedi?”
“Per scattarmi delle foto? No grazie”
Jack si allontanò seguito da Mikage.

Carly aveva assistito a tutto il flashback come fosse stata la spettatrice di un programma molto realistico; si ricordava bene quella scena, era accaduta all'incirca due anni prima: lei aveva aiutato Jack a recuperare l'autostima, e lui per ringraziarla le aveva detto di non volerla più tra i piedi.

Gli sei solo di peso. Lui ti sta usando

“No, non è vero”, disse decisa Carly, senza chiedersi a chi o cosa stava rispondendo.

La verità fa male ma devi accettarla

“Ah, e se questa fosse la verità, perché mi ha baciata sul tetto? E perché mi ha detto di amarmi? E perché era così sereno quando ballavamo? No, la verità è che mi ama veramente, e io amo lui”

Detto questo la memoria di Carly si sbloccò, e il periodo da Dark Signer le ritornò in mente come un lampo, assieme alla scena in cui era stata battuta da Jack: lui l'aveva abbracciata e lei gli aveva detto per la prima volta 'ti amo', prima di sparire in polvere.

Ma invece di sconvolgersi, la ragazza si rasserenò: quella era l'ennesima prova dell'amore disinteressato che provava per lei il ragazzo e in quel momento, l'unico flebile dubbio che ancora si aggirava nella sua mente scomparve e tutto venne inondato di una luce chiara e rassicurante.

 

Quando suo fratello era scomparso, era come se il mondo le fosse crollato addosso: quella figura che nonostante il carattere insopportabile e strafottente, avrebbe dato la vita per proteggerla non c'era più. Fubuki era scomparso dal dormitorio assieme ad altri ragazzi, e lei era stata privata dell'affetto più grande. Per fortuna però lui era ricomparso dopo essere stato battuto, ma nessuno avrebbe potuto cancellare quel periodo di dolore in lei.

Jun. Quante volte l'aveva fatta infuriare? Aveva perso il conto. Non perdeva occasione di saltarle addosso, fare 'pensieri osceni' su di lei, lo sapeva, o esprimersi chiamandola 'amore', 'splendore' ecc, mettendola in imbarazzo. Ma solo adesso lo aveva capito, dopo anni e anni: quello era il suo modo di manifestare l'infinito amore che provava, e lei lo aveva fatto soffrire sempre. Ma lui non si arrendeva e lei continuava a farlo soffrire, in un circolo senza fine. Jun non si meritava questo.

Dall'entrata nella Società della Luce, la sua memoria aveva molti spazi vuoti, ma ora ricordava ogni minimo particolare: aveva fatto soffrire anche le sue due migliori amiche, perché loro erano preoccupate per lei, e lei le aveva anche insultate.

Nel viaggio nelle dimensioni a causa di quel simbolo aveva provato una tristezza e un dolore infiniti a causa di Judai... Judai... le tornò in mente il duello a coppie, quello nel quale lui sembrava fregarsene del gioco di squadra e appariva freddo e calcolatore; era solo l'ombra del duellante spensierato di un tempo. Lei aveva cercato di svegliarlo da quello stato, prima con le buone, e poi con le cattive: alla fine c'era riuscita; Judai era tornato a sorridere un po' di più, e quello le era sembrato il momento migliore per confessargli i suoi sentimenti. Così, dopo il duello contro Kenzan (= Hasseleberry ndAutrice) e Rei, l'aveva aspettato sulla stradina a strapiombo sul mare, sulla via per il dormitorio Slyfer. L'atmosfera c'era: era notte la nave per i rifornimenti di carte era ancora ancorata al molo ed era stata abbellita con luci di ogni colore, lasciando trasparire un'atmosfera più che romantica, quasi sdolcinata.

L'aveva visto arrivare e il suo cuore aveva perso un battito. Judai si era avvicinato e le aveva chiesto cosa facesse lì. Lei lo avevo ringraziato, perché le aveva chiarito molte idee e i dubbi che ancora aveva erano svaniti. Era anche stata sul punto di dichiararsi, ma come una stupida aveva rinunciato, bruciando l'unica occasione che le si era presentata. E per questo si odiava ancora a un anno di distanza. Essendo andata a studiare in America, aveva avuto modo di conoscere molte altre persone che lei aveva apprezzato molto, ma nessuno le dava la stessa sensazione che provava quando stava con Judai.

Lei lo amava. E lui, baciando Aki, l'aveva indirettamente rifiutata. Non dava la colpa ad Aki, né a lui, ma solo a se stessa.

La sua vita in quegli anni era stata una sofferenza continua; certo, non completamente, ma ci sono dei fatti che segnano la vita una persona. In alcuni momenti pensava che essere insofferente e fredda l'avrebbe aiutata a vivere meglio.

E allora puoi diventarlo

Asuka alzò la testa: “Sì”

Una luce bianca inghiottì tutto.

 

“Ragazzi avete visto Asuka e Aki?”, chiese Rei la mattina seguente appena scese a colazione.

“No”, rispose Judai, “E adesso che ci penso, neanche Jun era in camera questa mattina”

Gli otto ragazzi rimasti si guardarono un attimo per poi rendersi conto della situazione.

“Non possono essere coincidenze”, disse Johan.

“Per una volta concordo”, ammise Jack.

“Già, non possono essersene andati da soli”, valutò Fubuki, “Per andare dove poi? No, è successo loro qualcosa, ma se scopro che hanno fatto del male alla mia sorellina, quei tre faranno una brutta fine!”, esclamò poi furioso.

“Aspetta Fubuki”, lo fermò Mikage, “Proviamo a ricapitolare: ieri sera tutti e tre sono andati a dormire normalmente?”

Tutti annuirono.

“E stamattina nessuno di loro era in camera quando ci siamo svegliati”
Di nuovo un sì collettivo.

“Allora è successo qualcosa stanotte”, concluse Mikage.

Che perspicacia, pensò Carly, per poi ricordarsi di uno strano sogno che aveva fatto; aveva sentito una voce che le continuava a dire che Jack non l'amava, ma lei era convinta del contrario ed era riuscita a batterla... E se non fosse stata una semplice coincidenza?

“Mmm ragazzi?”, chiamò Carly, attirando gli sguardi degli altri sette, “Stanotte ho fatto uno strano sogno: sembrava così reale che anche adesso faccio fatica a pensarlo come un'illusione... e c'era una voce che continuava a parlarmi”
“Una voce?!?”, esclamarono Yusei e Judai.

“Sì, continuava a cercare di convincermi di una cosa, ma io mi sono opposta e alla fine quella si è arresa”

“E allora?”, chiese Johan.

“E allora potrebbe esserci qualche collegamento”, fece notare la giornalista.

Judai batté un pugno sul tavolo: “Truman!”, esclamò.

“Che centra Truman?”, chiese Jack.

“Lui entra nella testa delle persone! Lui ha indotto Yusei a fare quelle azioni! Lui si è aperto un varco nell'inconscio di Carly per ipnotizzarla, e scommetto il mio deck che ha fatto lo stesso con Jun, Aki e Asuka!”

Quella teoria si era consolidata nella sua mente in pochi secondi e non poteva che essere così.

Yusei sbiancò: “Davvero è stato lui a...?”
“Sì”, tagliò Judai, “Ma gli avevo fatto promettere di non rifarlo! Ma se lo trovo lo...”
In quel momento dalla porta della cucina entrò proprio Truman.

“Ragazzi devo parlarvi urgentemen...”

Fubuki gli fu addosso come una tigre e tentò di strangolarlo: “Se osi fare del male a mia sorella giuro che ti stacco gli arti uno alla volta lentamente e dolorosamente!”

“Aspetta aspetta! Proprio di loro devo parlarvi”, disse Truman tentando di difendersi.

“Fubuki!”, esclamò Johan, prima di prenderlo per un braccio assieme a Jack e di trascinarlo lontano dall'uomo.

“Lasciatemi andare!”; esclamò lui.

“Se lo ammazzi non sapremo mai cosa è successo!”, gli disse Jack.

“Tu mi avevi promesso che non l'avresti più rifatto”, disse infuriato Judai prendendo Truman per il colletto davanti come il giorno prima, “Adesso parla”

“Calmo Judai”, disse Rei andandogli vicino, “vale la stessa cosa per te”

Judai mollò la presa e Truman tornò a respirare: “Meno male”
“Ora però parla”, disse decisa Carly.

Gli altri ragazzi lo circondarono.

“Sono venuto qua apposta”, iniziò l'uomo, “Zone e Rudger mi hanno costretto a farlo. Stanotte sono entrato nella mente di Manjoume, Izayoi, Tenjouin e Nagisa allo scopo di farli dubitare di loro stessi e quindi di soggiogarli a noi; ha funzionato con tutti, meno che con lei”, e indicò Carly, “che mi ha cacciato fuori dalla sua mente. Adesso sono stato mandato da voi per una prova”
“Una prova?”, chiesero gli altri.

“Sì. Per recuperare i vostri amici dovrete passare una prova, che inizierà attraversando la porta di ingresso... Ve lo giuro, io non volevo farlo, ma mi hanno costretto con la forza”

L'atmosfera era di ghiaccio.

Yusei si mosse per primo: andò a passo svelto verso la porta della cucina, spingendo Truman di lato in malo modo; fu subito seguito da Judai e dagli altri.

Gli otto ragazzi furono davanti alla porta d'entrata.

“Cosa dobbiamo fare?”, chiese Yusei, cercando di trattenere la rabbia.

“Dovete oltrepassare questa porta, e poi superare la prova”, rispose Truman, “E prima che lo chiediate, non ho idea di cosa vi aspetti”
Yusei quasi non lo ascoltò: aprì la porta e iniziò a percorrere un lungo e buio tunnel, affiancato da Judai e seguito a breve distanza dagli altri.




eccoci qua XD finalmente inizia la parte che sogno da una vita *_____* chissà cosa dovranno fare i nostri amici per recuperare quei tre uhuh ah, prima che mi linciate, la scena fra Asuka e Ryo verrà spiegata più avanti u.u non è tutto oro quello che luccica... (in realtà mi è venuta in mente all'improvviso, perché io amo quei due insieme *^* *si nasconde dai fan della coppia JudaiAsuka) *tossicchia* eh-ehm... comunque siamo finalmente qui, e tenterò di aggiornare il prima possibile *^*
prima di lasciarvi vi pongo una domanda... chi va al Lucca Comix? *alza la mano*
e poi una notizia che mi ha lasciata tristissima... riposa in pace Marco Simoncelli

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Capitolo 18
*** Di fuoco, ghiaccio e fulmine: Ghiaccio ***


 di fuoco, ghiaccio e fulmine l'armonia giammai va offesa, o il mondo soltanto scompiglio dai tre titani dovrà difendere.... cosa centra la leggenda di Lugia del secondo film dei pokemon? assolutamente niente XP no, in realtà centra perché questi tre elementi avranno un ruolo importante in questi capitoli *^* ah si... scusate il ritardooooooooo >.< sono riuscita a scrivere solo fra ieri e oggi >.< però mi farò perdonare postando un abnorme capitolo (6 pagine e mezzo di open office e ho detto tutto XD) *^* non sapevo se spezzarlo o meno, ma alla fine ho deciso di lasciarlo tutto intero XD
che altro dire, ringrazio Gattino Bianco, Micky, Helena, Kingdom, Jenny, Kiara e Alma per le recensioni <3 e vi lascio al capitolo *A*
(a proposito, se mi lasciate 8 recensioni arriviamo a 100 *commossa*)





Quello che si presentò davanti ai ragazzi una volta attraversata la porta posta alla fine del lungo tunnel nero, fu uno spettacolo mozzafiato: si ritrovarono in un immenso spazio, nessuno avrebbe saputo dire se chiuso o aperto, dato che i colori si mischiavano in un tutt'uno. Intorno a loro tutto era dotato delle sfumature dal bianco all'azzurro; la temperatura era calata bruscamente e ora si aggirava intorno ai 0 gradi, così qualcuno iniziò a fare strambe danze per riscaldarsi.

“Si congela!”, esclamò Carly saltellando e strofinandosi le mani.

“Concordo”, disse Fubuki, “quindi la cosa migliore da fare è muoverci. E in fretta”

“Ragazzi?”, chiamò Mikage.

“Che c'è?”, chiese Johan,

“Guardate là”

Mikage era a una decina di metri da loro e venne rapidamente raggiunta; lo spettacolo che si presentò ai loro occhi era tanto splendido quanto inquietante: si trovavano su una superficie sopraelevata e sotto di loro si poteva vedere un enorme diramarsi di pareti, che si intrecciavano fra loro in un moto indefinito: un labirinto. Per giunta di ghiaccio.

“Accidenti”, commentò Rei rompendo il silenzio che si era formato fra di loro, che andava ad unirsi a quello inquietante di quello spazio così apparentemente tranquillo.

“Ehi! Là c'è una porta!”

Johan aveva adocchiato, nell'altra estremità del labirinto rispetto a loro, una porta, che con molta probabilità li avrebbe condotti nella stanza successiva.

“Direi che l'unica cosa da fare è attraversa questo labirinto”, disse Judai, per poi dirigersi verso una rampa di scale che accompagnavano dolcemente la discesa seguendo il versante dell'altura dove si trovavano.

Gli altri ragazzi annuirono e lo seguirono.

Ben presto il pavimento venne scambiato con soffice neve, aumentando ancora di più la sensazione di freddo nei poveri giovani, che ormai sbuffavano nuvolette di vapore dalla bocca, tanto era il gelo.

“Avrebbero potuto avvertirci”, commentò Rei, “mi sarei portata un piumino”

Concordarono con lei anche gli altri, meno che Yusei e Judai che erano alla testa del gruppo e proseguivano come due locomotive impazzite, ovvero molto rapidamente.

In pochi minuti i ragazzi si ritrovarono davanti ad un'entrata formata da un arco di ghiaccio, dalla quale erano cresciute pericolanti delle stalattiti che rischiavano di staccarsi da un momento all'altro; nel punto più alto dell'arco era presente un cerchio più o meno del diametro di un metro, che conteneva al suo interno il simbolo di un fiocco di neve squarciato in due, che dava un senso di inquietudine: un simbolo così delicato e bello come la neve era stato brutalmente devastato da qualcosa di ignoto che lo aveva segnato nel profondo.

Yusei e Judai non persero tempo in congetture e si inoltrarono nel labirinto, seguiti dagli altri un po' più impauriti, ma sostenuti comunque da Fubuki che tentava di fare da tramite ai due umori del gruppo: se da una parte voleva assolutamente ritrova la sorella, dall'altra aveva paura di quello che avrebbero potuto trovare in quel labirinto di ghiacci eterni.

Insomma, il gruppo iniziò a camminare... camminare... camminare... camminare... (e basta! Ti citerò per danni! è.è guarda che non ce la faccio più a camminare -.- *si appoggia al pesce spada come se fosse un bastone da vecchi* ndJohan gioventù bruciata u.u ndAutrice). Il freddo si era fatto, se è possibile, ancora più pungente e ora tutti camminavano sprofondando nella neve fino alla caviglia; più volte si trovarono davanti ad un vicolo cieco e più volte dovettero decidere se andare a destra o sinistra, rigorosamente a caso.

Dopo almeno un'ora di giro a vuoto la tensione era alle stelle: “Dannazione!”, esclamò Judai fermandosi e tirando un pugno ad una parete del labirinto (facendosi tra l'altro male), “Non riusciremo mai a trovare l'uscita!”, e si appoggiò alla parete guardando verso l'alto, dove si poteva vedere quel simil-cielo, così bianco e infinito.

“Judai ha ragione”, commentò Rei, “Stiamo continuando a girare a vuoto”

“Ma che altro potremmo fare?”, chiese Jack, “Non abbiamo niente con cui orientarci! E scalare una di queste pareti per vedere dove siamo è impossibile, sono troppo ripide”
A Fubuki si accese una lampadina: guardò una parete e calcolò mentalmente scrutando i suoi compagni... forse che ci si riusciva...

“Ragazzi ascoltate”, esordì, “la parete è alta più o meno cinque metri: se noi formassimo una specie di piramide forse riusciremmo a salire”

Gli sguardi interrogativi degli altri costrinsero Fubuki e spiegarsi meglio: “Io e Jack siamo alti più o meno uguale (anche se io sono più bello) e se unissimo le braccia in modo da formare un quadrato, dovremmo riuscire a sostenere chi salirà sopra; in questo caso potrebbero salire Yusei e Johan che farebbero come me e Jack, e per ultima salirebbe Judai che dovrebbe riuscire ad arrivare oltre il muro” (se non avete capito, Fubuki e Jack con le braccia faranno una specie di seggiolino in modo che gli altri possano salirci sopra ndAutrice).

“Ma tu sei fuori!”, esclamò Jack dopo un attimo di silenzio, “Insomma, non riusciremo mai a sostenere il peso di altre tre persone!”

“Potremmo dare un sostegno anche noi”, ipotizzò Mikage indicando lei, Carly e Rei, “anche se non siamo molto forti, possiamo comunque aiutare”

“Avete altre idee se no?”, chiese Fubuki guardando le facce perplesse degli altri.

“Direi che vale la pena tentare”, disse Yusei, parlando per la prima volta da quando erano entrati nel labirinto.

“Ok, allora andiamo!”, esclamò Fubuki.

Lui e Jack si avvicinarono alla parete e si misero in posizione: “Mi raccomando”, disse Tenjouin prima che Yusei salisse, “la parola chiave è rapidità: io e Jack siamo forti, ma abbiamo anche noi un limite”

E dopo questa puntualizzazione, Yusei salì sopra il sostegno provvisorio: l'equilibrio era molto precario, ma appoggiandosi anche alla parete riuscì ad aiutare Johan a salirgli vicino. Entrambi unirono le braccia come poterono, pronti per sostenere il peso di Judai che sarebbe salito di lì a poco; nel frattempo Mikage, Carly e Rei erano andate a rafforzare le braccia di Jack e Fubuki, che stavano facendo uno sforzo fisico notevole. Per ultimo iniziò a salire Judai; gli riuscì molto difficile arrivare da Yusei e Johan, dato che lo spazio era molto ristretto, e ancora più difficile fu salire sui suoi due compagni, ma dopo molti minuti che sembravano ore ci riuscì e si alzò in piedi.

“Sbrigati Judai!”, disse Jack con voce malferma, “Non so per quanto ancora riusciremo a resistere!”

A Judai mancavano solo una ventina di centimetri per riuscire a guardare oltre alla parete, per cui fece forza con le braccia e si tirò su meglio che poté; riuscì ad arrivare con la testa oltre e a guardarsi intorno per qualche secondo, perché a causa del ghiaccio scivolò e ricadde di peso su Yusei e Johan: il colpo fu troppo forte perché Fubuki e Jack lo sostenessero, così le loro braccia si mollarono e la pericolante torre umana crollò, facendo finire i ragazzi uno sopra l'altro.

“Ahio che botta!”, esclamò Johan, sentendo il peso di Judai sulla schiena ed essendo a sua volta sopra Jack.

Click.

“Quel rumore non mi è piaciuto”, commentò Judai alzandosi.

E lo Slyfer aveva ragione: cadendo, qualcuno aveva premuto un interruttore posto per terra che aveva azionato una trappola, e ora dalle pareti e dal terreno stavano uscendo delle lastre di ghiaccio che si riunivano in modo concentrico, prossime a isolare i ragazzi fra due di esse.

“Correte!”, esclamò Yusei, iniziando a scappare più veloce che poteva.

I ragazzi percorsero un lungo corridoio, saltando le lastre che ormai erano alte almeno un metro e continuavano a salire; ad un tratto Yusei, Judai e Rei riuscirono a superare una barriera che ormai si stava chiudendo: “Eh no!”, esclamò Johan, “Ci passò anch'io!”

“Johan no!”, urlò Carly, che aveva visto che sarebbe stato impossibile per il ragazzo oltrepassare la lastra.

Johan si tuffò lo stesso attraverso il buco che continuava a restringersi e.... rimase incastrato: ebbene sì, dal busto in su comprese le braccia si trovava dalla parte di Yusei, Judai e Rei, ma dal busto in giù era rimasto dall'altra parte.

“Mi sono incastrato!”, urlò dimenandosi e tentando di passare.

Nonostante la tensione del momento, la situazione non poteva che assumere tratti almeno lievemente comici... insomma, un Johan che si dimena come un'anguilla perché si è incastrato non è cosa che si vede tutti i giorni!

“Tiratemi fuori da quiiiiiiiii!”, urlò lui.

Tentarono prima Yusei e Judai tirandolo dalla loro parte, poi Jack e Fubuki dall'altra, ma il ragazzo non si muoveva di un millimetro.

“Non riusciamo a spostarti”, disse Fubuki dopo un ennesimo tentativo.

“Nooooooo! Sono troppo giovane per morire in un buco!”, piagnucolò Johan.

Gocciolina stile anime.

“Ragazzi”, fece Jack rivolgendosi a quelli dall'altra parte della parete di ghiaccio, “è inutile che tentiate di tirarci fuori; andate avanti e cercate l'uscita. Noi ce la caveremo in qualche modo”
Fubuki e Carly annuirono per sostenere la decisione di Jack.

“Va bene”, disse Judai, prima di incamminarsi verso l'ennesimo passaggio, per fortuna completamente libero dalle lastre di ghiaccio.

 

“L'avete sentito anche voi?”, chiese Rei spaventata.

“Cosa?”, fece Yusei.

Un ululato più forte si levò nell'aria, segno che non era molto distante; ai ragazzi venne la pelle d'oca.

“Ci mancavano solo i lupi!”, esclamò Yusei guardandosi intorno.

“è meglio accelerare”, commentò Judai, e i tre affrettarono il passo.

Cinque minuti dopo un altro ululato tagliò l'aria come un fendente, e sembrava provenire da dietro i ragazzi, che sobbalzarono girandosi verso la strada già percorsa.

“Appena lo vediamo io lo distraggo e voi fuggite”, disse piano Judai, continuando ad arretrare davanti agli altri.

“ E bravo furbo”, commentò Yusei, “E se è un branco intero come pensi di fare?”, chiese ironicamente.

“In quel caso occorrerà correre più veloci della tua Duel Runner”

“Duel che?”, chiese Rei, ma un altro ululato si alzò potente.

I ragazzi si irrigidirono. A causa del silenzio innaturale riuscirono a sentire un rumore di zampe che correvano sulla neve.

“Io non resterei qui a vedere se è uno o se sono di più”, disse Rei.

“Concordo”, aggiunse Yusei.

I tre si guardarono per un secondo e poi si girarono e iniziarono a correre più veloci che poterono, andandosi ad imboscare ancora di più nel labirinto, con un potenziale branco di lupi affamati alle calcagna. Intanto un sottile strato di nebbia era sceso fra quei corridoi di ghiaccio puro, rendendo ancora più difficile la fuga.

“No!”, esclamò Rei.

I ragazzi voltando un angolo si erano ritrovati un muro di ghiaccio a sbarrare loro la strada; stavano per tornare indietro quando sentirono un ringhio provenire da davanti. Arretrarono tutti e tre, fino a trovarsi con le spalle al muro; Yusei e Judai si misero davanti a Rei per proteggerla, ma non sapevano neanche se avrebbero saputo proteggere loro stessi.

Il ringhio aumentò di volume, segno che si stava avvicinando. Nella foschia si intravidero ad un tratto due occhi ambrati risplendere minacciosi; per un attimo la nebbia si diradò e ne spuntò fuori un lupo solo.

“Per fortuna è uno solo”, disse Judai, preparandosi alla lotta.

“Judai fermo”, lo ammonì Rei, “non hai visto che è giusto un po' più grande del normale?”

Judai osservò il lupo: in effetti era grosso, sarà stato alto almeno un metro e mezzo; era bianco con sfumature azzurre, ma quello poteva anche essere dato dal ghiaccio e dalla nebbia circostanti; ma quello che lo colpì di più furono delle specie di fiammelle blu che partivano dalle zampe e danzavano nell'aria minacciose.

“Ci mancava solo il lupo demoniaco”, disse Yusei.

Il lupo ringhiò e iniziò ad avvicinarsi basso lentamente, aspettando l'occasione giusta per balzare.

“Cosa possiamo fare?!”, esclamò Rei impaurita.

“Io lo distraggo e voi scappate”, disse Yusei.

“Allora”, incominciò Judai, “intanto questo era il mio piano, e poi c'è posto per un solo eroe in questa storia”, e sorrise.

Durante quello scambio di battute il lupo aveva osservato i tre ragazzi come per decidere a chi saltare addosso per primo; stava mostrando i denti in una specie di ghigno sadico, ma quando Judai parlò, smise di emettere quel suono terrificante. Si fermò un attimo e guardò lo Slyfer.

“Judai mi sa che ti ha puntato”, disse Yusei preoccupato.

“Saprò difendermi!”, e detto questo il ragazzo si mise in posizione di difesa, pronto a incassare l'offensiva.

Ma quello che successe poi stupì enormemente i tre giovani: il lupo abbassò le orecchie e iniziò a guaire, come se stesse piangendo. I ragazzi rimasero sconcertati.

“E adesso che fa?”, chiese perplesso Yusei.

“Non farti impietosire Yusei”, disse Judai, “è sicuramente una trappola per farci abbassare la guardia”

Rei la pensava diversamente: “Judai è un animale! Non può escogitare simili trovate!”

Nel frattempo il lupo stava avanzando lentamente con la testa bassa e le orecchie tirate indietro, sempre guaendo.

“Sta' fermo lì!”, esclamò Judai arretrando di un passo.

Il lupo abbaiò piano per un attimo e poi guardò lo Slyfer con i suoi occhi diventati improvvisamente quasi umani: Judai abbassò la guardia e fece un passo in avanti.

“Judai che fai?!?”, esclamò Yusei.

Judai alzò una mano verso l'amico come a indicargli che andava tutto bene e andò davanti al lupo; la spalla dell'animale gli arrivava oltre a metà busto. Le fiamme sulle zampe danzavano nervosamente. Judai guardò il lupo e allungò una mano verso di lui: l'animale vedendola alzò la testa e si fece accarezzare felice, iniziando a scodinzolare.

Dietro Yusei e Rei erano con la bocca spalancata: “Non ci credo...”, commentò la ragazza.

“Eppure è così”, disse di rimando Yusei.

“Questo lupo ha qualcosa di familiare”, rispose Judai accarezzandogli il collo: la pelliccia era molto folta e incredibilmente morbida; solo in quel momento il ragazzo notò che dalla testa fino a metà busto lungo la spina dorsale c'erano dei ciuffi di pelo dai riflessi oro, “Non so perché ma sento che possiamo fidarci di lui”
Come in risposta il lupo abbaiò.

“Sarà...”, commentò Rei avvicinandosi.

Il lupo si diresse verso di lei e dandosi una spinta con le zampe le leccò la faccia.

“Ehi!”, esclamò lei allontanandosi.

“Che vi aveva detto?”, sorrise Judai.

“Ma non può essere una trappola di Zone?”, domandò Yusei non del tutto convinto.

L'animale questa volta andò vicino a lui e gli strusciò la testa sul fianco: “Va bene, mi hai convinto”, disse il meccanico accarezzandolo.

“Senti”, iniziò Judai rivolgendosi al lupo, “tu sai dov'è l'uscita vero?”

L'animale abbaiò facendo una specie di 'sì' con la testa, poi diede la schiena ai ragazzi e girò il muso verso di loro, segno che voleva che i tre salissero sulla sua groppa.

Yusei e Rei si guardarono perplessi, ma Judai non se lo fece ripetere due volte e con un salto si posizionò appena dietro le spalle dell'animale.

“Coraggio! Venite che è anche morbido!”

Gli altri due cedettero e salirono; Rei si sistemò, aiutata dai ragazzi, dietro Judai e per ultimo salì Yusei.

“Tenetevi forte”, disse eccitato Judai.

Il lupo ululò e poi iniziò a correre attraverso i corridoi di ghiaccio.

Dopo pochi minuti il lupo oltrepassò con un balzo un altro arco di ghiaccio, simile a quello dell'entrata, e atterrò di fronte ad una porta di metallo.

Yusei, Rei e Judai scesero e si avvicinarono all'entrata. I ragazzi tentarono subito di aprire la porta, ma questa rimaneva costantemente chiusa

“Guardate qua!”, esclamò Rei indicando un punto della superficie.

Nel metallo era inciso un cerchio contenente un fiocco di neve, che, a differenza di quello sull'arco d'ingresso, era intero.

“Scommetto il mio deck che questo coso è la chiave per aprire la porta”, commentò Judai scrutando il cerchio.

“E ora che si fa?”, chiese Rei.

“Direi che conviene riunirci agli altri e andare a cercare la chiave”, disse Yusei.

“Saggia idea”, confermò Judai, “però potremmo fare di meglio”, e si girò verso il lupo, “riusciresti a portare qui gli altri nostri compagni?”

Il lupo annuì con la testa.

“Judai ma sei fuori?!”, esclamò Yusei, “Come puoi fidarti?”

“Ci ha condotti fin qui sani e salvi, no?”
“Sì ok, ma non pensi che appena gli altri vedranno questo enorme lupo, scapperanno a gambe levate?”

“No, perché penso siano ancora bloccati fra le lastre”, ribatté pacato Judai, “E penso che il nostro amico qui abbia abbastanza forza per buttarle giù... e poi ho il sospetto che si fideranno di lui”, aggiunse accarezzando la testa dell'animale.

“Penso che possiamo fidarci”, commentò Rei, “Noi intanto cercheremo qua intorno”

Alla fine Yusei cedette e acconsentì.

“Visto che siamo tutti d'accordo, puoi andare”, fece Judai.

Il lupo ululò ancora e balzando scomparve di nuovo nel labirinto.

 

Nel frattempo gli altri oltre a Johan incastrato nella lastra, avevano scoperto un altro problema: quando la torre umana era crollata, qualcuno doveva essere caduto sul braccio di Mikage, che ora si lamentava del dolore.

“Penso di essermelo rotto”, fece la donna tenendosi il polso sinistro dolorante.

“Purtroppo adesso non possiamo farci niente”, commentò Carly, “Bisognerebbe steccarlo in qualche modo, ma non c'è niente di rigido qui intorno”

“Prova a metterci della neve”, disse Fubuki, prendendo della neve da terra e andando vicino a Mikage, “Almeno allevierà un po' il dolore”

Mikage annuì e scoprì il polso, che nel frattempo di era gonfiato; la neve fresca diede una temporanea sensazione di benessere alla donna.

“Mikage mi dispiace tanto per il tuo polso... ma qualcuno potrebbe tirarmi fuori?!?”, e detto questo Johan ricominciò a dimenarsi.

“Ci proviamo, ma stai fermo!”, esclamò Jack, prendendo una gamba del ragazzo con Fubuki che aveva preso l'altra.

“Al mio tre tiriamo”, fece il biondo, “uno... due... tre!”

E i due iniziarono a tirare il povero Johan per cercare di sbloccarlo da quella situazione.

Carly intanto stava aiutando Mikage ad alleviare il dolore con la neve; ad un tratto, scostandone da un cumulo, vide una specie di pulsante tondo, con scavato dentro un fiocco di neve...

“Ragazzi, che faccio lo premo?”, chiese, portando l'attenzione degli altri sul problema.

“Tanto peggio di così non può andare”, commentò Jack, e premette il pulsante con un piede.

“Non dirlo!”, esclamò Fubuki, “Al peggio non c'è mai limite!”

Per fortuna il ragazzo questa volta si sbagliava: il pulsante azionò un meccanismo che aprì nella parete di ghiaccio uno scomparto, dal quale ne uscì un ripiano con sopra una specie di medaglione con lavorato dentro un fiocco di neve. Carly lo prese: “Mi sa che questo servirà a qualcosa”

“Ra-ra-ra-ragazzi...”

Gli altri quattro si girarono verso Johan che li aveva chiamati balbettando e fecero un balzo indietro per lo spavento: davanti al duellante dei cristalli si trovava un gigantesco lupo che lo stava fissando con la testa inclinata.

“Q-qualcuno faccia qualcosa!”, esclamò terrorizzato il ragazzo.

Ma nessuno sapeva cosa fare e nella posizione in cui erano, non avrebbero potuto comunque agire.

Il lupo si avvicinò alla testa di Johan: “Io vi ho voluto bene!”, disse lui, “Lascio le mie carte a voi, dividetevele come volete; poi non dovete assolutamente buttare la collezione dei miei pesci spada preferiti! Anzi, aprite un museo in mia memoria e fatevi pagare bene l'ingresso, e... e?”

Johan interruppe il testamento perché il lupo gli aveva leccato la faccia scodinzolando.

“Ma non sembra malvagio”, commentò Mikage.

“In effetti...”, fece Fubuki guardando l'animale, “ha qualcosa di familiare... penso che ci voglia aiutare”

Gli altri lo guardarono come se fosse impazzito: “Ma sei scemo?”, gli disse Jack.

“Io penso che abbia ragione”, concordò Carly, “Non mi sembra cattivo... se lo fosse a quest'ora staremmo progettando l'apertura del museo...”

Il lupo smise di leccare la faccia di Johan e si spostò alla sua sinistra, allontanandosi un po' dalla lastra di ghiaccio.

“E ora che fa?”, chiese Jack, non ottenendo ovviamente risposta.

Il lupo prese lo slancio e diede una poderosa spallata alla lastra che tremò.

“Ehi!”, esclamò Johan impaurito.

Un'altra spallata. La lastra si incrinò leggermente.

“Aspettate!”, esclamò Carly, “Sta cercando di liberarci!”

La tesi della ragazza si rivelò giusta: il lupo continuò a scontrarsi con la barriera finché questa finalmente non si ruppe andando in mille pezzi e liberando Johan.

“Libero!”, fece il ragazzo entusiasta.

I cinque ragazzi guardarono il lupo, che nel frattempo si era seduto e li scrutava.

“Non ci vuole mangiare”, disse Mikage.

“Direi di no”, aggiunse Fubuki andando vicino all'animale e accarezzandolo.

Il lupo lasciò fare, poi si alzò e girandosi indicò con il muso la sua schiena.

“Vuoi vedere che ci chiede di salirgli sopra?”, disse Fubuki.

“Salire sopra a questo coso?”, commentò Jack.

Il lupo gli ringhiò piano contro.

“Jack non offenderla”, lo ammonì Fubuki.

“Offenderla?”, sottolineò Johan perplesso, “Come fai a sapere che è una lupa?”
“Non lo so... mi ispira”, disse il ragazzo sorridendo e detto questo salì sul dorso dell'animale, “Avanti fifoni!”

Alla fine si convinsero tutti e si posizionarono sul dorso della lupa, stringendosi più che poterono dato che comunque erano in cinque. Quando si furono sistemati l'animale iniziò a correre.

 

“E così Johan stava facendo testamento?”, chiese divertita Rei, una volta che la lupa aveva raggiunto lei, Judai e Yusei.

“Già”, confermò Carly, “voleva che aprissimo un museo per i suoi pesce spada”

Rei sghignazzò.

“Avete finito di prendermi in giro?!”, si arrabbiò Johan.

“Sì, finitela”, disse Judai, “Qua non sappiamo ancora come aprire questa porta”

“Ma... quel simbolo...”, commentò Fubuki avendo visto il cerchio sull'entrata.

“Beh, tanto vale provare”, disse Carly avvicinandosi con il medaglione alla porta.

“Dove l'avete trovato?”, chiese Yusei.

“è uscito da uno scomparto segreto premendo un pulsante nella neve”, spiegò Jack come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Lentamente Carly alzò il braccio e posizionò il medaglione nell'apertura, pronta come gli altri a correre via se fosse successo qualcosa di pericoloso.

Il medaglione si incastrò perfettamente nello stampo e tutti rimasero con il fiato sospeso...

“... Beh?”, fece Johan, visto che non succedeva niente.

Improvvisamente la lupa ululò. Tutti si girarono a guardarla per vederla venir risucchiata dallo stesso medaglione, il quale si illuminò di un azzurro intenso facendo scattare la serratura e aprendo la porta.

Judai raccolse il medaglione che era finito a terra, mettendoselo in tasca: “Andiamo”, disse semplicemente, prima di incamminarsi nel buio tunnel.



spero di non avervi fatto incrociare gli occhi XD però avevo deciso di concentrare tutto in un capitolo u.u ricordatevi del lupo... perché? mi chiederete, e io vi rispondo mica posso dirvi tutto ora! XD
se vedemio XD

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Capitolo 19
*** Di fuoco, ghiaccio e fulmine: Fuoco ***


 e rieccoci! non me ne volete, vi avviso subito che il capitolo è orrendo XD ma volevo assolutamente postare così l'ho lasciato più o meno come mi è uscito al primo colpo XD
questa volta non ho nient'altro da dire, se non ringraziere Gattino Bianco, Jennymatt, Alma, Frà e Kingdom per le recensioni <3
e ora vi lascio al capitolo *^*





Buio. Assolutamente, inconfutabilmente, perennemente, silenziosamente (e dacci un taglio -.- ndJack) buio. Non si vedeva ad un palmo dal naso. L'unica luce, l'unico punto di salvezza proveniva dal tunnel che recava ancora i riflessi del labirinto di ghiaccio; i ragazzi riuscivano a malapena a vedersi in faccia.

“E adesso?”, chiese Rei ansiosa.

Come avesse ordinato, a cinque metri davanti a loro, dal pavimento venne sparata in aria all'improvviso un'enorme e spaventosa colonna di fuoco, le cui fiamme ardevano irate e pronte a bruciare i malcapitati che si fossero trovati a tiro. Così come comparsa la colonna sparì nel pavimento in una manciata di istanti, lasciando i ragazzi sbiancati, come se l'arsura avesse risucchiato loro i colori.

“... ok... cos'era quello?! E guai a chi mi risponde con 'colonna di fuoco'!”, esclamò Fubuki.

Gli altri rimasero in silenzio perché non sapevano cosa dire.

Ad un tratto ai loro lati iniziarono ad accendersi in successione dei piccoli fuochi in alcuni vasi, così da illuminare finalmente lo spazio in cui si trovavano, lasciandolo comunque in penombra, rievocando i vecchi manieri stregati dei libri dell'orrore nella quale ti volti e ti trovi di fronte un fantasma pronto a spedirti all'aldilà. Di fronte ai giovani si ergeva a pochi metri un arco simile a quello dell'entrata del labirinto, con la differenza che esso era costruito interamente di roccia e all'estremità più alta possedeva uno stemma con i simbolo di due fiammelle separate.

Yusei si avvicinò all'arco e osservò il pavimento poco più avanti: era costituito da grate quadrate di più o meno due metri di lato tutte vicine, e se si guardava attraverso le fessure, si potevano notare dei tizzoni ardere minacciosi...

“Ragazzi”, chiamò Carly, “dov'è Mikage?”

Tutti si guardarono intorno e si accorsero per la prima volta della sua assenza.

“O cavolo”, commentò Johan.

“Mikage!”, chiamò Jack, per poi essere seguito dagli urli degli amici.

“è inutile che vi sgoliate”

La voce di Zone rimbombò intorno a loro.

“Dove l'avete portata?!?”, chiese furioso Fubuki.

“Tranquilli, è andata a far compagnia al vostro amico Crow e dubito che la rivedrete presto”, rise l'automa.

“Zone!”, esclamò il moro.

“Questa volta non dovete prendervela con me”, si giustificò il robot, “ho ricevuto ordini dai piani più alti (*si rivolge ai lettori* per una volta ha ragione, perché come sappiamo io Mikage non la sopporto e finalmente ho trovato il modo per farla sparire :D *perfidia modON* ndAutrice). E comunque è inutile pensare a lei; concentratevi per la prova... del fuoco! Aaaaah, che battuta spiritosa (Madonna quanto spirito... .-. ndAutrice)”, e detto questo la voce dell'automa si spense del tutto.

Pochi istanti dopo non una, ma decine di colonne di fuoco iniziarono a sbucare dalle grate in ordine sparso e alternandosi, rendendo in poco tempo la situazione incandescente.

“Qualcuno sa cosa accidenti dobbiamo fare?!”, chiese Johan.

Yusei indicò un punto di fronte a lui: le numerose colonne avevano illuminato un po' di più lo spazio, tanto da permettere agli occhi umani di scorgere dalla parte opposta, a circa cinquanta metri, un'altra porta... una colonna interruppe loro la visuale alzandosi in tutta la sua maestosità e imponenza.

“... Ma questi sono scemi”, commentò Judai, “vogliono che facciamo la fine dei polli arrostiti?!”

“Già, ma in un modo o nell'altro dobbiamo oltrepassare questa stanza”, disse Carly, “qualcuno ha qualche idea?”

Tutti si guardarono intorno per cercare la risposta, meno che Yusei che continuò a osservare la stanza: aveva notato che le colonne si innalzavano sempre nello stesso ordine e che in alcuni punti non comparivano mai...

“Ho un'idea!”, esclamò Johan entusiasta.

“Davvero?”, chiese Jack incredulo.

“Certo!”

“E quale sarebbe?”, domandò Rei.

“L'unico punto dove non corriamo il rischio di bruciacchiarci sono le pareti, quindi basterà camminare attaccati ad esse”
“Sì, e come pensi di fare? Non ci sono appigli a cui appendersi!”, esclamò Jack irritato.

“Aspetta Atlas, forse Johan ha trovato qualche arpione o ventosa”, commentò Fubuki credendo che fosse una buona idea, “oppure qualche corda! Non è vero Johan-san?”

“A dire la verità pensavo di andare a cercare un ragno radioattivo, farci mordere tutti e farci trasformare in Spider-man”, rispose Johan serio.

Silenzio.

“Tu sei un imbecille”, e detto questo Fubuki, Judai e Jack gli assestarono un pugno in testa, facendogli rimpiangere la scemenza detta.

Yusei sorrise soddisfatto.

“è una causa persa”, disse sconsolata Rei, “comunque non sappiamo ancora cosa fare”

“Già...”, commentò Judai, “Yusei hai qualche idea?”

“Al mio tre seguitemi”, disse secco il ragazzo.

“Come?”, chiesero gli altri perplessi.

“Non fate domande e fidatevi! Uno...”

“Yusei!?”, esclamò Fubuki.

“Due... muovetevi e venite qui!”

Gli altri si avvicinarono mentre una colonna di fuoco si alzò proprio dalla grata più vicina: “Spero che tu sappia quello che stai facendo!”, esclamò Judai.

“Tre!”

Yusei scattò verso la stanza, seguito a ruota dagli altri tanto impauriti quanto perplessi; ad un tratto il ragazzo si fermò su un quadrato, costringendo i compagni a una brusca frenata.

“Yusei sei impazzito?!”, tuonò Jack, “Finiremo tutti arrosto!”

“Le colonne seguono uno schema ben preciso”, spiegò in fretta Yusei, “e penso di averlo memorizzato”

“Come 'penso'?!?”, chiese Carly, “Se ti sbagli finiamo tutti carbonizzati!”

“Non mi sbaglierò (almeno credo)”, rispose il meccanico, “Ora!”

E costrinse gli amici a seguirlo in un'altra corsa, questa volta verso destra.

Dopo corse e battiti di cuore accelerati, i ragazzi arrivarono a metà della stanza: “Dai che stiamo andando bene!”, disse Rei, poiché in lei si era riaccesa la speranza di uscire viva da lì.

Mai l'avesse detto: ad un tratto si levò un verso stridulo che spaccò i timpani ai ragazzi: “Che cos'era?!”, esclamò Judai tappandosi le orecchie. In risposta un'ombra fu avvistata su una colonna di fuoco davanti a loro: aveva le sembianze di un uccello poco definito; si levò di nuovo il verso, questa volta dietro ai giovani.

“Correte!”, disse Yusei, prima di scattare verso una grata poco lontana. Avendo quella creatura non identificata alle calcagna il duellante dovette rivedere il suo percorso mentale verso la salvezza, in modo da completarlo il più velocemente possibile. La fretta però, si sa, è cattiva consigliera e in questo caso lo portò a commettere diversi errori, in quanto più di una volta si ritrovarono sopra una grata che stava per sputare fuoco; per fortuna nessuno venne arso vivo, ma qualcuno riportò delle lievi bruciature (Johan tentò di sdrammatizzare mettendosi a cucinare un pesce spada allo spiedo, ma venne prontamente portato dagli altri di peso al sicuro).

Alla fine i ragazzi con un salto approdarono alla salvezza. Il verso smise di rimbombare nella sala.

“Ce... l'abbiamo... fatta...”, ansimò Judai buttandosi a terra.

“Ve... l'avevo detto.. io”, rispose Yusei col fiatone.

“Ok, siamo vivi”, commentò Jack toccandosi il petto per avere l'ennesima conferma di quanto aveva appena detto.

“Sì... vivi ma in trappola”, disse Rei.

Gli altri la guardarono attendendo spiegazioni: “Sulla porta bisogna inserire un medaglione”
Judai tirò fuori quello con il fiocco di neve e andò vicino all'uscita, ma si accorse subito che non avrebbe funzionato; sulla porta il simbolo era quello di una fiamma che ardeva potente.

“Fantastico”, commentò sarcastico il ragazzo, “Siamo fregati! Chissà dove diavolo è il medaglio...neeeeee!”

Judai si era girato verso gli altri e si era spaventato a morte: “Yusei...”

“Che c'è?”, chiese il meccanico.

“Voltati”
Yusei deglutì e si voltò lentamente per accorgersi che dietro a lui volava a mezz'aria l'uccello di cui probabilmente avevano visto l'ombra prima; fece un balzo indietro e l'animale emise uno stridio assordante per poi posarsi a terra sempre in atteggiamento aggressivo.

“Ma è... una fenice!”, esclamò Rei stupefatta.

Ed era così; l'animale era poco più grande di un'aquila reale: la testa arrivava un po' oltre metà busto di Yusei, l'apertura alare era sicuramente oltre i due metri, ma quello che stupì più i ragazzi fu il colore delle piume, le sfumature del rosso e dell'oro, ma soprattutto il fatto che al posto della coda ardeva una fiamma di fuoco vivo. Era effettivamente una fenice.

“Ragazzi... un lupo lo possiamo affrontare, ma con la fenice è un altro paio di maniche”, commentò Johan.

La fenice stridette di nuovo e incendiò Yusei con gli occhi; il ragazzo però non si fece intimorire e sostenne lo sguardo del fiero animale: azzurro contro rosso. Improvvisamente la fenice chiuse le ali e gonfiò il petto...

“Oddio adesso ci assorda”, disse Judai tappandosi le orecchie.

Ma quello che uscì dal suo becco non fu uno stridio, ma un'incantevole melodia che si propagò subito nella stanza, rimbalzando sulle pareti; era tanto dolce ma allo stesso tempo assumeva un carattere così forte che anche le fiamme delle colonne di fuoco sembravano fermarsi per non disturbare quel soave suono. Era il canto della fenice.

“Ma è stupendo”, commentò Carly estasiata, ricevendo il consenso di tutti.

Yusei si avvicinò alla fenice e si inginocchiò davanti a lei in modo da fissarla dritta negli occhi, poi sussurrò una parola udibile solo dall'animale stesso: “Aki”

La fenice smise di cantare, spiegò di colpo le ali e si sollevò in volo; fece un mezzo giro in aria e tornò vicino a Yusei per poi prenderlo per le spalle con le potenti zampe e sollevarlo (nota: si dice che le fenici possano trasportare carichi molto pesanti).

“Oddio me lo porta via!”, esclamò Judai guardando in aria, vedendo che l'animale stava salendo sempre più in alto.

“Tranquillo, ci possiamo fidare”, disse Carly sicura, mentre Yusei spariva dalle loro viste.

 

Il ragazzo venne portato sempre più in alto dal volatile; sotto di lui le colonne di fuoco continuavano ad ardere perfide, ma erano troppo basse per riuscire a bruciarlo. Ad un tratto Yusei notò un particolare, visibile solo da quell'altezza: le colonne si alzavano in un ordine specifico, questo lo aveva capito, ma dal basso non avrebbe potuto vedere che la successione creava una scritta: 'Help'. Yusei si rivolse alla fenice: “Ti aiuterò io”

Lei cantò di nuovo continuando l'ascesa.

 

Cinque minuti dopo (minuti di panico per Judai), la fenice riportò Yusei sulla terraferma poggiandolo delicatamente.

“Cosa è successo?”, chiese Jack.

Yusei mostrò qualcosa nella mano destra: era il medaglione con la fiamma; il ragazzo lo posizionò nella porta: “Mi ha portato in alto”, spiegò, “Attaccata al soffitto c'era una piattaforma sulla quale ho trovato il simbolo”, e si girò verso l'animale, “Grazie”

La fenice cantò ancora pochi istanti poi, come era successo alla lupa, svanì risucchiata dal simbolo della fiamma, che si illuminò di rosso come se stesse bruciando realmente, facendo scattare la serratura e aprire la porta.

Yusei prese il medaglione e proseguì con gli altri verso l'ignoto.



voilà XD direi che sono stata troppo esplicita a dire chi è quella fenice, ma vi avviso: non è come sembra, l'abito non fa il monaco, una rondine non fa primavera, l'apparenza inganna,... beh, avete capito XD spero di aggiornare presto *^* per il momento vi saluto, auf wiedersen *non pensa che si scriva così XD*

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Capitolo 20
*** Capitolo Extra: La giornata tipo di un pescespadaccino ***


ed eccomi ritornata! ma come molti di voi avranno capito dal titolo del capitolo, non continuerò con la prova del Fulmine u.u avendo notato la grande popolarità che Johan si è guadagnato, ho deciso di fare un extra su di lui e sui suio amati pesci spada XD se non vi interessa potete sempre aspettare che la sottoscritta posti il capitolo successivo, dato che questo extra non è indispensabile alla narrazione *^*
detto questo è tutto spiegato nel capitolo, quindi vi lascio alla lettura, dopo aver ringraziato Gattino Bianco, Kingdom, Jennymatt e Micky per le recensioni <3 (tra parentesi, siamo arrivati a 101 *_____* come i dalmati XD vi ringrazio di cuore <3)




 Vi siete mai chiesti cosa fa un pescespadaccino laureato durante le sue giornate? Avete mai pensato alle prove che va incontro ora dopo ora? Siete curiosi di conoscere tutti i modi per cucinare pesci spada e affini? No? Nemmeno io, quindi possiamo continuare con la narrazio...

(Johan: alt alt alt!!! Come non siete curiosi di sapere tutti i milleuno modi di cucinare il pesce spada?!? Ma dove vivete! Quanta gente ignorante che c'è al mondo!)

Ehi! Non offendere i miei lettori! E soprattutto cosa ci fai qui? Questo è l'angolo narrazione, dove la sottoscritta decide del vostro destino, quindi non puoi accedere! E comunque tu dovresti essere con gli altri vicino alla prova del fulmine.

(Johan: sì, ma stiamo aspettando da settimane che tu vada avanti con la storia, quindi mi stavo annoiando e ho deciso di uscire)

Mi cadono le braccia... comunque hai ragione, sono indietro come un gambero, però volevo inserire questo capitolo extra visto che (non so come) il tuo personaggio sembra riscuotere molto successo.

(Johan: e ti sorprendi?!? Io sono il pesciaro più figo e simpatico in circolazione, è normale che tutti mi adorino! Ma guarda te quest'Autrice incompetente...)

CHE COSA?!? Guarda che posso cancellarti seduta stante!

(Johan: No pietà! Volevo dire quest'Autrice così brava, energica, solare, simpatica e assolutamente non ritardataria...)

Ok, va bene, ho capito, ma torniamo seri per favore.

Dunque, in questo capitolo vi accompagnerò a conoscere la giornata tipo di un pescespadaccino in particolare, ovvero Johan Anderson...

(Johan: posso partecipare anch'io? Posso? Posso?! *faccia da cucciolo*)

… e avremo in esclusiva la partecipazione del diretto interessato (purtroppo per me)

(Johan: yeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!)
Ok, adesso basta o ti metto in pentola!

(Johan: tranquilla, starò buono buono)

Magari potessi crederci... Bene, andiamo ad iniziare.

 

La giornata tipo di un pescespadaccino (con l'eccezionale partecipazione di Johan Anderson)

 

In questa parte parlerò della giornata tipo di Johan all'interno della casa.

 

Ore 6:00

Il pescespadaccino apre gli occhi pronto per cominciare un'altra giornata con entusiasmo (Johan: ricordate! Un pescespadaccino che si rispetti si alza sempre prima dell'alba).

Johan si alza e si stiracchia senza far rumore per non svegliare i suoi compagni (Johan: tanto ci penserò dopo); esce dalla stanza e va nel bagno maschile per una doccia mattutina rinfrescante: il getto dell'acqua fredda lo sveglia completamente dal sonno e da questo momento si può dire che sia completamente attivo (sembra un documentario su un animale XD ndAutrice).

Il ragazzo torna in camera, si veste e si accuccia vicino al letto, estraendone una grande scatola da sotto; successivamente esce di nuovo, dirigendosi in giardino attraverso la cucina (farà colazione dopo). In giardino ci sono dei fili di ferro legati a due traverse sorrette da quattro pali, utilizzati per mettere ad asciugare il vestiario una volta lavato; Johan si posiziona sotto di esse ed apre la scatola, estraendone tre pesci spada belli grossi (Johan: belli grossi... *sghignazza*): li guarda amorevolmente poi prende delle mollette lasciate lì per i panni e li appende per la coda mentre il sole sorge, così da farli illuminare (Johan: è risaputo infatti che far illuminare il pesce dai primi raggi di sole aiuta a mantenere le scaglie pulite e lucenti; questa è una nozione che ogni buon pescespadaccino deve sapere).

“Bene, a dopo Puntino, Ermenegildo e Loffio”, dice Johan salutando i suoi tre pesci spada preferiti.

Ora il ragazzo torna in casa per andare a svegliare i suoi compagni.

 

Ore 6:30

Johan entra in camera; i suoi compagni stanno ancora dormendo della grossa. Il ragazzo si avvicina alla finestra.

“Tre... due... uno...”

Johan apre di colpo la persiana illuminando la stanza con i raggi del sole; fortuna (o sfortuna) vuole che le camere siano rivolte verso est e quindi verso l'alba.

“Anderson chiudi le persiane!”, grida Jack tirandosi le coperte sopra la testa.

“Se non spegni la luce finisci di vivere!”, minaccia Jun.

“Niente da fare”, dice Johan irremovibile, “mi avevate promesso che una volta a settimana mi avreste dato il permesso per portarvi ad allenare”

Ed era vero; l'accordo era proprio che Johan avrebbe svegliato una volta a settimana i suoi compagni prima del solito per portarli ad allenare in giardino.

“Chi è che gli ha fatto questa stupida promessa?”, si lamenta Fubuki.

“Non chiedermelo”, risponde Judai tuffandosi con la testa sotto il cuscino, “io no sicuro”

“Dai su sveglia!”, esclama Johan aprendo completamente le persiane, “il sole splende alto e bello nel cielo! Giornata ideale per un po' di cors...”

Johan non termina la frase perché un cuscino lanciato con forza lo travolge facendolo cadere.

“E chiudi il becco!”, esclama Crow ancora mezzo assonnato (Johan: se ci pensate è un paradosso che Crow abbia detto a me di chiudere il becco XD).

“Crow! Alzati subito!”, esclama Johan furioso, “Anche perché sei stato tu a promettermelo!”

Tutti gli altri volgono lo sguardo accusatorio verso Crow.

“Lo ammetto”, fa il ragazzo, “ma mi stavi stressando così tanto che alla fine ho ceduto! È stato contro la mia volontà”

“Volente o nolente me l'hai promesso, e ora verrete con me... o devo chiamare voi sapete chi?”, conclude con uno sguardo perfido.

A quelle parole gli altri ragazzi scattano e in meno di cinque minuti sono tutti pronti.

“Però... dovete avere proprio paura di quelle cinque”, sorride sornione Johan.

“Tu non sai di cosa sono capaci”, commenta Fubuki.

“Già, soprattutto alcune”, borbottano Judai e Crow in riferimento ad Asuka e Aki; in effetti se ci pensate le ragazze sono pericolosissime quando si arrabbiano.

(Johan: e qua bisogna specificare che io ero uno di quelli più coccolati *^*); in effetti Johan è sempre difeso dalle ragazze... chissà come mai... ma andiamo avanti.

“Bene truppa, seguitemi!”, esclama Johan atteggiandosi da militare e marciando oltre la porta, seguito dai ben più riluttanti ragazzi.

Una volta in giardino Johan fa l'appello: “ Atlas!”
“Presente”, dice con poco entusiasmo Jack.

“Fudo!”

“Presente”

“Yuki!”

“Presente”

“Hogan!”
“Purtroppo presente...”

“Tenjouin!”

“Ci sono”

“Manjoume!”

“...”

“Dov'è finito Jun?!”

Gli altri si guardano intorno non riuscendo a vedere il ragazzo.

“Stai a vedere che è come l'altra volta...”, dice pensieroso Crow.

A quelle parole Judai come un fulmine vola di nuovo in casa e sale rapidamente le scale; come da previsione, trova la camera delle ragazze con la porta accostata: “Jun”, commenta furioso Judai prima si socchiudere piano la porta: come si aspettava, Jun è vicino al letto di Asuka e la guarda dormire ignara del pericolo che correrebbe se il giovane perdesse il controllo (Johan: bah, non capisco! Si può amare un altro essere vivente che non siano i pesci spada?!).

Judai sta per trascinarlo fuori di peso quando interviene Fubuki che tappa la bocca a Jun impedendogli di urlare e lo trascina a forza fuori dalla camera; lo Slyfer li segue, ma non prima di aver dato un'occhiata ad Asuka.

I ragazzi ritornano in giardino con Jun, che ha ricevuto una sonora legnata da Fubuki, che gli ha fatto una ramanzina sul divieto di entrare nella camera di una donna senza il suo permesso (suo di lei ovviamente).

“Silenzio!”, tuona Johan minacciando tutti con un pesce spada della sua collezione, “Ora che ci siamo tutti possiamo andare! Inizieremo con una decina di giri della casa di corsa, per poi procedere a flessioni e addominali! Marsch!”

 

Ore 7:00

Inizio dell'allenamento. Johan comincia a correre, seguito dagli altri riluttanti; dopo cinque giri i ragazzi sono già esausti, ma Johan li sprona a continuare rigiocando la carta-ragazze. Consideriamo che la casa è grande, i giri sono molto lunghi e i giovani finiscono di correre dopo una quindicina di minuti; spossati si distendono sull'erba fresca di rugiada per riprendere fiato e controllare di essere ancora vivi.

“Non dormite marmaglia!”, esclama Johan per niente stanco, “è l'ora degli addominali su, hop hop!”

“Te lo do io l'hop hop”, commenta Jun a bassa voce e riprendendo fiato.

Johan li conduce vicino al muretto e li fa sdraiare tenendo le gambe in alto e facendoli piegare al massimo.

Finiti gli addominale è il momento dello stretching (Johan: importantissimo nell'arte della cucina u.u Autrice: no, adesso mi spieghi quest'affermazione O.O Johan: beh, quando ti si incastra una lisca di pesce nella ventola in alto? Devi essere snodato per andarla a disincastrare u.u Autrice: io non commento più O.O). Johan fa vedere loro la sua posizione preferita: quella del pesce fuor d'acqua (lasciamo stare i commenti su questo esercizio che perderemmo solo tempo).

Successivamente è la volta delle flessioni; qui più di qualcuno ha qualche problema, ma purtroppo Johan non è un tipo paziente, e non perde tempo ad infilzare con il pesce spada i poltroni (Johan: un pescespadaccino per bene deve spronare gli alleati a dare il massimo u.u anche uccidendoli fra atroci torture :D).

Infine è la volta degli scatti e delle piccole gare; queste piacciono di più ai ragazzi, perché accendono in loro lo spirito di competizione (è inutile dire che Jun vuole sempre scontrarsi con Judai). Anche Johan contribuisce ad aumentare queste rivalità, perché, come ogni pescespadaccino sa bene... (Johan:... le rivalità aiutano a migliorarsi u.u).

E dopo una corsetta riposante e sciogli-muscoli di circa cinque minuti, i ragazzi tornano in casa.

 

Ore 7:45

I ragazzi fanno i turni per andare a farsi una doccia, perché anche i maschietti devono lavarsi (e ci credo -.- ndYusei). Ognuno non può stare più di dieci minuti a testa dato che poi dovranno scendere per la colazione; in questo momento della giornata si assiste alle scene più clamorose, perché dovendo lavarsi anche i capelli, questi assumono le posizioni più strane: per esempio le ciocche di Yusei e Jun si afflosciano come piume sotto l'acqua, ed è meglio non parlare dei capelli di Crow.

 

Ore 8:40

I ragazzi scendono a far colazione trovando già le compagne che li aspettano (dimenticavo di dire che il capitolo è ambientato prima della prima prova, nella settimana di buco, quindi Asuka e Aki sono ancora arrabbiate, per questo Yusei e Judai hanno paura di loro).

 

Ore 9:10

Terminata la colazione, Johan esce in giardino a ritirare i pesci spada dallo stendino, che dopo anni di questo trattamento hanno assunto una lucentezza unica (Johan: perché un pescespadaccino per bene sa trattare al meglio i suoi pupilli u.u); ne posiziona uno nella scatola (in questo caso Loffio), la richiude e la lascia all'ombra di un albero poco distante, per poi sedersi a gambe incrociate a due metri da essa, con gli altri due pesci spada, Puntino ed Ermenegildo, in mano.

A questo punto il nostro amico chiude gli occhi, impugna le code con le due mani e alzando le braccia in modo che siano perpendicolari al busto, tiene in equilibrio i due pesci; questo cari lettori, è la meditazione del pescespadaccino, che gli permette di essere un tutt'uno con la natura e con i suoi amati pesci spada (Johan: perché ogni pescespadaccino che si rispetti conosce ogni singola squama dei suoi amori, ma non si stanca mai di allenarsi con loro per migliorare l'affiatamento).

La meditazione dura fino all'ora di pranzo: durante questo periodo, Johan è in sintonia con la natura che lo circonda, tanto da non accorgersi di niente che sia umano o artificiale.

“Secondo voi dorme?”, chiede Judai avvicinandosi a Johan.

Fubuki passa una mano davanti ai suoi occhi chiusi; il ragazzo non tradisce emozione: “Mah, sembra imbambolato”, commenta.

“No, è la meditazione del pescespadaccino”, dice Crow, “Non si accorge di niente di quello che gli sta intorno, osservate”
Fubuki e Judai guardano Crow prendere un megafono da dietro la schiena.

“Non oserai mica, vera?!”, chiede Judai.

“Tranquillo Judai”, lo rassicura Crow, “Ho già sperimentato...”, prende fiato e parla nel megafono, “AL FUOCO! TUTTI AL RIPAROOOO!”

Fubuki e Judai si tappano le orecchie, ma Johan non sembra neanche sentire.

“Visto?”

“Incredibile”, commentano all'unisono Judai e Fubuki, “E come fa a svegliarsi?”, chiede quest'ultimo.

“Ho elaborato la teoria che possa avere un orologio interno”, risponde Crow, “Infatti si sveglierà a mezzogiorno e mezza in punto”

 

Ore 12:30

Il pescespadaccino torna alla realtà semplicemente aprendo gli occhi: ora è in pace con se stesso ed è riposato. Prende i pesci spada e li ripone nella scatola che porta in camera sua per rimetterla sotto il letto. Successivamente si avvia verso il soggiorno per aiutare con gli ultimi preparativi per il pranzo; consuma poi un abbondante pasto insieme ai suoi compagni (Johan: perché il pescespadaccino sa bene che si ragiona meglio a stomaco pieno u.u).

 

Ore 14:00

“Ancora?”, chiede Rei sospirando.

“Vuoi migliorare o no?”, domanda Johan.

“Sì, ma non pensavo in questo modo...”

“Ne conosci altri?”

“Ad esempio con una spada normale?”

“Tu non capisci l'arte del pescespadaccinaggio! È molto più nobile di qualunque sport di scherma al mondo!”

“Sarà...”, e detto questo Rei va a prendere il necessario in camera, come Johan.

La ragazza infatti ha chiesto all'amico se le può insegnare l'arte di maneggiare la spada; Johan ha accettato con entusiasmo, solo che lui non utilizza un'arma convenzionale...

 

Ore 14:10

Rei arriva in giardino con in una mano una spada di legno, nell'altra una spada normale; trova Johan immerso in esercizi di preriscaldamento: in mano il suo pesce spada preferito, Loffio.

“Eccomi sensei”, si annuncia Rei (sensei=maestro).

Johan si interrompe e guarda la ragazza: “Bene, anche questa volta inizierai con la spada di legno, per poi passare a quella vera”
“Sì sensei”

“Forza, esercizi di riscaldamento, parate, stoccate e schivate” (NOTA: non ho idea di come si combatta realmente quindi abbiate pietà se sbaglio qualcosa XD)

Rei inizia ad eseguire affondi, arretra velocemente e si schiva da un ipotetico nemico; successivamente inizia a copiare le mosse di Johan che volteggia leggiadro con il pesce spada in mano, mimando dei possibili colpi da distanza ravvicinata o da lontano.

Dopo un po' di stretching per i muscoli, i due riprendono l'allenamento singolo.

 

Ore 15:30

Pausa fra le due parti dell'allenamento. Rei si asciuga il sudore dalla fronte e va alla fontanella poco distante a bere un sorso d'acqua; per arrivare al getto deve piegarsi con il busto di almeno 45 gradi... e Johan per sbaglio dà un'occhiata. Il ragazzo arrossisce ma scuote la testa.

“E dai, buttati!”

“Stai zitto Loffio! Non ho alcun interesse in questo campo!”

“Impossibile”, ribatte il pesce spada, “Sei un uomo dopo tutto, devi comportarti come tale”

“Non cederò ai miei istinti primordiali perché...

(Johan: un pesce spadaccino che si rispetti ha la mente 24 ore su 24 rivolta ai pesci spada u.u..... e comunque non stavo guardando! Autrice: certo certo B] <--- notare faccina figa XD)”

Ah, è sconosciuto il modo in cui il pesce spada riesca a parlare.

Rei ritorna ed è la volta della spada reale e di una simulazione di combattimento. La vera spada pesa molto di più, quindi all'inizio Rei fa fatica e deve tenerla con due mani.

“Bene”, inizia Johan, “cominciamo con qualche semplice parata: io attacco e tu pari”

E i due iniziano ad allenarsi lentamente, per permettere al corpo di Rei di abituarsi al nuovo peso; quando la ragazza si sente più sicura, avverte il suo maestro, e lui inizia ad aumentare l'intensità dei colpi, stando sempre attento a non farle del male (Johan: perché un pescespadaccino degno di tale nome tratta gli amici quasi come i suoi pesci adorati u.u Autrice: quasi, eh!).

 

Ore 17

Fine dell'allenamento.

“Grazie Johan per gli insegnamenti”, dice Rei al ragazzo.

“Dovere, perché ogni pescespadaccino che si rispetti aiuta sempre gli amici che gli chiedono una mano”
(Johan: perché ogni... ehi! Mi sono fregato la battuta da solo O.O Autrice: *rotola* XD).

“Un giorno dovrai raccontarmi quando ti è venuta la fissa per i pesci spada”, ridacchia Rei.

“Era il lontano 19...”, inizia Johan.

“Ho detto 'un giorno'!”, esclama la ragazza sorridendo e andando in camera per cambiarsi.

“Precisina”, sbuffa Johan, andando anch'egli in camera per prepararsi all'ultima attività prima della cena.

 

Ore 17:30

Johan è pronto a bordo piscina. Ha già fatto una corsetta per riscaldare i muscoli e ora è in poul position per entrare in acqua. Il ragazzo si allena sempre in piscina, facendo vasche su vasche con tutti gli stili possibili: libero, farfalla, rana, delfino e naturalmente... pesce spada! Sì perché Johan ha inventato questo nuovo immancabile stile, e non chiedetemi come si nuota a pesce spada perché non ne ho la più vaga idea.

Johan si tuffa in piscina dal trampolino e inizia con lo stile libero, andando da un capo all'altro e ritorno, per poi cambiare modo di nuotare; il nuoto è importantissimo per un pescespadaccino, perché gli permette di vivere...

(Johan: silenzio! Questo il mio momento è.è dicevo, perché gli permette di vivere nello stesso ambiente dei suoi splendidi compagni di vita *^*).

E, aggiungo io, serve anche per mantenersi in allenamento in caso di diluvio universale improvviso.

 

Ore 19:15

Johan esce dalla vasca perché ormai il sole è quasi tramontato e rischierebbe di prendersi freddo

(Johan: perché un pescespadaccino vero tiene alla sua salute e incolumità u.u). Il ragazzo prende i suoi pesci spada e sale in camera per pulirsi dal cloro e rilassarsi un attimo sul letto, prima della cena.

 

Ore 20:00

Johan cena insieme agli altri ragazzi e da consigli di cucina alle interessate fanciulle; infatti soprattutto Asuka è molto curiosa di sapere come si cucina il pesce e a tal proposito Johan estrae da sotto il tavolo il libro “Milleuno modi per cucinare il pesce spada – i segreti di un pescespadaccino by Johan Anderson” (Autrice: noooooooooooooooo! L'hai scritto veramente?!? E io che pensavo fosse uno scherzo O.O Johan: per chi mi prendi?! Quando si parla di pesci spada io non scherzo MAI! Ricordalo u.u).

 

Ore 21:00

Dopo aver aiutato le ragazze a sparecchiare (perché puntualmente i maschietti se la defilano), Johan si concede una pausa dai suoi impegni: si siede sul divano e legge libri specifici... serve dire su quale argomento? Mentre intorno a lui gli altri ragazzi si dedicano ai loro passatempi: leggono, guardano la tv, costruiscono marchingegni strani (vedi Yusei) , disegnano (vedi Carly e Aki), discutono (vedi June e Jack come al solito) o cercano di calmare gli animi (vedi Fubuki).

 

Ore 22:00

I più stanchi iniziano ad andare a prepararsi per dormire; Judai e Fubuki tengono sott'occhio Jun affinché il ragazzo non piazzi telecamere o aggeggi simili in camera delle ragazze e in particolare verso un letto...

Johan invece torna in giardino dopo essersi messo una felpa più pesante perché si sa, l'aria della sera è particolarmente umida. Il ragazzo fa una camminata nei dintorni per digerire e respirare aria di libertà, poi si siede sul muretto e osserva il cielo: questa è una notte particolarmente stellata ed egli ripensa alla sua accademia, dalla quale ogni tanto si riesce a vedere l'aurora boreale, essendo situata a nord. È un momento di malinconia per il giovane e solo una cosa riesce a fargli superare questo stadio: stringere il suo peluches, ovviamente a forma di pesce spada

(Johan: questo era un segreto! >/////<).

 

Ore 22:30 circa

Ed ecco che il pescespadaccino si ritira in camera sua, per godersi il meritato riposo; è quasi sempre il primo ad andare a dormire, ma perché è il primo a svegliarsi

(Johan: perché come ogni pescespadaccino sa bene, chi dorme non piglia pesci *asd* Autrice: no, questa potevi risparmiartela O.O).

 

Ed ecco, abbiamo descritto la giornata di un pescespadaccino imprigionato in una casa, costretto a vivere con altri suoi coetanei (e ditemi dove ne trovate un altro). Bene, mi sono tolta anche questo sfizio; ora che ho dedicato un intero capitolo a Johan, lo trascurerò un po' in quelli futuri...

(Johan: NO! Non puoi farmi questo venerabile Autrice!)

Venerabile? Come mai così adulatore?

(Johan: perché un pescespadaccino laureato sa quando non può superare il nemico perché più forte di lui)

Adesso capisco tutto... Mi dispiace ma devo dare spazio agli altri, quindi ci risentiremo nel prossimo capitolo che ritornerà allo stampo semi-serio.

(Johan: ma così non è divertente T.T)

Zitto! O ti tolgo il peluches!

(Johan: no lui no!)

Bene, con questo vi saluto, e spero di risentirvi nel prossimo capitolo, il capitolo del Fulmine.



voilà XD niente da dire, spero solo che vi siate divertiti e che vi sia piaciuto  ** arrivederci al prossimo *^*

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Capitolo 21
*** Di fuoco, ghiaccio e fulmine: Fulmine ***


porca di quella trota! non ho mai fatto un ritardo del genere O__O mi dispiace veramente tanto, ma le scuse purtroppo sono sempre quelle T.T scuola, scuola e ancora scuola è.è poi questo capitolo non mi ispirava neanche un po' per cui è venuto una mezza schifezza... togliamo pure il "mezza", è una schifezza e basta >.< ma non ce la facevo più a lasciarvi con il dubbio della prova del Fulmine XD per cui mi sono sforzata di aggiornare (cosa che è riuscita grazie anche alla provvidenza divina che si è incarnata in una ragazza che mi ha sopportata su emme esse enne XD)
dunque! ringrazio per le recensioni Gattino Bianco, Kingdom, Pandora, Micky e Skiangel (e Jennymatt che DEVE ancora recensire è.è XD) e quindi andiamo al capitolo <3




 Un tuono squarciò l'aria poco distante da loro e illuminò a giorno il terzo enorme spazio, per poi dissolversi, ma diffondendo luce come per magia.

“Ok, cosa dobbiamo fare ora?”, chiese Jack, che cominciava a stufarsi di tutte quelle prove.

Rei indicò un punto davanti a lei: “Mi sa che la soluzione è davanti ai nostri occhi”

A pochi metri da loro infatti si ergeva il terzo arco d'entrata alla prova: il cerchio alla sua sommità racchiudeva due piccoli fulmini che si incrociavano a formare una X. Ma il particolare che aveva attirato l'attenzione della ragazza era quello che c'era alla fine del pavimento di cemento sicuro... Dico sicuro per distinguerlo dal resto presente in quella sala.

“Lo dico e lo ripeto”, cominciò Fubuki avvicinandosi, “quei tre sono fuori di testa”

A giustificare le parole di Tenjouin era stato il pavimento davanti a loro: era di un color nero pece con alcuni segmenti violacei qua e là, tanto che sembrava essere una voragine unica, ma quello che più colpiva e angosciava erano le scariche elettriche che continuavano ad agitarsi sulla sua superficie, mandando senza interruzione scintille intorno a sé e rendendo l'aria molto statica e carica di elettricità (tanto che i capelli di tutti iniziavano a subirne gli effetti (e che cavolo! è.è io sono il Re, devo apparire sempre al meglio >.< ndJack sta' zitto vanaglorioso u.u che ci sono altre cose di cui preoccuparsi ndAutrice)),

“Guardate!”

Carly indicò un punto dall'altra parte della stanza: ad un centinaio di metri da loro si intravedeva una porta.

“Grazie, e come facciamo ad arrivarci?”, chiese Judai irritato e scalpitante.

I ragazzi si guardarono perplessi.

“Secondo me queste scariche elettriche sono pura illusione”, iniziò convinto Johan, avvicinandosi al confine con la zona elettrica.

“Johan non fare lo stupido!”, lo mise in guardia Yusei, “Quelle scariche sono real...”

Ma non ebbe il tempo di finire la frase che il duellante dei cristalli era già saltato in avanti, venendo puntualmente carbonizzato dalle scosse elettriche che lo sbalzarono indietro.

“Ti credo”, disse fumante Johan (certo che sei proprio un cretino XD ndAutrice >.> volevo controllare >.> ndJohan).

Gocciolina stile anime.

“Bene”, iniziò Rei, “dopo la prova (gentilmente offerta da Anderson) della veridicità delle scariche elettriche, rimane il problema di come raggiungere la porta”

“Io l'ho appena risolto”, commentò perplesso Fubuki.

“Ne dubito...”, rispose Jack saccente, incrociando le braccia.

Fubuki senza ribattere alzò il braccio destro e indicò un punto vicino alla parete, alla destra dell'arco: il pavimento sicuro continuava in una striscia larga un metro fino all'altra estremità della stanza, consentendo di percorrere il passaggio attraverso la stanza elettrificata.

I giovani ci misero circa un minuto per assimilare quell'informazione: “... è troppo facile”, commentò Judai rompendo il silenzio.

“Concordo”, aggiunse Yusei.

Rei si avvicinò al corridoio e cautamente allungò una gamba, toccando con la punta del piede la superficie; vedendo che reggeva, fece un passo in avanti. Non successe niente.

“Ragazzi, secondo me possiamo passare”, disse alla fine Rei, comunque con il cuore in gola e pronta a fare uno scatto indietro al minimo segnale di pericolo.

“Dici?”, chiese titubante Fubuki avvicinandosi.

“Al più corriamo velocemente indietro”, confermò Rei, “anche perché non vedo molte altre possibilità”

I ragazzi dovettero ammettere che quella era l'unica via percorribile.

“Bene, allora in marcia”, disse Carly andando a fianco a Rei, “Ma dobbiamo essere molto prudenti”

Tutti annuirono e iniziarono ad incamminarsi per quella piccola stradina apparentemente sicura. E incredibilmente non successe niente, per cui arrivarono tutti sani e salvi dalla parte opposta.

“Incredibile...”, commentò Jack allibito.

“Che stupidi!”, esclamò Rei di colpo.

“Ehi! Risparmia gli insulti!”, ribatté Johan offeso.

“No, Johan, è per questo”

La ragazza indicò un'apertura circolare sulla porta...

“Che idioti! Il medaglione!”, disse Judai battendosi una mano sulla fronte e concordando con le parole della compagna.

“Dovevamo aspettarcelo...”, aggiunse Yusei osservando la cavità, “E ora che facciamo?”

Nuovo momento di silenzio, nel quale tutti giunsero alla stessa conclusione: il medaglione era in quella stanza, nascosto da qualche parte, e probabilmente avrebbero dovuto superare una prova per aggiudicarselo... Ma quale?

“Dunque riflettiamo”, disse Fubuki iniziano ad incamminarsi su e giù nello stesso spazio, “tre volte su tre c'è stato bisogno di un medaglione per aprire una porta; le altre due volte c'era una prova, quindi molto probabilmente dovremo affrontarne una anche ora, e soprattutto c'erano...”
“... gli animali!”, concluse Carly, “Lupo, Fenice e per logica ne manca uno”

Johan deglutì: il pensiero di un altro animale feroce che potesse aggredire i suoi pesci spada portatili, lo fece tremare da capo a piedi (pesci spada portatili? O.O ndAutrice certo u.u perché come ogni pescespadaccino laureato sa, bisogna sempre avere con sé un pesce spada u.u ti prego non ricominciare! Hai già avuto il tuo momento di gloria in un intero capitolo, piantala è.è ndAutrice).

I ragazzi si guardarono intorno: a parte il rumore che le scariche elettriche provocavano, non si poteva avvertire nient'altro; né un ringhio, né uno stridio, né qualsiasi altro verso.

“E ora?”, domandò Yusei sconfortato, “Non possiamo proseguire senza quel dannato medaglione!”

“...Volete il medaglione?”

Una voce profonda e allo stesso tempo tagliente fece sobbalzare i sette ragazzi, che si guardarono intorno spaventati.

“Chi... chi sei?!”, parlò Jack, mettendosi istintivamente davanti a Carly per proteggerla (che carinooooooooo >//////< ndAutrice).

“Chi sono?”, domandò di nuovo la voce, “Ora mi vedrete”

Dal centro dello spazio i giovani videro avvicinarsi velocemente una figura bianca che procedeva correndo a quattro zampe e ben presto si presentò davanti a loro: era un ghepardo. Ma era diverso da quelli che conosciamo; la grandezza era uguale a quelli normali, ma il colore del pelo era differente: era completamente bianco, immacolato, e le macchie assumevano la lucentezza dell'argento al movimento dell'elettricità che l'animale calpestava senza provare alcun dolore o fastidio.

“Ci mancava il ghepardo...”, commentò a bassa voce Fubuki.

“Però ragazzi”, iniziò Johan, “facendo 2+2, non deve essere malvagio! Il lupo e la fenice hanno collaborato quindi anche questo micione deve essere buono”, concluse soddisfatto andando vicino al ghepardo

Rei si allarmò: “Johan aspetta! Mi sembra diverso dagli altri due!”

“Sciocchezze! Ciao bel gattino! Vieni qui felinucci....Aaaaaaaa!”

Il ghepardo ruggendo, quando Johan aveva allungato una mano per accarezzarlo, gli aveva assestato una zampata sulla faccia, lasciandogli tre dolorosi (e meritati) segni sul viso.

“Sei un idiota”, commentò Rei irritata, ricevendo un annuimento collettivo.

“Non sono un gattino da coccolare”, disse aspro il ghepardo, “ma comunque posso darvi il medaglione”

“Davvero?”, chiese Fubuki estasiato.

Rei rimase un po' interdetta: non si fidava molto di quell'animale, anche perché era differente dagli altri due... Oltre a parlare, c'era qualcosa di diverso in lui: quegli occhi viola chiaro la inquietavano e la rendevano diffidente.

“Certo”, annuì il ghepardo, “ma ad una condizione”

“Lo sapevo che c'era la fregatura...”, commentò Judai, “Quale?”

“Dovete vincere una gara di velocità contro di me”

A quelle parole la terra tremò: nella parte elettrificata della stanza iniziarono ad innalzarsi vari muri e ostacoli, disponendosi in un ordine ben preciso. Quando tutto si fermò, i ragazzi intuirono che si trattava del percorso di gara.

“Questo è il percorso”, confermò il ghepardo, portandosi ad un'asta che segnava la partenza, “Come vedete l'arrivo è alle mie spalle, quindi bisognerà fare un giro completo. Non ci sono regole, se non che bisogna superare tutti gli ostacoli, senza aggirarli”

Detto questo si acquattò per prepararsi allo scatto.

“Un momento!”, esclamò Jack, “Noi non possiamo camminare sopra a quest'elettricità!”

Il ghepardo lo guardò con la coda dell'occhio senza muovere la testa: “Questo non è un mio problema”

L'asta si sollevò e il ghepardo scattò, iniziando la gara.

“Ma che ca***!”, esclamò Jack (ehi! Perché mi hai censurato?!? ndJack perché io non sono volgare u.u ndAutrice ma se hai fatto una stanza piena di robe... strane! NdJack pervertita sì, volgare no u.u ndAutrice), “Non è valido!”

“Già, noi non possiamo gareggiare!”, esclamò anche Fubuki.

“Non c'è proprio modo per iniziare a correre”, commentò Carly avvicinandosi all'elettricità.

“Ma dobbiamo vincere!”, disse esasperato Judai, “Altrimenti non troveremo mai Asuka!”

“E Aki!”, aggiunse Yusei.

“E magari anche Jun, eh!”, commentò in tono accusatorio Rei.

La ragazza guardò il percorso che si estendeva per tutta la sala; il ghepardo probabilmente era già parecchio avanti, dovevano assolutamente iniziare a gareggiare!

Rei si allontanò di qualche passo dal bordo; fece un lungo respiro per calmarsi, e scattò.

“Rei che diavolo fai?!”, esclamò Carly.

La ragazza aveva fatto un salto ed era entrata un metro dentro alle scintille; appena era atterrata, l'elettricità aveva iniziato a passarle nel corpo, provocandole un grandissimo dolore.

“Rei torna subito qui!”, la chiamò terrorizzato Johan.

La giovane strinse i denti e iniziò ad avanzare: “Io... non... mi... arrendo!”

Un ruggito si levò poco lontano.

Si avvicinò a Rei camminando come se niente fosse: davanti alla ragazza si presentò un possente leone dal manto nero come la notte; solo qua e là aveva ciuffi di pelo bianchi a forma di saette.

I ragazzi ammutolirono.

“Sei... tu...”, ansimò Rei esausta: quello era il vero animale che li avrebbe aiutati.

Il leone ruggì e si abbassò di poco, per permettere alla ragazza di salirgli sulla groppa. Una volta sopra, Rei sembrò riacquistare le forze che credeva ormai perdute e parlò al Re della savana: “Dobbiamo vincere una gara, andiamo!”

Il leone iniziò a muoversi e dopo pochi metri aveva acquistato una velocità regolare nella corsa.

I due arrivarono al primo ostacolo: era un fossato largo almeno tre metri, ma l'animale lo sorpassò agilmente, nonostante la sua mole. Continuando il percorso si imbatterono anche in una ripida salita costituita solamente da un tronco: l'animale dovette faticare molto per oltrepassarlo, ma ci riuscì e saltò oltre.

Rei però era sempre più ansiosa: era vero che ora avrebbe sicuramente finito il percorso, ma era anche vero che il ghepardo aveva un notevole vantaggio su di loro; inoltre era l'animale più veloce del mondo e neanche un leone poteva batterlo in una corsa... Restava solo un modo per battere l'avversario, una sola speranza: “Ascolta!”, esclamò Rei al leone, “Il ghepardo è troppo veloce! Ma tu sei più resistente, dobbiamo batterlo in questo campo!”

E' risaputo infatti che i ghepardi possono fare degli scatti incredibili, ma solo sulle brevi distanze, dato che si stancano subito, per cui Rei sperava di riuscire a sfruttare quest'unica debolezza a suo vantaggio. L'animale ruggì come avesse capito e aumentò un po' la velocità.

Dopo altri numerosi ostacoli si trovò di fronte ad una lunga vasca piena d'acqua...

“Eccolo!”, esclamò Rei, avvistando il ghepardo che stava per arrivare dalla parte opposta della particolare piscina, “Ci siamo quasi, andiamo!”

Ma il leone non si mosse, anzi, fece un passo indietro distanziandosi dall'acqua.

“Che ti prende?!”, chiese Rei guardando l'acqua cristallina, poi capì.

L'acqua era costantemente attraversata dall'elettricità circostante perché si sa, essa è un ottimo conduttore; evidentemente il leone aveva paura di fare del male alla ragazza tuffandosi.

Rei intuì: “Non preoccuparti”, disse decisa, “ormai siamo qui, è inutile fermarsi ora”

Il leone la guardò con la coda dell'occhio preoccupato, ma avendo notato la determinazione nel suo sguardo, non poté fare a meno che eseguire l'ordine; si immerse piano nel liquido, in modo che la ragazza venisse bagnata il meno possibile e stando attento a far rimanere la maggior parte della schiena all'asciutto, iniziò a nuotare.

Le scosse cominciarono subito a passare attraverso il corpo della giovane in modo molto doloroso: era come se migliaia di piccoli aghi le venissero continuamente infilati nella pelle. Rei strinse i denti cercando di non pensarci, ma le risultò impossibile; afferrò con più forza la criniera color carbone con le mani e tirò le gambe il più in alto possibile, in modo che la superficie a mollo diminuisse. Verso metà vasca un torpore le invase la mente e Rei sentì che stava per perdere conoscenza.

“Non... posso!”, disse spronandosi.

Il leone notò il cambiamento e cercò di accelerare.

Alla fine arrivò all'altro lato della vasca e si tirò fuori; diede uno sguardo alla fanciulla su di lui e notò allarmato che si era accasciata sul suo dorso. Le sfiorò la testa con il muso.

“Tranquillo”, disse Rei riaprendo piano gli occhi, “ci sono... forza, andiamo!”

L'animale riprendette a correre con lei che si teneva con più a fatica in groppa.

Ma finalmente la fortuna sorrise loro: quasi alla fine del percorso, c'era un muro di spine molto fitto che bisognava oltrepassare in qualche modo; il ghepardo si era incastrato.

“E' la nostra occasione!”, disse Rei, spronando il leone.

L'animale ruggì e arrivato davanti al muro a qualche metro dal ghepardo, iniziò a spezzare i rovi con poderose zampate.

“Dannazione!”, tuonò il ghepardo cercando di liberarsi dalle spine.

Il leone riuscì a superare l'ostacolo più in fretta dell'avversario, e una volta libero proseguì la corsa: mancavano solo cinquanta metri.

“Dai! Dai!”, esclamò Rei.

Il Re della savana, ormai visibilmente stanco, diede il tutto e per tutto nello scatto che li avrebbe portati alla vittoria: entrambi vedevano già gli altri ragazzi che li aspettavano fiduciosi e facendo il tifo per loro.

“Non ce la farete!”

Il ghepardo si era finalmente liberato dai rovi e aveva scattato per recuperare e vincere la sfida ad ogni costo; era molto più veloce del leone, e a venti metri i due animali erano testa a testa. Il ghepardo diede una zampata all'arto posteriore destro del leone, provocandogli una ferita e facendogli perdere terreno.

“Vale tutto, eh?”, commentò Rei sfilandosi la giacca, “Allora prendi questo!”

La ragazza tirò la maglia sul muso del ghepardo, oscurandogli la visuale e facendolo rallentare.

Il leone riguadagnò il terreno perso e... tagliò per primo il traguardo; per frenare la corsa però, inciampò e sia lui che Rei ruzzolarono sul pavimento privo di scosse elettriche.

“REI!”, esclamarono i ragazzi correndo da lei.

La ragazza non si muoveva.

“Mmm... Sta bene”, commentò Fubuki dopo averle controllato il battito del cuore, “è solo svenuta”, e detto questo la prese in braccio.

“E... lui?”, chiese perplesso Judai, indicando il leone sdraiato poco lontano.

L'animale si rialzò e si avvicinò al ghepardo, semi-distrutto che nel frattempo era arrivato; con una poderosa zampa premette il nemico a terra e ruggì.

“Il medaglione”, disse aspro Jack.

Il ghepardo fece una smorfia contrariata, ma aprì la bocca e soffiò una nuvola di fumo in aria, che in pochi secondi si diradò rivelando un cerchio giallo: era il medaglione e aveva inciso sopra un possente tuono. Il ghepardo scomparve improvvisamente in una nuvola di vapore della stessa consistenza di quella che aveva emesso dalle fauci.

Jack raccolse il medaglione e andò vicino alla porta; lo incastonò nell'apertura. Il Re ruggì possente di nuovo e come i suoi due predecessori, lupo e fenice, venne risucchiato dal metallo, che si illuminò aprendo la porta e rivelando l'ennesimo corridoio.

Johan prese il medaglione, lo mise nella tasca della giacca di Rei che appoggiò delicatamente su di lei, poi si incamminò con gli altri verso la prova finale.

 


schifo schifo schifo schifo! quanto mi fa schifo sto capitolo O.O ma per fortuna l'ho finito XD il prossimo prometto che sarà moooooolto interessante uhuh mi scuso ancora per il ritardo e spero non mi lapiderete *__*

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Capitolo 22
*** Capitolo 10: Le tre pedine ***


 ... vi dò il permesso di uccidermi... no, sul serio, un ritardo così non mi era mai successo °° quasi due mesi! mi sento uno schifo veramente, non ho parole per dire quanto mi dispiaccia >.< maaaaaa, spero perdonerete questo ritardo ** perché dovete sapere che io non abbandonerò MAI questa storia u.u la finirò a costo di impiegarci cinquant'anni! (beh, spero di starci meno XD)
una cosa, devo ringraziare Almachan per avermi permesso di utilizzare delle sue creature... ma capirete meglio a fine capitolo XD
ringrazio per le recensioni Gattino Bianco, Jennymatt e Kingdom e senza altre parole passiamo al capitolo^^






“Ma che diavolo...?”
Con quel commento Jack aveva esternato i pensieri di tutti i suoi compagni.
Entrando nello spazio dopo aver superato la prova del fulmine, i ragazzi si erano trovati davanti ad una (tanto per cambiare) gigantesca sala, illuminata da varie lampade appese al soffitto, che inondavano lo spazio con una luce giallognola, rendendo il tutto più inquietante. Ma la cosa che lasciò i giovani senza parole fu quello che conteneva la stanza: a pochi metri da loro c'era uno scalone alto circa un metro che portava su una piattaforma.
“è quello che penso che sia?”, chiese Carly.
I sei (perché Rei era ancora in braccio a Fubuki) avanzarono e superarono il gradone per ritrovarsi su un enorme quadrato formato da caselle bianche e nere di lato due metri ciascuna. Posizionate apparentemente a caso sulle caselle c'erano diverse statue, alte le più piccole il doppio di Jack, e le più grandi quasi il triplo...
“Ma è un'enorme scacchiera!”, esclamò Johan esterrefatto avvicinandosi ad una delle statue più piccole.
Quella vicino alla quale si trovava il ragazzo era un pedone bianco, e le altre statue rappresentavano i rimanenti pezzi degli scacchi: torri, alfieri e cavalli, posizionati sparsi sulle caselle; ce n'erano sia bianchi che neri.
“Io non sarò un grande intenditore di scacchi”, iniziò Fubuki dopo essersi ripreso da un primo stupore iniziale, “ma non vi sembra che ci siano più pezzi neri che bianchi?”
L'osservazione di Fubuki era giusta; i ragazzi contarono dieci pezzi neri e soltanto quattro bianchi.
“E adesso che guardo meglio, stranamente le pedine sono nel numero giusto”, disse Carly.
E infatti la ragazza aveva visto bene, poiché sulla scacchiera erano presenti otto pedoni, quattro bianchi e altrettanti neri, due alfieri, due torri e due cavalli, tutti nero pece.
I giovani avanzarono sulla scacchiera fino a ritrovarsi più o meno in mezzo...
“Fubuki... puoi mettermi giù”
“Rei!”, esclamò il ragazzo.
Gli altri si avvicinarono alla fanciulla che aveva appena aperto gli occhi e si guardava intorno disorientata: “Dove siamo?”, chiese.
“Su una scacchiera”, le disse Judai.
“Ma va?”, rispose lei sarcastica.
“Ce la fai a camminare?”, domandò Fubuki.
“Credo di sì”
Rei venne poggiata a terra e muovendo qualche passo constatò che poteva continuare autonomamente.
“A proposito”, iniziò Carly, “complimenti per la prova di prima! Sei stata veramente coraggiosa”, concluse, ricevendo le conferme degli altri e facendo arrossire la protagonista.
“Ah, una cosa da niente”, cercò di sminuire Rei, “piuttosto... dove sono il re e la regina?”
I ragazzi si guardarono attorno: effettivamente non scorsero i due pezzi più importanti intorno a loro; poi notarono che la parte finale della scacchiera di fronte era ancora immersa nel buio.
“Saranno là?”, chiese intimorita Carly.
“Probabile”, commentò Judai.
“Non ci rimane che andare a vedere”, disse risoluto Yusei.
“Vi risparmieremo la fatica di avanzare”
Una voce interruppe il silenzio di quella sala; una voce che tutti conoscevano molto bene.
Alcune luci di fronte a loro si accesero, illuminando le due pedine fondamentali: re e regina erano schierati fianco a fianco in fondo alla scacchiera ed entrambi erano di un bianco acceso, quasi accecante. Pochi attimi dopo altre luci si aprirono dietro alla scacchiera, rivelando una sporgenza che dominava la sala, avente la parte piana molto più in alto di dove si trovavano i ragazzi; su questa sporgenza erano posizionati tre troni, uno dei quali più in basso rispetto agli altri due e uno leggermente più in alto del secondo. Ma erano le tre persone sedute su quei troni che lasciarono i ragazzi senza parole.
Occhi nocciola scrutavano i malcapitati dal trono più basso: spietati, malvagi, duri. Il mantello della Strega della Rosa Nera ricopriva il corpo di Aki; lo stabilizzatore che aveva di solito tra i capelli non era più al suo posto e i ciuffi ribelli ricadevano con eleganza sul viso, rendendo l'espressione della ragazza ancora più paurosa. Teneva in mano una maschera che Yusei ben ricordava: quella cosa bianca con tracce rosse all'altezza dei due fori per gli occhi e che il giovane pensava di essersi sbarazzato per sempre era ritornata nelle mani della sua proprietaria.
Sul trono più alto, con la divisa bianca di molti anni prima che così evidentemente stonava con la sua personalità, sedeva Jun sorridendo divertito e soddisfatto verso i suoi (ex)compagni; dall'alto della sua posizione sembrava proprio un re che scruta i suoi inutili sudditi dal basso all'alto, pronto per emettere la sua sentenza di morte.
Il braccio destro di Jun cingeva delle spalle, e la sua mano accarezzava dei capelli biondi come oro. Asuka era appoggiata al bracciolo del trono del re, in atteggiamento quasi di totale sottomissione; indossava anche lei la divisa dell'Accademia della Società della Luce che rendeva sia la pelle che i capelli più chiari e brillanti, come una lastra di ghiaccio che riflette i raggi del sole. L'espressione del volto era come congelata nella più totale indifferenza che si potesse immaginare e gli occhi ambra spenti si abbinavano purtroppo perfettamente al resto della figura.
A parlare era stato Jun che continuò sfruttando la momentanea incapacità di esprimersi dei giovani: “Vi elimineremo prima che possiate fare un altro passo, e visto che siamo stati amici prometto che non sarà doloroso...”, concluse ghignando.
“Ma Jun! Non erano questi i piani!”, esclamò Aki irritata voltandosi verso il re, “Mi avevi promesso che avrei potuto infierire come volevo!”
Dal tono di voce sembrava una bambina alla quale era stato detto di punto in bianco che non sarebbe più andata al luna park.
“Certo Aki, te l'avevo promesso, ma pensavo avessi cambiato idea”
Aki sorrise: “Ma per chi mi prendi? Quando decido una cosa non cambio idea”
“Ma cosa diavolo vi è successo?!?”, esclamò Rei per prima, riuscendo finalmente a parlare.
“State decidendo il modo in cui ucciderci?!”, continuò Carly spaventata.
“Oooh, è così evidente?”, chiese Jun sarcastico.
“Ah, non so, abbiamo le orecchie per sentire, razza di idiota”, commentò Jack per niente impaurito.
Jun si alterò: “Bada a come parli duellante di serie B! Ti trovi di fronte al re, vedi di portare rispetto!”
“Re dei mie stivali! Non ti porterei rispetto neanche se fossi l'ultimo monarca sulla terra! E poi l'unico re qua sono io”, ribatté l'altro.
“Ex re comunque”, precisò Aki.
“Tieni a freno la lingua strega!”, esclamò il biondo.
Yusei si infuriò: “Jack non ti permettere! E comunque qua la faccenda è seria... Aki cosa ti è successo?”
Aki sorrise e poggiò la maschera sul trono per poi prendere una rosa nera dal grembo e appoggiarci sopra le labbra: “Niente Yusei, sono sempre io, ma più forte”
“No, questa non sei tu!”, replicò il meccanico, “Questa è la proiezione della malvagità che albergava ancora nel tuo cuore! Ti prego svegliati!”
“Io sono sveglia stupido! Capiscilo una buona volta!”, esclamò arrabbiata la rossa alzandosi di scatto.
“No Aki tu non stai bene, voi non state bene”, le rispose disperata Rei, “Vi hanno fatto il lavaggio del cervello vero?”
“Tornate in voi!”, continuò Yusei.
“Ora basta”
Era stato un sussurro, un movimento dell'aria apparentemente appena percettibile, eppure era stato udito da tutti i presenti e aveva avuto l'incredibile capacità di distruggere ogni altra parola, già detta o ancora da pronunciare.
Asuka si scostò dalla presa di Jun e si alzò; emanava un'aura così forte e autoritaria da intimorire i ragazzi sulla scacchiera; perfino Aki si sedette senza fiatare.
“State facendo troppo rumore per i miei gusti”, commentò, massaggiandosi la tempia con la mano destra, “Vedete di accettare una volta per tutte la vostra fine”
“Sorellina cosa ti è successo!”, esclamò disperato Fubuki.
“Ma sono sempre io, fratellino!”, rispose Asuka sorridendo.
“Al diavolo! Questi non siete voi!”, tuonò Judai, “E quant'è vero che sono uno Slyfer, vi salverò”
“Ancora non hai capito che non dobbiamo essere salvati?”, continuò pacata la bionda, ma con un tono più tagliente, “Loro tre ci hanno aperto gli occhi; ci hanno messo davanti alla realtà dei fatti e ci hanno chiesto se volevamo cambiare, diventare più forti, e noi abbiamo preso la palla al balzo: per quanto mi riguarda, non potrei stare meglio di così”
“Stai delirando!”, replicò Judai.
“No, tu stai delirando”, rispose Asuka tornando a sedersi sul trono, “Comunque ora mi sono stufata di questi discorsi... Aki”, disse rivolgendosi alla rossa.
Aki ghignò e si alzò in piedi poi fece un inchino davanti ad Asuka, “Certo, mia regina”
La rossa si girò verso la scacchiera: “Vi do un vantaggio di 5 secondi, giusto perché eravamo compagni”
I ragazzi si guardarono impauriti: “Cosa vuoi fare?!”, esclamò Jack.
“... Quattro.... Cinque”
Aki smise di contare. Alzò una mano in direzione della scacchiera: due fasci di luce rosso sangue uscirono dalle sue dita e vennero sparati verso due pezzi, colpendoli in pieno.
“Che cosa sta succedendo?”, chiese Carly.
“Ora vedrai”, rispose felice Aki, “Prendete vita miei servitori!”
I due pezzi colpiti erano i due cavalli neri, che alle parole della fanciulla iniziarono a brillare. Il primo a dare segni inquietanti fu quello più vicino al re e alla regina: la pietra di cui era fatto iniziò a incrinarsi creando sempre più crepe; la parte superiore esplose in una nuvola di polvere rendendo invisibile la pedina a causa dei detriti polverizzati: ad un tratto due occhi rossi brillarono nel buio. Si udì uno sbuffo e un lamento soffocato.
“Vieni avanti mia creatura”, disse Aki soddisfatta, “Vieni avanti e devasta, Black Rose Horse, Cavallo della Rosa Nera!”
Un nitrito furioso si levò nell'aria: dalla nuvola di polvere emerse un cavallo nero come il carbone; dalla parte terminale delle zampe e dal mezzo della fronte spuntavano delle spine; il collo era adornato da petali di rosa enormi e la criniera e la coda stesse erano formate da questi fiori; gli occhi ardevano crudeli, rossi come fiamme. Il cavallo era un po' più grande del normale e osservava feroce le sue vittime.
Fubuki deglutì: “Ragazzi... la vedo nera”
Gli altri annuirono spaventati.
Sentirono un rumore di zoccoli dietro di loro e si voltarono: l'altro cavallo, uguale al primo, li aveva raggiunti da dietro e si era fermato a pochi metri da loro, sbuffando fumo dalle narici.
“Direi che ora siamo spacciati”, commentò Fubuki.
“Attaccate”, disse semplicemente Aki.
I due cavalli si impennarono e caricarono come furie i giovani davanti a loro, con l'intento di calpestarli; i sette riuscirono a schivare gli attacchi e iniziarono a correre verso la porta dalla quale erano entrati.
“Non è così semplice”, disse Aki.
Un bagliore rossastro avvolse la ragazza e poco dopo la via che conduceva alla salvezza crollò nel vuoto, lasciando in piedi solo lo spazio della scacchiera e terrorizzando i poveri malcapitati che  erano sopra e che furono costretti a fuggire in quello spazio ristretto.
Si divisero molte volte per sfuggire agli attacchi, ma molto spesso scamparono al pestaggio solo per un soffio; gli animali erano molto veloci e fulminei e mettevano loro il fiato sul collo.
“Guardateli... come topolini in trappola”, sghignazzò Jun godendosi la scena, “Ma ora mi sembra il momento di dar loro il colpo di grazia”
Aki annuì e fu come se i due cavalli avessero sentito i suoi pensieri perché si affiancarono nella corsa e spinsero i ragazzi verso uno dei lati della scacchiera; Rei e Fubuki tentarono di allargarsi a destra e a sinistra, ma successe l'incredibile: le spine delle due code iniziarono ad allungarsi e due enormi fruste spinate bloccarono la fuga da ambo le parti.
I giovani erano in trappola. Si allontanarono più che poterono dalle due belve che continuavano ad avanzare minacciose verso di loro.
“Ragazzi... vi ho voluto bene”, disse Jack.
“Se non fosse una situazione disperata farei una battuta su questa uscita affettuosa”, deglutì Yusei.
Carly indietreggiò ancora fino a trovarsi a pochi centimetri dal baratro: “Non c'è scampo...”
“Johan prima di morire volevo ringraziarti per quelle lezioni”, disse in un sospiro Rei, “Sei stato molto gentile e... Johan dove sei?”
“BANZAIIIIIIIIIII!!!”
Da un alfiere lì vicino si vide un Johan agguerrito balzare addosso al cavallo più vicino per arrivargli precisamente in groppa: Johan afferrò saldamente la criniera di spine e strinse le gambe sul ventre. L'animale si impennò furioso e nel tentativo di liberarsi del peso ritrasse la coda così da lasciare un varco libero per i ragazzi, che purtroppo non riuscirono a sfruttare poiché il compagno della belva si fece carico di tutto e ostruì da solo il passaggio.
Intanto l'altro continuava a sgroppare per levarsi Johan di dosso.
“Non mi spaventi sai? Ho domato pesci spada più grossi di te!”, esclamò il ragazzo mantenendosi in equilibrio.
Aki fece una smorfia stizzita.
“Aki fa' qualcosa”, le ordinò Jun infastidito.
“Subito...”
La ragazza poggiò le labbra sulla rosa nera che aveva in mano e la baciò: comparve da dietro di lei, silenzioso e guardingo, ringhiando.
“Mi irrita essere arrivati a questo punto... Pensaci tu”






voilà! beh, spero che il capitolo che ho scritto sia valso l'attesa XD  ringrazio Almachan quindi per avermi permesso di utlizzare la sua creatura, il Black Rose Horse **
prima di lasciarvi un'ultima cosa... io non dò tanto peso al numero di recensioni, se ne ricevo 8 va benissimo, se ne ricevo 2 va bene lo stesso XD quello che vorrei capire è il motivo per cui dalle 10 di qualche capitolo fa siano andate calando fino a 3 nell'altro capitolo °° sia chiaro, ribadisco che non mi importa, ma vorrei sapere il perché °° se è perché non avete voglia, vi capisco (anche io ogni tanto sono così XD) ma se è un altro motivo tipo "aggiornamenti in ritardo" e "la storia è diventata noiosa", ditemelo pure, perché tenterò di rimediare^^ per quanto riguarda il tempo, ahimè, posso provare ma non assicuro niente; invece se si tratta di altro sarò ben felice di sapere e cercare di rimediare ^__^
bene, dopo sto poema inutile vi lascio, al prossimo capitolo XD

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Capitolo 23
*** Capitolo 11: Salvataggio in extremis ***


yohohohohoh! *imita la risata di Brook* si lo so, l'ultima cosa che dovrei fare e ridere quando sono in un ritardo mostruoso, ma sapete com'è, è finita la scuolaaaaaa! ma allora perché io sto ancora studiando? o.o ah già è vero, domani ho l'esame di pronto soccorso o.o ecco perché ho ritardato ancora, da prava pampina stavo studiando diligentemente u.u comunque oggi mi sono messa d'impegno e ho finito il capitolo *A* e lo posto ora perché domani parto e starò via una settimana <3
aaaaa, ma sto divagando XD dico solo una cosa: nell'altro capitolo avevo chiesto il motivo dell'andamento altalenante del numero di recensioni, ma me ne sono vergognata subito, però ho visto che è servito XD 8 recensioni *____* quindi ringrazio Darkdan, Micky, Alma, Illy, Magixludo, Kingdom, Frà e More than this <3
detto questo vi lascio al cap *^*








Johan sembrava divertirsi continuando a cavalcare il cavallo che ormai era diventato peggio di un tornado e scalciando  cercava di scrollarsi di dosso quel fastidio.
“Guardatemi! Sono un figo! Altro che il colonnello di Spirit!”, urlava Johan (Spirit è il cavallo del film Spirit-Cavallo Selvaggio e in una scena dei soldati tentano di domarlo finendo tutti gambe all'aria ndAutrice).
La classica gocciolina stile anime comparve sugli altri ragazzi, compreso anche l'altro cavallo.
“Johan ti prego fa' attenzione!”, urlò Carly.
“Tranquilli!”, rispose Johan, “Ho tutto sotto control...”
In un battito di ciglia il ragazzo cadde da cavallo e sbatté la testa a terra, ma non perché avesse perso la presa sull'animale, ma perché qualcosa l'aveva urtato di forza e spinto giù. Il cavallo che l'aveva sgroppato si girò a guardare un punto a un metro dal ragazzo; stessa cosa fece il suo compagno, ed entrambi abbassarono il collo come inchinandosi.
“C-cos'è quello?”, domandò spaventato Fubuki.
“Quello”, incominciò Aki sorridendo, “è il generale delle mie truppe, crudele, forte e spietato, Black Rose Wolf, Lupo della Rosa Nera”
La bestia che aveva scaraventato Johan a terra era un lupo, enorme, forse anche più grande di quello bianco del labirinto; era completamente nero, eccezion fatta per i petali di rosa rossa che gli adornavano le caviglie e il collo; sulla testa dietro le orecchie spuntavano due corna color vermiglio e da esse partivano delle fruste di spine che si muovevano di vita propria. Gli occhi erano ancora più spaventosi di quelli dei cavalli, iniettati di sangue, e dalle fauci proveniva un ringhio spaventoso accompagnato da schifosa bava che colava a terra (ma checcarinoooooooooooooooooooo *____* ndAutrice-uscita-di-senno  Stai parlando di un mostro, te ne rendi conto?! O.O ndYusei   Ma è un innocuo lupacchiotto *^* siete proprio dei fifoni <3 ndAutrice  ma questa è scema! O.O e devo farmi manovrare da 'sta pazza furiosa?? Ma io mi licenzio! NdJun  Non puoi u.u hai firmato un contratto vincolante *mostra contratto* ndAutrice  Dannazione! è.è ndJun).
“Johan scappa!”, gridò Judai.
Johan sollevò il capo tenendoselo con una mano: “Ahi ahi, la mia testa...”
La sua espressione passò gli stadi confuso-incredulo-impaurito-terrorizzato man mano che metteva a fuoco l'animale ringhiante di fronte a sé; il ragazzo deglutì rumorosamente.
“Johan scappa!”, gridò di nuovo Judai.
Dopo un attimo di intontimento, Johan ritrovò l'uso delle gambe e fece per alzarsi, ma il lupo fu più veloce: alzò una delle sue enormi zampe e la calò violentemente sul giovane, che d'istinto per proteggersi alzò il braccio destro parando il colpo ed evitando il peggio...
Ma l'attacco non era stato nullo: i quattro artigli affilati come spade avevano lacerato la carne dell'avambraccio in quattro punti diversi, e la maglia del ragazzo da azzurra stava iniziando ad assumere un colore sempre più scuro a causa del sangue che aveva iniziato ad uscire copioso; la zampata aveva raggiunto anche la gamba destra, ferendola vistosamente.
Johan assunse una smorfia di dolore trattenendo le urla, ma non poté restare lì immobile a contemplarsi le ferite, perché il lupo era già sul punto di colpirlo di nuovo.
Con il braccio sano il ragazzo iniziò ad indietreggiare più in fretta che poteva, senza alzarsi in piedi a causa della ferita alla gamba; il lupo continuava a seguirlo con un ghigno sul muso terrificante, come se si stesse giocando di lui. Johan sbatté la schiena contro un pedone bianco: era in trappola.
“Johan!”, esclamò Rei.
Judai tentò di oltrepassare le spine che ancora li bloccavano, ma i due cavalli li avevano sotto tiro, e non permisero loro di andare in soccorso del loro amico.
Aki alzò un braccio: “è la fine. Hai un ultimo desiderio?”
Anche se il ragazzo avesse voluto parlare, non gli sarebbe uscita neanche una parola a causa dell'assenza di saliva in bocca.
“Lo prendo come un no”, ghignò Aki, “Black Rose Wolf, finiscilo”, e abbassò la mano.
Successe tutto in un istante.
Rei urlò disperata il nome di Johan mentre la zampa del lupo stava calando sull'amico. Qualcosa brillò nella tasca della sua maglia. Un oggetto tondo e luminoso schizzò fuori e spaventò i cavalli liberando la via ai ragazzi, per poi percorrere come un razzo la distanza che lo separava dalla bestia nera; nei metri che li separavano, il medaglione iniziò ad ingrandirsi e ad assumere una sua forma. Il leone nero si scagliò contro l'enorme lupo e lo trapassò, facendolo finire in frantumi nello stesso identico modo di quando le carte di Duel Monters venivano distrutte.
“NO!”, urlò Aki adirata.
Il leone tornò indietro e distrusse allo stesso modo i due cavalli, ancora spaventati, per poi girarsi verso Aki, Asuka e Jun e ruggire fiero.
“Bastardo”, sputò Aki.
Il leone corse da Rei che gli saltò in groppa: “Ora vengo a salvarvi”, disse, più a se stessa che ad altri.
“Ah, che nervi”, commentò Asuka spostandosi tranquillamente un ciuffo della frangia da davanti agli occhi, “Aki, attacca gli altri e uccidili, Jun...”
Jun si alzò tremando di rabbia: “Certo”
Aki obbedì e prese il suo deck da una delle tasche del mantello: sollevando le carte riuscì a materializzarle davanti a sé, e quindi spronò i suoi mostri all'attacco.
Leone Botanico, Amarillidi di Fenice, Gigapianta e altri mostri furono spediti all'attacco: erano diversi dal solito, molto più aggressivi ed erano circondati da un fascio di luce rossa; le creature si scagliarono contro i ragazzi in fuga, costringendoli a separarsi.
È una pazzia..., pensò all'improvviso Yusei, ma forse può funzionare
Il ragazzo estrasse dalla tasca il suo deck e prese una carta: “Evoco Rottame Synchro!”
Il segno sul braccio si illuminò e il mostro comparve, fermando tempestivamente l'attacco di Drago Rosa Blu.
Gli altri giovani videro che avevano una possibilità di contrattacco e la sfruttarono; grazie all'influenza di Yusei, Jack e Judai, anche gli altri che non possedevano segni particolari riuscirono ad evocare un mostro per difendersi: a Rottame Synchro si aggiunsero a consolidare le difese Drago Vento Forte, Guerriero Pantera, Dama della Fortuna Fuoco e Tigre Topazio, poiché Johan, anche se ferito e impossibilitato a muoversi, aveva avuto la forza di evocare il suo difensore. La battaglia iniziò, senza esclusione di colpi.
Rei stava per dirigere il leone verso i suoi compagni e aiutarli, quando Drago Armato lv5 le tagliò la strada.
“Non andrai da nessuna parte Rei”, le disse Jun, che nel frattempo aveva evocato Drago Mascherato e si era avvicinato alla ragazza sulla sua groppa.
Appena fu più vicino, il leone lo guardò e ruggì più forte che mai; Jun ebbe una strana reazione: chiuse un occhio e strinse i denti, portandosi la mano destra al centro del petto, come se avesse subito un forte dolore.
“Jun, io voglio salvarti”, disse risoluta la ragazza ed evocò Spadaccino Mistico lv4 (NOTA: mi invento io che tipo di deck possa avere Rei perché mi rifiuto di usare quello Meiden u.u ndAutrice).
“Lv contro lv...”, commentò Jun, “scontro interessante, ma il mio drago vincerà sicuramente! Vai Drago Armato!”
Il drago ruggì e si scagliò alla carica contro lo spadaccino, che parò il colpo con la sua spada, per poi saltare in aria e scendere in picchiata sul nemico, che spalancò la bocca e soffiò fiamme; lo spadaccino evitò il colpo e ricominciò l'attacco.
“Jun! Non ha alcun senso quello che stiamo facendo!”, esclamò Rei, “Perché combattiamo? Noi siamo amici!”
“Amici un corno!”, rispose il ragazzo infuriato, “Io non ho amici, io sono Manjoume Thunder, non ho bisogno di amici!”
“Ma cosa dici?! Tu non sei Jun, non puoi esserlo!”, e poi Rei giocò d'astuzia, mentre il suo spadaccino assestava il colpo mortale al drago, “Sei molto più scarso”
Aveva colpito nel segno; mentre il Drago Armato si dissolveva in una polvere di ologrammi, il suo padrone si infuriò: “Che cosa?!? Io sono sempre il grande Jun, l'imbattibile e stupendo Manjoume! Il Jun di prima non può neanche competere con me!”
“Eppure ho distrutto il tuo mostro con uno più debole”, continuò Rei.
Le parole gli morirono in bocca: su carta infatti Spadaccino aveva 1900 punti di attacco, mentre il Drago Armato ne aveva 2400... come aveva fatto a perdere?
“Fammi indovinare”, continuò Rei, “ti sei trasformato in questo per diventare più forte, vero? Ma mi sembra che non abbia funzionato tanto bene...”
“Chiudi il becco!”, esclamò Jun, “Io... io continuo ad essere il migliore!”, ed evocò il Drago Armato lv7, più potente del suo predecessore, “Ora fammi vedere come reagisci a questo!”
Il drago si scagliò contro lo spadaccino, mettendolo fuori combattimento in pochi attacchi.
“Allora? Non dici più niente vero?”
“Dico che continui ad essere debole!”, rispose Rei, evocando lo Spadaccino Mistico lv6, su carta comunque più debole del Drago Armato, “E te lo dimostrerò!”
Lo spadaccino partì all'attacco, e mise subito in difficoltà il suo avversario.
“Perché sei passato da quella parte?”, gli chiese la ragazza, “Se l'hai fatto per ottenere la forza, hai commesso un grande errore e ti sei fatto fregare”
Jun si morse il labbro così forte da far uscire il sangue: era vero, aveva accettato quel posto per ottenere la forza, ma a cosa era servito se non riusciva neanche a sconfiggere avversari più deboli di lui? Il ragazzo sembrò riacquistare la ragione per un attimo e tentennò: il suo drago venne annientato.
“Jun torna con noi!”, gli disse Rei.
“Non posso!”
“Non puoi, o non vuoi?”
Jun ammutolì e abbassò la testa con gli occhi spalancati: cosa ci faceva lì? Perché lottava contro i suoi compagni?
Un dolore lancinante gli attraversò la testa e una voce glaciale gli parlò: “Non avrai mica intenzione di tradirmi, vero?”
Jun si girò verso il trono e vide Asuka in piedi che osservava il combattimento; sapeva che era stata lei a parlargli, lei, il suo motivo per continuare a lottare, la sua stella nel cielo. Eppure in quel momento la ragazza gli provocava solo un enorme timore. Ma era per seguire lei che aveva accettato quella forza, era per conquistarla che voleva diventare il numero uno, per non essere inferiore né a Ryo, né a Judai, né a nessun altro.
Rei intuì cosa doveva aver pensato Jun e provò un moto di rabbia: per quanto Asuka avesse iniziato a starle simpatica due anni prima, le dava veramente fastidio il fatto che molti uomini le corressero dietro e lei non li degnasse di uno sguardo e li facesse soffrire; chi era lei per trattare così la gente?! Jun nonostante tutto era un ragazzo dal cuore d'oro, innamorato perso di una persona che non lo ricambiava e che lo aveva rifiutata anche bruscamente, non si meritava quel trattamento. Rei avrebbe dovuto liberarlo, costi quel che costi!
“Jun lascia stare Asuka! Lei non ti merita!”, gli esclamò
“E invece lei mi ama! Me l'ha detto!”
“Ti sta usando, non lo capisci?”, continuò Rei determinata, “Questa Asuka non è quella che conosci, ora vuole solo che tu sia il suo cagnolino fedele, non prova per te nessun sentimento”
“Io... no, non è vero...”, ma stava iniziando a vacillare.
Il dolore alla testa ritornò: “Non crederai alle sue parole vero?”, disse la voce glaciale, “Ti ho promesso che sarei stata la tua regina, e tu il mio re, per sempre”
“è vero...”, disse Jun, “ma...”
“Non voglio sentire ma!”, esclamò Asuka, “Evoca il drago!”
“Jun non ascoltarla!”, gli urlò Rei.
Il ragazzo era completamente confuso, dal dolore e dalla voglia di tornare normale, non sapeva più cosa fare.
“Rei...”, sussurrò.
“Stupido”, commentò Asuka nella sua mente.
Jun urlò tenendosi la testa; un bagliore bianco lo circondò completamente.
“Jun!”
“Aaaaaaaa! Evoco Drago Armato lv10! E lo equipaggio con Velo Bianco!”
L'enorme drago comparve sul terreno avvolto da un velo puro che gli conferiva un aspetto ancora più minaccioso; con solo un paio di attacchi distrusse lo spadaccino e si avventò su Rei: il leone fu più svelto e schivò l'attacco, ma l'enorme onda d'urto provocata dall'impatto sbalzò la ragazza lontana dall'animale, che sbatté contro una delle pedine e rimase tramortito. Rei ora si trovava proprio sul bordo della scacchiera: sotto di lei c'era il vuoto; si guardò indietro spaventata.
“Mi dispiace Rei”, disse Jun calmo, scendendo di quota sopra Drago Mascherato, “ma ora morirai”
“Jun ti prego torna in te!”
“Sono già in me, e il tempo delle chiacchiere è finito... Drago Armato, Bomba del Drago!”
Il drago ruggì e aprì la bocca, per sparare una palla di fuoco addosso alla ragazza; Rei si schivò, ma l'esplosione la raggiunse e la sbalzò indietro, oltre il limite. La ragazza riuscì ad afferrarsi con le mani al bordo della scacchiera, con il resto del corpo che penzolava nel vuoto.
“Jun aiutami”, disse disperata.
“è la fine”
Jun diede il comando al suo mostro, ma un rumore lo distrasse: il leone ruggendo si era scagliato di corsa contro il ragazzo; usando delle macerie appartenute ad una pedina ormai distrutta, si diede lo slancio e si ritrovò sulla traiettoria del giovane.
Appena il leone fu vicinissimo a Jun, non lo colpì: entrambi furono avvolti da una luce bianca, chiara e rassicurante; il leone iniziò a scomparire poco a poco e il fascio di luce che generò entrò nel petto del ragazzo, che se lo strinse con una mano.
Intanto il Drago Armato aveva lanciato l'attacco, che stava per raggiungere Rei e farla definitivamente cadere.
Jun..., pensò Rei, chiudendo gli occhi.
L'urto la sbalzò via, e lei iniziò a cadere nel vuoto.
Ci siamo, è la fine
Qualcosa la prese al volo e la sorresse.
Rei aprì gli occhi: “Jun?”
“Per servirla Milady”, disse lui sorridendole.
Era successo che per qualche strano motivo Jun era tornato in sé e si era tuffato nel vuoto senza pensarci due volte, aveva preso Rei in braccio e aveva evocato Drago Esplosivo affinché li sorreggesse.
“Ma come...?”
“Non fare domande, ne so quanto te”, commentò lui, “Adesso andiamo vincere questa battaglia!”
Il drago li riportò sulla scacchiera, e Jun riuscì a disattivare il Velo Bianco, così da far ritornare Drago Armato lv10 nella sua forma originale. Con quella potenza, il drago sbaragliò i nemici delle truppe di Aki, ormai stremati.
Jun e Rei si riunirono ai loro compagni: “Jun! Sei tornato in te!”, esclamò felice Judai.
“Sì, ma non è il momento per i festeggiamenti”, disse il ragazzo guardando verso i troni.
“Adesso io vi...!”
Aki aveva fatto il movimento per reclutare un altro mostro quando Asuka le aveva messo un braccio davanti per bloccarla.
“Jun, lo sai che l'unica cosa al mondo che veramente non perdono è il tradimento, vero?”
“Asuka sei tu che hai...”
“SILENZIO!”, tuonò la ragazza, “Non avrò alcuna pietà per voi!”
Una luce azzurrina la avvolse e i suoi occhi brillarono.
Sulla scacchiera iniziarono a spuntare enormi stalagmiti di ghiaccio che si avvicinarono sempre di più al punto dove si trovavano i ragazzi, completamente impietriti dalla paura.
Improvvisamente una voragine si aprì sotto ai loro piedi e tutti i giovani precipitarono nel vuoto.
“Asuka!”, esclamò esterrefatta Aki.
“Li hanno graziati”, commentò irritata la bionda, “ma torneranno, devono ancora 'salvarci'”
E Aki si lasciò andare in una risata così sadica e malvagia da far rabbrividire il ghiaccio stesso.






e magari vi starete chiedendo: ma come mai Jun aveva il Drago Armato lv10 se glielo avevano rubato quei tre? e io vi rispondo: vedrete XD questo capitolo non mi ha ispirata molto a dir il vero °° bah, che dire, ci risentiamo al più presto <3

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Capitolo 24
*** Capitolo 12: Squadra di Soccorso ***


ohilà! beh dai, mi sto migliorando, un mese di ritardo XD prima erano due °° quindi apprezzate lo sforzo XD questo capitolo mi ha fatta penare, perché non avevo molto presente una parte di quello che voglio far accadere, ma adesso dovrei aver trovato il rimedio XD poi complice del ritardo il fatto che mi sono innamorata della saga di Hunger Games e non ho parlato d'altro per un mese *^* ma va beh, dettagli XD
9 recensioni *______* grazie mille, mi spingete a fare sempre meglio ogni volta *W* quindi ringrazio Micky, More than this, Illy, Gattino Bianco, Jennymatt, Amy, Magixludo, Alma e Kingdom <3
ma ciancio alle bande (?) e passiamo al capitolo *^*






Un coro di “ahia!” si levò in soggiorno.
“Judai spostati! Pesi come un elefante!”, tuonò Jack.
Dopo essere caduti nel buco sulla scacchiera, i ragazzi erano letteralmente precipitati nel soggiorno della casa assumendo una forma a piramide scomposta, la cui base era occupata dai poveri Jack e Johan che erano schiacciati e compattati dai loro compagni.
A poco a poco tutti riuscirono a disincastrarsi e ad alzarsi (per fortuna Carly e Rei erano finite sulla sommità, altrimenti se la sarebbero vista davvero brutta).
“Diavolo che male...”, commentò Jun massaggiandosi la nuca.
Tutti lo guardarono.
“Che c'è?”, chiese lui.
“Ah non so”, iniziò Fubuki alzando le spalle, “sei l'unico qui che può spiegarci la situazione”
Jun si trovò circondato da occhi che lo fissavano, e due paia erano accusatori: Judai e Fubuki.
“Perché mi guardi così Yuki?”, lo sfidò il moro.
“Sento che gran parte di quello che è successo ad Asuka è colpa tua”, sentenziò sicuro Judai.
“E come potrebbe esserlo scusa!?!”, si difese Jun, “Non le ho fatto niente!”
“Eri lassù con lei, certo che hai fatto qualcosa!”, si intromise Fubuki.
“Solo per il fatto che fossi lassù non significa che sia colpevole!”, Jun si scaldò, “Allora dovrebbe avere la stessa colpa anche Aki!”
“Ehi!”, esclamò Yusei sentendosi preso in causa, “Lasciala stare!”
“Ragazzi calmatevi”
Carly si frappose fra Judai e Jun, Rei fra lui e Yusei.
“Così non risolviamo niente”, continuò la giornalista.
“Ha ragione”
Una voce che tutti conoscevano molto bene interruppe la lite.
Truman-nuvolotto si presentò davanti ai giovani: “La colpa è di Zone e Rudger...”
“Maledetta nuvola!!”
Judai gli saltò addosso, ma ovviamente ci passò attraverso e finì a sbattere contro il muro di fronte: “Ahia... trasformati se hai il coraggio!”, gli urlò dietro.
“Manco morto”, sentenziò Truman, “Comunque le cose stanno così: come vi ho già detto, sono stato costretto a fare una specie di lavaggio del cervello a Izayoi, Manjoume e Tenjouin per creare quello che avete tutti visto”
I ragazzi erano così attenti e in silenzio che si sentivano le cicale frinire in giardino: ormai era sera inoltrata.
“Dopo che siete entrati nella prima sala, mi è stato spiegato tutta la vostra prova; avete recuperato brillantemente i medaglioni e siete arrivati alla fine, come loro avevano previsto. Quello che era poco chiaro anche a loro era il come avrebbero reagito i tre contro di voi; e il fatto che vi abbiano attaccati è stata una sorpresa molto più che fantastica”
“Questo lo sappiamo già”, tuonò Jack, “l'abbiamo vissuto! Dicci quello che non sappiamo! Per esempio perché solo Manjoume sia tornato normale”
“Sisì, ci sto arrivando! Rei”, continuò la nuvola rivolgendosi alla ragazza, “Cos'è successo quando stavi per cadere nel vuoto?”
“Beh, il leone del medaglione è corso verso Jun ed è sparito in una luce bianca”, ricordò Rei.
“Esatto”, continuò Truman, “Jun tu ti ricordi qualcosa?”
“Sì più o meno”, rifletté il ragazzo, “Mi ricordo quello che ho fatto, ma era come se il mio corpo si muovesse da solo, non ero io a comandarlo... Ma poi quando quel leone mi è saltato addosso, si è come... fuso con me e sono ritornato nel pieno delle mie facoltà mentali”
“Ammesso che prima ne avesse...”, commentò a bassa voce Jack.
Truman annuì (No, scusami, come fai ad annuire se sei una nuvola?? ndAutrice  Usa l'immaginazione u.u ndTruman  Va beh l'immaginazione, ma qui si esagera O_O ndAutrice).
“E' esatto”, continuò rivolgendosi a Jun, “questo perché i tre animali rappresentano l'anima di voi tre”
“Beh, non mi sembra una rivelazione così epica”, commentò Yusei, “Avevano tutti e tre qualcosa di familiare...”, disse ripensando agli occhi della fenice.
“Ecco perché sentivo che quel lupo era una femmina!”, esclamò Fubuki battendosi una mano sulla fronte.
“Quindi è chiaro quello che dobbiamo fare”, iniziò Johan, “Torniamo là, evochiamo le bestie, le scaraventiamo contro le ragazze, le facciamo rinsavire e torniamo prima di cena” (Sono un genio u.u ndJohan  Ne dubito =_= ndAutrice).
“Se mi lasciaste finire...”, riprese Truman, “Non potete attivare i medaglioni con uno schiocco di dita! Per farlo serve un sentimento forte che li guidi!”
“Allora è risolto!”, disse Fubuki, “Andrò io a salvare mia sorella!”
“No”, continuò risoluto Truman, “l'amore fraterno non basta per richiamare gli animali”
“E allora cosa serve?”, chiese Carly, anche se pensava di aver capito.
“Beh, serve un tipo diverso di amore”
Silenzio. Il cervello dei ragazzi si mise in moto e iniziò ad associare le cose; Rei arrossì vistosamente, essendo arrivata all'ovvia conclusione prima degli altri.
La nuvola approfittò del movimento silenzioso delle rotelle nelle teste dei ragazzi per continuare: “E per farlo vi arriveranno degli aiuti speciali, anzi”, e tirò fuori un orologio, “il primo dovrebbe arrivare proprio ora”
Finì giusto in tempo la frase che un vortice si aprì sulle loro teste e qualcuno cadde addosso a Jack (oh ma perché tutti addosso a me?!? ndJack  perché sei comodo >///< ndCarly  Oooooh che cariniiiiiiii *W* ndAutrice che sparge cuori per tutta la fanfiction).
“Ma che diavolo!”, esclamò Jack infuriato scrollandosi di dosso il nuovo arrivato.
“Ragazzi che botta...”, disse il ragazzo alzandosi in piedi, “Ma dove sono?... Oh ciao ragazzi”
“Io ti ammazzo!!!”
Jun gli fu addosso e iniziò a tempestarlo di pugni.
“JUN!”, esclamò Rei allarmata.
Johan e Fubuki si fiondarono e separarono Jun dalla sua vittima; il ragazzo si dimenò: “Lasciatemi! Devo ucciderlo!!”
“Ma io ti conosco”, iniziò Jack, “Tu sei... Ryo Marufuji, un duellante professionista del passato!”
Ed era lui: Ryo era vestito con la sua uniforme nera e guardava gli altri con un gigantesco punto interrogativo sulla faccia (Ryyyyyoooooooooooooooooooooo!!! ndAutricesclerata NOTA: Ryo è il suo secondo amore di Yu-Gi-Oh ed era il personaggio che lei amava prima di conoscere Yusei).
“Sì, sono io”, iniziò Ryo, “ma... perché dici 'del passato'? E soprattutto cosa diavolo sta succedendo?!”
“Tu maledetto! Come hai osato fare questo alla mia Asuka!!”, ringhiò Jun dimenandosi dalla stretta che lo tratteneva.
“Jun 'sta calmo”, gli disse Fubuki, “E cos'è che avresti fatto tu ad Asuka?”
“Asuka?”, chiese Ryo perplesso, “Ma saranno due anni che non la vedo”
“Vi ho visti”, ricominciò Jun calmandosi un po', “Quella notte del nostro primo anno, al faro...”
Tutti guardarono Ryo e Judai per poco non lo azzannò (in effetti è molto ambigua come frase LOL ndAutrice).
“...Cos'è che avreste fatto?”, chiese Rei, anche se aveva paura della risposta (Rei, hai pensato male, ammettilo XD ndAutrice  Noooooo! Figurati XD ndRei).
“Lui...”, Jun abbassò la voce di un'ottava, “Loro... si sono baciati”
Altro silenzio.
“Aaaaaaa”, sospirò Carly tornando a respirare, “pensavo chissà che cosa!”, e con quest'ultima frase raccolse i consensi di tutti. O quasi tutti. Judai non era per niente rilassato.
“Che cosa hanno fatto?”, chiese lo Slyfer, tradendo però una nota di rabbia nella voce.
Ryo scosse la testa e iniziò a parlare: “Sì, è successo, ma Jun, hai frainteso”
“Come si fa a fraintendere?!”
“Vedi, quella sera Asuka mi aveva chiesto di fare un esperimento”, iniziò Ryo.
“Sì, questo l'ho sentito”
“Quello che forse non hai sentito è stato il discorso venuto dopo il bacio...”

Asuka si staccò da Ryo e rivolse lo sguardo verso il mare.
“So cos'hai voluto provare”, disse Ryo guardandola, “Anzi, so cos'hai voluto dimostrare a te stessa”
Asuka lo guardò negli occhi e i suoi divennero lucidi: “Mi dispiace Ryo, ma io...”
“L'ho capito, tranquilla”, rispose lui, “diciamo che è servito di prova anche per me; hai voluto provare di non esserti innamorata di me, giusto?”
La ragazza annuì e Ryo sospirò: “Beh, sei stata un po' egoista, non trovi?”
Asuka annuì di nuovo.
“Per fortuna che anch'io mi sono convinto di volerti bene come una sorella, ma mi avresti ferito a morte se ti avessi amata, non trovi?”
La giovane stette in silenzio.
“Quindi, la prossima volta che vuoi capire l'amore, evita questi approcci”
Asuka parlò di nuovo, dopo un lungo istante in cui si sentiva solo il rumore delle onde infrante sul molo: “Io... io penso di essermi innamorata di lui”

Ryo finì di raccontare e Jun si calmò completamente, per cui Fubuki e Johan lo lasciarono.
“Hai capito adesso?”, gli chiese Ryo, “Comunque qualcuno vorrebbe spiegarmi cosa ci faccio qui?”
“Devi andare a salvare Asuka”, gli disse Truman.
“Salvare Asuka?!”, si allarmò Ryo, “Che le è successo?!”
“Aspetta”, lo fermò la nuvoletta tirando fuori il suo orologio, “Avremo un'altra ospite tra tre...due...uno”
Il solito vortice si aprì e una figura dai capelli biondi si schiantò su... Jack (penso che a 'sto punto farò un'assicurazione =.= ndJack).
“Sherry?”, chiamò Yusei.
La ragazza si tirò su guardandosi intorno: “Dove diavolo sono?!”, esclamò.
“Ecco... è una storia lunga”, iniziò Carly.
“Devi salvare Aki”, le disse semplicemente Truman.
“Fermi fermi fermi!”, rispose Sherry, “Prima mi spiegate cosa sta succedendo!”
“E' la stessa cosa che ho chiesto io”, si aggiunse Ryo.
E allora Truman raccontò loro il più sintetico possibile quello che stava succedendo, andando veloce nella parte che riguardava la provenienza dei due gruppi e soffermandosi sulla prova che avrebbero dovuto sostenere di lì a poco.
Sherry e Ryo ascoltarono quasi increduli quella storia e quando Truman finì di parlare ci fu un lungo silenzio.
“Quindi...”, iniziò Ryo, “Mi state dicendo che dobbiamo andare da loro, tirare fuori quei due animali dai medaglioni in qualche modo e farle rinsavire?”
“Il tutto considerando il fatto che loro vogliono ucciderci”, confermò Sherry, “Beh, mi sembra una cosa fattibile”
Truman annuì, almeno, fece un movimento che sembrava un'annuizione (e daje -.- ndAutrice).
“Però mi chiedo una cosa...”, iniziò Rei, “Truman, ma non hai detto che serviva un amore diverso da quello fraterno per salvare quelle due? Quindi... mmm...”, arrossì, “Che c'entra lei?”
Tutto guardarono Sherry e un dubbio sorse nella testa dei più intelligente (scusate, dovevo mettere questa battuta XD ndAutrice).
“Beh, se è per questo neanch'io amo Asuka”, si intromise Ryo.
“Infatti”, iniziò Truman, “Il loro è un amore particolare, e specifico che come amore si può intendere anche una forte amicizia, capito Autrice Maliziosa??” (coffcoff XD ndAutrice).
“Che Autrice perversa che abbiamo...”, commentò Sherry (grazie del complimento u.u ndAutrice).
“Tornando a noi “, ricominciò Truman, “Non andranno solo loro due, ma ci andranno in quattro, uno ancora per ragazza”
Appena sentite quelle parole Fubuki e Jun si auto-proposero e poi iniziarono a litigare esponendo violentemente le tesi a proprio favore.
“Yusei”, iniziò Truman ignorando i due litiganti, “andrai tu a salvare Aki”
Yusei annuì determinato.
La nuvola quindi si girò verso gli altri due: “Finitela!”, urlò così forte da far smettere i due ragazzi, “Non ci andrà nessuno dei due!... Judai”, e si rivolse al moro, “andrai tu”
Judai alzò un sopracciglio.
“Ehi un momento!”, tuonò Jun, “Io la amo molto più di questo bamboccio, devo andarci io!”
“No, ci andrà Judai, perché è lui che Asuka....”
Ryo intervenne: “Perché è Judai che ha risvegliato Asuka l'ultima volta”, disse, intuendo cosa volesse dire Truman e salvando quindi l'orgoglio della ragazza assente, “quindi potrà farlo di nuovo, e se non sbaglio, Jun, sei stato proprio tu l'ultima volta ad... 'ipnotizzarla', giusto?”
Jun tacque frustrato, perché era la verità.
“Bene, allora siamo tutti d'accordo”, concluse Truman, “Appena supererete il corridoio che c'è dietro la porta vi ritroverete già sulla scacchiera”
I ragazzi annuirono.
“Ah, un'ultima cosa”, riprese la nuvola, “Non sarà come con Jun; per svegliarle dovrete anche...”
Ma non riuscì a finire la frase perché un aspirapolvere gigante uscì dal soffitto e lo aspirò, scomparendo dalla stessa parte da dove era entrato.
“Sapete anche troppo!”; la voce di Zone risuonò nella casa, “Ora andate, e magari cercate di tornare”, e si congedò con una risata metallica.
I quattro prescelti si ritrovarono davanti alla porta. Judai la aprì: il lungo tunnel nero non presagiva niente di buono.
“Buona fortuna ragazzi”, augurò Carly, “riportatele qui sane e salve”
“Sarà meglio per voi”, commentò Jun.
“Judai se non mi riporti mia sorella ti uccido”, disse papale papale Fubuki.
“Tranquilli, non ci faremo ammazzare così facilmente”, rispose Sherry, e si inoltrò nel corridoio, seguita dagli altri.
La porta si richiuse dietro di loro e si bloccò.
“Jun”, chiamò Rei dopo che la squadra di salvataggio fu partita, “Io e te dobbiamo fare un discorsetto”

“Tanto per sapere”, iniziò Sherry, dopo un po' che si erano addentrati nel tunnel, “che animali dovrebbero saltare fuori da quei medaglioni?”
Yusei tirò fuori il suo con la fiamma: “Da quello di Aki uscirà una fenice”
“E da quello di Asuka un lupo”, aggiunse Judai guardando il suo con il fiocco di neve.
“Il lupo... mi pare strano come accoppiamento”, commentò Ryo, “insomma, il lupo si comporta come un animale da branco e segue sempre i lupi alfa, e invece mi pare che Asuka sia molto indipendente sotto quel punto di vista”
“Hai ragione”, confermò Yusei, “tuttavia può essere che lei stessa si senta la femmina alfa, e questo spiegherebbe tutto; insieme al maschio alfa, la femmina alfa guida il branco e si fa rispettare”
Fece una pausa durante la quale tutti lo guardavano: “E anche se non fosse così, quando si stacca dal branco un lupo diventa solitario fino a quando non ne trova un altro al quale aggregarsi, cercando di diventare proprio un alfa” (ho guardato su Wiki per trovare il comportamento dei lupi, spero che più o meno abbiate capito XD ndAutrice).
“Ah, sì, può essere”, disse perplesso Ryo, “Come fai a sapere tutte queste cose?”
“Beh, diciamo che da piccolo ero un grande appassionato di lupi”, ammise Yusei, “Leggevo libri su libri su di loro”
Un'altra pausa di diversi minuti.
“E per quanto riguarda Aki è facile”, iniziò Judai. Gli dava molto fastidio che Yusei avesse risposto in modo così esauriente ed esatto ad una domanda sulla personalità di Asuka, “La fenice è un animale bellissimo, ma assolutamente letale se ci si mette contro; in sostanza, meglio averla come alleata”
“Questo sì, ma bisogna aggiungere che essa si rigenera dalle sue ceneri dopo essere bruciata”, aggiunse Sherry, “Quindi anche il fuoco è un suo simbolo, e Aki ti incenerisce con uno sguardo. E poi non bisogna scordare che le sue lacrime guariscono” (Harry Potter insegna LOL ndAutrice).
“Ragazzi mi sa che ci siamo”
Ryo avvisò gli altri, e l'attenzione di tutti fu riposta sulla porta che stava loro davanti.
Sherry avanzò di un passò e l'aprì.
“Questa non me l'aspettavo”
Judai rimase allibito e i suoi compagni furono senza parole. La scacchiera non era più una sola.
Fuoco e fiamme a sinistra. Neve e ghiaccio a destra.
“Noi invece vi aspettavamo”, disse Asuka, seduta su un trono alla fine della scacchiera di destra, a pochi metri di dislivello.
“Venite a giocare, avanti!”
Aki invece era direttamente seduta sulla testa di uno dei cavalli neri e sogghignava.
“Ragazzi”, cominciò Judai risoluto, “qua occorre dividersi”






*abbandona per sempre la possibilità di inserire la coppia RyoxAsuka* sigh! T_T *si riprende* va beh, è andata XD spero che vi sia piaciuo il fatto che siano arrivati anche Ryo e Sherry a dare manforte *^* avranno un ruolo fondamentale nel salvataggio delle due pulzelle u.u quale non lo so neanch'io, ma abbiate fede XD
sperando che questo capitolo vi sia piaciuto, vi lascio ** ah si, è da una vita che non lo ripeto, ma anche critiche negative sono ben accette u.u non vi mordo mica XD
ci sentiamo <3

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Capitolo 25
*** Rescue #1: Bring me to Life ***


ehilà! sono tornata! e dovreste farmi una statua perché aggiorno dopo neanche un mese u.u sono un genio u.u no, la verità è che domenica vado via per due settimane, quindi mi sono ripromessa di aggiornare un paio di giorni prima, e ce l'ho fatta *facgliea*
dunque, parlando di questo capitolo, ad essere sincera avrei preferito scrivere prima quello sul salvataggio di Aki, ma visto che c'erano ancora troppi punti di domanda, ho deciso di scrivere prima quello di Asuka visto che avevo praticamente tutto in testa ** intanto, per chi non se ne fosse accorto, il capitolo porta il titolo di una canzone degli Evanescence, Bring me to life, ed è esattamente la canzone che voi siete obbligati ad ascoltare quando incontrerete questi tre asterischi *** se non lo fate di accoppo XD
per ulteriori commenti ci sentiamo alla fine del cap; ringrazio per le recensioni Brillantina, Kingdom, Gattino Bianco, Illy, Micky e Magixludo <3
detto questo, vi lascio alla lettura **






Judai e Ryo si avvicinarono alla scacchiera di destra: i pezzi sovrastanti erano intrappolati in enormi blocchi di ghiaccio; per terra erano sparse dappertutto stalagmiti, da alcune più piccole, ad altre più grandi; un manto di neve soffice era posato su ogni cosa e copriva le caselle come una gelida coperta.
“Per il suo prossimo compleanno le regalo una vacanza ai Caraibi”, commentò Ryo rabbrividendo.
Judai non lo sentì neanche, era troppo concentrato sulla figura della ragazza a poche decine di metri da loro.
“Vedo che ti sei portato i rinforzi”, disse gelida Asuka., “paura di non farcela da solo?”
“Paura che ti annoiassi più che altro”, replicò Judai facendo un sorrisetto.
“In effetti mi serviva giusto un po' di moto”, rispose lei alzandosi, “Ciao Ryo, da quanto tempo”
“Asuka”, disse lui serio abbassando lievemente il capo.
“Non sei cambiato più di tanto dall'ultima volta... la differenza è che ora cammini”, ironizzò malignamente la ragazza.
“La tecnologia ha fatto passi da gigante”, le rispose pacato Ryo, “Tu invece non sei cambiata per niente”
“Che cosa?!”, esclamarono sia Judai che Asuka.
“Scusa un secondo”, iniziò lo Slyfer allibito, “ma non è che hai un vuoto di memoria su come fosse prima?! Perché di sicuro non è uguale”
“Do ragione a Judai! Sono completamente diversa dalla ragazzina debole e insignificante che ero prima!”
“E invece vi sbagliate entrambi”, continuò Ryo incamminandosi fino ad un alfiere congelato, posto cinque metri distante da dove si trovava la giovane, “Asuka, io ti conosco da una vita, anche da prima di incontrarti visto che Fubuki non faceva altro che parlarmi di te, e ti posso assicurare che non sei cambiata di una virgola: sei sempre debole e insignificante”
“Sta' zitto!”, tuonò lei infuriata.
“Ehi ehi ehi!”, esclamò Judai, “non c'è bisogno di offenderla così! E poi non capisco dove vuoi andare a parare”, continuò a bassa voce, “Così la fai infuriare ancora di più”
“Appunto”, gli rispose Ryo incrociando le braccia, “Vuoi farmi stare zitto?”, continuò rivolgendosi ad Asuka, “Vuoi tacere la voce della ragione? Perché sai che quello che ho detto è la verità! Sei uguale...”
“Smettila...”, sussurrò Asuka tenendosi la testa con la mano destra e chiudendo gli occhi.
“... identica...”
“... finiscila...”
“... alla ragazzina che ho incontrato per la prima volta cinque anni fa al faro”
“STAI ZITTO!”
Un vento polare si scagliò sulla scacchiera, facendo volare Judai a gambe all'aria; Ryo riuscì ad appoggiarsi all'alfiere.
“... Ora ti farò vedere chi è debole”, Asuka sorrise e prese il deck dalla tasca della gonna, “Io vi evoco, Fata della Neve, Scultura di Ghiaccio, Capsula del Freddo, Tigre della Notte Bianca e Regina della Notte Bianca!” (la tigre me la sono inventata, ma ce la vedo bene u.u ndAutrice).
I mostri apparvero davanti a lei e la temperatura scese di molti gradi: in quel momento era intorno allo 0.
Avrei dovuto portarmi un cappotto, pensò Ryo.
“Beh, e con questo? Questi mostri li hai già usati! Non hai cambiato neanche deck e mi vieni a dire che sei diversa?”
Se è possibile, la collera di Asuka crebbe ancora di più, ma la ragazza riuscì a non darlo a vedere: “Commenta pure, intanto questi miei mostri ti faranno la pelle! Attaccate!”
“Mossa inutile, Cyber Draghi!”
I tre draghi comparvero ruggendo e protessero Ryo dal diventare un surgelato Algida. La battaglia incominciò.
Judai intanto era rimasto a guardare allibito cercando di capire il perché del comportamento di Ryo: non era da lui insultare Asuka, anche se era andata fuori di testa... E poi perché continuare a dire che era uguale? Ad Asuka irritava questo aggettivo, e facendo così Ryo aveva solo ottenuto che lei concentrasse tutti gli attacchi su di lui....
… Momento, così si è dimenticata di me!, realizzò Judai, Così posso cercare  un modo per farla tornare in sé, e prima di tutto è meglio evocare quel lupo.
Judai tirò fuori il medaglione dalla tasca e lo guardò: era uguale a quando lo aveva raccolto alla fine del labirinto.
“.... Ma come diavolo si fa?!”
Il ragazzo iniziò a girarci intorno, cercando ogni metodo possibile per far comparire la lupa: dal spaccare il medaglione, a evocarlo con un mostro, a parlargli con le buone e con le cattive (adesso che ci penso sembra un Horcrux O_O ndAutrice), ma niente da fare, la lupa non ne voleva sapere di uscire.
“Quel cretino di Truman avrebbe dovuto essere un po' più preciso su questo punto”, disse fra sé e sé Judai buttandosi a terra dopo l'ennesimo tentativo. E stava pure congelando.
Un rumore attirò la sua attenzione; girò la testa appena in tempo per vedere la Regina della Notte Bianca che veniva distrutta dal Drago Cyberoscuro evocato da Ryo dopo la perdita dei Cyber Draghi.
“Arrenditi Asuka! Figuriamoci se con il tuo livello puoi sperare di battermi”
“E' perché ho ancora il mio asso nella manica!”, esclamò la ragazza, “Vieni da me, Drago della Notte Bianca!”
L'enorme drago comparve sul terreno in un turbine di ghiaccio e neve e la temperatura calò ulteriormente: “E ti equipaggio con Velo Bianco!”
Il velo ricoprì il mostro e lo fece diventare trasparente come il ghiaccio: “Esplosione della Notte Bianca!”
Con un solo attacco Drago Cyberoscuro venne distrutto e a causa dell'impatto Ryo venne sbalzato per terra, sbattendo la testa.
“Ora che mi dici, sono abbastanza forte per te?”, lo schernì Asuka.
“... ma per piacere...”, commentò Ryo rialzandosi; un rivolo di sangue gli usciva dalla tempia destra, “Ora mi sono stufato di giocare, sono venuto qui per riportarti alla ragione ed è quello che farò! Vai, Cyber Drago Finale!”
Nello stesso momento in cui il gigantesco drago metallico comparve sul terreno, metà del fiocco di neve inciso sul medaglione si illuminò, stupendo Judai.
I due draghi iniziarono a lottare senza esclusione di colpi e intanto Judai rifletteva (wow, complimenti XD ndAutrice).
Dunque, il medaglione si era illuminato in seguito a qualcosa che aveva fatto Ryo e su questo non ci pioveva; sembrava inoltre che si fosse attivato solo a metà, per cui qualcosa doveva farla lui... Ma cosa? Judai guadò disperato e frustrato Asuka che combatteva come una furia. La sua Asuka.
Illuminazione.
A Judai tornarono in mente le parole di Truman sul fatto che servisse un tipo di amore per risvegliare l'animale. Già, ma come dimostrarlo al medaglione?
A Judai venne in mente un solo modo pratico: si portò l'oggetto vicino alla bocca e baciò il fiocco di neve.
L'altra sua metà venne avvolta in una luce chiara e il medaglione iniziò a galleggiare in aria; a poco a poco la luce prese la forma della grande lupa che Judai aveva già conosciuto. Appena comparve completamente ululò.
“Ben ritrovata”, le sorrise lo Slyfer.
La lupa si girò e gli permise di salirgli in groppa.
“Bene, andiamo ad aiutare Ryo!”
Ma l'animale aveva altri progetti: non si diresse verso la battaglia (tra parentesi, i due contendenti erano così concentrati che non si erano accorti degli altri due), bensì iniziò a correre verso il rialzo dove era Asuka: “Ehi, che stai facendo?!”, esclamò Judai reggendosi al pelo del collo.
La lupa non si fermò e una volta arrivata al rialzò spiccò un salto e ci salì sopra. Ululò di nuovo.
Questa volta la ragazza se ne accorse; si girò verso la fonte del verso e rimase sconcertata alla vista dell'animale, ma lo guardò fisso negli occhi. Ambra contro ambra.
“Vattene, tu non sei degna di essere me”, disse Asuka.
La lupa digrignò i denti e ringhiò.
“Il solo fatto che tu sia lì e io qui significa che sono la più forte, quindi rassegnati”
In quel momento il Cyber Drago diede un poderoso colpo all'avversario e Asuka distolse lo sguardo dall'animale per un istante.
Ma quell'istante bastò. La lupa riprese a correre verso la ragazza.
“Che fai?! Sei impazzita?!”, urlò Judai.
La lupa non si fermò. A pochi centimetri dall'impatto che sarebbe dovuto accadere, una luce simile a quella dalla quale era venuta fuori la lupa, avvolse sia lei che Asuka.
L'animale si dissolse ed entrò nel petto della ragazza, ma non fu il solo a scomparire.

***

Judai si mise a quattro zampe continuando a tenere gli occhi chiusi; la testa gli pulsava e non aveva la più pallida idea di dove fosse. Ad un tratto sentì qualcosa di morbido che passava sotto il suo ventre e cercava di aiutarlo ad alzarsi. A fatica si mise in piedi e dopo un enorme sforzo aprì gli occhi.
Una cosa era sicura: non era più sulla scacchiera. Il pavimento era una lastra trasparente di ghiaccio, ma sulla quale non si scivolava e attraverso cui non si vedeva niente di definito. Il soffitto era sparito e al suo posto c'era solo il buio più totale, che veniva spezzato solo nei due metri di altezza dal suolo, da  una luce che proveniva dalla destra e dalla sinistra di Judai: il ragazzo si trovava in una specie di corridoio di cui non intravedeva la fine; ai suoi lati c'erano delle lastre di ghiaccio a fare da pareti, poste in modo disordinato. Era per esse che lui poteva vedere tutto come fosse illuminato a giorno, ma nello stesso tempo non c'era una vera e propria fonte di luce che si rifletteva; sembrava piuttosto che le lastre emanassero vita propria: era come se fosse in una bolla schiacciata dall'oscurità opprimente di quel surrogato di cielo.
Judai si guardò intorno: le lastre riflettevano la sua figura in maniera irregolare e frammentaria.
A quel punto sentì qualcosa strusciarsi sulla sua gamba: era la lupa, ma non era più l'enorme animale che aveva visto; era diventato grande quanto un suo normale simile, mantenendo però le stesse caratteristiche che lo avevano fatto conoscere.
“Ti sei ristretta, eh?”, commentò il ragazzo.
La lupa in risposta guaì offesa.
“Direi che non possiamo fare altro se non andare avanti”
Ed entrambi iniziarono ad avviarsi; Judai si era ripreso dallo stordimento e aveva messo in moto le rotelle per cercare di capire cosa fosse successo (in questo capitolo pensi troppo XD ndAutrice).
Dunque, il fatto che la lupa si fosse scagliata contro Asuka era un dato di fatto; il problema veniva dopo... cos'era successo dopo che il fascio di luce li aveva circondati? Asuka li aveva fatti precipitare in qualche realtà alternativa? Judai ripensò a quello che aveva detto Rei su Jun: il leone era stato assorbito  in una luce bianca dal ragazzo che aveva riacquistato la ragione... possibile che fosse stato assorbito anche lui e che quindi.... si trovasse dentro ad Asuka?! (oddio che brutto doppiosenso O_O ndAutrice).
Judai non riuscì a metabolizzare la notizia perché la lupa ringhiò girando la testa verso il tratto già percorso.
“E ora cosa c'è?!”
Ombre nere. Ombre nere dappertutto. Nelle lastre, nel pavimento di ghiaccio, alzate fluttuanti in aria. Le cavità in cui dovevano trovarsi gli occhi lasciavano intravedere dei bagliori azzurro chiaro che in altri momenti sarebbero sembrati rassicuranti.
Judai deglutì: “Ooook... penso di essermela fatta addosso...” (e ci credo *si è spaventata pure lei* ndAutrice)
La lupa ringhiò e si scagliò sull'ombra fluttuante più vicina, ma appena le si avventò contro, le passò attraverso, mordendo l'aria.
Una di quelle che erano nel pavimento oltrepassò la lastra solo con... una mano?, che afferrò saldamente la caviglia di Judai. Il ragazzo riuscì a dimenarsi e a liberarsi e poi iniziò a correre nella direzione in cui fino ad un attimo prima stava camminando; la lupa lo raggiunse ed insieme a lui scappò dalle ombre che avevano iniziato ad inseguirli. Ma quelle erano più veloci; in pochi minuti li raggiunsero e si avventarono sopra di loro: li mordevano, li graffiavano, li colpivano in ogni modo. Si sentivano i guaiti della lupa e le grida di Judai che tentava in ogni modo di liberarsi.
Non posso crepare così! Devo salvare Asuka!
Una fiammata partì da Judai e respinse le ombre, per poi andare a soccorrere l'animale e liberarlo dai suoi carnefici; a quanto pareva quegli esseri temevano il calore.
Judai si ritrovò in mano una carta.
“Neos Fiammata... Sei tornato per aiutarmi di nuovo” (NOTA: rivedere l'episodio 95 di GX)
La carta si infiammò e avvolse le mani di Judai, per poi dirigersi verso la lupa e circondarle il muso di fuoco; entrambi si trovarono le parti che bruciavano, ma non producevano dolore, anzi, un gradevole tepore invase entrambi. La carta scomparve.
Con i pugni che emanavano fiamme Judai capì cosa doveva fare; le ombre tornarono all'attacco, ma questa volta la lupa riuscì a morderle e il ragazzo le colpiva ripetutamente, allontanandole sofferenti.
I due ricominciarono a correre, percuotendo ombre a destra e a manca, ma più ne colpivano, più sembrava che queste si moltiplicassero.
Ad un tratto il corridoio si allargò e i due si ritrovarono al cospetto di una piccola montagna fatta di massi ghiacciati; sulla sommità, distesa in un parallelepipedo formato da lastre, c'era Asuka.
“Asuka!”, esclamò Judai mentre colpiva l'ennesima ombra.
Doveva raggiungerla: si fece largo a pugni fra quegli esseri che continuavano ad aumentare di numero ed arrivò fino alle pendici della montagnola; appena iniziò a scalarla si sentì un boato e un vento gelido lo fece sbalzare di nuovo a terra.
Un'ombra più grande delle altre era comparsa dalla sommità della montagna e ora le sue compagne si stavano avvicinando ad essa e ne venivano risucchiate, aumentandone la grandezza. Alla fine rimase solo l'ombra gigante a incutere terrore; spiegò le ali e il boato si ripeté.
Judai e la lupa, fianco a fianco, guardarono l'enorme mostro (apparentemente un drago, ma chi può dirlo) stagliarsi davanti a loro in tutta la sua grandezza; gli pseudo occhi erano uno color del ghiaccio, l'altro ardeva di fiamme, ma entrambi erano privi di vita e anima.
“Amica mia, è stato bello conoscerti”, disse il ragazzo all'animale.
Entrambi erano ricoperti di ferite ed alcune sanguinavano copiose; la lupa aveva anche probabilmente compromesso l'uso dell'occhio destro, perché lo teneva chiuso e un taglio lo attraversava per almeno dieci centimetri, da poco sotto l'orecchio a quasi la mascella.
L'ombra si scagliò all'attacco contro i due che furono costretti a balzare, la lupa a sinistra e Judai a destra.
“Come facciamo a contrattaccare?!”, le urlò il ragazzo sapendo che non c'era risposta.
L'animale lo guardò: occhio ambra e occhi nocciola si intrecciarono. Lei ululò verso di lui e poi si concentrò sull'ombra; ringhiò e inarcò la schiena e poi iniziò ad ingrandirsi, tutti i muscoli in tensione; alla fine acquistò la stazza che aveva nel labirinto, ancora più piccola dell'ombra, ma comunque in grado di fronteggiarla.
“E non potevi farlo prima?!”, si irritò Judai.
La lupa lo guardò e con un cenno del capo gli fece segno di andare, poi partì all'attacco, mordendo il mostro nero.
Judai indisturbato riuscì ad arrivare di nuovo alle pendici della montagna e cominciò a salire, roccia dopo roccia, scivolando molte volte e rischiando di sfracellarsi al suolo, perché anche una caduta di dieci metri sarebbe bastata a ucciderlo. Finalmente raggiunse la sommità e guardò la battaglia: l'animale si opponeva fieramente al nemico e sembrava addirittura avere la meglio.
Judai quindi si concentrò sul suo obbiettivo; lentamente si avvicinò alla struttura di ghiaccio dove aveva visto Asuka; il parallelepipedo era leggermente sollevato rispetto al suolo. Judai guardò la ragazza: il corpo nudo era avvolto in una coperta di luce chiara e rassicurante; i lunghi capelli biondi erano tornati del loro colore oro originale; delle catene partivano dal fondo della sua “prigione” e si chiudevano intorno ai polsi, alle caviglie e al collo; la pelle era pallida, probabilmente a causa del freddo, e faceva risaltare le labbra, di un rosa più scuro. Asuka era incosciente.
“Ok...”, cercò di iniziare Judai, “Ehm... Asuka svegliati, sono io, Judai”
Nessuna risposta. Allora lo Slyfer le toccò delicatamente la spalla, sussultando a causa della pelle gelida, e la scosse un po': “Ehi! Dopo tutta la fatica che ho fatto non puoi mica morirmi così!”
In effetti, la ragazza era così immobile che pareva priva di vita.
Judai notò le catene e le strappò via; fortunatamente Neos gli aveva aggiunto anche una buona dose di forza extra oltre alle fiamme.
Si portò con il busto più vicino alla ragazza: “Asuka per favore svegliati!”, disse dopo aver visto che non funzionava niente di quello che aveva tentato, “Mi dispiace per quella litigata a Domino, avevi ragione, sono un testardo! E mi dispiace di aver baciato Aki davanti a te, ma volevo farti sentire male come me quando ti ho vista con Yusei... la verità è che ero geloso... sono follemente geloso di te, non voglio che nessuno ti venga vicino... per questo che non volevo credere che tu e Ryo... Asuka... io... io ti...”
Ma più che le parole poterono i fatti: Judai si chinò sul volto della ragazza e la baciò a fior di labbra.
Successe tutto contemporaneamente: la battaglia si bloccò all'improvviso poiché i due contendenti si erano immobilizzati allo stesso tempo; l'ombra lanciò un boato e iniziò ad appallottolarsi su se stessa fino a quando divenne una sfera sul sul punto di esplodere; la lupa ululò e iniziò a brillare; Asuka aprì di scatto gli occhi.
E la luce della lupa invase tutto quello spazio oscuro.




ed eccoci qua XD dunque, personalmente, penso che sia uno dei migliori capitoli che abbia scritto u.u mi piace molto ** ma potete tranquillamente dirmi che vi ripugna, non vi accoppo mica *nasconde il fucile* XD altra cosa, questo capitolo l'avevo in testa già da un paio di mesi, poi ho riascoltato la canzone e mi sono meravigliata di quanto fosse perfetta per quello che stavo scrivendo ** quindi se ancora non l'avete fatto, ascoltatela 'sta benedetta canzone u.u
bene, il prossimo capitolo sarà il salvataggio di Aki (Yuseiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii *W*) e quindi io ora vado a godermi il meritato (?) riposo XD
ci sentiamo al prossimo capitolo!

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Capitolo 26
*** Rescue #2: Girl on Fire ***


tattarataaaaaaaaaaaaaaaaaa! e rieccomi! non volevo ricominciare scuola senza aver aggiornato! u.u bene, dico solo che spero che questo capitolo sia all'altezza di quello del ghiaccio ** e ora passo a illustrarvelo: si vede in pieno che Hunger Games mi ha segnata in una maniera incredibile (Peeta *_________*) perché la canzone che ho utilizzato è Girl on Fire, canzone fatta da Arshad in onore a questa saga *W* che spero sia utilizzata nel secondo film *^* ma sto divagando XD questa volta niente asterischi, ho proprio messo le strofe della canzone, e dico anche che 'sta volta la seconda parte del capitolo è stata costruita proprio sul testo **
detto questo ringrazio per le recensioni Micky, Illy, Brillantina, Kingdom, Jennymatt, Amy, Ale e More than this <3 e spero che il capitolo vi piaccia *^*





Yusei e Sherry salirono sulla scacchiera e guardarono verso la pedina del cavallo posto a circa un paio di metri da loro.
“Avete paura?”, chiese Aki sorridendo.
La ragazza era seduta sul muso del cavallo con la schiena appoggiata alla fronte dell'animale e la gamba destra che dondolava fuori dalla pedina.
“Di te? Ma figuriamoci”, rispose secca Sherry.
“Ma ti pare...”; la risposta di Yusei arrivò molto meno sicura: in realtà il giovane aveva paura di farle del male.
“Bene, mi fa piacere”, continuò Aki alzandosi in piedi rimanendo sempre sul muso, “se no non sarebbe stato divertente giocare”
“Giocare a cosa?”, chiese Sherry.
La rossa iniziò a saltare con un'agilità impressionante da un pezzo all'altro, fino ad arrivare ad un ripiano rialzato di due metri rispetto alla scacchiera; poi sollevò una mano verso il... soffitto?, e parlò di nuovo: “A 'sopravvivi nell'inferno': se arriverete qui avrete vinto, ma io non ci metterei la mano sul fuoco... Oh, mi sono fatta la battuta da sola!”, e si lasciò andare in una fragorosa risata sadica, che però venne coperta dal boato che iniziarono a fare le colonne di fuoco uscendo alternativamente dalle varie caselle sul pavimento. Dalle pedine iniziò a colare pian piano della lava e intorno ad esse la scacchiera si sgretolò così da permettere al fluido di colare nel vuoto; inoltre cerchi di fuoco si formarono magicamente qua e là e iniziarono ad ardere. Sembrava di essere in un vulcano in eruzione, e ovviamente la temperatura salì di molto.
“Direi che sono molto bravi negli spettacoli pirotecnici”, commentò Sherry togliendosi la  maglia e rimanendo in canottiera.
“Vorrei essere tranquillo come te...”, disse Yusei spogliandosi a sua volta della giacca blu e buttandola su una casella bianca lì vicino.
“Ah ma io non sono tranquilla”, gli rispose la bionda, “sono assolutamente spaventata, ma è meglio che Aki non lo sappia, potrebbe sfruttare questo fatto a suo vantaggio e divertirsi ancora di più”
“Divertirsi?”
“Ma non l'hai vista?! Lei vuole solo quello! Vuole divertirsi con noi e con le nostre sofferenze”
Yusei ripensò al duello della Fortune Cup: quella volta il sadismo di Aki aveva toccato livelli storici e lei si era divertita un mondo a vederlo in balia dei suoi mostri reali.
“Quindi... per farla rinsavire non dobbiamo farla divertire?”, chiese Yusei non totalmente convinto; in effetti era una cosa assurda.
“Io penso che se noi vincessimo il suo gioco, lei si arrenderebbe...”
“... o si arrabbierebbe ancora di più”, concluse il ragazzo.
“In effetti è una possibilità”, valutò Sherry, “ma non abbiamo niente da perdere”
A parte una buona dose di sudore corporeo..., pensò Yusei.
Improvvisamente una colonna di fuoco si alzò nel punto esatto dove si trovava la giacca del ragazzo e la incenerì all'istante.
“Non penserete mica di rimanere a fare salotto invece di giocare, vero?”, la voce di Aki si propagò per tutta la scacchiera, “Forza, provate a raggiungermi!”
Sotto i piedi di Sherry la casella iniziò a fumare.
“Corri!”, gridò la ragazza e i due si spostarono giusto in tempo prima che le fiamme avvolgessero il quadrato nero.
“Ci deve essere una sequenza in cui le colonne si alzano!”, esclamò Yusei sempre correndo, ricordandosi della stanza del fuoco.
I due schivarono un'altra colonna e proseguirono zigzagando, evitando anche i pezzi degli scacchi e stando attenti agli schizzi di lava: “Non abbiamo tempo per decifrare codici Fudo!”, gli rispose Sherry, “L'unica cosa che possiamo fare è evitare le caselle che iniziano a somigliare ad una lastra per il barbecue!”
In effetti l'unico modo per capire da dove sarebbe uscita la colonna di fuoco successiva era osservare le caselle e vedere quali iniziavano a rilasciare vapore e arrossarsi sulla superficie; il fuoco veniva fuori da lì grazie a migliaia di piccoli fori sulle piastrelle a cui non si faceva caso in un primo momento.
Yusei e Sherry correvano a destra e a manca per riuscire ad avvicinarsi sempre di più alla piattaforma, ma ovviamente stando attenti a non fare la fine dei polli allo spiedo (Yus è giusto un pinguino, quindi sarebbe possibile XD ndAutrice).
“Ci siamo!”
Sherry era a poca distanza da Aki, quando la casella dove stava per mettere il piede iniziò a riscaldarsi senza che lei se ne accorgesse: “Sherry attenta!!”
Yusei riuscì a darle una spinta in avanti e a ritrarsi appena in tempo; mentre il fuoco davanti a lui ardeva, si accorse di avere più bruciature sulle braccia a causa del calore; ma perché non si era tenuto la giacca!
Il ragazzo non ebbe tempo per pensare, perché fra lui e la piattaforma dove si trovava Aki iniziò ad avanzare un muro di fiamme completamente serrato e invalicabile; Yusei cominciò ad indietreggiare.
“Povero Yusei”, commentò Aki, “è messo proprio male... e tu invece, pensi di aver vinto?”
Aki rise e chiamò a sé i suoi mostri Pianta, davanti ai quali si ergeva potente il Drago Rosa Nera.
“Ho quasi vinto, tranquilla”, e Sherry evocò i suoi mostri cavaliere, capitanati da Chevalier de Fleur.
Inutile dire che le creature iniziarono subito a darsi battaglia.
Intanto il muro di fiamme che perseguitava Yusei si era arrestato e il ragazzo si ritrovava circa a metà scacchiera, fra un alfiere e una torre grondanti lava, senza possibilità di proseguire; iniziò quindi a cercare una via d'uscita.
Contemporaneamente la feroce battaglia fra le due ragazze dimostrava l'equilibro di forze delle contendenti (ricordatevi cari lettori maschietti: mai, e sottolineo mai, trovarsi contro una ragazza furiosa u.u avrete sicuramente la peggio u.u *si mette a dispensare consigli XD* ndAutrice).
“Aki ma ti diverti veramente così tanto?!”, esclamò Sherry, saltando su una casella vicina evitando così la colonna di fuoco che si formò subito dopo.
“Non sai quanto”, sghignazzò Aki, godendosi la scena di Sherry in difficoltà.
“E invece sai che è un comportamento totalmente infantile? Sei come una bambina viziata!”
“Non è vero”, ribatté la rossa, “sto facendo soffrire gli altri come ho sofferto io”
“E la vendetta non è una cosa infantile, razza di idiota?”
Aki si infuriò: “Idiota sarai tu che stai perdendo miseramente!”
In effetti Sherry era in svantaggio rispetto all'altra.
“Almeno io non ho bisogno di fare questo per attirare l'attenzione del ragazzo che amo”, commentò Sherry aggrappandosi ad un'idea.
Aki si pietrificò e i suoi mostri si bloccarono nello stesso istante, come se lei avesse tirato dei fili: “Che... che cosa vuoi insinuare?!”
Bingo, pensò la bionda sorridendo, “Ho solo tirato le somme”, e schivò un'altra colonna, “visto che il tuo comportamento di prima è infantile, deve esserlo anche il motivo: vuoi attirare l'attenzione nel solo modo che sai fare, e chi vorresti colpire se non il caro Yusei?”
Aki stette in silenzio.
“Ma non capisci che è inutile? Che lui ti ama già per come sei?!”
La tasca di Yusei iniziò a bruciare e il ragazzo cacciò un urlo tentando di spegnere le fiamme. Ma non era il fuoco a ustionarlo; Yusei infilò una mano in tasca e ne estrasse il medaglione: metà della fiamma si era illuminata quasi fosse vera ed era diventata incandescente.
Sherry deve aver combinato qualcosa, ottimo!, pensò Yusei che non sapeva cosa fosse successo, Ora devo pensarci io!
Il muro di fuoco era scomparso e le colonne avevano ricominciato ad apparire e scomparire come prima. Yusei si mise a correre, ma non fece neanche tre passi che un dolore lancinante gli attraversò la testa, costringendolo in ginocchio con le mani a tenersi le tempie.
Vuoi veramente salvare la ragazza?
O no, di nuovo quella voce, ma Truman non aveva detto che avrebbe smesso?
“Certo che la voglio salvare, diavolo!”
E dell'altra che mi dici? Perché queste sono le condizioni del gioco: puoi salvarne solo una
Stava scherzando, vero?
No, non sto scherzando
“Ma non posso scegliere!”
Ehi! Lo sai? Ogni gioco ha le sue regole, sono stabilite per forza fin dall'inizio (citazione dell'inizio del manga Alice in Heartland *___* ndAutrice)
La testa di Yusei smise di pulsare, ma lui rimase accasciato al suolo guardandolo: doveva scegliere. La salvezza di Aki decretava la morte di Sherry e viceversa. Yusei non poteva scegliere. O meglio, in cuor suo aveva già realizzato di salvare ovviamente Aki, ma la sua testa non gli permetteva di abbandonare Sherry, che razza di amico sarebbe stato?
Il ragazzo batté un pugno sul pavimento frustrato: era ad un punto morto. Ed intorno a lui le fiamme divampavano assassine.

They don't own me
I'm not a piece in their game
Can't control me
They're the only ones to be blamed
I'll never breakdown
I won't give up this fight
I'll give 'em nothing, nothing, Nothing

… No, non poteva arrendersi così, non poteva cedere al ricatto, non poteva rassegnarsi ad essere una delle pedine della scacchiera in mano a quei tre esseri diabolici. Loro, i suoi amici, non avevano fatto niente e ora si ritrovavano a combattere in un gioco mortale: lui, Sherry, Aki, Judai, Asuka, Ryo... ma anche Crow e Mikage, chissà dov'erano finiti realmente... e pure gli altri erano in pericolo. Non potevano controllare tutti loro, dovevano ribellarsi. E lui sarebbe stato la scintilla della rivolta, non sarebbe crollato, non avrebbe ceduto.
Yusei si alzò determinato, nei suoi occhi azzurri si rifletteva il coraggio di quello che stava per fare.
Iniziò a camminare, non curandosi delle caselle che si surriscaldavano per poi emettere le loro lingue di fuoco, evitando d'un soffio molte delle colonne che si innalzavano, bruciandosi sempre di più le braccia e il viso, ma senza smettere di camminare. In testa aveva solo un pensiero: Aki. L'avrebbe salvata una volta per tutte dalla pazzia che la stava consumando dentro.

Just one kiss and I will be hoocked to her fire
Her flames are surrounding me now
As we watch as they light up the sky
We must stand up and fight

Yusei ripensò al primo bacio che le aveva dato: quella volta era come se il fuoco che gli era intorno ora fosse dentro di lui e lo riscaldassero di passione; le fiamme di Aki lo avevano circondato facendolo innamorare definitivamente. No, non poteva crollare, doveva resistere e lottare!

'Cause this love is not a game to me
We'll survive
And start an uprising
You can ignite
Stand and fire
Don't cave in
So let the games begin

… Ma non poteva essere da solo, aveva bisogno dei suoi amici e soprattutto di lei, la sua rosa, che lo sostenessero e lo aiutassero a rivoltarsi contro i loro aguzzini; e Aki era la sua polvere da sparo, la sua scintilla che gli dava la forza per bruciare e divampare.
La casella bianca davanti a Yusei iniziò a emanare vapore proprio mentre lui stava per passarci sopra; le fiamme lo avrebbero avvolto completamente, e non solo metaforicamente. Il medaglione si illuminò. La colonna di fuoco avvolse Yusei.
Le fiamme si dissolsero e la fenice lanciò il suo verso: era comparsa proprio nel momento in cui il fuoco si era alzato, e aveva fatto da scudo con le sue ali al ragazzo perché non si bruciasse.
Yusei la guardò librarsi in aria: “Diamo inizio ai giochi”
Il giovane continuò ad avanzare imperterrito e la sua compagna lo proteggeva splendidamente dalle fiamme, dirigendole anche contro alcuni pezzi degli scacchi che caddero sotto la forza del fuoco, provocando un forte rumore.

Notice me
'Cause I've been here all along
I'll been waiting
Since you sang me a song
It' our moment to turn the things around
And show 'em something with nothing, with nothing

Guardami, pensò Yusei, volendo solo che Aki lo guardasse.
Nel frattempo la rossa aveva devastato l'armata di Sherry che ora era sfinita e quasi senza forze, ma sentendo dei rumori strani si girò e vide Yusei con...
“Tu!”, esclamò rivolta alla fenice.
“Ti sto aspettando” disse Yusei alzando il braccio e facendo poggiare la fenice su di esso; poi l'animale aprì il becco e cantò poche note armoniose che sembrarono mandare Aki su tutte le furie, perché la ragazza scagliò loro addosso tutti i mostri che le erano rimasti.
Ma la fenice li respinse tutti, poiché qualunque di loro che toccasse le sue piume, finiva arrostito; persino il Drago Rosa Nera non poté niente e scomparve tra le fiamme.
“Ma non l'hai capito?”, chiese Yusei che intanto si era avvicinato di più alla piattaforma rialzata, “Aki dobbiamo porre fine a questa storia! Loro non possono controllarci, non possono controllarti! Tu non sei così”, e dicendo questo stava salendo lentamente i gradini che permettevano di accedere al piano, “quei tre ti hanno indotto a fare qualcosa che non avresti mai fatto! Avanti”, e porse una mano davanti a sé, “ritorna con me e dimostriamo loro che siamo i più forti”

And now our star-crossed love has materialized
We've locked our fate right here, right now

Aki intanto si era allontanata più che poteva dal ragazzo; la sua mente corrotta stava iniziando a vacillare a quelle parole: possibile che il suo amore impossibile si fosse realizzato? Che si fosse compiuto il destino che tanto aveva bramato? Ma ora che ci pensava, Yusei non aveva detto di essersi innamorato di lei, aveva solo detto che dovevano ribellarsi...
Yusei le lesse nel pensiero: “Aki, io ti amo, ormai l'ho capito, e so che anche tu provi lo stesso”, e si avvicinò ancora, “perdonami per non averti capita prima, sono stato un completo idiota, ma se me lo permetterai, rimedierò”
Un guizzo improvviso comparve negli occhi nocciola di Aki: “No, tu non mi ami! Mi vuoi solo come alleata”
Yusei scosse la testa sorridendo (*e qui l'Autrice si scioglie e smette di scrivere per 20 minuti immaginandosi la scena* *ççççç* ndAutrice).
“Ma... Yusei, come fai ad amare un mostro psicopatico come me, come puoi volere qualcuno che ti ha ferito fisicamente e nell'animo!? Paura, è questo l'effetto che faccio alla gente!”

She doesn't know the effect she can have

“Tu non sai l'effetto che hai su di me”
Erano a due metri di distanza.

No she doesn't know the effect she can have

“No, tu proprio non sai”, la testa di Yusei era a pochi centimetri da quella di Aki, “l'effetto che puoi avere su di me”
Yusei baciò Aki e una lacrima scese sulla guancia di lei.
Sembrò che il vulcano eruttassero, colonne di fuoco si alzarono su tutta la scacchiera, i pezzi esplosero liberando la lava contenuta in essi. Sherry stava per essere bruciata, quando la fenice volò da lei cantando e le fece da scudo contro le fiamme.
Un boato costrinse Yusei e Aki a separarsi e guardare verso il soffitto: palle di fuoco cadevano dappertutto, distruggendo ogni cosa (oddio è l'apocalisse O_O ndAutrice).
Non puoi salvarle entrambe!!!
Sì che posso invece, pensò Yusei, e strinse Aki a sé. La ragazza chiuse gli occhi e premette la testa contro il petto di lui: “Yusei ho paura!”
“Stai tranquilla”, le rispose il ragazzo dandole un bacio sui capelli, “ti proteggo io”
Un cerchio di fuoco li avvolse minacciando di arderli.
La fenice smise di cantare e iniziò a illuminare con il suo corpo da ogni parte, e improvvisamente tutto finì.




ooooooh YEAH! sinceramente, devo dire che della parte con la canzone sono abbastanza soddisfatta u.u ma questi sono gusti XD spero che vi piaccia ** e buona scuola a chi deve ricominciare domani come me <3

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Capitolo 27
*** Capitolo 13: Caos nell'attesa ***


ave! sì, va beh, non occorre che enuncio di nuovo i motivi del ritardo, per cui passiamo subito al problema (?) in questione u.u
ebbene gente, finalmente si ritorna nella comicità *lo spera*, dopo due capitoli fin troppo seri, ci penseranno Jack, Fubuki e un innocente Johan a portare scompiglio fra quelli che stanno aspettando nella casa XD ci sarà anche un momento strappalacrime *almeno, lei ha quasi pianto*, e poi una carrellata di doppi sensi allucinanti (colpa mia, sto leggendo Cinquanta Sfumature di Grigio XD)
ringrazio per le recensioni Dark, Brillantina, More than this, Illy, Gattino Bianco, Darkdan Kuso, Alma, Magikludo, Amy e Kingdom <3
per cui, senza ulteriori indugi, vi lascio al capitolo *^*




“Gira, non voglio vedere il Moto Mondiale”, disse Johan annoiato.
“Ma come! Che uomo sei Anderson!”, esclamò Fubuki scioccato, “Il brivido della velocità, l'ebrezza del vento tra i capelli, la passione della gara!”
“Primo, se andassi così veloce mi schianterei; secondo, per sentire il vento basta andare ora a casa dell'Autrice (per la cronaca, abito dove soffia la bora XD ndAutrice); e terzo, gareggio solo quando indispensabile, perché come ogni buon pescespadaccino sa...”
“Dacci un taglio”, sbuffò Fubuki, senza mollare il telecomando della televisione.
Mentre i quattro intrepidi salvatori stavano, appunto, salvando le due ragazze, i restanti giovani si ritrovavano con niente da fare. Fubuki aveva optato per accendere la tv e guardare qualcosa, e la scelta era ricaduta sul Moto Mondiale, approvato anche da Jack, in quanto il bel Re amava ovviamente le moto; al contrario, Johan odiava quegli aggeggi, dicendo che compromettevano le doti fisiche di una persona: molto meglio le gare di corsa o il nuoto.
Carly intanto guardava i ragazzi esterrefatta: “Come potete restarvene lì così tranquilli? I nostri amici stanno rischiando la vita e forse non rivedremo più Aki e Asuka! Fubuki anche tu! E' tua sorella!!”
Fubuki volse lo sguardo verso di lei alzando un sopracciglio: “Non pensare che non sia terrorizzato, ma devi capire due cose: punto numero uno, non possiamo fare niente per aiutarli, quindi anche se stiamo qui ad oziare è uguale; punto numero due, è una fan fiction comica, non morirà nessuno... certo, dato il sadismo dell'Autrice, qualcuno potrebbe ferirsi, ma niente di più”
Carly era sconvolta: “Ma dico!”, si girò verso il biondo, “Jack, dammi una mano...”
Il ragazzo si alzò e le andò vicino: “Aaaa Carly, Carly, rilassati un po'”, le diede un bacio e lei finalmente rilassò i muscoli tesi, “Così va meglio”, disse dolcemente il Re.
Carly sorrise, ma il tutto durò pochi secondi: “Sì ma loro...!”
“Mmm! Che stress!!”, esclamò Jack alzando gli occhi al cielo.
Poi d'improvviso prese la giovane in braccio e si mosse. Verso le scale.
“D-dove stiamo andando?!”, chiese Carly imbarazzata, allacciando le braccia al collo di Jack.
“Andiamo a farti rilassare”, sorrise malizioso lui, iniziando a salire le scale e scomparendo nel corridoio.
Johan aveva osservato tutta la scena: “Secondo te dove la sta portando?”
Fubuki non lo guardò neanche: “Quando sarai più grande ti spiegherò”
“Spiritoso... mi chiedo dove siano finiti Jun e Rei”, commentò perplesso il ragazzo, “E' almeno da mezz'ora che non li vedo”
“Li ho visto mentre andavano in giardino”, rispose Fubuki, “mi pare che Rei dovesse parlargli”
E in effetti i due erano ancora vicino alla piscina, e Jun stava capendo molte cose in quel momento.

Appena i Fantastici 4 soccorritori erano spariti oltre la soglia, Rei aveva detto a Jun che doveva parlargli: la ragazza infatti si era stufata di vedere il giovane sbavare dietro ad Asuka e arrabbiarsi, per poi ricevere solo delusioni e pesci in faccia; pertanto aveva deciso di fargli aprire gli occhi.
“Jun la devi piantare”, gli disse una volta che furono in giardino.
“Non puoi ordinarmi quello che devo fare”, le ringhiò contro lui, “E comunque fare cosa?”
“La devi smettere di farti del male”, rispose Rei guardandolo negli occhi.
“Farmi del male?”, Jun sembrava perplesso.
“Sì genio, non  fare finta di non capire”
“Ma io non ho capito”, incrociò le braccia sul petto, “se Vossignoria mi facesse il piacere di spiegarmi...”, continuò sarcasticamente.
Rei inspirò profondamente per calmarsi: odiava il sarcasmo pungente di Jun, anche se forse era proprio questo che l'attirava...
“Riguardo ad Asuka”, disse lei infine.
Il viso del ragazzo si incupì: “Non so di cosa tu stia parlando, e comunque non sono affari tuoi”
“Invece sì che sono affari miei!”, esclamò Rei iniziando a camminare avanti e indietro per tenere a bada la rabbia che le stava salendo sempre più, “Ma ti sei visto?! 'Oh Asuka, sei come una stella cometa che illumina il mio cielo', ' Tenjouin-kun, sposiamoci ora!', 'Io la amo molto più di questo bamboccio, devo andarci io!' eccetera, eccetera!”
Mentre ripeteva le frasi di Jun, Rei, riproduceva fedelmente anche il tono con il quale il ragazzo le aveva dette, e pronunciate da una voce femminile, esse sembravano ancora più patetiche e supplicanti, aggettivi che sbatterono in faccia a Jun come un muro.
“Io non parlo così!”, esclamò lui, imbarazzato, “Non sono così disperato”
“E invece lo sembri”, disse Rei, “la verità è che non sembri, ma sei un disperato”
“Non permetterti...”, ora Jun si stava infuriando.
“Jun ma lo capisci che sto cercando di farti ragionare?”, gli disse la giovane avvicinandosi, “Sei così ossessionato da Asuka che non ti rendi conto di quello che ti circonda; svegliati, lei è innamorata di Judai, e anche lui sicuramente prova qualcosa, posso scommettere quello che vuoi, e questo non potrà essere cambiato dalla tua insistenza”
Jun aveva lo sguardo piantato in basso e gli occhi fissavano un punto non definito: “Ma... magari con il tempo...”, la sua voce era flebile.
“E' possibile”, rispose Rei, “ma non probabile, e comunque se capitasse  non sarebbe per causa tua”
La ragazza sapeva di essere dura, ma prima Jun capiva che continuare a perseverare in quel caso non sarebbe servito a niente, prima si sarebbe sentito meglio; Rei sapeva bene che l'amore verso una persona non poteva estinguersi facilmente con uno schiocco di dita, ma sperava che potesse avvenire lentamente, iniziando prima di tutto col far svegliare il ragazzo.
Jun rimase in silenzio, con il capo chino: il grande e orgoglioso leone per una volta aveva abbassato la testa.
“Jun”, Rei, gli prese le mani e si mise sulla traiettoria del suo sguardo per farsi vedere, “non ti sto dicendo questo per farti soffrire, anzi; voglio solo che tu stia meglio, perché continuando così non concluderai niente”; la sua voce era bassa ed emozionata.
Dopo un momento di silenzio Jun parlò, ma così piano che anche Rei fece fatica a sentirlo: “... quindi è inutile amare qualcuno tanto da star male?”
“No sciocco!”, rispose lei, “Anzi, è il sentimento più positivo che ci sia, ma devi riconoscere anche quando arriva il momento di cambiare... lo so bene che è difficile, ma se non ci provi neanche sarai condannato fino alla fine”
Una lacrima cadde sulla guancia di Rei, ma non era sua: Jun stava stringendo il più possibile gli occhi già chiusi per impedire a quel dannato liquido salato di uscire, ma una era sfuggita al suo controllo: “E quindi cosa dovrei fare?”
Senza neanche pensarci, Rei gli circondò la vita e lo abbracciò: “Inizia col fidarti di me”, disse contro il suo petto.
E rimasero così per secondi, minuti, ore, non seppero mai quanto, il maestoso leone consolato dalla piccola volpe.
(Oddio sto per piangere ç_______ç ndAutrice che è sull'orlo delle lacrime).
Ad un certo punto Jun si scostò: “Ti dispiacerebbe andare via? Vorrei restare da solo”
Rei annuì e si girò, dirigendosi verso l'entrata per il soggiorno, lasciando il ragazzo con i suoi pensieri.

“Allora, questo frustino a cosa serve Johan?”
Johan ci pensò un attimo: “Mmm... a praticare equitazione?”
“No! No! No! E NO!”, esclamò Fubuki esasperato, enfatizzando il tutto ogni volta con un colpo in testa al povero ragazzo, “Accidenti Anderson, veramente non sai niente!”
“Ma non è colpa mia se non ho mai letto 'sta roba!”, rispose l'altro dolorante.
“Dovresti vergognarti invece”, lo rimproverò Fubuki, “Non sei un vero uomo se non hai letto almeno uno yuri in tutta la tua vita!”
“.... yuri?”
Rei era entrata proprio in quel momento e alle parole 'frustino' e 'yuri' si era allarmata.
“Fubuki, cos'hai in mano?”
I due ragazzi erano seduta a tavola, e in quel momento Fubuki si alzò, nascondendo il volume dietro la schiena: “Eh eh, niente Rei, assolutamente niente”, disse con la sua solita aria da io-sono-un-angelo.
“Fubuki... non starai mica leggendo uno yuri al povero Johan, vero?!”, chiese arrabbiata.
“Oh andiamo Rei!”, rispose Fubuki, “Questo qui – indicò Johan – non sa niente di niente! Insomma! Bisogna fargli aprire gli occhi sull'universo dei '1001 modi per accoppiarsi'”
“Ehi!”, si irritò Johan, “Il mio libro si intitola 'Milleuno modi per cucinare il pesce spada'! Questo è plagio!”
“Lo hai sentito? Lo hai sentito?!”, esclamò Fubuki esasperato indicando l'altro, “Pensa solo ai pesci spada! Andiamo! Ha 18 anni! È anche in ritardo per conoscere le cinquanta e più sfumature dell'amore!” (ogni riferimento a Cinquanta sfumature di grigio è puramente casuale B] ndAutrice).
Rei scosse la testa: “Sono d'accordo, ma devi trattarlo come un bambino che non conosce niente, non puoi ficcargli davanti un manga porno la prima volta! Rischi di traumatizzarlo!”
“Mio padre diceva: 'Se vuoi insegnare a una persona a nuotare, buttala in acqua'”, recitò saggiamente Fubuki.
“Sì, infatti Asuka non sa nuotare”, commentò la ragazza ironica.
“Quello è colpa dell'Autrice maligna che controlla questa fiction e che in questo capitolo ha grandi manie di protagonismo”, rispose Fubuki.
“Aaaa gli uomini”, commentò Rei alzando gli occhi al cielo (se ti vedesse Christian Grey... ndAutrice *questa la capiranno in pochi XD*), “devono sempre aver ragione loro”
“Non è che dobbiamo aver ragione, noi ABBIAMO ragione”
La voce di Jack interruppe il battibecco dei due ragazzi: il giovane stava scendendo le scale e con una mano si stava sistemando i capelli scompigliati; dietro di lui trotterellava Carly, che si era legata i capelli in una coda e stranamente non portava gli occhiali, ma la cosa che colpiva di più era il colorito rosso acceso delle sue guance.
“Dove eravate voi due?”, chiese Rei sospettosa.
Jack si stampò in faccia un sorrisetto misterioso che contribuì a dargli un'aria da figo: “Nel mondo delle favole”, rispose sibillino.
Sopra la testa di Rei spuntarono tre grossi punti di domanda, ma la ragazza decise di non indagare oltre.
“A proposito Rei”, iniziò Carly, “dovevo farti vedere una cosa...”; la ragazza andò verso la libreria e si mise a cercare qualcosa, ma senza occhiali le riusciva tutto più difficile, “... sempre se lo trovo...”
“Comunque, di cosa stavate discutendo tanto animatamente?”, chiese Jack.
“Guarda qua Atlas”, Fubuki gli tirò il manga.
Jack lo prese al volo e sfogliò velocemente le pagine; man mano che guardava avanti le sue pupille si dilatavano.
“Jack!”, lo rimproverò Rei, “Non mettertici anche tu!!”
“Stavo cercando di inculcare un po' di nozioni nella testolina bacata di Johan, ma lei dice che non è il caso!”, si lamentò Fubuki.
“Certo che non è il caso”, continuò Rei, “bisogna andare per gradi”
“Rei, mettiamola così”, iniziò Jack, “o lo si ammaestra così, dandogli forse il colpo di grazia, o ci penserai tu a insegnargli i vari gradi”, concluse con un sorriso malizioso sul volto (caspio Jack, in questo capitolo ti ho fatto troppo figo *O* mi a sa che sto andando un po' OOC... ndAutrice / ma che OOC è.è io sono figo e basta u.u ndJack).
Rei arrossì di botto: “Ma figurati”, rispose distogliendo lo sguardo.
“Ah, eccolo”
Carly andò vicino a Rei con un volumetto in mano: “Cos'è?”, chiese la ragazza.
“L'ho trovato un paio di giorni fa e mi è piaciuto molto”, rispose Carly con gli occhi che brillavano.
Rei lesse il titolo: “Junjou Romantica...”, impallidì e tentò di mettere via il manga, ma Jack glielo strappò dalle mani.
“Ah, Junjou Romantica, non è uno yaoi?”
Fubuki si illuminò: “Ecco! E poi dici a me!”
Rei sbottò: “Ma questo non è erotico! È solo un manga che parla di un amore normalissimo fra due ragazzi”, spiegò, “Non ha niente a che vedere con quelle sconcezze che leggete voi”
“Non so se l'hai notato, ma allusioni al mondo dell'eros sono uscite più dalla tua bocca che dalla mia”, sorrise sornione Fubuki; lo faceva apposta a parlare con un linguaggio più forbito per mettere in crisi la ragazza. In realtà faceva molta fatica a non utilizzare termini da scaricatore di porto.
“... Cos'è che è uscito dalla sua bocca?”
La domanda innocente di Johan ebbe il potere di far crollare a terra Jack e Fubuki a causa delle risate, di provocare la ridarella a Carly e di far avvampare Rei (potere alla perversione! ndAutrice).
“JOHAN!”, esclamò la ragazza tentando di strozzarlo.
“Che ho detto?!?”, disse lui scattando in piedi e salvandosi dall'assalto grazie al suo spirito di sopravvivenza.
Rei si trovò ad afferrare l'aria e visto che non avrebbe avuto possibilità di acchiappare il ragazzo, urlò a Fubuki: “Fubuki!”
Il ragazzo stava ancora rotolando sul pavimento.
“TENJOUIN!”
Rei lo prese per la collottola e lo tirò in piedi; Fubuki si asciugò le lacrime con la mano destra.
“D-dimmi”, disse ancora sghignazzando.
“Ora tu prendi quello yuri porno e  gli insegni tutto quello che c'è da sapere”, sibilò la ragazza tra i denti.
“Ma potrebbero volerci secoli!”, protesto Fubuki, preoccupandosi all'improvviso.
“Non me ne frega niente”, rispose Rei, “Hai una stanza delle torture apposta per fare anche il pratico”
“E vi giuro che funziona tutto”, si intromise Jack maliziosamente.
Fu la volta di Carly sprofondare nel manga, rossa in viso.
Fubuki e Rei decisero di ignorare quel commento: “Quindi lo farai”, concluse Rei, “è per il bene di tutti, non ammetto discussioni”
“Ma dico!”, esclamò Johan indignato, “Non sono mica un vostro strano giocattolo!”
“Dipende che tipo di strano giocattolo...”, commentò Jack (inutile dire che c'era un doppiosenso).
“Jack basta!”, esclamò Rei.
“Qua stiamo sfiorando il Rating arancione”, commentò Carly. (non dirmelo, mi scoccerebbe alzare il Rating solo per colpa di questi cretini ndAutrice).
“Ma di cosa state parlando?”
Jun era entrato proprio in quel momento e aveva colto solo spezzoni di quelle frasi ambigue.
“Niente Jun, parlavamo di yuri, yaoi, porno, Ratings arancioni e giocattoli strani”, sghignazzò Jack.
“JACK PIANTALA!”, esclamò di nuovo Rei esasperata.
“Dove la deve piantare?”, commentò Fubuki, “E soprattutto COSA deve piantare?”, e si mise di nuovo a ridere.
“Ma perché ride?”, chiese Johan, “Io non l'ho capita”
“Tu non sai neanche com'è fatta”, commentò Jack, unendosi all'amico.
“Aspettate, ma state parlando di QUELLO?”, chiese Jun interessato.
“Che branco di maniaci...”, disse Rei sconsolata.
Carly sospirò: “Beh, non è proprio colpa loro, è l'Autrice che scrivendo di notte mette loro in bocca certi discorsi assurdi...”
Jack e Fubuki chiesero insieme: “Cos'è che mette in bocca?!?”
“BASTAAAAAAAAAAA!!!”
Rei andò in cucina, prese una padella e spadellò per bene i due mandrilli.
“Ahi! Ahi! AHIA!”
“Così imparate maniaci!”
Fu un piccolo movimento ad attirare l'attenzione di tutti i presenti: la porta che dava sul famigerato corridoio nero si aprì.





et voilà! XD spero che vi siate divertiti perché io mi sono divertita un mondo ieri sera alle 11 e mezza a scrivere ste porcherie XD
avviso fin da ora che non ho la più pallida idea di quello che succederà da adesso °° quindi auguratemi buona fortuna per l'ispirazione *^*
passo, abbaio e chiudo <3

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Capitolo 28
*** Capitolo 14: Accettazioni ***


Ehm... meglio tardi che mai dico sempre io :3 quindi... ma saaaaaaaaaalve! Chissà se dopo questo ritardo mi sarà rimasto qualche lettore LOL va beh, diciamo che il problema principale era che non avevo la più pallida idea di cosa far succedere in questo capitolo^^'' quindi mi sono ritrovata ad andare abbastanza a caso XD ah, e diciamo pure che questo capitolo ha una parte che sfiora il rating arancione, ma non ho alzato quello della storia perché non mi sembrava opportuno (anche perché scene del genere non le descriverò mai perché non ne sono capace XD)
Ok, senza ulteriori indugi vi lascio al capitolo, che come vedete ha finalmente un'impostazione decente, grazie ad una santa che mi ha insegnato ad usare un editor di HTML *^* quindi pian piano metterò a posto anche gli altri capitoli (anche se a ripostare 27 capitoli mi viene male °°)
Ringrazio per le recensioni  Illy, Brillantina,  violergirl, Frà,  Alma, Jennymatt, kingdom, Gattino Bianco e Micky <3






Il silenzio era di tomba; nonostante la confusione regnasse sovrana fino a pochi attimi prima, i ragazzi avevano comunque sentito la porta aprirsi e ora la tensione era palpabile.
E comparvero finalmente nel soggiorno: per prima entrò Sherry, senza la maglia di sopra e con il resto dei vestiti bruciacchiati; dietro di lei Ryo, mezzo assiderato ma apparentemente incolume; poi venne Judai, anch'egli quasi congelato, che portava in braccio Asuka svenuta, con addosso ancora l'uniforme della Società della Luce; a chiudere, entrarono  Yusei e Aki, quest'ultima visibilmente affaticata che si teneva vistosamente al ragazzo e che indossava il mantello da Strega.
Inutile dire che dopo quei secondi di silenzio, fu il macello: Carly e Rei quasi si tuffarono sulla povera Aki, abbracciandola e lasciandosi sfuggire anche lacrime di commozione, e Fubuki seguì il loro esempio ma travolse Judai e gli domandò se la sua sorellina stesse bene; in effetti il ragazzo non poteva dirlo con esattezza – appena era ritornato sulla scacchiera Asuka era già incosciente – ma cosa poteva rispondere di fronte alla faccia terrorizzata di Fubuki? Gli disse che sua sorella stava bene. Jack e Johan andarono a congratularsi con gli amici per aver riportato le ragazze, accompagnando le parole con sonore pacche sulla spalla; solo Jun rimase un attimo in disparte: all'inizio aveva già fatto un mezzo salto per piombare su Asuka, ma poi qualcosa l'aveva fermato... forse le parole di Rei avevano fatto un po' di effetto.
Le ragazze e Yusei aiutarono Aki a sedersi sul divano e presero posto vicino a lei; Jack, Johan e Jun si sedettero per terra, mentre la poltrona venne occupata da Judai, che vi si stravaccò sopra, e da Sherry che si sedette su uno dei braccioli; Ryo preferì invece restare in piedi. Fubuki intanto aveva preso Asuka in consegna per portarla in camera e lasciarla a riposare – aveva visto che Judai non avrebbe retto il suo peso ancora per molto (perché non è 'sta gran forza, aggiungo io XD ndAutrice), quindi si era offerto di badare alla sorellina. E così iniziarono a narrare, a partire da Ryo che descrisse la sua impresa, per poi passare a Judai che era stato il solo a vivere un'esperienza del genere; il ragazzo omise alcuni particolari, ma a grandi linee disse tutto. Fu poi la volta di Sherry e Yusei, e il loro racconto fu arricchito dalle parole di Aki, che descrisse come si era sentita. Ovviamente i due baci vennero completamente tralasciati, non c'è neanche bisogno di dirlo.
Terminato i racconti, tutti i presenti erano a bocca aperta.
“... Chi è che prima mi ha detto che l'Autrice era sadica?”, chiese Carly.
“Io”; Fubuki scese dalle scale proprio in quel momento, “ma mi sbagliavo... è molto peggio”
“Ma sul serio!”, sbottò Rei, “Come si fa ad immaginarsi certe cose??”
“Al tempo ragazzi”, si intromise Yusei, “vi ricordo che dobbiamo incolpare Truman, Rudge e Zone per questo, non un'ipotetica Autrice dai poteri superiori” (Yusei... sai che ti amo, vero? *çç* ndAutrice).
Qualcuno annuì, ma Carly restò perplessa; in quel momento Jack notò che Yusei aveva circondato le spalle di Aki con un braccio e approfittò della situazione: “Ma.... quindi voi due...”, disse sorridendo maliziosamente, indicando i giovani sul divano.
Tutti concentrarono l'attenzione su di loro e i due, accortisi della posizione troppo ravvicinata, si spostarono leggermente in direzioni opposte, abbassando lo sguardo e nel caso di Aki, arrossendo vistosamente.
“Ehm... io penso... penso che andrò a riposarmi un po', già...”, commentò Aki per togliersi da quell'imbarazzante situazione.
Fece per alzarsi e subito Rei e Carly la aiutarono ad andare in camera, seguite anche da Sherry; Yusei l'avrebbe ben volentieri portata in braccio fino a destinazione, ma non mosse un muscolo ancora a causa dell'imbarazzo di poco prima.
Quando le ragazze se ne furono andate, la stanza cadde in un profondo silenzio che preannunciava qualcosa di catastrofico per qualcuno; come si fossero messi d'accordo, Fubuki e Jack presero di peso Judai e Yusei e li costrinsero a sedersi per terra, poi Johan e Jun chiusero loro le vie di fuga, bloccandoli fra il divano e la poltrona.
“Allora...”, iniziò Fubuki sedendosi su quest'ultima; in quel momento poteva essere paragonato al Padrino che tentava di capire se i suoi picciotti avessero fatto tutto per il meglio; “Voi avete salvato le due ragazze, giusto?”
Yusei e Judai annuirono, visibilmente preoccupati.
“E non avete combinato nient'altro, giusto anche questo?”
Di nuovo mimarono un sì.
“... Sbagliato”, commentò Fubuki, con un sorrisetto che non prometteva niente di buono, “Iniziamo da Yusei: tu dici di essere arrivato vicino ad Aki e che poi, mentre tutto andava in malora, vi siate salvati grazie alla fenice che vi ha protetti... ma Sherry era lontana da voi, come avrebbe fatto l'animale a salvarli tutti e tre? Quindi probabilmente con il tuo potere di “risvegliare” la gente – che mi hanno detto tu abbia – hai salvato Aki e l'hai protetta con lo scudo del tuo segno”
Yusei deglutì: “Ma... ma anche lei ha il segno del drago, si è protetta da sola”
Fubuki rise brevemente: “Caro Yusei, quando una donna è agitata, come probabilmente Aki era in quel momento, si dimentica anche delle ovvietà; e poi era fuori controllo, non aveva volontà sui suoi poteri... quindi tu l'hai svegliata, ma come?”, e questa era sicuramente una domanda retorica.
Fubuki guardò Yusei dritto negli occhi: “Forse con un... bacio?”
Yusei a quel punto si alzò in pedi e sbottò: “O insomma! E se anche fosse? È proibito baciare una persona? Cos'è, magari Aki è di qualcun altro?? No, ditemelo adesso prima che mi si chiariscano le idee confuse che ho in testa, così evito di far fatica!”
Fubuki rispose tranquillamente: “Non è di nessuno”
“Ecco!”, continuò Yusei, “Non ha il ragazzo! Quindi non dovrò picchiare nessuno se andrò da Aki e le dirò di amarla! Sì, perché io amo Aki, l'avete capito ora?!?”, stava praticamente urlando; Judai lo guardava con la bocca spalancata: mai avrebbe pensato che Yusei fosse capace di fare una scenata del genere.
Dopo una manciata di secondi di silenzio, parlò Jack: “Noi l'avevamo capito, eri tu l'unico a non avere le idee ben chiare in testa”
Yusei finalmente comprese lo stratagemma di Fubuki: non voleva farlo parlare, voleva farlo ragionare e finalmente capire. Tornò in sé e si accorse di aver messo a nudo sentimenti che neanche pensava di avere; senza dire niente, a testa bassa, scavalcò Johan seduto per terra e uscì in giardino.
“Bene, e uno è sistemato”, disse soddisfatto Fubuki; tutti risero, persino Ryo e Jun abbozzarono un sorriso.
Judai approfittò dell'occasione e tentò di svignarsela dalla stanza, ma Jack lo afferrò per la collottola e lo mise di nuovo nel cerchio: “Stai buono criceto, che ora tocca a te rischiare la pelle”, disse ghignando.
Judai deglutì guardando Fubuki: se con Yusei era stato, alla fine, molto pacato, con lui sicuramente ci sarebbe andato giù pesante, dato che si parlava della sua adorata sorellina.
“Judai...”
Il ragazzo stava sudando freddo: “D-dimmi”
Fubuki stette in silenzio:”... Ho bisogno di privacy, aria!”, disse agli altri.
Johan e Jack protestarono, ma Jun stranamente si alzò senza fiatare, prese gli altri due per le maglie e li trascinò fuori: “Venite, andiamo a vedere dov'è finito Yusei”
Persino Fubuki restò allibito da quel gesto: “Jun è strano... insomma, sembra che non abbia più alcun interesse per Asuka”
Ryo sospirò: “Probabilmente è arrivato al punto di svolta... può capitare anche in soggetti disperati”
“E perché lui è ancora qui?”, domandò Judai leggermente irritato; anche se la scena che aveva narrato Jun era stata fraintesa, Judai aveva sempre considerato Ryo come il peggior avversario.
“Lui rimane perché mi aiuterà nell'interrogatorio”, disse duramente Fubuki, “Dato che qui è forse la seconda persona che tiene più ad Asuka dopo di me”
Ryo annuì e Judai si alzò in piedi: “Ehi! Io non sono certo da terzo posto!”, ma subito sgranò gli occhi accorgendosi di essere caduto nella trappola.
Fubuki sorrise sornione: “Certo, caro il mio amico, avanti, siediti e racconta, questa volta voglio TUTTO”
Judai si sedette sul divano e guardò i due ragazzi di fronte a lui: Fubuki era diventato serissimo, e Ryo si era avvicinato, sempre restando in piedi, con uno sguardo lievemente minaccioso: “Così però non mi aiutate”, bofonchiò il povero Slyfer.
Fubuki guardò Ryo ed entrambi rilassarono un po' le espressioni, consapevoli di aver messo in soggezione il giovane.
“Judai, sappi che se non hai fatto niente di male, non ti sbraneremo, però se rimarrai in silenzio non potrò darti la mia benedizione”, gli spiegò Fubuki.
A Ryo scappò uno sbuffo divertito.
Judai alzò un sopracciglio e rifletté: in fondo veramente non aveva combinato niente... Anzi sì, aveva baciato Asuka, ma lei era incosciente, per cui non si sarebbe ricordata nulla. Però forse Fubuki questa volta poteva veramente aiutarlo, per cui decise di vuotare il sacco.
Fubuki e Ryo ascoltarono con attenzione il racconto del ragazzo, che differiva solo per il piccolo dettaglio del bacio; Judai disse loro che Asuka era incosciente quando gliel'aveva dato, quindi era punto e a capo.
Finito il racconto ci fu un attimo di silenzio... due attimi di silenzio... tre attimi di silenzio (Judai iniziava a temere per la sua vita); alla fine Ryo si avvicinò a lui e alzò una mano: lo Slyfer, credendo che volesse picchiarlo, si mise in atteggiamento difensivo, ma quella che gli arrivò, fu una pacca sulla spalla. Guardò Ryo che aveva un sorriso soddisfatto sul volto: “Che dici Tenjouin, ha superato il test?”
Anche l'altro si alzò: “Alzati picciotto mio”
Judai si resse sulle gambe per miracolo.
Fubuki si avvicinò a lui e gli mise entrambe le mani sulle spalle: “Io ti do la mia benedizione Judai Yuki: fin quando la tratterai con rispetto e la guarderai con amore, ti concedo l'onore (e onere) di stare accanto ad Asuka, finché morte non vi separi ( o io non ti uccida prima)”
“Ma scusa, non la devo mica sposare!”, replicò Judai paonazzo in viso.
Ryo questa volta rise: “Ti è toccata una bella gatta da pelare Judai! La tua sfortuna è che sia Fubuki il fratello di Asuka!”
Judai fece un mezzo sorriso disperato, però non poté trattenere il senso di soddisfazione nell'aver convinto Fubuki ad accettarlo.

Aki si svegliò di soprassalto nel cuore della notte; aveva sognato cose abbastanza strane: scacchiere, lava, vulcani, fenici... E ora che ci pensava sembrava essere successo realmente. E poi alla fine, quello che era accaduto con Yusei... avevano raccontato la storia a tutti, ma omettendo in un comune e silenzioso accordo quel particolare. La rossa sospirò delusa: avrebbe voluto che fosse successo veramente, invece era stato solo un sogno.
Si guardò i vestiti e per poco non cacciò un urlo: aveva ancora addosso il mantello da Strega della Rosa Nera. Allora era accaduto tutto! Tutto quello che aveva pensato fosse un sogno, era reale, anche...
Ok, niente panico, pensò la ragazza mentre il suo cuore aveva iniziato a battere ad un ritmo poco normale.
Doveva calmarsi e restare a letto non le pareva la soluzione ideale, oltretutto aveva anche mal di testa, per cui decise di scendere in cucina a prendere almeno un bicchiere d'acqua per rilassarsi. Ma prima decise di togliersi quel vestito e come minimo di bruciarlo alla prima occasione.
La luce della luna filtrava dalla finestra a causa delle persiane non abbassate, così Aki riuscì ad orientarsi nella stanza senza accendere luci inopportune; intorno a lei le sue compagne dormivano apparentemente tranquille: anche Asuka sembrava in pace nel regno onirico e Aki non poté che essere felice per lei. La ragazza recuperò il pigiama, con cui di solito dormiva, dalla scrivania proprio davanti al suo letto; si sfilò quindi il mantello accorgendosi di avere sotto solo la biancheria intima. Arrossì di colpo: e se Yusei... no.... no no no, non l'avrebbe mai fatto. Scosse la testa e infilò la maglia e i pantaloni (entrambi rosso bordò con delle rifiniture nere), mise un paio di calze e senza fare rumore uscì dalla camera.
Arrivò indenne in cucina, senza tombolarsi giù dalle scale e senza prendere stipiti di porte contro i mignoli dei piedi (complimenti, per questo meriti il guinness u.u ndAutrice). Prese un bicchiere dalla dispensa e lo riempì con l'acqua del rubinetto, poi si appoggiò con il corpo al bancone e bevve, fissando un'interessante crepa nella postazione in mezzo alla cucina. Ripensò a quello che era successo, ma per quante strade prendesse la sua mente, si ritrovava sempre allo stesso punto, alla stessa domanda: cosa fare con Yusei? Si erano comportati entrambi normalmente quando erano tornati, ma era l'apparenza, per non far sospettare niente agli altri; cosa avrebbe fatto adesso? Non aveva detto niente neanche a Carly, Rei e Sherry, però se fosse rimasta sola con il giovane come avrebbe dovuto comportarsi?
Aki si ridestò dai suoi pensieri perché qualcosa aveva attirato la sua attenzione: una flebile luce proveniva dal soggiorno; prima non l'aveva notata, ma poteva darsi che fosse ancora troppo assonnata per darci peso. Il mal di testa le era improvvisamente sparito, e ora la curiosità di vedere chi ci fosse era alta. Posò il bicchiere sul bancone e andò in soggiorno.
Fubuki, nel tentativo di sedare l'ennesima lite fra Jack e Jun, era finito addosso della postazione della televisione e l'aveva fatta cadere rovinosamente a terra; e a chi era toccato passare la prima parte della notte a tentare di ripararla? Eh sì, a Yusei.
Il ragazzo sbuffò asciugandosi il sudore sulla fronte per la fatica immane che stava facendo: erano le 2 di notte e lui era ancora bloccato lì senza aver concluso niente; non aveva sonno, ma avrebbe preferito fare altro piuttosto che dannarsi su quell'aggeggio. Tanto più che quella macchina infernale gli aveva strappato la maglietta che indossava e lui aveva dovuto togliersela... e non aveva neanche avuto la possibilità di prenderne un'altra, dato che non voleva svegliare i suoi compagni di stanza, così era rimasto a torso nudo, chino sulla carcassa del televisore, con tutti i cavi che fuoriuscivano e con solo una manciata di attrezzi non professionali con cui salvare il salvabile. Si era trovato in situazioni migliori. Oltretutto la lucetta che aveva acceso non aiutava certo la situazione, ma utilizzare quella grande non gli andava.
Ma quel lavoro gli aveva permesso di concentrarsi su altro e di non pensare al suo più grande tormento in quegli ultimi due giorni...
“Yusei...”
Per poco al ragazzo non si fermò il cuore: si alzò di scatto in piedi e si girò verso la fonte di quel suono. Aki era in piedi in vicinanza delle scale. In pigiama. Rossa in viso. Con gli occhi lucidi e lo sguardo da cucciolo. Oddio.
Yusei... calmati...
I due rimasero a guardarsi per secondi interminabili, forse minuti, forse ore, poi si mossero insieme: Aki fece solo due passi prima che Yusei, con cinque enormi falcate, la raggiungesse e la abbracciasse, tuffando la testa fra i suoi rossi capelli. La ragazza alzò lo sguardo e senza dire niente premette le sue labbra contro quelle del giovane che ricambiò subito il bacio.
Una volta staccatisi, Yusei le accarezzò una guancia con il dorso della mano e questo movimento fece arrossire ancora di più la ragazza provocando un rigonfiamento all'altezza del cavallo dei pantaloni al giovane, che si premunì di nasconderlo: non voleva... o almeno, non subito (Autrice perversa -///- ndYusei). Aki invece se ne accorse e se è possibile arrossì ancora di più, ma non poteva ignorare anche lei i segnali che il suo corpo le stava lanciano, segno che era in piena tempesta ormonale.
La ragazza appoggiò le mani contro il petto nudo di Yusei; al contatto sentì come se il giovane stesse prendendo fuoco, o forse era lei che aveva le mani ghiacciate, perché quest'ultimo rabbrividì.
"A-Aki"
Yusei non ebbe quasi il tempo di balbettare il suo nome che la bocca era già impegnata con quella della ragazza, che gli aveva rubato già da tempo tutte le parole.
Il bacio però non fu proprio casto come gli altri, segno che il livello ormonale di entrambi era salito alle stelle: si amavano e volevano provarlo l'uno all'altra. E tanti saluti al briciolo di razionalità di Yusei.
Continuando a baciarsi Yusei prese Aki in braccio e la distese delicatamente sul divano, ma senza interrompere il contatto con le labbra di lei; la sovrastò stando attento di non farle male e iniziò a baciarle morbosamente il collo.
“Aspetta Yusei...”, tentò di dire Aki, ma senza successo, poiché il ragazzo continuava; sembrava che dopo anni di repressione, i suoi istinti fossero venuti a galla (beh, meglio tardi che mai ragazzo mio B] ndAutrice).
“Yusei!”
Questa volta Aki accompagnò l'esclamazione con una spinta che fece finire il ragazzo giù dal divano. Lei si mise a sedere e lo guardò, ma Yusei da terra aveva lo sguardo fisso sul tappeto.
Aki intuì il suo disagio e sorrise dolcemente: “Yusei... vieni a sederti qui”
Il ragazzo non si mosse.
“Dai! Giuro che non ti mangio!”, esclamò divertita accennando una risata, e finalmente il giovane la ascoltò, sedendosi sul divano ma mantenendo la distanza: aveva paura di aver esagerato, ma non era riuscito a controllarsi, e questa volta Truman non c'entrava.
“Yusei, tranquillo, non ti sto respingendo, solo... non qui, ecco”
Yusei la guardò negli occhi e vedendo che era sincera si rilassò, avvicinandosi a lei e lasciando che poggiasse la testa sulla sua spalla.
“Quindi... alla fine ce l'ho fatta”, sussurrò Aki, più a se stessa che per entrambi.
“Ce l'hai fatta a cosa?”, chiese perplesso Yusei.
“A farmi accettare da te”
“Ma io ti ho accettata fin da subito, forse anche prima che tu lo facessi con te stessa”
“Ma no scemo, tu mi volevi come amica, io volevo... qualcosa di più”, concluse abbassando ulteriormente la voce.
“Sono stato un idiota”, ammise Yusei.
Ed era vero. In tutti quegli anni non aveva mai capito cosa provasse effettivamente nei confronti della rossa: amica, certo, ma qualcosa di più? Forse era stato troppo impegnato a salvare il mondo per capire una cosa tanto banale... avrebbe dovuto spiegarlo anche a Judai, ma era quasi convinto che l'amico l'avesse capito molto prima di lui.
“Ma l'importante”, riprese, “è che ora l'ho capito: io ti amo, Aki Izayoi”
Aki sorrise e i due si scambiarono un tenero bacio.
“EH-EHM!”
Una voce purtroppo familiare si espanse in tutta la casa attraverso i presunti altoparlanti, “Finitela con le eventuali effusioni che state facendo e prestate ascolto: svegliatevi tutti e radunatevi in soggiorno per conoscere le regole della seconda eliminazione!”
E la voce di Zone si spense, lasciando la casa in un silenzio più irreale di quello notturno.





Et voilà! Sì lo so, magari qualcuno avrebbe voluto di più da Yusei e Aki, ma abbiate pietà, sono una frana in quelle scene, ho già provato XD
Comunque è arrivato finalmetne (finalmente??) il momento della seconda eliminazione! E mi è venuta un'ideuzza niente male B]
Quindi, ci risentiamo nel prossimo capitolo!
Passo, abbaio e chiudo <3

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Capitolo 29
*** 2° Eliminazione: Anima e Corpo ***


Ebbene sì! Sulla soglia dei due mesi ce l'ho fatta ad aggiornare! Questa volta la scuola c'entra di meno... è un periodo difficile per me, e la scrittura è l'ultima delle mie preoccupazioni >__< però mi sono costretta ad aggiornare in rispetto di voi poveri lettori che mi seguite ancora *^* Grazie, grazie mille a chi legge e a chi recensisce, mi date la forza di andare avanti <3 Poche anticipazioni sta' volta, spero solo di non aver fatto castronate ortografiche, ma non mi sembra °°
Ringrazio per le recensioni Brillantina, Darkdan Kuso,  violetgirl, DirectionersLove, kingdom, Dark06, Alma e Amy <3
Buona lettura *W*






Yusei imprecava mentalmente: se non fosse stato il ragazzo educato che era, o per farla breve, se fosse stato Jack, Zone si sarebbe sentito piovere addosso una caterva degli insulti più coloriti esistenti, insulti che ora navigavano nella testa del ragazzo. Insomma! Dopo anni in cui aveva cercato di fare chiarezza nei suoi sentimenti finalmente era riuscito a raggiungere una svolta e quel robot uscito dai videogame osava interromperlo? C'era sicuramente qualcuno che tramava verso di lui, ne era certo.
Aki sospirò e si alzò: “Sarà meglio che vada a vestirmi... dovresti fare lo stesso”
Quasi afflitto Yusei annuì ed entrambi si diressero verso le scale e poi nelle rispettive camere.
Aki entrò nella sua e trovò Rei mentre, ancora assonnata, tentava di infilarsi i jeans, Carly che era letteralmente in coma e cercava di convincere se stessa a uscire dalle coperte, e Asuka seduta sul letto un po' frastornata.
“Asuka!”
Aki le corse incontro felice e la abbracciò di slancio buttandola sul letto: “Stai bene, meno male!”
Asuka sorrise tranquilla: “Sì, ma soprattutto tu stai bene, eravamo molto preoccupati per te”
Rei si accorse in quel momento della presenza della rossa e assunse un'espressione un po' più sveglia: “Aki! Finalmente ti sei svegliata!”
Anche Carly uscì – di malavoglia – dalle coperte e la salutò sorridendo felice.
Aki era perplessa: “Ma scusate, mi sono svegliata un'ora fa o poco più, non ho dormito molto in effetti”
“Due giorni”, rispose sintetica Asuka, “io mi sono svegliata ieri, mentre tu non davi segno di riprendere conoscenza”
Ci fu un breve silenzio nel quale Aki pensò stesse scherzando: “... Cioè, fammi capire, siamo tornati due giorni fa? Ma siete sicure?”
Le altre annuirono: “In effetti pensavamo che quella messa peggio fosse Asuka”, iniziò Rei, “Poi però si è svegliata ieri e stava bene, mentre tu eri ancora a letto”
Aki dopo un po' si rassegnò a questa spiegazione, non capendo comunque come avesse fatto a dormire così a lungo.
“MUOVETEVI LUMACHE!”, la voce metallica di Zone tornò a fracassare i timpani ai ragazzi, “Non serve che vi mettiate in giacca e cravatta! Per quello avrete tempo dopo, ora scendete, veloci!”
“Che stress...”, commentò Rei, prendendo una felpa dall'armadio.
Le altre ragazze seguirono il suo esempio, rimanendo con i pantaloni del pigiama e infilandosi sopra solo una maglia in più; quindi uscirono e si diressero in soggiorno.
Trovarono i giovani seduti al tavolo in attesa di ricevere 'ordini dall'alto'; appena videro Aki, tutti la salutarono felici: Johan iniziò a fare il ballo del pescespada-contento, mentre Fubuki le si avvicinò e le baciò la mano: “Enchantè Mademoiselle di vederla di nuovo qui tra noi”, e con la coda dell'occhio osservò la reazione di Yusei; al contrario dei suoi compagni infatti, quando Yusei era arrivato a petto nudo in camera, non aveva creduto alla sua versione 'il televisore mi ha strappato la maglia', anche perché aveva notato il rossore sul suo viso, che, lui sapeva bene, significava solo una cosa... E come volevasi dimostrare, Yusei si alzò e andò al fianco di Aki, fulminando Fubuki con lo sguardo; quest'ultimo ghignò.
“Ora che ci penso...”, iniziò la rossa, “Dove sono Sherry e Ryo?”
Gli altri si rabbuiarono e l'unica a rispondere fu Asuka: “Probabilmente a far compagnia a Crow e Mikage: sono spariti ieri per colpa di quei tre”
Aki incassò la notizia e osservò l'altra: c'era qualcosa di diverso in lei, era troppo... fredda? Non manifestava nessuna emozione, anche se era lei in tutto e per tutto; notò anche Judai mentre sospirava affranto: cos'era successo in quei due giorni?
“Bene, vedo che ci siete tutti”, commentò Zone, “Ah, bentornata fra i vivi Izayoi”
E Aki avrebbe tanto voluto avere quella testa da robot davanti per massacrarla di botte.
“Dunque, visto che è passato troppo tempo dall'eliminazione precedente – senza contare la misera fine che ha fatto Sagiri – è arrivata l'ora di quella successiva”
I ragazzi si fecero più attenti e cercarono tutti di controllare i battiti dei loro cuori, sempre più veloci ed irregolari.
“Salto i preamboli: questa volta affronterete una partita di Paintballing!”
Silenzio.
“Pantiche?”, domandò Jun perplesso, manifestando nel suo tono lo stato d'animo di tutti i suoi compagni.
“Paintballing”, ripeté Zone, “Conoscete il paintball?”*
Tutti scossero la testa.
“Il paintball è uno sport nel quale i giocatori si sparano tra loro con degli speciali fucili caricati a proiettili di vernice: chi viene colpito 'muore' e ovviamente vince chi rimane per ultimo in campo”
“... Ok...”, iniziò Fubuki allibito dopo un minuto di silenzio, “c'è altro che dobbiamo sapere a 'sto punto? No perché già è abbastanza strano questo, se poi c'è anche dell'altro preferisco sentirlo subito”
“In effetti c'è dell'altro”, la voce di Rudger andò ad aggiungersi a quella di Zone nella spiegazione, “lo sport è il paintball, quell''ing' finale è perché la mente contorta che ci manovra tutti è fissata con le shipping”
“Ahia”, commentò Rei a quella parola.
“Un momento!”, esclamò Judai, “Ma abbiamo già fatto un'eliminazione a coppie!”, disse, ricordando la poco piacevole situazione che si era creata subito dopo.
“Lo sappiamo anche noi”, riprese il Dark Signer, “ma questa volta ci saranno delle canon shipping, più coloro che avanzeranno; in sostanza, non dovrete estrarre a sorte” (NOTA: per chi non lo sapesse, le canon sono quelle coppie ovvia e scontate – come suggerisce il nome; per fare un esempio pratico, Yusei e Aki sono una coppia canon, Yusei e Mikage no – e sono pure un'eresia!).
“Per cui le coppie sarebbero...?”, iniziò Carly.
“Mi sembra ovvio”, riprese Rudger, “Yusei e Aki, Jack e Carly, Judai e Asuka, Jun e Rei, Fubuki e Johan”
“Ehi!”, esclamò Fubuki, “Perché io devo stare in coppia con un altro ragazzo?! Andiamo! Sono il più figo qua dentro! Merito anch'io una compagna!”
“Perché, zucca vuota”, ricominciò l'uomo, “vedi altre ragazze qua? E poi hai la sfortuna di non essere shippabile con nessuna della GX – anche perché ci sono poche ragazze – e Mikage è stata eliminata, quindi stai buono che abbiamo già troppi problemi!”
“Non preoccuparti amico”, disse Johan dando una pacca sulla spalla di Fubuki, “non ci elimineranno, stai tranquillo”
Fubuki avrebbe voluto ribattere, ma Zone parlò prima di lui: “I vestiti appositi sono nelle vostre stanze; una volta che vi sarete preparati, fatevi trovare in giardino per le istruzioni”
I ragazzi rassegnati si diressero verso le proprie camere, per scoprire cosa avrebbero dovuto indossare per quella seconda eliminazione.
“... No, stiamo scherzando?”, chiese Fubuki irritato, guardando i vestiti sistemati sulla scrivania, “Sono assolutamente orribili!”
Sul mobile erano disposte sei pile comprendenti ciascuna: un paio di pantaloni e una giacca, entrambe dai colori militari (verde, marrone e grigetto); un paio di stivali marrone scuro; un fucile nero; un paio di guanti, di diverso colore per ogni ragazzo; una maschera a testa, della stessa tonalità dei guanti. Ci sono da specificare le fattezze della maschera: in questo caso particolare, essa era composta sul davanti quasi come un casco da sci, senza la visiera ma con protezione per i lati della testa, gli occhi e in generale tutta la faccia. Il vestiario maschile aveva inoltre dei rinforzi nei punti di maggior bisogno, primo fra tutti il cavallo dei pantaloni (punto assai delicato,  mi dicono XD ndAutrice).
Ma tornando alla storia, dopo le proteste di Fubuki sullo squallore estetico delle divise, i ragazzi si videro costretti a vestirsi lo stesso e a scendere in giardino; era ancora notte, all'alba mancavano più o meno due ore, e il 'campo di gioco' era illuminato da dei faretti posti qua e là sul terreno, spuntati fuori da chissà dove – o meglio, messi lì da chissà chi.
Le ragazze arrivarono sul posto poco dopo i compagni; la loro tenuta era molto simile alle altre: era più attillata – non si direbbe, ma quei tre sono molto maliziosi – ma con gli stessi colori militari; come armi avevano dei fucili più piccoli e maneggevoli e le maschere erano più aerodinamiche e aggraziate (e certo! Le ragazze devono sempre mantenere una loro dignità u.u ndAutrice).
“Spero che queste cose abbiano il visore notturno”, disse  ironico Jun alludendo alle maschere, “altrimenti la vedo molto dura”
“Ma è quello il bello!”; Zone comparve con Rudger in forma di ologramma, “Adesso se state buoni vi spiego le regole... Ah, intanto dividetevi nelle coppie per favore”
“Ha chiesto anche per favore...”, commentò a bassa voce Jack mentre tutti si avvicinavano al proprio partner.
“Dunque!”, riprese Zone, “Le regole sono semplici: ogni squadra ha le armi caricate con vernici di diverso colore che servono a distinguerle; al mio segnale dovrete iniziare a combattere sparandovi addosso; le vostre tute hanno dei sensori in punti particolari, che, se vengono colpiti, mandano un segnale a quel tabellone”, e Zone indicò con la mano robotica un tabellone luminoso in aria (apparso da chissà dove) diviso in cinque sezioni, ognuna accanto ad un colore, “che attribuirà un punto alla squadra che avrà centrato il bersaglio; i primi quattro team che raggiungeranno i dieci punti saranno salvi, mentre l'ultima squadra rimasta... beh, non serve dire cosa succederà”, e probabilmente ghignò.
“I colori di squadra potete intuirli dai vostri guanti”, aggiunse Rudger.
I giovani si accorsero per la prima volta che ogni coppia aveva i guanti di colori diversi rispetto alle altre: Yusei e Aki li avevano blu, Jack e Carly viola, Rei e Jun arancioni, Judai e Asuka rossi, Fubuki e Johan azzurro chiaro.
“Ah, ultima cosa...”, iniziò Rudger, “aggiungiamo un'ulteriore complicazione”
Da dentro la casa schizzarono fuori cinque oggetti di metallo non ben identificati che andarono ad attaccarsi ai polsi dei ragazzi: erano delle specie di manette che avevano unito i due componenti del team ancora più profondamente; ora ogni coppia non poteva allontanarsi che di una ventina di centimetri, corrispondenti alla lunghezza delle manette.
“Questa situazione mi ricorda qualcosa...”, commentò Aki guardandosi il polso sinistro.
“Lo sai che anch'io ho un deja-vu?”, le disse Yusei perplesso. (coffcoffpubblicitàoccultacoffcoff leggere “Il legame del destino” by Keily_neko per capire meglio coffcoff XD ndAutrice che si fa pubblicità da sola).
“Qual è l'area di gioco?”, chiese Asuka.
“Tutto è il campo di gioco, tranne l'interno della casa”, rispose Zone, “potete andare dove vorrete, vi accorgerete da soli dei limiti dell'area; va da sé che nel bosco là dietro”, e indicò alle sue 'spalle', “la visibilità è molto ridotta, per cui potrebbe essere sia un vantaggio che uno svantaggio, sarete voi a decidere”
“E per finire”, si apprestò a concludere Rudger, “ci sarà un massimo di tempo: fra tre ore la sfida si concluderà, e in caso non ci fosse un'effettiva perdente, la squadra con meno punti sarà considerata come tale”, finì ghignando.
“Bene, intorno alla piscina ci sono dei cerchi con il vostro colore”, parlò Zone, “sono i punti di partenza, dirigetevi là... I fucili si ricaricano da soli, e per sparare bisogna premere il grilletto... mi rivoglio soprattutto alle ragazze”, concluse con un tono di scherno.
“Non sono mica così imbranata”, commentò Asuka irritata.
“Bah, se avessi i miei pesci spada al posto di questi fucili, avremmo già vinto”, si lamentò Johan entrando nel cerchio.
“Anderson non iniziare!”, lo ammonì Zone, “seguite il timer sul tabellone; appena arriverà allo 0, potrete partire”
Il timer iniziò il conto alla rovescia di 60 secondi.
“Ci tuffiamo in acqua subito”, disse Johan a Fubuki, “così non ci beccheranno mai”
“Non se ne parla!”, replicò l'altro, “Non sono un pesce, IO!”
...50...
“Non preoccuparti”, mormorò Jack, “ti proteggerò io”
Carly sorrise determinata: “Tranquillo, non sarò una palla al piede, vinceremo”
...40...
“Forse così sfogherai la tua frustrazione”, commentò Rei, “potrebbe essere il tuo nuovo sport”
“Spiritosa”, le rispose ironico Jun, “però hai ragione, potrebbe essere rilassante”
...30...
“Se solo riuscissi ad usare i miei poteri...”, disse amareggiata Aki, avendo già verificato che essi erano bloccati, “potremmo vincere subito”
Yusei le accarezzò una guancia: “Non serviranno se saremo uniti, ci salveremo a vicenda”
...20...
“Asuka cosa pensi di fare?”, le chiese Judai.
La ragazza ci stava già pensando da quando aveva sentito il regolamento: “Il bosco”
“Sei sicura?”
Lei annuì: “Lo useremo a nostro vantaggio... E vedi di non mandare all'aria tutto come sempre”, concluse tagliente.
Judai la guardò affranto, ripensando alla scena del giorno prima e alle parole che Truman gli aveva rivolto...

“Asuka!”
Fubuki corse incontro alla sorellina, che era appena scesa dalle scale verso il soggiorno, e la abbracciò: “Sorellina, per fortuna stai bene!”
“Non è così facile liberarsi di me”, sorrise dolce Asuka.
“Come stai?”, le chiese Fubuki.
“Bene, un po' stanca ma bene”
“Sei sicura?”, insistette lui.
“Ti dico di sì”
Fubuki rimase un po' titubante: Asuka non emanava quell'energia che era solita produrre anche quando era visibilmente stanca; era come se si fosse... spenta, Fubuki non avrebbe saputo definire in altro modo il comportamento che di lì a poco avrebbe assunto sua sorella.
I due si avvicinarono al tavolo e la ragazza venne salutata con calore da Yusei, Jack, Ryo e Carly; gli altri erano in giro per la casa o all'esterno.
“Meno male che stai bene”, le corse incontro Carly abbracciandola, non notando il cambiamento dell'amica.
“Sì, sto bene”, riconfermò la bionda.
“Sarà contento Judai”, iniziò Ryo, “ha fatto i salti mortali per riportarti indietro”
Al nome di Judai sul viso della ragazza si spense il sorriso: “Judai...”
“Sì...”, continuò perplesso Ryo; anche lui aveva intuito che qualcosa non andava, “è in giardino e dovrebbe tornare fra po...”
“Asuka!”
Come evocato, Judai entrò dalla porta a vetri che dava sul giardino, con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia: “Ti sei svegliata finalmente!”
Alla vista del ragazzo, Asuka fece un passo indietro, mettendosi come sulla difensiva: “Cosa vuoi tu?”, il suo tono era diventato glaciale, tagliente e palesemente ostile.
Judai si arrestò di colpo: “Ehi... volevo solo sapere come stavi...”, tentò, allarmato.
“Sto bene, grazie”, quasi le ringhiò quelle parole, “ora, se volete scusarmi, penso andrò un po' in giardino”, e uscì dalla porta, fulminando Judai con lo sguardo mentre gli passava accanto.
Judai era completamente incredulo e si girò verso i suoi amici per capire se anche loro erano rimasti  come lui.
“C'è qualcosa che non va...”, commentò sconfortato Fubuki, “anche prima che entrasse Judai, non era se stessa... almeno, non completamente”
“Mi sa che la sua 'prova' non è del tutto passata”, osò dire Jack.
Qualche ora dopo, verso il tramonto, Judai era seduto sul tetto della casa, che aveva imparato a raggiungere arrampicandosi su una grondaia, e rifletteva ancora su quello che era successo, mente osservava il cielo tingersi di rosa.
“Ehi”
Judai sentì un sussurro.
“Ehi! Sono io!”
Truman sotto forma di nuvola si avvicinò al ragazzo.
“E adesso cosa volete!?”, chiese esasperato lo Slyfer.
“No, sono qui per farti capire”, rispose la nuvola, “i miei due colleghi non sanno che sono qui... riguarda Tenjouin!”
Judai gli prestò subito attenzione: “Asuka! Cosa le avete fatto?!?”
“Io niente”, riprese Truman, “Ma Zone ha pensato di prolungare la prova del ghiaccio... Senza fare troppi giri di parole, in pratica le due personalità di Tenjouin sono in lotta”
Judai aveva una faccia assolutamente perplessa: “In che senso?”
“Tenterò di spiegare: la sua personalità 'normale', diciamo, ha sempre prevalso sulla sua personalità 'glaciale'; quest'ultima è emersa con il possesso della Luce e per un periodo ha dominato l'altra”, e qui Truman fece una pausa sperando che il ragazzo riuscisse a seguirlo, “Ora, invece di ritornare allo stato originale, le due personalità - se vuoi anche le due anime - sono in equilibrio precario dentro Tenjouin: nessuna delle due riesce a prevalere sull'altra, causando una grande confusione nella ragazza; temporaneamente una delle due potrebbe prendere il controllo, ma solo dopo uno stimolo e solo per un breve lasso di tempo. Così è accaduto quando lei ti ha visto”
Altra pausa in cui Judai riuscì a mettere insieme le tessere del puzzle: “Ma perché avrei scatenato la reazione della parte... 'glaciale'?!”
“Perché è una ragazza e quando si tratta di te ragiona al contrario”
Vedendo la faccia perplessa di Judai, Truman tentò di spiegarsi meglio: “Partiamo dal fatto che ha una palese cotta per te, di cui tu non ti sei mai accorto sembrerebbe; lei non è mai riuscita a dirtelo e si è sempre chiusa in se stessa, cercando comunque di avvicinarsi a te, di non apparire debole, tentando di essere degna di te... ma non ottenendo risultati ha deciso che avrebbe soffocato questo sentimento, reprimendolo in sé. Se prima era comunque contenta di vederti e parlarti, adesso la tua sola presenza basta a scatenare un meccanismo di auto-difesa per cui invece di riportarla alla 'normalità', si comporta in modo glaciale e sprezzante”
Truman finì di parlare sperando di aver spiegato bene; la laurea in psicologia femminile che aveva ottenuto anni prima era carta straccia in confronto a quello che aveva affrontato fino a quel momento.
“... Quindi cosa posso fare?”, chiese Judai con un filo di voce, avendo più o meno capito il discorso.
Truman sospirò (?): “Purtroppo non lo so, dovresti fare in modo che la sua personalità positiva prevalga di nuovo sull'altra, ma non ho idea di come potresti fare... ma non demordere, troverai un modo”
Judai sorrise al tentativo di Truman di tirarlo su di morale e pensò che avrebbe fatto il possibile per rimediare al danno che aveva provocato.

...10...
Asuka, ti farò ritornare te stessa, pensò il ragazzo osservando la sua compagna.
...9...
Così erano pronti: dieci ragazzi, dieci amici erano pronti a combattersi a vicenda per 'sopravvivere'
...8...
perché alla fine l'istinto di sopravvivenza prevale
...7...
chiunque può diventare un nemico
...6...
tranne una persona
...5...
quella per cui realmente daresti la vita
...4...
quella per cui ti sacrificheresti senza pensarci
...3...
quella che vuoi proteggere ad ogni costo e ad ogni prezzo
...2...
o quella che vuoi salvare da se stessa, poiché ha perso di vista la verità
...1...
Ora, tutti sono in coppia con quella persona (tranne Fubuki e Johan... suvvia, lo yaoi non fa per me u.u ndAutrice).
...0.
So let the games begin.
 


* per notizie più dettagliate sul paintball, vi rimando alla pagina di Wikipedia:  http://it.wikipedia.org/wiki/Paintball





Eccoci qua u.u beh, avrete già capito che sono suonata, vero? XD comunque è l'ora di parlare un po' del cap... in realtà avevo deciso di finirla con le parti serie, di limitarle a poche righe, ma purtroppo il mio umore in questi mesi non mi ha permesso di creare qualcosa di comico T^T per cui mi dispiace se vi aspettavate qualcosa alla pari del capitolo di Johan per intenderci >.< prometto che con il prossimo ci saranno situazioni demenziali XD non potrò contare molto su Judai e Asuka (hanno troppi problemi poverini u.u), ma restano sempre Johan, Fubuki e Jack... e penso li sfrutterò molto B] Ah, si può notare la grande influenza che continua a farmi Hunger Games *W* sul serio, mi sento come drogata XD
Beh, non ho altro da dire, se non arrivederci al prossimo capitolo!
Passo, abbaio e chiudo <3

p.s. chi vuole fare una partita a paintball??? *le ispira un casino il gioco* *W*

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Capitolo 30
*** 2° Eliminazione: Sopravvivere è l'unica cosa che conta... o no? ***


Saaaaaalveeeee! *passa una balla di fieno* coffcoff, va beh, chissà quanti lettori mi saranno rimasti dopo questo abominevole ritardo °^° Va beh, io posterò lo stesso, non si sa mai XD A mia discolpa, posso dire che è stato un periodo piuttosto impegnativo sotto ogni punto di vista; complice anche il fatto che mi ero bloccata in un punto del capitolo a causa di un errore di programmazione rispetto a quello che avevo pensato... da questa somma viene fuori il ritardo XD Ma grazie a Dio c'è stata una persona che mi ha tolto d'all'impiccio, e non solo nella scrittura <3 Ah, il capitolo era pronto da un paio di giorni, ma l'ho voluto postare solo ora apposta **
Bene, ringrazio per le recensioni  Jennymatt, Brillantina,  Darkdan Kuso,  violetgirl, AmyMassa, mystery girl, kingdom,  lady_eclisse e Micky <3 (non vi merito, sul serio T^T) E detto questo, buona lettura *^*








A Simona, senza la quale questo capitolo non sarebbe mai venuto a galla, per ringraziarla di tutto il sostegno che mi da ogni giorno e in ogni circostanza, per l'aiuto enorme che mi ha dato in questo periodo, e per sopportarmi sempre e comunque nonostante i miei scleri.
Auguri Tizia, ti voglio bene <3








“Eeeeee sono partiti! Anderson e Tenjouin dopo una virata nei pressi della piscina, finiscono nel retro della casa! Manjoume e Saotome iniziano subito a sparare contro gli avversari, mentre Yuki e l'altra Tenjouin corrono a perdifiato apparentemente per raggiungere il bosco! Che gara emozionante amici radioascoltatori...!”
“Rudger...”, chiamò piano Zone.
“Abbiamo una domanda del pubblico!”, il Dark Signer si rivolse verso di lui con un sorriso a trentadue denti.
“Devi per forza fare la telecronaca di quello che succede minuto per minuto?”
Rudger annuì, stringendo il microfono che aveva in mano: “Certo mio gentile ascoltatore! Voglio un ricordo indelebile di questa eliminazione, per questo mi sto pure registrando”
Zone sospirò: “Vi prego uccidetemi...”
Il Dark Signer non sentì – o non diede peso – il commento e continuò a descrivere l'azione: “E abbiamo il primo punto! Nagisa con un colpo di fortuna (sicuramente) colpisce la spalla di Fudo e il Team Purple guadagna il suo primo punto!”
“Team Purple?”, chiese perplesso l'automa.
Rudger annuì di nuovo: “Suona meglio se li chiamo con il nome dei colori”
Zone decise di lasciar perdere e di ignorare da quel momento in avanti i commenti del collega.
Tralasciando la telecronaca confusa di Rudger, effettivamente la partenza era stata un caos: chi correva a destra, chi a manca, chi tentava un approccio diretto, chi fuggiva, chi era seriamente intenzionato a buttarsi in acqua, convinto di salvarsi...
Johan aveva realmente tentato di trascinare Fubuki in piscina, ma per fortuna il moro era stato abbastanza forte da portare di peso il compagno lontano dall'acqua, dietro al muro della casa, così da riuscire a organizzare un piano d'attacco.
“Ma perché non mi hai lasciato tuffarmi?!”, si lamentò ancora Johan, “Nell'acqua saremmo stati al sicuro!”
“Per l'ennesima volta Johan, non siamo pesci! Avremmo dovuto tornare a galla a respirare e sarebbe stata la fine per noi, eravamo vulnerabili!”
“Solo perché non ho qui i miei pesci-spada”, si lagnò il ragazzo, “se Ermenegildo fosse qui avremmo già vinto...”
“Ti ripeto”, ribatté ormai seccato Fubuki, controllando che non arrivasse nessuno, “che non avrebbe funzionato, era un'idea assolutamente suicida e GIU'!”
Fubuki prese Johan per la maglia facendolo crollare a terra, giusto in tempo per salvarlo da un proiettile di vernice blu proveniente dal fucile di Aki; lei e Yusei avevano fatto il giro opposto della casa per ritrovarsi alle spalle di Fubuki e Johan.
“Johan spara!”, gli esclamò Fubuki, balzando in piedi e allontanandosi dai due compagni che stavano venendo loro addosso.
“Ci provo, ci provo!”, gli rispose il pescespadaccino trafficando con la sua arma dalla quale partì un colpo a caso che colpì Aki all'altezza dell'addome.
“Oh-ho!”, esclamò Rudger al microfono, “Questo sarebbe stato un colpo quasi mortale! Quindi il Team LightBlue si aggiudica due punti!”
A Zone si accese una lampadina: “Non sono sicuro, abbiamo detto loro che particolari parti del corpo valgono più punti?”
Rudger stette in silenzio: “... Non perdiamoci in questi dettagli insignificanti... Toh, sembra che Fudo abbia ingranato la quarta!”
E in effetti Yusei, appena Aki era stata “ferita”, si era parato davanti a lei e aveva sparato due precisi colpi che erano andati a sporcare il ginocchio destro di Fubuki e il braccio sinistro di Johan, facendo acquistare ai ragazze due meritati punti.
Intanto Asuka aveva seguito la sua idea di nascondersi nel bosco, e Judai era stato costretto a seguirla, non ancora del tutto convinto, ma sicuro che l'avrebbe aiutata in qualunque modo.
“Apri bene le orecchie”, gli disse la ragazza, accucciandosi dietro ad un cespuglio sul limitare del bosco per tenere sott'occhio lo svolgersi della sfida, “noi ora rimaniamo qui per un momento a studiare la situazione; se ci capita qualcuno a tiro, spariamo, chiaro?”
Judai deglutì: lo spaventava il tono freddo e calcolatore con cui la ragazza gli parlava; a parte il fatto che potesse avercela con lui, ma non trapelava alcun sentimento mentre parlava di come eliminare i propri compagni ragionando a mente lucida.
Asuka fece una smorfia di fastidio e si voltò di scatto; Jack e Carly avevano avuto la loro stessa idea per quanto riguardava il bosco ed erano arrivati alle loro spalle, dando l'occasione al biondo di colpire la ragazza proprio in mezzo alle scapole.
“Uh, quello era un colpo da tre punti!”, esclamò Rudger, mentre sorvolava l'area di gioco a bordo di un elicotterino preso chissà dove.
“Bastardo”, sibilò Asuka alzandosi di scatto e impugnando il fucile.
“In guerra e in amore tutto è lecito”, commentò Jack a mo' di scusa, trascinando fra gli alberi Carly, i cui occhi sembravano chiedere perdono in qualunque modo possibile.
Judai allora realizzò: per quanto un forte sentimento di amicizia legasse il gruppo, tutti avevano un motivo per continuare a “vivere”, per cui ogni ragazzo aveva dovuto mettere da parte – più o meno a malincuore – i propri sentimenti per gli altri e aveva iniziato a trattarli come veri e propri nemici. Anche lo Slyfer aveva un motivo per cui restare, motivo a cui era legato fisicamente in quel momento; e iniziando a tenere ben a mente questo, Judai cominciò a correre dietro a Jack e Carly.
Nel frattempo Jun e Rei galoppavano rapidamente a briglie sciolte verso la salvezza: schiena contro schiena si coprivano le spalle a vicenda, e con questa scontata ma brillante strategia erano riusciti a totalizzare cinque punti in poco più di mezzora, colpendo due volte la coppia Fubuki/Johan – che aveva ancora qualche difficoltà organizzativa – e una volta Jack all'altezza del cuore, posizione che aveva fatto guadagnare loro tre punti.
“Beh, direi che stiamo andando alla grande”, commentò Rei, accucciandosi vicino al muretto che per un tratto segnava il confine fra il giardino e il bosco.
Jun si asciugò il sudore dalla fronte: “Aspetta a cantare vittoria, siamo solo a metà percorso”
La ragazza annuì: “Mi dispiace per gli altri ma non ho intenzione di farmi elimina...”
“ATTENTA!”
Jun protesse la testa di Rei alzando un braccio, e un proiettile di vernice azzurrina gli sporcò la manica; il ragazzo rispose prontamente al fuoco di Fubuki, ma il moro e il suo compagno riuscirono ad evitare di essere colpiti.
“Stai bene?”, chiese Jun alla giovane.
“Sì...”, il tono di Rei era perplesso, non si sarebbe mai aspettata un gesto del genere da parte sua, “Grazie”
Jun, dopo un attimo di silenzio, distolse lo sguardo da lei: “Non ringraziare. Se ti avessero colpita al volto avresti potuto farti male; comunque ora sei in debito con me, e Manjoume non dimentica”, detto questo si alzò, “Meglio spostarci da qui, siamo troppo scoperti”
Rei fece un mezzo sorriso e lo seguì.
Yusei e Aki erano arrivati al limitare del bosco e si erano appoggiati a dei tronchi per riprendere fiato, ben nascosti dalla vegetazione rigogliosa e dal buio.
“Questa è... una follia”, ansimò Aki, asciugandosi il sudore sotto la maschera, “Perché siamo costretti a fare questo?”
Yusei teneva d'occhio la via dalla quale erano venuti, controllando il giardino; vide Jack e Carly spuntare dalla radura e con un'abile mossa in rotolata – non si sa come – osservò il biondo colpire una gamba di Jun: “Hanno le nostre carte, tanto basta per farci fare quello che vogliono”
“Yusei qua stiamo andando oltre”, replicò la ragazza esasperata, “insomma, ne vale veramente la pena? Ci stiamo combattendo l'un l'altro per delle carte, delle semplici carte...”, ma già dicendolo ad alta voce il suo tono diminuì: per lei Drago Rosa Nera era più di una semplice carta; forse perché poteva renderla reale, ma il drago era anche una sua... amica. Si stava battendo per un'amica.
“Aki”, Yusei la prese per le spalle e la costrinse a guardarlo, “credimi, sono il primo a non volere una cosa del genere, ma dobbiamo andare avanti, e una volta finito questo assurdo reality, sono sicuro che torneremo tutti a casa sani e salvi. E poi”, e qui sorrise quasi divertito, “lo sai che siamo nelle mani di un'Autrice sadica ma assolutamente non tragica, quindi non ci succederà niente di male” (ah, Tizio bello, è qui che ti sbagli uhuh ndAutricesadica&sanguinaria).
In quel momento di guardia abbassata, due proiettili rossi spuntarono dalla boscaglia, colpendo le visiere di Yusei e Aki, che immediatamente dopo uscirono dal bosco per non subire un altro attacco.
“Bel tiro Judai”, commentò Asuka.
“Grazie”, rispose l'altro, “Per fortuna arriva un po' di luce fino a qui, se no col cavolo che l'avrei preso”
Asuka scosse la testa; le faceva male aver colpito una sua amica, ma scacciò subito il pensiero: “Forza: dal tabellone vedo che abbiamo 5 punti nonostante abbiamo sparato solo tre volte...”
“Se la matematica non è un'opinione – e spesso lo è – vuol dire che alcuni punti valgono di più”, concluse il ragionamento Judai.
La ragazza sorrise: “E bravo Judai, hai fatto i compiti!”
Lo Slyfer si meravigliò di quel cambio di atteggiamento: forse che stava finalmente facendo breccia nello scudo?
Asuka proseguì: “Ora ci conviene tornare allo scoperto per realizzare la metà che ci serve”
Judai annuì in accordo e insieme si avvicinarono di nuovo al campo di battaglia principale.

“E... straordinariamente, incredibilmente, inverosimilmente, stupefacentemente, eccezionalmente...”
“Dacci un taglio”, disse Truman acido a Rudger; la nuvoletta aveva infine raggiunto i suoi colleghi sul tetto dell'edificio sullo scoccare delle due ore di gioco.
“Si prega il pubblico di non intralciare la telecronaca!”, rispose offeso e irritato il Dark Signer, “Ci scusiamo per questi problemi tecnici e riprendiamo! Dicevamo: per una serie di fortunate circostanze, non ci crede nessuno, ma i primi a raggiungere i dieci punti, e quindi ad aggiudicarsi la vittoria e a salvarsi le penne, sono nientepopodimeno che il Team LightBlue, composto da Anderson e Tenjouin!”
Incredibilmente infatti, Fubuki e Johan erano riusciti a raggiungere per primi i dieci punti; non si capisce ancora la causa di questo inspiegabile avvenimento: forse fu dovuto dal fatto che in quel periodo Giove si interponeva fra Saturno, Venere e la Costellazione del Pescespada creando una distorsione spazio-temporale che permise a Johan di moltiplicare all'infinito la propria fortuna... Sono quegli interrogativi che resteranno tali nei secoli avvenire (va bene, l'abbiamo capito che abbiamo avuto fortuna, quindi piantala -.- ndFubuki / ma no! È stato tutto merito mio e del mio magnifico ascendente! NdJohan / oppure del fatto che mi siete simpatici e i vostri nomi non sono stati estratti... ndAutrice).
Zone prese un megafono: “Eh-ehm! Si prega il Team LightBlue di portare il dereta... cioè, di spostarsi all'interno della casa in quanto la loro prova è stata superata!”
“Evvai!”, saltò Johan a quella notizia, “Che ti avevo detto? Ce l'abbiamo fatta!”
“Da non credere...”, commentò allibito Fubuki mentre varcava la soglia del soggiorno, “Beh Johan, devo ricredermi su di te, sei un grande compagno”, disse sorridendo (… YAO-*viene zittita violentemente* ndAutrice / non dire stupidaggini è.è ndFubuki).
“Non avrei mai pensato che quei due potessero vincere”, commentò Truman scuotendo la testa – era ritornato da poco alla forma umana.
“Come si suol dire”, rispose Zone poggiando il megafono, “la fortuna aiuta gli auda...”
“Yuki mette a segno uno splendido colpo da due punti e assicura al Team Red il secondo posto!”, strillò Rudger nel microfono, assordando i poveri circuiti dell'automa.
Judai aveva avuto la prontezza di rispondere subito ad un proiettile di Jack, colpendo il biondo duellante nello stomaco e guadagnandosi così la salvezza.
Lui e Asuka entrarono in casa e, come era già successo ai loro due compagni, una volta varcata la soglia, le manette si staccarono autonomamente.
Lo Slyfer si massaggiò il polso: “Ah, era ora”, commentò felice, “ci siamo salvati! Un gran bel lavoro di squadra, eh, Asuka?”, le disse sorridendo.
“Sìsì, un ottimo lavoro, certo”, rispose lei neutra e distratta, impegnata a guardare le altre coppie che nel giardino se le davano ancora di santa ragione.
Judai corrugò la fronte: eppure gli era sembrato che prima la ragazza avesse abbassato un po' la guardia...
In quel momento Yusei colpì Jun sulla coscia, ma Rei fu rapida e con un colpo sparato probabilmente quasi a caso, riuscì a guadagnarsi il decimo punto a discapito della spalla di Aki.
“Fenomenale! Con un preciso colpo mozzafiato, Saotome porta il Team Orange a guadagnarsi la salvezza!”
“Adesso spiegatemi perché gli altri fanno tutti colpi perfetti, precisi, voluti-a-quello-scopo”, commentò irritato Fubuki, “mentre noi siamo stati definiti in qualsiasi modo possibile come solo fortunati”
In quella il moro guardò per un istante Johan: il ragazzo stava tenendo in equilibrio sul naso il suo pescespada Puntino.
Fubuki si girò di nuovo verso il giardino: “... Sì, hanno ragione, siamo stati fortunati”
“Siamo i terzi?”, chiese Rei entrando.
Judai annuì e si congratulò con loro.
“Bah, sciocchezze”, tagliò Jun, “Niente che non avrei potuto fare”
“Ehi Jun, ce l'abbiamo fatta, eh”, commentò Rei avvicinandoglisi.
“Avevi qualche dubbio? No perché se è così, devo proprio ricordarti che io sono il grande, magnifico, tuonante e possente Manjo...”
Rei, in un moto di abominevole coraggio, si alzò in punta di piedi e gli diede un breve bacio sulla guancia: “Sì, me lo ricordo”, sorrise, rossa in viso, per poi tornare alla porta, vicino ad Asuka.
Jun sgranò gli occhi un attimo per poi assumere il colorito peperone tipico dell'imbarazzo.
“Siamo alle battute finali”, disse Asuka, attirando l'attenzione di tutti i suoi compagni verso il giardino.
Erano alla resa dei conti: sia il Team Purple di Jack che il Team Blue di Yusei erano a nove punti ciascuno, e in quel momento i due ragazzi erano poco oltre la piscina, faccia a faccia, a pochi metri di distanza, i fucili alzati l'uno in direzione dell'altro.
“Yusei... non avrei mai pensato che saremmo arrivati a questo punto”, commentò Jack.
“Neanch'io a dire il vero”, rispose il moro impugnando meglio il fucile.
A quel movimento, Jack si portò istintivamente più vicino a Carly, alle sue spalle, in modo da coprirla al meglio: “Mi viene in mente il nostro ultimo duello: 'sta volta finirà diversamente”
Yusei fece un mezzo sorriso: “Io non ci conterei troppo”
“Non ci siamo proprio”, commentò Zone, manifestando il suo dissenso, “Questi due non si schiodano”
“Sì, parlano troppo... Sono io che dovrei parlare, non loro”, concordò irritato Rudger, “e sta per scadere il tempo: se rimarranno così un altro quarto d'ora, li elimineremo entrambi, ho deciso”
“Per una volta concordo”, rispose Zone.
Truman drizzò le orecchie: no, non poteva permettere questo; ormai si era affezionato a quei ragazzi, e già era difficile eliminarne due, figuriamoci quattro. Doveva salvarne almeno la metà.
“Ma no dai, non possiamo eliminarne quattro in una volta sola!”, tentò Truman, “Se no rischiamo che finisca tutto troppo presto”
Zone ci pensò su: “Mi sorprende, hai ragione anche tu. Facciamo così: visto che sono in parità e mi pare non abbiano l'intenzione di schiodarsi da lì, facciamo decidere agli altri chi delle due coppie eliminare”
Rudger sentì quel discorso e sorrise maligno: “Mi sembra un'ottima idea”, sghignazzò, “e se non si decideranno... beh, li elimineremo tutti e quattro. Truman, vai ad avvertirli”
A Truman si era gelato il sangue nelle vene (?) a quell'idea, ma o così, o sarebbe stato decisamente peggio. Perciò si annuvolò e andò dai ragazzi al piano di sotto.
“CHE COSA?!?”, fu l'esclamazione di tutti i ragazzi presenti – Asuka compresa, con un po' meno di enfasi.
“Dimmi che stai scherzando”, tentò Rei, una mano davanti alla bocca.
“Purtroppo no”, rispose Truman abbattuto, “E se non lo farete, verranno eliminati tutti e quattro. A voi la scelta”, e scomparve sul tetto.
Nella stanza calò un silenzio di tomba; anche Johan aveva poggiato Puntino sul tavolo e si era unito agli altri nella solennità del momento.
“... Dobbiamo decidere”, iniziò Fubuki in tono drammatico, “Perderne quattro è decisamente peggio che perderne due”
Nonostante fosse una decisione veramente dura da prendere, gli altri non poterono che trovarsi d'accoro con Fubuki.
“E dobbiamo anche decidere chi è che andrà a sparare”, commentò a bassa voce Judai.
Sì perché qualcuno doveva andare a “uccidere” una delle due coppie, tanto per complicare la situazione.
“Per me possiamo eliminare Atlas”, commentò Jun, incrociando le braccia, “l'ho sempre trovato odioso”
“Ma Jun!”, esclamò scandalizzata Rei, “C'è anche Carly, ricordatelo!”
“Se fa coppia con lui non è un mio problema...”, rispose il ragazzo, un po' meno convinto comunque.
“Eliminiamo Yusei e Aki”, azzardò Johan, “Tanto l'Autrice è una fan sfegatata della Yuaki, non potrebbe farli finire in un posto tanto brutto...”, si affrettò ad aggiungere (aaaah, la Yuaki... *spara cuori ovunque* >///< ndAutrice in preda a fangirleggiamenti).
“C'è da dire che Yusei potrebbe esserci più utile... Dato che è meccanico, potrebbe servire di più...”, commentò a fil di voce Judai; fare quei discorsi lo lacerava dentro.
“Avete ancora cinque minuti”, fece sapere Zone dal megafono.
“Dobbiamo muoverci”, disse Rei.
Ma erano in stallo anche loro, come le due coppie fuori in giardino.
“... Momento”, iniziò Jun all'improvviso, “dov'è Asuka?”
Gli altri si guardarono intorno per poi notare una chioma bionda che si allontanava da loro, diretta verso la piscina.
Asuka si era stufata di sentire quei discorsi: l'una o l'altra coppia, non faceva differenza, non avrebbero mai saputo scegliere e avrebbero corso il rischio di perdere tutti e quattro. E poi rimaneva il problema di chi avrebbe dovuto sparare: nessuno si sarebbe offerto volontario per non incorrere al pericolo dei sensi di colpa che sarebbero sicuramente saltati fuori. Aveva deciso di andare lei quindi, per salvare gli altri e per salvare almeno due dei suoi quattro amici; anche perché in quel momento si sentiva abbastanza lucida e fredda per non avere esitazioni.
Il sole stava sorgendo e i suoi raggi stavano iniziando a diradare le tenebre della notte quando un proiettile rosso sibilò nell'aria, colpendo il bersaglio.
Yusei fece cadere l'arma a terra, preso alla sprovvista, mentre osservava la macchia rossa, così simile a sangue vero, allargarsi sul petto di Jack.
Jack alzò la testa dalla macchia ad Asuka, incontrando due freddi occhi ambra.
“... In guerra tutto è lecito”, commentò semplicemente la ragazza, omettendo volutamente la prima parte della frase.
La voragine nera si aprì sotto i piedi di Carly e Jack e li risucchiò in un istante, per poi richiudersi senza lasciare traccia.
In un lampo Judai fu addosso alla ragazza, prendendola per le spalle e costringendola a guardarlo: “Ma sei impazzita?! Come ti è saltato in mente di fare di testa tua? Come hai potuto decidere da sola chi eliminare? Dove l'hai trovata tutta questa spietata freddezza?!”
“Se non avessi fatto così li avremmo persi tutti e quattro”, commentò glaciale Asuka, irrigiditasi a quel contatto.
“Non si tratta di questo, si tratta del gesto! Asuka, non sei più tu, ed è colpa mia...”, Judai si stava lasciando andare alle emozioni, dimenticandosi degli altri suoi compagni; in quel momento erano solo lui, Asuka e i loro problemi, “Sì, lo so, è a causa mia che sei diventata così; invece che salvarti ti ho condannata, e non so cosa fare ormai”
“Quante stupidaggini escono da quella bocca”, disse la ragazza scostandosi dalla presa, “per una volta preferirei che tu agissi invece di blaterare, come fai sempre, senza pensare prima”
Judai allora fece sue quelle parole e si aggrappò ad esse come fossero l'unica scialuppa di salvataggio nel mare in tempesta.
Allora agì: di scatto, lasciandosi guidare dall'istinto, eliminò la distanza fra loro che Asuka aveva guadagnato, e, messa una mano dietro alla sua nuca, la baciò, premendo le proprie labbra contro quelle della giovane, pregando che la sua Asuka tornasse da lui.






Ed eccoci qua *^* Judai s'è svegliato (beh, più o meno XD), chissà se Asuka reagirà bene o gli mollerà una sberla di quelle stratosferiche... mah! XD
Ah, salutiamo Jack e Carly che sono stati purtroppo eliminati T^T *saluta con la manina* vi dico anche che ho fatto un'estrazione per decidere chi eliminare, quindi la cosa esce dalla mia volontà u.u Farò così anche per le altre, quindi in sostanza non so chi sarà eliminato XD
Un'ultima cosa: ho inserito l'avvertimento OOC perché potrebbero esserci alcuni personaggi fuori dal loro carattere originale, primo fra tutti Johan: lui è veramente fuori di sè XD
Ci sentiamo al prossimo capitolo! *ripassa la balla di fieno di prima*

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Capitolo 31
*** 3° Eliminazione: Finta ***



Yu-Gi-Oh GX&5D's Reality



3° Eliminazione: Finta






Qualcuno bussa.
Qualcuno bussa più forte.
Qualcuno bussa più forte insistentemente.
Se questo qualcuno che bussa più forte insistentemente non la smette, lo prendo a mazzate. La porta si apre, spostando i chili di ragnatele che si sono formate nel frattempo.
- Ah ma allora ci sei!
Alzo lo sguardo. – Johan ti prego, non è il momento. Lasciami morire in pace sulla mia scrivania.
- Stai facendo muffa come la tua storia, porco pescespada! – mi rimprovera pure.
- Lo so! Ma se non ho un briciolo di ispirazione come posso continuare? – piagnucolo.
- Tieni. – Mi porge un pesce non ben definito. – Mangia, contiene fosforo, così ti concentri meglio!
Mi massaggio le tempie. – Come ci hanno detto a chimica, il pesce non fa diventare più inte…
Fermi tutti. ILLUMINAZIONE.
- JOHAN TI AMO!
- … Ne sono onorato, ma non posso contraccambiare come ben s…
- Zitto! Ho visto la luce! La luce mi abbaglia!
- E spegni la candela, che devo dirti?
- SH! E’ il momento del mio grande e trionfale ritorno! – Mi scrocchio le dita.
- Grande e trionfale, avrei i miei dubbi. – Dalla voce è perplesso e ironico, ma non mi interessa. – E quindi che intenzioni hai?
Lo guardo e dalla sua espressione terrorizzata può capire che c’entrerà anche lui.
- Ho paura – sentenzia.
- Rilassati. – Mi giro verso il mio fedele e antico portatile, lo avvio e riapro finalmente il file. – A noi due Tizi belli.


Asuka aprì gli occhi, trovandosi la faccia di Judai a cinque centimetri di distanza: era come se un velo fosse scivolato via, un velo che le distorceva la realtà fino a farle intendere il contrario di quanto non fosse vero. Sbatté le palpebre più volte e non seppe quanto rimase a fissare il ragazzo di fronte a lei prima di iniziare a mettere in moto il cervello, realizzando appieno quel che era appena successo.
Baciata. Judai l’aveva baciata. E davanti a tutti, notò con la coda dell’occhio. Successe tutto in un istante: il colore delle sue guance raggiunse un livello di rosso allarmante, fece un balzo all’indietro quel che bastava per essere comunque a tiro. I neuroni di Judai non ebbero neanche il tempo di fare il tragitto occhi-cervello che un potente schiaffo gli arrivò sulla guancia, ribaltandolo e facendolo rovinare a terra.
- Non lo fare mai più!
La voce di Asuka si sentì forte e chiara nel silenzio del giardino, arrabbiata e imbarazzata allo stesso tempo. Non poteva credere che lui avesse osato tanto!
- Beh, diciamo che è tornata normale – sospirò Fubuki, facendo un mezzo sorriso: in quel momento, non si sarebbe aspettato una reazione diversa dalla sorella. - Jun, ti si sta slogando la mascella – continuò. – Chiudi la bocca.
Ma Jun non era l’unico a cui si stava disarticolando la parte inferiore della bocca: da Yusei a Rei erano rimasti tutti allibiti da quello che era successo in meno di cinque secondi, e non sapevano come reagire. Ma una cosa era certa: la vera Asuka era tornata tra loro, con tutto il suo orgoglio.
- Come hai osato! – urlò ancora la bionda, quasi con le lacrime agli occhi dal tanto imbarazzo.
Judai arretrò di un metro alla velocità della luce ma rimanendo a terra, terrorizzato. – Ma… ma Asuka… l’ho fatto perché eri completamente fuori di te… e io non sapevo cosa… come… Asuka… per favore non uccidermi, Asuka, sono innocente, ti AIUTO!
Scattò in piedi dopo aver visto che la ragazza aveva preso la carica probabilmente per ucciderlo e iniziò a correre nella direzione opposta, con lei alle calcagna.
- Torna qui!
- Fossi matto!
- Brutto idiota!
Iniziarono a correre avanti e indietro per il giardino, Judai che scappava terrorizzato e Asuka che lo rincorreva sempre più arrabbiata.
Intanto gli altri restarono a guardarli, sempre più perplessi. La tensione si era sciolta, restava solo da stabilire se Judai sarebbe morto o no.
- Non dovremmo fermarli? – domandò Aki, titubante.
- Nah – rispose Fubuki con un sorriso. – Questo è il modo di Asuka di scaricare la tensione. Vedrete che quando Judai sarà trapassato, si sentirà meglio.
A Yusei sfuggì uno sbuffo divertito: in quel momento era solidale con l’amico, prenderle da una ragazza era abbastanza frustrante (sai sì, Yusei XD ndAutrice).
- Secondo voi Asuka ricorda quel che ha fatto? – domandò Rei.
- Probabile – rispose Fubuki. – Oppure lo ricorderà.
- Ragazzi.
- Già – iniziò Aki. – Come è successo a me.
- Ma tu non ti sei ricordata tutto e subito? – le chiese Yusei.
- Alcuni dettagli stanno ricomparendo ora.
- Ragazzi…
- Jun stai bene? – disse Fubuki, notando che non aveva ancora detto una parola.
Il moro scosse la testa come a cacciar via un pensiero. – Sto solo pensando che Judai non se la sta vedendo troppo bene.
E infatti Asuka l’aveva finalmente raggiunto e agguantato per la maglia: alzò il braccio e…
Un tremendo fischio risuonò nelle orecchie di tutti, spaccando loro i timpani.
- Grazie per la considerazione! – esclamò Johan, arrabbiato. – Se l’avete finita di ignorarmi, voglio solo avvertirvi che mi sento male e sto probabilmente per svenire!
Detto con quel tono di voce così irritata, l’avvertimento del ragazzo non si poteva per nulla prendere sul serio. Ma di lì a tre nanosecondi Johan crollò a terra come un sacco pieno di pesci.
Un attimo di perplessità generale. Poi gli furono tutti addosso.

- Come sta?
Rei chiuse la porta alle sue spalle e scosse la testa alla domanda di Judai. – La febbre va su e giù con tempistiche allucinanti, passa da 36.5 a 39 in un paio di ore. – Iniziarono a scendere le scale. – Poi starnutisce sempre e neppure i suoi pescispada gli sono d’aiuto.
Raggiunsero tutti gli altri in soggiorno, tranne Aki che era rimasta con Johan.
- Sono passati tre giorni e non è cambiato niente – cominciò Jun, seduto su una poltrona.
- Già, è strano – si lisciò il mento Fubuki. – Quei tre non si sono più fatti vivi, ho il sospetto che stiano macchinando qualcosa…
- Ti prego Fubuki zitto – lo ammonì Jun. – Che qua non bisogna chiamarsele.
Neanche finito di dire che partì la musica della Cavalcata delle Valchirie di Wagner che riecheggiò per tutta la casa (tattàtarataaatà tattàtarataaatà tattatarataaaaaaatà, tattàtarataaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaà! ndAutrice che ha appena messo su Youtube la musica e si sta gasando / e serviva metterci al corrente -.- ndJun). E con grande solennità e maestosità, Zone emerse da una botola sul soffitto, emulando la melodia con la voce robotica.
- Ma buonasera! Ma quanto tempo! – esordì.
- Devo dire che poteva passarne più di tempo – commentò acido Jun.
- Mica colpa mia se l’Autrice ha trovato l’ispirazione dopo solo mezzo secolo, ma comunque! Izayoi! – urlò. – Porta giù Anderson!
- Ma Johan sta male! Cosa gli avete fatto! – esclamò Rei, infuriata.
- Mia piccola Saotome, tempo al tempo, e ho la necessità di avervi tutti qui.
Poco dopo Johan emerse dalle scale con una coperta di lana sulle spalle, una borsa rossa dell’acqua calda in testa e un termometro in bocca.
- Sto per morire, maledetta Autrice, a questo pensavi! Lascio in eredità tutto al mio pescespada Ermenegildo, compreso il mio Duel Disk: prima di morire lo adatterò affinché anche lui possa usarlo e vendicare la mia morte…
- Via Johan – disse Aki che lo accompagnava. – Non hai neanche febbre ora, almeno non fare la vittima quando non serve.
Johan si sistemò sul divano, affondandosi nella coperta e starnutendo.
- Bene figliuoli – cominciò Zone. – Vi starete chiedendo perché vi ho riuniti qui adesso. Ve lo spiegherò subito, ma prima… - alzò una mano robotica tirando un cordino dal soffitto – diamo una rapida occhiata alla situazione.
Un telo di quelli da proiezione si srotolò dal soffitto e la luce si spense, lasciando vedere a tutti ciò che era proiettato sulla stoffa bianca.



- Bene, quel che vedete qui è lo schema riassuntivo degli eliminati e… Rudger. Perché c’è una freccia conficcata nell’immagine di Atlas?
Rudger comparve sotto forma di ologramma, l’espressione un po’ tesa di chi sa di averla combinata. – E beh, ecco… diciamo che mi annoiavo un po’ e ho fatto delle  prove… E poi Jack l’ho sempre odiato. Non ti piace?
Zone dovette trattenersi per non andarlo a cercare di persona e fargli mangiare tutto lo schermo. – Doveva essere una cosa seria questo schema! E poi guarda che freccia hai preso!
- Ha un fiorellino! – esclamò Rudger soddisfatto. – Mi sembra anche bella esteticamente.
- E dovevi fare delle X rosse SEMPLICI, cosa sono ‘sti obbrobri!?!
- Quelli sono opera di Trueman, ha detto che se no era troppo impersonale – si difese Rudger, scaricando la colpa sul collega.
Zone alzò gli occhi al cielo. – Ma cosa, COSA, ho fatto di male per meritarmi questo! – Sospirò e cercò di raggiungere il nuovo stato zen di calma. – Allora. Tornando a noi, abbiamo deciso di rendere tutto più ordinato creando una tabella con gli eliminati, così non se li scorda nessuno (IO ho deciso di rendere tutto più ordinato, nonostante le mie scarse doti photoshoppesche uwu ndAutrice / togli immediatamente quella freccia. ndJackinalberato / ma è così fassshion! ndAutrice).
Zone fulminò l’aria sopra di sé per far zittire persone moleste. – Comunque, facendo lo schema ci siamo accorti che abbiamo eliminato solo persone provenienti da 5D’s (vero, solo facendo lo schema me ne sono accorta O.O ndAutrice / vai via! Che sto spiegando io, evapora! / ndZone).
- E… quindi? – azzardò Rei, i sudori freddi.
- E quindi niente – rispose Zone. – Era solo per riferirvelo.
- Bastardo – lo insultò Jun, che già pensava a un’eliminazione a caso di qualcuno dell’Accademia.
- Potete dirci cos’avete fatto a Johan? – domandò Aki.
- Il nostro caro pescespadaccino si è preso la famigerata pescium syndrome, e a quanto vedo la malattia è ad uno stadio avanzato.
- Te la sei inventata adesso – commentò Fubuki.
- Anche se fosse – riprese Zone – ce l’ha, e questa malattia ha solo un unico, terribile risultato finale.
L’aria si fece pesante, le nuvole si unirono, nere come la notte, e il sole smise di battere sulle finestre. Tutti sapevano quale poteva essere il destino di Johan, e tutti rabbrividirono.
- No, Johan non può morire… - disse Rei, la voce tremante.
- Sono ancora troppo giovane! – esclamò il diretto interessato. – Non voglio morire!
Zone li guardò uno ad uno, poi scosse la testona. – Ma che avete capito! Lo sapete che in quanto fanfiction comica, non morirà nessuno!
Silenzio perplesso.
- Ah – fece Judai. – E allora cosa gli succederà?
- Una cosa comunque terribile – disse l’automa. – Johan Anderson…
Suspance da film di serie B.
- … quel Johan Anderson…
Tensione.
- … Ma proprio quel…
- Dacci un taglio – sbuffò Jun.
- … diventerà allergico ai pescispada.
Silenzio.
- Ma vaff...! – Jun fu il primo a imprecargli contro, seguito dagli altri.
- E io che pensavo a chissà cosa – commentò Asuka, stizzita. – Idioti di aguzzini.
- NO! – la voce di Johan sovrastò tutte le altre, e il ragazzo saltò in piedi sul divano. – Voi non potete capire! Sono la mia vita! Puntino, Ermenegildo, Loffio! Sono la mia vita, la mia ragione di essere! Chi si prenderà cura di loro quando io non potrò più avvicinarmi? Chi luciderà loro le squame? Chi li porterà ogni mese dal pesciucchiere per accorciare e fare la piega alle pinne? Chi li farà addormentare quando si sveglieranno la notte perché hanno sognato che qualche squalo li ha divorati? CHI?
- Sta delirando – sentenziò Jun, allibito.
- Chi darà loro da mangiare? Chi li porterà a spasso? Chi nuoterà con loro libero nell’oceano e andrà a sbattere contro gli scogli? Chi…?
- Ok, va bene, abbiamo capito, stop! – esclamò Zone, zittendo il ragazzo. – Non è ancora tutto perduto, una cura esiste, e si trova su quelle montagne. – Zone indicò fuori dalla finestra la catena montuosa che si ergeva a qualche chilometro di distanza. – Si tratta di un rarissimo fiore, la Depescina Spadorum…
- Se non la smetti di sparare nomi a caso, giuro che ti smonto – lo minacciò Jun.
- … con cui è possibile creare un infuso per far guarire Anderson – concluse il robot.
- Bene, allora andiamoci subito! – saltò a terra Johan, per poi accasciarsi sul divano come un fuscello.
- La temperatura è salita di nuovo – sentenziò Aki, toccando la fronte al ragazzo.
- Anderson resterà qui – spiegò Zone. – Sarete voi altri a cercare quel fiore, ed è qui che arriva la novità: chi troverà la Depescina non parteciperà all’eliminazione successiva.
Bum. Zone aveva lanciato la bomba.
- Mi pareva che gatta ci covava – commentò Yusei.
- Partirete subito – annunciò Zone.
- Scusami, o grande genio, ma quella montagna è lontana e alta – iniziò Jun, sarcastico. – Come pensi ci arriveremo?
- Se mi lasci finire di spiegare, Manjoume, te lo dico. Uscite tutti in giardino. Tranne tu Johan, ti vedo un po’ male.
- Perspicace – tossì il ragazzo.
Gli altri si alzarono e varcarono la porta del soggiorno.
- E questi??? – domandò Judai, riflettendo la sorpresa di tutti.
- Chiamasi “cavalli”, Yuki. – Una nuvoletta nera arrivò fino a loro – E’ tutto pronto – disse Trueman. – Sellati e bardati.
- Ottimo – rispose Zone. – Signori, davanti a voi ci sono sei cavalli pronti a partite, con i quali raggiungerete il luogo dove si trova la Depescina.
- Avrei una domanda – disse Jun alzando una mano – e se uno non sapesse cavalcare?
- Si arrangia – sorrise Zone.
Dopo un attimo Rei intervenne, perplessa. – Ma… Se ci sono sei cavalli… e Johan non viene… Noi siamo in sette, comunque ne manca uno.
- Vedo che qualcuno sa contare! – disse l’automa. – Brava Saotome, hai ragione.
- Qualcuno dovrà andare in doppio? – chiese Aki, riportando alla mente la folle corsa in doppio sulla moto di Yusei; non le sarebbe dispiaciuto ripetere l’esperienza.
- Negativo Izayoi – le rispose Trueman. – Una persona per cavallo.
- E quindi? – domandò Yusei, incalzando la risposta.
- E quindi questa è la terza eliminazione – gongolò Rudger, comparso nel frattempo. – Appena daremo il via, dovrete correre e montare su un cavallo a testa. L’ultimo che rimarrà sarà eliminato.
Proteste da parte dei ragazzi.
- Ma è solo un capitolo fa che sono stati eliminati Jack e Carly! – esclamò Jun.
- Lo sappiamo anche noi, ma abbiamo voluto darci una mossa – rispose il Dark Signer. – Quindi ai posti, pronti, via!
Nessuno si mosse.
- … Ragazzi… - li chiamò Rudger – questo è il momento di andare…
- Secondo me li hai presi troppo alla sprovvista – ipotizzò Trueman. – Proviamo così. – Tirò fuori di tasca (?) un fischietto. – Non avete tempo per lamentarvi! – richiamò l’attenzione. – Ai vostri posti… pronti… via!
E meccanicamente tutti partirono di filato verso uno dei cavalli che pascolavano felici nel giardino.
- Certo che hanno dei tempi di reazione allucinanti – commentò Trueman.
- Già, deve esserci qualcosa nei neuroni che non funziona, anche perché mi aspettavo i ragazzi, ma non le ragazze – gli rispose Rudger.
- Aaaaaah la gioventù di oggi! – esclamò Trueman. – Che tempi, dove andremo a finire!
- Ok, mi pare che ce l’abbiano fatta – disse Zone, portandosi al centro dello spiazzo. – Bene! Chi è rimasto a terra?
Si guardò intorno: Asuka era riuscita a salire su un cavallo nero quasi per prima, superata solo dal fratello che aveva scelto un equino marrone poco più in là, aiutato dal fatto che sapeva già cavalcare; Rei si teneva stretta al collo di un cavallo un po’ più piccolo degli altri color marroncino, mentre vicino a lei Aki cercava di non aggrovigliare le redini del baio che aveva preso; Judai era salito al contrario su un cavallo bianco che per fortuna non sembrava essersi accorto di niente; Yusei cercava di capire se l’animale panna su cui si trovava poteva avere gli stessi comandi di una moto e infine Jun stava tenendo a bada uno splendido esemplare dal manto nero e la criniera bionda, che sembrava essere parecchio infastidito.
-… Signori – iniziò Zone, voltandosi verso gli altri. – Quanti cavalli avete preparato?
- Io tre – disse Trueman.
- Io quattro – fece eco Rudger.
Zone stette un attimo in silenzio. – E ditemi, se tre più quattro fa sette, e Anderson non partecipa quindi rimanevano in sette, dovevamo eliminarne uno per cui i cavalli dovevano essere sei, come la mettiamo?!?
- Tsè, e poi siamo noi che non sappiamo contare – commentò Jun.
Rudger deglutì. – E’… è stata l’Autrice che ci ha confusi!
- Non dare sempre la colpa a lei, imbecille!
(ammettilo! Non sai contare! O sei bastarda ndRudger / potrebbero essere entrambe, in matematica facevo schifo ^W^ ndAutrice).
Zone trattenne al meglio la rabbia, ricordandosi che non sarebbe cambiato niente anche se avesse preso a sprangate gli altri due.
- Bene allora. Non elimineremo nessuno. VOI! – si rivolse agli altri. – Vi avrei spiegato almeno i comandi base per cavalcare, ma ringraziate i qui presenti cretini per cui mi sono alterato e vi arrangiate! Riportate qui quel fiore entro tre giorni, o il vostro amico non potrà più mangiare una pasta al pescespada senza andare in coma vegetativo! – e detto questo con molta, molta rabbia, Zone si alzò in volo e sparì come un razzo alla loro vista.
-… dici che si è arrabbiato? – chiese Trueman.
- Gli passerà – rispose Rudger, pregando gli Immortali Terresti di non assumere presto la dimensione e la forma di un ingranaggio per mano di Zone.

















Nuovo e rimodernizzato Angolo dell'Autrice

Beh, innanzitutto ben ritrovati a tutti! *pensa di cavarsela così facilmente* No ok, so di dover spiegare un mucchio di cose, ragion per cui queste note saranno obbrobriosamente lunghe e noiose. Ma siccome sento il dovere di  completezza, stilerò un breve elenco dei punti più salienti del giorno. A chi non dovessero interessare è liberissimo di ignorare il tutto uwu (perché ero ancora convinta che qualcuno leggesse le note negli altri capitoli? XD) Magari leggete solo il punto c), d) e f) dove spiego un po' di aggiornamenti ^_^

a) Perché non aggiornavo: come ho risposto a molte delle persone che me lo chiedevano, molti fattori sono andati contro a questa storia. All'inizio c'è stato il blocco dello scrittore, per mesi non ho buttato giù una riga di niente (è stato traumatico), ho scritto solo una one-shot, ma niente altro; passato il blocco, mi sono accorta di aver perso completamente l'ispirazione per questa storia, anche e soprattutto perché non avevo la più pallida idea di cosa far succedere; oltre a questo, ci si è messa la matura, casini su casini, l'esame, altri casini, la preparazione al test di ingresso, ulteriori casini, l'università, impegni, cacce agli ufo, uragani e invasioni di cavallette. A parte gli scherzi, è stato un anno assurdo, il migliore/peggiore di tutti, per cui non ho avuto molto tempo di mettermi a pensare. Ultimo ma non ultimo, ho avuto una folgorante ispirazione per una storia che sto scrivendo a quattro mani con una mia amica, che ha quasi avuto la priorità assoluta; diciamo che per quella ero ispiratissima, per cui ho completamente lasciato perdere questa. Ma ehi, meglio tardi che mai, no?
b) Perché ho aggiornato: lo ammetto, molto ha giocato il senso di colpa che avevo nei confronti del Reality.  E' stata praticamente la mia prima grande impresa, gli sono molto affezionata e non riuscivo a pensare di lasciarlo incompleto. Un altro fattore importantissimo siete stati voi, o incauti e sprovveduti lettori: ogni tanto, controllando le storie che avevo scritto, continuavo a trovare nuove recensioni a questo Reality, oltre che nell'ultimo capitolo, anche in quelli precedenti e addirittura nel primo! Ma ragazzi, andiamo! I primi capitoli sono una cosa oscena (non che gli ultimi siano meglio), li ho riletti poco tempo fa e mi sono scandalizzata peggio di un ippopotamo quando sale sulla bilancia! Come fanno a piacervi ancora? °^° Nonostante i miei dubbi, sono stata felicissima di vedere che anche nuovi lettori si erano avvicinati alla storia, per cui questo è stato uno sprone in più. Per concludere, ho avuto la folgorazione l'altro giorno guardando dopo tanto Il Signore degli Anelli - Le due torri: io che amo così tanto i cavalli, io che vorrei aprire un maneggio, io che do loro un'anima in molte delle storie che ho scritto, non li avevo mai inclusi nel Reality? E da lì l'idea. Per poi chiudere un attimo gli occhi mentre studiavo zoologia e i Cefalopodi e pensare ad un povero Johan allergico ai pescispada. Il resto, come si suol dire, è storia (?)
c) Struttura del capitolo: come avete potuto notare, ho modificato parecchio la struttura e l'impaginazione. Innanzitutto ho deciso di cambiare completamente il modo di scrivere i dialoghi per due motivi molto semplici: ho scoperto che il modo in cui usavo le virgolette era sbagliato (è stato IL trauma per alcuni mesi), ma soprattutto mi sono abituata ultimamente ad utilizzare i trattini, con cui ho scritto tutti i capitoli più recenti di altre storie. Tornare alle virgolette, per lo più sbagliando, alla fine l'ho valutato controproducente. Mi dispiace per coloro ai quali urterà questo passaggio improvviso, ma la decisione è stata presa, il dado è tratto e i tortellini sono in brodo. Secondo: le note Autrice saranno poste sempre alla fine d'ora in avanti, per una questione di ordine nella stesura (non penso che molti si scandalizzeranno più di tanto XD), anche perché leggere certe boiate appena aperta la pagina del capitolo non mi sembra molto salutare °° Parlando del banner, che ho fatto in una mezzora giusto ieri (mi sono impegnata, sì), da adesso lo lascerò all'inizio di ogni capitolo, in modo da ricordarsi chi non è più tra noi (...) e in modo che Trueman possa sfogare la sua vena artistica in qualche modo.
d) Lo stile: diciamocelo, dopo un anno e mezzo e continuando a scrivere altro, lo stile cambia, è abbastanza normale. Io me ne accorgo relativamente, ma dal di fuori, soprattutto per chi legge un capitolo dietro l'altro, si nota parecchio. Ora, su quello non posso farci niente, non posso controllare la sua evoluzione o devoluzione. Starà a voi decidere se vi piace ancora o no, e in caso fatemi pure notare quello che non vi è piaciuto, giuro che non mi offendo, anzi! Le critiche sono sempre ben accette, purché costruttive, non mordo nessuno per nessun commento, prometto ^W^ In ogni caso, fatemi notare anche errori e strambolotti (?) vari che ho sparato, non ero in me ieri probabilmente.
e) Cose randomiche che mi vengono in mente: ho scoperto che Trueman si scrive così e non Truman ed è stato uno shock. Il capitolo mi fa sinceramente abbastanza pietà, ma ho voluto pubblicarlo lo stesso per far vedere che sono ancora viva e vegeta. Ho scritto più note che capitolo ma va bene. Amo Dianna Agron. Durante il corso di chimica ho scoperto che gli spinaci non contengono ferro e che mangiare pesce non fa diventare intelligenti.
f) RINGRAZIAMENTI: grassetto, corsivo, sottolineato, così si nota. Signori, ringrazio tutti coloro che leggeranno il capitolo, non distruggeranno il pc dalla rabbia per la sua schifosità, leggeranno tutte le note (ma dai, ci sarà veramente qualcuno che lo farà?), hanno sopportato tutto e soprattutto hanno sopportato me per le stupidaggini che continuo ancora ora a dire. Ringrazio per le recensioni all'ultimo capitolo magixludo, Amymassa96, Darkdan, Frà, kingdom, lady_eclisse, Illy, _violetgirl_, _Ash_AppleWhite_, PrincipessaDelleTenebre (che ha il bell'Ian come avatar <3) e tutti coloro che nel frattempo hanno recensito i capitoli vecchi; ringrazio inoltre Aki_chan_97 per avermi dato la spinta finale per continuare a scrivere (sembra che stia dicendo addio a tutti XD).

Dopo tutta 'sta infinita pappardella vi saluto! Buon anno e al prossimo capitolo (in un futuro non ben identificato :3)
Passo, abbaio e chiudo <3



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