Onomato-Tales

di Mavis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Yawn ***
Capitolo 2: *** Ssssst! ***
Capitolo 3: *** Frush ***
Capitolo 4: *** Tap tap ***



Capitolo 1
*** Yawn ***


YAWN

 

...Yawn

 

La professoressa Hinamori sapeva di non essere una persona molto paziente, così come sapeva di non avere una buona fama tra gli studenti. Ormai aveva perso il conto dei gentili appellativi con i quali era stata chiamata da quei piccoli mostri. Anche se non capiva per quale ragione l'apprendimento della lingua inglese dovesse essere tanto ostico per quelle teste di legno. Si trattava solo di leggere, ripete e, talvolta, imparare qualche regola, ma a quanto pareva quel semplice concetto non sarebbe mai stato assorbito da quel branco di asini.

 

...Yawn

 

L'ennesimo sbadiglio gli fece scoccare un'occhiata minacciosa in direzione dell'ultima fila di banchi. Come al solito Jounouchi stava fissando con espressione inebetita il pavimento davanti ai suoi piedi, come se dal nulla dovesse sbucare qualcosa di prodigioso.

Gli sarebbe bastato ascoltare la metà delle cose che stava dicendo per guadagnarsi la sufficienza.

 

...Yawn

 

Per evitare di sbottare e perdere così il filo della sua illuminante spiegazione, decise di spostare lo sguardo altrove e i suoi occhi caddero su Mutou.

Certo la visuale non era migliore, l'alunno la stava fissando con occhi vitrei da almeno mezz'ora, ma per lo meno non disturbava e da quello che poteva sentire durante le sue interrogazioni, i concetti base li apprendeva senza problemi.

 

...Yawn

 

Decisa a non perdere le staffe, si volse in direzione della lavagna e prese a scrivere uno dei tanti schemi che da anni proponeva ai suoi studenti. Era incredibile la loro incapacità di elaborare le cose più semplici, era pronta a scommettere che nemmeno la metà della classe stava seguendo la sua lezione e nonostante ciò sarebbe stata pronta a lamentarsi quando avrebbe annunciato la data del prossimo compito.

 

...Yawn

 

Prese un respiro profondo e senza smette di spiegare tornò a guardare la classe. Fortuna volle che i suoi occhi si posassero sulla signorina Mazaki. Quella deliziosa ragazza era decisamente portata per la sua materia e le regalava continue soddisfazioni. Era per gli studenti come lei che continuava ad insegnare. La cultura era molto importante e andava trasmessa alle nuove generazioni. Forse verso la fine dell'anno le avrebbe proposto di affrontare un test che le avrebbe conferito un attestato di alto livello. A quei tempi avere una buona preparazione era fondamentale.

 

...Yawn

 

Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Lei si impegnava giorno e notte per istruirli e permettere loro di avere un futuro migliore. Faceva spiegazioni approfondite, scriveva schemi alla lavagna, consegnava fotocopie, assegnava compiti, cercava di venire loro incontro durante le interrogazioni, semplificava le verifiche... e tutto questo per cosa?! Per sentire i suoi studenti russare?

Terribilmente infuriata si volse in direzione del malcapitato, ma prima che il suo sguardo di fuoco potesse raggiungerlo i suoi occhi incontrarono due iridi profonde come l'oceano.

 

...Yawn

 

Quasi non sentì lo sbadiglio mentre riprendeva a leggere “Eveline” uno dei testi più famosi di James Joyce. Gli occhi di Seto Kaiba avevano placato la sua ira, restituendole pace e serenità. Lei adorava quel ragazzo, a differenza della maggior parte dei suoi colleghi. Era silenzioso, cortese, diligente, seguiva meticolosamente le lezioni a cui partecipava (che non erano molte a causa dei suoi impegni come presidente della Kaiba Corporation) e prendeva appunti, cosa del tutto superflua per uno come lui che aveva la pronuncia nel sangue. Se fosse stato per lei la scuola sarebbe stata frequentata solo ed esclusivamente da “ragazzi Kaiba”.

 

...Yawn

 

Invece le toccava sempre una manica di teste di legno...

-Jounouchi!- esclamò facendo sobbalzare metà classe, compreso il poveretto, che per poco non cadde dalla sedia.

-S-sì signorina Hinamori?- balbettò il biondo ancora intontito.

-Le sarei grata se provasse a seguire la mia lezione invece di poltrire sul banco e sbadigliare. Sta disturbando tutta la classe!- lo rimproverò aspramente vedendolo arrossire sentendosi colto in flagrante.

-Mi dispiace professoressa, non accadrà più- si scusò il ragazzo affrettandosi a prendere una penna per prendere appunti.

-Bene, dovresti prendere esempio dal signorino Kaiba, lui sì che è uno studente modello. Non ha bisogno di essere ripreso per capire che se vuole ottenere la sufficienza deve seguire la lezione- sbottò la donna prima di riprendere finalmente a spiegare.

Da quel momento in avanti non udì più alcun rumore molesto, ma non si era resa conto di aver creato un mostro...

- - -
Il mio angolino :)

Ciao! Il titolo di questa one-shot è Yawn, ovvero il suono di uno sbadiglio. Mi è sembrato carino scrivere una storia attraverso gli occhi di un personaggio insolito, che vede in modo (quasi) imparziale i nostri personaggi preferiti. In fondo nemmeno loro sono perfetti e non si può sempre salvare il mondo ;)
Grazie per aver letto la mia storia, 
a presto, 

Mavis

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Capitolo 2
*** Ssssst! ***


Ssssst!


-Ssssst! Per l'amor del cielo fate silenzio!-

-Non ti facevo così fifone Yugi- ridacchiò piano Jonouchi mentre spostava con avidità le fronde dei cespugli dietro ai quali erano nascosti.

Il re dei giochi gli scoccò un'occhiataccia degna del suo Mou hitori no boku, -Non sono un fifone! Credo solamente che questi non siano affari nostri. Se ci scoprono ci uccideranno- rispose in un tono poco più alto del sussurro.

Per tutta risposta il biondo sbuffò pesantemente.

- Ssssst!-

-Dai Yugi, quando ci ricapiterà un'occasione del genere?- rincarò Honda anch'esso con le mani immerse nel fogliame.

Il più piccolo roteò gli occhi -Credo mai dato che ci cacceremo nei guai- sottolineò dando le spalle all'intera scena. Non voleva assolutamente invischiarsi in quella ridicola ed imbarazzante faccenda.

-Hai paura di Kaiba?- lo provocò Jono sogghignando.

Yugi spalancò gli occhi indignato -Certo che no!- esclamò punto sul vivo, mentre le sue orecchie cominciavano ad assumere una violenta sfumatura color porpora. Kaiba-kun per lui era un amico e un compagno fedele, motivo in più per non approvare quello che gli altri due stavano facendo.

-Ssssst! Ci farai scoprire!- sibilò Honda con la testa inghiottita dalle foglie, a quanto pareva doveva aver trovato un buon punto di osservazione.

-Forse sarebbe meglio. Tutto questo è semplicemente ridicolo- sbottò il re dei giochi senza più curarsi del tono di voce. Stava iniziando ad arrabbiarsi.

-Ssssst!- sibilarono insieme i suoi due amici distogliendo finalmente lo sguardo dalla scena davanti a loro per guardarlo con occhi sgrananti.

Yugi inarcò un sopracciglio e sul suo viso comparve una smorfia piena di disappunto -Chi sarebbe qui quello che ha paura di Kaiba?- domandò in tono saccente.

Le guance dei due ragazzi si imporporarono appena, consapevoli di essere stati colti in flagrante. -Va bene Yugi hai vinto tu, ce ne andiamo- sospirò Honda strisciando verso di lui, ma Jono non pareva dello stesso parere. Frugando velocemente nelle tasche della sua divisa recuperò il proprio cellulare sgangherato e ne attivò la fotocamera.

-Cosa hai intenzione di fare?- esclamò Yugi con voce strozzata.

-Che domande, una foto. Sono sicuro che i giornali pagheranno fior di quattrini per averla. E' incredibile come Kaiba riesca a trovare sempre delle ragazze così belle- rispose il biondo cercando l'inquadratura migliore in mezzo l'intricato intreccio di rami.

-Non osare!- inveì il re dei giochi lanciandosi su di lui per cercare di strappargli l'apparecchio dalle mani, ma al più grande bastò allungare un braccio per tenerlo a distanza.

-Ssssst! Siete impazziti?- ringhiò Honda mettendosi le mani nei capelli.

Ma ormai era troppo tardi, un'ombra minacciosa si allungò su di loro e una voce così fredda da far gelare le ossa li pietrificò sul posto.

-Cosa diavolo state facendo voi qui?-


- - -


Il mio angolino :)


Eccomi con una nuova one-shot! L'onomatopea di oggi è Ssssst e coinvolge un inaspettato gruppo di guardoni XD, povero Kaiba-kun, sto trovando tutte le scuse per maltrattarlo. Ma in realtà è colpa sua, se si comportasse un po' meglio Jono non gli farebbe tutti questi dispetti =P.

A presto,


Mavis

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Capitolo 3
*** Frush ***


Frush


Frush…


-Guarda chi si vede. Hai già finito di tormentare i tuoi dipendenti?- domandò Kisara sedendosi sulla panchina di legno alle sue spalle. Seto sogghignò, -Può darsi, tu che ci fai da queste parti? Credevo avessi deciso di seppellirti viva negli archivi del museo- disse spostandosi di fronte a lei. -Affari miei Kaiba e spostati di lì. Mi fai ombra- borbottò la ragazza rabbrividendo.


Frush…


-Mi dispiace infrangere i tuoi sogni, ma esporti al sole non ti aiuterà a crescere- ghignò Seto avvicinandosi in modo da sovrastarla interamente. -Che simpatico, comunque non aspiro ad arrivare a grandi altezze. A quanto vedo, se cresci troppo non ti arriva abbastanza sangue al cervello- sibilò la ragazza scivolando sulla seduta alla ricerca del sole.


Frush…


Impassibile il presidente la seguì come un'ombra. -Ne arriva abbastanza per capire che saranno giorni che non dormi e non mangi in modo decente. Ti sei vista allo specchio di recente?- ribatté osservandola meglio. La ragazza roteò gli occhi irritata, -Non ho bisogno della balia, pensa a te stesso piuttosto. Mi sembra che hai problemi ben più gravi dei miei- sbottò guardandolo in modo piuttosto allusivo mentre si spostava ancora in cerca di calore.


Frush…


-Sono commosso, ti preoccupi per la mia salute- recitò Kaiba in tono subdolamente toccato spostandosi di nuovo di fronte a lei. Kisara ringhiò infastidita, -Finiscila di usare quel tono stucchevole e togliti da lì. Ho freddo-. Il ragazzo la guardò con sufficienza, -Ti sarebbe bastato un vero cappotto- sibilò togliendosi il giaccone bianco e gettandoglielo addosso.


Frush…


Kisara rimase pietrificata. -Ti assicuro che non è velenoso- borbottò Seto contrariato dal suo atteggiamento ostile.


Frush…


-C'è qualcuno- disse l'albina ignorando le sue parole. -Prego?- domandò il ragazzo guardandosi intorno allarmato. Non era estraneo alle pessime situazioni e sapere che qualcuno lo stava osservando di nascosto non lo metteva di certo a suo agio. -Dietro a quei cespugli- insistette la ragazza schizzando in piedi.


Frush…


Questa volta l'aveva sentito anche lui e, a giudicare dal nascondiglio, non poteva che pensare a dei paparazzi. Quei dannati fotografi stavano diventando asfissianti. Digrignando i denti per la rabbia il presidente percorse ad ampie falcate la distanza che lo separava dalla macchia verde e con un gesto deciso scostò la folta vegetazione. Tre ragazzi della sua età ricambiarono il suo sguardo intimoriti ed imbarazzati. Sapevano di essere nei guai e avevano ragione. Avevano appena fatto scappare il suo nuovo anti-stress preferito. Il suo cappotto bianco ora giaceva abbandonato sulla panchina vuota.


- - -


Il mio angolino :)

Ciao a tutti! Ecco il seguito di Ssssst!” e qui è svelata l'identità della dama di Kaiba... o meglio... del suo attuale nuovo anti-stress. Povera cara Kisara u.u

Frush è l'onomatopea che indica il fruscio delle foglie o della carta.

Grazie per aver letto la mia one-shot,

a presto,


Mavis

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Capitolo 4
*** Tap tap ***


Tap tap


Tap tap…


Kisara scoccò un’occhiata nervosa all’orologio appeso alla parete, stava decisamente perdendo la pazienza. Era in quella maledetta sala d’attesa da ore ormai e nessuno si era ancora degnato di prestarle attenzione.


Tap tap…


Maledetto lavoro da stagista, quando il suo capo le aveva dato quell'incarico avrebbe dovuto capire che si sarebbe trattata di un’autentica seccatura.


Tap tap…


Gli era quasi preso un colpo quando aveva sentito dire dai suoi colleghi che la Kaiba Corporation probabilmente avrebbe smesso di finanziare le ricerche del museo di Domino. Il contratto sarebbe scaduto a giorni, quindi avevano pensato bene di mandare lei in avanscoperta.


Tap tap…


La segretaria le scoccò un’occhiata di fuoco facendole piegare le labbra in un sogghigno malevolo. Sapeva benissimo di essere irritante, era da almeno un’ora che aveva iniziato a tamburellare sul bracciolo della sedia e non aveva intenzione di smettere. Non fino a quando il signor Kaiba non l’avesse ricevuta.


Tap tap… Tap tap… Tap tap…


Improvvisamente la porta alle sue spalle si spalancò e nella stanza entrarono il presidente della società seguito da un uomo completamente vestito di nero. Immediatamente Kisara si raddrizzò sulla sedia prendendo tra le mani i fascicoli del museo che aveva portato con sé. Alla fine la sua attesa non era stata vana.

Tuttavia, nonostante le sue aspettative, nessuno dei due uomini parve notarla e in pochi passi la superarono proseguendo spediti verso l’ufficio . -Cancella tutti gli appuntamenti del pomeriggio, non voglio essere disturbato- disse semplicemente Kaiba alla sua segretaria prima di sigillarsi dietro la porta che la ragazza aveva fissato tutta la mattina inutilmente. Kisara si sentì gelare, non poteva crederci, sicuramente aveva sentito male. Era dalle 6 che si dimenava e contorceva su quella sedia scomodissima in attesa di essere ricevuta, nonostante avesse un appuntamento. Alle sue spalle sentì ridacchiare. Era quella vipera della segretaria, ovviamente. -Avrebbe dovuto aspettarselo, il signor Kaiba è un uomo molto impegnato. Raramente riesce a trovare del tempo per discutere di questioni secondarie come la sua-.

L’albina strinse le labbra fino a farle diventare livide, -Già, la cultura è davvero una cosa secondaria- sputò senza nascondere la sua irritazione.

La donna inarcò un sopracciglio irritata, -Scusi se mi permetto di intromettermi nei suoi affari, ma non posso fare a meno di farle notare che il suo è tutto fiato sprecato. La Kaiba Corporation non avrebbe alcun tornaconto nel rinnovare quel contratto, quindi non credo che il presidente investirà nuovamente soldi per le vostre ricerche- ribatté a tono.

Kisara si morse la lingua per non ribattere alla provocazione.

Tap tap…


D'altronde aveva altri modi per rendersi odiosa. -Ho un appuntamento, attenderò fino a quando il signor Kaiba non avrà tempo da dedicarmi- insistette esibendo un sorriso tirato.

-Tutti gli appuntamenti di oggi sono stati cancellati- ricordò la segretaria in tono petulante.


Tap tap…


-Allora tornerò domani-.

-L'agenda del presidente è satura almeno per i prossimi due mesi, non si disturbi- sibilò la donna con le narici dilatate dalla rabbia.

A quelle parole Kisara si sentì gelare. Non potevano aspettare tanto, il contratto sarebbe scaduto a giorni. Lei doveva vedere Kaiba.

-La faccio immediatamente accompagnare all'uscita signorina- continuò la segretaria alzando la cornetta del proprio telefono. Ma l'albina non la stava ascoltando, perché fu in quel momento che le giunse l'illuminazione. L'idea malsana che avrebbe messo in moto qualcosa molto più grande di lei e che le avrebbe sconvolto la vita.

Con uno scatto si levò in piedi e strinse con forza la cartellina carica di documenti, -Non si preoccupi, d'ora in avanti gestirò da sola la faccenda. D'altronde...Se la montagna non viene a Maometto, Maometto va alla montagna”- disse in tono soave e prima che la donna potesse fermarla o solo capire quello che aveva in mente si precipitò con ferocia verso l'ufficio di Kaiba spalancando la porta con tutta la forza che aveva.


Al diavolo l'educazione, pur di avere la sua firma su quel contratto gli sarebbe passata sopra come un carrarmato.


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Il mio angolino :)

Ecco qui il primo dolce incontro tra Kisara e Kaiba. Quanta tenerezza.

L'onomatopea di oggi è Tap tap ovvero: il suono delle dita che tamburellano su una superficie.

Spero che questa one-shot vi sia piaciuta, grazie a tutti quelli che leggono e seguono questa raccolta.

A presto,


Mavis

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