You could just kiss me.

di 20maggio2013
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** News ***
Capitolo 2: *** Harry? ***
Capitolo 3: *** The witch. ***
Capitolo 4: *** Would you marry me? ***
Capitolo 5: *** I miss you. ***
Capitolo 6: *** Any problem, Styles? ***
Capitolo 7: *** Is too late. ***
Capitolo 8: *** Half a heart. ***
Capitolo 9: *** New York City Ballet. ***
Capitolo 10: *** That was my ring. ***
Capitolo 11: *** The first and the last time. ***
Capitolo 12: *** Airplane to New York. ***
Capitolo 13: *** Megan. ***
Capitolo 14: *** Sex? ***
Capitolo 15: *** Brad Pitt. ***
Capitolo 16: *** School of dance. ***
Capitolo 17: *** It's a beautiful guy. ***
Capitolo 18: *** Wedding. ***
Capitolo 19: *** She's always in late. ***
Capitolo 20: *** All the bast are crazy. ***
Capitolo 21: *** Are you fall in love? ***
Capitolo 22: *** Confused. ***
Capitolo 23: *** I'm not lesbian. ***
Capitolo 24: *** Zayn hates me. ***
Capitolo 25: *** I see you. ***
Capitolo 26: *** I need to talk. ***
Capitolo 27: *** Our place. ***
Capitolo 28: *** New York City Ballet again. ***
Capitolo 29: *** Lizzie and I will getting married. ***
Capitolo 30: *** I love you so much. ***



Capitolo 1
*** News ***


 

CHAPTER ONE.

 
 
LIZ
 
“Elisabeth, stendi di più quella punta e mantieni l’equilibrio.” l’ennesimo rimprovero da parte della mia insegnante mi fece fermare.
“Perché ti sei fermata?”
“Sono tre ore di fila che provo Sam. Non ne posso più”
sussurrai esausta avvicinandomi alla bottiglietta bevendo poi un sorso.
“Ok, cinque minuti di pausa.” Ringraziai mentalmente la mia insegnante e mi lasciai cadere sul pavimento. Poggiai la schiena contro il muro e chiusi gli occhi. Avevo tutti i muscoli indolenziti e non avrei resistito molto altro.
“Forza, riprendiamo.” Samantha rientrò in aula dopo neanche due minuti e fece ripartire la base. Mi passai una mano sulla faccia e mi rialzai in piedi.
Mi posizionai e iniziai a danzare. Ormai quella coreografia la facevo automaticamente, sapevo a memoria ogni passo. Dopotutto la ripetevo per almeno tre ore al giorno da un mese ormai. Ma ogni volta Samantha trovava qualcosa che non andava e me la faceva ripetere fino allo sfinimento.
“Elisabeth! Curva di più quella schiena quando fai il cambrè. Sei troppo rigida.” Mi interruppe come suo solito nel mezzo della coreografia. Io cercavo di dare il mio meglio, ma dopo tre ore ero distrutta e non sarei riuscita neanche a fare un semplice passo.
“L’ultima prova mi è sembrata buona.” sussurrai mentre cercavo di riprendere fiato.
“Se vuoi entrare alla New York City Ballet non basta che la tua coreografia sia buona.”
Disse severamente la mia insegnante di danza, poi riprese.
“Forza, riprendiamo.”
“Non ce la faccio più Samantha. Ho bisogno di una pausa.”
la supplicai.
“Ok. Altri cinqu..”
“No, ho bisogno di rilassarmi qualche giorno.”
“Sei per caso impazzita? Tra un mese ci sono le audizioni per entrare alla New York City Ballet. Se vuoi passarle devi provare ogni giorno, non possiamo permetterci nessuna pausa.”
“Se continuo così non arriverò intera al giorno delle audizioni.”
“Sai perché ho scelto te come ballerina, Elisabeth? Non solo perché eri la migliore, ma perché ho visto la passione che ci mettevi quando danzavi. Ora quella passione non la vedo più.”

Io amavo la danza, avevo sempre concentrato una parte del mio tempo a ballare, facevo danza da quando ero piccola. Poi dopo che ero tornata dall’Italia, quando mi ero trasferita a Londra avevo smesso con la danza. Non avevo più il tempo necessario per frequentare le lezioni. Due anni fa avevo conosciuto Samantha, durante una fiera di danza, che mi aveva offerto di lavorare con lei, mi aveva promesso un futuro da ballerina. Io avevo rinunciato a tutto per seguire il mio sogno ed ero partita insieme a lei, dopo che mi avevano convinto tutti i miei amici, diretta a New York. Quando avevo accettato, la danza per me era una semplice passione. Quando danzavo mi sentivo libera e leggera, mi sembrava quasi di toccare il cielo con un dito. Ora, invece, quando ballavo non provavo più alcun sentimento. Mi sembrava di essere diventato un automa che faceva i passi di danza moderna. Non amavo più ballare come un tempo, il ballo era come se fosse diventato un lavoro e non più un divertimento. Forse era proprio questo il problema, forse per questo non amavo più ballare.
“Il punto è che non so più se voglio andare alla NYCBallet.”
“Non dire scemenze. Ora vai a casa, ne riparliamo domani.”
Il tono severo della mia insegnante mi demoralizzò. Sembrava non capirmi più come faceva un tempo.
Sospirai, poi voltai le spalle alla mia insegnante, raccolsi le mie cose e tornai a casa.
 
“Hey baby, come è andata?” Sussurrò il mio ragazzo una volta che entrai in casa. Non si voltò neanche a guardarmi, rimase con lo sguardo fisso sulla tv.
“Come al solito e ti ho detto mille volte di non chiamarmi così.” Sussurrai buttando tutte le cose per terra e sedendomi accanto al mio ragazzo.
“E come dovrei chiamarti scusa?” il ragazzo seduto vicino a me si voltò verso di me.
“Con il mio nome per esempio? Se proprio Elisabeth non ti va a genio o per te è troppo lungo, chiamai Eli e in nessun altro modo. Te ne sarei grata.” Il mio tono era duro.
“Come vuoi baby.” Disse riportando lo sguardo sulla tv. Sospirai.
“C’è della posta per te baby, arriva da Londra.” trattenni il respiro per un secondo appena sentii nominare quella città. Mi mancava la mia vita di due anni fa. Mi alzai dal divano e mi avvicinai al mobile per prendere la posta.
C’era una lettere tutta bianca con sopra il mio nome e l’indirizzo di casa.
L’aprii e dentro trovai un bigliettino.
 
“Hope Davis e Niall Horan sono lieti di annunciare il loro matrimonio.”
 
Rilessi quella frase per non so quante volte, due dei miei migliori amici si stavano per sposare. Avevo sempre saputo che erano fatti l’uno per l’altro ed ero felicissima per il loro matrimonio.
Poi guardai il giorno del matrimonio. Coincideva con le audizioni alla New York City Ballet.
Amavo ballare, ma due dei miei migliori amici si stavano per sposare, non volevo mancare quel giorno. Mi guardai intorno e ripensai all’ultimo anno trascorso. Era veramente quello che volevo? Ero veramente innamorata del mio ragazzo?
“Baby? Mi porti una birra?” Ci pensò proprio lui a farmi ritornare alla vita reale, fu proprio quella richiesta a darmi una risposta. No, io non ero innamorata del mio ragazzo. Certo lo ero stata ma ora non lo ero più. Negli ultimi mesi le cose tra di noi erano cambiate, non eravamo più la coppia di prima, il legame che ci legava all’inizio si era rotto. Forse non eravamo neanche mai staiti innamorati. In fondo eravamo ancora giovani, io dovevo ancora compiere vent’anni e lui ne aveva fatto da poco ventun’anni.
Avevo bisogno di una vacanza, avevo bisogno di tornare a Londra, quello sarebbe stato l’unico modo per schiarirmi le idee.
“Credo che tra noi non può più funzionare.”
Sussurrai posando la lettera sul tavolino e mettendomi di fronte al mio ragazzo.
“Oh avanti Eli, non te la sarai mica presa perché ti chiamo Baby? Non lo farò più promesso.” Sussurrò alzandosi dal divano e provando a baciarmi.
“Mo Michael! Non sono più innamorata di te, per questo non può più continuare tra di noi.”
“Mi stai cacciando di casa?”
domandò stupito il biondo davanti a me.
“Oh non ti preoccupare, sarò io ad andarmene.” Sussurrai sconvolta dalla reazione del ragazzo e superandolo.
“Lizzie non fare così..” provò a fermarmi.
“Ti ho detto di non chiamarmi così.” scandii lentamente parola per parola. Nessuno mi poteva chiamare così, l’avevo impedito a tutti. Solo una persona mi chiamava cosi, o almeno lo faceva prima che interrompessimo i contatti.
 
 
“Guarda un po’ chi si vede. La futura ballerina più famosa del mondo.” Risentire la voce di mio fratello non più attraverso uno stupido telefono o attraverso uno schermo di un computer dopo quasi due anni mi fece sentire finalmente felice, come non lo ero da tempo.
“Che ci fai qui sorellina?” sussurrò accorciando lo spazio tra di noi e abbracciandomi.
“Avevo bisogno di una pausa e mi mancavate tutti.” 
Iniziammo a incamminarci lungo il laghetto del parco dove ci eravamo incontrati.
“Quando sei arrivata?”
“Ieri mattina.”
quando ero arrivata a Londra avevo preso una camera in un albergo, mangiato e poi ero crollata nel mondo dei sogni svegliandomi solo quella mattina.
“Perché non mi hai avvisato?”
“Non volevo disturbare.”
“Non mi disturbi, sei mia sorella.”
Gli sorrisi.
“Come vanno le cose qui?”
“Abbastanza bene, però si sente la tua mancanza.”
Il telefono mi squillò, sorrisi a mio fratello poi mi allontanai per rispondere.
“Elisabeth Payne. Che fine hai fatto?”
“Samantha ho detto che avevo bisogno di una pausa.”
sussurrai.
“Il tuo ragazzo mi ha detto che hai fatto i bagagli e sei sparita.”
“Numero uno, ex ragazzo. Io e Michael non stiamo insieme. Numero due, sono libera di fare quello che voglio non dipendo da te.”
“Se non torni immediatamente a New York e riprendi ad allenarti come prima non passerai le audizioni.”
“Samantha, credevo di essere stata chiara. Ho bisogno di una pausa e non so più se entrare alla NYC Ballet sia ciò che voglio.”
“Hai le idee confuse signorina. Dimmi dove sei che ti prenoto il primo volto per New York.”
“No Samantha, io non ci torno. Non ora!”
Chiusi la chiamata senza darle il tempo di rispondere.
“Chi era?” Domandò mio fratello una volta che lo raggiunsi.
“Samantha, la mia insegnante di danza.”
“Beh? Come va la vita a New York? Come è dedicarsi unicamente alla danza?”
“Sinceramente?”
Mio fratello annuì.
“Uno schifo. Non è come immaginavo. Samantha sta riuscendo a farmi odiare la danza. Poi mi manca la mia vecchia vita. Mi manchi te e mi mancano i ragazzi e le ragazze. Mi manca avere una persona su cui contare. È per questo che sono tornata. Per capire se due anni fa ho fatto la scelta giusta andando via da Londra.” Sapevo che potevo contare su mio fratello e avevo davvero bisogno di aprirmi con qualcuno.
“Questa è sempre casa tua sorellina, io ci sarò sempre per te sappilo.”
 
 
Dopo l’incontro con mio fratello avevamo deciso di andare a pranzare insieme nel primo fast food nelle vicinanze. Era da tanto che non mangiavo qualche schifezza e ne avevo una gran voglia. Samantha in quei due anni mi aveva imposto una dieta per poter mantenermi in forma.
Dopo il pranzo, durante il quale avevo scoperto che mio fratello avrebbe iniziato a settembre a lavorare come coach alla nostra vecchia scuola, ero tornata in albergo distrutta e avevo riposato un po’.  Ora mi ritrovavo nella palestra dell’hotel. Avevo collegato il cellulare all’amplificatore facendo partire “Unconditionally” di Katy Perry. Iniziai a danzare sapendo ormai a memoria tutti i passi di quella coreografia su cui ci lavoravo ormai da mesi. Per la prima volta sentii di riprovare tutte le emozioni che mi facevano sentire speciale e leggera quando ballavo, non succedeva da un anno ormai. Un anno da quando la mia insegnante si era allontanata da me, da quando il legame tra noi due si era spezzato. Forse era proprio a causa dei soliti rimproveri che io aveva perso la passione per la danza.
Quando la canzone finì sentii degli applausi provenire dall’entrata della palestra.
“Liz da quando sei così brava?” Domandò stupita quella che era una delle mie migliori amiche. Appena la riconobbi non dissi niente, mi buttai semplicemente tra le sue braccia stingendola a me. Quanto mi era mancata.
“Samantha non la pensa allo stesso modo.” Sussurrai una volta sciolto l’abbraccio.
“Significa che non capisce niente.” scoppiai a ridere insieme alla mia amica.
“Che ci fai qui Cher?” Domandai una volta che ci eravamo calmate.
“Io e Hope stiamo aprendo un negozio di abbigliamento. È passato tuo fratello in cerca di Niall però ha trovato solo me ed Harry. Ci ha detto che eri tornata e poi è sparito insieme ad Harry.” Annuii e riabbracciai la mia amica.
“Quanto ti fermi?” mi chiese Cher.
“Non lo so ancora..” sussurrai alzando le spalle. 
 


Ciao genteeeee
sono tornata più carica che mai!
avevo già iniziato a pubblicare questa FF ma non era molto seguita.
Ora voglio riprovarci e spero di avere qualche lettore in più dell'altra volta..
ora scappo a studiare.. lasciatemi qualche recensione per favore..
ci vediamo venerdì con il prossimo capitolo

Lulz xx

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Capitolo 2
*** Harry? ***


CHAPTER TWO.

 
 
“Come è la vita a New York?” Mi domandò Cher. Era arrivata dieci minuti fa a trovarmi ed ora eravamo in camera mia a parlare come ai vecchi tempi. Le feci segno di accomodarsi sul letto mentre io mi facevo una doccia rinfrescante. Uscii dal bagno con solo l’intimo e, dopo aver messo la riproduzione casuale sul telefono, presi qualche vestito dalla valigia.
“Liz, da quando sei così magra? Ti danno da mangiare lì?” Sussurrò Cher. In effetti, da quando mi ero trasferita a New York avevo perso peso. Non che prima fossi grassa, ma quel fisico non era adatto ad una ballerina. Era questo quello che mi ripeteva sempre Samantha.
“Si. Non mangiando più le schifezze di un tempo e andando a danza almeno per tre ore al giorno ho perso un po’ di peso.”
“Un po’? Sei quasi pelle e ossa Liz.”
Il tono di Cher era leggermente preoccupato. Alzai le spalle e le sorrisi per tranquillizzarla.
“Sto bene Cher, davvero.” Lei mi guardò insicura, le sorrisi.
“Sicura?” Annuii e poi anche lei si lasciò convincere.
“Non hai ancora risposto alla mia domanda. Come è la vita a New York?”
“Stancante, movimentata. Non era come l’avevo immaginata. New York è una città fantastica, ma preferisco la vita di Londra. Questa città sembra quasi tranquilla rispetto a New York.”

Cher annuì prendendo il mio telefono ed andando alla canzone successiva.
“Harry? Come sta?” Domandai.
“Non ha preso molto bene il tuo ritorno.” Sussurrò guardandomi tristemente.
“Dovevo aspettarmelo. In questi due anni mi sono fatta sentire poco e niente. Ero la sua migliore amica e non l’ho contattato mai.” Sussurrai ricordando che era stato sempre lui a scrivermi messaggi e chiamarmi. Prima sempre più frequentemente, poi, quando avevo iniziato a non rispondere più, erano diminuite sempre di più fino a sparire.
“Risolverete tutto Liz. Non ti preoccupare.” Cher poggiò una mano sulla mia spalla per infondermi coraggio.
Le sorrisi e poi presi il mio telefono quando notai che mi era appena arrivato un messaggio. Speravo con tutta me stessa che non fosse Samantha. Non smetteva di contattarmi dalla mattina stessa e io rifiutavo continuamente le chiamate.
“Cher, mi accompagni in aeroporto?” Domandai.
“Devi andare già via?” disse con un’espressione triste.
“È arrivata Hannah, mi ha chiesto se passavamo a prenderla.”
Sussurrai mostrandole il messaggio. Hannah era l’unica persona con cui avevo mantenuto i contatti oltre che con mio fratello. Con gli altri l’avevo un po’ perso. Le occasioni in cui ci sentivamo erano più uniche che rare. Con Hannah era più semplice mantenere i contatti semplicemente perché si era dovuta trasferire anche lei in America per l’università. Quindi non c’erano problemi di fuso orario e molto spesso, quasi due volte a mese, ci vedevamo.
 
 
“Omioddio! Cher” Hannah appena vide Cher fuori gli arrivi, lasciò le valigie e si fiondò ad abbracciare la sua migliore amica.
“Brutta stronza, perché non mi hai detto che venivi?” domandò fintamente arrabbiata Cher facendo scoppiare a ridere la sua amica.
“Volevo farti una sorpresa ma questa stronza me l’ha rovinata.” Disse lanciandomi un’occhiata di fuoco facendomi ridere.
“Che ci fai qui?” domandò Cher dopo aver abbracciato nuovamente la sua amica.
“È stata espulsa dall’università.” mi intromisi io facendo la linguaccia ad Hanna.
Il giorno prima, dopo aver rotto con Micheal, avevo ricevuto una sua chiamata dove mi chiedeva se sarebbe potuta venire a stare da me per un po’ essendo stata espulsa dal college ed io le avevo detto i miei piani. Quindi lei aveva deciso di raggiungermi il giorno dopo a Londra.
“E ora?” domandò Cher.
“E ora dovrai sopportarmi come hai vecchi tempi.” Disse alludendo al fatto che sarebbe rimasta a vivere a Londra. Cher quasi non si mise ad urlare per la felicità abbracciando nuovamente l’amica facendo ridere sia me che Hannah.
 
“Zia Lizz” urlò una bambina dai capelli biondo cenere correndo fuori dal giardinetto della sua casa.
La presi in braccio stingendola a me. Quanto mi era mancata.
“Quanto ti sei fatta grande Susy.” sussurrai lasciandole un bacio sulla guancia e poi facendole salutare Hannah.
“Ciao zia Hannah. Adesso ho tre anni.” disse indicando con la mano la sua età.
“Ma allora sei proprio una signorina ora.” Sussurrò Hannah tenendola in braccio.
“Susan? Dove sei?” sorrisi sentendo la voce di Louis provenire da dentro casa. Entrai trovando la porta aperta con al seguito Hannah.
“Stavi cercando questo piccolo mostriciattolo?” sussurrai entrando in salone e trovando uno dei miei migliori amici con un volto inizialmente preoccupato che poi si trasformò in sorpreso.
“Liz? Hannah?” Domandò venendoci incontro.
“In carne ed ossa.” sussurrai abbracciandolo e dando poi la possibilità ad Hannah di salutarlo.
 
“Vi posso offrire qualcosa? Un caffè? Un the?” domandò Louis una volta salutata la bionda accanto a me.
“Una tazza di the va bene.” Disse Hannah sorridendo iniziando a giocare con Susan che aveva cacciato tutte le sue barbie.
“Tu Liz?” chiese Louis sorridendomi.
“Una cioccolata calda.” sussurrai dopo averci pensato un po’.
“Una cioccolata calda? Liz siamo quasi a giugno.” Louis mi guardava sconvolto.
“Che c’è? Sai quanto amo la cioccolata calda, poi non la bevo da quando mi sono trasferita a New York.”  dissi mentre la voglia di cioccolata aumentava sempre di più.
“Solo tu puoi bere la cioccolata calda a giugno.”
“Grazie Tommo.”
sorrisi abbracciando il mio amico.
Lo seguii in cucina mentre Hannah rimase con Susan.
“Il the freddo o caldo Han?” Urlò Louis per farsi sentire dalla mia amica.
“Freddo..” ricevette in risposta.
Osservai il mio amico prendere tutto l’occorrente per il the e la cioccolata in silenzio.
“Come vanno le cose Lou?” sussurrai spezzando quel silenzio.
“Tutto bene.” anche se era girato di spalle, sapevo benissimo che ora tutti i muscoli del suo viso di erano induriti.
“Come va, davvero? Louis, sono una delle tue migliori amiche. Lo sai che puoi dirmi tutto.” Mi alzai dalla sedia e mi poggiai con le spalle al bancone vicino a Louis.
Il castano smise di eseguire quello che stava facendo e si voltò a guardarmi. Notai nei suoi occhi una tristezza infinita.
“Me la cavo. Alex mi manca da morire, ma non posso abbattermi. Ho una figlia a cui pensare.”
Lo abbracciai senza pensarci due volte e lui mi strinse forte a se.
“Mi dispiace non esserci stata al funerale. Alex era una delle mie migliori amiche e..” Non riuscii a terminare la frase che iniziai a singhiozzare.
Era passato quasi un anno da quando Alex se ne era andata. Da quando uno stronzo era passato con il rosso prendendo in pieno la mia amica strappandole via la vita.
Solo in quel momento ero riuscita a realizzare il tutto. Solo entrando in quella casa e non trovando la presenza della mia amica in quella piccola villetta mi ero resa conto che lei non c’era più.
Ricordo ancora la chiamata di mio fratello, il suo tono era disperato.
Quella notizia non l’avevo presa molto bene. Mi ero rinchiusa in camera a piangere facendo entrare solo Michael. Il giorno dopo non avevo avuto le forze di prendere uno stupido aereo per Londra ed andare al funerale. Era come se in quel modo tutto sarebbe stato più reale.
“Liz.. penso di riuscirti a capire. È stato difficile per tutti e poi te eri dall’altra parte del mondo.” Provò a consolarmi Louis quando lui era quello che stava peggio.
“Pure Hannah era in America ma è comunque venuta.”
“Liz, non è colpa tua. Non sono arrabbiato con te.”
Louis mi guardò con i suoi occhi azzurro mare. Occhi che un tempo erano sempre allegri, occhi di un ragazzo a cui era stata stravolta la vita, occhi di un ragazzo che era dovuto maturare in poco tempo per potersi prendere cura della sua famiglia, occhi di un ragazzo che non sembrava più il ragazzo felice di un tempo. Ma io in fondo sapevo che il lato bambino di Louis, c’era ancora. Che sarebbe riuscito a tornare ad essere felice. Sarebbe riuscito a superare definitivamente tutto e tornare il solito ragazzo spensierato di un tempo solo con un brutto ricordo che l’aveva aiutato a crescere. Ero sicura che Louis sarebbe risorto perché lui non era solo. Aveva la sua famiglia, una bambina bellissima e degli amici che non l’avrebbero mai lasciato solo, magari in futuro sarebbe riuscito a donare nuovamente il suo cuore ad un’altra ragazza.
 
 
Io e Hannah avevamo lasciato casa di Louis da qualche minuto e ora ci ritrovavamo davanti al “Derrison’s Shop”, il neozio di Hope e Cher. Cher mi aveva parlato quella mattina del negozio e io ed Hannah eravamo curiose di scoprire come andavano le cose.
Dalla vetrina si poteva vedere che il negozio era già in ottime condizioni e a breve avrebbe dovuto aprire.
La porta era aperta ed entrammo.
“Non siamo ancora aperti.” riconobbi la voce di Hope. Dava le spalle alla porta e stava sistemando qualcosa su un manichino.
“Neanche per noi?” domandò Hannah raggiungendola. Hope si voltò verso di noi e rimase stupita in un primo momento. Poi ci strinse in un abbraccio.
“Oddio ragazze! Che ci fate qui?” chiese squadrandoci. Hope era sempre la stessa ragazza, non era cambiata molto. Era diventata un po’ più alta e ora non aveva più le punte colorate ma semplicemente bionde.
“Venite di là, ci sono gli altri.” disse facendoci strada. Seguimmo Hope in una stanza che doveva essere lo studio delle due ragazze.
C’erano due scrivanie, con computer e fogli vari e poi le targhette con i nomi delle ragazze: Hope Davis e Cher Morrison.
Su una poltroncina c’era seduto mio fratello che parlava con Niall che era poggiato sulla scrivania della sua ragazza. Seduto sull’altra scrivania c’era un riccio che ci dava le spalle e parlava con Cher.
“O mio dio.” esaltò il biondino quando mi vide entrare insieme ad Hannah. Lasciò perdere mio fratello e mi venne incontro stringendomi in un abbraccio caloroso portando l’attenzione su di noi. Harry appena si voltò e mi riconobbe, si incupì. Si alzò da dove era seduto e lasciò il negozio senza dire una parola. Mi rattristii a quel gesto, non credevo che ce l’avesse così tanto con me.
Niall mi poggiò una mano sulla spalla cercando di tranquillizzarmi. Cher, che era rimasta dove era prima, mi sorrise incoraggiante così come Hope.
Liam sembrò non accorgersi di niente di quello che era successo. Il suo sguardo era fisso su Hannah. Non si vedevano da quando si erano lasciati due anni prima, poco dopo Hannah aveva deciso di andare in America per continuare gli studi.
Decisi di uscire da quella stanza per andare a parlare con Harry, non sopportavo questa situazione che si stava creando, ma ormai di lui non c’era più traccia.
 
 
Holaaaa
come state? chi di voi andrà a Roma?
io purtroppo no :(
che ne pensate di questo capitolo?
Alex è morta :( ed Harry è arrabbiato con Liz..
lasciatemi una recensione per favore..
il prossimo capitolo lo caricherò quando avrò almeno una recenione..
baci 

Lulz xx

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Capitolo 3
*** The witch. ***


CHAPTER THREE.
 

 
HANNAH
 
I raggi del sole che entrarono dalla finestra dell’hotel mi risvegliarono.
Aprii leggermente gli occhi per abituarli alla luce.
Guardai l’ora sul telefono: 07:00 AM.
Bene, quanto avrò dormito? Due ore?
La sera prima ero rimasta tutto il tempo a pensare a Liam. Rivederlo aveva fatto crescere una strana sensazione dentro il mio petto. Per tutta la serata non ero riuscita a togliermi la sua immagine dalla mia testa. In questi due anni era cambiato leggermente e si era fatto ancora più bello di prima. Il girono prima, nello studio di Hope e Cher, non ci eravamo scambiati nessuna parola se non un semplice “Ciao.”
Poi, insieme a Niall se ne era andato lasciandomi sola con le mie due migliori amiche.
Mi alzai dal letto ed andai a farmi una doccia fredda per svegliarmi, ero consapevole che ora non mi sarei più riuscita ad addormentarmi. Indossai le prime cose che trovai e scesi giù in cerca di un bar per fare colazione.
Entrai da Starbucks e ordinai un caffè grande.
“Non ti ricordavo come una che beve così tanto caffè.” mi voltai verso la voce trovandomi davanti il ragazzo che era stato il centro dei miei pensieri per tutta la notte.
“È così infatti, ma ho davvero bisogno di caffeina.” dovevo ancora abituarmi all’orario Londinese e aver dormito così poco dopo aver affrontato un viaggio di nove ore non aiutava.
“Come mai qui? Non eri tu quello che diceva che era meglio fare colazione a casa?” domandai ricordando quando stavamo insieme, ogni volta che gli chiedevo di andare a fare colazione fuori lui finiva sempre con invitarmi a casa sua. Erano rare le volte che mi accompagnava.
“Ero uscito a correre e avevo pensato di portare qualcosa a Liz, ma credo che stia ancora dormendo.” disse voltandomi le spalle per ordinare un muffin al cioccolato.
“Posso?” domandò indicandomi la sedia accanto a me.
Annuii prendendo un sorso dal mio caffè e poi tornando a guardare il ragazzo.
“Quanto ti fermerai qui?” mi chiese cordialmente prima di addentare il suo muffin.
“Il tempo di trovare un appartamento e un lavoro e poi mi trasferirò definitivamente qui, credo.”
“E il college?”
“Sono stata espulsa.”
“Hannah Black è stata espulsa da una scuola? Come è possibile?”
domandò sorridente.
“Ho mandato all’ospedale una ragazza.” sussurrai leggermente rossa in viso lasciando stupito il ragazzo.
“Ci sarei voluto essere. Non mi riesco proprio ad immaginare la scena.” disse facendomi scoppiare a ridere e trascinandolo dietro di me.
 
“Ti va di fare quattro passi?” mi domandò Liam una volta usciti da Starbucks.
Annuii e insieme ci avviamo al parco nelle vicinanze.
Parlammo di tutto quello che era successo in quegli anni, tra noi non c’era imbarazzo al contrario di come avevo immaginato la sera precedente. Anzi sembrava che quei due anni di lontananza non ci fossero mai stati, come se nulla fosse cambiato tra di noi.
“Attenta.” Liam mi prese per un polso e mi fece indietreggiare quando vide che una macchina stava per mettermi sotto. Mi voltai verso di lui per ringraziarlo e mi ritrovai il suo volto a cinque centimetri di distanza. In poco tempo lui si avvicinò alle mie labbra premendo le sue contro le mie. Sorrisi a quel contatto. Poi mi staccai un po’ imbarazzata e attraversai la strada.
“Grazie per avermi accompagnata.” Dissi quando ormai ero davanti il mio hotel. Liam, che era ancora dall’altra parte della strada mi sorrise. Ricambiai il sorriso ed entrai in hotel.
“Hannah?” urlò Liam per farsi sentire. Mi voltai verso di lui e lo vidi attraversare la strada e raggiungermi.
Si avvicinò di nuovo a me e annullò la distanza baciandomi.
 
 
LIZ
 
Quella mattina mi ero svegliata con un unico pensiero in testa: parlare con il mio migliore amico.
Non potevamo buttare una vita di amicizia a causa di una mia cazzata.
Solo quando l’avevo rivisto avevo capito quanto effettivamente mi fosse mancato.
Appena sveglia aveva chiamato Cher per chiederle se Harry stesse a casa.
Ora mi trovavo di fronte l’agenzia di viaggio dove lavorava il riccio. Quando avevo chiamato Cher, lei mi aveva detto che Harry l’avrei trovato al lavoro e dopo avermi dato l’indirizzo dell’agenzia mi aveva augurato un ‘Buona Fortuna’.
Presi tutto il coraggio che avevo ed entrai nell’agenzia. Mi guardai in giro in cerca di Harry.
“Posso aiutarla?” un ragazzo mi si avvicinò.
“Stavo cercando Harry Styles.”
“È andato un attimo al bar, dovrebbe tornare a momenti. Può aspettarlo nel suo ufficio.”
mi rispose cordialmente il ragazzo scortandomi fino all’ufficio del mio amico.
Mi sedetti su una sedia davanti alla scrivania e attesi l’arrivo di Harry. Ero agitata.
“Ah Styles.. è venuta una ragazza che chiedeva di te poco fa. Ho detto che poteva aspettare nel tuo ufficio.” Sentii urlare da fuori la stanza dal ragazzo di prima.
“Come posso esserle d’aiuto?” Harry era appena entrato nel suo ufficio. Sospirai, poi mi alzai dalla sedia e mi girai verso il ragazzo.
“Che vuoi?” il tono di Harry non era più cordiale come prima, era duro e freddo. Non si era mai rivolto così con me.
“Parlare.”
“Beh ora non posso. Sono impegnato.”
“Ma se non c’è nessuno.”
obbiettai.
“Ho molto lavoro arretrato.” continuò il ragazzo.
“Harry, per favore.” continuai a supplicarlo. Il telefono sulla sua scrivania squillò e non si fece problemi a risponderle.
“Salve, mi dica pure.” Il ragazzo era del tutto concentrato sulla telefonata. Rimasi lì per un po’ sperando che chiusa la chiamata mi degnasse della sua attenzione, ma non fu così. Iniziò a lavorare al computer continuando ad evitarmi.
Mi arresi al comportamento del riccio e senza dire niente uscii dall’agenzia.
 
“Liz?” la voce di Louis mi richiamò. Alzai il volto dal mio cellulare e lo trovai accanto al tavolo dove ero seduta, con Susan in braccio.
“Che ci fate qui?” domandai alzandomi e salutando il mio amico e la sua splendida bambina.
“A casa non c’era niente e siamo venuti a pranzare qui. Possiamo unirci a te o stai con qualcuno?” mi chiese gentilmente Louis. Gli sorrisi e gli feci cenno di sedersi.
“Desiderate qualcosa?” la cameriera arrivò subito al tavolo.
“Tesoro, cosa vuoi?” Louis guardò la figlia in attesa di una risposta.
“Hambugge.” sussurrò.
Poi guardò me come per chiedermi cosa volessi.
“Ho già ordinato.” sorrisi.
“Allora due Hamburger e una bottiglia d’acqua.” rispose alla cameriera.
“Scusatemi un secondo.” mi alzai dalla sedia vedendo il mio telefono squillare ed uscii dal locale.
“Pronto?”
“Elisabeth! Sono tre giorni che cerco di rintracciarti. Si può sapere perché non mi rispondi?”
sbuffai riconoscendo il tono di Samantha.
“Sam, ho bisogno di schiarirmi le idee e di rilassarmi. Tornerò per l’audizione. Continuo ad allenarmi ogni giorno. Ora se non ti dispiace andrei a mangiare.” senza darle il tempo di rispondere chiusi la telefonata e tornai al tavolo.
“Chi era?” Louis venne interrotto dalla suoneria del mio telefono. Guardai il mittente e chiusi subito la telefonata leggendo il nome della mia insegnate.
“La strega.” sussurrai facendo spaventare leggermente la piccola Susan. Louis mi guardò divertito per quel soprannome e allo stesso tempo confuso. Sorrisi e accarezzai una guancia della bambina per tranquillizzarla. Poi arrivò la cameriera con dei pastelli e un foglio e la piccola iniziò subito a disegnare.
Louis continuò ad osservarmi curioso.
“Era Samantha. Non la sopporto più.” il ragazzo ridacchio. Poi posò lo sguardo sulla bambina e il suo sorriso si spense. Susan era uguale alla madre e Louis non riusciva a non pensarci. Ogni minimo particolare della figlia gli ricordava Alex e Louis ogni volta non riusciva a non pensarla.
Gli posai una mano sulla spalla e quando voltò lo sguardo verso di me, lo abbracciai.
Quel contatto fu interrotto dalla cameriera che aveva portato le ordinazioni.
“Liz Payne che mangia un’insalata? Questo giorno è da segnare sul calendario.” scherzò il mio amico nascondendo la tristezza con cui condivideva ormai ogni giorno.
“Ah-ah.. spiritoso.” gli feci la linguaccia.
“Fa parte della mia dieta e poi devo tenermi leggera poiché dopo devo allenarmi.” spiegai poi.
“Perché fai una dieta? Non sei già abbastanza magra?” domandò preoccupato.
“Non serve per dimagrire, solo per mantenere la linea.” gli sorrisi rassicurante.
Louis iniziò a scherzare con la piccola e io mi persi nei miei pensieri.
“Liz, tutto bene?” domandò il mio amico. Alzai lo sguardo dal piatto di insalata che avevo lasciato a metà.
“Si tutto bene.” sorrisi e tornai a giocherellare con le olive che erano rimaste.
“Liz? Lo sai che non puoi nascondermi niente.” sospirai.
“Eh che.. ho provato a parlare con Harry, ma lui non ne vuole più sapere di me.” spiegai con un velo di tristezza.
“Liz, Harry è solo ferito. Vedrai che sistemerete le cose. Siete stati sempre molto legati voi due.” cercò di tranquillizzarmi Louis.
“Lo spero.” sorrisi a Louis prima di rispondere al telefono.
“Hey fratellone.”
“Sorellina che stai facendo?”
domandò felice mio fratello.
“Sono a pranzo con Lou e la piccola Susy.”
“Ah perfetto, mancavate solo voi.”
corrugai la fronte.
“Mancavamo solo noi per cosa?”
“Stasera venite anche voi a casa mia?”
feci la stessa domanda a Louis che acconsentì subito.
“Louis ha detto che per lui va bene.” proferii a mio fratello.
“E te? Ci sarai?” domandò speranzoso.
“Ci sarà anche lui?” domandai nervosa mordicchiandomi il labbro.
“Si Liz, ci sarà anche Harry.” Liam capì subito a chi mi stessi riferendo, sapeva che in che rapporti eravamo e sapeva che la mattina ero andata cercarlo.
“Dai, magari potrete parlare e lui non avrà più la scusa del lavoro.” provò a convincermi.
“Eh va bene. Ci sarò. Ora vado, ciao fratellone.”
“Grande. Ciao Liz.”
chiusi la chiamata e mi accorsi che Louis non c’era più.
“Dove è andato tuo padre?” domandai alla piccola Susan che era concentrata a disegnare.
“A pagale.” rispose senza alzare gli occhi dal foglio.
“Bene, possiamo andare.” Louis tornò al tavolo. Conservò il disegno che stava facendo la piccola e poi mi salutò.
“Ciao zia Liz.” mi salutò con un bacio sulla guancia facendomi sorridere, prima di raggiungere il padre alla porta. Poi mi alzai anche io e tornai in hotel.
 
Arrivai a casa di mio fratello prima dell’orario prestabilito e non trovai nessuno a casa. Avevo chiamato mio fratello e mi aveva detto che sarebbe arrivato a breve. Cosi decisi di andare nel giardino. Quanto mi era mancata quella casa, avevo trascorso solo due anni ma ne sentivo la mancanza come se ci avessi trascorso tutta la mia vita. Il giardino era rimasto sempre lo stesso. L’erba sempre perfettamente tagliata e la piscina sempre ben curata. Solo una cosa era cambiata. Una piccola parte del giardino era stata piastrellata e avevano attaccato con canestro al muro.
Alzai lo sguardo al cielo, c’erano poche stelle essendoci molta luce per la strada e nel giardino.
“Oh Liam, ci hai messo meno del…” dissi voltandomi verso il rumore alle mie spalle ma bloccandomi quando mi accorsi che quel ragazzo non era mio fratello. Deglutii alla sua vista.
“Elisabeth?”
“Ciao Zayn.”
 

Hello girlsss
ho aggiornato prima perchè domani non avrei potuto farlo..
comunque che ne pensate?
Hannah e Liam si sono baciati..
Harry è veramente arrabbiato con Liz..
Lou è così triste.. piccolo :(
il capitolo poi si conclude con un incotro tra Zayn e Liz.. cosa succederà ora?
recensite per favore..

Lulz xx

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Capitolo 4
*** Would you marry me? ***


 

CHAPTER FOUR.

 
“Oh Liam, ci hai messo meno del…” dissi voltandomi verso il rumore alle mie spalle ma bloccandomi quando mi accorsi che quel ragazzo non era mio fratello. Deglutii alla sua vista.
“Elisabeth?”
“Ciao Zayn.”

Ci guardammo per minuti interminabili in silenzio. Nessuno dei due sapeva cosa dire, per fortuna arrivò mio fratello a rompere quell’imbarazzo.
“Eccomi Liz..oh Zayn che ci fai qui? Non dovevi vederti con Perrie?”
Quindi Zayn era fidanzato? Scacciai via subito quel pensiero dalla mia testa, non mi doveva interessare più niente della sua vita. Avevamo interrotto i contatti più di un anno fa e non facevamo più parte della vita dell’altro.
“Abbiamo litigato, di nuovo.” Il ragazzo si passò una mano sulla faccia sospirando.
“Ultimamente non vano bene le cose tra di voi eh?” notò mio fratello. Io rimasi in silenzio tutto il tempo, mi sentivo in imbarazzo.
Zayn alzò le spalle in risposta bagnandosi le labbra con la lingua.
“Ti unisci a noi? Così, dopo due anni finalmente il gruppo sarà di nuovo riunito.” Zayn annuì e poi tutti e tre entrammo e aspettammo gli altri.
“Come va?” domandò Zayn una volta soli. Liam era andato un attimo in bagno lasciandoci soli.
“Tutto bene.” sussurrai con imbarazzo. Non seppi perché gli mentii, ma lo feci. Niente andava bene ultimamente: avevo rotto con il mio ragazzo, non sapevo più cosa era la danza per me, ero confusa come non lo ero mai stata e odiavo il rapporto che c’era tra me ed Harry. Ma non lo diedi a vedere, mascherai il tutto con un sorriso e il moro sembrò crederci.
“Te? Hai la ragazza giusto?” spostai l’attenzione su di lui.
“Lizzie, io..” balbettò Zayn.
“Non devi darmi nessuna spiegazione Zayn. Ci siamo lasciati, è normale che sei andato avanti con la tua vita.” gli sorrisi. In fondo anche io avevo avuto un ragazzo durante quest’ultimo anno. Zayn mi sorrise e poi calò di nuovo il silenzio tra noi.
Quando il campanello suonò alla porta, Zayn si alzò per aprire ed io rimasi da sola. Mi guardai intorno. Non era cambiato niente in quella casa da quando ero andata via. Era rimasto tutto perfettamente uguale.
 
“È così strano stare tutti qui, dopo due anni.” il tono di Niall era un misto di stupore e felicità.
“Non ci siamo tutti.” aggiunse Louis.
“Tommo..” Niall provò a rimediare a quello che aveva detto ma quando Louis gli sorrise, un sorriso spento, capì che non ce l’aveva con lui per quello che aveva detto.
“A differenza di Alex, qualcuno ha scelto di andare via sparendo per due anni.” Il tono di Harry era duro e il suo sguardo era posato su di me.
“Harry!” lo rimproverò Cher per aver parlato di Alex.
“Lo sai che non è vero. Voi mi avete convinto a partire.” ribattei io.
“Ah quindi ora è colpa nostra se sei cambiata e non ti sei fatta più sentire?” continuò Harry fregandosene dei rimproveri di Cher e delle occhiate di tutti i ragazzi.
“Harry io..”
“Non ti voglio sentire più. Per me non sei più nessuno, solo la sorella di uno dei miei migliori amici.”
quelle parole mi ferirono come una lama tagliente. Mi alzai dal divano ed uscii fuori in giardino.
“Non credi di aver esagerato Harry?” domandò leggermente alterato mio fratello. Fu l’unica cosa che sentii prima di chiudermi la porta alle spalle.
Harry aveva ragione, era colpa mia se mi ero allontanata da tutti loro, ma quelle parole mi fecero male. Nonostante mi fossi fatta sentire poco e niente in quegli anni, quei ragazzi mi erano mancati da morire. Rimasi un po’ seduta sul bordo della piscina.
“Pensavo fossi andata via.” portai lo sguardo sulla figura di Zayn che si stava chiudendo la porta-vetro alle spalle. Si portò una sigarette alle labbra e l’accese. Spostai lo sguardo dal ragazzo all’acqua della piscina. Brillava alla luce della luna.
“Non va molto bene con Harry da quello che ho capito.” disse il ragazzo avvicinandosi. Potevo vedere il suo riflesso nell’acqua della piscina. Alzai le spalle.
“Era il mio migliore amico e… è solo colpa mia.” mantenni lo sguardo fisso sull’acqua. Soprattutto quando sentii una lacrima bagnarmi la guancia.
“Lui c’è sempre stato per me. Io..” il mio tono di voce venne rotto da un singhiozzo.
Zayn portò una mano sotto il mio mento e mi voltò verso di lui. Mi asciugò la lacrima che stava bagnando la guancia.
“Si sistemerà tutto.” il moro mi sorrise incoraggiante. Tutti erano sicuri che avrei chiarito con Harry ma ormai ero io quella che non lo era più. Harry era veramente arrabbiato con me.
“Tra te ed Harry c’era un legame particolare. Un legame che niente avrebbe potuto spegnere. Forse ci vorrà tempo ma chiarirete.” Abbassai lo sguardo a terra, in fondo al mio cuore sapevo che era la verità.
 
HOPE


La sera prima era stata abbastanza tesa. Ero felice che Liz e Hannah erano tornate, ma a quanto pare Harry non lo era. Tra lui e Liz c’era un clima freddo e anche stando semplicemente vicino a loro potevi sentirti fuori luogo. Io e Niall eravamo andati via prima perché la mattina dopo dovevamo prendere un aereo ed eravamo appena atterrati a Mullingar.
“Ciao mamma.” Niall salutò con un abbraccio la madre.
“Salve signora Gallagher.”
“Oh avanti Hope. Tra un mese ti sposerai con mio figlio, che ne dici di iniziare a chiamarmi Maura e a darmi del tu?”
rispose la donna abbracciandomi. Sorrisi. Niall mi aveva presentato alla sua famiglia due anni fa e stavamo insieme da quasi tre anni, eppure mi trovavo ancora in imbarazzo quando dovevo passare del tempo con la sua famiglia.
“Ci proverò.” sussurrai sicura che le mie guance si fossero arrossate.
“Non è adorabile?” Ridacchiò il mio fidanzato lasciandomi un bacio sulla guancia.
Ciò mi mise ancora di più in imbarazzo. Ancora dopo tutto quel tempo mi sembra incredibile tutto quello che stavo vivendo. Ogni giorno accanto a Niall mi sembrava sempre come il primo. Provavo sempre le stesse sensazioni, ogni giorno mi innamoravo di lui e ogni giorno sempre di più.
 
 
“Ciao Denise, Greg.”
Niall salutò suo fratello e la moglie con un caloroso abbraccio. Avevano un ottimo rapporto, al contrario di me e mia sorella che litigavamo per qualunque cosa.
“Dov’è il mio adorato nipotino?”  domandò cercando il piccolo di famiglia, Theo Horan. Quel bambino era stupendo, assomigliava molto al mio bambolotto preferito e poi era la copia di Niall.
Il mio fidanzato era completamente innamorato del suo nipotino e appena lo vedeva gli si illuminavano gli occhi. Un po’ come quando era insieme a me, ma la luce negli occhi era diversa. Ed io ero innamorata del suo sguardo, ero innamorata follemente di lui.
“Ciao Hope.” Mi salutarono il mio futuro cognato e la sua bellissima sposa. Io e Denise avevamo legato molto ed ero meno in imbarazzo quando c’era lei.
Greg andò dalla madre a salutarla mentre Niall iniziò a giocare con Theo lasciando me e Denise sole.
“Sono felice che entrerai a far parte della famiglia. Sono molto legata a Niall e tu sei perfetta per lui.” sorrisi, anche io ero molto felice di entrare a far parte di quella famiglia. Anche se ero sempre imbarazzata, adoravo ogni singolo membro di quella famiglia.
“Allora dimmi, come ti ha chiesto di sposarlo?” domandò curiosa la ragazza. Sorrisi al ricordo di quel giorno, non l’avrei mai potuto dimenticare.
 
Salutai Cher e scesi dalla metro. Stavamo tornando dal locale che avevamo appena affittato per poi aprire il nostro negozio e io mi ero fermata a Trafalgar Square, Niall mi aveva chiesto di vederci lì. Arrivai e mi diressi vicino alla fontana dove mi aveva chiesto di vederci quando mi arrivò un messaggio.
“Faccio un po’ tardi, aspettami. xxNiall”
Sorrisi come una ragazzina alla prima cotta. Non capivo il senso di tutto quello, io e Niall vivevamo insieme da qualche mese. Potevamo vederci a casa ma lui aveva insistito per voler passare un po’ di tempo con me fuori casa.
Conservai il telefono nella borsa e mi guardai intorno, un ragazzo aveva appena fatto partire una canzone da uno stereo e aveva iniziato a ballare. Sorrisi, avevo sempre amato i ragazzi che ballavano per strada, ne ero affascinata. Presto alcuni ragazzi si aggiunsero al ragazzo e iniziarono a ballare sulle note della canzone ‘Marry you’ di Bruno Mars.
Quando tutte le persone presenti in piazza iniziarono a ballare con il ragazzo capii che era un flash mob. Sorrisi come una bambina il giorno di Natale, avevo sempre desiderato vedere dal vivo un flash mob e stavo assistendo per la prima volta. Mi sarebbe piaciuto che ci fosse stato anche Niall con me in quel momento. Scesi dal muretto dove mi ero seduta e mi avvicinai ai ragazzi che continuarono a ballare indisturbati con un sorriso sul volto.
Quando la musica si fermò, i ragazzi si fermarono e si aprirono in un varco mostrandomi l’ultima persona che avrei immaginato di trovare in un flah mob. Niall Horan, il mio Niall, stava camminando verso di me con leggero imbarazzo. Il cuore mi batteva velocemente e dimenticai tutte le persone che guardavano la scena silenziosi. Niall si fermò davanti a me e si inginocchiò facendo aumentare il battito del mio cuore, i miei occhi si fecero lucidi per la felicità.
“Hope Davis, tu sei la persona più importante della mia vita. Insieme alla mia famiglia e i ragazzi ovviamente- disse facendo ridere tutte le persone che un attimo prima stavano ballando- Io ti amo come non ho mai amato nessun altro e voglio passare il resto della mia vita insieme a te. Vuoi sposarmi?” il suo tono tremava, proprio come stavo facendo io. Non riuscivo a credere che il ragazzo che amavo aveva organizzato tutto quello solo per chiedermi di sposarlo, non riuscivo a credere che quello fosse capitato proprio a me.

“Dimmi di si ti prego.” aggiunse notando che non avevo ancora riposta alla sua domanda. Volevo urlargli di si, ma quel gesto mi aveva lasciato senza parole. Riuscii ad annuire prima che lacrime di gioia iniziassero a bagnarmi le guance. Niall si alzò sollevato dalla mia risposta e, dopo avermi messo l’anello al dito, mi abbracciò.
“Si Niall, voglio sposarti.” sussurrai una volta tra le sue braccia.
“Ti amo Hope Davis.”
“Ti amo Niall Horan.” dicemmo insieme prima di baciarci.

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Capitolo 5
*** I miss you. ***


CHAPTER FIVE.

 
 
LIZ
 
Nonostante le parole di Harry della sera prima mi avessero fatto molto male, oggi mi ritrovavo di nuovo fuori il suo ufficio con la sola intenzione di chiarire. Cher mi aveva detto che a breve avrebbe avuto la pausa pranzo e io lo stavo aspettando per cercare di parlargli.
“Ci vediamo dopo Mike.” la voce del riccio mi distrasse dai miei pensieri. Lo vidi uscire dall’agenzia insieme ad un collega e chiudersi la porta alle spalle.
“Harry?” lo richiamai alzandomi dalla panchina dove ero seduta.
“Che vuoi? Ieri sera mi è sembrato chiaro quello che dicevo, non voglio avere più niente a che fare con te.” disse senza guardarmi e sorpassandomi.
“Harry per favore. Voglio solo parlare.” iniziai a seguirlo.
“Non ho niente da dirti io.” Harry aumentò il passo e mi ritrovai a inseguirlo correndo leggermente.
“Ti prego, mi dispiace. Voglio chiarire con te Harry.” lo supplicai ma Harry sembrava non sentirmi.
“Mi manchi.” urlai senza smettere di correre.
Harry si bloccò di colpo ma non si girò.
“Questo non cambia niente.” disse duro. Finalmente lo raggiunsi e mi misi davanti a lui, ma lui spostò lo sguardo.
“Per favore Harry.” continuai a supplicarlo. Lui sbuffò spostando lo sguardo nei miei occhi.
“Va bene.” disse prima di ricominciare a camminare con me al suo seguito. Non so cosa gli fece  cambiare idea, forse era riuscito a leggere nel mio sguardo quanto mi sentivo in colpa per quello che era successo. Aveva accettato di parlare e quello era l’importante, poco mi importava del motivo.
 
“Cosa vi porto?” il silenzio fu spezzato dall’arrivo della cameriera. Io ed Harry avevamo camminato per altri cinque minuti nel silenzio totale ed eravamo andati in quel ristorantino per pranzare.
“Una bistecca e una soda.” disse Harry dopo aver osservato attentamente il menù.
“Per lei signorina?” domandò la cameriera dopo aver segnato l’ordine del riccio.
“Io prendo un’insalata greca e acqua naturale.” sorrisi porgendo poi il menù.
Quando la ragazza andò via, tra noi due calò nuovamente il silenzio.
“Senti Harry mi dispiace... so che ce l’hai con me, ma non ho avuto molto tempo libero. Riuscivo a sentirmi a malapena con mio fratello a causa dei miei impegni e del fuso orario.”
“Un messaggio non toglie molto tempo. Potevi inviarmelo a qualunque ora e ti avrei risposto appena avrei potuto. Sono stato sempre io a contattarti per i primi due mesi e tu hai iniziato a rispondere sempre meno spesso. Sei cambiata molto Elisabeth.”
Harry aveva ragione. Avevo sbagliato tutto, ma per me quegli anni erano stati molto difficili.
“Io non sono cambiata Harry. Sono sempre la stessa ragazzina di prima, forse un po’ cresciuta ma sono sempre la stessa.”
“Non è vero. La Liz che conoscevo io non si sarebbe mai comportata così, non sarebbe mai mancata al funerale di una delle sue migliori amiche. E poi da quando prendi l’insalata e l’acqua naturale?” chiese infine per farmi notare il cambiamento. Un cambiamento che io non percepivo. Aveva ragione su Alex, ma se non ero andata al suo funerale era semplicemente perché avevo avuto paura.
“Seguo una dieta.” risposi alla sua domanda.
“La Liz che conoscevo io non seguiva mai le diete. Anzi si abbuffava come un maiale.”
“Harry ora cosa centra la mia dieta con noi?” 
domandai confusa.
“Questo piccolo dettaglio mi fa capire quanto sei cambiata.”
“Sono cambiata solo perché invece che abbuffarmi come un maiale ora seguo una dieta? Tu non..Dio Harry! Come puoi pensare queste cose?”
Il mio tono era disperato. Come potevano averci allontanato così tanto quei due anni di distanza? I miei occhi erano ormai lucidi.
“Perché non vuoi capire che ci sto male per questa situazione? Tu sei il mio migliore amico. Abbiamo sempre avuto un rapporto unico noi due. Questi due anni passati a New York sono stati una merda. Mi sono dovuta creare una nuova vita, da sola. Avevo lasciato qui a Londra le persone che contavano di più per me. Avevo rinunciato a tutto per seguire la mia passione per la danza. Ero spaventata di essere così lontana da casa da sola. Faceva male pensarvi voi tutti insieme qui e io lì tutta sola. Faceva male stare lontana dalle persone che amavo e odiavo il fatto di sentirle solo per telefono. Così ho iniziato a uscire e a farmi una nuova vita. Mi sono fatta dei nuovi amici. Ma mai nessuno è riuscito ad occupare il vostro posto. Dopo un anno tutto è peggiorato. Nell’ultimo anno tutto quello che ero riuscita a costruire i mesi prima mi è scivolato via dalle mani. Sono tornata qui a Londra perché avevo bisogno di schiarirmi le idee, avevo bisogno dei miei amici. Avevo bisogno di te Harry ma tu mi stai trattando come se ti avessi ammazzato la famiglia e non capisco come posso essermi guadagnata tutto quest’odio da parte tua.” Ormai avevo iniziato a piangere. Il ragazzo che un tempo sembrava capirmi con una sola occhiata ora non lo faceva più. Mi sfogai con lui. Con l’unica persona di cui avevo veramente bisogno. Lui rimase impassibile. Scossi la testa, mi alzai dal tavolo, presi la mia borsa e scappavi via sotto gli occhi di tutti i clienti del locale.
 
 
ZAYN
 
 
Alzai gli occhi al cielo dopo l’ennesima litigata con la mia ragazza e tornai al lavoro. Ormai litigare con Perrie faceva parte della routine quotidiana.
“Hey amico. Tutto bene con Perrie?” mi voltai per consegnare uno degli ultimi caffè della giornata e trovai Harry dall’altra parte del bancone.
Feci il giro del bancone per salutare il mio amico e poi andai verso un tavolo per pulirlo.
“Nell’ultimo mese non facciamo che litigare.” mi sedetti al tavolo con uno dei miei migliori amici non importandomene molto che il mio turno di lavoro non fosse ancora finito. Il locale era vuoto ad eccezione di due tre clienti.
“Tu con Elisabeth? Avete parlato?” chiesi alludendo alla sfuriata del ragazzo risalente alla sera prima. Anche se tra me e la ragazza era tutto finito più di un anno fa, ci tenevo ancora a lei. Era pur sempre stato il mio primo amore e volevo provare a creare un rapporto di amicizia con lei.
“Più che parlato, l’ho ascoltata.” mi comunicò.
“Eh?” domandai cercando di capire di più.
“Eh non lo so Zayn. Non è più la stessa ragazza.” ribatté leggermente infastidito Harry.
“È semplicemente cresciuta, come tutti noi Hazza.” cercai di farlo ragionare.
“Sai non ti capisco. È a te che ha spezzato il cuore, è te che ha lasciato senza una valida motivazione.” Scacciai via i ricordi della nostra rottura e tornai a concentrarmi su Harry.
“Appunto. Sono io quello che dovrebbe odiarla, eppure eccomi qui. Ho messo da parte l’odio e l’ho superata. Tu, proprio come me, sai che Liz è una persona stupenda. Come tutti fa degli errori, è un essere umano.” non ce l’avevo con Liz per la nostra rottura, certo all’inizio ero stato malissimo. Poi avevo capito che se le cose non erano funzionate, la colpa non era solo sua.
“Non lo so Zayn..io la vedo cambiata.”  disse ancora indeciso il ragazzo davanti a me.
“Malik! Io ti pago per lavorare, non per socializzare.” mi urlò il mio capo facendomi alzare gli occhi al cielo. Harry ridacchiò divertito per quel mio gesto.
“Non lo sopporto più.” sussurrai per non farmi sentire dal mio capo. Erano due anni che lavoravo in quel locale, giusto per guadagnare i soldi per mantenermi da solo.
“Dai ancora qualche mese e poi potrai insegnare.” mi incoraggiò Harry.
“Spero di arrivare a settembre.”
“Sai, davvero non ti capisco. Come puoi voler tornare a scuola per insegnare dopo che per tanti anni non vedevamo l’ora di lasciare per sempre quello stupido edificio.”
il tono di Harry era stupito e confuso. Fu il turno mio di ridere. Harry aveva ragione, io avevo sempre odiato andare a scuola e facevo il necessario per non essere bocciato. Ma nell’ultimo anno avevo scoperto la passione per l’arte e all’università mi ero impegnato molto per poter finire il prima possibile gli studi ed insegnare quella materia che avevo scoperto amare moltissimo.
“Pensa a quello che ti ho detto Harry.- dissi ritornando sull’argomento di prima. –Vuoi davvero buttare all’aria anni e anni di amicizia per uno stupido errore?” cercai di farlo ragionare. Poi senza aspettare risposta, tornai dietro il bancone a servire il nuovo cliente. Harry rimase per un po’ seduto al tavolo a pensare, poi, dopo avermi salutato, uscì dal locale sempre con aria pensierosa.
 
 
 
HANNAH
 
“Non capisco davvero come Samantha faccia a dire che non sei brava.” obbiettai incredula guardando Liz.
La ragazza si bloccò sentendo la mia voce e mi si avvicinò.
“Forse sono i suoi rimproveri a distrarmi. Quando sono con lei, non sento più la tranquillità e la sensazione di leggerezza quando ballo.” si asciugò il sudore con un asciugamano e con una mano libera si spostò una ciocca che era sfuggita dalla coda.
“Quando è l’audizione?” domandai curiosa. La vidi sospirare e mordicchiarsi il labbro inferiore.
“Il 28 giugno.” disse con tono nervoso.
“Il giorno..”
“Lo so..”
mi interruppe.
“Che farai?” le chiesi sedendomi accanto a lei. In risposta alzò le spalle. Rimanemmo qualche secondo in silenzio, poi vidi la ragazza al mio fianco irrigidirsi sentendo la canzone che era appena partita: ‘Let me love you’ di Mario, ma cantata da Zayn. Le l’aveva dedicata quando stavano ancora insieme e lei una volta l’aveva registrato sul telefonino e l’aveva messa come suoneria.
“Tutto bene?” chiesi preoccupata ricordando bene come era stata male per la loro rottura.
“Si.- disse con un sorriso stoppando la musica dal suo telefonino.- credevo di averla cancellata.” ricambiai il suo sorriso. La osservai per capire se stesse mentendo, ma sembrava aver messo definitivamente da parte la sua storia con Zayn. Poi, dopo essermene assicurata, mi alzai quando vidi l’ora che si era fatta.
“Dove vai?” domandò curiosa.
“Mi vedo con Liam.” ammisi leggermente imbarazzata.
“Con mio fratello? Mi sono persa qualcosa?” il suo tono era malizioso. Si alzò anche lei e dopo aver preso le sue cose mi seguì nella hall.
“Ieri abbiamo passato la mattina insieme e ci siamo baciati. Poi stamattina mi ha chiesto di uscire.”
Il volto di Liz si illuminò.
“Sono felice per voi.” disse abbracciandomi. Poi andò verso gli ascensori e sparì dietro le porte.
 
HOPE
 
“Hope? Tutto bene?” la voce di Denise mi riportò alla realtà. Spostai il mio sguardo dal cielo stellato e lo posai sulla ragazza.
“Mancano solo 28 giorni.” sussurrai terrorizzata tanto che non fui sicura che Denise mi avesse sentito, ma al contrario di quanto mi aspettassi, si avvicinò a me e mi abbracciò.
“Tesoro, andrà tutto bene. Niall è proprio cotto di te.” mi rassicurò capendo subito la mia paura.
“E se si stancasse di me? Ci conosciamo solo da quattro anni.”
Era tutto il giorno che stavo insieme alla famiglia di Niall. Stavo troppo bene tra di loro che iniziai ad entrare nel panico quando capii che era il 31 maggio e mancavano esattamente ventotto giorni al grande giorno.
“Conosco bene Niall da diverso tempo. Non si sarebbe impegnato con te se non fosse stato sicuro dei vostri sentimenti.” cercò di tranquillizzarmi e in parte ci riuscì, ma ero ancora terrorizzata all’idea che il ragazzo che amavo di più al mondo potesse stancarsi di me.
“Ecco la mamma.” La voce di Niall ci distrasse e Denise posò lo sguardo sul piccolo che era tra le braccia del mio fidanzato.
“Ehi tesoro.” la ragazza si avvicinò al figlio prendendolo tra braccia. Sorrise a me e poi a Niall e ci lasciò fuori da soli.
“Oggi non siamo stati proprio insieme.” bisbigliò al mio orecchio stringendomi da dietro. Chiusi gli occhi beandomi di quel contatto. Mi voltai verso di lui e legai le mie braccia attorno al suo collo e lo fissai in quegli occhi color cielo.
“Guarda che sei tu quello che mi è stato lontano. Non hai lasciato un secondo il povero Theo.” scherzai fingendomi arrabbiata.
“Semplicemente perché non lo vedevo da tanto tempo. E poi presto sarai mia moglie e avrò tutta la vita per stare con te.” mormorò sulle mie labbra sempre senza staccare il suo sguardo dal mio. Deglutii e il mio cuore iniziò a martellare forte nel petto sia a causa di quelle parole che della vicinanza. Non mi sarei mai abituata a tutto questo.
“Ventotto giorni.” sorrisi sulle sue labbra.
“E poi sarai la signora Horan. Mi piace.” il suo sorriso si aprì ancora di più prima di poggiare definitivamente le sue labbra morbide sulle mie e baciarmi come solo lui sapeva fare.
 

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Capitolo 6
*** Any problem, Styles? ***


CHAPTER SIX.

LIZ
 
Erano passati sette giorni dal mio arrivo a Londra, in quei giorni avevo passato molto tempo con i miei amici, soprattutto con Louis. Con Zayn le cose andavano meglio di quanto mi aspettassi, stavamo provando a creare un rapporto d’amicizia nonostante tutto quello che c’era stato tra di noi. Solo con Harry le cose continuavano ad andare male. Non ci vedevamo da quel giorno in quel locale. Ci evitavamo a vicenda e anche se non volevo ammetterlo, tutto questo mi faceva male.
Quella mattina mi ero svegliata con l’unica intenzione di scaricare tutte le pressioni che avevo addosso. Avevo fatto una ricca colazione e poi ero andata nella piccola palestra. Come a solito era deserta. Collegai il mio telefono all’amplificatore e cercai la canzone per iniziare a ballare. Come previsto mi liberai la mente da tutti i pensieri e mi lasciai trasportare dalla musica tanto da non accorgermi che qualcuno ero entrato nella stanza. Solo quando finii la coreografia e mi fermai per riprendere fiato mi accorsi della figura imponente sulla porta.
“Speravo di trovarti qui.”
“Come fai a saper qual era il mio hotel?”
domandai confusa deglutendo.
“L’ho chiesto a Liam.” mi spiegò.
“Sei venuto qui per rinfacciarmi ancora qualcosa?”
dissi dura mentre con una mano scioglievo i capelli, lasciandoli cadere sulle mie spalle.
“No.. senti, in questi giorni ho pensato molto..a noi due. Ci tengo molto alla nostra amicizia..” iniziò a parlare interrompendosi spesso come suo solito.
“Anche io ci tengo Harry.”
“Non voglio rovinate tutto per un errore..”
aggiunse.
“Non lo voglio neanche io Harry.. mi dispiace..” non terminai la frase che lui mi interruppe.
“Mi manchi Liz, mi manca il rapporto che avevamo prima che partissi. Le cose che ti ho detto in questi giorni non le ho mai pensate veramente. Ero solo ferito, ma Liz tu sei sempre stata importante e lo sai.” sorrisi. Non aspettavo altro da quando lo avevo rivisto. Mi sembrava quasi impossibile che mi stesse perdonando ma ero al settimo cielo per questo. Non mi sarei mai perdonata se la nostra amicizia fosse davvero finita. Non dissi niente, mi avvicinai al mio migliore amico e lo strinsi tra le mie braccia. Mi tranquillizzai quando sentii la sua presa intorno alla mia vita.
“Ti voglio bene Harry.”
“Anche io Liz.”
disse in un sorriso mostrandomi le sue adorabili fossette.
Rimanemmo un po’ in quella posizione.
“Non hai il lavoro?” dissi dopo un po’ allontanandomi dal ragazzo per prendere le mie cose. Il riccio scosse la testa facendo muovere i suoi boccoli castani.
“Il martedì è il mio giorno libero.” mi spiegò.
“Perfetto. Allora sarà la nostra giornata. Va bene?”  domandai ricordando quando in passato passavamo giornate intere tra di noi.
“Ma era il venerdì il nostro giorno.” obbiettò il riccio pizzicandomi un fianco.
“Ma hai lavoro quel giorno, quindi..” il ragazzo sorrise.
“Va bene, allora ti faccio fare una doccia. Ci vediamo dopo. Mi trovi al negozio.” mi lasciò un bacio sulla guancia e poi lasciò l’hotel. Sorrisi felice di aver riavuto il mio migliore amico indietro. Ora sembrava che l’ultimo periodo non ci fosse mai stato.
 
“O mio dio Liz! Non mi dire che vuoi davvero salire lì sopra?” il tono di Harry era divertito. Eravamo appena stati al ristorante a pranzare ed eravamo andati a fare una passeggiata.
“Qualche problema Styles?” sorrisi superandolo e andandomi a sedere sull’altalena.
“Hai quasi vent’anni.” obbiettò però mentre mi raggiungeva e si sedeva sull’altalena accanto a me.
“Per l’altalena sarò sempre bambina.” avevo sempre amato quella giostra e ogni volta che ne vedevo una non riuscivo a resistere e a non salirci sopra.
Harry scosse la testa arrendendosi. Inizia a dondolarmi sempre più velocemente chiudendo gli occhi quando presi velocità. Il vento mi sfiorava il viso e scompigliava i capelli. Mi sentivo più leggera.
“Che farai ora?”
“Che intendi?”
aprii gli occhi e guardai Harry.
“Quanto resterai qui? Tornerai a New York, non è vero?” anche lui mi guardava. Rallentai per fermarmi. Poggiai il piede sinistro a terra e cambiai posizione. Portai la gamba sinistra dall’altra parte del seggiolino e mi poggiai con la schiena sulla catena.
“Si.. tornerò a New York. Non so quando ma entro fine mese dovrò tornare.” mi mordicchiai il labbro come era mio solito e fissai il mio amico.
“E che succederà? Sparirai di nuovo? Ti rivedremo tra due anni?” il suo tono era triste.
Mi alzai dall’altalena e mi posizionai davanti il mio amico. Mi piegai sulle gambe per poterlo guardare negli occhi.
“Non so cosa succederà quando tornerò a New York Harry..-dissi in un’alzata di spalle.- dovrò fare le audizioni per entrare alla New York City Ballet. Se le passerò sarò ancora più impegnata di prima. Ma non commetterò lo stesso errore di nuovo. Non sparirò e cercherò di venire a Londra appena ne avrò l’occasione. Credimi.” per tutto il breve discorso non staccai i miei occhi color cioccolato dai suoi verde smeraldo.
“Ti credo.” Harry sorrise e poi mi abbracciò.
Non sapevo cosa sarebbe successo, non sapevo quando sarei tornata a New York, ma di una cosa ero sicura: non avrei più abbandonato i miei amici.
 
“Liz? Harry?” Liam ci guardò sorpreso di vederci lì insieme. Poi sorrise felice capendo che avessimo chiarito.
“Che ci fate qui?” domandò Hannah comparendo al suo fianco sorridente.
“Stiamo aspettando Cher e poi andiamo a vedere Colpa delle stelle.” mi voltai verso Harry. Credevo che quella serata era per noi due.
“Se Cher scopre che mi sono visto il film senza di lei mi ammazza. Scusa.” disse in sua difesa. Sorrisi, se fossi stata fidanzata anche a me sarebbe piaciuto vederlo con il mio ragazzo.
“Solo per questa volta riccio.” lo guardai con aria minacciosa facendolo ridere.
“O mio dio! Che paura.” disse prendendomi in giro.
“Eccomi qui.” Cher spuntò alle mie spalle facendo illuminare gli occhi del mio amico. Era veramente innamorato.
Harry la tirò a sé e le lasciò un bacio sulle labbra.
“Andiamo?” io e Cher annuimmo, poi finalmente anche mio fratello ed Hannah si staccarono e ci seguirono.
 
“Okay.”
Quella fu l’ultima parola di Haizel prima che comparissero i titoli di coda accompagnati dalla voce di Ed iniziassero a scorrere sullo schermo. Avevo cercato di trattenere le lacrime per tutto il film ma per gli ultimi dieci minuti mi era stato impossibile trattenerle e avevo iniziato a piangere. Non mi era quasi mai successo di piangere per un film, neanche per Titanic. Quel film era davvero stupendo e lo potevo considerare il mio film preferito. Mi voltai verso le due mie amiche e notai che erano nelle mie stesse condizioni. Tutte e tre ci guardammo e scoppiammo a ridere per la situazione lasciando confusi Liam ed Harry.
“Non ci credo. Liz che piange per un film?” mi prese in giro Harry.
“È una scena imperdibile come vedere Hannah che fa a pugni con una ragazza al college.” Liam appoggiò l’amico prendendo in giro la sua ragazza.
“Ah ah spiritosi.” dicemmo in coro facendo ridere Cher. Poi tutti insieme uscimmo dal cinema.
“Venite da me? Ci mangiamo una pizza insieme e magari chiamiamo gli altri.” chiese Liam passando un braccio intorno alla spalla di Hannah.
Harry mi guardò per chiedere conferma.
“Per oggi va bene.. ma dai prossimi martedì del mese, saremo sempre soli.” dissi sicura rendendomi conto solo dopo che mancavano solo tre martedì prima delle audizioni.
Quando arrivammo davanti casa di mio fratello, che condivideva ancora con Zayn, vidimo un ragazzo, che subito riconoscemmo tutti, che litigava al telefono con qualcuno.
“Vaffanculo Perrie.” sentimmo solo.
“Tutto bene?” domandò Liam una volta che eravamo vicini al ragazzo.
Zayn si passò una mano sul ciuffo. Poi sospirò.
“Non so più che fare. È troppo gelosa.” disse con le mani sulla faccia.
“Vado a fare un giro, ciao.” Salutò tutti e poi salì sulla sua moto e partì via.
“Quella ragazza lo farà andare fuori di testa.” disse Cher con disprezzo.
 
 
Chi era il pazzo che alle quattro di notte rompe i coglioni? Mi chiesi quando sentii qualcuno bussare alla mia camera d’albergo. Cercai di ignorarlo ma la persona dall’altra parte non aveva intenzione di smetterla. Mi alzai ancora assonnata dal letto e poggiai i piedi a terra. Rabbrividii sentendo il pavimento freddo. Strisciai i piedi fino alla porta e poi aprii. Un riccio mi cadde sopra facendomi perdere l’equilibrio. Mi ritrovai così stesa a terra con il riccio sopra.
“Ciao Liz.” disse sorridente senza alzarsi.
“Harry, levati.” sussurrai soffocata dal peso del ragazzo. Harry iniziò a ridere senza sosta e senza un motivo preciso.
Riuscii a togliermelo di dosso e lui si stese per terra fissando il soffitto. Mi avvicinai a lui e lo feci alzare. Si sedette sul mio letto ma perse l’equilibrio e cadde sul cuscino.
“Harry stai bene?” chiesi leggermente preoccupata. Il ragazzo si alzò facendo pressione sulle braccia e cadendo nuovamente su di me.
Sentivo il suo respiro caldo sul mio collo e non ebbi il tempo di realizzare cosa stava succedendo che mi ritrovai le sue labbra sulle mie.
“Ma che fai?” domandai allontanandomi il prima possibile dal riccio che aveva ripreso a ridere.
“Quanto hai bevuto Harry?” mi accorsi di quanto era forte l’odore di alcool solo dopo che mi aveva baciato.
“Non lo so.” disse senza smettere di ridere. Dopo un po’ riuscii a farlo calmare e a farlo addormentare. Mi feci una doccia veloce e poi mi vestii. Si erano fatte le sette di mattina e ormai non sarei più riuscita ad addormentarmi, così decisi di scendere a ballare. Mancavano solo sedici giorni all’audizione e ancora non sapevo cosa fare.
Quando tornai in camera trovai Harry ancora steso sul letto. Aveva la faccia poggiata sul cuscino con la bocca spalancata. Un braccio pendeva e l’altro teneva stretto il cuscino.
“Harry?” mi avvicinai a lui provando a svegliarlo. In risposta si girò dall’altra parte dove aver mormorato qualcosa. Mi alzai dal letto dove mi ero seduta e decisi di farlo riposare ancora un po’, feci la doccia per togliere il sudore dalla mia pelle e, dopo aver visto che Harry dormiva ancora, aprii le tende facendo entrare la luce del solo.
“Ho sonno mamma, lasciami dormire.” sussurrò ancora addormentato.
“Harry non sono tua madre, su svegliati.” soltanto sentendo la mia voce aprì i suoi occhi verde smeraldo e mi guardò confuso.
“Fatti una doccia che puzzi ancora di alcool e poi mi spieghi che è successo.” Harry obbedì forse troppo stanco per ribellarsi.
 
“Come ci sono finito qui?” mi chiese quando uscì dal bagno mentre si asciugava i capelli con l’asciugamano. Si infilò la maglietta e si mise seduto accanto a me.
“Sei arrivato qui alle quattro di notte, non ti reggevi in piedi. Poi hai iniziato a ridere, mi hai baciato e poi sono riuscita a farti addormentare.” Harry strabuzzò gli occhi.
“Ti ho baciato?” balbettò prima di deglutire. Annuii ed Harry buttò la testa all’indietro pentito da quel gesto.
“Mio dio, scusami Liz.. non volevo farlo.” si scusò imbarazzato.
“Lo so Harry, ma si può sapere perché ti sei ubriacato così? Che è successo?”

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Capitolo 7
*** Is too late. ***


CHAPTER SEVEN.

 
HARRY
 

Quel giorno mi ero dato malato a lavoro per poter organizzare la cena con Cher che avevo in mente da un po’ di tempo.
Stavo sistemando la camera, avevo comprato delle stelline da attaccare al soffitto. Era da un po’ di tempo che avevo pensato a quella cosa, ma solo avevo preso il coraggio per farle la proposta. Con le stelline volevo scrivere sul soffitto ‘Will you marry me?” per ricordare il nostro primo anniversario che avevamo passato a guardare il cielo stellato. Avevo aperto il cassetto del comodino di Cher per controllare se la misura dell’anello fosse giusta quando avevo trovato diversi opuscoli. Tutti trattavano dello stesso argomento: l’aborto. Mi si raggelò il sangue nelle vene quando vidi la cartella clinica della mia ragazza risalente alla settimana precedente. Sentii la porta aprirsi e il pavimento al piano inferiore scricchiolare. Conservai tutto quello che avevo comprato fra i miei vestiti e scesi giù con la cartella clinica in mano.
“Quando pensavi di dirmelo?” domandai sbattendo sul ripiano della cucina i fascicoli che avevo in mano. Cher mi irrigidì quando riconobbe i fogli.
“Harry.. io..”
“Dovevi andare fuori per lavoro vero?”
la interruppi. Cher abbassò lo sguardo colpevole.
“Non è come credi..”
“Ah no? Quindi non sei stata in ospedale ad abortire la settimana scorsa?”
la interruppi nuovamente.
“Si, ma..”
“Hai ucciso nostro figlio Cher! Ti rendi conto di cosa hai fatto? Per di più senza prendermi in considerazione.”
mi sentivo deluso, frustato, arrabbiato, ferito, triste. Ero appena venuto a conoscenza che per poco tempo ero stato padre di una creatura che la mia ragazza aveva deciso di abortire.
“Non è andata così.” Cher aveva gli occhi lucidi. In quel momento non riuscivo a pensare a niente se non a quella povera creatura innocente uccisa ingiustamente.
“Quando ho scoperto di essere incinta era già morto.” tutto quello che diceva arrivava confuso alle mie orecchie. Le parole mi entravano da un orecchio ed uscivano dall’altro.
“Avresti dovuto tenermi informato.” urlai scoraggiato. Scossi la testa amareggiato e senza dar conto a nessuno uscii dalla cucina prendendo il giubbotto.
“Dove vai Harry?” il tono di Cher era implorante. Non le risposi, uscii da casa iniziando a camminare senza una meta precisa.
 
LIZ
 
“Cher e io abbiamo litigato.-  iniziò Harry. - stavo..stavo cercando una cosa e.. e ho.. e ho trovato una cartella clinica nel suo comodino.- fece una pausa, come se ciò che mi avrebbe detto a breve gli facesse male.- Risale alla settimana scorsa..ha abortito”
Mi portai le mani alla bocca sconvolta dalla notizia, mi aspettavo di tutto ma non questo.
“Mio dio Harry.. ne avete parlato?”
“Non voglio parlare con lei.”
disse duramente. L’abbracciai soltanto, fu l’unica cosa che fui in grado di fare.
 
 
“Harry?” il tono di Cher era preoccupato e quando mi vide fuori casa sua la sua espressione si trasformò da speranzosa a delusa.
“Posso entrare?” Cher annuì facendomi spazio.
“Hai visto o sentito Harry? È da ieri pomeriggio che è sparito.”
“Si, l’ho visto e non vuole né vederti né parlarti Cher.”
ammisi dispiaciuta, lei annuì tristemente e abbassò lo sguardo.
“Devo dedurre che sai già tutto.” annuii io questa volta.
“Perché hai abortito Cher? E soprattutto perché non hai reso partecipe Harry della tua decisione?” chiesi confusa.
“Non è stata una mia scelta Liz, sai che non sarei mai capace di fare una cosa del genere.”
“E allora che è successo?”
chiesi più confusa di prima.
“Poco più di una settimana fa ho avuto dolori forti alla pancia, credevo fosse per il ciclo ma non era così.. mi sono spaventata, i dolori erano fortissimi e il ciclo ancora non mi arrivava. Così sono andata dal medico che mi ha detto che ero incinta ma..” si bloccò incapace di continuare.
“Ma?” la spronai.
“Era troppo tardi Liz, era già morto. Sono stata costretta ad abortire” sussurrò infine incapace di trattenere le lacrime. Mi alzai e l’abbracciai.
“Per favore, non dire niente a nessuno.” sibilò tra un singhiozzo e l’altro.
 
 
“Dove sei stata?”  mi domandò Harry quando rientrai nella stanza d’hotel. Ci misi qualche minuto ad abituare il mio sguardo alla poca luce che proveniva solo dal televisore. La camera era rimasta uguale a come l’avevo lasciata tranne per le finestre chiuse.
“Dove dovresti essere tu in questo momento.”
“Non ci torno a casa.”
disse senza spostare il suo sguardo dal televisore.
“Dovresti..” tentai ma lui sembrò non darmi ascolto.
“Harry.. – mi misi seduta accanto a lui spegnendo la tv, il riccio controvoglia si girò a guardarmi.- non è che io non ti voglia qui, ma devi parlare con Cher.” cercai di farlo ragionare.
“Perché, lei l’ha fatto con me?”
“Non è andata come credi.”
“Non mi interessa. Lei ha ucciso una creatura innocente. Ha ucciso nostro figlio e non mi ha reso partecipe della sua decisione.”
“Lei si è pentita di non avertelo detto prima.”
“È troppo tardi.”
“Non è mai troppo tardi Harry. Voi dovete chiarire, non potete concludere la vostra storia per un’incomprensione.”
“Perché? Mi sembra che la storia tra te e Zayn sia finita senza un motivo preciso.”

Rimasi zitta per qualche secondo non sapendo cosa dire.
“Non tirare in ballo la mia storia con Zayn.” dissi cercando di rimanere seria. Tra me e il moro non c’era più niente. Lui stava con un’altra ragazza, ero solo un’amica per lui e mi stava bene.
“Perché dovete stare separati e soffrirci entrambi?” riportai il discorso su lui e Cher.
“Non mi importa più niente di lei.”
“Se fosse così non staresti in queste condizioni Harry.”

 
HANNAH
 
“Da quanto non passavamo del tempo insieme da sole?” domandò allegramente Hope. Quella sera avevamo deciso di uscire noi ragazze da sole e con Hope e Liz ero andata al nuovo locale vicino casa della prima. Avevamo provato a convincere anche Cher con scarsi risultati.
“Vado un attimo in bagno.” avvisai le mie amiche lasciandole a parlare.
Mi infilai nella mischia alla ricerca di un bagno.
“Mi scusi, la toilette?” domandai al primo barista che vidi.
“Infondo, alla destra della pista da ballo.” mi informò. Seguii le sue informazioni e in cinque minuti feci quello che dovevo fare. Una volta uscita dal bagno, vidi tra la folla dei visi conosciuti. Tra questi riconobbi il volto di Liam che ballava con una ragazza che non conoscevo.
“Han, tutto bene?” domandò Hope quando tornai al nostro tavolo notando il mio sguardo.
“Ci sono Liam e Zayn nell’altra sala..”
“E?”
mi spronò a parlare Liz.
“E Ho visto Liam ballare insieme ad una ragazza..- Liz stava per dire qualcosa ma io la precedetti..-il punto è che non sono infastidita per questo motivo. Perché non mi ha dato fastidio vedere tuo fratello con un’altra ragazza?”
 
“Che ci fate qui?” Zayn spuntò insieme a Liam alle spalle di Hope.
“Comunque ciao a tutte.” aggiunse subito dopo.
Liam mi salutò con un bacio sulle labbra. Bacio che ricambiai cercando di sentire le farfalle che sentivo all’inizio. Le farfalle che sentivo fino a due anni fa, farfalle che avevo sentito leggermente la prima volta che ci eravamo baciati dopo tutto quel tempo, farfalle che non sentivo più già da un po’ accorgendomene solo ora.
Perché non provavo più alcuna sensazione a sfiorare la pelle di Liam? Lui mi piaceva, e allora perché mi sembrava come se la scintilla tra di noi si fosse spenta?
“Dobbiamo parlare.” dicemmo in coro io e lui. Feci segno agli altri che ci stavamo allontanando e poi seguii il mio ragazzo fuori il locale.
“Hannah..”
“Liam..”
“Prima tu..”
dicemmo nuovamente insieme.
“No, prima te.” aggiunse Liam.
“Io.. voglio dirti che.. non lo so..-iniziai a balbettare trovandomi in difficoltà.- Io ci tengo a te Liam, ma solo ora mi sono.. solo ora mi sono accorta di non provare niente per te. Sei un ragazzo fantastico Liam, ma non riesco più a vederti come il mio ragazzo ma solo come un semplice amico.” impiegai un po’ di tempo a dire quella frase, avevo paura di ferirlo ed era l’ultima cosa che volevo. Lo vidi sospirare, come se si fosse tolto un peso dallo stomaco.
“È lo stesso per me. Io ti ho amato davvero Hannah, ma si vede che non era destino tra di noi. La scintilla tra di noi si è spenta molto tempo fa, credo che quello che c’è stato tra di noi fosse soltanto una mancanza di quello che c’era stato un tempo.”
Probabilmente Liam aveva ragione, quando ci eravamo rivisti avevamo provato entrambi qualcosa. Avevamo confuso quel qualcosa come un ritorno di fiamma quando era semplicemente un desiderio di riprovare quello che c’era stato tra di noi.
“Amici?” domandò.
“Amici.” sorrisi abbracciandolo.

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Capitolo 8
*** Half a heart. ***


CHAPTER EIGHT.

 
CHER


“È già un miracolo che sia riuscita a farla uscire dal letto.” sentii Hope rispondere alla domanda che le aveva fatto il suo ragazzo. Ultimamente le cose andavano bene solo tra loro due.
“Da quando ha litigato con Harry, per chissà quale motivo poi, non è più uscita.” continuò Hope. I due ragazzi continuarono a parlare ma non riuscii più a capire cosa si dicevano.
Mi poggiai sullo schienale della mia sedia chiudendo gli occhi. Era una settimana che non uscivo dal letto e due settimane che non andavo al lavoro. 
Accesi il computer con l’intenzione di aiutare la mia socia, non che migliore amica. Oggi ci sarebbe stata l’inaugurazione del negozio e dovevo aiutare.
Fui distratta dal ‘bip’ del mio telefono. Presi il messaggio e trovai un messaggio.
Lo sbloccai e rimasi stupita quando vidi il mittente. Erano ben sette giorni che non avevo sue notizie.
 
 
"So che stai dormendo con il mio maglione e che non riesci a smetterla di sentire la mia mancanza, Liz non fa altro che ripetermelo. Ma scommetto che Liz ti ha detto che non me la sto passando molto meglio perché mi manca metà di me stesso. Dimentica quello che abbiamo detto quella notte. No, non mi importa neppure perché entrambi siamo divisi a metà. A che scopo rimanere lontani se entrambi ne stiamo soffrendo? Se potessi avere un’ora libera o poco più potremmo pranzare insieme vicino al fiume, potremmo parlare con calma. Anche se provo a non pensarti la verità è che sono perso senza te. Anche se provo ad odiarti per avermi tenuto all'oscuro di tutto, non ci riesco. Ed essere qui senza di te è come svegliarsi con solo metà cielo azzurro, ho solo mezzo cuore senza te, mi manca tutto ciò che facciamo, mi manchi e non riesco a starti più lontano."
 
Una lacrima mi bagnò una guancia, quella settimana era stata tremenda e avevo davvero bisogno di questo messaggio. Io amavo Harry con tutta me stessa e non mi sarei mai perdonata se l'avessi perso. 
 
 
Era tutto il giorno che riguardavo quel messaggio. Da quando l’avevo ricevuto non avevo fatto altro che pensarci e rileggerlo appena potevo. La voglia di andare all’agenzia dove lavorava Harry e abbracciarlo era fortissima. In quei giorni mi era mancato come l’aria e la paura di perderlo era sempre più forte.
Purtroppo l’inaugurazione del negozio mi aveva trattenuta tutta la mattinata e non avevo avuto un minuto libero per poter andare dal ragazzo che amavo di più.
“Cher ci pensi tu?” mi domandò Hope indicandomi una signora che cercava aiuto. Avevamo aperto il negozio meno di un’ora fa ed era già pienissimo. Spostai il mio sguardo all’entrata e lo vidi. Mi morsi il labbro prima di annuire ed andare ad aiutare la cliente.
 
“Sembra che tutto sia andato bene.”
Disse entusiasta Hope subito dopo aver chiuso il negozio.
Mi poggiai distrutta sullo sgabello dietro la cassa e cercai di riprendere le forze.
Il mio sguardo era fisso su Harry che rideva e scherzava con Zayn qualche metro più in là.
Mi alzai dalla sedia facendo un grande respiro. Mi avvicinai al tavolo dove c’erano loro due e mi versai un bicchiere d’acqua.
Quando Zayn si allontanò mi avvicinai ad Harry e dopo una settimana rincontrai il suo sguardo. Dopo una settimana risentii il suo profumo. Dopo una settimana mi sentii di nuovo viva.
Non dissi nulla. Mi buttai soltanto tra le braccia del ragazzo che amavo.
“Harry.. mi dispiace. Avrei..”
“Shh.. non mi interessa.”
sussurrò al mio orecchio stringendomi tra le sue braccia.
“Ti amo.”
“Ti amo anche io.”
 

LIZ
 
Sorrisi quando vidi il mio migliore amico abbracciarsi con la ragazza che amava.
“Hai fatto un bel lavoro.” sussultai sentendo la voce di Zayn all’improvviso.
“Che intendi dire?” domandai confusa.
“Se non fosse stato per te non avrebbero mica chiarito.”
“Non ho fatto niente io.”
“Gli hai fatto capire cosa rischiavano di perdere.”
il tono del ragazzo era sicuro. Sorrisi felice che dopo tutto quello che avevamo passato riuscivamo ad andare d’accordo.
“Te, con la tua ragazza? Come mai non è qui?”
“Abbiamo litigato, di nuovo.”
“Magari dovrei parlare con lei.”
Zayn mi guardò confusa.
“Così le farò capire cosa rischia di perdere.” proferii riferendomi a quello che mi aveva appena detto.
“Non credo che le cose migliorerebbero se la mia ex parlerebbe con lei.”
“Si, forse hai ragione.”

 
 
“Zia Lizzz..” urlò Susan appena entrai in casa Tomlinson.
“Ciao bellissima.” la  salutai prendendola in braccio.
“Come al solito sei sempre l’ultima.” mi canzonò Louis.
“Simpatico come al solito.” gli feci la linguaccia facendolo ridere.
Insieme entrammo nel soggiorno dove trovammo il resto del gruppo. Posai Susan a terra che andò subito da Zayn e gli abbracciò le gambe facendolo sorridere. Io mi poggiai sulla spalla di Louis distrutta dalle prove fatte fino a qualche minuto prima.
“Che hai fatto fino ad adesso?”
“Mi sono allenata.”
risposi alla domanda di mio fratello.
“Perché ti piace tanto ballare?” mi chiese una ragazza bionda che notai solo in quel momento. 
“Beh..perchè avviene qualcosa di magico quando ballo. Tutto si allinea, il mondo è in perfetta sincronia e in quel momento mi sento pienamente libera.”
“Come sei profonda sorellina.” 
mi prese in giro mio fratello.
“Aspetta, lei è la tua ex? Ma non era a New York?” il tono della biondina si fece acuto e leggermente alterato. Zayn alzò gli occhi al cielo già scocciato dalla imminente litigata.
La bionda, vedendo che il suo ragazzo non diceva o faceva niente per rassicurarla, si alzò dal divano e uscì di casa.
Il moro portò la testa all’indietro amareggiato poi cercò di non pensarci.
“Quando hai le audizioni?” mi chiese Louis.
“Emh.. il 28, ma non so se parteciperò.”
“Come? Perché?”
mi venne contro Hope.
“Come perché? Forse perché due dei miei migliori amici si sposano?”
Hope non riuscì a trattenere un sorriso quando nominai le loro nozze.
“Io mi offenderei di più se venissi alle nostre nozze che se andassi alle audizioni.”
Ribatté sicuro Niall.
“Concordo pienamente. Non ti abbiamo mandato via per due anni per poi non presentarti a quelle audizioni.” lo appoggiò Hope.
“Ma..” provai a parlare ma Hope mi bloccò.
“Niente ma.. sarà il nostro regalo di nozze.”  insistette lei e fui costretta ad arrendermi.
Avrei partecipato a quelle audizioni.

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Capitolo 9
*** New York City Ballet. ***


CHAPTER NINE.
 

Quella mattina mi svegliai giusto in tempo. La sera prima c'era stato l'addio al nubilato di Hope ed eravamo rientrate tardi. 
Arrivai in aeroporto giusto in tempo per fare il cheek in. La mia breve vacanza a Londra era giunta al termine. Il giorno dopo avrei avuto le audizioni e mi sarei persa il matrimonio dei miei migliori amici.
"Credevi di andare via senza neanche salutarci?" 
Sorrisi sentendo la voce di Harry. Mi fermai davanti il controllo di polizia e abbracciai tutti i ragazzi che erano venuti a salutarmi.
"Che farai te? Tornerai a New York?" Domandai infine ad Hannh. Lei scosse la testa. 
"No.. Cercherò una casa qui. Non ho nessun motivo per tornare in America e poi qui ho la mia famiglia e loro." 
"Perfetto.. Quindi sarò completamente sola.."
Sdrammatizzai. 
"Non sparire di nuovo." Sussurrò Harry prima di abbracciarmi nuovamente.
"Mi mancherete tutti.”
Ammisi tristemente. Poi presi il mio bagaglio e mi diressi al controllo di polizia, consapevole del fatto che prima di rivederli sarebbe passato diverso tempo.
Non appena misi piede dentro gli imbarchi sentii subito la loro mancanza. 
Non appena mi sedetti sulla sedia davanti al gate in attesa dell'inizio del mio imbarco, non ero più sicura che stessi facendo la cosa giusta.
Una ragazza si sedette accanto a me, doveva avere la mia stessa età. 
"Farai anche te le audizioni per la NY city ballet?" Chiesi quando vidi un volantino della scuola cadere a terra.
La ragazza si voltò verso di me emozionata.
"Si.. Sono nervosissima. Pure te?"
Iniziai a parlare con quella ragazza, era davvero simpatica.
"La danza è la mia vita. Sogno di diventare una ballerina da quando avevo tre anni."
"I passeggeri del volo per New York sono pregati di dirigersi al proprio gate per iniziare imbarco."
Ci interruppe una voce metallica. 
"Omioddio. Ci siamo." Il tono della ragazza era elettrizzato e fu proprio quello a farmi capire che quello che stavi per fare non era quello che volevo. 
Entrare alla NY city ballet non era il mio sogno. Io amavo danzare, ma non ne volevo fare un mestiere. 
La mia vita era qui a Londra, non a New York. 
"Buona fortuna per le audizioni." Dissi alla ragazza che mi era accanto. 
"Come? Tu non vieni?" Chiese confusa. 
Scossi la testa. 
"La mia vita è qui a Londra." Pronunciare quelle parole ad alta voce mi fece capire quanto fossero vere.
 
Quella mattina mi svegliai presto e mi preparai per il matrimonio indossando il vestito più bello che avevo a disposizione. Scesi giù nella Hall e aspettai il taxi che avevo chiamato prima. Quando arrivò mi feci portare a casa di Hope, li si stava preparando per la cerimonia.
Bussai alla sua porta di casa e poco dopo si presentò Hannah. Appena mi vide spalancò gli occhi dallo stupore e mi fissò confusa.
“Chi era Han?” chiese Hope avvicinandosi alla porta.
“Liz? Che ci fai qui? Non avevi le audizioni?” il tono della mia amica era felice ma cercava di nasconderlo e mostrarsi arrabbiata.
“Non potevo perdermi il tuo matrimono. Poi è saltata, sarà per l’anno prossimo.” mentii sorridendole.
“Posso fidarmi?” dubitò. Io annuii prima di abbracciarla.
“Non vi libererete tanto facilmente di me.” scherzai.
“Hope?? Vuoi venire? Devo finire il trucco!” urlò Cher da un’altra stanza.
“Un secondo.-urlò in risposta.-Vieni con me.” continuò facendomi segno di seguirla.
“Questo è per te.” sussurrò mostrandomi un vestito identico a quello di Hannah.
“L’avevo fatto insieme a quello di Cher e di Hannah per te. Voglio che tu sia la mia damigella d’onore Liz.”
“È un grande privilegio per me.”
sorrisi felice.
Era proprio questo quello di cui avevo bisogno. Avere le mie migliori amiche al mio fianco e condividere con loro tutto, proprio come stava facendo Hope con me.
La vera amicizia dura nel tempo, puoi anche non sentirti per giorni, settimane, mesi, ma puoi sempre contare su di loro. Io sapevo che avrei potuto sempre contare sulle ragazze o sui ragazzi, proprio come loro potevano contare su di me. Tenevamo l’uno all’altro come una famiglia, eravamo una famiglia.
 
“Liz? Che ci fai qui?” il tono di Harry era stupito quando mi vide prendere posto accanto a lui.
“Lunga storia.” sorrisi abbracciandolo.
“Hai tutto il tempo a disposizione per spiegarmi.” sussurrò al mio orecchio. Sorrisi divertita mentre guardavo Hope camminare lungo la navata. Era stupenda.
“Non è importante sapere perché non sono più partita. L’importante è che sia tornata per restare.”
 
HOPE
 
Il mio cuore iniziò ad accelerare il suo battito nello stesso instante in cui la marcia nuziale iniziò a suonare. Deglutii realizzando solo in quel momento che il giorno delle mie nozze era arrivato.
“Andiamo?” domandò mio padre porgendomi il braccio. Sorrisi e l’afferrai. Per tutto il tragitto tremavo dall’agitazione e gli occhi di tutte le persone presenti in chiesa non mi aiutavano. Alzai lo sguardo incontrando quello di Niall lontano qualche metro. Furono proprio i suoi occhi azzurro cielo a darmi le forze per continuare a camminare. In quell’istante capii quanto desiderassi diventare sua moglie. Capii che tutte le paure che avevo avuto nell’ultimo periodo erano soltanto delle paranoie. Niall mi amava ed io amavo lui. Era stato lui a chiedermi di sposarlo, era proprio lui il ragazzo che mi stava aspettando ansioso all’altare. Persa tra tutti i miei pensieri non mi accorsi di aver raggiunto l’altare. Mio padre sorrise a quello che a breve sarebbe stato mio marito.
Niall mi prese per mano provocandomi una scarica elettrica. Sorridemmo a mio padre che prese posto nella prima fila accanto a mia madre. Poi tutti portammo la nostra attenzione al prete.
“Come sapete, siamo qui riuniti oggi per unire nel sacro vincolo del matrimonio i qui presenti Niall Horan e Hope Davis.” iniziò la sua predica.
Per tutto il tempo fissai il ragazza al mio fianco, pensai a come sarebbe cambiata la mia vita ora. Pensai al mio futuro insieme a Niall e non riuscii a non trovarlo perfetto. Sicuramente avremmo litigato, avremmo passato dei brutti periodi, ma in fondo l’amore non è bello se non è litigarello giusto?
Comunque sarebbero andate le cose, ero sicura che non mi sarei mai pentita di questa scelta. Non mi sarei mai pentita di essermi sposata a soli vent’anni. Entrambi ci amavamo e questo era l’importante.
“Vuoi tu, Niall Horan, prendere la qui presente Hope Davis come tua legittima sposa ed esserle fedele sempre in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà ed amarla e onorarla finché morte non vi separi?”
Mi voltai a guardarlo rincontrando i suoi occhi che mi scaldarono il cuore. Mi sorrise e mi afferrò la mano sinistra.
“Lo voglio.” proferì subito prima di infilarmi la fede d’oro bianco che avevamo scelto insieme.
“E vuoi tu, Hope Davis, prendere il qui presente Niall Horan come tuo legittima sposo ed essergli fedele sempre in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà ed amarlo e onorarlo finché morte non vi separi?” si rivolse a me questa volta il prete.
“Lo voglio.” dissi con voce tremante e mentre il ragazzo dagli occhi cielo mi sorrise, gli misi la fede al dito.
“Con il potere conferitomi dalla chiesa, io vi dichiaro marito e moglie. Lo sposo può baciare la sposa.”
Niall mi attirò a sé facendo unire le nostre labbra in un bacio dolce e casto ma pieno di desiderio.
“Viva gli sposii” sentii urlare da quella che doveva essere sicuramente Liz. Sorrisi sulle labbra di mio marito prima di riunirle in un nuovo bacio.
“Ti amo signora Hope Horan.” 
 

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Capitolo 10
*** That was my ring. ***


CHAPTER TEN.


“Sicuri che non ci siano problemi?” domandai per la millesima volta facendo sbuffare i due ragazzi.
“Lizzie quella è più casa tua che mia.” cercò di tranquillizzarmi per l’ennesima volta Zayn.
“Si ma..”
“Liz, non ci sono problemi ok? Sono stato io a chiederti di rimanere da noi. Sei mia sorella.”
mi interruppe bruscamente Liam.
Erano passati due giorni dal matrimonio e io avevo annunciato a tutti la mia nuova imminente lunga permanenza. Liam mi aveva detto che sarei potuta tornare a stare nella mia vecchia camera senza spendere troppi soldi per una camera d’hotel.
Non avevo ancora avvertito nessuno dei miei nuovi piani. Non avevo detto ancora niente a nessuno sul fatto che avrei abbandonato gli studi che mi avevano trattenuto due anni lontano da loro e che avevo deciso di tornare definitivamente a Londra.
Sbuffai rassegnata contenta però del fatto che sarei tornata nella mia vecchia casa.
“Pronto?” risposi al telefono dopo essermi accertata che non fosse Samantha.
“Elisabettaaa..” sentii urlare il mio nome dall’altra parte del telefono. Allontani istintivamente il cellulare dall’orecchio.
“Sei per caso impazzita Charlie? Per poco non mi rompevi un timpano.” esclamai divertita richiamando l’attenzione dei due ragazzi che mi guardarono confusi non capendo niente di quello che dicevo.
“Possibile che dopo due anni di italiano non avete imparato niente?” domandai sarcastica riferendomi ai due ragazzi che mi fecero la linguaccia.
“Con chi parli?” mi domandò Carlotta dall’altra parte del telefono.
Avevo conosciuto Carlotta sei anni prima quando ero stata in Italia e da quel momento eravamo diventate buone amiche ed eravamo sempre rimaste in contatto.
“Dove sei scusa?” le chiesi quando sentii delle voci inglesi in lontananza.
“Sono appena atterrata a Londra.” strabuzzai gli occhi alla notizia.
“E quando avevi intenzione di dirlmelo? Anche io sono a Londra.”
“Ci dobbiamo vedere Elisabetta, ora devo andare. Ti chiamo più tardi.”
alzai gli occhi al cielo quando mi chiamò nuovamente per il mio nome in italiano.
“A dopo Carlotta.” la salutai prima di chiudere la chiamata.
 
“È così strano passare del tempo con te, a Londra poi.” annunciò elettrizzata la mia amica di penna stingendomi in un abraccio.
"Questa è casa mia.. O almeno lo sarà per un po'.." Sorrisi indicando la mia vecchia dimora alla mia amica. Entrai in casa con al seguito la ragazze e salutai i presenti.
"Ciao a tutti. Ragazzi lei è Charlie, Charlie loro sono Zayn, Louis, sua figlia Susan e mio fratello Liam." Sorrisi indicandoli uno ad uno. 
Poi andai a sedermi anche io accanto a Louis lasciando sedere la ragazza vicino mio fratello. Il tempo di sedermi che il campanello suonò. 
Per fortuna Liam si alzò per andare a vedere chi fosse. 
"Sorellina, è per te." Urlò poco dopo. 
Mi alzai svogliatamente dal divano e raggiunsi la porta. Deglutii quando riconobbi la persona fuori l'abitazione.
"Samantha.."
"Elisabeth.. Sapevo che ti avrei trovato qui."
Disse con tono severo.
"Sono venuta a prenderti.. Devi fare le audizioni per quella scuola."
"Le audizioni ci sono già state."
"E per tua fortuna sono riuscita a parlare con l'insegnante per darti una possibilità."
"E credi che mi interessi? Se fossero state importanti per me mi sarei presentata l'altro giorno non credi?"
"Non sai cosa stai perdendo, queste vacanze ti hanno annebbiato la testa.”
"È il contrario Samantha. Questa vacanza mi ha fatto capire cosa voglio veramente.. E non voglio entrare in una stupida scuola di ballo. Si balla con il cuore, non con i piedi e da quando sono venuta a New York non era più così."
"C'era intesa tra di noi Elisabeth.."
Provò a convincermi.
"Hai detto bene, c'era.. Poi le nostre strade si sono separate te volevi qualcosa per me che io non volevo."
Sapevamo entrambe che quello che stavo dicendo era vero, solo che per lei era più difficile ammetterlo. 
"Forza prendi le tue cose, torniamo a New York. Le farai l'anno prossimo le audizioni." insistette Samantha. Io scossi la testa affranta. 
"No Samantha.. Io rimango qui a Londra, questa è casa mia."
"E il tuo ragazzo?" 
"Ti ho già detto che Michael e io ci siamo lasciati."
Il mio tono era esasperato, ormai niente mi avrebbe fatto cambiare idea. La mia vita era stata, è e sarà per sempre qui a Londra con la mia seconda famiglia.
"Ti stavo dando una seconda possibilità di diventare qualcuno nel campo della danza."
"Non ti ho mai chiesto nessuna seconda possibilità."
"Bene. Non venirmi a cercare se cambierai idea, non posso perdere tempo con te."
"Non lo farò."
Risposi duramente prima di chiuderle la porta in faccia.
Mi poggiai con le spalle sul legno della porta chiudendo gli occhi. 
"Tutto bene?"
Aprii gli occhi trovando quelli azzurri di Louis.
Annuii soltanto senza battere ciglio. 
 
“Quindi che farai ora?” mi chiese curioso Harry.
Dopo che Samantha si era presentata a casa di Liam, il resto del gruppo era venuto tranne Hope e Niall che erano in viaggio di nozze. Avevo raccontato a tutti quello che era successo poco prima e perché avevo preso quella decisione.
“Mi stabilizzerò qui, troverò qualche appartamento nelle vicinanze.”
“Oppure rimani qui da noi.”
propose mio fratello.
“O vieni da me e Megan, stiamo cercando una coinquilina.” si intromise Hannah.
“Megan?” domandammo in coro confusi.
“Si.. in questi giorni ho cercato un appartamento e ho conosciuto Megan che cercava due coinquiline. La casa è molto carina.” sorrise entusiasta Hannah.
“Verrò a vederla allora.- sorrisi.-Charlie, te quanto ti fermi?” domandai curiosa.
“Oh.. se riesco a trovare a breve una casa rimarrò qui, altrimenti tornerò in Italia.”
“Han, ti ho trovato una coinquilina.”
esclamai. Non volevo che Carlotta tornasse in Italia, ero molto legata a lei e odiavo averla sempre a chilometri di distanza.
“Liz, non c’è bisogno. Te che farai?”
“Posso rimanere a rompere i coglioni a mio fratello.-
scherzai facendo ridere tutti escluso Liam che mi fece una linguaccia.- E poi voglio che tu rimanga qui.”
 
Dopo pranzo rimanemmo a casa soltanto io, Harry, mio fratello, Zayn e la sua ragazza che ci aveva raggiunto da poco.
Charlie era andata insieme ad Hannah a vedere la casa, Louis era tornato a casa con la piccola e Cher era andata al negozio.
“Ommiodio Zayn.” sentimmo urlare dal piano superiore. Poco dopo vedemmo una ragazza bionda scendere al piano inferiore ed entrare nel salotto dove c’eravamo io, Liam ed Harry.
“Tutto bene Perrie?” domandò mio fratello ma io non lo sentii. Il mio sguardo era fisso sull’anello luccicante all’anulare sinistro della biondina. Sentii un groppo in gola quando lo riconobbi. Quello era il mio anello.
“Zayn ed io ci sposiamo.”

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Capitolo 11
*** The first and the last time. ***


CHAPTER ELEVEN.

 
Se non l’avessi visto con i miei occhi e sentito con le mie orecchie non ci avrei mai creduto. Come era possibile? Samantha mi aveva davvero concesso un giorno di riposo. In un anno l’avevo supplicata di farmi rilassare qualche giorno ma non me l’aveva mai permesso. Mi fermai al bar fuori la scuola di danza per fare colazione, dato che quella mattina per la fretta non avevo toccato niente.
Stavo per entrare quando mi squillò il telefono. Sorrisi involontariamente leggendo il nome sullo schermo.
“Zayn.” risposi cercando di controllare la mia felicità.
“Lizzie, ciao.” la sua voce era dolce.
“Tu non hai idea di quanto mi manchi. E stare lontano proprio il giorno del nostro anniversario mi distrugge. Ma non sono riuscita a venire a Londra perché dovevo allenarmi ogni giorno e poi oggi..” iniziai a parlare senza freno provocando le risate del ragazzo.
“Lizzie, calma. Non ti agitare.” mi bloccai sentendo la sua voce. Quanto volevo averlo accanto a me ora.
“Ora capisco perché non trovavo più la mia maglietta dei ‘Rolling Sontes’.” incurvai le sopracciglia, ora che centrava questo?
“Te la sei rubata te e scommetto che la stai indossando proprio in questo momento.” aggiunse prima che parlassi.
Portai istintivamente il mio sguardo sulla maglietta che indossavo, ed effettivamente era proprio quella. Prima di partire l’avevo rubata dal suo armadio. Amavo questa maglietta e volevo avere qualcosa di suo quando sarei stata lontano.
“Come fai a saperlo?” domandai incredula.
“Sai sei troppo bella con le sopracciglia incurvata e la bocca semichiusa.” lo sentii ridacchiare dall’altra parte del telefono. Mi guardai intorno in cerca di qualche spia. Come faceva a sapere come ero vestita e l’esatta espressione della mia faccia?
“Proprio di fronte a te.” disse ancora il ragazzo dall’altra parte del telefono. Portai lo sguardo davanti a me. Fu allora che lo vidi e che il mio cuore accelerò, fu allora che risentii tutte quelle sensazioni che non avevo più provato in sua assenza. Fu allora che lo vidi, era seduto ad un tavolino all’interno del bar e mi fissava sorridente. Mi faceva uno strano effetto rivederlo dopo quasi un anno davanti a me. Ero ancora ferma ad guardarlo, con la mano destra all’orecchio senza accorgermi che il moro aveva chiuso la chiamata e si era alzato posando dei soldi sul tavolino.
“O mio dio. Zayn!” gli saltai in braccio appena mi raggiunse e lui mi strinse prontamente tra le sue braccia.
“Lizzie, perché piangi?” domandò preoccupato sentendo le mie guance farsi umide a contatto con le sue. Si staccò quel poco per guardarmi negli occhi. Gli sorrisi con gli occhi lucidi e riaffondai la testa nell’incavo del suo collo respirando dopo tanto tempo il suo profumo. Avevo bisogno di quel contatto. Mi era mancato tantissimo.
“Mai sentito parlare di lacrime di gioia?” finalmente mi allontanai da lui sfottendolo. Lui mi sorrise felice senza staccare le braccia dalla mia vita.
“Non immagini quanto cazzo mi sei mancata Lizzie.” sussurrò prima di avvicinare le mie labbra alle sue e baciarmi. Ora si che mi sentivo completa. Mi era mancato tutto di lui, le sue carezze, i suoi baci, i suoi abbracci, le sue cazzate, i nostri battibecchi, tutto.
“A proposito, buon anniversario amore mio.” aggiunse ancora sulle mie labbra.
“Buon anniversario.” dissi in un sorriso.
 
“Fammi capire scusa.” il mio ragazzo mi interruppe nel mezzo della mia lettura quotidiana. Alzai lo sguardo confusa sul suo volto invitandolo a continuare.
“Io..-disse puntandosi il dito contro.- ho preso un aereo per venire qui da te, ho convinto Samantha a non farti allenare oggi per farci passare un po’ di tempo insieme e tu preferisci leggere uno stupido libro?” si finse arrabbiato e io cercai di trattenermi dal ridere.
“Ehi!-lo ribeccai tirandoli uno schiaffo giocoso sul braccio.- Non è uno stupido libro. E poi vedi? stiamo insieme.” disse alludendo al fatto che stessimo stesi sul divano avvinghiati l’uno all’altro.
Zayn si alzò facendo alzare di conseguenza anche me. Mi prese il libro dalle mani e dopo aver messo il segno lo chiuse posizionandolo su uno scaffale alto della libreria.
“Ehi! lo stavo leggendo.” ribattei fintamente offesa avvicinandomi al ragazzo e cercando di prendere il libro.
“Lo leggerai un’altra volta.” mi prese per i fianchi allontanandomi dalla libreria.
“Ma mi mancava l’ultimo capitolo. Devo sapere se Jace e Clary hanno chiarito.” obbiettai incrociando le braccia al petto.
“Lo scoprirai un’altra volta.” disse prima di posare le sue labbra sul mio collo facendomi rabbrividire. Chiusi gli occhi arrendendomi e lasciandomi trasportare dai baci che Zayn lasciava sul mio collo. Mi voltai verso di lui portando la testa indietro. Il mio fiato divenne irregolare. Zayn risalì lungo la mia mascella fino ad arrivare sulla guancia dove lasciò altri baci. Non riuscivo a fare niente, il mio cuore batteva più velocemente del solito ai suoi baci. Il ragazzo continuò con il suo intento fino ad arrivare alle mie labbra. Mi morse il labbro inferiore facendomi gemere dal piacere. Portai le mie mani dietro la sua nuca e giocai con i suoi capelli mentre decisi di approfondire quel bacio che mi stava facendo impazzire. Con un colpo di reni saltai avvolgendo le mie gambe intorno il bacino di Zayn. Il ragazzo portò una mano sotto il mio sedere mentre con l’altra mi accarezzava la guancia. Iniziò a camminare sbattendo di tanto in tanto su qualcosa, ma in quel momento non mi importava di quello che stavamo facendo cadere a terra. Mi importava solo di lui, di come stesse riuscendo a farmi sentire viva. Continuò a camminare finché non incontrò il mio letto, mi adagiò dolcemente sul letto e lui si stese su di me facendo pressione sulle sue braccia per non pesarmi. Gli sfilavi velocemente la maglietta buttandola da qualche parte nella stanza, staccandomi solo per quel motivo dalle sue labbra.
“Sei sicura?” si fermò quando la sua mano raggiunse il gancetto del mio reggiseno. Non dissi niente, afferrai la collana che aveva al collo e lo attirai a me facendo rincontrare le nostre labbra. Ero sicura di voler fare l’amore con il ragazzo che amavo? Ero pronta alla mia prima volta?
Mi staccai dalle sue labbra solo per togliermi la maglietta. Lui sorrise prima di tornare sulle mie labbra.
Si, ero pronta. Ero pronta a mostrare anche quella parte di me al ragazzo che amavo. Ero pronta a far diventare i nostri corpi un unico. Ero pronta ed era quello che volevo anche io. Erano due anni che stavamo insieme, non potevo continuare ad essere tanto spaventata da quel legame che c’era tra di noi.
 
Svegliarmi e sentire il suo profumo era una delle cose più belle. Mi girai lentamente per paura di svegliarlo e sorrisi ripensando a quello che era successo qualche ora prima. Rimasi a guardarlo per un po’. Poi decisi di andare a sistemare quello che avevamo combinato prima. Non volevo che il mio coinquilino tornasse trovando tutto quel casino.
Indossai la maglietta che avevo prima e poi uscii dalla camera. Sistemai tutte le cose che avevamo fatto cadere, poi tornai in camera. Presi i miei pantaloni e li conservai nell’armadio. Feci la stessa cosa con i vestiti di Zayn posandoli però sul letto. Qualcosa cadde dalla tasca della sua giacca. Poggiai anche la sua giacca sul letto e mi piegai per prendere l’oggetto. Mi irrigidii quando notai cosa fosse. Una piccola scatoletta di velluto blu notte cadendo si era aperta mostrandomi il contenuto.
“Lizzie?” il tono di Zayn era preoccupato e assonnato. Si vedeva che si era appena svegliato e aveva visto che avevo trovato quella scatola. Io ero immobilizzata. Il mio sguardo fisso sul contenuto della scatoletta che avevo tra le mani. Davo le spalle a Zayn ma capii subito che si era alzato dal letto e si stava avvicinando a me, infatti ben presto me lo ritrovai davanti. Aprii la bocca per dire qualcosa, ma non uscì niente. Rimasi con la bocca aperta e tornai a fissare quell’anello.
“Lizzie.. io,- alzi lo sguardo su di lui e lo vidi passarsi una mano tra i capelli nervosamente.-non doveva andare così..Lizzie, io ti amo. Ti amo da impazzire, avevo altri progetti per questo giorno, ma è andato diversamente. Dovevo mostrarti l’anello dopo la cena.. ma ormai..- non avevo mai sentito Zayn balbettare. Io spostavo il mio sguardo dall’anello a lui.- vuoi..vuoi sposarmi?” dissi infine. Il mio sguardo si riempì di terrore, si di terrore. Tutto stava accadendo troppo in fretta.
“Io..-mi bloccai, non riuscivo  a parlare.-mi dispiace Zayn. Io non posso.” deglutii abbassando lo sguardo. Io non ero pronta a sposarmi. Chiusi la scatolina e gliela porsi. Rincontrai il suo sguardo. Non l’avevo mai visto così spento, mi dispiaceva vederlo in quello stato. Io lo amavo più di ogni altra cosa al mondo ma non ero pronta a quel passo.
“Perché?- domandò il ragazzo. Il suo tono era distrutto.- C’è qualcun..” non riuscì neanche a finire la frase.
“NO Zayn! Non c’è nessun altro.” lo interruppi capendo a cosa si stesse riferendo.
“E allora perché? Non sono abbastanza?” alzò leggermente la voce, ma il suo tono era comunque debole e ferito.
“Non è questo..-scossi la testa facendo uscire le lacrime che avevo cercato di trattenere.-io ti amo Zayn. Ti amo come non ho mai amato nessuno. Solo che non sono pronta. Cazzo ho solo diciannove anni.” mi asciugai velocemente le lacrime alzando il tono della voce all’ultima frase.
“Se mi amassi veramente non mi staresti dicendo di no.” distolse il mio sguardo dal suo. Non poteva credere veramente a quello che stava dicendo. Aprii la bocca per dire qualcosa, ma non riuscii a trovare le parole giuste. Non poteva davvero dubitare su quello che provavo per lui, non poteva dubitare sul fatto che lo amavo più di ogni altra cosa.
Un'altra lacrima sfuggì ai miei occhi, con il polso l’asciugai inutilmente perché presto iniziarono a scendere altre lacrime. Zayn mi si avvicinò titubante e io mi buttai tra le sue braccia incapace di dire altro.
“Possiamo parlarne un’altra volta?” riuscii a sussurrare tra un singhiozzo e l’altro.
 
I raggi del sole mi svegliarono quel mattino e mi maledissi mentalmente per non aver chiuso le persiane la sera prima. Aprii lentamente gli occhi, le ciglia erano secche a causa delle lacrime versate prima di addormentarmi. Quando mi abituai alla luce del sole, mi guardai intorno. Non c’era più traccia di Zayn. I suoi vestiti non erano più sulla sedia dove gli avevo sistemati prima, il suo telefono non era più accanto al mio sul comodino e lui non era più accanto a me.
Sul cuscino c’era solo un biglietto.
Lo presi con le mani tremanti.
“Mi dispiace, non ce la faccio più così.
Zayn.”
Non poteva essere vero, non poteva avermi davvero lasciato. Non poteva avermi lasciato dopo avermi chiesto di sposarlo. Non poteva essere finita. Ed ecco che ricominciai a piangere, peggio della sera prima. Sentivo il mio cuore sgretolarsi, farsi a mille pezzettini. Senza rendermene conto iniziai ad urlare dal dolore che stavo provando.
“Eli? Tutto bene?” Michael si precipitò da me preoccupato. Iniziai a tirargli pugni sul petto, ma non potevo prendermela con lui. Lui non aveva colpe. Mi fermai ed iniziai a piangere tra le sue braccia e dopo qualche ora riuscii a calmarmi.
 
Dopo il risveglio più brutto della mia vita, dopo essermi sfogata con Michael, ero andata a farmi una doccia, mi ero vestita ed ero andata a lezione. Samantha mi rimproverò diverse volte a causa della mia distrazione, ma non riuscivo a concentrarmi come i giorni precedenti. Finita la lezione ero andata a pranzo con un amico e avevo mascherato la mia tristezza e il mio dolore dietro ad un sorriso. Ci ero riuscita perfettamente, almeno fin quando Hannah non mi aveva fatto quella domanda. Era venuta nel pomeriggio a New York e ci eravamo incontrate da qualche minuto.
“Beh? Come è andata ieri con Zayn?” domandò curiosa. I miei occhi si riempirono nuovamente di lacrime.
“Come fai a sapere che è venuto qui?” domandai cercando di cambiare argomento.
“Lo sapevamo tutti tranne te, voleva fosse una sorpresa.” disse con un sorriso sulla faccia.
“Sai cosa aveva in mente di fare?” domandai io.
“No.-rispose confusa.-Tutto bene Liz?” aggiunse notando i miei occhi lucidi. Scossi la testa iniziando a piangere.
“Abbiamo litigato..” balbettai.
“Vedrai che chiarirete.” disse subito la mia amica cercando di tranquillizzarmi.
“No, questa volta è diverso. Mi ha lasciata, mi ha scritto un bigliettino e mi ha lasciata. È tornato a Londra.” non riuscii più a trattenere le lacrime e sotto lo sguardo spaesato della mia amica inizia a piangere.
 
 
ZAYN
 
Per tutto il viaggio non ero riuscito a chiudere occhio. Avevo fissato per tutto il tempo quell’anello che era destinato ad una delle persone più importanti della mia vita. Quando Lizzie mi aveva detto di no, mi ero sentito crollare il mondo addosso. Credevo di essere importante per lei ma forse non lo ero abbastanza. Quell’anno senza di lei era stato bruttissimo, non riuscivo più a continuare ad andare avanti. Ero stato un codardo a lasciarla con un bigliettino ma sapevo che se avessi aspettato che si fosse svegliata non sarei riuscito a farlo. Ed io dovevo farlo, lei non mi amava come l’amavo io. Non sarei riuscito ad andare avanti e fare finte di niente dopo che lei mi aveva detto di no.
“Zayn? Già a casa?” Liam mi venne incontro appena mi vide varcare la porta.
“Tutto bene? Come è andata con mia sorella?” il suo tono si fece preoccupato, doveva aver notato i miei occhi rossi e gonfi.

“Ci siamo lasciati.” dissi soltanto cercando di andare in camera mia.
“Come? Perché?” Liam mi seguì preoccupato.
“Non c’è un motivo preciso.” mentii.
“Zayn per favore parlami. Non ti chiudere a riccio come l’altra volta.” disse riferendosi al mio cambiamento dopo la prima rottura con sua sorella. No, quella volta sarebbe stato diverso. Mi sarei impegnato a dimenticarla, non avrei trascurato i miei amici. Perché io avevo bisogno di loro, ora più che mai.

“Non lo farò Liam.” mi voltai a guardarlo. Ci guardammo negli occhi, lessi della preoccupazione nel suo sguardo. Poi mi voltai e andai in camera.
“Ho solo bisogno di dormire.” aggiunsi chiudendomi la porta alle spalle. Presi la scatolina con l’anello dentro e non trovai il coraggio di buttarlo via. Lo conservai in un cassetto. Cassetto che non aprivo mai. Poi mi stesi sul letto abbandonandomi nel mondo dei sogni.

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Capitolo 12
*** Airplane to New York. ***


CHAPTER 12.

 
"Zayn ed io ci sposiamo." Bastarono quelle parole per farmi crollare il mondo sopra.
Fu proprio come quando il giorno dopo il nostro anniversario, al posto di Zayn trovai un bigliettino. Credevo di essere stata importante per lui, almeno una piccola parte di quando lui lo era stato per me. Ma forse mi sbagliavo se dopo poco più di un anno chiedeva a qualcun'altra di sposarlo. Forse ero io quella sbagliata, anzi senza forse. Ero decisamente io il problema, avevo un brutto carattere che faceva allontanare chiunque. Gli unici che erano rimasti al mio fianco erano i ragazzi e le ragazze, e ancora oggi mi chiedevo come mai fossero ancora qui. 
Quando Zayn ci raggiunse io mi alzai dal divano senza guardarlo ed uscii in giardino. 
 
"Tutto bene?" Harry mi raggiunse preoccupato. 
"Si, tutto bene." Risposi con gli occhi lucidi. 
"Sicura? Lo sai che non mi puoi prendere in giro. Quindi ripeto la domanda, tutto bene?"
Scossi la testa cercando di trattenere le lacrime. 
"È solo che.. Quello era il mio anello non credevo che dopo un anno chiedesse ad un'altra di sposarlo." Harry spalancò gli occhi alla notizia. 
"Il tuo anello?" Annuii tristemente prima di spiegargli come fossero andate le cose. 
"Devi dirglielo Liz.. Prima che sia troppo tardi."
"Secondo te non ci ho già provato? Poi ora non ha più importanza.. Siamo solo amici e mi va bene."
Risposi sicura, Harry mi studiò con lo sguardo. 
"Sicura?" Annui convinta di quello che avevo appena detto. Tra me e Zayn non c'era più niente. 
 
ZAYN 
 
Avevo lasciato cinque minuti Perrie in camera mia, il tempo di andare in bagno, e lei aveva stravolto la mia vita. Quando ero rientrato l'avevo beccata a frugare tra le mie cose. 
"Ommiodio Zayn" esclamò ad alta voce quando trovò l'anello. 
"Lo sapevo che stavi organizzando qualcosa.. Ma non credevo questo. Per questo eri poco presente negli ultimi due mesi vero?"
Il mio sguardo si spostava dall’anello alla ragazza. Dalla ragazza all’anello. Annuii incapace di fare qualsiasi altra cosa. Si mise subito l’anello al dito e mi baciò prima di scendere sotto.
Sospirai, che avevo fatto? La mia testa diceva di andare a dirle che era stato un equivoco, il mio istinto diceva che era meglio così. In questo modo avrei evitato mille problemi e una litigata sul perché conservavo ancora l’anello che era destinato a Lizzie.
Scesi sotto e appena misi piede in soggiorno portati istintivamente il mio sguardo su Liz. Lei non mi degnò di uno sguardo, mi sorpassò ed Harry la seguì. Mi grattai la nuca imbarazzato sotto lo sguardo severo del mio amico.
“Ci sposiamo, non ci credo.”esclamò elettrizzata Perrie. Le sorrisi prima di lasciarmi baciare.
 
Mi buttai esausto sul divano accanto a Liam. Perrie era appena andata via, Harry era andato a lavoro e Liz era uscita.
“Sei sicuro di quello che stai facendo?” aprì bocca Liam per la prima volta da quando ero sceso in salotto.
“State insieme da quasi un anno e nell’ultimo periodo non avete fatto che litigare.”
“Liam per favore..”
“Il matrimonio è una cosa seria Zayn.”
“Liam lo so. Perrie ci tiene a me, mi ama e so che non mi farebbe mai soffrire, litigare è normale dopo tutto.”
“E tu la ami?”
“Ci tengo a lei..non staremmo qui altrimenti.”
“Io ti ho chiesto se l’ami.”
“Che differenza fa?”
“Che differenza fa? Zayn una cosa è amare una persona, un’altra è tenerci.-
abbassai lo sguardo, Liam aveva ragione.- La ami?”
“Si.. credo.”
mormorai infine.
“Come credi? Non puoi sposare una persona che credi di amare.”
“Non avevo scelta Lee…”
“Non avevi scelta? Che vuol dire?”
“Si è messa a curiosare tra le mie cose e ha trovato l’anello. Ha fatto tutto da sola e”
“Perché avevi un anello di fidanzamento?”
mi interruppe. Mi morsi il labbro nervoso.
“Niente di importante..” proferii senza guardarlo negli occhi.
“Zayn?”
“Doveva essere per tua sorella ok? Ma ci siamo lasciati e l’ho conservato.”
urlai esasperato. Da quando Perrie aveva scoperto l’anello ero diventato tutto un fascio di nervi. Non aspettai nessuna riposta. Mi alzai dal divano. Presi il casco, le chiavi della moto e il giubbino di pelle ed uscii di casa sbattendo la porta.
 
LIZ
 
Entrai nell’agenzia dove lavorava Harry sperando di trovarlo ancora lì.
“C’è Harry?” chiesi al ragazzo che mi aveva accolto la prima volta che ero andata lì.
“Si, è nel suo studio.” Lo ringraziai ed entrai nella stanza di Harry.
“Liz.. che ci fai qui?”
“Devi prenotarmi il primo volo disponibile per New York.”

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Capitolo 13
*** Megan. ***


CHAPTER 13.
 

“Devi prenotarmi il primo volo disponibile per New York.”
“Cosa? Perché?”
Harry strabuzzò gli occhi preoccupato.
“Vuoi tornare a New York perché Zayn si sposerà?”
“Cosa? NO. Devo solo prendere le mie cose e organizzare il trasloco.”

Harry tirò un sospiro di sollievo.
“L’ho detto che la mia vita è qui Hazza. Non a New York.” Il riccio sorrise abbracciandomi.
Poi si mise alla ricerca del primo volo per New York.
 
CHARLIE
 
“Come mai hai deciso di venire qui a Londra?”  mi domandò Hannah, l’amica di Liz.
“Mi piacerebbe lavorare all'ambasciata Italiana qui a Londra."
Spiegai. Sin da piccola avevo sognato di diventare ambasciatrice e avevo custodito il mio sogno fino ad adesso. Avevo frequentato la triennale di lingue a Forlì, una delle migliori università di lingue in Italia, e volevo concludere gli studi qui a Londra e magari iniziare a lavorare come hostess.
L'amica di Liz mi sorrise. 
"Questa dovrebbe essere la tua camera." Disse poi aprendo l'ultima porta di quell'appartamento. Era carino e confortevole e faceva proprio al caso mio. 
Entrai nell'ultima stanza, quella che sarebbe diventata la mia, e l'osservai. 
C'era un letto matrimoniale, come nelle altre due stanze. Le pareti erano bianche e spoglie.  L'armadio occupava una buona parte della parete accanto al letto e accostata alla parete frontale c'era una scrivania dello stesso colore dell'armadio. C'era una finestra che dava sul retro del giardino. 
Chiusi gli occhi e mi immaginai la stanza piena di foto, libri, cd e cose varie. Me ne innamorai subito e capii che non avrei trovato di meglio. 
"Che ne pensi?" Mi chiese Hannah risvegliandomi dai miei pensieri. 
"È perfetta." Sorrisi entusiasta. 
In quell'istante sentimmo la porta principale aprirsi. Entrambe scendemmo al piano inferiore. Una ragazza bionda, con i capelli lunghi e mossi, occhi verde smeraldo e un fisico da modella era appena entrata nell'abitazione. 
"Ciao Megan lei è Carlotta, un'amica di una mia grande amica ed è interessata alla casa. Carlotta lei è Megan, la proprietaria di casa."
La bionda mi porse la mano sorridente. 
"Piacere di conoscerti Carlotta."
"Chiamatemi solo Charlie."
Sorrisi io rivolgendomi anche ad Hannah. 
"Così sei interessata alla casa?- domandò senza togliersi il sorriso dalle labbra carnose, più guardavo quella ragazza più mi sembrava che non avesse alcun difetto.- Hannah ti ha già fatto vedere le stanze?" Annuii. 
"Perfetto, se vieni di la con me puoi firmare il contratto e diventerai ufficialmente nostra coinquilina." Sorrisi entusiasta mentre la seguivo. 
Ero a Londra da meno di ventiquattro ore e già avevo trovato casa. 
 
 
ZAYN
 
"Quando tornano zia Hope e zio Niall?" Domandò Susan al padre.
"Tra qualche giorno tesoro."
"Non vedo l'ora che arrivi quel giorno."
Intervenne Cher che non faceva altro che fare su e giù dallo studio, ai magazzini, alla sala principale.
Harry rise vedendo la sua ragazza impazzire guadagnandosi una sua occhiataccia.
Poco dopo la porta del negozio si aprì.
"Ah sei tu.." Sospirò sollevata Cher quando vide entrare Hannah.
Insieme a lei c'erano due ragazze, una era l'amica di Lizzie e l'altra non l'avevo mai vista prima.
"Ragazzi lei è Megan, la proprietaria della casa dove abito." La presentò Hannah.
"Dove è tua sorella Lee?" Domandò poi accorgendosi della sua assenza.
"Dovrebbe essere in aeroporto per poi andare a New York." Disse tranquillamente Harry. Tutti puntarono lo sguardo sul riccio. Qualche giorno prima aveva detto a tutti che sarebbe rimasta a Londra e ora tornava a New York?
Pensai subito a quello che era successo qualche giorno fa. Per un momento pensai che fosse quello il motivo per cui stesse tornando a New York e mi sentii in colpa.
"Non è per.." Iniziò Liam ma venne interrotto da Harry. A quanto pare non ero stato l'unico a pensarlo.
"Non è per quello Liam.. Deve andare a New York per prendere delle cose e rendere ufficiale il trasloco." Spiegò Harry.
"Maledizione!" Urlò Cher chiudendo la chiamata. Tutti noi ci girammo incruditi verso di lei.
 
CHER
 
 
Chiusi il telefono prima di urlare un "maledizione."
Le cose al negozio non erano molto semplici e senza Hope era ancora tutto più complicato.
"Tutto bene Cher?" Domandò preoccupato Harry.
"La fotografa mi ha appena dato buca." Mormorai sedendomi di peso sullo sgabello.
"La settimana prossima dovevamo fare un servizio fotografico per pubblicizzare la linea ma sono rimasta senza modella e senza fotografa."
Mi spiegai.
"Io sono una fotografa, se vuoi posso darti una mano." Parlò per la prima volta la coinquilina di Hannah, Megan se non sbaglio.
"Dici davvero?" Domandai speranzosa.
"Certo.. E poi questi vestiti sono stupendi.- sorrise.- ho già fatto diverse foto a modelle e una mia amica sarebbe perfetta per fare da modella ai vostri capi."
"Mi salveresti la vita, grazie."
L'abbracciai facendola ridere.
"È un piacere."
 

HANNAH
 
Rientrai a casa in serata. Mi tolsi il giubbotto e lo appesi all'entrata. Poi mi diressi in salotto sedendomi sul divano sfinita.
Nel pomeriggio ero rimasta al negozio di Hope e Cher per dare una mano alla mia amica in assenza della prima.
Chiusi gli occhi poggiando la testa allo schienale del divano. L'atmosfera tranquilla venne però interrotta da alcune urla provenienti dal piano superiore che si fecero sempre più forti.
Presto vidi due ragazze litigare pesantemente.
"Sono stanca di questa situazione Beatrice. Non ne posso più." Urlò esasperata quella che riconobbi come Megan. Ma non era la stessa Megan allegra e spensierata che avevo conosciuto in questa settimana. Al posto dei suoi occhi vivaci c'erano occhi gonfi e rossi a causa delle lacrime che stava versando. Il trucco era tutto sbavato. Quel suo solito sorriso che ti trasmetteva serenità non c'era più, era stato sostituito da una smorfia di dolore. Il labbro inferiore era torturato dai denti della ragazza che sembrava essere sul punto di crollare.
"Mi dispiace Meg." Disse calma l'altra ragazza.
"Non mi interessa più delle tue scuse. Esci da casa mia e non farti più vedere." Urlò ancora la ragazza in lacrime.
"Ma.. Meg.. Non.." Provò a dire qualcosa senza riuscirci.
"Va via Beatrice. Non voglio sapere più niente di te. Sparisci dalla mia vita." Urlò disperatamente Megan. L'altra ragazza annuì debolmente prima di voltare le spalle e lasciare la casa a testa bassa.
Vidi Megan portarsi una mano tra i capelli distrutta iniziando a piangere più forte. I suoi singhiozzi si fecero più frequenti e le lacrime scendevano copiose sulle sue guance.
"Megan?-mi avvicinai a lei preoccupata posandole una mano sulla spalla.-ti va di parlarne?"
Lei mi guardò con i suoi occhi veste smeraldo feriti e spenti. Soltanto una volta avevo visto uno sguardo distrutto come il suo. L'avevo visto negli occhi di Liz quando tra lei e Zayn era finita.
"Era.. Era la tua ragazza?" Domandai titubante di aver sbagliato motivo, titubante di aver toccato un tasto dolente di cui lei non era ancora pronta a parlare, specialmente con me che mi conosceva da poco più di una settimana.
Annuì asciugandosi le lacrime con il dorso della mano. Poi con la stesa mano si spostò i capelli che le coprivano il volto all'indietro.
 
"Stavamo insieme da due anni.-parlò per la prima volta. Il suo sguardo era fisso sullo schermo spendo del televisore.- Ultimamente litigavamo spesso e negli ultimi due mesi mi ha tradito due volte- la suo voce era tremante e interrotta da vari singhiozzi- credevo che anche lei mi amasse, a quanto pare mi sbagliavo. Non mi ha mai amato come l'ho amata io."
"Megan è stata lei a perderci. Non lo dico per tirarti su il morale, ma perché lo penso davvero. Ora non conosco Beatrice ma conosco te, anche se poco. Ma in questa settimana ho capito che sei una ragazza stupenda e meriti di essere felice. Non farti abbattere da una relazione finita male, hai ancora tutta la tua vita avanti e vedrai che con tempo supererai tutto il dolore che stai provando."
Megan mi sorrise, un sorriso diverso dai precedenti. Un sorriso triste e spento.

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Capitolo 14
*** Sex? ***


CHAPTER 14.
 

 
ELEANOR
 
Erano diversi giorni che la voglia di uscire di casa era sparita ma quel giorno ero stata obbligata a mettere piede fuori casa. Qualche giorno prima Megan, una mia cara amica, mi aveva chiamato per un servizio fotografico. C’eravamo conosciute l’anno precedente durante un servizio fotografico. Io le dovevo fare da modella per la rivista dove lavorava.
Avevamo stretto una buona amicizia ed eravamo rimaste in contatto.
“Mi scusi.” proferì un ragazzo uscendo di corsa dalla metro.
Guardai la fermata, alla prossima dovevo scendere. In un minuto arrivai a destinazione e con qualche fatica scesi dalla metro. Uscita fuori mi guardai intorno.
La scritta a caratteri cubitali “Derrison’s Shop” dall’altra parte della strada, attirò la mia attenzione.  Guardai a destra e poi a sinistra, una volta accertata dell’assenza di veicoli attraversai la strada.
Entrai nel negozio facendo suonare la campanella attaccata alla porta.
“El..” Megan mi vene incontro radiosa come suo solito.
“Ciao Meggie.” sorrisi abbracciandola.
Una ragazza ci raggiunse dallo studio.
“Cher lei è Eleanor, la ragazza di cui ti avevo parlato.” mi presentò Meg.
“Piacere, io sono Cher.”
“Eleanor.”
sorrisi stringendole la mano che aveva allungato.
La porta del negozio si aprì nuovamente facendo suonare il campanello.
“Scusa il ritardo Cher, ma la sveglia non suonava.” si scusò la ragazza che era appena entrata.
“Potevi anche non venire Hope, me la sarei cavata da sola.” la tranquillizzò Cher.
“Volevo vedere come andavano le cose e poi non avevo niente di meglio da fare a casa.”
Cher spalancò gli occhi divertita.
“Preferisci lavorare che passare del tempo con il tuo maritino?”
Questa volta spalancai io gli occhi. Era una ragazza giovane, avrebbe dovuto avere più o meno la mia età ed era già sposata?
“Sei sposata?” domandai cercando di sembrare meno scortese possibile.
“Hope loro sono, Megan la nostra nuova fotografa nonché coinquilina di Hannah e lei è Eleanor, la nostra modella.”
 

 
“Grazie mille ragazze, ci avete davvero salvato.” ci ringraziò Cher quando finimmo il servizio fotografico.
“È stato un piacere.” sorrisi io.
“Se vi servirà una mano potrete sempre contare sul nostro aiuto.” aggiunse Megan.
“Grazie ancora, se vi serve qualcosa sono in ufficio.”
Sorrisi poi prima di rivolgere la mia attenzione alla mia amica. Mi poggiai alla cassa mentre guardavo Megan sistemare la sua attrezzatura.
“Come va? È un po’ di tempo che non parliamo.”
Megan sbuffò sistemando un obbiettivo. Lo poggiò su una vetrina alzando lo sguardo.
“Io e Beatrice ci siamo lasciate.” mi staccai dalla cassa avvicinandomi alla mia amica.
“Mio dio Meg, mi dispiace tanto.” sussurrai abbracciandola.
“E come se non bastasse mi hanno licenziata come fotografa dalla rivista a cui lavoravo.”
“Mi dispiace.”
proferii non sapendo cos’altro dire.
“Te, tutto bene?” mi chiese lei.
“David è tornato.”
“ E tu?”
“Io cosa? Non provo più niente per lui e ora ne sono più sicura..”
“Ma?”
“Non so Meg, ho paura di ricascarci.”

David era il mio ragazzo, poco più di un mese fa mi aveva tradito ferendomi. Eravamo stati insieme per nove mesi e io stavo iniziando a provare qualcosa di veramente forte per lui. Poi un giorno, mentre ero fuori città per un servizio fotografico, era andato a letto con la mia migliore amica. Subito dopo la rottura ero rimasta per qualche giorno chiusa a casa senza avere le forze di fare niente.
Il campanello suonò di nuovo quando la porta si aprì. Tre ragazzi entrarono nel negozio. Erano un più bello dell’altro. Uno aveva i capelli boccolosi e gli occhi verde smeraldo, un altro era biondo con gli occhi color cielo e infine l’ultimo, il più bello di tutti, aveva i capelli castano scuro e gli occhi che avrebbero fatto invidia al mare per quando erano azzurri.
“Megan, giusto?” domandò il riccio rivolgendosi alla mia amica.
Lei annuì prima che le due ragazze che erano andate precedentemente nello studio.
Non sentii niente di quello che dissero, ero rimasta incanta da quel ragazzo.
Lo fissai finché Megan non mi tirò una gomitata nello stomaco.
“Noi andiamo. Ciao..” sorrise la ragazza al mio fianco.
“Ciao..” le feci eco io prima di prendere la mia borsa e seguire la ragazza.
“Credo che David non è più un pericolo.” ridacchiò Megan una volta sole.
“Comunque stasera ti aspetto a casa mia, abbiamo bisogno di svagarci.”
 
LIZ
 
"Liz ti vuoi muovere?"

L'ennesima lamentela di mio fratello arrivò ottava alle mie orecchie. 
Sbuffai nuovamente. 
"Arrivo." Urlai prendendo la mia borsa e scendono di fretta le scale. 
"Finalmente." Esclamò scocciato mio fratello quando mi vide. Gli feci la linguaccia e lo seguii verso la macchina. 
Quella mattina ero tornata da New York e avevo portato qualcosa dalla mia vecchia casa, il resto sarebbe arrivato nei giorni seguenti. 
Anche Hope e Niall erano rientrati da poco e Louis aveva deciso di festeggiare tra di noi i due sposi novellini a casa sua. 
Nel giro di dieci minuti ci trovammo a casa del ragazzo. 
"Tommo." Lo salutai stingendolo tra le mie braccia. 
"Susan?" Domandai dopo aver salutato il resto del gruppo. 
"Con il nonno." Spiego Louis. 
Quella sera il gruppo era al completo, in più c'erano Charlie, Megan, perrie e una ragazza che non avevo mai visto prima. 
Era molto bella e sembrava essere una brava ragazza, un misto di Hope e Alex, di dolcezza e pazzia.
Presto scoprii che si chiamava Eleanor ed era la modella che aveva posato per il catalogo del 'Derrison's Shop'. 
"Scusate, perché Perrie ha quella pietra enorme al dito?" Domandò Niall notando l'anello della ragazza. 
Mi si formò un groppo in gola e trattenni il respiro. 
"Non mi dire che.."
Disse sconvolta Hope capendo tutto.
"Io e Zayn ci sposeremo." Confermò le sue idee la bionda. 
"Vado a bere qualcosa." Proferii alzandomi dal divano. Avevo un peso sullo stomaco che non riuscivo a digerire. 
 
ELEANOR 
 
"Meg perché non venire anche voi?"

Domandò la coinquilina della mia amica entrando nel salone. 
"Non vorremmo disturbare."
"Sono sicura che a Hope e Niall non darebbe fastidio e a Louis non causerebbe nessun problema."
Insistette la ragazza. 
Appena sentii l'ultimo nome, lo associai subito al ragazzo che avevo visto in tarda mattinata al negozio. 
Nel giro di dieci minuti Hannah ci convinse ad andare con lei. 
Quando arrivammo a casa di Louis, rimasi tutto il tempo seduta su un angolo del divano in disparte a chiacchierare con Megan senza staccare mai lo sguardo dal ragazzo. 
Per gran parte della serata provai gelosia. Mi ritrovai ad essere gelosa di una persona che neanche conoscevo. Mi ritrovai ad essere invidiosa di una ragazza, probabilmente la sua, senza neanche conoscerla.  
Per tutta la serata Louis e Liz erano stati insieme senza separarsi un secondo ed ebbi la conferma del mio pensiero quando vidi i due ragazzi scambiarsi un bacio che di innocente non aveva niente. 
 
 
ZAYN
 
"Torno subito.." Dissi alzandomi dal divano per raggiungere il bagno. Salii al piano superiore e mi diressi verso il bagno. 
Dei rumori sinistri provenivano dalla camera di Louis. 
Mi affacciai alla porta aperta e vidi una scena che non mi sarei mai aspettato di vedere. 
Louis seduto sul letto con le mani sotto la maglietta di Lizze che era seduto a cavalcioni su di lui. Si stavano scambiando un bacio poco casto mentre Louis percorreva con la sua mano sinistra tutta la schiena della ragazza mentre con l'altra le toccava il sedere. 
Il ragazzo ribaltò la situazione stendendosi sopra di lei. 
Chiusi gli occhi allontanandomi dalla stanza e scendendo sotto ancora sconvolto da quello che avevo appena visto. 
"Tutto bene?" Domandò Liam appena entrai in salotto. 
Annuii prima di prendere il giubbotto e fare cenno a Perrie di seguirmi. 
 
 
LIZ 
 
I raggi del sole mi colpirono il viso svegliandomi. Aprii leggermente gli occhi chiudendoli subito dopo. Mi girai nel letto urtando un corpo caldo. Sussultai prima di alzarmi di colpo e spalancare gli occhi.  
La testa mi scoppiava e deglutii quando vidi il corpo di Louis nudo, ad eccezione del boxer, steso accanto a me. 
Chiuso gli occhi cercando di ricordare cosa era successo la sera prima ma l'ultima cosa che ricordavo era che Louis mi aveva raggiunto in cucina e avevamo iniziato a bere insieme, poi il buio. 
"Louis?" Sussurrai scuotendo leggermente il ragazzo che mugugnò qualcosa di incomprensibile girandosi dal lato opposto. Ritentai e dopo quasi dieci minuti aprì finalmente gli occhi. 
"Liz? Cosa ci fai qui?" Domandò confuso. 
"Lou, ti prego dimmi che non è successo quello che sto pensando." Sussurrai spaventata con voce tremante. Avevo avuto un solo rapporto sessuale in tutta la mia vita e non volevo che il secondo fosse successo in quel modo. 
Louis mi fisso trovandomi in intimo, poi si guardò lui e infine si guardò intorno trovando tutti i vestiti sparsi per la camera. 
Poi tornò a fissarmi deglutendo. 
"Non so.." Proferì imbarazzato. 
Nessuno dei due sperava che quel l'ipotesi fosse vera ed entrambi eravamo terrorizzati di scoprire la verità. 

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Capitolo 15
*** Brad Pitt. ***


 

CHAPTER 15.

 
LOUIS
 
Il risveglio di quella mattina fu più brutto del solito. Quella notte avevo sognato Alex e mi ero svegliato qualche minuto prima della sveglia. Avevo allungato la mano nella sua parte del letto credendo di trovarla e avevo provato un senso di dolore quando avevo realizzato che lei non era più qui.
Per diverso tempo avevo desiderato che lei tornasse qui da me.
Magari un giorno l'universo avrebbe accolto la mia richiesta e ci avrebbe riportati vicini.
Ma tra l'aldilà e il mio nido di città c'è molta differenza anche se provo a non vederla.
Adesso, steso su questo letto, sul nostro letto, mi sto accorgendo che il suo odore sta svanendo lentamente. Tutto quello che ora mi restava di Alex era il suo ricordo. Un ricordo di cui dovevo accontentarmi, dovevo inalare ad andare avanti senza di lei, dovevo continuare ad affrontare la mia vita come se lei fosse ancora qui.
Chiusi gli occhi e cercai di immaginarla stesa di fronte a me. Riuscii a farlo alla perfezione. Riuscii ad immaginarla così bene da credere quasi fosse reale. Riuscivo a sentire il suo profumo, riuscivo a vedere ogni dettaglio del suo viso, ogni sfumatura dei suoi occhi. Riaprii gli occhi di scatto sentendo un vuoto all'altezza del petto. Un vuoto che causava un dolore immenso.
Dovevo riuscire a voltare pagina, dovevo farlo per me, per mia figlia, per i ragazzi che nell'ultimo anno mi erano sempre stati vicini, dovevo riuscire a tornare ad essere il ragazzo di un tempo. Ma senza pace dentro al petto,
so che non posso fare tutto, non riuscirei a farlo.
Guardavo fisso la porta di camera socchiusa perché se entrasse un'altra volta vorrebbe dire che anche io son morto.
Per un breve istante desiderai morire realmente, poter rincontrare Alex e stare con lei per sempre, ma quando la porta di camera si aprì facendo entrare una bambina con i capelli bisogno cenere boccolosi rimangiai tutto quello che avevi pensato.
Susan era ormai la mia unica ragione di vita, se non mi ero chiuso in casa dopo la morte di Alex, era solo per lei. Non volevo che le mancasse niente.
"Tesoro, che è successo?"
Domandai alzandomi preoccupato dal letto e avvicinandomi a mia figlia in piedi davanti la porta.
"Ho sognato la mamma."
Sussurrò tristemente abbracciandomi.
La strinsi forte tra le mie braccia e cercai di tranquillizzarla. Poi la presi imbraccio e la misi nel mio lettone stendendosi accanto a lei.
"Raccontami di lei." Chiese dopo qualche minuto di silenzio.
Guardai mia figlia negli occhi e per un breve istante vidi di nuovo Alex stesa insieme a noi due nel letto.
"Cosa vuoi sapere?"
"Com'era? Non licoldo"
 le spostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio prima di iniziare a parlare.
"Tua mamma era la ragazza più bella che avessi mai visto. Tu le assomigli molto lo sai? Aveva i tuoi stessi occhi e i tuoi stessi capelli, solo un po' più scuri."
Susan sorrise contenta mentre io continuai a parlare di sua madre. Ricordando come era la sua vita che un giorno se l'era portata via con se.
 
LIZ
 
"Quale è il programma di oggi?" Chiesi ad Harry quando salii sulla sua macchina.
"Picnic al parco e poi vediamo.."
Sorrise uscendo dal parcheggio di casa mia.
"Tutto bene? Sei strana" Mi chiese il ragazzo. In effetti erano diversi giorni che avevo un peso sul petto senza sapere perché.
"Si, sono solo un po' stanca a causa del trasloco."
Negli ultimi giorni avevo dormito poco e mangiato poco, forse era quello il motivo del mio malessere.
Rimanemmo in silenzio per un po’. Osservavo il paesaggio dal finestrino mentre alla radia passavano una canzone di Katy Perry.
Nella mia mente riaffiorò un ricordo che avevo conservato per diversi anni quando passai davanti l'O2 Of London.
 
"Ma dove siamo?"
"Vieni con me e vedrai"

Era un posto enorme, famigliare ma non riuscivo a collegarlo da nessuna parte. Non riuscii a capire dove fossimo. Solo dopo essere entrata capii di trovarmi all'O2 of London. Zayn dopo avermi accompagnato dentro, mi lasciò la mano e tornò indietro. Lo vidi ritornare dopo qualche minuto con una cesta è uno zaino. 
"Che ci facciamo qui?"
Non ricevetti risposta. 
"Zayn che stai facendo?"
Ancora niente. 
"Zayn?"
Niente, troppo impegnato il ragazzo per rispondermi. Che aveva intenzione di fare?
"Zayn si può sapere cosa stai facendo? E perché siamo qui?"
"Beh semplice. Ho affittato la O2 per tutta la serata per noi due soli..."

 
"Liz? Ci sei?" Harry mi riportò alla realtà.
"Eh?"
"Siamo arrivati? Vuoi scendere? O preferisci stare in macchina?"
 Sorrisi e scesi dall'auto. Il mio pensiero era però fisso alla O2 arena.
"Sei sicura di star bene?" Mi domando una volta che lo raggiunsi.
"Si, te l'ho detto sono solo un po' stanca."
"Fingerò di crederti."

A volte, come in questo caso, odiavo questa lato del nostro rapporto. Bastava un solo sguardo per comprenderci.
"Ci mettiamo vicino il lago?" Domando Harry indicando una zona libera.
 
"Lizze, devi andare."
Mi sussurrò Zayn all'orecchio. Spostai il mio sguardo dal laghetto e incrociai gli occhi del mio ragazzo. 
"Stai per caso cercando di liberarti di me?" Scherzai. 
"Beccato.." Disse seriamente. Gli tirai uno schiaffo giocoso sul braccio facendolo ridere. 
"Sto scherzando Lizzie, lo sai che ti amo."
"Ruffiano." Proferii fingendomi offesa e allontanandomi dalla sua presa. 
"Dove vai acida?" Scherzò raggiungendomi e abbracciandomi da dietro. 
"Il più lontano possibile da te." 
Scherzai rimanendo però tra le suo braccia. Mi sentivo protetta e al sicuro li. 
"Ritornando al discorso di prima, dovresti andare a New York."
"È come faremo? C'è l'oceano di mezzo, New York è dall'altra parte del mondo."
"Troveremo un modo per stare insieme. Finirò l'università qui e mi trasferirò li a New York. Possiamo farcela Lizzie."

 
"Liz? Stai bene? È tutto il giorno che sembri essere in un'altro mondo." Mi richiamò Harry quando non risposi.
"Hey, tutto ok?" Chiese preoccupato quando mi vide con gli occhi lucidi quasi sul punto di piangere.
"Io.. Non lo so.."
Mormorai con voce tremante.
"Ha a che fare con Zayn?"
Colpita e affondata.
 
“Sei innamorata di lui, Liz.” disse seriamente il mio migliore amico.
“No, non provo più niente per lui.” dissi sicura di me.
“Tu non hai mai smesso di amarlo Liz e il tuo cuore l’ha sempre, ora che l’hai rivisto l’ha capito anche la tua testa.”
“Ti sbagli, lui è stato il mio primo amore e il primo amore non dura tutta la vita, ma la cambia per sempre. Lui mi ha cambiato la vita, ma ora non c’è più niente tra di noi.”
“Sono tutte balle. Prendi Niall e Hope, per loro è stato il primo amore eppure ora si sono sposati. Prendi me e Cher, nonostante tutte le difficoltà stiamo ancora insieme. Se ci tieni veramente fai di tutto perché il primo amore duri in eterno.”

Scossi la testa spaventata dall’idea di provare ancora qualcosa per Zayn ma sapendo che Harry aveva ragione.
“Non amo più Zayn.” sussurrai cercando di convincere più me stessa che il riccio.
“Se non l’amassi più non ti avrebbe dato fastidio il fatto che lui e Perrie si sposano tanto da scappare dalla stanza, Non ti avrebbero fatto male i ricordi di voi due insieme…”
Continuavo a muovere ininterrottamente la testa da destra a sinistra come a voler rifiutare quella dura e crudele verità.
Mi alzai lasciando sfuggire una lacrima dai miei occhi e iniziai a camminare all’indietro.
Harry si alzò e mi strinse prontamente tra le sue braccia.
Iniziai a piangere tra le sue braccia sapendo di poter sempre contare su di lui.
 
CHARLIE
 
“Sei in ritardo.” mi rimproverò scherzando Liz.
“Scusa se non trovavo il locale.” dissi in mia difesa provocando le risate della ragazza.
“Come mai mi hai chiesto di vederci? Oggi non è la tua giornata speciale con Harry?”
“Ha avuto un imprevisto al lavoro e ho pensato che da quando sei arrivata qui a Londra non siamo mai state sole.” 
sorrise.
“Così io sono la tua riserva?” mi finsi offesa.
“Chiunque sarebbe la mia ruota di scorta in questo giorno.” disse seriamente.
“Anche se venisse Brad Pitt a pregarti di passare una giornata con lui?”
“Anche se venisse Brad Pitt a pregarti di passare una giornata con lui. La mia giornata con Harry è sacra. disse con tu tono che non ammetteva repliche.
“Tu sei strana proprio ragazza mia.-
Liz si mise a ridere appoggiandomi.-Non è che ti piace il riccio?”
“Chi Harry? Ma neanche per sogno. Certo è un bel ragazzo ma per me è come un fratello.”
“Ciao.”
 una terza voce si unì a noi.
Mi voltai verso la voce e trovai Liam, il fratello di Liz. Non l’avevo mai guardato bene, non avevo mai fatto caso a quanto fosse bello, a quanto fosse simile alla sorella solo che i suoi tratti erano più marcati e maschili di quelli di Liz.
“Ciao..” lo salutai senza staccare il mio sguardo dal suo viso.

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Capitolo 16
*** School of dance. ***


CHAPTER 16.

 
ELEANOR
 
Quella mattina uscii insieme a Megan in giro per Londra. Da quando la mia migliore amica era andata a letto con il mio ragazzo, avevo interrotto ogni contatto con lei e il resto del gruppo. L'unica amica che avevo ora era Megan. 
Passammo davanti al 'Derrison's Shop' e decidemmo di entrare. 
"Ciao ragazze." Ci salutarono calorosamente Hope e Cher quando entrammo. 
Ricambiammo e mentre Meg andò a parlare con loro io iniziai a guardare qualcosa. 
La porta del negozio di aprì facendo entrare Louis. Sorrisi istintivamente quando lo vidi e lo fissai avvicinarsi alle due proprietarie. Io rimasi in disparte a guardare i vestiti. 
Un tonfo mi distrasse. Mi voltai verso il rumore e vidi una bambina stesa a terra a piangere. 
Mi avvicinai immediatamente e la aiutai ad alzarsi.
"Tutto bene piccola?"
Le chiesi sorridendo. La bambina si asciugò una lacrima e annuì. 
"Tutto bene?" Si aggiunse una terza voce preoccupata. Alzai il mio sguardo e incontrai quello azzurro mare di Louis. 
La bambina corse verso di lui che la prese prontamente in braccio. 
Louis la strinse tra le sue braccia accarezzandole i capelli. 
Sorrisi a quella scena, sembrava un ragazzo davvero dolce. 
"Ciao.." Sussurrai trovando il coraggio di parlargli. 
"Ciao, Eleanor giusto?"
Sorrisi, nonostante non avessimo mai parlato si ricordava il mio nome. Annuii senza trovare il coraggio di dire nient'altro. 
"Cher, la posso lasciare a voi?" Chiese il ragazzo rivolgendo poi la sua attenzione alle sue amiche. 
"Lou, la terremmo volentieri ma siamo piene di lavoro, non riusciremo a badare a Susy." Si scusò Cher. 
"Posso tenerla io..- dissi richiamando l'attenzione.- ce, non ho niente di meglio da fare. Potrei rimanere qui in negozio e badare a .."
"Susan.."
Mi suggerì Louis. 
"A Susan."
Conclusi. 
"Lo faresti davvero?"
Domandò sorpreso il ragazzo. 
Annuii. 
"Mi saresti di grande aiuto."
"Non ho nessun problema, poi mi piacciono i bambini."
Sorrisi. 
"Grazie davvero, ti devo un favore." Disse prima di salutare la bambina con un bacio sulla guancia e uscire via dal negozio. 
"Wow.. Se non l'avessi visto con i miei occhi non ci avrei creduto."
Proferì Cher. 
"Cosa?"
Domandai confusa. 
"Louis non lascia mai Susan con qualcuno che conosce da poco, è già tanto se la lascia da noi. Devi aver catturato in qualche modo la sua fiducia per averti lasciato con la figlia."
Dopo quelle parole non sapevo se essere felice per il fatto che Louis si fosse fidato di me senza neanche conoscermi o se essere spaventata dal fatto che il ragazzo per cui avevo preso una cotta avesse una figlia. Cercai di non darci peso e mi avvicinai alla bambina.
"Ciao Susan, io sono Eleanor."
"Ciao."
Disse in un sorriso la piccolina. 
 
LIZ
 
“Liam! Mi hai spaventato a morte.” sussultai portandomi una mano al cuore che aveva accelerato i battiti per lo spavento.
“Non è colpa mia se quando balli sei in un altro mondo.- disse in sua difesa.-ero venuto a dirti che esco con Niall. - annuii passandomi una mano tra i capelli bagnati di sudore.- sei sola a casa, Zayn è fuori con Perrie.” sentire quell’ultima frase fu come ricevere una pugnalata in pieno petto. Cercai di mostrarmi il più indifferente possibile, non volevo far capire a mio fratello che non avevo mai dimenticato il moro. L’unico a saperlo era Harry e doveva rimanere tale.
Quando Liam uscì dalla mia camera, feci ripartire la canzone dall’inizio cercando di costruire una coreografia. Dopo essere riuscita a montare tre otto, il campanello di casa suonò.
Spensi lo stero e, dopo aver preso un asciugamano dal bagno, scesi di corsa le scale andando ad aprire la porta.
“Ciao ragazze.” sorrisi quando mi trovai di fronte Hannah, Charlie e Megan.
“Vado a fare una doccia veloce e torno subito.”
In dieci minuti ero fuori dalla doccia. Mi vestii velocemente prendendo le prime cose che trovai nell’armadio e scesi sotto con i capelli bagnati.
“Eccomi qui.” annunciai il mio arrivo in salotto.
“Sei stata a ballare?” domandò Hannah. annuii sedendomi sulla poltrona accanto a quella dove era seduta Charlie.
“Balli?” mi chiese Megan.
“Ho lasciato da poco gli studi di danza ma non smetterò mai di danzare.”
“Posso chiederti un favore?-
annuii facendole segno di continuare.- Mi hanno appena offerto un lavoro presso una rivista e devo fare delle foto per un articolo sulla danza. Posso farti qualche foto mentre balli? Non conosco altre ballerine e non so proprio come fare.”
“Certo, nessun problema.”

“Ti piace molto danzare?” chiese poi curiosa Megan.
“Danzare è come parlare in silenzio. E’ dire molte cose, senza dire una parola. Io riesco ad esprimere quello che provo e non riesco a dire solo ballando.”
“È la stessa cosa per me, solo che invece della danza uso la fotografia. Fare la fotografa è il sogno che ho da quando sono bambina e sono felice di averlo realizzato.”

Megan aveva trasformato la sua passione in lavoro e notando la sua felicità nel aver realizzato il suo sogno capii cosa volevo fare.
“Han, hai già trovato un lavoro?” la ragazza scosse la testa confusa.
“Ti va di aprire una scuola di danza? Io e te insieme.”
“Io? Perché proprio io?”
chiese ancora confusa.
“Perché so che hai fatto per diversi anni Hip Hop e sei molto brava. Io potrei insegnare classico e moderno e te Hip Hop.” cercai di convincere la mia amica.
“Mi sembra una bella idea.” intervenne Charlie. Anche Megan mi appoggiò.
“Non lo so Liz.. non credo di essere in grado di insegnare.”
“Sono sicura che non è così.. Han, sei un’ottima danzatrice.”
insistetti ancora.
“Ci penserò.” disse dopo un po’.
“Beh se dovessimo aprire la scuola dovremmo sbrigarci. Siamo a metà luglio e dobbiamo trovare un locale dove poter aprire.”
“Forse posso aiutarvi. Vicino la mia vecchia casa c’è un garage abbastanza grande ma ormai non lo usiamo più. Potreste trasformarlo in una sala da ballo.”
propose Megan.
“No Meg, non possiamo chiederti questo.” in fondo conoscevo quella ragazza da solo una settimana.
“Non è un problema davvero. Quel garage non è usato da nessuno e mi farebbe piacere darlo a voi.”
“Sei sicura?”
chiese Hannah. Megan annuì convinta.
“Se volete ve lo faccio vedere. Così potete giudicare voi stesse se fa al caso vostro.”
 
 
“Dove sei stata sorellina?” mi chiese Liam appena misi piede in casa.
“Da una parte.” risposi vagamente. Non volevo accennare niente a nessuno della scuola di danza che avevo deciso di aprire, almeno finchè non fosse stata una cosa sicura.
“Non ti dirò nulla fratellone.” lo anticipai quando stava per dire qualcosa. Alzò gli occhi al cielo poi lo seguii in salotto.
Niall era seduto su la poltrona a sinistra del televisore e Liam prese posto nell’altra poltrona. Sul divano c’era seduto Zayn e Perrie era stesa poggiando la testa sulle sue gambe.
 
“Quando rientrerai a scuola?”
“Non so, credo rientrerò giusto per fare l’ultima settimana.”
“Beata te, ti salterai i giorni più stressanti della scuola.”
“Eh già.”

Mi sistemai meglio sul divano per stare più comoda. In quel momento i ragazzi fecero capolinea nel salotto. Liam si sedette sulla poltrona di fronte ad Hannah, mentre Zayn rimase in piedi trovando tutto occupato.
“Fammi spazio.”
Disse indicando il divano.
“No, devo stare comoda. Ho subito un intervento qualche giorno fa.”
Ammiccai chiudendo gli occhi.
Lo sentii sbuffare. Sorrisi.
“Dai spostati, ti poggi su di me. Posso essere un ottimo cuscino.”
Sentii mio fratello e Hanna ridacchiare.
“Liz, vedi se hai la febbre.” se ne uscì mio fratello, annuii.
“Malik, tu che stai in piedi portami il termometro.”
Alzò gli occhi al cielo e sbuffando andò a prendere il termometro.
“Tieni.”
Disse porgendomelo. Io mi alzai giusto quel poco per prendere il termometro ma lui fu più veloce di me e occupò il posto dove prima c’era la mia testa.
“Ehi così non vale!” protestai tirandoli uno schiaffo giocoso sul braccio facendolo ridacchiare. Dopo aver abbassato la temperatura del termometro, lo misi sotto l’ascella e mi poggia sulla spalla di Zayn. Lui portò un braccio intorno alle mie spalle stringendomi a lui. Mille brividi percorsero la mia schiena. Stavo così bene in quella posizione che faticai a staccarmi quando dovetti togliere il termometro.
“Allora quanto hai?” chiese Hannah.
“Trentasette e mezzo.”
“Forse ti conviene andare a riposare.” disse mio fratello.
“No, sto bene qui.”
Dissi poggiando il termometro sul tavolino di fronte e stendendomi sul divano poggiando la testa sulle gambe di Zayn.
 
Una lacrima sfuggì dai miei occhi, Liam lo notò subito.
“Liz, tutto ok?” chiese preoccupato portando l’attenzione di Niall e Zayn su di me.
“Si, mi è entrata qualcosa negli occhi.” sorrisi mostrandomi il più credibile possibile. Asciugai la lacrima con il dorso della mano e mi rinchiusi in camera mia.
 

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Capitolo 17
*** It's a beautiful guy. ***


CHAPTER 17.

 
ELEANOR
 
Avevo passato tutta la giornata con Susan. Era una bambina dolcissima, mi ricordava molto me da piccola.
“Ti è piaciuto il gelato?” le domandai quando ingoiò l’ultimo pezzo di cono.
La piccola annuì sorridente.
“Vieni qui..” mi avvicinai al suo viso con un fazzoletto togliendole il cioccolato dalle labbra.
Poi le ripresi la manina ed entrammo nel negozio di Hope e Cher.
“Papiiii” urlò Susan lasciando la mia mano e correndo verso il padre che era già nel negozio. Louis sorrise felice di vedere la sua bambina e la prese prontamente tra le braccia facendola girare. Susan rise felice e abbracciò forte il padre.
Sorrisi a quella scena, ero sicura che Louis fosse un ottimo padre.
“Ti va di andare dalla mamma?”
Il mio sorriso si spense. Possibile che un ragazzo appena conosciuto mi facesse quell’effetto?
 
LOUIS
 
“Ti va di andare dalla mamma?” domandai a mia figlia.
Dopo che acconsentì la posai a terra. La vidi correre verso la ragazza con cui l’avevo lasciata. Lei si abbassò all’altezza di mia figlia e le sorrise.
“Ciao El.” la salutò abbracciandola.
“Ciao piccola.” ricambiò scompigliandole i capelli. Susan si mise a ridere prima di posare un bacio sulla guancia alla ragazza. Mi avviai verso loro e presi Susan per mano.
“Andiamo?” la piccola annuì.
“Papà, El può farmi da babysitter anche altre volte?”
“Piccola, Eleanor ha il suo lavoro, non può sempre farti da babysitter.”
“Okay.”
abbassò tristemente la testa.
“Per me non c’è nessun problema. Il mio lavoro mi tiene poco impegnata e poi Susan è dolcissima.” si intromisi la ragazza sorridendomi.
“Non vorrei creare disturbo, poi non riuscirei a pagare una babysitter.” con il mio lavoro da cameriere guadagnavo il necessario per mandare avanti la mia famiglia.
“Non ho bisogno di soldi, se non sai dove lasciare Susan non esitare a chiamarmi. Lo faccio con piacere e gratuitamente.”
“Davvero.. non vorrei creare disturbo.”
Non conoscevo quella ragazza, eppure lei si era offerta di aiutarmi con Susan.
“Non è un disturbo, davvero.” sorrise convincendomi.
Dopo la morte di Alex non mi fidavo più tanto facilmente delle persone. Non lasciavo mai Susan con nessuno, neanche con i ragazzi o Cher ed Hope anche se li conoscevo da tempo e mi fidavo ciecamente di loro. Erano rare levolte che succedeva. Eppure quella mattina avevo lasciato Susan con Eleanor, una ragazza che avevo visto due volte senza scambiarci mai parola. C’era qualcosa che mi spingeva a fidarmi di lei ma non sapevo cosa.
“Ti chiamerò se ho bisogno.” dissi infine. Susan batté le mani felice e sorrise alla ragazza.
“Questo è il mio numero, chiamami quando ne hai bisogno.” sorrise la ragazza prima di dettarmi il suo numero.
Per la prima volta dopo la morte di Alex sentii meno la sua mancanza. Ciò mi fece sentire terribilmente in colpa.
 
LIZ
 
"Liz?" Qualcuno mi richiamò. Mugugnai qualcosa di incomprensibile girandomi dal lato opposto. 
"Liz? Svegliati!" Insistette. Aprii svogliatamente gli occhi trovandomi il volto di Harry a pochi centimetri dalla mia faccia. 
 
-Elisabeth? Beeeth? Svegliaaaaa!
Aprii gli occhi e la prima cosa che vidi fu il volto di Zayn a dieci centimetri.
-AAAAAAH MA CHE CAZZO? TI SEMBRA QUESTO IL MODO DI SVEGLIARE UNA PERSONA? ASPETTA MA COME CAZZO HAI FATTO AD ENTRARE?
-Sono entrato con le altre chiavi.
-QUALI CHIAVI?
-La vuoi smettere di urlare? Sto a meno di un metro da te. Comunque quelle nascoste sotto il vaso all’entrata.
-E da quando abbiamo delle chiavi lì? E poi si può sapere chi ti ha dato il permesso di entrare?
-Stavo lì fuori da un’ora e mi stavo congelando.
-Non ti hanno insegnato a bussare Malik?
-Sai ci ho provato ti ho anche chiamato ma non davi segni di vita. Sistemati io intanto ti aspetto giù.
 

Scossi la testa come per cacciare quel ricordo. 
"Tutto bene?" Domandò preoccupato Harry.
Scossi la testa sospirando. Non ci fu bisogno di aggiungere altro, lui aveva già capito tutto. 
"Che ci fai qui?"
"Sono venuto a chiamarti per la cena."
"Non ho fame.."
"Non hai fame o non vuoi scendere sotto dove c'è Zayn?"
Dubitò il riccio. 
"Non ho davvero fame, ho mangiato molto a pranzo e non sono più abituata a mangiare così tanto." Spiegai. 
"Lo sai che non rifiuterei mai del cibo Styles." Scherzai facendolo ridere. 
"Scendi almeno.." 
"Il tempo di rinfrescarmi e arrivo."
Sorrisi al ragazzo. 
"Se entro mezz'ora non ti trovo giù vengo a cercarti eh." Disse fingendosi minaccioso.
Alzai gli occhi al cielo divertita e mi alzai dal letto andando in bagno. 
Legai i capelli e feci una doccia veloce. In dieci minuti ero pronta. Uscii dal bagno e finii sopra qualcuno. 
Alzai lo sguardo incontrando quello caramello del ragazzo che mi aveva fatto perdere la testa. 
"Scusa.." Proferii abbassando lo sguardo. 
Zayn mi sorrise facendomi sciogliere come un gelato al sole. Da quando ero tornata a Londra il rapporto tra me e Zayn era molto ambiguo. Avevamo parlato qualche volta come due conoscenti, poi dopo la notizia del matrimonio ci eravamo evitati. 
Rimanemmo a fissarci per qualche secondo. Mi era mancato il suo sguardo. 
Mi ritornò in mente il suo sguardo distrutto quando avevo rifiutato la sua richiesta e non riuscii più a reggerlo. Chiusi gli occhi cancellando quello sguardo ferito e lo sorpassai scendendo in cucina. 
 
CHARLIE
 
Suonai a casa di Liz e dopo poco suo fratello mi aprì la porta. 
"Ciao Charlie. Entra." Mi sorrise facendomi spazio. 
"Ciao, c'è Liz?" Liam chiuse la porta alle sue spalle prima di rispondermi. 
"Dorme."
"Oh allora tolgo il disturbo."
"Non ti preoccupare, puoi rimanere."
Disse gentilmente. Gli sorrisi e mi lasciai convincere. Lo seguii in salotto e salutai gli altri due ragazzi presenti e la ragazza di Zayn. 
Mi misi seduta timidamente sulla poltrona e Liam si poggiò sul bracciolo della poltrona dove ero seduta io. 
Rimasi in silenzio senza sapere che dire, ascoltavo i discorsi di Liam e Niall. Zayn invece era silenzioso, anche dopo che la sua ragazza andò via. Non mi sembrava un tipo molto loquace. 
"Come ti trovi qui a Londra Charlie?" Liam rivolse la sua attenzione a me. 
"Bene, ho sempre amato questa città."
Liam sorrise e poi guardò il suo orologio. 
"Restate a cena qui?" Chiese a me e Niall. 
"Chiamiamo anche gli altri." Aggiunse dopo. 
"Non vorrei disturbare."
"Nessuno disturbo. Sei amica di mia sorella e tutti le amiche di mia sorella sono nostre amiche. Giusto ragazzi?" 

Sorrisi. Quel ragazzo era dolcissimo, tutto il contrario della sorella. 
 
"Scusami mi ero dimenticata che dovevi venire e mi sono addormentata." Avevamo appena finito di cenare e io e Liz eravamo uscite un po' in giardini. 
"Che novità." La presi in giro. 
"Hey!" Liz prese un cuscino dal divanetto dove eravamo sedute e mi tiro un cuscino in faccia. 
"Sai, sto iniziando a domandarmi come tu e Liam siate fratelli."
"Che vuoi dire?"

Chiese assottigliando gli occhi. 
"Ah aspetta, ti riferisci al fatto che io sono così bella, simpatica e intelligente mentre lui non lo è, giusto?" Aggiunse pavoneggiandosi. 
"Stupida." Dissi ridendo. 
"Dicevo, tuo fratello è così dolce. Tu non lo sei per niente invece." Mi spiegai. 
"Io sono dolcissima." Disse alzando le mani in segno di vittoria e urtando contro il palo del gazebo. 
"Aia cazzo." Urlò sventolando la mano velocemente e poi massaggiandosela con l'altra. 
"La più dolce guarda." Dissi tra le risate. 
"Come mai hai tirato in ballo mio fratello?"
Chiese dopo un po'. 
"Cosa?" Il mio tono era confuso mentre arrossii leggermente. 
"Ti piace." Disse emozionata sorridendo. 
"Non è vero." 
Liz mi guardò di sbieco. 
"Davvero."
"Non ti credo neanche un po'."
"Sei impossibile."
Sbuffai divertita. 
"Lo sapevo!"
"Ma cosa? Non ti ho detto che mi piace."
"Non direttamente."
"Cosa ho fatto di male per avere un'amica come te?"
Scherzai. 
"Devi ritenerti fortunata. Non tutti hanno quest'opportunità." Liz mi fece una linguaccia. 
"Comunque, puoi dirmelo se ti piace mio fratello. Non c'è niente di male." Aggiunse infine diventando seria. 
"Ammetto che è un bel ragazzo. Ma non lo conosco, non posso dire che mi piace."
Liz sembrò arrendersi e mise da parte l'argomento Liam. 

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Capitolo 18
*** Wedding. ***


CHAPTER 18.

 
LIZ

“Ciao Charlie.” salutai la ragazza che mi aprì la porta.
“Liz.” sorrise ricambiando.
“Hannah e Megan arrivano.” mi anticipò.
Poco dopo le due ragazze si presentarono alla porta e, dopo aver salutato Charlie, ci incamminammo verso il garage.
Alla fine ero riuscita a convincere Hannah ad aprire la scuola di danza insieme a me.
Avevamo deciso di andare a piedi dato che il garage era abbastanza vicino ed era una bella giornata.
Stavamo andando per sistemare un po’ di cose, togliere i vari scatoloni e vedere come avremmo potuto organizzare una scuola di danza in quel piccolo, ma sufficiente spazio.
 
“Sono sfinita.” dissi sedendomi a terra. Megan e Hannah mi imitarono. Erano tre ore che stavamo pulendo.
“C’è un bar qua vicino?” chiese Hannah. Megan annuì.
“Si, poco più avanti dovrebbe essercene uno. Quando abitavo qui passavo intere giornate al bar.”
“Perfetto, ci faccio un salto. Volete qualcosa?”
chiese alzandosi. La imitai e mi rimisi a pulire.
“Un frappè al cioccolato.” le dissi poi con l’acquolina in bocca.
“Io no, grazie.” le sorrise Megan riprendendo il lavoro. Hannah sorrise e, dopo aver preso la sua borsa, andò al bar.
Sollevai uno scatolone ma era troppo pesante e lo feci cadere.
“Tutto bene?” chiese Megan sentendo il rumore provocato dallo scatolone.
“Si, mi è solo caduto questo.-risposi indicando lo scatolone.-Spero non ci fosse nulla di fragile.”
“Non ti preoccupare, non c’è niente di importate in questi scatoloni. Sono solo cose vecchie.”
Mi tranquillizzò Meg aiutandomi a rialzare lo scatolone.
Avevo appena passato le forbici alla ragazza per aprire lo scatolone quando una frenata di una macchina e un forte rumore ci spaventarono. Uscimmo di corsa dal garage e mi immobilizzai vedendo il corpo di una delle mie migliori amiche steso a terra privo di conoscenza.
“Hannah!” urlò la bionda al mio fianco catapultandosi da lei. Mi avvicinai lentamente e tremante anche io.
Vidi Megan alzarsi e andare a controllare il signore nella macchina e poi chiamare l’ambulanza. Io rimanevo immobile incapace di fare qualsiasi cosa.
 
 
“Tieni.” Megan mi porse una bottiglietta d’acqua sedendosi accanto a me sulle sedie d’ospedale.
Non facevo altro che pensare alla scena di poco prima. Il corpo di Hannah steso a terra, i suoi occhi chiusi e la sua testa posata su una macchia di sangue. La sua borsa era finita dall’altra parte della strada insieme ai due frappé che erano caduti rovesciando il proprio contenuto.
Il mio cellulare mi risvegliò dai miei pensieri.
“Liz? Dove sei? Dovevamo pranzare insieme o sbaglio?” il tono di mio fratello era leggermente divertito.
Guardai l’orario sul telefonino e mi accorsi che era passata un’ora da quando ero in ospedale, un’ora da quando Hannah era in sala operatoria e non avevo sue notizie.
“Sono in ospedale.” la voce mi uscì tremante.
“In ospedale? Che è successo?” si preoccupò.
“Hannah..” Non riuscii a continuare che la mia voce fu interrotta da leggeri singhiozzi.
“Arrivo subito.”
Nel giro di venti minuti tutto il gruppo era riunito lì in attesa di notizie di Hannah.
“Susy?” chiesi quando vidi Louis arrivare senza la piccola.
“Con Eleanor, non mi sembrava il caso di portarla qui.” spiegò il castano. Lo abbracciai capendo quando quel posto lo facesse soffrire. Un anno prima si era trovato nella stessa situazione e non erano andate bene le cose.
“Che è successo?” Cher era spaventata, come il resto di noi. 
"Non.. Io.." Iniziai a balbettare. 
"Eravamo al garage, stavamo sistemando le cose, Hannah è andata un attimo al bar e poi...l'hanno investita. Il signore al volante è morto sul colpo, non ho capito come." Spiegò Megan. Le ne fui grata per aver parlato al posto mio, non ne avevo le forze. 
Harry notò il mio stato d'animo e mi abbracciò. Sprofondai in quell'abbraccio senza però trovare nessuna sicurezza. L'unica cosa di qui avevo bisogno ora era un abbraccio di Zayn, ma lui era distante da me. Eravamo nella stessa stanza eppure c'era una grandissima distanza. Volevo abbracciarlo per spaccare quel muro e costruire ancora quel futuro, invece restavo ferma con le mani in mano a domandarmi con la testa dove fosse. Dove erano i colori? Ultimamente vedevo tutto in bianco e nero. 
 
ELEANOR
 
Il telefono squillò appena uscii dalla doccia. 
Sorrisi automaticamente leggendo il nome sullo schermo. Mia asciugai la faccia prima di rispondere alla chiamata.
"Pronto?"
"Eleanor?
" Domandò una voce dall'altra parte del telefono. 
"Si sono io, dimmi Louis." Cercai di mostrarmi il più cordiale possibile. 
"Devo andare in ospedale, posso lasciati Susan? È un'emergenza e non mi sembra il caso di portarla con me." Il tono del ragazzo era preoccupato e agitato. 
"Si, non ci sono problemi. Va tutto bene?"
Chiesi preoccupata.
"Non lo so.. Spero di si." Notai della tristezza nella sua voce ma non dissi nulla. Lasciai il mio indirizzo al ragazzo e poco dopo era arrivato. 
Ero ancora in accappatoio quando gli aprii la porta. 
"Elll." La piccola mi abbracciò felice di vedermi. 
"Ho portato le Barbie, ti piacciono le Barbie?" 
"Si, ne avevo tante da piccola."
Le sorrisi e le feci segno di andare nel salotto.
"Mi dispiace averti interrotto." Si scusò il ragazzo. 
"Ero appena uscita dalla doccia. Non mi hai interrotto." Sorrisi per rassicurarlo. 
"Ora devo scappare, grazie Eleanor."
 
CHARLIE
 
Appena avevo ricevuto la chiamata di Megan ero andata subito in ospedale. Conoscevo da poco Hannah ma mi ero affezionata a lei, ci avevo passato gran parte del mio tempo essendo coinquiline. 
Erano quattro ore che eravamo in attesa di qualche notizia quando finalmente il dottore uscì dalla sala operatoria. 
Liam si alzò e blocco subito il dottore. 
"Come sta?"
"Sei un parente?" 

Il ragazzo si passò una mano dietro la nuca e scosse la testa. 
"Io sono la madre." Disse preoccupata una donna che non avevo visto prima di allora. 
Il dottore aprì una cartella e l'osservò. 
"È stabile. Ora è fuori pericolo ma non sappiamo i danni che ha causato il colpo. Appena si sveglierà potremo capire e se necessario intervenire."
"Possiamo vederla?"

Chiese sempre Liam. 
"Solo i famigliari." Liam annuì e poi tornò a sedersi insieme agli altri. 
Tutti ora eravamo più sollevati sapendo che Hannah era fuori pericolo. 
"Ragazzi vi dispiace se vado?" Disse dopo un po' Louis. 
"Certo che no Lou."
Lo rasserenò Liam.
"Vado anche io. Chiamateci se avete notizie." Si aggiunse Zayn. 
"Si anche io devo andare." Disse Harry. 
Anche Hope e Cher se ne andarono. Erano tutti impegnati con il lavoro e saputo che Hannah era stabile se ne andarono più tranquilli. 
Rimanemmo io, Liz, Liam, Niall e Megan. 
I due ragazzi si allontanarono e andarono a prendere qualcosa da mangiare. 
"Mio fratello è così. Tiene ai suoi amici e si preoccupa molto facilmente." 
Mi voltai confusa verso Liz. 
"Ho visto come ti sei allarmata al comportamento di mio fratello." Si spiegò. 
"Lo so che ti piace anche se non l'ammetterai mai, ti conosco." Alzai gli occhi al cielo consapevole che quello che aveva detto fosse la verità.
 
ZAYN
 
"Malik! Ti pago per lavorare." Mi sgridò il mio capo svegliandomi da miei pensieri. 
Ultimamente ero spesso soprappensiero. 
Non sopportavo più il mio capo. 
"Sei il mio impiegato più pigro." Continuò a rimproverarmi. 
"Ma se il locale è vuoto." Obiettai. 
"Non mi interessa, ti pago per lavorare e tu devi farlo o sarò costretto a licenziarti."
Alzai gli occhi al cielo. 
"Le rendo le cose più semplici." Risposi a tono togliendomi il grembiule dalla vita e prendendo le mie cose. 
"Mi licenzio." Dissi uscendo dal locale e sbattendo la porta. 
 
"Come mai già a casa?" Sussultai quando sentii la voce di Liam. 
"Potrei farti la stessa domanda. Non eri in ospedale?"
"Ci hanno cacciato. L'orario delle visite era finito. Liz è con Megan e Charlie."
Sorrise Liam pronunciando l'ultimo nome. 
"Non è che ti piace la moretta?"
"Cosa dici? Non la conosco neanche. Poi non mi hai ancora risposto alla mia domanda."
Cambiò argomento il mio migliore amico, risi divertito. Ero sicuro che gli piacesse, almeno un poco quella ragazza. 
"Mi sono licenziato." 
 
"Mi passi la birra?" 
"Cosa?"
Sussurrai risvegliandomi dai miei pensieri. 
"Ti ho chiesto se mi passavi la birra." Ripeté i ragazzi. Annuii e gli passai la bottiglia in silenzio. 
"Zayn, sei strano in questi giorni. Tutto bene?" 
Mi stavo proprio chiedendo quando mi avrebbe fatto quella domanda. Conoscevo benissimo Liam e sapevo che si era accorto del mio umore negli ultimi giorni. 
"Pensavo al matrimonio." Ammisi. 
"Sei sicuro di stare facendo la cosa giusta?"
"Io.. Non so. Quando l'ho chiesto a Lizzie ero sicuro fosse la cosa giusta ma ora.." 

Vidi Liam quasi affogarsi con un pezzo di pizza. Dopo averlo mangiato giù riprese. 
"Hai chiesto a mia sorella di sposarla? Quando?" Il suo tono era incredulo e ferito per non avergli mai detto niente. 
"Si. Quando sono andato da lei a New York, ma lei ha rifiutato." Abbassai il sguardo sul cartone di pizza. 
"È per questo che vi siete lasciati?" Domandò Liam. Annuii senza alzare lo sguardo. 
"Zayn non puoi sposare Perrie, solo perché mia sorella ti ha detto di no. Il matrimonio è una cosa importate."
"Lo so Liam.. Lo so."
Quel l'argomento mi rendeva nervoso. Ogni volta che ne parlavo con qualcuno ero teso come una corda di violino. 
Mi alzai da tavola e senza aggiungere altro andai in camera mia. Liam non disse nulla e non fece nulla per fermarmi e gliene fui grato. 
 
HANNAH
 
La luce fioca che entrava dalla finestra mi svegliò. Aprii lentamente gli occhi e mi guardai intorno. Al mio braccio era collegata una flebo dalla quale scendeva qualche liquido. 
"Han.. Sei sveglia!" Solo in quel momento mi accorsi della presenza di Megan in camera. 
"Che è successo?" Chiesi confusa. L'ultima cosa che ricordavo era che stavo al bar per prendere due frappé, poi il buio. 
"Sei stata investita.. Come ti senti?"
Cercai di sistemarmi meglio ma non ci riuscii.
"Non sento più le gambe." Proferii entrando nel panico. 
Iniziai a toccarle ma niente, non sentivo praticamente niente. 
Megan uscì dalla camera e poco dopo entrò un dottore. 
"Come si signorina Black?" Si informò. 
"Non.. Non sento più le gambe." Balbettai. 
Il medico poggiò la cartella sul tavolino e mi si avvicinò. 
"Senti qualcosa?" Chiese toccandomi varie parti delle gambe. 
Scossi la testa spaventata. 
Continuò a ripetere la stessa domanda toccandomi in diversi modi, ma io continuavo a non percepire niente. 
"Dobbiamo fare degli esami. Puoi aver perso la sensibilità momentaneamente, a causa dell'intervento. Ma non sono sicuro. Hai preso un brutto colpo alla schiena. In qualsiasi caso devi considerati fortunata per esserti risvegliata. Hai perso molto sangue e hai sbattuto molto forte la testa."
Annuii terrorizzata all'idea di non poter più camminare e il medico continuò a visitarmi.

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Capitolo 19
*** She's always in late. ***


CHAPTER 19

 
LIZ
 
Erano passati dieci giorni da quando Hannah si era risvegliata. Purtroppo non aveva ripreso la sensibilità alla gambe e quando sarebbe uscita dall'ospedale sarebbe dovuta stare con la sedia a rotelle.
Avevo deciso di mettere da parte la mia idea è abbandonare l'idea di aprire la scuola, almeno per il momento. Hannah però mi aveva quasi costretto a non abbandonare l'idea e con Megan avevo cominciato i lavori. Avrei cercato qualcuno che insegnasse Hip Hop al posto di Hannah. 
"Ci vediamo dopo." Salutai mio fratello. L'avevo accompagnato alla palestra e ora andavo al garage per sistemare le ultime cose. 
Immersa nei miei pensieri urtai qualcuno. 
"Mi scusi." Dicemmo in coro. 
Alzai lo sguardo incontrando uno azzurro. 
Un bellissimo ragazzo si nascondeva sotto un cappuccio di una felpa nera. Si intravedevano alcune ciocche bionde di capelli che uscivano dal cappuccio. I lineamenti del suo viso erano tutti tirati, sembrava arrabbiato. 
Sorrisi timidamente e lui ricambiò. I suoi lineamenti si rilassarono ma rimase comunque l'idea che prima era successo qualcosa che l'aveva reso nervoso. 
"Sei di questa palestra?" 
Mi chiese il ragazzo abbassandosi il cappuccio per sistemarsi i capelli. 
"No, ho solo accompagnato mio fratello. Perché?" 
"Non ricordo da dove si esce."
Ammise imbarazzato mentre si copriva di nuovo con il cappuccio della felpa. 
"Oh se vuoi possiamo andare insieme."
Il ragazzo annuì e mi seguì. 
"Prima volta in questa palestra?"
"No, ero venuto per la scuola di danza ma qualcuno ha chiesto meno di me e hanno dato il lavoro a lui."
Vidi i suoi lineamenti indurirsi di nuovo. 
"Tu balli?" Chiesi con un sorriso. Avevo sempre amato i ragazzi che ballavano. 
"Ho studiato Hip Hop e Brek per diversi anni, volevo insegnare ma non c'è nessuna scuola di danza che cerca insegnate."
"Il sto aprendo una scuola di danza."
Quelle parole mi uscirono automaticamente dalla bocca. 
"Dovevo aprirla con una amica ma ha avuto un incidente e non può più." Continuai a parlare. 
"Che corsi ci sono?" Si informò il ragazzo mettendosi gli occhiali da sole per proteggere gli occhi quando uscimmo all'aperto. 
"Cercavo qualcuno per i corsi di Hip Hop, se ti va di fare un salto questo è l'indirizzo." Sorrisi prendendo un fogliettino e scrivendo sopra l'indirizzo del garage. 
"Grazie.-sorrise nuovamente il ragazzo misterioso.-Io sono Jace, Jace Wayland."
Si presentò porgendomi una mano. 
"Elisabeth Payne."
 
"Ti dispiace se vengo a vederla ora? Sempre se non hai impegni." 
"No, stavo andando giusto li."
Sorrisi. 
Jace so avvicinò alla moto parcheggiata dall'altro lato della strada. 
"Vuoi un passaggio?"
Disse il biondino indicando la moto. 
 
"Lizzie vieni con me?" Mi chiese Zayn. 
"Dove?"
"Vieni e vedrai." Disse mostrandomi uno di quei sorrisi che avevo iniziato ad amare. 
"Lou ti dispiace se vado?" Chiesi al mio migliore amico. 
"Non ti preoccupare. Grazie Liz."
Gli sorrisi ed andai dal moro. Quest'ultimo mi prese per mano e mi portò fuori in giardino. Lo vidi prendere due caschi e avvicinarsi alla moto parcheggiata fuori casa. Mi bloccai di colpo quando capii che avremmo dovuto raggiungere il luogo misterioso in moto. 
"Lizzie tutto ok?"
"Io non ci salgo li sopra"
"Perché?"
"Ho una paura matta delle moto."
"Ma io sono un ottimo guidatore."
"No non se ne parla. Non sono mai salita, non ho intenzione di salire e mai salirò su una moto."
"Dai Lizzie, guiderò piano. Promesso."
"Nono."
"Fidati di me."

Mi fece una faccia da cucciolo. Cercai di rimanere impassibile ma non ci riuscii. Svogliatamente presi il casco che mi stava porgendo, li indossai e cercai di salire sulla moto. 
"Puoi abbracciarmi se ti senti più sicura."
 
Cercai di scacciare via quel ricordo e mi concentrai sul ragazzo. Oltre che con Zayn, non ero mai salita su nessuna moto. 
"Non ti preoccupare, preferisco andare a piedi. Tanto non è lontano."sorrisi al ragazzo. 
Jace si infilò il casco e accese la moto. 
"Ci vediamo lì allora." Disse prima di partire e scomparire dalla mia visuale. 
 
Quando arrivai alla scuola il ragazzo era già arrivato. 
Era poggiato di schiena alla moto che era parcheggiata proprio davanti la scuola. 
Il cappuccio era ancora alzato e i muscoli della sua schiena erano rilassati. 
"Sei qui da molto?" Gli chiesi dispiaciuta di averlo fatto aspettare. 
"No, sono arrivato non più di cinque minuti fa." Sorrise conservando il telefono nella tasca posteriore del jeans. 
"Vieni, entra."gli feci segno di seguirmi mentre aprivo la porta che era stata messa il giorno prima. 
"Scusa il disordine ma fino a due settimane fa questo era un garage." 
La parta del garage era stata sostituita da una grande vetrina e una porta. Avevamo costruito un muro per separare la sala dall'entrata. Avevamo costruito un piccolo bancone dove avremmo messo poi la cassa. 
La stanza era piena di polvere e terra. 
Feci segno a Jace di seguirmi nella sala. 
"Qui dovremmo mettere una porta."
Il ragazzo annuì seguendomi.
"Volevo appendere degli specchi su tutte le pareti e su quelle due- dissi indicando una laterale e quella in fondo- attaccare due sbarre fisse." Informai il ragazzo che guardava incuriosito la sala.
"C'è nessuno?" Una voce maschile proveniva dall'entrata.
"Torno subito, dovrebbero essere gli operai per montare la porta." Informai il ragazzo che girò per la sala.
 
"Ci sono degli spogliatoi?" Si informò il ragazzo quando tornai da lui.
Annuii e gli feci segno di seguirmi. 
Aprii la porta di quello che una volta era uno stanzino. Non era molto grande, ma era adatto a quello che serviva. 
"Qui c'è anche il bagno." Quella era l'unica parte del garage a non essere stata modificata. C'era un water e un piccolo lavandino. Nello stanzino erano state aggiunte due panche e degli appendiabiti. 
 
“Che te ne pare?” gli chiesi dopo che gli operai erano andati via.
“È piccola, ma molto accogliente. Credo mi piacerebbe lavorare qui.” sorrise.
“Ti piacerebbe anche diventare socio?” chiesi speranzosa. Vidi una scintilla negli occhi azzurri di Jace.
“Ti fidi così tanto di me? Ci siamo appena conosciuti.”
Alzai le spalle prima di parlare.
“Non so, ma c’è qualcosa che mi spinge a fidarmi. Ho visto nel tuo sguardo quanto è importante la danza per te.”
“Ho sempre desiderato avere una scuola di danza, ma non credo d potermelo permettere. Devo già pagare l’affitto di casa, non riuscirei a pagare anche quello della scuola.”
“Non c’è bisogno, -
sorrisi- il garage è di una mia amica e non dobbiamo pagare nessun affitto.”
Jace sembrò pensarci su.
“Ti prego, sei la mia unica salvezza.” lo pregai quasi quando vidi che non rispondeva. Non sarebbe stato facile trovare qualcun altro che teneva alla danza come Jace.
“Devo firmare qualcosa?” chiese facendomi sorridere.
Presi il contratto che Hannah non aveva più firmato e lo porsi al ragazzo. 
"Hai già deciso come chiamare la scuola?" Chiese Jace mentre mi ridava il contratto. 
"No, sono una frana con i nomi."
"Io ho sempre desiderato chiamare la mia scuola 'Urban Dance Factrory'."
"Ti dispiace se ti rubo l'idea?"

Il ragazzo rise e rimanemmo per un po' a parlare della scuola.
 
"O mio dio. È tardissimo." Esclamai all'improvviso. Tra cinque minuti dovevo trovarmi al ristorante vicino il negozio di Hope e Cher e ci avrei impiegato lamento trenta minuti per arrivarci. 
"Non arriverò mai in tempo." Harry mi avrebbe sicuramente ammazzato. 
"Dove devi andare? Potrei darti un passaggio." Si propose il ragazzo.
Guardai Jace non sapendo se accettare la sua proposta. 
"In moto?" Bisbigliai. 
"Non dirmi che non ti fidi abbastanza di me per salire in moto, però per aprire una scuola insieme si." Il tono del ragazzo era divertito. 
"Non è questo.. Solo che.. Va bene." Mi convinsi infine.
In dieci minuti arrivammo a destinazione e ringraziai Jace. 
"Grazie davvero.."
"Figurati.."
Sorrise. 
Gli lasciai il mio numero e poi entrai nel locale. 
 
ZAYN
 
Avevo passato la mattinata con Harry e lo avevo accompagnato al ristorante dove si doveva vedere con Lizzie. Dopo la notizia del mio matrimonio, io e lei ci eravamo allontanati molto. Pur vivendo sotto lo stesso tetto, non ci scambiavamo nessuna parola. E, dopo tre anni di battibecchi, litigi, baci e abbracci, faceva uno strano effetto vivere nella stessa casa. 
"Ovviamente in ritardo." Sbuffò il riccio. 
 
Sbuffai guardando l'orologio al polso. Erano le cinque di pomeriggio e stavo aspettando la mia ragazza da ben trenta minuti. Giocherellai con i bordi della busta che tenevo in mano mentre aspettavo ansioso l'arrivo della ragazza. 
"Scusa il ritardo." Due occhi color nocciola, delle guance arrossate come il naso e delle labbra rosse per il freddo apparirono di fronte a me. Era il ventitré dicembre e quel giorno faceva più freddo del solito. La ragazza di fronte a me si strinse nel cappotto per il freddo e si alzò la sciarpa per coprirsi la bocca. Dal cappellino di lana nero, che le avevo regalato al compleanno, uscivamo delle ciocche dei suoi capelli sparse qua e là. Era perfetta ai miei occhi. 
Mi alzai dalla panchina per salutarla. Rabbrividii quando le mie labbra toccarono la guancia fredda della ragazza. 
"Ti va una cioccolata calda?" Proposi sapendo che andava matta per questa bevanda. Mi sorrise felice e in quel momento capii di essere innamorato di quella ragazza. Lo capii dal fatto che l'avevo aspettata per mezz'ora fuori al freddo. Lo capii dal fatto che invece di stancarmi ogni volta dei suoi ritardi, ogni volta che la vedevo sorridevo felice come un bambino il giorno di Natale.
 
"La conosci, è sempre in ritardo." Scherzai. Qualche minuto dopo una moto parcheggiò davanti l'entrata. Una ragazza scese e quando si tolse il casco la riconobbi. Era Lizzie. Chi era il ragazzo che stava con lei? Non l'avevo mai visto prima. Porse il casco al ragazzo e poi si avviò verso il locale. Nello stesso istante in cui la porta del locale si aprì, il mio telefono iniziò a squillare. 
Feci un segno di saluto ad Harry e alla ragazza che era appena entrata e riposi alla chiamata uscendo dal locale. 
 
LIZ
 
Entrai nel locale e trovai subito Harry. Era insieme a Zayn all'entrata del locale. Il riccio mi guardava con aria maliziosa, il moro invece prendeva il telefono dalla tasca e dopo avermi fatto un cenno di saluto mi passò accanto uscendo dal locale. 
"Chi era quel ragazzo?" 
"Jace.."
Il riccio mi guardò confuso. 
"Un ballerino che ho conosciuto oggi.." 
"Spiegami, tu hai conosciuto quel tipo oggi e ci sei salita in moto?" 
"Harry è un bravo ragazzo.."
"Ma se l'hai conosciuto oggi."
Ribatté. 
"Lo so, ma.. Harry non ho più dieci anni. Sono cresciuta e so capire se posso fidarmi delle persone, ok?" Sapevo che Harry era solo preoccupato per me, ma non c'era bisogno che lo fosse. 
"Se lo dici tu..- sbuffò arrendendosi.- non è che ti piace?" Aggiunse infine con aria maliziosa. 
"Non so Harry. È un bel ragazzo, è simpatico. Ma è troppo presto per giudicare." Ammisi. 
"E poi sei innamorata di Zayn." Aggiunse lui. 
Alzai gli occhi al cielo pensando a Jace. Ero stata bene con lui, era un bel ragazzo. Magari con lui sarei riuscita a dimenticare Zayn. 

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Capitolo 20
*** All the bast are crazy. ***


CHAPTER 20.

ELEANOR
 
"Guarda chi si vede.." Una voce che avrei riconosciuto tra mille arrivò alle mie orecchie. Continuai a camminare sperando che mi avrebbe lasciato in pace ma non fu così. 
"È da un po' che non ti si vede in giro." Disse la voce raggiungendomi. 
"Cosa vuoi David?" Chiesi esasperata incrociando il suo sguardo. 
"Lo sai cosa voglio, ti rivoglio con me." Disse il ragazzo avvicinandosi a me. 
Io indietreggiai disgustata. Come potevo aver perso la testa per un ragazzo così?
"Io non ti voglio più." Dissi sicura delle mie parole.
"Non mentire con me." 
"Lasciami stare David."
Il mio tono era insicuro e spaventato. 
"Lo so che mi vuoi." Continuò il ragazzo afferrandomi un polso. 
"Hai sentito che ha detto? Lasciala stare." Una nuova voce si intromise nella conversazione. Un sorriso spontaneo mi si formò sulle labbra. 
"E tu chi saresti?" Chiese David. 
"Louis lascia.." Provai a dire ma il ragazzo non mi ascoltò. 
"Il suo ragazzo. E ora sparisci." Il tono di Louis era fermo e deciso. Il mio cuore sussultò a quelle parole e rabbrividii quando il ragazzo dagli occhi color cielo posò una mano sulla mia spalla. 
David guardo disgustato il ragazzo accanto a me e poi andò via. 
"Grazie." Balbettai timidamente. Louis mi sorrise, lo salutai e senza aggiungere altro andai via senza sapere cosa dire. 
Non ero mai stata imbarazzata con un ragazzo, ma gli occhi di Louis mi mettevano in soggezione e non capivo più niente. 


LIZ
 
“Già di ritorno? Non sei con il tuo amichetto?”
Feci in tempo a chiudere la porta di casa prima che la figura di Zayn si piazzasse davanti alla mia visuale.
“Che vuoi Zayn?” cercai di mantenere un tono fermo e sicuro.
“Perché hai detto quelle cose a Perrie?” il suo tono era severo.
“Non capisco di cosa parli.”
“Non fingere con me, ti conosco bene Elisabeth.”
“Zayn, davvero non so a cosa ti riferisci.”
“Lei mi ha detto che sei andata a casa sua per dirle di lasciarmi stare, che io sono ancora innamorato di te e che la sto solo usando.”
Strabuzzai gli occhi confusa.
“Non puoi pensare che sia vero. Non ho mai parlato con lei, non so nemmeno dove abita.”
“Perché non è così, io non ti amo. Almeno non più.”
Il tono di Zayn era freddo nei miei confronti. Sembrò non farci caso a quello che gli avevo detto. Sentii il mio cuore sgretolarsi a quelle parole.
Lui non mi amava più.
“Non.. non ho neanche pesato una cosa del genere. Infondo la stai sposando giusto?” sussurrai mordendomi un labbro cercando di trattenere le lacrime.
“Ti conosco abbastanza bene per capire che mi stai nascondendo qualcosa. Se non è questo, cos’è?”
“Io..non capiresti.”
sussurrai fragilmente prima di aprire di nuovo la porta di casa e uscire fuori senza aspettare una risposta.
Stare in quella casa mi faceva male, stare con lui mi faceva male e sentirmi dire quelle cose non mi aiutava. Non essere amata ti faceva male, ma non essere più amata ti distrugge.
Ed era così che mi sentivo io, distrutta. Non ero più me stessa in quei giorni e tutti se n’erano accorti. La verità era che stavo cadendo a pezzi. Ogni volta che lui mi era vicino, il problema era che la verità stava per uscire fuori. Sembrava che non potessi più nascondere quello che sentivo. Forse avrei dovuto imparare a mentire meglio.
“Elisabeth?” qualcuno mi richiamò. Alzai lo sguardo di scatto asciugandomi le lacrime.
“Jace.” sussurrai sorpresa quando misi a fuoco la figura imponente di fronte a me.
Il ragazzo mi porse una mano per aiutarmi ad alzare.
Non mi ero resa conto di essere arrivata al parco vicino casa ed essermi seduta sotto quell’albero.
 
 
“Cantami qualcosa.” sussurrai tra le braccia del mio ragazzo.
“Lo sai che non mi piace cantare davanti ad altre persone.” mormorò soffiando sul mio collo.
“Perché? Hai una voce spettacolare Zayn.” ammisi sincera. Mi era capitato qualche volta di sentirlo cantare quando credeva di essere solo in casa.
“Non è vero.”
“Ti ho sentito, e sei bravissimo.” ammisi girandomi per guardarlo negli occhi.
Mi persi a fissare quelle pozze color cioccolato che sembravano oro alla luce del sole che passava attraverso i rami dell’albero. Zayn mi sorrise.
“You should let me love you
Let me be the one to give you everything you want and need
Baby good love and protection
Make me your selection
Show you the way love's supposed to be

Baby you should let me love you, love you, love you” cantò Zayn accontentandomi. Sorrisi felice stringendomi di più a lui.
 
Le mie guance si bagnarono di nuovo quando quel ricordò affiorò nella mia mente. Jace mi abbracciò delicatamente insicuro del suo gesto e quando mi aggrappai a lui, mi strinse maggiormente tra le sue braccia cercando di calmarmi.
 
 
LOUIS
 
Accarezzai la foto di Alex che era stata messa sulla lapide e rilessi per la millesima volta la frase incisa sul pezzo di marmo.
‘Qui sulla terra hai fatto il tuo dovere di angelo, adesso il signore ti rivuole. Ad ogni persona che ti ha conosciuto hai regalato un pezzo della tua bontà.’
Erano queste le parole che avevo fatto incidere sulla lapide, era la prima cosa che mi era venuta in mente. Alex era stato il mio piccolo angelo sceso dal cielo per amare me.
Mi voltai per dire a Susan che era ora di tornare a casa ma non la trovai. Sentii il mio cuore fermarsi e spaventato dall’idea che potesse succederle qualcosa iniziai a cercarla.
“Susan? Non ti permettere mai più a scappare.” dissi arrabbiato quando la vidi. La piccola abbassò lo sguardo dispiaciuta mentre io la stringevo tra le mie braccia sollevato.
“Scusami, avevo visto El e volevo salutarla.” solo in quel momento mi accorsi della presenza della ragazza.
“Ciao.” mi salutò timidamente lei.
“Ciao, tutto bene?” domandai riferendomi all’episodio successo in mattinata. Ero uscito dal locale dove lavoravo per buttare fuori la spazzatura e avevo visto quel ragazzo importunarla. Non ci avevo pensato più di tanto e mi ero avvicinato a loro due aiutandola.
“Si.. grazie ancora per oggi.”
“Come mai sei qui?”
chiese Susan sorridendo.
“Sono venuta a trovare una mia vecchia amica. È venuta a mancare esattamente due anni fa.”
“È in cielo ora?”
chiese ingenuamente.
“Susy, non..”
“Non ti preoccupare..-
mi interruppe Eleanor.- Si, ora è in cielo.” rispose poi alla piccola.
“Secondo te conosce la mamma?” questa volta si rivolse a me.
Alzai le spalle non sapendo cosa risponderle. Parlare di Alex, soprattutto della sua morte, per me non era un argomento molto semplice.
“Mi dispiace, non sapevo che…”
“Non potevi saperlo.”

 
LIZ
 
“Tutto bene?”
la voce di Jace arrivò dolce alle mie orecchie.
Scossi la testa cercando di trattenere le lacrime che cercavano di uscire dai miei occhi.
“Hai mai sentito il tuo cuore rompersi?” domandai prima di far parlare il ragazzo che scosse la testa.
“Io si, ben due volte. La prima quando il ragazzo che amavo, e amo tutt’ora, mi ha lasciato con uno stupido pezzo di carta. La seconda, poco fa, quando lui ha detto di non amarmi più. Non credevo fosse possibile sentirsi peggio di quella volta.”
Jace mi guardava senza sapere cosa dire.
“La cosa che mi fa più male è che anche lui, come tutti i miei ragazzi, si è stancato di me.- mi asciugai l’ennesima lacrima che era sfuggita dai miei occhi.- Scusa, ora mi crederai una pazza.”
“Tutti i migliori sono matti giusto?”
cercò di sollevarmi su di molare il ragazzo e in parte ci riuscì. Riuscì a strapparmi un sorriso.
“Non credo tu sia pazza Elisabeth, credo solo che stai soffrendo per amore. So che per quello che ti sto per dire mi prenderai per pazzo, ma io credo che tu sia fortunata.” guardai confusa Jace non capendo dove volesse arrivare.
“Sei una bella ragazza, sei giovane e se stai soffrendo per amore significa che hai avuto l’opportunità di conoscerlo. Io, invece, a venticinque anni non so ancora cosa sia questo sentimento, non sono mai stato innamorato. È meglio aver amato e perso che non aver mai amato.”
Per un momento lo presi per pazzo, poi capii che aveva perfettamente ragione. L’amore era una delle cose più belle e, anche se ora era a pezzi proprio a causa di questo sentimento così grande, ero felice di aver avuto la possibilità di amare qualcuno.
 
“È colpa mia se è finito tutto.” dopo che mi ero tranquillizzata, Jace mi aveva proposto di andare a prendere un gelato insieme per farmi distrarre.
“Perché dici così?”
“Lui mi aveva chiesto di sposarlo, io gli ho detto di no per paura.”
era la seconda persona con cui mi aprivo riguardo alla storia tra me e Zayn.
“Ti ha chiesto di sposarlo? Scusa se te lo chiedo, ma quanti anni hai?”
Jace era sbalordito e capii perfettamente il motivo di quella domanda.
“Venti.- sospirai.-Ma l’età non importava. Noi eravamo quel che tutti sognano, quell'amore che i cantanti cantano tanto forte, potente, immenso che sembra esagerato e impossibile. E io ho rovinato tutta a causa di una stupida paura.”
“Era normale essere spaventati Elisabeth.” 

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Capitolo 21
*** Are you fall in love? ***


CHAPTER 21.
 

ZAYN
 

“Che ne dici se questo weekend andiamo da qualche parte insieme?”
Perrie mi risvegliò dai miei pensieri.
“Mmh? Cosa?” domandai non avendo sentito quello che mi aveva domandato.
“Si può sapere cosa hai negli ultimi giorni?”
“Che vuoi dire?”
“Pensi sempre ad altro. Pensi ancora a lei vero?”
“Lei chi?”
chiesi confuso.
“Alla tua ex. Tu sei ancora innamorato di lei.”
Sospirai, ero stanco di dovermi sentire sempre dalla mia ragazza che ero innamorato della mia ex.
“Ti ho già detto cento volte che non l’amo più.” disse esasperato.
“Ho notato che sei cambiato da quando lei è tornata. Non mi consideri più. Tu sei ancora innamorato di lei e non vuoi sposare me.”
“Sai cosa Perrie?-
urlai irritato.-Su una cosa hai ragione. Non sono sicuro di volerti sposare, non lo sono mai stato.”
“E allora perché mi hai fatto la proposta?”
“La proposta? Sei te che hai fatto tutto. Ti sei messa a frugare tra le mie cose e hai trovato l’anello.”
“Se non era per me allora perché.. era per lei vero? Lo sapevo che sei ancora innamorato di lei.”
“Io non sono più innamorato di Elisabeth e sono stanco che tu continui a rinfacciarmelo.”
urlai alzandomi dal divano di casa sua. Mi incamminai verso la porta per uscire ma lei mi seguì.
“Dove vai? Che vuoi fare?” chiese spaventata.
“Quello che avrei dovuto fare un mese fa. Hai ragione tu, non ti ho mai amato. Lo credevo, ma come potrei amare una ragazza che non si fida di me?”
Detto questo uscii di casa sbattendo la porta. Mi sentivo come se avessi tolto un grosso peso dallo stomaco, sentivo di aver fatto la cosa giusta.
Sapevo che Perrie mi amava ma era troppo appiccicosa, era troppo gelosa e non tenevo abbastanza a lei da poterla sposare.
 
“Tutto bene?” domandò Liam quando rientrai in casa e mi buttai sul divano di casa.
“Ho lasciato Perrie.” ammisi.
“Hai fatto la cosa giusta.” mi appoggiò il ragazzo.
E allora perché se avevo fatto la cosa giusta mi sentivo così vuoto?
 
"Zayn?" Il tono di mia madre era sorpreso quando mi vide fuori la porta di casa. 
"Ciao mamma." La salutai abbracciandola. 
"Come mai qui?" 
"Non posso venire a trovare la mia famiglia?" 

Mia madre mi guardò sospetta prima di farmi entrare in casa. 
"Zayyyyn." Urlò la piccola di casa appena scese le scale. 
"Ciao principessa." La salutai scompigliandole i capelli. 
"Waliyha, Doniya e papà?" Chiesi rivolgendomi a mia madre. 
"Yaser è a lavoro. Waliyha è uscita con una amica e Doniya è con il suo ragazzo."
 
"Tutto bene figliolo?" Mia madre entrò in quella che un tempo era la mia camera e si sedette sul bordo del letto come faceva quando ero bambino. Mi alzai e mi sedetti accanto a lei. 
"Si.."
"Zayn sei mio figlio. Ti ho portato in grembo per nove mesi e soprattutto sono più grande te. So benissimo che non sei venuto qui solo per passare un po' di tempo con noi."
Quando mia madre faceva così era peggio di Liam. 
"Odio queste conversazioni." Proferii facendole capire che avesse centrato il punto. 
"Allora, che succede a Londra? Ti sei innamorato?"
Ancora una volta mia madre centrò il punto. 
"Ero innamorato di una ragazza che mi ha spezzato il cuore. É stato il mio primo amore. Mi ha cambiato la vita e riesco a stento ad andare avanti." Aprirmi con mia madre era molto più facile che farlo con i miei amici. Sapevo che lei non mi avrebbe mai giudicato. 
"Zayn, dimentica il primo amore. Il secondo è quello che conta. Perché ti insegna che si può amare di nuovo e di più. È quello l'amore più bello."
"Ho già dimenticato il primo amore."
Ammisi. Ormai ero sicuro di non provare più niente per Liz, eppure non mi ero ancora ripreso dalla nostra rottura. 
"Allora devi solo trovare il tuo secondo amore. Non devi chiudere il tuo cuore alle nuove possibilità, se lo farai non sarai mai del tutto felice figliolo." 
In quest'anno avevo cercato di aprire il mio cuore a Perrie, ma con scarsi risultati. 
"So che é difficile affidare il proprio cuore a qualcuno dopo che hai visto qualcuno spezzartelo, ci sono passata anche io."
Guardai stupito mia madre. Ero sempre stato convinto che mio padre fosse stato l'unico amore di mia madre. 
"Prima di tuo padre, ero innamoratissima di un ragazzo. Dopo due anni che stavamo insieme lui partì in America lasciandomi senza nessuna spiegazione. Credevo che non sarei mai più stata felice come lo ero con lui. Mi sono dovuta ricredere quando ho conosciuto tuo padre."
Mia madre aveva ragione. Era ora di andare avanti e aprire il mio cuore a qualcun'altra che sarebbe stata in grado di farmi rivivere quelle sensazioni che avevo provato con Liz. Dovevo smettere di aver paura di essere ferito di nuovo. 
 
LIZ
 
"La smetti di ridere?"
Domandò Jace minacciandomi con lo sguardo. Ciò fece aumentare la mia risata. 
"Scusa.. Ma é stata una scena epica." Dissi senza smettere di ridere ripensando alla scena di poco prima. Jace mi aveva accompagnato a casa, dopo che eravamo stati alla scuola per sistemare le ultime cose, ed aveva iniziato a piovere all'improvviso. Ci eravamo messi a correre e Jace era scivolato sporcandosi tutto. 
"Dai entra. Ti presto qualcosa di mio fratello." Dissi quando ripresi fiato indicandoli il giardino di casa. Facemmo una breve corsa sotto la pioggia per raggiungere il portone e una volta prese le chiavi lo feci entrare.
Sorrisi felice quando vidi la mia amica nel soggiorno insieme agli altri. 
"Han." Urlai avvicinandomi per abbracciarla. 
"Stai lontana da me." Si allontanò leggermente urtando contro il muro con la sedia a rotelle. 
"Non dovevi uscire domani?" Domandai stupita. 
"Si, ma il medico ha detto che potevo uscire anche oggi quindi ho preferito andare via subito. Odio gli ospedali." Sorrisi divertita salutando con un gesto della mano tutto il gruppo. 
Notai l'assenza di Zayn. Sicuramente era con la sua ragazza. 
Qualcuno si schiarì la gola alle mie spalle riportandomi alla realtà. 
"Oh, ragazzi lui è Jace. Jace loro sono Liam, Louis, Susan, Harry, Cher, Hope, Niall, Hannah, Charlie e Megan." Lo presentai indicandoli uno ad uno. 
"Ma che avete fatto? Siete andati a mare e non mi avete chiamato?" Come al solito non potevano mancare le battutine del mio migliore amico. 
"Ah ah.. Come sei simpatico Styles.-poi mi rivolsi a mio fratello.- Lee posso prestargli una tua tuta?" Chiesi indicando il ragazzo alle mie spalle. 
Liam annuì e, alzandosi dal divano, fece segno a Jace di seguirlo. Poi andai a farmi una doccia. 
 
"Grazie per i vestiti, Liz. Di a tuo fratello che glieli porterò il prima possibile." 
"Non ti preoccupare.. Ci sentiamo Jay."
Lo salutai con un bacio sulla guancia prima di chiudere la porta e tornare dai miei amici. 
 
 
HANNAH
 
Lasciare quell'edificio che mi aveva ospitato quelle due settimane fu la cosa più bella successa dopo l'incidente. Non mi erano mai piaciuti gli ospedali. Una volta fuori l'edificio io e Megan, ormai passavamo la maggior parte del nostro tempo insieme, trovammo Liam. 
Ci invitò ad andare a causa sua e in poco tempo ci raggiunsero gli altri. 
"Dove è tua sorella?" Chiese Harry notando l'assenza della sua migliore amica. 
Subito dopo la porta di casa si aprì e la risata di Liz riempì la stanza. 
"Parli del diavolo.." Dissi scherzando. 
La sua faccia spuntò da dietro la parete è appena mi vide mi sorrise. 
"Stai lontana da me." Urlai allontanandomi divertita quando la vidi avvicinarsi a me tutta bagnata. 
"Non dovevi uscire domani?" Chiese stupita.
"Si, ma il medico ha detto che potevo uscire anche oggi quindi ho preferito andare via subito. Odio gli ospedali." Liz sorrise felice e poi salutò gli altri. Mi accorsi del ragazzo dietro di lei solo quando questo si schiarì la gola per richiamare l'attenzione della mia amica. 
Anche lui era bagnato dalla testa ai piedi e i suoi vestiti erano sporchi di fango.
"Oh, ragazzi lui è Jace." Lo presentò al gruppo. 
"Carino.." Disse maliziosa Cher quando Liz e Jace si allontanarono. 
"Aia." Urlò massaggiandosi la parte che Harry le aveva colpito a quell'affermazione. 
 
"Aspetta ti aiuto."
Io e Megan eravamo da poco tornate a casa. Ero ancora debole ed ero molto stanca e volevo riposare un po'. 
La bionda mi si avvicinò quando mi vide in difficoltà per salire sul divano. 
Mi prese in braccio molto goffamente e cademmo entrambe sul divano. Lei sopra di me. 
I nostri volti erano vicini. Potevo notare ogni minima sfumatura dei suoi occhi. Erano così profondi. 
I nostri fiati erano corti e mi sentii mancare il respiro quando le sue labbra si posarono sulle mie. Non era mai successo prima d'ora che baciassi una ragazza. Era un semplice bacio a stampo eppure avevo sentito un formicolio lungo la schiena e non trovavo le forze per staccarmi da quelle labbra morbide che sapevano di ciliegia. Avevo appena baciato una ragazza e mi era piaciuto. 
 
 
CHARLIE
 
"Vieni anche te?"
Mi chiesero le mie due coinquiline prima di uscire di casa. 
"Viene dopo." Parlò Liz al poso mio. Dopo poco molti andarono via. Rimanemmo solo io, Liz, il fratello ed Harry. 
Quando Liz ed Harry uscirono di casa per andare a fare un giro, mi alzai anche io per andare a casa. 
"Perché non rimani?" Mi chiese Liam sorridendomi. 
"Non vorrei disturbare."
Risposi timidamente. 
"Qual è disturbo. Mi salveresti da una noia certa."
Sorrisi prima di risedermi sul divano. 
"Ti va un po' di gelato?"
Annuii distrattamente poi lo vidi alzarsi per tornare poco dopo con due vaschette di gelato.
"Cioccolato o vaniglia?" 
"Cioccolato."
"Sei uguale a mia sorella."
Sbuffò porgendomi la vaschetta con il gelato al cioccolato insieme ad un cucchiaio. 
"Il cioccolato é il mio unico amore."
Dissi scherzando. 
"Meglio la vaniglia." Mi contraddisse il ragazzo facendomi ridere. 
"Non capisci niente di gelato."
"Ah, io?" 

Disse fingendosi sconvolto il ragazzo iniziando a ridere. 
"Hey!" Ribattei quando il ragazzo prese una cucchiaiata dal mio gelato. 
Iniziando a ridere anche io. 
Era la prima volta che mi trovavo sola in compagna di Liam. Avevo sempre creduto che mi sarei trovata a disagio come capitava spesso con i ragazzi che mi piacevano. 
Invece non fu così. Liam sapeva mettermi a proprio agio e sembrava come se ci conoscessimo da sempre. 

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Capitolo 22
*** Confused. ***


CHAPTER 22.

 
LIZ
 
Scesi le scale ed entrai in soggiorno per prendere il telefono che avevo lasciato sul tavolino. Quando entrai rimasi incantata dalla vista di Zayn.
Era steso sul divano con la gamba sinistra che toccava terra. Indossava una maglietta bianca e aveva alzato le maniche fino al gomito mettendo in evidenza in suoi numerosi tatuaggi. Le braccia erano poggiate sul busto, la desta all’altezza del petto. La testa era poggiata sulla spalla sinistra ed era coperta da un cappellino nero della nike. Aveva un’espressione rilassata e sembrava un bambino innocente.
 
“Zayn?” mi avvicinai al ragazzo cercando di svegliarlo. Lo scossi per un braccio continuandolo a chiamare ma con scarsi risultati.
Posai le mie labbra sulle sue, magari avrebbe funzionato.
“Dai, Malik svegliati.” dissi divertita staccandomi dal mio ragazzo dopo che l’avevo sentito sorridere sulle mie labbra. Mi avvicinai di nuovo a lui, sentivo il suo respiro più pesante sulle mie guance mentre premevo le mie labbra sulle sue. Quando mi stavo per allontanare sentii due mani cingermi la vita e attirarmi a se facendo riunire le nostre labbra in bacio più appassionato di prima.
“Alzati, dai.” mormorai allontanandomi leggermente ma lui mi attirò di nuovo a sé.
“Dai Zayn, me l’avevi promesso.” gli feci la faccia da cucciola.
“Altri cinque minuti così, amo tenerti tra le mie braccia.” la sua voce era più roca del solito.
Sbuffai divertita prima di baciare nuovamente il ragazzo.
 
“Terra chiama Liz. Ci sei?” la voce di Jace mi riportò alla realtà.
“Si scusa, andiamo.” proferii prima di guardare nuovamente il ragazzo addormentato sul divano. Spensi la tv poggiando il telecomando sul tavolino e lo fissai.
“Liz?” Jace mi richiamò ancora, spostai lo sguardo da Zayn e lo raggiunsi.
“Sai, credo che vivere sotto il suo stesso tetto non ti aiuti molto.” parlò Jace una volta che ci eravamo allontanati da casa.
“A volte vorrei che io potessi svegliarmi con un’amnesia e dimenticarmi delle piccole stupide cose, come il modo in cui mi sentivo quando mi addormentavo accanto a lui e tutti i ricordi dai quali non potrò mai scappare perché sono i ricordi a uccidermi. Il problema non è vivere sotto lo stesso tetto.”
Jace mi abbracciò per darmi la forza di cui avevo bisogno.
 
 
ZAYN
 
"Sai di essere un vero rompipalle Liam?" Sbuffai mettendomi a sedere sul divano quando il mio migliore amico mi svegliò. 
"Sei mancato per quindici giorni in casa, ora devo recuperare il tempo perso." Disse in sua difesa il ragazzo. 
"Non ci metto molto a tornare a Bradford, almeno lì le mie sorelle mi trattano bene."
Scherzai. 
"Ti è arrivato un messaggio."  Liam mi passò il telefono sedendosi al mio fianco. 
Sbuffai leggendo il mittente. 
"Perrie?" Indovinò subito il ragazzo. 
Aprii il messaggio leggendo il contenuto. 
"Che dice?"
Chiese curioso il ragazzo. 
"Che ha perso l'anello di fidanzamento e non può ridarmelo." Sospirai poggiandomi allo schienale. 
Il campanello di casa suonò e Liam andò ad aprire. 
"Io esco." Urlò prima di chiudere la porta e lasciarmi solo in casa. 
Mi allungai per prendere il telecomando poggiato sul tavolo e accesi la tv. Girai per diversi canali senza trovare niente di interessante così decisi di andare a fare una doccia. 
Ci impiegai una mezz'oretta a fare tutto è una volta uscito dal bagno mi diressi nella mia stanza. 
Mi bloccai davanti alla camera di Lizzie. 
Aveva spostato i mobili lasciando uno spazio per poter ballare. 
Aveva collegato il suo telefono ad un piccolo amplificatore e stava danzando sulle note di una canzone che non avevo mai sentito prima. 
Non l'avevo mai vista danzare prima di allora. Avevo sempre saputo che era un'ottima ballerina e che in questi ultimi due anni era migliorata molto ma non avevo mai avuto la possibilità di vederla ballare. 
Non avevo mai amato vedere ragazze che danzavano, mi annoiavano e mi stancavo subito di vederle. Con lei non accadde. 
Rimasi incantato a vederla muoversi, leggera come una piuma. Sembrava essere nata per ballare. Quando la canzone finì lei continuò a riprovare i passi che aveva montanto precedentemente. Si bloccò solo quando riconobbe la canzone che era partita. Si avvicinò al telefono e mandò avanti la canzone. Prima che la cambiasse riuscii a riconoscerla pure io, era la canzone che le avevo cantato e che lei aveva registrato sul suo telefonino. 
 
CHARLIE 
 
"Io esco." Sentii urlare da Liam prima che uscisse di casa raggiungendomi al cancelletto. 
"Ciao Lottie." Mi salutò con un bacio sulla guancia. In queste ultime due settimane avevamo passato molto tempo insieme e aveva stretto un buon rapporto. 
"Lottie?" Domandai sorridendogli. 
"Non ti piace?"
"Non è questo, solo che nessuno mi aveva mai chiamato così prima." 
"Allora sarò il primo e l'ultimo a chiamarti così.
" Disse fiero di se facendomi ridere. 
"Ai suoi ordini Payne." 
"Cosa vuole fare signorina?"
Disse fingendosi un uomo di classe facendomi ridere. 
"Un giro per il quartiere. Conosco la città, ma non so niente del vostro quartiere." Ormai era più di un mese che vivo a Londra e avevo legato con tutto il gruppo e conoscevo abbastanza la città, eppure non sapevo niente di quel quadrare.
 
"E questa è la nostra vecchia scuola. Da settembre io, Zayn e Niall inizieremo ad insegnare." 
Liam indicò la struttura alle sue spalle con un sorriso. 
"Cosa insegnerai?"
Chiesi curiosa. 
"Sarò il coach della squadra di basket." Disse sorridente. 
"Così si conclude il tour del nostro quartiere." Aggiunse continuando a camminare. 
"Questo è il parco dove trascorriamo gran parte del tempo."
Sorrisi seguendolo. 
"Fai attenzione." Disse indicando con la testa i gradini, ma io ero troppo presa da lui per accorgermene. Poggiai male il piede ed inciampai. Liam mi prese prontamente tra le sue braccia impedendomi di cadere. 
Non capii molto di quello che successo dopo. Sentii solo le sue labbra morbide sulle mie. 
Quando ci staccammo mi sorrise prendendomi per mano e mi baciò di nuovo approfondendo il bacio. 
 
LIZ
 
"Allora? Soddisfatto?" Domandai a Jace. I lavori al garage erano terminati ed ora era una scuola di danza a tutti gli effetti.
"È proprio come la immaginavo da piccolo." Sorrise guardandosi intorno.
"Ora- continuò prendendo il cellulare e collegandolo allo stereo.- mi fai vedere come balli."
"Solo se lo fai anche te."
Lo ricattai. Il ragazzo sorrise e fece partire una canzone di Katy Perry. Feci i primi passi che mi vennero in mente sconnettendo il cervello dal mondo.
"Ora tocca a te." Lo sfidai quando la canzone terminò.
Jace sorrise felice di poter ballare e, dopo aver scelto una base iniziò a ballare.
Era veramente bravo ed ero felice fosse il mio socio e non quello di qualcun altro.
"Mi piacerebbe saper ballare anche Hip Hop."
"Perché non provi?"
Propose.
"Non so.. Non.."
"Niente storie, imita i miei movimenti."
Sorrise il ragazzo facendo ripartire la base.
Montò sul momento un otto semplice e me lo mostro. Poi mi spiegò i passi e io lo imitai. Al contrario di quando ballavo moderno, mi sentivo imbranata.
"Non sei male, con il giusto allenamento diventeresti brava." Ammise dopo avermi visto ripetere l'otto che aveva montato.
Jace sorrise rimettendo la canzone è facendomi segno di ripetere. Feci male un passo ed inciampai nei miei stessi piedi.
Jace mi afferrò portando una mano dietro la mia schiena. Mi aggrappai al suo collo per trovare l'equilibrio. Rimanemmo qualche secondo in quella posizione finché lui non posò le sue labbra sulle mie.
 
ZAYN
 
Erano tre giorni che non facevo altro che osservare Liz danzare ogni volta che ne avevo l'opportunità. Liam si era messo insieme a Charlie ed erano sempre insieme in questi tre giorni. Io mi ritrovavo spesso solo a casa e non avevo niente di meglio da fare se non perdermi a osservare Liz ballare.
"Zayn passiamo a prendere mia sorella prima di andare da Lou, è un problema?" Mi chiese Liam non appena salii in macchina al posto del passeggero. Scossi la testa e in cinque minuti ci trovammo fuori la scuola di ballo.
"Non risponde al telefono, la vai a chiamare? Non posso lasciare la macchina in doppia fila." Annuii e scesi dall'auto.
Entrai dentro la scuola e rimasi colpito dalla frase che c'era appena sulla parete.
'Bisogna avere un caos dentro per generare una stella danzante.'
Non capii bene il significato di quella frase. Non trovando la ragazza dietro la casa immaginai fosse in sala. Spostai la porta accostata e sentii un peso all'altezza del petto quando la vidi baciarsi con un ragazzo. Il mio respiro si fece corto, non sopportavo quella visuale. Uscii dalla scuola senza dire niente.
"Zayn tutto ok?" Domandò Liam quando mi vide passare accanto all'auto.
Non gli risposi e continuai per la mia strada.
Sentivo il mio cuore battere velocemente. Pensai fosse per la breve corsa che avevo fatto, ma in fondo sapevo che non era così.
Ero sicuro di aver dimenticato Liz durante quell'anno. Allora perché mi aveva dato così fastidio che quel ragazzo la stesse baciano?
Ci si poteva innamorare due volte di una stessa persona?

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Capitolo 23
*** I'm not lesbian. ***


CHAPTER 23.

 
LIZ
 
Nello stesso istante in cui la base si fermò, Jace si staccò dalle mie labbra. 
"Liz io.. Mi dispiace, non so perché l'ho fatto..io davvero.. Dio, perché sono così stupido?" Jace si allontanò passandosi una mano tra i capelli. 
"Jace, non ti preoccupare.- sussurrai poggiandogli una mano sulla spalla. -non.."
"Lo so che sei innamorata di un altro. Ma giuro, Liz io ti vedo solo come una amica, non ho la minima idea del motivo per.."
"Jace, calmati. Non sono arrabbiata con te. Non ho pensato che tu volessi approfittarti di me e non mi è passato neanche per la mente che potessi piacerti. Come potrei piacere ad un ragazzo come te? Nessuno mi sopporta."
"Liz io non intendevo questo.. Sei una ragazza bellissima, in questo mese mi sono affezionata molto a te. Ormai ti vedo come una sorella, mi hai confidato cose che sa solo il tuo migliore amico e io ti ho confidato cose che non sa nessuno. Se non fosse stato per il tuo ex, forse avrei potuto avvicinarmi a te in un altro modo. Ma.. Sono sicuro che saresti una ragazza perfetta per me." 
"Apprezzo il tuo sforzo."
Ormai ero abituata ad essere allontanata da tutti i ragazzi. 
"Sei diventata molto importate per me. Non lasciare che questo stupido bacio rovini il nostro rapporto."
Sorrisi a Jace prima di abbracciarlo e capii cosa avesse voluto dirmi prima. Era la stessa cosa per me. 
Se non fossi stata tanto presa da Zayn, avrei potuto amare Jace. Ma ora non riuscivo a vederlo in un modo diverso da quello che era diventato per me. 
"Ti voglio bene Jace." Sussurrai stringendomi al suo petto. 
"Ti voglio bene anche io Liz." Mormorò stingendo la presa. 
 
ZAYN
 
Iniziai a camminare senza una meta precisa. Non sapevo perché ero scappato in quel modo e non sapevo dove andavo. 
Il cellulare iniziò a squillare. Non risposi, non volevo parlare con nessuno. 
Mia madre in questi giorni non aveva fatto altro che ripetermi di aprire il cuore a qualcun'altra. Ed era esattamente quello che avevo fatto. 
Ma perché l'avevo riaperto all'univa ragazza che mi aveva spezzato il cuore?
Ero sicuro di aver dimenticato Liz. Quando l'avevo vista insieme a Louis ero rimasto stupito ma ero comunque felice per lei.
Quando l'avevo rivista non mi aveva fatto nessun effetto. Quando avevo incrociato il suo sguardo, non avevo sentito nessuna sensazione. Avevo sempre creduto che avrei provato odio e rabbia nei suoi confronti, invece la vedevo come vedevo Cher o Hope o Hannah. La vedevo come una amica, come la sorella del mio migliore amico. Allora perché non riuscivo a togliermi dalla testa la scena di quel bacio? Perché in questi tre giorni non facevo altro che osservarla danzare? Perché mi sentivo in pace con me stesso quando ballava? Sapevo che c'era una risposta a quelle domande che mi stavo ponendo. Ma non volevo pensarci, non volevo provare di nuovo dei sentimenti verso Lizzie. Non verso di lei che mi aveva spezzato il cuore. Non una seconda volta. 
 
LOUIS
 
"Due gelati." Dissi al barista dietro la cassa. Il ragazzo prese i soldi che stavo porgendo e mi fece lo scontrino. 
"Posso andale da El?" Mi chiese Susan indicando la ragazza qualche tavolo più in là. 
Annuii rivolgendo poi l'attenzione al barista. Quando mi porse i gelati, li presi ed andai da figlia. 
"Ciao.." Salutai la ragazza mentre porgevo la coppetta alla piccola che si era seduta al tavolo. 
"Posso?" Chiesi gentilmente alla ragazza che annuì. 
"Posso farti una domanda Eleanor?" 
La ragazza annuì scompigliando i capelli a mia figlia.
"Chi era quel ragazzo che ti stava importunando qualche settimana fa?" 
Avevo sempre voluto chiederglielo ma dopo che ci eravamo incontrati al cimitero non ci eravamo più visti o sentiti. 
"Era il mio ex ragazzo...-annuii. Stavo per domandarle come mai era finita tra loro due ma sembrò leggermi nel pensiero dato che aggiunse- mentre ero fuori per lavoro è andato a letto con la mia migliore amica."
"Mi dispiace.." Quando il tuo ragazzo ti tradisce è bruttissimo, ma quando lo fa con la tua migliore amica è peggio. Non perdi solo lui, ma anche quella che credevi non ti avrebbe mai tradito. 
"Ormai è passata..."
Disse sorridendo. Poi divenne seria. 
"Quanto tempo fa è.. Morta la mamma di Susan?" Domandò. 
"Poco più di un anno fa."
"Come.. Come stai ora?" 
"Hai presente quando dentro di te hai una certezza? Quando ti aspetti sempre e comunque che quella cosa non crolli mai? Io avevo una certezza assoluta: lei. Poi un giorno ho visto crollare i miei sogni, li ho visti essere strappati sapendo di non poterci fare nulla. Ho visto quattro anni della mia vita andare lasciandomi dentro solo l'amaro della cenere. Posso sorridere, essere felice.. Ma ogni tanto quell'amaro si fa sentire e fa male."

Non sapevo cosa mi spingeva ad aprirmi con quella ragazza, ma mi faceva sentire meglio. 
"Susan? Come ha reagito?"
"Era troppo piccola per poter capire. Ti dispiace parliamo di altro?"
"Certo che no... Scusa non avrei mai dovuto aprire quest'argomento."
"Non ti preoccupare.. Hai impegni dopo?"

Eleanor scosse la testa sorridendo al disegno che Susan le aveva appena mostrato dal telefono. 
"Ti va di venire da me? Ci saranno anche gli altri e ci sarà anche Megan."
Eleanor sorride annuendo. Poi insieme ci alzammo dal tavolo ed uscimmo dal bar. 
 
 
HANNAH
 
"Ma non ti accorgi che non serve a niente far finta che non sia successo niente?" Il tono di Megan era stanco. 
"Forse è meglio dimenticare quello che è successo e non parlarne più."
"Non parlare di cosa? Di questo amore nuovo e complicato, così importante anche se è appena nato? Perché Hannah.. Io credo di essermi innamorata di te. Quando mi sorridi, mi piace tanto come muovi la bocca. Quando mi baciavi in questi giorni credevo di essere importante per te.. Ma questo tuo atteggiamento mi confonde."
"Sei importante per me Megan. Ma è sbagliato.. Io non.."
"Non ti preoccupare. Non lo dirò a nessuno-
ancora una volta Megan mi lesse nella mente senza che io dicessi niente- lo terrò li nascosto. Senza lasciare il segno, il segno in nessun posto. Il mondo non saprà mai della sua esistenza. Eppure quello che provo per te è grande,tanto grande che il silenzio a volte mi fa soffocare. Perché è puro, tanto puro che non so se io lo posso meritare, per questo lo terrò qui chiuso a costo di impazzire."
Megan era sempre più fragile. Mi tornò in mente la scena di poco più di un mese prima. Quando la sua ragazza l'aveva mollata. Mi sentivo male sapendo che ora la causa del suo dolore ero io. 
"Io ti amo Hannah." Aprii la bocca per dire qualcosa, ma le parole non mi uscirono. Nessuno mi aveva mai detto di essere innamorata di me e non mi sarei mai immaginata che fosse una ragazza a dirmelo. 
"Ti prego di' qualcosa, anche se può far male chiedimi pure di sparire, di dimenticare, di non tornare, di far finta che non sei speciale ma allontanami ti prego se poi pensi che in qualunque modo tra noi due non possa funzionare." Questa volta Megan era sul punto di piangere. 
"Meg.. Io.. Non so cosa provo..io.."
Non riuscivo a dire una frase di senso compiuto. 
"Lascia stare.." Megan mi voltò le spalle uscendo dalla cucina. La inseguii per quello che mi era possibile con la sedia a rotelle. 
Una volta uscita dalla cucina vidi il volto di Liam fissarmi. 
"Hai.. Hai sentito?"
 
"Provi qualcosa per Megan?"
"Non lo so Liam.. Non sono mai stata così bene con una ragazza. Ma tutto questo è così sbagliato.."

Appoggiai la faccia sulla mano sinistra sospirando. Liam si abbassò alla mia altezza alzandomi il volto facendo incontrare i nostri sguardi. 
"Ammetto che sapere che la mia ex è lesbica, mi.."
"Io non sono lesbica."
Obiettai interrompendolo. 
"Cosa provi per Megan?"
"Non lo so.. Non ho mai provato niente di simile per una ragazza. Ma non sono lesbica. Insomma, se fossi lesbica non mi piacerebbero così tanto i ragazzi. Poi sono stata con te, mi piacevi davvero."
"Magari sei bisex.." 

Proferì Liam. Scossi la testa. 
"No.. Io.. Io.." Balbettai abbassando lo sguardo. 
"Hannah?-mi richiamò.- Han, guardami" continuò quando non mi mossi. 
"Non c'è niente di male nell'essere bisessuale. Ora sei spaventata, per te tutto questo è una novità. Ma devi cercare di capire bene cosa provi per Megan."
Abbracciai Liam. Era sorprendente come, nonostante quello che avessimo passato, tenesse così tanto a me. 
"Grazie Liam. Ti voglio bene."
 
 
LIZ
 
Era da sabato che non vedevo Jace. Dopo che mi aveva baciato era sparito e non si era fatto più sentire. 
"A che pensi?"
Mi richiamò Harry. Aprii gli occhi incontrando i suoi verde smeraldo. 
Mi posizionai meglio sistemando la testa tra le sue gambe e stendendomi sul divano mentre il ragazzo giocava con una mia ciocca di capelli. 
"A quanto mi sono mancate le nostre giornate quando ero via."
"Bugiarda. Può anche essere vero, ma non pensavi a quello."

Beccata. 
Feci la linguaccia al riccio che sorride divertito. 
"Non sento Jace da tre giorni. Ho.."
"Non è che ti piace?"
"No! Cosa? No."

Obiettai alzandomi di colpo e mettendomi seduta. Mi voltai verso di lui e lo guardai negli occhi. 
"Calma, era solo una domanda- ridacchiò divertito- sei sicura sia solo un amico?"
Annuii stendendomi nuovamente. 
"Jace è un ragazzo stupendo, se non fosse stato per Zayn forse avrei potuto vederlo in un altro modo. Ma io sono innamorata di Zayn e devo togliermelo il prima possibile dalla testa, lui tra poco si sposa.."
"Scusa ma non sai niente?"
Mi interruppe confuso il mio migliore amico. 
"Cosa dovrei sapere?"
"Zayn ha lasciato Perrie."

Spalancai gli occhi. 
"Cosa? Quando?"
Sentivo il mio cuore battere velocemente. 
"Prima che partisse, anche se me l'ha detto solo sabato. L'unico a saperlo era Liam."
"Perché non mi hai detto niente?"
"Credevo lo sapessi.. Vivete sotto lo stesso tetto."
Si discolpò il riccio. 
"Possiamo anche vivere nella stessa casa ma il nostro rapporto non va oltre un 'ciao'."
Ammisi tristemente. Io e Zayn avevamo provato diverse volte ad essere amici ma senza un buon fine. 
Sia la prima che la seconda volta eravamo finiti insieme, ora non ci parlavamo neanche. Eravamo come due estranei. 
 
HANNAH 
 
"Megan?" Chiamai la ragazza quando la vidi passare dalla cucina. La raggiunsi, non ci parlavamo dalla litigata a casa di Louis. Megan mi evitava sempre e sentivo la sua mancanza. 
"Possiamo parlare?" Le chiesi speranzosa. 
"Per favore." Aggiunsi prima che potesse dire qualcosa. 
La ragazza annuì e mi fece segno di seguirla in salotto.
"Meg, mi dispiace okay? Io.. Non so.. Non ho mai provato niente di simile. Per me è tutto nuovo e sono terribilmente spaventata. In questi giorni ho capito che tu mi piaci, davvero tanto ma.."
Megan sorrise a quelle parole. 
"Io voglio stare con te, ma.." Le parole non mi uscirono di bocca. 
"Non vuoi che si sappia in giro.." Capì subito, la luce nei suoi occhi si spense. 
Presi la sua mano e la strinsi tra le mie. Una scarica di brividi mi percorse il braccio. 
"Non è questo.. È che, voglio capire meglio quello.. Devo capire chi sono io prima di.."
Non trovavo il modo giusto per esprimere quello che volevo dire, quello che sentivo. 
"Ti capisco, ci sono passata anche io.- sorrise comprensiva- accetterò di avere una relazione clandestina con te solo se andai a riabilitazione."
Guardai male la ragazza davanti a me. Poi annuii arrendendomi alla sua condizione. 
"Posso?" Chiese avvicinandosi al mio viso. 
Non le risposi. 
Feci semplice combaciare le nostre labbra in un bacio. Un bacio che aspettavo da tre lunghi giorni. 

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Capitolo 24
*** Zayn hates me. ***


CHAPTER 24.

 
 
ELEANOR
 
Ormai erano quasi due mesi che provavo dei sentimenti per Louis. Non avevo provato mai niente di simile, neanche per David.
Nelle ultime due settimane ci eravamo frequentati molto e mi ero affezionata molto a lui e alla piccola Susan.
Quasi ogni giorno veniva a trovarmi e rimaneva per un po’ con me mentre Louis passava un po’ di tempo con i suoi amici. Poi, la maggior parte delle volte, quando la veniva a riprendere si fermava un po’ e parlava con me.
Avevo imparato a conoscerlo meglio, avevo capito quanto fosse forte come ragazzo, quanto fosse abbattuto dalla morte della sua ragazza, quanto teneva a sua figlia. Tutto questo non faceva che crescere i miei sentimenti verso di lui ed io ero terrorizzata. Ero terrorizzata di non essere importante per lui come lui lo era per me, terrorizzata dal fatto che lui amasse così tanto la madre di sua figlia e che io non avrei avuto mai la stessa importanza nella sua vita. Ero terrorizzata dal fatto di essere gelosa di una persona morta e ciò mi faceva sentire un mostro.
“Ciao Louis.” salutai il ragazzo quando mi aprii la porta di casa.
“Ciao El.” sorrise.
“Papà- urlò felice la piccola alla vista del padre.-Andiamo al parco?”
Louis sorrise annuendo alla figlia mentre le prendeva la mano.
“Vieni anche te?” mi chiese puntando i suoi occhi blu mare nei miei banali marroni.
“Va bene.” presi la borsa prima di chiudere casa e seguire il ragazzo.
Arrivammo presto al parco e subito la piccola Susan lasciò la mano del padre per andare a giocare sulle giostre.
“Avevo la sua età quando conobbi Alex.” il suo tono di voce era malinconico.
“Lou.. non..” provai a dire qualcosa ma lui mi interruppe.
“Andavamo a scuola insieme e ci facevamo sempre degli scherzi. Non andavamo molto d’accordo. Poi siamo cresciuti, iniziarono a prenderla di mira in classe solo perché era un po’ più in carne rispetto le altre ragazze. Così mi avvicinai a lei e stringemmo un’ottima amicizia. Eravamo diventati inseparabili. Arrivò il giorno in cui dovevo iniziare il liceo. Mi ero iscritto al liceo di Londra così avevamo deciso io e i ragazzi. Il primo anno tornavo spesso a Doncaster, poi quando arrivarono anche gli altri iniziai a tornare sempre più raramente. Nonostante tutto non ho mai smesso di sentirmi con lei, nonostante tutto il nostro legame non si era rovinato.- il suo sguardo era fisso su un punto impreciso del parco. I suoi occhi erano lucidi e pieni di dolore mentre parlava.- Quando finì il liceo, si trasferì qui a Londra. Sapevamo entrambi che qualcosa era cambiata negli ultimi anni. Era cambiato in positivo, così quando lei arrivò qui a Londra mi dichiarai. Quando eravamo insieme mi sentivo in pace con me stesso, non temevo nulla. Sapevo che con lei al mio fianco avrei potuto affrontare qualsiasi cosa. Quando è – fece una pausa come se quello che stava per dire lo ferisse molto.- morta, le certezze che avevo sono crollate, una dopo l’altra.” concluse il suo racconto.
“Perché mi hai raccontato questa cosa?” domandai incapace di dire altro.
Louis si voltò verso di me. I suoi occhi erano arrossasti e gonfi. Tratteneva le lacrime.
“Perché è da quando Alex non c’è più che non smetto di pensare a quel giorno. Eppure quando sono con te, riesco a mettere da parte per un momento il dolore e..”
Non continuò la frase. Si passò una mano sulla faccia asciugando quelle lacrime che stava cercando di trattenere.
L’unica cosa che riuscii a fare, fu abbracciarlo. Lo sentii ricambiare la presa e in quel momento mi sentii bene con me stessa.
Non ricordo bene cosa successe dopo, ricordo solo che le sue labbra calde si posarono sulle mie per qualche secondo.
“Io scusa.. io devo andare.” sussurrò subito dopo allontanandosi da me.
Lo vidi andare via, prendere Susan e scomparire tra la gente.
Io rimasi immobile, nello stesso punto in cui mi aveva lasciato incapace di capire quello che era appena successo.
Louis Tomlinson mi aveva baciato e poi era scappato via.
 
LIZ


“Credevo avrei dovuto iniziare a cercare un nuovo socio.” scherzai quando vidi entrare Jace nella scuola. Ero felice di vederlo, erano due settimane che non ci sentivamo e mi era mancato.
“Scusami Liz, davvero. Non sono stato bene in questi giorni e non avevo neanche la forza di prendere il telefono.” si scusò il ragazzo dopo avermi posato un bacio sulla guancia.
“Che hai avuto?” chiesi preoccupata.
“Intossicazione alimentare, ma ora sto meglio.- sorrise.- Te, tutto bene?”
“Non lo so.. È più facile vivere ad un amore non corrisposto che all’amore non più corrisposto. So che dovrei voltare pagina, ma non ci riesco. Ho cancellato tutti i suoi messaggi, ma non dimenticherò mai quello che mi ha scritto. Abbiamo smesso di parlare, ma non dimenticherò mai la sua voce. Abbiamo smesso di abbracciarci, ma non dimenticherò mai il suo odore. Non potrò mai dimenticare tutto ciò che abbiamo fatto.”
Jace mi abbracciò prima di cambiare discorso.
“Pronta per domani?”
“Domani?”
chiesi confusa.
“Non mi dire che ti sei dimenticata Liz.- quando vide la mia espressione confusa sbuffò aggiungendo.- Domani è il primo giorno di prove.”
“È già il 10 settembre?”
spalancai gli occhi.
 
 
“Ciao Jace, ci vediamo domani.” salutai il ragazzo lasciandogli un bacio sulla guancia. Infilai il giubottino di pelle e uscii dalla scuola lasciando Jace ad allenarsi.
Mi incamminai verso il parco nelle vicinanze, lì vicine c’era un negozio di musica.
Tra pochi giorni sarebbe stato il compleanno di Niall e io non gli avevo ancora preso niente.
“Ciao.” salutai la ragazza che mi trovai di fronte.
“Ciao..” sussurrò confusa, come se fosse su un altro pianeta.
“Eleanor giusto?” lei annuì senza spostare lo sguardo da un unto fisso alle mie spalle.
Mi voltai cercando di capire cosa stesse osservando.
“Tutto bene?” domandai poi.
“Non lo so..”
“Ti va di parlarne?”
domandai senza pensarci. Sorrisi quando la ragazza annuì.
Non avevo mai parlato prima d’ora con lei, ma quelle poche volte che l’avevo vista mi aveva ispirato dolcezza, fiducia e simpatia.
“Io devo andare a prendere il regalo per Niall, mi accompagni?”
 
"Quindi ti piace Louis?" Le chiesi quando finì di parlare mentre porgevo un plettro con una bandiera irlandese al cassiere. Sapevo che Niall ne aveva sempre desiderato uno e appena l'avevo visto l'avevo subito preso.
Rivolsi subito la mia attenzione alla ragazza. L'impressione che avevo avuto di Eleanor era esatta. Solo non sapevo che avesse passato tutto quello che mi aveva appena raccontato.
"Si, ma non credo di interessargli. Lui è ancora innamorato di Alex e sono sicura che non sarò mai alla sua sua altezza."
"Conosco Louis da quando ero piccolissima e lui non ha mai baciato una ragazza tanto per.."
"Quindi ha baciato te perché gli piacevi?"

Mi interruppe lei.
Spalancai gli occhi confusa. Poi mi ricordai di quella notte.
"Quel giorno ci eravamo ubriacati entrambi, non sapevamo quello che facevamo. A me Louis non piace, non che sia un brutto ragazzo, anzi.. Ma lo vedo come un fratello, niente di più."
Nella mia mente si fecero chiare delle immagini di quella sera. Non ero stata letto con Louis, dovevo avvisarlo.
"Comunque, dicevo.. Lui non bacia mai nessuno senza motivo. Eleanor, sei una ragazza stupenda e Louis sarà sicuramente attratto da te. Non so se c'è qualcosa di più ma se vuoi posso informarmi.."
"Non vorrei crearti disturbo.."
Sorrise timidamente.
"Nessun disturbo.. Dico davvero. Gli parlerò e ti farò sapere.. Ora devo scappare. Ci sentiamo." Abbracci la ragazza una volta arrivata al parco dove l'avevo incontrata.
"Ciao Liz.."
 
 
"Come sono andate le due lezioni prova?" Mi domandò Harry. 
"Bene credo.."
Era arrivato il compleanno di Niall e lo stavamo festeggiando a casa sua.  Harry era passato a prendere me, Liam e Zayn ed eravamo in macchina insieme. 
Harry al posto di guida, Liam al suo fianco ed io e Zayn nel sedili posteriori. 
Zayn era poggiato allo schienale e il suo sguardo era fisso sulla strada. Io mi ero messa dalla parte opposta e mi poggiavo al sedile davanti mettendo la testa in mezzo. 
"E come va con Jace? Come mai era sparito dopo il bacio?" Mi irrigidii quando Harry mi fece quella domanda. 
"Ha avuto un intossicazione alimentare.. Ora sta meglio però." 
"Quando ti sei baciata con Jace? State insieme?"

Intervenne mio fratello voltandosi a guardarlo. 
"Potete accendere la radio?" Parlò per la prima volta Zayn, il suo tono era duro. 
"Siamo arrivati Zayn.." Affermò Harry spegnendo l'auto. 
Il ragazzo senza rispondere scese subito dall'auto andando a suonare il citofono. 
"Ancora auguriiiii." 
Urali felice quando vidi il festeggiato. 
Niall scoppiò a ridere alla mia reazione ricambiando l'abbraccio. 
"Grazie ancora Liz." 
 
La casa era piena di gente. C'era tutta la famiglia di Niall, quella di Hope, il gruppo al completo, vecchi compagni di scuola, amici dell'Università. Uscii fuori a pendere un po' d'aria e trovai Zayn seduto in mezzo al prato. Accanto a lui, ai suoi piedi, c'erano cinque bottiglie di birra vuote. Tra le dita della mano sinistra aveva una sigaretta accesa che portava alle sue labbra. Nonostante la poca luce, potei notare quanto fosse pallido e le due occhiaie che aveva. 
"Tutto bene?" Domandai avvicinandomi a lui. Era la prima volta che gli rivolgevo la parola nelle ultime due settimane. 
"Vattene." Il suo tono era freddo come il ghiaccio. 
Ignorai la sua risposta avvicinandomi a lui quando lo vidi cercare di alzarsi. Fece cadere due bottiglie prima di cadere lui. Quanto aveva bevuto? 
Mi avvicinai a lui cercando di aiutarlo. 
"Ti ho detto di andartene. Non ti voglio vedere." Allontanò subito il braccio dalla mia mano, come se avesse preso la scossa. 
"Zayn io.."
"Sei diventata stupida? Ti ho detto che non voglio vederti Elisabeth." 

Sputò guardandomi dritto in faccia. I suoi occhi erano spenti, neri. Non capito il motivo di questo odio. 
"Non capisco cosa ti ho fatto. Voglio solo aiutarti ad alzarti dato che non ti reggi in piedi." Risposi cercando di rimanere indifferente ma i miei occhi mi tradirono. Si fecero subito lucidi. 
"Tu non devi proprio parlare! Mi hai rovinato la vita. Io ti odio."
Quelle sue parole erano taglienti come una lama. Le lacrime iniziarono a scendere dai miei occhi. Perché mi stava dicendo questo?
"Sei ancora li? Mi vuoi lasciare solo?"
Indietreggiai lentamente fino ad arrivare alla porta. Rientrai asciugandomi invano le lacrime. 
"Sorellina tutto bene?" Chiese preoccupato Liam quando mi vide rientrare. 
Non gli risposi. Lo sorpassai sentendo gli sguardi di Liam e Charlie preoccupati su di me. 
"Liz? Che è successo?"
Harry mi bloccò impedendomi di evitarlo. 
"Zayn mi odia."

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Capitolo 25
*** I see you. ***


CHPATER 25.

 
 
"Allora? Di cosa vuoi parlarmi?" 
Era un lunedì mattina e sapevo che quel giorno Louis aveva il turno libero a lavoro. Susan aveva appena iniziato la scuola e Louis era libero. Così avevo deciso di chiamarlo per uscire insieme. 
"Perché dovrei volerti parlare di qualcosa?" 
"Perché hai quella faccia."
"Quale faccia?"

Chiedi confusa. 
"Quella del 'dobbiamo parlare'." Disse mimando le virgolette alle ultime due parole. 
"Non sapevo di avere una faccia." Dissi ridendo. 
"Allora?" Insistette ancora lui. 
"Hai ragione, devo parlarti. Ma volevo passare anche del tempo con te." 
Louis sorrise facendomi cenno di iniziare a parlare. 
"Qualche giorno fa ho parlato con Eleanor.- vidi il ragazzo irrigidirsi al mio fianco.- mi ha raccontato quello che è successo."
Louis abbassò lo sguardo. 
"Lei ti piace?"
"Io amo Alex."
"Lou, non ti ho chiesto chi ami. Lo so che hai sempre amato Alex e una parte di te l'amerà sempre. Io ti ho chiesto se ti piace."
"Non lo so Liz... Ok? Non lo so.. Quella ragazza mi confonde. Quando sto con lei non penso ad Alex.. Mi sembra di farle un torto.. Non avrei mai dovuto baciarla."
"Lou, non lo dico con cattiveria, sai bene quanto tenevo ad Alex, ma ormai lei non c'è più. Alex è morta. Devi andare avanti, non puoi rimanere legato a lei per sempre. Lei purtroppo non tornerà più.. Con questo non ti sto dicendo che devi dimenticarla. So quanto è stata importante per te, in più è anche la madre di tua figlia. Sto solo dicendo che devi voltare pagina e innamorarti di nuovo."

Louis continuava a guardare le sue scarpe incapace di dire qualcosa. 
"Se provi qualcosa per Eleanor, beh allora va da lei. Spiegale come stanno le cose e fai quello che ti senti di fare. Non pensare ad Alex, lei vorrebbe vederti di nuovo felice Lou. Vorrebbe rivedere quel ragazzo di cui si è innamorata. L'eterno Peter Pan. Iniziando ad uscire con altre ragazze, tornando a vivere non le farai nessun torto Lou."
Poggiai una mano sulla spalla del ragazzo facendolo voltare verso di me. 
"E lo vogliamo tutti Lou, ci manca il vecchio te." Aggiunsi guardandolo in quelle pozze azzurro mare. 
"Ci penserò, promesso."
 
"Perché siamo al mare?" Mi voltai confusa verso Harry. 
"Volevo fare qualcosa di speciale. E dato che ami il mare e ci siamo conosciuti in un villaggio sul mare, ho penato di venire qui."
Sorrise il riccio aprendo il portabagagli e prendendo un cestino da picnic. 
"Il mare a Corfù è giusto un po' più bello.. Ma mi accontenterò." Lo presi in giro. 
Poi mi incamminai verso la spiaggia deserta sorridendo felice. 
"Sabbia." Esclamai felice. Molte spiagge in Inghilterra avevano i ciottoli. 
"Lo so.."
Gli sorrisi prima di togliermi le scarpe, alzare i pantaloni e correre a riva bagnandomi i piedi. 
"Grazie Harry, vuoi una mano?" Sentii urlare dal mio amico sarcasticamente. Iniziai a ridere facendogli una linguaccia. 
 
"Allora, hai parlato con Zayn?"
Chiese Harry stendendosi sul telo accanto a me.
"Perché avrei dovuto? Lui mi ha detto categoricamente che non vuole avere niente a che fare con me." Sussurrai rattristandomi. 
"Non sapeva cosa diceva, era ubriaco quella sera." Prese le sue difese. 
"Ci hai parlato tu scusa?"
"Non ci avrò parlato dopo sabato sera, ma è stato lui a farmi capire che avercela con te, non perdonarti per essere sparita per tutto quel tempo, non aveva senso. È stato lui a ricordarmi quanto fosse importante la nostra amicizia."

Aprii la bocca per dire qualcosa ma le parole non mi uscirono. Non avrei mai immaginato che Zayn avesse fatto qualcosa di simile. 
"Parlagli Liz.. Dovete chiarire, non puoi continuare così. Non puoi continuare a soffrire per lui. Non potete continuare a vivere sotto lo stesso tetto se vi comportate come degli estranei."
"Sono sicura che se per la prima volta lo incontrassi adesso, in un lampo io lo amerei lo stesso. È questo quello che mi frega. Potremmo anche essere degli estranei, ma io lo continuerei ad amare."
"Per questo dovete parlare..non lo fate da quando vi siete lasciati "

Insistette Harry. 
"La cosa più brutta è che il nostro è stato un addio improvviso, ci siamo allontanati senza dirci nulla."
"Liz, so che può essere difficile, ma se vuoi chiarire, se vuoi delle spiegazioni devi parlare.  Ti ricordi quando io e Cher abbiamo litigato? Lei non mi aveva detto niente dell'aborto, io l'ho scoperto e non ho voluto ascoltarla. Abbiamo rischiato di lasciarci."
"Sono due situazioni diverse."
Gli feci notare. 
"Hai ragione, sono due situazioni diverse. Ma la parola, il chiarimento è una cosa importante.. L'hai detto pure te, vi siete lasciati senza dire nulla, senza un motivo preciso. Non ti sembra il momento di capire perché? Non ti sei mai chiesta perché é finita tra di voi?"
"A volte mi domando se era solo una bugia, se quel che eravamo era reale, come può stare bene adesso? Perché io non sto bene per niente."

Gli occhi mi pizzicavano e qualche lacrima mi bagnò la guancia. Sentii le braccia di Harry stringermi al suo petto. Mi aggrappai a lui lasciandomi andare. Non mi vergognavo di piangere in sua presenza. Era l'unica persona a cui non nascondevo mai niente. Anche perché sarebbe stato impossibile farlo. 
 
"Come è andata la prima lezione ieri?"
Mi domando Harry. Avevamo appena finito di mangiare e per fortuna avevamo concluso l'argomento Zayn da un po'. 
"Bene.. Insegnare mi piace più di quanto immaginassi. Non credevo ci sarebbero stati tutti questi iscritti."
"Quanti sono?"
Chiese curioso. 
"I miei piccoli sono sei bambine e due bambini. Le grandi cinque ragazze e un ragazzo. Entrambi i gruppi fanno sia moderno che classico. Poi ci sono i tre gruppi di Jace. Quattro ragazzi e cinque ragazze nel gruppo dei grandi di Hip Hop. Tre bambine e due bambini nel gruppo dei piccoli e i quattro ragazzi di Hip Hop più due ragazze anche nel gruppo di brek."
Spiegai sorridente. 
"Ho notato che hai legato molto con Jace, devo essere geloso?"
Questo suo commento mi fece ridere. 
"Tengo molto a Jace, ma non ti preoccupare. Il tuo posto è al sicuro."
Lo presi in giro. 
"Meglio così.."
 
 
LOUIS
 
"Oggi andiamo da El quando mi vieni a prendere?"
Mi domandò Susan sulla porta della sua classe. 
"Va bene piccola." Sorrisi accarezzandole una guancia. 
"Grazie papà." Mi abbracciò lasciandomi un bacio sulla guancia prima di entrare in classe. 
In quei giorni avevo pensato molto a quello che mi aveva detto Liz e avevo capito di provare qualcosa per Eleanor. Qualcosa che andava oltre l'attrazione fischia ma che non era paragonabile a quello che provavo per Alex. Era comunque qualcosa di forte, perché quando ero con lei non pensavo ad Alex, stavo bene con lei, ero in pace con me stesso. Cosa che non succedeva da tempo. Magari con il tempo avrei potuto iniziare ad amarla, ma non l'avrei mai saputo se non ci avessi provato. 
 
"Louis?" Il tono della ragazza era stupito quando mi vide fuori casa sua. 
"Posso entrare?-chiesi mordicchiando il labbro inferiore.- Devo parlarti."
Eleanor annuì spostandomi di lato e facendomi entrare. 
"Posso offrirti qualcosa?"
Chiese gentilmente. Scossi la testa nervoso.
Era la seconda volta che ero nervoso con una ragazza. La prima era stata quando ero tornato a Doncaster per chiarire con Alex. 
"Ho pensato molto al bacio dell'altra settimana."
Iniziai il discorso. 
"Fa parlare me.- dissi quando vidi che stava per dire qualcosa- mi dispiace essere scappato così.. Ma... Io ti ho baciato perché tu mi piace Eleanor. Ora ne sono sicuro. Ma quel giorno mi sono sentito in colpa per Alex. Perché nonostante tutto io continuo ad amala ed una parte di me li farà sempre. Ma poi ci sei te.. Non sono mai stato un ragazzo che si fida subito delle persone, soprattutto dalla morte di Alex. Eppure quando ti ho lasciato la prima volta Susan, c'era qualcosa che mi spingeva a fidarmi. Quando sono con te non penso più ad Alex, non so cosa stia accadendo. Ma senti di provare qualcosa per te. Non so cosa vuoi te, ma io dovevo dirtelo."
"Tu mi piaci Louis."
Disse semplicemente quella ragazza che stava facendo riaccendere quella parte del mio cuore che per più di un anno era stata spenta. 
"Perché? Sono solo uno stupido ragazzo innamorato di una ragazza morta."
Come potevo piacergli? Forse aveva semplicemente confuso quello che provava. Gli faceva pena la mia storia e si era affezionata a Susan. 
"Perché ti vedo.."
"Cosa? Che intendi dire? Mi vedi?"
Il mio tono era confuso. 
"Si, ti vedo. E sai cosa vedo? Il contrario di quello che vedi tu. Vedo due occhi stanchi di star male, ma che hanno ancora voglia di stare bene e di emanare felicità come erano soliti fare prima. Vedo un viso sciupato e due occhiaie nascoste, per non far capire a nessuno come tu stia in realtà. Vedo un sorriso troppo grande e una risata troppo forte per far pensare che sei felice e spensierato, ma io vedo che quella non è una risata spontanea. Ma la cosa più bella di tutto questo è che tu vivi ancora e hai la forza di andare avanti. Si, ti vedo Louis, e vedo un ragazzo fantastico, forte, determinato, altruista e molto altro. Ti vedo e vedo solo cose belle. Tu sei una persona bellissima." Concluse. 
Per tutto il tempo non aveva fatto altro che guardarmi negli occhi. 
Volevo dire qualcosa ma le parole non mi uscivano. 
Ero rimandato colpito dalle parole che mi aveva detto. 
Eleanor era riuscita a capirmi come solo Alex riusciva. 
La osservai senza il coraggio di dire niente. Mi avvicinai a lei e la baciai di nuovo. Questa volta non sarei scappato subito dopo. Liz aveva ragione. Alex non sarebbe più tornata e io dovevo andare avanti. Dovevo innamorarmi di nuovo. In quel momento mi ritrovai a sperare con tutto me stesso che Eleanor fosse la persona giusta. 
 

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Capitolo 26
*** I need to talk. ***


CHAPTER 26.

 
HANNAH
 
Con la sedia a rotelle mi avvicinai al divano. Poggiai le gambe a terra e feci forza sulle braccia cercando di alzarmi. Mi sollevai di qualche centimetro prima di cadere sulla sedia. 
"Hei, tutto bene?" 
Mi voltai verso la porta trovando il viso preoccupato di Megan. 
"Meg, quando sei tornata?"
Sorrisi. Non la vedevo da una settimana dato che era stata via per lavoro. 
"Ora..tutto bene? Come procede con la riabilitazione?" Domandò avvicinandosi a me. 
"Non credo tornerò mai a camminare" proferii allontanandomi. 
Erano due mesi che andavo a riabilitazione e non vedevo nessun miglioramento. 
Era per questo che non volevo andarci inizialmente. Avevo paura proprio di questo. Avevo paura che non sarei più tornata a camminare. Il medico aveva detto che con un mese di riabilitazione avrei dovuto tornare a camminare come se non ci fosse stato nessun incidente, eppure dopo due mesi ero ancora bloccata su questa stupida sedia.
"Usciamo?" 
Il viso allegro di Megan comparve dietro la porta della mia temporanea camera. 
"Non accetto un no come risposta."
 
 
"Ho chiamato il tuo medico."
Mi informò Megan. Tenni lo sguardo basso. 
Odiavo toccare questo argomento. 
"Ha detto che ci sono stati grandi miglioramenti e che sei in grado di camminare."
Megan si mise davanti a me impedendomi di avanzare quando raggiungemmo il parco vicino casa. 
"Hai visto pure te prima. Non riesco neanche a reggermi in piedi."
"Il tuo è solo un blocco mentale Han."

Insistette. 
Scossi la testa. Io non avrei mai più camminato. 
La vidi allontanarsi di qualche passo. 
"Forza, prova a raggiungermi."
"No Meg, non ci riesco."
"Ci hai provato?"

Mi arresi al tono insistente di Megan. 
La vidi sorridere mentre poggiavo le gambe a terra. 
Provai ad alzarmi ma, una volta a metà strada, le mie gambe cedettero e caddi sulla sedia. 
 
"Andiamo a mangiare qualcosa? Mi è venuta fame. "
Annuii mentre Megan si alzava dal prato. 
Insieme ci incamminammo verso il primo fast food. 
Ci fermammo al semaforo rosso e quando scattò il verde Megan stava per passare. 
Successe tutto in cinque secondi. 
Vidi una macchina spuntare alla destra della ragazza. 
Mi alzai dalla sedia e feci quei pochi passi che ci dividevano attraendo la ragazza a me. Megan si voltò stupita verso di me. 
Il mio cuore batteva velocemente e non riuscivo a capire cosa accadesse. 
"Hannah.." Il tono di Meg era un misto di stupore, felicità e ringraziamento. 
Solo in quel momento compresi cosa avevo fatto. 
"Sei in pedi.. Riesci.. Riesci a camminare?"
Provai a fare qualche passo e rimasi completamente stupita quando ci riuscii. 
Stavo camminando. 
Mi voltai a guardare Megan che mi fissava sorridente. 
"Grazie." Sussurrai abbracciandola. 
La guardai in quegli occhi verdi. 
In quel momento capii che lei era tutto ciò che volevo. 
Capii che non c'era niente di male nel provare qualcosa di così forte verso una ragazza. 
Mi avvicinai a lei baciandola davanti a tutti. 
Non mi interessava di quello che la gente avrebbe pensato. Io ero felice con Megan, questo mi importava. 
 
LIZ
 
Mi buttai a peso morto sul divanetto che c'era all'entrata della scuola di danza. 
"Liz, potresti alzarti? Sai non sei leggera come una piuma." Mi prese in giro Jace. 
Gli feci una linguaccia spostandomi e mettendomi accanto a lui. 
"Ciao Meg..-salutai la ragazza quando entrò- Hannah?" Spalancai gli occhi quando vidi la ragazza camminare. La sera prima era su una sedia a rotelle e ora si reggeva in piedi. 
"O mio dio.."
Esclamai felice abbracciando la ragazza. 
"Ciao.." Salutò Jace la ragazza. 
"Ora, vorrai insegnare te.. Quindi dovrei andarmene?"
Il tono di Jace era preoccupato. Mi voltai a guardarlo non sapendo cosa dire. 
"Non ti preoccupare Jace.. Tu ci tieni molto più di me, mi troverò qualche altro lavoro." Lo tranquillizzò. 
"Sicura?"
Chiese un po' più sollevato. 
"Certo.. Liz sono passata per dirti che stasera siete tutti da me, devi parlarvi."
"Han, se tu non.."
Si intromise Megan. 
"So quello che faccio Meg. Non ti preoccupare." Le sorrise. 
 
Due ore dopo la visita di Hannah alla scuola, tutto il gruppo si trovava a casa sua riunito nel salotto. 
Hannah aveva ricevuto abbracci da tutti. Erano tutti sollevati che avesse ripreso a camminare. 
"Quello che sto per dirvi non è per niente facile.." 
Iniziò il suo discorso Hannah facendo preoccupare tutti. 
"È una situazione nuova anche per me.. È un po’ che ho capito di provare qualcosa.."
Si bloccò per un momento trovando le parole adatte alla situazione. 
Vidi mio fratello sorriderle incoraggiante. Che lui sapesse già qualcosa?
"Ho capito di provare qualcosa per Megan. E questa mattina abbiamo deciso di stare insieme e.."
Sospirai sollevata sentendo quelle parole. Avevo davvero temuto il peggio. 
"Tutto qui? Han, mi ha fatto prendere un colpo pensavo chissà cosa dovevi dire."
La interruppi facendo ridere Megan. 
"Non è un problema per voi se sono bisex?"
"Stai scherzando vero?"

La interruppe Louis. 
"Hannah sei la nostra migliore amica, sei importante per tutti noi. Sai cosa ci importa della tua sessualità?"
La tranquillizzò Cher. 
Hannah sorrise più serena. 
La sera trascorse tranquillamente e velocemente come al solito. 
Era bello vedere che nonostante fossero passati diversi anni, eravamo sempre gli stessi ragazzini. Solo un po’ più maturi. 
 
"Stavo per tornarmene a casa."
Scherzò Jace quando lo raggiunsi al solito tavolo. 
Gli feci la linguaccia prima di ordinare il solito drink. 
Portai il mio sguardo verso la porta e vidi entrare Zayn.
Il suo sguardo si posò su di me e lo vidi sorpreso di trovarmi lì. 
Eppure sapeva che ogni venerdì notte io ero qui. 
Era abitudine per me e Jace trascorrere il venerdì sera in questo locale. 
"Andiamo a ballare?"
 Mi domandò il ragazzo. Annuii distrattamente e lo seguii in pista. 
Cercai Zayn con lo sguardo e lo vidi al bancone parlare con delle ragazze mentre io ballavo insieme ad alcuni ragazzi. 
I nostri sguardi si incontrano per un momento, entrambi fingevamo che non ci importasse di nulla. Almeno era quello che facevo io. Ma chi sto prendendo in giro?
Perché sto fingendo che non mi importa niente di lui?
Cosa sto aspettando?
"Scusa Jace.. Io torno a casa." Salutai il ragazzo che ballava vicino a me. 
Non gli diedi il tempo di rispondermi che mi recai al tavolo, presi il mio giubbotto ed uscii dal locale. 
Quando arrivai a casa la trovai vuota.
Liam era fuori con Charlie. 
Andai in camera mia e mi stesi sul letto. 
Non riuscendo a prendere sonno mi alzai dal letto e mi avvicinai alla finestra. 
Zayn non era ancora tornato, la sua moto non c'era sotto casa. Mi appoggiai al divanetto sotto la finestra e rimasi a guardare fuori. 
Dopo un'oretta lo vidi arrivare. 
Lo vidi parcheggiare la moto al solito posto. 
Camminare fino alla porta di casa. 
L'osservavi dalla finestra nascondendomi dietro la tenda così lui non sarebbe riuscito a vedermi. 
Lui non sapeva che io lo volevo con me. 
Non solo perché ero un po' brilla. 
Lui si comportava come se tutto fosse finito, come se io non sentissi la sua mancanza. 
Invece io volevo semplicemente un suo bacio. 
Volevo che mi baciasse come la prima volta. Non riuscivo a ricordare perché ci fossimo detti addio. 
 

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Capitolo 27
*** Our place. ***


CHAPTER 27.

 
 ZAYN
 
Erano diversi giorni che il mio pensiero fisso era Elisabeth. Ormai non potevo più negarlo, mi stavo innamorando di nuovo di lei. 
Ormai dovevo ammetterlo, non riuscivo a smettere di pensarla. 
Avevo deciso di provare ad uscire con qualcuno con la speranza di togliermela dalla testa una volta per tutte. 
Ci avevo provato, ma non ci ero riuscito. 
Erano già cinque giorni che uscivo sempre di casa con la speranza di conoscere qualcuno ma ogni volta rimanevo al bancone del locale a bere qualcosa. 
"Parti?"
Mi domandò Liam quando mi vide scendere con un borsone sulla spalla. 
Annuii. 
"Vado qualche giorno a mare.. Ho bisogno di cambiare aria." Spiegai senza aggiungere altro. 
Salii in moto e andai alla stazione. Salii sul treno e in una quarantina di minuti arrivai a destinazione.  
Camminai per una decina di minuti prima di arrivare al campeggio. 
C'era ancora un po’ di luce. Montai la tenda che mi ero portato appresso prima di entrarci e riposare. 
In poco tempo mi addormentai. Stanco per il breve viaggio. Stanco per le ore di sonno accumulate durante la settimana appena passata. 
Andavo a letto in tarda nottata e mi svegliavo sempre molto presto. 
Quando la mattina mi svegliai, non feci colazione. Mi sistemai e feci una passeggiata per il bosco. 
Ormai lo conoscevo abbastanza bene. Era la terza volta che andavo in quel campeggio. 
Mentre passeggiavo intravidi una linea azzurra. 
Mi venne nostalgia quando riconobbi il posto. 
Spostai i rami dell'albero che mi impedivano di proseguire e mi avviai alla spiaggetta. 
Non mi sarei mai aspettato di trovare qualcuno, soprattutto non mi sarei mai aspettato di trovare lei.
 
HARRY 
 
Quella sera ero uscito prima da lavoro ed ero tornato subito a casa. Cher mi aveva chiamato poco prima avvisandomi che avrebbe tardato. Meglio così. Avrei avuto più tempo per preparare tutto. Quella sera erano ben cinque anni che stavamo insieme. Volevo fare qualcosa di speciale e stavo organizzando quella serata già da due settimane. 
"Sono a casa." Sentii urlare da Cher e poi sentii il rumore della porta chiudersi. 
"Cos'è questo odorino?"
Domandò comparendo sulla soglia della porta della cucina dove stavo finiamo di cucinare. 
"Cosa cucini?"
Domandò avvicinandosi. 
Mi lasciò un semplice sulle guance prima di cercare di sbirciare qualcosa. 
"Ferma signorina." La bloccai per le spalle sorridente. 
"Lascia lo chef all'opera."
Cher in uno sbuffò uscì fuori dalla cucina salendo al piano superiore. 
 
La serata passò velocemente. Il tempo insieme a lei passava sempre velocemente. 
Sistemata la cucina la presi per mano e la portai in camera. 
La luce era spenta e c'erano delle piccole stelle, che avevo attaccato prima sul soffitto, che illuminavano leggermente la stanza. 
Cher si bloccò quando vide la scritta creata dalle stelle. 
Si voltò verso di me spaesata. 
Io mi avvicinai a lei e, dopo aver preso una scatoletta dalla tasca posteriore del jeans, mi inginocchiai. 
Era da tempo che avevo intenzione di chiederle la mano e quella situazione mi era sembrata adatta. 
"Mi vuoi sposare?" Le chiesi guardandola dritta negli occhi con il cuore che batteva a mille. 
 
 

 
LIZ
 
Come ero solita fare negli ultimi cinque giorni, anche quella notte mi appostai vicino alla finestra di camera mia. Anche quella sera Zayn era uscito e anche quella sera io aspettavo il suo ritorno. 
Le ore passavano, ma di lui non c'era traccia. 
Si fecero le cinque. Zayn ancora non tornava. 
Sentivo le palpebre pesanti. Gli occhi bruciavano per la stanchezza. Li chiusi un po’ per farli riposare. 
Quando li riaprii c'era una forte luce che veniva da fuori. 
Presi il telefono e guardai l'ora. Le 10:00 AM. 
Mi ero addormentata alla finestra. 
Guardai fuori la finestra. La moto di Zayn ancora non c'era. Forse era rientrato quando mi ero addormentata ed era uscito presto come faceva ultimamente. 
Mi alzai, mi vestii ed uscii di casa. 
"Dove vai?"
Mi domandò mio fratello spuntando dal salotto. 
"A fare un giro." Risposi prendendo le chiavi della macchina.  
Chiusi la porta alle mie spalle e chiusi il giubbotto quando sentii il vento colpirmi la pelle. 
Entrai in macchina, misi in moto e partii senza una destinazione in mente. 
Mi accorsi di essere uscita fuori Londra quando riconobbi il campeggio dove qualche anno prima ero stata insieme ai ragazzi. 
Parcheggiai l'auto e scesi. Mi incamminai lentamente e cinque minuti dopo mi ritrovai in quel posto dove tutto era iniziato. 
 
 
“Dove vai?”
“Vieni, mi è sembrato di vedere il mare.”
“Ma sei fuori? È pieno inverno e tu vuoi andare a mare?”
“Muoviti.”

Disse tirandomi per un braccio. Arrivammo in una spiaggietta piccolissima.
“Bello no?”
“Si, che ne dici se avvisiamo i ragazzi e facciamo un falò qui stasera?”

“Ma non eri tu che non volevi andare in spiaggia?-alzai le spalle- comunque no.”
“E perché no?”
“Perché questo sarà il nostro posto.”

 
 
“Hai freddo?”
“No guarda, muoio di caldo.”

Improvvisamente mi venne in mente un modo per vendicarmi di Zayn, mi avvicinai a lui e lo abbracciai.
“Ora si che va meglio.” dissi bagnandolo tutto.
“Sei una stronza.”
“Lo so caro.”

Gli feci la linguaccia e iniziai a ridere così tanto da non accorgermi che lui aveva accorciato la distanza tra noi e aveva poggiato le sue labbra sulle mie.
 
 
“Lizzie, io tu…”
“Cosa?”
“Lizzie si tu mi piaci, nessuna ragazza mi aveva mai fatto sentire così. Ti va di essere più di amici?”
“Zayn io… anche tu mi piaci o almeno credo. Non lo so, sei un bel ragazzo mi trovo bene con te, ma non sono pronta ad avere una nuova relazione. Ho appena rotto con Tomas e non mi va di impegnarmi seriamente con nessuno. Almeno non ora.”
“Nessuno ha detto che deve essere una cosa seria. Proviamoci, vediamo come va e poi se non funziona torniamo ad essere amici.”
“Io non so che dire Zayn.”
“Dimmi di si.” 
“Ok, va bene. Possiamo provarci, ma non ti assicuro niente.”

 
 
“Dove vai?”
Mi domandò mio fratello.
“A fare un giro qui vicino.”
“Ok non fare tardi così poi ci mangiamo qualcosa tutti insieme.”

Annuendo m’incamminai verso quel posto.
Quando arrivai fui del tutto stupita di trovare proprio lui lì. Non credevo che si ricordasse di questo posto.
“Ciao.”
Lo salutai sedendomi accanto a lui.
“Che ci fai qui?”
Alzai le spalle spegnendo l’ipod.
“Perché non sei con Luke?”
Disse freddo.
“È partito.”
“Che peccato.” continuò a dire duramente.
“Che c’è Malik? Lei non te l’ha data?” dissi sarcasticamente, lui si girò a guardarmi stupito per quello che avevo appena detto.
“Oh casomai è il contrario. Non vedevo l’ora che se ne andasse.”
“Che succede? Da quando rifiuti del sesso facile?”
“Oh, io non sono mai stato così.”
“Ah davvero? Perché mi è sembrato che in questi mesi ti facevi chiunque ti passasse davanti.”
“Non ero in me in quei mesi.”
“Ci hai messo di tempo a capire eh.”
“Ma si può sapere che vuoi? Luke si è già stancato di te e sei venuta da me a rompere?”

Abbassai lo sguardo. Gli occhi divennero lucidi. Quelle parole mi ferirono, era vero tutti i miei ragazzi si erano stancati di me e mi avevano lasciato. Ma mai avrei immaginato che anche lui si sarebbe stancato di me. Gli unici che mi erano stati sempre accanto erano mio fratello e i ragazzi.
“Allora se non sono ben accettata vado via.”
Dissi alzandomi e incamminandomi verso la tenda.
“Aspetta.”
Mi disse prendendomi per un polso.
“Scusa, non volevo.”
Non mi voltai. Non volevo mostrarmi debole davanti a lui, non di nuovo.
“Scusa, non volevo dire questo. Non mi dai fastidio, non tu. Solo che questo posto mi fa stare male diciamo.”
“In che senso?”

Dissi alzando un sopracciglio sempre dandogli le spalle.
“In questo posto mi ero promesso di farti innamorare di me, ma non ci sono riuscito. Ti ho semplicemente allontanato”.
Fidati che non hai fallito in questo, sei riuscito nella impresa. Solo che non lo saprai mai, non lo saprai perché non voglio rovinare la nostra amicizia.
“Quando mi hai lasciato mi è crollato il mondo sopra, non capivo cosa avessi sbagliato. Solo ora ho capito, se tu avessi voluto stare veramente con me non avresti rifiutato all’inizio. Io non avrei dovuto insistere e costringerti a mettermi con me.”
Scossi la testa.
“Tu non hai costretto nessuno Zayn.”
Dissi finalmente voltandomi verso di lui. Anche i suoi occhi erano lucidi. Non l’avevo mai visto in quelle condizioni, non avevo mai visto Zayn Malik sul punto di piangere.
“Invece si, se io non avessi insistito tu non ti saresti messa con me. Saremmo rimasti amici e niente di tutto questo sarebbe successo. Questo posto non avrebbe avuto alcuna importanza.”
“Stai dicendo che ti sei pentito di stare insieme a me?”

Risposi con un filo di voce. Tutti i miei ragazzi se n’erano pentiti, se anche lui fosse pentito io non avrei retto. Avrei pianto, non davanti a lui, ma appena sarei rimasta da sola sicuramente. Perché era solo colpa mia se ci fossimo lasciati, perché io mi ero innamorata di lui nonostante tutto.
“No Lizzie, non mi pentirei mai di quello che c’è stato tra noi due. Anzi se tornassi indietro rifarei tutto. Sto solo dicendo che non mi sarei dovuto illudere tanto da cambiare il mio atteggiamento.”
“Sai una cosa Zayn? Io ti ho mentito. Non ti ho lasciato perché tra di noi non funzionava, anzi andava tutto benissimo. Però avevo paura, una fottuta paura di scottarmi. Tutti i ragazzi che ho avuto mi hanno sempre lasciato senza un motivo preciso, io ci sono rimasta sempre male. Poi sei arrivato tu, mi riempivi di attenzioni e quando ti ho visto con Ashley ho capito che non cercavamo la stessa cosa. Tu volevi una storia seria invece io no, io non volevo impegnarmi con nessuno perché avevo paura di essere abbandonata di nuovo. Invece ho allontanato l’unica persona che aveva dimostrato di tenerci veramente a me. Però sono felice che dopo tutto, ora siamo amici.”

Ammisi con sincerità e tutto il coraggio che avevo.
“Tu non mi hai mai allontanato Lizzie, ogni giorno speravo che tu venissi a svegliarmi, che tutto questo fosse solo un brutto sogno e tu eri ancora la mia ragazza. Non ho mai smesso di pensarti. Ho sempre cercato di dimenticarti ma non ci sono riuscito, però questa volta mi farò bastare la tua amicizia.”
Cosa? Lui non mi ha dimenticato? Prova ancora qualcosa per me? D’impulso lo baciai. Quando mi resi conto del mio gesto mi staccai svogliatamente. Mi staccai da quelle labbra morbide, proprio come ricordavo. Ma quella distanza tra di noi non durò molto perché fu proprio lui ad annullarla.
“Scusa Lizzie, non avrei dovuto baciarti.”
Disse abbassando la testa.
“Ti vorrei ricordare che sono stata io a farlo per prima Zayn.”
“Si però tu ti sei staccata subito, ti prego non voglio che questo mio gesto rovini ancora la nostra amicizia. Non ti voglio perdere di nuovo.”
“Zayn non mi perderai. Però..”
“Però cosa? Dovrò dimenticarmi di te lo so, ci sto provando Lizzie ti giuro. Non ti farò pesare questa mia cotta giuro.”
“No Zayn, non intendevo questo. Volevo dire, se ci piacciamo entrambi perché rimanere amici?”

E dopo tutti quei mesi rividi quel sorriso, quel sorriso che aveva dedicato solo a me. Un sorriso che questa volta l’avrei custodito per bene. Questa volta non avrei rovinato tutto quanto. Questa volta avrei rischiato di scottarmi se questo significava stare con lui.
“Forse è meglio che andiamo. Ci staranno aspettando.”
Dissi notando che ormai si era fatto buio.
“Aspetta.”
Disse avvicinandomi a se e dandomi un bacio. Un bacio diverso dal precedente. Un bacio più sicuro. Un bacio che mi fece scoppiare il cuore in petto e fece risvegliare i rinoceronti nel mio stomaco. 
 
Un rumore di un bastoncino rotto mi fece risvegliare dai miei ricordi. 
Mi voltai spaventata trovando l'ultima persona che avrei immaginato di trovare. 
 
Deglutii prima di sussurrare un flebile “Zayn?”
“Elisabeth?” disse nello stesso istante.
“Cosa ci fai qui?” il suo tono era freddo e duro.
Cosa ci facevo lì? Non lo sapevo neanche io. Ero uscita di casa ed ero arrivata automaticamente lì.
“Io..io.. perché sei qui?” furono le uniche parole che riuscii a pronunciare.
“Non si risponde ad una domanda con un’altra domanda.”
“Si può sapere cosa ti ho fatto per meritarmi tutto quest’odio?”
cambiai argomento. Era diverso tempo che mi ponevo quella domanda e volevo una risposta.
“Cosa hai fatto? Hai anche il coraggio di chiederlo?” urlò avvicinandosi a me.
“No Zayn, non capisco cosa ho fatto per essere odiata in questo modo.”
“Dopo tutto quello che avevo fatto per te, tu hai comunque rifiutato la mia proposta.”
per un momento il suo tono mi sembrò ferito, ma i suoi occhi esprimevano solo rabbia.
“Quindi è colpa mia? Sei stato tu a lasciarmi Zayn! Con uno stupido biglietto. Non hai avuto neanche il coraggio di dirmelo guardandomi negli occhi. Dovrei essere io ad odiarti.”
“Come credi mi sia sentito quando mi hai detto di no? Non mi hai mai amato abbastanza.”
“Casomai è il contrario. Se mi avessi amato tanto quanto ti amavo io avresti capito il motivo di quella mia risposta. Se ti ho detto di no, era solo perché ero spaventata. Cazzo dovevo fare 19 anni. Se me ne sono andata quando mi hai chiesto di restare è stato per paura, perché mi viene da scappare. E' la mia insicurezza che mi fa perdere ogni cosa ti giuro eri importante. Ti amavo più di ogni altra cosa al mondo Zayn ma stavamo correndo troppo.”

Il mio tono di voce era alto e spezzato da qualche singhiozzo. Gli occhi erano lucidi e pieni di lacrime
“Se mi avessi amato davvero, non ti sarebbe importato dell’età. Avresti detto di sì.”
“Sai cosa? Hai ragione, forse l’età è stata soltanto una scusa. Ma non ti permettere a dire che non ti ho amato. Tu eri e sei tutto per me, perché non riesci a capirlo?”

Zayn aprì la bocca per ribattere ma il lo bloccai.
“Perché non capisci che non avevo che te, mi facevi diventare la cosa più importante. Non avevo che te, a sorridermi per mano tra la gente. Non avevo che te, che sapevi decifrare tutti i miei silenzi, contrattempi del mio cuore senza bisogno di spiegare. Non avevo che te, anche se lo sapevo, non ti dimostravo niente. Perché non riesci a capire che più di ieri sento che necessito di averti come complice.”
Ormai non mi importava più delle lacrime che avevo trattenuto fino poco prima. Non mi importava di apparire debole ai suoi occhi.
“Se avessi la possibilità, correrei da te e ti stringerei senza scappare mai più.- non sapevo dove stavo prendendo tutto quel coraggio Le parole mi uscivano di bocca automaticamente. Avevo trattenuto per troppo tempo quei pensieri.-Mi dispiace.”
“Cosa ti dispiace?”
sentivo il mio cuore battere velocemente. Questa volta il tono del ragazzo non era più duro come prima.
“Mi dispiace che io mi sia innamorata una sola volta nella vita, mi sono innamorata di te come non avrei mai immaginato di amare qualcuno e come non amerò mai nessuno. Invece te ti sei innamorato due volte. Mi dispiace perché tu sei riuscito ad andare avanti mentre io ancora non riesco a fare altro che pensare a te. Mi dispiace perché..”questa volta fu lui ad interrompermi.
“Su una cosa hai ragione. Io mi sono innamorato due volte, ma sbagli a dire che io sono riuscito ad uscirne. O almeno in parte hai ragione. Ti avevo dimenticato, non ti amavo più. Eppure ci sono ricaduto. Hai ragione, io mi sono innamorato due volte. Entrambe le volte di te. Ed io ti odio per questo. Odio il fatto di essere così dipendente da te. Odio il fatto di essermi riinnamorato dell’unica ragazza che mi ha spezzato il cuore.”
Non mi ero accorta che mentre parlava si era avvicinato a me. Troppo presa ad ascoltare le sue parole, troppo presa a fissare il suo sorriso che mi aveva fatto innamorare.
“Mi dispiace se a volte sembro una bambina, se mi faccio mille problemi per questioni inesistenti. Mi dispiace se quando sono arrabbiata parlo con le lacrime, se quando sono felice sorrido troppo, se ho paura di perderti, se ho paura di quello che provo per te. Mi dispiace se mi scuso troppe volte ma per favore, amami anche così.”
Il mio tono di voce ora era basso ma sicuro. Tremavo, ma non per il freddo. Tremavo per quello che mi aveva appena detto. Lui si era innamorato due volte di me. Tremavo per la sua mano fredda a contatto con la mia calda, ma non mi importava più di tanto. Avevo aspettato un minimo contatto con lui da tanto tempo. 
Il mio cuore batteva velocemente man mano che la distanza tra di noi diminuiva. Feci un passo avvicinandomi di più a lui. Dopo più di un anno, finalmente mi sentii di nuovo a casa quando le sue braccia circondarono la mia vita. Mi aggrappai a lui come se fosse la mia ancora di salvezza. E in un certo senso lo era. 
"Ti prego Zayn, non lasciarmi più."
Sussurrai debolmente sul suo collo. Lo sentii rabbrividire e sorrisi. Sorrisi perché la causa di quei brividi ero io. 
"Non lo farò. Ti amo Lizzie." Mormorò staccandosi leggermente guardandomi negli occhi. 
"Amo quando mi chiami così.. Amo te."
Portai una mia mano sul suo viso spostandogli i capelli che si era fatto crescere. Avevo sempre pensato che Zayn con i capelli lunghi non sarebbe stato bene, ma dovevo rimangiarmi tutto. 
Con i capelli così lunghi assomigliava vagamente ad Aladin, un personaggio della Disney. Con i capelli così, non aveva più la solita aria da duro, ma riusciva comunque ad essere perfetto e misterioso. 
“Lo sai che litigheremo, ci vorremmo scannare, ci insulteremo, rimarremo nelle nostre posizioni perché siamo entrambi orgogliosi per ammettere di avere torto. E succederà tante volte, lo sai.” pronunciò lui sulle mie labbra.
“Tu promettimi che ci ritroveremo in un abbraccio e in un "Scusami se sono una testa di cazzo, ma mi conosci.". Promettimi che faremo sempre pace, che tornerai a farmi il solletico e a baciarmi per farmi stare zitta. Promettimi che riusciremo a capirci, sempre.” non staccai mai il mio sguardo dal suo mentre pronunciavo quelle parole.
“Lo prometto.”
Chiusi gli occhi avvicinandomi alle sue labbra quando mi squillò il telefono. Mi allontanai spaventa facendo ridacchiare il ragazzo. 
Decisi di ignorare il telefono avvicinandomi di nuovo al ragazzo. 
"Forse dovresti rispondere." Mormorò senza interrompere il nostro scambio di sguardi quando il mio cellulare squillò di nuovo. 
Sbuffando mi allontanai dalla presa di Zayn prendendo il telefono dalla tasca del giubbotto. 
"Pronto?"
Risposi senza guardare il nome sullo schermo. 
"Liz? Finalmente. Che fine hai fatto? Liam mi ha detto che sei uscita tre ore fa di casa e noi ci dovevamo vedere un'ora fa."
Il tono preoccupato del mio migliore amico mi riportò alla realtà. 
Per un momento pensai di essermi immaginata tutto. Solo quando, voltandomi, vidi Zayn a qualche metro di distanza riscaldarsi le mani mentre mi fissava sorridente ebbi la certezza che tutto quello fosse la realtà. 
"Dio, scusami Haz.. Mi è completamente passato per la testa il nostro appuntamento. Comunque non preoccuparti.. Sto bene." Cercai di tranquillizzarlo. E per la prima volta negli ultimi mesi, stavo davvero bene. 
"Sei sicura?"
Annuii.
"Si.. Sto bene.." Sorrisi. 
"Comunque volevo dirtelo di persona ma.. Io e Cher ci sposiamo."
Quasi mi strozzai con la saliva a quell'esclamazione. 
"Cosa??" Domandai incredula. 
"Mio dio Harry.. É una notizia stupenda. Appena ci vediamo voglio tutti i dettagli. Ho anche io qualcosa da raccontarti poi.."
"Cosa?"

Chiese curioso il riccio. 
"Non ti dirò niente.. Ora devo andare ciao Hazza." E senza dargli il tempo di rispondere chiusi il telefono. 
"Che voleva?"
Domandò Zayn una volta che tornai da lui. 
"Dovevo vedermi con lui più o meno un'ora fa.."
"Oh.. Quindi devi, devi andare?"

Scossi la testa facendomi stringere dalle sue braccia. Ne avevo un grande bisogno. 
"Ho aspettato più di un anno per questo momento. Harry aspetterà."
Scherzai e, dopo tutto quel tempo, finalmente le mie labbra incontrarono di nuovo le sue. 
"Se avessi saputo che per ritornare insieme dovevamo tornare qui, allora mi sarei organizzata prima." 
Scherzai anche se in parte era la verità. Ogni volta che ci eravamo messi insieme, eravamo in questo posto. Nel nostro posto. 
Zayn rise concordando con me. 
Finalmente dopo quasi un anno e mezzo, stavo bene con me stessa. 

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Capitolo 28
*** New York City Ballet again. ***


CHAPTER 28.

 
 
"Al primo posto Urban Dance Factory, coreografia di Jace Wayland ed Elisabeth Payne."
Annunciò il giudice. Mi voltai verso Jace abbracciandolo felice. Avevamo aperto la scuola solo da tre mesi e circa un mese fa eravamo venuti a conoscenza di questo concorso. Sia io che Jace avevamo pensato che sarebbe stato utile per i ragazzi parteciparci. Ci eravamo messi d'impegno e avevamo creato una coreografia insieme. Avevamo unito due basi per poter ballare sia moderno che Hip Hop. Era un'unica coreografia dove iniziavano i miei di moderno. Poi la musica si bloccava, si spegnevano le luci e salivano sul palco i ragazzi di Jace. 
Era un concorso generale, c'erano band, cantanti solisti, crew o ballerini singoli. Quando ci eravamo iscritti non pensavamo di poter riuscire a vincere. 
 
"Ultimamente la tua allegria é insopportabile." Scherzò Jace. 
Una volta scesi dal palco avevo iniziato a torturarlo. 
"Ciao Jace, ciao Elisabeth." Ci salutò una ragazzina del mio corso. 
Le sorrisi salutandola e poi riportai la mia attenzione sul ragazzo ricominciando a farlo spaventare. 
"La vuoi smettere?" 
Mentre gli stavo facendo la linguaccia fu qualcuno a spaventare me. 
Portai le mani sulla mia faccia spostando quelle che mi ricoprivano gli occhi riconoscendole come quelle del mio ragazzo. 
"Zayn." Urali felice abbracciando il ragazzo. 
"Che ci fai qui? Non dovevi essere a scuola?"
"Sono uscito prima..-
spiegò sorridente.-siete stati molto bravi." Ammise congratulandosi anche con Jace. 
"Elisabeth Payne?"
Una nuova voce si aggiunse alle nostre. 
"Si, sono io." Sorrisi cordiale quando riconobbi uno dei giudici. 
"Io sono Alexander Williams, direttore della New York City Ballet.-si presentò. Vidi Zayn accanto a me irrigidirsi.- sono rimasto molto colpito da te quando ti ho visto ballare. Sei davvero un'ottima ballerina."
"Grazie.."
"Volevo proporle una cosa. Stiamo aprendo un corso per i piccoli nell'accademia e vorrei lei come insegnante."

Mi mordicchiai un labbro nervosa. Guardai prima Zayn, poi Jace, poi il gruppetto di ragazze a cui insegnavo, poi tornai a guardare il direttore. 
"É davvero una grande opportunità, ma credo di rifiutare l'offerta."
Entrare alla New York City Ballet era una grande opportunità ed essere un'insegnate lo era ancora di più. Chiunque al posto mio avrebbe accettato, ma io no. 
La mia vita era qui a Londra. Non sarei riuscita a rininziare una nuova vita li. Non ora che stava andando tutto bene. 
"Se ci ripensa, questo è il mio numero."
Alexander mi porse un biglietto che afferrai saldamente. Poi andò via. 
"Sei sicura di voler rifiutare?"
Chiese il ragazzo accanto a me. 
"Più che sicura. Sto bene qui a Londra." Sorrisi guardandolo negli occhi. 
"Io vado.. Ci sentiamo Liz." Salutò Jace. 
"Ciao Jace." Ricambiai sorridente, poi riportai l'attenzione sul mio ragazzo. 
"Liam non torna per cena. Dopo la partita esce con Charlie." Mi informò.
"Usciamo anche noi?" Aggiunse poi. 
Scossi la testa prima di appoggiarmi al suo petto. 
"Sono stanca. Torniamo a casa."
 
 
ZAYN
 
“È per una ragazza vero?” così mi rispose mia madre quando ero andato a trovarla e ad informarla che avremmo passato il Natale da me e non più a Bradford.
“No..ok si..” ammisi sotto lo sguardo ammonitore di mia madre.
Nell’ultima settimana avevamo deciso, io e tutto il resto del gruppo, di passare la vigilia di Natale insieme per festeggiare anche il compleanno di Louis e il venticinque con le proprie famiglie. Io, Liam e Lizzie avevamo pensato di passare quel giorno insieme a casa nostra e di fare venire i nostri genitori invece che andare noi da loro.
“Come vi siete conosciuti?” la curiosità di mia madre non aveva limiti.
Così le raccontai tutta la storia tra me e Liz, dal primo incontro fino a quando aveva rifiutato il posto di lavoro alla New York City Ballet.
Mia madre mi aveva ascoltato in silenzio sorridendo felice per me.
“Sei sicuro sia quella giusta?” domandò alla fine.
Ero sicuro che Lizzie fosse quella giusta?
“Si mamma, la amo più di ogni altra cosa al mondo e lei pure. Siamo più maturi ora e non ci arrenderemo alla prima difficoltà.”
Lizzie era quella giusta, non c’era più nessun dubbio.
“Voglio darti una cosa.” annunciò alzandosi dal divano e sparendo dietro le scale.
La vidi tornare poco dopo con qualcosa in mano.
“Questo me lo diede tuo padre quando ci fidanzammo. Voglio che lo tieni tu e lo dia alla ragazza che vorrai sposare.”
Spiegò porgendomi una scatoletta piccola di velluto nero.
“Grazie mamma.” sorrisi abbracciandola.
“Quindi lei è la sorella di Liam?” annuii divertito.
“Se è come il fratello sarà sicuramente una cara ragazza.” sorrisi a quell’affermazione.
Lizzie era una ragazza fantastica, ma era l’esatto opposto di suo fratello.
Era proprio per questo che mi ero innamorato di lei.
Fingeva di essere dura e forte, quando in realtà, in fondo, forse solo con me, era una ragazza dolce e piena di paure. Paura di esternare i suoi sentimenti. Una ragazza che quando voleva bene ad una persona, lo faceva con tutta se stessa anche se non lo dimostrava. In fondo, Lizzie era una ragazza timida, solo che non lo dava a vedere.
 
 
Ero tornato in tarda serata da Bradford e quella mattina mi ero svegliato più tardi del solito. Per fortuna erano iniziate le vacanze natalizie quindi non sarei dovuto andare a scuola. 
Al mio risveglio la casa era silenziosa. Liam era sicuramente andato a correre e Lizzie dormiva. 
Ne approfittai per sistemare le cose che avevo messo nel borsone per andare da mia madre. 
Poi mi stesi nuovamente sul letto con la scatoletta che mi aveva dato mia madre tra le mani.
Sentii la porta di camera mia aprirsi. Con un gesto rapido nascosi la scatoletta sotto il cuscino prima che la figura della mia ragazza entrasse in camera. 
"Ah sei sveglio." Proferì. 
Annuii facendole segno di avvicinarsi. 
"Sai..-pronunciai attirando a me la ragazza e stingendola tra le mie braccia.- mia madre non vede l'ora di conoscere la ragazza che mi ha rubato il cuore."
La sentii irrigidirsi tra le mie braccia ma non lo diede a vedere. 
"Devo essere gelosa? La voglio conoscere anche io."
Ribatté mettendo il muso. 
"Tu sarai la prima a conoscerla." Mantenni il suo gioco ribaltando la situazione. 
Ora lei era stesa sotto di me. 
I suoi capelli erano sparsi per il mio cucino. I miei occhi fissi nei suoi. Il suo profumo che mi riempiva i polmoni. Il suo sorriso che sfiorava le mie labbra. Le sue mani incastrate con le mie. I nostri petti a contatto. Le nostre gambe intrecciate. Ci completavamo come due pezzi di puzzle. 
Quando mi ero innamorato la prima volta di lei, non avrei mai immaginato di poter riprovare tutte queste sensazioni. 
Perrie ne era stata una prova. Quando ero con lei non mi ero mai sentito così vivo. 
Ma ora che ero di nuovo con lei, avevo capito di essermi sbagliato. Tutte quelle sensazioni le stavo riprovando proprio ora, con Lizzie al mio fianco. E se era possibile, la amavo più di prima. Ogni giorno sempre di più. 
"Mi dispiace se dico che ho bisogno di te, ma non mi importa. Non sono spaventato dall'amore. Perché quando sono con te mi sento strano, mi sento vivo. Questo è tutto così sbagliato ma tu mi rendi forte."
Sussurrai sulle sue labbra.
La vidi sorridere a quella mia affermazione prima di baciarmi come solo lei faceva. 
Mi lasciai trasportare da quelle labbra morbide dimenticando tutto quello che c'era introno a noi. Almeno finché un telefono non iniziò a squillare.
"Scusa..- annunciò mordicchiandomi il labbro inferiore.- devo andare. Harry mi sta aspettando."
"Ti scuso solo se mi dai un altro bacio e mi prometti che stasera stiamo insieme."
 

"Che cos'è?"
La voce di Liam mi fece spaventare e feci cadere la scatoletta a terra. 
"Dio Liam. Per poco non mi facevi venire un infarto."
"Cos'è?"
Chiese di nuovo indicandomi la scatoletta che avevo appena raccolto. 
L'aprii mostrandogli il contenuto. 
"Sei impazzito per caso?" Domandò stupito quando vide la grossa pietra. 
"Me l'ha dato mia madre ieri. Vuole che lo dia a tua sorella quando sarò pronto."
"E tu? Che vuoi fare?"
"Io sono pronto Lee.. Ma non so se lei lo è..non voglio perderla di nuovo. Non questa volta."

Sapevo che stavamo insieme da solo due mesi. Ma era come se stessimo insieme da anni. Come se quell'ultimi mesi non ci fossero stati. E quando ami così tanto una persona non è mai troppo presto. 
Da un lato volevo mostrarle quell'anello, dall'altra ero terrorizzato da una sua reazione negativa. 
"Io posso dirti solo che conosco mia sorella. E nonostante i due anni trascorsi a New York, i suoi sentimenti per te non si sono spenti. Anzi, sono cresciuti. Non credevo che qualcuno sarebbe stato in grado di amare una persona come mia sorella ama te."
 
 
LIZ
 
"Ma non eri te che dicevi che la tua giornata con Harry era sacra e neanche se fosse venuto Brad Pitt in persona a chiederti di passare del tempo con lui avresti rifiutato?"
Mi prese in giro Charlie. 
"Non ho mai detto che se fosse venuto Zayn a dirmi di stare con lui avrei rifiutato." Ammisi facendole la linguaccia. 
"Vuoi dire che preferisci Zayn a Pitt?"
"Tu preferiresti passare una serata con Pitt o cento con mio fratello?" 

Le chiesi beffarda. 
Aprì la bocca per ribattere, poi la chiuse non sapendo cosa dire. 
"Zayn deve sentirsi onorato.. Ha superato Brad Pitt." 
"Che avete da ridere?"
Chiese Liam comparendo sulla soglia della porta della mia camera con al seguito Zayn. 
"Parlavamo di Brad Pitt e di quanto è figo."
Rispose Charlie. 
"Ma io sono più figo di lui vero?"
Ammiccò Zayn nella mia direzione. 
"No, per niente." Lo presi in giro. 
Charlie mi guardò sorridendo divertita alla mia affermazione. 
"Non ti credo." Continuò Zayn facendomi ridere. 
"Dai, andiamo scemo." Lo continuai a prendere in giro spingendolo fuori camera mia. Charlie mi seguì avvicinandosi a Liam. 
"Lottie resti a cena qui?" Le chiese sorridente. 
Vidi la mia amica annuire. 
Sorrisi felice per loro prima di spingere il mio ragazzo fuori dalla porta. 
"Hai finito di spingermi?"
Chiese divertito. 
Scossi la testa divertita prima di sentire le sue labbra sulle mie.
 
 
Rientrammo in silenzio a casa in tarda serata. Mio fratello sicuro era già a letto dato che tutte le luci erano spente e c'era un silenzio abissale in tutta la casa. 
Seguii in silenzio Zayn in camera sua. Volevo stare ancora un po' con lui, nonostante la tarda ora non ero per niente stanca. 
"Resti a dormire qui?"
Mi chiese. Io annuii e, dopo essere andata in camera per mettere il pigiama, mi infilai sotto le coperte. 
"Si può sapere cosa hai? È tutta la sera che sei distratto."
Domandai dopo un po' staccandomi dall'abbraccio per guardarlo in faccia. 
"Non ho niente.." Rispose evitando il mio sguardo. 
"Zayn.. Per favore.." Richiamai la sua attenzione preoccupata. 
"Non è niente.. Solo che c'è un pensiero che mi tormenta e non so che fare. Ho paura della tua reazione"
Ammise sincero guardandomi negli occhi. Il suo tono spaventato mi fece preoccupare di più. Cosa voleva dirmi? 
"Dimmi cosa ti tormenta, magari posso aiutarti."
Mi guardò negli occhi sospirando. Poi si alzò dal letto e si avvicinò all'armadio. Lo vidi prendere qualcosa e poi chiudere il cassetto. Non capii cosa teneva in mano. Non riuscivo a distinguere nient'altro se non la sua figura al buio. 
"Ieri quando sono stato da mia madre mi ha dato questo. Voleva che lo tenessi te."
Spiegò tornando a letto e porgendomi quello che teneva tra le mani. Aprii quella scatoletta trovando un anello. Era difficile distinguere le cose con quel buio e solo dopo un po’ riuscii a capire cosa fosse. Con il cuore a mille portai il mio sguardo dove c'era Zayn.
"Era suo.- disse. Solo in quel momento mi accorsi che era inginocchiato a terra e non più seduto sul letto.- sappi che questa volta qualsiasi cosa dirai io ti aspetterò. Vuoi.."
Non lo feci continuare a parlare. Avevo già capito cosa volesse dire. 
"Si, Zayn. Si." Sussurrai buttandomi su di lui e stingendolo tra le mie braccia. 
"Non mi hai neanche fatto finire." Lo sentii ridacchiare sul mio collo più sollevato. 
"Sei sicura? Vuoi davvero sposarmi?"
Chiese dopo leggermente incredulo. 
"Mai stata più sicura Zayn."
Questa volta ero pronta a correre, scappare dalla città e seguire il sole, perché volevo essere sua, perché lui voleva essere mio. Non volevo perdermi nel buio della notte. Questa volta ero pronta a correre, ovunque lui fosse, quello era il posto a cui appartenevo. Perché volevo essere libera e volevo essere sua. Non guarderò più indietro ora, ero pronto a correre da lui. 

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Capitolo 29
*** Lizzie and I will getting married. ***


"Ti amo da impazzire." Sussurrò Zayn sulle mie labbra. 
"Elisabeth Payne Malik. Mi piace." Sorrisi felice prima di baciarlo. Mi sfilò la scatoletta che avevo ancora in mano. Prese l'anello e me lo mise al dito. 
"Qui sta molto meglio." Annunciò. 
Poi tornò sulle mie labbra. Circondai il suo collo con le mie braccia e giocherellai con i suoi capelli mentre mi lasciava baci sul collo. 
Gli sfilai la maglietta tornando a baciarlo. 
"Voglio fare l'amore con te." Gemetti tra un bacio e l'altro. 
Mi staccai da lui per togliermi la maglia del pigiama poi circondai il suo bacino con le mie gambe. 
Poco dopo entrambi eravamo nudi. 
Quella notte facemmo per la seconda volta l'amore. Quella notte era un nuovo inizio per entrambi. La fine di qualcosa e l'inizio di un'altra più grande. 
 
 
"Buongiorno."
Annunciai entrando nel bar e trovando Jace. 
"Giorno Liz. Ti ho preso una cioccolata calda." Mi informò. 
Sorrisi prima di sedermi al tavolo. 
"Dimmi che quello che hai al dito non è quello che penso io."
Jace sorrise indicando con la testa l'anello che avevo al dito. Non ci fu bisogno di dire niente, il mio sorriso parlava da solo. 
"Mio dio Liz. Sono felice per te." Esclamò alzandosi e abbracciandomi. 
"Ho preso questo per te." Annunciò dopo qualche minuto. 
Mi porse un pacchetto rosso con un fiocchetto bianco. 
Lo affermi e lo scartai. 
"Grazie Jace.. È bellissima." Sorrisi felice osservando una felpa grigia della Jack Wills.
Poi presi il pacchetto verde che avevo in borsa e lo diedi al ragazzo. 
Gli avevo preso un cappello di lana blu della Obey. 
Decidemmo di andare a pranzo insieme e poi facemmo un giro al parco. 
Verso le sei rientrai a casa dove trovai già tutti gli altri. 
"Auguri Tommo." Esclamai abbracciando il ragazzo. 
"Grazie Liz" 
"Ora però andiamo a mangiare che sto morendo di fame."
Si intromise Niall facendoci ridere tutti. 
"Voi andate a tavola. Lascio queste cose e vi raggiungo." Proferii prima di salire in camera e lasciare la borsa e il regalo di Jace. 
"Hei.." Sussurrò qualcuno alle mie spalle. 
Mi voltai sorridente trovando il mio ragazzo dietro di me. 
"Ciao.." Risposi con un sorriso prima di farmi cullare dalle sue braccia. 
"Andiamo?" Domandai dopo un po'. 
Lui annuì prendendomi per mano. 
Insieme scendemmo giù e raggiungemmo gli altri. 
 
 
"Ieri non avevi quest'anello."
Esclamò Charlie a metà serata attirando l'attenzione se di me. Mi mordicchiai il labbro imbarazzata mentre vedevo mio fratello sorridere felice verso Zayn.  
Harry che era seduto davanti a me, mi prese la mano sinistra e osservò l'anello. Poi osservò me ed infine Zayn. 
Sentii il moro ridacchiare per l'espressione del riccio. 
"Era ora." Esclamò infine contento. 
Si alzò da dove era seduto e mi venne ad abbracciare.
Poi tutti gli altri vennero a congratularsi con noi. 
 
"Vorrei proporre un Brindisi, o meglio tre." Annunciò mio fratello a fine cena alzandosi dal tavolo. 
"Uno a Harry e Cher per il loro matrimonio. Il secondo per mia sorella e Zayn che finalmente hanno capito di essere fatti l'uno per l'altro.- sorrisi a quell'affermazione prendendo la mano del mio ragazzo.- e come ultimo, ma non meno importante, un brindisi per il nostro Tommo che oggi compie ventitré anni."
Concluse. 
"Stai invecchiando amico." Lo prese in giro Harry. 
Louis in risposta gli lanciò un pezzo di pane. 
"A che ora parti Charlie?" Chiesi portando l'attenzione su altro. 
"Ho l'aereo alle 8 di mattina. Così per il pranzo sarò a casa."
Quell'anno solo Louis e Charlie sarebbero tornati a casa per il Natale. 
I genitori miei e di Liam, insieme a quei di Zayn sarebbero venuti da noi. 
La famiglia di Niall arrivava la mattina successiva dall'Irlanda. 
La famiglia di Harry sarebbe andata a casa dei genitori di Cher insieme a loro due. 
 
 
Quella mattina, del 25 dicembre 2014, mi svegliai nervosa.
Quel giorno avrei conosciuto i genitori del mio ragazzo. Lui non era molto nervoso semplicemente perché aveva già conosciuto i miei genitori essendo amico di mio fratello. 
Non sapevo cosa mi spaventava di più, se conoscere i miei futuri suoceri o se dire a tutti del matrimonio. 
Il campanello di casa suonò. 
"Andate ad aprire voi." Urlò mio fratello dalla cucina. Mi alzai dal divano, dato che Zayn era in bagno, ed aprii la porta. 
"Ciao mamma, ciao papà." Salutai i miei genitori quando li trovai fuori casa. 
"Santo cielo Liz, quanto sei cresciuta. Ti sei fatta proprio una bella donna."
Sorrise felice mia madre abbracciandomi. Non ci vedevamo da due anni. Precisamente da quando ero partita per New York. 
"È così bello vederti e poterti abbracciare." 
"Karen, così la soffochi."
Scherzò mio padre prima di abbracciarmi. 
Mi erano mancati più di quanto credessi. 
"Salve signori Payne." Salutò Zayn scendendo dalle scale. 
"Ciao Zayn.. E lo sai che puoi, anzi devi chiamarmi Karen." Lo riprese mia madre prima di andare in cucina e salutare mio fratello. 
Il campanello di casa suonò di nuovo e Zayn si alzò dalla sedia andando ad aprire. 
Poco dopo lo raggiunsi. Sorrisi quando lo vidi abbracciare la sorellina piccola. 
"Tu sei Elisabeth giusto?" Domandò una donna molto bella. Annuii imbarazzata. 
"Io sono Thirsia.. Sono felice di conoscerti." Disse successivamente abbracciandomi. 
"Mamma lasciala respirare.. La metti in imbarazzo così.." Scherzò una ragazza alle spalle della donna. 
"Io sono Waliyha .." Si presentò successivamente con un sorriso. 
"Posso farti una domanda? Come fai a sopportare mio fratello?" Aggiunse subito dopo. 
"Hei." La ribeccò Zayn fingendosi offeso. 
"Sai me lo chiedo anche io la maggior parte delle volte.." Scherzai rispondendo alla domanda della ragazza prendendomi un'occhiata sinistra del mio ragazzo.
Gli feci la linguaccia in riposata prima di presentarmi al resto della famiglia. 
Doniya si presentò subito dopo abbracciandomi anche lei. Poi si presentò Yaser, il padre. Mi accorsi che era la fotocopia del figlio. Erano due gocce d'acqua. 
"E lei è la piccola di casa.." Disse Zayn. 
"Non sono piccola." Rispose la ragazzina dagli occhi celesti facendo la linguaccia al fratello. 
"Io sono Safaa.." Si presentò infine. 
 
 
Il pranzo andò meglio di quanto immaginassi. Mi integrai subito nella famiglia di Zayn e notai anche che mio padre apprezzava il ragazzo. 
"Hai scelto proprio bene tesoro.. È un ragazzo fantastico Zayn." Disse mia madre mentre l'aiutavo a sparecchiare. 
"Non è lei ad aver scelto bene, non so come faccia a sopportare mio fratello. Dovrebbero farla Santa per questo. E Zayn non deve farti scappare." Ci raggiunse Doniya. 
"Ti ho sentita." Rispose il ragazzo sentendosi chiamato in causa. 
"Era proprio questo il mio obbiettivo." Scherzò la ragazza. 
"E dico sul serio, non fartela scappare."
Aggiunse. 
Sorrisi felice a quell'affermazione. 
Avevo conosciuto la famiglia Malik solo qualche ora fa e sembravano già adorarmi. 
Una volta che ci eravamo trasferiti in salotto, era arrivato il momento di dare la notizia. 
Zayn mi strinse la mano per infondermi coraggio e poi iniziò a parlare. 
"Signori Payne- richiamò l'attenzione dei miei genitori. Vidi Thrisia sorridere, forse aveva già compreso tutto- spero non sia un problema se io e Lizzie ci sposiamo." Concluse. 
"Davvero? Vi sposate?"
Esclamò Waliyha correndo ad abbracciare il fratello maggiore e poi me.
"Mia sorella ha proprio ragione, devono farti Santa." 
"Si può sapere cosa avete contro di me oggi voi due?"

Chiese divertito il mio ragazzo. 
"Niente, sai che ci piace prenderti in giro fratellone." Rispose la ragazza abbracciandolo di nuovo. 
"Nulla in contrario figliolo, però ora dovrai iniziarmi a chiamarmi Geoff." 
Mio padre si alzò dal divano venendo a congratularsi con noi seguito dal padre di Zayn. 
Anche mia madre e Thrisia vennero ad abbracciarci felici con le lacrime agli occhi, seguite da un'allegra Safaa e da una sorridente Doniya.
 

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Capitolo 30
*** I love you so much. ***


EPILOGUE

 
 
LIZ
 
Il giorno tanto atteso era arrivato. 
Il 17 luglio 2015 era finalmente arrivato. 
"Liz ti vuoi stare un secondo ferma?"
Mi ribeccò per la decima volta Hannah mentre mi sistemava i capelli. 
Alla fine avevamo deciso di fare un matrimonio a quattro. Io e Zayn insieme a Harry e Cher. 
Cher era venuta la mattina presto da me e le altre ragazze ci avevano raggiunto dopo per aiutarci a preparare. 
Hope ci aveva fatto i vestiti. Hannah si era offerta di truccarci e farci un acconciatura. 
Da poco aveva iniziato a lavorare come parrucchiera ed era molto brava. Megan si era offerta di fare da fotografa al nostro matrimonio e aveva fatto diverse foto prima di andare a casa di Cher dove c'erano i ragazzi a fare altre foto. 
Eleanor e Charlie, insieme alla piccola Susan, erano venute semplicemente a farci compagnia. 
"Finito." Esclamò entusiasta Hannah osservando il suo capolavoro. 
Mi aveva fatto un'acconciatura abbastanza semplice. Una treccia laterale che partiva da destra. I capelli a sinistra erano sciolti e cadevano mossi sulla mia spalla. 
"Siete stupende." Esclamarono Charlie ed Eleanor osservando me e Cher. 
"Chi è?" Domandò ad alta voce El raggiungendo la porta di casa dopo che avevamo sentito il campanello suonare. 
"Il testimone della sposa."
Sorrisi alzandomi dalla sedia e aprendo la porta. 
"Ciao Jace." Salutai il ragazzo abbracciandolo. 
"Mio dio Liz... Sei stupenda."
Disse sbalordito il biondo. 
"Ciao a tutte."
Salutò il resto del gruppo entrando in casa. 
Jace non aveva legato molto con il gruppo nonostante tra me e lui si fosse creato un rapporto fantastico. 
"Chi è l'altro testimone?" Chiese poi. 
"Harry.."
Lo vidi annuire. Poi rivolse la stessa domanda a Cher subito dopo essersi complimentato con lei per il suo magnifico aspetto. 
"Niall e Hannah." Disse la ragazza. 
"Io con zia Hope, zia Charlie ed El saremo le damigelle." Intervenne la piccola Susan spuntando tra le gambe del ragazzo. 
Liam e la sorella maggiore di Zayn, Doniya, sarebbero stati i testimoni di Zayn. Mentre io e Louis i testimoni di Harry. 
"Nervosa?" Mi domandò Jace riportando l'attenzione su di me. 
"Un po'.." Ammisi. 
"Solo un po' Liz?" Mi prese in giro Cher. 
"Senti chi parla."
Scherzai facendole la linguaccia. 
"Che ore sono?"
Domandò poi Charlie. 
"Forse faremo meglio ad andare. Tra mezz'ora inizia la cerimonia."
Hannah appoggiò Hope e tutti insieme uscimmo di casa. 
Una volta davanti la chiesa mi paralizzai. Guardai Cher e vidi che era nelle mie stesse condizioni. 
"Noi andiamo dentro." Ci avvisarono Jace e Hannah. 
Poco dopo i miei genitori e quelli di Cher ci raggiunsero. Quei trenta minuti volarono e la cerimonia stava per iniziare. 
Sia mia madre che quella di Cher rientrarono e dopo qualche minuto partì la marcia nuziale. 
Susan seguita da Hope, Eleanor e Charlie entrarono in chiesa. 
Poi fu il mio turno. Mio padre mi prese sotto braccio e insieme percorremmo la navata centrale seguiti subito da Cher e suo padre. 
Quando incontrai lo sguardo di Zayn trovai la sicurezza e il coraggio di cui avevo bisogno. 
Appena lo raggiunsi lui mi sorrise. Io ricambiai e in quel momento fu come se tutte le persone presenti in chiesa fossero sparite e c'eravamo soltanto io e Zayn. 
 
 
ELEANOR
 
"Come sta Susan?" Chiesi raggiungendo il ragazzo dall'altra parte del locale.
Il ragazzo non mi rispose, mi sorpassò lasciando Susan con sua madre. 
Al ristorante avevano gonfiato uno scivolo gonfiabile abbastanza grande e Susan mi aveva chiesto se poteva salirci. Io avevo acconsentito ma non avrei mai potuto immaginare che sarebbe caduta facendosi male.
"Louis, mi dispiace. Se avessi saputo che si sarebbe fatta male non le avrei mai fatto fare una cosa del genere."
Mi scusai con lui inseguendolo. 
"Non avresti mai dovuto decidere te su una cosa che riguarda mia figlia."
Il suo tono arrivò duro e freddo alle mie orecchie. 
"Mi dispiace davvero. Susan è come una figlia per me.. Non avrei mai voluto si facesse del male."
"Susan non è tua figlia. Susan è mia figlia. Tu non centri niente con lei."

Il suo tono era duro e quelle parole mi ferirono molto. 
"Susan ha avuto solo una madre, ma ora lei è morta. E nessuno potrà prendere il posto di sua madre."
I miei occhi si fecero lucidi a quelle parole. Mi sentii una stupida per essermi illusa. Louis aveva ragione, Alex era la madre di Susan. Alex era l'unica ragazza che lui avesse amato. 
Io non ero nessuno. Solo una ragazza che si era innamorata di un ragazzo che purtroppo non ricambiava. 
"Hai ragione.. Io non sono nessuno per prendere delle decisioni." Proferii flebilmente prima di voltare le spalle. 
Chiusi gli occhi cercando di trattenere le lacrime e man mano che mi allontanavo sempre di più diminuivo il mio passo. 
"Aspetta El.." Sentii urlare alle mie spalle. 
Mi voltai trovando Louis corrermi incontro affannato. 
"Scusa non intendevo dire questo. Non.."
"No Louis, hai ragione tu. Io non sono nessuno per poter prendere delle decisioni. Susan è tua figlia, non la mia."
"Non è vero che non sei nessuno Eleanor.."

Scossi la testa mentre le lacrime minacciavano di uscire dai miei occhi. 
"Non devi dire niente Lou.. Sono stata io una stupida ad innamorarmi di un ragazzo che non ricambia."
Mi voltai cercando di allontanarmi ma il ragazzo mi bloccò per un polso. 
Vidi il ragazzo tentennare. Aprire e chiudere la bocca ripetutamente, ma non disse una parola. 
Spostai il mio braccio dalla sua presa e voltai nuovamente le spalle. 
"Io ti amo."
Sentii urlare dopo che avevo fatto qualche passo. Mi bloccai credendo di aver sentito male. 
Io e Louis uscivamo insieme da circa dieci mesi ma il nostro rapporto era molto distaccato. Solo quando eravamo da soli si lasciava andare un po'. In presenza di qualcuno era come se ci fosse qualcosa che lo trattenesse. 
"Cosa?" Balbettai voltandomi e incontrando i suoi occhi azzurri oceano. 
"Io ti amo Eleanor Calder."
 
 
LOUIS
 
"Hai ragione.. Io non sono nessuno per prendere delle decisioni."
Solo in quel momento mi resi conto di quello che avevo detto. Deglutii dandomi dello stupido. 
Forse lei aveva sbagliato a far salire Susan sullo scivolo gonfiabile senza il mio permesso, ma io avevo esagerato a dirle quelle cose. 
La vidi allontanarsi, allora decisi di seguirla. 
"Aspetta El..-dissi con l'affanno- Scusa non intendevo dire questo. Non.."
"No Louis, hai ragione tu. Io non sono nessuno per poter prendere delle decisioni. Susan è tua figlia, non la mia."
"Non è vero che non sei nessuno Eleanor.."
"Non devi dire niente Lou.. Sono stata io una stupida ad innamorarmi di un ragazzo che non ricambia."

Aprii la bocca per dire qualcosa ma le parole mi mancavano. La paura mi bloccava e non riuscivo a dire quello che provavo per lei. 
Per la seconda volta nel giro di cinque minuti la vidi allontanarsi e in quel momento capii che se non avessi fatto qualcosa l'avrei persa. 
"Io ti amo." Urlai sicuro delle mie parole. La vidi bloccarsi così la raggiunsi. 
"Cosa?" Balbettò.
"Io ti amo Eleanor Calder."
Mormorai nuovamente guardandola negli occhi. 
Dopo la morte di Alex non avrei mai creduto di poter amare qualcun'altra. Eppure era quello che era successo. 
"Ti amo anche io Louis Tomlinson."
La sentii sussurrare sulle mie labbra prima che io la baciassi come non avevo mai fatto. La baciai come avevo baciato soltanto Alex. 
 
LIZ
 
"Prima di oggi non avrei mai pensato di poter condividere tutto con la mia migliore amica."
"Proprio tutto no.."
Lo corressi io. 
"Sei proprio stupida quando fai così." Mi prese in giro Harry. 
Gli feci la linguaccia continuando a ballare con lui. 
Sin da piccoli ci eravamo promessi di farci da testimone di nozze, ma non avremmo mai immaginato di sposarci insieme. 
"Non mi sembra ancora vero.." Mormorai incredula con lo sguardo fisso su quello che ormai era mio marito. Lo vidi alzare lo sguardo verso di me e regalarmi uno di quei sorrisi che avevo ricevuto solo io. 
"Ah chi lo dici... Non avrei mai immaginato che mi sarei sposato così giovane." Concordò Harry. 
"Posso ballare con mia moglie?"
La voce di Zayn arrivò alle mie spalle.
"Tutta tua.." Harry si allontanò dalla mia presa lasciandomi nelle mani di Zayn. 
Lo vidi raggiungere Cher e iniziare a scherzare con lei. 
"Mi concede questo ballo signora Malik?"
Zayn si inchinò portando la mano sinistra dietro la schiena e allungando la mano destra verso di me. La testa era alzata e il suo sguardo fisso nel mio. 
Si mordicchiava il labbro inferiore in modo provocante. 
Mi scappò una risata. Poi mi inchinai anche io come una principessa, o almeno cercando di sembrare tale, ma inciampai nel mio stesso vestito. 
Zayn mi afferrò prontamente tra le sue braccia impedendomi di cadere. 
"Continui ad essere la solita imbrunata."
"Anche se ora sono tua moglie non significa che io sia cambiata."
Ribattei io facendomi cullare dalle sue braccia. 
Sentii il suo petto alzarsi e abbassarsi mentre cercava di soffocare una risata. 
Poi alzai il mio sguardo incontrando le sue labbra carnose. 
Mi alzai leggermente sulle punte prima di far incontrare le nostre labbra in un dolce bacio. 
 
 
“Vado anche io..” Jace si avvicinò a me e Zayn. Quasi tutti gli invitati erano andati via compresi Harry e Cher, avevano l’aero per l’Australia quella sera stessa.
Eravamo rimasti soltanto Jace, io, Zayn, i miei genitori e la mia nuova famiglia.
“Ciao Jay.” lo salutai abbraciandolo forte a me.
“Ciao Liz, Zayn..- salutò il ragazzo con una stretta di mano. - Ancora auguri.” aggiunse prima di lasciami un bacio sulla guancia e andare via.
Vidi Zayn fulminarlo con lo sguardo per quel piccolo gesto.
“Non mi dire che sei ancora geloso di Jace..” lo presi in giro.
“Non significa che ora che sei diventata mia moglie, io debba smetterla di essere geloso.”
“Ma non c’è bisogno che  tu lo sia, soprattutto di Jace.”
“Hei piccioncini.”
Thrisia interruppe il nostro abbraccio. Sorrisi imbarazzata allontanandomi dal mio ragazzo, o meglio marito.
“Queste sono le chiavi di casa vostra, tutte le vostre cose sono già lì.” Ci informò dandoci le chiavi.
“Noi andiamo, Safaa si è addormentata e siamo tutti stanchissimi. Auguri ragazzi e buona luna di miele.” Thrisia ci abbracciò, poi anche il resto della famiglia venne a salutarci.
“Figliolo, prenditi cura di mia figlia.” scherzò mio padre abbracciando il ragazzo.
“Lo farò.”
“Ciao tesoro.”
mi salutò mio padre.
“Non posso credere che ti sei sposata. Ormai non sei più la mia bambina.”
“Papà, sarò sempre la tua bambina. Solo un po’ cresciuta.”
scherzai staccandomi da mio padre per salutare mia madre.
Una volta che anche loro andarono via, anche io e Zayn uscimmo dal ristorante.
L’autista che ci avrebbe portati alla nostra nuova casa, ci stava aspettando fuori.
A quell’ora non c’erano macchine per le strade di Londra e in poco tempo arrivammo a destinazione.
La nuova casa non era molto lontana da quella vecchia. Avevamo preferito rimanere nello stesso quartiere dove avevamo sempre vissuto così da rimanere sempre vicino ai nostri amici.
 “Aspetta qui.” guardai confusa Zayn scendere dall’auto.
Subito dopo lo ritrovai dall’altra parte. Aprì la porta alla mia sinistra e infilò la parte superiore del busto.
“Che intenzioni hai.. aaah..” urlai divertita quando il ragazzo mi prese in braccio stile principessa.
“Mettimi giù Zayn.” dissi ridendo.
Lui ignorò la mia richiesta e si avvicinò all’abitazione.
Anche una volta entrati in casa non mi mise giù.
“Dov’è la camera?” chiesi ammirando l’entrata.
Zayn alzò le spalle.
“Dovremmo cercarla.” disse iniziando a vagare per le camere.
Era la prima volta che ci entravamo. La famiglia di Zayn aveva insistito tanto per farci rimanere all’oscuro di tutto fino a quel momento.
Era stata il loro regalo di nozze. I miei, invece, ci avevano regalato la luna di miele.
“Bingo.” disse Zayn aprendo una porta.
Zayn si incamminò verso il letto e poi mi lasciò cadere sopra.
Poi si stese su di me.
I nostri volti erano a qualche millimetro di distanza. I nostri nasi si sfioravano e i nostri respiri si mischiavamo.
“Come fai ad essere così fottutamente perfetta Lizzie?” domandò senza staccare il suo sguardo dal mio.
“Non sono perfetta Zayn, nessuno lo è.” sussurrai sulle sue labbra.
“Per me lo sei.”
Sorrisi felice ed fui sicura di essere arrossita a quelle parole.
“Ti amo così tanto Lizzie.”
“Anche io Zayn. Non potrei amarti più di così.”

Mormorai prima di unire le mie labbra alle sue.
Mi lasciai trasportare da quel bacio e nonostante tutto quel tempo, mi stupii di come dipendessi da lui e da come lui dipendesse da me.
Tutti dicono che ci si innamora una sola volta, ma non è vero. Perché ogni volta che lo vedo, io mi innamoro di nuovo.

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