G.d.m.

di Lavi Bookman
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Don't make me snap ***
Capitolo 2: *** Just a lil bitch ***



Capitolo 1
*** Don't make me snap ***


"Oi, 'giorno."
"Non apostrofarmi con un semplice 'oi', conosci il mio nome."
"Sei una rompicoglioni già a quest'ora?"
Prese il bicchiere che aveva davanti, bevendone il contenuto a sorsi, continuando a fissare la ragazza davanti a sé. Inarcò un sopracciglio, scuotendo poi il capo.
"Hai il ciclo, mh?"
"Pensi che tutti i problemi del mondo possano derivare da un cazzo di sanguinamento mensile?"
"Sì."
"Fanculo."

Per risposta lasciò scivolare una mano sui pantaloni, cercando di sistemare le pieghe che avevano preso durante la notte, e ne approfittò per grattarsi prima una natica poi l'altra. "Oi, Rabi?"
"We?"
Con la solita disinvoltura che la caratterizzava, la ragazza le lanciò un'occhiata che voleva dire tutto e niente. Probabilmente soprattutto niente. Le passò davanti, rubandole il bicchiere per poi andare a versare il tutto nel lavandino. Sorrise, compiaciuta del dispetto.
"... Ma...?"
"Non chiedere, ora però mi sento più completa. Che vuoi, comunque?"
"Ora mandarti a morire."

"Ti mancherei."
"Sei una malattia."
"Drammaticamente incurabile, dannatamente mortale, eppure non puoi fare nulla contro di me perché sono parte di te?"
La visione di Rev che portava la propria mano alla fronte e poi entrambe alle tempie come a voler raccogliere un minimo di pazienza, le fece intendere che no, non era quella la risposta. Non fece tempo a formulare qualche altra opzione che l'altra rispose.
"Semplicemente una piaga al culo, una cosa che si deve estirpare il prima possibile."
"... Sennò sono dannatamente mortale...?"
"Sennò il culo me lo levigo a forza di grattarmelo."

Storse il naso, portando una mano al fianco con una faccia scocciata. Avesse potuto, Rev ne era certa, avrebbe visto l'altra schioccarle le dita davanti. Che, in effetti, avrebbe anche potuto -le dita le aveva tutte, per fortuna-, ma era incapace di fare tale gesto. Avere le dita e non saperle usare, deve essere difficile per lei, si ritrovava spesso a pensare. Più o meno ogni volta che l'altra si atteggiava a ragazza del ghetto. Una cosa dalla frequenza decisamente esagerata, per una nata in un quartiere tranquillo di Roma.
"Ora capisci perché ti ho buttato via l'acqua che stavi bevendo?"
"... No?"
"Perché sapevo che mi avresti ferita, così ti ho punita in anticipo."
Rev avrebbe voluto rispondere, ma era mattina. Era mattina e lei era già stanca di quella giornata. Era mattina, era stanca, e non era sicura che parlare con Rabi facesse bene al suo umore.
Scrollò le spalle, sentendosi improvvisamente superiore all'altra in quanto non si abbassava al suo livello. Si girò, dandole le spalle, per andare ad aprire il frigo con passo pesante.
"Ieri ti ho fatto il caffè...", iniziò Rabi, abbassando il capo.
"... Ieri?", tornò a fissarla stranita.
"Eh."
"E che me ne faccio del caffè di ieri...? Perché non me lo hai dato...?"
"Perché era per oggi!"
Iniziò a chiedersi perché una frase simile le venisse riferita con un tono tanto ovvio.
"... Sì ma perché ieri?"
"Sapevo che oggi ti avrei spazientita."
L'alternativa all'aprire il frigo si tramutò in una testata da tirargli contro.
"La finisci con le premonizioni...?"
"Poi l'ho bevuto, però."
"..."
"... Era buono."

 





 

Angolo Autrice:

STO ANCORA RIDENDO, VALE SO CHE LEGGI. TI GIURO CHE SEI BELLISSIMA.
Iniziare una fanfic per il solo piacere di rompere le palle alla propria migliore amica: done.
Per chi dovesse leggere... Scusate (?????????), VOI NON AVETE COLPE

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Capitolo 2
*** Just a lil bitch ***


"Adottiamo un bambino."
Questa era la frase con cui quel giorno Rev aveva deciso di interrompere la logica sequenza di pensieri che avrebbe poi portato Rabi a fare qualsiasi cosa avesse intenzione di fare. Molto probabilmente dormire. O andare a sedersi sul divano con una birra.
"In Africa?"
Rabi alzò gli occhi verso di lei, allontanandoli dal display del cellulare. Era una cosa che capitava raramente ed in quei casi aveva senso sentirsi improvvisamente onorati della sua attenzione. Rev non capiva come non fosse ancora finita sotto una macchina, ma poi si ricordava che quanto meno aveva visto l'altra andare a sbattere contro ogni mobile della casa un'infinità di volte.
"Ma anche nelle favelas..."
"E lo portiamo qui?"
"... Che, vuoi lasciarlo a pascolare?"
In quel preciso istante Rabi si chiese se ci fossero delle favelas in Sardegna. Poi corruciò la fronte pensando di non dover fare discriminazioni. Rilassò i muscoli facciali rispondendosi che, beh, non aveva mica colpa se pascolavano pecore in Sardegna... Scrollò le spalle.
"No, ma magari volevi quella cosa a distanza."
"Quella cosa chiamata 'affidamento'?"
Non ricevette risposta.
"Oi, Rev, oggi andiamo a prendere le uova?"
"Da quando mangiamo sano?"
Altra scrollata di spalle.
La vide poggiare la propria guancia sulla mano, con il gomito a sua volta sulla superficie del tavolo.


"Rev, Rev, Rev, Rev!"
Probabilmente il tono nella voce con cui era stata richiamata all'ordine, o semplicemente il fatto che conosceva l'altra abbastanza da potersi permettere una manata in faccia preventiva, la fecero spazientire prima ancora di ascoltarla.
"Eh?"
"Ci sono casini!"
Avrebbe voluto risponderle che era ovvio fosse così, finché continuava a rendere la propria vita sentimentale pari a quella di un gigolò. Si limitò ad alzare un sopracciglio fissandola male.
"Che?"
"Ricordi di quella ragazza con c---"
"No."
"Ma non sai neanche di ch---"
"Quando metterai loro un numerino e le chiamerai con quello, allora forse me ne ricorderò."
"Mi fai sentire molto Auschwitz, sai?"
"... Più o meno non ne escono meglio."
"Denutrite...?"
Rev si alzò, andandole davanti. Dovette resistere a due tentazioni: mettersi in punta di piedi per sentirsi un po' più alta e tirarle una testata. Soprattutto la seconda la trovò invitante.
"A volte mi chiedo se davvero sei così cogliona o ti impegni."
Espressione stranita in risposta.
Illuminazione: era davvero così cogliona.



 

Più vado avanti a scrivere questa cosa, più mi rendo conto della sua inutilità. Ne sono tremendamente fiera /cries

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