Amicizia di Bea_chan (/viewuser.php?uid=857)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio ***
Capitolo 2: *** Crescendo ***
Capitolo 3: *** Ricordi d'infanzia ***
Capitolo 4: *** Guarda chi si vede! ***
Capitolo 5: *** Il traditore ***
Capitolo 6: *** Una notte di chiarimenti ***
Capitolo 7: *** La finale ***
Capitolo 8: *** La rabbia di Boris ***
Capitolo 9: *** Rivelazioni ***
Capitolo 10: *** La cosa più importante ***
Capitolo 11: *** Ci vuole vita, per amare la vita ***
Capitolo 12: *** Un brutto imprevisto ***
Capitolo 13: *** La prescelta ***
Capitolo 14: *** Un'amicizia finita? ***
Capitolo 15: *** Sorrisi ***
Capitolo 16: *** Il patto ***
Capitolo 17: *** Inferno innevato ***
Capitolo 18: *** La forza dell'amore ***
Capitolo 19: *** Fuggire ***
Capitolo 20: *** Riflessi ***
Capitolo 21: *** My love in night... ***
Capitolo 22: *** ...Casa? ***
Capitolo 23: *** Il passato è passato... ***
Capitolo 24: *** Normality...? ***
Capitolo 25: *** ...Per sempre sia... ***
Capitolo 1 *** L'inizio ***
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1.L'inizio
La Russia.
Una terra fredda e inospitale, dove la neve e il ghiaccio divorano ogni cosa. Ma
il Monastero svettava nitido contro il cielo bianco, immerso anch'esso nel
freddo cotone.
Una bambina di soli cinque anni guardava atterrita la nera sagoma, tormentandosi
una ciocca di capelli rossicci. Camminava per mano a sua madre, una donna fredda
e arrogante.
Suo padre invece... suo padre era diverso.
Le teneva l'altra mano, con apprensione, e nell'altra teneva una valigia.
-Su Ayumi, affretta il passo!- intimò la madre alla bambina.
Ayumi non capiva perchè la stessero portando in quel posto
-Papà, cosa facciamo?- chiese a suo padre mentre la madre bussava al pesante
portone.
Il padre guardò la bambina negli occhi scuri e indagatori ma non rispose. Si
limitò a sospirare e carezzarle la testa con affetto.
-Vieni
Ayumi, presto- la esortò la madre ad entrare, sempre con Ayumi che teneva
stretta la mano del papà.
Una
grossa sala di pietra con una scrivania in fondo dominava tutto il labirintico
edificio.
Il resto era tutto fatto di corridoi con porte e, in fondo a una rampa di scale,
si sentivano delle urla e incitazioni in russo e un rumore di qualcosa che
strideva sul ferro.
-Fatti vedere, bambina...- disse una voce roca al di la della poltrona dietro la
scrivania.
-Vai tesoro, su...- la incitò il padre con una piccola spinta nella schiena,
mentre la madre la guardava impassibile.
Ayumi camminò titubante, stropicciandosi l'orlo del vestitino azzurro.
Davanti alla scrivania, la poltrona ospitava un uomo alto e magro, con una
maschera sugli occhi
-E così... questa sarebbe la famosa Ayumi Kiyo...- cominciò l'uomo alzandosi
dalla poltrona.
-Si signor Vorkof, la accoglierebbe al suo Monastero?- chiese la mamma di Ayumi
mettendo una mano sulla spalla della figlia.
Vorkof
sospirò e si avvicinò ad Auymi che, spaventata da quell'uomo, si rannicchiò
contro le gambe del padre, che si inginocchiò e la abbracciò.
-E' necessario, Mako?- chiese alla moglie guardandola con supplica.
Mako tolse la figlia dall'abbraccio protettivo del padre
-Voglio solo il suo bene, Hiroyuchi, lo sai...- e la mise in braccio a Vorkof.
Ayumi cercò di scendere e andare dal suo papà, ma la madre lo stava portando
via.
-Aspetti
signora, le manca un bey!- esclamò Vorkof richiamando i genitori di Ayumi.
Dentro di se, la bambina si chiese cosa mai fosse un bey... forse quelle strane
trottoline con cui suo padre a volte lavorava.
Il padre si avvicinò, mettendole nella manina un bey rosso scuro
-Tieni Ayu... cresci e diventa grande. Ma non dimenticarmi...- disse con la voce
triste l'uomo, dando un buffetto sulla guancia della bimba e andandosene.
-Papà!-
lo chiamò Ayumi, ma l'uomo e la madre stavano già uscendo dal portone.
Silenziose lacrime scesero sulle sue lentiggini, bagnando il colletto del
vestitino.
-Adesso
che sei qui, signorina- disse Vorkof mettendo giù Ayumi -scordati di
divertirti! Qui ci si allena e non si chiede di vedere il papà o la mamma...-
Poi si risedette alla scrivania e, con un altoparlante, chiamò un nome
-Yuri!- intimò.
Subito
nel salone arrivò un ragazzino, di sei anni più o meno, con i capelli rossi e
gli occhi azzurri.
-Ha chiamato, signore?-
-Si. Porta Ayumi nella camera destinata a lei, dovrebbe essere tre stanze dopo
la tua...- disse Vorkof al bambino, che guardò Ayumi di fianco all'uomo.
-Certo signore...- si inchinò leggermente, prese la valigia e prese per mano la
bambina -Vieni-
Ayumi annuì e seguì quel buffo bambino, così sicuro di se, per il corridoio.
Arrivati
davanti ad una porta di ferro, Yuri la aprì ed entrò insieme alla bimba.
-Ecco, qua dormi tu...- spiegò il ragazzino indicando una brandina vicino al
muro -Ti piace?-
Ayumi non rispose.
Guardò il bey che aveva ancora in mano. Il suo viso si riflettè nelle
placcature rosso scuro.
-Ah, quello è il tuo bey?- chiese curioso Yuri avvicinandosi.
La bimba annuì e vide l'altro tirare fuori dalla tasca un bey bianco e argento
-Questo è il mio! Si chiama Wolborg, vedi?- disse mostrandolo -C'è un lupo,
per questo l'ho chiamato così...-
Ayumi ancora una volta non rispose.
Non capiva cosa ci facesse li, cosa voleva la mamma da lei, perchè il papà
l'aveva abbandonata e perchè le aveva dato quel... bey.
-Il tuo come si chiama?- chiese Yuri guardando compiaciuto il bey della bimba.
-Non... non lo so...- disse titubante Ayumi guardandolo
-Dovresti dargli un nome... Sarebbe meglio!- la incitò Yuri prendendoglielo
dalla mani -Io direi...Devil! E' rosso come un diavoletto e poi c'è disegnato
una specie di... di coso con le ali...- disse squadrandolo da vicino. Ayumi annuì
-Si... bello-
*
Durante la notte, Ayumi non riusciva a dormire.
Le mancavano i suoi pupazzi, il suo caldo e morbido letto e... il suo papà.
Su quella brandina aveva freddo con la sua camicina da notte bianca con il bordo
a fiori blu. Le lacrime cominciarono a solleticarle gli occhi e si rannicchiò
in posizione fetale, attorcigliando al dito i capelli rossicci.
Poi le venne in mente di andare da Yuri.
Sapeva che era solo tre camere dopo la sua.
Silenziosa si alzò, poggiando i piedini sul freddo pavimento di pietra. Aprì
la porta di ferro e si avviò scalza lungo il corridoio.
Davanti alla terza porta dopo la sua, la spinse delicatamente e si trovò in
piedi in una camera buia ma... non c'era solo un letto come nella sua. C'erano
ben altre quattro brandine, occupate da altrettante persone.
Ad Ayumi prese il panico
-Cosa faccio adesso... Dov'è Yuri?- pensò.
-Y...
Yuri...- chiamò sussurrando.
Vide una sagoma alzare la testa insonnolita
-Chi è?- chiese di rimando con voce gonfia di sonno il bimbo.
-Sono... sono Ayumi...-
Yuri si svegliò totalmente
-Che c'è Ayu?- chiese sottovoce per non svegliare gli altri e avvicinandosi
alla bimba
-Posso... posso dormire con te? Ho freddo di là...- parlò Ayumi supplichevole.
Yuri
stette un attimo in silenzio
-Certo... vieni ma silenzio, o sveglierai i miei compagni...- e andarono alla
brandina di Yuri.
Sotto le coperte, Ayumi si sdraiò davanti a lui, mentre quest'ultimo la
abbracciava. Subito il freddo passò. Si girò verso di lui, respirando il suo
dolce profumo di bucato che gli ricordò tanto il suo adorato papà.
-Yuri...-
-Dimmi-
Ayumi sospirò e chiese
-Siamo amici?- Il bimbo la avvicinò ancora di più a se
-Ma certo...-
E si addormentarono abbracciati.
La
mattina dopo si svegliò da sola, sentendo le voci di Yuri e degli altri
compagni di stanza
-Ma Yuri! Chi è quella?- chiedeva una voce acuta al suo amico
-Si chiama Ayumi ed è nuova... E' arrivata ieri e non riusciva a dormire perchè
aveva freddo così...-
-Raccontala giusta Yuri! Non ti credo...- lo seccò una voce di un altro
-Smettila Kei! E' la verità...- si difese Yuri.
Ayumi decise di alzarsi. Scese dal letto, ancora assonnata, andando vicino a
Yuri.
-Ciao
Ayu... Allora ti sei svegliata!- esclamò il bimbo
-Ayumi ti presento i miei compagni. Questo è Boris...- disse indicando un bimbo
con i capelli ispidi e gli occhi grigi che la guardò con sufficienza -quello è
Ivan...- un altro bimbo con un cappello da pilota le sorrise, ma non
rassicurante -lui è Sergej...- un bimbo alto e con la faccia seria si mise in
riga -e quello è Kei!- disse indicando un altro bimbo,seduto sulla brandina con
le braccia incrociate e gli occhi chiusi. Aveva sulle guance due strisce blu,
probabilmente dipinte da lui.
Quando aprì gli occhi li aveva freddi ma molto espressivi e la guardava con
sguardo serio.
Ayumi ebbe paura di quello sguardo così serio e misterioso, di solo un bambino
di sei anni, prese il braccio di Yuri e si rannicchiò contro di lui, portandosi
una manina alla bocca.
-Guarda che non ti mangio mica, bambina...- disse Kei alzandosi e andandosene
dalla stanza sbattendo la porta. Gli altri lo seguirono, Boris si girò
-Vieni Yuri?- chiese.
-Un attimo, porto Ayumi da Vorkof e arrivo...- disse Yuri al compagno.
Ayumi
non mollava il braccio di Yuri per tutto il corridoio, fino alla porta di Vorkof.
Il bimbo la aprì e vide l'uomo parlare con Kei, che aveva una valigia in mano e
un uomo alto alle sue spalle.
-Va bene, ci rivedremo Kei... Sei diventato molto bravo anche in solo anno...-
disse Vorkof facendo uscire il bimbo dalla stanza.
Prima di uscire, Kei guardò fisso Ayumi e la bimba le sorrise timidamente.
Kei rimase sbigottito da quel gesto di spontaneo affetto, mai ricevuto da
qualcuno e mentre usciva, sentiva che non avrebbe mai dimenticato la timida
Ayumi e che un giorno si sarebbero rivisti.
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Capitolo 2 *** Crescendo ***
2
2.
Crescendo
Gli anni passavano.
Ayumi, aiutata da Yuri e dalla propria forza di volontà, superava tutte le
difficoltà e cresceva sana e bella ma... spietata. La timida Ayumi di cinque
anni, così spaesata all'inizio, era sparita, lasciando spazio ad una fredda e
spietata ragazza di quindici anni, per niente rassomigliante alla bambina
dell'infanzia.
Aveva sviluppato una capacità di mantenere il sangue freddo ma nel frattempo
tanta allegria che ogni ragazzo del monastero aveva un debole per lei. Ma quando
cominciarono a conoscerla meglio, videro in lei una rivale per conquistarsi la
libertà dal Monastero. Così brava nel beyblade e così affascinante con la sua
aria misteriosa poteva essere una dei pochi che avrebbero partecipato ai
Campionati del Mondo e così... andarsene per sempre da quel luogo di
sofferenza.
Anche
Yuri e i suoi compagni erano cresciuti.
Yuri era diventato un ragazzo bello e silenzioso, ma forse più
"cattivo" di Ayumi. Aveva covato dentro di se il rancore di essere
stato abbandonato in quello squallido monastero, da solo e senza amici,
sottoposto a massacranti allenamenti e deriso.
Tutta la rabbia si manifestava nelle battaglie a beyblade, dove non aveva
rivali; tuttavia, restava dolce e tenero con Ayumi, come quando erano bambini.
La sua maschera cinica cadeva in compagnia della ragazza, l'aveva presa come se
fosse sua sorella ma... il sentimento nei suoi confronti stava mutando: l'amore
per una sorellina più piccola stava diventando qualcosa di più audace e
passionale e il ragazzo se ne stava rendendo sempre più conto.
Per
quanto riguarda Kei...
se ne era andato dal Monastero e Yuri... non glielo aveva mai perdonato.
Diciamo che Kei non gli era mai andato tanto a genio, con la sua aria sicura ma
solitaria. Però l'aveva da sempre visto come un possibile amico, un po' strano
forse, ma un amico; ma quando lui aveva potuto andarsene da tutte le fatiche e
sofferenze del luogo e lo lasciava li con quell'aguzzino di Vorkof, aveva
toccato il fondo.
Da quel giorno aveva giurato di vendicarsi dell'offesa, di far patire al ragazzo
tutte le sofferenze che lui ha dovuto sopportare restando in quel luogo di
tortura.
Invece, Ayumi non si ricordava di Kei. Aveva solo un vago ricordo di un bimbo
piuttosto arrogante, ma solo visto di sfuggita, per un'ora soltanto. Ma da come
ne parlava Yuri non c'era da fidarsi.
A
due mesi dalla finale del Campionato del Mondo, i preparativi al Monastero
fervevano.
A tutti i blader presenti fu ordinato di intensificare gli allenamenti.
Ayumi tornava a pezzi dai sotteranei tutte le notti. Un giorno venne addirittura
punita con una frustata perchè aveva osato ribattere ad un ordine.
Ma lei aveva incassato la frustata in silenzio, guardando con sfida il
fustigatore
-Devi calcare di più quando lo fai, incapace...- aveva sibilato ridacchiando.
Ora stava scontando la sua punizione, legata al muro con catene ai polsi e alle
caviglie, in una cella del sotterraneo.
Era in quei momenti che le veniva più in mente suo padre, alle sue parole prima
di lasciarla a soffrire in quel posto, invece di ribellarsi al volere di quella
donne che prima chiamava madre.
-Hai visto? Guarda come si sta riducendo tua figlia, figlio di puttana! Ti
odio!!- urlò rivolta al soffitto, tirando le catene e graffiandosi i polsi e le
caviglie.
Abbassò la testa, rassegnata alla verità che suo padre l'aveva abbandonata per
sempre.
Poco
dopo sentì Yuri entrare nella cella ma non alzò la testa.
-Ehi...
come stai Ayu?-
-Secondo te come dovrebbe stare Yuri?- chiese scetticamente Ivan entrando dietro
di lui insieme a Boris e Sergej.
Yuri li fulminò con lo sguardo.
Ayumi alzò lo sguardo, carico di rabbia
-Già Yu... Non mi sembra una domanda intelligente...- sussurrò velenosa.
Ivan sogghignò: gli piaceva piantar zizzania tra i due amici. Era geloso di
Yuri per le attenzioni che raccoglieva da Ayumi, fin dalla prima volta che
l'aveva vista.
-Ok,
non ti arrabbiare... ma se devo dirla tutta te lo sei meritato! Come ti è
venuto in mente di ribattere al signor Vlad...-
-Quello che faccio sono affari miei, capito?- ribattè Ayumi tirando verso Yuri
ma ferendosi ulteriormente i polsi e le caviglie.
Yuri la scrutò impassibile.
La ragazza sapeva che l'amico non si arrabbiava solo perchè era lei e in quei
momenti la considerava come una bambina capricciosa, proprio come un tempo. Se
fosse stato qualc'un altro a parlargli con quel tono, di sicuro Yuri non si
sarebbe limitato a guardarlo con occhi penetranti.
-Va
bene Ayu... Me ne vado, a dopo- e uscì con gli altri dalla cella, mentre Ivan
la guardava sogghignando.
-Stupida
Ayumi, stupida!!- pensò dandosi della scema da sola.
Yuri era venuto per farle compagnia, ora che stava diventando pure notte e
cominciava a far freddo e lei... lo cacciava in malo modo! Che idiota... E
pensare che tra solo una settimana ci sarebbero state le finali. Doveva
prepararsi, non questionare con Vlad!
Ma non erano mai riusciti a spegnere il suo spirito ribelle, come invece
accadeva agli altri, Vorkof lo diceva sempre... La sua più grande riuscita era
stato Kei, che in solo un anno era diventato freddo e spietato come nessun
altro.
Era
notte fonda ma la ragazza non riusciva a dormire (Eh te credo! Incatenata!!
n.d.Ayu).
Tremava come una foglia, vestita solo con un vestito a maniche corte nero, lungo
fino a metà coscia e dei pantaloncini neri. Stringeva convulsamente
le catene con i guanti neri senza dita, mordendosi il labbro nervosamente
in preda ai brividi. Stava anche diventando più pallida del solito.
Sentì dei passi fuori dalla cella ma nel buio non vedeva niente.
Pensò che fosse Vlad
-Ok Vl... signore! Ho meditato, mi sono calmata ma ora mi liberi oppure non mi
avrà più per i suoi rimproveri, morirò assiderata...- urlò Ayumi verso il
buio.
Una chiave girò nella toppa e vide una figura avvicinarsi e liberarla
-Grazie sign...- ma si bloccò, annusando il fresco odore di bucato che solo
Yuri possedeva
-Pare che sta volta non morirai assiderata...- ridacchiò il ragazzo.
Ayumi non resistette e lo abbracciò con gratitudine, stringendosi al suo petto.
Yuri giocherellò con la lunga treccia della ragazza, abbracciandola stretta
-Grazie Yu e... scusami per prima ma...- un dito del ragazzo bloccò la
parlantina dell'altra.
Nell'ombra era ancora più bella, con i capelli che uscivano dalla lunga treccia
rossiccia, con la pelle diafana e il naso piccolo con tante lentiggini, con il
suo sguardo vivace, con quella scintilla sibillina che brillava negli occhi
scuri. Yuri sentì l'impulso di baciarla, di accarezzarle i capelli non come un
fratello ma come un ragazzo...
Ma non poteva farlo, non adesso.
-Vieni
Ayu, usciamo di qua...-
Salirono silenziosamente le scale e Yuri l'accompagnò fino alla sua porta.
Ayumi si girò, si alzò sulle punte dei piedi e diede al ragazzo un dolce bacio
sulla guancia
-Grazie Yu e scusa ancora... Notte!-
-Notte...- e chiuse piano la porta di ferro.
In
camera, il ragazzo si gettò sul letto, pensando alla finale imminente, alla
tensione che avvertiva in corpo e... alla piccola Ayumi.
Voleva averla ma non sapeva come fare, considerando poi il caratterino che si
ritrovava la ragazza.
-Come posso fare... come...- e con questi pensieri si addormentò, in boxer
incurante del freddo della camera.
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Capitolo 3 *** Ricordi d'infanzia ***
3
3.Ricordi
d'infanzia
-E' ora...- disse il signor Vlad passeggiando avanti e indietro davanti alla
riga di blader schierati, maneggiano la sua frusta -Questo test servirà per
decidere quali tra voi parteciperanno alle finali del Campionato e vinceranno!
Non si ammettono sbagli! Chiaro?- chiese a voce alta.
-Sissignore!- risposero tutti in coro.
Ayumi, schierata in riga in mezzo a Yuri e Boris, soffocò uno sbadiglio
-Che banalità...- pensò.
Ricevette un pestone sul piede da parte di Yuri
-Trattieniti, cavolo...- gli sussurrò all'orecchio.
-Quando
chiamerò il vostro nome verrete avanti e lancerete i bey. Chi tra i due vincerà
passerà il turno e, automaticamente, parteciperà alle finali... Il beyblade
del perdente verrà distrutto. Pronti...- si mise in mezzo ai due blader già
chiamati -Lancio!-
Le due trottole si scontrarono in mezzo alla stanze di ferro, una era di Sergej.
-Vai! Onda anomala!- urlò il ragazzo.
Ayumi ebbe l'impressione di veder un'enorme onda abbattersi sul bey avversario,
che si disintegrò all'istante.
-Vince Sergej! Portate via l'altro, presto!- Il blader sconfitto venne
trascinato via urlante.
-I prossimi: Kiyo Ayumi e Usblhad Dimitri!-
Ayumi avanzò decisa verso la posizione.
Conosceva Dimitri solo di vista, ma sapeva bene di guardarsi dal suo attacco
"rotante".
Dimitri sogghignò
-Ma signore, è sicuro che questa non si metterà a piangere?- chiese.
La ragazza sentì la rabbia montarle dentro e provò l'impulso di tirargli un
pugno ma non aveva voglia di rimanere esclusa dalle selezioni
-Zitto ragazzino e tira il tuo bey!- gli ringhiò contro Ayumi, inserendo il
caricatore nel dispositivo di lancio.
-Pronti...
Lancio!- i due blader lanciarono i bey.
Quello scarlatto di Ayumi schivava veloce gli attacchi del bey rosso e blu di
Dimitri
-Scappi eh? Sei solo una montata Kiyo! Vai Bascor, attacco rotante!-
Il bey di Dimitri aumentò la velocità e si fiondò contro quello di Ayumi
ma... la ragazza lo schivò velocemente
-Ma?!?! Come...-
-Vedi, il tuo problema Dimitri, è che sei troppo prevedibile... Ora ti mostro
io come si fa... Vai, Devil!- Devil girò intorno a Bascor -EVIL ATTAK!!- urlò
Ayumi incitando il suo bey.
Dal chip della ragazza uscì un bit power, un cavallo alato nero con gli occhi
rossi e la criniera e la coda di fiamma, che cavalcò intorno a Bascor e,
diventato rosso sangue, scaraventò contro il muro il bey di un incredulo
Dimitri.
-Vince
Ayumi! Portatelo via- disse Vlad impassibile.
-No, vi prego, datemi un'altra possibilità... VI PREGO!!- ma le suppliche non
servirono a niente.
Ayumi, imperturbabile, si girò e si diresse verso Yuri.
-Ayu... ma che...- iniziò Yuri sbalordito
-E' una nuova mossa che ho pensato... Forte vero?- disse strizzando un occhio
Ayumi.
Yuri annuì, piacevolmente impressionato.
*
Dopo le
selezioni avevano tutti i nomi dei qualificati.
-Mandali nel mio uffico, Vlad...-
Ayumi sentì la voce di Vorkof nell'alto parlante.
-Avete sentito no? Di corsa!-
I cinque blader qualificati, Yuri, Boris, Ivan, Sergej e Ayumi si diressero
verso l'ufficio di Vorkof.
-Entrate...-
disse secco con la sua solita voce rauca.
Ayumi chiuse la porta dietro di se e si schierò in riga con gli altri.
Vorkof si alzò e superò la scrivania. Ayumi sobbalzò. Le venne in mente
quando, a cinque anni, era successa più o meno la stessa cosa. Se lo ricordava
come se fosse ieri.
-E
così... Siete voi i prescelti per combattere domani?- chiese Vorkof ai ragazzi.
Yuri fece un passo avanti
-Si signore, tutti e cinque noi!-
Vorkof posò il suo sguardo su Ayumi, che sostenne quei freddi occhi di ghiaccio
-Anche lei...?- chiese scettico.
Ayumi non poteva stare zitta. Anche con gli sguardi eloquenti di Yuri decise di
dire la sua
-Si signore, anche io...- disse freddamente.
Vorkof
la scrutò dubbioso
-Lasciateci soli...-
-Ma...-
-E' un ordine Yuri!- lo seccò l'uomo con un gesto della mano.
Yuri guardò Ayumi e lei gli strizzò l'occhio con un sorrisino.
Sempre preoccupato, il ragazzo uscì insieme agli altri.
-Io
non mi fiderei Yuri...- disse calmo Ivan, mettendo le mani dietro la nuca e
camminando verso la loro camera.
Yuri si bloccò nel corridoio
-Cosa intendi...- sussurrò velenoso
-Ivan, zitto!- intervenne Sergej
-Yuri, non dargli ascolto... Non fare pazzie...- cercò Boris di calmare
l'amico.
-Calmarmi? Io sono calmo!- esclamò Yuri riprendendo a camminare.
Ivan ridacchiò
-Certo... Come no...- e si avviò in camera, mentre Boris e Sergej scuotevano la
testa.
Ayumi
stava in piedi, impassibile, davanti alla scrivania di Vorkof, che la fissava da
sopra le dita unite.
Poi sospirò e si alzò
-Sono passati dieci anni vero, Ayumi?- chiese dirigendosi verso un armadietto
dietro la porta.
-Dieci tra un giorno...- rispose Ayumi.
Vorkof tornò davanti alla ragazza e, tenendo in mano una scatoletta si
risedette
-Sempre così eh Kiyo? Non la smetti mai vero? Non devi ribattermi, come te lo
devo dire, sciocca ragazza...- scosse la testa parlando duro.
Ayumi si morse il labbro inferiore. Che voglia di scappare o almeno di urlargli
in faccia...
Annuì.
Vorkof aprì la scatoletta e tirò fuori un nuovo bey
-Voglio che usi questo, domani...- disse porgendoglielo.
Ayumi non lo prese.
-Beh... Prendilo! E' un ordine!- esclamò l'uomo cacciandoglielo in mano.
Ayumi lo guardò. Era molto bello, con placcature nere e fiamme disegnate ma...
lo lasciò cadere, tornando a fissare gli occhi di ghiaccio dell'uomo.
Per Vorkof era troppo.
Le tirò uno schiaffo, facendola cadere per terra
-Stupida ragazzina... Vedo che la punizione di qualche giorno fa non ti è
servita... Stanotte verrai condotta ancora là, fino a domattina! Da adesso!- e
suonò il campanello per chiamare Vlad.
Ayumi
si rialzò da terra, la guancia rossa ma lo sguardo fiero
-Mi avete tolto la libertà, la felicità, la mia famiglia... Ma non mi
toglierete la volontà...- sibilò con decisione verso Vorkof, mentre Vlad
irrompeva nella stanza e la portava via
-Ricordatelo Vorkof... Non avrai la mia volontà!- disse nuovamente prima di
essere trascinata fuori.
*
-Guardate che neve!- esclamò inspirando Takao, appena arrivato in Russia con la
sua squadra.
-Già! It's great!- ribattè Max posando la valigia.
Rei stava scendendo dal pulmino e il prof. K era andato a chiedere indicazioni.
-Ragazzi... Un aiutino mi farebbe comodo...- sbuffò Rei da sotto tre
pesantissime valige.
-Eh no caro... Hai deciso di aiutare Hilary e ora fai tu!- ridacchiò Takao.
-Sei
gentile Rei, grazie...- ringraziò Hilary camminando a fianco del ragazzo, che
stava sprofondando nella neve sotto il peso dei bagagli (n.d.a. Anche se il
Monastero è presente nella prima serie e i fatti che racconto si possono
collocare in quest'ultima, i personaggi sono quelli della seconda, Hilary
compresa! Esigenze di copione ^^).
Kei
stava osservando il panorama, in disparte dagli altri.
Era tornato in quella terra che lo aveva ospitato da piccolo, così vicino al
quel luogo di sofferenza...
Era inquieto, aveva un brutto presentimento. E se alle finali c'erano Yuri e i
suoi ex compagni? E quella strana bambina... Come si chiamava... C'era anche
lei?
Aveva in un certo senso "paura" di rivedere la sua infanzia...
Ci aveva messo anni per scordarla del tutto, non voleva che adesso irrompesse
nuovamente nella sua vita...
-Ragazzi
io vado un attimo al bar che c'è la in fondo, torno subito!- disse Hilary
-Veniamo anche noi- intervennero gli altri.
-Vieni anche tu Kei?- chiese Rei all'amico.
Kei, risvegliandosi dai suoi pensieri annuì, incamminandosi.
La strada era innevata e nevicava abbondantemente. Guardarono la gente
camminare, parlando con altri in russo.
Arrivati al bar si sedettero e ordinarono.
In allegria stavano chiaccherando sulla finale, che si sarebbe svolta domani
stesso, quando notarono un ragazzo seduto al bancone che era già arrivato al
terzo bicchiere di vodka
-Emh... Non dovremmo dirgli qualcosa?- chiese titubante Hilary.
Tutti annuirono e Kei si alzò
-Vado io, un po' di russo lo capisco...-
Chiamò quel ragazzo con un colpetto sulla spalla e questo si girò, posando il
bicchiere sul bancone
-Che HIC! vuoi?- chiese ubriaco.
-Non ti converrebbe smetterla?- chiese brusco Kei togliendogli dalle mani il
bicchiere
-Lasciami in HIC! pace... Che ne HIC! vuoi capire tuuu? Ho perHIC!so tutto fuori
dal MonasterHIC!- disse tra i singhiozzi e le risatine.
Kei si allontanò all'improvviso: non è possibile, ancora quel Monastero...
Il ragazzo si rigirò sul bancone borbottando
-MaldettHIC! Ayumi Kiyo HIC!-
-Ayumi
Kiyo... Dove ho sentito questo nome...- pensò Kei -Forse la bambina...-
-Ehi Kei? Che ti prende?- chiese Takao avvicinandosi.
Kei
scosse la testa risedendosi
-Niente, niente...-
Ormai
doveva sapere.
Sarebbe andato oggi stesso al Monastero.
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Capitolo 4 *** Guarda chi si vede! ***
Nuova pagina 1
4.Guarda chi si vede!
Kei camminava spedito.
Aveva lasciato in camera il cuscino sotto le coperte, nel tentativo di ingannare
i suoi compagni di stanza. Non era da lui uscire alla una di notte per
"fare una passeggiata". Così se l'era svignata, calandosi dalla
finestra, meno male al secondo piano, della stanza e ora si stava dirigendo
verso il Monastero, convinto a rivedere i suoi ex compagni prima delle finali.
Non faceva fatica a ricordarsi la strada, nei vicoli di Mosca si muoveva bene,
come se la direzione da prendere l'avesse da sempre avuta nella testa, rimasta
li sepolta dall'infanzia.
Arrivò in fondo al vicolo e girò a destra, scivolando leggermente sul manto
ghiacciato della strada.
Vide in fondo alla strada l'oscura figura del Monastero, stagliarsi nelle
bianche nuvole del cielo nero.
Era arrivato.
Nella
cella del sotterraneo, Ayumi non se la stava passando bene.
Era ancora incatenata ma Vlad aveva ritenuto opportuno anche picchiarla
-Così calmerai i bollenti spiriti...- aveva ridacchiato dopo aver
colpito al labbro e all'occhio il viso della ragazza.
Ora stava pensando.
Pensava alla finale di domani, alle parole che aveva detto a Vorkof...
Ma aveva veramente una famiglia? I suoi non l'avevano dimenticata?
Ayumi aveva perso ogni certezza da quando era arrivata li. Esisteva solo il
Monastero e il quadrato di cielo che si intravedeva dalla finestrella di camera
sua, poi... il resto erano delle ombre confuse, non ricordava neanche come fosse
la piazza di Mosca.
Il dolore che aveva all'occhio le impediva di tenerlo aperto e dalla bocca
scendeva un rivoletto di sangue. Si leccò dalle labbra il sangue che colava
-Che bella nottata...- sbuffò sarcasticamente.
Yuri non sapeva dove mai fosse Ayumi, non l'aveva vista da dopo essere uscito
dall'ufficio, ma Vlad aveva portato via la chiave, nessuno poteva entrare, non
come la notte scorsa.
Ma non avrebbe mai preso quel bey solo perchè glielo ordinava Vorkof, a costo
di passare tutte le notti nella cella.
Di questo era certa.
Non restava che aggrapparsi a quest'ultima speranza che aveva.
Yuri
non riusciva a dormire.
Si rigirava nel letto e pensava se Ayumi era tornata dall'ufficio.
Ebbe la tentazione di andare in camera a vedere se c'era. Cercò di soffocare
l'intento ma l'affetto che provava gli impediva di agire razionalmente.
Si alzò dal letto e, senza svegliare gli altri, si vestì e andò nel
corridoio.
Una, due, tre porte dopo c'era quella della sua amica.
Accostò l'orecchio al freddo metallo per sentire dei rumori, ma in camera c'era
silenzio
-Starà dormendo...- pensò sospirando.
Ma volle comunque entrare, almeno per vedere il suo volto mentre dormiva, così
dolce come quello di una bambina.
Spinse leggermente la porta ed entrò ma... il letto era fatto e nessuno era
entrato dalla mattina in quella camera.
-Ayumi?- chiamò titubante, nel caso la ragazza si fosse nascosta per qualche
motivo.
Niente.
A Yuri montò subito la rabbia verso Vorkof
-Se hai osato farle del male giuro che ti ammazzo...- ringhiò a bassa voce per
poi voltarsi e correre verso i sotterranei.
-Qui
la cosa rischia di diventare spiacevole...- ansimò Kei a cavalcioni dell'alto e
appuntito cancello d'ingresso che stava scavalcando.
Passò l'altra gamba e scese pesantemente giù nella neve, ma almeno era
entrato.
Si avviò verso la porta principale, silenzioso e attento ai rumori circostanti.
Provò ad aprirla ma era chiusa. Maledisse la sicurezza, chi cavolo voleva
rubare in posto simile?
Fece il giro, controllando le finestre della stanze al pian terreno, tutte
sbarrate.
Solo quelle dal terzo piano in poi erano aperte, ma così piccole che forse solo
un bambino di sei anni ci sarebbe passato...
Già, come aveva fatto lui tanto tempo fa...
-Basta Kei, trova invece il modo per entrare qui dentro!- si rimproverò
da solo.
Scartò l'idea di arrampicarsi, non sono mica un gatto, pensò, poi... Vide una
finestra grande abbastanza per farlo passare, che dava direttamente sui
sotterranei, guardò dentro e vide che la cella dove dava era aperta, vuota
probabilmente
-Bingo...- sogghignò prima di calarsi dentro.
Ayumi
aveva più freddo dell'altra notte, contando che il solito vestito era anche
strappato, scoprendole più del necessario
-Ah dannazione...- disse con un brivido nella schiena.
Tirò le catene, nel vano tentativo di liberarsi ma si provocò altri graffi ai
polsi e alle caviglie. Rassegnata scivolò contro il muro, rannicchiandosi
cercando di scaldarsi.
Tutto il vestito sulla schiena era lacero e anche un po' sul davanti. La solita
treccia era totalmente disfatta e i lunghi capelli ramati le scendevano sciolti
fin oltre le spalle.
Con le braccia in alto abbassò la testa, chiudendo gli occhi stravolta.
Ma... STOMP!
Un rumore da un punto imprecisato del sotterraneo la fece sobbalzare.
Troppo spossata e infreddolita alzò appena lo sguardo
-Chi è...- chiese con un filo di voce.
Quanto sperò che fosse Yuri, venuto a salvarla un'altra volta, venuto a
riscaldarla...
Si stupì a pensare queste cose di Yuri, il suo amico quasi fratello... Ma era
troppo stanca anche per arrossire, troppo stanca per muoversi o per dire di
essere liberata...
Si lasciò andare e svenne.
Per la prima volta Vorkof aveva piegato la sua resistenza.
Tap, tap, tap...
I passi di Yuri scendevano rapidi le
scale verso i sotterranei.
Guardò nella stanza degli allenamenti, nella palestra, dappertutto...
Ma non aveva osato guardare nelle celle.
-Ayumi... Ti prego dimmi che stai bene...- pregò il ragazzo scendendo
verso le celle.
Ma nel lungo corridoio con le sbarre ai lati, le stanze dove mettevano i
"ribelli", vide un'altro uscire da una cella aperta, qualcuno che non
si sarebbe mai aspettato di trovare, non in quelle circostanze...
Kei
saltò dentro la finestra STOMP!
Atterrò sulla pietra, facendo tintinnare le catene li per terra.
-Cavolo, non ero mai venuto quaggiù...- pensò rialzandosi e spolverandosi i
pantaloni.
Stava giusto per andarsene quando sentì un lamento provenire dalla cella a
fianco.
-Un'altro innocente...- scosse la testa e uscì, deciso a fare qualcosa
per quel poverino.
Ma davanti a se vide il suo compagno d'infanzia, i suoi ricordi del Monastero:
Yuri.
-Tu...
Tu qui?- chiese sbalordito ma con rabbia Yuri, squadrando Kei con stupore.
Kei fece un sorrisino
-Si, io qui... Volevo vedere come ve la cavavate voi quaggiù al Monastero e così...-
ma prima di finire un pugno lo raggiunse in faccia.
Barcollò all'indietro portandosi una mano alla bocca.
Yuri aveva ancora il pugno sollevato e lo guardava con odio
-Sei un traditore... Te ne sei andato e noi siamo rimasti qui a patire le
sofferenze anche per te! Sei solo un bastardo!- e cercò di tirargli un altro
pugno ma Kei si abbassò rapido.
-Calmati dannazione! E poi prima voglio vedere chi è stato a lamentarsi prima
nella cella qua di fianco...- indicò con il pollice il ragazzo.
Yuri impallidì
-Oh dio... Ayumi!- e si attaccò alle sbarre della cella.
Vide la ragazza svenuta e malconcia, le braccia in aria per via delle catene e
la testa in avanti, accasciata vicino al muro, con il vestito logoro in più
punti.
-Cazzo... AYUMI!- urlò Yuri cercando di aprire la cella.
Kei guardava sorpreso
-Una ragazza?! Aspetta... Quella bambina...-
-Non stare li a pensare, idiota! Aiutami a liberarla invece!- lo esortò Yuri
mentre si affaccendava intorno al lucchetto.
Kei, senza riflettere, tirò fuori il suo bey
-Vai, Dranzer!- e lo lanciò sul lucchetto che si aprì in un momento.
Riacchiappò al volo la trottola e se la rimise in tasca.
Yuri non ci pensò due volte. Spalancò la porta e corse a soccorrere la sua
amica.
Mentre usciva con Ayumi in braccio, abbandonata come una bambola, lo guardò, ma
non disse niente.
Kei lo seguì per le scale, con le mani in tasca.
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Capitolo 5 *** Il traditore ***
5
5.Il
traditore
-Ecco qua...- sussurrò Yuri sdraiandola sul letto della camera.
Kei entrò dopo di lui, chiudendo la porta e avvicinandosi al ragazzo.
-Aiutami invece che stare li a guardare- lo incitò Yuri girandosi
-Scusa ma... a fare cosa?- chiese sarcastico il ragazzo
-A spogliarla! Devo vedere se è ferita!- rispose calmo cominciando a sfilarle
il vestito.
Kei si irrigidì.
Sentì un rossore salirgli sulle guance
-C-cosa??- balbettò arretrando fino al muro.
Yuri si girò e sogghignò
-Ma guarda... il cocco di Vorkof ha paura di una ragazza svenuta...-
Kei si rabbuiò
-Non ho paura! Spostati che ti aiuto...- sbuffò, levando totalmente il vestito
alla ragazza, sempre svenuta, che rimase in pantaloncini neri e top, ma non
senza il rossore sotto le strisce blu sulle guance.
-Bastardi...- ringhiò Yuri notando lividi e tagli sulla pelle bianca del corpo
di Ayumi
-E guardale il viso. Devono averla picchiata...- disse Kei indicando l'occhio
pesto e lo sporco di sangue vicino alle belle labbra.
Yuri le pulì il sangue dal viso e dal corpo, coprendola e dandole un dolce
bacio in fronte, prima di uscire dalla stanza.
Kei
e Yuri camminavano fuori in guardino, il primo con le mani in tasca e il secondo
con la faccia seria.
Kei cominciò a parlare
-Emh, senti... come hai...insomma, come hai passato gli anni qui, dopo che io...
me ne sono andato?- chiese senza guardarlo negli occhi.
Yuri si bloccò. Lo guardò in faccia
-Non osare mai più parlarmi con questa confidenza, Hiwatari... Pensi forse che
mi sia divertito qua da solo, a sgobbare dalla mattina alla sera, come un cane?-
sibilò inviperito stringendo i pugni talmente forte che le nocche diventarono
bianche.
Kei lo scrutò impassibile
-Non mi sembra che ti sei trovato tanto solo... Quella ragazza, Ayumi, giusto?
Mi pare che ti stia a cuore...- ipotizzò continuando a camminare.
Yuri sospirò -Vedi lei... lei è speciale, è come una sorella per me... Però...
sento che tra noi c'è qualcosa di diverso, non posso più trattarla come quando
lei aveva sette anni e io otto... Ogni volta sento sempre di più il...
desiderio, forse, di averla, di farla mia... Ma è una sensazione così forte
che quasi mi spaventa... Lei è così... bella e forte, ma anche dolce e ingenua
come una bambina...- parlò Yuri quasi rivolto a se stesso.
Poi si riscosse e riprese il suo tono brusco
-Ma non so neanche perchè ti sto dicendo queste cose, cosa ne vuole capire un
traditore come te...- riprese Yuri, camminando.
Kei non disse niente.
Ayumi... Ecco come si chiamava. Era diventata una bella ragazza.
Non aveva mai dimenticato quel gesto di semplice affetto prima che se ne
andasse.
Voleva parlarle, vedere se lei si ricordava di lui... Ne voleva sapere di più.
Se ne sentiva attratto, inspiegabilmente.
Ma non voleva che Yuri se ne accorgesse.
Lo guardò con la coda dell'occhio. Aveva la sensazione che quella ragazza fosse
già indirettamente dell'ex compagno e questa misteriosa attrazione... sentiva
di stare facendo qualcosa di sbagliato.
-Bene,
è ora che te ne vai... Il sole sta sorgendo e i miei compagni si alzeranno a
minuti. Vattene Hiwatari ma ricorda... vinceremo noi! E dopo ti farò provare
tutta la sofferenza che noi abbiamo provato restando qua...- e detto questo si
girò e ritornò a passo svelto al Monastero, lasciando Kei al cancello.
Kei
alzò lo sguardo verso l'ultima finestra al quarto piano.
-Ayumi... troverò il momento per conoscerti-
E si riavviò all'albergo, con alle spalle il sole nascente.
*
Dove
sono...
una stanza...buia e fredda...
Un uomo...
Chi sei?
Io...io ti ho già visto...
Quei capelli, quello sguardo rassicurante...
Papà? Papà sei tu?
L'uomo si allontana...
-Cresci,
non dimenticarmi...-
E poi una bimba, seduta nell'ombra...
...piange...
Non dimenticarmi, non dimenticarmi...
-No!-
urlò Ayumi svegliandosi nel letto, madida di sudore freddo.
Ansimò, guardandosi intorno
-Ma non ero nel...- si tocco l'occhio, pesto, il labbro gonfio -Ma cosa...- si
guardò le bende sui polsi e sulle caviglie, i lividi sul corpo. Si prese la
testa tra le mani...
-Non mi ricordo niente...- Scosse la testa, cercando di ricordare.
Quel rumore nei sotterranei poi... il buio.
Vide il sole sorgere, scese dal letto e si affacciò alla piccola finestra,
guardando i suoi raggi che giocavano con i cristalli di neve, tingendoli di
rosso porpora e rosa.
Poi vide due ragazzi... Yuri!
E l'altro... l'altro era un ragazzo della stessa età del suo amico, a occhio e
croce, alto e slanciato, bel fisico...
Dove è che l'aveva già visto...
Forse quel bimbo con le strisce blu sulla faccia? No, non era così bello come
Yuri da piccolo...
-Devo vestirmi, cavolo, alle nove c'è l'incontro della finale!- esclamò da
sola, cercando il suo vestito nero, visto che i pantaloncini li aveva già
addosso.
Cosa importava come ci era uscita dai sotterranei? L'importante era che adesso
non stava più dentro, libera come un uccello.
-Ma dove cavolo è quel cavolo di vestito!- frugò nei cassetti ma niente.
Stava giusto per mettersi un'altra cosa, quando un ragazzo fece irruzione nella
stanza.
-Ahhhhhh!!!! Maniaco!!- si portò le mani al petto e tirò un calcio in faccia
allo sconosciuto ma il suo piede venne bloccato da
-Yuri!- esclamò Ayumi in equilibrio precario.
Yuri sorrise, inarcando un sopracciglio
-Ben svegliata...- disse senza lasciare la gamba della ragazza.
Ayumi lo guardò
-Emh... potresti mettermi giù perfavore?- chiese arrossendo.
Yuri si risvegliò dal guardarla e mise giù la gamba
-Scusa, ma vedo che non hai perso il vizio di prendere a calci le persone...-
ironizzò poi, sedendosi sul letto.
Ayumi prese la coperta e se la portò al petto
-Beh, sai com'è... Non dovresti entrare senza bussare e poi... non sono...-
disse diventando scarlatta.
Yuri la guardò meglio. Un leggero rosa colorò le sue guance bianche
-Ops... Ma tanto ti ho già visto prima... niente di nuovo...- disse poi.
Ayumi, se possibile, divenne ancora più rossa
-Co-cosa...?!?- sibilò rabbiosa
-Ehi, calmati! Sono stato io a tirarti fuori dalla cella. Eri ferita e il tuo
vestito è tutto rovinato, quel bastardo ti ha picchiata, vero...?-
Ayumi si sedette accanto a lui
-Si...- sospirò. Le mani strinsero la coperta che aveva addosso
-E' stato... orribile...- sussurrò.
Si alzò di scatto, arrabbiata e imbarazzata
-Basta devo vestirmi! Cosa mi metto?- chiese poi al ragazzo.
Divertito si alzò dal letto e frugò nel cassetto del piccolo mobile. Tirò
fuori una maglietta sbracciata con il collo alto, nera con il bordo bianco.
-Perchè non ti metti questa?- la mostrò alla ragazza.
-Ma fa freddo senza niente sopra...- fece notare Ayumi.
Yuri frugò ancora nel cassetto, ne estrasse una casacca bianca, leggera a
maniche lunghe
-Con questa?- chiese speranzoso.
Ayumi ridacchiò
-Non immaginavo che fossi così dolce... Con i tuoi compagni sei sempre così...
cattivo! Hanno paura di te!- disse Ayumi prendendo i due vestiti.
Yuri si rabbuiò
-Loro sono diversi da te...- si risedette sul letto.
Ayumi si girò per vestirsi, avvertendo chiaramente lo sguardo del ragazzo nella
schiena.
Yuri guardava le spalle sottili, la schiena flessuosa, bianca e con qualche
lentiggine.
La desiderò in quel momento, sfiorare quella pelle di velluto, affondare la
testa nella sua chioma ramata, sentendone il dolce profumo di vaniglia...
-Yuri?- lo chiamò Ayumi -Ti senti bene?- chiese a un centimetro di distanza dal
suo viso.
Yuri si riscosse
-Si... certo, andiamo!- ed uscirono dalla stanza.
-Ma
dov'è finito?! Io lo ammazzo!! Se torna lo ammazzo!! Tra cinque minuti dobbiamo
essere allo stadio e lui cosa fa!?! Se ne va a fare una passeggiata!!!- Takao
furioso sbraitava nella camera.
Si era appena svegliato e aveva scoperto che Kei non c'era.
-Takao, Kei, siete pronti?- Hilary entrò bussando seguita da Rei, Max e il Prof
K -Ma cosa...-
-Ragazzi, Kei non c'è! Se nè andato stanotte, quando mi sono svegliato ho
trovato solo il cuscino!!- esclamò sventolando il cuscino sotto il loro naso.
-Pazienza, Kei non è uno sciocco, verrà direttamente allo stadio! E' da quando
siamo arrivati che è un po' strano...- disse Rei uscendo con Takao e gli altri
e avviandosi verso lo stadio, a pochi isolati dal loro albergo.
-Solo da quando siamo arrivati? E' una vita che vi dico che quel ragazzo non ha
tutte le rotelle a posto...- sbuffò Takao, mentre gli altri ridevano.
-Guardate,
il nostro incontro sarà domani! Oggi i Bladebreakers devono affrontare la Corea
per confermarsi alle finali...- disse Boris leggendo sul cartellone
all'ingresso.
Lui e gli altri erano già arrivati allo stadio e stavano controllando gli orari
degli incontri.
-Uffa... Però possiamo vedere come giocano... Dite che ci sarà anche quel
traditore di Kei?- chiese Ivan sedendosi in tribuna.
-Gli diamo una lezione...- sussurrò Sergej scrocchiandosi le nocche.
-Buono... Non faremo niente, non vogliamo essere squalificati, vero?- chiese
minaccioso Yuri.
I compagni annuirono.
-Ma dov'è finita Ayumi?- chiese Boris guardandosi intorno -Era qui un attimo
fa!-
-Tornerà vedrete... Sarà andata a farsi un giro...- minimizzò Ivan agitando
una mano.
Yuri si sedette, fissando la tribuna di fronte con ostinazione
-Domani ci sarà la resa dei conti, Hiwatari...- pensò prima che le luci
si spegnessero.
I blader stavano scendendo in campo.
-Oh
dannazione... Dove saranno gli altri?!-
Ayumi stava correndo nei corridoi
-E sta pure per cominciare l'incontro...- aumentò l'andatura.
Imboccò un lungo corridoio illuminato
-Se trovo l'architetto di questo labirinto, giuro che lo chiudo qui dentro...-
imprecò tra sè e sè.
Correndo non si accorse di andar a sbattere contro un ragazzo, che stava
camminando dalla parte opposta
-Aihaaa!! Che botta... Ma guarda dove vai!- esclamò rabbiosa a terra
-Scusa, ma sei tu che corri come una forsennata! Dammi la mano, và...- Ayumi
porse la mano al ragazzo. Aveva occhi color nocciola e un cappello messo alla
rovescia.
-Ehi Takao! Che cavolo è successo?- dietro Takao vide arrivare una truppa di
altre tre persone.
-Niente Max, questa ragazza correva e così ci siamo scontrati...- disse Takao
facendo rialzare Ayumi.
Max guardò divertito quella ragazza imbrociata così carina
-Piacere, my name is Max!- le porse la mano.
Ayumi, che dal canto suo non aveva mai visto nessuno dei bladebreakers, ricambiò
la stretta
-Ayumi- disse facendo un sorrisino
-Io sono Takao! Di dove sei?- ma prima che potesse rispondere intervenne Rei
-Io sono Rei, molto piacere...-
-E io sono il Prof K, tutti mi chiamano così!- si presentò quest'ultimo.
-Ciao io sono Hilary, piacere di conoscerti!- Ayumi provò una simpatia
istintiva verso Hilary.
Poi vide un'altro ragazzo arrivare di corsa.
-Ecco dov'eri finito!- esclamò Takao mentre il nuovo arrivato ansimava
appoggiandosi alle ginocchia
-Dove sei stato?- lo rimproverò.
Lo sconosciuto alzò lo sguardo
-Ma che sei mia... madre? Ero...- cominciò con il fiatone ma si interruppe.
Aveva visto Ayumi.
Si bloccò
-Oh...mer...- pensò in preda al panico.
-Tu chi sei?- chiese Ayumi guardandolo curiosa.
Kei sorpreso non rispose -Giusto! Era svenuta...- tirò un sospiro di
sollievo
-Mi chiamo...- Non poteva dire il nome. Yuri le aveva di sicuro parlato di lui.
-I Bladebreakers sono pregati di scendere in campo...- la metallica voce
dell'altoparlante lo interruppe.
-Ci vediamo Ayumi! Verrai domani a vederci alla finale? Ciao ciao!- e se
andarono.
-Finale?
Bladebreakers?! Oddio!! Erano
quelli!! E io ho pure socializzato con loro!!! Che idiota!!- sibilò infuriata
dando un pugno al muro -E vuoi vedere che l'ultimo arrivato era... No, non è
possibile... Stavo per stringere la mano al traditore!!- si rimproverò Ayumi.
Più arrabbiata di prima riprese a correre, intenzionata a trovare Yuri per...
-No, un momento... Non posso raccontare questa cosa... Yuri no di sicuro,
nemmeno Boris, ma gli altri due lo direbbero a Vorkof!- frenò improvvisamente in
mezzo al corridoio -Cosa faccio...-
-E i Bladebreakers si aggiudicano la vittoria! Non mancate domani alle
finali, dove vedremo affrontarsi la Russia contro i Bladebreakers!!
Arrivederci!!- il commentatore della partita aveva finito.
Ayumi guardò verso la fine del corridoio, dove si vedeva il campo di battaglia.
I vincitori stavano esultando.
-Domani vedrete di cosa siamo capaci...- e riprese a correre.
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Capitolo 6 *** Una notte di chiarimenti ***
6
6.Una
notte di chiarimenti
-Ayumi!
Dove ti eri cacciata? Ti sei persa la battaglia!- esclamò Yuri sollevato
vedendo arrivare la ragazza di corsa.
-Scusate ero andata in bagno...- ansimò fermandosi.
Boris inarcò un sopracciglio
-E ci hai messo così tanto tempo?- chiese dubbioso.
-Beh...- Cavolo, e mo cosa mi invento... pensò Ayumi frugando
disperatamente nella sua testa -C'era tanta gente! Andiamo ok?- nervosamente si
avviò fuori dallo stadio.
-Ma che le prende?- dissero in coro i Demolition Boys seguendo poi la ragazza
lungo il corridoio.
-Si
siamo dei miti!! Chi meglio di noi?- stava esultando Takao nello spogliatoio della
squadra mentre si stavano cambiando (Ma quando mai che avete sempre su gli
stessi vestiti?! NdMe).
-Oh yes!- Max saltellava in giro con
la maglia di traverso
-Ahaha! Ragazzi state calmi...- rideva Rei.
Kei non partecipava ai festeggiamenti, si stava cambiando in religioso silenzio.
Pensava a domani, quando si sarebbe trovato faccia a faccia con... E quella
ragazza? Avrà capito chi erano loro... Takao poteva stare zitto!
-Ehi Kei...- lo chiamarono i suoi compagni
-Che c...-
*SPLASH!*
Una secchiata d'acqua l'aveva raggiunto in faccia
-Ahahahah!!! Dai ridi un po'!!- lo incitò Takao.
Livido, Kei buttò per terra la maglia fradicia e si mise ad inseguirlo per
tutto lo spogliatoio
-Se ti prendo ti ammazzo!-
-Ehi, calmati! Era uno scherzo!-
La porta si aprì
-Ragazzi andiamo?- erano il Prof K e Hilary che li stavano chiamando per andare.
Si bloccarono tutti. Kei mezzo nudo che stava strangolando Takao, Rei che
tratteneva Kei e Max che aiutava Takao.
-Emh...- Hilary diventò scarlatta
-Oh su! Non è il caso di giocare! Cambiatevi e andiamo, dovete andare a letto
presto! (E che sei sua madre? NdMe)-
A Kei non potè non scappare una risatina.
*
La notte porta consiglio, dice un detto. Ma ad Ayumi portò chiarimenti.
Non riusciva a dormire, era troppo tesa.
Le tornò in mente quando era piccola, che se non riusciva a dormire andava nel
letto di Yuri. Ma non poteva più farlo... Non aveva sette anni.
Si alzò dalla brandina e si affacciò alla finestra.
Stava nevicando. Domattina sarebbe stato freddo, più freddo del solito, ma ci
avrebbero pensato le battaglie allo stadio a scaldare il rigido clima.
Si appoggiò al bordo, guardando i fitti fiocchi che scendevano, posandosi sul
davanzale, così luminosi rispetto al buio della stanza. C'era un silenzio
ovattato, intramezzato dalle rapide folate di vento.
Ayumi si sedette per terra, lasciando il viso appoggiato al freddo bordo.
Chiuse gli occhi, sentendo il freddo entrarle nella ossa.
Le piaceva il freddo. Ti faceva rimanere all'erta, non abbassare la guardia, non
come il caldo...
*STOMP!*
Aprì gli occhi di scatto, sentendo un rumore in giardino.
Si alzò cercando di vedere al di la del vetro appannato.
-Chi diavolo può uscire con un tempo del genere....?!- pensò
cancellando con la mano l'opaco del vetro.
Una figura scivolava rapida nell'ombra del Monastero, malgrado la fitta neve che
cadeva.
Guardò in alto.
-Oddio non si vorrà mica...- e invece si.
La misteriosa figura aveva cominciato a scalare il muro, sfruttando le sporgenze
che offriva. Avanzava lenta, si stava avvicinando alla finestra di Ayumi... Fu
tentata di correre da Yuri.
-No! Un momento... chi sono io per avere paura di un... un nonsochi?!- esclamò.
Si preparò ad affrontarlo, impugnò il suo Devil e si piazzò davanti alla
finestra
-Ma... TU QUI?!?-
Stessa
strategia. Cuscino sotto le coperte, silenziosamente sgattaiola via nella notte,
ritorna al mattino.
Kei però non aveva considerato un piccolo particolare: la neve.
Faceva un freddo cane quella notte. Si strinse nel cappotto, avanzando a fatica
nei vicoli di Mosca, verso la sua metà, il Monastero.
Dopo circa mezz'ora di avanzamenti nella neve, vide la sua sagoma scura nascosta
nella neve.
Scavalcare il cancello era più impegnativo dell'altra sera, scivolava sul
ghiaccio, le mani erano congelate.
Ma doveva farlo. Doveva parlare con Ayumi prima della finale, ad ogni costo.
Si arrampicò sul ferro gelato del cancello, arrivando fino in cima.
Passò l'altra gamba e si lasciò cadere.
*STOMP!*
Proprio sulla terra? Aveva fatto così tanto baccano che si meravigliò che
nessun cane da guardia lo assalisse. Ma il freddo era pungente, non un anima
girava per le strade, figurati dei cani.
Si avvicinò alla parete.
Sapeva che la porta d'ingresso era chiusa, inutile tentare. Doveva arrampicarsi
per forza
-Glom! Coraggio Kei...- pensò.
Saltò verso l'alto, aggrappandosi ad una sporgenza sopra di lui. Cominciò la
salita.
Le scarpe a volte scivolavano sul muro, si stava graffiando tutte le mani, non
si sentiva più le braccia. Ma ormai mancava poco, non poteva mollare.
Quarto piano, ultima finestra.
Ora doveva solo pregare che Ayumi fosse sveglia. Se no, sarebbero stati cavoli
amari.
Ma la ragazza l'aveva preceduto.
-Ma...
TU QUI?!- esclamò Ayumi vedendo la sagoma di Kei al di là del vetro.
Aprì la finestra, notando il ragazzo attaccato al muro come un geco
-Mi faresti... entrare...- ansimò il ragazzo stringendo la presa sul bordo
gelato.
Non c'è la faceva più.
Ayumi lo aiutò a salire, lo fece sedere sul letto e chiuse la finestra.
-Che... diavolo ci fai qui?!- sibilò rabbiosa mettendosi davanti a lui.
Kei si tolse la neve dai capelli e dalle spalle del cappotto, che mise da parte,
poi si sdraiò, incrociando le braccia dietro la testa.
-Bella risposta... Tu vieni qui, ti sdrai nel mio letto, non mi rispondi
neanche!!- Ayumi si stava arrabbiando -Basta, vado a chiamare Yuri!- esclamò
mettendo la mano sulla maniglia della porta.
Kei la prese di botto e la tirò indietro per la braccia, facendola sedere di
fronte a lui sul letto
-Eh no... Se chiami Yuri non posso parlarti, è geloso marcio di me, del
"traditore"- ironizzò Kei non mollando la presa.
Ayumi si divincolò
-Lasciami subito, sporco...- Kei le tappò la bocca.
Ayumi si bloccò. E va bene, voleva il gioco duro? L'avrà!
Si liberò di scatto, girandosi e mettendosi in piedi.
Tirò un calcio dritto verso il mento. Kei sorpreso non la bloccò
*SBAM!* Il calcio lo centrò in pieno.
-Ah ah!- esclamò trionfante Ayumi, mentre Kei si portava le mani al mento con
un lamento.
Un rivoletto di sangue scese sulle labbra. Lo leccò via
-Vedo che non scherzi eh?- chiese mugugnando tastandosi la mascella dolorante.
Ayumi sbuffò
-Certo che no, te l'ho detto! Ora, dammi solo un motivo per non chiamare Yuri e
ascoltarti e io lo farò...- disse Ayumi mettendosi vicino alla porta.
-Perchè dobbiamo chiarire un po' di cose...- disse Kei sdraiandosi nuovamente.
Ayumi aggrottò la fronte, dubbiosa
-Che cosa...? Ci siamo visti dieci anni fa solo per cinque minuti, si può dire
che quasi non ti conosco...-
-Per questo voglio che mi ascolti...- Aveva fatto centro.
Ayumi aveva solo sentito parlare di Kei da Yuri, non sapeva come fosse
veramente, se fosse un traditore egoista e crudele, o se fosse un ragazzo come
tutti gli altri.
Sospirò e si sedette accanto al ragazzo
-Va bene... dimmi...-
Kei
la guardò, perse lo sguardo in quegli occhi scuri, immutati da tanto tempo fa,
ancora così dolci e belli...
Si alzò e cominciò a camminare in tondo
-So che Yuri ti avrà raccontato di me, che sono un traditore, che li ho
abbandonati infischiandomene della loro sofferenza, che me ne sono andato solo
perchè mio nonno finanzia il Monastero... Avrà fatto una lista infinita, vero?-
Ayumi annuì.
-Bene... Io vorrei che tu... Non credessi a queste cose...-
La ragazza spalancò gli occhi
-Cosa?-
-So che può sembrare assurdo, che Yuri non ti può aver raccontato così tante
balle ma... Ti chiedo di conoscermi e verificare se io sono veramente così...
Solo questo...- la fissò negli occhi.
Ayumi lo guardò attentamente.
Quello sguardo la prima volta le era sembrato così freddo e serio, senza vita,
ma ora... scorgeva nel profondo di quegli occhi grigi una nota di dolcezza, di
supplica quasi, mai vista neanche negli occhi azzurri di Yuri.
Ayumi rimase incantata a fissarlo, voleva annegare in quello sguardo di ghiaccio
ma così rassicurante.
-Allora?- chiese il ragazzo.
Si riscosse -Si... vedrò...- e sorrise.
Kei la guardò riconoscente...
Ancora quel sorriso, quel bellissimo e spontaneo sorriso come tanti anni fa...
Sentì l'impulso di baciarla, l'attrazione misteriosa stava prendendo il
sopravvento. Si avvicinò a lei.
Ayumi si bloccò
-Che... che fai?- arretrò fino al muro, appoggiandovisi contro con la schiena,
sentendo il muro attraverso la maglia del pigiama.
Kei si avvicinò ancora di più, l'impulso si fece più forte
-Scusami Yuri... ma è più forte di me...- pensò chiudendo Ayumi contro
il muro, mettendole le mani ai lati della testa.
Ayumi lo guardò ancora negli occhi.
Kei si avvicinò alle sue labbra... era a meno di un millimetro...
-No! Cosa sto facendo! Non posso...- si allontanò di botto, andando
verso la finestra.
-Scusa... dimentica quello che è successo...- si scusò Kei issandosi sul bordo
-Ah!- si girò verso di lei -Ci vediamo domani... Pensa alle mie parole, mi
raccomando... Ciao!- e si calò giù dal muro.
-Aspetta!- esclamò Ayumi correndo verso la finestra e affacciandosi.
Troppo tardi.
Kei stava già scavalcando il cancello.
-Accidenti...-
sospirò Ayumi -Non promette nulla di buono...- e richiuse la finestra, piena di
pensieri.
Si sfiorò le labbra.
Potè sentire ancora il soffio caldo del respiro di Kei, arrossì, rimettendosi
a letto.
-Yuri... Cosa mi succede?-
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Capitolo 7 *** La finale ***
7
7.La
finale
Un tiepido sole si affacciava timido dalle bianche nuvole, dopo la violenta
nevicata della notte. Un raggio entrò dala finestra della camera di Ayumi,
carezzandole il viso. Era l'alba, alle nove c'era l'incontro. Chissà come
sarebbe andata...
Avevano deciso che il primo a scendere in campo sarebbe stato Boris, contro...
chissà chi sarebbe stato il suo avversario... Poi Ayumi e infine Yuri. Sergej
aveva galantemente ceduto il posto alla ragazza e Ivan... Beh, lui non l'aveva
ceduto volentieri a Yuri ma, insomma, Yuri è il capo no?
-Umh...-
Ayumi si rigirò nel letto, coprendosi la testa con la coperta. Dopo anni al
buio del Monastero non le piaceva tanto il sole...
*Toc, toc!*
Bussano, chissà chi è? (il lupo mangia frutta! ndTakao
Ma tu che cavolo vuoi?! Ritorna di la!! MARSCH!! >_
-Avanti...- mugugnò Ayumi ancora con gli occhi chiusi.
Yuri entrò piano, richiudendo la porta alle sue spalle
-Ayu...? Ma dormi ancora?- chiese cercando di intravedere lo sguardo attento
della ragazza
-No... adesso mi alzo...- sbadigliò mettendosi a sedere.
Aprì gli occhi e vide il viso di Yuri sfocato davanti a se. Li sbattè un paio
di volte.
-Oh, buongiorno! Forse la signorina si è dimenticata che dobbiamo andare ad
allenarci tra...- guardò l'orologio -...un minuto, giù nei sotterranei?-
chiese ironico.
Ayumi si svegliò del tutto
-C-cosa?!?! MA PORCO CANEEE!!! Perchè non me l'hai detto prima?!- si fiondò
dal letto e spalancò i cassetti cercando i vestiti.
-Beh, ho cercato ma non è colpa mia se la notte fai i bagordi! Cosa hai fatto
ieri per avere così sonno?- chiese dubbioso inarcando un sopracciglio.
Ayumi
si bloccò.
-Me n'ero dimenticata... Che faccio adesso...- ripensò subito a Kei,
alle sue parole, a... a quella specie di bacio... Cosa doveva fare con Yuri,
glielo doveva dire?
No, meglio di no... scosse la testa
-Non avevo sonno, sono... tesa per oggi...- inventò su due piedi riprendendo a
vestirsi.
Yuri sbuffò
-Tu? Andiamo non ci credo... Secondo me è successo qualcosa... Hai sentito ieri
quel rumore in giardino?-
-No, niente... Ecco sono pronta, andiamo?- aveva il suo solito vestito nero.
Yuri annuì e fece uscire Ayumi dalla porta ma... prima di richiuderla controllò
che la ragazza fosse già avviata alla rampa di scale e rientrò in camera.
-Qui invece c'è stato qualcuno... Conosco Ayumi da tempo, non mi sa mentire
quella ragazza...- ridacchiò guardandosi in giro.
Notò vicino al letto una pozza d'acqua
-Acqua? Ma... a meno che...- aprì la finestra, vedendo delle orme sul
davanzale.
In giardino non c'erano ma era caduta talmente tanta neve che si sarebbe stupito
se ci fossero state.
Aggrottò le sopracciglia
-Non mi sbaglio... Quella è neve sciolta, ieri sera deve essere entrato
qualcuno dalla finestra, non si può aprire dal fuori quindi...- scosse la
testa -Ma che sto facendo sembro un detective! Non mi fido forse di Ayumi?-
e ancora dubbioso uscì dalla stanza, correndo verso i sotterranei.
Nella
stanza 305 dell'albergo, Kei si era appena svegliato.
Era sdraiato a letto, fissando il soffitto della camera, cercando di ignorare il
russare insistente di Takao.
-Cavolo, ma ha ingoiato un radiatore?- sbuffò mettendosi il cuscino
sulla faccia.
Sospirò.
Non aveva voglia di alzarsi, di affrontare i suoi ex-compagni, di rivedere...
Ayumi.
Cosa cavolo gli era venuto in mente quella notte?! Si diede mentalmente
dell'idiota.
Aveva... compromesso tutto.
Va bene parlarle ma... arrivare quasi a baciarla no, assolutamente no!
Non era da lui, cosa gli stava succedendo?
Si rigirò su un fianco, pensando sempre più seriamente di soffocare nel sonno
Takao, almeno sarebbe stato zitto.
Richiuse gli occhi, cercando di dormire un altro po'.
Li aspettava una giornata difficile. Gli sarebbe piaciuto affrontare Yuri,
vedere se era migliorato ulteriormente, già da piccolo era bravo.
Strano ma... a Kei in un certo senso mancavano i suoi compagni del Monastero.
Anche se è un luogo orribile, dove non hanno pietà di te, ti alleni senza
sosta, tutto sommato conosci gente come te, che passa i tuoi stessi guai, che
soffre come te, che a volte ha paura... proprio come te.
Nei Bladebreakers non aveva trovato nessuno come lui, con il suo stesso passato.
Gli sarebbe piaciuto, a volte, confidarsi con qualcuno. Ma i suoi attuali
compagni non potevano capire e quelli dell'infanzia... non lo volevano capire.
Strinse il cuscino
-A chi appartengo veramente...- sussurrò.
Poi lo colse il sonno, improvviso, come a volergli risparmiare altro dolore.
*
-Le nove in questo momento, signore e signori! Sta per cominciare il primo
incontro della finale, restate in attesa. I blader arriveranno a momenti!-
il cronista stava parlando.
-Tsk,
che si sbrighino o facciamo notte...- si lagnava Takao già scalpitante.
-No, Takao, il primo a scendere in campo sarà Rei, poi tu e infine Max! Vi va
bene?- chiese il Prof K.
-Se non vi dispiace vorrei combattere anche io...- intervenne Kei.
-Of course, allora ti cedo il mio posto volentieri Kei! Non è da tutti i giorni
vederti così partecipe...- sorrise Max dandogli una pacca sulla spalla.
-Mettetecela tutta, mi raccomando!- li incitò Hilary.
-Conta su di noi...- dissero in coro Rei e Takao.
Kei continuava a guardare il corridoio davanti a se, teso
-Dai... vi aspetto...- pensava stringendo i pugni.
-Ehi, non abbiamo più visto quella ragazza del corridoio... aspetta... Akumi?-
ipotizzò Takao
-No, Ayumi...- lo corresse Rei
-Già hai ragione! Molto carina, vero?- ridacchiò Max.
Kei sobbalzò
-E' vero... Loro non conoscono chi è veramente...-
-Eccoli pubblico!!! Un bell'applauso ai... Deomolition Boys!!- urla e
applausi in tutto lo stadio.
Cinque figure uscirono dal corridoio, andando verso la panchina. Uno piuttosto
basso si sedette imbronciato all'estremità della panchina, accanto a un vero e
proprio "armadio".
-Brrrrr! Non mi piace la faccia di quello con i capelli rossi...- sussurrò
Takao.
Rei guardò bene tutti i membri
-Ehi! E quello chi è?- chiese indicando con il pollice una figura che parlava
con quello con i capelli rossi.
-Boh, ha il cappuccio... Ma chissà
chi è?- chiese curioso Max.
Kei
li guardò
-Eccoli... Siamo alla resa dei conti...- pensò sedendosi di fianco al
muro, ascoltando distrattamente il discorso di Hilary e il ticchettio dei tasti
del computer del prof.
Incrociò lo sguardo di ghiaccio di Yuri
-Vedrai...-
La
squadra avanzava in silenzio, i passi rimbombavano nel lungo corridoio.
In fondo, l'ingresso allo stadio. Si poteva già sentire il vociare del pubblico
e... gli avversari nella panchina a bordo campo.
-Respira Ayumi, non è niente, vedrai che è facile...- si tranquillizzò
facendo un respiro profondo.
Si era tirata su il cappuccio del vestito, volendo evitare di essere
riconosciuta dagli avversari, i Bladebreakers, che aveva già conosciuto.
-Ok ragazzi... E' ora...- parlò Yuri mentre si avvicinavano all'ingresso e la
voce del cronista li stava annunciando -Dobbiamo vincere, solo questo... Tutto
chiaro?-
-Da!- risposero in russo i compagni, Ayumi compresa.
Entrarono nel luminoso stadio, accolti da applausi.
Notò subito tutti i componenti della squadra, Hilary che stava incoraggiandoli.
Sospirò. Non voleva che la riconoscessero...
Sarebbe stato talmente... ipocrita da parte sua, prima essere amichevole e
dopo... ridicolizzarli.
Ivan sbuffò
-Visto che devo fare da tappezzeria mi siedo...- e si sedette al lato estremo
della panchina, incrociando le braccia. Sergej, calmo come sempre, si sedette
accanto a lui.
Yuri restò in piedi, con Boris. Guardò gli avversari.
Ayumi lo vide digrignare i denti. Boris li scrutava impassibile.
-Yuri, allora? Come facciamo?- chiese la ragazza avvicinandosi.
-Come abbiamo detto, Boris, tu ed io- Yuri cambiava totalmente quando era
concentrato, anche con Ayumi diventava freddo e severo.
Ayumi si sedette con Boris.
Yuri restò in piedi. La ragazza notò che lui e Kei si guardavano fissi...
-I
primi blader che scenderanno in campo sono Rei, dei Bladebreakers...-
applausi -E Boris per i Demolition Boys! Combattimento leale, mi raccomando!-
disse allegro il cronista.
Boris sogghignò e si girò verso Yuri, che dalla panchina annuì compiaciuto.
Ayumi sapeva cosa aveva in mente Boris, l'aveva visto fin troppe volte.
Sorrise anche lei, senza gioia
-Vai Boris...- sussurrò incrociando le braccia.
-Blader
in posizione!-
Rei inserì il bey nel caricatore e si mise in posizione, Boris restò fermo.
-3! 2! 1! Pronti... LANCIO!- urlò il cronista.
Con un movimento fulmineo Boris lanciò il suo bey nello stadio, così come Rei.
La tanto attesa finale era cominciata!
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Capitolo 8 *** La rabbia di Boris ***
8
8.La rabbia di Boris
I bey giravano nello stadio ad altissima velocità, facendo scintille contro il
metallo.
Il Driger di Rei girava intorno al Falborg di Boris, che stava fermo al centro.
Boris guardava con attenzione i movimenti di Driger, cercando di memorizzarli.
-Ehi russo! Che ti prende? Non mi attacchi? (ma io nn sn così cattivo! ;_;
ndRei) (Esigenze di copione^^ ndMe)- chiedeva Rei con una risatina a Boris che
lo fissava impassibile.
-Rei non perdiamo tempo! Dobbiamo vincere!- lo incitava Takao dalla panchina
lamentandosi.
Kei guardava Boris.
Se aveva in mente quello che pensava... sarebbero stati guai per il povero Rei.
-Rei non abbassare la guardia!- gli urlò Kei, beccandosi una fulminata da Yuri.
Ayumi guardò l'amico in campo, poi Kei.
Cosa sapevano loro che lei ignorava? Non aveva mai visto combattere seriamente
Boris, solo scontri di allenamento.
Ma da come ne parlava Kei...
-Yuri, perchè Boris non attacca e la fa finita?- sbuffò Ayumi, anche Sergej
annuì.
-Perchè è solo un esibizionista...- ironizzò Ivan.
-Taci incompetente!- lo freddò Yuri -Perchè ha in mente un piano... Geniale,
Boris... Davvero...- ridacchiò Yuri.
Ayumi cominciava ad intuire che la cosa non era piacevole per l'avversario.
-Manca poco... ancora qualche mossa e...- pensava Boris schivando
l'ennesimo attacco di Driger.
-Adesso mi hai stufato! Vai Driger artiglio di tigre!- urlò Rei al suo bey.
Dal chip uscì la famosa Tigre Bianca, ruggendo.
-Sei finito amico! Vai!- il bey di Rei aumentò la velocità, la Tigre correva
pronta a sferrare l'attacco.
Boris chiuse gli occhi. Mancava pochissimo... 3...2...1...
-Ora! Vai Falborg!!- a meno di un centimetro prima che Driger colpisse il suo
bey, Falborg schivò l'artiglio di tigre e prese a girare velocemente intorno al
bey avversario, stringendo sempre di più il cerchio.
-Ma che...- Rei guardava incredulo
-Falborg!! Vento tagliente!!-
Sotto lo sgomento di tutti i Bladebreakers, dal chip di Falborg uscì un
bit-power, un falco, che volava velocemente intorno al bey.
-Guardate! Cosa succede?- chiese Hilary indicando il bey di Boris, avvolto da un
fitto vento.
-Credo che sia... Non può essere...- bisbigliò atterrito Kei.
-Cosa Kei? Che cosa sai su quel Boris?- chiesero Takao e Max in coro.
Kei scosse la testa
-Niente, mai visto prima...-
-Ragazzi! Guardate! Secondo i miei calcoli è il falco di Boris che genera quel
vento!- disse il Prof K guardando i dati sul computer.
-Ma è pazzesco! E' impossibile!-
-Impossibile o no lo sta facendo...- lo rimbeccò K.
-...E Rei farebbe meglio a fare attenzione...- sussurrò Kei tornando a guardare
lo stadio.
-Bravo Boris... Sconfiggi quel borioso...- lo incitava Ivan.
Yuri sogghignava.
Ayumi aveva capito. Questo era l'attacco migliore del suo compagno e per
metterlo in pratica aveva prima bisogno di studiare le mosse dell'avversario,
per attuarlo al meglio.
-Ma a me sembra un attacco come tutti gli altri! Cos'ha di speciale?- chiese
Ayumi.
-Ehehe... Non colpisce solo il bey... ma anche il bitpower e il blader... Fino a
sfinire la sua resistenza...- sibilò con voce dolcemente velenosa Yuri.
-Stai scherzando?!- esclamò Ayumi sgranando gli occhi.
Il ragazzo scosse la testa
-Sono serissimo-
Ayumi guardò Falborg stringersi sempre di più intorno a Driger, fino a
sfiorare l'anello di attacco. Di questo passo, avrebbe distrutto sia il bey...
che il giocatore...
-Tigre Bianca! Che ti succede?!- esclamò Rei vedendo il suo bit power ruggire
di dolore mentre il vento lo copriva di tagli.
-AHHH!!- Rei cadde in ginocchio a terra, tenendosi la gamba sinistra, sulla
quale stavano apparendo tanti piccoli taglietti -Che diavolo...-
-Ahahahahaha... Sorpreso? Questo è il potere del mio bey... Ma è solo
l'inizio! Massima potenza Falborg!! ATTACCA!!-
Rei urlò nuovamente, adesso i tagli stavano apparendo in tutto il corpo,
lacerando la fascia sulla fronte (No!! >.<' ndKim) e il vestito.
-Più il tuo bit power soffre, più le tue ferite aumentano...eheh...-
ridacchiava Boris alla sofferenza dell'avversario, che ora stava urlando di
dolore per i numerosi tagli che apparivano sulla pelle.
-Arbitro!!! Ma andiamo, non vede cosa sta facendo?! Sta maciullando
l'avversario!- strepitava Takao verso il commentatore, che scuoteva la testa
-Non sta facendo niente, non so come mai il vostro blader si stia
tagliando...-
-Come facciamo per aiutarlo?- diceva Max.
-Non può continuare così!- ribatteva con la voce incrinata Hilary.
Kei si era alzato in piedi, guardava impotente la sofferenza dell'amico in
campo, ormai coperto di ferite
-Non ti sembra di esagerare...- pensava verso Boris, che ancora
sferrava l'attacco imperturbabile.
-Ehi Boris!!- lo chiamò Kei.
Tutti si zittirono. Yuri strinse gli occhi a fessure.
Ayumi sobbalzò
-Cosa vuol fare...?- Boris alzò lo sguardo dalla sagoma di Rei a terra
-Cosa vuoi... Sei tu!! Il traditore!! Come osi parlarmi?!- urlò Boris verso
l'ex compagno.
-Traditore? Di che parla?- chiese Takao.
Kei lo ignorò
-Voglio dirti di ricordare...-
-Ahahah!!! Cosa? Se questo vuol essere un tentativo per salvare il tuo amico
sappi che è inutile!!- il bey aumentò ancora.
Rei urlò più forte, accasciandosi al suolo di schiena, sobbalzando ad ogni
nuova ferita. La Tigre Bianca era ancora bersagliata dalla raffica del suo
falco.
-Ricordati come hai fatto ad imparare la tecnica!! Ricorda Boris!!- esclamò Kei.
-Questa non ci voleva... NO! Boris, non ascoltarlo!!- lo incitò Yuri.
Ayumi ascoltava attentamente.
Non conosceva così bene Boris, non sapeva la sua infanzia. Era sempre stato un
bambino silenzioso, sempre sulle sue.
Chissà cosa gli era successo...
Boris si bloccò
-Ricordare...?- pensò andando indietro con la memoria.
Un sotterraneo...
un forte rumore, il vento e...
...delle urla...
Le sue!
-Muoviti sfaticato!! E' questo il dolore che devi far sentire all'avversario!!
Come questo!!- urlava una voce.
...E il bimbo continuava a gridare...
...la voce che si perdeva in mezzo al tagliente vento...
-Io... Ero io...- pensò
nuovamente Boris, guardando Rei ormai immobile, la Tigre Bianca stava svanendo.
Falborg sbattè fuori dallo stadio Driger, che rimbalzò a pezzi vicino a Rei,
pieno di tagli sanguinanti, steso a terra.
-Hai capito adesso?- chiese Kei, mentre con tutti i suoi compagni andava a
soccorrere Rei e il cronista annunciava la vittoria di Boris su Rei.
Il blader russo acchiappò al volo il bey, abbassando lo sguardo.
Aveva vinto ma... non era soddisfatto.
A pensarci bene non lo era mai stato.
Che senso avevano le vittorie come quella? Non aveva vinto confrontandosi
lealmente con l'avversario, non l'aveva mai fatto. L'aveva solo sfinito, reso
incapace di contrattaccare, una tecnica efficace ma... sleale.
Si girò e si diresse a sguardo basso verso la panchina della squadra russa.
-Bravissimo Boris!! Sei stato in gamba!- lo festeggiò Ayumi saltellando su e
giù.
Sergej fece una cosa quanto più simile al sorriso e Ivan sbuffò.
Yuri si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla
-Complimenti...-
Boris guardò tutti i suoi compagni, Ayumi che esultava, Yuri che per la prima
volta gli faceva i complimenti...
Non poteva, no!!
-Basta!! Non vi rendete conto di quello che dite?! Kei... Kei ha perfettamente
ragione! Io ho fatto soffrire quel ragazzo come da bambino ho sofferto io!!-
esclamò Boris allontanandosi.
-Boris ma che... che dici?- chiese Ayumi scettica.
-Già! Hai vinto è questo conta...- aggiunse Yuri guardandolo negli occhi.
Per Boris era troppo.
Come facevano i suoi compagni a credere di agire per il meglio facendo così?!
-Siete solo degli illusi, tutti quanti!! Abbiamo buttato via 10 annni della
nostra vita in quello schifosissimo Monastero, a lottare per un ideale inutile e
senza senso!! Non è con la violenza che si sconfigge la violenza!!!- urlò
Boris.
Tutti lo guardarono esterrefatti.
Yuri rabbioso si avvicinò a Boris e gli tirò un pugno, dritto in faccia. Boris
cadde a terra, un rivolo di sangue gli scese dalla bocca.
-Smettila di dire... assurdità... Ti sei lasciato convincere da quel
traditore!!!- urlò Yuri.
Boris non rispose, guardò insistentemente il pavimento.
-Boris ma... che ti succede?- chiese affettuosamente Ayumi, inginocchiandosi di
fianco all'amico.
Boris la guardò negli occhi scuri con i suoi di ghiaccio.
Anche lei... la dolce bambina di dieci anni fa... era diventata così
spietata....
Non poteva essere, non poteva!!
Boris si alzò di scatto, allontanandosi dalla panchina
-No... Ayumi non anche tu...- si girò e corse via, uscendo dallo stadio.
-Boris ma... dove vai?!- Ayumi cercò di rincorrerlo ma venne bloccata da Yuri.
-Yuri?! Lasciami devo...-
-Lascialo andare... Tornerà...- la rassicurò Yuri.
Poi guardò Kei, che stava seguendo Takao e Max che portavano fuori Rei dallo
stadio sostenendolo.
-Pagherai anche questa...- e insieme agli altri si diresse agli
spogliatoi.
-Ehi... guardate nella panchina dei russi c'è movimento! Stanno litigando!-
fece notare Hilary.
-Ma se ha pure vinto! Ommamma! Quello con i capelli rossi gli ha pure tirato un
pugno!- esclamò K chiudendo il computer.
Kei si girò verso Yuri e Ayumi.
Possibile che non riescano a capire? Boris invece... ma nessuno gli credeva...
Insieme ai suoi compagni e a un Rei svenuto si diresse agli spogliatoi, sentendo
nelle spalle lo sguardo perforante di Yuri.
Un giorno si sarebbero affrontati in campo.
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Capitolo 9 *** Rivelazioni ***
9
9.Rivelazioni
Boris camminava nelle stradine di Mosca, affondando i piedi nella neve fresca.
Era scappato dai suoi compagni, dalle sue responsabilità, dal dolore e... dalla
rabbia.
Non riusciva a credere a quello che aveva appena fatto.
Aveva risposto male a Yuri, aveva... disobbedito... Non era da lui.
Era sempre stato un ragazzo silenzioso e giudizioso, non era mai stato messo in
punizione e ora...
Che le parole di Kei lo avessero cambiato così tanto?
Erano state solo quelle?
Oppure qualcosa da sempre dentro di lui era venuta prepotentemente fuori,
risvegliata dal discorso dell'ex compagno?
Non riusciva a capire...
Si appoggiò al muretto del ponte, sospirando e tastandosi la mascella
dolorante.
Prese dalla tasca il suo bey e stette a fissare l'immagine del bit-power
disegnata sul chip.
-Dieci anni... buttati al vento...- sussurrò stringendo più forte Falborg.
Lo rimise in tasca e si girò a guardare il fiume, che scorreva impetuoso nel
canale; le acque gelate sbattevano contro le riva, scure e minacciose.
-E se...- Boris fisso con sguardo vuoto le acque.
Si issò sul parapetto e stette li, in piedi, guardando sotto di se
-Tanto... Cosa mi resta nella vita... Che ragione ho di continuare a
vivere...-
Mise un piede davanti a se, nel vuoto.
Prese il suo bey e, con la presa salda su quest'ultimo, si gettò dall'alto
ponte, nelle acque gelate.
Nel frattempo anche Kei era uscito a fare una passeggiata, doveva chiarirsi le
idee.
Lui sarebbe stato l'ultimo a scendere in campo, come di sicuro avrebbe fatto
Yuri... Chissà se lo avrebbe affrontato...
Arrivato nella piazza di Mosca girò a destra, deciso a fermarsi al ponte.
Era diventato il suo "posto per pensare" preferito.
Gli piaceva guardare le scure acque del canale che scorrevano imperterrite, gli
facevano, in un certo senso, "scorrere" le idee in testa.
Arrivato al ponte si affacciò al parapetto, puntellandosi sui gomiti.
Ma nell'acqua vide una sagoma che non era un pezzo di ghiaccio... sembrava
quasi... un...
-Boris!!- Kei si accorse che il corpo del ragazzo era in balia delle acque, ma
non cercava minimamente di fare resistenza.
Si stava avvcinando alla chiusa del canale, doveva assolutamente fare qualcosa.
Corse in strada, scendendo vicino alla riva.
Qui fece la prima cosa che gli venne in mente.
Si tolse il cappotto nero e si tuffò in acqua, deciso a salvare il suo...
amico.
*
Cos'è questa
sensazione...
Calda e... rassicurante...
Da tanto non avvertivo...
...una cosa come questa...
-Ma che diavolo ti è saltato in
mente Kei?!?! Non lo conosci neanche e non vedi come ha conciato Rei?!?! E tu
gli salvi pure la vita!!!!- sbraitava Takao.
Max scuoteva la testa e Hilary batteva un piede ritmicamente in terra, con aria
imbarazzata.
Il prof K stava medicando le ferite a Rei, che adesso si era svegliato e
ascoltava attentamente la discussione tra i due amici.
Kei, dal canto suo, era ancora gocciolante d'acqua, la camicia bagnata e i
pantaloni fradici, il cappotto sulle spalle e le labbra blu dal freddo, con i
capelli sugli occhi.
-Beh, scusa tanto se ho salvato la vita ad un essere umano...- ironizzò Kei
andando nel bagno e sbattendo la porta dietro di se.
-Ehhhh... Chi lo capisce è bravo...- sbuffò Takao sedendosi in poltrona.
-Umh...- Boris aprì piano gli occhi, rigirandosi nel letto.
-Ehi ragazzi... Pare che si stia svegliando...- fece notare Rei alzandosi a
sedere nel suo letto.
Tutti si girarono verso il ragazzo, che li fissava con i suoi occhi verde scuro.
-Ben svegliato, bell'addormentato...- disse Max, mentre Kei usciva dal bagno,
con indosso dei pantaloni asciutti e una canottiera e si asciugava i capelli.
Boris ne intercettò lo sguardo e lo distolse subito.
-Ma adesso... Vogliamo delle spiegazioni!- esclamò Hilary mettendosi le mani
sui fianchi e piazzandosi davanti a Kei.
-Già! Sembra quasi che voi due vi conosciate!- intervenne il prof K.
Kei sospirò
-Beh... Vedete...-
-Io e Kei siamo cresciuti per un certo periodo insieme al Monastero- intervenne
Boris interrompendo Kei.
-Cosa? Frena, frena, frena... Stai dicendo... che Kei è... russo?!- esclamò
Takao guardando ad occhi aperti l'amico, che si limitò ad alzare le spalle
-Beh, sono fatti miei...- lo seccò Kei, rimettendosi ad asciugarsi i capelli.
-Ma la storia non finisce qui...- riprese Boris.
Anche Rei si alzò dal letto per ascoltare meglio.
Boris chiuse gli occhi, cercando di riportare ordine tra i pensieri.
-Vedete lui... era bravissimo, forse il più bravo blader del Monastero. Ma...
le cose belle non durano mai... Io, Yuri, Kei e altri due blader eravamo amici
ma tra Yuri e Kei... non è mai corso buon sangue...-
-Beh, è chiaro! Questo scorbutico non va d'accordo con nessuno!- ridacchiò
Takao dando una gomitata al suo amico.
-Vai avanti, cosa successe?- lo incitò Rei.
Boris riprese
-Il Monastero è un luogo orribile... Le persone perdono la loro identità,
finiscono per diventare un'altra persona, credono in ideali assurdi, sono
convinti che tutto il mondo sia contro di loro... Ed è per questo che vogliono
partecipare al campionato Mondiale... Per distruggere il mondo...-
-Ambizione molto piccola devo dire...- ironizzò Max.
Boris lo ignorò
-Ed è qua che... io e anche Kei siamo cresciuti. Ma il guaio è che Kei,
essendo il miglior blader di tutto il Monastero, un giorno se ne andato. E per
Yuri... E' stato un brutto colpo... Non è riuscito ad accettare che Kei, che
era pure arrivato dopo di lui, se ne andasse per primo da quel luogo di
sofferenza. E dal quel momento... Kei è diventato il traditore. Della sua
patria, la Russia, dei suoi compagni, dei suoi... amici...-
Il racconto di Boris finì nel silenzio.
Tutti avevano distolto lo sguardo da Kei, non avevano il coraggio di affrontare
gli occhi dell'amico.
Kei finì di asciugarsi i capelli e si mise l'asciugamano sulle spalle
-Avete sentito, no? Io sono di qui... Ma tuttavia ho scelto di scendere in campo
con voi e non contro di voi... Questo significa che io mi sono ravveduto già da
tempo e Boris... Forse anche lui sta cominciando a capire...-
Boris si schiarì la voce e si alzò, dirigendosi verso Rei.
Chinò leggermente la testa
-Chiedo scusa a te... per quello che alla finale ti ho fatto...-
Rei si grattò la testa imbarazzato
-Non ce ne bisogno, davvero! Hai fatto solo...-
Boris scosse la testa
-Ho fatto una crudeltà, solo questo...- tese la mano al cinese.
Rei sorrise e gliela strinse.
Per forse la prima volta nella sua vita, Boris fece un leggero sorriso.
-Bene, considerati il benvenuto... Ma ci sono ancora due cose da chiederti...-
cominciò Takao.
Boris lo guardò.
-Perchè eri nel fiume?Sei caduto dentro? Cosa poco probabile...-
Kei intervenne
-Io credo sia meglio passare alla seconda domanda...-
Aveva intuito che Boris, forse in un gesto disperato, si era gettato dentro.
Meglio non infierire sul tremendo gesto che stava per compiere.
Boris scoccò a Kei uno sguardo d'intesa.
-La seconda cosa c'è l'ho io da chiedere!- intervenne Hilary -Chi era quella
figura con il cappuccio che parlava con quello con i capelli rossi? Era
parecchio strana... E di questo non ce ne hai parlato...-
-Già è vero! Però aveva un'aria... familiare...- ponderò Rei, mentre Max
annuiva.
Boris si bloccò.
Doveva parlare di Ayumi?
Kei non gli aveva accennato niente di quella ragazza?
-E' l'unica ragazza del Monastero...-
-Ah è una ragazza? Strano!- lo interruppe il prof K.
-Già... E' arrivata quando aveva cinque anni ed è diventata nostra amica ma...
Lei è stata sempre diversa da noi! Pensavo che forse... lei fosse l'unica di
noi a poter rimanere lucida in questa situazione... Ma ultimamente è
cambiata... La dolcezza che aveva... Se ne andata, lasciando posto solo alla
freddezza e... a una spietata ragazza, da tanto non vedo nei suoi occhi quella
scintilla di calore... Si chiama Ayumi...- Boris si interruppe.
Era troppo doloroso parlarne.
-Ayumi... Ayumi... Ayumi!! Quella ragazza del corridoio... Quella carina!- fece
notare Max.
-Già! Ora mi ricordo! Chissà perchè il suo nome non mi sta in testa...-
ridacchiò Takao.
-Non c'è niente da ridere Takao!- lo rimbeccò Rei.
-Infatti! Kei ci deve spiegare qualcosina...- intervenne Hilary.
Tutti guardarono Kei.
Questo sospirò
-Ecco... Non ve l'ho detto perchè prima dovevo chiarire della cose con lei...-
si giustificò il ragazzo.
-Non prendetevela con lui. Piuttosto vi avverto che Ayumi è una dei blader più
forti del Monastero e non dovete sottovalutarla... Ricordatelo! E' un consiglio
se qualcuno di voi avrà la... sfortuna di affrontarla...- concluse Boris.
*
Alle nove di sera Boris non era ancora tornato al Monastero.
Ayumi aveva cercato di convincere Yuri o qualc'un altro ad andare a cercarlo
insieme a lei, ma nessuno aveva accettato.
Aveva anche provato a sgattaiolare fuori da sola ma Yuri glielo aveva impedito.
Ora Ayumi era uscita di nascosto dalla sua stanza ed era più che mai decisa ad
andare a cercarlo, a costo di andare da sola fuori.
Scese silenziosa le scale e si avviò verso la porta.
Aveva giusto la mano sulla maniglia del portone quando un bey lanciato ad alta
velocità contro di essa gliela fece allontanare.
Ayumi si girò di scatto, afferrando il suo Devil
-Chi è?- chiese guardinga.
-Vedo che non mi ascolti quando parlo, vero Ayu? Devo forse pensare che abbia
ragione Vorkof?- chiese una figura in un sussurro, appoggiata al corrimano delle
spalle.
-Yuri! Perchè mi hai fermato?- esclamò rabbiosa Ayumi, mentre il ragazzo si
avvicinava alla porta.
-Perchè... Hai anche il coraggio di chiedermelo?- ironizzò Yuri.
Ma si vedeva che non stava scherzando, Ayumi non l'aveva mai visto così
arrabbiato, soprattutto non con lei.
Yuri le si piazzò davanti, sovrastandola con la sua altezza.
La ragazza sostenne lo sguardo di ghiaccio dell'amico.
Cercò di aprire la porta. Ma Yuri la bloccò per un braccio, scotendo la testa
-No Ayumi... Spiacente ma non ti lascio passare...- sibilò.
Ayumi strappò la presa, guardandolo con odio
-Perchè? Per lasciare Boris fuori, al freddo e confuso! Sarebbe capace di
compiere qualche pazzia, lo sai questo vero? O ne deduco che non te ne importa
niente...- borbottò tentando di aggirare il ragazzo.
Yuri rimaneva immobile, non rispose neanche.
Per Ayumi era troppo.
Gli tirò uno schiaffo
-Spostati Yuri, sono seria!! Adesso io esco li fuori a cercare Boris, un nostro
amico, un... un tuo amico, prima di tutto!! Lo vorresti abbandonare in questo
modo?! Che ti ha fatto?! Solo perchè...-
Yuri la interruppe rabbioso
-Perchè è passato dalla parte del traditore?! Perchè anche lui mi ha voltato
le spalle?! Perchè è un bastardo che passa dalla parte di chi gli fa comodo?!-
-Non intendevo questo!! Che sciocchezze dici, ma ti senti? Ci hai pensato almeno
a quello che ha detto? Che quello per il quale abbiamo lottato per dieci anni
era solo una bugia?! Che siamo solo dei burattini nelle mani di Vorkof?! Ci hai
pensato?! Eh?!-
-Stai zitta! Ayumi, non costringermi a fare una cosa di cui mi pentirei... Ti
prego obbedisci per una volta, torna nella tua camera...-
Ayumi non si mosse
-No-
Yuri la guardò negli occhi.
Mai l'amica aveva visto tanta furia in quegli occhi glaciali.
-Che cosa... che cosa hai detto...?!-
-Ho detto di no! Sei sordo? E ora... spostati!- esclamò Ayumi.
Yuri reagì d'impulso.
La prese per la spalle e la sbattè contro il muro
-Piantala di comportarti come una bambina viziata!! Ti avverto che non sto
scherzando!! Se solo oserai andare a cercare quel... quello schifoso traditore
te la vedrai con me... Ma non riuscirai, te lo impedirò con tutte le mie
forze!! Mi hai capito?!-
Yuri era veramente furibondo.
Non aveva mai trattato Ayumi in quel modo, tutta la sua dolcezza, la sua
comprensione... dov'erano finiti?
Ayumi abbassò lo sguardo
-Dimmi solo perchè...-
Yuri non rispose
-Perchè?!- richiese ormai in lacrime la ragazza.
Da tanto non sentiva le lacrime scorrerle sulle guance ma per una volta non
tentò di fermarle
-Yuri... Perchè ci stiamo comportando così... Non stiamo... sbagliando,
forse...- singhiozzò Ayumi.
Ma Yuri non si lasciava intenerire.
C'erano in gioco tutte le sue convinzioni e non voleva che... che Kei gliele
gettasse al vento. Era sopravvissuto in quegli anni aggrappandosi con tutte le
sue forze a queste vane speranze che alla fine aveva finito per crederci.
Ma vedendo Ayumi in lacrime come quando aveva cinque, sette anni...
Non potè non darle almeno una spiegazione.
-Perchè... Io non... non voglio... perderti... Tutti ma non tu...- sussurrò
dolcemente il ragazzo.
Ayumi alzò lo sguardo, gli occhi ancora lucidi ma lo riabbassò subito.
Yuri sentì una strana... energia in lui.
Voleva baciarla, per la prima volta come non mai.
-Ayumi...- la chiamò sussurrando.
Ayumi lo guardò.
Yuri tenne la presa salda sui suoi polsi, respingendola delicatamente contro il
muro.
-Yuri... Cosa... che fai?- chiese Ayumi titubante.
Yuri non l'ascoltava. Avvicinò il suo viso a quello della ragazza, sempre di
più, sempre di più... Potè contarle le lentiggini sulla pelle... Finchè...
Posò le sue labbra su quella della ragazza, assaporandone il dolce sapore...
Non si staccò, continuò a baciarla dolcemente, sempre tenendola contro il
muro.
Ayumi si meravigliò parecchio quando Yuri la baciò.
Nessuno l'aveva mai baciata, anche Kei ci era andato vicino ma...
Yuri era stato il primo.
E lei, senza neanche sapere il perchè, lo stava ricambiando, baciando quelle
labbra morbide. Voleva staccare i polsi dal muro e passare le dita nei suoi
capelli rossi ma il ragazzo la teneva stretta, quasi avesse paura che scappasse.
Ma ad Ayumi venne un pensiero
-Ma cosa sto facendo?! Io... io non dovrei!!- bruscamente si allontanò
da Yuri.
Quest'ultimo la guardò sorpreso
-Ma... perchè...- ma Ayumi scappò via, risalendo di corsa le scale e andando
nella sua stanza.
Yuri sentì la porta che sbatteva.
-Oh no... che cosa ho fatto...- si prese la testa fra le mani e si
sedette per terra, contro il portone, abbandonandosi ai pensieri.
La luna era alta nel cielo.
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Capitolo 10 *** La cosa più importante ***
10
10.La cosa più importante
Una figura
correva, nel folto di un bosco.
Il respiro affannato, le mani e i piedi congelati, la testa bollente.
Calpestava le foglie secche cadute dagli alberi, inciampava nelle radici.
Arrivò ad una radura.
Si fermò.
Ma... gli alberi si stavano stringendo intorno a lei, schiacciandola.
Quella urlava, urlava e urlava.
Sentiva delle voci...
-Non dimenticarmi...-
-Tutti ma non tu...-
-...on tu...-
-Ti chiedo solo di conoscermi...-
-...on tu...-
-BASTA!!-
Ayumi si svegliò di soprassalto, spaventata e confusa.
La mano al petto, nel tentativo di fermare il battito affannoso del cuore.
Si guardò intorno, convinta di trovare intorno a se gli alberi della radura del
sogno
-E' stato... solo...-
Sospirò di sollievo e si risdraiò nel letto, cercando di riprendere sonno.
Ma il ricordo di quello che era successo la notte prima era vivido. Poteva quasi
sentire ancora le labbra di Yuri sulle sue, avvertire il suo fresco profumo di
bucato.
Ma una cosa non gli era chiara.
Perchè l'aveva rifiutato? O meglio... perchè era scappata?
Non riusciva a capire i suoi sentimenti. All'improvviso era stata proiettata in
avanti, alla vera età di quindici anni.
Forse non voleva che Yuri crescesse, che i loro rapporti cambiassero.
Voleva ancora avere al fianco quel bambino così strano, così serio per la sua
età.
Non voleva... crescere.
Forse era questa la verità... Tutti cambiavano.
Boris che scappava, insinuando che erano solo burattini nelle mani di qualcuno,
Yuri che le diceva che era una bambina viziata e che la baciava subito dopo, Kei
che era tornato in Russia chiedendo una seconda possibilità di essere
giudicato, di valutare bene se lui era veramente un traditore o solo uno che,
come Boris, ha aperto gli occhi su una verità che Yuri, prima di tutti, non
sapeva o non voleva accettare.
Questo spiegherebbe il sogno di Ayumi.
Si, perchè aveva capito di chi era quella voce che a volte sentiva.
Era di suo padre.
Ormai l'aveva ascoltata parecchie volte da essere quasi sicura che il "Non
dimenticarmi" fosse detto da sua padre.
E così come era scappata da Yuri e come cercava di scappare dalla verità,
Ayumi scappava dal suo destino, dalla crescita inevitabile.
In quei momenti desiderò avere vicino una persona cara, qualunque purchè
potesse sfogarsi con qualcuno.
Ma Yuri... Non poteva andare da lui con una faccia tosta come quella, dopo che
c'era rimasto parecchio male per il suo rifiuto.
Fuori dalla finestra una leggera luce stava insinuandosi tra gli alberi,
nascosta tre le nuvole. Sarebbe stato di sicuro nuvoloso.
Ayumi decise di alzarsi. Si vestì e prese il suo Devil dal comodino.
Quel giorno toccava a lei scendere in campo.
Chissà chi avrebbe affrontato.
Ma come avrebbe fatto? Di sicuro loro, i Bladebreakers, si sarebbero accorti che
quella ragazza del corridoio e l'avversaria in campo erano la stessa persona.
Non lo sapeva.
Sapeva solo che l'avrebbe affrontato al momento.
Anche se, come per il destino, avrebbe preferito lasciar perdere, dimenticare,
perdersi nei suoi ricordi dell'infanzia.
Yuri era già in piedi da un pezzo.
Anzi, forse non era neanche andato a dormire...
Dopo che Ayumi era scappata, lasciandolo davanti al portone, si era seduto per
terra, immobile, infischiandosene del freddo, della battaglia di domani, del
traditore Kei, di Boris... di tutto.
Era semplicemente rimasto li, con gli occhi chiusi, appoggiato contro il
portone, cercando di fermare il tempo, di farlo tornare indietro: prima del
pugno a Boris, prima del bacio con Ayumi, addirittura prima di quando lui non
era ancora al Monastero.
Quando erano arrivati in casa sua degli uomini, che avevano parlato con suo
padre e si erano diretti verso di lui.
L'avevano preso, malgrado lui stesse urlando verso suo padre
-Papà! Papino! Chi sono questi? Perchè mi portano via?! Papino!!- ma
non l'avevano ascoltato.
L'uomo che lui un tempo chiamava padre era stato immobile, girato di spalle,
mentre il suo unico figlio veniva portato via, in lacrime e urlante.
E il bimbo aveva visto un uomo con una buffa maschera sugli occhi dare a suo
padre un mazzo di banconote e andarsene con gli uomini.
Poi aveva capito.
Suo padre l'aveva... venduto per qualche soldo a un uomo sconosciuto.
Per quelle fottute banconote aveva dimenticato suo figlio, sangue del suo
sangue, gettato da parte come un bambino capriccioso che si stufa di quel
giocattolo.
Si era perso nei meandri della memoria, mentre la notte passava e arrivava il
giorno.
Si alzò dal pavimento.
Boris non era tornato...
-Bene, un altro traditore... un'altra vendetta si aggiunge alla mia lista...-
sussurrò. Si sfregò gli occhi stanchi, probabilmente aveva delle occhiaie
paurose.
Ma non gli importava. Non gli importava più niente.
Non avrebbe lottato per il Monastero, non per la gloria, non per se stesso...
Ormai gli era rimasta solo la vendetta.
Doveva credere solo a questo.
Se no... se lo sentiva: si sarebbe spezzato, rotto in mille pezzi.
Non sapeva quanta sofferenza poteva sopportare l'animo umano, quando dolore
potesse patire prima di... scoppiare, insieme con la sua responsabilità.
Uscì dal Monastero, deciso ad avviarsi per primo allo stadio.
E magari inconsciamente... smarrirsi nelle strade di Mosca, con la speranza che
qualcuno lo andasse a cercare, dimostrandogli di non essere totalmente solo al
mondo.
Come lui invece credeva...
*
-Benvenuti signori e signore!! Rieccoci tornati ad un altro incontro della
finale! Tra poco vedremo affrontarsi le squadre dei Bladebreakers contro la
squadra locale, i Demolition Boys! Restate in attesa, tra poco scenderanno in
campo!- il commentatore annunciava ora l’imminente finale.
I Demolition Boys erano già in panchina.
Ayumi stava in piedi e guardava la panchina avversaria, sempre coperta con il
cappuccio del suo vestito nero.
-Chissà chi dovrò affrontare…- pensava.
All’improvviso notò una presenza estranea alla squadra giapponese
-Boris…- esclamò dentro di se.
Frenò a stento l’impulso di correre da lui ma nel frattempo sospirò di
sollievo vedendo che era sano e salvo.
Però… guardò con la coda dell’occhio i suoi compagni seduti, pregando che
non l’avessero visto. Sapeva fin troppo bene cosa erano capaci di fare ad uno
che disobbediva alle mute leggi del gruppo…
Intercettò lo sguardo di Yuri, che la guardava fissò con un’espressione
corrucciata e rapida si rigirò.
Non voleva parlargli, non voleva incontrare quei freddi occhi indagatori…
Doveva rimanere concentrata sulla finale.
Vincere ad ogni costo.
Yuri sospirò.
Era seduto sull’angolo estremo della panchina, stava quasi per addormentarsi…
Il suo corpo urlava riposo, sia dai pensieri che dalla stanchezza fisica.
Non aveva neanche notato Boris sulla panchina opposta, assorto com’era dal
guardare Ayumi.
-Perché…-
Ma le luci all’improvviso si spensero, solo due fari sullo stadio centrale
rimasero accesi: il secondo incontro stava per cominciare.
-Evviva! Non sto più nella pelle, voglio scendere in campo! Non resisto…-
esultava Takao saltellando su e giù.
-Calmati e ascoltami bene!- lo rimproverava il prof K -Ho il sospetto che dovrai
affrontare Ayumi. La vedi?- indicò la ragazza in piedi incappucciata -Quindi
fai attenzione, capito?-
-Si concordo…- intervenne Rei -Conoscendo i metodi degli avversari non c’è
da fidarsi… Senza offesa Boris!- aggiunse poi rivolto a quest’ultimo.
Boris incrociò le braccia
-Non c’è problema… Tanto è la verità…-
-Ehi Takao! Hai in mente qualcosa?- chiesero curiosi Hilary e Max.
Takao gonfiò il petto orgoglioso
-Beh, veramente ho una strategia nuova nuova da applicare- si vantò.
Kei sbuffò scettico
-Se…certo… Non gasarti tanto e rimani concentrato invece! Non dimenticare
gli avvertimenti di Boris su di lei…- disse Kei serio.
Takao deglutì
-A-andiamo ragazzi… Così mi fate paura… E’ s-solo una ragazza, no?-
balbettò.
-Si ma… Dieci anni in quel posto degenerano chiunque…- sussurrò Boris
mentre le luci si spegnevano.
Takao strinse Dragoon
-E’ giunto il momento di fare sul serio…- e si avviò verso lo stadio
centrale.
Faccia a faccia.
Due blader come altri, così simili eppure… mai così diversi.
-Blader in posizione…-
Ayumi e Takao impugnarono il caricatore.
-3! 2! 1! Pronti… Lancio!-
I bey schizzarono nello stadio, girando velocemente, sbattendo contro le pareti.
-Ok! Hai finito la commedia Ayumi… so chi sei! Togliti il cappuccio e
affrontami faccia a faccia, se ne hai il coraggio!- incitò Takao mentre il suo
bey cozzava contro il Devil di Ayumi.
La ragazza sussultò. Poi abbassò la testa e diede in una risatina
-Lo sapevo… Questa me la paghi Boris…- e si tolse il cappuccio, liberando la
treccia ramata.
Takao sogghignò
-Così avrò la fortuna di vedere la tua faccia quando ti sconfiggerò
miseramente…-
-Non ci sperare ragazzino… Non mi hai ancora visto in azione… E ti assicuro
che non sarà piacevole!- concluse Ayumi -Forza Devil! Massima velocità!-
Il bey scarlatto aumentò la velocità, cominciando a zigzagare per il campo.
-Pensi di impressionarmi forse?- chiese Takao sarcastico -Ne devi fare di strada
prima di raggiungermi!- e anche Dragoon aumentò la sua velocità.
I due bey ora si rincorrevano nel campo, senza attaccarsi, come se stessero
facendo una gara tra loro.
-Quella ragazza! Ma è mai possibile che non faccia mai una cosa seriamente?
Perché non usa quella mossa e la fa finita con quel pallone gonfiato?- si
lagnava Ivan.
-Penso che stia studiando l’avversario…- intervenne Sergej.
Yuri non rispose neanche.
I due compagni si insospettirono
-Ehi Yuri! Che ti prende? Da stamattina sei strano e non hai neanche parlato con
Ayu!-
Il ragazzo si arrabbiò
-Sono strano dici… Strano? Giuro che se non stai zitto ti faccio ingoiare
tutti i denti…- sibilò rabbioso.
Ivan si ritrasse, meglio non replicare.
Yuri tornò a guardare l’amica in campo, seria e concentrata sull’avversario.
Sapeva cosa aveva in mente… Ma non riuscì a rallegrarsene.
Oggi non riusciva a concentrarsi.
Voleva solo… abbandonarsi sulla panchina e dormire… magari non svegliarsi
più… La ferita nel suo animo stava crescendo… ma nessuno sembrava
accorgersene…
-Sei brava Ayu… Ma non quanto me! Basta giocare! Vai Seiryu!!- gridò Takao al
suo bey. Dal chip uscì una luce abbagliante e il famoso dragone uscì in campo.
-Non mi fai paura! Devil!!-
Il chip della ragazza sembrò esplodere di fiamme e un cavallo nero con una
criniera e coda di fiamme ne uscì, impennandosi sulle zampe posteriori.
-Cos’è quello?!- esclamò atterrito Takao arretrando.
Ayumi si limitò a sogghignare
-Lo capirai presto… e quando lo farai… sarà troppo tardi per te…-
pensò la ragazza.
-Si mette male…- disse Boris guardando in campo.
-E’ la sua tecnica?- chiese Kei con un sussurro.
-Beh.. non l’ho mai vista bene, ancora adesso non capisco su cosa si basi…
Però so solo che Dimitri è stato sconfitto in un solo colpo con quella!-
-Un ragazzo moro? Piuttosto basso?-
Boris annuì
-Perché? Come lo conosci? E’ arrivato anni dopo di te!-
-E’ solo che mi sembra di averlo visto un giorno in un bar… Borbottava senza
senso, era ubriaco e continuava ad imprecare contro Ayumi, credo…-
-Può darsi… Hanno adottato una nuova regola: chi perde viene sbattuto fuori
dal Monastero, senza discussioni. Magari era li perché non sapeva dove altro
andare…-
Kei sobbalzò
-Chi perde viene buttato fuori? Veramente?!-
-Non solo… Ti distruggono anche il beyblade…-
-Ma è… assurdo! Quindi se Ayumi perderà…-
-Meglio per lei che non accada…- concluse Boris, ritornando a guardare la
battaglia in atto.
-Che ne dici se mettiamo fine a questo incontro?- propose Ayumi.
-Con vero piacere ma non sarà piacevole per te… Dragoon!! Attacco tornado!!-
Con un’accellerata il drago azzurro venne circondato da un tifone e si diresse
verso Devil.
Ayumi scoppiò in una risata tutt’altro che rassicurante
-Ahahahhaha!!! Sei finito ragazzino!! Devil… EVIL ATTAK!!- il suo bey si
colorò di rosso sangue e il bit power prese a galoppare velocemente contro
Dragoon.
-Non mi sconfiggerai mai! MAI!! Ne va del mio destino!!- urlò Ayumi.
-Scommetti?!- ribattè Takao.
*BOOOOOOOOOOMMMMMMMMMMMM!!!*
Una grande esplosione fece tremare le pareti.
-Che succede?!- chiese Hilary riparandosi gli occhi.
-I due bit power si sono scontrati!- ribattè Rei.
-Tra poco… Sapremo il vincitore!- disse Max cercando di intravedere tra il
polverone che si era alzato.
-Chi ha vinto?! Yuri riesci a vedere?- chiedeva Ivan guardandosi intorno.
Yuri si era alzato
-Ti prego fai che stia bene…- pregava stringendo i pugni.
-Guardate!! Ayumi ha… ha…- cominciò Sergej.
Ayumi era a terra, a pancia in giù, la treccia sfatta.
Takao era carponi, guardando nello stadio.
Il suo bey… girava ancora e quello di Ayumi… invece, quello aveva smesso di
girare, era di fianco alla mano della ragazza.
Aveva… perso…
Ayumi si rialzò, titubante.
Guardò Devil accanto a se, fermo, le placcature rovinate.
-No… NO!!- urlò cadendo in ginocchio -Ho… ho perso…-
Non sentiva la folla esultare per la vittoria di Takao, non vedeva i compagni
dell’avversario corrergli incontro e festeggiarlo…
Si sentiva vuota, per la prima volta… aveva perso…
Si rialzò e andò verso la sua panchina, silenziosa.
-Ma brava miss-io-sono-la-più-forte… Hai perso! E sai cosa succede a chi
perde? Viene sbattuto fuori dal Monastero!! Ahahaha… Non vedrò più la tua
faccia da saputella…- la sbeffeggiava Ivan. Sergej stava zitto.
Yuri era incredulo…
Come poteva Ayumi, la sua Ayumi, aver perso contro quel…
Si avvicinò alla ragazza, che era ancora con lo sguardo basso.
Ayumi lo guardò
-Yuri… Yuri io ho…-
Il ragazzo scosse la testa
-Non importa…-
-Invece si! Ivan ha ragione! Mi butteranno fuori! Io non ho un posto dove
andare, non ho più una casa! Meglio stare al Monastero che morire da sola… in
strada…-
-Non ti preoccupare… Non ti preoccupare…- fu tutto quello che Yuri riuscì a
dirle.
La squadra russa si avviò fuori dallo stadio, lasciandosi alle spalle la
squadra vincitrice.
-Si!! Si si si!!! Bravissimo Takao!!- lo festeggiava Hilary saltandogli al
collo.
-Grande amico! Io non avrei saputo come fare contro quel bit power…- disse
Rei.
-Già! You are great!- aggiunse Max.
Kei sorrideva leggermente ma Boris… Boris guardava i suoi amici uscire dallo
stadio.
Che cosa sarebbe successo ad Ayumi?
L’avrebbero davvero buttata fuori senza pietà?
Seguì i Bladebreaker negli spogliatoi, mentre portavano in trionfo Takao.
Ma continuava a guardarsi alle spalle
-Ayumi…- ma se n’erano già andati.
*
-Hai perso!!- sbraitava Vlad ad Ayumi.
-Si…-
-Non ho sentito!!-
-Ho.. perso…-
-Più forte!!-
Ayumi abbassò lo sguardo.
Non se la sentiva di dirlo così, davanti a tutti...
Vlad l’aveva messa in piedi nel centro della sala sotterranea e aveva radunato
li tutti i blader del Monastero.
Voleva ridicolizzare Ayumi, una specie di rivincita personale.
Si avvicinò minaccioso
-Ripeti Kiyo!! Cosa hai fatto?! Parla!!!-
Ayumi stette a sguardo basso.
Sentiva le risatine e gli occhi di tutti puntati addosso.
Vlad alzò la frusta e la sferzò sulla schiena della ragazza.
Con un gemito cadde in ginocchio
-Dillo a tutti Kiyo!! DILLO!!!-
Ayumi alzò lo sguardo, ormai rassegnata, poi prese fiato
-HO PERSO!! Va bene?!?! Ho perso!!! Ho perso come una povera cogliona contro uno
stupido ragazzino!! Io… ho… persoooo!!!!!- urlava.
Tutti ridevano. Vlad si sentì soddisfatto e andò a chiamare Vorkof
-Guai a voi a chi si avvicina! Lasciatela li…- e se ne andò.
I blader stettero in cerchio.
-Hai visto Kiyo? Adesso hai finito di vantarti… Verrai buttata fuori, proprio
come è successo a Dimitri!- urlava uno con i mormorii di assenso di altri.
Lei stava zitta, immobile, in mezzo al cerchio.
Sentiva un rivolo di sangue scorrerle sulla schiena. Ma come una belva ferita,
aveva perso tutto il suo spirito. Non riusciva a reagire.
Aveva perfino permesso a Vlad di ridicolizzarla così…
Sentì qualcuno avvicinarsi.
-Avanti… Fallo qualunque cosa vuoi fare… Non mi importa…- ma quel qualcuno
si inginocchiò di fianco a lei e la trasse in piedi.
-Yuri… Vattene, non hai sentito cosa ha…-
-Non mi importa… Non ti lascio ridurre in questo modo…-
-Ah si?- lo interruppe una voce roca. Vorkof!
-Signore… Con tutto il rispetto, non le permetto di trattare così la mia
Ayumi! Lei è… Lei è la cosa più importante per me! La sola cosa che mi
rimane di buono!-
Vorkof lo guardò.
-Le sto chiedendo di pensare bene… Se caccia lei… Perderà anche me!-
La voce di Yuri si perse nei sotterranei
-Non è un ipotesi… E’ una minaccia…-
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Capitolo 11 *** Ci vuole vita, per amare la vita ***
11
11.Ci vuole vita, per amare la vita
Notte. Le due, forse le tre.
Un albergo alla periferia del centro, dove alloggiano i Bladebreakers.
Ma anche se è così tardi gli occupanti delle camere 302, 303 e 304 non
dormono. Anzi, si sta svolgendo un'accesa discussione tra delle persone di
nostra conoscenza...
-Ma non capisci?! Lo devo fare per forza, cosa succederà ad Ayumi? E' mia amica
dopo tutto!!-
-E invece no! Non fare pazzie Boris! Lo sai benissimo che una volta uscito non
puoi più rientrare!! Vuoi finire male?!-
-Ragiona Boris, Kei ha ragione... Io non conosco le regole ma da quello che ci
hai detto...-
-Non mi importa!! Cosa ne volete sapere voi due di quello che abbiamo passato?!
Non potrete mai capirlo!-
-Takao lascia perdere... Non riusciamo a convincerlo...-
-Ma che succede qui dentro? Che diavolo avete da urlare tanto?- sbadigliò Rei
entrando seguito da Max.
Takao si sedette imbronciato
-Abbiamo scoperto Boris che stava cercando di scappare dalla finestra...-
-E glielo abbiamo impedito...- aggiunse Kei.
-Ma mi ha tirato un pugno.... borbottò Takao mostrando l'occhio nero.
Boris aveva lo sguardo serio ed era ancora vicino alla finestra.
-Alla faccia...- esclamò Rei.
-Ma perchè gli avete impedito di uscire? Che male faceva?- chiese comprensivo
Max. Kei gli scoccò un'occhiata di fuoco
-Indovina...-
Max si ritrasse
-Ehi era una domanda! Comunque credo di avere capito... A quel Monastero,
giusto?- Takao e Kei annuirono.
-Allora avete finito di sbraitare come degli ossessi?! C'è gente che vuole
dormire!- esclamò Hilary entrando in camera sbattendo la porta, seguita dal
prof. (No ma scusa, camera nostra è aperta a tutti?! E se entra un maniaco?!
NdKei/Takao/Boris) (Oh insomma, come siete pignoli...NdAutrice)
-Ecco che arriva tutta l'allegra brigata...- sbuffò Takao.
-Ci volete spiegare che succede? Saranno almeno una ventina di minuti che vi
sentiamo urlare! E mi sembra che Takao abbia tirato un'imprecazione non proprio
gentile.. Ma che hai fatto all'occhio?!- inorridì il prof svegliandosi del
tutto.
-Lunga storia...-
Dopo aver raccontato tutto da capo, si girarono tutti verso Boris. Questo
sospirò
-Mi dispiace... Non volevo causare tutto questo trambusto... Ho agito
d'impulso...-
-Mi sa che devi rivedere i tuoi modi... Non sei più in quel posto, non è
necessario prendere a pugni chi ti ribatte!- esclamò Takao, seguito dalle
risatine degli altri.
-Smettila di lagnarti come una femminuccia!- lo seccò Kei, mentre si sdraiava
sul letto e incrociava le braccia dietro la nuca.
Takao borbottò contrariato.
-Allora Boris, ci prometti che non lo fai? Vedrai che... che Ayumi se la
caverà! Ci sono sempre gli altri tuoi compagni no?- propose speranzoso Rei,
uscendo dalla stanza.
-Godnight!- salutò Max.
-Ci vediamo domani...- dissero Hilary e il prof, chiudendosi la porta alle
spalle.
-Oh povero me! Come farò con le fan di domani quando vinceremo?- piagnucolava
Takao guardandosi allo specchio.
-Se vinceremo... Ricordatelo...- intervenne Kei spegnendo la luce.
Anche Takao si rimise a letto ma Boris...
Lui stette seduto vicino alla finestra, guardando fuori dal vetro e appannandolo
con il respiro, non riuscendo a prendere sonno.
*
L'aria era tesa, giù nei sotterranei.
Le parole di Yuri ancora rimbombavano tra le pareti, nella testa di Vorkof. Era
letteralmente spiazzato dal comportamento che ultimamente stavano avendo i suoi
blader...
Non Ayumi, lei era sempre stata così, ma Boris e Yuri... No!
Non poteva permettere che anche Yuri se ne andasse.
Lui era il blader migliore di tutto il Monastero, andato lui... sarebbe stato
finito.
Avrebbe chiuso i battenti, tutti i suoi progetti di grandezza verrebbero
spazzati via come sabbia al vento.
-Una minaccia... Tu osi minacciare me, Ivanov? Dopo anni di cieca obbedienza mi
vieni a parlare di simili... debolezze? Non c'è posto per l'amore...- e guardò
Ayumi -nel cuore di un bravo blader! Non ci sono sentimenti, niente indugi,
niente ripensamenti, niente di niente... Solo così potrai diventare il migliore
di tutti, Yuri, te lo dico dopo anni che ti conosco!- disse Vorkof.
Yuri seguitò a guardarlo.
Poi prese Ayumi in braccio e si avviò all'uscita della sala di pietra.
Per Vorkof era davvero troppo. Si piazzò davanti alla porta
-Dove credi di andare ragazzino? Kiyo ha perso! Non la voglio nel mio Monastero,
non c'è posto per i deboli...- sibilò velenoso l'uomo.
Yuri lo fissò con astio
-Io le ripeto che se lei se ne va... Perderà anche me... Faccia la sua scelta:
ora, io la riporto in camera e resta, come farò io, altrimenti... me ne andrò
per sempre da questo maledetto posto, insieme ad Ayumi...- concluse calmo.
Ayumi strinse le braccia intorno al suo collo.
-Non gettare via anni di fidata collaborazione, di miglioramenti e di vittorie
per... un'insulsa ragazzina... Non ne vale la pena!- disse nuovamente Vorkof,
sempre più furioso.
Gli altri blader li guardavano assorti, decisi a non perdersi neanche una
sillaba di quella discussione. Non capitava tutti i giorni che Yuri Ivanov si
ribellasse a Vorkof.
Ivan e Sergej tacevano, tesi come non mai.
Prima Boris e ora Yuri... Cosa stava succedendo a tutti?
Yuri s'incupì
-Ayu non è una stupida ragazzina... Lei è la sola in questo Monastero che mi
da ragione di vivere! La sola che non si è lasciata manipolare da lei, la sola
che vive ancora!!- urlò con tutto il fiato che aveva verso Vorkof.
Questo arretrò.
-Signore, lo devo punire?- chiese Vlad minaccioso impugnando la frusta.
Vorkof stette fermo a pensare. Poi scosse la testa
-Molto bene... Non posso perdere la collaborazione di un blader del tuo
livello... Se è questo che vuoi, Kiyo resterà, ma sia chiaro...- abbassò la
voce fissando Ayumi -Non lo faccio certo per un'indisciplinata come te...- si
girò e uscì, seguito da un riluttante Vlad.
Il ragazzo strinse Ayumi e, sempre in braccio, la riportò in camera, lasciando
dietro di se dei blader invidiosi e sconcertati.
Aveva vinto lui, aveva tenuto testa a Vorkof.
*
-Yuri... Non avresti dovuto... Hai rischiato di venire buttato fuori anche tu!-
esclamò Ayumi una volta in camera.
Yuri si buttò sul letto della ragazza, ridendo come un forsennato.
Ayumi sbarrò gli occhi, una gocciolona le si materializzò sulla testa
-Potrei sapere... che ci trovi di tanto divertente?- chiese sconcertata, mentre
Yuri rideva più di prima.
Poi si alzò e andò vicino ad Ayumi
-Mi hai sentito? Ho... Ho risposto a Vorkof! Non sono un burattino, non sono
come gli altri! Ho difeso le mie ragioni!! E' una sensazione...- si guardò le
mani -...Indescrivibile... E' come se un fuoco mi si fosse acceso nella testa e
ora non si volesse spegnere!- esclamò elettrizzato.
Ayumi lo guardò, inarcando un sopracciglio poi sospirò e scosse la testa
-Ti... emh... gireresti? Mi devo cambiare...-
-Si, si, ok...- minimizzò il ragazzo, chiudendo gli occhi.
Ayumi si tolse il vestito con un gemito, il taglio sulla schiena le faceva un
male cane.
Yuri aprì un occhio e la guardò di striscio, poi sbarrò gli occhi
-Ma Ayumi! Devi fare qualcosa per quel taglio! Non vedi che ti sta sanguinando?-
esclamò Yuri balzando a sedere.
-Ti avevo detto si non guardare...- Ayumi si girò di scatto, trovandosi con il
naso a un millimetro dal torace di del ragazzo. Diventò scarlatta...
-Girati, fammi vedere...- disse Yuri, facendo voltare la ragazza.
Guardò la ferita nel centro della schiena
-Che... bastardo... E dire che sei pure una ragazza...- sussurrò.
Ayumi si mise una maglietta
-Non è mai importato a nessuno che cosa fossi...- e si sedette sul letto,
facendo segno a Yuri si sedersi vicino a lei.
Stettero in silenzio per un minuto circa. Poi Ayumi sorrise
-Ti ricordi quando eravamo piccoli? Io venivo sempre da te perchè avevo
paura...-
-Già, mi ricordo la prima volta! E la mattina ti ho presentato...- ma si
interruppe. C'era anche Kei quella volta.
Chi l'avrebbe mai immaginato che un giorno loro due sarebbero diventati...
nemici. Ayumi lo guardò
-So a cosa stai pensando ma... hai mai provato a pensare che magari Kei non
sia... non sia un traditore?- ipotizzò titubante Ayumi.
-Non lo so... Ormai non sono più sicuro di niente, non ho più certezze...
L'unica cosa è...- guardò Ayumi negli occhi -che sono sicuro che non avessi
una persona come te... sarei di sicuro finito...-
Ayumi lo fissò in silenzio. Non le aveva mai detto una cosa del genere.
-Perchè mi dici... questa cosa, io non ho fatto niente di particolare...-
-Invece si! Mi hai impedito di diventare come gli altri, di lasciarmi manipolare
da Vorkof! Ti sembra forse poco?-
Ayumi stette a pensare
-Questo significa che... credi a Boris?-
Yuri sobbalzò
-Ecco... a dire la verità ci stavo pensando giusto poco prima... ma non sono
ancora certo che quello che ci ha detto sia vero... così come non sono sicuro
che Kei sia veramente un traditore... Ma ho bisogno di... tempo, per pensare.
Domani sarà la conferma di tutto...-
Nella stanza si sentivano solo i respiri dei due ragazzi.
Ayumi si attorcigliava al dito una ciocca di capelli
-Una frase...-
Yuri la guardò
-Una frase?-
-Si... Sto cercando di ricordare una cosa che... mio padre mi aveva detto...-
Yuri la guardò comprensivo. Non l'aveva mai sentita parlare di suo padre,
soprattutto non degli insegnamenti che le aveva dato...
-Vabbè, se ti viene in mente dimmelo, adesso vado- si alzò dal letto e si
avviò verso la porta. Aveva già la mano sulla maniglia quando...
-No, ecco!- Yuri si girò.
Ayumi chiuse gli occhi, cercando di ricostruire la frase.
Le tornò alla mente il viso di suo padre, la sua voce calda e rassicurante. E
tornò bambina...
-Una volta mi disse che... Ci vuole vita per amare la vita... Che bisogna
viverla tutta, fino in fondo, fino all'ultimo respiro. Non devi mai lasciarti
influenzare dagli altri... se no... Ci hai mai pensato? Sarai soltanto un
burattino nella mani di qualcuno o di qualcosa chiamato destino... Puoi sempre
cambiare il corso della tua vita, basta... basta viverla, basta amarla...-
Yuri la guardò, cercando di imprimersi nella testa quelle parole.
Mai aveva sentito parole più vere, in vita sua.
Calzavano a pennello con quello che lui stava cercando di evitare a tutti i
costi: diventare solo uno stupido e insignificante... nessuno, nella sua vita.
E' come se la vita la stesse solo guardando, lasciandola scorrere via, senza di
lui.
Ayumi aveva ragione. Bisogna vivere... solo così apprezzerai la tua vita.
-Grazie... cercherò di tenerlo a mente...- e si chiuse la porta alle spalle.
Domani ci sarebbe stata la finale. E sarebbe venuta la fine.
Di tutto.
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Capitolo 12 *** Un brutto imprevisto ***
12
12.Un brutto imprevisto
L'ufficio di Vorkof non era mai stato tanto silenzioso.
L'uomo camminava avanti e indietro, davanti alla scrivania, calpestando la
pietra con un sordo tonfo. E Yuri era lì.
In piedi, impassibile, scrutando l'uomo sotto la maschera.
-Dunque...- cominciò Vorkof, sempre camminando -Dunque... dunque...-
Yuri reprimette a sforzo la voglia di dire "Dunque cosa" ma si
trattenne.
-Oggi è il giorno... In cui tu, Yuri Ivanov, un patetico e insignificante
blader... puoi diventare qualcuno... E puoi dimostrare la tua forza davanti a
tutti, davanti al mondo intero... Ma...- si bloccò, piazzandosi davanti a lui
-non accetterò... fallimenti... Questa è la tua ultima possibilità, hai già
toccato il fondo con quella stupida... ragazzina... Ma ti ho dato la
possibilità di riscattarti... Non gettarla al vento...-
Yuri annuì, mordendosi la lingua, cercando di reprimere nuovamente quella
vocina, che poteva rivelarsi molto pericolosa.
Vorkof si sentì soddisfatto e si risedette alla scrivania.
-Potrei andare signore...?-
-Si, ma esigo che tu vada in palestra ad allenarti, chiamerò Vlad... Devi
vincere ragazzo, ad ogni costo...-
Chiamò Vlad con un campanello che arrivò subito, prendendo Yuri da sotto i
gomiti e guidandolo nei sotterranei.
-Mi lasci, so camminare anche da solo...- sbuffò Yuri strappando la presa e
avviandosi da solo.
Mentre camminavano nel corridoio, Yuri si rivolse all'uomo
-Mi dica cosa devo fare, non ho bisogno che mi stia a controllare-
-Voglio che fai 50 flessioni per dieci volte e poi usa le macchine, senza
lamentele...- diceva Vlad mentre apriva la porta della palestra.
-D'accordo... Arrivederci!- Yuri entrò e si chiuse la porta alle spalle.
-Arriverà il giorno, ragazzino... In cui la pagherai...- rimuginava
l'uomo mentre se ne andava.
-Manca solo un'ora all'incontro, Yuri dovrebbe avere finito di allenarsi...
come mai ci mette tanto?- pensava Ayumi appoggiata al portone d'ingresso
mentre si dondolava sui talloni impaziente.
Ivan e Sergej si erano già avviati allo stadio, non avevano neanche voluto
guardarla in faccia.
Probabilmente neanche a loro era andata giù questa cosa...
-Basta io vado nei sotterranei!- esclamò Ayumi, avviandosi decisa verso la
sala.
Scendendo le scale sentiva troppo silenzio, cosa strana. Di solito si udivano i
rumori delle macchine o i respiri affannosi dei blader che si allenavano.
-Ma che cavolo...-
Arrivata davanti alla porta della palestra si fermò.
Cercava di ascoltare se c'era almeno qualcuno che si stava allenando oppure no.
Decise di entrare
-Yuri! Cosa...- ma si bloccò -E tu... Tu chi saresti? Non sei mica...-
Yuri aveva deciso di non allenarsi, non avrebbe obbedito a Vorkof e ora...
camminava lentamente verso lo stadio.
La strada era pervasa dalle chiacchiere della gente allegra, le viuzze piene di
luci e colori. Ma non vedeva nulla di tutto questo.
Avanzava a testa bassa, guardando fisso le scarpe che affondavano e riemergevano
nella neve.
La finale... La finale!
Avrebbe dovuto vincere, ad ogni costo.
E come aveva detto Ayumi "Ci vuole vita, per amare la vita!"
lui doveva gettare il passato alle spalle, vivere, capire veramente chi fosse e
se Boris e Kei avevano ragione.
E poi... cosa avrebbe fatto?
Avrebbe dimenticato anni e anni di odio incondizionato per una persona?
Avrebbe semplicemente chiesto "scusa, mi dispiace", fine della storia?
No... Non credeva di esserne capace.
E forse è la verità. Quando per anni una persona vive di vendetta, si sazia di
questa invece che di pane, non può più liberarsi di essa.
E anche se la realizzi, dopo non avrai più niente da fare, niente avrà più un
senso.
-Ma io non vivo solo per vendetta... Ho Ayumi...- pensò Yuri.
Già... Forse la ragazza aveva mitigato il suo animo, impedendo che questo si
logorasse del tutto per un'inutile vendetta.
Perchè probabilmente era inutile.
Ma oggi si chiariranno molte cose. Tutti i dubbi, le incertezze, i rancori...
Verranno a meno.
E chissà se la vendetta abbandonerà il cuore di Yuri. Si spera...
*
-Allora Kei! Sei pronto? Sei carico? Non so come fai a rimanere così calmo, io
sto letteralmente esplodendo!- esclamava Takao.
Lui e tutti i suoi compagni, Boris compreso, erano seduti in panchina,
attendendo che il loro compagno scendesse in campo contro i russi.
Probabilmente avrebbe affrontato quello con i capelli rossi, Yuri.
Ma in panchina c'erano solo Ivan e Sergej, di Ayumi ma soprattutto di Yuri non
c'era traccia.
Boris guardava preoccupato la panchina dei suoi amici
-Dove possono essere finiti Yuri e Ayumi?-
-Ehi, qualcosa non va?- chiese Kei sedendosi di fianco a lui.
Boris scosse la testa
-Stavo solo pensando dove fossero...-
-Yuri e Ayumi?- finì per lui la frase Ivan, che nel frattempo si era avvicinato
con Sergej.
Tutti si alzarono
-Cosa volete?- chiese ringhiando Rei.
Hilary stava in disparte, impaurita dalla stazza di Sergej.
-Già! Cosa vi porta dalle nostre parti?- chiese sarcastico Max.
Takao si avvicinò
-E ora che ci penso... Dove sono gli altri due vostri compagni? Kei si deve...-
-Zitto moccioso petulante... Noi siamo venuti qui per parlare con Boris e Kei...-
disse stancamente Sergej.
Questi ultimi sobbalzarono.
-Allora, non avete sentito? Seguiteci!- intimò Ivan.
Boris lo seguì ma Kei era incerto. Poi decise di andare lo stesso, tanto la
finale, finchè non fosse arrivato Yuri, non si sarebbe disputata.
E fin'ora, di Yuri neanche l'ombra...
-Ehi! Quelli si allontanano! Che facciamo?- chiese Max.
Takao ghignò
-Sapete cos'è il "pedinamento"?-
-Ma Takao! Vuoi sentire a tal punto quello che dicono?- chiese scandalizzata
Hilary.
-Io concordo con Takao, non avete sentito quello che Boris ha detto ieri sera?
E' probabile che quello li, Yuri, abbia cercato di salvare Ayumi! Voglio sapere
cosa è successo!- intervenne Rei concitato.
-E poi Kei non ci direbbe niente...- fece notare il prof K.
In silenzio si guardarono, sogghignando, e poi corsero subito dietro al
quartetto, decisi a seguirli.
*
-Non... non può essere! Non tu, non qua!! Credevo che... che...-
-Che cosa, stupida ragazzina? Credevi di esserti liberata così facilmente di
me? Ahahahah!!- lo sconosciuto sbottò in una risata minacciosa -Ci vuole ben
altro che un po' di ghiaccio per fermare me...- sibilò poi.
Ayumi si ritrasse
-Non so perchè sei tornato e non intendo saperlo... Ma esigo che te ne vada da
qui o sarò...-
-Sarai costretta a chiedere aiuto, vero, povera bambina indifesa? Vedo che non
hai perso il tuo solito carattere... Credevo che fossi cambiata da come eri anni
fa... Invece, sei sempre la stessa mocciosetta paurosa...- la canzonò quello.
Ayumi si rabbuiò
-Non osare venire a fare la paternale a me, schifoso bastardo...- ringhiò la
ragazza.
-Oh, la micina tira fuori le unghie? Buona gattina, so io come calmare il tuo
bollente spirito...- ridacchiò avvicinandosi ad Ayumi. Questa arretrò fino al
muro
-Stai indietro! Ti avverto, non costringermi a farti male...-
-Vediamo allora!- la incitò lo sconosciuto.
Ayumi estrasse il suo bey e lo lanciò
-Vai Devil!! Facciamo vedere a questo sbruffone di cosa siamo capaci!- urlò.
Ayumi mentre il chip esplodeva di luce infuocata e ne usciva il solito cavallo.
Lo sconosciuto sembrò spaventato.
-Ahahaha!! Che c'è amico? Hai paura del mio bit-power? E fai bene!! Vai, EVIL
ATTAK!!- urlò Ayumi stringendo i pugni, mentre Devil riluceva di luce
scarlatta.
Ma l'incappucciato si riprese
-Povera sciocca!! Forza Ade! Facciamole vedere cosa vuol dire usare un bitpower!!-
e lanciò un bey rosso sangue.
Subito dal chip ne uscì la creatura più strana che Ayumi avesse mai visto. Uno
strano dragone, non come il drago azzurro ma molto, molto più grande e con ali
nere come il cuoio.
-Demon!! ATTACCO INFERNO!!!- la stanza si riempì di fiamme sputate dalla bocca
del dragone.
Il bey della ragazza era in mezzo alle fiamme e anche lei... era in trappola.
-Accetta la realtà... Tu non sei di questo posto, vieni con le buone o ti
pentirai di avermi detto no... L'hai fatto una volta... Lo puoi rifare...-
l'incappucciato avanzò verso Ayumi, fino a trovarsi ad un metro da lei.
Ayumi lo guardò con odio
-Piuttosto l'inferno!- sibilò velenosa.
Lo sconosciuto sbottò in una risata crudele, come mai la ragazza ne aveva
sentite
-Ma ci sei già dentro...-
E dopo...il buio...
*
-Allora... Cosa è successo a Yuri e Ayumi?- chiese Boris una volta che furono
arrivati sulla terrazza. Ivan e Sergej stettero zitti.
Kei si appoggiò alla ringhiera
-Allora? Lo voglio sapere pure io! Se mi avete chiamato un motivo ci sarà...-
disse il ragazzo.
Ivan cominciò a parlare
-Ayumi doveva essere cacciata fuori dal Monastero ma Yuri...-
-No, aspetta! Fammi indovinare... Yuri ha difeso Ayumi, giusto?- chiese Boris
mettendo le mani avanti e interrompendolo.
Ivan annuì schifato. Kei sbarrò gli occhi
-Yuri ha... ribattuto a Vorkof?- chiese stupefatto.
-Si... E' stata quella strega a cambiare Yuri...-
-Ehi Sergej! Modera i termini...- intervenne Boris.
-Ma non ci avete spiegato dove sono finiti...- intervenne Kei.
-Ecco... Veramente non lo sappiamo neanche noi due...- disse Ivan.
Dietro un pilastro sulla terrazza, Takao, Max, Rei, Hilary e K stavano
origliando la conversazione.
-Che cosa ha detto Ivan?- chiese sottovoce Hilary.
-Boh! Sembra quasi che abbia detto che non lo sa neanche il bue...- ipotizzò
Takao. Rei scoppiò in una risata silenziosa e a Max si materializzò una
gocciolona sulla testa.
Hilary ci rinunciò
-Prof, secondo te cosa ha detto?-
Il prof scosse la testa
-Che non sanno dove siano finiti Yuri e Ayumi... Strano, molto strano...-
-Shhh!! Zitti, stanno parlando ancora!- li freddò Rei.
Stettero in silenzio ad ascoltare...
-Come sarebbe che non sapete dove siano?! Cosa facciamo adesso?!- chiese Boris.
-Ehi frena, amico... Da quando siamo ridiventati "Noi", adesso?-
chiese acido Ivan mentre Sergej annuiva.
Kei si sporse dalla ringhiera, cercando di guardare in strada, quando...
-Ehi ragazzi! C'è Yuri!- fece notare.
Tutti si precipitarono vicino alla ringhiera a guardare, compresi gli
"spioni".
-E voi che ci fate qua?!- chiese arrabbiato Kei, vedendo arrivare di corsa Takao
e gli altri.
-Semplice, ascoltavamo!- disse sorridendo quest'ultimo con faccia tosta.
Kei meditò vendetta ma ritornò a guardare Yuri in strada, che camminava
assorto.
Ma Ayumi non c'era.
-Yuriiii!!- lo chiamò dal tetto Boris.
Il ragazzi dai capelli rossi alzò lo sguardo
-Chi c... Boris?!-
-Ascolta Yuri! Dov'è Ayumi?!- urlò in risposta il ragazzo.
Yuri sbarrò gli occhi
-Non è li allo stadio?!-
-No!! Non sappiamo dove sia finita, magari è ancora al Monastero!- intervenne
Kei.
Yuri si girò indietro verso la strada appena percorsa, sperando di vedere
arrivare la ragazza correndo, le guance accese dal freddo pungente e il sorriso
sulle labbra.
-Nessuno l'ha vista?- chiese ai ragazzi sopra di se, che scossero la testa.
Kei parlò
-Senti Yuri, non possiamo fare la finale! Prima dobbiamo ritrovare Ayumi, sei
d'accordo?-
Yuri annuì decisamente.
Doveva ritrovare la sua Ayumi, ad ogni costo...
-Dove sei finita, Ayu...? Dove sei...-
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Capitolo 13 *** La prescelta ***
13
13.La prescelta
-Signori calmatevi! Non so dove possano essere finiti i due blader, ma vi
assicuro che io non... Oh eccoli!- esclamò il cronista arrabbiato vedendo
arrivare Yuri e Kei, seguiti dagli altri -Mi volete spiegare perchè ci...
Ehi, lascia il mio microfono!-
Yuri lo strappò dalle mani del cronista, mentre Kei lo allontanava.
-Scusate ma la finale di oggi non si svolgerà per delle questioni molto
importanti!- diceva Yuri, scatenando il malcontento del pubblico.
Kei prese il microfono
-Già che ci siete, avete per caso visto una ragazza con i capelli più o
meno rossi? Alta, magra... Con un vestito nero?- chiese Kei.
Il pubblico si infuriò ulteriormente.
-E' meglio che lasci perdere...- fece notare Boris.
-Tsk! Stupidi spettatori...- e gettò il microfono, correndo fuori in strada.
-Ehi Kei!- lo chiamò Yuri.
Il ragazzo si fermò, senza girarsi
-Si?-
Yuri lo raggiunse
-Voglio che sia chiaro... Non lo faccio per te, ma solo per Ayu! Non ho
dimenticato...-
Kei annuì
-Neanche io... Ma ora dobbiamo ritrovarla! Ragazzi!- si girò dietro -Voi avete
un'idea?-
Rimasero un attimo in silenzio a pensare
-Io direi di andare a quel Monastero a vedere, magari è li e fine del
mistero...- ipotizzò speranzoso Takao.
-Sono d'accordo!- disse Rei raggiungendo l'amico seguito da Max e Hilary.
Il prof K digitava qualcosa sul suo computer.
-Che fai pulce?- chiese acido Sergej. Il prof alzò stizzito lo sguardo
-La cosa più intelligente che si possa fare, mando una mail alla polizia...-
-Ma sei pazzo?! Non l'hai inviata vero?- chiese inorridito Ivan.
-No, non ancora! Ma che prob...-
Boris chiuse il computer di colpo, lasciandolo di sasso.
-Ma cosa...-
Non diede neanche una spiegazione, andò vicino a Yuri e Kei
-Yuri! Credo che ci sia sotto qualcosa di più che un semplice ritardo...-
sussurrò il ragazzo.
Yuri lo guardò
-In che senso...?- Boris abbassò ancora la voce
-E' solo un presentimento ma... Credo che Ayumi sia nei guai... In grossi
guai... E se il mio presentimento è giusto tanto quanto penso... Allora è
proprio un'emergenza...-
*
Ayumi era sdraiata per terra, su un freddo pavimento di una stanza circolare.
Le mani legate con delle catene, un occhio pesto e il labbro spaccato. I capelli
ramati erano sparsi sul pavimento.
Un leggero movimento delle mani denotava che era viva.
Aprì lentamente l'occhio sano, vedendo che tutto girava ed era sfuocato
-Dove... sono...- sussurrò debolmente quando...
Una mano la tirò su per i capelli, strappandole un lamento, e appoggiandola al
muro senza tanti complimenti.
-Ben svegliata signorina... Dormito bene?- la voce del ragazzo era diversa da
quello che la era andata a prendere. Era anche più alto, lo vedeva, anche se
male.
-Soichiro, lasciala...- disse stancamente la stessa voce di prima.
Il corpulento ragazzo la mollò e questa si accasciò a terra debolmente, a
pancia in su. Ayumi rivolse lo sguardo verso la fonte della frase, notando
l'incappucciato del Monastero, seguito da una figura più bassa.
L'incappucciato si avvicinò a lei, inginocchiandosi di fianco
-Tsk, tsk... Avevo detto di andarci piano! Soichiro! Soto! Che cavolo le avete
fatto! Avevo detto solo di metterla...-
-Questa stronza ha fatto resistenza! Abbiamo dovuto! Ha anche tirato un calcio
sul mento a Soto...-
-Lo so, ho visto... Questo non vuol dire che la dovevate conciare in questo
modo, si regge a mala...- ma non finì la frase che Ayumi si rialzò titubante,
facendo tintinnare le catene e ansimando pesantemente, come dopo una lunga
corsa.
-Hai visto Hiroto? E' una...-
-Straordinario... Non avevo mai visto una tale tempra d'animo...-
Ayumi lo guardò con odio digrignando i denti. Gli altri due arretrarono
-Emh... Hiroto, forse è meglio che ti allontani...- balbettò Soto.
Hiroto stette fermo
-Ma non vedi com'è ridotta? Non mi può fare proprio niente...- le ultime
parole famose.
Ayumi, usando un'estremità della catena legata ai polsi, colpì in mezzo agli
occhi il ragazzo, che urlò di dolore arretrando.
Fulminea si buttò di lato evitando un bey lanciato ad alta velocità e
avvicinandosi alla finestra sbarrata.
Ma qualcosa la colpì violentemente in mezzo alla schiena, facendola inarcare.
Cadde a terra, vedendo che era stato Soichiro a colpirla, che ora rideva
-Non si regge in piedi, vero? La verità è che non l'abbiamo picchiata
abbastanza...- e le tirò un pestone nello stomaco.
Ayumi urlò di dolore, spuntando sangue.
Soto ridacchiava e Hiroto ghignava
-Credo basti... Chi l'avrebbe detto... Allora non ha perso la cattiveria che
aveva... Eccellente...-
Ayumi era a terra, non aveva ancora spiccicato parola ma forse scelse le parole
sbagliate
-Non... N-non riuscirete a... a farmi rifare... i-il...-
-Silenzio ragazzina! Non mi sembri nella condizioni per dettare legge qua da
noi... Presto, molto presto... Ridiventerai una di noi...-
Hiroto sorrideva, un sorriso da vampiro, Ayumi stentava a credere che non gli
fossero spuntati i canini -Non ti potranno salvare di nuovo... Non verrà
nessuno, sei sola... Proprio come un tempo!- sibilava.
Ayumi chiuse anche l'altro occhio, sentendo l'eco delle crudeli parole del
ragazzo nella testa...
Sei sola... sola...ola...la...a...
Prima di svenire e venire trascinata in un'altra sala pensò a Yuri...
Con tutte le sue forze.
Sperando che venisse a salvarla e non la lasciasse in quella situazione, che
sarebbe durata in eterno, se nessuno avesse fatto qualcosa.
*
I ragazzi erano arrivati al Monastero ma...una grossa sorpresa li attendeva...
-Bruciato!! Come è successo, che diavolo...- balbettava incredulo Ivan.
Sergej era caduto in ginocchio davanti alle macerie
-Dove andrò adesso...-
Tutti guardavano i resti bruciati della costruzione, qualche scintilla bruciava
ancora tra la cenere.
Yuri e Boris si erano precipitati verso una persona sdraiata a terra e
rantolante.
-Che è successo qui, Vorkof!?!- esclamò Kei seguendoli e afferrando l'uomo per
il bavero del vestito.
Questo aveva il volto sfigurato dalle fiamme e non riusciva a parlare.
-I-i... Il... Fiamme... T-t-tante fiamme... Dr-dra... Niente da.. F-fare... U...
Gros-so... animale...- e spirò l'ultimo soffio di vita.
Kei lo scosse
-Finisca il discorso!! Che cosa è successo?!?!-
-Kei smettila! Non vedi che è...- cominciò Boris.
Kei lasciò la presa, sempre più stupito.
Yuri spostava le macerie, aiutato da Takao e Max. Rei e Hilary cercavano
sopravvissuti ma neanche uno si era salvato...
-Come ha fatto a... a scoppiare un incendio...- sussurrava Ivan vicino a Sergej.
Il prof si guardava in giro, in cerca di indizi.
La neve cominciava a cadere fitta, grossi fiocchi imbiancavano le macerie nere
di fuoco. Ma tutti continuavano a cercare.
-Dov'è Ayumi... DOV'E' AYUMI?!- urlava Yuri continuando a spostare le macerie
con foga.
Trovò un brandello di vestito...
Era nero e profumava di cannella, lo stesso profumo che aveva
-Ayumi...- disse con voce spezzata -AYUMIIIII!!!- chiuse gli occhi e urlò al
cielo, tra le lacrime.
Ivan e Sergej chiusero gli occhi, cercando di trattenere le lacrime.
Kei rimase immobile e Boris abbassò lo sguardo, stringendo convulsamente i
pugni. Takao si tolse il cappello e Rei strinse una spalla a Kei. Hilary
singhiozzò, mentre Max la abbracciava comprensivo.
Ma K...
-Non è morta Yuri... Almeno, non credo...- azzardò, inginocchiato vicino a un
pezzo di muro.
Yuri lo raggiunse e lo sollevò per il bavero
-Non tollero chi si prende gioco di queste cose...- ringhiò, prendendo la mira
per tirargli un pugno.
K deglutì
-A-aspetta... Guarda cosa ho trovato...- e mostro per terra il pezzo di muro,
sulla quale c'era inciso un teschio avvolto da fiamme.
Yuri lo guardò.
-Ehi ragazzi! Venite a vedere...- chiamò il prof, staccando la presa di Yuri.
Tutti fissarono lo strano simbolo.
-Ma che significa...- parlò Takao grattandosi la testa.
-Già! Che c'entra con Ayumi?- sbottò Max.
Kei invece... Arretrò spaventato, inciampando in un pezzo di trave.
-Che c'è Kei? Che ti prende?- chiese Hilary.
-Kei! Sai qualcosa di quel simbolo!? Parla!!- intimò Yuri.
Kei scosse la testa, sempre a bocca aperta. Boris poi capì...
-Non mi dirai che è quello che penso...- rantolò.
Kei si limitò ad annuire. Boris tirò un'imprecazione in russo, meglio non
tradurre.
Yuri cominciava ad arrabbiarsi
-Che cazzo sapete?!?! Volete dirlo o no?!?!?!-
Boris lo guardò
-Significa che la mia supposizione era giusta... Ayumi non è morta ma forse...
Sarebbe stato meglio di dove penso si trovi ora...-
-Che... che vuol dire che non è morta...? Allora dove...- Yuri era andato
totalmente in confusione.
Come poteva essere vissuta? E soprattutto, allora dove era finita?
-L'Evil Team...- disse semplicemente Kei, spezzando il silenzio.
-Il cosa?- chiese Rei scettico.
Ma Ivan e Sergej scoppiarono a ridere sguaiatamente.
-Non esiste quella squadra... E' solo una leggenda, come può...-
-Allora come lo spieghi questo simbolo?- li seccò Boris, calciando verso di
loro il pezzo dove era inciso il teschio.
Yuri continuava a non capire...
-Non voglio parlarne qui... Meglio andare in un altro posto, andiamo al nostro
albergo...- disse Kei, facendo segno a tutti di seguirlo.
La neve cadeva ancora.
*
Ayumi era stata legata ad una ruota, proprio davanti ad uno strano portone di
legno rovinato.
Guardava fissa davanti a se ma in cuor suo temeva...
Aveva paura come mai in vita sua, forse solo come quando si era trovata nella
stessa situazione sei anni fa. Ma lo ricordava come se fosse ieri...
E non voleva che accadesse di nuovo.
-Come va, mia cara? Presto anche tu... sarai come noi...- sibilava velenoso
Soichiro, davanti a lei, mentre Soto si affaccendava con le catene ai polsi
della ragazza.
Hiroto si era tolto il cappuccio, mostrando di avere capelli neri e occhi
azzurro chiaro, freddi e spietati.
-Muoviti Soichiro, dobbiamo cominciare...- ordinò, facendo allontanare il
ragazzo da Ayumi.
Hiroto la guardò e inarcò leggermente le labbra, poi si avvicinò.
La prese sotto il mento
-Quasi quasi mi dispiace... E' un peccato che una così bella ragazza... diventi
così cattiva...- sussurrò al suo orecchio.
Ayumi sbarrò gli occhi. Allora era vero, lo stavano per rifare veramente, la
stavano facendo diventare come loro, un'altra volta...
Come avrebbe fatto, questa volta?
-Ma prima... Un bacio, l'ultimo dolce che darai...-
-Fottiti!- ringhiò Ayumi, ma Hiroto aveva già violentemente posato le labbra
su quella della ragazza.
Ayumi morse il labbro del ragazzo.
Questo arretrò
-Siamo già sulla buona strada, vedo...- borbottò.
Ayumi digrignò i denti
-Non devi neanche toccarmi, stronzo!!- esclamò rabbiosa tirando verso Hiroto,
ottenendo solo delle piaghe nei polsi incatenati.
-Peggio per te... Ti ho avvisato...- concluse il ragazzo, rimettendosi il
cappuccio.
Hiroto si girò e aprì le braccia, diretto verso la porta
-Io invoco il potere dell'Inferno... Per questa ragazza! La prescelta per
detenere le forze del Male è qua... Che il Male la prenda, proprio come
allora!- parlò solennemente Hiroto.
All'improvviso la porta si spalancò e le fiamme avvolsero Ayumi, senza però
bruciarla. Le strapparono le catene e la sollevarono in aria, in un turbine di
fuoco. Uno strano soffio nero pece le penetrò nella pelle, facendola
contorcere.
Poi un rombo e le fiamme si ritrassero, lasciando solo fumo denso.
Ayumi cadde a terra.
Hiroto fermò con il braccio Soichiro e Soto
-No... Vediamo se ha funzionato ancora...-
Dal fumo una figura si alzò.
Avanzava, i capelli ramati sul viso, la bocca che ghignava. Ayumi camminava
verso di loro. Poi aprì gli occhi e...
I suoi caldi occhi scuri erano diventati rossi... Rossi come una fiamma ardente.
Sorrise cattiva, mostrando che i canini si erano allungati leggermente.
Indossava una veste lunga fino ai piedi, nera e con il collo alto. Sopra, una
mantella scura.
-Sapete... Mi sento decisamente meglio...- sibilò la ragazza guardandosi le
pallide mani.
Cominciò con una risatina sommessa, crescendo sempre più, fino a diventare una
risata malvagia.
Ayumi era ridiventata il Male in persona.
Sarebbero riusciti a salvarla?
O nessuno avrebbe fermato l'inarrestabile avanzata del Male?
C'era solo da sperare che non divorasse del tutto l'anima di Ayumi, o sarebbe
stata persa...
Per sempre.
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Capitolo 14 *** Un'amicizia finita? ***
14
14.Un'amicizia finita?
Il solito albergo, le solite persone. Ma l'aria era particolarmente tesa in quel
momento.
Le spiegazioni che Kei stava per dare non sarebbero piaciute, probabilmente.
-Allora... Chi è l'Evil Team?- chiese impaziente Takao.
Kei andò vicino alla finestra, perdendo lo sguardo oltre il vetro
-Siete sicuri... Di volerlo sapere...?- chiese serio.
Yuri si alzò di scatto e lo afferrò per il bavero della maglia
-Giuro che se non parli io... io ti...-
-Rilassati, bello... Se mi lasci posso spiegare...- disse rilassato Kei.
Yuri lo lasciò di botto, sedendosi sul letto arrabbiato. Tutti si misero in
ascolto.
-Vedete... l'Evil Team è una squadra... che ha fatto una specie di patto con...
l'inferno...-
Calò un silenzio agghiacciante in tutta la stanza.
-L'i-inferno? Andiamo Kei... Che dici?- balbettò nervoso Max.
Kei si girò verso loro
-Così è quello che si dice in giro... In molti pensano, come abbiamo visto- e
indicò Ivan e Sergej -che sia soltanto una leggenda... niente di più... E
anche io lo pensavo, non avevo mai visto un componente di quella squadra... mai
fino ad oggi... Quando hanno manifestato chiaramente il loro passaggio... Ora mi
chiedo, perchè? Cosa mai avranno voluto di così importante per loro nel
Monastero?-
-Ayumi...- sussurrò rabbioso Yuri, stringendo il brandello di stoffa del
vestito.
-Forse, ma questo non spiega il perchè... Perchè proprio Ayumi? Boris, Ivan,
Sergej, Yuri, qualunque altro blader del Monastero ma no, solo lei... Voi sapete
qualcosa di... strano?- chiese Rei.
Ivan e Sergej scossero la testa, come Boris, ma Yuri...
-Un momento... Tempo fa, più o meno quando Ayumi aveva 8 o 9 anni, mi ricordo
che era sparita per circa due settimane dal Monastero, ma nessuno ne sapeva
niente e non se ne preoccupavano... Poi un giorno è tornata e da lì tutto
normale!-
-Hai ragione Yuri!- intervenne Boris -Ora che ci penso mi ricordo di questa
strana sparizione...- disse il ragazzo pensieroso.
-Ho capito!- esultò Hilary, facendo sobbalzare tutti -Magari Ayumi c'entra
qualcosa con questo Evil Team, non vi pare?-
Silenzio.
Poi... Takao, Rei, Max e tutti gli altri, tranne Yuri e Kei, scoppiarono a
ridere
-Ahahahahhaha... H-hilary... Questa è la più... ahahahhahah... la più grande
cavolata che potevi dire... ahahahah...- rideva a crepapelle Takao, rotolandosi
sul letto.
Hilary sbuffò e incrociò indispettita le braccia.
-Non c'è niente da ridere...- li freddò Yuri con un sibilo velenoso.
Si zittirono immediatamente.
-Anche io sono d'accordo con Yuri e Hilary... E' proprio quello che ho pensato
pure io... che Ayumi sia in qualche modo collegata con... una strana credenza
che gira tra l'Evil Team...- disse Kei.
-Credenza? Che genere di credenza?- chiese guardingo Boris.
Kei sospirò e si sedette in poltrona
-Beh... vedete, visto che quelli dell'Evil Team hanno venduto la loro anima al
diavolo... C'è la credenza che ci voglia una persona... prescelta per detenere
nel suo corpo le forze del Male... Una persona che però deve avere un bey
particolare, diciamo propenso a diventare il Male in persona...-
Un brivido passò lungo le schiene.
-Ma Kei... Ancora non capisco cosa possa c'entrare quella ragazza con questa
storia!- esclamò Rei.
Yuri lo guardò inarcando un sopracciglio
-Certo che sei lento di comprendonio... Ayumi, con il suo bit power, potrebbe
essere la prescelta... Senza contare... che quel bey gli è stato dato da suo
padre e lei... lei odia suo padre... Dite che può influenzare, questo?- chiese
poi, pensieroso.
-Può essere... Di sicuro cercano un bey potente, che abbia un bit power forte e
che il blader... sia in qualche modo "invaso" da una radice di Male...
che se fatta sviluppare... può diventare devastante...- spiegò Kei.
-Allora perchè non io?- sussurrò Yuri, spiazzando tutti.
Alzò gli occhi azzurri verso gli sguardi increduli
-Avrei preferito... che lei fosse stata risparmiata... che avessero preso me...
Anche io ho l'anima malvagia...-
-Ma probabilmente è più per una questione personale... Tu sei stato
"fatto" diventare malvagio, non eri così prima, vero?- chiese K.
Yuri annuì.
-Io penso solo che abbiano preso Ayumi per un motivo ben preciso, non a caso...-
disse fermamente Kei.
Takao all'improvviso sbattè le mani sul tavolo, facendo sobbalzare tutti
-Ho un'idea!!- urlò entusiasta.
-Takao, you are an idiot! Mi hai quasi fatto morire d'infarto...- esclamò Max
tenendosi il petto.
-E sentiamo, quale sarebbe questa brillante idea...- ironizzò Yuri incrociando
le braccia.
-Allora, noi vogliamo ritrovare Ayumi, giusto? Quindi, se troviamo l'Evil Team,
automaticamente troviamo anche la ragazza! Non vi sembra una buona idea?- chiese
speranzoso.
-Si certo... Piccolo problema: da dove cominciamo a cercare?- chiese scettico
Boris.
-Ah non ne ho assolutamente idea! Io ho tirato fuori un'idea, sta a qualcun
altro metterla in pratica!- disse fermamente Takao.
Tipica caduta all'indietro da cartone animato da parte di tutti...
-Sei proprio un babbeo...- borbottò Rei scotendo la testa.
Yuri afferrò la maniglia della porta.
-Ehi Yuri! Dove vai?- chiesero Ivan e Sergej.
-Non passi qua la notte? Fa freddo la fuori, non abbiamo un posto dove andare!-
aggiunse Boris.
Il ragazzo dai capelli rossi si girò appena, guardandoli con la coda
dell'occhio
-Non so dove sia Ayumi, se sia viva o se magari è già troppo tardi... Ma so
per certo che fin che non avrò la notizia certa che non c'è più non smetterò
di cercarla! E se voi preferite stare qui come topi in gabbia, liberissimi, io
non ho certo chiesto il vostro aiuto... La ritroverò! Anche a costo... della
vita...- e uscì sbattendo la porta.
-Ma Yuri!!- esclamò Boris cercando di seguirlo, ma venne fermato da Kei
-Lasciatelo andare... Credo che adesso si senta impotente, bisogna capirlo...-
disse Kei comprensivo.
-Vabbè, sarebbe meglio andare a dormire! Boris, tu resta qui con noi, Ivan tu
vai da Rei e Max e Sergej tu con Hilary e il prof! D'accordo?-
I due annuirono.
-Ancora una cosa...- li interruppe Kei. Si girarono ad ascoltarlo.
-Ci sono parecchie cose che non sono chiare in questa storia... Innanzitutto
perchè proprio Ayumi e poi... Manca un pezzo in questa storia... Perchè la
ragazza è sparita anche quando era più piccola? E avrà davvero a che fare con
quelli? Ci sono un milione di altre domande e ipotesi... Credo che la risposta
la potremmo avere solo se la ritroviamo...-
Kei era molto sicuro di se ma in quel momento vacillavano i suoi pensieri.
Una vocina continuava a ripetere nella sua testa...
-Solo se... ricordati, solo se la ritroverete...-
*
Da qualche parte, nell'estrema periferia di Mosca, in un magazzino abbandonato,
l'Evil Team stava discutendo, insieme al nuovo acquisto di quella notte.
-Ah! E quindi... Sarei io il famoso "anello mancante" per avere il
controllo del Male?- chiese Ayumi compiaciuta, seduta sulla ringhiera
arrugginita del balcone, avvolta nel mantello, mentre guardava nel vuoto sotto
di se.
-Già... Quella notte di qualche anno fa sei riuscita a scappare... ma ora c'è
l'abbiamo fatta e il processo non può essere più invertito da qui fino alla
prossima notte di luna piena, ovvero tra una settimana...- diceva Hiroto, in
piedi alla spalle della ragazza.
-Ehi Hiro! Ti sembra saggio dirle queste cose? E se poi scappa di nuovo? Siamo
nella...-
-Non essere sciocco Soichiro! Dio, se solo fossi intelligente quanto parli
allora ci sarebbero speranze per crederti a livello ragionevolmente
intelligente! Le dico queste cose perchè adesso non può più scappare,
l'abbiamo fatta possedere, ricordi?- sbuffò Hiroto.
Soichiro lo guardò male. Non lo sopportava quando aveva quell'aria da saccente.
-Emh... Posso farti una domanda, Ayumi?- chiese Soto.
Ayumi lo guardò inarcando un sopracciglio
-Cioè?-
Soto si stropicciò le mani
-Ecco... Io volevo chiederti... Cosa intendi fare adesso...-
Silenzio, rotto dal vento che spirava forte, pronto a scatenare un'altra
nevicata.
-Cosa intendo fare? Ma è naturale...- un brillio negli occhi rossi annunciava
che non era una cosa rassicurante -Quello per cui sono stata incaricata...
Diffondere il male...- ridacchiò alzandosi in piedi sul corrimano, in precario
equilibrio dato che era anche gelato.
Hiroto sorrise soddisfatto
-Perfetto... Credo che sia cambiata... Forse l'odio per suo padre a 8 anni
non era ancora sviluppato... Ma adesso, non potevamo avere una persona migliore
dalla nostra...- pensò compiaciuto.
Cominciò a nevicare...
-Ehi Hiro, noi rientriamo, fa freddo qua fuori...- Soichiro e Soto si avviarono
dentro.
Hiroto raggiunse Ayumi, che nel frattempo era salita sul tetto sgangherato
-Sai... Mi è venuta in mente una cosa...- disse Ayumi vedendo arrivare Hiroto.
Questo le andò vicino e le mise le mani sulle spalle
-Cosa...- sussurrò al suo orecchio.
Ayumi rabbrividì. Hiroto aveva un fascino scabroso, così diverso da Kei o da
Yuri... A pensarci bene, così diverso da tutti quelli che conosceva.
-Ecco... se devo agire, tanto vale farlo subito...- ridacchiò Ayumi.
-E che intendi fare?- Hiroto aveva cominciato a baciarle leggermente il collo.
-Voglio incontrare Yuri... E dirgli la verità, che non deve più parlarmi da
amico... visto che distruggerò la sua vita...- sibilò.
Hiroto fece scendere le mani sui suoi fianchi
-Ottimo...-
*
Chi l'avrebbe mai detto?
Chi avrebbe mai pensato che Yuri Ivanov si sarebbe ridotto a passare la notte a
zonzo per Mosca?
Nessuno, lui per primo.
Aveva sempre pensato che si sarebbe costruito un futuro brillante, che avrebbe
avuto una vita allegra e spensierata, che sarebbe diventato come... suo padre...
Ma in questo momento era l'ultima cosa al mondo che desiderava.
E pensava, mentre passeggiava per Mosca, percorreva tutti i vicoli, le vie, le
piazze... Aveva già fatto tre volte il giro dell'isolato e ora aveva deciso di
andare verso la periferia.
I piedi andavano da soli, dirigendosi da soli nelle buie stradine della zona
ovest della città.
Quanto avrebbe voluto che qualcuno gli dicesse cosa fare...
Per la prima volta desiderava che qualcuno lo guidasse, lo aiutasse...
E voleva anche rivedere Ayumi... Ora più che mai.
Si fermò, appoggiandosi ad un muro di un palazzo diroccato, scivolando a terra
e sospirando una nuvoletta di caldo vapore.
Alzò gli occhi al cielo, cercando di intravedere tre le nuvole fitte qualche
stella.
Era da tanto che non vedeva le stelle. Giocava con sua mamma da piccolo,
inventava storie su quegli splendenti lumicini.
Quando la neve era appena caduta usciva in giardino
-Mammina guarda! Guarda le stelle!- esclamava felice, indicando la
vellutata blu scuro sopra di se. La madre lo guardava sorridendo dolcemente.
Quanto gli mancava sua madre...
Era felice con lei, si divertiva, si sentiva protetto, amato...
Poi, quando a soli cinque anni sua madre l'ha lasciato, è morta da sola, in un
letto d'ospedale... il disastro.
Suo padre non aveva soldi, vivevano in miseria...
Ma Yuri non aveva smesso di guardare le stelle, non ancora.
Ma quando gli uomini di Vorkof lo sono venuti a prendere... Smise del tutto.
Nei primi tempi si sentiva anche in colpa, credendo così di fare un torto a sua
madre, di tradirla in qualche modo...
Ma dopo...
Tutti i ricordi di sua madre si sono andati affievolendo, sempre più sfuocati
nella memoria, sempre più deboli, tanto che a volte credeva fossero solo un
sogno.
Un bellissimo sogno, certo. Una sensazione dolce e accogliente...
Dove l'avvertiva questa sensazione...
Ma certo! Ayumi...
Lei gli ricordava così tanto sua madre.
Così dolce ma determinata insieme, sempre allegra ma anche triste e malinconica
alle volte.
Certo, Ayumi incarnava solo alcuni tratti di sua madre, ma da quel poco che
ricordava di lei, la ragazza si avvicinava parecchio...
Per questo doveva assolutamente trovarla.
Sapeva che non era tempo perso, che questa assidua ricerca sarebbe servita a
ritrovarla. Ma quanto si sbagliava...
Forse, sapendo l'enorme delusione a cui andava incontro, avrebbe rinunciato,
girato i tacchi e andato per la sua strada... o forse no.
Nessuno può prevedere il futuro. Basta un gesto, un'occhiata, una frase casuale
per cambiare il corso delle cose...
Ma Yuri, in quel momento, era solo un giocattolo nelle mani del destino...
Proprio lui, che si era opposto a questa crudele etichetta solo da poco, non
sapeva che in realtà non era mai stato tanto vulnerabile.
-Devo trovarla, devo... trovarla...- e cadde addormentato lì, a terra,
contro il muro di chissà quale via...
Mentre lenti fiocchi cominciavano a imbiancare di nuovo le strade.
*
-Hiroto...- chiamò Ayumi svegliando il ragazzo addormentato su uno scatolone.
Questo aprì gli occhi a fatica
-Che cavolo vuoi adesso... Sono solo le tre...- biascicò in uno sbadiglio.
-Portatemeli qui...- si limitò a dichiarare la ragazza.
-Chi scusa?- chiese Soichiro apparendo all'improvviso.
Ayumi si girò
-I tre porcellini...- ironizzò -Idiota! Voglio che mi portiate Yuri e gli
altri! Adesso!- ringhiò Ayumi.
Hiroto si alzò
-Calmati bella... Non potresti aspettare domattina?-
-No Hiroto, non posso... Li voglio qua entro un'ora, non di più! E svegliate
quel poltrone di Soto...- e se ne andò nel retro.
-Hiro, io non la sopporto più! Se fa ancora una volta la prima donna in questo
modo giuro che...-
-Cosa? Abbiamo bisogno di lei, il tempo stringe... Non ci resta molto tempo
prima che il nostro "contratto" scada una volta per tutte...-
Svegliarono Soto e sparirono nella notte, scivolando lungo i muri, silenziosi
come gatti.
Ma non sapevano che Yuri si stava dirigendo infreddolito e debole verso il
magazzino, in cerca di un riparo.
Videro una sagoma che avanzava a stento.
-Ehi, ragazzi, c'è qualcuno lì!- fece notare Soto.
Soichiro si fermò, stringendo gli occhi
-Sembra...-
-Yuri...- sussurrò ghignando Hiroto.
Corse verso il ragazzo, cercando di non fare nessun rumore, seguito dagli altri
due. Salirono sul tetto del palazzo di fronte a Yuri e attesero, come una tigre
tende il suo agguato a un'ignara preda, nascosta tra l'erba.
-E adesso dove sono...- borbottava Yuri guardandosi attorno nervoso.
Non gli piaceva tutto quel silenzio, era strano...
E poi aveva la sensazione che qualcuno lo spiasse dall'alto, che qualcosa stesse
osservando i suoi movimenti...
Si strinse nel cappotto, mettendo le mani in tasca ma...
-Vieni fuori piccolino...- una voce parlò dall'alto di un tetto, accompagnato
da delle risate.
-Chi è?- chiese svelto Yuri, impugnando il bey.
-Vediamo... E se dicessi il tuo peggiore incubo?- riprese quella voce
inquietante (Ci tenevo a dirlo^^ ndMe) (Montata -.-''' ndCast).
Yuri non ci pensò due volte, prese a correre veloce, infilandosi in un vicolo.
Subito tre sagome scesero con un balzo dal tetto e si misero a inseguirlo.
Yuri correva, gli occhi semichiusi per via della fitta neve che cadeva.
Girò di botto in un vicolo, scivolando sullo spesso strato di ghiaccio sulla
strada, ma... Vicolo cieco!
-Oh... cazzo...- esclamò atterrito Yuri, dando un pugno al muro.
Cercò di arrampicarcisi sopra ma ottenne solo graffi alle mani, era troppo
ripido e non c'erano appigli.
Si girò di scatto, vedendo tre paia di occhi che lo fissavano, tre sorrisi
cattivi nel buio...
-Venite avanti, non ho paura di voi!- ringhiò, stringendo il bey nella mano
destra.
Uno fece un passo avanti
-Ma noi abbiamo l'ordine di portarti in un posto... E visto che il tempo a
nostra disposizione è quasi scaduto, penso che prenderemo solo te... Con le
buone o con le cattive...- concluse quello.
-Provaci...- sussurrò con tono di sfida Yuri.
Ma non fece in tempo a fare niente che i tre si gettarono su di lui, colpendolo
violentemente alla testa. Yuri svenne con un lamento, cadendo con la faccia a
terra, un rivolo di sangue che gli macchiava la tempia e scendeva lungo la
guancia.
-Ehi Hiroto, non avremo esagerato?- chiese titubante Soto.
Soichiro calciò la neve sulla testa di Yuri
-Chi se ne frega... Dai, portiamolo a quella, sbrighiamoci-
-Soichiro prendilo tu...- ordinò Hiroto.
L'altro ragazzo prese in spalla Yuri ancora incosciente e corse dietro agli
altri due, diretti al magazzino.
*
-Oh... la mia testa...- esalava Yuri, risvegliandosi.
Cercò di aprire gli occhi ma la stanza girò violentemente. Li richiuse subito.
La testa gli faceva un male cane e sentiva freddo.
Il sangue scendeva ancora dalla tempia...
-Bastardi... Ma dove diavolo mi hanno portato?- non riusciva ad alzarsi e si
trascinava a terra verso il muro di una strana stanza circolare. Si appoggiò ad
esso e si tirò su a fatica.
-Ben svegliato Yuri...- disse una voce a lui famigliare.
-Ayumi!! Ayumi dove sei? Ti tengono prigioniera?! Rispondimi Ayu!- esclamò Yuri
cercando di capire da dove giungesse la voce dell'amica.
-Sono qui Yuri, proprio davanti a te...- aggiunse.
Yuri guardò e la vide. Era arrivata mentre si stava guardando intorno.
-Ayu... Ayu stai bene... Come sono felice... Non sei morta...- sussurrò
avanzando e cercando di abbracciarla.
Ma Ayumi si tirò indietro, tornando a guardarlo impassibile.
-Ehi, che ti prende?-
-Forse è meglio se accendiamo le luci...- disse la ragazza e schioccò le dita.
Le fiaccole ai lati della parete si infiammarono e la stanza si illuminò di una
luce dorata.
-Adesso si che s... Ayumi!!! Cos'hai fatto!??!- esclamò atterrito Yuri notando
che i dolci occhi dell'amica erano diventati rossi scarlatti e che indossava un
altro vestito.
Ayumi sorrise, mettendo in mostra i canini.
Yuri indietreggiò di un passo
-Cosa... cosa... Che significa?! Che ti hanno fatto quegli stronzi...-
Ayumi scoppiò a ridere, una risata senza gioia.
Yuri non capiva. C'era decisamente qualcosa che non andava in lei.
Intanto il suo aspetto, i suoi bellissimi occhi, i suoi denti... Ma era il
comportamento che proprio non quadrava.
-Vedi Yuri... Ti devo delle spiegazioni... Ma siccome non mi piacciono i
discorsi lunghi, stringerò e ti faciliterò il capire... Io adesso non sono
più l'Ayumi di prima...-
Yuri aggrottò le sopracciglia
-Cosa intendi...?-
-Voglio dire che devi dimenticarmi... odiarmi... Perchè quello che farò a voi
tra pochi giorni non porterà altro che odio nei miei confronti...-
Silenzio.
Un silenzio scioccato...
-C...Cosa... Ayu, cosa intendi...- sussurrò il ragazzo sempre più atterrito.
-Vedi Yuri... Io adesso... Sono il Male...- disse semplicemente la ragazza.
La luce dorata alle sue spalle illuminò il rame dei suoi capelli e la faccia
sconvolta del ragazzo di fronte a lei.
-Non... Non scherzare Ayumi, questi scherzi non mi piacciono...-
-Ma sono serissima, mio caro...- schioccò nuovamente le dita e subito
arrivarono Hiroto, Soichiro e Soto alle spalle di Ayumi, sogghignando.
Yuri arretrò, sempre più atterrito
-Ayumi... no, non puoi... essere...-
-Accetta la realtà, rosso...- lo seccò Hiroto. Si avvicinò e prese Ayumi -Lei
adesso... appartiene a noi, a me...- sibilò.
Yuri non potè fare altro che cadere in ginocchio, sconvolto
-Non ci credo... Non puoi, la mia Ayumi... Non può essere diventata così...-
sussurrò.
Ayumi scoppiò a ridere, avvicinandosi a lui.
Yuri guardò fisso il pavimento, ignorando il comando della ragazza di alzarsi.
-Ho detto... Alzati!!- e gli tirò un calcio nello stomaco, facendolo
accasciare.
-Sai, mi meravigli Ivanov... Chi l'avrebbe mai detto che sarebbe finita
così...- sbuffò Ayumi mettendosi le mani sui fianchi e facendo per andarsene.
Yuri sentì la rabbia montargli dentro, un'ondata di ira mai provata.
Si alzò, stringendo forte i pugni
-Non volevo che accadessero molte cose... La morte di mia madre, mio padre che
mi ha venduto, abbandonato come un giocattolo vecchio, non volevo passare la mia
vita al Monastero, volevo vivere... Ma proprio non accetto... che tu sia
diventata così!! Come hai potuto?!?! L'Ayumi che conosco non avrebbe mai ceduto
a volgari ricatti, non avrebbe mai fatto qualcosa solo perchè qualcuno lo
ordina...- esclamò il ragazzo.
Ayumi si voltò furiosa
-E io invece non accetto che un... un patetico ragazzino mi venga a dire quello
che devo o non devo fare... Mi hai stufato!! Io ti ho avvertito, sarà la vostra
rovina... E tutti ringrazieranno te, Yuri Ivanov, nella disperazione che
porterò ai tuoi amici... Portatelo via!!-
Soichiro e Soto lo agguantarono da sotto le ascelle e lo trascinarono fuori.
Yuri si divincolò
-Ayumi Kiyo!!! Giurò che verrà il giorno in cui ti pentirai di avermi detto
queste cose, in cui ti pentirai di esserti lasciata manipolare in questo modo!!!
Io non dimentico le frasi, "Ci vuole vita, per amare la vita",
ricordatelo!!! Kiyo, me l'hai detto tu!! Ma se vuoi la guerra... Allora
l'avrai!!!- urlò, mentre lo trascinavano fuori.
Ayumi, a sentire quella frase, ebbe una specie di scossone...
Un flash nella memoria.
Hiroto la guardò
-Dannazione... Perchè non ha tenuto la boccaccia chiusa, quell'Ivanov...-
pensò leggermente allarmato.
Se Ayumi riusciva a contrastare il Male dentro di se, allora era veramente
finita...
-Ayumi, adesso andiamo...- disse Hiroto conducendola fuori.
Ayumi si riprese
-Si... certo...-
Mancavano solo sette giorni alla notte di luna.
Entro quei giorni bisognava salvare Ayumi...
Ma siamo sicuri che lei voglia essere salvata?
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Capitolo 15 *** Sorrisi ***
15
15.Sorrisi
-Lasciatemi!! Vi ho detto di mollarmi!!- si dimenava Yuri nel corridoio.
Soichiro e Soto non l'ascoltavano e, una volta arrivati alla porta del
magazzino, lo sbatterono fuori.
-Vattene Ivanov, fai pace con il creatore prima della fine...- ridacchiò
Soichiro chiudendosi la porta alle spalle.
Yuri si rialzò dalla neve e si fiondò contro la porta, tirandole un violento
pugno. Urlò furioso e dal dolore che il legno gli aveva inferto alla mano.
-Aprite maledizione! Ayumi, Ayumi ripensaci!! Non farmi questo Ayu!!!- urlava
battendo i pugni sulla porta.
Ma nessuno ascoltava il suo strepitare disperato.
Arretrò, cercando di vedere se sopra il balcone c'era qualcuno. E infatti...
Vide la sagoma di Ayumi, la mantella svolazzava e non si vedeva la faccia.
Era in piedi sul corrimano e, inequivocabilmente, lo guardava.
Yuri la fissò in silenzio. Ormai...
Cosa doveva fare?
Insistere era inutile, sapeva fin troppo bene quando era ora di fermarsi.
-Addio Ayumi...- disse amaramente.
Yuri si girò e camminò dritto verso il sole ormai nascente dietro i palazzi
della periferia. Ma non si sarebbe arreso così, avrebbe lottato per Ayumi, la
sua vita.
-Addio Yuri...- sussurrò Ayumi a fior di labbra.
Guardò il ragazzo allontanarsi dal magazzino, verso una bellissima alba rosata.
Non poteva lasciarlo andare così, non poteva ma... doveva.
Già, per cosa poi? Per avere un mondo pieno di disperazione, di odio e di
intolleranza?
Lo voleva davvero? Era confusa.
Si ricordava solo di qualcosa che le entrava sotto la pelle e avvinghiava la sua
anima, poi... il buio.
Ma la volontà di Ayumi è più forte di quello che si possa pensare.
Uno spiazzo di lucidità tra tutto quel male forse c'è ancora e urla, urla nel
tentativo che qualcuno lo senta, che non lo si dimentichi... Perchè c'è.
E fin quando quello continuerà ad esistere, Ayumi sarà salva.
Ma un altro prezioso giorno è andato, ora mancano solo sei giorni...
Pochi perchè un *quadratino* di bene riesca a debellare tutte quelle tenebre.
-Ayumi-
La ragazza si sentì chiamare da Hiroto, ma non si girò
-Che vuoi Hiroto?- chiese seccamente.
-Ehi bambolina che c'è? Mi sembri di cattivo umore... Ma devi essere contenta,
tra poco sarà il nostro momento...- diceva il ragazzo.
Ayumi sospirò. Scese dal corrimano e rientrò nel magazzino
-Come intendete agire?- chiese.
-Semplicemente Kiyo, come si fa in questi casi...- intervenne Soichiro.
Ayumi lo guardò scettica
-E cioè?-
Hiroto si appoggiò al muro
-Dobbiamo attirarli in un posto tutti insieme... Perchè il piano abbia
efficacia...- spiegò.
Ayumi andò vicino alla finestra dal vetro rotto, prendendo un pezzo di quel
vetro. Era incredibilmente tagliente, le recise un pezzo di pelle del dito.
Fuoriuscì una goccia di sangue ma...
non aveva quel bel colore rosso scuro, era nero.
Nero pece...
Come se niente fosse successo, Ayumi continuò a parlare
-D'accordo, ma dove li portiamo? Ci serve anche qualcuno che li attiri in quel
posto...-
-Non preoccuparti... Tu li porti dove noi ti diciamo e tutto è sistemato...-
spiegava Hiroto minimizzando la cosa.
-Ma non hai visto la mia faccia? Mi conoscono, come faranno a fidarsi di me?!-
chiese esasperata la ragazza.
I suoi compagni sorrisero scaltri
-Vedrai...-
*
-Dove è finito Yuri...- pensava Boris passeggiando su e giù per la
stanza.
C'era stata una riunione straordinaria per decidere se andare a cercarlo.
Quando...
-Hanno bussato alla porta!- esclamò Takao.
-Apro io...- si offrì gentilmente Hilary. Aprì la porta e -AHHHHH!!! Un
mostrooo!!!!- urlò fiondandosi in braccio a Rei.
-Un mostro?- chiese scettico Max ridacchiando.
-Yuri!- esclamò Kei mentre il "mostro" entrava.
Decisamente non aveva un bell'aspetto: era sporco di sangue sulla faccia ed era
bianco come un lenzuolo, continuando a stringere convulsamente un lembo di
tessuto nero.
-Avevi... ragione... Kei...- disse prima di accasciarsi al suolo.
Kei lo prese e, aiutato da Sergej, lo fece stendere sul letto.
-Che è successo?- chiesero Boris e Ivan.
Il prof K gli andò vicino e lo esaminò
-Beh, ha sintomi di assideramento agli arti, deve aver camminato tutta notte...
E poi ha una brutta botta in testa, vedete?- e indicò la ferita sulla tempia.
-Fai qualcosa prof! Deve ancora raccontarci cosa gli è successo e perchè avevo
ragione!- intimò Kei.
Il prof annuì e si mise a medicarlo.
Yuri era in piedi.
In una stanza buia.
Si guardava intorno...
-Yuri...-
Ayumi lo chiamava da una parte.
-Ayumi...-
Camminava a braccia tese verso di lei ma prima di sfiorarla spariva.
Eccola apparire in una altro angolo e lui, imperterrito, andava verso di lei.
-Yuri...-
La stanza si era riempita di tante Ayumi.
Una felice, una arrabbiata, una ferita e sofferente, una che rideva, una che
piangeva e lei...
...l'Ayumi cattiva...
Questa trasformava tutte le altre.
E rideva.
Rideva, rideva, rideva...
Una risata cattiva, senza gioia nè sentimenti, un brillio cattivo negli occhi
rossi.
E Yuri si fermava...
Spaventato.
Poi...
Quelle ragazze si avvicinavano e lo afferravano per le spalle, scotendolo
-Yuri! Yuri!-
...No basta!!
-Yuri! Yuri!- lo chiamava Kei mentre Yuri si
svegliava sussultando.
Ansimò guardandosi intorno, sudando freddo.
-E' stato...- sospirò di sollievo. Si toccò la fronte bendata -Come...
Ah, si... Ricordo...-
Kei si sedette di fronte a lui.
Aveva smesso di nevicare e un sole pallido si affacciava timido tra le nuvole,
illuminando fiocamente la stanza.
-Allora Yuri... Che è successo?- chiese serio l'amico.
Yuri lo guardò
-Ecco... Da dove comincio?-
-Dal principio...-
Yuri si alzò, cominciando a passeggiare nervoso per la stanza
-Non mi ricordo tutto... Stavo camminando in un vicolo, cercando Ayumi, quando
ho avvertito una voce dal tetto. Ho fatto la cosa più sensata, mi sono messo a
correre ma ho scoperto che erano in tre e mi hanno inseguito nel vicolo e poi...
Mi hanno dato una botta in testa e sono svenuto e...- si interruppe.
Dopo aveva visto Ayumi. Non la sua dolce amica.
Un... mostro di cattiveria. Un freddo robot.
-E?- lo esortò impaziente Kei.
Yuri strinse i pugni
-E ho visto Ayumi o meglio... quello che restava di lei...-
Kei emise un verso schifato
-In che senso?! Non l'avranno...-
-Ma no idiota! Non l'hanno tagliata a pezzi!!! E' solo... cambiata...-
Allora Kei capì
-Ecco perchè avevo ragione... Allora è lei la prescelta...- sussurrò.
Yuri si limitò ad annuire.
Kei gli mise una mano sulla spalla, stringendola leggermente. Yuri sentì un
moto di gratitudine verso quello che fino a poco tempo fa considerava un
traditore.
-Dobbiamo aspettarci una loro mossa... Se è vero quello che mi hai detto non
aspetteranno ad agire...- continuò Kei -Anche se non so... Non sembra ci sia
speranza...-
Yuri si alzò, stringendo il lembo di vestito di Ayumi.
Guardò Kei fisso negli occhi
-Per chi continua a crederci c'è sempre... speranza...-
Verso le nove, più o meno, cominciò il loro peggiore incubo.
*Toc! Toc!*
-Chi cavolo è alle nove del mattino?- si lagnava Takao emergendo dalle coperte.
Boris si era seduto sul letto mentre Kei guardava sospettoso la porta.
-Beh? Non aprite?- chiese Boris.
Yuri scosse la testa
-C'è qualcosa che non va...-
-Sono d'accordo... Vediamo se smette...- aggiunse Kei.
Ma quel qualcuno non smetteva e imperterrito bussava ogni minuto con insistenza
alla porta della stanza.
-Insomma volete aprire?!- esclamarono gli altri entrando nella loro stanza.
-Shhhhhhttt!!- li zittirono.
Kei decise di andare alla porta. Aspettò che quel colpo giungesse immancabile.
-Chi è?- chiese spalancando la porta Kei, trattenendo il respiro. Ma
all'altezza degli occhi non c'era nessuno...
-Ma chi?-
-Quaggiù, signore...- esclamò una vocina.
Kei abbassò lo sguardo e... un bambino con un cappellino blu era sulla porta.
-Che vuoi moccioso...- disse seccato Kei, ma nel frattempo sollevato.
-Voglio giocare con voi!- disse il bambino entrando nella stanza, così rapido
che il ragazzo non riuscì a fermarlo.
-Ehi Kei! Chi è questo bambino?- chiese scettico Max.
Kei scosse la testa
-Non so, sarà il figlio di qualcuno qua nell'albergo...- minimizzò.
Hilary si avvicinò, inginocchiandosi davanti a lui
-Certo che sei proprio carino... Adoro i bambini!- disse con voce allegra la
ragazza.
Takao emise un verso scettico
-Ma se sei un'arpia...- borbottò.
Hilary gli tirò un'occhiataccia di fuoco. Rei e gli altri ridacchiarono.
Il bambino li guardava attento ma...
-C'è qualcosa di strano in quel moccioso...- pensava Yuri, scrutandolo.
Kei intuì subito i pensieri dell'amico
-Ehm... bambino, noi dovremmo andare adesso, quindi...-
-Di già? E dove...- sibilò il bambino.
La porta si chiuse all'improvviso, al solo battito delle palpebre del ragazzino.
La chiave girò nella toppa e andò in mano sua. Tutti lo guardarono
increduli...
-E-ehi... Che significa? Cosa...- balbettò Takao.
-Questo bambino ha qualcosa di strano...- intervenne svelto Yuri.
Il bambino sorrise cattivo
-Ma no... Cosa c'è che non va Ivanov?-
Tirò fuori dalla tasca della salopette una provetta con un liquido rosso e la
gettò per terra. Il cristallo si infranse per terra e ne scaturì un denso fumo
rossastro.
-Coff coff!! Non si respira...- tossiva Boris.
Yuri si mise una mano sulla bocca e sul naso ma... troppo tardi.
Il gas intontiva i sensi di tutti e uno ad uno cominciarono ad accasciarsi in
terra.
Kei e Yuri fissarono il bambino con la vista che si appannava.
Lui non sembrava accusare i sintomi del gas e continuava a sorridere...
Prima Kei e infine Yuri scivolarono contro il muro.
L'ultima cosa che si ricordarono fu il sorriso di quello strano bambino nel
denso fumo rosso.
Ma Yuri aveva già visto quel sorriso... Era quasi sicuro...
Chi era quel bambino misterioso?
E cosa succederà ai nostri amici?
Riusciranno a cavarsi fuori da questa brutta situazione?
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Capitolo 16 *** Il patto ***
16
16.Il patto
Un luogo... Da qualche parte, nel freddo nord della Russia. Di sicuro non erano
a Mosca...
Cosa avevano architettato Hiroto e gli altri?
E Ayumi dove era finita?
Yuri e gli altri, in quello stesso istante, si trovavano svenuti in un boschetto
innevato, la faccia immersa nella neve ghiacciata. Spirava un freddo vento,
carico di tanti fiocchi.
Yuri aprì a stento gli occhi
-Ahhh... D-dove sono adesso...- alzò la testa rabbrividendo per il freddo.
Socchiuse gli occhi. Vide attorno a se i suoi amici svenuti, tranne una figura
appoggiata ad un albero, che si teneva un braccio.
Yuri si alzò, arrivando alle spalle di quella figura
-Ehi Kei... Dove siamo secondo te?- chiese Yuri fissando gli alberi che si
stendevano infiniti nella steppa.
Kei scosse la testa
-Non ne ho idea... ma tutto questo non mi piace...-
-Avranno in mente qualcosa...- intervenne Takao che era appena arrivato dietro
di loro.
Yuri continuò a fissare la nebbiolina davanti a se. Ma tra questa vide avanzare
quattro figure, sicure e apparentemente senza peso, visto che non affondavano
nella spessa coltre di neve sul terreno. Poi sparirono...
-Che c'è Yuri?- chiese Kei guardando nella sua direzione.
-Niente... solo che mi... mi era sembrato...-
Boris si alzò titubante, come temendo della stabilità delle sue gambe.
Si avvicinò agli altri
-Che cavolo è successo qua...- esclamò guardandosi intorno spaesato.
-Salve signori...- una voce li interruppe. Una voce di bambino.
Yuri si girò di scatto.
Il bambino di prima era li, in piedi, in mezzo ai ragazzi svenuti.
-Tu! Piccolo bastardo...- ringhiò Kei avanzando.
Yuri lo bloccò
-Chi sei ragazzino?- chiese serio il ragazzo.
Il bambino ridacchiò. Poi schioccò le dita e tutti i ragazzi svenuti sparirono
senza lasciare traccia. I quattro sgranarono gli occhi.
-Ma che... come ci riesce...- balbettò Takao arretrando.
Boris scosse la testa.
Yuri si avvicinò furente al bambino, sollevandolo per il bavero della salopette
-Schifoso vermiciattolo... Cosa ne hai fatto dei nostri amici?!?! E chi diavolo
saresti tu?!?- esclamò Yuri a un millimetro dal viso del bambino.
-Ma come... Non mi riconosci Ivanov...?-
E sotto gli occhi del ragazzo... i lineamenti del piccolo cambiarono. I capelli
si allungarono, tingendosi di ramato, la bocca cambiò forma, sulla pelle
spuntarono lentiggini, si alzò tanto che non fu più necessario tenerlo
sollevato, la veste divenne nera e... gli occhi verdi divennero rossi. Le labbra
scarlatte si incresparono in un ghigno, i canini ben in vista.
Yuri lasciò subito la presa.
-Ayumi... Non può essere...- sussurrò quello alla vista della ragazza.
-E così... Quel bambino eri tu...- intervenne Boris.
Takao continuava a non capire. Kei scoppiò in una risata
-E così sarebbe questo ciò che resta di Ayumi, eh Yuri? Un... Beh, si avvicina
all'idea che ho io di un vampiro...- fece notare ironico.
Yuri gli scoccò un'occhiata di fuoco.
-Davvero perspicace Hiwatari... Devo ammettere che sei il primo che resta così
lucido... Si vede che eri il cocco di quel sempliciotto di Vorkof...- intervenne
Ayumi.
-Comunque... cosa ne hai fatto dei nostri amici? Parla Ayumi!- intimò Takao.
Ayumi lo guardò. Poi chiuse gli occhi e... si ritrovò dietro il ragazzo dai
capelli neri.
-Non accetto... che tu mi faccia la paternale...- sibilò Ayumi all'orecchio di
quello. Takao rabbrividì.
Yuri la fissò
-Ma come ci...-
-Come ci riesce? Non sai che cosa vuol dire "Patto con il diavolo"
Ivanov?- intervenne una voce.
Tutti alzarono gli occhi verso i rami di un albero pieno di neve, notando tre
figure in piedi sui rami. Queste saltarono giù, alle spalle di Ayumi.
-Hiroto....- ringhiò Yuri.
Hiroto sorrise, la lunga frangia nera gli cadde sugli occhi di ghiaccio
-Hai buona memoria...-
Boris guardò fisso Soichiro
-Io ti ho già visto...-
-Bravo Boris, sono proprio io...- disse Soichiro.
-Io chi?- chiese Takao al suo orecchio.
-Era venuto una volta a fare un giro al Monastero, con suo fratello... Soto...-
-Ma per Vorkof non ero abbastanza bravo... E dopo ho incontrato Hiroto è ora
sono quello che vedi... insieme a mio fratello...- aggiunse Soichiro.
-Bene ragazzi, tutto ciò è molto interessante... Ma non siamo venuti qua per
una rimpatriata...- intervenne Ayumi.
-Giusto... Vogliamo farvi una proposta- propose Hiroto.
-Che genere di proposta?- chiese Yuri.
-E' semplice... Tutto quello che dovete fare è trovare uno di noi quattro,
sconfiggerlo e basta...- spiegò Soto.
-E se perdiamo?- continuò Kei.
Soichiro guardò con la coda dell'occhio Ayumi
-Se perdete... Perderete la vita...- disse la ragazza.
Yuri deglutì
-Che ne sarà degli altri?- chiese.
-Beh... se vincete sono, diciamo, "compresi nel prezzo"- ironizzò
Hiroto.
Poi si avvicinò a Yuri, la mano tesa
-Allora... abbiamo un accordo?- sussurrò fissandolo negli occhi, gelo contro
gelo.
Yuri fissò la mano del ragazzo. Poi la strinse
-Affare fatto...- concluse.
Hiroto sorrise
-Eccellente...- Si girò, in procinto di andarsene.
-Ancora una cosa!- aggiunse Yuri. Si girarono ad ascoltarlo -Se vinciamo noi...
Dovete liberare anche Ayumi...-
Ayumi lo guardò. Poi scosse la testa e si avvicinò al ragazzo
-Stupido... Credi veramente che io sia loro prigioniera? Sono io che controllo
la mia volontà, io che ho scelto di prendere questa strada...- lo freddò.
Yuri stette zitto. Ayumi se ne andò, sparendo nella nebbiolina di fiocchi di
neve, al di la dei fitti pini. Hiroto rimase indietro
-Avete tempo da adesso... Vi conviene non sprecarlo...- e corse via anche lui,
dietro agli altri.
-Ragazzi, io consiglio di dividerci!- propose Takao.
-Takao ha ragione... Che ognuno pensi a se stesso...- aggiunse Kei. Boris
annuì.
-Ragazzi...- disse serio Yuri.
Lo guardarono. Lui alzò lo sguardo
-Questa è una faccenda tra me... e Ayumi... Quindi, se le trovate... lasciatela
a me. Liberate il vostro bit power e io arriverò di corsa. Tutto chiaro?-
Gli altri annuirono, comprensivi.
-Allora... io vado di la- disse Kei indicando una serie fitta di alberi verso
destra.
-Buona fortuna Kei...- dissero gli altri.
Kei fece un cenno con la testa e corse via, lasciando dietro di se solo delle
impronte.
-Io invece mi avvierei fuori da qua... Takao tu vai a sinistra!- disse Boris,
sparendo con Takao. A Yuri non rimaneva che dirigersi nel folto della foresta.
Si girò, cominciando a correre.
*
Man mano che avanzava, l'intrico di alberi diventava più fitto. Non sarebbe
stato più capace di tornare indietro, anche volendo. Aveva perso totalmente il
senso dell'orientamento.
Si fermò ansimando e appoggiandosi alle ginocchia. Si passò una mano sulla
fronte, asciugandosela
-E adesso... dove sono finito...- ansimò.
Di questo passo non avrebbe trovato mai nessuno, sarebbe andato avanti in eterno
in quella foresta, finchè la morte non gli avrebbe soffiato sul collo. Sarebbe
morto da solo, dimenticato da tutti, in un boschetto al nord della Russia.
E nessuno... nessuno si sarebbe ricordato di lui.
E anche l'unica persona che avrebbe potuto... se n'era andata.
Rabbrividì a questi pensieri e riprese a correre, avanzando alla cieca tra la
neve.
Passò un'altra ora, forse, non lo sapeva, aveva perso anche la cognizione del
tempo.
-Dove diavolo siete!!! Ayumiiiii!! Hirotoooooo!!- chiamava, ormai stravolto, il
ragazzo.
Era arrivato in una radura. La neve era intatta, impalpabile.
Ma Yuri... si buttò a terra, sentendo alle sue spalle un sibilo sinistro.
Appena si abbassò, vide un bey nero pece, scagliato sopra di lui, schiantarsi
contro un albero, facendo cadere la neve dai rami e recidendo il tronco.
Yuri si girò, impugnando il suo Wolborg
-Vieni fuori! A quanto pare ho trovato qualcuno...- ridacchiò spavaldo il
ragazzo, inserendo il filo nel caricatore.
La prima battaglia stava per iniziare.
Ma era appena l'inizio... E si spera che non coincida con la fine...
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Capitolo 17 *** Inferno innevato ***
17
17.Inferno innevato
-Guarda guarda... Ho trovato un pesciolino piccolo! Soichiro...- ridacchiò Yuri,
mentre il ragazzo usciva dall'ombra, agguantando al volo il bey nero.
Questo digrignò i denti
-Non usare quel tono con me Ivanov... Combatti invece! Di solito i chiacchieroni
non sono altrettanto bravi con il bey...- intimò Soichiro.
Yuri lo scrutò con odio, mettendosi in posizione. Ma mentre stava per
lanciare...
*BOOOOOOMMMM!!!!*
Una forte esplosione alle spalle di Soichiro lo fece sobbalzare, mentre parecchi
alberi saltavano in aria.
-Che cosa è stato?- chiese non riuscendo a trattenersi.
Soichiro lo guardò sorridendo
-Può darsi che Hiroto... abbia fatto il suo lavoro...- e scoppiò a ridere.
Yuri rimise in tasca il suo caricatore e corse verso l'esplosione ma Soichiro lo
bloccò da dietro.
-Eh no bello... Qualunque sia il tuo amico laggiù, laggiù resterà... Tu
adesso ti batti con me...-
Yuri gli tirò un pugno, dritto in faccia, facendolo cadere a terra.
-Scusa amico, niente di personale... Ma qualcuno mi chiama...-
Lasciò lì a terra Soichiro e corse via, alla ricerca di Hiroto.
-E' giunta la tua ora, Kei...- diceva Hiroto. Aveva un piede sulla schiena di
Kei, steso a terra e insanguinato -Lo ammetto, hai combattuto bene... Ma, come
in tutte le cose della vita, sopravvive il più forte...- e premette il piede
sulla schiena di Kei, che urlò di dolore, sputando sangue. Macchiò la neve
candida.
-Quindi... Fai pace con il mondo, Hiwatari... La tua ora è giunta...- e si
preparò a lanciare il bey. Kei chiuse gli occhi, preparandosi al colpo.
Ecco, era la fine.
Sarebbe morto così, lasciandosi sottomettere da uno stupido qualunque.
Ma se doveva morire veramente... allora voleva affrontare faccia a faccia il suo
avversario. Con un colpo di reni si alzò e schivò il colpo, che si conficcò
nella neve ghiacciata.
Si alzò e tirò Dranzer
-Vai Dranzer!!! Energia di fuocoooo!!- urlò.
Il chip esplose di luce infuocata e la fenice si librò alta nel cielo.
-Sei duro, eh? Va bene, vuol dire che lo farò ancora... Demoooon!!-
Dal bey di Hiroto uscì il dragone dalle ali nere, ruggendo.
-Vediamo come te la cavi... Attacco inferno!!!- esclamò.
I due bit power si scontrarono nel cielo, generando un'altra esplosione. Fu
nella confusione di questa che Kei si avvicinò ad Hiroto e gli tirò un pugno.
Ma Hiroto lo bloccò
-Cosa credi di fare, moccioso...- ridacchiò.
Kei sogghignò
-Questo...- e gli tirò un calcio dove fa più male.
Hiroto urlò di dolore, accasciandosi a terra. Kei si girò
-Dranzer, finiscilo!!-
La fenice guardò il suo padrone e sferrò un altro attacco al dragone,
mettendolo k.o. Il bey di Hiroto smise di girare, proprio come Hiroto stesso era
a terra svenuto.
Kei riprese Dranzer al volo, asciugandosi il sangue alla bocca
-Così la pianterai...-
-Keeeeiiiii!!- chiamò Yuri arrivando di corsa.
Kei si girò
-Ciao Yuri, trovato Ayumi?- minimizzò quello, mettendosi in tasca Dranzer.
Yuri guardò gli alberi bruciati, Hiroto in terra e l'amico davanti a se,
insanguinato e con un occhio pesto, ma l'aria orgogliosa. Yuri scoppiò a
ridere, dandogli una pacca sulla spalla
-Sei un mito Kei...- Kei arrossì leggermente.
-Allora, ci sono novità?- chiese Yuri, mentre camminavano nel bosco, cercando
di intravedere qualcuno.
-Hiroto mi ha detto che Soto si stava già battendo con Takao... Ma di Boris non
so niente... E tu?- chiese Kei, scavalcando un tronco d'albero.
Per il momento aveva smesso di nevicare e cominciava a scendere la sera sul
boschetto innevato.
-Io ho trovato Soichiro ma non ho combattuto... l'ho steso e me ne sono andato,
vedendo l'esplosione ho pensato il peggio... Ma di Ayumi non c'è traccia...-
Sospirò, spostando un ramo per passare.
-Dove può essere finita...-
-Yuri...-
-E soprattutto starà bene...-
-Senti, Yuri...-
-Magari era uno scherzo e non c'è...-
-Ehi, Yuri!-
-Che c'è Kei!! Non vedi che sto...-
-Guarda là...- sussurrò atterrito Kei.
Yuri si girò...
-Ma quello è... Falborg! Boris!! Boris ha trovato Ayumi!!- esclamò Yuri.
Il falco di Boris stava volando in ampi cerchi in una zona a sud di dove erano
adesso loro due, parecchio lontana.
-Dobbiamo andare Kei! Ha trovato Ayumi!-
-Yuri fermo! Non ne siamo sicuri, potrebbe essere qualc'un altro oppure
potrebbe...-
Yuri si fermò. Guardò l'amico negli occhi
-Se non andiamo non potremmo mai saperlo... O sei con me... o senza di me!-
Poi si girò e cominciò a correre verso la luce violacea, che contrastava con
il cielo blu scuro.
Kei lo guardò allontanarsi. Sospirò e decise di seguirlo.
-Kei!! Aspetta!!- una voce lo fermò. Il ragazzo si girò
-Takao! Rei! Max! Hilary! Amici! Ma cosa...- esclamò vedendo arrivare tutti i
prigionieri con Takao.
-L'ho battuto Kei, ho battuto Soto! L'ho anche costretto a dirmi dove li
tenevano...-
-Le spiegazioni a dopo Takao, dobbiamo andare!-
-Perchè? Che succede? E che diavolo hai fatto alla faccia?-
-Non c'è tempo! Dobbiamo seguire Yuri, sta andando da Ayumi, Boris l'ha
trovata...-
Kei prese a correre.
-Andiamo ragazzi, l'avventura non è finita!- esclamò esaltato Takao,
incoraggiato dagli urli di consenso degli altri. Corsero tutti dietro a Kei,
inoltrandosi nel fitto bosco.
Il falco volava ancora nel cielo.
*
-Che significa questo, Boris? Perchè hai liberato subito il tuo bit power?-
chiese Ayumi.
Boris la guardò. Era veramente irriconoscibile, non assomigliava più alla
dolce ragazza che aveva conosciuto.
-Non faccio niente, semplicemente sei tu che non sei pronta a combattere, vero?-
Doveva cercare di prendere tempo...
-Ti prego, fai che Yuri arrivi alla svelta, non posso resistere per molto
senza che se ne accorga...- pregava con il pensiero Boris.
Ma Ayumi non era una stupida. Aveva capito che c'era qualcosa in Boris che non
andava, era più strano del solito (Ehi!! Non offendere sai >.
-Va bene Boris, allora combattiamo! Vai Devil!!!- esclamò lanciando il suo bey
rosso scuro.
Boris rimase spiazzato
-Va bene ma... se perdo?- chiese guardingo.
Ayumi si limitò a sogghignare.
Boris rabbrividì
-Muoviti Yuri... Fai presto!-
Yuri correva. Correva come non aveva mai fatto in vita sua.
Fisso pensiero: salvare Boris da Ayumi, salvare anche la ragazza dal male dentro
lei.
Nel silenzio del bosco di sentiva solo il suo respiro affannoso e il ritmico
rumore della neve ghiacciata che calpestava.
Pensò a quello che sarebbe potuto accadere se non fosse arrivato in tempo. Un
brivido gli attraversò la schiena e aumentò l'andatura.
Il cielo si era scurito ulteriormente, adesso era quasi nero. Ma la luna non si
vedeva, nascosta dietro le nuvole.
Alzò lo sguardo dove il falco volava ma...
-Che è successo? Dove...-
All'improvviso un boato assordante ruppe il silenzio del bosco e le fiamme
divorarono gli alberi circostanti. Dove c'era prima il bagliore violaceo adesso
troneggiava un cavallo nero.
-Devil... Ayumi!!-
Il minaccioso destriero si impennò sulle zampe posteriori, nitrendo e scuotendo
fiero la criniera di fiamme. Ormai l'incendio aveva raggiunto anche gli alberi
intorno a Yuri, che si fermò atterito.
-Dannazione...- sussurrò ansimando.
Riprese a correre nel tunnel di fiamme, evitando i rami bruciati che cadevano
dagli alberi. Poi, alla fine dell'immenso rogo, scorse una via d'uscita, una
radura, circondata anch'essa da fiamme.
Era arrivato... all'inferno.
-Kei è inutile!! Non possiamo fare più niente, torniamo indietro!- esclamò
Rei trattenendo l'amico per un braccio. Gli alberi ardenti bloccavano la via,
impedendo di continuare oltre.
Kei cercò di allentare la presa dal suo braccio, ma Max aiutò Rei, scuotendo
la testa verso il russo.
-Ragiona Kei! E' un suicidio! Vedrai... che se la caverà, Yuri è in gamba...-
lo rassicurava Takao, piantatosi davanti a lui.
Kei smise di divincolarsi e abbassò lo sguardo rassegnato.
-Non riuscirò mai... ad aiutarlo fino in fondo...- sussurrò rabbioso.
I suoi amici girarono indietro, cercando una via alternativa.
Takao lo superò battendogli amichevolmente la spalla.
Kei rimase lì, fermo a fissare oltre la cortina di fuoco, cercando di
intravedere Yuri.
-Non posso arrendermi così... Non posso!!- esclamò.
Prese la rincorsa e... si gettò nelle fiamme, seguendo la strada presa prima da
Yuri.
-Kei no!! Torna indietro, è pericoloso!!- urlò Takao.
Ma il ragazzo era già troppo lontano. Sospirò
-Buona fortuna... amico...- e raggiunse gli altri.
-Bene bene... Benvenuto Yuri, ti aspettavo! Visto che calda accoglienza ti ho
riservato? E prima Boris ha avuto il piacere di sperimentarla...- ironizzò
Ayumi.
Era in piedi su un ceppo d'albero bruciato, alle spalle le fiamme imponenti e
davanti a se, immobile, sdraiato in terra, con la faccia nella neve...
-Boris!!!- esclamò Yuri fiondandosi in terra di fianco all'amico.
Lo scosse per le spalle
-Ehi amico parlami!! Dimmi che non sei...- ma Boris non rispondeva ne reagiva
agli scossoni del ragazzo. Aveva gli occhi chiusi e la bocca semichiusa. E
continuava a stare fermo, immobile.
Yuri lo lasciò di botto, il viso ricadde nella neve.
-No... Non puoi essere... Non tu...-
Yuri era incredulo. Si alzò tremante, una lacrima di rabbia gli scese sulla
guancia
-Bastarda... Schifosissima bastarda!!! L'hai ammazzato!! L'HAI UCCISO!!!- urlò
con tutta la rabbia che aveva dentro Yuri, gettandosi su Ayumi.
La ragazza sparì, apparendo qualche metro più in là
-Non credo... Non ne sono totalmente sicura...- ridacchiò crudelmente.
Yuri non ci poteva credere.
Ayumi!!! Ayumi aveva ucciso Boris!!
Cosa stava succedendo al mondo?! Tutto andava storto, troppa crudeltà e
violenza...
Il ragazzo si girò, puntandole il dito contro
-Combattiamo... demonio...- sibilò velenoso.
Ayumi sorrise
-Grazie del complimento... D'accordo, se proprio ci tieni...-
Yuri inserì Wolborg nel caricatore, prendendo la mira.
-Ti batterò... Estirperò il male da Ayumi, la libererò!!- urlò lanciando il
bey.
Lo seguì immediatamente il Devil di Ayumi. La battaglia era cominciata.
Kei sarebbe arrivato in tempo?
E Yuri riuscirà a sconfiggere il male, prima che questo porti altra rovina e
morte.
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Capitolo 18 *** La forza dell'amore ***
Nuova pagina 1
I bey giravano veloci,
rincorrendosi sulla neve, evitando di andare oltre il cerchio di fiamme.
Cominciava a fare caldo e si alzava un denso fumo nero.
-Coff, coff... Non si respira...- tossì Yuri mettendosi una mano davanti alla
bocca.
Ayumi ridacchiò
-Che ti prende Ivanov?- chiese strafottente. Yuri scosse la testa.
-Allora, la vogliamo movimentare un po' questa battaglia? Vai Devil, massima
potenza!!-
Ayumi incitò il suo bey, che subito aumentò la velocità, muovendosi talmente
veloce che sembrava sparire per poi riapparire più in là.
-D'accordo... Wolborg!!- urlò Yuri, mentre anche il bey argenteo cambiava
bruscamente direzione e accellerava.
Boris era ancora sdraiato in terra immobile, appoggiato al ceppo d'albero. Ma
era davvero morto?
-Corri Kei, malidizione, corri!- ansimava il ragazzo tra sè e sè,
schivando l'ennesimo ramo infuocato sul terreno.
Mancava ormai poco, le impronte di Yuri finivano qualche metro più avanti, in
una radura anch'essa invasa dalle fiamme.
Aumentò l'andatura, sprofondando in una buca
-Cacchio...- imprecò, tirandosi in piedi a fatica e riprendendo a correre. Gli
doleva il fianco sinistro e sentiva i polmoni scoppiare.
Inspirò quanta più aria potè, anche se ormai era satura di nero fumo.
-Ci sono quasi...- pensò sollevato vedendo la radura di fronte a se. Ma
un tronco cadde sul sentiero, bloccando il passaggio.
Kei si fermò bruscamente, riparandosi gli occhi dal troppo calore.
Non poteva arrendersi, non ora...
Arretrò di un metro circa. Ti tolse la giacca
-Ora o mai più...- e si gettò oltre il tronco, rotolando sulla neve.
Guardò dietro di se, sorridendo orgoglioso. Si rialzò, spolverandosi i pantaloni
dalla neve.
-Ci siamo...- sussurrò.
-Allora? E' tutto qua quello che sai fare? Ti credevo più bravo...- chiese Ayumi,
mentre il suo bey cozzava contro Wolborg.
Yuri barcollò
-Non ci riesco, non posso combattere contro di lei...- pensava.
Che gli stava succedendo?
Doveva vendicare Boris, liberare l'amica... Ma non riusciva neanche a muoversi.
Stava immobile davanti a lei, accusando tutti i colpi.
Si limitava a fissarla sconvolto.
La rabbia di prima si era trasformata in tristezza. Un'immensa tristezza...
Perchè lei? Perchè adesso?
-Così non mi diverto, Yuri! Mi hai stufato... DEVIIIIIL!!!- esclamò la ragazza.
Il bit esplose di fiamme e l'imponente destriero nero galoppò in cerchio.
Ayumi scoppiò a ridere
-Presto raggiungerai il tuo caro Boris, dimmi addio!!- disse, mentre le fiamme
degli alberi si alzavano. Yuri strizzò gli occhi. -Muori Ivanov!!!-
Ma una voce...
-Smettila Ayumi!!- e un bey venne lanciato contro Devil, respingendolo
momentaneamente. Il cavallo si bloccò, spaesato, sentendo un verso acuto.
Una fenice scarlatta planava sopra le loro teste e un bey blu e verde girava
davanti al suo propietario.
-Hiwatari!! Che ci fai tu qua?!- esclamò Ayumi guardando il ragazzo.
Yuri aprì gli occhi, felice
-Kei!! Sono felice di vederti amico...-
Kei gli fece l'occhiolino.
Ayumi passava con lo sguardo dall'uno all'altro. Strinse gli occhi rossi con
cattiveria
-Va bene... Vorrà dire che vi sconfiggero entrambi... Devil!!-
Il bey cominciò a cozzare dall'uno all'altro, alzando neve alla base.
-Kei occupati di Boris! Credo che... che sia...- parlò Yuri non riuscendo a
finire la frase.
Il russo sgranò gli occhi, precipitandosi di fianco alla sagoma inerme
dell'amico, mentre Yuri continuava a battersi con Ayumi.
-Boris! Ehi parlami!-
Gli prese la testa e se la mise sulle ginocchia. Si ritrovò le mani piene di
sangue.
Cercò la ferita dietro la nuca, ma non sembrava essercene. Poi notò che Boris
perdeva sangue dalla bocca.
Probabilmente doveva avere qualche frattura interna. Appoggiò due dita sulla
carotide, cercando il battito.
E con sua grande sorpresa...
-Yuri!! Yuri è vivo!! Sento il battito, anche se molto debole!!- esclamò Kei
chiamando l'amico, impegnato a respingere un'offensiva di Ayumi.
Yuri si illuminò, impegnandosi con nuovo vigore
-Hai visto?! Non l'hai ucciso, non hai macchiato le mani di Ayumi con il sangue
di un innocente!!- esclamò (Insomma... Non esageriamo, Boris non è certo uno
stinco di santo...NdAyu) (Neanche tu, Ayumi -.-'' ndBoris) (Ma come siamo
pignoli...NdMe).
Boris aprì debolmente un occhio, tossendo e sputando sangue.
-Boris... Devo assolutamente portarti via di qua...- sussurrò Kei, caricandoselo
in spalla. Ma Boris lo afferrò per una manica
-D-di... a Yu... Di f-far attenzi...one... Al suo... att-attacco...- esalò il
russo.
Kei annuì e quello richiuse gli occhi, stravolto.
-Ehi Yu!! Io vado, devo cercare aiuto per Boris! Fai attenzione, soprattutto al
suo attacco, capito?!-
-D'accordo Kei, fai in fretta!- rispose Yuri, mentre Kei correva via tra lo
spiraglio libero tra le fiamme.
Una volta passato, gli alberi crollarono. Devil cozzò contro Wolborg
-Sei in trappola Yuri...- sibilò velenosa la ragazza.
Ormai i bey giravano da parecchi minuti, non avevano più energia sufficente per
continuare a lungo la battaglia.
Un colpo, uno solo. Chi sbaglia è perduto.
-Finalmente la resa dei conti, caro... Solo io e te, avversari fino alla morte,
di certo non mia...- disse Ayumi.
-Allora fatti sotto...- rispose serio Yuri, stringendo i pugni.
La ragazza sogghignò
-Con piacere... DEVIL!!!!-
-WOLBORG!!!- urlarono contemporaneamente Ayumi e Yuri ai loro bit power.
Il nero cavallo battè le zampe per terra, caricando il lupo d'argento che gli
ringhiava contro.
-EVIL ATTAK!!!!- urlò la padrona del destriero, che nitrì impennandosi.
-Stai pronto Wolborg... DEVI RESPINGERLO A TUTTI I COSTI!! Per me, per i nostri
amici... Per tutto quello in cui abbiamo sempre creduto!!- gridò Yuri.
Il lupo d'argento guardò il suo avversario diventare rosso sangue e galoppare,
lasciando una scia di fiamme dritto verso di lui e il suo padrone.
Doveva assolutamente sconfiggerlo.
-Vai con dio, Yuri!!!!- esclamò Ayumi.
-Sognalo!!- ribatte il ragazzo.
*KAAAAABOOOOOOOOOOOOOOOMMMMMMMMMMMMMMMM!!!!!*
Una grandissima esplosione scosse l'intero bosco, facendo saltare in aria
parecchi alberi e arrivando fino alle orecchie degli altri, ormai fuori da quel
rogo.
-Avete sentito?- chiese Hilary guardandosi alle spalle.
-Già... Che cosa sarà stato?- aggiunse Kappa.
I blader si guardarono negli occhi, abbassandoli contemporaneamente al suolo.
Lo stesso pensiero attraversò la testa di tutti: fa che Yuri sia salvo.
Il fumo era denso e le fiamme avevano ormai invaso quasi tutta la radura.
Anche se Yuri avesse vinto, sarebbe stato impossibile tornare indietro. Il
ragazzo aprì gli occhi, alzandosi in ginocchio, cercando di intravedere la sua
avversaria o almeno il suo bey.
La vide. Era in piedi, le braccia incrociate e guardava a terra.
-Come pensavo...- sussurrò.
Yuri balzò in piedi di scatto, guardando nella stessa direzione.
-No... Non ci credo...- cadde in ginocchio.
Aveva... perso...
Aveva miseramente perso. Il suo bey era distrutto, mentre Devil continuava a
girare imperterrito.
Saltò in mano alla sua padrona, che guardava Yuri fisso negli occhi
-Come volevasi dimostrare... Ho vinto! Tuttavia... Non sono totalmente
soddisfatta...- aggiunse.
Yuri non la guardò neanche.
Lei si avvicinò. Il silenzio era rotto dal crepitio delle fiamme che divoravano
la foresta.
-Non sono soddisfatta perchè sei vivo... Come hai fatto a resistere... Ma
rimedio subito...-
Ricaricò Devil, puntandoglielo contro.
-Avanti... fallo...- sibilò Yuri abbassando la testa.
La ragazza si trovò a fissargli la nuca.
-Tsk! Ma la morte si guarda in faccia, codardo che non sei altro...- lo freddò,
facendolo alzare con il pensiero.
Yuri si ritrovò in piedi, lo sguardo d'acciaio, le labbra serrate.
Se doveva morire non le avrebbe dato la soddisfazione di sentirlo urlare,
sarebbe morto con onore, in piedi...
Ayumi tirò il bey dritto al petto del ragazzo, colpendolo in centro.
Sentì le costole rompersi sotto il colpo. Yuri rimbalzò indietro, rovinando a
terra. Una ferita si aprì sul torace e sputò sangue.
-Dannazione, mancato... Ma non ti preoccupare, non sbaglierò un'altra volta...-
ridacchiò Ayumi, riacchiappando Devil.
Yuri ansimava pesantemente, il petto si alzava e abbassava rapido.
Gli doleva immensamente tutta la cassa toracica.
Ma l'obbiettivo di Ayumi era il cuore...
Quel cuore che tanto aveva amato e amava ancora adesso... la persona che stava
per far cessare i suoi battiti.
-Ayumi... P-prima che tu... mi uccida voglio dirti... una cosa...- balbettò Yuri
tenendosi il petto.
-Te lo concedo... Ultimo desiderio...- disse Ayumi.
-Io... Ti amo... Solo questo... Sappi che ti ho sempre amata, dalla prima
volta... che t-ti ho visto... E amo ancora adesso la vera Ayumi dentro tutto il
male e tutta la... crudeltà che alberga nel tuo cuore... E sappi che anche se mi
uccidi... Non smetterò mai di amarti... Non rinnegherò il mio amore sulle labbra
finchè avrò fiato, nè ora... nè mai... Fai che il mio amore per te conservi il
mio ultimo respiro...- sussurrò Yuri.
Ayumi rimase spiazzata.
Ancora quello strano scossone... quella scarica da dentro.
Sentiva dentro di sè un'altra persona, un'altra *vita*...
Che urlava, strepitava per uscire...
Non se ne è accorto nessuno ma la settimana stava per finire, era quasi
mezzanotte. Ma nell'anima di Ayumi stava succedendo un fatto inspiegabile.
La ragazza avvertiva che qualcosa nel corpo si rompeva, frantumava in mille
pezzi. E ancora lo scossone.
Lasciò cadere il caricatore e si tappò le orecchie, scuotendo la testa.
-Amore... Amicizia... Sono queste le cose che contano nella vita... Non
voglio che il male mi prenda, non voglio dimenticare...- diceva una vocina
nel cranio, rimbombando tra le pareti.
Sempre più forte, sempre più incisiva, sempre più... sempre più la vera volontà
di Ayumi!
-Non... Non voglioooooooooooo!!!!!!- urlò Ayumi nella notte, squarciando il
silenzio. Parecchi tronchi bruciati caddero al suolo, Yuri li schivò per un
soffio.
-Ma che... che sta...- ansimò il ragazzo alzandosi in piedi a stento, tenendosi
il petto. Un rivolo di sangue gli scendeva ancora dalla bocca.
-Non voglio, non vogliooooooooo!!!!!!!- non smetteva di urlare, scuotendo la
testa, a carponi per terra.
E poi... il male la abbandonò.
Lo strano fumo nero uscì dalla sua pelle, salendo in alto e sparendo tra le
fiamme. La veste cambiò, si ritrovò ancora addosso il suo solito vestito nero
con i pantaloncini, i canini ridivennero normali e i suoi occhi persero il tono
rosso, tingendosi del loro naturale color scuro.
Yuri osservò la scena in silenzio, timoroso ad avvicinarsi.
Ayumi era ancora a carponi, respirando pesantemente.
Il ragazzo vide una lacrima scendere sulle sue lentiggini e cadere sulla neve,
così semplice e pura.
Poi la ragazza alzò lo sguardo. Guardò Yuri in piedi davanti a lei,
specchiandosi nuovamente in quegli occhi di ghiaccio.
Ayumi sorrise. Dopo tanto tempo fece nuovamente il suo dolcissimo sorriso.
Era finalmente tornata.
-Ayu... Ayu sei tu?- chiese balbettando Yuri, cadendo in ginocchio e tendendo
una mano verso il viso della ragazza.
Ayumi annuì, sentendo la mano del ragazzo carezzarle dolcemente una guancia.
Per la prima volta... Yuri sorrise, mentre gli occhi color del cielo diventavano
lucidi.
Da quel momento capì che con l'amore... tutto è possibile.
Anche l'impossibile.
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Capitolo 19 *** Fuggire ***
Nuova pagina 1
19.Fuggire
-Yuri... Cosa... Non mi ricordo bene...- borbottava Ayumi, abbracciata al
ragazzo.
-Te lo spiegherò in seguito, Ayu... Ma ora dobbiamo trovare un modo per
andarcene da qua... Sta cominciando a diventare pericoloso!- disse Yuri,
tentando di alzarsi, ma ricadde in ginocchio sulla neve fredda. Il dolore al
petto si era ulteriormente intensificato.
Aveva al più presto bisogno di un medico... Tossì e macchiò di sangue la mano.
-Yuri?! Ma che ti è successo?!- esclamò Ayumi notando il ragazzo tossire
spasmodicamente. Si inginocchiò di fianco a lui
-Fammi vedere...-
-No, non è niente...- sussurrò Yuri tenendosi il petto. Da sotto la maglia si
vedeva una macchia di sangue scuro. La ferita non si era ancora fermata.
Ayumi osservò il taglio profondo
-Sono stata... io, vero?- balbettò.
Yuri scosse la testa
-Non tu, è stato il Male che ha agito attraverso te, non devi fartene una
colpa...-
-Cos'altro ho fatto di così terribile... Non mi ricordo più niente!- disse con
voce rotta la ragazza.
-Possiamo parlarne dopo? Adesso è più importante trovare una via d'uscita...-
aggiunse Yuri.
Ayumi annuì e lo sorresse, aiutandolo a camminare, malgrado lui fosse più alto e
ben piantato di lei.
-Da dove sei venuto, l'ultima volta?- chiese Ayumi guardando il muro di fiamme,
che ormai circondava tutta la radura.
-In teoria, davanti a noi, si arriverebbe dritti fuori di qua... Ma non possiamo
andare da quella parte, già Kei ci è riuscito per un soffio...-
-Kei? Anche Kei è venuto qui?-
Yuri annuì nuovamente. Ormai gli dava l'affanno anche parlare, faceva sempre più
fatica a respirare...
-Dovresti saperlo Yu... Per me non esiste la parola "impossibile"- disse decisa
Ayumi.
-Che... intendi...?- sussurrò il ragazzo.
-Aggrappati a me Yuri... Adesso si balla...- sogghignò la ragazza.
-Kei!! Stai bene!! E Yuri? E Ayumi e Boris?- chiese concitato Max.
Kei era appena arrivato di corsa fuori dal bosco in fiamme, con una figura sulla
spalle.
-Ma è Boris!!! Che gli è successo?!- esclamò Rei, mentre anche Takao, Hilary,
Kappa, Ivan e Sergej si avvicinavano.
Kei posò Boris per terra
-Non so di preciso cos'abbia, credo qualche frattura interna... Ma vi basti
sapere che è stata...-
-Ayumi?- intervenne Ivan.
Lo squadrarono increduli.
-Cosa? E' impossibile!- disse Takao sbuffando.
-Credetegli... Questi sembrano gli effetti del suo Evil Attak potenziato...-
fece notare Sergej.
Kei annuì
-Ma non so altro, ho lasciato Yuri la con lei, nella radura... Dovevo portare
subito via Boris, non so come se la stia cavando...- disse Kei.
-Comunque sia dobbiamo subito chiamare aiuto...- aggiunse Hilary.
Kappa annuì, tirando fuori il suo portatile e cominciando a ticchettarci sopra
-Sto mandando una mail all'ospedale più vicino, dico anche di avvertire i
pompieri... Che facciano in fretta, Boris mi sembra piuttosto grave...- sollevò
lo sguardo guardando il ragazzo steso a terra, il respiro debolissimo e gli
occhi chiusi.
-Ma... Se Yuri non arriva?- chiesero Rei e Max.
Tutti distolsero lo sguardo.
-Chi indietro rimane... indietro va lasciato...- disse amaramente Kei, facendo
ammutolire i presenti.
-Ayumi... C-che intendi... fare?- balbettò leggermente spaventato Yuri.
La ragazza lo aveva legato a se con della corde (Scusa, ma dove le avrei
rimediate le corde^^'''? NdAyu) (Dettagli, dettagli... NdMe) e continuava a
chiedersi come potesse sostenerlo.
Era tosta la piccoletta... Anche senza l'influsso del Male, rimaneva lo stesso
una persona dalla quale guardarti.
Ayumi finì di stringere i nodi alla vita, assicurandosi che fossero ben saldi.
-Ecco... ti ricordi quando da piccoli, al Monastero, facevamo quel gioco di
legarci a due a due e scendere a cavalcioni lungo il corrimano delle scale?-
chiese Ayumi, cercando per terra un qualcosa.
-Si... Ma che c'entra scusa?-
-E ti ricordi anche quando abbiamo provato ad usare una tavola di legno?-
aggiunse, raccogliendo da terra un grosso pezzo di legno e squadrandolo
attentamente.
Yuri ammutolì. Non aveva mica intenzione di...
-Ayu... Ti rendi conto che quello che stai cercando di fare è praticamente un
folle suicidio, oltre alla quasi inesistente possibilità di riuscire ad arrivare
fino in fondo a questa pazzia?!?!- esclamò Yuri, incapace di trattenersi ma
causandosi una fitta al petto, che lo costrinse a portarsi una mano alla ferita.
Ayumi posò la tavola per terra, vedendo se scivolava bene.
-Si... Ma come ho già detto, niente è impossibile, basta volerlo...- concluse
lei.
Portò la tavola davanti a un sentiero molto scosceso, invaso anch'esso da
tronchi in fiamme. Rimaneva uno spiraglio in basso, giusto per far passare
appena due persone.
-Perfetto... Era quello che ci voleva...- ridacchiò Ayumi, salendo sulla tavola
-Tieniti forte, amico... Stiamo per compiere una, come la chiami tu, follia...-
disse Ayumi cominciando a spingere la tavola verso la discesa.
-Ayumi!! Fermati ti prego!! SEI PAZZA!!- esclamò Yuri, vedendo la discesa sempre
più vicina.
-Non ho mai detto il contrario...- sogghignò la ragazza.
Yuri si aggrappò alla vita della ragazza, mentre la tavola si inclinava
pericolosamente.
-Allora siamo in due ad essere ammattiti!!- urlò mentre, finalmente, la tavola
scendeva veloce sulla discesa.
C'è l'avrebbero fatta ad arrivare in fondo?
*
Gli elicotteri erano arrivati e avevano caricato subito Boris su quello diretto
all'ospedale di Mosca.
-Siete fortunati, l'abbiamo preso appena in tempo... Un'altro po' e sarebbe
finito...- disse un medico, mentre intubavano Boris e chiudevano il portellone.
-Si riprenderà?- chiese Kei.
-Speriamo che non ci siamo conseguenze...- aggiunse il medico, prima che
l'elicottero decollasse.
I pompieri, intanto, stavano già adoperandosi per spegnere il fuoco, che aveva
ormai raggiunto tutti gli alberi.
-Ci servono rinforzi, l'incendio è troppo vasto!- esclamò un uomo, mentre con
una ricetrasmittente comunicava la notizia all'addetto a chiedere aiuti. Quello
annuì e si mise al telefono.
-Signore mi scusi... Ci sarebbero ancora due nostri... amici, lì dentro, forse
uno...- disse Hilary ad un pompiere.
Quella la guardò comprensivo
-Mi dispiace ma... Non possiamo fare niente, la zona è limitata ed è
praticamente impossibile entrare li dentro...- le mise una mano sulla spalla e
corse via, ad aiutare gli altri suoi colleghi.
Hilary sospirò tristemente.
-Vedrai Hilly... Riuscirà a venirne fuori...- aggiunse Takao ottimista.
La ragazza non potè non reprimere un sorriso
-Speriamo...-
-Ayumi!!! Sterza, sterzaaaa!!!- urlava Yuri indicando un tronco in fiamme
davanti a loro. Ayumi lo evitò con un movimento della tavola
-Fiuuuuu... C'è mancato poco...- ansimò la ragazza.
Yuri era ancora avvinghiato a lei. Scendevano con la tavola a capicollo dalla
discesa, saltando ed evitando tutti i tronchi, acquistando mano a mano velocità.
-Mi devi spiegare dov'è che hai imparato ad andare su quest'aggeggio...- chiese
Yuri, mentre evitavano l'ennesimo ceppo bruciato e curvavano inclinandosi.
-Da nessuna parte, sto andando puramente a caso...- minimizzò Ayumi, facendo
abbassare Yuri e lei sotto un ramo e riprendendo a zigzagare.
-Sei bravissima, ma non sono sicuro che questa strada... Porti fuori...- disse
il ragazzo.
La vista gli si stava appannando, il dolore era ormai insopportabile e gli
procurava fitte lancinanti ai polmoni.
Sperò con tutto il cuore che le costole rotte non gli avessero forato i polmoni
ma, dopotutto, avrebbe dovuto già essere morto, in quel caso, no?
Non lo sapeva, non era un medico...
-Resisti Yuri... Vedo qualcosa laggiù in fondo!- esclamò felice la ragazza,
facendo saltare la tavoletta sopra un sasso e riatterrando sulla neve.
-La prego... Aspetti ancora un attimo, solo cinque minuti!- implorava Takao al
pompiere. Li aveva caricati sull'elicottero e intendeva portarli via.
-Non ha capito cosa gli abbiamo detto prima?! Ci sono ancora due nostri amici li
dentro!!- esclamò rabbioso Kei, battendo sul vetro chiuso.
Il pompiere scosse rassegnato la testa, facendo segno al pilota di decollare.
Il motore venne acceso.
-Fermatevi!!! Fatemi scendere da questo affare!!!- strepitava Kei dando calci al
portellone.
-Calmati ragazzino... Non capisci che è inutile la vostra presenza qui?- lo
freddò il pilota, mentre l'elicottero si alzava in volo, sovrastando l'enorme
rogo.
Kei lo squadrò furibondo ma stette in silenzio.
-Ehi ragazzi... Ma cos'è quell'affare che scende a tutta velocità?- indicò
Hilary fuori dal finestrino.
Tutti le si affollarono intorno, cercando di capire.
-Sembra...-
-Quasi...- dissero alterni Ivan e Sergej.
Kappa smise di scrivere sul computer e si affacciò.
-Ma Sono...- esclamarono Max e Rei.
-...Yuri e Ayumi!!- finirono per loro Takao e Kei.
I due scendevano, letteralmente, a tavoletta lungo il pendio, slalomando tra i
tronchi in fiamme.
Yuri era dietro la ragazza, sembrava quasi legato a lei.
Ma non si muoveva quasi più, probabilmente era ferito.
-Signor pilota!! Si fermi, quelli sono i nostri amici!!- esclamò Kappa
raggiungendo in cabina il conducente dell'elicottero.
-D'accordo, fatemi riatterrare...-
-Ci siamo Yuri, guarda!- esclamò Ayumi facendo aumentare la tavola.
Ma Yuri non rispondeva più ed era diventato più pesante. Era svenuto,
l'emorragia, anche se non del tutto, continuava a sanguinare.
-Dannazione...- imprecò la ragazza, cercando di mantenere l'equilibrio.
La discesa finiva davanti ad un enorme fila di tronchi, impossibile saltarla.
Allora che fare?
-Pensa Ayu... Pensa...- cercò di concentrarsi, l'impatto era imminente.
E poi...
C'era una fila di tronchi carbonizzati prima del muro infuocato, simili ad una
rampa.
-Si...- sogghignò la ragazza, cambiando bruscamente direzione e oscillando.
Era sempre più difficile mantenersi in piedi su quell'aggeggio, ora che anche
Yuri aveva smesso di collaborare.
-Forza Ayumi!! Coraggio!!- si incitò da sola.
Salì sulla piattaforma e la tavola si alzò in aria, nel disperato tentativo di
saltare il muro di tronchi.
Li superò ma cadde a terra, la tavola si ruppe.
Ma almeno erano in salvo.
-Yuriiiiiii!!! Ayumiiiii!!!- li chiamarono i ragazzi scesi dall'elicottero.
Correvano verso di loro, accompagnati da dei barellieri.
Ayumi sorrise
-Ciao...- salutò imbarazzata.
La guardarono sorridendo. Era tornata normale, Yuri non aveva fallito.
Si slegò Yuri dalla vita e lo depose a terra
-Credo che abbia bisogno di aiuto...- disse.
I barellieri lo caricarono sull'elicottero, intubandolo come con Boris e
incitandoli a salire. Tutti li seguirono.
-Allora Ayumi? Stai... bene?- chiese Kei leggermente titubante.
La ragazza sorrise
-Certo Kei... Mi sei mancato...- e lo abbracciò.
Kei si ritrasse ma dopo si lasciò andare ad un abbraccio fraterno e
rassicurante.
Ayumi si asciugò una lacrima.
-Che è... successo, in quella radura?- chiese dopo, mettendosi una mano dietro
la nuca.
Lei avvampò, al ricordo delle parole di Yuri. Abbassò la testa, i capelli ramati
le ricaddero ai lati del viso.
-E' una lunga storia...-
-Abbiamo tutto il tempo... Ora che sei tornata...- disse Kei.
L'ombra di un sorriso gli attraversò il volto. Ayumi rispose al sorriso.
Sapeva che li aveva fatti soffrire.
Il suo sguardo passò da Yuri, sdraiato su una barella con la maschera per
l'ossigeno, a Kei, seduto al suo fianco, stanco ma per la prima volta felice,
agli altri, che discutevano animatamente.
Takao, Rei, Max, Hilary, il prof. Kappa, Ivan, Sergej, Boris...
Questa era l'amicizia.
Il credere ciecamente in una persona.
L'amico è quello che non ti volta le spalle nel momento del bisogno, l'amico non
ti abbandona, l'amico, quello vero, è sempre pronto a ridere con te o ad
asciugarti una lacrima.
Adesso aveva capito...
Ayumi si ripromise che mai e poi mai avrebbe dimenticato il vero significato...
dell'amicizia.
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Capitolo 20 *** Riflessi ***
Nuova pagina 1
Un giorno guarderai la tua immagine allo
specchio...
Riconoscerai la persona che hai di fronte o sorpreso volterai le spalle al vero
te stesso?
Non fuggire la realtà...
Non sapeva dove aveva letto questa
frase...(Nei baci perugina? NdTakao) (Basta!! Sto cercando di fare una cosa
seria!! NdMe)
Non conosceva neanche il vero significato di quelle poche parole...
Ma una cosa era certa: era arrivato il momento di guardarsi in quello
specchio...
E Yuri sapeva esattamente chi aveva di fronte...
Ora doveva solo capire se accettarlo o no...
*
-Dottore, come sta?-
Yuri sentiva una voce in corridoio.
Era notte ma uno spiraglio di luce entrava dalla porta socchiusa. Aprì gli occhi
a fatica, cercando di vedere chi fosse a parlare.
Notò un medico ma non riuscì neanche a tirarsi su dal cuscino.
Aveva la sensazione che uno schiacciasassi gli fosse passato sul torace ed era
fasciato stretto. Ad ogni respiro sentiva una fitta dalle parti delle scapole.
-Adesso si è ripreso... Ma dovrebbe fare una degenza di circa una settimana,
solo per precauzione. E' stato fortunato che i frammenti di scapola non gli
hanno perforato i polmoni... Non si può dire lo stesso dell'altro vostro
amico...- continuò il medico.
Yuri aguzzò le orecchie. Cos'era successo a Boris?
-Ma ci dica, niente di grave?- chiese una voce più profonda.
Yuri udì l'uomo sospirare.
-Purtroppo ha avuto più di una costola fratturata... Ma i frammenti hanno
intaccato il polmone sinistro... L'abbiamo operato per fermare l'emorragia, ma è
ancora in prognosi riservata...-
Povero Boris... Il ragazzo dai capelli rossi si sentì in colpa.
-Ora non sarebbe in queste condizioni se fossi arrivato prima...- pensò
addolorato.
-Possiamo vedere Yuri?- chiese la voce.
Il ragazzo vide il medico scuotere la testa.
-No mi dispiace... Ma stasera è meglio non sollecitarlo troppo... Magari
domani!- concluse l'uomo. Si allontanò nel corridoio.
-Dai Ayu... Torneremo domattina con tutti...-
Ecco chi era! Probabilmente quello che parlava con lei era Kei...
-D'accordo Kei, hai ragione...-
Sentì i loro passi allontanarsi e poi un rumore di porta sbattuta.
Ayumi e Kei stavano camminando.
La neve aveva cominciato a cadere lentamente sulle loro teste, imbiancando il
paesaggio. Stavano entrambi in silenzio, persi nei loro pensieri.
E' incredibile come le cose possano cambiare in un attimo.
Un'ora prima Ayumi voleva uccidere i suoi più cari amici, un'ora prima Kei era
in lotta con il tempo per arrivare nella radura e in quello stesso momento...
Boris era in bilico tra la vita e la morte...
-Tutto... Per colpa mia!- pensava Ayumi tra se e se.
Kei la guardava in tralice, le mani in tasca e lo sguardo al terreno.
-Ti va di... Parlarne?- chiese all'improvviso.
La ragazza si fermò di botto
-P-parlarne? E di cosa?- chiese incapace di tenere la voce ferma.
Kei si fermò poco più avanti di lei, evitando di guardarla negli occhi
-Di quello che è successo... Forse io non sono la persona più adatta ma...-
cominciò Kei.
Ayumi alzò lo sguardo al cielo. I freddi fiocchi le si posarono sul viso,
sciogliendosi al contatto. Chiuse gli occhi.
-Vedi... In questo momento mi sento come uno di questi fiocchi...- sussurrò.
Anche Kei alzò lo sguardo
-Cosa c'entra la neve?- inarcò perplesso un sopracciglio.
La ragazza sospirò, riprendendo a camminare. Senza accorgersene erano arrivati
al parco centrale, vicino alla piazza. Si sedettero su una panchina, avvertendo
il metallo freddo sulle gambe.
-La neve è fragile... Muore al primo sole, lasciando solo il suo ricordo sui
prati... E io... Mi sento molto confusa in questo momento...- cominciò Ayumi,
muovendosi a disagio sulla panchina.
Kei si appoggiò allo schienale
-Cosa intendi?-
La ragazza strinse i pugni in grembo, afferrando la stoffa del vestito
-Voglio dire che tutto quello che sta accadendo... E' colpa mia... Solo mia...
Per colpa della mia debolezza... Sono stata io che per poco non ho ucciso
Boris... Sempre io ho colpito Yuri con il mio bey, sbagliando fortunatamente
mira... Io vi ho trascinato in quel boschetto, io ho...-
-Va bene, ne hai fatte tante... E allora?- la interruppe Kei.
Ayumi chiuse gli occhi, abbassando la testa sul petto. I capelli le ricaddero
dolcemente ai lati del viso, nascondendone la vista.
-...Ed è per questo che mi stavo chiedendo... se non sarebbe meglio...
sparire... Proprio come la neve fugge il tepore del sole...- sussurrò a fior di
labbra.
Kei vide una lacrima scendere sulla mano della giovane. La guardò comprensivo
-Non è colpa tua Ayu... Non dirlo neanche per scherzo... Sei stata solo una
pedina nella mani del Male...-
Ayumi scosse la testa rabbiosa, interrompendolo
-Ma è proprio per questo! Io che da anni mi oppongo a questa etichetta, vengo
sopraffatta da... Da...- non riuscì a finire la frase.
Ora le lacrime scendevano copiose sulle guance. Non riusciva a fermarle. Si girò
di scatto, nascondendo il suo pianto.
Kei la fece girare, guardando i suoi occhi scuri pieni di lacrime.
-Credimi Ayu... Non c'entri niente con quello che è successo...- la consolò.
Lei lo fissò negli occhi grigi.
-Perchè Kei... Perchè mi dici queste cose... Dovresti odiarmi, dovresti odiarci!
Dopo anni che ti abbiamo considerato un traditore, cosa ti spinge a
perdonarci...?- chiese la ragazza.
Kei le lasciò le mani
-Non sono noto per parlare di me stesso...- la freddò.
Ayumi si asciugò le lacrime.
Magari lui non voleva parlarne, dopo tutto era sempre il solito Kei introverso e
scontroso. Ma la ragazza aveva capito che lui, nel profondo del cuore, li aveva
perdonati.
Probabilemente non c'era mai stato un vero e proprio odio tra di loro...
Ma Ayumi non potè fare a meno di sorridere.
Si gettò al collo del ragazzo, abbracciandolo affettuosamente
-Grazie Kei... Per tutto...- gli disse.
Kei ricambiò l'abbraccio
-Grazie a te...- sussurrò senza farsi sentire.
*
La mattina dopo, Ayumi si recò a far visita a Yuri.
Boris era ancora addormentato, ma stando alle parole del medico, fuori pericolo.
La ragazza si sentì enormemente sollevata.
Kei e gli altri non erano potuti venire, anche se Ayumi sospettava che
l'avessero fatto per lasciarli soli. Ridacchiò tra sè e sè.
Salì veloce le scale, cercando la stanza.
-54...55...56! Eccola-
La porta laccata di bianco recava il numero "56" scritto su una targhetta di
ottone. Era una camera singola.
Prese la maniglia e spinse per entrare
-Yuri?- chiamò.
Nessuna risposta.
Perplessa si guardò intorno.
Il letto era vuoto ma lo vide seduto su una sedia, davanti alla finestra.
-Ehi Yuri! Il medico ha detto che non dovresti alzarti...- cominciò
avvicinandosi alle spalle ma il ragazzo la interruppe
-Buongiorno anche a te...-
Ayumi si fermò. Era strano quel comportamento.
Che gli era successo?
-Yuri... Ti senti bene?- chiese portandosi davanti a lui e inginocchiandosi.
Yuri non la guardò, continuando a fissare fuori dalla finestra imperterrito.
Anzi, non guardava fuori, ma il vetro.
Ayumi gli diede un colpetto con la mano sul ginocchio destro
-Yuhuuuu... Terra chiama Yuri! Che c'è?-
Il ragazzo sembrò accorgersi solo ora della presenza della ragazza, ma continuò
a non ascoltarla, anche se parlava.
-Guarda nel vetro, Ayu... Cosa vedi?- chiese indicando la finestra.
La ragazza si girò, fissando il suo riflesso.
Prese seriamente in considerazione che Yuri stesse delirando per la ferita, ma
le parole del ragazzo erano lucide. Tornò a guardarlo
-Vedo me stessa... Il mio riflesso...-
-Ma ti sei mai chiesta se quello che il vetro riflette sia veramente quello che
sei...?- continuò il ragazzo.
Ayumi stava cominciando ad inquietarsi
-Yuri, sono troppo grande per questi giochetti... Che intendi?-
Il ragazzo la fissò con i suoi occhi di ghiaccio
-Proprio non ci arrivi, eh?- ironizzò quello.
Ayumi si offese leggermente. Non era lei la pazza in quel momento e Yuri stava
facendo di tutto per ricoprire a pieno il ruolo del ritardato.
-Stanotte stavo pensando... Una volta lessi che un giorno dovrai guardarti allo
specchio e vedere se l'immagine riflessa è davvero la tua anima...- cominciò.
Ayumi inclinò di lato la testa
-Quindi?- lo esortò a continuare.
Yuri tornò a fissare se stesso nel vetro
-Quindi... Secondo te sono veramente io... quello nel vetro?- chiese.
-Perchè ti è venuto questo dubbio... Così all'improvviso?- borbottò Ayumi.
Il ragazzo sospirò
-Perchè non mi sono mai sentito così insicuro... Quando tutto questo sarà finito
non avremo più un posto dove andare... Una famiglia... Una vita...-
Ayumi lo fissò incredula.
Non aveva mai visto Yuri ridotto in quello stato.
Dov'era finito il ragazzo sicuro e spavaldo di un tempo?
-E il mio riflesso... E' solo una maschera per la mia insicurezza? Per questo ci
ho pensato...-
Si costrinse a guardare ancora nel vetro, evitando che lei potesse vedere i suoi
occhi velarsi di lacrime.
-Guardami Yuri...- disse dolcemente Ayumi.
Yuri distolse a fatica lo sguardo dal suo doppione riflesso, fissando il viso
dell'amica.
Questa sorrise. Poi chiuse gli occhi, come cercando di riportare alla mente
qualcosa.
-Non esiste niente di certo... al mondo... Quello che fin'ora ho capito, è che
al mondo ci sono tante barriere... E per quante noi ne possiamo superare, ce ne
saranno sempre della altre... Ma questa è la vita! Non ci si può rifugiare
dietro una maschera, prima o poi la verità verrà sempre a galla... Ma ti
assicuro che la tua non è una maschera... Sei così perchè hai scelto di esserlo,
ma non mascherare la tua vera anima... Sei così punto e basta! Non è necessario
farsi venire dubbi anche su questo...- concluse Ayumi.
Yuri, durante tutto il discorso, non aveva smesso di fissarla.
Aveva ragione... Pienamente ragione...
Guardò di nuovo nel vetro.
Ora che lo notava, la sua anima non era celata dietro quella che lui credeva una
maschera... Anzi, a dirla tutta non aveva maschere.
Il suo riflesso era duttile, mutava forma con i cambiamenti dello spirito.
Ed è questo che lo rendeva... completo... Lo vedeva solo ora.
Posò lo sguardo sulla ragazza davanti a se. Sorrise lievemente.
La fece alzare e sedere sulle sue ginocchia.
-Grazie... Ma sei tu che mi rendi completo... Senza di te sarei perso...-
Ayumi sorrise.
Yuri si avvicinò alle sue labbra, baciandole dolcemente.
E' inutile nascondersi dietro un riflesso...
L'anima è indomabile e emergerà comunque.
Sempre.
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Capitolo 21 *** My love in night... ***
Nuova pagina 1
Era passata una
settimana da quel giorno.
Yuri era stato dimesso, essendo quasi totalmente guarito. Aveva solo bisogno di
tenere la fasciatura al torace.
Invece Boris era stato trattenuto ancora per un'altra settimana, per
precauzione.
Tutto si era sistemato ma c'era ancora una questione da risolvere...
Cosa sarebbe successo a Yuri, Boris, Sergej, Ivan e Ayumi, ora che il Monastero
non esisteva più? Non avevano più un posto dove tornare e neanche una
famiglia...
Riguardo a questo si erano riuniti, una sera, nella camera dell'albergo, per
discutere il da farsi insieme ai loro nuovi amici.
-Siamo qui riuniti oggi per disc...-
-E piantala Takao! Non siamo a un matrimonio...- lo interruppe Kei.
Il moretto lo guardò ferito e stette zitto.
-Allora, punto primo: avete un posto dove tornare?- chiese Rei.
I Demolition Boys si guardarono l'un l'altro.
-Emh... Io avevo una nonna che abitava da queste parti...- disse Ivan.
-Ma dai Ivan! Non essere ridicolo...- lo freddò Sergej.
-Io parlo in assenza di Boris che nemmeno lui, come del resto tutti noi, non ha
un posto dove tornare, per non parlare che i parenti l'hanno totalmente
dimenticato- parlò Yuri.
Ayumi si alzò in piedi
-Qualcuno ha qualcosa da suggerirci?- chiese.
Attorno alla tavola solo silenzio. Kappa, come al solito, batteva i tasti del
computer e gli altri non osavano guardarla negli occhi.
La ragazza sospirò, risedendosi.
-Ehi! Io avrei una proposta...- intervenne Hilary alzando la mano.
-Cosa Hilly?- chiese curioso Max.
La ragazza sorrise
-Che ne dite di trasferirvi in Giappone? Tanto che cosa vi lega ancora qua?-
I russi la guardarono scettici.
-Non è così semplice...- cominciò Sergej.
-Già, Sergej ha ragione...-
-Senza contare che non abbiamo soldi per il viaggio...-
-Nè per mantenerci una volta arrivati li...- dissero alterni Ivan, Yuri e Ayumi.
Sospiro generale.
-Un momento però... I miei genitori abitavano in Giappone...- sussurrò Ayumi.
-Dici davvero?-
-Si ma... Non so se magari si sono trasferiti o se... Si ricordano ancora di
me...- aggiunse.
Kei e Yuri la guardarono. Sapevano quanto risentimento covava nei confronti di
quelli che, nonostante l'avessero messa al mondo, l'avevano abbandonata senza
fare una piega.
-Basta per oggi! Io propongo di andare a dormire, a mente riposata si ragiona di
più...- aggiunse Takao, rompendo l'imbarazzante silenzio che si era creato.
-Giusto... Buonanotte!- e tutti ritornarono nelle loro stanze.
-Ehi Takao... Lasciamo ad Ayumi questa camera...- disse Kei, spingendolo fuori
dalla stanza.
-Giusto... Notte Ayu... Che fai?- chiese Yuri a Kei.
Questo l'aveva fermato mentre usciva
-Tu resti qua, non c'è più posto...- disse maliziosamente, chiudendo la porta.
Yuri sentì le risatine di Takao e dell'amico allontanarsi in corridoio.
Non aveva il coraggio di girarsi. Non era rimasto solo con Ayumi da tantissimo
tempo...
-Yuri...- lo chiamò la ragazza.
Il ragazzo si irrigidì, girandosi lentamente.
Si trovò l'amica di fronte. Così bella, così dolce...
Si avvicinò titubante, ma lei non scappò. Yuri stava diventando più sicuro di se
e aveva capito cosa Ayumi volesse...
*
La penombra della stanza.
La sua pelle chiara profumata di cannella.
La schiena flessuosa, il collo esile.
Le piccole lentiggini color caffelatte cosparse sul naso e sulle guance.
I lunghi capelli ramati.
La bocca rossa e carnosa.
E quegli occhi... quegli occhi scuri così intensi...
Yuri la spinse delicatamente sul letto.
Ayumi lo guardò sorridendo maliziosamente. Il ragazzo si sdraiò sopra di lei,
sfilandole il vestito.
Lei prese a slacciargli la camicia e il ragazzo sussultava ogni volta che gli
sfiorava indirettamente la pelle del torace.
Poi scese... ancora di più, fin che anche i pantaloni non furono slacciati.
Yuri la guardò dolcemente. Prese a baciarla sulla spalla, arrivando fino al
collo, salendo alla bocca, cercando avidamente il contatto con quelle labbra che
da anni sognava gli appartenessero.
Ayumi ricambiò con passione il bacio, accarezzandogli lentamente la schiena,
sentendo sotto le dita le bende della fasciatura.
Yuri passò un dito sul profilo del corpo della ragazza. Lei inarcò la schiena,
cercando più contatto. Ormai fremeva di desiderio.
Yuri capì al volo, stringendola a se
-Ti amo Ayu...- le sussurrò dolcemente all'orecchio, baciandone il profilo.
Ayumi si rigirò. Ora stava lei sopra. Lo guardò sorridendo. A cavalcioni su di
lui, che le teneva i fianchi.
Si chinò e lo baciò sulle labbra, mordicchiando il labbro inferiore. Scese sul
collo, sul torace, sugli addominali. Yuri chiuse gli occhi, godendosi il tocco
umido delle sue labbra sulla pelle.
Ma dopo si rigirarono ancora, a Yuri piaceva condurre il gioco. Esplorò ogni
centimetro del corpo della ragazza, accompagnando i baci alle carezze.
Ayumi mugulò di piacere.
Carezzò i capelli del ragazzo, facendo scivolare le dita tra le ciocche rosso
cupo.
Lo guardò negli occhi, incatenandoli ai suoi. Si perse nel dolce azzurro degli
occhi del ragazzo. Yuri sorrise, come mai lei lo aveva visto fare.
Ayumi passò nuovamente le mani sul corpo del russo, soffermandosi dove lui aveva
piacere.
Lo baciò ancora, e ancora...
Le labbra del ragazzo erano continuamente sulle sue.
Lui scese sul bacino, cospargendole la zona vicino all'ombelico di piccoli
bacetti. Ayumi ridacchiò divertita.
Il ragazzo si eccitò a quell'innocente risatina. Le bloccò gentilmente i polsi
sul cuscino, prendendo a baciarla con passione.
La ragazza lo baciò sul viso, le palpebre, il naso, la bocca.
Ma non era soddisfatta. Voleva anche carezzarlo. Ma Yuri non la lasciava,
giocando con la sua voglia. La passione di Ayumi cresceva sempre di più,
alimentata dai giochini esperti del ragazzo.
Finchè non le lasciò le mani.
Allora gli prese il viso, si mise sopra di lui e divorò letteralmente le sua
labbra.
Yuri carezzava lentamente la pelle liscia della schiena della ragazza, scendendo
fino al fondo schiena.
-Anch'io ti amo Yu...- sussurrò la ragazza a un millimetro dalla bocca del
ragazzo. Questo avvertì il suo respiro.
Yuri abbracciò stretta Ayumi, dandole dei piccoli bacini sulle labbra.
Lei ridacchiò deliziata. Dopo chiuse gli occhi, appoggiando la testa sul torace
del ragazzo.
Si addormentarono così, abbracciati, uniti per la prima volta sia nel corpo che
nella mente.
*
Un tiepido raggio di sole entrava dalle tende socchiuse. Dopo tanto tempo il
cielo era sereno.
Yuri aprì lentamente gli occhi. Guardò la sveglia sul comodino.
-Oh... devo alzarmi è tardi sono già le sei... Devo...- ma si bloccò.
Non doveva alzarsi. E chi avrebbe più voluto alzarzi?
Era sdraiato a letto, avvolto in tiepide lenzuola e... Ayumi dormiva appoggiata
a lui. La guardò dolcemente, sentendo il suo respiro regolare.
I lunghi capelli ramati erano sparsi attorno alle spalle, contrastando con la
sua palle diafana.
Yuri sorrise felice, accarezzandole i capelli profumati di fresco.
Gli sembrava di vivere in un sogno... Avrebbe voluto restare lì con lei per
sempre, sentire il contatto tiepido con la sua pelle, essere solleticato dai
suoi lisci capelli.
Ben attento a non svegliarla, la prese in braccio spostandola di lato e
appoggiandole la testa sul cuscino.
Yuri si alzò lentamente e cominciò a vestirsi.
Doveva ancora risolvere qualche cosina...
Si mise un paio di boxer e la camicia, ma non fece in tempo ad abbottonarsela
che qualcuno entrò di botto nella stanza.
-In piedi piccioncini!! Basta tubare è ora di svegliarsi!!- esclamò Takao.
-Fermo deficiente!! Scusa Yuri io ho cercato di...- si scusava Kei con Yuri,
totalmente spiazzato.
Era in boxer e camicia sbottonata e Ayumi... non era neanche vestita!
I due guardarono da Yuri, mezzo nudo, ad Ayumi, che ancora dormiva nel letto,
parecchio scoperta (Che cavolo di sonno pesante hai?! NdMe) (=P NdAyu).
Takao si tinse di porpora e Kei si colorò leggermente di rosa.
Yuri scosse la testa
-Visto? Ora, vi pregherei di usc...-
-Ehi Yuri...- cominciò Takao con voce maliziosa -Che avete fatto stanotte, eh?-
-Pftttt... Pfttt...
Uhuhuh...- Kei fece di tutto per
trattenere la risata che stava per esplodergli dentro.
Yuri divenne di un bel colore rosa, borbottando.
-Tsk, tsk... Eh pensare che vi abbiamo ceduto la nostra camera per dormire...-
ironizzò Takao.
-Ok però adesso... Volete gentilmente levarvi dalle scatole?!- esclamò Yuri
spingendo fuori gli amici e sbattendo la porta.
-Brutto traditore...- si lamentò Takao.
Kei scosse la testa divertito e si allontanò, spingendolo via.
-Non si può mai avere un minimo di privacy...- sbuffò Yuri.
-Umh...-
Sentì un lamento provenire dal letto. Subito si sedette sul bordo, guardando gli
occhi di Ayumi ancora assonnati.
-Buongiorno Ayu...- sussurrò Yuri carezzandole delicatamente il viso.
-Yuri... Dove son... Ah già... Ricordo...- sorrise la ragazza.
Yuri si chinò e le diede un dolce bacio.
-Ma che ore sono...- biascicò lei, sbadigliando.
-Sono le sei passate, ma dobbiamo anco...-
-Ma è presto... E perchè ti sei già vestito?- chiese maliziosamente,
giocherellando con i bottoni della camicia e riaprendola.
-Credimi, avrei voluto mille volte rimanere a letto con te ma dobbiamo ancora
discutere di quella cosa di ieri sera...- disse Yuri.
Ayumi si tirò su, mettendogli le braccia al collo
-Te l'ho già detto che ti amo?- gli sussurrò all'orecchio.
Yuri le accarezzò la schiena dolcemente
-Non mi stuferò mai di sentirtelo dire...- ridacchiò il ragazzo -Però adesso
vestiti, dai...- la esortò.
Ayumi si staccò da lui e, alzatasi, andò in bagno per vestirsi.
Yuri la vide scomparire dietro la porta.
Sospirò beato, alzandosi e finendo di vestirsi.
-Fai che questa calma non finisca mai...- pensò felice.
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Capitolo 22 *** ...Casa? ***
Nuova pagina 1
Eccola.
La casa era quella. Non la ricordava ma qualcosa di familiare albergava tra le
quattro mura intonacate.
Il giardino era incolto, era disabitata da parecchio tempo.
A quanto dicevano la vicina e nonno J, i proprietari l'avevano lasciata diversi
anni prima, in seguito ad un tracollo finanziario.
L'uomo aveva perso interesse per il lavoro, era stato licenziato e dopo... si
era sparato. A freddo. Dicendo di essere stanco della vita.
E la donna era partita, andata chissà dove.
Forse tentando di lasciarsi alle spalle i ricordi.
Ma non si possono dimenticare certe cose...
Ed è meglio non farlo mai...
*°*Qualche tempo prima*°*
L'aereo era in volo verso Tokio.
Mancava poco all'arrivo, ne era certa. Aveva sempre odiato l'aereo...
-Yuri... Quant'è che manca...- si lamentò Ayumi passandosi una mano sulla
fronte, premendo sopra le sopracciglia.
Ma Yuri dormiva della grossa.
-Grandioso... Io sto soffrendo e questo dorme come se niente fosse...- sbuffò la
ragazza incrociando le braccia al petto.
-Non te la prendere Ayu... Non è stata una sua decisione venire a Tokyo! Anzi, a
dirla tutta neanche mia...- aggiunse Boris, girandosi e guardando divertito
Ayumi.
-Ma l'abbiamo deciso di comune accordo! Sia io, che tu, Yuri, Ivan e Sergej
abbiamo deciso di...- ma Boris scosse il dito
-No, no... Tu hai deciso di andare a Tokio con loro- indicò con la testa sei
persone sedute poco più in là -e noi ti abbiamo seguito perchè, in pratica, ci
hai obbligato...- puntualizzò il ragazzo.
-Piantatela di bisticciare voi due...- intervenne Takao.
Era seduto di fianco a Kei, che fissava imperterrito fuori dal finestrino,
appoggiando il mento alla mano.
-Stavo solamente dicendo che...- cominciò Ayumi ma fu interrotta dalla voce
dell'altoparlante
-Informiamo i gentili passeggeri che il volo Mosca/Tokyo è giunto a
destinazione. Si prega di allacciarsi le cinture e restare seduti. Stiamo per
atterrare-
Ayumi si gelò
-Oddio... Speriamo...- pensò mentre si allacciava la cintura e stringeva
i braccioli della poltroncina.
-Eh? S-siamo arrivati?- sbadigliò Yuri svegliandosi. Alzò le braccia in aria,
tirandosi i muscoli.
Ayumi gli scoccò uno sguardo di fuoco
-Ero tentata di non svegliarti...- borbottò senza farsi sentire.
-Ahhhhhh! Casa dolce casa...- sorrise Takao entrando nell'aereoporto e
appoggiando la valigia.
I russi si guardarono intorno.
-Wow... Non ero mai stato a Tokyo...- sussurrò sorpreso Ivan, guardando l'alto
soffitto dell'edificio.
Sergej ammirava interessato un gruppo di ragazze, insieme a Boris.
Kei si era già avviato, con il borsone sulla spalla, verso l'uscita dell'aereoporto.
Dopo tutto, restava sempre lo stesso lupo solitario de sempre.
-Guardate, là si vede la torre di Tokyo!- fece notare Kappa, indicando fuori
dalla vetrata.
-E là c'è il centro commerciale...- aggiunse Hilary.
-Aspettate di vedere il centro!- fecero notare Rei e Max.
Facevano da ciceroni agli amici appena arrivati.
Ayumi stava in disparte.
Quanto tempo era passato... Da dieci anni non metteva piede in quella città.
E pensare che un tempo lì aveva tutto.
Gli amici, la famiglia... La vita...
Non ricordava dove abitasse all'epoca e probabilmente avevano già traslocato da
tempo.
-Ehi Ayu? Vieni o no?- le chiese Yuri girandosi, notando la ragazza dietro di
se, immobile.
Si riscosse dai pensieri e raggiunse l'amico.
-Ecco, questa è casa mia!- esclamò contento Takao.
I russi entrarono guardinghi nell'edificio.
-Tuo nonno fa kendo?- chiese Boris posando a terra il borsone.
Takao annuì
-Anch'io me la cavo...- aggiunse orgoglioso.
Rei e Max si schiarirono la gola, simulando un verso di scherno. Hilary
ridacchiò.
-Allora possiamo stare qua? Naturalmente è una sistemazione temporanea...-
chiese Yuri al ragazzo.
-Ma certo, non c'è problema! Gli amici di Takao sono sempre i benvenuti!-
Nonno J spuntò dalla porta, facendo trasalire il nipote.
-Oddio... Ti prego nonno, non fare niente di imbarazzante...- pregò borbottando
Takao.
L'uomo si avvicinò ai cinque russi
-Oh, bene... C'è anche una ragazza vedo...- notò vedendo Ayumi, che sorrise
leggermente -Come vi chiamate?-
Yuri fece un passo avanti
-Io sono Yuri Ivanov! E quello è Boris...- Boris fece un cenno con la mano -Ivan
e Sergej- e questi scattarono sull'attenti.
-Siete russi, quindi? E... la signorina?-
Ayumi si inchinò leggermente
-Mi chiamo Ayumi...- disse la ragazza.
Nonno J era perplesso
-Tu non sei russa, vero?-
-Beh, in effetti no... Sono nata in Giappone e i miei... genitori erano di
qui...-
L'uomo si accarezzò la barba
-Ayumi... Come fai di cognome?-
-Kiyo, signore... Perchè?-
Quello scosse la testa
-E' solo che ricordavo un giovane venuto qua una volta... Con sua moglie e aveva
una bella bambina in braccio, avrà avuto si e no 2 anni... Mi sembra che l'uomo
si chiamasse Hiroyuchi Kiyo...-
Ayumi sgranò gli occhi. Non era possibile...
Quest'uomo conosceva suo padre!
-Ma da quel che ne so io si è suicidato... Non so bene in che contesto, forse
non c'entra niente... Ma dove va?-
Ayumi era corsa fuori dalla palestra, lasciando tutti di stucco.
-Ayu, dove corri?!- esclamò Yuri cercando di seguirla.
Kei gli si parò davanti, scuotendo la testa
-Lasciala fare... Non ti preoccupare...-
La guardarono svoltare l'angolo, correndo a perdifiato, scomparendo nella via.
*
Ansimava pesantemente.
Correva già da qualche minuto, era arrivata al centro, vicino alla stazione.
Si fermò, appoggiandosi alle ginocchia, riprendo fiato. Alzò la testa di scatto
guardandosi attorno.
Era così strana quella città...
Senza neve, senza le immense steppe punteggiate da foreste di betulle. Solo
edifici alti e imponenti, uomini e donne che correvano frenetici da una parte
all'altra, come un formicaio gremito e sempre al lavoro.
-E adesso dove accidenti vado...- pensò entrando nella stazione.
Anche quella era piena di gente. Il chiacchiericcio si diffondeva tra le pareti.
Senza pensare si mise in fila per acquistare un biglietto.
-Per dove prego?- chiese fredda la bigliettaia. Le unghie laccate di rosso
tamburellavano sul tavolo e scrutava Ayumi al di là dello spesso vetro, da
dietro gli occhiali squadrati.
Ayumi sussultò
-Emh... Dove mi consiglia?-
-Senti tesoro non ho tempo per scherzare... Se non sai dove andare, meglio che
fai passare un altro...- sbuffò la donna.
Un mormorio di impazienza si diffuse alla spalle di Ayumi.
-Senta, mi dia un biglietto a caso... Quello meno caro...-
La donna si sistemò gli occhiali, staccando un biglietto e passandolo al di là
del vetro. Ayumi pagò e se ne andò.
-Binario 5...- lesse sul foglietto.
Scese nel sottopasso e raggiunse il binario, attendendo il treno. Si sedette su
una panchina, allungando le gambe e incrociando le braccia dietro la testa.
Non aveva idea di dove stesse andando. Si affidava all'istinto.
-Ma non andrò da nessuna parte se continuo in questo modo...- pensò,
chiudendo gli occhi.
Pochi minuti dopo sentì lo sferragliare del treno e il sibilo delle porte che si
aprivano. Salì e si aggrappò ad una maniglia del soffitto, proprio davanti alle
porte scorrevoli.
Passarono tante fermate, ma Ayumi non scendeva a nessuna.
Vide l'ultimo uomo sul treno scendere davanti a lei.
-Ultima fermata. Si prega di scendere- disse la voce metallica del treno.
La ragazza uscì dalle porte, trovandosi davanti un quartiere residenziale,
piuttosto in periferia.
Il pallido sole di marzo stava tramontando dietro l'alta torre di Tokyo,
tingendo di rosso gli stracci di nuvole nel cielo.
Riprese a camminare, le mani in tasca, lo sguardo basso.
-E ora dove sono finita...- si guardò attorno, attraversando un parchetto.
Sospirando si sedette su un'altalena.
-Cosa hai concluso, eh Ayu?- si rimproverò da sola -E ora non hai neanche i
soldi per il ritorno...- pestò un piede a terra, alzando la sabbia sotto le
suole delle scarpe.
Poi, inconsciamente, prese a dondolarsi.
Spingeva le gambe avanti e indietro, sollevandosi e riabbassandosi con
l'altalena. Ogni volta che ricadeva verso il basso sentiva un formicolio allo
stomaco.
Quanto le piaceva avvertire l'aria scompigliarle i capelli...
-Più veloce papà...-
Una bambina rideva di gusto.
-Ti piace?-
-Si tanto! Sembra di volare, posso quasi toccare le nuvole!-
Anche l'uomo sorrideva felice, continuando a spingere la bambina.
Il cigolio ritmico delle catene dell'altalena.
-Papà...-
-Dimmi tesoro...-
La bambina strinse più forte le catene.
-Mi prometti che ci giocheremo sempre?-
L'uomo la spinse ancora
-Sempre...-
-Si! Promesso, sempre semprissimo^^-
Ayumi si bloccò di botto.
Frenò di colpo, affondando le scarpe nella sabbia. Giocava sempre con suo padre
all'altalena. Era una delle cose che ricordava benissimo...
A volte nella memoria, anche se il resto è confuso, hai dei fotogrammi di eventi
passati. Come se fosse successo poco prima.
Una della cose preferite di Ayumi era proprio... farsi spingere da suo padre
sull'altalena, nel parchetto dietro casa.
-E se... No, assurdo!- esclamò alzandosi e uscendo di corsa dal parco.
Percorse la via guardando a destra a sinistra delle case, controllando i nomi
sui citofoni. Si bloccò davanti ad una casa tinteggiata di rosa chiaro, dal
tetto di tegole color rosso scuro.
-Kiyo...- lesse la targhetta fuori dal cancelletto bianco. (Che botta di culo...
OO'' NdAyu) (Effettivamente^^''... NdMe) (Ma se l'hai scritto tu -.-? ndAyu)
(Oh, insomma è_é ndMe).
Eccola.
Allora c'era riuscita. La casa della sua infanzia era li davanti a lei...
Ma sembrava disabitata. Il giardino era incolto, le aiuole di fiori rovinate e
la casa piuttosto cadente. La porta di legno scuro era rovinata e il pomello di
bronzo stava perdendo la placcatura.
Sfiorò il metallo della targhetta rugginosa con la punta delle dita, sentendo la
superficie scabrosa.
-Cerchi qualcuno, ragazza?- chiese una voce gentile.
Ayumi si girò, fissando una signora piuttosto anziana che portava una borsa
della spesa e le sorrideva.
-Emh...Mi chiedevo...Che fine hanno fatto i signori Kiyo?- chiese indicando la
casa.
La donna sospirò
-Si vede che non gli fai visita da tanto...- disse la vecchia.
-Perchè che... Che è successo?- chiese.
In cuor suo temeva di sapere la verità. Ma la parte conscia urlava a gran voce
una spiegazione.
-Guarda, io abito laggiù...- indicò una casa poco distante, intonacata di bianco
panna -E conoscevo i signori Kiyo... Gran bella famiglia, felici e allegri.
Soprattutto dopo la nascita di una bambina... Ayumi, mi sembra si chiamasse...-
continuò la signora.
Ayumi strinse i pugni.
-Andava tutto bene fino a quando... Beh, non ho mai capito sul serio ma un
giorno sentì il signor Hiroyuchi litigare con sua moglie, per qualcosa chiamato
bey, se non mi sbaglio... E dopo vidi l'uomo correre fuori da casa con la bimba
in braccio... Poverina, aveva solo quattro anni...- disse tristemente.
Ayumi trattenne a stento un gemito
-Che cosa... Che successe dopo?- la esortò a continuare.
La signora tirò fuori un fazzoletto di stoffa e lo porse alla ragazza
-Dopo solo un anno, la signora Mako e suo marito portarono la bimba in Russia,
non so bene dove... Ma da quel giorno non l'ho mai più vista...- concluse la
signora.
Ayumi era sconvolta. Ricordava bene quel giorno...
-Ma la storia non è finita qua... L'anno dopo il povero Hiroyuchi... si suicidò,
sparandosi alla testa... Andai anche al funerale e feci le condoglianze alla
moglie ma... a Mako sembrò non importare della misera sorte di suo marito... E
poco tempo dopo partì. Da allora quella casa è rimasta vuota- la signora si
asciugò una lacrima -Pover'uomo... E povera bambina... Si dice che il fantasma
di quella ragazzina vaghi ancora per le mura... Cercando la pace e l'amore che
non ha mai ricevuto dalla madre...-
La donna riprese la sua borsa
-E' stato un piacere conoscerti-
-Grazie... Signora...- aggiunse Ayumi, inchinandosi leggermente.
La vecchia si allontanò.
Ayumi tornò a girarsi verso la casa
-Il fantasma... Bah, storielle! Io sono viva e vegeta...- minimizzò, scavalcando
il cancelletto. Afferrò il pomello della porta e lo girò decisa. La porta era
aperta...
Si aprì con un cigolio, sollevando nuvolette di polvere dal pavimento.
Ayumi entrò guardinga e si chiuse la porta alle spalle.
Lì era vissuta.
Lì aveva passato solo cinque anni della sua vita.
Lì aveva avuto un padre che le voleva bene, lì aveva una...vera famiglia...
Percorse l'ingresso, lasciando le sue impronte nel fitto strato di polvere. Non
c'erano mobili. Arrivò in una stanza vuota, probabilmente la cucina...
Decise di salire le scale. I gradini scricchiolavano ad ogni pressione della
suola.
Arrivata di sopra vide solo tre stanze.
Una piuttosto piccola, pensò che fosse il bagno, un'altra leggermente più
grande, la camera dei suoi genitori e... un'altra.
La SUA stanza.
Emozionata decise di entrare.
Era vuota, naturalmente, ma vedendola... Ayumi si ricordò l'aspetto che aveva.
Un altro di quei fotogrammi nella memoria, così netti, così...vivi!
In fondo alla parete c'era una grande finestra, il vetro sporco di nero impediva
la vista del cielo che lentamente si tingeva di blu.
C'erano appesa al muro tre mensole e sotto di esse...
Ayumi si ricordò il suo letto.
Quel letto da bambina, con i pupazzi e le lenzuola profumate di bucato appena
fatto...
-Non è bellissima?-
La bambina alzò le manine, nel tentativo di afferrare un pupazzo.
-Si...- disse freddamente una donna.
L'uomo continuò a guardare la bimba felice.
-Pa...Papa...- sillabò stentata.
Un sorriso ancora più ampio illuminò il volto dell'uomo.
-Hai visto Mako? Mi ha chiamato... Papà!-
-Suvvia Hiroyuchi... E' soltanto una mocciosa...- lo freddò la donna.
Hiroyuchi la ignorò.
Prese in braccio la bambina.
Mako uscì dalla stanza, senza degnare di uno sguardo la sua creatura.
-Già 1 anno... Sei grande, è?- disse dolcemente il padre.
-Gande! Gande!- ribadì la piccola tirando le ciocche di capelli neri dell'uomo.
Quello rise
-Mia piccola dolce Ayu...-
-Mia piccola dolce Ayu...- ripetè
sussurrando la ragazza.
Suo padre le voleva bene.
Era stato l'unico che avesse cercato di impedire a Mako di portare la loro
figlia a quel luogo di orrore. L'unico che le avesse voluto bene.
L'unico...
La ragazza andò alla finestra, passando la mano sullo strato nero, aprendo uno
spiraglio per guardare fuori. La via era deserta e la città cominciava a
riempirsi di luci dei lampioni e del neon delle insegne.
-Forse è meglio cercare il modo per tornare...- si disse Ayumi.
Si girò e si diresse verso l'uscita dalla stanza. Ma sulla porta...
Nell'angolo estremo della stanza vide un oggetto. Perplessa si chinò per
osservarlo meglio.
Era un pupazzo. Un cagnolino di peluche impolverato e rovinato.
Ayumi lo prese, facendolo squittire. Il fischietto probabilmente era rotto.
Un'ondata di nostalgia la prese, strisciando sotto la pelle, raggiungendo il
cuore.
Un lacrima le rigò la guancia, scendendo sulle lentiggini e cadendo sul
pavimento polveroso.
-Papà...- sussurrò.
Non uscì da quella casa.
Non uscì dai suoi ricordi. Rimase lì, per tutta la notte...
Fregandosene delle vita reale.
Degli amici in pensiero per lei.
Di tutto...
Perchè quella notte era la sua.
Sua e della famiglia che le sarebbe tanto piaciuto avere.
E che invece le fu tolta ingiustamente...
|
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Capitolo 23 *** Il passato è passato... ***
Nuova pagina 1
..."Mia terra, mia labile strada,
sei tu che trascorri o son io?
Che importa? Ch'io venga o tu vada,
non è che un addio!
Ma bello è quest'impeto d'ala,
ma grata è l'ebbrezza del giorno.
Pur dolce è il riposo... Già cala
la notte: io ritorno"...
[G.Pascoli, "La bicicletta", III]
A casa di Takao tutto era
silenzio.
Solo il debole sciabordio dell'acqua nel piccolo laghetto in giardino incrinava
quegli attimi di pace.
Tutti erano immersi in sonni ristoratori.
Tutti. Tranne uno.
Yuri non riusciva a prendere sonno. Si era alzato e, con passo felpato per non
svegliare gli altri, era sgattaiolato in giardino.
Non faceva freddo quella notte. Abituato al gelo delle notti in Russia, gli
sembrò quasi tiepido.
Si sedette sulla veranda, fissando in silenzio davanti a se, perdendo lo
sguardo.
-Dove può essere andata...- pensò sospirando.
Era già da quel pomeriggio che Ayumi era sparita. E nessuno si era preoccupato
di andare a cercarla...
-Ayu? Dove vai?!-
Kei si parò davanti a Yuri.
-Lasciala fare...-
-Ma...- aveva ribattuto debolmente.
Per poi girarsi e andarsene dall'amico.
-Forse ha ragione lui... Perchè preoccuparsi?-
Cercò di tranquillizzarsi.
Ma le ore passavano.
-Non torna...-
-Perchè l'ho lasciata andare...-
Perchè? E se le fosse successo qualcosa?
Con che coraggio se ne stava lì seduto mentre la sua Ayumi era chissà dove in
quella città. E cosa era andata a fare, poi?
-Forse c'entra quello che ha detto il nonno di Takao...- si disse.
Sbattè un pugno a terra. Un rumore sordo che turbò la quiete.
Imprecò in russo, succhiandosi i graffi che si era procurato.
Stava albeggiando. Il timido sole tornava ad affacciarsi dall'orizzonte.
E Ayumi non c'era.
Non torna.
Non torna.
...Non torna...
Un'inquietante nenia si ripeteva nella mente di Yuri. Per la prima volta temeva
di quello che sarebbe potuto succedere.
Mai aveva avuto paura.
Non aveva pianto quando gli uomini di Vorkof l'avevano portato via.
Non aveva urlato quando lo avevano tatuato.
Matricola n° 517, Monastero.
Non aveva riso quando aveva battuto tutti gli avversari che si era trovato
davanti.
Non aveva pietà.
Non aveva comprensione.
Ma in quel momento... Aveva paura.
Paura di non veder tornare la persona che gli aveva restituito i sentimenti.
Paura che la persona che amava se ne fosse andata.
E forse per sempre...
*
-Ehi ragazzina! Guarda dove vai...- si lamentò un uomo. Le diede una spallata e
riprese a camminare.
Ayumi era uscita dalla casa. Stringeva ancora il pupazzo rovinato nella mano
sinistra. Aveva lo sguardo basso e non sapeva dove stesse andando.
Seguiva solamente i suoi passi.
La città stava cominciando ad animarsi. La stessa atmosfera frenetica che
l'aveva accolta ricominciava a pieno ritmo.
Ma sembrava non coinvolgere la ragazza.
I pensieri continuavano a tormentarla.
Aveva così tante domande e nessuno che le poteva dare una risposta.
Dov'era andata sua madre?
Era ancora viva?
E perchè... Perchè aveva voluto rovinare la sua vita in quel modo?
Che gli aveva fatto per meritarsi un simile trattamento?
Raggiunse la strada principale, girando in un vicolo.
Vide dei ragazzini che giocavano a beyblade, ridendo contenti. Non potè non fare
un sorrisino.
Un bambino con capelli biondi buttò fuori dalla padella che stavano usando come
stadio il bey avversario
-Evviva, sono io il più forte!- esultò ridendo di gioia.
Ayumi li superò, continuando a camminare nel vicolo.
-Ehi ragazza! Tu con il vestito nero!- chiamò il bambino, raggiungendo Ayumi.
Lei si girò sorpresa
-Dimmi...-
-Hai perso questo!- le disse, mettendole in mano Devil.
Non si era neanche accorta di averlo smarrito.
Lo osservò, le placcature rosse graffiate dalle tante battaglie, il chip lucido,
con il cavallo nero impennato. Lo strinse, ringraziando il bambino biondo, che
si girò per ritornare dai suoi amici.
Anche quello glielo aveva regalato il padre.
Come aveva fatto a dimenticarselo?
-Cosa devo fare papà...- sussurrò Ayumi.
Poi le venne un'idea. Come aveva fatto a non pensarci prima?!
Ma per questo aveva assoluto bisogno dell'aiuto di qualcuno.
E sapeva esattamente chi le serviva...
*
-Ragazzi... Ayumi non è ancora tornata! Quando penserete di fare qualcosa?!-
sbraitò Yuri piombando nella stanza.
Takao si bloccò con una fetta di pane a mezz'aria. Evidentemente stavano facendo
colazione.
-Avanti Yuri... Non credo sia qualcosa di cui preoccuparsi! Ayumi sa badare a se
stessa, vedrai che...-
*SBAM!!!*
La porta si spalancò di colpo. Una figura ansimava sulla porta, i capelli in
disordine, la faccia stravolta. Stringeva in mano qualcosa.
-A-Ayumi?!- esclamò Boris arrivando alle spalle di Yuri.
Kei si degnò di rivolgerle uno sguardo, leggermente sorpreso.
-Ho... Bisogno... Di Takao...- disse a scatti, tentando di riprendere fiato per
la corsa.
-Ma che ti è successo?! Sono stato così in pensiero, adesso mi spieghi!-
intervenne Yuri afferrandola per un braccio.
Lei si divincolò
-Yu dopo, prima ho una cosa urgente da fare!- esclamò -Dove accidenti è Takao
quando mi serve?!-
Il ragazzo si alzò da tavola
-Cosa hai bisogno Ayumi?- chiese calmo.
Ayumi sospirò, rendendo stabile il respiro
-Dov'è il cimitero più grande di Tokyo?- chiese a bruciapelo.
Takao sgranò gli occhi
-Il... cimitero?! P-per curiosità, come mai ti interesserebbe una... cosa
simile?- disse incredulo. Yuri intanto fissava l'amica.
-Cos'hai in mente eh, Ayu?- pensava.
La ragazza scosse la testa
-Lascia stare, tu dimmi solo come arrivarci... Al resto ci penso io...- concluse
con un tono che non ammetteva repliche.
Takao la guardò negli occhi
-D'accordo... Ti dirò come ci si arriva... A patto che Yuri venga insieme a te!-
Ayumi girò la testa verso il russo, che ricambiò lo sguardo.
Poi riprese a fissare Takao, annuendo
-Affare fatto...-
*
-D'accordo, io ti ho seguito fin qui... Ma adesso mi spieghi cosa è successo!-
esclamò Yuri mentre si sedevano sul treno che li avrebbe portati al quartiere
indicato da Takao.
Ayumi accavallò le gambe, stando in silenzio. Il pupazzetto era appoggiato al
suo grembo.
Yuri lo fissò
-Dove l'hai preso quel pupazzo?- chiese prendendolo in mano.
-Immagino di dover partire dall'inizio, vero?- chiese Ayumi guardando il
ragazzo.
Sospirò, prendendo a raccontare.
-Sai... Sono andata nella casa dove vivevo... Per caso, in verità, non sapevo
dove andare, mi sono affidata all'istinto...-
-E questo giocattolo, quindi, viene da li?- aggiunse Yuri tendendole il
cagnolino.
Lei annuì, prendendolo e rimettendoselo sulle ginocchia
-Ho saputo da una signora cosa è successo... Come la mia famiglia sia andata
distrutta... Per colpa dell'arroganza di quella donna che io chiamavo...
madre...- sussurrò rabbiosa stringendo i pugni.
Così raccontò tutto, di come avevano deciso di portarla in Russia, del suicidio
disperato di suo padre, della partenza di sua madre...
Yuri stette in silenzio, corrugando le sopracciglia ad ogni dettaglio aggiunto
da Ayumi al triste racconto.
-E poi ho trovato questo pupazzo... E ho capito che l'unico modo per mettermi la
coscienza in pace è quella di andare al cimitero... Ho deciso che è venuto il
momento di gettarsi il passato alle spalle... Non posso vivere nel rimorso di
una cosa che non potrò mai avere... E' inutile...- sussurrò Ayumi, girandosi
verso il finestrino.
Rifiutò di incrociare lo sguardo dell'amico.
Sapeva che nel momento in cui le iridi azzurre di Yuri avrebbero trafitto le sue
color delle castagne... sarebbe stata la fine, il suo autocontrollo tenuto a
stento sarebbe crollato miseramente.
Yuri non insistette oltre. Tra i due ripiombò il silenzio.
Lo sferragliare del treno era ritmico e faceva dondolare impercettibilmente le
carrozze. La voce metallica annunciò una fermata.
-E' la nostra Ayu, dobbiamo scendere...- disse il ragazzo incitando l'amica.
Scesero entrambi in un quartiere periferico, pieno di immensi giardini e templi
scintoisti.
Il treno ripartì alle loro spalle. Ormai era tardi per tornare indietro...
Si avviarono lungo il viale cosparso di ghiaia bianca, facendola scricchiolare
sotto le scarpe.
-Ma sei... sicura che tuo padre sia sepolto qua?- chiese titubante Yuri.
Ayumi scosse la testa
-E' solo una supposizione ma... Anche trovare la casa sembrava impossibile, no?-
rispose speranzosa, mentre il ragazzo inarcava scettico un sopracciglio.
Percorsero tutto il viale, arrivando fino ad un cancello di ferro battuto.
Al di là della cancellata c'erano numerose tombe, ciascuna con foto e nome. Un
sentierino portava al tempio principale, esattamente al centro del cimitero.
-Beh... Ci siamo...- disse seria Ayumi, mentre Yuri annuiva.
Entrarono nel cimitero, incrociando numerose persone che facevano visita alle
tombe. L'odore penetrante dell'incenso si diffondeva nell'aria, rendendo
l'atmosfera ovattata.
Sembrava quasi di sentire i sussurri delle anime sepolte parlare nell'aria
incensata, diffondendo preghiere con il fruscio delle poche foglie sugli
alberi...
Ayumi rabbrividì, stringendosi nel cappotto. L'era venuta la pelle d'oca.
-Io direi di dividerci... Il cimitero è grande. Se qualcuno lo trova avverte
l'altro, ok?-
-Ma ci saranno cento Hiroyuchi Kiyo! Come facciamo a sapere qual'è mio padre?-
chiese esasperata Ayumi.
-Beh, basta guardare la foto... Com'era tuo padre?-
-...Aveva i capelli neri e gli occhi come i miei... Almeno, credo... Da quel
poco che mi ricordo era più o meno così...- disse la ragazza.
-Allora saranno pochissimi... nessuno ha gli occhi belli come i tuoi...-
sussurrò Yuri.
Ayumi arrossì leggermente, borbottando un grazie.
Si divisero.
Ayumi andò verso sinistra, lasciandosi alle spalle Yuri. Zigzagò per le tombe,
superando la gente inginocchiata e pregante.
-Dove può essere... Ormai ho perlustrato quasi tutto!- esclamò esasperata,
arrivando alle ultime tombe vicine al cancello.
Cercò di scorgere la sagoma di Yuri stagliarsi sopra le tombe ma del ragazzo non
c'era traccia. Si sedette esausta sul muretto, sospirando pesantemente.
Si prese la testa tra le mani, cercando di ragionare. Quando una voce...
-Ayuuuuumiiii!!!- la chiamava questa voce.
Ayumi alzò lo sguardo, notando Yuri correre verso di lei, trionfante.
Una signora lo rimproverò
-Non si corre nel cimitero!-
Yuri rallentò il passo e Ayumi gli andò incontro.
-L'ho trovata...- disse contento.
Ayumi sbarrò gli occhi
-D-dici davvero...? Sei sicuro che sia proprio mio padre?- balbettò.
Il ragazzo annuì
-Vieni a controllare...-
La prese per mano e la condusse in fondo al viale, superando la signora di
prima.
-Roba da matti, i giovani d'oggi non sanno neanche cos'è l'educazione...-
borbottò, seguendoli con lo sguardo.
Una lastra di marmo bianco.
Una tomba trascurata.
Una foto in bianco e nero.
Un nome e una data, con poche parole, incise in lettere dorate.
-Hiroyuchi Kiyo, morto il 14 aprile, 24 anni. Si ricorda la sua memoria con
affetto...- lesse sottovoce la ragazza -E così... è questo mio padre...- disse
con voce vuota, fissando la tomba davanti a sè.
Yuri si inginocchiò
-C'è scritto qualcos'altro, qua sotto...- grattò via il muschio cresciuto alla
base della lastra, scoprendo un'altra scritta.
Ritrasse la mano sorpreso
-Ayu... Forse dovresti leggere anche qua...- sussurrò chiamando la ragazza.
Lei lo guardò interrogativa, inginocchiandosi di fianco a lui. Strinse gli
occhi, cercando di decifrare le lettere rovinate.
*Qui riposa lo spirito di mia figlia...
Morta prima di
crescere...
Morta nell'anima...*
Ayumi cadde seduta, incredula
-Che cosa significa questa scritta?!- balbettò spaventata.
Yuri la fece rialzare, ma le gambe di Ayumi sembravano in sciopero. La sostenne
per la vita.
-Yuri... I-io non capisco... Che vuol dire quella... quella scritta...?!-
esclamò la ragazza.
Il ragazzo sospirò
-Probabilmente quando l'hanno seppellito, hanno creduto che anche tu fossi
morta... Ma non avendo il tuo cadavere hanno scritto così... Oppure, sai, quando
uno muore scrive le cose nel testamento... Magari tuo padre credeva che fossi
già morta e quindi ha voluto scrivere così...- ipotizzò, mentre Ayumi fissava
ancora spaventata la lastra marmorea.
Poi annuì
-Si... Forse hai ragione tu...-
Stettero in piedi davanti alla tomba, mentre un sottile fumo d'incenso saliva
dal bruciatore. Mille pensieri attraversarono nuovamente la mente di Ayumi.
Quanto avrebbe voluto incontrare sua madre...
Anche solo per urlarle in faccia tutto il suo disprezzo, per quello che aveva
fatto a lei, a suo padre...
-Ayu... Andiamo adesso, ti va?- chiese Yuri guardandola.
La ragazza scosse la testa
-Vai avanti, io ti raggiungo... Voglio stare ancora un attimo qui...- sussurrò.
Il ragazzo annuì comprensivo, dirigendosi verso l'uscita dal cimitero con le
mani in tasca.
Ayumi carezzò la fotografia del padre.
Sorrideva. Un sorriso triste, come se già sapesse il crudele destino cui andava
incontro.
Poi... notò che la cornice della foto si poteva staccare.
-Sarà rotta...- pensò minimizzando.
Un angolo della foto sporgeva dalla crepa nel riquadro.
Ayumi la estrasse per guardarla meglio, quando si accorse... che dietro la foto
c'era una scritta. Sbiadita e quasi scomparsa, ma si leggeva.
La girò e si mise a leggerla...
Ayumi, figlia mia...
La speranza che tu legga queste righe è vana...
Così vana che molto probabilmente non saprai mai la storia...
Come è andata veramente...
E se l'hai scoperto... Beh, allora capirai quello che ti sto per dire.
So che sei triste...
Ma la mia morte non è avvenuta per causa tua..
Non fartene una colpa...
Non essere neanche in collera con tua madre...
Quella donna ha bisogno di tutto fuorchè altro rancore...
Ne riceve già troppo.
Voglio solo rammentarti una frase...
Quella che ti dicevo sempre...
-Ci vuole vita, per amare la vita-
Non dimenticarlo.
Mai.
Con affetto
Hiroyuchi
Una lacrima cadde sulla fotografia
ingiallita.
Non sapeva se di gioia o tristezza...
Sapeva solamente che suo padre era ancora vivo. E non sarebbe mai morto.
Finchè la frase vivrà nel cuore di Ayumi, la vita di suo padre avrebbe
continuato ad esistere.
-Grazie papà...- sussurrò la ragazza asciugandosi la guancia.
Si alzò, stringendo la fotografia e correndo per raggiungere Yuri.
Il bruciatore dell'incenso si spense del tutto.
Ora il passato era veramente finito...
|
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Capitolo 24 *** Normality...? ***
Nuova pagina 1
Penultimo capitolo di "Amicizia", poi potrò cominciare a pubblicare il suo
seguito, ancora il corso al momento ^-^;
Vi dirò, sono molto affezionata a questa storia, è stata la mia prima
long-fanfic e mi ha permesso di "sfondare", tra virgolette, nell'ambito del
fandom xD Però, mi rendo conto di quanto il mio stile era ancora immaturo...^^;
Capitoletto piuttosto corto, a dire il vero, ma mi serve per introdurre
l'ultimo, il finale xD
Quindi, ringraziando immensamente le mie commentatrici e rassicurando ColdFire
che aggiornerò (spero °-°;) al più presto quella su Shaman King (scrittrice
preferita °//°?! Nyah ^//^ *Bea scarlatta*), vi lascio alla lettura xD
***
Erano passati già tre mesi (‘Mazza... NdYu)
(Ma perchè mi devi rovinare l'unica cosa seria che scrivo ç_ç? NdMe).
Marzo si era trasformato quietamente in aprile, i ciliegi erano fioriti e subito
appassiti, sotto il vento di maggio, tingendosi di verde tenero nella calura di
giugno.
E i nostri amici?
*
Che pace... Che silenzio...
Quello cos'è? Un... una donna...?
No, non può essere... Mamma?
Mamma, sei tu?
-MAMMAAA!!-
-Ivanov, insomma! Ma è possibile
che quando tento di spiegare una lezione devi sempre interrompermi?!- sbottò il
prof di matematica, sbattendo una mano sulla cattedra.
Yuri si guardò spaesato intorno.
Ah già... La scuola...
Aveva cominciato a frequentarla da quando si era trasferito a casa di Takao (Ma
che sei, milionario?! NdMe) (Misteri della vita... NdTaki). Per la verità era
stato costretto da Ayumi ad andare nella stessa scuola di Takao, insieme a tutti
gli altri.
Sfortunatamente erano capitati in classi differenti, Yuri si era ritrovato con
Kei.
-Allora, Ivanov? Hai intenzione di seguire la mia lezione oppure no?- chiese
irritato il professore, sistemandosi gli occhiali sulla punta del naso.
Yuri inarcò leggermente un sopracciglio
-Per niente...- si limitò a dire, ghiacciando l'atmosfera.
Una risatina si diffuse nella classe; Kei seduto nel banco di fianco a Yuri, con
le braccia incrociate e gli occhi chiusi, si limitò ad increspare leggermente le
labbra.
Il prof era furente
-Benissimo!! Vattene fuori, immediatamente!!- sbraitò furioso indicando la
porta. Yuri si alzò, le mani in tasca, e uscì sbattendo la porta.
-Vecchio stoccafisso...- sbuffò appoggiandosi al muro.
Guardò le mattonelle bianco sporco del pavimento con apparente interesse,
dondolandosi sui talloni.
-Ma chi me l'ha fatto fare!- esclamò poi, turbando il silenzio del corridoio.
Andò alla finestra e saltò giù, dopotutto erano al primo piano (Beh, è già
tanto... NdAyu) (PIANTATELAAAA!!! NdMe).
Si avviò deciso verso il cancello, con la chiara intenzione di andarsene
-Chi se ne frega di questa stupidissima...-
-Yuri?- una voce alle sue spalle.
Il ragazzo si girò, deciso a zittire la persona che gli impediva di "evadere"
quando si trovò faccia a faccia con...
-Ayumi?! Che... che ci fai qui?- balbettò il russo.
Ayumi sospirò
-Magari faccio lezione di ginnastica, non trovi?- ironizzò la ragazza.
Era vero, ora che Yuri la notava, indossava la divisa di ginnastica, che le
metteva in risalto le gambe e il fisico, con i capelli ramati raccolti nella
solita lunga treccia. Qualche ciuffo ribelle usciva dall'acconciatura, ricadendo
con grazia ai lati del viso.
-Beh? Dove stai andando, senza neanche lo zaino...?- chiese scettica, facendo
rimbalzare la palla che aveva in mano.
Yuri s'incupì
-Al diavolo la scuola... Stavo benissimo senza, perchè mi hai voluto costringere
a...-
-Ayu, che succede? L'hai trovata la palla?- un'altra voce (Ma è possibile che
non riesca mai a finire una frase? NdYu_esasperato).
Dai cespugli sbucò un'altro compagno di classe di Ayumi, Boris.
-Ah ciao Yu! Come mai qua?- intervenne nella conversazione il ragazzo,
sorridendo.
Una grossa goccia si materializzò sulla testa di Yuri
-Ehilà Bo... Ma che stai facendo?- chiese debolmente.
Boris si guardò la tuta
-Si beh... Non avevo mai giocato a pallovalo...-
-Si chiama pallavolo, Bo, pallavolo...- lo riprese Ayumi, continuando a far
rimbalzare la palla a terra.
Boris ridacchiò
-E' divertente, comunque si chiami! E tu Yu, che combini?-
-Sai, sto andando a farmi una passeggiata nel bosco, portando un cestino con una
focaccia e incontrando il lupo cattivo...- disse con tono incolore Yuri.
-Dai scherzo Yuri! Mamma mia, come sei permaloso... Io ti consiglio di ritornare
in classe, sai, dopo che ti direbbe il tuo prof?- aggiunse Boris all'amico.
Yuri sbuffò
-Anche volendo non ci potrei ritornare il classe, visto che mi ha sbattuto
fuori...-
-Senti, qua si fa notte! Lascialo perdere Bo, andiamo... Questo testone non
cambia idea... Ciao Yu, ci vediamo dopo!- si congedò Ayumi, spingendo via Boris.
Yuri li guardò allontanarsi. Forse avevano ragione.
Per il momento decise di rinunciare ai suoi *piani evasivi* e ritornare nel
corridoio, ad aspettare che quella cariatide lo facesse rientrare.
Prese dalla tasca il suo bey, ammirando le placcature bianche scintillare al
caldo sole estivo.
Faceva caldo in quei giorni. Si slacciò un altro bottone al collo della camicia
a maniche corte, rientrando nell'edificio.
Si sedette a terra, appoggiando la testa al muro intonacato.
Ormai l'ora era quasi finita, a momenti sarebbe suonata la campanella per la
pausa pranzo. Chiuse gli occhi, aspettando impaziente l'amato suono.
Che non tardò ad arrivare.
-Ah... Pancia mia fatti capanna!- esclamò felice Takao sedendosi sulla terrazza
con il pranzo. Lui frequentava una classe ancora diversa, con Hilary e Max.
-Ma Takao, è possibile che pensi sempre e solo a mangiare?- sbuffò Hilary
sedendosi e sistemando la gonna della divisa.
Takao la ignorò.
-Ehi Rei! Prof! Ben arrivati, i due piccioncini qua stanno già cominciando a
litigare... Li doveste sentire durante la lezione...- ridacchiò Max salutando i
due ragazzi appena arrivati, che sorrisero con malizia.
Sia Takao che Hilary divennero color porpora, distogliendo lo sguardo.
-Ma dove sono finiti Kei e gli altri?- chiese svelto Takao cercando di cambiare
argomento.
-Già! E manca anche Ayumi...- fece notare Hilary.
-Ehilà! Buon giorno! Che bella la scuola...- esclamò Ivan arrivando insieme a
Sergej. Sembravano così strani con la cravatta della divisa.
-Parla per te Ivan, grazie...- borbottò Sergej appoggiandosi alla ringhiera del
terrazzo.
-Bene, ora all'appello mancano solo Yuri, Kei, Boris e Ayumi... Come al
solito...- fece notare Kappa, sedendosi e accendendo il computer.
-Avanti pelandrone, datti una mossa!- esclamò Boris tirando per una manica Yuri.
-Bo ha ragione, Yuri... Se non ti sbrighi la pausa pranzo finirà...- disse Kei
camminando davanti a loro con le mani in tasca.
-Va bene, va bene vengo...- sbuffò il russo strappando la presa di Boris.
Si voltò indietro, guardando alla fine delle scale che stavano salendo
-Ehi, ora che ci penso... Avete visto Ayumi per caso?- sussurrò.
-Che c'è? Hai detto qualcosa?- chiese Boris.
Yuri scosse la testa
-Niente niente...- e riprese a salire -Deve essere già salita, dopo tutto la
pausa pranzo è quasi finita...- minimizzò il ragazzo.
Ma sarà davvero così?
*
...Le mie parole...
Sono lampi dentro a un pozzo
cupo e abbandonato
un viso sordo e muto
che l'amore ha illuminato...
Ayumi camminava.
Era uscita da scuola, di nascosto...
Cosa mai l'aveva spinta a lasciare l'edificio?
La cartella le rimbalzava sulla gambe ad ogni passo. Guardava fissa il cielo
sopra di sè. Era azzurro intenso e le bianche nuvole correvano verso
l'orizzonte. Le cicale frinivano nei prati e un vento caldo e umido soffiava da
sud.
Raggiunse un lungo viale alberato, subito dietro la scuola.
-Va a finire che passo un guaio... E la pausa pranzo e quasi finita!- borbottò
tra sè e sè aumentando il passo -Se Yuko non mi avesse chiesto questo piacere...
Ma chi me l'ha fatto fare?!- esclamò.
La sua compagna le aveva chiesto di andare a ritirarle una cosa urgente nel
negozio dietro la stazione. E ora era in ritardo.
Finito il viale, svoltò a sinistra, diretta verso la stazione. Attraversò la
piazza in tutta fretta ma...
*SBAM!!!*
-Ahi ahi... Che botta...- si lamentò la ragazza cadendo a terra -Ma guarda dove
accid... Oh, mi scusi signora!- esclamò Ayumi andando a far alzare la signora
contro cui era andata a sbattere.
Era una donna austera ed elegante, con folti capelli biondi e un sorrisetto di
sufficienza.
-Niente tesoro, niente... Ah, ti è caduto questo- aggiunse poi porgendole Devil,
che nell'urto era rimbalzato fuori dalla tasca.
-Grazie mille...- ringraziò Ayumi tendendo la mano.
Ma la donna si era bloccata...
Fissava ad occhi spalancati il bey, la mano dalle lunghe unghie laccate di rosso
tremava leggermente. Passò frenetica un dito sul chip, lasciando un alone sul
cavallo nero.
-S-signora? Si sente bene...?- chiese titubante Ayumi, non osando prenderle il
bey.
La donna staccò lo sguardo dal bey rosso cupo, piantando le sue iridi verde
scuro negli scuri occhi della ragazza.
-A... Ayumi...- balbettò. |
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Capitolo 25 *** ...Per sempre sia... ***
Nuova pagina 1
In un attimo il mondo si
era fermato.
...Come un vecchio orologio difettoso.
Bloccato, andato, partito...
-A... Ayumi...- balbettò la signora.
No! Non può essere... Non qua, non adesso!
-Sei tu, Ayu... Figlia mia?- continuò la donna tendendo una mano verso la
ragazza.
Ayumi era rimasta immobile, gli occhi spalancati e vuoti, la cartella era caduta
per terra. Si era alzato un leggero venticello, che le scompigliava i capelli
ramati.
Sentì un calore sulla guancia sinistra. La donna la stava accarezzando.
Provò ribrezzo per quella mano leggermente screpolata che carezzava le sue
lentiggini.
-Non mi sembra vero... Sei così cresciuta! Ma allora sei viva! Come mai sei qua,
ti credevo in Russia... Ayumi, parlami...- disse la signora Mako a sua figlia,
che continuò a fissarla impassibile, le labbra serrate.
Le sue corde vocali sembravano in sciopero.
Dov'erano finite tutte le parole che voleva dirle? Gli insulti, le urla, le
esclamazioni...
Anche il cervello di Ayumi sembrava essere paralizzato...
Uno squillo di cellulare ruppe il teso silenzio che si era creato. Tutti i suoni
ripiombarono nelle orecchie della ragazza, stordendola.
-Scusa un attimo... Che seccatura, pronto?- rispose la madre al portatile.
Ayumi sentì una voce maschile dall'altra parte della cornetta.
-Si Richard, non ti preoc... Ora? Ecco... sono in piazza- diceva la donna,
giocherellando con il fermaglio che portava nei capelli.
Ayumi la fissò attentamente.
La rabbia stava crescendo... Sempre di più, sempre di più...
-D'accordo, non ti preoccupare... Ci vediamo tra un po' alla stazione, va bene?
Ciao ciao amore, a dopo...- e chiuse la comunicazione, mettendo il cellulare
nella borsetta di pelle.
Ayumi si chinò a prendere la cartella e si girò, decisa ad andarsene.
-Aspetta Ayumi, che ne dici di prendere qualcosa con me? Un caffè, magari?-
chiese allegra la madre.
Ayumi sentì una morsa d'ira allo stomaco. Ma rispose
-Devo tornare a scuola...- sibilò facendo un passo in avanti.
La donna la raggiunse
-Dai, solo un minuto... Dobbiamo parlare, no? Dopotutto, sono dieci anni che non
ci vediamo...- aggiunse Mako.
Ayumi si fermò. Incapace di fissarla negli occhi.
-Parlare...? Noi due? Mi spiace signora, ma non abbiamo niente da dirci...-
disse con voce carica d'odio la ragazza.
La signora sospirò
-Ti prego Ayu, solo per poco...- chiese in tono supplichevole.
La ragazza strinse il manico della cartella. Avrebbe voluto spezzarlo...
Poi annuì.
-Grazie...- sorrise la madre.
***
*DIN
DON DAN DIN... DON DIN DON DAN DIN!*
(Posso dire che sembra un motivetto
scemo -.-'''? NdAyu)
(Obiezione respinta! Sai fare meglio tu il suono di una campanella? NdMe)
(Chiedo scusa... NdAyu)
La pausa pranzo era finita. E Ayumi non si era fatta viva...
-Beh, se voleva evitarci bastava dirlo...- disse leggermente offesa Hilary
mentre scendevano dalla terrazza e si dirigevano verso la classe. Tutti
annuirono.
Yuri sbuffò, incrociando le braccia
-Ma guarda, dice a me di non saltare la scuola e poi non si fa neanche
vedere...-
Kei ridacchiò
-Non te la prendere, Yu... Le donne sono tutte uguali, ci vorrebbe un
manuale...-
Boris lo guardò con malizia
-Che vorresti dire, Kei? C'è qualcuna che ti piace, forse...?-
Kei avvampò
-Ma non dire assurdità...- borbottò poco convinto.
-Vabbè, ci vediamo ragazzi...- salutarono Ivan e Sergej.
Ognuno prese direzioni diverse.
-Vi saluto, adesso dico io qualcosa ad Ayumi...- salutò Boris, mentre Yuri e Kei
entravano nella loro classe.
Boris prese a salire le scale. Arrivato davanti ad un porta verde, la aprì.
C'erano quasi tutti i suoi compagni ma di Ayumi... Neanche l'ombra.
Dove poteva essersi cacciata?
-Cavolo... Se sapevo che era così lontano quel negozio, non le avrei chiesto
questo favore!-
-Non ti preoccupare, Yuko, Ayu-chan corre veloce, si sarà fermata a giocare con
quella sua trottolina lungo la strada...-
-Già, lo sai com'è fatta...-
Boris, seduto al suo banco, fissava fuori dalla finestra imperterrito.
Non potè, però, fare a meno di sentire lo stralcio di conversazione fra tre
delle sue compagne. Si alzò di botto, andando vicino alla lavagna dove queste
stavano parlando.
Immediatamente si bloccarono, sorprese dall'arrivo del ragazzo. Una di esse,
Yuko, lo fissò con insistenza.
-Buongiorno, signorine... Cosa stavate dicendo riguardo ad Ayumi?- chiese Boris
con voce suadente.
Ad una domanda posta in un modo tanto gentile nessuno poteva rifiutare una
risposta.
-Le aveva chiesto di andarmi a ritirare una cosa nel negozio di vestiti dietro
la stazione...- miagolò Yuko tirando il fiocco appuntato nella sua folta chioma
corvina -Ma non l'abbiamo più vista tornare...-
-Fino ad ora!- finirono le altre due compagne.
Boris imprecò in russo.
-Grazie mille Takahashi, sei stata molto gentile...- ringraziò Boris, schizzando
fuori dalla classe alla velocità della luce.
-Avete visto? Mi ha sorriso...- sospirò sognante Yuko, mentre le sue amiche
ridacchiavano.
***
Non seppe esattamente dove quella donna la
stesse portando.
Non ci fece neanche caso...
-Ecco, questo locale è molto carino!- ridacchiò Mako, spingendo la porta.
Il campanello argento posto sullo stipite tintinnò allegramente.
-Entra Ayumi, forza...- la incitò.
La ragazza, tenendosi a distanza dalla signora, entrò nel locale.
Era piuttosto accogliente. Numerose persone chiacchieravano ai tavolini rotondi
o bevevano una solitaria bevanda leggendo un giornale, appoggiati al bancone del
bar. Si guardò intorno, apatica.
Cosa cercava di ottenere la sua cosiddetta "madre"?
Si sedettero entrambe ad un tavolino all'angolo del locale. Ayumi poggiò la
cartella sulla panca di fianco a sè, riavviandosi una ciocca rossiccia dietro
l'orecchio.
-Calma... Calma... Ragiona Ayu, calmati...- continuava a ripetersi nella
testa.
La donna mise la sua borsetta sul tavolo, unendo le dita davanti a sè
-Allora, Ayu... Che mi racconti?- chiese.
La ragazza continuò a stare zitta. Respirava pesantemente, fissando le iride
verde scuro della donna. Non una scintilla di magnanimità albergava negli occhi
della signora...
-Beh? Non mi parli...? Bel modo di salutare tua madre, dopo tanto tempo...- si
lamentò al pari di una bambina capricciosa.
Ayumi represse nuovamente un urlo di rabbia.
Una cameriera arrivò, ticchettando con i tacchi a spillo sul parquet del
pavimento, a prendere le ordinazioni. Prese una matita dalla tasca del candido
grembiule
-Cosa vi porto, signorine?- chiese gentilmente, sorridendo alle due clienti.
-Un caffè nero, forte senza zucchero, grazie...- ordinò Mako, mentre la giovane
cameriera scriveva sul taccuino.
-E per te, Ayumi?- chiese la donna.
La ragazza stette zitta. Mako sospirò
-Per lei un tè... Come ti piace, tesoro? Al limone, va bene?-
Un moto di furore annebbiò la vista di Ayumi...
Tesoro?! TESORO?! Fottiti, schifosa bastarda....
La trattava come se fosse ancora un'insulsa bambinetta di cinque anni... O
semplicemente, fingeva?
La ragazza annuì a fatica.
La cameriera finì di scrivere l'ordinazione. Poi fece dietrofront, diretta verso
il bancone.
Il campanello sopra la porta tintinnò ancora. Qualcun altro era entrato nel
locale.
-Allora, ti sei proprio decisa a non parlarmi?- ricominciò a parlare la donna,
tamburellando con le unghie sul tavolino.
Ayumi si morse la lingua... Non poteva stare zitta...
Ma doveva, doveva!
-Sei proprio incorreggibile... E' proprio questo tuo lato che non ho mai
sopportato! Fin da piccola ti ribellavi a me, non volevi mai obbedirmi...- il
tono di Mako cambiò radicalmente.
Da dolce e zuccheroso com'era si abbassò di mezzo tono, diventando freddo e
insolente.
Ora si mostrava per com'era veramente...
***
Nella classe di Boris si stava facendo
l'appello. Il prof leggeva, uno dopo l'altro, i nomi scritti in elenco
-Huznestof Boris...- ma nessuno rispose.
-Beh? Dov'è finito il signorino?- ironizzò il professore alzando lo sguardo
dalla lista.
-E' andato in infermeria, signore, non si sentiva bene...- intervenne Yuko.
Il prof annuì e ricominciò a leggere.
Ma dov'era finito in realtà?
Boris era corso giù in cortile, in tutta fretta.
-E ora come faccio ad avvertirli tutti?- ansimò guardando le finestre.
-Vediamo... La classe di Yuri e Kei è all'ultimo piano... Takao e gli altri,
invece?-
Cercò di lambiccarsi il cervello.
Non poteva bussare a tutte le porte e chiamarli fuori... Tra l'altro, il
professore presente non li avrebbe nemmeno fatti uscire.
-Come posso fare...-
Si morse il labbro inferiore, camminando avanti e indietro nel giardino.
Qualcosa si muoveva ad ogni passo, nella tasca dietro dei pantaloni.
-Ma certo!! Come ho fatto a non pensarci prima...-
-...Quindi, se la radice quadrata di 9 è 3, la radice cubica di 27 sarà
sempre... Hiwatari?- chiese il prof.
Kei si alzò in piedi
-Tre...- rispose immediatamente. Poi si risedette, tornando a fissare gli alberi
del giardino, incurante degli sguardi ammirati delle ragazze.
Sentiva il leggero russare di Yuri di fianco a se.
-Ma quanto cavolo dorme questo qua...- sbuffò, tirandogli un calcetto
alla gamba.
Questo sussultò
-Che c'è, cosa?- incespicò, ancora assonnato.
-E svegliati, non sei proprio capace di stare un minimo attento?- sibilò
scocciato Kei.
Yuri agitò la mano, minimizzando la cosa
-Come sei noioso, mi sembri quasi... FALBORG?!?- esclamò ad alta voce rompendo
il silenzio.
Kei gli tappò la bocca
-Ma sei deficiente?!!?- sussurrò rabbioso.
Il prof non si era accorto, fortunatamente, dell'esclamazione di un suo alunno.
-E poi, che vuol dire che sembro quasi Falborg?! Che c'entra?-
-Ma no, non tu! Guarda fuori dalla finestra, c'è il bit power di Boris! Che ci
fa fuori dal bey?- esclamò Yuri seguendo il volo circolare del falco.
-Forse ha bisogno di noi...- ipotizzò Kei.
Yuri annuì
-Come facciamo ad uscire? Non c'è mod... Kei?! Perchè mi guardi c-così?-
Il ragazzo indietreggiò con la sedia, notando lo sguardo strano dell'amico. Un
brillio per niente rassicurante animava gli occhi rossi del russo...
-Scusa Yu, ma è necessario...- e così dicendo diede una botta in testa a Yuri,
che cadde svenuto sul banco (Assassino!!! NdYu) (Era scritto sul copione^^'''!!
NdKei).
Poi alzò la mano
-Prof, Ivanov non si sente bene... Lo accompagno in infermeria, se non le
dispiace-
Prese un braccio di Yuri e se lo mise sulle spalle, sostenendolo mentre uscivano
dall'aula.
Anche nella classe di Takao l'atmosfera era rilassata.
Era in corso un'interrogazione e tutti si stavano facendo i fatti loro. Max e
Takao giocavano a tris, scarabocchiando sul banco, mentre Hilary, seduta davanti
a Takao, stava attenta all'interrogazione; una delle poche...
-Ahah! Ho vinto!- esclamò sussurrando Max, tirando la linea sulle tre croci
messe in fila.
-Uff... Non è giusto! Un'altra partita...- insistette Takao, disegnando un'altro
schema sul banco.
-Allora, volete stare zitti? Sto cercando di seguire la lezione!- li rimproverò
Hilary, sibilando rabbiosa. Poi alzò la mano, volendo rispondere alla domanda
posta dalla professoressa.
Takao la imitò, scatenando risatine silenziose da parte dell'amico.
Hilary fece finta di niente...
-Takao, è troppo facile batterti... Ho vinto ancora...- minimizzò Max, segnando
un'altra linea.
Takao sbuffò. Appoggiò la testa al banco e stette zitto.
Max si mise la matita in bocca e appoggiò il mento alle mani.
-E adesso che facciamo...?- chiese bisbigliando l'americano.
Takao scosse la testa
-Non lo so...-
I minuti passavano lenti, scanditi dalla noiosa voce della prof e dal silenzioso
ticchettio dell'orologio. Poi...
-Ah!!! Takao, guarda!!- lo chiamò Max, battendogli sulla spalla.
Takao lo guardò in faccia
-Cosa vuoi?- chiese assonnato.
-C'è Falborg, la fuori! Il bit power di Boris!!- esclamò, girandogli la testa
verso il vetro. Takao fissò incredulo il grosso falco volare con grazia sopra
gli alberi.
-Dobbiamo andare, Max, sono sicuro che Boris ha bisogno di noi... Ma come
facciamo ad uscire...-
La porta si aprì
-Vorrei parlare con Kinomiya, Mizuhara e Taibana, per favore... E' una cosa
urgente...- disse una voce conosciuta.
Takao guardò la persona: Rei!
Allora anche lui aveva capito...
Tirò un calcio nella sedia ad Hilary, che annuì
-Possiamo andare, prof?-
La professoressa fece un cenno di assenso con la testa e i tre uscirono in tutta
fretta.
-Ciao Rei! Allora è vero che Boris ha bisogno di noi, vero?- chiese subito Max.
Il cinesino annuì
-Venite, mancate solo voi...-
Li portò nel cortile, dove c'erano già Kappa, Ivan, Sergej, Kei e Yuri, che si
massaggiava la testa con la mano.
Quest'ultimo si alzò
-Questo grandissimo babbeo- indicò Kei -mi ha colpito in testa!!! E adesso mi fa
un male cane!! Spero che Boris abbia qualcosa d'importante da dire, o subirà il
mio stesso trattamento...- concluse scrocchiandosi le nocche.
-Andiamo allora, non facciamolo attendere...- sussurrò Kei, avviandosi verso la
scia violacea lasciata dal falco, che imperterrito planava sul tetto.
***
-Ecco a voi...- disse gentilmente la
cameriera, posando sul tavolo la tazza di caffè e quella del tè per Ayumi.
-Grazie signorina- ringraziò la donna.
Questa si inchinò leggermente e andò verso un'altro tavolo a prendere altre
ordinazioni.
Ayumi fissò la tazza finemente decorata in silenzio. Fuori si sentivano dei
tuoni. Sarebbe presto scoppiato un acquazzone.
Mako prese la tazzina e la sorseggiò lentamente, guardando da sopra il bordo la
figlia. Poi appoggiò il caffè bruscamente
-Insomma Ayumi, mi vuoi parlare si o no?! So che cosa è successo e, visto che
non mi parli, probabilmente ne sei venuta a conoscenza anche tu, ma il modo
migliore per risolvere i problemi è quello di parlarne! Santo cielo...- sbuffò
la donna, trafficando nella borsetta.
Il telefono squillava ancora.
Mentre la madre rispondeva, Ayumi prese con mano malferma la tazza con il tè e
se la portò alle labbra. Era bollente ma non ci fece caso.
Ne bevve un sorso, sbattendo leggermente i denti contro il bordo.
-Ti ho detto che adesso sto facendo una cosa importante! Ci sentiamo dopo,
d'accordo?- e riattaccò scocciata.
Ayumi decise di parlare
-Chi era quello...?- sussurrò evitando il suo sguardo.
Mako sussultò. Un leggero colorito rosato le si spolverò sulle guance, sotto il
fondotinta.
-Beh... Sai, adesso convivo con lui... E' un uomo ricco, l'ho conosciuto in
America!- disse Mako, tormentando ancora il fermaglio fissato nei capelli
biondi.
America...
Ecco dove era andata.
Ecco dove era partita dopo che... che...
-E tu, invece? Come mai sei qua? Credevo che stessi ancora in Russia, a quel
Monastero...- chiese la madre.
-E' bruciato- la freddò Ayumi -E io sono scappata da quel luogo di orrore, dove
voi mi avete portato... Abbandonandomi in quello schifosissimo buco, in un posto
dimenticato da dio...- sibilò velenosa la ragazza.
La donna non fece una piega.
-Ti sei divertita?- chiese poi Mako.
Ayumi non riusciva a credere alle sue orecchie...
-Dove credi di avermi portato, brutta puttana... Non al lunapark ma in un luogo
di disperazione, dove il modo più dolce per ficcarti nella zucca le cose era la
frusta!- esclamò la figlia, stringendo la tazza tra le mani.
Ancora una volta Mako non ebbe reazione. I ruoli si erano invertiti.
Poi la donna frugò ancora nella borsa, tirando fuori una foto. Sembrava recente.
La mise sul tavolo
-Guarda...- disse in tono di sfida.
Ayumi si sporse verso l'immagine. Sbarrò gli occhi.
Fu come se un pugno l'avesse presa in pieno nell'addome.
Afferrò la foto e la guardò meglio.
Un bellissimo paesaggio marino, una spiaggia bianca e delle palme ondeggianti al
vento. Una donna affascinante abbracciava un uomo sulla cinquantina. Sua madre
e... il nuovo compagno...
-L'abbiamo scattata pochi mesi fa... Sai, Richard mi porta in tantissimi posti,
al contrario di come faceva quell'uomo di tuo padre...- concluse annoiata.
Ayumi strinse i pugni. L'impulso di girarle la faccia con un ceffone era
insostenibile. Ma erano in un locale pubblico.
-Eh già... Tuo padre era un vero perdente... Ma anche tu, figlia mia, se
continui così, finirai sulla sua strada...-
Per Ayumi fu davvero troppo. Aveva perso il controllo...
-Non... Non osare nominare mio padre, schifosa traditrice... E io non sono *tua*
figlia!!!- sbottò Ayumi, rompendo il silenzio nel bar.
Tutti si girarono a fissare il loro tavolo.
Si era anche alzata in piedi. Era furente...
-E' da quando ho scoperto cosa hai fatto che ho voglia di urlarti contro tutto
il mio disprezzo!! Mi hai abbandonato come un cane rognoso, hai fatto uccidere
mio padre e te ne sei fregata!!! Sei solo una... una falsa, ipocrita e
capricciosa!! GIOCA CON LA TUA DI VITA ED ESCI DALLA MIA!!- concluse
ormai urlando.
Prese rabbiosa la cartella ed uscì dal bar sbattendo la porta. Il campanello
trillò impazzito.
Un silenzio imbarazzante pervadeva il locale...
-Aspetta Ayumi!! Aspetta!!- esclamò Mako rincorrendola fuori, lasciando le
persone nel locale spiazzate.
Grosse gocce cominciarono a cadere sulla strada.
***
-Ma quanto ci mettono ad arrivare...-
borbottò Boris camminando avanti e indietro nel cortile. Poi sentì dei passi
alle sue spalle...
-Finalmente!! Credevo non veniste più...- esclamò Boris, vedendo arrivare i suoi
amici.
-Che succede Boris?- chiesero Ivan e Sergej.
-Già, spero che sia una cosa importante...- aggiunse Yuri con un filo di ironia
nella voce, scrutandolo dubbioso.
Ma Boris era serio
-Ayumi non è ancora tornata...- disse semplicemente.
Silenzio....
-Come non è tornata? Allora... Allora dov'è andata?- chiese debolmente Hilary,
mentre Rei annuiva.
Boris scosse la testa
-Non lo so, una mia compagna di classe ha detto che le aveva chiesto un favore e
lei ci è andata... Ma non vedendola tornare ho pensato che le possa essere
successo qualcosa! Voi che ne pensate?-
-Direi di non allarmarci troppo...- propose Kei.
-Kei ha ragione, in fondo Ayumi sa badare a se stessa!- propose Takao
speranzoso.
Max sospirò, guardando verso il cancello
-Ma allora cosa sta facendo, adesso?-
-Io dico che ha trovato qualcuno...- ipotizzò Kappa, passandosi una mano sul
mento.
Tutti si girarono verso di lui.
-Come sarebbe a dire...? Ancora Hiroto e la sua banda?- chiese Yuri arrabbiato.
Non aveva ancora detto una parola, fin'ora.
Kappa scosse la testa
-No, non credo... Piuttosto direi qualcuno che non vedeva da tanto... Pensateci
bene, i suoi genitori abitavano a Tokyo, no?-
-Ma da quanto mi risulta suo padre è morto... E sua madre se n'era andata...-
aggiunse Rei.
-E' vero, c'è l'ha raccontato lei stessa!- confermò Hilary.
Takao, Kei e Yuri, però, erano dubbiosi.
-Non è detto che sua madre non sia tornata... E se ha fortuna, o sfortuna,
secondo lei... C'è una remota possibilità di averla incontrata da qualche
parte...- disse Kappa.
Ivan e Sergej sbuffarono.
-Ma dai... E' praticamente impossibile!!- intervenne Yuri, incrociando le
braccia.
Kappa fece un sorrisino
-Ma niente è impossibile... o no?-
-Effettivamente il prof ha ragione... Chissà, sono successe così tante cose che
non mi sorprendo ormai più di niente...- sospirò Takao, passandosi una mano nei
capelli in disordine.
Kei annuì.
-Allora che facciamo?- chiese poi Boris.
Ma il suono della campanella li interruppe...
*DIN DON DAN DIN...DON
DIN DON DAN DIN!*
-Ecco cosa facciamo! Ce ne andiamo a
casa...- concluse Yuri rientrando nell'edificio, seguito poi da tutti gli altri.
Ma avrà qualcos'altro in mente...?
Intanto le nuvole si affollarono sopra l'edificio e qualche lampo illuminò il
cielo... Il temporale era imminente.
***
Ayumi cercava di seminare sua madre.
Camminava veloce, sotto la pioggia battente. I lunghi capelli ramati erano
fradici di pioggia, così come la divisa. Le scarpe affondavano nelle
pozzanghere, schizzandole le gambe di pioggia.
-Ti ho detto di aspettare, Ayumi!! Per l'amor di dio, rallenta!! Stupida
ragazzina, mi si rovina la piega...- si lamentava Mako, arrancando dietro la
figlia.
Ayumi girò in un vicolo, emergendo in un dedalo di stradine.
Si guardò attorno e imboccò la viuzza alla sua sinistra, sempre con la madre
alle calcagna.
Arrivata ad un certo punto si bloccò. Stette ferma in mezzo alla strada.
La pioggia cadeva imperterrita, crudele, infinita...
-E qua dove siamo?- chiese la donna, fermandosi appena dietro la figlia e
cercando di identificare la zona.
Ayumi non rispose. Si girò verso Mako, guardandola attentamente.
Mollò la cartella per terra, in una pozzanghera... Ma non le importava, non
adesso...
Estrasse il suo bey e caricò.
-Vai Devil!!- esclamò, lanciando la trottola scarlatta.
Devil sollevò acqua intorno a se, mentre si muoveva fluido sulla strada. Girò
intorno alle scarpe raffinate della madre e ritornò verso Ayumi, che lo
acchiappò al volo.
-E' questo... Solo questo mi resta di mio padre...-
Strinse nella mano il bey
-Solo questa inutile, insulsa trottolina... Non l'affetto, non l'amore, non lui
stesso... Ma un pezzo di plastica...- sussurrò la ragazza.
Si rimise in tasca Devil.
-Ed è lì... Dove abito adesso con quelle persone...- indicò la casa di Takao.
Poi si avvicinò piano alla madre...
-Lì, dove ho riacquistato l'affetto perduto... Quell'affetto che non ho mai
potuto avere... Per colpa tua...- sibilò.
Mako guardò prima lei, poi la casa. Aggrottò le sopracciglia
-Abiti lì?! E chi sono questi cosiddetti tuoi *amici*?- chiese ironica la donna,
cercando qualcosa nella borsa. Ne estrasse una sigaretta.
La accese a fatica, le mani bagnate di pioggia.
Aspirò una profonda boccata e la spirò fuori lentamente.
Ayumi non si premurò di rispondere. Si girò, diretta verso l'ingresso della
casa.
-Ehi signorina, aspetta un momento! Non crederai di poter lasciare Mako Aohya in
questo modo, vero?- la rimproverò la signora, afferrandole il braccio.
Ayumi si girò, furente.
Avvenne tutto in un attimo...
Strattonò la presa al braccio. Le tirò uno schiaffo, in piena faccia.
Mako restò ferma...
Si posò una mano sulla guancia dolorante, guardando sconvolta la figlia, che la
fissava rabbiosa. Poi...
Cadde in ginocchio e pianse...
Pianse come non aveva mai fatto in tutta la sua vita di bambina, di madre, di
donna... Pianse come una ragazzina, singhiozzando rumorosamente.
E Ayumi non poteva fare altro che guardarla...
Prese la cartella e si girò. La donna singhiozzava ancora, senza ritegno.
-Le nostre strade si dividono qua, Mako... Ma voglio dirti una cosa, prima di
lasciarti per sempre...-
Ayumi prese fiato. I singhiozzi della madre si erano zittiti.
-Ci vuole vita, per amare la vita... Lo diceva sempre mio padre... E io non l'ho
mai dimenticato... E mai lo dimenticherò...-
Mako scoppiò di nuovo in singhiozzi
-Mi di-dispiace, Ayu... C-credevo di non riuscire a crescerti... Non s-sono mai
stata una b-buona... madre...-
-Le tue scuse sono perfettamente inutili... La verità è che non hai mai neanche
voluto provare ad essere una madre...- la interruppe Ayumi, stringendo i pugni
-Ma adesso... E' finita... Addio Mamma... E per sempre...-
A nulla servirono il pianto disperato della donna e le sue suppliche.
Ayumi se ne era andata. L'aveva lasciata li, in mezzo alla strada...
Proprio come dieci anni fa Mako l'aveva abbandonata al Monastero...
Senza voltarsi...
...Senza girarsi indietro...
Ma il viso di Ayumi era bagnato.
Non era la pioggia...
***
-Accidenti, questa pioggia non ci voleva...-
sbuffò Yuri, aumentando il passo e mettendosi le mani sopra la testa. Aveva
deciso di andare a casa, diversamente dagli altri che si erano avviati ad un
bar.
Ma prima di andarsene aveva notato Kei fargli l'occhiolino.
Che avesse capito che sperava di trovare Ayumi a casa?
-No, impossibile... Come avrebbe potuto pensarlo... Ma lui ne sarebbe
capace...- pensò Yuri.
Attraversò in tutta fretta la piazza svoltando a sinistra, diretto verso casa di
Takao.
Arrivato nelle vicinanze andò a sbattere contro una donna, che camminava assorta
in chissà quali pensieri...
Piangeva...
Yuri la guardò. Rimase paralizzato da quegli occhi color smeraldo velati di
lacrime.
Così intensi...
Così... vivi...
Aveva già visto quello sguardo. E ne era rimasto ugualmente stregato...
La signora se ne andò, sotto la pioggia battente.
Yuri la seguì mentre si allontanava con lo sguardo, fin quando non sparì nella
foschia grigiastra del temporale.
-Possibile che...- sempre più dubbioso entrò in casa.
-Ayumi?- chiamò chiudendo la porta alle sue spalle.
Poggiò lo zaino a terra con un tonfo. Scosse la testa come un cane, sgocciolando
l'acqua dai capelli rosso cupo, fradici. Si tolse le scarpe e camminò scalzo sul
tatami, lasciando orme bagnate dietro di sè.
Si diresse verso la camera che divideva con Boris. Si spogliò e si mise dei
pantaloni asciutti e una maglietta sbracciata, asciugandosi con una salvietta i
capelli.
Uscendo passò dinnanzi a camera di Ayumi, dove vide la sua cartella abbandonata
in una pozza d'acqua.
Sorrise
-Allora ci sei...- sussurrò.
La cercò in tutta la casa: in cucina, in sala, nella veranda, nei bagni...
Rimaneva solo un posto dove poter guardare...
Si avviò verso la palestra.
Aprì la porta scorrevole
-Ayu?- chiese entrando e richiudendo la porta.
La stanza era buia, una luce bluastra entrava dallo spiraglio sotto la porta.
Una figura era inginocchiata a terra, nel mezzo della sala. Un fulmine, seguito
dal rombo assordante del tuono illuminò la penombra, rivelando la sagoma.
Aveva i lunghi capelli ramati gocciolanti d'acqua. I vestiti fradici. Ogni tanto
un fremito le scuoteva la schiena.
-Ayu finalmente!! Si può sapere dove sei stata?! Eravamo preoccupati sai, cioè,
ero io quello preoccupato! Non è la prima volta che sp...-
-L'ho trovata...- sibilò la ragazza interrompendo le chiacchiere concitate
dell'amico.
Yuri si sedette di fianco a lei
-Cosa hai trovato?- chiese.
Ayumi sospirò
-Mia... madre...- finì con un sussurro.
Rimasero entrambi in silenzio per un po'.
Yuri fissava interessato il soffitto e Ayumi dimostrava un vivo interesse per il
pavimento... Ma in realtà non guardava niente...
Il suo sguardo era spento, perso nel vuoto...
-E... Cosa è successo?- chiese poi, prudentemente, Yuri.
Un altro tuono precedette la risposta di Ayumi. La pioggia era ancora aumentata.
Ora batteva violenta contro le porte, volendo quasi sfondare il bambù
dell'entrata. Il vento sibilava in lontananza...
-E'... Se ne andata... Ancora... Una volta...- disse a scatti la ragazza,
stringendo convulsamente la stoffa bagnata della gonna a pieghe. Ebbe un altro
brivido.
Yuri sospirò pesantemente. Non sapeva cosa dire...
-Non pensavo che... l'essere umano potesse manifestare così tanta cattiveria
contro un altro... Anche io sono stata crudele con lei... L'ho scacciata...-
riprese a parlare la ragazza -Non volevo averci niente a che fare con quella
donna ma... Ora mi rendo conto che così mi sono dimostrata... uguale a lei...-
Strinse i pugni. Le unghie si conficcarono nella carne.
-Uguale a lei... UGUALE!!!!- urlò con quanto fiato aveva.
Yuri stette in silenzio. Lo sguardo serio e stanco.
Lacrime cominciarono a rigare il viso di Ayumi. Non sembrava piangesse. Non
singhiozzava, non aveva movimenti...
Ma gli occhi sgorgavano lacrime...
-E adesso se ne andata... Per sempre... Sempre, sempre...-
Odiava questa parola...
Niente dura per sempre.
Le stagioni cambiano, dall'inverno alla primavera.
Il freddo diventa caldo...
L'odio diventa amore...
Perchè per questo doveva essere diverso?
...PERCHE'?!?!
-Basta Yuri... Non voglio più vivere in questo modo...- si alzò, malferma sulla
gambe -Non ha senso... Niente ha più un senso... NIENTE... NIENTE!!!- pianse
disperata.
Yuri chinò la testa
-Non ti fermerò Ayu... Non vorresti che lo facessi...- pensò tristemente
il ragazzo.
Ayumi estrasse Devil dalla tasca della gonna fradicia. Uscì di corsa dalla
palestra, sotto la pioggia battente.
Lo tirò, furiosa.
Urlò. Urlò e urlò ancora.
Il bey sbattè cieco contro le pareti del cortile, segnando il muro. Poi si
diresse verso la sua padrona.
-DEVIIIIL!!!- gridò Ayumi.
Il nero cavallo alato galoppò intorno alla ragazza, la criniera di fiamma
bruciava sotto l'acquazzone. Poi Ayumi corse dietro al bit power e si fermò in
bilico sulla pietra del laghetto.
Guardò dentro.
-Fermami Yuri...- sussurrò.
Non si sentì in mezzo al rumore dell'acqua...
-FERMAMI!!!- urlò ancora.
Poi prese fiato, come se le mancasse l'aria. Si accasciò debolmente su sè
stessa, svenuta...
E si gettò nel laghetto...
***
Ayumi morì in ospedale. Poche ore dopo...
Con ancora indosso la divisa bagnata di scuola, la pelle più pallida del solito,
i capelli rosso sangue...
I medici dissero che il suo cuore si era fermato... Semplicemente si era spento.
La vita era volata via in un soffio dalle labbra della ragazza...
I suoi amici piansero per lei...
*Lei* che aveva insegnato a credere, a sperare in un domani migliore, ad amare
la vita...
Era stata vinta, divorata dal suo crudele passato...
Ma più di tutti pianse Yuri. La perdita della sua Ayumi, la sua luce, era stato
un duro colpo. Non si riprese mai dal dolore...
Al funerale vide in lontananza la donna dagli occhi smeraldo, che capì essere la
madre della sua amica...
Sulla tomba fecero scrivere le sue parole:
-Ci vuole vita... Per amare la vita...-
Parole vere...
Parole anche troppo crudeli...
Parole che Ayumi aveva dimenticato... E che le fu fatale...
…C'è un tempo in cui tutto cambia...
…Niente dura per sempre...
…Per sempre è un concetto relativo...
…Per Ayumi fu la rovina...
…Questa storia parla di un amore, di odio, di passione, di amicizia...
…Ma soprattutto parla di vita...
…Dell'amore che ci vuole nel viverla...
…E di come sia spietata con chi rimane indietro...
…E che indietro va lasciato...
…Questa è la storia che vi ho raccontato...
…Spero che rimanga sempre nei vostri cuori...
...per sempre sia...
*°*Owari*°*
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