Volare verso una Speranza

di TheDevil
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Lisanna ***
Capitolo 3: *** Le Ricerche ***
Capitolo 4: *** Another Universe ***
Capitolo 5: *** Il Primo Artefatto ***
Capitolo 6: *** La Favola ***
Capitolo 7: *** Mistero Nella Notte ***
Capitolo 8: *** Gildarts ***
Capitolo 9: *** Benvenuto ad Edolas ***
Capitolo 10: *** EdoLaxus ***
Capitolo 11: *** Cose da Pazzo ***
Capitolo 12: *** La Banda Mascherata ***
Capitolo 13: *** Viviane Ferita ***
Capitolo 14: *** Infiltrarsi ***
Capitolo 15: *** Aiuti Inaspettati ***
Capitolo 16: *** Sei Pronto a Rischiare? ***
Capitolo 17: *** Il Piano Interrotto ***
Capitolo 18: *** In un Lago di Sangue ***
Capitolo 19: *** EdoJacques ***
Capitolo 20: *** Jacques vs Jacques ***
Capitolo 21: *** Io Sono Te e Tu Sei Me ***
Capitolo 22: *** Epilogo: Otto Anni Dopo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Salve a tutti eccomi con una nuova storia, completamente originale, questo è il prologo, per capire questa storia è necessario leggere le altre della Serie

Prologo


Il comandante dei Cavalieri Runici era giunto da solo al penitenziario di massima sicurezza di Fiore adducendo come scusa la necessità di svolgere un compito importante da parte del Consiglio della Magia.
Era stato fatto entrare poiché tutti conoscevano il comandante Lahar.
Camminava per i corridoi con passo sicuro e tranquillo e dietro di lui arrancavano le guardie della prigione.
-Comandante Lahar, deve capire che il prigioniero che lei ha richiesto è forse il più pericoloso che abbiamo qui.
-Non importa, ho bisogno di informazioni- lo gelò freddo aggiustandosi gli occhiali.
Camminando giunsero nell'aria di Massima Sicurezza del Penitenziario dove i prigionieri venivano chiusi in piccole celle completamente magiche dove non potevano utilizzare la magia e venivano indotti in uno stato simile al dormiveglia.
Le due guardie chiusero la grossa porta alle spalle, in modo da non permettere l'uso della magia all'interno della grande stanza.
-Aprite la cella del prigioniero 001784- disse Lahar ad alta voce, premendo dei pulsanti una delle piccole piramidi arancioni venne prelevata da un braccio magico e lentamente la barriera magica venne dissolta.
il mago che si era ricoperto di indicibili crimini stava seduto con le gambe che gli nascondevano il volto, appariva stanco e i capelli spettinati erano cresciuti.
Una delle guardie gli sferrò un forte calcio che sbilanciò il ragazzo che cadde su un fianco.
Lahar decise finalmente di entrare in azione e colpì alle spalle le due guardie che lo avevano scortato fino a lì.
Sentendo i rumori di una colluttazione, il ragazzo alzò lo sguardo mostrando il tatuaggio sull'occhio destro, lo sguardo sorpreso venne ben presto sostituito dalla consapevolezza.
-E' la seconda volta Gerard- disse l'uomo dissolvendo la trasformazione e mostrando il suo vero volto.
-Jacques Offenbach 

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Capitolo 2
*** Lisanna ***


Lisanna

 
Quattro Settimane prima
 
Jacques si era lasciato crollare sul tavolo della gilda con l'aria di chi era stanco e volesse schiacciare un pisolino, strano visto l'orario: le undici di mattina.
Kana era seduta al suo fianco con l'immancabile birra fredda nella mano destra e la sinistra che si era portata a carezzare i capelli di Jacques che le rivolse un sorriso stanco.
Erano al secondo piano della gilda, che a differenza che nel passato era aperto a tutti ma comunque rimaneva il luogo più riservato della gilda.
Non che i due si stessero nascondendo: dopo un mese dalla battaglia di Oracion Seis, tutta la gilda aveva almeno intuito che tra i due fosse scattata una simpatia particolare, anzi se non fosse stato il Master a insistere, probabilmente avrebbero già ufficializzato la relazione.
-Ti prego Jacques, abbiamo bisogno di soldi- gli aveva detto il Master in lacrime dietro la pila dei danni fatti dai suoi scalmanati figli, e non era stato in grado di rifiutarglielo, non solo, era rimasto al gioco, annunciando nella sua intervista al Sorciere di non essere impegnato.
Ma la mazzata finale era giunta con un servizio fotografico fatto dallo stesso Sorciere in cui lui e Mira erano stati immortalati mezzi nudi, per sua immensa vergogna, e per la gioia del Master che non si era fatto scrupoli a vendere le foto dei due maghi insieme, la stessa sera dell'uscita si era scatenato un temporale spaventoso, con tuoni che sembravano chiedere la sua pelle.
la cosa positiva era stata la pace che era scaturita con la maga del Satan Soul, non gli era bastato far altro che andare da lei e dire semplicemente di aver sbagliato e lei aveva accettato le sue scuse con un sorriso, e da quel momento erano diventati anche amici e infatti Mira era una delle poche persone a sapere della relazione tra l'Angelo e la bella mora.
E proprio la bella albina si era affacciata dal piano inferiore sorridendo alla scena -Va tutto bene, posso portarti qualcosa Jacques?-
-La possibilità di uccidere qualcuno?- chiese Jacques a metà tra lo scherzoso e lo speranzoso.
-Intendevo dal bar-
-Crepes alla nutella e tutto il Caffè che hai- disse Jacques più serio.
-Arrivano- disse la maga prima di sparire al piano inferiore.
Jacques si godette la pace derivante dalla carezza di Kana, prima di essere colpito da un boccale volato dal piano di sotto, per una delle solite risse scatenate da Natsu o da qualche altro deficiente, rispondendo con un sospiro.
Poi sentendo il casino crescere quando Erza cercava di sedare a modo suo la rissa sbuffò ancora di più ed alzò la testa dal tavolo, per fortuna (degli imbecilli) Mira era tornata con le Crepes e una bella tazza di caffè fumante e si era seduta di fronte a loro con il suo solito sorriso.
-Come mai sei così stanco?-
Jacques aveva addentato un grosso pezzo di Crepes e si stava prendendo tutto il tempo del mondo per inghiottirlo.
Fu Kana a rispondere per lui :- Scappa dalle oche starnazzanti che lo assediano tentando di sedurlo; si è dovuto trasformare dieci volte per sfuggirgli, alla fine se ne è volato qui ahahahahahaha- disse Kana per niente turbata.
-Ogni giorno la stessa storia... Non ne posso più, almeno il Master non permette ai non affiliati di entrare nella gilda altrimenti...- disse con un brivido.
-So cosa si prova, ma non preoccuparti, tra un po si stancheranno, comunque sono venuta qui per chiederti un favore Kana, sai che giorno è domani...-
-Si, lo so Mira tranquilla, mi occupo io del bar e delle missioni-
-Grazie Kana- disse l'albina con il suo solito sorriso per poi lasciarli soli.
La mora aveva assunto un'espressione triste che costrinse il moro a fermarsi mentre sorseggiava il Caffè.
-Che succede?
-Ah- si riprese Kana che era rimasta ferma e immobile a guardare l'amica con sguardo triste -Domani è l'anniversario della morte di Lisanna, ecco perché Mira non lavorerà.
-Oh- fece tristemente Jacques, sopiti i suoi propositi di vendetta, erano tornati dei ricordi  che pensava di aver rimosso sulla famiglia Strauss mentre era consumato dall'odio -Vuoi raccontarmi come è successo?-
Kana lo studiò un attimo come per accertarsi se avesse o meno il permesso di parlarne, ma poi pensò che la storia era di pubblico dominio nella gilda, perciò raccontò come si svolsero i fatti.
Pian piano che il racconto continuava, Jacques si sentiva sempre più in colpa per le parole che aveva detto a Mira quando si erano incontrati per la prima volta "avrei preferito essere io a stringere le mani attorno al suo collo" diede un pugno forte al tavolo che scricchilò pericolosamente.
Kana non lo aveva mai visto in quello stato -Come posso essere diventato un essere tanto meschino?- si chiese Jacques.
-Non dire sciocchezze- tentò di consolarlo Kana -Non sapevi neanche quello che era successo e credi che Mira ti avrebbe perdonato se non avesse saputo con chi stesse parlando? Non sei meschino Jacques, sei umano, hai fatto degli errori e adesso puoi ripararli. 
Jacques per un attimo ci riflettè su per poi riprendere il Caffè e ricominciare a berlo.
-Cambiando discorso, ma non hai intenzione di prendere una missione? è un mese che sei qui a girarti i pollici...
-E a che pro? Ho dato uno sguardo alle missioni normali, sono tutte noiose e quelle interessanti sono di Classe S e non posso prenderle, inoltre soldi non me ne servono, sono ricco sfondato da quando ho ricevuto la mia eredità come ultimo erede del mio Casato, aspetto che il vecchio mi nomini mago di Classe S per ricominciare a lavorare.
Le parole di Jacques adombrarono lo sguardo di Kana e la cosa non sfuggì a Jacques che la fissò con aria interrogativa ma la mora non pareva aver voglia di spiegare il suo stato d'animo e distolse lo sguardo.
-Domani però ho da svolgere una commissione quindi non aspettarmi troppo presto 
 
*****
 
Pioveva a dirotto su Magnolia e due persone vestite di nero stavano camminando per le vie della città; un uomo e una donna dai capelli bianchi e dallo sguardo triste stavano per fare visita alla loro sorellina.
Entrarono nel cimitero di Magnolia, come fecero l'anno prima, ma questa volta a differenza dell'anno precedente l'area davanti alla tomba di Lisanna non era vuota ma c'era un uomo coperto da un lungo mantello nero che si proteggeva tramite il cappuccio e che aveva posato dei bellissimi fiori bianchi sulla tomba che aveva davanti.
Solo quando il rumore dei passi lo riscosse, l'uomo si voltò mostrando il suo volto: Jacques voleva solamente posare quel mazzo di fiori davanti alla tomba ma poi era rimasto lì fermo a ricordare la bimba di sei anni che aveva conosciuto e con cui passava metà anno quando era piccolo.
Sapeva di non stare facendo nulla di male ma si sentiva un intruso nel dolore della famiglia Strauss perciò distolse lo sguardo e borbottò qualcosa sul togliere il disturbo.
Eppure anche questa volta Mira lo fermò con parole gentili e lo invitò a rimanere al loro fianco.
E così rimasero in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri.
Un lampo di luce apparve e scomparve così velocemente che Jacques era convinto di averlo solamente immaginato.
-Mira!!! Elfman!!!- Una voce aveva rotto il silenzio del cimitero e le tre persone davanti ad una tomba si voltarono e videro una ragazza dai bianchi capelli che correva verso di loro per poi buttarsi tra le braccia di Mira e anche se erano dieci anni che non la vedeva, certo poteva capire chi fosse quella persona.
-Sono tornata a casa- urlava Lisanna in lacrime.
Dietro di lei c'erano gli altri membri della gilda che guardavano la scena, Jacques gli fece un cenno di ringraziamento per poi andare via: Mira, Elfman e Lisanna meritavano dei momenti da passare insieme e ci sarebbe stato tempo per le spiegazioni.  

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Capitolo 3
*** Le Ricerche ***


Buonasera a tutti, non ho molto da dire, buon divertimento 

Le Ricerche 


Nella biblioteca di Fairy Tail si respirava un'atmosfera serena, probabilmente perché era sempre vuota, ed in effetti poteva immaginare come quei debosciati evitassero i libri, forse con poche eccezioni.
Anche lui non amava particolarmente leggere, preferendogli l'azione vera e propria, eppure la sua educazione gli aveva insegnato a fare ricerche.
Cominciò a controllare i libri, cercando un critiero con cui fossero ordinati.
-Ciao- una voce limpida lo dissolse dalla sua contemplazione.
Jacques si voltò un attimo e incontrò una ragazza bassa dai capelli blu e dagli occhi nocciola, vestita in arancione che lo guardava dal basso con un sorriso.
-Ciao- rispose Jacques dopo un attimo di esitazione
-Sono Levy- le ricordò Jacques.
-Ah, si, come va?- chiese per nascondere l'imbarazzo per la sua pessima memoria.
-Bene, bene, ti guardavo assorto e credevo di poterti aiutare, sai, io di solito mi occupo della biblioteca-.
-Beh in realtà no, sto cercando qualcosa per svagarmi, tipo leggende perdute, qualcosa del genere...
-Oh si, ho letto tutti i libri della biblioteca sull'argomento- disse la ragazza, cominciando ad elencare qualche titolo, con Jacques che non la ascoltava neanche ripensando alle circostanze che lo avevano portato nella biblioteca.

Dopo aver lasciato il cimitero in volo era ritornato alla gilda con un sorriso a 32 denti che aveva fatto voltare tutta la gilda, eppure non aveva fatto una parola e si era diretto verso il bancone, dove aveva ordinato da bere a una Kana particolarmente sobria che si occupava del bar.
-Cosa hai da essere così felice?- gli fece la bruna, forse seccata dall'avere delle responsabilità.
-Ah adesso vedrai- disse mandando giù un sorso di birra.
Anche molti altri maghi notarono che Jacques era particolarmente allegro quel giorno, eppure il giovane non dava peso alle insistenze della gente che gli girava attorno, promettendo che di lì a poco avrebbero capito.
Passarono un paio d'ore e finalmente nella gilda fecero il loro ingresso Mira, Elfman e Lisanna.
Quando questa entrò nella gilda, tutti i componenti si alzarono per andare ad abbracciare la giovane tornata dalla morte.
Placato l'entusiasmo iniziale, finalmente Lisanna potè spiegare la sua storia a tutti quelli che gli stavano intorno: era stata portata in un mondo alternativo, dove tutti avevano un doppio dalla personalità opposta, eppure erano uguali, c'era anche la gilda stessa.
Anche gli altri entrarono ed Erza raccontò l'avventura che avevano vissuto su Edolas.
Tutti quanti di nuovo acclamarono Lisanna e fecero partire una rissa di bentornato, alla quale per la prima volta si unì anche Jacques, facendosi contagiare dal buon umore: peccato che per via della sua forza, ben pochi poterono resistere e in meno di cinque minuti erano tutti al tappeto, tranne Jacques al centro della sala che rideva come un pazzo, urlando.
L'allegria di jacques si smorzò quando vide Lisanna guardarlo con attenzione, come se non lo riconoscesse, per questo si avvicinò alla piccola albina e l'abbraccio.
-Bentornata Lis- gli disse in un sussurro all'orecchio.
La ragazza sussultò per un attimo prima di stringerlo a sua volta -Jacques, dannazione, come ho fatto a non capire!-
La cosa era strana in quanto più volte avevano ripetuto che su Edolas c'era un doppione e perciò chiese: -Scusa Lis ma su Edolas non c'era la mia copia?-
-No Jacques, su Edolas a Fairy Tail era entrata tua sorella.


Da quel momento jacques aveva cominciato a cercare di reperire informazioni ed aveva avuto una lunga chiacchierata con Erza sull'argomento Edolas, questa gli aveva spiegato che ormai era un mondo senza magia che si poteva raggiungere tramite un Incantesimo denominato ANIMA ma che era stato distrutto da Mistogun, rivelatosi poi essere il principe di Edolas, adesso divenuto Re.
Erza si premurò di dirgli che ANIMA era divenuto inutilizzabile.
Era per questo che Jacques adesso era in quella biblioteca polverosa per cercare delle informazioni sul come viaggiare attraverso le dimensioni per raggiungere Edolas.
In quel momento si accorse che la piccola Levy aveva finito di parlare e che nel mentre aveva cominciato ad ammassare i titoli che gli aveva snocciolato mentre lui era intento a riflettere sul vero motivo che lo aveva portato lì.
Si immerse nel lavoro seduto ad un tavolo, scartando subito i risultati che gli parevano poco soddisfacenti.
-Posso sapere cosa stai cercando?- lo riprese la piccola maghetta quando lo vide sfogliare con meticolosità il librone -e non dirmi niente, perché è evidente che stai cercando qualcosa-.
-Scusami Levy, preferisco tenerlo per me- disse Jacques tentando di essere quanto più diplomatico possibile.
La maga lo guardò per un attimo prima di prendere un paio di occhiali e di porgerglieli -Con questi farai prima- disse incamminandosi per tornare nella sala -Chi chiede aiuto a Fairy Tail lo trova sempre Jacques, ricordalo- gli disse, lasciandolo solo.
Jacques invece prese i libri e se ne tornò all'appartamento che aveva preso in fitto dopo essersi ristabilito.
Nella sua casa, protetto da gildani ficcanaso, cominciò a leggere velocemente ogni libro che gli era stato dato ma per la maggior parte erano storie completamente prive di fondamento, anche se non le scartò a prescindere visto che aveva ben pochi indizi.
Lavorava già da qualche ora quando un lieve bussare alla porta lo riscosse dal suo lavoro e andò ad aprire la porta.
Davanti all'uscio c'era Kana con in mano una bottiglia di liquore e un sorriso stampato sul volto, che si tramutò in una risata quando lo vide con gli occhiali :-E quelli?-
-Me li ha dati una ragazza della gilda, sono molto utili...
-E ti rendono tremendamente sexy, ma non farti vedere dal master altrimenti ti costringerà a fare un altro servizio fotografico ahahahahahaha-
-Si, spiritosa, dai entra.
La ragazza si sedette scompostamente sul divano, afferrando uno dei libri e leggendone il titolo :"Miti e Leggende di Fiore"
-So cosa hai in mente non ci vuole un genio per capirlo, vuoi andare su Edolas.
-Non è che mi stessi nascondendo, e so cosa vuoi dirmi, cose del tipo è impossibile oppure è pericoloso...
-Macché- rispose Kana -io credo che se qualcuno può fare qualcosa del genere, quello sei tu, voglio solo chiederti di farmi venire con te-
Jacques rimase silenzioso e soppesò la proposta della ragazza, capitolando alla fine: -Ok, ti porto con me su Edolas-
-Fantastico, non vedo l'ora di conoscere la mia versione di Edolas, allora cosa posso fare per aiutarti?
Jacques le porse un libro con un sorriso -Comincia a cercare qualunque riferimento a Universi Paralleli, non badare ai nomi-
I due cominciarono a leggere in silenzio, e dopo ore e ore di lavoro finalmente Jacques trovò una traccia, esultando si voltò e vide Kana a cui era caduto il libro poiché si era addormentata e Jacques vide che aveva passato ore e ore sui libri, perciò la prese in braccio e la portò a letto, avrebbe aspettato l'indomani per fargli conoscere i frutti della sua ricerca.     


  

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Capitolo 4
*** Another Universe ***


"Another Universe"

 
Svegliarsi e trovare Jacques ancora addormentato non era una cosa usuale per Kana, e in effetti durante quel mese in cui avevano dormito insieme, non era mai capitato che la donna trovasse il ragazzo ancora al suo fianco, non che andasse chissà dove, spesso semplicemente preparava una colazione oppure passeggiava, visto che spesso passavano ore prima che la ragazza si svegliasse.
Quel giorno invece Kana si era svegliata prima e non aveva potuto evitare di guardare il partner russare accanto a lei.
Dormiva a torso nudo con il petto sul materasso e la schiena rivolta verso l'alto, con il volto tranquillo, ne trasformato dall'aria corrucciata di quando rifletteva né dal sorriso sornione, anzi aveva un'aria tranquilla rara sul suo volto.
Per una volta Kana pensò che avrebbe potuto alzarsi e preparare lei la colazione per Jacques, ma non aveva fatto i conti con il sonno leggero del ragazzo che si alzò come una pantera e l'afferrò gentilmente riportandola sul letto con un sorriso.
-Buongiorno- le sorrise Jacques sveglio.
-Buongiorno... Ma come fai ad essere così sveglio?- chiese curiosa Kana.
-Vai in missione per due anni con gli Oracion Seis e poi ne riparliamo- rispose Jacques, allentando la presa.
Era una cosa che probabilmente aveva risvegliato brutti ricordi in Jacques, perciò Kana gli carezzò il volto e gli arrivò a pochi millimetri dalle labbra, sussurrandogli :-Puoi dormire ancora se sei stanco- prima di poggiare le labbra sulle sue.
Dopo essersi goduto il bacio Jacques però si alzò e tornò nel suo salotto dove ricominciò a mettere ordine ai libri, sottolineando il passaggio che il giorno prima aveva letto, con l'intento di mostrarlo a Kana.
-Guarda qui- mostrando il passaggio in questione.
Nessuno ha descritto il fenomeno degli Universi Paralleli come lo scrittore Fantascientifico Kemu Zaleon e il suo "Another Universe".
-E' solo un racconto di Fantasia- cercò di riportarlo con i piedi per terra Kana.
-Non credo, Kemu Zaleon non era solo uno scrittore ma anche un mago, e le sue opere non erano mai completamente di Fantasia, ci sono un sacco di riferimenti a Magie potenti, e comunque non ho un punto di riferimento migliore di questo dal quale partire, per me merita di fare un tentativo... Ma mi serve Freed.
-Non c'è, il Rajinshuu è partito in missione.
Jacques si fermò un attimo a riflettere e poi chiese: -C'è qualche altro mago delle lettere a Fairy Tail? -
-Levy- disse Kana, per poi spiegare -bassa, capelli azzurri, cavolo dovresti fare qualcosa per questa memoria.
-Si, comunque dobbiamo recuperare una copia di Viaggio nell'Universo Parallelo prima di coinvolgere altre persone nelle nostre avventure.
Per evitare di essere aggredito dalle proprie Groupie, Jacques decise di cambiare aspetto.
-Che panni mi metto oggi?- chiese a Kana retoricamente -Oh trovato, ci sarà da divertirsi- e in un attimo prese l'aspetto di Laxus e mise sù la sua aria imbronciata a braccia conserte -Sono Laxus, tremate dinnanzi alla mia forza-
-Oh molto somigliante davvero ahahahahahahahaah.
La scelta però era stata quanto mai azzeccata, tutta Magnolia conosceva la fama del Dio del Tuono e nessuno osava incrociarne lo sguardo.
Kana camminava tranquilla al suo fianco, fino ad arrivare ad una libreria, dove un uomo grassottello li accolse con un sorriso, per poi sbiancare alla vista del Drago dei Fulmini.
Kana chiese il libro che stavano cercando, fortunatamente il negoziante era fornito di quel titolo, in modo che i due potessero andare velocemente alla gilda.
Attento a quello che gli succedeva intorno, si accorse molto di più che tante persone lo evitavano o lo guardavano con tracce di paura ben visibili sui loro volti.
-Ma che diavolo ha combinato questo idiota per farsi odiare in questo modo?- chiese Jacques-Laxus.
-Un brutto carattere coniugato con un uso improprio della propria magia.
I due continuarono a camminare e solo quando Kana aprì la porta della gilda Jacques fu riscosso dai suoi pensieri dal rumore di un vassoio che veniva lasciato cadere.
In un primo secondo Jacques non capì perché nella gilda si fosse fatto silenzio, fino a quando Kana lo colpì con una gomitata e Jacques si ricordò del come fosse conciato in quell'attimo e subito dissolse l'incantesimo, ripresentandosi con le sue normali apparenze, si sentì un grosso sospiro di sollievo da parte di tutta la gilda.
Appena arrivati Kana e Jacques si diressero verso il bancone dove Mira stava raccogliendo i cocci di uno dei bicchieri caduti.
-Mia, sai dove è Levy?
-Eh- fece l'albina distratta -ah si, è in biblioteca credo- riprendendo poi il suo solito sorriso, ricambiato da Jacques con un ghigno malefico.
I due poi si dirigono in biblioteca schivando le risse che si erano formate nella sala della gilda, trovando dentro la piccola Levy in compagnia del dragonslayer del ferro, che la infastidiva.
-Levy abbiamo bisogno di te- fece allegra Kana disturbando con eccessivo entusiasmo la scena che gli si era parata davanti.
La piccola maga arrossì per la sorpresa, rispondendo che era a loro completa disposizione.
Jacques le porse il libro, spiegandole: -Dovrebbe esserci un messaggio nascosto tra le pagine di questo libro...
-Ah si, capita spesso per questo autore, strano che non abbiano già tentato di esaminare questo libro...
-Lo hanno fatto- rispose Jacques.
-Ok, allora controllo- e con la sua magia le lettere uscirono dal libro e cominciarono a danzare per la stanza per poi ritornare nel libro.
Jacques sfogliò le prime pagine e sorrise: -Ricette- sfogliando il libro arrivò alla seconda ricetta per poi fermarsi e rivolgersi di nuovo a Levy, chiedendogli di ripetere l'incantesimo, stavolta però solo per quella parte, cosa che Levy eseguì in un attimo, ma stavolta a differenza della precedente non accadde nulla.
Jacques chiuse il libro di scatto, sospirando :-Grazie del tuo aiuto Levy- disse, lasciando il drago e la maga da soli, trascinando con sé una Kana palesemente delusa.
-Peccato non abbia funzionato- disse lei.
-Chi ha detto che non ha funzionato?- rispose Jacques sorridendo sardonico.
Riprese il libro e lo aprì mostrando a Kana una pagina modificata che dava precise istruzioni sul come raggiungere un Universo Parallelo che l'autore chiamava Edolas.
Purtroppo la gioia dell'avere un modo per raggiungere la meta veniva mitigata dalle istruzioni che erano riportate, soprattutto da un simbolo che aveva già visto una volta e che sapeva benissimo dove poter ritrovare, anche se prenderlo non sarebbe stato affatto semplice.
 
 
   

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Capitolo 5
*** Il Primo Artefatto ***


Il Primo Artefatto 

 
La vita di Jacques si era divisa in due parti fino a quel momento: la prima parte era stata caratterizzata dall'affetto della famiglia d'origine e dalla sua educazione aristocratica che lo avrebbe portato al trono, la seconda invece era stata caratterizzata dalla voglia di vendetta e da un'angosciante solitudine.
Adesso però era cominciata una nuova fase e nella solitudine che aveva provato quando viaggiava da solo per il mondo, si erano pian piano insinuate alcune persone: Laxus per primo insieme al Rajinshuu gli avevano fatto ricordare cosa significasse stare con persone di cui potersi fidare, che non ti costringessero a guardarti le spalle per tutto il tempo, poi era entrata Fairy tail e aveva scoperto l'amicizia e l'allegria che c'era in una gilda come quella.
Infine Kana era entrata pian piano, badando a lui e dandogli un sostegno, insegnandogli che c'era qualcosa in più dell'affetto di una persona.
Certo tutte bellissime parole e  con un significato profondo, rovinate da un poderoso pugno ad un albero.
La riflessione di Jacques era nata mentre camminava per una lunga strada che lo portava a Cardia, la Capitale religiosa del Regno.
Il motivo della sua frustrazione era la solitudine che avvertiva: Kana era stata costretta dal Master ad andare in missione con Erza, visto che era stata richiesta una Cartomante e lei era l'unica della gilda.
Questo era accaduto cinque giorni prima; e la missione era pericolosa ma sia Erza che il Masetr si erano rifiutati di farlo aggregare così anche Kana gli aveva suggerito di rimanere a Magnolia per cercare di scoprire dove potessero trovare quello che chiedeva la "ricetta" di Zaleon.
Jacques si era buttato anima e corpo nella ricerca, sperando che nel momento della scoperta, Kana fosse ritornata, una speranza che si era rivelata male.
Mentre camminava sulla strada per Cardia, Jacques riguardava le parole di Zaleon che aveva trascritto: Per raggiungere Edolas erano necessarie quattro componenti al fine di creare una piccola Anima e viaggiare in sicurezza: Due Artefatti magici provenienti da Edolas, un Portale speciale e infine un celebrante di un'antica stirpe di maghi.
Aveva rovistato in lungo e in largo un centinaio di libri di leggende prima di trovare un riferimento, e nel punto in cui davvero non si aspettava di trovarlo: un riferimento al fondatore del culto di Zentropia che pare fosse disceso dal cielo attorniato da luce e che avesse con sé un bastone, su cui era disegnato un occhio, il quale era ancora conservato in una stanza segreta all'interno della cattedrale.
-Eccomi arrivato finalmente- pensò Jacques, entrando all'interno dalla città, circondato dai fedeli di Zentopia giunti in pellegrinaggio.
Senza perdere tempo seguì la strada principale visto che la città era stata costruita e si era sviluppata in funzione della Cattedrale.
La Cattedrale di Cardia era un capolavore dell'arte zentropistica, costruita a forma di enorme croce le cui braccia più corte si arcuavano all'indietro, sulle orme della croce di Zentopia, ma quello che davvero stupiva erano le forme della cattedrale, che si arcuavano e si allungavano in un tripudio di torri e guglie che non consentivano all'osservatore esterno la possibilità di capire quanto la Chiesa potesse essere grande, nascondendo al suo interno passaggi segreti.
Vista la moltitudine di pellegrini che si riversavano al suo interno in segno di preghiera, anche Jacques decise di cominciare a dare un occhiata, evitando le panche si diresse verso l'altare, quando subito una cosa attirò il suo sguardo.
Sull'altare c'era la una bellissima scultura, di un angelo che con le ali spiegate aveva una spada portata verso l'alto e con il suo sguardo puntava al cielo mentre nell'altra mano, completamente abbandonata c'era un libro, ma l'angelo lo teneva abbandonato lungo il fianco come fosse un impaccio, Jacques sorrise e si girò, nottetempo avrebbe agito.
 
Da perfetto ladro, e con dei piccoli vantaggi derivanti dalla possibilità di spiccare il volo, Jacques entrò nella cattedrale chiusa da un'apertura delle parti più alte.
Con le sue ali riuscì in un attimo a raggiungere l'angelo nella posizione sopraelevata.
Senza sapere il perché si fermò davanti all'angelo ammirandone la linea perfetta e senza sapere il perché ne accarezzò il volto tastando la levigatura della pietra.
-Allora amico mio, cosa si prova ad essere qui da anni e nessuno che scopra il tuo segreto?
Naturalmente non ottenne risposta, ma continuò il suo discorso.
-Sai non ho mai fatto molto caso alla Religione, e perché dovrei? Io so, e tutto quello che so me lo hanno insegnato mio padre e Gabriel- si interruppe un attimo -ma certamente non conosci chi è Gabriel no? Te lo spiego subito chi è Gabriel, almeno a quello che mi ha raccontanto lui, ti va di ascoltare la mia storia?- 
Anche se non ottenne risposta dall'Angelo di pietra, continuò a parlare :-E' una storia che risale agli albori della mia famiglia e tutto nasce dall'eterna lotta tra angeli e demoni... Due di loro decisero che il campo di battaglia doveva essere il nostro Regno, combatterono tanto a lungo che si ridussero in fin di vita e quasi distrussero tutto, eppure non si fermavano allora sai cosa fecero due uomini che erano lì, cercarono di combattere, ti immagini il risultato? I due uomini erano così feriti che a stento riuscivano a respirare, così la battaglia tra l'Angelo e il Demone continuò, ancora e ancora, si ridussero talmente male, ma la battaglia non poteva finire senza un vincitore: così per continuare sai cosa fecero? Presero possesso dei corpi dei due uomini, li guarirono e ricominciarono a combattere, peccato che i due ripresero possesso dei loro corpi, ma l'odio tra loro non si appianò: Uno era un mio avo, l'altro l'avo di una mia amica, dopo anni la divergenza si è appianata. 
-Adesso tu mi domanderesti se fossi vivo, perché ti ho raccontato questa storia: insomma, il problema è che non ho mai visto un Angelo con un libro in mano e anche se non posso parlare con Gabriel io ho tutti i suoi ricordi, al contrario le spade sono molto apprezzate; allora in che posto un Angelo apprezzerebbe più un libro che una spada? La risposta è ad Edolas no?.
Jacques a quel punto alzò la mano dell'angelo che impugnava il libro, che con un abile meccanismo cominciò a scivolare verso l'alto, naturalmente al contrario con un sistema di contrappesi, la spada si abbassò fino a scambiarsi completamente e allora Jacques non potè trattere un sorriso quando il meccanismo finì di scorrere e là dove c'era la punta della spada si alzà una lastra di marmo, scoprendo finalmente un bastone molto antico su cui era inciso un occhio aperto, Jacques sorrise prima di rimettere tutto a posto, ringraziare l'angelo di pietra, darsi del matto perché parlava con una statua e volare, aveva voglia di arrivare subito a casa e mettersi a letto, e come diavolo faceva male la solitudine.
 
Arrivò sulla soglia di casa di prima mattina, impugnando il bastone che aveva raggiunto con ben poca fatica, ma appena fu dentro casa lo gettò per terra e se ne andò a riposare in camera da letto, senza neanche la voglia di togliersi le scarpe, desideroso di dormire tanto a lungo da farsi dichiarare disperso.
Come se fosse facile! Meno di un quarto d'ora e sentì urlare fuori dal suo appartamento talmente forte da svegliarlo ma non abbastanza da farlo alzare, infatti prese il cuscino e se lo schiacciò sulle orecchie in modo da isolarsi.
Peccato che chi urlasse in strada non si arrendesse alla prima difficoltà e lui era così stanco anche da dimenticarsi di chiudere la porta di casa.
Nell'appartamento entrò la mora come una furia, urlando al mago che svogliatamente apriva un occhio.
-Ah sei tornata- disse Jacques aprendo un occhio.
-Ah sei tornata? Stupido Stupido Stupido...
-Che c'è? Che ti prende?
-CHE MI PRENDE? Sono stata via cinque giorni in missione, torno e non ti trovo, mentre qua trovo tutto in ordine, nemmeno un cambio d'abiti in meno, vado in gilda e dicono di non vederti da una settimana ma che non sei in missione e inoltre ti sei impegnato in una ricerca che a tuo dire potrebbe essere pericolosa e immagino ci sia anche qualcosa di illegale, e so che sei partito da solo ma che non conosco il luogo dove sei andato... E TU MI CHIEDI ANCHE CHE MI PRENDE?
-Abbassa la voce Kana, è prima mattina, la gente sta dormendo...
-Eh no caro mio, non puoi liquidarmi con queste due parole...
Il povero ragazzo ormai sveglio assisteva impotente alla sfuriata della ragazza -Non puoi comportarti come se non importasse quello che fai o dove vai, soprattutto se fai qualcosa di pericoloso, qui la gente si preoccupa per te, ma tu pare che non vuoi capirlo...
La ragazza si avvicinò al letto e lo afferrò per le spalle -Tu non hai ancora capito, non puoi fare di testa tua , qui tutti si preoccupano per te, e visto che stai facendo la tua ricerca io mi preoccupo per te più degli altri...
Il ragazzo a quel punto si liberò della presa della ragazza ma le sorrise: -Scusa, hai ragione, è che sono abituato a stare da solo e a non rendere conto a nessuno di quello che faccio- fece una smorfia per stemperare la tensione -le abitudini sono dure a morire, comunque sono partito solo ieri e ho recuperato il primo artefatto ed è stato davvero facile- le sorrise accarezzandole il volto e sorridendo -Tranquilla, la prossima volta verrai con me, e comunque anche tu mi sei mancata.
Kana arrossì e distolse lo sguardo -Tu invece mi hai fatto arrabbiare e non ti basteranno un sorriso e due parole per farti perdonare- disse uscendo dalla stanza e scendendo in strada, probabilmente per raggiungere la Gilda. 
Jacques sorrise rassegnato, distendendosi di nuovo sul materasso e riuscendo finalmente a godersi un lungo riposo 
 
Angolo dell'autore.
Per la storia non ho molto da dire, comunque ho pensato di cercare un'immagine su internet per dare un volto a Jacques visto che anche una descrizione accurata non può sostituirsi all'immagine... Comunque quando lo creai, mi ispirai a un personaggio del VideoGame Final Fantasy 7, e questo è il risultato  

http://www.google.it/imgres?imgurl=http://th09.deviantart.net/fs35/PRE/f/2008/236/c/f/Zack_Fair_5_by_trigun1234567890.jpg&imgrefurl=http://www.wattpad.com/54466256-notes-drabbles-and-whatdefuks-a-biography-by&h=800&w=1000&tbnid=zgPHGQys95jzLM:&zoom=1&docid=g4xl5ryBL5Z0fM&ei=OKbKVKaWJ8XIyAPsl4AY&tbm=isch&ved=0CDgQMygCMAI

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Capitolo 6
*** La Favola ***


Premessa: questo Capitolo è particolare, e lo reputo anche importante, spero che piaccia perché, non è proprio il mio genere... Buona Lettura 
 

La Favola

 
Stava sopportando un lungo viaggio: ore e ore di treno per poi essere costretto a mettersi in viaggio a piedi, da solo avrebbe fatto molto prima sfruttando le sue ali, ma diciamo che era stato impossibilitato da...
-Uffa non siamo ancora arrivati?- sbuffò Kana, dopo ore e ore di camminata nei boschi, la sua pazienza pareva essere arrivata al limite.
Jacques sbuffò piano per non farsi sentire, continuando a camminare, anche se da solo avrebbe fatto prima, si ripetè che il viaggio era stato molto meglio così che in solitudine, inoltre questa volta la ragazza non gli avrebbe perdonato una fuga silenziosa, perciò l'aveva portata con sé, primo, perché non ci sarebbero stati pericoli questa volta e secondo perché quando aveva scoperto la destinazione finale erano insieme...  
-Siamo arrivati- rispose infine Jacques quando il bosco si diradò e davanti a lui si estendeva un piccolo viale -Benvenuta a casa mia. 
 
Jacques e Kana se ne stavano chini sui libri a leggere, anche se il ragazzo era immerso nei libri, e raramente alzava lo sguardo, mentre la compagna spesso perdeva l'attenzione dai libri, quando all'improvviso
-Trovato- disse ad un certo punto Jacques -e tra tutti i luoghi in cui poteva essere, questo è davvero ironico- mostrando il libro che stava consultando alla ragazza.
Tra tutti i tesori che questa famiglia possiede nessuno è misterioso quanto l'artefatto del demonio, un bastone su cui è incastonata la testa di un demone, pare che racchiuda in sé molteplici poteri.
-Come fai a dire che è questo?
-Il primo artefatto l'ho trovato ai piedi di un Angelo, il secondo deve avere a che fare con i Demoni, ne sono sicuro... E comunque non è questo il punto- girò il libro in modo che leggesse il titolo del libro "Tesori e Cimeli delle Grandi Famiglie Nobili del Mondo".
-Ah bene, quindi dobbiamo solo andare a chiedere a dei nobili di concederci uno dei loro tesori più inestimabili, una passeggiata...- disse sarcastica la mora.
-Non hai ancora letto il nome della Famiglia- disse Jacques sorridendo
Kana voltò un paio di pagine prima di scoppiare a ridere: -Offenbach, non ci credo, è già tuo- disse tra le risate.
-Si, è nella stanza dei cimeli molto probabilmente.
-Cioè fammi capire, sono giorni che cerchiamo qualcosa che è già tuo?
-Non lo sapevo, non sono mai entrato in quella stanza, solo il capofamiglia può farlo e non avevo idea che un qualcosa del genere potesse essere in quella casa.
-Okok, non ti arrabbiare...
 
I due cominciarono a percorrere il viale d'ingresso, mentre Kana si guardava attorno ammirando il giardino curato con dei giardinieri intenti a lavorare di buona lena mentre finalmente un uomo anziano si affacciava dalla casa, mentre i giardinieri smettevano di lavorare e guardavano curiosi i due avventori.
-Signor Kletus, siete in ottima forma- disse Jacques sorridendo al vecchio servitore.
-Bentornato Signor Jacques, prego entri in casa lei e la sua ospite, dovete essere stanchi...
-Lei è Kana- disse Jacques senza aggiungere altro, il vecchio chinò la testa alla ragazza, stupita dal tono freddo anche se cortese del compagno.
Entrarono all'interno di Villa Offenbach e Kana rimase sorpresa dalla bellezza della casa, in stile classico, con il grande camino di pietra che scoppiettava allegro, sul quale spiccava un grosso dipinto su cui erano ritratti un uomo e una donna con un neonato e un bambino seduto ai piedi, che non poteva avere più di quattro anni.
-Mio padre, mia madre e mia sorella, il bambino sono io... Temo non sia l'originale andato distrutto, ma con la magia è stato possibile farne una copia molto simile all'originale o almeno a quello che era l'originale nei miei ricordi- disse Jacques quando si accorse che lo sguardo della maga delle carte era fermo sul ritratto di famiglia mentre lui si toglieva il mantello -Avete seguito le mie direttive per la ripopolazione della Villa?- chiese poi al Signor Kletus.
-Si Jacques, il piano terra e il primo piano è stato aperto a coloro che facevano parte della servitù quando Villa Offenbach è stata attaccata, poi abbiamo preso gli orfani che abbiamo trovato dopo la scaramucce di qualche mese fa, i più piccoli sono sempre qui, mentre gli uomini o lavorano in villa oppure hanno trovato lavoro in città, non ti nascondo che i primi tempi sono stati duri, per fortuna abbiamo potuto attingere all'oro che hai lasciato qui, adesso va meglio.
-Il secondo piano?- chiese infine Jacques.
-Come da ordine è rimasto chiuso- disse il signor Kletus.
-Bene, visto che è ora di cena penso che mangerò qualcosa con gli orfani, poi vorrei parlare con le persone che si occupano di loro, poi con gli uomini che stanno lavorando i campi... Ma prima accompagno Kana al secondo piano, non rimarremo per molto, penso che domani mattina ripartiremo...
-Bene Jacques- disse il Signor Kletus facendosi da parte in modo che i due potessero salire le scale dirigendosi al piano superiore.
Davanti alla porta, ormai abituato al sigillo, lasciò scorrere un pizzico della sua magia in modo che il lucchetto si aprisse e fece strada a Kana negli appartamenti lussuosi della famiglia, per entrare nella stanza del Padrone di Casa, la sua camera nei brevissimi soggiorni che poteva concedersi in quella casa.
Kana aveva notato che Jacques era sempre meno loquace avvicinandosi a quella casa e adesso sentiva il ragazzo lontano, come mai gli era capitato a Fiore.
-Puoi sistemarti qui, io devo scendere a cena coi bambini-
-Aspetta, mi cambio gli abiti da viaggio e andiamo insieme, mi do solo una rinfrescata e scendiamo di nuovo.
-Non è necessario Kana...
-Non dire assurdità, lo faccio perché voglio, dammi qualche minuto.
Kana si chiuse nel bagno lasciando Jacques da solo in camera e anche lui decide di cambiarsi d'abito, togliendosi quelli logori che usava sempre per viaggiare e indossando delle vesti nuove che teneva stipate in un armadio, poi si sedette sul letto, distrattamente prese dal comodino una delle foto.
Dopo che Evergreen aveva messo a soqquadro la biblioteca, anche lui aveva cominciato a cercare nella casa, e conosceva alcuni luoghi in cui sicuramente la maga non aveva cercato e aveva trovato alcune foto, ma non aveva poi avuto il cuore di portarle via con sè, adesso quella che aveva in mano era la più recente che aveva trovato, scattata quando aveva quasi dieci anni, ed erano ritratti tutti e quattro i membri della sua famiglia.
Stava ancora guardando quella foto quando Kana rientrò in stanza senza far rumore e lo vide di spalle chino su qualcosa, senza far rumore, la mora gli strisciò alle spalle per poi sbirciare cosa stava guardando.
Rimase senza parole quando vide Jacques accarezzare la foto, e allora gli strinse le spalle, ma Jacques si sottrasse subito all'abbraccio, riponendo la foto sul comodino vicino al letto e dicendo: -Ci stanno aspettando, avanti scendiamo.
Kana era stupefatta cosa era successo al ragazzo allegro che conosceva a Fiore.
Ancora in silenzio Jacques ritornò al piano di sotto dove una ragazza dai capelli biondi e vestita in modo semplice con un abito giallo pastello fermato in vita da una cintura, li aspettava ai piedi delle scale, dove fece un piccolo inchino ai due e si presentò: -Io sono Seraphina.
Jacques diede un cenno d'assenso, per poi dire -Portaci alla mensa dove gli orfani mangiano.
La ragazza non si fece ripetere l'ordine e li precedette verso un'ala del palazzo dove in un grande salone erano seduti ai tavoli almeno una trentina di bambini che aspettavano di essere serviti.
-Sono compresi tra i quattro e i dodici anni, ma in realtà i grandi sono pochi perché diamo una mano ad accudirli principalmente- gli spiegò Seraphina prima di prendere posto e facendogli cenno di accomodarsi agli ospiti, ma Jacques si alzò e raggiunse una signora che stava cominciando a preparare i piatti per i bambini, mentre un'altra donna sui trent'anni si alzava e indicando Jacques cominciò a parlare  -Oggi abbiamo con noi un ospite importante, il Signor Jacques condividerà la nostra cena, mi raccomando bambini siate educati- un coro di si molto composto arrivò alle orecchie di Jacques che per la prima volta da quando era entrato nella sua vecchia casa sorrise ai bambini.
In realtà quella sera Jacques non mangiò affatto, all'inizio cominciò col servire i piatti ai bambini per poi cominciare a girare tra i tavoli, osservando tutto e fermandosi spesso a parlare con i piccoli, accarezzando le teste dei più piccoli e parlando con i più grandi.
Kana dal suo tavolo lo guardava non perdendosi una sola mossa di quello che faceva, lo vedeva girare instancabile, parlare con le istruttrici, con gli uomini, indagando su qualunque cosa potessero avere bisogno.
E anche i bambini dopo un attimo di smarrimento davanti all'uomo adesso lo guardavano incuriositi, così la cena finì e tutti i bambini si accalcarono intorno a Seraphina invocando una storia prima di andare a dormire.
I più piccoli erano in prima fila mentre i più grandi rimanevano un po in disparte ma erano comunque a portata d'orecchio : - E va bene, ma perché oggi la storia non la facciamo raccontare al Signor Jacques?- e tutti i piccoli urlarono il loro assenso.
Allora Jacques si fece avanti e cominciò a raccontare, di un mostro che aveva lanciato un maleficio su un Regno e aveva mangiato la famiglia reale ma il principe di quella famiglia era riuscito a scappare.
Raccontò poi di come il Principe fosse riuscito a fare amicizia con un Drago, uno Stregone, un Cavaliere e una Dama e di come fosse tornato nel suo Regno e dopo un lungo combattimento sul dorso del suo Drago fosse riuscito finalmente ad uccidere il terribile mostro.
Ma il Principe non era soddisfatto, voleva che la sua famiglia tornasse da lui, e allora cominciò a pensare, finché non gli venne in mente un'idea e con la sua spada cominciò a tagliare il mostro e alla fine dallo stomaco di questi uscì tutta la sua famiglia, così che potessero vivere felici e contenti.
Tutti erano così presi dalla storia che quando Jacques smise di parlare, nessuno ruppe il silenzio, per poi cominciare ad urlare tutto l'entusiasmo per la bella storia che era stata raccontata, per poi cominciare a tempestarlo di domande, per fortuna fu Seraphina a toglierlo dai guai - Adesso è ora di andare a letto, salutate il Signore Jacques che adesso deve andare-
Le timide proteste dei bambini non sortirono effetto e i bambini furono portati fuori, solo la bimba più piccola riuscì non si sa in che modo a svicolare e riuscì a fermarsi di fianco a Kana che si sentì tirare la mano e si chinò su di lei con un sorriso.
Anche la bambina sorrise e disse  -Io so chi era il principe della storia-.
-Ah si? Sai che io non lo so! Me lo dici chi era?
-Ma il Signor Jacques no? Sembra anche un principe- disse la bambina con gli occhi che splendevano, lanciando uno sguardo a Jacques che intanto parlava con una donna sulla dieta che i bambini seguivano e sul come potessero migliorarla -Secondo te è vero che conosce un drago?- disse la bimba a bassa voce.
Kana sorrise e si chinò in modo da essere più vicino all'orecchio della bambina :- Sai che è proprio vero? Lo conosco anche io quel Drago brontolone- gli fece l'occhiolino e la bimba sorrise felice -Allora è vero, il Signor Jacques è un Principe- e se ne andò sgambettando allegra.
Kana guardò di nuovo Jacques che intanto le sorrideva anche se il sorriso era velato di tristezza, Kana ripensò a come il finale della favola coincidesse così poco con la realtà          

 
Note Dell'Autore
Per chi ha letto tutta la serie, abbiamo già incontrato il Signor Kletus, il nome di Seraphina è un doppio riferimento: a Saint Seiya che è uno dei miei manga preferiti e in cui uno dei personaggi si chiama così... e a una particolare tipologia di Angeli: I Serafini appunto, ma la ragazza non avrà alcun seguito nella storia. 

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Capitolo 7
*** Mistero Nella Notte ***


Buonanotte a tutti, come va? Buona lettura
 

Mistero nella notte.

 
Jacques si era seduto su una poltrona davanti al camino e fissava il fuoco assorto, perso in pensieri che Kana poteva solo immaginare.
Quando erano partiti Kana pensava di conoscere un ragazzo spensierato, un valoroso mago, potente da tener testa ad Erza, capace di essere accettato come amico da Laxus.
Certo conosceva il passato difficile di Jacques eppure pareva che il suo atteggiamento denotasse come avesse superato tutte le sue difficoltà.
Eppure quando da quando erano entrati in quella villa, Jacques sembrava un'altra persona, più maturo, in un certo senso sembrava più grande di quanto i suoi venti anni potessero far apparire.
Era molto tardi e nei corridoi non c'era più nessuno, e il palazzo dormiva, e Kana era stanca di vederlo così assorto e triste perciò prese una mela da un vassoio di frutta che era appoggiato su uno dei mobili e senza far rumore si lasciò cadere sulle ginocchia di Jacques che sussultò sorpreso.
La mora lo guardò con un sorriso e gli porse la mela: -Tieni...
-Grazie- le rispose Jacques sorridendo -cominciavo ad aver fame.
-Me ne sono accorta, non hai mangiato nulla a cena- gli rispose mentre il mago cominciava a mordere la mela e a inghiottire.
Kana cominciò ad accarezzargli la chioma ribelle del mago, rendendola ancora più selvaggia di quanto non fosse, cercando di allentare un po la tensione.
-Vuoi dirmi qualcosa?- chiese l'uomo.
-In realtà si, sono impressionata da quello che hai messo in piedi... Dove è finito il mercenario-assassino-ladro?
-E' sempre qui davanti a te- rispose subito Jacques.
-Ha messo in piedi una cosa bellissima...- disse cominciando a riempirlo di piccoli baci sul volto e poi sul collo strappando una risatina imbarazzata.
-Tutti questi bambini non si meritano di passare quello che ho passato io, magari qualcuno di loro svilupperà un potere magico, allora potrei mandarlo a Fairy Tail, ma per ora quello che mi interessa è sapere che hanno un luogo dove star bene e anche se non sarà mai come una vera famiglia, non sarà l'assoluta solitudine... Io gli sto solo offrendo questa opportunità- spiegò prima di ricambiare le attenzioni della compagna dedicando la sua attenzione alle sue labbra.
-Prima è il momento di togliere della polvere dai cimeli di famiglia- la interruppe infine Jacques -dopodiché avremo tutta la notte- aggiunse sorridendo quando Kana gonfiò le guance in segno di protesta, la prese per mano e la portò di nuovo al piano superiore, conducendola attraverso corridoi e stanze fino ad arrivare alla biblioteca di famiglia, dove Kana rimase sconvolta dalla quantità di libri, superiore probabilmente a quelli che si trovavano nella biblioteca di Fairy Tail.
Jacques sicuro e convinto la guidò in fondo dove una porta di massiccio legno nero li attendeva.
Jacques si pose davanti alla porta accarezzandola con il palmo della mano per poi far scorrere un briciolo del suo potere magico, così come aveva fatto con la porta che chiudeva il secondo piano.
-Il sigillo di questa porta è molto forte, nemmeno i miei familiari, se fossero vivi potrebbero entrare in questa stanza- spiegò il giovane alla compagna mentre cominciava a camminare in un lungo corridoio che veniva illuminato dalla magia al loro passaggio.
Il corridoio si apriva dopo poche decine di metri in quella che pareva un'immense sala dove venivano stipate tonnellate di oro e argento, probabilmente era il forziere della famiglia Offenbach -Bene, questo mi rende ancora più ricco di quanto pensavo fossi- disse alzando le spalle Jacques come a dimostrare di quanto la cosa lo lasciasse indifferente -Vieni, ci sono altre due sale- disse avviandosi mentre la ragazza dopo essersi guardata intorno, gli correva dietro.
La seconda sala collegata alla prima era piena di armi, alcune delle quali molto antiche; c'erano spade e mazze ferrate, falci e lance e questa volta Jacques volle fermarsi molto di più ammirando alcune spade e asce, mentre Kana fu attratta da delle armi molto particolare: nella forma apparivano come delle alabarde con le lame ricurve, con l'unica differenza che l'asta che serviva da impugnatura era molo corta, tanto da dargli l'aspetto quasi di un ascia: erano quattro e parevano essere conservate con scrupolosa cura.
-Ehi Jacques, non ho mai visto delle armi così.
-Oh- disse Jacques appena le riconobbe -Credo che siano della mia famiglia da un millennio, pare che possano essere utilizzate contro le creature sovrannaturali- disse Jacques per poi specificare -Angeli e Demoni intendo, si usano tutte e quattro insieme, l'insegnamento della tecnica di combattimento viene tramandata di padre in figlio, anche se non le utilizziamo mai per combattere gli altri maghi.
-Ma come si fa a combattere con quattro armi del genere?- chiese Kana curiosa. allungandosi per toccare le lame, al contatto le lame parvero rispondere, pulsando debolmente.
-Un giorno magari te lo farò vedere, adesso andiamo avanti, abbiamo altro da fare.
Jacques continuò a camminare, oltrepassando l'ultima porta: la sala, era completamente spoglia eccezion fatta per la parete dove in una nicchia era appoggiato con deferenza un bastone di legno su cui era incastonato un teschio che poteva essere umano se non fosse per le appuntite ed evidenti corna che lo sormontavano.
-Il teschio di un demone- le spiegò Jacques -un artefatto molto potente, ma ignoravo che potesse essere utilizzato per viaggiare in diversi universi, e adesso che abbiamo finito, possiamo tornare indietro- disse afferrandolo.
Ritornarono indietro velocemente, si fermarono giusto qualche secondo davanti alla porta nera che portava nelle sale dei cimeli, giusto il tempo necessario perché Jacques potesse sistemare il sigillo.
Rientrarono nella camera da letto che avevano occupato e stavolta Jacques ebbe appena il tempo di riporre il bastone prima di essere trascinato da Kana che lo aveva afferrato per la maglia  verso il letto, sussurrandogli nell'orecchio che gli spettava un premio per quello che aveva fatto.
 
*****
 
Avevano fatto l'amore ma dopo aver dormito adesso non si sentiva tranquilla: nel dormiveglia sentiva che qualcosa non andava per il verso giusto, istintivamente si mosse verso destra, cercando il corpo del compagno, ma non trovava tracce di calore perciò spalancò gli occhi all'istante.
Kana ormai sveglia si agitava guardando a destra e a sinistra, registrando dove si trovava, ma anche che Jacques non era nel suo letto, certo poteva essere sceso a preparare la colazione, se non fosse stato troppo presto: era l'ora più oscura della notte, quella che precedeva l'alba.
Per questo Kana si alzò dal letto, aveva una mezza idea di scendere e andare a cercarlo, quando fuori dalla finestra qualcosa attirò la sua attenzione: la porta di villa Offenbach che si apriva e lanciava un tenue bagliore nel vialetto, dove un'ombra per un attimo era stata illuminata.
Dalla porta uscì proprio Jacques che con una piccola lacryma in mano poteva rischiarare leggermente l'oscurità e si fermò a parlare con l'ombra.
Kana non poteva sentire quello che i due si stavano dicendo, ma certo l'atteggiamento di Jacques non era rilassato, e cercava di tenere le distanze.
Il colloquio durò poco meno di cinque minuti e alla fine l'ombra si girò e andò via mentre Jacques rientrava in casa, nello stesso istante Kana si stendeva di nuovo sul letto.
Dopo pochi minuti Jacques rientrò in camera e trovò Kana sveglia che lo aspettava.
-Scusa ti ho svegliata?-
-Non importa, vieni- lo aspettò di nuovo sul letto, e lo guardò negli occhi leggendovi un'espressione strana, ma decise di non indagare oltre -Va tutto bene Jacques?-.
Jacques non rispose ma l'abbracciò forte, si vedeva come avesse bisogno solo di calore.    
 
 
Angolo dell'Autore
Ecco qua, un altro Capitolo, però stavolta vi lascio con un interrogativo: Chi sarà la misteriosa ombra? 
Vi dico subito che non è Gerard perché lui è ancora in prigione (Siamo ancora prima del prologo) Vi dico solo che è un personaggio che con Jacques ha molto in comune...

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Capitolo 8
*** Gildarts ***


Un capitolo piccolo e con altri tre indizi sulla identità misteriosa (Presto saprete anche perché mi soffermo spesso su questo personaggio)... Quindi Buona Lettura
 

Gildarts

 
 Quella mattina si era alzato presto ed era sceso in gilda subito, nella speranza di potersi sedere e fare colazione, magari scambiare quattro chiacchiere con Mira e con Lisanna ma se la sera prima invece di tornarsene presto nel pomeriggio a casa, fosse rimasto alla gilda fino a sera avrebbe visto come una tranquilla serata in gilda era degenerata in una festa in pieno stile Fairy Tail.
Certo non ci volle molto per capirlo: appena aprì la porta vide Mira indaffarata a pulire il disastro che i compagni avevano lasciato, qualcuno era ancora addormentato in gilda, ubriaco dopo la sera prima: naturalmente anche Kana era lì distesa e russava alla grande.
Fece un cenno lieve a Mira che gli sorrise in risposta e con un balzo scavalcò il bancone in modo da prepararsi la sua dose giornaliera di Caffé visto che Mira pareva molto indaffarata.
Non potè, dopo aver finito di preparare il caffé rivolgere di nuovo il suo sguardo alla bella barista che spazzava canticchiando il pavimento, ritrovandosi a pensare che in realtà il suo odio per il padre aveva distorto la sua immagine: in un'altra vita avrebbe davvero potuto innamorarsi di quella ragazza.
Scosse leggermente la testa per ridestarsi da quegli stupidi pensieri.
Alla fine del suo lavoro Mira lo raggiunse al bancone e si sedette dietro di esso a uno degli sgabelli, sempre con il suo solito sorriso.
-Cosa posso offrirti Mira?- visto che le posizioni erano invertite tanto valeva si divertissero un po'
-Lo stesso che stai sorseggiando tu- Jacques le versò una generosa dose di caffé in una tazza pulita per poi porgerla alla maga.
Rimasero per un po in silenzio a sorseggiare i loro Caffé fino a quando Mira non decise di rompere il silenzio -Come mai ieri non eri alla festa?
Jacques alzò un sopracciglio sorpreso -Nella baraonda di ieri sei riuscita a capire che non c'ero?- cercò di eludere la domanda.
Ancora sorridente Mira annuì -Sei sempre con Kana e lei ieri era da sola, avete litigato?-
La risposta fu interrotta dal rumore della porta che si apriva e un uomo imponente, dai capelli rossi e coperto da un mantello marrone e i postumi della sbornia erano evidenti sul volte dell'uomo.
-Buongiorno Gildarts- lo salutò Mira -Cosa posso offrirti?-.
-Buongiorno piccola Mira- la salutò il mago che ricambiò il sorriso.
-Scusa Mira ma io devo andare, ci vediamo più tardi- disse Jacques e si avviò verso la porta della gilda, lanciando uno sguadro raggelante al nuovo venuto.
-Ma che gli prende al nuovo venuto?- chiese Gildart alla barista, visto che lo sguardo di Jacques non gli era affatto sfuggito.
-Non pensarci, sarà solo che non riesce ad accettare l'esistenza di un mago molto più potente di lui- provò ad ipotizzare la bella barista.
No, non era quello il motivo, non aveva problemi a dire di essere palesemente meno forte di Gildart, anche se non avrebbe avuto nessun ripensamento nell'attaccarlo qualora ci fosse stato un motivo.
Il problema era quello che era accaduto tre giorni prima
 
Kana aveva deciso per entrambi che dopo aver così intensamente lavorato e studiato per arrivare su Edolas era giunto il momento di rifarsi vedere in gilda e visto che Jacques non aveva molte idee per passare il tempo decise di accompagnarla e la giornata in gilda stava anche andando bene, quando a metà mattinata era scoppiato il pandemonio, e da quello che Jacques aveva potuto capire, stava arrivando un membro di Fairy Tail che non si vedeva da tre anni ed era stato così che aveva visto per la prima volta Gildarts.
Ed era stata anche l'ultima volta che aveva parlato serenamente con Kana che era scomparsa dal suo fianco e si era catapultata vicino al nuovo venuto.
All'inizio non ci aveva fatto troppo caso, rimanendo in disparte, aveva pranzato e poi era rimasto sulle sue ad un tavolo; le uniche che gli avevano rivolto la parola erano state Lisanna che lo aveva fatto ridere per un po e poi Mira che guardando il suo stare in disparte aveva ironizzato sul fatto che somigliava sempre più a Laxus.
Nel tardo pomeriggio poi era tornato al suo appartamento, ed era stato raggiunto da Kana.
-Ho deciso che non verrò su Edolas-
La frase aveva sorpreso Jacques che stupito aveva sbattuto le palpebre un paio di volte -Posso sapere perché?-
-Ho pensato che non c'è niente che voglio vedere su Edolas.
Ancora più perplesso Jacques -Se non vuoi venire non ti costringo di certo però continuo a non capire, centra qualcosa il Mago che è arrivato oggi?-
Non si aspettava certo quella reazione -FATTI GLI AFFARI TUOI JACQUES!- gli urlò rossa in faccia. 
Solo per un attimo Jacques pensò di aver perso il controllo ma dopo un attimo la sua voce gelida disse:-Sai una cosa, probabilmente sono stato stupido a portarti con me, fai quello che vuoi, da adesso non sei più un problema mio... Vattene.
Sentì la porta sbattere e da quel momento erano passati due giorni e Kana non gli si era più avvicinata.
 
Erano sempre di più le occasioni per cui doveva allontanarsi dalla gente per evitare di perdere il controllo, si ritirò nel bosco dove cominciò a colpire con i pugni un albero e non si fermò finché non lo ebbe abbattuto a mani nude, a quel punto, con le mani gocciolanti sangue riuscì finalmente a respirare normalmente.
-Che spettacolo patetico- una voce gli arrivò alle spalle; non aveva bisogno certo di girarsi per riconoscere quella voce.
La figura che aveva incontrato davanti alla sua villa una settimana prima adesso lo guardava appoggiata ad un albero con il cappuccio nero abbassato sugli occhi a celare il viso.
-Quando eri ad Oracion Seis non ti saresti limitato ad un solo albero per sfogare la tua rabbia.
-Vuoi fare da cavia?- chiese Jacques sempre più freddo.
-Ma che brutto carattere Jacques- rise la figura -Pensavo che un po' ti fossi simpatica-
-Solo perché mi servono i tuoi poteri non vuol dire che mi sei simpatica.
-Umph- sospirò la figura -il portale comunque è pronto, puoi usarlo quando vuoi ma ricordati che mi devi un favore- gli disse la figura incappucciata sparendo poi nel buio della foresta.
-Non certo la miglior persona a cui dovere un favore- disse rivolto a sé stesso -ma anche l'unica che potesse fare qualcosa.
Non aveva voglia di tornare alla gilda, soprattutto in quello stato: odiava mostrarsi debole agli altri e quelle ferite alle mani erano una prova lampante di quello che aveva appena fatto.
Per questo invece di andare alla gilda tornò al suo appartamento e fu stupito che seduta sulla soglia della sua casa lo aspettasse proprio Kana.
-Ciao- gli disse timidamente.
-Ciao- le rispose Jacques oltrepassandola e aprendo la porta -Avanti, entra-.
-Che diavolo hai combinato alle mani? Razza di stupido, cosa hai preso a pugni una pietra?- chiese Kana appena si accorse delle mani che sanguinavano.
-No, ho solo abbattuto un albero.
Kana recuperò un paio di bende e cominciò a disinfettare la ferita borbottando sulla stupidità del ragazzo che invece la lasciò fare: non osava parlare ma doveva ammettere che la sua rabbia era appena sbollita e che le mani di Kana erano delicate e gli portavano sollievo.
-Ecco fatto- disse alla fine quando le fasciature erano strette.
Jacques non rispose ma strinse due o tre volte le mani verificandone la tenuta per poi mormorare :-Grazie.
-Senti Jacques per quello che è successo tre giorni fa, mi dispiace...
-Non devi dispiacerti Kana, se non vuoi venire su Edolas sei liberissima di non farlo però credo di meritarmi una spiegazione sul perché da quando è arrivato quel mago sono passato in secondo piano.
-Io non posso dirtelo...
-Come vuoi Kana, io adesso devo prepararmi, ho un viaggio da fare- disse Jacques cominciando a preparare la sua sacca da viaggio -Puoi restare quanto vuoi in questa casa.
-Quando torni?- gli chiese Kana
-Non prima di essere stato su Edolas- disse sistemandosi la sacca in spalla e impugnando i due bastoni -A presto Kana- la salutò uscendo dalla porta dell'appartamento.
Fece qualche passo in strada ma venne raggiunto alle spalle da Kana che lo spinse contro il muro e approfittando delle sue mani occupate gli diede il bacio più appassionato che avesse mai dato, cercando di imprimere tutto quello che non poteva dirgli.
Dopo un secolo le loro labbra si staccarono ma la ragazza gli rimase vicino, sussurrandogli - Torna presto a casa Jacques-
-Te lo prometto- disse scostandosi gentilmente dall'abbraccio della ragazza per poi uscire dalla città di Magnolia
 
DOPO IL PROLOGO
-Bentornato in libertà Gerard Fernandes- disse Jacqes.
Dopo la fuga dalle prigioni magiche, i due si erano spostati velocemente verso sud dove avevano poi trovato riparo in una grotta dove Jacques aveva nascosto degli oggetti per Gerard.
Gli porse una bandana nera e un foulard blu notte, un mantello lungo e dei pantaloni ampi.
-Ecco qua in questo modo passerai per Mistogun senza alcuna difficoltà.
Gerard indossò i diversi indumenti che Jacques gli porgeva per poi guardarlo indifferente: -Solo perché mi hai liberato da Zero e ti devo un favore, cosa vuoi che faccia?
Jacques questa volta gli sorrise e gli lanciò un libro -Impara questo libro di magia, la risposta ti sarà chiara, hai una settimana, io adesso devo fare altri preparativi, fatti trovare pronto.
-Prima di cominciare Jacques, lei come sta?
-Sta bene Gerard, soffre per te, adesso starà ancora meglio... Adesso comincia a lavorare.

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Capitolo 9
*** Benvenuto ad Edolas ***


Buonanotte anche oggi e Buona Lettura.

Benvenuto ad Edolas


Gerard era chiuso in quel buco di caverna da una settimana e meno male che almeno Jacques gli portava da mangiare e da bere, altrimenti quell'inconsciente avrebbe rischiato la salute.
Stranamrente però i due avevano legato e la convivenza era andata avanti tranquillamente così spesso si erano ritrovati a scambiarsi racconti delle loro esperienze passate: Gerard gli aveva raccontato della sua prigionia nella torre del Paradiso e Jacques gli aveva parlato della sua infanzia.
Ormai la settimana era quasi conclusa e Gerard era sicuro di aver imparato tutto quello che poteva imparare.
-Vorresti venire con me su Edolas, Gerard?- era da un po' che ci pensava e non gli sembrava affatto una cattiva idea.
-No Jacques, non mi attira l'idea di un mondo senza magia e poi ho da fare qua...
Jacques non insistette più di tanto, nelle loro chiacchierate il mago gli aveva parlato anche del suo passato e del suo rapporto con Erza, non poteva certo biasimarlo se voleva cercare un modo per farsi perdonare.
-Piuttosto, spiegami come hai intenzione di arrivare su Edolas visto che lì non esiste più la magia e verresti subito rispedito indietro.
-Ecco come- rispose Jacques estraendo dalla tasca un piccolo contenitore di vetro, pieno fino all'orlo di piccole capsule nere e Jacques cominciò a raccontare.

Aveva appena lasciato Kana e Fairy tail per imbarcarsi in quella missione personale ma gli serviva ancora qualcosa.
Da quanto aveva capito ogni forma di magia era stata espulsa da Edolas quindi nessuno che avesse del potere magico in corpo poteva raggiungere quel mondo, cosa che naturalmente aveva messo Jacques in difficoltà.
Fortunatamente in quel lungo periodo in cui era stato a Fairy Tail aveva avuto la possibilità di ascoltare tante volte la storia del viaggio su Edolas e in una circostanza aveva sentito che Mistogun aveva dato una pillola ai suoi compagni in modo che potessero utilizzare la magia.
Ecco perché ancora prima di liberare Gerard aveva deciso di fare una deviazione in un bosco dove in una casa isolata dal resto del mondo aveva trovato la persona che cercava.
Aveva bussato alla porta trattenendo il fiato conoscendo l'abitante di quella catapecchia.
-Che diavolo vuoi?- fece una voce femminile da dietro alla porta senza neanche chiedere chi fosse.
-Ehi vecchia aprimi ho bisogno di te- disse Jacques con un sospiro.
La donna dai capelli rosa e dal lungo mantello rosso gli aprì la porta, colpendolo tre volte in rapida successione con una scopa urlando -VATEENE DA CASA MIA IO ODIO GLI UMANI-
Jacques non fece assolutamente una piega e dopo il terzo colpo afferrò la scopa cercando di tenerla ferma e guardando la vecchia negli occhi -Se vuoi che me ne vada farai prima ad ascoltarmi e a fare quello che voglio...
Per tutta risposta la donna si era chiusa di nuovo in casa senza degnarlo di una risposta.
Jacques invece aspettandosi una risposta del genere si era accampato fuori la porta di Polyushka, ma non contento cominciò a bussare alla porta della maga ogni ora e questa pantomima era andata avanti per quattro giorni finché la maga si era decisa a farlo entrare e ad ascoltarlo.
-Allora dimmi cosa vuoi e vattene.
-Voglio una medicina che mi tolga i poteri magici per un periodo di tempo limitato.
-Impossibile
-Mistogun aveva un qualcosa di simile ma che funzionava al contrario, quella pillola restituiva i poteri magici in un mondo in cui tali poteri non c'erano.
Le parole di Jacques avevano evidentemente sorpreso la maga che lo guardava con gli occhi splancati -Edolas- sussurrò ma ad un tono talmente basso che Jacques pensò di essersi sbagliato, poi la donna si riscosse e ricominciò a parlare:- Quello che mi chiedi è impossibile: far ritornare il potere magico non è un problema perché nei maghi di Earthland la magia è l'energia vitale basta stimolarla, ma toglierla è tutto un altro discorso, togliere la magia dal corpo di un mago sarebbe davvero molto pericoloso.
-Non preoccuparti, io mi fido del tuo giudizio.


Jacques finì di raccontare il modo in cui si era procurato quelle pillole proprio mentre Gerard finiva di addentare l'ultimo pezzo di bistecca che aveva nel piatto.
-Bene adesso penso che sai tutto, partiamo domattina e con la nostra magia ci metteremo un paio d'ore per arrivare al portale così da mettere in moto il rituale.
I due maghi si distesero nei loro giacigli e in pochi minuti Jacques sentì il respiro del compagno d'avventura farsi sempre più pesante e regolare mentre Jacques al contrario rimaneva sveglio nel suo giaciglio.
Si girava e rigirava tra le mani il tarocco della Temperanza che Kana gli aveva dato quando si erano conosciuti, alla fine dopo aver riposto la carta si rilassò e si lasciò cullare tra le braccia di Morfeo.

*****

Grazie a Meteor e alla ali di Jacques avevano potuto viaggiare velocissime e compiere in due ore un viaggio che avrebbe potuto durare per giorni.
L'ultima parte del viaggio, in realtà gli ultimi cinque minuti li avevano passati sorvolando una fitta foresta, ma alla fine erano finalmente arrivati a destinazione tra le macerie di quella che pareva un'antica città.
-Così questa è la città di     ,- i ruderi di antiche costruzioni erano quasi coperti interamente dalla foresta con una sola eccezione.
Al centro della città si ergeva un immenso altare che si estendeva per parecchi metri quadrati sul quale ci era un immenso portale che si stagliava in alto per diversi metri le cui colonne erano costruite da un giovane curvo e che pareva fragile e da un guerriero che nonostante le rughe e il volto che faceva trasparire l'avanzata età, dava un senso di potenza, entrambi avevano però le mani protese in avanti ad afferrare qualcosa che in realtà mancava.
-Che cosa strana, tutta la città è distrutta mentre questo portale sembra appena costruito...
-Immagino sia tutta una questione di tempo- disse Jacques sovrappensiero ma la frase fece infuriare Gerard.
-Dimmi che non l'hai coinvolta in questa storia Jacques.
-Non importa Gerard, lei non è qui ed era l'unica a poter far tornare funzionante questo dannato portale perciò fai il tuo dovere adesso.
Gerard parve calmarsi un attimo per poi tirare un lungo sospiro e cominciare ad armeggiare per cominciare la cerimonia.
Cominciò con il posizionare il bastone con raffigurato l'occhio nelle mani della colonna del guerriero mentre poi posizionò l'altro bastone nelle mani del giovane fragile.
Posizionati i due bastoni le due statue guardiane parvero prendere vita e si chinarono in avanti in modo da guardare dall'alto Gerard e lo interrogarono :-Chi chiede il permesso di aprire il passaggio per un altro mondo?-
-Gerard Fernandes ecco il mia Runa per dimostrare la mia identità e il mio sangue per dimostrare la mia volontà: Guardiani aprite il portale per Edolas- e così detto con un piccolo coltello incise un taglio sulla mano in modo che qualche goccia di sangue sgorgasse dalla ferita.
Le due Statue ricevuta la prova dell'identità di Gerard alzarono i due bastoni in aria e dal portale si alzò verso il cielo un'immensa colonna di luce che saliva fino al cielo.
Finalmente Jacques si sentì davvero vicino al raggiungimento del suo obbiettivo e ingerita una delle pillole si tuffò nella colonna di luce ringraziando Gerard -Grazie di tutto, spero di rivederti presto-.
Jacques cominciò a librare verso l'alto e in pochi secondi scomparve dalla vista di Gerard e chiuse gli occhi.
Quando li riaprì era di nuovo davanti a un portale ma la scena era cambiata, adesso invece che una città in rovina vi erano tantissime persone che lo guardavano sbalordite per un attimo finché non cominciarono ad urlare e a scappare lasciando basito Jacques.
Ben presto tutti i civili sparirono dalla vista di Jacques che invece si ritrovò circondato da soldati.
Davanti a questi soldati si stagliava una figura ben nota a Jacques, anche se leggermente diversa da quella che conosceva: Capelli rossi, più corti di quanto si aspettasse e corpo quasi completamente nudo, si trascinava in giro una lancia: l'Erza di Edolas gliela puntava contro con fare minaccioso.
-Jacques Offenbach ti dichiaro in arresto, arrenditi e seguimi.
Jacques per un attimo pensò a ricorrere alla sua magia per poi ricordarsi che non l'aveva più a disposizione, imprecando mentalmente, pensò che sicuramente si trattava di un malinteso e che se avesse potuto parlare con Mistogun avrebbe risolto perciò alzò le mani in segno di resa:- Benvenuto a Edolas.       



Angolo dell'Autore:
Allora cosa ne pensate? E' chiaro adesso chi è il personaggio misterioso? Qualche indizio in più ve l'ho dato susu

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Capitolo 10
*** EdoLaxus ***


Ciao a tutti ecco un nuovo Capitolo: Per chi come me è rimasto sconcertato dalla inesistenza  di Laxus su Edolas... Ad Honey che mi recensisce sempre e che spero di rispondere alla tua domanda: Quando ti dicevo che Laxus c'è ma non c'è mi riferivo a questo... Brava anche a Megghy che ha indovinato il personaggio misterioso (Ultear)... Non ho altro da dire se non buona lettura. 
 

EdoLaxus

 
 
Era stato condotto in una cella della torre della Capitale all'interno del castello, ma chiamarla cella per lui che aveva già vissuto due volte l'esperienza della prigionia pareva un grosso scherzo del destino: la cella era ampia e aveva un letto, un tavolo e delle candele per rischiarare le notti.
Quando era stato prigioniero di Oracion Seis invece era sempre incatenato nella grotta e non poteva neanche muoversi, mentre quando era nelle celle di Johann Strauss la cella era piccola ma la vista che dava sulla cella di sua sorella era stata la tortura peggiore da sopportare.
Jacques scosse la testa cercando di far uscire dalla memoria quei momenti del suo passato, adesso aveva bisogno di riflettere lucidamente sulla sua situazione.
Aveva già realizzato che qualunque sia stata l'accusa, probabilmente era stato il Jacques di Edolas a commettere il crimine.
La sua maggiore speranza rimaneva Gerard/Mistogun, ormai diventato re di quel mondo e probabilmente anche Erza avrebbe potuto ascoltarlo se non fosse stata troppo ligia al suo dovere di guardia del Regno.
La cosa peggiore era la mancanza della magia: non si sarebbe mai aspettato di ritrovarsi imprigionato in una cella che avrebbe potuto radere al suolo con il potere di un dito.
Mentre era immerso in questi pensieri venne disturbato da alcuni rumori che indicavano delle persone che si avvicinavano.
Davanti a lui c'erano due persone conosciute: Erza e Gerard.
Anche se non avevano magia quei due apparivano decisamente imponenti.
Jacques si appoggiò con la testa alle sbarre in modo da guardare Gerard direttamente negli occhi: -Non sono quello che cercate- disse Jacques senza nemmeno aspettare che i due aprissero bocca.
-Lo so, sei Jacques di Earthland- lo interruppe Gerard -ma pensi che io possa lasciar camminare per le strade il mio peggior nemico?- Gerard intanto aprì la cella in modo che potesse uscire da quel buco.
-Ok, cosa ha combinato il mio gemello?-
Gerard scosse la testa a quella affermazione mentre Erza rimaneva in silenzio in disparte -Vieni, andiamo a parlare in un luogo più comodo, Erza per favore vai a chiamare il Generale, è importante che anche lui conosca la situazione, seguimi Jacques.
Erza si limitò ad un cenno di assenso con in risposta un sospiro sconsolato da parte di Gerard che fece strada a Jacques verso i suoi appartamenti privati, per entrare in uno studio ben arredato, al cui centro c'era un immenso tavolo completamente ricoperto da una cartina di quello che doveva essere Edolas.
-Posso offrirti qualcosa nell'attesa?- disse Gerard.
-Senti Mistogun, non sono poi un tipo da convenevoli, o mi spieghi la situazione o mi lasci andare.
-Penso di poterti spiegare le linee generali... Allora, come hai già notato sei il Nemico Pubblico Numero 1 qui nel mio Reame, questo perché all'indomani della scomparsa della magia, eravamo in difficoltà e ne hai approfittato per attaccare il Reame poiché in questo mondo sei diventato Re del Regno Vicino, hai approfittato della nostra debolezza per attaccare.
-Beh, questo non è da me, ma siamo su Edolas quindi questo dovrebbe essere proprio da me... Non ci capisco nulla!- cercò di riflettere Jacques grattandosi la testa -comunque Gerard scusa ma la cosa non mi riguarda, sono qui per un motivo preciso.
-Lo posso immaginare da me, ti ho tenuto d'occhio ad Earthland, ma devi capire che qui sono io a fare le regole Jacques soprattutto in questo momento...- la frase fu subito interrotta da Jacques che lo afferrò per il bavero della maglia, portando il volto di Gerard a pochi centimetri dalla sua faccia -Sentimi bene Mistogun, tu qui sarai anche il re ma io non ci perdo nulla a farti il culo.
Anche se si aspettava una reazione, non credeva che Mistogun gli avrebbe dato una testata e i due rimasero testa contro testa a fare forza mentre Gerard ringhiava: 
-Qui non siamo su Earthland, qui non c'è la magia a fare la differenza, se vuoi uscire dal castello sulle tue gambe, è meglio che mi ascolti bene.
La discussione stava degenerando e poco ci mancava che i due venissero alle mani, furono brutalmente interrotti da Erza e dal Generale che vista la scena si precipitarono a fermarli, allontanandoli.
-Lasciami Laxus, farò ingoiare a Sua Maestà la corona.
-Lasciami Erza fammi mettere un po' di sale in zucca a questo idiota.
Ci vollero parecchi minuti per riportare alla calma la situazione e alla fine Gerard sbottò: -So perché sei qui, puoi anche farlo, ho solo la richiesta di non farti riconoscere e comunque Laxus ti accompagnerà visto che fa parte anche lui della gilda che vuoi visitare.
Laxus gli lanciò una gelida occhiata e in quel momento Jacques notò che la cicatrice a forma di fulmine era sul lato sinistro del volto invece che su quello destro, salutò ben poco gentilmente le persone che rimanevano nella stanza e si apprestò a seguire Laxus che gli porgeva un grosso mantello col cappuccio che si mise senza fare storie.
Era ormai calata la sera e i due camminavano silenziosamente per le strade, Jacques notò che tutte le persone salutavano il suo accompagnatore e che questi rispondeva sempre cordialmente e sorridendo a tutti.
-Sei molto simile al Laxus di Earthland e allo stesso tempo molto diverso.
-Anche tu sei molto diverso dal Jacques di Edolas, lui non avrebbe mai attaccato Gerard così avventatamente.
-Non so se mi stai offendendo o se mi stai facendo un complimento.
-E' un complimento, apprezzo le persone sincere.
-Potresti dirmi in che modo è diverso da me Jacques di Edolas?- chiese poi Jacques.
-Non sono la persona più indicata per rispondere a questa domanda- chiuse il discorso Laxus -siamo arrivati nella sede provvisoria di Fairy Tail... Non toglierti il cappuccio e non parlare finché non avrò finito di spiegare a tutti la situazione-
Detto questo entrò in un palazzo su cui campeggiava la fata di Fairy Tail.
All'interno lo accolse la solita baraonda e la solita confusione, solo poche persone si erano accorte che che erano entrati, ma la più vicina alla porta era una ragazza dai capelli mori voltata di spalle che parlava con altri uomini, Laxus si avvicinò ad essa e le palpò il sedere.
Un momento... Laxus stava palpando il sedere a una ragazza che colta di sorpresa urlava a squarciagola e attirò tutta l'attenzione della gilda, soprattutto di una ragazza dai capelli albini che veloce come un fulmine gli si era avvicinata e lo aveva colpito sulla testa mandandolo KO.
-Master, queste cose non si fanno- disse Mirajane sgridandolo.
-Hai ragione Mira- Laxus pareva essersi ripreso in un attimo e adesso stringeva le mani di Mira guardandolo con uno sguardo che doveva essere nelle intenzioni magnetico :-Vorresti darmi un figlio?- Ok, adesso la cosa stava degenerando, anche perché invece di reagire come una persona normale, Mira era scappata in preda al rossore imbarazzata ma visibilmente compiaciuta.
Jacques diede due colpi di tosse per ricordare a Laxus che lui era ancora lì, perciò questi si diede un tono, balzando sul bancone della gilda e richiamando l'attenzione.
Il discorso tenuto dal Master fu breve e significativo, spiegando l'esistenza dei due mondi, fece segno a Jacques di togliersi il mantello e tutti poterono vedere il volto dell'uomo che minacciava Edolas e rimasero stupefatti, ma grazie alla spiegazione poterono capire che non c'era pericolo anzi ben presto tutti si presentarono riempiendolo di domande sulla loro versione di Earthland.
Jacques rispose quanto più possibile alle domande che gli furono poste, sperando di intravedere una chioma bionda che gli si avvicinasse, ma così non fu fino a fine serata, quando dalla porta entrarono due ragazze bionde.
Jacques si voltò appena in tempo per vederla correre verso di lui e sguainare un pugnale mirando alla sua gola e solo i suoi riflessi riuscirono a salvargli la vita, si ritrovò schiacciato dal peso della ragazza bionda che lo aveva scaraventato a terra e adesso aveva cominciato una lotta contro Jacques.
Tutto finì quando Laxus la sollevò di peso e la trattenne con la sua forza, dicendole :-Viviane, non è tuo fratello.
Finalmente la vedeva: la sua sorellina sarebbe diventata una ragazza bellissima: doveva avere sedici anni adesso e i capelli biondi, legati in una coda laterale per tenerli fermi, ereditati dalla madre incorniciavano gli occhi azzurrissimi che avevano in comune.
La sorpresa iniziale però fece largo alla consapevolezza che aveva tentato di ucciderlo senza farsi domande: Cosa era accaduto?          
 
 
Angolo dell'Autore
L'aspetto di Viviane dovrebbe essere pressappoco questo 
http://unrealitymag.bcmediagroup.netdna-cdn.com/wp-content/uploads/2009/10/final-fantasy-hot.jpg
 

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Capitolo 11
*** Cose da Pazzo ***


Buonanotte a tutti voi... Oggi un nuovo capitolo della Storia, spero che faccia un po di luce e che vi invoglierà a continuare a leggere.

Cose da pazzo.

 
Fairy tail di Edolas aveva i componenti esattamente al contrario rispetto a quelli che erano su Earthland... ma facevano esattemente lo stesso casino che facevano giù e Jacques per una volta pensò che tutto quel fracasso sembrava casa.
Non faceva altro che ridere alle situazioni paradossali che si erano create: in un angolo la maga bionda picchiava senza sosta il ragazzo dai capelli rosa che cercava di sottrarsi impaurito, oppure vedeva il mago del ghiaccio tutto imbacuccato con abiti pesanti.
Vedeva un Elfman timidissimo, i due maghi che aveva spesso visto in compagnia di Levy atteggiarsi da grandi guerrieri.
Laxus era l'anima della festa e rideva e urlava e beveva più forte di tutti, facendosi accompagnare spesso da qualche malcapitato che gli era passato troppo vicino.
Viviane dopo averlo attaccato non gli aveva neanche chiesto scusa ma si era diretta verso un angolo e lì si era seduta in disparte lanciandogli di tanto in tanto occhiate di fuoco, anche se invece il suo sguardo era attratto da lei come una falena dalla fiamma.
Si era distratto per un attimo e Laxus gli si era buttato addosso a peso morto abbracciandolo:- Allora cos'è questo muso lungo?
-Mah niente mi chiedevo delle cose... Come mai sei Master?
Laxus per un attimo si staccò da Jacques e lo guardò sospettoso:- L'ho ereditato da mio padre Ivan, se sono fortunato diventerò un Master degno la metà di quello che era lui.
-Nel mio mondo tuo padre è un folle che non ha esitato a fare esperimenti su di te, e tu non sei neanche Master, quel titolo lo detiene tuo Nonno.
-Invece qui Makarov è stato un criminale della peggior specie, meno male che non è stato mai nominato Master- gli spiegò Laxus pensieroso -Ma adesso basta: guarda un po' là- disse indicando il tavolo dove due ragazza stavano prendevano il The -allora che ne dici di quei due bocconcini?- chiede Laxus a metà tra il serio e lo scherzoso, prendendolo poi e trascinandolo verso il tavolo dove lo fece cadere seduto sulla sedia proprio accanto a... Kana.
In un primo momento da lontano non l'aveva affatto riconosciuta e ora si rendeva conto che era lei solo perché adesso era a qualche centimetro dal suo viso: indossava una lunghissima gonna rosa e una camicia bianca che la coprivano completamente e in testa un cappellino che la nascondeva ancora di più.
-Signorine perché non bevete qualcosa con noi?- disse Laxus abbracciando la versione adulta (e molto sexy di Wendy).
-Master sa benissimo che io non bevo.
Anche la voce era uguale, anche se non sapeva come quelle parole potessero uscire da quelle labbra.
-Kana, perché sei così fredda?- disse Laxus continuando a stare abbracciato a Wendy che tentava invano di districarsi mentre Jacques si sentiva osservato, e infatti Mira sorrideva inquietante guardandoli con una vena ben evidente che le pulsava nella tempia.
-Laxus non mi pare propio il momento di fare il cascamorto- disse Jacques tentando di metterlo in guardia e infatti Laxus si voltò a guardare nella direzione indicata e lasciò subito Wendy come se si fosse scottato e si diede un tono.
Mira continuava a tenere sott'occhio Laxus che per rimediare alla situazione chiese a Kana una tazza di the che la donna gli versò e che lui cominciò a sorseggiare.
Jacques invece cominciava a sentirsi a disagio: in quel momento la prospettiva di passare altro tempo con quella ragazza simile eppure diversa dalla sua Kana gli parve insopportabile e senza un dire una parola si alzò e uscì dall'edificio della gilda su un balcone per prendere un po' d'aria.
Mentre se ne andava a Laxus non sfuggì lo sguardo di Kana che seguiva Jacques nel suo cammino.
Quando lo vide alzarsi e camminare verso l'esterno Viviane, silenziosa come una pantera decise di seguirlo.
Viviane lo trovò così seduto sulla balaustra del balcone mentre guardava il cielo: era una notte di luna piena e l'espressione di Jacques era imperscrutabile, segno che i suoi pensieri non dovevano essere dei più leggeri.
Viviane lo guardò per un attimo, indecisa se chiamarlo o lasciarlo perdere, ma fu tolta dall'imbarazzo dallo stesso Jacques che voltò verso di lei lo sguardo e le sorrise -Adoro le notti come queste, le trovo rilassanti- disse Jacques per rompere il ghiaccio.
La ragazza rimase spiazzata da quel sorriso, era completamente diverso da quello di suo fratello, dentro c'era calore e... affetto? Come poteva essere? Per lei alla quale il suo vero fratello non aveva mai mostrato alcun tipo di sentimento, adesso trovarselo davanti così era sconvolgente.  
Il sorriso adesso era stato sostituito da un'espressione di curiosità, ma lei davvero non riusciva a spiccare una sola parola.
-Beh non vuoi parlarmi? Io ho fatto tutta questa strada solo per vederti e sentire la tua voce. 
Ancora silenzio totale.
-Non importa, se non vuoi parlarmi adesso, aspetterò- detto questo scese dalla balaustra e fece per ritornare nella grossa stanza da cui provenivano grida di festa, ma mentre le passava vicino le si fermò di fronte e chinandosi le diede un piccolo bacio sulla fronte -Quando eravamo piccoli ogni sera mi intrufolavo in camera tua e venivo a darti questo bacio... Sono felice di conoscerti Viviane.
Per un attimo la ragazza rimase ferma ad accarezzarsi il punto in cui le labbra dell'uomo si erano poggiate, per poi girarsi di scatto e trattenendolo: -Aspetta per favore...
Jacques si voltò lentamente, e si trovò di fronte la ragazza che lo prese per la maglia e cominciò a strattonarlo:- COSA DIAVOLO VUOI DA ME? IO NON SO CHI TU SIA E DI CERTO NON SEI MIO FRATELLO, STAI LONTANO DA ME !!!-
Jacques si scostò dolcemente dalle mani che gli stringevano forte e la guardò questa volta con aria dispiaciuta: -Non immaginavo che la mia presenza ti avrebbe causato questo disagio Viviane, sono davvero dispiaciuto di questo-
Non aveva capito, non era la sua presenza a renderla arrabbiata, era il fatto che il destino gli aveva tolto la possibilità di avere un fratello che le volesse bene come quel ragazzo voleva bene alla sua controparte.
-No, perdonami, non è colpa tua quello che mi è successo- disse la ragazza guardandolo con gli occhi velati di lacrime
-Vorresti raccontarmi il perché vuoi ucciderlo?- chiese questa volta Jacques.
-Si, ma in un posto tranquillo, vieni.
Jacques venne guidato da Viviane nei piani più alti di quell'edificio dove il ragazzo immaginò ci fossero le stanze abitabili, e davanti a una porta, si fermarono in modo che la bionda potesse aprire la porta.
-Benvenuto a casa mia- disse la ragazza in tono neutro: nella stanza predominava il colore grigio-argento, sulla sinistra c'era un letto a una piazza e mezzo con le lenzuola blu, mentre sulla destra c'era una libreria colma di libri fino a scoppiare, al centro della sala invece c'era un divano e delle poltrone, evidentemente usato come salotto, in definitiva la stanza era molto semplice ma la cosa che attirava di più l'attenzione di Jacques erano una coppia d'armi che faceva bella mostra di sé: si trattava di un paio di tirapugni, evidentemente costruiti su misura che però continuavano in due lame di venti centimetri dall'aria letale.
-Allora siediti, vuoi sapere quello che ha combinato Jacques no?- disse Viviane facendogli segno di sedersi in poltrona.
-Fin da quando era piccolo aveva dato segni di essere particolare- cominciò a raccontare Viviane -era un bambino solitario e già questo faceva rimanere perplesso mio padre, poi quando nacqui cominciarono i veri problemi: cominciò a isolarsi sempre di più, quando mi vedeva faceva di tutto per farmi piangere, tirandomi i capelli.
-In generale non ho mai avuto un buon rapporto con mio fratello, ma a differenza sua lo ammiravo quando si addestrava alla guerra con le armi, volevo emularlo.
Un giorno mio fratello era a colloquio con mio padre che gli stava insegnando come governare il Paese mentre io e una mia amica stavamo giocando quando ci introducemmo nell'armeria e vedemmo l'arma di Jacques, si era fatto costruire una falce con cui era abilissimo, io e la mia amica la toccammo e inavvertitamente la facemmo cadere ma il rumore attirò mio fratello che in quell'attimo passò di là, ed entrando nell'armeria non disse una parola ma prese la falce e con un movimento fluido tagliò l'orecchio alla mia amica... Non dimenticherò mai il suo sorriso compiaciute mentre la mia amica si contorceva per il dolore       
-Ma ero molto piccola e spaventata, avevo otto anni e non dicemmo a nessuno cosa era successo in quella armeria.
-Poi quando ho compiuto i quattordici anni, mio padre ormai aveva capito che suo figlio diciottenne poteva essere pericoloso e cominciò a pensare che forse era meglio isolarlo e per proteggermi decise di affidarmi una guardia del corpo: fu così che conobbi Laxus.
-Un giorno poi successe l'inaspettato: il castello dove alloggiavamo venne attaccato da un gruppo di sicari, che arrivarono nelle camere dei miei Genitori e li uccisero nel sonno, ma il peggio fu che durante l'assassinio dei miei, mio fratello venne in camera mia: non dimenticherò mai come vaneggiando e febbricitante si vantava del suo piano, poi disse che a me avrebbe pensato lui stesso e con la forza mi portò verso il camino dove il fuoco era acceso e con la sua forza cercava di portare il mio volto a contatto con il fuoco... Non dimenticherò mai il calore così vicino alla mia pelle.
-A salvarmi naturalmente è stato Laxus che sentite le mie urla irruppe in camera e mi strappò a mio fratello; il giorno dopo ero entrata a Fairy Tail.
Dopo aver finito di parlare Viviane cominciò ad ansimare, segno che lo sforzo di rivivere quei momenti terribili doveva esserle costato molto, e dopo qualche secondo venne colta da un capogiro e Jacques subito la strinse a sé, tra le sue braccia sfogò quelle lacrime che aveva tenuto in sè.
Il ragazzo invece non aveva detto una parola ma dentro di sé schiumava di rabbia... La separazione dalla sua famiglia per lui era stata un trauma, mentre per il suo alter ego i legami familiari non contavano nulla, ma l'avrebbe pagata giurò mentre Viviane piangeva tra le sue braccia.
Dopo aver pianto tutte le lacrime che aveva, Viviane cadde addormentata e Jacques la portò sul letto dove finalmente avrebbe potuto riposare, e dove le diede un altro bacio sulal fronte, prima di scendere al piano inferiore.
Nel grande salone della gilda non c'era nessuno, tranne Laxus che beveva un bicchiere di quello che pareva whiskey e Mirajane che come al solito stava dietro al bancone, pulendo un bicchiere.
-Laxus- cominciò Jacques -devo ringraziarti per averla protetta- completò con voce rotta.
-Ti ha raccontato tutto...- constatò invece Laxus bevendo in un sorso solo quello che rimaneva del Whiskey.
-Si, ma adesso andiamo a palazzo, ho bisogno di parlare con Gerard- disse Jacques infilandosi il mantello.     
      

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Capitolo 12
*** La Banda Mascherata ***


Bentornati e buona lettura a tutti...


 La Banda Mascherata

 
 
-Avanti Soldati, questi tesori non si porteranno certo nella Capitale da soli-
Un gruppo di soldati stavano transitando per una strada che tagliava nel bosco, il convoglio era composto da una ventina di soldati che scortavano una grossa carrozza.
-Capitano, i cavalli sono nervosi e anche gli uomini.
-Sprona questi maledetti ronzini altrimenti sarete voi a trasportare il frutto del nostro lavoro.
Il soldato si affrettò ad obbedire all'ordine e a spronare i cavalli.
Ma gli animali apparivano molto nervosi e ne avevano tutte le ragioni, il bosco in quel punto era molto fitto e alcune persone si stavano nascondendo tra le fronde degli alberi: erano in cinque, mimetizzati sul ciglio della strada in modo da passare inosservati agli uomini che passavano nella strada.
A questi cinque però si aggiungevano altri due individui che coperti da un mantello stavano seduti al centro della strada a conversare.
Se fossero stati da soli i soldati avrebbero potuto certamente evitarli ma per la carrozza era assolutamente inutile tentare, quindi un paio di soldati si fecero avanti in modo da costringere i due individui a cedere il passo.
-Io sono il Comandante e voi dovete andarvene, altrimenti vi attaccheremo.
-Fatelo pure- disse il primo estraendo due asce e portandosi in posizione d'attacco mentre l'altro sbuffò ed estrasse una grossissima spada che portava di traverso sulla schiena.
Anche i soldati si misero in posizione, lasciando gli arcieri nelle retrovie, ma all'improvviso dagli alberi si lanciò una persona, armata di due tirapugni con grosse lame e tre frecce in rapida successione che uccisero in un attimo i cinque arcieri mentre i due si scagliarono contro il grosso del gruppo presto raggiunti da altri individui: uno armato di spada e scudo, un altro di una lunga lancia con due punte e l'ultimo di una grossa mazza ferrata che maneggiava a due mani, in pochi minuti tutti erano a terra e solo il comandante era sopravvissuto.
-Prendiamo noi la carrozza, sparisci e diffondi la voce che in queste strade comandiamo noi- disse l'uomo con le due asce, con il volto coperto da una maschera mentre l'uomo al contrario si voltava e cominciava a scappare.
-Jacques perché hai rivelato la nostra posizione?- disse l'uomo con la grossa spada che togliendosi la maschera mostrava la cicatrice a forma di fulmine e una zazzera ribelle di capelli biondi.
-Come ha fatto uno stupido come te a diventare Master?- scese dall'albero un uomo con lunghi capelli verdi legati in una treccia.
-Hai detto qualcosa maledetto arciere?- fece Laxus con aria minacciosa.
-Su su, non litigate- disse la ragazza con spada e scudo che toltasi la maschera mostrò i lunghi capelli bianche che le scendevano morbidi sulle spalle rimarcando il suo fisico statuario.
-Ogni tuo desiderio è un ordine piccola Mira- disse Laxus con tono zuccheroso.
-Freed, tu e Bickslow potete per favore vedere cosa c'è nella carrozza? Se trovate qualcosa che possiamo consumare prendetela, il resto se potete distruggetelo, oppure abbandonatelo- a quelle parole l'arciere sbuffò mentre l'uomo che aveva combattuto con la grossa mazza ferrata assentì con un cenno ma non disse una parola prima di giungere alla carrozza ed entrarci.
A quel punto anche Jacques si concesse il lusso di togliersi la maschera dal viso e di passarsi una mano tra i capelli: A differenza degli altri la sua maschera era molto più pesante perché doveva coprire interamente la testa: Rimanere in incognito era per lui molto più importante che per i compagni...
 
Dopo aver incontrato la sorella ed aver appreso delle sue vicissitudini aveva deciso che l'avrebbe aiutata e per questo aveva avuto bisogno di Gerard che era disposto ad ascoltare il suo piano, ma alla fine dell'ascolto era parso alquanto perplesso.
-Jacques, non per essere negativo ma ci sono tante cose che potrebbero andare storte in questo piano.
-Aspetta Gerard, io lo trovo assolutamente perfetto e credo che in nome di Master di Fairy Tail varrebbe la pena fare un tentativo, non ti preoccupare, saranno i miei uomini a seguirlo...
-Bene Laxus- gli sorrise Jacques -dimmi tu chi dovremmo portare.
-Allora- cominciò il Master contando sulle dita -Freed come arciere, Bickslow il taciturno, Evergreen e Mirajane.
-Se questa è la vostra intenzione non ho nulla da obbiettare- disse Gerard.
Da quel momento erano cominciati i preparativi, soprattutto per costruire un'arma solida a Jacques che ne era sprovvisto e il giovane aveva optato per quattro asce che diceva di saper usare contemporaneamente, anche se di solito ne usava due: una per mano.
I due giorni successivi Jacques li aveva passati in una forgia ma non solo per le sue quattro asce ma anche per costruire degli elmi che nascondessero completamente le fattezze del volto.
Proprio durante il suo lavoro era stato raggiunto da Viviane che lo aveva guardato storto e lo aveva informato che Freed gli aveva parlato della missione che avrebbero dovuto svolgere, insistendo per unirsi.
Per un attimo era stato tentato di rifiutare ma poi aveva dovuto cedere: come poteva biasimarla se lui stesso aveva vissuto per la vendetta in tanti anni, quindi alla fine aveva acconsentito e costruito un altro elmo.
Il piano prevedeva una prima fase in cui, dopo aver superato le linee nemiche, avrebbero dovuto sfiancare l'esercito con continue azioni di guerriglia, per poi passare alla seconda fase...
 
-Vuoi una mela Jacques- lo riscosse dai suoi pensieri una gentile voce di donna.
-Si grazie Evergreen- rispose Jacques sorridendo e prendendo la mela dalle mani per dargli un grosso morso.
-Chiamami solo Ever- rispose la ragazza sorridendogli ancora e sedendosi vicino a lui.
I tre membri del Rajinshuu lo avevano sorpreso non poco, nemmeno in quell'universo si sarebbe mai aspettato che Freed potesse essere sempre avverso a Laxus, Bickslow era taciturno e non parlava proprio mai ed Ever era gentile e soprattutto molto amica di Erza.
-Si sta creando una bella atmosfera- disse con voce sognante la ragazza seduta al suo fianco, portando l'attenzione di Jacques sul gruppetto: da un lato Mira e Laxus parlavano ridendo e scherzando, dall'altro c'erano Freed che insegnava a Viviane come tirare bene con l'arco mentre Bickslow li ascoltava disattento.
-Sembriamo più un gruppo pronto per una scampagnata che uno pronto a mettere a ferro e fuoco un Paese intero.
-Stiamo combattendo la paura con la voglia di ridere...
Jacques non poteva dirle adesso di essere preoccupato per quello che sarebbe stata la seconda parte del piano perciò decise di tacere ma Evergreen non mollò l'osso.
-Credi nel destino Jacques?- gli chiese di punto in bianco.
-Di solito no ma questa gita mi fa capire che alcune cose vanno in un modo perché c'è qualcosa che le guida.
-Beh in questo caso Jacques, forse tu eri destinato a fare questo viaggio per liberarci dal tuo AlterEgo, non credi?
Jacques ancora una volta non rispose, anzi si voltò verso tutti e ordinò che si preparassero ad accamparsi visto che per quella sera avrebbero riposato lì, allo stesso momento dichiarò che sarebbe stato lui a fare il primo turno di guardia.
Tutti i suoi compagni si coricarono dopo poco tempo mentre Jacques si era messo con la schiena contro un albero in posizione molto scomoda in modo da tenere gli occhi aperti.
Ma invece di rimanere solo, fu Viviane a raggiungerlo dopo poco tempo e a sedersi vicino a lui, appoggiata allo stesso albero.
-Ti sei comportata bene oggi- disse Jacques per rompere il ghiaccio, parlare con Viviane gli comportava sempre doversi misurare con il silenzio, forse l'inesperienza nel rapportarsi con un familiare lo portava ad essere più prudente di quanto lo fosse con gli estranei.
-Anche tu- disse la bionda -Non mi aspettavo che fossi così forte.
-Mi ha insegnato mio padre- rispose Jacques -lui era abilissimo con le quattro asce e mi ha insegnato tutto quello che sapeva-
-Viviane posso chiederti una cosa?- chiese Jacques dopo aver visto la mano di Laxus appoggiata distrattamente sulla vita di Mirajane.
-Certo dimmi pure- rispose Viviane curiosa.
-Si beh insomma... - cominciò Jacques - mi chiedevo se fossi fidanzata!
Il volto di Viviane divenne color porpora in un attimo per poi affrettarsi a negare, anche se il suo sguardo si era spostato veloce su Freed, e anche se Jacques se ne era accorto fece finta di nulla e disse -Beh fatti dare un consiglio, quando ti innamori di una persona non aspettare mai...  
Il silenzio calò di nuovo su di loro.
-Non hai sonno Viviane?- le chiese poi Jacques.
-Non stavo molto comoda- e detto questo appoggiò la testa alla spalla del fratello -Adesso va davvero molto meglio- provocando l'imbarazzo di Jacques che mentalmente si diede dello stupido, non c'era nulla da essere imbarazzati, anche perché lei era sua sorella.
-Jacques, avrei tanto voluto che tu fossi mio fratello, il tuo profumo sembra quello di casa.
-Viviane, io sono tuo fratello, poco importa se veniamo da Universi diversi, il legame che sento con te è autentico... Adesso dormi sorellina, veglierò io su di te- disse Jacques mentre Viviane cadeva nel mondo dei sogni subito dopo aver sentito delle labbra che si poggiavano sulla sua fronte. 

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Capitolo 13
*** Viviane Ferita ***


Buonasera a tutti, è un capitolo molto breve, perciò mi farò perdonare scrivendone un altro tra un paio di giorni... Beh non ho altro da dirvi se non buona lettura.
 

Viviane Ferita.

 
Seduti intorno al fuoco, i sette della banda mascherata si godevano un meritato riposo dopo una giornata stancante, aspettando che la cena arrostisse sulle braci.
Dopo qualche giorno in cui avevano avuto delle comprensibili difficoltà dovuta alla scarsa conoscenza della zona, avevano trovato una grotta riparata nel bel mezzo del bosco, vicina ad un corso d'acqua e abbastanza lontana dalle strade più battute.
Adesso era una settimana che attaccavano carovane e la situazione cominciava a complicarsi: le guardi erano migliori e dei plotoni avevano cominciato a battere le zone più inesplorate del grande bosco, ma quando gli era stato chiesto, Jacques e Laxus avevano risposto che stavano aspettando, ma cosa?
Gli altri cinque non lo sapevano ma nello stesso momento in cui loro parlavano, Gerard stava muovendo le sue truppe in modo da portare la controffensiva al nemico e portare le truppe in una zona dove avrebbero potuto dare battaglia.
La mancanza di truppe avrebbe fatto sì che la squadra avrebbe potuto avvicinarsi con più tranquillità alla Capitale...
-Ecco qui Jacques- Viviane lo aveva distolto dai suoi pensieri sorridendogli e porgendogli un grosso pezzo di carne di cinghiale infilzato su un ramo, dovevano ringraziare Freed per la cena visto che con il suo arco non sbagliava un colpo.
-Grazie- disse Jacques ricambiando il sorriso... In quei giorni l'aveva ammirata combattere, in realtà la sua abilità non era vero e proprio combattimento, si basava essenzialmente sulla segretezza e sul colpo singolo, in quello era davvero brava, per questo spesso la posizionava nella retroguardia mentre il resto faceva il grosso del lavoro, il grosso problema era che le abilità di Viviane potevano diventare fondamentali nel proseguio della missione e di questo Jacques era spaventato.
Per fortuna la compagnia distoglieva da quei pensieri, anche perché Laxus in quel momento stava flirtando con Evergreen, prima di essere rincorso per tutto l'accampamento da Mira, armata di un bastone che aveva trovato per terra, tutti ridevano.
La serata passò piacevolmente e dopo aver soffocato il fuoco tutti si misero a dormire e naturalmente anche quella sera fu Jacques a prendere il primo turno di guardia.
Jacques guardava i compagni dormire, soprattutto guardò le due coppie che pian piano si stavano formando: sapeva per certo che anche su Earthland Laxus era attratto da Mira: anche se il drago non era tipo da confidenze, i suoi velati atteggiamenti avvaloravano questa tesi, così come il comportamento del Laxus di Edolas che sembrava un pervertito con tutte le ragazze, ma si asteneva dal toccare Mira come se temesse di offenderla.
L'altra coppia gli dava ancora di più da pensare, era palese come Freed e Viviane si stessero avvicinando durante quella forzata convivenza, e si domandò cosa sarebbe successo su Earthland se Viviane fosse ancora viva: sarebbe stata anche lei attratta da Freed? O si stava solo perdendo in mille domande senza risposta?
Stava ancora riflettendo su queste cose quando venne riscosso da Bixlow che gli fece cenno di andare a dormire, senza dire una parola; Jacques si distese nel suo giaciglio, cominciò a pensare alla sua casa e a rigirarsi tra le mani quella carta che ormai si portava sempre dietro.
 
 
*****
 
Erano appostati come al solito in un luogo che consentisse di avere una buonissima visuale sulla strada e che allo stesso tempo concedesse numerosi luoghi in cui nascondersi.
Dopo le razzie che avevano compiuto purtroppo non avevano più potuto contare sull'elemento sorpresa visto che tutti quelli che passavano si aspettavano di essere attaccati.
Quel giorno però le cose erano diverse: i soldati non procedevano spediti ma camminavano adagio guardandosi intorno, tanto che Jacques era indeciso se attaccare o meno, per poi decidere che avrebbe dovuto fare un tentativo.
Tutto andò per il meglio e alla fine Laxus e Jacques si ritrovarono a fare trafugare quello di utile che trovavano e a distruggere quello che non potevano portare via, poi all'improvviso.
-Attento- girato di spalle Jacques venne spinto da Viviane da un lato in modo che una freccia lo mancasse per un soffio.
Un arciere che stava lì ancora con l'arco teso e che ammirava il suo lavoro visto che nello spintone la freccia si era conficcata nella coscia di Viviane.
Jacques prese una delle sue asce e la lanciò pieno di rabbia verso l'arciere che non fece neanche in tempo a ripararsi che l'ascia lo colpì al centro della testa spaccandogliela.
Jacques però era già concentrato di nuovo sulla sorella che stava urlando dal dolore, anche Laxus e Freed attirati dal trambusto erano accorsi.
Tornarono immediatamente al rifugio cercando di muovere Viviane il meno possibile.
-Mira, Ever, preparate il fuoco e mettete a bollire dell'acqua, Freed, Laxus, Bickslow, tenetela ferma.
Tutti eseguirono immediatamente i compiti assegnatigli mentre Jacques prendeva in mano il volto della sorella, in modo da costringerla a guardarlo negli occhi.
-Viviane, la freccia è a pochi centimetri dall'arteria femorale ma non è uscita dall'altra parte, sai cosa significa?- chiese Jacques che per tutta risposta ottenne uno sguardo a metà tra la paura e la speranza.
-Significa che la ferita non è mortale ma che con è uscita dall'altra parte, dovrò farla uscire io, tieni- Jacques le ficcò in bocca una piccola striscia di cuoio in modo che non si staccasse la lingua per il dolore per poi sollevare la coscia della ragazza.
-Pronta?- allo sguardo questa volta deciso di  Viviane, Jacques spinse forte la freccia che si fece strada nelle carni di Viviane e che uscì dall'altro lato della coscia mentre i ragazzi la tenevano ferma.
Poi Jacques staccò la punta della freccia dall'asta nel modo più delicato possibile per poi riguardare la sorella.
-Adesso devo estrarla... Farà male...- Jacques diede un grosso strattone ed estrasse l'asta della freccia, ascoltando il grido straziato che usciva dalla gola di Viviane, attutito dalla cinghia di cuoio.
Stava soffrendo molto, Jacques sapeva che non poteva ancora fermarsi e che le cure non erano ancora finite, però non riusciva più a stare lì vicino.
-Ever, per favore, lava la ferita con acqua bollente, poi Laxus passagli sopra un tizzone ardente, deve essere cicatrizzata- mentre Jacques invece si alzò e si incamminò verso il bosco dove si appoggiò ad un albero e si lasciò cadere stremato al suolo.
Il fiatone non gli lasciava tregua e la nausea cominciava a salirgli, mentre la testa gli stava esplodendo: tutto questo gli fece venire in mente le parole di Polyuska a proposito delle pillole "devi stare attento, quando sei in situazioni di forte stress la tua magia lotterà contro il tuo fisico per ritornare a galla, in quelle situazioni se la tua magia prende il sopravvento tornerai su Earthland" ma non si aspettava certo che la lotta fosse così dura.
Un urlo che veniva dall'accampamento gli fece ancora più male, mentre il senso di colpa aumentava, anche la sua reazione fisica diventava più forte.
-Jacques, che succede?- Mira era venuta a controllare che fosse tutto tranquillo ma fece appena in tempo per vederlo svenire ai suoi piedi.
 
Erano passate 24 ore dalla ferita di Viviane e dal collasso di Jacques e i due riposavano vicini e privi di sensi mentre gli altri si erano riuniti attorno al fuoco poiché non sapevano come regolarsi: mentre Jacques doveva rimanere nascosto, Viviane aveva bisogno al più presto di cure poiché la ferita pareva essersi infettata e le causava febbre alta.
-Non mi pare che abbiamo molta scelta- disse Freed prendendo la parola -dobbiamo curare Viviane, altrimenti potrebbe morire-.
-Dobbiamo spostarla prima che l'infezione al renda ancora più debole-. concordò Evergreen.
-Allo stesso tempo però non possiamo muovere Jacques, non sappiamo nemmeno cosa gli sia successo- disse Laxus
-Beh non abbiamo molta scelta- prese la parola Mirajane -dobbiamo dividerci, io e Laxus rimaniamo qui a vegliare su Jacques mentre Freed, Ever e Bixlow porteranno Viviane in città.
-Speriamo che Jacques non dia di matto appena si sveglia- sospirò Laxus rassegnato.       
 

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Capitolo 14
*** Infiltrarsi ***


Eccomi con un nuovo Capitolo, comincia la prima parte dell'avventura... Buona lettura a tutti

Infiltrarsi 


-Dove diavolo sono?-
Jacques era circondato dalle tenebre e l'unica cosa che sentiva era il forte vento.
Ricordava vagamente la voce di Mira che gli domandava se si sentisse bene e stava per rispondere se non fosse che si era sentito mancare il terreno sotto i piedi.
Doveva essere svenuto mentre stava combattendo la sua magia.
-Beh di cosa ti stupisci? Ho davvero un padrone stupido.
Evidentemente non era solo ma in quella oscurità era difficile scorgere qualcosa.
-Embè siamo nella tua testa, se vuoi un po' di luce basta volerla.
Non capiva esattamente cosa stava accadendo, ma appena ricevette quell'informazione parve che qualcuno avesse acceso una luce.
Prima la luce era tenue per poi rafforzarsi sempre di più, fino a quando sembrò che davanti a sè si fosse creato un muro di luce ma le sorprese non erano certo finite qui.
Incatenato al muro c'era un angelo dalle candide ali bianche.
-Cos'è quella faccia sorpresa?- chiese l'Angelo incatenato.
-Tu sei Gabriel.
-Ma allora sei davvero stupido... Non sono Gabriel, tu e lui siete una cosa sola, io sono semplicemente una forma corporea della tua magia...
-E non è la stessa cosa?
-Certo che no, ma non ho voglia di spiegartelo... ma cambiando argomento, perché mi tieni imprigionato?
-Lo sto facendo per mia sorella.
-Ma sei davvero scemo... Quella non è tua sorella, è solo una ragazza che le somiglia, tua sorella è morta dodici anni fa.
-Sta zitto, lei è Viviane e questo deve bastarti.
Il silenzio scese tra i due mentre Jacques schiumava di rabbia.
-Guarda che è inutile che ti arrabbi, io e te siamo la stessa cosa... Queste cose che ho detto, sei tu a pensarle... Ed è per questo motivo che non riesci a svegliarti:sei in contrasto con me, la tua magia.
-Questo mondo non ha magia...
-... Ed ecco perché io porto queste stupide catene- disse facendole tintinnare con un piccolo movimento delle braccia -Perché non me le togli e lasci che ce ne torniamo a EarthLand? Che ti importa di questi idioti? Ti stanno solo sfruttando per liberarsi di un nemico.
-Forse Gerard è così, ma con gli altri mi trovo bene, soprattutto Viviane è ferita perché io non sono stato abbastanza attento.
-Ma questo non è un problema tuo, tu non gli hai chiesto niente- disse la voce dell'angelo con fare suadente.
-Fa' silenzio- gli impose Jacques gridando -tu sei la peggiore parte di me, io non sono come tu credi, non abbandonerò mai i miei compagni a prescindere dalle difficoltà.
-Bene- per la prima volta l'angelo gli sorrise -ricorda queste parole-.
In quel momento Jacques aprì gli occhi.
-Laxus, si è svegliato- una voce di donna lo accolse nella caverna che stavano usando come rifugio.
Mira aveva alzato al voce, tenendo la mano sul petto di Jacques, impedendogli di alzarsi mentre Laxus accorreva al capezzale e gli porgeva una borraccia colma d'acqua -Bevi un po' Jacques, sei rimasto svenuto per tre giorni.
Jacques bevve avidamente dalla borraccia, ponendo a Laxus una muta domanda.
-Viviane non è qui, Freed, Bickslow ed Evergreen l'hanno presa e portata in città dopo che le ferite si sono infettate, non abbiamo avuto altra scelta.
-E' stata una buona idea... Aspetta un attimo, sono passati tre giorni e la città dove sono andati... GERARD-
-Vedo che hai capito quale è il problema, l'esercito è nelle vicinanze e loro sono ancora lì.
Jacques questa volta scosto Mira che cercava di tenerlo fermo disteso e prese le sue armi per poi guardare anche Laxus che stava convincendo Mira a prendere le armi ed andare incontro all'esercito.

*****

Erano stati molto più veloci di quanto si aspettassero e l'esercito di Gerard era ormai arrivato nei pressi della città di Terkos controllata e dominata da uno degli alfieri di Jacques il quale in risposta aveva proclamato lo stato di Assedio e non si muoveva dalla sua posizione vantaggiosa, impediva a tutti coloro che erano in città di uscire.
Anche Viviane e gli altri però erano in città e non si sapeva come farli uscire, ecco perché adesso Jacques, accompagnato da Laxus e Mira erano nella tenda di Gerard insieme a quest'ultimo e ad Erza che non lasciava praticamente mai il fianco del suo principe.
-Dannazione- imprecò Gerard quando venne informato della situazione.
-Andare avanti solo in tre sarebbe un suicidio, abbiamo bisogno degli altri...
-Lo so, ma questa battaglia serviva per portarti vicino alla Capitale, sai bene che io non posso arrivare lì solo con la forza.
Mentre stavano parlando nella tenda, fuori dalla tenda cominciò a giungere il rumore dell'accampamento, fino a quando cominciò a suonare la campana per dare l'allarme, tanto che i cinque dovettero uscire dalla tenda e guardare in lontananza dei grossi animali alati che si avvicinavano lentamente all'accampamento.
-Una delegazione di Legion... Cosa vorranno?- si chiese Laxus, ma intanto a Jacques era venuta un'idea per intrufolarsi in città senza essere scoperto.
La delegazione di sei, sventolando una bandiera bianca, era atterrata in un grosso spazio vuoto tra le tende dell'accampamento.
Il loro comandante scese dalla sua cavalcatura, chiedendo di parlare con Gerard e quest'ultimo condusse lui e altri tre all'interno della tenda a parlamentare con lui e con Erza.
Jacques non poteva credere alla sua fortuna, erano rimasti solo due uomini a fare la guardia ai Legion e portavano degli elmi che coprivano completamente il viso di chi li indossava.
Aiutato dal rumore che facevano gli animali e dal campo, arrivò alle spalle dei due e li tramortì, subito seguito da Laxus che cominciò ad imprecare.
-Che diavolo fai, sono parlamentari...
-Hanno stabilito una tregua con Gerard ma lui non è il mio Re quindi non ho fatto nulla di male, presto aiutami a legarli e a spogliarli, poi indossa gli abiti di questo che paiono più simili alla tua taglia che alla mia- mentre lui trascinava l'altro leggermente più basso.
In meno di un attimo Laxus si ritrovò a dover condividere il folle piano di Jacques.
Riuscirono in qualche modo a rivestirsi e a rimettersi di guardia appena in tempo poiché il gruppo di parlamentari della città assediata uscì dalla tenda, mentre un Gerard visibilmente adirato usciva anche egli con le braccia conserte con una smorfia di rabbia sul volto.
Laxus e Jacques si accodarono al gruppo, preparando le cavalcature per il ritorno in città, e solo per un attimo i due rischiarono di essere scoperti, quando uno dei Legion si mise ad annusare e a ringhiargli contro, per fortuna fu solo un attimo e delle pacche sul collo riuscirono a placarlo prima che destasse ancora maggiori sospetti.
I due infiltrati volavano nelle retrovie della colonna ma non potevano staccarsi come se nulla fosse, ecco perché dopo che il volo li ebbe condotto in città, Jacques fece una manovra per portarsi in una posizione favorevole e facendo meno movimenti possibili affondò un pugnale nella gola del proprio Legion in modo da non ucciderlo e anzi fosse abbastanza facile per lui portarsi a scontrarsi con quello cavalcato da Laxus.
I due Legion venuti a stretto contatto, cominciarono a precipitare in città e dopo qualche attimo si schiantarono distruggendo degli edifici.
Tutto questo era stato fatto per distaccarsi dal gruppo e per fortuna i crolli delle costruzioni alzarono un polverone che li aveva celati agli occhi di coloro che li avevano accompagnati.
-Tu sei completamente pazzo Jacques, hai idea di cosa abbiamo rischiato?- chiese Laxus ancora con il fiato corto dopo lo spavento che si era preso.
-Si, lo so se no col cavolo che lo facevo.- rise Jacques all'espressione sgomenta di Laxus -Avanti, siamo ancora vivi e poi siamo dentro la città, adesso troviamo gli altri, poi apriamo le porte della città... Una passeggiata no?- 

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Capitolo 15
*** Aiuti Inaspettati ***


Salve a tutti, come vi va? Buona Lettura.
 

Aiuti inaspettati.

 
Avevano lasciato la zona pericolosa e ora potevano in un certo senso camminare tranquillamente per le strade anche se molti cittadini quando li vedevano si allontanavano da loro.
-Non mi pare che i soldati siano molto amati da queste parti- sussurrò Jacques a Laxus da sotto l'elmo.
Il biondo si limitò a seguirlo mentre l'altro camminava cercando di evitare le strade più affollate, alla fine si ritrovò in una piccola strada dove degli abiti stavano ad asciugare.
Li presero senza alcuna discussione e se li infilarono: erano abiti di buona fattura, abbastanza anonimi da non essere notati, insieme a quelli Jacques prese anche una bandana e una sciarpa in modo da celare quanto più possibile il proprio aspetto mentre della divisa che aveva rubato, gli rimaneva solo la spada e un pugnale da lancio.
-Allora dove credi che possano essere?- chiese Jacques a Laxus che sicuramente li conosceva meglio.
-beh sicuramente conoscendo Freed avrà deciso di attirare quanto meno possibile l'attenzione... Però avrà anche dovuto cercare un posto tranquillo dove far riposare Viviane... Una locanda, non troppo povera né troppo lussuosa, inoltre avrà messo qualcuno sempre di guardia.
I due quindi si incamminaroino per le strade affollate di persone che lavoravano, preparando la città per l'assedio.
Avevano già girato tre locande che corrispondevano all'identikit di quelle che Laxus aveva descritto, ma ancora non c'era traccia di nessuno quando entrarono nella quarta locanda.
In un momento in cui la città era sotto assedio era normale che le locande per la maggior parte fossero completamente vuote, e certo quella non faceva eccezione, solo al bancone c'era una persona: un uomo anziano ma con un fisico alto e possente, con una lunga barba bianca che puliva un bicchiere di vetro con aria distratta.
-Salve nonno- esordì Laxus con un sorriso mentre si sedeva al bancone sotto lo sguardo sospettoso del vecchio.
-Allora nonno, siamo stranieri, stiamo cercando quattro persone che mi stanno parecchio a cuore, alloggiano qui?- chiese Laxus.
-Non so di cosa tu stia parlando- rispose il vecchio ma una voce si intromise mentre stava rispondendo -Va bene vecchio, loro sono i nostri compagni- un uomo dai lunghi capelli verdi aveva affacciato la testa dal piano superiore e adesso li guardava.
Il vecchio fece un grosso sospiro di sollievo passando una mano tra i lunghi capelli bianchi sbuffando -Sono troppo vecchio per fare queste cose.
I due finalmente riuscirono a raggiungere il piano superiore dove Freed li fece entrare in una stanza dove Viviane era seduta a letto leggendo un libro in compagnia di Evergreen che ne leggeva un altro, entrambe alzarono la testa quando li videro entrare e Viviane gli sorrise quando si tolse finalmente la sciarpa.
-Vedo che stai meglio, sono contento- esordì Jacques prendendo posto accanto alla sorella.
-Si, e tu come stai?- chiese Viviane accarezzandogli la guancia -mi hanno detto che sei svenuto poco dopo avermi curato- chiese Viviane.
-Nessun problema- rise Jacques, adesso si sentiva più tranquillo visto che aveva controllato che la sorella si sentiva meglio.
Freed intanto li aveva informati che Bickslow era in giro con il medico che aveva curato Viviane e che vista la situazione andava spesso in giro.
Dopo aver passato un po' di tempo a chiacchierare finalmente anche Bickslow tornò nella locanda insieme al medico, in quel momento Jacques era impegnato a parlare con Viviane spalle alla porta e non si accorse dell'entrata del medico finché Laxus...
-Non ho mai visto una fanciulla splendida come te, ti prego... Facciamo un bambino-.
Jacques si voltò e vide che il medico era in realtà una donna, che aveva scaraventato Laxus al muro e che gli stava urlando che era un maniaco.
A Jacques quasi venne un colpo quando si accorse che davanti a lui c'erano due occhi di una stranissima sfumatura violetta e i lunghi capelli neri raccolti con una fascia bianca: Davanti a lui c'era Ultear.
-Buongiorno Ultear- la salutò Viviane.
-Viviane, come va la febbre oggi? Certo se non ti avesse curato un macellaio, adesso saresti in piedi- disse la donna avvicinandosi al letto mentre in Jacques cominciava a sudare freddo.
Con mani abili e gesti sicuri, Ultear le tolse le bende e applicò un impacco di erbe che aiutava a rimarginare una ferita ormai quasi del tutto chiusa per poi applicare di nuovo delle bende.
Aveva appena finito di rimettere di nuovo le bende che il vecchio entrò come un fulmine all'interno della stanza :- I soldati sono alla porta, presto dovete uscire-
Portandoli al piano di sotto, aprì una botola che passava sotto al bancone e continuava in uno stretto cunicolo -Porta fuori città, seguitela tutta, Ultear, te li affido-
Riuscirono appena a chiudere botola che i soldati sfondarono la porta della locanda e circondarono l'uomo che venne colpito più e più volte.
Sotto il bancone ad ascoltare i rumori delle percosse che il vecchio subiva c'erano Ultear e Jacques che erano rimasti indietro rispetto agli altri e avevano visto tutto grazie a una piccola crepa nel soffitto.
Jacques era stato costretto a bloccare Ultear e a tapparle la bocca con la mano in modo da impedirle di tornare indietro e rimasero in quella posizione per parecchio, finché i soldati non lasciarono la locanda e Jacques non lasciò andare Ultear ma non la fece parlare, anticipandola :-Porta tutti all'accampamento da Gerard, io torno indietro- e senza aspettare la risposta si voltò e aprì la botola, chiudendola immediatamente e bloccandola.
Uscito dalla botola si guardò intorno per controllare che non ci fosse nessun altro soldato rimasto indietro e poi lasciò la locanda deciso a seguire a distanza il manipolo di uomini che si stava allontanando.
Erano un gruppo abbastanza numeroso e aveva cominciato a seguirlo dai tetti, visto che la città era composta da edifici addossati l'uno all'altro, passando da un edificio all'altro senza mai perderli di vista.
Ben presto si separarono e mentre alcuni andarono via per la loro strada a raggiungere i posti da combattimento visto che l'assedio da parte delle forze di Gerard pareva avvicinarsi, mentre altri quattro continuavano a scortare il vecchio che incespicava con le mani legate.
Probabilmente non ci sarebbe stato un momento migliore per agire e quando fu abbastanza sicuro da non essere disturbato si lasciò cadere dall'edificio con la spada in pugno, cadendo sull'ultimo del manipolo e trafiggendolo alla schiena con la spada.
Gli altri tre a loro volta sguainarono le loro armi per difendersi dall'attacco, consci che essendo in superiorità numerica avrebbero potuto facilmente avere la meglio su quelli che lo avevano attaccato, ma così facendo lasciarono il vecchio sottovalutandolo e quello riuscì a colpirne uno tramortendolo e sottraendogli la spada.
Certo rimaneva incatenato ma almeno poteva difendersi.
-Pensavo che la tua priorità fosse portare fuori la principessa- disse il vecchio che lo raggiunse impugnando la spada.
-A dopo le spiegazioni- rispose Jacques. 
Così cominciò il combattimento e mentre il vecchio dava prova di essere uno spadaccino in gamba che riusciva a tenere testa a una delle guardie anche con le mani legate, Jacques riusciva a mettere in difficoltà il suo avversario e a ferirlo in diversi punti prima che questi lasciasse cadere la spada per le troppe ferite e fosse trafitto da Jacques.
Anche il vecchio continuava il combattimento e pareva danzare con la sua lama e finalmente riuscì a trafiggerlo  e a metterlo al tappeto.
In quel momento anche il terzo soldato, quello che era stato solo tramortito si rialzò e cercò di fuggire, ma Jacques questa volta con il piccolo pugnale da lancio lo colpì esattamente in mezzo alle scapole e quello stramazzò al suolo.
Il giovane si voltò verso il prigioniero e con la sua spada tagliò le funi che lo avevano legato ma nel farlo incontrò lo sguardo sbigottito dell'uomo e in quel momento si accorse che la sua sciarpa era stata tagliata di netto e che il suo volto era visibile al suo interlocutore.
-Tu?- disse l'uomo che poi strinse i pugni. 
-No, non sono il Re, ma non posso spiegarti, adesso usciamo dalla città e dopo risponderò a tutte le tue domande, vecchio- disse Jacques
-Non chiamarmi vecchio, il mio nome è Purehito.
I due tornarono indietro senza scambiarsi più una sola parola, e tornarono alla locanda dove riuscirono a entrare di nuovo nella botola che li portò a poca distanza dall'accampamento di Gerard dove ad attenderli c'era tutto il gruppo.
Mentre Ultear si lanciò tra le braccia del vecchio chiamandolo nonno, anche Viviane si lanciò tra le braccia del fratello rimproverandolo per la sua troppa audacia.
-Adesso ragazzo, non credi di dovermi delle spiegazioni?- chiese l'uomo, e mentre il giovane cominciava a raccontare si sentivano i primi corni suonare, segno che l'assedio della città stava per cominciare.
 
 
Spero di avervi sorpreso :D   

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Capitolo 16
*** Sei Pronto a Rischiare? ***


Salve a tutti... Ecco un piccolo Capitolo di passaggio... mi farò perdonare scrivendone un altro molto presto. Buona Lettura


Sei pronto a Rischiare?


La Capitale del Regno di Jacques Offenbach non era altro che una città-reggia, in cui i nobili di alto rango della Nazione potevano risiedere, la qual cosa era considerata un grande onore ma aveva anche un duplice fine, quello di controllare i Nobili della Nazione.
Attorno alla città-reggia si era però sviluppata un'altra città che però era periodicamente colpita da epidemie e dalla fame, purtroppo il Re non pareva essere parecchio interessato alla vita che si svolgeva fuori dalla cinta muraria e anzi spesso veniva mandato l'esercito per quelle che il Sovrano definiva "pulizie" in cui si rastrellavano i disadattati di questa città ombra che venivano deportati lontano.
Una situazione del genere era difficile da sostenere per Jacques che l'aveva attraversata nascondendosi ed era entrato al seguito del Duca di Everloo, rivelatosi un alleato solo poco tempo prima, quando avevano scoperto chi era Purehito. 
 
Appena arrivati nella tenda dove li aspettava Mira vennero accolti da una marea di imprecazioni da parte della stessa che li rimproverava di essere andati da soli a riprendere i loro compagni e mentre Jacques ne rimaneva assolutamente indifferente, Laxus provava a placarla con parole dolci.
-Mira mi dispiace ma abbiamo dovuto agire in fretta, come sei dolce quando ti preoccupi per me...- disse il biondo.
-Stupido idiota- rispondeva l'albina arrossendo.
Ma mentre i due stavano parlando, Jacques improvvisamente atterrò Purehito e stesolo a terra estrasse un pugnale che avvicinò alla gola del vecchio nella sorpresa generale.
Tutti rimasero sbalorditi e mentre Ultear cercava di raggiungerlo per impedirgli di colpire, Bixlow la trattenne.
-Jacques che diavolo stai facendo?- disse Freed che cercava di capirci qualcosa.
Jacques lo ignorò completamente e rivolse la propria attenzione al vecchio che lo guardava con gli occhi tranquilli.
-Dimmi chi diavolo sei e cosa sai se non vuoi ritrovarti con un sorriso che va da orecchio a orecchio- gli ordinò il giovane.
-Non so di cosa voi stiate parlando Maestà- disse il vecchio ancora tranquillo nonostante alla sua risposta il pugnale cominciò a ferire la pelle esposta della gola.
-Jacques, vacci piano- cercò di rabbonirlo anche Laxus mentre Ultear continuava a dimenarsi e a urlare.
-Vecchio, tu sai molto di più di quello che dici, altrimenti non avresti riconosciuto Viviane! L'hai appellata Principessa... Chi diavolo sei?- gli urlò in faccia.
Adesso tutti però si erano fermati e ascoltavano attenti, evidentemente Jacques aveva captato qualcosa che lo aveva messo sul chi vive.
-Adesso calmati Jacques- disse Freed intervenendo -il vecchio ci ha tenuto con sé per tre giorni e ci ha aiutato, possiamo fidarci di lui, adesso per favore rinfodera quel coltello-
Il vecchio rimase in silenzio, anche Ultear aveva smesso di agitarsi e tutti adesso aspettavano la reazione che Jacques avrebbe avuto ma passò qualche secondo e il ragazzo ritrasse il coltello dalla gola.
-Per favore signor Purehito, potete rispondere alla domanda di Jacques?- questa volta fu la voce di Viviane a formulare la domanda e il vecchio la guardò e anche il suo sguardo si addolcì.
-Alla richiesta della mia Principessa, io non posso sottrarmi- così Purehito cominciò a raccontare -Prima che Jacques salisse al trono in circostanze alquanto sospette, questa era una Nazione prospera, e in generale molto spesso tutti potevano vivere degnamente del proprio lavoro, quando poi successe l'incidente alla Reggia e i vostri genitori persero la vita e nello stesso tempo voi scompariste nel nulla, vostro fratello accentrò il potere nelle proprie mani e questo non era visto di buon occhio dai vecchi nobili e per questo cominciò a costruire una reggia immensa dove invitò le famiglie nobili per tenerle sotto controllo.
-Io all'epoca di vostro padre ero uno dei Nobili Maggiori e venni chiamato anche io alla Reggia ma a differenza di molti altri decisi di nascondermi e a cercare informazioni sulla Principessa che era svanita nel nulla, ma non mi sarei mai immaginato di rivedervi in quella situazione, posso immaginare cosa state cercando di fare... Vi prego, consentitemi di aiutarvi.
-Assolutamente no... Non possiamo fidarci di lui- fu Jacques il primo a rispondere dopo le rivelazioni del vecchio.
Ma a differenza sua, i suoi compagni lasciavano intendere che non avrebbero avuto un'opportunità migliore di quella per avvicinarsi alla Capitale e che non avevano altra scelta che fidarsi del vecchio anche se Jacques rimaneva scettico, così per far sì che accettasse, aveva preso la parola Ultear.
-Vi accompagnerò io, così sarete sicuri che il nonno non vi tradirà.
 
E così due giorni dopo si erano infiltrati all'interno della Città-Reggia dove vivevano in fior-fiore della nobiltà: non si sà in che modo, Purehito aveva preso contatto con un Nobile suo amico che aveva acconsentito per far sì che i sei entrassero sebbene travestiti: così Laxus, Bixlow e Freed avevano preso le uniformi da soldato mentre Ultear ed Evergreen si erano travestite da dame di compagnia della Signora Everloo mentre Viviane insieme a Mira si erano travestite da servette, mentre Jacques vista la sua eccessiva somiglianza aveva dovuto viaggiare nascosto dagli occhi indiscreti finché non erano arrivati.
-Benvenuti alla mia villa- disse il Duca di Everloo, un uomo basso e dai baffi arricciati che però aveva un carattere socievole e disponibile e si era subito schierato dalla loro parte inchinandosi a Viviane appena l'aveva vista e baciandole la mano e scusandosi con lei per la mascherata.
Adesso che erano così vicini avevano bisogno di un piano per entrare nei veri e propri alloggi privati di Jacques.
In realtà il piano era già stato delineato ma due persone stavano litigando negli appartamenti di Everloo.
Da un lato Jacques e dall'altro Viviane si stavano urlando contro: il piano di Jacques consisteva nello sfruttare le feste che venivano date quasi giornalmente per introdursi, e anche Viviane era d'accordo con il piano, il problema nasceva dalla decisione su chi avrebbe dovuto entrare.
-Non esiste che tu venga con me Viviane, io non volevo neanche che tu venissi in questa missione, non sto andando per ucciderlo, voglio solo controllare il campo.
-Devi avere una compagna con te.
-Non importa, preferisco venga Ultear, così posso tenerla sotto controllo, non posso correre il rischio che qualcuno ti riconosca.
-Tu corri lo stesso rischio...
-No, tutti si aspettano di vedermi lì, perciò nessuno mi noterà... E poi basta Viviane, ti ho detto di no.
-Tu non sei nessuno per darmi ordini, Jacques- disse la ragazza con le lacrime agli occhi per poi girarsi e lasciarlo lì, sbattendo la porta della sua camera. 
Jacques invece non era veramente arrabbiato, poteva capire benissimo quello che provava Viviane -La vostra discussione ha attirato parecchia attenzione- fu la voce di Freed che era arrivato in quel momento insieme a Laxus e Mira che lo riportò alla realtà.
-Immagino sia furiosa- completò il biondo scuotendo la testa -Ma ti capisco...
-So che lei è sicura di quello che fa, ma nonostante tutto stiamo parlando di suo fratello... Ci sarà un attimo in cui la sua mano esiterà e quell'attimo potrebbe esserle fatale e io non posso permetterlo.
-Si, però avresti dovuto spiegarle tutto- disse Mira intervenendo anche essa nel discorso.
-Lo capirà... Adesso lasciamola sola, abbiamo un piano da mettere a punto.    

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Capitolo 17
*** Il Piano Interrotto ***


Ancora Buonasera a tutti... Questo è il nuovo Capitolo... Buona Lettura.
 

Il Piano Interrotto


Era giunto il momento di fare la sua mossa, quella di entrare nel Palazzo interno di Jacques: al suo fianco era rimasta solo Ultear, la scelta era stata dettata da due motivi, il primo era che la mora conosceva i volti delle personalità del Regno e poteva guidarlo in quella risma di volti sconosciuti, la seconda era che Ever e Mira erano famose, prima come criminale e quindi non avrebbero potuto passare inosservate.
Queste erano state le motivazioni che aveva portato per convincere tutti, ma la verità era che preferiva tenersi vicina Ultear perché ancora non si fidava completamente di lei e tanto meno di Purehito.
-Il Duca di Everloo e consorte, accompagnati da suo nipote Kemu Everloo e Ultear Milkovic- urlò un araldo.
Un coro di "Oh" stupefatti si alzò dai nobili sotto di lui quando i due cominciarono a scendere le scale, probabilmente erano una grossa novità tra gli invitati. Ultear vestiva di bianco ed era davvero bellissima con i lunghi capelli neri acconciati in una pettinatura che risaltava la forma del viso, guardava dritta davanti a se' e pareva davvero una donna aristocratica, unica "pecca" era il fisico formoso, raro tra le dame della nobiltà.
-Ci stanno guardando tutti- disse la ragazza, stringendosi ancora di più al braccio del compagno.
-Questo è perchè non hanno mai visto una donna bella come te- rispose Jacques.
-Anche tutte le dame stanno guardando te- rispose Ultear.
-Con questi capelli ci credo che mi guardano.
Entrambi risero a quella affermazione.
 
Jacques che in quel momento era seduto nella sua camera con il peso tutto all'indietro e fissava il soffitto, ripetendo mentalmente tutte le fasi del suo piano.
Alla porta qualcuno bussava -Posso entrare Jacques?- alla sua porta c'era Mira che lo guardava con un sorriso diabolico: sapeva già perché era lì.
Uno dei grossi problemi che si presentavano al giovane era la perfetta uguaglianza tra lui e il suo bersaglio, perciò di comune accordo avevano deciso che almeno avrebbe potuto tagliare i capelli.
-Si Mira, sono pronto- i suoi capelli erano abbastanza lunghi da coprirgli parte del viso.
Mira si mise subito all'opera con le forbici, canticchiando un motivetto mentre Jacques chiudeva gli occhi; anche se non pareva dargli peso, quello era un sacrificio che stava affrontando: aveva perso il conto delle volte in cui si rilassava quando Kana gli passava le mani tra i capelli.
-Hai dei capelli davvero belli, sei sicuro non ti dispiaccia tagliarli?- chiese Mira, quasi gli avesse letto nel pensiero.
-Non importa, ricresceranno- disse Jacques sbrigativo, anche se continuava a tenere gli occhi serrati.
Mirajane continuava a tagliare canticchiando fino a quando: -Ecco fatto, preferisco questa acconciatura a quella di prima... per me stai benissimo.
Jacques aprì gli occhi e per poco non gli veniva da piangere: i suoi bellissimi capelli erano quasi tutti sul pavimento e solo una cresta nera di capelli qualche centimetro più lunghi.
Non era un granché come spettacolo ma a lui non interessava più di tanto: avrebbe potuto farli ricrescere con un incantesimo appena tornato su Earthland ma comunque si passò una mano tra i capelli senza dire nulla.
Sempre senza parole uscì dalla stanza e poco fuori incontrò per caso Laxus che scoppiò a ridere appena lo vide -Ma chi è stato il macellaio a tagliarti i capelli?-
-Sono stata io perché?- disse Mira uscendo anche lei dalla camera di Jacques e cominciando a tempestare di colpi il povero Laxus che invano tentava di scusarsi e scappare per tutto il Castello.
Sorpresi dal fracasso anche gli altri erano giunti e quasi tutti stavano ridendo per l'acconciatura di Jacques, persino di Duca di Everloo.
-Duca, cosa ne pensa adesso?
-Beh i capelli sono sicuramente irriconoscibili.
Viviane era ancora chiusa in camera e lo evitava.
 
In una festa come quella non c'era molto altro da fare che danzare e anche se Jacques era un elegante ballerino, odiava farlo mentre Ultear aveva specificato come lei fosse assolutamente incapace, ma anche se lei rifiutava gli inviti di tutti i Cavalieri che le chiedevano di danzare.
-Mi dispiace ma la Mia Signora ballerà solo con me questa sera- rispose Jacques ad alta voce quando un altro degli uomini gli si avvicinava.
-Dovresti dare anche agli altri la possibilità di danzare con la tua splendida compagna- una voce rispose e a Jacques si gelò il sangue nelle vene nel voltarsi: tra le svariate persone che si aspettava di incontrare, non avrebbe mai pensato che proprio lui fosse lì.
Cominciò a tremare quando si ritrovò di fronte i lunghi capelli albini e la barba, un volto che dimostrava una quarantina d'anni e un fisico robusto.
Gli occhi vivi e splendenti azzurri, come quelli di Mira, davanti a lui c'era il suo incubo: Johann Strauss.
-Signor Primo Ministro- si inserì Ultear con un inchino.
Anche Jacques si inchinò sebbene il suo primo istinto era stato quello di impugnare lo stiletto che aveva nascosto nello stivate e piantarlo nella gola dell'uomo, si costrinse invece a ingoiare la bile e a inchinarsi anche lui.
-Voi siete?- chiese educatamente Johann.
-Io sono un nipote lontano del Duca di Everloo, mi chiamo Kemu e questa è la mia promessa sposa-.
-Siamo venuti da lontano... Avremmo voluto incontrare il Sua Maestà ma purtroppo non è presente.
-C'è stato un piccolo problema di sicurezza ma nulla di cui preoccuparsi, purtroppo Sua Maestà non potrà partecipare a causa di questo problema, adesso se volete scusarmi con permesso- e detto questo il Primo Ministro si voltò per raggiungere altri invitati.
I due si guardarono negli occhi per un secondo, Jacques potè vedere l'allarme negli occhi di Ultear, entrambi avevano collegato istantaneamente il problema sicurezza con uno dei loro compagni che probabilmente era stato catturato, ma come era possibile?
Il piano era stato studiato nei minimi particolari e adesso tutti erano in pericolo ma chi era stato catturato?
Subito in silenzio Ultear venne presa per mano da Jacques che sfruttando una porta secondaria uscì dalla grande sala per entrare in un corridoio laterale, con l'obbiettivo di raggiungere il punto d'incontro dove avrebbe potuto recuperare le sue armi.
Stavano camminando da un po' quando cominciarono a sentire una coppia di voci che si avvicinava dalla direzione opposta: Due guardie che stavano facendo il giro di ronda in quella serata rischiavano di scoprirli e loro erano disarmati.
Ultear con forza lo prese e lo spinse contro una parete per poi lanciarsi su di lui, chiudendo le sue labbra in un bacio mentre i due uomini gli venivano incontro e li trovarono in quella posizione e entrambi cominciarono a ridacchiare sommessamente guardando i due.
Uno dei due li guardò e sempre ridacchiando disse: -Mi dispiace disturbarvi ma non potete stare qui; dovete tornare nella sala.
I due a questo punto si staccarono e Ultear finta imbarazzata si nascose il volto tra le mani mentre Jacques parlava con i due soldati mentre si allacciava uno stivale.
Fu più veloce di un fulmine: il piccolo stiletto che portava nascosto nello stivale venne conficcato nella gola del primo soldato e mentre questo cadeva, estrasse la spada dal fodero per trafiggerlo allo stomaco prima che questi potesse reagire, tappandogli la bocca con una mano in modo che non potesse urlare mentre spirava.
-Sei davvero un demonio- disse Ultear guardando lo spettacolo che gli si presentava davanti.
-Se è così che vuoi vedermi... - disse Jacques rivolgendogli un sorriso sarcastico -Ma anche tu sei stata brava...
-Io volevo solo che non ci scoprissero- disse Ultear scuotendo la testa con espressione dispiaciuta.
-Dimentico sempre che sei diversa dall'Ultear che conosco...
Detto questo cominciò a camminare verso la parte più bassa della costruzione... Aveva un brutto presentimento.      

Note dell'Autore: Il nuovo taglio di capelli di Jacques potete vederlo sulla copertina di Fairy Tail 329 (pettinatura di Laxus) io sono morto dal ridere quando l'ho vista.
 

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Capitolo 18
*** In un Lago di Sangue ***


Ecco il Capitolo di oggi: Sapevo sarebbe arrivato questo momento... Buona Lettura.
 

In un Lago di Sangue
 

Il corridoio che stavano percorrendo era immenso ma nessuno dei due parlava, si limitavano a correre, da un lato Ultear ancora sconvolta dalla velocità con cui Jacques aveva ucciso due persone innocenti, dall'altro Jacques cercava una falla nel piano che li avrebbe fatti scoprire.
-Ecco ci siamo, questo è il primo punto d'incontro- disse Jacques fermandosi sotto una finestra di grandi dimensioni, tra poco avrebbe avuto la risposta di Freed ed Evergreen.
Il loro compito era quello di dare copertura e di consegnare le armi a Jacques, un ruolo che solo Freed avrebbe potuto svolgere e infatti dopo qualche secondo dalla finestra entrarono le sue ascie legate ad una strana freccia.
Quindi Freed e di conseguenza Evergreen che avrebbe dovuto portarlo con un Legion quanto più vicino a quella finestra
-Ah finalmente, senza di esse mi sentivo alquanto indifeso- disse Jacques tirando un sospiro di sollievo e impugnando le due asce facendole roteare nelle mani.
-Indifeso?- chiese sarcastica Ultear.
Jacques non rispose, anche se accusava un piccolo disagio ad essere accusato in quel modo.
Ricominciarono a correre scendendo delle scale, sempre più a disagio, nel luogo dove avrebbero dovuto incontrare Bickslow, Laxus e Mirajane.
I tre avevano sfruttato nel pomeriggio una delle carrozze che molto spesso entravano e uscivano dalla cinta muraria interna per poi nascondersi in uno di quei magazzini dove venivano ammucchiate le vettovaglie; avevano poi aspettato la sera per uscire e raggiungere l'interno del Castello.
Quando Ultear e Jacques arrivarono al punto d'incontro videro i tre che erano già arrivati, tesi ma comunque illesi.
-Ci sono stati problemi?- chiese Jacques.
-Non nel venire qui...- cominciò Mirajane ma si zittì subito ad un occhiata di Laxus il quale continuò -Ma abbiamo perso Viviane, non era al castello di Everloo quando siamo usciti.
Jacques si sentì come colpito da quella affermazione -Dimmi che non è vero- chiese Jacques mentre sentiva il sangue fluire più velocemente all'interno delle cellule per poi venire assalito dalla nausea: riconosceva i sintomi del suo potere magico che lottava per venire allo scoperto, ma quello era forse il momento peggiore, con uno sforzo sovrumano ricacciò indietro un conato di vomito per poi voltarsi verso i sotterranei e cominciando a correre, seguito a ruota dai quattro compagni.
Mira aveva anche portato una spada che aveva dato ad Ultear, in modo che in uno scontro avrebbe almeno potuto difendersi.
Il grande castello era composto oltre che da diversi piani, anche da diversi piani sotterranei che venivano usati a mo' di prigione, giravano molte storie su quei sotterranei dove, secondo il conte di Everloo, EdoJacques si divertiva a torturare i proprio prigionieri o a seppellirli vivi.
Scendevano le scale e tutti si sforzavano di tenere il ritmo di Jacques che intanto si sforzava di tenere la mente lucida ma l'unica cosa che riusciva a sentire era la voglia di aprirsi la strada per trovare la sorella ma davanti a lui non c'era nessuno.
Avevano già superato il livello del pavimento e si erano addentrati in quelle che erano le segrete del castello: tutti sapevano che entrare in quella parte del castello era come entrare in un labirinto ma Jacques non aveva più la lucidità necessaria e si sentiva la testa pesante ma continuava a correre come un forsennato, per questo, dopo un po stava correndo da solo.
Correva per un immenso corridoio che però molto spesso lo costringeva a girare a destra o a sinistra, quando finalmente si ritrovò in un'immensa sala dove lo aspettava una tremenda sorpresa: una trentina di soldati, armati di lance e di spade lo stavano evidentemente aspettando e davanti a loro Johann Strauss che lo guardava brandendo due spade gemelle.
-Allora aveva ragione, è bastato istallare un piccolo dubbio per farti perdere il controllo- disse Johann con un piccolo sorriso -Uccidetelo.
Jacques riuscì a registrare vagamente le parole di Johann che fu costretto a cominciare una vera e propria danza di morte, e per evitare di essere completamente circondato da soldati armati, indietreggiò fino all'imboccatura del corridoio "Gabriel dammi la forza" fu l'ultimo pensiero coerente prima di affondare la sua ascia nel petto del primo soldato che aveva avuto l'ardire di pararglisi davanti, facendosi strada nella sua carne come se fosse burro mentre con l'altra ascia teneva a distanza il secondo.
Ci vollero pochi minuti perché si trovasse completamente ricoperto di sangue delle sue vittime per poi essere ferito al braccio, una ferita che per poco non lo costrinse a mollare la presa sull'ascia, ma tenne duro, colpendo alla cieca, tentando di allontanare i soldati nemico.
Ne aveva già uccisi una ventina e ne rimanevano soltanto una decina, armati di lance, che si tenevano lontani e allo stesso tempo lo minacciavano con la punta delle loro armi, si era creata una situazione d'impasse: volevano costringere Jacques ad attaccare.
Infatti non passò molto che Jacques cominciò ad avanzare, ma così facendo subì molte ferite sebbene i suoi riflessi erano abbastanza svelti da evitargli ferite gravi.
Aveva ucciso trenta soldati da solo e si sentiva completamente ricoperto di sangue, le asce gli scivolavano dalle mani e in alcuni punti doveva anche essere ferito anche se poco gravemente, solo in quel momento Johann Strauss si fece avanti, fresco e riposato brandendo le sue due spade gemelle dall'aspetto di due sciabole.
-Dimmi dov'è Viviane!- minacciò Jacques puntandogli contro una delle sue asce.
-Prima dovrai uccidermi- e detto questo gli si scagliò contro, mentre Jacques parava il primo affondo incrociando le asce sulla sua testa, ma la stanchezza cominciava a farsi sentire e mentre parava il primo affondo, evitò quello seguente con uno scatto della testa.
Johann era molto forte e le sue spade, sebbene a una prima occhiata parevano essere gemelle, avevano un peso differente e questo lo metteva in difficoltà fino al momento in cui un colpo più violento del previsto non lo disarmò della prima ascia.
Per non rimanere con la mano vuota, Jacques estrasse dallo stivale il piccolo Stiletto che portava con sé scatenando l'ilarità di Johann: -E cosa vorresti fare con quel coltellino?- disse trattenendo a stento le risate.
Jacques non rispose ma cambiò la posizione, portò la mano destra, quella che impugnava l'ascia davanti a sé mentre la mano sinistra che impugnava lo stiletto la posizionò al lato della testa, con il braccio pronto a scattare.
Jacques cominciò ad avanzare a piccoli passi -Non sottovalutarmi; anche un piccolo pugnale come questo nelle mani giuste può essere fatale- ma entrambi sapevano che in realtà Jacques doveva finire il duello nel prossimo scambio, altrimenti avrebbe davvero rischiato di morire.
Johann e Jacques scattarono nello stesso istante e mentre l'ascia e la prima spada cozzarono, l'altra spada si avvicinava al collo di Jacques che per evitarla si lasciò cadere; la spada lo mancò per pochi centimetri mentre lo stiletto si conficcò al centro della coscia di Johann che lanciò un grido di dolore, subito seguito da un calcio di Jacques che gli fece perdere l'equilibrio.
In un attimo Jacques riprese l'equilibrio, tuffandosi sul corpo del nemico, costringendolo al suolo grazie al ginocchio e portando l'ascia a pochi centimetri dal suo collo.
-Dimmi dove avete nascosto Viviane!- urlò Jacques mentre gocce di sangue cadevano dal filo dell'ascia a macchiare il collo di Johann che invece rideva.
-Sua Maestà Viviane è una principessa, non l'avremo certo messa nelle segrete insieme a criminali comuni.
Un forte rumore di passi distolse Jacques dall'attenzione a Johann, nella stanza entrarono Laxus, Bickslow, Mirajane e Ultear, illesi ma visibilmente affannati ma tutti si fermarono a guardare la mattanza: il sangue arrivava alle caviglie e l'aria era satura dell'odore di morte ma il peggio era Jacques che era completamente ricoperto di sangue.
Laxus fu il primo a riscuotersi dal torpore e si avvicinò in silenzio.
-LAXUS COSA DIAVOLO FAI?- la voce di Mira lo riscosse dall'attenzione che si era riportata su Johann e si voltò,  giusto in tempo per vedere la mano di Laxus che armata di pugnale si abbatteva su di lui.
Il colpo era stato sferrato al collo, ma grazie ai suoi riflessi era stato colpito alla spalla prima che Mira e Bickslow intervenissero per allontanare Laxus che intanto aveva preso Johann in spalla e adesso stava andando via: impossibile seguirlo con Jacques in quelle condizioni.
-Come è possibile?- continuava a chiedersi Mira mentre si copriva il volto per nascondere le proprio lacrime -Laxus, il nostro Master.
Intanto anche Ultear si era risvegliata dall'orrore della scena e aveva raggiunto Jacques, ma appena toccato sentì la temperatura del corpo e rimase scioccata: un uomo non poteva raggiungere quella temperatura.
-Dobbiamo portarlo via, scotta da morire.
-No, dobbiamo andare avanti- la guardò con sguardo lucido ma deciso -Devo solo calmarmi... Devo salvare Viviane.             
 
  
 
 

Note dell'Autore:
Rivelazione sconvolgente, probabilmente qualcuno mi lapiderà per questa scelta... Che dire, anche a me dispiace ma "The Show must go on" Spero che almeno il Capitolo vi sia piaciuto... Alla prossima   

 

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Capitolo 19
*** EdoJacques ***


Buona Serata a tutti voi lettori, finalmente facciamo la conoscenza di EdoJacques e sveleremo solo alcuni dei misteri... Buona Lettura

EdoJacques 
 

Laxus aveva preso in spalla uno Johann Strauss gravemente ferito a cui aveva salvato la vita e adesso stava camminando tranquillamente uscendo dalle segrete e dirigendosi verso il luogo in cui EdoJacques aveva deciso di ritirarsi: la sua sala del trono.
Le sue informazioni erano state necessarie per preparare una trappola a Jacques, ma evidentemente avevano sottovalutato le sue capacità combattive visto che oltre ad essere sopravvissuto, lo aveva costretto a rendere palese il suo tradimento.
I suoi passi risuonavano nel castello completamente deserto a quell'ora di notte, finché non si ritrovò di fronte ad una grossa porta di legno e ottone che spinse con una sola mano.
Davanti a lui c'era l'immensa sala del trono al cui centro spiccava solitario il trono dove sedeva EdoJacques che accarezzava la sua falce, l'unica cosa che gli consentisse di rimanere calmo in un momento del genere.
-La trappola non ha funzionato, è stato battuto- disse Laxus senza aggiungere una parola lasciando cadere il vecchio a terra che con un mugugno si mise a sedere.
-Cosa è successo?- chiese il Re con espressione imperscrutabile.
-Sua Maestà...- Johann Strauss raccontò in breve come Jacques lo avesse battuto e avesse sconfitto tantissime guardie.
-Capisco- disse alla fine EdoJacques, rimanendo distaccato per poi ignorare Johann che continuava a sanguinare sul pavimento mentre si rivolgeva a Laxus.
-Dimmi Laxus, cosa conosci del gioco degli scacchi?- chiese il Re ignorando i lamenti del suo Primo Ministro.
-Conosco le regole, poche cose in realtà.
-Beh conosci i pezzi No?- chiese a questo punto colto da impazienza fino al momento in cui il biondo annuì.
-Beh sai allora che il Re è il pezzo più importante e che le pedine devono essere sacrificate- disse EdoJacques indicando l'uomo a terra -anche i pezzi più importanti, come le regine, ma qui adesso ho altri pezzi forti, potete entrare.
Da una porta laterale entrarono tre persone che si inginocchiarono di fronte al Re, tre uomini: il primo era di carnagione pallida con lunghi capelli biondi che gli scendevano dalla schiena e gli occhi rossi ma gelidi, il secondo era anche egli pallido, con capelli per metà neri e metà bianchi, si guardava intorno nervosamente, il terzo e ultimo aveva invece dei corti capelli marroni, teneva chiuso un occhio mentre l'altro castano rimaneva fisso su EdoJacques.
-Eccoli, i miei pezzi forti: l'alfiere, la torre e il Cavallo... Andate e fermate i nostri ospiti, uccideteli tutti e .
I tre uomini se ne andarono per affrontare gli invasori mentre EdoJacques e Laxus rimanevano nella sala, mentre Johann Strauss continuava a rantolare per le gravi ferite, ignorato dal Re che tornò a parlare con Laxus, puntandogli contro la falce.
-Allora, adesso che sei qui, cosa dovrei fare con te?- gli chiese.
-Abbassa quella arma!- gli ringhiò contro a sua volta Laxus -Sai bene cosa voglio!.
EdoJacques rise a quelle parole, per poi cambiare improvvisamente espressione e sferrare un fendente a Johann Strauss che ancora gemeva in preda ai dolori -Che uomo fastidioso- disse tranquillo -Pare si sia liberato il ruolo di Primo Ministro.
-Potrei accettare, ma non è quella la mia priorità... Ripeto, sai benissimo cosa voglio!
EdoJacques rise prima di fare cenno a Laxus di seguirlo per una porta nascosta che collegava la sala del trono a quella che pareva una cella, dove, seduta sul pavimento e con le braccia incrociate c'era Viviane.
-Alquanto ironico che la ragazza che salvasti da me, adesso è la causa per cui hai tradito la tua gilda, quando tutto questo sarà finito te la concederò volentieri e insieme potremo anche estendere i confini di questo Regno.
Un sorriso diabolico si dipinse sulle bocche di Jacques e Laxus, un sorriso che fece rabbrividire Viviane "Vi prego, qualcuno mi aiuti". 
 
*****
 
Incuranti delle proteste di Jacques, Bickslow lo prese in spalla come se si trattasse di un sacco di patate mentre Ultear aveva raccolto le sue asce che giacevano a terra mentre Jacques si dimenava.
-Sto bene, lasciami Bickslow, devo andare da Viviane- continuava a ripetere il ragazzo.
Inutile sperare di convincere il gigante che invece lo trattenne ancora più saldamente, ma le sue lamentele vennero tacitate da Mira che stava davanti a lui con la spada sguainata in modo da reagire ad un attacco improvviso.
-Forse non te ne sei accorto Jacques ma la tua temperatura corporea è altissima, dobbiamo raffreddarti, altrimenti richi di rimetterci la vita- lo zittì definitivamente Ultear.
-Non mi succederà nulla, so già da cosa dipende, mettimi giù lingualunga altrimenti rischio di vomitarti sulle spalle.
A quella parole, Bickslow lo mise giù, forse troppo veloce, giacché Jacques barcollò vistosamente e Ultear fu costretta ad intervenire per evitare cadesse a terra.
-Dobbiamo comunque abbassarti la temperatura.
-Allora da questa parte, se non ricordo male ci dovrebbe essere qualcosa che potrebbe fare al caso nostro.
Jacques e i suoi compagni salirono le scale che li portarono di nuovo in superfice dove ormai la notte era quasi sul volgere della fine.
I tre compagni continuarono a portare Jacques, costringendolo quando lui voleva a tutti i costi continuare la ricerca di Viviane, finché non si ritrovarono di fronte a una fontana.
Senza troppi complimenti e sempre senza dire una parola, lo spinse nella vasca, vestito di tutto punto; l'acqua era tiepida ma subito Jacques sentì che essere assalito da un grande freddo.
-Ehi mi hai buttato dentro con tutti i vestiti.
-Erano tutti lordi di sangue- rispose questa volta Mirajane.
Jacques ne approfittò per togliersi la giacca dell'uniforme che indossava e controllarsi le ferite: quella più fastidiosa era quella che gli aveva procurato Laxus.
Doveva essere stato un brutto colpo per Mirajane e Bickslow.
Mentre lui si raffreddava, Ultear aveva preso da chissà dove delle tende e adesso le stava facendo a pezzi ricavandone delle bende.
-Forse non hai capito bene- disse Ultear, avvicinandosi minacciosamente - il tuo corpo sta reagendo a qualcosa che la mia medicina non sa come combattere, se fossi una persona normale ti legherei ad un letto e ti impedirei qualsiasi movimento- disse la mora.
-Lo hai detto, io non sono una persona normale...
-Anche così, non puoi combattere in queste condizioni: non lo senti perché l'adrenalina te lo impedisce ma sei ridotto davvero uno straccio...
La discussione continuava ininterrottamente e non se ne vedeva la fine, solo l'arrivo di un silenzioso Legion che portava in spalla Evergreen e Freed li dissuase da quell'inutile litigio.
I due scesero elegantemente dalla cavalcatura e cominciarono ad essere informati da Mira su quello che era successo e sul tradimento di Laxus, mentre Jacques, che ormai ne aveva avuto abbastanza era uscito dalla vasca e adesso si asciugava con una tenda che era stata recuperata all'interno del Castello, mentre Ultear cominciava a bendargli le ferite che ancora sanguinavano, commentando a bassa voce lo stato di Salute del suo paziente. 
-Possiamo davvero continuare, adesso Jacques saprà tutti i nostri piani- chiese Evergreen sconvolta: il tradimento di Laxus pareva essere stato un brutto colpo, soprattutto per lei mentre Freed era molto più preoccupato per Viviane.
-Jacques, ti ho portato le altre due asce, così potrai combattere al meglio- disse Freed passandogli le due armi e la guaina.
-Grazie- disse Jacques assicurandosele al corpo
-Bene, adesso che siamo tutti pronti- alla fine fu Mirajane a intervenire per porre termine alla discussione -Andiamo a salvare Viviane e a uccidere Laxus.

Note dell'Autore
Non ho davvero molto da dire: i tre personaggi misteriosi sono abbastanza noti e combatteranno nel prossimo capitolo.

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Capitolo 20
*** Jacques vs Jacques ***


Note dell'Autore: Bentornati,  questo Capitolo spero che risponda a qualche altra domanda anche se per la maggior parte si tratterà di azione...
Sarà il terzultimo capitolo della storia... Perciò Buona Lettura.
 

Jacques vs Jacques
 

Mira era parsa decisa alle orecchie di tutti, ma non a quelle di Jacques che aveva i suoi dubbi sul fatto che avrebbe potuto davvero colpire Laxus con la sua spada.
-Io preferirei che almeno qualcuno di voi vada via da questo castello, portandosi dietro Ultear.
-Io non mi muovo da qui- rispose decisa Mira guardandolo direttamente negli occhi.
-E va bene- disse Jacques, arrendendosi -Alla fine credo che sia meglio che tu Ultear, prenda il Legion e vada via di qui, altrimenti potresti davvero rischiare la vita.
La donna lo guardò indecisa, ma sapeva che essendo una principiante in fatto di scontri avrebbe rischiato di compromettere tutta la missione, quindi assentì -State attenti, soprattutto tu che non ti sei ancora rimesso.
Tutti insieme quindi guardarono il Legion su cui era montato Ultear, volare via, verso la villa del Duca di Everloo per poi cominciare a correre in direzione della sala del trono dove probabilmente avrebbero trovato EdoJacques che li stava aspettando.
Certo non si aspettavano che in realtà EdoJacques poteva contare su tre assi che li avrebbero rallentati nella loro rincorsa.
Stavano attraversando un'immensa sala che poteva essere tranquillamente usata per un grande ballo, quando, percorrendola si ritrovarono davanti la strada sbarrata da tre uomini che li stavano aspettando con le armi sguainate.
Mentre Jacques si preparava a fare un passo avanti fu anticipati dai tre del Rajinshuu che lo anticiparono parandosi davanti mentre la via che portava indietro fu sbarrata da una decina di soldati che gli chiudevano l'uscita.
-Dannazione- disse Jacques che mise mano a due delle sue asce mentre Mira lo raggiungeva e gli si metteva affianco.
-Questi tre sembrano forti, ce ne occupiamo noi- disse Freed mentre Bickslow brandiva la sua enorme mazza ferrata.
-Credo che ci stiano sottovalutando un po' troppo, Macbet e Eric, lasciate che sia io a ucciderli tutti- nelle mani aveva dei coltelli da lancio.
-Zancrow, in questo modo sei tu a sottovalutarli, non credi?- rispose il ragazzo castano che intanto sguainava una lunga sciabola.
-Ragazzi, ai soldati ci penso io- disse invece Jacques mentre si lanciava verso il primo soldato che tentò un affondo, parato dalla prima arma mentre la seconda lo trafiggeva al costato.
Anche Mira intanto si era lanciata contro un soldato e colpendolo prima con lo scudo per poi trafiggerlo con la sua spada mentre Freed e Zancrow si affrontavano lanciandosi coltelli e frecce, si era creata una furiosa mischia con Evergreen che con la sua lancia teneva a distanza Cobra che cercava di avvicinarsi in modo da colpirla con la sua sciabola.
Anche Bickslow aveva cominciato a menare fendenti con la sua enorme mazza ferrata ma quello che si chiamava Macbet riusciva a schivarlo facilmente, impugnando due piccoli Sai che pareva brandire con grande maestria.
Jacques era di nuovo coperto dal sangue dei suoi nemici ma questa volta riusciva a combattere con distacco, non aveva ancora estratto la sua terza ascia e davanti a lui erano già caduti cinque nemici, mentre Mira continuava a combattere e pur essendo meno efficace di Jacques, aveva abbattuto due nemici e ferito un terzo.
Gli ultimi due furono uccisi da Jacques, uno faccia a faccia, l'altro colpito alle spalle: l'uomo aveva approfittato della distrazione per scappare via ma venne colpito da uno dei coltelli di Zancrow che gli si piantò nelle spalle.
-Che feccia, scappare nel mezzo della battaglia- ma intanto fu costretto a schivare una delle frecce di Freed che gli passò a pochi centimetri dal viso.
-Mira, Jacques, andate avanti, qui ci occupiamo noi di questi tre.
Jacques non se lo fece ripetere e agguantando Mira per un braccio la costrinse a tornare indietro per la strada da cui erano venuti: nei lunghi pomeriggi passati a preparare il suo piano aveva memorizzato le piantine del palazzo e adesso riusciva ad orientarsi facilmente perciò sapeva che esisteva un'altra scala che li avrebbe portati alla meta e infatti dopo pochi minuti, si trovarono di fronte a un grosso portone: dall'altro lato avrebbero trovato EdoJacques e Laxus, per questo Jacques spalancò la porta con forza: Laxus e EdoJacques li stavano aspettando con le armi sguainate.
Ci fu un istante di indecisione poi Mira scattò in avanti e cercò di attaccare Laxus con la sua spada, costringendo questi a difendersi affannosamente con la sua spada a due mani.
Invece EdoJacques e Jacques si guardarono e si avvicinarono, circospetti come pantere, uno aveva le due asce nelle mani in posizione di combattimento, l'altro camminava con la sua falce stretta nella mano.
-Quanta fretta ha quella ragazza, fammi indovinare, ha sentito parecchio il tradimento di quel biondo-
-Anche se fosse non devi preoccupartene, tra un po di te non rimarrà che la carcassa... Dov'è Viviane?- disse Jacques arrabbiato.
-Non posso credere che proprio tu sia così impaziente... E poi come vorresti battermi? Io qui gioco in casa e tu sei senza la tua magia... Ah si, mi chiedi come faccio a sapere chi sei, semplice, me lo ha detto Laxus, il tuo amico che ha deciso di passare dalla mia parte.
-Sicuramente parli molto più di me..- e Jacques partì all'attacco, con un fendente facilmente evitato da EdoJacques che però non attaccò, anzi si ritirò a distanza di sicurezza, schernendolo, poggiando la lunga asta della falce di traverso sulle spalle.
-Avanti, prima di ucciderti, lasciati fare qualche domanda!- evitando la seconda ascia, arretrando -Per esempio, perché hai così a cuore Viviane?- poi parando la prima che lo aveva raggiunto.
-Se è questo il tuo ultimo desiderio: Non sopporto che un fratello voglia far del male a sua sorella minore, per me che l'ho vista morire, non esiste peccato più grave... E adesso sei pronto? Perché sto venendo ad ucciderti...- e questa volta si lanciò con entrambe le armi verso EdoJacques che lo tenne a distanza con la lunga falce, che EdoJacques roteava con maestria, impedendogli di avvicinarsi.
-Tu non immischiarti... Mio padre voleva che lei lo succedesse, ti rendi conto? Io che ero il maggiore non potevo assolutamente sopportarlo- e lo attaccò, con un fendente alto che fu parato con entrambe le asce incrociate sopra la sua testa, sferrò un calcio che lo costrinse ad arretrare.
-E per un motivo così stupido, hai ucciso tutta la tua famiglia? Per il potere?- la rabbia di Jacques era palpabile dal tono della sua voce, tagliente e freddo, infatti attaccò in quell'istante con tutta la forza, incrociando la lama con quella del suo nemico e e facendone scaturire scintille che danzarono attorno ai due.
Il duello continuò con scambi di colpi sempre più violenti e letali, ma la differenza tra i due erano la stanchezza di Jacques e la falce di EdoJacques che riusciva a tenerlo lontano, infatti dopo qualche scambio, Jacques capì che non poteva continuare così ancora per molto tempo, perciò rilassò i muscoli ed estrasse tutte e quattro le asce, sorprendendo EdoJacques.
-Pensi che le tenga solo per un vezzo quattro asce?- disse retorico al suo sguardo interrogativo -Trema perché nemmeno Laxus ha visto questa scena.
Jacques lanciò verso l'alto due delle sue asce, in modo che facessero un'ampia parabola verso l'alto: con l'ascia rimanente si gettò all'attacco, scontrandosi ancora con la falce di EdoJacques ma arretrando istantaneamente, nella posizione in cui cadde la terza ascia, lanciando l'altra verso un'altro punto e partendo di nuovo alla carica.
Grazie alla sua tecnica riuscì a ferire EdoJacques due volte, ma poi dovette fermarsi: anche se molto efficace, correre dietro alle asce lanciate era molto dispendioso ed EdoJacques ne approfittò per lanciarsi questa volta all'attacco, ma il suo fendente che avrebbe potuto tagliare un uomo in due, fu evitato, saltando e sferrando un calcio mentre era in volo.
-Allora adesso pare che tocchi di nuovo a me- disse Jacques lanciando di nuovo le sue due asce in aria.
-So già come fermarti- disse EdoJacques saltando verso l'alto e colpendo una delle asce in volo.
-Idiota... Sei scoperto- questa volta Jacques aveva ignorato le sue armi in volo e aveva seguito il nemico, colpendolo sulla mano e disarmandolo.
EdoJacques era a terra e disarmato e Jacques in un attimo lo raggiunse e lo costrinse a terra, puntandogli l'arma al collo.
Anche se la ferita non pareva essere grave, EdoJacques sanguinava copiosamente, ma non aveva perso la folle scintilla che gli illuminava lo sguardo -Come è possibile che le tue armi tenessero quelle traiettorie?
-L'ultimo desiderio?- chiese Jacques, mostrando una delle sue asce nella mano sinistra, la teneva in perfetto equilibrio sul mignolo - Le mie asce sono particolari, non consento a nessuno di toccarle ma le ho costruite applicandogli un peso alla base che fa in modo che cada sempre in modo verticale: ecco perché riesco ad afferrarle al volo-
Intanto Mira e Laxus continuavano a combattere con le spade, un duello senza fine visto che Mira era palesemente meno abile di Laxus e che questi si limitava a parare sorridendo, ma non attaccava mai, non dando nemmeno peso agli insulti che la compagna di gilda gli lanciava.
Jacques invece stava per sferrare il colpo di grazia quando in un attimo tutto andò a rotoli: l'uomo biondo che avevano lasciato a combattere contro il Rajinshuu entrò in sala: era ferito al petto da due frecce eppure si muoveva ancora e lanciò due pugnali contro Mira che in quel momento era di spalle alla porta, mentre Laxus che aveva la visuale libera vide i coltelli volare verso la schiena di Mira: fu più veloce di quanto un essere umano normale poteva essere: afferrò con la mano libera il braccio armato di Mira e la costrinse a spostarla dietro la sua schiena: i due pugnali si conficcarono uno nella spalla l'altro nel braccio.
-Mi sono preso il mio premio di consolazione- disse Zancrow crollando a terra.
-LAXUUUSS- l'urlo di Jacques si sentì distintamente nel silenzio che seguì, ma un altro urlo lo seguì, questa volta di dolore quando, distratto da quello che era successo, EdoJacques colpì su una ferita a una gamba Jacques che indietreggiò a causa del dolore mentre il suo nemico si alzava e voltate le spalle sparì in una delle porte secondarie.
-DANNAZIONE, ci ero così vicino- sbraitò Jacques, affannandosi a raggiungere Laxus che stava a terra -ce la fai?- questa volta l'insulto era per Laxus, che strinse la mano che Jacques gli porgeva e si rimise in piedi.
-E' andato da Viviane! Dobbiamo muoverci- disse Laxus, sorridendo colpevole ad una sempre più confusa Mira -A dopo le spiegazioni!-
-Muoviamoci- fu l'unico commento di Jacques.  
  
 
Nota dell'Autore: La tecnica di Jacques è presa pari pari dai lanciatori di bandiere: anche loro applicano un peso alla base dell'asta in modo da far tornare la bandiera in posizione verticale.    
Felici che Laxus non sia un traditore? Nel prossimo capitolo spiegherò perché questo doppio- doppiogioco: Un piccolo indizio c'è nei capitoli precedenti anche se è difficile da trovare... Alla prossima 

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Capitolo 21
*** Io Sono Te e Tu Sei Me ***


Buonasera a tutti voi, questo è l'ultimo capitolo prima dell'epilogo... Spero che non deluderà le vostre attese... Non mi resta che augurarvi buona lettura...

Io Sono Te e Tu Sei Me

Il Sospiro di sollievo di Mira quando aveva capito che Laxus non li aveva traditi lo aveva fatto sentire una carogna: era stata sua l'idea del tradimento per tutelare i Compagni che sarebbero stati catturati, con la mente ritornò a quel giorno in cui aveva sottoposto a Laxus la sua idea.

Ogni giorno da quando era arrivato su Edolas lo aveva passato in compagnia di Viviane eppure c'era stato un momento in cui la bionda non aveva più ritrovato il fratello acquisito.
Quel giorno in realtà Jacques aveva costretto Laxus ad accompagnarlo in una gita nei boschi, dove avrebbero dovuto parlare della loro impresa, cominciare a mettere in atto le basi.
-Hai intenzione di camminare ancora parecchio?- gli chiese il biondo ormai stanco.
-No, ormai siamo abbastanza lontani dall città, qui nessuno ci sentirà.
-E perché tutta questa segretezza?- chiese Laxus inarcando un sopracciglio.
-Ci sono due falle nelle mie intenzioni, e solo tu immagino possa chiuderle.
Laxus si fece più attento.
-Il mio primo dubbio dipende dalla forza di Jacques: se si rivelasse più forte di me, potremmo morire.
-Questo è un rischio accettabile, insomma Jacques, siamo in guerra, non possiamo aspettarci di non avere vittime.
-Adesso parli così, ma tu te la sentiresti di lasciare tutto nelle mie mani con un duello, senza nemmeno un paracadute nel caso io dovessi fallire?
-E il secondo problema?- chiese Laxus ancora più interessato
-Se uno di noi venisse preso, cosa faremmo? Saremo capaci di abbandonarlo?
-Questo è impossibile, non è proprio nello stile di Fairy Tail.
-Ecco perché ci serve un paracadute... Ho bisogno che tu ci tradisca.
Il silenzio che seguì fu più assordante di un urlo, anche se Laxus lo guardava aprendo e chiudendo la bocca, come se non riuscisse a trovare le parole per rispondere adeguatamente.
-So che non è bello, ma ascolta prima di rispondere- lo precedette Jacques sedendosi su un tronco caduto -Stiamo andando in territorio nemico e qualcuno potrebbe commettere un errore e tutto andrebbe perduto... Ma se avessimo qualcuno dalla loro parte, potremmo per prima cosa evitare che uccida il prigioniero.
-Ma io sono il Master di Fairy Tail, come potrei essere credibile come traditore?
-Beh, ho pensato anche a questo, per prima cosa dovrai fare in modo di metterti in contatto e fornire quanti più indizi al nemico, senza comprometterci, poi quando sarà il momento dovrai fornire la prova definitiva.
-Una prova definitiva?- chiese Laxus ancora incerto su cosa il ragazzo di fronte a lui volesse dire.
-Dovrai uccidermi- disse Jacques terribilmente serio -io cercherò di evitare il colpo ma esso deve mirare ad uccidermi, tutto dipenderà da questo unico colpo... Se non lo evito, lascerò tutto nelle tue mani.
Il silenzio scese ancora tra i due finché Laxus non si schiarì la voce -Probabilmente una simile eventualità non si verificherà mai.
-Certo, è solo una contromisura nel caso uno di noi venisse catturato... Ah quasi dimenticavo, se nel caso dovesse prendere Viviane, c'è solo una cosa che potrebbe salvarla, la chiederai come compenso del tuo lavoro... E' l'unica cosa che Jacques potrebbe preferire alla sua morte.
Laxus scosse il capo alla fine della discussione -E va bene, lo farò, spero solo che non sarà necessario.
-Lo spero anche io- concluse funereo Jacques -Adesso andiamo, Viviane si starà chiedendo che fine ho fatto.


*****

Mentre Jacques era perso nel ricordo di quel dialogo, stavano seguendo le scale più lentamente di quanto avrebbe voluto: la ferita alla coscia gli faceva male ma quello che più di tutti aveva problemi era Laxus che cercava di correre appoggiandosi alla parete.
Unica incolume era Mira, poiché nel loro duello Laxus si era limitato a parare e a schivare gli affondi della ragazza, la quale aveva prima attribuito lo strano comportamento del Master nel combattimento al fatto che si sentisse superiore, adesso invece capiva che semplicemente non voleva farle del male.
Laxus decise che era quello il momento per cadere proprio sull'ultimo gradino, ma Mira fu velocissima e a dispetto dell'esile corporatura riuscì ad impedire di farlo cadere.
Davanti a loro c'era un bivio -Questo è l'ultimo possibilità di perderti, prendi la salita a destra e continua per le scale, ti troverai davanti alla cella di Viviane... Vai.
-Vai Jacques, resto io con lui- disse Mirajane, mentre fuori risuonavano in lontananza corni da battaglia: probabilmente c'era l'esercito di Gerard in avvicinamento, non poteva esserci momento migliore, Jacques prese le scale correndo più velocemente di quanto le sue gambe ferite gli consentissero.
Le scale finivano davanti a una porta di legno.
Lo spettacolo che gli si parò davanti era agghiacciante: si trovavano sul tetto della torre più alto e davanti a lui c'era una cella aperta: quella dove fino a pochi momenti prima c'era Viviane, che adesso, con le mani legate era trascinata per i capelli da EdoJacques che si avvicinava a una delle feritoie, facendosi scudo col corpo della sorella.
I capelli sciolti al vento che gli incorniciavano il viso e gli occhi fuori dalle orbite, pareva davvero impazzito, e Jacques non potè reprimere un brivido di terrore, farlo ragionare non sarebbe stato affatto facile.
-Jacques, è finita, lasciala andare- disse, estraendo l'ascia, preparandosi al lancio, bluffando clamorosamente, non avrebbe mai lanciato l'ascia poiché rischiava di colpire viviane.
-Lo sento che è finita, i miei nemici stanno arrivando, non ho via di scampo, almeno porterò qualcuno con me- disse ghignando.
-Non dire stupidaggini, se la lasci andare, ti prometto che lameno la vita l'avrai in salvo- cercò di convincerlo Jacques, sempre più nervoso.
-Vivere? E per cosa? Per guardare il mio Regno nelle mani di questa sgualdrina?- disse strattonando violentemente la sorella che urlò di dolore, mentre jacques la costrinse a salire su un parapetto, vicinissimo al baratro.
-Fermati... Lasciala andare e potrai avere la mia di vita...- disse lasciando che l'ascia cadesse a terra ai suoi piedi
-Oh, un offerta magnifica ma io preferisco di gran lunga la sua vita... Digli Addio- e la spinse nel baratro.
Certo nella sua avventura quello non avrebbe mai potuto prevederlo, ma nel momento vide Viviane cercare di riprendere disperatamente l'equilibrio non ci pensò affatto e cominciò a correre, saltando nel baratro insieme a sua sorella.
Col senno di poi Jacques avrebbe riconosciuto come quella fosse stata una cosa sciocca, eppure forse il suo subconscio aveva già previsto tutto: la sensazione che la sua magia stesse per uscire lo avvolse ma stavolta invece di lottare contro di essa, la accettò ben volentieri e mentre la sensazione di cadere nel vuoto diventava sempre meno importante, come se il tempo stesse rallentando, in un battito di ciglia si ritrovò faccia a faccia con l'essere che già una volta gli aveva parlato.
Questa volta il luogo non era oscuro ma pieno di una luce abbagliante, e anche l'angelo che rimaneva incatenato a una parete intangibile, aveva sulle labbra un sorriso gentile.
-Bentornato Jacques...- lo accolse l'angelo.
Jacques questa volta ricambiò il sorriso dell'angelo:- Sai perché sono qui?-
-Certo che lo so, io so quello che ti succede, e adesso hai bisogno di me, lo so, per salvare te stesso, ma più importante per salvare Viviane.
-Mi aiuterai?- chiese Jacques
-Certamente, dovrai solo togliermi queste catene e io sarò libero, ma ti avviso, appena mi libererai avrai solo tre minuti prima di tornare su Earthland, mi dispiace ma non posso concederti di più.
Jacques si fece avanti e afferrò le catene dell'angelo, tirando verso di sé, e quelle si spezzarono all'istante, liberando l'angelo che gli si mise di fronte e semplicemente gli entrò dentro, come se fosse di materia impalpabile, ma prima di scomparire sentì chiaramente una frase: -Io sono te e tu sei me.
-Insieme siamo una cosa sola- completò Jacques come se sapesse da sempre quale fosse il senso di quelle parole.
Riaprì gli occhi e vide che a pochi metri da lui, Viviane era ancora in caduta libera, ma adesso che aveva la sua magia, non c'era nulla da temere: -Magia del TakeOver: Angel Soul- e le candide ali biance fendevano l'aria battendo furiose per accellerare e in un attimo afferrarono Viviane e cominciarono la risalita.
-Non ci posso credere, sei un angelo- diceva Viviane abbracciata a lui.
-Questa è la mia magia- rispose Jacques, riprendendo quota.
-Jacques, mi dispiace tanto, non ti ho ubbidito e mi hanno catturata... Mi dispiace, adesso sarai costretto a tornare al tuo mondo...
-Non importa sorellina, se il prezzo per la tua vita è quello di tornare a Earthland sono disposto a pagarlo, non devi temere, sono contento di averti salvato, ma adesso devo fare una cosa.
Jacques aveva ripreso quota e adesso era tornato sulla torre dove EdoJacques guardava indietrreggiando l'angelo che volteggiava con Viviane illesa tra le braccia.
Jacques posò la sorella e si volse verso la sua controparte.
-Ringrazia il cielo che non ho tempo, altrimenti la tua morte sarebbe stata lenta e dolorosa: dovrò accontenatarmi, non posso perdonare il fatto che tu abbia quasi ucciso la mia sorellina. Addio Jacques Offenbach  "Redenzione Celeste".
Un raggio di luce bianco uscì dal braccio teso di Jacques e colpì in pieno EdoJacques che tentava di difendersi con le braccia, ma senza magia parare un colpo del genere era assolutamente impossibile; un misto di odore nauseabondo di carne bruciate e di un grido disuamano riempì l'aria e quando la luce della magia di Jacques si dissolse, del suo bersaglio non era rimasta che una carcassa carbonizzata.
-Adesso è finita- disse sciogliendo la sua trasformazione e tornando al suo aspetto normale, e con il suo stiletto tagliò le corde che legavano le mani di Viviane che gli si gettò al collo in lacrime.
-Ho avuto tanta paura Jacques, E Laxus è un traditore...- esclamò viviane
-No, non è un traditore, eravamo d'accordo, ma sarà lui a spiegarti... Ho poco tempo prima di volare via e dovrei dirti qualcosa di importante ma davvero non so cosa dirti.
Rimasero a guardarsi sorridendo per altri pochi secondi mentre il corpo di Jacques cominciava a brillare di una tenue luce e cominciava ad alzarsi in volo.
Prima che potesse allontanarsi però Viviane gli strinse le mani e Jacques vide che stava piangendo silenziosamente, anche lui sentiva gli occhi pizzicare e veloce diede un bacio sulla fronte di Viviane, che gli sorrise tra le lacrime -Addio Fratellone.
-Addio Sorellina.
Jacques cominciò il suo volo appena Viviane gli lasciò le mani e vide dietro di sé che erano arrivati anche i suoi compagni che gli avevano lasciato la possibilità di salutarsi, e adesso agitavano le mani in segno di saluto.
-Addio Ragazzi- urlò Jacques -Anche se ci dividiamo qui, vi ricorderò sempre...
Un lampo di luce e Jacques si ritrovò di nuovo a Earthland in un paesaggio conosciuto: esattamente di fronte la gilda di Fairy Tail, evidentemente nel momento del ritorno il suo desiderio di tornare a casa aveva preso il sopravvento e lo avevano portato di fronte a casa.
Jacques spinse con forza la porta, fermando una rissa e urlando a piedi polmoni -Ehi, ciao a tutti, sono tornato- il silenzio fu assordante, poi sorridendo aggiunse -Qualcuno può farmi tornare i capelli come prima?-

Note dell'Autore... 
Ho trovato questa immagine su Internet, giusto per dare un'idea su come sia Jacques quando esegue il suo TakeOver...

https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQiuK-2ZiXS2hY_CJVKJlywXEapO2LNZpZWKOH7THVKujlwpN7r

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Capitolo 22
*** Epilogo: Otto Anni Dopo ***


Ecco l'epilogo: il Capitolo è davvero brevissimo, solo per mettere la parola fine.

Otto anni Dopo.


In una grande stanza una donna stava riposando a letto, con i capelli dorati che le ricadevano morbidi sul cuscino, ma non stava dormendo anzi, gli occhi azzurri, splendidi erano incollati alla parete dove quattro asce facevano bella mostra di sé. 
Era l'ottavo anniversario da quando l'uomo che le aveva impugnate era andato via e non era passato giorno che quella donna non lo avesse ringraziato.
Viviane si alzò dal letto, mostrando la pancia visibilmente ingrossata da un'avanzata gravidanza, era pronta a giurare che se Jacques l'avesse vista adesso, sarebbe stato orgoglioso di lei.
Toc toc toc, si sentì bussare alla porta e da questa entrò un bambino che allegramente corse ad abbracciare la donna, seguito da un uomo con i capelli verdi.
-Ciao Mamma- il piccolo le prese la mano tirandola a se' mentre l'uomo si chinò sulla moglie depositandole un bacio sulla guancia.
-Hai fatto il bravo?- chiese Viviane al piccolo che annuì vigorosamente.
Il bambino aveva dei capelli di una strana tonalità, come se il verde paterno fosse stato mischiato con un nero carbone, mentre gli occhi erano uguali a quelli della madre, piano piano gli zigomi e i lineamenti diventavano sempre più simili a quelli dello zio.
-Dovresti riposarti mia Regina- disse Freed prendendole la mano e portandola verso il letto, dove Viviane si distese senza opporre resistenza.
-Non chiamarmi così Freed- gli rispose sorridendo, perchè otto anni prima alla morte di EdoJacques era lei la prima nella linea di successione al fratello e da otto anni aveva preso la Corona.
-Mamma, posso sentire la sorellina?- disse il bambino arrampicandosi sul letto.
-Certo Jacques- e il bambino subito avvicinò l'orecchio alla pancia della madre, mentre i due genitori sorridevano a quella scena, quella bambina avrebbe avuto un fratello premuroso come lei non lo aveva avuto.
-Assomiglia sempre di più a Jacques, non credi?- chiese Freed come se le avesse letto nel pensiero -Ormai sono otto anni che è andato, pensi che stia bene?-
-E tu immagini qualcuno o qualcosa che possa fermarlo?- mentre di nuovo lo sguardo andava nostalgico alle quattro asce.
Mentre erano assorti nella contemplazione anche qualcun altro li raggiunse nella grande camera.
-Maestà, stanno arrivando!- erano due donne: una dai lunghi capelli neri, l'altra con i capelli castani, era stata quest'ultima a parlare -Re Gerard e la Regina Erza insieme alla principessa stanno arrivando.
-E non è tutto, con loro stanno arrivando anche Laxus e Mirajane con la loro bambina, prima di sera il nostro gruppo sarà tutto riunito.  
-Maestà, prima che arrivino, è il caso di controllare la bambina- disse Ultear, divenuta medico a corte.
A quelle parole tutti uscirono dalla stanza, mentre Freed prendeva in braccio il figlio che si staccava malvolentieri dalla pancia della madre.
-Papà, quando imparerò a combattere?- chiedeva il piccolo che a sei anni cominciava a essere irrequieto.
-Mastro Bixlow comincerà molto presto a insegnarti- gli sorrise Freed.
-Bene perché poi come proteggo la sorellina? E poi voglio imparare a combattere con quelle appese alla parete perché mamma quando le guarda è sia felice che triste...
Non c'era modo di sbagliarsi, era davvero la copia di Jacques.



Note dell'Autore
E questa storia è finita... Ma non vi preoccupate, prestissimo comincerò la prossima storia della serie...
Un ringraziamento particolare va naturalmente a Honey e Megghy per le loro recensioni, che sono sempre apprezzatissima.
Infine una piccola comunicazione di servizio: se vi siete affezionati a Jacques, ho deciso di mandare il suo profilo ad un'autrice che si è offerta di scrivere una raccolta di One Shoot su diversi OOC (la fanfictione è "Fairy Tail is my world").

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