Timori
-Accidenti...-
Fine si svegliò di colpo, sudata e ansimante. Ma che diavolo
stava succedendo? Era la terza notte di fila che aveva un incubo
simile, non ne poteva davvero più. Prese un cuscino e lo
lanciò con forza in un punto indefinito della stanza, per poi
passarsi le mani tra i capelli e sospirando pesantemente.
Tutto era iniziato dal matrimonio di sua sorella maggiore Rein. Dopo la
loro separazione, la principessa rossa passò solo notti
timorose. Si chiedeva in continuazione il senso di tutto ciò,
quale fosse il siginifcato di quei sogni e soprattutto chi fosse
quell'uomo, tanto bello ma inquietante, che aveva questa brama immensa di possederla.
Si diede dei piccoli colpetti sulle guance rosee e si alzò dal grande letto a baldacchino.
-Buongiorno, tesoro.-
-'Giorno a voi.-
Fine si mise comoda sulla sedia e iniziò a far colazione coi
genitori. Prese una brioche ripiena di crema, calda, croccante. La
tastò e la fissò maliconica. Anni addietro sbavava in
presenza di essa e la divorava come se non ci fosse stato un domani.
Spensierata, bambina...
-Fine!
Vieni qui!- urlò Rein. Una bambina di sei anni, paffutella, con
due codine ridicole e spettinate, corse dalla sua sorellona.
-Che c'è, Rein!- urlò a sua volta con la sua vocina squillante.
-Chiudi gli occhi.-
Fine ubbedì e sentì, da dietro, due mani morbide posarsi
dolcemente sulle sue piccole spalle, guidandola verso non si sa quale
posto.
-Bene...cammina piano, stai attenta e non sbirciare.-
-Sorellona, che succede?-
-Shhh...fidati di me.-
-Ma dove mi stai portando?- insistette la piccola principessina. Rein
non rispose e accelerò il passo. Arrivate a destinazione, si
accovacciò di fianco a Fine e le sussurrò all'orecchio un
"Puoi aprire adesso."
Fine eseguì l'ordine e ciò che vide le rallegrò il
cuoricino. Sul suo piccolo letto c'era una cesta di legno, decorata con
fiocchetti e nastri, nella quale vi erano poste delle brioche che
emanavano un profumino delizioso. La rossa lanciò un urletto e
abbracciò Rein, ringraziandola di cuore, per poi tuffarsi nel
suo piccolo paradiso zuccherato.
Le mancava da morire sua sorella. Fu un passo difficile
separarsi da lei, inoltre non aveva fatto altro che portare brutte
conseguenze. Quegli incubi, che sembravano così reali...
-Fine. Ti senti bene?- domandò preoccupata la madre. La
principessa battè un paio di volte le palpebre, come per
risvegliarsi dai suoi pensieri e alzò lo sguardo verso la Regina
sforzandosi di sorridere.
-Sì, mamma, non preoccuparti. Ho solo dormito male, come al
solito. Sai, i miei soliti incubi strambi...hahah...- disse fingendo
una piccola risata. Non aveva raccontato a nessuno ciò che
sognava ultimamente e nemmeno le andava. Aveva paura che ciò
significasse qualcosa per il futuro del Regno, qualcosa di terribile.
Inoltre non ne era nemmeno sicura, forse era davvero uno di quei suoi
soliti incubi strambi...non ci teneva a recare terrore per nulla.
Dopo essersi accertata di aver convinto i sovrani del suo stato d'animo, fece colazione e si congedò cortesemente.
-Non lo accetto!-
-Datti una calmata...-
-Non dirmi di calmarmi!-
Un sordo colpo in faccia all'uomo giunse.
-Non ti azzardare mai più a rivolgerti in questo tono al tuo
principe. Ti ho detto che ti avrei pagato e lo farò. O dubiti
della mia parola? In quel caso non ci metto niente a sbarazzarmi di uno
come te. Ora sparisci, non ti voglio rivedere fino a quando non
sarò io a chiamarti.-, e così Gerard fece, scappando via
tra gli alberi del bosco.
Shade sospirò: stava seriamente pensando di far fuori
quel tipo, era più inutile di un ventaglio in un giorno di
pioggia. E sapeva portare solo rogne.
Montò su Regina e si allontanò pure lui.
-Girati, tesoro.- la vecchia governante prese i lacci del busto e
iniziò a stringerli. Fine poggiò le mani sulla sottile
colonna del letto a baldacchino, reggendosi bene e per aiutare Camelot
a lavorare meglio.
-Camelot! Stringi troppo, non respiro!- si lamentò la rossa. L'anziana donna, come risposta, strinse ancora di più
il nastro.
-Così impari, piccola combinaguai. Ma come ti era saltato in mente di scappare via dal castello?-
-Oh, perdonami! Ma cerca di capirmi...avevo voglia di visitare i luoghi
del Regno a me sconosciuti. Come pretendete che diventi una buona
Regina se nemmeno mi date il permesso di girare per la mia patria?-
rispose Fine offesa. Amava fare ricerche sul suo Regno, scoprendo
così molti posti di cui nemmeno sapeva l'esistenza. Dopo le
sue scoperte prendeva sempre un cavallo dalle scuderie reali e andava
di nascosto a visistarli. Ma evidentemente la sua ennesima "fuga" non era andata a buon fine.
Camelot sospirò rassegnata e, dopo aver allacciato l'ultimo nastro, la fece girare verso di lei.
-Troppo difficile chiederlo a tuo padre direttamente?-
Fine abbassò lo sguardo.
-Non mi lascerebbe comunque. Sai com'è fatto.-
-Ma se non ci provi non lo saprai mai! In qualunque caso, non ti sei
comportata in modo principesco. Tesoro, so che dopo la separazione da
tua sorella ti sei sentita sola e non sai più con chi
condividere le tue avventure. Ma ora si è sposata, è
diventata Regina di un altro Regno; cosa inaspettata dato che tutti
eravamo convinti che l'erede al trono fosse stata Rein. Questo,
perciò, comporta al fatto che la Regina sarai tu. Che ti piaccia
o meno. E, se non ti reca troppo disturbo, ti vorremmo tutta intera per
il giorno della tua incoronazione. Non puoi uscire quanto ti pare in
posti lontani e pericolosi, chissà cosa potrebbe capitarti. Dico
tutto questo perchè ci tengo a te e al futuro del Regno. Del TUO
Regno. Hai diciotto anni, ormai non sei più una bambina e
dovresti prendere in considerazione il tuo titolo nobiliare. Saremo
tutti nelle tue mani tra un pò d'anni. E inoltre...sei ancora
troppo giovane e bella per
morire.- disse quest'ultima frase scherzando. Accarezzò
dolcemente il viso paffuto della rossa, portandole una ciocca di
capelli dietro l'orecchio, abbracciandola forte.
-Scusami, Cam. Starò più attenta...ti voglio bene.- sussurrò la rossa ricambiando l'amplesso.
-Anche io, piccola mia. Ah! Ora che mi ci hai fatto pensare...-,
Camelot interruppe l'abbraccio, cercando qualcosa nella tasca del suo
vestito. Fuori di essa, sbucò una busta bianca ben messa. La
porse a Fine, la quale l'afferrò e passò lo sguardo
confuso dalla busta all'anziana.
La governante, intuendo la sua domanda, sorrise dolcemente.
-E' da parte del Principe Shade.-
N.A.
Sono viva, giuro. Hahahahah, immagino vi sareste chieste che fine abbia
fatto! Inanzitutto scusate il mio ENORME ritardo, con la scuola e la
poca connessione che ho in casa trovo difficile dedicare un pò
del mio tempo a EFP. Vbb, si, ci entro solo per leggere le vostre
storie. x3 Ma come ben sapete, non è facile scriverne una,
soprattutto se l'ispirazione manca; altro motivo per la quale ho
aggiornato solo ora.
Vorrei ringraziare le ragazze che hanno recensito il prologo, scusatemi
tanto se non ho risposto, è sempre per gli stessi motivi!
Bene, torniamo alla storia. Questo capitolo lo considero come una
specie di secondo prologo, dato che ho inserito un pò i punti
della situazione e anche alcuni dei personaggi principali. Rispettando
la trama, qui il personaggio di Shade è veramente stronzo e
bastardo, ucciderebbe chiunque se non ottiene ciò che vuole.
Tranne una persona, ovviamente. Fine e Shade si conoscono già,
come avrete ben notato alla fine del capitolo. Nei seguenti
metterò un pò a chiaro l'obiettivo del principe e anche
la situazione di Fine e dei suoi incubi.
Bhe, che dire! Spero di avervi incuorisiti e che recensiate!
Accetterò sia quelle positive che critiche, ovviamente. Non me
la prendo, l'importante è che capisca i vostri bisogni e che vi
accontenti.
Purtroppo non posso promettervi che aggiornerò più
spesso, perchè tra meno di due settimane parto fino a fine
agosto, ma ciò non significa che dovrete aspettare la fine
dell'estate per il secondo capitolo! Cercherò di scrivere il
più presto possibile, gradirei la vostra pazienza.
Detto questo, vi ringrazio e mi scuso ancora. Un bacio, Luna