Verso una nuova meta.

di caramelloalcioccolato
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1) la strana accoppiata Fabbro-Pirata ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 : Hai un piano,vero? ***
Capitolo 3: *** Isla de Muerta ***
Capitolo 4: *** Il passato non può tornare. ***
Capitolo 5: *** Verso un nuovo inizio. ***
Capitolo 6: *** Lo scrigno ***



Capitolo 1
*** 1) la strana accoppiata Fabbro-Pirata ***


Capitolo 1: La strana accoppiata Fabbro-Pirata. [Jack Sparrow] Le mie avventure erano cominciate quando la mia ciurma decise di ammutinarsi;non avrei mai pensato che il mio fedele compagno,Hector Barbossa,potesse essere così meschino nei miei confronti. Eravamo sempre stati fianco a fianco,ora – invece – mi ha voltato le spalle. Mi lasciarono su un’isola dimenticata da Dio,mentre li vedevo andar via su quella che era la mia nave,recuperata dal fondo dell’oceano,grazie a un patto che io feci con Devy Jones; ora egli mi da la caccia,vuole la mia anima,sono sicuro che – prima o poi – finirò anch’io nel suo scrigno. Appena tornato sulla terraferma,dopo aver barattato un passaggio,mi misi alla ricerca della mia amata Perla Nera. Chiesi ovunque,ma nessuno aveva visto una nave dalle vele nere. Poi un giorno mi arrivò la notizia : una nave dalle vele nere aveva la ciurma maledetta. Capii,erano andati alla ricerca del tesoro Azteco,maledetto,ma nessuno sapeva se era vero o no. Strani eventi mi portarono a Port Royal,in cui avevo l’intenzione di requisire una nave e dirigermi a Tortuga per trovare uomini tanto pazzi da seguirmi in tale impresa. In lontananza si sentiva una musica,ci doveva essere una festa o un ballo,non che la cosa mi interessasse più di tanto: quello che mi interessava era una nave della marina britannica. Ne avevo trovato una. Stavo per salire a bordo,quando due guardie si misero davanti a me. - Questo molo è zona vietata ai civili. – disse uno di loro. - Oh! Capisco! Se ne vedrò uno vi avvertirò subito! – risposi,cercando di passare ugualmente. L’altro,però,mi bloccò la strada. Sapevo come potevo passare,bastava semplicemente distrarli e salire,cosa che feci. Quando si accorsero di me ero già salito. Mi fecero un sacco di domande,tra cui “ Qual è il suo nome?” , risposi “Smith”. Parlammo a lungo,ve lo immaginate un capitano pirata,senza ciurma – ovvio – parlare con dei marines della Compagnia delle Indie Orientali? Che ci crediate o no lo fatto veramente. Sentimmo un tonfo,ci girammo a guardare nella direzione da cui proveniva,qualcosa o qualcuno era appena caduto dalla sporgenza. “ Un bel tuffo … da quella altezza!” – pensai. Era una ragazza. Da dove era caduta c’era un uomo che era alquanto familiare,stava urlando il nome della ragazza. Mi voltai verso le guardie che erano accanto a me. - Qualcuno va a salvarla? – chiesi. Uno fece segno di no col capo. - Non so nuotare – rispose l’altro. Erano davvero così i marines della famosissima Compagnia delle Indie Orientali? Mi sembravano dei polli – anzi – dei polli sarebbero stati più coraggiosi. Lasciai loro i miei effetti personali e mi gettai in acqua,la raggiunsi e la portai al molo. Non riusciva a respirare per il corpetto,così glielo tolsi. Tossì:era ancora viva. Poco dopo arrivarono altri marines e il padre della ragazza. Mi puntarono le armi contro e mi misero le manette. Poi arrivò anche lui,una persona più infida dello stesso Devy Jones. Ci guardammo,come per dire : “ Ci rincontriamo di nuovo, quanti anni sono passati? 10 ?” - Tu! Sporco,infido … - disse. - Cosa? – azzardai. - Pirata! - Oh … pensavo che mi avresti offeso più pesantemente,Becket. - Sono Lord,sappilo. Scoppiai in una fragorosa risata. “Come se mi importasse. Lord” - Portatelo nelle prigioni,domani non vedrai calare il sole! Mi ritrovai in prigione. Certo,avevo provato a scappare,con il gradevole aiuto di Miss Swan. Avevo sconfitto anche quel mocciosetto che si era messo davanti alla mia strada e poi il buio. E poi mi ero risvegliato in prigione: nella quale c’ero solo io. Scoppiai di nuovo a ridere,ripensando a Becket. Mi aveva guadato come se io fossi così diverso da lui. Può ingannare chi vuole,ma non me. Quando gli lasciai quel marchio,tanto tempo fa,l’ho fatto proprio per ricordarselo e ne sono sicuro che se lo ricorda ancora … “ Nessuno può sfuggirmi,mi vendicherò su tutto.” Mi misi comodo,ascoltando il bombardamento,che era iniziato. - Sono arrivati. – sospirai. La stavano cercando. Quando i cannoni tacerono,lei era già a bordo,nessuno poteva salvarla,a meno ché non era qualcuno che sapeva dove la Perla sarebbe andata. La porta principale delle prigioni si aprì,con un cigolio. Dalle scale scese una figura esile: era il mocciosetto. Che diavolo vuole ora? - Tu, pirata,sai dove sono diretti? - Forse si o forse no! - Non ho tempo di scherzare,c’è in gioco una vita. - Fammi uscire e io ti porto dove sono diretti. - Come se mi fidassi di un pirata. [William Turner] Come se fossi così stupido,da farmi abboccare al tuo amo. Il mio unico obbiettivo è quello di salvare Elisabeth. Io provo qualcosa di più del semplice rispetto. Sono sicuro che anche per lei sia così,altrimenti non mi avrebbe sognato,quella notte. Se uno di quei sporchi pirati le fa del male io … [Jack] Questo ragazzo ha … qualcosa di familiare. Non può essere … - Ragazzo,qual è il tuo nome? – chiesi per togliermi il dubbio. - William Turner. I miei sospetti erano fondati. “Allora non possono togliere la maledizione senza di lui. Sangue del sangue del vecchio Sputafuoco Bill Turner.” Decisi di aiutarlo,infondo suo padre fu l’unico a difendermi,e per questo fu mandato in fondo al mare. - Senti, William. Io ti aiuterò se mi lasci uscire. Ti porterò dove sono diretti. Io so dove stanno andando. [Will] Perché dovrei fidarmi? Mi sembra sincero. Lo liberai,me ne pentii. - Bene, ora dobbiamo solo requisire una nave. - Quella? – chiesi indicandone una che aveva preso il largo. - Ma va,quella. È molto più veloce: faremo in un lampo. – rispose,indicando l’Interceptor. Ci mettemmo un po’ prima di prendere il sopravvento sull’Interceptor,intanto salutavamo Becket,che si era contrapposto alla mia iniziativa,per liberare Elisabeth. - Sai tu e io siamo uguali. – mi disse ad un tratto Jack. - Come? - Siamo uguali,entrambi per esempio, odiamo quel tipo. - Io non lo odio … - Neghi l’evidenza. Sai che ha chiesto alla tua bella di sposarlo? [Jack] Forse avevo esagerato. Si è zittito. Cambiamo discorso. - Lo sai,ho conosciuto tu padre,era un buon pirata. - Mio padre non lo era! - Invece sì! Questa volta si era arrabbiato tanto da puntarmi in faccia la spada. - Mettila via,non abbiamo tempo per litigare. Vuoi o no salvare Elisa? - Sì,certo che lo voglio. Che domande! - Allora,sei pronto a salpare le onde assieme ad un pirata,della peggior fama? - Sì. - Bene,ma prima … - dissi e con una sciabolata della mia spada gli tolsi di mano quella che aveva lui - … non puntarmi mai più un’arma contro. Io e te,come ho detto prima,siamo simili: tu vuoi salvare Elisabeth da un branco di pirati e io devo regolare il conto con un branco di pecore. - Pecore? Cosa centrano le pecore? Sembrò che ci ragionasse su. - Ah! – fece. Così quella strana coppia iniziava un lungo viaggio verso l’Isla de Muerta.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 : Hai un piano,vero? ***


Capitolo 2 :Hai un piano vero?
[Elisabeth]
“Siamo in viaggio da giorni … quando mi lasceranno andare?”
Sentii bussare alla porta.
  •  Sì? – chiesi. Anche se potevo immaginare chi fosse.
  •  Il capitano vuole cenare con voi.
  •  
  •  Riferite al vostro capitano,che non sono dell’umore giusto per accettare la sua offerta. – risposi,non mi andava di cenare con un uomo spregevole come quello.
  •  Sapeva che l’avreste detto e ha detto che se l’avreste detto,avreste cenato con la ciurma e ha aggiunto che non vi sarebbe piaciuto. 

Aprii la porta. Mi ritrovai davanti due uomini che reggevano un abito rosso rubino.
Ero davvero arrabbiata!
 
“Come si permette quel pirata di trattarmi come se fossi di sua proprietà?”
 
Afferrai il vestito e andai a cena nella cabina del Capitano.
Cominciammo a mangiare.
Presi coltello e forchetta,portavo alla bocca piccoli pezzi di carne.
 
 “Io sono una nobile,quindi l’educazione prima di tutto.” – pensavo.
 
Sentivo il suo sguardo sulla pelle.

- Non c’è bisogno  di tante cerimonie  …Lo guardai scettica.
  •  Avrete fame.
A quelle parole afferrai con le mani la carne che stava nel piatto e morsi con foga. Mi versò del vino e lo bevvi.
  •  Assaggiate una di queste mele.
  •  No,è avvelenata!
  • Non avrebbe senso uccidervi,mi servite ancora. – disse e sorrise,o meglio ghignò.
 
Mi facevano un po’ pena quei pirati: pesavano,forse,che io fossi così stupida?  Credevano che fossi la persona che stavano cercando,ma non era così. Se tutto fosse andato secondo i piani ...
  • è a casa,sano e salvo. Su Elisabeth resisti!” – dissi a me stessa.  I ricordi mi fecero viaggiare a molto tempo addietro …
 
 Anni orsono,quando lo conobbi,ero su una nave diretta a Port Royal;lo vidi in acqua privo di sensi. Diedi l’allarme e lo issarono a bordo. Gli trovai il medaglione al collo,pensando che fosse un pirata:glielo presi.
Riprese i sensi,quando lo accarezzai. Ebbe il tempo di dirmi il suo nome e io il mio,che perse di nuovo i sensi.
 
  • Lo faccio per Will. – affermai,tornata alla realtà,abbandonando quello che era il più bel ricordo che avevo di lui...
___________________________________________________________________________
[Jack]
Avevamo la rotta. L’Isla de Muerta,non era facile da raggiungere,ma già in lontananza,si vedeva il cimitero delle navi che avevano cercato di raggiungerla.  Nessuno sopravviveva.
“ La cosa peggiore è incontrare faccia di polpo. Mi vengono i brividi solo a pensarci.
  • Allora la rotta è giusta? – mi chiese Will. Aveva appena finito di spiegare le vele,come gli avevo ordinato di fare.
Con il vendo a favore fu molto più semplice viaggiare.
  • Sì,certo ragazzo. Vedi quelle navi? È la rotta giusta.
 
Mi ritirai sotto coperta a bere rum. Becket ne aveva fatto mettere casse intere. Fortunatamente il ragazzo non beveva.
 
“ Oh, Rum,perché sei tu Rum?”
 
Lo stavo sorseggiando,quando Will,entrò senza preavviso nella stanza.
Mi guardò,poi guardò le bottiglie che avevo in mano;io guardai lui,e nascosi le bottiglie dietro la schiena.
  • È questo che fai per tutto il giorno? – si informò Will.
  • Può anche darsi … ma dimmi più tosto che sta succedendo?
  • La compagnia delle Indie Orientali ci ha raggiunti …
  • COSA! … Becket …
 
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[Jack]
 
  • È tutta colpa tua. – dissi,rivolgendomi a Will.
Lo guardai. Okay, lo volevo strozzare,ma legato come un salame era: impossibile.
  • Bene,bene. Sei di nuovo mio prigioniero,Jack. – si intromise Becket.
 
Ci guardava come … prigionieri, magari lo eravamo,ma io non ero unprigioniero qualunque: ero il Capitan Jack Sparrow. 
 
  • Non pensare,scapperò di nuovo. – dissi,senza guardarlo.
 
Avrei pagato per sapere cosa diavolo stesse pensando: magari pensava : " L'ho catturato,lo riporto a Port Royal e lo faccio impiccare." 
  • Ah! E come farai il tuo compare è qua:vicino a te. - rise lui.
 "Compare? Chi lui? Ma no! Non dire queste cose così mi  sento male ...Scusa Will " - pensavo. 
  • Ti sbagli non è mio compare … se dovessi scegliere tra una donna, un cane e un imbecille … - tentai di  dire ... ma  ...
 
  • Sceglieresti la donna? – anticipò Will.
 
“Dove il caro e vecchio Sputa Fuoco aveva sbagliato? Probabilmente: nel lasciarlo solo durante l’infanzia …” –  a volte avevo bisogno di parlare con me stesso,avevo bisogno di ragionare con un esperto.
 
  • No, sceglierei il cane! – corressi.
 
Ci rinchiusero in una stanza. Mi avvicinai alla porta per sentire cosa Becket ordinava.
  • Andiamo a Isla de Muerta,per riprenderci Elisabeth e poi scarichiamo quei due su qualche isola. Non moriranno per il sole,moriranno di fame.
 
“Di nuovo,no!”
 
Detti un calci alla porta,ne ruppi il vetro.
 
  • Eh … allora andiamo nella stessa direzione? – chiesi,facendo finta di non notare il mio “guaio”.
  • Tu! Come osi rompere i vetri della mia bellissima nave! – rispose il capitano
della nave.
  • Bellissima? Ti do un consiglio: non ti conviene farci morire …
  • Per quale motivo? 
  • I pirati che hanno rapito la ragazza,sono stati maledetti e sono immortali e io so come farli uscire .... – cercai di spiegare,ma  …
  • Cosa!? Ma non farmi ridere! – disse Becket,non lasciandomi finire.
 
“Okay,io ci ho provato. Non ha voluto ascoltarmi,peggio per lui.”
 
  • Jack, cosa speri di ottenere? – mi sussurrò Will.
  • Da lui niente,ma se vuoi salvare Elisabeth,ti conviene scappare e raggiungere Isla de Muerta prima di loro. – risposi.
  • Per quale motivo?
  • Perché la uccideranno,non appena scopriranno che lei non è figlia di Bill Turner.
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[Will]
  • Mio padre?
  • Vedi,quell’amuleto che aveva al collo:è un pezzo del  tesoro,che ha maledetto la mia ex ciurma;il rimedio per toglierla è recuperare il pezzi e pagare con il sangue di tutti quelli che hanno preso il tesoro. Tuo padre era tra questi.
  • Quindi,è me che stavano cercando e non Elisabeth?
  • Ci sei arrivato?!
Le mie domande lo infastidivano. Lo percepivo dal fatto che rispondeva in modo sarcastico. Adoravo farlo arrabbiare.
 
Sentivo strani rumori,guardai Jack. Si era tolto le catene.
 
“Sorprendente! Allora non è solo un ubriacone!”
 
- Hai un piano,vero? 
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Note dell’autrice.
Salve. Ecco il secondo capitolo della mia storia. Volevo solo dirvi che i dialoghi saranno evidenziati da punti o trattini ( il punto è che avevo scritto i dialoghi evidenziati dai trattini ... credo di non essere ancora pratica ... quindi cercate di capirmi , vi chiedo solo questo.) e i pensieri dei personaggi dalle virgolette . Inoltre ringrazio chi ha  solo letto la mia storia e ringrazio Alexia Sparrow per aver recensito il primo capitolo e per avermi fatto notare i miei errori : un grosso grazie Alexia! ^.^
Ciao alla prossima.

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Capitolo 3
*** Isla de Muerta ***


Capitolo 3 : Isla de Muerta.
[Will]

Avevamo ripreso possesso dell’Interceptor,stavamo viaggiando con il vento favorevole. Mi ero sorpreso quando il Capitano si era liberato dalle manette,aveva distratto e tramortito le guardie e poi svelti,eravamo saliti sull’altra nave. Era davvero abile,il vecchio Jack.

« Dai dimmi, come hai fatto? » gli avevo chiesto,appena ci eravamo allontanati dalla portata dei cannoni della nave di Becket.
«Segreto professionale.»  rise.

Mi aveva colpito,non era una risata di vanto,né di felicità: era nostalgica. Forse qualcun altro gli aveva, in passato, fatto la stessa domanda,avendolo visto in azione.
Mi voltai,dietro di noi il sole stava per tramontare. L’orizzonte,a poppa ,si era tinto di colori caldi,mentre, quello davanti, aveva le sfumature fredde del blu. Si incominciava ad intravedere la forma dell’isola,quasi trasparente,per la lontananza. Jack si trovava sulla prua,sembrava pensieroso.
Forse ripensava al tradimento della sua ciurma,o,meglio,a come avrebbe potuto far loro pagare tutto ciò che aveva subito. Rimuginavo sul suo passato ormai da giorni. Quanti anni potevano essere passati? E poi come conobbe Becket?
Avevo molte domande anche su mio padre,ma qualcosa mi tratteneva: la paura di scoprire che ero, esattamente,come lui.
 Ero … rimasto solo per trent’anni: ancora sentivo il bisogno di saperne di più. Sentivo il bisogno di conoscere,di immaginare,come poteva essere quel  Bill Turner,che io non ebbi opportunità di conoscere bene.
Mi feci coraggio e glielo chiesi,anche per togliermi il dubbio. Prima che rispondesse fece una pausa,che durò una eternità,per me.

« Vuoi davvero saperlo?»  mi chiese,rimandando quella,dannatissima,risposta.

Prima di rispondere –a  mia volta – alzai gli occhi al cielo,aveva assunto sfumature,che neanche il più abile dei pittori avrebbe potuto dipingerlo;che definire “Belle”, era offensivo; cercavo,in quel gioco di colori,un segno, un qualcosa che mi facesse cambiare risposta.
Acconsentii. La tensione mi stava opprimendo.

«Era un brav’uomo,un buon marinaio, devo dire. Ed era anche un buon amico,il migliore…» rispose.

Mi tremò il cuore. Erano semplici parole,ma accostate in questo modo e con quel tono malinconico,pieno di rimpianti,le faceva suonare in modo particolare.

«Queste … parole le pensi o sono solo dette al vento?» chiesi.

« Le penso sul serio.»  fu l’ultima frase che sentii con quel tono.

Poggiai – di nuovo – lo sguardo all’orizzonte davanti a noi. L’isola era più chiara,si distingueva bene.
I pensieri volarono alla mia Elisabeth. Il mio cuore cominciò a perdere battiti,al solo pensiero di rivederla.
L’amavo,come negarlo. Mi sarei spinto oltre i confini del mondo,solo per salvarla.
Eravamo quasi arrivati.

“Elisabeth,sono qui!”

Avrei voluto che questo pensiero la raggiungesse …
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[Elisabeth]
 "Will?"
Mi ero girata a guardare indietro,quando un brivido mi aveva attraversato la spina dorsale. Mi era,improvvisamente, venuto in mente lui.
Quello che le mie retine erano riuscite a catturare,nonostante,la lontananza e l’oscurità:erano dei punti bianchi,sfocati.

“Will … come è possibile?!”

Mi strattonarono,così fui costretta a girarmi di nuovo avanti. Mi portarono vicino al loro capitano;ovunque il mio sguardo si girasse,vedeva solo : dobloni,corone e gioielli.
Quello che stavo cercando era una via di fuga,ma non ve ne erano.
 
Cominciavo ad essere in contrasto con me stessa:
una parte di me avrebbe voluto che Will arrivasse al più presto possibile;un’altra che arrivasse,ma non si facesse scoprire,altrimenti avrei dovuto dire addio al mio lavoro e … l’altra parte ancora che questa sensazione fosse soltanto nostalgia.
Un ricordo del passato – che non poteva essere rimosso – non tardò ad arrivare e mi fece male.

“ Non è qui,Elisabeth?” – cercavo di convincermi,ma fu inutile.
 
«È pronta per cominciare,miss Turner?»solo quella voce poteva destarmi dai miei pensieri.
Sentivo quegli occhi sulla pelle.
“ Non guardarmi!”
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[Jack]
Avevamo appena attraccato. Avevo poggiato il piede destro sulla sottile sabbia dell’isola. Questa sarebbe stata la meta, se loro non si fossero ammutinati: volevano tutto per loro.
Finalmente,mi sarei ripreso ciò che mi spettava.
Ricordavo ancora le parole di derisione di Hector.
 
Mi lasciò su quella piccola isoletta,con nient’altro che un nome e una pistola,da un solo colpo.
Se sperava che mi sparassi,si sbagliava: io lo conservavo per lui.
 
« Eccoci,Isla de Muerta!»  dissi.
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Note dell’autrice.
Eccoci al terzo capitolo.
Ancora una volta,ringrazio Alexia Sparrow per aver recensito i capitoli precedenti e tutti coloro che leggono la mia storia.  GRAZIE .
Fate felici Jack : bevete rum!
 
Al prossimo capitolo,ciurma! :) 

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Capitolo 4
*** Il passato non può tornare. ***


 CAPITOLO 4: Il passato non può tornare.
 [Elisabeth]
 
Mi stava ancora fissando.
 
«Ha paura? » mi chiese.
«Perché? Dovrei?» risposi,fredda e distaccata.
 
Avevo altro a cui pensare.
 
«Bene,signori – fece ai suoi – per lunghi anni abbiamo sopportato questa orrenda maledizione,fame e sete,ma ora abbiamo anche l’ultimo pezzo.»

Le urla della ciurma gli facevano da sottofondo. L’agitazione si faceva strada nelle mie vene. Mi afferrò la mano destra,quella più vicina a lui. Praticò un piccolo taglio sul palmo e mi fece stringere il medaglione,per poi farlo cadere sulle altre.

Nell’atterraggio emise un suono secco e acuto.

Tutti rimasero in silenzio,per alcuni minuti; sentivo l’adrenalina attraversarmi la schiena. Sorrisi,senza farmi notare. Sapevo che non avrebbe funzionato.
I loro volti,imperlati di sudore,si fecero interrogativi. Nessuno riusciva a profelare verbo.

«Avrà funzionato?» chiese uno di loro,il più coraggioso.

Vidi Barbossa estrarre un’arma e far fuoco.
Niente sangue,nessun tonfo per un corpo caduto e soprattutto nessun urlo straziante di dolore.
S’insospettirono. Il pirata accanto a me riprese tra le mani il medaglione macchiato di scarlatto:lo osservò attentamente.

«Tu! Sei o  no figlia di Bill Turner?» chiese adirato.
«Spiacente – risposi,con voce da falsa dispiaciuta – avete preso la persona sbagliata …»

Prima che potessi reagire – o meglio,fare qualunque altra cosa – caddi,quando rinvenni : sentii un dolore allucinante alla guancia destra ,mentre l’altra era fredda e bagnata.
Qualcuno mi stava accarezzando. Mi voltai per vedere chi era …
Sgranai gli occhi …

«Cosa ci fai … qui?»
«Non ho tempo di spiegare,seguimi,presto! » esclamò.
 
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[Jack]
«Allora hai capito? Resteremo nascosti …»
«Sì,sì, ho capito.»
 
Che lui non mi abbia ascoltato era logico: stava fissando la ragazza: non poteva darmi retta …
 
«Ma colpirmi con un remo,solo perché gli avevo impedito di andarsene … è tutt’altra cosa,eh!»  borbottai.
 
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[Elisabet]
 «Will cosa ci fai qui? » chiesi preoccupata.
 
Avevo sperato che tutta quella sensazione fosse solo un’illusione … e invece,eccoci lì,in quello che potevo considerare un nascondiglio,mentre tenevo la sua mano.
 
«Sono venuto a salvarti … ma piuttosto, perché non mi hai detto che cercavano me? Ti rendi conto che potevano ucciderti?» sussurrò.
 
Sembrava più ansioso di me,forse lo era.
Sorrisi,ero felice: l’uomo che amavo era lì,con le nostre mani unite.
Niente e nessuno mi avrebbe fatto abbandonare la presa su di esse.

«Può darsi … che io lo sapessi,ma per te avrei fatto qualunque cosa. »  mi espressi.

Lo sentii stringere la presa sulla mia mano,forse quella “quasi confessione” gli aveva fatto piacere.
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[Jack]

Stavo gironzolando – o barcollando,non saprei dirlo,con certezza – nella grotta,quando sentii un motivetto che conoscevo molto bene:quello che fece sorridere,non era la canzone,bensì la voce che continuava a intonare la stessa strofa.
Quindici uomini sulla cassa
Del morto
Yohohoh e una bottiglia di rum.
 
E poi … più lentamente un’altra strofa.
 
Yohoho la spada,il corvo
E il mare …
Sono i veri amici di noi
Pirati …
 
“ Il vecchio Mastro Gibs ha la pellaccia dura,come il guscio delle tartarughe.” – mi ritrovai a pensare,tra un accenno di un sorriso.
 
Mi diressi verso quella che sembrava la direzione da cui proveniva: e lì lo trovai,incatenato.
 «Ti hanno risparmiato a quanto vedo. »  enunciai.
 Sussultò appena udì la mia voce.
«Per l’amor del cielo,Jack,mi hai fatto prendere un colpo!» esclamò,si era poggiato una mano sul petto,per lo spavento.
Ci bastò un’occhiata per dirci tutto,per raccontare le nostre avventure sfortunate,se così le potevamo chiamare.
Non sapevo che fine avesse fatto,dopo che mi abbandonarono sull’isola,ma sapevo che lui sarebbe riuscito a scappare,in un modo o nell’altro. Da come era conciato: se l’era spassata.
___________________________________________________________________________
Erano passati solamente due anni,da quando ero diventato Capitano della Perla.
Era  un giorno di pioggia,avevamo attraccato per fare rifornimenti. In quello stesso giorno l’incontrai.
Appena i miei occhi si poggiarono su di lui,sapevano che sarebbe presto diventato un amico,un amico che mi avrebbe aiutato e che io potevo maltrattare.
Fu proprio così. Lui ben presto divenne un amico,che – a mio dispiacere – si scolava tutte le mie bottiglie di rum!

_____________________________________________________________________
Un sorriso amaro scacciò i ricordi.
«Cosa ti porta qui Jack?  La vendetta o l’oro?» mi domandò ad un tratto,Gibs.
Non sapevo proprio che rispondere. L’oro? No. Non volevo prendermi la maledizione anch’io,mangiare e bere – soprattutto bere, il rum,s’intende – erano le mie cose preferite.
La vendetta? Forse. Avrei voluto fargliela pagare per tutto.
«Sai,infondo la vendetta sarebbe la risposta corretta,ma io sono qui per riscattare l’onore di capitano …  »
Feci una pausa,che fosse stata per prendere fiato o per ricordarmi che non ero più quello che fui in passato,non avrei saputo dirlo.
«Che ero …»  aggiunsi.
 _________________________________________________________________________
«L’accordo è saldato,Capitan Jack Sparrow! »
Finalmente,la mia bellissima nave,la più veloce, che nessuno riusciva a raggiungerla: mia … era MIA!
La stavo ammirando,quando il contrattatore mi detestò dalla sua bellezza;dalla lucentezza del colore nero.
«Ma … ricordati: sarai capitano della Perla per tredici anni,né uno di più né uno di meno,sono stato abbastanza chiaro,Sparrow?»
Metteva i brividi. Come faceva a far muovere quei … quei tentacoli indistintamente. Non riuscivo proprio a guardarlo.
 
«Tredici anni.»  ripetei.
 
Lo vidi sparire con la sua nave,l’Olandese Volante, e la sua – mostruosa – ciurma nella profondità degli abissi.
In quel momento non ci avevo pensato,ma passati i tredici anni,anche io avrei dovuto salire a bordo di quella nave,dal colore verdognolo,per le alghe che vi si erano ben incollate.
Dopo anni che conoscevo testa di polpo,ma ancora mi chiedevo : come mai aveva una testa di polpo?
“ Io adoro i delfini,non poteva avere una testa di delfino,no?” – mi venne da pensare.
 
Salpai subito. Mi diressi a Tortuga e arruolai una ciurma.
Tra i miei nuovi compagni di mare,c’era anche il mio vecchio amico,Hector Barbossa.
Quante battaglie,quante fughe,quanti colpi di spada,sempre fianco a fianco.
Mi fidavo di lui. Pensavo che sarebbe accorso a salvarmi se ce ne fosse stato bisogno,così avrei fatto anche …io,se solo lui … non fosse stato così sciocco.
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Quella conversazione riportava alla luce troppi flash back; troppe emozioni e troppi rimpianti.
«Jack? A cosa stai pensando?»
Gibs,sapeva che qualcosa in me non andava: non era da  me essere così silenzioso,ma in quel momento,il silenzio sembrava portar via un po’ di peso dalla mia coscienza,dal mio animo.
«Ad un passato che  non può tornare,che non devo rinvangare. »  sospirai.
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Note dell’autrice.
WOW,QUARTO!
Visto che mi ero dimenticata di ringraziare nel capitolo precedente Alice_ Tarrant 99,lo faccio adesso.
Ti ringrazio di cuore.  Ringrazio anche tutti quelli che hanno,solamente,letto la mia storia.
E ringrazio anche Alexia Sparrow,che puntualmente recensisce  i miei capitoli.
Come starete notando miglioro (spero ^_^”) di volta in volta.
Ciaooo,al prossimo capitolo.

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Capitolo 5
*** Verso un nuovo inizio. ***


 
Capitolo 5: Verso un nuovo inizio.
 
 Terzo giorno di navigazione. Direzione: Port Royal.

 [Will]

Il viaggio di ritorno fu lento e lungo, io ed Elisabeth ci incontravamo di nascosto. Dopo l’arresto di Jack e più o meno anche il mio,non mi era permesso di avvicinarmi a lei.  E poi non voleva che suo padre si facesse un’idea sbagliata,anche se non lo era così tanto.
Eravamo solo innamorati. Non lo abbiamo mai voluto noi,ma è accaduto. Dovevo ammetterlo anch’io avevo un po’  di timore: lei figlia di un Governatore e io,un umile fabbro, figlio di un pirata. La situazione non era messa bene.

“ Quale futuro poteva mai esserci?” mi venne da pensare.

Ma … quel magnifico,mozzafiato  di un sorriso,che lei mostrava solo quando eravamo da soli, mi fece cambiare idea.
Ci nascondevamo nel sottoscala,nessuno  ci andava mai a controllare. Per  due  notti fu quella la nostra dimora. A volte salivamo e passeggiavamo sul ponte al chiaro di luna,poi,prima che si levasse l’alba,la riportavo nella sua camera.  Un ultimo bacio e poi la lasciavo riposare.
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[Jack]

“Ah! Ma guardateli … io sto per morire e quei due si tengono per mano …

Mi ricordano tanto me e quella ragazza ispanica.”
Angelica. Un nome che poteva dire tutto su quella ragazza …

« Certo che ti sei dato da fare,eh ragazzo!»
Si voltò di scatto.
«Come diavolo fai? No! Spiegamelo!»

Un sospiro di stanchezza mi fece viaggiare con i ricordi.
Quando tornai alla realtà,lui stava ancora aspettando la mia risposta.

«Pensavo che lo  sapessi … è un segreto …»

Mi allontanai,stavo per tornare nella mia “gabbia”.

«Jack …»
«Sì » risposi senza voltarmi.
«Nulla …»
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 [Will]

Non avevo il coraggio,non volevo che si sentisse più triste,anche se lo era già. Per me c’era stato uno sconto di pena:avrei solo dovuto pagare una tassa,ma per lui fu tutto diverso. La Forca lo attendeva.
Mi dispiaceva … infondo ci aveva aiutati.
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Mi fece segno: così uscii dal mio nascondiglio.
Quando il pirata mi vide,fu sorpreso all’inizio,ma poi cominciò a ridere sguaiatamente.

« Tutto qui,Jack? »      

Voltai il mio sguardo verso di lui.  Nei suoi occhi si leggevano perfettamente : “ Ho vinto,amico!”
 
«No. Non è tutto qui …» rispose,sguainando la spada.


Dopodiché  iniziò un’aspra battaglia trai due pirati; io – come da programma – mi ero recato vicino al forziere Azteco; presi tra le mani il vecchio medaglione,che mio padre  tanti anni orsono mi regalò,era macchiato : sangue innocente aveva macchiato un simile oggetto maledetto.
 
Erano passati una manciata di minuti dall’inizio dei combattimenti,sia all’interno che all’estero.
All’interno,c’erano i due vecchi amici –ora nemici – che incrociavano ed evitavano i colpi di spada dell’altro.
All’esterno,sicuramente, i pirati stavano combattendo con  quelli che le persone definivano “Buoni” o “ La Giustizia”. Da quello che avevo imparato in quei giorni era che non c’era giustizia in quelle acque: poiché essa è fatta di punti di vista,ognuno difende la propria parte.
 
 
«Will,adesso! » mi urlò.

Era il mio turno. Mi tagliai la mano e macchiai il medaglione e lo feci cadere sugli altri.
Sentii un colpo di pistola.
Era tutto finito.

Tolta la maledizione  i pirati uno dopo l’altro si erano arresi; Lui aveva ucciso il loro capitano.
La Marina era scesa a terra,così come Elisabeth. Mi era corsa incontro,mentre  lui  cercava  una corona adatta a sé: si sapeva che era il Re.
Ci ritrovammo dei fucili spianati contro: il Governatore Swan fu felice di riabbracciare la figlia,che si era staccata da me;Becket ,invece,fu felice di rivedere Jack …
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 Due giorni dopo …  Luogo : Port Royal.
 
[Jack]

 Dopo quello che avevo fatto,ecco il loro ringraziamento …

« Lo sai : ti sta bene quella corda intorno al collo,Jack.» sghignazzò Becket.

Lo guardai torvo.  Era davvero felice di avermi catturato e mandato sulla forca.
“Povero,mi fai pena.” Forse avrei dovuto dirglielo …

“Non hanno più rispetto per i pirati …”

«Bene, Jack Sparrow …»               “Capitan.  Perché l’omettono sempre?”
 
«Per i crimini da te commessi,è condannato alla forca. » disse riferendosi a me.

«Proceda.» aggiuse,riferendosi questa volta al tipo che aveva la mano sulla leva.
 
Egli,al segnale, abbassò la leva e la botola sotto i miei piedi si abbassò. La corda intorno al collo si era stretta,ma non troppo,riuscivo ancora a respirare.

“ Certo che le sue spade trapassano qualsiasi cosa …”

Con un movimento fulmineo,Will aveva lanciato una spada,da lui forgiata,che mi teneva in equilibrio.
Si scatenò  un po’ di caos,  ne approfittai per scappare.
 
Al largo mi stavano aspettando: Gibs con la mia amata Perla.
 
 
«Ti avevo detto : rispetta il codice.»  lo sgridai.
 
Il codice dei pirati era chiarissimo: se un pirata rimane indietro,indietro deve essere lasciato.
«Sono contento che tu non mi abbia dato retta.» aggiunsi.
 
«Qual è la rotta,Capitano?»  scandì l’ultima parola.
 
Ah! Quanto adoravo quella parola: capitano. Era melodia,la più bella, alle mie orecchie.
Presi la mia bussola,per rispondere alla sua domanda.
«Nord. Spiegate le vele.»  ordinai.
Era il momento di salpare verso un nuovo inizio.
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Salveee!
Scusate se non ho aggiornato ieri,ma ero troppo indaffarata. Comunque spero che abbiate passato un gioioso San Valentino. Io l’ho passato al cinema con le mie amiche.
Spero che questo capitolo vi piaccia.
Ossequi.
Caramelloalcioccolato.

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Capitolo 6
*** Lo scrigno ***


Capitolo 6 : Lo Scrigno.

due anni dopo …

[Jack]
Erano passati due anni da quando scappai da Port Royal,da quando,in lontananza, vidi Will ed Elisabeth  scambiarsi un lungo bacio.
Erano passati due anni da quando uccisi un mio subordinato.
Erano passati due misere  settimane da quando Devy Jones era riuscito a catturarmi e rinchiudermi nel suo scrigno.
Non mi ero opposto quando la sua bestiola comparve,mentre tutti scappavano,io rimasi lì.
 
«Scappi sempre davanti ai pericoli.»
«No mai!»
«Si sempre!»
 
“Scappi sempre …”
Quelle parole mi rimbombavano nella testa.
Mi abbandonai al mio destino: con la consapevolezza che sarei tornato.
«Un capitano affonda con la propria nave,eh!?» un ultimo sospiro eroico,per un eroe che doveva abbandonare la scena per un altro eroe che lo avrebbe sostituito.
 
Mi ritrovai su un’isoletta: senza un bava di vento,senza  qualcuno da comandare,senza il mio Rum!
Era un grossissimo problema – per me,ovvio – stare in astinenza da rum!
Ma,in cuor mio,sapevo che presto qualcuno sarebbe venuto. Qualcuno avrebbe avuto,sicuramente,bisogno del vecchio e caro Capitan Jack Sparrow: ma questa volta non c’erano donzelle in pericolo,nessun attacco di pirati,ma di un nemico comune a tutti loro,un personaggio alquanto bizzarro.
Passavo le mie giornate a comandare a bacchetta una ciurma fatta da tantissimi “me”,parlando da solo e sparando colpi al “vento” per una nocciolina. Mi sentivo così stupido,ma era un modo per non annoiasi,nell’attesa …

«Questo è il tuo famoso scrigno,Devy … »
 
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[Will]
Sotto i nostri occhi increduli,Tia Dalma   ci aveva mostrato che le pazzie non finiscono solo quando si crede che esse siano finite;sotto i nostri occhi si materializzò uno che doveva essere morto,all’incirca da due anni,ma eccolo lì: più in forma che mai,pronto a condurci dove nessuno avrebbe il coraggio  di andare,lo scrigno di Devy Jones.
Ci eravamo messi all’opera,ma prima di tutto ci voleva una mappa. Dovetti andare a Singapore,ma mi catturarono.  Il piano era andato in fumo per causa mia,ma fu difficile anche per me. Mi tennero in una vasca piena d’acqua,finché i miei alleati non giunsero li davanti a Sao Feng,uno dei nove pirati nobili,che presto avremmo rincontrato alla Baia dei Relitti.
 I miei polmoni stavano per cedere.
 
Si scatenò il caos quando fece irruzione la compagnia delle Indie Orientali,ma avemmo il tempo di contrattare con Sao Feng e si scappare con la mappa.
 
Questa non era carta accurata,conduceva in molti più posti. Quello che non riuscivo a capire era  la scritta “Green Flash”.
«Vi dispiace interpretare,Capitan Barbossa?» Chiesi.
Si girò verso Gibs.
«Il vostro sguardo si è mai poggiato su un Verde Baleno,mastro Gibs?»
Gibs si voltò,chiamato dal proprio nome,annuì.
«Devo ammetterlo : ho visto anche questo.  C’è chi in tutta una vita non lo vedrà mai, c’ è chi in tutta la vita lo ha già visto e c’è chi dice che è il segnale che un’anima rimette i piedi in questo mondo da quello dei morti.»
Barbossa mi fissò nuovamente,ridandomi la carta.
«Non preoccupatevi,mastro Turner,il problema non è: affondare nella terra dei morti,è riemergerne. »
Il ché mi fece pensare,quindi dovremmo morire per raggiungere  Jack? La risposta fu sì!
 
Approdammo su un’isoletta,poco dopo : la Perla scese da una duna e prese il largo. Jack scese a terra e noi tutti gli corremmo incontro. Mi sembrava un po’ strano.
Ci guardammo .
“ astinenza da rum!”
[Jack]
Lo sapevo avevano bisogno di me,della mia Perla. Sono venuti fin qui solo per questo.
Ora i problemi erano molteplici:
  1. Chi era il capitano? Io o Hector?
  2. Come ritorniamo nella terra dei vivi?
  3. Come sconfiggo il mio peggior incubo,prima che mi riporti in quel postaccio?
 
Tre interrogativi che mi ronzavano i  testa,mentre davo un’occhiata alla carta. Mi fermai a “ Up and Down”
 «Queste cose non hanno alcun senso.»
E mi ritrovai a parlare con me stesso – o con due piccoli me – finché non mi illuminai.
«Non dice tramonta ma  cala e sale. Yup!»
Dovevo escogitare un modo per dirlo agli altri.

“Nah! Meglio farfugliare da solo e mettersi a correre da una parta all’altra della nave fino a quando il mio piano non è portato al termine.”

«Sono un genio! » mi dissi infine.

Per capire quella mappa ci voleva il mio intuito,altrimenti questi avrebbero navigato su questo mare per sempre.
Girata la nave al contrario,non ci spettava che attendere che il sole tramontasse.  Emergemmo nel mondo dei vivi. Quello che successe dopo fu troppo veloce per i miei occhi.
C’erano troppe cose che dovevo fare per coloro che mi puntavano armi contro.

Non mi fidavo di nessuno. Non mi ero mai fidato di nessuno.
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Salve!
Scusate il ritardo con cui aggiorno,ma la settimana scorsa ero tornata da una gita e non ho avuto il tempo di scrivere ... spero che questo aggionamento vi sia gradito ^_^
Ringrazio Alexia Sparrow per aver recensito il precedente capitolo.
Ah! mi stavo dimenticando ... non sono sicura di riuscire ad aggiornare presto, poichè la prossima settimana inizieranno le interrogazioni e compiti in classe,chiedo scusa per il disagio!
Ossequi.
Caramelloalcioccolato.

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