Chiamami Velocista di Heyale (/viewuser.php?uid=491600)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'affiderò a Minho! ***
Capitolo 2: *** Ripeto, preferisco i Dolenti. ***
Capitolo 3: *** Solo Kath. ***
Capitolo 4: *** Oh, vaffancaspio. ***
Capitolo 5: *** Tutta colpa di Thomas e Kath. ***
Capitolo 6: *** Sei impossibile. ***
Capitolo 7: *** Buonanotte, Velocista. ***
Capitolo 8: *** Da Minho, per i Dolenti, con amore. ***
Capitolo 9: *** Sta cercando di offendermi? ***
Capitolo 10: *** Non è giusto. ***
Capitolo 11: *** Chiamami Velocista ***
Capitolo 1 *** L'affiderò a Minho! ***
Chiamami Velocista
CAPITOLO UNO
Nome: Minho.
Cognome: ricordarselo sarebbe chiedere troppo.
Età: probabilmente diciassette, prossimo ai diciotto.
Professione: Velocista.
Stato: incastrato nella Radura da quasi tre caspio di anni.
Bene, farmi delle domande da solo mi fa sembrare più matto di
quanto io sia in realtà. Sono decisamente incaspiato, nemmeno
una doccia fredda mi farebbe tornare il senno che ho perso correndo tra
le mura di questo inferno. Sono sicuro, a questo punto, che un'uscita
non ci sia. Né dal Labirinto, né dalla malinconia che
affligge tutti i Radurai.
Le gambe scattano senza che io debba fare nulla, ormai conosco ogni
scanso del Labirinto, curioso di scoprire chi sarà il Fagio di
questo mese. Anche se, ormai, le speranze di qualche novità sono
distanti anni luce. Nemmeno Alby, con le sue parole profonde da capo,
riuscirebbe a tirar su il morale a qualcuno. Tre anni che siamo
rinchiusi, e tre anni che facciamo sempre le stesse, identiche,
ripetitive, monotone, cose. Tranne qualche puntura di Dolente qua e
là, s'intende.
Stamattina sono entrato da solo nel Labirinto, forse ne avevo bisogno
di non sentirmi esplodere le orecchie con i commenti senza senso di
Thomas e Newt, dato che spesso insistono per venire a mappare il
Labirinto con me, e purtroppo non sempre riesco a far loro cambiare
idea. Non mi dispiacerebbe nemmeno se un Dolente mi pungesse seduta
stante, l'importante è che qualcosa cambi. Deve cambiare.
"Minho, dove caspio eri?!" l'irritante voce di Newt mi accoglie nella Radura, mentre mi dà una pacca sulla spalla.
"Stavo pranzando con Gally e i Dolenti, scusa il ritardo" gli faccio una smorfia. "Che succede?"
"La Scatola!"
"Sì, era previsto che si aprisse. No, pive?"
"Sei veramente un fottuto testa di caspio, Minho, questo lo sapevamo tutti! Ma non c'è il solito Fagio."
Lo guardo torvo, abbastanza curioso nel sentire cos'ha da dire: "Mi spiegheresti il motivo di questa tua affermazione, Newt?"
"Va' a vedere con i tuoi occhi a mandorla, pive" sbuffa, allontanandosi da me.
Quanto odio quando Newt si comporta da ragazzina mestruata, è insopportabile. Quasi più insopportabile di Gally.
Corro in direzione della Scatola, trovando tutti ammassati intorno a
quello che dev'essere il nuovo Fagio. Peccato che io non veda
un'emerita cippa.
"Allontanatevi, teste di caspio!" grida Alby, facendoci indietreggiare, aiutando il novellino a salire, e finalmente lo vediamo.
Oh no, non può essere. Dopo Teresa, non può esserci un'altra femmina. Dio, fa che stia sognando.
Anche se, a quanto vedo, la persona che è appena svenuta ai
piedi di Alby è fornita di una lunga chioma scura e il viso
alquanto lentigginoso. Quindi sì, a mio malgrado, è una
ragazza.
Teresa è sotto la custodia di Thomas, quindi voglio vedere a chi
appiopperanno questa qui, invece. Semplicemente si stava tanto bene
solo tra noi ragazzi, vorrei sapere perché ora ci devono essere
anche due ragazze a mettere casino.
"Hai visto, pive?" mi domanda Newt, dandomi una spallata.
"Non è affar mio" brontolo in tutta risposta, facendo per allontanarmi.
"Dovrebbe interessarti, invece" ridacchia il biondino, venendomi vicino. "Alby non è del tuo stesso avviso, Minho."
"Che vuoi dire?" lo guardo interrogativo, e lui risponde con un ghigno, come al solito.
Newt è il mio migliore amico, certo, ma non nascondo che a volte vorrei picchiarlo a sangue.
"Ascoltatemi tutti!" grida Alby, e noi siamo costretti a zittirci. "E'
chiaro che può essere un problema un'altra ragazza, ma la Radura
va avanti, deve andare tutto come il solito, perciò
affiderò questa ragazza a uno dei Radurai più fidati!"
"Ora viene il bello" mormora Newt, spingendomi in avanti. "Sta' un po' a sentire."
"Dimmi di no" guardo Newt speranzoso, ma ormai ho già capito. Non ho più scampo.
"L'affiderò a Minho!" conclude Alby a gran voce, mentre tutti
gli altri si girano verso di me. Ecco, devo starmene zitto. Io lo so
che ogni volta che penso qualcosa poi si avvera!
"Grandioso, Alby, ma io ho un Labirinto da mappare" sbotto, portando le mani ai fianchi.
"Nomineremo un vice-Intendente, Minho, ma sarai tu ad occuparti di lei.
Per il momento starà con i Medicali, e quando si
riprenderà sarà sotto la tua custodia."
"Evviva" mormoro, sarcastico, mentre i Medicali traportano la ragazza fino al Casolare.
Ho mai detto di odiarti, Alby?
Sarebbe una sera come le altre se
poche ore fa non mi fosse stato comunicato il peggio del peggio. Cosa
posso fare per una ragazza, io? Di sicuro non posso portarla nel
Labirinto, ma io per primo non posso evitare di andarci. Magari posso
scaricarla a qualcuno come Newt, magari mi aiuterà senza fare
troppe storie. Ma, a conti fatti, Newt fa solo storie, quindi penso che
dovrò tenermi la piaga. E non si scappa.
"Minho!" Thomas mi raggiunge di corsa, dandomi una pacca sulla spalla. "Mi hanno mandato a dirti che si è svegliata."
"Che gioia. L'andrò a
prendere domattina, penso. Se ne avrò voglia" faccio una breve
smorfia, passando in rassegna i volti dei Radurai attorno a me. Il
fuoco sta scoppiettando allegro al centro della Radura, come a voler
festeggiare l'arrivo della nuova arrivata.
Ma io non ci trovo nulla di divertente.
"Dovrai almeno far finta di essere meno bastardo di quanto tu sia, cacchio" sbotta Thomas, sedendosi di fianco a me.
"Un Dolente sarebbe stato
più gentile di te. Persino quando ha tentato di ammazzarmi" lo
guardo male, tornando a fissare dritto davanti a me. "Tommy, mi conosci,
non voglio pesi sulle spalle."
"Guarda che hai solo una cintura e uno zaino" ridacchia, dandomi una spallata. Ah ah, simpaticone.
"Zittati, folletto gioioso" lo prendo in giro, alzandomi per raggiungere il Casolare.
Look at me, shank!
Doveva essere una One Shot, e poi il seguito della One Shot che ho già pubblicato.
Ma alla fine è una storia per una persona che adoro, e che le regalerò il sei febbraio.
Quindi, spero vi piaccia, ci metto tutta la comicità possibile in quella testa incaspiata di Minho :)
Love ya!
Ale xx
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Capitolo 2 *** Ripeto, preferisco i Dolenti. ***
Chiamami Velocista cap.2
CAPITOLO DUE
"Allora, è tanto terribile come pensavi?" Thomas mi raggiunge
davanti alla porta Occidentale, saltellando come una capretta sui monti.
"Solo perché tu fai quella roba voodoo con Teresa, e solo
perché tu muori dalla voglia di vederla anche se sei inseguito
da un caspio di Dolente, non vuol dire che io voglia conoscere il mio
incarico. Ti è chiaro, pive?" porto la mano sulla schiena,
congiungendola con l'altra. I muscoli della schiena tirano, oggi non ho
particolarmente voglia di correre.
"Sei un piccolo ometto pieno di cinismo, Minho" ridacchia Newt, raggiungendoci. Ed ecco che arriva mister commenti sarcastici.
"Parla per te, per lo meno io i bicipiti li ho" gli faccio una smorfia, indicandomi il braccio.
"Sì, ma io ho cervello, in compenso. Che a te manca del tutto."
"Quanta simpatia, Newt" brontolo, scaldando leggermente le caviglie.
Sentiamo le porte aprirsi con il solito boato. "Ci siete, branco di
signorine? Pronti a partire tra tre, due, uno..."
Scatto in avanti, ma qualcuno mi strattona il braccio, e io finisco per
terra, mentre Thomas e Newt si addentrano nel Labirinto ridendo come
due coglioni. Loro sapevano tutto. Questa me la segno.
"Alby" mormoro, fissandolo al contrario, dato che sono completamente steso per terra.
"Non hai qualcuno a cui presentarti, pive?" mi domanda retorico, incrociando le braccia.
Ripeto, preferisco i Dolenti.
A questo punto, come ogni pive, dovrei sottostare alle regole dettate
da Alby. Ma la verità è che non riuscirei nemmeno a
fingere che mi importi qualcosa di quella ragazza, figuriamoci
presentarmi lì per fare l'allegro giullare di corte. Alby se lo
può scordare: mi conosce e sa che se non voglio, non faccio.
Certo, per colpa della mia testardaggine ho rischiato due o tre volte di
essere bandito, ma sempre grazie alla mia testardaggine poi ne sono
anche uscito.
"Andrò da lei stasera" affermo, avvicinandomi alla porta. Se non
altro, per le regole dettate da lui stesso, Alby non può fare un
solo passo all'interno del Labirinto.
"Torna subito indietro, testa di caspio di un pive" mi minaccia, come
il solito, agitando le mani all'aria. Devo trattenermi dal fare
battute, ma la sua faccia irosa mi frega ogni volta.
"Alby, calma in nervi. Sembri un novellino."
Muovo altri due passi ed entro nel Labirinto. Sento che Alby potrebbe
saltarmi al collo da un momento all'altro, ma tanto meglio.
Dolenti è sinonimo di Alby.
"Minho, caspio di pive, muovi il culo e vieni qui" incrocia le braccia
al petto, e io, persona molto rispettosa e calma, scuoto energicamente
la testa.
"Il Labirinto chiama, Alby. Di' alla tipa che arrivo per le sette di stasera."
"Se al tuo ritorno non troverai una trappola che ti tranci le gambe a metà" grugnisce, arrabbiato.
Novità del giorno: Minho riesce a far arrabbiare per la settima volta in tre giorni il capo della Radura. Per quanto io lo consideri capo.
"A dopo, pive!" grido mentre inizio a correre.
Ora devo pensare a conciare per le feste quelle teste di caspio di
mezzi Velocisti di Newt e Thomas. Non la passeranno liscia dopo avermi
lasciato affrontare il faccia a faccia con mister-portami-rispetto da
solo. Questione di principio.
Quei due Radurai mi porteranno in braccio fino alla Radura, al ritorno.
O farò andare avanti loro nella trappola di Alby, sperando che
per una volta non si tratti di un bluff.
A volte sono crudele.
Nessuna trappola: le nostre gambe sono ancora intere.
Tutto è come le altre sere: i Radurai stanno smettendo di
lavorare, Alby sta sbraitando contro qualcuno, Teresa si sta facendo i
cavoli propri nell'attesa che Thomas le vada incontro, Newt e io siamo
sporchi e dobbiamo assolutamente farci una doccia. Routine.
"Deficiente di un incaspiato, ora vieni con me!"
Ma se era almeno a cento metri da noi come ha fatto a raggiungermi in un tempo così breve per sbraitarmi nelle orecchie?
"Sì, Alby, nessuna novità e stiamo bene, tu?" lo prendo in giro, sorridendo appena.
"Vaffancaspio, Minho, ora vieni con me. Ne ho le palle piene del tuo essere bambino."
Oh già, diciassette anni, Intendente dei Velocisti, e sono un
bambino. Aspetta che vado a chiamare la mamma e poi ritorno qui, Alby.
"Farò svenire nuovamente la ragazza con la mia eau de Labyrinthe" le uniche parole in francese che so. "Veramente, faccio una doccia e poi volo da lei."
"Non me ne può fregar di meno. Ora tu entri lì, lei ti sta aspettando da questa mattina."
Roteo gli occhi al cielo, ma non posso più opporre resistenza. Maledetto il giorno in cui sono nato così testardo.
Ma, del resto, temo veramente che questa ragazza si possa spaventare
vedendomi. La camicia azzurra è sgualcita e tutta sudata,
esattamente come i capelli e il viso, e il desiderio di lavarmi
è più grande di qualsiasi altra cosa.
Quindi, Minho, un bel respiro e cerca di sembrare il meno...te stesso...possibile.
"Buona fortuna, pive" sbotta Alby, allontanandosi dalla porta chiusa.
Quel ragazzo non è gentile, è la gentilezza ad essere
Alby.
Sorrido tra me e me, per poi appoggiare la mano sulla maniglia e abbassarla.
Lo sbalzo di temperatura è notevole, qui dentro sembra un forno,
e la luce irradiata dalla piccola luce sul comodino accanto al letto
non è di grande aiuto. Questa Fagiolina è stata fortunata
a non beccarsi due giorni di gattabuia subito il primo giorno, come era
successo a me. Non per aver appeso le mutande di Alby ad un albero, no
di certo.
"Devi essere Nino" la voce della ragazza mi coglie alla sprovvista. Dai, pronti a fare figure di merda.
"Minho" la correggo, cercando di sembrare il più normale possibile. "Sono il tuo tutore. Ti ricordi il tuo nome?"
"Solo Kath. Non ricordo altro" fa un sorrisino, ma non riesco a vederlo
bene a causa della luce. A dire il vero, vedo ben poco del suo
complesso.
"Bene, solo Kath" mormoro, indicandomi. "Preparati ad assistere alla vita di un Velocista."
"Cos'è un Velocista?"
Siamo nella sploff.
Ehilà, pive!
Non ho molto tempo, devo andare a Zumba ma prima volevo pubblicare.
Allora,
sono talmente fuori da aver richiesto la stampa della frase "you're the
shuckiest shuck-faced shuck there ever was" su una maglietta, che
domani andrò a ritirare
#proudofMinho
Spero che il capitolo vi piaccia, e risponderò alle recensioni nel capitolo precedente appena posso ♥
Ale xx
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Capitolo 3 *** Solo Kath. ***
Chiamami Velocista cap.3
CAPITOLO TRE
"Toglimela. Dai. Piedi. Immediatamente"
sbatto le mani sul tavolo pieno di mappe. Per lo meno so che nessuno
qui ci può sentire, e Alby dovrebbe accontentarmi se vuole avere
ancora un Intendente dei Velocisti.
"Cosa ti costa, testa di sploff? Ci guadagni un periodo di vacanza" borbotta Alby, distratto dalle mappe.
"Preferirei affrontare mille Dolenti vestito con un tanga e armato
dello stufato di Frypan, invece di avere un impiastro del genere. Non
voglio e basta" alzo gli occhi verso Newt, sperando che mi dia man
forte, essendo il vice-capo, qui. Ma persino lui, a volte, teme le
reazioni di Alby e se ne deve stare zitto. Queste è tirannia,
per me.
"Non capisci che hai rotto i coglioni, Minho?" sbotta Alby,
confrontando distrattamente due mappe. "E' una ragazza, non un Dolente."
"Ripeto che lo preferirei" alzo le mani all'aria, sbuffando. So già che è battaglia persa.
"Se vuoi facciamo un patto, pive del caspio."
Un patto? Alby-vi-uccido-tutti mi propone un patto? Giornata fortunata del caspio, questa.
Anche Newt sembra sorpreso, infatti senza farsi vedere fa un sorrisone e
alza i pollici in alto. Forse lui e Thomas hanno qualcosa in comune
quando si tratta di dover tirare su il morale a qualcuno, incluso anche
quando inscenano strane finte litigate. E spesso finiscono per
prendersi a pugni sul serio.
"Spara."
"Potrai stare nel Labirinto di mattina, per pranzo torni e passi la
giornata con lei. O questo, o il giorno intero" mi guarda facendo una
smorfia, come se sapesse perfettamente che i miei nervi salteranno da
un momento all'altro.
"Perché ci tieni tanto?" interviene -il mio angelo custode-
Newt, portando le mani ai fianchi. "Insomma, è solo una
Raduraia. Come tutti noi."
"Teresa ci ha fatto rincaspiare di brutto, ricordi?" Alby si rivolge al
biondo, escludendomi dalla conversazione. "Ha iniziato con tutte le sue
esigenze da femmina e cretinate varie, si sentiva sola e che caspio ne
so. E questo perché? Perché effettivamente nessuno di noi
stava con lei, finché Thomas non si è dato una mossa.
Vogliamo che succeda lo stesso con Kath?"
"Perché io?" grido, al limite.
Può dirmi quello che vuole, ma mi conosce da quasi tre anni, sa
che non sopporto le prese in giro. Se vuole scaricare questa ragazza a
me, faccia pure, ma che non si aspetti che baci la strada su cui lui
poi camminerà.
"Perché mi fido di te, testa di caspio, e Newt dev'essere vigile
e non può permettersi distrazioni!" anche lui alza la voce,
sbattendo le mani sul tavolo, piegando una mappa fatta ieri mattina,
appena ero scappato dalle sue grinfie.
"Vedi di stare attento a quei caspio di fogli, altrimenti ci vai tu al suicidio la prossima volta!"
"Non ti azzardare a-"
"Vaffancaspio!" esco dalla stanza delle mappe sbattendo la porta,
correndo a perdifiato verso il centro della Radura. Ho senz'altro di
meglio da fare che badare a una ragazzina, perché non l'ha fatto
fare a Thomas? Ce lo vedo bene come baby-sitter delle due ragazze, se
non altro non irriterebbe il mio sistema nervoso quando corre insieme a
Newt e non avrebbe da fare battute su ogni cosa.
"Minho!"
Mi giro di scatto verso la voce che mi ha chiamato, svegliandomi
dall'intorpidimento momentaneo. Avendo già perso metà
mattinata è inutile rientrare da solo nel Labirinto, sono sicuro
che Thomas e il resto dei Velocisti se la cavi da solo. Ma naturalmente
non posso passare un secondo in pace, e mi vedo costretto a rialzarmi
da terra.
Kath mi sta correndo incontro con un sorriso dipinto in volto, dove
trovi la forza di sorridere questo non lo so, ma per lo meno i vestiti
di Teresa le vanno bene. Spero che i Creatori di sbrighino a mandare
più abiti sfarfallosi e rosa con i pallini sono per poter
distinguere le due ragazze, non vorrei avere una sosia di Teresa sempre
in giro.
"Solo Kath" ricambio, facendo un cenno con la mano.
"Ti disturbo?"
No, come vedi stavo correndo allegramente nel Labirinto e non vedevo
l'ora di prendermi una pausa solo per parlare con te.
Sì che mi
stai disturbando!
"No, tranquilla" sorriso falso modalità on.
"Senti, Alby mi ha detto che tu puoi spiegarmi cosa mi sta succedendo, insomma, dove siamo. Ho chiesto al cuoco dov'eri."
"Frypan, si chiama. Primo suggerimento, solo Kath:
diventa amica di Frypan e avrai tutte le porzioni doppie che vuoi"
accenno ad un sorriso, ma non mi viene da fare altro. Non ho né
la forza né la voglia per mettermi a fare l'amico, in questo
momento.
La ragazza mi rivolge un sorriso cordiale, ma ha capito perfettamente
che non sono in vena di rotture di scatole. Bene, per lo meno mi fa
piacere che sia perspicace, anche se comunque glielo si legge dagli
occhi grandi e marroni: una persona con uno sguardo del genere deve
essere per forza intelligente. E lentiggini. Un esercito di lentiggini
le popola le guance. Forse è l'unica ad avere le lentiggini tra
di noi Radurai.
"Hai voglia di farmi vedere questo posto o preferisci che chieda a
Frypan, giusto per avere la pasta due volte per pranzo?" fa un
sorrisetto bastardo quasi quanto il mio. Finalmente una mia rivale.
"Non so se accettare o meno" biascico, tirandomi in piedi a fatica.
Stare fermo è più difficile di correre per chilometri nel
Labirinto. "Se non ti accompagno, Alby mi incaspia per bene. Se ti
accompagno, finirò per farmi venir voglia di offrirmi in pasto
ad un Dolente."
"A te la scelta, Minho" si alza, iniziando ad allontanarsi.
Forza, faccia di caspio, tenta di essere almeno un po' cordiale.
"Aspetta!" grido, raggiungendola di corsa. "Andiamo, dai. Abbiamo tante cose da vedere."
"Sapevo che avresti accettato. Ho qualche ricordo che mi induce a pensare che studiassi psicologia."
Io ho qualche ricordo che mi induce a pensare che odiavo gli psicologi, guarda te che casualità.
Ehi there, Gladers!
Ritorno dagli abissi. Come procede il nuovo anno?
Ormai siamo alla fine di gennaio,
spero che per tutte sia stato un buon mese. Inoltre spero che tutte
passiate senza problemi il primo quadrimestre, che ormai incombe su
tutti noi.
Detto ciò, spero anche che Minho vi strappi un sorriso e che la storia vi piaccia ♥
Love ya
Ale xx
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Capitolo 4 *** Oh, vaffancaspio. ***
Chiamami Velocista cap.4
CAPITOLO QUATTRO
"Quindi tu sei un Velocista perché corri fino a consumarti i polmoni alla ricerca di una porta?"
Kath mi lancia uno sguardo leggermente confuso, arricciando il naso.
Nemmeno l'aria che c'è qui al piano più alto del Casolare
riesce ad ossigenare completamente il mio cervello, ormai andato. E'
una delle poche occasioni in cui la stanza dove operano i Medicali
è vuota, nonché l'unica stanza con le finestre,
perciò perché non approfittarne?
"Se mi consumassi i polmoni ogni volta che entro là dentro, forse non sarei un Velocista, che dici?"
"Beh, quando sei venuto qui ieri sera non eri in condizioni ottimali" fa una risatina, corrisposta da una mia occhiataccia.
L'avevo detto ad Alby di non farmi conoscere la ragazza mentre ero
messo peggio di una capra, ma ovviamente dobbiamo fare come ordina il
grande capo! D'altro canto però mi sorprende che la ragazza non
si renda conto che correndo tutto il giorno è leggermente un
miraggio restare lindi e puliti.
"Magari un giorno ci entri tu nel Labirinto, poi vediamo" ribatto, dando peso sulle mani attaccate al cornicione della finestra.
"Non so come sia fatto o semplicemente la funzione del Labirinto, però va bene. Quando si parte?"
La guardo male, facendo una smorfia. Probabilmente mi sta prendendo per i fondelli. Ditemi che è così.
"Non dureresti due secondi" concludo infine, allontanandomi dalla
finestra. Ci manca solo una pive che mi chieda di diventare Velocista,
e potrò dire di averle viste tutte. Dopo essermi fatto una
risata che non finisce più, naturalmente. Per non parlare di
cosa ne penserebbe Alby, probabilmente sarebbe l'unica cosa su cui
sarei d'accordo con lui.
"Io dico di sì. Bisogna solo correre, no?"
"Solo correre?" mi appoggio allo stipite della porta, incrociando le
braccia. "Kath, se dovessimo solo correre probabilmente saprei
precisamente quanti anni ho e il mio cognome. So quanti anni ho e so il
mio cognome? No. Noi non corriamo solamente, là fuori. Ed
è meglio che il concetto sia chiaro fin da subito, a noi
Velocisti non piace essere presi per il caspio."
"Sei un tipo tutto muscoli che non riesce a reggere le provocazioni, Minho?"
Mi sarei aspettato uno sguardo particolarmente stronzo, giusto per
voler accompagnare l'affermazione, ma il suo sguardo è solo di
curiosità. Perché, io mi chiedo, le femmine devono essere
ancora più incaspiate di noi maschi? Sempre tutte queste
frasi che sembrano voler dire una cosa, ma in realtà sono
l'esatto opposto. E per non parlare degli occhioni dolci, che tra
l'altro riescono fin troppo bene a Kath. Mi vengono i brividi solo a
pensare a quando Teresa li fa con Thomas.
"Non reggo le provocazioni infondate, tutto qui" sbuffo, allontanandomi
dalla stanza, seguito da lei. Spero che non pensi di dover essere la
mia sanguisuga solo perché sono obbligato a stare con lei per
metà delle mie giornate.
"Cosa fate tutto il giorno?" gli occhioni marroni della sanguisuga si
piantano sui miei, mentre camminiamo a vuoto per la Radura.
Questa Fagiolina inizia a irritare il mio nervosismo peggio di quanto non facciano quei pive di Newt e Thomas.
"Un caspio" le rispondo. "Stiamo tutto il giorno a fare il girotondo e
a guardare la Radura cadere a pezzi. Mi sembra ovvio, a te no?"
Kath fa una smorfia, scuotendo la testa: "Se non ti va a genio tutta
questa faccenda posso chiedere ad Alby di fare qualcosa. Okay che non
ho più la memoria, ma ne so quanto basta per capire se ti sto
sui coglioni o meno."
Ahi, colpito e affondato.
Il punto è che non mi sta sul caspio perché si tratta di
lei in particolare, ma è la faccenda in generale ad
infastidirmi. Sono un soggetto piuttosto pacifico se non mi si incaspia
la vita, no?
"Mi...dispiace, per il mio
comportamento. Davvero. Cercherò di rimediare" tento un
sorrisetto, anche se credo che assomigli di più ad una smorfia
di tristezza mista al dolore. Ho un problema con i sorrisi, se non si
era notato.
"Non sforzarti, Velocista" mi fa l'occhiolino, dandomi una gomitata prima di allontanarsi da me in direzione di Alby.
Vuole giocare ad acchiaparella? Pensa che avrò un cambio d'umore
istantaneo e la pregherò di rimanere qui? Beh, si sbaglia di
grosso! Perché Minho non implora proprio nessuno, men che meno
una Fagiolina che si improvvisa semi-Velocista senza nemmeno sapere chi
è! Che mentalità bacata, dico io. Sono assolutamente
irremovibile, anzi, tanto meglio se...
Oh, vaffancaspio.
"Fermati, pive!" corro verso di lei, raggiungendola pochi metri prima che Alby la possa vedere.
Minho, ti sei appena umiliato di brutto.
Portarla da Teresa è stata senza dubbio l'invenzione migliore
del mese, dato che hanno iniziato subito a parlare di caspiate che
nemmeno ricordo più, e così è stato facile
raggiungere Thomas e il resto dei Velocisti al loro ritorno, anche se
effettivamente c'erano tutti, tranne Thomas. A questo punto credo che
sia rientrato un po' prima degli altri.
"Ehi, Chuck!" corro verso il ragazzino appoggiato alla parete. Di
solito aspetta sempre il ritorno di noi Velocisti, dato che
puntualmente ha qualcosa da dire a Thomas. "Hai visto Tom?"
"E' uscito poco fa, in realtà stavo aspettando di vedere te, dato che Alby mi ha detto che eri morto da qualche parte."
"Alby è una testa di caspio, Chuckie" borbotto, spettinandogli i
capelli. Stranamente, Chuck è uno dei pochi qui nella Radura che
non mi fa arrabbiare quasi mai. E' un po' un fratello minore, data la
differenza d'età, e devo ammettere che per lo meno ascoltare lui
è trenta volte più piacevole che stare ad ascoltare
quella testa di caspio di Alby.
"Ci vediamo dopo, pive" gli sorrido, correndo via in cerca di Thomas.
Quando lo vedo, però, non so se mettermi a piangere o andare nel
Labirinto finché sono in tempo per farmi ammazzare dai Dolenti.
Perché sta complottando qualcosa con Teresa e Kath?
Ehilà, Pive!
Ho cambiato nik, quindi sì, sono sempre Ale3103 con il nome con cui mi chiama quella pive della mia compagna di banco.
Bene, sono tornata dopo una settimana di dov'ero?
Grazie a tutte per le recensioni e per chi ha messo la storia tra le preferite/seguite/ricordate.
Possano Minho e le sue risposte sarcastiche essere sempre con voi, sorelle.
Un bacione :*
Ale xx
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Capitolo 5 *** Tutta colpa di Thomas e Kath. ***
Chiamami Velocista cap.5
IMPORTANTE--> questo capitolo l'ho pubblicato mettendo insieme il capitolo 5 e il 6.
Ne mancherebbero 11, esclusi il 5
e il 6, quindi unendone due alla volta ne verrebero fuori 5 più
l'ultimo. Se a voi va bene per favore ditemelo, così mi
regolerò a pubblicare le prossime volte.
CAPITOLO CINQUE
Due opzioni: Dolenti o Kath.
Scelta difficile, direi...
Addio, vado nel Labirinto.
"Ehi, Minho!"
Caspio, mi hanno visto. Ritirata!
Mi avvicino cautamente al trio, guardandoli negli occhi uno ad uno.
Alle volte ho qualche dubbio sul vero sesso di Thomas, perché
nessuno tra di noi riesce ad andare così d'accordo con Teresa. E
adesso anche Kath.
"Mi sono perso qualcosa?" brontolo, picchiando una pacca sulla spalla di Thomas. "Perché sei rientrato prima?"
"Ci sono novità, ma te ne devo parlare in privato. Intanto le
nostre ragazze hanno programmato qualcosa." Thomas fa un sorrisetto
strano, facendo l'occhiolino verso Kath.
Aspetta, le nostre ragazze? Qualcuno ha mangiato troppo stufato di Frypan? C'era del DoloSiero in giro?
"Starebbe a dire?" domando, incrociando le braccia. Ci manca solo che le ragazze si mettano a prendere decisioni.
"Alle nove tutti davanti al bosco!" gridacchia Teresa, battendo le mani. "Facciamo un picnic al chiaro di luna. Noi quattro."
Guardo Thomas, sconvolto, sgranando gli occhi: "State scherzando, vero?"
"E dai Minho, rilassati un po'! Tanto domani mattina faremo ciò
di cui abbiamo discusso prima io e Newt, quindi per una sera va bene
prendersi una pausa."
Vi prego, ditemi che non l'ha detto. Ci manca solo una caspio di
cenetta al chiaro di luna per farsi uccidere direttamente da Alby,
senza l'aiuto dei Dolenti. Ci troviamo in una Radura, imprigionati da
un Labirinto, accerchiati dai Dolenti -e Alby-, e questi tre cosa
fanno? Un picnic!
Robe da matti.
"Non ci sto" dico infine, scuotendo energicamente la testa.
"Ho chiesto il permesso ad Alby" interviene Kath, sorridendo. "Ha detto
che va bene, così ci conosciamo meglio. Dice che hai uno strano
modo di mangiare."
"Mangio come tutti gli altri, qui!" sbotto, infastidito. Prima Alby
dice che sono morto, poi che mangio in modo strano. Sono sicuro che
domani sentirò di essere incinto. "Senti, Kath, non puoi
prenderti tutte le libertà che vuoi. Devo essere il tuo tutore?
Bene, prima di chiedere le cose ad Alby le chiedi a me."
Kath fa uno sguardo deluso, guardando velocemente Teresa. Oh no, ci
manca solo che debba sentirmi in colpa, e posso vendere i miei gioielli
di famiglia all'asta.
"Dai Velocista, solo fino alle dieci. Poi andiamo a nanna" Kath mi
dà un colpetto col gomito, sgranando gli occhi. Forse non
capisce di essere rinchiusa, senza una via di fuga. O, date le sue doti
da psicologa, forse usa l'ipnosi per convincersi di essere al sicuro,
chi lo sa.
"Ho trovato una sezione nuova" sussurra Thomas, appoggiando cinque o sei panini rubati a Frypan sulla tovaglia posata a terra.
"E' impossibile" ribatto subito, lasciandomi cadere sull'erba. "Sai che è impossibile."
"Non c'è un numero, sul muro. Piuttosto un simbolo, ma non siamo riusciti a decifrarlo. Domani ci serviresti."
"Vi sarei servito anche oggi" mormoro, sentendo crescere l'odio verso
le costrizioni costanti di Alby. "Domani ci sarò. Tutto il
giorno."
"Non ti converrebbe" interviene Kath, evidentemente senza rispettare quella cosetta carina chiamata privacy. "Insomma, lo dico per te, Velocista. Alby si arrabbierebbe."
Thomas mi guarda sghignazzando: "Per lo meno ha già inquadrato Alby, no?"
"Purtroppo sì" sorrido anch'io, girandomi poi verso le due
ragazze, in particolare verso Kath. "Vedrò cosa fare. Se
c'è troppo lavoro allora resterò, altrimenti per le due
ti verrò a prendere al Casolare. Va bene?"
"Chiaro."
Alzo il pollice in su, per poi rivolgermi nuovamente a Thomas. E'
impossibile che ci siano sezioni nascoste dopo tre anni che le abbiamo
osservate ogni giorno.
"Te lo assicuro" dice precedendomi. "Jack l'ha visto e ha chiamato
tutti quanti, ed era un'insenatura nel muro principale della sezione
tre. Volevamo aspettare te, così abbiamo scritto tutto sulle
mappe e poi siamo usciti."
"La smettiamo di parlare di lavoro, ragazzi?" ci interrompe Teresa, passandoci un panino. "Forza, è ora di rilassarci."
"Come se avessi fatto qualcosa di utile durante il giorno" brontolo, versandomi un po' d'acqua nel bicchiere.
"Domani rischierai di nuovo la pelle, Velocista" Kath si avvicina a me,
appoggiando per qualche istante la testa sulla mia spalla. "Tranquillo,
non starai ancora qui per tanto."
Mh, perspicace.
La mattina è sempre un bel momento: quando quasi nessuno
è sveglio, il sole sorge e tutt'intorno c'è una calma
quasi surreale. E' parecchio disarmante il distacco con la
realtà, ogni mattina, ma forse è il mio momento preferito
durante il giorno. Anche perché, ripeto, quasi nessuno è
sveglio.
Inspiro a pieni polmoni l'aria appena pungente, sciogliendo velocemente
i muscoli. Non pensavo che mi sarebbe mancato correre. Credo di essermi
assuefatto.
"Pronti a partire?"
No, ma perché. Perché, anche qui?
"Che ci fai già in piedi, Kath?"
"Ho sentito quando ti sei alzato, tutto qui" si sistema una ciocca scura dietro l'orecchio. "Sta' attento, là fuori."
"Tranquilla" tento un sorriso, e questa volta sembra riuscirmi. "Non vado lì perché non saprei come suicidarmi."
"Fai poco lo spiritoso, Velocista. Non vorrei che ti pungessero, quei mostri là fuori."
"Non portarmi sfortuna" le do una pacca leggera sulla spalla,
raggiungendo poi Thomas e il resto del gruppo davanti alla porta
Orientale.
"Di qua, Minho!" grida Thomas, guidandomi verso l'area nuova.
Sono parecchio scettico in merito a tutta la vicenda, ma tanto vale
provare a guardare dato che non abbiamo nulla da perdere. Magari, anzi,
potrebbe essere una via d'usci...no, okay, ritiro tutto. Scherzavo. Era
un bluff.
"Siamo arrivati" mormora Steve, prendendo fiato. "Si entra da qui."
"Forza, pive" sbotto, avvicinandomi. "Entro io, se tutto va bene poi ve lo dico ed entrate."
"Beh, se andasse male voglio vedere come faresti a chiamarci" ridacchia Thomas, per alleggerire la tensione.
Prima Kath, poi lui, se vogliono portarmi sfortuna basta che lo dicano,
insomma. Così almeno andrò in giro con un quadrifoglio
dietro l'orecchio a mo' di folletto portafortuna.
I pensieri di un Velocista prima di esplorare nuove zone parte prima.
Faccio un cenno ai ragazzi, scattando in avanti attraverso la fessura
sul muro che non sarà più larga di un metro. Non
c'è alcun rumore al momento, solo il vento che produce un
fastidioso stridio man mano che il tunnel si fa più stretto di
dieci o quindici centimetri, e finalmente vedo l'uscita. Ha tutta
l'aria di essere una nuova sezione, proprio come aveva detto Thomas.
Strano, sono poche le volte in cui le intuizioni di Thomas si rivelano
vere. A dirla tutta, questa è la prima volta. Ma non vorremmo
mai ferire il suo fragile ego. Siamo solidali tra noi Velocisti quando
si tratta di fare i seri, anche se solo il fatto di aver eletto me come
Intendente farebbe pensare veramente male, dato che magari non sono la
reincarnazione della responsabilità.
Sbuco così fuori in una specie di atrio da cui si diramano tre
strade, i muri sono interamente coperti da strati di edera e non
c'è alcun segnale di vita. Bene, direi che possiamo proseguire
e...
"Vaffancaspio!" grido, sentendo improvvisamente il collo andare in fiamme. Mi giro di
scatto, vedendo un Dolente che se ne va rotolando via, quasi come se
avermi punto esattamente dove inizia la spina dorsale fosse stato un
dispetto.
Ahi, fa decisamente male. E
non è la cosa più piacevole del mondo vedere quasi
triplo, col respiro affannoso mentre cerco di uscire da lì,
sbattendo ripetutamente il viso contro le pareti del tunnel cercando di
uscire al più presto possibile.
"Minho!" Thomas si accorge di me, e dopo avermi preso per le spalle mi
trascina fuori. Peccato che poi io trascino lui al suolo, non
rispondendo più delle mie azioni. E, dopo esserci passato, posso
confermare che dover portare un peso morto è più
difficile di dover affrontare Alby.
"Minho, non perdere i sensi!" continua a gridare qualcuno, ma il
massimo che riesco a fare è mormorare qualcosa appena, che
faccio fatica a sentire io stesso.
"Non fatemi vedere da Kath durante la Mutazione."
E poi, più nulla. Sono fuori gioco.
Tutta colpa di Thomas e Kath.
"Minho, dai, dammi una mano."
"Forse dopo, mamma" rivolgo un
sorriso gentile alla donna davanti a me, anche se non riesco a
controllare le mie azioni. E' come se io giacessi nel mio corpo senza
però riuscire a fare nulla. "Prima devo allenarmi."
"Dopo copriti, sai che ti ammali se corri e sei sudato" borbotta lei, appoggiando la tovaglia sul tavolo.
"Tranquilla" ribadisco, uscendo da casa.
Perché sto uscendo da casa?
Non ho mai avuto...no, un attimo. Io avevo una casa, avevo una
famiglia, è ovvio. E' solo uno stadio della Mutazione. E'
terribile vedere con gli occhi ma non rispondere alle azioni, non
pensavo potesse esistere una sensazione così disarmante.
E' peggio di quando Newt e Thomas si
mettono a ballare il valzer tra le mura del Labirinto mentre cerchiamo
di ragionare su che strada prendere. E' veramente tanto inquietante.
Mi chiedo in che stato io sia adesso.
Insomma, se come gli altri prima di me mi stia dimenando nel letto
tenuto fermo dalle cinghie. Magari sto anche ringhiando come un cane
rabbioso. Speriamo di no, Dio mio, sarebbe umiliante. Ancora di
più di camminare facendo come una pallina da tennis con la mia
testa tra i muri del Labirinto.
E ancora tutto nero, il ricordo svanisce, lasciandomi a questa schifosa sensazione di nulla.
"Minho, non rompere i coglioni e
fammi copiare i compiti" la risata cristallina di una ragazza mi porta
in un altro sogno, con la solita sensazione di impotenza addosso.
"Ai suoi ordini, mrs eleganza" prendo
in giro la rossa di fianco a me, dandole un bacio sulla guancia. E, lo
giuro, sono tre anni che non mi bacio nemmeno i taglietti sulla mano
per farmi passare la bua. Questa sensazione della pelle della ragazza
contro le mie labbra è troppo strana.
"Sei l'amico migliore del mondo, Minho" sorride lei, dandomi una spinta leggera col gomito. "Spero di non doverti mai perdere."
"Non essere paranoica, non succederà."
Peccato che mi abbia già perso.
Mi dispiace per lei, insomma,
chiunque lei sia. Se le volevo così bene da darle un bacio sulla
guancia, forse ero davvero suo amico. Forse lei davvero teneva davvero
a me. Chissà cosa ci ha divisi.
Sto decisamente uscendo di testa. E'
impossibile gestire questa situazione del caspio, vorrei solo
svegliarmi e riprendere controllo delle mie azioni, senza essere
costretto a vivere i ricordi. Insomma, non è la cosa più
felice di questo mondo ricordare una vita cancellata.
Spero con tutto il mio cuore di finire in fretta questo processo, non ne posso più.
Accidenti a Kath, a Thomas, alla sfiga che mi hanno portato, a Newt e
alla Mutazione. Non so cosa c'entri Newt, ma Newt c'entra sempre in
qualche modo.
Watch me, Shank.
Vi prego sinceramente di dirmi se preferite il capitolo corto o due insieme, più lungo.
Detto questo spero vi sia piaciuto, grazie come sempre delle recensioni e di tutti i preferiti/ricordati/seguiti.
Un bacione, pive :*
Ale xx
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Capitolo 6 *** Sei impossibile. ***
Chiamami Velocista cap.7
CAPITOLO SEI
Sento una mano stretta attorno alla mia.
Sono sicuro che non sia un ricordo, perché adesso riesco a
pensare quasi lucidamente. L'unica cosa che mi impedisce di parlare
forse è la stanchezza opprimente che mi intorpidisce del tutto,
ma del resto sento ogni sensazione sulla mia pelle. Sento di essere
rincaspiato talmente tanto da pensare di sentire le voci di Teresa e
Thomas nella stanza, forse stanno ridendo o forse stanno parlando. Come
il solito, del resto. Nessuno è mai riuscito a capire cosa ci
sia tra quei due pive, forse niente o forse qualcosa, ma purtroppo
nella Radura c'è troppo da fare per pensare anche a queste
smancerie da romanzo rosa.
Se potessi alzarmi e ricominciare a litigare amorevolmente con Alby lo
farei, è decisamente fastidioso non poter sentire la sua soave
voce impedirmi di tentare il suicidio nel Labirinto. Veramente, ne
sento la mancanza.
Anche se il velo di sudore che mi ricopre interamente mi ricorda tanto
ogni fine giornata, quando le porte si chiudono e noi usciamo di corsa,
dato che spesso e volentieri siamo in ritardo. Oltre a ciò, non
può mancare un caspio di dolore al collo, esattamente...dopo non
so quanto tempo fa...sono stato punto.
Avanti, razza di pive, alzati!
No, niente da fare. Sono inchiodato qui.
Ah, giusto, sono furbo.
Ho cinghie dappertutto, è chiaro che non posso alzarmi. Minho e
il cervello, prima parte. Si spera di non vedere mai la seconda.
Intanto proviamo ad aprire gli occhi, magari vedere chi è quel pive
che si permette di tenermi la mano come se stessi morendo. Insomma,
sono solo stato punto da un Dolente e ho solo subìto la
Mutazione, gente, non è che...no, okay, c'era la
possibilità di dire ciao ciao a
Minho. Ma sto bene, quindi magari potrebbero evitare smancerie varie
che si fanno solo tra ragazzo e ragazza. Mi sentirei leggermente in
imbarazzo a scoprire un Raduraio.
"E' sveglio!" grida Thomas -forse- e sento un gran trambusto.
Mh, interessante la cosa. Non sapevo nemmeno io di essere sveglio e l'hanno capito loro.
Carino.
E uno, due, tre...occhi aperti, evvai!
Per fortuna non è un Raduraio la persona che mi sta tenendo la
mano. Ma, teoricamente, se i Velocisti mi avessero prestato un attimino
della loro bellissima attenzione avrebbero capito che non volevo
assolutamente che Kath mi vedesse durante la Mutazione. Insomma, io ho
già assistito ad un paio di questi processi, ed è
estenuante sentire costantemente urlare, i lamenti di dolore e il
fattore peggiore è forse vedere il corpo dell'interessato
dimenarsi spasmodicamente sul letto.
E invece è seduta accanto a me con un sorrisone dipinto in
volto, forse il primo che le vedo fare, e con la mano serrata attorno
alla mia. Credo sia un po' che non dorme, dato che ha due profonde
occhiaie sotto gli occhi enormi, addirittura rischiano di coprire le
lentiggini. Mi sento leggermente in colpa.
Ma non perché lei non abbia dormito e si sia preoccupata, ma
perché a me dà quasi fastidio questo attaccamento.
Caspio, ci mancherebbe solo che diventassimo pappa e ciccia e che
girassimo a braccetto tutto il giorno per la Radura. Questa pive deve
mettersi in testa che se vuole un compagno di giochi, beh, per quello
c'è Newt. Con tutto il rispetto per il vice-capo, s'intende.
"Ehi, amico, stai bene?"
La testa bionda di Newt spunta alla mia destra, aperta in un sorriso di
sollievo: "Non sai quanto ci hai fatti preoccupare, faccia di caspio."
"Da quanto sono qui?" mormoro, sentendo la voce vibrare parecchio nelle corde vocali.
"Quasi due settimane. Ci hai messo più degli altri."
"Forse hai dovuto ricordare più cose" interviene Alby, spuntando invece alla mia sinistra.
"In realtà no" rispondo, sentendo le cinghie mentre vengono
sfilate dalle mani, dalla pancia e dai piedi. "Ho ricordato molto poco.
Forse ho dormito."
"Ti sei dimenato parecchio" sussurra Kath, guardandomi negli occhi, preoccupata. Mi bacerei i gomiti se mi fossi limitato a dimenarmi.
"Quanto sei stata qui?" le chiedo, alzandomi piano fino a mettermi
seduto. Ora la visuale è più chiara: Thomas, Teresa,
Newt, Alby e Kath. Tutti attorno a me.
Questo mi sta facendo saltare i nervi. Insomma, capisco la preoccupazione per quello che può essere un amico,
anche se non so se questo valga per Alby-vi-ammazzo-tutti, ma comunque
ritrovarmi cinque facce che mi fissano appena mi sveglio dopo essere
stato nel limbo per due settimane fa abbastanza paura. Come se cinque
maniaci mi avessero fissato in stile "ti ammazzo nel sonno" per due
settimane, insomma, non è di certo il massimo. Alby mi inquieta
più di tutti.
"Tutto il tempo" mi risponde, abbassando lo sguardo mentre ritrae la mano.
Oh no, che adesso non si metta a fare l'imbarazzata o caspiate varie, non la potrei sopportare un secondo di più.
Forse la ragazzina non ha capito che c'è una Radura a cui star
dietro e un Labirinto da percorrere ogni giorno, e di certo non
c'è spazio per sentimentalismo, amicizie indissolubili e
girotondo tutti insieme appassionatamente. Una volta che tornerò
a pensare lucidamente sarà la prima cosa che le dirò. Si
tratta solo di aspettare pochi giorni, almeno spero.
"Ti lasciamo dormire, Minho" sospira Alby, picchiettando sulla spalla
di Kath. "Riprenditi. Clint verrà stasera per darti da mangiare."
"D'accordo" mormoro, chiudendo di nuovo gli occhi. Stento davvero a riconoscermi.
"Newt" chiamo il biondo davanti a me, che cerca di distrarmi dicendo
caspiate su caspiate insieme a Thomas, quest'ultimo seduto di fianco a
me, sul letto. "Dimmi che stasera mi lasciano andare."
E' il terzo giorno che sono costretto a giacere in questa stanza con
l'unica compagnia di Thomas e Newt, ho esplicitamente chiesto di non
vedere altre persone, dato che con Kath voglio parlare solo quando sono
lucido e Alby-vi-uccido-tutti non è un buon compagno di
chiacchierate.
"Stasera sarai libero, pive" sorride Newt, dandomi una pacca sulla
spalla. "E' impressionante quanto tu, faccia di caspio, voglia
rimetterti a correre dopo la Mutazione. Sei impossibile."
Faccio un sorrisetto, passandomi una mano tra i capelli: "Sempre stato. Piuttosto, Kath ha smesso di chiedere di me?"
"No" ridacchia Thomas. "Si può sapere come fai a starle simpatico?"
"Da che pulpito!" esclamo, fintamente offeso. "Mister
scappo-in-una-fuga-amorosa-con-Newt per lasciare Minho a vedersela con
Alby!"
"Eri così dolce anche ieri, faccia di caspio?" ricambia Thomas, dandomi un sonoro pugno sulla spalla, ridendo.
Ridi ridi, stronzo. Che poi vediamo chi ti fa uscire ancora nel Labirinto.
"Sono sempre stato dolce, non metterlo in dubbio" sghignazzo, ricambiando il pugno.
"In qualche modo, però" interviene Newt, sedendosi sul letto.
"Quella tipa tiene a te. Ci è voluto Alby per dissuaderla."
"Che ne so io" me ne esco, portando la testa sul cuscino.
Meglio non avere pensieri ad incaspiarmi la testa.
Aria.
Finalmente aria.
Finalmente non puzzo più come un degenerato, non ho più i
capelli sporchi, non ho più gli abiti sgualciti e non sono
più costretto a stare su quel letto infernale.
Riesco a reggermi in piedi, riesco a correre come un'allegra capretta
per la Radura e, soprattutto, respiro aria pulita. L'aria della mia
camera stava cominciando a farmi venire la nausea, dato che ormai
Thomas e Newt erano sempre -e ripeto sempre- lì con me per
tenermi compagnia. Sebbene siano due emerite teste di caspio, non posso
dire che non siano -forse gli unici- veri amici.
Per non parlare dei patetici siparietti fatti con le loro calze.
"Hai intenzione di entrare lì ancora, Velocista?"
Mi giro di scatto verso Kath, che mi sta guardando assai male. Spero
per lei che non creda di riuscirmi a fermare con qualche bella parola
sputata a caso.
"Direi di sì" rispondo, continuando ad allungare i muscoli della schiena.
"Ti hanno dimesso ieri sera, non è meglio aspettare?"
"Tre settimane sono già troppe, devo aspettare ancora?" faccio
un sorrisetto, appoggiando una mano sulla sua spalla. "Mi dispiace, ma
sono io ad essere il tuo tutore. Non tu il mio."
Ci mancherebbe solo questa, adesso. Prima una pive affidata a me, la
puntura, la Mutazione e ora dovrei anche restarmene fermo magari a
servire il pranzo ai Radurai?
Che ne sarebbe di me con la traversa da cuoco, caspio?
Sembrerei solo una casalinga in pensione circondata dai gatti.
"Mi hanno obbligata a starti distante per una settimana, sai com'è, magari mi sono anche preoccupata per te."
Ecco, lo sapevo io.
C'avrei messo la mano sul fuoco che prima o poi la ragazza avrebbe
detto una cosa del genere. Forse si aspetta che io cambi idea e mi
dedichi a lei raccontandole tutti i beati caspi miei, ma si sbaglia. E
pure di grosso. Okay, ammetto di essere veramente insensibile, ma
s'impara ad essere così dopo che si rischia la pelle ogni giorno.
"Non dovevi. Stavo bene" concludo infine, allungando i muscoli delle gambe.
"Hai intenzione di fare lo stronzo ancora a lungo?" Kath ricambia il sorrisetto, portando le mani ai fianchi.
Devo capire se questa ragazza sia come me o se sia il mio opposto. E' difficile da capire. Ma le donne, per definizione, sono difficili da capire. Specialmente per un Velocista di un caspio di Labirinto.
"In effetti no" ribatto, sistemandomi la cinghia sulle spalle.
"Sfortunatamente, carissima Kath, hai davanti il vero Minho. Mi
dispiace per te."
"Non dispiacerti per me, carissimo Minho" sorride lei, facendomi
l'occhiolino. "Preoccupati per te stesso, e per tutte le persone che
allontani."
Oh oh, la ragazzina colpisce in basso. Mira alto, colpisci in basso. Peccato che provarlo sulla mia pelle fa un effetto decisamente diverso.
"Chiederò ad Alby di affidarmi a qualcun altro, tranquillo" conclude, portando le mani dietro la schiena.
"E cosa gli dirai?"
"La verità."
"Ossia?" ho mai detto quanto odio i giri di parole? Deve esserci un
girone all'inferno per quelli che fanno costantemente giri di parole.
Forse però ci finirei anche io.
"Ossia che mi stai sul -come dici tu- caspio, che io non sopporto te e
tu non sopporti me. Semplice, no? Magari mi affiderà a Newt."
Si stringe nelle spalle, lasciando che alcuni ciuffi scuri ricadano
sugli occhi. Semplice, sì, ma fa uno strano effetto sentirsi
sbattere la realtà in faccia. Faccio davvero così schifo
a fare amicizie?
"Fa' quello che ti pare" mormoro infine, correndo dentro il Labirinto.
Faccia veramente quello che vuole, quella pive del caspio.
Okay, se verrò punto di nuovo, prima di mettermi a correre per
una giornata farò almeno cinque giorni di riabilitazione. Dopo
solo due ore avevo il fiatone, e non potrei essere più felice di
essere tornato nella Radura, anche se Alby sta urlando addosso a Thomas
per non so qualche motivo, Teresa e Kath sono sedute vicine e Newt forse
sta aspettando me, dato che è seduto una decina di metri
più distante dalle porte che sto attraversando.
"Newt!" lo chiamo, dandogli una sonora pacca sulla spalla. "La tua ragione di vita è tornata!"
"Prima che tu diventi la mia ragione di vita, Alby deve diventare
gentile" sbotta, facendo un sorriso. "Cosa intendi fare riguardo alla
ragazza? Vuoi veramente lasciare che passi sotto la mia custodia?"
"Perché no?" gli domando, raggiungendo il resto dei Radurai al Casolare. "Insomma, un pensiero in meno."
"Sarebbe stata una buona occasione per avere un'amica, Minho. Sai meglio di me che non è facile starti intorno."
Newt e "consolazione" non possono assolutamente stare nella stessa frase, teniamolo a mente. Mai.
"Grazie, amico" gli metto una mano sulla spalla, guardandolo male. "Tu sì che sai come farmi star meglio."
"Quindi ammetti di essere triste?"
Triste?
Sono triste solo se la
marmellata di pesche è finita ma c'è ancora del pane,
ecco. Direi piuttosto di essere rassegnato, a questo punto. Nulla di
più. Sono in pace con me stesso, per il momento, insomma,
finché la mia stabilità mentale non mi lascerà del
tutto. Il che non credo impiegherà tanto ad accadere.
"Lascia stare, Newt, per favore" gli faccio cenno con la mano di
fermare la sua parlantina. "I miei problemi li risolvo da solo."
"Quindi ammetti di avere dei problemi?"
Ci risiamo.
"Non sto ammettendo niente, dico solo che ciò che mi dà pensieri non ti deve interessare."
"Quindi c'è qualcosa che ti dà pensieri?"
Vaffancaspio, Newt.
Ehilà pive, sono tornata!
Ho già iniziato a fare il sequel di questa storia, non potevo abbandonare il mio Minho e la mia Kath :')
Grazie sempre di tutto, un bacio :*
Ale xx
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Capitolo 7 *** Buonanotte, Velocista. ***
Chiamami Velocista cap.9
CAPITOLO SETTE
Accidenti all'afa soffocante di questa
caspio di Radura, accidenti a Thomas che russa peggio delle porte
quando si chiudono, e accidenti a tutto il resto!
Mi alzo innervosito dalla coperta in cui ero avvolto, gettandola da
qualche parte. Non è possibile non riuscire mai a chiudere
occhio in questo cacchio posto, per di più sapendo che domani
-alias tra meno di tre ore- dovrò tornare di nuovo dove sono
stato punto.
"Chi c'è?"
Mh, non sono da solo.
Buono a sapersi, almeno avrò un po' di compagnia.
"Sono Minho!" alzo appena la voce, cosicché chi ha parlato possa
sentirmi, sperando ovviamente di non svegliare il corteo di Radurai che
dorme sonni tranquilli.
"Sono davanti alla porta Orientale" risponde la voce, così mi dirigo verso quella direzione.
Kath è seduta a gambe incrociate e fissa le porte chiuse, con i
capelli davanti al viso e le palpebre degli occhi che quasi cadono. Per
lo meno lei ha un minimo di sonno.
"Disturbo?" mi chiede, guardandomi negli occhi.
"Casomai dovrei chiederlo io" mi lascio cadere di fianco a lei, stringendo le ginocchia al petto. "Non riesci a dormire?"
"In realtà stavo dormendo. Ma..." mi volto verso di lei, e
capisco che sta per dire qualcosa di importante. Deglutisce, puntando
lo sguardo al cielo. "Ma ho ricordato."
Ricordo quando ho avuto il primo ricordo.
Non è stato durante la Mutazione, è stato verso il terzo
mese che mi trovavo qui. Un ricordo semplice, banale: stavo giocando
con altri due bambini in un parco, e gareggiavamo per eleggere il
corridore migliore tra di noi. E' strano che i ricordi vengano fuori
solo dopo...beh, effettivamente è quasi un mese.
Okay, sono rincoglionito di brutto.
"Che hai ricordato?" le chiedo, sdraiandomi sull'erba.
Lei mi raggiunge, facendo un grosso sospiro. Forse non vuole dirmelo.
Beh, non che la biasimi, d'altronde ho fatto lo stronzo -me stesso- per
tutto il tempo. Comincio a rendermi leggermente conto del mio carattere
di sploff.
"Lascia stare" conclude, appoggiando la testa sul mio petto.
Oh no, dai, è troppo imbarazzante. Cosa dovrei fare, ora? Vuole una ninna nanna? Vuole che...dio, non so che fare!
"Ti sta prendendo il panico?" sghignazza lei. Come caspio ha fatto a
capirlo? Qui si tratta di voodoo. "Insomma, il tuo cuore sta battendo
come un deficiente." ah, ecco. Per fortuna.
"Non sono abituato, tutto qui" mi difendo, portano le mani dietro la testa. Spero solo che nessuno sia nei paraggi.
"Mi sposto?"
Anche se vorrei dire di sì con tutto me stesso, faccio un sospiro
e nego con la testa. Magari per questa volta posso evitare di fare lo
stronzo e la lascio fare. Ma sia chiaro, solo questa volta. Quindi, dal
momento che una ragazza sta dormendo su di me, mi converrebbe provare a
dormire. Di sicuro non posso stare sveglio a vita, no?
In più questa pive mi impedisce ogni movimento, quindi una cosa
vale l'altra: o me ne sto qui come uno scemo a guardare il cielo oppure
chiudo gli occhi e spero in un sonno profondo con tanti unicorni e
cavallini. O magari spero che mi appaia in sogno l'uscita del
Labirinto, ma so che non può succedere. Ho una strana concezione
di sogno.
"Buonanotte, Velocista" mormora Kath, sistemandosi meglio.
Roteo gli occhi al cielo, sbuffando: "Buonanotte, pive."
"Sei proprio un deficiente, Minho!"
un ragazzo dai capelli biondi mi sorride, beffardo, dandomi una pacca
sulla spalla. Dev'essere un ricordo.
"Senti chi parla" ribatto, guardando
da tutt'altra parte. La mensa della scuola è piena, ma il mio
sguardo punta la stessa ragazza rossa nel ricordo durante la Mutazione.
"Senti, testa di cazzo, le piaci. E' quella giusta. Cosa stai aspettando?"
"E' la mia migliore amica" ribatto addentando il panino davanti a me.
"Sei peggio di quelli che fanno vedere per tv...com'era? Ah sì, Friendzone. Se vuoi ti ci iscrivo."
Scuoto energeticamente la testa,
cercando di non mettermi a ridere. Friendzone? E adesso cosa sarebbe
questa caspiata? Perché nei miei ricordi c'è questa
ragazza?
Darei oro per non dover mai ricordare.
"Non fare il cretino, Lewis" sorrido, indicando la ragazza. "Rovinerei tutto."
"Non ti farai mai avanti con nessuna, di questo passo. Se fossi gay, ci starei io con te."
Scoppio a ridere, rischiando di sputacchiare tutto: "Sì, probabilmente anche io mi metterei con me stesso."
"Di che hai paura? Insomma, si vede distante sette chilometri che vi piacete. La storia dei migliori amici regge ben poco."
"Vai a farti fottere, Lew" concludo,
alzandomi dal tavolo, intenzionato ad allontanarmi. Spero solo di non
fare strani movimenti che possano svegliare Kath, proprio ora che ci
siamo addormentati entrambi.
"Ricordati che non puoi stare da solo per sempre!" grida il biondo, agitando la mano. "E' inutile che scappi da tutto!"
"Ehi, piccioncini, alzatevi!"
Riconoscerei questa soave voce tra mille. Questa voce che è
paragonabile ad un canto primaverile di uccellini...che si stanno
schiantando contro un albero.
"Alby" mormoro, sentendo il peso della testa di Kath ancora sul mio
petto. "Ho capito che mi odi e cerchi a tua volta di farti odiare da
me, ma almeno dammi il tempo di svegliarla come una persona umana."
"Mi pareva che fino a tre giorni fa tu non la potessi sopportare" sghignazza il grande capo, prendendomi bellamente in giro.
Adesso ci entra lui nel Labirinto a rischiare le chiappe.
"Smamma, Alby" ringhio, guardandolo male. Lui si limita a ricambiare
l'occhiataccia, per poi lasciarmi libero dalla sua seccante presenza.
In fondo però gli voglio bene, altrimenti non saprei con chi
litigare. Per il momento devo solo svegliare Kath, e poi dovrò
pensare al resto.
La scuoto leggermente, ma lei continua a rimanere ferma. La chiamo due
o tre volte, ma ancora nessun segnale di vita. Oh, no. Non può
essere.
"Alby!" grido, sperando che non sia troppo lontano. Prendo un altro
respiro, chiamandolo ancora più forte, nella speranza che mi
raggiunga nel minor tempo possibile.
Kath non respira.
"Ho capito che non ti stava simpatica, Minho, ma addirittura ucciderla..."
Newt cerca di tirarmi su il morale mentre attendiamo notizie dai
Medicali, che però tardano ad arrivare. Non posso di certo
averla strozzata durante la notte, almeno spero.
"Non scherzare, Newt, ti prego. Almeno per adesso" appoggio la schiena
alla parete del casolare, sospirando. "Non è possibile, caspio!
Stava benissimo prima di addormentarsi!" sbotto, agitando le mani
all'aria. Come sia potuto succedere, io non lo so. Prima il sogno
strano, e adesso lei.
Non potevano mandare, che so, un cane nella Scatola? O un gattino?
Sarebbe stato meglio per tutti!
E poi voglio un gattino. Lo chiamerei Pallino.
"Minho!"
Clint esce dalla stanza, raggiungendo me e Newt in due falcate: "Sta
bene. Era...non so, era svenuta. Nel sonno. Non abbiamo idea del
perché. Adesso sta riposando, quando si sveglia ne capiremo di
più, ha ripreso a respirare tranquillamente."
"Grazie al cielo!" esclamo, sollevato. "Posso andare da lei?"
"Vai pure" sorride Clint, fermandosi con Newt per parlare di
chissà cosa. Sono sempre andati d'accordo quei due, insomma,
Clint è uno dei pochi che sopporta le battute di Newt, ed
è una gran cosa.
Entro piano nella stanza, chiudendo la porta alle mie spalle. Kath sta
respirando profondamente, per fortuna, le coperte si alzano e si
abbassano con regolarità. Sembra quasi che non stia nemmeno
dormendo.
"Sono sveglia."
Sobbalzo per la paura, fissandola. Okay, questa ragazza è
davvero inquietante. Non è la prima volta che fa uno scherzetto
del genere.
"Clint ha detto che stavi dormendo, Kath, pensavo di trovarti...beh, mentre dormivi!"
"...Katherine. Mi chiamo Katherine. Ho passato una notte infernale, Minho. Mi lasceresti da sola?"
Alza gli occhi verso di me, e noto che sono rossi e gonfi, come se
avesse pianto tutto il tempo. Ma, tecnicamente, non può aver
pianto, perché tecnicamente stava dormendo. Questa ragazza
è veramente un mistero.
"Mi dici cosa ti è successo?" mi siedo sul letto, ignorando la
sua ultima richiesta. "Immagino tu abbia ricordato...ancora."
"Non ho voglia di parlare con te" afferma duramente, guardandomi come non ha mai fatto. "Sei pregato di uscire da qui."
Aspetta, prima dorme su di me e poi pretende di essere un'estranea?
L'ho già detto che qui non c'è spazio per giri di parole
e sentimentalismi, vero? Perché, se ce ne fosse spazio, allora
probabilmente Thomas non farebbe il cretino con Newt e io avrei un
gatto di nome Pallino!
"Senti, Katherine, capita a tutti di ricordare qualcosa di brutto,
insomma, non ci sono solo ricordi belli. E' inutile che tu adesso non
mi voglia nemmeno più vedere."
A questo punto mi chiedo se lo sto facendo per lei o per la voglia di sapere cos'ha ricordato.
"Ti chiedo solo di lasciarmi in pace, Minho. E' quello che mi chiedi tu da quando ci conosciamo."
Okay, questa ha fatto male, lo ammetto.
"Mi puoi solo dire cos'hai ricordato?" le chiedo alzandomi dal letto,
giusto per darle la garanzia che una volta saputo la lascerò
stare.
"Il mio migliore amico, la mia famiglia...tutto. Tutto ciò che ho perso."
Se non altro, ora la posso capire. Tutti noi, dopo i primi ricordi,
siamo moralmente a terra. E' quasi difficile accettare che è
come se noi fossi stati resettati, e che ormai siamo arrivati ad un
punto di non ritorno.
"Sappi che è successo a tutti noi" rispondo, uscendo dalla
stanza. Meglio tenere le distanze per un po' in questo momento, non
vorrei trovarmi con strani lividi in giro.
Che cacchio, non sopporto questo
essere costantemente lunatiche delle ragazze. non sai mai quando poter
dire qualcosa e quando no, c'è sempre la possibilità che
ti saltino al collo per ammazzarti o per abbracciarti...sono troppo
imprevedibili! E, a dirla tutta, io odio l'imprevedibilità. Ho
un odio viscerale, quasi.
Se potessi prevedere la mia vita lo
farei, anche se non è che ci sia molta scelta. Insomma, Dolenti,
Casolare, Alby, Labirinto...non uscirò mai da questo circolo
vizioso.
Per non parlare di Newt e Thomas.
Per quanto bene possa volere ad ognuno di loro, si intende.
"Sei un idiota, caro mio!"
L'urlo di Teresa mi fa voltare di scatto, facendomi prendere una
discreta paura. Anche se effettivamente non è la prima volta che
la dolcissima e tenerissima
Teresa salta fuori con delle frasi del genere. E' capitato diverse
volte anche con Newt e Thomas, certo, ad esempio "scimmia asiatica"
oppure "Minho cretimino", ma Teresa ha la capacità di infastidirmi solamente salutandomi.
"Che avrei fatto, stavolta?" le chiedo, sperando che capisca il mio tono altamente seccato.
"L'hai lasciata da sola! Non dovevi lasciarla da sola!"
"Me l'ha chiesto lei" mi lamento, guardando Teresa negli occhi. Non
posso nemmeno aspettare il ritorno del Velocisti in pace che arriva Mrs
Teresa -in Thomas, a sua volta in Newt- perché deve dirmi cosa devo fare. Questa Radura sta andando a rotoli.
"Magari potevi insistere. Vedo che ti diverti tanto ad insistere su
ogni cosa, cosa ti sarebbe costato farlo anche questa volta?"
"Esponimi il tuo problema esistenziale e poi lasciami aspettare il mio
gruppo in santa pace, grazie" incrocio le braccia, sentendo la cintura
di pelle aderire contro la pelle. Quanto odio per questo attrezzo che
sono obbligato a mettere solo per alleggerire quella sottospecie di
zaino che mi ritrovo.
"E' stata con me durante la tua Mutazione. Sempre. Ogni momento che non
era da te, o occasionalmente con Newt, lei era con me. E mi ha detto
diverse cose, insomma, preoccupazioni" Teresa punta i suoi occhi
decisamente troppo chiari contro i miei, sbuffando.
"E non dovrebbero restare cavoli suoi?" stiamo a vedere cosa risponde Teresa la Magnifica dopo questo mio esordio.
"Ha detto che sa di essere un peso, che ha già chiesto un sacco
di volte ad Alby di sistemarla in maniera diversa, che non vuole
più doversi preoccupare per te."
Ecco, abbiamo raggiunto il colmo. Che avevo detto io all'inizio di tutta la faccenda?
"Io non ho niente a che fare con lei, Teresa" dico duramente, allontanandomi fino ad entrare nel Labirinto.
"E' inutile che continui a scappare, Minho!"
Oh già, ci manchi solo tu.
Okay, sono tornata.
Mi scuso per il ritardo e per le confusioni che sono venute fuori nel capitolo precedente: la storia non è finita, ci sono ancora tre o quattro capitoli dopo questo :)
Scusatemi
ancora per il ritardo e vi ringrazio un sacco per le recensioni che
lasciate, ovviamente grazie a tutte quelle che aggiungono la storia tra
le preferite/ricordate/seguite, che per me è sempre più
importante di un commento.
Detto questo spero di non fare più ritardi simili, alla prossima :D
Heyale xx
|
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Capitolo 8 *** Da Minho, per i Dolenti, con amore. ***
Chiamami Velocista cap.11
CAPITOLO OTTO
Ho passato quattro giorni infernali
cercando che Kath mi parlasse dopo il nostro ultimo incontro, ma non
c'è stato niente da fare. Ho provato in tutti i modi, ho perfino
chiesto a Newt di parlarle, ma senza alcun risultato. E la cosa
peggiore è che tutt'ora sono ignaro del motivo di tutto
ciò.
Stando a ciò che mi ha detto Teresa, era del parere di staccarsi
da me anche durante la Mutazione e dopo, quando ancora mi parlava. E'
solo cambiato tutto dai suoi ricordi, e posso capire un distacco
generale, ma che poi diventi personale, beh, ammetto che mi dà
parecchio fastidio.
Il motivo non lo so nemmeno io, ed è quasi frustrante stare quasi
male senza una ragione fondata. Non è orgoglio, non è
pentimento, non è compassione, non è nostalgia. E'
solo...Kath che non mi parla e a me dà fastidio. Nome originale e
preciso, non trovate?
Insomma, sono quattro giorni che la vedo solo durante la cena, e nemmeno mi saluta. Direi che è stata piuttosto brutale
nel "non parliamo più a Minho e lasciamolo per i caspi suoi". E
mi dà fastidio il fatto che mi dia fastidio la faccenda. Non
pensavo di essere incaspiato fino a questo punto.
"Minho, ci sei?" la voce di Thomas mi riporta alla realtà, mentre freniamo di colpo davanti ad una parete chiusa.
"La Sezione due doveva essere aperta, oggi" mormoro, scrutando il muro.
Già, è sigillato. Strano. "Thomas, le altre Sezioni come
sono?"
"Tutte chiuse. Anche la sette."
"Vorrei sapere che caspio succede!" grido, facendo sobbalzare tutti i
Velocisti dietro di me. Prendo tutto il fiato che posso, urlando come a
voler parlare al Labirinto. "Ci manchi solo tu a prendermi per il culo!
Prima la ragazzina, e adesso tu! Chiunque mi stia sentendo, andate a
fancaspio!"
"Minho, calmati" Thomas appoggia una mano sulla mia spalla, facendomi schiantare contro la realtà.
"Andiamo via da qui" sbotto, girandomi di scatto. "Torniamo domani, forza. Qualcosa non va."
"Ehm, Minho?"
Mi giro verso Jack, che mi sta guardando come se avesse paura: "Dimmi."
"Le uscite...si sono chiuse. Il Labirinto sta cambiando."
Mi guardo velocemente attorno, constatando che sì, siamo nella sploff. Siamo immensamente nella sploff.
"Correte, razza di pive!" urlo, mettendomi di punta per guidare tutti
fuori da questo casino. Siamo quasi nel cuore del Labirinto, se tra
un'ora saremo fuori, giuro che chiederò a Thomas di sposarmi.
Con tanto di anello e Newt come testimone di nozze. Il problema,
però, è arrivare nella Radura.
"Muovetevi!" grido di nuovo, sprecando gran parte del fiato rimasto. Mi
sembra di correre per la prima volta in tutta la mia vita: sento solo
il rumore del battiti del mio cuore che martella fino a far male, il
respiro assente e le gambe che ormai vanno in automatico anche se
potrebbero cedere da un momento all'altro. In testa ho solo tutti gli
schemi scritti in fretta sui fogli delle Mappe, e piano piano so che
stiamo arrivando all'uscita, anche se i muri continuano a muoversi
proprio per confonderci. Chissà se i Radurai si stanno
preoccupando.
"Eccoli, sono vivi!" Chuck ci indica, appena un metro fuori dalle porte del Labirinto, sorridendo come solo lui sa fare.
Il cuore mi si alleggerisce appena, notando che tutti quanti ci stavano
aspettando: Alby, i Medicali pronti ad accoglierci con eventuali bende,
Frypan con qualche biscotto, Teresa, Newt, Katherine. Non è un
miraggio, e questa concezione mi consente di accelerare un'ultima volta
e buttarmi sull'erba bagnata, rotolando rovinosamente. Sembro un
accidenti di involtino di carne avvolto nella pancetta in questo
momento, ma poco importa. Sono fottutamente vivo contro ogni
aspettativa.
Chiamate Thomas e un'agenzia matrimoniale.
"Minho!"
Una voce mi chiama -ma dai?-, ma è distante. Molto, molto distante.
E ora la figura appare nella mia visuale, prima puntata al cielo, ora
sui suoi occhi. Katherine. Katherine, con uno sguardo quasi
terrorizzato. Katherine, con un sorriso a rompere la tensione.
Katherine, con i capelli mossi e sparsi per tutte le spalle. Katherine.
"Mi hai fatto morire di paura!" sbotta, passandomi un asciugamano
bagnato sulla fronte. Forse è un miraggio. Forse sono morto e
non me ne rendo conto. C'è qualche strana figura alata in giro?
"Perché mi parli solo quando sono in punto di morte?" le chiedo,
sghignazzando col poco fiato che mi è rimasto. "So...tutto. So
che hai chiesto ad Alby di essere affidata a qualcun altro, so che
pensi di essere un peso. Me l'ha detto Teresa."
"Non credo ti dia fastidio" sorride passando un'ultima volta
l'asciugamano sul mio viso. "Magari se proviamo in due lo convinciamo."
"Potremmo ricominciare, invece" l'ho davvero detto? Sono stato io a dire questo? Okay, stanotte mi do in pasto ai Dolenti.
"Ricominciare a fare...?"
Le porgo la mano, facendo un sorriso alquanto sghembo: "Piacere, mi chiamo Minho. Sono un Velocista."
Kath ricambia il sorriso, ridendo appena, stringendo la mano: "Mi chiamo Katherine, sono nuova. Piacere mio."
Mi sono ammorbidito?
Okay, sì, peggio del burro al sole.
Peggio dei biscotti che Chuck lascia aperti dopo averne rubati.
Peggio di...un peluche!
Sì, sono rincaspiato
più che mai. Ma in fondo anche io ho un lato umano, e non posso
dii certo nasconderlo per sempre. Quindi tanto vale farlo uscire per un
po', cercando, come dice Newt, di essere meno me stesso possibile. E'
una delle peggiori offese mai ricevute, a pensarci bene. Devo fargliela
pagare, a quel pive. E' quasi peggio di sentirsi chiamare Cretiminho. Il che è tutto dire.
"Dormiamo sotto le stelle, Velocista?"
Mi giro di scatto verso Kath, che si stende accanto a me.
"Come vuoi. Io già ci sono."
"Magari il cielo è l'unica cosa infinita che abbiamo, no?"
Dobbiamo dormire o emanare leggi filosofiche?
"Anche la nostra permanenza qui non scherza" ridacchio, dandole un buffetto sulla guancia. "Buonanotte, pive."
"Buonanotte, Velocista."
"Io direi che possiamo fare una festa."
"Per me dovremmo appendere i fiocchi blu e rosa, di questo passo un Raduraio si unirà naturalmente a noi."
"Io dico di farci mandare degli alcolici."
"Chi comprerà gli anelli?"
Sbuffo per l'ennesima volta, guardando male Thomas e Newt: "Comprateli
per voi gli anelli, i fiocchi e gli alcolici. Non vedo perché
dobbiate fare i coglioni in una maniera così teatrale."
"Ma finalmente hai cominciato ad essere gentile con una ragazza!"
sbotta Newt, come se fosse uno scandalo. "E' ovvio che dobbiamo
festeggiare!"
Mi sento ferito. Nel profondo. L'orgoglio e i miei sentimenti.
"Senti, razza di stronzo, vedi di correre e tacere per una volta"
sbotto, svoltando un angolo. Anche oggi, come da routine, stiamo
vagando a vuoto. Dopo aver verificato che nell'insenatura strana non
c'è effettivamente un caspio di interessante, abbiamo continuato
a correre in cerca di altre aperture simili, ma per il momento siamo
ancora a mani vuote.
"Non vi siete ancora baciati?" domanda Newt di punto in bianco, come se fosse confuso.
Adesso lo incaspio per bene. Lo incastro nel muro e lo lascio marcire qui. E gli appendo un biglietto dietro con scritto: Da Minho, per i Dolenti, con amore.
"Newt ha ragione, Minholino" sghignazza Thomas. Minhoche? Osano anche darmi soprannomi adesso? I Dolenti mi adoreranno senz'altro.
"Se ci ascoltassi magari potresti anche essere simpatico all'altra metà dei Radurai."
Ma questi due pive non hanno di meglio da fare che ferire senza
pietà i miei sentimenti? Lo so di non essere esattamente l'amico
che tutti vorrebbero, ma almeno potrebbero evitare di ricordarmelo ogni
santo minuto.
"Sei più dolce di Gally e Alby messi insieme, Newt" borbotto,
facendo marcia indietro. "Sarà meglio tornare. Per oggi abbiamo
finito, pive."
"Non ti si può proprio parlare, Minholino!"
"Fottiti, Thomas" e cominciamo a correre in direzione della nostra cara, sicura, Radura.
"Oggi Alby mi ha fatto provare un paio di lavori, ma non sono molto
brava" lo sproloquio di Katherine continua da quasi un'ora, e anche se
io vorrei dormire con tutto il mio -a detta di Newt, infimo- cuore, mi
costringo ad ascoltarla e ad essere per lo meno partecipe nelle sue conversazioni che sembrano più un flusso di coscienza.
"Insomma, capisco che ammazzare maiali possa essere divertente,
ma...no, non fa per me. Odio il sangue. Tu non odi il sangue, Minho?"
"Non lo sopporto" mormoro, fissando il cielo sopra di me. "Ogni volta
che mi taglio sulle braccia o sulle gambe devo trattenermi per non
vomitare."
"Già, vale lo stesso per me. Ma le bistecche sono buone."
Non eravamo partiti a parlare di lavori?
"Cosa c'entrano le bistecche?" le chiedo, spostando gli occhi di lato per incrociare i suoi. "Non faremmo meglio a dormire?"
"Non ho sonno, in realtà."
"Ma non mi dire" ridacchio, girandomi sul fianco rivolto verso di lei. "Cosa pensi di fare per rimediare?"
"Immagino che potrei dormire."
La furbizia di questo soggetto mi sorprende ogni secondo di più.
"A quanto vedo però nemmeno tu hai sonno" continua, girandosi
come me. In effetti, non ha tutti i torti. Magari la sua furbizia sta
migliorando.
"Mi stai tenendo sveglio" mi lamento, cercando di sorridere. Anche se,
giustamente, c'è buio. Quindi quello furbo qui sono io.
"Allora ti lascio dormire."
E ci voleva tanto?
"Buonanotte, Velocista."
"Buonan-"
Un bacio si posa sulla mia guancia prima che io possa finire di
parlare, lasciandomi interdetto. Ora, perché l'ha fatto? Non
vedevo una dimostrazione d'affetto da tre anni. Mi sento strano. E
insensibile.
Decisamente meglio dormire.
"Pronti a partire, pive!" esclamo stringendo lo zaino sulle mie spalle, sciogliendo per l'ultima volta i muscoli del collo.
"Ci siamo, non serve che svegli la Radura" mormora Jack, facendo un sorrisetto. "Brutta giornata, Minho?"
"Ho dormito poco" mi giustifico, fissando le porte mentre si aprono. In effetti, non ho proprio dormito. "Coraggio, andiamo!"
E partiamo tutti e quattro verso, nuovamente, le stesse strade. Destra,
sinistra, sinistra, destra, sinistra. Sempre uguale, sono certo che non
usciremo mai da qui. Prima o poi dovremmo dirlo anche agli altri
probabilmente.
"I muri si stanno muovendo!" sbotta Thomas, frenando di colpo. E'
già la seconda volta che i Creatori fanno questo giochetto.
"Corriamo lo stesso. Siamo abituati" decreto infine, ricominciando a
correre. "Siamo Velocisti, no? Solo uno degli altri Radurai si
perderebbe."
"Minho!"
Oh, no. Ditemi che non l'ho sentito. Ditemi che è stata un'illusione.
Ma a giudicare dagli sguardi spaventati di Thomas, Newt e Jack, direi
che non sono stato l'unico a sentirla. Questo è ufficialmente
l'incubo peggiore da tre anni a questa parte.
"Dove siete?!" continua a gridare, e ormai non ho più scelta.
"Voi uscite di qua" sbotto rivolto ai Velocisti. "Io vado a prendere Kath -ovunque sia-, e vi raggiungo."
Chiedo perdono.
Mi inchino alla vostra ira, perché sì, sono passati venti giorni.
E mi dispiace un sacco, ma mi mancava proprio la voglia di pubblicare, non so perché.
In ogni caso eccomi qui, scusatemi ancora, e spero che il capitolo vi piaccia. Siamo quasi alla fine ♥
Ale xx
|
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Capitolo 9 *** Sta cercando di offendermi? ***
Chiamami Velocista cap.13
CAPITOLO TREDICI
"Continua a gridare, Katherine!" urlo a gran voce, sentendo i polmoni fare uno sforzo abbastanza sostenuto.
Riassunto della situazione: I Velocisti stanno andando al sicuro, i muri
si muovono di nuovo, Kath è da qualche parte in mezzo a questo
casino e io devo trovarla. Basta che un solo muro si sposti, e lei
è spacciata. Completamente.
"Dove sei?" grida lei nuovamente, e la voce è un po' più
chiara, forse sono riuscito a localizzarla. Molto, molto forse.
"Continua a parlare!" mi sposto verso la sezione tre, e le urla si
fanno sempre più vicine per fortuna. Corro a perdifiato, sento
le gambe cedere. Ma non posso assolutamente tornare indietro.
"Qui si sta chiudendo tutto!" urla lei di nuovo, stavolta la voce gratta molto.
Posso capirla, se non fossi abituato probabilmente starei per mettermi a piangere anche io.
No, okay, piangere no. Non piango da finché ho memoria.
"Minho!" grida lei di nuovo, sempre più spaventata. "Ho solo due uscite, si stanno chiudendo!"
"Non smettere di correre!" urlo, aumentando la velocità. "Sto arrivando, tieni duro!"
Svolto un altro paio di angoli, correndo per un corridoio alquanto
stretto. So che ci sono, la voce veniva da qui. Riesco a sentire i
singhiozzi, mancano pochi metri. Dio, che sollievo.
"Kath!" la chiamo, e i singhiozzi si interrompono. "Vieni verso la mia voce, fa' in fretta!"
Finalmente la vedo uscire dal vicolo cieco in cui era finita, due
grosse lacrime le solcano le guance e i vestiti sono sporchi dalla
testa ai piedi. Tiro un sospiro di sollievo, asciugandomi il sudore
sulla fronte. Non credo di averla mai vista più spaventata di
così. E, per giunta, la cosa che mi dà più
fastidio è che, a giudicare da ciò che ha in mano,
è entrata in questa trappola mortale solo per darmi il pranzo
che ho dimenticato. Ha rischiato la sua vita per il mio caspio di
pranzo. Deve rivedere le sue priorità.
Appena mi vede le si illuminano gli occhi, e parte correndo verso di me
fino a rallentare per non cadere a terra. Muovo un passo verso di lei,
non capendo nemmeno cosa mi stia succedendo, e la stringo in un
abbraccio. Giuro che non c'entro niente con ciò che dice il mio
sistema nervoso, mi sono mosso autonomamente. Ma devo ammettere che
averla al sicuro tra le mie braccia è come un calmante, e
l'adrenalina se ne sta andando piano piano.
"Sei veramente un'idiota, Katherine" mormoro, ancora stretto a lei. "Mi hai fatto perdere due anni di vita."
"Avevi dimenticato il pranzo, non c'era nessuno e così ho pensato che non potevate essere tanto distanti."
"Sei fuori di testa!" sbotto, allontanandomi. "Se usciremo da qui te ne
dirò di santa ragione. Ma prima di tutto dobbiamo uscire."
"Sei positivo, lasciatelo dire."
La guardo male, facendo una smorfia: "Zitta."
Katherine sbuffa, passandosi una mano tra i capelli mentre inizia a seguirmi: "Cosa devo fare?"
"Correre, Kath. Devi correre. Non ci chiamiamo 'Velocisti' perché il catalogo dei nomi era finito."
"Intendente Minho e la sua dolcezza."
"Finiscila" ridacchio, iniziando a correre. Mi rendo conto che ci
metterò il doppio a raggiungere l'uscita, per non considerare le
pause che dovrò fare. Insomma, una pive e tra l'altro femmina!
Non faremo nemmeno un chilometro senza fermarci.
"Senti un po', Velocista" mi chiama lei, mettendosi al mio fianco. "Ma stiamo correndo o camminando a passo veloce?"
Sta cercando di offendermi?
"Sto andando piano per te, pive" rispondo, cercando di far risultare la voce meno altalenante di quanto sia in realtà.
"Guarda che se fosse per me saremmo già usciti!"
"Allora prego, accomodati!" sbotto, aumentando la velocità. Tra
quindici metri si sarà già persa, ne sono sicuro. Non
può di certo pretendere di essere allo stesso livello di noi
Velocisti.
Cristo santo, devo smetterla di dire che le cose non potrebbero mai
succedere. Perché, a meno che io non stia sognando o sia sotto
effetto di droghe pesanti, Katherine sta correndo da un'ora e mezza
senza aver mai avuto bisogno di una pausa. E non è umanamente possibile.
"Siamo quasi arrivati!" grido, indicandole la strada da prendere. "Ci manca circa un chilometro."
"Okay, allora ti dispiacerebbe fermarti un attimo?"
Freno di colpo, girandomi verso di lui, sollevato dal fatto che anche
lei debba prendere fiato. Insomma, mi fa piacere sapere che anche lei
ha dei polmoni funzionanti.
"Stanca, eh?"
"In realtà no, voglio solo dirti una cosa" ridacchia, appoggiandosi ad una parete. "Tu sei stanco?"
"Un pochino, direi. Fa' in fretta, pive, i Radurai ci stanno
aspettando" mi siedo con la schiena appoggiata alla prete opposta alla
sua, tirando un gran sospiro. Appena sarò al sicuro, giuro che
mi metterò a dormire.
"Mi dispiace per tutti i guai che ti ho fatto passare. Partendo da Alby per arrivare a questo."
Alzo lo sguardo verso di lei, sorpreso, ma il suo è fisso a
terra. Non sarà mica...imbarazzata? In questo caso potrei
veramente mettermi a ridere.
"Non sei stata tu l'unica causa dei litigi con Alby, tranquilla. Quella è la nostra quotidianità."
"Non so come ragioni tu, Minho. Ma a me non va di sapere che qualcuno sta male per colpa mia."
Stare male? Non mi pare di essere mai stato male da quando c'è lei. Okay, magari infastidito, ma non...male.
"Su col morale, Kath" mi alzo, andando vicino a lei. "Non sono
arrabbiato con te. E sai una cosa? Magari potrei chiedere di farti
diventare Velocista. Magari potremmo passare più tempo insieme."
Lei fa un sorriso, alzandosi aiutata da me: "Ti voglio bene, Velocista."
Anche io, Kath.
"Inizia a correre, pive."
Come da copione mi ritrovo seduto su una
sedia, che tra l'altro non so quanto regga ancora, mentre gli altri
discutono animatamente di ciò che è successo.
"Sappiamo tutti le procedure" inizia Alby, scrutando Kath, esattamente
al centro della mezzaluna. "Dovrebbe essere esiliata e via dicendo. Ma,
insomma-"
"Vuoi passarci sopra un'altra volta, Alby?" Gally si alza dalla sedia,
infuriato come il solito. "Abbiamo già fatto un'eccezione per
Thomas cinque mesi fa, ora non si può ripetere!"
Tenetemi fermo o vado lì e lo concio per le feste una seconda
volta, caspio. Magari potrei farmi un nuovo cappotto di Gally, oppure
una coperta. Mh, non sarebbe male se quel pive del cacchio non la
smette di sparare amenità che mi fanno saltare il sistema
nervoso.
"E' una ragazza, Alby, stava solo cercando di seguire Minho" dice Newt
duramente, guardando Gally e poi me. "L'ha fatto con un buon fine."
"Ma ha rischiato il peggio, e per poco non cacciava nei guai anche i Velocisti, Minho per primo."
La faccia dell'ipocrisia! Come se di me gli importasse qualcosa, cacchio.
"Se la tenete qui, io giuro che vado fuori di testa."
Fosse una novità.
Lancio uno sguardo a Kath, che
fissa tutti noi in modo alquanto terrorizzato. La mia prima Adunanza
è stata dopo aver fatto a botte con Newt prima che diventasse il
mio migliore amico. Alla fine, io avevo il labbro spaccato e lui il
polso insaccato. Che bei tempi.
"E cosa vorresti fare, se no, testa
di caspio?" Newt si alza dalla sedia, incrociando le braccia. "E' una
ragazza. Poteva saperne qualcosa?"
"Dato che il qui presente Minho
è il suo tutore" la manaccia di Gally mi indica. "Sì, lei
doveva saperlo! Di sicuro lui gliel'avrà detto."
"Certo che l'ha fatto" interviene Alby. "E lei si è solo preoccupata per lui, ecco perché l'ha seguito."
"Non dovremmo prenderlo come
esempio?" dice Newt, guardando tutti noi Intendenti. "Tutti noi
pensiamo solo a noi stessi, ammettiamolo. Se io fossi stato l'incarico
di Minho, e avessi visto il suo pranzo in cucina invece che nel suo
zaino, avrei pensato che fossero cazzi suoi. Anzi, penso che l'avrei
anche mangiato. E invece che fa questa pive? Gli corre dietro, per una
cosa così stupida che adesso è diventata importante."
Ritiro tutto ciò che ho detto su Newt. Ora penso di amarlo.
"Minho poteva rimetterci la vita" sbotta Capitan Gally, naturalmente, gesticolando freneticamente con le mani.
"Potrei morire prima di sentire
qualcosa di sensato uscire dalla tua bocca, accidenti!" scatto in
piedi, fissandolo. "Ti pare che io potessi restare là dentro?
Pensi che sia l'Intendente dei Velocisti perché non ho un caspio
da fare tutto il giorno? E' come se ci vivessi tra quelle mura!"
"Calmati, Minho" mi intima Alby, come il solito. Ma stavolta no, mi spiace, non andrà come vuole lui.
"Vuoi mandarla in pasto ai Dolenti
per quale ragione, eh?" okay, potrei assomigliare vagamente ad un pazzo
in questo momento. "Perché voleva essere gentile? Almeno ci ha
provato, cacchio, è la prima che fa una cosa del genere. Se tu
la esili, io giuro che le vado dietro!"
"Minho, no" Kath si alza dalla
sedia, venendo verso di noi. "Pago da sola quello che ho fatto. Devo
andare? Okay, perfetto, ditemelo ora così mi preparo senza
troppe perdite di tempo."
"Fermatevi, cacchio, mi sta venendo mal di testa" sbuffa Alby. "Ora sta agli Intendenti decidere. Allora? Cosa volete fare?"
Alby si rivolge ad ognuno di noi, e
il primo inizia a parlare. Sette di noi dicono di farla restare, due
no. Ovviamente Gally e quel suo seguace di Winston. Ora sta a me.
"Minho" Newt mi fa segno di
parlare, facendosi serio. "Lei resterà. Ora, tu sei il suo
tutore. Come tale, dovrai comunque farle capire il suo sbaglio, in
qualche modo. Come pensi di fare?"
Mh, una punizione che posso
decidere io. E' la prima volta che sono io a doverla infliggere, e non
il contrario. Mi è capitato parecchie volte di dover pulire le
pentole di Frypan in gattabuia. Con uno spazzolino. Senza un minimo di
luce.
Okay, ce l'ho. Non potrei fare cosa peggiore.
"Voglio che diventi una Velocista."
Tutti quanti rimangono col fiato
sospeso, e prima che possano iniziare le rivolte con tanto di torce e
forconi, riprendo parola.
"Se non fosse stato per la sua
velocità, allora Gally avrebbe avuto ragione e noi saremmo
rimasti là dentro. Ma è veloce quanto me, non si è
stancata nemmeno dopo un'ora e mezza di corsa continua. Non credo ci
possa essere punizione peggiore."
Alzo gli occhi verso Alby, incrociando le braccia. Deve dire di sì. Non può contestare quest'idea.
"E sia" dice infine, alzandosi dalla sedia. "L'Adunanza è conclusa. Mi avete rotto abbastanza i coglioni anche per oggi."
Cerco di trattenere un sorriso e un
"evvai" che sarebbe di certo inopportuno, ma riservo un cenno per Kath,
che sorride a sua volta senza farsi vedere. Bene, se non altro questa
volta l'ho vinta io. Inoltre sono sicuro che non sia esattamente una condanna per Kath. E, lo confesso, nemmeno per me. L'ho detto di essere peggio del burro al sole.
La parte più eccitante
dell'essere Intendente dei Velocisti è dover mostrare la Stanza
delle Mappe ai novellini, non c'è dubbio. La parte che
preferisco sono le armi e le scarpe, è sempre uno spasso vedere
lo sguardo spaventato di ogni pive guardarsi attorno senza sapere dove
mettere le mani.
Katherine è dietro di me, da
quando siamo usciti non abbiamo detto una sola parola, ma credo che le
domande arriveranno tra meno di due minuti, dato che abbiamo appena
messo piede nella stanza sotterranea dove teniamo le armi.
"Non capisco perché tu mi abbia difesa."
Mi giro verso di lei, lanciandole un paio di scarpe che potrebbero andarle bene. "Non dovevo?"
"Sei indecifrabile, te lo assicuro. Prima mi sbotti addosso e poi mi difendi davanti a tutti."
Alzo le spalle, facendo una smorfia: "Ti ho nominata Velocista, non ti ho fatto un favore."
"Invece sì" mormora
distrattamente mentre si infila le scarpe. Colgo l'occasione per
guardarla senza dover sostenere il suo sguardo, e non posso fare a meno
di sorridere davanti a un impaccio del genere per allacciare le scarpe.
Sono sicuro che tra tre giorni sarà un gesto quasi automatico,
dato che gli allenamenti saranno piuttosto lunghi. E sarà meglio
per lei che si leghi i capelli per correre, non penso sia molto comodo
quando saranno quattro o cinque ore di corsa accumulate.
"Sono pronta" si alza di scatto, sorridendo. "Andiamo?"
"Prima passiamo a prendere il pranzo, poi andiamo."
Cosa mi sta succedendo? Insomma,
non voglio andarmene da questa stanza. Dovrei uscire ma...i miei piedi
se ne stanno qui. E i miei occhi su di lei.
"Ehi, Velocista? Ci sei?"
"No, faccio finta" faccio una smorfia, girandomi a fatica per andare via. "Stammi dietro, pive."
NON SONO MORTA.
Semplicemente il mio cervello si è fatto fottere.
Ma ehi, sono viva!
Oggi esce il trailer di Scorch Trials, vero? Sono stra emozionata.
Spero che il capitolo vi piaccia e siate clementi col mio ritardo, vi prego.
Un bacione!
Ale xx
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Capitolo 10 *** Non è giusto. ***
Chiamami Velocista cap.15
CAPITOLO DIECI
"Stai
andando alla grande" ansimo mentre ci dirigiamo verso la Sezione sei.
"Veramente, quasi quasi mi batti. Mi stai umiliando."
"Questo è il risultato dell'essere maschilisti, caro mio!" ribatte, rivolgendo il viso verso di me.
"Il punto è che ho vissuto
con dei maschi per tre anni, non è maschilismo. Non ho mai avuto
a che fare con le femmine."
"Già, si vede" ridacchia, facendo una piroetta. "Dove stiamo andando?"
"Da nessuna parte in particolare. Ti sto solo allenando."
Kath si ferma improvvisamente, facendomi frenare di colpo. E adesso che succede?
Dio, non ho voglia di ulteriori
casini. Prima l'Adunanza e la discussione con Gally, poi quella strana
sensazione di non voler lasciare la stanza e ora questo.
Non riesco a rendermi conto di cosa mi stia succedendo, ed
è una sensazione a dir poco orribile. Peggio del famoso valzer
di Newt e Thomas.
"Voglio che mi racconti di più. Insomma, tu sai quasi tutto su di me e io non so niente su di te. Non è giusto."
Ci sono tante di quelle cose ingiuste qui nella Radura, cara Katherine, che nemmeno puoi immaginare.
"Sai quello che devi sapere" mi stringo nelle spalle. "Del resto non è che io sappia proprio tutto di te."
"Allora facciamo un gioco: a testa, diciamo qualcosa di noi. Ti va?"
Date a questa pive il premio per la cretinata del mese. Con la scritta 'cretinata' in maiuscolo, mi raccomando.
"Come vuoi. Basta recuperare un po' di fiato al momento."
Scuote la testa, ridacchiando: "Okay, Velocista. Numero uno: all'inizio non ti potevo sopportare."
Cosa reciproca.
"Numero uno: all'inizio era lo stesso."
Fa un sorrisetto, sistemandosi
meglio lo zaino sulle spalle: "Numero due: non ho la più pallida
idea di quanti anni io possa avere e ciò è quasi
sconvolgente. Ma penso quindici, o sedici. Probabilmente sedici."
"Numero due: io sono sicuro di averne diciassette, quasi diciotto."
"Numero tre: ricordare la mia vita è stata una cosa terribile."
Annuisco, senza dir nulla. In
effetti, per tutti i primi ricordi sono disarmanti, perché
è come essere trasportati in una caspio di vita che non esiste
più.
"Numero tre: dopo la Mutazione,
quando abbiamo dormito insieme, in un sogno un mio amico mi ha detto
che dovevo smetterla di scappare da tutto. La stessa cosa mi è
stata da Teresa il giorno dopo." perché l'ho detto?
"Numero quattro: quando ti ho visto
arrivare, mentre tutti vi stavamo aspettando davanti all'entrata dato
che il Labirinto aveva iniziato a muoversi, è stata l'emozione
più forte mai provata finora. Forse era sollievo...ma era tanto.
Anche se, teoricamente, non ti sopportavo ancora."
Sento che stanno per venire fuori
delle cose più svenevoli degli occhioni da cerbiatta di Teresa.
E siamo messi molto, molto male.
"Numero quattro: quando sono stato
punto, ho espresso la volontà che tu non mi vedessi durante la
Mutazione. Avevo paura che ti potessi spaventare. Anche se, come te,
non ti sopportavo."
Ci guardiamo contemporaneamente,
facendo un sorriso. Strano, da qualche giorno i miei sorrisi non
sembrano più un misto tra dolore e disperazione, piuttosto
sembrano...sì, sorrisi. Il che è veramente strano. Ma del
resto tutto è strano da quando Katherine è arrivata,
ormai non mi sorprendo nemmeno più. Dovrei sorprendermi se
qualcosa, almeno per un giorno, fosse normale.
"Numero cinque: sono quasi sicura che, in qualche modo, tu tenga a me."
Beh, ci puoi giurare. Dopo tutto quello che mi hai fatto passare, che ti ho fatto passare, che abbiamo passato, come puoi pretendere che io non tenga a te?
E'...impossibile, cacchio. Semplice.
"Numero cinque: sono quasi sicuro che, in qualche modo, anche tu tenga a me."
Katherine fa un sorriso, posando una mano sulla mia spalla: "Sembrava ovvio, no, Velocista?"
Parliamo ora dei migliori amici.
In genere, in migliore amico sa
sempre cosa dire al momento giusto, c'è nei momenti del bisogno
e ti ascolta sempre, aiutandoti.
Ora, invece, parliamo di Newt e Thomas.
Newt sta inventando strani dialoghi
ipotetici tra me e Katherine, mentre Thomas se la ride come se non
avesse mai sentito una battuta in vita sua. Tutto ciò è
patetico. Veramente molto patetico.
Avrei altre centosette
attività che potrei fare invece di ascoltare questi due idioti
prendermi in giro. Ad esempio, potrei giocare a mosca cieca nel
Labirinto, potrei dormire, potrei chiedere a un Dolente di farsi una
foto con me, potrei ballare la break dance, potrei dare un bacio sulla
guancia a Alby. E invece no. Me ne sto qui ad ascoltare tutte le
caspiate che stanno sparando questi due cretini.
"E poi, tipo, tu fai 'sì,
grazie', e lei magari ti dice 'guarda, preferirei un Dolente!', sarebbe
esilarante!" Newt si porta le mani alla bocca per non svegliare tutti i
Radurai, mentre Thomas si tiene la pancia per le risate. Mi chiedo che
fine abbia fatto il Newt dell'Adunanza che dichiara seriamente i suoi
pensieri.
"La smettete?" mi lamento, appoggiando la testa sulle braccia. "Vorrei dormire. Da un'ora e mezza."
"Non dormi con la tua principessa, Cretiminho?"
"Mi vedete con lei? Allora no" guardo male tutti e due, facendo una smorfia. "Siete davvero infantili, ragazzi."
"Stiamo scherzano, Minho,
rilassati" anche Thomas si stende, imitando la mia posizione. "E' una
cosa bellissima che finalmente vi troviate bene insieme."
"Già, ho quasi paura di svegliarmi."
"Questo pive si è fatto romantico!" esclama Newt, spettinandomi i capelli affettuosamente. "A quando le nozze?"
"Vaffancaspio, Newt."
"Sto scherzando, Fagio" il biondo
si fa improvvisamente serio, stendendosi a terra. "Se fosse stato per
Alby, ti avrebbe tolto Katherine dalle palle già la prima volta
che gliel'hai chiesto, sono stato io ad insistere. Devi scusarmi, ma
l'ho fatto per te. Sapevo che ti avrebbe fatto bene."
Schifoso traditore del caspio.
Non ci posso credere. Sono quasi sconvolto.
"Grazie" mormoro dopo aver elaborato la notizia. "Veramente, grazie. Avevate ragione, voi due teste di caspio."
"Lo sappiamo" sghignazza Thomas, battendo un pugno sulla spalla di Newt.
Che migliori amici facce di caspio che ho.
Come può essere possibile che non
possa passare un caspio di giorno normale senza che succeda qualcosa in
questa stupidissima Radura?
Stamattina mi sono svegliato e la prima cosa che mi hanno detto
è stata: 'Katherine non si trova più da nessuna parte'.
Stavo felicemente sognando unicorni e cavallini alati prima che Newt mi
svegliasse con la stessa grazie di Alby e mi urlasse contro che Kath
era sparita. Thomas la stava già cercando quando mi hanno
svegliato, ma non l'aveva vista da nessuna parte.
Non può essere sparita all'interno della Radura, dev'essere per
forza entrata nel Labirinto. Ma cosa credeva? E' Velocista da un
giorno, si farà sicuramente ammazzare.
"Ehi, Minho, dove stai andando?" Alby mi raggiunge di corsa, stringendomi saldamente il polso.
"Sto andando a cucinare le cotolette, Alby" mormoro, stringendo i lacci delle scarpe.
"Non puoi andarci da solo, chissà dove si trova!"
"Non mi interessa!" sbotto, liberandomi dalla sua presa. "Voglio solo portare il suo didietro qui, al sicuro."
La cosa sembrava surreale finché non l'ho detta ad alta voce.
Com'è possibile che io voglia veramente andare al suicidio pur di riportare lei al sicuro?
Insomma, quando è successo?
"Se mi giuri qui, seduta stante, che lo fai per lei e solo per lei, allora ti lascio andare."
Portatemi bandiere, trombette da stadio e Thomas. Voglio sposare Thomas.
"Potrei farlo per altro, secondo te? Non voglio che le succeda niente."
Aspetto il cenno di Alby che non tarda ad arrivare, stranamente, e
parto alla ricerca di questa pive che ha deciso di testa sua di
addentrarsi nel Labirinto. Cosa può essere successo di tanto
terribile da spingerla al suicidio? Dio, sto uscendo di testa.
"Katherine!" grido, con tutta l'aria che mi resta nei polmoni. "Dove sei?"
Niente, nessuna risposta. Tanto vale continuare a correre a vuoto, prima o poi immagino che troverò qualcosa...
Aspetta, no.
Non può essere.
Mi lancio sull'oggetto che giace per terra, riconoscendolo subito. Mi
sarebbe piaciuto trovare Katherine, non il suo zaino, caspio,
così rischio di diventare scemo dalla disperazione. Per lo meno
so che è nei paraggi, deve essere nei paraggi. E, giuro, non
credo di aver mai avuto così tanta paura. E' terrificante
sentire il cuore battere talmente tanto da far male, con mille pensieri
che si formulano costantemente nella mia mente. Non riesco a togliermi
dalla testa tutte le parole di Kath, mi sembra di sentire la sua voce
ripetere tutte quelle volte che mi ha chiesto cosa c'è nel
Labirinto. Non posso non trovarla, non dopo tutto quello che abbiamo
passato. Non dopo che abbiamo litigato per poi far pace, non dopo che
mi sono affezionato a lei, non dopo che è diventata veramente
un'amica per me. Non posso permettere che le succeda qualcosa, questo
è quanto.
"Katherine!" grido di nuovo, provando ad alzare il tono della voce. Ma niente da fare, nessuna risposta.
Non può essersi persa.
Tre ore.
Sono tre ore che corro, grido, mi dispero, divento sempre più nervoso.
Lei non c'è da nessuna parte, caspio, è come se la mia
mente si rifiutasse di vederla. A questo punto potrebbe essere nel
corridoio parallelo al mio o a sei o sette chilometri di distanza. E'
tutto inutile. A questo punto non mi rimane altra scelta che provare a
cambiare percorso durante l'uscita, più di molto non posso fare.
Non è giusto.
Perché se n'è andata? Perché ha lasciato tutti i Radurai senza dirlo? Perché ha lasciato...me?
Dopo tutti i casini, dopo che finalmente le cose sembravano funzionare, dopo che tutto stava andando bene.
Non mi capacito di questa sua scelta. Non riesco a realizzare, caspio,
ci provo, ma non ce la faccio. Mi sento perso, confuso. E, per la
cronaca, io odio essere confuso. E' la peggiore sensazione nel mondo,
dopo quella di aver perso una persona importante, vorrei dire. Ed
essere completamente, irrimediabilmente, fottutamente impotenti a
riguardo.
Ecco l'uscita.
Chuck mi sta aspettando, è seduto insieme a Thomas a pochi metri
di distanza dai muri. C'è anche Newt, ma è appena
arrivato, e agita la mano nella mia direzione. Vorrei ricambiare,
sorridere e fare una battuta come sempre, ma non ci riesco. E' come se
i miei piedi si trascinassero senza che io faccia niente, come se tutto
fosse diventato un film in bianco e nero. Faccio fatica anche a
ricordare le parole da dire, perché l'unica cosa che vorrei
dire, urlare, in questo momento, è solo il suo nome.
Sono state cinque ore di panico, di corsa, di fiato corto. E tutto inutile. Perché lei è sparita.
"Minho!" mi chiama Newt, accogliendomi in uno strano abbraccio.
In realtà, è un abbraccio normale. Ma non è il
suo, insomma, nessuno mi abbraccia mai. Già, amo la solitudine.
"Vieni con me" sorride, dandomi un pugno sulla spalla. "E' tornata poco fa."
Strabuzzo gli occhi, vedendo tutto riprendere colore. E' tornata. E' salva, insomma, sta bene. Katherine sta bene.
"Dov'era?" chiedo, cercando di trattenere gli urletti da ragazzina
isterica, tale quale sono poi. Credo che Newt pensi che in questo
momento io sia fuori di me.
"Te lo dirà lei, Velocista" e conclude con un sorrisetto,
spettinandomi i capelli. Non c'è sensazione più bella di
questa, ne sono sicuro.
Credo di aver provato più sensazioni oggi che in tutta la mia esistenza, caspio.
I'm back
Allora, sì, sono viva e non sono morta nel Labirinto.
Il problema è che mi sono messa a scrivere una storia su Naruto e quindi sono presa da quella, chiedo venia.
Spero veramente che il capitolo vi piaccia, spero che non siate troppo arrabbiate :')
Ale xx
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Capitolo 11 *** Chiamami Velocista ***
Chiamami Velocista cap.17
CAPITOLO UNDICI
A Caterina.
"Non era da queste parti?" guardo Newt, che sembra stranito quanto me.
"Teoricamente sì, per lo meno era qui fino a tre minuti fa. Sarà andata in giro, chissà."
"Ma sta bene? Nel senso, sì, dov'era, cosa stava facendo..."
"Minho, datti una calmata"
ridacchia Newt, battendomi una manata sulla schiena. "Che fine ha fatto
il Minho bastardo e stronzo che conoscevo?"
Questo ragazzo ha il potere di farmi soffrire.
I miei poveri sentimenti.
"Forse sono diventato gentile e
dolce come te" sbotto, incrociando le braccia. Niente, non la vedo. Sto
cominciando a dubitare di ciò che ha appena detto Newt.
"Ehm...Alby mi sta chiamando, Minho. Tu resta qui."
Annuisco, continuando a guardarmi
attorno. Forse Kath ha il potere della telecinesi, o del teletrasporto,
chissà. O magari sono io che sto delirando di brutto.
"Minho!"
Non faccio in tempo a girarmi che
Kath si fionda su di me, facendomi perdere l'equilibrio fino a cadere
per terra di schiena, lei sopra di me, ancora con le braccia strette attorno al mio bacino.
Dio, che bella sensazione. E devo smetterla di dire la parole
"sensazione", comincio ad inquietarmi. Troppe sensazioni per una
giornata sola, cacchio.
Non lo posso negare, ho il nodo alla gola.
Dopo ore di panico, ho di nuovo
Katherine tra le mie braccia. Certo, siamo per terra e i Radurai ci
stanno guardando male, ma poco importa. La mia Kath è di nuovo
qui.
"Che fine avevi fatto, eh?" le chiedo appena si alza leggermente con i gomiti, a pochi centimetri dal mio viso.
"Ero nel Labirinto. Mentre dormivo
ho fatto un sogno strano, e ho sentito il bisogno di andare là
dentro" punta i suoi occhi sui miei, sorridendo appena. "Mi dispiace di
avervi fatti preoccupare, ero sicura che saresti rimasto qui ad
aspettarmi."
Questa pive è completamente
fuori di testa. Forse non ha ancora capito che per me lei è
peggio del DoloSiero per qualcuno che è appena stato punto.
"Come potevo restare qui, eh, testa di caspio?"
"Che ne so, ti ho detto che non riesco a capirti. Sei veramente pessimo."
"Sarei io quello pessimo?"
Kath scoppia a ridere, mentre alcuni ciuffi scuri scivolano sulla spalla. Manca poco e li mangio da quanto lunghi sono.
"Esattamente, Velocista. Sei tu quello pessimo."
Scuoto la testa, contrariato,
guardandola negli occhi. Se non fossi sicuro di aver mangiato qualcosa
nel Labirinto, potrei giurare di avere lo stomaco vuoto, con l'unica
presenza di un esercito di farfalle.
Non ho mai capito di cosa si
parlasse ogni volta che uno dei Radurai menzionava le farfalle nello
stomaco, o una strana agitazione, ma ora so che è ciò che
mi sta succedendo. Sono talmente fottuto, ormai, che nemmeno la puntura
di un Dolente potrebbe riportarmi a quello che ero appena un mese fa.
Non credo di avere più
dubbi, a riguardo. Lei per me non è solo un incarico, non
è solo un'amica. E l'ho capito solo quando ho perso sette anni
di vita per la felicità non appena l'ho vista, e...Dio, mi sento
cosi cretiminho che la metà basterebbe.
"Hai la faccia da caspio, lo sai?" mi prende in giro, ridendo. "Ti sei imbambolato?"
"Tutta colpa tua" mormoro, prima di alzare leggermente la testa per stamparle un bacio sulle labbra.
Riconfermo: cretiminho.
L'ho fatto veramente? Sono stato io a...perché l'ho fatto?
Stupido, stupidissimo Minho.
"E questo cos'era?" ridacchia Kath, sorridendo. "Non che mi abbia dato fastidio, insomma, ma non me l'aspettavo. Non da te."
"E da chi, se no? Da Newt? Mi sentirei parecchio offeso."
"Sei veramente una testa di caspio,
Velocista" si china leggermente su di me, baciandomi a sua volta. Non
credo di poter reggere un batticuore del genere, nemmeno correre per
ore mi fa un effetto del genere. Solo lei è in grado di
ammazzare il mio buon senso. Dopo le battutine di Newt e Thomas,
naturalmente.
"E ce l'abbiamo fatta!"
Newt. Io. Ti. Uccido. Nel. Sonno.
Io e Katherine ci alziamo di scatto, il mio braccio appoggiato al suo fianco per tenerla vicina a me.
"Bel tempismo, Fagio" brontolo, guardandolo male, anche se lui sembra non curarsene.
Come al solito.
Faccio un sorriso, mimando un
'grazie' a Newt, che ricambia con un cenno. Se non fosse stato per
questa testa di caspio, non sarebbe successo nulla, dopotutto.
Inutile dire che Alby si è
limitato ad un sorriso, Newt ha preparato una torta insieme a Frypan e
Thomas voleva dare una festa. Per non parlare di Teresa poi, che per un
istante ha avuto la malsana idea di appendere cartelloni in giro. Anche
se, fortunatamente, la Scatola non ha mai portato cartelloni.
"Domani quell'aggeggio si
aprirà di nuovo" sghignazza Newt, seduto di fianco a Teresa.
"Chissà cosa porterà su."
"Magari un'altra pive" sbuffa Thomas, anche se teoricamente lui non è a rischio di nulla.
Siamo tutti seduti in cerchio,
Teresa tra Thomas e Newt, Katherine di fianco a me, io vicino a Newt.
Fortunatamente non si sentono ancora i lamenti dei Dolenti, è
una serata alquanto tranquilla. Specialmente perché
Alby-vi-ammazzo-tutti non è nei paraggi.
"E' passato solo un mese?" domando,
fissando un punto al centro del cerchio. "Insomma, già un
mese...sembrava ieri che è arrivata Kath."
In effetti, sembra passata un'eternità. Come se ogni giorno ne
fosse durati sette. Credo che, oltre alla lucidità, abbia perso
anche la concezione del tempo.
"Quando ci si diverte, il tempo vola. No, Minho?" Teresa mi fa l'occhiolino, e io scuoto la testa.
Divertirmi è stata l'ultima cosa che ho fatto in questo mese. Più che altro mi sono arrabbiato, innervosito, disperato...innamorato.
"Magari restare qui non è
più una cosa negativa, se c'è lei" sorrido, posando la
mano sopra quella di Kath, appoggiata sul mio ginocchio.
"Potrei sciogliermi, Velocista" ridacchia, avvicinando il suo viso per darmi un bacio leggero.
"Ora dovrei chiamarti io Velocista" brontolo, facendo finta di essere offeso. La verità è che non potrei essere più felice di averla con me.
"Bene così" sorride, appoggiandosi sulla mia spalla. "Allora, chiamami Velocista."
IT'S OVER
Se il capitolo è corto chiedo scusa,
ma è perché per delle richieste ho dovuto pubblicare un
capitolo mettendone insieme due (a causa della brevità del
singolo per la mia povera stampante che si è subita 17 capitoli
da stampare), e quindi per numero dispari ora questo è solo
soletto.
Dopo mesi di agonia, abbiamo capito chi ha osato pronunciare la frase "chiamami Velocista".
Questo è l'ultimo capito,
perciò tirate un sospiro di sollievo che da questo momento siete
liberi da questo scempio di pive.
Grazie a tutti quanti per le
recensioni, i preferiti, seguiti e ricordati, mi hanno spronata a
continuare a pubblicare (scrivere no, perché la storia è
già archiviata da febbraio 2015 per il compleanno di una mia
cara amica), però sono sicura che senza il vostro supporto avrei
perso la voglia anche di fare questo.
Grazie davvero, mi inchino virtualmente per dire a tutti quanto mi siate stati d'aiuto.
Spero vi sia piaciuta, e
chissà, forse per febbraio potrebbe venire fuori qualcos'altro,
la mia amica mi ha già fatto una richiesta sempre su Minho :')
Quindi, Radurai miei, vi auguro una
buona visione del secondo film che esce oggi tra l'altro, e spero che
non sia troppo diverso dal libro o.o
Un bacione a tutti quanti, spero che ci risentiremo presto.
Ale xx
|
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