Felix Felicis

di Severus00
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hogwarts ***
Capitolo 2: *** La lettera di Viktor ***
Capitolo 3: *** Punizioni e sorprese ***
Capitolo 4: *** Sguardi ***
Capitolo 5: *** Passato e Presente ***
Capitolo 6: *** La biblioteca ***
Capitolo 7: *** La gita a Hogsmeade ***
Capitolo 8: *** Il segreto ***
Capitolo 9: *** Lacrime di fenice ***
Capitolo 10: *** Sentimenti contrastanti ***
Capitolo 11: *** Baci rubati ***
Capitolo 12: *** Amortentia ***
Capitolo 13: *** Gelosia ***
Capitolo 14: *** Come il primo,più del primo ***
Capitolo 15: *** E' un addio? ***
Capitolo 16: *** Appuntamenti ***
Capitolo 17: *** Just friends ***
Capitolo 18: *** Un gioco... ***
Capitolo 19: *** Non lasciarmi andare ***
Capitolo 20: *** San Valentino ***
Capitolo 21: *** Un'offerta importante... ***
Capitolo 22: *** Ti mancherò? ***
Capitolo 23: *** Solo per tre mesi ***
Capitolo 24: *** Avevo bisogno di te! ***



Capitolo 1
*** Hogwarts ***


L'estate era finita e il primo settembre era arrivato velocemente. 
In un quartiere babbano qualunque,una bella ragazza era ancora addormantata sotto le coperte candide e profumate,fino a che...
"Hermione! Forza tesoro svegliati,o farai tardi per prendere il treno!"
Hermione Jean Granger,la più formidabile studentessa di Hogwarts,aveva ormai 18 anni;non era più una bambina,lei aveva affrontato una guerra che era finita poco prima dell'estate. Il ricordo,però,era ancora nitido nella sua mente. Come si può cancellare una cosa del genere? Come si può dimenticare Lord Voldemort e la sua schiera di fedeli Mangiamorte? 
Ma quella mattina Hermione si svegliò entusiasta,era felice di tornare ad Hogwarts perchè avrebbe incontrato i suoi amici...tutti tranne Harry e Ron che avevano deciso di non frequentare più la scuola,ma di seguire il loro sogno,cioè diventare Auror. Hermione e la sua amica Ginny,che era anche la fidanzata del Prescelto,erano molto dispiaciute,ma capirono che questa cosa era molto importante per i due amici.
Hermione,comunque,aveva deciso di finire la scuola e solo dopo quell'anno si sarebbe concentrata davvero su quello che voleva realmente fare. 
Il baule per andare ad Hogwarts era già pronto da una settimana,ma Hermione aveva la netta sensazione di essersi scordata qualcosa,così ricontrollò all'interno del baule e vide tutti i libri che le servivano: Trasfigurazione,Pozioni,Incantesimi,Rune Antiche,Erbologia,Storia della Magia,Artimanzia e altri milioni di volumi che Hermione aveva portato per lo studio. Naturalmente voleva passare con il massimo dei voti come,d'altronde,era sempre accaduto negli anni precendenti.
Dato che era già tardi Hermione si cambiò in fretta,prese la sua bacchetta,il baule e si diresse verso il soggiorno,dove suo padre e sua madre la stavano attendendo. Quando arrivò davanti ai genitori,essi le rivolsero un sorriso a trentadue denti e la accompagnarono al binario. Hermione dovette spedire i suoi genitori al San Mungo,quella estate,per far sì che essi si ricordassero almeno che lei era sua figlia; infatti la ragazza,prima della battaglia,dovette fare un incantesimo di memoria ai suoi genitori,per non metterli in pericolo. Solo con il vero amore questi incantesimi svaniscono e,naturalmente,l'amore di una madre o di un padre è quello più vero che esista e perciò adesso erano di nuovo una famiglia compatta.
Arrivati a King's Cross Station,Hermione dette una bacio nella guancia a sua madre e ella ricambiò con un abbraccio. 
Hermione attraversò il muro di pietre e si ritrovò davanti al treno con su scritto 'Hogwarts Express',tutti i ricordi degli anni precedenti riaffiorarono nella sua mente fino a quando una voce familiare fece cambiare i suoi pensieri. 
"Hermione! Hermione! Come sono contenta di vederti!" disse la sua migliore amica Ginny Weasley  mentre correva verso di lei. 
"Ginny,tesoro! Mi sei mancata tanto! Vieni fatti abbracciare!" disse Hermione.
Si strinsero forte,prima di salire sul treno che le avrebbe condotte alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Il viaggiò sembrò durare pochissimo ed in un batter d'occhio Hermione si trovò nella Sala Grande ad assistere alla Cerimonia dello Smistamento. Si ricordò dell'ansia che provò quel giorno,precisamente sette anni fa,quando il Cappello Parlante le disse con voce sonante "GRIFONDORO". Si ricordava perfettamente tutto di quella Cerimonia,perfino la canzoncina del Cappello Parlante che descriveva le quattro case della Scuola... 'E' forse Grifondoro la vostra via,culla di coraggiosi di cuore:audacia,fegato,cavalleria fan di quel luogo uno splendore'. Hermione sorrise,pensando che quell'anno sarebbe stato il più bello della sua vita. 

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Capitolo 2
*** La lettera di Viktor ***


Hermione Granger era la strega più brillante della sua età,questo ormai era ben noto a chiunque frequentasse Hogwarts,ed era diventata una voce sempre più veritiera da quando aveva combattuto a fianco di Harry e Ron per liberare in mondo magico da Lord Voldemort. Sì,Hermione non aveva più paura a pronuciare quel nome,perchè lui era morto trascinando con sè tutto il male che aveva provocato negli anni precedenti.
Adesso la ragazza si trovava a passeggiare sulle sponde del Lago Nero,osservando quella scuola che era stata ricostruita nel corso dell'estate...però tutto era cambiato,ed anche Hermione non era più la stessa. Non era più la bambina con la pelle candida,aveva cicatrici dappertutto che ogni volta le ricordavano di non essere una strega con il sangue puro. Non era più la bambina con i capelli ricci ed indomabili,i suoi capelli erano liscissimi come degli spaghetti. Non era più la bambina che si vestiva sempre con la divisa di Grifondoro,era una donna elegante e,qualche volta,anche provocante. Non era più la bambina che provava piacere nel sentirsi chiamare 'insopportabile so-tutto-io',la guerra l'aveva plasmata e lei era diventata una donna,una bellissima donna nel fiore dell'età.


***

Hermione,notando che stava arrivando la notte,decise di tornare all'interno del castello e si diresse verso la Torre di Grifondoro. Nella sala comune trovò Ginny,intenta a scrivere una lettera. “Ginny,per un attimo ho pensato che tu stessi studiando...” disse Hermione con un tono di sarcasmo.
“Hai pensato male,naturalmente...sto scrivendo una lettera ad Harry,solo Dio sà quanto mi manca!” disse Ginny con gli occhi che sembravano due cuori che pulsavano.
“Finiscila con queste smancerie! Vi siete visti solo due giorni fa alla Tana!” disse Hermione spazientita.
“Hermione tu non capisci...questi due giorni sono stata malissimo,senza vederlo,senza abbracciarlo,senza baciarlo...”
“Ginny smettila su! Tra poco ci sarà la gita ad Hogsmeade e potrete rivedervi...” disse Hermione con un filo di compresione...
Pensava a Viktor e a quanto le faceva male stare così lontana da lui..ormai era tanto che non si vedevano ma si sentivano molto volte alla settima tramite gufo,lui c'era sempre ed Hermione era molto contenta di avere una persona come Viktor al suo fianco. Lei,al Ballo del Ceppo,si era sentita come una principessa...e lui era il suo principe azzurro,anche se al posto del cavallo bianco,c'era una Firebolt.
“Herm...hai ragione! Quest'anno dobbiamo pensare solo a divertirci e...”
“Ed ai M.A.G.O.” disse Hermione con un sorrisetto.
Ginny la guardava tristemente,e con la stessa faccia posò la sua penna d'oca sul tavolo e andò a dormire,pensando che il giorno successivo e per i prossimi mesi avrebbe dovuto studiare senza sosta per ambire a superare gli esami.

La mattina seguente Hermione si svegliò prestissimo,voleva ripassare e controllare se tutto era pronto per la prima giornata di lezioni. Si diresse verso la Sala Grande per fare colazione:era praticamente sola...c'era solo qualche professore e una ragazza sonnambula di Tassorosso.
Un gufo planò all'interno della Sala e poggiò una lettera vicino ad Hermione...la ragazza aprì la lettera velocemente e riconobbe la calligrafia del suo fidanzato.
'Cara Hermione,come va? Spero tutto bene.
Anche a Durmstrang l'anno scolastico è iniziato,anche se non benissimo...abbiamo conosciuto un nuovo insegnate che fa venire la pelle d'oca solo a guardarlo,un pò come il vostro insegnante di Pozioni'
Hermione scoppiò in una risatina e continuò a leggere 'Comunque volevo dirti che ben presto verrò a farti una sorpresa,infatti durante il periodo natalizio credo di poter venire a trovarti,intendo lì ad Hogwarts,così potremmo stare un pò insieme,sempre che a te vada bene.
Aspetto con ansia una tua risposta. Baci,il tuo Viktor.'

Hermione era pazza dalla gioia,il pensiero di poter rivedere il ragazzo non la faceva stare nella pelle! Viktor era sempre il solito imbranato con le lettere,non era cambiato affatto dai tempi in cui la fissava studiare senza dire una parola...Però Hermione si era innamorata proprio di questo...non aveva mai trovato uno come lui.
'Ho paura di essere proprio come Ginny...' pensò la ragazza,sorridendo.
“Granger,mi dispiace interrompere i tuoi pensieri sul principe azzurro e le tue risatine da ragazzina stupida,ma la Preside mi ha chiesto di comunicarti che sei convocata nel suo ufficio,adesso”
La ragazza si girò di colpo e vide l'unica persona che non avrebbe mai voluto incontrare...
Il Principe Mezzosangue la guardava,aspettando un segno di approvazione,e dato che questo tardò ad arrivare,il Professore disse,scandendo bene le parole “Signorina Granger,ha capito o devo inviarle un gufo come ha fatto quello stupido rozzo di Krum?”
Hermione fissava gli occhi neri ed impenetrabili del Professore,come se stesse cercando qualcosa,che però non riuscì a trovare.
“Sì,Professor Piton” le uniche parole che Hermione riuscì a pronunciare.
“Bene,ce l'hai fatta,non avevo tutta la mattinata a disposizione” Piton disse queste parole con un tono sarcastico e andò via facendo svolazzare il mantello nero.
Hermione rimase immobile,persino se qualcuno avesse detto 'Petrificus Totalus',lei sarebbe riuscita,in qualche modo,a muoversi o a parlare.
La ragazza era sbalordita dalla capacità di quell'uomo di farla arrabbiare sempre. Si era promessa di guardare Piton sotto un'altra luce,lui era,senza ombra di dubbio,un eroe...un eroe che non era cambiato...la guerra non aveva distrutto la sua corazza...il suo sarcasmo...ed il suo odio apparente verso i Grifondoro. 


Ciao a tutti ragazzi! Ecco il nuovo capitolo,spero che vi piaccia perché mi sono davvero impegnata molto! Tra stasera e domani uscirà il terzo capitolo.
Bacioni,Camilla. 

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Capitolo 3
*** Punizioni e sorprese ***


Hermione era ancora scossa per il dialogo,se così si può chiamare,tra lei ed il professore di Pozioni. In realtà ogni volta che lui le rivolgeva la parola,Hermione provava una sensazione strana...perlopiù paura. La ragazza non era più la bambina di un tempo,ma l'astio per l'arcigno professore non era cambiato.

***


Cercando di scacciar via questi pensieri,Hermione di diresse a grandi falcate verso l'ufficio della Preside McGranitt...ancora le sembrava un pò strano chiamare la professoressa di Trasfigurazione in quel modo...Preside...
Hermione aveva sempre immaginato la professoressa dietro la cattedra,sotto le vesti di un'insegnante...però aveva sempre pensato che le ultime volontà di Silente andassero rispettate,perché era sicuramente la cosa più giusta da fare. Sì,perché era stato Silente a dare in 'eredità' il suo posto alla McGranitt,lui si fidava ciecamente di lei e così,adesso,tutta la scuola era affidata alla donna.
Hermione bussò due volte alla porta,chiedendosi il motivo per il quale la McGranitt l'avesse convocata così presto. La Preside prese la bacchetta e,con un tocco elegante,aprì la porta,trovandosi davanti Hermione Granger.
"
Hermione,buongiorno,che piacere vederti. Come stai?”disse la Preside con un sguardo materno.
“Professoressa...ehm,Preside! Molto bene,sono contenta anche io di vederla!” disse la studentessa con un pò di imbarazzo. Considerava la McGranitt come una madre,l'aveva letteralemente cresciuta durante gli anni ad Hogwarts:era stata sempre al suo fianco e si prendeva cura di lei per qualcunque cosa.
“Ti starai chiedendo il motivo della mia chiamata” la Granger annuì e la Preside continuò sorridendo “Stai tranquilla,volevo solo chiederti un favore..”
“Sono a sua disposizione,Preside” disse Hermione con un tono pacato.
“Ti spiego: durante l'anno scolastico avevo pensato,insieme ai professori,di organizzare tre feste: una per Halloween,una nel periodo natalizio ed un'altra all'inizio della primavera. Queste feste sono molto importanti per Hogwarts...sai per riprendersi dalla guerra che c'è stata...” la McGranitt fece un sospiro e guardò il ritratto di Albus Silente,poi riprese “Servono per riscattarci,per dimostrare al mondo magico che Hogwarts non molla,ma che continua ad essere la più grande scuola del mondo magico!” la McGranitt disse queste parole in tono fanciullesco:si vedeva che Hogwarts era tutta la sua vita.
“Beh,Preside..è un ottima idea..solo che non ho capito cosa posso fare,io,per lei...” disse la Granger,un pò rossa nel viso.
“Ah,certo! Che sbadata sono...volevo solo chiederti di fare un pò di pubblicità..sai tu sei l'eroina del mondo magico...il punto di riferimento per questa scuola...quindi non c'è nessuno meglio di te!” disse la Preside,che era un pò imbarazzata.
“Sì,certo Preside...per lei questo ed altro!” disse Hermione con un sorriso,tentando di uscire da quella situazione.
“Bene,benissimo Hermione! Sono contenta di poter sempre contare su di te!” disse la McGranitt orgogliosa. Poi riprese “Adesso è meglio che tu faccia veloce o perderai la tua prima lezione di oggi!”
Hermione guardò l'orologio,la lezione sarebbe iniziata tra 5 minuti e perlopiù doveva andare fino ai sotteranei perchè aveva POZIONI,POZIONI CON SEVERUS PITON.
La ragazza rabbrividì e si gettò verso la porta “Grazie Preside,a presto!” La Preside,inaspettatamente disse “Hermione,per te sono Minerva”
La ragazza sorrise e corse verso quella lezione,alla quale sarebbe arrivata sicuramente in ritardo.


***



Hermione corse a più non posso e arrivò finalmente alla porta dell'aula con soli 2 minuti di ritardo,sicuramente Piton non l'avrebbe punita per due minuti,così mise apposto la divisa ed entrò nella stanza,ancora con il fiatone. Non fece in tempo a varcare la soglia,che si ritrovò Piton davanti,che la guardava,quasi soddisfatto.
“Signorina Granger,intanto 10 punti in meno a Grifondoro per il suo ritardo e per il poco rispetto nei miei confronti” disse il professore con un ghigno.
“Professore,scusi,ma ho fatto solo due minuti di ritardo perché ero a parlare con la Preside McGranitt.” disse Hermione,arrabbiata.
“Osi anche controbattere,bene,stasera alle otto ti voglio davanti al mio uffico,e mi raccomando Granger,questa volta arrivi puntuale.” disse Piton con il suo solito sarcasmo che non faceva ridere nemmeno i Serpeverde.
“Sì,come vuole,professore..” disse Hermione,che era infuriata. Durante tutta la lezioni Piton non aveva fatto altro che metterla in difficoltà,facendole domande molto difficili alle quali la Grifondoro aveva saputo rispondere...ma non le piaceva il comportamento del professore,era alquanto strano dato che fino all'anno passato non le rivolgeva nemmeno un sguardo...


***


Appena la lezione finì Hermione si incamminò verso la sala Grande,dove incontrò Ginny e le raccontò del maledetto pipistrello.
“Herm,ormai sappiamo come è fatto quel terribile,austero,antipatico,brutto essere” disse Ginny con aria seccata.
Hermione non era abituata ad insultare i professori,ma questa volta la sua amica aveva ragione.
“Piuttosto,raccontami di Krum! Girano voci che stamattina ti abbia mandato una lettera...”
Come diavolo era possibile che lo sapesse? In quel castello non si poteva avere un segreto che in poco più di un'ora lo sapeva anche Gazza il bidello!
“Sì,beh,mi ha scritto dicendomi che forse mi viene a trovare nel periodo natalizio...sono contenta,almeno ci potremmo rivedere...” disse Hermione,che aveva il viso completamente rosso.
“MA CERTO! POI E' DI VIKTOR KRUM CHE SI PARLA,IL PIU' AFFASCINANTE GIOCATORE DI QUIDDITCH...dopo Harry naturalmente...” disse Ginny sorridente.
“Ginny ma cosa urli? Vuoi che ti senta anche Piton nei sotterranei?” disse la Granger,arrabbiata.
“Tanto quel pipistrello non fa altro che distillare le sue maleddette pozioni o giocare con le sue provette,non credo che abbia voglia di uscire e vedere la luce del sole!” esclamò Ginny.
Hermione scoppiò a ridere,fino a quando Ginny non le fece gesto di smetterla. Hermione non capiva cosa stesse succedendo,fino a quando scorse un mantello nero e svolazzante dietro di lei. Si girò e vide il Professor Piton che la guardava con un ghigno di disprezzo.
“Bene,signorina Granger,dato che si diverte così tanto a parlare alle spalle dei professori,in questo caso di me,la sua punizione sarà allungata a tutta questa settimana” Piton disse queste parole con un mezzo sorriso e se ne andò.
Hermione si girò verso Ginny che la guardava dispiaciuta e mimò con le labbra 'Non fa niente',ma in realtà dentro la sua testa pensava 'Perché tutte a me? Per Godric ,anche Ginny stava parlando male del professore alle sua spalle,eppure lui sembra aver visto solo e unicamente me!" 

Dopo la sfuriata di Piton,Hermione fece girare la voce delle tre feste,come era stato chiesto dalla McGranitt e naturalmente dopo 5 minuti tutti gli studenti di Hogwarts erano a conoscenza degli eventi e tutti erano eccitati all'idea.

La fine di quelle prime ore di scuola arrivò presto e la Granger si rifugiò in biblioteca per studiare ed avvantaggiarsi,dato che per tutte le sere della settimana sarebbe stata in ottima compagnia. Non si scollò dai libri fino a che una voce familiare le fece dimenticare per un attimo gli incantesimi non varbali e le varie maledizioni.
Voltandosi vide Ron,Ron Weasley. "Immaginavo di trovarti qua,Herm..."
Il ragazzo non fece in tempo a finire la frase che Hermione gli saltò tra le braccia con un grande sorriso. 

Ciao a tutti ragazzi! Questo capitolo è molto corto perché è di passaggio,cioè l'ho fatto per introdurre la punizione di Piton e la sorpresa di Ron :) Per nuovi aggiornamenti dovrete aspettare fino a domani sera. Baci,Camilla.

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Capitolo 4
*** Sguardi ***


Era tantissimo tempo che Hermione non vedeva Ron e le mancava molto. Erano migliori amici,anche se lui aveva sempre considerato il loro rapporto molto più di semplice affetto.
All'inizio Hermione si fece quasi convincere da Ron,pensando che fosse la cosa giusta da fare...insomma la ragazza aveva un bel rapporto con la famiglia di Ron e il ragazzo stesso era molto premuroso e gentile con lei;la faceva sempre divertire e stava bene con lui...però qualcosa in quel rapporto non andava...Ron non era quello di cui Hermione aveva bisogno.
Il ragazzo,nel primo periodo,non mangiava e non dormiva,riteneva di essere troppo innamorato per perderla...troppo infatuato della ragazza. Hermione,che era sempre stata una Grifondoro a tutti gli effetti,voleva essere sincera e leale nei confronti di Ron,così per un pò di tempo si era allontanata da lui,sperando che si rifacesse una vita.
Così il rosso si era,pian piano,dimenticato di lei...anche se la luce dei suoi occhi,in quel momento,diceva tutt'altro.
Si abbracciarono per un tempo indeterminato,potevano essere pochi secondi,ma anche minuti o addirittura ore.

Hermione era preoccupata per il ragazzo,non si erano più sentiti nemmeno tramite lettere e questo la faceva star male. Non voleva perdere Ron...ed ora eccolo lì,con il suo sorriso e i suoi capelli color carota. Sempre il solito Ron sbadato e completamente fuori dal comune.
Hermione fu la prima a 'fuggire' delicatamente da quella stretta e,con un sorriso a trentadue denti, disse “Ron,mi sei mancato tantissimo! Ti vedo bene...” ,era un pò colorita sulle guance. “Beh...sì Herm..sto bene..ehm...sulla scala delle persone che stanno bene...insomma,non sto alla grande...sto benino..” era imbarazzato e lo si vedeva tantissimo. Un minuto di silenzio. Due minuti di silenzio. “Cosa hai fatto nell'ultimo periodo,Ron?” chiese la Granger,cercando di rompere il ghiaccio.
“Sai,le solite cose...lavoro,serate con Harry,serate da solo,lavoro,serate con una burrobirra,lavoro...” Ron parlò con un sorrisino poco accentuato. “E tu,Herm?”
“Io beh,mi sono ripresa dalla guerra...sai non è stato molto facile per me..il periodo in cui i miei genitori sono stati al San Mungo..sono stata molto male..poi però si sono svegliati e le cose sono tornate come prima...adesso sono felice,Ron” la ragazza disse queste parole con semplicità. Ron sorrise.
A quel punto Hermione si mise a parlare della sua vita scolastica,delle materie,dei nuovi corsi,degli esami...parlò così tanto che alla fine Ron non capiva più dove si trovasse. La ragazza,come tutti sapevano,era sempre stata una chiccherona. Ron lo sapeva bene,e sapeva anche che non bisognava mai fermarla quando iniziava un discorso,o contrariarla. Avrebbe potuto cruciarti. O,se ti andava bene,ti toglieva il saluto per una settimana. Ecco,se la punizione era quest'ultima dovevi ritenerti fortunato.
Parlarono per un altro po',fino a quando Ron disse ad Hermione che doveva andare perchè erano già le otto,ed Harry lo stava aspettando.
LE OTTO. ERANO LE OTTO.
Hermione sgranò gli occhi,salutò Ron e partì a corsa verso i sotterranei. Il ragazzo la stava fissando stupito,ma ormai si era abituato alla pazzia della ragazza e così si accontentò di quel saluto freddoloso.
Hermione correva,correva e basta. Attraversò la Sala Grande,dove tutti la guardavano esterrefatti...arrivò nei sotterranei e finalmente davanti alla porta dell'ufficio del Professore.
Erano le otto ed un minuto,Hermione tremava. Bussò. Niente. Bussò ancora.


***

“Vieni,Granger” urlò con voce aspra Piton.
“Buonasera Professore,scusi per il minuto...” il pipistrello la interruppe,Hermione era infuriata. Lo odiava con tutta sé stessa.
“Bene,Granger...vedo che prova piacere nello sfidare la mia pazienza. Voi Grifondoro siete tutti uguali,una massa di arroganti...vi credete superiori per quello stemma che avete disegnato nelle divise,un branco di pecore..ecco cosa siete,signorina Granger” disse Piton con il suo solito ghigno.
“Professore,penso che lei utilizzi questo minuto di riatardo come pretesto per generallizzare sull'arroganza ti TUTTI i Grifondoro” Hermione parlò con un tono di sfida.
Il professore prese la balla al balzo. “Granger,io utilizzo quello che voglio e come voglio,se lo ricordi bene. IO sono il professore e LEI non mi può parlare con questo tono,perciò adesso pulisca tutti questi caldereoni” si fermò un attimo e compiaciuto disse “senza magia,naturalmente”.
LO ODIAVA. HERMIONE JEAN GRANGER ODIAVA SEVERUS PITON ED ODIAVA LA SUA CAPACITA' DI AVERE SEMPRE LA FRASE PRONTA. SEMPRE.
“Come vuole,Professore” disse Hermione,sottomessa.
Prese uno straccio ed iniziò a pulire.
Come una schiava,cioè lei stava pulendo dei calderoni nell'ufficio di quel pazzo di Piton.
Era folle,completamente.
Lui la fissava,compiaciuto.
Restarono in silenzio. Per molto tempo. Lui la guardava sgobbare in silenzio. Si sentì frustrata. Pensava alla sua lotta per gli elfi domestici,per far sì che potessero avere un pò di dignità. E adesso, lei stessa si trovava a pulire la stanza di un uomo che la trattava proprio come un elfo domestico.
“Come è andata con Weasley,eh Granger?” questa frase ruppe il silenzio.
Hermione rimase sconvolta,ma decise di stare al gioco.
“Molto bene,professore...un sogno,oserei dire.” Hermione fece finta di avere la voce sognante.
“Eppure nel castello si vocifera che abbia una storia con quel Krum? Granger Granger non si fa così,deve scegelire” il professore aveva una voce sarcastica e divertita. La stava prendendo in giro,e stava pure ridendo di lei. Peggio di così non potrebbe andare.
“Non penso che queste cose la riguardino,Professore” disse Hermione,acida.
“Pensi davvero che mi interessi la tua vita sentimentale,sciocca So-Tutto-Io?”
“A quanto pare...”
Hermione sapeva bene che a Piton non importava niente di lei e di quello che faceva,ma dato che il professore stava giocando il fuoco,lei voleva provare a divertirsi un pò.
La vecchia Hermione non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Mai e poi mai. Però Piton è un eccezione,in tutti i casi.
La ragazza non dette modo al Professore di rispondere “Professore,ho finito..posso andarmene?”
“Granger vattene subito da qui e non farti rivedere fino a quando non avrai capito chi è che comanda.” adesso quello acido era lui...
“Mi scusi,Professor Piton.” Hermione disse così e si incamminò verso la porta.
ERA LIBERA FINALMENTE.
“Aspetti ancora un attimo,Granger”
Hermione sentì una fitta allo stomaco.
“100 punti in meno a Grifondoro,per il suo poco rispetto nei miei confronti”
Per Godric,questa non ci voleva! Era entrata a scuola da due giorno e già aveva fatto perdere così tanti punti alla sua casa.
Aveva scherzato con il fuoco e si era bruciata.

***

“Herm,svegliati dai!” la voce di Ginny echeggiava per tutta la stanza.

“Ginevra,ma che ore sono? Mi sembra di aver dormito cinque minuti,per Merlino!” Hermione era arrabbiata. Non era un bel segno quando chiamava l'amica con il suo vero nome.
“Stamattina dobbiamo farci belle,Herm!”. Ginny aveva già tutto pronto sul tavolino ed Hermione la guardava basita.
L'amica parlò per prima “Herm,abbiamo 18 anni,per Merlino. Dobbiamo truccarci un po' e vestirci secondo la moda babbana..non ti ricordi le amiche dei tuoi genitori? Per Godric,erano vestite troppo bene!" Ginny sorrideva per incitare l'amica.
“Perché? Per chi? Ti prego Ginnt lasciami dormire e non pensare a queste stupidaggini!” disse Hermione con tono burbero.
“NO HERM TE ORA VIENI QUA E TI FAI DARE UNA SISTEMATA SENNO' TI LANCIO UNA FATTURA E DOVRAI RIMANERE FINO A NATELE IN INFERMERIA” Ginny stava urlando,era impazzita.
Hermione era terrorizzata dalle fatture di Ginny,tutti lo erano. Così andò di corsa verso la sedia che le era stata indicata da Ginny e si sedette.
In poco tempo la ragazza rese i capelli di Hermione morbidi come la seta...le applicò un trucco leggero,ma che la valorizzava. Indossò un paio di jeans strappati e una magliettina,poi si mise delle scarpe babbane ed uscì con Ginny,che indossava un vestito con delle calze pesanti. Anche lei era favolosa.
La prima lezione della mattinata era Pozioni. Due ore. Grifondoro e Serpeverde. Piton. Severus Piton. Brividi.

***

Mentre scendeva nei sotterranei tutti la guardavano,era proprio bella quella mattina e lo sapeva anche lei stessa.
Arrivarono nell'aula con largo anticipo,dato che non si erano fermate a fare colazione.
Hermione raccontò all'amica di Ron e poi le disse che le mancava molto Viktor e che aspettava con ansia il momento di riabbracciarlo. Ginny era sempre comprensiva con la ragazza,la trattava come una sorella ed Hermione faceva lo stesso.
La stanza si riempì sempre di più,fino a che un mantello nero svolazzò tra i banchi. Piton iniziò a scrivere gli ingrendenti alla lavagna. Hermione aveva già capito di che pozione di trattava. Distillato di morte vivente. Una pozione difficilissima,ma che Hermione sapeva fare abbastanza bene.
“Qualcuna delle vostre teste di legno è riuscita a capire di che cosa si tratta?” Piton ringhiò.
Hermione alzò la mano...non voleva parlare senza avere il permesso,come di solito faceva..da vera Grifondoro qual'era.
Piton la guardò,poi si voltò e disse “Vedo che nessuno sà la risposta,non sono serviti a niente anni di insegnamento,anni buttati via per pecore come voi e...”
Hermione lo interruppe. “ Distillato di morte vivente,professore” disse la Granger,che si era resa conto di avere il tono a sapientona.
“Vieni qua Granger” disse Piton,che sembrava ribollire dalla rabbia.
“Vieni e illuminaci con la tua saccenza. Prepara un distillato di morte. Deve essere perfetto. Per vedere se funziona può anche provarlo” Piton fece un ghigno compiaciuto.
Senza che nessuno se lo aspettasse,Hermione si alzò,andò verso il tavolo,prese gli ingredienti,un calderone e si mise a lavoro.
“Professore,se non le dispiace vorrei provare”
“Se non è perfetta,la sua punizione verrà allungata ad un mese” Piton ringhiò.
Fissava Hermione e la metteva in soggezione. Continuava a fissarla. La squadrava da capo a piedi.
“Granger,se ti serve una mano puoi sempre chiedere a qualcuno della MIA casa,penso che sappiano preparare questa pozione alla perfezione,al contrario di qualcun'altro.” Piton stava fissando i Grifondoro e stava sfidando,evidentemente Hermione.
Sapeva che la ragazza non avrebbe mai e poi mai chiesto aiuto,specialemente a quelli di Serpeverde. Severus Piton era capace di farla infuriare,era capare di farle perdere il senno. 


Ciato a tutti ragazzi! Spero che questo capitolo vi piaccia! Severus è un pochino,ma poco poco arrabbiato! Pover uomo,quella ragazza lo farà impazzire! Bene,se vi è piaciuto fatemi spare. Tanti baci,Cami :) 

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Capitolo 5
*** Passato e Presente ***


Ciao a tutti ragazzi! Scusate ma ieri sera non ho fatto in tempo ad aggiungere in quarto capitolo! Chiedo venia ahah 
Comunque sono davvero felice delle recensioni che mi inviate,non vi ringrazierò mai abbastanza. Se la mia storia vi piace,fatemelo sapere..ne sarei molto felice. Questo capitolo è intitolato 'Passato e Presente' per un motivo ben preciso: ho pensato di rappresentare,in un certo senso,questi due concetti in modo diverso. Severus Piton nel Passato era colui che non poteva vivere senza la sua amata Lily Evans. Severus Piton nel Presente è colui che riuscirà a lasciarsi indietro le paure ed imparerà ad amare. 
Baci,Cami. :) 

°°°


La pozione era quasi terminata ed Hermione si sentiva tremendamente sotto pressione.
Nemmeno per i G.U.F.O aveva provato quella sensazione.
Tutti la fissavano,ogni suoi movimento,ogni suoi passo,ogni suo smorfia ed ogni suo sorrisetto. Persino Piton la guardava,anzi soprattutto Piton.
Non aveva staccato gli occhi dal corpo della ragazza per un'ora,
Era strano,molto strano.
Hermione pensava che lui la stesse scrutando per giudicare ogni suo minimo errore,con il fine di allungare sempre di più la sua punizione.
La Granger ne era convinta.
Anche perché non ci sarebbe stato nessun altro motivo che giustificasse il suo comportamento.
Severus Piton,quel Severus Piton,che osservava qualcuno con dei buoni propositi? Impossibile.
Anche se Hermione aveva un pò rivalutato il Professore negli ultimi mesi,era sempre fermamente convinta che la sua corazza non sarebbe mai stata abbattuta. Mai. Da nessuno. Severus Piton viveva il presente basandosi sul passato. E questo non era vivere,era sognare. Navigare su ricordi che non sarebbero mai tornati indietro.
Piton era un uomo intelligente,colto,viveva sui libri proprio come la Granger;ma una cosa non l'aveva capita. Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere.*


***


“Granger,datti una mossa,il tuo tempo sta per scadere!” ringhiò Piton.
Mancavano solo cinque minuti alla fine della lezione e Hermione doveva solo aggiungere un piccolo pezzo di radice valeriana per completare il tutto.
Stava facendo mente locale su tutti i passaggi e pensò di aver fatto tutto alla perfezione: si era persino ricordata di tritare il fagiolo sopoforoso,invice che sminuzzarlo!
Hermione stava aspettando che la pozione prendesse colore. Doveva essere assolutamente rosa,anzi rosa pallido. Passarono secondi che,per la Granger,sembrarono ore. Interminabili. Il respiro affannoso. Le mani che tramano. I denti che si mordono le labbra. Gli occhi che si aprono che chiudono continuamente. E alla fine eccola lì,il suo distillato di morte vivente.
Rosa pallido,perfetto. Il colore PERFETTO.

Hermione esultò sorridendo,mise un pò di pozione all'interno di una fialetta e la consegnò all'austero professore. “Ecco,professore.” Hermione cercò di non far apparire la sua contentezza. Era felice. Non tanto per Piton. Era felice per essere riuscita a mantenere la calma e realizzare un pozione così tanto difficile,in maniera perfetta.
Passarono svariati minuti nei quali il professore osservò la pozione. Uno sgaurdo incomprensibile. Hermione era visibillmente prooccupata,ma anche sicura del lavoro che aveva fatto.
“Bene,Granger. Questa pozione non ha niente a che vedere con il Distillato di Morte Vivente.Forse ti sei dimenticata di mescolare sette volte in senso antiorario ed una sola volta in senso orario. Piccoli dettagli che,alla fine,fanno la differenza.Mi sa che devi ripassare la preparazione di questa pozione,signorina Granger.” Piton disse queste parole con un sorrisetto impercettibile nel volto.
Il castello dei sogni di Hermione crollò. Le sue certezze crollarono. La sua reputazione crollò.
Quello stronzo,perchè era quello che era,aveva detto queste cose davanti a tutti gli alunni di Grifondoro e Serpeverde.
Hermione arrossì violentemente. Iniziò a mordersi il labbro inferiore per il nervosimo e uscì dall'aula,senza manifestare alcuna emozione.

***

Aumentò il passo ed arrivò nel parco della scuola.
Era triste,arrabbiata con sè stessa per aver creduto che quell'uomo avesse apprezzato un suo lavoro.
Si era impegnata e questi erano i risultati.
Hermione era abituata ad essere scherinita da Piton,ma questa volta aveva esagerato.
La pozione era,a dir poco,perfetta.
Hermione aveva anche provato ad inserire una foglia,come aveva fatto il professor Lumarco durante il sesto anno. La foglia si era dissolta subito e questa stava a rappresentare un perfetto svoglimento della pozione.
Una lacrima solitaria bagnò il viso candido di Hermione,che era seduta sull'erba piena di rugiada.
Non si spiegava il motivo per cui le avesse dato così tanta noia la mancanza di rispetto del professore. Ormai era abituata,ma questa volta lei aveva reagito diversamente.
In modo stupido ed infantile,ne era consapevole. Aveva messo tanto impegno per una persona che non se lo meritava,perciò prese una decisione: non avrebbe mai più fatto niente,proprio niente,per quel professore. Non se lo meritava lui e non se lo meritava nemmeno lei.

***

Hermione prese un respiro ed entrò sorridente a scuola. Si lasciò alle spalle tutti i problemi e le preoccupazioni.
“Herm! Mi hai fatto prende un colpo,per Godric! Dove ti eri cacciata?”,Ginny arrivò di corsa dopo aver attraversato tutta la Sala Grande.
“Ginny calmati! Sto bene,mi vedi....ero andata un attimo fuori,avevo bisogno di prendere una boccata d'aria...” Hermione mentì clamorosamente e l'amica se ne accorse subito.
“Herm,con chi pensi di parlare? Ti conosco! Quel pipistrello è stato davvero cattivo oggi...la tua pozione era perfetta e me ne sono accorta pure io che non ci ho capito mai niente in questa materia...” Ginny sorrideva e cercava di rassicurare la ragazza.
“Ginny,non so se prenderlo come un complimento...a dir la verità!” Hermione si fece scappare un sorrisetto e Ginny fece lo stesso.
“Herm..beh...Piton si è un pò arrabbiato...ti vuole all'otto nel suo ufficio...per la tua punizione sai...” Ginny era evidentemente imbarazzata,ma doveva dirlo ad Hermione per evitare di prendere una bella ramanzina del Re dei Sotterranei.
“Senti Ginny,grazie per avermi avvertito ma non penso di andarci.” Hermione sospirò. “ E non voglio più parlare di questa situazione”

***


Le due ragazze si incamminarono verso l'aula di Difesa contro le Arti Oscure.
Quell'anno il Professore era Remus Lupin,un grandissimo professore secondo la Granger.
Infatti durante la guerra,Hermione si era affezionata a tutti i membri dell'Ordine,ma con Lupin aveva instaurato una straordinaria amicizia. Era felice di averlo come professore.
“Buongiorno,Hermione. Come stai? Ti vedo...spenta!” Lupin riusciva sempre a capire le sue emozioni e le sue paure.
“No niente professore...solo qualche fraintendimento...niente di grave..grazie per l'interessamento,comunque!” Hermione rivolse uno sguardo affettuoso al professore che abbracciò la ragazza.
Un abbraccio pieno di affetto. Un abbraccio di cui Hermione aveva davvero bisogno.
Durante la lezione Lupin spiegò cose davvero interessanti,che fecero concentrare Hermione,che almeo per un'ora dimenticò la sua situazione con il Professore di Pozioni.
Infatti Remus spiegò un argomento già affrontato qualche anno prima,che però si rivelò davvero illumianante. Il Fuoco Fatuo:una piccola creatura con una zampa sola che sembra fatta di fili di fumo.
Inoltre spiegò che se un fuoco magico viene fatto bruciare senza sorvegliaza,formava un serpente verde pallido,con gli occhi rossi. Questo serpente prende il nome di Ashwinder. Esso inoltre depone delle uova rosse e caldissime,che se non vengono trovate in tempo possono incendiare il territorio.
Una lezione piena di colpi di scena,secondo Hermione. Molto meno interessante,invece,l'aveva ritenuta la sua amica Ginny che si era addormentata alla prima parola riguardante l'argomento.
Quando la lezione terminò,Hermione colpì la spalla dell'amica per svegliarla.
“Harry,amore buongiorno!” Ginny era ancora con la testa tra le braccia e disse delle parole confuse.
“Ginny ma cosa stai dicendo??? Ti sembro un ragazzo pelle ed ossa con un paio di occhiali tondi e una cicatrice sulla fronte a forma di saetta!?!?” Hermione stava ridendo e,nel contempo,era fuoriosa con l'amica.
Ginny saltò in piedi,sentendosi osservata e maledettamente in imbarazzo.
“No scusa Herm...stavo sognando...sai ho dormito poco questa notte...cioè..”
“Si si va bene Ginny,smettila di farfugliare e seguimi.” Hermione parlava con tono autorevole.
Ginny la seguì ed andarono in biblioteca,dove iniziarono a studiare per il giorno successivo.


***

Hermione non sapeva che fare. Doveva andare o no dal Professor Piton? L'aveva trattata male,era stato irrispettoso ed assolutamente crudele,ma valeva la pensa iniziare una 'battaglia' che non avrebbe mai vinto? Hermione,dopo tutti quegli anni contro Voldemort,decise che le guerre dovevano essere fatte per altri motivi e non per queste cose futili. Così alle otto prese le sue cose e si avviò verso i sotterranei.
Questa volta sarebbe sicuramente arrivata puntale,niente e nessuno poteva ostacolarla.
Durante la strada pensò a Viktor ed a quanto le mancasse. Non vedeva l'ora che arrivasse Natale per poterlo abbracciare. Viktor,Viktor...il suo Viktor. Chi avrebbe mai pensato che due persone così diverse avessero potuto instaurare un legame del genere? Molti credevano che Krum fosse una persona superificiale ed assolutamente insensibile. Hermione pensava che lui avesse bisogno solo della 'spinta' giusta,della persona adatta per capire cosa significasse amare.

*** 

La Granger arrivò davanti all'uffico di Piton alle 7.45...ben quindici minuti di anticipo...adesso non avrebbe potuto dire niente quel pipistrello dei sotterranei.
Bussò una volta. Due volte. Tre volte. Nessuno rispose.
Hermione decise di entrare..magari il professore era in cucina o non aveva sentito il rumore delle suo nocche che sbattevano contro il legno.
La porta si spalancò ed Hermione non vide nessuno.
“Mhh,Professore? Scusi è in casa? Non vorrei disturbarla...” Hermione era leggermente impaurita,ma anche divertita.
Dopo qualche secondo di silenzio un figura uscì da una porta.
“Granger!!! Cosa diavolo ci fai TU qua ORA? Mancano 15 minuti alla tua punizione...beh,almeno hai capito la lezione!”
Il professore indossava,se così si può dire,un paio di pantaloni neri. Solo un paio di pantaloni neri. Il petto pallido era scoperto.
Hermione rimase immobile. “Prof..ehm Professore..io la aspetto...fuori...perchè insomma...”
“Granger,stai un pò zitta! Hai 18 anni,per Salazar,dovresti aver visto un uomo con il petto scoperto durante tua misera vita.” Piton disse queste parole con un ghigno.
“Si...no..cioè professore lei è un professore...!”
COSA DIAVOLO STAVA DICENDO. STAVA FARFUGLIANDO COME UNA BAMBINA DI CINQUE ANNI. SOLO PER AVER VISTO IL PROFESSOR PITON SENZA MAGLIA.
“Granger,tranquilla,non mi voglio approfittare della tua innocenza da So-Tutto-Io”
Stronzo,stronzo,stronzo.
Se la punizione era iniziata in quel modo...la serata non sarebbe state una delle più tranquille ad Hogwarts.

*Frase detta da Albus Silente ne 'Harry Potter e la Pietra Filosofale' 

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Capitolo 6
*** La biblioteca ***


Ciao a tutti ragazzi! Ecco a voi un nuovo capitolo...spero davvero che vi piaccia! 
Inoltre mi scuso per questi giorni che non ho aggiurnato,ma era davvero impegnatissima con la scuola! 
Vi ringrazio tantissimo per le recensioni e le visualizzazioni! Un grande bacio a tutti :) 

'Basta Hermione.
Non guardarlo.
Non osservarlo.
Non fissarlo. 
Non sei una bambina.
Sei una donna.'


“Granger,gradirei che tu mi prestassi attenzione. Sei già in una posizione delicata a causa del tuo comportamento irrispettoso. Non vorrei che la tua situazione si complicasse.” disse Piton mentre stava indossando una semplice camicia bianca.”Anzi in realtà è proprio quello il mio scopo.” ringhiò alle fine il professore.
Hermione alzò lo sguardo,e per un attimo incontrò gli occhi neri di Piton che la stavano fissando.
Si sentiva alquanto stupida...si era agitata per aver visto il suo professore senza maglia.
Perché? Eppure aveva 18 anni...insomma le sue esperienze le aveva avute anche lei,anche se passava la maggior parte della giornata sui libri.
Sicuramente era per l'imbarazzo di aver visto proprio un suo professore in quella situazione. Si,era senz'altro per quello.
Hermione si convinse e cercò di rispondere con voce sicura e convincente,come se quello che era appena successo non le aveva fatto nessun effetto.
“Sì,scusi professore. Stavo solo pensando.”
“Ecco,vedi di pensare un pò meno ed ascoltare di più” Severus ringhiò e poi continuò a parlare “Stasera voglio che tu faccia un riassunto sulla preparazione del Distillato di Morte Vivente”
“Scusi professore,ma oggi la mia pozione era perfetta.” Hermione parlò sicura e tranquilla,anche se dentro tremava dalla paura.
“Granger,tu pensi di poter venire qua,parlare come la solita So-Tutto-Io e giudicare il mio modo di lavorare? Pensi che non sappia come si prepara un Distillato di Morte Vivente?” Piton sfidò la ragazza lanciandole uno sguardo deciso.
“No professore. Non intendevo dire questo,però sono sicura di aver realizzare quella pozione senza nessun errore. Ho riletto il procedimento precisamente ieri,mentre ripassavo il programma di Pozioni.” la Granger parlava da vera Grifondoro,coraggiosa ed audace.
“Si vede che i libri non sono tutto,signorina Granger.” sembrava che parlasse secondo un copione...riusciva sempre ad avere la frase pronta e lei non sapeva mai come controbattere.
Hermione non rispose,si limitò ad abbassare lo sguardo mentre si mordeva le labbra per il nervosismo.
“Bene Granger,per stasera hai fatto abbastanza danni. Entro domenica voglio due rotoli di pergamena sul Distillato di Morte Vivente,la sua preparazione e le conseguenze.” disse Piton tranquillamente.
Era sempre stato bravo a mentire,aveva anni e anni di esperienza alle sue spalle...lui aveva mentito al Signore Oscuro e certamente non sarebbe stato difficile ingannare una studentessa di 18 anni.
In realtà la pozione di Hermione era perfetta,più di quanto si sarebbe aspettato. Ed anche Hermione lo sapeva. Ma lui era troppo orgoglioso per accettare di aver sbagliato a mettersi contro la ragazza. Non poteva permettersi di ammettere che la Granger aveva fatto una pozione....eccezionale. E poi non le dispiaceva vedere Hermione più volte del dovuto...l'aveva rivalutata: non era più la So-Tutto-Io degli anni precedenti,era solo una donna intelligente ed...incredibilmente bella.


*** 


Hermione finalamente uscì dalla studio del professore,con molti pensieri che le giravano per la testa.
Non smetteva di pensare a Piton e alla situazione in cui si erano trovati. Era stato a dir poco imbarazzante,ma lui sembrava aver preso la cosa con tranquillità e questo l'aveva sorpresa.

Insomma non capita tutti i giorni di trovarsi davanti Severus Piton senza maglietta.
Di solito indossava sempre il suo mantello nero che copriva tutto il corpo...Hermione non si sarebbe mai immaginata che sotto le vesti del professore ci fosse un fisico allenato...si vedeva che Piton si teneva il forma tra una pozione e l'altra.
Hermione si immaginò il professore mentre faceva delle flessioni nel suo ufficio,oppure mentre usciva fuori a correre...le sembrava alquanto improbabile che Severus Piton facesse determinata cose...o almeno lei non se lo immaginava sicuramente come un atleta provetto.

---

Una voce squillante la chiamò,facendola sobbalzare...si girò di scatto e vide difronte a sé una figura familiare.
“HERMIONE,PER GODRIC,DOVE TI ERI CACCIATA? IO E NEVILLE TI CERCHIAMO DA UN'ORA! SIAMO PERSINO ANDATI DA QUEL PIPISTRELLO A VEDERE SE ERI ANCORA SEGREGATA NEL SUO UFFICIO E LUI CI HA MANDATI VIA CON LA SOLITA GENTILEZZA CHE LO CONTRADDISTINGUE.” Ginny era infuriata e la sua voce echeggiava per tutto il corridoio.
“Gin,calmati...per Merlino...ho allungato la strada per tornare al dormitorio...non pensavo che fosse tardi...” Hermione cercò di trovare delle scuse: la realtà era che aveva inconsapevolmente allungato di gran lunga la strada per tornare al suo dormitorio...persa nei suoi pensieri...
“Ragazzi,cos'è tutto questo baccano? Siamo in una scuola,non gridate così...” Lupin arrivò con il suo solito passo spedito.
“Si scusi professore,ho esagerato...” parlò Ginny un po' imbronciata.
“Si va bene Ginny...Hermione,potresti raggiungermi nel mio ufficio? Dobbiamo parlare.” disse Remus con un tono rassicurante.
“Si certo professore...la seguo.”
Percorsero tutti i corridoi tortuosi e si ritrovarono nello studio di Lupin. Hermione non sapeva cosa volesse dirle...ma non era preoccuapata...insomma lui era Remus Lupin,non Severus Piton.
“Prego accomodati Hermione. Vuoi un tè?”
“Mh,si grazie professore...tre cucchiaini di zucchero” disse sorridendo.
“Quando siamo soli chiamami Remus...” sospirò e la ragazza annuii,così il professore proseguì il discorso “E' da tanto che non parliamo...beh,come stai?”
“Sai sono stata molto occupata in questi giorni,tra lo studio e le punizioni con Piton non ho praticamente avuto tempo libero...comunque sto bene” Hermione fece un sorriso rassicurante.
“Piton ti ha già messa in punizione? E' incredibile quell'uomo!!”
“Sai come è fatto meglio di me..”
“Si,ma sono passate solo due settimane dall'inizio della scuola...e non credo che tu gli abbia dato dei motivi per metterti in castigo.” disse un po' arrabbiato Lupin.
Hermione raccontò a Remus tutto...il Distillato di Morte Vivente,la situazione imbarazzante in cui si erano trovati e i mille sguardi che le riservava.
Lupin alla fine di quel racconto scoppiò in una fragorosa risata.
“Hermione,mi vorresti dire che hai visto il Professor Piton senza maglia? E' la cosa più assurda che abbia mai sentito! Non pensavo che il professore si togliesse mai i suoi abiti!”
"Sei il solito Malandrino,Remus!" disse la ragazza sorridendo.
Il professore rise ancora più forte fino a che un tonfo aprì la porta.
“Lupin,mi dispiace di interrompere il tuo momento idilliaco con la signorina Granger,ma ti ho portato la pozione Antilupo,dato che non ti sei degnato di venirla a prendere!” Piton ringhiò e fece per uscire dalla stanza,poi si fermò e si rivolse ad Hermione “Granger,ti consiglierei di iniziare il suo compito su il Distillato di Morte Vivente,invece di intrattenerti con questo lupastro.”
“Professore,ci vediamo domenica alle otto.” disse la ragazza,cercando di chiudere il discorso.
“Né un minuto in più,né un minuto in meno,signorina Granger”
Il mantello svolazzò nella stanza e la porta si chiuse con un tonfo.
“L'hai quasi intimorito,signorina Granger” disse Lupin,imitando la voce del professor Piton.
Hermione rise e poi salutò Remus con un forte abbraccio. Il pipistrello aveva ragione,era tempo di aprire i libri.


***


La ragazza si incamminò fino alla biblioteca,dove passò il resto della serata a studiare.
Sapeva che tanto avrebbe avuto dei contrattempi nei giorni successivi e il suo piano di studio sarebbe andato in fumo. Così fece tutti i temi per la settimana e ripassò il programma di Rune Antiche.

Hermione stava bene in biblioteca,era come una seconda casa per lei.
Il silenzio assoluto,il profumo dei libri,il rumore delle pagine che scorrevano sotto il suo dito...era tutto bellissimo,secondo lei.
Poi la biblioteca era un posto adatto per pensare,oltre che studiare.
Per esempio in quel momento stava pensando a cosa indossare per l'uscita di sabato a Hogsmeade..non vedeva l'ora perché avrebbe staccato la sua testa dai libri,almeno per qualche ora.
Poi avrebbe rivisto Harry e Ron e questo era davvero elettrizzante: le mancavano i pomeriggi con loro,gli scherzi,le risate,gli abbracci,le litigate ed anche qualche infrazione delle regole...

E mentre questi pensieri le occupavano la mente,i suoi occhi si socchiusero e il sonno l'avvolse nella sua candida coperta. 

***

“Granger,Granger! Ti sembra il modo...siamo in una biblioteca,per Salazar!”
Hermione aprì gli occhi e la prima cosa che vide fu il grande libro di Antiche Rune che era sotto la sua testa. Alzò gli occhi e osservò una sagoma nera che la scrutava con uno sguardo arrabbiato,ma anche divertito.
Severus Piton stava aspettando una riposta dalla ragazza,che però era ancora mezza addormentata.
“Suvvia,Hermione,alzati da quel libro”
L'aveva chiamata per nome. Severus Piton l'aveva chiamata per nome. Impossibile,ma vero. Di scatto la Granger si mise in piedi e si riaggiustò la camicetta,che era un pò sganciata. Piton la fissava e sospirò.
“Scusi professore..io..ieri sera mi devo essere addormentata...ho studiato..scusi..me ne vado..” parlò con il suo tono impacciato,come faceva sempre quando era davanti a lui.
“Sì,ecco vattene sennò farai tardi alla lezione...come il tuo solito!"
Hermione prese i suoi libri e se ne andò. Era terribilmente imbarazzata. Per la seconda volta in due giorni si era trovata in una situazione ridicola con Piton.
Perché proprio con lui? Non poteva svegliarla Remus? O la McGranitt? Sarebbe stato sicuramente più piacevole.

Però questa mattina,sembrava un altro uomo...era più dolce,se così si può definire.
Forse si era svegliato di buon umore,chi lo sa com'è fatto...

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Capitolo 7
*** La gita a Hogsmeade ***


Ciao a tutti ragazzi! Ecco a voi il nuovo capitolo...spero che vi piaccia :)
A presto. Baci,Camilla. 

Finalmente arrivò il venerdì,ultimo giorno della settimana scolastica ad Hogwarts.
Hermione era sollevata all'idea di staccare un po' la testa dai libri...anche lei aveva bisogno di qualche ora libera,anche se era una vera e propria 'macchina da studio'.
Quella mattina Hermione si svegliò sorridente,forse per la prima volta dopo un anno.
La guerra l'aveva fatta soffrire e il tempo per ridere era ben poco.
Persone che avevano perso tutto,ragazzi innocenti a cui venne spezzata la vita come se niente fosse,Hogwarts distrutta,milioni di edifici devastati...il mondo magico sotto assedio.
Però Hermione non doveva più pensare a tutto quello,anche se era difficile:la guerra era finita,la sofferenza era apparentemente sparita...non c'era più motivo per preoccuparsi.
Basta muoversi da un posto all'altro come una latitante,basta nascondersi,basta vergognarsi,basta tutto.
La guerra era finita,ma era rimasta impressa nella mente di Hermione come la scritta che aveva sul braccio. Mezzosangue.
Orgogliosa di esserlo.
Lo era sempre stato.
Mai vergognarsi di ciò che si è
.
Mai deridersi,mai abbattersi.
Ecco cosa le aveva insegnato la guerra...non solo ad impugnare una bacchetta e a fare gli incantesimi più difficili.
Hermione decise che non avrebbe provato a lasciarsi alle spalle tutto il dolore,tutte le sofferenza. Doveva farlo per lei e per chi le stava attorno.
Così scese le scalinate del dormitorio e si avviò verso la Sala Grande,dove la stava aspettando una buonissima colazione.
Come sempre quando arrivò nella Sala vi trovò pochissimi professori e ancor meno studenti.
Così potè godersi la sua colazione a base di uova,bacon e pancetta. Tipico pasto inglese.
Nella Sala Grande arrivava una luce chiara,quasi inesistente,che le svegliava i sensi.
C'era un profumo di lavanda,che le feceva provare mille sensazioni diverse.
C'era un silenzio profondo,interrotto da qualche schiamazzo dei pochi studenti.
Tutto era unico.
Come d'altronde lo era Hogwarts.

***

“Herm,da quant'è che sei sveglia?” la voce di Ginny le fece perdere l'attenzione sul suo momento idilliaco dei sensi.
Perché era già sveglia? Di solito la rossa era l'ultima ad abbandonare il dormitorio dei Grifondoro...aveva il brutto vizio di fare le ore piccole pensando al suo amore sfrenato per Harry Potter.
'Che smancerie' pensava Hermione,che non era proprio adatta per quel tipo di 'amore'.
“Ginny,lo sai come sono...mi piace svegliarmi di buon'ora!” disse la Granger con un sorriso smagliante.”Tu piuttusto,com'è che sei già sveglia?”
“Non ti ho visto nel tuo letto...volevo vedere se stavi bene” disse Ginny. “Però adesso che ti vedo viva e vegeta potrei anche tornare nel mio comodo lettino”
Ginevra era sempre stata molto protettiva nei confronti di Hermione: sapeva cosa aveva passato durante la guerra e,anche se era più piccola,tendeva sempre a difendere la ragazza.
Ed alla Granger questo qualche volta faceva arrabbiare...insomma lei se la sapeva cavare da sola,e l'aveva anche dimostrato...però era consapevole che l'amica aveva le migliori intenzioni del mondo,perciò non si ribellò mai alle continue attenzioni.
“Grazie Ginny...sì,torna pure a letto,però non fare tardi a lezione!” rimproverò la ragazza,facendole un occhiolino.
Hermione si incamminò verso la biblioteca,dove avrebbe finito il tema di Trasfigurazione per la settimana successiva.
Hogwarts era veramente una scuola rigida...tantissimi compiti e mai un momento libero,ma la Granger non si era mai lamentata...era troppo felice di essere in quel mondo per farsi intimorire da qualche tema!
Aprì il grande libro e con l'indice indicò qualche riga che le poteva servire per fare il tema,così sottolineò con la penna d'oca le parti che le interessavano e si apprestò a riscriverle con parole proprie.
Dall'altra parte della stanza un professore la stava fissando
Si mimetizzava perfettamente con l'oscurità della biblioteca.
Un ventolino flebile spostava di poco il suo mantello e i suoi capelli color pece.
Severus Piton era in piedi,senza accennare ad un minimo movimento,la sua espressione era indecifrabile...si capiva solamente cosa stava guardando.
Era sempre stato un uomo deciso,il professore,ma in questa situazione non sapeva cosa fare.
Una parte di sé lo trascinava verso la ragazza,un'altra però diceva di non agire in modo impulsivo.
Naturalmente Piton sapeva controllarsi, non era un quindicenne in preda agli ormoni.
Quell'anno apparentemente tranquillo si era rivelato un tabù interno per il professore di pozioni.
Era impossibile che fosse veramente attratto da quella insopportabile So-Tutto-Io.

'E' sicuramente attrazione fisica..in fin dei conti la Granger è la più bella studentessa di Hogwarts' si ripeteva spesso Severus nella sua testa.
Voleva auto-convincersi che fosse una cosa normale,ma dato che era un uomo intelligente aveva capito da solo che tutto questo era assurdo.
Non riusciva a stare lontano dalla Grifondoro.
Viveva di sguardi rubati e carezze negate.

'Per Salazar,Severus avete più di 20 anni di differenza,lei è una studentessa e tu un professore,lei una Grifondoro e tu un Serpeverde,lei un angelo e tu il diavolo...questa storia deve finire' pensava Piton,sempre in bilico.

***

“Granger,ti consiglio di non copiare le frasi del libro,alcuni professori potrebbero accorgersene” alla fine il professore decise di parlare,ed utilizzò il tono più sprezzante che potè.
Hermione si voltò di scatto,mentre Piton le passava davanti con aria apparentemente indifferente.
“Io..io non stavo copiando proprio niente professore,stavo solo rielaborando” disse Hermione che trovò il coraggio di parlare.
“Non sembrerebbe,signorina Granger”
Piton adorava quando la ragazza aveva quella espressione quasi impaurita,la faceva sembrare ancora la bambina di 11 anni con il capelli ricci.
“Glielo posso assicurare,professor Piton” la Granger disse queste parole sottolineando evidentemente l'ultima parte.
“Non parlarmi con quel tono,o sarò costretto a metterti in punizione,signorina Granger” disse il professore,quasi divertito dalla situazione.
“Ci sono abituata,con lei” disse Hermione,sottovoce.
“Ti ho sentita Granger! Domani alle otto nel mio ufficio!” esclamò il professore uscendo dalla biblioteca.
'Perché sempre a me? Domani c'è l'uscita a Hogsmeade e io devo tornare al Castello alle otto per stare con quel pipistrello! E' ingiusto.' pensava la Granger,mentre prendeva i suoi libri e si avviava verso la prima lezione

***.

Finalmente sabato pomeriggio arrivò ed Hermione non vedeva l'ora di andare ad Hogsmeade con i suoi amici. Non si sarebbe fatta rovinare il pomeriggio da Piton,lei meritava un po' di riposo.
Si vestì in modo semplice: un paio di jeans attillati che mettevano in evidenza le sue forme e un maglioncino color smeraldo che le lasciava scoperte le spalle.
Si applicò un trucco leggero ed uscì dal dormitorio,accompagnata dall'amica Ginny.Insieme si avviarono verso cittadina magica,dove avrebbero incontrato Harry e Ron.
Le due ragazze si erano fatte davvero belle nel corso degli anni,così quel giorno tutti gli occhi erano puntati su di loro.
“Ragazza,venite! Siamo qua!” urlò Harry,mentre cercava di attirare l'attenzione delle due.
“Oh,ecco quei due mascalzoni!” disse Ginny,accennando un sorriso.
Le due ragazze si avvicinarono e Ginny restò avvinghiata ad Harry per almeno 15 minuti. Nel frattempo Hermione e Ron si misero a parlare del più e del meno,fino a che Harry propose di fare una passeggiata per i viottoli del paesino.
Andarono subito verso il negozio degli scherzi di Zonko,dove si divertirono a provare qualche nuovo oggetto.
Poi si avviarono verso Mielandia,dove Ron comprò così tanti dolci da riempire ben 4 buste.
Alla fine decisero di scaldarsi con una burrobirra,come ai vecchi tempi.
Così si avviarono verso I Tre Manici di Scopa,dove erano radunati quasi tutti gli studenti.
Fortunatamente Ginny avvistò un tavolo vicino all'entrata e subito Hermione posizionò la sua borsa sulla sedia mentre Harry e Ron andarono ad ordinare quattro burrobirre.

***

“Herm! Ciao,come stai?”
Era Neville,un grande amico di Hermione,anche lui Grifondoro.
“Neville! Che piacere vederti...sto bene! Dove è Luna?” chiese la ragazza,con un sorriso smagliante.
“E' andata a riparare un suo marchingegno da Mondomago...lo sai come è fatta!” disse Neville,facendo un occhiolino alla Granger.
Hermione era molto contenta che Neville fosse riuscito a conquistare Luna...erano due tipi molto particolari,ma anche affini.
Paciock si allontò,fino a raggiungere altri compagni di Grifondoro.
“Bene Herm,raccontaci qualcosa!” disse Harry,mentre la ragazza aveva appena iniziato a bere la sua burrobirra.
Hermione iniziò a parlare della scuola,naturalemente,e del suo terrore per i M.A.G.O.
Poi raccontò ai ragazzi di Piton e loro risero come matti...in realtà questa cosa era molto buffa,anche per Hermione stessa.
“Per Merlino,quel pipistrello ti ha rovinato la serata Herm! Proprio oggi doveva darti la punizione...” disse Ginny arrabbiata.
“Lo sapete come è Piton...però mi sono divertita ugualemente a passare il pomeriggio con voi” disse Hermione con un sorriso. “Adesso però devo scappare,se arrivo tardi Piton mi uccide,o peggio ancora,mi aspelle” disse la ragazza mimando una scena che era accaduta tanti anni prima con Harry e Ron.
I ragazzi risero e si congedarono da Hermione,tutti tranne Ron che la interruppe prima che uscisse “Herm,aspetta...ti accompagno.”
“Va bene,Ron..ma sbrighiamoci”
Prima che uscissero Ginny parlò nell'orecchio di Harry “Spero che Ron si comporti bene.” Il prescelto annuì e poi baciò la sua ragazza.

***

“Hermione,devo parlarti...”
“L'avevo intuito,Ron...beh,sputa il rospo allora”
“Sarò diretto...mi manchi”
Ci fu un attimo di silenzio,ma Ron continuò.
“Mi manchi,sono ancora pazzo di te,se non te ne sei accorta. Ti voglio con me,più di ogni altra cosa.” disse Ron singhiozzando.
Hermione sospirò,non sapeva come controbattere.
“Rispondi Herm! Fallo per i miei sentimenti”
“Penso che il mio silenzio sia già una risposta,Ron...non voglio ferire i tuoi sentimenti,ma non posso dire di essere innamorata di te se non è vero.” disse la Granger,con un tono pacato,anche se dentro di sé era agitata.
Erano già arrivati davanti alla porta di Hogwarts,quando Ron si voltò di scatto,prese le mani della ragazza e tentò di baciarla.
Ma invano.
Lei si spostò e diede uno schiaffo al ragazzo.
Ron si infuriò,prese le braccia della ragazza e le strinse.
“Hermione,come stai facendo? Perché mi hai tirato uno schiaffo? Tu non puoi non essere innamorata di me! Dopo tutto quello che abbiamo passato! Hermione ti prego guardami” Ron strinse ancora di più la ragazza “Guardami Hermione” questa voltà urlò ed Hermione si impaurì.
“Ron smettila ti prego,mi fai male!” disse la ragazza arrabbiata. Cercava di andarsene da quella stretta e mentre ci provò inciampò e cascò a terra.
Ron la prese e continuò a parlare come se nulla fosse accaduto.
“No Hermione io non ti lascerò mai! Ti amo!”
Hermione provò ad andarsene ma il ragazzo la teneva stretta e le faceva male.
“RON SMETTILA MI STAI FACENDO MALE” la sua gamba stava sanguinando molto,ma il ragazzo sembrava non sentire ragione. Hermione era seriamente preoccupata.
“Weasley,lascia la signorina Granger!” disse una voce proveniente dal castello.
Una voce che sia Hermione sia Ron conoscevano bene.
Severus Piton fece svolazzare il suo mantello e arrivò davanti ai due ragazzi.
“Non tutto il castello è interessato ai vostri litigi da bambini,quindi Weasley lascia la ragazza.” il tono di Severus era calmo.
Ron lasciò la ragazza. “Adesso ti fai difendere anche da questo pipistrello Serpeverde! Sappi che non mi fa più paura come una volta!” il ragazzo disse queste parole mentre se ne andava,lanciando uno sguaurdo assassino ad Hermione.
Il professor Piton si trattenne e non utilizzò la bacchetta per schiantare Weasley.
Andò verso Hermione che non stava per niente bene: la gamba sanguinava molto.
“Granger,forza andiamo” Severus la prese per il braccio:questo contatto fece irrigidire Hermione che era stata percossa da un brivido inispiegabile.
'Perché mi sono preso la briga di fare il badante a questa Grifondoro insolente?' si domandò Piton,mentre i due scendevano le scale che li avrebbero portati verso i sotterranei.

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Capitolo 8
*** Il segreto ***


Ciao a tutti miei carissimi lettori! Allora,ecco a voi il nuovo capitolo...spero davvero che vi piaccia! Vi ringrazio per tutte le recensioni e i messaggi che mi inviate,siete davvero tanto tanto gentili! 
Un bacione a tutti,Cami :) 


Hermione era svenuta. 
La vista di tutto quel sangue le aveva causato la perdita dei sensi...una cosa che aveva capito,con certezza assoluta,era che non avrebbe mai potuto fare la medimaga! 
Piton dovette trascinarla di peso nel suo ufficio fino a condurla,suo malgrado,nella stanza da letto. La pose delicatamente nel materasso...gli sembrava una cosa così pura e genuina che faceva fatica anche sfiorarla.
Era molto pallida,ma i suoi lineamenti ricordavano quelli di una dea.
Le gambe snelle erano fasciate da un paio di jeans aderenti che mostravano tutte le curve poco accentuate.
Il maglioncino verde smeraldo fece sobbalzare il professore.
Quello era il suo colore preferito e quella ragazza lo indossava in maniera stupenda.
Le spalle erano leggermente scoperte e le maniche di pizzo lasciavano intravedere le sue braccia.
Severus la osservò per secondi,minuti,ore.
Il tempo non era più importante.
Tutto sembrava essersi fermato improvvisamente.
Come per magia...

***
Dopo qualche ora Hermione si svegliò. Si rigirò un po' in quel letto comodo fino a capire che non era il suo.
Era un letto troppo grande per essere quello del suo dormitorio. Così sobbalzò in piedi,trovandosi davanti una stanza sconosciuta. Non si ricordava cosa era successo e per quale motivo si trovava lì.
Stette a pensare,pensò e ripensò.  
Guardava quella stanza completamente nera,guardava il letto che era ricoperto da un lenzuolo verde e guardava quelle finestre che lasciavano intravedere un bellissimo paesaggio.
Alla fine ricordò...Piton...la gamba...il sangue...IL SUO LETTO. 
'Per Merlino,Hermione in che guaio ti sei cacciata' pensò amaramente la ragazza. 
La ferita non faceva più male...anzi non c'era più nessuna ferita...era completamente guarita. Infondo Piton era uno dei più grandi pozionisti del mondo magico,di sicuro l'aveva curata lui la sera prima. 
'Come ha fatto a curare la mia gamba se indossavo dei jeans?' si chiese pensierosa la ragazza.
Non era possibile che lui...
No,sicuramente aveva fatto una magia...oppure aveva usato una pozione stravagante...c'era sicuramente un'alternativa.
Eppure non si ricordava di aver letto niente a proposito di pozioni o incantesimi del genere...e lei leggeva tanto.
Ancora pensierosa,Hermione camminò verso la porta e la aprì piano. 
Vide il professore seduto sulla sedia,dietro la cattedra. 
Aria austera,volto privo di espressioni,pensieri indecifrabili. 
Sì,era proprio Severus Piton.

'Pro..professore" disse Hermione,quasi sottovoce.
"Granger, finalmente ti sei alzata da quel letto...per Salazar,ho quasi pensato che Weasley avesse ferito così tanto il tuo piccolo cuoricino che non ti saresti più svegliata!" ringhiò il professore.
Hermione non parlò,ma fissò Piton cercando di assumere uno sguardo simile al suo. Privo di emozioni. Indecifrabile.
Era interessante,quasi affascinante.
In realtà stava ancora pensando al tipo di pozione che poteva aver utilizzato per curare la sua gamba. 
Stava per chiederglielo,ma lui la precedette. 
"Tranquilla,Granger,non ho abusato di te stanotte,quando eri priva di sensi. Per curare la tua ferita ho utilizzato un incantesimo molto semplice,ma efficace...credo che tu lo conosca,dato che sei un insopportabile So-Tutto-Io" disse Piton tranquillo.
Legilimanzia.
Piton le stava leggendo la mente.
Lo sentiva.

Sapeva che lui era capace di farlo.
Si ricordava di quando aveva provato ad insegnare ad Harry,ma invano.
Era una sensazione strana,quasi impercettibile. 
"Professore,la Legilimanzia sugli alunni di Hogwarts è proibita" 
Piton sembrava stupito per la prima volta dopo anni.
La guardava
Incredulo. Nessuno,a parte Albus,riusciva a sapere quando lui praticava quest'arte. Era particolarmente bravo,forse il più bravo. Ma lei lo aveva scoperto. Come diavolo era possibile? 
"Signorina Granger,sono particolarmente perspicace" disse Piton,tranquillamente. Aveva sempre la risposta pronta,era un attore nato. 
Ci fu qualche secondo di silenzio,che venne interrotto dalla voce di Hermione.
"Beh,professore...grazie per ieri” disse la ragazza,timidamente.
“Sono una professore Granger,è un mio dovere...fare il badante ad un gregge di pecore!" Piton ghignò. 
"La ringrazio lo stesso...” disse Hermione,accennando un sorriso.
Piton stette zitto. Aveva mentito...non avrebbe fatto dormire chiunque nel suo letto...ma Hermione....era Hermione.
I loro occhi si incontrarono e si fissarono.
Passarono vari minuti,ma i due non riuscivano a muoversi da quella posizione.
Era come se fossero incatenati da una forza potentissima.
Come se non esistesse nessun altro in quel mondo.
Come se lei non fosse stata la sua allieva.
Come se lei non fosse una Grifondoro.
Come se lei non avesse 20 anni meno di lui.
"Bene professore,io adesso vado..." disse la Granger,rompendo il ghiaccio.  Non poteva guardare il quel modo il suo professore..non poteva guardare in quel modo Piton..
"Si,vai" disse Severus,deciso.
"Ancora grazie,professore" disse la ragazza uscendo dalla porta dell'ufficio. 
Piton chiuse la porta con un tonfo,insonorizzò la stanza con un movimento della bacchetta e tirò un pugno nel muro.
Era sconvolto.
Si doveva sfogare.
Un uomo come lui.
Come aveva fatto a mettersi in una situazione del genere?
Si era infatuato di una ragazzina. Presuntuosa. Egocentrica. Grifondoro. Studentessa. Peggio di così non poteva andare. 

***

Hermione entrò di scatto nell'aula di Difesa. Quella mattina era arrivata con 10 minuti di ritardo. 
Gli occhi dei ragazzi e del professore erano puntati su di lei. Che figuraccia. Entrare in quel modo nel bel mezzo di una lezione...
“Hermione,dove eri? Ci hai fatto preoccupare!” tuonò Ginny,vedendo la ragazza.
“Ginny ti spiego dopo...” disse Hermione sospirando. “Professore,mi scusi per il ritardo,ho avuto un contrattempo improrogabile” continuò la ragazza.
“Tranquilla Hermione...stavamo spiegando l'incantesimo Confundo. Esso serve,come suggerisce la parola,per confondere la persona su cui è diretto...si può utilizzare anche con gli oggetti.”
Hermione accennò un sorriso. Si ricordava quando aveva fatto quell'incantesimo per aiutare Ron a passare le audizioni di Quiddich. Sembravano passati vent'anni da quel momento...da quel giorno...da quando si era innamorata di Ron. In realtà era solo qualche anno prima,prima della guerra,prima di tutto...
“Bene ragazzi,per oggi abbiamo finito.” disse Lupin al termine dell'ora. “Hermione,tu puoi rimanere 10 minuti qua?” chiese Remus,alla fine.
“Certo,professore.” 
Tutti i ragazzi presero i loro libri e con calma uscirono dall'aula. Quando rimasero soli,Remus assunse un'aria infuriata.
“Hermione, mi spieghi cosa è successo? Mi hai fatto preoccupare!” disse Lupin,agitato.
Hermione raccontò a Remus di tutto quello che era accaduto.
Si fidava ciecamente di lui...lo considerava il suo migliore amico. Ed in quel momento ne aveva bisogno più che mai,dato che Harry non c'era mai e Ron...beh Ron era uno stupido. 
“Mi vorresti dire che hai dormito da Piton?” disse Lupin,assumendo una faccia confusa.
“Beh...sì...lui ieri sera mi ha aiutata...la mia gamba sanguinava molto sai...lui...è stato gentile” disse Hermione,imbarazzata.
"Severus Piton e gentile non sono due parole che possono essere messe nella stessa frase"
Lui non sapeva. E nemmeno Hermione.  C'erano tante cose di Severus Piton che erano rimaste nascoste al mondo intero. 
"L'ha fatto solo per la sua posizione di insegnante.." proseguì la ragazza,ripetendo le parole di Piton. 
"Si..sicuramente l'ha fatto per questo" 
"Bene Remus,io adesso devo andare a pranzo con Ginny! Ci vediamo in giro,professore" la ragazza se ne andò,facendo un occhiolino all'uomo che ricambiò con un sorriso. Un sorriso poco convinto. 
***
La giornata proseguì normalmente per Hermione,che passò l'intero pomeriggio immersa nei libri.
A cena incontrò più di una volta lo sguardo di Piton...l'uomo non le toglieva gli occhi di dosso ed Hermione cercava di non ricambiare le sue attenzioni.
In realtà Piton non era consapevole di fissarla...cioè era una cosa naturale per lui.
Non poteva privarsi di guardarla,le poche volte che ne aveva l'occasione.
Quella ragazza gli aveva fatto perdere la testa...doveva togliersela dalla mente.
Doveva evitarla.
Non poteva più passare i pomeriggi a pensarla.
Doveva smettere anche di sognarla. 

Un Oblivion sarebbe stato l'unico modo per evitare quella situazione....
'Severus,per Salazar,cosa stai dicendo? Non riusci più a controllare i tuoi sentimenti? Ci sei riuscito per una vita e non ce la fai con una ragazzina che non ti degna nemmeno di uno sguardo' pensava e ripensava l'uomo,sempre più indignato da quello a cui stava ragionando. 
***
'Severus era sdraiato a terra,ansimante e ferito. Hermione non sapeva cosa fare,era prostrata davanti all'uomo senza muovere un ciglio: lo fissava e lui ricambiava quello sguardo. Il morso di Nagini era ben visibile nel suo collo,il sangue sgorgava e sembrava non finire più. Ad un certo punto Hermione si spostò verso il professore ed iniziò a bloccargli la ferita con la mano. Poi prese una fialetta che conteneva una pozione curativa e la spalmò sul morso. Ma non sembrava succedere niente...la ragazza era disperata,fece tutto quello in suo potere per tenere in vita quell'uomo...ad un certo punto Piton parlò,ma non si capiva bene quel che diceva,sembravano le parole che precedevano l'imminente morte. "Granger...g..grr..grazie...sei sempre stata...la strega più brava della tua età" disse alla fine l'uomo: era sfinito,sembrava ormai stanco di vivere...fino a che un rumore interruppe i pensieri di Hermione. Un grande fenice rossa entrò dalla finestra e si fiondò sull'uomo..." 
Hermione si svegliò di soprassalto. Non sapeva bene dove si trovasse...quel sogno sembrava troppo reale per essere solamente finzione. La ragazza stette almeno 15 minuti a sedere sul bordo delle letto,senza proferire parola. Poi capì che non era solo un sogno...lei stava rivivendo quei momenti...ma perché non si ricordava di essere stata in quel posto con il professore? Lei non sapeva come era sopravvissuto all'attacco di Nagini...le avevano sempre detto che era stato un vero e proprio miracolo,ma nessuno sapeva niente di più. Perché quel sogno? Cosa voleva dire? 
Hermione non ce la faceva ad aspettare l'indomani,doveva assolutamente sapere...capire perché non si ricordava di quei momenti. 
Prese un golf e se lo infilò velocemente.
Nel cuore della notte scese le scale del dormitorio e si fiondò verso i sotterranei. 
Corse fortissimo,non le importava se qualcuno poteva vederla o sentirla.
Non era più fondamentale adesso. Si ritrovò davanti alla porta di Piton e senza pensarci due volte bussò. Nessuno rispose...evidentemente il professore dormiva.
Hermione aprì la porta e si ritrovò Severus davanti,con quella espressione indecifrabile.
Piton stava per parlare,stava per buttarla fuori dal suo ufficio...ma la Grager lo precedette e lo prese per un braccio. Il professore si irrigidì,ma non si mosse. I suoi occhi neri era puntati sulla ragazza. 
"Professore,come ha fatto a sopravvivere all'attacco di Nagini?" disse Hermione diretta.
Piton cambiò espressione: non era più indecifrabile,anzi si capiva più che bene quel che pensava. Era sorpreso,ma anche impaurito. Sapeva che la ragazza aveva capito e che era arrivato il momento di rivelarle tutto.

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Capitolo 9
*** Lacrime di fenice ***


Ciao a tutti miei carissimi lettori! Ecco a voi il nuovo capitolo. Per me è davvero importante e significativo per la storia..tant'è che mi sono anche emozionata nello scriverlo. Spero davvero che mi piaccia. 
Un bacione,Cami.


***

 "Un miracolo,signorina Granger...ecco cosa mi ha salvato" disse Piton,cercando di non guardare la ragazza. 
Hermione aveva capito che stava mentendo,che non aveva voglia di parlare e che non voleva ammettere cosa era successo quella notte.
La ragazza si avvicinò al professore e gli prese la mano,lui si voltò e i suoi occhi neri incontrarono quelli di Hermione. 
"Professore,la prego..." disse Hermione mentre una lacrima solitaria le percorreva la guancia. 
Severus la stava ancora guardando quando prese la mano e scostò la lacrima della ragazza.
Un piccolo gesto che lasciò Hermione spiazzata.
Era stato...strano.
Erano a pochi centimetri di distanza.
I loro respiri erano le uniche cose a far rumore in quel momento.
I loro sguardi erano incatenati uno all'altro.
Fino a che Severus si voltò ed iniziò a parlare con voce pacata. 
"Non credo che tu voglia sapere veramente cosa è successo quella notte,signorina Granger.." 
"Perché professore?" rispose Hermione diretta.
Piton sospirò e si avvicinò per la seconda volta alla ragazza,che nel frattempo si era seduta sulla poltrona logora.
"Perché hai già sofferto troppo per avere la tua età." sussurrò il professore.
Hermione a quel punto ripensò ad una notte in particolare.
La più brutta della sua vita.
Si ricordò di Bellatrix Lestrange,della sua risatina malvagia,delle torture,dell'umiliazione subita e dell'espressione dei Mangiamorte che guardavano senza proferire parola quella scena pietosa.
Pianse ancora di più,fino a che le sue lacrime finirono.
Non aveva più la forza di fare niente.
Severus la guardava senza muovere un ciglio.
Non sapeva cosa fare,non si era mai trovato in una situazione simile.
Non sapeva come consolare una persona e non sapeva nemmeno se in quel caso fosse la cosa giusta da fare.
Hermione Granger aveva avuto una vita troppo difficile per sperare che due parole di consolazione dette da un uomo come lui potessero farle tornare il sorriso. 
"Professore..io voglio saperlo." disse la ragazza con un tono deciso. 
"Io..Granger,devi capire che non è facile." 
"Pensa che non lo sappia? Pensa che non sappia cosa è facile e cosa non lo è?" esclamò Hermione alzandosi in piedi "Senta professore,non si può dire che la mia vita fino ad oggi sia stata semplice,ma io non mi sono mai lamentata. Sono troppo felice di aver conosciuto questo mondo per buttarmi giù. Alla fine tutto quel che ho fatto ha portato i suoi frutti,ed ora posso dire di essere felice. Ma non c'è giorno in cui non pensi a Bellatrix Lestrange. Non c'è stato nemmeno un giorno dopo quella notte in cui non ho rivissuto quelle torture,quelle offese. Non c'è stato un giorno in cui non ho pensato a Cedric,a Sirius,a Fred,a Remus,a Malocchio,a Tonks,a Dobby e a Silente. Non c'è stato un giorno nel quale non ho guardato questa cicatrice." disse alla fine la ragazza con il volto coperto di lacrime e la manica della maglietta tirata fino al gomito che lasciava intravedere la scritta 'Mezzosangue'. 
Severus la stava fissando senza muovere un muscolo e senza dire una parola.
L'unica cosa che riuscì a fare fu andare verso di lei ed abbracciarla.
Un abbraccio vero,spontaneo.
Hermione pianse ancora di più,mentre quell'uomo la teneva sicura nelle sue braccia.
Stettero in quella posizione per vari minuti fino a che la ragazza avvicinò la bocca all'orecchio di Severus.
"Mi scusi,professore" e se ne andò dalla presa dell'uomo. 
Piton venne percosso da un brivido dietro la schiena e si voltò,poggiando le mani sul bordo della finestra. 
Era già l'alba,perché dei raggi di sole entravano nella stanza,illuminando il viso giovane di Hermione.
La ragazza stava fissando le spalle del professore,ed osservò che il suo mantello si stava leggermente muovendo a causa del vento.
L'uomo aveva lo sguardo perso nel vuoto.
"Quella notte è sempre rimasta indelebile nella mia mente" parlò il professore,lasciando Hermione spaesata. "Io ero praticamente morto: il veleno del serpente era già entrato in circolo e mi sarebbero rimasti pochi minuti di vita. Poi tu..." il professore sospirò "Tu sei arrivata..e hai provato a salvarmi...hai provato a curare la mia ferita...ma invano..anche tu sapevi che stavo per morire. Fino a che.." il professore si bloccò e si mise le mani sul volto. 
Hermione si avvicinò lentamente all'uomo e si mise di fianco a lui. 
"Professore,lei è la persona più coraggiosa che io conosca." disse Hermione,mentre fissava il paesaggio al di fuori della finestra.
Piton tolse le sue mani dal volto e guardò i lineamenti delicati della ragazza.
"Granger,tu mi hai sempre odiato." 
"Professore,io odiavo il Severus Piton che conoscevo prima...adesso,sinceramente,non so nemmeno se è veramente lei o qualcuno che ha bevuto la pozione polisucco ed ha assunto le sue sembianze...cioè  adesso non mi sembra più il Piton che mi chiamava Insopportabile-So-Tutto-Io o che toglieva sempre dei punti a Grifondoro" disse Hermione,accennando un sorriso. 
"Non ti ci abituare,signorina Granger" disse Piton con il suo solito tono austero. 
Hermione rise e guardò il professore negli occhi.
Rimasero vari secondi a fissarsi,fino a che Piton si mosse verso la poltrona. 
"Fanny..." disse Severus " Lei ha curato la mia ferita." 
"Perché io non ricordo niente,professore?" disse la Granger voltandosi.
"Dopo che Fanny mi ha salvato con le sue lacrime...io..beh,stavo ancora molto male...così tu sei rimasta con me per tutta la notte...ti sei presa cura di me,Granger." 
"Io? Mi sono presa cura di lei?" disse Hermione,incredula.
"Si..l'hai fatto perché avevo anche altre ferite oltre a quella sul collo...mi hai curato con qualche pozione...sei stata tutta la notte sveglia con me,mi hai parlato,mi hai fatto compagnia..non c'era nessun altro..eravamo bloccati lì." Piton sospirò "Ed io lì ho capito che la guerra ti aveva veramente cambiata,Granger." 
"Professore...le ripeto...perché non ricordo niente?" chiese Hermione,impaziente.
Piton strappò quasi la sua veste: era arrabbiato con sé stesso perché sapeva che la Granger si sarebbe infuriata per quello che le stava per rivelare. Ma doveva farlo. 
"Io ti ho cancellato la memoria" sussurrò il professore.
Parlò sottovoce ma in realtà era come se si fosse liberato di un peso che portava da una vita. 
Hermione lo guardò allibita e provò a chiedere spiegazioni con gli occhi.
"Io..io beh non volevo che tu ti affezionassi a me." concluse il professore. 
A questo punto Hermione fece una cosa che Piton non si sarebbe mai aspettato. 
Tirò un pugno contro il muro.
Un pugno liberatorio.
Un pugno che faceva male come le parole del professore.
Poi pianse ancora.
Si appoggiò sulla poltrona logora e si sfogò. 
Piton la stava fissando...guardava quella ragazza di 18 anni che piangeva per tutte le disgrazie che la vita le aveva riservato. 
"Professore,lei non ha mai pensato che io mi sarei comunque affezionata a lei?"  chiese Hermione,con aria delusa.
"Tu non puoi affezionarti a me,Granger." 
"Lo sa cosa penso professore?" 
Piton fece un cenno con il capo,che fece capire alla ragazza di poter continuare a parlare.
"Io credo che lei non volesse avere debiti con me. Lei non voleva avere una spina al fianco...una ragazzina So-Tutto-Io di Grifondoro che andava a rivelare le sue debolezze. Ecco cosa penso. Non lo farò,stia tranquillo...questa conversazione resterà dentro queste mura." Hermione sospirò "Sa professore,ha ragione,io non dovrei soffrire più..non dovrei pensare che le persone possano fare qualcosa di buono per me,non dovrei più affezionarmi a nessuno...perché finisce solo che tieni a troppe cose, e più ci tieni, più hai da perdere."  
Hermione disse queste parole ed uscì dall'ufficio di Piton. Non piangeva più...ne aveva abbastanza di soffrire per persone che non si meritavano nemmeno una sua lacrima. 

***

Si diresse a grandi falcate verso la Sala Grande.
Era già ora della colazione ed Hermione scorse Ginny nel tavolo di Grifondoro. 
"Ginny..." disse Hermione,afferrando la rossa per un braccio.
"Hermione! Dove eri? Per Merlino...è già un po' di giorni che sparisci senza avvertire,senza dire niente a nessuno...ed ora ti presenti con queste occhiaie...il tuo letto è stato vuoto per tutta la notte...mi vuoi spiegare o vuoi rimanere lì ferma?" 
"Ginny..niente...ero dalla Preside McGranitt...mi ha convocata..." Hermione inventò una scusa e naturalmente Ginny non abboccò. 
"HERMIONE GRANGER,TI AFFATTURO SE CONTINUI A MENTIRMI!" 
Sicuramente Hermione non voleva rivelarle della sua conversazione con Severus,quindi inventò l'ennesima scusa,sperando che questa volta ci credesse.
"Ero da Remus,l'ho aiutato perché tra 2 giorni c'è la Luna Piena..aveva bisogno di una mano." Hermione cercò di essere il più convencente possibile.
"Capisco...hai fatto bene,Herm." concluse Ginny,con un sorriso sulle labbra.
Aveva mentito alla sua migliore amica...per la prima volta nella sua vita.

***

Passarono tantissimi giorni ed Hermione era presa dallo studio. Quell'anno avrebbero avuto gli esami e lei voleva passare con il massimo dei voti...come d'altronde era sempre accaduto negli anni precedenti.
Dopo quella sera,Severus non la degnava più di un misero sguardo,sia durante le lezioni sia durante i pasti.
Lei cercava di fare lo stesso.
Aveva deciso di lasciarsi quella storia alle spalle.
Adesso voleva solo vivere come una normale ragazza di 18 anni. 
Scuola. Amicizia. Amore. Ecco quali dovevano essere i pensieri nella sua mente.
Ma non passava nemmeno un giorno in cui Hermione non pensava a lui...a quello che le aveva detto e al suo sguardo...
Era stata troppo impulsiva a giudicarlo in quel modo..ma adesso non poteva più cambiare la situazione.
Quindi doveva essere felice,senza pensare a quella dannata notte. Forse sarebbe stato meglio restarne all'oscuro. 

***

Intanto in un ufficio nei sotterranei,un uomo completamente vestito di nero non riusciva a star fermo.
Severus Piton camminava avanti e indietro per il suo ufficio,pensando e ripensando. 
Erano giorni che non guardava la ragazza. L'aveva fatto sia per sé stesso,ma anche per lei.
Era ancora convinto che loro due non dovessero avere nessun rapporto,se non didattico.
Ma aveva nostalgia di Hermione...delle seu mani,del suo profumo,delle sue parole che gli facevano provare sempre un brivido.
Voleva fare la scelta giusta,voleva che quella ragazza fosse veramente felice. E affezionandosi a lui non lo sarebbe mai stata,
Quel discorso che gli aveva fatto prima di andar via,era rimasto nella mente di Severus. Ogni minima parola. 
La realtà però non era quella...Severus aveva cancellato la memoria della ragazza per evitare che lei soffrisse ancora. 
Non gli importava di eventuali debiti nei suoi confronti...non ci aveva nemmeno pensato a dir il vero.
Ma capiva benissimo le ragioni di Hermione...cosa avrebbe dovuto pensare sennò?
Che il suo professore di Pozioni provasse un interesse ed una stima nei suoi confronti? 
In fin dei conti,lui era sempre Severus Piton...l'austero professore di Pozioni.


***

"HERMIONE GRANGER TRA DUE GIORNI C'E' IL BALLO DI HALLOWEEN E TU NON SAI COSA METTERTI?" disse Ginny infuriata,mentre camminava avanti e indietro per il dormitorio.
"Ginny..si questa cose del ballo mi è sfuggita di mente.." disse Hermione,con aria dispiaciuta.
"Come ha fatto a 'sfuggirti di mente' una cosa simile? Devi essere perfetta Herm!"  la incitò Ginny.
Qualche giorno prima le era arrivata una lettera da Viktor che le diceva che,forse,sarebbe andato a trovarla per la festa di Halloween. Lei era contenta certo..ma qualcosa in lei non andava da quando aveva discusso con Piton...era come se non potesse essere del tutto felice nemmeno per una notizia del genere.
"E poi c'è anche Krum! No Herm,tu adesso ti provi tutti i vestiti dell'armadio e poi scegliamo il migliore!" continuò la rossa,con un sorriso smagliante.
"Va bene..." disse Hermione,prendendo in mano tutti i suoi vestiti più belli e dirigendosi verso la camera.
Ginny aveva ragione...in quel momento doveva pensare solo alla festa e a Viktor...

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Capitolo 10
*** Sentimenti contrastanti ***


Buonasera a tutti miei carissimi lettori. 
Inizio col dire che questo capitolo è davvero importante per la storia. E' il capitolo della 'svolta'...e beh spero proprio che vi piaccia perché ci ho messo tutta me stessa in queste pagine.
Noterete che ho trascritto una frase di una canzone. Questo perché quando scrivo ascolto sempre la musica,perché mi trasmette molto. 
Questa canzone è molto significativa per me e per la storia stessa,quindi spero che gradirete.
Buona lettura.
Cami.

Who will love you?
Who will fight?
And who will fall far behind?

-Skinny love,Birdy-

 

 

Un soffio di vento flebile entrava dalla finestra del dormitorio e dei raggi di sole illuminavano i lineamenti giovani di Hermione Granger.
Finalmente era arrivato il fine settimana e con lui anche il ballo di Halloween: Hermione si era lasciata alle spalle,anche se solo per due giorni,le preoccupazioni scolastiche e si poteva concentrare appieno sui preparativi per la festa.Doveva essere tutto perfetto,indimenticabile. Avrebbe rivisto il suo Viktor dopo vari mesi, e questo la rendeva sia felice sia agitata. Era convinta di provare un forte sentimento per il ragazzo...
Ma in quelle notti,quando era sola, non faceva altro che ripensare ad una serata in particolare,quella di un mesetto prima,quando aveva parlato con il suo professore di Pozioni.
Aveva capito che dietro alla corazza dell'uomo c'era un animo gentile e talvolta fragile.
Sicuramente la sua vita doveva esser stata molto difficile,piena di sofferenza,di perdite e di lacrime.
Ecco perché riuscivano a capirsi: perché entrambi avevano provato quelle sensazioni,quelle emozioni..che però dovevano reprimere.
Severus le nascondeva dietro alla sua maschera di impassibilità e cattiveria.
Hermione,invece,dietro ad un'apparente felicità.

E da quella notte,Severus non la guardava nemmeno con la coda dell'occhio. Non la degnava di una parola,di uno sguardo...era come se non esistesse per lui.
Un comportamento comprensibile,dato che Hermione l'aveva offeso più di una volta...ma la ragazza non ci riusciva,non riusciva a non guardarlo sia a lezione sia durante i pasti.
Era come se quando sentiva la sua voce,o il suo profumo,tutto si fermasse. Era quasi costretta a voltarsi...e lo osservava come se fosse stato il quadro più bello di una mostra.
Eppure Piton...non era bello. Almeno secondo gli standard,secondo i canoni. Ma Hermione pensava che fosse affascinante...il Principe Mezzosangue..
Ma durante quei pensieri Hermione si bloccava più di una volta,pensando a quanto stava fantasticando.
Lui era il suo professore e lei era una studentessa.
Non doveva nemmeno pensare cose del genere.
Non era...etico.
Poi lei era 'felicemente' fidanzata con Viktor Krum...anche se negli ultimi mesi l'aveva pensato...raramente...solo le poche volte che si ricordava di avere una relazione sentimentale con il ragazzo.
Forse non provava più un sentimento tanto forte per il lui...
'Hermione ma cosa vai a pensare? Viktor è sempre stato il ragazzo giusto per te e lo sarà sempre!' ragionava ogni tanto la Granger,quando questi pensieri la affliggevano.
Sicuramente dopo quella sera tutto sarebbe tornato normale...i suoi sentimenti per Krum si sarebbero riconfermati e la sua vita sarebbe ripartita,come era giusto che fosse.
Infondo è normale avere qualche dubbio durante una relazione,specialmente a distanza.
Mentre tutti questi pensieri si impossessavano della ragazza,un tonfo aprì la porta del dormitorio.
***
Era Ginny Weasley,la migliore amica di Hermione. Colei che c'era sempre stata,ma a cui Hermione aveva mentito.
"Herm! Buongiorno...hai scelto il vestito,vero?" chiese Ginny,decisa.
Hermione cercò di alzarsi il più velocemente possibile e si stropicciò più volte gli occhi. Indossava una camicetta di pizzo purpurea e un paio di pantaloni grigiastri.
"VERO? HERMIONE GRANGER TI AFFATTURO!" esclamò la rossa.
"Sì..Ginny penso che questo sia...adatto!" disse la ragazza,sfilando da sotto il letto un vestito verde smeraldo.
"Bene,provatelo e poi vedremo..." disse Ginny,impaziente.
Hermione si sfilò dolcemente la camicia e i pantaloni,e con un unico gesto si provò il vestito.
Si guardò allo specchio per un po'.
Era una dea.
Quell'abito le fasciava perfettamente i fianchi e le gambe.
La parte superiore era fatta unicamente di pizzo: le spalle e le scapole erano ben visibili,ma in modo elegante.
Quel vestito sembrava fatto apposta per lei...era semplicemente perfetta.
"Beh..Ginny che ne dici?" chiese Hermione,un po' preoccupata.
"Io...io...Herm,per Godric,sei una stella! Magnifica è dir poco!" disse la ragazza,sfoggiando il suo sorriso migliore.
Hermione sorrise. "Dici sul serio?"
"Certo! Stasera sarai la più bella Herm!" disse la ragazza,entusiasta.
"Dopo di te,Ginny!" ribattè la Granger,sorridendo.
Stettero tutto il pomeriggio a prepararsi.
Parlarono di tantissime cose...ma naturalmente Hermione non rivelò niente della sua serata passata con Severus. Aveva promesso di manterere il segreto...e lei era una Grifondoro: sapeva rispettare un patto.
Però Hermione raccontò all'amica dei dubbi che aveva su Viktor,e la rossa la rassicurò dicendole che dopo quella sera si sarebbe ricreduta.
La Granger credette alle sue parole,e continuò ad acconciare i capelli rossi dell'amica.
Quando ebbero finito si avviarono verso la Sala Grande,dove Harry le stava aspettando entrambe.
Ron,quella sera,non sarebbe venuto...principalmente per la presenza di Hermione...diciamo che voleva evitare un'altra guerriglia.
Scesero le scale a braccetto,mentre tutti gli occhi erano puntati su di loro.
I capelli di Hermione svolazzavano liberi sulle sue spalle ed il vestito le accarezzava dolcemente tutte le curve.
***
"Ehi,ragazzi non guardate così queste belle dame! Non vorrei che le rovinaste!" esclamò Harry,appena le vide.
Ginny corse verso il suo fidanzato e lo baciò appassionatamente,poi lo strinse tra le sue braccia. Quando Harry si staccò da quella morsa,raggiunse Hermione e la abbracciò calorosamente.
"Stai divinamente,Herm!"
"Anche tu,Harry" disse la ragazza,accennando un sorriso.
I ragazzi parlarono del più e del meno,fino a che la Sala Grande si rimpì di studenti di ogni età e professori.
Ma lui non c'era. Hermione non lo vide,ma lo cercò con gli occhi per molto tempo.
'Perché non c'è?' pensò più volte la ragazza facendo avanti e indietro per la Sala...
Stava cercando...
"Hermione!" esclamò una voce familiare.
Era Viktor...la Granger l'aveva riconosciuto dal suo accento.
Hermione si voltò e si trovò davanti i muscoli di Krum,ed istintivamente lo abbracciò forte...ma non era lui che cercava...
"Viktor! Quanto mi sei mancato.."
"Anche tu,Hermione..comunque sei bellissima...”
Quell'abbraccio durò diversi minuti,fino a che Viktor prese tra le mani il viso gracile della ragazza e stampò nella sua bocca un bacio.
Hermione sorrise debolmente e prese la mano del suo fidanzato.
"Bene,Hermione...andiamo fuori a parlare un po'? Qua c'è troppa musica.." disse Krum con un sorriso rassicurante.
Hermione annuì e si diressero verso l'uscita della scuola...lei stava ancora cercando con lo sguardo il suo professore,ma invano. Lui non c'era.
"Hermione,cerchi qualcuno?" chiese il ragazzo,debolmente.
"No,no...tranquillo Viktor,andiamo!"
Arrivarono sulle sponde del Lago Nero.
Si sentiva solo il rumore dell'acqua e del vento che spostava le foglie degli alberi.
Era una situazione molto piacevole..ed anche romantica.

Hermione iniziò a raccontare della scuola,dell'andamento delle lezioni e dei suoi voti.
“Sai Vik...quest'anno mi devo impegnare molto per riuscire a passare con il massimo dei voti...sai a Trasfigurazione,Incantesimi,Difesa contro le Arti Oscure,Artimanzia e Astronomia non dovrei aver problemi...ma a Pozioni ce la dovrò mettere tutta per avere un Eccellente!”
Lui la ascoltò senza dir nulla,come faceva sempre. Alla fine prese le mani della ragazza e avvicinò la sua bocca a quella rossastra di Hermione.
Si baciarono...un bacio casto durante il quale la ragazza non provò niente,nessun sentimento e tanto meno nessun accenno di amore.

"Hermione penso che dovremmo parlare.." disse Krum alla fine di quel bacio.
"Di cosa,Vik?" chiese curiosa la ragazza.
"La nostra relazione...sai siamo a tanti chilometri di distanza...non ci vediamo quasi mai..abbiamo due vite completamente diverse e..." Viktor si bloccò,ma Hermione stette zitta. "Io..penso che non possiamo continuare così." terminò il ragazzo.
"Tu mi hai baciata! Viktor,per Merlino!" anche Hermione pensava le stesse cose,ma sentirle dire da lui era più doloroso di quanto credesse.
“Io non ho provato...nni...niente" sussurrò il ragazzo.
"Sei un falso! Mi baci e poi mi dici questo?" disse Hermione,mentre tirava dei pugni sulla spalla di Krum. Non si aspettava una cosa del genere...da lui.
E' vero,nemmeno lei aveva provato dei sentimenti durante quel bacio...ma era convinta che lui fosse innamorato sul serio...
“Scusa Hermione.." disse Viktor,cercando di andarsene.
Ma Hermione lo prese per un braccio e gli diede una schiaffo sonoro nella guancia destra. Poi se ne andò a corsa,tirando su il vestito per non calpestarlo.
***

Non sapeva bene dove andare,ma decise di salire il più possibile...dopo varie rampe di scale si ritrovò nella Torre di Astronomia.
Il posto più sicuro da sguardi indiscreti.
Il posto più silenzioso di Hogwarts.

Aveva la faccia completamente piena di lacrime e si accasciò a terra.
Anche la sua ultima certezza era svanita nel nulla.
​Ma forse era meglio così...lui avrebbe sofferto troppo se avesse continuato a star con lei. Non l'aveva mai amato...mai
 .
"Granger,hai intenzione di buttarti dalla Torre? Non vorrei essere un testimone del tuo suicidio."
Hermione si voltò di scatto e vide davanti a sé una figura vestita di nero.
Inconfondibile...era lui...Severus Piton.
Hermione non rispose,si limitò a fissarlo,ancora piena di lacrime negli occhi.
"Il tuo silenzio mi fa intuire che non sono queste le tue intenzioni." parlò sempre il professore,con tono indifferente. "Non so se ti avrei fermato,a dir il vero" terminò Piton,con un ghigno.
"Che ci fa qua?" domandò Hermione all'uomo.
"Potrei farti la stessa domanda."
"Lo sa benissimo cosa sto facendo."
"Hai ragione,lo so. Mi spighi perché?"
"Gli interessa professore?" chiese la ragazza,a mo' di sfida.
Il professore non rispose,si limitò ad avvicinarsi alla ragazza.
"Non penso che lei sia particolarmente incline a storie di principi azzurri,professor Piton." continuò Hermione.
"Non definirei Viktor Krum un principe azzurro,sinceramente." disse l'uomo.
La ragazza non rispose,ma accennò un sorrisetto,poi si alzò e avanzò verso la finestra.
Solo adesso Piton guardò bene il vestito della ragazza.
Quell'abito fece restare l'uomo a bocca aperta e poi lei...lo indossava in un modo divino.

Severus non aveva mai visto una cratura così pura e genuina. 
Era bella persino quando il suo viso era pieno di lacrime.
"Professore,io non penso tutto quel che le ho detto l'ultima volta che ci siamo parlati." disse la ragazza,mentre guardava al di fuori della finestra.
"Sei una ragazza troppo impulsiva Granger. Estremamente egocentrica,spavalda e troppo coraggiosa. Troppo Grifondore a dire il vero. Ma.." il professore batté il pugno sul muro,cercando con tutte le sue forze di non continuare la frase.
La ragazza si avvicinò al professore e prese la sua mano.
Quel tocco fece sussultare Severus che si ritirò immediatamente.

"No Granger! Non possiamo!" disse l'uomo camminando avanti e indietro per la stanza.
"Di cosa sta parlando?" chiese la ragazza,cercando di non capire le intenzioni del professore.
"Tu...io...non possiamo..." disse l'uomo che si stava riavvicinando alla ragazza.
"Professore,ha intenzione di darmi una spiegazione o deve continuare a muoversi su e giù per quest'aula?" esclamò Hermione,impaziente.
Severus,d'istinto,fece due passi avanti e si ritrovò il volto di Hermione a pochi centimetri.
Avvicinò le sua bocca all'orecchio della ragazza.
"Tu mi fai diventare matto,signorina Granger"
Poi accarezzò delicatamente le guance di Hermione.
Le loro labbra erano a pochi centimetri una dall'altra.
La ragazza era spaesata,ma decise di annullare quella distanza.
Fu un bacio completamente diverso.
Fu un bacio pieno di voglia.
Un bacio pieno di rabbia.
Un bacio pieno di amore.



 


 

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Capitolo 11
*** Baci rubati ***


Salve a tutti,miei carissimi lettori. Ecco a voi il nuovo capitolo,vi auguro una buona lettura e spero che questo vi piaccia. 
Ps: ringrazio tutti per le recensioni che mi inviate,siete davvero gentilissimi.
Baci,Cami.
A te che io
Ti ho visto piangere nella mia mano
Fragile che potevo ucciderti
Stringendoti un po’
E poi ti ho visto
Con la forza di un aeroplano
Prendere in mano la tua vita
E trascinarla in salvo
-A te,Jovanotti-

Per cinque minuti il mondo sembrava essersi fermato. 
In quella stanza,in quel preciso istante, due anime erano in balia una dell'altra.
Gli occhi color nocciola della Granger erano socchiusi,mentre quelli color pece di Severus erano sbarrati,quasi per assaporarsi a pieno le labbra al sapore di fragola. Oppure per non vedere in quale situazione si era ritrovato. Non aveva mai nemmeno sfiorato con il pensiero una studentessa...eppure adesso stava baciando Hermione Granger.
La ragazza sembrava essere completamente assente. Quel bacio l'aveva fatta sentire...diversa. Come se in quel momento non si trovasse nella Torre di Astronomia. Si immaginava in un campo pieno di fiori,mentre correva,libera...come aveva sempre voluto vivere. Prima di quel momento si era sentita intrappolata dentro ad una bolla di infelicità...che Severus,proprio in quell'istante,aveva scoppiato.
Hermione era,per la prima volta dopo vari mesi...felice.
Ma improvvisamente la ragazza staccò le sue labbra da quelle del professore e indietreggiò di due passi. Respirava in modo affannoso e fissava gli occhi neri di Piton. 
“Professore..io..no...oddio!” disse la ragazza,balbettando. Era veramente sconvolta e si aspettava una risposta dall'uomo,che però non arrivò. Severus rimase impassibile,con le mani dritte lungo i fianchi. Quelle mani che fino a pochi secondi prima accarezzavano il volto freddo e gracile di Hermione. 
La ragazza si mise le mani nei capelli e guardò il professore cercando di trovare nei suoi occhi la risposta ai tanti dubbi che aveva. Ma niente,volto impassibile,sguardo freddo. L'unica cosa che Hermione riuscì a fare fu scappare,correre via da quell'uomo. 
Fece tutte le scale e in poco tempo si ritrovò nella Sala Grande,ma lì non c'era più nessuno,nemmeno l'ombra di uno studente o di un professore.
Doveva essere notte inoltrata,così Hermione si avviò barcollando verso il suo dormitorio.
Arrivò davanti alla Signora Grassa,sussurrò la parola d'ordine ed entrò sconvolta nella stanza.
Tutti erano già nei loro letti,così la Granger si tolse velocemente il vestito smeraldo e si sdraiò sotto le coperte candide. Sentiva il suo profumo sulla pelle,sentiva le sue mani e il suo respiro che le inebriavano i sensi.
Quella notte,come previsto,non chiuse occhio. Non smetteva di pensare e ripensare a quello che era successo la sera precedente. Cosa sarebbe accaduto ora? Cosa avrebbe fatto Severus? 
Sicuramente Hermione voleva chiarire una volta per tutte che era stato un tremendo sbaglio...almeno voleva convincersi che fosse stato un errore. 
Il giorno dopo avrebbe avuto ben due ore di Pozioni e lei era veramente troppo sconvolta,ma non poteva saltare la mattinata di scuola. Non sarebbe stato opportuno...per i M.A.G.O.
Così si alzò il prima possibile da quel cuscino pieno di lacrime e si diresse verso il bagno. Naturalmente era in pessime condizioni: occhiaie,capelli disordinati,occhi rossi a causa delle lacrime...
Si fece un bagno caldo e si infilò la divisa di Grifondore,prima di scendere a grandi falcate i gradini che l'avrebbero portata alla sua buonissima colazione.
Ma in quel momento il cibo era l'ultima cosa a cui pensava,infatti Hermione stava ragionando sul cosa dire a Ginny di tutta questa storia. 
Per il ballo non si erano più viste durante tutta la sera e lei era in quelle condizioni pietose...non era una situazione facile da giustificare.
“HERMIONE GRANGER,PER TUTTE LE PLUFFE! TU UN GIORNO MI FARAI MORIRE! IO TI CRUCIEREI DA QUANTO MI FAI ARRABBIARE!” 
Una voce squillante proveniva dal tavolo dei Grifondoro e naturalmente era l'unica persona che Hermione non avrebbe voluto vedere in quel momento. Ginny Weasley.
“Ginny,calmati,posso spiagarti..” disse la Granger,con la voce poco decisa.
“HERMIONE,PER GODRIC,IO TI AFFATTURO SUL SERIO SE CONTINUI A PRENDERMI IN GIRO” escalmò la rosse,con il tono evidentemente infuriato.
“Ginny,ieri sera...io ero con Viktor..poi beh lui mi ha lasciata..” 
“E TU GLI HAI DATO UN BELLO SCHIAFFO?” disse la Weasley.
“Si..lui mi ha baciata e poi mi ha detto di non essere innamorato di me!”
“TI SEMBRA IL MOTIVO PER ATTACCARLO! POI TU NON L'AMAVI,HERMIONE!”
“Ginny,smettila di urlare...ti prego.” 
“Si,va bene. Ma tu spiegami dove sei stata,per Merlino!”
“Te l'ho detto,dopo che ho parlato con Viktor...sono andata via...nella Torre di Astronomia per riflettere un po'.” 
“A che ore sei tornata?”
“E' un interrogatorio,Ginny? Non sei mica mia madre,per Godric!”
“HERMIONE GRANGER DIMMI A CHE ORE SEI RIENTRATA NEL DORMITORIO O TI AFFATTURO.”
“Tarda notte.”
Ginny non rispose,si limitò a guardare la ragazza con gli occhi seriamente dispiaciuti per lei.
“Mi dispiace per come è andata con Krum..non ti meritavi un'altra batosta del genere.” disse la rosse mentre abbracciava Hermione calorosamente.
“Non preoccuparti,Gin..” disse la Granger,ricambiando l'abbraccio. “Adesso però andiamo a lezione sennò faremo tardi” terminò la ragazza.
“Sei sempre la solita...” disse la rossa,accennando un sorriso.
Le due si avviarono verso i sotterranei,mentre parlavano del più e del meno.
La temperatura era più fredda del solito e l'atmosfera ancora più cupa.
"Hermione!" 
Una voce proveniva da un corridoio secondario. La ragazza si voltò,incuriosita.
"Professor Lupin" disse la Granger,accennando un sorriso.
"Herimione,ti devo chiedere un grandissimo favore."
"Mi dica professore."
"Seguimi." disse Lupin,mentre si voltò lentamente.
Hermione fece un cenno con la testa a Ginny,che andò verso la classe di Pozioni.
Lupin entrò in un'aula completamente vuota seguito dalla ragazza.
"Ti devi chiedere un grande piacere..." disse Remus con aria imbarazzata.
"Mi dica professore.." rispose subito la Granger.
"Avrei bisogno di te stasera. Domani c'è la Luna Piena,ed io non riesco a correggere i compiti dei Berretti Rossi. Dato che tu sei la studentessa più brillante...avevo pensato subito che saresti stata adatta..." 
"Io...professore non so che dire.."
"No,Hermione,capisco...devi studiare molto per gli esami e non vuoi questa incombenza.."
"No,professore,mi sentirei onorata a fare una cosa del genere!" disse Hermione,sfoggiando un sorriso.
"Benissimo,allora stasera alle otto nel mio ufficio."
"Perfetto! La ringrazio!" disse la Granger,mentre apriva lentamente la porta della stanza.
Si accorse di essere in ritardo non appena si ritrovò da sola nei corridoi dei sotterranei. Così corse il più possibile ed entrò in aula con i capelli arruffati e il fiatone.
Severus Piton e tutti i compagni la stavano scrutando dai loro posti. Il professore aveva una brutta cera: capelli in disordine e occhiaie ben visibili. Sicuramente la nottata non era stata delle migliori.
"Signorina Granger,10 punti in meno a Grifondoro per il suo ritardo." ringhiò Piton dalla cattedra.
"Professore..io posso spieg..." disse Hermione,prima che Piton la bloccasse con un gesto della mano.
"Non controbattere,Granger. Stasera alle otto ti voglio nel mio ufficio." 
"Professore,io stasera non posso.." 
"Non puoi? Cosa devi fare di più importante di una punizione?" disse Severus,accennando un ghigno.
"Io...beh,stasera ho un impegno con il professor Lupin...cioè devo aiutarlo.." disse Hermione,imbarazzata.
"Non voglio perdere altro tempo con queste stupidaggini,Granger!" tuonò il professore. "Se hai un impegno con Lupin la tua punizione sarà spostata a domani!" terminò Severus.
Hermione annuì e si diresse verso il suo banco,accanto a Ginny che la guardava dispiaciuta.
La lezione sembrò durare delle ore interminabili per Hermione,che non riusciva più a guardare Piton senza ricordarsi del bacio. La ragazza aveva capito che Severus aveva preso tutto come un tremendo errore e che voleva che tutte le cose tornassero come prima. Certo,anche Hermione lo voleva,ma di certo dopo quel bacio era tutto molto diverso. Non avrebbe più odiato Severus e nemmeno lui avrebbe fatto altrettanto. Però era giusto che il loro 'rapporto' rimanesse in quel modo. Senza odio,ma anche senza baci rubati.
Quando la lezione terminò,Hermione raccolse le sue cose. Cercò di andarsene il prima possibile,per non incontrare gli occhi neri del professore. Ma quando arrivò dinnanzi alla porta,il suo zaino si ruppe e tutti i libri caddero per terra. La ragazza maledì quella dannata borsa e si mise a raccogliere i fogli.
"Herm,vuoi una mano?" chiese Ginny,inginocchiandosi.
"No..grazie Ginny..tu vai o farai tardi a Cura delle Creature Magiche." 
Ginny sorrise all'amica e corse fuori dalla porta,diretta verso il parco di Hogwarts.
Ormai l'aula era deserta. Era rimasto solo Piton a correggere dei compiti e la Granger che raccoglieva milioni di fogli dal pavimento gelido dell'aula.
Ad un certo punto,tutti i libri tornarono nello zaino di Hermione,accompagnati dai vari fogli.
Piton muoveva la bacchetta,cercando mi mettere tutti in ordine,mentre la ragazza lo guardava incuriosita.
"Granger,sei ad Hogwarts perché devi imparare ad utilizzare la magia." ghignò il professore.
"Scusi professor Piton,ero sovrappensiero." si scusò Hermione.
"Pensavi al tuo appuntamento serale con il lupastro?"
"Ma quale appuntamento?! Devo aiutarlo a correggere dei compiti!" 
"Non pensavo che un professore avesse bisogno di tale aiuto." 
Hermione lo guardò esterrefatta,prese il suo zaino e lo caricò sulla spalla.
"Arrivederci,professore." disse,enfatizzando l'ultima parola.
Come era possibile che si comportasse così? Dopo quel bacio,per giunta! Hermione cercò di non pensarci,così stette tutto il pomeriggio in biblioteca a studiare. I libri l'avrebbero tenuta lontana,almeno per qualche ora,da tutti i suoi pensieri.
La sera arrivò presto,così Hermione si incamminò verso l'ufficio di Lupin con passo svelto.
Bussò due volte e la porta si aprì da sola.
"Buonasera,professore." disse la Granger,mentre entrava lentamente.
"Buonasera,Hermione. Vieni pure." 
La ragazza andò verso la cattedra e si sedette nella prima sedia che incontrò.
"Bene,ti chiedo solo di aiutarmi a correggere queste verifiche. Sono dei Berretti Rossi,non dovrebbe essere un problema per te." 
"Certo,professore...inizio subito!" disse la ragazza,sorridendo.
Remus annuì e le passò i fogli che doveva correggere. Hermione stette per le due ore successive con il pennarello rosso in mano,cercando ed evidenziando tutti gli errori. C'era un silenzio piacevole in quell'aula,così Hermione si poté anche rilassare.
"Professore,ho finito." 
"Sei un'aiutante molto efficiente,Hermione." disse Remus,sorridendo. "Vuoi un tè?" 
"Beh,d'accordo.." disse la ragazza,ricambiando il sorriso.
I due stettero un altro po' a parlare del più e del meno,fino a che Hermione si congedò ed uscì dall'aula. 
Percorse i corridoio bui della scuola,mentre tantissimi pensieri le riempivano la mente. 
Severus. Doveva andare da lui. Immediatamente. Doveva sapere il perché. Perché quel bacio? Lei doveva ricevere spiegazioni.
Così scese velocemente le scale e si ritrovò nei sotterranei. Percorse a grandi falcate i corridoi cupi e freddi,fino a ritrovarsi davanti alla porta dell'ufficio di Piton. Non ce la fece nemmeno a bussare,in quel momento era troppo agitata. Così spalancò la porta,trovandosi davanti Severus. 
"GRANGER,COSA STAI FACENDO?" tuonò il professore, che cercava di essere il più severo possibile. 
"Perché? Voglio sapere solo questo." disse la ragazza,mentre richiudeva la porta.
"Di cosa stai parlando?" 
"Professore,lo sa bene. Lei ora mi dica perché è successo. Devo saperlo." 
"E' stato un errore imperdonabile." disse il professore,con aria indifferente.
"Lo sapevo." disse la ragazza,con tono seccato.
"Cosa vuoi dire?"  ribatté il professore.
Hermione non rispose,si limitò a sospirare,delusa.
"Rispondimi,Granger." 
La ragazza si voltò e incontrò gli occhi color pece del professore,che subito cambiarono direzione. Non la guardava nemmeno...e non l'aveva fatto più da quella sera...la sera del loro primo bacio.
"Quel bacio,per me,è stato importante." disse la Granger,sincera ed un po' imbarazzata.
"Sei solo una ragazzina." rispose Severus.
"Ecco,e lei dicendo questo dimostra di non aver capito proprio niente di me." disse Hermione,ancora più delusa. 
Il professore non parlò,si limitò a fissare il pavimento. 
"Secondo lei perché in queste notti ho sempre sognato quel bacio? Secondo lei perché non riesco a togliermi il suo profumo dalla mente,o lei sue mani? Per me questa è una situazione assurda,professore! Ma non ce la faccio a non vederla o a non incontrare il suo sguardo,lo capisce?! Ed in questi giorni lei non ha fatto altro che evitarmi,cercava in tutti i modi di non guardarmi e lo sta facendo anche adesso! Mi guardi,la prego." disse Hermione avvicinandosi all'uomo. Prese le sue mani ed alzò il suo mento. "La prego,mi dica che tutto questo non è possibile." terminò la ragazza con aria sofferente.
Il professore non la stava ancora guardando,così Hermione avvicinò la sua bocca all'orecchio dell'uomo.
"Lei mi fa diventare matta." la ragazza ripeté le parole che il suo professore le aveva detto prima del loro bacio.
A quel punto Severus arrivò al limite,prese il mento della ragazza con una mano e avvicinò le sue labbra a quelle gracili della Granger. Il bacio fu casto,ma dolce.
"Tutto questo è assurdo...tu sei assurda,Granger." sussurrò Piton.
"Lo prendo come un complimento,professore." disse la ragazza,accennando un sorriso.
Hermione si allontanò dall'uomo e si sedette su una sedia.
"Professore,la capisco se vuole interrompere tutto questo. Sarebbe pericoloso e inopportuno continuare a.." la ragazza si bloccò non sapendo come definire quel che facevano. "a fare quello che facciamo..." terminò Hermione,imbarazzata.
"Questa storia non può continuare,questo è certo..." disse l'uomo,con il tono poco convinto.
La ragazza non rispose,si limitò a fissare la finestra,mentre si mordeva il labbro inferiore con i denti. 
Il professore la trovava incredibilmente bella quella sera..e lo faceva impazzire il fatto che lei fosse venuta fin nei sotterranei per chiarire una cosa del genere. Un comportamento tipico dei Grifondoro. Impulsivi.
"Allora me ne vado,arrivederci Professor Piton." disse la ragazza,alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso la porta.
Il professore non disse niente. Era come impietrito,con le braccia che scendevano lungo i fianchi.
Hermione se ne andò,e così lui rimase solo,con i suoi pensieri.
'Perché non mi tolgo dalla testa la scena di quel bacio,delle sue mani sul mio collo e del suo profumo alla fragola?' si ripeteva l'uomo,facendo avanti e indietro nella stanza.
Rimase tutta la notte sveglio,rimuginando sulla sua situazione. 
Era arrivato ad una conclusione: quel bacio era stato il più bello della sua vita. 

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Capitolo 12
*** Amortentia ***


Buon pomeriggio a tutti,miei carissimi lettori. Ecco a voi il nuovo capitolo e spero davvero che vi piaccia! Vi ringrazio ancora per le recensioni che mi inviate,siete davvero unici! 
Un bacione,Cami.

E tu, ciò che poi non ti aspetti,
tu che piangi e non nascondi niente,
neanche quando dici che hai sbagliato e vuoi cambiare...
-Non è mai abbastanza,Modà.

Erano passati diversi giorni da quel bacio ed Hermione aveva deciso di lasciarsi quella storia alle spalle. Non doveva più incrociare il suo sguardo e non doveva più avvicinarsi a lui.
Hermione era una ragazza con la testa sulle spalle,e sapeva bene che quello non era l'anno adatto per lasciarsi coinvolgere troppo dai sentimenti. E poi lui non era uno qualunque,lui era il suo professore di Pozioni. 
Lei non poteva permettersi di lasciare tutto e tutti per lui,non ora e nemmeno in futuro. La sua vita sarebbe continuata anche senza la sua presenza,anche senza il suo sarcasmo e la sua acidità. Era stata troppo ingenua a baciarlo: lei non era più una ragazzina e sapeva quali erano le conseguenze delle sue azioni. Era convinta che si fosse solo infatuata del professore...pensava che fosse solo una cosa passeggera.
E così provò con tutte le sue forze ad evitarlo e lui sembrava fare lo stesso. E andava bene. Apparentemente bene. Passavano i giorni,ed Hermione cercava di essere il più felice possibile. Cercava di vivere come una normale adolescente,ma non ci riusciva. Così passava tutti i pomeriggi immersa nei libri,perché era l'unica cosa che riusciva a farle staccare la testa da tutti quei pensieri.
Non poteva nemmeno parlare con Remus,perché in quel periodo aveva lasciato la cattedra per delle questioni personali. Era molto strano che Lupin avesse abbandonato il suo lavoro...doveva essere una cosa molto seria per lui. Ad Hermione mancava molto passare le serate con l'uomo a bere un semplice tè ed a parlare del più e del meno.Ma dato che nemmeno lui era al suo fianco,doveva riuscirà ad andare avanti comunque.
Hermione Granger era una ragazza forte,lo era sempre stata,e non si sarebbe fatta abbattere da una 'cotta adolescenziale',come la definiva lei.
Così decise che quella mattina avrebbe fatto una bella passeggiata nel parco di Hogwarts,prima di andare a lezione.
Si stropicciò gli occhi e si tolse velocemente la camicetta di pizzo.
Si infilò la divisa con il simbolo dei Grifondoro,prese il suo zaino stracolmo di libri e si diresse verso l'uscita della scuola. 
Era una bellissima giornata: il sole era alto nel cielo limpido e c'era un vento piacevole.
Hermione osservò il lago e gli alberi della Foresta Proibita.
Aveva sempre adorato Hogwarts...lei riteneva che fosse un paradiso terrestre. Quel castello,che appariva intimidatorio,era circondato da un vasto prato verde e da un immensa tavola d'acqua. 
Hermione si sedette,appoggiando la schiena ad un arbusto. 
Si guardò attorno e vide il Platano Picchiatore che agitava i suoi rami. Si ricordò della notte in cui incontrarono Sirius...il padrino del suo migliore amico. Lui se ne era andato troppo presto...aveva passato pochissimo tempo con Harry e questo era molto ingiusto. Ma sono accadute molte cose ingiuste durante la guerra. Hermione era abituata,ed ormai fingeva di non farci caso. 
"Hermione." disse una voce maschile che proveniva da lontano.
La ragazza si voltò e vide un ragazzo che si dirigeva verso di lei.
"Dean!" rispose la Granger,accennando un sorriso.
Dean Thomas era un ragazzo molto carino: abbastanza alto,capelli ricci e fisico allenato. Era sempre stato un grande amico di Hermione,fin dal primo anno. La ragazza aveva sempre trovato Dean molto interessante e qualche volta si ritrovavano a parlare nella Sala Comune.
"Come stai?" disse il ragazzo,che stava arrossendo. 
"Bene,tu?" rispose la ragazza,cercando di metterlo a suo agio.
"Benissimo...senti,tu potresti...cioè vorresti...uscire...cioè venire con me sabato? Ad Hogsmeade intendo.." disse il ragazzo balbettando.
"Io beh...sì molto volentieri" rispose la ragazza,sfoggiando un sorriso. 
Se voleva andare avanti veramente,dove provare ad uscire con qualcun altro. Forse sarebbe riuscita a non pensare più al professor Piton. Poi Dean era un bel ragazzo,simpatico e sempre disponibile. Magari Hermione avrebbe potute iniziare a provare dei sentimenti verso di lui...e da una parte lo sperava con tutto il cuore. Sperava di riuscire a dimenticarsi quel dannato professore. 
"Bene,bene...benissimo! Allora ci vediamo sabato!" esclamò Dean,molto felice.
Hermione sorrise,così il ragazzo se andò lasciando Hermione con i suoi pensieri.
Intanto,sulla Torre di Astronomia,un uomo stava camminando avanti e indietro, tra carte di stelle e cannocchiali. Anche lui non faceva altro che ripensare a quella notte e a quanto era stato sciocco...non era riuscito a trattenere le sue emozioni. E questo non doveva più succedere,perché lui era pur sempre Severus Piton e non poteva farsi coinvolgere così tanto da una ragazzina. 
Poi  non voleva che lei soffrisse e sapeva benissimo che lui non poteva darle quello di cui aveva bisogno.Era stato un grande errore...baciarla. Lui era stato troppo impulsivo ed assolutamente stupido.
Così si fermò di colpo e si affacciò alla finestra della Torre. Vide una sagoma molto piccola,ma che avrebbe riconosciuto comunque: era Hermione Granger che stava seduta vicino ad un albero. Non poté far a meno di sorridere,pensando a quella ragazza e al suo caratteraccio.
Ed era vero che la faceva diventare matto...perché lo capiva,in un certo senso...come nessun altro aveva mai fatto.
E questo lo impauriva,molto.
E perciò dovevano stare il più lontano possibile.
Perché era impossibile che due come loro potessero stare insieme.
Non c'era altro modo: questa storia doveva essere bloccata in partenza.

Passarono altri due giorni da quella mattina ed Hermione viveva di ore banali: studiava,studiava e studiava. Non che non amasse farlo,ma sicuramente aveva bisogno di un pomeriggio libero da ogni genere di preoccupazione. 
E finalmente il sabato era arrivato...mancavano solo due ore di Pozioni e si sarebbe lasciata alle spalle quella settimana stressante.
"Ginny,andiamo! Non vorrai fare tardi dal pipistrello!" disse Hermione alla rossa,che scoppiò a ridere.
Le due andarono di corsa fino ai sotterranei ed entrarono nell'aula,dove c'erano quasi tutti gli alunni.
Ancora Piton non aveva iniziato la lezione,così le ragazze si posizionarono nel solito banco e presero i libri.
Piton non la guardò neanche,e lei fece lo stesso. Si comportavano come due sconosciuti...ed era giusto così.
Quando sia i Serpeverde sia i Grifondoro si misero a sedere e tirarono fuori i calderoni,Piton si mosse dalla sedia e scrisse alcuni ingredienti alla lavagna...uova di Ashwinder,petali di rosa e peperoncino in polvere. 
'Amortentia' pensò Hermione,visibilmente spaesata. Era molto strano che Piton volesse preparare quella pozione: era il filtro d'amore più potente del mondo e per questo il Ministero ne aveva proibito la produzione. 
"Qualcuno di voi,teste di legno,sa' di cosa si tratta?" ghignò Piton.
Hermione alzò lentamente la mano e Severus la guardò. Alla fine le fece un cenno con la testa,che indicava che poteva parlare.
"Amortentia" disse la ragazza,tranquillamente.
"Quali sono le conseguenze di questa pozione,signorina Granger?" domandò Piton,con aria indifferente.
"Essa crea una potente infatuazione e quasi un ossessione per una persona...ma non il vero amore.." Hermione sospirò. "Inoltre ha un odore diverso per ogni persona che lo sente,in base alle fragranze che più gli piacciono." concluse la ragazza,che non stava guardando negli occhi il professore.
"Sì,precisamente come nella definizione del libro. Granger,la prossima volta rielabora un po' i contenuti." disse Piton,a mo' di sfida.
Hermione rimase stupefatta...perché la trattava in quel modo? Provava divertimento nel deriderla davanti a tutti. E questo le faceva andare il sangue al cervello.
"Sentiamo,signorina Granger,lei cosa sente?" 
Hermione si avvicinò,guardando male il professore,che aveva un ghigno beffardo.
Hermione annusò la pozione,chiuse gli occhi e rivide davanti a sè il suo primo bacio con Severus. Percepì le sue mani,il suo profumo. Ed ebbe...paura.
Così si mise la mani sul volto,aprì gli occhi e fece due passi indietro. Piton la guardava,chiedendosi cosa stesse facendo. La ragazza non ci pensò due volte,si girò e corse fuori dall'aula. Ginny tentò di richiamarla,ma invano. Hermione era già uscita e si stava dirigendo verso la biblioteca. Iniziò a leggere il primo libro che vide,e poi pianse lacrime amare.
Era una situazione assurda e lei aveva seriamente paura.
Aveva paura di innamorarsi di Severus.
Quello non doveva assolutamente accadere.

Stette fino all'ora successiva in quella stanza,immersa nei libri e cercando di non ricordare niente. Ma era impossibile...la sua mente era intrappolata a pensare a lui...
"Hermione..." 
Era Ginny...come sempre,lei c'era.
"Ginny..." disse la ragazza,alzando lo sguardo.
"Cosa è successo?" chiese la rossa,preoccupata.
"Io..Gin,niente...non ce la facevo a subire altre umiliazioni di quella serpe." Hermione cercò di inventare la prima scusa plausibile...e forse non era nemmeno tanto una scusa,effettivamente si era stufata di essere sempre trattata in quel modo.
"Mi dispiace...ma sai come è fatto.." la Weasley sospirò. " Ha detto che devi andare nel suo ufficio..adesso." concluse la rossa.
"E perché?" chiese la Granger.
"Non lo so.." 
"Non ho intenzioni di andarci!" esclamò Hermione a gran voce.
"Herm..devi andare..pensa agli esami...devi chiarire questa situazione." 
Forse Ginny aveva ragione...doveva chiarire tutto quello che era successo.
Così Hermione annuì e uscì dalla biblioteca. Si diresse a grandi falcate verso i sotterranei e,non appena si trovò davanti all'ufficio di Piton,sospirò e bussò due volte. 
"Entra." 
La ragazza aprì la porta e vide Severus seduto dietro la scrivania,che la stava guardando.
"Cosa ti è preso oggi,Granger?" disse Piton,con tono sprezzante.
"Sono stufa di venir insultata da lei,ecco." disse Hermione,decisa.
"Tu non devi rivolgerti ad un professore con questo tono,ragazzina insolente!" rispose il professore.
"Certo,scusi professor Piton. Scusi se sono una ragazzina insolente,egocentrica,spavalda e troppo Grifondoro!" disse la Granger,ripetendo le parole che Piton le aveva detto qualche sera prima.
L'uomo non rispose a quella provocazione.
"Cosa hai sentito nella pozione?" domandò Severus.
"Perchè mi domanda cose che già sà?" replicò la ragazza.
"Dimmi cosa hai sentito." rispose. 
"Erba tagliata,pergamena nuova e...muschio." sussurrò Hermione.
Il professore stette zitto e rimase impalato,con le braccia lungo i fianchi. Era il suo profumo.
"Professore,io non posso continuare così! So che non devo più pensare a questa cosa e ci sto provando più che mai! Ma non ci riesco,è più forte di me. La prego,mi dia una pozione,mi faccia un incantesimo Oblivion! Non voglio,non voglio questa situazione!" esclamò la ragazza,con gli occhi lucidi.
Il professore alzò lo sguardo e fissò i grandi occhi nocciola di Hermione.
"Pensi che sia stato un errore?" parlò,con tono neutro,Piton.
"In questo momento mi voglio solo auto-convincere che lo sia stato." ammise la ragazza.
"Tu soffriresti troppo a star con me." disse l'uomo.
"Anche lei soffrirebbe a star con me." 
"Allora perché ci vogliamo far male?" 
"Non lo so."
"Hermione,vivi la tua vita! Hai già sofferto troppo per affezionarti ad un vecchio lunatico come me! Sei una giovane donna ed hai tutto il diritto di trovarti un uomo disposto a darti tutto." disse il professore,con un filo di voce.
"Non so se voglio." 
"Tu devi farlo."
"Avrei dovuto fare molte cose,professore. Avrei dovuto sposarmi con Ron ed avere tanti bambini con i capelli rossi che correvano per casa. Avrei dovuto continuare la mia storia con Viktor,ma ho rovinato tutto." Hermione singhiozzò. "Perché devo sempre complicare tutto,professore?" 
"Non lo so." ammise l'uomo. "Però tu devi ancora fare tanto nella vita.." 
"Lo so,ma non trovo una persona che sia disposta a farle con me. Vorrei tanto andare in giro per il mondo,mangiare nei posti più improbabili,mescolarmi tra una folla di babbani,studiare e scoprire più cose possibili,fare lunghe passeggiate in riva al mare,oppure in un bosco. Vivere la vita senza preoccupazioni...deve essere bello,no?" 
"Una vita senza preoccupazioni non è una vita." rispose l'uomo.
"Quando l'ho baciata tutte le mie preoccupazioni si sono frantumate." ammise Hermione.
Severus non rispose. Si limitò a fissarla. 
"Io non sono innamorato di te,e non lo sarò mai." disse l'uomo,con un filo di voce. 
Quelle parole arrivarono come un macigno nella testa di Hermione.
"Lo so." fu l'unica cosa che riuscì a dire.
"Allora perché sei ancora qua?" 
"Non lo so"
"Vattene,Hermione.."
Hermione si voltò,aprì la porta ed uscì. 
Severus si ritrovò solo e pensò di aver fatto la cosa giusta,lui doveva lasciarla libera. 

 

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Capitolo 13
*** Gelosia ***


Buonasera a tutti,carissimi lettori. Voilà il nuovo capitolo!
Spero davvero che vi piaccia...vi ringrazio ancora per le recensioni e per i messaggi che mi inviate. 
Vi abbraccio,Cami.
'Ti vesti svogliatamente
non metti mai niente che possa attirare attenzione
un particolare, solo per farti guardare,
e con la faccia pulita
cammini per strada mangiando una mela
coi libri di scuola ti piace studiare
non te ne devi vergognare'
-Albachiara,Vasco Rossi

'Basta Hermione. 
Basta pensare a lui.
Non ti merita...non si merita nemmeno un tuo sguardo. 
Non devi più affezionarti a persone che non ti vogliono.'

Così Hermione entrò nel dormitorio dei Grifondoro ed affondò in una poltrona.
Si era convinta: da quel pomeriggio avrebbe visto Piton come un semplice professore. Basta questioni di cuore,con lui.
In quel momento voleva pensare solo a Dean e quindi si preparò al meglio possibile: jeans attillati,maglia verde e golf nero. Era molto carina e si applicò solo un velo di trucco,per mascherare gli occhi gonfi di lacrime.
Pur sforzandosi,non riusciva a non pensare alle parole di Seversus. 'Io non sono innamorato di te,e non lo sarò mai.' Il suo cuore si era,letteralmente,frantumato.
Era stato un duro colpo,ma lei doveva digerire anche questa batosta. Adesso basta pensare a lui,basta preoccupazioni...perché lei,al contrario dell'uomo,credeva fermamente che una vita doveva essere considerata tale se ogni momento viene vissuto al massimo ed ogni giorno si cerca di essere il più felice possibile.
===
Dean la stava aspettando nella Sala Comune dei Grifondoro. 
La ragazza scese agilmente le scale e si ritrovò davanti il ragazzo con un mazzo di garofani. I suoi fiori preferiti...lei sfoggiò il suo sorriso migliore,ringraziò Dean e lo prese per mano.
Insieme si diressero verso Hogsmeade e durante il tragitto parlarono della scuola e degli esami: Dean la faceva sentire a suo agio...era veramente...carino
"Hermione,cosa vorresti fare dopo la fine dell'anno?" chiese Dean,incuriosito.
"Beh...Dean sinceramente non lo so!" disse la Granger,accennando un sorriso.
"Ti vedrei bene a fare l'insegnante,Herm."ribatté il ragazzo.
"Dici sul serio?" 
"Sì,penso che saresti molto adatta." 
Hermione sorrise,pensando che forse aveva ragione...aveva sempre amato l'idea di fare la professoressa. Adorava trasmettere le conoscenze agli altri ed amava apprendere cose nuove.
"Tu Dean,cosa vorresti fare?" domandò la Granger.
"Il Medimago." 
"Davvero? Per Merlino,è un bellissimo lavoro...ed è anche molto difficile." 
"Lo so,ma ho sempre adorato questo tipo di cose. "
"Sei sempre più interessante,Dean." ammise la ragazza,sorridendo.
I due fecero una passeggiata per Hogsmeade e alla fine si ritrovarono ai Tre Manici di Scopa per bere una burrobirra calda. 
"Herm!" una voce femminile impaurì Hermione,che stava per far cadere la bibita.
"Ginny!" esclamò la ragazza,riconoscendo l'amica.
"Come mai da queste parti? Pensavo che tu restassi al castello!" disse la rossa.
"Beh..no...sono con Dean." disse Hermione,impacciata.
"Bene,benissimo! Vi unite a me ed Harry?" 
"Beh.." Hermione guardò Dean,che fece un cenno di assenso. " Molto volentieri!" 
Hermione ed Harry si abbracciarono calorosamente e poi iniziarono a parlare di Remus e di dove fosse potute andare senza dir nulla a nessuno. Harry aveva qualche idea fantasiosa,ma niente riuscì a convincere Hermione.
Poi la ragazza iniziò a parlare con Ginny della scuola,mentre Dean ed Harry dialogavano sul Quidditch. Alla fine Hermione interruppe tutte quelle chiacchere,dicendo che aveva intenzione di tornare al castello. 
"Ti accompagno." disse Dean,prontamente.
Hermione sorrise e i due si avviarono mano nella mano verso la scuola.
Il pomeriggio con Dean fu molto piacevole ed Hermione era molto felice di aver accettato il suo invito.  
Arrivati davanti al portone della scuola,Dean si fermò ed Hermione fece lo stesso.
"Sono stato benissimo,oggi,con te." sussurrò Dean.
"Anche io,e ti ringrazio." rispose la Granger.
Il ragazzo si avvicinò ad Hermione e la baciò delicatamente. Alla fine fu Hermione ad approfondire quel contatto: aveva bisogno di affetto e Dean era stato molto dolce con lei in quelle ore.
Si baciarono per svariati minuti: lui le stava accarezzando la schiena,mentre lei aveva le mani appoggiate dietro al collo del ragazzo. 
Ad un certo punto dei passi pesanti interruppero quel bacio intenso. 
Un uomo abbastanza alto e completamente vestito di nero prese la Granger per un braccio e la portò via dalla stretta di Dean.
"Professore,ma cosa sta facendo?" esclamò Hermione,riconoscendo Severus Piton.
Dean stava inseguendo i due nei corridoi bui della scuola.
"Thomas,torna nella tua sala comune,immediatamente" ringhiò il professore. 
"No! Hermione!" urlò Dean.
La ragazza cercava di liberarsi dalla stretta del professore,ma senza riuscirci.
"THOMAS,TORNA SUBITO NEL TUO DORMITORIO O TI SCHIANTO!" esclamò Piton,con tono intimidatorio.
Dean si fermò, alquanto impaurito. Poi vide le sagome dei due scomparire. 
"PROFESSOR PITON MI LASCI IMMEDIATAMENTE" esclamò la Granger a gran voce. 
"Non credo proprio,signorina Granger." disse tranquillamente l'uomo,mentre si stava dirigendo verso il suo ufficio nei sotterranei. 
Hermione si dimenava e cercava di fuggire,ma la presa dell'uomo era troppo forte,quindi alla fine cedette e si lasciò trasportare.
Arrivarono,dopo poco,all'interno della stanza cupa dell'uomo.
Hermione si tolse da quella presa: era infuriata con l'uomo per come si era comportato. Come diavolo si era permesso? Hermione era davvero basita,così si posizionò davanti a lui,con le braccia conserte sotto il seno.
Piton era visibilmente arrabbiato. 
"Cosa diavolo ti è saltato in mente!?" esclamò alla fine l'uomo.
"Sono io a doverlo chiedere a lei!" rispose la ragazza.
"Quel ragazzo era avvinghiato a te! Ti stava toccando dappertutto e ti stava baciando!" esclamò Piton,arrabbiato.
"Ed a lei cosa interessa?" 
"Io..niente! Però sono un professore e non si possono fare...certe cose...nei corridoi della scuola!" 
"Scusi,professore. La prossima volta andremo nel dormitorio." disse la Granger,a mo' di sfida.
"No,nel dormitorio no Hermio...cioè Granger! Sei impazzita! Quello ti porterà a letto,ne sono sicuro!" disse il professore,mentre faceva avanti ed indietro per la stanza.
"Professore,lei pensa che io sarei andata a letto con Dean?" chiese Hermione.
"A questo punto non so più cosa pensare! Prima dici di essere innamorata di me e subito dopo baci quell'energumeno!" esclamò il professore. 
"Io non sarei mai andata a letto con lui...e poi sa' perché l'ho baciato? Perché non mi voglio piangere addosso,l'ho già fatto troppo volte nella mia vita,ed ora basta! Basta andar dietro a persone che non mi meritano e soprattutto che non mi vogliono!" disse la ragazza. "Lui si è comportato molto bene con me...come un vero gentiluomo...ed io devo iniziare a vivere come una normale adolescente. Ecco perché l'ho baciato,professor Piton." terminò Hermione,con gli occhi lucidi.
Severus la stava ancora guardando,con un espressione indecifrabile.
"Va bene." disse semplicemente l'uomo. 
"Me ne voglio andare,professore." 
"Va' pure." 
"E la prego di non fare più scenate del genere,se poi deve trattarmi come un elfo domestico in classe." 
La Granger uscì da quella stanza,lanciando un'occhiataccia a Piton. 
L'uomo era fermo,con le braccia conserte. 
Cosa gli era saltato in mente di fare? 

***


Passarono svariate settimana,nelle quali Hermione approfondì la conoscenza con Dean. Lo trovava molto interessante,simpatico e carino...ma c'era qualcosa che la bloccava: non riusciva a dare tutta sé stessa nella relazione con il ragazzo. E questo la spaventava molto...perché lui era praticamente il prototipo del ragazzo perfetto. Forse era lei a non essere abbastanza per lui. Non voleva farlo soffrire,e per questo ancora non aveva creato un rapporto solido con lui. Fino a che non avesse capito cosa la bloccava,non avrebbe forzato troppo la cosa. Non sarebbe stato giusto né per lei né per Dean. 
Nel frattempo il suo bacio con il professor Piton sembrava essere diventato solo un ricordo. Durante l'ultimo periodo,lui era completamente indifferente nei suoi confronti e così lo era Hermione.
Avevano preso la scelta giusta: quella storia non poteva avere un lieto fine. Ma per quanto ancora ci provasse,la ragazza non era riuscita completamente a togliersi dalla mente i momenti passati con l'uomo: i due baci,le parole,gli sguardi...
Poi quella scenata di gelosia! Perché Hermione era fermamente convinta che l'uomo non l'avesse fatto per questioni scolastiche o per il suo ruolo di insegnante...lui era davvero geloso di Dean e sicuramente l'avrebbe schiantato se avesse continuato ad inseguirli,quella sera. 
Però Hermione era troppo elettrizzata in quel periodo per scervellarsi su problemi amorosi. Finalmente era arrivato il periodo natalizio ed Hogwarts era più bella che mai.
Gli addobbi erano dappertutto e una grandissima abete si ergeva imponente nella Sala Grande. 
'Magnifico..' pensò Hermione,quando si sedette sorridente nel tavolo dei Grifondoro.
La sera successiva ci sarebbe stato anche il Ballo di Natale,indetto dalla Preside McGranitt. Avevano deciso di farlo una settimana prima del 25 dicembre,così che potessero partecipare tutti gli studenti e non sono coloro che erano costretti a passare il Natale a scuola.
Così quel giorno la McGranitt aveva avuto la splendida idea,come la definiva Hermione,di ripassare qualche passo di danza per la sera dopo.
"Ginny,spero davvero che la Preside non mi chiami per qualche dimostrazione.." disse la ragazza,seriamente impaurita.
La rossa rise e poi tornò a guardare la Granger,che però non aveva accennato nemmeno un sorrisetto.
"Dai Herm! Se ti chiama,fai finta di esserti fatta male ad una gamba..." cercò di rassicurarla Ginny.
"Si certo Ginny,che idea brillante...e poi domani sera arriverò al ballo con la gamba perfettamente funzionante!" sbuffò la Granger.
"Hai ragione.." ammise la rossa,sorridendo.
Ben presto la Sala Grande divenne stracolma di studenti e professori.
"Gin,perché ci sono tutti i professori?" chiese Hermione,stranita.
"Sai come è la McGranitt...vuole fare le cose per bene...c'è anche Piton,guarda là!" rispose la rossa,soffocando una risatina.
Hermione si voltò e vide i due occhi neri di Severus che guardavano nella sua direzione. 
"Sicuramente l'avrà trascinato qua con un incantesimo molto molto potente...lo sai quanto impegno ci vuole per trascinarlo fuori dai sotterranei!" terminò Ginny.
La Granger si girò verso l'amica e sorrise...fu l'unica cosa che riuscì a fare in quel momento. La visione dei due occhi neri dell'uomo l'avevano stravolta per un po' di secondi. 
"Buongiorno a tutti,ragazzi! Oggi siamo tutti riuniti qua per ripassare qualche passo di danza,onde evitare qualche pessima figura per il ballo di domani!" esclamò la McGranitt,quando tutti furono ai loro posti. "Bene,io inizierei col mostrare qualche passo...chiamiamo qualcuno più esperto...Hermione vieni!" concluse la donna,sorridendo alla Granger. 
'Lo sapevo! Questa è proprio sfortuna,per Godric!' pensò Hermione,mentre si stava timidamente alzando dalla sedia.
Tutti i ragazzi sogghignavano ed anche Piton sembrava essere compiaciuto. D'altronde lui stesso metteva sempre la ragazza in difficoltà e questa volta lo spettacolo era davvero imperdibile. 
"Ora ci serve una persona che balli con te.." disse la McGranitt,scrutando gli studenti."Vuoi decidere tu,Hermione?" chiese alla fine la Preside.
"Beh..Preside...io...per me è indifferente." balbettò la ragazza,imbarazzata.
"Thomas,vieni tu!" esclamò la donna.
Hermione sorrise e pensò che,per una volta nella sua vita,la fortuna fosse stata dalla sua parte.
Dean si avvicinò alla ragazza e la cinse per i fianchi,mentre Hermione mise le mani sulle sue spalle. Iniziarono con un ballo lento,per mostrare i bassi basici.
Piton stava squadrando i due torvo,ed anche visibilmente innervosito...e alla fine se ne andò. 
 Hermione lo cercò più volte con lo sguardo e pestò due volte i piedi di Dean che la guardava interrogativo.
Appena la musica terminò,la Preside si avvicinò alla coppia con una camminata lenta.
"Bene,benissimo ragazzi! Ecco..adesso...dove è andato a finire il professor Piton?" disse la McGranitt,mentre girava la testa a destra ed a sinistra in cerca dell'uomo."Per Godric! Gli avevo chiesto di essere qua per una dimostrazione più difficile e lui se ne è andato! Non cambierà mai..." sbuffò la Predide. "Hermione,cara,puoi andare velocemente a chiamarlo...forse sei ancora in tempo per raggiungerlo!" concluse la donna.
Hermione venne presa alla sprovvista,ma annuì e scese lentamente le scale che l'avrebbero condotta nei sotterranei. Poi pensò...'dove andrei io in una situazione del genere?' ...gli si accese una lampadina e così si girò di 180° ed iniziò a salire,fino a ritrovarsi nella Torre di Astronomia. Lui era lì,come previsto.
"Professore..." disse la ragazza timidamente.
"Granger,come hai fatto a sapere che ero qua?" ringhiò l'uomo.
"Semplice intuizione." rispose Hermione,vaga.
"Cosa vuoi?" 
"Ha detto la Preside che deve tornare giù per una dimostrazione.." disse la ragazza,soffocando una risatina.
"Cosa c'è da ridere?" 
"Non pensavo che sapesse ballare." rispose Hermione con sincerità.
"Non sai molto cose di me,Granger." disse Piton.
"Lo so." rispose semplicemente la ragazza. "Perché se ne è andato?" 
"Perché...non avevo voglia di stare lì." disse semplicemente il professore.
"E perché non aveva voglia?" replicò subito la ragazza.
"E' un interrogatorio,Granger?" 
"Io la chiamerei curiosità." 
"E' una cosa che non ti riguarda,quindi non devi essere curiosa,sennò rischi di essere troppo invadente." rispose Piton con tono deciso..
"E' sicuro che non mi riguardi?" 
"Sei troppo egocentrica,Granger. Non tutto il mondo ruota attorno a te." 
"Ormai lo so cosa pensa di me,professore." disse Hermione. "Quindi,per favore,può scendere con me?" concluse la ragazza.
"No." 
"Invece lei scenderà." 
Hermione prese il professore per la manica della veste e lo spinse verso la porta,ma l'uomo si dimenava e così dopo qualche secondo caddero rovinosamente a terra.
Hermione era completamente distesa sopra l'uomo,che sembrava essersi fatto male. 
La ragazza era un po' stordita ed appena si rese conto di essere così vicina a Piton,cercò di alzarsi il più velocemente possibile.
"Per Godric! Professore...mi scusi...mi dia la mano che l'aiuto!" disse la Granger impacciata.
"Togliti dai piedi,Granger! Hai già fatto troppo danni!" esclamò il professore,mentre cercava di rialzarsi.
"Non era mia intenzione...suvvia lasci che l'aiuti." 
"Non mi toccare." 
"Ha paura di me?" chiese Hermione,avvicinandosi.
"No.." 
"Bene,allora mi dia la mano." 
"Allontanati!" 
"Professore stia tranquillo! Non sono un'Acromantula!" 
Severus,un po' titubante,porse la mano alla ragazza. Quest'ultima incrociò le sue dita con quelle del professore e lo aiutò a ricomporsi. 
"Professore,ha un po' di polvere qua sulla spalla...aspetta gliela tolgo" disse la ragazza,mettendosi sulle punte dei piedi per raggingere l'altezza dell'uomo.
Lui era rigido e molto a disagio in quella situazione,ma la ragazza sembrava essere molto estroversa in quel momento.
I loro respiri si univano uno all'altro,mentre Hermione spazzava via la polvere dal vestito nero dell'uomo.
Piton cercava di non guardarla,ma il suo profumo alla fragola lo faceva letteralmente impazzire.
Anche Hermione tentava di rimanere quanto più impassibile,ma la fragranza al muschio di Piton,le fece perdere,per un attimo,la cognizione del tempo.

"Credo che la polvere sia andata via..." disse,ad un certo punto,l'uomo.
"Si...beh,certo..si" rispose la ragazza,che arrossì violentemente. "Vogliamo andare giù...la Preside ci starà aspettando."concluse Hermione.
"Non voglio." disse Piton,deciso.
La ragazza fece una faccina imbronciata e guardò Piton dritto negli occhi.
"Nemmeno se glielo chiede una Grifondoro egocentrica e spavalda?" disse Hermione,che lo stava ancora guardando con quell'espressione.
Piton la squadrò da capo a piedi e dopo accennò un sorrisetto. Non era uno di quei sorrisi beffardi,come di solito faceva...era un sorriso...vero.
Hermione,in anni e anni di scuola,non l'aveva mai visto sorridere.
Ed era ancora più misterioso ed affascinante quando lo faceva.
Alla ragazza gli si illuminarono gli occhi e subito dopo sfoggiò il suo sorriso migliore.
"Andiamo,ragazzina insolente" disse alla fine Piton,prendendo la Granger per la manica della divisa.

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Capitolo 14
*** Come il primo,più del primo ***


Ciao a tutti miei carissimi lettori! Mi scuso tantissimo per l'assenza,ma in questi giorni ho dovuto studiare molto ed il tempo per scrivere è stato ben poco. Spero che questo capitolo vi piaccia! 
Sarei molto contenta se lasciaste una recensione con eventuali consigli e/o pareri su questa storia. 
Un bacio,Cami.

"For months on end I've had my doubts
Denying every tear
I wish this would be over now
But I know that I still need you here"
I'm the only one-Sam Smith

L'aria natalizia che si respirava nei corridoi di Hogwarts era inspiegabile. 
La scuola era,a dir poco,magnifica: d'altronde Hogwarts era rinomata per la sua bellezza in questo periodo dell'anno.
Hermione e Severus scesero velocemente le scale della scuola come due bambini che giocavano al parco.
La loro espressione era serena e l'atmosfera natalizia scaturita da tutte quelle decorazioni contribuiva ad alimentare la loro felicità.
Si ritrovarono in poco tempo nella Sala Grande e tutti i presenti si voltarono nella loro direzione. 
Piton cercò di assumere un'espressione più seria e più intimidatoria,mentre Hermione si bloccò sul posto accennando un timido sorriso.
"Finalmente Severus! Dove eri andato a finire?!" chiese la McGranitt,con aria autoritaria. 
"Scusami Minerva,dovevo assolutamente andare a controllare una pozione nel mio ufficio." ripose con tono secco il professore. 
"Meno male Hermione ti ha trovato! Grazie mille cara." disse la Preside,sorridendo nella direzione di Hermione.
"Non potevo resistere un secondo in più alla voce irritante e alla presenza petulante della signorina Granger." disse Piton,acido. "Perciò sono tornato." concluse l'uomo,rivolgendo una sguardo provocatorio alla ragazza.
"Beh,professore,almeno il fatto di essere irritante e petulante è servito a qualcosa." esclamò secca Hermione. "Infatti lei ora ci mostrerà la sua grande abilità da ballerino." terminò la ragazza,rivolgendo un sorriso beffardo al professore.
Piton la guardò torvo ed annuì esasperato.
"Ben detto mia cara! Forza vieni qua Severus!" 
Piton fece qualche passo avanti,trovandosi a poca distanza dalla Preside,che lo prese per le braccia e lo avvicinò a lei.
Partì una musica lenta e i due iniziarono ad eseguire dei passi semplici e basilari.
Hermione stava soffocando una risata,mentre alcuni studenti più coraggiosi fecero qualche commento sui due ballerini.
"Una coppia straordinaria..." esclamò un Serpeverde divertito.
"Sono divini!" disse invece una ragazza di Tassorosso,realmente colpita dalla bravura dei due. 
In realtà se la cavavano proprio bene...Piton iniziò a far volteggiare la Preside per tutta la Sala e si cimentò in passi molto complessi. 
"Bene,venite ragazzi!" esclamò la donna con il fiatone,esortando tutti gli studenti ad entrare in pista."Severus,non ce la faccio più! Mi siedo un attimo.." sussurrò la Preside a Piton,che annuì. 
Hermione rimase in disparte: non aveva voglia di muoversi ed era ancora molto divertita per il ballo di Severus.
Anche se in realtà era davvero bravo...anzi forse era  il miglior ballerino che avesse mai conosciuto,ma non l'avrebbe mai ammesso.
Hermione cercò di non farsi notare da nessuno,nascondendosi sotto il grande mantello con il simbolo dei Grifondoro.
"Hermione,cosa fai? Vai a ballare!" la spronò ad un certo punto la McGranitt.
"No..Preside in realtà non ho molta voglia.." 
"No Hermione! Tu devi andare!" 
"Professo...Preside,mi scusi...io beh,non c'è nessuno.." rispose Hermione,balbettando.
"Severus! Balla con la ragazza!" esclamò la donna,richiamando l'attenzione di Piton.
"No!" disse la Granger,d'impeto. "Non reggerei il confronto." concluse,cercando di trovare una scusa plausibile.
"Non dire baggianate,Hermione!" disse la donna. "Su,Severus." 
"Minerva,credo che questa volta la Granger abbia ragione." 
"In che senso,Severus?" domandò la McGranitt,confusa.
"Non penso che sappia tenere il mio passo." disse Piton,a mo' di sfida.
La Granger,a quelle parole,prese il suo coraggio da vera Grifondoro e si avvicinò all'uomo.
"Professore." disse,porgendo la mano all'uomo.
Piton la guardò interrogativo,per poi trascinarla in mezzo alla pista.
"Attenta signorina Granger,non si scherza con il fuoco." sussurrò l'uomo nell'orecchio della ragazza.
Piton iniziò a ballare ed Hermione lo seguiva perfettamente. 
L'uomo le cingeva delicatamente i fianchi ,mentre la ragazza aveva una mano appoggiata sulla sua spalla.
I loro corpi erano a distanza ravvicinata ed Hermione si sentiva scoppiare il cuore nel petto.
Stavano ancora facendo passi molti semplici,che la ragazza aveva fatto e rifatto nel corso degli anni.
"Professore,così mi annoio." sussurrò la ragazza,avvicinandosi all'uomo. 
"Granger,non mi sfidare." 
"Penso che sia il mio obbiettivo."
"Attenzione,preferirei che tu non cadessi nel mezzo alla Sala." disse l'uomo,facendo volteggiare Hermione sempre di più.
Adesso il ballo era diventato molto più complesso e persino Severus faceva fatica a seguire tutto quel movimento.
La ragazza,invece,sembrava a suo agio tra le braccia del professore.
Non si era resa neanche conto della difficoltà della coreografia,perché era incatenata agli occhi color pece dell'uomo.
"E' stanco professore?" chiese la ragazza,quando il ballo diventò più tranquillo.
"Non sono un vecchietto come sembra,signorina Granger." rispose l'uomo acido.
"Me lo dimostri." ribatté la ragazza,con un sorriso a trentadue denti.
Severus prese la ragazza per i fianchi e la alzò leggermente,per poi riprenderla al volo. Hermione lo guardava sorpresa e divertita. 
"Professore,10 punti a Serpeverde per le sue doti di ballerino." sussurrò Hermione nell'orecchio dell'uomo.
"Sono io il professore,signorina Granger." 
"Mi fa impazzire quando mi chiama 'signorina'." 
Piton la guardò nei grandi occhi nocciola,ed accennò un sorrisetto.
Le piaceva la 'nuova' Hermione...quella che non si faceva scrupoli a dire quello che pensava,quella impulsiva ed assolutamente affascinante.

La musica terminò ed Hermione sfuggì subito dalle braccia del professore.
Tutti gli studenti li guardavano ancora straniti.
Per tutto il ballo i ragazzi non avevano fatto altro che fissarli ballare: alcuni bisbigliavano,altri fischiavano ed altri ancora urlavano.
Ma Hermione non aveva sentito niente...era troppo presa da quell'uomo per accorgersi del resto. 
"Bravi,bravissimi! Ecco ragazzi,la dimostrazione di Hermione e Severus è stata esemplare!" disse la Preside,elettrizzata. "Mi raccomando,domani sera è obbligatorio un abbigliamento elegante...adesso potete ritornare ad i vostri impegni."terminò la McGranitt,facendo un cenno con la mano.
Tutti i ragazzi uscirono per tornare alle loro stanze e la confusione,in quel momento,regnava sovrana: chiacchere,urla e rumori di ogni genere riempivano la Sala.
"Hermione! Hermione!" esclamò una voce,richiamando l'attenzione della Grifondoro.
"Gin,tutto bene?" chiese la ragazza,vedendo Ginny un po' strana.
"Questo devo chiederlo io a te! Come ti è saltato in mente di ballare con il pipistrello?!" chiese la rossa,sconcertata.
"Veramente io...lui mi ha sfidata Ginny!" esclamò Hermione,un po' impacciata.
"Orgoglio Grifondoro..." sospirò la rossa,accennando un sorriso. “Herm,posso farti una domanda?” 
“Dimmi tutto.” 
“Lui...ti guardava in modo strano...mentre ballavate.” 
“Chi,Piton?” 
“Sì..” 
“Non capisco dove vuoi arrivare.” 
“Hermione Granger,tu e il professor Piton eravate a pochissimi centimetri di distanza e né tu né lui avete fatto una piega...anzi tu sei andata più di una volta vicino al suo orecchio per sussurrargli qualcosa..” 
“Ginny,stai per caso insinuando qualcosa?” chiese Hermione,cercando di essere il più indifferente possibile.
“Beh..no,però mi sembra strano.”
“Sono stata costretta a ballare con lui e quella distanza era obbligatoria per il ballo stesso...pensi che mi sia divertita a stare così vicina a quell'uomo?”  chiese la ragazza,cercando di mascherare tutto il suo imbarazzo. 
Era normale che non le faceva effetto stare così vicina a Severus...si erano baciati e lei provava dei sentimenti per lui,anche se tentava di ignorarli.
“Sì,hai ragione Herm...scusa per la domanda sciocca...cambiamo discorso.” 
Hermione annuì e le due si avviarono velocemente verso la Sala Comune,parlando del ballo che ci sarebbe stato la sera successiva.
Entrambe erano molto felici che la Preside avesse deciso di creare queste feste,perché gli studenti avevano il modo di staccare un po' la testa da tutti quei libri. 
"Herm,cosa ti metterai domani sera?" chiese la rossa,curiosa.
"Ancora non sono sicura,ma credo un vestito rosso che mi regalò mia madre per il compleanno. E tu?" 
“Io..beh ancora non lo so Herm! Sono in crisi totale!” 
“Allora andiamo a Hogmseade a comprarlo,immediatamente! Domani c'è il ballo,Gin!”  esclamò la Granger,a gran voce.
“Herm...se tu devi studiare...io posso andarci da sola..” 
“Nemmeno per sogno! Ti accompagno..devi essere perfetta domani sera!” disse la ragazza,facendo un occhiolino alla rossa.
Le due scesero velocemente le scale della scuola e si ritrovarono in poco tempo nella Sala Grande,che era addobbata a tema natalizio. 
Hermione...Granger?” 
La voce di un ragazzino di Tassorosso fece voltare la ragazza che aspettava di scoprire il motivo di quella chiamata. 
“Il professor Piton ti vuole vedere nel suo ufficio...mi ha detto che è molto importante.” disse il bambino,con la voce tremolante.
“Ah,ti ringrazio per l'informazione.” disse Hermione che si voltò decisa.
“Ehi...ti prego raggiungilo...mi ha detto che se non lo farai mi toglierà un sacco di punti.” singhiozzò il piccolo Tassorosso.
Hermione annuì e lanciò un occhiata a Ginny. Il ragazzino se ne andò,ancora imbarazzato.
“Sarà possibile che quel pipistrello debba sempre far paura a questi poveri bambini?” si chiese stupita la rossa. “Comunque è meglio che tu vada da lui,sono certa che avrà qualcosa di importante da comunicarti.”
“Secondo me vuole farmi scontare un'ennesima punizione...” disse la Granger,infastidita. “Tu come farai con il vestito?” 
“Beh,andrò da sola. Non preoccuparti,stasera me lo proverò e tu mi dirai come mi sta.” disse la rossa,con un sorriso.
“Mi dispiace,Ginny...quell'uomo deve sempre rovinare tutto.” sentenziò la Granger,prima di voltarsi e sparire dietro l'angolo.
Scese le scale che l'avrebbero condotta nei sotterranei.
Era veramente freddo e l'aria era sempre più cupa ed ombrosa.
Hermione rabbrividì e raggiunse dopo poco la porta dello studio di Severus. 
Cosa voleva da lei? 
Fece un respiro e bussò due volte,con molta forza. La porta si aprì di colpo.
“Vuoi buttare giù tutto,Granger?” domandò Piton,con un tono molto acido.
“E' proprio questa la mia intenzione,professore.” rispose Hermione,beffarda.
“10 punti in meno a Grifondoro per la sua innata sfacciataggine.” 
“Mi ha chiamata per togliere punti alla mia casa?” 
“No,in realtà ho bisogno...”  disse Piton,sempre più indeciso.
“Mi dica.” 
“Del tuo aiuto.” 
“Non ho capito bene.” 
“Hai capito benissimo,ragazzina insolente.” 
“Non credo.” 
“Ho bisogno del tuo aiuto.” 
“Ah ah ah,musica per le mie orecchie.” esclamò Hermione,ridendo beatamente.
“Non ridere! 10 punti in meno a Grifondoro per il suo poco rispetto nei confronti dei professori.”
“Professore,dall'inizio dell'anno mi avrà tolto almeno 200 punti.” 
“E' colpa tua,mi fai impazzire.” 
“In tutti i sensi...” disse Hermione,con un sorriso ironico.
“Cosa vorresti dire?! Piccola Grifondoro sfacciata!” 
“Niente professore,niente. Mi dica,piuttosto,a cosa posso esserle utile?” 
“Sto preparando una pozione molto complessa e devo comprare degli ingredienti molto particolari a Diagon Alley...ho bisogno di te...diciamo che il signore che vende questi ingredienti ha delle preferenze...per le donne.” disse Piton,leggermente imbarazzato.
“Perché proprio io? C'è anche la Preside,Madama Chips,La Sprite...” 
“Non dire sciocchezze.” 
“Non capisco.” 
“Ha delle preferenze per le belle donne.” 
“Non credo che le donne che ho citato siano brutte,sinceramente.”
“Ma tu...sei la cliente perfetta...insomma non farmi ripetere le cose,signorina Granger.” 
“Quando andiamo?” 
“Accetti?” 
“Ho scelta?”
“A dir la verità,no.” disse Piton,con tono secco. “Andiamo adesso.” 
“Bene...ci smaterializziamo?” 
“Sei capace?” 
“Professore,questa domanda è un offesa alla sua intelligenza. E' naturale che io sappia smaterializzarmi.” 
Piton la squadrò da capo a piedi e ghignò beffardo. “Non essere troppo sicura di te,ragazzina.” 
I due si incamminarono fino ad arrivare ai confini di Hogwarts.
Per tutti il tragitto non proferirono parola ed Hermione era molto imbarazzata,anche se non lo mostrava completamente.
Severus,invece,appariva fin troppo indifferente,freddo e distaccato.
“Ci vediamo a Diagon Alley.” disse il professore che,dopo un paio di secondi,sparì.
Hermione tentò di fare lo stesso,ma una bruttissima sensazione si impossessò di lei e quando arrivò nella via si accasciò a terra. 
E' naturale che io sappia smaterializzarmi...” esclamò Piton,ripetendo le parole dette qualche minuto prima dalla sua studentessa.
“Professore!” lo ammonì la Granger.
“Su,alzati ragazzina.”
“Non mi chiami ragazzina.” 
“E' quel che sei.” 
“Allora perché mi ha baciata?” chiese la Granger inaspettatamente,mentre si stava rialzando.
Piton non rispose,si limitò ad afferrarla per una spalla e tirarla su con delicatezza.
“Grazie.” sussurrò Hermione.
“Andiamo.” sentenziò Piton.
Hermione lo seguì ed in poco tempo si trovarono davanti all'entrata del negozio: era vecchio,con un'insegna logora e l'odore che proveniva da dentro era raccapricciante.
Bleah” disse Hermione,con un espressione schifata.
“Pensavi che questi ingredienti si trovassero nel primo negozio pulito ed ordinato di Diagon Alley?”  esclamò il professore,stizzito.
“No,però...”
“Forza entra. Tieni la lista: non devi spendere più di otto galeoni.” 
“E lei non entra?” 
“Dove è andato a finire il coraggio dei Grifondoro?” 
Hermione sbuffò,prese il foglio dalla mano del professore ed oltrepassò la porta.
“Buonasera bella signorina. Cosa posso fare per lei?” chiese il vecchietto che stava dietro al banco.
Aveva un aspetto orripilante: capelli spettinati,denti gialli,sporco in faccia...
“Vorrei questi ingredienti.” disse la ragazza,cercando di essere il più gentile possibile.
“Come si può dire di no a cotanta bellezza.” disse il vecchio,con aria provocante.
Hermione cercò di essere il meno schifata possibile e accennò un sorriso.
L'uomo uscì dal retro e tornò con una busta piena di ingredienti.
“Ci vogliono venti galeoni,bella signorina.” 
“Io veramente ho solo otto galeoni.” disse Hermione,assumendo l'espressione più frustrata del suo repertorio.
“Vedo che sà quel che vuole...bene,la accontenterò...ma solo perché è una signorina così bella.” disse l'uomo,sorridendo con i denti giallastri. 
“Grazie,arrivederci.” disse la ragazza,dando all'uomo i soldi e prendendo velocemente la busta: non vedeva l'ora di  andarsene da quel posto.
"Spero di rivederla presto,signorina." terminò l'uomo,appoggiandosi lentamente al muro.
Ma che schifo!” esclamò la ragazza,non appena uscì dal negozio.
“Che è successo?” chiese Severus,che era rimasto fuori.
“Che è  successo? Quell'uomo mi fa schifo,quel posto mi fa schifo!” 
“Non ti lamentare sempre,ragazzina.”
“Io invece mi lamento! Come le è saltato in mente di portarmi qua? COME?” 
“Stai calma,Hermione.”
“No,non sto calma. Quello poteva farmi del male!” 
“Non l'avrei permesso.” 
“Tanto a lei non le importa niente di me!” 
“Non è vero.” 
“Certo che è vero e lo dimostra ogni giorno di più!” 
Severus fece due passi verso di lei,appoggiò delicatamente una mano sotto il mento di Hermione,che fu costretta ad immergersi negli occhi color pece dell'uomo.
“Sappi che se qualcuno oserà sfiorarti contro la tua volontà,non lo racconterà facilmente.” sussurrò Severus,prima di appoggiare la sua labbra su quelle della ragazza,che decise di approfondire quel bacio. 
Fu un contatto dolce,quasi malinconico,ma che divenne col passare dei minuti sempre più forte e intenso.
Un bacio penso di sentimenti: come il primo,più del primo. 

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Capitolo 15
*** E' un addio? ***


Salut miei carissimi lettori! Chiedo umilmente venia per avere tardato così tanto,ma ho avuto tantissimi impegni scolastici e non. 
Spero che questo piccolo capitolo vi piaccia,un bacio. 

“But I’m only human
And I bleed when I fall down
I’m only human
And I crash and I break down
Your words in my head, knives in my heart
You build me up and then I fall apart
I’m only human, yeah”

“STUPEFICIUM”
Una luce rossa ed abbagliante invase le figure di Severus ed Hermione,che erano ancora coinvolti in un bacio passionale.
Il professor Piton venne scaraventato a terra con una forza fuori dal comune,mentre Hermione si ritrovò con le ginocchia a terra,ansante.
“Hermione!”
La solita voce sembrava essersi avvicinata,infatti la ragazza sentiva la presenza di un uomo familiare dietro di lei. Si voltò lentamente vedendo davanti a sé Remus Lupin.
“Remus,cosa diavolo hai fatto?” esclamò la Granger,realizzando che il suo professore di Pozioni era appena stato schiantato.
“Hermione cosa ti stava facendo!?” disse Remus, visibilmente stupito ed irritato.
“Niente,assolutamente niente!” disse Hermione,esasperata. “Tu non sei così,Remus! Non schianti la prima persona che ti capita a tiro! Cosa ti è preso?!”
“Ti stava baciando,per Merlino! Pensavo che lo facesse contro la tua volontà!” esclamò Lupin,mentre guardava la ragazza interrogativo.
Hermione arrossì violentemente e cercò di sviare il discorso.
“Non importa,adesso cerchiamo di farlo svegliare!” disse Hermione,correndo in contro all'uomo.
Piton se ne stava disteso a terra con un espressione indecifrabile nel volto.
“Innerva...” sussurrò la ragazza,che aveva quasi paura di far risvegliare il suo professore.
Piton strabuzzò gli occhi,che diventarono due blocchi di ghiaccio. L'uomo si irrigidì e si alzò deciso.
“Professore,come sta?” chiese Hermione un po' esitante.
“LUPIN,DANNATO,COSA DIAVOLO TI E' VENUTO IN MENTE DI FARE?” sbottò Piton,con aria evidentemente infuriata.
“Perché stavi baciando questa studentessa,schifosa serpe!?” rispose prontamente Remus.
Hermione giurò che Piton stesse per cruciarlo,se solo non fosse intervenuta subito.
“Basta,vi prego.” disse la giovane,mettendo le mani nel petto degli uomini.
“Voglio una spiegazione.” esordì Lupin,dopo svariati minuti di silenzio imbarazzante e sguardi di fuoco.
“L'avrai,ma non ora e non qua.” ripose Hermione,secca.
Remus annuì e guardò con astio Severus,che nel frattempo di era ricomposto.
“Me la pagherai,lupastro.” disse Piton,con voce aspra.
Questa furono le ultime parole prima che se ne andasse,prima che lasciasse Remus ed Hermione impalati davanti a quel negozio vecchio a logoro.
“Andiamo.” disse Lupin,con voce atona.
I due si diressero verso la strada principale di Hogsmeade. Ormai il sole stava tramontando e la cittadina non pullulava più di persone.
Hermione era uno straccio: sia fisicamente sia mentalmente.
In pochi minuti erano successe troppe cose...strane...ed assolutamente non etiche.
Lei aveva baciato il suo professore di Pozioni per l'ennesima volta e Remus aveva schiantato l'uomo per questo. Infondo Lupin l'aveva fatto per il bene della ragazza: come diavolo poteva pensare che Hermione volesse davvero quel bacio?
In realtà era assurdo,nemmeno la ragazza riusciva a spiegarsi una cosa simile,ma ogni volta che si trovava difronte a Piton perdeva ogni sua conoscenza ed ogni sua forza di volontà. Era come se quell'uomo riuscisse con un solo tocco a stravolgere le sue difese.
E,naturalmente,Remus non era a conoscenza di tutto ciò.
Come diavolo poteva pensare che una ragazza seria e responsabile come Hermione potesse cacciarsi in un guaio simile?
“Spiegami,per favore.” sospirò l'uomo,non appena tornarono nelle vicinanze di Hogwarts.
“Sì.” iniziò Hermione,realmente preoccupata. “Ne hai il diritto.” sospirò lievemente e si fermò di colpo. Remus fece lo stesso e iniziò a fissare gli occhi nocciola di Hermione,che erano pieni di imbarazzo e paura.
“Il professor Piton mi ha chiesto una mano per realizzare una pozione molto complessa a cui sta lavorando.” esordì la giovane.
“Che genere di aiuto?” ribatté Remus,freddo e distaccato.
“Dovevo comprare degli ingredienti per lui.”
“Perché tu?”
“Questo non è importante...”
“Sì,lo è per me.”
“Il proprietario del negozio ha delle preferenze per le ragazze.”
“Che serpe velenosa! Come ha osato metterti in pericolo in questo modo! Io lo schianto un'altra volta!” esclamò Remus,rosso dalla rabbia.
“Lui non avrebbe permesso che mi toccasse in alcun modo.” disse Hermione,decisa.
“Lo conosci così bene da poterlo dire?”
“No,però...” iniziò Hermione,turbata. “Remus,io mi fido di lui.”
“Come fai a fidarti,Hermione? Ti ha,per caso,rifilato un filtro d'amore andato a male o ti ha affatturata?!” esclamò Lupin,furente.
“No,Remus...sto bene.” “
“Non mi sembra!” ribatté l'uomo.
Hermione non rispose,si limitò ad abbassare lo sguardo. Era evidentemente dispiaciuta per quella situazione.
“Hermione,io non posso ignorare una cosa simile,mi capisci vero?” chiese Lupin,con voce apprensiva.
“Remus ti giuro che non accadrà mai più! Ti prego,però,non dire niente a nessuno!” mormorò Hermione,sconsolata ed impaurita.
Quell'anno ci sarebbero stati anche i M.A.G.O e lei non voleva assolutamente rovinare tutti quegli anni di duro impegno scolastico per qualche bacio con il suo professore...
'Infondo può capitare a tutti di avere un momento di debolezza...' si rincuorava la ragazza,quando i pensieri la tormentavano.
Ma lei sapeva benissimo che quella situazione era assurda...assolutamente sbagliata,ma nel contempo non riusciva a smettere di pensare a quell'uomo.
“Tranquilla Hermione,starò zitto.” disse Lupin,abbracciando la ragazza. “Spero solo che tu riesca ad essere felice...”
Hermione sorrise lievemente,pensando che quella felicità se la meritava proprio. Dopo anni di guerra,sofferenze e perdite era giusto che un po' di sorrisi arrivassero. E con Severus non sarebbe mai stata felice...lui era troppo...complicato.
“Hermione,tu sai che io non sono così impulsivo,vero? Mi sento terribilmente in colpa per tutto questo! Per aver schiantato Piton e per averti messo davanti a questa decisione!” esclamò Lupi,mentre i due si trovavano davanti alla porta del Castello.
“Tranquillo,Remus....tanto,prima o poi,dovevo affrontare questa cosa...ed è meglio chiuderla subito,prima che sia troppo tardi.” disse la ragazza,accennando un sorriso rassicurante. “Penso che andrò a parlargli adesso.” concluse la Granger.
“Vuoi che venga con te?”
“Non credo che sia il caso,Remus.” disse Hermione,lentamente. “Tu,piuttosto,devi spiegarmi dove ti eri cacciato per così tanto tempo! Eravamo tutti in ansia per te...domani,dopo le lezioni,verrò nel tuo ufficio e mi spiegherai tutto,vero?” chiese Hermione,avvicinandosi all'uomo.
“Si,signora.” disse l'uomo,assumendo la posizione di un soldato.
Hermione sorrise ed abbracciò Lupin,prima di incamminarsi verso i sotterranei.
Intanto Severus era seduto nella sedia dietro alla sua scrivania,mentre beveva un bicchiere di whisky. La situazione non poteva andare peggio: lui aveva baciato per l'ennesima volta Hermione e quel maledetto lupo aveva visto tutto. Secondo Severus non avrebbe mai tenuto la bocca chiusa...che bel disastro! Doveva assolutamente fare qualcosa: non poteva rischiare di perdere il lavoro!
Per Piton la vita professionale era sempre stata al primo posto su tutto: amava il suo lavoro e non avrebbe rinunciato alla cattedra per niente al mondo. Non che adorasse quelle teste di legno(chiamate anche studenti),solo che amava Pozioni,amava i sotterranei,amava la sua casa,amava l'aria che si respirava ad Hogwarts...e non riusciva a togliersi dalla testa quel profumo di fragola. Quella fragranza che non abbandonava mai i suoi pensieri. Non riusciva a non pensare ad Hermione...e questo non era un buon segno.
La ragazza camminò velocemente per tutti i sotterranei,fino a ritrovarsi davanti alla porta dell'ufficio di Piton. Il cuore stava per uscirle dal petto: Hermione non era mai stata una tipa da troppo smancerie e non dimostrava facilmente il suo affetto,ma con Severus non riusciva a mascherare le sue emozioni,con lui diventata un libro aperto.
Bussò due volte.
Sospirò.
Nessuno rispose.
Bussò.
Sospirò.

“Professore..”disse con voce tremolante.
Era lei.
Severus si alzò di scatto.
Voleva vederla.
Era lei.
Hermiome.

Aprì la porta,trovandosi davanti la ragazza,che sembrava una creatura debole ed indifesa.
“Entra.” disse Severus,che assunse una voce fredda e distaccata.
“Mi dispiace.” disse Hermione,trattenendosi le lacrime.
“Di cosa?”
“La sto mettendo in troppi guai,professore! Non voglio complicargli la vita ed è per questo che da oggi non la tormenterò più,così che lei potrà essere libero. So che mi bacia solo per compassione o per una semplice attrazione fisica,quindi davvero adesso tolgo il disturbo dalla sua vita.”
Hermione disse quelle parole con un filo di voce,mentre Piton la guardava sbigottito.
Cosa diavolo stava dicendo? Compassione? Attrazione fisica? Tolgo il disturbo dalla tua vita? Troppe cose da assimilare,e così Severus non disse niente.
Una lacrima solitaria solcò il volto di Hermione,ancora ferma davanti all'uomo.
“Mi deve dire qualcosa.” mormorò la ragazza.
“Ci siamo già detti tutto.”
“Ho bisogno di sentirmi dire da lei che non mi vuole più fra i piedi.”
“Non posso dirtelo,però penso che la cosa...giusta da fare...sia che questa storia finisca,adesso.”
Hermione annuì leggermente e poi alzò lo sguardo verso Severus.
“Stia tranquillo,Remus non dirà niente a nessuno...anzi gli dispiace molto per quello che è successo.”
“Quel dannato lupo me la pagherà,stanne certa.”
“Professore,deve capire che lui ha agito con troppa impulsività...infondo è una cosa alquanto strana da vedere...” cercò di giustificare Hermione. “Io adesso me ne vado..penso che non sia opportuno farmi vedere qua.” concluse la ragazza.
“E' un addio?” chiese il professore,con aria distaccata e gelida.
“Professore,credo che sia un bene per lei.” disse la ragazza,con un sorriso rassicurante.
La Granger uscì da quella stanza lasciandosi indietro tutto,lasciandosi indietro lui.
Entrò nella prima aula vuota e si mise a piangere.
Pianse lacrime piene di odio,di sofferenza e di amore.
Lei si era innamorata di Severus Piton e adesso ne era più che sicura.
Severus,intanto,varcò la soglia della sua stanza e batté un pugno nel materasso.
Era un addio vero e proprio...
Ma c'era mai stato qualcosa?
Quei baci...
Quei baci erano stati troppo...belli.
Quegli sguardi...
Sia durante le lezioni sia durante i pasti.
Quelle carezze...

'Basta,Severus....devi tornare alla tua vita: basta pensare a questa ragazzina!' si diceva sempre il professore,per auto-convincersi.
Così iniziò a correggere i compiti,mettendo più 'T' del solito.

Quella notte passò lentamente sia per Hermione sia per Severus.
Pensarono e ripensarono.
Hermione era distrutta e si alzò prima del solito.
Andò in Sala Grande,sperando di trovarci meno persone possibile.
Aveva le occhiaie e i capelli sembravano essere tornati quelli di sette anni prima.
Si avviò al tavolo della sua Casa e lo vide.
Era seduto in modo elegante,ma si vedeva benissimo che era turbato.
Era più disordinato del solito,doveva aver passato una brutta nottata,era evidente.
Si guardarono per un millesimo di secondo,ma era una tortura per entrambi.
Hermione decise di alzarsi e uscire dalla Sala.
Non poteva guardare l'uomo che amava,sapendo che non poteva far nulla,che non poteva nemmeno parlargli.
Severus rimase fermo,immobile. La voglia di raggiungerla lo stava uccidendo.

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Capitolo 16
*** Appuntamenti ***


Buonasera a tutti miei carissimi lettori. 
Ecco a voi il nuovo capitolo: è breve,ma intenso. 
In questo parte ho voluto fare un'analisi pressocché psicologica dei personaggi e spero che voi apprezziate.
Vi mando un bacio e ci vediamo nel prossimo capitolo. 
Cami. 
°°°°

Il sole era alto nel cielo limpido di quella mattina e l'erba color verde speranza era ricoperta da uno strato di rugiada.
Il vento fresco spostava i capelli di una giovane donna,che stava camminando avanti e indietro con un espressione vuota. 
La divisa della sua Casa e lo stemma di Grifondoro la rivestivano completamente,lasciando intravedere solo le scapole e parte delle sue gracili gambe. 
Sembrava tranquilla,per un osservatore esterno,ma dentro di lei c'erano una valanga di pensieri,forse troppi per una ragazza di appena 19 anni.
Hermione Granger era stata sempre più matura della sua età,era divenuta il punto di riferimento dei suoi amici ed era la strega più dotata di Hogwarts.
Ma in quel momento si sentiva una ragazzina sciocca,niente di più. 
Si era innamorata,ingenuamente,di una persona che non poteva ricambiarla.
Ancora una volta,Hermione non avrebbe potuto trovare la felicità tanto desiderata in quegli anni. 
Quel senso di benessere che sperava di trovare con Ron,o con Viktor,ma che era sempre andato in fumo dopo pochi sorrisi. 
Ormai era appurato,lei non poteva essere felice. 
Ma non poteva innamorarsi di un suo coetaneo? Non poteva innamorarsi di Ron o Viktor? Oppure di Dean?
No,lei doveva sempre essere così complicata,la sua vita non era fatta per essere semplice.
Ma questa volta Hermione non avrebbe fatto più danni: non poteva rischiare di coinvolgere altri,oltre Remus,in questa situazione assurda. 
Non voleva nemmeno essere espulsa da Hogwarts: una delle cose che la rendeva orgogliosa di sé stessa erano i risultati scolastici.
'Sei la strega più brillante della tua età',ecco cosa le ripetevano tutti i maghi e le streghe che incontrava.
Ma,alla fine,cosa era rimasto?
Cosa aveva ottenuto dopo una E in Trasfigurazione o Difesa contro le Arti Oscure?
Solo dieci minuti di soddisfazione personale.
Le cose importanti nella vita erano altre,una di queste era trovare una persona con cui trascorrere momenti nel quotidiano,belli o brutti che siano.
Lei,ragazza di 19 anni,aveva passato gran parte della sua vita con Harry,Ron alla ricerca di Horcrux.
Era stata torturata da Bellatrix Lestrange e aveva il corpo pieno di cicatrici lasciate dalla Cruciatus.
Aveva salvato il mondo magico da Lord Voldemort. 

Ed adesso? 
Harry lavorava come Auror ed era felicemente fidanzato con Ginny. 
Ron lavorava come Auror e si stava rifacendo una vita.
E lei? 
Era ancora ad Hogwarts per tentare di superare i M.A.G.O con il massimo dei voti,aveva tante ambizioni nel futuro: trovare un lavoro gratificante e formare una famiglia tranquilla.
Dopo tanti anni di guerra,l'unica sua vera ambizione era la serenità.
Ma adesso tutto era andato in frantumi,di nuovo.
Si era innamorata di un uomo.
Severus Piton.
Oh,brava Hermione,bravissima.
Proprio l'uomo che fa al caso tuo.
Lui sicuramente può renderti serena.
Severus Piton.
L'arcigno,crudele,sarcastico insegnate di Pozioni. 
Complimenti Hermione,10 punti a Grifondoro.
°°°

"Herm! Ma dove eri finita?" 
Una voce squillante interruppe i pensieri di Hermione,che era entrata nella Sala Grande a grandi falcate. Ginny Weasley la stava raggiungendo con un espressione interrogativa sul volto.
"Scusa Ginny,stavo facendo una passeggiata nel parco." si giustificò Hermione,con un sorriso.
"Capisco...come stai? Ti vedo strana in questi giorni." 
"Sto bene,Ginny. Nessun problema." 
"Puoi dirmi tutto,Herm. Sono la tua migliore amica,ricordatelo." 
"Ti ringrazio,sono solo un po' stanca." 
"Bene,andiamo a lezione...abbiamo due ore di pozioni." disse la rossa,scuotendo la testa annoiata.
'Perfetto,direi' pensò Hermione,annuendo debolmente all'amica. 
'Okay,Hermione stai calma. Adesso entri in quella stanza e non fai trasparire nessun emozione,ghiaccio. Lui è solo un professore,niente di più.' si disse Hermione,varcando la porta dell'aula. 
Passarono cinque,dieci,quindici minuti,ma Piton non si faceva vedere.
La stanza,ormai,era gremita di studenti.
Mancava solo lui.
Ad un certo punto la porta si aprì,ma Hermione non vide il volto austero e i vestiti neri di Piton,infatti davanti ai loro occhi c'era la Preside McGranitt.
"Ragazzi,il professor Piton stamattina non si sentiva bene. Ha deciso di non partecipare alle lezioni di oggi. potete andare in Sala Grande o in Biblioteca a studiare per i prossimi giorni." disse la Preside,con voce decisa.
Guardò l'aula e,vedendo gli studenti annuire,uscì velocemente. 
Hermione era molto confusa. Piton che saltava una lezione? Non era mai successo in sette anni,mai una sola volta Severus si era assentato. 
"Piton che non viene a lezione?! Ma questa non è possibile! Che fortuna!" esclamò Ginny,prendendo Hermione per un braccio.
"Si...proprio strano." disse Hermione,poco convinta,mentre fissava il punto dove la McGranitt aveva parlato.
"Tutto bene?" chiese la rossa.
"Benissimo,io vado in Biblioteca." sentenziò la ragazza,uscendo velocemente dall'aula. 
°°°
"Severus cosa ti prende?" chiese Minerva,mentre fissava Piton che camminava avanti e indietro per la stanza.
"Niente,Minerva. Te l'ho già detto: sono stanco." disse Severus,con voce fredda e distaccata.
“Severus! Ti conosco,per Godric! Insegni da venti anni ormai e non hai mai saltato una lezione! Deve esserci un motivo molto grave che giustifica la tua assenza!” esclamò la donna,con i nervi a fior di pelle.
Sto bene.” affermò l'uomo,guardando il pavimento. 
La donna lo squadrò da capo a piedi e sorrise beffarda.
“Quando vorrai parlare,mandami un gufo.” disse lei,prima di chiudere la porta alle sue spalle.
Severus rimase fermo,immobile a guardare il fuoco che scoppiettava nel camino.
Quella mattina non ce l'avrebbe fatta a sostenere lo sguardo di Hermione. 
Quella mattina non ce l'avrebbe fatta a percepire il suo profumo alla fragola.
Quella mattina non ce l'avrebbe fatta a sentire la sua voce.
Quella mattina non ce l'avrebbe fatta a resistere alla sensazione di abbracciarla o baciarla.

E quello non poteva accadere,non poteva mandare all'aria la vita di quella povera ragazza.
'Lei si merita molto di più.' ecco cosa si ripeteva sempre il professore. 
Lui non avrebbe mai potute darle quello che voleva,non avrebbe mai potuto renderla serena e felice.
C'erano troppi fantasmi nel suo passato,troppi problemi. 
L'etichetta di Mangiamorte e braccio destro di Voldemort aleggiava ancora sulla sua testa,anche dopo che Potter aveva sbandierato i suoi ricordi in tutto il mondo magico. 
Ma non era solo quello il problema...
Severus si sentiva un traditore. 
Era convinto di aver tradito Lily Evans.
Lui l'aveva sempre amata,ma adesso nei suoi pensieri non c'era più una donna con i capelli rossi e gli occhi verdi,bensì una ragazza con i capelli castani e gli occhi ambrati. 
Lily non aveva scelto lui,ben sapendo quanto era infatuato ed innamorato,lei non l'aveva mai perdonato. 
Ma era stato davvero innamorato di quella donna o era solo un amore platonico? 
Lui aveva sempre messo Lily sopra un piedistallo: nessuna donna poteva essere come lei.
Nessuna donna poteva entrare nei suoi pensieri e sconvolgere la sua vita.
Solo Lily era autorizzata.
Almeno fino ad ora...
Hermione aveva cambiato la vita di Severus in maniera irreversibile. 
Ma quello era un amore sbagliato e completamente assurdo.
Un amore che non poteva funzionare per motivi più che ovvi. 
Bene,ormai era appurato,Severus si stava innamorando.
Ma questa volta non poteva rovinare la vita di quella ragazza: lei aveva tutto il diritto di passare i suoi anni con un uomo giovane,che poteva offrirle una vita gratificante e tranquilla. 
E lui non era né giovane,né tranquillo.
Lui non era l'uomo giusto per lei.
°°°

Un mese dopo. 
Hermione aveva passato uno dei mesi più brutti della sua vita. Forse solo il periodo della ricerca agli Horcrux l'aveva segnata così tanto.
Aveva sempre gli occhi gonfi e pieni di lacrime,i capelli era ritornati ricci e disordinati come un tempo e non faceva altro che pensare al suo professore di Pozioni.
Era veramente sconvolta perché più cercava di non pensarci,più le immagine dei suoi baci le ritornavano in mente.
Sapeva che non era giusto per una quantità infinita di regole,ma in quel momento voleva solo stare con lui. 
Severus aveva trascorso uno dei mesi più brutti della sua vita. Forse solo il periodo antecedente alla morte di Lily era stato peggiore.
L'uomo era sempre più burbero con gli studenti e freddo con i suoi colleghi.
Cercava sempre di non guardare la ragazza,di non osservare ogni suo movimento,ma era impossibile.
Così si ritrovava ad guardarla di nascosto.
Forse nemmeno lei se ne rendeva conto,ed era meglio così.
Severus si era accorto di quanto Hermione avesse preso male quella situazione: l'aveva visto dal suo aspetto,ma anche dal fatto che non interveniva più costantemente durante le sue lezioni.
Hermione sembrava persa nel suo mondo ed aveva un espressione vuota. 
Sicuramente quella ragazza non riusciva a mascherare il dolore come Severus.
Remus non faceva altro che osservare la coppia e,qualche volta,diceva delle parole di conforto ad Hermione.
Ma la ragazza sembrava non sentire più niente. Non aveva mai provato quella sensazione nella sua vita...forse perché non era stata mai veramente innamorata. 
In quel periodo studiava e basta. Era sempre con la testa sopra infiniti volumi,faceva i compiti per Ginny e per altri compagni di Grifondoro per staccare un po' la testa. 
La rossa era molto preoccupata,ma Hermione rimaneva sempre sulla difensiva e cercava di stare sempre da sola.
Aveva paura che,se fosse stata troppo a contatto con Ginny,avrebbe finito per dirle tutto.
Era troppo debole per resistere a portare quel macigno sulla coscienza. 
Ma quella sera d'inverno la Granger non riusciva a prendere sonno: si rigirava nel letto e muoveva le coperte rosse in continuazione.
Decise di alzarsi e di fare una camminata,così prese la vestaglia e se l'appoggiò sulle spalle,prima di uscire da dormitorio sulle punte dei piedi. 
Iniziò a salire le scale con calma,fino a che non arrivo sulla Torre di Astronomia.
Tantissimi ricordi pervasero il suo corpo e la sua mente e la ragazza sorrise debolmente ricordandosi della situazione imbarazzante nella quale si era trovata pochi mesi prima con Severus,proprio in quella stanza.
Mentre si avvicinava alla balaustra la ragazza udì dei passi,si voltò di scatto,trovandosi davanti il Principe Mezzosangue. 
Lei abbassò subito lo sguardo e si girò velocemente tentando di raggiungere la porta.
La mano di lui,però,prese velocemente il suo braccio,costringendo la ragazza a voltarsi ed a immergersi negli occhi color pece dell'uomo.
"Cosa ci fai qua?" domandò Severus con aria distaccata. In realtà il solo fatto di rivederla aveva scombussolato tutti i suoi pensieri.
"Scusi,professore...io,beh,facevo una passeggiata." disse lei con la voce che tremava. "però adesso posso tornare nel mio dormitorio." 
"Come stai?" disse lui,improvvisamente. 
"Bene,suppongo." rispose la ragazza,con voce poco convinta. "Devo studiare molto e non ho tempo per pensare ad altro...forse è meglio così." 
"Capisco." disse l'uomo,lasciando finalmente il braccio della ragazza e assumendo un espressione più dura e fredda."Se vuoi staccare per qualche ora,domani puoi venire con me a comprare qualche ingrediente a Diagon Alley." concluse l'uomo,cercando di essere il più distaccato possibile.
"Io...la ringrazio...però,non so...Remus..." disse la ragazza,quasi balbettando.
"Tranquilla Granger, è un uscita prettamente professionale. Sia io sia lei sappiamo quale è la situazione e credo che anche...il lupastro...sappia che non siamo due teste di legno che agiscono stupidamente." disse il professore,apparentemente pacato. "Quello che è successo non si può cancellare,ma è passato." concluse l'uomo. 
La ragazza lo guardava un po' imbarazzata. "Io non voglio cancellarlo." disse lei tranquillamente. "Però so che è stata una cosa non molto saggia e perciò sto cercando di superarla...per quanto riguarda domani,penso che sia una buona idea per svagarmi un po',la ringrazio." concluse la ragazza,accennando un sorriso.
"Bene,domani alle cinque ci troveremo in Sala Grande." disse Piton,aspettando un cenno di assenso da parte della ragazza.
"Si certo,buonanotte professore." disse lei,sorpassando l'uomo a grandi passi. 
"Non così in fretta." disse lui,facendola fermare di colpo." 5 punti in meno a Grifondoro." 
"Per cosa,scusi?" disse lei,evidentemente stupita.
"Eri fuori dal tuo dormitorio oltre il coprifuoco." rispose lui con un ghigno.
Poi l'uomo uscì dalla porta e,passando di fianco alla ragazza,respirò a pieni polmoni il suo profumo alla fragola e chiuse gli occhi un momento,in balia dei sensi.
Poi varcò la soglia,facendo svolazzare il suo mantello con la solita teatralità. 
Intanto Hermione era rimasta ferma,con la mano appoggiata allo stipite della porta di legno e con un espressione che racchiudeva lo stupore e la felicità.
Fissava il punto in cui in professore aveva parlato e poi si mise le mani sul volto per nascondere un increspatura che aveva avvolto le sue labbra.
Stava sorridendo.

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Capitolo 17
*** Just friends ***


Ciao a tutti lettori! Et voilà! Il nuovo capitolo....questa volta è molto intenso e ricco,spero che vi piaccia!
Vi ringrazio per le recensioni che mi lasciate e per aver messo questa storia tra le seguite/preferite/ricordate. 
Davvero siete la mia ispirazione :) un bacio. 

 

"A modo tuo 
andrai 
a modo tuo 
camminerai e cadrai, ti alzerai 
sempre a modo tuo"

 

 

Fu una nottata molto lunga,nella quale Hermione penso e ripensò a quella situazione assurda.
Per qualche ragione la ragazza aveva accettato l'invito del professore,ben sapendo che trovarsi così tanto a contatto con l'uomo avrebbe potuto far ripartire tutto dall'inizio: da quel bacio.
Infondo sia Hermione sia Severus provavano una grandissima attrazione fisica e mentale uno per l'altro,questo non si poteva negare.
Però,in fin dei conti,era una normalissima uscita tra professore ed allieva per comprare degli ingredienti.
La ragazza confidava nel buon senso di Severus e sicuramente l'uomo non avrebbe cercato di fare niente.
Anche lui era d'accordo sul grande errore che avevano commesso baciandosi ed iniziando a provare dei sentimenti che andavano oltre alla semplice stima reciproca.
Però era stato molto carino con Hermione...premuroso,dolce...aggettivi che non c'entrano molto con il Severus Piton che vive nei sotterranei.
Ma lei non era una studentessa come le altre e non lo sarebbe mai stata per lui; non dopo tutto quello che era successo.
Severus non era uno stupido e non agiva senza pensarci bene.
In quel momento baciarla era l'unica cosa che desiderava.
Ma,adesso,voleva solamente uscire da quella situazione e forse ricominciando ad avere un normale rapporto alunna-insegnante tutto poteva tornare come un tempo.
Ma vedendola in quello stato,l'istinto protettivo di Severus verso quella ragazza era aumentato notevolmente e le aveva chiesto di passare quel pomeriggio con lui...era convinto che sarebbero stati bene,ma adesso non era certo della sua decisione. Se voleva tornare ad avere un rapporto normale con lei doveva evitare assolutamente quel tipo di cose.
Quella storia avrebbe portato solo danni irreversibili nella vita di entrambi.
Ci sarebbero stati almeno cento motivi che proibivano quella relazione.
Hermione e Severus avevano affrontato una vita troppo piena si sofferenza per credere ad un lieto fine.
***
La mattina seguente Hermione sembrava rinata.

E se ne accorsero tutti,per il semplice motivo che si era svegliata con un sorriso a trentadue denti,saltellando nel dormitorio e svegliando tutte le sue compagne per andare in Sala Grande.
“Hermione,ma cosa ti prende?” chiese Ginny,con la voce impastata e con gli occhi leggermente aperti: non era mai stata una tipa mattiniera e venire svegliata da urla e rumori non era il massimo per lei.
“Ginny,sono felice!” esclamò Hermione,prendendo l'amica per la manica del pigiama.
“Non potevi aspettare un'oretta per manifestare la tua gioia?” chiese la rossa,accennando un sorriso sarcastico.
“Dai Gin! Muoviti,voglio assolutamente andare in Sala Grande a godermi la colazione e devo raccontarti tantissime cose!” disse la ragazza,che stava continuando a muoversi su e giù per la stanza.
La rossa annuì ed indossò velocemente la divisa di Grifondoro,per poi scendere con Hermione le scale del dormitorio.
Hermione iniziò a parlare di tantissime cose,più di quante Ginny fosse invogliata ad ascoltare.
“Herm,a cosa è dovuta così tanta felicità?” chiese la Weasley,quando Hermione stava riprendendo fiato dalla sua parlantina.
“Beh...niente in particolare.” rispose per giustificarsi. “Oggi è una bella giornata,vero?” disse,cercando di cambiare discorso.
“Cosa mi stai nascondendo? Ti conosco meglio di quanto tu possa pensare!” la incalzò Ginny,che era sempre più curiosa.
“Si Ginny lo so che mi conosci come nessun altro,ma questa volta ti sbagli. Ho capito che era inutile continuare a star male...per Viktor intendo...insomma le cose sono andate come dovevano.” disse Hermione,cercando di risultare il più convincente possibile.
Il mese che aveva passato era stato molto infelice per lei e,naturalmente,la rossa l'aveva notato subito.
Hermione,per giustificarsi con l'amica-ed anche un po' con sé stessa-,dava la colpa al fatto di essersi lasciata con Viktor...infondo,il ragazzo,era sempre stato una delle poche certezze nella vita di Hermione ed il fatto di non poter più contare su di lui come fidanzato la faceva star male.

Ma quella mattina niente aveva più importanza per lei,era come se,dopo le parole di Severus,Hermione fosse tornata attiva e sorridente come un tempo.
Era contenta di poter passare un po' di tempo con lui,anche solo da conoscenti o...amici.
Quella parola era effettivamente molto,ma molto,strana per quella situazione.
Però era l'unica via di fuga per riuscire ad essere accettati e,nel contempo,a passare qualche ora insieme.
Erano due persone molto colte ed incredibilmente intelligenti: riuscivano a parlare di argomenti ampliando notevolmente la semplice visuale di ogni altro mago.

Una vita passata sui libri dovrà essere servita a qualcosa...

Eppure con Severus non era così facile.

Hermione aveva sempre avuto una grande parlantina: con lei non potevi aver paura di trovarti senza qualcosa da dire,ma con Piton si bloccava,era come se avesse un nodo nella gola.
Semplice imbarazzo,si diceva ogni tanto lei.
Non voleva convincersi di essere innamorata di lui e non l'avrebbe mai fatto.
Era una cosa troppo sbagliata ed assolutamente contraria a tutti i suoi principi.
E poi Hermione era convinta che Severus non la ricambiasse affatto: quel bacio,a parer suo,era stato dettato da semplice attrazione fisica o dal momento delicato in cui si trovavano.
Lei non era la donna adatta a lui.
Non era abbastanza...elegante...per stare con un uomo come Severus.
E forse nemmeno abbastanza provocante.
Non era,semplicemente,abbastanza donna.
***
“Hermione!”

Una voce proveniente da un corridoio secondario fece sobbalzare la ragazza che,girandosi si trovò davanti la figura imponente di Remus Lupin.
Il mannaro,in quel mese,non aveva fatto altro che accertarsi delle condizioni di Hermione,infatti lui si sentiva,in qualche modo,colpevole.
Infondo era stato lui a mettere Hermione davanti a quella decisione,ma di certo non pensava che Severus l'avesse potuta infatuare in quel modo...pensava che fosse solo un interesse superficiale.
Invece si era ricreduto...Hermione si stava davvero innamorando e sembrava che nemmeno Severus se la stesse passando bene: era sempre molto irascibile,più del solito,e sembrava quasi perso ogni volta che incrociava lo sguardo di Hermione.
Sì,perché Remus li osservava sempre quando erano in Sala Grande: quei due si scambiavano sguardi furtivi,cercando di passare inosservati...e ci sarebbero pure riusciti,ma Lupin era troppo coinvolto in quella storia per non notarlo.
Però il mannaro aveva mantenuto la promessa: non aveva confessato a nessuno quel che aveva visto e non ne aveva parlato né con Severus né con Hermione.
Lui cosa poteva fare? Restare a guardare una relazione tra insegnante ed allieva? Doveva essere complice di una relazione...clandestina?
Certo,era pur sempre un malandrino e le situazioni pericolose lo affascinavano,ma non questa volta.
Quella storia era troppo persino per lui,che aveva passato la sua adolescenza con Sirius Black e James Potter,i malandrini per eccellenza.
“Ehi,professore.” rispose Hermione,con un cenno del capo.
La ragazza non sapeva come comportarsi.
Doveva dire a Remus dell'uscita di quel pomeriggio? Forse sì,perché se l'avesse scoperto da solo si sarebbe adirato molto con Hermione e avrebbe pensato ad un appuntamento clandestino.
Invece era una cosa innocua: lei doveva solo aiutarlo per scegliere alcuni ingredienti.
“Remus,posso parlarti un attimo?” chiese la ragazza,rivolgendo lo sguardo al professore. “In privato.” concluse,lanciando un occhiataccia a Ginny che,velocemente,iniziò a incamminarsi verso la lezione di Trasfigurazione.
“Dimmi tutto.” disse l'uomo,non appena i due arrivarono nel suo studio.
“Volevo solamente avvisarti che oggi pomeriggio devo accompagnare il professor Piton a Diagon Alley,per comprare degli ingredienti.” disse Hermione,tranquillamente.
Il mannaro stava per controbattere,ma la ragazza lo precedette. “Tranquillo,non dovrò andare da sola in negozi raccapriccianti,questa volta.” disse Hermione,accennando un sorriso. “Ed è un uscita tra insegnante ed allieva,prettamente professionale.” concluse la ragazza,cercando di risultare convincente.
“Va bene,Hermione. Non devi giustificarti con me.” disse l'uomo,che però era molto incerto.
“Ti ringrazio. Adesso vado o farò tardi a lezione. Ciao,Remus.” esclamò la ragazza,facendo un cenno con la mano e dirigendosi verso la porta.
“Buona giornata,Hermione.” La mattinata passò tranquillamente per Hermione,che ben presto si ritrovò nel suo dormitorio per vestirsi.
In realtà non si fece molti problemi,dato che la parola d'ordine era: incontro professionale.
Si infilò un paio di jeans con un camicetta a quadretti sopra.
Un velo di trucco,un piumino non molto pesante ed una sciarpa di cotone rossa.
Accettabile.
Erano le quattro e lei era già pronta,così decise di andare in biblioteca per riguardare il suo tema di Difesa contro le Arti Oscure.
La biblioteca era,come sempre,silenziosa ed i libri trasmettevano ad Hermione tantissimo calore.
Quell'ambiente era molto rassicurante per lei.
Quei libri riuscivano a farla immaginare in una bolla di sapone indistruttibile.
Si stava dirigendo verso il solito posto: un tavolino che si trovava dietro ad un enorme scaffale pieno di libri che parlavano di Pozioni.
Ormai i suoi piedi la portavano direttamente lì,era un meccanismo naturale.
Però,per qualche strano motivo,i suoi piedi cambiarono direzione e in poco tempo si ritrovò nella Sezione Proibita.
Oscura,misteriosa,silenziosa,affascinante.
Proprio come lui...
Mentre quei pensieri invadevano la sua mente,il suo ginocchio cedette improvvisamente.
Era troppo occupata a pensare e non aveva controllato nemmeno i suoi movimenti.
Tipico Grifondoro: non riescono a fare due cose insieme.
Hermione era già pronta per una rovinosa caduta,ma due mani grandi e forti l'afferrarono per la vita e riuscirono a farle mantenere l'equilibrio.
Hermione aveva chiuso gli occhi e li riaprì solo quando sentì un respiro affannoso molto vicino al suo volto.
Aprì lentamente gli occhi,trovandosi davanti una sguardo d'ossidiana.
Due iridi completamente neri la stavano fissando.
Lui,era sempre e solo lui.
Sembrava veramente una scena di una soap opera: lei che inciampa,lui che la prende tra le braccia e poi la situazione imbarazzante data da quella stretta involontaria...o volontaria.
“Scusi...” mormorò Hermione,con un filo di voce.
L'uomo la stava ancora fissando e sembrava perso negli occhi nocciola della ragazza.
Non sembrava voler rispondere,e non sembrava nemmeno voler uscire da quella presa.
Solamente dei passi fecero dividere i due corpi in maniera veloce e disordinata.
Madama Prince fece capolino da dietro lo scaffale e guardò i due con curiosità.
“Signorina Granger,è meglio andare a scontare la sua punizione...immediatamente.” disse il professore,con il solito tono austero.
Hermione annuì ed entrambi uscirono dalla biblioteca,evidentemente imbarazzati al pensiero che la bibliotecaria potesse averli sorpresi in quella specie di abbraccio.
“Cosa diavolo stavi facendo?” chiese Severus,non appena i due si ritrovarono fuori dal castello.
“Io...stavo cercando un libro.” rispose Hermione,abbassando lo sguardo.
“Nella sezione Proibita?! Spero che tu stia scherzando,Granger!” la incalzò l'uomo,con gli occhi puntati su di lei.
“Ho sbagliato strada!” esclamò la ragazza tentando di giustificarsi.
“Hermione tu conosci quella biblioteca meglio di chiunque altro!” rispose Severus,alzando leggermente un sopracciglio.
La ragazza non rispose,si limitò a muore freneticamente le mani ed a mordersi il labbro inferiore.
Era stata una stupida...troppo impegnata a pensare che non si era nemmeno resa conto di dove era.
“Su,andiamo.” la intimò Severus,con la voce roca. “Seguimi.”
Hermione fece come le era stato detto e ben presto i due si ritrovarono fuori dai confini di Hogwarts.
“Ci vediamo a Diagon Alley.” disse l'uomo. “Spero che tu ce la faccia a smaterializzarti” concluse Severus,ghignando.
La ragazza non fece in tempo a rispondere a tono perché l'uomo era già sparito con un tonfo sordo.
Hermione guardò il punto dove c'era Severus pochi secondi prima,poi prese un respiro e si smaterializzò a Diang Alley...tutta intera.
“Bene,andiamo.” disse l'uomo,guardando per un attimo la ragazza che era tutta spettinata.
Hermione annuì e si avvicinò a Severus,che intanto guardava dritto davanti a sé.
Percorsero la strada principale osservando i vari negozi,fino a che Severus si fermò di colpo e guardò una vetrina.
Era un negozio molto strano ed ambiguo,che Hermione non aveva mai visto bene fino a quel momento.
Sembrava esponesse sia piante sia pozioni strane,ma anche libri altrettanto particolari.
“Entriamo.” disse lui,facendo un cenno con il capo in direzione del vecchio negozio.
Hermione era molto incuriosita,così aprì velocemente la porta e iniziò a girare per gli scaffali: i libri erano molto interessanti,così come le pozioni esposte.
Stettero in quel negozio per tantissimo tempo,incontrandosi qualche volta e guardandosi di sfuggita dietro a qualche scaffale pieno zeppo di volumi.
“Mi piace questo posto.” mormorò Hermione,avvicinandosi a Severus,che stava guardando uno scaffale da svariati minuti.
La ragazza raggiunse il suo fianco e dischiuse un po' gli occhi per osservare i titoli dei libri: erano romanzi babbani!
“Non ci posso credere! Shakespeare,Orwell,Wilde,Doyle! Semplicemente fantastici!” esclamò Hermione,che stava sorridendo come una bambina al luna park.
“Ti piacciono i libri babbani?” chiese Severus,un po' accigliato dalle esclamazioni di gioia della ragazza.
“A che non piacciono?! Insomma questi sono dei libri favolosi e non pensavo che una libreria a Diagon Alley potesse averli! Essenzialmente sublimi!” disse la ragazza,ancora completamente travolta da quella piacevole sorpresa.
Intanto Piton la stava osservando il suo sorriso che riusciva ad illuminare un'intera stanza.
Quando lei sorrideva era come se tutti i problemi svanissero per qualche secondo.
Era come se lui fosse travolto da un brivido inspiegabile e da una voglia pazzesca di abbracciarla.
Come se la sua muraglia cedesse,come se quella ragazza fosse l'unica persona presente nel mondo.
 E forse era proprio così.
“Lei ha mai letto questi romanzi,professore?” chiese la ragazza,vedendo che Severus la stava osservando da qualche minuto.
“In realtà non sono molto appassionato di questo genere...” rispose Piton con franchezza.
“Mi meraviglio di lei!” esclamò Hermione,che accennò un altro sorriso. “Le consiglio di leggerli,potrebbe rimanere piacevolmente stupito.” concluse lei,prendendo dallo scaffale un libro abbastanza alto e logoro.
Iniziò a sfogliare 'Sogno di una notte di mezza estate' con molta delicatezza,come se non volesse far male a quel libro,come se fosse la cosa più preziosa del mondo.
Aveva sempre avuto un grande rispetto per i libri ed,a parer suo,dovevano essere sempre trattati con grande amore.
Amore per la cultura,amore per la conoscenza.
“Sogno di una notte di mezza estate?” disse Severus,cercando una spiegazione dalla ragazza.
“Una delle commedie più conosciute di Shakespeare,scritta intorno al 1595. E' il perfetto connubio tra storia,mitologia e sentimenti.” disse la Granger,con tono sognante.
Severus era sempre più affascinato da quella donna: intelligente,bellissima,provocante,leale,simpatica e comprensiva.
L'altra faccia della medaglia era altrettanto complessa: testarda,furba,sarcastica,talvolta sfacciata e molto impulsiva.
 Era un perfetto insieme delle quattro case di Hogwarts.
“Mi assomigli in modo alquanto preoccupante alla McGranitt,quando fai così” disse Severus con un ghigno.
Hermione rise fragorosamente per almeno un minuto,tant'è che il proprietario del negozio si affacciò due volte per controllare la situazione,tirando qualche occhiataccia a Severus.
“Hermione,usciamo...tutti questi libri ti fanno perdere la ragione.” disse Severus dopo svariati secondi,prendendo la ragazza per mano e conducendola verso la porta.
Quando arrivarono fuori si accorsero che le loro mani erano ancora unite,così Hermione si mosse frettolosamente per sfuggire alla stretta del professore.
L'imbarazzo di quel momento passò velocemente ed il pomeriggio andò a meraviglia: i due erano in una sintonia perfetta e parlarono tutto il tempo di svariati argomenti.
Hermione e Severus erano così tanto coinvolti da quelle chiacchere e non si resero conto di essere entrati nella Londra babbana.
Una folla di persone sfilava per le strade e i rumori della città era assordanti,ma anche piacevoli.
Ad ogni angolo c'era un musicista che suonava o cantava e questo metteva di buon umore Hermione che svolazzava a tempo di musica facendo ridere Seversu sotto i baffi.
Anche il profumo dei baracchini che vendevano hamburger e patatine fritte inebriava i sensi dei due.
Era una situazione molto strana: due maghi nella Londra babbana che girano le strade senza una meta precisa.
E per di più questi due maghi erano Severus Piton ed Hermione Granger.
Gli eroi del mondo magico,coloro che hanno sofferto una vita intera per salvare i valori per loro importanti.
Due persone così diverse,ma anche così uguali.
Il bianco e il nero.
Due colori così diversi,ma anche così uguali.

“Professore,sta iniziando a piovere!” disse Hermione,non appena sentì un goccia sulla sua guancia.
Severus osservò la gocciolina d'acqua e con la mano tentò di toglierla dal viso di Hermione,utilizzando una delicatezza che fece imbarazzare la ragazza.
“Sembrava una lacrima.” disse semplicemente lui,cercando di giustificare quel gesto azzardato.
Hermione sorrise debolmente mentre il suo rossore stava svanendo.
La pioggia,adesso,cadeva incessante ed Hermione si ritrovò a ridere mentre guardava Severus alla presa con il mantello bagnato.
“Prendiamo quell'autobus!” disse poi la giovane,vedendo un bus completamente rosso ed a due piani arrivare verso di loro.
“E' babbano!” esclamò Severus,alzando il suo solito sopracciglio.
Hermione sbuffò e prese il professore per la manica della veste,trascinandolo verso l'entrata dello strano aggeggio babbano.
Piton disse qualcosa a proposito del fatto che erano maghi e non babbani e che quella situazione era assurda,ma Hermione non lo ascoltò più di tanto e si mise a sedere nella parte superiore dell'autobus.
“Come faremo ad asciugarci?!” chiese Hermione,che era completamente bagnata.
I capelli aderivano al suo volto e la camicetta babbana che indossava era diventata abbastanza stretta e trasparente.
Severus non aveva mai visto una creatura così bella e pura: era simile ad una ninfa.
“Per Salazar,sei una strega Hermione!” disse Severus sbuffando qualcosa che riguardava i Grifondoro e la loro stupidità.
“Fino a qui c'ero arrivata anche io,professore!” rispose lei,un po' accigliata,ma anche divertita.
“Essicco.” disse lui,puntando la bacchetta sui suoi vestiti,che tornarono perfettamente asciutti,così come i capelli.
“Per fortuna che non c'è nessuno! Non può mica fare magie a destra e manca in questo posto!” disse Hermione,a mo' di rimprovero. “Comunque grazie,adesso posso farlo io a lei!”
“No grazie,non voglio mettere a repentaglio la mia vita e rischiare di andare a fuoco per colpa di una Grifondoro distratta!” disse l'uomo,con il suo solito ghigno sarcastico.
“Preferisce restare il questo stato?” chiese Hermione,che non era per niente offesa.
“Certo.” rispose lui,velocemente.
“Potrebbe essere un validissimo Grifondoro...l'orgoglio e la caparbia non mancano!” disse lei,sorridendo alla visione di Severus che strizzava il mantello.
“Non osare mai più paragonarmi ai tuoi amichetti di Grifondoro perché giuro che sarà l'ultima cosa che farai!” rispose lui,alzandosi dal sedile e fingendo una scena tragica.
Hermione si mise a ridere. “Professore,non mi fa più paura! Mi dispiace per lei!” disse la ragazza,per poi rimettersi a ridere,sotto lo sguardo austero di lui.
Passarono un po' di minuti nei quali Hermione spiegò a Severus tutti i segreti della Londra babbana ed indicando i posti principali dal finestrino dell'autobus.
“Guardi professore,in quel teatro laggiù ho visto la mia prima opera! Romeo e Giulietta,un classico...raggiunge sia i punti di amore e gioia sia quelli di sofferenza e morte.” spiegò lei,osservando il teatro,che sembrava non essere cambiato affatto.
Severus,intanto,era impegnato a fissare la ragazza ed a stamparsi nella mente ogni sfaccettatura del suo volto,ogni sua espressione ed ogni suo movimento.
Era inebriato da lei,da ogni minima parte di lei,anche quella che,fino a qualche mese prima,aveva considerato seccante.
Quel pomeriggio l'aveva convinto ancora di più dei sentimenti che provava per la Grifondoro ma,nel contempo,si ricordava di tutti i problemi che sarebbero sorti da quella relazione.
Lui non voleva rovinare la vita di Hermione: non voleva che tutti i suoi amici le voltassero le spalle e che tutte le persone la giudicassero male. E stare con un uomo come lui avrebbe comportato tutto questo,e non era giusto.
Ma non poteva rimanere indifferente ad un sentimento così forte,non voleva chiudersi in un infelicità per il resto della vita: Hermione era la sua luce e lui non se la sarebbe fatta scappare. Non questa volta.
E dato che la relazione aveva troppi ostacoli,si sarebbe accontentato di starle accanto.
Lui voleva solo vederla felice e sorridente...possibilmente con lui,ma questi erano dettagli scaturiti da un vecchio cuore innamorato e geloso.
Per ora sarebbero stati amici. Hermione Granger e Severus Piton amici. Solo amici.
“Hermione.” mormorò l'uomo,richiamando l'attenzione della ragazza.
“Mi dica.” rispose lei,sempre educatamente e con un sorriso splendente.
“Chiamami Severus.” 

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Capitolo 18
*** Un gioco... ***


Capitolo 18.
Buonasera a tutti, carissime. Mi scuso moltissimo per il ritardo e per il fatto che questo capitolo è un po' corto...ma in compenso credo che sia molto intenso...ehm ehm il nostro caro Sev è un po' confuso...
Spero di poter aggiornare molto durante le vacanze di Pasqua...alla prossima bella gente!:) 

***

Ansia. 

Ecco quello che si respirava nel dormitorio femminile di Grifondoro quella sera.
Hermione Granger camminava avanti e indietro nella stanza, circondata da una grandissima quantità di pergamene e libri. Borbottava qualche frase sconnessa, cercando di ricordarsi ogni tipo di ingrediente, ogni tipo di pianta, studiata in quegli anni di scuola. 
Domani avrebbe avuto il test di Pozioni e questo la stava turbando molto: voleva assolutamente prendere un buon voto, anzi un buonissimo voto, per sperare di uscire con un Eccezionale anche a quella materia tanto ostica e difficile.
Eppure Pozioni era sempre stata affascinante, certo era complessa, ma pur sempre bellissima.  
Non era semplice magia, perché non si sventolava la bacchetta e destra e manca in classe. Per fare delle pozioni perfette bisognava essere intelligenti, furbi, astuti ed assolutamente creativi.
Non era importante seguire unicamente le istruzioni: per fare una pozione eccellente bisognava metterci del proprio, quella scintilla che distingueva un pozionista mediocre da uno eccellente.
Non tutti riuscivano a capire la bellezza del calderone che bolle a fuoco lento, con i suoi vapori scintillanti, il delicato potere dei liquidi che scorrono nelle vene umane, ammaliando la mente, stregando i sensi…
Severus Piton disse quelle esatte parole durante il primo anno...quell'uomo era riuscito ad incutere terrore negli studenti solo dopo poche parole e qualche sventolio del mantello.
Si,in effetti Severus era un uomo assolutamente teatrale ed, in qualche occasione, anche un po' buffo. 
Il Principe Mezzosangue era uno dei maghi più abili al mondo, oltre ad essere un pozionista eccellente. Era il classico tipo burbero, sempre con lo sguardo duro e con la convinzione che la vita fosse solo e unicamente tristezza. 
E forse lo era stata, almeno per lui, in quegli anni. In effetti Severus aveva vissuto una vita piene di sofferenze,dolore, di insuccessi e perdite...Aveva perso la donna che amava ed ancora stava a crogiolarsi sul senso di colpa per aver permesso tutto quello, per aver permesso che il Signore Oscuro avesse la meglio, sempre e comunque. 
Quando Lily morì, tutto il mondo gli cadde inesorabilmente addosso. 
Pensava che non avrebbe mai più visto i suoi occhi verdi, che non l'avrebbe mai più sentita parlare con quel tono arrogante che solo lei poteva avere nei confronti dell'uomo.
Ed invece, si era ritrovato a fare da balia al grandissimo Harry Potter, senza però darlo tanto a vedere.
Harry Potter era, fisicamente, la fotocopia esatta di James, ma il carattere...quello era tutto suo madre. E gli occhi: quei pozzi verdi che Severus adorava così tanto, quei pozzi verdi che Severus aveva visto privi di vita, quei pozzi verdi che adesso vivevano nel Prescelto.  
Ma adesso era come se tutta la tristezza di una vita si fosse annullata, come se tutte le sofferenze si fermassero non appena vedeva il suo sorriso.
Non sognava più il sangue, le morti che aveva causato, le urla di dolore o le immagini di Silente che cadeva dalla Torre di Astronomia seguito da un'accecante luce verde.
Quel sorriso...era da tanto che non lo vedeva più,o almeno, che non lo vedeva più brillante come quando sorrideva con lui. 
Si, perché quando sorrideva con lui, per lui, tutto era più bello e la notte, il giorno, o quel che era, si illuminava ancor di più.
Dire che si era innamorato forse era esagerato, ma era sicuro che, qualcuno cosa fosse, lo faceva stare bene.
Anzi più che bene. 
Hermione Granger era la luce nell'oscurità della sua vita.
Era da quel pomeriggio, quel magnifico pomeriggio, che i due non si parlavano più. O almeno, parlavano durante le lezioni, quando lei rispondeva,come sempre, a tutte le suo domande.
Lui la guardava come dire 'sei e resterai sempre un insopportabile so-tutto-io' e lei ricambiava lo sguardo,accompagnato da un ghigno soddisfatto.
Quella ragazza lo avrebbe fatto impazzire,letteralmente, sarebbe dovuto andare diretto al San Mungo un giorno di quelli. 
Hermione, da canto suo, non si accorgeva di fare quell'effetto al professore, tant'è che cercava di stargli il più possibile alla larga, cercando di non importunarlo con la sua presenza. 
E mentre rileggeva, per la 394esima volta il capitolo sulle pozioni curative, pensava a quanto quell'uomo avesse stravolto la sua vita.
Da quando c'era lui, Hermione non aveva più pensato a nessun altro...e non sapeva se quella era una cosa positiva o meno. Forse, dato che non potevano più stare insieme per motivi ben noti, avrebbe fatto bene a continuare la sua vita...sentimentale...magari provando ad uscire con uno dei mille ragazzi che le facevano una corte spietata da mesi. 
Magari sarebbe riuscita a togliersi dalla mente le immagini dei loro baci, delle loro mani intrecciate, delle loro passeggiate o delle loro risate.
Magari...sarebbe riuscita ad andare avanti.

"Hermione Granger ti ordino di smetterla di agitarti in questo modo per una dannatissimo test di Pozioni!" 
La voce della giovane Weasley infuriata arrivò alle orecchie di Hermione, facendola sobbalzare per un attimo.
"Ginevra questo non è solo un dannatissimo test di Pozioni, d'accordo? Questa verifica è di vitale importanza, ma dato che tu non puoi capire io me ne vado in biblioteca!" esclamò la Granger, rosse nel volto, prendendo a casaccio qualche pergamena e qualche libro dal letto. 
"Herm calmati,per Merlino...non ti vedevo così agitata da mesi...devi stare tranquilla: sei la studentessa più brillante di tutta Hogwarts,anzi che dico, di tutto il mondo magico! Non avrai problemi domani..." la rassicurò Ginny, avvicinandosi a lei lentamente.
"Eh va bene, smetterò di studiare per stasera...ma solo perché sono stanca morta e non voglio addormentarmi sul banco domani!" replicò Hermione, accennando un lieve sorrisetto. "Tu piuttosto, hai studiato?" 
"Se per studiare intendi guardare le figure del libro, si certo che ho studiato!" rispose lei, sfoderando la sua espressione da ragazza ribelle.
"Ginevra Weasley, ti ordino ti andare immediatamente a studiare! E non fare quella faccia perché non attacca con me! Su su, adesso vai in Sala Comune e ti ripassi tutto, a costi di restarci per tutta la notte!" disse la Granger,con un tono vagamente simile a quella della McGranitt.
"Eh va bene mamma..." rispose la rossa scuotendo il capo con un sorrisetto: Hermione Granger era tornata all'attacco.
Le prime luci del sole svegliarono Hermione che,quella mattina, si sentiva più energica che mai.
Si alzò velocemente da letto e si avviò verso il bagno dove si fece velocemente una doccia fredda, dopo di che indossò la sua divisa e prese lo zaino stracolmo di libri.
Decise di andare a lezione con qualche minuto di anticipo per ripassare qualcosina, senza che Ginny la vedesse.
Così scese velocemente la scalinata e lo spettacolo che si ritrovò davanti fu più che divertente: una Ginevra Weasley addormentata sopra il libro di Pozioni.
Hermione soffocò una risatina, poi si avvicinò alla rossa e le diede un piccolo colpetto sulla spalla.
"Pozioni...Piton...Verifica...Ritardo...Punizione...Aiuto!" Ginny balzò in piedi di scatto e si ricompose subito vedendo la sua amica davanti che rideva sorniona. 
"Hai studiato testona?" le chiese Hermione, con calma.
"Si, che diamine! Ci sono stata per ben 30 minuti! Se quella serpe non mi mette un buon voto lo affatturo, quant'è vero che mi chiamo Ginevra Weasley!" rispose lei, alzando lievemente il petto.
"Wow! Beh 30 minuti sono il tuo nuovo record! Beh, adesso vai a farti una bella doccia per arrivare bella carica a questo test!" disse Hermione, ridendo beatamente.
"Ci vediamo nel ring, amica mia!" rispose la rossa, salendo velocemente le scale che l'avrebbero condotta nel dormitorio. 
Hermione scosse la testa ed uscì dal ritratto della Signora Grassa, dirigendosi a grandi falcate verso la Sala Grande che, come previsto, era semi-deserta.
Hermione prese una mela e l'addentò, bevve un sorso di succo di frutta, per poi rialzarsi velocemente dalla panca.
Prima arrivava nei sotterranei, prima poteva iniziare il ripasso!
Così scese le scale a due a due e si ritrovò nell'oscura tana dei Serpeverde. 
Arrivò davanti alla porta dell'aula e l'aprì senza neanche bussare, convinta che a quell'ora non ci fosse nessuno. Invece, seduto dietro la scrivania, Severus Piton stava fissando il vuoto, perso nei suoi pensieri, fino a che l'arrivo della Grifondoro lo fece risvegliare da tutti i tormenti che aleggiavano nella sua testa.
Vederla fu inaspettato e magnifico. Quando entrò da quella porta, con la sua solita espressione solare e tranquilla, riuscì a sorprendere per l'ennesima volta Severus...anzi più che altro riuscì a sorprendere il cuore di Severus: quel cuore che non batteva più da anni, troppi anni, ma che pulsava all'impazzata ogni volta che la giovane incrociava il suo sguardo. 
"Io...professore scusi, pensavo che a quest'ora l'aula fosse libera." si giustificò lei, facendo un passo indietro, pronta ad andarsene.
"Puoi entrare." rispose lui, cercando di essere il più neutro possibile. 
"Non vorrei importunarla." disse lei, rimanendo ferma sull'uscio della porta.
"Se vuoi entrare puoi farlo, ma se preferisci restare fuori dalla porta fino all'ora del test, non sarò io a negartelo." rispose lui, con il solito ghigno malefico.
Si divertiva tremendamente a prenderla in giro in quel modo, perché lei assumeva sempre una smorfia che gli faceva perdere la testa.
Hermione entrò nell'aula chiudendo lentamente la porta e si avvicinò alla cattedra del professore. "Come sta,professore?" chiese lei, con aria innocente.
"Come stai Severus?" intervenne lui, correggendola. "Bene, sto bene Hermione. E tu come stai?" 
La ragazza non riusciva proprio a chiamare Severus per nome...insomma lui era il suo professore...lui era Severus Piton ed era abbastanza strano avere quella confidenza proprio con lui...ma dopo i baci che si erano scambiati era normale che non si trattassero come perfetti sconosciuti. 
"Io sto bene...un po' incasinata per lo studio,dato che un certo professore ci ha messo un test proprio questa mattina!" rispose lei, accennando un sorrisetto.
"Ehi ragazzina, hai qualcosa da ridire sul mio metodo d'insegnamento?" disse lui ghignando ed alzandosi dalla sedia per avvicinarsi a lei. 
"No, mio caro professore, sta sbagliando.." rispose lei, che ormai era sovrastata dal corpo dell'uomo.
Severus ormai era andato, completamente perso. Quando lo chiamava professore il quel modo lo faceva impazzire dal desiderio...
"Io non sbaglio mai..." sussurrò lui, ad un passo dalle labbra al sapore di fragola della ragazza. 
Si stavano per baciare, un'altra volta, era palese ormai.
Hermione si avvicinò di qualche millimetro e si morse il labbro inferiore,provocandolo.
"Sei troppo sicuro di te, caro Severus." disse lei, prima di allontanarsi da lui e tornare al suo banco. 
A quel punto l'uomo non ce la faceva più: quella dannata ragazzina stava giocando davvero con il fuoco! Prima si mordeva il labbro, poi quella frase appena sussurrata detta a pochi millimetri dalla sua bocca.
Stava giocando con lui! Lo voleva far impazzire completamente...più di quanto non lo fosse già. 
Lei non si rendeva conto di quanto lui desiderasse baciarla in quel preciso istante. E non si rendeva nemmeno conto di quanto poteva essere seducente. Ogni uomo sarebbe caduto ai suoi piedi! Qualunque uomo! 
"Sei una vera e propria serpe travestita da grifone,ragazzina!" disse lui, tornando a sedere dietro la cattedra.
"Ho imparato dal maestro..." rispose lei, sorridendo all'uomo.
Eccolo...quel sorriso che illuminava tutto. Solo per lui. 
Poco dopo tutti i Grifondoro entrarono nell'aula di Pozioni evidentemente ansiosi in vista del test...solo Hermione sembrava apparentemente tranquilla e rilassata.
Dopo la serata precedente trascorsa in mezzo a pergamene e libri, il dialogo con Severus l'aveva davvero rimessa al mondo. Si sentiva molto più serena dopo aver parlato un po' con lui. 
"Ci siete tutti? Bene, oggi è il giorno del test. Dovrete preparare il Distillato della Morte Vivente e scrivere su una pergamena gli ingredienti,il procedimento e le conseguenze di questa particolare pozione. Cosa aspettate? Lavorate,teste di legno!" disse l'uomo,non appena tutti gli studenti tirarono fuori il calderone. 
Hermione iniziò subito a lavorare, prendendo l'Asfodelo e l'Infuso di Artemisia,poi iniziò a sminuzzare il fagiolo sopoforoso...per fortuna Piton aveva assegnato questa pozione, dato che Hermione la sapeva fare alla perfezione(anche se Severus, qualche tempo prima,screditò malamente il suo lavoro per il suo assurdo orgoglio Serpeverde).
Piton intanto non riusciva a concentrarsi sulla correzione dei compiti...si ritrovò più volte ad alzare lo sguardo verso gli studenti, anzi verso Hermione, guardando i suoi movimenti delicati e la sua eleganza. Sarebbe potuta diventare un ottima pozionista, ma non l'avrebbe mai ammesso...
Si era legata i capelli in una coda,ma qualche ciocca ricadeva sul viso della ragazza,rendendola più bella che mai.
Le guance erano leggermente arrossate a causa del calore del fuoco e la camicetta le fasciava ogni curva alla perfezione.
Severus cerco di evitare ogni contatto visivo con quella ragazza, ma era impossibile.
Ogni 5 minuti si ritrovava a guardarla, inebriato.
Chuise il pugno, cercando di trovare la forza per rimanere fermo ed impassibile al suo posto.
Si morse la lingua sempre più forte ed iniziò a battere convulsamente il piede a terra. Fece dei movimenti sempre più veloci e repentini mentre cercava non guardare più quella dannata ragazza.
Ma era più difficile che mai, ora che lei si stava avvicinando alla cattedra per consegnare la pozione terminata a perfetta.
Le loro dita si sfiorarono ed entrambi vennero catturati da un brivido lungo la schiena. 
Poi lei tornò al suo banco, mentre lui continuava a guardarla.
Si sciolse i capelli che ricaddero delicati sulle sue spalle, poi prese la piuma ed una pergamena ed iniziò a scrivere. Nei pochi momenti in cui pensava a come continuare il discorso, Hermione appoggiava la sua guancia purpurea alla piuma,facendole fare dei giri circolari. 
Severus ormai aveva perso ogni speranza di correggere le verifiche e si era rassegnato al fatto di dover osservare quella ragazza fino alla fine della lezione ed a stamparsi nella mente ogni minimo particolare di lei. 
Poi la ragazza accavallò le gambe,continuando a scrivere milioni di parole una dietro all'altra. 
Severus sgranò impercettibilmente gli occhi.
Hermione si morse il labbro inferiore, proprio come aveva fatto poco prima, mentre i due si stavano per baciare.
Severus non riusciva più a battere le ciglia.
La ragazza,infine, fece passare la lingua nei lati della bocca, noncurante di tutto ciò che aveva intorno.
Severus deglutì e si mise una mano sulla fronte, mordendosi sempre di più l'interno della bocca.
Finalmente quella dannata ora finì e Severus si riscosse dai suoi pensieri poco etici. 
"Bene, uscite immediatamente, ritirerò io stesso le pergamene." disse...voleva restare solo il più presto possibile.
Hermione prese velocemente le sue cose e se ne andò per prima, seguita da tutti gli altri. 
Quando Severus rimase solo, sprofondò nella sedia ed alzò la testa con aria evidentemente distrutta. 
"In che situazione mi sono ritrovato?" borbottò tra sé e sé. "Questa dannata ragazzina petulante, saccente, ingannevole, furba, Grifondoro so-tutto-io!" 
L'uomo si alzò in piedi di scatto ed iniziò a camminare avanti e indietro nell'aula deserta.
Pensava che dopo Lily non ci fosse stata nessun altra...pensava di non essere più in grado di...di provare dei sentimenti.
Ed invece eccoli lì, Severus Piton, ex Mangiamorte e spia per l'Ordine della Fenice, che non sapeva controllare le sue emozioni per Hermione Granger.

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Capitolo 19
*** Non lasciarmi andare ***


Buon pomeriggio a tutti cari lettori!
Aaaallora vi chiedo di non uccidermi dopo questo capitolo, ma secondo me la reazione di Severus sarebbe stata proprio quella...vabé io vi lascio a questo capitolo che spero apprezzerete comunque!
Capitemi, non potevo fare una storia d'amore tutta rosa e fiori! 
Spero di poter aggiornare presto, alla prossima :) 

°°°

Era un pomeriggio come tutti gli altri nella scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Un ventilato pomeriggio di fine inverno accompagnato da un sole alto nel cielo color pastello.
In realtà la primavera sembrava già essere arrivata, tant'è che tutti gli studenti si erano ritrovati nel Parco per godersi quei pochi istanti di libertà dallo studio.
Una di queste studentesse era Hermione Granger che, in quel momento, stava passeggiando tranquillamente vicino al Lago Nero accompagnata dalla sua fedele amica, Ginevra Weasley.

Parlavano del più e del meno: Ron ed Harry avrebbero sicuramente definito la loro conversazione frivola e superficiale...ma infondo era importante anche lasciarsi un po' andare quando si era adolescenti.
Ron si lasciava andare mangiando quintali e quintali di pollo, Harry giocando a Quiddich ed Hermione parlando di gossip con la sua amica...

“Herm, hai sentito con chi si frequenta Morag McDougal?” chiese la rossa, girando la testa verso Hermione, che intanto la guardava spaesata.
“Mmh, e chi sarebbe questo Morag?” rispose lei, cadendo dalle nuvole.
“Hermione ma dove vivi, per Merlino! Sono consapevole che passi tutte le tue giornate rintanata in quella biblioteca, ma pensavo che le voci ti arrivassero comunque!” disse Ginny, con una nota di sarcasmo. “Comunque Morag è il ragazzo di Corvonero...dai, quello che ha combattuto con noi anche la Guerra!” riprese lei, cercando di essere più convincente possibile.
“Ah ah Morag! Certo,ora mi ricordo...è un bravo ragazzo! Chi sarebbe la sua presunta fidanzata?” esclamò la Granger, avendo più chiara l'identità del ragazzo.
“Esce con una certa Miles Bletchley...di Serpeverde!” rispose Ginny, facendo una smorfia di disgusto.
“Povero ragazzo...” disse Hermione, sospirando appena.
“Si è rovinato...” continuò l'amica, prendendo la Granger a braccetto e soffocando una risatina.
“Herm, devo dirti una cosa...” disse Ginny, deglutendo.
“Dimmi, Ginny, sono qua.”
“Per la prossima uscita a Hogsmeade...sai quella di San Valentino...beh, ci sarà anche Harry...” balbettò la rossa.
“Ma è magnifico!” rispose Hermione, sorridendo.
“Si, ehm magnifico...ma c'è anche Ron”
Hermione si fermò di colpo e sospirò.
“Herm, non puoi continuare a rifiutare le sue lettere dove ti chiede scusa!” disse Ginny, un po' impaurita dalla reazione dell'amica.
“Ginevra, io faccio quello che voglio! Per ora non me la sento di perdonare Ronald, va bene? Ma questo non vuol dire che mi perderò l'uscita ad Hogsmeade!” rispose la Granger, che si stava alterando.
“Va bene, va bene...l'importante è che tu venga..”
Passeggiarono per un altro po' in silenzio, ascoltando il rumore del Lago e degli animali proveniente dalla Foresta Proibita: tutto, in quel posto, era magico...
“Herm, cosa hai deciso di fare con quel poveretto di Dean?” chiese la rossa, ad un certo punto, fermandosi e guardando l'amica fare lo stesso.
“Io..beh, in questi giorni, dopo il bacio, lui non mi ha pressata più di tanto...insomma è stato sulle sue, consapevole della mia situazione complicato con Viktor...” rispose lei, iniziando a mordersi il labbro inferiore per il nervosismo.
“Penso che dovresti chiarire con lui e magari anche un po' con te stessa... Vuoi continuare a frequentarlo?”
“Non voglio prenderlo in giro o fargli delle promesse che non potrò mantenere...”
“Non devi farlo: lui non pretende di innamorarsi di te, vuole solo conoscerti per vedere se può nascere qualcosa...è un bravo ragazzo,Herm.”
“Lo so,Gin,lo so.” Hermione deglutì e sbuffò. “ Ho paura di farlo soffrire...”
“Lui soffrirà comunque quando gli dirai che non vuoi più uscire con lui..”
"Si, ma se ne farò una ragione! Dean è un bel ragazzo e troverà sicuramente la persona giusta per lui!”
“Hermione, mi spieghi cosa ti sta succedendo? Non capisco veramente perché non vuoi provarci con Dean, come hai detto tu è un bel ragazzo, inoltre è gentile, simpatico e comprensivo..” disse la rossa, prima di bloccarsi un attimo, prendere il braccio dell'amica e fissarla negli occhi. “Sei innamorata di qualcun altro?”
Quella domanda lasciò Hermione impietrita...come diavolo aveva fatto a capirlo?
No, non poteva rivelarle i suoi sentimenti per Severus, non poteva!
“No, Gin...cosa stai dicendo!” Hermione cercò di essere il più convincente possibile, ma l'espressione della rossa non cambiò, anzi sembrava essere sempre più maliziosa.
“Eh va bene, uscirò con Dean! Ma devo prima chiarire delle cose con lui...”
Hermione doveva per forza provare ad uscire con Dean, così Ginny non avrebbe più pensato che lei potesse essere innamorata di un altro...
“Devo proprio andare, ciao!”
Dicendo questo la Granger schioccò un bacio sulla guancia dell'amica che rimase nel parco con un espressione a pesce lesso.

Hermione si avviò verso l'entrata del portone di Hogwarts: in quel preciso istante Dean uscì dalla scuola accompagnato da qualche amico di Grifondoro.
'Che tempismo...' penso Hermione, salutando Dean con la mano e facendogli un cenno di raggiungerla.
“Ciao Herm, come stai?” chiese il ragazzo, dopo averla abbracciata.
“Tutto bene...mi sto riprendendo, diciamo.” disse lei, facendo un caldo sorriso al ragazzo.
Dean ricambiò il sorriso ed un imbarazzante silenzio si fece largo tra i due: fu Hermione a riprendere la parole, leggermente nervosa.
“Dean, mi dispiace davvero tanto di non averti considerato molto in questi giorni...dopo quello che c'è stato..” la ragazza iniziò il discorso a voce bassa. “Avevo davvero tanti pensieri per la testa..” tentò di giustificarsi.
“Hermione ti capisco, non preoccuparti!”
Come era comprensivo...ecco cosa cercava Hermione: la serenità e quella consapevolezza di aver accanto una persona capace di capirla e confortarla sempre. E forse Dean faceva proprio al caso suo...con la sua presenza avrebbe potute dimenticarsi un professore di sua conoscenza.
“So quanto è stato importante Viktor per te e capisco la tua situazione...insomma lui per te era tutto, era una delle tue certezze più grandi e vederlo andar via così deve esser stata una grandissima sofferenza! Quindi non devi giustificarti, io ti aspetterò se me lo chiederai.”
Le parole che ogni donna vorrebbe sentirsi dire dal proprio compagno erano appena stata pronunciate proprio da Dean, che si stava torturando le mani imbarazzato da quella situazione.
“Grazie Dean, sei veramente una persona unica....” Hermione abbracciò il ragazzo calorosamente e quest'ultimo ricambiò la stretta. “Non ti posso fare promesse e non posso giurarti niente di niente, questa è la verità, perché in questo momento non so neanche io cosa voglio.”
“Non ti sto chiedendo di giurarmi amore eterno, Hermione.” rispose Dean, accennando un sorriso. “Dammi solo una possibilità.” finì il ragazzo, lasciando libera Hermione dal suo abbraccio.
La ragazza rispose con un sorrise e diede un bacio fantasma sulla guancia del ragazzo, prima di andarsene e lasciare Dean con un espressione estasiata al centro del Parco.
Aveva fatto la scelta giusta? Sarebbe riuscita a dimenticarsi Severus una volta per tutte? Sarebbe riuscita a vivere tranquillamente?
Non era sicura di niente, a quel punto, anche perché si stava maledicendo per aver messo in mezzo Dean...aveva paura di farlo soffrire ancora, lui che sembrava così tanto preso dalla ragazza e lei che era innamorata di un altro uomo. E non un uomo qualsiasi...
Però era convinta che Dean potesse renderla felice, infondo era un ragazzo tranquillo, solare, sempre disponibile e dolce...al contrario di Severus, che era misterioso, pungente, sarcastico e troppo astuto anche per la stessa Hermione.
Insomma si era innamorata proprio della persona giusta...
In quel momento Hermione stava camminando per il castello, senza una direzione precisa, dandosi mentalmente dell'egoista per la situazione in cui si era cacciata e in cui aveva coinvolto anche Dean.
Arrivò nella Sala Grande, poi salì di un piano, salì di un altro piano, salì di un ennesimo piano: si ritrovò davanti al ritratto della Signora Grassa, ma non aveva assolutamente voglia di vedere Ginny in quel momento, perché sarebbe stata costretta a raccontarle tutto quel che aveva detto a Dean.
Così scese e si ritrovò un'altra volta nella Sala Grande, poi scese di alcuni piani e si ritrovò nei cupi e tetri sotterranei. Quel posto, anche se era la parte più oscura del castello, la metteva a suo agio: lì riusciva a pensare bene a tutto quel che girava nella sua testa e non aveva paura di incontrare Ginny o qualche altro Grifondoro curioso.
Fece mente locale su tutti i danni che aveva commesso nella mezz'ora precedente,e si accorse di essere finita proprio davanti alla porta delle studio di Piton.
'Stupida, stupida, stupida! Adesso il mio corpo mi trascina incoscientemente da lui! Stupida ragazzina innamorata!” pensò Hermione, cercando di andarsene il più in fretta possibile.
“Granger stai, per caso, cercando qualcosa?”
'Ma che diavolo sta succedendo? Oggi appena parlo di qualcuno, quella persona esce fuori da qualche posto non ben definito!' pensò Hermione, che si sentiva più sfortunata che mai.
'Questa dannata ragazzina! Cosa diamine ci fa qua? Non le basta apparire sempre nei miei sogni oppure nei miei pensieri, deve anche seguirmi in ogni parte del castello!” rimuginò il professore, che oramai stava aspettando da qualche secondo la risposa della ragazza.
“Oh salve professore...no in realtà non stavo cercando niente...in particolare...” balbettò la ragazza, dandosi mentalmente della stupida:
“Allora cosa ci facevi nei Sotterranei, un giro turistico?”
Sempre pungente e sarcastico.
Sempre Severus Piton.
“Ah ah ah Severus queste battutine non farebbero ridere nemmeno un tuo amato studente Serpeverde!”
L'aveva chiamato Severus nel corridoio e per di più nei Sotterranei, dove ogni studente dei Serpeverde poteva sentirli. Era forse impazzita?
'Questa ragazzina è completamente pazza...prima balbetta a stento una risposta e poi mi attacca in questo modo...non capirò mai le donne!' pensò Severus, scrutando la Granger con la solita espressione fredda. Poi prese per la manica della divisa Hermione e la portò, senza troppi complimenti, nel suo studio.
“Ragazzina, cosa diavolo fai, per Salazar? Ti ho detto che mi potevi chiamare per nome quando siamo soli...non nei Sotterranei e con la possibilità che qualunque studente ti senta fare dell'umorismo nei miei confronti.”
“Mi scusi professore, non accadrà mai più..” rispose Hermione, che stava realizzando adesso il guaio che aveva combinato.
Hermione e Severus passavano da 'tu' al 'lei' senza un senso logico: la maggior parte delle volte, quando si prendevano in giro o facevano battutine sarcastiche, si davano del 'lei'.
“Non capirò mai le donne...” borbottò Severus, mettendosi a sedere dietro la scrivania.
“Non capirai mai me..” disse Hermione, accennando un sorriso che illuminava tutta la stanza.
“Può darsi” disse Severus, sospirando amaramente, come se il fatto di non poterla capire lo turbasse molto.
“Tu vorresti capirmi, Severus?” chiese Hermione, con le guance leggermente arrossate.
Severus si voltò, trovandosi Hermione a pochi passi di distanza, con gli occhi luminosi ed un timido sorriso increspato nelle labbra.
“No.” rispose Severus, secco.
Hermione sbuffò e fece una smorfia che Severus, nei suoi pensieri, definì adorabile.
“Perché sennò non sarebbe tutto così magico...” terminò l'uomo, togliendo lo sguardo da quello della ragazza che, adesso, lo stava ancora guardando un po' imbarazzata. Passarono svariati minuti in un silenzio glaciale, persi nei loro pensieri.
“Sai, nemmeno io ti capisco.” esordì Hermione, che non aveva smesso di guardare l'uomo.
Severus si voltò e si perse, per l'ennesima volta, negli occhi nocciola di Hermione.
“Comprensibile.” disse soltanto l'uomo, ghignando sotto i baffi.
“Sei troppo misterioso ed enigmatico, talvolta anche scontroso e troppo sarcastico. Hai il senso dell'umorismo troppo sviluppato per un mago che viene definito da tutti Re dei Sotterranei...” Hermione sospirò e poi riprese il suo discorso. “Sei convinto di non essere all'altezza di niente, quando in realtà avresti tutto ai tuoi piedi. Riesci sempre ad avere la risposta pronta, però mi accorgo che qualche volta sei in imbarazzo anche tu. Hai interpretato per tanto tempo un ruolo che non ti appartiene, hai rischiato la tua vita innumerevoli volte per il Bene Superiore. Sei la persona più forte e coraggiosa che io abbia mai conosciuto e ti ringrazio per esserti aperto, anche leggermente, con me.”
Severus rimase stupito da quelle parole, ma non lo fece notare ad Hermione, che aveva spostato lo sguardo da quell'uomo, concentrandosi su dei libri posti nello scaffale. Ma Severus sapeva che, in realtà, non stava riuscendo a leggere neanche un titolo.
“Io non sono mai in imbarazzo.”
Ecco tutto ciò che riuscì a dire Severus.
“Ah, mi sono scordata una cosa, sei anche molto prevedibile.” rispose la ragazza, sorridendo verso l'uomo.
“Cosa vorresti dire?”
“Sapevo che avresti risposto così...sei prevedibile e monotono Severus Piton.”
“Mi scusi, signorina Granger, se tutta questa monotonia la infastidisce così tanto, potrebbe anche andarsene.”
Hermione stette per qualche secondo in silenzio, poi si avvicinò verso il professore, si mise in punta dei piedi e parlò all'orecchio dell'uomo.
“No professor Piton, lei ha bisogno di me per combattere tutta questa monotonia.” disse Hermione, cercando di nascondere un sorrisino imbarazzato.
Poi se ne andò, lasciando un Severus Piton che,dopo anni, sorrideva da solo.

°°°

Da quel giorno, Hermione si presentò ogni pomeriggio alla porta dell'ufficio di Severus e, dopo una battutina acida, lui la faceva entrare.
Di solito lei portava qualche libro e faceva i compiti, oppure leggeva a Severus qualche capitolo da un libro d'amore frivolo e superficiale che aveva rubato a sua madre e lui smontava ogni cosa con poche frasi.
Stavano bene, ma nessuno sapeva di quella situazione...né la McGranitt,né Remus, né Ginny e nemmeno Dean...
Severus sembrava non prestare attenzione al fatto che si vedevano 'clandestinamente', ma Hermione era molto preoccupata, tant'è che più volte l'aveva fatto notare a Piton.
L'uomo non voleva smettere di vedere la ragazza e nemmeno lei voleva interrompere quelle visite, ma i sospetti stavano sempre aumentando ed Hermione non sapeva più che scuse inventarsi.
Ginny continuava a farle domande, Remus sembrava molto preoccupato e Dean cercava sempre di non metterla sotto pressione con frasi inopportune...
Severus era stato molto vicino alla ragazza negli ultimi tempi e le dava spesso consigli sia sulla scuola, ma anche in ambito personale.
Hermione aveva spiegato la sua situazione con Dean all'uomo e lui, pur essendo infinitamente geloso, aveva detto che era la cosa giusta da fare.
'E' una fortuna che quel benedetto ragazzo si voglia portare appresso una petulante, saccente So-Tutto-Granger.”
Ecco le testuali parole dette da Severus in uno di quei pomeriggi...Hermione ormai non se la prendeva più per le continue battutine dell'uomo, anzi ci rideva sempre più spesso, trovando il suo umorismo alquanto divertente.

°°°

Quel giorno, quando Severus aprì la porta del suo studio aspettandosi di trovare la Granger, vide davanti a sé uno spettacolo molto diverso: la professoressa McGranitt con un sorrisetto malizioso...
“Severus, aspettavi forse qualcun altro?” chiese la donna, con un tono divertito.
“Non dire sciocchezze Minerva, non aspettavo proprio nessuno.” rispose l'uomo, sospirando appena.
“Ti brillavano gli occhi.”
“Ma che diamine stai dicendo? Gli occhi che brillano? Mi hai preso per uno dei tuoi sciocchi Grifondoro?”
“Gli occhi brillano anche ai Serpeverde...quando sono innamorati...” sussurrò appena la McGranitt, sempre con il solito sorrisetto.
“Va' al diavolo, Minerva!” rispose Severus, chiudendo la porta e lasciando la Preside con un espressione divertita.
'Ecco, adesso ci manca soltanto che quella vecchia strampalata si metta a fare delle battute sul mio conto!' pensò Severus, andando a sedersi dietro la scrivania.
Dopo qualche minuto, Severus sentì un leggero bussare alla porta e, convinto che fosse ancora Minerva, andò ad aprire con l'aria arcigna di sempre, pronto a rimandare indietro quella vecchia strega.
Questa volta però, quando aprì la porta, trovò davanti a sé Hermione.
La ragazza aveva il fiatone, i capelli spettinati che la facevano sembrare la bambina di 11 anni con i denti a coniglio ed inoltre portava una decina di libri in mano.
“Vuoi farmi entrare o devo stare un altro po' qua fuori?” chiese la ragazza, facendo una smorfia.
Severus si fece da parte, nascondendo un ghigno divertito e fece passare la ragazza.
Era vero...Hermione riusciva a rendere la sua vita più movimentata: con le sue continue domande, le provocazioni, le battutine, le risposte a tono e quei pochi momenti di dolcezza.
“Cosa è successo?” chiese l'uomo, guardando Hermione che cercava di rimettersi a posto i capelli.
“Cosa è successo? Mi chiedi cosa è successo? I miei dannati amici non mi facevano andare via, mi stavano riempiendo di domande sulla mia destinazione...in particolare Ginevra! Non fa altro che chiedermi dove stia andando nel pomeriggio! Ed io non voglio dirglielo perché senno' penserebbe subito male, anche se in realtà non stiamo facendo niente di negativo! Cioè tu sei un mio professore e ci ritroviamo tranquillamente il pomeriggio per parlare: tu mi aiuti a fare i compiti ed io traduco la scrittura di alcuni studenti che pensano di essere nell'antico Egitto, dato che scrivono geroglifici! Severus siamo amici, cosa c'è di male, per Godric?!” disse la ragazza, tutto di un fiato, infuriata come non mai.
“Hermione calmati, ti prego.” disse Severus, che stava guardando la ragazza fare avanti ed indietro per la stanza. “Io sono Severus Piton, non un professore qualsiasi...”
“E quindi? Diamine, sei un uomo da stimare Severus! Tutto il mondo magico lo sa, hai anche ricevuto l'Ordine di Merlino di Prima Classe!”
“Si ma io sono anche un ex mangiamorte! Sono stato il braccio destro di Voldemort per più anni di quanto vorrei ammettere! Ho ucciso e torturato: non sono l'uomo adatto per insegnare niente a nessuno, in particolare a te Hermione! Tu sei una ragazza pura, non hai mai commesso niente di sbagliato nella tua vita e non devi sporcare la tua anima per me!”
“Severus tu ti sei pentito! Hai fatto la spia per l'Ordine quando ti sei reso conto dell'errore che avevi commesso! Sei stato un' eroe ed hai salvato tutti noi.”
“Hermione tu non capisci! Io sono andato da Silente per non far uccidere Lily! Ecco l'unico motivo per cui sono passato dalla parte dell'Ordine! Io non volevo che Lily morisse ed avrei sacrificato tutta la mia inutile vita per lei! Lei era tutto, Hermione! Tutto! Ed è morta solo per colpa mia! Ma che vita è Hermione? Una vita fatta di sconfitte e perdite con solo pochi attimi di felicità! Questa non è una vita!”
Disse queste parole con rabbia, come se si odiasse per tutto quello che aveva commesso.
Come se odiasse qualunque persona che dicesse che lui era un eroe.
Lui non si sentiva un eroe.
“Vattene Hermione! Non merito né la tua amicizia né qualsiasi altra cosa!”
“Non dire questo, Severus...non mandarmi via dalla tua vita.” sussurrò Hermione, sospirando appena.
“E' giusto così, stai perdendo tutti i tuoi amici a causa mia e non devi!”
“Ma tu sei mio amico..:”
“Non dire sciocchezze Hermione! Io non sono tuo amico ed entrambi sappiamo il motivo!”
“Non lasciarmi andare.”
Severus non rispose, si limitò a voltarsi ed entrare nella sua camera.
“Non lasciarmi andare.” ripeté Hermione, sussurrando appena.
Una lacrima solitaria solcò il suo viso, poi la ragazza uscì dall'ufficio sbattendo la porta con violenza.






 


 

 

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Capitolo 20
*** San Valentino ***


Buonasera carissime! Questo nuovo capitolo è lunghissimo per i miei standard...wow ahah! 
In questo capitolo non ci sono tante parti di Hermione/Severus, ma è praticamente impossible fare una storia con più di 20 capitoli incentrata SEMPRE su loro due, quindi spero che capiate :D 
E poi, per Salazar, sono già al 20esimo capitolo, mi sembra ieri che ho iniziato a pensare a questa storia...
Comunque penso che la fine non sia così lontana, ma sinceramente non sono sicura nemmeno io ahaha quando inizio a scrivere tutto quello che avevo programmato va automaticamente in frantumi :( 
Vabé ora vi lascio a questo capitolo kilometrico ahah 
Mi piacerebbe sapere se vi è piaciuto o meno con una recensione, sempre se avete tempo e voglia.
Alla prossima, lettrici :D 
PS. RINGRAZIO TUTTI QUELLI CHE HANNO MESSO QUESTA LONG TRA LE SEGUITE/PREFERITE/RICORDATE E TUTTI QUELLI CHE HANNO RECENSITO(PER L'ENNESIMA VOLTA.) <3

°°°


Erano trascorsi esattamente quattro giorni da quando Severus ed Hermione avevano fatto quella famosa chiaccherata ed ogni minuto che passava contribuiva ad aumentare la tristezza la ragazza. 
Lei tentava di nascondere quella sensazione che si faceva sempre più forte, ma i suoi amici l'avevano notato ed anche Dean sembrava molto sospettoso riguardo la sua situazione.
Però tutti avevano imparato a lasciare in pace Hermione quando era pensierosa, anche perché sarebbe stato molto pericoloso farle qualche domanda inopportuna...
Ginevra lo sapeva bene, ormai era anni che conosceva la Granger, e quando aveva quella brutta cera poteva essere solo per due motivi: o la scuola, oppure Ron.
La scuola poteva essere una motivazione abbastanza plausibile, dato che quell'anno avrebbero avuto i tanto temuti M.A.G.O, ma la rossa non era del tutto convinta: Hermione sembrava turbata per un altro motivo. 
La causa 'Ron' non era proprio possibile: Hermione ed il ragazzo non avevano più parlato da quel dannato pomeriggio ad Hogsmeade e la Granger sembrava non interessarsi più al rosso. 
Ormai Ginny era convinta, anzi stra-convinta, che Hermione fosse interessata a qualcun altro, ma che avesse paura di rivelare quel santissimo nome.
La rossa si chiedeva sempre chi poteva essere quel principe che aveva fatto perdere la testa alla sua amica e, più ci pensava, più arrivava alla conclusione che il cerchio era veramente ristretto: era sicuramente un ragazzo di Hogwarts, ma dato che Hermione stava sempre in biblioteca era improbabile che fosse uno di quei tipi che giocano dalla mattina alla sera a Quiddich. 
Chi poteva essere...
Ginevra ci pensava giorno e notte, ma non era arrivata ad avere neanche un nome plausibile. 
Magari era un Serpeverde ed Hermione non voleva rivelare di essersi innamorata di uno della Casa rivale, ma Ginny era uscita un sacco di volte con qualche Serpeverde ed Hermione lo sapeva, come sapeva anche che Ginevra non aveva niente in contrario alle coppie formate da ragazzi di due Case differenti. 
Ormai la rossa aveva rinunciato a chiedere qualcosa ad Hermione su questo presunto spasimante, anche perché lei la liquidava sempre con poche frasi sarcastiche. 
Eppure Hermione non si era mai comportata così e sicuramente non era una ragazza che faceva battutine pungenti, specialmente alla sua migliore amica...
Inoltre Ginny aveva usato tutti gli strumenti a sua disposizione per convincere la Granger a partecipare( con Dean!) all'uscita ad Hogsmeade per San Valentino. Hermione aveva cambiato idea una decina di volte, a seconda del suo umore che mutava come i capelli di Tonks. 
"Hermione Jane Granger, tu verrai ad Hogsmeade o ti lancerò una fattura Orcovolante e fidati che ne sono capace!" esclamò Ginny, appena Hermione le aveva comunicato il suo ennesimo cambio di programma.
Hermione non rispose, si limitò ad alzarsi e camminare avanti e indietro per il dormitorio. Ormai mancavano solo pochi giorni al 14 Febbraio e la Granger era troppo indecisa sul da farsi. Da una parte voleva andare per passare un po' di tempo con i suoi amici e con Dean, anche perché in quei giorni aveva visto raramente il ragazzo a causa del suo umore nero; dall'altra parte, però, era sicura che non sarebbe riuscita a divertirsi perché avrebbe sicuramente pensato a quel dannato Severus Piton! 
"Hermione, cosa ti prende? Non ti ho vista così triste ed amareggiata nemmeno prima di partire per la ricerca degli Horcrux con Harry e Ron" 
La rossa fece qualche passo avanti verso l'amica, che si era improvvisamente fermata e stava guardando fuori dalla piccola finestra del dormitorio.
"Ginny, non ho niente, sul serio..." rispose, con un tono che non poteva convincere nemmeno un cattivo osservatore.
"Herm, ti conosco da una vita e riesco a capire quando c'è qualcosa che ti turba...non pretendo che tu me lo dica, sta' a te decidere" 
"Ginny, adesso non è il momento, anche perché qualunque cosa ci sia mai stata è finita pochi giorni fa" 
Hermione era molto grata alla sua amica perché riusciva a confortarla in ogni momento e, nel contempo, non faceva troppe domande. 
La Granger era molto impaurita dalla reazione della rossa qual'ora le avesse rivelato di essersi perdutamente innamorata del professor Piton...insomma Ginny aveva sempre nutrito molta avversione per l'uomo e sicuramente non sarebbe stata felice nel sapere che quel 'pipistrello dei sotterranei'( come amava definirlo lei) avesse una sorta di rapporto confidenziale con la sua migliore amica.
Nel contempo, però, era sicura che Ginny sarebbe riuscita a capirla, infonda era la prima a dire che 'il cuore non si comanda' e cose del genere...
Ma a questo punto valeva la pensa rischiare per un qualcosa che ormai era terminato? 
Infondo lei e Severus avevano rotto ogni tipo di rapporto pochi giorni prima ed Hermione era sicura che, da quel momento, non si sarebbero più rivolti la parola...lui voleva quello e lei non poteva sicuramente andare a pregarlo di esserle amica. Non si sarebbe abbassata a quei livelli, non era nelle sue caratteristiche. Era pur sempre una Grifondoro e l'orgoglio non le mancava.
"Mi dispiace Hermione." disse la rossa, abbracciando l'amica calorosamente.
"Ti voglio bene, Ginny."
 
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Hermione si accorse dell'imminente arrivo di San Valentino grazie ai cuori rossi che fluttuavano per tutta Hogwarts, i biglietti d'amore che i suoi compagni scrivevano per le loro amate, le coppie che si sbaciucchiavano ad ogni angolo ed i filtri d'amore preparati clandestinamente dalle ragazze. 
'Che festa idiota!' pensava la Granger, sfilando per i corridoi con la testa bassa e l'espressione cupa.
Infondo, ogni ragazza che non poteva stare con l'uomo che amava odiava a morte San Valentino ed, in particolare, tutte le coppiette felici.
Dean aveva provato a fare qualcosa di carino per quella ricorrenza, ma Hermione gli aveva detto di 'non azzardarsi ad architettare niente' (testuali parole) perché lei non poteva sopportare quelle dannate feste commerciali.
Iniziava a fare sproloqui del tipo: 'l'amore si dimostra ogni giorno e non in occasione di una stupida festa babbana diventata famosa nel mondo magico solo per far vendere più dolci e tè a Madama Piediburro. ' 
Alla fine, però, dopo svariate ore di insistenza da parte di Ginny, occhiate piene d'amore di Dean ed una lettera lunga due pagine da parte di Harry, Hermione aveva accettato di partecipare all'uscita ad Hogsmeade.
Sapeva che se ne sarebbe pentita due minuti dopo, ma non ce la faceva più ad essere un'eremita solitaria in giro per Hogwarts: doveva andare avanti! E lei ce l'avrebbe fatta, perché era Hermione Granger, non una maganò da quattro soldi! In quei momenti ricordarsi tutte le sue gesta eroiche l'aiutava molto ad alzare l'autostima ed a convincersi che le pene d'amore non siano niente in confronto ad una Guerra Magica contro Lord Voldemort.
Così si era fatta aiutare da Ginny nell'ardua decisione dell'outifit giusto...in quel periodo il clima era molto strano: pioggia, vento, sole e nebbia si alternavano vivacemente e gli studenti non facevano in tempo a mettersi una maglietta più leggere che subito dopo sembrava di essere in Alaska. 
Così optò per una maglietta a maniche corte bordeaux, una felpa nera ed un paio di pantaloni neri. Luna l'avrebbe definita 'straordinariamente ordinaria'.
Ginevra, al contrario della Granger, sembrava un vulcano che stava per eruttare: andava avanti e indietro per il dormitorio con in mano 394 magliette e pantaloni ed un numero infinito di scarpe, borse ed accessori vari.
"Devo essere bellissima, magnifica, divina, sublime..." 
Si provava un completo.
"Assolutamente perfetta...
Si provava il secondo completo.
"Harry dovrà rimanere a bocca aperta..."
Si provava il terzo completo.
"Solo e unicamente per me, intendiamoci, non voglio che metta gli occhi su qualche altra strega..."
Si provava il quarto completo.
"Sennò lancio una fattura Orcovolante per lui e subito dopo una per lei!" 
"Ginevra mi stai facendo venire un'emicrania pazzesca! Harry avrà occhi solo per te, ci potrei scommettere..." cercò di tranquillizzarla Hermione, che si era stufata di sentire tutte quelle paure infondate.
Magari avesse avuto lei una situazione facile come quella...un ragazzo della sua stessa età che ricambiava il suo amore: sicuramente non si sarebbe fatta inutili paranoie come quelle di Ginny!
Passarono ben due ore nelle quali Hermione ascoltò e riascoltò i discorsi dell'amica su Harry, i vestiti, Harry, i vestiti, Harry...
Alla fine Ginny scelse un outfit molto carino e alla moda, che Hermione approvò con un sorriso a trentadue denti.
"Herm, domani ci divertiremo...parola di strega!" disse Ginny, ammiccando un occhiolino all'amica che sorrise debolmente.
Il suo livello d'ansia stava via via salendo. 

°°°°°°°°°°°°°°°°°


Un debole raggio di sole arrivò nel dormitorio femminile di Grifondoro svegliando Hermione che, dopo essersi stropicciata gli occhi ed aver fatto un bello sbadiglio, si rese conto che era arrivato il Giorno dei giorni: il 14 Febbraio. 
“Ma quale Giorno dei giorni...è un dannato giorno che non potrà che finire in rovina!” borbottò la Granger, mentre si dirigeva verso il bagno.
SI sciacquò velocemente la faccia e si lavò i denti in fretta, poi scese in Sala Grande per una colazione rinvigorente.
Arrivò nella Sala ancora barcollante a causa del sonno e, mentre sbadigliava, si mise a sedere, tirò fuori un libro di trasfigurazione e prese un muffin. 
L'unico momento di tranquillità che aveva nella giornata era proprio la mattina: il silenzio, un bel libro e del cibo...ecco tutto il necessario.
Alzò per un attimo la testa, giusto per stirarsi un po' ed incontrò il suo sguardo. 
Severus Piton era seduto elegantemente sulla sua solita sedia dietro al tavolo dei professori e la stava guardando da chissà quanti minuti.
Beveva il suo solito caffé, nero ed amaro, e con la mano libera sfogliava 'il Pozionista Pratico'.
Era proprio vero quel che diceva Hermione: Severus Piton era noiosamente monotono.  
Aveva le sue assurde abitudini e tu non potevi assolutamente contraddirle o cambiarle, perché lui poteva cruciarti senza pensarci due volte.
Era così, prendere o lasciare.
Hermione si stava chiedendo il motivo per cui la stesse fissando, dato che pochi giorni prima aveva detto che doveva andarsene per sempre dalla sua vita. 
E lei l'aveva fatto, anche se un po' sofferente, aveva accettato la sua decisione.
La ragazza si risvegliò da quei pensieri non appena due mani grandi si appoggiarono sui suoi occhi, oscurandole la vista. 
“Mh...Dean?” chiese, avendo quasi paura della risposta che avrebbe potute ricevere.
“Coma hai fatto, Herm?” chiese il ragazzo, togliendo le mani dal volto della ragazza e sorridendo beatamente.
“Beh, semplice intuizione Dean!” rispose lei, soffocando una leggera risatina.
Severus Piton, intanto, si era alzato dalla sedia ed aveva abbandonato la Sala, lasciandosi indietro Hermione e quella specie-di-ragazzo alias Dean Thomas che parlavano tranquillamente.
“Dannata ragazzina, proprio non riesce a non avere nessuna persona di sesso maschile tra i piedi?” borbottava il professore, che stava tornando velocemente verso il suo amato ufficio. “Non ci riesco, non ci riesco! Le ho detto di andarsene dalla mia vita, non posso pretendere che una come lei resti senza nessuno...” continuò arrivando alla porta dello studio. “Infondo lei è...lei...insomma potrebbe avere ogni uomo della terra ai suoi piedi!” concluse entrando di scatto dentro le sue stanze.
“Severus, adesso hai iniziato anche a parlare da solo? Non sapevo che tra gli effetti collaterali del veleno di Nagini ci fosse questo.” 
Severus si voltò in modo repentino: avrebbe riconosciuto quella voce tra altre cento...
“Albus, per Salazar...”
“Scusami Severus se ti ho fatto paura ma-”
“Non mi hai fatto paura."
“Mi era parso di sentire un imprecazione colorita uscire dalla tua bocca e pensavo che tu sapessi che anche i quadri, qua ad Hogwarts, possono parlare.”
“Ne sono a conoscenza, dato che insegno da circa vent'anni...”
“Oh, come passa il tempo caro Severus! Mi ricordo come se fosse ieri il tuo arrivo ad Hogwarts e-”
“Albus, hai intenzione di fare un breve riassunto della mia vita?” 
“No Severus, hai perfettamente ragione. Non sono venuto qua per ripercorrere la tua vita, ma per dirti che Minerva desidera vederti.” 
“Adesso?”
“Sì, adesso.”
“Va bene, grazie Albus.”
“Prego, ragazzo mio.” rispose il vecchio Silente, che era circondato da una cornice d'oro luccicante. “Ah, Severus, voglio che tu mi faccia una promessa.”
“Penso di avertele già fatte abbastanza, una di queste ha persino portato alla tua morte.”
“Sii felice.” disse solamente Silente, per poi scomparire dal quadro.
Severus fece un mezzo sorriso: Albus riusciva sempre a stupirlo.
Si ricordava ogni cosa di quel vecchio strampalato: gli occhiali a mezzaluna, i suoi occhi azzurri, luminosi e scintillanti, il suo naso lungo e ricurvo, i suoi lunghi capelli e la barba color argento.
Albus, per lui, era stato come un padre: la figura maschile che gli era sempre mancata nel corso degli anni l'aveva riscontrata in lui. 
E non si era mai perdonato di aver accettato quella stupida richiesta che gli fece durante una delle tante serate che passavano assieme.
Come si fa a chiedere a colui che consideri tuo figlio di ucciderti? E come fa colui che ti considera come un padre ad ucciderti? 
Severus era sempre stato un assassino perfetto: mano ferma, espressione illeggibile, sguardo glaciale e la voce mai tremolante.
'Severus...ti prego...'
E lui, da stupido burattino qual'era, aveva esaudito quel folle desiderio.
Non c'era stato nemmeno un giorno, da quel 30 giugno, in cui Severus non avesse pensato ad Albus.
Lui era stato l'uomo di Silente fin proprio alla fine. 

°°°°°°°°°°°


Arrivò nella studio della Preside McGranitt quindici minuti prima dell'inizio delle lezioni: era stato tutto calcolato secondo apposite leggi che non permettevano a Minerva di intrattenerlo oltre i dieci minuti, altrimenti lui avrebbe fatto tardi alla lezione. 
“Entra Severus.” 
La voce della McGranitt risuonava in tutto lo studio, quello studio dove Severus aveva trascorso ore ed ore in compagnia di Albus cercando una soluzione per la maledizione che stava via via uccidendo il vecchio mago.
“Cosa volevi dirmi Minerva?”
“Prendi un biscotto, caro.”
“In realtà ho appena mangiato, Minerva.”
“Prendi un biscotto, Severus.”
Severus sospirò e prese uno di quei dannatissimi biscotto riposti dentro ad una scatolina dalla fantasia scozzese. Tipico di Minerva...
“Sai che giorno è oggi, ragazzo mio?” 
“Il 14 Febbraio, Minerva.”
“In altri termini?”
“Non capisco.”
“San Valentino, Seveurs.”
“Non vedo come questo possa tangere il mio interesse.”
“Oh, allora sono sicura che tu non avrai piani per questo pomeriggio.”
Severus ebbe, per un secondo, l'imbarazzante idea che Minerva lo stesse invitando ad un appuntamento. Stava quasi per vomitare quel biscotto, quando la donna riniziò a parlare.
“Oggi c'è l'uscita ad Hogsmeade ed ho bisogno che tu venga con me per accompagnare gli studenti.”
Severus sospirò: ringraziando Salazar quella vecchietta strampalata non aveva avuto assurde idee...
“Minerva non ho intenzione di accompagnare un gregge di adolescenti in piena crisi ormonale.” 
“Non hai molta scelta Severus: tu sei il vice-preside e tu devi venire con me ad Hogsmeade.”
“Non c'era scritto nel contratto che ho firmato ad inizio anno.” disse l'uomo, soffocando un ghigno divertito.
“Hai qualche altro impegno, per caso?”
“No, Minerva. Con chi dovrei andare io per la giornata degli innamorati?” 
“Non lo so...magari con-”
“Minerva ti lascio alle tue supposizioni sulla mia vita sentimentale che, mi duole dirti, sono alquanto errate.” 
Severus si alzò dalla sedia rossa e si stava dirigendo verso la porta d'uscita, ma la voce della McGranitt lo fece bloccare di nuovo.
“Alle 3 e mezza ai cancelli della scuola, Severus.” 
Il mago sospirò e se ne andò definitivamente da quel covo di Grifondoro fuori di testa.

°°°°°°°°°°°°°°°°°

La giornata di lezioni passò abbastanza velocemente ed in poco tempo la maggior parte degli studenti si ritrovò nella Sala Grande. 
Tutti erano elettrizzati per quell'uscita ed anche Hermione era riuscita a trovare un po' di tranquillità, grazie principalmente a Ginny ed a Dean.
Finalmente un pomeriggio libero da tutti i pensieri che la opprimevano, anzi da quel pensiero fisso che c'era nella sua testa da qualche giorno...qualche giorno? Ma chi voleva prendere in giro? Qualche mese era molto più adatto. 
Severus Piton stava, letteralmente, mandando fuori di senno la Granger.
Quell'uomo era troppo enigmatico, cambiava idea velocemente e non si capiva mai ciò che provava, ma Hermione si era resa conto di essere innamorata perdutamente di lui. Però non si voleva di certo umiliare confessandogli i suoi sentimenti, sicuramente lui l'avrebbe respinta e lei non voleva certo provare quella vergogna immensa! 
Un giorno sua madre le disse di lottare fino alla fine per l'amore perché era l'unica cosa che poteva salvarla da qualsiasi altro problema. 
Ma Hermione era stufa di lottare invano, di sacrificarsi per persone che la consideravano solo una ragazzina. 
Lei non era una stupida ragazzina con una cotta adolescenziale, per Godric! 
Ed Hermione era stra convinta che Severus non l'avrebbe mai capito. 
Mai e poi mai la ragazza avrebbe calpestato tutti i suoi valori ed i suoi principi.
Lei era una donna, una vera donna, e perciò non sarebbe andata dietro ad un uomo e non avrebbe pregato Severus di amarla. Tutti dicevano che Hermione era 'all'antica' ed era assolutamente vero! Secondo lei non dovevano essere le donne a fare il primo passo per un semplice motivo: noi ragazze siamo costrette ad attraversare una miriade di sofferenze che ci sono state imposte da Madre Natura, da quando dobbiamo anche corteggiare un uomo?
E poi, per Merlino e Morgana, Hermione non sapeva corteggiare!
Sarebbe rimasta zitella a vita prima di sbavare dietro un uomo! 
Mentre lei rifletteva sui suoi principi, Ginny la stava richiamando da almeno cinque minuti.
"Dai Herm, andiamo! Prima arriviamo ad Hogsmeade e prima incontriamo Harry e Tu-Sai-Chi." 
"Suvvia Ginevra, paragonare Lord Voldermort a Ronald mi sembra un tantino eccessivo!"
Tutti gli altri studenti, appena Hermione pronunciò quel nome, si voltarono con un espressione impaurita: avevano ancora timore di pronuciarlo. 
"La paura di un nome non fa altro che incrementare la paura della cosa stessa*" disse semplicemente la ragazza, girandosi verso Ginny che la guardava sorpresa.
Dopo quel simpatico siparietto le due si avviarono, sempre accompagnata da Dean, verso Hosgmeade.
Intanto, davanti ai cancelli di Hogwarts, Minerva McGranitt stava aspettando l'arrivo del suo collega. Era convinta che sarebbe venuto: Severus non si sottraeva mai ad un dovere scolastico. 
Infatti, dopo due minuti, una figura completamente vestita di nero arrivò alle spalle della donna. 
"Andiamo" disse, risvegliando Minerva dai suoi pensieri.
"Ciao Severus, vedo che sei venuto"
"Mi fa piacere costatare che i tuoi occhi funzionano ancora bene"
Minerva sorrise lievemente all'umorismo di Piton, che non era cambiato di una virgola in 20 lunghi anni.
"Eh va bene Severus, vedo che il tuo umore non è cambiato da questa mattina, ma d'altronde quando mai cambia?" chiese la donna, con un tono sarcastico.
"Minerva evita di fare sproloqui a caso come questa mattina, te ne prego."
La Preside non rispose, si limitò a seguire l'uomo verso il piccolo paesino.
"Ci sono proprio tutti gli studenti?" chiese dopo qualche metro l'uomo, vagamente agitato dalla risposte che poteva ricevere dalla McGranitt.
"La maggior parte."
"Cosa vuoi dire con 'la maggior parte'?"
"Voglio dire che ci sono quasi tutti gli studenti." 
"E chi sarebbero le persone che non hanno aderito a partecipare a questa fantastica uscita?"
"Due ragazzini di Tassorosso, una ragazza di Corvonero e due ragazzi di Serpeverde."
"I tuoi amati Grifondoro sono tutti presenti?"
"Esatto, ma perché sei così tanto interessato, caro?"
"Non sono affatto interessato Minerva, volevo solo sapere quante teste di legno dovrò tenere a bada"
La McGranitt pensò che quel pomeriggio sarebbe stato molto,ma molto, interessante...

Hermione, Dean e Ginny, intanto, erano arrivati ad Hogsmeade ridendo e scherzando per tutto il tragitto. Avevano parlato dei loro ricordi della scuola e di quanto li sarebbe mancata alla fine di quel settimo anno.
Quando Ginny vide il Prescelto in lontananza stava quasi per svenire( fortuna che Hermione aveva sviluppato i riflessi durante la guerra!) e gli corse incontro come le scene di quei film strappalacrime.
Si baciarono fino a perdere il fiato ed alla fine Harry salutò Hermione abbracciandola sotto lo sguardo da inquisitore supremo di Ginevra.
Nascosto dietro la figura di Harry, Ron se ne stava fermo e con la testa china.
"Ciao." borbottò, guardando a mala pena sua sorella.
Anche Hermione cercava di non rivolgergli neanche uno sguardo, dato che era ancora molto arrabbiata con lui per la reazione che aveva avuto.
Così si mise a braccetto con Dean ed insieme percorsero le vie strette di Hogsmeade parlando del più e del meno.
"Sono contento che abbiamo fatto questa rimpatriata! Mi mancava stare con i miei amici!" disse Potter, guardando Hermione e Ron, che intanto stavano a più distanza possibile uno dall'altro.
"Ehm, ehm..." intervenne Ginny, con la classica espressione offesa.
"E con la mia fidanzata, ovviamente!" disse Harry, baciando la rossa con dolcezza.
Passò circa un'oretta, nella quale i cinque ragazzi percorsero le vie del piccolo paesino in lungo e in largo. 
Alla fine decisero di andare ai Tre Manici di Scopa per riscaldarsi con una bella burrobirra. 
"Herm, ti dispiace se io ed Harry andiamo a comprare qualche accessorio per il Quiddich da Mondomago?" 
"No , no andate pure, io e Dean vi aspetteremo qua." disse la ragazza, che per un momento non si era ricordata della presenza di Ronald.
"Io non voglio stare qua a fare il terzo incomodo!" esclamò il rosso, girandosi verso la sorella che lo guardava un po' dispiaciuta.
"Ron puoi rimanere anche tu...non ci sono problemi...mi sono-"
"Dimenticata di me, Hermione? Volevi dire questo, vero?"
"Ronald, per favore calmati e non fare queste scenate." 
"Certo, il povero Ron malato di mente che ti fa fare brutta figura!"
"Ronald non ho detto questo!"
"Invece sì!" 
"Ragazzi cosa è questa confusione?" chiese una voce familiare che proveniva da un viottolo secondario. 
"Preside McGranitt..." disse Hermione, mortificata.
"Hermione, cosa è successo?"
"Niente di che, Preside...io..."
Si interruppe non appena vide Severus Piton uscire dallo stesso vicolo e squadrarla con aria torva.
Deglutì e fece un respiro profondo prima di continuare a parlare.
"Mi scusi, non accadrà più." disse alla fine la ragazza, imbarazzata da quella situazione.
Si voltò verso Ron per cercare conferma, ma il ragazzo se n'era andato.
"La prossima volta, signorina Granger, non urli a destra e sinistra i suoi problemi sentimentali."
Severus Piton parlò con la voce fredda e con quel tono sarcastico con cui si rivolgeva anche a Neville prima di metterlo in punizione.
"Mi scusi, professore." disse la ragazza, sottolineando l'ultima parola e lanciando una sguardo deluso al professore.
"Va bene, Hermione...stai tranquilla." la rassicurò la McGranitt con un sorriso dolce.
I due professori se ne andarono e con loro tutti gli studenti curiosi che passavano di lì.
"Mi dispiace Herm...non volevo che finisse così." disse Ginny, realmente triste per l'amica.
"Non è colpa tua, Ginny." la rassicurò Hermione. "Adesso tu ed Harry andate un po' da soli ed io vado con Dean a prendere una bella burrobirra...okay?" disse pochi secondi dopo.
Ginny sorrise e, dopo essersi scusata ed aver salutato l'amica, prese il suo uomo sotto braccio e si incamminò verso Mondomago.
"Amore, cosa è successo tra Hermione e Piton?" chise Harry alla sua ragazza, non appena si allontanarono un po' dalla Granger.
"Mh...cosa intendi, precisamente?"
"Lui la guardava in modo strano...e poi non hai notato come lei ha enfatizzato la parola 'professore', quasi a mo' di sfida!" disse il ragazzo, aspettando la reazione della sua fidanzata.
"Non ci ho fatto caso, Harry...non sono una buona osservatrice come te" disse l'altra, soffocando una risatina.
"Non hai notato qualcosa di strano durante l'anno?" insistette il Prescelto.
"Non so..." mormorò Ginny. "Ah, aspetta! Circa un mese fa ballarono insieme in Sala Grande per una dimostrazione e io notai che erano davvero vicini e lei sussurrava più volte qualcosa nel suo orecchio...mi era sembrato strano, poi però
quando ho chiesto spiegazioni ad Hermione lei ha negato ogni tipo di cosa."
"Da ora in poi cerca di tenere gli occhi aperti perché, come direbbero i babbani, qui gatta ci cova." rispose Potter, baciando ancora una volta la sua dolce metà.

 

 

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Capitolo 21
*** Un'offerta importante... ***


Buongiorno a tutti! Scusate se non ho aggiornato per così tanto tempo, ma ho avuto un po' di problemi...spero comunque che vi piaccia.
Aggiornerò il prima possibile, alla prossima! :)


Hermione e Dean entrarono ai Tre Manici di Scopa ancora imbarazzati per la situazione nella quale si erano trovati pochi minuti prima.

Il locale era gremito di studenti e professori, tant'è che la ragazza fu molto fortuna a scorgere un piccolo tavolino nell'angolo più remoto della sala.
I due si avventarono verso le sedie e si tolsero le felpe, prima che Madama Rosmerta facesse il suo arrivo chiedendo cosa desiderassero.
“Io una burrobirra, grazie.” disse Hermione, cercando di essere più gentile possibile: quella donna proprio non la sopportava!
“Lo stesso.” disse Dean, con un sorriso.
La donna fece un cenno con la testa ed andò verso il bancone, dove preparò in fretta due bibite.
“Ecco qua, sono quattro falci, ma potete pagare dopo” borbottò la donna, andandosene prima di ricevere una risposta.
“Vedo che nutri una certa simpatia per Madama Rosmerta!” disse Dean, nascondendo un sorriso.
“Si nota così tanto?” rispose Hermione, con un tono che voleva sembrare colpevole.
“Certe cose si capiscono...” rispose Dean. “Poi, con tutto il rispetto, non sei una brava attrice!”
“Ho sempre avuto difficoltà nel nascondere le mie emozioni, sfortunatamente” disse la ragazza, che stava ancora sorridendo.
In quel preciso istante, dalla porta del locale entrarono i due professori più conosciuti e temuti di Hogwarts: Severus Piton e Minerva McGranitt.
“Minerva, non ho intenzione di stare in questo covo di adolescenti, mi basta e avanza condividere con loro la classe!” ruggì Severus, lanciando una sguardo ostile verso la Preside, che intanto rideva sorniona.
“Su Severus, devi svagarti un po'! Una bella burrobirra non può che farti bene!” rispose la donna, individuando un tavolino poco distante da quello dei due Grifondoro. “Tu vai a prendere da bere, io prendo il posto!”
“Minerva, da quando prendo ordini da te?” rispose Severus, ghignando.
“Da quando io sono la Preside, mio caro Severus!” ribadì lei, dando una pacca sulla spalla dell'uomo.
Piton andò verso il bancone sospirando e tutti gli studenti, vedendolo arrivare nella loro direzione, si spostarono per farlo passare.
Intanto lui ghignava divertito: era pur sempre il pipistrello dei sotterranei e questo, in quel momento, era la cosa più importante.

Severus aveva una mentalità abbastanza contorta: provava una sorta di piacere nell'essere temuto dai suoi studenti...forse era semplice abitudine, infondo in quegli anni aveva sempre indossato una maschera di impassibilità e cattiveria e non era proprio il caso che si trasformasse in Babbo Natale proprio in quel momento.
“Mi chiedo come la McGranitt abbia convinto Piton a venire ad Hogsmeade proprio oggi...” borbottò Dean, vedendo il professore con in mano due burrobirre grandi.
Hermione si girò e lo vide camminare elegantemente verso la Preside, sempre con il solito mantello nero e l'aria arcigna. Evidentemente lui non l'aveva vista, ma infondo era meglio così.
“Penso che sia un suo dovere, dato che è un professore!” rispose Hermione, guardando Dean.
“Sì certo...ma in sette anni non l'ho mai visto una volta fuori dalle mura di Hogwarts...tranne che per le partite di Quidditch, ma rimaneva comunque nei confini” disse Dean ridacchiando.
In quel momento lo sguardo di Severus incrociò gli occhi color nocciola della ragazza e l'uomo, per poco, non fece cadere la sua burrobirra.
Minerva se ne accorse subito e si girò nella direzione di Hermione che, a sua volta, tolse lo sguardo dal tavolo dei professori.
“Tutto bene, Severus? Sembrava che tu avessi visto un'Acromantula...” disse la Preside, con un sorrisetto.
“Tutto...tutto bene.” borbottò l'uomo, ricomponendosi.
Intanto Hermione cercò di concentrare la sua attenzione su Dean, che aveva intuito il suo disagio.
“Devo parlarti...” disse ad un certo punto il ragazzo, guardando attentamente Hermione.
“Mh, non è mai un buon segno...” rispose la ragazza. “Però dimmi.”
“In questi ultimi giorni ti vedo distante...cioè non ti ho mai vista realmente presa da me, ma all'inizio lo capivo perché comprendevo la tua tristezza per le vecchie storie del passato... nel contempo però ero sicuro che sarei riuscito a farti dimenticare tutti i tuoi fantasmi...”
“Dove vuoi arrivare?”
“Non mi prendere in giro, Hermione. Se non ti interesso dimmelo adesso, almeno non facciamo degli stupidi teatrini per niente.”
La ragazza rimase per un attimo interdetta e realmente dispiaciuta per Dean: cosa gli era passato per la mente? Perché aveva usato in quel modo Dean? Eppure lei era sicura, come anche lui, che sarebbe riuscita a dimenticarsi delle vecchie storie...
“Dean mi dispiace, ho sbagliato tutto.” disse, abbassando il capo.
“Sei confusa.”
“Sono confusa, estremamente confusa.”
“Io, però, non mi meritavo questo. Ci sono sempre stato per te.”
“Scusami, non so davvero che cos'altro dire.”
“Tu sei assurda, Hermione, è impossibile non rimanere folgorati da te.”
“Dean, io sono una stupida. Tu sei un ragazzo estremamente dolce e comprensivo ed io non ti meriterò mai, perché ti ho fatto solo soffrire.”
“Non dire questo. So per certo che non era tua intenzione fare tutto questo...sei stata un po' condizionata dalla situazione...”
“Non giustificarmi...”
“Lo hai detto tu che sono estremamente comprensivo.”
Dean sorrise, un sorriso che però aveva dell'amaro.
“Scusa se ti ho fatto soffrire, scusa se ti ho fatto affezionare a me, scusa se ti ho trattato come non meritavi, scusa se non ho accettato tutte le tue attenzioni, scusa se ho preferito non darti delle certezze.”
Una lacrima solcò il viso della giovane, che stava con il capo chino e delle ciocche di capelli che le coprivano la fronte. Dean la guardò e sorrise, togliendo con la mano una ciocca di capelli, con una dolcezza che si riserva solo ad un neonato.
“Mi perdonerai?”
“Sai già che lo farò.”
“Non voglio perderti Dean, perché sei un ragazzo d'oro.”
“Amici?”
“Amici.”
Dean alzò il suo bicchiere di burrobirra nella direzione di Hermione, che lo imitò sorridendo appena.
“Alla nostra.”
“Alla nostra.”

Intanto, in un tavolo vicino, un professore stava cercando di ascoltare con attenzione la sua collega che stava parlando di quanto fosse buona la burrobirra e di quanto aveva bisogno di passare un pomeriggio fuori dalle mura della scuola. Severus si limitava a fare 'sì' con la testa, anche perché puntualmente voltava lo sguardo verso il tavolo di Hermione, come se spinto da una forza incontrollabile.
Si era ritrovato ad essere geloso di quella ragazza ancora una volta e, anche se sapeva benissimo il motivo, cercava di non ammetterlo a sé stesso. Era troppo orgoglioso per farlo e specialmente per ammettere di aver fatto un grande errore e lasciarla andare. Ma era la cosa giusta da fare, e questo era l'importante.
“Severus ci sei?” la voce della McGranitt sembrò risvegliare l'uomo dai suoi mille pensieri.
“Sì, Minerva ci sono...”
“Cosa ti prende?”
“Niente...sono solo stufo di sentire i tuoi sproloqui!”
“Severus non essere così acido, si vede da lontano che qualcosa ti turba e scommetto che non sono io...”
“Ne sei così sicura?”
“Completamente sicura.”
“Voi Grifondoro siete così-”
“Siamo così maledettamente comprensivi verso voi Serpeverde.”
“No, intendevo dire che siete maledettamente saccenti e petulanti!”
“Ah ah ah, Severus quando ammetterai che provi una sfrenata attrazione verso i Grifondoro?!”
“Minerva, cosa diamine stai dicendo?”
“Sto dicendo che i Grifondoro, anzi alcuni Grifondoro, ti intrigano, mio caro Severus.”
“Minerva credo che tu abbia bevuto troppa burrobirra per stasera!”
“Severus, voi Serpeverde siete così sciocchi qualche volta”
“No Minerva, non ti permetto di offendere la mia Casa!” disse l'uomo, alzandosi dalla sedia ed attirando l'attenzione di tutti gli studenti ed in particolare di Hermione, che era sempre seduta al tavolo con Dean.
“Calmati, Severus! Intendevo dire che, alcune volte, sembra che abbiate gli occhi tappati!”
“Argomenta, Minerva.”
“Non vi rendete conto di ciò che la vita vi offre...voi lasciate andare le persone senza capire cosa possono veramente darvi.”
“Non è il mio caso, sono molto obbiettivo su queste cose e ritengo che, se una cosa è giusta, non ci sono scuse che tengono. Soffrire fa parte della vita.”
“Certo, ma soffrire inutilmente è da sciocchi, Severus.”
L'uomo non rispose, si limitò a guardare Minerva che intanto aveva un sorrido materno.
Quella donna gli ricordava in modo incredibile Albus...la sua forza di volontà, la sua testardaggine, la sua lealtà e la sua comprensione. Minerva era sempre stata una grande amica per Severus, anche se dopo la morte di Silente non gli aveva creduto. Ma come biasimarla? Tutti dovevano pensare che lui fosse un assassino, tutti dovevano guardarlo male per strada, tutti dovevano incolparlo e tutti dovevano crederlo il braccio destro di Voldemort. Quando Minerva scoprì la verità si scusò con Severus per mesi, non riuscendo però a perdonarsi. Si incolpava per non aver creduto in Severus, che per lei era come un figlio, e per non aver creduto in Albus, che per lei era tutto.
“Herm, ti dispiace se raggiungo Seamus da MondoMago? Mi avevi chiesto di accompagnarlo per riparare una lanterna.” disse ad un certo punto Dean alla ragazza con cui stava parlando da circa un'oretta.
“Certo Dean, vai...ci vediamo in giro.”
“Ciao Herm.”
Il ragazzo diede un lieve bacio sulla guancia ad Hermione, poi sparì dietro la porta dei Tre Manici di Scopa sotto l'occhio inquisitore di Severus.
Hermione si voltò un attimo verso l'uomo che la stava guardando, ma quando incrociò il suo sguardo si girò subito, come se si fosse bruciata.
“Rovino sempre tutto.” disse Severus a bassa voce, come se i suoi pensieri fossero usciti senza volere dalla bocca.
“Impara dai tuoi errori, ragazzo mio.” rispose Minerva, prima di alzarsi e lasciare Severus come uno stupido al tavolo con due burrobirre finite accanto a lui.
“Cosa mi sta succedendo?” sospirò l'uomo, sbuffando sonoramente.
Hermione era ancora al suo tavolo che giocherellava con il bicchiere e le quattro falci che aveva lasciato Dean per pagare tutto.
“Buonasera, Hermione.” la voce della McGranitt la fece sobbalzare e per poco la ragazza non cadeva dalla sedia.
“Salve Preside”, rispose subito Hermione, con un sorriso.
“Domani mattina desidero vederti nel mio ufficio, per discutere di una cosa molto...importante”
“Certo, Preside...a che ore vengo?”
“Prima delle lezioni”
“D'accordo”
“A domani, buona serata Hermione”
“Buona serata, Preside”
La McGranitt uscì dalla porta, seguita dallo sguardo del professor Piton e da quello di Hermione.
Quella donna, qualche volta era davvero strana! Hermione sperava, dentro di sé, che quell'incontro non avesse niente a che vedere con il suo rapporto con Severus. Anche perché, qualunque cosa ci fosse stata era finita! Per quanto lei tenesse a lui, per quanto desiderasse almeno provare a stare insieme, aveva capito che la cosa più giusta era terminare la loro 'storia', che poi in fin dei conti si era trattato solo di qualche pomeriggio insieme e qualche bacio...
Hermione si alzò dalla sedia e portò le quattro falci da Madama Rosmerta, cercando di essere il più sorridente possibile. In quel momento, anche Severus fece la stessa cosa, tant'è che i due si ritrovarono fianco a fianco davanti al bancone.
Consegnato il denaro, Hermione se ne andò velocemente dal locale, cercando di trattenere il più possibile il suo disagio nell'averlo così vicino e non poter far nulla.
“Cosa ti ha detto la McGranitt, Granger?” una voce maschile la fece voltare, non appena uscita dai Tre Manici di Scopa.
“Niente che le possa interessare, professor Piton”
“Non essere così arrogante con un tuo professore, Granger”
“Non sono arrogante, professore”
“Allora dimmi cosa ti ha chiesto”
“Mi ha detto che domattina desidera incontrarmi nel suo ufficio”
“Per far cosa?”
“Ah, beh, prenderemo un thé o mangeremo dei biscotti, lei che crede professore?”
“Ti ho già detto di non utilizzare questo tono con me, ragazzina insolente”
Hermione non parlò, si limitò a voltarsi ed incamminarsi verso il castello.
“Spero che non abbia niente a che vedere con noi due” disse poi Piton, raggiungendola.
“Stia tranquillo, professore, non la metterò nei guai per l'ennesima volta”
“Bene”, e se ne andò.
Una lacrima solcò il viso della giovane strega, seguita da molte altre.
Non voleva rendersi così fragile e debole, ma non ci riusciva, non ce la faceva a controllarsi dopo quel che era successo con l'uomo che amava.
Perché l'amava così tanto?
L'aveva sempre trattato con un sorriso, persino quando le aveva detto che non la voleva più vedere. Tutte le volte che l'aveva baciata e poi mandata via, tutte le volte che l'aveva fatta sentire così indifesa davanti a lui, tutte le volte che l'aveva fatta sperare almeno un po'.
Credeva che l'amore che provava per lui sarebbe stato ricompensato, credeva che lui sarebbe potuto diventare l'unica ragione dei suoi sorrisi.
“Sei solo un'illusa, Hermione Granger, solo un illusa...” sussurrò la ragazza, ancora con il viso coperto di lacrime.



****

 

La mattina seguente...
Ci sono notti che dormono da sole.
Quella di Hermione era stata proprio così...
Non c'erano stati né sogni né incubi per il semplice fatto che non aveva chiuso occhio per tutto il tempo. Nella sua testa riaffioravano le immagini di lei e Severus, le sue parole, le loro litigate, i loro sguardi...per lei era davvero troppo da gestire.
Come se non bastasse, si era aggiunto il senso di colpa per Dean: si sentiva come sporca per aver tradito la sua fiducia ed anche per aver abusato della sua pazienza. Come era diventata? Era stato un gesto ignobile ed assolutamente contro ogni suo valore...non si sarebbe mai perdonata per quello che gli aveva fatto.
Adesso, però, un altro pensiero la stava tartassando: cosa voleva, da lei, la preside McGranitt?! Sperava veramente che non fosse niente riguardante Severus, perché non era in grado di mentire in quelle condizioni.
Indossò velocemente la sua divisa e scese le scale del dormitorio cercando di fare il più piano possibile, così che nessuno la sentisse: non aveva proprio voglia di parlare, in quel momento.
Arrivata in Sala Grande, prese un muffin dal grande tavolo e bevve un po' di succo di zucca. Si voltò velocemente verso il tavolo dei professori e, puntualmente, vide Severus che guardava verso la sua direzione. La ragazza girò lo sguardo e si incamminò verso l'ufficio della Preside, sbuffando e guardando il pavimento.
Arrivata davanti al gargoyle pronunciò la parola d'ordine, che non era cambiata da quando il Preside era Silente. Un senso di amarezza la pervase ricordando il vecchio con la barba argentea...
“Buongiorno Hermione, sei sempre puntuale” disse la McGranitt, non appena vide la giovane strega.
“Salve, Preside.” rispose la ragazza, facendo un sorriso. “Di cosa mi voleva parlare?”
“Siediti, cara. Gradisci un biscotto?” disse la donna, prendendo dallo scaffale una scatolina.
“La ringrazio, ho appena fatto colazione”
“Come desideri.” rispose la donna, riponendo la scatola scozzese a posto. “Ieri è arrivata questa lettera, per te. Io non l'ho aperta, so solamente che te la manda Augustus Cooper...sono sicura che tu sappia chi sia” disse la donna, dando alla ragazza una busta con un timbro elegante e con la firma del suddetto Augustus Cooper.
Hermione sgranò gli occhi e cercò di dire qualcosa, ma le parole non uscivano dalla bocca.
“Augustus Cooper...Augustus Cooper...Augustus Cooper...ma...cosa...?” balbettò la ragazza, incapace di formulare una frase di senso compiuto.
Augustus Cooper era un famosissimo studioso, specializzato in pozioni e trasfigurazione. Aveva scritto moltissimi libri interessanti, che Hermione aveva letto e riletto nel corso dei suoi studi. Inoltre l'uomo aveva fatto scoperte straordinarie, ma... cosa voleva uno così da lei?
“Leggi la lettera, mia cara” disse la Preside, con un sorriso materno.
Hermione annuì e tolse con delicatezza la lettera dalla busta, diede un ultimo sguardo alla McGranitt e dopo iniziò a leggere quelle poche righe.
 

Gentile Hermione Jane Granger,
osservando il suo andamento scolastico in questi anni nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts ed anche il suo grande contributo durante la Seconda Guerra Magica, volevo informarla che sarei molto interessato ad averla con me per alcuni studi. Ritengo che sarebbe molto utile la sua presenza, poiché è una strega brillante e molto intelligente. Avendo lei, alla fine di quest'anno scolastico, l'esame M.A.G.O sarebbe opportuno discutere di ciò con la sua Preside e con gli altri professori, però credo che, con il mio permesso, tu possa passare comunque l'esame se alla fine del percorso ti riterrò idonea. Poiché mi rendo conto che non è una scelta facile, dato che si dovrebbe spostare fino all'America e per un tempo di circa cinque mesi, le lascio un po' di tempo per pensarci e per darmi una risposta.
Attendo una sua decisione.
Augustus Cooper.

 

“Per Godric...” disse Hermione, non togliendo gli occhi dalla lettera e sorridendo sotto lo sguardo interrogativo della McGranitt.

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Capitolo 22
*** Ti mancherò? ***


Buonasera a tutti ragazzi! Ho fatto un ritardo assurdo e mi dispiace...spero che ci sia ancora qualcuno che segue la mia storia!
Vi lascio a questo capitolo che non mi piace per niente, ma volevo aggiornare il prima possibile...


"Hermione, mi vuoi spiegare?" chiese la McGranitt, mentre cercava di allungare il collo verso la lettera. 
Hermione sorrideva stupita davanti a quelle poche righe d'inchiostro e poi passò il foglio alla professoressa, che lo lesse velocemente e poggiò la carta sulla scrivania.
"Ma è fantastico, Hermione!" disse la donna, rivolgendole un caldo sorriso materno "sapevo che avresti fatto strada, sei sempre stata una strega molto brillante!" 
Sentire queste parole dalla preside fu molto gratificante per la ragazza: infatti la McGranitt, in quegli anni di scuola, era sempre stata molto severa e non rivolgeva molti complimenti ai ragazzi, tranne qualche cenno d'assenso. Avere la sua approvazione era molto importante per Hermione.
"Cosa ne pensa, Preside?" chiese la ragazza, titubante. 
"Penso che sia un'occasione unica, Hermione..." rispose la donna, "ma sta a te decidere: questa esperienza cambierà molto la tua vita".
"Sì...sì, certo" disse la ragazza, sospirando.
"Credo che per prima cosa sia opportuno parlarne con i tuoi professori, per avere un quadro generale delle loro opinione, anche se credo che nessuno abbia problemi ad accettare la tua decisione".  
In un momento sia i pensieri di Minerva sia quello di Hermione andarono a Severus. Come avrebbe reagito sapendo che la donna per la quale nutriva dei sentimenti se ne sarebbe andata? 
La McGranitt sapeva, grazie ad Albus, che tra Severus ed Hermione c'era qualcosa in più di un semplice rapporto accademico, si leggeva negli occhi di entrambi, ma questa opportunità era troppo importante per il futuro di Hermione. 
La ragazza, intanto, scrollò le spalle, pensando che non sarebbe dovuta stare in pensiero per la reazione di Severus: infondo era stato lui a mandarla via, lui a smettere si guardarla e sempre lui a rivolgersi a lei come una sconosciuta. 
"Stasera sei pregata di arrivare in aula professori dopo il banchetto, convocherò i colleghi e parleremo di questa novità" disse infine la preside, rivolgendo uno sguardo sereno alla ragazza.
"D'accordo, Preside" rispose gentilmente la ragazza "Se è tutto..." 
"Sì, prego, và Hermione, ci vediamo stasera". 
Quando la ragazza varcò la porta, Minerva osservò il quadro si Silente. 
"Oh, il morso pungente dell'amore..." disse Albus, sorridendo.
"Ho paura che non la prenderà molto bene..." sussurrò la MCGranitt, sbuffando.
"Tutto andrà per il meglio, Minerva" disse Silente.
"Tutto andrà per il meglio" gli fece eco la Preside. 


Durante la cena Hermione comunicò questa notizia a Ginny, che ne rimase sorpresa ed un po' amareggiata. 
"Vuoi dire che non finirai l'anno con me?" le chiese la rossa, con un sorriso malinconico.
"Se accetto temo di no, Ginny". 
"Questo se non ci deve nemmeno essere, Herm! Tu accetti e basta...è un'occasione imperdibile!" sbottò la rossa.
"Stasera ne parlerò coi professori..." disse Hermione "poi volevo anche scrivere ad Harry e Ron-" 
"E' da settimane che non rivolgi la parola a mia fratello, Herm!" 
"Lo so, lo so...e ci ho pensato: non voglio rovinare la nostra amicizia".
"Finalmente hai capito...quindi hai intenzione di scrivergli una lettera?" 
"Esatto, gli comunicherò questa notizia e gli chiederò scusa per il mio comportamento...spero solo che torneremo uniti come prima". 
"Ma certo, lui ti perdonerà sicuramente e ti chiederà scusa anche per il suo comportamento, che è stato esagerato!".
Hermione sorrise e tornò a mangiare il suo pollo arrosto e le patate: stava ancora pensando a Severus ed alla riunione di quella sera. Lui ci sarebbe stato ed Hermione aveva un brutto, anzi bruttissimo, presentimento. 
"Ginny io devo andare in sala insegnati, ci vediamo dopo!" disse la ragazza, schioccando un bacio sulla guancia all'amica.
"Ti aspetterò sveglia!" disse la rossa, mentre guardava la schiena di Hermione che si dirigeva a passo spedito verso il portone della Sala Grande. 
La giovane arrivò velocemente nell'aula e vide che era deserta, così si mise a sedere sulla prima sedia libera e sospirò. Picchiettò le dita sopra il tavolo e dopo poco sentì la porta aprirsi. 
Vide la sagoma di un uomo vestito di nero che entrava furtivamente nella stanza: lui si voltò e la vide. Severus...sempre e solo Severus. 
Si guardarono per qualche istante prima che lui interrompesse quel contatto e si mise a sedere.
“Buonasera, signorina Granger” disse poi l'uomo, con una voce strascicata, che Hermione avrebbe definito annoiata.
“Buonasera, professore”.
“Non pensavo che Minerva ti ritenesse così brillante da farti partecipare ad una riunione dei docenti” disse acido lui. 
“Questa riunione è stata fatta per parlare di un argomento che mi riguarda, signore” rispose lei, distaccata.
“Capisco, dirò comunque a Minerva di non interrompere più le mie serate per dialogare di argomenti così futili”. 
“Non sa nemmeno di cosa dobbiamo parlare, signore” disse la ragazza arrabbiata, “e sono sicura che non ci saranno altre occasioni per annoiarla con la mia presenza...”. 
Severus voleva urlarle che non aspettava altro che rivederla e che gli era mancata come l'aria, ma fece solo un cenno con il capo.
Minerva arrivò dopo meno di un minuto e trattenne un sorriso vedendo quei due che erano seduti da due parti diverse della stanza, ma si  cercava ogni secondo con lo sguardo.
"Bene, vedo che siete puntuali come sempre" disse la McGranitt, attirando l'attenzione dei due che balzarono sulla sedia. 
"Buonasera preside" disse la Granger sorridendo.
Severus fece un cenno di saluto verso Minerva e tornò a scrutare la stanza, sempre attento a non poggiare gli occhi sulla ragazza che gli stava difronte. Era molto curioso di sapere il motivo per cui Hermione fosse presente a quella noiosissima riunione dei docenti, ma cercò di non farlo vedere troppo.
"Dove sono gli altri, Minerva?" chiese Piton.
"Saranno qui a momenti" rispose lei tranquilla "sei curioso di sapere perché ti ho convocato e, in particolar modo, perché ho convocato Hermione?" concluse la preside sorridendo.
"Sono semplicemente curioso di sapere perché hai interrotto la mia serata" disse lui. 
"Oh, avevi un impegno Severus?" rispose Minerva.
"Avrei di certo trovato qualcosa di più utile da fare che stare qua" borbottò Piton di rimando.
Questo scambio di battute venne fermato dall'arrivo di altri docenti: la professoressa Sprite, la professoressa Vector, il professor Vitious, la professoressa Sinistra, il professor Ruf e il professor Lupin. 
"Buonasera a tutti" disse la McGranitt mentre tutti i professori si sedevano "vi sarete chiesti per quale motivo vi ho chiamati qui, stasera" 
Tutti annuirono e Lupin fece l'occhiolino ad Hermione che ricambiò con un sorriso. Severus fece una smorfia per nascondere la rabbia. 
"Dobbiamo parlare di un'occasione che è stata offerta alla signorina qui presente" disse guardando Hermione "prego, passatevi questa lettera e leggetela"
Minerva dette la lettera alla professoressa Sprite che a suo volta la passò al professor Vitious che le sedeva vicino.
"Per Merlino!" 
"Per Godric..."
"Oh, Morgana!" 
"Salazar che occasione!" 
Tutti i professori, leggendo la lettera, rimanevano stupiti. L'ultimo del giro fu Severus che bramava dalla voglia di scoprire il contenuto della lettera. La lesse più volte per capire bene cosa ci fosse scritto e poi deglutì. 
"Tre mesi..." sussurrò l'uomo esterrefatto. 
"Sì, Severus?" disse la McGranitt dolcemente.
"No, niente...niente, Minerva". 
Severus si sentiva strano: provava una tristezza immensa, oltre che un rimorso pazzesco, ma si sentiva anche soddisfatto di quella piccola strega cocciuta. 
"Abbiamo bisogno dell'approvazione di tutti voi" disse Minerva "io sono assolutamente favorevole". 
"Io anche, assolutamente sì!" squittì il professor Vitious.
"Certo, Hermione è una strega brillante e sono certa che darà un grande contributo" disse Pomona. 
"Se lo merita" disse la professoressa Vector sorridendo. 
"Una delle streghe più intelligenti che abbia mai frequentato Hogwarts!" disse il professor Ruf  "certo che sì!" 
"Favorevole" disse la professoressa Sinistra.
"Hermione è una strega con delle capacità straordinarie" disse Lupin "avrebbe preso ugualmente il massimo dei voti in tutte le materie". 
Hermione sorrise dolcemente a tutti i professori. 
"Quindi sei d'accordo, Remus?" chiese la McGranitt.
"Assolutamente" rispose lui.
"Perfetto manca solo Severus" disse Minerva un po' preoccupata.
Piton stava ancora osservando la lettera, come se fosse in un mondo a parte. 
"Severus..." ripeté la donna, ma l'uomo non rispose.
"Severus devi dirci la tua opinione" disse Lupin un po' più forte.
Piton sembrava essersi risvegliato e balzò sulla sedia. Non l'avevano mai visto così disorientato e perso, di solito era sempre troppo rigido e austero.
"Io...oh, ehm" balbettò Severus "la Granger è..." continuò lui "sì, va bene". 
Hermione lo guardò e sorrise, ma il mondo le cadde inesorabilmente addosso. Una parte di lei aveva sperato che lui dicesse di no, che ammettesse davanti a tutti ciò che provava per lei, ma sapeva perfettamente che Severus Piton non avrebbe mai e poi mai fatto una cosa del genere. 
Lei l'amava, ma questo ormai era più che ovvio. E lui lo sapeva, eppure stava lì, fermo, con quella dannata lettera in mano. Se solo si fosse alzato e l'avesse presa per mano lei si sarebbe fatta trascinare anche in capo al mondo. 
"Bene..." disse la McGranitt per interrompere quel silenzio imbarazzante "potete andare, è tutto". 
Tutti i professori, tranne Severus, si alzarono per salutare Hermione e farle i complimenti. 
"Lo sapevo che avresti fatto strada" le disse Lupin "bravissima, Hermione" concluse abbracciandola dolcemente.
Severus non lo guardava nemmeno, aveva sempre gli occhi puntati su quella lettera e la stanza ormai era così silenziosa che si sentivano solo i loro battiti del cuore: erano soli. 
"Cosa sta facendo, professore?" chiese lei, avvicinandosi all'uomo.
"Niente, Hermione" rispose lui. 
Da quando aveva ripreso a chiamarla per nome? Quell'uomo era così terribilmente lunatico!
"Le mancherò almeno un po'?" chiese lei, mordendosi la lingua per aver fatto una domanda così sciocca. 
Severus si voltò di scatto, stava per risponderle 'mi mancherai come l'aria, per Salazar', ma il suo cervello lo fermò appena in tempo per salvaguardare quel poco d'orgoglio che era rimasto.
"Sai già la risposta" disse semplicemente lui. 
"Ho bisogno di sentirmelo dire da lei".
"Non te lo dirò".
Hermione rise davanti a quell'uomo così testardo.
"E' una grande occasione, devi sfruttarla al meglio" continuò lui, non facendo caso alla risata della ragazza che aveva scaldato il suo petto.
"Lo so".
"Ti chiedo solo una cosa, Hermione" .
"Cosa?" 
"Anche se sarai distante chilometri e chilometri, anche se troverai la tua felicità altrove, se incontrerai l'amore della tua vita, non dimenticarti di me". 
Hermione rimase sorpresa d quelle parole, tanto che non riuscì più a trattenere le lacrime e singhiozzò. 
"Anche se volessi non riuscirei a farlo" 
E se ne andò, lasciando l'uomo seduto sulla sedia e la lettera bagnata da una lacrima. 

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Capitolo 23
*** Solo per tre mesi ***


Ce l'ho fatta ragazzi! Sono riuscita ad aggiornare presto, quindi vi lascio a questo capitolo.
Non mi tirate pomodori o verdure di ogni tipo, vi prego...ho paurissima per questo capitolo e spero di non aver rischiato troppo. 
Spero che apprezzerete...*va a nascondersi sotto il letto* :(


Di uomini sconvolti, Minerva McGranitt, ne aveva visti parecchi. Alla sua veneranda età poteva dire per certo di averne visti abbastanza per più di una sola vita. Aveva affrontato due guerre magiche, aveva consolato moltissime persone ed era stata l'insegnante di altrettante, ma durante tutto il suo percorso non le era mai capitato di trovarsi difronte una situazione simile.
L'uomo che si trovava seduto davanti a lei non era esageratamente triste e neppure sconvolto. Sembrava quasi assente, i suoi occhi vagavano per la stanza e la sua espressione era più neutra del solito. Severus Piton non era certo una persona che faceva capire le sue emozioni, ma in quel caso si poteva facilmente intuire che qualcosa lo turbava, ed anche molto.
“Severus, vuoi dirmi qualcosa?” chiese dolcemente la preside.
Lo sguardo di Severus si spostò dalla finestra fino alla libreria che una volta era appartenuta a Silente, poi i suoi occhi si fermarono sulla donna che gli sorrise materna.
“Se ne va” fu l'unica cosa che riuscì a dire, in mezzo a tutti quei pensieri che aveva nella testa.
Anche se Severus non aveva detto il soggetto, Minerva sapeva benissimo a chi si riferiva.
“Sì, Severus, se ne va, ma solo per tre mesi”
“Mi dispiace Minerva, ti ho messo in una situazione pessima..."
“Non dire sciocchezze, Severus! I sentimenti non possono essere controllati, io lo so bene...”
“Non voglio perderla, non voglio fare lo stesso errore per la seconda volta”
“Parlale, Severus...non devi perderla se non è quello che vuoi”
“Lei deve partire, è l'occasione più grande che abbia mai avuto!”
“Sì, certo, ma lei tornerà”
“Sarà troppo tardi, Minerva, è sempre stato troppo tardi...”
“Sei innamorato, Severus?” chiesa la donna a bruciapelo.
Piton si alzò dalla sedia e rimase zitto per qualche secondo, forse anche qualche minuto.
“Nella mia vita c'era stata solo Lily. Mi ricordo ancora le lunghe passeggiate che facevamo nei giardinetti o i pomeriggi passati a parlare dei Dissennatori. Ho amato Lily come una sorella, ma la desideravo ogni giorno di più. Era strano, un'amore terribilmente sbagliato. Entrambi abbiamo fatto le nostre scelte. Io sono diventato un Mangiamorte ed ho sperimentato magie che non avevo sognato neanche nei miei pensieri più vivaci. Me ne sono pentito, Minerva. Quando Lily è morta il mondo mi è caduto inesorabilmente addosso. Era colpa mia. Sono andato da Silente e da quel giorno ho fatto di tutto per proteggere Potter, per ripulirmi la coscienza e per non vivere più con il senso di colpa. Tutto sembrava andare secondo il piano, la battaglia finale si stava avvicinando, quando il Signore Oscuro mi chiamò nella Stamberga Strillante. Non sapevo cosa volesse. Sono andato e quando ho realizzato che aveva intenzione di uccidermi ho capito che il grande piano di Albus non aveva funzionato: io non potevo dare a Potter l'informazione più importante. Per fortuna il ragazzo era lì e gli ho consegnato i ricordi. Poi è stato solo buio.”
Minerva stava singhiozzando e le lacrime scendevano copiose dai suoi occhi. Severus non voleva guardarla e teneva lo sguardo fisso in un punto sul pavimento.
“Dopo che Nagini mi ha attaccato sono svenuto per diverse ore. La prima cosa che ho visto non appena i miei occhi si sono aperti è stato il suo volto: aveva dei tagli, era sporca, evidentemente stanca e preoccupata, ma nonostante ciò credo di non aver mai visto niente di più puro. Abbiamo passato quella notte insieme, addolorati e tremendamente soli. Mi ha curato, Minerva, e non solo a livello fisico. Mi ha curato dai mali che avevo dentro, dalla striscia di sangue che mi portavo dietro, dalle scelte sbagliate e dalle parole non dette. E non se n'è neanche accorta. Non si è accorta di quanta purezza riusciva a trasmettere agli altri, di quanta voglia di vivere mi ha dato ogni giorno.
Quando Hermione è tornata nella mia classe, a settembre, non sapevo cosa aspettarmi da me stesso. Non sapevo come avrei reagito nel rivedere i suoi occhi ambrati ed il suo sorriso luminoso. Ci ho provato, Minerva, credimi. Ho provato a resistere, ho provato a negare tutto, ho provato persino ad ignorarla completamente. Ma non ce l'ho fatta. Sono caduto ai suoi piedi da più tempo di quanto mi piace ammettere. Adesso capisci Minerva? Lei non è come Lily e non lo sarà mai! Lei mi accetta per come sono, con i miei mille difetti, il mio sarcasmo e il mio essere così nullo in confronto a lei!
Perché ammettiamolo, cosa sono io in confronto a così tanta bellezza, intelligenza, gioventù e coraggio? Zero, Minerva. Però lei voleva me anche quando le dicevo che non avevo più intenzione di vederla, anche quando le sbattevo la porta in faccia, anche quando la insultavo e quando giocavo con i suoi sentimenti! Pensavo che fosse una stupida, pensavo che una ragazza normale se ne sarebbe già andata, sarebbe fuggita per sempre da uno come me. Ho capito perché è sempre rimasta solo quando mi sono accorto che, per lei, sarei sempre rimasto anche io.”

Disse tutto questo con la voce tremolante e lo sguardo ancora puntato sulle mattonelle.
“Quindi sì Minerva, sono innamorato di lei” sentenziò infine l'uomo.

La donna aveva il viso rigato dalle lacrime e una mano sopra la bocca. Guardava Severus negli occhi e nel suo volto non si leggeva né pietà né arrabbiatura, ma solo comprensione.
“Meriti di essere felice più di chiunque altro, Severus, e sono contenta che l'amore abbia bussato alla tua porta”
Severus non rispose, si limitò a girare di nuovo lo sguardo verso la finestra.
“Sono patetico...”
“Non dire sciocchezze,Severus” disse Minerva “adesso devi solo provarci”
“E' troppo tardi”
La donna lo guardò ed ammiccò un sorriso.
Non è mai troppo tardi, mio caro ragazzo” disse Albus Silente dal suo quadro, togliendo le parole dalla bocca di Minerva.



****

 

 

Nel frattempo Hermione era sola nel suo dormitorio con davanti due valige piene di vestiti e libri. Le guardava da almeno mezz'ora mentre nei suoi pensieri c'era una sola persona. Ammirava il lungo vestito smeraldo e si ricordò della notte del loro primo bacio, sulla torre di Astronomia. Scrutò i vari libri presenti nel suo baule e prese il manuale di pozioni. Lo aprì e vide gli appunti che aveva preso in ogni pagina, i piccoli disegni che faceva in classe ai lati dei fogli e le parti evidenziati. Osservò la spiegazione dell'Amortentia e si ricordò di quel giorno in cui annusò la pozione e percepì il profumo di lui insieme alla pergamena ed all'erba bagnata. Muschio. Quella dolce fragranza che la faceva sempre voltare ogni volta che la sentiva, perché si immaginava di trovarsi dietro lui, con il suo ghigno beffardo e il suo sguardo intenso.
Si accorse di essersi innamorata di lui quando avrebbe sacrificato tutto pur di stare almeno qualche minuto tra le sue braccia. Ma era un'amore sbagliato e Severus se n'era accorto. Lui non voleva rischiare, lui non le aveva mai dimostrato di essere innamorato di lei. Hermione non voleva fare un salto nel buio e non voleva perdere l'occasione più importante della sua vita. Sarebbe andata avanti, avrebbe incontrato nuove persone e chissà, forse anche l'amore della sua vita. Un amore ricambiato.
Osservò per un attimo le due lettere che erano sul letto: Harry e Ron avevano risposto al suo gufo proprio quella mattina. Harry era entusiasta per quella occasione e Ron...beh, Ron l'aveva perdonata e le aveva detto che si era pentito del suo comportamento. Stava frequentando un'altra, una ragazza babbana che faceva la giornalista per una rivista locale. Era felice ed Hermione lo era per lui.
“Vuoi una mano?”
I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce della sua migliore amica, Ginny Weasley.
“Sì, grazie Ginny”
Le due ragazza misero a posto tutto e chiusero i due bauli strapieni di roba.
“Mi mancherai tantissimo” disse la rossa ad Hermione
“Anche tu, Ginny...ti voglio bene” rispose la ragazza abbracciandola.
“Devi scrivermi ogni santo giorno, Herm! Devi tenermi aggiornata e io ti dirò tutto quello che succede qui ad Hogwarts! Questi mesi passeranno velocemente e poi staremo insieme per una settimana intera, 24 ore su 24, per recuperare il tempo!”
Una lacrima, seguita da molte altre, invasero il viso di Hermione.
“Sei unica, Ginny”
In quell'istante Hermione realizzò che doveva confessare alla sua migliore amica ciò che provava per Severus. Se lo meritava: lei c'era sempre stata, in ogni istante bello o brutto e doveva sapere il grande segreto che teneva nascosto a tutti.
“Ginny, prima di andarmene devo parlarti di una cosa” disse la ragazza togliendosi dalla stretta dell'amica, che annuì convinta.
“Mi devi promettere che non ne parlerai con nessuno, nemmeno con Harry e Ron, per il momento” disse la ragazza.
“Certo, hai la mia parola”
“Ecco, vedi...” iniziò Hermione, non sapendo bene quali parole scegliere “io sono innamorata” concluse frettolosamente.
“Questo l'avevo capito da un bel po', Herm”
“Eh, si...però, Ginny promettimi che non mi giudicherai e non ti arrabbierai con me!”
“Sono o non sono la tua migliore amica? Non ti giudicherei mai!”
“Sono innamorata di Severus” disse quella frase con una velocità allarmante, e si mise le mani sugli occhi, quasi per prepararsi alla risata dell'amica.
“Beh è un nome carino ma io-” Ginny si bloccò e sgranò gli occhi “quel Severus?"
“Piton, sì” disse dopo qualche secondo Hermione, con la voce più sicura che riuscì ad utilizzare.
Ginny si alzò dal letto e camminò per la stanza avanti e indietro.
“Raccontami tutto”
Hermione iniziò a parlarle della loro storia e di tutti i particolari, anche quelli più imbarazzanti.
“Lui è innamorato di te, questo è ovvio” sentenziò Ginny alla fine.
“Non me l'ha mai detto!”
“Te l'ha dimostrato, Herm” rispose la rossa pacatamente.
“Io..ehm, non sono sicura di ciò che senta lui per me”
“Chiediglielo!”
“Non posso, Ginny! Adesso io parto e se mi dicesse che prova qualcosa per me non ce la farei ad affrontare un viaggio di tre mesi sapendo che lui è dall'altra parte del mondo!”
“Allora parlagli non appena torni da quello stramaledetto viaggio, ma secondo me faresti meglio a chiarire subito le cose!”
“Mi aspetterà?”
“Non lo so, Herm...non vorrei darti false speranze: se tu parti lasciandolo senza neanche una parola è probabile che quando torni non ti degnerà nemmeno di uno sguardo”
“Gli parlerò allora, subito!” disse la ragazza dopo essersi alzata dal letto.
“Vai, Herm...sarà nel suo ufficio!” disse la rossa “E ricordati: io ci sono sempre, qualunque cosa accada”.
Hermione fece un sorriso e se ne andò dalla torre di Grifondoro a grandi falcate, percorse un lungo corridoio e scese le scale che l'avrebbero condotta nei sotterranei. Con il fiatone ed i capelli vaporosi arrivò alla sua porta e bussò due volte. Nessuno rispose, poi Hermione vide un foglietto attaccato al legno. 'Per gli studenti della mia Casa: se desiderate parlarmi urgentemente sono nell'ufficio della preside a bere del succo di zucca”.
Hermione non capì bene l'ultima parte del foglietto fino a che non si ritrovò davanti ai due gargoyle di pietra che le chiesero la parola d'ordine.
“Ehm...succo di zucca?” disse lei titubante.
“Prego, signorina” disse la statua facendo apparire una scalinata a chiocciola.
Quando entrò nell'ufficio della McGranitt era in condizioni pessim e si ritrovò imbarazzata davanti la preside e Piton presi da una conversazione. Quando Severus la vide balzò in piedi, mentre la McGranitt tossì.
“Ehm, buonasera professori...” disse Hermione piano “io in realtà volevo chiedere una cosa al professor Piton, ma sono andata nel suo ufficio...però...beh c'era il foglietto alla porta...quindi io...adesso sono qua”.
“Io devo proprio andare a parlare con la professoressa Sprout della coltivazione di Mandragole” disse la preside, alzandosi dalla sedia “arrivederci Hermione”.
Quando furono soli, Hermione e Severus si guardarono per un po'.
“Devo parlarti” iniziò lei.
“L'avevo capito”
“Come sai io partirò tra pochi giorni e non voglio avere nessun rimorso o rimpianto. Sai ciò che provo per te, sai che ho fatto di tutto per noi e che lo rifarei, ma adesso devo sapere cosa provi tu per me Severus. Non posso andarmene e pensare di rifarmi una vita sapendo che tu ricambi i miei sentimenti. Se invece non sei interessato a stare con me, se tutto quello che abbiamo condiviso è stato solo un errore madornale, ti prego di dirmelo adesso”.

Lui la guardò e deglutì.
“Sai che non penso che sia stato un errore” disse lui.

Severus non sapeva veramente cosa fare; aveva paura che dicendole che l'amava avrebbe impedito che lei partisse e non voleva assolutamente che lei rinunciasse a quella occasione per lui.
“Io non ti merito, Hermione, non ti meriterò mai...”continuò l'uomo.
“Io, però, voglio te, Seveurs”
“Potresti avere un uomo molto più giovane, un uomo giusto per te e con meno problemi alle spalle”
“Tu sei l'uomo giusto per me, Severus!” sbottò la ragazza.
“Perché dici questo?” chiese lui, con la voce rotta.
“Perché tu mi hai fatto capire cosa realmente volesse dire essere innamorati di qualcuno, i sacrifici che bisogna fare in amore e la gioia che un semplice gesto possa darti"
“Tu partirai Hermione e se quando tornerai mi vorrai ancora io sarò qua” disse Severus “è una promessa”.
“Mi aspetterai per così tanto tempo?” chiese lei con la voce rotta, alzando la testa e guardandolo nei suoi pozzi neri.
“Ti aspetterei per una vita intera” rispose lui, immergendosi nei suoi occhi ambrati. 

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Capitolo 24
*** Avevo bisogno di te! ***


Ciao a tutte carissime! Scusate il ritardo, ma sono in vacanza ed internet non prende quasi mai...questo capitolo è pronto da un bel po', ma dato che non l'ho potuto rileggere bene mi scuso in anticipo se ci fossero degli errori di battitura. Vi informo che la storia sta per finire(*piange in un angolino)...spero che il capitolo vi piaccia e spero anche di aggiornare il prima possibile. Buone vacanze a tutte! :D
-Cami :P

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La mattina della partenza arrivò troppo velocemente sia per Hermione che per Severus.
Non si erano più ritrovati soli, ma i loro sguardi si incrociavano sempre in Sala Grande ed a lezione. Era rassicurante per entrambi sapere che l'altro c'era.
Adesso però Hermione sarebbe stata per tre mesi in America e Severus non sapeva davvero come avrebbe reagito trovandosi senza di lei per così tanto tempo. Non avrebbe sentito la sua risata per più di 90 giorni! E chi poteva sapere se quando fosse tornata non avrebbe preso una scelta completamente diversa da quella che gli aveva promesso? Chi poteva dire che non avrebbe incontrato un ragazzo e se ne sarebbe innamorata? Nessuno sano di mente. Hermione era sveglia, intelligente e brillante e Severus era sicuro che avrebbe avuto il seguito di ammiratori anche in un altro continente.
Mentre il professore rimetteva a posto le carte ed i foglietti vari che erano sulla sua scrivania non poteva fare a meno di pensare che un altro uomo avrebbe preso le sue valigie e sarebbe partito con la persona che amava, ma lui no. E non perché non era convinto dei suoi sentimenti e nemmeno perché non voleva sacrificarsi per lei. Il fatto era che voleva lasciarle tempo per pensare a cosa fosse meglio per la sua vita, a cosa volesse per il suo futuro. Severus era un uomo complicato, estremamente chiuso, sarcastico e burbero: forse Hermione si sarebbe resa conto che non desiderava passare il resto della sua vita con lui.
Tutte quelle incertezze lo facevano sentire ancora più patetico. Solitamente non gli era importato niente del suo futuro, ciò che vedeva era solo sangue e tristezza, ma adesso che Hermione era entrata nella sua vita come un fulmine a ciel sereno non poteva fare a meno di pensare al fantastico futuro che si prospettava davanti a lui.
L'orologio che era sulla mensola del suo ufficio suonò le otto di mattina: mancava solo un'ora alla partenza di Hermione. Lasciò le carte sul tavolo di legno, indossò la sua veste e si precipitò in Sala Grande dove sapeva che Hermione sarebbe passata prima della sua partenza.
Quando arrivò a destinazione si stupì nel trovarsi davanti così tante persone: studenti di ogni età, professori ed anche alcuni membri dell'Ordine.
Da lontano vide anche Potter e Weasley stretti in un abbraccio imbarazzante ad Hermione.

Da quanto la ragazza ha fatto pace con Rosso Malpelo? pensò Severus tra sé e sé, lanciando un occhiataccia ai due. Ginevra Weasley era un po' in disparte, evidentemente triste per la partenza della sua migliore amica.
Quando il professore passò vicino al Golden Trio alzò un sopracciglio e ghignò.
“Potrei vomitare” disse, con il pizzico di sarcasmo che contraddistingueva la sua voce.
“Professore! Che piacere vederla, è venuto per salutare Hermione?” chiese Harry tranquillamente, tenendo il braccio sempre dietro alla spalla di Hermione, che sorrideva a Severus.
Se questa dannata ragazza continua a sorridermi mando tutto al diavolo in questo istante, pensò l'uomo.
“Potter, io sarei venuto in Sala Grande per godermi la mia colazione, ma vedo che ciò è impossibile con la tua presenza!” mentì Severus.
“Professore, Hermione parte per tre mesi, non potevo proprio non salutarla!” replicò il Ragazzo-Che-E'-Sopravvissuto.
Non ricordarmi anche tu che Hermione parte, te ne prego!
Non mi interessa il motivo della tua presenza, Potter! Mi interessa solo che non mi assilli con le tue domande!” rispose lui.
“Oh, Severus suvvia! Gli amici di Hermione hanno fatto bene a venire qua per salutarla, dopo tutto parte per tre mesi....” intervenne la McGranitt, con un sorrisetto innocente.
Ci mancava solo la vecchia megera! pensò Severus, guardando la donna in cagnesco.
“Si, ho capito, ho capito...” sbuffò l'uomo, irritato. Si lasciò alle spalle quei Grifondoro e proseguì verso il tavolo degli insegnanti.
Prese il suo solito caffé nero ed amaro, ma quandò cercò di asciugarsi i bordi della bocca con il fazzolettino si rese conto che sopra c'era un appunto scritto con il lapis.
“8.45, Torre di Astronomia.”
Come poteva non riconoscere quella calligrafia? Aveva passato sette anni della sua vita a correggere i suoi temi sempre troppo lunghi rispetto a quanto lui desiderasse.
L'uomo alzò gli occhi e cercò Hermione con lo sguardo. Era stretta in un abbraccio a Remus e lui le stava sussurrando qualcosa nell'orecchio. Severus si sentì ribollire dalla rabbia, tanto che la Sprout gli chiese se fosse successo qualcosa.
Hermione si voltò pochi secondi dopo verso il professore ed ammiccò un sorriso, che non venne ricambiato. Poi, alle 8.45 in punto, la ragazza disse che aveva lasciato una cosa importante nel dormitorio e che sarebbe tornata subito, mentre Severus si limitò ad alzarsi e uscire dalla Sala Grande furtivamente, senza dare spiegazioni a nessuno.
Entrambi, però, non sapevano che Harry Potter li stava guardando da almeno 15 minuti.


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Quando Severus entrò nella Torre di Astronomia fece un sorriso fugace. Quel posto era pieno di ricordi. Il più brutto della sua vita, ed il più bello. L'assassinio di Silente ed il primo bacio con Hermione. Due cose così contrastanti che Severus si sorprese di come quel luogo fosse riuscito ad ospitarle entrambe. Perso nei suoi pensieri quasi non si rese conto dell'arrivo di Hermione, che si affiancò a lui ammirando il paesaggio mozzafiato che circondava la scuola.
“Ciao” disse lei, facendo uno dei suoi soliti sorrisi.
Lui non rispose, si limitò a fare un cenno nella sua direzione. Stettero in silenzio per vari secondi, fino a che l'uomo interruppe quello stato di quiete.
“Cosa voleva il lupo?” chiese, voltandosi verso di lei.
“Non lo chiamare così, Severus!” sbottò lei, indignata.
“Non capisco perché lo difendi”.
“E' mio amico!”
Severus sbuffò contrariato.
“E' tutta una cazzata, Hermione”.
“Severus! Ma cosa ti prende?!”
“Voglio solo sapere cosa voleva Lupin”.
“Mi ha semplicemente detto di essere felice e se questo significa stare con te non si opporrà!”.
“Certo! Noi avevamo proprio bisogno della sua benedizione...”
“Dai, Sev, è stato carino da parte sua...”
“Sì, certo...”mormorò lui “perché mi volevi vedere?” concluse a bruciapelo.
“Oh, ehm, io in realtà...” balbettò lei imbarazzata.
Lui alzò un sopracciglio in risposa.
“Oh, ma chi voglio prendere in giro? Avevo bisogno di te!”
Severus ghignò e si avvicinò al volto della ragazza.
“Sei una Grifondoro fin troppo testarda, Hermione Jane Granger!”
“E tu sei un Serpeverde fin troppo-”
Severus la baciò delicatamente sulla labbra prima che potesse terminare la frase. Un calore lo avvolse e lui si fece cullare da quella sensazione.
“Mi mancavano le tue labbra” sussurrò lei, con le gote imporporate.
Lui la prese in collo e lei agganciò le sue gambe intorno alla vita dell'uomo: formavano un intreccio perfetto.
“Mi raccomando, ragazzina, comportati per bene!” disse lui, per poi morderle il labbro inferiore.
“Sennò cosa mi fai?” rispose lei, sorridendo.
“Cosa ti faccio?! Adesso lo vedrai!” disse l'uomo, iniziando a farle il solletico sulla pancia.
La ragazza iniziò a ridere e lui si beò di quella sensazione così familiare.
Era proprio bella Hermione. Con i suoi occhi ambrati, il suo nasino all'insù e il suo sorriso splendente...si sentiva accecato da tutta la bellezza che emanava quella creatura.
“Sev smettila mi fa male la pancia!” disse la ragazza, mentre gesticolava per liberarsi dal solletico.
“Così impari, ragazzina!” rispose lui, fermando le mani di Hermione tra le sue.
SI guardarono per qualche istante e poi lei iniziò a ridere. Una risata pura, una risata folgorante, capace di coinvolgere chiunque. Severus fece un sorriso vero, per dimostrarle quanto i suoi sentimenti per lei fossero reali.
Quella scena così quotidiana stupì molto Severus, che si ritrovò a pensare che voleva vedere quel sorriso ogni giorno della sua vita. Voleva vederlo quando tornava a casa da lavoro, mentre lei era seduta sulla poltrona e mezza addormentata. Voleva vederlo la mattina, quando i suoi lineamenti erano colpiti dalle prime luci dell'alba. Voleva vederlo la notte, quando lei era abbracciata a lui, cullata da quell'amore impossibile che però non era mai sembrato più vero che in quel momento.
E poi...poi non servirono più parole.


----

 

 


Hermione è partita. Hermione è partita. Hermione è partita.
Questo era la frase che si ripeteva Severus mentre camminava verso il suo ufficio.
Non riusciva quasi a realizzare che non l'avrebbe vista per tre mesi. Era agitato, preoccupato, ansioso ed anche impaurito per la prima volta nella sua vita

Quando Severus girò l'angolo si trovò davanti due occhi verdi smeraldo.
Cosa diamine ci fa Potter davanti al mio ufficio?
“Professor Piton” disse il Prescelto, facendo un breve inchino di cortesia.
“Potter, perché invadi il mio spazio personale?” rispose lui in cagnesco.
“Professore, potrei rubarle solo qualche minuto?”disse il ragazzo, sorridendo.
“No” disse lui secco, arrivando alla porta.
“E' importante. Riguarda Hermione” rispose lui, scrutando la reazione dell'uomo.
“Entra” disse Severus cupo “ti lascio solo cinque minuti”.
“Me li farò bastare” rispose lui, entrando nella stanza.
Riguardava Hermione? Potter aveva capito qualcosa?

“Professore, cercherò di essere breve” iniziò Harry, sedendosi “secondo me, tra lei ed Hermione c'è qualcosa”.
Severus impallidì. Dannato di un Potter!
“La signorina Granger è una mia allieva, Potter” rispose il professore, deciso.
“Ne sono consapevole, ma... come si dice? Al cuor non si comanda”.
“Non so di cosa tu stia parlando, Potter. E mi chiedo come i pochi neuroni che possiedi siano arrivati ad una conclusione simile”
“Beh, professore, certe cosa si notano. Non sono mai stato una cima nella sua materia, come d'altronde nelle altre, ma ci sono sguardi che non possono essere fraintesi. Mi spiego meglio: già durante l'uscita ad Hogsmeade avevo notato che c'era qualcosa di strano, quando Hermione ha lasciato Dean i miei sospetti sono aumentati, ma è stato stamattina che ho avuto la prova finale. Quando lei è entrato in Sala Grande non staccava gli occhi da Hermione, nemmeno quando era seduto al tavolo degli insegnati; poi ho notato la sua espressione quando Remus l'ha abbracciata: era impossibile non capire che qualcosa bolliva nel calderone. E' stato quando siete usciti nello stesso momento dalla Sala, però, che non ho avuto più dubbi” disse il ragazzo, pacatamente.
Severus aveva ascoltato tutto con il volto impassibile. Dannato Potter, dannatissimo Potter!
“Potter, come investigatore non convinci nessuno” disse lui, serio.
Harry sorrise.
“Non voglio che lei mi confessi cosa prova per Hermione” proseguì lui “però, se non vuole farlo sapere in giro, deve sembrare meno innamorato in pubblico”.
“Potter, non sono innamorato della Granger” sentenziò l'uomo.
Sono sono completamente pazzo di lei!
“Professore, io so per certo che lei può amare e le ricordo anche che conosco Hermione come le mie tasche! Lei non mi ha detto niente, ma i sentimenti si leggono negli occhi” disse lui, sorridendo.
“Potter, vedo che si è dato alle frasi ad affetto. Cos'è, all'addestramento degli Auror vi fanno studiare le poesie contemporanee?” ghignò Severus.
“Professore, si goda l'amore di Hermione e magari si addolcirà anche lei, un giorno” rispose Harry, tranquillo.
Piton deglutì.
“Potter, guardami negli occhi perché questa cosa te la dirò solo una volta” disse Severus serio “Non voglio che tu ti intrometta tra me ed Hermione, intesi?”
“Quindi sta confessando! Lei ed Hermione-” disse Harry, prima di essere interrotto.
“POTTER!” urlò Severus, arrabbiato.
“Eh va bene, intesi...” rispose il ragazzo, piano.
“Adesso vattene, i cinque minuti a tua disposizione sono scaduti da un pezzo” disse Severus.
“No, ma professore, io volevo chiederle-”
“POTTER! FUORI, ADESSO!” gridò ancora una volta l'uomo, felice di come il suo tono austero facesse paura agli ex-allievi.
“Arrivederci, professore” disse Harry, uscendo dalla porta senza ricevere una risposta.
“Hermione i tuoi amici non mi sono mai piaciuti...” mormorò Severus una volta solo, guardando il soffitto del suo ufficio.
 

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