You are Infected2: Il ritorno dell'Incubo

di Tony Stark
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Il ritorno del Re e il risveglio della sua Armata ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: I Primi Tredici ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Un segreto svelato e un eroe da salvare ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Il Grande piano del Supreme Tyrant e i due fratelli Speyer ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Il disastro di Londra e il nuovo disastro di Racoon City ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Protocollo Tabula Rasa ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Un apocalisse da sventare e un incubo da eliminare ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Un Incubo da dimenticare (epilogo) ***
Capitolo 9: *** Capitolo Extra: Casa dolce casa ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Il ritorno del Re e il risveglio della sua Armata ***


          You are Infected 2: il ritorno dell’Incubo

              Chapter 1: Il ritorno del Re e il risveglio della sua armata

Erano passati anni dalla Battaglia di Racoon City, il mondo era entrato in un’era di pace dopo gli orrori che avevano sconvolto il pianeta i governi mondiali avevano creato un’alleanza globale, la G.A.A.B. (Global Alliance Against Bioterrorism), votata ad evitare che un disastro globale come quello che aveva sconvolto il mondo si ripetesse. La G.A.A.B. comprendeva i sopravvissuti delle squadre ex-S.T.A.R.S., della squadra ex-U.S.S. e della B.I.O che nonostante avesse aderito alla G.A.A.B. aveva mantenuto il suo nome, la società aveva filiali in ogni parte del mondo persino in luoghi inabitabili come l’Antartide dove era stato ritrovato un laboratorio abbandonato della Umbrella che era di proprietà della famiglia Ashford il cui patriarca Edward Ashford fu un co-fondatore della società ormai decaduta. Eppure nessuno sospettava che nell’ombra il male tramava, nessuno sospettava che il mostro sopito stava per risvegliarsi.
-Racoon City’s National Park
Claire e suo marito Leon Kennedy, avevano organizzato un escursione con alcuni dei loro colleghi e le loro famiglie. Il parco era magnifico anche se in questa stagione era tutto coperto di neve, dei piccoli fiocchi di candida neve cadevano leggeri e le cristalline risate dei figli degli eroi creavano un atmosfera leggera e gioiosa, una tranquillità che pareva quasi anormale. Claire si guardò intorno sentendosi improvvisamente osservata e fra gli alberi ghiacciati vide una figura che la guardava con i suoi occhi rossi, Claire si lasciò sfuggire un grido terrorizzato Leon e gli altri la raggiunsero in un attimo,
<< E’ tornato >> disse tremante la rossa allarmando Leon
<< Chi? Chi è tornato? >> le chiese Leon, anche se già sapeva la risposta, spesso capitava che Claire avesse allucinazioni vivide su suo fratello Chris era rimasta traumatizzata da ciò che era successo.
<< Chris, stavolta era davvero lui ne sono sicura, Leon. E’ tornato >> gli rispose. Ma non c’era nessuno, a parte loro e i loro amici. Claire non sapeva che in realtà non si era sbagliata, lei non sapeva che l’incubo stava tornando.
-Racoon City’s Cemetery, notte
C’erano voluti più di quattro anni prima che il poco virus che era sopravvissuto riuscisse a ricreare il suo ospite, Claire aveva sbagliato a far seppellire quell’ultimo residuo di Chris, fornendo al virus un luogo protetto dove ricrearsi e dove ridare vita al suo ospite. Cinque lunghi anni erano passati, anni in cui Chris Redfield era rimasto sopito attendendo che il virus desse al suo corpo un nuovo soffio di vita, un soffio di vita maledetto corrotto dall’odio e la voglia di vendetta, niente sarebbe sopravvissuto a lui. E finalmente Chris riaprì gli occhi rossi come il sangue brillanti come quelli di un gatto e ghignò mostrando i denti aguzzi dai bordi seghettati “Mia piccola stupida sorellina sto tornando a prenderti e finalmente ti metterò a dormire per sempre” pensò, mentre sferrava un colpo con la mano artigliata rovinando l’imbottitura in velluto viola che copriva il coperchio della bara, colpì una lastra di metallo “Allora la mia cara Claire non è così sprovveduta” pensò ma non si fece prendere dal panico, caricò un altro colpo con ambedue le mani e stavolta il metallo venne squarciato e con la mancata rinforzatura il peso della terra sfondò il mogano ingrandendo l’apertura praticata da Chris e permettendogli di uscire, si scavò un uscita nel terreno bagnato della pioggia della tempesta che imperversava, poco importò al Tyrant di essere completamente nudo e ricoperto di fanghiglia dalla testa ai piedi, per il momento l’unica cosa che gli importava era il sapere di essere finalmente libero. La sua prima vittima fu il guardiano del cimitero era stato lui stesso a dirigersi verso il mostro con una piccola lanterna in una mano e un ombrello nell’altra e dopo che Chris si fu nutrito della sua prima vittima, corse lontano da lì verso gli Arklay, verso il punto che uno dei suoi ricordi gli diceva si trovasse una sorgente d’acqua cristallina e gelida che gli sarebbe stata utile per liberare i muscoli dagli ultimi residuati del rigor mortis. Raggiunse la sorgente in un attimo e lentamente vi si immerse, lavando via nel frattempo il terriccio e il sangue, mostrando una pelle incredibilmente pallida, bianca come la neve così come i capelli che erano di un castano pallido quasi si fossero stinti del loro colore naturale, il tutto causato da una prolungata mancanza di esposizione alla luce solare. Nuotava con grazia nell’acqua gelida quasi fosse una creatura marina sembrava un angelo nella sua perfezione, la pioggia che bagnava Racoon City non arrivava agli Arklay e la loro quiete veniva infranta solo dal rombare lontano di un tuono. Chris sembrava essersi al momento dimenticato del suo desiderio di vendetta, mentre volteggiava tranquillo nell’acqua smossa solo dai suoi movimenti la luna piena brillava alta nel cielo notturno facendo brillare d’argento il piccolo specchio d’acqua e facendo brillare la pelle candida del Tyrant facendolo apparire come una visione paradisiaca se si escludevano gli occhi infernali che erano al momento, insolitamente, tranquilli. Che il Tyrant si fosse finalmente placato? Due ragazzi uscirono dalla boscaglia, Chris s’immerse per non farsi notare, ma i due sembravano troppo presi dal baciarsi per notare il movimento che il Tyrant aveva provocato sulla superficie del lago immergendosi, i due si separarono
<< Non credi che sia pericoloso? >> chiese la bionda
<< Non c’è niente di cui tu debba preoccuparti, Debrah >> le rispose il ragazzo, mentre si levava la maglietta e i pantaloncini colori kaki
<< Nick rivestiti e andiamocene, davvero questo posto mi fa paura >> disse Debrah, tremando e non era per il freddo, Nick non l’ascoltò tuffandosi in acqua, quel lago era abbastanza profondo da permettere a Chris di rimanere nascosto nonostante tutto
<< Avanti Debrah, l’acqua è fantastica! >> le disse il ragazzo, la ragazza sospirò e fece per togliersi il top fucsia quando Nick improvvisamente venne tirato giù sott’acqua
<< Nick! >> gridò la ragazza << Avanti Nick, non è divertente. >> disse quando avvicinandosi alla riva del lago, vide l’acqua tingersi di rosso e nonostante la trasparenza dell’acqua fosse compromessa, vide uno sguardo di un rosso infuocato prima di essere trascinata sott’acqua per le caviglie. Quando Chris ebbe finito di pasteggiare tirò fuori le carcasse dall’acqua lasciandole sulla riva in modo che il fiume Racoon non le portasse in città, quello era il suo territorio una sorta di rifugio sicuro dove sarebbe tornato adesso che la presenza di un Tyrant poteva essere facilmente notata e poi era da troppo poco tempo che era tornato alla vita e l’acqua gelida era un ottimo rimedio per i suoi muscoli che al momento tendevano a rilassarsi troppo in fretta ed eccessivamente.
-R.P.D. (Ex-Quartier Generale della S.T.A.R.S.), Uffici della G.A.A.B., Racoon City, l’indomani
<< Claire non pensi di star esagerando? Sono passati cinque anni dall’ultimo caso zombie. Quei ragazzi potrebbero essersi solo persi >> disse Lawrence Clayton, direttore della filiale di Racoon della G.A.A.B., con un tono tranquillo
<< Lawrence è così che è cominciata la prima volta, due persone scomparse e poi gli zombie hanno cominciato ad assalire chiunque >> disse agitata la rossa
<< Primo in ufficio sono il Direttore Clayton, secondo sta tranquilla Claire l’R.P.D. ha già mobilitato una squadra, non c’è bisogno d’intervenire con la squadra anti-bioterrorismo >> la riprese Lawrence per nulla preoccupato. La rossa uscì dall’ufficio del direttore Clayton, dirigendosi alla sua scrivania era vero era da cinque anni che non si vedevano zombie ma lei ricordava che tutto era cominciato così la prima volta e durante l’escursione era più che certa di aver visto Chris, suo fratello Chris, con quel suo sorriso canzonatorio e gli occhi rossi colmi di quel malato divertimento guardarla. Perché tutti pensavano che fosse pazza? Lei era solo preoccupata e in più aveva deciso, non volevano mandare una squadra? Ci sarebbe andata lei alla ricerca di quei ragazzi o meglio di quello che ne rimaneva, si chiedeva quale sconsiderato genitore avrebbe mandato i propri figli da soli nella foresta degli Arklay. E così alla fine del suo turno, nonostante fosse notte inoltrata, mentì a Leon e con la pistola stretta in mano si diresse negli Arklay un vento gelido soffiava scuotendo le fronde degli alberi provocando dei sinistri sibili, Claire seguì la luna e si trovò proprio nel territorio di Chris la prima cosa che notò furono gli scheletri ricoperti letteralmente d’insetti e larve di mosca in riva al lago, che fossero i ragazzi scomparsi? Si chiese e si mise ad indagare nella zona, di solito se c’era abbondanza di prede gli zombie diventavano territoriali quindi gli bastava aspettare che tornassero e eliminarli prima che facessero danni o almeno prima che diventassero troppi, mentre aspettava vide qualcosa muoversi nel lago, con un movimento flessuoso da pesce o da serpente incuriosita si avvicinò alla riva guardando come qualcosa nuotasse lì dentro nonostante l’acqua avesse una temperatura quasi sottozero quel qualcosa aveva una forma umana e si dirigeva verso di lei, qualcuno le poggiò una mano sulla spalla e lei si voltò di colpo era Leon
<< Ti conosco troppo bene, da sapere che primo tuo odi i pub e secondo al Jack Bar non puoi entrare da quando hai rotto il naso al proprietario >> le disse << Sei venuta qui per i ragazzi, che a quanto pare hai trovato >> disse prendendo il cellulare e mandando una segnalazione alla polizia.
<< Che stavi guardando? >> le chiese, Claire si voltò verso l’acqua e non vide niente
<< Niente, mi sembrava di aver visto qualcosa ma forse era un qualche insetto >> rispose << Ora quanto ci metteranno ad arrivare quelli del R.P.D.? >> chiese, la squadra in ricognizione arrivò in quell’attimo
<< Impedite a chiunque di entrare in quest’area >> ordinò il capitano della squadra, dopo aver dato la loro testimonianza, sul come avevano trovato i due cadaveri, Claire e Leon vennero fatti allontanare nonostante loro facessero parte della G.A.A.B.,
<< Sono stati degli zombie ne sono più che certa >> disse Claire
<< Il morso era troppo pulito per essere quello di un essere umano, può essere stato un lupo >> le disse Leon, non è che non credesse a sua moglie era solo che stava diventando troppo paranoica cominciava a vedere attacchi zombie ovunque forse avrebbe dovuto chiederle di andare da uno psicologo.
-Foresta degli Arklay, sorgente del Racoon River, Dintorni di Racoon City
 La squadra dell’R.P.D. stava isolando i cadaveri e prendeva campioni di terriccio vicino ad essi per consegnarli alla scientifica eppure anche agli occhi dei poliziotti questo aveva le modalità di un attacco di zombie. Nel frattempo in fondo alla sorgente Chris Redfield cominciava ad emergere “nessuno invade il mio territorio!” pensò uscendo dall’acqua, i poliziotti gli puntarono le pistole contro e gli intimarono di rimanere fermo
<< E’ da molto che non vedete un Tyrant, eh? >> gli disse, scattando e usando la sua ipervelocità e uccidendoli tutti nei modi più disparati, li uccise tutti tranne uno, un ragazzo che aveva il suo stesso fisico, non poteva certo girare nudo per tutto il tempo, afferrò il ragazzo per il collo e strinse aspettando che soffocasse. Prese la sua divisa e si liberò dei cadaveri, non poteva certo rischiare che invadessero di nuovo il suo territorio, quando si sentì abbastanza certo che il suo corpo non si sarebbe bloccato improvvisamente, corse fino a dove un tempo si trovava la Fabbrica della Morte, l’Umbrella poteva essere scomparsa ma quel laboratorio era troppo grande per essere stato completamente distrutto si calò nel sottosuolo, raggiungendo la sala grande del laboratorio di Birkin, alcuni calcinacci erano caduti dal soffitto e le pareti non era più così bianche e pulite ma i corridoi non erano stati ostruiti dai detriti, si diresse nel laboratorio di Birkin e andò davanti alla porta blindata che non si sarebbe aperta se non con un codice segreto che conoscevano solo Alex e Albert, entrambi morti, e lui. Non appena azionò la leva accanto ai comandi della porta il generatore si attivò accendendo tutte le luci del complesso e riattivando la tastierina accanto alla porta blindata, si avvicinò e digitò il codice:”08-783-94 UM”. La porta si aprì con un sibilo, mostrando un corridoio stracolmo di camere criogeniche piene di creature di tutti i tipi, dagli Hunter ai T-103, più una creatura G, si diresse in fondo alla sala e andò davanti al computer, lo accese e digitò, l’utente, la password e il codice per il risveglio delle B.O.W.
“Login: Birkin
Password: ******
Codice risveglio B.O.W.: Apocalypse” Le camere criogeniche si aprirono e le creature si risvegliarono dal loro lungo sonno, la sua armata era pronta era il mondo a non esserlo, solo che avrebbe avuto bisogno di qualche ricercatore per produrre le quantità di C (Chris)-Virus di cui aveva bisogno. I Tyrant lo seguivano senza che lui avesse ordinato qualcosa, la mente alveare dei Tyrant era un qualcosa di magnifico ogni mente era collegata ogni ricordo condiviso anche se la mente alveare non era niente in confronto al legame che aveva condiviso con Wesker, lui e Wesker erano diventati una cosa sola, emozioni, ricordi, pensieri sensazioni tutto condiviso quasi fossero due entità dello stesso corpo.
-Racoon City’s Cemetery
La G.A.A.B. era stata fatta intervenire, la zona intorno alla lapide di Chris Redfield era stata transennata per evitare che i curiosi contaminassero la zona. Il cadavere del guardiano era stato trovato a poco più di due metri dalla tomba del Redfield, il corpo era in pessime condizioni, smembrato da una forza che non poteva essere né umana, né animale e analizzando la zona anche ad occhio nudo si poteva notare che sembrava proprio che qualcosa fosse sbucato dal terreno, l’area venne esaminata col Genesis 4.0 che rilevò delle tracce di un virus conosciuto come Beta Progenitor Virus e questo poteva significare una sola cosa…
Chris Redfield era tornato.
-Complesso sotterraneo abbandonato della Umbrella Corporation, Racoon City
Chris non aveva mai capito molto di chimica, ma dopo il legame che aveva unito lui e Wesker aveva la conoscenza del biondo e una crudeltà maggiore, con una voglia di vendetta portata all’estremo. Dopo essersi accertato che le apparecchiature fossero in funzione e che tutto fosse in ordine, si mise a lavoro doveva trovare un modo per estrarre il virus mutato dal suo organismo dal suo sangue per potenziare la sua armata, per creare la sua razza perfetta. Non seppe quanto tempo era passato da quando aveva cominciato la sua ricerca sul suo virus e finalmente c’era riuscito, il risultato fu una fialetta piena di un liquido dai colori del magma, sembrava pieno di un qualcosa d’incandescente ora doveva solo trovare il modo di ricrearne un'altra fiala, ma prima avrebbe dovuto testare il suo virus su di un soggetto sacrificabile, immediatamente pensò al T-002, simile per certi versi a quello delle Arklay  solo che questo era più primitivo del suo successore, il laboratorio era vuoto e silenzioso, Chris aveva ordinato al suo esercito di tornare nelle vasche di criostasi finché lui non avesse trovato il virus definitivo. Scese nei livelli inferiori del laboratorio, livelli che erano stati sigillati prima che la FOS arrivasse, fino ad arrivare al livello “B-S7” il livello in cui si svolgevano gli esperimenti più inumani lì dove Birkin aveva fatto “imprigionare” il Proto-T-002, un Tyrant così aggressivo che nemmeno il parassita Ne-Alpha riuscì a domarlo e Chris stava per dargli il potere supremo-sempre che il soggetto fosse sopravvissuto. Il Proto-T-002 era mantenuto in animazione sospesa all’interno di un cilindro in vetro infrangibile alto quasi tre metri, era stato disarmato delle sue armi primarie, infatti entrambi le mani artigliate erano state mozzate per evitare che il Tyrant continuasse a macellare i ricercatori per il resto l’aspetto del Proto-T-002 era identico a quello del T-002 che era stato distrutto con la villa degli Arklay, ora doveva solo iniettare al Tyrant il C (Chris)-Virus. Andò verso il terminale di controllo della capsula e iniziò il processo di riattivazione del Tyrant, il Proto-T-002 si liberò dalla capsula e con uno scatto alquanto goffo tentò di raggiungere Chris che in un attimo si allontanò costringendo l’altro Tyrant a tentare di prenderlo, un po’ come il gatto col topo solo che stavolta il gatto stava illudendo il topo di essere diventato un predatore. Ogni volta che il Proto-T-002 i avvicinava Chris si allontanava leggermente, ma a quanto pareva l’agilità del Proto-T-002 era stata seriamente compromessa dai vent’anni di criostasi, con uno scatto Chris gli fu dietro e dopo aver immobilizzato il Tyrant che inutilmente si dibatteva per liberarsi gli iniettò il Chris-Virus, la reazione del Tyrant fu più che immediata, neanche Chris si aspettava una reazione così rapida e per questo venne scaraventato sui resti della capsula di criostasi in cui stava il Tyrant, il mostro già mutato dal T-Virus stava mutando nuovamente, il braccio destro e quello sinistro mutarono dal gomito in giù diventando come dei tentacoli coperti di aculei, il cuore esposto non era più visibile quasi fosse tornato al suo posto, un collare di aculei neri circondava il collo del Tyrant ogni aculeo era connesso da una membrana iridescente, i canini si erano ingranditi ma gli occhi erano rimasti completamente bianchi con l’iride grigio chiaro. Il primo della sua nuova razza era appena nato, lui era il primo di molti e Chris sarebbe stato il loro creatore.
-R.P.D. (Ex-Quartier Generale della S.T.A.R.S.), Uffici della G.A.A.B., Racoon City
La tensione nell’aria era palpabile, anzi per così dire si poteva tagliare con un coltello. Chris Redfield, il mostro di Racoon era tornato, il demone di Roma1 era tornato dall’inferno, nonostante di lui fosse rimasto solo un cuore che a quanto pare era bastato per la sua resurrezione. Aveva già cominciato ad uccidere, il guardiano, i due ragazzi e un intera squadra del R.P.D. e per evitare possibili contagi la G.A.A.B. li aveva fatti incenerire. Il Beta Progenitor come l’Uroboros era sensibile alle alte temperature, quindi dovevano solo trovare la sua tana e bruciarlo come quando si uccidono gli armadilli2, anche se questo non si era mostrato efficace la prima volta perché qualcosa del mostro era rimasto e Claire era riuscita a convincerli che Chris non sarebbe tornato
<< La situazione è sotto controllo, signore >> rispose Lawrence al direttore americano della G.A.A.B.
<< Vi manderemo delle truppe di sostegno, non possiamo permettere un altro “Disastro di Racoon City” >> disse irremovibile l’uomo dai capelli color ruggine, Steve Vester che improvvisamente bloccò la conversazione in video chat. Claire venne chiamata nell’ufficio del direttore Clayton
<< Redfield, la G.A.A.B. sta per mandarci una truppa di sostegno per liberarci di quel mostro, devi fare in modo che quegl’incompetenti non incontrino mai Chris o finirebbero tutti all’Inferno in un attimo >>le disse Clayton
<< Sono stati addestrati ad eliminare le B.O.W., quindi perché dovremmo evitare che facessero il loro lavoro? >> chiese Claire con un cipiglio perplesso
<< Quanti di loro hanno mai incontrato un semplice zombie? La risposta è nessuno, il terrore li paralizzerebbe rendendoli facili prede per i non-morti, figuriamoci per quel sadico bastardo di un Tyrant >> le rispose semplicisticamente Lawrence, quasi dimenticasse che infondo Chris era il fratello di Claire.
-Periferia di Racoon City, pressi della Ennerdale Street3
 Chris sapeva che non avrebbe dovuto perdere tempo, ma il suo corpo era tornato alla vita da poco più che qualche ora e non poteva ignorare ancora il fondamentale istinto dei non-morti di nutrirsi di carne umana. Nessuno lo notava chi avrebbe mai sospettato di un poliziotto? E i suoi occhi erano leggermente nascosti dall’ombra della visiera del cappello, nonostante fosse quasi sera. Una donna gli si avvicinò, aveva uno striminzito tubino rosso e delle scarpe col tacco a spillo esageratamente alte, i capelli biondi con delle ciocche castane boccolati, il trucco che aveva sul viso era abbastanza pesante, un ombretto celeste sulle palpebre e il rossetto rosso acceso sulle labbra, Chris si trattenne dal ghignare “A quanto pare sarà più facile del previsto” pensò
<< Ti va di divertirti, bel poliziotto? >> chiese la donna con un tono che doveva essere forse seducente? “Per uno che non l’ha mai fatto ed è disperato di certo “pensò il Tyrant moro, che rimase in silenzio a fissarla, non è che non sapesse che rispondere ma la sua voce le sarebbe risultata sgradevole soprattutto dopo cinque anni d’inattività delle sue corde vocali, quando aveva “minacciato” quei poliziotti la sua voce aveva un suono rauco, graffiante niente che avrebbe portato qualcuno a fidarsi di lui. Non poteva permettere che quella preda gli sfuggisse per un piccolo problema e poi l’Ennerdale era una delle strade più malfamate di Racoon chi avrebbe creduto ad un drogato che dice che un poliziotto e scomparso nel niente con una prostituta? Nessuno quindi poteva anche correre il rischio, le strinse una mano attorno al braccio forse con troppa forza a giudicare dal modo in cui ella aveva spalancato gli occhi e in un attimo l’aveva trascinata via senza essere notato da nessuno dei poveri disperati che cercavano felicità nei modi più illegali. Si era allontanato da Racoon addentrandosi nella foresta lì dov’era più fitta dove gli alberi parevano voler imprigionare chi vi si avvicinava, col senno di poi guardando la sua preda Chris capì che trascinarla fino ad arrivare alla foresta era stata una pessima idea, vista la traccia di sangue che aveva lasciato dietro di se e il fatto che le gambe della donna dal ginocchio in giù erano state scorticate e dai muscoli esposti quasi del tutto sfibrati colava copioso il sangue rosso rubino e probabilmente a causa della velocità che aveva raggiunto la pressione dell’aria le aveva fatto collassare i polmoni. Non aveva nemmeno avuto il tempo di sfogare un po’ il suo lato più sadico visto che era già morta,” Sarà per la prossima volta” pensò strappando il suo primo boccone di carne, i denti seghettati tagliavano i muscoli come fossero coltelli e Chris non doveva faticare molto. Un morso dopo l’altro e della sua preda non rimase che uno scheletro insanguinato con qualche brandello di carne attaccato alle ossa e nonostante ne rimanesse così poco doveva sbarazzarsi del cadavere era troppo presto perché lo scoprissero.
-Appartamento di Leon e Claire, Fisson Street, Racoon City, Sera
Leon doveva ammettere che era tutto troppo tranquillo e questo lo stava portando a ripensare a ciò che diceva la sua cara Claire, sua moglie, gli suonava ancora strano anche solo a pensarlo nonostante fossero passati quattro anni, si erano sposati un anno dopo la “morte” di Chris. Che a quanto pareva non era per niente morto, adesso mancava solo che tornasse Wesker ed erano sicuri che l’apocalisse stesse arrivando “di nuovo” si trovò a pensare, il telefono prese a squillare, ma Leon non arrivò in tempo per rispondere e partì la segreteria telefonica
<< Sono Piers, la G.A.A.B. ha deciso di mandare i Primi Tredici, non vi manderanno dei novellini. Vogliono farla finita prima che cominci sul serio qualcosa… >> il “bip” della segreteria interruppe Piers. Lui e Claire facevano parte dei Primi Tredici così come Barry e Rebecca, quindi presto a Racoon sarebbero arrivati gli altri nove: Jensen William, Haruno Kamira4, Vassily Zaitsev5, Nicolas Krauser, Lorelai Morris, Brandon J. Vikers, Brad Vikers (che era stato trasferito a New York) ed Hector Hivers6. Chris non avrebbe avuto il tempo di fare troppe vittime o solo di cominciare qualcosa che avrebbe portato il caos, o almeno non stavolta, o così credevano. La G.A.A.B. non sapeva di avere difronte il Tyrant Supremo, Racoon City era nuovamente sull’orlo dell’Apocalisse, avrebbero dovuto distruggerla quando ne avevano avuto la possibilità ovvero dopo l’Incidente delle Arklay e niente sarebbe successo. Ma oramai un nuovo conto alla rovescia era iniziato e Racoon City era la bomba pronta ad esplodere.
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’Autore
Sono tornato con You Are Infected2: Il ritorno dell’Incubo, questa storia è dedicata a Mattalara per avermi seguito nel prequel di questa storia e a mio cugino Christian che mi ha assillato finché non ho cominciato a scriverla. Spero che vi piaccia e devo aggiungere che nonostante non si capisca (visto che mi sono confuso pure io) il momento in cui Chris sbrana quella donna è prima che vada al laboratorio è una sorta di flashback (solo che come ho detto mi sono confuso).
Piccole Note:
(1) =” Il Demone di Roma” è una citazione al 3°Capitolo di You are Infected il prequel di questa storia
(2) =” Come si uccidono gli armadilli” a quanto pare per stanare ed ammazzare un armadillo si deve appiccare un incendio nella sua tana sotterranea (o almeno Steve di “A mani nude nella Palude” programma che fanno su Dmax dice così)
(3) =” Ennerdale Street” per scrivere i nomi delle vie della città di Racoon mi sono affidato all’esistente città di Raccoon City nel Colorado, e la Ennerdale nonostante sia una strada principale ha un tratto il finale che entra nei bassifondi di Raccoon City
(4) =” Haruno Kamira” il vero nome di Vector, scoperto grazie ad InsertedEvil un progetto della Capcom in cui dovevi, tramite degli indizi, scovare un codice che ti avrebbe portato a leggere File interessanti sui personaggi di RE (e non vi dico la fatica che ho fatto per trovarlo questo)
(5) =” Vassily Zaitsev” il vero nome di HUNK anch’esso scoperto con InsertedEvil, non scannatemi per avervi rivelato il segreto di HUNK tanto ci penserà lui.
(6) =” Hector Hivers” il vero nome di Beltway, questo è comunque trovabile in qualsiasi sito di RE ergo non è un segreto
Alle vostre recensioni e ditemi se ci sono errori da correggere
-Anthony Edward Stark

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: I Primi Tredici ***


  You are Infected 2: Il ritorno dell’Incubo

                                 Chapter 2: I Primi Tredici

Loro erano La Squadra della G.A.A.B., i primi che furono arruolati. I sopravvissuti alla “Battaglia di Racoon City” coloro che sopravvissero a Chris Redfield, Albert Wesker ed Alex Wesker. Adesso si preparavano per eliminare nuovamente e, possibilmente, definitivamente Chris Redfield.
-Quartier Generale della filiale americana della G.A.A.B., New York, Qualche ora fa
Brad Vikers e suo fratello Brandon si stavano preparando per il viaggio che li avrebbe condotti a Racoon City, il codardo Brad era cambiato abbastanza in quegli anni uno fra i più importanti cambiamenti era stato la sua personalità che aveva completamente eliminato la codardia che l’aveva sempre contraddistinto. Brandon invece era rimasto abbastanza simile a com’era cinque anni prima, forse un tantino più scontroso e meno estroverso di prima. Non molto lontano da dove si trovano i due fratelli Vikers, giusto dall’altro lato della base al poligono di tiro, si trovava Piers Nivans, il redento ex-soldato della Nikadori, che, nonostante non ne avesse bisogno poiché la sua mira era già perfetta, si allenava col suo Anti-Material Rifle ad ogni colpo alla testa che eseguiva sulla figura in cartone  la sua mente gli riportava il viso di un qualche obiettivo che aveva assassinato per la Nikadori, gli capitava spesso da quando la sua mente era libera dal controllo della Plagas, prima o poi avrebbe dovuto trovare il modo di smettere di soccombere al senso di colpa.
-Racoon City’s Airport, Racoon City, Adesso
Il Jet della G.A.A.B. atterrò e il portellone fu aperto e da lì scesero i nove membri della prima squadra della G.A.A.B. gli ultimi quattro membri erano già a Racoon. Nella folla a Nicolas parve di scorgere una figura conosciuta, ma quella scomparve in fretta nella confusione dell’aeroporto, si disse di aver probabilmente scambiato qualcuno per lui… ma in realtà il Capitano della BIO non sapeva di non essersi sbagliato, d'altronde Nicolas gli doveva un fratello e Nicholai avrebbe di certo trovato il modo di vendicarsi fosse anche quello di vendere l’anima a quel diavolo che era il redivivo Redfield.
-Pressi della Ivy Street, Racoon City
Mentre i nove raggiungevano l’R.P.D., Nicholai Ginovaef si muoveva rapido fra le strade di Racoon City tentando di evitare il più possibile di essere visto dagli abitanti della città, un uomo con la divisa della U.B.C.S. non sarebbe di certo passato inosservato, per raggiungere la zona della fabbrica della Morte. Chris aveva un solo posto dove nascondersi e Nicholai c’avrebbe messo la mano sul fuoco che era il laboratorio sotto la Fabbrica della Morte, pur di vendicare suo fratello avrebbe venduto l’anima al diavolo e ora che ci pensava era esattamente quello che stava andando a fare in più vendicandosi di Nicolas sarebbe probabilmente incappato in Vector e si sarebbe liberato anche di lui. Un ghigno spuntò sulle labbra del mercenario “Chissà se il tuo padrone1 ti ha visto senza maschera mio caro Vector” pensò, mentre si calava nel condotto che lo avrebbe portato nel laboratorio sotterraneo di Racoon City, si aspettava di trovare una tana buia degna di un mostro spaventoso, invece si era trovato davanti un laboratorio ben illuminato e silenzioso forse troppo silenzioso e che manteneva un apparenza asettica, nonostante lo strato di polvere che copriva buona parte degli oggetti tranne quelli della postazione del dottor Birkin che sembravano essere stati utilizzati da poco, poco lontano da Nicholai, un ragazzo in jeans e maglia rossa, il tutto coperto in buona parte da un camice da laboratorio, si avvicinava all’ex-Sergente della U.B.C.S., Nicholai si voltò rapido verso il ragazzo puntandogli contro la pistola silenziata, il ragazzo per tutta risposta gli sorrise sollevando le mani in segno di resa
<< Sergente Ginovaef, la stavamo aspettando. Le chiedo di abbassare la pistola e seguirmi, non le verrà fatto alcun male glielo assicuro >> gli disse tranquillo, la sua voce era troppo delicata per sembrare maschile, ma la cosa che inquietava Nicholai non era il tono tranquillo con cui gli si era rivolto nonostante il fatto che avesse una pistola puntata alla testa, ma i suoi occhi che erano rossi…rossi come gli occhi di Redfield.
-R.P.D. (ex-Quartier Generale della S.T.A.R.S.), Uffici della G.A.A.B., Racoon City
I Primi Tredici erano stati riuniti, ma forse era troppo tardi. In una sola notte erano stati rapiti sei ragazzi, figli di alcuni ex-ricercatori della Umbrella, l’ultima segnalazione era dagli O’Connor. Il figlio appena maggiorenne Josh era stato rapito da un soggetto sconosciuto. E la G.A.A.B. era stata incaricata alla ricerca dei ragazzi perché erano figli dei ricercatori della Umbrella e perché solo un Tyrant come Redfield avrebbe potuto rapire tante persone in una sola notte anche se il motivo non era chiaro. Cosa avrebbe ottenuto da loro? Loro non avevano le stesse conoscenze dei genitori erano del tutto inutili a Chris, a meno che…Claire scosse la testa, no non poteva davvero aver creduto a quel folle del Dottor Wesker.
<< So cosa Chris vuole fare con quei ragazzi >> esclamò tutt’ad un tratto la rossa
<< E cosa vorrebbe fare con loro? Se non mangiarli? >> ghignò sarcastico Nicolas com’era solito fare come se non gli importasse minimamente di star parlando di vite umane e non di una qualunque altra cosa
<< Era stato creato per essere un re, ora sta creando i suoi sudditi una sua nuova razza. E chi è il miglior soggetto se non i figli degli uomini che avevano giurato di dare tutto ciò in loro possesso alla Umbrella? >> disse la ragazza ignorando del tutto l’intervento di Nicolas.
<< Avendo chiarito questo ci rimane solo lo scoprire dove cazzo si nasconde quel bastardo >> disse Hector, ancora globalmente conosciuto come Beltway. Nonostante oramai non indossasse più la maschera anti gas che caratterizzava quel nome, il suo Capitano, Vector preferiva invece mantenere ancora celata la sua identità così come HUNK, il suo maestro.
<< Trovarlo non sarà così facile purtroppo, Racoon non è più la cittadina che era cinque anni fa >> sospirò Leon
-Complesso sotterraneo abbandonato della Umbrella Corporation, Sala del Proto-T-002, Racoon City
Quel ragazzo lo aveva condotto nelle profondità della struttura, piano dopo piano. Non avevano incontrato anima viva, quasi ci fosse solo lui in quella struttura, ma quel ragazzo non poteva essere il famigerato Redfield, il suo viso era diverso da quello del Redfield. Continuavano a scendere sempre più nelle profondità della Terra e Nicholai iniziava a dubitare che quel ragazzo lo stesse davvero conducendo da qualcun altro. L’ultimo corridoio che avevano imboccato era il B-S7 e finalmente il ragazzo si fermò davanti ad una grande porta blindata con il logo della Umbrella al centro con accanto una tastierina numerica e alfabetica, Nicholai non riuscì a scorgere l’intero codice, giusto le prime quattro cifre ovvero” UM-09” quel ragazzo era stato dannatamente veloce a digitare ogni cifra. La porta blindata si aprì ad una prima occhiata la sala su cui dava sembrava vuota, finché il mercenario non seguì il ragazzo all’interno. Ai lati estremi della sala si trovavano varie postazioni di cui solo sei erano state utilizzate da poco e alla fine della sala all’interno di un vasca d’animazione sospesa vi era una creatura che Nicholai non aveva mai visto, né a Racoon né a Sheena Island2.
<< Il sergente ha accettato il nostro invito quindi >> disse beffardamente Chris, apparendo letteralmente dal nulla, la divisa che aveva “preso” dal poliziotto era imbrattata di sangue ma questo non parve importare al Tyrant << E prima che dica qualcosa so già perché sei qui Nicholai, vuoi vendicarti di Nicolas per aver permesso che tuo fratello venisse ucciso, ma prima che io ti aiuti tu dovrai mostrarmi quanto di te sacrificheresti per vendicare tuo fratello >> disse, porgendo al mercenario una siringa contenente il Chris Virus, Nicholai era certo di non aver mai esitato in vita sua, ma quello era troppo anche per lui. Sarebbe davvero riuscito ad infettarsi solo per mostrare a quel mostro quanto tenesse a suo fratello? E poi aveva sempre la possibilità di diventare un mostro, o una qualunque creatura che quel virus creava. Ma quando vide che Chris stava per ritirare la sua offerta…” Lo faccio solo per te, Alexei. Perdonami fratellino” pensò il mercenario, iniettandosi il virus, si aspettava di sentire un dolore mai provato prima eppure non successe niente, niente che gli indicasse che il virus stesse operando nel suo organismo e lo sguardo confuso che il Tyrant moro gli aveva lanciato gli aveva fatto capire che anche Chris non sapeva che stesse succedendo. La seconda cosa di cui si era reso conto era che il moro si era lanciato contro di lui senza un apparente motivo e che aveva tentato di colpirlo con un pugno dritto alla mascella, che lui aveva bloccato istintivamente chiedendosi poi perché il Tyrant aveva ghignato prima di sferrare un altro colpo che stavolta Nicholai non riuscì a bloccare, ma a parte l’avergli tolto il respiro per la forza del colpo e l’averlo spinto ad una decina di centimetri dal Tyrant quel colpo non gli procurò altro danno e questo poteva essere spiegato solo in due modi: O il Tyrant si stava divertendo a prenderlo in giro non usando tutta la sua forza, o il virus aveva davvero fatto qualcosa.
<< Perfetto >> sogghignò Chris.
-Racoon City, Sera
Visto che la città di Racoon era stata ampliata in quei cinque anni, i Primi Tredici si divisero in sette squadre, anche se essendo tredici l’ultima non era una squadra: La prima formata da Barry e Rebecca si occupava dell’area della Ennerdale, la seconda formata da Leon e Claire si occupava della zona sud dei boschi degli Arklay, la terza formata da Vector e Beltway si occupava della zona nord dei boschi degli Arklay compresa la zona della sorgente del Racoon River, la quarta formata da Jensen e Piers si occupava della zona dei tunnel della stazione della metropolitana, la quinta formata dai due fratelli Vikers si occupava della zona delle fogne compresa la zona del collettore delle acque, la sesta formata da Nicolas e Lorelai si occupava dell’area est di Racoon City e HUNK si occupava della zona industriale della città.
- Ennerdale Area, Racoon City, Sera
Barry e Rebecca controllavano l’area della Ennerdale, cercando ogni possibile luogo dove Chris potesse nascondersi, non trovando niente nella parte alta della Ennerdale Street andarono nei bassifondi. Ma non trovarono niente. Rebecca sentì un rumore provenire da uno dei vicoli della strada e chiamando Barry si avvicinarono, vedendo un ragazzo con indosso un lungo camice da laboratorio bianco che bloccava un’altra persona e a causa dell’buio che la nascondeva non capivano se era un uomo o una donna, il ragazzo sembrava non essersi reso conto della presenza dei due, Rebecca stava per avvicinarsi al ragazzo quando i due sentirono un rumore, qualcosa che stava masticando con orrore i due si resero conto che proveniva dal ragazzo che stava divorando l’uomo che teneva bloccato, Barry sollevò la sua .44 Magnum Colt Anaconda3 e la puntò contro la testa di quello che credevano fosse uno zombie, levò la sicura che emise un leggero “click” un suono quasi inudibile ma bastò a far girare l’essere che non somigliava ad uno zombie, aveva la pelle bianca e gli occhi rossi dalla pupilla verticale. Il ragazzo corse verso i due agenti, Barry sparò alla spalla della creatura ma quella non rallentò e quando fu vicina ai due agenti…li sorpassò con un balzo, sparendo nella penombra della strada. Non potendo inseguirla i due agenti si avvicinarono alla vittima sembrava morto almeno a prima vista, Rebecca si avvicinò per controllare il battito l’uomo tese il braccio verso la giovane
<< A-Aiuta…temi vi prego >> disse l’uomo con un fil di voce, mentre il sangue continuava a colare copioso dalla ferita.
-Nel frattempo, Zona sud dei boschi degli Arklay, Racoon City, Sera
Leon e Claire si erano addentrati nella foresta alle pendici dei monti Arklay, alla ricerca di un qualsiasi avamposto o anfratto in cui Chris poteva nascondersi, ma non trovarono niente. Sembrava solo che la foresta volesse imprigionarli visto che si faceva più fitta ad ogni passo che facevano e le rocce coperte di muschio non aiutavano per niente. Mentre avanzavano notarono che nel morbido terriccio del sottobosco vi era una lunga scia quasi qualcosa fosse stato trascinato, puntarono le pistole dritte davanti a loro e proseguirono. Qualche raggio di luce oltrepassava le folte chiome degli alberi illuminando di poco il terreno e le figure dei due agenti G.A.A.B., man mano che proseguivano i rami si facevano sempre più bassi, rallentando l’avanzata dei due alla fine i due si trovarono in una sorta di minuscola radura che era più che altro uno spiazzo verde senza alberi in mezzo a quella porzione della foresta ad un primo sguardo sembrava che non ci fosse niente ma guardando con più attenzione notarono qualcosa di strano nel terreno di fronte ad una roccia, non era un dettaglio che saltava immediatamente all’occhio anzi era tutto il contrario si doveva prestare molta attenzione per notarlo. Era una piccola zona in cui gli aghi di pino e le foglie secche erano del tutto mancanti così come i ciuffi d’erba verde che invece crescevano tutt’intorno i due quindi di si misero ad controllare con più attenzione quell’area
-Zona nord dei boschi degli Arklay, Racoon City, Sera
I due agenti della ex-USS avanzavano con attenzione fra la fitta vegetazione, composta da pini, latifogli e rampicanti. Un ombra passò alle spalle di Beltway, la forma di quell’essere sembrava umana ma con parti di mosca, Beltway e Vector si voltarono ma qualunque cosa fosse quell’essere era scomparso. I due si voltarono nuovamente ricominciando ad avanzare mentre una creatura li seguiva destreggiandosi fra i rami con le tenaglie che aveva al posto delle zampe senza fare il minimo rumore. Esplorarono buona parte della zona nord senza notare di essere seguiti e senza trovare la minima traccia del Tyrant moro, finché arrivarono alla radura della sorgente del Racoon River e l’essere finalmente si mostrò lanciandosi con un balzo dai rami usandoli come fossero il trapezio d’un acrobata emettendo un lungo e acuto stridio, atterrando sulle zampe corazzate ma simili a quelle di una mosca alcuni muscoli erano del tutto scoperti, rossi e pulsanti, le costole esposte trattenevano un ammasso giallo-rossiccio creatosi a causa della fusione degli organi interni durante la trasformazione, aveva sei lunghe zampe dalla forma simile a delle tenaglie, la testa dell’essere somigliava ad un teschio con la mascella dislocata e gli occhi bianchi e brillanti come led erano diversi uno più grande posto quasi sulla fronte e uno più piccolo posto vicino alle narici, il resto del cranio era coperto da dei peli coriacei che fungevano da organi sensoriali ipersensibili alla variazione della pressione atmosferica. “Una Chimera? Non dovrebbero essere scomparse assieme alle altre creature della Umbrella?” si chiese Beltway, puntando il fucile a pompa d’assalto contro la creatura mentre Vector le puntava contro la sua pistola d’ordinanza della UBCS personalizzata, Beltway provò a colpirla ma la Chimera evitò il colpo agilmente cominciando a correre velocemente verso i due agenti emettendo un verso agghiacciante sollevando le zampe a tenaglia pronta a colpirli con le sue micidiali sferzate, Vector evitò agilmente le sferzate della creatura sparando poi al petto dell’essere, che dopo aver lanciato un acuto urlo, si voltò correndo verso la foresta dirigendosi verso la parte sud.
-Tunnel della metropolitana, Racoon City, Sera
Era strano come quei tunnel sembrassero abbandonati nonostante i molti treni che vi passavano attraverso. I due agenti della G.A.A.B. avanzavano cauti con una torcia stretta in mano ad illuminare il loro cammino, ma nel ombra qualcosa camminava, o meglio strisciava. Grosse sanguisughe lunghe pressappoco trenta centimetri strisciavano per le pareti assieme a dei piccoli vermi dai corpi verdognoli coperti di pustole dal colore quasi giallognolo insano e il tutto ricoperto da una viscida bava che colava incessantemente dalle piccole fauci eternamente aperte, il brulicante esercito si muoveva lento ed implacabile verso i due agenti che gli davano le spalle, l’andatura abbastanza veloce dei due li teneva a debita distanza dagli ectoparassiti. Mentre esploravano i tunnel i due notarono un cunicolo non segnato nelle mappe e allora con i fucili carichi e pronti a far fuoco, lo imboccarono, il cunicolo era stretto e terminava con una porta bloccata recante il simbolo della Umbrella. I due vennero circondati dai mostriciattoli striscianti, la volta, le pareti e persino il pavimento erano coperti da un enorme numero di quelle creature, Sliding Worm e sanguisughe. Jensen era terrorizzato, aveva sempre avuto una fobia inspiegabile per gli anellidi e ora aveva un esercito di creature striscianti davanti e il suo partner aveva un’espressione più gelida del ghiaccio quasi niente lo turbasse, l’occhio verde smeraldo che fissava inespressivo la minaccia in avvicinamento
<< Dimmi che sai come liberartene >> sussurrò il biologo tremante, mentre stringeva la presa sulla pistola spara-dardi d’antivirale, uno Sliding Worm che era sulla parete alla sua destra si lanciò contro di lui con le piccole fauci spalancate, Jensen lo colpì col lato dell’arma mandando il corpicino dell’anellide a scontrarsi violentemente contro la parete, una chiazza viola si formò nel punto in cui lo Sliding Worm aveva incontrato la parete. Jensen sentì un debole scoppiettio elettrico alla sua sinistra ed ebbe spiegato perché il suo partner non aveva minimamente reagito alla vista di tutte quelle disgustose creature striscianti, l’unico problema era che l’elettricità avrebbe colpito anche lui, le sanguisughe cominciarono a ritrarsi mentre gli Sliding Worm avanzavano. Il voltaggio delle scosse elettriche che Piers aveva prodotto era abbastanza basso da non danneggiare Jensen ma allo stesso tempo aveva ucciso buona parte delle creature e poche sanguisughe erano sopravvissute. I due agenti sentirono un sibilo, la porta alle loro spalle si aprì
<< Come vi siete permessi?! I miei meravigliosi figli come avete potuto ucciderli?! >>urlò una voce alle loro spalle, i due si voltarono pistola alla mano, si trovarono davanti un uomo alto sul metro e ottanta, pallido, dai lunghi capelli biondo dorato e gli occhi azzurri e un’espressione teatralmente sconvolta, indossava una lunga tunica bianca che arrivava alle caviglie, l’orlo delle maniche terminava con delle intricate decorazioni color argento. Al collo portava una catenella argentata che terminava con un medaglione con una gemma blu a forma di rombo. Era difficile non riconoscerlo, avevano difronte un uomo che doveva essere morto e che nonostante sembrasse avere trantanni ne aveva settantasette, avevano davanti il Dr. James Marcus.
-Zona delle fogne, Racoon City, Sera
<< Dovevano mandare proprio noi due, nelle fogne? Non potevano mandare qualcun altro? >> si lamentò Brad dopo essere scivolato per l’ennesima volta
<< Avanti poteva andarci peggio, Fratellone >> disse Brandon con un sorrisetto
<< Peggio? Come poteva andarci peggio?! >> protestò il moro
<< E tu saresti Brad l’ottimista, eh? >> mormorò distrattamente il biondo mentre si guardava intorno, quei canali erano tutti uguali potevano anche star girando in tondo per quanto ne sapevano, sei occhietti rossi seguivano ogni movimento dei due. Brad bofonchiò qualche parola poco gentile in direzione del fratello mentre la luce della sua torcia cominciava a tremolare
<< Dannazione! Brandon hai delle pile? >> chiese al fratello, il biondo scosse la testa
<< E noi saremmo i migliori della G.A.A.B? Ti sei scordato di cambiare le pile alla torcia >> disse Brandon
<< Almeno noi sappiamo come ammazzare le BOW >> disse Brad ignorando Brandon, mentre la sua torcia si spegneva del tutto improvvisamente i due sentirono qualcosa zampettare nell’acqua lurida, Brandon lo illuminò con la torcia, un grande Web Spinner si trovava davanti a loro, le otto zampe piegate per spiccare un balzo, le mandibole grondanti di veleno urticante. I due puntarono le armi contro l’aracnide, Brad caricò la doppietta mentre Brandon levava la sicura della Colt Python, indietreggiarono per evitare lo sputo velenoso della creatura e poi contemporaneamente spararono i frammenti metallici sparati dalla doppietta colpirono le zampe del ragno mandando il possente corpo a schiantarsi a terra mentre il colpo del revolver magnum colpì l’essere al centro della testa uccidendolo sul colpo, un armata di ragnetti beige si liberò dall’addome del ragno morto dirigendosi verso i due agenti
<< Brad corri! >> gridò Brandon mentre lui cominciava già a correre nella direzione opposta ai ragnetti ma davanti a loro lasciandosi cadere dal soffitto si presentarono altri tre ragni due Web Spinner e un Black Tiger, la madre di tutti quegli aracnidi. La torcia di Brandon si spense lasciandoli al buio e senza che potessero vedere i ragni
<< Questo è perché poteva andarci peggio! Vero, Brandon?! >> urlò Brad con un tono che aveva dell’isterico, tentava di capire dove si trovavano i ragni grazie ai loro brillanti occhietti rossi.
<< Sta tranquillo e quando ti dico corri…beh corri >> disse il biondo staccando la sicura della granata incendiaria e lanciandola contro le creature << Corri! >> urlò, afferrando il braccio di Brad mentre correva nella direzione opposta al Black Tiger, poteva chiaramente sentire i piccoli ragnetti che venivano schiacciati ad ogni suo passo…non che gli importasse ovvio, la granata esplose bruciando i tre aracnidi e i piccoli che fuoriuscivano dall’addome del Black Tiger, illuminando nel mentre con una luce vermiglia l’intero tunnel.
<< Brandon ma ora per le torce che diavolo facciamo? >> chiese Brad
<< Troveremo il modo >> rispose Brandon
-West area, Racoon City, Sera
I membri della BIO camminavano per le strade di Racoon City, osservando minuziosamente ogni angolo delle strade che percorrevano alla ricerca di un singolo indizio che gli dicesse dove si trovava Christopher Redfield
<< Prima o poi dovremmo trovargli un nome >> disse all’improvviso Nicolas
<< Un nome? Per chi? >> chiese Lorelai
<< Per Chris, non possiamo continuare a chiamarlo Chris. Abbiamo dato un nome agli altri mostri, troviamolo anche per il Redfield >> rispose Nicolas semplicemente” Almeno eviteremo di far soffrire ancora quella ragazzina” pensò.  Mentre i due proseguivano nella ricognizione la conversazione parve scordata, le ore passavano e il cielo si scuriva sempre di più eppure di Chris non trovarono la minima traccia mentre si addentravano in uno dei vecchi quartieri di Racoon, alcuni edifici erano in pessime condizioni uno in particolare che attirò l’attenzione di Nicolas per la similarità con l’edificio della Torre dell’Orologio solo molto più abbandonato a se stesso e mentre lo osservava vide il bagliore rosso di un mirino laser, che mirava esattamente contro di loro, i due agenti si spostarono dalla traiettoria del proiettile poco prima che questo partisse e poi non successe null’altro quasi chiunque gli avesse sparato si aspettasse che loro entrassero nell’edificio. Normalmente Nicolas non sarebbe caduto in un semplice inganno come questo ma c’era una sola persona che soleva invitare i suoi nemici in questo modo, sapeva che quel colpo era stato un invito ad accettare la sfida e Nicolas l’aveva accettata e ora assieme a Lorelai si dirigeva verso l’edificio. Non ci vollero più di un paio di minuti prima che i due fossero all’interno dell’edificio. E lì al centro dell’atrio d’ingresso, seduto su una vecchia sedia di mogano e con lo sguardo fisso sul suo fucile di precisione visto che sembrava intento a lucidarne la canna, stava il maggiore dei Ginovaef, Nicholai che non prestò attenzione ai nuovi arrivati o almeno così sembrava d’improvviso sollevò il fucile puntandolo contro Nicolas, Lorelai puntò la pistola contro il russo ma Nicolas le fece cenno di abbassare l’arma mentre Nicholai abbassava il fucile e con molta nonchalance si alzava, fissando il Capitano della BIO con i suoi occhi azzurri tanto chiari da sembrare bianchi
<< Nicolas è un piacere rivederti >> disse con falsa contentezza il russo, mentre quasi fosse un allucinazione le sue pupille si assottigliavano diventando simili a quelle di una serpe e il suo ghigno si allargava rendendolo ancora più terrificante << Credo che questo non mi servirà >> disse lasciando cadere il fucile. Lorelai sparò in direzione del russo senza un ulteriore pensiero ma quello schivò il colpo con rapidità avvicinandosi alla mora, afferrandola per il collo avrebbe potuto ucciderla in un attimo ma preferì neutralizzarla momentaneamente. Non aveva motivo di ucciderla era Nicolas quello che invece voleva ammazzare a tutti i costi, lasciò andare la ragazza svenuta e volse tutta la sua attenzione verso Krauser
<< Ora siamo solo io e te, proprio come in Russia >> a quell’affermazione Nicolas fissò il suo sguardo a quello del russo mentre un triste sorriso si formava sulle sue labbra
<< Almeno eri umano allora. Credi davvero che Alexei vorrebbe vedere suo fratello trasformato in un mostro? >> gli chiese l’uomo. Nicholai si lanciò contro il Capitano della BIO colpendolo rapidamente con un pugno allo stomaco e uno sotto il mento
<< Avanti Nicolas, reagisci >> lo incitò ghignante il biondo mentre gli sferrava un altro colpo, si udì il suono di uno sparo prima che la raffica di colpi si fermasse. Un colpo aveva trapassato da parte a parte il cranio di Nicholai ma la ferita del Neo-Tyrant guarì all’istante, il russo ghignò. In un attimo recuperò il fucile
<< Ci rivedremo è una promessa, Krauser >> disse il mercenario prima di sparire.
-Zona industriale, Racoon City, Sera
Gli scuri profili degli edifici si stagliavano alti nel cielo notturno, compresi i profili delle alte ciminiere della Fabbrica della Morte, il profilo della gigantesca fabbrica avrebbe terrorizzato chiunque ma non lui. E mentre HUNK procedeva spedito verso la Fabbrica della Morte, in una stanza bianca piena di monitor che rappresentavano la città di Racoon e i boschi degli Arklay, un ragazzo di corti capelli nero corvino e gli occhi rossi e demoniaci informava Chris dei progressi del suo piano e lo informò anche che Morte stava tornando
<< Liberate il T-401 >> ordinò Chris. HUNK nel mentre aveva raggiunto l’interno della Fabbrica della Morte e nel silenzio fu semplice sentire il sibilo prodotto da una delle numerose porte automatiche dell’angusto corridoio e dopo un secondo sibilo causato dal chiudersi di quella stessa porta un ponderoso ruggito rimbombò fra le pareti il Tyrant mutato dal Chris Virus si preparava a caricare HUNK, per stordirlo o mandarlo direttamente all’altro mondo. Ma mentre il Tyrant fissava l’Agente Morte con superiorità, HUNK con la sua fidata Matilda4 sparò due raffiche da tre colpi dritte agli occhi bianchi del Tyrant che lanciò uno straziante urlo prima di cominciare a menare scudisciate, alla cieca, con i tentacoli spinosi prese ad avanzare, mentre HUNK indietreggiava continuando a sparare contro il gigantesco Tyrant la porta alle spalle dell’Agente Morte venne bloccata da Chris che azionò gli altoparlanti
<< Dimostrami se l’Agente Morte è davvero degno della sua reputazione >> disse. Il T-401 balzò contro l’agente che evitò il colpo mortale, passando sotto al Tyrant con una scivolata, di rialzò immediatamente riprendendo a sparare contro il mostro che era bloccato visto che i suoi tentacoli si erano incastrati nelle spaccature causate dal colpo il Tyrant riuscì però a liberarsi e a voltarsi verso HUNK nonostante non lo vedesse. Le porte vennero sbloccate e Chris entrò nel corridoio con un bel ghigno ordinò al T-401 di ritirarsi, rimanendo così solo con HUNK
<< Sono davvero colpito, HUNK >> disse il Tyrant moro << Sei riuscito a tenere testa al mio T-401, davvero è quasi inumano >> continuò avvicinandosi sempre di più all’Agente Morte.
Serebryanoye zerkalo skryvayet taynu…”
Il Tyrant moro riuscì a immobilizzare Mr. Morte, afferrandogli la maschera
<< E il momento di rompere questo specchio >> disse << Voglio vedere chi è che c’è dietro >> e con un gesto gli levò la maschera, i capelli castano chiaro tenuti perfettamente ordinati nonostante fossero spesso coperti dall’elmetto, i tratti del viso germanici e gli occhi dal taglio occidentale tenuti chiusi, per preservare il suo ultimo segreto,
I dva glaza v teni ognya smotret' na tebya cherez steklo5
<< Non c’è più niente da nascondere, Vassily. Ormai ti ho scoperto >> disse il Tyrant moro, mentre Mr. Morte mostrava il suo ultimo segreto aprendo gli occhi, l’iride era rossa, ma scura come il sangue coagulato e la pupilla era perfettamente circolare niente che potesse essere paragonata a quella felina di Chris. Ogni segreto era stato svelato, o quasi
<< Quindi anche Mr. Morte si unisce alla nostra squadra? >> chiese Nicholai appena arrivato
<< Forse. >> rispose Chris, guardando HUNK con i suoi infernali occhi rossi.
<< Preferisco che tu mi uccida, piuttosto che unirmi a te >> disse Vassily
<< Vediamo se i Primi Tredici ti vorranno ancora, dopo aver visto chi sei davvero >> esclamò Chris. Lasciando andare HUNK ma tenendo la maschera in mano e sparendo con Nicholai.
-Livello B-S7, Laboratorio di Birkin, Notte
<< Quindi HUNK è un Tyrant? >> chiese Nicholai
<< No, o almeno non proprio. Fondamentalmente è umano. E come se il gene Tyrant fosse recessivo nel suo DNA >> rispose Chris, fissando il suo riflesso sulle lenti rosse della maschera antigas di HUNK.
<< Non capisco se vuoi creare la tua razza perfetta o una squadra di ex-mercenari della Umbrella >> disse Nicholai
<< Voi siete più utili di quanto loro possano capire >> rispose Chris assorto nei suoi pensieri. Josh O’Connor arrivò correndo nella sala grande,
<< Signore, Chimera è tornata >> riferì, anche se sembrava emozionato per qualcosa. Tramite la mente alveare Chris gli chiese il perché << Ci ha portato Kennedy >> rispose, Chris si animò di un nuovo qualcosa mentre il suo ghigno diventava un qualcosa di spaventoso
<< E’ vivo? >> chiese
<< Sì, è solo incosciente, Signore >> rispose Josh
<< Magnifico >> disse Chris fra sé e sé.
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’Autore
Eccomi sono tornato…Scusate il ritardo. Innanzi tutto ringrazio Mattalara per aver recensito il primo capitolo di questa storia e Cardy per averla messa fra le ricordate (Vi ringrazio di cuore) e anche i silenti lettori. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e ditemelo se HUNK è troppo OOC visto che non sono sicuro che sia HUNK al 100%.
Piccole Note:
1= “Padrone”, in InsertedEvil HUNK risulta maestro e padrone di Vector e sempre nel file segreto di Vector Nicholai risulta l’unico che l’abbia visto senza maschera
2= “Sheena Island”, è il luogo in cui è ambientato Resident Evil Gun Survivor, e nel gioco Nicholai lavorava per Vincent Goodman quindi ho pensato di citarla
3= “.44 Magnum Colt Anaconda” Si è la famosa pistola di Barry quella grazie cui è nata la battuta “I have this”
4= “Matilda” è la pistola personalizzata di HUNK, ha un caricatore supplementare e può sparare raffiche rapide di tre colpi
5= “Serebryanoye zerkalo skryvayet taynu . I dva glaza v teni ognya smotret' na tebya cherez steklo” è una canzone russa pensavo che stesse bene con ciò che stava succedendo, per chi non conosce il russo il significato è questo: “Lo specchio d'argento nasconde il segreto. E nell'ombra due occhi di fuoco ti guardano attraverso il vetro” poi continua ma questa strofa era perfetta.
P.S per Marcus, mi riferisco a questo James Marcus:
Alla Prossima
-Anthony Edward Stark

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Un segreto svelato e un eroe da salvare ***


You are Infected 2: Il ritorno dell’Incubo

                          Capitolo 3: Un segreto svelato e un eroe da salvare

-R.P.D., Uffici della G.A.A.B., Racoon City
I Primi Tredici si erano riuniti dopo una ricerca infruttuosa durata tutta la notte. O meglio buona parte della prima squadra della G.A.A.B. si era riunita all’appello mancavano ancora: Piers e Jensen, scomparsi nei tunnel della metropolitana e ancora dispersi, HUNK con cui si erano persi i contatti e Claire, che al momento era in ospedale per una lieve commozione cerebrale. Leon invece era stato rapito, a quanto pareva da quello che aveva detto Claire.
<< Dobbiamo trovare Kennedy, se è finito nelle mani di Chris. Dio solo sa che gli farà quel bastardo >> disse Nicolas.
-Struttura segreta della Umbrella, Tunnel della metropolitana, Racoon City
Piers e Jensen erano stati catturati dall’ex-Capo ricercatore James Marcus, che aveva promesso di fargliela pagare per aver ucciso le sue meravigliose creature. I due agenti G.A.A.B. erano stati rinchiusi in una sorta di teca di vetro gigante, un terrario per sanguisughe. Voleva farli divorare dalle sanguisughe? Due mimic Marcus uscirono dall’ombra e quando videro i due agenti presero a mutare, la figura umanoide prese un colore verdognolo e le braccia adesso somigliavano a dei lunghissimi tentacoli. Jensen immediatamente cercò la sua pistola spara-dardi ma non la trovò doveva averli disarmati dopo averli storditi, un tentacolo arrivò quasi a colpire Jensen che riuscì ad evitarlo per un pelo e vide che Piers oltre a non portare più la sua sciarpa verde al collo aveva una specie di sottilissimo collare bianco, probabile regalo, non gradito, di Marcus. Una spia rossa si illuminò nel lato destro del collare mentre Piers veniva colpito dalla scudisciata di una delle braccia dei mimic,
<< Piers! >> urlò Williams correndo verso il partner evitando i colpi dei mimic, Piers era immobile lì dove i mimic lo avevano scagliato
<< N-non riesco a muovermi >> disse.
- Livello B-S7, Laboratorio di Birkin, blocco di detenzione delta-4, cella Θ-234, Racoon City
Leon riaprì gli occhi, intorno a lui solo il bianco accecante di quattro pareti perfettamente identiche. Era immobilizzato su una sorta di tavolo operatorio e l’ultima cosa che ricordava erano lui e Claire nella foresta degli Arklay alla ricerca di Chris. Un sibilo lo riportò alla realtà una porta si era aperta dalla parete alla sua destra, Chris entrò nella stanza la divisa da poliziotto blu scuro spiccava sullo sfondo totalmente bianco
<< Ben svegliato, Kennedy >> disse il Redfield avvicinandosi all’agente immobilizzato
<< Che vuoi da me, mostro? >> chiese Leon
<< Si trattano così gli amici, Kennedy? E pensare che io volevo darti un regalo >> rispose il moro con un tono di scherno avvicinando una mano artigliata al viso di Leon accarezzandogli con la punta degli affilati artigli il profilo della mascella fino al collo, facendo rabbrividire l’agente per l’inusuale delicatezza dei gesti del Tyrant << Potrei anche ucciderti, mi basterebbe solo tagliarti la gola con i miei artigli >> disse Chris col tono di chi è perso nei propri pensieri, sottolineando la frase con una maggiore pressione degli artigli sulla giugulare del biondo che rimaneva del tutto immobile per evitare di aggravare la situazione già potenzialmente letale. Eppure Chris non sembrava intenzionato a ferirlo, si limitava ad accarezzargli il collo con la punta di quei letali artigli neri, gli occhi rossi fissi nel vuoto e Leon non capiva, non capiva perché Chris fosse così inoffensivo si aspettava che l’avrebbe torturato “Anche se non mi lamento di come stiano andando le cose” pensò << Voglio farti un piccolo regalo Kennedy >> disse mentre un sorriso terrificante spuntava sul suo viso, un sorriso folle sollevando la mano sinistra in cui stringeva una siringa contenente un liquido color ciano, un azzurro brillante. Gli occhi di Leon si spalancarono mentre tentava di salvarsi da quel destino
<< Oh non preoccuparti Kennedy. E’ un virus sub-stimolato dalla rabbia, non avrà alcun effetto immediato. Si attiverà solo se tu dovessi infuriarti e beh non ricorderai per niente di essere stato qui, ma io farò in modo che tu sappia che sei finito nella mia tana >> disse, poco prima di sferrare una rapida artigliata al petto di Leon lasciando cinque profondi tagli causati dagli artigli, il biondo urlò e infine Chris gli iniettò il virus una sua versione del T-Veronica, mutato in modo da avere effetto solo in caso di un grande stato di rabbia. Dopo qualche secondo dall’iniezione Leon perse conoscenza, Josh e una ragazza dai capelli castano scuro boccolati, che le arrivavano alle spalle, entrarono nella stanza
<< Portatelo a Racoon e ricordatevi di medicare i tagli, in modo che non s’infettino per il resto fate in modo che rimanga la cicatrice >> ordinò
<< Sissignore >> risposero i due.
-Livello B-S6, Laboratorio di Birkin, Racoon City
Nicholai, non avendo al momento alcun ordine, perdeva tempo esplorando quell’immenso laboratorio di cui nessuno conosceva ogni segreto. Avrebbe voluto potersi vendicare ma Chris gli aveva ordinato di rimanere nel laboratorio. Buona parte delle porte erano bloccate o necessitavano di codici per aprirsi, quindi era un continuo camminare da una porta all’altra alla ricerca di una qualche porta aperta che non si aprisse in una stanza completamente vuota. Quel continuo camminare senza una meta lo stava stancando, ma in quel diavolo di laboratorio non lo avevano un poligono di tiro? E poi gli parve che nevicasse, ma era impossibile che nevicasse sottoterra, sollevò lo sguardo non vide il soffitto bianco del laboratorio ma uno scorcio del cielo della sua madre patria la Russia, mentre dei fiocchi di neve scendevano placidi dal cielo, quello era davvero strano gli sembrava di essere davvero in lì in quel momento anche se coscientemente sapeva che si trovava nel corridoio del laboratorio sotterraneo di Birkin. La neve cominciava ad accumularsi sull’asfalto di quell’anonima stradina, mentre un vento gelido cominciava a soffiare trasformando la nevicata in una vera e propria bufera, mentre il paesaggio intorno a Nicholai cambiava di nuovo. Ora era nel mezzo di una bufera di neve e nello sfondo bianco riusciva a distinguere le figure di un paio di pini ghiacciati e quella di un ragazzo tenuto come se fosse crocifisso fra due alti e spogli pini, due robuste catene ghiacciate lo tenevano sollevato con degli uncini piantati nei polsi e quel viso così simile a quello di Nicholai contorto dalla sofferenza, ma non era il viso del mercenario…no era più giovane, era suo fratello Alexei. La pelle aveva una colorazione blu-grigiastra dovuta all’assideramento, Nicholai avrebbe voluto poterlo raggiungere, poterlo salvare ma non poteva muoversi
<< Sergente Ginovaef >> sentì una voce chiamarlo poco prima che si perdesse nel rombare del vento
<< Sergente Ginovaef >> la sentì ancora, ma si perdeva facilmente nel vento. Delle gelide schegge di ghiaccio gli arrivavano contro rapide e taglienti come cocci di vetro, non riusciva più a sentire quella voce. La bufera di neve lasciò spazio al niente, tutto era diventato bianco un unico e omogeneo bianco, un infinito nulla.
-Nel frattempo, Struttura segreta della Umbrella, Tunnel della Metropolitana, Racoon City
Erano disarmati contro i mimic di Marcus e in più Piers non poteva nemmeno muoversi. “Peggio di così non può andare” pensò Jensen quando uno dei due mimic si scompose in centinaia di sanguisughe che veloci come non erano mai state si dirigevano verso l’agente paralizzato “Ecco così imparo a pensare che peggio di così non può andare” pensò Williams, tentando di allontanare gli ectoparassiti mutati dal suo partner. I due non avevano notato che James Marcus li osservava divertito dall’altro lato della lastra di vetro del terrario, non sarebbero sopravvissuti alla vendetta dei suoi figli o almeno Marcus la pensava così.
<< Devo trovare il modo, per levarti questo collare >> disse Jensen al partner, doveva esserci un modo per sganciarlo in qualche modo Marcus glielo aveva messo no? Quindi doveva esserci anche un modo per toglierlo mentre, dopo aver allontanato quelle schifose sanguisughe, controllava quel collare notò che nel lato destro vi erano tre spie intermittenti che brillavano di rosso e Jensen capì, quel collare era un collare magnetico che stava bloccando il flusso di elettricità che le cellule di Piers erano capaci di creare e nel mentre aveva bloccato gli impulsi elettrici che dal cervello arrivavano ai nervi. Per sfortuna della Regina Madre1 era molto facile mandare in tilt quei collari gli bastava solo un qualcosa di metallico abbastanza sottile, doveva trovare qualcosa per farlo. Controllò nelle tasche del suo giubbotto tattico, sotto lo sguardo confuso del suo partner, fino a trovare una piccola linguetta metallica “Questo è perché mi dicono che è inutile portarsi una spatola dosatrice per il cobalto2 in missione” pensò. Con attenzione fece passare la linguetta metallica nell’esiguo spazio che c’era fra la pelle di Piers e la superfice interna del collare, tutte e tre le spie brillarono ininterrottamente di rosso, prima che il collare si sganciasse con uno sfrigolio elettrico
<< Ecco fatto >> esclamò dopo aver levato del tutto il collare dal collo del suo partner << Adesso, escludendo un lieve formicolio, dovresti stare bene >> disse, il secondo mimic si scompose in centinaia di sanguisughe, i due branchi di sanguisughe si unirono in un unico esercito che strisciava rapido verso i due agenti, il sorriso divertito di Marcus si era spento nello stesso momento in cui Jensen aveva levato il collare a Piers, ora i suoi figli erano in pericolo e lui non poteva fermarle, non più, perché avevano scelto il loro pasto.
-Racoon City’s General Hospital, Racoon City
Claire Redfield si era ripresa rapidamente. Solo che adesso era tremendamente preoccupata per suo marito, Leon. Normalmente le Chimere ti eliminavano non ti rapivano e Claire ci avrebbe messo la mano sul fuoco, era certa che fosse opera di Chris.
- Livello B-S7, Laboratorio di Birkin, blocco di detenzione delta-4, cella Θ-234, Racoon City
Chris era tornato nella cella di Leon che ormai sarebbe dovuta essere libera solo per trovare l’agente ancora lì, Katy Roswell, figlia di Benedict e Rosalind Roswell entrambi ricercatori della Umbrella, chinò la testa mortificata
<< Mi dispiace, Signore. Ma Michelle e Josh sono andati a prestare soccorso al Sergente Ginovaef >> disse la ragazza senza guardarlo negli occhi
<< Nicholai non vuole ancora cedere al virus, eh? >> chiese retorico il moro
<< Sembra proprio di sì, Signore >> rispose Katy. Nonostante i suoi ordini fossero stati ignorati Chris ghignò “Avremo un po’ di tempo in più per giocare, Kennedy” pensò entrando nella cella e una volta che la porta si fu chiusa alle sue spalle, svegliando l’agente dalla sua dormiveglia, liberò i suoi tentacoli che lentamente si avvolgevano attorno alle sue braccia quasi a ringraziarlo per averli liberati dopo tutto quel tempo, tornarono poi a muoversi leggeri attorno a Chris. Leon voltò la testa verso di lui, lanciandogli uno sguardo pieno d’astio,
<< Sei venuto qui per finire il lavoro, Redfield? Non ti è bastato trasformarmi in un mostro? >> chiese Leon, come poteva ricordare? Si domandò il Tyrant moro, Leon non avrebbe dovuto ricordare niente
<< In realtà non sei ancora un mostro, ma potresti diventarlo >> disse Chris quasi senza volerlo mentre ammirava la ferita che gli aveva inferto poco prima, che aveva smesso di sanguinare anche se le tracce erano ancora di un rosso vivo. Il Tyrant moro sapeva già che farne del suo prigioniero, doveva solo evitare di farlo infuriare o di ucciderlo.
-R.P.D., Uffici della G.A.A.B., Racoon City
Dovevano trovare Kennedy prima che fosse troppo tardi, eppure non sapevano nemmeno dove cominciare a cercare per trovare Kennedy o Piers e Jensen o HUNK per quanto ne sapevano potevano essere finiti tutti e quattro nelle mani di Chris. I nove rimasti avevano interrotto la ricerca di Chris per cominciare quella dei loro compagni, perché in tredici sarebbe risultato più facile fermare Chris. D’improvviso il Direttore Clayton ordinò di mobilitare la squadra, due Tyrant simili al Redfield erano stato avvistati nella zona della sorgente del Racoon River e avevano catturato una squadra del RPD e alla fine otto, visto che la Redfield era ancora in ospedale, dei Primi Tredici si erano mobilitati per fermare i due Tyrant. Appena entrati nella foresta degli Arklay, notarono prima una scia di sangue e poi degli arti, mani, braccia, gambe, lasciati a mo’ delle molliche di Pollicino. A questo punto non era più una missione di salvataggio, l’unica cosa che potevano fare era eliminare i Tyrant, la scia di morte lasciata dai Tyrant conduceva alla zona della sorgente del Racoon River. Uno dei due Tyrant era chino sul cadavere di uno dei poliziotti del RPD mentre strappava grossi bocconi di carne dal corpo, l’altro invece usava uno dei poliziotti, l’unico superstite, come scudo umano, gli otto agenti non riuscivano a vedere chi fosse quel Tyrant.
<< Aiutatemi >> li supplicò il poliziotto
<< Ti avevo detto di stare zitto >> sibilò il Tyrant all’orecchio del suo prigioniero, lasciando andare ogni cautela per mordere il collo del poliziotto e Nicolas avrebbe riconosciuto ovunque quei capelli candidi come la neve, che visti dalla giusta angolazione parevano biondi, e che proprio come la neve si erano facilmente macchiati del rosso rubino del sangue di quei poliziotti. Quattro agenti puntarono le pistole contro il Tyrant impegnato nel divorare quel poliziotto e gli altri quattro le puntarono contro il Tyrant che aveva ucciso l’unico superstite davanti a loro, prima che i Tyrant li attaccassero Brandon lanciò una granata stordente ad ultrasuoni, un fischio acutissimo si liberò dall’esplosione della granata, un fischio inudibile per un essere umano ma tremendamente doloroso, soprattutto ad una vicinanza del genere, per un Tyrant. Il ragazzo, il primo Tyrant, che era più vicino alla granata svenne per il dolore mentre il secondo Tyrant si allontanò dal poliziotto che aveva appena ucciso, lanciando urlo sofferente. Beltway e Vector approfittando del fatto che il Tyrant fosse al momento inoffensivo per avvicinarsi all’altro e allontanarlo, in modo che Rebecca potesse sedarlo e fatto ciò adesso avevano un solo Tyrant di cui occuparsi per almeno tre ore. Nel frattempo gli altri quattro stavano attaccando il secondo Tyrant, ogni colpo della .44 Magnum Colt Anaconda di Barry andava a segno e i proiettili Dum Dum (Proiettili ad espansione) causavano ingenti danni che impiegavano più tempo a guarire di quanto facessero le normali ferite da proiettile, ma presto l’effetto della granata ad ultrasuoni svanì e il Tyrant scattò, incurante delle ferite riportate, contro di loro. Barry riuscì ad evitare il colpo del Tyrant per un soffio, Brad sparò contro il Tyrant per allontanarlo dal compagno attirando su di sé l’attenzione del mostro infuriato, le iridi azzurro ghiaccio brillavano colmi di una furia inumana
<< Ora, Brandon! >> urlò Brad mentre si allontanava dal Tyrant, l’altro Vikers lanciò una granata elettrica-normalmente mortale con le altre B.O.W. ma che con i Tyrant aveva un effetto paralizzante- contro il mostro, un flash luminoso li accecò. Ora avrebbero solo dovuto sedare quest’altro Tyrant e portarli al R.P.D. per interrogarli, sarebbero stati più utili da vivi che da morti. Eppure il Tyrant non si era fermato avanzava anche se con fatica verso Brad
<< Perché diavolo si muove ancora?! >> gridò Brad mentre ricaricava il più velocemente possibile la sua arma,
<< Non avevamo tenuto in conto la cocciutaggine di Nicholai >> ridacchiò Nicholas, mentre Rebecca sparava un dardo di sedativo verso il Tyrant infuriato, l’effetto del sedativo fu quasi immediato e Nicolas si lanciò verso il Tyrant per evitare che cadendo lateralmente cascasse in acqua
<< Invece di stare lì impalati perché non venite ad aiutarmi? Sapete non è esattamente un peso piuma >> disse Nicolas, tentando di non scivolare sul limo che circondava il lago.
- Livello B-S7, Laboratorio di Birkin, blocco di detenzione delta-4, cella Θ-234, Racoon City
Chris aveva pazientemente riaperto tutte le ferite che aveva causato all’agente, godendo di ogni urlo sommesso che riusciva ad ottenere. E poi prese a leccare via il sangue che colava dalle ferite, solo allora Leon urlò, la saliva del Tyrant moro era come soda caustica passata sulle ferite riaperte. Bruciava quasi come se la carne gli si stesse davvero squagliando
<< Smettila! >> gridò il biondo, ma Chris proseguì con la sua lenta tortura mentre un piccolo sorrisetto soddisfatto si formava sulle sue labbra << Fermati, Chris. >> disse con tono di supplica. Chris si fermò e sollevò il viso, le labbra macchiate di sangue piegate in un sorriso crudele, e lo avvicinò a quello del suo prigioniero
<< E perché mai dovrei farlo, Leon? >> chiese il moro con voce suadente e prima che Leon potesse rispondere posò le sue labbra su quelle dell’agente nella parodia di un bacio passionale, facendo assaporare a Leon il sapore del suo stesso sangue e prima che Leon potesse fare qualcosa per farlo smettere Chris pose fine a quel bacio, guardando l’agente con un’espressione divertita << Mi piace giocare con te, Kennedy >> disse ridacchiando
<< Giocare?! Per te questo è giocare?! Quel virus ti ha fottuto il cervello, Redfield! >> gli gridò contro il biondo, gli occhi azzurri dell’agente brillavano come neon se Chris non trovava il modo di calmarlo il T-Veronica avrebbe cominciato ad alterare le cellule
<< Calmati, Kennedy >> disse, ma in quella frase pronunciata con tono rassicurante era nascosto un ordine Leon era infetto-anche se in modo latente- e quindi avrebbe ascoltato l’ordine del suo Re. E senza che Leon capisse il perché tutta la rabbia sciamò via come se non ci fosse mai stata ed era una sensazione alienante coscientemente sapeva che provava rabbia nei confronti di Chris ma la sua mente pensava l’esatto opposto all’ordine del Redfield aveva smesso di provare quella rabbia che il commento del medesimo aveva causato. Katy entrò d’improvviso nella cella
<< Signore, i Primi Tredici hanno catturato il Sergente Ginovaef e Cliff >> disse preoccupata con gli occhi rosso fuoco opachi
<< Come hanno fatto quei bastardi a catturarli? >> ringhiò il moro
<< Non lo sappiamo, Signore >> chinò la testa dispiaciuta
<< Dove li hanno portati? >> chiese il Tyrant moro rabbioso.
-R.P.D., Stanza interrogatori, Racoon City
Tenere immobilizzati i due Tyrant era stato abbastanza complicato ma alla fine c’erano riusciti. Nicolas aveva chiesto che fosse solo lui ad interrogare i due, un unico uomo contro due delle armi bio-organiche più pericolose che fossero mai state create.
<< Quando Chris verrà a cercarci spero che voi siate pronti >> disse Nicholai
<< Dove avete portato l’agente Kennedy? >>
<< Credi che basti solo quello sguardo da poliziotto cattivo a farmi rispondere? >> chiese Nicholai, invece di rispondere
<< Ti do un'altra possibilità Ginovaef, Dove avete portato Kennedy e gli altri tre? >> disse Nicolas, non voleva davvero chiamarlo, non voleva consegnare Nicholai e quel ragazzino al Macellaio3.
<< E che mi farai se non ti rispondo? >> domandò il russo, con un ghigno
<< L’hai voluto tu, Nicholai. Rurik sono tutti tuoi >> disse il capitano della BIO mentre un uomo entrava nella stanza, e alla sua vista Nicholai sgranò gli occhi terrorizzato come Nicolas non lo aveva mai visto. Rurik Ginovaef, il terzo dei fratelli, gemelli, Ginovaef il maggiore, soprannominato il Macellaio per la sua bravura nello smembrare gli uomini che gli dicevano di torturare senza ucciderli. L’uomo dai capelli argentei fissò con disgusto il fratello minore vedendo quelle innaturali pupille verticali, Nicolas uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle sperando che almeno così non avrebbe sentito le urla, ma quella porta sembrava comunque troppo sottile
<< No! Ti supplico, Rurik. Siamo fratelli, non puoi farlo >> supplicò Nicholai
<< Non sei mio fratello. Mio fratello Nicholai è morto nel momento esatto in cui hai preferito il virus alla tua famiglia >> gli rispose freddo il maggiore. Nicolas rimase fermo difronte alla porta, sperando che nessuno dei poliziotti del R.P.D. passasse di lì, era stato un bastardo a cercare l’ultimo Ginovaef solo per fargli torturare il fratello minore. Più tempo passava più distintamente riusciva a percepire la voce di Rurik che come il cupo rombare di un tuono s’udiva sulle urla di Nicholai o del ragazzo, quale mostro può torturare il fratello? Sì, Nicholai era un Tyrant ma era pur sempre suo fratello. Mentre era perso nelle sue riflessioni Nicolas notò la figura di qualcuno che aveva imparato a conoscere in quei cinque anni, era ancora nascosto dall’ombra del corridoio ma era abbastanza certo che fosse lui, che fosse HUNK eppure man mano che si avvicinava notò che qualcosa mancava, quella maschera che lo aveva sempre contraddistinto che aveva sempre nascosto il suo viso al mondo l’agente Morte lo superò senza degnarlo di uno sguardo mentre avanzava spedito verso gli uffici della G.A.A.B.
- Struttura segreta della Umbrella, Tunnel della Metropolitana, Racoon City
Le sanguisughe vennero completamente neutralizzate dalle scosse elettriche che ancora erano visibili sui corpicini carbonizzati degli anellidi e Marcus era più che determinato a fargliela pagare, li avrebbe uccisi con le sue mani avevano ucciso i suoi figli ancora una volta, come si erano permessi! La porta a tenuta stagna sul lato destro del terrario si aprì, ma i due agenti non sembravano preoccupati
<< E’ giunto il momento che qualcuno metta fine alle vostre miserabili esistenze. >> disse Marcus << E quel qualcuno sono io >> completò ghignando
<< So che un giorno dovrò morire, ma mi dispiace per lei, quel giorno non è oggi. >> rispose Jensen << Ora voglia scusarci ma noi ce ne andremo che lo voglia o no >> finì spostandosi leggermente a destra, su ambedue le braccia del suo partner erano visibili delle piccole saette bianche o lievemente azzurrine e fu un attimo un fulmine di bioelettricità colpì l’ex-capo ricercatore al petto. Ma non ebbe alcun effetto se non quello di far infuriare ulteriormente l’ex-capo ricercatore le tre pareti in vetro del terrario si riempirono di migliaia di sanguisughe che venivano richiamate dalla soave voce di Marcus, della loro Regina Madre. Le sanguisughe aprirono le loro piccole bocche irte di denti aguzzi, sibilando il vetro cominciò a creparsi Jensen si guardava intorno cercando di capire come potessero salvarsi, Piers aveva osato anche troppo con la sua mutazione causata dal C-Virus non potevano rischiare ulteriormente. Erano bloccati per tre lati dalle sanguisughe e per il quarto da James e da altre sanguisughe che stavano cominciando ad assumere un aspetto umanoide, era impossibile che si salvassero e Marcus sorrideva maligno e soddisfatto della situazione
<< E’ il momento di morire, agenti >> disse calmo. E in quell’istante le sanguisughe con il loro peso ruppero il vetro e i mimic avanzarono.
-R.P.D., Uffici della G.A.A.B., Racoon City
Nicolas non aveva raggiunto gli uffici poiché doveva “assistere” all’interrogatorio/tortura di Nicholai. Claire aveva insistito fino a che non l’avevano dimessa in anticipo e in questo momento era lei che fissava scioccata HUNK che nonostante non avesse la maschera antigas a mascherare il suo viso, a nascondere quegli occhi inumani, di un rosso cupo, teneva la testa alta, fiero come sempre era stato. Nessuno aveva detto una parola da quando HUNK era entrato nel ufficio, troppo sconvolti e, in più, tenevano alla loro incolumità quindi avevano preferito non spiccar verbo anche se Claire pareva la più scioccata fra loro.
<< Il Redfield si trova nel laboratorio di Birkin >> riferì l’Agente Morte, l’informazione che mancava, la tana del mostro e questo fece quasi passare in secondo piano quegli occhi inumani nel loro colore e nella loro freddezza. Ogni domanda passò in secondo piano, dovevano raggiungere Chris e avevano bisogno della squadra al completo, anche se uno di loro era un Tyrant o un mezzo Tyrant.
<< Chiamate Nicolas e ditegli di portare Nicholai e Cliff li useremo per uno scambio loro per Leon, Piers e Jensen >> disse Claire, determinata riscossasi dallo sbigottimento. La G.A.A.B. non sottostava ad alcuna legge di stato, era indipendente e lo era finché i suoi membri si occupavano strettamente di fermare un attacco Bioterroristico e Chris Redfield era il numero uno nella lista delle minacce da eliminare, quindi i Primi Tredici potevano benissimo infrangere un paio di leggi pure federali finché erano sulle tracce del Redfield.
-Livello B-S7, Laboratorio di Birkin, Racoon City
<< Ormai staranno arrivando, perché non prepariamo il nostro spettacolo? >> disse Chris, mentre assicurava i ganci metallici che cingevano i polsi di un uomo identico all’agente Kennedy, un certo Owen Griffin, preparò la siringa contente la versione standard del T-Veronica Virus e pazientemente attese che Claire e i suoi uomini arrivassero chiedendosi poi cosa la polizia si stesse inventando per mascherare gli omicidi e i rapimenti da lui commessi, o commessi dai suoi “discepoli”. Non avrebbero mai ammesso la verità, lui era un mostro che doveva rimanere relegato alla storia andata o ad una qualche storiella per spaventare i più impavidi ma non doveva per niente tornare reale. In quel momento i Primi Tredici arrivarono nella sala del Proto-T-002
<< Finalmente siete arrivati >> disse Chris << Stavo cominciando ad annoiarmi >>continuò, accertandosi che non ci fossero bolle d’aria nella siringa e in quel momento Claire riconobbe nell’uomo, che pareva il clone di Leon, l’agente Kennedy
<< Leon! >> gridò la rossa, senza che il falso Leon reagisse, visto che Chris aveva fatto in modo che non potesse muoversi se non dopo l’iniezione. << Tu lascia andare Leon e gli altri due e noi ti daremo i tuoi uomini >> disse Nicolas
<< Vi sembra che io sia in vena di trattative? Quei due possono liberarsi quando vogliono, solo che il piano era questo >> rispose Chris, iniettando il T-Veronica nel falso Kennedy che aprì gli occhi di scatto, il verde dell’iride sfumava sempre di più nei toni del viola, così come la pelle andava scurendosi raggiungendo una tonalità grigio-verdastra, l’uomo si dibatteva urlando e contorcendosi mentre il virus scorreva implacabile nelle sue vene e la Redfield stringeva una pistola spara-dardi ad Anti-Tyrant virus mentre le lacrime le offuscavano la vista anche gli altri parevano come pietrificati, mentre le urla del falso Leon rimbombavano fra le pareti bianche della stanza. Le urla dell’uomo diventavano sempre più mostruose adesso pareva di sentire l’urlo del Nosferatu4, le ossa che formavano le dita, della mano destra, si erano fuse in un'unica lama ossea, bianca e opaca coperta di sangue che colava in piccoli rivoli sul tavolo operatorio, il cuore batteva forte, pulsava, brillava spingendo contro lo sterno mentre s’ingrandiva. Il falso Leon continuava ad agitarsi, i ganci cominciavano a cedere non erano stati fatti per fermare un mostro del genere, una nebbia viola si espandeva come un alone tossico attorno al mostro
<< Creatura rilevata nella sala 6, blocco della struttura in corso. Creatura rilevata nella sala 6, blocco della struttura in corso… >> diceva l’A.I del laboratorio, mentre un allarme silenzioso illuminava di una luce rossa l’intera sala e le porte si sigillavano, “Come hai potuto farlo, Chris?” si chiese Claire. Il falso Leon si liberò rimettendosi in piedi, lanciando un acuto urlo, un terribile richiamo, fissando i suoi occhi violetti verso i Primi Tredici, Nicholai e Cliff si liberarono dalle manette che li avevano bloccati finora e corsero al fianco del loro Re
 << Lo scontro può cominciare >> disse Chris con un sorrisetto mentre lui e i suoi uomini rimanevano indietro lasciando avanzare il falso Leon, Claire indietreggiò mentre HUNK e Vector caricavano le armi puntandole contro il mostro, uno sparo rimbombò fra le pareti un dardo di AT-Virus raffinato era piantato nella spalla del mostro che si lasciò sfuggire un sibilo senza che però rallentasse o morisse
<< C-Cosa? Com’è possibile? >> esclamò Lorelai scioccata
<< Mi ero scordato di dirvi che ho apportato alcuni miglioramenti ai virus Umbrella. Il vostro AT, non può fare più niente >> disse Chris ridacchiando, mentre il mostro si scrollava di dosso il dardo, Claire aveva lasciato cadere la pistola spara-dardi, prendendo la sua Silver Viper ma non riusciva comunque a puntarla contro quello che credeva fosse stato suo marito, HUNK e Vector spararono contemporaneamente contro la creatura ma il sangue oramai contaminato prendeva fuoco a contatto con l’ossigeno creando degli sbuffi di fuoco che incendiavano anche il gas tossico prodotto ad ogni respiro del T-Veronica Vettore, Nicolas puntò il mitra Revanger contro il cuore brillante della creatura sparando una raffica di colpi che si trasmutò in una vampata di fuoco che quasi colpì la Redfield. La creatura arrestò la sua avanzata urlando mentre un paio di zampe simili a quelle di un insetto spuntavano dalla sua schiena, con la più grande che s’innalzava dalla spalla destra tentò di colpire Claire, che riuscì ad evitarlo ricordandosi il modo in cui aveva combattuto contro il Nosferatu a Rockfort Island poiché il modo in cui si avvicinava e attaccava era simile a quello. Il T-Veronica vettore si mosse veloce verso il resto dei componenti dei Primi Tredici che riuscirono ad evitare le sue cariche e ad evitare che il gas tossico emesso dalla creatura li avvelenasse, mentre il mostro si allontanava e si riavvicinava di scatto Barry riuscì a sparare al cuore della creatura che però non si fermò anzi accelerò i suoi movimenti, sempre identici. Uno schema che si ripeteva all’infinito mentre l’A.I scandiva sempre le stesse parole “Creatura rilevata nella sala 6, blocco della struttura in corso”, dopo quelle che parevano essere state ore la creatura stramazzò al suolo e improvvisamente le luci si spensero facendo calare l’oscurità nella sala, l’unica cosa adesso visibile erano gli occhi brillanti dei tre Tyrant, che sparirono d’improvviso riapparendo davanti ai dieci componenti dei Primi Tredici
<< La nostra vendetta sta per cominciare >> disse Nicholai, fissando lo sguardo su Nicolas
<< E voi vi pentirete di averci permesso di tornare >> disse Cliff
<< Già, già e Racoon City sta per cadere e voi state per morire >> finì Chris sorridendo malefico nel buio, ai dieci parve che i tre si stessero per avvicinare, la luce si riaccese illuminando tutta la sala nuovamente dei tre Tyrant non c’era traccia, quasi fossero svaniti con le ombre. Claire corse verso il cadavere della creatura, le lacrime che cadevano senza sosta
<< Leon >> sussurrò disperata, mentre scostava le ciocche di capelli biondo sporco che gli erano cadute davanti a quei mostruosi occhi viola rimasti spalancati e senza palpebre, qualcuno le posò una mano sulla spalla, lei sollevò lo sguardo, gli occhi lucidi di lacrime, era Barry. Ma a interrompere il loro capitano e a rimetterla sulla giusta linea per guidare la squadra fu Nicolas che le consegnò un foglio ripiegato che gli era stato consegnato da Nicholai su di esso era scritto, in nero con l’elegante scrittura del russo, questo:
Blocco di detenzione delta-4, Cella Θ n°234. Codice d’apertura: UM-087-639-136. Vi consiglio di raggiungerlo in fretta
<< Possiamo fidarci? >> chiese Claire asciugandosi le lacrime con l’orlo della manica della maglia termica,
<< Possiamo fidarci di lui quanto possiamo fidarci di Chris, solo che Nicholai preferirebbe ucciderci di persona che non farci ammazzare da una BOW >> rispose Nicolas << Ed in più è l’unico indizio che abbiamo >> continuò e guidati dagl’ex- membri della Umbrella Security Service, andarono verso il blocco di detenzione Delta-4
- Struttura segreta della Umbrella, Tunnel della Metropolitana, Racoon City
I due agenti erano circondati, Marcus rimaneva immobile e ghignante nel mezzo dell’esercito di sanguisughe che cominciarono a sollevare le teste dentate per balzare contro i due agenti, era impossibile che si salvassero, non c’era niente che potessero fare. Le sanguisughe “balzarono” contro i due, ma prima che riuscissero ad arrivare contro uno dei due vennero carbonizzate da una scossa elettrica, Jensen voltò il viso verso Piers, la bioelettricità cominciava a danneggiare l’epidermide ad ogni nuova saetta che lanciava, lui sapeva che non avrebbe potuto continuare per molto senza innescare una mutazione incontrollata ma sapeva anche che quello era l’unico modo per sopravvivere. Entrambi gli occhi brillavano di giallo. Per un attimo le sanguisughe continuavano ad avanzare per poi ritirarsi tutte verso Marcus che cominciò a mutare a trasformarsi una mostruosa creatura che aveva perso tutti i tratti umani, pareva un misto fra un leech zombie e un alligatore più dei tentacoli che gli spuntavano dalla schiena e dalle spalle, la pelle di un colore verde scuro, due braccia che potevano allungarsi a dismisura e una grande bocca che si apriva in tre sezioni con tre file di denti aguzzi, Marcus-Queen Leech fissò tutta la sua attenzione sul agente G.A.A.B. mutato dal C-Virus, menando frustate contro Piers mentre Jensen veniva completamente ignorato dalla creatura. La pelle dell’agente G.A.A.B. cominciava a scurirsi mentre veniva danneggiata dall’elettricità. Marcus si lanciò contro l’agente la bocca da sanguisuga completamente aperta quasi volesse ingoiarlo in un sol boccone, un fulmine di bioelettricità colpi la bestia dritta in gola che gridò agitandosi delle sanguisughe si staccavano dalle braccia cadendo inerti al suolo, il corpo della Queen Leech cominciò a scomporsi, Marcus era ancora lì nel centro di quel corpo mostruoso e lanciò uno sguardo implorante verso i due prima che le sanguisughe sopravvissute tornassero nuovamente contro il padre, obbligandolo ad una mutazione da lui non voluta. La postura della nuova creatura era quadrupede, buona parte del corpo era formato da una gigantesca bocca divisa in quattro sezioni e a varie altre aperture dentate sugli arti alcuni tentacoli spuntavano da quel poco del corpo che non era sovrastato dalle fauci, la creatura avanzava lentamente, Piers evitava di colpirla aspettando che spalancasse le fauci per colpirla con un colpo di grazia e nel mentre caricava come una dinamo il colpo. Jensen non sapeva che fare, sapeva che con quell’ultimo colpo avrebbe perso anche il suo partner, quegli occhi normalmente verdi brillavano gialli con pagliuzze color oro. La Queen Leech accelerò i suoi passi aprendo le fauci e voltando il corpo verso Jensen che prese ad indietreggiare, le luci che illuminavano il terrario saltarono a causa della tensione statica l’unica cosa che illuminava leggermente l’ambiente era Piers e le sue saette celesti che davano ombre inquietanti sul suo corpo, un ultimo flash di luce, una saetta colpì la Queen Leech e un urlo terrificante lanciato da quest’ultima poi il buio calò su tutto
<< Piers? >> sussurrò Jensen preoccupato, nessuna risposta. Ci volle qualche minuto perché riuscisse ad abituarsi al buio e che a tentoni riuscisse a trovare il suo partner, riusciva a vedere la sagoma di Piers che ad un primo sguardo pareva umana, nessuna mutazione, l’unica cosa certa era che il suo partner era svenuto o forse peggio. Mentre si avvicinava per controllare il battito sentì una sostanza collosa coprire il corpo del suo partner “No! Tutto ma non una crisalide.” Un rumore secco riempì l’aria, uno sbuffo di vapore che puzzava di marcio colpì Jensen in pieno viso, la crisalide si stava aprendo
<< J-Jensen? >> Piers lo chiamò con un sussurro, “Oh Dio, grazie “pensò il chimico
<< Sono qui, Piers >> disse.
-Blocco di detenzione Delta-4, Laboratorio di Birkin, Racoon City
I dieci continuavano ad avanzare nella struttura Umbrella, senza che Nicholas, Chris o altri li bloccassero. Buona parte delle celle del blocco delta-4, avevano una parete in vetro antisfondamento-quella che dava sul corridoio- tre celle dalla 228 alla 231 avevano al loro interno delle formiche grandi tre volte un essere umano, l’esoscheletro rosso fuoco era percorso da solchi neri che si collegavano agli occhietti composti nero lucido della creatura, due grosse mandibole violacee scattavano in continuazione producendo un rumore secco e fastidioso. La formica corse verso la parete colpendola con una testata, il vetro vibrò ma non si spaccò, i dieci proseguirono oltre fino alla 234 era l’unica cella che non aveva una lastra in vetro, ma che in realtà era chiusa da una porta blindata molto resistente con il logo della Umbrella impresso in rilievo al centro, Claire si accostò alla tastierina digitando il codice di apertura, la porta si aprì con un sibilo, otto entrarono nella stanza mentre due rimasero, all’esterno, di guardia. La stanza era vuota ad eccezione di un tavolo operatorio su cui si trovava bloccato il vero agente Kennedy, Claire lo osservò circospetta, suo marito era appena morto quindi chi o cos’era quello? Leon voltò il viso verso di loro aspettandosi di vedere il Redfield pronto ad una nuova e fantasiosa tortura, vedendo invece Claire e il resto della squadra
<< Claire >> la richiamò con voce roca, arrochita dalle urla di dolore che aveva lanciato a causa delle torture di Chris,
<< Cosa sei? >> chiese la Redfield con tono freddo puntandogli una pistola contro e questo ferì Leon come poteva non riconoscerlo?
<< Sono io Claire, sono Leon >> le rispose
<< Non è possibile, mio marito è morto >> disse lei
<< Claire, credimi. Sono io. Non so cosa Chris ti abbia fatto vedere ma io sono Leon, sono tuo marito >> disse quasi urlò il biondo, anche se così facendo le ferite sul torace si riaprirono. Claire decise di tentare, tanto se non fosse stato lui non avrebbe potuto rispondergli,
<< Quando è stato il nostro primo appuntamento? >> chiese la rossa
<< L’11 Gennaio 2007 è stato anche il giorno in cui ti ho chiesto di sposarmi, eravamo andati in quel bistrò francese sulla Western Street, io avevo preparato un bel discorso per non cadere nel classico cliché, ma, nonostante le prove che avevo fatto, me lo ero scordato quindi ti chiesi: “Claire Redfield vuoi diventare mia moglie?” davanti a più di mezzo bistrò e allo chef che si era appena licenziato, e tu Claire lo ricordi? >> rispose e domandò Leon, solo in quel momento Claire gli credette
<< Leon non sai quanto sono felice di sapere che sei ancora vivo >> disse la rossa e poi notò i tagli più o meno profondi che costellavano il petto di Leon << E’ stato Chris a farti questo vero? >> chiese, preoccupata vedendo che la pelle attorno ai tagli era arrossata rischiava un infezione
<< Si è divertito un bel po’ con me >> disse Leon, Claire chiamò Rebecca che dopo aver analizzato le ferite con un cipiglio preoccupato, aveva estratto un paio di garze sterili dal piccolo borsello beige che portava al fianco seguite poi dal disinfettante contenuto sempre nello stesso borsello e dopo averlo fatto bagnò alcune garze col disinfettante e cominciò a pulire delicatamente le ferite, passandogli poi un unguento alle erbe verdi e, dopo aver aperto i ganci che lo bloccavano al tavolo operatorio, proseguì col bendare l’area appena medicata per evitare un ulteriore contatto con l’aria del laboratorio
<< Non sforzarti troppo o le ferite si riapriranno >> disse Rebecca con tono gentile ma allo stesso tempo severo. La squadra si riunì
<< Leon hai per caso sentito Chris parlare di Piers o Jensen? >> chiese Lorelai
< No. Sono scomparsi anche loro? >> rispose e chiese Leon.
<< Purtroppo sì, ma non sappiamo dove siano, pensavamo che Chris li avesse rapiti ma a quanto pare sono da qualche altra parte >>rispose Claire. Chris, Nicholai, Cliff e gli altri cinque Tyrant perfetti erano nella sala di sorveglianza ad osservare il monitor che era collegato alla telecamera del corridoio del blocco di detenzione delta-4
<< Peccato che non sanno di aver portato con loro un infetto >> disse, ghignando, Chris.
-Struttura segreta della Umbrella, Tunnel della metropolitana, Racoon City
Jensen e Piers erano riusciti ad uscire fuori dal terrario gigante, sigillando nuovamente la porta prima che la regina fosse sopravvissuta. Adesso si trovavano all’interno del laboratorio di Marcus, che sembrava in tutto e per tutto un laboratorio abbandonato, la polvere copriva buona parte delle cose e delle strane uova sferiche coperte da una specie di liquido colloso trasparente, si trovavano ovunque spesso negli angoli o nei corridoi, alcuni neon brillavano ad intermittenza quasi fulminati, le estremità di alcuni neon erano annerite. I due comunque cercavano ancora le loro armi e un modo per uscire di lì.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’Autore
Scusate il ritardo spero che con la lunghezza del capitolo mi sia fatto perdonare e che con la scuola sto rallentando un poco. Spero che questo capitolo vi piaccia, ringrazio Mattalara per aver recensito lo scorso capitolo e Cardy per averla messa fra le ricordate. Non ci sarà alcuna Leon/Chris, forse una Jensen/Piers ma non ne sono certo l'unica cosa di cui sono certo è la LeonXClaire (o Cleon)
Piccole note:
  1. =” Regina Madre” qui mi riferisco al fatto che Marcus è stato riportato in vita dalla Sanguisuga Regina, e che quindi è la Regina delle sanguisughe (o il ragazzo sanguisuga come lo chiama mia cugina:)
  2. =” Spatola dosatrice per il cobalto” è una piccola linguetta metallica spessa un paio di millimetri e larga un centimetro, usata per dosare l’ossido di cobalto, che è altamente tossico e può prendere fuoco a contatto con l’aria.
  3. =” Macellaio” è il soprannome che è stato dato a Rurik Ginovaef, visto il modo in cui tortura le vittime, macellandole. Rurik è il fratello maggiore di Nicholai come risulta con InsertedEvil.
  4. =” Nosferatu” Alexander Ashford dopo essere stato infettato dal T-Veronica Virus.
Questa è la Queen Leech ( se non avessi saputo descriverla):


E per la formica mi sono basato su la Fire Ant di Fallout (Questa qui|):
http://img1.wikia.nocookie.net/__cb20110505200116/fallout/images/0/05/Fire_ant.png (Vi do il Link perché sennò si straforma la pagina)

 Alla Prossima
-Anthony Edward Stark

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: Il Grande piano del Supreme Tyrant e i due fratelli Speyer ***


You are Infected 2: Il ritorno dell’Incubo

 Capitolo 4: Il grande piano del Supreme Tyrant1 e i due fratelli Speyer

-Struttura segreta della Umbrella, Tunnel della metropolitana, Racoon City (Jensen)
Jensen e Piers si erano divisi, nonostante Jensen non volesse visto che era preoccupato per la salute di Piers, aveva osato troppo con il virus e Jensen voleva essere presente se avesse avuto bisogno di aiuto ma era anche vero che per esplorare l’intero laboratorio si sarebbero dovuti dividere e così avevano fatto. Jensen finora aveva incontrato solo sale e stanze vuote o piene di cadaveri stesi su tavoli in acciaio inossidabile o lasciati a marcire sul pavimento e spesso oltre alla polvere, il sangue oramai secco si trovava in grandi chiazze sul pavimento bianco, oramai ingrigito dal tempo e dall’incuria, e sulle pareti sotto forma di schizzi ad alta velocità. Molti dei cadaveri che si trovavano per le sale erano ricercatori della Umbrella o agenti di sicurezza che erano stati uccisi da un mostro non identificabile, visto che Jensen non aveva mai visto ferite del genere. Jensen sperava che Piers non la incontrasse qualunque cosa essa fosse, qualcosa passò alle spalle dell’agente intento ad analizzare le ferite sui cadaveri per identificare la creatura.
-Black Jack’s Bar, Racoon City
<< Io sono ancora del parere che la polizia ci stia nascondendo qualcosa >> disse un ragazzino dai ricci capelli rossi al suo amico che era più grande di lui di un paio di anni
<< Jacob ma tua madre sa che sei qui a perdere tempo con le cospirazioni invece di essere a scuola? >> gli disse il ragazzo dai corti capelli corvini tirati all’indietro con un sorriso sornione sul viso
<< Jake, tu pensi che mia madre mi darebbe i permesso per andare in un bar a “perdere tempo” dietro alle cospirazioni? >> rispose il rosso, sistemando gli occhiali dalla montatura rossa che si erano spostati un poco, alzando un sopracciglio scettico
<< In effetti no, non lo farebbe nemmeno se questo fosse l’unico posto sicuro di questo mondo >> rispose con tono fra lo scherzoso e il serio Jake, mentre fissava lo sguardo sul televisore appeso in un angolo del bancone in quel momento la pubblicità sull’Aquacure basata su un omonimo prodotto dell’Umbrella finì e cominciò l’edizione mattutina del Racoon City’s Daily News, la presentatrice fissò la telecamera e cominciò col presentare le notizie:
“Bentornati con l’edizione delle nove di Racoon City’s Daily News, le notizie sono le seguenti: Gli autori dei macabri omicidi accaduti negli ultimi giorni sono stati identificati in un branco di lupi che dopo essere stato catturato è stato soppresso vista la sua pericolosità. Gli abitanti di Racoon City possono quindi tirare un sospiro di sollievo. Il tempestivo intervento del R.P.D. ha scongiurato il peggio, vista la paranoia che cominciava a serpeggiare fra gli abitanti della città…” Jake e Jacob smisero di ascoltare la voce della presentatrice tornando alle loro teorie del complotto
<< Certo, un branco di lupi. E la G.A.A.B. avrebbe mobilitato i Primi Tredici per un innocuo branco di lupetti affamati >> disse sarcastico Jake
<< Già, pensano che le persone ci cascheranno di nuovo? Per me stanno nascondendo qualcosa, forse l’Umbrella sta tornando >> disse Jacob
<< Forse ci sperano. Anche se Jacob penso che per mandare i Primi Tredici, ci sia qualcosa di più grave della Umbrella >> disse lasciando la frase a metà, il corvino
<< Pensi che sia…lui? >> chiese il rosso
<< Spero di no >> rispose il corvino. I due si alzarono dagli sgabelli e Jake pagò la sua birra prima che i due uscissero dall’edificio.
<< Andiamo alla Fabbrica? >> chiese Jacob, sistemando nuovamente gli occhiali che continuavano a scivolare, l’ex-fabbrica della morte della Umbrella era come un rifugio per quei due, due ragazzi ossessionati dai complotti del governo che avevano trovato come loro base una vecchia struttura della Umbrella, una piccola stanza di cui solo pochi erano a conoscenza era quella la loro tana, le pareti tappezzate di foto collegate con linee o fili solo per tenere in ordine le “prove” dei complotti del governo.
<< Si >> rispose, solamente, Jake. E i due s’incamminarono verso la Fabbrica della Morte senza sapere di star andando verso la tana di un mostro
- Struttura segreta della Umbrella, Tunnel della metropolitana, Racoon City (Piers)
Lui e Jensen si erano divisi da poco più di qualche minuto quando Piers sentì un urlo riecheggiare fra le pareti e riconosciuta la voce cominciò a correre verso il punto in cui lui e Jensen si erano separati e poi verso il corridoio in cui il suo partner si era diretto, non sapeva per quanto aveva corso ma alla fine l’aveva raggiunto un grosso mostro dal corpo giallo e lucido, con la parte inferiore simile a quella di una grossa lumaca senza guscio che terminava in un aculeo, aveva lanciato Jensen contro la parete del laboratorio e stava per avventarglisi contro. Ma Piers lo fermò, lanciandosi contro al mostro che aveva la pelle così fragile che le dita dell’agente affondarono nella carne del mostro non appena lo afferrò, poi Piers si rese conto di una cosa mentre il mostro si voltava mostrando un muso da pulce solo ingrandito, non era la pelle del mostro ad essere fragile era lui che aveva qualcosa di strano, le sue mani erano munite di artigli che si ritirarono come gli artigli di un gatto. Il mostro rivolse la sua attenzione verso Piers e si lanciò contro di lui spalancando le fauci, l’agente reagì d’istinto, evitando il mostro e colpendolo a sua volta gli artigli affondarono ancora una volta nella carne del mostro, ricoprendosi stavolta di un liquido verdastro lucido simile a bava prodotto dalla creatura. Stavolta la bestia urlò tentando di colpire Piers con l’aculeo della coda ma lui schivò l’attacco con uno scatto che aveva più di un felino che di un umano, colpendo poi l’essere con calcio mirato al muso da pulce il tutto in un unico fluido movimento, un rumore secco causato dallo spaccarsi dell’esoscheletro s’espanse nell’aria e la creatura urlò di nuovo mentre dalle ferite colava del sangue nero. Gli occhi dell’agente C-infetto brillavano gialli. La creatura si ritirò quanto più veloce poteva nei condotti d’aerazione e dallo sbocco del condotto colava quella bava verdastra mista al sangue nero dell’essere, ma a Piers questo non importava in questo momento l’unica cosa che gli importava era accertarsi che Jensen fosse ancora vivo e per fortuna lo era. Vivo e vegeto solamente svenuto a causa della botta.
-Fabbrica della Morte, Racoon City
Jacob e Jake erano appena arrivati alla Fabbrica, cosa che non era passata inosservata a Chris “Due ragazzi che si avvicinavano imprudentemente nella sua tana? Era difficile che non li notasse”. I due ragazzi intanto erano già entrati nella Fabbrica, camminando per i corridoi che conoscevano alla perfezione fin a quella piccola stanza, nei due angoli della stanza c’erano due postazioni computer, due portatili neri e lucidi erano poggiati su due piccole scrivanie con la superficie in vetro e un paio di cassetti in metallo verniciato di bianco con davanti due anonime sedie di metallo, i due andarono nelle loro postazioni e cominciarono a scrivere le loro teorie sul loro blog “Conspiracy of the Government.net” riunendo tutti i punti che avevano raccolto in quei quattro anni, uniti da un unico punto comune “il governo che voleva mascherare qualcosa”. A parte i soliti sibili del vento non vi era alcun suono che potesse allarmare i due ragazzi, mentre Chris si avvicinava al loro quartier generale senza fare alcun rumore, i due ignari continuavano a scrivere il loro post intitolato così:” Is He coming back?”. Jacob nel frattempo che Jake continuava a scrivere il post, s’intrufolò nel server della G.A.A.B. come un provetto hacker alla ricerca di notizie top secret sulle operazioni dei Primi Tredici o su un qualunque altra cosa potesse fargli capire che stava succedendo, Chris entrò silenziosamente nella stanza i due non sentirono il lieve cigolio della porta, che era una delle poche non automatiche, tanto erano concentrati nel loro lavoro. Il Tyrant moro si guardò intorno per qualche secondo le pareti erano piene di foto di creature della Umbrella, di ritagli di giornale sulle dichiarazioni della G.A.A.B. e su casi risolti considerati misteriosi prima della loro risoluzione tutto era collegato da linee fatte a penna o collegati con fili dai colori rosso, blu e verde, alcune parole nei ritagli di giornale erano sottolineate o cerchiate era strano come tutto quel caos seguisse in realtà un ordine ben preciso, vicino alla porta erano attaccati i ritagli di giornale risalenti a quattro anni fa e man mano più si ci avvicinava alle postazioni computer più erano recenti. I due notarono la sua presenza solo quando Chris si avvicinò a loro oscurando la debole luce di un neon semi fulminato sul soffitto, i due si voltarono fissando Chris con quello che poteva essere riconosciuto come stupore e timore ma non vero e proprio terrore. Il ragazzo dai capelli corvini poteva avere forse ventuno anni mentre il rosso diciassette anni
<< Voi non dovreste essere qui >> disse Chris, non voleva liberarsene immediatamente prima voleva capire se avrebbe potuto usarli, se fossero stati più utili da vivi li avrebbe infettati visto che stranamente il Chris Virus aveva più affinità nel legarsi al D.N.A. dei ragazzi in età adolescenziale o che avevano raggiunto i vent’anni come nel caso di Nicholai2. I due ragazzi non risposero, continuando a rimanere con lo sguardo fisso su di lui, il download in atto sul computer di Jacob finì in quell’istante mostrando vari rapporti della G.A.A.B. sulle operazioni dei Primi Tredici, il ragazzo si voltò a causa del trillo emesso non appena la pagina era stata aperta Chris lesse, nonostante la distanza, ciò che era scritto in quelle pagine “Quindi il ragazzino è un hacker” pensò, vedendo poi che Jake aveva ricostruito tutti gli avvenimenti degli ultimi anni con quel poco che aveva trovato entrambi potevano essergli utili, avrebbe potuto far modificare al corvino alcuni fatti per renderli poi pubblici in modo che la G.A.A.B. cominciasse ad essere discussa e quando sarebbe stata ad un passo dal crollare avrebbe attaccato, nessuna difesa e il mondo sarebbe caduto in mano sua. Il piano era semplice e loro due lo avrebbero aiutato, Chris sorrise in modo sinistro
<< Seguitemi >> disse il Tyrant << Adesso! >> sibilò vedendo che i due non si muovevano, quelli presero allora a seguirlo solo perché erano più che terrorizzati e perché non volevano essere uccisi dal mostro.
-Appartamento di Leon e Claire, Fisson Street, Racoon City
Leon continuava ad insistere di poter tornare a lavoro già da ora, mentre Claire gli consigliava di prendersi un paio di giorni per rimettersi del tutto ma Leon non le dava ascolto, anzi più lei tentava di convincerlo a rimanere a riposo per un paio di giorni più lui s’intestardiva sul fatto che poteva tornare al lavoro da subito. In quattro anni di matrimonio Claire e Leon non si erano mai urlati contro ma forse complice lo stress che gravava su entrambi e la preoccupazione visto che il Mostro era tornato, avevano contribuito alla situazione. Leon d’improvviso si fermò e si zittì, la testa gli girava, non riusciva a respirare come se fosse sott’acqua poi si ricordò qualcosa che fu come un flash
“<< Oh non preoccuparti Kennedy. E’ un virus sub-stimolato dalla rabbia, non avrà alcun effetto immediato. Si attiverà solo se tu dovessi infuriarti… >> Disse Chris dopo avergli iniettato il virus, sferrandogli poi un artigliata al petto” Doveva calmarsi non poteva arrabbiarsi davvero per una discussione con la sua cara Claire, no non poteva. Claire era corsa al suo fianco preoccupata e lo chiamava ma lui non la sentiva eppure la vicinanza della sua cara Claire lo calmava, lo tranquillizzava il virus nel suo sangue si riassopì prima di fare eccessivi danni e quasi subito buona parte dei sintomi scomparvero. Claire riuscì alla fine a convincerlo a prendersi qualche giorno per rimettersi del tutto.
-Struttura segreta della Umbrella, Tunnel della Metropolitana, Racoon City
Jensen si svegliò dopo un paio di minuti aprendo lentamente gli occhi, un poco intontito dal colpo ricevuto dal mostro. Era steso su uno dei tavoli in acciaio della stanza “E’ stato Piers a salvarmi?” si domandò, nell’ombra vide due scintillanti occhi gialli e questo lo allarmò, che il mostro fosse tornato? La figura nell’ombra si avvicinò a lui era Piers, nessun mostro tornato a finire il lavoro era solo il suo compagno di squadra. Gli occhi che prima scintillavano di giallo tornarono verdi non appena egli uscì dall’ombra. Jensen rimase per un poco a fissare il partner
<< Cosa diavolo era quel mostro? >> chiese Williams
<< Non lo so >> rispose Piers << Probabilmente un esperimento fallito di Marcus >>
<< Dobbiamo continuare a cercare >> disse Jensen << O non usciremo mai di qui >>. Non potevano dividersi quel mostro era ancora in agguato e Jensen non poteva difendersi, il biologo nel mentre si alzò rimettendosi in piedi senza fatica, e a parte quella bava che colava dal condotto non vi era niente di strano o di rilevante nella stanza, finché non vide qualcosa scintillare qualcosa nel condotto dal lato opposto a quello in qui era entrato la creatura, ma Jensen non riusciva ad arrivarci
<< Piers mi serve una mano, c’è qualcosa lì dentro >> disse il ragazzo indicando il condotto, Piers tentò di dissuaderlo ma Jensen riuscì a convincerlo, con l’aiuto del suo partner riuscì ad arrivare all’interno del condotto trovando una specie di cubo che brillava di bianco c’era qualcosa attaccato al cubo o meglio il cubo era attaccato a qualcosa una bava collosa simile a quella di quella creatura aveva incollato il cubo al condotto, tentò di staccarlo in ogni modo ma quello rimaneva immobile in quel punto, mentre tentava di prenderlo il cubo si aprì in due triangoli che si unirono nella diagonale in cui si era diviso, un comunicatore di ultima generazione in un laboratorio che pareva essere inutilizzato da almeno vent’anni? Che diavolo ci faceva lì? Nel aprirsi si era anche liberato dalla bava collosa della creatura, Jensen lo afferrò e con un po’ di fatica riuscì ad uscire dallo stretto condotto, una volta al “sicuro” e casualmente fra le braccia del suo compagno di squadra, casualmente non proprio ma non importa, cominciò ad aprire i file contenuti nel comunicatore trovando finalmente una mappa del luogo, quel posto era un labirinto di sale e corridoi. Trovò anche un paio di messaggi, buona parte erano ordini per una certa Ada, “Sarà finita in pasto a quella cosa” pensò Jensen. Una donna, nel mentre, sorrideva col volto nascosto nell’ombra e illuminato solo per una piccola parte dalla luce fluorescente del monitor della sala di video sorveglianza, indossava un lungo abito rosso aderente e degli stivali particolarmente eleganti completamente neri. Aveva in mano una sorta di apparecchio radar portatile, inserì qualcosa nell’ingresso USB e sullo schermo apparve un codice”009873-BOWMA563-Status: _Attive-Order: _Terminate_G.A.A.B._Agents” ella sostituì le ultime tre parti del codice che divenne così:”009873-BOW56-Status: _Attive-Order: _Return_to_base”.
-Nei pressi dell’incrocio di Mina Street e Mission Street, Racoon City
Rebecca Chambers attendeva assieme ad un folto gruppo di persone che scattasse il verde nel semaforo pedonale, doveva raggiungere il condominio dove abitava che si trovava nella Kiss Street, le pareva di essere in mezzo a tutta quella gente da ore. Era la quinta volta che controllava se aveva la pistola a portata di mano, era perennemente preoccupata che uno o più zombie seminassero il caos per Racoon mentre lei non poteva fare niente, mentre guardava il semaforo nuovamente, vide qualcuno dall’altro lato della strada che lentamente, forse anche troppo, cominciava ad attraversarla incurante delle auto che frenavano di colpo per evitare di investirlo e più si avvicinava più i dettagli erano visibili era pallido tremendamente pallido, indossava un completo elegante ma rovinato, camminava trascinando i piedi ad ogni passo. Le persone attorno a Rebecca cominciavano ad agitarsi a preoccuparsi ma a nessuno veniva in mente di chiamare o la polizia o l’ambulanza per quel pover’uomo che pareva aver bisogno di cure al più presto, prima che si avvicinasse a loro, l’uomo cadde e una ragazza dai lunghi capelli biondi corse in suo soccorso, quasi ella non vedesse che quell’uomo aveva un aspetto per nulla vivo, il traffico era bloccato.
<< Signore si sente bene? >>chiese la bionda mentre si prodigava ad aiutarlo, d’improvviso l’uomo le afferrò il braccio e poi la morse, lei urlò e le persone rimasero pietrificate ma non Rebecca che uscendo dal mezzo della folla impugnò la pistola e sparò al non-morto un colpo dritto in fronte. La ragazza era ancora viva ma era stata morsa, Rebecca si accertò delle sue condizioni e poi prese il comunicatore, connettendosi alla linea d’emergenza
<< Qui Rebecca Chambers, mandate un ambulanza all’incrocio fra la Mina Street e la Mission Street. Una ragazza è stata morsa da un infetto, ripeto, una ragazza è stata morsa da un infetto >> disse. L’ambulanza però non riusciva a raggiungerli a causa dell’ingorgo che si era creato in quel paio di secondi di panico, di questo passo l’infezione rischiava di diventare incurabile prima che la portassero al Racoon City’s General Hospital. In un paio di minuti la ragazza cominciava a mostrare i sintomi dell’infezione da Virus T: Pupille dilatate, sudorazione eccessiva e febbre. All’appello mancava solo il delirio causato dalla febbre
<< S-Sto per morire non è così? >> disse con fatica la bionda
<< Noi riusciremo a salvarti, tu non morirai >> rispose Rebecca, anche se lei stessa non era certa delle sue parole se avessero ritardato ancora avrebbe dovuto spararle. Intorno a loro non c’era più nessuno visto che avevano preferito fuggire, finalmente l’ambulanza arrivò, due paramedici si avvicinarono immediatamente alla ragazza e la spostarono su una barella, nonostante le sue qualifiche mediche in fatto di virus Rebecca non poté salire sul mezzo per effettuare assistenza medica, ma raggiunse l’ospedale a piedi qualche minuto dopo che la ragazza era stata portata nella zona di quarantena, aveva informato i suoi compagni ma voleva sapere come stava quella ragazza di cui non sapeva nemmeno il nome. William Birkin era l’unico che fosse esperto di quei virus a Racoon assieme ai suoi tirocinanti, e ora si occupavano della prima contagiata dopo cinque anni di completa inattività, una volta completata la diagnosi e assicuratisi che potevano ancora salvarla, le iniettarono una dose di Daylight. La ragazza venne tenuta in quarantena finché i sintomi non scomparvero, battito, temperatura corporea e pressione sanguigna si erano regolarizzati, era salva.
-Struttura segreta della Umbrella, Tunnel della Metropolitana, Racoon City
Con l’ausilio della mappa i due agenti avevano seguito il percorso che li avrebbe condotti alla sala principale del laboratorio. Appena arrivati lì videro le loro armi, che parevano essere state lasciate incustodite al centro della sala, i due non si avvicinarono e videro due Farfanelli tornare visibili, le squame nere che parevano brillare di luce propria e le due antenne poste sul capo che vibravano come vibrisse, i piccoli occhietti verdi che parevano piccole perle incastonate nelle orbite. Uno dei due Farfanelli lanciò un acuto ringhio in loro direzione attirando anche l’attenzione dell’altro Farfanello, i due divennero invisibili mentre scattavano verso di loro ma prestando attenzione non fu difficile vedere la deformazione dell’ambiente circostante ai due Farfanelli, i due agenti riuscirono ad evitare gli attacchi e a raggiungere le loro armi. Jensen prese la sua pistola spara-dardi e la Nine-o-Nine, le due granate attira-BOW e la granata stordente che gli erano state sottratte da Marcus, Piers riprese la sua Nine-o-Nine e riequipaggiò l’Anti Material Rifle sistemandolo a spalla grazie alla cinghia, prese poi le due bombe a mano e la granata elettrica. I due agenti G.A.A.B. erano stati così rapidi che i Farfanelli non ebbero tempo di raggiungerli prima che i due si ri-appropriassero del loro equipaggiamento, i due quindi si voltarono verso le due BOW puntandogli contro le pistole, ognuno il loro bersaglio, i Farfanelli tornarono visibili mentre tentavano di colpire i due con un artigliata, entrambi contemporaneamente, i due agenti riuscirono però a schivare l’attacco sincrono e a sparare contro i rettili mutati prima che questi tornassero invisibili, a causa del sangue che fuoriusciva dalle ferite era ancora più facile vedere dove si trovavano i Farfanelli anche senza l’ausilio del Genesis. Riuscirono ad eliminare le due BOW, adesso sarebbero potuti tornare dai loro compagni
-Obitorio della zona di quarantena, Racoon City’s General Hospital, Racoon City
Molte volte era stato chiesto perché Birkin aveva richiesto che adibissero una stanza della zona di quarantena ad obitorio, ma lui non aveva mai risposto se non con un “quando ci sarà un altro caso BOW lo capirete”. Non era il primo non-morto a cui faceva un autopsia anche se la prima volta era stato nella Umbrella e il non-morto non era stato neutralizzato, ma era perfettamente “cosciente”. Ad un primo sguardo era facilmente intuibile che l’infezione non fosse stata contratta tramite morso ma che il virus era stato probabilmente iniettato nel soggetto, proseguì con un esame più attento dell’infetto e infine eseguì l’incisione ad “Y” in modo da poter analizzare anche le condizioni degli organi interni che non mostravano segni di deterioramento, indicandogli che la condizione di non-vita del soggetto non era perdurata a lungo. Forse qualche ora dalla morte effettiva dell’uomo. Prelevò dei campioni di tessuto e dopo aver messo i campioni, in dei contenitori mantenuti ad una temperatura inferiore allo zero. Ricucì l’incisione con una precisione che rasentava la perfezione maniacale e spedì i campioni al laboratorio non prima di aver posto il cadavere nella cella refrigerata4.
- Qualche ora più tardi, Racoon City’s Virus Research Laboratory, Racoon City
I campioni prelevati dall’infetto vennero immediatamente consegnati al dottor Barton, che cominciò immediatamente ad analizzarli al microscopio. Le cellule dell’ospite parevano in uno stato dormiente più che morto, mentre i corpuscoli del virus si muovevano rapidi da una cellula all’altra dopo aver impiantato un ulteriore cromosoma nel nucleolo della cellula, attraversavano la membrana nucleale e quella cellulare con una facilità più che disarmante per un virus, che normalmente parassitava solamente le cellule e non si spostava da una all’altra per modificarne direttamente il codice genetico. Le cellule infettate venivano rinforzate da un processo iper-rapido che non permetteva di visionarne direttamente la mutazione. Era il processo V-ACT, ma come poteva essere possibile un colpo alla testa elimina uno zombie non era possibile che quello zombie stesse diventando un Crimson Head eppure il V-ACT stava agendo. Il dottor Francis Barton tentò di mettersi immediatamente in contatto con il Dottor Birkin al General Hospital.
-Complesso sotterraneo della Umbrella (ex-laboratorio di Birkin), Racoon City
I due ragazzi Jake e Jacob erano stati portati da Chris all’interno del laboratorio, lui li aveva poi affidati a Josh e Michelle in modo che loro gli iniettassero il Chris virus, visto che Chris aveva il suo daffare.
<< Come potete seguire gli ordini di quello psicopatico? >> chiese Jake col tono colmo di rabbia, mentre Jacob continuava a fissare gli occhi dei due che erano così inumani eppure allo stesso tempo così umani.
<< Lui è il nostro signore e padrone, eseguiremo ogni suo ordine senza discutere… e presto anche voi lo farete >> rispose Josh con un tono asettico, inespressivo quasi fosse un automa che ripeteva le stesse parole da sempre. Michelle bloccò Jake, che tentò con tutte le sue forze- il che era relativamente poco per un Tyrant- di liberarsi dalla stretta ma non vi riuscì. Jacob voleva poter aiutare l’amico ma avevano bloccato le mani di entrambi, Josh infettò il ragazzo dai capelli corvini sotto lo sguardo atterrito dell’amico
<< Jake! >> urlò il rosso. Una volta lasciato andare il ragazzo a cui era stato somministrato il virus, che si contorceva come una serpe entrambi i ragazzi-Tyrant rivolsero la loro attenzione verso Jacob, che voleva evitare che si avvicinassero troppo ma la ragazza in poco meno di un attimo lo bloccò impedendogli di muoversi
<< No! Vi supplico, non fatelo >> li pregò, ma niente fece desistere il ragazzo-Tyrant
<< E’ un dono, accettalo come tale >> disse Josh, iniettando il Chris virus nel ragazzo
-Obitorio della zona di quarantena, Racoon City’s General Hospital, Racoon City
Lo sportello metallico della cella refrigerata era stato dilaniato dagli artigli di un qualcosa, la zona di quarantena era stata, fortunatamente, bloccata in tempo. William Birkin e tre dei suoi tirocinanti: Kiton Ronson, Jeffrey Wood5 e Francine DeLux; erano alla ricerca della creatura armati di dardi antivirali contro i T-Vettori. Sbloccarono la porta dell’obitorio circospetti, nessun Crimson Head arrivò contro i quattro, un piccolo rumore proveniente dal soffitto attirò l’attenzione di Will e di Jeffrey, una creatura a metà fra un Liker e un Crimson Head era sul soffitto, entrambi gli occhi erano completamente bianchi e opachi, probabilmente era cieco, sulle braccia aveva diverse escrescenze appuntite color rosso carminio, gli artigli erano più lunghi e grandi di quelli di un Crimson ma erano troppo piccoli per essere quelli di un Liker. Kiton tentò di sparare al Regis Liker, ma il rumore anche se soffocato attirò l’attenzione del mostro che evitò il colpo e si lanciò contro Kiton che si era allontanato dagli altri tre, il Regis tentò di mordere Kiton che riuscì ad evitarlo bloccandogli il morso con la pistola spara-dardi, Jeffrey incurante della sua sicurezza e degli ordini di William, afferrò un bisturi dalla punta ricurva e si lanciò contro il Regis Liker che bloccava il suo amico, si agganciò al mostro con una presa al collo, mentre piantava il bisturi ad uno dei lati della bocca del mostro aprendo con uno strattone un grande squarcio su un lato del viso dell’essere, recidendo nel mentre i legamenti della mascella, Kiton si era schermato il viso con le braccia per evitare che il sangue dell’essere lo infettasse, Jeffrey ripete l’azione sull’altro lato del viso del mostro aprendo un altro squarcio complementare al primo con i legamenti recisi la mascella inferiore era completamente separata da quella superiore, lasciando il mostro con le fauci grottescamente spalancate, la lunga lingua da Liker che serpeggiava nell’aria alla ricerca di qualcosa da trafiggere. Kiton riuscì a scivolare via dalla presa del Regis, mentre la creatura riuscì a capovolgere la situazione scrollandosi Jeff di dosso e piantandogli le mani artigliate contro le spalle, la lingua del Regis Liker saettava pronta a piantarsi nel petto del ricercatore, fu un secondo, il mostro attaccò
<< Jeff! >> urlarono Francine e Kiton, il mostro non voltò il viso mutilato verso di loro al contrario crollò sopra il ricercatore, che aveva catturato, morto. Jeffrey si levò di dosso il cadavere del mostro che adesso doveva essere morto, il camice insanguinato che faceva assomigliare il ragazzo ad un crudele assassino più che ad un innocuo ricercatore.
<< Quella creatura va incenerita >> disse William, per niente impressionato dall’azione di Jeffrey, liquidò l’eroico gesto come un azione avventata e gli costò il posto come volontario nel laboratorio, perché parole sue” Non abbiamo bisogno di ricercatori mentalmente instabili, mi dispiace Jeffrey”. E così il povero ragazzo non solo aveva appena salvato il collega e amico e impedito che quel mostro facesse danni aveva anche perso il suo posto di lavoro. “Ha sbagliato persona contro cui mettersi Dottor Birkin” pensò Jeffrey allontanandosi dalla struttura dopo che ovviamente si erano accertati che non fosse un vincolo del Virus T.
-Ingresso della struttura segreta della Umbrella, Tunnel della Metropolitana, Racoon City
Piers e Jensen erano finalmente riusciti ad trovare l’uscita di quel laboratorio dimenticato persino dalla Umbrella. Ora erano nuovamente nel cunicolo che portava al tunnel centrale della Metrò, sentirono lo stridio metallico delle rotaie causato dal passaggio del treno, quindi doveva essere o mattina o tardo pomeriggio ma non più tardi. Con abbastanza fatica riuscirono a raggiungere l’ingresso di un tunnel di servizio, quelli usati dagli addetti alla manutenzione dei tunnel per uscire dalla stazione della metropolitana fin in superficie, per un momento vennero quasi accecati dalla luce del sole, finché non si abituarono nuovamente a quella forte luce. Erano salvi finalmente. Erano finalmente usciti da quel laboratorio abbandonato, la G.A.A.B. doveva sapere che anche James Marcus era tornato dagl’inferi, questo era quello a cui pensava Jensen mentre Piers, il suo partner, mentre lo seguiva pareva più perso nei suoi pensieri del normale, era preoccupato che il virus lo liberasse della sua umanità che lo trasformasse in qualcosa di simile a Chris, ma non voleva che la G.A.A.B. lo rinchiudesse in un laboratorio se lui avesse detto la verità. Non voleva diventare l’ennesimo mostro da catalogare.
-Luogo sconosciuto, Racoon City
Chris Redfield avanzava con passo spedito in un cunicolo di roccia scavata dalle intemperie e dall’acqua dell’affluente del Racoon River: il Circular River. Le pareti erano viscide di muffa e l’acqua del torrente scorreva rapida sul fondo creando un continuo scrosciare d’acqua, chiunque avesse visto Chris lì si sarebbe chiesto perché si trovava lì e soprattutto dove stava andando, quel tunnel di roccia era fottutamente gelido tanto che sentiva quel gelo congelargli le ossa, ma doveva proseguire se voleva cominciare il suo piano. Chris quasi scivolò al cambio di pendenza fra la parte superiore del tunnel (quello più vicino alla superfice) alla parte inferiore, ringhiò aggrappandosi alla parete con una mano lasciando una profonda artigliata che graffiò la roccia e rimosse il rivestimento di muffa viscida e verdina. Il Tyrant proseguì senza fermarsi per un attimo, rischiando di scivolare varie volte a causa della scivolosità delle rocce lisce e unte d’acqua e licheni, finalmente raggiunse la sua meta, la vecchia porta arrugginita di un bunker era visibile su una parete, nonostante dopo così tanto tempo fosse stata, quasi, inghiottita dalla vegetazione invasiva del cunicolo. Tentò di sbloccare la maniglia ma quella non si muoveva e quasi si ruppe ad una maggiore pressione da parte del Tyrant, Chris si allontanò dalla porta e la colpì con un calcio, la porta ricadde con un tonfo all’interno del bunker, il moro entrò all’interno dell’area appena sbloccata, trovandosi davanti una piccola stanza in cemento armato, l’aria che puzzava di chiuso e muffa, l’umidità aveva creato delle macchie nere agli angoli della stanza, il poco mobilio che era nella stanza consisteva: in una piccola ricetrasmittente del dopoguerra ormai inutilizzabile, una sedia di legno marcio, un letto dal telaio in ferro arrugginito e con le parti in stoffa, un tempo o bianche o grigie, che erano adesso di un uniforme verde lichenico e in fine una scrivania che pareva essere la cosa più nuova all’interno di quel bunker, i segni del tempo erano poco visibili, la parte in alluminio era lucente anche se leggermente opacizzata in alcuni punti, ma a Chris non importava, quello che gli importava era all’interno dei cassetti a tenuta ermetica. Aprì il primo con non molta delicatezza ma al suo interno vi era solo un campione di Ape operaia in resina e una tarantola anch’essa bloccata in un piccolo parallelepipedo di resina trasparente, col secondo ebbe un po’ più di fortuna al suo interno vi era un block notes dalle pagine piene di annotazioni fatte con una certa fretta, vi era scritto il nome di alcuni elementi chimici fra le annotazioni e in una pagina vi era un piccolo schizzo di un qualche insetto o di un qualcosa di simile con sottoscritto tre punti interrogativi consecutivi, l’ultima pagina invece aveva scritta una sorta di piccola confessione con sotto scritto in modo abbastanza chiaro tre parole “Vi prego aiutatemi!” provò ad aprire il terzo ed ultimo cassetto e alla fine ci riuscì all’interno del cassetto si trovava un file la carta bianca oramai ingiallita e l’inchiostro sbiadito anche se le lettere erano ancora abbastanza visibili.
Il Batterio ritrovato nelle acque del Circular River è stato in grado di regolarizzare l’azione del Virus T. Siamo riusciti a creare una BOW stabile, con le stesse facoltà mentali di un essere umano e con la forza e la resistenza di un Tyrant. Il T-105 è stato trasferito nel laboratorio UM-01 (Root of Hell), il T-105 ha superato con facilità molti dei test sulle capacità fisiche e mentali a cui è stato sottoposto.
XXX
Il T-105 ha un unico difetto, probabilmente causato dal fatto che le sue facoltà mentali sono rimaste inalterate, ricordaricorda ogni cosa della sua vita precedente e la sua morale umana gli impedisce di eseguire i nostri ordini. Il T-105 verrà eliminato in data odierna all’UM-01.
”molti dei fogli seguenti contenevano i risultati dei test effettuati sul Tyrant T-105, più una foto, che non era del T-105 visto che su di essa vi era una donna, mutata ma pur sempre una donna, aveva dei lunghi capelli neri che le arrivavano a metà schiena, un corpo perfetto se non fosse per gli spuntoni ossei che deformavano le braccia e le spalle, galleggiava sospesa in un gel verde all’interno di una capsula per il trasporto dei Tyrant, Chris voltò la foto, e vi trovò annotate un paio di frasi
Lady of Flame,
E’ l’ultima speranza per noi, l’ultimo Tyrant che mantiene la propria umanità al 95% ma senza dannosi ricordi o morale
”. “Questo è interessante” pensò Chris gli restava solo scoprire se era ancora in “vita” e abbandonata in un laboratorio o se invece fosse stata distrutta, gli sarebbe stata utile un Tyrant come la “Lady of Flame”.
-Sera, Bar/Pub “Paradise Inside”, pressi della Torre dell’Orologio St. Michael, Racoon City
Il Paradise Inside era un bar di tutto rispetto anche se la gente che lo frequentava lo era un po’ meno, George il barista era un ragazzo di circa ventisei anni ed era molto socievole tendeva a parlare con i clienti (spesso con l’incremento del guadagno della serata). E subito notò quel singolo individuo, che stonava in quel ambiente, e poi il viso di quell’uomo era conosciuto dai più e George non capiva come un uomo illustre come lui fosse andato in quel bar da quattro soldi, ovviamente dicendo così non voleva certo offendere Steven il proprietario, l’uomo si sedette su uno degli sgabelli rossi difronte al bancone del bar, aveva l’aria di qualcuno che aveva visto (o parlato) con un fantasma, George si avvicinò con un piccolo sorrisetto sul viso (quello che di solito aveva quando preparava i cocktail)
<< Vuole ordinare qualcosa, Dottore? >> chiese il barista, Will sollevò di poco la testa per guardarlo un attimo prima di parlare
<< Un Cocktail Arcobaleno >> disse solamente l’ex-ricercatore Umbrella. George prese una coppetta da Martini versandovi il premix alla fragola, quantità di un cucchiaino, successivamente versò con attenzione uno strato di succo d’arancia sopra il Premix evitando che i due strati si mescolassero, prese uno shaker e vi verso mezza oncia di blu curacao e tre quarti d’oncia di Vodka liscia, shakerò delicatamente e poi verso la miscela di Vodka e blu curacao sopra lo strato di succo d’arancia sempre delicatamente per evitare che si mescolassero e guarnì il tutto con una sottile fetta d’arancia,
<< Eccole il suo cocktail, Dottore >> disse il ragazzo poggiando con attenzione la coppetta da Martini sul bancone, per evitare di rovinare tutto il lavoro fatto, era facile intuire che Birkin non avesse mai bevuto in vita sua dal modo in cui si era quasi strozzato col primo sorso del suo cocktail, cominciare a bere partendo dall’alcolico più forte in commercio non era il massimo. Forse non era il massimo, ma voleva dimenticare quello che aveva visto, soprattutto con chi aveva parlato, quell’uomo era morto da troppo tempo perché fosse possibile ciò che era successo. Peccato che quel fantasma lo seguì anche lì, era vestito troppo elegantemente perché non risaltasse contro lo sfondo di plebaglia che affollava il bar,
<< Will, non è per niente educato scappare mentre qualcuno ti parla >> disse l’uomo con un accento britannico che egli voleva fosse ben udito e marcato
<< Perché? Perché ti sei finto morto? >> chiese il ricercatore, mentre finiva il suo cocktail ordinandone un altro
<< Un esperimento col campione 401, volevo vedere la sua reazione e tutto è andato secondo i piani >> rispose l’uomo
<< Quindi per te anche lui è un esperimento? Credevo lo amassi >> disse William
<< Amore è un termine che non si addice a ciò che provo per il campione 401, la mia è più curiosità che amore >> rispose l’uomo, ordinando successivamente un Bloody Mary. Le parole dei due uomini si confondevano come un sussurro di vento nella tempesta senza che nessun’altro li udisse, solo George riusciva a sentire ciò che i due stavano dicendo e mentre guardava l’uomo seduto accanto al Dottor Birkin notò qualche particolare che gli ricordava qualcuno, qualcuno che aveva visto cinque anni fa durante l’apocalisse, era difficile non riconoscere quel viso dai tratti così fieri, si allontanò dal bancone chiedendo a Kelly (la sua collega) di occuparsi dei suoi clienti per un paio di minuti, si diresse verso il retro del bar/Pub e si avvicinò al telefono fisso a muro lo prese e digitò il numero d’emergenza della G.A.A.B di Racoon e li informò che, anche se era impossibile, Albert Wesker si trovava lì.
<< Pensavi che non ti avrei notato? >> chiese retorico Wesker, George si girò terrorizzato ma non ebbe tempo di fare altro prima di venire ucciso dal Tyrant biondo.
-Sala del Proto-T-002, Complesso sotterraneo della Umbrella, Racoon City
Jake e Jacob erano molto più efficienti da quando erano stati infettati, visto che adesso non vi era alcuna umana preoccupazione a fermarli, ogni desiderio di Chris era un ordine per loro, gli otto ragazzi Tyrant erano come formiche operaie e soldati che ascoltavano ed eseguivano ogni ordine del loro Re senza discutere, il nono invece Nicholai era stranamente più indipendente degli altri anche se non poteva fare altro che sottostare ad ogni ordine diretto di Chris Redfield. In uno dei blocchi di detenzione Michelle e Jackson sezionavano uno zombie per analizzarne le reazioni, non c’era compassione negli sguardi gelidi dei due che sembravano i ricercatori che anni addietro riempivano i corridoi. La creatura gemeva sofferente e inascoltata agitandosi mentre i ganci gli tagliavano la carne in via di putrefazione scoprendo le ossa. I due continuavano indifferenti a tagliare e aprire squarci nel corpo dello zombie, la cosa più strana era che la creatura provasse dolore gli zombie non ne provavano normalmente, forse le migliorie attuate da Chris sul virus avevano annullato quest’abilità del virus.
-Filiale britannica della G.A.A.B., Londra
Forest e Joseph erano stati mandati a Cardiff in missione, visto che sembrava che uno dei laboratori Nikadori che si trovava sotto Cardiff, rinominato NC-15- o la Fessura6-, fosse tornato attivo. Arrivati nel laboratorio i due non trovarono alcun segno di attività umane, arrivarono ad un incrocio fra i corridoi e si fermarono, un Liker β era lì difronte a loro scarno e affamato con i muscoli che parevano come rinsecchiti impedendogli quasi quel piccolo movimento delle giunture che il Liker attuava gli artigli erano spezzati alcuni addirittura mancanti i due agenti G.A.A.B. imboccarono il corridoio alla loro destra senza che il Liker li notasse e lentamente raggiunsero la sala principale del laboratorio il grande computer era acceso e qualcuno vi si trovava difronte
<< Alza le mani e voltati! >> disse Joseph al ragazzo, che si voltò permettendo ai due di vederlo, aveva dei lunghi capelli neri simili a quelli di Forest così come lo era il suo viso, gli occhi color indaco che fissavano Forest
<< Ciao fratellone >> disse il ragazzo, sollevando una mano e scuotendola a mo’ di saluto, Forest abbassò di poco la pistola
<< Aron? >> chiese incerto l’agente
<< Sono io, fratellone >> rispose Aron, con un sorrisetto
<< T-tu sei morto >> disse con voce insicuro Forest, mentre un ricordo lo assaliva
Era successo molto tempo fa, Forest e Aron erano poco più che maggiorenni stavano entrando in un vecchio palazzo vicino ad un fiume, scherzavano mentre esploravano quel vecchio palazzo stanza dopo stanza e piano dopo piano, d’improvviso avevano sentito un grido e il rumore di qualcosa che cadeva e impattava contro il pavimento, e poi un ringhio simile a quello di un grosso rottweiler e avevano cominciato a correre per uscire di lì inseguiti da un branco di cani che non si erano presi la briga di guardare, erano troppo vicini alla riva uno di quei cani era balzato contro Aron e lui era caduto nel fiume, Forest aveva tentato di afferrarlo di salvarlo, ma la corrente lo aveva trascinato via in fretta verso la cascata, gli altri cani erano stranamente scomparsi,
<< Aron! >> urlò Forest, correndo per l’intera lunghezza del fiume fin alla cascata e incastrata fra due rocce vi era la maglia viola che suo fratello indossava, l’avevano cercato per giorni ma alla fine la polizia aveva detto che probabilmente il cadavere di Aron era stato fatto a pezzi dal reflusso continuo della cascata e dalle rocce aguzze sul fondo del lago in cui probabilmente era rimasto imprigionato il corpo.” Non si era mai perdonato di aver permesso che suo fratello morisse e ora lo aveva lì davanti ai suoi occhi
<< No, non proprio. Ero quasi morto, quando quelli della Umbrella mi hanno salvato, mi hanno impiantato una sorta di parassita nel cervello per salvarmi, ma non l’ho mai sentito come presenza estranea anzi è il contrario >> disse Aron, fissandolo ancora con quegli occhi color indaco, il completo opposto degli occhi neri, come gli abissi, che lui ricordava  << Lascia che ti mostri >> aggiunse, mentre con uno scatto rapidissimo stordiva Joseph con qualcosa che assomigliava ad una frusta viola-lilla, quando il movimento di quella frusta si fermò Forest capì cos’era veramente un lungo tentacolo che fuoriusciva dal palmo della mano di  suo fratello e che si ritirò dopo poco
<< Cosa vuoi mostrarmi? >> chiese, tentando di non sembrare terrorizzato, il fratello maggiore
<< Cosa si prova ad essere come me >> gli rispose Aron avvicinandosi lentamente, mentre Forest non riusciva a sollevare la pistola per sparare al fratello che credeva di aver perso già una volta, Aron gli era ad un passo quando senza che Forest lo fermasse, poiché era troppo scioccato, gli coprì la bocca con una mano, la stessa da cui era fuoriuscito quel tentacolo viola-lilla. L’agente spalancò gli occhi quando sentì quel viscido tentacolo scivolargli fino in gola
<< Sta tranquillo fratellone, non farà male >> disse rassicurante Aron, mentre impediva a Forest di allontanarsi, << Non farà male >> ripeté quasi tentando di convincerlo, mentre suo fratello tentava di divincolarsi con tutte le sue forze, Aron sapeva di star mentendo sapeva che quel singolo parassita gli avrebbe fatto passare le pene dell’Inferno prima della sua assimilazione, ma una volta che Forest fosse diventato come lui sarebbero tornati i fratelli inseparabili che erano stati prima di quel maledetto palazzo. Presto avrebbe smesso di agitarsi, presto sarebbe diventato come lui, loro condividevano lo stesso DNA non poteva sbagliare su cosa sarebbe successo. Dopo aver liberato il parassita nel corpo di Forest il tentacolo si ritirò, ma Aron non spostò la mano per evitare di udire senza attutimenti le urla di suo fratello,
<< Andrà tutto bene…Andrà tutto bene, fratellone >> disse, mentre vedeva le iridi nere del fratello diventare sempre più chiare fino a diventare quasi bianche, alla fine come aveva previsto si era come calmato, guardandolo con quegli occhi bianchi simili a quelli di un demone di alta cerchia7 eppure vuoti, Aron sorrise al fratello
<< Visto te l’avevo detto che sarebbe andato tutto bene >> disse, aspettando una qualsiasi reazione da Forest, che però non faceva altro che non fosse fissare un punto indefinito difronte a sé
<< Fratellone? >> lo chiamò tentando di attirare la sua attenzione lo stava facendo preoccupare, lui voleva solo che lui e suo fratello tornassero com’erano prima non voleva che suo fratello venisse azzerato dal parassita. Joseph si stava riprendendo dal colpo solo ora, lo aveva quasi scaraventato dal lato opposto della sala e quasi immediatamente notò che c’era qualcosa che non andava l’espressione prima angelica e demoniaca al tempo stesso, del fratello di Forest era ora preoccupata e il suo partner era immobile proprio difronte al fratello. Non accennava ad alcun movimento tanto che pareva essersi pietrificato e poi si voltò verso di lui con un sorriso davvero poco raccomandabile che gli ricordava quelli che aveva quando aveva avuto quel crollo psicologico dopo essere quasi stato ucciso a beccate dai corvi alle Arklay. Si avvicinò a lui lentamente eppure non pareva voler fare qualcosa anche se quel sorriso lo inquietava
<< Perdonami Joseph >> gli disse
<< Cosa? Per cosa dovrei perdonarti Speyer? >> gli chiese stupito l’agente
<< Non è personale, ho solo fame >> gli rispose, non che centrasse molto con la domanda che gli aveva posto, Joseph vide un lampo viola avvicinarsi al suo viso e poi il buio calo su tutto.
- Qualche giorno più tardi, Quartier Generale della Filiale americana della G.A.A.B., Washington D.C
Jill era stata chiamata d’urgenza nell’ufficio del Direttore Steve Vester, ma non capiva il perché pochi giorni prima i Primi Tredici avevano informato il Q.G che Piers e Jensen erano tornati, quindi per quale motivo era stata chiamata con tanta urgenza?
<< Abbiamo perso i contatti con la filiale britannica >> le disse
<< Avete provato- >> cominciò lei ma Vester la interruppe
<< A metterci in contatto con Londra? Sì nessuna risposta. Abbiamo provato con l’intera Inghilterra, nessuna risposta dalla Scozia al Galles, l’Irlanda del Nord non ha contatti con la filiale britannica dalla missione alla Fessura di Speyer e Sances. Le squadre che abbiamo mandato sono come scomparse nel nulla, per questo abbiamo deciso di mandare te, Valentine, Frost e Marini, siete gli unici che possano scoprire che diavolo sta succedendo >> disse Vester e Jill capì che non avrebbe potuto far nient’altro che non accettare la missione visto che tutto era stato già deciso, come sempre, come nella S.T.A.R.S.
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Racoon City era pronta ad essere di nuovo l’arca del male e Londra…beh Londra era solo un errore di calcolo del Supreme Tyrant, Racoon City era il suo diamante lucente e Londra era il diamante impuro. Aron Speyer era solo una distrazione che il Supreme aveva mandato per deviare l’attenzione della G.A.A.B. ma chiunque può fare un errore di calcolo, ora non resta che sapere cosa succederà sia lì che qua.
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
Note del Autore,
Mi scuso per il ritardo, devo dire che il capitolo era già pronto a settembre ma a causa di un Troian che mi ha cancellato i dati di tutto quello che avevo fatto dopo la pubblicazione del terzo capitolo ho dovuto riscriverlo, quindi mi scuso ancora per il Ritardo. Ringrazio Mattalara per il suo recensire assiduamente la mia storia: Grazie mille cara! E Cardy per averla messa fra le ricordate.
Piccole note:
1) = “Supreme Tyrant”, E’ la definizione che ho creato per Chris e Wesker visto che entrambi hanno il completo controllo del virus nel loro corpo
2) =” Vent’anni come nel caso di Nicholai”, Qui mi sono basato sull’età che risulta nei file di Resident Evil: Operation Raccoon City secondo cui Nicholai ha vent’anni e non oltre i quarantacinque come in RE2
3) = “BOW 56”, E’ la lumaca-pulce gialla, per ora ho scritto solo il suo codice il nome comunque è Dirl.
4) = “Cella refrigerata”, se qualcuno ha un termine migliore per i freezer degli obitori me lo dica, perché questo m’è spuntato sul dizionario, anche se non suona benissimo
5) = “Jeffrey Wood”, Il nome completo di Jeff the Killer, il protagonista dell’omonima Creepypasta. Se qualcuno lo conosce avrà notato che Jeff il Ricercatore ha ammazzato il Regis nello stesso modo in cui Jeff the Killer ammazza le sue vittime
6) = “La Fessura”, E’ una palese citazione a Torchwood, la fessura che attraversa Cardiff. Mentre il NC-15 è un laboratorio costruito sotto Cardiff che l’attraversa completamente
7) = “con quegli occhi bianchi simili a quelli di un demone di alta cerchia”, Citazione a Supernatural per Alistar il demone dagli occhi bianchi
Alle vostre recensioni

-Anthony Edward Stark

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Il disastro di Londra e il nuovo disastro di Racoon City ***


  You are Infected 2: Il ritorno dell’Incubo

      Capitolo 5: Il Disastro di Londra e  il nuovo disastro di Racoon City

-Porto di Tilbury, Londra, Gran Bretagna Ore: 11.00
Jillian Valentine, Joseph Frost e Enrico Marini erano appena giunti a Londra e lo spettacolo che li accolse fu un desolante paesaggio simile a quello che li aveva accolti a Racoon City quando l’avevano raggiunta dopo la missione degli Arklay. Era un perimetro di quarantena quello che impediva alle onde radio di raggiungerli lì, la Gran Bretagna era riuscita ad impedire che qualunque cosa fosse successa sul loro territorio infettasse il resto dell’Europa tramite lo Stretto della Manica. I tre erano soli sul territorio britannico, senza che potessero mettersi in contatto con il loro Q.G. Le strade di Londra erano deserte escludendo le auto abbandonate, un freddo e umido vento proveniente dal Mar Baltico soffiava fra le strade, sollevando dei fogli di giornale, non pareva esserci vita nella città, nessun tipo di vita nemmeno infetta. Loro tre parevano gli unici esseri che camminavano per quelle strade, un Liker atterrò alle loro spalle dopo aver spiccato un balzo da una delle finestre dell’edificio che si trovava alla loro destra, lanciò un ringhio avvisando i tre della sua presenza, l’essere aveva alcuni tratti in comune con i Liker primo fra cui la lunga lingua tentacolare e il cervello esposto, ma per il resto erano totalmente diversi, un sottile strato di epidermide copriva i muscoli guizzanti, le vertebre sporgevano leggermente mostrando l’intera colonna vertebrale, due artigli delle zampe anteriori erano più lunghi degli altri e due piccoli fori posti proprio sul confine fra la membrana che ricopriva il cervello e il muso e per il modo in cui il Liker-?- muoveva la testa dovevano essere come rilevatori di calore, era come se li vedesse, lanciò un altro ringhio di avvertimento. E poi balzò verso Jill che evitò il mostro e sperando che non ci fossero altri Liker come quello sparò un colpo dritto nel cervello del mostro che ne venne ucciso istantaneamente, una ventina di quelle creature uscirono dagli edifici posti a destra e a sinistra sulla strada, i tre si guardarono per un attimo
<< Questa volta corriamo >> disse Joseph Frost, i tre corsero lontani dall’orda prima che i Liker γ li raggiungessero arrivarono ad una casa e c’era un ragazzo davanti alla porta che gli faceva cenno di entrare
<< Forza entrate, entrate! >> gli urlò i tre entrarono all’interno della casa e il ragazzo li seguì infine chiudendosi la porta alle spalle bloccandola, le finestre erano bloccate evitando così che i Liker potessero entrare, i quattro rimasero immobili e in completo silenzio per una decina di minuti prima che i ruggiti e il graffiare degli artigli del Liker contro il legno e contro le pareti sparissero. Il ragazzo che li aveva salvati indossava un divisa della G.A.A.B. i cui colori indicavano che lavorasse nella filiale Africana, da una porta che dava nel sottoscala arrivò un ragazzo anch’esso con indosso una divisa della G.A.A.B. della filiale Newyorkese, pareva agitato e impugnava un fucile mitragliatore
<< Grinder, cosa sta…? Chi sono quelli? >> chiese il ragazzo
<< Liker, Jackass ecco cos’è successo. >> rispose ma non rispose all’altra domanda, facendo capire ai tre che dovevano presentarsi. Jill parlò a nome della sua squadra
<< Siamo la squadra mandata da Washington per cercare i responsabili di questo outbreak, il mio nome è Jillian Valentine e loro sono: Joseph Frost ed Enrico Marini >>
<< Keith Lumley, potete chiamarmi Grinder. Sono stato mandato qui dalla filiale africana, con la mia partner Sheva Alomar, ma i Liker l’hanno presa >> si presentò il ragazzo con la divisa della filiale africana, mentre il newyorkese gli lanciava uno sguardo che pareva significare un “Mi dispiace, è tutta colpa mia”
<< Quint Cetcham, il mio nome in codice è Jackass. Sono l’unità di supporto mandata da New York per supportare la squadra africana >> si presentò il ragazzo newyorkese.
<< Sapete cosa sono quei mostri? >> chiese Joseph, nonostante fosse più interessato al vero significato di quel “ma i Liker l’hanno presa”
<< Liker Gamma sono Liker Alpha potenziati dalla Nikadori, molti dei file che li riguardano si trovano nella Fessura ed è da lì che sono arrivati si sono sparsi a macchia d’olio per tutta l’isola nel giro di qualche ora >> rispose il newyorkese, Quint. Un rumore di vetri infranti proveniente dal piano superiore, interruppe gli agenti G.A.A.B. che dopo aver impugnato le loro armi si diressero al piano superiore, nessuna parola fra gli agenti. Una volta raggiunto il luogo vennero accolti dal ringhio di un Liker Gamma, il sottile strato di epidermide che copriva i muscoli era più scura di quella dei Liker precedentemente incontrati, degli abiti stappati durante la trasformazione ancora pendevano sul corpo della Liker, visto che pareva essere una divisa femminile quella che indossava…una divisa della G.A.A.B. I cinque scansarono il balzo della Liker che si riprese immediatamente senza nemmeno scivolare sull’ancora lucido parquet color legno di pino, per molti minuti fu un continuo evitare di essere atterrati dalla creatura finché questa cambiò tattica, balzò contro una parete piantando gli artigli nel muro, strappando così la graziosa carta da parati con motivo floreale che copriva le pareti, e arrampicandosi fin sull’alto soffitto bianco, cominciò a far saettare la lingua tentacolare contro gli agenti costringendoli a separarsi per evitare di essere colpiti dalle scudisciate della creatura che balzò contro Quint, atterrandolo ma prima che ella potesse fare qualcosa, un sibilo fendette l’aria e un tagliente machete venne piantato nel cervello della Liker, in realtà più che un machete era un lungo coltellaccio con un impugnatura persiana dai colori rosso e dorato. La creatura divenne polvere che si mescolò all’aria mentre un ID cadeva sulla mano di Quint-che l’aveva sollevata per proteggersi il viso da eventuali schizzi di sangue- che dopo essersi rialzato, con l’aiuto di Keith, guardò l’ID sotto il logo della G.A.A.B. erano scritti pochi dati ma abbastanza per far capire chi fosse stata quel Liker prima di diventare quel mostro e vi era scritto:
Sheva Alomar
Gruppo sanguigno: 0 Rh+
Poco sotto il suo ruolo nella squadra e la firma della donna.
-Laboratorio sotterraneo della Nikadori Corporation, Cardiff, Galles, Ore: 12.00
Dopo l’apertura dei blocchi di detenzione i Liker Gamma si erano riversati come un tsunami nei corridoi e una volta aperto l’ingresso primario della Fessura si erano riversati nelle strade. Ma nella tana dei Liker si aggiravano due figure, umane non similari ad alcuna creatura della Umbrella o della Nikadori, parevano identiche se non fosse che uno indossava una divisa della G.A.A.B. della filiale britannica e l’altro una maglia ed un paio di pantaloni bianchi completamente candidi e puliti. I Liker ringhiavano in loro direzione ma non attaccavano quasi fossero terrorizzati da qualcosa. I due si diressero verso un buio corridoio che conduceva nelle profondità della struttura, Aron guidava Forest verso le celle in cui si trovavano alcuni sopravvissuti che aveva salvato solo perché potessero diventare qualcosa di più utile, Forest non si era ancora del tutto ripreso ma ad Aron per ora andava bene avrebbe aspettato che si sentisse meglio era normale che per un po’ si sentisse disorientato, il suo fratellone non si era ancora abituato al parassita. Il blocco detentivo in cui aveva rinchiuso i sopravvissuti era l’unico illuminato di tutto il laboratorio, i prigionieri erano più che terrorizzati molti si erano allontanati più che potevano dalle pareti di vetro antisfondamento, non sollevavano lo sguardo verso di loro. I due fratelli passavano lo sguardo da un prigioniero all’altro con l’occhio critico di un bravo macellaio che sceglieva il quarto di carne migliore eppure molto infondo vi era la stessa fame degli zombie trattenuta e domata ma era lì. Si fermarono difronte ad una delle celle, all’interno vi era un intera famiglia più un elemento che non apparteneva a quel gruppo ed era proprio lui che aveva attirato l’attenzione dei due fratelli, entrarono nella cella e afferrarono l’uomo che tentò di divincolarsi chiedendo l’aiuto degli altri che erano rinchiusi con lui ma quelli non lo aiutarono e i due fratelli lo trascinarono via dalla cella portandolo nella cella blindata in cui consumavano i loro pasti. Le pareti più vicine al soffitto erano ancora bianche ma più vicino al pavimento vi erano degli schizzi di sangue e sul pavimento in un angolo vi erano ammassati dei corpi che parevano essere stati prosciugati, erano gusci lasciati lì a marcire. L’uomo urlava, li pregava di lasciarlo andare ma i due lo fissarono con uno sguardo vuoto prima di avvicinarsi a lui che indietreggiò rimanendo bloccato in un angolo
<< Non è personale… >> disse Aron
<< Abbiamo solo fame >> completò Forest, due tentacoli entrambi lilla-viola si piantarono nel petto dell’uomo che lanciò un ultimo urlo prima che lentamente venisse prosciugato del suo sangue. Quando ebbero finito il cadavere venne lanciato verso la catasta di corpi prosciugati, la fame che brillava negli occhi chiari dei due fratelli s’era affievolita ma non era scomparsa non l’avrebbe mai fatto.
-224a, Baker Street, Londra, Inghilterra, Ore: 13.00
Non poteva crederci, Sheva era diventata una di quelle orribili creature che avevano sempre combattuto, non avrebbe più potuto vederla. La sua Sheva, la sua cara Shev. Non poteva averla persa, non lei. Era rimasto lì imbambolato a fissare l’ID che Quint gli aveva dato, senza pensare a nient’altro che non fosse il fatto che l’aveva persa, non aveva fatto abbastanza per salvarla, sarebbe dovuto essere lui quello a diventare un Liker e non la sua Shev. Tutto era avvolto dal silenzio, quasi ogni cosa si fosse bloccata per un momento persino il vento si era quietato e aveva smesso di ululare fra gli edifici, quasi fosse finito in una dimensione in cui solo lui e la sua disperazione la facevano da padrone. Quando riuscì a liberarsi dal fiume dei suoi pensieri si rese conto che erano nella stanza 224c dell’appartamento ovvero il monolocale che si trovava nel piano interrato del palazzo lì dove Quint aveva allestito una sorta di piccolo (minuscolo) quartier generale locale tramite alcuni portatili- di cui probabilmente lui sapeva ogni più piccolo particolare- il primo dei tre computer era connesso alla rete di sorveglianza del quartiere, anche se alcune telecamere non funzionavano e quindi erano zone cieche di cui non sapevano niente e in cui era meglio non avventurarsi per evitare brutte sorprese, il secondo era aperto su un programma che permetteva di captare le onde radio in arrivo o in uscita dall’intera isola e il terzo era connesso ai satelliti e fungeva da amplificatore per gli altri due, un messaggio trasmesso sulla frequenza d’emergenza della G.A.A.B. venne captato dal secondo computer, la voce del mandante del messaggio pareva agitata, terrorizzata
<< Sono Charles…Charles McMara, sono l’ultimo rimasto della mia squadra…gli altri si sono trasformati o sono morti, mi sono barricato nel Who Shop sulla Carnaby Street…Se qualcuno mi sente, venite a salvarmi vi prego! >> in sottofondo alle parole dell’agente vi erano i ringhi acuti dei Liker forse era circondato, forse non sarebbero arrivati a salvarlo
-Contemporaneamente, Who shop, Carnaby Street, Londra, Ore: 13.00
Charles McMara era l’esperto di esplosivi della Echo Squad della filiale britannica della G.A.A.B., aveva imparato da autodidatta a creare ordigni durante gli anni dell’Apocalisse. Era un tipo dal carattere calmo e controllato, che pareva fosse impossibile che perdesse il controllo della situazione. Eppure adesso era terrorizzato nascosto dietro al bancone del Who Shop sperando che quei Liker potenziati non lo vedessero, aveva provato varie volte a mandare un S.O.S che probabilmente non aveva sentito nessuno, uno dei Liker riuscì a sfondare una delle grandi finestre del negozio mandando un cartonato del TARDIS a terra strappandolo con gli artigli mentre si riprendeva dal salto, Charles sperò che non lo trovasse era disarmato e usare una granata avrebbe attirato l’attenzione degli altri, il Liker balzò sul bancone mandando la cassa a schiantarsi a terra, spargendo penny e sterline sul pavimento piastrellato bianco con un forte rumore metallico seguito da tanti tintinnii, quel rumore attirò l’attenzione della creatura che lascio perdere momentaneamente Charles. L’esperto di esplosivi sperò con tutto se stesso che qualcuno o qualcosa lo salvassero quando il Liker si voltò verso di lui fissandolo tramite i rilevatori di calore adesso era definitivamente morto, quando il mostro scattò contro di lui istintivamente mise fra se e gli artigli, grandi quanto coltelli da bistecca, della creatura la sua doppietta scarica che venne tranciata senza fatica e in modo quasi perfetto, i pezzi oramai inutilizzabili del castello del fucile caddero ai suoi piedi senza far eccessivo rumore solo un piccolo suono simile ad un “click”, Charles si portò le braccia al viso- come ultima barriera contro il Liker-  sentì un sibilo fendere l’aria e si aspettò di sentire gli artigli della creatura lacerargli la carne ma niente, incuriosito l’agente spostò lentamente le braccia da davanti al viso trovando un Liker morto che cominciava a bruciare steso proprio davanti a lui con un coltello piantato fra la fessura dei lobi cerebrali. In quel momento sollevò lo sguardo
<< Ci stavi aspettando? >> disse con tono ironico Quint, mentre riprendeva il coltello, con lui vi erano: Keith e la squadra mandata da Washington. Charles avrebbe normalmente risposto a tono ad una domanda ironica ma era sconvolto e contento di essere stato salvato da dei sopravvissuti della G.A.A.B. proprio come lui.
-Laboratorio sotterraneo della Nikadori Corporation, Cardiff, Galles, Ore: 13.50
I Liker che avevano invaso il laboratorio avevano il terrore dei due fratelli, ringhiavano e sibilavano in loro direzione senza mai fare null’altro.
<< Fratellone cosa ne pensi? >> chiese Aron mostrando una diapositiva olografica con all’interno varie immagini di Hunter di una nuova razza tenuti in uno stato di sonno criogenico << Dovremmo liberarli? >>
Forest osservò attentamente le creature quasi sentisse i loro pensieri solo dalle immagini che gli passavano davanti agli occhi
<< Tutti meritano di essere liberi >> rispose, Aron cominciò a digitare alcuni codici dal computer centrale tutte le capsule di criostasi vennero disattivate e aperte. I MA-125 erano liberi uno dei Super Hunter arrivò nella sala principale, pareva un grosso lucertolone bipede, le squame brillavano di scintillii di smeraldo, ambedue le mani erano munite di lunghi artigli rossi alla base e sempre più neri verso la punta, degli aculei ossei erano visibili sul contorno esterno delle spalle e sull’arcata sopraccigliare, l’addome era di un marroncino chiaro e due piccoli corni erano proprio alla fine della, pronunciata, gabbia toracica. Il Super Hunter li fissò semplicemente con i suoi piccoli occhietti color prato prima ringhiare in loro direzione ma si zittì non appena vide i tentacoli dei due, il ringhio si trasformò in un calmo sibilo. L’Hunter si allontanò correndo seguito da una ventina di suoi simili che passavano davanti ai due fratelli senza degnarli di uno sguardo
-Carnaby Street, Londra, Inghilterra, Ore: 14.00
I sei camminavano per la strada con i sensi in allerta, attenti ad ogni spostamento. Jill aveva portato con sé due fucili uno dei quali era stato dato a Charles, l’altro era quasi scarico anche se Jill sperava che le due clip di proiettili bastassero- non avevano previsto l’assalto dei Liker, una quarantina tutto il quartiere e quello era ciò che le era rimasto. La cosa che più mandava un senso di inquietudine era il silenzio che permeava ogni cosa prima del attacco, Jill ricordava che nonostante fosse perennemente preoccupata durante l’Apocalisse, il ringhio e i gemiti dei non-morti l’avvisava della loro presenza o di un loro attacco, mentre quel silenzio che precedeva un attacco o il nulla la metteva sottopressione più del disarmare una bomba. La squadra aveva deciso in unanimità che l’unico modo per scoprire cosa fosse successo sarebbe stato raggiungere la Fessura a Cardiff lì dove l’outbreak era cominciato, si sarebbero preparati prima dell’attacco ma non vi era molto tempo, tutto poteva peggiorare sia lì che a Racoon e avevano bisogno che tutti gli agenti fossero pronti a scendere sul campo. Charles si chiedeva con un po’ di rimorso che fine avesse fatto Finnian il ragazzino che lui aveva fatto arruolare, l’ultima volta che l’aveva visto era stato quando si erano divisi per sfuggire ai Liker γ. Sperava che almeno lui fosse sopravvissuto, era giovane aveva ancora una vita da vivere “Proprio come tuo figlio Andrei, Charles. Proprio come tuo figlio” gli disse la sua coscienza.
-Cardiff, Galles, il giorno dopo, Ore: 7.35
I sei erano giunti a Cardiff, la capitale del Galles, al contrario di Londra lì pareva esserci stato il finimondo le tracce del passaggio delle creature erano ben visibili, artigliate ben visibili sulle pareti, sangue e cadaveri smembrati o squartati si trovavano nelle strade. Cosa che aumentò il sospetto su cosa fosse successo a Londra era impossibile che non vi fossero cadaveri lì. Ma anche a Cardiff il silenzio regnava sulla città, un silenzio irreale che venne interrotto da un alto e continuo ringhio proveniente da ogni direzione attorno a loro, i Super Hunter avanzarono lentamente stringendosi in un gruppo che pareva essere invulnerabile ai proiettili, il rumore degli spari cominciò ad attirare i Liker γ che cominciarono a scendere dagli edifici. Ma i Liker non puntarono verso gli agenti ma verso gli Hunter, con un balzo due Liker si lanciarono verso uno degli Hunter conficcandogli gli artigli nella carne per rimanervi attaccati, l’Hunter urlò e si agitò per levarseli di dosso mentre altri MA-125 tentavano di intervenire ma venivano attaccati dagli altri Liker, gli Hunter tentavano di levarseli di dosso tentando di rompere le loro colonne vertebrali con delle letali artigliate ma nulla fu abbastanza o almeno così sembrò, non appena il Liker assaggiò il sangue del Hunter esso lanciò un acuto urlo e cominciò a trasformarsi in qualcosa di nuovo di mai visto ma la trasformazione non ebbe un ottimo esito e il Liker morì. Gli Hunter cominciarono ad usare a loro vantaggio quel fattore uccidendo così buona parte dei Liker che li avevano attaccati, nel mentre i sei agenti si erano allontanati dirigendosi verso la Fessura approfittando del diversivo. Riuscirono a raggiungere i pressi della Fessura indisturbati, quando un MA-125 li attaccò venendo però ucciso da un proiettile fantasma che non era stato esploso da nessuno dei sei. Un ragazzo si avvicinò alla squadra, i capelli biondo sporco erano arruffati alcuni ciuffi, adesso, gli ricadevano davanti gli occhi blu come l’oceano, Charles lo riconobbe immediatamente
<< Finn? >> chiese conferma Charles, Finnian sembrò rendersi conto solo in quel momento della presenza del suo mentore
<< Signore? Sono così felice di rivederla…-dopo queste parole la sua voce s’incupì per un attimo- credevo che i Liker l’avessero uccisa >> disse, ma non ebbero il tempo di dire altro che un branco di Liker β si lanciò di fronte agli agenti, il loro ringhio metallico riverberò nell’aria, i loro artigli graffiarono il basolato della piazza centrale di Cardiff lasciando dei profondi segni sulle basole di cemento grigio scuro. L’unico modo per sopravvivere al branco sarebbe stato utilizzare il mitra, rischiando di attirare altre creature, ma gli agenti riconobbero la specie di quelle creature esse infatti non avevano rilevatori di calore come i Liker γ e perciò non li avrebbero attaccati se non attirati da un qualche rumore. Gli agenti rimasero immobili nelle loro posizioni mentre i Liker avanzavano ignorando la loro presenza, una delle creature si fermò voltandosi verso Finn, la lunga e tentacolare lingua che serpeggiava a pochi centimetri dal viso dell’agente che rimase comunque il più fermo possibile onde evitare un possibile attacco da parte della creatura che dopo poco si ritirò verso il suo branco. Quando i Liker furono abbastanza lontani i sette agenti- dopo aver ricevuto conferma da Finn che anche egli si avviava verso la Fessura- avanzarono verso il Laboratorio della Nikadori. Che riuscirono a raggiungere senza ulteriori ostacoli, entrarono all’interno della Fessura, le pareti un tempo bianche e già ingrigite dal tempo erano ulteriormente danneggiate dalle artigliate lasciate da Liker e Hunter, i cadaveri di alcuni Liker-stranamente- si trovavano lungo i corridoi, squarciati da violente lotte con gli Hunter, MA-125, i corridoi fino alla sala principale erano vuoti-visto che la tana dei Liker e degli Hunter cominciava dopo la sala principale- due figure si stagliavano sullo sfondo scarsamente illuminato della sala, la luce fluorescente del computer li illuminava creando attorno alle loro sagome un aura che pareva quasi divina, i sette agenti puntarono i loro mitra contro i due
<< Jill è così che si saluta un amico? >> chiese uno dei due, l’agente Valentine riconobbe immediatamente quella voce
<< Forest! Cosa…Dov’è Joseph? >> Chiese era confusa, c’era qualcosa di strano nella voce dello Speyer sentiva che mancava qualcosa nella sua voce.
<< E’ morto, Jill >> rispose gelido, gli occhi bianchi-da loro non visti- fissi verso l’agente.
<< Io vi consiglierei di non dire più una parola >> disse l’altro
<< E per quale motivo? >> chiese Keith, con un tono quasi ironico chiedendosi poi perché Speyer si trovava con quel tipo e perché aveva parlato in quel modo, con quel modo che pareva quasi non gl’importasse del suo partner
<< Per loro >> rispose quello stesso indicando con un gesto del braccio la porzione di sala alle spalle degli agenti, dai condotti di aerazione alcuni Beta Liker erano entrati nella sala e balzarono arrivando fin difronte agli agenti, ma Forest andò davanti agli agenti fissò lo sguardo sui Liker
<< Andatevene! >> ordinò in un ringhiò la cosa più strana fu il fatto che i Liker lo ascoltarono dopo aver lanciato un uggiolio spaventato, che li fece somigliare a dei grossi cani senza pelle che non ai mostri che erano. Forest tornò accanto al fratello mentre i sette agenti erano ancora scioccati da ciò che avevano appena visto
<< Oh avanti, fratellone! Volevo vederli combattere. >> disse l’altro “Fratellone?” si chiese Jill” Perché l’ha chiamato in quel modo?” << Prima eri più divertente…Oppure l’hai fatto solo perché sono tuoi amici? Con quegli altri non ti sei fatto tanti scrupoli >> completò il ragazzo “Con quegli altri?” fu la domanda che si fecero tutti e sette gli agenti
<< Aron >> disse solamente con un tono che pareva come d’avvertimento a non dire altro,
<< Forest, cos’è successo qui? >> chiese l’agente Valentine, mentre abbassava il mitra sapeva di potersi fidare di Forest se non fosse stato per lui l’Elder Crimson alla Villa degli Arklay l’avrebbe sbranata.
<< Non capisco a cosa ti riferisci Jill >> le rispose, mentre il suo viso veniva illuminato dal raggio luminoso della torcia di Finn solo in quel momento i sette videro gli occhi bianchi di Forest e indaco di Aron, solo in quel momento Jill sollevò di nuovo il mitra puntandolo contro l’ex-compagno di squadra della S.T.A.R.S.
<< Mi dispiace, Jill. Io non avrei mai voluto che si arrivasse a questo punto >> disse atono lo Speyer dagli occhi bianchi. I due fratelli corsero rapidi verso gli agenti, con un agilità che rasentava l’anormale, gli agenti tentarono di sparare ai due che però riuscirono a disarmarli con delle rapide e inaspettate frustate effettuate con l’ausilio dei loro tentacoli che si ritirarono poco dopo l’attacco.
<< Io avrei voluto evitarlo >> disse Forest
<< Se non vuoi, sporcarti le mani col sangue dei tuoi amici possiamo fare in un altro modo >> disse Aron in direzione del fratello, indicando con lo sguardo il povero Finnian. Aron e Forest si diressero verso il ragazzo e in un secondo i due gli furono addosso, Forest lo bloccò mentre Aron si preparò ad impiantare il parassita Ne-Alpha mutato nel ragazzo che tentava con tutte le sue forze di liberarsi, chiedendo aiuto ai suoi compagni. Charles reagì mentre la sua mente gli riportava il ricordo di quando aveva visto, senza poter fare nulla poiché era bloccato, due Plagas parassitati costringere suo figlio Andrei a diventare come loro, l’agente afferrò uno dei mitra che erano caduti dalla presa o sua o dei suoi compagni di squadra e corse verso i due fratelli puntando il fucile contro Aron
<< Lascialo andare >> gli intimò
<< Certo se è quello che vuoi >> disse Aron, così sia Forest che Aron lasciarono andare Finn che scivolò dalla loro presa, inerte e con gli occhi sbarrati
<< Finn? Finn, rispondimi >> disse Charles preoccupato. Pareva come se quell’esatta scena si stesse ripetendo solo che ora non era suo figlio Andrei ma Finnian Robinson il ragazzo che lui aveva convinto ad arruolarsi. Charles riusciva ad intravedere gli occhi di Finn e non erano più di quello splendido blu ma di un rosso scuro nell’iride e un rosso acceso lì dove vi era la parte bianca dell’occhio. Quasi fosse stato infettato da una Plagas che non dal Ne-Alpha, ma forse le reazioni del Ne-Alpha mutato erano diverse da quelle del parassita originario. Charles non ebbe nemmeno il tempo di rendersene conto, che Finn gli strinse entrambe le mani attorno al collo tentando di soffocarlo quegli occhi di un rosso inumano fissi nei suoi e completamente vuoti, senza ragione. I due Speyer rimanevano in disparte ad osservare lo spettacolo che si svolgeva davanti ai loro occhi, quello di un uomo che non riusciva a capire la differenza fra il suo compagno e il mostro che era diventato e dei loro compagni che si avvicinavano correndo verso di loro con in pugno i mitra, una raffica di proiettili colpì Finn alla schiena, costringendolo a lasciare la presa, indietreggiando. Lanciò un ringhio in direzione di quelli che erano i suoi compagni, non era più il ragazzo che Charles aveva addestrato, non era più Finn era solamente un mostro. Più veniva colpito più s’inferociva, non pareva cedere e man mano era sempre più facile distinguere Finnian da quella creatura.
<< Mi dispiace, Jill >> mormorò Forest, mentre lui e suo fratello facevano partire l’allarme per l’emergenza codice 1, il rumore avrebbe attirato tutti i Liker dell’edificio nella sala principale. I due fratelli uscirono dalla grande sala poco prima che la porta automatica venisse sigillata. Con la scomparsa della presenza di Armi bio-organiche il blocco, che aveva impedito le comunicazioni fra Gran Bretagna e il resto del mondo, finì una comunicazione venne captata dal quartier generale allestito da Quint
<< Qui Quartier Generale della filiale americana, Squadra Alpha mi sentite? Abbiamo perso Racoon City, ripeto abbiamo perso Racoon City >>. Nel frattempo nella sala della Fessura, l’ultima agente sopravvissuta all’assalto ricevette la comunicazione ma non poté rispondere era bloccata lì in quella stanza fra i cadaveri dei suoi colleghi e dei mostri, mentre l’aria cominciava a scarseggiare. Forse quello era il suo destino, ma era difficile credere che un agente, un eroe del calibro di Jill Valentine stesse per morire in quel misero modo, senza mai poter rivedere i suoi amici, non vi era quasi più aria. Jill Valentine chiuse gli occhi scivolando in un sonno dalla quale non si sarebbe mai più risvegliata.
-Confine, Racoon City, Colorado, America
Il confine contenitivo della città era stato bloccato, nessuno poteva entrare, nessuno poteva uscire nemmeno i non-infetti. Tutto a causa di una disattenzione del Virus Research Laboratory di Racoon City, che non aveva ricontrollato i campioni provenienti dalla ragazza infettata era stata curata, sì ma il Daylight aveva solo alleviato i sintomi e non guarito l’infezione, Chris Redfield aveva modificato i virus della Umbrella per renderli più efficaci, ancora più mortali di quanto già non fossero. Gli ancora molti non-infetti tentavano di far aprire le grandi porte d’acciaio dall’esercito intervenuto in tempo. Il confine contenitivo era entrato a far parte delle strutture normative che dovevano trovarsi in una città per poter così contenere un eventuale epidemia prima che essa si diffondesse Racoon City era stata una delle prime città ad esserne fornita quasi come se il governo aspettasse un epilogo del genere. I Primi Tredici tentavano di far mantenere la calma ai non-infetti invitandoli a radunarsi all’interno del R.P.D. poiché era una delle poche strutture ad avere un adeguata rinforzatura che la rendeva il quartier generale perfetto, ma le buona parte della popolazione venne presa dal panico e da otto arrivarono a una quarantina di infetti in meno di qualche minuto e la situazione peggiorava di ora in ora, quei pochi sani di mente che avevano avuto abbastanza sangue freddo da riflettere su cosa fare si erano diretti proprio al R.P.D con le loro famiglie. Era l’inferno sulla Terra di nuovo e Claire non poteva fare niente se non rimanere lì a guardare, mentre Leon pareva sentirsi sempre peggio di minuto in minuto eppure non era risultato positivo al test per il contagio virale anche se le possibilità che uno dei virus modificati da Chris sfuggisse al controllo era più che probabile. Il virus si diffondeva in modo repentino, alcuni di quelli morsi dagli infetti non si trasformavano perché erano stati divorati completamente, nessun nervo da revitalizzare ma solo un cadavere, e presto a battere contro le porte d’acciaio non erano sopravvissuti ma zombie schiumanti e affamati che volevano solo affondare i denti nella carne viva degli uomini dall’altra parte del muro.
-R.P.D., Racoon City, Colorado, America
Claire riuscì ad afferrare il marito appena in tempo prima che cadesse contro il pavimento,
<< Leon! Ho bisogno di una mano, presto! >> disse agitata, mentre osservava Leon che peggiorava di minuto in minuto colpito da un male misterioso, aveva il respiro accelerato, gli occhi lucidi ed era sbiancato, Jensen accorse immediatamente assieme a Rebecca ed entrambi con l’aiuto di Claire portarono l’agente, nella zona ancora adibita ad infermeria-era stata mantenuta in caso di gravi emergenze come quella-
<< Leon, tu… tu te la caverai >> disse Claire tentando di rassicurarlo anche se lei stessa voleva convincersi di quello.
<< E’ stato Chris >> le disse con tono affaticato il marito, Claire non rimase stupita più di tanto Chris voleva farla soffrire, voleva ucciderla solo dopo averla tormentata dopo averle fatto passare le pene dell’inferno, voleva levargli tutto quello che aveva e poi ucciderla. Nel frattempo all’esterno di quell’unico edificio protetto dalla nuova epidemia in mezzo alle orde di infetti stavano nove persone, che venivano completamente ignorate dai non-morti, nove Tyrant perfetti, otto che erano strettamente connessi al Primo, a Chris Redfield il primo a diventare un Supreme dopo Wesker, lui che non sapeva che Albert il suo compagno, l’unico che potesse risvegliare una qualche emozione nel suo cuore era vivo. E che assieme al suo migliore amico-rivale e la sua squadra di ricercatori, Albert e Will, stavano creando qualcosa, qualcosa che avrebbe eliminato definitivamente la minaccia di Chris
“Mi dispiace davvero tanto Redfield, ma sei solo l’ennesimo fallimento della Umbrella” pensò William Birkin, mentre lavorava assieme all’uomo che credeva non avrebbe mai più rivisto per fermare quell’essere. Non potevano ucciderlo e questo lo avevano già appurato ma potevano fermarlo e l’avrebbero fatto.
-Quartier Generale della Filiale americana della G.A.A.B., Washington D.C.
<< Siete riusciti a rintracciare la squadra Alpha? >> chiese Parker, ma la sua domanda si perse nel confuso vociare che inondava l’ambiente, l’intero edificio. C’era chi tentava ancora di mettersi in contatto con gl’inglesi, chi eseguendo gli ordini contattava le sub-filiali che si trovavano in ogni stato d’America per bloccare la minaccia di Racoon City prima che perdessero il controllo, chi sempre eseguendo gli ordini evitava che le notizie arrivassero alla stampa e bloccava possibili siti web in cui ciò che era successo a Racoon City era stato divulgato e chi come Rachel si stava dirigendo verso l’eliporto per occuparsi in prima persona di quel casino. Rachel era una di quelle persone di cui era impossibile scordarsi, un po’ per il suo pessimo umorismo, un po’ per la sua voce troppo stridula che discordava con la sua bellezza e un po’ per il suo coraggio- o forse solo avventatezza e un poco di stupidità-che la portava spesso a qualche passo dal farsi ammazzare per questo Parker la seguiva missione dopo missione per evitare che l’ammazzassero. I lunghi capelli biondi, lisci ondeggiavano smossi dalle sferzate di vento causate dall’elica dell’elicottero, la divisa della G.A.A.B. forse troppo attillata in tessuto lucido che pareva scintillare colpita dai raggi del sole, Rachel salì sull’ elicottero con un balzo agile e attese l’arrivo dei suoi due partner Parker Luciani e Raymond Vester due membri della ormai inesistente FBC unitisi poi alla G.A.A.B. Dopo il loro arrivo, il mezzo si sollevò in volo dirigendosi verso il Colorado, verso la città di Racoon City.
-Eliporto del Racoon City’s General Hospital, Racoon City, qualche ora più tardi
L’elicottero atterrò lentamente sulla piattaforma rialzata dell’eliporto del Racoon City’s General Hospital, l’arrivo degli agenti venne accolto da sei Crimson Head che arrivarono correndo verso di loro emettendo un acuto verso che per certi versi pareva simile al miagolio di un gatto1, Rachel schivò l’attacco di uno di quei Crimson Head piantandogli il coltello da combattimento nel retro del cranio, uccidendolo sul colpo e in una sinfonia di spari i restanti cinque non-morti vennero eliminati dai tre agenti
<< La situazione è già così grave? >> disse Rachel con quella sua voce stridula intonando una specie di domanda che era più una discussione fra sé e sé che altro, ricaricò la pistola mitragliatrice, rapidamente e in modo impeccabile e con i suoi due partner si diresse all’interno dell’edificio, l’ambiente manteneva un aspetto quasi asettico almeno nelle prime parti del corridoio, man mano pareva quasi di entrare in una realtà distorta e disturbante, con tutti quei cadaveri sventrati e smembrati che marcivano sui pavimenti o quelli che arrancavano nei corridoi, sventrati o con parti del corpo mancanti che però si muovevano riportati in vita da un virus inarrestabile e letale. Un gruppo di zombie sorprese gli agenti sfondando una porta davanti alla cui stavano passando i tre agenti, Rachel venne attaccata da uno di quei non-morti e per evitarlo, a causa della mancanza della balaustra cadde al piano inferiore, ammortizzando la caduta con una capriola, visto che non era eccessivamente alto, ma era abbastanza da non poter risalire dopo essere caduti. Dopo essersi sbarazzati delle creature, Parker e Raymond si avvicinarono al punto da cui Rachel era caduta e successivamente ad un breve scambio di battute fra i due e la ragazza, in cui i due dopo essersi accertati della salute della loro partner decisero in comune accordo con lei che si sarebbero riuniti nell’atrio del primo piano, i tre si divisero. La grande sala in cui Rachel era finita era stata preparata per diventare una sala d’accoglienza che però adesso accoglieva solo non-morti che chini si cibavano delle carni di alcuni cadaveri che forse si sarebbero poi rialzati o forse no. L’agente approfittò del fatto che le creature fossero impegnate e non l’avessero notata per uscire immediatamente dalla sala senza alcuno scontro, dalla sala d’accoglienza arrivò ad una d’aspetto la cui porta che dava negli ambulatori era bloccata ed aveva bisogno di un codice per aprirsi, codice che lei non sapeva e che avrebbe dovuto cercare, probabilmente doveva essere in qualche file o scritto in un qualche appunto di uno dei medici che lavoravano nell’ospedale, cercò un po’ ovunque in quella sala non trovando niente che potesse essergli d’aiuto se non un piccolo diario con appuntato ciò che era successo nell’ospedale giorno dopo giorno dal manifestarsi delle prime creature:
Giorno 1
La zona di quarantena è colma di infetti, non sappiamo cosa fare. Gli abitanti della città si affollano davanti alle porte, tentando di entrare convinti che qui saranno al sicuro. Non eravamo pronti. Non eravamo pronti a questo, speravamo che non ci fossero altre epidemie dopo l’Apocalisse.
22
Giorno 2
Non possiamo più accogliere nessuno, ogni stanza anche non addetta agli ambulatori e piena di persone morenti o ferite, infette o no. La zona di quarantena non può essere più aperta, il Dottor Birkin è sparito assieme a tutti i suoi tirocinanti, Burton non sa che pesci prendere per aiutarci. Siamo morti, tutti. Mi sbagliavo questa è l’Apocalisse non quella
9
Giorno 3
Il Dottor Burton è riuscito a sintetizzare un siero una sorta di Daylight.2. Forse, forse abbiamo scampato il peggio, la zona di quarantena sta per essere sanitizzata assieme all’intero braccio destro della struttura. E’ l’unica cosa che possiamo fare, abbiamo dovuto bruciarli tutti, anche quelli che ancora non si erano trasformati. Il governo ci ha chiusi fuori, hanno chiuso i cancelli del confine contenitivo, non vogliono avere niente a che fare con noi.
18
Giorno 4
Il siero non ha avuto alcun effetto, dopo un falso miglioramento. I pazienti trattati col Daylight.2, si sono trasformati in orride creature, mai viste prima, le loro urla sono terrificanti. Gli Scream of Death così li hanno chiamati. Li abbiamo bloccati nell’ambulatorio del piano terra, il secondo dopo la sala d’accoglienza. Abbiamo cambiato il codice di sicurezza per bloccare quelle creature.
21
Giorno 5
E’ finita. Uno di quei cosi mi ha morso, uno di quegli Scream of Death. Sono morto. Nessuno si salverà.
Nessuno. Se leggerete questo diario, se mi troverete, sparatemi vi prego.
19” le dispiaceva che fosse finita così a quel povero infermiere, Jacob Neville, nessuno meritava una fine del genere e poi notò che ogni appunto finiva con un numero, ma la tastiera accanto all’ambulatorio conteneva solo lettere…forse quei numeri corrispondevano alla lettera alfabetica “Quindi…” pensò Rachel” 22 sta per V, 9 sta per I, 18 sta per R, 21 sta per U e 19 sta a S.”
<< VIRUS, eh? Che password originale >> mormorò sarcastica l’agente a se stessa. Digitò il codice “V-I-R-U-S” sulla tastierina e con un lieve rumore metallico la porta si sbloccò, la zona dell’ambulatorio era vuota e le pareti ingrigite e macchiate da schizzi di sangue completamente coagulati, i cadaveri squartati giacevano sui pavimenti di alcuni era rimasto il solo torso. Il resto era invece quasi irriconoscibile, non vi era niente di umano, Rachel avanzava in quel luogo di morte attenta ad ogni rumore, da quello che era scritto in quel diario quei terribili mostri erano stati chiusi lì dentro. Il silenzio che permeava l’ambiente era interrotto solo da un continuo ticchettare simile a quello delle gocce d’acqua che cadevano sul pavimento, sollevò lo sguardo e vide che un cadavere era bloccato per metà in un condotto d’areazione e il sangue colava dal suo corpo fin a cadere sotto forma di piccole goccioline contro il pavimento, le ricordava gli sfortunati membri dell’equipaggio della Queen Dido2 che erano stati strascinati in quei tunnel dagli Ooze che li avevano sbranati successivamente. Che quegli Scream fossero una sorta di Ooze? Un qualcosa emerse dall’oscurità, avanzava lentamente, il suo corpo era rosso, rigonfio, il braccio destro era una massa informe di carne pulsante e il sinistro pareva perfettamente umano dal gomito in giù, il viso era irriconoscibile deturpato da dei rigonfiamenti rosso-arancio che nascondevano buona parte dei tratti ma erano ben visibili tre profondi solchi che dividevano il viso della creatura in due sezioni. Forse era cieca visto che Rachel non aveva notato niente che potesse essere simile a degli occhi. L’essere portava ancora indosso i resti dei suoi abiti ed erano dei brandelli di tessuto color acqua marina, simile a quello delle divise degli infermieri del General Hospital attorno al collo portava ancora il nastro che reggeva il tesserino di riconoscimento.  L’essere deforme parve notarla e il viso dell’essere si divise mentre questo lanciava un terribile urlo che avrebbe potuto seriamente danneggiarle i timpani, pareva un urlo di dolore, cominciò a “correre” verso di lei ma Rachel riuscì nonostante il suo equilibrio fosse ancora compromesso a causa dello stordimento ad evitare di essere agguantata dalla creatura. La creatura era molto agile nel corpo a corpo e spesso l’agente si trovò in serie difficoltà, Rachel puntò la pistola mitragliatrice contro lo Scream of Death e sparò, ogni colpo andò a segno affondando nelle carni decomposte dell’essere che infine stramazzò al suolo morto. Rachel si avvicinò circospetta, sfilando poi rapidamente il tesserino di riconoscimento dal collo dello Scream, le sarebbe potuto tornare utile con i leggi tessere che si trovavano accanto a molte porte dell’ospedale. Lesse ciò che vi era scritto, un po’ per curiosità, un po’ per dare un nome e un’identità alla persona che quell’essere era prima di diventare quella creatura. Sotto alla foto di un giovane ragazzo messicano vi era il nome “Jacob Neville” lo stesso ragazzo che aveva scritto il diario. Nessuno meritava di finire così pensò l’agente. Doveva raggiungere l’uscita da quell’ambulatorio prima che arrivassero altri Scream of Death, non che non riuscisse a gestirli ma se fossero stati più di uno sarebbe stata nei guai. Vide scintillare qualcosa dentro ad uno scaffale pieno di forniture mediche che parevano quasi intoccate, era uno Spray medico di primo soccorso, che brillava a causa di un raggio sbilenco e sfarfallante di luce proveniente da un neon che brillava ad intermittenza aprì una delle ante del mobile, lentamente evitando che cigolasse e prese lo Spray medico e lo mise all’interno di una tasca rettangolare, cucita sul giubbotto antiproiettile, assieme ad alcune compresse di erbe verdi + erbe rosse anche dette “compresse di G+R Herb”. Rachel avanzò ancora in quell’angusto spazio in cui caos e morte la facevano da padrone, tutto causa di quelle creature, creature nate grazie ad un anti virus più che al virus stesso.
-R.P.D., Racoon City
Lawrence aveva informato i Primi Tredici che la G.A.A.B. aveva mandato dei rinforzi per aiutarli a contenere l’invasione.
<< Dobbiamo trovare Chris, se eliminiamo lui, eliminiamo il problema più grande. Gli zombie sono solo il suo diversivo >> disse Nicolas Krauser. Questo era chiaro ovvio, ma trovarlo sarebbe stato più che impossibile adesso che una nuova epidemia scuoteva la città di Racoon City. Claire era ancora in infermeria al fianco di Leon, il suo caro Leon, il suo amato Leon, mentre man mano si rendeva conto che quella creatura, quell’essere che aveva chiamato fratello altro non era che il peggiore dei mostri e che come tale andava eliminato, eliminato in modo che potesse piangere l’umano che era stato. Avrebbe eliminato quella perversa, disgustosamente crudele perfezione per permettere all’umano dentro di lui di riposare.
-Q.G della filiale americana della G.A.A.B., Washington D.C.
Nessuno sapeva il perché di quell’improvvisa irruzione dell’esercito americano, il Generale Monroe era entrato nell’ufficio del direttore Vester, mentre il resto della squadra era stato bloccato dalla squadra di miliziani di Monroe. Quando il direttore e il Generale avevano finalmente raggiunto un accordo, vantaggioso per alcuno, Vester con un’espressione mortalmente seria e Monroe piuttosto soddisfatto di aver raggiunto il suo obiettivo.
<< Attivate il protocollo Tabula Rasa >> aveva ordinato Vester
 
 
Il disastro che aveva portato all’ Apocalisse si era ripetuto e ora l’America voleva fermare il virus prima di perderne il controllo, il protocollo Tabula Rasa, nuclearizzare Racoon City come forse era stato scritto in un altro destino, solo che non avevano messo in conto quanto questo Destino fosse convinto nel suo voler proseguire e niente l’avrebbe fermato.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autore
Sono tornato, dopo un tremendo ritardo lo so, ma la scuola non perdona :), ringrazio Mattalara per aver recensito il precedente capitolo di questa storia e Cardy per aver messo la storia fra le ricordate. Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento e ricordate niente è mai come sembra
Piccole note:
  1. = “un acuto verso che per certi versi pareva simile al miagolio di un gatto”, In Resident Evil Operation Raccoon City il verso dei Crimson è simile al miagolio di un gatto per certi versi è proprio ciò che lo ricorda di più
  2. = “Queen Dido”, nel AU che ho creato la Queen Dido non aveva le sue due sorelle la Queen Zenobia e la Queen Semiramis, l’attacco della Veltro in questo universo è stato due anni dopo la caduta della Umbrella e la “morte” di Chris, ma è stata definitivamente fermata sulla Queen Dido
P.S Il Generale Monroe qui devo ammettere che il personaggio mi è stato ispirato, solo per aspetto e nome, da Sebastian “Bass” Monroe di Revolution, quindi se conoscete questa serie tv potete facilmente immaginarvi il Generale Monroe di You are Infected come la versione sana di mente di Bass
Alle Vostre Recensioni
-Anthony Edward Stark

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Protocollo Tabula Rasa ***


  You are Infected 2: Il ritorno dell’Incubo

                  Capitolo 6: Protocollo Tabula Rasa

Tutti erano rimasti increduli persino i miliziani di Monroe, non potevano attivare il Protocollo Tabula Rasa non potevano distruggere un intera città con una bomba nucleare, era impossibile, era inumano, più di un Tyrant. Non potevano nuclearizzare la città avrebbero eliminato ogni cosa persino i sopravvissuti e i loro stessi uomini, i miliziani non erano disposti a mandare a morte due loro squadre e questo era un fatto risaputo come avesse fatto il Generale Monroe a convincerli era un mistero. Nessuno aveva però il coraggio adatto ad impostare quelle quindici cifre alfanumeriche che avrebbero attivato il protocollo e condannato Racoon City. Nessuno ce l’avrebbe mai fatta tranne un essere senza cuore e senz’anima che non provava pena o misericordia. Non potevano era semplice il concetto, era così semplice che non poteva essere compreso da alcuno di loro. Era loro obbligo proteggere l’America ma non potevano eliminare, cancellare un’intera città dalle mappe solo per questo, c’erano tante vite che speravano solo di essere salvate e loro le avrebbero volontariamente bruciate? Non potevano, anche se poi sarebbero stati considerati traditori, non potevano lanciare quella bomba senza pensare a quanti avrebbero ucciso e forse quello stesso pensiero passò anche ai miliziani di Monroe perché puntarono le loro armi contro il loro generale
-R.P.D., Uffici della G.A.A.B., Racoon City
I due fratelli Vikers, tentavano di rimettersi in contatto con il Q.G. per informarli che i rinforzi non erano ancora arrivati ma tutto ciò che rispondeva loro era un ronzio statico
<< Mi piacerebbe rivedere le viole che crescevano vicino casa nostra >> disse Brandon all’improvviso << Ancora mi chiedo per quale fottuto motivo ce ne siamo andati da Delucia, era una cittadina così tranquilla, mi manca casa nostra. Quando tutto questo finirà, Brad mi prometti che torneremo a casa? >> disse e poi chiese continuando il fratello di Brad
<< Te lo prometto, appena finirà tutto questo casino ce ne torneremo a casa >> rispose Brad riprovando a mandare un messaggio radio al Quartier Generale << Questa cazzo di radio non funziona… ma per quale motivo capitano sempre a me le radio che non funzionano?! >> disse a mezza voce Brad. Un urlo risuonò fra le pareti seguito da degli spari, i due fratelli si diressero fino alla fonte dei rumori, uno zombie arrancava nell’atrio del R.P.D., tutti i colpi erano mirati alla testa, ma per quanto lo colpissero la creatura non moriva. Nel momento esatto in cui Claire arrivò nell’atrio il portone principale d’ingresso del R.P.D. venne aperto, da un'unica persona, da Chris Redfield, i capelli castano pallido tenuti così ordinati che pareva quasi impossibile fosse lo stesso Chris che aveva spesso e volentieri i capelli incasinati, la pelle candida che quasi scintillava colpita dalla luce dei faretti che si trovavano all’ingresso del dipartimento, la divisa da poliziotto era stata sostituita da una battlesuit nera che era tanto aderente da mettere in risalto il fisico scolpito, un sorrisetto crudele spuntava sul suo viso e gli occhi infernali scintillanti come tizzoni ardenti.
<< Vi sono mancato? >> chiese con ironia e mal celato divertimento quasi pregustasse già il male che gli avrebbe fatto, mentre tutte le armi venivano puntate contro Chris, lo zombie che aveva resistito a vari colpi alla testa stramazzò al suolo finalmente morto, << No? Oh, pensavo che vi sarei mancato >> disse con un tono falsamente dispiaciuto imitando un’espressione triste e dispiaciuta in modo quasi tragicomico prima di tornare a sorridere di quel sorriso orrendo e crudele.
<< Perché sei venuto qui? Cosa diavolo vuoi da noi, mostro? >> chiese Claire col tono più freddo e rabbioso che era capace di avere, Chris si portò teatralmente una mano sul cuore, guardandola con gli occhi sgranati e un’espressione tremendamente dispiaciuta
<< Mostro? Io? Non ero il tuo caro fratellone, Claire? Non sono forse l’unica famiglia che hai? >> chiese
<< Per cosa sei venuto? Per prenderci in giro?! Perché se è così puoi tornare da quel buco infernale dalla quale sei risalito! >> gli disse ignorando del tutto ciò che lui le aveva detto, urlandogli contro
<< Volevo solo informarvi che il vostro governo vuole uccidervi, sta per lanciare una testata nucleare contro questa minuscola città >> rispose con un tono improvvisamente serio, facendo calare il silenzio nella sala. L’espressione di Claire si fece scioccata prima che si riprendesse
<< E perché dovremmo crederti? Chi ci dice che non ci stai mentendo? >> chiese Claire
<< Semplice mia dolce sorellina, io vi sto avvisando solo perché spetta a me uccidervi non ad una bomba nucleare >> rispose << O forse hai ragione è voglio solo terrorizzarvi >> disse poi, Claire non capiva il perché di quel comportamento per un momento mentre le rispondeva le pareva di aver visto il vero Chris in quegli occhi infernali ma poi era scomparso come inghiottito da quel male che circondava come un aura quella creatura che altro non era che suo fratello, non riusciva a capire quale fosse il reale scopo di quelle azioni.
<< Vi consiglio di andarvene, prima che la testata nucleare arrivi >> disse Chris prima di voltarsi verso le doppie porte, sentì il click della sicura di una pistola
<< Non osare girarmi le spalle! Se non ti volti adesso, giuro che ti sparo, Chris! >> urlò Claire la Silver Viper puntata contro Chris, un colpo che se esploso l’avrebbe colpito in mezzo agli occhi.
<< Claire, non provare a giocare con il fuoco potresti rimanerne ustionata >> ringhiò con tono basso e vibrante il Redfield, nessuno dei presenti pareva respirare tanto era alta la tensione nell’aria.
-Q.G della filiale americana della G.A.A.B., Washington D.C.
Monroe era stato bloccato dai suoi uomini e da quelli della G.A.A.B., il protocollo Tabula Rasa non era ancora stato avviato. Vester pareva essere incline a seguire l’idea di Monroe meglio perderne migliaia ora che perderne miliardi a causa di una nuova Apocalisse ma i suoi uomini e i miliziani preferivano provare a salvare gli abitanti di Racoon per quanto potessero prima che la città venisse distrutta.
<< Trovate il modo di contattare Parker, Raymond e Rachel >> disse Matheson, mentre Hannigan tentava di mettersi in contatto con i Primi Tredici
-Racoon City’s General Hospital, Racoon City
Rachel aveva quasi raggiunto la porta che l’avrebbe condotta nei corridoi, senza incontrare alcun’altro Scream of Death, quando due Scream si pararono davanti a lei, i loro corpi putrefatti e gonfi che sbarravano la porta, uno di loro aveva qualcosa affondato nella spalla, quasi nascosto dalle pieghe della carne cadente, un piccolo coltello. Gli Scream non l’avevano ancora notata lei approfittò di ciò lanciando una granata elettrica in direzione dei due mostri e allontanandosi rapidamente, la granata esplose in un lampo bluastro di luce e uno sfrigolio elettrico, seguito poi dal fetore della carne ustionata e di malattia. I due Scream giacevano morti difronte alla porta, le carcasse annerite dalle ustioni erano ancora percorse da deboli scariche elettriche, evitò i corpi e sperando che il lettore delle tessere non fosse saltato a causa della scarica provò ad usare la tessera di riconoscimento di Jacob, alcun led si accese ma la porta si sbloccò. Rachel uscì dall’ambulatorio bloccandosi la porta alle spalle, sperava che non ci fossero altri mostri del genere nell’ospedale, un comunicazione da parte del Q.G. fece squillare il pad che Rachel aveva appena ripreso in mano per mettersi in contatto con i suoi partner, il viso pallido di Conan Matheson fece capolino sullo schermo
<< Rachel, dovete completare la missione al più presto. Vogliono attivare il Protocollo Tabula Rasa, dovete salvare quanti più sopravvissuti potete e portarli sull’eliporto dell’ospedale non potremmo ritardare il lancio del missile ancora a lungo >> disse, chiudendo la comunicazione prima che potesse lei potesse rispondergli. Rachel era rimasta interdetta, doveva trovare Raymond e Parker e raggiungere l’R.P.D. per avvisare i Primi Tredici, radunare i sopravvissuti ed evacuare Racoon City prima della sua nuclearizzazione
-R.P.D, Racoon City
Chris non pareva sul punto di attaccare Claire, anche se lei sembrava sul punto di sparargli. Fu un attimo e Claire sparò contro il fratello, contro il mostro che stranamente non evitò il colpo, quasi come se non se lo aspettasse. Ma il danno inferto gli scomparve quasi immediatamente e lo sguardo di Chris si fece ancora più maligno, era come se una belva incatenata si fosse appena liberata dalle catene, la calma e il controllo che aveva scomparvero. Si lanciò contro la sorella con una furia che poteva essere descritta solo come inumana o ancor più precisamente da Tyrant. Claire riuscì ad evitare di venir travolta da quella carica per un pelo, mentre gli altri si preparavano a sparare contro il Tyrant moro, Claire sparò nuovamente contro il fratello ma stavolta egli evitò il colpo facendo volare la pistola dalla presa di Claire con una frustata, scagliata con l’ausilio dei suoi tentacoli, si lanciò nuovamente contro la sorella e si preparò ad atterrarla, quando un colpo preciso lo colpì al collo
<< Ti piace questo? >> disse ironico Rurik Ginovaef fratello di Nicholai e Alexei, a quest’affermazione segui una scarica di proiettili tutti mirati al collo del mostro, mirati a staccargli la testa di netto. Chris dedicò la sua completa attenzione a Rurik, ma più che ferirlo fisicamente voleva ferirlo emotivamente
<< Devi essere Rurik, eh? Il tuo piccolo fratellino è ossessionato da te, pensa sempre costantemente a te e a ciò che gli hai fatto, sei stato crudele sai? Quale fratello farebbe del male al suo fratellino? >> disse Chris, la voce ancora metallica e mutata mentre la ferita al collo si rimarginava. Lui osava dirgli quello? Lui che voleva torturare e uccidere sua sorella, presto gli avrebbe fatto capire perché lo chiamavano “Il Macellaio”.
- Q.G della filiale americana della G.A.A.B., Washington D.C.
<< Quando gli zombie invaderanno nuovamente l’America, oh allora vi pentirete di avermi impedito di far saltare quella minuscola città, oh sono certo che ve ne pentirete >> disse Monroe, rinchiuso in una delle poche celle del Q.G americano, tradito dai suoi stessi uomini. Nel frattempo nella sala centrale, Conan coordinava tutte le operazioni della G.A.A.B. americana, visto che nessuno si fidava di Vester che si era lasciato convincere da quel folle esaltato di Monroe
<< Dobbiamo ritardare il lancio, dobbiamo evitare che il protocollo venga attivato... >> cominciò Conan prima di venire interrotto da una comunicazione d’emergenza proveniente dalle squadre mandate nel perimetro contenitivo di Racoon City
<< C’è una falla nel confine contenitivo, sono troppi! Questi mostri sono troppi! Richiediamo estrazione immediata! ...>> il messaggio terminò con un urlo e un coro di gemiti affamati dei non-morti, prima che il tutto venisse oscurato dal ronzio statico che pose fine al messaggio in modo definitivo sapevano che nessuno avrebbe più tentato di mettersi in contatto col Q.G., il perimetro di Racoon City era perduto gli zombie erano liberi di sbranare chiunque avessero trovato nella foresta degli Arklay. Nonostante ancora fosse una piccola zona di Biohazard era meglio avere più aiuto possibile, in modo da fermare la minaccia prima che si espandesse, dovevano anche eliminare la minaccia di Christopher Redfield/Wesker al più presto perché lui era capace di far cominciare una nuova apocalisse anche dopo aver fermato quella che stava per cominciare.
-Laboratorio segreto delle Arklay Mountains, Foresta di Racoon City
Una sorta di baccello criogenico simile a quello di Alexia Ashford era al centro di un’ampia sala, illuminato da alcuni neon bianchi.
<< Il D.N.A di Chris Redfield è stato integrato nella pianta simbiontica >> li informò Keaton Ronson. Albert e Will avevano lavorato alla formula di un sedativo neurobloccante da iniettare al Redfield, in modo da poterlo rinchiudere nel baccello simbiontico e lasciarlo lì a dormire per sempre. Un bell’addormentato nel bosco che nessuno avrebbe mai risvegliato. La formula non aveva più difetti né falle che avrebbero potuto compromettere la sua funzionalità potevano finalmente fermare quel mostro inarrestabile e immortale. Dovevano solo riuscire ad attirarlo lì dentro. Il Laboratorio delle Arklay era il magazzino degli esperimenti falliti ma con potenziale, uno di questi era La T-000 anche chiamata Lady of Flame anche lei imprigionata eternamente in un baccello simbiontico, la formula su cui Will ed Albert avevano lavorato era proprio quella che era stata usata sulla Lady solo che su un Tyrant raffinato e perfetto come Chris la vecchia formula probabilmente non avrebbe funzionato, era tutto pronto, la minaccia del Supreme Tyrant presto sarebbe scomparsa. Keaton continuò ad armeggiare con qualcosa accanto al baccello al cui interno una sorta di tentacolo verde chiaro si dimenava fendendo l’aria mentre la punta a stella si apriva e chiudeva continuamente alla ricerca di qualcosa, alla ricerca di qualcuno.
-R.P.D, Racoon City
Claire non si spiegava come Rurik riuscisse a scontrarsi con Chris come se fossero ad armi pare, sembrava come se due grossi felini si stessero sfidando nell’atrio del RPD, la questione della nuclearizzazione sembrava dimenticata, Chris, elegante come una grande pantera e Rurik, forte come un raro giaguaro bianco.  Rurik sferrò un fendente col coltello ma il Redfield lo evitò agilmente, attaccandolo in risposta con i suoi tentacoli, nel mentre durante il combattimento uno dei suoi discepoli lo contattò tramite la mente alveare avvisandolo che il confine contentivo era stato aperto e che la nuclearizzazione era stata annullata dal Q.G. Americano. Chris bloccò il russo afferrandogli entrambe le braccia e torcendogliele dietro la schiena,
<< Mi stai annoiando >> disse sibilante il Tyrant moro a Rurik, poi ghignò << Il vostro confine contenitivo non era così resistente come credevate >> asserì ridacchiando in modo lugubre. Un ringhio sibilante poté essere udito alle spalle di Chris, un unico mostro comparve alle sue spalle, la sua andatura era lenta e non alcun rumore proveniva dai suoi passi nemmeno i ticchettio dei grandi artigli contro il pavimento in marmo, la creatura era alta quasi la metà di Chris, quando era in posizione quadrupede, le braccia lunghe e sottili, ma egualmente forti che terminavano in delle mani quasi umane dalle dita lunghe che terminavano in lunghi artigli neri come la pece e splendenti come ossidiana. La testa dalla forma oblunga, aveva due lunghe creste lungo i lati del cranio allungato, il viso rettiliano con un occhio per lato, gli occhi dell’essere erano due piccole sfere grigio blu percorse da una lunga pupilla verticale, la sua pelle era di un colore marrone-nero scuro. La creatura lanciò un ponderoso ruggito che risuonò nell’atrio, mostrando così una fila di denti aguzzi simili a quelli di un coccodrillo e una lunga lingua dalla punta non-biforcuta color grigio-porpora. Chris lascio andare Rurik che per niente impressionato dalla bestia che il Redfield aveva accanto tentò ancora una volta ad ferirlo, il Tyrant schivò il colpo, sferrando a sua volta un pugno a palmo aperto al centro del petto del suo sfidante che finì contro Claire che si trovava nel lato più esterno della sala. La creatura spinse la testa contro il palmo aperto della mano di Chris, quasi volesse essere accarezzata come un gatto
<< Su alzati, Claire >> sussurrò Chris in direzione della creatura. “Ha dato il mio nome a quella cosa?!” pensò Claire, mentre vedeva la creatura alzarsi su due sole zampe diventando così quasi più alta di Chris solo in quel momento Claire vide la lunga coda del mostro. << Sono tutti tuoi, divertiti >> disse alla creatura, prima di sparire in un attimo. Lasciandoli lì con quell’essere che non sapevano quali abilità avesse né come sconfiggerla, la creatura corse velocemente verso Claire e Rurik, schivando i colpi sparati dagli altri agenti, con un balzo tentò di atterrare il russo che riuscì ad evitare la creatura con una scivolata laterale che gli costò una paralizzante scossa di dolore che gli percorse tutto il corpo nonostante ciò qualche momento dopo era già in piedi, pronto a combattere quella belva. La creatura fu colpita ad una spalla da Kevin Ryman un ufficiale di polizia di Racoon City, già sopravvissuto all’Apocalisse. Ella lanciò un urlo spaventoso e acuto che fece tremare i vetri dell’edificio che rischiarono di frantumarsi, successivamente abbandonò la postura bipede per tornare ad una più agile postura quadrupede, saltò contro la parete aggrappandovisi con gli artigli pronta a lanciarsi contro Kevin, la creatura gli balzo contro ma Kevin pronto sparò contro la creatura mirando al petto e al collo, ogni colpo andò a segno ma oltre a interrompere il balzo della creatura non ebbero altro effetto.
-Atrio del primo piano del Racoon City’s General Hospital, Racoon City
Raymond e Parker attendevano impazienti l’arrivo di Rachel, sarebbe dovuta essere già lì. Rachel correva per il lungo corridoio che la divideva dai suoi compagni inseguita da alcuni Plague Crawler, raggiunse la porta con uno scatto aprendola rapidamente e chiudendola alle sue spalle. Raymond e Parker erano lì al centro dell’atrio e parevano sollevati di vederla lì
<< Venite a darmi una mano, che ci sono un paio di insettoni che mi vogliono come piatto forte! >> Disse con la sua fastidiosamente acuta voce mentre rimaneva ferma contro la porta con gli insetti che tentavano di sfondarla per azzannare Rachel, i due si avvicinarono la pistola stretta in pugno e puntata contro la porta, Rachel si allontanò velocemente e si voltò verso la porta che venne sfondata dai Plague che vennero accolti da una pioggia di proiettili sparati in loro direzione, tutti direzionati a quei brutti musi da insetto e quegli occhi a sfera rossi ad ogni colpo uno schizzo di sangue verde sbuffava dal corpo del mostro che nonostante la loro velocità non poterono nulla contro i colpi sparati in successione e contemporaneamente dai tre agenti
<< Dobbiamo raggiungere l’R.P.D., il governo ha deciso di nuclearizzare Racoon >> disse Rachel, i due annuirono e i tre agenti si diressero all’esterno dell’edificio vennero accolti da una folla di zombie affamati che spingevano contro una barricata formata dalle ambulanze del Ospedale, nel piazzale così creato invece si trovavano vari cadaveri, con un macabro sorriso inciso sul volto uccisi con un'unica coltellata al petto
<< Mancava solo uno psicopatico >> disse Raymond
<< Io non mi definirei così >> disse una voce alle spalle dei tre, un ex-ricercatore del gruppo di William Birkin, dai capelli corvini lunghi, gli occhi del medesimo colore, indossava un camice da laboratorio macchiato di sangue e in mano teneva un bisturi dalla lama ricurva << Più che altro io sono un vendicatore, per coloro che non possono vendicarsi >> disse poi. Jeffrey si avvicinò agli agenti con un inquietante sorrisetto
<< Facciamo così, se voi riuscite ad uccidere tutti quegli zombie prima che io abbia contato fino a dieci, potrete andarvene. E prima che pensiate di spararmi, ho così tanto esplosivo addosso da far saltare me, voi e l’intera facciata di questo edificio >> disse, i tre non ebbero altra scelta se non accettare. Jeffrey rimaneva in disparte osservando quello che i tre facevano, “Chissà che inventeranno questi tre” pensò era certo che fosse impossibile liberarsi di tutti quegli zombie prima che arrivasse al dieci
<< Uno >> disse ad alta voce Jeff, Rachel agganciò una granata acida su di un lato di una delle ambulanze si allontanò mentre l’acido altamente corrosivo, corrodeva l’acciaio lasciando un grosso foro che permetteva di intravedere gli zombie dall’altro lato della barricata
<< Due >>; Raymond e Parker avevano imitato Rachel, indebolendo così la barricata. I tre presero una granata incendiaria per ogn’uno e la lanciarono contro la mandria attraverso i fori che si erano creati nelle ambulanze “Devo ammettere che è una buona idea, ma le creature sono ancora troppe” pensò Jeffrey
<< Tre >>; buona parte della mandria venne bruciata ma alcuni erano ancora in piedi, con le fiamme che consumavano le carni putrefatte con una fiamma verdina e il fumo dall’odore acre. Rachel lanciò una granata a frammentazione nel mezzo del piccolo gruppo eliminando tutte le creature “Cosa? Com’è possibile?!” si chiese Jeffrey, e suo malgrado fu costretto a tenere fede alla sua promessa soprattutto perché non ci teneva a saltare in aria come un kamikaze, permettendo agli agenti di andarsene senza che lui interferisse ulteriormente.
-R.P.D., Racoon City
La belva che Chris aveva liberato era una furia, letale e inarrestabile. Avevano sparato a quella creatura innumerevoli volte eppure niente pareva danneggiarla abbastanza da farla battere in ritirata o stramazzare al suolo morta. Tutti gli agenti nell’atrio avevano rischiato almeno una volta di essere feriti o morsi da quella belva, soprattutto Rurik, Kevin e Claire la belva sembra avercela più con loro che con altri. Mentre la creatura balzava contro Mavin, Claire vide un occhio aprirsi sulla spalla della creatura e lei e Kevin spararono contro quell’occhio che esplose, letteralmente, mentre la belva cadeva a terra a metà del salto scontrandosi contro il pavimento, la pelle dell’essere prese a scurirsi mentre il suo corpo si liquefaceva lasciando dietro di sé una pozza viola scuro. Tutte le porte del R.P.D. erano state bloccate e molti sospettavano di Chris anche se allora era inspiegabile il motivo del perché li avrebbe avvisati se il suo obiettivo era quello di farli morire assieme a Racoon City. Nel frattempo nell’infermeria, Jensen continuava a cercare una cura per Leon, una cura per quel virus che cominciava a corrompere le sue cellule con un ritmo instancabilmente lento, che però gli dava qualche speranza di sopravvivenza una speranza che però si faceva sempre più misera man mano che il tempo passava.
-Stretto della Manica, Europa
Forest e Aron erano riusciti ad sfuggire ai controlli della G.A.A.B. ed a uscire dalla Gran Bretagna con un Jet della stessa società anti-bioterrorismo, accompagnati da qualcuno che Forest aveva voluto salvare, erano nascosti all’interno del Jet, lì protetti dalle pareti di metallo e bulloni stavano i due fratelli e il povero uomo, colui che si era salvato dai cani per miracolo quel giorno negli Arklay e che adesso era stato condannato
<< Shh, andrà tutto bene Joseph >> disse Forest tentando di calmare Joseph che si agitava da quando il parassita aveva cominciato a muoversi per fondersi al midollo spinale. E Aron in cuor suo sperava che l’amico di suo fratello accettasse il parassita se si fosse trasformato in un mostro Forest non lo avrebbe mai accettato e lui sapeva, anzi aveva visto uomini che avevano lasciato il controllo al parassita come Matt, poi conosciuto come Nemesis, che diventavano automi privi di una propria volontà e che poi si trasformavano in creature senza più niente di umano e lui non voleva che succedesse al suo fratellone. Una volta atterrati loro tre, Aron era certo (più o meno si era convinto della scelta del fratello) che Joseph sarebbe diventato come loro, avrebbero ucciso tutti gli agenti G.A.A.B. sul Jet e poi sarebbero stati liberi, anche dal Redfield che l’aveva mandato a Londra.
-Q.G. della filiale americana della G.A.A.B., Washington D.C.
<< la squadra londinese dovrebbe essere qui fra poco >> li informò Hannigan,
<< Bene, e i texani? >> disse e poi chiese con tono assolutamente fermo Conan
<< Dovrebbero raggiungere i confini con la città di Racoon fra qualche minuto. >> rispose Hannigan e in quel preciso momento si aprì una comunicazione da parte del Capitano Dallas Cookstrike della squadra texana
<< Siamo di fronte al confine contenitivo, qui è un casino. Gli zombie hanno già sbaragliato le squadre dell’esercito e…Porca puttana! Cos’è quella cosa?! >> per qualche minuto si udì solo il vociare concitato e preoccupato di tutti i membri della “Dirty Boy”1 quasi il capitano si fosse dimenticato di chiudere la comunicazione col Q.G. << Sono il Capitano Dallas Cookstrike dell’Alpha Team della Filiale texana della G.A.A.B. è qui è appena arrivato il Diavolo, assieme ai suoi seguaci. Ripeto è appena arrivato il Diavolo >> disse con la sua solita parlantina veloce e con marcato accento texano e loro sapevano che significava,
<< Ritiratevi! Ripeto l’ordine è: di andare in ritirata! >> disse Conan con un tono da vero generale, ma a quanto pare i texani decisero di ignorare l’ordine e tentare di fermare Chris Redfield da soli.
<< Quegli stronzi si faranno ammazzare >> mormorò distrattamente Charlie Macauley, addetta alle comunicazioni del Q.G.
-Confine contenitivo esterno di Racoon City, Racoon City
La squadra texana era circondata dagli zombie che avevano creato una barriera fra loro e ogni possibile via di fuga e davanti a loro quel demone che era incubo di molti e che erano stati addestrati a combattere. Chris li guardava con quel ghigno divertito eppure spaventoso,
<< Voi siete quelli che la G.A.A.B. ha mandato per fermarmi? >> chiese Chris con tono quasi divertito, dietro di lui il T-401 attendeva un ordine, e poi prese ad allontanarsi dopo aver ricevuto un ordine telepatico da Chris
<< Volevo che foste tutti per me >> disse come spiegazione a quell’azione che aveva fatto comparire delle espressioni confuse nei componenti della “Dirty Boy”. Dallas puntò il fucile d’assalto Revanger contro Chris
<< Sto per rimandarti a calci in culo all’Inferno, Redfield! >> gli urlò contro Dallas con il suo tono determinato e l’accento texano ben marcato fra una parola e l’altra, sparando una rapida raffica di proiettili mirata al viso del Redfield che li evitò tutti con un movimento molto simile ad una piroetta solo molto meno aggraziata
<< Se vuoi provarci così ti sarà impossibile anche solo colpirmi >> gli disse, avvicinandosi rapidamente e afferrando il Revanger per la canna piegandola come se fosse carta con un orribile rumore metallico e graffiante << Ora il tuo fucile è inutile, Dallas >> sibilò cattivo eppure Dallas ghignò al mostro e gli disse:
<< Sei così sicuro di te, Chris. Che ti sei fottuto con le tue mani >>; e Chris non capiva che intendesse finché non sentì un lieve “bip” sul suo petto, una sorta di mina a tempo era agganciata proprio al suo petto. Il texano aveva un sorrisetto divertito sul viso << Checkmate, Redfield2 >> disse. Non ebbe il tempo di tentare di levarla che dopo tre veloci “bip” consecutivi rilasciò una letale scarica elettrica che avrebbe bloccato il suo cuore, beh se avesse mai ripreso a battere dopo la sua morte, dopo quella scarica la mina si sganciò cadendo inerte al suolo, Chris ghignò
<< Questo era il vostro asso nella manica? Una mina elettrica? >> chiese Chris ironico mentre un’espressione di sgomento compariva prima sul viso di Dallas e poi su quello dei suoi compagni. Tutti gli uomini di Dallas, tranne il loro capitano che era disarmato, puntarono i fucili contro il Tyrant e gli spararono contro ma lui evitò ogni colpo, ogni scarica di proiettili schivata era un uomo in meno per la squadra di Dallas. Il Redfield era inarrestabile, cruento, un vero e proprio demone. In breve tempo Dallas era l’unico sopravvissuto della sua squadra,
<< Questa sarebbe la grande squadra che doveva eliminarmi? >> disse sarcastico, mentre lasciava cadere il braccio insanguinato, e completamente separato dal corpo, di uno degli uomini di Dallas a terra. << Addio, Dallas >> disse il Tyrant scattando verso il capitano, afferrandogli il braccio e tirandolo verso di sé, mordendolo sul collo, Dallas tentò di allontanarlo con tutte le sue forze ma fu tutto inutile, per tenerlo fermo Chris strinse la presa sulle sue braccia, facendo così affondare i suoi artigli nella fragile carne di quel povero umano. Dallas combatté con tutte le sue forze contro il Tyrant ma niente poté il povero umano che alla fine fu divorato, mentre gli zombie poco lontano pasteggiavano con le carni dei suoi compagni, come fu triste il destino dell’indomito texano che coraggiosamente si era battuto.
-Mission Street, Racoon City
Rachel, Raymond e Parker avevano da poco superato l’ospedale e subito ebbero un piccolo scorcio del nuovo paesaggio di Racoon City, gli zombie arrancavano per le strade, piccoli incendi illuminavano le strade con la loro fievole luce aranciata, dei cadaveri erano sparsi per le strade con ancora alcuni zombie che indugiavano divorando quei pochi brandelli di muscoli ancora attaccati a quelli che un tempo erano esseri umani, ma che ora altro non erano che cadaveri. Qualcuno correva per evitare le creature, una ragazza dai lunghi capelli biondicci che ondeggiavano nel vento che sferzava le strade soffiando tempesta, che presto sarebbe arrivata viste le cupe nuvole color fumo in cui alcuni lampi erano visibili in quelle nuvole. La ragazza inciampò nella mantella impermeabile che indossava cadendo contro l’asfalto, i tre agenti si diressero verso di lei, ma oramai gli zombie l’avevano circondata
<< Lasciatemi! >> urlò la ragazza mentre però veniva circondata da un alone infuocato e una crisalide si formava sul suo corpo, gli zombie s’erano già allontanati dalla crisalide avvicinandosi affamati agli agenti che freddarono quelli che si avvicinavano troppo, la crisalide cominciò ad aprirsi con uno sbuffo di vapore, e un verso simile ad un inquietante risata, il bozzolo si schiuse del tutto con uno sbuffo di gas bluastro che per un attimo coprì la figura uscita da quello, una creatura dal corpo coperto di pori che trasudavano un gas bluastro, una testa dalla forma simile a quella di un teschio che si aprì in tre parti per qualche secondo, mostrando una lunga lingua connessa ad una massa carnosa pulsante che venne coperta qualche istante dopo quando il cranio si ricompose, gli arti sia superiori che inferiori parevano troppo piccoli e deboli per sostenere il pesante corpo della creatura,
<< Un Lepotitsa, non respirate il gas che rilascia >> disse Rachel ai suoi due compagni, coprendosi bocca e naso con il suo foulard giallo, non che facesse molto ma almeno evitava che il gas in tutta la sua carica virale venisse respirato, spararono contro la Lepotitsa ma ad ogni colpo inferto nuovo gas si aggiungeva alla nube che si formava intorno alla Lepotitsa che avanzava verso gli agenti, una granata incendiaria esplose vicino alla Lepotitsa avvolgendo il suo corpo in una letale spirale di fuoco
<< Avevate bisogno di una mano? >> chiese qualcuno, con uno spiccato accento ispanico. I tre si voltarono alla loro destra, vedendo quattro uomini avanzare verso di loro, tutti e quattro indossavano la divisa della U.B.C.S, “Ma che…? La Umbrella Biohazard Containment Service?” si chiese Rachel “E’ impossibile, la Umbrella è caduta”.
-Jet della G.A.A.B., Pressi di Washington D.C
Gli occhi di Joseph Frost brillavano ancora di quella stessa vivacità cristallina che li aveva sempre illuminati, il loro colore non si era né schiarito né incupito era rimasto così com’era sempre stato. Aveva uno sguardo stordito come se si fosse appena svegliato, lo fissava confuso
<< Forest, che sta succedendo? >> gli chiese Joseph, confuso con la voce poco chiara
<< Niente di cui tu debba preoccuparti, Joseph >> gli rispose Forest, il portellone della zona carico si aprì con uno stridio metallico, Forest e Aron si voltarono verso l’agente che stava entrando, ma egli non ebbe il tempo di informare dei clandestini a bordo alcuno dei suoi colleghi, che venne travolto da qualcuno, Joseph, che si era svegliato dal suo stordimento mentre due tentacoli spuntavano dalle sue mani conficcandosi nel petto dell’agente sconvolto, Forest richiuse il portellone, presto avrebbero dovuto agire. Prima che gli agenti G.A.A.B. mandassero un mayday al Q.G.
-R.P.D., Racoon City
Non poteva essere tutto bloccato, neanche con la sua velocità sovraumana Chris avrebbe potuto bloccare tutte le uscite e gli ingressi del R.P.D. eppure ogni ingresso era irrimediabilmente bloccato quasi le maniglie fossero state fuse o bloccate con qualcosa in ogni porta che dava sull’esterno. L’unico passaggio rimasto era quello che si trovava nell’ufficio di Brian Irons, sempre che ovviamente anche quello non fosse bloccato. Mai il dipartimento era sembrato un luogo così angustiante, che ora che sapevano che sarebbe potuta essere la loro tomba, non sapevano fra quanto la testata avrebbe raggiunto la città e loro sarebbero voluti essere il più lontano possibile da Racoon City. Claire non poteva abbandonare Leon, forse Jensen aveva trovato una cura, forse presto avrebbero potuto lasciarsi alle spalle Racoon City e i suoi orrori e forse anche Chris, per sempre. Claire era già vicina all’infermeria mentre Brad e Brandon aprivano il passaggio segreto nell’ufficio di Brian sperando che esso fosse libero da ogni impedimento. Jensen aveva distillato dal virus stesso una sorta di antidoto, un siero che avrebbe tenuto sotto controllo gli influssi che i neuro recettori ricevevano in modo da impedire un nuovo risveglio del Virus T-Veronica modificato dal Supreme Tyrant,
<< Ora dovresti cominciare a stare meglio Leon >> disse Jensen, dopo avergli iniettato il siero. Gli effetti furono quasi immediati, quel velo biancastro che nascondeva l’iride di Leon, divenne sempre più chiaro fino a sparire. Mentre moglie e marito finalmente si rincontravano, tutti gli auricolari degli agenti G.A.A.B. di Racoon City captarono una comunicazione:
<< Dovete portare Chris Redfield alla Villa Spencer di Racoon City >> diceva il messaggio, nient’altro. Una voce sconosciuta e gelida. A niente valse il tentativo di rimettersi in contatto con il mittente del messaggio. Ma gli agenti e il mittente stesso del messaggio non sapevano che Chris era già vicino alla Villa.
-Jet della G.A.A.B., Pressi dell’eliporto del Q.G. della G.A.A.B. Americana
Nonostante Joseph fosse perfettamente cosciente di aver appena ammazzato un uomo non né sembrava minimamente turbato. Non come Forest che la prima volta, dopo essersi reso conto di aver ammazzato Sances, aveva sentito qualcosa sconvolgerlo, Joseph sembrava perfettamente a suo agio nel guardare la sua opera, la pelle dell’agente, da lui ucciso, era bianca ma con le ramificazioni viola chiaro dei capillari, gli occhi sgranati, sconvolti e la bocca spalancata in un urlo mai arrivato, la divisa della G.A.A.B. presentava due fori all’altezza del petto e tutt’intorno alle ferite un alone più scuro e rossastro s’allargava
<< Ci occupiamo degli altri, fratellone? >> chiese Aron
<< Sì, dobbiamo impedire che lancino il mayday al loro Q.G. >> rispose Forest, lanciando uno sguardo a Joseph che semplicemente annuì, i due si erano sempre capiti così al volo. Aprirono il portellone e i tre con i loro sei tentacoli, due per ognuno di loro, undici agenti da eliminare (due squadre britanniche) e i due piloti, ma nessuno si aspettava tre creature sul loro aereo, e in men che non si dica senza che un urlo raggiungesse la cabina di pilotaggio gli undici agenti erano morti, e una volta raggiunti i piloti, li eliminarono prendendo il loro posto per pilotare il jet. Deviarono la traiettoria originale, bloccando il canale di contatto con la G.A.A.B. dirigendosi verso la Florida e da lì raggiungere le Everglades sarebbe stato uno scherzo.
-Foresta di Racoon City, notte
Chris avanzava indisturbato nella foresta, l’alone di malvagità che lo seguiva pareva avvelenare ogni cosa al suo passaggio quasi fosse un elfo malefico, pronto a indispettire gli uomini con i suoi perfidi inganni. Uno spicchio di luna brillava nel cielo fendendo la volta scura come una cicatrice contornata da centinaia di piccoli puntini, le stelle. La luce argentea e pura degli astri si rifrangeva sulla nivea pelle del Tyrant rinato, gli artigli scintillavano come se fossero d’ossidiana e i suoi occhi brillavano fendendo l’oscurità che lo circondava chiunque l’avesse visto sarebbe rimasto ammaliato dalla sua angelica bellezza e questo gli sarebbe costato la vita. Il Redfield si dirigeva verso l’UM-01 “Root of Hell”, per risvegliare la Lady of Flame, l’unica altra Tyrant perfetta dopo lui e Wesker pensò con rammarico e tristezza il Tyrant moro. L’ingresso dell’UM-01 si confondeva facilmente con l’ambiente, colpa anche gli anni di abbandono della struttura, era una minuscola casupola dalle mura di cemento crepato e coperto di muschio ed edera la pesante porta di metallo arrugginita e anch’essa coperta di piante infestanti il logo della Umbrella era stato scrostato via dal tempo e dalle intemperie, aprire la porta in metallo non fu difficile, anche se disturbò alcune creature che avevano fatto di quel luogo la loro tana, prima fra tutti una scolopendra lunga quaranta centimetri, l’armatura chitinosa nera e lucida e le mandibole rosse così come le zampe, che si arrampicò coraggiosamente lungo il braccio di Chris per rivendicare il suo territorio e allontanare gli invasori, il temperamento aggressivo e temerario dell’artropode non lo faceva arrendere nonostante i sensi sviluppati dell’insetto gli dicessero che c’era qualcosa che non andava in quell’ “invasore”. All’ultimo istante la scolopendra si ritirò allontanandosi dal braccio, perfettamente immobile, di Chris e tornando sulla sua parete sgusciando via rapidamente nascondendosi fra l’umido muschio per predare le sue prelibate prede.  Chris era rimasto perfettamente immobile durante tutta la permanenza della scolopendra sul suo braccio, non che non potesse levarsela di dosso facilmente, ma in fondo lui e quegli insetti, in fattispecie quegli eleganti insetti predatori, venivano considerati allo stesso modo: schifosi e marci, quindi perché avrebbe dovuto eliminarla? Ora poteva tranquillamente proseguire all’interno dell’UM-01, raggiunto l’interno della casupola, un occhio inesperto avrebbe pensato che non vi era nulla se non nude pareti in cemento ma Chris individuò immediatamente il meccanismo che avrebbe richiamato l’ascensore a piattaforma del laboratorio e dopo averlo azionato con un sonoro “clank” l’ascensore risalì in fretta con un sibilo, mentre il pavimento si apriva per mostrare la piattaforma, Chris ci salì sopra e l’ascensore cominciò la sua rapida discesa verso le radici dell’Inferno3. Stranamente i neon che illuminavano i corridoi erano accesi e ciò fece sospettare a Chris che la struttura fosse attiva, che l’ascensore funzionasse non era un fattore che simboleggiava l’attività della struttura poiché possedeva un generatore autonomo sempre attivo, proseguì con cautela, non trovano anima viva in nessuno dei corridoi, entrato in una sala sentì una presenza alle sue spalle
<< Bentornato, Christopher >> ; non era possibile, Chris si voltò, Wesker era lì vivo e vegeto difronte ai suoi occhi
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’Autore
Sono tornato! Voglio ringraziare Mattalara ed Esperanza Castagneda per aver recensito i precedenti capitoli di You Are Infected 2, Cardy per averla messa fra le ricordate ed Esperanza, per averla messa fra: le preferite, le seguite, e le ricordate. Sono felice che questa storia vi piaccia tanto, e spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento. Scusate il ritardo ma le prof di latino e greco con le loro traduzioni non perdonano :/
Piccole Note:
  1. = “Dirty Boy”, è una citazione alla bomba atomica che ha colpito Hiroshima, ovvero la Dirty Boy
  2. = << Checkmate, Redfield >>, Letteralmente “Scacco matto, Redfield” un po’ come se gli avesse detto “fregato”, solo molto più elegante ed a effetto
  3. = “radici dell’Inferno”, letteralmente “Root of Hell” il nome del UM-01 tradotto significa proprio le radici dell’Inferno, volevo giocare sul significato inglese-italiano
Questa è l’immagine del mostro che Chris ha chiamato Claire, quello che ha attaccato gli agenti: Rurik, Claire e Kevin (personaggio di Resident Evil: Outbreak):

Alla Prossima
-Anthony Edward Stark

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: Un apocalisse da sventare e un incubo da eliminare ***


  You are Infected 2: Il ritorno dell’Incubo

            Capitolo 7: Un apocalisse da sventare e un incubo da eliminare

Era rimasto a fissarlo come se fosse un allucinazione o un apparizione divina, sembrava un sogno, Wesker era morto, eppure era lì davanti ai suoi occhi. Se Chris fosse stato umano avrebbe sicuramente pensato ad un sogno, ma ora che sapeva che niente avrebbe potuto alterare le sue percezioni era certo che quello fosse reale, Albert era davvero lì difronte a lui. Si avvicinava a Wesker lentamente, quasi avesse il terrore che sparisse e poi sentì qualcosa attraverso quel loro legame che si stava rinsaldando, ma era una sensazione di freddo assoluto. Si allontanò come una belva spaventata dal fuoco, non gli piaceva quella sensazione, voleva dire che Wesker non provava alcun emozione verso di lui, niente che non fosse quella sua curiosità scientifica.
-Incrocio fra la Mission Street e la Racoon Street, Racoon City
Fidarsi di quegli uomini che indossavano la divisa della U.B.C.S. era stato difficile, poco sembrava importare il fatto che fossero tutti ex-mercenari della U.B.C.S. I loro nomi erano: Carlos Oliveira, Ace Portman, Andrei Dots e Miguel Gonzalo. I quattro ex-mercenari della U.B.C.S. erano degli ottimi alleati in quel momento e in tutto quel casino che era diventata la città, i sette sentirono un urlo femminile provenire da qualche parte non molto lontano da loro, Carlos riconosciuto il luogo da cui proveniva quel urlo prese a correre verso quel punto, allontanandosi dai sei
<< Carlos! Aspetta! Carlos… >> gridò uno dei tre ex-mercenari, senza che Oliveira lo ascoltasse puntato com’era nel suo obiettivo di salvare quella donna chiunque ella fosse. I suoi compagni, con i tre agenti della G.A.A.B, lo raggiunsero qualche istante dopo, lui si era già liberato dei Crimson che avevano attaccato la donna ma per lei non aveva potuto fare niente e aveva dovuto spararle visto che si era già trasformata, quella nuova versione del virus T era estremamente rapida nel reagire. Racoon City era tornata l’inferno che era stata per tredici anni, un inferno fatto di mostri e creature, di parenti e amici trasformati in non-morti affamati di carne umana.
-R.P.D., Racoon City
Sbloccare il passaggio segreto nell’ufficio di Irons fu abbastanza difficile, visto che non era stato usato per molto tempo e che molti dei componenti per sbloccare la serratura ad emblemi erano stipati assieme a molte altre cose all’interno dello stesso ufficio, l’emblema-pietra dell’aquila, quello del serpente e quello del giaguaro. Un pannello del muro bordò chiaro si scostò sparendo nella parete con un leggero rumore semi-metallico, mostrando un lungo tunnel che pareva scendere fino alle profondità della terra, un forte puzzo di muffa si espanse nel piccolo ufficio una volta aperto il passaggio, le cui pareti di cemento erano rese viscide da una moltitudine di specie di muffe che vi crescevano sopra così come il pavimento dello stesso passaggio. Leon-che si era ripreso abbastanza velocemente, forse troppo in fretta- e Claire erano già sul posto, mentre Jensen era ancora in infermeria per recuperare tutti i rifornimenti medici necessari. Jensen stava percorrendo il corridoio che l’avrebbe condotto all’ufficio di Irons abbastanza in fretta, quando una finestra venne sfondata da una creatura la stessa che l’aveva attaccato al laboratorio di Marcus. Il grosso muso da pulce era più schiacciato, le placche di chitina che lo rivestivano erano crepate in più punti ma si erano risaldate, la belva lanciò un ringhio, un orribile mostruoso ringhio prima di iniziare a strisciare verso di lui velocemente, così in fretta che sembrava impossibile strisciasse, dietro di se lasciava una scia di bava di un colore verde acido. Jensen gli sparò contro qualche colpo con la sua 9mm, la creatura subì i colpi senza rallentare, nemmeno un lieve lamento sfuggì dalle tenaglie serrate della belva. Il ragazzo si voltò correndo lontano dal MA-563 che mosse rapidamente la grande coda aculeata, dandosi una spinta in avanti e tendendo le lunghe braccia riuscì ad afferrare Jensen per le spalle
“009873-BOWMA563-Status: _Active-Order: _Infects_ the_ agents_ Jensen _Williams_ and _Rebecca Chambers_” era l’ordine dell’MA-563, Jensen tentava di sfuggire alla presa della creatura ma quella era così ferrea che era impossibile allentarla, il MA-563 non lo lasciava e lo tirava sempre più verso di sé.
-UM-01 “Root of Hell”, Foresta degli Arklay, Racoon City
Chris ringhiò contro Wesker, contro l’uomo che amava. Gli nascondeva qualcosa e lui non si sarebbe fatto ingannare, non era un’idiota e se Albert credeva di poterlo ingannare dopo essere morto davanti ai suoi occhi, beh si sbagliava di grosso. Albert ghignò leggermente, Chris si era fatto più furbo di quanto ricordasse e lui si era stancato di fingere di amarlo, gli era bastato quello che aveva dovuto fare per il progetto- fallito- del Dottor John Scott Wesker. Lui e Will volevano liberarsi di Chris e lui non aveva bisogno che lo seguisse volontariamente.
<< Come hai potuto ingannarmi? Perché hai finto di amarmi? >> disse il moro con un tono basso, cupo come il rombare lontano di un tuono, l’intonazione interrogativa quasi assente, gli occhi rosso fuoco che ardevano di rabbia eppure non attaccava, non si lasciava controllare dalle sue emozioni. Il caro ed emotivo Christopher era cambiato, diventando più freddo e spietato, un vero Tyrant, Albert era quasi orgoglioso del soggetto 401 peccato che fosse un tale fallimento in molti altri campi. Improvvisamente il moro cominciò a ridacchiare
<< Sai Wes, c’è una cosa che tu non sai di me, io non sono mai da solo. >> disse, mentre un sorrisetto gli si formava sul viso << Ragazzi, potete uscire allo scoperto >> aggiunse poi, otto figure comparvero come ombre accanto a Chris, quattro per lato, quasi un ordinato schieramento di soldati silenti e tutti e otto erano Tyrant. Albert si era spesso trovato a scontrarsi con più di un nemico ma essi di solito erano umani o creature con una mente degradata dal virus, ma mai con più di un Tyrant. Chris ghignò imitato dai suoi otto Tyrant perfetti.
-Corridoio superiore dell’R.P.D., Racoon City
Gli altri erano già entrati nel passaggio dell’ufficio di Irons, ma lui era tornato in dietro alla ricerca di Jensen, lui non se ne sarebbe andato lasciandolo solo in quell’edificio anche a costo di saltare in aria assieme alla città di Racoon City. Il corridoio dell’infermeria era costellato di macchie di sangue nero come il petrolio, nella chiazza più grande era adagiata una carcassa chitinosa che Piers riconobbe essere quella della creatura che li aveva inseguiti nel laboratorio di Marcus, che fine aveva fatto Jensen? L’aveva trovato alla fine, la divisa della G.A.A.B. era macchiata dal sangue nero della creatura, e lui era immobile, il coltello da combattimento dalla lama intrisa di sangue infetto stretto nella mano sinistra mentre sulla destra era ben visibile un taglio che segnava trasversalmente il palmo, e la cosa che peggiorava il tutto era che il sangue di Jensen era mescolato con quello nero della creatura. Ecco perché non era tornato dagli altri, forse era stato infettato o forse lui pensava di esserlo
<< Jensen >> lo chiamò piano, per non allarmarlo. Lui si voltò verso Piers, aveva uno sguardo terrorizzato e incredulo
<< V-Vattene >> gli disse, poco convinto, e la sua voce era poco più di un sussurro.
<< Non se tu non sei con me >> gli disse Piers, puntando il suo sguardo di smeraldo in quello castano di Jensen.
-Racoon City
Gli zombie e le creature di Racoon andavano a radunarsi in grandi mandrie attorno a delle creature simili agli Shrieker, degli zombie che presentavano una sacca cutanea rossastra tra il mento e il petto, che lanciavano terribili urla che attiravano tutti gli infetti nelle vicinanze. Per gli agenti G.A.A.B. e per i quattro mercenari questa era un ottima notizia, eliminando gli Shrieker avrebbero eliminato anche tutte le altre creature, ripulendo la città rapidamente, così Rachel avrebbe potuto dire di annullare l’ordine di lancio della testata nucleare. Il pad dei tre agenti squillò e loro li presero, il viso, già naturalmente, pallido e preoccupato di Conan era sullo schermo
<< Abbiamo dovuto attivare le procedure di lancio avete tre minuti, prima che il lancio sia inevitabile >> disse
<< Non potete distruggere l’intera città, uccidereste anche i sopravvissuti >> contesto Rachel la sua fastidiosa e acuta voce era ancora più acuta. Conan non rispose e dopo un “fate tutto il possibile” chiuse la comunicazione. Uno degli Shrieker più vicini ai sette si preparò a lanciare il suo urlo stordente, ma Carlos lo colpì alla gola- facendo così esplodere la sacca cutanea- e l’urlo che la creatura lanciò fece esplodere la testa di tutti i mostri che erano stati richiamati dalla creatura. Gli altri Shrieker erano invece già pronti, a stordirli con le loro terribili urla. Tutti e tre vennero però terminati da qualcuno, ma chi? Uccidendo tutte le creature che si erano radunate intorno a loro, tranne alcuni esseri che sembravano un incrocio fra un gorilla e un orso e altre che sembravano degli Strelats alati.
<< Credevo di avervi addestrato meglio >> sentirono una voce alle loro spalle, i quattro mercenari ex-UBCS riconobbero immediatamente quella voce, il Sergente Ginovaef
<< Sergente Ginovaef? >> disse Ace Portman, secondo i file Nicholai Ginovaef era morto a Sheena Island.
- UM-01 “Root of Hell”, Foresta degli Arklay, Racoon City
Il gruppo di Tyrant che seguiva Chris era andato rimpicciolendosi, non perché lui fosse riuscito a sconfiggerli ma perché Chris li aveva allontanati tramite ordini, seguiva un ordine ben preciso che però rimaneva sconosciuto a Wesker. E alla fine erano rimasti solo loro due, di nuovo come prima che gli presentasse la sua Famiglia1 come lui li aveva definiti. Chris gli lanciò uno sguardo di sfida
<< E’ l’ora di farla finita, Albert >> ringhiò, si muoveva apparendo e sparendo fra le ombre e i suoi tentacoli si agitavano protendendosi dall’ombra come lunghi serpenti d’ombra che tentavano di afferrarti e trascinarti nel buio dell’oblio. Nel frattempo nella sala centrale del laboratorio William Birkin, stava completando la sintetizzazione del neurobloccante, Albert doveva solo distrarre il Redfield per qualche altro minuto.
-Passaggio segreto, sistema fognario di Racoon City
Mentre passavano accanto al canale di scolo centrale, Brad rischiò di scivolare a causa della viscosità del pavimento ma venne rapidamente afferrato da Brandon
<< E questa è la seconda fratellone, la terza mi sa che potrai farti una bella nuotata >> disse ridacchiando leggermente, un po’ per spezzare la tensione che aleggiava nell’aria un po’ perché a pensarci era davvero divertente. Due figure nel frattempo si avvicinavano al gruppo e quelle due figure erano Jensen Williams e Piers Nivans, Piers era riuscito a convincerlo a seguirlo. Mentre i due si riunivano al gruppo, un enorme alligatore-? - riemerse dall’acqua putrida, spalancando la lunga bocca per emettere un ponderoso ruggito il cui suono rimbalzò fra le pareti e la volta ad arco. Claire si voltò verso Kevin
<< Kevin, tu e Mavin portate via i sopravvissuti >> ordinò, i due ufficiali dell’R.P.D. riuscirono con successo a far allontanare i sopravvissuti dalla zona portandoli ad una “distanza di sicurezza” dal combattimento. I proiettili rimbalzavano sulla spessa corazza del rettile, costringendo i tredici ad indietreggiare, mentre le fauci della belva si serravano di scatto come una tagliola e Brandon riuscì ad evitare di essere catturato nella morsa letale per un pelo, ma nel risalire sulle sponde del canale, forse a causa del muschio, forse a causa dell’acqua normalmente stagna che veniva rimescolata e agitata dai movimenti dell’alligatore, Brandon perse la presa cadendo nuovamente nel canale proprio davanti alla linea d’avanzamento del grosso rettile, il fondale fangoso del canale lo aveva catturato impedendogli ogni possibile movimento per liberarsi e nel tentare di farlo s’agitava nell’acqua come un natante alle prime armi, mentre Brad correva verso il fratello seguito da Claire e Leon che volevano aiutare Brad a salvare suo fratello e le letali fauci dell’alligatore sempre più vicine. Leon e Brad tentavano di liberare Brandon dal fondale fangoso che in quel momento agiva come delle sabbie mobili, Claire faceva rallentare l’avanzamento della creatura sparando nelle sue fauci
<< Brandon, calmati! Se continui ad agitarti così non potremo mai fare niente! >> gli urlò Brad per convincerlo a collaborare invece di farsi prendere dal panico, gli altri nove sparavano anch’essi contro la creatura le cui grandi mascelle erano pronte a scattare a serrarsi come una trappola per orsi attorno al corpo dell’agente G.A.A.B. per poi dilaniarlo
<< Ci siamo quasi fratellino…Ora Leon! >> aveva detto e sia lui che Leon avevano tirato via Brandon dall’acqua, anche se senza l’aiuto del diretto interessato che oltre ad essersi calmato aveva sfruttato il fatto di essere immerso fino al collo nell’acqua, di scolo ma pur sempre acqua, non ci sarebbero mai riusciti. Beltway lanciò una granata a frammentazione contro la creatura che istintivamente vi serrò i denti contro facendola esplodere assieme alla sua testa, o meglio i frammenti ossei scaturiti dalla frammentazione della mascella uniti a quelli metallici della granata si erano piantati nel cranio corazzato della belva uccidendola. Una chiazza di sangue s’allargò nell’acqua verdina, mentre il corpo dell’alligatore s’inabissava per l’ultima volta.
-Racoon City
Nicholai aveva salvato la sua squadra, gli agenti G.A.A.B. che aveva salvato erano un effetto collaterale, li aveva salvati perché Chris voleva riunire i migliori agenti Umbrella sotto il suo comando e la sua squadra era la migliore anche più delle squadre USS
<< Oliveira, Portman, Dots e Gonzalo seguitemi! >> ordinò il Sergente, quando i tre agenti G.A.A.B. si allontanarono per mettersi in contatto con il loro QG. I quattro nonostante fossero abbastanza attratti dall’idea di ignorare l’ordine del loro superiore, sapevano che era meglio non mettersi contro Nicholai Ginovaef e quindi lo seguirono quando lui prese ad allontanarsi. Nel frattempo i tre agenti, informavano i QG della situazione
<< Annullate il lancio della testata nucleare. Ma dovete bombardare l’ospedale, è l’unico posto che non possiamo ripulire del tutto >> disse Raymond. Uno di quegli Strelats volanti, planò fino ad arrivare difronte a loro, le ali erano lembi di pelle tesa su aculei ricurvi, la testa dello Strelats era più piccola del normale e seguendo un profilo liscio dalla nuca al muso finiva con un becco osseo. I colori di quella creatura erano quelli della terra, un leggero color terra di Siena sulle ali e un marroncino più scuro nel resto del corpo, alcune chiare macchie verdastre che parevano simulare il muschio si vedevano in tutto il corpo come le chiazze di un leopardo, una lunga coda spinosa sferzava l’aria, le quattro zampe erano munite di artigli neri opachi, la creatura spiccò un balzo cominciando a sbattere le ali provocando forti sferzate di vento. Tentò di decapitarli con la grossa coda spinata, ma che fine avevano fatto gli ex-mercenari della UBCS? I tre agenti non li vedevano da nessuna parte, quei codardi se l’erano svignata appena avevano trovato l’occasione. Fortunatamente escludendo il fatto che sapesse volare come un drago, quello Strelats era fragile come lo era nella sua versione terrestre, ai tre bastò infatti evitare i colpi dello Strelats e sparargli contro un paio di volte perché la creatura diventasse cenere senza mai toccare il suolo una seconda volta. I tre ripresero il loro viaggio verso l’R.P.D., non sapendo che i Primi Tredici e i sopravvissuti si stavano dirigendo verso di loro.
-UM-01 “Root of Hell”, Foresta degli Arklay, Racoon City
Chris tirò un artigliata contro Wesker che la schivò con agilità per poi contrattaccare utilizzando la stessa forza di Chris contro di lui. Era come lo scontrarsi di due semidei, la loro forza si eguagliava così come la loro velocità e la loro agilità, era tutta una questione dell’affondo finale come nella scherma. I loro scontri erano sempre sembrati una danza, una danza oscura e coinvolgente fatta di odio e rancore, fatta di rabbia esplosa in un unico colpo e di fredda logica, di sguardi e battutine saccenti. Un intricata coreografia, che portava allo scontro anche dell’anima, una coreografia così complessa che non sarebbero bastati milioni di copioni per descriverne ogni movimento. Chris aveva evitato un paio dei colpi di Wesker, prima di ricominciare a contrattaccare, il moro vide un Albert rivolgergli un sorrisetto canzonatorio prima che un lampo di luce biancastra lo accecasse, una granata Flash bang,
<< Codardo! >> aveva gridato il Redfield, non conscio che Wesker non era più nella sala. Albert nel frattempo aveva già raggiunto la sala centrale del laboratorio, dove si trovava Will. E dal server centrale aveva tolto l’energia a tutte le zone limitrofe alla sala centrale. Lasciando l’intero laboratorio al buio, e liberando le eventuali creature ancora in criostasi.
-Racoon City
Era stata una fortuna quella di incontrare i Primi Tredici, che erano appena risaliti in superfice, prima di arrivare fin all’R.P.D., i tre agenti G.A.A.B. avevano riferito l’informazione che la nuclearizzazione di Racoon City era stata annullata e li avevano dovuti informare che il General Hospital di Racoon City era stato distrutto, o meglio che lo sarebbe stato molto presto, da alcune testate esplosive. Non avevano eliminato tutti gli zombie era ovvio, era impossibile eliminare quasi un milione di individui in così poco tempo ma grazie gli Shrieker probabilmente un paio di migliaia erano stati eliminati.
<< Noi ci occuperemo di fare evacuare i restanti sopravvissuti, Redfield. Tu e Leon potrete così occuparvi della questione “Chris” >> disse Nicolas Krauser. Claire si trovò ad annuire completamente d’accordo con l’uomo. Per avere un ampio raggio d’esplorazione la squadra si divise in squadre più piccole, mentre Kevin, Mavin e Raymond portavano i sopravvissuti al sicuro, ovvero lontano da Racoon City in una cittadina ad una quarantina di chilometri di distanza da Racoon City, non era molto lontana ma abbastanza perché non si trovassero più nella zona di Biohazard. Barry e Rebecca andarono nella zona del Racoon Daily Press, Jensen e Piers nella zona del magazzino e del rifornimento di benzina Stagla, Nicolas e Lorelai controllarono la zona della Torre dell’orologio St. Michael e dintorni, Beltway e Vector della zona dell’R.P.D. e dintorni, HUNK avrebbe cercato possibili sopravvissuti nella zona del Kendo’s Gun Shop, Parker e Rachel nelle zone degli appartamenti della Kiss Street e i due fratelli Vikers nella zona degli appartamenti dell’Euston Street vicino allo zoo di Racoon City.
-Dintorni del Racoon Daily Press, Racoon City
Alcuni zombie solitari caracollavano per le strade, arrancando sull’asfalto macchiato di sangue. Sentito il loro odore molti di quelli si voltavano verso di loro, tendendo le braccia, insanguinate, e incespicando con passi barcollanti, gli occhi vitrei e lattiginosi fissi verso di loro. Però i due continuarono ad avanzare spediti verso il loro obiettivo ovvero il Racoon Daily Press, mentre alle loro spalle cominciava a formarsi un gruppo di non-morti un tempo abitanti di Racoon City. Per fortuna di Barry, sua moglie, Poli e Moira erano nella città di Tall Oaks e quindi molto lontane da Racoon City. Erano appena entrati nell’edificio, e vennero accolti da un piccolo gruppo di zombie, riuscirono però ad eliminarli abbastanza in fretta, i due si divisero, Rebecca al piano superiore e Barry avrebbe cercato i sopravvissuti al piano inferiore. Gli spazi nei corridoi e negli uffici erano abbastanza angusti ed era difficile evitare gli zombie, ma con un poco di fatica ci riuscì, non trovò alcun sopravvissuto in nessuno dei primi tre uffici che a dirla tutta sembravano la rappresentazione materiale del caos, fogli di carta sparsi ovunque sia sulle scrivanie che sul pavimento, le scrivanie scostate violentemente, per creare barricate contro gli zombie, che formavano a volte veri e propri muri in diagonale, e delle lunghe scie di sangue percorrevano le pareti in corrispondenza degli sbocchi dei condotti d’aerazione, Liker? In molti degli uffici non vi era l’ombra di un anima viva, solo creature non-morte o proprio il nulla. Sentì uno sparo provenire da una delle stanze che non aveva ancora controllato, si diresse correndo verso quella direzione schivando un paio di zombie a cui era meglio non sparare per questione di munizioni, una donna aveva sparato ad uno zombie un colpo alla testa forse casuale, la donna aveva dei corti capelli biondicci e gli occhi azzurri portava un leggero trucco sul viso, indossava un tailleur rosso scuro e un orologio argentato al polso destro e appuntato sulla giacca del tailleur stava un tesserino giallo con il numero 813, Alyssa Ashcroft2, molte volte durante una qualche operazione G.A.A.B. ben riuscita lui e gli altri erano stati intervistati da lei, che nonostante tentasse di non mostrare che era spaventata e ci riuscisse a livello di mimetica facciale, nei suoi occhi si poteva vedere la paura che dilagava nel suo animo. Ma ovviamente lei non era tipo da mostrare un qualcosa del genere o di chiedere aiuto. Nel frattempo Rebecca stava ancora controllando i vari uffici del piano inferiore, quando udì qualcosa di simile ad un grido di dolore solo molto più acuto, incontrò il fautore di quelle urla proprio alla fine del corridoio, la creatura corrispondeva alla descrizione degli Scream of Death che gli aveva fornito Rachel, con quelle urla stava stordendo qualcuno, un sopravvissuto. Rebecca sparò contro la creatura attirando la sua attenzione, che si voltò mentre le tre sezioni del viso si richiudevano. C’era un particolare che differiva dalla descrizione di Rachel, quella creatura aveva degli occhi, per meglio dire era un unico occhio dalla forma appena abbozzata fra le pieghe della carne rossa e cadente, stava per lanciare un altro urlo stordente ma Rebecca gli impedì di lanciarlo sparando un colpo dritto al centro del “viso” del mostro. Dopo un paio di colpi lo Scream cominciò a liquefarsi, anche questa cosa che differiva col resoconto di Rachel, Rebecca si avvicinò alla sopravvissuta sperando di essere riuscita a salvarla e c’era riuscita, la sopravvissuta in questione era una ragazza dai capelli neri lisci che le arrivavano alle spalle, gli occhi anch’essi neri dal taglio orientale, i tratti del viso nipponici, indossava una giacca verde militare sopra ad una maglia nera e un paio di blue jeans sbiaditi. Una volta saputo dalla sopravvissuta che non vi erano altri in quel piano, decise così di riunirsi con Barry assieme a Yoko.
-Pressi del magazzino, Warren Street, Racoon City
Sarebbero potuti entrare dal magazzino dall’ingresso principale invece di entrare dall’ingresso di servizio, se l’avessero fatto probabilmente non si si sarebbero trovati in questa situazione circondati da zombie e con le spalle al muro e una porta che non ne voleva sapere di aprirsi, Jensen si voltò verso la porta e sparò alla serratura facendola saltare e aprendo la porta, lui e Piers si fiondarono dentro il magazzino chiudendo la porta alle loro spalle e bloccandola con alcuni scatoloni abbastanza pesanti. Il magazzino era un luogo abbastanza spazioso nonostante i cumuli di scatoloni accatastati in modo suppergiù ordinato, un container si trovava nel lato destro della stanza, un container arancione chiuso ermeticamente, Jensen dal canto suo continuava a combattere solo per non morire come un miserabile che si era arreso all’infezione, sapeva che quel nuovo T-Virus era più letale del suo predecessore, e conosceva anche i suoi sintomi. Primo fra qui la completa insensibilità della pelle e l’adombramento dei sensi, era come se vedesse il mondo coperto da una leggera nebbia e come se i suoni fossero attutiti, ma Piers questo non doveva saperlo, lui doveva credere che stesse bene che non avesse contratto l’infezione. Stava aiutando Piers ad aprire il container quando lo vide fermarsi fissandolo quasi vedesse qualcosa di impossibile, Jensen abbasso lo sguardo adesso poteva definitivamente mandare a farsi fottere il suo piano del fargli credere che non era infetto, probabilmente il bordo di quella porta metallica era tagliente, questo lo dimostrava il fatto che si era ferito i palmi di entrambe le mani, i tagli erano abbastanza profondi poteva vederlo eppure non sentiva dolore, in realtà non provava, né sentiva niente di niente come se fosse stato svuotato di tutto adesso sembrava l’opposto Piers quello preoccupato ed emotivo e lui quello gelido che pareva non provare emozioni. Piers l’aveva allontanato dal container e aveva cominciato a medicargli i tagli, senza permettergli di aiutarlo, gli diceva qualcosa ma il suono era così attutito che non riusciva a capirlo e pensare che gli era sempre piaciuto il suono della voce di Piers. Nivans non voleva che si trasformasse in uno di quei morti viventi, a dire il vero nemmeno lui voleva diventarlo ma ora niente gli sembrava aver senso,
<< Continuiamo a cercare i sopravvissuti >> disse Jensen, ma la sua stessa voce gli suonava fievole. Quasi indebolita come tutto di lui del resto.
-Foresta degli Arklay, pressi della Magione Spencer, Racoon City
La foresta degli Arklay non era sembrata più tanto fredda e oscura dopo la fine dell’Apocalisse, ma adesso sembrava che quell’aura di terrore fosse tornata, la brezza gelida soffiava fra gli alberi smuovendo i loro rami secchi e innevati, producendo un sinistro sibilo. Le piccole piante del sottobosco erano ricoperte di brina cristallina, si sentiva il lontano gracchiare dei corvi mentre alcuni volavano sopra le teste dei due agenti e degli zombie che si erano dispersi dal gruppo che ancora si trovava a Racoon City. La villa si innalzava in tutta la sua bellezza dal centro della radura, era stata ricostruita in ogni minimo dettaglio, tanto per non dimenticare il luogo da dove era cominciato tutto, persino gli enigmi, i passaggi segreti e la disposizione delle sale erano state riprodotte con la massima attenzione nei dettagli. La grande doppia porta in legno di quercia era socchiusa, il che era davvero strano, Leon e Claire sentirono dei ringhi alle loro spalle, cinque Cerberus emersero dal bosco, i muscoli esposti dai lembi mancanti di pelle, gli occhi lattiginosi e in alcuni uno mancava, i denti macchiati di sangue, filamenti di saliva e sangue che colavano dalle fauci serrate i cinque cani presero a correre verso i due agenti. I due riuscirono ad ucciderne uno, ma quando altri tre spuntarono dalla foresta, Leon e Claire decisero di correre verso la villa, chiudendosi la doppia porta alle spalle. Claire si ricordò che Jill le aveva detto parlandogli della missione degli Arklay che erano stati proprio i Cerberus a costringerli ad entrare nella villa, la grande sala centrale era illuminata da un grande lampadario di cristalli appeso al soffitto, anche questo era strano, la villa era stata chiusa al pubblico per mesi ed era stato eliminato il collegamento alla corrente elettrica cittadina. Che fosse un generatore autonomo? I due presero ad avanzare nella villa per esplorarla…
-Magazzino, Warren Street, Racoon City
<< Piers non possiamo rimanere qui, ogni secondo che perdiamo potrebbe costare la vita ad uno dei sopravvissuti che si trova ancora in città >> cercò di convincerlo Jensen, in verità anche se non voleva nemmeno pensarlo, in quel momento non gli interessava della vita degli altri voleva solo non stare con le mani in mano ad aspettare di diventare uno di quei gementi esseri affamati di carne umana.
<< Se tu la smettessi di contestare ogni mia parola, potremmo fare qualcosa per te, invece di star qui a discutere. >> gli rispose Piers, quasi per le rime, lui aveva messo la missione in secondo piano per lui ed era una cosa che non aveva mai fatto.
 
<< Questo virus non ha una cura, Piers. Non posso fare niente per salvarmi, ma almeno permettimi di non sprecare quest’ultime ore o minuti della mia vita >> disse il ragazzo castano, era una supplica lui non voleva sprecare quegli ultimi minuti- o ore per quanto ne sapeva-
Magnus amor est is qui mostrat ut non habet plus nihil3
Piers si avvicinò a lui, solo un paio di centimetri a dividere i loro visi, gli occhi castani opachi di Jensen fissi in quelli smeraldo luminosi di Piers. Senza ulteriori ripensamenti, Piers azzerò la distanza che li separava appoggiando le labbra su quelle di Jensen, per un momento i due rimasero immobili così, incuranti del fatto degli zombie che battevano contro la porta sprangata, il loro non era stato un vero e proprio bacio più che altro uno sfiorarsi di labbra, Jensen lo guardava sconvolto e prima che Piers dicesse qualcosa lui parlò
<< Cosa ti passa per la testa?! Sono come uno dei vettori là fuori, se…se ti fossi spinto più in là, se mi avessi fatto cedere, ti saresti potuto infettare >> era preoccupato, sentiva nuovamente qualcosa di umano bruciargli dentro, in quel momento gli zombie riuscirono a sfondare la porta, i due agenti si voltarono verso il branco che cominciava ad invadere il magazzino, e pistola alla mano cominciarono a sparare. Ogni colpo era più preciso dell’altro, uno alla spalla, uno al collo, uno alla testa. Jensen non sentiva nemmeno il rinculo della pistola, continuava a sparare a raffica, si interruppe solo per ricaricare. Per un momento un sorrisetto gli sorse spontaneo sulle labbra, come divertito dalla facilità con cui quei non-morti cadevano sotto i suoi colpi, ma scomparve rapidamente. Presto tutti i morti viventi che avevano invaso il magazzino erano morti definitivamente. Jensen e Piers proseguirono la ricerca dei sopravvissuti, anche se non avrebbero dovuto farlo vista la condizione di Jensen, le strade di Racoon erano la rappresentazione fisica del caos e della disperazione, fuoco e distruzione si vedevano ovunque si ci girasse, seguiti anche dalla morte che quasi pareva essere vista nel suo lento e placido camminare fra le strade. Alcuni non-morti emergevano dalle fiamme incuranti del fatto che esse avvolgevano i loro corpi, non ancora putrefatti ma indiscutibilmente morti, lambendo la pelle e divorandola man mano con le sue lingue di fuoco i non-morti erano attratti dal profumo di vita e dal battere agitato del cuore dei sopravvissuti che li attiravano come la luce cattura le falene. Jensen rabbrividiva pensando che presto o tardi, se Piers non gli avesse sparato prima, si sarebbe trasformato in una di quelle creature, non voleva, non voleva perdere se stesso. Un Liker sbarrò la strada ai due lanciandosi da un vicino edificio, i muscoli esposti dal colore rossastro guizzavano contraendosi o rilassandosi ad ogni movimento della creatura, i grandi artigli graffiavano l’asfalto con una facilità disarmante lasciando traccia del suo passaggio, spalancò le fauci irte di denti aguzzi e storti dai profili seghettati srotolando una lunga lingua sottile dalla punta cheratinosa, il Liker balzò come una rana verso i due tendendo le braccia, il forte rumore di uno sparo rimbombò nelle strade vuote popolate solo da non morti, il Liker cadde al suolo mentre una chiazza di sangue scuro si allargava sotto la sua testa. “Che diavolo…?” uno scintillio metallico attirò il suo sguardo, qualcuno con un fucile da cecchino? Raggiunsero il palazzo su cui si trovava il loro salvatore, un ragazzo li raggiunse, gli occhi verdi del ragazzo brillavano illuminati dalla contentezza del vedere altri sopravvissuti. Il logo sulla sua divisa era quello della contea di New York
<< F-Finn Macauley >> si presentò, balbettando leggermente. Jensen venne prontamente afferrato da Piers quando svenne,
<< Cosa gli sta succedendo? >> chiese Finn, mentre cercava qualcosa nello zaino che portava a spalla
<< Il nuovo T-Virus >> rispose Piers senza pensare, volendosi prontamente rimangiare le parole dette dopo essersi reso conto di aver informato uno sconosciuto dell’infezione di Jensen
<< H-Ho la cura, il Daylight.24 >> disse il ragazzo, porgendogli un astuccio color argento con il logo del General Hospital di Racoon City all’interno di esso vi era una siringa l’ago spesso meno di un capello e il cilindro di vetro colmo di un liquido denso dal colore violaceo con riflessi di perla, i due non sapevano però che quel antidoto era la causa della creazione di mostri anche peggiori di quelli creati dal T-Virus quando lo iniettarono al ragazzo che aveva perso i sensi.
-Dintorni della Torre dell’Orologio St. Michael, Raccoon Street
La zona della Torre dell’Orologio era stranamente sgombra dai non-morti o da qualunque altra creatura, era tutto troppo tranquillo. Il Bar/Pub Paradise Inside aveva la porta chiusa e probabilmente sprangata a giudicare dal fatto che non si poteva aprire in alcun modo, decisero di provare ad entrare dall’uscita di servizio che dava su un vicoletto normalmente degradato di suo, due cadaveri erano stesi a terra all’ingresso del vicolo erano due uomini, il primo più vicino all’ingresso del vicoletto aveva il ventre squarciato e il corpo costellato di morsi, gli occhi ancora aperti erano del tutto bianchi il secondo uomo che invece si trovava vicino alla parete del vicolo aveva ancora indosso una divisa del tutto nera, con alcuni aloni più scuri e in un punto sopra la spalla destra vi era una chiazza a forma di ottagono, il braccio sinistro era totalmente assente e la testa era voltata in modo innaturale, abbastanza da far supporre che gli fosse stato torto il collo, letale per un uomo ma non per uno zombie, presto si sarebbe rialzato come non-morto. Ma adesso i due agenti non avevano tempo da perdere, si diressero quindi verso l’uscita di servizio del Bar/Pub Paradise Inside sulla porta metallica campeggiava la scritta “Exit” con lettere color argento, la porta si aprì facilmente e bastò tirare verso l’esterno per aprirla, l’odore dolciastro e appiccicoso della decomposizione mescolato a quello dell’alcool fermentato si espanse nel vicoletto investendo i due agenti G.A.A.B. e quella mescolanza di odori mescolato a quello acre dei cadaveri che bruciavano avvolti dalle fiamme era una miscela da voltastomaco. I due si costrinsero comunque ad entrare nel locale, tutto era abbastanza in ordine, quasi niente fosse successo tuttavia qualcosa stonava con l’ambiente ancora pulito, un cadavere in avanzato stato di decomposizione era accasciato sul pavimento, una chiazza di sangue ormai secco si trovava in corrispondenza della testa del cadavere e alle sue spalle vi erano degli schizzi ad alta velocità di sangue anch’esso secco, fra le mani raggrinzite stringeva ancora la pistola. In quella zona oltre al cadavere non vi era null’altro, tranne il caricatore sul bancone che era pieno di proiettili per una 9mm. Tornarono nel vicoletto, subito notarono che i due cadaveri che prima si trovavano all’ingresso del vicolo adesso erano scomparsi, circospetti più che mai avanzarono nella strada tornando sulla Raccoon Street pronti a dirigersi alla Saint Michael Clock Tower, l’aura che l’edificio emanava era di tranquillità più assoluta le lancette sul quadrante dell’orologio erano ferme alle ore 8:15 del pomeriggio proseguirono all’interno dell’edificio, le sale erano arredate con gusto ed erano tutte vuote da mostri o non-morti. Arrivati nella torre notarono che un ingranaggio mancava nel quadrante e era la ruota dentata centrale, qualche volta chiamata l’ingranaggio di Chronos, una ruota dentata di rame placcata d’oro e l’unica cosa che avevano da sperare e che non fosse stata riposta nella nicchia segreta che si attivava con l’enigma di Passato, Presente e Futuro, alla fine si trovarono a risolvere l’enigma, trovando le tre sfere che erano state separate da qualche agente R.P.D. sopravvissuto durante l’Apocalisse, non sapeva né da chi, né quando esattamente pensò Nicolas.  Ci misero un po’ per capire come funzionava quel meccanismo, ma alla fine capirono la soluzione, misero la sfera di cristallo sul piatto del quadro del passato, quella d’ossidiana nel piatto del quadro del presente e infine quella d’ambra in quello del futuro. L’orologio nel quadro del presente segnò la mezzanotte e il quadrante si sganciò mostrando l’ingranaggio Chronos
<< Vorresti ricordarmi perché abbiamo risolto questo assurdo enigma? >> chiese Lorelai, un poco infastidita da tutti i tentativi che avevano dovuto fare
<< Per usare il suono delle campane come un faro per i sopravvissuti >> le rispose Nicolas << E preparati a combattere perché non attireremo solo l’attenzione dei sopravvissuti ma anche quella di tutte le creature che udiranno le campane suonare >> dice poi dirigendosi verso le scale che li porteranno al piano superiore, ma arrivati alla balconata un ringhio gorgogliante li fece fermare, una creatura simile in tutto e per tutto ad un G-infant si palesò di fronte a loro, la grande mano palmata protesa verso di loro mentre si preparava a caricarli, la zampa destra era una massa informe di carne lucida e grigiastra che trasudava di una bava color arancio  semi-trasparente, si lanciò verso i due agenti che riuscirono ad evitare la sua carica, i due spararono un paio di colpi nel grosso occhio rosso che si apriva sulla schiena del mostro. La creatura si voltò molto rapidamente nonostante la stazza e tentò di afferrare uno dei due agenti prima che il G-infant riuscisse ad afferrare Lorelai, Nicolas si lanciò contro la creatura, spingendola indietro con quanta più forza aveva fino a che la fece cadere dal balcone la creatura afferrò Nicolas, con la mano non palmata e avrebbe trascinato l’agente con sé se Nicolas non avesse reagito in fretta sfoderando il coltello M9 Bayonet e recidendo i tendini della mano del mostro che perse la presa, sfracellandosi contro l’asfalto con un rumore umido e disgustoso. Prima che Lorelai potesse dire alcun che Nicolas le rispose bruscamente
<< Andiamo a posizionare questo ingranaggio. Oh e prima che tu chieda sto bene quella creatura non è riuscita a farmi niente >>. Poi si diressero all’interno della torre dell’orologio e lì posizionarono l’ingranaggio al loro posto e le campane cominciarono a suonare risuonando nelle strade come annuncio di un luogo di salvezza.
-Jack Street, pressi del Black Jack Bar
I due ex-membri della USS avevano un’ampia zona da controllare l’intera parte alta della città, per prima cosa avrebbero controllato al Black Jack Bar pensando che qualcuno poteva essersi rifugiato all’interno. Una creatura sgusciante e orrida balzò di fronte a loro, aveva innumerevoli zampe uncinate che spuntavano dal corpo informe protetto da un esoscheletro contorto e nodoso, lanciò un grido sibilante i denti aguzzi e giallastri lucidi di saliva in bella mostra, gli occhietti neri grandi come palline da ping-pong erano fissi su di loro, la cosa simile ad un Drain Deimos si lanciò verso di loro ad una folle velocità producendo solo un lieve ticchettio ad ogni passo, la rosa dei colpi del fucile a pompa era larga e nonostante tutto non riusciva a colpire il mostro o meglio lo colpiva ma i pallettoni sparati dal fucile rimbalzavano sull’esoscheletro. Il mostro sollevò le zampe anteriori, mostrando una piccola zona rossastra sull’addome non protetta dall’esoscheletro ritorto, Beltway evitò il fendente del mostro e mentre il corpo del mostro si chiudeva su se stesso lanciò una granata all’azoto verso la creatura che imprigionò la granata nel suo corpo, quando la granata esplose il corpo che venne congelato dall’azoto si frantumò in centinaia di piccole schegge di carne congelata il cui ghiaccio d’azoto evaporò ancor prima di toccare l’asfalto rovente. Successivamente tralasciando gli zombie che incrociavano e che eliminavano facilmente non fu difficile raggiungere il Black Jack Bar che come avevano pensato non era vuoto ma ospitava due sopravvissuti, una ragazza che indossava la divisa delle cameriere del Black Jack Bar e un uomo che non riuscivano ad identificare anche se a giudicare dal modo in cui tremava e dal colore troppo pallido della sua pelle doveva aver contratto una qualche malattia. Ma non sapevano se l’uomo fosse stato infettato dal nuovo T-Virus.
-UM-01 “Root of Hell”, Foresta degli Arklay, Racoon City
Gli occhi del Tyrant moro brillavano nel buio come gli occhi di un gatto, non faticava a vedere nel buio che aveva avvolto il laboratorio, voleva solo raggiungere Wesker in quel momento non gli interessava nient’altro. Sapeva che qualunque cosa gli fosse successa i suoi Tyrant avrebbero continuato il suo piano, anche se con più lentezza di ciò che lui sarebbe stato capace di fare ma non gli importava. Albert Wesker doveva pagare per ciò che gli aveva fatto, e avrebbe pagato Chris ghignò pensando a ciò che avrebbe fatto al biondo. Sentì uno zampettare alle sue spalle, e un picchiettio come di acqua che gocciolava si voltò eppure non riusciva a distinguere una forma definita ma solo centinaia di piccoli occhi color ambra che sembravano sparsi ovunque in quell’oscurità forse non era un'unica creatura ma erano centinaia di piccole creature, ma allora perché non né vedeva i contorni? Cosa diavolo era quella creatura?
-Kendo’s Gun Shop, Racoon City
Trovare Robert Kendo completando così la missione era stata una cosa positiva, il fatto che Kendo fosse morto e che una creatura, che pareva essere invulnerabile a qualunque cosa, lo stesse inseguendo era una cosa negativa. La creatura in questione era un enorme essere tentacolare, artigliato e informe che ovunque la colpisse accusava il colpo senza rallentare emettendo un verso che parevano centinaia di urla mescolate in un unico acuto stridente urlo la creatura si divise in due parti che tentarono di bloccarlo avvinghiandoglisi addosso come serpenti o piante rampicanti, riuscì a liberarsi di quei tentacoli grazie ad un paio di fendenti ben mirati del coltello. Quella creatura non pareva poter essere ammazzata in alcun modo, la sua fidata Matilda era completamente inutilizzabile causa la completa mancanza di munizioni, la creatura non emetteva alcun suono mentre si muoveva e pareva averlo scelto come obiettivo e sembrava che fosse molto determinata a prenderlo nemmeno il lontano suono delle campane parve distrarla. Sentì un ticchettio metallico qualcosa di metallo che colpiva l’asfalto, ebbe appena il tempo di allontanarsi dal possibile raggio d’azione della granata che essa esplose inglobando l’enorme mostro Uroboros in un turbine infuocato, squagliandone i tentacoli in una pozza catramosa che ribolliva,
<< La morte non può morire, non è così, signore? Ma stavolta c’è andato molto vicino, Mr. Morte >> la divisa rossa era visibile dietro il muro di fiamme che andava spegnendosi, Lone Wolf, nome in codice Nighthawk, gli aveva appena salvato la vita.
-Incrocio fra la Mission Street e la Mina Street, Racoon City
Era da lì che il nuovo T-Virus aveva avvelenato la sua prima vittima, Sheila Serizawa. Parker Luciani e Rachel Foley avanzavano per la via deserta se non per qualche sporadico non-morto, il cui corpo veniva divorato dalle fiamme.
<< Rachel, pensi davvero che riusciremo a salvare Racoon City? >> le chiese Parker
<< Confido che Claire troverà Chris, tagliata la testa del drago tutti i suoi burattini crolleranno come mosche >> gli rispose la bionda, raggiunsero abbastanza, forse troppo, facilmente il complesso di appartamenti della Kiss Street, un paio di Poison Ivy camminavano difronte all’ingresso del complesso residenziale, degli sbuffi di gas tossico fuoriuscivano dalla bocca della creatura ad ogni suo “respiro”. Il baccello che componeva la testa della creatura pareva essere danneggiato dalla calura che cuoceva l’aria
-Edificio della Park Street, pressi del rifornimento di benzina Stagla, Racoon City
Nonostante gli fosse stato iniettato l’antigene al Virus-T, le condizioni di Jensen non parevano migliorate anzi sembravano essere peggiorate. Gradualmente però i sintomi cominciavano a scomparire e la febbre ad abbassarsi, e finalmente Jensen si riscosse da quello stato di incoscienza che stava facendo preoccupare Piers, i suoi occhi castani sebbene arrossati non erano diventati di quell’opaco bianco lattiginoso che contraddistingueva gli occhi delle armi bio-organiche che barcollavano per le strade.
<< Che…Che è successo? >> chiese Jensen, ancora confuso prima di tutto perché si sentiva stanco come se non avesse dormito per una settimana e perché la testa gli faceva un gran male. Finn arrivò in quel momento scendendo dalla scaletta che dava sul tetto con una velocità sorprendente, quasi incespicando sui suoi stessi passi
<< Tre T-103 si stanno dirigendo qui >> disse agitato, era già difficile liberarsi di un solo T-103 immaginarsi di liberarsi di tre, un T-103 sfondò la porta con una bracciata, portando con sé anche una parte della parete. I pesanti passi della creatura facevano tremare il pavimento facendo staccare quei pochi pezzi di intonaco rimasti nella parete da cui era arrivato. Gli altri due T-103 erano arrivati nel momento in cui il primo T-103 si era diretto verso i due agenti, uno dei tre invece del solito cappotto verde militare portava un capotto rosso scuro e aveva due piccole corna sulla fronte, un T-103R. Evitarono i colpi sferrati dalle creature, Jensen, anche se era ancora intontito da non-sapeva-esattamente-cosa, fu abbastanza rapido ad evitare il pugno letale del T-103R. Si allontanarono dall’edificio, dirigendosi correndo verso il rifornimento di benzina Stagla, i Tyrant con i loro ampi passi, con andatura normale, riuscivano a seguirli senza problemi.
-Complesso residenziale della Kiss Street, Racoon City
Gli Ivy parevano debilitati dal calore che si espandeva nell’aria dai vari incendi appiccati nelle vicinanze del complesso residenziale, compreso quello le cui fiamme stavano divorando la splendida quercia che si trovava di fianco al complesso di appartamenti, la quercia bianca bruciava rilasciando nell’aria un piacevole odore che si spandeva con l’evaporare della linfa della pianta. I Poison Ivy appoggiavano mal fermi le radici atteggiate a zampe sull’asfalto rovente. Avvicinarsi alle creature sparando non sarebbe stata un ottima idea, visti anche i normali Ivy che si trovavano non molto lontano dai Poison, dovevano trovare un modo per dar fuoco a quelle piante carnivore anche senza granate incendiarie, come un illuminazione Rachel ebbe l’idea, senza avvisare si lanciò correndo verso le creature, attirando la loro attenzione e quando tentarono di afferrarla con le grosse liane che avevano come braccia, Rachel si abbassò facendo finire le braccia delle creature nelle fronde incendiate della grande quercia secolare, il fuoco cominciò immediatamente ad inglobare i fusti viventi delle Ivy, quando le fiamme raggiunsero i baccelli-teste delle piante, i cui carnosi petali cominciavano ad arricciarsi anneriti dalle fiamme, le Ivy stramazzarono al suolo. I due agenti entrarono nel complesso residenziale, una comunicazione da parte di Brad arrivò ai loro auricolari
<< L’intero complesso di appartamenti della Euston Street è perduto, io e Brandon siamo bloccati nell’ appartamento 345 a al terzo piano, non so cosa sia ma c’è qualcosa, qualcosa che sta tentando di ammazzarci. Venite ad aiutarci, vi prego quella cosa vuole ucciderci! >> Gli agenti fecero immediatamente dietro front dirigendosi all’esterno dell’edificio, dovevano salvare i loro colleghi.
-Euston Street, Racoon City, un’ora prima della comunicazione
I due fratelli avanzavano per la strada, gli zombie che arrancavano per le strade e che tentavano di afferrarli venivano eliminati rapidamente con un colpo alla testa, raggiungere il complesso di appartamenti sembrava semplice anche troppo, ma i due non si erano fatti né dubbi, né problemi meglio semplice che impossibile no? D’altronde erano abituati ad eliminare BOW e se Chris non gli aveva mandato mostri di sua creazione contro, tanto meglio. Arrivati nell’edificio, a quattro piani i due fratelli decisero di dividersi, piano terra e primo piano sarebbero stati controllati da Brad mentre secondo e terzo piano da Brandon
<< Fa’ attenzione, fratellone >> disse Brandon, voltandosi mentre cominciava a salire le scale
<< Anche tu >> gli rispose Brad, prima che anche lui si voltasse per dedicarsi alla sua missione. Doveva ammettere che nonostante tutto trovasse ancora spaventoso stare tutto solo mentre il buio rischiarato solo dall’inquietante luce tremolante degli incendi che bruciavano la città e la inglobavano, e quello gli fece venire in mente una filastrocca, di cattivo gusto a suo parere, che molti bambini conoscevano, anche se lui non sapeva chi fosse stato a crearla e così la filastrocca cantava:
Raccoon City brucerà,
Corri, Corri!
Presto o il mostro ti prenderà
Raccoon brucia,
E il mostro arriverà.
Nasconditi, nasconditi o ti troverà
Fino a dieci conterà,
Sbrigati, corri!      
Se ti trova ti mangerà…
Proprio mentre Raccoon City brucerà5
Indelicata senza dubbio eppure molto apprezzata fra i bambini, che la usavano prima di giocare a nascondino. “Brad, Concentrati!” si disse, avvicinandosi alla porta del primo appartamento, il 142, sulla porta di legno marroncino l’impronta insanguinata di una mano campeggiava accanto al pomello lordo di sangue. Facendosi coraggio, girò il pomello e spinse la porta, lentamente controllando dal piccolo spiraglio offertogli inizialmente per analizzare l’ambiente. Niente di vivo o morto…o non-morto-aggiunse mentalmente-in vista pensò. L’anticamera dell’appartamento era praticamente vuota e abbastanza pulita se non per qualche macchia rossastra di origini sospette, “Avrei immaginato di peggio” pensò. Le altre stanze erano ancor più pulite, tranne che per il salotto e il cadavere che ospitava. Impiegò quasi un’ora ad controllare tutti gli appartamenti del piano terra, sentì il graffiante suono del rompersi di un vetro e un grosso essere che pareva essere un misto fra un orso e un gorilla con però un muso affilato e tanti piccoli occhi verdi che lo fissavano, l’orso-gorilla tentò di attaccarlo ma lui lo evitò, si voltò e corse, chiudendosi la porta alle spalle, non che servì a molto visto che la BOW la sfondò con facilità inseguendolo anche per le scale. Brad incrociò Brandon che pareva avere anche lui il suo orso-gorilla stalker. Si chiusero nell’unica stanza con la porta blindata la 345 a, arrivati all’interno bloccarono la porta e spostarono alcuni dei mobili più pesanti davanti alla porta e si rintanarono nella stanza più lontana dall’anticamera bloccando anche quell’altra porta. Brad attivò gli auricolari e disse agitato e terrorizzato:
<< L’intero complesso di appartamenti della Euston Street è perduto, io e Brandon siamo bloccati nell’ appartamento 345 a al terzo piano, non so cosa sia ma c’è qualcosa, qualcosa che sta tentando di ammazzarci. Venite ad aiutarci, vi prego quella cosa vuole ucciderci! >>
-Sotterranei di Villa Spencer, Foresta degli Arklay, Racoon City
Essersi documentati sull’originale Villa Spencer li aveva aiutati ad arrivare lì dove sarebbero dovuti essere i laboratori notarono un'unica porta metallica e su di essa si trovava il logo della Umbrella. Claire e Leon rimasero interdetti per qualche istante, ma si decisero a oltrepassare la porta. Si trovarono davanti un corridoio immerso nell’oscurità e che pareva infinito, camminarono per quelle che parvero loro ore superando una sala, in cui pareva esserci stata una battaglia fra giganti e giunsero una parte del corridoio in cui giacevano numerose carcasse dalla forma indistinta, sventrate e squartate. E proseguirono trovando sempre più tracce di morte, creature smembrate, pozze di sangue dall’odore di sostanze chimiche (segno della loro appartenenza a mostri ormai scioltisi), RE36 che non avevano più testa o braccia e un unico OR-17 con il suo lungo braccio destro completamente staccato dal corpo. Tutte quelle creature parevano essere state uccise con una furia sempre maggiore man mano che avanzavano. Fino a che giunsero ad un’ampia sala centrale cuore del laboratorio, Chris combatteva contro Wesker-? – mentre William Birkin riempiva una siringa con un qualcosa, numerosi corpi umani erano sul pavimento uccisi probabilmente dai due Tyrant o così i due agenti G.A.A.B. credevano. Chris li notò e ghignando si lanciò contro di loro ignorando momentaneamente Wesker. Il colpo però non li raggiunse mai era stato letteralmente trascinato indietro da Wesker che aveva afferrato uno dei tentacoli di Chris e lo aveva usato per come fune per trascinarlo di nuovo verso di sé. Chris si voltò furente verso il Tyrant biondo, tentando di tagliargli la gola con gli artigli o ti afferrarlo con i tentacoli, ma Wesker evitava ogni colpo con maestria ed eleganza. Claire e Leon decisero allora di attaccare il Redfield mentre era distratto e Wesker sembrò capire la loro intenzioni perché all’improvviso afferrò Chris per le braccia e lo tenne fermo, come a renderlo un perfetto bersaglio immobile. I due non si lasciarono impressionare dal cambiamento di Wesker e approfittarono sparando ripetutamente contro il Tyrant moro, i proiettili delle loro armi erano “sicuri” ovvero sarebbero rimasti all’interno del corpo di Chris e non avrebbero ferito Wesker che in quel momento era un loro alleato. Chris si contorceva nella presa di Wesker mentre i proiettili lo colpivano, strappando il tessuto in similpelle della battlesuit e penetrando nella carne, roventi come lapilli. Urlava il Tyrant Supremo, soffrendo come mai e senza capire il reale perché, lui…lui non era come gli esseri umani eppure tutti quei colpi lo stavano facendo soffrire in modo indicibile,
<< Adesso, William >> disse Wesker, i due agenti smisero d’improvviso di sparare mentre William si avvicinava con la siringa in mano e iniettava il neurobloccante- direttamente alla base del collo in modo da disattivare immediatamente il midollo spinale-al Redfield, che senza avvertimenti caricò delle rapide frustate con i tentacoli colpendo Wesker e William. Chris libero dalla presa di Albert, scivolò in ginocchio lanciando un urlo strozzato mentre i muscoli cominciavano a paralizzarsi, i tentacoli s’immobilizzarono pendendo inerti dalle spalle del ragazzo. Che smise del tutto di muoversi…
-Luogo sconosciuto
Un uomo aveva osservato tutto ciò che accadeva e a vedere il grande Tyrant essere fermato, sorrise
<< Signorina Wong è pronta? >> chiese, mentre la spia compariva al suo fianco chinando appena il capo in segno di conferma
<< La fase due comincia adesso >> disse l’uomo, un vistoso anello d’argento con una gemma verde venne illuminato dalla luce fluorescente degli schermi, la montatura dell’anello aveva la forma di un drago occidentale.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’Autore
Scusate il ritardo ma sono dai miei cugini Andrej e Alexander in Russia e per le feste non ho avuto molto tempo di scrivere… Spero che grazie alla lunghezza del capitolo mi faccia perdonare.
Ringrazio Mattalara e Esperanza Castaneda per aver recensito questa storia: Grazie mille ragazze! E Cardy per averla messa fra le ricordate ed Esperanza per averla messa fra le preferite, le ricordate e le seguite. (E so che non potrà recensire causa problemi ad internet). Il prossimo capitolo sarà l’epilogo, ma aggiungerò un capitolo extra su Brad e Brandon
Piccole note:
  1. = “Famiglia”, è una citazione indiretta (e originariamente doveva esserci) alla Famiglia di cui si parla in RE6.
  2. = “Alyssa Ashcroft”, una dei personaggi giocabili di RE: Outbreak così come Kevin e Yoko.
  3. = “Magnus amor est is qui mostrat ut non habet plus nihil”, in latino “Il grande amore è quello che si mostrat quando non si ha più niente”
  4. = “Daylight.2”, lo stesso usato su coloro che si sono trasformati negli Scream of Death, nonostante Rachel abbia informato i Primi Tredici su quei mostri non ha detto loro che a crearli era stato l’antidoto perché credeva che in giro non ce ne fosse più alcun campione
  5. = “Raccoon City brucerà […] Proprio mentre Raccoon City brucerà”, è una filastrocca che abbiamo creato io e mia cugina Angela, e pensavo che stesse bene con il contesto in qualche modo
  6. = “RE3”, il nome in codice dei Liker nel libro “The city of the Dead” di S.D.Perry
  7. = “OR-1”, il nome in codice dei Bandersnach nel libro “Code: Veronica” di S.D.Perry
Alle vostre Recensioni e Buon Natale :)
-Anthony Edward Stark

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: Un Incubo da dimenticare (epilogo) ***


  You are Infected 2: Il ritorno dell’Incubo

                       Capitolo 8: Un incubo da dimenticare

Il Tyrant moro era completamente immobile di fronte a loro, gli occhi ancora aperti pieni di stupore. Wesker si avvicinò a Chris, sollevandolo e avvicinandosi al baccello che si trovava nel centro della sala, il tentacolo dalla punta a stella all’interno di esso si ritirò chiudendo le punte in un'unica punta avvitata, sentiva la presenza del Tyrant per cui era stato programmato…
-Rifornimento di benzina Stagla, Racoon City
I tre T-103 li inseguivano con veemenza senza mai perderli di vista, a nulla era valso sparargli, i colpi non li rallentavano per niente, anche se in compenso Piers era riuscito ad accecare un occhio del T-103R che nonostante ciò non aveva rallentato minimamente. Con la sua carica uno dei T-103 aveva danneggiato una delle pompe di benzina, quello era un punto a loro favore. Finn aveva solo una possibilità di riuscire ad eliminare quei mostri, lanciò la granata incendiaria verso la pompa di benzina danneggiata e assieme a Piers e Jensen si allontanarono correndo dal rifornimento di benzina Stagla e quando la granata esplose, l’intero rifornimento esplose in un'unica nuvola infuocata con un boato che risuonò nelle strade. I T-103 vennero inglobati nell’esplosione e gli agenti riuscirono ad allontanarsi abbastanza dal raggio d’azione dell’esplosione evitando quindi di venire uccisi a loro volta. In quell’esatto momento la tempesta che ore aveva dato i segni della sua presenza cominciò, le gocce di pioggia sfrigolavano al contatto con le lingue di fuoco nate dall’esplosione del rifornimento Stagla. I fulmini illuminavano le nuvole grigie come lunghe crepe luminose, i boati lontani dei tuoni parevano essere il ruggito di una qualche creatura furiosa. Gli Strelats volanti precipitavano al suolo appesantiti dall’acqua che cristallina scendeva dal cielo, mescolandosi col cremisi del sangue che macchiava l’asfalto lavandolo via in rigagnoli che scorrevano placidi fino ad arrivare al tombino a grata. Le gocce d’acqua picchiettavano sul metallo delle auto abbandonate e gli incendi che avviluppavano la città cominciavano a spegnersi, le volute di fumo così sviluppatisi salivano verso il cielo mescolandosi alle nuvole anche se le folate di vento ne disperdevano parte nel aria umidificata dal vento di tempesta.
<< Mancava solo questa >> disse Jensen sarcastico, mentre la divisa cominciava ad inzupparsi d’acqua così come la divisa dei suoi compagni.
-Complesso di appartamenti della Euston Street, 345 a, Racoon City
L’ennesimo tuono spezzò il silenzio che campeggiava nell’appartamento inframmezzato solo dal continuo battere degli orsi-gorilla contro la porta blindata, il generatore ausiliario che continuava a dare energia al complesso saltò per un eccesso di tensione, e tutte le luci che illuminavano anche se sfarfallando l’appartamento si spensero con una pioggia di schegge di vetro visto che tutte le lampadine erano saltate. Adesso tutto veniva illuminato dai fulmini, si sentiva come se fosse tornato a quella notte nella foresta degli Arklay quando come un codardo aveva abbandonato i suoi compagni dopo aver sentito Joseph urlare rifletté Brad mentre stringeva convulsamente la presa sulla pistola. Anche Brandon di per sé era preoccupato, ma tentava di mantenere la calma. All’improvviso sentirono il rumore che simboleggiava la loro fine, la porta blindata era stata strappata dai suoi cardini e gli orsi-gorilla inarrestabili non ci avrebbero messo molto a trovarli. Dovevano solo sperare che qualcuno stesse per raggiungerli…
-St.Michael Clock Tower, Racoon City
Le creature che avevano assaltato la torre dell’orologio erano più di quanto Nicolas si aspettasse, fra: Drain Deimos, Brain Sucker, G-infant, Hunter α, β, γ c’erano più di un centinaio di creature e loro avevano dovuto bloccare tutti gli ingressi alla torre dell’orologio per evitare di finire divorati o massacrati da quelle creature… Era strano pensare come anche loro che erano membri dei Primi Tredici si erano trovati sommersi da quelle creature senza possibilità di scampo, erano senza nemmeno un proiettile e i mostri tentavano di irrompere all’interno da ogni parte. Dovevano solo sperare che in qualche modo tutte quelle creature morissero.
-Ema Street, pressi della Euston Street, Racoon City
Qualcuno lassù doveva starli aiutando, perché sennò quante possibilità potevano avere di trovare la teleferica di Racoon City ancora funzionante? Così avevano raggiunto la Ema Street in men che non si dica, ora dovevano raggiungere Brad e Brandon prima che quella creatura o qualunque cosa essa fosse li uccidesse, la tempesta che imperversava nella città era una sfortuna, i lampi li accecavano permettendo alle creature anche se col loro passo barcollante e caracollante di avvicinarsi e di attaccarli. Comunque il percorso verso il complesso di appartamenti era abbastanza libero e semplice, quando come un meteorite un enorme Strelats volante si schiantò di fronte a loro, le grosse ali si spalancarono mentre la belva si rimetteva in piedi, il suo aspetto ricordava quello dei draghi delle leggende nordiche, il corpo coperto da squame triangolari color terra di Siena, la lunga coda sferzava l’aria e terminava con una sorta di mazza ferrata ossea. La pioggia non sembrava infastidire la creatura più di tanto e presumibilmente si era schiantata a causa della ferita che gli squarciava la membrana dell’ala che già cominciava a guarire. La belva ruggì spalancando le possenti fauci, i denti aguzzi dai profili storti e spezzati, una lunga lingua serpentina color carne si mosse appena oltre la chiostra di denti aguzzi come se assaggiasse l’aria, uno dei due occhietti verdastri era del tutto cieco e azzurrino senza l’ombra di pupilla. La ferita sull’ala era già guarita, agitando le ali spiccò il volo, sparendo fra le nuvole, quando i due agenti si convinsero che la belva non sarebbe più tornata, la creatura si lanciò in picchiata verso di loro piegando le ali e spalancando le fauci per ghermirli con una presa fatale, riuscirono ad evitare appena in tempo di essere catturati dalle fauci della creatura e di essere colpiti dalle scudisciate della lunga coda spinata che però colpirono alcuni zombie i cui corpi rimasero impigliati negli aculei e quelli non colpiti alla testa continuavano a muoversi e a tendere le braccia spellate verso di loro. La pioggia impediva ai due agenti di mirare tanto era fitta e l’acqua gli aveva incollato le divise addosso, impacciando i loro movimenti. Gli unici colpi che raggiungevano lo Strelats volante rimbalzavano sulle spesse squame dal colore opaco, quella cosa non pareva per niente essere un semplice Strelats troppo forte, veloce e intelligente per essere una lucertola spara-aculei con le ali.
-Vicolo dietro il Kendo’s Gun Shop, Racoon City
Tre Uroboros Mkono, li stavano inseguendo. Lone Wolf non aveva più granate incendiare tutte erano state utilizzate per eliminare il primo Mkono che si era presentato, provare a colpirlo col fucile era inutile era riuscito a stento a sfargli saltare un braccio. Il fatto che Mr. Morte e Nighthawk non riuscissero a liberarsi di tre mostri era un indicatore di quanto Racoon City fosse un inferno in terra. Erano arrivati alla Fower Street, quando i tre Mkono si erano fusi, Lone non credeva nemmeno lo potessero fare, in un enorme Uroboros Aheri che inglobava nei suoi grovigli tentacolari alcuni edifici all’uscita del vicoletto dei lunghi tentacoli che si protendevano verso l’alto terminavano in globi color ambra protetti da spicchi viscidi di un colore nerastro
- Complesso di appartamenti della Euston Street, 345 a, Racoon City
Sentirono i versi degli orsi-gorilla che rimbombavano nell’appartamento vuoto e il rombare potente dei tuoni fece sobbalzare i poveri agenti che erano tesi e preoccupati. Speravano che gli orsi-gorilla non li trovassero, il pesante rumore prodotto dai loro passi si faceva sempre più vicino. Una di quelle creature lanciò un verso acuto e stridente mentre cominciava a battere le sue enormi zampe contro la porta che resistette fino a che venne spaccata dalla forza della belva. Brad e Brandon puntarono le armi contro la creatura, quando questa tentò di avvicinarsi i due cominciarono a sparare i proiettili affondarono nei muscoli della belva senza che però ella s’indebolisse, i tredici colpi della Browning HP 9mm si scaricarono in fretta, i due si pentirono di aver portato con se solo le Browning e i coltelli a serramanico con la lama seghettata e non la sua Magnum per Brandon e la sua doppietta per Brad. L’altro orso-gorilla si diresse verso di loro dando man forte all’altra creatura, i due schivarono la carica di uno dei due orsi-gorilla con una scivolata, un bagliore bianco causato da un lampo accecò tanto gli agenti quanto le creature. Brad e Brandon tentarono nonostante ancora accecati di allontanarsi dalla stanza diretti verso l’uscita dell’appartamento, i mostri riuscirono però a seguirli senza fatica, grazie al loro fiuto. Brad e Brandon scesero le scale correndo e tentando anche di non cadere a causa del buio pesto, gli orsi-gorilla li seguivano riuscivano a sentire i loro passi e i loro grugniti, arrivati all’uscita dal complesso di appartamenti trovarono la porta bloccata, approfittando del fatto che i mostri fossero lontani tentarono di abbattere la porta a spallate ma quella non si smuoveva nemmeno di un paio di millimetri
<< Posso accettare zombie, mostri e virus. Ma una fottuta porta che non si sblocca, no! Cazzo, non ci credo! Sono sopravvissuto a quello psicopatico col cervello fottuto di Chris Redfield per finire ammazzato per una cazzo di porta bloccata?! Non è possibile! >> urlò con un tono isterico Brad, mentre il fratello tentava di calmarlo e di convincerlo a fuggire prima che le creature arrivassero. Avevano bisogno di qualcosa per vedere al buio perché i lampi non li aiutavano anzi li accecavano e li rendevano facili prede. Riuscì a convincere il fratello a cercare un uscita laterale o sul retro
<< Siamo finiti in Outlast1, non può essere fottutamente vero! >> stavolta era stato Brandon ad urlare non poteva essere che tutte le fottute porte di quel posto fossero bloccate e non si smovessero nemmeno se tentavano di sfondarle. Quei mostri si facevano sempre più vicini e loro erano in trappola, sapevano che erano a qualche metro da loro non li vedevano ma sentivano il rumore provocato dal muoversi di quei corpi enormi
- Ema Street, pressi della Euston Street, Racoon City
Lo Strelats volante non si fermava e attaccava continuamente e rapidamente, non dandogli il tempo di prendere fiato. Gli artigli della creatura stridevano contro l’asfalto ogni volta che essa volava a raso terra mentre tentava di afferrarli, le squame rilucevano mentre le gocce d’acqua scivolavano via sinuose percorrendo in rivoletti cristallini e gelati le squame della creatura. Lo Strelats volante resisteva ad ogni colpo, non rallentava, non atterrava poi Nicolas ricordò la ferita nella membrana dell’ala e di come quella fosse l’unica parte non coperta da quelle squame
<< Lorelai, mira alle ali! >> le urlò per sovrastare il ruggito lacerante della creatura, mentre lui cambiava obiettivo puntarono entrambi le armi contro l’ala destra del mostro mentre questo virava proprio in quella direzione, riuscivano a vedere la membrana tesa color terra senza difficoltà nonostante la pioggia e i lampi. Bastarono una decina di colpi perché un nuovo squarcio si aprisse nell’ala del mostro che lanciò un acutissimo stridio mentre perdeva rapidamente quota scontrandosi con l’asfalto scivoloso e scivolando per qualche metro lungo la strada in direzione opposta agli agenti. Dimenava la coda nel tentativo di rimettersi in piedi, colpì un semirimorchio lanciandolo oltre la sua testa, con la forza dell’impatto le lamiere del mezzo si contorsero e si ripiegarono creando aguzze e taglienti lame e la testa della belva puntava proprio contro esse, tentò la creatura di evitarle ma nel tentativo di girarsi le sue ali si piegarono in modo davvero strano e innaturale mentre strisciavano contro le facciate di alcuni edifici rallentando l’inesorabile corsa ma non abbastanza un rumore secco e umido risuonò all’improvviso nella strada, una delle lame d’acciaio contorto si era conficcata nel cranio della creatura tagliando quasi a metà la testa, un ultimo spasmo contrasse i muscoli della creatura prima che il corpo collassasse del tutto. I due non avevano altro tempo da perdere, dovevano raggiungere Brad e Brandon prima che fosse troppo tardi sempre che loro non fossero già morti.
-Black Jack’s Bar, Jack Street, Racoon City
Erano riusciti ad allontanare la ragazza appena in tempo dal uomo che era morto poco tempo prima. L’uomo venne riportato in vita dal virus dopo qualche secondo, l’oramai zombie si alzò dal suo posto e lentamente si voltò verso gli agenti, gli occhi luccicavano di rosso senza pupilla, Vector non diede tempo alla creatura di avvicinarsi che lo colpì alla testa, il colpo fece saltare un lato del viso il destro. Delle volute di fumo biancastro dall’odore aspro e pungente, come quello del disinfettante, si levarono dal corpo che prese una colorazione rossastra, un sibilo acuto si liberò dallo zombie che in nemmeno un paio di attimi divenne qualcos’altro, pareva una versione distorta di un Liker, i muscoli esposti lucidi coperti da una patina viscida, gli artigli biancastri poco più corti di quelli di un Liker standard, aveva un andatura bipede la testa umana e dei denti aguzzi storti e di un bianco lucido erano ben in mostra dalla bocca senza labbra, quel fumo biancastro continuava a sollevarsi dal corpo del mostro che Vector identificò immediatamente un Bloodshot, gli occhietti rossi e malvagi della creatura fissi sulla cameriera Cindy Lennox.
<< Aspetta che balzi e usa le tue mine adesive >> disse Vector rivolto a Beltway. E così aspettarono che la creatura agisse, ma quella rimaneva ferma e ritta nella sua posizione senza muovere un passo o spiccare un balzo. Per costringere il Bloodshot a muoversi, Vector prese la mira con la pistola d’ordinanza della UBCS e sparo contro la creatura che dopo essere stata colpita un paio di volte, si piegò sulle zampe posteriori come una rana e spiccò un balzo verso l’ex-membro USS
<< Adesso! >> disse Vector che scartò di lato evitando l’attacco della bestia mentre Beltway le applicava la mina su un fianco. La creatura atterrò scivolando sul pavimento piastrellato quasi arrivando contro le doppie porte del bar. Il Bloodshot si preparò ad attaccare nuovamente Vector, ma la mina esplose in quell’istante portando con la sua esplosione parte del fianco destro della creatura e danneggiando il cuore posizionato al centro del petto del mostro che però non si accasciò a terra morto, ma dopo aver come scosso la testa un paio di volte, si risollevò sulle zampe posteriori mentre la ferita cominciava a rimarginarsi e più volute di fumo si liberarono dai muscoli rossi della creatura. Il cuore era però esposto adesso, Beltway caricò il fucile a pompa e sparò contro il cuore della belva che si accasciò al suolo morta. L’outbreak causato dal Redfield pareva essere più complesso e preoccupante di quanto si supponeva, il Chrysalis Virus era nell’aria così come forse lo erano molti altri virus creati dalla Umbrella e migliorati da Chris. Era assurdo credere che qualcuno che un tempo lottava per evitare che quei virus si diffondessero era diventato egli stesso un promotore del bioterrorismo.
-St.Michael Clock Tower, Racoon City
Un Hunter della serie γ era riuscito a sfondare uno dei vetri rinforzati dell’atrio della torre piombando all’interno di esso, il rumore dei vetri infranti fece voltare gli agenti in quella direzione. L’Hunter Gamma aveva l’aspetto di un grosso rospo dalla pelle azzurrina e l’addome beige, la bocca sproporzionata rispetto al corpo e da essa colavano fili di bava trasparente che picchettavano sul pavimento di marmo lucido, le mani palmate esse però proporzionate rispetto al corpo, ringhiò col suo verso bizzarramente acuto. Lorelai e Nicolas spararono contro l’essere prima che esso si avvicinasse e tentasse di divorarli. I colpi che arrivavano a colpire il corpo dell’essere affondavano nella carne fragile, ma nonostante ciò il mostro non rallentava la sua avanzata al contrario pareva aumentare la velocità del proprio andamento, come se ad ogni ferita infertagli la sua voglia di divorarli aumentasse esponenzialmente. Un altro Hunter giunse nel atrio sfondando un'altra vetrata, l’Hunter era, al contrario del primo, un Hunter della serie α, la testa incassata nelle possenti spalle coperte da piatte e larghe squame di un lucido verde, le lunghe braccia muscolose, le mani e i piedi artigliati e dei piccoli occhietti lucidi da rettile fissi in loro direzione. I mostri riuscirono a sfondare il portone d’ingresso alla St. Michael Clock Tower, nonostante la barricata eretta proprio per impedire ciò, una fiumara di mostri invase l’atrio. I Brain Sucker furono i primi ad entrare seguiti dai Drain Deimos e poi dai Web Spinner di varie dimensioni e un unico Black Tiger, vari zombie vennero dopo i mostri, con alcuni Crimson Head e un paio Liker Alpha. I due agenti decisero di ritirarsi ai piani superiori per evitare che la folla di creature li circondasse, nonostante il ritirarsi in un luogo senza vie di fuga non era la cosa più intelligente da fare in via strategica ma era l’unica possibilità che avevano a meno che non volessero tentare la fortuna e sperare che andasse tutto bene. Salirono le scale in fretta e furia giungendo in una piccola stanza che possedeva una doppia porta verde in legno di noce, i pomelli erano dorati aprirono la porta e se la richiusero alle spalle. Stranamente adesso la torre dell’orologio pareva essere più grande di quanto lo sembrasse prima ma questa doveva essere una loro impressione, una distorsione percettiva. I Web Spinner cominciarono ad arrampicarsi sulle pareti del edificio per raggiungerli seguiti dai Liker che sentito il rumore emesso dai passi dei ragni cominciarono a seguirli però non riconobbero in essi delle creature create da un virus tanto che li attaccarono affondando gli enormi artigli nei corpi oblunghi dei ragni cominciando a sventrarli mentre questi si lamentavano e sputavano getti velenosi e acidi verso i Liker che però con la loro agilità li evitavano. Due dei ragni caddero all’indietro a causa dei danni, mentre ritiravano le zampette pelose, spiaccicandosi al suolo colpendo come pesanti massi le creature che si trovavano sotto di loro
<< Siamo fottuti >> disse, più a sé stesso che ad altri, Nicolas. Ci voleva un miracolo per salvarsi dal attacco dei mostri. Un vero miracolo.
- Vicolo dietro il Kendo’s Gun Shop, Racoon City
L’Uroboros Aheri agitava i suoi immensi tentacoli, fendendo l’aria e tentando di ucciderli. Ogni volta che uno di quegl’immensi tentacoli si schiantava al suolo, mentre tentava di colpirli, il terreno tremava gli zombie che si trovavano in quella strada erano inglobati dall’infinita fame del mostro Uroboros. Liberando almeno l’agente della GAAB e l’ex-agente della USS della piaga degli zombie, visto che già dovevano occuparsi dell’Uroboros Aheri, gli enormi tentacoli che si contorcevano e che tentavano di afferrarli o di schiacciarli e niente pareva poter fermare la creatura che li generava e controllava.
-Sala centrale del UM-01 “Root of Hell”, Foresta degli Arklay, Racoon City
Non appena Chris fu abbastanza vicino al baccello criostatico, il tentacolo scattò piantandosi alla base del collo del Tyrant che non poté reagire a causa del neurobloccante, l’unica cosa che mostrò una reazione fu il fatto che le pupille rettiliane si dilatarono a causa del dolore. Il tentacolo si ritirò di scatto trascinando il Tyrant con sé, strappandolo dalla presa di Wesker e portandolo all’interno del baccello che come un fiore di bella di notte si richiuse, solo in quell’istante un urlo risuonò nell’aria, Claire riconobbe immediatamente la voce del fratello e come se dimentica di Leon, di Birkin o di Wesker si lanciò correndo verso il baccello. Cosa stava succedendo a suo fratello perché aveva urlato in quel modo. Per un solo momento smise di pensare a Chris come al mostro che aveva fatto soffrire lei e i suoi compagni e tutti gli abitanti di Racoon City, in quel singolo istante era tornato suo fratello Chris e lei voleva solo proteggerlo come lui aveva sempre fatto con lei. Era tremendamente preoccupata, suo fratello stava soffrendo e lei non sapeva che fare. Wesker e Birkin si erano detti qualcosa, lei non sapeva cosa ma d’improvviso vedendo Wesker atteggiarsi in quel suo solito modo indifferente sentì l’odio montargli dentro voleva ucciderlo, non le importava se, anche se per qualche secondo, era stato un loro alleato. Doveva morire perché tutto quello era causa sua, se lui non avesse infettato Chris niente di tutto questo sarebbe successo. E’ il momento di morire Wesker pensò la rossa puntando la Silver Viper contro il biondo che si voltò verso di lei, con il suo solito ghigno arrogante sul viso, ma non disse una parola. Leon si diresse verso di lei impedendole di sparare
<< Che diavolo fai Claire?! Lui ci ha salvati da Chris >> esclamò, il ghigno di Wesker si face più ampio come a dire che lui si aspettava quella reazione repentina da parte di Leon. Quello fece infuriare ulteriormente la Redfield accrescendo il suo odio verso Wesker.
<< Dovresti ringraziarmi Redfield. Grazie al mio intervento Racoon City è salva >> disse il biondo, in un modo tale da farla sembrare una semplice constatazione
<< In che modo avresti salvato Racoon City? Sentiamo >> disse sarcastica la rossa
<< Il loro Re non è più in grado di controllarli, presto moriranno tutti. La loro mente alveare li ucciderà >> le rispose, sapendo che quella sarebbe stata l’unica verità che le avrebbe mai detto.
- Complesso di appartamenti della Euston Street, 345 a, Racoon City
Gli orsi-gorilla erano oramai vicinissimi tanto che riuscivano a sentire il loro fiato caldo che puzzava di morte e putrefazione, d’improvviso lanciarono un urlo e crollarono al suolo completamente esanimi. I due agenti fissavano interdetti i mostri che erano morti così senza una reale ragione
<< Ma che diavolo è successo? >> chiese Brad scioccato, anche se in fin dei conti la situazione andava migliorando visto che i mostri erano morti e quindi non erano più in pericolo. Erano salvi anche se non sapevano che cosa avesse causato quella morte improvvisa.
- St.Michael Clock Tower, Racoon City
Tutte le creature che invadevano la torre caddero d’improvviso morte, dopo aver lanciato un terribile urlo. Anche i mostri che si stavano arrampicando per le pareti, lasciarono la presa poiché esse erano morte improvvisamente. Pure la tempesta che imperversava sull’intera città cominciò ad affievolirsi, i fulmini si facevano sempre più rari e le nuvole scure cominciavano a diradarsi, il vento di tempesta si ridusse ad una lieve brezza invernale, che trasportava lontano il puzzo di morte dalla città. Portandovi invece il delicato odore della neve che cominciava nuovamente ad imbiancare gli Arklay.
- Vicolo dietro il Kendo’s Gun Shop, Racoon City
Il mostro Uroboros si afflosciò su se stesso, dopo aver lanciato un tremendo stridio acutissimo che aveva fatto esplodere molti vetri, il tentacoli che avevano avvinghiato gli edifici si ritrassero rimescolandosi alla massa che andava a liquefarsi, finché di essa non rimase null’altro che una pozza liquefatta ribollente e oramai inerme e del tutto morta, la pioggia si mescolava a quegli oleosi resti portandoli con sé lungo la piccola stradina dall’asfalto lercio.
-Racoon City
Numerose grida si levarono verso il cielo ancora rannuvolato, mentre tutti i mostri che avevano invaso Racoon City e dintorni si accasciavano a terra morti. La ridente cittadina montana di Racoon era nuovamente tornata la città dei morti, solo che nessun mostro si sarebbe più rialzato. Gli infetti erano morti e il loro Re era ormai sopito nell’oscuro oblio e forse non si sarebbe mai risvegliato.
-Luogo sconosciuto
Il misterioso uomo con l’anello di drago camminava lungo un bianco corridoio accompagnato da due ragazzi, due gemelli. Entrambi biondi, entrambi vestiti in modo regale. L’uomo stava dicendo qualcosa ai due, la ragazza sorrise in modo lugubre
<< Fra tre anni sarà tutto pronto per il ritorno del drago >> disse la ragazza con voce armoniosa << Fra tre anni, il mondo s’inginocchierà ai noi >>
Una porta si chiuse alle loro spalle con un sibilo, un grosso drago spiccava sul bianco accecante dello sfondo, un drago nero con larghe ali che si aprivano ai lati, gli occhi brillavano come punti rossi e la sua coda s’avviluppava attorno al mondo
 
 
 
 
 
Note dell’Autore
E questo è l’ultimo capitolo di You are Infected 2: Il ritorno dell’Incubo il prossimo sarà un capitolo extra.
Spero che anche questa storia vi sia piaciuta. Ringrazio Mattalara e Esperanza per le loro recensioni grazie mille ragazze. Ringrazio inoltre Cardy e Aurora Garcia per averla messe fra le ricordate e nuovamente Esperanza per averla messa fra: Seguite, ricordate e preferite.
Piccole Note:
1)= “Outlast”, un videogioco indie horror in cui si è un reporter bloccato in un manicomio abbandonato pieno di psicopatici mutati da un qualcosa(ora non ricordo esattamente saranno passati un paio di mesi da quando non ci gioco) e in cui l’unica cosa che puoi fare è fuggire ed evitarli
Alle vostre recensioni e sono felice che vi sia piaciuto
-Anthony Edward Stark

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Capitolo 9
*** Capitolo Extra: Casa dolce casa ***


You are Infected 2: Il ritorno dell’Incubo

                           Capitolo Extra: Casa dolce casa

Un anno era passato dal disastro di Racoon City, non che ancora la città si fosse ripresa troppi danni e troppo poco tempo per riprendersi. Comunque visto che nessuna minaccia incombeva sul mondo i Primi Tredici si erano divisi nuovamente, c’era comunque chi era rimasto a Racoon City per dare una mano con i lavori di ricostruzione della città, ma loro, Brad e Brandon, si stavano dirigendo verso Delucia la loro città natale. C’era voluto molto tempo perché gli accordassero la richiesta, ma adesso erano sulla statale che li avrebbe portati nello stato dell’Iowa, nel Midwestern americano, e poi dalla Interstate 35 avrebbero preso l’uscita di Charles City e attraversando la città e prendendo una delle strade interne dello stato sarebbero arrivati a Delucia. Il piccolo centro urbano di Delucia non era cambiato in quegli anni, i bungalow in stile americano dalle facciate dai colori tenui, bianche o color crema e i tetti tegolati marroncini o color ardesia. Le aiuole di viole variopinte, viola, gialle, rosse, blu-azzurrine, bianche e persino nere, davano colore ai prati verdi o alle verande in muratura facendo la loro bella comparsa in piccoli vasi di terracotta dal colore rossiccio. Alcune erano davvero stupende e tenute in piccoli vasi dedicati solo a loro, come quella viola dai petali blu i cui colore andava a sfumarsi col bianco mentre si avvicinava ai pistilli biancastri o quella viola dai petali rossi sui bordi e di un giallo-aranciato intenso nel cuore del petalo. Il delicato aroma delle viole si spandeva nell’aria tiepida, dandole un profumo primaverile l’esatto opposto di quello di smog, “o di morte” pensò Brandon concentrandosi però ad eliminare il pensiero e godersi il ritorno a casa, che si respirava nelle grandi città o a Racoon City per quello che riguardava i due fratelli. Mentre raggiungevano la Park Street, una viola che stonava con lo sfondo variopinto attirò lo sguardo del minore dei Vikers, quello non intento a guidare, una viola nera che spuntava su un pezzo di prato che non apparteneva a nessuno dei bungalow vicini, i petali neri come il più profondo dei baratri con i bordi viola scuro parevano di seta o di velluto solo i pistilli si intravedevano nella loro chiara purezza. Questa viola, comunque, spuntava nel bel mezzo di una piccola piantina di viole cornute dai petali color fiordaliso striati di giallo come se il polline vi avesse tracciato sottili linee. Adesso che ci rifletteva Brandon non ricordava che “casa loro” fosse così lontana dall’inizio della cittadina, in realtà non credeva nemmeno che esistesse ancora – “come questo piccolo pezzo di paradiso” pensò il biondo, passandosi una mano fra i capelli perennemente arruffati- forse Brad aveva affittato, “o comprato” visto quanto guadagnavano, un bungalow per quanto potessero ritrasferirsi nella loro città. Il Maggiolino Volkswagen giallo chiaro attraversava le strade grigie attirando, anche se solo per un istante, gli sguardi degli abitanti di Delucia che poi tornavano ai loro compiti o qualunque altra cosa facessero. Tutto era così tranquillo e pacifico, che sia Brad che Brandon avevano, quasi, il terrore di star sognando mentre erano ancora immersi nell’incubo deviato che era la loro realtà. Fu quando superarono la PeeWee Street che Brandon cominciò ad avere qualche dubbio su dove stessero andando
<< Brad, ma esattamente dov’è che staremmo andando? >> gli chiese confuso mentre comunque continuava a godersi la bella vista di tutti quei fiori, in un vaso di porcellana turchese gli parve di scorgere una viola reichenbachiana con i lunghi petali allungati e affusolati color lavanda e i pistilli pelosi bianco navajo, le larghe foglie a cuore dentellato accarezzavano lo stelo sottile. Era il suo tipo di viola preferito anche se al contrario di altri tipi di viole era molto complessa da coltivare forse anche più difficile di coltivare un orchidea.
<< Nella Thorson Street, ricordi? Dove si trovava il negozio di Kelly >> rispose Brad, doveva ammettere che Brad aveva una memoria più ferrata della sua, lui non ricordava quasi niente di com’erano disposte le strade a Delucia, Brandon annui, senza rendersene conto, bofonchiando un “Okay, capito” a mezza voce. Pensando a quanto tempo ci sarebbe voluto prima che giungessero a destinazione e a da quanto non indossava per più di cinque ore qualcosa che non fosse la sua divisa della G.A.A.B. Era però contento di non dover attenzionare qualsiasi cosa accadesse intorno a lui preoccupato che spuntasse un qualche mostro e che lui dovesse sparargli per salvarsi la vita, poteva stare tranquillo per quanto riusciva. Osservava il paesaggio tranquillo incantato, i suoi occhi verdi trasmettevano un senso di calma quasi alienante al contrario dell’ansia, del terrore e della preoccupazione che vi si riflettevano normalmente. Vide di sfuggita qualche fioraio e una pasticceria anch’essa con l’ingresso incorniciato da belle viole riviviane dai petali di colori tenui, color crema o rosa chiaro scelte di proposito per ricordare il colore dei dolci che venivano preparati nella pasticceria, i pistilli rigidi color cioccolato nelle viole color crema e bianco antico in quelle rosa gli ricordarono le codine di cioccolato a latte o bianco che si usano per decorare i cupcake. Ricordò anche i cupcake che gli preparava sua madre, al cioccolato con la glassa colorata alla vaniglia e le praline commestibili color argento che spargeva generosamente sulla glassa ancora calda che quasi la coprivano del tutto, lui amava quei dolcetti e anche Brad tanto che ogni volta la loro madre doveva nasconderli prima che li trovassero, poi loro erano cresciuti e quei momenti erano diminuiti sempre di più fino a sparire, Brad era stato il primo ad andarsene da Delucia per andare a Racoon City e cominciare il suo lavoro per l’RPD. Lui se n’era andato dopo qualche anno diretto verso Washington, poi era riuscito ad entrare nella FOS e da lì nella BIO e poi…poi era cominciata l’Apocalisse e lui non poteva tornare a casa doveva solo combattere per la sua patria, fino a che si costrinse a dimenticare tutto quello che aveva vissuto per non provare quell’opprimente senso di lontananza e solitudine e c’era anche riuscito, si riprese da quei prima felici e poi sempre più opprimenti ricordi quando sentì l’auto fermarsi. Solo che beh non è che fossero arrivati era solo che avevano beccato un semaforo rosso, diavolo quanto odiava aspettare che quella dannata lucetta diventasse verde, l’unico punto in favore era che almeno si era ripreso da quei suoi pensieri che stavano sfociando nella tristezza più assoluta, ma ora che ci pensava ma nessuno qui a Delucia aveva un auto? Perché non ne aveva vista nemmeno una per le strade, “Forse è per non contaminare l’aria, sennò queste belle viole come crescerebbero?” lui e il sarcasmo andavano d’accordo come il peperoncino col miele d’acacia, però quella domanda rimaneva, come mai non aveva visto nemmeno un auto. Un altro paio di svolte e finalmente aveva letto il cartello con scritto Thorson St, il cartello verde chiaro e le lettere bianche, un uccellino che volava basso si poggiò sul cartello, il piumaggio marroncino ancora niveo e invernale sul collo il piccolo becco lungo di un giallo acceso, le zampette sottili del medesimo colore del becco e dei piccoli occhietti rosati con la pupilla circolare, cominciò allegro a cinguettare col suo verso musicale. Era tutto tranquillo, quasi troppo per chi come lui era addestrato, e oramai si era anche abituato, a. prestare attenzione al minimo segno di stranezza e forse quella calma eccessiva lo era, lo stava mettendo in ansia.
-Racoon City
Grazie ai fondi stanziati dalla G.A.A.B. i lavori per la ricostruzione della città andavano a gonfie vele, Racoon stava rinascendo come aveva già fatto, in quell’anno però nel cimitero di Racoon City (l’unico luogo rimasto intoccato dalla quasi-Apocalisse) era stata eretta una statua per ricordare tutti i caduti per mano del bioterrorismo. Claire portava, quasi ogni settimana, un mazzo di fiori per omaggiare quelle grandi anime eroiche che però non erano potute vivere abbastanza per vedere la fine di tutto. La statua era composta da due figure entrambe soldati che rappresentavano il loro coraggio e il loro ardire mentre combattevano le creature originate dai bioterroristi senza scrupoli, una targa d’ottone portava incisi tutti i nomi degli uomini, e delle donne, morti credendo nella causa della G.A.A.B.
“Dallas Cookstrike 9 Ottobre 1979, 12 Ottobre 2011
Jillian Valentine 20 Gennaio 1975, 30 Settembre 2011
Finnian Robinson 15 Giugno 1991, 30 Settembre 2011
Charles McMara 20 Ottobre 1969, 30 Settembre 2011
Randy Simmons 4 Marzo 1989, 12 Ottobre 2011
Jonathan Ross 15 Febbraio 1986, 12 Ottobre 2011…” e l’elenco di nomi continuava fino a circondare l’intero perimetro della statua, tutti loro erano stati grandi uomini, e martiri della loro causa, e adesso erano eroi, ma non avrebbero mai potuto saperlo. Claire aveva conosciuto ogn’uno di quegli uomini: Dallas avventato ma un ottimo capitano, Jillian l’aveva aiutata a risollevarsi dal baratro in cui era caduta mentre lei stessa diceva ancora addio all’amore di una vita, Finnian un ragazzo introverso, che non aveva mai potuto conoscere bene, Charles un uomo calmo e dedito al suo lavoro, Randy un ragazzo poco più che ventenne sempre pronto a fare la sua parte, sarcastico e dalla battuta pronta per qualunque situazione, Jonathan coraggioso e disciplinato, tiratore scelto della squadra di Dallas ed ora erano tutti morti, solo perché lei li aveva convinti ad unirsi alla G.A.A.B. Anche Jensen aveva rischiato di finire come una delle tante vittime del bioterrorismo, se Rebecca non avesse trovato in tempo uno stabilizzante per l’azione del Daylight.2, Jensen si sarebbe trasformato in uno Scream of Death.
<< Claire, Claire, Claire non impari mai eh, mia dolce sorellina? >> un fruscio sibilino al suo orecchio, ma lei lo ignorò ripetendo come un mantra “Tu non sei reale, non sei reale”, un canzonatorio sorriso spariva dissolvendosi nell’aria assieme a degli innaturali occhi rossi brillanti come piccole stelle. Dopo qualche altro minuto Claire cominciò a procedere a ritroso sulla via ciottolata del cimitero.
-Thorson Street, Delucia
Alla fine aveva avuto la conferma Brad aveva, senza dirgli niente, comprato un bungalow dove potessero trasferirsi l’edificio si trovava proprio di fronte al luogo dove si trovava il negozio di Kelly, adesso si ricordava com’era la città era come se di colpo si fosse ricordato tutto, al suo posto, adesso, c’era un piccolo negozio di alimentari e accanto l’ennesimo fioraio e ad una farmacia.
<< Avanti fratellino, non vorrai rimanere fuori tutto il giorno >> gli disse Brad. Suo fratello aveva organizzato tutto, in ogni minimo dettaglio persino nella casa già arredata. Ma esattamente quando aveva avuto il tempo di fare ciò? L’unica cosa di cui era certo, di cui sapeva era che adesso cominciava la loro nuova vita, priva di B.O.W. da combattere e di amici persi a causa dei virus.
 
Sarebbero stati in pace finché il mondo non avrebbe avuto bisogno nuovamente di loro e loro speravano che non li avrebbe mai più chiamati.
 
 
 
 
Note dell’Autore
So che questo capitolo extra è cortissimo rispetto al tempo che avete dovuto aspettare e me ne scuso. Volevo però dirvi che il 1° capitolo di YAI3 è già in fase di scrittura. E spero che vogliate seguire anche la prossima storia.
Ringrazio tantissimo: Mattalara e Esperanza per aver recensito ogni capitolo di entrambi gli YAI dicendomi il loro parere, vi ringrazio di cuore ragazze
Ringrazio anche: Aurora Garcia e Cardy per aver messo fra le ricordate la mia storia.
E ringrazio anche i lettori silenziosi che hanno letto e seguito questa storia anche senza commentarla, grazie mille a tutti voi.
Al prossimo You are Infected
-Anthony Edward Stark
 
 

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