Nocturne

di Airinslytherin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Op 69. No. 1 ***
Capitolo 2: *** Nocturne op. 9 no. 1 ***
Capitolo 3: *** No. 4, Op. 52 ***



Capitolo 1
*** Op 69. No. 1 ***


Nick varcò la soglia del suo nuovo liceo.

Si aspettava di ricevere occhiate dai suoi nuovi compagni, di venire preso di mira dai bulli, almeno per il suo primo giorno da quando si era trasferito in città. Non immaginava diversamente. Invece, sembrava che a nessuno importasse di lui, e a Nick questo andava bene.

Questa sembrava la scuola giusta, finalmente.

Pensando, si diresse verso la classe in cui avrebbe avuto la sua prima lezione: Inglese.

Trovò i suoi compagni abbastanza educati, uno gli rivolse addirittua la parola. Certo, era solo per chiedergli la penna che gli era caduta di fronte. Nick, si alzò per raccoglierla, deciso, finchè non ruzzolò colpendo la spalla contro lo spigolo di un banco. Si girò verso il ragazzo che gli aveva chiesto di raccoglierla: sorrideva. Quel brutto idiota gli aveva appena fatto lo sgambetto. Nick cancellò tutto quello che aveva precedentemente pensato di quella scuola: era esattamente come tutte le altre. Nick si diede dello stupido per aver pensato diversamente. Chiese all'insegnante, che aveva assistito alla scena senza battere ciglio, se poteva andare in bagno, ripromettendosi di non combinare qualche casino ai danni dell'insegnante, venendo così espulso da un'altra scuola.

Prese a camminare per i corridoi, senza realmente cercare il bagno. Aveva una gran fame.

Si fermò, immaginandosi il bel panino che avrebbe preso da McDonald a pranzo. Sentì il suo stomaco brontolare. Che rumore strano... non era il suo stomaco!

Non assomigliava nemmeno lontanamente a quello. Sembravano note suonate a casaccio. Il ragazzo si riscosse e prese a seguire il suono.

Svoltò a destra, corse lungo tutto il corridoio, fino a raggiungerne uno meno illuminato. Si guardò dietro le spalle, attento all'arrivo di qualche insegnante. Aprì la porta di una grande aula, la cui luce era l'unica ad illuminare il corridoio, dalle fessure della porta. Doveva essere l'aula di musica; delle sedie erano disposte a cerchio intorno a un pianoforte. C'erano spartiti sopra di esse e per terra. La luce filtrava dalla finestra aperta. C'erano uno stereo, delle casse, una batteria, un clarinetto e una chitarra, appoggiata alla sedia. Seduto di fronte al piano vi era un ragazzo che premeva le dita sui tasti, annoiato. I capelli castani erano mossi dal vento che entrava dalla finestra. Erano leggermente ondulati e il ragazzo li spettinava con la mano destra, mentre suonava con la sinistra. Avvicinandosi Nick colpì il piatto della batteria, cadendo a terra per la seconda volta nel giro di cinque minuti, richiamando a sè l'attenzione del giovane. Questi si girò di scatto lasciando cadere la mano a peso morto sui tasti che produssero un suono assordante e stonato.

Si avvicinò e porse la mano a Nick per aiutarlo ad alzarsi. Questo, nella fretta di rimettersi in piedi gli finì a sbattere contro.

"Scusa!" esclamò, cercando di non guardarlo negli occhi.

"Non fa niente! Che stavi facendo? Non dovresti essere in classe?"

"Mi facevo un giro.." spiegò.

"Stai saltando già la prima lezione?" domandò il ragazzo aggrottando le sopracciglia. Poi gli sorrise "Bè.. benvenuto nel club. Io volevo saltare quella di inglese. L'insegnante è un'arpia"

Improvvisamente a Nick girò la testa e la sua intera vita si stravolse. Conosceva quel ragazzo. Sentiva come se lo avesse già incontrato. I sentimenti suscitati da quell'accenno di sorriso lo stavano sconvolgendo. Era come se avesse passato una vita a guardarlo sorridere o se il suo cuore avesse sempre avuto uno spazio vuoto da colmare con i suoi sorrisi. Sentì le ginocchia cedere e vedendolo in questo stato il ragazzo lo aiutò a sedersi, guardandolo preoccupato. I suoi occhi erano bellissimi e luminosi; erano... azzurri? C'era qualcosa che stonava in tutto questo, ma non riuscì a capire quale fosse, non gli diede molto peso.

"Ti senti bene?"chiese il ragazzo senza nome, mentre poggiava le sue mani sulle spalle di Nick.

"Si! Non ho niente. Quindi sei nella mia stessa classe di inglese, probabilmente! Bene ehm... mi chiamo Nick Stevens" disse, porgendo la mano e sperando con tutto il cuore non fosse uno stronzo, come quello che gli aveva fatto lo sgambetto in classe.

"Perseo" rispose, stringendola, con grandissimo sollievo dell'altro ragazzo.

Anche il suo nome fece perdere un battito a Nick. Si complimentò con se stesso per essere riuscito a farsi piacere il ragazzo più figo della scuola con il quale avrebbe avuto le probabilità più scarse anche di non essere espulso di nuovo. Tanto valeva provarci. Si portò le maniche del maglioncino nero sopra gli avambracci e battendo le mani si alzò in piedi, andando così vicino da sfiorargli il viso con i suoi capelli. Così Nick. Dacci dentro. Tanto ormai hai fatto la brutta figura.

"Allora..." disse, interrompendo il suo monologo interiore. "Sai suonarlo?" indicò il pianoforte alla loro destra.

"In realtà no. Mi sono chiuso qua dentro perchè volevo saltare la lezione con quella pessima persona. Però devo ammettere che mi piacerebbe saperlo suonare"

Nick lo oltrepassò e si mise al posto del pianista.

"Cosa ti piace?"Chiese e posizionò le mani sopra la tastiera.

Lo sguardo di Perseo si illuminò "Oh! Lo sai suonare" esclamò eccitato. "Ok... non sono molto esperto. In realtà non lo sono proprio per niente... conosco solo Mozart e Beethoven" continuò, portandosi la mano alla nuca.

Nick gli sorrise scrollando le spalle e cominciò a suonare. La prima impressione di Perseo fu che il ragazzo doveva essere molto bravo. Le sue dita sembravano muoversi come se fosse la cosa più naturale del mondo, misurando la forza e seguendo il tempo. Era un brano tanto bello che quando finì rimase per qualche secondo assorto, a bocca aperta. Voleva sentirlo ancora, voleva vedere ancora le mani di Nick muoversi su quella tastiera.

Riuscì a dire solo "Wow" mentre guardava Nick scostarsi i capelli che gli erano caduti sulla fronte mentre suonava.

"S-sei bravo" aggiunse poi. Nick lo ringraziò "Era Chopin"

"Suonalo ancora!" lo pregò Perseo.

"Non posso! Devo andare. Ho detto di dover andare in bagno ed è passato fin troppo tempo" giustificò Nick alzandosi.

"D'accordo però voglio risentirti!" esclamò l'altro ragazzo diventando immediatamente rosso appena si accorse di quel che aveva detto.

"Potremmo incontrarci a pranzo" ipotizzò Nick, cominciando ad andare.

"Aspetta! Fai parte di qualche club?" lo fermò il castano.

"Nemmeno uno"

"Allora potremmo riformare il club di musica"

"Mi piacerebbe" disse Nick. Lo salutò con la mano e se ne andò.

 

 

 

 

Erano passati due mesi dall'inizio della scuola.

Nick si era seduto vicino a Perseo nel laboratorio di arte. Quest'ultimo dipingeva molto bene; riusciva a dipingere ogni più piccola sfumatura di ogni singola onda del mare. Quel giorno il professore li aveva lasciati liberi di disegnare quel che volevano, perchè avevano appena finito un argomento, quello degli origami. Il cagnolino che aveva creato Nick era vicino al panda di Perseo che era un po' più difficile da fare.

Tutti gli studenti stavano uscendo dal laboratorio in fretta mentre loro rimasero in aula a finire il disegno perchè dopo avevano un'ora buca. Nick stava osservando Perseo mentre dipingeva. Ogni volta che lo faceva il suo sguardo diventava più intenso e sembrava prendere lo stesso colore verde-mare con il quale dipingeva.

Dopo aver passato il pennello a destra e a sinistra nella tela lo posò e si girò verso Nick, sorprendendolo a guardarlo. L'altro distolse velocemente lo sguardo.

"Disegni sempre il mare" osservò.

"Si bè... in realtà non so nemmeno se riesco a disegnare altro"

"E' bello" si ritrovò a pensare Nick osservando le diverse sfumature del mare al tramonto che Perseo aveva dipinto.

"Grazie" Perseo arrossì ma si portò di fianco a Nick. "Tu invece che hai fatto?"

Velocemente prese l'album da disegno di Nick in modo che lui non glielo strappasse di mano. Quando Nick vide la bocca dell'altro spalancarsi si affrettò a spiegare: "E' solo uno schizzo! Di solito ritraggo tutte le persone che mi capitano, tu eri vicino...così..." le parole gli uscivano dalla bocca come un fiume in piena.

"Non... sono relamente così bello" cercò di calmarlo Perseo. Nick tacque di colpo arrossendo fino alla punta dei capelli. "E' solo come ti vedo io"

Perseo lo fissò negli occhi. "Posso tenerlo?"

"Sei serio?" chiese Nick scettico.

"Si! Mi piace come mi vedi" gli disse, ridendo. Nick si lasciò scappare un sorriso.

"Tu come mi vedi?"

"Un ragazzo moro, molto dark e molto magro" scherzò il castano.

Nick rise "Stupido!" Gli tirò un pugno leggero sulla spalla. Quando smisero di ridere aggiunse "In realtà mi tingo"

"Cosa?!" Quasi urlò Perseo, girandosi verso di lui "Non ci credo" affermò.

"Sono biondo, ma ho le sopracciglia abbastanza scure e non si nota" continuò Nick sorridendo in imbarazzo.

"Sei pazzo?! ...oh! Fa niente. Sei carino pure così" Nick lo guardò stupito ma Perseo sembrava non essersi accorto di quel che aveva appena detto.

"Io scommetto che tu in realtà hai i capelli rossi" aggiunse Nick pensieroso.

"Cosa?" ripetè Perseo per la seconda volta."Perchè dovrei?"

Nick squadrò il dipinto sul mare. "Nascondi la tua vera identità, Ariel?"

"Probabilmente lo ero nella mia vita precedente" ipotizzò l'altro ragazzo fingendo.

Lo guardò e poi chiese "Domani vieni a casa?"

"Ok" rispose Nick, senza pensarci due volte. Era da un paio di settimane che Nick cercava di insegnare a Perseo a suonare il piano con una piccola tastiera che gli avevano regalato anni prima.

In verità Perseo fingeva di non riuscirci e guardava Nick suonare.



Note Autrice
L'idea per questa storia è nata, come molte altre, ascoltando una canzone. Non rivelerò il titolo perchè si potrebbe scoprire la trama, anche se alcuni di voi potrebbero già averci pensato. Mi sta piacendo molto scriverla; da una parte perchè è una Pernico :D dall'altra, come avrete notato, è molto leggera; infatti il rapporto in sè non verrà approfondito pesantemente con tutti i giri mentali che si fa una persona quando si innamora. Non uccidetemi per le caratteristiche fisiche e i nomi dei personaggi, ma la trama comportava anche questo quindi se andrete avanti si capirà il perchè di tutto questo, e riavrete i vostri Nico e Percy, lo assicuro. c: L'ff dovrebbe essere massimo di tre capitoli. Se recensirete avrete, oltre a tanti Happy Meals, il mio amore eterno. :D Quindi, se volete scrivere anche solo una riga di critiche costruttive, mi va benissimo. Inoltre se avete dei dubbi, sarò più che felice di chiarire. Al prossimo capitolo!!! ;D

 

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Capitolo 2
*** Nocturne op. 9 no. 1 ***


Perseo non aveva mai sentito veramente il bisogno di avere qualcuno al proprio fianco fino a pochi mesi prima. Ora invece, ogni volta che lui e Nick si salutavano per tornare da scuola, lo fermava sempre e cercava di rimanere con lui più tempo possibile. Era da giorni che cercava di capire cosa gli stesse succedendo, ma c'era un'unica spiegazione per venirne a capo e lui si ritrovava a scacciare quell'idea continuamente. Non si accorse della fame mentre parlava con lui. Erano a casa sua, avevano giocato ai videogiochi per due ore consecutive e Perseo aveva pregato Nick di suonare la piccola tastiera che avevano in soggiorno.

Nick ormai suonava da mezz'ora, quando abbassò le mani e si alzò all'improvviso.

"In piedi!" ordinò. Percy si alzò confuso e si lasciò trascinare fuori dalla sua stanza. "Andiamo a mangiare. Ormai è sera." rispose l'altro al suo sguardo confuso.

"Ma stai suonando da pochissimo!"

"Domenica ho il concerto. Puoi venire-" ipotizzò Nick

"SI"

"Ok... ma ora devo mangiare"

"Ok... scusa. Niente McDonald però!"

"Non al McDonald"concesse Nick rassegnato.

"Mangiamo la pizza!" esclamò Perseo mentre chiudevano la porta di casa alle spalle.

"In realtà avrei voluto cinese"

Perseo si fermò in mezzo al marciapiede per rivolgersi a Nick.

"Eh? E' lontanissimo!" protestò "E non ho portato soldi per la metro. Mi bastano al massimo per mangiare"

"Cammineremo velocemente" Nick lo prese per un braccio, senza notare il sussulto dell'altro ragazzo.

Camminarono per un quarto d'ora e anche Perseo cominciava a sentire fame. Erano finiti in una strada poco frequentata. All'improvviso si sentirono delle urla. Perseo alzò la testa sorpreso. Nick aveva lasciato il suo braccio. Spalancò gli occhi quando si ritrovò a seguire una scena che mai avrebbe creduto di avere la sfortuna di assistere. Un uomo teneva una pistola contro una ragazza che sedeva sul marciapiede, accasciata, e copriva un fianco con la mano. Aveva il guanto insanguinato.

Vedeva gente con il cellulare in mano mentre chiamava la polizia. L'uomo teneva la mano salda sul grilletto puntandola alla fronte della donna. "Non mi interessa tuo figlio. Dovevi venire con me" sbraitava incurante della gente che lo fissava atterrita. Il cuore di Perseo batteva all'impazzata mentre una paura angosciante gli si insinuava nel petto non scorgendo Nick da nessuna parte. Dov'era finito?

L'uomo stava per spararle. Tutti nella strada lo sapevano. Perseo non voleva assistere. Era impotente. Se qualcuno si fosse avvicinato lo avrebbe sparato. Si sentiva le guange bagnate di lacrime. L'uomo sparò, la gente si chinò terrorizzata ma l'urlo della donna non si fermò. La pistola era volata via dalla mano dell'uomo che aveva sparato a vuoto. Un ragazzo aveva calciato la pistola dalla mano dell'aggressore. Nick. Perseo urlò mentre l'uomo colpiva il ragazzo in faccia e cercava la pistola. Un signore fece in tempo a prenderla e a puntarla contro l'uomo, che sollevò le mani. L'unico movimento, però, che gli occhi di Perseo seguirono fu il corpo di Nick che colpiva l'asfalto bagnato, privo di sensi. La gente piano piano cominciava a radunarsi intorno a lui e alla ragazza e alle orecchie di Perseo arrivò il suono delle sirene della polizia. Perseo prese a correre. Nick aveva cominciato ad alzarsi. Un rivolo di sangue gli colava sul mento e piccole gocce bagnavano il suolo. Lo raggiunse, si inginocchiò e lo strinse al petto. Perseo in quei pochi istanti era stato pervaso dalla paura di perdere, si accorse in quel momento, una delle persone più importanti della sua vita. Una paura angosciante che mai aveva provato prima di allora. Non gli avrebbe permesso di abbandonarlo. Era l'unico che lo capiva, era una delle persone più belle e coraggiose che avesse mai conosciuto. Rimasero abbracciati fino all'arrivo dell'ambulanza, gli staccarono delicatamente Nico dal petto e si assicurarono che stesse bene. Il sangue era solo per una ferita alle labbra e dopo aver fatto qualche domanda la polizia li riaccompagnò a casa di Perseo dove i genitori di entrambi li aspettavano. Si erano fatte le due di notte e avevano ricevuto la telefonata da parte della polizia solo un'ora prima. Gli Adams, la famiglia di Perseo, li ospitarono per quella notte. Entrambi i genitori erano troppo stravolti per guidare a quell'ora o prendere la metro. Restarono per un po' con loro e parlarono fino alle 3:00.

I genitori erano sconvolti e terrorizzati per quello che aveva fatto loro figlio.

Quando Perseo e Nick si chiusero la porta della camera alle spalle si sedettero in silenzo sul letto. Dopo qualche minuto Perseo scostò i capelli di Nick dalla fronte, guardandolo con gentilezza. Nick non si aspettava quello sguardo. Era come se, finalmente, fosse stato importante per qualcuno che non fossero i suoi genitori. Era una sensazione bellissima.

Perseo si decise a dire: "Vuoi parlare?"

Nick fece segno di no con la testa. "Dormiamo?" altro cenno ma questa volta positivo.

Perseo scese dal letto per infilarsi nel sacco a pelo, ma si fermò quando sentì la mano di Nick afferrargli la maglia del pigiama. "Che c'è?" chiese con gentilezza "Vuoi che rimanga?" Perseo sperò così tanto in un cenno affermativo che quando lo ottenne credette di esserselo sognato. Perseo si coricò sul letto e Nick gli si sistemò accanto, poggiando la testa sulla sua spalla. "Vorrei dormire sempre così. In questo modo sarei sicuro di averti sempre al mio fianco" rivelò il castano.

"Dici cose sempre così imbarazzanti a quest'ora della notte?" chiese Nick contro il suo petto.

"Parlo seriamente. Non lasciarmi"

"Non lo farò" lo rassicurò Nick "Perseo?"

"Si?"

"Ho ancora voglia di cinese"

 

 

 

Nonostante avessero vissuto un vero e proprio incubo riuscirono ad addormentarsi. Quando Perseo aprì gli occhi si ritrovò il braccio di Nick sopra lo stomaco. Erano sdraiati supini e Perseo sorrise guardano la posizione "a stella marina" di Nick. I capelli leggermente lunghi gli incorniciavano il viso. Il suo sguardo cadde sull'addome del ragazzo, scoperto dalla maglia del pigiama sollevata. Improvvisamente, dimentico dei fatti accaduti la sera precedente si vergognò tantissimo per aver dormito nel suo stesso letto. Non erano ragazze e nemmeno parenti. Perseo sospirò: se fosse stato con un altro dei suoi amici sarebbe stato indifferente. Lui lo faceva sentire strano. Preda di questi pensieri imbarazzanti si mosse svegliando l'altro, che si stiracchiò, stropicciandosi gli occhi.

"Buongiorno" biascicò questo, socchiudendoli.

"Dormito bene?" gli chiese Perseo appoggiando il gomito sul cuscino. Avevano entrambi la voce arrocchita dal sonno.

"Nonostante tutto, mai dormito meglio, tu?"

"A parte il fatto che mi hai usato come cuscino per tutta la notte, sì" Perseo rise quando Nick si staccò da lui balbettando delle scuse. Cercò di cacciarsi dalla testa il fatto che il suo corpo rimpiangeva l'improvvisa mancanza di quel contatto.

"Non fa niente" lo tranquillizzò "Oggi la ragazza probabilmente, vorrà ringraziarti per quello che hai fatto. Andiamo a fare colazione, eroe"

 

 

 

Ade osservava suo figlio disperare.

Gemeva, piangeva, si graffiava; il dolore che provava era fisico, tangibile, come se il suo cuore si fosse veramente frantumato. I suoi occhi erano rossi di pianto, ma le lacrime non scendevano più. Afferrava e rompeva gli oggetti della sua cabina. Quando si fermò strattonò la maglia nera che aveva indosso all'altezza del cuore e pianse in silenzio.

Ade distolse lo sguardo. Era la prima volta che si sentiva così male per uno dei suoi figli. Nico lo aveva reso orgoglioso, lo aveva fatto accettare dagli altri, lo aveva aiutato in diverse occasioni con i suoi amici, aveva sofferto molto a causa loro, degli dei.

Nico Di Angelo non era stato così male dalla morte della sorella Bianca.

Percy Jackson era morto.

Doveva aiutare gli dei in un'altra impresa ed era morto. Ovviamente, era una morte da eroe per chi in vita non aveva fatto altro che compiere imprese dopo imprese.

Aveva 25 anni. Era giovane, ma d'altronde la maggior parte dei semidei moriva anche prima, nonostante Nuova Roma. Eppure la sua morte aveva stravolto suo figlio Nico.

Ade lo capiva. La disperazione era identica a quella che lui stesso aveva provato quando aveva perso Maria.

Il dio sapeva da tempo che il figlio di Poseidone e suo figlio si amavano, ma stavano insieme da troppi pochi anni.

Una scarica di dolore gli attraversò le membra e lui stesso spalancò gli occhi stupito. Persefone, al suo fianco, se ne accorse ma rimase in silenzio, senza commentare

Ade in pochi passi raggiunse il suo trono, premendo la mano sul bracciolo. Aspettava suo figlio, il Re dei Fantasmi. Sapeva che sarebbe venuto e sapeva ciò che gli avrebbe supplicato di fare. Tutto questo era già successo.

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Capitolo 3
*** No. 4, Op. 52 ***


Non passò molto tempo. Dopo un paio d'ore Nico si presentò al suo cospetto. Aveva ancora i vestiti strappati e le macchie di sangue del suo ragazzo.

Quando era arrivato alla tana dei mostri che lo avevano ucciso aveva visto il suo cadavere. Giaceva scomposto a terra; i mostri non sembravano curarsene. Loro, prima di morire, poterono vedere la rabbia che prendeva il sopravvento sullo sconvolgimento e la tristezza nel volto del ragazzo. I mostri che avevano osato uccidere la persona più importante per il Re dei Fantasmi erano stati trucidati. Poi era corso da Percy. Nonostante premesse con tutte le sue forze le dita sul suo polso, non sentiva battito. Quando il figlio di Poseidone li aveva affrontati era già ferito e senza acqua e ambrosia non aveva potuto curarsi, Nico non si sarebbe mai perdonato di averlo lasciato andare.

"Nico"

Questo alzò lo sguardo. Le sue labbra erano piegate in su e i suoi occhi erano cerchiati. Fu quello sguardo a colpire di più Ade e Persefone. Era uno sguardo freddo e rancoroso. Era lo sguardo di una persona che aveva sofferto e che ora non aveva più niente che lo legava alla vita. I suoi occhi erano spettacolari. Sembrava che racchiudessero tutte le sfumature possibili dell'ombra. Erano carichi di rabbia e solo in fondo si poteva scorgere una punta del dolore che provava veramente il ragazzo dentro di sè.

"Padre. Sono qui per dare agli dei l'oggetto che volevano tanto e che è costato la vita a solo una decina di semidei, non che a voi importi di così pochi" disse, inchinandosi e portando uno zaino ai piedi del padre.

Gli diede le spalle e si allontanò finchè la voce potente del Signore degli Inferi non lo immobilizzò.

"Sceglierà un'altra vita" Ade vide le spalle di Nico fremere, poi questi si girò, sempre con quel sorriso gelido in volto. "Grazie dell'informazione, non sprecherò tempo a cercare di evocarlo" detto questo riprese a camminare.

"Mi dispiace" lo richiamò Ade.

Nico si girò, una punta di sorpresa nelle labbra dischiuse che, anche questa volta, si trasformò in rabbia.

"Smettetela di comportarvi come se vi importasse qualcosa. Siete dei luridi bastardi! Abbiamo passato tutta la vita a cercare di soddisfare i vostri schifosi interessi, anche se siamo noi i vostri figli!" La voce di Nico si spezzò e le labbra cominciarono a tremare, quindi si girò in fretta per andarsene e questa volta non venne fermato.

"Tuo figlio è pieno di rancore" osservò Persefone, sdegnata osservando la reazione di Ade.

"Lo so. Finirà per farsi uccidere dagli altri Dei. Il rancore è il difetto fatale dei miei figli" disse, guardandola di rimando, quindi si sorprese al cenno negativo di Persefone.

"Non il rancore contro gli Dei, quello contro se stesso"

 

 

 

 

"Allora si può fare?" chiese Nico, camminando avanti e indietro, davanti a Ade.

Egli lo aveva raggiunto nel bosco del Campo Mezzosangue.

"Nico... se tu morissi, le probabilità di incontrare Percy nell'altra vita sarebbero troppo poche" rispose diffidente.

"Ma tu riusciresti a farci incontrare. Voglio quella vita. Me la dovete"

"Si, potrei... ma sareste persone completamente diverse. Non ci sarà più niente di te, più niente di Percy. Potreste non amarvi"

Nico continuava a girarsi mentre il padre parlava, come se volesse scappare dalle parole che uscivano dalla sua bocca.

"Ho già parlato con Afrodite" rispose Nico

"Avrebbe un'aspetto e una personalità diversa" cercò di convincerlo il dio degli Inferi.

Nico odiava la compostezza del padre e avrebbe voluto urlargli addosso ma si trattenne.

"Me lo hai già detto. Spero solo che non avrà la mania di fare l'eroe e mettersi in pericolo"

"Potresti pure esserlo tu... in quella vita" osservò Ade scandendo lentamente le parole "Non si può mai sapere..."

 

 

Successe in un attimo.

E' incredibile quanto velocemente Nico Di Angelo raccolse il coraggio per il suo ultimo gesto.

Vide il drago spalancare la bocca per ruggire. Nella traiettoria: lui, Jason, Leo e Piper.

Non seppe dove trovò la forza per prendere la rincorsa e arrampicarsi fino alla sua mascella. Quello era l'unico modo per ucciderlo e salvare i suoi amici. Conficcò la spada dello Stige fino all'elsa nel palato della bestia. Si sentì bruciare, mentre quella ruggiva di dolore, prima di disintegrarsi. Se non fosse morto perla caduta di cinque metri che fece quando il drago morì, lo sarebbe stato per le ustioni e le ferite procurate a causa dell'affilatezza dei denti del drago.La caduta gli paralizzò le gambe. Sentì la spada che aveva conficcato in bocca al drago, cadergli al fianco e i compagni avvicinarsi.

Sentì poi la mano di Leo sulla sua: cercava di placare il fuoco che gli divorava gli arti e le vesti. Sapeva che non avrebbe voluto morire così. In realtà, non voleva morire affatto. Si era accorto da un mese che il suo cuore batteva anche per sua sorella e i suoi amici, ma il dolore per Percy era troppo forte. L'importante per Nico era non morire invano. Avrebbe voluto passare ancora tanto tempo con loro.

Vide una maglia viola entrare nel suo campo visivo. Stava perdendo la vista. La sagoma offuscata di Jason gli si avvicinò.

"Nico" Sentiva i singhiozzi di Piper, più dolorosi del fuoco.

"State tranquilli. Non sento niente" Il dolore era troppo forte e aveva perso la sensibilità in tutte le gambe. Nonostante tutto, Nico cominciò a sentire un panico viscerale. Piper riprese il controllo e utilizzò la sua voce per calmarlo.

"Nico, sei stato un eroe. Anche gli dei avrebbero avuto difficoltà a sconfiggere un drago. Andrà tutto bene" mentre parlava, gli scostò una ciocca di capelli d'ebano. Erano bruciacchiati e intrisi di sangue. Tutto il panico che aveva provato un minuto prima lo abbandonò, grazie al potere contenuto nella voce della figlia di Afrodite.

"Ricordale la promessa che mi ha fatto" Si riferiva alla madre, Piper lo sapeva.

"Lo farò, sono sicura che vi amerete. Sempre"

Nico non riuscì a sorridere con la bocca ma i suoi grandi occhi esprimevano tutto il suo riconoscimento. "Hazel... ditele che.."

"Lo sa" lo rassicurò la voce di Jason.

Quando i tre ragazzi videro la luce, che ancora animava i suoi occhi, spegnersi, non si mossero finchè la voce di Piper non ruppe il silenzio.

"Staranno bene. Ora dobbiamo andare"

Il figlio di Efesto liberò la mano dalla morsa rigida del cadavere del figlio di Ade per asciugarsi le guance bagnate. Lui e Piper si rialzarono, ma Jason rimase in ginocchio.

"No" disse.

 

 

Quando Giove ascoltò suo figlio parlare di fronte agli altri dei e convincerli si ritrovò costretto a dargli ragione. Tutti loro non potevano non fare niente. La voce di Jason ancora riempiva la sala, ammutolendo tutti gli dei.

"Basta così" lo fermò il padre. "credo che tutti siano d'accordo sul non cancellare del tutto la storia di Percy Jackson e Nico Di Angelo. Saranno loro a rinascere in un altra vita, non saranno persone completamente diverse"

Vedendo quasi tutti gli dei annuire aggiunse "Faremo quello che non avremmo fatto per nessun altro"

 

 

 

 

Quando Nick era entrato per la prima volta nella camera di Perseo non si era stupito per le centinaia di dipinti e foto sul mare appesi alle pareti, ma quando entrò quella volta, trovò appeso davanti al letto un foglio stropicciato che per qualche secondo lo immobilizzò all'entrata della porta. Si avvicinò per osservarlo.

"L'hai tenuto sul serio?" gli chiese. Era il ritratto di alcuni mesi prima.

Sentì la voce di Perseo vicino all'orecchio.

"Te l'ho detto che lo avrei fatto"

Nick si girò, trovandosi la strada sbarrata dall'altro ragazzo.

"Che cosa c'è?" chiese esitante.

Perseo non rispose subito e si sedette sul letto, torturandosi le mani. Fissava la scrivania di fianco a Nick sovrappensiero. "Ti devo parlare"

Nick gli si sedette a fianco, appoggiando con noncuranza la schiena contro il muro attaccato al letto, in attesa che continuasse.

"Ti è ... maipiaciutoqualcuno?" lo disse così velocemente che Nick per poco non riuscì a capirlo.

"Certo. Altrimenti non sarei qui"

Perseo si girò, fronteggiandolo.

"Non è quello che intendevo!"

"Credevo non mi avresti mai chiesto consigli sulle ragazze. I migliori amici di solito parlano di queste cose abbastanza spesso"

Perseo bloccò la risata di Nick sul nascere.

"Nick! Non sto scherzando. Non ce la faccio più. Ti è mai capitato di non sentire altro che i battiti del tuo cuore accelerare o... il respiro mancare, quando stai con una ragazza o... un ragazzo? Come se... stessi completamente uscendo fuori di testa per questa persona, quando continui a pensare a lei o a voler passare tutto il tempo con lei, come se fosse qualcosa di essenziale, come l'acqua o l'ossigeno"

Nick sentì il suo cuore accelerare esattamente come nella descrizione che gli aveva appena dato il ragazzo. "Intendi se mi piace-piace qualcuno. Se lo amo? S-suppongo di si" rispose, deglutendo.

"Cosa dovrei fare?"chiese il castano, più a se stesso che a lui.

"Ehy! Non essere così triste! Capita a tutti!" scherzò Nick "Dovresti baciarla. Ovviamente è rischioso ma se la ragazza ti mollerà uno schiaffo saprai che devi lasciar perdere" aggiunse, cercando di alleggerire la tensione che gli attanagliava le viscere.

"Il fatto è..." cominciò Perseo, fissando le labbra dell'amico "che non è una ragazza: lo schiaffo potrebbe essere un tantino più forte"

"Ne varrebbe comunque la pena" rispose sorridendo.

Il loro primo bacio fu lungo. Le labbra di Perseo si muovevano morbide sopra le sue. Sembrava che Nick avesse aspettato quel momento da una vita. Gli mise una mano sulla nuca, portandolo a sdraiarsi su di lui. Cominciò a mancargli il respiro ma loro sentivano solo il battito dei loro cuori. Quando si staccarono Nick portò la mano di Perseo sopra il suo petto, dove il cuore martellava fortissimo. "Penso che tu mi piaccia"

Perseo rise "Penso di amarti tanto"

Quando ripresero a baciarsi, il tempo congelò. Per entrambi non esisteva nient'altro all'infuori dei loro respiri sempre più caldi, le loro mani che si toccavano e le labbra che si baciavano.

Erano consapevolì, però, delle note che fuoriuscivano dallo stereo. Nick aveva regalato un CD a Perseo e lui lo ascoltava quasi ogni giorno. Era il primo brano che Nick gli aveva suonato, nell'aula di musica.

 

 

 

 

Angolo Autrice

Mi odio da sola per aver scritto la parte della morte di Nico. Amo Nico, è il mio personaggio preferito e descrivere la sua morte è stato abbastanza devastante. Spero mi perdoniate. Spero anche che il finale di questa storia vi sia piaciuto! :D La canzone che mi ha ispirato è stata The One That Got Away di Katy Perry. In realtà, non è nemmeno il mio genere ma quella canzone mi è piaciuta molto e sono partiti i filmini mentali Pernico; non ci posso fare niente. In teoria non c'entra niente con la storia, solo la parte dell'altra vita. xD

Ringrazio tantissimo:

-yuki007

-EleNina266

che hanno messo questa storia tra le preferite;

-Nadline

tra le ricordate;

-InfintyLove_NDF

-(e di nuovo :D) EleNina266

che hanno recensito;

E' una delle prime storie che scrivo (a capitoli la prima) e mi piacerebbe migliorare sempre di più, perciò grazie tantissimo per le recensioni.

 

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